Un'opportunità da non perdere di mary_snape (/viewuser.php?uid=431671)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** l'arrivo a Londra ***
Capitolo 2: *** il provino ***
Capitolo 3: *** regali in spiaggia ***
Capitolo 4: *** sorpese ***
Capitolo 5: *** Casa Burton&Bonham Carter ***
Capitolo 6: *** Solo 5 film di Tim Burton?! ***
Capitolo 7: *** prime lezioni ***
Capitolo 8: *** Buongiorno Capitano Harrig! ***
Capitolo 9: *** solo una cosa ***
Capitolo 1 *** l'arrivo a Londra ***
Ff Johnny Depp, Helena Bonham Carter e Tim Burton
Eccomi, ero pronta, non stavo più nella pelle. Erano due
mesi che aspettavo questo momento, da quando avevo visto la locandina
dei provini nella bacheca alla scuola d'arte che frequentavo. Scesi dal
caratteristico autobus rosso a due piani ed entrai nel bar lì di
fianco.
Lì c'erano un'amarea di ragazzi e ragazze, evidentemente anche
loro erano lì per far vedere la loro bravura e la loro
creatività. Mi misi in coda per la cassa dietro ad una ragazza
più o meno della mia età dai capelli corvini lisci e
lunghi. Quando toccò a me pagai il caffè e mi misi di
nuovo in coda per essere servita.
- Guarda quanti ragazzi... - disse una voce alquanto sorpresa alle mie spalle.
- Eh già miei cari colleghi, mi sa che oggi avremo davvero molto
da fare! - rispose una voce femminile provenire sempre dalla stessa
direzione.
- Cosa desidera signorina? - chiese il cameriere molto cortesemente.
- Un Cappuccino, grazie. - risposi. Lui prese lo scontrino e lo
strappò. Dopo due minuti mi venne data una tazza di cappuccino
fumante con il cacao sopra, proprio come piaceva a me. Mi girai, ma
qualcosa intralciò il mio cammino. Inciampai finendo addosso
alle tre persone che erano in coda dietro di me. La tazza si
rovesciò e macchiò la camicia immacolata di un uomo alto,
dai capelli marroni e con gli occhiali, e quella si ruppe mentre tra la
maggior parte dei ragazzi lì vicino cominciò a ridere
come se quello fosse uno scherzo divertentissimo davvero ben riuscito.
Raccolsi i cocci da terra e mi alzai.
- Scusate, non l'ho fatto apposta. Mi scusi davvero signore... - dissi
mentre riconoscevo quel volto che ho ammirato in tutti i suoi film. -
Signor Depp. Sono inciampata, le ripagherò le spese della
lavanderia... - mi scusai cercando la mia borsa, che però non
c'era.
- Cerchi questa, ragazza? - disse un ragazzo alzando al vento la mia
borsa con tutto il materiale che avevo. La presi e cercai il
portafoglio, ma la mano di Johnny mi bloccò.
- Non ti preoccupare, è stato solo un incidente, non è
stata colpa tua. Ci penso io. - disse. Cercai di ribattere, ma subito
mi bloccò di nuovo. - Cameriere, quant'è per il danno? -
- Signore, non si preoccupi, ce la posso fare da sola. - gli dissi. Ma
lui subito ripagò e mi porse un'altra tazza fumante.
- Tieni, te lo offro io. - mi disse. Poi si avvicinò e mi
sussurrò - Buona fortuna per dopo, signorina Rose. Già mi
sei simpatica. - finì ridendo. Risi anche io, poi si rivolse a
tutti gli altri ragazzi. - Per tutti i partecipanti al provino! - A
quel punto Helena Bonham Carter si alzò su una sedia e disse : -
Il bar è stato riservato solo a voi, avete mezz'ora per finirvi
di preparare. I provini si svolgeranno nella sala qui vicino. -
- Allora siate puntuali! - disse Tim Burton, che, dopo questo
uscì insieme al resto del trio. Nella sala del bar scese il
silenzio e mi si avvicinò la ragazza che stava davanti a me e mi
disse : - Hei, Mrs. Lestrange! - Ci misi un pò per riconoscerla,
ma il suo sorriso, anche se era la prima volta dal vivo, era
inconfondibile.
- Spada! - dissi abbracciandola. - Che bello vederti! -
- Ti assicuro che anche per me è un piacere! - disse lei ricambiando.
- Allora anche tu sei qui per il provino! - dissi.
- Si, e spero proprio di non fare una brutta figura! - disse lei
aggiustandosi una ciocca di lisci capelli neri dietro l'orecchio e
lasciando vedere meglio gli occhi verde smerando.
- Mai quanto la mia! - dissi scherzando. Ridemmo tutte e due. Ci
avviammo verso lo specchio, avevo paura che la camicetta bianca si
fosse macchiata, ma per fortuna ogni mia preoccupazione fu sciolta.
Nel frattempo l'orologio del bar segnò le dieci. Erano passati
dieci minuti da quando i trei giudici avevano lasciato la saletta del
bar e la maggior parte dei ragazzi ( comprese noi ) si
avviò verso la location dei provini. L'adrenalina
cominciò a scorrermi nelle vene.
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Capitolo 2 *** il provino ***
il provino
Ero emozionatissima. Avevo paura di non sapere da
dove comiciare. Non conoscevo nessuno lì, in mezzo a tutti quei
ragazzi, a parte Spada. Helena ci accolse in una sala grande da
contenere tutti più un banco e lo spazio per delle esibizioni.
Per fortuna non c'erano telecamere, ma i fotografi non poterono fare a
meno di catturare un'immagine di tutti quei ragazzi, ma subito vennero
cacciati via.
I tre giudici ci fecero accomodare per terra mentre preparavano tutte
le cose che potevano servire. Uno stereo, un piccolo recipiente con la
pece per eventuali ballerini, uno sgabello e vari attrezzi di scena.
- Bene ragazzi, - disse Helena con tono allegro. - Diamo inizio a questi provini! -
- Dovete sapere alcune, chiamiamole regole, su questi provini. -
cominciò Tim. - Si svolgeranno, prima di tutto, davanti ai
vostri occhi, in modo che possiate capire il perchè abbiamo
scelto una persona al posto di un'altra. -
- Come avrete di sicuro già letto, potrete farci vedere tutto
quello in cui siete bravi, tutto quello per cui vorrete essere notati e
scelti da noi. - disse Johnny sorridente. - Perciò, alzatevi e
mettetevi in fila per le presentazioni. -
Tutti ci alzammo e andammo a formare una fila davanti alla cattedra. A
mano a mano tutti fecero un passo avanti, dissero nome, cognome ed
età mentre Helena segnava tutto su di un registro, proprio come
a scuola.
Uno dopo l'altro tutti i ragazzi si presentarono. Ora toccava a Spada,
che mi stava vicino. Fece un passo avani e disse con voce un pò
titubante : - Ciao sono Georgie Walls e ho 14 anni. - si ritrasse.
Helena terminò di scrivere e feci io un passo avanti e disse con
tono critico : - Ah, quella del cappuccino! - Tutti risero, anche se
solo un pò.
- Dai Hel! Come ti chiami? - chiese Johnny.
- Rose Harrig, 14 anni. - tornai indietro. Il ragazzo al mio
fianco continuò con le presentazioni e subito si
arrivò alla fine.
