Hard to love

di wilderthanthewind
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***



HARD TO LOVE

Capitolo 1


Nei suoi occhi azzurri c'era tanto amore che solo guardandolo ti saresti persa.
Nel suo sorriso si leggeva quella dolcezza che solo con lei mostrava. Lei, Sophie.
E le sue braccia... le sue braccia ti facevano dimenticare qualsiasi problema ti assillasse in quel momento, ti facevano sentire come quando eri una bambina spensierata.
 
Correvano sulla riva, schizzandosi l'acqua che dolcemente si avvicinava a loro e poi si ritraeva, ridendo come forse non avevano mai fatto. Non nel senso che non avevano mai riso a crepapelle, ma che la loro risata non era mai stata così piena di gioia. «Vieni», la invitò Andy, sedendosi in un punto isolato della spiaggia. Sophie si sedette accanto a lui, poggiando la testa sulla sua spalla. Andy cinse il fianco della bella ragazza, intonando la loro canzone preferita, e dandole un bacio sui suoi capelli castano chiaro, che alla luce del sole calante parevano quasi rossi. I gabbiani, quasi frettolosi, attraversavano il cielo, mentre il sole si specchiava sulle acque calme. Le alzò delicatamente il viso, fissandola nei grandi occhi verdi. «Tu sei molto più del mare, del sole, di questo tramonto, lo sai?», le sussurrò, strappandole un sorriso, e poggiò le labbra morbide sulle sue.
 
In quell'istante un ragazzo dai capelli corvini e gli occhi lucidi lasciò la spiaggia, trattenendo le lacrime. Si sedette su una panchina nelle vicinanze, per dar vita a quel pianto che da troppo tempo lo teneva in gabbia. Il volto rigato dall'impotenza, il naso rosso per l'inadeguatezza, le labbra piene d'amarezza.
 
«Andiamo a casa?», propose Andy, ormai terminato lo spettacolo; la ragazza annuì, raccogliendo i propri oggetti e alzandosi. Una volta in strada, Sophie sentì qualcuno singhiozzare: si voltò, ma la panchina era vuota e nei paraggi non c'era nessuno che desse l'impressione di aver pianto.
 
James continuava a pensarci, non poteva non farlo. Oramai erano ore che quella visione, quel pensiero lo torturava dall'interno, prendendosi tutte le sue energie e le sue lacrime. Era sempre stato un ragazzo abbastanza forte, questa volta no. Qualcosa l'aveva demolito, fatto crollare. Conosceva Sophie da tempo e non gli era mai capitato.
Ma ciò non contava, in quell'istante. Anni che le voleva bene come una sorella, ormai mesi che si era accorto di provare qualcosa di più, secondi in cui un semplice bacio l'avevano fatto andare in tilt e mai come allora gli avevano fatto desiderare la presenza della ragazza al suo fianco, dalla mattina fino alla sera, al letto e nella sua vita. Sapeva di non avere speranze. Doveva seppellire quel sentimento insieme a tutto il dolore.
Da tutt'altra parte, il tormento era quasi lo stesso: Sophie non riusciva a capire cosa fosse successo ore prima. Che sia stata soltanto un'allucinazione dovuta al caldo che premeva sempre di più in quei giorni, o c'era davvero qualcuno che piangeva, in quella panchina? Non sapeva darsi una spiegazione logica e, soprattutto, aveva paura che la persona intravista fosse chi stava pensando e chi non volesse mai vedere così; dopotutto, quei singhiozzi le erano familiari. Si voltò verso la sua stanza, girandosi nella sedia dove era seduta, nell'ampio terrazzo; poteva intravedere il suo ragazzo canticchiare e scorrere velocemente con gli occhi azzurri degli spartiti e dei testi. Sentendosi osservato alzò lo sguardo, fino ad incontrare il suo, e le sorrise. 
Eppure qualcosa scattò in lei.
 
