Don't let me fall into the darkness

di Ale_Kiki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo + Primo capitolo ***
Capitolo 2: *** Secondo capitolo ***



Capitolo 1
*** Prologo + Primo capitolo ***


Don't let me fall into the darkness









PROLOGO



 

James guardava negli occhi il suo nemico.
Occhi rossi, pieni di rabbia e voglia di vendetta, privi d'amore.
Il giovane si chiese se anche suo padre avesse pensato le stesse cose durante lo scontro finale con Tu-Sai-Chi.
Ma il suo nemico non era Voldemort.
Il suo nemico era molto più forte e spietato di quello che aveva tormentato la giovinezza di suo padre.
Colui che in passato era stato un semplice Mangiamorte e seguace dell'Oscuro Signore, ora bramava vendetta e potere.
Colui che sarebbe riuscito a sconfiggere il figlio di Harry Potter e che avrebbe finalmente dominato sull'intero Mondo Magico.
-La storia si ripete a quanto pare.- Pensò James. -Speriamo solo che termini nello stesso modo.-
Si guardò attorno, non sapendo che cosa fare.
Tutti gli altri erano stati catturati, alcuni probabilmente erano morti.
James era solo ed era spaventato a morte.
Ma avrebbe lottato con tutte le sue forze, per vincere e liberare le persone a lui care, anche a costo di morire.
In fondo era lui che voleva Khalel.
"Sei pronto a giocare con me, James?" La voce di quel mostro gli risuonò nella testa.
Lo scontro stava per avere inizio.




 

PRIMO CAPITOLO



 

"James."
"Mmm."
"James."
"Ancora cinque minuti, mamma..."
"Mamma?!? Ehi, James, sono Al, e farai meglio ad alzarti prima che la mamma arrivi davvero e si arrabbi perché sei ancora a letto..."
"Mmm..."
James Sirius Potter era ancora immerso nel mondo dei sogni quella mattina del 31 Agosto, l'ultima prima dell'inizio del suo settimo ed ultimo anno ad Hogwarts.
Non voleva lasciare il caldo e confortevole letto su cui stava riposando così placidamente, non voleva doversi srotolare dal lenzuolo che lo ricopriva, non aveva affatto voglia di alzarsi e di iniziare a preparare le sue valige.
Voleva solamente tornare a dormire.
"Al, lasciami in pace!" disse con voce assonnata e biascicando.
"Vabbè, come vuoi tu, però sappi che tra poco si mangia e dovrai subirti l'ira della mamma, io ti ho avvisato.“
Fu in quel momento che James si rese conto di quello che suo fratello minore gli aveva appena comunicato! 
Si alzò di scatto seduto sul letto, guardandosi attorno un po’ spaesato, ma completamente sveglio.
"Ma che ore sono?!"
Imprecando in tutte le lingue possibili e inimmaginabili, con un balzo fu fuori dal letto e si vestì alla svelta sotto lo sguardo divertito di suo fratello Al.
"Sei il solito pigrone!" Lo rimproverò amorevolmente il più piccolo, ridendo e stando appoggiato alla parete per godersi lo spettacolo di suo fratello che, in preda al panico, si vestiva e si lavava in pochissimi minuti.
"Non c'è niente da ridere! Vorrei vedere te, al posto mio! La mamma come minimo mi squarterà."
"Beh, te le cerchi, fratello mio. Ti dice sempre di andare a letto prima e tu non le dai mai ascolto!"
Jamie sbuffò finendo di abbottonarsi i jeans aderenti che gli fasciavano perfettamente le belle natiche sode. 
"Siamo in vacanza!"
"Da domani no."
"Grazie." Disse, infine, sarcastico.
Poi sentirono dalle urla provenire dal piano di sotto e per poco non presero un infarto.

Ginny aveva preso tutto da nonna Molly.

