The guardians

di starmoon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The guardians ***
Capitolo 2: *** Il pericolo è vicino ***
Capitolo 3: *** Segreti ***
Capitolo 4: *** The enemy takes shape ***
Capitolo 5: *** What has happened in the past? ***
Capitolo 6: *** The plane ***
Capitolo 7: *** NEW YORK -prima parte ***
Capitolo 8: *** New York -parte due ***
Capitolo 9: *** Fear ***



Capitolo 1
*** The guardians ***


Pilot. 

The comet. 

Texas, ore 15:30. 

Una casa grande e imponente, le scalinate della porta principali sembrano non terminare mai, o almeno è questo che pensa la ragazza di fronte all'enorme edificio. Si fa coraggio e si avvicina, scruta ogni cosa con la massima attenzione, vuole ricordare tutto di quel posto. Cammina piano mentre gli altri la superano. 
bene ragazzi questo è il palazzo d'oro, chiamato cosi perché si narrava che il proprietario possedesse una quantità smisurata di oro.
La guida ormai parlava da sola, nessuno la stava ad ascoltare e la cosa la imbarazzava un po'. La ragazza entrò nella sala principale dove lei stava spiegando l'utilizzo che avesse. L'interno era tutto in stile medievale. 
-Hanna ma dov'eri finita?
-Come?
-Niente lascia stare...andiamo di la i ragazzi dell'altra classe stanno organizzando un uscita tutti insieme
-ma la guida...
-andiamo Han 
La ragazza fece un sorriso forzato. 
-per me va bene vai a organizzare con gli altri
-tu non vieni?
-No sai che odio la confusione 
-ok ci vediamo dopo ok?
-Ok 
Hanna riprese ad ascoltare quello che aveva da dire quella ragazza impacciata. La guida portava dei grandi occhiali e i capelli biondi raccolti in una coda fatta di fretta, Hanna pens che forse aveva impegnato cosi tanto per prepararsi che alla fine non aveva avuto nemmeno il tempo di sistemarsi. La guida si spostò verso un quadro. 
-qui vediamo il ritratto del proprietario
Una figura imponente, la barba portata con fierezza e uno sguardo rude, quasi incattivito.
si chiamava Eliot Barner, un inglese trasferitosi qui dopo la prima guerra mondiale, affascinato dal medioevo fece ricostruire per se la casa 
Ad interrompere il racconto fu il rumore di rotto, qualcosa era caduta per terra. Hanna si voltò dietro di lei, da dove proveniva il rumore, un ragazzo aveva fatto cadere una di quelle corde che impedivano il passaggio ai visitatori. 
-scusi...- disse sistemandolo. La guida fece un piccolo sospiro, forse aveva temuto di peggio.
-Tranquillo...comunque se volete seguirmi...
Mentre la guida percorreva il suo cammino Hanna era rimasta a fissare quel ragazzo. Portava una felpa scura, un jeans di un celeste chiaro. Aveva un atteggiamento bizzarro. 






Quando pensi che i problemi sono già insostenibili ne arrivano sempre altri. Rose guardava la donna di fronte a se con aria infuriata.
-mamma sul serio non puoi pretendere questo da me...
-Rosali ascoltami 
-no ascoltami tu...non ho intenzione di accettare dannazione non siamo nel medioevo 
-Rose questo potrebbe essere l'unico modo per mantenere in vita il buon nome della tua famiglia e poi cosa ha che non va una volta lo amavi
-una volta mamma. Quando avevo quindici anni 
La donna si alzò da quella sedia rivestita. I mobili della casa avevano uno stile classico, si notava subito che si trattava di una famiglia benestante. Rose si alzò a sua volta, portò le mani ai capelli folti, di un colore castano, i suoi occhi si diressero verso una fotografia posta sopra un soprammobile. 
-lei avrebbe accettato 
-lei non c'è più mamma fattene una ragione 
-sei davvero cosi insensibile? Odiavi cosi tanto tua sorella?
-Io non la odiavo 
Rose iniziò ad agitarsi, sua madre uscii velocemente dalla stanza, mentre lei fissava ancora quella fotografia. 
Rose distolse lo sguardo e si incamminò verso le scale che portavano alla camera da letto. Si fermò alla soglia della porta. Non era la sua stanza, scrutò tutto attentamente, come se stesse scattando una foto, senza emozioni, Rose guarda davanti a se senza provare nulla. Voltò le spalle e scese nuovamente le scale, andò in cucina dove si diresse verso il suo telefonino. 
-pronto? Georg?
-Rose hai bisogno di qualcosa? 
-Si puoi guardare se c'è qualche casa disponibile? Un appartamento qualsiasi cosa 
-è successo qualcosa? 
-Fallo è basta, per favore 
Rose riattaccò il telefono e si guardò attorno quasi disorientata. 




-Cole puoi guardare cos'ha quella macchina?
Un anziano signore si avvicinò ad una macchina blu, da sotto di essa usci fuori un ragazzo, ricoperto di olio e sporco per via del lavoro svolto.
-La macchina da corsa?
-Si e da giorni che cerco di capire cosa diamine abbia 
-hai provato a cambiare il motore 
-ho provato tutto 
-ok appena finisco le darò un occhiata 
-sei la mia salvezza ragazzo
Il ragazzo riprese il suo lavoro. 
-Cole c'è una chiamata per te
-possibile che oggi non posso lavorare?
Il ragazzo usci furioso da sotto la macchina e si alzò andando verso la cabina che si trovava poco distante da li. 
-E' la tua ragazza
-grazie 
Cole prese la cornetta 
-Ether non posso parlare mentre sto lavorando
-mi dispiace Cole...mi dispiace davvero tanto
La ragazza era in lacrime. 
-che succede...Ether...ETHER
-mi dispiace...tuu tuu 
Cole lanciò forte la cornetta nella cabina. 
-che succede?- chiese un ragazzo
-non ne ho idea, di a Jerry che mi prendo il giorno libero
Il ragazzo aveva assunto una faccia sorpresa, mentre Cole si mise la sua camicia a quadri, poggiata su una sedia, e se ne andò. 







Hanna era seduta in fondo, mentre tutti mangiavano e scherzavano, la sua amica Kaley le lanciava delle occhiate ogni tanto per incitarla ad avvicinarsi. Hanna sorrise e poi riprese a mangiare le sue patatine. 
-Perché se ne sta li in fondo da sola?- Domandò un ragazzo seduto accando a Kaley.
-È timida Leo
-sembra carina 
-non fa per te 
-questo lo dici tu 
-ne sono convinta 
Leo osservò meglio Hanna che se ne stava in fondo da sola. Le lanciò uno sguardo per rimorchiare. Hanna lo guardò stranita per poi tornare alle sue patatine. 
-te l'avevo detto io
Leo storse il naso e poi riprese a mangiare. 
Hanna del canto suo era arrivata al limite della sopportazione, era annoiata, odiava quando si creavano queste occasioni, non era in grado di essere socievole o divertente. Prese il suo telefono e incominciò a giocarci. 
-non è divertente starsene da soli vero?
Hanna si voltò di scatto, Leo era seduto accanto a lei. Lei lo guardò non sapendo come comèprtarsi. 
-a che giochi?
-Niente uno stupido gioco 
Leo la osservò meglio, portava i capelli sciolti, solo un ferretto che le teneva il ciuffo laterale. Aveva due profondi occhi scuri, un naso piccolo e delle labbra carnose. Le piaceva, ma non in quel senso, aveva qualcosa che la rendeva interessante. 
Leo rise guardandola. 
-ho detto qualcosa di sbagliato?
-No nulla 
Hanna notò che in quel gruppo mancava qualcuno, quel ragazzo di prima. 
-cerchi qualcuno?
-No non conosco nessuno in effetti
-nessun problema...RAGAZZII vi presento la mia nuova amica...
Si girò verso di lei.
-Hanna
-HANNA 
Hanna voleva sprofondare dalla vergogna, rideva imbarazzata.
Kaley la guardò immaginando già la scena in cui Hanna l'avrebbe ricoperta di insulti. 




Nel parco centrale della cittadina erano solito riunirsi i ragazzi per giocare con lo Skateboard. 
eccola è arrivata
Una ragazza bionda si fece largo tra i ragazzi, raggruppati a cerchio. 
credevo che non saresti venuta..
Un ragazzo la guardò con aria di sfida, la ragazza rise. 
prendi il tuo skateboard- disse lei incominciando a salire sulla rampa posta al lato destro del parco.
-Carrei fallo nero!- un ragazzo più piccolo le sorrideva, era poco più basso degli altri, aveva i capelli biondi come i suoi e due occhioni azzurri che sprizzavano felicità.
-Tranquillo fratellino. 
La ragazza si posizionò sullo skate e appena diedero il via incominciarono a gareggiare. 



Rose uscii velocemente da casa, scese le scale e si controllò le tasche, appena trovò le chiavi si diresse verso la macchina, aprii lo sportello e si mise al volante. Fece un lungo sospiro e porto la testa verso dietro appoggiandola al sedile. Guardava il tettuccio della macchina. Non sapeva cosa fare. Riportò la testa dritta e guardò davanti a se, mise le chiavi della fessura e mise in moto la macchina. 


Hanna era davvero stufa, per fortuna avevano finito tutti di mangiare, si era fatto quasi buio, guardava continuamente l'orologio, le sembrava una tortura. 
-mi dispiace per prima forse ti ho messo in imbarazzo- Leo le stava sorridendo, era tornato a sedersi accanto a lei. 
-Tranquilllo- lui continuava a sorridere, lo faceva sempre, Hanna lo trovò un po' bizzarro, ma poi penso che forse era fatto cosi. 
-Sono un po' invadente vero?
-Solo un po'- Hanna indicò scherzando con le mani. 
-Sei in classe con Kaley?
-Si 
-strano non ti ho mai notata 
-non mi faccio notare 
-questo è anche vero
Hanna rise, la prima risata dopo una lunga giornata. 
-cosa farete ora?- chiese speranzosa che tutto fosse finito. 
-Penso che ognuno si organizzerà per se 
-capisco 
-tu?
-io?
-si che farai?
-A casa 
-non esci? È sabato sera
-è un giorno come altri
Hanna prese la sua borsa e si alzò da tavolo. 



Cole scese velocemente dalla macchina, salì le scale e aprii frettolosamente la porta del suo appartamento. Appena la aprì per poco non gli venne un infarto, tutto era in disordine o addirittura rotto. 
dovevi fare più attenzione Cole
Il ragazzo si girò incazzato.
-Rick cosa ci fai qui?
-Ei calmati sono qui per aiutarti, la tua ragazza se le svignata 
-di cosa stai parlando?
-Oh non te la detto? Stava con te per estorcerti informazioni sulla tua famiglia 
-cosa? Che c'entra la mia famiglia?
-Non sai proprio niente... comunque dobbiamo trovarla, qualcun altro vuole quelle informazioni.
-Non le ho mai parlato della mia famiglia 
-il tuo computer parla per te 
Cole si voltò verso il tavolo, dove l'aveva lasciato, non lo vide, lo cercò con lo sguardo per tutta la stanza. 
-come fai a sapere tutto queste cose?
-Ero amico di tuo padre
L'uomo di fronte a lui aveva due occhi glaciali, lo scrutava. Cole non si fidava, ma era l'unico che poteva dargli delle risposte. 



Rose salii le scale di quell'appartamento, si trovava in periferia. L'uomo dell'agenzia l'aspettava alla porta. 
signorina Jonson
-salve 
-spero che l'appartamento sia di suo gradimento 
-lo spero anch'io 
L'uomo insieme a Cole guardò in direzione del corridoio. 
-c'è qualcuno
-cosa? 
- zitto
-Non mi era mai capitato che qualcuno volesse trasferirsi in giornata 
-c'è sempre una prima volta- Rosa salì quelle poche scale con disinvoltura, appena l'uomo si fermò notò subito che l'appartamento di fronte al suo aveva la porta aperta. 
-Rose Jonson! Il tuo cognome mi è familiare 
-probabilmente per via di mio padre 
-ah certo l'imprenditore ho saputo che le cose non vanno molto bene 
-mio padre non io 
-certo signorina 
Cole si avvicinò per vedere meglio, notò un uomo grassotello in compagnia di una ragazza giovane, troppo giovane, probabilmente più piccola di lui. Si sporse troppo e la ragazza lo notò, lui si tirò indietro e chiuse la porta. 
-che strana gente- puntualizzò l'uomo.
-Già- disse la ragazza. 
-Rose entrò seguita dall'uomo. 
-è bella- disse semplicemente – la prendo.



La gara su skate era appena finita, Carrie aveva vinto su tutti i fronti, scese dallo skate e si diresse dal ragazzo. 
adesso devi darmi quello che mi spetta
tieni- il ragazzo tirò fuori dalla tasca dei soldi e li lanciò rudemente alla ragazza. 
Bene- Carrie prese per una smalla il ragazzino che prima l'aveva incoraggiata.
Torniamo a casa- appena furono abbastanza lontani esclamò: con questi si cena decentemente sta sera. Il piccolo le fece un enorme sorriso. 



Leo era seduto sul lato sinistro della macchina, un suo amico alla guida. 
-carina quella nuova ci hai già provato?
-Senza successo 
-ahahahah ci provi praticamente con tutte 
-lo so- Leo rise di gusto
All'improvviso la macchina si ferma. 
-dannazione...sapevo che dovevo guardare il motore prima di partire
-sei il solito coglione- Leo rise aprendo lo sportello. 



Hanna e Kaley camminavano verso casa di quest'ultima. 
-Leo è davvero carino non trovi?
-Si non è male 
-andiamo 
-hai una cotta per lui da quanto? Tre anni? 
-Non prendermi in giro 
-Hanna rise di gusto superando l'amica. 



Rose scese le scale uscendo dall'edificio. 
-quindi queste sono le chiavi è tutta sua
-perfetto
Rose prese le chiavi tra le mani e sorrise felice. Un nuovo passo verso la sua vita da indipendente. Non avrebbe più sentito di doveri o cose del genere verso la sua famiglia. 



La sera era calata, tutta la cittadina era illuminata, tranne per alcune stradine. 
-come cavolo facciamo qui non c'è manco campo?- disse Leo poggiandosi alla macchina
-possiamo provare ad andare a piedi
-sei pazzo ci vogliono chilometri
-vuoi passare la notte qui?- Leo guardò male l'amico – -questa me la paghi Jason
-daii muovi quel culo
Leo e Jason si incamminarono, la strada principale era pericolosa, l'autostrada di quella piccola cittadina aveva avuto molti incidenti, Leo sperava con tutto se stesso che non passasse nessun camion. 


Cole e l'uomo erano orma usciti di casa, erano diretti alla centrale di polizia. Cole era bloccato dal semaforo, l'uomo seduto accanto se la rideva nel vederlo impacciato. 
-perché mi stai aiutando?
-Devo un favore a tuo padre 
-mio padre...ancora con questa storia Rick 
L'uomo fece un sorriso tirato e tornò a guardare avanti.
è verde.



Hanna e Kaley erano nella stanza di quest'ultima, erano sedute sul letto a guardare la TV.
-dici che Emma avrà mai un ragazzo? Voglio dire ogni volta che ne incontra uno glielo fanno fuori- Kaley rise come una matta alla battuta dell'amica. 
-Dico di no 
Hanna si alzò dal letto. 
-dove vai?
-Ho detto a mia madre che l'avrei chiamata ma me lo sono dimenticata 
dove hai la testa?
Once upon a time!! 
Hanna prese il suo telefono e digitò il numero di sua madre. 
-pronto? Mamma
-oh tesoro perchè non mi hai chiamata?
-Lo dimenticato comunque tutto a posto sono da Kaley 
-ok quindi noi ci vediamo domani....
-si hai portato il pigiama con te?
-si..- Hanna notò che si era messo a piovere, si avvicinò alla finestra e guardò il cielo, osservò attentamente, qualcosa di strano era nell'aria, guardò più da vicino, sembrava una stella cadente, ma era lenta e si faceva sempre più grande –...ci sentiamo dopo. 
Kaley si avvicinò ad Hanna.
-cosa diamine è quell'affare?
-Non ne ho idea...Hanna era sempre più curiosa di sapere cosa fosse, come se fosse una calamita gigante che l'attraeva a se. Prese il suo cappotto e se lo infilò. 
-Dove stai andando?
-A vedere di che si tratta...non hai notato è vicino la fattoria 
-è pericoloso lo sento 
-sta tranquilla non mi succederà niente 
-HANNA
Per quanto la ragazza urlasse non riuscii a distogliere Hanna dalla sua corsa. 


Cole scese dalla macchina diretto alla centrale, ma la pioggia improvvisa lo distrasse e si voltò dietro di lui. 
-cos'è quell'affare?
-Un meteorite? Sa molto di Smallville 
-non è il momento delle battute vado a dare un occhiata
Cole rientrò in macchina diretto nella direzione della cometa. Rick guardava la scena soddisfatto. 


Leo e Jason camminava da molti minuti ormai. 
-ci mancava solo la pioggia 
-non ti lamentare tu hai voluto andare a piedi 
-che altro potevamo fare?
-Aspettare
-EY guarda là- disse Jason alzando lo sguardo 
-siamo in un film di fantascienza 
-zitto e cammina 
-no seriamente guarda 
Leo alzò lo sguardo al cielo e quel poco che riusci a vedere lo fece rimanere senza fiato. 
-andiamo a vedere...- gli propose Jason
-ma sei matto oggi vuoi proprio farmi morire 
-non fare il fifone Leo o dovrei chiamarti Leone cane fifone 
Leo gli diede una spinta e per poco Jason non cadeva a terra. 
-muoviti vediamo di che si tratta.


Carrie era seduta sul divano di casa sua, suo fratello dormiva appoggiato a lei, un forte rumore la fece trasalire. Si alzò per guardare fuori. 
-cose quella roba?
-Carrie?
-Jerry aspettami qua ok? 
-Dove vai?
-Vengo subito. 


Rose guidava la sua macchina tranquillamente, era sola, solo la musica della radio a tenerle compagnia. 
http://www.youtube.com/
watch?v=2yavZgUdyEk&list=LLaWWn6HQbtiD3IX-WzkBUmg

Rose canticchiava, felice per la sua piccola conquista. Si sentiva come più leggera, nulla l'avrebbe fermata, i suoi progetti, la sua vita adesso era sua. 
Un botto la fece frenare di colpo, per poco non veniva trascinata via da un masso enorme. Scese dalla macchina per vedere cosa fosse successo. I capelli le si bagnarono tutti, aveva gli occhi sgranati e spaventati. Il freddo le fece portare istintivamente le mani alle braccia. Si sporse per vedere, un'enorme buca, un masso incandescente all'interno di essa. 
-ma cosa...



Hanna corse vicino la sua casa, aprii quello che sembrava un recinto e corse vicino al luogo dove cadde quell'enorme masso. 
Cole parcheggiò di fretta, vide la macchina ma non ci fece caso si avvicinò alla buca, solo allora si accorse della presenza di un'altra persona. Rose si girò verso di lui, aveva lo sguardo perso, preoccupato. 
Carrie corse verso quella direzione, guidata dal fascio di luce che la cometa aveva lasciato, arrivata sul posto notò sia Rose che Cole. Li guardò per avere qualche spiegazione, ma avevano il viso troppo shoccato per poter dare qualche spiegazione. 
Jason camminava dietro di Leo, che aveva aumentato il passo, per raggiungerlo camminava più veloce che poteva, ma un dolore allucinante gli blocco la caviglia destra. 
-Haii maledizione
-tutto ok?
-Per niete mi sa che mi sono slogato una caviglia 
-ok siamo quasi arrivati 
-non ce la facci 
-ok vado avanti io tu aspetta qua 
-ok 
Leo si mise a correre, era dall'altra parte della strada, corse più veloce che poteva, arrivo vicino di qualche metro, notò che c'era già qualcuno.
Hanna era quasi arrivata, notò la figura di Leo e cercò di arrivare il più presto possibile. Sentii un rumore strano, come se qualcosa si avvicinasse, non ebbe il tempo di girarsi che si ritrovò per terra, sopra si lei c'era qualcuno, Hanna riconobbe i lineamenti del ragazzo che aveva visto la stessa mattinata. 
-stai più attenta
Il ragazzo si alzò lasciando spazio a Hanna per rialzarsi, appena lo fece si accorse che un'altro meteorite era caduto quasi sulla sua testa, questo era piccolo, anche l'altro non era enorme, ma in testa a qualcuno avrebbe sicuramente fatto danni. Si avvicinarono all'altro masso, a cerchio, quasi fosse un rito. Si guardarono tutti in faccia, straniti e confusi.

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Capitolo 2
*** Il pericolo è vicino ***


IL PERICOLO E' VICINO.

ll camino riscaldava l'enorme stanza. Tutto era in stile rustico, adatto ad una casa in campagna. Al centro del salotto si trovava un tavolino, di fronte al camino e dietro il tavolino si trovava un divano abbastanza grande. Cole, Rose e Hanna erano seduti li, mentre Leo era seduto sulla poltrona destra e Carrie su quella sinistra. Qual ragazzo cupo, dall'espressione sempre seccata se ne stava invece vicino al camino a riscaldarsi le mani gelate. Una donna, sulla quarantina entrò nel soggiorno e portava con se delle tazze fumanti. Indossava una vestaglia pesante, probabilmente in pile. Aveva dei lunghi capelli neri, mossi. Sorrise porgendo le tazze ad ognuno dei ragazzi. 
<< quindi secondo voi era solo una cometa? >> disse Leo per spezzare quel silenzio che si era venuto a creare.
<< cos'altro vuoi che sia?>> disse il ragazzo appoggiato al muro vicino al camino. 
<< Cris cosa ci facevi li? >> domandò Leo 
<< stavo andando a casa>> 
Hanna si alzò dal divano. 
<< mamma com'è il tempo la fuori?>>
<< credo che stia peggiorando sempre di più...potete restare qui, non credo che sia il caso di muoversi>> 
<< io ho chiamato Jason dice che passando di li la polizia la visto la riportato a casa>> 
<< dovrei avvertire la mia famiglia>> disse Carrie. 
<< vi preparo delle stanze>>
La donna si allontanò dalla stanza, salendo le scale. 
<< hai davvero una bella casa>> notò Rose 
<< già>> disse Hanna andando verso la porta, dal vetro guardo quel fascio di luce che la cometa aveva lasciato.

Due ore dopo tutte le ragazze già dormivano, Rose e Carrie furono sistemate nella stanza di Hanna. Cris, Leo e Cole erano stati sistemati nella camera degli ospiti, erano ancora svegli. 
<< voi due vi conoscete?>> chiese Cole 
<< siamo compagni di classe>> spiegò Leo.
<< Aveva qualcosa di strano quell'affare>> ipotizzò Cris.
<< già >> confermò Cole.
Cris si alzò dal letto e osservò meglio la stanza, era simile al soggiorno solo che al posto del letto c'era il divano, aveva un mensola in alto con tanti oggetti. Poi c'era una vetrina e nella parte destra della stanza un quadro, o meglio un ritratto. Dall'altro lato erano poste alcune foto, c'era Hanna da piccola, con i suoi occhi neri e grandi, o sua madre o loro due insieme, Cris notò che il padre non ci fosse in nessuna. 


Hanna si rigirava nel letto, sudava freddo...
Immagini frammentate, una figura nera, completamente nera, sangue, sangue ovunque, due occhi la fissavano, Hanna corse nella direzione opposta, ma qualcosa le strinse la caviglia. Si abbassò per guardare, un mano insanguinata la teneva. 
<< sto arrivando >> una voce cupa le risuonava nelle orecchie della ragazza. 
<< AAAAAAAAA>> Hanna si alzò di botto dal letto. 
Rose si alzò spaventata, mentre Carrie si stropicciava gli occhi. 
<< che succede >> I ragazzi erano entrati di botto nella stanza. 
<< un incubo...era era cosi reale...>> Hanna tremava ancora, si alzò dal letto. 
<< che hai nel piede?>> gli chiese Carrie ingenuamente. Hanna aveva i segni di una mano, come se qualcuno l'avesse stretta forte. Hanna si lasciò cadere nel letto, seduta. 
<< Oh mio Dio, nel sogno una mano mi ha stretto per non farmi scappare>> 
<< Hanna tutto bene?>> sua madre stava arrivando, Hanna si corpì velocemente il piede con la coperta. 
<< si solo un incubo tutto a posto>> 
La donne le sorrise.
<< visto che siete tutti qui io torno a dormire>> 
Hanna si riscoprii appena la madre se ne andò. 
<< tutto questo non ha senso>> disse Cole osservando la caviglia. 
<< fa vedere può essere grave>> disse Rose 
<< sei un dottore?>> domandò Leo 
<< aspirante direi>> 
Carrie si guardò attorno, qualcosa la turbava. 
Rose prese il piede di Hanna, in quell'istante ebbe come un flash. 
Una bambina piccola correva in mezzo al prato, da lontano vide una figura, qualcuno che non conosceva, parlava con una donna, la madre di Hanna, litigavano quasi ferocemente. La bambina corse verso di loro, ma qualcuno si intromise prendendola in braccio. 
“ ehy piccola vieni con me lasciamoli parlare”” 
Rosa lasciò immediatamente il piede. 
<< Hanna da piccola ti piaceva giocare tra i prati vero?>> 
Hanna la guardò stranita, come gli altri. 
<< quella cosa ci ha fatto qualcosa>> disse Rose alzandosi e rivolgendosi a tutti. 
<< impossibile >> disse Cole 
<< li hai visti quei segni prima non li aveva e come cavolo faccio a sapere di cosa le piaceva lo vista da bambina correre sui prati poi ho visto sua madre litigare con un uomo e qualcuno che la prendeva in braccio per non farla avvicinare>> 
Hanna si alzò di colpo, ricordando l'accaduto. 
<< era mio padre >> 
Tutti si voltarono verso di lei, compreso Cris. 
<< hai visto il suo volto? >> chiese speranzosa la ragazza. 
<< si perché >> 
<< perhcè io non me lo ricordo >> 
Hanna fece un sorriso che non riuscii a trattenere, era felice che qualcuno sapesse com'era fatto suo padre, la madre non gliene parlava mai e in casa non avevano nemmeno una fotografia. 
<< quindi mi state dicendo che quella cosa ci ha dato dei specie di poteri??>> disse Leo un po' terrorizzato.
Carrie si avvicinò alla finestra. 
<< c'è qualcuno >> << un'ombra nera >> 
Hanna sobbalzò. 
<< è arrivato >>
<< chi? >> 
<< l'uomo del mio sogno >> 
Carrie si allontanò dalla finestra. 
<< ok questo è inquietante>> disse la bionda 
<< decisamente >> confermò Hanna. 
Da sotto si sente suonare la porta. 
<< vado io >> disse Cris che non ne poteva più di quella situazione assurda. 
Scese le scale seguito da Cole, Cris aprii la porta e un uomo sulla quarantina apparve, aveva due occhi glaciali, li stessi che Hanna aveva visto. 
<< Rick? >> Cole fece una faccia tra il sorpreso e l'esasperato. 
Rick si fece spazio per entrare in casa, guardò tutti i ragazzi. 
- Bene ci siete tutti 
- Si può sapere che ci fai qui?- chiese Cole innervosito. 
- Voi state cercando delle risposte e io posso darvele
Rick si sedette sul divano, passò la mano destra tra i capelli bagna. 
- Ti ricordi Cole com’è fatto tuo padre? Io non credo, ognuno di voi non sa chi sia uno dei vostri genitori, compresa tu Carrie non hai idea di chi sia tua madre come Leo
- Come conosci i nostri nomi le nostre storie?- chiese Leo 
- Perché ero come voi, solo che io non ho avuto una famiglia al contrari dei vostri genitori
- Cosa intendi?- disse Rose 
- Voi siete Guardiani ragazzi ognuno di voi ha un potere che lo caratterizza, la dolce Hanna è in grado di prevedere il futuro, scusa se sono stato un pò brusco nel sogno, le prime volte sono confusi e appaiono sotto forma di incubi
- Ma perchè noi?- chiese allora Hanna prendendo la parola.
- Perchè si tramanda da padre in figlio o madre a volte. Hanna devi stare attenta il tuo è un potere delicato con cui non puoi giocarci, tuo padre la fatto e non è stato un bene 
- Conoscevi mio padre?
- Conoscevo tutti i vostri genitori TUTTI 
- Non resterò ad ascoltare altre idiozie- Cris aveva preso il suo cappotto. Rick prese una tazza appoggiata sul tavolino e glielo lanciò, Cris fu talmente rapido che lo prese tra le mani senza che si rompesse o gli arrivasse di sopra.
- Hai i riflessi pronti senza ombra di dubbio tu sei il figlio di Micheal un uomo molto autoritario devo dire. 
Cris esasperato si avvicinò alla porta per andarsene.
- Non vuoi rivederlo?
- Se dovessi farlo il massimo gli sputerei in un occhio 
- Fallo se ne hai il coraggio tu non hai idea di chi sia 
- Chi può mai essere un dominatore di mondi- disse ridendo il ragazzo. Il volto di Rick si fece serio. 
- Stiamo scherzando vero? Questo è solo un sogno assurdo domani mi sveglierò e non sarà cambiato nulla. 
- Domani è troppo tardi figliolo dovete proteggere il presente- Rick aveva assunto un espressione seria. 
- I vostri genitori avevano dato la vita per voi 
- Che intendi? E poi aspetta Rose tu li hai entrambi??- aveva esclamato Carrie, sul volto di Rose scomparse ogni emozione se non quella di una nuova consapevolezza. 
- Non se sei stata adottata- concluse Rick - giusto Rose? Lo avevi capito pure tu! 
Rose guardava quell’uomo con una strana espressione. Non disse una parola, si voltò dall’altro lato, tutto questo le sembrava assurdo. 
- Parlando di cose serie adesso tutte le vostre famiglie sono in pericolo, voi siete in pericolo. 
- Da chi?- chiese Leo 
- Alcuni uomini hanno saputo di voi tempo fa, qualcuno non è stato in grado di mantenere il segreto
- Tutto questo non ha senso- disse Cris sedendosi sulla poltrona. 
- Hanna…- la richiamò l’uomo - devi imparare a gestire il tuo potere al più presto se non lo controlli rischieresti di farti male, non molti sopravvivono quando ricevono questo potere, i sopravvissuti fin ora sono stati due
Tutti lo guardavano shoccati, Hanna si sedette sull’altra poltrona, non ci capiva più, il giorno prima era un essere invisibile e il giorno dopo una chiaroveggente in pericolo. 
- Quindi noi siamo i sei guardiani!- Carrie lo disse per convincersi.
- Sette per la precisione, ne manca uno. 
- Cosa??- dissero in coro. 
- Per questo Cole volevo aiutarti a trovare la tua ragazza, era lei.
-Che intendi con era?- Cole era agitato. Sudava freddo, temeva il peggio. 
- Tempo fa era caduta in Minessota, da dove viene la tua ragazza, lei è stata riattivata prima di voi, ma un’agenzia che seleziona questi ragazzi la presa trasformandola in un agente.
- Dio mio- Cole sbatté i pugni contro la porta. Hanna non gli disse niente come poteva biasimarlo. 
- Quindi ora che facciamo?- chiese Carrie
- Dovete imparare a difendervi e dovete essere pronti a rischiare tutto, anche a partire da un momento all’altro…loro vi daranno la caccia, una caccia spietata. Per trovare tuo padre Rose hanno ucciso tua madre. 
La ragazza che fin ora era stata in silenzio, trasalii, sentendosi presa in causa. 
Il giorno dopo. 

