Kal Ho Naa Ho

di Lexy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Scelta ***
Capitolo 2: *** L'Incontro ***
Capitolo 3: *** L'Attesa ***
Capitolo 4: *** Primo Settembre ***
Capitolo 5: *** Il Primo Litigio ***
Capitolo 6: *** Tu Come La Vedi? ***
Capitolo 7: *** Il Futuro ***
Capitolo 8: *** Qualcosa è Cambiato ***
Capitolo 9: *** Il Gioco Del Re ***
Capitolo 10: *** Tempi d'oro ***
Capitolo 11: *** Incontri e scontri in un tranquillo week-end ad Hogsmeade ***
Capitolo 12: *** Come mai nella vita ***
Capitolo 13: *** QUIDDITCH!! ***
Capitolo 14: *** A me piacciono gli orsetti scavatori!! ***
Capitolo 15: *** Programmi per il week-end? ***
Capitolo 16: *** Avrei potuto impedirlo ***
Capitolo 17: *** Coniglio vecchio fa buon brodo ***
Capitolo 18: *** L'innominato ***
Capitolo 19: *** Il morso di un Licantropo ***
Capitolo 20: *** Il ballo di Halloween ***
Capitolo 21: *** Pipistrelli Giganti e matti ridenti ***
Capitolo 22: *** Gli uomini sono cacciatori!! ***
Capitolo 23: *** La chiave di IS ***
Capitolo 24: *** Fulmina Belli!!! ***
Capitolo 25: *** Cose pericolose ***
Capitolo 26: *** I Centauri sono saggi! ***
Capitolo 27: *** Charisius ***



Capitolo 1
*** La Scelta ***


Limb by limb and tooth by tooth

Limb by limb and tooth by tooth
Tearing up inside of me
Every day every hour
I wish that I was bullet proof

Wax me
Mould me
Heat the pins and stab them in
You have turned me into this
Just wish that it was bullet proof

So pay the money and take a shot
Leadfill the hole in me
I could burst a million bubbles
All surrogate and bullet proof

And bullet proof
And bullet proof
And bullet proof

 

 

Per favore! Non lasciatevi ingannare dai toni tetri di questo capitolo perchè in futuro, cambierà radicalmente! Se non volete leggere questo cap, fate pure, potrete leggere quello successivo senza perdervi nulla di fondamentale! Un grazie a tutti, spero che questa riedizione della storia abbia più fortuna della precedente! Bacioni a tutti!

 

 

CAPITOLO 1: La Scelta.

 

Voi direste che è brutto morire... per me non lo è stato, invece... sono stato vampirizzato il 10 Giugno del 1983. Il giorno in cui morii... avevo 16 anni...! Ancora oggi ricordo perfettamente ogni dettaglio di quella sera...e come avrei potuto scordarlo...? Il giorno in cui venni letteralmente "sedotto ed abbandonato" dal mio Sire...

 

Ma cerchiamo di andare avanti con ordine...era una sera estiva come tante altre, le vacanze erano iniziate da poco, ed io mi stavo godendo il mio spazio, finalmente... non più circondato da marmocchi saltellanti e gioiosi (rabbrividisco al solo pensiero) e da Grifondoro prepotenti e dispettosi... (voglia di spaccare qualcosa al solo pensiero!)

 

Insomma, stavo passeggiando per le strade deserte...saranno state le 11 di sera e tutti erano a dormire, (Sì, devo dire che c'è sempre stata una vita molto attiva, dove abito io...-.-...) stavo fumando una sigaretta (brutta abitudine, lo so...ma uno dei pochi modi che avevo di uscire dalla monotonia, se mio padre mi avesse beccato sarebbero venute giù botte...e quelle sarebbero state il minimo...)

 

Stavo giusto pensando questo , quando all'improvviso sentii una presenza davanti a me... alzai lo sguardo, e vidi LUI. Naturalmente percepii che c'era qualcosa di sbagliato nell'uomo, e ne ebbi paura... anche se dall'esterno non lo davo a vedere, comunque con lui le mie maschere non funzionavano... ben presto mi accorsi che poteva leggermi nella mente... buffo no, come qualcuno così attaccato alla sua privacy, tanto da arrivare quasi alla paranoia come me, un giorno potesse incontrare qualcuno capace di denudarlo della sua corazza e leggere in lui tutti i suoi più intimi segreti, inclusi quelli più sporchi e oscuri...

 

Con la mano cercai la bacchetta e lui mi disse di non aver paura e che il suo nome era Harlan. Naturalmente non ricambiai il favore presentandomi a mia volta, continuavo però, a seguire tutti i suoi movimenti con lo sguardo, come se mi stesse per attaccare... ma immaginate la sorpresa nel sapere che lo sapeva già, come mi chiamavo.

 

Continuò dicendo che sapeva anche a cosa stavo pensando prima di accorgermi di lui. Ed indovinò perfettamente...pensavo agli abusi subiti da entrambi i miei compagni di scuola e da mio padre... persone crudeli da cui ho sempre ricevuto solo male... Lo stupore si trasformò in rabbia, nel sentire quei discorsi.

 

Non volevo che lui, un estraneo mi dicesse quelle cose, non volevo che le sapesse! Ne lui ne nessun'altro doveva sapere quanto mi sentivo sporco e insignificante...! Quanto queste persone sono riuscite a condizionare la mia vita! Persi la calma, e quasi gli gridai di spiegarsi e dirmi come sapeva tutte quelle cose... o meglio chi gli avesse raccontato tutte quelle assurdità.

 

E lui, col tono più naturale del mondo mi disse che me le aveva lette dalla mente... io ero una persona facile da stupire, ma in quel momento ricordo di aver voluto fuggire... io che non sono mai fuggito da nulla e nessuno, nemmeno da mio padre nei suoi giorni peggiori, eppure volevo disperatamente fuggire davanti a quest'uomo...

 

Lui rappresentava la verità...una verità che ho tante di quella volte negato e distorto che perfino io ero quasi sul punto di credere alle mie stesse bugie. Sentirmi sbattere in faccia tutte quelle cose e in quel modo mi fece vedere rosso, il cuore mi batteva a 1000 e mi stava scoppiando la testa. Da lui non avrei mai potuto nascondermi...

 

Immediatamente gli gridai di sparire e di lasciarmi stare. Cercai di fuggire, ma appena mi voltai, lui era di nuovo davanti a me, più vicino e minaccioso che mai... mi disse di non stare troppo sulla difensiva, che non aveva cattive intenzioni, e , che ci crediate o meno... a  quelle parole un'aria di pace fu emessa dall'uomo, che riuscì immediatamente a calmarmi.

 

Senza darmi la possibilità di dire nulla, iniziò a farmi tante promesse, di vendetta, di potere, di eternità... mi disse che mai più nessuno sarebbe riuscito a farmi del male, e che avrei avuto la possibilità di vendicarmi di tutti loro, se avessi voluto. Tutto ciò che richiedeva era una parola...ed io, sedotto dalle sue parole ed inebriato dalle sue promesse, non potevo che rispondere "sì".

 

Mi sentivo come sotto ipnosi. Ricordo che lui mi carezzò lievemente il viso col dorso della mano, facendomi reclinare il viso fino ad esporgli il collo. Non tutti i vampiri ricordano cosa provarono nel momento vero e proprio dle morso, ma io lo ricordo benissimo...

 

Il momento in cui i suoi canini affondarono nella mia carne...il momento in cui la mia vita cambiava... il momento in cui non avrei più sofferto dalle loro mani... il momento in cui forse avrei potuto essere libero... ed io mi sentii come nel momento in cui si sta per raggiungere l'orgasmo. Sentivo il piacere scorrere dentro di me, e credo che gemetti mentre lui mi stringeva a se, tenendomi sollevato da terra. Credo che anche lui gemette durante il morso.

 

Pochi momenti dopo i miei occhi si chiusero, nonostante io lottassi per tenerli aperti qualche attimo di più. Ero spaventato al pensiero che questa volta, davvero... stavo per morire. Però dentro di me c'era anche la certezza che sarei tornato. LUI non mi avrebbe mai abbandonato, non mi avrebbe permesso di morire! Lo sapevo! Divenne tutto buio.

 

Non so per quanto tempo rimasi svenuto, ma quando ripresi i sensi, stavo bevendo del sangue. Ma in una straordinariamente piccola quantità. Ero ancora debole, ma riuscii ad aprire gli occhi. Ero ancora io. Ero di nuovo vivo... anche se non letteralmente visto che non respiravo e che il mio cuore non batteva più.

 

La prima cosa di cui mi accorsi, fu del suo viso davanti al mio, delle sue labbra sulle mie e della sua lingua che si muoveva con la mia, nella mia bocca... lui si era morso la lingua e mi stava nutrendo baciandomi.

 

La seconda cosa di cui presi coscienza, fu che eravamo nella mia stanza, a casa mia! E che eravamo entrambi nudi, lui sdraiato sopra di me, tra le mie gambe!

 

La terza cosa di cui mi accorsi, fu in assoluto la più spaventosa... il mio corpo era cambiato, sentivo qualcosa di diverso...! E non parlo dei nuovi sensi da vampiro, o della forza inumana, o altro... parlavo proprio del mio corpo nella sua struttura!

 

Ed in effetti, ebbi possibilità di accorgermene quando lo sentii toccarmi in punti nuovi... ora ero anche ermafrodito! Ero in possesso di entrambi gli organi sessuali, sia maschile che femminile!

 

Quando trovai un po' di forza, sollevai le braccia per toccare il suo petto muscoloso. Nel momento in cui lo feci, lui alzò la testa per guardarmi, privandomi del piccolo ma costante nutrimento di sangue che prendevo dalla sua lingua. Senza potermi controllare, emisi un lamento alla perdita.

 

"Ti amo." mi disse.

 

Io non risposi nulla. Troppi sentimenti stavano girando nella mia mente così contrastanti l'uno con l'altro, che ero sicuro che se avessi aperto bocca avrei detto qualche cavolata. Ma lui lo sapeva. Lo sentivo nella mia mente, era lì, e mi confortava, quella presenza. Senza Parlare, mi fece sapere che era a conoscenza del dolore che mi avevano inflitto i miei precedenti incontri di tipo sessuale, che non ero mai stato consenziente prima... ma mi rassicurò sul fatto che lui non avrebbe fatto nulla contro la mia volontà.

 

Io mi fidai. Per la prima volta nella mia vita riuscii a fidarmi... riuscii ad abbandonarmi a lui completamente. E fu bellissimo. Con le dita continuava ad esplorare quella nuova parte del mio corpo, ora umida e calda. Nel momento in cui le ritrasse, mi baciò di nuovo. Io ricominciai automaticamente a succhiare il sangue dalla piccola ferita, e lo sentii mentre mi penetrava.

 

Mi accorsi che ad un certo punto il mio corpo metteva su una piccola resistenza a quell'invasione, ma non abbastanza forte da impedirgli di prendermi. Avvertii un dolore acuto ma non forte... non per essere volgare ma mi ricordava quasi la sensazione che provai quando andai a farmi il piercing al naso...

 

Comunque, più lui si muoveva in profondità, più il dolore diventava forte. Ad un certo punto, pensai anche di allontanarlo da me, non lo volevo più! Mi stava facendo male anche lui, volevo respingerlo, volevo che uscisse da me! Provai a ribellarmi, e quando lui veramente si fermò, ammetto che ne restai stupito.

 

Mi sussurrò di non agitarmi, che era normale, che avrei comunque ricavato piacere dall'incontro, e che voleva essere gentile per darmi un nuovo ricordo del momento in cui persi la mia verginità. Mi carezzava gentilmente, e con passione, distribuendo baci in giro per il collo e il petto. Io mi rilassai di nuovo, e stavolta gli permisi di arrivare fino in fondo.

 

Il dolore sparì quasi subito, come lui mi aveva promesso, e lasciò il posto al piacere. Le sensazioni che provai furono così intense!!! Non avevo mai provato nulla di simile! Il piacere era talmente intenso ed inaspettato, e nuovo, che... quasi faceva male. Credevo sarei morto di nuovo! Il tempo parve fermarsi, e lui mi sussurrava che avrebbe voluto fare l'amore con me per sempre.

 

Io ero felice. E per la prima volta posso dire di aver veramente "fatto l'amore". E non subìto inerme tutto ciò che mi veniva fatto. Lui mi stava dando tutto questo. Lo amai da quel momento. Colui che mi aveva dato tutto dopo che tutto mi era stato tolto...

 

Ma purtroppo anche quel piacere raggiunse il proprio apice e si spense... mi sentivo esausto. Ma prima che potessi addormentarmi, lui mi disse in tono addolorato ma pieno d'amore

 

"Vorrei restare con te, Severus, ma non posso... verrà il tempo in cui tornerò, te lo giuro. Ma quando sarà il momento. Tu devi maturare, Sev...devi fare le tue scelte, e... anche se lo vorrei, io in questo non posso aiutarti, e non devo. Ti posso dire solo una cosa... sempre...sii forte sempre..."

 

Io annuii, e dopo che quella presenza straordinaria ebbe baciato un’ultima volta le mie labbra, io caddi addormentato, per la prima volta tranquillo e senza nessuna paura.

 

Ma dal momento in cui mi risvegliai, capii cosa intendeva con "sii forte"...

 

Più il tempo passava, più il mondo intorno a me diventava insostenibile. Ogni cosa era una torura, i miei sensi dovevano essersi decuplicati, e rendevano tutto doloroso.

 

Riuscivo perfino a sentire il rumore dei passi dei topi in soffitta! Quando pioveva, le gocce che cadevano sul tetto sembravano bombe che mi esplodevano nelle orecchie, e credetti veramente di diventare sordo!

 

Ero costretto di continuo a prepararmi pozioni che mi calmassero i sensi, ma la cosa più dolorosa era la fame. Mi faceva quasi gridare di dolore...per giorni e giorni restai chiuso nella mia stanza a sperimentare qualche pozione che mi aiutasse ad andare avanti senza impazzire.

 

La mamma era preoccupata a morte, ma nonostante mi pregasse di lasciarla entrare, io non la lasciai mai, per paura di poterle fare del male se mi si fosse avvicinata.

 

La sentivo piangere nel salotto al piano di sotto, e sentivo mio padre arrabbiarsi perchè spendeva lacrime per una nullità come me, e che se veramente volevo morire là dentro, ero il benvenuto...tsk...la stessa persona che diceva di amarmi mentre si forzava su di me...

 

Ma stranamente, le sue parole non mi ferivano come avrebbero dovuto. Come avrebbero fatto prima del mio cambiamento. In genere venivo ferito da affermazioni del genere, ma da allora mi sembrava quasi di sentirmele scivolare addosso.

 

La nostra elfa domestica, Poppy, girava per casa piangendo per me e biascicando parole tristi, e pregando che stessi bene. Ogni giorno mi passava il cibo da sotto la porta, che io regolarmente gettavo via.

 

Quando cominciai a mancare di ingredienti vitali per le mie pozioni, cominciai a chiederle di procurarseli per me, dandole i soldi che tenevo da parte per le emergenze, o meglio per il momento in cui mi fossi deciso a scappare di casa.

 

Poi, le chiesi anche di procurarsi alcuni libri dalla biblioteca di mio padre, cosa ancor più pericolosa per lei, in quanto nemmeno io ero mai stato autorizzato a toccare quei libri. Ordine che io non rispettai mai naturalmente!

 

Lei fece sempre tutto quello che le chiedevo per poi autopunirsi una volta trovatasi da sola. Mi dispiaceva che dovesse fare tutto questo per me, ma d'altronde lo avrebbe fatto ugualmente anche senza un motivo preciso.

 

Di giorno, serravo le finestre della mia stanza, per paura del Sole... non ne ebbi mai tanta paura come in quel periodo. E, infatti le prime ricerche che condussi, furono su questo. Dovevo trovare il modo di riuscire a stare al Sole! Non potevo abbandonare Hogwarts ora! Non col futuro brillante che mi si prospettava una volta avuto il tanto sudato diploma! Non quando mi mancavano solo altri due anni! E soprattutto, non quando l'unica altra alternativa era restare chiuso nella mia stanza!

 

Tuttavia, non potevo non pensare di essere un mostro! Avevo una forza inumana a dir poco, che comunque col passare del tempo andava affievolendosi leggermente. Mi impressionai quando capii che potevo scalare i muri, ed ebbi orrore di me stesso quando capii che potevo leggere la mente delle persone anche ad isolati di distanza, e se non bloccavo la mia mente da invasioni esterne, venivo invaso dai pensieri di decine di persone.

 

Più avanti scoprii anche come ipnotizzare piccoli animali e convincerli ad avvicinarsi a me, e, anche se odio ricordarlo, mi nutrivo di loro quando la fame diventava veramente insostenibile.

 

Per quanto riguarda l'aspetto fisico, invece, mi faceva gridare "mostro!" contro lo specchio. Le mie unghie erano lucide e sembravano fatte di vetro. La pelle non aveva più pori, era bianca e liscia, come porcellana, gli occhi brillavano al buio, erano diventati blu! E i denti...! I miei canini spuntavano fuori senza controllo quando avevo fame, erano lunghi, ed appuntiti come coltelli.

 

Ed ero freddo come il marmo...

 

E naturalmente senza parlare della mia vagina nuova appena appena usata... -.- ...

 

Coprii tutti gli specchi della mia stanza, non potevo reggere quel mostro che mi fissava dall'altra parte...

 

Passò circa un mese, era il 3 Luglio quando finalmente riuscii a distillare una pozione per coprire il blu degli occhi facendoli tornare neri come erano un tempo! Il 5 riuscii a trasformarla in soluzione solida, in modo che passassero inosservate, come caramelle, di un colore nero tipo liquirizia.

 

Il 7 incappai casualmente in una cura per il vampirismo...fissai la pagina per qualche minuto, dopodichè passai oltre. Ero ancora troppo legato alla promessa del mio Sire per poter anche solo pensare di arrendermi. "sii forte". queste due parole erano ormai le uniche cose che mi facevano andare avanti.

 

Il 9 esultai per ever trovato una pozione contro il sole, la potenziai e la trasformai in crema, il tutto concluso per il 19 di Luglio! Ero contento ed orgoglioso di me stesso per la prima volta in un mese! Sorrisi e dormii tranquillo per non so quanto tempo.

 

Purtroppo mi risvegliai al rumore di colpi alla porta e della voce arrabbiata di mio padre. Era evidente che si era ricordato della mia esistenza. Emisi un piccolo ruggito di frustrazione, e mi rigirai tra le coperte.  Lui insistette.

 

"Insomma, Severus, sei dentro??"

"Di certo non sono andato a farmi una passegiata sui bastioni, tu che dici??"

 

Risposi con voce altrettanto innervosita.

 

"Beh? Cos'è quel tono, eh? Risparmia l'ironia per i tuo amici, sempre se ne hai! è ora che esci da lì, tua madre non fa che piangere! Si può sapere, in nome di Merlino, che diavolo stai combinando là dentro??"

 

"Quello che faccio non ti riguarda! Dì pure alla mamma che sto bene, e che uscirò fra qualche giorno!"

"Cosa?? Apri immediatamente, mostriciattolo che non sei altro!!"

"Non ci penso nemmeno!" Dissi in modo canzonatorio con il tono elaborato delle bimbe che ri rifanno il verso.

"Severus, non costringermi a buttare giù la porta! Poi lo sai come va a finire se mi fai arrabbiare!"

"Devi esserci nato arrabbiato, allora..." borbottai e feci per riaddormentarmi.

"Per l'ultima volta, apri-questa-porta!!!"

 

Sorrisi, immaginandomi la sua faccia arrabbiata, ma poi sentii la voce della mamma che diceva disperata a mio padre

 

"N-no, ti prego lascialo stare! Sono sicura che presto uscirà! Uscirai presto, vero Severus?"

 

"Tra qualche giorno!" Risposi. Ormai del tutto sveglio, e mi appoggiai sui gomiti, tirandomi su. Andai a mangiare una delle "caramelle per gli occhi" a cui, riflettei, ancora dovevo dare un nome.

 

"Sentito? -sembrò pregare mia madre- la...lascialo stare, Tobias..."

"Tu torna di sotto, me la sbrigo io con mio figlio! C'è solo un modo per trattare con lui, e lo sai!"

"No! Non voglio che lo picchi ancora! Non telo permetto!" Disse mia madre in un momento di coraggio.

 

Quando sentii il rumore dello schiaffo che mio padre le aveva dato, non ci vidi più. Lo sentii gridare

 

"Non usare quel tono con me! Cosa vorreste fare? Un'insurrezione?? Ci penserò io a rimettervi in riga, a tutti e due!!"

 

Mentre ancora stava parlando, io aprii la porta e mi appoggiai alla stessa. Quando lui si voltò e mi vide disse

 

"Ah! Ecco che ti sei degnato di uscire alla fine!!"

 

Mi si avvicinò ed al zò una mano per colpirmi, a quel punto, vidi mia madre cercare di trattenerlo, ma in cambio del gesto venne colpita di nuovo. A quel punto, ero letteralmente accecato dalla rabbia. Tenevo le labbra serrate e gli occhi spalancati.

 

Improvvisamente gli afferrai un braccio e lo spinsi lontano da mia madre, ma probabilmente ci misi troppa forza, perchè andò a sbattere contro il muro opposto. Quando si riprese dallo stupore, la sua faccia si contorse dalla rabbia.

 

"Tu...maledetto...!"

 

Non gli permisi di continuare, gridandogli in preda alla rabbia "Tu non ci farai mai più del male! Ne a mia madre ne a me, chiaro?? Non te lo permetterò mai più!!"

 

"Come osi parlarmi così? Piccolo farabutto che non sei altro!!"

 

Quando cercò ancora di colpirmi, lo lasciai fare, il viso si spostò leggermente sotto la forza dell'impatto, ma non sentii dolore, ormai ero tropo forte. Credo che sorrisi involontariamente a quel punto, e gli afferrai la gola spingendolo ancora una volta contro il muro, gli dissi "Ti sei divertito abbastanza con noi ma ora basta... prima te lo metterai in testa meglio sarà per te...!"

 

Quando lo lasciai, per poco non cadde a terra, e guardandomi per la prima volta da quando uscii, mi disse, la voce piena di orrore

 

"Ma tu... cosa sei? Come puoi fare una cosa del genere a tuo padre?!" Quasi mi venne da ridere...

 

"Oh...mi sto commuovendo..." Dissi canzonandolo di nuovo. Poi, continuaui in tono serio ma calmo. "Tutte le volte che ci hai abusato... non si contano! Mi chiedi cosa sono? TU, cosa sei! Ti dai il titolo di padre e di marito, ma non sei ne sarai mai il nostro padrone! Non più, almeno! E' finita!"

 

Sul suo volto la rabbia e l'umiliazione della sconfitta. Mi diede una spinta per allontanarmi da se. Guardò prima me, poi mia madre, che aveva un'espressione ancora più stupita di lui, e disse ricomponendosi

 

"Bene. Le cose stanno così, dunque. Bene! -ripetè- Potete benissimo andare fuori da casa mia! Per domani sera vi voglio fuori di qui, o sulle ginocchia ad implorare perdono!"

