Forse l'inizio...

di nabi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incontro-scontro ***
Capitolo 2: *** Ci son due coccodrilli... ***
Capitolo 3: *** Sorprese... ***
Capitolo 4: *** Il chitarrista ***
Capitolo 5: *** Alla porta ***
Capitolo 6: *** Spalle al muro ***
Capitolo 7: *** Nuovi arrivi ***
Capitolo 8: *** Seguendola ***



Capitolo 1
*** Incontro-scontro ***


-Ajussi, faccia attenzione con quello scatolone!- urlò una ragazza vedendo un uomo barcollando con il suo pacco in mano.
-In che stanza lo devo mettere?- l’uomo aveva già il fiatone e stava sudando tremendamente.
-Camera 303 al terzo piano.- Rispose la ragazza sorridendo e facendoli un piccolo inchino. L’uomo le sorrise di rimando e si diresse verso la stanza.

 Il grande giorno era arrivato, Mi Rah guardava il grande portone in ferro battuto della sua nuova Università. L’inizio di una nuova vita pensava.. Era una ragazza semplice, vestita con un vestitino bianco con i bordini neri e aveva ai piedi dei sandali neri, con un laccetto che le circondava la caviglia. I capelli corti circondavano un viso tondo, piuttosto paffuttello che le dava un aria allegra e sbarazzina. Aveva due occhi tondi marroni, delineati da un filo di matita nera, e le labbra non erano esageratamente carnose.  Iniziò a percorrere il largo viale circondato da grandi pini, in lontananza sulla destra si vedevano dei campetti da gioco, all’entrata dell’edificio vi erano dei cespugli di rose che davano un tocco di colore alla struttura non modernissima che riprendeva lo stile classico, una rarità a Seoul.  La ragazza camminava lentamente, voleva  vivere quel momento fino in fondo, perché significava molto per lei. Passo dopo passo si avvicinava verso la metà del cortile..
-Ahia!!- urlò la ragazza confusa e dolorante. Un pallone da calcio l’aveva colpita in testa. -Che dolore!!- continuò massaggiandosi il capo.
-Ehi tu! Ritirami la palla!! – Urlò una voce in lontananza.
-Che cosa?? – urlò Mi Rah spazientita si girò verso la direzione della voce e non riuscì più a spiccicare parola.
-Yaa, ti sei addormentata?-  il ragazzo si avvicinò pian piano a Mi Rah, che riuscì ad osservarlo meglio.
Era alto con i capelli neri che gli coprivano la fronte, goccioline di sudore cadevano su quel viso perfetto con gli occhi neri e lo sguardo profondo che sembrava ti scrutasse dentro. Le labbra erano sottili, e gli conferivano un'aria seria. Indossava una canotta nera bagnata che delineava le linee del suo corpo, i muscoli della braccia non erano esageratamente grandi, i pantaloni larghi rossi disegnavano una linea sottile, e ai piedi aveva delle scarpe da ginnastica nere.
-Ehi dico a te, passami la palla.- la ragazza presa in contropiede non sapeva cosa fare, era rimasta impalata a guardare il ragazzo –Sì, sì- disse con voce roca, prese la palla e gliela diede.
-Era ora!- esclamò il ragazzo stizzito e iniziò ad incamminarsi verso il campo da calcio.
-Aspetta un attimo, ma mi sono rimbambita? Cioè se n’è andato senza neanche chiedermi scusa, e io stupida che gli ho passato anche la palla – disse tenendo la mano premuta contro il bernoccolo che le si era formato, - Mi sa che ci dovrò mettere un po’ di ghiaccio.- ma ancora la rabbia non si placata.
Guardò nella direzione del ragazzo –Ehi, non mi hai neanche chiesto scusa, maleducato!!- si mise ad urlare con quanto fiato avesse in gola, sperando che la sua voce potesse raggiungerlo.
Obiettivo raggiunto, il ragazzo  si girò a guardarla – Sei stata tu ad andare nella direzione della palla, e non la palla nella tua direzione, quindi non vedo perché mai dovrei scusarmi per qualcosa che non ho fatto!!- le urlò di rimando.
-Che cosa?? –Mi  Rah era rimasta senza parole, -Ma che cafone.- voleva cantargliene quattro, ma il ragazzo era già entrato in campo, tra le grida di incoraggiamento degli amici. –In fondo non ha tutti, spero di non rivederti più.- e fece la linguaccia nella sua direzione.

Percorse il viale e arrivò nell’ingresso dell’edificio. – Salve, la posso aiutare?- chiese una donna alla reception. – Sì, sono una nuova studentessa, dovrei andare nella sala  professori, mi potrebbe indicare dov’è?-
-Ma certamente, segui il corridoi sulla sinistra e infondo c’è la sala dei professori- Mi Rah la ringraziò gentilmente e seguì le indicazioni della donna.
Le pareti erano di un colore avorio e le porte di un legno scuro, i bordi del soffitto erano circondati da un colore dorato che dava eleganza e sobrietà. Mi Rah bussò alla porta e dopo aver sentito il permesso di entrare la aprì.
-Buongiorno, mi chiamo Go Mi Rah, e sono una nuova studentessa, mi impegnerò al massimo in questa nuova scuola. Prendetevi cura di me!- La sua voce era allegra e spezzò il silenzio e l’aria tesa che regnava nella sala. Il professor Yoon si alzò e la chiamò. –Allora,- disse tenendo in mano il suo curriculum - vieni da Daegu e come mai sei qui a Seoul? Ti sei trasferita con i tuoi genitori?- Chiese il professore incuriosito.
 –No, sono qui da sola, volevo vivere un’esperienza nuova che mi avrebbe fatto maturare e credo che questa università sia la migliore per la mia formazione sia scolastica ,ma anche personale.-
Aveva provato quel discorso molte volte, voleva fare una buona impressione davanti ai professori e quelle se sembravano le parole giuste da dire. Il prof Yoon dopo averla ascoltandola fece una strana espressione, sembrava stesse ridendo alche Mi Rah ci rimase male invece gli altri professori la guardavano con ammirazione.
-Finalmente una ragazza matura!- la voce stridula di una signora dall’aria severa fece eco nell’aula. Si tolse gli occhiali per guardare meglio Mi Rah. I suoi occhi scorrevano dal basso verso l’alto, mettendo in imbarazzo la ragazza. Il professore si schiarì la voce e continuò…
-Capisco, bene bene, vedo che hai scelto un indirizzo molto impegnativo, ma sono sicuro che riuscirai a cavartela. La stanza nel dormitorio ti è stata già assegnata, vero? –
-Sì- gli rispose Mi Rah.
-Okay, questi sono i tuoi orari – le disse dandole un foglio –Mi raccomando, non saltare le lezioni e sii puntuale. Visto che è il tuo primo giorno puoi entrare dopo la pausa, la tua classe è la 2A-

Mi Rah lo ringraziò e uscì dalla stanza. Iniziò a scrutare l’edificio, ma non c’erano studenti in giro. La receptionist la vide stranita.
- Le aule e il dormitorio sono nella struttura fuori dopo il parco. Questo è solo l’edificio dove ci sono le sale dei professori e del preside e i loro dormitori. –le disse con voce rassicurante -La struttura è grande perché molti vivono con le loro famiglie. La vedi quella porta?- la signorina indicò una porta dietro Mi Rah che annuì, -Prendendola troverai il parco, se ti serve qualcosa chiedi agli altri studenti sono tutti molto disponibili.-
 -Grazie mille sei davvero gentile.- disse Mi Rah sorridendo.
 –Ma di cosa?! E’ il mio lavoro dopo tutto! Allora in bocca al lupo!!-
-Grazie! – e così dicendo, si avviò verso la porta. Appena l’aprì venne sommersa da una luce accecante. Urla e risa la circondavano, gli studenti erano sdraiati sul prato a prendere gli ultimi raggi del sole prima del freddo inverno. Il parco era enorme, al centro c’era una fontana , l’acqua che guizzava fuori sembrava seguire una coreografia sinuosa, intorno al prato c’era ogni tipo di albero. Dagli alberi da frutto, a quelli sempre verdi, a quelli che stavano germogliando. La pista ciclabile definiva il contorno della struttura e dei cortili alberati invece la passavano a metà. L’edificio scolastico si elevava su di una scalinata. A differenza dell’entrata questo era in stile moderno, con le finestre grandi che riflettevano il sole, e uno striscione era appeso all’entrata: “BENVENUTI NELL’UNIVERSITA’ OASI.”
Mi Rah fece un sospiro enorme e incominciò a salire le scalinate. L’entrata era piena di ragazzi che ridevano e scherzavano. Mi Rah vide dei distributori e si findò subito a prendere qualcosa.
–Bene, avevo proprio sete! –  inserì le monete e prese un thè alla pesca, aprì la lattina e ne bevve un sorso, il thè fresco attraversò la sua gola liberandola da quell’ansia che la tormentava, si voltò per andare a trovare il dormitorio, quando si scontrò con qualcuno.
-Lo sapevo che questo era un giorno nefasto, chi diavolo è stato?- urlò una ragazza. Aveva dei lineamenti angelici, i capelli erano di un castano chiaro e aveva due grandi occhi azzurri che le illuminavano il viso, era molto esile ma allo stesso tempo molto energica. Aveva dei pantaloni aderenti neri e un top viola legato in vita.
-Dai calmati, Mae Ri.– disse la ragazza che era con lei. Aveva i capelli neri e ricci, gli occhi color nocciola brillavano sotto gli occhiali.