Hanna era appena entrata a scuola, non aveva dormito tutta la notte, aveva avuto troppa paura, camminava piano, diversamente dal solito, non si era preoccupata ne di truccarsi ne di sistemarsi i capelli, li aveva lasciati ribelli, che gli scivolavano lungo la schiena. Appena arrivò vicino al suo armadietto gli trovò appeso un bigliettino. 
- Sono Kaley, domani festa a casa mia!
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Hanna si guardò in torno, era tutto normale, tutti erano normali, quindi perchè a lei qualcosa di così pericoloso?
Tra i vari volti , notò Cris appoggiato al suo armadietto che posava i suoi libri, Hanna socchiuse gli occhi appoggiandosi all’armadietto. Leo passò di li, osservò entrambi i ragazzi, tutti e tre si lanciarono uno sguardo complice, tutti e tre erano spaventati, non potevano negarlo, anzi non volevano farlo. 
Carrie era passata a casa per farsi una doccia, salii le scale, non c’era nessuno, si preparò i vestiti e entrò dentro la doccia. Il rumore dell’acqua la rilassava, sentiva come se si stesse lavando via la sera precedente. 
Uscii lentamente dalla doccia, si avvolse una tovaglia attorno al corpo. I piedi bagnati faticavano a camminare. Carrie era sconvolta, si sentiva inquieta. Sul suo letto aveva posto i vestiti che avrebbe messo. Prima di dirigersi verso essi si diresse verso la porta della sua stanzetta, appesa c’era una fotografia di tutta la sua famiglia, compresa sua madre, sua sorella era ancora piccola. Carrie la guardava come se nello sguardo di sua madre potesse trovarci conforto. 
La scuola è sempre pesante, ma dover portare con se questo macigno stava divorando Hanna dalla mattina. Era seduta alla mensa, Kaley era ancora a lezione, era sola, sola con i suoi pensieri. Stentava persino a prendere la forchetta per mangiare. In lontananza Leo la notò e si avvicinò.
- Tutto ok?
- Si certo alla grande- rispose ironica lei. 
- Guarda il lato positivo 
- Non c’è un lato positivo, quella cosa mi ha aggredito nel sogno e porto ancora i segni
- Sei unica, siamo unici. 
Hanna lo guardò, come si guarda un bambino ingenuo, ma buono. Leo non seppe cogliere quello sguardo altrimenti non avrebbe continuato a parlare. 
- Dico sul serio, per tutta la vita ho sempre pensato di essere il tipoco ragazzetto carino a cui tutte fanno il filo, questa vita non mi piace Hanna, tu sei la prima a cui lo dico, ma come ti sentiresti se non sapessi a chi fidarti? Se un amico sincero si rivela il solito idiota che vuole conquistare popolarità, o sentirsi sempre come uno stupido a scuola perchè non ci arrivo a capire le cose. Per una volta mi sento speciale. 
Hanna lo guardò con una luce diversa negli occhi, come se avesse avuto una rivelazione, le parole di Leo erano profonde. Gli sorrise. 
- Forse tu non capisci, è qualcosa che va oltre noi.
Leo si guardò intorno. 
- Dovremmo parlare di nuovo con quell’uomo ne sa molto più di noi e forse può darci una mano. 
- Ecco dov’eravate?- Kaley spuntò da dietro da Leo, aveva l’aria un pò seccata. Leo era in imbarazzo, temeva che la ragazza avesse sentito qualcosa. 
- Io vado ci si vede, ah Hanna pensa a quello che ti ho detto.
Leo si allontanò e Kaley si sedette al suo posto.
- Credevo non ti piacesse- disse acida. 
- È un amico
- Dicono sempre così
- Io non sono come gli altri- quella frase le sembrava strana, quasi non rise nel pronunciarla. 
Kaley la guardò negli occhi, come era solita fare da piccola, guardava nei suoi occhioni scuri e ci vedeva tutto, Hanna era sempre stata un libro aperto per lei, era sincera, lo vedeva, ma qualcosa non le quadrava, aveva le occhiaia abbastanza evidenti e gli occhi lucidi. 
- Hai dormito sta notte?- disse continuando a fissarla. 
- Certo 
- Non mentire 
- Diciamo che è stata una lunga nottata- Hanna sorrise, era vero, non stava mentendo. 


Cris era in classe, doveva andare all’allentamento di hockey, il prof lo aveva trattenuto. 
- Se i tuoi voti non migliorano dobbiamo prendere provvedimenti Cristofer so che sei intelligente, ma per qualche strano motivo sembra che tu c’è l’abbia con l’intera umanità. 
Il prof lo lasciò solo, Cris si mise lo zaino sulle spalle, da dietro la porta Leo aveva sentito tutto. 
- L’allenatore ti cerca- gli disse, non gli chiese niente, sapeva quanto irrequieto fosse Cris. 

Rose stava sistemando gli ultimi scatoloni, aveva passato l’intera mattinata a sistemare la sua nuova casa. Era un piccolo appartamento per una sola persona, ma per lei era bellissimo, o meglio ciò che rappresentava: indipendenza. Si guardava intorno, amava già tutto quello che c’era li, la piccola finestra che si affacciava al quartiere, dove si vedevano i bambini giocare, dove la notte si poteva osservare la luna in silenzio, dove avrebbe preso le sue decisioni. 
Dall’altro lato dell’edificio Cole stava cercando ogni possibile spiegazione per la fine della sua ragazza, non sapeva dove fosse andata, ne perchè, aveva cercato ovunque in casa. Se ne stava seduto sul letto a guardare i vestiti di lei sparsi per la camera da letto. 
Flashback
- Devi andare per forza a lavoro oggi?- Lei si buttò sul letto facendo i soliti capricci da ragazza, Cole sorrise avvicinandosi e dandole un bacio a stampo.
- Perchè non andiamo via, io e tu!- la ragazza si era alzata, aveva circondato il suo collo con le sue braccia. 
Fine flashback
Cole guardò la foto di loro due insieme sul comodino, un momento di rabbia, la lanciò contro il muro. 
Rose sentii il botto, non erano distanti anzi erano una di fronte all’altro. Si avvicinò alla porta di casa sua, ma non bussò, aveva paura di essere invadente, tornò verso la sua stanza, sentii il rumore di porta aprirsi, si voltò e vide Cole pronto per uscire. Lui la notò subito, cambiò espressione, era più rilassato. 
- Stai bene?- chiese lei. 
- Certo quindi sei la mia nuova vicina 
- A quanto pare 
- Mi dispiace di esserti sembrato strano ieri 
- Tranquillo sapendo quella che ti è successo 
- Beh non che sia qualcosa che possiamo digerire dall’oggi al domani 
- Cerco di non pensarci 
- Beh allora io vado 
- Giusto…- Rose era imbarazzata, lui aveva il suo fascino, non poteva negarlo - io torno dentro- rise imbarazzata, lui se ne accorse, ma fece finta di niente. 
Rose tornò nel suo appartamento, anche lei aveva delle questioni in sospeso. Prese il telefono e digitò un numero. 
- Papà? Sei a casa? Si devo prendere alcune cose! 
Rose riattaccò il telefono e fece un lungo sospiro, era pronta a conoscere la verità. Che ci poteva essere più sconvolgente della sera precedente. 


Carrie andava alla scuola superiore in periferia, non era una scuola grande come quella degli altri, ma la sua famiglia non se la poteva permettere, ma Carrie non diede mai importanza o peso. Entrò correndo verso l’aula di scienze. 
- Carrie, ma che fine avevi fatto??- un ragazzo si avvicinò a lei.
- Ben non ho tempo 
- Il prof manca, altrimenti perchè sarei in giro 
- Seriamente? Almeno una buona notizia c’è 
- Tutto ok?
- Certo hai visto qualcuno di loro 
- Vuoi fare un’altra gara?
- Mi servono più soldi
Il ragazzo fece una smorfia, odiava vedere la sua amica vendere il suo talento. 

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Carrie e il suo amico entrarono in palestra, era tutto buio, in fondo una luce illuminava tre persone appoggiate alla porta degli attrezzi. Carrie non si fece intimorire e si diresse verso loro con passo svelto. 
- E tu saresti? 
- Carrie, Carrie Diggles 
Uno di loro era biondo, si fece avanti sorridendo beffardo. 
- Eh che vuoi Carrie?- disse come se stesse parlando ad un idiota. 
- Gareggiare per voi! 

Hanna e Kaley stanno guardando la partita dei ragazzi, non sono pochi che la guardano, giusto una trentina di persone sparsi qua e là. Hanna e la sua amica sono sedute un pò distanti dal campo, ma non troppo lontane, giusto il modo per vedere. Kaley aveva insistito molto, amava guardare Leo, anche se Hanna non ne aveva nessuna voglia, ma dopo il malinteso di oggi non voleva deludere l’amica. Hanna guardava davanti a se, era stanca troppo stanca. I suoi occhi non riuscivano a seguire i movimenti dei giocatori. 
Hanna sentii la testa girare, le palpebre le si chiudevano sole, tutto era offuscato. Qualcosa la spingeva a crollare, a cedere. I suoi occhi si chiusero, cadde con il busto sulla panchina. 
-HANNA 
Le urla di Kaley fecero girare tutti nel campo. Un giocatore si tolse il casco, è Cris, corre verso le ragazze. 
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Hanna era in piedi, era buio, poteva muoversi, ma si sentiva pesante, quasi a fatica riusciva a respirare, un odore forte, un odore di morte, cadaveri, tutto era cosi reale, Hanna si girava in continuazione, aveva paura, tremava al solo pensiero che qualcosa le apparisse. E faceva bene, dietro di lei un ombra rossa si avvicinava, lei si girò di scattò, urlo forte, talmente forte che non le sembrava vero. Poi quell’essere spari, lasciando davanti ai suoi occhi un immagine offuscata, era Cole, stava sanguinando, sporgeva le mani verso di lei. 
- Aiutami Hanna, aiutami. 
Hanna scattò in piedi, sudava spaventata, tremava talmente tanto che non riusciva a muoversi. Si guardò intorno, era in infermeria. 
- Di nuovo quei sogni? 
Hanna si voltò verso la sua sinistra, da dove proveniva la voce. Cris era seduto su una di quelle sedie verdi. 
- Cole…- riuscii solo a dire. Cris la guardò un pò spaventato, nemmeno lui era abituato a tutto questo, abbassò gli occhi sulla maglia della ragazza, Hanna fece lo stesso, seguii il suo sguardo. La maglietta era fatta di sangue. 
- Devi buttarla via
- Cosa?
- Vuoi che la gente di veda ricoperta di sangue?
- Dovrei uscire in reggiseno secondo te 
Cris si guardò intorno, sbuffò togliendosi la sua maglietta o meglio la divisa. 
Hanna lo guardò non capendo. 
- Metti questa…- Cris la guardò capendo cosa stesse pensando - mi girò ma fai in fretta
Hanna la prese tra le mani, esitò un attimo, ma poi si sfilò velocemente la maglietta e si mise quella del ragazzo. 

Hanna e Cris passarono dal corridoio, a quell’ora era vuoto, ma Cris doveva stare cauto, se li avessero visti in quello stato sgattaiolare fuori dalla scuola avrebbero passato dei guai. 
- Hey ma cos…- Cris e Hanna si girarono e un Leo dallo sguardo scettico li stava fissando. 
- Mi hai spaventata- disse Hanna, la ragazza si accorse di come Leo li stava guardando. -Aspetta non è come pensi 
Leo rise - che altro? 
Cris lo guardò serio, Leo mutò la sua espressione da sbruffone a ragazzo serio. 
- Allora dove si va!- disse entusiasta
Hanna e Cris si guardarono in faccia. 



Carrie era fuori con un gruppo di ragazzi, c’era pure il suo amico. 
- Quindi siete pronti?
Carrie si mise il suo casco e si sistemò sullo skate.
- Ovviamente- disse con un sorrisino divertito. 
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-VIAAAAA 
Carrie partii piano per poi guadagnare velocità nelle curve, il percorso era difficile, la seconda strada fino alla metropolitana. Tutti correvano dietro loro incitandoli a fare di meglio. L’avversario di Carrie salii su una panchina, sorprendendo tutti, Carrie rise e poi fece un salto fenomenale, tutti rimasero zitti a fissarla, sembrava volare, quando scese proseguii il suo cammino o meglio la sua corsa. Salii su una statua a forma di cubo, mentre il suo avversario provava a raggiungerla, senza riuscirci, appena arrivata alla metro si fermo dove un ragazzo era seduto, era la giuria. Si alzò battendo le mani, cosi come tutti i ragazzi presenti. 
Carrie rideva felice. Il suo avversario lanciò il casco a terra e stava per andarsene, ma Carrie lo fermò in tempo. 
- Devi darmi quello che mi spetta 
- Io non ti do niente biondina 
Carrie si avvicinò pericolosamente a lui, lo prese per un braccio. 
- Tu ora mi dai quello che mi spetta altrimenti io…- non finì nemmeno la frase che il ragazzo prese qualcosa dalla tasca, estrasse il portafoglio e glielo porse nelle mani, i suoi occhi erano incatenati a quelli increduli di Carrie. Sembrava come in trans, poi si allontanò lasciando una Carrie alquanto basita. 



Cole parcheggiò la macchina, era una casetta piccola, ma carina, quella della famiglia della sua ragazza. Cole era inquieto, sembrava il tipico tranello, ma non voleva perdere le speranze, si avvicinò alla porta e suonò, suonò ripetutamente, ma nessuno rispose. 



Un uomo andò ad aprire la porta. Rose era fuori di essa con un espressione seria.
- Sei arrivata
- Dovevo prendere delle cose 
- Cosa tesoro?
- La mia storia
Suo padre la guardò stranito. 
- Dimmi la verità papà tutta. 



Cole diede una spinta alla porta che si aprii senza troppi problemi. Entrò, tutto sembrava tranquillo, fin troppo, qualcosa lo colpii alle spalle, facendolo svenire. Era Ether. 



L’uomo porse una tazza di cioccolata calda a Rose. 
- Sapevo che prima o poi questo giorno sarebbe arrivato. Io e tua madre non riuscivamo ad avere figli, poi un giorno ci siamo arresi all’evidenza e abbiamo pensato all’adozione quando siamo andati abbiamo trovato una donna, era disperata con se aveva una piccola creatura, la donna si accorse di noi, aveva visto che stavamo andando verso l’edificio che si occupava di adozioni, si avvicinò a me con uno sguardo tremendamente addolorato e mi mise te tra le mie braccia. Era ricoperta di graffi e ferite piuttosto gravi. Abbiamo cercato per mesi di cercarla, ma alcuni mesi dopo abbiamo scoperto che era morta per circostanze misteriose, io e tua madre pensammo di adottarti. 
- È Kate invece?
- Lei è nostra figlia, tua sorella è questo che conta, anche se lei è sangue del mio sangue non cambia quello che provavo per entrambe.
Rose sorrise al padre abbracciandolo. 
- Sarà maglio che vada


Cole si sentii il collo indolenzito, alzò lo sguardo, si trovava nel suo appartamento. 
Si alzò un pò irrigidito. Noto una figura bionda. 
- Ether 
La ragazza si avvicinò a lui e lo abbraccio forte. 
-Cole mi dispiace cosi tanto, ma dobbiamo muoverci loro stanno arrivando
- Loro chi?
- Ti spiegherò tutto dopo.
Ether aprii la porta, ma una figura impotente copri la sua visuale.
- Dove credevi di andare? 
Ether si girò verso Cole, il volto paralizzato dalla paura. 
- Chi diamine sei tu? Disse Cole mettendo dietro di se la sua ragazza. 
- Non intrometterti ragazzo
- Lasci in pace la mia ragazza o giuro che chiamo la polizia 
L’uomo scoppio in una fragorosa risata. 
- Mi fai ridere ragazzo- L’uomo gli tirò un pugno. Cole non se ne stese con le mani in mano, gli tirò un pugno a sua volta. Una lotta dura, Cole gli lanciò una lampada in testa, ma l’uomo non si fece nulla, quest’ultimo prese il braccio del ragazzo e per poco non glielo spezzo. Ether cerco di aiutare il suo ragazzo, ma l’uomo la spinse e tirò dalla tasca una pistola. 


Rose parcheggio la macchina, appena scese noto tre figure familiari, Cris, Hanna e Leo correvano verso di lei. 
- Voi?
- Si per fortuna mi hai detto dove stavi- disse Hanna con il fiatone 
- Cole sta di fronte a te giusto?- intervenne Leo 
- Si perchè?
Un colpo di pistola fece girare e trasalire tutti i ragazzi. Corsero verso la stanza di Cole, la porta era aperta. Una donna a terra e Cole che le teneva la testa, la donna stringeva forte a se il ventre. 
- Cole- Rose lo richiamò, ma il ragazzo aveva lo sguardo fisso su di lei. 
- Chiamo un’ambulanza- disse Leo andando verso il telefono. 
Cole guardava lo il viso ricoperto di sangue della sua ragazza, Ether gli sorrise, aveva accettato il caso per lavoro, ma si era innamorata veramente di lui. 
Ether gli fece un sorriso dolce, sapeva che stava per finire. 
- Saremmo stati una balla famiglia
Cola la guardò stupido, spostò lo sguardo verso il ventre della ragazza, il colpo di pistola era li fresco, il sangue non cessava di fuoriuscire. 
- Ce la farai- disse Cole avvicinando il suo volto ad Ether 
- Ti amavo veramente 
Ether chiuse gli occhi. Era morta. 
Cole la strinse forte a se, pianse, pianse fino a non avere fiato. 
Leo stacco il telefono, come gli altri provava una forte empatia per Cole. Hanna si avvicinò a Cris come lei era sconvolto. Cris la guardò negli occhi, adesso era sempre più convinto che fosse tutto vero.







Angolo autrice: Salve a tutti :D se state leggendo vuol dire che la storia vi ha incuriositò e questo mi fa molto piacere, vorrei sapere cose ne pensate, non sono mai convinta di quello che scrivo e aq volte, anzi molto spesso troverete errorri di battitura, ma aimè la mia tastiera fa i capricci xD detto questo vi lascio e buona lettura. 
P.S. qui troverete le immagini dei capitoli 


https://www.facebook.com/media/set/?set=a.389883917795583.1073741841.203699906413986&type=3

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Capitolo 3
*** Segreti ***


Segreti 





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Cole Dexer aveva abbandonato gli studi per lavorare, aveva passato la sua intera esistenza a cercare di andare avanti, mettere il passato da parte. Il lavoro all’officina era perfetto per lui, adorava le macchina, e ancora più perfetto era il rapporto con Ether, ma adesso si sentiva inutile, come se tutto quello che avesse fatto fin ora non lo avesse portato da nessuna parte. 
Cole si alzò dal pavimento, aveva ancora lo straccio sporco di sangue. Cole gettò la pezza lontano, si sedette sul divano con le mani a reggergli la testa. Non credeva che tutto quello fosse reale. 
Il ragazzo improvvisamente sentii un forte rumore, proveniva dall’altra parte della stanza, probabilmente di Rose. Si avvicinò alla porta, la aprii velocemente, aprii la porta dell’appartamento di Rose. 
- Tutto bene?
Rose si era tagliata la mano, il sangue era fermato da un panno. 
- Che è successo? 
- Ho solo tentato di mettere quel dannato tostapane in alto 
- Come fai a tagliarti con un tostapane 
- Ah non lo so nemmeno io 
Rose era agitata, Cole sembrava tranquillo, fin troppo pensò.
Rose si sedette sulla sedia, quella più vicina. Azzardò a parlare. 
- Tu come stai?
Cole non le rispose, anzi cercò di cambiare discorso. 
- Credo che devi fare aggiustare la serratura
- Certo
Rose si accorse subito che Cole voleva evitare il discorso. 
- Beh torno al college 
- Certo sarà impegnativo 
- Si 
- Aspetta e la mano?
- Solo un graffio 
Cole guardò la mano di Rose, si avvicinò e l’afferrò. 
- Mi sembra un pò troppo profonda per essere un graffio eppure sei un dottore 
Rose girò lo sguardo, non lo reggeva, c’era qualcosa in Cole che non la faceva sentire a suo agio. 
- Aspetta qui ho una casetta di pronto soccorso 


Leo stava sistemando i libri nel suo armadietto, Kaley si avvicinò a lui.
- Ey ciao!
- Ciao 
- Posso farti una domanda? Devi essere sincero 
- Certo 
Leo chiuse l’armadietto e diede tutta l’attenzione alla ragazza. 
- Ti piace Hanna 
Leo fu sorpreso della domanda della ragazza, ma da un lato se l’aspettava.
- Hanna? È carina, ma non credo di essere il suo tipo 
- Non hai detto che non ti piace 
Leo ci riflesse un attimo. 
- Forse 
Kaley si senti strana, come se un macigno enorme le fosse stato buttato sullo stomaco. 
- Capisco 
- Ma non preoccuparti non ci sarà niente fra me e lei
Kaley aveva smesso di ascoltarlo, Leo si accorse che era un pò spaesata o meglio era giù. 
- Tutto ok?
- Si..si sai dov’è?
- Non lo vista questa mattina

Hanna si avvicinò allo spogliatoio, a quest’ora era ancora presto non c’era nessuno. Aveva tra le mani la maglietta di Cris, il suo numero era il sette, buffo penso Hanna, che fosse anche il suo numero preferito. Hanna aveva notato che aveva un profumo diverso, qualcosa di dolce, ma allo stesso tempo dava quella sensazione di forza. 
Hanna si guardò intorno, non c’era nessuno, si sedesse sulla panchina. Aveva bisogno di starsene da sola, al club di fotografia c’erano i ragazzi del corso C. Hanna appoggiò la testa sugli armadietti, tra le mani la maglietta di Cris. 
Tutti i pensieri della ragazza erano incentrati sui suoi incubi. Ne aveva paura, ora più che mai, forse fra tutti era quella che li temeva di più. 
Dei passi la distrassero. 
- Che ci fai qui? 
Hanna nascose la maglietta dietro di se. Un ragazzo biondino le stava sorridendo in modo strano. 
- Oh come? Ah no dovevo aspettare una persona, tolgo il disturbo. 
Hanna corse via, ma appena girò l’angola sbatte contro qualcuno. Cris. 
- Dannazione- disse la ragazza, appena alzò lo sguardo si sentii mortificata. 
- Tieni!- gli porse la maglietta, aveva le guance rosse per la vergogna, aveva appena fatto una doppia figuraccia. 
- Grazie- si muoveva in modo impacciato, appena Cris prese la maglietta tra le mani Hanna ne approfittò per sgattaiolare via. Cris la guardò ridendo. 



Hanna si diresse verso l’aula dove si riuniva il club di fotografia, c’erano solo due persone, Kary e Josh. 
- Finalmente sono ore che ti cerchiamo- disse la ragazza.
- Ero in giro è successo qualcosa?
I due ragazzi si guardarono in faccia e sorrisero. 
- Siamo stati scelti, tutti e tre, ANDREMO A NEW YORK 
Hanna rimase in silenzio, troppo scossa per dire qualcosa.
- Allora? Non dici niente?- disse il ragazzo. 
- WAAAAAAAA è meraviglioso- disse saltando a dosso ai due stringendoli in un abbraccio. 
- C’è un problema! La scuola non ci manda solo noi tre quindi dobbiamo agganciarci ad un altro club 
Hanna distorse il naso, sapeva che i club non erano mai socievoli, ognuno a privilegiare il proprio lavoro. 
- Con quale foto abbiamo vinto?- chiese curiosa 
Josh diede un colpo di tosse, mentre Kery si muoveva lenta e la prendeva dal cassetto. La porse a Hanna che per poco non sveniva. 
- Ma questa!!!! 
- Si sei tu- disse Kery - era perfetta e non siamo stati chiamati semplicemente per il corso di fotografia privato 
- Cosa intendete dire?
- Hanna preparati
- Sono pronta sparate 
- Ti hanno scelta come modella 
Hanna per poco non sputava quel poco di saliva che le era rimasto in bocca.
- Ma siete impazziti??
- Dai sei perfetta- disse Josh 
Hanna si mise le mani ai capelli, quello non era il momento migliore per iniziare una carriera come quella. 


Carrie era seduta all’ultimo banco, per lei stare a scuola era un agonia, odiava starci. Il suo migliore amico era seduto davanti a lei. Ogni tanto le lanciava qualche occhiata preoccupata. 
Carrie ripensava a quello che era successo il giorno prima, alla gara, non le era sembrato normale il comportamento di quel ragazzo. 
Carrie era talmente presa dai suoi pensieri che non si era accorta del fogliettino sul banco. Lo prese non curante, era del suo amico. 
“ Alle 4 alla piazza?”
Carrie fece un sorriso divertito.
“Certo porto Jerry con me”
Gli lanciò la risposta, ma lo beccò dritto in testa, si mise a ridere nel vedere il suo amico in difficoltà a litigare con la pallina di carta arrotolata, era finita tra i piedi di un suo compagno. 
- Signorina Carrie cos’ha da ridere??
Carrie si zittii subito, la professoressa si avvicinò alla ragazza. 
Carrie si alzò, pronta ad andare dal preside. 
- Ho capito vado dal preside 
- Carrie non puoi continuare così- la riprese la professoressa. 
Carrie rimase in silenzio a guardarla.[sabrina rinaldi, 11/06/13 18:59] 
- Vai dal preside ne riparliamo la prossima volta. 

Rose guardava la figura di Cole muoversi lentamente, dai suoi movimenti poteva percepire il dolore che aveva provato e che continuava a provare. 
Cole le prese la mani e incominciò a disinfettarla. 
- Ti capitano spesso cose del genere?
Rose rise imbarazzata. 
- Diciamo spesso 
Cole fece un mezzo sorriso. Rose rimase li a fissarlo, non si spiegava cosa le prendesse, non lo conosceva neanche. Cole prese un cerotto e lo passo delicatamente sulla mano di Rose. 
- Fatto
- Grazie 
- Figurati, adesso vado ho ancora molto da pulire 
Rose prese la sua giacca e la riposò al suo posto.
- Non dovevi andare all’università?
- Abbiamo una casa da pulire 
Rose sorrise avvicinandosi alla porta 
- Non devi scomodarti
- Mi hai aiutato è il minimo che posso fare. 

Gli allenamenti non erano mai facili, si doveva fare uno sforzo disumano. Mentre Cris faceva gli esercizi, Leo era costretto a girare per tutto il campo. Nella mente di Leo i pensieri fluivano come un treno in corsa, ogni passo era un momento, un ricordo. Leo correva veloce, era sempre il primo, fin da piccolo suo padre aveva insistito a fargli frequentare ogni tipo di club sportivo. 
L’allenatore lo riteneva uno dei migliori. Era secondo solo a Cris, ma a volte lui lo superava, non c’era una vera competizione tra i due, erano due soggetti completamente diversi, per quando Leo si sforzasse non trovava nessun motivo per sentirsi migliore di lui, lo aveva sempre visto come una persona rispettabile. 
Il fischio dell’allenatore distrae Leo, tutti si avvicinano al centro del campo. 
- Bene adesso facciamo una partita, Cris e Leo voi potete andare il preside vi vuole in segreteria.
I due ragazzi si guardarono in faccia non capendo. 
Si diressero verso l’entrata, ma prima passarono dallo spogliatoio per darsi una ripulita. 
- Cosa pensi che voglia?- chiese Leo.
- La solita storia dei voti 
Leo ci pensò un attimo, era possibile. 
Leo si mise la maglietta blu, un pò spieghettata dal borsone. 
Cris si sedette sulla panchina, le gambe gli facevano un pò male, ma se ne stava in silenzio. Posò lo sguardo sul pavimento, per terra notò un foglio, lo prese, sotto gli occhi scrutatori di Leo. 
- È Hanna!
- Cosa?
- È una sua foto
- Cosa ci fa qui?
- Sta mattina lo vista qui
-Qui?
- Si doveva ridarmi la maglietta 
- E che ci faceva con quella?
- Non è sua!- Cris notò tutte le scritte sulla foto. 
Porse la foto a Leo. 
- Conosco questa calligrafia. È nella sua classe e nella nostra squadra, guarda
Leo avvicinò la foto alla cornice dove c’erano tutti gli atleti. 
- È Martin?- chiese un Cris interdetto.
- Forse 
Cris e Leo si guardarono in faccia con un espressione seria e preoccupata. 