Scesero le scale correndo e in fondo ad esse trovarono una piacevole sorpresa: Ted. 
Jamie per poco non morì dalla gioia. 
Era da più di una settimana che non lo vedeva! 
Rimase impalato sull'ultimo scalino e ignorò l'espressione infuriata di sua madre.
"James Sirius Potter, ti sembra questa l'ora di alzarsi?!" Gridò Ginny incrociando le braccia al petto in un chiaro segno di rabbia.
Ma come diavolo aveva fatto a capire che si era appena svegliato?!?
Istinti materni, probabilmente.
Pensò di mentirle, ma sapeva bene che una buona parte di questi istinti erano dettati dal fatto che nessuno poteva mentirle senza essere scoperto.
Quindi decise di dirle una mezza verità.
"Scusa, mamma. Non ho sentito la sveglia."
Lei alzò un sopracciglio.
"Certo, tutte scuse."
Teddy sorrise divertito: James era sempre il solito pigrone.
Appena terminato questo pensiero sentì un corpo allacciarsi perfettamente al suo, donandogli un immenso calore.
James, infatti, era corso immediatamente tra le sue braccia, proprio come faceva quando erano bambini e Teddy era sempre pronto a prenderlo.
Lui c'era sempre stato.
Era così felice di rivedere il più grande, quella settimana senza di lui era stata tremendamente noiosa.
Teddy d'altro canto, strinse forte a sé il corpo ormai cresciuto dell'amico, pensando che stesse diventando proprio un bel ragazzo, forse anche troppo bello.
Si era alzato di qualche centimetro rispetto all'anno prima, anche se non era alto quanto Teddy, ed il suo corpo aveva iniziato a farsi più muscoloso e sempre più slanciato.
I capelli mori, perennemente in disordine, erano il tocco di classe di casa Potter.
James li scompigliava sempre, in fondo era il degno erede di suo nonno e doveva in qualche modo far colpo su ragazze e ragazzi.
Ma la particolarità di Jamie erano gli occhi: dorati.
Ted ne era perdutamente innamorato, erano così profondi, carichi di voglia di vivere. 
Quanto gli era mancato il suo piccolo terremoto; quando restavano separati per tanto tempo era come se mancasse qualcosa, come se si formasse un vuoto, ma appena si rivedevano, appena i loro occhi si incontravano, quel vuoto veniva sempre colmato dalla presenza dell’altro.
Dall'allegria e dalla voglia di vivere di quella peste di James.

"Allora come andiamo, Jamie? Pronto per l'ultimo anno e per i M.A.G.O.?" Gli chiese.
James fece una faccia un po' schifata seguita da un sorriso forzato.
"Dovevi proprio ricordarmi che questo è l'anno dei M.A.G.O., vero?!"
Ted rise, accompagnato da Ginny e da Al.
"Beh fratellone, ancora un anno e poi non dovrò più subire le tue lavate di capo e finalmente potrò uscire con i ragazzi che voglio, chissà che pacchia che sarà! " Disse una voce femminile.
Lily Luna Potter era appena entrata in cucina, e con questa frase fece a dir poco infuriare il fratello, che odiava sempre tutti gli strani tipi con cui lei usciva, secondo lui erano sempre dei maniaci.
Roba da fratelli maggiori insomma.
James, dal canto suo, sbuffò a sentir sua sorella parlare in quel modo. 
Se faceva il geloso era solo perché le voleva bene e non voleva che soffrisse!
"Sei una stupida se pensi che te lo faccia per dispetto. Insomma, hai visto la faccia da malati di mente che fanno quando ti chiedono un appuntamento?! Forse non te ne rendi conto, cara sorellina." Sbuffò Jamie indignato. 
"E cosa vorresti fare, spaccar loro la faccia?" Chiese Ted ridendo, quella scena l'aveva già vissuta circa un milione di volte, ma ogni volta risultava sempre divertente.
"Sì, così come minimo si becca un'espulsione!"
"E a quel punto mi squarterai veramente. Giusto, mamma?"
Ginny annuì lanciando al moro un'occhiata sadica che fece ridere tutti i presenti, tranne il primogenito dei Potter.
Quest'ultimo lanciò un'occhiata a Ted e arrossì. 
Possibile che diventasse sempre più bello? 
Dio, quegli occhi.
Dio, quei capelli che cambiavano colore.
Dio, quel fisico forte e muscoloso. 
Dio, quelle mani, quella bocca, quella pelle.
Tutto di lui lo faceva impazzire. 
Non avrebbe mai amato nessuno come amava Ted.
Si era reso conto di essersi innamorato di lui poco dopo aver scoperto di essere gay ed era stato proprio grazie a Ted che lo aveva capito, ma tutto questo ovviamente lui non lo sapeva e non avrebbe mai dovuto saperlo.