Mi Rah non riusciva ad alzare la testa per la vergogna, aveva combinato già un pasticcio, si inchinò diverse volte chiedendo scusa. La ragazza dai capelli neri cercò di rassicurarla mettendole una mano sulla spalla.
–Non ti preoccupare, non ti ammazziamo mica, sono cose che succedono.- e così dicendo sorrise.
Mi Rah alzò lo sguardo e quel sorriso la rianimò. Quel sorriso riusciva a farla stare bene. Prese coraggio e chiese scusa guardando negli occhi la ragazza dagli occhi chiari. Ma appena la fissò rimase senza parole e si mise quasi a piangere..
 –Dai, dai che non è successo niente perché piangi –disse la ragazza. Mi Rah si fece coraggio si asciugò la lacrima che era scesa e fece un  grande sorriso.
 – Scusami tanto. Piacere mi chiamo Mi Rah e mi sono trasferita oggi. Sono al secondo anno. –
-Oh, sei piccolina– disse la ragazza dai capelli scuri, -noi siamo Byeol e Mae Ri- indicando prima lei e poi l’amica –e frequentiamo entrambe il terzo anno. Se hai bisogno di qualsiasi cosa chiedi pure.-

-Grazie mille, allora ne approfitto, dove posso trovare i dormitori? La mia stanza è la 303.-
Byeol fece mente locale e le indicò la strada –Sali le scale, forse fai prima a prendere l’ascensore e arrivare al terzo piano.. e da lì segui il numero delle stanze, appena trovi un muro con la porta fermati perché oltre ci sono le stanze dei ragazzi.-
 -Ho capito tutto! Allora vado, mi farebbe piacere rincontrarvi.- le ragazze si salutarono e Mi Rah prese l’ascensore come le aveva consigliato prima Byeol.
 Quando entrò  il suo volto divenne scuro. –I suoi occhi- disse fra sè e sè –i suoi occhi erano come quelli della mia mamma!!-
Gli occhi azzurri di Mae Ri le avevano ricordato la sua mamma che era scomparsa un anno prima. L’ascensore si fermò e la porta si aprì, Mi Rah scese senza fare attenzione al piano, ma appena si accorse di essere al secondo piano, cercò di riprendere l’ascensore ma inutilmente.
 –Va bene, vuol dire che la farò a piedi tanto è solo un piano. – Camminò per il corridoio e trovò le scale le salì e si trovò direttamente nel dormitorio. Cercò la sua stanza e cominciò a contare i numeri -310, 308, 306, 304..eccola 303! oh è proprio vicino alla porta che separa il dormitorio!!- Entrò e trovò i suoi pacchi. L’altro inquilino si era già sistemato.
–Mmm, se me ne vado senza scrivere niente mi sembra brutto, ora scrivo un bigliettino.- prese carta e penna e iniziò a scrivere:

“Ciao sono la tua nuova compagna di stanza, stasera spero di conoscerti meglio. Ciaoooo ^_^ Mi Rah ”
 
–Così dovrebbe andare,- ripiegò il bigliettino e lo mise sulla scrivania che sembrava occupata.
-Cavolo è tardi tra poco comincia la lezione e io devo  ancora trovare l’aula. –disse guardando l’orologio. Prese un quaderno, una penna e corse via. Appena uscita dalla stanza si scontrò con una ragazzo, ma presa dalla foga, inchinò il capo per un paio di volte e continuò a correre.
 –Che ci faceva una ragazza qui? Sarà una che ha lasciato qualche lettera d’amore.- Disse scuotendo la testa il ragazzo.
 Entrò in stanza e la trovò piena di pacchi, si avvicinò alla scrivania e lesse il bigliettino e sospirò.
 –Bene, mi è capitato un effeminato. – e così dicendo accartocciò il bigliettino e lo buttò nella pattumiera.

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Capitolo 2
*** Ci son due coccodrilli... ***



 

-2A .. 2A .. 2A, l’ho trovata- Mi Rah si dirigeva verso l’aula. Nel corridoio non c’era anima viva a differenza di pochi minuti prima. Si era fatto proprio tardi. Mi Rah guardava l’orologio preoccupata, quando qualcuno la chiamò da dietro.
-Sei riuscita a trovare l’aula? Mi sono ricordato di spiegarti dov’era solo dopo che sei uscita.- Disse il Yoon un sorriso sulle labbra.
 – E’ lei il mio professore? – chiese Mi Rah.
 – Sì, perché? Sei dispiaciuta? Non ti piaccio.- la voce era triste.
 La ragazza lo guardò con gli occhi spalancati – No, no, non è come pensa, davvero mi fa piacere che sia lei il mio professore, cioè volevo dire..  –
 Il professor Yoon scoppiò in una risata vedendo la ragazza in imbarazzo. – Scusami, solo che sei molto buffa!! – Mi Rah arrossì – Allora, quando ti chiamo, entra, così ti presenti alla classe, okay?- la ragazza fece un cenno con la testa.
Il professor Yoon entrò in classe, tutti gli alunni si alzarono e lo salutarono con un inchino..
– Bene bene, sedetevi, oggi alla nostra classe si aggiungerà una nuova studentessa, il suo nome è Mi Rah. Puoi entrare- disse il professore.
Mi Rah era molto agitata, era una ragazza molto timida e non riusciva a parlare molto in pubblico, si aggiusto i vestiti ed entrò in aula.- Ciao a tutti- la sua voce tremava dall’emozione – mi chiamo Mi Rah e mi sono trasferita a Seoul da poco. Prendetevi cura di me.- Il professore guardò di nuovo la ragazza e le sorrise rassicurandola.
–Mi Rah prendi posto dove vuoi, tra poco iniziamo la lezione.- Una ragazza si sporse verso di lei, facendole cenno di sedersi vicino. Era molto bella, i capelli erano lunghi e lisci che le scendevano sulla schiena. Gli occhi erano grandi color nocciola le labbra sottili. Era vestita benissimo, aveva un vestito rosa confetto, ricamato in fondo con perline bianche. La borsa e le scarpe erano color panna abbinate al vestito. Era la tipica ragazzina ricca, anche le amiche che aveva intorno non erano da meno. Tutte vestite all’ultima moda con marche costosissime. Mi Rah si sentì a disaggio. Il suo abbigliamento non era niente di speciale, vestiti trovati al mercato. Le piaceva andare nei mercatini soprattutto con la madre, si divertivano un sacco insieme a provare abiti e a fingersi modelle che sfilavano in mezzo alle bancarelle. Quelli erano ricordi preziosi che portava dentro di lei. Mi Rah sorrise e si sedette vicino alla ragazza vestita di rosa.
 –Piacere, mi chiamo UEE e loro sono Jessica e Tiffany- le ragazze sorrisero mostrando un sorriso falsissimo.
Mi Rah se ne accorse, ma fece finta di niente. In fondo non voleva rovinare tutto con le sue sensazioni. La lezione passò tranquilla e ormai la giornata scolastica era finita. UEE invitò la ragazza ad uscire con loro quel pomeriggio, ma Mi Rah non era dell’umore adatto e poi era stanchissima. Il viaggio e il trasloco le avevano tolto tutte le energie. Voleva solo andare a farsi una doccia, conoscere la sua coinquilina e magari vedere qualche drama insieme.
-Scusatemi ragazze, ma oggi sono veramente stanchissima. Sarà per la prossima volta.-
-Va bene non ti preoccupare- disse Jessica mostrando un finto interesse.
Mi Rah uscì dall’aula e sentì le loro risate sarcastiche..
–Ma avete visto come andava vestita? Non ci credo!! Ma perché l’hai invitata a sedersi con noi ,UEE?- domandò Tiffany sempre ridendo.
–Volevo solo essere gentile, mi è sembrata così patetica!!- Mi Rah ascoltava i loro commenti e la rabbia cresceva dentro di lei, quando una mano le tocco la spalla. Spaventata si girò per vedere chi fosse e si accorse che era una ragazza del suo stesso corso. –Non le ascoltare, sono solo delle povere stupide, si comportano così con tutti, quindi noi le ignoriamo semplicemente. Comunque mi chiamo Cha Rim e frequento il tuo stesso corso.- e le porse la mano. Mi Rah la strinse consapevole di aver trovato una persona di fiducia. Il suo viso era gioioso incorniciato da dei capelli corti castani, gli occhi marroni e le labbra sottili. Indossava un paio di jeans stretti e una giacca nera con dei ricami sul cappuccio.
  –Ti va di andare a prendere qualcosa  nella caffetteria dell’università? Ti presenterò le mie amiche. – Mi Rah acconsentì e insieme si diressero nel chioscetto adiacente all’università, dove vi era la caffetteria. Entrarono e Mi Rah si ritrovò un ambiente familiare, luci soffuse, una musica leggera che rilassava i clienti e un servizio impeccabile. I tavolini erano di un legno chiaro e ciascuno aveva sopra un menù e un animaletto di peluche diverso per ogni tavolo. Non per niente la caffetteria si chiamava “Lo zoo dell’oasi” cosa che fece ridere Mi Rah per almeno 5 minuti.
-Il nostro tavolo è il tavolo di Spike, cioè volevo dire del coniglietto, vieni ti presento le mie amiche- e così andammo in un tavolino appartato  dove vi erano altre tre ragazze sedute.
-Ciao ragazze, volevo presentarvi la mia compagna di corso, lei è Mi Rah-
-Oh, ma noi ci conosciamo già, come è piccolo il mondo vero?? – disse Byeol che era seduta al tavolino insieme a Mae Ri e un’altra ragazza. Era una ragazza solare aveva dei lineamenti armoniosi, indossa un paio di occhiali da vista, e gli occhi era grandi e profondi . I capelli neri erano raccolti in una treccia che si stava sciogliendo. Aveva dei pantaloni neri e una maglietta viola con uno scollo a barca, indossava una collana con una croce molto piccola, che la rendeva spigliata ed elegante allo stesso tempo.
-Vi conoscete già?- chiese Cha Rim sorpresa.
-Sì- rispose Mae Ri - ci siamo incontrate stamattina all’entrata e mi ha rovesciato il suo thè addosso.- poi la guardò e scoppio a ridere.. –Ma cosa ci fate ancora in piedi sedetevi, tanto non crescerete più, rassegnatevi!-
Le due ragazze presero posto e ordinarono i loro frappè.
-Che gusto, Mi Rah?- chiese Cha Rim.
-Cioccolata.-
-Okay, allora vado a prenderli- Mi Rah cercò di alzarsi, ma Cha Rimle posò una mano sulla spalla e la fece risedere.
-Che stupida, io non mi sono neanche presentata, mi chiamo Seo Sa e sono amica di queste 3 squilibrate.- disse sorridendo. A sentire le sue parole Mae Ri e Byeol la guardarono con sguardo omicida.
-Allora illuminaci un po’ su di te, che fai, di dove sei, quanti anni hai.. cioè tutto!!- disse Byeol presa dalla curiosità intanto Cha Rim era arrivata con i 2 frappè.
–Questi sono i frappè più buoni che tu abbia mai assaggiato, non per niente sono fatti dalle mani del mio oppa- disse con aria sognante..
-Eccola che riparte, mettiamoci tutte a riparo – esclamò Mae Ri e tutte si misero a ridere.
-Uffa, siete sempre così cattive. Seo Sa solo tu mi puoi capire- Cha Rim guardò Seo Sa con occhioni dolci.
-Ti capisco, ti capisco.. – disse Seo Sa. Toccando la spalla dell’amica–Non ti preoccupare Mi Rah, te lo faremo conoscere e sono sicura che entrerai anche tu nel suo fanclub!! – disse con uno sguardo convinto e aveva una scintilla che le bruciava dentro.
–Ci conto!- disse Mi Rah
-Basta, basta con queste stupidaggini facciamola parlare, allora raccontaci tutto di te. – Disse Mae Ri mettendo le sue mani  sul tavolo e guardandola negli occhi.
-Mi sono trasferita ieri da Daegu, la mia famiglia vive lì, siamo una famiglia numerosa, ho 5 fratelli tutti maschi-
-Davvero?? – dissero in coro le ragazze, Mi Rah fece un cenno con la testa e continuò il suo racconto. – Ma volevo allontanarmi un po’ e mi sono trasferita qui a Seul, visto che la mia vecchia università non mi piaceva. Ho una stanza nel dormitorio. –
-In che camera sei? Perché anche noi viviamo lì- chiese Cha Rim.
-La 303, c’era già qualcuno stamattina quando sono andata a prendere le mie cose, ma non ho visto chi.-
-La 303?? – chiese Seo Sa con aria interrogativa. –Sì, perché?-  Mi Rah aveva paura che le fosse capitata una schizzinosa come UEE.
-No, no niente mi sono confusa, non conosco nessuno in quella stanza.- Mi Rah fece un sospiro ma non sapeva se era per il sollievo o la preoccupazione. Poi guardò l’orologio ed era tardissimo, doveva rientrare nel caso chiamasse il padre in stanza per sapere come stava. Era un uomo molto all’antica gli piaceva tenere tutto sotto controllo anche a distanza. Essendo l’unica femmina il padre era molto apprensivo con lei e aveva trasmesso la sua inquietudine anche ai fratelli maggiori, che la assillavano tutti i giorni con le loro chiamate.
-Ragazze, io devo scappare mio padre mi deve chiamare in stanza e se non mi trova fa un casino. Quanto vi devo per il buonissimo frappè? – Chiese Mi Rah.
-10 milioni dovrebbero bastare- disse Byeol con aria seria per poi continuare- Ma niente! Figurati, la prossima volta offri tu- e le sorrise.
-La prossima volta??- sussurò Mi Rah. –Perché non ci vuoi vedere più? – Disse Mae Ri con un tono offeso.
Mi Rah si portò le mani vicino al viso e iniziò a muoverle velocemente. –Non era questo che volevo dire, mi fa tanto, tanto piacere offrire la prossima volta – salutò le ragazze e si incamminò verso  il dormitorio.
Non poteva credere di aver trovato in così poco tempo delle persone di cui potersi  fidare. Aveva avuto sempre delle brutte esperienze in fatto di amicizie… questa volta poteva crederci? Poteva aprire il suo cuore a queste persone? Mi Rah iniziò a grattarsi freneticamente la testa presa dai mille pensieri.. Aprì la porta della sua camera e si ritrovò un tipo in accappatoio, si guardarono intensamente. Lei sbatté le palpebre incredula per quello che stava vedendo. E mentre le loro mani si alzarono in contemporanea per indicarsi l’un l’altro il telefono squillò facendoli sobbalzare per lo spavento.