 

Così dicendo se ne andò. Mia madre continuava a fissarmi senza dire una parola, ma io non mi mossi finchè non sentii il rumore del portone che sbatteva. Poi, tranquillamente rientrai nella mia camera, lasciando la porta aperta così che se avesse voluto, mia madre avrebbe potuto seguirmi. Aprii tutti gli armadi e tirai fuori il baule incantato più grande che possedevo.

 

Cominciai a metterci dentro le attrezzature e gli ingredienti indispensabili per le pozioni, poi i miei libri, le cose per la scuola, e poi i vestiti che scelsi di portarmi. Durante queste operazioni mia madre mi guardò senza dire una parola.

 

All'improvviso mi chiese, la sua voce lenta, come nel sonno "Che fai...?"

 

"Preparo le valigie. Per andarmene. E se vuoi il mio consiglio, penso proprio che faresti meglio a farlo anche tu. Potrebbe essere la tua ultima occasione per andare via da questo posto maledetto."

 

La vidi abbassare lo sguardo e chiedere con un filo di voce che senza il mio udito sviluppato non sarei di certo riuscito ad intercettare "E...dove vuoi andare...?"

 

"Dovunque! -sbottai io a quel punto! Come poteva preoccuparsi di dove andare? Per me era evidente che qualsiasi posto sarebbe stato meglio di quel posto! Ma poi dissi, calmo ed il più gentile possibile- Vieni anche tu...?"

 

Un minuto passò senza che lei mi rispondesse, così continuai a fare la mia valigia. Per un istante credetti fosse veramente impazzita, ma quando sentii la sua risposta, ne fui convinto.

 

"Io credo che... dovremmo restare..."

 

"Per fargli da servi? Per umiliarci a chiedergli scusa per colpe che non abbiamo? Ed hai una vaga idea sul perchè lui mi voglia inginocchiato davanti a lui?" Dissi tranquillamente, suggerendole la verità.

 

Per qualche secondo non mi rispose, rimanendo nel suo stato quasi ipnotico, ma poi aggrottò le ciglia in segno di concentrazione, e ci arrivò, finalmente. La sua faccia stupita e piena di orrore.

 

"Lui...lu...che...che cosa ti ha fatto, Sev...?!"

 

Stava evidentemente per piangere. Io non le risposi, ci guardammo negli occhi per un lungo minuto. Poi dissi

 

"Non so tu...ma io ora preparerò le valigie, cenerò con calma, mi farò un bagno rilassante, ruberò qualche libro dalla sua preziosa biblioteca, dormirò, e domani mattina andrò in città a cercare una stanza dove restare finchè non avrò trovato una sistemazione permanente. Tu cosa farai?"

 

Per un po' parve indecisa, ma poi mi guardò sicura e disse "Farò anche io la mia valigia, cenerò con te, mi farò un bagno anche io, mi preparerò per la notte, poi gli ruberò i soldi che tiene nella cassaforte, dormirò, e domani mattina ce ne andremo a Londra."

 

"Sembra perfetto." Dissi sorridendole, orgoglioso di lei.

Lei sorrise. Aveva un aspetto così gentile, ed un viso così dolce. Prima che si ritirasse per attuare i suoi progetti, però, ritenni opportuno fermarla per dirle "Ah, mamma...?"

 

"Cosa c'è?"

"Sono un vampiro..."

 

Lei mi guardò negli occhi in modo intenso, tanto che credetti sapesse leggere nella mente anche lei, poi, semplicemente alzò le spalle. Io spalancai gli occhi stupito. Tutta qui la sua reazione? Lei mi sorrise e sparì fuori dalla stanza. Anche io sorrisi a me stesso. Avevo veramente una mamma unica... anche se forse con qualche rotella in meno...

 

 

Il nostro piano proseguì in modo del tutto tranquillo e senza fretta alcuna. Ci eravamo dati appuntamento nel salotto per le nove dell'indomani mattina, davanti al camino, per dare inizio alla nostra grande fuga, ma lei tardava. Passarono le dieci, le undici, ma lei non si vedeva. Io non mi mossi da lì, troppo distratto a guardare con i miei nuovi sensi i disegni del tappeto. Non avevo mai notato quanto fosse straordinario!

 

Ammetto che pensai di arrotolarlo e mettere nel baule anche quello! Solo che poi mi invaghii anche della carta da parati e degli intagli del camino, così ritenni più salutare scartare l'idea... mia madre si fece finalmente viva a mezzogiorno. Le sorrisi quando la vidi quasi euforica...!

 

Non ebbi nemmeno il coraggio di chiederle il perchè di un simile ritardo. Non sarebbe stato educato chiedere ad una donna perchè arriva tardi.

 

"Andiamo" sorrise, prese la polvere da una ciotola vicino al camino, e me la diede. "Vai prima tu."

 

Feci un passo nel camino, scandii bane le parole "Diagon Alley!" e un minuto dopo mi trovavo la, un po'strapazzato, ma sano, e nel posto giusto. Poco dopo mi seguì anche lei. Trovammo una stanza singola al Paiolo Magico, visto che lei non voleva dormire da sola. Pranzammo, e ci dedicammo a disfare i bagagli. Arrivò presto sera. Mentre ci stavamo silenziosamente preparando per la notte, lei disse

 

"Non posso crederci...alla fine l'ho fatto...!" Lasciai che il silenzio aleggiasse per qualche secondo, poi "E ne sei felice?"

 

"Si." sorrise ancora. Non la vidi mai sorridere tanto come in quei giorni. Un po' per la felicità vera e propria, un po' per l'isteria del momento. Doveva essere tutto nuovo per lei. Non aveva mai vissuto con le sue forze, si era sempre dovuta affidare prima ai suoi genitori, poi a suo marito. Mi faceva perfino tenerezza!

 

Una volta nel letto, lei mi strinse a se, come quando ero piccolo. Passarono i minuti e nessuno dei due dormiva, io mi lasciavo cullare dal battito del suo cuore che, notai, a volte accellerava probabilmente al pensiero della giornata trascorsa. All'improvviso disse piano col cuore che batteva a mille

 

"Ho riempito la casa di incantesimi-trappola prima di andarcene..." Rise un po' nervosamente, e per l'ennesima volta nella giornata disse "Non ci posso credere."

 

Io sorrisi divertito al pensiero delle trappole che mia madre aveva seminato in giro. E dovevano essere tante, considerata la quantità di tempo che ci ha impiegato a seminarle...!

 

"Hai fatto bene." La incoraggiai , e ridemmo per un po'. Poi lei disse ancora, ma con un tono cauto

"Si arrabbierà molto..."

"Già..."

 

Silenzio. Parlai ancora solo quando la sentii tremare leggermente.

 

"Ma non potrà farci più nulla, ormai." Lei mi strinse un po'di più, poi sussurrò

"Grazie -mi baciò la fronte- buona notte piccolo vampiro."

 

Questa sarebbe potuto essere il perfetto finale per una storia strappalacrime, ma in tutta sincerità quella notte non andò a finire così.

 

Per quanto mi sarebbe piaciuto addormentarmi, qualche ora più tardi, la fame tornò ad invadermi in tutta la sua potenza, tenendomi sveglio, e non nego che stare così vicino ad un corpo umano era una tortura. I miei sensi mi tentavano da tutte le direzioni, e le mie viscere erano in fiamme...

 

Mi alzai dal letto senza svegliare mia madre, e feci quella che ritenni la cosa più elettrizzante della mia vita fino a quel momento... uscii nel mondo babbano.

 

Vagai per ore, ascoltando i pensieri dei babbani che camminavano per le strade...dovevo sembrare poco più di un fantasma... i suoni della città mi assordavano, e gli odori nauseabondi dei gas di scarico mi facevano venire voglia di buttarmi per terra e rotolare come un cane in preda all'esaurimento nervoso! Comunque cercai di ignorare tutte queste cose. Ero concentrato solo sui pensieri delle persone.

 

Solo inconsciamente sapevo cosa stavo cercando, ma quando lo trovai, qualcosa dentro di me gridò, e divenni immediatamente cosciente della mia natura. Era uno stupratore. Mi sembrava di stare per esplodere, sentivo l'eccitazione montare dentro di me, sentivo di volerlo! Volevo MODERLO!

 

Lo feci.

 

E cosa vi aspettate che sia per un vampiro bere del sangue da una persona? Qualcosa come consumare un normale pasto? Ammetto che anche io lo pensavo... prima di provarlo.

 

Mentre tenevo le labbra sul suo collo, insieme al suo sangue, bevvi tutti i suoi ricordi, uno per uno in una corrente d'estasi. Non mi ero mai sentito meglio! Quello che provai posso definirlo solo come PURO PIACERE. Pura lussuria per il suo sangue, per la sua cattiveria, per tutto ciò che aveva da darmi. E mi diede tutto.

 

L'ho odiato, l'ho amato come un figlio, e mi sono commosso quando l'ho avuto tra le braccia, sentivo il suo sangue pompare a mille, il suo cuore pulsare come un pazzo, per poi rallentare fino a fermarsi inevitabilmente. Sentii il suo sangue scivolarmi dentro e nutrire ogni singola cellula del mio corpo non-morto.

 

E fui invaso dal potere, sia fisico che mentale. Ed ebbi la certezza che da quel momento nessuno avrebbe più potuto farmi quello che QUELL'UOMO mi aveva fatto.

 

Per la prima volta ero completamente sazio. Mi ero nutrito come si deve, finalmente! L'udito non mi feriva più, l'olfatto mi infastidiva appena, e non mi sembrava possibile che fino a poche ore prima, mi riducevo ad una massa di sofferenza se non bevevo litri di pozioni calmanti.

 

Tutti i ricordi del mio dolore erano lontani al punto da sembrarmi irreali. I momenti in cui mi rotolavo sul pavimento della mia stanza con le mani sulle orecchie perchè di sotto qualcuno aveva rotto un bicchiere, o per le lezioni di piano della vicina di casa.

 

E per la prima volta, riuscii a vederlo come un DONO. Non mi sentivo più un mostro. Quell'uomo...quella feccia. Lo strinsi a me, e presi la sua vita, gliela strappai senza pietà, gli diedi quello che si meritava, lo feci disperare prima di ucciderlo! Lo punii col gusto di chi mangia un dolce.

 

E diventai forte. Mi fortificai.

 

Tornando indietro verso il Paiolo Magico, non pensai a nulla...camminavo in estasi, come in sogno, o sotto l'effetto di una droga. Tornato alla stanza che dividevo con mia madre, la trovai seduta a letto, completamente sveglia. Mi guardò, ma io non le dissi nulla. Chiusi la porta, e restai appoggiato a quest'ultima. Dopo un po', lei parlò.

 

"Stasera è stata la tua prima volta, vero?"

"Si."

"Hai preso... uno come lui?"

 

Annuii, ma non potei guardarla negli occhi.

 

"Severus... tu... tu sei... sei arrabbiato con me...? Per... per non averglielo impedito...?"

 

Restai scioccato. Come poteva pensare una cosa simile? Perchè avrei dovuto biasimare lei?

 

"No. Tu non lo sapevi."

 

"Già... ma... ci ho pensato tutta la notte, sai...? Era... tutto li, davanti a me. Io non ho mai... visto. Non mi sono mai... non mi sono mai accorta di nulla..."

 

"Ma nemmeno io ti ho mai detto nulla."

 

"Io credevo di conoscerti. Credevo di riuscire a capirti meglio. Se... se avessi saputo prima di tutto questo... probabilmente sarebbe tutto diverso... credo che non avrei esitato. Lo avrei ucciso con le mie mani."

 

Sorrisi. "Saresti ad Azkaban, ora. Ed io da solo. Probabilmente in uno di quegli orfanotrofi babbani dove i bambini vengono molestati continuamente e venduti ai trafficanti di organi."

 

"Io...sono molto arrabbiata con me stessa... e con lui... non l'ho mai odiato come adesso."

 

"E' finita, ora. Ed io non voglio che lui continui a condizionarci la vita più di così. Certo... sono stati brutti momenti, ma il tempo non si ferma solo perchè lo vogliamo noi. Và avanti e il tempo per riprenderci dobbiamo farcelo bastare, o getteremmo via la vita a rimuginare sul passato. E poi ora siamo liberi, il che mi fa ben sperare."

 

Le sorrisi dolcemente, wow, avevo fatto il discorso più lungo della mia vita! Lei contraccambiò il sorriso.

 

"Liberi?" Chiese quasi come se avesse veramente bisogno di un'ultima conferma per poterci credere.

 

"Liberi." Confermai.

"Per sempre?"

"Per sempre. Te lo giuro."

 

Detto questo, lei mi invitò di nuovo a letto. "Vieni. Torna a dormire." Annuii, e stavolta, dormii per tutto il resto della notte, fino al pomeriggio seguente. Libero da paure o incubi. Tutti e due lo eravamo ormai. Così è andata.

 

Anche questa potrebbe sembrare la fine della mia storia, ma non lo era. Questo era solo l'inizio. Tutto cominciò così...

 

Non avevamo più nulla, eccetto la nostra libertà. Ci era tornata spesanza nell'avvenire, ed a me personalmente veniva da sorridere... in fondo... la scuola stava per ricominciare...

 

 

                                                                       

FINE PRIMA PARTE.

 

 

*La canzone all’inizio del testo è ‘Bulletproof’ dei Radiohead.

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Capitolo 2
*** L'Incontro ***


I want you to know

 

I want you to know

(Voglio che tu sappia)
He's not coming back

(Che lui non sta tornando)
Look into my eyes

(Guardami negli occhi)
I'm not coming back

(Io non sto tornando)

So knives out Catch the mouse

(Dunque fuori I coltelli! Acchiappa il topo)
Don't look down, Shove it in your mouth

(Non guardarlo, ficcatelo in bocca)

If you'd been a dog

(Se fossi stato un cane)
They would've drowned you at birth

(Ti avrebbero affogato alla nascita)

Look into my eyes

(Guardami negli occhi)
It's the only way you'll know I'm telling the truth

l’unico modo per sapere se ti sto dicendo la verità)

So knives out Cook him up

(Dunque, fuori I coltelli, cucinalo per bene)
Squash his head, Put him in the pot

(Schiacciagli la testa, mettilo in pentola)

I want you to know

(Voglio che tu sappia)
He's not coming back

(Che lui non sta tornando)
He's bloated and frozen

(Lui è gonfio e congelato)
Still there's no point in letting it go to waste

(Ma ancora non c’è motivo per lasciarlo andare sprecato)

 

 

 

CAPITOLO 2:   L’incontro

 

21 Agosto 1983, verso le due del mattino. In un locale babbano, a Londra. Tutto era tranquillo, si ballava, si rideva, ci si ubriacava, e tutti erano più o meno allegri.

 

Ad uno dei tavoli, si potevano vedere sedute cinque persone, una ragazza e quattro ragazzi, che mischiavano superalcolici e marijuana fino quasi a sentirsi male.

 

L’unica lei presente nel gruppo, era una sedicenne appena arrivata dagli Stati Uniti, dove viveva in un ranch con i genitori. Quella che normalmente tutti chiamerebbero una campagnola. Aveva fatto amicizia col gruppo di ragazzi con cui si stava dando alla pazza gioia, senza sospettare le loro intenzioni.

 

Gli altri quattro, erano tutti londinesi tra i diciannove ed i ventuno anni, il cui divertimento preferito era adescare le ragazzine sprovvedute nei locali, e poi abusare di loro quando erano così ubriache da non reggersi in piedi. Il teatro della loro prossima opera, sarebbe stato il vicolo sul retro del locale.

 

Un’ora più tardi, infatti, erano lì tutti e cinque.

 

“He-heii, ragazzzzzzi…. che siamo ve-nuti a fa-fare quiii…?” Chiese ingenuamente la ragazza mentre, completamente ubriaca e fumata, cercava di non inciampare sui suoi passi, e di parlare in modo comprensibile.

 

“A divertirci, piccola…”

“Già. E tu ci farai divertire tutti insieme. Contenta?”

 

La ragazza ci mise qualche secondo a percepire le loro parole, e qualcun’ altro in più per capirle. Cominciò a entrare nel panico.

 

“R-ragazzi, non scherzate, su… a-andiamo, è stata una…b-bella serata, e ora…ora forse dovrei tornare al mio dormitorio…” disse mentre si dirigeva lentamente verso la porta che dava di nuovo nel locale, ma uno dei ragazzi gli si parò davanti

 

“Perché tanta fretta? Non ti sei divertita fino adesso? Vedrai che adesso migliora!”

 

La poverina si lasciò prendere dal panico. Immediatamente tirò fuori dalla borsetta il suo efficace spray al pepe, e lo puntò dritto in mezzo agli occhi di colui che gli sbarrava la strada. Spruzzò, ed il ragazzo si ritrovò immediatamente a gridare e sfregarsi gli occhi.

 

La preda stava quasi per scappare dalle mani dei suoi cacciatori, ma i suoi riflessi erano stati troppo rallentati dall’alcol e dal fumo. Fu raggiunta, e bloccata in men che non si dica, ricevendo, in cambio della sua tentata fuga un ceffone dal più grande del gruppo, che le gridò

 

“Brutta troia, adesso ti insegno io un po’ di rispetto!”

 

La colpì ancora, e lei iniziò a gridare. Mossa inutile, vista l’altezza impropria del volume all’interno della discoteca, che rendeva impossibile sentire qualsiasi suono. Fosse esplosa una bomba nucleare, tutti avrebbero continuato a ballare ignari. Cosa che i quattro non mancarono di far notare alla loro spaventatissima prigioniera.

 

Questa consapevolezza, però non trattenne la ragazza dal gridare con quanto fiato aveva in corpo per cercare di chiamare aiuto, mentre, piangendo, cercava di liberarsi da due paia di braccia che sembravano non fare la minima fatica a tenerla ferma.

 

“Ora basta, non perdiamo tempo! Penso sia proprio ora di cominciare il divertimento.”

 

“Io invece penso proprio che qualcuno dovrebbe insegnarvi come si tratta una ragazza.”

 

Sentita la nuova voce; capirono di avere compagnia: si voltarono verso il nuovo arrivato.

 

“Ehi! Chi cazzo sei??” Disse innervosita una delle quattro voci.

“Linguaggio, ragazzo…” Lo rimproverò lo straniero in col tono più tranquillo del mondo.

 

“Spiacente, ‘signore’, ma lei è nostra! Comunque… può darsi che ti lasceremo avere il tuo turno, se farai il bravo.”

 

“O può darsi che io vi riduca in una massa di carne informe prima ancora che voi possiate toccarla.”

 

I ragazzi si guardarono in faccia, e dopo qualche secondo si misero e ridere. La piccola americana ancora intrappolata tra le braccia del bruto, invece, si mise a gridare verso la sua ultima speranza

 

“Scappa! Chiama aiuto, ti prego!”

“Contegno, ragazza… basto io per sistemare questi insetti.”

“Insetti?? –Gridò il capo, il più vecchio.- E tu? Chi ti credi di essere? Di un po’, eh!”

 

Un sorriso ironico. “L’ultima cosa che vedrete prima di morire.” Rispose l’altro con un tono mortale, ed avanzò fuori dall’oscurità.

 

“Ehi! Ma è un ragazzino!” Rise uno, e gli altri tre a seguire.

 

Fu sempre il loro capo che parlò, rivolgendosi ai suoi seguaci “Trattienila, tu. Noi ci occupiamo dei connotati di questo moccioso.” Cominciarono ad avanzare minacciosamente verso il ragazzo, che contro ogni loro previsione non indietreggiò di un passo, ed, anzi, si mise a ridere.

 

“Di un po’ che cazzo hai da ridere? Sei proprio pazzo, allora??”

 

L’eco delle sue risate si spense lentamente. “Penso che tutto questo non vi migliorerà la vita… ma pensate veramente che basti violentare una ragazza di campagna per dimenticare quanto siete inutili?”

 

“Tu, maledetto! Ora ti faccio vedere, piccolo stronzo!” Sferrò un pugno, che fu deviato da un calcio, e poi l’aggressore fu colpito da un pugno proprio sotto la cassa toracica, che gli mozzò il fiato.

 

Gli altri due lo attaccarono insieme, ma lo sconosciuto afferrò un polso ad entrambi, li torse fino a portarli dietro le loro schiene, e li sollevò fino a ridurli letteralmente in ginocchio, gridando di dolore. Il ragazzo fece un altro sorriso maligno, e diede ai bracci catturati un ultimo strattone verso l’alto.

 

Nell’aria vibrò un udibile ‘crack’ “Ooops… mi sa che vi ho rotto un braccio.”  E li lasciò.

 

Intanto il ‘capo’ aveva raccolto da terra qualcosa che somigliava ad un tubo di metallo, e sollevandolo in aria provò a colpirlo di sorpresa. Il ragazzino prontamente afferrò l’estremità di questo, bloccandolo, e poi lo spinse dritto sul muso del suo assalitore, rompendogli il naso.

 

Cominciarono a volare imprecazioni misti a grida e minacce.

 

“Matthew! Lascia andare la ragazza, e vieni qui a darci una mano, presto!”

 

Matthew ubbidì, lasciò andare la ragazza, che però non si mosse per scappare anzi, stupita continuò a guardare la lotta disperata dei suoi assalitori che non riuscivano nemmeno a tenere testa ad un ‘moccioso’, sorrideva, contenta della lezione che stavano ricevendo.

 

“Che fai ancora lì? Scappa! Scommetto che non vuoi assistere…! Va via!”

 

La ragazza, a sentire quelle parole, come risvegliata da una trance, corse via più in fretta che poteva, e barcollando, ma senza mai cadere, finalmente raggiunse la porta, e la salvezza. I due ragazzi con un braccio rotto si tirarono su a stento, ricominciando ad imprecare ad alta voce. Sulla fronte del ragazzo che li aveva ridotti in quel modo, si gonfiò una vena di collera.

 

“Vi avevo detto –disse con tono sempre calmissimo, ma con una vena che pulsava sulla sua fronte- di tenere a bada il linguaggio!” Finita la frase, sferrò un calcio a rotazione, che li colpì in faccia tutti e due, gettandoli, così, di nuovo per terra.

 

L’unico dei quattro ancora illeso, perché entrava nella rissa solo in quel momento, gridò in preda alla rabbia ceca “Ora ti ammazzo, figlio di puttana!!” e dalla tasca tirò fuori un coltello a serramanico. In cambio ricevette un sorriso, e vide quel ragazzo misterioso fare un passo indietro, e con entrambe le mani invitarlo ad avvicinarsi.

 

“Ah, si? –borbottò il ragazzo a se stesso- ti insegno io a prendere per il culo…” e partì alla carica.

 

L’altro non si mosse. Quando il coltello gli entrò nella carne, per un attimo, gli sembrò di restare senza respiro, poi sentì la lama insanguinata venire di nuovo tirata fuori dal suo corpo. Non poté fare a meno di indietreggiare di un passo, e piegarsi verso il basso. Sentì i quattro teppisti esultare

 

“Yeah!

“Però! Lo hai preso proprio in pieno!”

“Io lo ammazzo! Ci ha fatto scappare la campagnola, e ci ha ferito!”

