Nostale: La Runa di Kaiser

di Borghe
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Rabbia 1/2 ***
Capitolo 3: *** Rabbia 2/2 ***
Capitolo 4: *** Sogni ***
Capitolo 5: *** Arena ***
Capitolo 6: *** Misteri ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


 
 
Nel mondo in cui vivo, Nostale, nell’isola del Deserto di Mortaz, nella città di Desert Eagle City, sono conosciuto come Grande Mago Kan, o semplicemente Kan Firesand.
Sono molto anziano, ma prima di abbandonare questo mondo e salire nel Cielo di Ancelloan, voglio mettere per iscritto le imprese dei più grandi eroi che Nostale abbia mai avuto.
Sono venuto a conoscenza di queste guerre e avventure per merito del mio trisavolo Silen, il quale le aveva narrate al suo amico di fiducia il Sacerdote Barry che a sua volta le raccontò al figlio di Silen e così via, fino ad arrivare a me.
La nostra è una grande generazione di maghi di alto rango, rispettati in tutta Nostale, ma non posso dire che per mio “nonno” Silen valesse lo stesso!
In questo primo libro vi parlerò degli Imperatori Alan, Nidalee e Delmis che, guidati dallo stesso Silen,  dovranno affrontare una grande minaccia, aiutati dall’Avventuriero Blake.
Come citato sopra, sono venuto a conoscenza di questi fatti poiché sono stati tramandati di generazione in generazione e perciò ringrazio di cuore mio padre e inoltre ringrazio Riana, mia grandissima amica, per avermi illustrato capitolo dopo capitolo il libro. Adesso devo andare, sono molto occupato ad insegnare alla nuova generazione di eroi come destreggiarsi nell’arte del fuoco e diventare così dei veri Eroi del Fuoco.
Vi auguro una lettura densa di emozioni.                 
 
 
Il Grande Mago Kan



Spero che l'introduzione vi sia piaciuta, a breve con il primo capitolo! Recensite mi raccomando! :)

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Capitolo 2
*** Rabbia 1/2 ***


La pace fra i Tre Regni persisteva ormai da anni, i giovani avventurieri decidevano di intraprendere la strada verso l’Arte della Spada , dell’Arco o della Magia. Eppure, una creatura immersa nell’oscurità si stava risvegliando…
 
 
 
-Rabbia-
 
 
 
Camminavano rapidi verso la prima tappa del loro lungo itinerario per essere riconosciuti come Imperatori.
I tre ragazzi erano guidati dal Saggio Maestro Silen,  un mago dalle grandi qualità, il quale si era offerto per portar a termine la loro missione.
L’aria attorno si fece all’improvviso più densa e poco respirabile: si stavano avvicinando alla terra tanto attesa.
<< Maestro Silen, quanto manca ancora? >> Chiese Alan, giovane iniziato dell’Arte della Spada, un ragazzo molto vivace e impulsivo. Aveva folti e ribelli capelli rosso chiaro che sembravano lingue di fuoco. Era vestito con una semplice armatura di cuoio arancione e caratterizzata da un'unica spalliera. Nella fodera della sua cintura teneva sempre la sua fidata spada dalla lama argentata, ideali per i combattimenti ravvicinati nella quale erano specializzati gli spadaccini.
<< Non molto, siamo quasi arrivati >> Rispose il Saggio, scocciato. Il suo lungo mantello gli conferiva superiorità e autorità. Aveva una lunga barba grigia e aveva il cranio pelato con lunghi capelli del medesimo colore della barba.
<< Ma insomma Alan! Possibile che tu non abbia un briciolo di pazienza? Si vede… Come molti dicono, la pazienza è la virtù dei forti >> Intervenne Nidalee, apprendista dell’Arte dell’Arco, una ragazza  molto sicura di sé con la pretesa di avere sempre ragione. I lunghi boccoli neri le ricadevano sulle spalle sino al petto. Indossava un completo mimetico verde e marrone. Gli arcieri si vestivano spesso in questo modo per cercare di nascondersi e attaccare il nemico senza essere visti. Con i suoi occhi, color ambra, prendeva la mira tendendo l’arco rivestito di pelle di animale e scoccava la freccia colpendo sempre il bersaglio.
<< Come osi parlarmi in questo modo? Ora ti faccio vedere io… Preparati a combattere! >> La sfidò lo spadaccino. Al ragazzo non piaceva essere preso in giro, soprattutto da Nidalee, infatti tra i due si era instaurato, sin dal primo incontro, un rapporto di inimicizia e rivalità.
<< E va bene! >> All’unisono sguainarono le loro armi basilari e cominciarono a combattere: Alan utilizzava la spada per proteggersi dalle freccie della ragazza che sibilavano velocemente verso di lui<< Ma è mai possibile che voi due dobbiate sempre litigare? >> Domandò Delmis, prossimo ad imparare l’Arte della Magia e migliore, senonché unico, amico dello spadaccino. I suoi capelli castani gli arrivavano alla base del collo e un lungo ciuffo gli copriva un occhio. Indossava una scomoda tunica bianca e blu che gli arrivava alle caviglie, con un cappuccio giallo e un fiocco rosso. Teneva il suo scettro magico, l’arma comune a tutti i maghi, appoggiato su una spalla. Delmis era un ragazzo timido e spesso insicuro, ma nascondeva un grande poteziale e, al contrario di Alan, era in buoni rapporti con Nidalee.
A questo punto i due rivali abbandonarono le armi e si avventarono l’uno verso l’altra per un corpo a corpo, ma il Saggio, stanco dei loro continui battibecchi sbatté lo scettro a terra e i due si separarono in un istante <<  Finitela una volta per tutte… Guardate, siamo arrivati >> E aprì le braccia, indicando il luogo davanti a loro.
I tre rivolsero lo sguardo al paesaggio e videro enormi distese di sabbia talmente rosse e torride che nessuna forma di vita ci avrebbe potuto vivere.
<< Maestro, è questa la Terra del Fuoco? >> Chiese curioso Delmis.
<< Precisamente. Questa è la dimora della Dea del Fuoco Eterno Sellaim. Per attraversarla devo pronunciare l’incantesimo di protezione, altrimenti il calore ci carbonizzerebbe. Avvicinatevi a me >> Senza alcun indugio i tre obbedirono a Silen mentre lui cominciava a creare lo scudo protettivo, agitando in aria il suo scettro.
<< Con il potere della Luce, la benedizione di Eperial, rinuncio alla forza per la difesa! >> Un improvviso alone dal color verde chiaro circondò i quattro viaggiatori per proteggerli da quel calore ostile.
<< Sbrighiamoci >> Ordinò il Maestro e ripresero il cammino.
<< Fatti in là! Non ci sto! >> Si lamentò Alan spingendo Nidalee.
<< Sei tu che occupi troppo posto, fatti in là tu >> Si difese respingendo lo spadaccino.
“Ecco che ricominciano ” Pensò Delmis alzando gli occhi al cielo e sospirando.
Lungo il loro percorso apparve improvvisamente uno strano robot a tre zampe, simile ad un ragno, che si avvicinava furtivo e interessato.
Alan si accovacciò più che poté e disse, allungando una mano verso quello strano aggeggio, << Che carino! Chissà che cosa… >>
<< Non ti avvicinare stolto! >> Gli urlò contro Nidalee mentre lo tirava indietro.
<< Perché? Ma che ho… >> Alan tentò di opporsi ma ebbe subito voglia di rimangiarsi ciò che aveva detto poiché quel robot, dall’apparenza innocua, esplose con un fragore assordante, urtando il cerchio difensivo.
<< Wooah… Cavoli, starò più attento la prossima volta >> Si girò verso Nidalee sorridendo << Beh, grazie >> Alan si aspettava una risposta, invece la ragazza si limitò a sbuffare e ad indicare dietro di lui << Siamo arrivati >>.
Al centro del deserto si ergeva un immenso tempio antico che risplendeva di una luce cremisi e dorata. Aveva l’aspetto di un castello, formato da cinque torri, una ad ogni angolo e una al centro della struttura, sulla quale bruciava un focolare.
Si avvicinarono con una forte tensione, poiché l’imponente struttura li incuteva timore.
Posti davanti alla porta del tempio c’erano due Guerrieri a fare la guardia dall’aspetto fiero e possente, capelli scuri e ribelli, una leggera armatura che ricopriva il bacino e una spalla. Avevano le spade incrociate per impedire agli sconosciuti di entrare.
<< Buongiorno signori, avrei una richiesta urgente da porre al Sommo Sacerdote Brand, potreste farci entrare per favore? >> Chiese calmo Silen, ma le guardie non si mossero.
Allora il Saggio si avvicinò e sussurrò << Dovrei far benedire questi ragazzi con il consenso della Dea Sellaim, loro saranno i prossimi a salire al trono >> All’improvviso i Guerrieri si riscossero, come se fossero stati in trance, e spinsero via Silen puntandogli le spade, mentre quello di sinistra lo minacciò << Non pronunciare parole stolte vecchio! Gli eredi al trono hanno sangue reale, questi tre dilettanti non mi sembrano i figli degli Imperatori! E adesso tornatevene al vostro lurido villaggio se non volete perdere la vita! >>
Alan balzò su e urlò << Ehi! Come ti permetti di darmi del dilettante? >> Fece per saltargli addosso ma venne trattenuto da Delmis e Nidalee.
<< Lasciatemi andare! >> Gridava, dimenandosi.
<< ORA BASTA! >> Ordinò Silen battendo il bastone sul terreno facendo cadere i tre a terra, poi rivolgendosi al Guerriero, sussurrò << Mi lasci dire che questi tre hanno più sangue reale di molti altri, sono i figli dei Consiglieri dell’Imperatore >>
Le guardie si paralizzarono dal terrore e una balbettò << M-ma… loro… hanno…ucc… >>
<< Se ci lascerete entrare, vi spiegherò tutto >> Propose il Maestro. Le due guardie si scambiarono uno sguardo e annuirono, così varcarono la soglia del primo tempio.
 Una breve ventata di calore li investì. L’interno era vasto, sulle pareti erano appese ovunque torce che bruciavano un fuoco perpetuo. Tre Sacerdoti dai mantelli neri stavano su un altare a pregare la Dea Sellaim, padrona del Fuoco, raffigurata in una statua, con ali infuocate e corna viola e rosse.
Quando la porta si chiuse i Sacerdoti smisero di pregare , si alzarono e quello al centro si girò, la sua faccia era solcata da strani simboli a forma di triangolo, il vestito sotto il mantello bruciava ed emanava calore <>.
<< Già, è stato un lungo viaggio, ma sono qui, insieme ai miei allievi >> E allargò le braccia per far notare anche la loro presenza.
<< Dunque sono loro, benissimo. Direi che possiamo cominciare la prova >> Scese d’un balzo dall’altare e si avvicinò ai tre ragazzi, li scrutò uno ad uno, poi si rivolse al Saggio << Potrebbe aspettare fuori, Silen? >>
<< Oh, ma certamente >> Rispose e si avviò lungo l’uscita del tempio, salutandoli con un gesto della mano e augurandogli buona fortuna. Calò un breve silenzio, infine il Sommo si presentò << Il mio nome è Brand. Sono onorato di fare la vostra conoscenza >> Fece un piccolo inchino.
<< Bè, non c’è di che, Brand! >> Affermò con sfacciataggine Alan, battendogli una mano sulla spalla, ma che ritirò subito poiché si scottò. Brand lo guardò torvo e riprese << Ora, dovrete superare una prova nella quale dovrete sconfiggermi. Se la supererete passeremo al rituale per benedirvi col potere del Fuoco. Se perderete verrete cacciati. Sono ovviamente ammesse le armi. Sono stato chiaro? >> I tre annuirono.
<< Eccellente, cominciamo >> Si allontanò di qualche passo e affermò<>.
Gli amici si scambiarono uno sguardo e Nidalee sussurrò <>
<< Non lo so, non ho un piano! >> Rispose Delmis.
<< Al diavolo i piani! Qui bisogna agire! >> Alan, brandendo la sua spada, corse verso Brand e tentò di colpirlo, ma l’avversario schivò facilmente il colpo,  creò una palla di fuoco dal palmo della mano e la scagliò verso lo spadaccino il quale fu scaraventato contro l’altare.
<< Alan! >> Gridarono gli altri due mentre il Sacerdote fu preso da una risata incontrollata<< Quel dilettante non aveva capito con chi aveva a che fare eh? Adesso a chi tocca ?>>
<< Ora la pagherai! >> Nidalee tese l’arco e scoccò una freccia verso la gamba destra del nemico e la centrò, lui emise un gemito di dolore mentre la freccia si inceneriva.
<< Pensi davvero che tu sia l’unica a poter scagliare qualcosa di appuntito? >> Tese una mano in alto e si materializzò una lancia infuocata che si diresse rapida verso la ragazza.
<< Nidalee! >> Delmis si mise davanti a lei e disegnò un cerchio con lo scettro. L’aria attorno si congelò, la lancia di fuoco si schiantò contro il ghiaccio e si dissolse mentre lo scudo s’infrangeva.
Il Sommo fu sopraffatto dall’ira e la sua bocca si spalancò in uno schiamazzo assordante. Portò dietro la schiena le mani e le respinse in avanti. Immediatamente emersero dal terreno due lingue di fuoco che si incrociarono nel punto esatto in cui si trovavano il mago e l’arciera, che con un balzo saltarono le fiamme e rotolarono per terra.
<< Non vincerete mai continuando a scappare senza attaccare! Cos’è la difesa senza l’attacco?! >> Affermò, esplodendo in una nuova risata incontrollata.
<< Ora assaggerete tutto il mio potere! >> Unì le mani in una sorta di preghiera e ripeté più volte, bisbigliando, “Potere della Distruzione”. I triangoli sul volto si illuminarono di uno rosso abbagliante e delle fiamme lo circondarono. La sua bocca era deformata da uno strano sorriso.
Si materializzò davanti ai due amici e li colpì con delle sfere di fuoco. Stremati, Delmis e Nidalee caddero distesi sul terreno.
<< E’ giunto il momento del colpo finale! Ora conoscerete le fiamme dell’Inferno! >> Concentrò tutta la sua aura, l’energia spirituale, sulle mani e un cerchio con impressi strani simboli circondò i ragazzi. Il terreno cominciò a spaccarsi, facendo trapelare alcune fiamme, ma prima che potesse terminare la sua offensiva, una spada trafisse lo stomaco del Sacerdote.
<< Ora non mi chiamerai più dilettante >> Alan estrasse la spada e Brand cadde a terra. Avevano vinto, la prima prova era stata superata.
Silen entrò spalancando la porta e camminò a passo rapido verso i tre, aprendo le braccia e mostrando un largo sorriso, sepolto dalla lunga barba.
Delmis e Nidalee si erano alzati ed insieme ad Alan andarono incontro al Maestro, abbracciandolo << Oh! Sapevo che ce l’avreste fatta, in fondo avete un certo potenziale! >> Si staccarono da quel momento di tenerezza e Silen riprese << Ottimo, adesso possiamo procedere con la benedizione. Sommo Sacerdote Brand, a lei l’onore >> Nel frattempo, anche il Sacerdote si era rialzato e la sua ferita era sparita.
<< Perfetto, recatevi sull’altare e inginocchiatevi. Io vi raggiungo fra un attimo >>
 E si incamminò verso una porta accanto all’entrata. I ragazzi erano rimasti sbigottiti, dopotutto era stato trafitto dalla lama di una spada! Silen fece un gesto con la mano, indicando che era tutto a posto. I tre obbedirono a Brand e si prostrarono alla Dea Sellaim.
Dopo qualche minuto, il Sommo tornò e tra le mani aveva un barattolo di vetro, dove vi era una sostanza rossastra, simile a gelatina.
Ne prese un poco e annunciò << Chi vuole cominciare? >> Ci fu un gioco di sguardi tra i tre, infine Alan alzò coraggiosamente la mano << Io! >>.
Il Sommo prese il ragazzo e lo portò in una stanza segreta dietro la parete. Davanti  a loro c’era una pietra che brillava di una luce intensa dalle sfumature vivaci da cui uscivano delle voci, come se fosse infestata. Brand cominciò a spalmargli la sostanza sulla fronte, disegnando un triangolo. Fece lo stesso sulle mani.
<< Ora ti farà un po’ male >>
<< Non ho paura del dolore >>
<< Meglio per te >> Alzò il dito indice e apparve una fiammella, poi si avvicinò e toccò il ragazzo, il quale esplose in urlo assordante di dolore, come se tutto il suo corpo fosse avvolto dalle fiamme. Il Sacerdote s’inginocchiò e cominciò a pregare mentre lo spadaccino soffriva. A un certo punto dalla pietra uscì un bagliore scarlatto che colpì Alan, il quale cominciò a cambiare: I muscoli crebbero insieme all’opprimente tortura della benedizione. Improvvisamente, dalla pietra uscì uno spirito, di cui si potevano distinguere i contorni di una spada e di un’armatura dotata solo di una spalliera, che lo investì, unendosi a lui e facendolo smettere di soffrire, terminando il rituale. Ora Alan aveva il potere della Distruzione. Lui e Brand uscirono dalla stanza.
Il Sommo fece lo stesso anche con gli altri, assistendo a due casi differenti: Delmis fu colpito da uno spettro avente un mantello fiammeggiante, identico a quello dei sacerdoti mentre Nidalee da uno armato di fucile. Quando il rituale fu terminato, Brand si erse in tutta la sua altezza<<  Eccellente, tutti e tre siete stati benedetti con successo. Ora nelle vostre vene scorre l’elemento del Fuoco e siete in grado di acquisire il potere dello Specialista della Distruzione, non dovrete far altro che accrescere l’ira dentro di voi. Detto questo, vi chiedo di lasciare questo tempio e di recarvi a quello dell’Acqua. Buon viaggio >> Senza aspettare, i quattro lasciarono quel posto e si recarono ad Ovest per raggiungere in fretta il tempio della Calma. Spero che la metà del primo capitolo vi sia piaciuta xD