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Capitolo 3
*** Sorprese... ***



 

Il telefono continuava a squillare e i due ragazzi continuavano a guardarsi senza dire una parola. Tutto un tratto il ragazzo andò a rispondere al telefono. Mi Rah non fece in tempo a bloccarlo.
-Pronto?- disse il ragazzo mentre cercava di asciugarsi i capelli con l'asciugamano che aveva in mano.
-No, no, NO!! E adesso chi lo sente mio padre, cosa penserà se a rispondergli è stato un ragazzo... mi farà fuori ne sono sicura.- Mentre Mi Rah stava pensando a qualsiasi tipo di scusa da dire al padre iniziò a mangiarsi le unghie in maniera frenetica.
-Sì direttore , siamo in stanza venga pure.- continuò il ragazzo intento nella chiamata.
-Direttore??- Mi Rah cambiò il suo nervosismo in un'espressione interrogativa. Si era un po' calmata da doveva capire cosa stesse succedendo.
-Ho capito, la aspetto.- Il ragazzo chiuse il telefono e si voltò verso Mi Rah
-Il direttore ha detto che ci vuole parlare, si sarà accorto dell'errore e sicuramente ci vuole chiedere scusa. Prepara le tue cose perché tra poco te ne andrai.- Disse con un tono freddo e distaccato, tanto che a Mi Rah venne la pelle d'oca. Lo vide buttarsi a peso morto sul suo letto e rimase impressionata di quanto  la sua freddezza lo rendesse ancora più interessante. Mi Rah scosse la testa per togliersi quei pensieri. Non era tempo di pensare a lui adesso, doveva capire come fare a trasportare tutti quei pacchi!
Iniziò a spostare il pacco più leggero vicino alla porta quando qualcuno bussò. Mi Rah la aprì e si ritrovò di fronte un uomo sulla cinquantina. Aveva i capelli brizzolati, un paio di occhialini, inutili perché l'uomo per guardare meglio strizzava i suoi occhi rendendoli quasi invisibili. La barba era incolta e aveva un vestito tutto raggrinzito color grigio perla, segno che avesse dormito da poco da qualche parte. La camicia bianca era sbottonata sul collo e la cravatta  aveva il nodo allargato. Era arrivato correndo e aveva ancora il fiatone. Mi Rah lo fece accomodare e gli offrì un bicchiere d'acqua fresca, che l'uomo bevve tutto d'un sorso. Tutto sotto l'occhio attento del ragazzo.
-Allora, direttore ci vuole spiegare cosa è successo?- iniziò a parlare il ragazzo.
-Sì, sì scusami Joo Won.- disse il direttore. Sembrava gli portasse rispetto ed era anche un po' intimorito da quel ragazzo.
-Purtroppo ho fatto un piccolo errore. Quando è arrivata la domanda di richiesta del dormitorio non ho fatto ben attenzione sul sesso che vi era spuntato. Perché è stata crociata prima la M e poi corretto con la F quindi istintivamente l'ho assegnata nel dormitorio maschile. Ma oggi rileggendo le pratiche mi sono accorto dell'errore e...-
-E...- continuarono i due ragazzi.
-E non ci sono più posti disponibili nel dormitorio. Non so davvero che cosa fare.- disse l'uomo mortificato.
-Io lo sapevo che è stata colpa tua.-  disse Joo Won indicando la ragazza.
-E io cosa avrei fatto?-
-Non è che sei ermafrodita no, da compilare un modulo e non sapere neanche il tuo sesso.-  disse queste parole sprezzante ed infastidito. Mi Rah non aveva ancora capito da dove venisse tutto questo odio nei suoi confronti, non si conoscevano nemmeno e pure è come se la stesse giudicando.
-Quei moduli li ha compilati mio fratello e sicuramente si è confuso. Non sapevo che sarebbe successa una cosa simile altrimenti me li sarei compilati da sola, anche solo per non vederti - queste ultime parole le disse quasi urlando.
-Scusate se vi interrompo, ma qui il problema rimane. Dovete rimanere per un po' nella stessa stanza, finché non avrò trovato una soluzione.-
-Che cosa?- dissero in coro i ragazzi.
-Non ci penso proprio, io con questo psicopatico non ci sto.-
-La penso nello stesso modo. Vattene.- disse Joo Won.
-Non ci penso proprio. Te ne vai tu.- Mi Rah era infuriata come una bestia e non riusciva a trattenere la sua rabbia. Di solito non si comportava mai così con degli sconosciuti dava sempre il beneficio del dubbio prima di farsi un'idea su una persona. Ma lui stava riuscendo ad abbattere il guscio che si era creata e lo stava facendo nel peggiore dei modi, e questo la rendeva ancora più ansiosa.
-Cercate di trovare un compromesso tra di voi. Io vi giuro che troverò una soluzione quanto prima. L'importante è che non lo facciate sapere a nessuno, altrimenti mi licenziano.- disse il direttore con una voce che sembrava una supplica.-Ho una moglie, 3 figli come faccio a mantenerli se mi licenziano.- continuò l'uomo.
Mi Rah si sentiva imprigionata tra due muri ma non poteva far perdere il lavoro ad un brav'uomo solo per un capriccio e anche se riluttante fece un cenno col capo acconsentendo a questa convivenza forzata. Anche Joo Won acconsentì. Dopo che il direttore uscì dalla stanza ringraziandoli ancora una volta, rimasero da soli Mi Rah e Joo Won.
-Allora..-
-Allora. - lo interrumpe Mi Rah -mi sembra giusto di iniziare con dirci almeno i nostri nomi, anche se a te non fa piacere. Io mi chiamo Go MI Rah. Cerchiamo di andare d'accordo per questo poco tempo che staremo insieme. Ti giuro che non farò niente per infastidirti, quindi..-
-Quindi non mi parlare.- disse Joo Won.
-Ma come posso non parlarti. Stiamo nella stessa stanza, dobbiamo usare lo stesso bagno. Io ti devo parlare.-
-Va bene, va bene, va bene. Ho capito. Mettiamo in chiaro delle piccole regole. Non voglio vedere vestiti, trucchi, scarpe in giro mi danno un fastidio enorme e non usare il bagno per farti lunghe chiacchierate con le amiche. Il tuo letto è quello a sinistra e non invadere il mio spazio. Non frugare nelle mie cose, e quando ti lavi non lasciare i capelli in bagno. -Lo disse tutto d'un fiato come se l'avesse imparato a memoria. Mi Rah rimase con gli occhi spalancati e la bocca aperta prima di scoppiargli a ridere in faccia.
-Ahahahah, non sono mica un cane da lasciare i miei capelli in giro, oddio sto morendo.- Il ragazzo sembrava aversela presa a male, ma poi un piccolo sorriso comparve sul suo volto, Mi Rah se ne accorse.
-Stai ridendo, lo vedo stai ridendo.. - lo canzonava.
-Ma dove? Non ci vedi bene. Comunque il mio nome è Joo Won.- disse il ragazzo ritornando serio. -Mi raccomando rispetta le regole che ti ho detto e andremo d'accordo altrimenti quella è la porta e puoi andare. Il bagno ci sono due mensole una è tua.-
-Okay, ho capito fidati. Allora vado a farmi la doccia.- Gli disse sorridendo. E così facendo prese le sue cose e andò in bagno.
-Strano, strano, è troppo strano. Le somiglia tantissimo e pure non è lei, me ne devo convincere. Anche il nome è diverso, Joo Won svegliati! - e si diede un leggero schiaffo sulla guancia. Quando sentì il rumore dell'acqua che scorreva nella doccia, arrossì di colpo.
-La vedo dura, la vedo tanto tanto dura.-
Anche se sembrava burbero e freddo, nascondeva ancora un tratto fanciullesco e infantile.
Mi Rah ripensava ancora a quel mezzo sorriso che aveva visto pochi minuti prima, mentre si lasciava coccolare dal getto d'acqua calda che scendeva sulla sua pelle. Ce l'aveva fatta e anche se c'era stato qualche intoppo era contenta di ritrovarsi lì. Sapeva benissimo come convivere con un ragazzo e poi questo non l'avrebbe certamente fermata per arrivare al suo obiettivo. Rifarsi una vita lontano da casa.
Prese lo shampoo, senza guardare ne mise un po' sulla mano. Dopo sentì un odore pungente, un'essenza maschile aprì gli occhi e lesse "L'essenza del vero uomo". I suoi occhi diventarono rossi e con tutto il fiato che iniziò a gridare -Hyun Woo-ah maledetto!!-
 Joo Won saltò dal letto credendo che fosse scoppiato un incendio, ma appena si accorse che era stata lei a gridare si stava preparando per farle una bella ramanzina.
Indossò il suo pigiama con gli orsacchiotti che rincorrevano le farfalle prese un asciugamano e iniziò ad asciugarsi i capelli. Uscì dal bagno con ancora i capelli bagnati.
-Scusami se ci ho messo tanto, se ti serve il bagno puoi andare. -
Joo Won si girò per risponderle ma vedendola così deglutì, e imbarazzato le disse che non c'era problema, mentre ancora le guardava le labbra. Rendendosi conto di quello che stava facendo si voltò nel letto e iniziò a guardare il muro. Mi Rah prese il suo asciugacapelli e iniziò ad asciugarsi i capelli sulla sedia blu della scrivania. Ogni tanto Joo Won riusciva a guardarla di nascosto.
 Quando finì ripose l’asciugacapelli e decise di mettersi a letto. Era stanchissima e anche se quel letto le era sconosciuto si sentiva a casa. Il calore delle coperte riusciva a riscaldarla. Era da tanto che non assaporava quel tepore. In casa sua quel calore non c'era più. Da quando era arrivata lei quella non era più casa sua. Con questi pensieri sprofondò in un sonno profondo.
-Ehi, ehi.. è tardi la tua sveglia ha suonata già un paio di volte facendo un rumore infernale. Ehi ti vuoi svegliare??- Joo Won iniziò a toccarle il braccio ma Mi Rah non si muoveva..
-Non sarà mica morta vero?- e così dicendo si avvicinò a sentire se stava respirando. Il suo viso si avvicinava sempre di più a quello di Mi Rah quando lei improvvisamente aprì gli occhi. E rimasero così a guardarsi l'un l'altro occhi negli occhi.

