Beauty and the beast

di GothicAngel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una nuova missione ***
Capitolo 2: *** L'inizio ***
Capitolo 3: *** L'incontro ***
Capitolo 4: *** Dani ***
Capitolo 5: *** Il bacio ***
Capitolo 6: *** La notte ***



Capitolo 1
*** Una nuova missione ***


Era passato quasi un anno da quando la società segreta in cui lavorava Lenore era riuscita ad eliminare gli ultimi esemplari di vampiri ancora esistenti al mondo

Era passato quasi un anno da quando la società segreta in cui lavorava Lenore era riuscita ad eliminare gli ultimi esemplari di vampiri ancora esistenti al mondo. La ricerca era stata lunga, la lotta dura, ma alla fine la missione era giunta alla fine, e i popoli non dovevano più temere alcuna minaccia da questi esseri oscuri. Tutto sembrava ormai concluso, e da circa un anno a Lenore e ai suoi compagni erano stati affidati solo piccoli compiti, come prendere ladri, malfattori e assassini per aiutare la polizia locale.

Lenore era una giovane coraggiosa ma il cui carattere tendeva ad essere piuttosto solitario e a volte malinconico: un poco le mancavano le avventure in Transilvania, ma se non altro le nuove missioni erano meno faticose e le permettevano di avere più tempo libero per vagabondare senza meta nelle affollate strade della Londra settecentesca.

Tutto procedeva tranquillo da mesi, quando giunse una notizia inaspettata da alcuni agenti che da pochi mesi lavoravano nei Carpazi: nell’ultimo secolo i vampiri avevano forgiato in segreto una nuova razza, assai più debole, nel vano tentativo di far sopravvivere dei loro discendenti allo sterminio operato dagli agenti della società segreta inglese. Giunti in tutta fretta in carrozza, i membri erano ora tutti riuniti intorno ad un grande tavolo: l’incredulità dominava i loro cuori. “Come è possibile? Sappiamo benissimo che non possono riprodursi!” gridò Lenore per sovrastare le voci degli altri. Uno degli agenti che avevano annunciato il fenomeno ordinò a tutti di far silenzio e rispose “Non sappiamo con certezza come abbiano fatto… Ma a parer mio non abbiamo molto di cui preoccuparci: questi esseri sono quasi uguali a noi, hanno solo la pelle chiarissima e un particolare gusto per l’uccisione e l’orrenda mutilazione delle vittime… Perfino i canini sono simili ai nostri, forse qualche millimetro in più… Non succhiano sangue, se non per divertimento, e possono essere uccisi come un essere umano normale.” Lenore rimase pensierosa. Era perplessa, ma in fondo aveva voglia di qualche nuova missione in quelle terre avvolte dall’oscurità e dal mistero. La riunione durò a lungo, e nei giorni seguenti si stabilì ogni cosa, finchè il gruppo dei combattenti prescelti e un medico partirono per la Transilvania.

 

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Capitolo 2
*** L'inizio ***


Lenore era sola nella stanza della locanda del piccolo villaggio, e stava esaminando tutte le armi che aveva appoggiato accuratamente sul letto

Lenore era sola nella stanza della locanda del piccolo villaggio, e stava esaminando tutte le armi che aveva appoggiato accuratamente sul letto. Erano passati un po’ di giorni dal loro arrivo in quelle terre, e già ella fremeva per poter mettere alla prova il suo coraggio. Era già pronta per uscire all’attacco, aveva già indosso i pantaloni neri infilati negli stivali (un po’ le mancavano le sue adorate gonne lunghe, ma non erano per niente pratiche), la grossa cintura già allacciata e il corsetto nero con rifiniture rosso scuro stretto sulla maglia nera con le maniche che si allargavano alle estremità. Infilò con decisione i 2 pugnali negli stivali e la spada nel fodero legato alla cintura, per poi uscire dalla stanza e raggiungere i suoi compagni, già pronti sull’uscio della locanda. Essi erano 4 uomini e una donna, molto amica di Lenore.

Montati a cavallo, si diressero in luoghi remoti, non frequentati dalla gente del luogo: si inoltrarono in fitti boschi e inquietanti sentieri deserti, finchè non giunsero davanti alle rovine di un antico maniero, nascosto tra le montagne. Lì smontarono e si avviarono a piedi ad esplorare il luogo: era lì che probabilmente si nascondevano le creature che cercavano. Il cielo era nuovoloso e l’atmosfera era lugubre: notarono che avrebbero dovuto scendere in alcuni sotterranei. Accesero col fuoco le torce e si divisero: Lenore scese nel buio insieme a Elizabeth, l’altra ragazza del gruppo, i cui lunghi capelli rossi contrastavano coi corvini dell’amica. Il posto sembrava abbandonato da secoli, eppure non vi era molta polvere sul pavimento, il che faceva comprendere che non erano sole lì. Ad un certo punto il sotterraneo giungeva a un bivio: dopo parecchia indecisione decisero di dividersi e proseguire da sole. Dopo un paio di svolte, Lenore giunse in una specie di stanza in rovina, con qualche vecchio mobile coperto dalle ragnatele accatastato alle pareti, dove erano appese due torce che emanavano una fioca luce.