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Capitolo 3
*** Rabbia 2/2 ***


Si erano lasciati alle spalle la Terra della Distruzione da parecchio tempo ormai, il Sole cominciava a tramontare e una dolce brezza primaverile li avvolgeva.
<< Maestro Silen, ho una fame tremenda… >> Cominciò a lamentarsi Alan, ma il suo interlocutore non rispose e continuò ad avanzare verso quella che sembrava una foresta.
<< Dovevamo chiedere del cibo, a quest’ora saremmo tutti sazi e invece il mio stomaco non la smette di brontolare >> Continuò. Nidalee si girò e disse<< Ma tu devi sempre lamentarti? Fai un po’ come Delmis, scommetto che avrà fame anche lui ma almeno non si lamenta! >> Tirato in mezzo dall’arciera, il mago s’ insidiò nella discussione << Ehm, veramente stavo per cominciare… >>  La ragazza alzò gli occhi al cielo sbuffando sottovoce “Stupidi maschi” e aumentò il passo, i due amici si guardarono negli occhi con un’espressione interrogativa “Che abbiamo detto?” E scossero il capo.
Improvvisamente, il rumore costante del bastone magico di Silen sul terreno cessò, il Saggio si era fermato davanti al bosco enorme, si stirò e , rivolgendosi ai tre, annunciò << Questo, miei allievi, è ilBosco di Artemidia , ed esattamente al centro di questo enorme luogo si trova il Regno degli Arcieri, terra natale di Nidalee >> Alla ragazza si illuminarono gli occhi, dopotutto là c’era la sua casa e lei aveva una gran voglia di salutare i suoi genitori<< Vi dirò due cose importanti; all’interno di questa foresta si trova il Re Pollo, se avete così tanta fame, vi toccherà trovarlo e rubare le uova dal suo nido e… non svegliatelo, sarebbe un suicidio. Infine, so che ci tieni molto alla tua patria Nidalee, ma proprio non possiamo visitarla per una sosta, sarebbe troppo…Ehm… lungo fermarci >>
<< Forse voleva dire “Troppo noioso fermarci” >> Sussurrò lo spadaccino al mago che sogghignò.
<< Pertanto…. >>Ricominciò il Saggio << Invece di impiegare tempo prezioso a fare battute spiritose, perché non cominciate a cercare il Nido del Re Pollo? Credevo di aver sentito delle lamentele da parte di qualcuno >> Terminò, rivolgendo uno sguardo di rimprovero ai due ragazzi che ammutolirono. Dopo il discorso, i tre si avviarono verso il Bosco di Artemidia, mentre Silen si sedette su una roccia poco distante.
Nidalee lo notò e si avvicinò << Maestro, non viene con noi? >> il vecchio alzò lo sguardo, sospirò e rispose << No, mi dispiace. Devo restare a…. Riposare >> Si portò le mani alla faccia e l’arciera fece dietrofront per raggiungere gli altri due chiedendosi perché non l’avevano aspettata, dato che si erano già inoltrati nella fitta foresta.
L’erba era molto alta, c’erano varie specie di funghi e la luce del sole penetrava appena. Si guardava continuamente attorno, con le mani pronte a tirare fuori l’arco e a scoccare una freccia, da sola quel luogo le incuteva timore. Un fruscio proveniente da un cespuglio la fece sobbalzare, impugnò l’arco e minacciò il groviglio di rami e foglie davanti a lei. Uscì con un balzo una figura a quattro zampe con gli occhi rossi e senza indugiare troppo, scoccò la freccia.
L’animale cadde a terra, morto, lei si avvicinò e scorse il manto bianco della pecora.
<< Accidenti, ho sprecato una freccia… >> Sbuffò e si allontanò a grandi passi dalla scena del delitto fino a raggiungere una collinetta in cui vi erano impronte di grandi zampe e vi salì. Da quell’altura non si poteva vedere niente, la vista infatti era oscurata dalla presenza di una flora fittissima.
Il frastuono di una corsa veloce la fece voltare in tempo solo per vedere un ariete colpirla in pieno petto e buttarla giù dalla collinetta. Aveva trovato il padrone delle impronte e adesso stava rotolando in mezzo a centinaia di rami con le spine, senza riuscire a fermarsi fino ad arrivare a una pianura. A quel punto terminò la sua discesa con una capriola, sbattendo contro qualcosa di morbido e piumato.
Raccolse tutte le sue forze e si rialzò: era piena di tagli e sfregi sanguinanti e aveva il completo squarciato. Stordita, si guardò attorno ed emise un gridolino quando intravide la cosa piumata su cui era andata contro. Era il Re Pollo, accovacciato sul suo immenso nido.
Terrorizzata, cercò una via di fuga ma la fame tornò ed ebbe il sopravvento. Si avvicinò cauta all’immenso nido per poter rubare un uovo in modo che non se ne accorgesse. Infine lo trovò, proprio sotto la testa della bestia. Solo il becco faceva impressione poiché era grande come la testa della ragazza.
Prese tra le mani quella che sarebbe stata la cena, dalle proporzioni immense  se confrontata con un uovo normale.
Riuscì a sfilarlo e sospirò, fece qualche passo indietro per allontanarsi dal pollo, ma pestò un ramo, che si spezzò sotto il peso del suo piede. Il Re aprì gli occhi, individuò  con i suoi penetranti occhi neri la fonte del rumore ed emise un assordante chicchirichì. Si era svegliato. Nidalee rimase pietrificata dalla paura, mentre il Pollo si alzava e le veniva incontro.
D’istinto, la ragazza lasciò l’uovo a terra e indietreggiò ancora. Il Re lo vide, si accovacciò e lo spinse fino al suo nido, infine, caricò e le corse contro con il becco aperto e minaccioso. Imprecando cercò di scappare via, ma venne afferrata quasi subito per i capelli. Cominciò a dimenarsi, cercando di liberarsi, ma fu inutile, il Re non voleva mollare la sua preda, anzi voleva portarla dai suoi futuri pulcini come primo pasto. La rabbia prese il sopravvento su Nidalee, facendola risplendere di una luce fiammeggiante e, quando si spense, la ragazza si era trasformata nel Distruttore, lo Specialista del Fuoco. Indossava scarponi,una maglietta sbracciata e come arma aveva un fucile da caccia, i capelli (divenuti rossi) erano legati in una coda.
<< Vediamo se ti piacciono i proiettili, brutta gallina! >> E sparò sul becco della bestia, facendola barcollare, poi prese una bomba dalla cintura che portava e la buttò ai piedi dell’animale, che esplose. Il becco si aprì e la Distruttrice saltò giù, atterrando perfettamente sulle ginocchia.
Gli occhi del Pollo si oscurarono ed emise un chicchirichì più assordante. Da ogni parte fecero la loro comparsa dei pulcini giganteschi che zampettavano infuriati verso la ragazza, percossi dall’idea che qualcuno stesse disturbando il loro Re.
In un attimo fu circondata da centinaia di animali dall’apparenza innocua.
Si avvicinavano piano alla loro nemica con l’intenzione di ucciderla, quando il cielo si oscurò e piovvero con un gran fracasso delle meteore che li schiacciarono. Era stato un Mago Rosso e lei ne conosceva solo uno che in quel momento potesse essere li nella foresta. Poco dopo, infatti, si materializzò proprio davanti a lei, portandosi dietro un Guerriero.
<< Ma che hai combinato per farli incavolare così? >> Chiese subito Delmis: portava un lungo mantello nero e la sua veste sembrava essere stata filata col fuoco<< Ehm, ho per sbaglio svegliato il Pollo mentre cercavo di rubare un uovo >> Rispose.
<< Non ti possiamo lasciare da sola che combini un pasticcio eh? >>La prese in giro Alan, il quale aveva un armatura  pesante, dotata di una spalliera, i capelli neri e sparati in aria, stivali di ferro e una spada enorme, che teneva appoggiata sulla schiena.
<< Ma cosa…? >> Cercò di difendersi la ragazza.
<< Tranquilla, ora ci siamo noi. Lascia fare ai grandi >> La ammutolì il Guerriero.
<< Ehi! Io sono abbastanza grande per cavarmela da sola! >>
<< Si vede! Hai appena rischiato di morire svegliando quel Pollo! >>
Intanto il Re si stava piegando in uno strano modo e per nulla piacevole.
<< Mi dispiace interrompervi >> Cominciò Delmis<< Ma credo che il nostro amico non si sia dimenticato di noi >> Come previsto dal Mago Rosso, il Re Pollo spiccò un balzo enorme, preparandosi a schiacciare sotto il suo fondoschiena tutti e tre.
<< Ci viene addosso! >> Gridò Nidalee.
<< Ho visto! Spostatevi, lo terrò a bada io! >> Affermò il Guerriero, ma Delmis li spinse tutti e due fuori dalla traiettoria dell’offensiva della bestia e creò una lancia infuocata, che scagliò contro il nemico, trafiggendolo e facendogli esalare il suo ultimo respiro. Con un tonfo enorme si abbatté sul terreno.
<< Per la Divina Ancelloan! Delmis, da quando sei diventato così potente? >> Si stupì Alan.
<< Ehm, grazie >>
<< Sai, forse un giorno riuscirai ad avvicinarti alla mia forza, amico! >> Continuò il ragazzo, battendogli una mano sulla spalla.
<< Grazie ancora… >>
<< Torniamo ai problemi seri! >> Intervenne Nidalee << Ora che abbiamo ucciso il Re Pollo, che cosa ne facciamo? >> Chiese, preoccupata.
<< Semplice, lo portiamo da Silen e lo mangiamo! Vedrai che ne sarà felice! >> Spiegò il Guerriero.
<< E come pensi di portare questo mostro fino a lui? >>
<< Ovvio, me lo carico in spalla! >> Delmis lo guardò torvo e ribatté << Meglio che ci smaterializziamo da Silen, così risparmieremo le forze >>
<< Concordo pienamente! >> Esclamò Nidalee annuendo, mentre Alan sbuffava sussurrando<< Che sfaticati >>.
L’arciera e lo spadaccino (che si trascinava dietro il Re Pollo) si avvicinarono al mago e lo presero per mano e si materializzarono davanti al Sacerdote, che fece un balzo all’indietro per lo spavento e lo stupore.
<< Per le Dee onnipotenti! Ragazzi miei, che cosa diamine è successo?! >> Esclamò.
<< Bè, ecco…>> Cominciò  Alan<< Abbiamo ucciso il Pollo e l’abbiamo portato qui >>
Silen, dall’aria molto stanca, disse infine<< Va bene, non voglio sapere niente, Delmis, accendi un fuoco e mangiate quel Pollo. Io non ho fame, buona notte >>
Il mago obbedì e, cotta la cena, mangiarono avidamente.
Sazi si coricarono e si addormentarono.
 