Hanna era in classe, ancora non riusciva a togliersi dalla testa il guaio in cui l’avevano cacciata i ragazzi. Ascoltava a stento quello che il professore diceva. 
Kaley la osservava da lontano, si comportava in modo strano e temeva che potesse avere a che fare con Leo. 
Hanna si accorse di essere osservata, ma quando si girò non trovo gli occhi verdi e scrutatori della sua migliore amica, trovo due occhi celesti che la fissavano attentamente, occhi che aveva visto quella mattina. 
Hanna si sentii a disagio con quello sguardo fisso su di se. 
Scarabbocchiava cose senza senso pur di non incrociare i suoi occhi. Gli dava fastidio. Il prof si avvicinò con un espressione scettica.
- Ha finito signorina? Visto che si annoia perchè non si va una passeggiata dal preside?!
Hanna non poteva crederci, la stavano mandando in presidenza per una cosa del genere. Si guardò attorno, Kaley la guardava incredula. Si alzò senza fare troppo rumore e si diresse verso la porta. 




Leo e Cris uscirono dallo spogliatoio. 
-Che facciamo adesso?
Disse Leo confuso.
- Troviamo Hanna e poi vedremo 
- Adesso sarà in classe che vuoi che accada?
- Fai come ti dico io 
Cris era diventato autoritario e nervoso. Leo non disse nulla, ma il suo comportamento lo turbava parecchio. 



In classe Kaley stava in tutti i modi cercando di sembrare almeno un pò interessata, ma proprio non ci riusciva, guardava tutte le direzioni, aveva bisogno di risposte che solo Hanna poteva dargli. 
Improvvisamente notò una mano alzarsi.
- Posso andare in bagno?
- Certo Martin vai pure 
Kaley non ci badò molto, era troppo presa dai suoi pensieri. 


Rose stava strofinando per terra, il sangue era quasi tutto tolto, ma Cole insisteva che ce ne fosse ancora. Rose esausta si alzò e si avvicinò a lui, muoveva le mani in maniera frenetica, sembrava come se avesse bisogno di qualcuno, ma non era disposto a far avvicinare nessuno. Rose posò le mani sulla sue spalle.

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- Cole smettila è tutto pulito 
- No NO non vedi 
Rose vedeva tutto lucido, Cole non voleva vedere, non voleva proprio aprire gli occhi sulla realtà. Strofinava quella pezza con una forza quasi disumana.
-COLE SMETTILA 
Rose si era accorta che dalla violenza dei movimenti la mano di Cole aveva incominciato a sanguinare. Gli prese la mano allontanandola il più possibile dallo straccio ormai del tutto rovinato. 
- Cosi non andrai avanti 
- Di che parli?
- Pensi che adesso che il sangue non c’è più non c’è più nemmeno il dolore? Che tutto torni come prima che lei ritorni? No non funziona cosi, ogni giorno ti sveglierai con un terribile senso di vuoto, sentirai freddo, talmente freddo che a volte ti sembra di essere morto, come se non volessi più vivere.
Gli occhi di Rose si fecero ludici, mentre diceva quelle parole la figura dolce di sua sorella le appariva in mente.
- E ti maledirai ogni giorno per non essere riuscita a salvarla, fino a che tutte queste sensazioni non diventeranno un abitudine, non andranno via, devi imparare a conviverci.
La mano di Cole era tremante. I due erano seduti per terra, Rose in ginocchio mentre Cole si appoggiò a lei, lasciandosi cadere. Rose lo strinse a se, come una madre stringe il suo bambino per proteggerlo.
Cole appoggiò la testa all’incavo del collo di Rose, ne sentii il profumo, un vero profumo di rosa. I ricordi della sua ragazza eccheggiavano nella sua mente.

Hanna camminava per i corridoi della scuola, non si era mai sentita tanto umiliata come in quel momento. 
Sbuffava trascinandosi i piedi. 


Cris e Leo erano davanti alla porta della classe della ragazza. 
- Bussa tu!- disse Leo un pò seccato per il comportamento del ragazzo, Cris roteò gli occhi bussando. 
- Avanti 
I due entrarono, gli occhi di tutti gli alunni su di loro, i primi quelli di Kaley. 
- Avete bisogno di qualcosa?
Cris notò che Hanna non era presente e nemmeno Martin. 
- No credo che abbiamo sbagliato aula 
Cris uscii velocemente seguito da un Leo confuso.
- Che dici è quella 
- Lo so ma non c’erano nessuno dei due cosa vuoi dire che crediamo che un pazzo maniaco segue una ragazzina dagli strani poteri veggenti


Hanna era davanti alla porta del preside. 
- Non entri?
Hanna sobbalzò, la voce non era familiare, si voltò e gli occhi chiari di Martin la fissavano insistenti. 


Cris e Leo camminavano veloci, cercarono ovunque. 
- Leooo
La voce di Kaley fece girare i ragazzi.
- Kaley?
- Che ci facevi nella mia classe?
- Cercavo Hanna sai dov’è?
Negli occhi di Kaley era come se si fosse spento qualcosa e Cris lo notò subito, anche dal tono di voce della ragazza. 
- Ah capisco è in presidenza 
-Qualcun altro è uscito dopo di lei?- chiese Cris per rompere l’imbarazzo che si era venuto a creare.
- Martin è andato in bagno 
Leo e Cris si guardarono in faccia preoccupati, Kaley era confusa e non capiva cosa stesse succedendo. 
- Andiamo- disse Cris muovendosi in direzione della presidenza 
-Tu torna in classe ti spiego tutto dopo 
Kaley se pur confusa si fidava delle parole di Leo. 
Leo raggiunse Cris 
- Seriamente non te ne sei accorto?
- Di cosa parli?
- Quella ragazza ti sbava dietro 
- Non sono cosi idiota 
- Quindi fai finta di esserlo?
- È più facile che spezzarle il cuore 

Carrie attendeva seduta che il preside la chiamasse. Accanto a lei c’erano due ragazzi. Carrie li conosceva, erano i fratelli Benson. 
Uno dei due era biondo, mentre l’altro era moro. 
- Carrie?
Il moro le rivolse la parola. 
- In persona
- Sei quella delle gare, ho saputo che l’ultima volta hai stracciato Jim 
- Se la tirava troppo 
- Come mai in presidenza?- il ragazzo la fissò nei suoi occhi azzurri, Carrie distolse lo sguardo, non era abituata a interagire in quel modo con i ragazzi. 
- La prof non ritiene opportuno che io rida in classe 
Carrie sentii una risata soffocata. 
- Tu che hai da ridere?- Carrie si voltò infuriata verso l’altro fratello. Quello biondo. 
- Per così poco!- lui rise sbuffando
- Perchè tu per cosa sei qui? 
Nel momento in cui formulò la frase una donna chiamò il suo nome. 
- Ti cercano!- disse il biondino, Carrie gli lanciò uno sguardo acido. 

Hanna era quasi arrivata, aveva maledetto quelle scale ad ogni passo che avesse fatto. 
Era sola, le sedie erano vuote e nella sala d’attesa non c’era anima viva. 
Hanna si voltò, aveva un brutto presentimento, qualcosa la metteva in agitazione. Sentii il telefono vibrare. Una chiamata persa da Leo. Hanna compose il numero. 
- Pronto? Leo?
- Spiante sono Cris dove diamine sei? 
Hanna trasalii nel sentire la sua voce. 
- Sto aspettando per entrare dal preside
- Come cavolo ti sei ficcata nei guai?
- Che t’importa?- Cris aveva un tono agitato che Hanna interpretò come arrabbiato. 
- Stiamo arrivando c’è qualcuno con te?
- No chi dovrebbe esserci, senti mi spieghi cosa succede?
-Te lo spiego io!- Hanna si voltò di colpo, Martin era di fronte a lei. Hanna allontanò il telefono dall’orecchio. 


Cris guardò il cellulare di Leo ancora confuso. 
- Che succede?
- È con Martin 
Leo sbiancò di colpo. 


Hanna si allontanò di poco, Martin la metteva in agitazione. 
- Cosa vuoi?
- Non posso farti compagnia? O preferisci quella dei tuoi due spasimanti?
- Ma di che cavolo parli?
- Fai la santarellina ma lo sai benissimo, ti ho osservato in questi giorni, sempre dietro ai due belli della scuola 
Hanna indietreggiava ancora. 
- Non avere paura non voglio farti niente
- Non si direbbe 
Martin era sempre più vicino a Hanna, lei ormai era finita al muro. Si guardava attorno per trovare una via d’uscita. Martin era a pochi centimetri da lei. Allungò una mano, Hanna presa dal panico gli diede una ginocchiata allo stomaco e si allontanò da lui, ma lui si riprese subito. 
- La bambolina i sa difendere. 
Hanna era bloccata per i polsi, era entrata nel panico, fece un respiro profondo e chiuse gli occhi. 
- Ti sei arresa? Di già?
Martin fece una risata ambigua. Hanna spalancò di colpo gli occhi, si liberò dalla stretta velocemente e senza troppi problemi, con una mossa prese Martin dalle braccia e gli spezzò un braccio. Martin urlò dal dolore. Hanna non usava mai quelle mosse, aveva paura di ferire la gente. 
Cris e Leo arrivarono in quell’istante, appena videro la scena non potevano crederci. 
- Non potevate dirlo prima? 
- Come hai fatto?- chiese Leo incredulo 
- Mia madre mi ha costretto ad anni di autodifesa.
Hanna si allontanò, doveva riprendere fiato, si avvicinò verso la macchinetta poco distante da li, senti un botto, era il suono di un pugno. Cris gli aveva lanciato un pugno a Martin. Leo non lo fermò avrebbe fatto lo stesso. Hanna guardò la scena da lontano, senza poterci credere. 
Cris e Leo gli passarono accanto. Hanna li guardò, sembravano due fidanzati gelosi, fece un sorrisetto e poi li seguii. 

Rose porse una tazza di tè a Cole. 
- Meglio?
- Un pò…grazie comunque
- Figurati, sono già le quattro 
- Già, mi dispiace per colpa mia non sei andata all’università 
- Tranquillo non è poi cosi fondamentale 
- Mi sembri qualcuno che ci tiene molto a queste cose 
- Sembro molte cose 
Cole rise, forse la prima risata dalla giornata precedente. 
- Cosa pensi di questa storia? Non ne abbiamo mai parlato?
Cole la guardò senza rispondere, Rose continuò a parlare. 
- Lascia stare sto dicendo sciocchezze
- Quando ho visto il suo corpo sanguinante ho sperato fosse un sogno, un incubo, ma poi hanno portato via il corpo, ho lavato via il suo sangue dal pavimento, ho raccolto le sue cose, non è una sciocchezza hai ragione dobbiamo parlarne …tutti quanti!
Rose lo guardò negli occhi, era furioso, tra essi aveva notato una scintilla, qualcosa che aveva già visto in altri occhi, qualcosa che assomigliava a sete di vendetta. 

La scuola finalmente era finita, per tutti era il momento di tornare a casa. Kaley raggiunse finalmente Hanna. 
- Hanna 
La mora si girò verso di lei. 
- Oii mi cercavi?
- Si ho bisogno di parlarti.
- Dimmi 
Kaley si guardò intorno non c’era quasi più nessuno. 
- Devi dirmi la verità 
- Su cosa?
- Tu e Leo
Hanna fece un sospiro.
- Non c’è niente, è un amico, solo un amico, non ti farei mai una cosa del genere 
- Non neghi che ti possa piacere 
- Si lo nego, è un bel ragazzo lo ammetto, ma mi sta simpatico tutto qui 
- Allora perchè sei strana in questo periodo, non rispondi ai messaggi, non mi dici più nulla, ho saputo che hai vinto per partire a New York da un tizio vestito da cawboy
Hanna si sentiva tremendamente in colpa, ma non poteva dirle la verità e poi non le avrebbe mai creduto. 
- Ok cercherò di aggiornarti per New York e sul resto, su tutto
- Anche sui ragazzi?
- Cosa?
- Dao so vede lontano un miglio che ti piace qualcuno
- Non è vero
- Non mi puoi ingannare ragazzina…- Kaley sorrise prima di abbracciare l’amica, Hanna la strinse forte. 
- Mi dispiace di averti trascurata 
- Tranquilla succede 
Kaley viste in lontananza una macchina nera. 
- C’è mia madre 
Kaley si liberò dall’abbraccio sorrise a Hanna e si allontanò. Appena Hanna notò in lontananza che qualcuno la stava aspettando. Leo era appoggiato allo sportello della sua auto. 
Hanna si avvicinò. Era decisa a chiarire. 
- Leo! 
Leo alzò lo sguardo. 
- Devi essere sincero con me riguardo Kaley, non voglio che lei soffra 
- Non lo voglio nemmeno io 
- Quindi te ne sei accorto 
- Lo sempre saputo 
- Perchè allora hai fatto finta di niente?
- Perchè era più facile, non voglio ferirla e io non sono il tipo da relazioni serie. 
Hanna non disse nulla, lui era stato sincero e non poteva negarlo. 
- Avete finito di parlare o volete ancora la mia auto come soggiorno. 

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Cris sbucò da dietro la macchina. 
Leo rise divertito. 
- È tua?
- Di chi sennò sua?- Cris rise di gusto - volete un passaggio si o no?
Cris salì mettendo in moto, Hanna e Leo si guardarono divertiti. 
I due salirono in macchina, Cris mise in moto e si avviò veloce. La strada era lunga, quella che li aspettava non era una semplice passeggiata era un viaggio, un viaggio che li avrebbe messi alla prova.

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Capitolo 4
*** The enemy takes shape ***


The enemy takes shape

Rose si era svegliata di colpo, un rumore l’aveva svegliata. Si alzo dal letto, andò verso la cucina, la luce era spenta, cercò con le mani l’interruttore, appena lo trovò premette su di esso, la cucina si illuminò, ma era tutta sotto sopra. La porta aperta, Rose corse verso essa, ma non c’era nessuno. Cercò con lo sguardo qualcosa, qualcuno. 


- Non hai visto proprio nessuno? 
Cole si sedette su una sedia libera della casa. 
- No mi sono svegliata e ho trovato tutto questo. 
Leo guardava intorno, cercava qualche indizio.
- Un ladro?- azzardò Hanna! 
- Ho appena comprato l’appartamento mi sembra difficile
Cris guardava fuori dalla finestra, non c’era un’anima viva. 
Carrie invece era seduta sul divano. Si alzò da esso.
- Forse dovremmo cercare di capire di più questa storia dei poteri insomma l’altro giorno un tizio ha fatto tutto quello che gli ho detto 
Rose annuii
- Ne avevamo già parlato anche per questo vi abbiamo chiamato tutti- disse pacato Cole. 
I ragazzi si avvicinarono al tavolo, tutti in cerchio.
- Credo che dobbiamo andare a parlare con quel mio “amico”- disse Cole, tutti si guardarono in faccia, inconsapevoli di cosa gli aspettasse. 





La porta era enorme, i ragazzi la guardavano straniti.
- È pieno di soldi?- chiese Carrie senza peli sulla lingua 
- Abbastanza- rispose un pò seccato Cole. 
Un uomo sulla quarantina aprii la porta, non per niente stupito di vederli. 
- Era ora- l’uomo gli fece spazio per entrare, la casa era enorme tutta in stile moderno, l’uomo li guidò fino al soggiorno dove li fece accomodare su un lussuoso divano bianco. 
- Credo che vorrete delle spiegazioni
- Esatto- rispose pungente Cole 
- Bene, da dove iniziare….
L’uomo rifletté un attimo poi riprese a parlare. 
- In parte non siamo umani, voi siete figli di esseri che non fanno parte di questo mondo, siete destinati a proteggere questo mondo, il nostro di origine è stato distrutto in una battaglia molti secoli fa. Come voi c’è ne sono tanti, ma voi siete i figli dei sette re. 
-Re?- azzardò Cole 
- Esattamente, nel nostro mondo sareste stati i futuri sovrani, a differenza di questo mondo esso è qualcosa di puramente naturale, i doni che avete li avete perchè nel sangue dei sovrani scorre quello dei creatori del nostro mondo, quando il nostro mondo è stato fatto a pezzi, siamo venuti qui, ma questo non è più un posto sicuro. 
- Cosa dobbiamo fare?
- Prepararvi il male sta arrivando e vi porterà via tutto ciò che avete di più caro. I vostri genitori sono morti o spariti per proteggervi. 
- Alcuni sono vivi?- chiese Rose 
L’uomo la guardò negli occhi, in lei rivedeva il volto di sua madre, cosi bella e solare. 
- Si…ma adesso dovete imparare a difendervi 
- Qualcuno lo sa già fare bene- scherzò Leo guardando Hanna, Cris roteò gli occhi e si allontanò da Leo avvicinandosi all’uomo. 
- Quello stronzo di mio padre è vivo?- domandò infine il ragazzo. 
- È più vivo di tutti noi messi insieme
Cris lo fissò negli occhi. 
- Quanto odio che vedo- Rick si girò dall’altro lato. 
- Non temete so come aiutarvi, molti di voi mi seguiranno per vendetta- Cole e Cris fecero un leggero sorriso - altri per curiosità- Leo e Carrie si guardarono in faccia - altri ancora per conoscersi veramente- Hanna e Rose alzarono lo sguardo verso l’uomo. 
- Tutti voi siete speciali, ma i vostri poteri possono ritorcervi contro il mio compito sarà quello di aiutarvi a controllarli e a svilupparli. 
- Tu cosa ci guadagni?- domandò Rose. 
- Il vostro aiuto. 
Leo, Cris e Hanna salirono in macchina del secondo. 
- Credete a quello che ha detto?- chiese Leo 
- Non lo so ma so cosa farò se dovessi rivedere mio padre- Cris avevo l’odio nelle parole. I suoi movimenti erano rigidi e violenti, guidava senza prudenza. Hanna al contrario se ne stava in silenzio nei sedili posteriori, sentiva l’aria fresca scompigliarle i capelli, Leo la guardò dallo specchietto. Cris notò la scena, aveva sempre intuito che al ragazzo potesse piacerli Hanna, ma non credeva che la cosa diventasse tanto evidente. 
Hanna ripensava alla sua vita, non aveva nessun valore ciò che era stata, tutto quel tempo a chiedersi cosa fare e adesso si trovava confusa, senza sapere cosa volesse. 
Hanna distolse lo sguardo dal finestrino, notò che Leo la stava guardando, non si era mai resa conto dei sentimenti di Leo, non ci aveva mai pensato, ultimamente l’amore era l’ultimo dei suoi problemi. 
Cris parcheggiò la macchina e Leo scese di fretta un pò imbarazzato. 
- Ci vediamo- Leo si avviò verso una grande casa. 
Hanna lo guardò allontanarsi. Pensava a quanto tutto fosse assurdo, sbagliato. 
Cris rimise in moto, i due rimasero soli, Hanna rifletteva su come dovesse comportarsi adesso, Cris ogni tanto le lanciava un’occhiata. Quando Hanna alzò lo sguardo Cris si voltò subito verso la strada, per poco non perdeva la concentrazione e andava a finire per sbattere su un semaforo. Cris spense il motore un pò fumante.
Cris scese dalla macchina imprecando come un matto, Hanna lo seguì, poi si guardò intorno, erano molto lontani dalle rispettive case. 
- Cosa è successo?- chiese la ragazza 
- Quel dannato motore sapevo che primo o poi me la combinava 
- E adesso? 
Cris si guardò intorno, da lontano vide una locanda. 
- Possiamo chiamare qualcuno per farci prendere
Hanna guardò il ragazzo, gli sembrava l’idea più fattibile. 
Entrati nella locanda non videro che uomini mezzi ubriachi e qualche ragazzo che giocava a biliardo. Si avvicinarono al bancone dove una ragazza stava servendo un uomo. 
- Scusa per caso qui c’è un telefono la linea non è buona e non possiamo chiamare- Cris si fece avanti mentre Hanna lo seguiva. 
- Certo la dietro- la ragazza gli indicò con la mano un telefono. 
I due si avviarono Cris per primo compose il numero. 
- Il segnale sembra interrotto- disse porgendo la cornetta ad Hanna 
Hanna compose il numero di sua madre, ma ottenne gli stessi risultati . 
- Ok possiamo dire di essere rovinati non c’è segnale
Cris non sapeva che fare, in qualche modo si sentiva responsabile. 
- È una locanda affitteranno anche delle stanze 
Hanna lo guardò sconvolta. 
- Vuoi restare a dormire qui?
- Cos’altro vuoi fare, andare fino in città a piedi 
- Torniamo da Leo, forse può darci un passaggio 
Cris si agitò ancora di più. 
- Sei forse impazzita? Leo abita a chilometri di distanza arriveremmo domani mattina 
Hanna non disse nulla, sapeva in fondo che avrebbe vinto lui. 

Una mano era stretta a pugno, poi leggermente si aprii. 
- Cosa ci concludi lasciandoli li da soli? 
Una donna dai capelli rossi si fece avanti, camminava piano e si avvicinava sempre di più all’uomo fermo davanti alla locanda. 
- Ci sono cose che tu non puoi vedere
- E nemmeno tu, non mi sembra che sia tu il possessore di quel potere 
- No, ma certe cose non si ottengono solo con l’eredità 
La donna distorse il naso. 
- Perchè loro due?
- Perchè lo visto sai? Il potere! 
L’ uomo sorrise malignamente mentre la donna li osservava in lontananza. 
- Crescono in fretta
- Meglio cosi 
La donna si allontanò dall’uomo stufa di sentire le sue parole. 
Carrie e il suo migliore amico Matt stava tornando a casa. 
- Bella la gara di oggi dovresti iscriverti ad una vera gara però
Carrie lo guardò con dolcezza. 
- Sai che se lo facessi non potrei prendermi cura della mia famiglia 
- Lo so, ma il tuo talento qui è sprecato
Carrie gli diede un leggero spintone e sorrise 
- Dico sul serio
- Non fare il dolce con me 
Matt rise divertito. 
Carrie camminava più veloce, Matt la raggiunse. 
- CARRIE 
I due si girarono, un ragazzo moro le stava sorridendo e la salutava con la mano. Matt guardò l’amica. 
- Mi sono perso qualcosa?
Carrie notò che insieme al moro c’era anche il fratello. 
- Niente fidati
Carrie salutò il moro e si avviò per la sua strada insieme a Matt. 

La pasta era buona, ma Rose odiava cenare da sola, aveva messo a posto la casa, ma le sembrava cosi vuota, era da tanto che ci pensava, il suo futuro le era sembrato sempre cosi ovvio, ma adesso era un buco nero. 
Rose si alzò per sparecchiare la tavola, lavò velocemente i piatti. Il telefono squillò, Rose si asciugò le mani con un panno vicino a lei. 
- Pronto?
- Rose sono io Kurt
Rose sbiancò in volto. 
- Kurt, certo Kurt 
- Ho chiamato per chiederti se ti facesse piacere prenderci un caffè insieme
Rose chiuse gli occhi, voleva dirgli di no, soprattutto in questo periodo, ma gli sembrava scortese. 
- Ok va bene, facciamo domani? 
- Ok perfetto 
Rose staccò il telefono, si sentiva sola, in quella stanza, aveva paura, qualcuno era entrato in casa sua e lei era sola.

Cole riguardava le fotografie della sua famiglia, un uomo dal viso solare insieme a due bambini, lui e suo fratello maggiore. 
Si alzò dal letto, aveva gli occhi stanchi, evidente non dormiva da molto. 
Cole si diresse verso il divano e accese la tv, il segnale prendeva male, non riusciva a capire niente. Cole schiacciava con forza i tasti. 
- Dannazione ma che ha sto maledetto televisore?
Cole schiacciava sempre più forte, con un movimento brusco mosse forte il braccio, nello stesso istante il televisore si catapulto sul muro, rompendosi a pezzi. 
Cole guardò davanti a se scioccato, non credeva ai suoi occhi. 
Leo giocava con la palla da pin-pong, la sbatteva contro il muro e poi la riprendeva. 
La porta della sua camera si aprì. 
- Leonard 
Un uomo si fece spazio tra le cose del ragazzo e lo raggiunse nel letto sedendosi accanto. 
- Come è andata la giornata? 
Leo lo guardò, suo padre era sempre stato amorevole e non gli aveva mai fatto mancare niente, il pensiero di perderlo ultimamente lo sfiorava spesso, soprattutto da quando era iniziata questa storia e non riusciva a sopportarlo. 
- Si certo papà 
- Sono nuovi amici quelli che ti hanno accompagnato 
Leo ci pensò un attimo non sapeva se definirli amici. 
- Si 
L’uomo sorrise e gli scompigliò i capelli, come se fosse un bambino. 
Leo aveva visto suo padre come un uomo di cuore, vedeva il positivo in tutto, il buono in tutti. 

Hanna si sedette su quello scomodo letto, non riusciva a capire se quella era una stanza o un ripostiglio. Tutto era in disordine e sembrava che nessuno ci avesse messo piede da anni. Cris era in bagno a farsi una doccia. Non ci aveva ancora pensato che era da sola con un ragazzo, nella stessa stanza a ritrovarsi a dormire nello stesso letto. Hanna divenne rossa al solo pensiero. Si alzò agitata e non riusciva a mantenere il respiro regolare. Dal bagno Cris uscii con un solo asciugamano addosso, lui camminava tranquillo come se nulla fosse, Hanna lo guardava, o meglio lo ammirava. Cris rise vedendo la faccia bianca della ragazza. 
- Che c’è?
- Dico è normale camminare mezzo nudo davanti a una ragazza? 
- Solitamente sono completamente nudo 
Detto questo prese i suoi vestiti e tornò in bagno, Hanna sbuffò rossa in viso. 
Cris tornò con i pantaloni addosso, ma la maglietta la lanciò sul letto. 
- Puoi andare 
Hanna si fece largo tra la roba che c’era per terra, entrò nel bagno e si chiuse dentro, fece un sospiro enorme, incominciò a spogliarsi, le sembrava tutto cosi assurdo, sua madre sicuramente era preoccupata per lei e lei per sua madre, ma non sapeva come rintracciarla e camminare tutta la notte non era una buona idea. 
Cole aspettò due minuti prima di bussare alla porta, poi si decise, una Rose mezza addormentata aprii la porta, non capiva cosa ci facesse Cole alle due di notte davanti alla sua porta. 
- Cole 
- Posso entrare? 
Rose gli fece lo spazio per entrare e con gli occhi ancora un pò socchiusi gli domandò:
- Che succede? 
- Ho scoperto quali sono i miei poteri
-Cosa? Come? 
Rose aveva una marea di domande. Cole sorrise divertito, la guardo dritto negli occhi, Rose sentii una forza spingerla fino ad arrivare vicino a Cole, molto vicino, quasi tra le sue braccia. Rose lo fissò incredula. 
- È fantastico- disse la Ragazza sorridendo, Cole sorrise a sua volta. 


http://www.youtube.com/watch?v=zEcdnQAWlqk


Hanna uscii dal bagno, portava ancora i vestiti di prima, non avevano cambi e si dovettero accontentare. Trovò Cris già addormentato. Hanna si avvicinò al letto, era un pò titubante, quel letto era piccolo, troppo piccolo per i suoi gusti. Si sdraiò piano, non voleva svegliarlo. Hanna si ritrovò a sfiorare Cris, non lo fece apposta, sdraiandosi il suo braccio aveva sfiorato quello del ragazzo, si sentiva impacciata, non aveva nemmeno immaginato una situazione simile. Nella mente di lei alcune immagini fluivano lenti, l’immagine di quando Cris le salvò la vita, quando senza esitare gli porse la sua maglia e le era stato accanto nonostante nemmeno si conoscessero. Cris era sempre stato riservato e Hanna era quasi intimidita dal suo modo di fare. 
Hanna posò il suo sguardo sul viso rilassato del ragazzo, quando dormiva sembrava un’altra persona. Hanna alzò lo sguardo a cielo, proprio non riusciva a dormire, il profumo di Cris le inondava le narici, eppure non aveva messo nulla. Cercò di chiudere gli occhi, ma mentre stava per addormentarsi si era conto che qualcosa era cambiato, qualcosa di nuovo era nato in lei, un sentimento nuovo. 
Chelsy, la madre di Hanna, faceva avanti e indietro, aveva provato a chiamare ripetutamente, ma Hanna non rispondeva, preoccupata avevo chiamato Kaley, ma non ne sapeva nulla. La donna stava per chiamare la polizia. 
- Non ce ne bisogno
Chelsy si voltò impaurita. 
- Tu- i suoi occhi erano diversi, era più tranquilla e rilassata. 
- Hanna sta bene, lo percepisco 
- Già quella roba da guardiani 
Risk si sedette sul divano. 
- Mi mancava questo posto
- Cosa sei venuto a fare?
- Volevo solo rassicurarti e poi dovresti lasciarla andare, non puoi più tenerla legata a te non ora che sa chi è 
- Voglio solo proteggerla 
- Come te giusto? 
Rick deglutii, poi sviò il discorso. 
- Qualcuno ha dirottato il furgone di Cris facendoli bloccare li
- Come…
- Percepisco una vecchia conoscenza, qualcuno è tornato a farci visita 
- Parli di Ector? 
- No il tuo maritino non si fa notare cosi facilmente lui preferisce l’entrate in scena teatrali 
La donna lo scrutò meglio. 
- Qualcuno di più potente
La donna si sentii le gambe pesanti, non si resse in piedi e si sedette pesantemente sul divano. 
- Non può essere 
- Invece si è lui, è tornato! E vuole qualcosa da quei due ragazzi 
La donna si alzò sospettosa. 
- Tu sai qualcosa che io non so Rick 
L’uomo distolse lo sguardo e poi lo riposo su di lei, pronto a dirle tutto. 
Cole e Rose si erano salutati lui era tornato nella sua stanza, pronta a sperimentare un pò su quei nuovi poteri acquisiti, piano piano aveva capito come funzionava, aveva capito come gestirli. Dentro di lui una sete di vendetta si faceva largo, qualcosa che non avrebbe saputo gestire nemmeno un persona pacata come lui. 