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Capitolo 3
*** L'incontro ***


Era così intenta ad ammirare quello strano posto che non si accorse di un’ombra che scendeva le scale alla sua sinistra… Subito però noto qualcosa di strano e si voltò di scatto notando un uomo che avanzava davanti a lei: doveva essere abbastanza giovane

Era così intenta ad ammirare quello strano posto che non si accorse di un’ombra che scendeva le scale alla sua sinistra… Subito però noto qualcosa di strano e si voltò di scatto notando un uomo che avanzava davanti a lei: doveva essere abbastanza giovane, la pelle chiara, gli occhi di un azzurro chiarissimo, intorno ad essi qualcosa di nero, come se fosse trucco, anche le labbra erano nere e i lunghi capelli scuri scendevano dritti sulla schiena. Era vestito di nero, con parecchie punte e affari metallici dappertutto, i pantaloni infilati in alti e grossi stivali neri. Ma la cosa più strana che notò la ragazza era che egli portava un piccolo anello sul labbro inferiore e uno su una delle due narici. Lenore era spaventata, ma sentiva che tutto questo era una cosa nuova, non era come avere di fronte uno dei soliti vampiri… Sì, si ricordava bene che aveva sempre trovato affascinanti quelle malvagie creature, ma quest’essere era assai più umano e, anche se era parecchio strano e inquietante, quasi non ispirava malvagità. Prontamente ella gettò a terra la sua torcia e sfoderò la spada. L’uomo sorrise e continuò ad osservarla, per poi sfoderare anche lui una rozza spada. “Chi sei, sciocca fanciulla armata? Nessuno è mai venuto qui… Quindi sei nel posto sbagliato” disse con un ghigno. Ella non rispose e cautamente si diresse verso di lui con la spada alzata: anche lui fece lo stesso e così iniziò un’aspra lotta a suon di lama, con la donna che tentava di mantenere il suo autocontrollo per non cadere nel panico e dimostrando come sempre una gran bravura nel maneggiare le armi. Tutto questo continuò per un bel po’ di tempo, finchè l’uomo divenne più spietato e riuscì, con un forte colpo di lama, a gettare lontano la spada di Lenore. Subito ella indietreggiò col terrore negli occhi e prese dallo stivale il piccolo pugnale, che, con un velocissimo movimento, usò per ferire la mano in cui lui teneva la spada, cosicché egli la mollò a terra. Questo però lo fece infuriare ancora di più perché si fiondò su di lei, le strinse il polso infilandoci  ferocemente le unghie finchè ella non lasciò andare il pugnale. Qui iniziò una feroce lotta a mani nude, lei tentava di picchiarlo in tutti i modi ma lui la prendeva con forza e la sbatteva contro la parete. Cominciò a perdere sangue dal naso e dalle labbra, era sempre più debole ma tentava di resistere… Lui le mise una mano attorno al collo e iniziò a stringere per soffocarla, lei tentava di divincolarsi ma non ce la faceva più… Lo guardò intensamente negli occhi, con le lacrime che iniziavano a rigarle il viso: egli rimase un po’ sconcertato e mollò un po’ la presa, poi però continuò a stringere con più forza, finchè non arrivarono dal corridoio tutti i compagni di Lenore che, notata la situazione, si fondarono verso l’uomo, che, però, visto lo svantaggio, scappò su per le scale e sparì in qualche galleria buia.

Si affrettarono tutti ad aiutare Lenore a rialzarsi e decisero che per quel giorno il lavoro era finito, così tornarono alla locanda per consegnare la ragazza al dottore.

 

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Capitolo 4
*** Dani ***


I giorni seguenti continuarono le spedizioni alle rovine, riuscirono ad uccidere alcuni di quegli esseri malvagi, ma non sapevano quanti ce ne fossero… Ipotizzavano però che non dovessero essere molti

I giorni seguenti continuarono le spedizioni alle rovine, riuscirono ad uccidere alcuni di quegli esseri malvagi, ma non sapevano quanti ce ne fossero… Ipotizzavano però che non dovessero essere molti.