"Mamma, possiamo andare a mangiare? Sto morendo di fame!" Brontolò Jamie mettendosi le mani sullo stomaco, cercando di sviare i propri pensieri sul cibo invece che su Ted.
"Il solito ingordo." Dissero tutti contemporaneamente, qualcuno ridendo, qualcun'altro alzando gli occhi al cielo.
Mentre stavano preparando la tavola insieme, poichè sarebbero venuti a cena tutti i Weasley e parenti vicini, Jamie e Teddy si scambiarono una serie di sguardi che solo loro due potevano interpretare.
Così, solo con un semplice cenno del capo, entrambi cercarono di defilarsi dal preparare quella lunga e infinita tavola, per poter rimanere un po’ da soli e parlare come non facevano da tempo.
La missione ‘svigniamocela senza farci vedere da Ginny’ era ufficialmente iniziata.
James fece cadere apposta una forchetta e quindi, fingendo di volerla andare a lavare, come se niente fosse si allontanò dal tavolo per dirigersi in cucina.
Ma al posto che entrare nella stanza scappò su per le scale con passo felpato per non farsi sentire ed entrò in camera sua con una risata.
Lui ce l'aveva fatta, chissà Teddy.
Nell'aspettare l'amico si affacciò alla finestra, pensando a quando gli sarebbe mancato il più grande quando sarebbe andato a Hogwarts.
Ormai Jamie aveva capito che non poteva restare troppo tempo lontano dall'altro, era come non avere più aria da respirare.
Ma quando Teddy ritornava, anche l'aria tornava nei suoi polmoni.
James sapeva che quello era vero e proprio amore.
Non si era mai innamorato prima, ma ora ne era certo.
Il battito sempre accelerato del suo cuore ogni volta che gli era vicino, la sensazione di leggerezza e completezza che lo coglieva quando si toccavano, e le tipiche farfalle allo stomaco ogni qual volta guardava nei suoi occhi meravigliosi.
Ma sapeva che Teddy non era gay e quindi lo amava da lontano.
Mentre era perso in questi pensieri tristi anche Ted era riuscito a svignarsela dai lavori domestici ed entrando in camera di James, lo vide.
Una visione meravigliosa.
Sì, proprio meravigliosa. 
Era proprio così quello a cui stava assistendo. 
James era seduto sul cornicione della sua finestra e fissava il cielo al di fuori, con sguardo perso nel vuoto.
Teddy si chiese seriamente se il suo amico fosse umano. 
La luce del sole batteva sul suo viso rendendo i suoi capelli più chiari, il viso più luminoso e gli occhi più brillanti e vivaci. 
Stava impazzendo e doveva far qualcosa: doveva calmare l'istinto di saltargli addosso. 
Andiamo, come avrebbe potuto funzionare? 
Lui era Teddy e l'altro era James, nonché suo fratello 'adottivo' e figlio del padrino Harry Potter, niente poco di meno che uno dei Salvatori del Mondo Magico.
No, doveva assolutamente toglierselo dalla testa. 
O almeno, doveva riuscirci.

"Allora, Jamie. Triste per l'inizio della scuola? Questo sarà il tuo ultimo anno. Goditelo, mi raccomando."
Il primogenito dei Potter, che era totalmente in balia dei suoi pensieri, si spaventò nel sentirlo e si girò di scatto sussultando, quasi.
Teddy era lì davanti a lui che gli sorrideva, e Dio se amava il suo sorriso. 
Gli scaldava il cuore, gli faceva provare mille sensazione ed emozioni e, cosa più importante, lo rendeva felice come non mai. 
Non solo perché era pazzo di lui, ma perché provava una gioia infinita nel sapere che Ted era felice e che stava bene.
Non pretendeva che il suo amore fosse ricambiato dal più grande, sapeva che era praticamente impossibile.
A lui bastava solo che fosse felice.
"No, ad essere sincero, non vedo l'ora di tornare. 
A Hogwarts mi sento bene ed è come se fosse una seconda casa per me. 
Mi dispiace che questo sia l'ultimo anno." Confessò malinconico alzandosi dal cornicione della finestra e andando di fronte al suo migliore amico, regalandogli uno dei suoi sorrisi più belli, che riservava solo a lui.
Avrebbe tanto voluto aggiungere che la sua prima casa era proprio lì davanti a lui.
Avrebbe voluto dirgli che era lui, Teddy, ma non poteva, non doveva, era sbagliato.
Si guardarono negli occhi.
Si lessero nell'anima.
Ted non poteva fare a meno che fissare quell'oro puro.
James non riusciva a distaccare lo sguardo dagli occhi color ossidiana dell'altro.
"Ti voglio bene, Ted."
Lo disse così James, con tono soffice, senza nemmeno rendersi realmente conto delle parole che erano fuoriuscite dalla sua bocca.
Ted rimase un pò sorpreso, non che fosse una novità; sin da quando erano bambini si dichiaravano il loro bene, ma questa volta a Ted parve diversa.
C'era, nel tono di James, qualcosa di cambiato dall'ultima volta che glielo aveva detto, era più maturo, più sicuro.
E quelle quattro semplici parole gli scaldarono il cuore più delle altre volte.
"Anche io ti voglio bene, piccolo Jamie."
Posò una mano sulla testa del moro e gli scompigliò i capelli, come era solito fare.
Ma quelle parole, per entrambi, volevano in realtà esprimere un significato diverso. 
Non il solito "ti voglio bene" per dimostrare affetto, ma un "ti voglio bene" diverso, come se volessero mostrarsi qualcos'altro, come se volessero far capire l'uno all'altro che c'era forse qualcosa di più di un semplice affetto. 
Questo lo avevano capito entrambi, ma preferivano non dire niente a riguardo. 
Jamie lo abbracciò forte e Ted sussultò sentendo il contatto della sua pelle con quella della sua piccola e adorabile peste. 
Fece per ricambiare l'abbraccio, ma la porta si spalancò letteralmente e recitò l'entrata di una Ginny Weasley molto infuriata.
"Teddy Lupin, James Sirius Potter! Vi sembra questo il modo di sgattaiolare via?! Stiamo tutti aspettando voi per mangiare!"
Gli altri che erano in cucina, compreso Harry, che si era seduto da poco, scoppiarono a ridere sentendo la voce squillante di Ginny arrivare fin lì. 
"Scusa, scusa, mamma!"
"Scusaci Ginny."
Scesero al pian terreno alla velocità della luce e andarono ai loro soliti posti iniziando a mangiare sotto gli sguardi divertiti dei presenti. 
Se Ginny si arrabbiava, in qualche modo era sempre colpa anche di James. 
Ormai era diventata una cosa quasi automatica.






