The big secret.

di ConverseGirl___
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 2 ***


Una volta finita la cerimonia e una volta lanciato il tocco in aria, io e Harry decidiamo di tornare a casa, mano nella mano verso un futuro pieno di sogni e di speranze che affronteremo insieme.
Entro in macchina, non mi sono curata molto della cerimonia, a dire il vero non mi interessava nulla di essere sul quel palco, fino ad ora avevo impedito alla mia mente di provare nostalgia, ma in realtà l’idea di abbandonare la mia vita normale mi logora, e mi sentivo ancora peggio pensando al futuro, che cosa avrei fatto? Come sarei andata avanti?.
Mille domande affliggono la mia mente, ma decido di evitarle come facevo sempre, evitare i pensieri, i problemi fino a quando non mi sarebbero sbattuti addosso con violenza.
Mi volto verso Harry, ha il volto illuminato dai raggi del sole, e delle ray ban nere gli proteggono gli occhi.

Io:” Che facciamo?” dico girandomi verso di lui sorridendo.

Harry: “Io propongo di andare a casa, cambiarci, e andare a pranzo. Mi sembra ovvio”.

Avevo completamente dimenticato che i nostri genitori, hanno organizzato un mega pranzo con tutti i familiari, in un ristorantino non lontano da casa nostra.
 Una volta arrivati nel vialetto delle nostre case scendiamo dall’auto e ci dividiamo.

Io: “Tra dieci minuti a casa tua, se fai tardi ti strappo i capelli uno dopo l’altro” dico ridendo.

Harry: “Come puoi non avere pietà dei miei morbidi riccioli, mi fai paura” dice chiudendo l’auto.

Io: “Corri, che sei peggio di una femmina” rientro in casa e salgo velocemente le scale.

Mi vado a cambiare, non voglio vestirmi come una sciattona, ma neanche mettere dei grattacieli come tacchi e prendere una culata madornale, così opto  per qualcosa di semplice ed elegante,  un vestitino bianco con una giacca corta di jeans, con un paio di zeppe molto fighe, anche se ho nascosto un paio di converse nella borsa, non avrei retto i tacchi per tutta la giornata.
Esco di casa e vado a casa di Harry, prendo la chiave da sotto lo zerbino, apro la porta e la rimetto nel suo nascondiglio iniziale.

Io:” Harry sei pronto, o inizio a strappare i tuoi ricci?” Dico urlando nel gigantesco salone di casa sua.

Harry: “Candice, da quanto tempo non ci vediamo” dice uscendo da uno dei tanti corridoi di casa sua e abbracciandomi.

Io:” Un  migliore amico così idiota solo io lo potevo trovare. Ma tralasciando questo dettaglio, come ti sembro?” dico mostrandogli come sono vestita.

Harry: “ Figa, ma mai quanto me” dice vantandosi.

Io: “ Ma levati vaa, meglio se andiamo altrimenti davvero ci arrivi calvo al ristorante” scoppiamo a ridere.

Ci infiliamo in macchina e andiamo, una volta arrivati i mie e i suoi familiari iniziano ad applaudirci, manco avessimo vinto il nobel, ci sediamo a tavola e cominciamo a mangiare, io e Harry siamo seduti vicino e non facciamo altro che fare lotte con il cibo, sembriamo sue bambini di tre anni, altro che diciassettenni.
Ed ecco arrivare il momento che più temevo, il discorso dei genitori, ho sempre odiato piangere in pubblico, ma come si fa a non piangere quando i tuoi genitori ti dicono che sono fieri di te? Io non ci riesco.
Vedo mio padre alzarsi e suonare la forchetta sul suo bicchiere di vetro per attirare l’attenzione.

Papà: “Salve a tutti, è arrivato il momento del discorso, so che mia figlia preferirebbe se non parlassi, ma non posso,  solo che sapevo che avrei dimenticato tutto, quindi ho scritto una lettera.” Le mie guance arrossiscono, conosco tutti, ma sono comunque intimidita.