- Bene, - disse Tim - Ora che ci siamo presentati possiamo cominciare con le esibizioni! -
Cominciarono a chiamare ad uno ad uno tutti i ragazzi, che mostravano i
loro talenti, nel saper recitare, ballare, cantare, disegnare,
improvvisare. Ogni tanto i tre giudici intervenivano per aiutare o per
semplice divertimento. Io e la mia Spada, ormai diventata
Giògiò, guardavamo attente ogni esibizione, e se c'era
qualcosa che non andava le facce di Tim, Helena e Johnny erano davvero
il massimo! Non c'era cosa di più divertente.
Toccò a Giorgie che si esibì impeccabilmente in una scena
tratta dal film "Les Misèrables" nel ruolo di Fantine. Era
davvero bravissima, la sua voce era aggraziata e il modo in cui si
esprimeva era davvero perfetto. Una vera attrice.
- Rose Harrig. - Disse Tim. Mi alzai, con la borsa in mano e mi avviai verso la cattedra.
- Aspetta un attimo, - disse Johnny. - Vieni di qua! - mi avviai
dall'altra parte della cattedra e lasciai che le mani del signor Depp
mi levassero via dai capelli l'elastico che me li legava in uno
schignon strettissimo.
- Oh! Ecco! Così sei molto più carina!- Finì
dandomi una spinta e mandandomi a posto. Johnny aveva liberato una
chioma di capelli mossi dal color cioccolato e dai riflessi ramati che
mi arrivavano alla vita e che mi cambiavano totalmente il viso.
Aprii la borsa e presi la mia cartella dei disegni. come sempre piena fino all'orlo.
- Queste sono le mie idee, i miei disegni, ci sono dei vostri ritratti,
idee per storie tutte mie, fan art, di tutto. Ma queste non sono le
uniche cose che so fare, so ballare, recitare a anche cantare. Per il
provino ho portato una scena di "Sweeney Todd Il diabolico barbiere di
Fleet Street" e una mia coreografia su "Love like woe"- dissi esponendo
tutto ciò che avevo.
Tim esaminò meravigliato ogni mio capolavoro tra i "Oh guarda!
Questo sono io!" di Johnny e i "Questo sembra uno dei tuoi primi
schizzi per questo film!" di Helena.
- Bene, sei brava! - Disse Burton.
- Vorrei vedere la tua coreografia - disse Helena.
- Si, un attimo che mi metto le scarpette da punta e la pece - dissi mentre prendevo le scarpette e mi sedevo per metterle.
- Quanti anni sono che studi arte e danza? - chiese lei.
- Sono 10 anni di danza e 6 di arte e recitazione, sono sempre stata
attratta da questo genere di cose. - dissi. Legai l'ultimo laccio della
scarpetta e con rammarico di Johnny mi rilegai i capelli per evitare
che mi venissero in faccia durante l'esibizione. Misi il cd nello
stereo e cominciai a ballare.
Mi sentii subito libera, quasi volare, come mi succedeva sempre, passo
dopo passo, salto dopo salto. Non mi importava se non sarei piaciuta a
nessuno, piaceva a me, e avrei continuato a farlo fino a che mi fosse
stato possibile. Per mia sfortuna la musica terminò e, come alla
fine di ogni esibizione di oggi i ragazzi applaudirono. Ripresi un
attimo fiato e andai a staccare la musica che era partita. Mi andai a
risedere alla sedia mentre i giudici ripresero a parlare.
- Bene, - disse Johnny - quando ti sei ripresa vorrei vedere la scena di "Sweeney Todd", e vorrei sapere chi interpreti -
- Mrs. Lovett, è "The worst pies in London" - risposi.
- Se vuoi posso fare la parte di Sweeney! - disse lui. Cosa?! O mio
dio, Johnny che interpreta Sweeney! E meno male che non ho portato "By
the sea"!
- Si, grazie, mi sarebbe d'aiuto! - risposi io. Ci alzammo e prendemmo
il tavolo che aveva una specie di coltello finto e un mattarello per la
scena e una sedia.
La musica attaccò e cominciai a tagliare un qualcosa di
immaginario battendo il tempo. Tutto andava secondo i piani, non avevo
stonato nemmeno una volta e non avevo riso alle facce di Sweeney mentre
"mangiava i miei pasticcini".
- Credetemi, ci vorrà più di una birra per togliere quel
sapore. - dissi - venite, che ne dite, vi dò un bel bicchiere di
gin, eh? - terminai. tra gli applausi fiochi dei ragazzi ormai stanchi.
- Davvero brava questa Mrs. Lovett, mi è piaciuta Tim. - disse Johnny rimettendosi a posto.
- Puoi andare Rose. - disse Helena con un sorriso che le andava da orecchio ad orecchio.
I provini terminarono in fretta, ma prima che la sala si svuotasse Tim Burton si alzò e ci disse :
- Ragazzi, allora, è andata bene per tutti. Contatteremo 2
ragazzi e 2 ragazze entro la prossima settimana. Ciao a tutti e passate
buone vacanze! - Ognuno si fermò per stringere la mano ai
giudici, farsi fare autografi o foto. Quando uscimmo, io e Giorgie
andammo a prendere l'autobus.
- Vuoi venire in vacanza da mia nonna? Abita in Sardegna, ci
divertiremo un mondo! - le chiesi, non volevo farmi scappare un'amica.
- Mi piacerebbe davvero moltissimo! - mi rispose sorridendo.
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Capitolo 3 *** regali in spiaggia ***
ff Johnny depp Helena bonham carter tim burton
- Ciao ragazzi! - urlai saltando al collo ai ragazzi che mi
aspettavano sotto l'ombrellone di una spiaggia in Costa Smeralda. - Mi
siete mancati tantissimo! - dissi.
- E tu sei mancata a noi! - disse una di loro.
- Allora, prima di tutto, devo presentarvi una new entry, Giorgie, l'ho
conosciuta al provino a Londra.- dissi indicando la ragazza al mio
fianco. - Giògiò, loro sono Sara, Alessia, Riccardo,
Mario, Cristiana e Francesco. - la presentai a tutti, che l'accolsero
allegramente.
Poi tutti andarono a prendere delle borse di plastica.
- Rose, buon compleanno, anche se in ritardo! - dissero quasi in coro.
- Ma non dovevate! - disii.
- Sei la solita guastafeste! - disse Riccardo. - Apri! -
Scartai il regalo che mi porse. Era una scatola tipo quelle per
cappelli. Quando l'aprii i miei occhi si illuminarono. Tirai fuori un
cappello un pò triangolare marrone con una bandana rossastra.
- O mio dio! Ragazzi! - Mi misi la bandana con il cappello in testa. - Il cappello di Jack Sparrow! -
- Del CAPITANO Jack Sparrow. - mi corresse Sara.
- Coraggio ciurma! Per oggi sarò il vostro capitano! - dissi enfatizzando la situazione.
- Dai, apri anche gli altri Capitano Rose. - disse Giorgie.
Aprii il secondo pacchetto, che conteneva due paia di oggetti. Rimasi a
bocca aperta davanti a quei regali, così piccoli, ma allo stesso
tempo preziosi. Tirai fuori un paio di guanti neri con la rete sulle
mani e delle lame placcate argento con della lavorazioni magnifiche
sopra.