 

ANGOLO AUTRICI

Ciao a tutti, siamo Ale e Kiki e siamo le creatrici di "Don't let me fall into the darkness." Avevamo pubblicato i primi due capitoli di questa storia molto tempo fa, poi abbiamo deciso di cancellare e rifare da capo, riscrivendo e correggendo tutto. Speriamo che il prologo -lo abbiamo completamente cambiato- e il primo capitolo vi siano piaciuti. Fateci sapere con una recensione che cosa ne pensate di questa nostra storia, ci fareste molto felici. Grazie a tutti coloro che hanno letto e che leggeranno. Noi vi diamo l'appuntamento a lunedì prossimo, con il secondo capitolo. :)

 

Baci Ale e Kiki <3

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Capitolo 2
*** Secondo capitolo ***


DLMFITDchapter2

Don't let me fall into the darkness







SECONDO CAPITOLO


Il primo Settembre era finalmente arrivato.

Tutti i Potter erano felici di poter rivedere la loro seconda casa, Hogwarts.

Allo stesso tempo, però, erano dispiaciuti di dover lasciare la loro prima casa e con essa anche i loro genitori.

Mancava poco alla partenza e quasi tutta la famiglia era riunita in salotto con le valige ai loro piedi e con una certa aria di eccitazione nell'aria.

"Mamma, mi mancherai tantissimo!" disse Lily, andando ad abbracciare sua madre, la quale rispose calorosamente.

Ginny per poco non si mise a piangere: le ricordava tanto i primi anni che frequentava Hogwarts.

Quegli anni in cui vedeva sua madre piangere perché non voleva che la sua bambina fosse lontana da lei.

La rossa aveva nostalgia per quei bei tempi: le sembrava ieri di essere accompagnata alla stazione del treno mano nella mano con la sua mano e adesso invece era lei la mamma.

La più piccola della famiglia Potter, d'altro canto, odiava ed amava allo stesso tempo quel giorno, avrebbe tanto voluto che i suoi genitori ci fossero anche a scuola, certo c'erano sempre le lettere, ma non era la stessa cosa che averli vicini in carne ed ossa.

"Dai Lily, sono solo tre mesi, quando tornerai non li sopporterai più, come sempre!" Ridacchiò Albus, beccandosi un'occhiataccia da parte della sorella e anche della madre.

-Era solo una battuta, cavolo.- Pensò il mezzano che voleva solo alleggerire la situazione.

Harry Potter invece sorrise, ricordando quanto diverse fossero state per lui le cose, quando aveva la loro età.

A diciassette anni non aveva frequentato l'ultimo anno ad Hogwarts come invece avrebbe fatto suo figlio maggiore James, diciamo che aveva avuto qualche problema allora.

Come cercare per tutto il mondo pezzi di anima del mago più potente ed oscuro di tutti i tempi, per poi ucciderlo.

Insomma, per i suoi figlio non doveva essere così ed infatti non lo sarebbe stato anche a costo di impedirlo lui stesso.

Vivevano felicemente da diciannove anni senza nessuna presenza oscura ed il mondo magico non era mai stato così in pace come ora.