“Mi ha rotto il naso, lo stronzo!”

“Ora toccherà a noi divertirci!”

 

Dissero mentre cercavano di pulirsi di dosso il loro stesso sangue.

 

“Voi vorreste divertirvi con me…?” Sentirono il ragazzo dire a bassa voce.

“Puoi giurarci!”

 

“Ok… -continuò l’altro rimettendosi dritto, e sfoggiando un sorriso che scopriva due anormalmente lunghi ed appuntiti canini.- Divertiamoci pure…”

 

Nello stesso momento il taglio sul suo ventre era sparito. Completamente rimarginata senza neanche la più piccola traccia della ferita inflittagli appena un minuto prima.

 

“Ma che cazzo ha fatto?? Io lo avevo ferito, ne sono sicuro! C’è ancora sangue sul coltello!”

“E’… è un trucco vero…? –chiese con voce tremante il più giovane del gruppo, ma quando si accorse che nessuno gli rispondeva, invaso dal panico, chiese ancora- Vero?!”

 

“Venite a divertirvi…” insistette quello che ormai avevano capito essere un vampiro, senza smettere mai di sorridere. Ma non fu graziato da nessuna risposta, così continuò “Da parte mia…penso che mi divertirò un casino con voi.”

 

Disse in maniera quasi seducente passandosi la lingua sui denti per testarne la punta.

 

Il più grande del gruppo, allora gridò agli altri “Andiamo via, forza!”

 

I quattro cominciarono a correre in direzione opposta al mostro, di nuovo verso l’entrata del locale, ma naturalmente non fecero in tempo a voltarsi che se lo ritrovarono nuovamente davanti.

 

“Chi sei tu??”

“Umpf! Mi chiamo Severus… come avete detto voi… sono solo un ‘ragazzino’!”

“No… i-impossibile, eppure, tu sei…sei…u-un…”

“Vampiro? Si.”

 

Sorrise quasi dolcemente.

 

“Tu ci… ci farai…diventare come…come te?”

 

“Voi, come me? –Il viso di Severus si trasformò in una maschera di collera.- VOI? Come me?? Voi siete solo feccia!!”

 

Detto questo, stava per sferrare l’ultimo attacco e ucciderli prosciugandoli di tutto il loro sangue e la loro mente, ma all’improvviso, e senza apparente ragione, ad una delle sue preziose prede si ruppe il collo, un altro volò verso il muro, urtandolo con violenza, per poi ricadere a terra con un tonfo, non si rialzò più.

 

Tremando i due ancora in vita chiesero, presi dal panico “Cosa…che cosa gli stai facendo??”

 

Severus però ne era stupito quanto loro… non aveva ancora fatto niente, LUI!!

 

Uno dei due rimasti, ormai fuori di testa cominciò a correre il più lontano possibile dal ragazzo-vampiro, ma pochi secondi dopo, il rumore dei suoi passi si spense del tutto.

 

“Matthew!!! Matthew, dove sei??” Gridò arrabbiato l’ultimo rimasto, che era guardacaso proprio il capo, chiamato Nathan. “Matthew! Torna qui, subito!”

 

Mentre stava per chiamare ancora, si vide chiaramente qualcuno che da dietro il ragazzo, lo sollevò da terra, e gli tappò la bocca con una mano. Poi una voce strascicata disse

 

“Ma quanto strilli… -poi si rivolse a Severus- Se non sbaglio il leader di queste scimmie era lui…”

 

Severus continuava a guardarlo senza rispondergli, una faccia che più neutrale non si potrebbe. Quando ebbe finito di memorizzare il suo aspetto, aggrottò le sopracciglia, e chiese al suo inopportuno simile

 

“Tu chi sei?”

“Oh…! Ma dove sono finite le mie maniere… Lucius Malfoy, per servirti…”

“Non darmi del tu.”

“Tu lo stai facendo. Comunque non importa… come vuole lei. E… il suo nome?”

 

Severus sorrise e, ancora tranquillo, rispose “Non credo che ti interessi… mi hai mandato a monte la cena…” disse Severus serio, mentre Nathan, tra le braccia di Malfoy continuava a dibattersi come un insetto preso nella tela di un ragno.

 

“Oh –riprese il biondo- mi scusi se le ho salvato la vita... signore.

 

“Questa è bella… -bisbigliò Severus, la vena di collera era tornata a pulsare sulla sua fronte, e, non trattenendosi più, alzò la voce- Li potevo fare fuori come e quando volevo!”

 

“E come lo spieghi il coltello?”

“Quello l’ho fatto apposta, imbecille!!!”

 

Per la prima volta, Malfoy sorrise, e disse ironicamente “Contegno, ragazzo… moderi il linguaggio!”

 

Severus arrossì. Raramente qualcuno riusciva ad esasperarlo tanto da cavargli dalla bocca parole villane come quella. Fino a quel momento solo un'altra persona ci era riuscita… ed era Sirius Black.

 

“Tu…insomma cosa vuoi da me?!”

 

“ Io ho preso l’altro. Questo è per lei.” Disse annuendo verso Nathan, che a quelle parole prese ad agitarsi con rinnovato vigore.

 

“Per me, eh…? Sarò anche giovane come vampiro, ma non ignorante… so che se accettassi una preda catturata da te, sarebbe come darti il permesso di… di…”

 

“Corteggiarla. E le dispiacerebbe così tanto…?”

Severus si inalberò, e gridò un arrabbiatissimo “Certo!!”

Lucius sorrise. “Allora non lo vuole, questo?” Annuì ancora verso Nathan.

“No!! Non da te!!”

Detto questo, il vampiro bruno si voltò, e sene andò via, arrabbiato ed affamato, lasciandosi alle spalle un vampiro deluso ma sazio, con, tra le braccia un delinquente allo stremo delle forze.

 

“Non ti vuole… -disse al ragazzo intrappolato tra le sue braccia, come per consolarlo.- Che dici, ti lascio andare?”

 

Nathan annuì freneticamente, ma il vampiro biondo non accennava ad allentare la sua presa.

 

“Prima però, dimmi… sai il suo nome? Te lo ha detto?” Chiese, e gli liberò la bocca in modo che potesse rispondere.

 

“S-s-si, lu-lui ha-ha detto c-che si chiama S-Severus…!”

“E che dici , vale la pena di andargli dietro?”

“S-s-si…!”

“Mmmh… mi fiderò del tuo giudizio. Dimmi un’altra cosa… pensi che abbia un bel fondoschiena?”

“S-si… è… stupendo! V-veramente…!”

 

Lucius in una mossa improvvisa e brusca, lo fece voltare, e guardandolo con gli occhi colmi d’ira, disse “Hei. Tu, brutta feccia! Guarda che quello sarà il mio compagno per la vita, come osi dire che ha un bel fondoschiena in mia presenza, eh?!”

 

“I-i-i-io...n-non…”

“Scherzavo. –fece poi con voce annoiata- E comunque… non sai nient’altro di lui, vero…?”

Nathan scosse la testa freneticamente. “N-no! No, n-non so niente, ti prego, liberami, ti scongiuro!”

 

“Ok…” Disse Lucius distrattamente, ed un secondo dopo gli ruppe il collo. Un sorriso soddisfatto gli sfiorò le labbra, e mormorò. “Adoro quel ‘crack’”

 

Severus era appena uscito dal locale, camminava nervosamente, ma la sua faccia era così inespressiva che la rabbia veniva sprigionata come un’aura pericolosa, e la gente gli faceva inconsciamente ala al suo passaggio. Aveva puntato quei ragazzi, e gli era stato dietro per tutta la sera in attesa della sua occasione! Grrrrr!

 

Andò alla fermata del bus, e salì sul primo che passava. Generalmente trovava gente interessante là sopra, e se era fortunato stasera avrebbe rimediato uno spuntino alla buona, visto che la grande cena era saltata! Ancora grrrrrrrr! Avrebbe potuto avere un glorioso banchetto quella sera, e invece nulla… tutta colpa di quel vampiro di cui già non ricordava più il nome e che sperava di non dover rivedere mai più.

 

Salì di corsa al piano di sopra, dove avrebbe potuto godere di una vista più completa della strada, e sapere così, dove si stesse dirigendo il mezzo. Alla terza fermata, proprio quando si era quasi rassegnato ad andare in bianco quella sera, e tornare a casa digiuno, avvertì i pensieri di un uomo. Stava apprezzando il didietro di una donna, pensando di farle quello che aveva già fatto ad altre.

 

Si voltò, e lo vide. Era sui 40. Nella norma… forse un po’ trascurato… Severus sorrise tra sé, e tornò a guardare il sedile davanti a lui. Aveva trovato la cena, finalmente. All’improvviso, sentì delle labbra sfiorargli l’orecchio e sussurrargli

 

“L’ho sentito anch’io…”

 

Severus si voltò subito, e purtroppo riconobbe il rovina-cene del vicolo di poco prima.

 

“Ancora tu?! Che ci fai qui?!”

“La seguo. Ed ho intenzione di stenderlo per lei.”

“Oh, insomma! La vuoi piantare?! Sparisci!”

“No.”

“Perché?? Lo vuoi capire che è tutto inutile?! Aria, qui, non c’è trippa per gatti chiaro?! NON-TI-VOGLIO!”

“Ah, ma col tempo cambierai idea.”

“Con la fame, vorrai dire…”

“è la stessa cosa…”

“A me sembra più un assedio che vero amore, sai?”

 

“Ma… non ti piacerebbe avere un compagno per la vita? Uno come te, con cui condividere le sanguinarie notti di caccia che ti aspettano?”

 

“No.” Rispose Severus secco, con tono lugubre.

 

Malfoy si limitò a sorridere e dire quasi con orgoglio “Oh, ma cambierai idea! Riuscirò a sfinirti!”

 

Severus, frustrato ed affamato, sbuffò, e roteò gli occhi. Decise che la soluzione migliore sarebbe stata ignorarlo. “Quanto tempo è che sei vampiro?” Chiese il biondo sempre con quel sorriso speranzoso. Nessuna risposta da parte del più giovane.

 

“Scommetto che è da meno di un anno!”

 

Nulla.

 

Una persona comune avrebbe capito subito l’antifona, ma non LUI… che invece di stare zitto, iniziò a parlare da solo, esponendo una specie di soliloquio che fece venire il mal di testa a Severus

 

“Io sono vampiro da... dunque… sette anni, più o meno. Ero un mago purosangue, prima! Avevo sedici anni quando sono stato trasformato. Ho dovuto interrompere gli studi. È stata la parte più dolorosa del mio cambiamento… avrei potuto essere brillante, ora! Veramente… anche tu andavi a scuola, Sev?”

 

“…”

“Beh, è ovvio tutti ci vanno… eri un purosangue anche tu?”

“…”

“Ma eri almeno un mago…?”

“…”

 

“Beh, non che mi importi granché ormai… una volta sì, il sangue era tutto, ma non più ormai… sento che potrei innamorarmi di te anche se fossi stato un semplice babbano. Certo, ci sarebbe qualche differenza nei modi di vivere, per esempio, dove tu usi le lampadine, io userei un lumòs, dove tu usi una pistola, io uso uno schiantesimo. Oh, ma a proposito, dov’è la tua bacchetta? Ah, che stupido, avevamo appurato che eri un babbano! Non sono formidabile quanto a memoria, sai... ho perfino lasciato la giacca al ripostiglio del locale di prima...! Dicevo... tu dove andavi a scuola?”

 

Severus, ormai con la testa che faceva l’hula-hop, concluse che ignorarlo non avrebbe fatto che peggiorare le cose… così a meno di non voler sentire vita, morte e miracoli di quest’essere, purosangue d’origine, vampiro per caso, rompiscatole per avventura, avrebbe dovuto parlare un po’ anche lui.

 

Per cui, in un sussurro, disse “Io ci vado ancora…”

 

Lucius interruppe la sua catena di pensieri, e lo guardò in modo confuso. “Eh? Ehm… non ho capito a cosa ti stai riferendo…”

 

“Lo hai capito benissimo.”

 

“Ehm… ma come fai a seguire le lezioni se non puoi vivere alla luce del giorno? E poi la tua apparenza… scoprirebbero immediatamente cosa sei! Alla prima occhiata!”

 

“Ho dei rimedi.”

“E cioè?” Chiese interessato il biondo.

“Non te lo dirò.”

 

Lucius divenne silenzioso. Ah! Allora esiste un modo per farlo stare zitto!

 

“E… se rinunciassi a stendere le tue prede… cambierebbe qualcosa?”

 

La voce di Lucius si fece timida, e vagamente implorante. Severus allora sorrise a metà tra l’orgoglioso ed il malefico, si voltò a guardare Lucius, e gli disse allegramente “Si. Cambierebbe.”

 

Il viso di Lucius si illuminò “Ok. Rinuncio. Ma ti starò comunque vicino. Non puoi impedirmelo!”

“In che senso vorresti starmi vicino?”

 

“Nel senso che potremmo formare un branco, noi due. Tu sarai il leader. Che ne dici?”

“Cioè... ti stai volontariamente sottomettendo a me?” Severus era incredulo.

 

“Sottomettere è una parola grossa. –Sorrise  in modo esplicativo- diciamo che la mia missione nella vita sarà non farti mancare nulla, ma il nostro rapporto sarà più o meno paritario. Non è che puoi darmi ordini solo per il gusto di farlo! Se mi ordinassi di gettarmi in un fosso ovviamente non lo farei!”

 

“Più che logico...”

“Però se mi ordinassi di venire a letto con te, accetterei subito!”

 

“Ah ah ah! Aspetta e spera, tu...!” Rispose Severus pregando che il discorso finisse lì e che il vampiro non si lanciasse in un altro dei suoi a quanto pare amati monologhi. Speranza purtroppo destinata ad andare in frantumi.

 

“Insomma, prenderò come mia missione personale quella di non farti mai mancare nulla, ovvero viziarti come un principe, tirarti i piedi, essere il tuo scagnozzo, il tuo soldato, il tuo discepolo, la tua ombra, il tuo braccio destro, il tuo uomo di fiducia, il tuo gorilla, la tua guardia del corpo, il tuo-“

 

“Perchè, Merlino? Perché a me…? Eh…?” Pregò Severus, guardando con volto sofferente ed implorante verso l’alto, ed interrompendo così la catena di sinonimi che Lucius si era messo a nominare. Il biondo, si mise a ridere.

 

“Posso sapere perché ti sei fissato con me, tu, celebroleso?”

“Cele…cosa?”

“Lascia stare…”

“Comunque… non lo so. Mai sentito parlare del ‘colpo di fulmine’?

“No.” Rispose Severus con una smorfia ed il tono lugubre.

“Allora, questi rimedi?”

 

“Tu scendi alla prossima. Ci vediamo domani notte ai giardini della stazione ferroviaria. Il primo che arriva si siede sull’altalena e aspetta l’altro. Verso mezzanotte.”

 

“Perché qualcosa mi dice che dovrò aspettare molto a lungo…? Chi mi dice che tornerai?” Chiese il biondo sospettoso.

 

“Nessuno. Potrei anche non tornare. Dobbiamo fare a fidarci.”

 

Lucius restò muto e pensieroso per qualche attimo, ma poi annuì sicuro, e disse “Io di te mi voglio fidare… pensa che… beh, per me è molto importante, ok? Sarei molto felice di poter tornare ad Hogwarts. E finire gli studi. Ancora di più se con te… perché tu vai ad Hogwarts, vero?”

 

“Purtroppo si…”

 

Il vampiro biondo sorrise dolcemente al tono lugubre frequentemente usato dal ragazzino, e proprio in quel momento il bus si fermò. Lucius scese come promesso, salutando poi Severus dalla strada. Il ragazzo non contraccambiò.

 

Quando finalmente il mezzo ripartì, Severus si assicurò che la preda puntata in precedenza fosse ancora al suo posto, e continuò la sua serata come la aveva programmata. Quando tornò a casa erano le quattro della mattina. La nuova casa era molto più piccola del maniero di famiglia, ma per lui e sua madre era più che sufficiente.

 

Sua madre era a letto, ma non dormiva. Severus si cambiò per la notte, e si infilò sotto le coperte, nella sua stanza. Sua madre, come ogni sera, entrò per constatare che tutto sia andato liscio e che suo figlio stesse bene. Certo era strano farlo stare fuori tutta la notte alla sua età, ma probabilmente ora avrebbe dovutocominciare a proibirgli di stare fuori di giorno?

 

“Com’è andata?” Gli chiese, sedendosi sul letto e carezzandogli il viso dolcemente.

 

Severus non era sicuro che sua madre stesse alludendo alla caccia… come poteva parlarne così a cuor leggero? Aveva ammazzato delle persone, seppur persone che facevano del male ad altri innocenti. Che sporcavano le anime candide delle altre persone, e gli contaminavano la mente con un veleno lento che li porta quasi alla pazzia. Ma erano pur sempre persone.

 

“In che senso?” Chiese il vampiro.

“Hai mangiato abbastanza?”

 

A Severus venne da ridere. “E se dico di no mi imboccherai come quando ero piccolo?”

 

Immaginò sua madre mentre afferrava magari il postino, e gli diceva ‘Ora da bravo, mangia, o non crescerai mai abbastanza e non riuscirai a piacere alle ragazze!’ Come gli diceva quando aveva cinque anni. Questo pensiero lo fece ridere.

 

Sorprendentemente anche la madre rise sinceramente all’immagine che quelle parole offrivano.

 

“Oggi ho incontrato un altro come me.”

“Un vampiro, tesoro?”

 

Alla parola vampiro, Severus si irrigidì per un attimo, ma si riprese e rispose

 

“Si. Non ricordo come si chiamasse. Gli ho promesso che gli avrei dato le mie pozioni per farlo tornare a scuola. Frequenterebbe il mio stesso anno. Nella mia stessa casata…” L’ultima parte fu pronunciata in tono cupo, il che fece dedurre alla signora Piton che questo vampiro non doveva stare molto simpatico al suo Severus. Ma d’altronde al suo Severus non stava simpatico nessuno…

 

La donna sorrise. “ Beh, mi sembra una bella cosa, no? Secondo me dovresti rispettare l’accordo preso.”

 

Severus restò pensieroso per un po’ , ma poi sua madre riprese, dicendo “Tesoro, sai… ho notato che hai una strana reazione quando senti la parola ‘vampiro’… ecco, appunto.”

 

“Io… mi ci devo ancora abituare…”

 

La donna, che la sapeva più lunga, sorrise. "Piccolo mio... non dovresti aver paura di ciò che sei. Perchè qualunque sia la tua razza o qualsiasi altra cosa, la tua essenza non cambierà mai. Tu sei Severus, e lo sarai sempre. Non lasciare che i cambiamenti ti condizionino così tanto. Io ti ho partorito e cresciuto, no? E ti conosco, e ti voglio bene! Te ne vorrò sempre. Qualunque cosa accada."

 

Severus la guardava interessato. Beh, certo che sua madre aveva una fiducia cieca in lui. Non tutti avrebbero avuto il coraggio per poter vivere fianco a fianco con un vampiro, o l'onestà per non chiedere a quest'ultimo di farsi trasformare a loro volta.

 

"Mamma, ma tu veramente ti fidi così tanto di me? Voglio dire...della creatura che sono ora."

 

"Certo. E so anche che è proprio questa fiducia che ti terrà legato a te stesso. Non perderai mai l'anima finchè non perderai la fiducia in te. Hai una volontà e una coscienza, e questo nessuna trasformazione te lo porterà via. Anche se può sembrarti così, ma in realtà sarà solo la tua impressione. Non lasciarti condizionare da nulla e nessuno! Sei un ragazzo buono, Sev. Lo sarai sempre."

 

"M-mh... -mormorò il ragazzo fingendo che un improvviso sonno gli abbia fatto perdere il discorso accorato di sua madre.- Buona notte." Concluse con gli occhi già chiusi.

 

La donna decise di mostrarsi accondiscendente, capendo che quella scarsa attenzione era solo simulata, e che il giovane vampiro aveva sentito ogni parola detta da lei. Gli baciò la fronte, cosa che sapeva essere odiata da suo figlio, e lo salutò con un allegro

 

"Allora buona notte, tesoro."

 

 

 

FINE CAPITOLO 2

 

*La canzone all’inizio del testo è ‘Knives out’ dei Radiohead.

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Capitolo 3
*** L'Attesa ***


All I know is from this day on
All I know is from this day on
(Tutto quello che so è da oggi in poi)
We bond as one forever more
(Noi siamo legati come fossimo uno, per sempre ed oltre)
No way, no way we can lose
(Impossibile, impossibile perderci)
And any mountain we can move
(Ed ogni montagna possiamo smuovere)
With a team who beat the game called love
(Con una squadra che batte il gioco chiamato amore)
 
You know the time will come
(Sai che il momento verrà)
When life will end somehow
(Quando la vita finirà in qualche modo)
And one of us is left without the other
(Ed uno di noi resterà senza l’altro)
 
If it happens to be me
(Se capitasse a me)
Don't worry much, darling
(Non preoccuparti troppo, tesoro)
I'll leave a passage to my heart and this is where I'll be
(Io lascerò un passaffio per il mio cuore, ed è lì che sarò)
 
Sittin' by heaven's door 
(Seduto vicino le porte del paradiso)
Waiting for you to come home
(Aspettando che tu arrivi) 
Sittin' by heaven's door 
(Seduto vicino le porte del paradiso) 
Waiting for you to come home
(Aspettando che tu ritorni a casa)

 

 

 

 

 

 

 

CAPITOLO 3: L'attesa.

 

22 Agosto, 1983. In un appartamento nei sobborghi di Londra.

 

Randy, un uomo sui 40 anni, sarebbe presto morto quella sera, ma ancora non lo sapeva. L’unico pensiero che gli girava in testa era di essere riuscito ad attirare un bel ragazzo nell’età dell’adolescenza a casa sua. Quanto avrà avuto? Quindici anni? Forse sedici?

 

Appena giunti alla sua “piccola ma accogliente” abitazione, come lui amava definirla, con un gesto ed un “Prego.” invitò il suo giovane ospite ad entrare. Il giovane si guardava intorno, incuriosito. La casa non era un gran che, ma almeno era arredata bene, risparmiando spazio dove poteva essere risparmiato.

 

Era contento di aver incontrato Randy. L’uomo, gli avrebbe offerto una buona cena, finalmente! Si era fatto tardi, e lui ancora non aveva mangiato. Appena si udì il ‘click’ della porta che veniva chiusa alle loro spalle, si sentì afferrare e spingere con la schiena contro il muro. Per un momento gli mancò il respiro dalla sorpresa, ma si riprese subito.

 

Randy lo aveva sollevato contro il muro, sostenendolo con le sue braccia, e gli stava baciando il collo sussurrandogli quanto era eccitato. Lo chiamava troia, e continuava a mormorare oscenità in modo incoerente, mentre gli si spingeva contro, provocando così la frizione di cui aveva bisogno per venire.

 

Mentre l’uomo, tutto preso dalle sue fantasie, continuava a gemere incoerentemente nel suo orecchio, il ragazzo ne approfittò per avere un antipasto, ed affondò i suoi lunghi denti nel collo dell’uomo, che fu percorso da un brivido di piacere. Il morso lo fece eccitare ancora di più.