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Capitolo 4
*** Il chitarrista ***



 

 

I loro visi erano vicinissimi, Joo Won sbatté un paio di volte le palpebre per poi rendersi conto della vicinanza. Posò una mano sul letto e cercò di farsi leva, ma nel frattempo Mi Rah si stava alzando, e andò a colpire in pieno il viso del ragazzo, che inflessibile non gridò neanche dal dolore. Freddo come sempre prese il suo zaino color verde prato e andò via sbattendo la porta. Mi Rah era mortificata, non sapeva se rincorrerlo e chiedergli scusa, quando il suo sguardo incrociò la sveglia che era caduta dal comodino e segnava le 8.45. Le lezioni sarebbero iniziate alle 9.00 e non poteva arrivare tardi proprio nel suo primo giorno di lezione!! Scese dal letto come una furia si infilò le ciabatte e mentre stava correndo verso il bagno..
-Ma porca miseria, che dolore!! - urlò dopo la scivolata fenomenale che aveva fatto. Era caduta sul suo sedere, e a fatica stava riuscendo ad alzarsi. Tutta dolorante si preparò per andare a lezione. Quella mattina aveva optato per un semplice paio di jeans aderenti, una maglietta larga nera con un top sopra blu che le lasciava la spalla scoperta e un paio di ballerine nere. Si sistemò i capelli in una piccola treccia e si mise due mollette a forma di farfalla nei capelli. Prese la sua borsa a tracolla e uscì dalla stanza.
-Giusto in tempo.- e così dicendo si avviò nella sua aula. 
-Buongiorno Mi Rah -
-Ciao Cha Rim!! Come và?-
-Io bene, ma mi sa che tu ti sei svegliata con il piede storto stamattina?- disse Cha Rim indicando il top dell'amica. Mi Rah seguì il suo dito e si rese conto che aveva il top al contrario.
-Ahahah, non ti preoccupare ti accompagno in bagno.- Mi Rah era ancora imbarazzata e fece un sorriso all'amica. 
-Beh, allora chi è la tua compagna di stanza? - chiese Cha Rim curiosa.
-Ehm, una ragazza.. è simpatica.. se ricordo bene il suo nome è Eun Won.. ma non ho avuto modo di parlarci. Sì.. così- Mi Rah non sapeva più cosa inventare, non voleva mentire all'amica; ma voleva tenere per un po' nascosta quella storia. Se si fosse venuto a sapere, chissà cosa sarebbe successo. E non voleva assolutamente che si creassero delle chiacchiere su di lei. Uscirono dal bagno e incontrarono il prof Yoon.
-Buongiorno ragazze, vedo che andate d'accordo. Brave brave.. beh Mi Rah come è andata la tua prima notte al dormitorio? Ti sei divertita? Avete giocato all'acconciavi i capelli con la tua coinquilina?
-Ma prof, ma non sono più una bambina di 5 anni. E sinceramente mi sono addormentata subito appena ho poggiato la testa sul cuscino.- disse Mi Rah. Parlare con lui la metteva a suo agio.
-Vedi di non fare lo stesso in classe allora.- Le disse mettendole una mano sulla testa. Alzò il passo ed entrò per primo in classe. 
La lezione come sempre passò tranquilla, a parte nei momenti in cui le oche giulive si mettevano a ridacchiare, dio solo sa per quale motivo.
Mi Rah e Cha Rim uscirono dall'aula e iniziarono ad incamminarsi per il corridoio. Arrivati nel dipartimento di arti e musica, si ritrovarono sommerse da una marea di gente. Una finestra che dava su una sala prove era stata presa di mira. Non si riusciva a vedere né sentire niente, tanto le ragazze stavano gridando.
-Ma che sta succedendo?- chiese Mi Rah all'amica non riuscendo a capire la situazione. Appena si voltò perché non riusciva a sentire la voce, si accorse che non c'era più vicino a lei.
-E ora dov'è andata? Non mi dire che l'hanno trascinata via...- iniziò a cercare tra la folla, quando la trovò, Cha Rim stava spingendo le ragazze per farsi posto verso la grande vetrata.
-Mi Rah, Mi Rah seguimi. Non possiamo perdere questa opportunità.- le stava gridando.
Mi Rah in realtà voleva defilarsi in silenzio, ma arrivò una ragazza da dietro che la spinse nella mischia. Ormai non vedeva altra via d'uscita se non quella di seguire l'amica. Dopo molti spintoni e spallate, riuscirono ad arrivare vicino alla grande vetrata. Nella sala prove vi era due ragazzi. Uno stava suonando la batteria e l'altro la chitarra.
-Li vedi, sono due degli artisti più bravi che abbiamo in questa scuola. Il chitarrista si chiama Lee Jong Hyun e il batterista Kang Min Hyuk, il mio Min Hyunk.- disse Cha Rim che lo guardava ipnotizzata mentre suonava la batteria. Non riusciva a toglierli gli occhi di dosso.
Aveva i capelli corti, sul castano scuro quasi rossicci. Gli occhi anche se piccoli venivano risaltati dalla sopracciglia scure e aveva un sorriso delicato e a tratti buffo che lo rendevano un ragazzo alla mano. Aveva una maglietta bianca, un paio di jeans strappati sulle ginocchia. Un braccialetto nero risaltava sul suo polso quando faceva roteare le bacchette per poi batterle con forza sulla batteria liberando dei suoni che ti entravano dentro.
Ad accompagnarlo c'era il chitarrista. Pacato, seguiva lo spartito della canzone senza nessuna fretta. I capelli che gli coprivano la fronte. Aveva gli occhi chiusi mentre ascoltava la musica dalle sue grandi cuffie nere. Indossava un paio di pantaloni neri e delle scarpe da ginnastica bianche una maglietta bianca con un disegno al centro e un giubbotto di pelle nera. Muoveva la testa a ritmo della canzone Paradise degli oasis. Appena finì di suonare si voltò verso le spettatrici che si misero ad urlare e a spingere più di prima. Mi Rah ormai era appiccicata al vetro della finestra. Cercava di allontanarsi facendo presa sulle sue mani, ma sembrava tutto inutile. Appena Jong Hyun sorrise si creò dapprima un grande silenzio per poi romperlo con un urlo che fece muovere persino i muri. 
Mi Rah dovette tapparsi le orecchie, ma appena vide il ragazzo sorridere, le gambe le cedettero un po'. Non aveva mai visto nessuno sorridere in quel modo. Sulle guance gli si creavano delle fossette che li contornavano il viso. Rendendolo particolarmente bello. Gli occhi che prima erano chiusi, ora si rivelarono grandi ed intensi, che si incurvavano all'ingiù mentre sorrideva. Mi Rah lo seguiva con lo sguardo e iniziò a ridere anche lei come un'ebete. Quando il cellulare le suonò.
-Cha Rim scusami ma mi devo allontanare, ci vediamo ciao- e così facendo andò via.
-Pronto?- 
-Noonaaa~- disse una voce che cercava consenso.
-Che vuoi Hyun Woo-ah- muoviti e dimmi cosa ti serve- il suo tono di voce risultò freddo e distaccato perché sapeva già il motivo della chiamata.
-Allora ti racconto, ho conosciuto una ragazza, è bellissima. Occhi verdi, capelli biondi, simpatica, disponibile. Mi ha chiesto di uscire ma.. -
-Ma ti servono soldi..-
-Tu si che mi capisci, me li-  Mi Rah interruppe il fratello.
-Scordatelo Go Hyun Woo, non ci penso nemmeno. Già per colpa tua è successo un casino e ora mi vieni anche a chiedere dei soldi. Sai quante volte te li ho prestati? Mi spiace ma questa volta è NO!- disse Mi Rah quasi urlando.
-Va bene ho capito noona, non c'e bisogno che ti arrabbi. - la sua voce sembrava ormai rassegnata. -Noona, lo sai che ti voglio bene vero? - A quelle parole Mi Rah ebbe un brivido, era restia a queste manifestazioni d'affetto preferiva una bella e sana litigata. 
-Sì, lo so- gli rispose -Chiamami se hai bisogno di qualcosa, basta che non siano soldi lo sai che sono al verde.-
-Okay, non ti preoccupare. Ci sentiamo. Ciaooo- 
Hyun Woo era sempre stato un tipo estroverso, gli piaceva fare di testa sua e continuamente si trovava sempre nei guai. Mi Rah scosse la testa e ripose il cellulare in borsa. Continuò a camminare, quando qualcuno la prese per le spalle e la portò in un vicolo.