A proposito di settimo anno... Ginny, Lily, Albus, ne mancava uno all'appello.

James non era presente, come al solito.

"Tesoro, James dov'è? "Chiese curioso Harry non vedendo il figlio da nessuna parte.

Ginny si voltò verso il marito di scatto, quasi spaventata ma allo stesso tempo adirata.

"Giuro che se è ancora a letto questa è la volta buona che gli faccio davvero del male, dobbiamo incontrarci con gli altri alla stazione tra 10 minuti, miseriaccia!" Imprecò da brava Weasley qual era.

Salì le scale con poca grazia, quasi sbattendo i piedi, muovendo le mani in modo frenetico.

"James Potter!" Ginny pareva furiosa, ma appena entrò nella camera del figlio, la vide ordinata cosa molto strana e soprattutto vuota.

Dove era finito James?

Di solito dovevano svegliarlo a colpi di cannone.

Guardò il marito, che l'aveva seguita fino alla camera, con aria dubbiosa.

Harry aveva la netta sensazione di sapere dove fosse James, in un luogo in cui, anche Harry stesso, amava passare le mattinate prima di una partenza.

"Amore, torno subito." Disse Harry a sua moglie avviandosi verso la porta d'ingresso.

"Dove vai?" Chiese la rossa.

Suo figlio era a gironzolare per casa quando dovevano partire ed ora anche Harry decideva di fare una passeggiata?

"A cercare Jamie. So dov'è andato." L'uomo annuì, sorridendo.

"Va bene, ma cerca di far presto o faremo tardi alla stazione."

Il bambino Sopravvissuto uscì fuori di casa e attraversò un piccolo sentiero, dopo di che arrivò al tanto amato lago che avevano avuto una fortuna ad averlo vicino casa.

Si guardò intorno, proprio come pensava.

Jamie se ne stava seduto sulla riva a lanciare sassolini con uno sguardo molto pensieroso.

Probabilmente era preoccupato per l'ultimo anno ad Hogwarts in cui avrebbe dovuto anche affrontare i M.A.G.O, che non sarebbero stati di certo una passeggiata.

"Jamie, tutto bene?" Il figlio sussultò e si girò verso di lui con occhi sgranati.

"Sì, tutto bene. Stavo solo pensando."

"Alla scuola?"

"Sì." Mentì. In realtà stava pensando a Teddy.

Non riusciva a toglierselo dalla testa, era dentro di essa ventiquattro ore su ventiquattro.

Quanto avrebbe voluto stare con lui e dichiarargli i suoi sentimenti, ma sapeva che era un amore non corrisposto, quindi perché illudersi?

"Tranquillo, te la caverai." Il giovane sospirò.

"Papà..." 

"Sì, figliolo?" James scosse la testa.

Avrebbe voluto confidarsi con lui, ma era meglio di no.

Per ora preferiva non dirlo a nessuno e tenerselo per sé quel suo grande amore.

"No, niente. Andiamo? Sennò mamma si arrabbia! E noi non vogliamo vedere mamma arrabbiata, giusto? E' capace anche di diventare peggio di nonna Molly!" Ridacchiò, pensando alla scena di sua madre infuriata con lui e suo padre.

Harry annuì, diede una pacca sulla schiena del figlio e rientrarono in casa, dove trovarono una Ginny preoccupata.

Dopo varie proteste e ramanzine da parte di quest'ultima, si materializzarono alla stazione con tutte le valigie.

Jamie alla vista del binario 9 e tre quarti ebbe un po' di nostalgia, quella sarebbe stata l'ultima volta che lo avrebbe attraversato nella sua carriera scolastica.

Effettivamente aveva un po' di paura di quell'ultimo anno.

Sarebbe finita la sua adolescenza, sarebbero finiti i giorni spensierati e sarebbe dovuto entrare davvero nel mondo reale.

E tutto questo da solo.

Attraversarono uno per volta il muro tra il binario 9 e 10; sensazione sempre stupenda era quando finalmente si arrivava alla stazione di King Cross, meravigliosa in tutto e per tutto. L'espresso di Hogwarts era lì, ad aspettarli, ad aspettare che il loro nuovo anno scolastico iniziasse e non c'era niente di meglio che cominciare il tutto con un bel viaggio in treno insieme ai propri amici.

Salutarono i genitori, abbracciandoli e baciandoli sulle guance, quest'ultima riguardava solo ed esclusivamente Lily, e salutarono anche gli zii Ron ed Hermione che be presto erano giunti insieme a Hugo e Rose.