 

“Mmh.. ti piace mordere, eh…?”

“Oh, si!”  Gemette il vampiro, anche lui eccitato, con un’espressione di pura estasi sul volto.

“Continui… non si fermi…” Gli mormorò. E con uno strappo secco gli aprì la camicia.

“Però… quanto sei passionale.” Si complimentò l’uomo, compiaciuto.

 

Il collo dell’uomo fu abbandonato, ed un nuovo morso, gli aprì un’altra ferita, questa volta sulla spalla. Quando sollevò ancora il viso, stava per raggiungere il culmine. Pervaso dal piacere che il sangue gli offriva, si passò la lingua sui denti, tinti dal rosso dell’essenza dell’uomo, che in quel momento, venne.

 

“Strano, mi sento stanco… in genere non…”

 

Ma il giovane figlio delle tenebre, non lo lasciò terminare. “Allora venga a letto.”

“Certo che vengo.” Sorrise l’uomo, con complicità.

 

Randy lasciò che il suo giovane amante occasionale lo prendesse per mano e lo conducesse in camera da letto. In fondo era contento di non averlo dovuto costringere, come gli capitava spesse volte di dover fare. Così era molto meno stancante, anche se probabilmente meno divertente.

 

‘Però questo ragazzo è diverso…’ si ritrovò a pensare ad un tratto. Per un secondo, tutti i rumori cessarono, ed il tempo si fermò in quel preciso momento, proprio mentre questo ragazzo dai lunghi capelli neri lo trascinava con sè, soridendogli allegramente, un sorriso solo per lui.

 

Poi fu un attimo. Randy ebbe una visione, il lungo corpo snello del ragazzo che si stiracchiava seduto sopra al suo corpo morto, mentre si leccava i denti, coperti del suo sangue. Ma fu così breve la mente povera dell’uomo a malapena la registrò. Randy fu percorso da un altro brivido, ma stavolta non fu piacere. Fu come se qualcosa dentro di lui gli stesse dicendo di non fidarsi.

 

Gli ritornò alla mente una storia che gli avevano letto da piccolo… quella della mosca e del ragno. Ma non diede ascolto a questo istinto assurdo. Perché avrebbe dovuto tirarsi indietro proprio ora che si passava all’atto! Che cosa assurda gli era passata per la mente!

 

Specialmente guardando questa piccola troia che gli sorrideva in modo impaziente.

 

Una volta condotto l’uomo in camera da letto, il vampiro percepì un momento di indecisione nell’uomo, così gli fece un sorriso. Quando questo fu ricambiato, passò all’azione, e lo spinse sul letto, sedendogli sopra con fare dominante. Iniziò a passargli lentamente le mani lungo tutto il petto, ampio e leggermente muscoloso.

 

Si scambiarono un altro sorriso, e poi il ragazzo disse con aria indifferente.

 

“Quel ragazzino sull’autobus… quello che mi aveva detto essere il figlio di una sua amica… lo ha fatto anche con lui, non è vero...?”

 

“Si…ma non è neanche lontanamente paragonabile a te, ehm... come ti chiami…?”

 

Severus sorrise malignamente, senza rispondere alla domanda, disse “E non si vergogna ad aver fatto una cosa del genere? Lo sa che cosa prova un’anima innocente quando viene sporcata in quel modo? Quando viene violata da un adulto schifoso come lei, in un modo così impuro, e cattivo, mh?”

 

“Ehi, e cosè questo, adesso, eh? Credevo volessi divertirti!” Ribattè l’uomo innervosito e contrariato, e guardando accigliato il ragazzo sopra di lui, che tuttavia non aveva smesso di carezzargli il petto.

 

“Oh, ma io mi divertirò. Questo è certo.”

“Bene. Allora comincia col succhiarmi, forza!”

 

Severus non poté credere all’ironia nelle parole dell’uomo. Non riuscendo a trattenere un sorriso, che naturalmente gli scoprì i canini perfettamente bianchi ed appuntiti, disse

 

“Mi invita a nozze.”

 

Gli immobilizzò le spalle, e si chinò velocemente su di lui, senza lasciargli neanche il tempo di gridare. Senza fiato, l’uomo non lanciò neanche un grido, strinse le braccia del vampiro che lo avrebbe presto ucciso, e quest’ultimo si sistemò meglio su di lui. Dal di fuori sarebbe potuto anche sembrare un abbraccio. Alcuni minuti passarono.

 

Severus non aveva nessuna fretta a finirlo. Gli piaceva da morire quella sensazione, quando si sentiva travolto da tutto ciò che la vittima è, è stata, e sarebbe stata se fosse vissuta ancora. Chiuse gli occhi e lasciò che tutto quello gli scorresse addosso, come una carezza direttamente sul suo cervello.

 

Quando poi venne l’inevitabile momento della morte, si tirò su, si concesse qualche secondo per ricomporsi, aprì gli occhi, e sospirò. Odiava ammetterlo, ma in quei momenti, subito dopo la morte, si sentiva sempre solo. Lo sguardo gli cadde sulla sveglia posta su un vecchio comodino (che non si intonava per niente all’ambiente circostante).

 

Dava l’una di mattina. Lanciò un’ultima occhiata disgustata al morto che ancora giaceva sotto di lui, e si tirò su. Uscì dalla finestra, e scese dalle scale di emergenza. L’oscurità lo copriva abbastanza da evitargli di essere riconosciuto.

 

STESSA NOTTE, ALLA STAZIONE DI LONDRA:

 

Chiunque fosse passato di là nelle ultime due ore, avrebbe notato un ragazzo la cui apparenza faceva dedurre una giovane età, non più di 20 anni. Tutto solo, seduto su un’altalena, dondolandosi leggermente con l’aria afflitta. Era uno spettacolo che faceva quasi tenerezza.

 

Il ragazzo sospirò, sollevò il viso guardandosi intorno col faccino triste e gli occhini grandi, ma non vide nulla che lo interessò, così tornò a fissarsi le scarpe da ginnastica con aria abbattuta, chiedendosi come mai avevano i lacci mentre i mocassini ne erano privi.

 

In quel momento avvertì il brontolìo del suo stomaco.

 

“Non ho neanche cenato…” mormorò, ma poi si tirò in piedi, e disse ad alta voce, gesticolando con l’aria convinta.

 

“No, non mi lamenterò! Nulla mi potrà fermare! Fame, sonno, stanchezza, povertà…nulla mi tange e mi spaventa!! In nome dell’alto ideale dell’amore, una serata di digiuno cosa sarà mai?! Presto sarò raggiunto dall’essere più affascinante che abbia mai visto sulla terra!”

 

Poi però si accalorò un po’ troppo, e continuò a parlare e gesticolare con il triplo dell’enfasi. “La terra è una! Se la dividi diventano due! E poi, presto tornerò ad Hogwarts, è fantastico! Perché come si dice, se la montagna non va a Maometto, Maometto andrà… boh che ne so dove andrà! Parto alla ricerca del disperso!”

 

Stava letteralmente per partire a razzo, quando una voce infastidita alle sue spalle lo fermò. “Mamma-mamma, quanto sei rumoroso!!”

 

Lucius si pietrificò, ed arrossì da capo a piedi. Si voltò, e riconobbe Severus, che con uno zainetto sulle spalle restava in piedi a fissarlo con aria sospettosa e malfidata. “Ehm… io… ah, ma sei arrivato finalmente!” Cambiò discorso il biondo, ancora rosso in viso.

 

“Sì… anche se devo confessarti che ci ho pensato molto prima di venire.”

“Sì, lo so… è dura scegliere i mezzi per arrivare in un posto qui a Londra…”

“Veramente non intendevo in quel senso…”

“Ci sono i taxi, i bus, i tram, la metro…”

“Ti ho detto che…”

“E poi puoi prendere tante strade, scorciatoie, vicoli, tunnel, o…”

“NON INTENDEVO IN QUEL SENSO, TU –no, non essere scurrile!-… MALEDETTO!”

“Hei non arrabbiarti! Sono io quello che ha aspettato per un’ora e mezza al freddo e al gelo, senza aver ancora cenato!”

“Oh poverino! Che scena commovente… manca solo il bue e l’asinello e il quadretto sarebbe stato perfetto.”

“Ma dove li trovo a Londra un bue e un asino?”

“L’asino c’è anche qui, lo sto guardando in questo momento.”

“Non solo arrivi con due ore di ritardo, ma mi insulti? Sei un marmocchio!”

“Ah, ma se il tono è questo, io posso anche andarmene.”

 

Concluse Severus girando i tacchi con l’aria indignata.

 

“Nooooooooooooo!” Pianse Lucius appendendosi al collo di Sev, per trattenerlo. Il vampiro bruno lanciò un grido, e se lo scrollò di dosso senza alcuna pietà “Aaaargh! Ma levati subito, tu!!!”

 

Lucius, con ancora una lacrimuccia vicino un occhio, disse trattenendolo per l’orlo della giacca, in modo infantile “Non te ne andare!”

 

“Ma cosa sei tu?? Vampiro rumoroso…”

“Scusa…” Disse Lucius tirando su col naso e col labbro inferiore tirato inconsciamente su.

“Come si vede che sei stato viziato…” Poi si sfilò lo zaino dalle spalle e lo porse al biondo. “Ecco.”

“Che è?”

“Ci sono le ricette ed i campioni. Ti serviranno per frequentare Hogwarts.”

 

Il viso di Lucius fu illuminato da un sorriso, e sicuramente se avesse avuto una coda, in quel momento avrebbe scodinzolato.

 

“C’è la crema per il Sole, compresse per gli occhi, e smalto per le unghie. Istruzioni per l’uso sono dentro alla tasca piccola. Non-perdere-mai-nulla! Chiaro?”

 

“Chiarissimo!” Disse continuando a scodinzolare la sua coda immaginaria.

 

“E non dimenticare che se mai dovessimo rivederci, ad Hogwarts, rivoglio indietro il mio zainetto, perciò trattalo col rispetto che merita! Chiaro?! Bene. Io vado.” Concluse dunque Severus, facendo ancora per andarsene, ma ancora una volta fermato da un peso morto appeso alle sue spalle, che gridava “Nooooooo!!! Non andare!!”

 

“Iiiiiiiiiiiiiiiiih! E levati!!!”

“Resta…!” fece con l’aria viziata e determinata

“No.” Rispose Severus semplicemente, non smontando però il biondino.

“Ti prego.”

“Perché?”

“Perchè non voglio!”

“Ragione insufficiente.”

 

Disse in tono che non ammetteva repliche, e voltandosi immediatamente, tentò di nuovo la fuga, ma di nuovo invano. Lucius si appese ancora alle sue spalle.

 

“Bwaaaaaaaaaaaa!!”

“Insomma, ti vuoi staccare??”

“Cacciamo insieme, pleeeeeeeease!!!”

“Ok.”

“Davvero??”

“MA NO!!!”

“Bwaaaaaaaaaaaa!!”

“Ok, ok!!”

“Veramente?”

“Certo che no! Ma ci caschi sempre??”

“Ooooh, ti pregoooooooo!!”

“Uffaaaaaaa! Ok…”

 

Indecisione da parte di Lucius.

 

“Beh?”

“Non è vero, mi stavi prendendo in giro.”

“Se dubiti delle mie parole allora cominciamo male…!”

“Ok, ok! Ti credo!”

“Fai male, stavo scherzando.”

 

Ancora indecisione…

 

“Cribbio, che scherzo!”

“Beh, comunque mi sei simpatico, in fondo… andiamo.”

 

Detto questo, il bruno si incamminò verso l’uscita del parco, e verso l’entrata della stazione. Lucius non si mosse, indeciso se stesse scherzando oppure no. Dopo qualche passo, Severus, accortosi che non lo stava seguendo, si voltò, chiamandolo

 

“Beh? Vieni o resti?”

 

Il viso di Lucius, di nuovo illuminato di gioia. “Vengo!” E gli corse al fianco per mettersi al passo.

 

“Dai troppo nell’occhio!” Lo rimproverò Severus, puntandogli il petto con un dito, e guardandolo con sguardo di rimprovero. Lucius si limitò a ridere quella sua risata sincera, e rispose

 

“Ah ah ah! Scusami…”

“Cerca di fare meno rumore, ok? Come ieri notte! Non ti avevo nemmeno sentito arrivare!”

“Come vuoi. Dove andiamo ora?”

 

Severus non gli rispose, e quando Lucius si voltò a guardarlo, capì che stava riflettendo su qualcosa di importante, così pensò meglio di non interromperlo. Poco dopo infatti, fu proprio il bruno che ruppe il silenzio.

 

“Lucius?”

“Si…?”

“Tu... quando uccidi…”

“…eh.”

“Tu… lo fai indiscriminatamente?”

“Beh… non uccido i maghi, quello è sicuro!”

“Bravo genio! Quello non lo faccio neanche io!”

 

“Non ammazzo padri o madri di famiglia… beh…io preferisco dare la morte a chi la cerca… persone sole, vagabondi, qualche volta anche le persone troppo maleducate o autoritarie. Tsk… mi ricordano mia madre. Cattiva e acida fino al midollo!”

 

“Ah…” Fu l’unica risposta di Severus.

 

Passò qualche altro minuto nel silenzio più totale. Ma stavolta non era solo il moretto ad avere pensieri strani per la testa, e quando Lucius ruppe ancora il silenzio, disse

 

“Sev…?”

“Eh…?”

“…”

“Che c’è?”

“No, niente…”

“Dai, dimmi…”

 

Lucius aveva pensato di chiedere a Severus il perché della sua accurata selezione di vittime solo nella branca degli stupratori, pedofili, e affini, ma decise di mordersi la lingua. Era troppo presto per una domanda del genere, lo avrebbe sicuramente fatto innervosire, e di conseguenza scappare. E poi, si era fatto una vaga idea.

 

Risolse domandandogli. “Tu dove vivi?”

“Non te lo dirò.”

“Va bene. Vivi solo?”

“No. Con mia madre.”

“Ah! Vampira anche lei?”

“No! E cosa sarebbe stata? Una strage familiare?!”

“Sa della tua condizione?”

“Certo… come potrebbe non saperlo!”

 

“Che vuoi dire? Conosco questo vampiro, Jerome… lui vive con quattro babbani in affitto vicino al Tamigi, e loro non sospettano di niente. Credono sia solo un po’ strano ad uscire di notte, ma in sette anni, nemmeno un sospetto sulla sua natura!”

 

“E questi sono i babbani…”

“Allora, dimmi. Come l’ha presa?”

“Mia madre, dici? Bene.”

“Che ti ha detto?”

“Nulla… ha alzato le spalle ed ha continuato a fare quello che stava facendo.”

“Non ci credo…! Allora non eri un sangue puro!”

“Per la verità, si…”

 

“Impossibile. Di famiglie pure ne conosco a pacchi, e nessuna di loro avrebbe mai accettato un figlio ‘contaminato’. Io ne sono la prova vivente. Cancellato dall’albero genealogico, e mandato a vivere sotto i ponti!”

 

“Beh, mia madre non è così!!” Sbottò Severus. Lucius indietreggiò un momento, preso alla sprovvista dall’ improvvisa esplosione di rabbia. Certo, tutto non era, quel ragazzo! E pensare che c’era chi credeva lui pazzo! Tsk! Avrebbero dovuto vedere Severus...

 

“Scusami. Non volevo offenderti.”

“No?? Ma se mi stavi dando del bugiardo!”

“Non è vero!”

“Si, è vero!”

“Assolutamente no! Non farei mai una cosa del genere!”

“Lo stavi facendo!”

“No, ero solo stupito!”

“Non è ve- -oh, ma insomma! Stiamo litigando come due bambini, ma ti rendi conto?? Ma cos’hai, tu!! Dannazione! Riesci a tirare fuori il peggio di me!!”

 

Lucius rise. La sua risata era veramente sincera e coinvolgente.

 

“E’ vero! La prima volta che ci siamo incontrati, ieri sera, mi hai addirittura detto ‘imbecille’! Che brutta parola in bocca ad un ragazzo di così bella presenza!”

 

Disse Lucius con tono leggero, giusto per prenderlo un po’ in giro, ma Severus arrossì di brutto, e gli gridò “Non ci dovresti ridere! Non sono cose da dire alla leggera! Non so come funziona per te, ma per me rispetto ed educazione sono la cosa più importante!”

 

“Calma, calma… sei troppo permaloso!”

“Permaloso a me?? Ma come ti permetti!”

“Ah ah! Visto?”

“Adesso basta! Io me ne vado! E senza di te!”

 

Ma non fece in tempo a voltarsi, che sentì di nuovo il familiare peso sulla schiena, e il temutissimo

“Noooooooooooooooooooo!!”

 

Severus, come al solito, dovette letteralmente scrollarselo di dosso. “T’ho detto di non fare cose del genere! Non sopporto di essere toccato!”

 

Lucius, lo guardò in modo un po' strano. "Scusa" si limitò a dire.

 

Mentre proseguivano in silenzio, i pensieri di Severus furono *Insomma, basta...! Perchè non lo scarico subito e la faccio finita??* ma in quel momento gli sembrò di risentire la voce di sua madre nella sua testa, che come in un mantra continuava a ripetere le parole della sera precedente 'mi sembra una bella cosa che tu abbia un amico...mi sembra una bella cosa che tu abbia un amico...mi sembra una bella cosa che t...'

 

Si riscosse. Sospirò, ed alzò lo sguardo da terra. Sul volto l'espressione di chi si approssima al patibolo con dignità; riattaccò discorso col biondino.

 

"Ripensando a quello che mi hai detto prima..."

"Mh?"

"Quando hai detto che vivi sotto i ponti, intendevi letteralmente, o tanto per dire...?"

"No, no! Letteralmente! Vivo sotto al Tamigi!" Disse Lucius ridendo.

 

Nel frattempo, Severus si chiedeva che cosa di preciso il biondo trovasse divertente nella sua condizione di senzatetto... anche se immortale, ma pur sempre un senzatetto!

 

"Hei, Sev... dove stiamo andando?"

"Hai detto che volevi mangiare, no?"

"Si. Ho una fame che mangerei l'intera città...!"

"Allora, bassifondi!"

"Io non ci vado mai lì... non mi piace."

"Li, però c'è gente che non sporge denuncia. O comunque non viene ascoltata ed a noi fa più che comodo. Quindi, zitto e cammina."

"Ci cuoi arrivare a piedi?"

"Ma certo che no!! -sbottò ancora Severus- è chiaro che prendiamo il bus!"

 

Lucius si mise a ridere.

 

"Cosa c'è, adesso?"

"Nulla... sono sicuro che presto ti chiameranno il serial killer degli autobus, se continui così...! -poi in tono più serio- no, sinceramente, non dovresti agire così. E' pericoloso. Il ministero della magia potrebbe indagare."

 

"Sceglierò pure le vittime sui mezzi, ma le ammazzo sempre in luoghi differenti!"

"Eeh... comunque te la cavi molto bene, per essere così giovane!"

"Chi ti ha detto che sono giovane..."

"Si sente."

"Da cosa?"

 

"Si sente un'aura attorno a te. Vuol dire che hai ancora paura della tua condizione. Beh, è normale. Dalla tua apparenza di cacciatore solitario, deduco che il tuo Sire ti ha abbandonato. Vero?"

 

“Il mio cosa...?”

“Il ‘Sire’ è colui che ti ha creato.”

"Oh! Beh, perchè il tuo non l’ha fatto...? Abbandonarti, intendo!"

"Non rispondere ad una domanda con un'altra domanda!"

"E tu non fare osservazioni idiote!!"

"A-ha! Hai detto idiota! Tua madre ti sculaccerà!"

"MA SEI SCEMO??"

"Hai detto anche scemo! Oooh! Che scurrilità!"

"Basta! Finiscila! -disse Severus arrossito dalla rabbia- Non lo avrei detto se tu non fossi tanto..."

"...Cosa?"

"Non lo dirò."

"Oh, ti sei trattenuto... cheppalle...!"

 

Non potendosi trattenere oltre, Severus colpì Lucius con un pugno forte sulla testa, che emise un suono vagamente simile ad una campana "Non dire cose del genere!" Gli gridò poi il moretto, mentre Lucius si riprendeva, massaggiandosi la testa stupito

 

"Allora... -si innervosì il biondo- numero uno... ahio! Numero due, la restrizione della libertà di parola al confine dell'educazione, è una cosa tua, non mia! E numero tre... ahio!"

 

"Oh! Certo! Ma tu sei liberissimo di dire parolacce, basta che poi sei pronto a sopportarne le conseguenze! In parole povere, se ci tieni davvero così tanto a stare vicino a me allora cerca di non darmi sui nervi! Maleducato!!"

 

"Hei! Quello che ha detto una marea di parolacce stasera, sei tu, caro il mio perfettino!"

 

"Si, ma sei tu quello che me le ha fatte sfuggire, caro il mio insopportabile, petulante, e viziato signor Senzatetto!"

 

"Ah! Insomma, alla fine la colpa è comunque sempre la mia??"

"Esatto."

"Ma non è giusto così!!"

"Il mondo non è mai giusto! Abituatici!"

 

Silenzio per alcuni minuti.

 

"C'era una fermata, poco fa!"

"Lo so... ma era salito anche il controllore."

"Fai il biglietto!"

"No, non lo farò!"

"Allora mangiati il controllore!"

"Ma non ci penso nemmeno!!"

"Ma dove sta il problema del fare il biglietto?"

"Che dopo le undici e mezza c’è solo il NiteLink, e costa troppo secondo me!"

"Ah...!"

 

Ancora silenzio.

 

"Comunque non hai risposto alla domanda. Il tuo creatore ti ha abbandonato?"

"...Si..."

 

"Beh non fare quella faccia, certe volte è meglio così! Prendi il mio Sire come esempio, come avrei voluto che mi avesse abbandonato! Comunque non succede a tutti. Sono solo i più forti e vecchi che se ne vanno. Molte nuove generazioni restano coi loro figli.

 

"Lui...mi disse che sarebbe tornato..."

"Mh? Veramente? E lo hai più visto da allora?" Chiese Lucius eccitato ed incuriosito dalla rivelazione.

"No, ma... sogno spesso la notte in cui mi ha preso... e lui è sempre così reale." Confessò il moro, arrossendo.

"Mh? Sei arrossito...?"

"Beh, è normale parlando di certe cose!"

 

Lucius continuava a guardarlo con un'espressione spaesata dipinta sul volto.

 

"La trasformazione succede a tutti... perchè ne arrossisci...? Io ricordo solo il morso... e poi mi sono svegliato direttamente vampiro."

 

Severus arrossì ancora di più. Evidentemente non era usanza comune dei vampiri fare l'amore con le creature appena risvegliate, ma venne invece riservata solo per lui... "Quando mi ha creato... il mio Sire, Harlan mi ha... ecco... 'preso'..."

 

Lucius sembrò riflettere per un attimo sull'affermazione.

 

"Nel senso che ti ha trasformato contro la tua volontà...?"