«Io vado a letto», avvisò Andy. «Vengo anch'io», rispose Sophie un po' pensierosa. Si coricò: una marea di pensieri le affollavano la mente. Era quasi sicura che il ragazzo che piangeva fosse James, ma continuava a chiedersi il motivo, e il semplice fatto di vederlo star male la rendeva molto triste. Faceva sempre di tutto per tirar su di morale i suoi amici, ma questa volta? Non riusciva a pensare a nient'altro; i singhiozzi di quel ragazzo le rimbombavano nella testa.
Erano giunte le tre del mattino ormai, e Sophie non aveva ancora chiuso occhio, così si alzò dal letto e scese in salone. Si avvicinò lentamente a un tavolino di vetro su cui era appoggiato il telefono, ed impugnò la cornetta. Digitò quel numero che conosceva bene, e attese quei secondi infernali affinché squillasse. Improvvisamente sentì dei singhiozzi, che riconobbe immediatamente. «Ehm... pronto?», fece la ragazza, incerta. «Sophie?», si sentì dall'altro capo del telefono. «J-James, ma... cos'hai?», chiese preoccupata Sophie. «Niente, sono solo influenzato, ho un po' di mal di gola», rispose James con voce bassa e insicura, interrotta dai singhiozzi, e chiuse la telefonata. Sophie ripose lentamente la cornetta del telefono, ancora in pensiero, e tornò a letto, cercando invano di addormentarsi.

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Salve a tutti!
Questa è la prima fanfiction che io e Mar (tearsofsky) scriviamo insieme, speriamo davvero che vi piaccia.
Gli Youthkills sono una band britannica formata da Andy Jr e James, figli rispettivi dei noti Andy Taylor e Roger Taylor dei Duran Duran. Purtroppo gli Youthkills non sono molto famosi al di fuori della Germania, dove stanno lavorando al momento, ma noi ve li consigliamo vivamente. (:

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***



 