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Capitolo 5
*** Alla porta ***



 

 

Intanto in una stanza del dormitorio, qualcuno si stava divertendo.
 
-E dai smettila di farmi il solletico!- disse Byeol in preda alle risate -e dai smettila che mi innervosisce- continuò.
-Ma non ti sto facendo il solletico, ti sto solo accarezzando- le rispose il ragazzo che era di fianco a lei nel letto. Erano avvolti da un lenzuolo arancione, che gli lasciava scoperto solo le spalle e i piedi che erano intrecciati alla fine del letto. Lei aveva il viso nell'incavatura della spalla di lui, i capelli spettinati e arruffati pendevano sul suo braccio che reggeva il collo di Byeol in uno stretto abbraccio.
-Così va meglio?- le disse Woo Hyun dopo aver incrociato le dita di lei con le sue, segno che non volesse più lasciarla andare.
-Sì, molto meglio - gli rispose sorridendo per poi baciarlo sulle labbra morbide. Un bacio leggero ma sensuale nello stesso momento. Il ragazzo preso alla sprovvista iniziò a provare di nuovo una forte attrazione. Le si mise di sopra e con piccoli baci iniziò a segnarle il collo.
-Ti voglio ancora...- le bisbigliò all'orecchio. Byeol non riuscì a parlare presa da una forte morsa allo stomaco, decise di concedersi a lui di nuovo ma appena guardò l'orologio si accorse che si era fatto tardi e la sua coinquilina sarebbe ritornata a momenti.
-E' tardi, quella stupida di Hyo Min tornerà tra poco- e così dicendo si staccò dalla forte presa del ragazzo. Scese dal letto e raccolse i vestiti di lui e glieli gettò, intanto prese i suoi vestiti e andò in bagno. Appena si ricomposerero lo accompagnò alla porta.
-Woo Hyun-ah è meglio che non ci vediamo più. A dire il vero mi sono un po' stancata. Non mi fraintendere con te sono stata benissimo, ma in questo periodo non me la sento di iniziare una storia. Allora ciao. - e dopo averli dato un bacio sulla guancia e averlo salutato con la mano, richiuse la porta.
Woo Hyun rimase confuso e non riuscì a dire una parola. Non capiva dove avesse sbagliato..
-Ciao Woo Hyun! cosa ci fai qui? Per caso.. sei venuto a cercare me?- disse la ragazza che iniziò a saltargli attorno come un cagnolino.
-No, non sono venuto qui per te Hyo Min -e senza rivolgerle neanche uno sguardo andò via.
Hyo Min entrò in stanza. -Byeol sai chi c'era qui fuori ad aspettarmi? Woo Hyun!! Quanto è carino.. appena mi ha vista è scappato subito via, e mi ha detto che non era qui per me! Ma quanto è timido!!- disse toccandosi le guance con entrambe le mani.
Byeol la guardò con uno sguardo compassionevole -Sì, sì. Stava aspettando proprio te! Io sto uscendo ci vediamo stasera. - prese la sua borsa preferita ed uscì sbattendo la porta.
-Che cosa le prende? - disse Hyo Min che si buttò sul letto e iniziò ad abbracciare forte il cuscino gridando il nome di Woo Hyun.
 
 
-Ya, ya Jung Shin-ah aspettami.- gridò Mae Ri in mezzo al grande parco dell'università. Un ragazzo con i capelli lunghi e un sorriso dolcissimo si voltò.
-Sunbae, dimmi- le disse fermandosi e aggiustandosi i capelli.
-Hai da fare questa sera? - il volto del ragazzo si illuminò.
-No, sono disponibilissimo.- Aspettava questa giorno da un secolo, aveva una bella cotta per Mae Ri e questo suo invito improvviso lo rese ansioso e felice allo stesso tempo, glielo si leggeva in faccia e iniziarono anche a sudarli le mani.
-Oh benissimo. Allora mi puoi accompagnare in aeroporto! Sai oggi arriva la mia twin ed avevo paura ad andarci da sola visto che si farà tardi e poi mi farebbe piacere fartela conoscere. Che dici?-
Jung Shin abbassò lo sguardo, si vedeva benissimo che ci era rimasto male ma poi le sorrise
-Certo che ti accompagno, ma solo se mi assicuri che la tua twin è più carina di te, perché con questa prospettiva non so quanto mi convenga.- le disse indicandola.
-E con questo cosa vorresti dire?- Mae Ri gli diede un pugno sulla spalla per poi prenderlo per un braccio e trascinarlo via.
 
 
Mi Rah era contro ad un muro sovrastata da un ragazzo misterioso.
 
Pochi minuti prima.
-Min Hyuk-ah-
-Sì, dimmi hyung-
-La vedi quella ragazza lì?- disse Jong Hyun bisbigliando per non farsi sentire dalle fan.
-Quale tra tutte?- disse ridendo l'amico.
-Quella appiccicata alla finestra. - disse indicandola con una smorfia della bocca.
-Ah, sì quella con il top blu? Ora la saluto-
-No, non lo fare o la uccideranno- disse il chitarrista alzando la voce.
-Oh, oh se ne sta andando!- gli fece notare Min Hyuk. Jong Hyun si girò per guardare e vide che Mi Rah stava cercando di trovare una via di fuga tra tutte quelle fan impazzite.
-No, no, no.. la devo conoscere. Min Hyunk coprimi.- gli disse guardandolo intensamente -avvicinati alla vetrata, salutale, fai qualsiasi cosa, ma io devo uscire senza che se ne accorgano.- Così per aiutare l'amico Min Hyunk si sacrificò. Andò vicino alla vetrata per salutare le fan mentre Jong Hyun usciva di nascosto dalla porta. Si mise un cappellino nero borchiato, un paio di occhiali da sole Ray Ban. Si abbottò il giubotto di pelle ed uscì nel corridoio. Vide le ragazze gridare davanti ad un Min Hyunk che faceva il cretino. Rise dell'amico ringraziandolo con lo sguardo e iniziò a cercare la "misteriosa ragazza".
Si incamminò nel corridoio, ma non riusciva a trovarla.. -Mmm forse è andata fuori.- ma appena varcò la soglia del portone che dava sul parco si accorse di essere seguito.
-Uffa, mi hanno scoperto!- alzò il passo e scese velocemente le scale, era così veloce che le ragazze iniziarono a fare fatica a mantenere il passo e iniziarono a correre sperando di riuscire a fermarlo. Jong Hyun iniziò a camminare tra gli alberi, mischiandosi tra gli studenti che passaggiavano nel prato, quando vide Mi Rah vicino ad una panchina dove vi erano gli spogliatoi della palestra.
-Trovata!- esclamò e un sorriso comparve sul suo volto. Si avvicinò alla ragazza che aveva appena chiuso la chiamata, la prese per le spalle e la trascinò in un vicolo.

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Capitolo 6
*** Spalle al muro ***


 

Mi Rah aveva le spalle contro il muro, una mano le tappava la bocca e il ragazzo le era praticamente sopra. Aveva il cuore in gola e non riusciva a muoversi per quanto fosse terrorizzata. Piano piano il ragazzo avvicinava il suo viso a quello di lei. Le loro labbra si stavano quasi per incontrare quando improvvisamente cambiò direzione e appoggiò le labbra sull'orecchio di lei.
-Non voglio farti del male, mi serve solo il tuo aiuto. Mi stanno seguendo e se non mi troveranno se ne andranno. Se restiamo un attimo così, ci scambieranno per una coppia e cercheranno da qualche altra parte.- le sussurrò nell'orecchio provocandole un brivido di piacere. 
Il profumo di Mi Rah lo stava inebriando, non aveva mai provato qualcosa di simile prima, questa ragazza lo mandava fuori di testa anche se non la conosceva. Gli piaceva in ogni suo piccolo particolare e la voglia di assaporare le sue labbra era tanta. Ma riuscì a trattenersi.
Rimasero per 2 minuti in quella posizione. Jong Hyun sentiva il cuore di lei battere forte, e appena notò che le fans erano andate via, decise a malincuore di liberarla dalla sua stretta. Appena si allontanò Mi Rah riprese a respirare normalmente. Si mise una mano sul petto sperando che il suo cuore incominciasse a rallentare. Prese coscienza di quello che era accaduto e appena resesi conto che quel ragazzo era ancora di fronte e lei iniziò a colpirlo con pugni sempre più forti, per liberare quella frustazione che aveva accumulato. Il ragazzo le prese i polsi per farla calmare...
-Guardami, sono io, mi hai già visto- le disse lasciandole andare i polsi e togliendosi occhiali e cappello -Ora mi riconosci?- continuò Jong Hyun indicandosi con un dito.
-Tu?- lo indicò Mi Rah -non stavi suonando fino a pochi minuti fa?-
-Yes, ma mi ero stancato e ho deciso di fare una passeggiata ma anche se mi sono conciato così alcune fan mi hanno riconosciuto e hanno iniziato a seguirmi. Quando ti ho vista, ho pensato solo a questa soluzione. Scusami se ti ho spaventata.- e così dicendo si portò la mano destra dietro la nuca. 
-Spaventata dici? Stavo per morire!! Stavo per contare gli ultimi minuti che mi erano rimasti!!- disse urlando Mi Rah per poi iniziare a ridere per il nervosismo. 
-Perché non ti fa piacere incontrarmi di persona? non sei una mia fan?- chiese curioso il chitarrista. Voleva conoscere meglio quella ragazza che aveva di fronte, voleva farle più domande possibili!
-No- rispose sincera Mi Rah -oggi è la prima volta che ti vedevo, mi sono trasferita solo ieri. - gli spiegò.
-Davvero? ecco perché non ti ho vista fino ad ora. Cosa stud-- - ma la sua domanda venne interrotta dalla suoneria di un cellulare. 
Mi Rah frugò nella borsa e si accorse che era il suo cellulare. -Oh, è il mio- disse prendendolo in mano lesse il nome sul display e un sorriso comparve sul suo volto. 
-Mi dispiace, ma devo rispondere alla chiamata. Magari ci vediamo in giro. Ciao- si inchinò per salutarlo ed iniziò ad allontanarsi. 
Jong Hyun la seguiva a breve distanza e involontariamente o meglio volontariamente iniziò ad origliare la telefonata. 
-Oppa!- rispose al telefono Mi Rah
-Oppa?- fece eco dentro di lui Jong Hyun
-Ma certo che vengo stasera a cena da te, non aspettavo altro. Cosa mi cucinerai di buono? Lo sai che ho tanta voglia di assaggiare la tua cucina-
-Cena, mangiare?-
-Per le nove? Ma poi non troverò autobus per tornare al dormitorio! Ah, se posso dormire da te va bene allora. Okay ci vediamo stasera!- e chiuse la chiamata –e ora cosa mi metto?- iniziò a pensare Mi Rah ma appena si accorse che erano le 7 iniziò a correre verso il dormitorio lasciando dietro di sé un Jong Hyun pieno di domande.
-Aspetta, aspetta. Che cosa DORMIRE DA LUI?? – urlò appena la ragazza si era allontanata. Cominciò a farsi domande su domande ma  a nessuna riusciva a dare una risposta. E soprattutto perché quella ragazza gli faceva quell’effetto, anche se aveva avuto molte ragazze per nessuna il suo cuore era riuscito a battere così velocemente. Il buon senso gli diceva  di lasciar perdere altrimenti si sarebbe ritrovato in un mare di guai ma qualcos’altro in lui le diceva che doveva conoscerla e poi chissà questa stupida cotta gli sarebbe passata in un batter d’occhio. Dopo aver camminato avanti e indietro per  5 minuti decise che doveva conoscerla.
-Ho deciso – disse mettendo la mano destra chiusa a pugno sul palmo della mano sinistra. –stasera la seguirò e così scoprirò chi è!- e con un sorriso sulle labbra corse verso la porta del dormitorio.