Un improvviso ululato svegliò di soprassalto il Maestro, che si alzò per fare un giro di perlustrazione. La notte avvolgeva il mondo e una dolce brezza veleggiava su di lui.
Illuminò il bastone magico utilizzando la sua mana, mentre girava attorno al piccolo accampamento e lo perlustrava.
Tutti i suoi sensi erano all’erta, ma non captava nessun pericolo, così decise di tornare a dormire. Fece per stendersi quando una voce calma e dolce gli rimbombò in testa, preoccupata “Dovete andarvene e raggiungere il Tempio dell’Acqua prima che loro vi trovino”
<< Loro? Loro chi? Dimmi di più! >> Supplicò il Saggio, ma la voce non si fece risentire.
Il rumore di una corsa veloce prese il suo posto,  il Maestro fu preso dal panico e cominciò a sudare. Alla sua destra sentì il ruglio di vari orsi e il grido di alcune aquile.
Sembrava tutto così famigliare, aveva già sentito quei versi da qualche parte.
Si guardò attorno e vide nei cespugli occhi gialli che lo fissavano.
Ora tutto era chiaro, quelli erano Custodi Selvaggi, guardiani del Bosco di Artemisia e del Tempio della Luce. E Silen sapeva perché li cercavano.
D’impeto corse dai ragazzi e li scosse per svegliargli, ignorando i loro lamenti.
<< Alzatevi presto! Siamo circondati >>Urlò.
<< Circondati da chi? Maestro, sarà solo un brutto sogno… Io me ne torno a dormire >>
Dichiarò Alan, ma un boomerang scagliato a velocità fulminea lo colpì nello stomaco, scaraventandolo lontano e facendolo gemere dal dolore.
<< Alan! >> Gridarono gli altri mentre Delmis corse a soccorrerlo, curandogli la ferita con un incantesimo.
<< Secondo te, stolto spadaccino, noi siamo un brutto sogno? >> Disse una voce quasi animalesca da dietro ai cespugli e subito dopo i quattro si ritrovarono circondati da una decina di uomini dall’aspetto bizzarro : indossavano un’ambigua maschera da cui scendevano lunghe ciocche di capelli bianchi e portavano un gonnellino molto semplice, di seta. Ai piedi calzavano dei sandali e le loro armi erano boomerang<< Custodi Selvaggi, sono i protettori dei boschi e noi siamo nel loro territorio e per di più… >> Affermò  Silen.
<< Già, e per di più siete tutti quanti ricercati! Avete una grande taglia sulla vostra testa e verrete catturati tutti stanotte e gettati direttamente in prigione! >> Concluse con grande eccitazione uno degli altri Custodi.
<< Cosa? Perché siamo ricercati!? Soprattutto perché nel mio territorio? >> Esclamò Nidalee.
<< Osi anche chiedere perché siete ricercati? Voi avete commesso un atto orribile, avete commesso tre omicidi! >> Rispose un altro Custode.
<< Questa cosa non ha senso! Non abbiamo ucciso nessuno! >> Ribatté Delmis, che aveva terminato di rianimare lo spadaccino.
<< Dobbiamo scappare e in fretta >> Sussurrò il Sacerdote, rivolgendosi ai suoi allievi. << Avvicinatevi a me presto !>> Obbedirono e il Maestro cercò di smaterializzarsi ma due boomerang lo colpirono in testa, stordendolo.
I ragazzi fumarono dalla rabbia e si trasformarono negli Specialisti del Fuoco.
<< Osate anche opporre resistenza? Allora la battaglia si fa interessante. Voi altri state ai vostri posti, io mi voglio divertire con questa’arciera >> Annunciò quello che sembrava il capo, facendosi avanti<>
<< Stai attenta! >> Si raccomandò Alan.
Nidalee caricò il fucile e studiò l’avversario per trovare un punto debole. Era ancora notte e l’unica fonte di luce era lo scettro magico di Silen.
<< A te la prima mossa, figlia del Consigliere dell’Imperatore! >> La ragazza non se lo fece ripetere due volte e sparò al Guardiano con un proiettile che emise del fumo.
Il colpo sembrò non avere effetto, ma se lo era aspettato, infatti lanciò tre mine a forma di ragno che zampettarono fino al nemico ed esplosero. I botti confusero il Selvaggio abbastanza da permettere alla ragazza di scagliare una bomba fumogena per indebolirlo. Mirò per colpirlo di nuovo ma il Custode la precedette, scagliandole un boomerang che la fece cadere a terra e non riuscì a rialzarsi.
<< Pensavo di trovare un avversario più forte, invece… non so come tu sia riuscita a commettere un omicidio >> Commentò, deluso, ma l’arciera stava sanguinando  profondamente e non lo ascoltava.
<< Penso sia arrivato il momento di concludere. Impediamogli di fuggire, usiamo il Potere della Foresta! >> Tutti i Selvaggi alzarono le mani verso il cielo e dagli alberi attorno a loro si alzarono numerosi fasci di luce, i quali si radunarono sopra le teste dei Selvaggi, creando un gigantesco boomerang azzurro, pronto a seminare la morte.
Il Maestro si era ormai ripreso e, resosi conto del pericolo reagì velocemente trascinando di peso i tre ragazzi verso di sé e, appena i nemici scagliarono il loro attacco più potente, si smaterializzò in un posto sconosciuto, prendendo come punto di riferimento la voce dolce e calma che gli aveva parlato.
Ma qualcosa era andato storto, purtroppo Silen era stato ferito gravemente.
 
 
 

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Capitolo 4
*** Sogni ***


                                                          -Sogni-
 
 
 
Una battaglia infuriava sotto la montagna della Terra della Morte. In cima ad essa vi era un cancello, sigillato con inviolabili catene di Kedenos (un materiale di incredibile resistenza), per via di ciò che ospitava al suo interno: un mostro addormentato ma invincibile.
Tre ragazzini e tre uomini incappucciati sfoderavano le loro armi e i loro poteri per un fine sconosciuto.
<< Ascoltateci! Siete accecati da spiriti maledetti! >> Gridò uno degli uomini che portava un mantello nero come la pece, col cappuccio alzato.
<< Noi lo facciamo per una buona causa, per un mondo migliore! >> Ribatté  un ragazzo con uno scettro, comprimendo l’aria attorno a sé  e creando una sfera di ghiaccio che  scagliò contro il nemico.
Il combattimento sembrava non avere fine, ma gli uomini passarono al contro-attacco e in poco tempo i ragazzi furono a terra, stremati dalla carenza di energie.
<< Riporto a casa mio figlio, questo posto mi incute timore >> Disse un abile spadaccino.
<< Sono d’accordo con te, Kyle >> Ammise un arciere. Un improvviso lampo accecò i tre uomini e un insieme di voci urlò “Voi non porterete nessuno a casa, né ora, né  mai!”. Per un breve attimo si intravidero le sagome di alcuni spettri, di un grigio chiarissimo, poi tutto scomparve.
 
Blake si svegliò di soprassalto, grondante di sudore, con gli occhi spalancati e col respiro affannoso.
Continuava a fare sogni simili da un sacco di tempo e non riusciva a spiegarselo, dato che per lui non avevano un significato preciso.
Era ancora notte fonda e, dalla piccola finestra della sua modesta casa, si potevano vedere chiaramente le stelle brillare nel cielo. Al giovane piacevano quei punti luminosi, per lui significavano la libertà.
Chiuse gli occhi  e si riaddormentò, stavolta senza essere tormentato da altri incubi.
Al sorgere del sole, i raggi penetrarono nella finestrella e svegliarono Blake.
Era un avventuriero comune e un giorno avrebbe scelto quale cammino intraprendere e di quale arte diventare maestro.
Abitava con sua madre Lamenia, mentre suo padre George era via da vari mesi e nessuno non aveva avuto più notizie su di lui . George era anche noto con il nome di Ammazza-Ragni, per via del suo hobby di scovare e uccidere gli aracnidi giganti e velenosi che minacciavano la sua terra, la Terra degli Avventurieri, dove venivano accolti i figli degli abitanti degli altri regni, dove imparavano a combattere con la spada, con la fondia e a fare uso della magia. Terminato l’addestramento sceglievano la propria strada e facevano ritorno alle rispettive patrie.
Certi giovani però decidevano di non applicarsi alle arti, ma di rimanere neutrali, diventando i Saggi della loro terra, posta al centro del mondo.
Blake uscì dalla sua casetta e venne accolto da un vento fresco e piacevole mentre ammirava l’immensa distesa di prati verdi e fioriti.
 Al suo primo allenamento non doveva fare tardi e s’incamminò per il villaggio costruito attorno all’affascinante paesaggio.
Il campo per l’allenamento era a pochi minuti da casa sua, doveva soltanto seguire la stradina che portava alla destra del prato e avrebbe saputo dove si sarebbe allenato.
E così seguì quel sentiero ghiaioso, fino a distinguere un gruppo di avventurieri in cerchio.
Li raggiunse e, con enorme stupore, vide che l’insegnante era suo nonno Chris, uno dei Nove Saggi. Era alto, magro e dall’aspetto debole. Dalla nuca spuntavano pochi capelli grigi. A vista d’occhio sembrava un anziano comune, riservato e orgoglioso, ma dal suo largo sorriso capivi che era solare ed estroverso. Era una grande persona.
<< Blake, sei in ritardo >> Lo ammonì dolcemente, strizzandogli l’occhio.
<< Benissimo, adesso che ci siete tutti, possiamo cominciare l’allenamento. Qualche volontario per la prima prova? >>Si offrirono tutti, tranne Blake.
<< Vedo che molti di voi vogliono imparare subito eh? Ma, credo che lascerò a mio nipote l’onore, per via del suo ritardo. Vuoi avvicinarti? >> Disse il Saggio e, tra sbuffi e imprecazioni da parte degli altri ragazzi, Blake obbedì di malavoglia : a lui non piaceva combattere, preferiva la pace e la serenità.
<< Benissimo. Adesso, vi spiegherò in cosa consiste la prima prova >> Prese per un braccio il ragazzo e lo condusse distante dagli altri allievi e gli sussurrò << Ascoltami, lo so che a te non piace uccidere e strappare le budella al nemico, ma deve entrarti in testa che è una cosa normale. Prima o poi tutti uccideremo o verremo uccisi >>
L’avventuriero non si rincuorò molto e commentò sarcastico<< Molte grazie nonno… >> Chris fece un debole sorriso e annunciò ad alta voce, in modo che sentissero anche gli altri<< Ascoltate! La prima prova consisterà nell’uccidere un esemplare di volpe, l’unica regola è combattere! >> E con uno schiocco di dita apparirono davanti a lui una piccola gabbia di ferro contenente la bestia e, appoggiata su di essa, un bastone di legno.
<< Prendilo >> Disse il nonno rivolto a Blake, che obbedì sospirando e si allontanò in fretta dal suo nemico. L’arma era piccola e debole, ma sarebbe bastata contro la volpe.
<< Adesso aprirò la gabbia e da quel momento comincerà il combattimento, voialtri osservate bene >> Liberò l’animale che uscì con uno scatto, mentre Blake sussultò e strinse con ambedue le mani il bastone.
La volpe si guardò un po’ attorno, confusa, poi inquadrò l’avventuriero con l’arma e si avventò velocemente su di lui, che cominciò a menare colpi al vento. La bestia saltò e addentò il pezzo di legno con una tale forza da strapparglielo dalla mano. L’avventuriero cadde all’indietro, disarmato, con gli occhi sbarrati dal terrore.
Il suo nemico si avvicinò lentamente a lui, con la bava alla bocca e gli occhi iniettati di sangue.
<< Blake! Scappa! >> Urlarono in coro gli altri ragazzi assieme a Chris, ma il giovane era paralizzato e fissava la volpe a pochi metri da lui.
L’animale guaì e aprì le sue fauci per morderlo, ma in pochi attimi successe qualcosa di strabiliante.
Pochi secondi prima di venire morso, Blake chiuse gli occhi e gridò con tutto il fiato che aveva in gola e attorno a lui una lieve aura cristallina cominciò ad emanare energia e, aprendo il palmo della mano verso l’avversario, creò una piccola sfera di energia dalle sfumature azzurre che colpì la volpe, scaraventandola a terra e facendole perdere i sensi.
Gli altri ragazzi rimasero stupefatti davanti a quel che era accaduto: A loro, dato che era il primo allenamento, non era ancora stata insegnata la magia, mentre il nipote di Chris ne aveva fatto uso senza apprenderla. Il Saggio corse subito dal giovane, ancora disteso a terra << Ragazzo mio, sei stato a dir poco… >>
<< Fifone, si nonno lo so. Sono un codardo >> Concluse il giovane, con un tono amaro.
<< Stai fraintendendo quello che ti voglio dire. Tu sei stato incredibile! >> Esclamò il vecchio.
<< Cosa? E Perché mai? >> Domandò Blake, rialzandosi.
<< Perché? Ma ragazzo, hai visto cosa hai fatto? Hai creato una sfera di energia senza che qualcuno ti insegnasse la magia! >>
<< Come? Non mi hai aiutato tu? >> Chiese, confuso.
<< No! Assolutamente no. Hai fatto tutto da solo >> Poi, rivolgendosi agli altri, annunciò<< Ragazzi, per oggi l’allenamento è finito, tornate a casa ed esercitatevi con il bastone, ci rivedremo di nuovo qui tra cinque giorni >> E, prendendo per mano il nipote si allontanarono dal luogo di addestramento per tornare a casa.
Blake non aveva ancora capito cosa significasse fare uso delle arti magiche senza averle apprese. Per lui sembrava quasi normale, ma per suo nonno significava ben altro. Significava che in lui c’era un potere fuori dal comune.
Arrivarono a casa e videro Lamenia che stava aspettando suo figlio ma quando vide anche il padre di suo marito, rimase sbigottita.
<< Chris, che fai qui? >> E il Saggio rispose << Lamenia, ho bisogno di parlarti. Questo ragazzo non è come gli altri… andiamo in cucina. Nipote, riposati, sarai stanco >> Il ragazzo obbedì mentre osservò gli altri due intrufolarsi nella stanza e cominciare a parlare di qualcosa che non riuscì a comprendere.
La sua camera era adiacente alla cucina e, anche se tentò di origliare, non gli fu possibile distinguere le parole per via di uno spesso muro.
Il letto era comodo e il giovane rivolse lo sguardo fuori dalla finestrella come era solito fare per contemplare quelle migliaia di punti luminosi, anche se a quell’ora di mattina le stelle non erano visibili.  Si girò di lato, verso il muro e, prima di addormentarsi, ripensò a suo padre e a dove potesse essere in quel momento.
 