Rose dal canto suo se n’era tornata a letto. Sorrise per la prima volta dopo tanto, adesso aveva meno paura, adesso c’era qualcuno accanto a lei, forse un amico, ma c’era qualcuno. Appena si appoggiò a letto ebbe una strana sensazione. Come se il tempo di fosse fermato, come se intorno a lei le cose fossero immobili. Guardo l’orologio era immobile. Presa dal sonno Rose non ci fece nemmeno caso, si addormento, troppo stanca. 

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Chelsy guardava il camino con uno sguardo spento, le parole di Rick rimbombavano nella sua testa, forti, prepotenti. I ricordi in lei diventavano sempre più vividi. 
- Stai ancora in piedi?
La donna si volto. Un uomo, bello, il pi+ù bello che avesse mai visto. Lei sorrise nel vedere quella piccola creatura tra le sue braccia. 
- Non vuole dormire nemmeno lo nostra Hanna 
L’uomo si avvicinò al divano dove una giovano Chelsy gli sorrideva. 
-Mamma!!
Una bambina correva per la casa impaurita, Chelsy la prese tra le braccia, la strinse forte. 
- Dov’è? Dove se ne andato? 
La bambina piangeva forte, le sue lacrime bagnarono la camicetta della donna, lei la strinse più forte. Poi in un attimo tutte quelle immagini sparirono dalla mente della donna, per sovrapporre l’immagine di Hanna da grande pronta per affrontare la vita, un Hanna combattiva e pronta a rischiare la sua vita, una donna che Chelsy non avrebbe voluto vedere in cosi presto. 

- Oh Ector è cosi presto per la nostra bambina..- una lacrima scivolò sulla guancia della donna. 
Giorno, il sole filtra attraverso le tende scolorite di quella stanza. Cris infastidito apre gli occhi, accanto a lui vede Hanna addormentata, è appoggiata a lui, forse involontariamente la notte si era mossa verso di lui. Cris è impacciato non sa se svegliarla o no. Per un attimo decide di non fare nulla, si guarda intorno, la situazione è strana, divertente quasi, se li trovassero in quel modo potrebbero facilmente fraintendere, non che gliene importi qualcosa, ma aveva paura che Hanna potrebbe andarci di mezzo, lui era abituato a questo, ragazze, sesso, divertimento, era abituato a questa vita, lei al contrario era ancora ancorata al suo lato bambina, glielo leggeva negli occhi, una bambina cresciuta tra i sogni e le speranze. Forse troppe. Cris spostò lo sguardo verso la sveglia arrugginita, le otto. Con quel movimento Hanna si svegliò. Quando si ritrovò con la testa appoggiata al braccio di Cris si irrigidì di colpo, Cris rise divertito, mentre Hanna si allontanò di colpo. 
- Mi dispiace 
Cris pensò che fosse la cosa più buffa che gli fosse mai successa, nessuna l’aveva guardato mai con quello sguardo, imbarazzato e impacciato. 
Hanna si accorse anche che i suoi vestiti avevano preso una direzione tutta loro, la maglietta si era alzata un pò e aveva persona perso i calzini, abbassò il capo e tolse via le lenzuola in cerca di quelli, tutto sotto gli occhi divertiti di Cris che se ne stava li a guardarla fare avanti e indietro per la camera. Hanna li trovò per terra, ma accanto ad essi trovò qualcos’altro, lo prese tra le mani. 
- Che c’è?- le chiese il ragazzo 
Hanna porta il bigliettino al ragazzo. 
- Due grandi forze generano una grande potenza
Hanna lo guardò scettica, senza capire.
- Sicuramente c’era già da prima. 
Hanna si convinse che fosse plausibile visto il casino di quella stanza. 
- Torniamo a casa, provo a richiamare. 
Hanna annuii, un pò perplessa, ma si fidava di Cris.

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Capitolo 5
*** What has happened in the past? ***


What has happened in the past?

 

 

Hanna era arrivata a casa, il furgone di Cris era iniziato a partire tranquillamente, tutto questo le era sembrato strano, persino Cris incominciava a pensare che ci fosse qualcosa di anormale in tutto ciò. Salii gli scalini e aprii la porta di casa, era pronta per sentire una delle ramanzine di sua madre, ma quando aprii la porta sua madre si limitò ad abbracciarla, un abbraccio quasi disperato. 

- Dove sei stata?

- Siamo rimasti bloccati vicino la periferia abbiamo provato a chiamare ma …

- Con chi eri?

- Con Cris 

La donna fece una faccia strana, Hanna non seppe capire cose significasse. 

- Capisco 

- Tranquilla non è successo niente

Hanna rise divertita per poi andare in direzione delle scale, la donna la osservò, osservava ogni suo movimento. 

Hanna salii in camera sua tutto era intatto, tranne lei, aveva un brutto presentimento, quello che era successo, stare sola con Cris le aveva fatto capire molte cose, non era più una bambina. Si guardò i vestiti, troppo infantili ai suoi occhi, si guardò le lunghe trecce decorarle il volto, lentamente avvicinò la mano e le sciolse facendo fluire morbidi i suoi capelli scuri. Tolse la maglietta rosa e ne prese una semplice canottiera blu scuro. Si guardò sperando di trovare qualcosa di diverso, non capiva perchè lo faceva, ma lo faceva. Sorrideva allo specchio, forse per sentirsi sicura, o bella. Hanna guardò meglio il suo riflesso ogni tanto pensava di trovarci qualcosa, da piccola aveva la stupida fantasia che la portasse in un altro mondo. Tutto non le sembrava poi tanto assurdo. Sorrise al solo pensiero e poi prese tra le mani il telefono pronta a raccontare alcune cose a Kaley. 

 

Kaley era sdraiata sul letto a guardare un film, il telefono squillò. 

- Hanna, ma dove eri finita?

- Ti racconto tutto, ti va un caffè al Cof-bar 

- Certo scendo subito 

Kaley stacco il telefono, ma non lo posò, fissava quel messaggio da più di un ora. 

 

Hanna sorrise appena stacco il telefono. Lo lanciò sul letto. 

 

Rose si svegliò con un leggero mal di testa, si tolse il piumone da sopra e si alzò dal letto. Per un tratto le era sembrato che stesse per svenire, ma si riprese subito. Si diresse in cucina, li ci trovò tutto diverso, la cucina era completamente diversa, tornò di corsa nella stanza da letto ed era cambiata anche lei. 

Carrie girovagava per la casa in cerca di qualcosa da mangiare. La sua sorellina correva per casa, lei era la figlia di suo padre, a fatica aveva ripreso a frequentare qualcuno dopo la scomparsa di sua madre, ma anche quel matrimonio era andato male. 

- Carrie questo è rotto 

Carrie si volto verso di lei, tra le manine teneva un trenino in mano. 

- È stato Rory 

Un ragazzino entrò nella cucina, Carrie sbuffò infastidita. 

- Quel cane è diventato un  problema

Carrie si diresse verso la porta, uscii ancora in pigiama, si diresse verso la strada opposto, furiosa. 

Bussò frenetica alla porta della casa di fronte. 

- Si 

Una donna, robusta, aveva un sorriso infastidito sul volto . 

- Il suo cane ha rotto il giocattolo di mia sorella 

La donna rise divertita 

- Che vuoi che sia puoi comprargliene un altro 

Carrie si infuriò sempre di più. 

- Dovrebbe smetterla di rompere le palle lei e quel suo stramaledetto cane 

La donna non disse nulla, il suo volto rimase impassibile. 

Carrie stufa tornò verso casa sua. 

Cole si trovava di fronte ad una porta, bussò piano, a fatica riusciva a respirare regolarmente, ma era una cosa che sentiva di fare. 

La porta si aprii rilevando una figura giovane, un ragazzo dal volto sorpreso. 

- Ey fratellone

Il ragazzo non di mosse di una virgola, Cole lo sorpasso ed entrò in quella che una volta era la sua casa. 

Leo e Jason stavano giocando a basket, Leo si sentiva più rilassato, sapeva che suo padre doveva tornare prima da lavoro. 

- Come va con la moretta?- domandò l’amico prendendogli la palla dalle mani 

- Non c’è niente tra me e Hanna 

- Ma ti piace 

Leo non rispose si limitò a prendere la palla e lanciarla e fare canestro. 

- Lo prendo come un si. 

Leo si allontanò stanco di quel discorso, Jason si avvicinò a lui curioso. 

- Qualcosa non va? Siamo amici da una vita 

- Tranquillo, che ne dici se sta sera andiamo alla festa di Elle 

- Ovvio che andiamo avevi pure dubbi 

- Sai che non hai speranze 

- La speranza è l’ultima a morire 

- Allora mi lasci in eredità la tua auto 

Jason gli diede una spinta e poi si allontanò divertito. 

Cris parcheggiò, stanco, percorse il vialetto, arrivato di fronte alla porta tirò fuori dalla tasca un  paio di chiavi, entrò senza esitare. In soggiorno non c’era nessuno, tutto era in disordine, giocattoli sparsi in giro, vestiti da lavare. Non era sorpreso, lo sarebbe stato se fosse in ordine. 

- Sei rientrato 

Una ragazza bionda sbucò fuori dal nulla. 

- Il furgone mi ha abbandonato nel tragitto, dove sono gli altri?

- La mamma è con Dylan al parco e Brian non ne ho idea 

La ragazza incominciò a raccogliere le cose per terra.

- Per quanto tempo hai intenzione di restare?- domandò Cris, la ragazza si strinse nelle spalle. 

- Il tempo che serve per rimettere in piedi questa famiglia 

Cris rise ironico. 

- Che c’è?

- È impossibile 

La ragazza si incupii in volto, ma poi riprese il suo atteggiamento autoritario. 

- Solo perchè papà ci ha abbandonato non vuol dire che non dobbiamo avere una vita 

Cris la guardò negli occhi, era come guardarsi nei suoi occhi, due pozze chiare e piene di risentimento. 

Rose era spaventata, tutto era strano. Uscii dall’appartamento e bussò in quello accanto sperando di trovarci Cole, ma un uomo sulla trentina aprii la porta, era vestito in modo strano. Rose fece finta di aver sbagliato e poi si diresse fuori dall’edificio. Impaurita cerco di capire dove si trovasse, sembrava lo stesso posto, ma c’era qualcosa di diverso. Si guardò intorno non capendo. Un pensiero le venne in mente. Si avvicinò al primo negozio che trovò. 

I passanti la fissavano come se fosse un aliena. Rose non ci fece molto caso. Entrò nel negozio di fiori che si trovava proprio dopo l’angolo. 

- Mi scusi 

Una donna dal viso dolce le sorrise 

- Le serve qualcosa 

Rose appena la viste ebbe una strana sensazione, come se la conoscesse. 

- Si potrebbe dirmi che giorno è oggi 

- Certo siamo il 23 Maggio 

- Che anno?

La donna la guardò stupida e rispose tentennante 

- 1994 

Rose si sentii mancare l’aria. 

- Come? 

Un rumore distrasse le donne, due bambini correvano verso la donna. Essa gli sorrise. 

- Mamma Jack non mi lascia in pace 

- Quante volte vi ho detto che non dovete litigare

La donna si abbassò verso loro due, le manine di uno dei due si avvolsero nel viso della donna, come una carezza. Rose pensò che fosse la cosa più tenera e dolce che abbia mai visto. 

- Scusami…- disse la donna alzandosi - avevi bisogno di altro? 

- No grazie, sono adorabili- disse Rose riferendosi ai bambini. 

- Sono la cosa più bella che mi potesse capitare 

I due bambini si sentirono presi in causa e si nascosero dietro la gonna della madre. 

- Su presentatevi- la donna li spinse in avanti

- Piacere io sono Rose 

Rose porse la mani in avanti e fece un sorriso. Il più piccolo si nascose dietro la mamma, l’altro invece prese la mano e la strinse forte. 

- Scusalo Cole è un pò timido 

Al sentire il nome Cole, Rose sobbalzò. 

- Cole? È un bel nome 

Rose aveva capito cosa stesse succedendo, tutto si faceva sempre più assurdo. 

 

Cole si sedette sul divano, mentre Jack si sedette sulla poltrona, pronto ad ascoltare il fratello. 

- Perchè sei venuto, sono passati due anni 

Cole portò la testa sul divano. 

- Voglio sapere dove si trova papà 

Jack sbranò gli occhi, non credendoci. 

- Cosa? Tu e papà non vi potete vedere cosa è questa storia?

- Ho bisogno di risposte che solo lui mi può dare

Jack lo guardò negli occhi. 

- Si trova in una casa di riposo fuori città 

Cole aveva tutta la sua attenzione 

- Non è difficile trovarla

Cole si alzò dal divano pronto ad andarsene.

- Cole 

Lo richiamò il fratello. 

- Questo cambia le cose?

Cole lo fissò per un attimo, non sapendo cosa rispondere. 

- Forse 

Il fratello abbozzò ad un sorriso. 

 

Hanna entrò nel bar, cercò con lo guardo Kaley. 

Appena la inquadrò si diresse verso di lei, ma non era sola, era in compagnia di un ragazzo. 

- Hanna, eccoti finalmente, ti presento Scot 

Appena Hanna lo viste ebbe una brutta impressione, ma non ci badò si sedette insieme a loro. 

 

Leo e Jason entrarono al Cof- bar pre un frullato. Leo notò subito Hanna e poi Kaley, si stupii nel vederle insieme ad un ragazzo. 

- Ti ha sostituito vedo 

Disse Jason divertito. 

- Ma di che parli?

- Kaley 

 

Cole viaggiava da almeno un quarto d’ora, da lontano intravide un edificio abbastanza grande. Prese il telefono in mano e digitò il primo numero che gli venne in mente, quello di Rose. 

Nella camera di Rose il telefono squillava, ma il suo corpo disteso sul letto non dava nessun segno. 

 

 

A differenza Rose era vicino la casa di Hanna, la osservava da lontano, c’era molto movimento. Voleva delle risposte, risposte che i suoi genitori non potevano dargli. Si avvicinò abbastanza alla porta, era indecisa se bussare o meno, poi sentii dei passi, si nascose dietro una siepe, per fortuna quel giardino sembrava molto meno curato. 

- Di cosa stai parlando? 

- Ector ascolta ne sono sicuro i nostri figli sono la chiave 

- Sam tu sei impazzito i nostri figli hanno meno di due anni 

- Si ma io lo visto 

L’uomo insisteva all’amico, uno dei due aveva i capelli biondi e gli occhi chiari, mentre l’altro aveva gli occhi chiari, ma i capelli erano nerissimi, una donna uscii dalla casa, Rose la riconobbe subito, era la madre di Hanna, in braccio aveva una bambina, probabilmente Hanna. La piccola si dimenava tra le braccia della donna. L’uomo dai capelli neri sorride nel vederle. 

- Dalla a me 

La bambina saltò in braccio all’uomo e iniziò a giocare con il ciondolo di questi. 

- Che ci fate qua fuori, dentro si festeggia

- Papà!- una bambina sui cinque anni uscii correndo dalla casa e corse verso l’uomo biondo. Gli saltò addosso contenta. 

Rose rimase tutto il tempo ad osservare la scena, cercava di capire chi fosse quell’uomo biondo. Tutti entrarono dentro, Rose uscii fuori da quel nascondiglio scappando da li. 

- Dove stai andando?

Una voce familiare la spaventò. 

- Rick 

L’uomo non sembrava cambiato. 

- Ti stavo cercando 

- Cosa?

- Sapevo che saresti venuta 

- Spiegami cosa sta succedendo allora 

- Lo farò appena smetterai di curiosare nel passato 

- Ci sono cose che non ci hai detto vero? 

L’uomo rimase impassibile. 

- Ci sono cose che non potete sapere non ancora 

Leo si sedette al tavolo di fronte a quello di Hanna, aveva notato in lei qualcosa di diverso, qualcosa che la rendeva quasi attraente, più del solito. Leo la osservava, come si fa con un qualcosa che ti piace, in maniera ipnotica. 

Hanna si accorse di essere fissata. Kaley si voltò verso Leo, negli occhi della ragazza si leggeva chiaramente che era delusa, qualcosa in lei si era spezzato. 

Hanna si alzò dal tavolo. 

- Dove vai?- chiese l’amica 

- Io e Leo dobbiamo parlare 

Hanna si diresse verso l’amico e lo trascinò nel retro del bar, dove erano poche le persone che ci passavano. 

- Dimmi la verità, tutta la verità 

- Di che stai parlando?

- Mi hai mentito, mi hai detto che non eri fatto per delle storie serie però io avevo la sensazione che tu provassi qualcosa per me 

Leo rimase paralizzato dalle parole della ragazza, era convinto che non se ne fosse accorto. 

- Voglio che tu sia sincero con me e con Kaley, smettila di farla soffrire 

- Pensi che sia colpa mia?

- Si se tu le dicessi che non provi nulla lei si mettere il cuore in pace 

Leo si morse il labbro inferiore, non sapeva cosa rispondere. 

Hanna gli voltò le spalle per tornare all’interno del bar. 

Cole salii quelle lunghe scale, gli sembrava infinite, ogni passo era più lungo rispetto al precedente. Cole arrivò davanti ad una porta con un numero appeso sopra: 201!

Bussò, un lieve “avanti” lo spinse ad entrare. Suo padre era seduto, il volto rivolto verso la finestra. Una stanza giallastra con un letto e un comodino. Una finestra. Cole pensò che fosse il posto più squallido che avesse mai visto. 

- Papà!

Cole lo richiamò, l’uomo si voltò verso di lui sorpreso di vederlo. 

- Mi devi delle risposte 

L’uomo lo guardò sempre più sorpreso. 

- Credevo che fosse tuo fratello, invece sei tu

Cole non capiva a cosa si riferisse. Ma rimase in silenzio aspettando che fosse l’uomo a parlare. 

- I tuoi poteri si sono già manifestati vero?

Cole annuii, incredulo. 

- Dimmi tutto quello che sai!- disse con tono freddo Cole. 

 

Cris era già stufo di stare a casa, tutto era opprimente, gli unici momenti in cui non si sentiva cosi era quando ascoltava musica o quando era in compagnia di quei ragazzi. Annoiato si alzò dal divano e spense la tv. Prese il telefono tra le mani e aprii la rubrica, il nome di Leo era scritto con una faccina bizzarra accanto. Mandò un messaggio. 

“Dove sei palla di pelo?” 

Leo era seduto nuovamente al suo posto, quando ricevette il messaggio automaticamente guardò Hanna, forse era venuto il momento di mettere le cose in chiaro con Kaley, ma da un lato non sapeva come comportarsi, uno come Cris gli avrebbe sicuramente consigliato come fare. 

“ Al cof-bar” 

Cris lesse il messaggio, prese la sue chiavi e uscii il più velocemente possibile. 

Carrie si stava ascoltando la musica sdraiata sul letto, la porta della sua camera si aprii, suo padre aveva un sorriso divertito sul volto. 

- Tesoro non ci crederai mai 

Carrie non l’aveva sentito, ma notando la sua figura si tolse le cuffie. 

- La signora Goffer si trasferisce 

Carrie alò il busto dal letto, sempre più consapevole. 

Rose e Rick camminavano per i prati, quelli vicino casa Milton. Era quasi sera, il cielo era di un celeste spento. 

- C’è un motivo per cui tu sei arrivata questo giorno 

Rose era pronta ad ascoltare tutto. 

- Questo è il giorno in cui alcuni dei vostri genitori sono spariti, beh a parte tua madre, quella è un altra storia. Ritornando al discorso, oggi è il compleanno di Leo, erano tutti qui a festeggiare. 

- Quindi tutti loro da piccoli si conoscevano 

- Si ma non è facile ricordare questo, tu ci riesci grazie ai tuoi poteri, ma per una come Hanna che è indirizzata al futuro il passato è sempre troppo sfumato, i suoi poteri sono stati bloccati e questo ha avuto delle conseguenze nella sua memoria 

- Per questo non ricorda il volto di suo padre, nonostante l’abbia visto anche quando era più grande 

- Esatto, certo adesso è più grande e man mano ritorneranno

- E gli altri?

- La madre di Leo si sacrificò per tutti, fu una morte tragica che ci segnò un pò tutti, dei cacciatori ci attaccarono all’improvviso, credevamo che la battaglia fosse vinta, ma non avrà mai una fine. 

- Quindi alcuni sono morti altri sono spariti 

- Quelli spariti sono solo il padre di Hanna, quella di Cris e quello di Cole. 

- E mio padre? 

Rick si fermò un attimo, cercando la risposta. 

- È morto 

Rose trovò le parole dell’uomo poco convincenti, ma lui era l’unica fonte e doveva fidarsi, almeno per ora.

- Come torno a casa?

- Devi solo svegliarti 

Rose aprii gli occhi di colpo, si ritrovò nel suo letto, corse in cucina e nelle altre stanze, tutto era tornato normale, ma adesso aveva ancora più dubbi.

Cris scese dall’auto, la gente era molta, lui odiava camminare per le strade affollate. Si accorse delle occhiate che riceveva dalle ragazze. Entrò nel bar e con lo sguardo cercò Leo. Lo trovò seduto accanto ad un ragazzo. 

Cris si sedette senza nemmeno salutare. Leo lo guardò con uno sguardo disperato, Cris lo guardò non capendo. 

- Ho litigato con Hanna o meglio non ho potuto nemmeno parlare 

- Che è successo di ha dato una lezione di karate?- scherzò Cris 

- No ha capito che provo qualcosa per lei 

Cris che fino a un momento prima era divertito si fa serio. 

- Eh?

- Vuole che chiarisca con Kaley, ma tra noi non c’è mai stato niente, mica posso dirgli ey ciao noi non possiamo stare insieme 

Cris si mise a braccia conserte. 

- Va li è diglielo 

- Scherzi? Stavo solo scherzando 

- Io no 

Cris si alzò e tirò dal braccio il ragazzo. Lo trascinò fino al tavolo di Hanna. Non l’aveva riconosciuta subito, la maglietta aderente e i capelli sciolti la facevano sembrare un’altra persona. 

Leo si avvicinò titubante al tavolo, Hanna lo guardò con uno sguardo duro. Kaley non capiva le sue intenzioni. 

- Possiamo parlare?- disse Leo in direzione di Kaley. La ragazza annuii un pò spaventata di sapere cosa le dovesse dire. 

 

 

http://www.youtube.com/watch?v=YmZH7vTSisI

 

I due si spostarono fuori, dove prima Hanna aveva trascinato Leo. 

- So che provi qualcosa per me…lo sempre saputo ho solo fatto finta di niente per tutto questo tempo, non volevo ferirti 

- Perchè mi stai dicendo questo?

- Qualcuno mi ha detto di essere sincero 

Kaley abbassò la testa, osservando qualsiasi cosa tranne che il ragazzo. 

- Non ho mai avuto speranze vero?

Leo non disse nulla, odiava vederla soffrire, perchè nonostante tutto era la sua amica.  

 

 

http://www.youtube.com/watch?v=Tpl6ncyxLGw&list=PLD576F6C03F42C460

Carrie chiamò al telefono il suo migliore amico Matt, aveva bisogno di parlare con qualcuno. 

- Matt?

- Oi campionessa come mai chiami? 

- Ti va di vederci?

- Sono le sette puoi uscire?

- Me la vedo io ho solo bisogno di un pò d’aria fresca.

 

 

Dopo alcuni minuti Carrie era fuori casa sua, Matt arrivò in moto. 

- Allora cosa volevi dirmi?

Carrie si avvicinò all’amico. 

- Sali in moto 

Matt senza rendersene conto si mosse. Quando riprese il controllo di sè si ritrovo sulla moto. 

Carrie sorrise per tranquillizzarlo. Matt non capiva. 

- Posso controllare chi voglio 

 

 

Cris si era seduto al posto di Kaley. Hanna sorseggiava il suo frullato senza darci troppo peso, si sentiva inquieta, ma faceva di tutto per non darlo a vedere. Cris a differenza sua osservava la gente del luogo. Era impaziente di andarsene, per un attimo si era pentito di essere venuto. 

- Puoi smetterla di picchiettare con quel piede?

Hanna era visibilmente irritata. 

- No 

Hanna sorrise innervosita.

- Che problema hai?

- Questo posto è noioso 

- E perchè devi torturare me?

Cris rise divertito 

- Se dovessi torturarti sta sicura che non sarebbe cosi- disse malizioso, le guance di Hanna andarono in fiamme, un pò per vergogna un pò per rabbia. Hanna aveva il telefono sul tavolo, Cris lo notò. 

 

Ormai si era fatta sera. 

 

http://www.youtube.com/watch?v=adAdN5IRDMY

 

Hanna e Kaley stavano tornando a casa, dietro di loro Leo aveva insistito per accompagnare, costrinse persino Cris e Jason a fargli compagnia, ma l’atmosfera era tesa, Kaley non aveva detto una parola e Hanna era preoccupata. Appena arrivarono sotto la casa di Kaley, lei si limitò ad un “ grazie” e poi entrò senza nemmeno voltarsi. Quando Hanna fu sicura che l’amica non ci fosse più si voltò infuriata. 

- Che le hai detto?

- Quello che mi hai detto tu la verità- Leo era furioso, si sentiva incolpato ingiustamente. Cris guardò entrambi capendo che le cose si sarebbero messe male. 

- Le hai detto che non provi nulla per lei?

Hanna si sentii un pò in colpa. 

- Dovevo starne fuori dannazione- Hanna si mise le mani davanti agli occhi. 

- Credevo che fosse quello che volevi 

- L’hai fatto per me?-sta volta fu Hanna ad essere furiosa. 

- Io non centro niente ok? Lei è la mia migliore amica ti rendi conto? Credi che io vorrei che soffrisse?

- Tu mi hai detto…

- Si lo fatto ma intendevo dire….lascia stare è solo colpa mia. 

Hanna si allontanò camminando velocemente, Leo fece per seguirla, ma Jason lo fermò. 

- Non puoi seguirla vuole stare da sola 

Cris guardò Hanna allontanarsi, poi si ricordò che Hanna aveva lasciato il cellulare sul tavolo e lui l’aveva preso. 

Cole rientrò a casa, posò le chiavi sull’isola della cucina. Era stanco e le rivelazioni di suo padre di certo non l’avrebbero aiutato a rilassarsi. 

Bussarono alla porta. Cole aprii. Rose lo fissava preoccupata. Per un attimo Cole ebbe una strana sensazione, come se l’avesse già vista, ma l’aveva già vista, solo che era una sensazione strana diversa. 

 

- Stai bene?- disse lui facendole spazio per entrare. 

- Ho scoperto che posso andare nel passato nel sogno

-Cosa?

- È simile al potere di Hanna 

Cole non credeva hai suoi occhi.

- Tua madre lavorava in un negozio di fiori vero?

Cole rimase senza parole. 

- Li ho incontrato Rick, quello di ora, mi ha spiegato alcune cose, ma solo in generale. 

- Cosa ti ha detto?

- Come sono morti i nostri genitori 

http://www.youtube.com/watch?v=4H0JDomv8ac

 

Una stanza enorme, buia, al centro un trono, un vero trono. Tutto era oscurato, ma quel trono era illuminato dalla lieve luce della luna. Delle porte si aprirono illuminando il resto, in quella principale una figura avanzò, una figura scura, i raggi della luna gli illuminavano le spalle coprendo il suo volto. Si avvicinò al trono e si girò sedendosi, mostrando il suo volto. 

Due uomini vestiti uguali si inginocchiarono a lui. 

- Sire abbiamo notizie di sua figlia 

Gli occhi chiari di Ector si posarono sull’uomo da cui proveniva la voce.

- È diventata una guardiana come sospettavate 

- Altre notizie?

- Sulla Terra le cose sono nuovamente instabili, tutti quelli appartenenti al nostro mondo sono in agitazione 

- Avete notizie di Jhon?

- L’hanno visto vicino nelle vicinanze di Winstreet pensiamo che stia preparando qualcosa 

- So io cosa ha in mente 

Hanna era arrivata a casa sua, era nella sua stanza. Sdraiata sul letto a pensare a tutto quello che le stava succedendo, la storia dei guardiani l’aveva distratta, non si era presa cura di nulla, la sua amica la sua famiglia. Il computer si illuminò, una lettera. Hanna si avvicinò era Kaley. 

- Devo parlarti facciamo la Web.

Hanna non risposte, ma velocemente digitò il tasto per la Web. Quando apparse il volto della ragazza era serio. 

- Hanna devo dirti una cosa…non sono stata sincera con te, oggi volevo dirtelo, ma Leo mi ha chiamato e le cose sono degenerate, ti ho mandato un messaggio per dirtelo in tempo, ma visto che non rispondevi ho pensato che non l’avevi ancora letto e volevo dirtelo in tempo.

- Mi stai spaventando di cosa si tratta? 

Kaley rimase in silenzio.