 
Byeol era seduta al suo solito posto nella caffetteria dello zoo. Muoveva nervosamente le mani sul tavolo e muoveva la gamba sotto il tavolo senza mai fermarsi. Appena vide arrivare Seo Sa si alzò di scatto.
-Seo Sa sono qui- disse alzando una mano per chiamarla.
-Cosa è successo? – disse preoccupata –mi hai fatto venire di corsa- prese un bicchiere d’acqua e lo bevve velocemente per poi continuare a parlare –allora?- chiese ancora con aria interrogativa.
-L’ho lasciato. – Byeol non riusciva a guardare in faccia l’amica e aveva gli occhi fissi sul tavolo.
-Chi hai lasciato?-
-Woo Hyun!- urlò Byeol guardandola dritta negli occhi per poi cominciare a piangere.
-Di nuovo? – Seo Sa ormai si era rassegnata –ma perché li lasci se poi stai male. Prima Choi Dong Wook poi Simon e ora Woo Hyun. Ma si può sapere a cosa stai pensando?- la sgridò 
-Ma lo sai che non voglio attaccarmi a nessuno, voglio essere libera ma mi voglio anche divertire e con loro accanto posso fare una cosa ma no l’altra. – disse piangendo.
-Ma così ti scambieranno per una facile, tutti crederanno di avere carta libera con te.-
-Chiunque mette zizzania lo faccio fuori- disse smettendo di piangere.
-Comunque smettila di fare così. Non puoi illudere tutti i ragazzi per poi darli l’asso di picche- l’ammonì l’amica.
-Ma io rompo presto con loro proprio per non farli illudere, altrimenti ci rimangono male di più- disse Byeol cercando consenso nello sguardo di Seo Sa che ascoltando le sue parole si mise una mano sulla fronte e scosse la testa.
Sapeva che l’amica prima o poi si sarebbe pentita delle sue azioni. Ancora non aveva trovato l’uomo giusto d’ amare per questo si comportava così. Voleva essere libera, felice e spensierata . Voleva fare tutto quello che voleva senza costrizioni, e quel sentirsi legata a qualcuno la faceva sentire soffocare. Quello scambio continuo di messaggi  la faceva innervosire e appena uno dei suoi ragazzi voleva attaccarsi in modo “serio” in lei scattava un campanello d’allarme. E così ritornava sui suoi passi. Era fatta così le amiche speravano che con il tempo questo suo comportamento sarebbe passato, ma al contrario peggiorava relazione dopo relazione.
-Byeol smettila. Questa è l’ultima volta che lo fai! E ora offrimi un gelato, sarà la tua punizione per avermi fatto venire di corsa solo per farmi arrabbiare.- e così dicendo Seo Sa mise il muso.
-Va bene, prendi quello che vuoi. Un buon gelato mi risolleverà l’umore!- e asciugandosi le lacrime chiamò il cameriere per ordinare.
 
Intanto su un treno diretto a Seul…
 
-Ferma, ti ho detto di stare ferma. Ma io vorrei capire perché mi hai seguito.- Disse il ragazzo seduto sul comodo sedile del treno.
-Perché io DEVO venire – gli rispose la ragazza che era affianco a lui. Che continuava a farli il solletico sul braccio. 
-Speriamo che arriviamo a Seul il più presto possibile, così ti potrò abbandonare vicino ad un cassonetto.- 
-Oppa come sei scorbutico e poi arriviamo domani mattina a Seul quindi avremo tutta la notte per giocare!!- e sorridendo gli prese la mano e iniziò a saltellare seduta sul sedile.
 
Mezz’ora dopo
-Lo sapevo che si sarebbe addormentata subito. Ah che pace- il ragazzo guardò la ragazza che si era addormentata sul sedile. La frangia le ricopriva la fronte e le sue guance erano arrossite per il riscaldamento all’interno del vagone. Aveva la bocca aperta e ogni tanto si lamentava nel sonno come una piccola bambina che stava facendo un brutto sogno.

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Capitolo 7
*** Nuovi arrivi ***



 

 

-Oh, oh eccone uno! Sunbae sta arrivando un taxi, lo prendiamo?-
-Forse ci conviene visto che  aspettiamo qui già da un’ora e non è passato neanche un cazzo di autobus- (^_^) disse Mae Ri stizzita più del solito. Voleva vedere tanto la sua twin, ma quell’attesa la stava snervando. 
-Io ancora non riesco a capire come in una città grande come Seul non ci sia un servizio degli autobus decedente!!- si alzò dalla panchina della fermata e andò in contro a Jung Shin. Cercò di coprirsi dal freddo, avvolgendosi in con le braccia. Il suo abbigliamento era troppo leggero per quella fresca serata. Quando il ragazzo la vide così infreddolita, si tolse subito la sua felpa grigia e gliela tese. 
-Grazie, ma non dovevi, prenderai un malanno.- disse Mae Ri che stringeva tra le mani la felpa del ragazzo. 
-Non ti preoccupare, io non mi ammalo mai.- e tese il braccio per chiamare il taxi che si fermò vicino a loro.
Aprì lo sportello per fare entrare la ragazza e poi entrò anche lui. Aveva un sorriso stampato in faccia, era contentissimo di poter passare del tempo con lei, e anche se dapprima era rimasto un po’ deluso, adesso si stava ricredendo. Gli piaceva stare con lei, riusciva a farlo sentire a suo agio anche se il cuore gli batteva all’impazzata.
-Dove vi porto?- chiese il tassista.
-All’aeroporto di Incheon e il più in fretta possibile. – disse Mae Ri sporgendosi verso l’uomo.
-Ah Sunbae, dov’è stata tua sorella? E perché adesso sta ritornando in Corea? – chiese incuriosito Jung Shin.
-No, no, no – rispose Mae Ri muovendo il dito indice.-non è mia sorella, ma la mia TWIN!!-
-Twin non è sorella gemella? Allora è tua sorella- rispose Jung Shin turbato. Sperava di non aver fatto una figuraccia con il suo inglese ma qualche parola la conosceva perfettamente. 
-Non è mia sorella ma è come se lo fosse. Siamo due persone con un’anima sola.- il volto di Mae Ri iniziò a farsi serio. –La prima volta che ci siamo conosciute è stato in ospedale. Lei andava a trovare la madre invece io per motivi di salute ho dovuto passare molti mesi lì dentro. Lei è stata la mia luce.  È grazie a lei che oggi sono la persona che sono adesso!-
-Perché?- chiese il ragazzo incuriosito. La ragazza sorrise tristemente. 
-All’epoca avevo bisogno di un trapianto di midollo e non si riusciva a trovare un donatore compatibile. Anche se i miei non volevano farmelo notare, avevano perso tutte le speranze. Per colpa delle mie condizioni non si potevano neanche avvicinare per abbracciarmi e io mi sentivo sola. Improvvisamente una bambina della mia età con i capelli rossi e un’aria triste entrò nella mia stanza e aveva in braccio due peluche. Con le sue piccole manine mi diede il peluche a forma di coniglietto e sorridendomi disse che sarei guarita presto perché dovevo giocare con lei. Il giorno dopo si trovò un donatore compatibile e quel donatore era proprio suo padre. Da allora siamo state inseparabili. Abbiamo fatto di tutto insieme e lei è diventata la mia Twin. Hai capito adesso?-  gli disse poggiando la testa sulla spalla del ragazzo.
-Jung Shin-ah!-
-Sì?!-
-Chiamami quando saremo arrivati. Sono stanca e voglio riposarmi un po’- gli disse chiudendo gli occhi.
-Non ti preoccupare, sunbae –
Ricordare quei  tristi ricordi aveva fatto venire a Mae Ri una morsa allo stomaco. Voleva piangere, ma non poteva. Inoltre il solo pensiero di vedere la sua Ai Ri riusciva a metterla di buon umore, quindi decise di pensare solo a cose positive e scacciare quei brutti pensieri che ancora una volta avevano affollato la sua mente.  
-Sunbae... Mae Ri... siamo arrivati- Jung Shin le toccava il braccio per svegliarla. Mae Ri aprì gli occhi e se li strofinò. –Finalmente! – urlò. Incominciò a spingere l’amico per farlo uscire fuori dall’auto. Appena fuori incominciò a correre velocissima. Jung Shin non riusciva a capire come una ragazza così vitale come lei aveva dovuto affrontare una malattia così terribile.
-Jung Shin-ah muoviti muoviti- gli urlava Mae Ri in aeroporto mentre tutti la guardavano sgomenti. Il ragazzo si raccolse i lunghi capelli in una coda e iniziò a correrle dietro. 
-E’ atterrata. Tra poco uscirà- gli occhi blu di Mae Ri stavano brillando e non vedeva l’ora di abbracciare forte Ai Ri. La porta scorrevole che separava la sala d’attesa dalla sala di arrivo si aprì. Uscirono tantissime persone ma di lei neanche l’ombra.
-Sunbae ma sei sicura che sarebbe arrivata oggi?-
-Sì sicurissima. Non mi posso sbagliare. Non le sarà successo mica qualcosa?- e nervosamente iniziò a mangiarsi le unghie. La porta si aprì di nuovo e comparve una ragazza, con un paio di jeans e una maglietta bianca. Un giubottino nero le copriva le spalle e un cappellino nero  le dava un’aria sbarazzina. Trascinava una valigia rossa enorme, e sul viso le comparve una smorfia di rabbia contro qualcuno. Appena vide Mae Ri lasciò andare la valigia per correre ad abbracciare l’amica che non vedeva ormai da più di 1 anno. Dopo l’abbraccio che durò pochissimo perché entrambe non erano i tipi di lunghe smancerie si diressero verso l’uscita molto più serene di prima.
 