Era un cunicolo umido, stretto e buio. Ma lui avrebbe fatto qualsiasi cosa per arrivare in fondo a quel luogo.
Camminava ormai da molto tempo e sembrava che il tunnel non avesse una fine. I sensi erano all’erta e la spada era stretta fra le sue mani.
Con suo grande sollievo, scorse una luce fioca, poco lontana da lui e la raggiunse.
La luce illuminava una piccola sala circolare apparentemente vuota. Ma, al centro di essa stava una roccia su cui era poggiata una semplice scatola di bronzo.
Col cuore a mille, allungò una mano e la aprì : essa conteneva una pietra grigia su cui era impresso un simbolo rappresentante una” A” capovolta.
Un gran sorriso si stampò sulle sue labbra, ma svanì velocemente poiché  dal fondo della stanza risuonarono delle voci <>
Si voltò di scatto e vedi tre uomini con un lungo mantello nero.
<< Amici miei, ma cosa ci fate qui?>> Domandò Georg, sorpreso.
<< Noi non siamo più amici tuoi! Ora siamo Slade, servi del Re Ragno>> Gridò un mago e a quelle dure parole, il cuore dell’Avventuriero mancò un colpo.
<< Come sarebbe a dire?>> Chiese, perplesso e confuso.
<< Vedi, abbiamo capito chi dei due nemici fosse il più forte e abbiamo deciso di diventare servi dei ragni>> Rispose un arciere, scoprendosi una manica e mostrando la raffigurazione di un aracnide spaventosa.
<< Cosa avete intenzione di fare adesso?>>  Un’assordante risata uscì dalle bocche degli Slade, i quali risposero leccando il marchio impresso sulle loro braccia.
<< Farti conoscere il nostro padrone>> Dissero in coro. Improvvisamente la grotta cominciò a tremolare, un mostro gigantesco si stava avvicinando.
In pochi attimi, davanti agli occhi dell’Ammazza-Ragni si presentò il suo più grande incubo: Il Re.
<< Ah, eccolo. L’insignificante Avventuriero che si diverte ad uccidere tutti i miei figli e le miei figlie>> Annunciò con voce profonda e tetra, guardandolo con occhi rosso fuoco.
L’Avventuriero lasciò cadere la pietra e impugnò più saldamente la spada.
Gli Slade ricominciarono a ridere.
<< Bene. Vedo che hai con te la Spada dell’Avventuriero. Correggimi se erro, ma è con quel pezzo di ferro che hai infilzato i miei figli?>> Continuò il Ragno.
<< E-esattamente. Con questa ucciderò anche te!>> Esclamò coraggiosamente George.
I tre intanto si rotolavano dalle risa, avevano piena fiducia nel loro padrone. 
<< Quel pezzo di ferro non mi torcerà una zampa. Non sai neanche chi l’ha forgiata. Le mie fonti dicono che l’hai trovata sperduta sul Monte Krem >> Ribatté il Re, ormai voglioso di mettere fine a quella storia.
<< Giusto anche questo. Ma, osservandola bene puoi notare che ci sono quattro solchi circolari lungo l’elsa, dunque si cela un mistero dietro questa spada ed io intendo scoprirlo >> Precisò l’eroe.
<< Tu non scoprirai un bel niente, perché oggi non farai più ritorno alla tua terra! >>
<< Questo lo vedremo >> Disse George, sempre più sicuro di sé<< Non lo sai, ma probabilmente la pietra che sta in questa stanza è una di quelle dei quattro buchi! >> In fretta la raccolse da terra e tentò di incastrarla con forza in uno dei solchi, ma senza risultato.
Questa volta anche il Re Ragno si mise a sogghignare<< Quella pietra l’ho trovata nella scatola di bronzo in uno dei tunnel che avevo scavato e ne ho fatto tesoro, è completamente inutile. Ed ora muori! >> si voltò rapidamente e lanciò una ragnatela che immobilizzò George sulla parete dietro di lui.
Il Re e gli Slade si avvicinarono all’Avventuriero completamente immobile, ma con ancora la bocca libera << Kintius… Radush… Kyle, cosa penseranno i vostri figli quando sapranno quale torto avete fatto alla Terra degli Avventurieri? >>
I tre non risposero e il Ragno si avventò sul corpo paralizzato e ancora vivo dell’Ammazza-Ragni.
 
 Spero che il capitolo vi sia piaciuto! Mi raccomando, lasciate una recensione :D
 

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Capitolo 5
*** Arena ***


 Ciao a tutti è da un po che non aggiornavo xD lasciate una recensione se la storia vi sta piacendo xD

-Arena-
 
 
 
 
 
I quattro sventurati, dopo essere stati catturati, erano stati portati nella caserma del Sergente Kiru per l’interrogatorio ed erano stati messi a sedere legati su delle sedie poste davanti alla scrivania del Sergente.
I ragazzi, dopo che ebbero ripreso il controllo del loro corpo, cominciarono a negare di aver ucciso qualcuno, dato che non sapevano neppure chi era stato ucciso.
Kiru si era messo a ridere fino a lacrimare quando,improvvisamente, sbatté un pugno sulla sua scrivania e urlò<< Siete degli stolti a fingere di non sapere chi avete ucciso, dato che ci vivevate sino a poco tempo fa… >> I tre ragazzi si guardarono stupefatti e lo spadaccino riprese<< Voi avete provocato la morte dei vostri padri! Avete ucciso i Consiglieri dell’Imperatore! >>
<> Ribatté Delmis<< Se avessimo fatto una cosa come questa ce la ricorderemmo! >>
<< Esatto, hai detto bene maghetto. Non vi ricordate di aver ucciso i vostri padri perché eravate sotto incantesimo per colpa di quel vecchio! >> E indicò Silen, che fino a quel momento era rimasto in silenzio.
<< Ti sbagli! Il Maestro non ci farebbe mai una cosa del genere >> Si oppose Nidalee.
<< Osi contraddirmi? E va bene, vediamo cosa dice lui. Hai usato quell’incantesimo? >> Ma Silen rimase muto, non sapendo cosa rispondere.
<< Muoviti e dillo!>> Ordinò furioso Kiru e il vecchio cedette<> I tre ragazzi rimasero a bocca aperta, credevano che Silen fosse diventato loro amico. Ma si erano sbagliati. Nidalee scoppiò a piangere, quell’affermazione per lei era stata troppo sconvolgente, dopotutto, sepolto sotto quel carattere duro, c’era un animo sensibile.
<< Come pensavo. Ora portate via questi marmocchi e lasciatemi il vecchio >> Comandò il Sergente ai suoi soldati, che obbedirono.
Il trio fu gettato in carcere in una misera stanza immersa nella penombra.
<< Buon divertimento, sciagurati! >> Ridacchiarono i soldati, chiudendo le sbarre della cella.
<< Maledizione! Come ha potuto Silen farci una cosa simile? >> Gridò furioso Alan, sbattendo i pugni sulle sbarre.
<< Non lo so. Io ancora non credo a ciò che ci sta accadendo >> Commentò Nidalee scuotendo la testa.
<< Sembra incredibile, fino a poche ore fa eravamo ancora in viaggio per portare a termine il nostro itinerario per diventare Imperatori… >> Sospirò Delmis.
<< Adesso che faremo? >> Chiese Nidalee.
<< Un bel niente. Staremo in questo lurido posto ad aspettare >> Rispose freddo lo spadaccino, stendendosi per riposare e gli altri due seguirono il suo esempio.
 
Il giorno dopo furono svegliati da un gran trambusto, come se ci fosse una festa.
Il sole era sorto da poco ed era di un giallo abbagliante.
<< Che cosa succede? >> Sbadigliò il mago, stropicciandosi gli occhi.
<< Sembrerebbe una parata>> Osservò l’arciera. Fuori dalle sbarre vide marciare un grande gruppo di Guerrieri con a capo un Berserker, corazzato dalla testa ai piedi di un’armatura nera come la notte.
Indossava un elmo su cui vi erano quattro corna rosse, nella mano destra portava un’ascia spaventosa.
<< Nidalee questa non è una parata. Questa è un esecuzione, quello in testa è il boia Alexander. Non mi piace questa storia>>Spiegò lo spadaccino.
<< Ehi, ragazzini, questo vecchio è venuto a farvi visita per qualche minuto>> Annunciò la voce di una guardia che aprì la cella per far entrare Silen.
<< Maestro! Che cosa ti è successo?>> Domandò preoccupato Delmis, perché aveva notato che sul viso del Saggio c’erano dei profondi tagli.
<< Io e il Sergente Kiru abbiamo fatto soltanto una piccola chiacchierata. Voi state bene?>>
<< Si, ci hanno semplicemente rinchiuso qua dentro. Silen perché hai detto quelle cose ieri?>> Piagnucolò l’arciera, abbracciandolo<< Tu non puoi aver fatto una cosa simile. Sei troppo buono>>
<< Così mi fai commuovere, però hai ragione. Non vi ho stregati per ordinarvi di annientare i vostri padri >>
<< E allora perché hai mentito? >> Domandò Alan.
<< Per proteggervi. Sapevo che in nessun modo il Sergente avrebbe rinunciato a questa faccenda e se avesse capito che voi avevate agito con la vostra testa, probabilmente sareste stati condannati a morte… >> Lasciò quella frase in sospeso, poi riprese << Comunque, sono venuto a farvi visita per dirvi una cosa importante: Dovete riuscire a fuggire da qui e recarvi al più presto al Tempio dell’Odio per ottenere il potere dello Specialista dell’Oscurità, dopodiché andrete al Tempio dell’Amore, lì dovrete ottenere il potere della Luce e dire al Sacerdote Barry che tripla S se né andato e che la verità dovrà essere svelata. Ora vi dico addio. Voi siete la mia famiglia e non vi dimenticherò mai >> Commosso Silen aprì la cella e uscì lentamente...
<< Ma non vieni con noi?>> Domandò Nidalee aggrappandosi alle sbarre.
Al Maestro scese una lacrima e se ne andò, condotto verso la piazza, dove c’erano i Guerrieri e il Berserker.
Oltre a loro si era radunata una grande folla di spadaccini che cominciarono a ripetere urlando<< Morte! Morte!>>
<< Ecco perché tutto questo trambusto. Vogliono giustiziare Silen! >> Disse allarmato Alan e i tre si affacciarono alle sbarre.
La folla era radunata attorno ad un piccolo palco, su cui vi salì il Sergente Kiru.
<< Spadaccini e spadaccine di tutto il Regno. Vi annuncio con immenso piacere che oggi avrà luogo l’esecuzione di questo vecchio omicida! >> Cominciò, indicando con disprezzo il Sacerdote, che rimase a testa bassa.
<< E sono felice di dirvi che la cattura di questo assassino e dei suoi allievi, che egli stesso aveva stregato per far sì che uccidessero i Consiglieri dell’Imperatore, i loro stessi padri, è avvenuta grazie ad un cane dal grande senso di giustizia, acclamate tutti il nostro eroe Kovolt, Jake! >> Il pubblico esplose in un applauso assordante e il Kovolt fu condotto sul palco. Non sembrava affatto felice.
<< Benissimo. Possiamo procedere, Alexander lascio il vecchio nelle tue mani>> Concluse il Sergente scendendo dal palco.
Il boia affilò la sua temibile ascia e Silen fu messo in ginocchio con la testa appoggiata su uno sgabello.
<< Non posso guardare>> Affermò l’arciera, al contrario della folla che esultava, e si appoggiò in un angolo ad occhi chiusi.
Alexander aveva la lama affilata ed ora si avvicinava al Saggio.
Si udì un colpo netto e gli spadaccini esultarono ancora di più, mentre Delmis gridò disperato<< MAESTRO!>> Il mago lanciò un incantesimo su di sé per cancellare il suono della gioia degli spettatori. Non voleva più sentire il suono della morte.
 
 
Passò una settimana e nella maggior parte del tempo i tre amici non si erano parlati.
Erano tutti troppo addolorati dalla perdita del loro Maestro per dire qualcosa.
La guardia passava due volte al dì per portare la razione di cibo al trio, che consisteva in zuppe di Dander( piccoli semi che si possono trovare nei boschi) che avevano un sapore orribile.
Una mattina trovarono un piatto con della carne di muflone ancora bollente e un biglietto ”Cari Alan, Nidalee e Delmis, so che adesso mi odiate per quello che vi ho fatto (spero che un giorno possiate perdonarmi), perciò ho pensato di portarvi del cibo che ho cucinato io. Ma soprattutto volevo dirvi questo: domani ci saranno i Giochi dell’Arena e come ogni volta, i partecipanti saranno i prigionieri. Quindi dovrete scendere in campo anche voi. Da quello che so (e spero anche Alan dato che ha vissuto in questa terra) ci saranno tre prove molto ardue. Io non le conosco perché non ho mai potuto assistere ai giochi ma i miei informatori hanno detto che pochi sopravvivono a tutte e tre. A chi vincerà sarà donata la libertà. Il problema è che al termine dei giochi, rimane in piedi solo un partecipante.
Vi auguro con tutto il cuore che voi possiate vincere e fuggire assieme.
Addio.
 
 
Jake
 
Sotto la firma c’era l’impronta di una zampa, la stessa che c’era sul cartello davanti alla Miniera Abbandonata.
<< Alla fine, qualcosa di buono l’ha fatto >> Commentò lo spadaccino addentando un pezzo di carne molto gustosa.
<< Sono tre prove… Alan, tu sai di cosa si tratta vero? >> Chiese Delmis, afferrando anche lui la carne.
<< Si, da piccolo mi piaceva molto andare all’Arena ad assistere ai giochi e Jake ha completamente ragione. Di tutti i prigionieri, ne rimane soltanto uno vivo >>
<< Cavolo. Questo sì che è un grosso problema>> Aggiunse Nidalee, prendendo parte alla colazione<< Spiegaci i giochi. Così sapremo cosa dovremo affrontare>>
Lo spadaccino si mise comodo e si schiarì la gola<< Come sapete sono tre. La prima consiste nell’uccidere un mostro molto potente sempre diverso, in quella prova  dovremo fare squadra. Nella seconda contano soltanto le nostre singole abilità perché affronteremo La Sfida del Destino che è un percorso mortale. L’ultima è la peggiore, infatti i giocatori rimasti dovranno combattere tra di loro. Ovviamente all’ultimo che rimane in piedi viene donata la libertà >>
<< Siamo morti>> Commentò il mago.
<< In ogni caso non potremmo mai uscire da quell’Arena tutti e tre, al massimo solo uno di noi>>
<< Come faremo?>> Domandò Nidalee, senza speranze.
<< Per ora godiamoci questo muflone, che è buonissimo, poi penseremo a qualcosa >> Propose lo spadaccino e gli altri furono d’accordo.
Per tutto il resto del giorno pensarono ad un piano per fuggire nel caso rimanessero solo loro tre ma non arrivarono ad una conclusione. La sera si addormentarono presto per far sì che il giorno dopo fossero al massimo delle loro forze.
 