 

http://www.youtube.com/watch?v=WeMa_3-4zHI&list=PLD576F6C03F42C460

 

Hanna uscii dalla sua stanza, aveva spento tutto, le parole della sua migliore amica erano ancora impresse nella sua mente. Corse verso fuori, più veloce che potesse. Quando arrivo nel portico si accorse di una figura conoscente. 

- Cris? Cosa ci fai qui?

- Hai dimenticato questo

Cris le porse il telefono, ma Hanna al posto di afferrarlo si limito a guardarlo. 

- Hai letto il messaggio? 

Cris non disse nulla, lo aveva letto. Hanna glielo lesse negli occhi. 

- Mi dispiace Hanna 

Sul volto di Hanna una lacrima scivolò veloce percorrendo il suo viso. Cris si avvicinò a lei. Era di fronte a lui. Hanna si buttò fra le sue braccia, stringendolo forte a se. 

- Io non ci sto capendo niente, chi sono io chi siamo noi, Kaley se ne va, io non reggo più, non ce la faccio più!

Cris allontanò di poco la ragazza e prese il suo volto tra le mani. 

- Puoi farcela, ricordati che in questa storia ci siamo dentro tutti

Hanna annuii, ai suoi occhi Cris era diverso, stava crescendo in lei quel sentimento che tanto temeva. 

 

Rick era nella sua camera da letto, la finestra era aperta e le tende volteggiavano nella stanza per via del vento. 

- Le hai mentito su tutto 

L’uomo si voltò, una donna si fece avanti verso di lui. 

- Non mi aspettavo una tua visita Mira 

La donna rise divertita. 

- Giusto tu sei quello che vede il passato è Ector quello del futuro 

- Cosa sei venuta a fare qui?

- Voglio conoscerla 

- Sei pazza 

- Voglio conoscere nostra figlia 

La donna si avvicinò minacciosa all’uomo. Lo sguardo fisso su di lui. 





Salve a tutti, voglio ringraziarvi per aver letto fin qui ^.^
Spero davvero che la storia vi piaccia, mi farebbe piacere se continuasse a leggerla, adesso vi lascio, un bacio a tutti!! 

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Capitolo 6
*** The plane ***


Eccovi un altro capitolo, spero vi piaccia, è una parte un pò di passaggio. 




The plane

 

La sveglia squillava da un paio di minuti, Cris si decise finalmente ad alzarsi dal letto, era in box. La sua stanza era tutta in disordine. Dal piano di sotto provenivano dei rumori, il ragazzo decise di scendere a controllare. Sua sorella stava spazzando, mentre suo fratello Brian era sdraiato sul divano a guardare la tv. 

- La mamma?- chiese Cris 

La ragazza gli fece cenno verso la cucina. La donna era seduta a tavola, portava le mani sulla testa, sembrava stanca, sul tavolo alcune bollette. 

- Mamma?

La donna alzò lo sguardo, aveva gli occhi chiari come i figli, gli fece un sorriso per tranquillizzarlo, ma si vedeva benissimo che non stava bene. 

- Vado ad accompagnare Dylan a scuola ci vediamo dopo 

La donna saluto con un bacio sulla guancia il figlio e con un cenno gli altri. La sorella entrò in cucina. 

. Ora capisci perchè voglio restare?

Cris non rispose, in quei casi le parole erano futili. 

Rose era seduta tra i primi posti, prendeva appunti mentre il professore spiegava. Ma la mente della ragazza era troppo occupata da tutto quello che stava succedendo. Un bigliettino le arrivò in mezzo ai suoi fogli. 

“ Quando si esce?” 

Rose fece un sorrise e si voltò ai posti dietro, una ragazza bionda e una mora la stavano salutando. 

Rose prese la penna e senza farsi notare scrisse la risposta. 

“Oggi”Ector era affacciato all’enorme balconata del suo castello, osservava quel luogo, non gli era mai piaciuto particolarmente quel mondo, rispetto alla Terra non aveva del verde, le piante i fiori li non esistevano da secoli ormai. Il suo castello aveva uno stemma, stemma che Ector aveva stampato sul suo mantello di velluto rosso, era un drago, un essere potente e saggio. La sua casata era sempre stata quella più forte, ma la guerra porta sempre dolore e sofferenza e per quanto si può essere forti, certe cose sono inevitabili. 

- Voglio che mandiate una squadra sulla Terra a controllare la mia famiglia, generale se ne occupi lei, mentre Jeffry tu resterai qui ad aiutarmi. 

Il ragazzo aveva una faccia delusa. 

- Adesso andate 

Tutti si dileguarono tranne quel ragazzo, fissò per un istante la schiena di quell’uomo dall’apparenza così possente, poi si voltò e entrò nell’enorme porta. 

Ector rimase solo. Fissava quel luogo senza emozioni, per un istante aveva provata come la sensazione di tornare indietro nel tempo, quando le emozioni nemmeno le conosceva. Ma poi i ricordi si facevano più nitidi, ricordò la prima volta che incontrò Chelsy. 

Flashback 

Chelsy stava lavorando, era intenta a servire quei tavoli in fondo, mentre Ector la fissava incuriosito nei posti vicino alle vetrate. Appena la donna si avvicinò Ector provò una sensazione strana, non sapeva cosa fosse, non l’aveva mai provata, non credeva nemmeno di essere capace. 

- Cosa ordini?

Ector si riprese dai suoi pensieri e alzò il capo verso quello della ragazza. 

- Acqua

- Acqua? 

Chelsy fece una faccia strana, era la prima volta che qualcuno le chiedeva solo acqua, solitamente tutti ordinano le specialità del posto. 

- Qualcosa non va? 

Chiese il ragazzo, Chelsy le sorrise. 

- No nulla te la porto subito

Ector non sentii nulla, rimase intrappolato in quel frammento di tempo che lei gli sorrise. 

Fine Flashback 

 

Ector osservò per l’ultima volta quel posto, poi tirò fuori dal vestito una fotografia che raffigurava Hanna da piccola. Ector non aveva idea nemmeno di come fosse diventata, se stava bene se aveva bisogno di lui, se era felice o se stava male. Aveva preferito non rivederla più, non voleva che lei sapesse chi fosse. 

http://www.youtube.com/watch?v=FwQF-H3XHTs

 

Hanna guardò l’edificio di fronte a se, le sembrava diverso, eppure era sempre la stessa scuola. Salii le scale che la portarono all’ingresso, cercò con lo sguardo Leo, voleva scusarsi per essersela presa con lui. Lo intravide parlare con degli amici. Leo incrociò il suo sguardo, ma si voltò indifferente verso i suoi amici. Hanna si sentii ferita, non credeva che avrebbe mai litigato con qualcuno in quel modo. Si incamminò verso la sua aula silenziosa, ma qualcuno la prese dal braccio. 

 

- Hanna ti stavo cercando

Era la ragazza del club di fotografia. 

- Il preside ci ha unito al Club di regby partiamo tra due giorni. 

Hanna si sentii spiazzata, era l’occasione della sua vita, tutto ciò che aveva sempre sognato, fotografia e New York insieme. Poi si accorse che la ragazza aveva nominato la squadra di regby quella dove facevano parte Cris e Leo. Quello che le era sembrato un sogno adesso lo vedeva come un problema. Leo aveva sentito la discussione e non sembrava molto contento del fatto. 

- Allora non dici niente?- la spronò la ragazza contenta. 

- Io non so che dire 

- Di sono siiiii- la ragazza si buttò tra le braccia si Hanna stringendola dalla gioia, Hanna rise, una risata che non nascondeva le sue preoccupazioni. 

 

- Dieci minuti di pausa 

Il prof abbandonò l’aula lasciando gli universitari da soli. Rose ne approfittò per avvicinarsi alle sue amiche. 

- Allora che ne dite se sta sera andiamo a mangiarci una pizza?

Rose era elettrizzata all’idea di divertirsi con le sue migliore amiche. 

Le ragazze lo erano più di lei. 

- Mi sembra un idea perfetta ultimamente sei sparita un pò 

Rose sorrise cercando di non pensare a tutto quello che era successo. 

Rose per distrarsi notò la camicetta della sua amica. 

- Katlyn dove l’hai presa è cariniss…- Rose sfiorò il braccio della ragazza, in quel momento delle immagini le apparsero. Katlyn in un angolo piena di lividi, piangeva, forte, in maniera compulsiva. Qualcuno le si avvicinava, poi uno schiaffo e un altro ancora. 

- Rose? Terra chiama Rosa!!

L’altra sua amica le schioccò le dita davanti, Rose scosse la testa e osservò Katlyn come a cercare qualche livido. 

- Tutto bene?- le chiese quest’ultima. Rose non sapeva come comportarsi. 

 

 

Cris parcheggiò il furgone e chiuse lo sportello, quella mattina era decisamente nervoso. Si diresse all’entrata della scuola, ma notò suo fratello Brian parlare con un gruppo di ragazzi più grandi, non ci fece molto caso, ma quando sentii quell’odore forte e inconfondibile non potè fare altro che tornare indietro. 

- Scusate devo rubarvi Brian per un attimo 

Cris lo trascinò via con la forza, entrò a scuola e lo sbatte contro un armadietto per non dargli via d’uscita. 

- Che diamine hai in testa imbecille, vuoi ridurti come quei smidollati? 

- Che te ne frega a te tutto ad un tratto ti sei ricordato che siamo fratelli? 

Brian si scostò lasciando Cris un pò scosso. 

http://www.youtube.com/watch?v=sX9DgavXiN4

 

Cole era in camera da solo, stava per uscire, aveva lasciato il televisore accesso, il notiziario era il primo canale che aveva acceso. 

Cole prese le chiavi della macchina, tornò indietro per spegnere la tv, ma l’immagine di una cometa attirò la sua attenzione. 

Cole alzò il volume. 

- La cometa è stata vista vicino New York, in un parco distante dal centro città, non ci spieghiamo ancora come mai non hanno rivelato nulla, essa è apparsa durante la notte, un ragazzino ha sentito il botto e ha chiamato la polizia. 

Cole rimase a fissare l’immagine della cometa era simile a quella che avevano visto loro. 

Le ora a scuola passano sempre veloci quando i pensieri sono troppi. Hanna era seduta in fondo non le andava di ascoltare nulla. Si sentiva sola, ora che Kaley non c’era si sentiva veramente sola. Aveva provato a chiamarla, ma la ragazza non rispondeva. La campanella suonò, Hanna si alzò uscendo velocemente dal suo posto. Fu la prima ad uscire, era nervosa, si sentiva triste, non si sentiva così da molto, ma molto tempo. 

Martin la notò, corse verso di lei. 

- Hanna 

Hanna si girò sorpresa e da un lato un pò timorosa. 

- Cosa vuoi?- usò un tono aggressivo. 

- Volevo chiederti scusa 

Hanna guardò il ragazzo negli occhi, le sembrava sincero. 

- Ti sarò sembrato un psicopatico 

Hanna rise divertita, in effetti il pensiero l’aveva sfiorata. 

 

http://www.youtube.com/watch?v=HH7WXlf9WLk

 

Leo camminava e parlava allo stesso tempo, Jason non la finiva di ridere. Girarono l’angolo e Leo notò subito Hanna, anche perchè era messa al centro del corridoio. Si stupii nel vederla ridere con Martin, in uno primo momento non disse nulla, ma dopo le camminò accanto ignorandola sempre più profondamente deluso. 

Hanna si accorse di questo e incominciava ad essere infastidita anche lei. 

- Scusami adesso devo andare

Hanna si diresse verso il bagno delle ragazze. Si bagnò il viso, stanca di questa storia. 

Si sentiva la testa pensate, come quando era svenuta in cortile. Sapeva che avrebbe avuto un altra visione. Ma non voleva, non voleva cedere. Dal naso incominciò a scendere del sangue. La sua mente stava lottando con qualcosa che il suo corpo non reggeva. Con le poche forze che aveva cercò di uscire da bagno per dirigersi in infermeria. 

Nel corridoio non c’era quasi nessuno. Solo una ragazza che stava sistemando le sue cose. Hanna abbassò il capo per nascondere il sangue, ma la testa si faceva sempre più pesante. 

 

Cris buttò nel cestino del corridoio la bottiglietta di acqua vuota, il suo nervosismo era sempre più evidente. Leo gli camminava accanto spiegandogli la situazione, ma Cris nemmeno lo ascoltava. 

Hanna perse completamente le forze, si lasciò cadere a terra senza più porre resistenza. 

La ragazza la sentii e corse subito a vedere. Si abbassò e voltò Hanna in modo da farla respirare meglio, ma era prima di sensi e il sangue aveva macchiato persino le sue labbra. 

http://www.youtube.com/watch?v=1KtuChfoH88

 

Hanna aprii gli occhi. Non capiva dove si trovava, era sola, solo la strada che aveva sotto i piedi, poi non c’era nulla, notò un segnale stradale. Wallstreet. Hanna si girò intorno, non c’era nulla, tutto era deserto. 

Poi qualcosa mutò. Hanna vide il cemento della strada spezzarsi, qualcosa si muoveva in esso, sotto i suoi piedi c’era qualcosa. In cielo un rumore familiare, quello di un aereo. Alzò gli occhi al cielo, un aereo stava volando. Hanna fissava in alto quasi ipnotizzata, sapeva che quella sarebbe stata la rivelazione della sua premonizione. All’improvviso l’aereo esplose, il fuoco in aria. Hanna si allontanò indietreggiando con i piedi, in maniera automatica. Spaventata si voltò verso dietro, nebbia solo nebbia giallastra. Tornò a guardare verso l’aereo che stava cadendo lentamente. Se non si allontanava qualche pezzo avrebbe potuto colpirla. L’aereo cadde, ma un pezzo piccolo stava sopra di lei, la stava per colpire. Hanna non si muoveva paralizzata, chiuse gli occhi. Ma non sentii nulla se non due braccia confortevoli. Aprii gli occhi e qualcuno era accanto a lei che la teneva stretta con una mano e l’altra stava distruggendo a pezzi quel ammasso di ferro. Nemmeno lo sfiorò, portava semplicemente la mano in avanti, come se avesse delle braccia e mani invisibile che stavano stritolando l’oggetto. Hanna guardò quella figura, aveva qualcosa di familiare. Non lo conosceva. Ma sapeva che l’aveva già visto. Il ragazzo finì il suo lavoro e buttò lontano l’oggetto, poi posò il suo sguardo verso Hanna. Le sorrise e poi sparii nel nulla. 

 

 

 

 

Leo era seduto accanto ad Hanna che si trovava sdraiata nel lettino dell’infermiera. Cris cercava di convincere l’infermiera che quello che era successo era per via della salute cagionevole della ragazza. La ragazza che l’aveva soccorsa era seduta dall’altro lato del lettino. Cris si avvicinò a loro, mentre l’infermiera preoccupata andava via. 

- Dura più del solito- disse Leo, Cris che era già nervoso adesso non si controllava più. 

- Lo so- Cris aveva una voce dura, quasi accusatoria. 

- Datti una calmato ok?

- Sono calmo 

- Non si direbbe 

La ragazza guardava i due litigare, fu l’unica ad accorgersi che Hanna si stava muovendo. Hanna si portò una mano sugli occhi, poi piano piano li aprii. 

- Scusate

I due non smettevano di litigare. La ragazza non aveva idea di come attirare la loro attenzione. 

Hanna alzò il busto e notò i due. 

- Cris Leo- Hanna urlò per richiamare la loro attenzione. 

I due ragazzi si girarono. 

- Abbiamo un problema- disse semplicemente Hanna conscia di quello che stava per succedere. 

 

 

-Mi stai dicendo che hai visto una specie di disastro aereo?- disse Leo salendo in macchina 

- Si non so quale sia però dobbiamo fare più in fretta possibile 

Hanna era agitata, qualcos’altro la preoccupava. 

Cris lo notò ma, non disse nulla.

- Muoviamoci prima che si accorgono che ce ne siamo andati- disse Cris 

 

Rick era seduto su una panchina nel parco della città, stava pensando alla notizia della cometa. 

- Allora hanno fatto la loro mossa? 

L’uomo non si voltò nemmeno.

- Tu e tua sorella non vi toglierete mai il vizio di apparire all’improvviso

Ector si sedette accanto a lui, portava dei vestiti comuni, una camicia bianca e un jeans scuro. Ma aveva sempre quel portamento composto.

- È venuta a farti visita?

- È venuta a riprendersi ciò che è suo 

Ector sorrise divertito.

- Tipico di Eleonor 

- Cosa succede la sù, perchè il re deve scomodarsi per venire sulla Terra di nuovo? 

- Ho bisogno di parlarti, riguardo Jhon 

Rick guardò l’uomo visibilmente preoccupato. 

 

 

 

Carrie era appena uscita da scuola, appena uscii notò subito una macchina parcheggiata. 

- Chi sono quelli?- chiese Matt, Carrie sorrise. 

- I guardiani

Rose e Cole la stavano aspettando. 

 

 

Cris correva veloce, era quasi arrivati, per fortuna non c’era mai troppa confusione per l’autostrada. Erano passate due ore da quando guidava. 

- Mamma sono al parco non preoccuparti 

Hanna staccò il telefono. Cris parcheggiò la macchina proprio vicino all’aeroporto. 

Hanna scese dalla macchina seguita dai due ragazzi. L’immagine era la stessa. 

- Come pensi di convincerli che non devono salire?- chiese Leo 

- Non ne ho idea

 

 

 

Rose, Cole e Carrie erano in macchina, stavano andando a prendere il resto del gruppo, ma a scuola non c’erano. 

- Non avete il numero di nessuno dei tre?- chiese Cole alle ragazze, Rose ci pensò un attimo. 

- Aspetta ho quello di casa di Hanna 

Rose digitò il numero. 

- Salve sono Rose la ragazza che avete ospitato tempo fa cercavo Hanna 

- Mi ha detto che era al parco, ma sentivo rumore di macchina 

- Non si preoccupi sono sicura che sta bene, potrebbe dirmi il suo numero. 

- Certamente 

 

 

Cris e Leo si avvicinarono ad una cabina telefonica. 

- Sei sicuro che una chiamata anonima basti?

- Basta per mettere in dubbio la gente- disse Cris digitando il numero. 

- Dov’è Hanna?- chiese Leo guardandosi attorno 

Cris non disse nulla, aveva capito il motivo di tutta l’ansia della ragazza. 

 

Hanna correva, cercava ovunque, ma non la trovava. Da lontano notò la figura di Kaley e suo padre. Non poteva raggiungerli. Hanna decise di andarci lo stesso, nonostante era sicura che non le avrebbero permesso di passare. Corse, veloce prima che qualcuno la vedesse. 

- KALEYYYY

La ragazza si girò, portava in mano i suoi bagagli. Suo padre si girò anch’esso. 

- NON PARTIRE 

Hanna era ancora lontana per farsi sentire non doveva far altro che urlare. 

- QUELL’AERO ESPLODERà, PER FAVORE KALEY!!!

- DEVI FIDARTI DI ME 

Due uomini presero Hanna dalle braccia, le era impossibile continuare a correre, con forza la portarono sempre più lontana dall’aereo.

- Signorina si calmi stia ferma 

Per Hanna tutto scorreva a rallentatore, non si rendeva conto nemmeno di essere tornata di nuovo all’interno della strutturo. Si sentiva mancare l’aria, aveva paura. 

 

Cris finii di fare la chiamata. Notò Leo un pò agitato. 

- Sentii forse non dovrei essere io a dirtelo voleva farlo Hanna ma visto la situazione 

- Che stai dicendo?

- Kaley si trasferisce e il motivo per cui Hanna è cosi terrorizzata è perchè Kaley potrebbe trovarsi su quell’aereo. 

Leo si sentii morire, aveva fatto il duro tutto il giorno e lei voleva digli questo. I due furono distratti da un forte rumore di porta. Hanna era stata messa a sedere con forza.

 

 

Hanna era circondata da agenti della sicurezza. Cris si avvicinò. 

- Che succede? Pensavo stessi cerando la tua amica?

Leo lo raggiunse. Hanna alzò lo sguardo verso Cris. Lacrime, lacrime che non aveva mai versato cosi tanto. Cris si sentii una morsa dentro. Hanna non era riuscita a fermarla. Poi di colpo un botto, un forte botto. Hanna non si affacciò neppure. Aveva già visto quello che sarebbe successo. 

http://www.youtube.com/watch?v=ShvWaUYHLaw

 

 

Cris e Leo guardavano dalle enormi vetrate la scena inquietante. Leo si avvicinò al vetro, quasi come a voler raggiungere Kaley. Dentro di lui un enorme senso di colpa si fece spazio. 

- Hanna!!

Hanna sentii la voce dell’amica, gli sembrò quasi assurdo, credette quasi di essere in una delle sue visioni. 

- HANNA 

Hanna alzò lo sguardo ed era li, sana e salva. 

Hanna si alzò gli agenti erano troppo occupati per pensare a lei. Andò incontro a Kaley e l’abbracciò forte. 

- Ho pensato che saresti morta

- Come facevi a saperlo?

Hanna era pronta a dirgli tutto. 

- Hanno fatto una chiamata anonima- disse Cris cercando di salvare la situazione. 

- Ero convinta che fossi salita

- Ho ricevuto un messaggio anonimo lo fatto vedere a mio padre e diciamo che non era più cosi sicuro di voler partire abbiamo provato ad avvertire gli altri, ma hanno pensato che fosse uno stupido scherzo- Kaley parlava con voce tremante. 

Suo padre era nervoso, ancora sotto shock per quello che era successo. 

Hanna guardò Cris era l’unico che avrebbe potuto farlo. Gli sorrise e Cris la guardò negli occhi. 

- Credo che sia ora di andare- disse il padre di Kaley - qualcuno vuole un passaggio? 

- Vengo io!- disse Leo, Kaley fece un sorriso. Hanna si avvicinò a Leo prima che se ne andasse, mentre Kaley e suo padre si allontanavano. 

- Leo volevo chiederti scusa. Sono stata egoista e ho dato tutta la colpa a te

- Tranquilla, volevi proteggerla, ma adesso tocca a me no? Fare la cosa giusta- Leo si allontanò andando verso di Kaley. 

Hanna rimase li immobile. 

- Non la farà soffrire vero?- chiese Hanna più a se stessa che a Cris. Il ragazzo le sorrise divertito.

- Andiamo

Hanna sentii il telefono squillare.

 

http://www.youtube.com/watch?v=zhvtRykqpQk

 

- Pronto? 

Cris si stava già incamminando, quando Hanna lo richiamò. 

- Cambio di piani, abbiamo un altro problema! 

Cris la guardò, scosse la testa. 

- E dov’è la novità?!

Hanna lo raggiunse e insieme uscirono da quel posto. 

 

 

Leo era in macchina con Kaley e suo padre, tutti erano ancora sotto shock. Kaley era terrorizzata, aveva rischiato di morire e se non fosse stato per Hanna e i suoi amici adesso non sarebbe stata viva. Era seduta dietro con Leo. Leo notò che la ragazza era turbata, lo era pure lui ma cercava in tutti i modi di non darlo a vedere. Leo prese la mano di Kaley e la strinse. Voleva sostenerla, voleva starle vicino. 

 

 

Ector è fuori dalla sua vecchia casa, non se la ricordava quasi più. Il ranch, i cavalli, il verde di quel mondo, i profumi, i loro visi. Osservò dalla finestra, la luce era accesa. 

 

Chlesy era in soggiorno, prese il piatto sporco e lo portò in cucina, si avvicinò al lavello, e osservò dalla finestra il cielo stellato. Per un attimo le era sembrato di aver visto qualcuno, ma poi tornò a sistemare i piatti sporchi e tutto per un attimo le sembrò normale. 

 

Rose parcheggiò la macchina e Cole e Carrie scesero da essa, dall’altra macchia Cris e Hanna scesero anch’essi. 

- Adesso che si fa?- chiese Carrie 

- Adesso manteniamo la calma e cerchiamo di capirci qualcosa su questa cometa- disse Rose, la mente di Hanna era altrove. Cris si avvicinò a lei. Gli altri erano troppo impegnati a pensare a una via d’uscita. 

- Cosa non va?

Hanna lo guardò, uno sguardo diverso dal solito. 

- Avrei potuto salvare quelle persone 

Quel pensiero la stava divorando dal momento stesso in cui aveva visto Kaley. 

- Ho salvato lei, ma gli altri? Sono morti e io…

Cris la guardò negli occhi, gli altri smisero di parlare e ascoltarono la ragazza. Rose si fece avanti. 

- Tu non hai colpe, ok? Siamo tutti confusi e cerchiamo risposte hai fatto del tuo meglio per salvare quelle persone 

- Ha ragione- rafforzò Carrie - quello che ci sta succedendo deve avere una spiegazione e noi andremo a NewYork e la troveremo- disse Cole. Hanna e Cris si guardarono, sapevano che non avrebbero avuto problemi. 

- Io non posso!- Carrie disse questo con un tono deluso. Gli altri non dissero nulla sapevano che non poteva andare sempre tutto liscio. Rose si avvicinò alla ragazza e posò le sue mani sulla sua spalla. 

- Se scopriamo qualcosa non esiteremo a raccontarti tutto, ci siamo dentro tutti giusto?- Rose si voltò verso gli altri determinata. Cole annuii, Cris la guardò con uno sguardo forte e come il suo determinato. Hanna abbassò il capo, ma poi riprese la sua lucidità.

- Scopriamo chi c’è dietro tutto e riportiamo le nostre vite alla normalità. 

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Capitolo 7
*** NEW YORK -prima parte ***


NEW YORK 1° parte 

 

 

 

-Buongiorno!!!

Hanna si alzò di colpo, due occhi chiari la stavano scrutando divertiti. 

- Che ci fai qui?- disse allarmata. Cris si spostò dal letto e gironzolò per la stanza. 

- Tua madre mi ha fatto entrare e mi ha chiesto di buttarti giù dal letto- Cris si avvicinò allo specchio, notò alcune foto appese, le osservò ma non disse nulla. 

- Perchè sei qui?

Cris si voltò verso di lei. 

- Rose mi ha chiesto di passare da lei prima di andare a scuola, Leo e già li. 

Hanna si alzò dal letto scoprendo il pigiama corto. Hanna non ci fece nemmeno caso, solo quando vide il sorisetto divertito del ragazzo se ne rese conto, ma più che essere imbarazzata gli tirò un cuscino, prese dei vestiti dal cassetto e si diresse verso il bagno. 

Cris era rimasto solo, lui e quella stanza, annoiato e stanco si appoggiò nel letto fissando il soffitto. Quella stanza aveva un odore particolare, qualcosa di piacevole che non aveva mai sentito.

 

http://www.youtube.com/watch?v=TH_YbBHVF4g

 

Quando Hanna ritornò lo trovò addormentato. Sorrise e poi si avvicinò allo specchio prendendo i suoi trucchi. Velocemente si sistemò. Si avvicinò verso il ragazzo per chiamarlo, Cris aprii gli occhi. 

- Ed ero io quella che doveva essere buttata giù dal letto 

Cris per ripicca la trascinò a letto facendole il solletico. Hanna rideva forte, come non aveva mai riso, si muoveva libera, senza barriere, tra loro due era svanito quel senso di imbarazzo.  Hanna si alzò di poco prese un cuscino e lo tirò in testa a Cris. 

- Ma allora è un vizio 

Hanna rise di gusto, ma Cris le bloccò i polsi per impedirle di muoversi. Hanna cercava di liberarsi dalla stretta. Cris rideva divertito, un sorriso che Hanna aveva visto poche volte. Le cose erano rimaste instabili, loro due inermi l’uno di fronte all’altro. Cris la guardò fisso negli occhi. Hanna si perse in quelle pozze chiare. Poi Cris distolse lo sguardo e lasciò la presa. Hanna lasciò cadere le braccia lungo i fianchi, non disse una parola, le cose si erano fatte piuttosto imbarazzanti. 

- Sarà meglio andare- disse Hanna con un tono un pò più distaccato alzandosi dal letto. Cris rimase un altro secondo e poi la seguii. 

Quando si trovarono in macchina non si dissero nulla, non una parola. Hanna appoggiò la testa al vetro e fissava il paesaggio. Mentre ogni tanto Cris la guardava sottocchio. 

 

 

 

Tutti i ragazzi si trovavano nella cucina di Rose. Cole stava spiegando le loro mosse. 

- Quindi voi tre partirete direttamente con la scuola, ogni vostro momento libero è indispensabile, Carrie tu cosa puoi fare?

Carrie ci pensò un secondo. 

- Non so se posso lasciare la mia famiglia hanno bisogno di me

Rose si avvicinò di più alla finestra osservando quella poca gente che passava. 

- Potrebbe fare delle ricerche qui, Rick ci deve spiegare ancora molte cose

Cole annui e Carrie sorrise compiaciuta. 

- E voi due?- chiese Leo. 

- Io e Rose partiremo oggi stesso 

Rose si voltò sorpresa verso Cole. 

- Tu sei libera giusto?- domandò a Rose. Rose annuii. 

- Bene ora sarà meglio che andate. 

Carrie entrò in classe, Matt era seduto al solito posto, lei si sedette dietro di lui, il ragazzo la guardava divertito. 

- Che c’è?

- Perchè non fai quella cosa e ci fai andare tutti a casa?

Carrie rise divertita. 

- Non so di preciso come funziona…- Matt le sorrise. 

- Comunque ti ringrazio di avermi detto tutto, solitamente gli eroi tendono a nascondere la loro identità- scherzo Matt, il ragazzo era sempre stato un fan dei fumetti. 

Carrie rimase invece colpita dalle sue parole. 

 

 

Hanna si fiondò al suo solito posto, era piuttosto nervosa, Kaley si voltò verso di lei e fece una faccia curiosa. Hanna mimò un niente.

 

Leo e Cris entrarono negli spogliatoio maschili, gli altri ragazzi erano già pronti per la partita, l’allenatore entrò. 