 
Intanto Jong Hyun si era appostato vicino alla porta del dormitorio, in attesa di Mi Rah che stava facendo i conti con il suo armadio, anzi valigie perché non era ancora riuscita a mettere a posto. 
-Sì, direi che così dovrebbe andar bene.- disse guardandosi allo specchio. Indossava un paio di pantaloni neri e una maglietta viola.
-Parli anche da sola ora?- una voce tonò nella stanza e fece spaventare Mi Rah.
-Joo Won mi hai spaventata!- il ragazzo fece spallucce e posò lo zaino vicino alla sua scrivania.
-Ti stavo per scrivere un biglietto, forse stasera non torno. Non stare in pensiero per me.- Joo Won la guardò con uno sguardo torvo.
-Io... in pensiero per te? Ma non farmi ridere.- disse sprezzante.
-Vabbè era per avvisare. Allora ciao.- prese la borsa, il cellulare e scappò via.
-Non è qui neanche da un giorno e già non torna!- disse sedendosi sulla sedia girevole e incrociando le braccia.
 –Forse.. no, no.. ma forse potrei seguirla giusto per essere sicuro.- Prese una felpa  il cellulare e uscì per cercarla.
Mi Rah scese le scale del dormitorio e un esperto detective l'aspettava. Jong Hyun si sistemò il cappello e la osservava a debita distanza. La seguiva piano piano e appena lei si voltava si nascondeva con cura. La ragazza stava ascoltando il suo ipod, diretta alla fermata dell’autobus. Stava canticchiando qualche strano motivetto che lo fece ridere. Prese l’autobus e riuscì a trovare un posto a sedere. Per tutto il tragitto posò il capo vicino al finestrino, aveva un’aria preoccupata e triste allo stesso tempo.
Jong Hyun voleva tanto sapere cosa le stesse passando per la testa , quello non era il volto di qualcuno che stava andando a trovare il proprio ragazzo. Non le toglieva gli occhi di dosso e voleva condividere quella tristezza che la stava avvolgendo. 
Mi Rah si rese conto di aver passato di poco la sua fermata. Si alzò in piedi e chiese all’autista di fermarsi. L’uomo si fermò per farla scendere e insieme a lei scesero altre 2 persone, ma presa dalla fretta non ci fece caso. Arrivò vicino ad un piccolo palazzo e cercò il nome di suo fratello tra i diversi nomi che vi erano scritti sul citofono.
Go Junsu  -Trovato!!- e suonò al citofono.
-Chi è? - rispose una voce forte e sicura.
-Sono io, Oppa.-
-Sei già arrivata? Bene, sali è al secondo piano. – e le aprì il portone principale.
-Aspetti non chiuda- una voce in lontananza si avvicinava sempre di più. Mi Rah guardò fuori dal cancello e un ragazzo piegato sulle ginocchia stava respirando affannosamente. 
-Oh, Mi Rah sei già arrivata?!- le disse guardandola.
-Junho oppa ci sei anche tu questa sera?- gli chiese sorpresa.
-Lo sai che quando si parla di mangiare sono sempre in prima linea!!-le disse sorridendo. –Entriamo altrimenti si raffredderà tutto.- e iniziò a sfregarsi le mani.
 
Quella stessa sera a Daegu
 
-Hyun Woo-ah, ya, Hyun Woo-ah – la voce di un uomo tuonò dalle scale del secondo piano della villetta.
Dalla camera uscì un ragazzino in pigiama. Iniziò a strofinarsi gli occhi infastidito dalla luce del corridoio.
-Dimmi Hyung!-
-Hai visto Won Ho? Lo sto cercando dappertutto e non riesco a trovarlo.-
-Forse è uscito, secondo me non torna per stasera.- Stava per richiudere la porta quando il fratello lo chiamò di nuovo.
-Aspetta aspetta!!-
-Che c’è di nuovo Hyungggg?!- disse il ragazzo infastidito.
-Ho provato a chiamare alla tua Noona ma non mi risponde al dormitorio. Tu l’hai chiamata?-
-Sì, sta bene. Junsu Hyung mi aveva detto che stasera sarebbe andata a cena da lui. Non preoccuparti sta bene.- e così dicendo sbatté la porta e si buttò sul suo soffice letto, sperando di riprendere il sogno che stava facendo.

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Capitolo 8
*** Seguendola ***




Il pedinamento

- Bene bene, eccola lì - Joo Won la stava seguendo con attenzione, la vide prendere l'ascensore e decise di prendere le scale, così avrebbe fatto più in fretta. Si teneva a debita distanza, la seguì per tutto il percorso fino all'autobus, quando si accorse che un ragazzo con un cappello nero, la stava seguendo... La scena era anche un po' comica, perché per nascondersi dietro una siepe o un lampione assumeva tutte le pose possibili e immaginabili, la cosa lo fece ridere ma allo stesso tempo preoccupare - Meno male che mi sono messo a seguirla, guardà un po' se questo strano pervertito doveva seguire proprio lei- pensò. Si fermarono tutti e tre alla fermata dell'autobus. Joo Won la guardava, era assorta nei suoi pensieri. Un triste sorriso comparve sul suo volto. Arrivò l'autobus e salirono. Lo strano ragazzo la stava seguendo ancora. Decise di sedersi proprio dietro di lui, per tenerlo d'occhio. Si sedette un posto dietro al ragazzo con il capello, che stava guardando intensamente Mi Rah non rendendosi conto di quello che stava succendo. Appena gli passò accanto gli sembrò un profilo conosciuto. Conosceva quel ragazzo, ma chi era? 
Appena Mi Rah fece fermare l'autobus, tutti e tre scesero velocemente. Lei non si accorse di nulla. -Ma è stupida o semplicemente troppo ingenua?- bisbigliò Joo Won senza farsi sentire. Quel ragazzo ora era proprio di fronte a lui. Lo guardò bene, troppo bene. Non ci poteva credere era Jong Hyun, ma perché stava seguendo Mi Rah? Lo doveva scoprire.
Jong Hyun aveva assistito a tutta la scena. E la cosa non lo faceva stare proprio tranquillo.
-Cosa? Ma quanti maschi conosce? Forse dovrei tornare..  – ma mentre parlava una mano gli tocco la spalla. Facendolo zittire subito. Cercò con la mano destra di liberarsi dalla stretta dell’estraneo che gli stava dietro, ma la sua mossa non andò a buon fine, perché lo sconosciuto ne approfitto per metterlo a terra.
-Jong Hyun ti devi esercitare meglio, fai davvero pena.- Gli disse Joo Won che lo costringeva a terra con un braccio.
-Hyung, che ci fai qui?- gli disse sorpreso.
-Passavo di qui e ti ho visto. E tu che ci fai qui? Stai seguendo qualcuno?- lo guardò con aria interrogativa.
-Io, no!! Ma cosa ti viene in mente- disse alzandosi da terra e pulendosi i vestiti- ho fatto una passeggiata e mi sono ritrovato da queste parti..- la sua voce iniziò a tremare.
-Davvero?! Allora ritorniamo al dormitorio insieme. Ci facciamo due passi.-
-Veramente non mi va di ritornare, che ne dici di prendere qualcosa a quel bar?- e indicò un locale che era di fronte al palazzo. Jon Won non se lo fece ripetere una seconda volta. Aveva visto benissimo il ragazzo seguire Mi Rah e magari con qualche birra avrebbe anche parlato.
Mise un braccio sulla spalla dell'amico e insieme andarono a sedersi ad un tavolino che era all'esterno del locale.
 