- I guanti della Lovett e le lame di Sweeney! - dissi - Sono fantastiche! Ma dove le trovate delle cose così? - chiesi.
- Segreto. - disse Mario. - Dai, questo è l'ultimo! -
Aprii il pacchetto, molto piccolo e leggero, conteneva due bracciali a
catena con tanti charms, ognuno differente dall'altro. C'erano le lame
e il matterello di Sweeney Todd, la teiera e la carta di cuori di Alice
in Wonderland, il simbolo di Pirati dei Caraibi, la zucca di Nightmare
Before Christmas, il Marchio Nero di Harry Potter e simboli provenienti
da ogni singolo film di Helena, Johnny e Tim. Erano davvero fantastici.
- Grazie ragazzi, - dissi abbracciandoli uno ad uno. - Siete degli amici stupendi! -
- Hei, aspetta, ma cosa serebbe - disse Riccardo sorpreso. -
Perchè questo cambiamento? - terminò indicando i miei
capelli sciolti.
- Colpa di Johnny Depp! - risposi. - Al provino... - ma non riuscii a
finire la frase che Alessia, la solita chiacchierona disse : - Ma a
proposito! Com'è andato il provino? -
- Bene, dovrebbero far sapere a giorni i risultati, non sto nella pelle! - dissi.
- A chi lo dici! - disse Giorgie.
Intanto tre sconosciuti con gli ochhi oscurati da occhiali si
avvicinarono all'ombrellone dove la madre di Rose leggeva un libro
tutta assorta.
- Buongiorno signora Harrig. - Disse una donna dai capelli riccissimi.
La signora Harrig distolse l'attenzione dal libro e rivolse
l'attenzione ai nuovi arrivati.
- Buongiorno anche a voi. - rispose sorridendo.
- Dove sono i ragazzi? - continuò la donna.
- Lì, - rispose l'altra - Su quei gommoni. Mia figlia è
quella con il cappello. E lì, - indicò un punto poco
lontano da lì. - Ci sono un gommone ed un pedalò,
scegliete voi il mezzo più comodo. -
- Grazie! - dissero in coro i tre mentre si avviavano quel gruppo di
ragazzi che non si sarebbero mai aspettati una sorpresa simile.
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Capitolo 4 *** sorpese ***
sorpresa
Entro dieci minuti eravamo arrivati con il gommone ad un''acqua
decentemente alta, anche se era così trasparente e cristallina
che si vedeva ancora il fondo.
- Ciurma! - esclamai.
- Si! Capitano? - dissero gli altri in coro un pò ridendo.
- Che ne dite se ci buttiamo? - proposi. - E magari dopo andiamo a finire le scorte di rum nelle stive! -
- Sii!! - esclamarono loro ridendo. Questa imitazione di Johnny Depp stava venendo davvero molto bene.
Eravamo tutti pronti per buttarci, quando un urlo ci bloccò.
- Feeermi tutti! - Esclamò una voce alle nostre spalle. -
Cos'è questa... Pagliacciata? - Ci girammo, e a bordo di un
terzo gommone c'erano tre persone, una donna e due uomini. A tutti noi
ragazzi venne un colpo al cuore, avremmo riconosciuto quelle persone
anche in mezzo a milioni di altre. Loro erano Johnnty Depp, Helena
Bonham Carter e Tim Burton. Semplicemente, i nostri idoli.
Rimanemmo tutti a bocca aperta mentre quel terzo gommone si avvicinava
sempre di più al nostro. Quando furono abbastanza vicini,
attraccarono anche loro la piccola ancora ed Helena si alzò.
- Lasciatelo stare, - disse - è solo geloso perchè quel
cappello sta meglio a te che a lui! - finì ridendo.
- Non è vero! - disse Johnny con l'aria da bambino. Era davvero
un bravo attore, riprese subito un'espressione, diciamo adulta, e a
quel punto, però fu Tim a continuare.
- Beh, ragazzi, noi siamo venuti qui per un motivo abbastanza
importante. - disse. Cosa? Cosa? O mio dio! Non potevo crederdi! Il
motivo poteva essere uno solo. Erano qui per i risultati del provino.
- Rose e Giorgie! Dai, venite qui! Mica vi mangiamo! - disse Helena. Io e la mia amica ci avvicinammo.
- Congratulazioni ragazze! Vi abbiamo scelte entrambi! - disse lei.
Non potevamo crederci. Ci saltammo al collo l'un l'altra, talmente
tanto felici di ciò che ci era successo che non ci rendemmo
conto che il gommone stava ballando pericolosamente.
- Ce l'abbiamo fatta Rose! - Disse Giorgie tra le urla di gioia degli altri.
- Passerete tutta l'estate con noi, per lavorare, ovvio, per
perfezionarvi. Per voi sarà un'esperienza davvero unica. - disse
Tim.
- Eccome, davvero indimenticabile. - disse Johnny.
- Festeggiamo? - chiesi. Giogiò annuì. Presi coraggio e
mi avvicinai a Johnny, mi sfilai la bandana e il cappello dalla testa e
glielo infilai. - E comunque, non è vero, sta moolto meglio a
te! - esclamai mentre mi avvicinavo a Giorgie.
Entrambe ci buttammo in acqua felici di ciò che eravamo venute a
sapere. Avremmo passato l'estate con i nostri idoli. Anche gli altri ci
raggiunsero, perfino Johnny.
- Dopotutto è ancora un infante. - disse Tim sorridendo. Ci
divertimmo davvero tanto, anche se lui era un cinquantenne aveva la
stessa energia di un ragazzo più giovane di trent'anni.
Nel pomeriggio venne anche mio padre. Gli saltai al collo e quando
seppe di tutto il suo volto si illuminò. Era davvero molto
orgoglioso.
- Sweeneyy!! - dissi mentre il grande cucciolone di san bernardo mi saltava addosso.
- Non sarà pericoloso, vero? - chiese Giorgie.
- No, gli ho dato questo nome perchè mi stava simpatico, il
massimo che può farti è buttarti a terra e leccarti la
faccia! - dissi io mentre accarezzavo il mio dolce cagnolone. - Ah, e
Sweeney, - dissi rivolta al cane. - lui è quello vero! - Indicai
Johnny che rise. Fu davvero una giornata indimenticabile.
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Capitolo 5 *** Casa Burton&Bonham Carter ***
Londra
- Finalmente! Il mio braccio è completo, di nuovo! - disse
Giorgie imitando Johnny.
- Sono molto felice per lei signor Todd, ma adesso cosa ne facciamo di
lui? - dissi io con il tono sarcastico di Helena.
- E questa è la scena di Sweeney Todd che preferiamo! - disse
Giògiò.
- Beh, a quanto vedo le battute le sapete a memoria! - disse
Tim.
Annuimmo. Ci trovavamo in aereo per Londra quasi del tutto vuoto se non
fosse per quella coppia di ragazzi addormentati dall'altra
parte.
- E "Alice in Wonderland"? - chiese Helena.
- Oh, la mia è " E' impossibile." " Solo se tu credi che lo sia!" -
disse Giògiò.
- No, secondo me la migliore è quella di Helena! " Un maialino!