- Devo comunicarvi una caso, domani si parte per una partita a New York, l’aereo e alle otto di mattina, puntuali chi non può venire me lo dica adesso…

Tutti stesero zitti. Cris e Leo erano già stati informati infatti non si stupirono più di tanto. 

- Perchè così all’improvviso?- disse Martin

- Perchè siamo accoppiati con il club di fotografia e quello di cucina, hanno uno stage lo stesso giorno, ma sono pochi e siccome c’è una partita importante fa al caso nostro. 

Martin tornò a sedersi senza dire una parola, anzi era piuttosto contento, Cris notò il suo sguardo ambiguo, ma non ci diede peso. 

 

 

Rose era rimasta da sola a casa, aveva quasi preparato tutto, un messaggio la distrasse nel chiudere la valigia. 

“ Dovevamo uscire che fine hai fatto ieri?” 

Rose si ricordò immediatamente di aver promesso alle sue migliori amiche di uscire, mortificata chiamò una delle due. 

- Pronto, oddio scusami per ieri, ho avuto un imprevisto urgente 

- Tranquilla Rose, però in questi giorni ti vediamo strana, cioè sei assente in aria e sparisci da un momento all’altro, se succede qualcosa puoi dircelo lo sai…

Rose fu veramente tentata di dire la verità, ma qualcosa la bloccò o meglio qualcuno. Cole era entrato in casa sua per avvertirla che dovevano muoversi. 

- Andiamo?

Rose annuii. 

- Mi dispiace davvero non succede niente sono solo un pò stanca per la situazione con i miei, salutami quella pazza della nostra amica, io mancherò un paio di giorni appena torno rimedio subito al pasticcio di ieri

Rose staccò il telefono e prese la valigia. 

- A che ora è l’aereo?- chiese la ragazza. 

- Alle undici

- Gli altri quando arriveranno? 

- Domani pomeriggio credo, dipende ho dato loro il mio numero

 

Hanna era nell’aula dedicata al club, stava sistemando tutte le sue foto per portarle per il viaggio. Qualcuno bussa alla porta, Hanna si volta e vede Leo. 

- Tutto bene? Non ti ho vista alla mensa

- Si non avevo fame

- Va tutto bene?

Hanna staccò l’ultima foto e la mise all’interno di una scatola azzurra. 

- Sono tutte tue?

Hanna annuì, era piuttosto silenziosa, ma adesso lo era ancora di più. 

- Comunque ero venuto a dirti che mi accompagna mio padre vuoi un passaggio?

Hanna ci pensò un attimo. 

- Credo che mi accompagna mia madre. 

 

http://www.youtube.com/watch?v=AcocNQzu2ts

 

Erano ormai le quattro del pomeriggio, tra un ora l’aereo sarebbe partito. Cris guidava veloce, era in ritardo e la strada non era poca. Leo messaggiava con Kaley mentre suo padre guidava tranquillo, erano quasi arrivati. Hanna era in macchina con sua madre, la donna le aveva fatto un milioni di raccomandazioni. Hanna aumentò il volume della radio, sperando che potesse superare i suoi pensieri.

 

Il padre di Leo accosta.

- Ti raccomando figliolo stai attento

Leo fa uno dei suoi enormi sorrisi, per lui suo padre è la sua ancora. Prende il borsone nel sedile posteriore e poi chiude allontanandosi. Gli altri ridacchiano divertiti. 

- Lo spettacolo è finito- dice Leo incattivito

Cris accosta con violenza. Gli altri si girano verso di lui. Scende velocemente dalla macchina. 

- La lasci qui?- chiede Leo

Poi si accorgono di una ragazza all’interno, scende senza farsi troppi problemi. I ragazzi la guardano curiosi e attratti. In quel medesimo istante arriva Hanna, sua madre parcheggia piano, ma al posto di andare verso i ragazzi, va verso i suoi due amici che l’attendono contenti, la ragazza l’abbraccia, mentre il ragazzo prende il suo borsone. 

- Smettiamola con le smancerie è ora di partire

Hanna si voltò un attimo verso di loro, notò subito la ragazza bionda vicino alla macchina di Cris, una fitta al cuore la pervase, ma fuori era del tutto indifferente. 

 

Il viaggio era stancante, i posti erano stati assegnati come capitava, Hanna era finita con un ragazzo della squadra, non gli diede molto pesa, lei prese il suo Mp3 e le sue canzoni preferite e ignorò il ragazzo per metà tragitto. 

Leo era insieme all’amico di Hanna, mentre l’amica era finita con un perfetto sconosciuto. Cris era capitato vicino a Martin, nulla gli dava più fastidio che la faccia di quel ragazzo. 

Hanna notò che il ragazzo accanto a lei era agitato e molto anche. 

- Stai bene?- Hanna si vergognava, era timido troppo timida, lui accennò ad un no. 

- Vuoi un sacchetto?

- No è che mi sento ansioso è la prima volta che salgo 

Hanna gli sorrise. 

- Dovresti distrarti con altro.

- Come siamo in aria e io mi sento qui in trappola legato con questa cintura 

Hanna osservò bene il ragazzo, non aveva l’aria cattiva e nemmeno dal solito stronzo

- Tieni- gli porse una delle sue cuffie - solitamente quando sono nervosa funziona

Il ragazzo si mise la cuffia, inizialmente non sembrava fosse cambiato nulla, ma dopo cinque minuti Hanna notò l suo volto più rilassato. 

 

 

- Vedo che Hanna sta già facendo conoscenza…- Martin tentò di provocare Cris, ma egli fece finta di niente, appena Martin si distrasse un attimo Cris si voltò dietro notò subito Hanna e il suo sorriso, sorriso che fin ora non lo aveva vista per nessun altro che non per lui. Si rivoltò seccato più di prima. 

- Brucia vero?

Martin continuava a provocarlo. 

- Che vuoi?

- Hanna è carina e mi piace 

- Non fa per te credo che te l’abbia dimostrato bene l’altro giorno 

- Questo era prima che tu e lei foste cosi freddi, adesso è in quella fase “ diamo una possibilità a qualcun’altro”

- Tra me e lei non c’è mai stato niente 

- Si come no, vi mangiate con gli occhi 

- Ti vedi troppi film amico 

- E tu ne vedi pochi 

 

 

 

 

 

Rose e Cole arrivano in albergo, le stanze sono separate, Cole lancia lontano la sua valigia e chiude la porta, Rose è già nella sua stanza. Il ragazzo si butta nel letto esausto, non fa in tempo nemmeno a spogliarsi che crolla nel sonno più profondo, mentre una Rose indaffarata non sa nemmeno dove mettere mani, la camera è di un colore chiaro, quasi rallegrante, le ricorda molto un viaggio fatto con sua sorella. Si rattrista di colpo, nota la finestra e la spalanca per fare entrare un pò d’aria, come quel giorno piove. Guarda la pioggia battere piano e poi farsi sempre più forte. 

 

Hanna scende dall’aereo, con lo sguardo cerca la loro professoressa. La trova intenta a portare quelle pesantissime attrezzature. Katy la ragazza che viaggia insieme ad Hanna si fa avanti e l’aiuta, cosi come Josh. Hanna gli va incontro, ma il suo sguardo è catturatto da Leo e Cris che vengono verso di lei. 

- Appena arriviamo all’albergo mandami il numero della tua camera ok?- dice Leo, Cris non dice una parola si limita a guardarla. La situazione diventa sempre più imbarazzante per Hanna. 

 

Carrie arrivò a casa, sembrava vuota. Fece un sospiro di sollievo e si fiondò in camera da letto. Il padre teneva ancora le cose di sua madre. Guardò ovunque, nell’armadio, se c’era qualcosa nascosto tra i suoi vestiti. Guardò nei cassetti, ma non trovò nulla. Sentii dei passi, corse verso fuori, ma inciampò con il tappeto e finii a terra, notò che sotto il letto c’era qualcosa simile ad una scatola. 

- Carrie?

Suo padre la guardava con uno sguardo preoccupato. 

- Oi papà 

- Che stai facendo? 

Carrie si alzò cercando si guadagnare tempo. 

- Papà andiamo al parco?

La sua sorellina entrò correndo nella camera salvando la situazione. 

Carrie ne approfittò per svignarsela. 

 

Hanna entrò nella sua stanza, la numero 23. Si guardò intorno, non era mai stata cosi lontano da casa, anzi non era mai uscita dal suo piccolo paesino, sua madre era stata sempre molto apprensiva, stranamente adesso non aveva detto nulla. Si ripromise che l’avrebbe rassicurata. Il colloqui era domani mattina quindi dopo avrebbe avuto tutto il pomeriggio libero e il giorno dopo, mentre i ragazzi avevano la partita di mattina e l’altra il pomeriggio del giorno dopo. 

La porta si aprii. Kate entrò con il viso un pò rosso, sembrava arrossita. 

- Stai bene?- chiese Hanna

- Si si e solo che devo chiederti un favore 

- Dimmi 

- Ok non so come dirlo 

- Dai su- disse ridendo Hanna 

- Io e Josh stiamo insieme e…

-ODDIO e non mi avete detto niente- Hanna sorrise divertita e un pò offesa. 

- Scusa non credevo che fosse importante 

- Scherzi è fantastico- Hanna abbracciò la ragazza, poi si allontanò con una strana faccia. 

- Cosa volevi chiedermi? 

- Devi fare scambio con lui 

- Cosa?

- Qui siamo lontani da tutti e non dobbiamo nasconderci e poi sarebbe la nostra…

- Ok non aggiungere altro chi sarebbe il ragazzo con cui dovrei stare 

- Non ne ho idea ma credo che tu lo conosci

- Cris, Leo…?

- No mi pare Martin 

Per Hanna fu un colpo latente, uno strano presentimento mischio di paura e imbarazzo. Aveva parlato con Martin dopo quell’incontro, ma non era facile stare con lui nella stessa scuola figuriamoci nella stessa stanza. 

Rose scese le scale dell’albergo, in lontananza notò Cole che parlava con un anziano signore, si avvicinò ai due. 

- Quindi di qui non si è visto niente eppure è l’hotel più vicino 

- Mi dispiace figliolo, ma come mai è cosi interessato a questa cometa?

- Vede io…- Cole era chiaramente in difficoltà 

- Lavoriamo nel settore di ricerca e siamo incuriositi di sapere cosa sia successo- le parole di Rose risuonavano come un ancora di salvezza per le orecchie di Cole. 

- Forse posso aiutarvi, non poco lontano da qui c’è uno studio di stampa dovrebbero saperne di più

Rose e Cole si guardarono, consapevoli della loro prossima mossa. 

Leo si fiondò alla Hall proprio come Hanna gli aveva scritto nel messaggio, erano le nove di sera tra poco dovevano andare a cenare. 

- Hanna?- il ragazzo la notò seduta sul divano a mangiarsi le unghie. Hanna si alzò nervosa. 

- Che succede? Eravamo rimasti che sta sera ci saremo visti fuori 

- Cambio di programma o meglio di stanze 

- Cosa dici?

- La mia compagna vuole stare col suo ragazzo e mi ha chiesto di andare al posto di questi 

- Cosa? E dove sei finita?

- Con Martin 

Leo distorse il naso infastidito, nemmeno lui provava simpatia per quel ragazzo. 

- Cosa faccio?

- Non potevi dire di no?

- Em non sono una che riesce a non fare un favore ad un’amica 

- Amica che ti butta tra le fauci di un pervertito, chiamo Cris vediamo che ne pensa 

- No no no- Hanna gli prese in tempo il telefono. 

- Andiamo sputa è successo qualcosa, non vi cagate minimamente

- Non è successo niente 

- Hanna- Leo usò un tono più autoritario 

- Te lo assicura non è successo un bel niente

- Se lo dici tu allora perchè non vuoi che dica a Cris…

- Dirmi cosa? 

Hanna e Leo si voltarono sorpresi. 

 

 

Carrie aspettò che tutti in casa si addormentassero, poi si fiondò nuovamente in camera del padre che dormiva tranquillo. Facendo piano si abbassò e alzò le lenzuola che strofinavano con il pavimento. Quando le alzò la scatola era sparita. Carrie rimase per un pò di tempo a fissare incredula quel vuoto. Poi si rialzò e osservò la figura di suo padre dormiente. Era cosi rilassato e sembrava innocente, allora perchè nascondere una cosa del genere, cosa non doveva sapere Carrie? 

 

 

Rose e Cole si diressero verso il loro tavolo. Rose si sedette e sospirò nervosa. 

- Tutto bene?

- Insomma se quello che scopriremo non ci piace, se scoprire la verità fosse peggio di vivere in una bugia 

Cole si sedette di fronte a lei, il tavolo era talmente piccolo che Rose poteva perdersi in quelle iridi profonde. 

- Senti, forse questa storia ti fa paura, me ne fa pure a me, ma vivere nella bugia non è bello, perchè passerai il resto della tua vita a chiederti quale sia la verità, quale siano le opzioni alternative…io avrei potuto vivere con Ether tutta la mia vita, e quel bambino che non sapevo nemmeno aspettasse, non credi che avrei preferito vivere in quella bugia? Ma ora so che devo sapere la verità, per capire cosa è successo se in quella bugia ci fosse almeno un minimo di verità 

Rose lo guardava impietrita, quasi rubata dal suo discorso. 

- Mi dispiace sono un stupida- disse imbarazzata 

- No è meglio dire tutto ciò trattenersi non fa bene fidati 

 

Leo raccontò tutto a Cris, mentre Hanna faceva avanti e indietro per la loro stanza. Leo e Cris erano insieme. 

- E quindi? Mi pare che si sa difendere abbastanza bene…- Cris era duro, usò un tono quasi seccato. Hanna fu ferita da questo suo atteggiamento, quasi a non importargli nulla di lei. Quasi come se fosse colpa sua. 

- Ma Cris…- Leo cercò di farlo ragionare 

- Ma che? Devo andare i aspettano- Cris uscii dalla porta sbattendola violentemente. 

Hanna guardò la porta per almeno un paio di minuti. 

- Troveremo una soluzione okù?

Hanna si voltò quasi non avendo sentito ciò che le avesse detto. Per un attimo riviste il sorriso rassicurante di Kaley. Era lei che le dava la forza per superare le difficoltà. Gli sorrise. 

- Non preoccuparti, anzi chiama Kaley e mandale un bacio da parte mia- Hanna uscii dalla stanza, si sentiva soffocare, quelle parole, dette con quel tono l’avevano uccisa. 

 

 

 

Durante la cena i ragazzi non si rivolsero la parola, Martin lanciava ogni tanto qualche occhiata ad Hanna, Cris lo notava, ma faceva finta fi niente. Leo invece era preoccupato per quanto Hanna si sapesse difendere era sempre una ragazza e non poteva negare di avere dei sentimenti nei suoi confronti. 

La sera però passa presto, veloce. Sono già le undici di sera, Hanna prende la sua roba e la porta nella stanza 41, Martin non c’è, si sente meglio, decide di approfittarne per fare una doccia. 

 

Cris e Leo sono fuori, Cris tirò fuori dal taschino un pacco di sigarette. 

- Non sapevo fumassi

- Ora lo sai

Cris era palesemente nervoso, Leo rise divertito. 

- Che ridi? 

- Sei geloso

- Ma che cavolo dici 

- La verità anzi non mi spiego perchè non stiate ancora insieme

- Leo seriamente ma di cosa parli?

Cris spense la sigaretta sul portacenere che si trovava di fianco alla ringhiera del balcone. Guardò per l’ultima volta il suo amico e poi tornò in camera. 

 

http://www.youtube.com/watch?v=fiF16b6al_w&list=LLaWWn6HQbtiD3IX-WzkBUmg&feature=mh_lolz

 

Quella sera era difficile per tutti. Hanna era sdraiata sul quel lettino, pregando che la notte finisse presto, nemmeno il sonno voleva arrivare. Ogni tanto scrutava la figura di Martin per assicurarsi che fosse a distanza da lei. Leo messaggiava con Kaley, ma era terribilmente preoccupato, Cris si alzò di scatto, come se qualcosa nella mente gli avesse ordinato di farlo. Leo lo seguii con lo sguardo, Cris uscii dalla stanza e andò davanti alla porta di quella di Martin, alzò il braccio per bussare, ma qualcosa lo fermò. Non ne aveva il coraggio. 

Carrie era sdraiata nel suo letto pensierosa, la storia della scatola non la lasciava dormire, non capiva il gesto di suo padre. Rose si rigirava nel letto, ogni cosa le sembrava sempre più assurda, le faceva cosi paura scoprire la verità. Cole aprii la sua valigia e tirò fuori dei fascicoli, nel primo di questi fogli il nome di Ether Monter era scritto in grande, era una ricerca su di lei. Appena sfogliò io foglio apparve una figura familiare, simile a Ether, ma non era lei, era sua sorella, in base a cosa c’era scritto su quel foglio. 











Salveeeee a tutti, scusate tanto gli errori di grammatica, odio quando la mia tastiera mi cambia le parole :/ comunque se siete fin qui vuol dire che la mia storia vi sta interessando e chissà magari vi piace :D
Volevo ringraziarvi, adesso vi lascio in pace xD al prossimo capitolo che probabilmente sarà più lunghetto!!
:P 

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Capitolo 8
*** New York -parte due ***


Salveee a tutti, eccovi un nuovo capitolo fresco fresco! buona lettura :)










New York -parte due

 
Il sole splendeva, la mattina era la parte più faticosa di un viaggio. Rose aprii gli occhi infastidita dal sole che filtrava dalla finestra. Erano anni che non viaggiava, prima amava farlo, prima di quell'incidente. 
Flashback 
Rose era seduta accanto al lato guida, suo sorella guidava, non era del tutto sobria, Rose se ne accorse e la pregò fino alla fine di farla guidare. 
- Annie sei ubriaca lascia guidare me 
- dai non essere esagerata 
- Annie 
- Rose sei troppo precisina goditi la vita tesoro 
Rose sbuffò, era impossibile farla ragionare soprattutto quando era in quello stato. 
- che vuoi fare?- chiese Rose 
- che intendi?
- portarmi con te a San Diego cosa vuoi fare Annie?
 
http://www.youtube.com/watch?v=QXwPUYU8rTI
 
La ragazza la scruto pensandoci sopra. 
- ti fa male stare a casa 
Rose rise girandosi verso il finestrino, una luce forte, quasi accecante. Rose si voltò verso sua sorella per avvertirla. 
fine flashback 
 
Quella fu l'ultima volta che la vide, sorrideva, già che cosa buffa, forse l'alcool non le faceva nemmeno capire cosa stava succedendo o forse Annie non voleva essere triste era qualcosa che voleva. Per gli ultimi due anni Rose si era sempre chiesta perché lei era viva, perché non era morta lei, era quella dalla parte dove la macchina aveva colpito, eppure lei non aveva avuto nulla, solo qualche osso rotto. Non si era mai capacitata di quello che fosse successo, aveva in mente solo un sorriso amaro, ma pur sempre luminoso. 
Rose si alzò finalmente dal letto. Non ricordava molto dell'incidente, un pensiero le venne in mente. 
- se posso tornare indietro posso portarla in vita…
Nel momento stesso che fini la frase qualcuno bussò alla porta. 
- arrivo
Rose cercò di darsi una sistemata veloce, prese una vestaglia a portata di mano e si coprii il pigiama. 
- Cole 
- sono andato in quello studio, ho visto che dormivi e non volevo disturbarti, comunque nulla di utile, non sanno niente, ma ho un'altra pista. 
- Cole frena devo dirti una cosa 
Cole la guardò curioso. 
- se io posso tornare indietro posso salvare mia sorella e forse Ether 
Appena sentii queste parole, il cuore di Cole perse un battito. 
- come? 
- non so di preciso come funziona so solo che devo dormire simile alle visioni di Hanna 
- vuoi portare in vita due persone? 
 
 
Hanna uscii dalla doccia. Si guardò allo specchio, vedeva una persona diversa, meno combattiva, meno lei. Si asciugò il volto e osservò i suoi grandi occhi. Qualcosa la spingeva a osservare meglio. Nello specchio qualcosa prendeva forma, il suo riflesso era diverso. Un immagine diversa. Martin bussò, distraendo Hanna, tornò immediatamente a guardare sullo specchio, ma c'era solo il suo riflesso. 
- hai finito?
- Sii- Hanna aprii la porta e uscii velocemente. 
- è tutto tuo 
Martin guardò Hanna allontanarsi, il tono di voce che aveva usato era strano, quasi seccato. 
 
 
Leo si svegliò di soppiatto, quasi come se qualcosa si fosse posata pesantemente su di lui. La stanza era piena di roba, cibo, vestiti, bibite, la festa della sera prima gli era sfuggita un po' di mano. Cris si alzò dal letto muovendosi a zig zag fra le varie cose. 
- sembra che ci sia stato un tornado
- almeno abbiamo tenuto sott'occhio Martin per ben cinque ore
- incredibile che hai progettato tutto questo per Hanna
- che posso farci 
- di la verità…- Cris si stava allacciando le scarpe scure - ti è piaciuta dal primo momento…
Leo non rispose, si limito a osservarlo. 
- lo prendo come un si, ma dove vuoi arrivare? ti stai frequentando con la sua migliore amica 
- hai dimenticato un piccolo dettaglio…a lei piaci TU
Cris alzò lo sguardo verso di lui, come se udire quelle parole era troppo per lui. Era strano sentirselo dire, non sapeva spiegare perché, ma da quando erano rimasti bloccati in quella periferia qualcosa era cambiato. Leo si alzò dal letto diretto verso il bagno. 
 
Carrie era a scuola, continuava a fissare lo schiena del suo migliore amico, voleva parlargli, digli quello che era successo, confidarsi con lui. Ore e ore a pensare a come spiegarglielo non erano servite. Appena la ricreazione arrivò Carrie aspettò che tutti fossero usciti. 
- Ey senti possiamo parlare un attimo?- Carrie usò un tono supplichevole. 
- che vuoi dirmi?- Matt era in agitazione. 
- ieri ho trovato una scatola sotto il letto di mio padre la sera stessa è sparita, dopo che mio padre mi ha visto che lo vista- Carrie mosse la testa con fare disperato. 
- frena frena non capisco nulla 
- mio padre sa qualcosa e tu devi aiutarmi a scoprire cosa
La porta della stanza si aprii. Un Sam tutto frastornato li guardò stupito. 
- che ci fate qui?
- veramente sei tu che non dovresti essere qui- disse sprezzante Carrie 
Lui fece finta di niente e si diresse verso il primo banco, quello più vicino a lui, si sedette senza dire una parola e si appoggiò con la testa china. 
- ma che fai dormi?- disse Carrie avvicinandosi a lui, osservandolo bene, non sembrava uno stronzo incallito mentre dormiva. Matt fece spallucce e andò verso la porta. 
- allora la nostra ricerca?
Carrie sorrise e corse verso di lui. 
 
 
 
Rose e Cole aspettarono i due ragazzi sotto un edificio. 
- perché siamo qua?- chiese Rose 
- qui abita la sorella di Ether 
Rose lo guardò stranita. 
- cosa? stai facendo una ricerca personale per caso?- disse un po' seccata 
- senti so che per te è un fastidio ma io devo saperne di più 
Rose lasciò scivolare le mani che prima erano unite, lungo i fianchi. 
- fa come vuoi io ho bisogno di sapere che succede a noi adesso 
Cole la guardò allontanarsi, era furiosa, avrebbe dovuto dirgli tutto. 
 
 
Rose cercò l'albergo dove i ragazzi alloggiavano, in lontananza vide Hanna e dei ragazzi andare verso un pullman. Hanna notò la figura di Rose appostata a fianco di un edicola. 
- tutto bene?- chiese la professoressa
- non so credo di sentirmi male, forse dovrei restare in albergo
La professoressa la guardò non convinta, ma visto i precedenti malori annuii. Hanna fece finta di rientrare e appena il pullman sparì dietro l'angolo uscii nuovamente. 
- Rose? 
La ragazza era nervosa, Hanna la guardò preoccupata.
- tutto bene?
- si credo che dobbiamo cercare da sole
- cosa?
- i ragazzi sono ragazzi sai com'è…- Rose trascinò per un braccio Hanna senza darle troppe spiegazioni. Da un lato Hanna ne fu sollevata, rivedere Cris non era di certo qualcosa che avrebbe potuto migliorare la giornata.
 
 
Leo e Cris raggiunsero Cole. 
- Rose?
- piccola lite di coppia? scherzò Leo, Cole lo guardò torvo. 
- adiamo qui abita la sorella di Ether. 
Cris e Leo si guardarono in faccia, non capendo. 
- ho fatto delle ricerche su di lei, qui abita sua sorella Trisha, devo sapere se c'era qualcosa di vero. 
La porta era grande, come il grande appartamento di cui faceva parte, le pareti giallastre richiamavano un senso di famigliarità. Cole si fece coraggio e bussò. Una donna aprii la porta, Cole la osservava sorpreso dalla somiglianza con Ether. 
- posso esservi d'aiuto? 
Cole la guardò senza riuscire a dire una parola. 
 
 
Hanna e Rose erano sul punto preciso dove pochi giorni prima la cometa era caduta. 
- è strano che in così pochi giorni hanno già sistemato tutto- affermò Rose 
- credi che l'abbiano fatto per nascondere qualcosa?
- ne sono più che certa 
Rose si guardò intorno, quel vicolo le era familiare, Hanna la osservò sembrava come se Rose fosse assente. Rose incominciò a muoversi, camminava. Hanna la guardava sempre più preoccupata. 
- Rose?- la ragazza sembrava non sentirla. 
Hanna si guardò intorno spaventata. 
- che cavolo succede? 
Rose iniziò a girare l'angolo, Hanna corse dietro di lei seguendola. Rose sembrava conoscere a memoria le strade o forse era guidata da qualcosa, pensava Hanna. 
Rose si fermò dopo un quarto d'ora di strada. Hanna si piazzò davanti a lei con sguardo fermo e un po' arrabbiato. 
- ma che ti prende? mi hai fatto preoccupare dove siamo- Rose la guardò confusa, poi alzò lo sguardo sull'edificio che avevano di fronte. 
- non lo so, ma credo che qui dentro troveremo quello che cerchiamo
Hanna si voltò, un ospedale. Hanna e Rose fissavano il palazzo preoccupate. 
 
 
Carrie aprii leggermente la porta. 
- mi dici perché ti intrufoli a casa tua? 
- che strano 
- cosa?
- la porta è aperta
- l'avrà dimenticata tuo padre comunque che entri a fare di nascosto?
- mio padre sarà qui a momenti abbiamo solo dieci minuti e poi sarà già qui vieni 
Carrie lo guidò lungo le scale e insieme entrarono nella camera da letto del signor Curt. 
- cosa devo cercare di preciso?
- una scatola, verde, sembrava di cartone
- come quella? 
Carrie si voltò verso il letto, la scatola aperta, ma vuota.
- qualcuno è entrato in casa, Carrie! 
La ragazza si voltò verso il suo migliore amico, scioccata.  
 
 
 
Hanna e Rose entrarono, quel luogo non era molto bello, anzi, per Hanna sembrava un manicomio. 
- siamo sicure che siamo nel posto giusto?- domandò Hanna un po' atterrita da tutti quegli sguardi strani che i pazienti le rivolgevano. 
- probabilmente qui c'è qualcuno che sa qualcosa 
- meglio chiedere 
Hanna si avvicinò ad una sala, sembrava una sala d'aspetto. 
Una donna robusta e dai ruvidi lineamenti la scruto. 
- cerca qualcuno? 
Rose si fece avanti, dal camice della donna doveva trattarsi di un'infermiera. 
- per caso c'è qualche paziente che parla di comete?- Rose si rese conto che le sue parole erano ridicole e poco credibili per uno donna comune come quella. La donna la guardò scettica, poi sbuffò e guardò la pila di fogli che aveva tra le mani. 
- un ragazzino, è stato portato qui dai poliziotti, allucinate…
- i suoi genitori?- chiese Hanna 
- non è nemmeno registrato all'anagrafe, praticamente non esiste 
Rose e Hanna si guardarono in faccia. 
 
 
Cole, Cris e Leo erano seduti su un divano bianco, comodo, confortevole, quella stanza sapeva di famiglia. Trisha era seduta di fronte a loro, sorseggiava il suo tè, così come il marito accanto a lei, però in piedi, era una figura criptica, portava un paio di occhiali da vista, ma dietro Leo notò le sue iridi chiare scrutarli dalla testa ai piedi. Trisha posò la sua tazza. 
- siete qui per Ether, Oddio non pesavo che un giorno avrei parlato di lei così…- Trisha si mise una mano tra i lunghi capelli biondi - beh non posso aiutarvi molto, lei era riservata e non parlava mai dei suoi problemi, soprattutto dopo la gita di qualche hanno fa, che buffo…- la donna fece un sorriso amaro - sembra che tutto sia cambiato dopo quello strano incidente…un  suo amico è morto durante una caduta di un meteorite…cioè mi ha raccontato solo questo, ho sempre pensato che ci fosse dell'altro, cioè la polizia ha detto che il masso la schiacciato, ma effettivamente essendo io un investigatore ho fatto le mie ricerche personali e non ho trovato nulla di credibile, ma chissà qualcuno voleva farlo fuori 
- non ha provato a capire chi fosse?- disse Cole d'un fiato. 
- certamente, ma non ho trovato nessuna traccia, quel ragazzo era buono come il pane, io lo conoscevo nessuno voleva fargli del male, per prima Ether visto che aveva pure una cotta per lui- Trisha sorrise di nuovo un sorriso che cela il dolore. 
- quindi di lei sa solo che poi è andata via? 
- aspettate forse ho qualcosa che può aiutarvi- Trisha si alzò da quella piccola poltroncina e si diresse verso una vetrina, sotto gli occhi vigili di suo marito che guardava con attenzione ogni piccolo particolare. 
Trisha tirò fuori un quaderno. 
- aveva un diario, ho provato a leggerlo, ma tutto mi sembra così assurdo insomma sembra una storia inventata. 
Trisha porge il quaderno a Cole. 
- tu dovevi essere il suo ragazzo, sai aveva dei tipi ideali, tu racchiudi tutti quei punti
Cole fece un sorriso capendo di cosa stava parlando. 
- prima di morire cosa ha detto?- chiese improvvisamente la donna. Cole esitò un attimo, ma poi si fece coraggio. 
- che saremmo stati una bella famiglia- Cole guardò sinceramente dispiaciuto la donna. Leo la guardò, era come se percepiva il suo dolore. 
 