Al sorgere del sole la guardia li svegliò energicamente e li condusse fuori dalla cella. I raggi solari erano molto forti e non c’era vento.
La giornata peggiore per affrontare dei giochi nei quali ci avrebbero rimesso la pelle.
Seguirono una strada che passava per la piazza e dovettero subire di essere derisi da ogni spadaccino che incontravano.
Quando arrivarono nei pressi dell’Arena, rimasero affascinati: era una costruzione imponente dalla forma ovale, dipinta di un rosso fiammeggiante.
<< Spero che vi piaccia perché probabilmente sarà l’ultima cosa che vedrete! >> Disse la guardia mettendosi a ridere.
Li fece entrare in una porta adiacente all’entrata principale. Dentro vi erano altri prigionieri, ma diversi da loro: erano tutti adulti, alti, muscolosi e con un’espressione maligna negli occhi.
<< Quando sentirete ”Entrino i concorrenti”, quella è la porta di entrata >>Indicò la guardia e si congedò.
<< Ragazzini! Ah, questa volta vincerò facilmente! >> Esclamò uno spadaccino particolarmente atletico.
<< Dobbiamo stare attenti è Jessy, il ricercato numero uno nonché campione in carica dell’Arena. È uno sbruffone, non statelo a sentire >> Spiegò Alan.
Cercarono un angolo vuoto e si sedettero. All’improvviso si spalancò l’entrata e qualcuno fu spinto con forza all’interno. I ricercati scoppiarono a ridere e i tre, spinti dalla curiosità, si sporsero per vedere chi era l’altro partecipante e furono sconvolti: era Jake, con un evidente espressione da cane bastonato.
Il trio lo prese con sé in modo che i ricercati non cominciassero a picchiarlo prima dell’inizio dei giochi.
<< Jake, che ci fai tu qui? >> Domandò Nidalee.
<< Mi hanno scoperto mentre vi davo del cibo e come punizione sono diventato un nuovo concorrente >> Sospirò<< Sapevo che la mia morte era vicina…però non credevo così tanto>>
Rimasero in silenzio, non sapendo cosa rispondere e attesero finché non sentirono la fatidica frase: ”Entrino i concorrenti”.
Furono accolti con grida e schiamazzi dal pubblico che stava sugli spalti attorno a loro e vennero disposti in fila uno affianco all’altro.
<< Ora pronunceremo i nomi dei concorrenti e per quale ragione sono qui! >> Gridò una voce, probabilmente quella del presentatore, dopo aver ottenuto il silenzio da parte della folla.
Dopo alcuni minuti iniziò a presentare il trio<< Nidalee. Arciera. È divenuta concorrente perché ha ucciso suo padre Kintius, il Consigliere dell’Imperatore, quando era sotto incantesimo >> Il pubblico offese la ragazza in tutti i modi possibili: fischiando, lanciando torsoli di mele e verdure varie, urlando parolacce.
<< Alan. Spadaccino. È divenuto concorrente perché ha ucciso suo padre Kyle, il Consigliere dell’Imperatore, quando era sotto incantesimo >> La folla fece lo stesso con il ragazzo.
<< Delmis. Mago. Come gli altri due è divenuto concorrente per aver ucciso suo padre Radush, il Consigliere dell’Imperatore, quando era sotto incantesimo >>
Il pubblico non risparmiò neanche lui.
<< Jake. Kovolt. È divenuto concorrente per aver tradito la giustizia dando da mangiare a dei prigionieri >> Calò il silenzio per qualche secondo, poi la folla esplose in una risata assordante che non aiutò ad alzare l’umore del cane.
<< E dopo questo temibile criminale, vi presento Jessy. Campione in carica dell’Arena. Spadaccino. È divenuto, per l’ennesima volta, un concorrente per aver ucciso la famiglia del suo peggior nemico! >> Jessy fece un passo avanti e alzò le braccia e la folla esultò. Era il concorrente favorito e loro lo acclamavano energicamente.
 << Ma come si fa ad applaudire un grassone che si chiama come una femmina? >> Sussurrò lo spadaccino ai suoi compagni per cercare di sdrammatizzare, ma senza ottenere nessun sorriso.
<< Vi annuncio che in onore della cinquecentesima edizione dei Giochi dell’Arena, le prove saranno molto più difficili. A partire dalla prima. Che entri il mostro! >>
Dalla cella davanti a loro venne fatta sollevare una grata, che produsse un rumore metallico. Ne uscì una specie di albero dal fusto marrone chiaro e dotato di un unico ramo, posto in cima a quella che doveva essere la testa. Il ramo era molto lungo e su di esso era cresciuto un piccolo cespuglio con alcune bacche rosse.
Avanzò fuori dalla cella, fissando i suoi nemici con degli abbaglianti occhi gialli.
<< Questo è un Ginseng! Amici dobbiamo stare molto attenti, soprattutto al suo ramo che può sembrare innocuo ma spezza facilmente le ossa>> Spiegò Delmis.
<< In poche parole è una pianta troppo cresciuta>> Commentò Alan.
<< Esatto>> Approvò l’arciera.
<< Che i Giochi dell’Arena abbiano inizio!>> Annunciò la voce.
I concorrenti erano circa una ventina e al via si erano precipitati verso il fondo dell’arena per prendere le armi, tutti tranne il trio che era rimasto travolto dalla massa e adesso cercava di farsi largo tra la folla per cercare di conquistarsi qualcosa per difendersi dalla forza del nemico.
Quando i partecipanti si furono armati e andarono all’attacco del Ginseng, non era rimasta neanche una fionda.
<< Siamo spacciati. Almeno Delmis può usare la magia>> Si lamentò lo spadaccino.
<< Sì ma non riesco a fare molti incantesimi senza uno scettro>> Ribatté il mago.
<< Ehi ragazzi! Prendete!>> Gridò la voce di Jake, lanciando ai tre un arco, una spada e uno scettro.
<< Grazie Jake. Ma tu con che arma combatti?>> Chiese la ragazza.
<< Uso dei sassi che ho nella tasca della mia giacca. Ma non preoccupatevi e pensate a sopravvivere >> Rispose, abbassando le orecchie.
La battaglia era cominciata e tutti i partecipanti combattevano contro quel mostro animatamente. Jessy si stava distinguendo per la sua abilità nel maneggiare il machete e per il suo coraggio, mentre il pubblico esultava e gridava compiaciuto.
Intanto si cominciavano a vedere i primi caduti: Un mago era stato mutilato di un braccio e di una gamba, morendo dissanguato e una spadaccina era stata trafitta al cuore dal ramo del Ginseng.
<< Conoscendo i Giochi dell’Arena, sarà meglio cominciare a combattere oppure saremo gli sfavoriti e di solito non se la cavano quelli come loro >> Suggerì Alan e gli altri due annuirono, trasformandosi negli Specialisti.
Gli spadaccini che stavano assistendo allo spettacolo si ammutolirono vedendo dei partecipanti trasformarsi in Specialisti.
<< Degli Specialisti? Com’è possibile?>> Bisbigliavano tra di loro.
Jessy si era distratto qualche secondo per via di quel colpo di scena e per poco non venne tranciato in due dal colpo del Ginseng.
Il Mago Blu pregò, aumentando il suo potere e quello dell’Assaltatrice.
Al Guerriero però, essendo dell’elemento del Fuoco, non gli sarebbe servito il potere dell’Acqua e si era già avventato contro il mostro, il quale rispose con il suo ramo cercando di mutilarlo alle gambe ma Alan lo schivò facilmente saltando più in alto che poté e colpendo il Ginseng sulla testa, piantandogli la spada. Dopodiché la riprese e saltò giù dal mostro poiché aveva tentato nuovamente di ucciderlo con il suo “braccio”, auto-ferendosi.
Dalla ferita nella testa sgorgava un fiume di sangue giallastro, ora la creatura era decisamente furiosa.
I suoi occhi diventarono rosso sangue e aprì la bocca in un grido sofferente, spaventoso.
Piantò i suoi piedi (eh già, aveva anche quelli) sul terreno di battaglia. I concorrenti rimasero zitti, non sapendo per quale ragione lo stesse facendo.
<< Ha piantato le sue radici, ha intenzione di attaccarci con quelle! >> Esclamò Nidalee. Aveva ragione. Improvvisamente una radice enorme scivolò attorno ad un arciere molto robusto che venne stritolato, soffocandolo e spezzandogli le ossa.
Venne preso di mira anche Delmis, ma riuscì a liberarsi congelando gli arbusti.
<< Dobbiamo stare uniti e proteggere anche Jake. A proposito, dove si è cacciato?>> Domandò Nidalee cercando il cane con lo sguardo. Poi lo vide intento ad avvicinarsi furtivamente al Ginseng, il quale era caduto in una specie di sonno.
Ma la strage continuava e ci furono altri due morti.
L’arciera indicò agli altri dove si trovava il Kovolt mentre lottavano per difendersi dalle radici.
<< Ma che diavolo vuole fare? >> Domandò Delmis.
<< Non ne ho idea. Ma spero che sappia quello che sta facendo >> Rispose la ragazza.
Jake era riuscito ad avvicinarsi ai piedi del mostro senza essere attaccato e gli lanciò contro alcuni sassi che aveva con sé, riscuotendolo dal suo sonno in modo che non utilizzasse più le radici. Notò il suo disturbatore e avventò il ramo contro il cane, ma prima che potesse colpirlo la sua temibile arma venne tranciata dal machete di Jessy.
Il Kovolt, che si era già visto morto, tirò un lungo sospiro di sollievo e si sedette.
Il Ginseng schiamazzò dal dolore e venne finito dall’imbattuto.
Il pubblico acclamò il suo favorito che alzò le braccia al cielo e urlò come un esaltato, gonfiando i muscoli.
In tutto morirono cinque prigionieri, rimanendo così in quindici per la seconda prova.
<< Ragazzi, una è finita. Preparatevi, la prossima prova viene considerata come la più pericolosa e divertente>> Disse Alan.
<< Immagino sia inutile chiederlo ma è divertente solo per il pubblico vero?>> Domandò Jake che era tornato dai suoi unici amici.
<< Già, purtroppo si>> Confermò lo spadaccino.
Delle guardie passarono per l’arena a raccogliere i morti, poi uscirono in fretta.
<< Spadaccini e spadaccine di tutto il Regno, non erro se dico che sono stupito quanto voi.  Questa edizione dei Giochi dell’Arena si prospetta interessante, abbiamo con noi tre ragazzi con i poteri degli Specialisti! Un applauso per questa promettente gioventù!>> Annunciò la voce del presentatore e la folla obbedì esplodendo in un applauso fragoroso.
<< Molto bene>> Ricominciò la voce, dopo aver ottenuto il silenzio del pubblico << Inizi la Sfida del Destino!>> Alle sue parole l’arena tremò e si aprì in due parti, lasciando salire al centro la struttura della seconda prova: un percorso a ostacoli mortale.
<< Ci sono cinque sfide. Nella prima i concorrenti dovranno camminare per un campo minato. Nella seconda dovranno schivare dei dardi e arrivare vivi dall’altra parte. Nella terza ci sarà un cristallo di ghiaccio da scalare. Nella quarta invece cammineranno su un ponte di legno evitando pugnali affilati e nell’ultima cercheranno di sopravvivere a delle seghe circolari, sparse per tutto il percorso >>
Il quartetto rimase a bocca aperta, era una sfida difficilissima, il pubblico invece esultò entusiasta.
<< Cosa avevo detto? la più pericolosa e divertente >> Ripeté lo spadaccino.
Il presentatore cominciò a chiamare in ordine casuale i concorrenti. Nidalee sarebbe stata la quarta, Delmis il settimo e Alan undicesimo. Jake era il quindicesimo, l’ultimo.
La prima fu una certa Lala, una maga. Riuscì con grande abilità a superare i primi due percorsi, ma nel terzo scivolò giù dal cristallo precipitando nel buco di risalita dello stesso.
<< Se ve lo state domandando, nel fondo la stavano attendendo delle lame affilate. A quest’ora sarà già morta >> Spiegò la voce del presentatore.
<< Non mi sento molto bene…>> Dichiarò l’arciera.
<< Nemmeno io>> Affermò Jake.
Il secondo fu Jessy che superò senza difficoltà i cinque percorsi e la folla schiamazzò, emozionata.
Il terzo e il quarto sopravvissero per dei colpi di fortuna, ma vennero mutilati uno di un braccio e l’altro di una gamba.
Fu il turno della ragazza.
<< Forza Nid! Abbiamo fiducia in te! >> Disse Alan, appoggiato dal mago e dal cane.
<< Mi hai dato un soprannome? Proprio in questo momento che potrei evidentemente morire? >>
<< Scusa… pensavo di aver fatto una bella cosa >> Cercò di difendersi lo spadaccino.
<< L’hai fatta infatti >> E corse al posto di partenza per cominciare il percorso.
Il campo minato era costituito da vari tasselli di marmo bianco, sotto ad alcuni di loro c’erano le mine. Sul primo c’era scritto ”Inizio” ed era sicuro, così la ragazza appoggiò i piedi su di esso. Si calmò, trasformandosi nell’Assaltatrice. Si concentrò e i rumori attorno a lei svanirono. Aguzzò la vista e scrutò attentamente i tasselli, cercando di capire dove potessero essere le bombe.
 Saltò in quello alla sua destra e poi avanzò nei tre successivi. Scagliò delle frecce sui restanti blocchi ed esplosero alcune mine, ottenendo poi un passaggio sicuro.
Appena giunta sul terreno del secondo percorso, i dardi si avventarono su di lei a velocità impressionante ma se lo aspettava. Così roteò l’arco creando un vortice d’acqua che distrusse la macchina spara-dardi  e arrivò tranquilla alla prova successiva mentre i suoi amici e il pubblico esultavano.
<< Davvero una soluzione intelligente quella di Nidalee >> Approvò Jake unendosi agli applausi di Delmis ed Alan.
Davanti alla ragazza adesso si ergeva l’enorme cristallo ghiacciato sul quale si riflettevano i raggi del sole.
Scoccò una freccia per testare la durezza di quel macigno e, come aveva immaginato la ragazza, si spezzò. Rimuginò qualche minuto su come superare quella sfida e poi le venne in mente un’idea geniale: Si trasformò nello Specialista del Fuoco e sparò alcuni proiettili che costituivano il percorso per arrivare in cima.
Si ritrasformò nell’Assaltatrice e con estrema precisione scoccò alcune frecce nei buchi che aveva creato con il fucile, infine si arrampicò su di esse e giunse in cima.
Scivolò lungo il ghiaccio sino a poggiare i piedi sul ponte di legno dove cominciò la quarta prova.
Pugnali affilatissimi tentarono di ucciderla, ma grazie alla sua vista acuta individuò lo spazio in cui le armi non venivano lanciate e vi si accostò tendendo l’arco e scoccando una freccia che distrusse la macchina lancia-coltelli liberando il passaggio.
Era arrivata all’ultima prova e cominciò a correre per arrivare al traguardo.
Una sega circolare, che si spostava orizzontalmente, le sbarrò la strada all’improvviso ma la ragazza saltò, eseguendo una capriola, ed evitando di essere mutilata.
Guardò davanti a sé e vide quegli strumenti mortali spostarsi in ogni direzione possibile, si muovevano lungo un percorso preciso, lasciando poche speranze alla ragazza di passare.
Si arrabbiò e si trasformò nella Distruttrice così poté lanciare una mina al centro del percorso, che esplose alzando una grande nuvola di polvere.
Quando essa si dissolse, tutte le seghe circolari si erano rotte e bloccate. Col sorriso stampato in faccia arrivò a destinazione e gli spettatori applaudirono animatamente, poi  raggiunse i suoi amici e venne accolta felicemente.
<< Bravissima Nid!>> Si complimentò lo spadaccino.
<< Davvero un’ottima prova>> Aggiunse Delmis.
Il campo di gioco venne riparato dagli ingegneri del posto.
Il quinto concorrente, uno spadaccino, riuscì a cavarsela solo con qualche graffio, ma il sesto, un’arciera, morì trafitta dai coltelli della penultima prova.
Fu il turno di Delmis che grazie alla sua magia riuscì a cavarsela senza essere ferito.
Nel primo percorso evocò sfere di energia che distrussero le mine, liberando il tragitto. Nella seconda prova si protesse dai coltelli trasformandosi nel Mago Blu ed utilizzando uno scudo di ghiaccio. Nella terza sfida diventò Mago Rosso per sciogliere una parte del cristallo, creando una specie di tunnel, e passarci dentro uscendo così dalla parte opposta. Sul ponte di legno si protesse come nella seconda prova, utilizzando invece le fiamme.
Nell’ultima creò un muro di fuoco che distrusse facilmente le seghe circolari.
Il pubblico esultò nuovamente, come gli amici del mago.
<< Bravo Delmis anche tu ce l’hai fatta! >> Si complimentò Nidalee e Alan  gli batté il cinque.
Dei tre successivi concorrenti ne morì soltanto uno, spadaccino, tranciato a metà proprio dall’ultima sega.
Poi venne il turno di Alan che si trasformò nel Guerriero gonfiando i muscoli, e gridò. Con una velocità impressionante superò i primi due percorsi semplicemente correndo e senza fermarsi saltò sul cristallo ghiacciato cercando di piantargli la spada, ma il ghiaccio era troppo resistente e spesso e così scivolò.
L’amico Delmis reagì d’istinto e protese le mani in avanti per far levitare lo spadaccino.
Servì un sacco di concentrazione e, grondando dal sudore, sollevò il ragazzo e lo fece atterrare sulla cima del cristallo.
Alan si guardò attorno, spaesato(credeva di essere morto) poi scese lungo il ghiaccio e ricominciò il percorso.
Senza altre difficoltà arrivò alla fine dell’ultima sfida e là gli spettatori esultarono.
<< Grazie mille amico>> Ringraziò lo spadaccino abbracciando il mago.
<< Non c’è di che>> Rispose lui.
<< Ho temuto il peggio>> Disse l’arciera e Alan scosse la testa<>
<< L’importante è che sei ancora vivo >> Intervenne Jake.
<< Già… >> Disse Alan.
Prima di Jake toccò ad altri tre concorrenti, del quale uno sopravvisse senza ferite, ad un altro venne amputata una gamba e il quattordicesimo morì nel primo percorso. Adesso era il turno del cane.
 