Ci vuole un pò di grasso per scaldare i miei poveri piedi!" -
scoppiammo a ridere.
- Hai ragione! Ma io non perdonerò mai a Bellatrix di aver ucciso Dobby e
Sirius! - disse la mia amica.
- Si, un pò hai ragione. - commentai io. - Ma, diamine, è
Helena Bonham Carter, lei può permettersi di uccidere tutti i
tuoi personaggi preferiti e rimarrà sempre la migliore! Per me
poteva uccidere anche quel bimbetto di Potter! - mi girai e vidi un
sorriso di compiacimento sul viso di Helena. - Giusto? -
- Giustissimo! - disse sorridendo.
Ancora non potevo crederci. Avevo superato il provino ed ora stavo
andando a Londra con i miei tre idoli!
- Dormite dai, che è tardi! - disse Johnny mentre ci porgeva dei
cuscini. - Buonanotte ragazze! - ci diede un bacio sulle guance e si
andò a sedere davanti a noi. Io e Giorgie arrossimmo.
Tirai fuori dalla borsa " Harry Potter e i Doni della Morte" ed iniziai
a leggere nella speranza che un pò di sonno arrivasse attraverso
quelle pagine lette e rilette decine di volte.
Dopo una decina di minuti l'aereo partì e mi accorsi di
essere rimasta solo io sveglia. Spensi la luce e mi abbandonai
ai sogni che mi dicevo cosa sarebbe successo di lì a qualche ora,
secondo loro.
SEI ORE DOPO...
L'aereo atterrò.
- Il capitano vi augura buona giornata e ringrazia per aver scelto la
nostra compagnia! - disse una voce femminile all'altoparlante.
Ci alzammo e scendemmo. Presi i bagagli e aspettai insieme a Johnny
vicino alle panchine.
- Allora, - dissi. - Che si fa ora? -
- Dobbiamo aspettare gli altri due ragazzi - rispose lui.
- Ah, già... - ancora non ci credevo, stavo parlando con il
Capitano Jack Sparrow, Sweeney Todd, il Cappellaio Matto e non so
quanti altri miti. Dovevo farci l'abitudine, dopotutto ora una specie
di collega, avrei dovuto lavorare con lui, così come con Helena
e con Tim.
- Allora, - disse lui. - Qual è stato il primo nostro film che hai
visto? -
- Di Tim "Nightmare before Christmas"a quattro anni, - risposi. - Con te
ed Helena "La sposa cadavere" a sei anni. -
- Che cucciola! - rispose scompigliandomi i capelli. - Sei stata
contagiata sin da piccola! - sorrise.
- Come non potevo! - dissi. - Tim è un genio e tu ed Helena
siete davvero degli attori bravissimi! -
- Grazie! - risposero i tre in
coro.
- Ehi, eccoli! - disse Helena alzandosi. - Tom! Christopher! Siamo qui!
-
Si avvicinarono due ragazzi. Uno aveva la carnagione scura, gli occhi
neri e profondi e capelli ricci marroni. L'altro era abbronzato, con i
capelli nero ebano e gli occhi azzurri come il mare.
- Tu?! - dissi indicando il ragazzo dagli occhi azzurri.
- Che c'è ora? La borsa te l'ho ridata! - disse lui.
- Che c'entra? Mi hai fatto cadere addosso Johnny! - risposi.
- E che fa? Dopotutto ti ho fatto un piacere! Non so quante ragazze
avrebbero voluto cadere tra le sue braccia! - disse con fare
noncurante.
- Dai ragazzi, vediamo di cominciare bene la stagione! - disse Tim. -
Non litigate. Tanto ora è tutto a posto! -
Lasciai perdere. Non potevo farmi condizionare da un piccolo scherzo.
Salimmo nell'auto di Tim. Era molto grande e c'era l'evidente passaggio
dei bimbi. Io, Giorgie ed Helena salimmo dietro, Tom e Christopher
occuparono i posti in fondo e Johnny e Tim si misero
rispettivamente al posto di guida e al posto passeggero. Attraversammo
Londra fino ad una villetta che supposi fosse Villa Burton e Bonham
Carter. Era in pieno stile di Tim ed Helena.
Il giardino era per metà terrazzato e per metà fiorito,
con i fiori rampicanti che coprivano la ringhiera sul muro per
nascondersi da occhi indiscreti. La casa si sviluppava su due piani con
dei bei balconi grandi e un tetto marrone dove, al di sotto, c'era una
piccola mansarda.
- Mummyy!! - urlò una bimba dalle codine bionde correndo verso Helena
che era appena scesa dalla macchina.
- Elly! - disse lei. - Amore mio! Fatti abbracciare! - disse prendendola
in braccio e dandole baci affettuosi sulle guance.
- Mummy, ma ci hai portato degli amichetti? - chiese lei guardando il
quartetto di ragazzi con tanto di borse e valigie. Sorrisi. La piccola
Ellie era così dolce e diversa da come si vedeva sui giornali,
forse per via del viso oscurato.
- No, loro staranno da noi per tutta l'estate - spiegò Tim
prendendola tra le sue braccia. - Lavoreranno e magari riusciremo a
fare qualcosa di più - Con quest'ultima frase si rivolse a noi,
che annuimmo.
- Dai, entrate, vi mostro le vostre stanze ragazzi. - disse Helena
facendoci segno di entrare.
La portafinestra che attraversammo dava sul salotto. Due divani di
camoscio nero circondavano un tavolino e sulla parete dai toni bordeaux e
neri vi era un
televisore al plasma che trasmetteva "La sposa cadavere". Ellie e suo
fratello la stavano guardando prima che arrivassimo noi. Sui muri vi
erano scaffali stracolmi di libri e quadri, In alcuni riconobbi il
tratto inconfondibilmente gotico e fiabesco di Tim, invece, altri erano
foto, del golden trio, Helena e Tim con i figli o solo loro due.
Nel corridoio c'era una scaletta a chiocciola di ferro battuto nero che
portava ai piani superiori. Helena, però, ci portò a
visitare il primo piano. La cucina era moderna, black & white, con
un grande tavolo al centro. Sempre sullo stesso piano c'era uno studio,
doveva essere di Tim, c'erano una scrivania con fogli, un computer,
colori, penne e tempere sparsi dappertutto.
Poi c'era una piccola stanza ( piccola poi mica tanto!), che sembrava
un pò una serra, non aveva una quarta parete, e dava
direttamente su una parte terrazzata del giardino dove vi erano un
tavolino con delle sedie in ferro battuto simili a quello della scala.
Su quello stesso piano c'era anche un bagno dai toni che andavano dal
bianco al marrone.
Infine ci portò a vedere una sala con una parete dedicata totalmente ad
uno specchio, con giochi sparsi sul pavimento.
- Questa in teoria dovrebbe essere una sala in cui mi esercito con le
parti, ma i bambini se ne sono impossessati! - disse Helena
ridendo.
Ci condusse poi al piano di sopra dove c'erano la camera da letto di
Tim ed Helena, le camerette dei bimbi, un'altro bagno verde acqua,una
stanza degli ospiti per due
e due singole dove si sistemarono Tom e Christopher.