Si aggiunsero a loro anche Louis e Fred, anch'essi un po' spaventati come James poichè avrebbero frequentato l'ultimo anno.

Stavano per salire sul treno, quando il moro si sentì chiamare dal padre.

"Jamie." Si voltò e guardò il suo mentore sorridergli. "Non ti preoccupare, Jamie, c'è una sorpresa che ti aspetta su quel treno e riguarda la persona a cui stai pensando da tutta la mattinata. " Poi, come se non avesse detto nulla diede una pacca sulla spalla del figlio, si allontanò e si affiancò alla moglie e ai suoi due migliori amici mentre l'espresso partiva.

James li osservò fino a che poté vederli, non capendo realmente cosa avesse voluto dirgli il padre.

Poi insieme ai suoi amici e famigliari andò al solito scompartimento.

Si misero a sedere iniziando a ridere, a scherzare e a parlare delle avventure avvenute durante le vacanze estive.

Erano tutti contenti di iniziare un nuovo anno ad Hogwarts, era sempre piacevole stare tra quelle mura che ormai sapevano di casa.

Chi era all'ultimo anno, provava sempre un po' di nostalgia, come Jamie.

Non era come la scuola babbana, affatto.

"Insomma, poi mia madre si è infuriata perché quel francese voleva portare a letto mia sorella." Rise Louis raccontando di sua cugina Victoire che a Parigi, quell'estate, aveva avuto una specie di relazione con un francese di circa due anni più grande di lei.

"Tipico di zia Fleur." Ghignarono in contemporanea Fred e James.

"Ma dov'è Sam?"

"L'ho intravisto fra la folla. Dovrebbe arrivare tra poco." Affermò Louis sedendosi accanto a James, che era fra lui e Fred.

"Mio padre mi ha parlato di una sorpresa. Chissà quale sarà." Fece pensieroso il moro.

"Davvero? Certo che zio Harry è un vero portento a mettere la curiosità addosso."

"Hai proprio ragione!" Risero.

Quanto sarebbero mancati quei bellissimi momenti.

Avevano tutti un po' paura.

Avevano paura di crescere, affrontare un nuovo passaggio della vita, lasciare l'adolescenza ed entrare nel mondo del lavoro, nel mondo degli adulti.

Ad un tratto, entrò una persona alta, slanciata e muscolosa nel dipartimento.

James non se n'era accorto perché aveva il viso rivolto verso il finestrino.

Era entrato Ted e stava sorridendo a tutti, come se essere lì fosse la cosa più normale del mondo.

"Jamie." Lo chiamò Lupin distraendolo dai suoi pensieri.

Il primogenito dei Potter si risvegliò dal mondo dei sogni e si voltò verso la persona che l'aveva chiamato.

Il suo cuore sussultò e iniziò a battere più velocemente.

Non poteva credere ai propri occhi.

Stava avendo un'allucinazione per caso?

Ted era lì, davanti a lui, e stava salutando le altre persone nel vagone, senza però smettere di guardarlo.

Gli si avvicinò e gli si sedette accanto come se niente fosse.

Jamie non riusciva a distogliere lo sguardo dal più grande e non riusciva a far tacere quella voce che gli diceva che magari Ted era lì per lui, cosa impossibile ovviamente.

"Ma che diavolo ci fai qui, Ted?" Chiese allora con voce un po' troppo acuta ed allo stesso tempo sorpresa, tanto da far voltare verso di lui tutti i presenti.

"Oh, come siamo agitati... beh, in realtà non posso dirvelo, ordini della preside, ma diciamo che sono qui per restare ad Hogwarts per un po'.... " Jamie a quelle parole spalancò gli occhi.

Ted sarebbe rimasto ad Howarts?

Il suo cuore non poteva reggere ad una notizia del genere e per un momento pensò che sarebbe scoppiato per la troppa felicità!

"Ma come? Sei un insegnante?" Si intromise nel discorso un Albus curioso: in fondo anche lui era affezionato a Ted, che era come un fratello per tutti loro, ed era molto felice di sapere che sarebbe rimasto con loro per quell'anno, un amico in più fa sempre bene.

Ted si voltò a guardare Al negli occhi, che tanto erano uguali a quelli del padre, ma così diversi dall'oro del fratello.

"Ve l'ho detto, non posso dirvelo, ma lo saprete a tempo debito." Sorrise calorosamente come era suo solito fare, con un sorriso che fece rimanere senza respiro il maggiore dei fratelli Potter.

Dopodiché si misero tutti a sedere in attesa della partenza del treno.

Quello scompartimento era il più grande e spazioso del treno e c'era posto per un sacco di persone.