Nell'appartamento
 
Mi Rah entrò nell’appartamento e il fratello le corse incontrò e la strinse in un abbraccio, era da tanto che non si vedevano anche se si sentivano molto al telefono. Avevano creato un rapporto speciale, erano cresciuti praticamente insieme visto che la loro differenza di età era solo di un anno.  Mi Rah incominciò a guardarsi intorno e le abitudini del fratello non erano cambiate di una virgola. C'erano libri dappertutto ma a parte questo, l’appartamento era estremamente pulito ed ordinato. La sorella decise di dare un’occhiata in giro mentre i due ragazzi preparavano la tavola. La casa anche se piccola era molto accogliente. Le applique alla parete emanavano una luce calda che riscaldava l’ambiente dando una sensazione di benessere. Un divano nero e un tavolino di vetro posto di fronte riempivano il salottino. Su una mensola vi era la televisione a schermo piatto. Cosa che fece ridere Mi Rah perché il fratello avrebbe rinunciato a qualsiasi cosa tranne alla tecnologia. Dietro il divano vi era una grande libreria piena dei libri che Junsu amava. Dal fantasy, agli intrighi storici, ai gialli e politica. Leggeva qualsiasi cosa gli capitava a tiro. Amava andare nelle librerie e il profumo che si respirava in quel posto riusciva a rilassarlo e ogni problema si faceva sempre più piccolo. Lui era convinto che ogni risposta che cercava nella vita si nascondesse tra le righe di un libro per questo leggeva tantissimo per apprendere più cose che poteva su quel mondo che lo circondava. Mi Rah entrò nella stanza del fratello. Il letto era impeccabilmente perfetto, fatto alla perfezione al contrario di lei che lo lasciava sfatto e per questo ogni giorno quando erano piccoli Junsu la rimproverava. Le pareti erano tinte di un celeste intenso. L’armadio bianco contro la parete conteneva i vestiti del fratello stirati alla perfezione, divisi per 3 categorie: classico, casual e sportivo. Sulla scrivania c’era una foto della sua famiglia e il computer. La sedia nera di pelle sembrava comoda tanto che Mi Rah decise di sedersi. Amava le sedie con le rotelle. Appena seduta iniziò a girare tutto in torno e a guardare il soffitto. La testa iniziava a girarle ma si stava tanto divertendo, le ricordava i giochi che facevano da piccoli.
-Mi Rah cosa stai facendo?- Junho era entrato per chiamarla.
Mi Rah si fermò di scatto -Mi hai rovinato il divertimento, oppa.- gli disse mettendo il muso. Junho le sorrise –Muoviti che è pronto, altrimenti si raffedda!-
-Arrivoooooo- la ragazza scatto in piedi e andò in cucina dove sulla tavola c’era il ben di dio. Tanto che la ragazza iniziò ad avere l’acquolina in bocca. 
-Oggi occidentale...- Junsu iniziò a indicare ogni pietanza –Insalata di riso la tua preferita, pollo fritto e insalata per secondo e per finire un buona torta al cioccolato.-
-Doppio cioccolato- lo interruppe Junho che le fece l’occhiolino.
-Woow tutti i miei piatti preferiti, Oppa ti adoro!!  Chiedimi tutto quello che vuoi, ti sei guadagnato un desiderio– e gli sorrise.
-Basta con le chiacchiere, buttiamoci- Junho non aspettò neanche che l’amico finisse di parlare che prese il cucchiaio e lo affondò nel riso.
-Paradiso!!- esclamò assaporando la pietanza, facendo ridere i due fratelli.
-Mi Rah allora? Cosa mi racconti? Come ti trovi nella nuova università?- iniziò a chiedere Junsu. Mi Rah bevve un sorso d’acqua e si schiarì la voce.
-Bene, il nostro prof è molto disponibile ed è anche bravo a spiegare. I corsi sono un po’ difficili ma con un buon metodo di studio dovrei riuscire a cavarmela senza problemi. - disse Mi Rah sicura di sé. Non voleva fare delle figure davanti al fratello genio, a ancora meno di fronte a Junho che l’avrebbe insultata a vita.
-Amici?- continuò nel suo interrogatorio Junsu.
-Ho conosciuto alcune persone. Sono molto disponibili. Mi sto trovando molto bene. – 
-E hai visto se ci sono ragazze carine nella tua università?- chiese incuriosito Junho che posò le mani sul tavolo per avvicinarsi alla ragazza.
-Oppa, ma tu non cambi mai?- Mi Rah sospirò e alzò gli occhi al cielo –Comunque ci sono molte ragazze carine.-
-Davvero?!- urlò –Junsu hai sentito dobbiamo andare a fare visita alla tua sorellina più spesso.-  disse preso dall’entusiasmo.
-Ma smettila, da quanto tempo è che ti sei lasciato con quella.. come si chiama..- Junsu faceva segno all’amico di aiutarlo con il nome –sì, quella… -
-Ma chi, So Eun?- disse mordendosi il labbro inferiore.
-Ecco come si chiamava, Kim So Eun. Quella che si vestiva sempre con quei vestitini attillati.- incominciò a insultarlo Junsu.
-Aaaaaa non me lo ricordare. Ancora mi infastidisce. – disse chiudendo la mano in pugno.
Mi Rah lo guardava e aveva capito che doveva prendere anche lei la palla al balzò…
-Ma chi quella che l’ha tradito?- disse facendo un sorrisino al fratello complice anche lui di quel gioco.
-Te lo ricordi anche te Mi Rah? Quanto è stato male in quel periodo – disse ammiccando Junsu.
Junho non ce la faceva più. –Okay, ho capito cosa state facendo voi due- e incominciò ad indicarli.-State giocando al gioco “distruggi Junho” ma a questo giro non vi riuscirà perché ne sono immune visto che l’ho già dimenticata.- e alzò il viso fiero di quella risposta.
I due fratelli lo guardarono per qualche secondo per poi scoppiargli a ridere in faccia, perché sapevano benissimo che quella non era la verità. 
-Ma perché fate così?- iniziò a piagnucolare per poi ridere anche lui…
-Forse è ora di andare, altrimenti faccio davvero tardi! - Mi Rah prese il suo telefono in mano per metterlo nella borsa.
-Ma ti ho detto che puoi dormire qui- gli disse il fratello dispiaciuto. 
-Non posso Oppa, domani mi devo svegliare presto. E da qui non riuscirò ad arrivare in tempo a lezione-
-Andiamo ti accompagno io- Junho le fece un sorriso e si avviò alla porta. Mi Rah annuì e gli sorrise. Abbracciò il fratello con la promessa di mantenersi in contatto e uscì insieme a Junho.
 
Intanto in un locale
 
-Jong  Hyun facciamo un altro giro, offro io!- Joo Won stava alzando la mano per ordinare nuovamente.
-No hyung, basta! Un altro sorso e vomito- disse Jong Hyun singhiozzando.
-Dai è da tanto che non ci ritroviamo insieme a parlare..- cercò di spronarlo – a proposito che ci facevi da queste parti? – cercò di raggirarlo.
-Stavo seguendo una ragazza- appena resosi conto di quello che aveva detto, si chiuse la bocca con una mano.
-Lo sapevo!!- pensò Joo Won ormai ce lo aveva in pugno.
-No cioè, quello che volevo dire..- cercò di giustificarsi in qualche modo il chitarrista.
-Jong Hyun-ya, ma noi ci conosciamo da una vita, sai che puoi dire tutto al tuo hyung. – e gli mise un braccio intorno alla spalla.
-Davvero? Non vedevo l’ora di dirlo a qualcuno.. Ho incontrato una ragazza che mi ha incantato. Ma non so se è già fidanzata, per questo oggi l’ho seguita per scoprire qualcosa su di lei. Oggi ho cercato di avvicinarla ma è molto introversa e mi ha evitato in ogni modo. Da quando l’ho vista per la prima volta c’è un solo pensiero nella mia testa: “DEVO CONOSCERLA”- a queste ultime parole guardò l’amico negli occhi che era rimasto spiazzato da quello che aveva detto il ragazzo, per poi poggiare la testa sul tavolino nauseato dal troppo bere.
“Cosa sta succedendo qui? Jong Hyun non è il tipo che si comporta in questo modo, e neanch’io.. ma cosa ci ha fatto quella ragazza. E’ come se ci avesse scosso dentro, mi sento esattamente come Jong Hyun ma forse io sono in vantaggio rispetto a lui. Siamo nella stessa stanza. Dovrei conoscerla meglio. Sì, ma assomiglia tantissimo a lei ed io..“. 
Mille pensieri stavano passando nella sua mente e non riusciva a fare ordine. Da quando era arrivata Mi Rah qualcosa si era risvegliato in lui. Non era interessato a niente altro se non a se stesso. Ma con Mi Rah era diverso. Si preoccupava per lei, in un certo senso la sentiva parte della sua vita e non poteva lasciarla andare. Neanche se questo voleva dire darla a Jong Hyun che era suo amico d’infanzia e lo conosceva benissimo. 
-Oh...- la voce dell’amico lo distrassero dai suoi pensieri.-Eccola, hyung non è bellissima?- gli disse indicandola sulla soglia del portone. Era appena uscita insieme a Junho. Jong Hyun non ci pensò due volte e prese la sua giacca e le corse incontro. Joo Won rimase turbato a vedere l’amico correre verso Mi Rah, prese il portafogli pagò lasciando i soldi sul tavolino e iniziò a camminare verso di loro. 
-Ehi ci vediamo di nuovo.- Jong Hyun si pose davanti la ragazza salutandola con la mano.
-Il chitarrista!- e così dicendo si inchinò.
-Mi Rah, lo conosci?- chiese Junho.
-Mmm, ci siamo visti oggi per la prima volta, è un bravissimo chitarrista.. il suo nome è..- Mi Rah iniziò ad esitare..
-Il mio nome è Lee Jong Hyun!-
 Intanto arrivò anche Joo Won che guardò Mi Rah. La ragazza non riuscendo a mantenere il suo sguardo abbasso gli occhi imbarazzata. Junho che aveva capito che aria tirava decise di divertirsi anche lui.
-Chi è il suo ragazzo di voi due?- chiese con un sorrisino che non lasciava presagire niente di buono.
-Oppa, ma che domande fai?- disse la ragazza dandogli un pugno sulla spalla.
-Ahi, ero solo curioso.- e iniziò a massaggiarsi il punto dove era stato colpito.
I ragazzi non sapevano cosa rispondere forse era il momento giusto per fare il primo passo. 
-Io.. – parlarono insieme, ma Mi Rah li interruppe.
-Scusatemi, non vi ho presentati.. lui è Lee Junho. E’ un amico di mio fratello. Lui è Joo Won- gli disse indicandolo –e lui Jong Hyun che si presentato prima.-
-Mi fa molto piacere conoscervi. Prendetevi cura di Mi Rah che è come una sorellina per me.- e le toccò la testa.
-Sorellina? –Jong Hyun sembrava essersi ripreso e iniziò a ridere lasciando Mi Rah senza parole, era affascinata da quel sorriso. Joo Won guardava la scena senza parlare e chiuse la mano in un pugno per la rabbia che stava crescendo dentro di lui.
-Ragazzi ho un’idea – esordì Junho – io devo accompagnare Mi Rah al dormitorio e avevamo deciso di prendere un taxi. Anche voi andate al dormitorio vero? Che ne dite di prenderlo tutti e quattro e dividere le spese? Sapete non ho molti soldi per il ritorno.- disse grattandosi la testa.
-No problem!!- disse un euforico Jong Hyun
-Anche per me.- disse pacatamente Joo Won.
-Se siamo tutti d’accordo allora let’s go!!- 
Fermarono un taxi che passava nelle vicinanze. E Junho si sedette nel sedile anteriore con la scusa che dietro si sentiva soffocare. Mi Rah capitò in mezzo ai due ragazzi e la cosa la metteva un po’ a disagio.
Arrivarono vicino all’università e un altro taxi si fermò davanti a loro facendo scendere 3 persone. Junho chiese all’autista di aspettare e tutti e quattro i ragazzi scesero.
-Mae Ri?- chiese Mi Rah vedendo una ragazza che somigliava all’amica. Mae Ri si girò per vedere chi fosse e la salutò.
Junho diede una gomitata alla ragazza –Non ci presenti?- le bisbigliò
-Ah, si scusami. Lei è Mae Ri. Ci siamo conosciute qui all’università- 
-Ah, davvero?!- 
-Twin, hai lasciato la felpa in macchina.- Ai Ri prese la sua valigia dal bagagliaio aiutata da Jung Shin e appena l’ebbe posata sul marciapiede si trovò di fronte Junho. 
Si scambiarono un lungo ed intenso sguardo.- Hai ragione Ai Ri, la prendo subito.- quelle parole è come se avessero svegliato Ai Ri da quella magia, che sbatté gli occhi un paio di volte.
-Junho oppa dovresti andare, l’autista sta aspettando.-
-Sì, vado.- e si avviò verso il taxi, incrociando ancora lo sguardo di Ai Ri e passandole accanto le sfiorò le dita della mano destra. Quel tocco fece provare un brivido ad entrambi.
-Bentornata in Corea Ai Ri!- si disse la ragazza che sorrideva compiaciuta.
-Cosa hai detto?- chiese Mae Ri.
-Niente, che sono felice di essere tornata. – e corse ad abbracciare l’amica.
 
-Pronto Junsu? Sì sono io. Ho appena riaccompagnato tua sorella. Sembra stia facendo strage di cuori .- disse ridendo. Lo fece a proposito per provocare l’amico perché sapeva quanto fosse geloso della sorella.
–Sì, hai ragione la dobbiamo tenere d’occhio.- e così dicendo chiuse gli occhi ripensando a quella ragazza che aveva appena visto.
 

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