Lenore era da sola con Elizabeth, stavano perlustrando una galleria quando sentirono delle voci… Si avvicinarono alla stanza da cui provenivano e si posero vicino alla porta ad osservare: nella stanza vi era un fuoco acceso, seduto su una sedia in un angolo c’era l’uomo che aveva lottato con Lenore, e dall’altro lato della stanza vi erano due figure che le due ragazze non vedevano bene, ma sembravano altri 2 uomini. “Che hai Dani? Ti vedo pensieroso… Vedrai che li uccideremo tutti, e ce li appenderemo ai muri come trofei!” disse uno rivolto all’uomo seduto nell’angolo. Egli, Dani, rispose “Non ho dubbi, certo che li faremo fuori. Ma non capisco come pensino di sconfiggerci… Devono essere dei malati di mente”

“Immagino siano quelli che hanno sterminato i nostri padri poco tempo fa, se ben ricordi…”

Dani guardava fisso il fuoco, finchè il suo sguardo non si spostò verso la porta e vide le due donne… Elisabeth stava guardando preoccupata il corridoio per paura che arrivasse qualcuno e quindi non lo notò, ma Lenore venne presa dal terrore… Incredibilmente, però, Dani tornò a guardare il fuoco e a parlare con gli altri due come se niente fosse. Lenore prese l’amica per un braccio e la trascinò via, finchè non tornarono dove avevano lasciato i cavalli.

Nelle spedizioni seguenti, mentre Lenore camminava cauta per i sotterranei, le sembrò più volte di vedere degli occhi che la osservavano nell’oscurità all’inizio di alcune gallerie, ma poi non notava più nulla.

Una sera si trovava sola nella sua stanza che puliva con un panno la spada, perché quel giorno era riuscita ad uccidere uno dei suoi nemici… Regnava il silenzio, e solo la candela illuminava un po’ la camera… A un certo punto la lama di un pugnale le venne poggiata sul collo, obbligandola a stare ferma immobile, avvolta dal terrore. Chiunque fosse il malintenzionato che era dietro di lei, era entrato dalla finestra ch’ella aveva lasciata aperta per cambiare un po’ l’aria. I due rimasero fermi in silenzio per parecchi secondi, finchè l’assassino avvicinò le labbra all’orecchio di lei dicendo “Buonasera”.

Lenore era quasi sicura di sapere chi era che le puntava il coltello sul collo… Dopo qualche attimo Dani allontanò la lama e la ragazza si voltò verso di lui “Perché sei qui?”

“Io posso essere dove mi pare e fare quello che mi pare” rispose lui con un ghigno.

Lenore stava solo pensando a come fare per raccogliere velocemente la spada che si trovava sul letto e non badò più di tanto al fatto che Dani la stava osservando immobile, ma all’improvviso, capite le intenzioni della donna, egli afferrò subito la spada e la fece cadere a terra, lontano da lei.

“Sei disarmata, vedo…” le disse sorridendo...

 

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Capitolo 5
*** Il bacio ***


Lenore guardò Dani allarmata, ma stranamente egli non sembrava volerle far del male stavolta… Rinfoderò il pugnale e si voltò verso la finestra “ero solo venuto a trovarti” disse con una risatina, dopodiché uscì dalla finestra e sparì dalla vista della r

Lenore guardò Dani allarmata, ma stranamente non sembrava volerle fare del male, stavolta… Rinfoderò il pugnale e si voltò verso la finestra “ero solo venuto a trovarti” disse con una risatina, dopodiché uscì dalla finestra e sparì dalla vista della ragazza.

Ella non raccontò ai suoi compagni della visita di Dani, e nei giorni seguenti le spedizioni continuarono.

Un tetro pomeriggio Lenore si trovava in uno dei sotterranei del maniero insieme a Gabriel, uno dei suoi compagni, e stavano perlustrando ogni angolo quando sentirono una voce gridare a squarciagola “Paul, Dani, venite, hanno ucciso David!! Li ammazzo tuttiiiiiiiii!!!” Gabriel puntò subito in direzione delle voci e Lenore lo seguì preoccupata… Stavano correndo in un corridoio semibuio quand’ella vide il suo compagno cadere a terra davanti a lei, probabilmente colpito da un pugnale lanciato. “Gabriel!!! No!!!!” urlò in preda alla disperazione, non vedeva quasi nulla e sapeva che di lì a pochi secondi avrebbero colpito anche lei… La torcia di Gabriel si era spenta, non si vedeva quasi più nulla, le lacrime le salivano agli occhi, quando sentì un braccio afferrarla e portarla via in tutta fretta. Iniziò ad urlare disperata mentre le lacrime le rigavano il volto nell’oscurità, ma la mano della figura ignota le si posò sulla bocca per farla tacere. Venne trascinata per parecchio tempo, tra le braccia dello sconosciuto, finchè non si sentì appoggiare dolcemente a terra, tra i cespugli. Riaprì gli occhi e si trovò davanti lo splendido viso di Dani che la guardava preoccupato… “Stai bene?”