 
 
Hanna e Rose erano dietro ad una porta quasi blindata. 
- possiamo entrare?- chiese Rose 
- ci vuole un permesso dalla polizia
Rose non sapeva che fare, aveva bisogno di parlare con quel bambino. 
- ci vuole Carrie qui…- disse Hanna senza pensarci, Rose la guardò come se avesse avuto un colpo di genio. 
La donna si allontanò un attimo. 
- dobbiamo distrarla
- io non sono brava in questo
- o si che lo sei- Rose guardò Hanna come un predatore osserva la sua preda. 
- mi stai chiedendo di avere una visione? 
- no no no devi fare finta so che è pericoloso 
Hanna la guardò scettica, non le piaceva fingere. 
- non sono brava in queste cose 
- pensa che qui nessuno ti conosce 
Hanna la guardò, Rose le fece cenno che la donna stava tornando. Hanna si mosse lentamente, toccandosi la fronte, si appoggiò al muro. 
- sta bene la sua amica?- chiese la donna a Rose 
- no le succede spesso a questi mancamenti…Oddio non ha nemmeno le sue pasticche. Nella mente di Hanna stava già immaginando a quali torture si sarebbe dovuta sorbire. 
La donna prese per un braccio Hanna e la portò in un'altra stanza, lontana da Rose. Rose si guardò intorno, notò che c'era una bacheca chiusa a chiave con dei pass. Andò verso la scrivania della donna e cercò la chiave per aprirla. 
 
 
 
 
 
Cole salutò Trisha con un abbraccio, quasi come due persone che si conoscevano da tanto, anche Cris e Leo la salutarono, ma si limitarono ad una stretta di mano. Cole saluto con una stretta di mano anche il marito, Cris si limitò ad un sorriso forato e poi uscii dalla casa. Leo si avvicinò a quell'uomo che le dava così tante brutte impressioni. Allungò la mano per salutarlo e l'uomo fece lo stesso. Leo si sentii percorso da una specie di scossa, ma era qualcosa di diverso era un avvertimento. 
 
 
Carrie era davanti alla porta di casa sua, suo padre le andò incontro. 
- tesoro che succede?
- qualcuno è entrato in casa, non hanno preso nulla, a parte quello che c'era dentro ad una scatola 
L'uomo si irrigidì di colpo. 
- come?
 
http://www.youtube.com/watch?v=nrKV2DPI3MU
 
 
Carrie notò la sua razione preoccupata. 
- cosa c'era dentro? 
L'uomo abbassò il capo, quasi dispiaciuto di dover ammettere cose c'era li dentro. 
- foto…foto di tua madre 
Carrie lo guardò senza capire come sei sentisse, triste, preoccupata, ansiosa. 
- avevi foto di mamma…avevi detto di averle bruciate tutte e io non so nemmeno che volto abbia perché tutte queste bugie?- Carrie parlava a raffica. 
Suo padre la guardò negli occhi serio. 
- non posso spiegarti nulla, sappi solo che tutto quello che ho fatto lo fatto per proteggervi- L'uomo le diede un bacio sulla fronte e entrò in casa, lasciando Carrie confusa sulla soglia di casa. Matt si avvicinò a lei e l'abbracciò, Carrie si strinse a lui, la sua ancora di salvezza, l'unico che non le ha mai mentito, l'unico di cui si fida. 
 
 
 
 
http://www.youtube.com/watch?v=jg3zpInzkL8
 
Rose aprii velocemente la porta con il pass. 
Pian piano la luce che proveniva dalla stanza in cui veniva Rose diede forma a quello che si trovava in quella stanza. Un misero letto e un bambino, per altro legato. Rose si avvicinò ad esso un po' spaventata. 
- Hey, piccolo 
Il bambino si alzò di colpo spaventato. 
- mi farei del male? 
- no no che stai dicendo?
- si si sei come loro
Rose si avvicinò a lui, notò che c'era qualcosa di strano in quel luogo, qualcosa che la faceva stare male, come a toglierle le energie. 
- cos'è questo posto?- domandò Rose 
- è fatto per quelli come me, quelli che devono essere eliminati
Rose sgranò gli occhi, quel luogo era il nemico, quel luogo era pericoloso e quel bambino era uno di loro, era il settimo guardiano. 
 
 
Hanna era sdraiata su una barella, priva di sensi, qualcuno la stava trascinando in un corridoio lungo e senza uscita. 
 
 
Cris sentii un brivido percorrergli la schiena, qualcosa di strano. Leo era appoggiato al muro, si trovavano non  poco lontano dall'albergo, in una vita meno frequentata, Cole li aveva appena lasciti soli. 
- quell'uomo nasconde qualcosa…andiamo 
- vuoi che mi fido del tuo sesto senso?- disse sarcastico Cris 
- andiamo andiamo ne sono sicuro
Cris scosse la testa. 
- tra un ora abbiamo la partita e siamo ancora qua 
- sei tu quello che non vuole entrare per non vedere Hanna 
- tu sei fuori
- si si di come vuoi, ei ma quello non è il loro pullman?- disse Leo indicando un  pullman rosso parcheggiare di fronte all'albergo. Cris che prima era seduto su delle scale si alzò di colpo. I due si avvicinarono, in fondo volevano sapere se stava bene. Quando però non notarono nessuna figura che assomigliasse ad Hanna si preoccuparono. Leo notò Kate e le andò incontro. 
- sei Kate?
- tu saresti?
- Leo un amico di Hanna 
- ma certo il giocatore come dimenticarti
- hai visto Hanna?
- non è venuta all'incontro oggi diceva di non sentirsi bene- Kate si allontanò verso il suo ragazzo per entrare insieme. 
Cris si avvicinò, aveva un cattivo presentimento. 
 
 
Rose cercò di spezzare quelle che sembravano delle catene. 
- dannazione… non hai dei poteri in grado di spezzare queste cose?
- li avrei ma qui non funzionano
- cosa?
- te lo detto è fatto apposta
Rose era quasi sull'orlo della disperazione, uscii un attimo da quella stanza e cercò nel cassetto della donna, tutto era così confusionario e privo di significato per lei. Trovò un mazzo di chiavi e lo prese senza pensarci, appena però torno nella stanza sentii dei passi avanzare verso di lei. 
- devi sbrigarti
- ci sto provando
Rose trovò la chiave giusta e liberò il ragazzino. 
- Hey che stai facendo?- un uomo si avvicinò a lei. Rose prese il bambino per un braccio e lo porto fuori, l'uomo prese per un  braccio Rose per impedirle di fuggire, improvvisamente l'uomo si accasciò a terra dolorante. Il bambino aveva la mano in avanti. Rose lo guardò un po' spaventata, ma il volto del bambino era dolorante, lo stesso dolore dell'uomo a terra. 
- vieni dobbiamo andare via- il bambino le prese la mano correndo, Rose si fermò di colpo. 
- Hanna lo lasciata qui, ha finto di stare male, adesso non so dove sia 
Il bambino fece una faccia strana. 
- l'avranno portata dove mi hanno portato a me 
- dove?
- nei sotterranei
Rose indietreggio di un passo. 
- tutto questo è assurdo è tutta colpa mia…
- non possiamo andare li da soli 
 
 
 
Cris percorse il lungo corridoio dell'albero, si fermò davanti alla stanza dove Hanna dormiva, Martin si avvicinò a lui. 
- non c'è nessuno…- Martin tirò fuori il pass per entrare, in effetti la stanza era vuota. Leo raggiunse Cris. 
- Cris mi ha chiamato Cole
 
http://www.youtube.com/watch?v=tfjvI9k_wl8
 
Cris e Leo, corsero verso l'albergo dove alloggiavano Cole e Rose. Erano nella Hall, insieme a Rose c'era un bambino. Cris lo guardò non capendo. 
- era questo che dovevate dirci? un bambino 
Rose non sapeva come dirglielo, aveva paura di una loro reazione. 
- hanno rapito Hanna 
Cris si sentii un enorme macigno piagarsi su di lui, come se un coltello lo avesse appena trapassato. 
- che stai dicendo? 
Leo scosse la testa. 
- non è divertente 
- credi che stai scherzando? su una cosa del genere?
- si tratta di Hanna dannazione!- Cris diede un calcio al divano posto accanto a lui. Rose guardò spaventata la scena, lo vedeva nei suoi occhi, rabbia paura. 
- ho un piano!- disse il bambino con voce quasi tremante. Tutti si voltarono verso di lui curiosi. 
- non possiamo dare ascolto ad un bambino…- disse Cris agitato. 
- lui è già stato li, sa come muoversi
 
 
 
Hanna si svegliò di colpo, un po' frastornata, cerco di alzarsi, ma qualcosa la blocca, si guardò i polsi, nelle manette. 
- ma che diamine….
- ti sei svegliata Hanna Milton 
Hanna guardò la figura davanti a lei, il marito di Trisha la guardava compiaciuto. 
 
 
- Ok questo è il posto!- disse Rose, li aveva guidati a fatica, non ricordava bene la strada. 
- è un ospedale?- chiese Cole. 
- io lo chiamerei manicomio- disse Rose nervosa. 
- c'è una porta dal retro è da li che mi hanno portato li dentro, dobbiamo sbrigarsi altrimenti le faranno del male…- le parole del bambino era quasi spezzate dal pianto, i ragazzi non osarono nemmeno immaginare cose avesse passato quel bambino. 
 
 
 
- che vuole farmi?- Hanna cercava di smuovere quelle manette, inutilmente. Era una stanza scura, vuota, li con lei a parte quello che hai suoi occhi era uno psicopatico solo dei macchinari. 
- nulla solo un paio di test 
L'uomo le appoggiò alla testa dei tubi con delle ventose. 
- lei è pazzo 
- no sono un genio 
- convinto lei….mi lasci subito andare 
- scherzi ho aspettato così tanto che uno tra i più potenti discendenti arrivasse e adesso vuoi togliermi il privilegio di fare controlli
- tu cosa sai?- chiese Hanna rabbiosa 
- abbastanza 
- abbastanza non mi basta…cosa diamine sai su di me?
- ti chiami Hanna Margaret Milton, hai diciassette anni e vivi in Texas con tua madre. Ti basta?
- cosa sai dei guardiani?
L'uomo fece un ghigno. 
- sei la seconda tra le famiglie più potenti, mi basta sapere questo 
Hanna guardò preoccupata le mani dell'uomo che si muovevano frenetiche in quel computer. 
- anche Ether faceva le tue stesse domande
- Ether che centra Ether?
- oh la mia cognatina non vi ha proprio detto nulla… sono stato io a mandarla a cercarvi, cercavo te e il tuo amico Cris, eravate voi il mio obiettivo, ma non ha eseguito i miei ordini 
- Oh mio Dio sei stato tu a farla uccidere 
- bingo, non era poi così difficile
- com'è l'hai convinta a fare quello che voleva? 
- con questo!- l'uomo abbassò una leva, Hanna sentii un dolore fortissimo alla testa, il suo corpo salii verso l'alto dal forte dolore, le sue urla erano talmente intrise del dolore che qualunque persone non avrebbe resistito ad ascoltarle, ma quell'uomo ne sembrava compiaciuto. 
- i tuoi poteri non sono nel corpo, a differenza degli altri sono tutti nella tua testa, non oso penare al dolore che stai passando. 
- smettila ti prego…- Hanna aveva il volto pieno di lacrime, fluide e senza freno. 
- abbiamo appena cominciato 
 
 
 
Cris diede un calcio alla porta, la sua super forza era sempre utile in questi casi, ma c'era qualcosa di diverso nei suoi movimenti, erano frenetici e impacciati, quasi senza controllo. Leo se ne accorse e si avvicinò a lui che camminava davanti a tutti. 
- Cris non sarebbe il caso di calmarti? stai andando di matto 
- è il minimo- disse lui tornando alla sua ricerca. 
- dietro quella porta!- disse il bambino. 
Cole si voltò verso Rose. 
- voi due restate qui
- cosa non se ne parla…
- Rose ragiona, so che c'è l'hai con me, ma non puoi portare quel bambino la dentro e poi tu non hai dei poteri in grado di difenderti 
Rose lo guardò, purtroppo dovette ammettere che aveva ragione. 
- non credo che andrete molto lontano. 
Dei uomini vestiti in nero, uomini familiari li avevano circondati. http://www.youtube.com/watch?v=1JzAZSmXU6Q
- che facciamo?- chiese Rose agli altri. Cris si voltò verso di lei ridendo compiaciuto. 
- quello che sanno fare meglio i cattivi ragazzi…- disse Leo mettendosi accanto a Cris 
- spezzare cuori?- ipotizzò per sdrammatizzare Rose
- fare a botte
Cris si avventò su quello più muscoloso, mentre Leo si difendeva dall'attacco di un altro uomo. Rose strinse a se il bambino. 
- posso aiutare
- no ho visto cosa succede se usi i tuoi poteri, hanno delle ricadute su di noi…e poi se la stanno cavando abbastanza bene
- non per molto guarda- il bambino indicò un condizionatore in aria dalla quale usciva del fumo. 
- è quel gas, quello che c'era nella stanza 
- maledizione…RAGAZZI FATE IN FRETTA
La lotta era diventata più difficile, i movimenti dei ragazzi non erano più leggeri e agili, ma pesanti e faticosi. 
- che succede?- chiese Cole, Rose non sentiva nessuna conseguenza fisica a differenza degli altri. 
- questo gas ci toglie i poteri
Gli uomini si stavano riprendendo. Il bambino scappo dalla presa di Rose. 
- fidati di me ho ancora un po' di potere.
Il bambino portò le mani in avanti. Cris si stava rialzando nonostante sembrasse che la gravità fosse cento volte più pesante. Leo guardò gli uomini accasciarsi. Cole si alzò, bianco in faccia, paonazzo. 
- cosa è successo?- chiese incredulo. 
- non riesco a capirlo è stato tutto così veloce…- disse Rose ancora stranita. Il bambino si accasciò a terra, Rose corse verso di lui. 
- andate avanti voi- disse Rose, come presi da una scossa di adrenalina Cris e Leo corsero verso il corridoio. Cole si voltò un attimo verso Rose. 
- Rose, mi dispiace
Rose sollevo lo sguardo. 
- anche a me. 
 
 
-Che succede?- Hanna era sfinita, il suo cervello le sembrava un forno che le stava bruciando tutto il corpo. 
- a quanto pare i tuoi amici hanno fatto prima del previsto, maledizione…- Hanna notò che l'uomo stava sistemando delle cose. 
- quindi che se ne fa di tutte quelle informazioni- la voce di Hanna era ancora impresa del suo dolore. 
L'uomo si avvicinò, con la sua valigia tra le mani, al volto di Hanna.
- dobbiamo pure trovare un modo per sterminarvi.
 
 
http://www.youtube.com/watch?v=UfGRUCsObZ0
 
Cris buttò giù l'ultima porta, entrò in una stanza vuota, almeno apparentemente. Poi sentii un rumore provenire dalla stanza accanto. Leo corse dietro di lui. Cris aprii lentamente la porta, aveva paura di quello che avrebbe potuto trovarci. Hanna era seduta su quel lettino senza forze, quell'uomo le aveva tolto le manette " ci rivediamo presto Hanna…salutami Cris da parte mia" le sue parole erano ancora incise nella sua mente. 
Hanna alzò lo sguardo, rivedere Cris era come rivedere di nuovo la luce, le sembrava di respirare di nuovo, era stremata, ma senza rendersene conto si alzò di botto e corse verso di lui, Cris fece lo stesso. Hanna arrivò tra le braccia di Cris, così confortevoli, quasi fatte a posta per lei, affondò il suo viso nel suo petto, stringendolo a se, come se volesse accertarsi che quella non fosse una visione. Leo li osservò, una parte di lui lo aveva sempre saputo, ma aveva lottato contro la parte innamorata di Hanna. Leo si allontanò da quella stanza per lasciarli soli. 
- mi dispiace- disse Cris stringendola a se. 
Hanna si staccò da quell'abbraccio.
- non è colpa tua insomma…- Hanna distolse lo sguardo, non riusciva a sostenere i suoi occhi limpidi. Cris sorrise nel vedere il rossore sulla guance di Hanna. 
Cris si avvicinò di poco, quasi troppo. Hanna riposò lo sguardo su Cris, il cuore le stava per uscire dal petto, una sensazione che ricordava poco e niente. Ma era spinta come da una calamita, una forza più grande di lei. 
- ragazzi!- La voce di Cole interruppe quel momento. 
Cris e Hanna si allontanarono di colpo. 
- scusate se ho interrotto il vostro momento romantico, ma dobbiamo svignarcela da qui. 
 
 
 
 
 
Ore 21:00 stanza di Cole. 
- sai il suo nome?- chiese Cole a Rose. 
- non so nulla so solo che ogni volta che usa i suoi poteri il dolore che sentono gli altri lo sente pure lui 
- come uno specchio- aggiunse Cris 
- esatto- affermò Rose 
- cosa ne facciamo?- disse Leo 
Rose si alzò dal letto, era stata tutto il tempo seduta accanto a lui. 
- lo porto con me 
Cole la guardò stranito. 
- tu cosa?
- è un guardiano, credo che abbia visto la cometa per questo era stato chiuso 
Hanna si alzò dalla sedia, la testa ancora le girava, Cris la fermò imponendole di stare seduta. 
- sei pazza? hai appena subito scosse al cervello 
Hanna lo guardò, non sapeva se essere arrabbiate per le imposizioni o felice per le preoccupazioni. 
- quindi il cognato di Ether era il suo capo 
- si la costringeva minacciandola con quei test…- Hanna odiava parlare di questo, ancora aveva la sensazione di essere su quel lettino. 
- domani noi abbiamo la partita il coach ci ha già rimproverati per la mancanza di oggi, ma se domani non siamo presenti ci giochiamo la borsa di studio- disse Leo rivolo a Cris. 
Hanna li guardò, non aveva idea di cosa rischiavano, avevano messo da parte ogni loro problema per lei. 
- io parto domani con il bambino…tu Cole?- chiese Rose voltandosi verso il ragazzo.
- credo di avere trovato quello che cercavo- disse sollevando di poco il quaderno che aveva tra le mani.
 
 
 
 
 
Hanna, Cris e Leo erano nel loro albergo. Era notte fonda. Hanna arrivò di fronte alla porta della sua stanza. 
- ragazzi non c'è bisogno che mi seguiate ovunque, cioè tra poco vi infilate pure in bagno 
- idea geniale- disse Cris malizioso, Hanna rise arrossendo e poi gli diede un leggero colpetto sulla spalla. 
- ci vediamo domani, forse verrò a vedervi- disser Hanna entrando nella stanza e facendogli la linguaccia, poi chiuse la porta, lasciando i due ragazzi un po' confusi, ma contenti di vederla li sana e salva. 
 
 
 
Il giorno dopo il sole splendeva alto. Erano le tre del pomeriggio, i ragazzi in panchina pronti per entrare in campo. Cris alzò lo sguardo tra gli spettatori. Cercava con lo sguardo Hanna. Leo lo notò e rise divertito. 
- è li 
Leo indico un punto vicino la panchina, precisamente da dove si entra. Era appoggiata al muro, in tribuna. Cris rise divertito e si avvicinò a lei. 
- cercavi me?- chiese lei 
- non vantarti 
- ma cercavi me 
Cris rise divertito 
- Rogers!!- il coach lo richiamò
- vai e distruggili
Cris si avvicinò e le diede un bacio sulla guancia. Le sue labbra erano soffici, delicate. Hanna lo guardò correre versi i suoi compagni. Questo era lui, un attimo era li accanto a lei un attimo dopo era distante, ma sempre nella sua mente. Hanna sorrise felice che le cose stavano andando meglio. Ma aveva un brutto presentimento, come se quei momenti le sarebbero strappati via. Hanna incrociò lo sguardo di Leo, doveva ringraziarlo di tutto, anche di essersi preso cura di Kaley. 
 
 
 
Rose, Cole e il bambino erano sull'aereo. 
- non è stato facile ma li abbiamo procurati- disse Cole dando in mano a Rose i documenti del bambino. 
- Charly Benson, undici anni, Minnesota. 
- hai fatto un ottimo lavoro- disse Rose sorridendogli. Il bambino si svegliò, appena aveva messo piede in aereo si era riaddormentato nuovamente. 
Rose era seduta dal lato del piccolo finestrino, mentre Cole ai lati esterni. 
- senti come ti chiami veramente?- chiese Cole al bambino. 
- mi chiamo Zach 
- chi sono i tuoi genitori, cioè come sei finito in quel manicomio?
- Cole!- lo richiamò Rose credendo che fosse troppo per il bambino. 
- tranquilla, mi hanno trovato accanto alla cometa e mi hanno portato li
- hai un intelligenza superiore rispetto alla tue età- costato' Cole 
- quando vivi in quel mondo le cose sono diverse
Cole e Rose si guardarono in faccia. 
- vengo dal nostro mondo, io sono nato li, ma sono scappato
- non ti capisco…- disse Rose mettendosi la schiena di lato per vederlo meglio. 
- non lo sapete, eppure da noi è la prima cose che ci insegnano
Cole lo guardò paonazzo in volto e Rose era sempre più stranita. 
- Olimpo, almeno qui lo chiamano così. 

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Capitolo 9
*** Fear ***


Fear

 

 

 

 

 

 

 

Pov Hanna 

 

Casa, che strano effetto chiamarla casa, fa uno strano effetto. Salgo l'ultimo scalino, mia madre dietro di me che porta il bagaglio, avrei voluto dirle tutto, di quel pazzo, di me, dei miei poteri, ogni cosa, ma c'era qualcosa che mi frenava, era la paura, e se non mi accettasse più? se avere una figlia con questi strano poteri non gli piace? ogni giorno mi pongo queste domande insieme a tutte le altre che mi stanno facendo impazzire. Sento mia madre chiudere la porta. 

- vuoi che ti prepari qualcosa?

Erano le quattro del pomeriggio e avevo una fame pazzesca, ma dovetti rifiutare. 

- non preoccuparti, vado da Kaley, sai ci tiene a vedermi 

Mia madre sorrise felice. 

 

 

 

 

Cris posò sul letto il borsone. Sua madre Sarah entrò facendo il minimo rumore. 

- sei tornato

 

Pov Cris 

 

Il suo volto non è per nulla rilassato. 

- da pochi minuti 

- senti ho bisogno di parlarti 

Mi siedo nel letto, lei fa lo stesso. Si tocca continuamente i capelli, lo fa quando è nervosa. 

- che succede?

- tuo fratello mi preoccupa

- è successo qualcosa mentre ero via? 

- non è tornato la notte scorsa

Il suo sguardo era preoccupato, poche volte aveva chiesto di noi, sempre a lavorare o a occuparsi delle faccende burocratiche. 

- proverò a parlarci 

Mi sorrise, era raro vedere un sorriso sul suo volto, eppure era così bella, lo era sempre stata, ma la sua è una bellezza consumata, consumata dalle lacrime e dal dolore. Era sempre stata così, per quello che mi ricordo, sempre uguale, sempre troppo stressata, pressata dal passato. La vedo alzarsi, sta per uscire, poi si ferma un attimo. 

- sai Cris sei diverso 

La guardo non capisco a cosa si riferisce. 

- tua sorella si sta occupando di Dylan sarà meglio che dia una mano 

Mi sorride per l'ultimo volta prima di sparire dalla mia visuale. Mi guardo intorno, tutto è come lo lasciato. 

 

 

 

Pov Leo 

 

Mi butto nel mio bel letto, quanto mi è mancato…sento dei passi provenire di sotto, mi avvicinò senza dare nell'occhio. 

- vuole vendere davvero questa casa signor Marin? 

Mio padre annuisce senza dare troppe spiegazioni. 

Una donna sulla trentina, deve essere un agente immobiliare, ha dei lunghi capelli rossi e un viso dolce, un viso fresco. 

- è un peccato

- lo so 

Mi avvicino, non sono il tipo che spia preferisco delle spiegazioni. 

- papà 

Si volta, non si aspettava di vedermi glielo leggo in faccia 

- figliolo 

- che succede vuoi vendere la casa? 

- si, questa è troppo lontano dalla città 

Mi sento sollevato da un certo aspetto, non si tratta di andare a vivere in un'altra città, però questa è la casa di mia madre e dove ci sono quei pochi ricordi che ho di lei, forse è questo il motivo per cui mio padre se ne vuole sbarazzare. 

 

 

Pov Hanna 

 

Entro nel bar, è pieno di gente, non riesco a vedere dove sia finita Kaley. Guardo verso il bancone e ed è proprio li, dietro il bancone? lavora? mi avvicino. 

- Kaley?

- sorpresa?

- da quando lavori qui?

- da oggi!- esclama contenta.

- non sapevo cercassi lavoro…

- sai da quando è successa quella storia dell'aereo ho capito che voglio di più dalla vita…come fai tu!

La guardo, era come vedere un'altra persona. 

- non sto facendo nulla 

- scherzi? sei sempre li ha pensare alle conseguenze di ciò che accade, sei peggio di una veggente 

Sgranai gli occhi, quella parole doveva essere usata con cautela. 

- Ehy c'è il ragazzo che ti piace…- Mi indica un punto dietro di me, mi volto e vedo Cris. 

- Cris non…- Kaley mi guarda con una faccia di chi la sa lunga. 

- Hanna…- la voce di Cris è dolce, strano solitamente è seria oppure incazzata. 

- Oi 

Kaley ci guarda per l'ultima volta, poi rivolge il suo sguardo ad un cliente. 

- cosa ci fai qui?- chiedo incuriosita. 

- cercavo mio fratello, Brian 

Gli sorrido, lui ricambia il sorriso, non mi ero mai accorta di quanto il suo sorriso avesse effetto su di me. Mi guarda dritto negli occhi, colpo basso bello mio. 

- senti…quello che è successo a New York

Ok adesso sono allarmata, so già che dirà, sposto lo sguardo nervosa. So che dirà di far finta che non sia successo niente. 

- guardami- Mi prende il mento con due dita, la presa decisa, mi costringe a guardarlo negli occhi. 

- avrei voluto che Cole non fosse intervenuto

Lo guardo pietrificata, imbarazzata e felice allo stesso tempo, non  saprei come spiegarlo. E di nuovo eccolo il suo sorriso, che automaticamente fa scattare il mio. Poi il suo si spegne. 

- è Brian, ci vediamo dopo ok?- mi da un bacio veloce sulla guancia, che adesso giustamente sta andando a fuoco. Lo guardo allontanarsi, sorriso tra me e me. 

 

 

 

Pov Rose. 

 

Poso il piatto sul tavolo, spero che le cotolette gli piacciono, con tutta questa storia non ho avuto tempo di fare la spesa. Mi siedo di fronte a lui. Mi sorride timidamente e poi inizia a mangiare. C'erano molte cose che volevo chiedergli. 

- so che vuoi farmi delle domande

- come lo sai? leggi nel pensiero?- dissi io allarmata. 

- no ma te lo si legge scritto in faccia 

Rido nervosa, era così evidente? sospiro cercando qualcosa che possa attirare l'attenzione. Di fronte alla cucina c'è la tv. Meglio di quella non so che ci sia, come distrazione. Mi alzò e mi avvio verso la mensola accanto al frigo, dove prima distrattamente avevo posato il telecomando. 

- è un tv? 

- non ne hai mai vista una?

Lui fa cenno di no con la testa. 

- ci sono molte cosa che non so di questo mondo, non tutto ci viene insegnato

- vi insegnano cose del nostro mondo?

- più che altro le dinamiche dei rapporti, sono cose che non abbiamo in comune a meno che non si è mezzi umani come voi

- tu non sei umano?

- no te lo detto sono nato li

Mi siedo nuovamente di fronte a lui, tutto d'un tratto l'interesse per la tv è sparito. 

- senti so che forse sono stressante con tutte queste domande…- dico muovendo le mani in aria, come è mio solito fare quando parlo veloce e nervosa - ma è davvero importante che tu ci racconti tutto quello che sai

Zach mi guarda, titubante. 

 

 

 

Pov Cole 

 

Cautamente mi muove verso la stanza da letto. Da quando sono completamente solo è come se mancasse qualcosa in questa casa. Ho chiamato Henry, verso le cinque devo andare a lavoro, mancano venti minuti ho tutto il tempo di leggere quel quaderno. Mi siedo piano sul letto e lo prendo dal comodino a destra. Tutta la vita di Ether, un Ether che io non conosco. 

" Caro diario oggi sono andata a scuola, al solito, una palla, Trisha e suo marito verranno a trovarci questo fine settimana, ma io non voglio, non voglio rivedere quell'uomo, da quando quella cometa è caduto tutto è più confuso, a volte mi sembra di sentire cosa dice la gente, mi odiano tutti, sono la pecora nera della famiglia e l'unica persona che mi amava è stata uccisa da quel bastardo, se solo potessi impedirgli di controllarmi…"

Sfogliai un'altra pagina. 