- Bene, mancate solo voi due. - disse Helena mentre salivamo la scala a
chiocciola. La scala si chiudeva davanti ad una porta come tutte le
altre, quando Helena la aprì, tutte e tre entrammo nella
mansarda che era stata trasformata in una stanza adatta a due persone,
con un armadio, due letti con comodini e lampade e una bella scrivania
dotata di due comode sedie da ufficio. Da una porticina semi aperta si
notava un terzo bagno, piuttosto piccolino, con le mattonelle lilla
della doccia che spiccavano. La luce entrava dalla finestra
tra i due letti e dal balcone sulla parte opposta.
- Vi piace? - chiese lei.
- Eccome! - rispondemmo in coro.
- Io vi lascio sistemare tutte le vostre cose, ci vediamo giù a
l'una per il pranzo e se ce la fate anche prima, credo che Johnny e Tim
stiano di sotto a chiarire un paio di cose. - a quel punto ci
lascò da sole.
- Wwwooowww! - disse Giògiò.
- Non ci credo nemmeno io! - le feci eco mentre saltavamo come
matte.
- Ehi voi due lì sopra! - urlò Tom dal piano di sotto. - Volete far
crollare il soffitto? -
- Che antipatico che sei! - dissi.
- Dai, mettiamo le nostre cose a posto. - propose Giorgie.
Cominciai a svuotare la valigia, appesi i vestiti nell'armadio e nei
cassetti che io e la mia compagna ci eravamo divise, appesi i miei
poster, misi i miei libri sul comò e su una mensolina ( mai
separasi dai libri, possono sempre essere utili! ) e sistemai tutte le
mie attrezzature per il disegno su una parte della scrivania.
- Io prendo questo! - dissi buttandomi su uno dei due letti a caso.
Rimasi lì per un minuto buono a fissare un soffitto che non
aveva niente di speciale. Dopo un pò la porta si aprì e
Johnny entrò.
- Ehilà ragazze! Come vanno le cose qui da voi? - chiese ammirando tutti
i poster che riempivano le pareti.
- Bene, - risposi - Abbiamo appena finito! - dissi mettendomi a
sedere.
Driiinnn!! Il
telefono squillò nella mia tasca.
- Pronto mamma! - risposi.
- Ciao amore! Volevo solo sapere se eravate arrivati. - disse.
- Si mamma, sono con Johnny e Giorgie in camera! - dissi girando il
cellulare in direzione dei due. - Ascolta! -
- Ciao! - dissero loro in coro.
- Ti chiamo dopo, ora ho il pranzo sul fuoco che si sta per bruciare,
e, mi raccomando! Non assillare i signori Depp, Carter e Burton con le
tue manie! - disse lei.
- Mamma, sono loro la mia mania! - dissi ridendo.
- Ciao amore, ti voglio bene! -
- Anche io mamma! - schioccai le labbra come in un bacio e
chiusi.
- Ah, a proposito di pranzo, ragazze, giù è pronto,
scommetto che Hel ha bisogno di una mano per finire di preparare! -
disse Johnny.
- Si, ora scendiamo e l'aiutiamo! - disse Giògiò mentre scendevamo le
scale.
Anche se era solo all'inizio, si prospettava un'estate davvero
meravigliosa, lì, a Villa Burton&Bonham Carter, con i nostri
miti.
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Capitolo 6 *** Solo 5 film di Tim Burton?! ***
solo 4 film di Tim Burton?
- Vi piace qui ragazzi? - chiese Tim.
- Eccome! - dissero Giorgie, Tom e Christopher.
Era sera, nemmeno un giorno era passato dal nostro arrivo a Villa
Burton&Bonham Carter, ed eravamo tutti seduti in salotto, sui
comodi divani, davanti al grande televisore, indecisi su cosa vedere.
Ero immersa nei miei pensieri, non avevo proprio sentito quello che
stavano dicendo gli altri.
" E a quel punto la protagonista potrebbe entrare in questa stanza, no
aspetta, una libreria d'epoca, si, ci sta bene. Arrivare ad una specie
di risposta, ma il libro che sta cercando è macchiato di sangue
nelle ultime pagine..."
- Rohohose! - disse Johnny passandomi una mano davanti agli
occhi.
- Oh, scusate, - dissi prendendo dalla tasca il piccolo blocco appunti
con l'inseparabile penna e scrissi tutto ciò che un attimo prima
mi era venuto in mente.
- E' l'ispirazione, - spiegò Tim, che di sicuro sapeva cosa
stava succedendo. - Fa bene, quando viene è meglio non
farsela scappare. - sorrise.
- Si, - risposi sorridendo. - Comunque, qui è tutto stupendo, mi
sento a mio agio, altrimenti non mi sarebbe arrivato niente! -
- "è macchiato di sangue nelle ultime pagine e al solo contatto
ricorda l'omicidio di Thrèmaines." - lesse ad alta voce Johnny
che era seduto vicino a me. - Cos'è? Voglio continuare a
leggere! - disse.
- No, Johnny, nessuno, fino ad ora, ha messo mano alle mie storie. -
dissi scuotendo la testa. - E poi, ancora non è finita. -
precisai.
- Confermo! - disse Giògiò, che per mesi aveva insistito.
- Ah, ok, saprò aspettare. - disse Tim guardandomi con quegli
occhi che sembravano raggi laser attraverso i soliti
occhialoni.
- Certo, anche se non dovete aspettarvi chissà cosa. - dissi ricambiando
lo sguardo.
- Non fa niente, ho già letto tutto quello che mi hai dato in
aereo, e non mi pento per niente di averti chiesto dei tuoi testi. -
disse. - Sono carini, scorrevoli e soprattutto sei una delle poche fan
che non scrive cose che già esistono nei miei film, ma
c'è lo stesso quell'atmosfera un pò fiabesca e un
pò gotica che non mi stanca mai! -
Wwooooww, Tim Burton, il mio idolo che parlava bene delle mie storie!
Un sogno che si avvera! Quante altre sorprese devo aspettarmi? Tante,
soprattutto da tre persona così.
- Bene, ma noi dobbiamo ancora decidere cosa fare. - disse
Helena.
- Noi stavamo guardando "La sposa cadavere" di papà, prima che
arrivaste voi, - disse Billy, il primo figlio di Tim ed Helena. - Lo
abbiamo lasciato a metà. - spiegò.
- Si,dai, a me va di vederlo! - dissi. Tutti annuirono, tutti tranne
Johnny.
- Che c'è? - chiese.
- Perchè hai fatto di no con la testa? - chiese Tom.
- Oh, sempre con questa storia Johnny! - disse Helena. - Lui non guarda
mai i suoi film, e non capisco perchè. -
- Hai visto solo... - dissi mentre facevo il calcolo. - Cinque film di
Tim Burton?! - chiesi stupita.
- Forse di più... - disse
vagamente.
- Bene, ora ne aggiungiamo un altro. Billy, metti play, oggi anche zio
Johnny rimane per vedere un film. - disse Helena.
Il film partì e Ellie si venne a sedere in braccio al padrino.
Quelle scene girate a passo uno mi ricordavano la prima volta che vidi
quel film, quando ancora non sapevo che le voci di quei due attori e le
idee di quel regista sarebbero diventate qualcosa che mi avrebbe
cambiata.