Lenore non rispose, la luna illuminava fiocamente gli alberi, intono ai due era tutto silenzioso, solo il verso dei grilli notturni… La ragazza lo abbracciò e iniziò a piangere, stringendolo sempre più forte. Dani le accarezzava i capelli neri e le dava leggeri baci sul capo. Poi le prese il volto tra le mani, le asciugò le lacrime con i pollici e cominciò a baciarla… Rimasero lì per un tempo che sembrava infinito. A Lenore sembrava di essere in un sogno. A un certo punto Dani allontanò il viso di scatto e la fece alzare “Devi scappare”

Lenore lo guardò spaesata “Ma…?” Subito la prese per mano e iniziò a correre.

“Fermati! Devo trovare Elizabeth e gli altri! Li uccideranno!”

Dani si fermò e si voltò a guardarla con aria triste ma solenne “Tu là dentro non ci torni. Torna alla locanda, e spera che tornino vivi”

Lenore lo guardò impaurita.

Dani la accompagnò fino alla porta della locanda e li si fermò “entra e restaci, non tentare di tornare alle rovine” la sua voce era ferma e severa. “Tu che fai?” chiese lei con tono un poco angosciato.

“Torno là…” e detto questo si voltò per andarsene. Lenore gli prese la mano e gli urlò “Non andartene ti prego!!!” stava quasi per mettersi a piangere… “Tornerò” le sussurrò Dani prima di allontanarsi nell’oscurità della sera.

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Capitolo 6
*** La notte ***


Dopo l’ultima spedizione alle rovine, gli unici della compagnia rimasti vivi erano Lenore, Elizabeth e due dei quattro uomini che erano partiti con loro da Londra

Dopo l’ultima spedizione alle rovine, gli unici della compagnia rimasti vivi erano Lenore, Elizabeth e due dei quattro uomini che erano partiti con loro da Londra. Insieme concordarono che per un po’ avrebbero smesso di recarsi dai discendenti dei vampiri; dopo il lutto per i propri compagni avevano deciso di riposarsi e riflettere. I giorni non passavano mai e Lenore non poté più vedere Dani perché non poteva avventurarsi da sola fino a dove viveva lui, e anche perchè Elizabeth era quasi sempre con lei, ed ella non sapeva nulla di quello che era successo tra Lenore e Dani. Già, lei non l’aveva raccontato a nessuno, perché l’avrebbero presa per pazza.

Da qualche giorno si sentiva triste, ma non sapeva perchè: sapeva solo che il suo unico pensiero era sempre Dani… Quegli occhi così azzurri… Quel viso così crudele ma allo stesso tempo così dolce… Cominciò a piangere tra le lenzuola, nel cuore della notte… E così fece anche la notte dopo. Quella dopo ancora si era ormai addormentata con il viso bagnato di lacrime, quando sentì qualcosa sfiorarle la guancia: si svegliò di soprassalto e, quando vide una figura davanti a sé avrebbe urlato a squarciagola se quella cosa non le avesse posato delicatamente la mano sulla bocca, per poi portare un dito alle proprie labbra per farle segno di far silenzio. “Sono io” le sussurrò dolcemente.

Lenore era sorpresa, ma in quel momento si sentiva la persona più felice dell’universo: avvicinò a sé Dani e lo strinse forte per paura che fosse un sogno e che sparisse da un momento all’altro. “Come hai fatto ad entrare? Stavolta la finestra era chiusa”

“Non l’hai chiusa bene

Lei sorrise e continuò ad abbracciarlo.

Quella notte, dopo parecchi baci e carezze, i due dormirono insieme. Arrivò l’alba, che li scoprì abbracciati ed immersi nel sonno. Regnava un soave silenzio, finchè non si sentì bussare alla porta. “Lenore, sei sveglia?” si udì la voce di Elizabeth.

Dani saltò su dallo spavento, Lenore lo guardò spaventata, lui le diede un bacio e si avviò verso la finestra, dalla quale sparì. Maledicendo la sua amica, Lenore chiuse la finestra (non perfettamente, come aveva sempre fatto, perché aveva sempre sperato che lui tornasse da lei) e si avviò verso la porta.

“Sì, eccomi” disse con uno sbadiglio.

“Vieni a fare colazione, oggi hai fatto tardi! Molto più del solito! Dobbiamo riunirci con gli altri, probabilmente ricominceremo le spedizioni.

“Cosa??” disse Lenore spalancando gli occhi “Ma abbiamo già perso troppe vite!”

“Lo so, ma se quegli esseri vivono ancora, il mondo perderà molte più vite”

 

 

 

 

Grazie a Arthemis per la recensione!! ^ ^

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