Dentro di esso c'erano James, Albus, Rose, Hugo, Lily, Ted, Louis, Fred.

C'erano ancora tre posti posti.

Sentirono dei rumori concitati provenire da fuori, qualcuno stava correndo e per quello che si riusciva a sentire stava anche andando addosso ad un sacco di gente.

I rumori si bloccarono fuori dal loro scompartimento e la porta si aprì con un tonfo.

Sam Smith entrò da essa in tutto il suo fascino.

Alto un poco più di James, magro ma muscoloso, capelli biondo cenere tendenti al castano, occhi marrone scuro, quasi neri, Sam Smith era uno dei ragazzi più ricercati di Hogwarts.

Nonchè figlio di Zachary Smith, fortunatamente non aveva ereditato nulla da suo padre, nè l'aspetto, nè il comportamento; era tutto sua madre, una nata babbana.

"Ehi ragazzi! Temevo che mi aveste dimenticato!!" Disse con un sorriso alquanto Malandrino sul volto.

James si alzò e andò ad abbracciare il suo migliore amico sin da quando si erano incontrati sull'espresso il primo anno.

"Sam, era ora ritardatario fannullone!"

Se Teddy era il 'migliore amico' per la quale si è innamorati, Sam era il 'migliore amico per eccellenza'.

Per James era il compagno di marachelle e scherzi, era stata la prima persona a cui aveva detto della sua omosessualità ed era sempre pronto ad ascoltarlo e ad aiutarlo.

D'altro canto Sam era l'etero fattosi persona, era uscito con circa mezza Hogwarts ed era sempre in cerca di ragazze da poter conquistare.

Insomma lui e James erano i nuovi malandrini, erano come fratelli, proprio come il padre di Harry e Sirius Black.

Sam si sedette di fianco a James e salutò gli altri con un sorriso a trentadue denti.

"Insomma, com'è andata quest'estate, ragazzi?" Chiese Hugo ai tre cugini Potter.

"Beh, ecco..." James fece per parlare, ma l'aprirsi della porta scorrevole dello scompartimento interruppe nuovamente la loro tranquillità.

Erano Aaron Macmillan, quinto anno Tassorosso, cotta colossale di Hugo e Benjamin Baston, sesto anno Corvonero, acerrimo rivale di Albus e sentimenti corrisposti.

"Possiamo sederci qua? Gli altri sono tutti occupati." Disse freddo Ben senza degnare Al di uno sguardo.

Quest'ultimo lo mandò a quel paese mentalmente e iniziò a fissare fuori dalla finestra.

Hugo arrossì a vedere la sua prima cotta e guardò fuori dal finestrino come il cugino.

Erano tutti molto tesi.

Il treno partì fischiando e nello scompartimento si creò un silenzio di tomba.

Al si accorse improvvisamente che Scorpius non era presente e sussultò.

"Ehi, che diavolo hai?" Chiese James preoccupato al fratello.

"Dove diavolo si è cacciato Scorpius?!" Rose fece una risatina catturando tutta l'attenzione su di sé.

"E' in un altro scompartimento insieme a Zabini e Nott."

"Lo ammazzo appena lo vedo. Perché caspita non è venuto da noi invece di stare con quei due?"

"Ti stanno molto simpatici a quanto vedo."

"Come una maledizione Cruciatus in pieno petto." Sbuffò il secondogenito lanciando un'occhiata a Ben che sembrava non stesse ascoltando.

Asociale.

"Non avete risposto alla mia domanda, comunque." Riprese il discorso il figlio di Ron e Hermione.

"Io ho avuto una piccola relazione con uno." Disse James calmo come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Peccato che 'la cosa più normale del mondo ' per lui non lo era anche per gli altri.

Sgranarono gli occhi, ed iniziarono a tempestarlo di domande, senza lasciargli nemmeno il tempo di capire quello che chiedevano.

"Chi è? "Lily.

"Come si chiama?" Albus.

"Ma per quanto? " Fred.

"Come lo hai conosciuto?" Louis.

"Perchè vi siete lasciati?" Rose.

"Perchè non me lo hai detto?" Sam.

"Ma che razza di notizia è questa?" Ted.

"Era biondo vero?" Lily.

"Secondo me moro, a Jamie piacciono più i mori!" Rose.

"Dai dai avete fatto qualcosa?" Louis.

"Non parlate tutti insieme ragazzi non si capisce niente" Hugo.

"Questi sono tutti matti!" Aaron.

"Già, hai proprio ragione" Ben.

"Perchè non me lo hai detto?" Sam.

"State zitti tutti quanti, voglio sapere cosa ci dice James" Fred.