 

"No! Nel senso che lui, ecco... -arrossì furiosamente, abbassando lo sguado al suolo- come dire... ha avuto un rapporto carnale con me, ecco..."

 

Per un po', dopo l'affermazione regnò il silenzio, Severus, troppo imbarazzato, non osava alzare lo sguardo. Notando però l'ostinazione di Lucius a restare in silenzio, alzò il viso per guardarlo, ritrovandosi però il viso del biondo ad un centimetro dal suo, e contorto in una boccaccia assurda.

 

Un secondo dopo, Lucius era per terra a massaggiarsi una guancia dolorante, effetto collaterale di un pugno di Severus a tutta potenza dritto sulla testa.

 

"Hei! Che modi! Volevo solo tirarti un po' su, sai?!"

"Beh, Non ci sei riuscito!!"

 

Lucius si tirò su, barcollado per un secondo, ma quando fu di nuovo in piedi, ed incrociò lo sguardo innervosito di Severus, potè solo pensare a quanto fosse carino!

 

"Vedi... -disse il biondo in modo calmo- il fatto è che a parole tendo a combinare casini, ed avevo paura che rispondendoti avrei messo involontariamente il dito nella piaga. Però volevo fare qualcosa che ti desse allegria... il fatto è che certe volte manco di maturità..."

 

"Già, ma facendo le boccacce, sembri ancor meno maturo!"

 

"Sul momento non ci avevo pensato... mi sembrava una buona scusa per non parlare... spesso mi sento dire che a volte sembro avere il cervello di un bambino di dieci anni. Forse undici..."

 

"Forse cinque..."

 

Lucius si fece serio, guardò Severus negli occhi per qualche secondo, e disse teso e guardando il suolo

 

"Se tu non... se proprio non riesci a sopportarmi, credo sia meglio se... insomma... io vado via. Ci vediamo in giro, spero."

 

Sorrise, e pochi secondi dopo era sparito. Severus, preso alla sprovvista non ebbe il tempo di fare nulla. Sul viso aveva u'espressione attonita.

 

"Ma... mi ha mollato da solo in mezzo alla strada...?"

 

Si domandò incredulo. Poi si guardò inconsciamente intorno, e disse furioso

 

"Brutto scemo che non sei altro! Non si abbandona la gente per la strada come un cane!! Grrrrrrrrrrrrr!! Maledetto che non è altro! Se lo vedo di nuovo giuro che gli dò fuoco con la benzina!! Bastardo! Crepa, crepa, crepa assolutamente!!"

 

Una volta calmatosi, e resosi conto del turbinio di scurrilità che aveva gridato ai quattro venti, arrossì, e si tappò la bocca con una mano, anche se era troppo tardi, e nella mente, se la prese ancora con il Maledetto-Malfoy.

 

"E voi che avete da guardare??"

 

Gridò a una coppia di fidanzatini che lo stava fissando. I due tagliarono la corda, pensando di avere a che fare con un pazzo... Severus sospirò, e si avviò verso casa, ancora una volta da solo.

 

 

 

                                                     

 

FINE DEL CAPITOLO 3.

 

*La canzone all’inizio del testo è ‘Sitting by Heaven’s door’ di En Vogue.

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Capitolo 4
*** Primo Settembre ***


Har Ghadi Badal Raha Hai Roop Zindagi

 

 

Har Ghadi Badal Raha Hai Roop Zindagi

(La vita cambia la sua forma ogni minuto)

Chaav Hai Kabhi Khabi hai Dhoop Zindagi

(Qualche volta è freddo, qualche volta esce il Sole)

Har Pal Yahan Jee Bhar Jiyo

(Vivi in pieno ogni momento che hai qui)

Jo hai Samaa Kal Ho Naa Ho

(Il tempo che hai ora potrebbe non essere più qui domani)

 

Chaahe tumhe poore dil se

(Una persona che ti ama con tutto il suo cuore)

Milta hai voh mushkil se

(è difficile incontrare quella persona)

aisa jo koi kahin hai

(Ma se c’è qualcuno così da qualche parte)

Bas vohi sab se haseen hai

(Allora quella persona è la più bella di tutte)

Us Haath ko tum thaam lo

(Stringi la mano di questa persona)

Voh meherbaan Kal Ho Naa Ho

(Lui, o lei, potrebbe non essere così innamorato domani)

Har pal yahan jeebhar jiyo

(Vivi ogni momento qui per soddisfare il tuo cuore)

Jo Hai Sama Kal Ho Naa Ho

(Il tempo che hai ora potrebbe non essere più qui domani)

 

Ho, Palkon Ke Leke Saaye Paas Koi Jo Aaye

(Guardando l’ombra delle tue ciglia, quando qualcuno si avvicina)

Laakh Sambhaalo Paagal Dil Ko

(Tu cerchi di ragionare col tuo pazzo cuore)

Dil Dhadke Hi Jaaye

(Il tuo cuore semplicemente continua a battere)

Por soch lo is pal hai jo

(Ma pens ache quello che è qui ora)

Voh Daaastaan Kal Ho Naa Ho

(Quella storia potrebbe non esserci domani)

 

Har Ghadi Badal Rahi Hai Rhoop Zindagi

(La Vita cambia la sua forma ogni minuto)

Chhaaon Hai Kabhi Kabhi Hai Dhoop Zindagi

(Qualche volta è freddo, qualche volta c’è il Sole)

Jo Hai Sama Kal Ho Naa Ho

(Il tempo che hai ora potrebbe non essere più qui domani)

 

 

 

 

CAPITOLO 4: Primo Settembre

 

 

1 Settembre 1983, Stazione di King's cross, binario 9 e 3/4, ore 10.45.

 

Ancora un quarto d'ora, e sarebbe partito il treno per Hogwarts. Severus aspettava quel momento standosene tranquillamente seduto sul suo baule, dando una letta ad uno dei libri dell'anno nuovo. Sua madre, in piedi poco distante da lui, parlava con la madre di un qualche alunno dello stesso anno di suo figlio, anche se di un'altra Casa.

 

10.50... ancora dieci minuti. Severus decise che era ora di alzarsi. Ripose il libro nel baule, lo richiuse, e guardò sua madre. Era la prima volta che lo accompagnava a prendere il treno che li avrebbe separati per nove mesi.

Gli anni precedenti se ne era sempre incaricato suo padre.

Gli venne da sorridere notando che sua madre si mostrava, al contrario di ogni previsione, molto aperta a conoscere nuove persone.

 

10.55... all'improvviso, sentì un gran baccano di risa ed altri rumori molesti. Ed eccoli lì... i quattro ‘Malandrini’. O per meglio dire, gli scemi del villaggio.

 

Sembrava troppo bello non averli visti fino a quel momento! Lo avevano perfino fatto illudere che avrebbero perduto il treno... speranze purtroppo vane.

 

E mentre gli altri continuavano a festeggiarsi gli uni con gli altri, Sirius Black aveva, invece, già iniziato a guardarsi intorno alla ricerca della sua preda preferita. Quando lo individuò, subito diede una gomitata al suo amico James, indicando in direzione di Severus con un cenno del capo. Risero, e poi

 

"Snivelluuuuuuuuuuus!!" Chiamarono a gran voce i due, scoppiando a ridere subito dopo.

 

Questa scena si ripeteva ogni anno, da ormai 4 anni, stavolta, con l'unica differenza che il loro oggetto di scherno, invece di arrossire ed abbassare lo sguardo, sperando di essere presti inghiottito dalla terra, stavolta si limitò a voltarsi in un'altre direzione con l'aria di totale indifferenza.

 

Altri Serpeverde arrivarono.

 

Le due cuginette, Bellatrix e Narcissa, ovvero le cugine con i due caratteri più opposti che mai storia umana abbia visto... una aperta e disinvolta fino a sfiorare la sfacciataggine, l'altra chiusa e riservata, sprofondava nella sua timidezza;

Avery e Zabini, i compagni del suo anno con cui andava più d’accordo;

 

"Yu-huuuuu!" risuonò nell'aria il richiamo di Bellatrix Lestrange, indirizzato a suo cugino Sirius Black, e quando ebbe la sua attenzione, lo salutò con un gesto della mano. Precisamente, alzando il medio. Severus sorrise, divertito.

 

10.59. Ancora un minuto. Si sbrigò a salutare sua madre un’ultima volta, e questa si commosse quasi fino alle lacrime. Ora ricordava perchè in genere era suo padre ad accompagnarlo a King’s Cross... la lasciò con la promessa di riguardarsi e di scrivere spesso a casa. Così, lanciò un ultimo sguardo attorno a se, e salì sul treno.

 

Nonappena il treno iniziò la sua corsa, e sua madre sparì dall’orizzonte, Severus si mosse a perlustrare il treno, vagone dopo vagone, alla ricerca di uno scompartimento poco affollato, o preferibilmente vuoto.

 

Sfortunatamente, ad un certo punto, la sua strada si incrociò con quella di Potter e Black.

 

"Guarda un po' chi c'è! Mocciosus! Stai cercando uno scompartimento o un buco per ricavarne una tana?"

"Levati, Potter." Si limitò a dire Severus, senza scomporsi minimamente.

"Beh? Tutto qui? Non ci vediamo da mesi, e ci saluti così? Mi sa che non mi sposterò."

Contrariamente ad ogni previsione dei due Grifondoro, il Serpeverde non estrasse la bacchetta, bensì preferì voltarsi e cambiare strada, rispondendogli un freddo "Fai come ti pare."

"Hei! -lo richiamò Sirius- Aspetta un po', Snivellus! Dove vorresti andare?!"

 

Il Grifondoro, offeso per l'essere stato ignorato, non esitò a sguainare la bacchetta con tutta l'intenzione di fargli qualche scherzo, quando fu interrotto da una voce alle loro spalle, un po' strascicata ma allegra e soddisfatta.

 

"Ohi, Sev! Eccoti qua!"

 

Tutti e tre si voltarono. Un ragazzo biondissimo, leggermente più alto dei due Grifondoro, e almeno una spanna più alto di Severus, dimostrava un'età superiore ai loro 16 anni.

 

Il ragazzo si fece prepotentemente strada tra James e Sirius, mentre l'amico lo salutava con un indeciso "Ehm... Lucius... ciao." Il vampiro bruno evidentemente aveva ancora fresco nella mente il ricordo del modo in cui questo spaventapasseri biondo lo aveva piantato l'ultima volta che si erano visti.

 

"Stai cercando un posto? Anch'io! Vieni!" Gli prese una mano, e passò nuovamente tra i due Grifondoro ancora stupiti. Non avevano mai visto il ragazzo prima di allora, ma di certo sapevano che non gli sarebbe mai piaciuto.

 

Lucius intanto condusse l'amico in uno scompartimento vuoto, tutto per loro due soltanto.

 

Nonappena la porta dello scompartimento si chiuse alle loro spalle, Severus fu accecato da qualcosa di luminoso... era il disgustoso, gioviale sorriso di Lucius che gli disse, approfittando della loro momentanea privacy "Eheheh! Guarda! Ha funzionato! E' la prima volta in sette anni che vedo la luce del giorno!"

 

"Ehm... Non che io abbia qualcosa di cui lamentarmi, visto che mi hai evitato uno scontro a fuoco poco fa, ma... non avevi detto che era meglio lasciar stare tutto perchè sei troppo immaturo? Per Merlino, Lucius, mi hai lasciato per strada come un cane!"

 

"Beh, scusami... comunque ti ho cercato ancora, le sere a seguire, sai? Prendevo un autobus dopo l'altro, con la speranza di incontrarti! Una volta ti ho mancato per un soffio! Io ero al piano di sotto, mentre tu stavi appena scendendo da sopra, ho provato a raggiungerti, ma c’era troppa gente davanti a me, così non ho potuto raggiungerti in tempo"

 

"Mh... addirittura. Ma... allora eri tu che stavi gridando come un pazzo il mio nome?!"

“Ah ah ah! Si, mi sa che ero proprio io! Allora mi hai sentito?!”

“Beh, anche un sordo ti avrebbe sentito, Lu!”

“E perchè non ti sei girato, allora?!”

“Perchè mi vergognavo come un ladro, ecco perchè! Non si grida a quel modo in mezzo alla gente!”

“Cribbio, educato fino all’ultimo, eh! Hei! A proposito, i giornali parlano di te! Sei il nuovo serial killer di Londra! Ti chiamano qualcosa come il Conte Dracula, o Jack il dissanguatore, non ricordo. Era un soprannome stupido, comunque."

 

"Un serial killer... non che abbiano tutti i torti."

"Io starei attento, sai? Te lo avevo detto! Tu non sei registrato al ministero, vero?"

"No! Non ci tengo a farmi marchiare come un animale!"

 

Lucius semplicemente alzò le spalle. "Tre quarti della popolazione vampira attualmente al mondo non è registrata da nessuna parte. Solo se ne scoprono uno lo marchiano. E non è facile stanare un vampiro con i sensi sviluppati e tutto... nemmeno io sono registrato. E credimi, ci hanno provato a beccarmi! Sicuramente i miei genitori ci hanno messo lo zampino."

 

"Non stento a crederlo."

"Sta per ricominciare!”

“Cosa?”

“La scuola! Non sei emozionato?!"

"No."

"Dì la verità!"

"Sono contento. Perchè non ho dovuto rinunciare alla mia vita."

"Come dovetti fare io?" Sorrise Lucius malinconico.

"Già. Come dovesti fare tu..."

"Mmh... posso chiederti chi erano quei due di prima?"

"Sono due Grifondoro. Hanno votato la loro vita al mio tormento."

"Penoso..."

 

Dopo qualche secondo di silenzio, Lucius sorrise e gli colpì spiritosamente una spalla mandando il piccolo vampiro a sbattere contro la parete del treno, ed esclamò allegro

"Beh, ma ora ci sono io, no!"

 

Ripresosi, e riaddrizzatosi sul sedile, Severus rispose

"E chi ti dice che ti voglio!"

"E chi ti dice che me ne vado!"

"...lasciamo perdere."

 

Lucius sorrise ancora. Stava per dire qualcos’altro quando improvvisamente la porta scorrevole del loro scomparto si aprì, e scivolando nel muro infine sbattè con violenza, spaventandoli a morte. Sulla soglia apparve la figura di una ragazza pallida, con lunghi e mossi capelli corvini, lunghe ciglia, e l'aria felina.

 

Il suo atteggiamento così sicuro di se da sforare nella presunzione.

 

"Ciao, Bella..." La salutò Severus con poco entusiasmo.

"SSevvv! Cchaao! Come va, tutto bene?"

"Si. E tu come stai?"

 

"Mmh... il solito, ma basta parlare di me! Quell'ameba di mio cugino ti ha dato fastidio prima, vero?" Chiese la ragazza, annuendo lentamente con la testa in un chiaro segno che tradotto a parole stava a significare ‘Eh, sì, lo so... non c’è bisogno di dirlo’

 

"Come mai ti interessa?" Chiese il moretto diffidente

"Beh, perchè siamo amici, che domande!"

"E questo da quando?!"

 

"Ah ah! Sempre spiritoso, Sev, vero? E...tu invece come ti chiami? Non ricordo di averti visto prima a scuola... ed è evidente che non sei del primo anno..." l'ultima frase fu pronunciata con voce più bassa, e un tono leggermente malizioso.

 

Il biondo si ritrovò involontariamente a fissare questa stramba ragazza con gli occhi spalancati e l'aria un po' stralunata. "Ehm... io sono Lucius. Tu sei Bella, giusto?"

 

"Oh oh oh! Si, tutti mi chiamano Bella ma il mio nome completo è Bellatrix. Bellatrix Black, piacere!"

 

"Oh oh oh! -la imitò Lucius- Anche Lucius è solo il mio nome, ma il mio nome completo e Lucius Malfoy. Piacere tutto mio!"

 

"Oh! Un Malfoy, eh! Ok, spero che diventeremo amici! Ciao ciao, Sev! Ciao ciao, Lucius!" Concluse. E soffiando un bacio per ciascuno, tolse il disturbo.

 

"Ciao ciao, Bella..." Risposero i due vampiri in coro alla porta chiusa.

 

Dopo la dipartita di Bellatrix, calò un silenzio di tomba. Lucius fu percorso da un brivido.

"Sbaglio, o è calata la temperatura?"

"No, no... E' solo un'inpressione."

"Ah..." Annuì Lucius.

 

Di nuovo un silenzio che al cimitero gli zombie danno feste più allegre.

 

"Era una tua amica?"

"Non che io sappia..."

"Capisco."

 

La festa è finita, ognuno nella sua tomba, ci rivediamo il prossimo Halloween.

 

"Hei, Sev!"

"Si?"

"Mi sto annoiando, ti va di fare un gioco?"

"Che gioco?"

"Hai presente Merlino?"

"NO! NON PROVARCI NEANCHE, BLASFEMO D'UN VAMPIRO!"

"Hei, non ho fatto niente!"

"Se questo gioco ha a che fare con le bestemmie non sognarti proprio di iniziarlo!"

"Uffa, però...!"

 

Al prossimo Halloween ci sarà come DJ Gigi D'Agostino, e speriamo che l'ambiente si movimenti un po'... Open up, put it in! Let's begin!

 

"Hei! La sai la canzone di Gloria Gaynor?"

"Quale?"

"I will survive!"

"Si, la conosco."

"La cantiamo?"

"MA NO!!!"

"At first I was afraid, I was petrified..."

"Smettila, Lu!"

"Kept thinkin' I could never live without you by my side..."

"Lu, ti avverto, se continuerai a cantare--"

"But then I spent so many nights thinkin' how you did me wrong..."

"-- ti giuro che non arriverai vivo a Hogwarts!"

"And I grew strong, and I learned how to get along..."

 

"NON SEI DIVERTENTE, LUCIUS!!!" Gridò Severus spazientito.

"AND SO YOUR BACK, FROM OUTERSPACE..." Gridò Lucius per tenergli testa.

 

Severus, a quel punto emise un suono simile al lamento di un animale che sta morendo fra atroci sofferenze, mentre Lucius continuava ad intonare la sua canzone.

 

"I just walked in to find you here with that sad look upon your face..."

Senza curarsi che si stava esibendo da solista, continuava, e continuava, e continuava...

 

Alla sera, quando finalmente raggiunsero la loro destinazione, Severus ebbe il quasi incontrollabile istinto di gettarsi per terra, e baciare il suolo, gridando "Hallelujah! Sono arrivato! Sono qui, e sono ancora vivo! Merlino esiste, ed ora ne ho le prove!!"

 

Il moretto aveva infatti imparato a sue spese che Lucius, già iperattivo di suo, tendeva ad eccitarsi ulteriormente durante i lunghi viaggi, specie se in pullman, o in treno.

 

Così, dopo aver ascoltato tutto il greatest hits dell'ultimo decennio, aver appreso tutti gli aneddoti e storielle più o meno coloriti della famiglia Malfoy, ed aver infine, per istinto di sopravvivenza, rovinosamente lottato col biondo, improvvisando un wrestling assurdo nello spazio di 2 metri quadri scarsi (ed avere per giunta, anche perso), non gli sembrò vero di essere arrivato!

 

Ma come era possibile per una sola persona creare tanto scompiglio nella vita di un altra!?

 

"Maledetto! -pensò il giovane vampiro- E poi, continua a sorridere, come se niente fosse!" Ed infatti Lucius, come se niente fosse, continuava a guardarsi intorno con entusiasmo, ricordando i suoi anni spesi fra quelle mura.

 

Si mosse istintivamente verso la porta della Sala Grande, ma sentì una mano che lo tratteneva per la collottola della divisa.

 

“Che è? Chi va là?” Esclamò il biondo allarmato, poi sivoltò, e vide davanti a se Mastro Gazza. Ovvero, ‘Colui-che-mai-per-nessun-motivo-doveve-essere-chiamato-bidello’! “Hei, biondo! Dove vai? Devi farti smistare!”

 

"Oh! Il cappello parlante, è vero! Non potremmo evitare, tanto già so che mi collocherà a Serpeverde!" Sorrise Lucius nel modo più innocente di cui fosse capace, ma il non-bidello non si lasciò incantare dal non-morto, e lo spinse in fila con le matricole.

 

Era un’esperienza molto particolare quella, specie per qualcuno che si sentiva coma Biancaneve in mezzo ai nani... un ragazzino tra quelli lo guardava con la bocca spalancata e gli occhi strabuzzati. Lucius fece finta di niente, presto si sarebbe ricomposto... passarono i minuti, ma la cosa iniziava a dargli sui nervi. Si trattenne, presto il ragazzino si sarebbe ripreso, ne era sicuro.

 

“Hei, piccolo Buddha! –gli disse infine, innervosito- Non sei una trappola per mosche, quindi chiudi quella bocca!” Il ragazzino obbedì, scappando in coda alla fila.

 

Finito lo smistamento dei nuovi iscritti del primo anno, finalmente venne il turno anche Lucius per sottoporsi al suo giudizio, visto che sulla sua nuova iscrizione era documentato un trasferimento da Durmstrang, in Germania.

 

"Lucius Malfoy!" Chiamò la voce squillante della McGranitt.

 

Lucius, tranquillamente, avanzò verso il cappello parlante, sentendosi addosso gli sguardi di tutti i presenti, stupiti di vedere un colosso simile in uno smistamento di nanetti. Lucius però non ci fece caso. Con lo sguardo passò in rassegna i professori. Indubbiamente lo avevano riconosciuto dagli anni scorsi... era evidente che avevano scelto di fare finta di nulla, e lasciare che riprendesse gli studi.

 

Silente gli strizzò l'occhio dal centro del tavolo. Lui ricambiò con un sorriso furbo che diceva ‘Ah, mò ho capito di cosa si tratta...’, e si sedette sullo sgabello familiarmente scomodo. Ben presto il cappello fu sulla sua testa.

 

* Aah... ma noi due ci siamo già visti, signor Malfoy...! Anche se sei ehm... cambiato...*

 

*Già... ora mi vai un po’ più stretto... almeno sai già dove mi devi mettere vero, vecchio!*

 

*Ehm... si, certo... ma ti ripeterò comunque quello che ti dissi l'ultima volta che mi indossasti... le due Case in cui ti troveresti bene, sono due. Serpeverde ti si addice molto... sacrificheresti qualsiasi cosa pur di raggiungere i tuoi scopi, ma anche Grifondoro ti calzerebbe a pennello! Non leggo paura in te, sei quello che si suole chiamare una 'testa calda'...*

 

*Chiamami come ti pare vecchio, ma io a Grifondoro non ci vado nemmeno morto!*

*Vedo che in fondo sei rimasto lo stesso, Malfoy. Ma credevo volessi provare a cambiare ogni tanto...*

*Solo gli imbecilli cambiano idea, vecchio...*

*No, veramente gli imbecilli sono quelli che non cambiano mai idea!*

*Insomma, ma ti vuoi fare i cazzacci tuoi e mandarmi a Serpeverde??*

*Che linguaggio! Credo che ti piazzerò tra i Grifondoro!*

 

*We, ci sei rimasto da panico, eh vecchio! Comunque come sarebbe mi ‘piazzi’? Mica sono un cavallo...! Dai, mandami a Serpeverde!*

 

*Se sei proprio così ostinato...*

 

*Senti, vecchio, non usare quel tono deluso con me! Non andai a Grifondoro allora per ignoranza e principio, quindi sicuramente non ci andrò stavolta che ho un motivo serio per voler stare a Serpeverde! Mettiti il cuore in pace, ok vecchio?*

 

*Un motivo per andare a Serpeverde, eh?*

*...*

*Un motivo così importante da condizionarti in una decisione così importante?*

*Qualcuno che mi aspetta. Qualcuno che non lascerò mai. Non c'è più nulla da fare, come vedi!*

*Capisco... allora...*

 

"SERPEVERDE!" Grida di benvenuto esplosero dal tavolo di Serpeverde. Lucius, sorridente si avviò a prendere posto vicino a Severus. Cosciente di averlo fissato durante tutta la durata del suo sorteggio. Appena fu seduto, Silente cominciò il suo discorso (fortunatamente breve) ed il banchetto ebbe inizio.