Poteva affidarsi solo alle sue abilità, gli rimanevano pochi sassi e li voleva conservare per l’ultima prova nel caso fosse riuscito a sopravvivere.
Riuscì a superare il primo percorso affidandosi al suo olfatto per rintracciare la posizione delle mine. Alla macchina lancia-dardi si distese sul terreno e strisciò fino in fondo al percorso.
Al cristallo si immobilizzò e guardò Delmis che annuì. Grazie al suo aiuto poteva farcela. Fece un lungo respiro, saltò sul ghiaccio e magicamente non scivolò: Il mago era intervenuto e lo stava sostenendo, così arrivò sino in cima, si lasciò cadere sul ponte di legno e fece il percorso disteso come nella seconda prova.
Nell’ultima evitò le seghe circolari con estrema maestria e poggiò le zampe sull’arrivo.
Jake non se lo sarebbe mai aspettato, ma la folla esplose in un grande boato.
<< Chi lo avrebbe mai detto? Un Kovolt è riuscito a superare la Sfida del Destino! >> Esclamò il presentatore dopo che il pubblico aveva smesso di esultare.
<< Molto bene. Abbiamo assistito alla morte di quattro concorrenti e tre ne sono usciti feriti. I partecipanti sono rimasti in undici e tra poco l’ultima prova avrà inizio >> Alle sue parole l’arena tornò allo stato iniziale,poi ricominciò<< Ottimo, come sapete l’ultimo gioco è un tutti contro tutti. Quindi buona fortuna e, che vinca il migliore! >>
 << Finalmente! Ora posso cominciare a fare la cosa che so far meglio: Uccidere!>> Esclamò Jessy, avventandosi contro il concorrente che aveva più vicino e che era anche senza un braccio. Era furioso e sferrava attacchi potentissimi con il suo machete, poco dopo il suo avversario era senza vita.
<< Questo è il primo di una lunga serie. Avanti il prossimo!>>
Uno spadaccino si avventò coraggiosamente sull’imbattuto, animando il gioco.
Era l’inferno, i partecipanti si uccidevano l’un l’altro per conquistarsi la libertà.
<< Amici, dobbiamo entrare in battaglia. Non abbiate paura, ce la caveremo >> Disse Delmis, cercando di rassicurare i suoi compagni ma con scarso successo.
<< Jake, riesci a combattere vero? >> Chiese Nidalee.
<< Sicuro, non sono potente come voi ma me la cavo >> Ammise il cane.
<< Fantastico, è ora di entrare in scena >> Commentò Alan calmandosi e trasformandosi nello Specialista dell’Acqua, seguito dagli altri due.
Jessy aveva decapitato il suo coraggioso nemico e adesso voleva versare altro sangue. Non era soddisfatto, nessuno era alla sua altezza. Vide il suo prossimo bersaglio, il Samurai. Era di spalle ed era un facile obiettivo, così si avventò rapidamente su di lui.
Alan percepì un sibilo e schivò il fendente saltando all’indietro ed estrasse la katana, cominciando un duello mortale.
L’Assaltatrice indeboliva lentamente i suoi avversari, ferendo molti concorrenti.
Venne colta di sorpresa da una maga che con una potente sfera di energia la scaraventò a terra.
<< Vediamo se i poteri degli Specialisti superano i miei >> Disse lei creando un gigantesco masso violaceo che cadde su Nidalee, la quale lo schivò rotolando alla sua sinistra.
Prese tre frecce e le scagliò contemporaneamente sulla maga che cercò di proteggersi utilizzando uno scudo di energia ma esso si ruppe lasciando trapelare l’ultima freccia che si conficcò su una spalla.
Il Mago Blu aveva cominciato a fronteggiarsi con un arciere mutilato ad una gamba.
<< Io non voglio combattere contro un avversario in svantaggio >> Dichiarò mentre si proteggeva dagli attacchi del nemico grazie al suo scudo di ghiaccio.
<< Stai concentrato e combatti, oppure morirai!>> Esclamò l’avversario, zoppicando per tenersi in equilibrio.
Jake invece duellava abilmente contro un altro spadaccino, anch’esso senza una gamba e dato che il Kovolt poteva solamente lanciare dei sassi e il suo avversario faticava a reggersi in piedi e a maneggiare la sua spada, riuscì ad ucciderlo senza troppe difficoltà.
<< Grandi giochi quelli di oggi, spadaccini e spadaccine di tutto il Regno. Come avete visto quel Kovolt è riuscito a vincere contro un essere umano. Strabiliante! >> Gridò il presentatore, accompagnato dal pubblico che esultava.
All’improvviso Nidalee fu attaccata da un arciere e con grande maestria schivò le sue frecce che colpirono invece la maga che si trovava di fronte a lei.
Poi rotolò di lato e scagliò una potente freccia dalla punta luminosa, accecando in questo modo l’uomo. Con il suo attacco trapassò il cuore dell’avversario.
Delmis continuò a difendersi sotto gli scocchi del nemico, poi l’attaccante perse l’equilibrio e cadde a terra mettendosi a piangere come un bambino.
Il Mago Blu si avvicinò a lui, gli ruppe l’arco e fece per andarsene ma venne supplicato<< Ti prego uccidimi, tanto non vincerei comunque >> Delmis tornò indietro e l’arciere lo ringraziò. Il mago creò una lancia ghiacciata che fece esalare l’ultimo respiro all’avversario.
Si guardò attorno, erano rimasti solo loro quattro e Jessy che teneva testa sia al Samurai che all’Assaltatrice, la quale era corsa in aiuto di Alan.
Il Mago Blu si unì allo scontro sferrando potenti sfere di ghiaccio. Jessy resisteva ma tre contro uno era troppo per lui così gridò dalla rabbia e venne circondato da una luce fiammeggiante, quando si dissolse aveva ottenuto il potere dello Specialista del Fuoco.
<< Come mai quelle facce stupefatte? Anche io sono un Guerriero! >> Esclamò ridendo istericamente e lanciandosi all’assalto.
Il trio cercò di difendersi ma quei potenti affondi li mise al tappeto, senza forze.
<< È la fine… Sono stato bene con voi >> Disse Delmis.
<< Anche io. Siete i migliori amici che abbia mai avuto >> Dichiarò Nidalee con gli occhi lucidi.
<< Perdonatemi se a volte sono stato troppo orgoglioso e…  Delmis volevo dirti che sei diventato molto più potente di me >> Aggiunse Alan.
<< Grazie amico>>
<< Forse i Giochi dell’Arena sono finiti. Jessy diventerà nuovamente il campione!>> Annunciò il presentatore.
<< Sapevo che avrei vinto anche questa edizione, io sono troppo potente per voi stolti ragazzini >> Si vantò Jessy avvicinandosi al trio e alzando lo spadone << Addio >>
Sferrò l’attacco ma prima che potesse colpirli, Jake ringhiò<< Stai lontano da loro >> Gli era saltato sulla schiena mordendolo in faccia.
<< Maledetto cagnaccio, stai fermo! >> Sbraitava il Guerriero dimenandosi.
I tre amici si erano rialzati e guardavano il Kovolt fronteggiare coraggiosamente un nemico molto più potente di lui.
<< Colpo di scena! Quel Kovolt ha attaccato di sorpresa l’imbattuto, riuscirà ad ucciderlo? >> Disse il presentatore, eccitato dalla battaglia.
<< Scappate! Fuggite! >> Gridava Jake continuando a sfigurare il volto di Jessy.
<<  Dobbiamo aiutarlo! >> Esclamò la ragazza e assieme agli altri due corse verso il Guerriero.
<< Maledetto, ti ucciderò! >> Prese il cane da sopra le sue spalle e lo scaraventò sul terreno<< Muori!>> Jessy piantò il suo spadone nello stomaco di Jake, rimasto senza fiato, trafiggendolo.
<< NO! >> Urlò in coro il trio. Il Guerriero estrasse la spada insanguinata: al centro della pancia del cane c’era una ferita profondissima.
I tre amici si precipitarono dal Kovolt, in ginocchio, versando lacrime amare.
<< Mi avete perdonato adesso? >> Chiese debolmente Jake.
<< Sì, certamente >> Rispose Nidalee.
<< Grazie… amici miei >> Sorrise, chiuse gli occhi e girò la testa di lato. Era morto.
<< La pagherai Jessy! >> Promise Alan avventandosi su di lui, infuriato, seguito dalla ragazza. Ma Delmis era rimasto in piedi, fermo e singhiozzante.
L’arciera si volse indietro e vide il mago che non li stava aiutando<< Delmis, ma che stai facendo? >>
<< Lo odio… >> Sussurrò.
<< Che cosa? >> Chiese Nidalee che non aveva capito.
<< Ho detto che lo odio! >> Gridò il mago. Gli occhi erano diventati neri e una strana energia lo stava invadendo. Una spirale oscura lo circondò e quando si dissolse, Delmis era diverso: Indossava un mantello nero come la notte, un cappuccio anch’esso di quel colore gli copriva la testa da cui spuntavano dei capelli rosso fuoco; Nelle mani aveva delle pistole dello stesso colore nero e con due piccole ali di drago ai lati della canna.
<< Chi diavolo è quello?>> Domandò sbalordito il presentatore.
<< Uccidi>> Bisbigliò una voce profonda dentro Delmis e lui obbedì facendo roteare le sue armi e sparando una raffica di proiettili su Jessy che morì, senza riuscire a contrattaccare.
<< Delmis, che cosa ti è successo? >> Chiese stupefatto Alan.
<< Stai zitto spadaccino >> Ordinò con la stessa voce cattiva il mago, diversa dalla sua.
<< Questo corpo è mio! >> Esclamò nuovamente, poi cominciò a ridere e Delmis iniziò a dimenarsi. Qualcosa stava uscendo dolorosamente dalle sue spalle.
Improvvisamente abbandonò le braccia e una sorta di spirito grigiastro si elevò sopra di lui, ma con metà corpo attaccato al ragazzo.
<< Sono finalmente riuscito a prendere il controllo di questo corpo!>>Annunciò. << Ascoltate bene io sono l’Imperatore dei Maghi! Prostratevi a me! >>
La folla si mise a ridere di gusto e anche il presentatore che commentò<< Questo ragazzo è fuso, crede di essere un Imperatore!>>
<< Osate prendervi gioco di me?>> Ringhiò lo spirito<<  Allora preparatevi ad assaggiare le mie pistole >> E cominciò a sparare contro il pubblico facendo morti su morti, non facendo distinzione tra uomini, donne e bambini. Quando vide che il terrore si era sparso tra le persone presenti rise<< Non si deve mai prendere in giro un’ Imperatore>>
<< Alexander uccidilo! >> Ordinò il presentatore al boia che entrò nell’arena con i poteri dello Specialista dell’Oscurità, brandendo l’ascia e avventandosi su Delmis.
Egli rispose tendendo in avanti le pistole e creando un cerchio completamente nero dal quale uscì un raggio oscuro che trapassò il boia, uccidendolo.
Il pubblico cercò di fuggire mentre il mago continuava ad opprimere tutti quelli che riusciva, compreso il presentatore.
<< Alan ho capito!… Delmis è diventato un Mago Nero! >> Affermò la ragazza.
<< Ho notato. Ma come ha fatto se non ha ancora ottenuto la benedizione dell’Odio? >> Notò lo spadaccino.
<< Guarda lo spirito che c’è su di lui. Qualcuno gli ha insegnato ad odiare prima che lo ottenesse al tempio >>
<< Delmis smettila! Queste persone non ti hanno fatto niente! >>Disse Alan e il Mago Nero gli si avventò contro, scaraventandolo a terra.
<> Disse.
<< E allora chi sei?>> Chiese, guardandolo nell’unico occhio divenuto completamente bianco, l’altro era nascosto da una benda.
<< Io sono Arkarium, il primo Imperatore dei Maghi! >> E gli puntò le pistole nelle tempie.
<< Non è vero, tu sei Delmis e sei amico mio e di Nidalee >> Affermò Alan con decisione e il Mago Nero ricominciò a contorcersi, portandosi le mani alla testa.
Pian piano lo spirito di Arkarium si dissolse e Delmis tornò in sé.
<< Che cosa è successo? >> Domandò, ancora nelle vesti dello Specialista dell’Odio.
<< Hai sterminato almeno un centinaio di spadaccini. Adesso dobbiamo fuggire, presto smaterializziamoci! >>
<< Scusatemi ma credo di avere solo l’energia per smaterializzarmi da solo… mi dispiace>>
<< Allora tu smaterializzati, ci vediamo direttamente al Tempio dell’Odio. Buona fortuna >>Lo spadaccino abbracciò il mago il quale disegnò un cerchio nell’aria che divenne una specie di portale e ci saltò dentro dicendo addio.
<< Nidalee, fuggiamo via!>> Gridò Alan, trasformandosi nel Guerriero e prendendo per mano la sua amica. Lo spadaccino corse più velocemente che poté, uscendo dalla porta da cui erano entrati e fuggendo via.
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 6
*** Misteri ***