Papà: “ Cara Candice, sono già passati diciassette anni dal giorno in cui sei nata, e posso dire che è stato il giorno più bello della mia vita, questi anni sono passati velocemente, forse troppo velocemente, vorrei tanto ricominciare tutto da capo, ma non si può, quindi devo accettare che la mia bambina, la mia dolce Candice, sta crescendo, sta diventando una donna.
Volevo solo dirti che io e tua madre siamo veramente fieri di te, di come sei cresciuta e siamo fieri del tuo modo di essere e di fare.” Mi è impossibile trattenere le lacrime, divento una fontana.
Tutti intorno a me applaudono il discorso di mio padre, ed Harry mi abbraccia per farmi calmare.
Mimo un ‘vi voglio bene’ ai miei genitori seduti ad un tavolo poco distante da dove sono io.
Sono le 13 e ci siamo appena messi a tavola, mi sa proprio che ingrasserò oggi.

                                                                 * * *
 Sono le 7 di sera, e finalmente siamo arrivati al dolce,  non ne posso più.
Il cellulare di Harry squilla all’improvviso, parte la macarena, secondo me è l’unica persona al mondo ad avere la macarena come suoneria, il ragazzo non sta bene con la testa.

Io: “Chi è?” dico con un pezzo di torta in bocca.

Harry: “ E’ Steve, chiede se vogliamo andare ad una festa stasera per festeggiare il diploma. Gli sto rispondendo di no” dice fissando lo schermo del telefono.

Io:” Perché gli dici di no?” dico con aria interrogativa.

Harry: “ So che a te non piace andare nei locali affollati, e da bravo migliore amico resto con te” Harry dice sempre che non va nei locali per colpa mia, ma io lo so che non ci va perché anche a lui non piace stare in quei posti affollatissimi, io sono la sua scusa.

Io: “Digli di si, siamo giovani se non festeggiamo ora, non festeggiamo più” mi fissa come per dire ‘Che ti sei fumata?’

Harry: “Ok, gli dico di si, finisce che se non ci andiamo, poi ce ne pentiremo” dice guardandomi.

                                                                       * * *

Sono le 10 e finalmente il pranzo, che ormai è anche cena e forse colazione è finito, io e Harry ci rimettiamo in macchina e andiamo al pub dove ci saremmo incontrati con i nostri amici.
C’è una folla gigantesca fuori dall’locale, e io non ho idea di come faremo a trovare gli altri.

Io: “ Harry, come facciamo a trovare gli altri senza perderci?”

Harry: “Non ne ho la più pallida idea” dice guardando la folla attraverso il parabrezza

Con anima e coraggio entriamo e ci teniamo per mano per evitare di perderci, le nostre mani sono strette saldamente,  e in poco tempo riusciamo a trovare i nostri amici.
Harry: “ Candy stammi vicina, ci sono troppi brutti sguardi qui dentro” dice riprendendo la mia mano.
Di che sta parlando, io non vedo nessuno sguardo….





Spazio autrice:
Salvee!!
Io sono Erika, questa è la mia prima FF, so che questi primi due capitoli non sono stupendi, ma il meglio deve ancora venire. 
Vi prego di leggere e lasciare una recensione, ne ho bisogno. 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