 

Il biondo, così emozionato dal trovarsi di nuovo tra studenti di Serpeverde, e pensando che presto avrebbe rivisto il dormitorio, la sala comune, le aule, i bagni dove nascondersi per fumare sigarette e altro... semplicemente si sentiva di nuovo VIVO! Quasi gli sembrava che il suo cuore avesse ripreso a battere! Per tutta la sera continuò a parlare, parlare e parlare, tanto che Severus, verso metà cena, rimbambito da quel torrente di parole, lasciò che la sua testa ricadesse in avanti, sbattendo con violenza contro la superficie del tavolo.

 

"Sev? Che c'è? Stai male?"

"Io no... ma tu presto sì."

"Che vuoi dire, hai avuto qualche premonizione? Non è raro tra i vampiri sai..."

"Nessuna visione, Lu. Ma posso predirti lo stesso la tua morte per strangolamento fra esattamente un minuto."

"Ah ah! Ma io NON POSSO morire strangolato, Sev! Tra l’altro che carino mi hai chiamato ‘Lu’"

"Forse fra meno di un minuto..."

"Ah ah ah! Tanto lo so che stai scherzando!"

"Ancora cinquanta secondi..."

"Ehm... tu STAVI scherzando, vero...?"

"ancora quaranta..."

"Ehm... allora se le cose stanno così io credo che andrò a sistemarmi nel dormitorio!"

"Trenta..."

"Prima che vado, mi indirizzeresti verso la tua stanza, please?"

"attenzione, ne mancano solo venti!"

"Fa-nulla-lo-troverò-da-solo-ciao!"

 

Disse il biondo tutto d'un fiato, per poi dileguarsi velocemente, correndo in direzione dei sotterranei, senza aspettare di esservi condotto dal prefetto della loro Casa. Severus lo lasciò andare, certo che il biondo non si sarebbe perso di certo, e che anzi, avrebbe perfino trovato la sua stanza... poco più tardi, il nuovo Prefetto, Zabini, li fece finalmente alzare dalla tavola per condurli al loro dormitorio.

 

Il giovane vampiro, però, fu trattenuto nella sala comune dalle due cugine, Bellatrix e Narcissa, che si posizionarono quasi minacciosamente ai suoi due lati, ma quello che preoccupò veramente Severus furono i loro sorriso stranamente dolci, e la loro postura innocua. Gli fecero letteralmente sollevare i peli sulla schiena.

 

"Ciao, Sev!" Salutarono in coro.

"Salve, ragazze..."

"Hai mangiato abbastanza? Sei più in carne rispetto all'anno scorso, ma ti vedo sempre troppo sottile!"

"Ho cambiato dieta."

"Veramente? Beh, davvero! Sembri un'altra persona!"

"Ehm... grazie, Bella. E' gentile da parte tua dirmelo." *anche troppo*

"Come hai passato le vacanze?"

"Le migliori della mia vita, grazie."

"Sembra interessante! Raccontaci!"

 

Severus indietreggiò di un passo, guardò prima l'una alla sua destra, poi l'altra sulla sinistra, e disse con diffidenza

 

"Ok, cosa volete?" Le due ragazze sembrarono ferite.

"Noi? Ma nulla! Perchè pensi una cosa del genere?"

 

"Bella, non ci siamo mai scambiati più di quattro parole all'anno, tranne quando vi serviva una mano in pozioni, ed a me andava più che bene, ora... cosa, in nome di Merlino, è cambiato?"

 

"Oh, Sev, come sei sospettoso! Si tratta solo di sana interazione sociale fra due membri della stessa Casa!"

"Eh... ora lo chiamano così..."

"Che vuoi dire?"

"Mh... non volete nulla, eh?"

"Nulla di nulla!"

"Allora non volevate parlare di un certo biondo nuovo studente, vero?"

"Ehm...tu lo conosci da molto?"

"Qualche giorno."

"E' proprio vero che è un Malfoy...?"

"Sì."

"Strano, non ho mai sentito parlare di lui."

"Vorrei vedere! È scappato di casa ed è stato cancellato dall'albero genealogico dei Malfoy."

"Scappato? Veramente? Ed ora dove vive?"

"A me ha detto sotto il Tamigi."

"Interessante..."

"Nel senso ok per un'avventura ma troppo decaduto per pensare al matrimonio...?"

"Sei perspicace, Sev!"

 

A Severus quasi venne da ridere.

 

"Tu non potresti metterci una buona parola?"

"No."

"Mmh... come sei cattivo..." Disse la ragazza con l'aria delusa.

"Beh, buona fortuna, ragazze!"

"Oh oh oh! E chi ti ha detto che stiamo puntando tutte e due a Malfoy?"

"Ma puntate un po' chi vi pare..."

"Anche tu non sei male, sai...? Non è vero, Cissa?"

 

Sua cugina Narcissa che fino a qual momento era rimasta muta, arrossì furiosamente. Severus la guardò con uno sguardo che dire di puro stupore non renderebbe l'idea.

 

"Ciao ciao, Sev... -disse Bella soffiandogli un bacio- andiamo, Cissa...?" La biondina gli sorrise debolmente, ancora rossa da capo a piedi, e si affrettò a seguire sua cugina nel dormitorio femminile.

 

Severus non riusciva a credere a quello che aveva appena visto e sentito... aveva sempre sospettato che ai Black mancasse qualche Venerdì, ma ora ne aveva la prova! E comunque credeva che almeno Narcissa fosse più normale...! Ma evidentemente quello era un ramo della famiglia Black completamente andato...

 

Si diresse innervosito al suo dormitorio, e raggiunta la sua stanza, entrò trovando Lucius che si guardava in cagnesco con Zabini, il prefetto.

 

"Zabini! Ciao!"

"Oh. Ciao, Severus. Ehm...  mi hanno nominato caposcuola, hai visto?"

"Sono contento per te."

 

Zabini sorrise, e per un po' sembrò essere rimasto a corto di parole. Poi guardò Lucius, e gli disse con un tono un po' falso "Bene, Malfoy. Spero che ti troverai bene nella nostra scuola! Buonanotte a tutti e due." E con questo si congedò, o almeno tentò di farlo, perchè nello stesso momento in cui si ritrovò ad uscire, qualcun altro stava entrando, bloccandogli la strada. Entrambi cercarono di spostarsi di lato, ma scegliendo sempre lo stesso lato, continuavano a bloccarsi la strada

 

“Avery!” Salutò con entusiasmo Severus.

“Oi, Sev! –contraccambiò il nuovo venuto, tentando ancora di passare- Jo, ma lo fai apposta?! Fermati un po’!”

 

Concluse il ragazzo, afferrando il caposcuola per le spalle, e voltandolo ancora verso l’interno, lo spinse di nuovo dentro, senza lasciarlo, sfruttò la sua altezza maggiore per parlare da dietro le spalle del prefetto.

 

“Hei! È da parecchio che non ci si vede, eh! Merlino fulminato!”

“AVERY!!”

 

Gridarono in coro Severus e Zabini, mentre Lucius scoppiò a ridere. Allora non erano tutti degli indegni, in questa scuuola! Osservò meglio il ragazzo: non indossava la divisa scolastica, ma bensì una maglietta a mezze maniche bianca, ed un paio di pantaloni larghi.

 

“Non ci posso credere Avery! Non hai fatto in tempo d uscire dalla Sala Grande che ti sei tolto la divisa! Una condotta davvero deplorevole per il buon nome della scuola!” Lo rimproverò Zabini.

 

“Parla per te, che non hai fatto in tempo a diventare Prefetto che già hai cominciato a rompere le palle! Ha trovato da ridire su tutto durante il viaggio in treno! Pensate! Mi ha perfino sequestrato i fuochi artificiali! Tsk! Che peccato, avrei tanto voluto festeggiare come si deve il primo giorno!”

 

“Certo, per te festeggiare significa farti mettere in detenzione!” Disse Severus, scandalizzato.

“Ah ah ah! Sapete, dovrei proprio presentarvi il mio amico, ScassaRompino! Andreste molto daccordo con lui!”

“Tu invece dovresti proprio andare in un posto, Avery è molto accogliente, e ti ci hanno mandato spesso!”

“Aaah! Quanto mi siete mancati, ragazzi! Mi sei mancato, tu, tu, e... oh, ma guarda! Sei qui anche tu!”

“Mh? Mi conosci?” Chiese Lucius confuso.

“No, ma sei qui anche tu, no?! Ah ah ah!”

“Ah ah ah! È  vero! Molto piacere, io sono Lucius Malfoy!”

“Io sono Merlino in persona, di cognome faccio ‘Quel Porco Di’! Ah ah ah! No, scherzo, io sono Robert Avery!”

“Si, lasciami andare, signor Porco...” Disse Zabini, liberandosi dalla sua presa.

 

Avery osservò per qualche attimo ancora il nuovo alunno, poi sorrise, e disse in tono amichevole “Beh... allora, Lucius Malfoy... qual è la tua stanza?”

 

“Beh, questa!” Rispose l’altro, puntando un dito verso il pavimento. Avery allora tacque per un momento osservandolo come a dire ‘ah, ecco, mi sembrava strano...’ poi però tornò a sorridere, e gli disse

 

“Ah, capisco... beh, stai attento a Sev, perchè è la prima volta che ha un compagno di stanza, e credo che se non rispetterai il suo spazio, potrebbe anche divorarti le costole! Ok, allora... mi ha fatto molto piacere vedervi, ragazzi! Ci vediamo domani! Ma ci credete! La prima lezione sarà Aritmanzia! Cominciamo bene... ciao ciao!”

 

“Ciao, Sev... e... arrivederci, signor Malfoy.” Salutò il prefetto, e si affrettò a seguire Avery fuori dalla stanza.

 

"Ciao." li salutarono in coro i due vampiri. Appena i due ragazzi furono usciti dalla loro camera, Lucius sbuffò, ed una strana smorfia gli attraversò il viso per un attimo. Si gettò su uno dei due letti nella stanza, e, stranamente, rimase silenzioso. Severus approfittò di quegli attimi di pace per mettere le sue cose a posto, e quando ebbe finito si accorse che il suo compagno di stanza lo stava fittamente osservando dalla sua nuova postazione.

 

"Cosa c'è, Lu?"

Il biondo alzò le spalle.

"Andiamo, lo so che qualcosa non va!"

Di nuovo alzò le spalle.

"Va bene, allora! Stai pure chiuso nel tuo ostinato mutismo, tanto che ha bisogno delle tue chiacchiere!"

 

Passò altro tempo senza che nemmeno un'altra parola scorresse tra i due, il bruno stava scrivendo l'orario delle lezioni su tutti i libri di Lucius, cosa che lui aveva già fatto con i suoi. Il biondo intanto continuava a guardarlo, rapito. Ancora senza dire una parola.

 

D'un tratto si riscosse, guardò il soffitto e disse come parlando a nessuno in particolare

 

"Quello non mi piace."

"Chi? Avery?"

“Ma quale Avery! Quel ragazzo sembra il tipo più a posto, qui in mezzo!”

“Oh, Merlino! Temevo che avresti detto una cosa simile!”

"Era quel Zabini! Si crede di essere chissà chi! Non voleva che prendessi questa stanza!"

"Questa è bella, e perchè...?"

"E che ne so! Blaterava a proposito delle stanze già assegnate, bla bla, non sono io che comando, bla bla bla, non è previsto, e bla-bla-bla-bla-bla-bla-bla!... Bla!"

"E tu che gli hai risposto?"

"Te lo ripeterei, ma è un po' troppo scurrile per i TUOI gusti."

"Per stavolta sopporterò."

 

"Beh gli ho cortesemente chiesto, usando un linguaggio un po' colorito e vagamente dialettale, se per cortesia la potesse finire di sdecumare i coglioni, e se si volesse, sempre per piacere, levare velocemente dal cazzo, perchè se voleva che me ne andassi da qui avrebbe dovuto cacciarmi a calci nel culo!"

 

"MA LU! DOVE SEI CRESCIUTO?? NEL BRONX?? NON DEVI PARLARE IN QUESTO MODO!"

"Hei, mi avevi assicurato che avresti sopportato!"

"Infatti non ti sto picchiando, mi sembra!"

 

Altri minuti di silenzio. "Hei, Sev, ma tu veramente sei amico di quell'essere?"

 

"Umpf! Per la verità, non lo so. Il fatto è che abbiamo condiviso il banco in quasi tutte le classi fin dal primo anno, e quindi abbiamo sempre parlato, credevo fossimo amici, ma... devo ammettere che all’inizio era molto più amichevole di ora. Sembra si stia distaccando sempre di più... mi risponde a monosillabi, quando intavoliamo un dialogo non mi guarda mai, e poi ogni tanto mi dà di certe risposte... come se non mi sopportasse."

 

"Tsk! A sentire lui, invece, siete come due fratelli! Secondo me quello è solo matto!"

 

Severus tacque per un po', evidentemente stava riflettendo. La sua espressione sembrava molto discpiaciuta.

 

"Beh... forse sono io ad essere strano. Magari non eravamo amici come pensavo."

"Non negherò che un po' strano ci sei --"

"Eh. Allora vuol dire che sono in buona compagnia..."

"--ma da qui a non saper riconoscere la differenza tra 'amici' e 'semplici conoscenti’, ce ne vuole!"

 

"Beh, ma siamo anche andati spesso a bere qualcosa insieme, ad Hogsmeade..."

"Embè? Che vuol dire, io una volta ho bevuto con De Niro, ma questo non vuol dire che siamo amici intimi!"

"Hai bevuto con De Niro?? Quello del Padrino e di Raging Bull??"

"Si. Ho passato un annetto ad Hollywood, non te l'ho detto?"

"No..."

"Beh, ora l'ho fatto!"

 

Sorrise Lucius, all'amico che aveva ancora la faccia stupita.

 

"Ma tu guarda il caso! Una cosa di interessante che avresti potuto raccontarmi e non l'hai fatto..."

"Deduco che ti piace il cinema?"

 

"Si, lo so! È solo una stupidaggine babbana, ma mi sono lasciato convincere una volta adandarci da Avery, il ragazzo di poco fa, e benchè fossi più che scettico, all’inizio, alla lunga l’ho trovato divertente! Però se per caso glielo vai a dire, giuro che ti impicco al Platano Picchiatore!"

 

"Ah ah ah! Però, che parole cariche di gentilezza che mi stai riservando, sono commosso! Comunque... grazie per avermi trascritto gli orari sui libri! Almeno ora non perderò la maggior parte delle lezioni! Ehm... non è che disegneresti anche una cartina delle aule...?"

 

"No. Anche perchè non saprei dove mettertela per non fartela perdere..."

 

Lucius lo guardò fisso per qualche secondo, e poi scoppiò a ridere. Severus lo guardò in modo strano, domandandosi se fosse matto a scoppiare a ridere in questo modo. Poi, ripercorse con la mente le sue ultime parole. Arrossì di un acceso rosso pomodoro, e gridò al biondo che si stava rotolando sul letto

 

"SCEMO!! NON INTENDEVO ASSOLUTAMENTE 'QUELLO'!!"

"Però 'scemo' lo intendevi!"

"Ora basta, maledetto! Sembra che ci prendi gusto a farmi arrabbiare! Ora ti strappo tutti i libri!"

"NO!!! Ehm... io scherzavo solamente... dai restituiscimi quel libro!"

"NO! Ho detto che te lo strappo, e ora lo strapperò! Fai conto che sia già a pezzi!"

"Eh, no! Aspetta un..."

 

Dopo una breve colluttazione, i due vampiri si ritrovarono di nuovo a wrestlare per terra, uno sopra l'altro a turno.

 

"Giura che lascerai stare i miei libri!"

"E tu giura che ti darai fuoco!"

"Ma... ahio! Graffi, non vale!"

"Tu mi hai toccato il didietro!"

"Non l'ho fatto apposta! Era l'impeto della battaglia!"

"Impeto un cavol--oooh!"

 

Alla fine, fu il biondo che ne uscì vincitore.

 

"Due a Zero per i biondi!"

"Non sapevo fosse una sfida biondi contro bruni..."

 

Disse Severus in tono tetro, mentre Lucius sopra di lui, si mise a ridere, senza nemmeno accennare a spostarsi dalla sua posizione, e una gamba del biondo, bloccando entrambe le sue, iniziava a fargli perdere sensibilità nella metà inferiore del suo corpo.

 

"Non mi sento più le gambe, Lu! Levati!"

"No."

"LE-VA-TI!"

"No. Ho vinto, e ho il diritto di fare quello che mi pare!"

"E dove sta scritta 'sta fesseria??"

"Ssssst...." Bisbigliò il biondo con un'aria decisamente più seria di prima.

 

Lentamente il suo viso si avvicinava a quello di Severus, che arrossì, e gridò con quanta voce poteva  "NON PROVARCI NEMMENO, DEFIC--!!"

 

Ma le labbra del biondo avevano ormai irrimediabilmente stabilito un contatto con quelle dell'amico, bloccato sotto di lui. Poi, con la lingua, cercò il permesso di spingersi un po' più oltre, e... certo però che Lucius ci sapeva fare... Così Severus scartò l'idea di picchiarlo, e chiudendo gli occhi si abbandonò a quel calore, le sue labbra si schiusero per accogliere la lingua invasiva del vincitore, che prese a muoversi in armonia con la sua.

 

D'un tratto, Severus sentì qualcosa passare nella sua mente, e capì al volo non era qualcosa di suo.

*Ti amo, Sev... sto impazzendo ora, lo sai...?*

Gli comunicò la voce del biondo, ora impegnato ad esplorare un po' l'amico, leccandolo leggermente lungo la linea del mento, fino a far scivolare la lingua sul suo orecchio.

 

Le mani di Severus, di comune accordo, si sollevarono fino al petto del biondo, e lì sentì dei pettorali ben scolpiti, ma anche il suo cuore, che probabilmente aveva ripreso a battere per un tempo indeterminato, a causa dell’emozione. Meno  male, non era l'unico nervoso, qui.

 

Perso nei suoi pensieri, il brunetto si riscosse quando sentì una mano di Lucius (e veramente non si era mai accorto di quanto fossero grandi fino a quel momento) coprirgli il ventre, mentre le dita si facevano lentamente strada sotto la sua maglietta.

 

SBAM!!

 

"Ahia! Ma sei pazzo! Mi ha mandato a sbattere contro il muro!!!"

 

Quando però il biondo alzò di nuovo il viso si stupì nell'incrociare uno sguardo stupito e confuso, probabilmente dalle sue stesse azioni. Prevedibile silenzio imbarazzante.

 

"Io... s-scusa, ma... E POI E' TUTTA COLPA TUA! SCEMO! SCEMO! SCEMO!!!"

 

"SCEMO IO?? Ma scemo tu!!"

"No, scemo TU!!"

"Chi lo dice sa di esserlo!!"

"Dieci volte più di me!!"

"Cento volte di più!"

"Sei la quint'essenza della scempiaggine!!"

"Piccolo vampiro maleducato e scurrile!"

"MALEDETTO! SEI TU CHE MI PROVOCHI!!!!"

"NON TI HO DETTO IO DI INSULTARMI!!"

"Basta!! Stiamo di nuovo litigando come dei bambini!! Ed è tutta colpa tua!!"

 

La tensione si era già allentata. Severus ancora completamente rosso in viso, e Lucius aveva appena auto-calmato la sua erezione. Sospirarono in stereofonia.

 

"Beh... -disse Lucius dopo un po'- che ne dici di cenare con un appetitoso Grifondoro?"

"Grrrr! ma lo vedi che sei tu, allora!!!"

"Perchè? Sarebbe divertente!"

 

"No! Sarebbe stupido! Il preside sa della tua, anzi no, che dico, della nostra condizione, e se trovassero un Grifondoro morto domani mattina, saremmo fuori ancora prima di riuscire a dire ‘MAGO’! Ci ritroveremmo entrambi sotto al Tamigi!"

 

"Ah ah ah! Due cuori sotto un ponte!"

"Direi piuttosto due vampiri marchiati con gli auror alle costole per l'eternità..."

"...non suona altrettanto bene..."

"E' la verità che non suona bene."

"Allora cosa proponi? Qual è il menu?"

"Io proporrei qualche creatura della foresta proibita."

"Per me va bene, anche se non dà altrettante soddisfazioni."

 

Improvvisamente il viso del biondo si illuminò.

 

"Hei Sev! Tu sai come ipnotizzare gli animali?"

"Se sono piccoli."

"Oggi allora faremo pratica!"

 

Dichiarò Lucius, poi balzò in piedi tutto eccitato, prese Sev per mano, tirò su anche lui, e se lo trascinò fuori dalla stanza. "Luuuu! Fermati!" Gridò inutilmente il giovane vampiro.

 

"Macché! Andiamo! Andiamo!" Il giovane vampiro, però, puntò i piedi a terra, arrestando bruscamente la loro corsa. Peccato solo che si ritrovarono entrambi per terra.

 

"Sono caduto sul morbido!"

"Sono io, Lu..."

"Ah! Scusa!"

 

Di nuovo si rialzò ed aiutò l'amico a rialzarsi.

 

"Perchè mi hai fermato?"

"Perchè non possiamo uscire a nostro piacimento! Stai più all'erta, Lucius!"

Il biondo si limitò ad alzare le spalle.

"Te l'ho detto che attiri troppo l'attenzione!"

"Sorry, è l'abitudine!"

"Umpf! Sento i passi del custode al secondo piano! Corri!"

 

Il brunetto ricominciò a correre senza preavviso, lasciando Lucius senza altra scelta che seguirlo, con la leggera tentazione di ricambiare il favore e far cadere anche Severus, ma scartò subito l'idea come 'tentato suicidio’, ed optò invece per il guardargli il fondoschiena, con una brutta sensazione di nostalgia ed inappagatezza.

 

Dopo aver ampiamente cenato, i due si ritirarono nella loro stanza, a dormire le poche ore che gli restavano. Beh, era stata una giornata molto più movimentata di quanto si aspettassero.

 

                                                        

 

 

FINE CAPITOLO 4

 

 

*La canzone all’inizio del testo è Kal Ho Naa Ho, cantata da Sharuk Khan nel film indiano dal titolo , appunto,  Kal Ho Naa Ho.