- Visto? Dopo 77 minuti sei ancora vivo, non devi avere niente di cui
preoccuparti. - disse Christopher dando una pacca sulla spalla a
Johnny.
- Sh, andiamo a portare i bambini sopra Johnny, se si svegliano non
credo che sarà facile farli riaddormentare. - disse Helena in un
sussurro. I due amici si alzarono con Billy e Ellie in braccio e li
portarono nelle loro stanze.
- Allora, posso dare un'occhiata? - chiese Tim mettendosi al posto di
Johnny. - Quando avrai finito, ovvio. - precisò.
- Ma certo! - dissi. I suoi occhi, anche se stanchi, tristi e strani
avevano quella luminosità, erano brillanti, stava tutto
lì, la sua genialità, le sue idee, il suo essere
semplicemente Tim.
- Perfetto! - disse congiungendo le mani. - E' proprio questo che
intendevo con "fare qualcosa di più"! Per questo volevo
incontrare dei ragazzi talentuosi in ogni genere di campo,
perchè non c'è mai limite alla mente umana ragazzi!
Potete fare qualsiasi cosa, se solo voi lo volete. -
- I piccoli sono sistemati! - esclamò Helena scendendo le scale seguita a
ruota da Johnny.
- Va bene, stavo dicendo loro cosa potremmo fare. - spiegò Tim.
- Allora, dove eravamo? Ah, si, ci servono idee, che di certo in questa
casa non mancano, ma volevamo dare l'opportunità a dei
giovanissimi di entrare nel campo del cinema, dei ragazzi meritevoli e
pieni di talento. - tutti ascoltavamo le parole di Burton quasi
ipnotizzati. - Perciò, ora ci organizziamo per domani, Rose
viene con me, lavorerai nel mio studio, voglio vedere come te la cavi.-
Annuii.
- Mentre voi tre verrete con noi, libereremo la stanza per le prove e
vedremo di provare qualche scena, poi Rose e Tim ci raggiungeranno. -
spiegò Helena.
- Bene, detto questo, buonanotte a tutti! - disse Johnny mentre ci
dirigevamo verso le nostre stanze.
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Capitolo 7 *** prime lezioni ***
prima lezione
Un raggio di sole penetrò nella nostra stanza. I miei occhi incontrarono quelli di Giorgie, sveglia anche lei.
- Buongiorno! - dissi.
- Buongiorno, - rispose. - Io non sto più nella pelle, tu? -
- E me lo chiedi? - dissi alzandomi in piedi. Guardai l'orologio.
- Le sette, io vado a farmi una doccia. - dissi prendendo un'asciugamano e avviandomi verso il bagno.
- Fai subito che dopo tocca a me! - disse.
L'acqua fresca scorreva sulla mia pelle, tra i capelli.
- A heart full of love, a heart full of song... - canticchiai.
- A heart full of you! I am lost... - rispose Giògiò dalla nostra stanza.
- ... I am find! - finii.
- Amo quel film! - disse lei. - Perchè non l'ho proposto ieri sera? -
- Perchè magari ai bambini non sarebbe piaciuto vedere le
barricate, la rivoluzione e tutto quello che succede nei Miserabili. -
dissi mentre mi avvolgevo nell'accapatoio ed uscivo.
- Già, la prossima volta, magari. - disse entrando a sua volta.
Aprii l'armadio. Cosa potevo mettermi? Optai per un paio di pantaloni
che mi arrivavano a metà polpaccio e la canotta che mi ero fatta
da sola. Era nera, con, davanti, metà faccia di Jack Skellington
e metà di Sally, con dietro il logo del film disegnati con il
bianco e l'argento. E poi, le mitiche converse bianche, che poi, tanto
bianche non lo erano più.
Mi finii di sciugare i capelli e passai il phon a Giorgie, che si era
messa un collant blu con il maxi pull con il simbolo di Hogwarts. Ci
lavammo i denti e cominciammo a preparare le cose che avrebbero potuto
servirci quel giorno.
- Ragazze, la colazione è pronta. - disse la voce assonnata di Tim da dietro la porta.
Prima che lui potesse scappare noi uscimmo e lo seguimmo giù per le scale.
Entrammo in cucina dove i bimbi stavano addentando un fetta di torta
ciascuno, tutti e cinque. Eh si, Billy, Ellie, Johnny, Tom e
Chirstopher, tutti già pronti, stavano sbranando le loro fette
di dolce al cacao.
Tutti e tre ci sedemmo ed Helena ci porse una fetta ciascuno.
- Buona come sempre amore mio! - disse Tim mentre la sua compagna gli dava un bacio.
- Poi farei le peggiori torte di Londra! - disse lei. Tutti ridemmo.
- Bhe, ma nonostante tutto sei la "Master of the House"! - rispose Johnny.
- Si, si, prendi in giro, prendi in giro... - lo minacciò lei.
- Quando io e Johnny litighiamo, e vi assicuro che non capita spesso, -
disse Tim. - lo minaccio di non fargli avere nemmeno una briciola dei
dolci fatti in casa di Helena, e tutto si sistema! - Ridemmo. Johnny
Depp che si vende per un pezzo di dolce, mai sentito!
- Che ne dici se andiamo nel mio studio Rose? - chiese Tim. - Prima
iniziamo prima finiamo. Vai a prendere le tue cose, io ti aspetto nel
mio studio. -
- Si, e nel frattempo noi andiamo a sistemare la stanza per le prove. - disse Helena. - Vero ragazzi? -
Gli altri annuirono.
Salii le scale e presi la borsa che prima avevo preparato e riscesi. Bussai alla porta dello studio di Tim.
- Entra Rose, è aperto. - rispose lui. Stava riordinando le ultime matite in una tazza portapenne.
- Wow. - disii ammirando i modellini di "Nightmare before Christmas" e "La sposa cadavere".
- Belli, vero? - disse lui raggiungendomi. - Sono alcuni dei fantocci usati per le scene. Li ho molto a cuore. -
- Certo, non sarà stato uno scherzo muoverli ad ogni scena a mano. - dissi pensierosa.
- Infatti, girare film d'animazione a passo uno non è mai
facile, basta un millimetro di più e tutto l'effetto si rompe. -
disse Tim. - Ma se lo sai fare bene l'effetto viene bene. Dai,
cominciamo. - disse sfregandosi le mani.
Ci sedemmo alla scrivania, attrezzata di tutto punto, e molto più ordinata rispetto al giorno prima.
- Bene, cominciamo con qualche sceneggiatura, che ne dici? - chiese.
- Va bene. - risposi.
- Proviamo con una foresta, cerca di rappresentare un luogo in cui
può svolgersi perfettamente una scena di un film, non per forza
mio, mi serve che tu non rimanga bloccata al livello Burtoniano, ma che
tu mi faccia vedere come vedi il mondo, anche se ne ho già avuto
alcuni esempi. -
Annuii e mi misi all'opera. Presi un foglio dal blocco ed una matita
abbastanza chiara. Cominciai a tracciare il profilo di alberi per
metà spogli e per metà vivi, come lo erano naturalmente.
Poi inserii i fasci di luce e le foglie. presi una matita più
morbida e scura ed iniziai a lovorare sulle ombre. Il bianco&nero
era il mio cavallo di battaglia, mi piaceva molto più del
colore, ma ci sono disegni e disegni, per certi il bianco e nero va
bene, ma per altri il colore è necessario, o non darebbe lo
stesso effetto.