"Non ci credo..." Ted.

"James, era più alto di te vero?" Lily.

"Chi era il passivo? Tu o lui?" Hugo.

"Perchè non me lo hai detto?" Sam.

"Hugo come sai queste cose?" Rose.

"Ma si può sapere chi era?" Albus.

Ok, James stava letteralmente impazzendo.

Perchè mai aveva fatto una rivelazione del genere?!?

"Oh, mi ha parlato papà del sesso!" Hugo.

"Cosa?! Ma è impazzito! Miseriaccia, se lo viene a scoprire la mamma!" Rose.

"Zia Hermione è capace di tutto." Albus.

"Papà dice che è brava a letto la mamma." Hugo.

Scoppiarono tutti a ridere, tranne Rose.

Quest'ultima gli diede un piccolo schiaffo sullo schiena come segno di rimprovero.

"Hugo!"

James, dal canto suo, stava per impazzire definitivamente.

Tutte quelle domande gli stavano facendo scoppiare la testa e lo stavano mandando in confusione.

Prese un respiro e cominciò a rispondere: "Se state zitti, ve lo dirò."

Tutti, tranne Ben e Aaron che lo erano di già, si zittirono immediatamente e lo fissarono curioso, alcuni con uno strano luccichio negli occhi.

"Il tizio l'ho conosciuto in discoteca. Si chiama Paul da quanto ho capito ed ha vent'anni. E' più alto di me e sì è moro come ha detto Rose. Abbiamo iniziato poi a uscire un po' insieme, ma poi abbiamo smesso e non ci siamo più sentiti. Non è stato nulla, solo sbaciucchiamenti. E comunque sarebbe stato lui il passivo, di certo non io!" Concluse scompigliandosi i capelli come era suo solito fare.

Tipico dei Potter, insomma.

Lanciò una piccola occhiata a Ted e vide che sembrava perplesso e confuso, quasi arrabbiato.

Che cosa voleva dire quello sguardo?

Insomma a Ted non importava niente di lui se non solo come migliore amico e fratello, vero?

Allora perchè nei suoi occhi c'era uno strano scintillio e perchè sembrava che un moto di gelosia lo avesse colpito?

Cercò di non pensarci, era inutile farsi castelli in aria, castelli che sarebbero sicuramente crollati se solo si fosse confessato.

D'altra parte Ted Lupin stava letteralmente morendo di gelosia.

James aveva avuto una relazione quell'estate e non gli aveva detto niente?

Era così che si trattava un amico o meglio un quasi fratello, era così che ci si comportava con la persona che lo aveva aiutato a crescere?

Senza nemmeno dirgli che stava uscendo con qualcuno e per di più un ragazzo?

Queste domande però non ebbero nessuna risposta, perchè qualcosa di veramente strano successe un istante dopo.

Il treno rallentò, cominciò a fermarsi, facendo uno strano stridio sulle rotaie che doleva alle orecchie.

Poi, come se qualcuno avesse tirato il freno, si stoppò di colpo.

Tutti fecero un balzo in avanti, cadendo sul pavimento per l'improvvisa frenata.

Senza nessuna spiegazione le luci dell'espresso si spensero nello stesso istante e urla impaurite uscirono dalle bocche dei più piccoli.

James nella frenata era finito accidentalmente contro Teddy ed ora erano distesi l'uno sull'altro.

Lo stesso valeva per Albus e Benjamin, che era stato schiacciato dal suo acerrimo nemico scolastico, e ad Hugo e Aaron, il quale per frenare la caduta rovinosa che avrebbe fatto il rosso, si era messo tra il pavimento e il ragazzo, facendo da cuscinetto e urtando la schiena.

Lily, Rose, Louis e Fred invece erano un groviglio di braccia e gambe.

Appena si ripresero dallo shock si guardarono, nella poca luce che illuminava il vagone, essendo quasi sera.

Che cosa stava succedendo?




NOTE AUTRICI

Salve a tutti, cari lettori!
Eccoci tornate con un nuovo capitolo; inizialmente faceva parte del primo, poi abbiamo deciso di dividerlo poiché altrimenti diventava troppo lungo.
Speriamo che vi sia piaciuto.
Fateci sapere che cosa ne pensate.
Vorremmo ringraziare le tre fantastiche persone che hanno recensito il primo capitolo:
Shallation; Roxanne Potter; Clary F.
Inoltre ringraziamo chi legge, segue la storia e la mette nei preferiti o nelle storie da ricordare!
Vi ricordiamo che il prossimo aggiornamento sarà lunedì :)
Grazie di cuore.
Un bacio, Ale_kiki





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