HARD TO LOVE

Capitolo 2

Sette del mattino.
Vocalizzi e accordi di chitarra.
Sophie aprì gli occhi, cercando di capire chi o cosa, ma soprattutto perché, l'avesse svegliata. Si stropicciò ripetutamente gli occhi e si alzò leggermente, appoggiandosi sui gomiti. «Andy... che... ore sono?», fu tutto ciò che riuscì a dire, ancora assonnata. «Le sette. Buongiorno, Sophie», rispose allegramente Andy. «E perché?», chiese sbadigliando. «Perché sono le sette, dici?», disse divertito il ragazzo. Sophie indicò la chitarra ed Andy gridò un lungo «Aaah», come se prima non avesse capito. «Ecco, vedi, mi piace quando mi chiedi che ore sono ancora dormendo», poi si avvicinò al letto per darle un bacio sulla guancia. «E poi abbiamo una nuova canzone, volevo fossi la prima ad ascoltarla», proseguì, questa volta dolcemente, con un sorriso a trentadue denti stampato sulla faccia.
«Oh, Andy. Tu sei pazzo, ma ti amo tanto per questo. E stanotte ho dormito poco»
«Cosa è successo?», chiese preoccupato.
«Oh, niente di che. Qualche pensiero insistente»
«Ti va di parlarne?»
«Niente di speciale, davvero!», rispose sedendosi sulle sue gambe e mettendogli le braccia attorno al collo, con un grande sorriso. «Hey, ma tu devi ancora farmi sentire la nuova canzone!», gridò, cercando di cambiare discorso. Andy si alzò, facendo sedere la ragazza sul letto, e afferrò nuovamente la chitarra. Si sedette e girò qualche chiave, per poi iniziare a suonare una melodia interessante. «Allora, come s'intitola?», chiese Sophie curiosa ed entusiasta. «Non abbiamo ancora deciso, a dire il vero», rispose Andy grattandosi la testa. «Che ne dici di Hard to love?», propose pimpante, come un bimbo che sceglie il nome del suo nuovo pupazzo. Andy si alzò e le si avvicinò soddisfatto, cominciando a baciarla. «Beh, spero che tu non sia hard to love», sussurrò tra un bacio e l'altro, mentre si spogliavano lentamente.
Andy si posizionò sopra di lei, lasciandole una scia di baci che partivano dal collo fino ad arrivare al suo reggiseno di pizzo nero, che le tolse lentamente, stuzzicando poi con le mani e la lingua i seni. Piano piano tornò su, passando ai suoi fianchi, torturando l'elastico degli slip che sfilò, stavolta, velocemente. Lasciò che la ragazza gli togliesse i boxer, vedendoli finire insieme alla loro roba sparsa un po' per tutta la camera, mentre le loro bocche, le loro lingue danzavano giunte ancora una volta, prima che lui entrasse in lei con una spinta decisa ma allo stesso tempo dolce. Istintivamente Sophie cinse il bacino di Andy Jr con le gambe e mise le mani nella sua schiena, gemendo di piacere e mordicchiandosi un labbro ad ogni spinta, ogni volta sempre più veloce, forte, letale. Sentivano il piacere crescere nei loro corpi uniti, caldi, la loro pelle sfregava freneticamente, ansimavano mentre si lasciavano baci sulle labbra, mentre la ragazza si aggrappava alla schiena del suo fidanzato.
«Andy, i-io... sto...» gemette, inarcando la schiena, mossa dal piacere, mentre chiudeva gli occhi.
«S-Soph...» Andy diede un altro colpo e uscì da lei, venendo subito dopo e coricandosi, con un sorriso, vicino al corpo della sua amata. La guardò: era ancora più bella così ansimante, il corpo nudo e perfetto, la pelle chiara, i capelli arruffati, l'espressione un po' vaga e smarrita. L'abbracciò e stettero uniti sotto le coperte a coccolarsi per un po'.
«Ma tu te lo immagini il giorno del nostro matrimonio?», esordì in un sussurro, accarezzandole l'addome.
«Tu avrai il tuo vestito bianco e la tua coroncina di diamanti»
«E se non mi piacesse la coroncina?», lo interruppe scherzosa Sophie, voltandosi verso di lui e accarezzandogli il volto.
«Non m'interessa, te la metti lo stesso, perché sei bellissima e ti amo tanto. E poi in viaggio di nozze gireremo il mondo, andremo ovunque tu voglia, insieme. E poi avremo tanti figli»
«Solo due», lo interruppe nuovamente, continuando a sorridere.
«Che m'importa, tanto sei tu a partorire», e scoppiarono a ridere.
«Non ci sono parole per esprimere quanto ti amo, Andy»
Un ultimo bacio ed Andy si alzò per iniziare a vestirsi. «Fra un po' iniziano le prove. Ti va di venire?», chiese gentilmente. «Va bene, tanto mi hai già spogliata, mi hai tolto metà del lavoro», rispose Sophie ridendo, per poi avvicinarsi ad un comò; aprì il cassetto e scelse una maglia un po' larga e un paio di pantaloni neri, come piaceva tanto a Andy. Giunti alla sala prove, Sophie si sedette in un angolo dove erano posizionate alcune chitarre, affinché potesse ascoltare senza dar fastidio. Dopo aver provato diverse canzoni, i membri della band si concessero una pausa che la ragazza sfruttò per complimentarsi con quelle che, a suo parere, erano delle stelle nascenti. Non c'era qualcosa che non apprezzasse della musica degli Youthkills: amava ogni nota della tastiera, ogni accordo di James, ogni parola cantata da Andy. Quest'ultimo l'abbracciò e la baciò ovunque potesse, tra i sorrisi di tutti. «Siamo stati bravi?», chiese allegramente. «Non solo in questo siamo bravi», intervenne Tom malizioso, premendo qualche tasto della sua tastiera per noia, e scaturendo le risate di tutti i presenti. «A parte gli scherzi», interruppe Sophie, «siete davvero bravi. Sapessi suonare io così bene uno strumento!». La ragazza ingenua non immaginava quante risate avrebbe provocato con tale esclamazione, almeno finché Tom non sfoggiò nuovamente il suo umorismo. «Ma il microfono di Andy lo sai suonare benissimo», ribatté, e in un istante le morbide gote di Sophie arrossirono, mentre Andy rideva sotto i baffi. La ragazza guardò negli occhi del color del cioccolato di James, in preda all'imbarazzo, il quale cercò di schivare il suo dolce sguardo: alzò un po' la manica della giacca di pelle per vedere l'orologio. «Ehm, devo andare, ho un impegno», mormorò, e stropicciandosi gli occhi un po' lucidi si affrettò a raggiungere l'uscita.
Sophie si precipitò alla porta, con la scusa di «un bisogno urgente», e iniziò a inseguire per le scale James, dicendogli di fermarsi, ma il ragazzo sembrava non ascoltarla. Appena fuori dall'edificio camminarono lungo il vialetto a passo veloce, la ragazza che cercava di affiancarlo ma lui che velocizzava sempre di più la camminata. Arrivati davanti ad una macchina nera, si fermò.
«James, mi vuoi dire che ti prende? Perché sei scappato così? E perché mi eviti?» fece Sophie quasi esasperata, incrociando le braccia al petto.
Il chitarrista si voltò, mostrandole una faccia smarrita e triste, risentita, cupa. Si guardò intorno, prima di guardarla negli occhi per alcuni secondi. Girò i tacchi, salì sulla macchina e andò via, lasciando l'altra spiazzata. Continuava a fissare il punto dove prima era il suo amico, non capendo minimamente ciò che fosse successo. Sospirando esasperata salì su, raggiungendo il suo ragazzo.
 

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