- Carino. - disse Tim che stata osservando tutto dalla sua postazione
accanto alla mia. - Che ne dici se adesso passiamo a dei personaggi?
Qual è la tua favola preferita, per esempio? -
- Alica nel paese delle Meraviglie. - risposi. - Non perchè ne
hai fatto un film, ma perchè mi sono sempre riconosciuta in
quella bambina che sogna un mondo fuori dagli schemi, proprio come lo
sogna lei. - Tutto vero.
- L'ho notato, - rispose sorridendo. - La cartellina che mi hai
mostrato al provino era piena di piccole reinventazioni dei personaggi!
Fammi vedere, dai! -
- Certo! - presi un altro foglio e ripartii all'attacco. Sotto le mie
mani stava prendendo forma uno stregatto dai denti perfetti esposti in
un sorriso, il pelo soffice e gli occhi gialli, l'unico elemento
colorato del disegno.
- Straordinario! - disse Tim con gli occhi che brillavano. - Vorrei
provare ad insegnarti come farli diventare veri per il passo uno, ma
non abbiamo tempo, magari domani, ora dobbiamo raggiungere gli altri
prima che Helena cominci a chiamarci. - Uscimmo dallo studio e ci
dirigemmo verso la sala prove.
- Meno male che è arrivato il regista! - esclamò Johnny.
- Vediamo cosa state combinando. - disse Tim sedendosi a terra vicino a suo figlio.
- Allora, ti piace Twilight, Rose? - chiese Johnny.
- No! - esclamai subito.
- Perfetto, perchè non stavamo facendo quello! - sorrise. -
Sweeney Todd, Little Priest, la sai? Si, bene, le sai tutte a memoria.
- disse prima che potessi rispondere.
- Christopher e Giorgie hanno già fatto questa scena, perciò tu la farai con Tom. - precisò Helena.
Andai vicino a lui e mi misi in posizione. La musica di sottofondo
partì e fui costretta a recitare con lui, che tutto d'un tratto
era diventato Sweeney Todd, o meglio, il signor T.
- Have charity towards the world, my pet! -
- Yes, yes, I know, my love! - la scena era quasi finita, e nè
Tom nè io storcevamo il naso ogni volta che ci chiamavamo a
vicenda amore o cucciola, per fortuna. Dopotutto avevamo ballato un
valzer insieme, ora non era poi tanto antipatico, se non si era
rifiutato.
- We'll take the customers that we can get! -
- High-born and low, my love! -
- We'll not discriminate great from small! No, we'll serve anyone, meaning anyone, -
- And anyone at all! - finimmo insieme, appoggiandoci ad una finestra immaginaria.
- Perfetta! - disse Johnny spegnendo la musica. - Pubblico, che ne dite? Quanti si? -
Tutti alzarono la mano.
- Si, nonostante il primo impatto non sia stato dei migliori tra voi
due, siete riusciti a sembrare lo stesso due perfetti innamorati. -
disse Helena.
- E comunque stanno anche bene insieme! - disse John.
Guardai Tom nella speranza che anche lui stesse sorridendo a quella
battutina, ma mi guardava torvo, due centimetri e mezzo sopra di me.
Sprofondai in quegli occhi, mi tuffai in quegli occhi color del mare,
ma mi bloccavo, non mi lasciavano passare. Non mi voleva. Forse era
meglio lasciare stare.
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Capitolo 8 *** Buongiorno Capitano Harrig! ***
Buongiorno, colonnello Harrig!
- Perfetto, Rose - disse Tim dall'altra parte della stanza. - Ora sposta l'altro fantoccio. -
Erano passate poco più di due settimane da quando eravamo a Villa
Burton&Bonham Carter, e tutti quanti avevamo fatti grandi
progressi. Io, per esempio stavo imparando ad usare lo Stop-Motion, e
creare un piccolissimo corto. Non era di nemmeno quattro minuti, avevo
previsto di cinque, ma ho dovuto modificare un paio di cose. Nel mio
cortometraggio c'era una bambina che segue il cagnolino nel bosco, e
alla luna piena si trasforma in un lupo. La piccola, che si trova in un
bosco completamente trasformato rispetto a prima, ha paura, ma poi il
suo cucciolo le fa capire che non deve averne e tornano a casa mentre
sorge il sole e il lupo torna un cagnolino.
Era una vera fatica, eravamo arrivati al punto in cui la foresta si
trasforma, rimodellare ogni albero era davvero una faticaccia.
- Ok, adesso faccio la foto e modelliamo di nuovo tutti gli alberi. - disse Tim. Mi allontanai e la fotocamera scattò.
Andai insieme a Tim a modificare la scena per l'ultima volta. Un ramo
più rotto di qua, un occhio più aperto di là e la
testa della bimba un pò più girata. Un altro scatto.
Anche questa era fatta.
- Benissimo, domani continuiamo, ora si è fatto tardi. - disse
lui non muovendo di un millimetro le attrezzature. - Su, prima che
Helena ci mandi a letto per i capelli. - sorrise.
Salimmo fino alle nostre stanza.
- Buonanotte Tim! - dissi dal piano di sopra.
- Buonanotte Rose! - rispose.
Entrai nella mia stanza facendo meno rumore possibile. Mi misi il piagiama e mi infilai sotto le coperte.
LA MATTINA DOPO...
DRIIINN!! DRIIINN!!
- Ecco, arrivo. - dissi con la voce impastata di sonno.
- Fai smettere quell'aggeggio! - esclamava Giogiò coprendosi le orecchie col cuscino.
- Si, pronto? - chiesi rispondendo al cellulare.
- Buongiorno Capitano Harrig! - esclamò una voce maschile dall'altra parte.
- Buongiorno Colonnello Harrig! - esclamai io alzandomi di botto.
- Come va? - chiese mio padre.
- Benissimo papà, a te? - risposi.
- Non c'è male, qui in Siria però la situazione non è davvero delle migliori. - disse.
- Sei andato in Siria?! Ma ti rendi conto del rischio che corri? - dissi cercando di non svegliare nessuno.
- Tesoro, ascolta, sono un soldato, non posso mancare ai miei doveri. E lo sai. - disse quasi rimproverandomi.
- Si, lo so, ma... - cercai di ribattere.
- No, Rose, vedrai, andrà tutto bene. - cercò di tranquillizzarmi.
- Fai attenzione, però. - dissi.
- Lo prometto! Dai, tu dimmi però cosa stai facendo di bello a
Londra. - disse con quel tono curioso che mi piaceva tanto.
- Indovina! - dissi.
- E dai, non fare la difficile, come faccio ad indovinare se non so nemmeno cosa hai fatto? - rispose.
- Sto girando il mio primo corto con Tim. - dissi. Lui, dall'altro capo scoppiò di gioia.
- Davvero!? Come sono felice, non vedo l'ora di vederlo, scommetto che
sarà bellissimo! - disse lui. - Io vado, o non mi daranno
pù la colazione, ciao! -
- Ciao papà! - risposi.
- E salutami Tim, Johnny ed Helena! - aggiunse.
- Ragazze! - disse Johnny spalancando la porta. - Volete venire giu? -
- Chi è entrato? - chiese.