Ciao ragazzi! Ecco il nuovo capitolo! Mi raccomando fatemi sapere se la storia vi sta piacendo!!!! :)


-Misteri-
 
 
 
 
 
 
Blake rimase a piangere tutta la notte sul corpo senza vita di suo nonno. Senza di lui come poteva diventare forte abbastanza da fermare Kaiser? Una carezza di sua madre gli fece capire che era giunto il momento di andarsene e di tornare a casa.
Percorsero il sentiero in silenzio e, giunti a casa, si coricarono nei loro letti.
Quella sera l’avventuriero non diede neppure un’occhiata alle stelle che, solitamente, lo facevano sentire libero.
Il giorno seguente venne celebrato il funerale di Chris e il suo migliore amico, Martin, che era anche uno dei nove Saggi (come suo nonno) tenne un discorso << Ho conosciuto Chris quando ero ancora molto piccolo. All’epoca eravamo due avventurieri spensierati come voi giovani, ci divertivamo a combattere tra di noi con delle spade di legno, a disturbare le galline con le fionde e far finta di essere gli eroi delle leggende di Nostale. Inoltre amavamo stenderci su questi immensi prati verdi e parlare di cosa avremmo fatto una volta adulti>> Aveva gli occhi lucidi e un debole sorriso.
<< Chris mi ripeteva ogni volta che sarebbe diventato un grande spadaccino e che avrebbe protetto la sua terra con tutte le forze, mentre io volevo imparare a primeggiare con l’arco. Ma nessuno di noi due era portato per le armi e, essendo grandi amici, non avremmo mai voluto separarci.
Infatti ciò non accadde, ci sentivamo troppo legati alla Terra degli Avventurieri e così decidemmo di far parte del Consiglio dei Saggi>>
<< Chris si distinse subito per intelligenza e creatività. Sotto i suoi consigli, i Saggi forgiarono le armi con l’Oriharcon per aumentare la loro resistenza.
Nel frattempo si era sposato e aveva avuto un figlio, George. Amava ciecamente suo figlio e devo dire che ne era ossessionato. Mi confessò segretamente che secondo lui era “il Prescelto”, colui che un giorno avrebbe liberato Nostale dalla minaccia di un mostro. Grazie alle sue abilità era anche stato scelto come insegnante degli avventurieri, per addestrarli nelle tre arti e per aiutarli a scegliere di cosa diventare maestri. Ieri se ne è andato improvvisamente, lasciandoci un vuoto. Non lo dimenticherò mai… Nessuno lo dimenticherà. Grazie >>
Si allontanò in fretta dal luogo dove aveva tenuto il discorso e si mischiò fra la folla.
Blake non aveva sentito nessuno parlare in questo modo di suo nonno e si era commosso.
Il funerale terminò e la salma di Chris venne deposta in una tomba di marmo grigio, con inciso : Chris Carrel, 18 settembre 957- 25 luglio 1039.
 
Se credi nei miracoli, allora i miracoli cominciano ad accadere
 
Era una frase che suo nonno adorava e adesso era scolpita sulla sua tomba.
Blake tornò a casa con la madre per il pranzo a base di salmone affumicato.
Nel pomeriggio il ragazzo uscì per andare ad allenarsi con una spada di legno nuova regalatagli dalla madre.
Non aveva rinunciato al giuramento fatto a Chris e non intendeva tradirlo. Non sapeva quando si sarebbe presentato il pericolo, ma per quel giorno sarebbe stato pronto con o senza le quattro rune.
Si costruì da solo un percorso a ostacoli per incrementare la sua agilità e velocità.
Saltava sempre meglio le balle di fieno e alla fine combatteva contro un manichino d’addestramento.
Al tramonto era sudato e stanco, ma non voleva abbandonare il suo allenamento, così decise di fare una corsa per la Terra degli Avventurieri.
Quando incontrava delle persone, suoi amici o quelli della sua famiglia, sorrideva e li salutava.
Passò per caso vicino al luogo con la Statua Sacra raffigurante la Dea Ancelloan e volle andare a visitare il posto.
Era una specie di rovina, una volta doveva essere un tempio. C’era una grande navata dove ai lati vi erano due colonnati distrutti e al termine di essa vi era la Statua fatta con un particolare tipo di marmo, infatti di notte incominciava a brillare,sembrando argentato.
Era gigantesca e rappresentava una donna bellissima seduta su un trono.
Blake rimase incantato da quella vista, ma un grido acuto lo risvegliò: qualcuno era in pericolo.
Uscì in fretta dalla rovina e la fitta pioggia che aveva appena iniziato a scendere lo inzuppò. Si guardò attorno ma non vide nessuno. Il sole stava tramontando e in poco tempo sarebbe rimasto al buio. Doveva essere vicino, ne era sicuro. Chiuse gli occhi e si concentrò per captare al massimo ogni singolo rumore. Poi udì un invocazione di aiuto provenire dalla sua sinistra e si precipitò.
Veloce come il vento stava ritornando nei pressi del suo villaggio e vide vicino ad un albero due sagome che lottavano: Una ragazzina della sua stessa età e un adulto armato di spada affilata.
<< Te lo ripeto per l’ultima volta! Dammi tutti i tuoi ori oppure ti uccido >> Disse l’uomo tenendo ferma la sua vittima per i polsi.
<< Io non ho più niente… >> Piagnucolò lei, con le lacrime che le solcavano il viso<< Per favore non farmi del male >>
<< Sono costretto se non mi paghi >> Spiegò con calma << Decidi, o mi dai dell’oro o ti sgozzo >> La ragazza scosse la testa continuando a piangere e l’assalitore le diede un pugno nello stomaco, facendola cadere a terra svenuta.
Estrasse la spada e si preparò ad ucciderla ma Blake si fece avanti, coraggioso, con la sua arma di legno in mano << Ehi tu! Lasciala in pace! >>
<< Non ti immischiare ragazzino, questi non sono affari tuoi >> Disse l’uomo girando a pancia in su la sua vittima con un calcio.
<> Esclamò l’avventuriero.
<< Allora vuoi morire anche tu stasera? >> E si avventò sul ragazzo che impugnò più saldamente con ambedue le mani la sua inutile arma, sapendo benissimo di non poterlo sconfiggere con quella.
Si limitò a schivare i fendenti e gli affondi del nemico, colpendolo solo dopo che aveva già sferrato un’offensiva.
<< Sei bravo per essere un novellino, ma devi capire che io ho un’arma forgiata con il ferro e la tua è di legno. Secondo te chi vincerà alla fine? >> Domandò ridendo di gusto.
<< Senti giovanotto, ti propongo un patto. Tu mi lasci la ragazza e io non ti uccido, va bene? >>
<< Sono venuto qua per proteggerla e intendo portare a termine il mio compito. >> Affermò il ragazzo, determinato e l’assalitore tornò a ridere.
<< Ma tu credi veramente di potermi sconfiggere? Dovrebbe accadere un miracolo! >>
<< Io credo nei miracoli e se ci credo cominceranno ad accadere! >> Esclamò sempre più sicuro di sé.
L’uomo sussultò e poi sorrise << Ho capito chi sei. Tu sei Blake, il nipote di Chris Carrel. Finalmente quello stolto vecchio è morto. >>
<< Come l’hai chiamato? >> chiese con un tono calmo il ragazzo, stringendo i pugni dalla rabbia.
<< Stolto. >> Ripeté.
<< Dillo un'altra volta se ne hai il coraggio. >> Lo sfidò.
<< Stolt… >> L’avventuriero si era avventato su di lui con uno scatto, non sopportava l’idea che qualcuno chiamasse suo nonno in quel modo. Tentò di colpirlo con un fendente ma l’assalitore lo parò con la lama affilata della sua spada e il legno si spezzò.
<< Ti ho disarmato, sei mio >> Blake indietreggiò e scivolò sull’erba.
<< Poverino. Prima George, poi Chris e adesso tu. Voi Carrel vi state estinguendo, tua madre si suiciderà dal dolore immagino >> Lo provocò l’uomo.
<< Smettila!>>
<< Lasciami divertire, tanto adesso morirai>> Appoggiò un piede sullo stomaco del giovane per tenerlo fermo e alzò la spada.
L’avventuriero si sentiva spacciato, pensò a suo nonno e al fatto che non avrebbe mantenuto il giuramento e poi gli vennero in mente le sue parole “Dovrai usare l’arma più temibile e pericolosa che esiste al mondo, il cuore”.
Significava usare i sentimenti. Pensò a cosa sarebbe accaduto se fosse morto, al fatto che il male avrebbe prevalso sul bene.
Piegò le braccia e concentrò la sua aura nelle mani e prima che la spada gli tagliasse la testa riuscì a creare una sfera di energia gigantesca e dal colore violaceo.
Quando l’arma colpì la sfera essa si polverizzò e il ragazzo scagliò il suo colpo addosso all’assalitore che subì la stessa fine della spada.
Blake si alzò e prese la ragazza fra le braccia, incamminandosi sotto l’acquazzone per tornare al villaggio.
Quando arrivò vide un vecchio con qualche capello grigio e dei baffi che cercava disperatamente una persona, chiedendo ad ogni passante e urlando a squarciagola << Celestia!>> Nel momento in cui vide l’avventuriero avvicinarsi con qualcuno in braccio gli andò incontro e quasi si mise a piangere vedendo che era sua figlia.
<< Grazie mille. Come posso ripagarti? >> Chiese il padre dopo che Blake gli ebbe raccontato tutta la storia.
<< Non si preoccupi, non voglio niente. >> Disse e si congedò per tornare a casa a riposarsi. La giornata era stata molto faticosa.
Passò una delle sue prime notti senza sogni, tranquilla e serena.
 
Il giorno seguente, alle prime luci dell’alba, Blake ritornò al suo personale campo di addestramento per ricominciare l’allenamento.
<< Carino questo posto. >> Disse una voce dietro alcune balle di fieno. Il ragazzo si girò, impugnando saldamente la sua arma, ma quando vide chi era l’abbassò.
<< Ah sei tu… come mai qui? >> Chiese Blake a Celestia.
<< Sono venuta a ringraziarti di persona. >> Il ragazzo notava solo adesso i suoi enormi occhi verde smeraldo e ne rimase incantato << Come hai fatto a trovarmi? Non ho parlato con nessuno di questo posto. >>
<< Semplice, pensavo fossi a casa tua così sono andata lì e allora tua madre mi ha detto che eri qui ad allenarti. >> L’avventuriero sorrise.
<< Comunque, mi chiedevo perché non segui più le normali lezioni. L’insegnante adesso è Loren e anche se è severo e un po’ svitato è pur sempre molto in gamba. >>
<< Non voglio allenarmi con qualcuno. Preferisco restare qui. Ho promesso a mio nonno che sarei diventato più forte>>
<< Spero che tuo nonno non ti abbia imposto di non allenarti con un amica>>
Blake la guardò serio per un po’, poi si arrese<< E va bene, ma devo avvertirti che non sono un novellino>> Celestia rise e cominciò a duellare con il ragazzo.
Combatterono per tutto il giorno e al tramonto erano stanchi e affamati.
<< Avevi ragione Blake… Sei veramente bravo>> Ansimò la ragazzina.
<< Devi scusarmi ma adesso devo tornare a casa, mio padre sarà certamente in pensiero>>
<< Sì, va bene… comunque anche tu sei brava>> Ammise. Celestia era già ad una trentina di metri da lui quando le gridò << Domani mattina ci rivediamo qui?>> Lei si girò annunendo. L’avrebbe rivista e ne era entusiasta.
 
