SLIDES ~ {Ovvero di come gli eroi riescano a sopravvivere tra bambini pestiferi e mogli nevrotiche}

di margulka93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un bicchiere di troppo ***
Capitolo 2: *** Volere è potere... O quasi. ***



Capitolo 1
*** Un bicchiere di troppo ***


Prompt: 6. Bicchiere di vino
Titolo: Un bicchiere di troppo
Autore: Margulka93
Fandom: Dragon ball
Personaggi: Bulma, Vegeta, Goku, Yamcha e Crilin
Genere: Slice of life/Comico (l'intenzione sarebbe strapparvi un sorriso, poi boh, fate voi :D)
Rating: Verde
Avvertimenti: Nessuno
Lunghezza: 649 parole
Note dell'autore: Carissimi tesori che mi seguite ovunque io vada (?). Dopo aver passato un tranquillissimo ferragosto a casa mia per mettermi al passo con le storie che seguo, sono capitata per caso in questa challenge. È la prima volta che mi getto in una sfida di questo genere, ma considerando che sono riuscita a buttare giù dieci su venti prompt in un pomeriggio, ho deciso di provarci.
Grazie in anticipo a tutti coloro che leggeranno fino in fondo, spero con tutto il cuore che vi piaccia. Al prossimo prompt  ^^
Direi che siamo nel post Majin Bu data la presenza di un Goku in carne e ossa. Spero di riuscire almeno a farvi sorridere.
Enjoy.

 

 

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UN BICCHIERE DI TROPPO
…Ovvero di come i Saiyan scansino gli impegni poco piacevoli.

Bulma rigirò la chiave nella toppa con tutta la delicatezza di cui era capace per non svegliare un certo principe: poteva rivelarsi estremamente fatale, soprattutto se erano le tre e mezzo del mattino.
Cercò istintivamente l'interruttore e gettò la valigia nell'angolo della stanza. Il convegno non era stato una passeggiata e si sentiva terribilmente stanca, ma almeno quello scalmanato del suo ometto era a casa Son a sfoggiare tutti i suoi malefici piani. Stava per decidere da chi dei due genitori Trunks avesse ereditato il malevolo genio, quando i suoi occhi si posarono sulla stanza e ne rimase letteralmente interdetta.
Festoni coloratissimi erano adagiati in ogni dove, stelle filanti imbrattavano gli - ormai non più - immacolati muri, mentre il pavimento era cosparso di briciole, patatine e di strane macchie rossastre. Nel notare l'ultimo dettaglio, il cuore di Bulma ebbe un violento sussulto.
La scienziata si avvicinò per guardare da vicino, tirò un sospiro di sollievo: le macchie erano troppo liquide per essere sangue.
Uno scalpiccio seguito da un flebile lamento provenne dalla cucina. A giudicare dalle condizioni della stanza - e dai coriandoli - una mandria di bambini doveva averla soprasseduta poco prima che giungesse, ma com'era possibile se Trunks non era nemmeno lì?
Si recò in cucina, a passo felpato, e l'unica cosa che le sue labbra riuscirono a formulare fu un sommesso: «Oh».
Yamcha era abbarbicato in cima al frigorifero a mo' di koala, con un'espressione decisamente soddisfatta stampata sul volto e una bottiglia vuota incastrata tra spalla e guancia. Bulma prese un bel respiro, pronta a chiedere, molto ineducatamente, delle spiegazioni quando qualcosa di freddo e duro le sfiorò la gamba nuda. Riuscì appena in tempo a soffocare un urlo di terrore per far posto a una risata. All'urlo di «Brum brum», Crilin era comodamente attaccato al robot delle pulizie notturne, forse convinto di poterlo guidare. Non si accorse neppure della presenza della donna - tanto era concentrato nella guida - e continuava a mormorare fitto fitto, interrompendosi ogni tanto per un singhiozzo.
Il robot fece retro-front in un'elegante curva e Bulma, incuriosita, lo seguì, fino a recarsi in salotto, dove uno spettacolo ancor più singolare non le fece, per poco, cascare la mandibola sul pavimento. Vegeta era profondamente addormentato sulla schiena di Goku, mentre quest'ultimo era appiattito, come una balena spiaggiata, sul tappeto, entrambi tra bottiglie e bicchieri vuoti. Alle loro spalle, sulla parete, si erigeva un grande cartellone bianco con su scritto i loro nomi e alcuni numeri accanto.
«Finalmente… battuto Kakaroth… bicchieri… settantadue…» mugugnò Vegeta, rigirandosi nel sonno.
«Lei non può - sigh - multarmi! Io… Signor Vigile, torni indietro!» urlò la voce di Crilin dall'altra parte della stanza, mentre il robot continuava tranquillamente il suo lavoro. Goku, probabilmente disturbato dal grido dell'amico, si voltò supino e schiacciò la pianta del piede contro la guancia del principe.
Lo sguardo - a dir poco attonito - di Bulma si soffermò nuovamente sul cartellone, notando con orrore un grande "settantadue" accanto al nome di Vegeta. Si avvicinò al marito a grandi passi e lo afferrò per il bavero.
«Vegeta svegliati!» esordì la donna, prendendo il povero principe a ceffoni. Il Saiyan sollevò una palpebra e un barlume di lucidità parve attraversare l'unica pupilla visibile. «Vi è sembrata la serata giusta per una gara di bevute? Lo sai che domani dobbiamo andare a pranzo da mia madre?»
«Appunto» commentò Vegeta, coprendosi gli occhi infastidito dall'intensità della luce.
«Ti ci porto io con il teletrasportooo…» intervenne Crilin, agitando le braccia in aria. La sua voce si spense mentre l'androide lo portava un'altra volta in cucina.
Bulma gettò un'occhiata al cartellone: c'era un grosso "uno" vicino al nome del piccoletto.
«Crilin si è ridotto così con un solo bicchiere di vino?» chiese la scienziata, completamente spiazzata, ma tutto ciò che ottenne fu un sonoro grugnito, il quale annunciò l'immersione di Vegeta nel mondo dei sogni.
«Cos… Vegeta! Svegliati immediatamente!»