- Ma non finiva la colazione? - dissi.
- No, posso farne a meno. - rispose.
- Chi è? - chiese Johnny avvicinandosi.
- Mio padre. E' Johnny, papà. - dissi rivolta prima a John e poi a mio padre.
- Posso parlare con lui un attimo? - chiese. Era diventato serio.
- Va bene, - risposi. - John, mio padre vorrebbe fare due chiacchiere con te. -
- Ma certo, dà qui. - disse mentre gli passavo il telefono. - Boungiorno signor Harrig. - disse.
- Ragazze, io esco così vi preparate. - disse.
Io e Giogiò ci alzammo e ci preparammo, come ogni mattina. Aprimmo la porta, John stava ancora parlando con mio padre.
- Certo, signore, non si preoccupi, arrivederci! - finì. -
Allora, siete pronte? Scendiamo prima che vengano a cercarci. -
Scendemmo la scala a chiocciola.
- Cosa ti ha detto mio padre? - chiesi a Johnny.
- Oh, non ti preoccupare, - rispose lui. - Solo quattro chiacchiere tra uomini, niente di che. - disse vago.
- Mh, va bene. - dissi. Non volevo insistere più di tanto.
- Buongiorno! - disse Helena con in braccio la piccola Ellie.
- Buongiorno. - dissi. Gli altri si erano avviati verso la cucina.
- Come mai già sveglia? - chiese mettendo giù Ellie che
non vedeva l'ora di andare in giardino a giocare. - Tim mi ha detto che
siete rimasti a lavorare fino a tardi, non sei stanca? -
- No, sto bene, mi sento attiva come gli altri giorni Helena. - dissi stiracchiandomi.
- Oggi niente lavoro però! Ogni tanto ci vuole del riposo. -
rimasi di stucco, non potevo smettere di lavorare, proprio ora che
stavo a buon punto. - Per questa mattina ci riposiamo tutti quanti,
magari noi ragazze andiamo un pò in giro, ma niente lavoro! -
disse con quell'aria che sembrava un misto tra Bellatrix Lestrange e
Madame Thenardier che faceva paura.
- Si, dopotutto un pò di riposo ci vuole... - dissi lasciandomi convincere.
Angolo della scrittrice!! Yeeaa!! Ciao ragazzi, vedo che qui siete
lettori silenziosi, eh? Ma non importa, vedo che le visite sono tante (
ma qualche recensione qui e lì non farebbe mica male! ) I miei
genitori non si decidono ancora a mettere la rete internet,
perciò approfitto delle offerte sul telefonino. Ma questo
aggeggio continua a non capirmi! ( credetemi, la cosa è
reciproca ) Sono lenta ad aggiornare solo per questo. Spero che questo
capitolo vi sia piaciuto! Alla prossima!
mary_snape
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Capitolo 9 *** solo una cosa ***
solo una cosa
- Che ne dici di questa? - chiese Georgie mostrandomi una classica T-shirt con la scritta I LOVE LONDON.
- Nah, quella è per turisti. - disse Helena.
Cercai tra le stampelle e vidi quello che faceva per noi. Una felpa di
cotone senza maniche a motivi animali ( zebrati, tigrati, leopardati,
ecc. ) con il cappuccio con le orecchie.
- E che ne dite di queste? - dissi prendendone una con le tigre.
- Che carina! - disse Giògiò venendo vicino.
- C'è anche più piccola! - disse Hel prendendone una piccina con l'orsacchiotto.
Uscimmo da quel negozio ognuna con una di quelle felpe. Quella era la
giornata del non-lavoro indetta da Helena Bonham Carter quella mattina
stessa. Eravamo uscite tutte e quattro, io, Hel, Giògiò e
la piccola Nell, e stavamo facendo il giro per un pò di negozi,
giusto perchè dovevamo perdere tempo.
Tornammo a casa. Gli "uomini" stavano tutti fuori al giardino, ognuno
impegnato in un lavoro diverso. Johnny stava dando acqua ai fiori
insieme a Tom, Billy stava sull'altalena mentre Christopher lo
spingeve. E poi c'era Tim che stava disegnando. Disegnando.
Quando vide Helena mise subito via il blocchetto e lo nascose per bene dentro una borsa nera.
- Ah, bene, vedo che avete trovato anche voi il modo di far passare il tempo! - disse Helena mentre noi tre entravamo in casa.
- Mi sa che papà si è messo nei guai. - disse Nell guardando i genitori dal vetro.
- Noi, però, andiamo sopra, ora, come ti avevamo promesso. - disse Giògiò prendendo la piccola in mano.
Salimmo le scale ed entrammo in camera nostra.
- Adesso ci facciamo belle tutte e tre! - dissi prendendo le tre
megliette dalla busta di carta. Ce le infilammo e la mia compagna prese
gli elastici.
- Li volevi ricci con le treccine, vero? - chiese Giògiò
mentre io passavo la spazzola tra i capelli biondi di Nell.
- Si. - disse lei sorridente. Io e la mia amica iniziammo a farle tante
piccole e strettissime treccine. Dopo dieci minuti avevamo finito.
Scendemmo giù, con Nell che non vedeva l'ora di farsi vedere dal
padre e dal padrino.
- Zio Johnny, papi! - disse saltellando verso il giardino.
- Amore mio, ma come sei bella! - esclamò Johnny abbracciandola.
A quel punto la pompa dell'acqua che John teneva in mano perse il
controllo ed iniziò a schizzare acqua e fango dappertutto. Tim,
anzichè pensare a sè stesso, pensò alla borsa,
che, evidentemente conteneva qualcosa di importante, Johnny corse via
mettendo in salvo la sua figlioccia, Helena cercò di fermarla,
io le diedi una mano. Il risultato non fu dei migliori. Scivolai su una
mattonella e finii dritta dritta in mezzo al fango. Perfetto. Si
sentirono gli altri ridere mentre mi spostavo una ciocca di capelli dal
viso. Risi anche io, dopotutto non c'era niente di male, ma ero sicura
che avrei ricordato per sempre quel momento come uno dei più
imbarazzanti, dopotutto era la seconda volta che cadevo davanti ai miei
idoli, e cosa c'è di più imbarazzante se non una brutta
figura davanti a persone importanti? Ma, diciamoci la verità,
mica solo davanti a certe persone sarebbe stata imbarazzante, questa
situazione.
Helena mi aiutò ad alzarmi, mi accompagnò in bagno, e mi portò dei vestiti puliti.
- Guai se esci di lì con ancora una goccia di fango. - disse scherzando.
Mi lavai per bene, mi vestii e poi salii in camera mia con ancora i capelli umidi.
La porta alle mie spalle si aprì ed entrò Tom. Cosa voleva ora da me?
- Rose, ecco, senti,... - disse titubante. - Volevo dirti una cosa. -
- Cosa? Scusarti? - dissi scherzosa.
- No, ehm, ecco, solo... - disse avvicinandosi. - Questo... - Era
sempre più vicino, riuscivo a sentire l'alito profumato di menta
sulla pelle. Le nostre labbra si sfiorarono appena mentre le sua mani
si univano alle mie, lasciano scivolare un cellulare.
Fatto questo, andò via, lasciandomi confusa e il cuore a mille.
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