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Capitolo 5
*** Il Primo Litigio ***


When I'm looking in your eyes

 

When I'm looking in your eyes

(Quando ti guardo negli occhi)
Everything seems to fade away

(Ogni cosa sembra scomparire)
After all these years we had, do I know you now?

(Dopo tutti questi anni, ti conosco adesso?)
Have I trusted blindly in your love, too many times?

(Ho creduto ciecamente nel tuo amore troppe volte?)

You said: "hey, my love, I'm sorry but we can't go on 'cause

(Tu dicesti: “Hei amore, mi dispiace ma non possiamo continuare perchè)
I'm in love with someone else"

(io sono innamorato di qualcun altro”)
Tell me, what do you want me to say

(Dimmi, cosa vorresti che dicessi)
When you treat me this way

(Quando tu mi tratti in questo modo)

Oh I love you, maybe

(Oh ti amo, credo)
And I hope it goes away

(E vorrei non farlo)
Oh, how I want you daily

(Oh quanto ti voglio ogni giorno)
I know it's gonna stay

(So che continuerò a farlo)
 
I have found the whore in you

(Ho trovato la puttana che è in te)
Why can't I tell you "NO"

(perchè non ti posso dire “NO”)
Time will show, the last word is for me

(Il tempo dimostrerà che l’ultima parola è per me)
If you fail to see the problem we have, one room full of walls

(Se non riesci a vedere che abbiamo un problema, una stanza piena di muri)
Jar of love isn't dry until the last drop falls

(Il vaso dell’amore non sarà asciutto finchè l’ultima goccia non cadrà)

 In every dream I have I say: "I'm not in love with you"

(In ogni sogno che faccio, dico “Io non sono innamorato di te”)
But every day I say I do

(Ma ogni giorno dico che lo sono)
You have messed with my head so many times

(Tu hai incasinato la mia testa tante di quelle volte)
Forced me to love you

(Mi hai costretto ad amarti)

Now that...
I have found the whore in you

(Ora che… ho trovato la puttana che è in te)
why Can't I tell you "NO"

(Perchè non posso dirti “NO”)
Time will show, the last word is for me

(Il tempo dimostrerà che l’ultima parola è per me)
If you fail to see the problem we have, one room full of walls

(Se non riesci a vedere il problem ache abbiamo, una stanza piena di muri)
I will try until the last drop falls…

(Io ci proverò finchè l’ultima goccia non cadrà...)

 

 

 

CAPITOLO 5: Il primo litigio

 

Martedì 2 Settembre… orario di Martedì.

 

Orario di Lucius                                                       Orario di Severus

1 Divinazione            (Prof.ssa Patroni)                   1 Aritmanzia       (Prof.ssa Vector)

2 Divinazione                                                           2 Aritmanzia

3 Incantesimi             (Prof. Vitious)                        3 Incantesimi

4 Incantesimi                                                            4 Incantesimi

5 Storia della magia   (Prof. Ruf)                             5 SDM

6 Storia della magia                                                  6 SDM

7 Antiche Rune          (Prof. Diamonds)                   7Antiche Rune

8 C Creat Magiche     (Prof Kettleburn)                   8 CCM

 

“Corri, Lu! È tardisimo!”

“Io sto correndo! E tra l’altro, la mia classe è molto più lontana della tua!”

“Io giro di qua, tu Sali di la! Ciao!”

“Ciao! Ci vediamo!!!”

 

Senza fermarsi nemmeno per un secondo, Severus continuò a correre finché non arrivò davanti alla porta della sua classe di Aritmanzia. Lì, trasse un respiro profondo per farsi coraggio, e bussò due colpi decisi contro la porta. Entrato, si scusò per il ritardo, accusò i prevedibili cinque punti che la Vector tolse alla sua casa, e si andò a sedere al suo posto, tra Zabini e…oh, no… Avery!

 

“Hei! Di già in ritardo alla prima lezione, eh? Non ci siamo, ragazzo! Il qui presente Prefetto dovrebbe farti una bella ramanzina!”

“Già, ma poi dovrebbe farne una a te per ogni lezione che salti, Avery…”

“Touché!” Avery alzò le mani sconfitto.

 

Zabini gli sorrise.

“Tutto bene?”

“Si. Tu?”

“Non male! Mi fa arrabbiare che ti ha tolto i punti per un ritardo! Sarà… cosa… la prima volta che non arrivi puntuale…?”

 

 “E come si dice, la prima volta raramente è bella! –disse Avery intrufolandosi nella conversazione-Meglio la seconda! Se ne deduce che… salteremo le ore di incantesimi, vero Sev…?”

“Neanche per sogno! Non diventerò mai il tuo compagno di scorribande!”

“E poi non dovresti fare battute con doppi sensi simili!” Lo rimproverò il loro Prefetto.

“Scusa, ci stavo solo provando con Sev!”

 

Il vampiro in questione lo guardò storto.

 

“Avery… sto per picchiarti , lo sai…?”

“Perché? Era un complimento, Sev!”

“Avery, se non la smetti ti picchierò anch’io! –esclamò Zabini- E poi ti toglierò 30 punti.”

“Ah, bè… se vuoi essere linciato dai Serpeverde, fai pure Jo…”

“Mi resta comunque la forza bruta!”

“Eh, no! Se mi picchia Sev io sottostò perché mi eccita, ma se mi metti un dito addosso tu, ti spacco il faccino! Chia-ahia!!”

 

Severus gli aveva tirato un calcio sotto al banco.

 

“Ahi!!” Avery glielo restituì.

THUMP!  “Ahio!”

 

Zabini gli diede un manrovescio dietro al collo, mandando la testa di Avery a sbattere sul banco, ma poi il ragazzo allungò il braccio e pizzicò il caposcuola sulla spalla, questo però gli afferrò il braccio, e torcendoglielo iniziò a tirarlo nella sua direzione. Severus, in mezzo a quell’ira di Merlino, li colpì entrambi forte dietro al collo, ed echeggiarono distintamente due clamorosi

 

THUMP!

 

“POSSO SAPERE, GENTILMENTE CHE STA SUCCEDENDO LA DIETRO?? ORA BASTA!! ZABINI! MI MERAVIGLIO DI LEI, CHE È UN PREFETTO! AD ANCHE LEI, SIGNOR PITON! COME PRIMO GIORNO NON VA AFFATTO BENE! UN ALUNNO MODELLO COME LEI, POI!”

 

Il Serpeverde non-morto abbassò lo sguardo mortificato. “Scusi, prof…”

 

“Umpf! Altri cinque punti da Serpeverde!”

 

Avery aprì la bocca per rispondere all’insegnante, e come si può dedurre, in modo poco gentile. Fu fermato in tempo dal colpo incrociato dei suoi vicini di banco, che gli colpirono forte la testa con un quaderno arrotolato.

 

THUMP!

 

La potenza del colpo incrociato fu tale che per un secondo gli occhi di Avery schizzarono fuori dalle loro orbite.

 

“Zitto, che è solo il primo giorno!” Fece Severus con due occhi da demone.

“Abbiamo già perso dieci punti!!” Inveì Zabini con altrettanta collera.

 

“Già dieci punti? Wow! Se continuo così batterò il mio record personale! L’anno scorso solo io ne persi… 97! Quest’anno ne voglio perdere almeno 100!”

“E bravo! Così regaliamo la coppa a Tassorosso, come l’anno scorso!”

 

Severus fece una mezza smorfia al ricordo che Zabini gli aveva offerto, ma poi disse in tono consolatorio.

 

“A me basta che non la vinca Grifondoro...”

“Non ti preoccupare bellezza, a prevenire questa eventualità ci pensano i ragazzi dello zoo di Londra! Oh! A proposito!”

 

Avery strappò un pezzo di pergamena, e lo lanciò con precisione da cecchino due file più avanti, dove, notò Severus, sedevano Remus Lupin, e Peter Minus. Gli unici del gruppo dei Malandrini che avevano scelto Aritmanzia.

 

Lupin raccolse la pergamena, e si voltò verso di loro con aria interrogativa.

 

“Hei, ragazzi! –gli disse Avery sottovoce- ieri mi ha chiamato il Ministero per la CCM!” (Cura Creature Magiche)

“Che vuoi dire…?” Chiese Lupin, circospetto.

“Che vi rivogliono!!”

I due Grifondoro si voltarono di nuovo, scuotendo la testa.

“Ditelo anche ai vostri amici, Potter e Black! Dovete sbrigarvi, che stanno richiudendo le gabbie!”

 

Tutti i Serpeverde a portata di orecchie, risero. Una ragazza di Grifondoro, seduta davanti a loro, si voltò con un’espressione davvero poco divertita sul viso. Aveva degli a dir poco ingombranti capelli ricci.

 

“Non siete divertenti, ragazzi!”

“Oh! Bob Marley!! Non ci posso credere, sei il mio idolo!! Pace, Bob!”

 

Altre risate dalla parte dei Serpeverde. La povera Corvonero roteò gli occhi annoiata, e tornò a guardare avanti, anche lei scuotendo la testa. La sua pettinatura prese ad ondeggiare a destra ed a sinistra in modo ipnotizzante.

 

“Avery, smettila! Non mi stai facendo capire niente!” Lo sgridò Severus.

“Già ci hai fatto perdere dieci punti!” Incalzò Zabini.

“Ma se è stato Sev! È stato lui a colpirci!”

“Però sei tu quello che ha cominciato!”

“Non è vero!”

“Si che è vero! Imbecille!”

THUMP!

“Sev! Perché mi hai colpito?!”

“Perché non si dicono queste parole!”

“Ma… ho detto solo ‘imbecille’!”

THUMP!

Ahia! Ancora!?”

“Ah ah ah ah! Vedi che ti picchia e continui? Ma allora sei mongoloide!”

THUMP!

“Aaahia!”

“Non si dice nemmeno quello! Offendi le persone che ci sono veramente!”

“Eh, perché lui ci scherza…!”

THU-THUMP!

“Ahia! E basta! Arrivo a Incantesimi con i lividi! SE ci arrivo!”

“Ti sta bene, pure poco!” Dissero in coro Severus e Zabini.

“Ho capito, ma…”

“Basta! Segui! Ma perché non hai scelto Divinazione se non ti andava di fare un cavolo?!”

“Ma Sev… io volevo starti vicino, amore mio…!”

THUMP!

“Ahia! Ma sei manesco, allora!”

“Guarda che non ero io…”

“Zabini! Sei stato tu??”

“Si! Non sei divertente quando fai così, Avery!”

“Non volevo mica esserlo! Severus, lo sa che non scherzo, vero Sev?”

“Io non so niente e non voglio sapere niente...” Se ne tirò fuori il vampiro facendo finta di non sentire.

“Ma come! –disse Zvery con finta disperazione- Un tempo dicevi di amarmi!”

THUMP!

“Ahia! Zabini, se non la finisci, te le spezzo quelle mani, cazzo!”

THU-THUMP!

“Eh no, eh! Ma qui mi attaccano da tutti i fronti! Sembra di passare sotto al Sant’antonio!”

“Basta!!”

“Come vuoi tu, tesoro…!”

“AVERY!!”

“Cosa? Che c’è?”

“Mi hai fatto la mano morta!!”

THUMP!

“Ahu!! Chi è stato stavolta? Comunque stavo scherzando!”

THUMP!

“Anche io!”

“Zabini, maledetto! Mica ho toccato te! Merlino me ne scampi!”

“Quando la finirai di fare lo scemo vedi che non le prenderai più!!”

“Ma tu qua ci sei venuto o ti ci ha mandato qualcuno?!”

 

Mentre i suoi compagni di banco continuavano a litigare, Severus, intrappolato nel mezzo, si abbandonò con la testa sul banco. “E pensare che ne avrò ancora per un’ora e mezza!”

 

“INSOMMA, BASTA!! ZABINI! AVERY! DIECI PUNTI IN MENO AL SERPEVERDE! SIGNOR AVERY PER LEI DETENZIONE STASERA ALLE 8! E TOLGA QUEL PIEDE DALLA FACCIA DI ZABINI IMMEDIATAMENTE!!!”

 

“Stasera alle 8? Posso portare un amico?” La classe scoppiò a ridere. Solo quella faccia tosta di Avery avrebbe potuto rispondere in quel modo ad una Vector furente…

 

“ORA SARANNO TRE GIORNI, VISTO CHE LE PIACE FARE LO SPIRITOSO!!”

“Tre?? Ma anche quattro!”

“UMPF!”

 

La professoressa annuì soddisfatta, e si voltò di nuovo verso la lavagna dove stava spiegando un complesso diagramma numerico che vi aveva fatto apparire. Improvvisamente però, la voce di Avery risuonò ancora una volta squillante ed elaborata ad imitazione di quella sguaiata della Vecor.

 

“SE LO SAPEWA… NON VENEWA…!”

 

“VA BENE, BASTA, AVERY! FUORI!!! IL TUO POSTO È TRA I MALEDUCATI CAFONI E IGNORANTI!!!”

 

“Mi caccia dall’aula?? M’invita a nozze…!”

 

E senza esitazione alcuna, Avery si alzò dal banco, e si incamminò verso la porta mormorando con voce interrogativa le ultime parole della professoressa

 

“In mezzo a maleducati, cafoni…? E Ignoranti…? –ormai era davanti alla porta.- LE DEVO SALUTARE QUALCUNO??”

 

Gridò, e corse fuori giusto in tempo per evitare la penna con tutto il calamaio che la prof gli aveva tirato dietro, e che si scagliò con tutta forza contro la porta per poi ricadere rovinosamente sul pavimento.

 

Poi l’insegnante, illusa di essere finalmente riuscita a placatre il Serpeverde (che in quanto a rottura di scatole teneva fieramente testa a Lucius Malfoy), accennò a riprendere la lezione. Si udì però un poco umano urlo provenire dall’esterno.

 

“AVERY HA COLPITO ANCORA COME L’URLO DI CHAN!!!”

“MALEDETTO, AVERY! SONO 5 GIORNI DI DETENZIONE!!!”

 

“Solo che mentre l’urlo di Chan terrorizza l’Occidente, l’urlo di Avery sdecuma i coglioni semplicemente…” Disse una voce anonima della classe.

 

Risate, risate, risate.

 

Dopo la dipartita di Avery però, la lezione poté continuare normalmente, con sporadiche, tranquille, brevi ed educate interazioni tra Severus e Zabini. Passate le due ore, Severus radunò le sue cose nella borsa, ed uscì.

 

Appena messo piede fuori dall’aula però, fu accolto dallo spettacolo più agghiacciante e spaventoso che mai occhio umano avesse visto.

 

Lucius… e Avery… insieme! Era un incubo!!!

 

Stavano dicendo qualcosa a proposito del nonno della Vector. Ed infatti avevano composto una breve ma significativa canzone che recitava le seguenti parole. “E sono un porco… sono un balordo… sono il nonno della Ve-ctor!!”

 

E ridevano, ridevano, ridevano che Merlino la mandava!

 

THU-THUMP!

 

“Cosa mi ha colpito?” Domandò Avery.

“Era Severus…” Confermò Lucius rialzandosi da terra.

 

“Ohi! Sev!”

“Lu… come mai sei già qua fuori?”

“Lucius alzò le spalle. “La Patroni mi ha cacciato.”

“Cioè… farsi cacciare da Divinazione è il colmo!! -Sbottò il moretto.- Che è successo?!”

“Ah ah ah… ehm… ma me lo stai chiedendo veramente?”

“Ovviamente te lo chiedo!!”

“Ehm… beh, ecco, per la verità è scoppiata una rissa…”

“MA TU SEI PAZZO!!! CON CHI HAI FATTO A PUGNI??”

“Hei! –scattò il biondo, offeso- chi ti dice che c’entro io?”

“Se la prof ha cacciato te…”

“Oh, è vero… beh… con due Grifondoro… quelli del treno.”

“Intendi Potter e Black? E perché?”

“Perché sono insopportabili!”

“Ho capito, ma che hanno fatto!”

“Me le hanno fatte girare.”

“Ah… fino a qui ci siamo. Scendi più in particolari… cosa è successo?”

“E’ successo… il processo!”

“Che hai detto??”

“Il tetto!”

“Il te...? Ma che dici??”

“La bici!! Buooona la pasta con le alici!”

“Lu, se stai evitando di rispondere ti ci vorrà più di qualche rima!”

“Io evitare? Perché dovrei farlo? Oh! Ma come è tardi! Andiamo a Incantesimi!”

“Ma Lucius!!”

“Dai. È tardi! È tardi! Corri!”

“Asp… NON MI TIRARE!!!”

 

E mentre il biondo se lo trascinava dietro, rideva, rideva, rideva…

 

Severus si voltò un attimo, e fece giusto in tempo a vedere che il gruppo di Malandrini si era ricongiunto per andare insieme alla loro classe successiva. Black intercettò il suo sguardo… era sinistro, e sembrava promettere vendetta. Eh eh eh… probabilmente, già furente per la rissa non-si-sa-per-quale-motivo con Lucius, aveva appreso anche della battuta dello zoo… probabilmente, era stato quella lingua lunga di Minus a riferirglielo. Sempre a ruotare e rivoluzionare intorno ai due Soli di Grifondoro, come un satellite poco più grande di un tubero!

 

Zabini si avvicinò ad Avery.

 

“Hei. Perché ha fatto a pugni quel Malfoy?”

“Mh? Perché ti interessa?”

“Perché sono Caposcuola!”

“Si, certo… nessun altro motivo?”

“Avery, ti taglierò la lingua! Allora, ti ha detto perchè?”

 

“Va bene, datti una calmata… quei Grifondoro del cazzo stavano insultando Sev. Progettavano qualcosa che aveva a che fare con l’infilargli di nascosto una rivista porno nello zaino, e fargliela cadere poi nel corridoio. Poi Lucius li ha affrontati.”

 

“Mh…”

“Beh? Non hai nient’altro da dire?”

“No.”

 

In quel preciso momento, si udì la voce squillante di Lucius gridare “La mia rivista!! Ecco dove l’avevo messa!!”

 

Incantesimi ebbe più o meno l’andazzo di Aritmanzia, purtroppo. Ma questa volta, dato il solito finimondo generale nella classe, nessuno fu cacciato fuori… avere un Lucius ed un Avery a fraternizzare nel suo stesso banco per Severus era come stare in un girone infernale!

 

Storia della Magia fu di gran lunga più tranquillo. Lucius, per dieci minuti buoni seguì come rapito la spiegazione del professor Ruf, ma poi, senza nessun preavviso, si piegò sul banco, sbattendo violentemente la testa contro la sua superficie. Il vampiro vicino a lui prese un colpo! Stava per gridare di cercare un dottore quando lo sentì russare, e preferì stare zitto.

 

Avery, invece, era distratto cercando di rimorchiare una bella moretta di Tassorosso. Ma fu sfortunato… la ragazza era un prefetto!

 

Lucius, ormai nel mondo dei sogni, cominciò persino a parlare nel sonno, biascicando qualcosa a proposito di Merlino, che Severus non volle nemmeno sentire. Quello che contava di più era che il brunetto poteva finalmente prendere appunti in santa pace!

 

Venne l’ora del pranzo. E naturalmente anche la vendetta dei ragazzi dello zoo di Londra non tardò a colpire. Severus, aveva davanti a sè un invitante piatto di spaghetti. Stava per infilare tra questi una forchetta, quando tra i pastosi fili fece capolino qualcosa di enorme e nero… uno scarafaggio. No… era troppo!

 

Seduta di fianco a lui, Narcissa Black balzò in piedi, gridando. Bellatrix, stupita dalla reazione di sua cugina, ne volle osservare il motivo, e quindi seguì a ruota il suo esempio. Avery scoppiò a ridere. Zabini invece prese a guardare preoccupato Severus, in attesa di vederlo liberare tutta la sua ira.

 

Ed infatti la mano di Severus si era appena stretta attorno all’impugnatura della sua bacchetta, quando vide Lucius sporgersi leggermente sul suo piatto per vedere anche lui il motivo di un simile grido.

 

Il reo animaletto, notando il pandemonio che la sua presenza aveva creato, ed avendo paura di essere ucciso senza pietà alcuna, stava cercando disperatamente di tornare a nascondersi tra gli spaghetti.

 

“Oh! –esclamò Lucius- Saluta Gregorio Samsa! –poi, quasi gridando- POTREMMO AVERE UN ALTRO PIATTO QUI? DOVE POSSIAMO SPUTARE POI LA CORAZZA??”

 

E cominciò a blaterare sull’importanza dell’etichetta a tavola. Tutti scoppiarono a ridere, e non tanto magari per quello che disse, quanto per come lo disse. A Severus, miracolosamente passò la voglia di lanciare maledizioni. Lucius gli sorrise facendogli l’occhietto, ed annuì in direzione del tavolo dei Grifondoro. Anche Severus sorrise malignamente.

 

A giudicare dalla faccia di Black, i Malandrini erano molto più arrabbiati per l’essere stati ignorati di quanto non lo sarebbero stato se li avessi maledetti! Al loro tavolo si sentiva ancora qualche risata qua e là. Perfino le cugine Black superarono il terrore per lo scarafaggio, e risero. La notizia dell’accaduto si diffondeva lungo tutti i tavoli, tutti facevano un resoconto dettagliato a quelli troppo lontani per aver potuto vedere la scena.

 

Severus sorrise più ampiamente, mentre si ritrovava a pensare “Forse Lucius non è immaturo come credevo.”

 

“Hei, Sev! Io me lo tengo, il piccolo Gregorio! È così carino… tutto nero… mi ricorda tanto te!”

 

TLANK-THUM!

 

Lucius si ritrovò per terra a causa di un potente calcio di Severus in pieno viso. “Infatti è MOLTO più immaturo di quello che credevo!”

 

Presto arrivò l’ora di Antiche Rune.

 

“Hei, Sev!”

“Si?”

“Che vuol dire questa Runa?”

“Ehm… sei sicuro che sia una Runa?”

“Si! L’ho copiata dal libro…”

“Ti dispiacerebbe mostrarmela dal libro?”

“Eccola.”

“Ma Lucius! Non ci azzecca niente con la tua!”

“Mi sembrava un po’ troppo spigolosa, allora l’ho arrotondata un po’. Ora è più dolce!”

“…”

“Mh?”

“Stavo per dire qualcosa di cui poi mi sarei pentito.”

“Oh.”

“Insomma, che vuol dire?”

“Vuol dire ‘Ti Amo’!”

“…”

“Cosa c’è?”

“Stavo per FARE qualcosa di cui mi sarei pentito.”

“Stavi per baciarmi? Ma Seeev! Siamo in pubblico!!”

 

THU-THUMP!

 

“Ecco, l’ho fatto. Ma non mi sono pentito. Mwua-ha-ha-ha!”

“Perfido…”

 

Ora di Cura delle Creature Magiche.

 

“Hei, Lu?”

“Hei Avery!”

“Facciamo un gioco, ti va?”

“Che gioco?”

“Hai presente Merlino?”

“Siiiiiiiii!!!”

 

A queste parole, Severus si portò le mani alle orecchie, e voltandosi dall’altra parte, cominciò a ripetersi senza sosta “Io non sento niente… io non sento niente… io non sento niente!”