"…erano le otto del mattino, io e Jim ci dovevamo vedere vicino al ruscello, andava tutto bene fino a quando quella cometa non ci è piombata addosso, non ci siamo fatti niente, siamo scappati in tempo, ma…" 

Ok, tutto questo è strano. 

" la ucciso, tutto per nascondermi, tutto per non far sapere agli altri di me, dei poteri, come faceva a saperlo lui, tutto non ha senso"

Alzo lo sguardo, non ce la faccio a leggere oltre. Poso il quaderno sul letto. Guardo l'orologio, è tardi devo sbrigarmi. Prendo il portafogli e le chiavi della macchina, apro la porte ed esco. 

 

 

 

Pov Leo.

 

La donna dell'agenzia se ne andata, mio padre chiude la porta. 

- quindi quando l'hai deciso?

- in questi giorni che sei andato via 

- perché? insomma stiamo bene qui 

Mio padre si siede, sembra stanco non ha una buona cera. 

- stai bene? 

Lui annuisce, non ci credo per niente. 

- figliolo, domani prepara le tue cose ho già comprato un appartamento in città, so che ami questa casa, ma…

- ma?

- non possiamo più andare avanti, gli affari non vanno bene e venderla è l'unica soluzione per mettere da parte i soldi per il college, una volta che mi sarò ripreso ti prometto che comprerò quella casa al lago che tu e tua madre desideravate tanto…- mi guarda, gli occhi lucidi, è un enorme fatica anche per lui abbandonarla, amava la mamma con tutto se stesso, posso dire di non aver mai visto una devozione come la sua, avrei voluto sapere prima che avevamo problemi finanziari. Si alza dalla sedia e si dirige verso il soggiorno. Non so più cosa pensare. Vado in camera mia, sono stanco ho bisogno di riposare, troppe cose in pochi giorni. 

 

 

 

 

 

Pov Rose 

- siamo divisi per famiglie, casate

Il mio sguardo non si scolla da quella del bambino, stavo per scoprire tutta la verità…sentii il telefono squillare, lo guardo di sfuggita, spalanco gli occhi nel vedere chi è il mittente. 

- Rick? 

Zach mi guarda spaventata, probabilmente si conoscono. 

Rispondo al telefono. 

- pronto?

- ma dico siete impazziti??? andare a New York??

La sua voce era talmente squillante che sembrava quella di una donna. 

- tu non vuoi dirci la verità così noi ci arrangiamo da soli 

- ti ho detto già tutto 

- cazzate mi hai detto una marea di cazzate, nulla di quello che mi hai detto è vero 

- Rose 

- no niente Rose, quindi o tu ci dici tutto o lo farà qualcun altro al tuo posto- Gli staccai il telefono in faccia. 

- sai che quello è uno dei potenti governatori?

- cosa?- la sua faccia è paonazza.

- cioè se vuole può farti anche spedire tra le sbarre 

- per quanto gliene ho suonate due?

Lui annuisce. 

- beh ci sono molte cose che non sai degli umani Zach 

Lui rise. 

- però deve essere bello 

- cosa?

- essere liberi dai vincoli

- non è sempre stato così adesso non esiste più tu sei più ricco e quindi comandi

- mi piace 

- anche a me 

Ci pensai un attimo, forse anche gli altri dovevano sapere la verità non era giusto che io li tenessi all'oscuro. 

- senti Zach che ne dici se ne riparliamo sta sera a cena, invito anche gli altri? 

Lui annuisce accennando un sorriso. 

Guarda la cucina allarmata. 

- però abbiamo un problema

- non si può fare?

- no no non c'è cibo- dissi ridendo. 

 

 

 

Pov Cris. 

 

Ma dove sta andando quel cretino? un vicolo ceco, perché cavolo se ne va in mezzo ai cassonetti?? Mi sporgo un po' di più e li riconosco, non pensavo che avrei più rivisto quelle facce di merda. Mi avvicino, diretto verso loro, devono stare lontano dalla mia famiglia, credevo di essere stato chiaro l'ultima volta. 

- che succede qui?- dico con un tono per niente gentile. Brian mi guarda seccato, ma non m'importa con lui farò i conti dopo. Abbasso lo sguardo sulla mani dei ragazzi, come immaginavo erano sempre nello stesso giro. 

- Cris da quanto tempo…- quel viscido di Terk si avvicina a me, non ha ancora capito che mi sta sulle palle. 

- vuoi unirti a noi?

- che ci facevate con mio fratello?

- a sei qui per riprenderti il pucci pucci- disse Terk avvicinandosi a lui e tirandolo per i capelli. Mi sentii il sangue bollire dentro. 

- toglimi le mani di dosso- disse lui divincolandosi. Io mi avvicino. 

- ne hai ancora per molto…- dico prendendogli il braccio con forza e togliendolo dai capelli di mio fratello. Brian si allontanò da noi. Adesso era io contro lui, da quanto ho desiderato farlo…

Gli do un pugno in faccia. Cade a terra, ma non cede, non voglio usare i miei poteri posso cavarmela benissimo anche senza. 

- hai dimenticato che siamo due contro uno- l'altro, che per altro non ricordavo nemmeno come fosse la sua voce, mi blocca alla gola con un coltellino. Brian si allontana, gran bel fratello. Sorrido, questi due non hanno mai imparato niente. Con una mossa scivolo via dalle mani di quel moro e gli spedisco un bel calcio nei gioielli di famiglia. L'altro si rialza, lo sento, ma quando mi volto è già a terra, Brian gli ha dato un colpo di mazza. 

- dove l'hai presa?

- c'è ne sempre qualcuna in giro 

 

 

 

Pov Hanna

 

Visto che Cris se ne andato e Kaley e impegnata, che cavolo ci faccio ancora qui? sbuffo annoiata. Prendo la mia borsa e mi avvicino al bancone da Kaley. 

- Kay io vado ci sentiamo appena stacchi per mess? 

- ok, scusa se non posso stare con te 

- figurati, a proposito come vanno le cose con Leo 

Lei mi sorride, un sorriso radioso. 

- mi ha chiesto di uscire domani- mi dice elettrizzata. 

- allora sarà meglio che vado a riposare domani mi torturerai con la tua sfilata

Ride alla battuta e io con lei. 

- d'accordo…- Mi giro e inizio a camminare

- fate una bella coppia- mi dice prima che io esco. Mi volto bianca in volto, poteva evitare di urlarlo a tutto il bar. Rido nervosa, vorrei ammazzarla in questo momento. 

Lei si mette una mano in bocca e sibilla un "ops".

Mi squilla il telefono, si è salvato per miracolo. 

- pronto?- incomincio a camminare. 

- Rose? è successo qualcosa…cosa? a ok, per me va bene, vado a casa e ci vediamo più tardi!- stacco il telefono, cavolo quanta strada mi tocca fare. 

 

 

 

Pov Brian

 

Mi ha costretto a salire in macchina, che palle. 

- cosa ci facevi con quei tizi?- ed eccola la solita ramanzina.

- credevo che la ramanzina fosse la parte di Kelly

- credevi male, cosa cavolo ci facevi con quegli idioti 

Sbuffo, guardando il finestrino. 

- devi uscirne ok? guai a te se ti rivedo con quelli, non fanno altro che sfruttarti e farti prendere la colpa se succede qualcosa 

- e tu che ne sai?

- perché ci sono passato ok?- adesso era agitato, lo fatto incazzare non è un buon segno. 

- ero come loro e non ne vado fiero

- perché ne sei uscito?

- e me lo chiedi quelli sono degli stronzi

- nemmeno tu sei un santo

Frena improvvisamente. 

- Brian, chiariamo una cosa, non sono come loro, come non lo sei tu sei migliore di chiunque io conosco, quando eri alle media hai fatto una protesta contro il maltrattamento degli animali, all'elementari difendevi sempre quelli più deboli, cosa ti è successo? perché cavolo ti sei unito a quelli?

Lo guardo, mi sento un idiota. Se glielo dico mi prende per un debole. Lui mi guarda, non si arrenderà fino a quando non saprà la verità. 

- la mamma è preoccupata

Lo guardo sorpreso, non si era mai preoccupata, mi prende in giro?

- so che ti sembrerà strano, ma credo che possiamo tornare quelli di una volta, quelli che trascorrevano le vacanze al mare, quelli che si divertivano il sabato sera insieme, quelli che si dicevano tutto.

- questo era quando c'era papà- mi è sfuggito così, non volevo dirlo, so quanto lui lo odi. Ma mi sorprende, non vedo nessuno odio nel suo viso, solo rassegnazione. 

- forse dobbiamo accettare che lui non tornerà

- lo so 

- non non lo sappiamo ok? ne io ne tu ne la mamma, l'unica che la capito è Kelly che è andata avanti con la sua vita e adesso è qui per poter fare qualcosa 

- credi davvero che possa funzionare?- lo guardo lui non risponde subito. 

- non lo credo ne sono sicuro- è ancora il solito Cris, quello che ciò che dice fa, quello che io volevo diventare, era il mio eroe, il mio idolo. 

 

 

 

 

 

 

Pov Cole 

 

Il garage è pieno di macchine, entro senza dare troppo nell'occhio. 

- dove sei finito?- Greg si avvicina, porta ancora quella camicia fiorita, quante volte gli ho detto che non gli porta fortuna. 

- New York bello

- te le conto come ferie- dice ridendo, io rido. 

- fa come vuoi…allora cos'hai per me? 

Greg mi guidò vicino ad una macchina, una da corse clandestine. 

- niente male 

- ti sorprenderà- Apre lo sportello del lato guida, impressionante, non credevo che una macchina potesse avere tutte queste modifiche. 

- la tv? 

- lo so, ma chi ha soldi non sa come spenderli 

Lo guardo enigmatico, lui ride, sa che odio queste cose. 

- è di Sanders

- quel tizio? e dovrei sistemargli la macchina?

- ti da una fortuna Cole non puoi rifiutarti 

 

 

 

 

Pov Rose 

 

Questi scaffali sono decisamente troppo alti. 

- cereali?- mi domanda Zach

- vuoi la colazione domani?- gli domando ridendo

- tiene!- qualcuno mi porge la confezione che stavo cercando, è un ragazzo e anche carino, io sorrido come una stupida. 

- grazie 

- non c'è di che- mi sorride, ha un sorriso meraviglioso e io lo sto guardando come una ragazzina innamorata, distolgo lo sguardo. 

- dovrebbero farli più bassi- cavolo, ma che mi esce dalla bocca, cerco di non incrociare i suoi occhi così magnetici, ma è impossibile. 

- già…piacere sono Jack- allunga la mano verso di me, titubante sposto la mia verso la sua. 

- Rose 

- è un bel nome 

- grazie 

- non c'è di che…ok oggi sono ripetitivo, scusa- rido, ha qualcosa di strano questo ragazzo, qualcosa di familiare. 

- beh è stato un piacere conoscerti Jack- dico cercando di uscire da quel vicolo del supermercato. 

- anche per me- dice alzando la mano in segno di saluto io gli sorrido e poi svolto a destra seguita da Zach. 

- ti piace?- mi domanda improvvisamente Zach

- cosa? no nemmeno lo conosco 

- ma ti piace?

- certe volte mi fai paura

Lui mi guarda non capendo, io gli sorrido. 

- andiamo, abbiamo dello stufato da preparare.

 

 

 

Pov Cris

 

Ok le cose sembrano andare meglio, siamo in macchina da mezz'ora e non abbiamo litigato. Brian sta messaggiando, meglio non chiedere altro per oggi. In lontananza noto Hanna, dove cavolo se ne sta andando? 

- Hanna- accosto vicino a lei, lei non  mi sente ha le cuffie alle orecchie. 

- è la tua ragazza?- mi chiede Brian 

- no non…- lui mi guarda come uno che ha già capito tutto. Poi sorride malizioso. 

- che ridi?

- è carina

La guardo, cammina veloce, a quel portamento da sonb. Scendo un attimo dall'auto, qualcosa mi spinge a farlo, quando c'è lei nei paraggi divento diverso. La raggiungo, certo che per essere una alla quale hanno quasi fritto il cervello cammina veloce. Le afferro un braccio, lei si volta pronta a darmi un pugno. 

- oi oi non uccidermi- faccio in segno di resa. Lei ride divertita.

- che ci fai qui?

- do uno strappo a mio fratello- Hanna cerca con lo sguardo la mia auto, la vede e accenna un sorriso a mio fratello. 

- lo conosci? 

- diciamo 

La guardo sorpreso, che vuol dire? 

- gli davo ripetizioni tempo fa 

A ora le cose sono più chiare.

- potevi dirmelo che lo conoscevi 

- veramente non avevo idea che fosse tuo fratello 

Mi sorride, dannazione deve smettere di farlo, mi manda in confusione. 

- vuoi un passaggio?

- devo andare da Rose, veramente ha invitato tutti non te la detto?

- non ha il mio numero 

- aspetta un attimo…- Hanna tira fuori il suo telefono. 

- Rose ma hai invitato tutti? 

 

 

 

Pov Rose 

 

-Dannazione mi sono dimenticata di chiamarli, puoi farmi un favore li avvisi tu? 

Devo ricordarmi di ricordarmi le cose. Rido fra me e me, mentre esco la spesa dalle buste per posarle sul tavolo. Dalla finestra filtra un po' di luce, tra poco si farà buio, chissà che succederà sta sera. Guardo Zach si è addormentato sul divano, la tv è accesa, ma non da fastidio anzi almeno mi fa un po' di compagnia. 

 

 

Pov Cole 

 

- non saprei Greg 

- Cole lo stipendio che io posso darti è una miseria, tu hai un talento innato per le macchina chi meglio di te merita quei soldi?- Greg mi fissa, si porta una mano sul viso, sta pensando a qualcosa, non mi piace. 

- facciamo così, tu sistema questa macchina e io ti do una settimana di vacanze- è disposto a tutto pur di farmi lavorare a questa macchina, a volte penso che lui ci tenga più a me di quanto faccia io stesso. 

- sempre così indeciso- un ragazzo biondo appare nella mia visuale, quando è arrivato? non ci vuole molto per capire chi è, solo la sua voce mi irrita. 

- Sanders 

- Collins 

Greg ci mette a entrambi un braccio intorno al collo. 

- ed ecco i miei figlioli di nuovo insieme- avevo dimenticato quanto potesse essere fastidiosa la sua presenza. 

- allora Cole cosa hai deciso?- prendere o lasciare, che faccio? 

Il telefono squilla, mi allontano di poco. 

- pronto…Hanna…si certo va bene, è la solita sbadata- rido al pensiero di Rose che cucina. 

 

 

 

 

La sera era finalmente arrivata, tutti i guardiani erano riuniti nella cucina di Rose. Sembrava strano, sette sconosciuti che fino a poco tempo prima nemmeno sapevano della conoscenza degli altri, mentre adesso sono uniti da qualcosa. A volte ci sono cose che non si possono spiegare, una di queste è il legame che questi ragazzi hanno. 

 

Rose porge i piatti a tutti, la cena è iniziata bene, a parte il silenzio imbarazzante che si era creato. Tutti si guardavano a vicenda. Cole posò la posata sul tavolo. 

- ok credo che questo silenzio non aiuta

Rose si alza, deve dirglielo. 

- scusate, ho organizzato questa cena in modo che tutti ascoltiate la storia di Zach, che poi è la nostra storia. 

Hanna la guarda, non ci aveva ancora pensato, tutte le risposte che cercava erano in mano a quel ragazzino. Lo guardò, lui le sorrise. Cris guardò Leo, tra quei due si era creata una strana intesa. Cole fissò Rose negli occhi, non pensava che sarebbe riuscito ad ascoltare così presto. 

- beh vorrei sapere cose ne pensiate…

Carrie guardò tutti, ma nessuno si decideva a parlare, così prese l'iniziativa, si sentiva gasata, come se dovesse fare una maratona, voleva condividere con loro quello che le era successo in questi giorni. 

- beh voi avete sicuramente pi+ù informazioni di me, ma io credo che tutti i nostri genitori sappiano qualcosa, o almeno mio padre lo sa. 

Leo guardò Carrie incredulo.

- impossibile…- disse con un filo di voce Hanna - mia madre non mi mentirebbe mai…- le sue parole uscirono molto meno convinte di quanto si aspettava. Cris la guardò, voleva rassicurarla, ma anche lui non ne era sicuro. 

- ok ok…- disse Rose facendo segno di calmarsi con le mani. Per un attimo nella sua testa apparvero le immagini dei suoi genitori adottivi, le sembrava strano pure dire quella parola, non aveva ancora assimilato ne elaborato la cose. 

- forse i nostri genitori non sono il massimo e forse ci stanno mentendo, ma ci sarà una spiegazione ok?- disse Rose poco convinta. Cole le accarezzò il braccio per tranquillizzarla e prese la parola. 

- ragazzi dobbiamo scoprire chi siamo e certo non mi stupirebbe che i nostri genitori ne siano coinvolti, non credo che non sappiano che i loro compagni fossero mezzi alieni…

- al dire il vero siamo più una generazione di dei…- disse Zach un po' insicuro, temeva la reazione degli altri. I ragazzi lo guardarono senza dire nulla, non una parola, Rose li fissava già immaginava le loro facce appena avrebbero ascoltato il resto, a differenza degli altri una parte della storia l'aveva ascoltata. 

- cosa stai dicendo?- disse Cole alzandosi dalla sedia e spostandosi verso di lui, Zach si sentii un po' minacciato. Hanna si avvicinò a lui e gli mise una mano sulla spalla come per rassicurarlo. Zach si alzò dalla sedie. 

- tutte quelle storie dell'antica Grecia, Roma, non sono un invenzione dell'uomo, i nostri avi sono sempre stati in contatto con gli umani fino a quando pian piano l'uomo non li ha dimenticati, non credendoci, questo ha fatto si che si indebolissero e quindi si trovarono costretti a tornare a casa. 

Cris, Leo, Hanna, Cole e Carrie erano sconvolti. 

- e ancora non sapete il resto…- disse Rose 

- questi poteri che abbiamo ora sono solo quelli che rappresentano la nostra famiglia, sono marchi, ma possiamo fare molto di più, ci sono cose che nemmeno immaginate di poter fare.

- tipo?- chiese Cris. 

Zach sorrise, si alzò. Era in piedi fermo, chiuse gli occhi e fece un respiro profondo. Lentamente i suoi piedi si alzarono da terra. Rose sgranò gli occhi, questo non lo aveva ancora scoperto nemmeno lei. Cole si avvicinò, non credeva ai suoi occhi. Hanna guardava ogni movimento di quel ragazzino, non avevano nemmeno le parole per descrivere una cosa del genere. Zach tornò a terra, fece un sorriso compiaciuto, mentre gli altri erano completamente pallidi in volto. Leo si alzò dalla sedie e corse verso Leo. 

- devi insegnarmi come si fa- Lo prese dalle spalle elettrizzato. 

- ok questo non me lo aspettavo- disse Rose sedendosi sulla prima sedia che trovava libera. 

- però ci sono cose più importanti che vi riguardano a parte i poteri intendo…- disse Zach. 

- cosa sai?- chiese Cris cercando di mantenere la calma. 

- i guardiani non sono altro che i figli scelti dal destino a ereditare il trono, in pratica non è il figlio più grande, ma chi viene scelto, questo spiega Cole e Hanna. 

Hanna alzò un sopracciglio, credeva di aver capito male. Zach si accorse di aver detto qualcosa che non doveva dire. 

- di che stai parlando? io sono figlia unica…- disse più che sicura.

Zach non  sapeva che dire. 

- scusa mi sono sbagliato

 

 

http://www.youtube.com/watch?v=lE7e0mvqfMo

 

Hanna lo guardò, era sicura che si era sbagliato, ma il modo sicuro di come lo aveva detto aveva messo in dubbio le sue certezze. 

- comunque un'altra cose che dovete sapere e che a un certo punto dovete andare via dalla Terra e prendere il vostro posto sul trono

Tutti guardarono quel bambino un po' scettici. 

- credo di aver capito male…- disse Cris. 

- non è il nostro posto questo noi siamo destinati a vivere li vale per tutti i guardiani, ci sono regole che nemmeno noi possiamo cambiare

Hanna si allontanò di poco. 

- ci sono altre regole?- chiese Rose

-  due guardiano non potranno mai stare insieme

Hanna si voltò di colpo, una lama nel petto, qualcosa che non si spiegava, il modo innocente di come quelle parole erano state dette l'aveva spiazzata. Istintivamente portò il suo sguardo verso Cris. Si sentii mancare l'aria, la testa girava, non era per lo shock, era qualcosa che non poteva fermare. Un batto, forte, tutti si girarono ed Hanna era a terra.

 

 

 http://www.youtube.com/watch?v=mejsMsu7C3k

 

Hanna si risvegliò in un luogo buio, cercò di alzarsi. Intorno a lei era tutto oscurato, non  capiva nemmeno dove si trovasse. Poi un suono, ho meglio un rumore, una voce lieve. Una risata dolce e innocente, una rasata da bambino. Hanna si girava intorno, in quel buio non vedeva niente, era guidata sola da questa risata. Hanna correva adesso, non vedeva nulla, ma continuava a seguire quel suono. La risata cessò di colpo, poi un pianto. Hanna rimase ferma, impaurita, il cuore le stava battendo forte e non riusciva a respirare regolarmente per via della corsa. 

- non fermarti!

Una voce, sembrava una ragazza. 

- devi farcela

 

Hanna apri gli occhi, la prima cosa che vide furono gli occhi chiari di Cris. Come al solito la tranquillizzarono, erano come un calmante per lei, ma allo stesso tempo l'agitavano. Hanna si alzò di poco, riconobbe di essere sul divano di Rose. 

- di nuovo quelle visioni?- chiese Carrie 

Hanna annuii. 

- questa volta non so proprio di che si tratta, correvo in una specie di luogo buio verso una risata…una risata una voce da bambino e poi una ragazza o meglio credo così mi ha detto di non fermarmi…è tutto così confuso- Hanna fece segno di non alzarsi, ma Cris posò una mano sul suo braccio impedendoglielo. 

- non provarci…

Zach si avvicinò al volto di Hanna. 

- è strano, il tuo volto mi è familiare. 

Hanna lo guardò non capendo, per lei le cose si facevano sempre più assurde. 

- devo andare a casa, ho sentito abbastanza per oggi- disse Hanna alzandosi di botto, ma per poco non ricadeva. Cris la sorresse. 

- ti accompagno…- disse quasi con un tono di supplica. Leo osservò la scena, anche lui era abbastanza turbato dalle parole di Zach, ma non voleva smettere di ascoltare. 

 

 

 

 

Hanna e Cris camminarono velocemente, fino alla macchina, Cris l'aiutò ad entrare. Le gocce di pioggia si fecero più forti. 

- ti senti meglio?

Hanna lo guardò in volto, era pallida, quasi come se stesse per svenire di nuovo. 

- Hanna? stai bene?

Lei annuii, ma alcune lacrime le rigarono il volto, lacrime involontarie. 

- non posso farcela, non ne posso più…- Hanna guardò negli occhi Cris, ne aveva bisogno, non si sarebbe mai stancata di perdersi dentro. 

- fa male, ogni volta fa sempre più male e ho paura di rimanere incastrata in uno di questi incubi 

Cris la guardò impietrito, tolse le mani dal volante e le avvolse intorno alla ragazza, la strinse forte a se, perdendosi nel suo profumo, avrebbe fatto di tutto pur di non vederla in quello stato. 

Una scossa fece risalire entrambi. Si guardarono negli occhi spaventati. Le loro mani si respingevano, come due calamite uguali. 

- cosa sta succedendo…- disse Hanna sempre più spaventata. 

- due guardiani non possono stare insieme…- Cris riprese le parole di Zach. Hanna guardò le sue mani, non riusciva a raggiungerlo. 

- dimmi che è tutto uno scherzo…Cris? 

 

http://www.youtube.com/watch?v=ZvB_Htb4ekw

 

Cris aveva abbassato lo sguardo, aveva paura, ma non voleva che Hanna lo vedesse. 

- prima non era mai successo…

- la tua visione…è stata diversa giusto? e se stessimo cambiando? 

- tutto questo è assurdo te ne rendi conto…ogni volta che ci avviciniamo c'è sempre qualcosa nel mezzo, è impossibile per noi…

- noi cosa? 

- è meglio se vado sola…- Hanna scese dalla macchina, camminando il più veloce possibile. La pioggia era talmente forte che si era completamente bagnata.

- HANNA…- Cris scese correndo verso di lei. 

- sei impazzita

Hanna sentiva le lacrime pizzicarle gli occhi, ma adesso le lascio cadere senza opporre resistenza, la pioggia le nascondeva. Cris l'afferrò per un braccio e la strinse a se, quello strano effetto era sparito. Hanna si strinse a lui, pianse, pianse forte, tutta la sua paura era in quel pianto. Cris la strinse sempre più forte. 

- guardami…- Prese il suo volto tra le mani. 

- ti salverò ogni volta, capito, come ho sempre fatto, io te lo prometto

Hanna non resistette più, si alzò in punta di piedi e si avvicinò a lui, con una velocità assurda che nemmeno Cris si rese conto di quello che stava succedendo. Un bacio, ecco cosa era, quella passione che si erano tenuti dentro fin dall'inizio, fin da quando in quel museo i loro occhi si erano incrociati. Cris mise una mano tra i capelli bagnati di Hanna e lei intorno al suo collo, era un bacio che non cessava, uno di quelli che anche se ti manca l'aria non puoi farne a meno, un gioco di lingue che non si saziava. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rose e Cole stavano sistemando la cucina, Zach già dormiva, aveva raccontato quasi tutta la storia, Leo e Carrie erano tornati a casa. Rose prese i bicchieri e li mise sul lavello, il silenzio che si era venuto a creare era abbastanza imbarazzante. Cole guardava i movimenti veloci di Rose.

- sembri nervosa…

Rose si voltò verso di lui, se ne stava in piedi a fissarla. 

- tu non lo sei…?

- no sono confuso 

Rose posò anche le posate. 

- questa storia è troppo inverosimile, insomma noi siamo semplici umani, persone come le altre, io sono stata semplicemente adottata…io…- solo pronunciando quelle parole Rose lo aveva realizzato, solo adesso, Cole notò il cambiamento nel suo sguardo, la tristezza era dipinta sul suo volto. Aveva gli occhi lucidi, ma non avrebbe pianto, non di fronte a lui. 

- mia sorella è morta, io sono stata adottata, ho dei strani poteri e mi sto prendendo cura di un bambino…io non posso farcela, davvero non posso- Rose gettò la pezza che teneva in mano sulla cucina. 

Cole si avvicinò, le prese le mani. 

- puoi farcela, ricordati che ci siamo dentro tutti, tutti abbiamo paura 

- non è solo la paura di ciò 

- cosa

- è se non ritornassimo più alle nostre vite normali? se tutto questo non finirà mai? 

Rose era disperata, il tono di voce era quasi tremante. 

- te lo prometto noi vivremo una vita normale

-perchè lo fai?

- cosa?

- prenderti cura di me…

Cola la guardò, era una domanda ambigua per lui, non sapeva trovare una risposta, la guardò negli occhi, qualcosa lo spingeva a farlo, non sapeva cos'era, ma sapeva di doverlo fare. 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il giorno dopo, scuola- 9:30 

 

 

Kaley stava posando il suo libro di chimica, i capelli mossi lasciavano intravedere di poco la sua figura di profilo, ma Leo la riconobbe subito, le andò incontro. 

- Hey 

Kaley alzò lo sguardo, i suoi occhi erano stanchi, Leo la guardò studiandola. 

- stai bene?

- no per niente- disse appoggiandosi all'armadietto - ieri era il mio primo giorno a lavoro e mi hanno  massacrata, fino alle dieci di sera. 

Leo le sorrise, uno di quei sorrisi che Kaley amava tanto, che aveva amato tanto in segreto. 

- dai non ci pensare sono sicura che è stato solo per il primo giorno 

- lo spero tanto…comunque hai visto Hanna?

- credo che sia già in classe

- allora la raggiungo ci vediamo dopo- Kaley diede un bacio sulla guancia a Leo e poi sparii dalla sua vista, il ragazzo notò qualcuno di familiare vicino alla porta principale della scuola, si avvicinò. 

- Rick? cosa ci fai qui? 

- sono il nuovo insegnante- disse ridendo 

- tu sei cosa?

- devo tenervi d'occhio no?

Rick lo superò andando verso il lungo corridoio, Leo lo fissava senza capire. 

 

 

 

 

 

Hanna era seduta al suo posto, sempre vicino alla finestra. Fissava la professoressa cercando di capire cose stesse dicendo, ma in mente aveva solo il bacio della sera prima. La paura che potesse perderlo adesso era più forte di prima, perché avere qualcosa da amare fa anche crescere la paura di perderla. Hanna prese la penna tra le mani e incominciò a scarabocchiare il nemo di Cris sul suo diario. La prof si avvicinò a lei guardandola truce. 

- Signorina? le sembra il caso?

Hanna alzò lo sguardo imbarazzata, gli occhi di tutti puntati su di lei. 

- mi scusi 

La prof le lanciò un ultima occhiata e poi ritornò vicino alla cattedra. 

- ragazzi per oggi abbiamo finito, prima di andarmene vorrei presentarvi il vostro nuovo insegnante di musica

Hanna alzò lo sguardo, la professoressa si avvio verso la porta e un Rick sorridente entrò in classe, Hanna era scioccata, cosa ci faceva li? 

- piacere di conoscervi ragazzi- Rick fissava intensamente Hanna. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice: questo capitolo è più lunghetto per farmi perdonare di essere sparita nel nulla xD comunque in questo link troverete delle informazioni sulle famiglie dei nostri protagonisti     https://www.facebook.com/media/set/?set=a.407979102652731.1073741845.203699906413986&type=3

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