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Capitolo 2
*** Volere è potere... O quasi. ***


Prompt: 7. Collana
Titolo: Volere è potere... O quasi.
Autore: Margulka93
Fandom: Dragon ball
Personaggi: Vegeta, Bra
Genere: Slice of life
Rating: Verde
Avvertimenti: Nessuno
Lunghezza: 461 parole
Note dell'autore: Non. Mi. Linciate. Sto facendo del mio meglio, giuro, ma tra lavoro, mancanza di tempo e permanenza nella mia adorata casetta, riesco a scrivere pochissimo. In compenso mi sto gettando in una specie di versione estesa di "Perché dovrei perdonarti" in capitoletti completi visto che in questa fic sono passata dal torneo alla fine di Majin Bu in appena due capitoli.
Ordunque, il prompt di oggi vede due protagonisti che io adoro. Non c'è stata una vera e propria ispirazione, in realtà la collana inizialmente doveva essere un regalo di Yamcha a Bulma e che il principe trovava casualmente tra le sue cose e... divago come al solito, beh questo è il risultato (non chiedetemi come ci sia arrivata), spero comunque vi piaccia.
Risponderò tra esattamente tre minuti alle vostre meravigliose recensioni. Io. Vi. Amo. Giuro!
Enjoy.

 

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VOLERE È POTERE... O QUASI.
…Ovvero di come bastino solo due occhi azzurri per battere un principe

Un affronto.
Quello era un orribile, schifido, suicida affronto al grande e valoroso principe dei Saiyan.
Chiunque avesse anche solo osato proporre una cosa del genere a lui, era automaticamente destinato ad un'atroce fine. Peccato che il chiunque in questione non era, per l'appunto, un comune chiunque. Ed era proprio a causa di questo piccolo particolare che Vegeta non poteva.
No. Non poteva.

«Mettila» sillabò il perfido mostriciattolo, tendendogli quell'orribile cosa. Era un comando secco, il quale non dava possibilità alla benché minima replica. Detto in un tono che, probabilmente, utilizzava solo lui per spaventare le vittime più temerarie.
«Non prendo ordini da nessuno, io» rispose Vegeta, alzando il mento e incrociando, nel medesimo istante, le braccia. «Ficcatelo bene nella testolina, Bra».
Semplice. Quando il principe diceva no, era no.
Mai nessuno si sarebbe sognato di ribattere il contrario.
La bimba sogghignò malignamente e, come se un fantasma fosse appena entrato in lei, possedendola, si trasformò in un dolce agnellino. Spalancò gli occhioni azzurri e li sbatté con estrema lentezza, piegò gli angoli della bocca all'ingiù, mentre le sue braccia cinsero il polpaccio del genitore. Vegeta, dal suo canto, tentò d'indietreggiare, ma capì immediatamente che neanche con l'ausilio di una fiamma ossidrica se la sarebbe tolta di dosso.
Si diede - stranamente - dello stupido.
«All'asilo ho scelto solo i bottoni più belli per te».
Si diede - automaticamente - dell'idiota.
In un solo momento Vegeta si rese conto di aver commesso il più fatale degli errori. Per un attimo si era dimenticato di chi era figlia quella mocciosa e, preso dall'impeto del proprio orgoglio, l'aveva sfidata frontalmente, permettendole di far breccia nelle proprie difese.
Poco male, ne sarebbe uscito indenne. Era il principe dei Saiyan, mica l'ultimo dei Kakaroth.
Prese un respiro profondo ed espirò, pronto a urlare a una mocciosetta di appena quattro anni che non avrebbe mai indossato roba da femminucce, tuttavia quando posò lo sguardo in basso, Bra era sparita. In compenso un'orribile cosa multicolore alloggiava sul proprio petto, mentre i capelli gli  parvero farsi un po' più pesanti.
«Sai che ti sta proprio bene, papino?» disse Bra, sporgendosi dalla testa del padre, reggendosi alle ciocche corvine per non perdere l'equilibrio e ammirando la splendida collana di bottoni che aveva creato per lui.
Il principe ci provò in ogni modo, ma comprese che egli non poteva nulla contro di lei.
Nulla.
Vegeta smise di boccheggiare solo quando le labbra - al contrario - di Bra si depositarono sul proprio naso per regalargli un lieve bacio, mentre i suoi occhi azzurri sostenevano, con un acceso barlume di vittoria, il proprio sguardo intontito.
 
 
Un celebre detto dice: "volere è potere", ma in fondo - molto in fondo - in alcuni rarissimi casi, per un certo principe può valere anche il contrario.

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