*Dale a tu cuerpo alegria Macarena,que tu cuerpo es pa' darle alegria y cosa buena,dale a tu cuerpo alegria, Macarena. Hey Macarena*. Che bel risveglio, il cellulare, è così che mi sveglio da quattro anni a questa parte, con questa suoneria.
"Anche oggi? Scherziamo? Mi svegli anche il giorno del diploma? Ti odio" Dico ancora con gli occhi chiusi.
"Se non ti sveglio io lo so che non ti sveglia nessuno, non c’è cosa più bella della macarena a prima mattina" dice il ragazzo dall’altra parte.
Immagino vi debba spiegare chi sono e la mia vita, altrimenti non capirete nulla.
Mi chiamo Candice Morgan, ho 17 anni, sono figlia di un imprenditore e una casalinga e ho origini italiane, il ragazzo con cui sto parlando è Harry Styles, figlio della migliore amica di mia madre e del miglior amico nonché socio di mio padre, e mio migliore amico da quando siamo nati, insomma siamo tutti migliori amici.
Io e Harry siamo cresciuti insieme, anzi siamo nati insieme, perché mentre mia madre partoriva me, sua madre partoriva lui, lo conosco da quando aveva un’ora, strano eh?.
Oggi finalmente è arrivato il fatidico giorno, il diploma.
Sono una dormigliona e per questo Harry mi ha chiamata tutte le mattine alle 7 per quattro anni, non ne posso più di sentire quella dannata macarena, ma oggi finisce tutto.
Ecco questa è la mia noiosissima vita, infatti può essere descritta in pochissime righe.
"Ci vediamo tra 2O minuti a casa tua, alzati e sbrigati" dice il riccio dall’altro lato del telefono.
Ah, forse non ve lo avevo ancora detto, io e Harry siamo vicini di casa, infatti siamo praticamente sempre uno a casa dell’altro.
Mi alzo a stento dal letto, come solo un elefante come me sa fare, apro la porta della mia stanza, scendo le scale e ad accogliermi ci sono i mega sorrisi e gli occhi lucidi dei miei genitori.
"Amore mio, quanto sei cresciuta" dice mia madre abbracciandomi, perché la gente si accorge che sono cresciuta solo il giorno del mio diploma?.
"Siete più emozionati voi che io, bella questa cosa" dico ricambiando i calorosi abbracci.
"Tesoro, vatti a preparare, tra poco arriva Harry" dice mio padre con un sorriso fisso sulla faccia, avrà fatto qualche botulino andato male la scorsa notte.
Corro di sopra e mi vesto, indosso un bel vestito elegante, la mia toga, il tocco e vado nella mia camera.
Harry è già lì ad aspettarmi, in tutto il suo splendore, devo dire che ho un migliore amico veramente figo, alto, capelli ricci e occhi verdi, con un fisico da paura, un modello praticamente. "Ciao riccio, che bella toga che hai" dico entrando e dandogli il cinque.
"Anche la tua non è male, ma adesso andiamo o non ci diplomiamo" dice battendo il cinque.
"Avviso i miei e andiamo" dico uscendo dalla mia camera.
"Mamma noi usciamo, ci vediamo lì tra mezz’ora" dico urlando sulla soglia della porta d’ingresso.
"Ok Harry, possiamo andare, accendi la radio e partiamo" dico entrando in macchina e sbattendo lo sportello così forte da fare un rumore assordante.
"Tu prima o poi lo sportello me lo fai cadere" dice sorridendomi.
"Scusa, è la donna forzuta che è in me a fare tutti questi guai" scoppia a ridere.
Eccoci, siamo arrivati, fino ad ora non ci avevo pensato a quanto mi sarebbe mancato quel posto, a quanto mi sarebbe mancato Harry che mi chiama la mattina presto per non farmi fare tardi, a quanto mi sarebbe mancato prendere figure di merda ad ogni passo per quei corridoi, a quanto mi sarebbe mancato pranzare con i miei amici ed Harry nel giardino della scuola, a quanto mi sarebbe mancato dire tutti i miei segreti ad Harry nel ripostiglio del bidello, a quanto mi sarebbe mancato essere una studentessa.
"Forza, prima facciamo questa cosa, prima torniamo a casa e ci ributtiamo a letto" dice sorridendo e uscendo dalla macchina, io rimango ferma a guardare l’immenso prato che mi trovo davanti per qualche secondo e poi esco sbattendo di nuovo lo sportello.
Ci avviciniamo ai nostri amici e aspettiamo che la cerimonia inizi, poco dopo arrivano anche i nostri genitori, che continuano a guardarci e a sorriderci come ebeti, avranno fatto uso di qualche sostanza stupefacente. La cerimonia inizia, non sono molto agitata, devo solo salire su palco quando sento il mio nome e fare qualche foto, ma voglio godermi gli ultimi momenti in quel posto. Una volta finita la cerimonia e una volta lanciato il tocco in aria, io e Harry decidiamo di tornare a casa, mano nella mano verso un futuro pieno di sogni e di speranze che affronteremo insieme.

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