La mattina dopo, tra una sfida e l’altra, si fermarono per una breve sosta e si sedettero su una balla di fieno ad ammirare la loro terra, incantevole come l’alba.
<< Tu in che cosa ti specializzerai?>> Chiese Blake, rompendo il silenzio.
<< Mi piacerebbe diventare una maga. Sai, la magia mi affascina da sempre, saper concentrare l’aura e piegare a piacere gli elementi sarebbe fantastico. >> Tirò un lungo sospiro << Ma non sono portata per gli incantesimi. >> Il ragazzo ne fu dispiaciuto, ma era vero. Riusciva a creare solo delle deboli sfere di energia che poi si accasciavano al suolo. Se la cavava molto meglio con la fionda e la spada.
<< E tu cosa vuoi diventare?>> Chiese Celestia.
<< Io veramente non lo so. Mi piacerebbe essere maestro di tutte e tre le arti, ma nessuna in particolare mi attrae. >> Rispose, colto alla sprovvista.
Rimasero per qualche minuto in silenzio, poi Blake ebbe un’idea per aiutare la ragazzina a coronare il suo sogno.
<< Posso allenarti io se vuoi>> Lei sgranò gli occhi << Tu? Ma non mi hai ancora fatto vedere come te la cavi con la magia. >> Il giovane sorrise, ricordò che era svenuta quando aveva creato quella enorme sfera energetica.
<< Non per vantarmi, ma sono abbastanza bravo. Sta a guardare. >> La  ragazza obbedì e si mise a gambe incrociate.
Il manichino che aveva costruito per allenarsi si trasformò in un bersaglio perfetto.
Distese le braccia e concentrò tutta la sua aura sui palmi, creando due piccole sfere celestine che sferrò contro la vittima senza vita e poi ancora e ancora fin quando non restò un piccolo pezzo di legno con cui era fissata nel terreno.
La ragazza rimase a bocca aperta, non aveva mai visto nulla del genere e l’avventuriero non era neppure stanco.
<< Allora, può bastare per essere il tuo maestro? >> Lei annuì, ancora stupefatta.
 
Blake le insegnò tutto quello che sapeva, poche cose essenziali. Disse che doveva svuotare la mente e concentrare sulle mani tutta la mana, l’energia interiore che aveva dentro.
All’inizio fu un disastro, le sfere erano ancora piccolissime e deboli. Ma dopo qualche ora riuscì a crearne una un po’ più grande dalle sfumature grigie.
<< Stai facendo progressi!>> Esclamò contento il maestro. Lanciò il suo colpo e coprì una distanza di una ventina di metri prima di accasciarsi al suolo.
<< Sì! Hai visto? Sto veramente migliorando!>> Disse eccitata la ragazza.
<< Già. Ma adesso è meglio andare a casa, personalmente ho voglia di riposarmi e penso sia meglio che lo faccia anche tu>> Affermò premurosamente Blake.
<< Hai ragione>> Celestia si avvicinò e lo baciò sulla guancia.
<< Purtroppo domani abbiamo la lezione con il Saggio Loren. Ma preferisco te come maestro, con lui dobbiamo ancora finire la teoria con il bastone. >> Sorrise, guardandolo dritto nei suoi occhi azzurri. Poi se ne andò camminando.
Anche il ragazzo tornò a casa sua, mangiò e si buttò nel letto.
“E così vorrebbe che fossi io il suo maestro” Pensò, guardando il tramonto fuori dalla finestra. “Sarà accontentata”.
All’alba si alzò e andò a comprare una spada in bronzo. Era molto pesante, ma con qualche ora di allenamento ci si sarebbe abituato.
Comprò inoltre alcuni sassi per la sua fionda, che legò alla cintura dove era deposta in un fodero anche la sua nuova arma.
Si avviò deciso al luogo dov’era in corso l’addestramento. Loren stava spiegando come sferrare un colpo ben mirato con un pezzo di legno.
I ragazzini che erano in cerchio sbadigliavano. La determinazione di Blake crebbe e si avvicinò con calma a loro.
L’insegnante lo notò << Ah! Il giovane figlio di George. Come mai sei venuto solo oggi? E come mai hai quell’arma? Non importa, siediti e ascolta. >>
<< Non sono venuto qui per assistere alle tue lezioni>> Dichiarò con voce ferma.
Intanto Celestia lo stava guardando con grande ammirazione.
<< Ma davvero? Dunque stai facendo una specie di gita turistica?>> Scherzò il Saggio e guardò i suoi allievi. Una debole risata, quasi forzata, si levò tra loro. Tranne un ragazzo esageratamente robusto che rise fino a lacrimare.
Blake non si scompose << Il vero motivo per cui sono venuto qui è per sfidarti>>
Loren e l’altro avventuriero risero.
<< Ma chi ti credi di essere? Io sto lavorando in questo momento, ora lasciami in pace. Devo mandare avanti questa gioventù. >>
<< Non voglio cercare di metterti in imbarazzo. Voglio solo vedere se il mio allenamento privato è servito >> Adesso cominciava a spazientirsi, voleva combattere e subito. Ma il Saggio non lo prendeva ancora sul serio<< Sei veramente simpatico. Ma adesso va a divertirti a giocare con i ragnetti come faceva tuo padre. >> Toccò un punto dolente e questa fu la goccia che fece traboccare il vaso.
<< Non ti azzardare a nominare mio padre!>> Ordinò, con occhi fiammeggianti.
<< Scusami tanto!>> Disse, ironico. Poi sbuffò << E va bene, vuoi questa sfida? Combattiamo! Ma facciamo in fretta, devo tornare al mio lavoro>>
L’avventuriero si calmò e ringraziò. Mentre si metteva di fronte al suo avversario, il ragazzino che aveva riso con Loren affermò<<  Mio nonno ti batterà in dieci secondi. È il più forte tra i Saggi>>
<< Dai Darty, non impaurire questo ragazzo ancora prima che abbia cominciato la sfida. Prevedo solo che sarà a terra dopo appena un minuto. >>
Blake sguainò la sua nuova spada in bronzo luccicante << Le regole sono le seguenti: Chi si arrende perde>>
<< Allora vuoi perdere arrendendoti?>> Lo provocò il vecchio.
<< La resa è per i deboli>> E cominciò il combattimento.
Il giovane adesso aveva una nuova spada e per giunta in bronzo, ma sapeva anche che non poteva pensare di competere contro una fatta in Oriharcon.
La tecnica di Blake consisteva nell’affondare, parare, scartare, cercare di colpire un punto scoperto e parare ancora. Dopo un po’ si accorse che con quella strategia, anche se era un discreto spadaccino, non lo avrebbe mai sconfitto perché sembrava che in qualche modo il Saggio penetrasse nella mente del suo sfidante e la leggesse, anticipando così la sua offensiva.
Nel frattempo gli allievi si erano messi a fare il tifo per lui (tutti tranne Darty ovviamente) e Celestia quasi urlava per incitarlo.
Rapido indietreggiò con qualche acrobazia ed estrasse la fionda per coglierlo di sorpresa e funzionò: Lanciò un sasso a velocità impressionante che colpì il braccio sinistro di Loren.
Il vecchio strinse i denti e creò una serie di potenti sfere di energia dalle sfumature cremisi e dorate. L’avventuriero le schivò senza problemi, erano molto lente.
Il Saggio si affaticò e cominciò ad ansimare, per il ragazzo fu l’occasione giusta per indebolirlo. Riuscì a centrare con la fionda il polso destro e quello sinistro, disarmando il suo avversario.
Non sapendo più con cosa contrattaccare Blake, alzò le mani ancora doloranti << E va bene, mi arrendo>>
Gli spettatori esultarono e lo sfidante sorrise, però Celestia improvvisamente gridò << Blake attento alle tue spalle!>>
Si girò appena in tempo per vedere un’enorme vortice di energia dorata che stava per abbattersi su di lui e gli altri allievi. Doveva fare in modo che gli altri ragazzi non si facessero del male.
Così la forza per proteggere gli avventurieri prese forma, circondando le mani del giovane con un’ aura verde-acqua e concentrata.
Le protese in avanti e bloccò l’offensiva di quel Saggio scorretto.
Avanzò con passi brevi ma costanti, poi la sua aura esplose in un onda d’urto che dissolse il vortice. Il vecchio cadde all’indietro, a bocca aperta.
<< Tu… non sei normale>> Ripeteva, indietreggiando. Infine il vincitore fu accanto a lui e lo guardò, altezzoso.
<< Sei solo un infame codardo. >>Concluse e tornò a casa sua senza dire altro. Aveva vinto e aveva dimostrato a tutti il suo potere e la sua maestria. Da quel momento si persero le tracce del Saggio che non si fece più né vedere né sentire.
La voce che il nipote di Chris aveva sconfitto Loren si diffuse rapidamente e molte persone del suo villaggio iniziarono a rispettarlo e ad ammirarlo.
Ovviamente Blake non poteva diventare l’insegnante ufficiale dei giovani avventurieri ma iniziò ad aiutare la nuova maestra, Sally, con consigli e pareri, senza ostacolare troppo le sue lezioni. Inoltre era un allenamento in più perché capitava molto spesso che dovesse fare da cavia e così imparava mosse e tecniche che non conosceva ancora.
La Saggia Sally era quasi all’altezza di suo nonno, diligente, capace e determinata.
L’aiutante suggerì anche di allenarsi tutti i giorni, per apprendere più velocemente.
Fu una grande idea perché gli allievi morivano dalla voglia di studiare ed esercitarsi, così accettarono senza proteste.
Si allenavano cinque giorni alla settimana, alla mattina dopo l’alba e al pomeriggio sino al tramonto. Erano tutti molto stanchi a fine giornata, ma tornavano sempre con il sorriso stampato sulla faccia e pronti ad incrementare la loro abilità nelle varie arti.
Il sabato della prima estenuante settimana Blake era sprofondato nel suo letto a pensare a cosa avrebbe fatto se improvvisamente la sua terra fosse stata attaccata da una creatura mostruosa, quando qualcuno bussò alla porta, interrompendo i suoi flussi di fantasia.
L’avventuriero attese in silenzio e ascoltò, sorpreso, di solito non veniva molta gente a casa sua. Poteva essere Celestia che chiedeva di lui per allenarsi al campo delle balle di fieno. Celestia… quel nome gli si era fissato nella mente e quando ripensava a lei si perdeva nei suoi enormi occhi verdi smeraldo.
<< Sono il notaio. >> Disse una voce.
<< Ah, entri pure e si accomodi>> Rispose sua madre << Blake vieni!>>
Il ragazzo sospirò: non era la sua amica. Peccato, gli avrebbe fatto piacere rivederla e parlarle visto che durante le lezioni doveva mantenere un atteggiamento serio e dignitoso. Uscì di fretta dalla sua stanza e si sedette su una sedia in salotto.
<< Come immagino sappiate sono qui per testimoniare l’eredità di Chris Carrel>> Si schiarì la gola e srotolò una pergamena<< A Lamenia Carrel lascio la mia casa, in modo che possa venderla e ricavarci qualche oro. Mentre a mio nipote Blake Carrel lascio il mio prezioso e preferito libro “ Leggende e Misteri di Nostale” affinché possa rilassarsi e divertirsi a leggere le più belle storie sul nostro mondo, inoltre gli lascio dieci semi della potenza; gli oggetti più rari che possiedo e dei quali ne potrà fare uso nella maniera che preferirà>>C’era un sottile filo d’invidia nel tono della sua voce.
 A Blake s’illuminarono gli occhi: stava per avere dieci semi della potenza! Avevano un valore inestimabile, ma perché li stava ereditando proprio lui e non sua madre? << Ho già il libro e i semi qui, te li consegno adesso. Per la casa possiamo fare due cose: O metterla in vendita o…>> Il notaio non terminò la frase perché venne interrotto dalla madre del ragazzo<< In vendita subito… per favore>>
<< Molto bene. Ecco ragazzo, prendi. >> Estrasse lo stesso macigno dove suo nonno gli aveva raccontato “L’origine delle Rune” e una decina di strani semi dal contorno verde e il centro viola. Li porse a Blake, il quale li ritirò in fretta e li mise dentro al primo sacchetto che trovò.
<< Abbiamo finito. Arrivederci>> Si congedò lui.
L’avventuriero corse di nuovo in camera sua tra i richiami della madre e i suoi sospiri disperati. Non capiva perché suo figlio avesse quello strano comportamento.
Sfogliò in fretta le pagine del libro per vedere se Chris gli avesse lasciato qualcosa, una dedica, oppure un messaggio. Fortunatamente riuscì a trovarlo: Nella prima pagina era stato scritto con l’inchiostro nero “Misteri 207-13-4” Cosa significavano quei numeri? Pensò in fretta: la parola Misteri doveva riferirsi sicuramente all’altra sezione del libro e forse quei numeri erano la pagina con il capitolo.
Cercò subito quella pagina nel quale doveva esserci racchiuso qualcosa che doveva sapere o scoprire. La trovò e la lesse attentamente:
 
Capitolo 13: Armi e Poteri Misteriosi.
Numero 4: il Martello Divino.
 
Si dice che sia l’arma più potente del mondo conosciuto. Appartiene alla Suprema Dea Ancelloan, la quale ne è la forgiatrice e la possedente. Il Martello Divino è stato creato con il legno di un Ginseng, la pelle di un drago e la piuma arcobaleno di una delle ali della Dea.
Con esso, dopo aver creato Nostale e aver dato la vita alle creature che avrebbero regnato lì, modellò e plasmò i continenti e la terra.
Inoltre sconfisse il mostro che minacciava già il suo neo-mondo, addormentandolo e sigillandolo assieme ai suoi schiavi nella Terra della Morte.
Si dice che il Martello Divino sia parte della Dea e che nessun umano potrà né trovarlo né impugnarlo, eppure esistono ossessionati cercatori che hanno raggiunto la morte sperando di riportare alla luce quell’arma Divina.
 
“Misteri 219-14-18”
 
 
Un altro messaggio di Chris! Stavolta sapeva già come tradurlo e in un attimo fu alla pagina segnata e lesse.
 
Capitolo 14: Oggetti e Accessori Misteriosi
Numero 18: Il Seme della Potenza
 
Il Seme della Potenza è un oggetto molto raro e prezioso, ma non del tutto introvabile. Tuttavia si è meritato l’aggettivo “misterioso” poiché si dice che radunandone dieci si possa resuscitare. Purtroppo nessun essere umano ne ha mai posseduti una decina, è molto raro trovarne anche solo uno.
Nessuno sa, inoltre, dove nascano e crescano. Hanno un valore da almeno cento milioni di oro l’uno. I più grandi cercatori del mondo di Nostale, che hanno scoperto alcuni semi, affermano di essere stati in posti terribili ed inimmaginabili: in fondo al mare, dentro un vulcano o sottoterra.
 
Blake rimase scioccato e incredulo: aveva appena saputo che nessun essere umano al mondo ne aveva mai posseduti più di uno. E suo nonno ne aveva dieci. Lui ne aveva dieci.

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