 

“Hei, Mocciosus!”

 

La voce dell’odioso, ed anche odiato Potter, seguita da quella del suo degno compare Black.

“Moccioooosuuus??”

 

Severus, a maggior ragione, continuò il suo mantra di “Non sento niente… non sento niente…”

 

“Hei! Sei diventato sordo, Mocciosus??”

“Probabilmente ha raggiunto la sua data di scadenza e si sta deteriorando…!”

 

Lucius li guardò, poi guardò Severus, e togliendogli pazientemente le mani dalle orecchie, gli disse

“Non credevo fossi uno yogurt!”

“Non lo sono, Lu…”

“Proviamo!”

 

Detto questo gli leccò una guancia.

 

SBAM! THU-THUMP! THUMP! THUMP! THUMP!

 

“Hei! I pestaggi no!”

 

I Malandrini osservarono la scena esterrefatti. Il professor Kettleburn li richiamò all’ordine

 

“Ragazzi, non per disturbare la vostra… ehm… interazione sociale, ma se mi voleste degnare di uno sguardo ogni tanto… giusto per far finta di stare seguendo, sapete?”

 

“Ehm… ci scusi.”

 

Disse Severus, picchiando un’ultima volta il biondo a fianco a lui. Imprevedibilmente però la voce distinta di Avery si sollevò sopra le altre, che discutevano della scena appena avvenuta, dicendo

 

“E poi, non è colpa loro!”

 

Severus gli lanciò uno sguardo ammonitore che prometteva morte e distruzione se il ragazzo avesse aperto di nuovo la bocca. Purtroppo però quel genere di cose rimbalzavano addosso al ragazzo, che continuò imperterrito

 

“È che i Grifondoro puzzano!!”

 

Risata dalla parte dei Serpeverde.

 

“Signor Avery credo, che gli odori dei vostri compagni abbiano poco e niente a che fare con la vostra attenzione, o con i vostri… ehm… gusti alimentari.”

 

Risate dalla parte di Grifondoro.

 

“Beh, insomma! Non si può stare nemmeno all’aria aperta! E chissà che ch’avete dentro a quel dormitorio! Nà fogna?”

 

Altre risa dalla parte di Serpeverde.

 

“Signor Avery, la smetta ADESSO! O sarò costretto a ad ammonirla!”

“Beh, allora ci venga lei qua, no! Poi vediamo se n’ce dice pure lei da rifiatà de meno!!”

“Va bene, è troppo! Cinque punti in meno a Serpeverde, e non si permetta MAI PIÙ di affermare che i compagni di altre casa puzzano! Finchè si scherza si cherza, però...”

 

“Anche perché i Serpeverde puzzano di più!” La voce decisa di James. Al professore caddero le braccia.

“Uno di loro in particolare!” Non poté trattenersi Sirius, e lanciò uno sguardo verso Severus.

 

Il vampiro arrossì di rabbia, ma ancora una volta, fu la voce di Lucius ad impedirgli di tirare fuori la bacchetta in presenza di insegnanti. Il biondo guardò arrabbiato il Grifondoro, e gli disse

 

“Ok! È vero! Non mi lavo da due mesi, e il sapone prima di toccarmi la pelle, grida e salta via! Però non è carino prendermi in giro! Ora vi aizzerò contro le mie pulci!!”

 

Tutte e due le parti risero. Tutti tranne due persone, che erano Sirius Black, e Severus Piton.

Uno perchè stava guardando Lucius con odio profondo, l’altro perchè si stava coprendo il volto con una mano, scuotendo la testa, arreso.

 

La lezione riprese.

 

“Lu… ma c’era proprio bisogno di creare un simile teatro…?”

“Mh…? Guarda che dicevo sul serio!”

“Che schifo, Lu!”

“Aspetta! Ora le mie pulci ti saltano addosso! Hop! hop! hop!”

 

Disse, e scherzosamente cominciò a pizzicargli i fianchi, fingendo che fossero le sue pulci che lo mordevano, invece. “Lu! Basta!!!” Si lamentò il brunetto mentre cercava con tutte le sue forza di non ridere per il solletico che la sua pelle ipersensibile gli faceva sentire.

 

THU-THUMP!

 

“Ahio! Devo aver sbattuto la testa a qualcosa… ma quando è apparso qui questo ramo??”

 

Avery allora scoppiò a ridere, attirando così la loro attenzione, e disse “Ah, ma allora state insieme!”

 

Lucius e Severus risposero in coro, ma mentre uno gridava un convintissimo “SIIII!!!”, l’altro sembrò sputare uno spaventoso “NOOO!” Tutti i presenti comunque, sia Grifondoro che Serpeverde li stavano guardando attentamente. Era una domanda che si stavano ponendo tutti dal momento in cui avevano visto il biondo andare tanto tranquillamente in giro con Piton, il terrore della scuola.

 

“Beh? Si o no?”

“No! No! No! Non stiamo assolutamente insieme!”

 “Dice così perché abbiamo litigato –spiegò Lucius sospirando- È sempre così quando c’è un bambino di mezzo...”

 

“UN BAMBINO??” Gridarono contemporaneamente Zabini e Black, che poi si guardarono, guardarono Severus, e poi di nuovo Lucius, aspettando una spiegazione più approfondita. Anche il professor Kettleburn aveva interrotto la spiegazione per sapere se c’era da preoccuparsi oppure no.

 

“Si! È in attesa! Da due mesi, già! Non è stupendo!!”

“No! È… è assurdo!! Che hai fatto, animale che non sei altro!” Esplose Zabini.

 

DOPPIO THU-THUMP!

 

Doppio “Ahia!!”

 

“MA SIETE SCEMI TUTTI E DUE?? Lucius! Come puoi dire una scemenza simile!! E tu, Zabini, ti pare che può avermi messo incinta prima ancora che ci conoscessimo??”

 

Zabini , Lucius e Avery presero a guardarlo con gli occhi spalancati, e poi in coro, risposero

 

“Hai detto ‘scemi’!”

 

TRIPLO THU-THUMP!

 

“Veramente insopportabili…!”

 

Commentò Piton, ma poi fu raggiunto dalle parole del professore, che, sempre calmo, aveva continuato ad osservarlo, ed ora, rassicurato che si trattasse solamente di uno scherzo, voleva prendere in giro anche lui il brunetto, certo che la sua posizione di professore lo salvasse dai colpi del ragazzo.

 

“Signor Piton, se è stato colto da un attacco di isteria da gravidanza, ha il permesso per andare in infermeria!”

 

Gli studenti delle due Case rivali, si unirono nelle risa. Tutti tranne due, rispettivamente la vittima della battuta, e Sirius Black, che ancora stava ad osservare Lucius con l’espressione indecifrabile, e gli occhi carichi di odio.

 

E la giornata passò così. Tra una battuta ed un pugno. La sera, i due vampiri si ritrovarono a studiare insieme nella loro stanza al dormitorio di Serpeverde.

 

“Sai, Sev, è un peccato che non hai scelto Divinazione anche tu! È interessante!”

“…”

“E poi è una materia che rilassa, non credi…?”

“…”

“Lo sapevi che i vampiri hanno il 45% di possibilità in più rispetto ai maghi di avere qualche visione del futuro?”

“…”

“Spero proprio di vedere qualcosa, un giorno di questi!”

“…”

“Nella prossima lezione, proveremo le premonizioni al tatto. Mi presteresti qualcosa di tuo?”

“…”

“Che ne sai, magari potrei vedere se il tuo Sire tornerà presto!”

 

A quelle parole, Severus alzò per un attimo lo sguardo dal libro, ma continuò a tenere il broncio. Lentamente dal collo si sganciò una catenina, il cui ciondolo era nascosto nella maglietta. Aveva la forma di una “H” gotica. Lo stomaco di Lucius si contrasse, e per un secondo il suo sorriso sparì. “H” come “Harlan”. Poi, però fece finta di nulla e, con tono di finta indifferenza disse

 

“Ehm… se te l’ha regalata lui non vale… deve essere tua.”

“Lo è. L’ho comprata.”

 

Questo sollevò un poco il morale del biondo, che continuò con tono conversativo

 

“Allora… lo hai comprato tu, eh? Hai proprio perso la testa per questo Harlan…”

“…”

“Eddai, Sev, parlami! Non puoi essere ancora arrabbiato perché ho detto che aspetti un bambino! Era solo una battuta!”

 

Una vena di rabbia cominciò a pulsare sulla tempia del moro, che tutto avrebbe voluto, tranne sentirsi ricordare l’accaduto. Era come se il biondo avesse messo il dito nella piaga! Continuò con rinnovata ostinazione a non rivolgergli la parola.

 

“Ti giuro che non dirò mai più una cosa simile!”

“…”

“Giurin giurello, dai!”

“...”

“Su…! Cosa vuoi che faccia? Che mi metta in ginocchio?”

“Non ha proprio orgoglio?”

“Certo che ce l’ho. Ma per te lo calpesto volentieri."

 

Severus sospirò, alzando sconfitto il viso dal libro che stava leggendo.

 

"Ok, non fa nulla. Comunque non riesco ad avercela con te troppo a lungo."

"Davvero?"

"Si. Non parlarti significa essere rimbambito di chiacchiere inutili."

"Tsk! E io che mi illudevo..."

"Fai male... come già ti dissi una volta, la vita raramente è bella."

"Ok, allora parliamo d'altro! Dimmi di Harlan! Com'era?"

 

Il moretto arrossì.

 

"Non mi piace questo argomento."

"Oh, andiamo! Ci sono soltanto io!"

 

Severus lo guardò, ma quando iniziò a parlare, il suo sguardo era dapertutto tranne che sul viso dell'amico.

 

"Beh, lui... era uno zingaro, questo era evidente. Dal nome direi che era croato o qualcosa del genere. Era alto, e credo avesse avuto sui 30 anni quando è stato trasformato..."

 

"Rallenta! Non conta l'aspetto di adesso, sai? Se un vampiro è stato trasformato troppo giovane, il suo corpo continuerà a svilupparsi fino ad un'età più matura. Guarda me. Sicuramente sembro un po' più grande di un sedicenne, anche se sono stato trasformato a sedici anni. Anche tu crescerai ancora un po'. Per lo meno me lo auguro."

 

"Non lo sapevo... comunque, me lo auguro anch’io. Tu non sai che significa guardare il mondo dal basso in alto..." Sospirò il moretto.

 

"Visto, quante cose so? A qualcosa servo! Continua!"

 

"Ehm... aveva i capelli lunghi sul castano. Gli occhi... non erano blu come quelli di tutti gli altri vampiri, davano quasi sul grigio. Aveva dei tatuaggi... uno dietro l'orecchio, con una "J" gotica, e un angioletto sul ventre. Una voce dolce, e forte. Sembrava così triste..."

 

Ormai Severus sembrava parlare più a se stesso che a Lucius. Quando si riscosse, e si accorse di aver parlato troppo, arrossì. Guardò Lucius, che aveva un viso strano. Le labbra serrate, e gli occhi spalancati.

 

"Lu...?"

"Ehm... -tornò a fingere un sorriso- sembra un bell'uomo, davvero!"

 

Dicendo così, prese una piuma, e scrisse qualche riga su un foglio di pergamena.

 

"Cosa fai?"

"Mi sono appena ricordato che devo scrivere una lettera ad un mio amico."

"Ah... un vampiro?"

"Si... ecco. Vado a spedirlo, torno presto!"

"Ehm... ok. Ricordati che c'è Astronomia fra un'ora."

"Non ti preoccupare, faccio in un secondo."

 

Uscito fuori dalla porta, usò la sua velocità superiore, che era tornata, insieme al resto, con la scomparsa del Sole. Nel giro di qualche secondo era nella guferia. Rilesse un'ultima volta le sue parole

 

"William, ti ricordi per caso di un vampiro con due tatuaggi? Un angelo e una "J" gotica? Credo si chiami Harlan ma non ci scommetterei le scarpe. Ti scrivo da Hogwarts, Rispondi al più presto. Non con tanto affetto, Lucius."

 

Un po' misera ma chiara.

 

William era il vampiro più anziano che Lucius avesse mai conosciuto ed anche il più antipatico, nonchè il suo Sire. Se non lo avesse mai più rivisto per l'eternità non ne avrebbe mai sentito la mancanza.

 

Quando vide il volatile sparire all'orizzonte, sulla strada per il covo di William, sospirò profondamente. Scese fino ai sotterranei, di nuovo di corsa, e rientrò nella stanza che condivideva con Severus.

 

"Già di ritorno?"

"Ho corso. Ti sono mancato?" Lucius gli fece il suo sorriso più seducente.

 

"No." Rispose il brunetto con una smorfia.

 

"Ci avrei giurato! Cerchi sempre di mascherare i tuoi sentimenti!"

"Certo! In realtà io ti amo da impazzire, tanto che credo che morirò d'amore da un momento all'altro!"

"Ma guarda! I miei stessi sentimenti!"

"Non scherzare, Lu..."

"Umpf! E chi scherza!"

"TU scherzi!" si irritò Severus

"Dai sempre tutto per scontato?"

"Basta, questa conversazione non mi piace!"

"Figurati quanto piace a me..."

 

Severus alzò lo sguardo, e si accorse che quello era uno dei momenti di serietà del biondo, e questo lo fece sentire un po' a disagio, e lo inquietò non poco.

 

"Lu non dirmi di queste cose! Lo sai che non voglio essere corteggiato!"

 

"Senti, Sev... il fatto che il tuo Sire ti ha chiesto di aspettare il suo ritorno, non vuol dire che non puoi fare quello che ti pare! Se volessi stare con qualcun altro, lui non avrebbe nessun diritto su di te! Non ti comanda mica! Guardati un po' intorno! Insomma, non sai nemmeno SE tornerà o no!"

 

"LUI TORNERA!! Me lo ha giurato! Non parlare di cose di cui non sai nulla!"

 

"Ok! Tornerà! E se lo facesse fra... mettiamo un secolo o due! Cosa fai? Guarda che i vampiri anziani non vedono il tempo come noi! Loro possono dirsi 'ci vediamo dopo', ed intendere tra qualche anno!!"

 

"Un vampiro anziano? Lu... congetture a parte, tu sai qualcosa su Harlan, vero?"

 

"Scherzi! Cosa dovrei saperne io del tuo bel tatuato? Tsk! Sempre la stessa storia! Se non sono belli e tenebrosi non piacciono! Pensare che io ti darei l'anima se ne avessi ancora una da dare! Ma cosa conta? Lui ti ha abbandonato a te stesso subito dopo averti creato, senza nemmeno spiegarti le cose basilari! Il tuo vero amore è sicuramente lui, non ci sono dubbi!"

 

"Lu-"

 

"No! Non propinarmi le solite menate per favore! Dimmi ti ha spiegato perchè il tuo corpo è cambiato? Ti ha insegnato i trucchi per nascondersi dal Sole in caso di emergenza? Ti ha raccontato la storia della nostra razza? Sev... ti ha almeno accennato ai luoghi proibiti di Londra?? Merlino, Sev, se tu avessi mai messo anche solo un piede al cimitero di Londra, la setta dei DevilGrace ti avrebbe sepolto vivo per l'eternità e tu non ne avresti nemmeno saputo IL MOTIVO!!"

 

Severus guardava Lucius a bocca aperta. Non avrebbe mai pensato ci fosse tanta rabbia nel vampiro... certo che riusciva a mascherarla bene! "Lu... ehm... sei stato molto esplicativo...."

A quelle parole, Lucius si sentì come riportare alla realtà.

 

"Forse ho parlato troppo..."

"Forse hai parlato chiaro."

"Insomma! Non sopporto che stai ad aspettare uno stronzo per anni!!"

"Non dire quelle parole!"

"Ma ancora con 'sta storia!?!"

"Non ti starò a sentire se hai intenzione di usare un simile linguaggio!"

 

"Ma proprio non hai nessuna considerazione di me?? Hai CAPITO quello che ho detto, o noti solo quando dico 'cose scurrili'?? Ho appena cercato di farti capire che ti voglio bene! E che sto male vedendoti soffrire!!"

 

"Quello che ho capito fin troppo bene, è che è la tua gelosia a parlare! Tu non sai proprio nulla di quello che Lui ha fatto per me! Ti ripeto di non parlare di cose che non capisci!!"

 

La situazione stava rapidamente degenerando. I due vampiri, entrambi accecati dalla rabbia, ormai stavano parlando a briga sciolta, gesticolando nervosamente. Sui loro volti c'erano solo lineamenti di rabbia.

 

"Io non capisco?? Io?? Cosa ci sarebbe da capire?? Ti ha morso! Si è nutrito di te! Poi ti ha scopato ed ha pensato bene di levare le tende con la cazzata del "Tornerò, aspettami!" e tu naturalmente lì, come un cagnolino ad aspettarlo! Ammettilo, Sev! Lo hai idealizzato troppo!!"

 

"Insomma, basta! Non ti permetterò di parlarmi così!! Non puoi provarci con me e poi sparare a zero sulle cose importanti per me solo perchè non ti voglio! Quello che tu chiami 'amore', per me è solo 'infantile desiderio di possesso'! E poi, se permetti, sceglierei qualcuno più serio e più maturo di te! Che sappia come parlare, e come trattare le persone!"

 

"STAI DICENDO CHE NON TI TRATTO BENE?? TI HO DIFESO, TI HO IMPEDITO PIU’ DI UNA VOLTA DI ATTACCARE DEI GRIFONDORO IN PRESENZA DI UN INSEGNANTE, CERCO SEMPRE DI TIRARTI SU!!!"

 

"SE HAI FATTO TUTTE QUESTE COSE PER POI RINFACCIARMELE, BEH GRAZIE TANTE, MA GRAZIE NO!! E POI, PIUTTOSTO CHE 'TIRARMI SU' DIREI CHE 'ROMPERMI LE SCATOLE' SI AVVICINI MOLTO DI PIU’ ALLA REALTA!!!"

 

"INSOMMA NON CAPISCI PROPRIO NIENTE!!! NUMERO UNO, NON TI STO RINFACCIANDO PROPRIO NULLA, E NUMERO DUE NON CREDERE CHE TUTTO TI SIA DOVUTO, BELLO, IO STO FACENDO SFORZI E SACRIFICI PER STARTI VICINO! QUANTI VAMPIRI CREDI CHE AVREBBERO ACCETTATO COSI DI BUON GRADO DI ESSERE RESPINTI SUL PIU BELLO COME HO FATTO IO IERI SERA, EH?? MA IO HO SOPPORTATO!! COSA CREDI?? ANCHE IO HO I MIEI ISTINTI! E NON E FACILE STARTI VICINO, E SOPPORTARE I TUOI SBALZI D'UMORE MENTRE IL CERVELLO MI MARTELLA, E MI GRIDA DI LEGARMI A TE!!"

 

"L-legarti a me...? Che vuol dire 'legarti a me'??"

 

"Vuol dire fare di te il mio compagno, Sev! Anche usando la violenza! Ma io quest'istinto l'ho messo da parte, insieme col mio orgoglio! SONO ANDATO CONTRO NATURA PER TE, SEV!!! E LUI?? A COSA HA RINUNCIATO PER TE IL TUO HARLAN??"

 

"Quello che lui ha fatto per me non ti riguarda! E poi, cosa vorresti fare, Lu, eh?? Mettiti in testa che la mia risposta sarà SEMPRE no! E mi sembra che stai mostrando molto più interesse per il lato sessuale che per quello sentimentale, o sbaglio??"

 

"Ah, da me non accetti il fatto che ho dei bisogni, ma quando Harlan ha voluto scoparti hai semplicemente aperto le gambe! Molto coerente, davvero! IO TI STO DANDO TUTTO ME STESSO, INVECE, QUANDO TE NE ACCORGEREAI??"

 

"NON TI PERMETTO DI INSULTARMI IN QUESTO MODO!! PUOI DARMI TUTTO QUELLO CHE TI PARE, MA SONO COSE CHE NON MI INTERESSERANNO MAI!!! TE L'HO DETTO DALLA PRIMA VOLTA CHE TI SEI FATTO AVANTI, LU! VUOI FICCARTELO IN QUELLA TESTA??"

 

"OH, PORCO DI UN MERLINO MALEDETTO, SEV!! MA LEVATI I PARAOCCHI PER UN ATTIMO!!"

 

"NON BESTEMMIARE DAVANTI A ME!!!"

 

"NON DARMI MAI PIU ORDINI!!"

 

"E tu saresti quello che mi ama! Sei veramente uno STUPIDO! E poi ti domandi anche perchè non ti voglio!"

 

"Lo stupido tra noi due non sono io, Sev! Tu ti comporti come se veramente tutti sono ai tuoi piedi! Prima ci stai, poi non ci stai, poi mi picchi e mi insulti, e poi mi cerchi!!! Non sopporto questo atteggiamento!!"

 

"BASTA! NON MI FACCIO INSULTARE OLTRE DA TE!"

 

Concludendo così lo spettacolo penoso della loro lite, che sembrava più un teatro, Severus si diresse verso la porta, con l'intenzione di andarsene, ma fu fermato dall'ora odiato biondo, che gridò

 

"EH NO, CAZZO!! -afferrò il brunetto per un braccio, e lo spinse indietro- SONO IO CHE ME NE VADO!"

 

"Vaffanculo, Lucius!!!"

 

"No, vacci tu, PUTTANA!!"

 

Gridò, ed uscì sbattendo la porta alle sue spalle con violenza, lasciando dietro di se un Severus furibondo, e scioccato. Sentiva la frustrazione accumularsi dentro come un vaso che si riempiva d'acqua, e non poteva farci nulla. Sapeva solo che l'orlo era sempre più vicino.

 

Restò fermo in mezzo alla stanza, coi pugni serrati dalla rabbia,

 

D'un tratto sentì il proprio viso contrarsi di sua spontanea volontà, ed un familiare calore avvampò sul suo viso. Cominciarono a dolergli gli occhi, ed un singhiozzo eruppe indesiderato e prepotente dalle sue labbra. Non riuscì più a trattenersi, e scoppiò in lacrime.

 

"Stupido! Stupido! Stupido!" Pensò Severus furibondo.

 

 

 

FINE CAPITOLO 5.

 

*La canzone all’inizio del testo, è ‘Last Drop Falls’ dei Sonata Arctica.

 

Per Francesca Akira 89: Si, sono la stessa, e sto riscrivendo la storia daccapo, cambiandola un po’ qua e là. Per migliorarla e renderla più ordinata e coerente. La vecchia storia, l’ho effettivamente cancellata, visto che era suddivisa in due diversi account. Spero continuerai a recensirmi! Ciao ciao!

XxX.Lexxy.XxX

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Capitolo 6
*** Tu Come La Vedi? ***


Another day is going by

Another day is going by

(Un altro giorno sta passando)
I'm thinking about you all the time

(Io sto pensando a te tutto il tempo)
But you're out there

(Ma tu sei fuori)
And I'm here waiting

(E sto qui ad aspettare)

And I wrote this letter in my head

(Ed io scrissi questa lettera nella mia testa)
'Cuz so many things were left unsaid

(Perchè così tante cose sono non sono state dette)
but now you're gone

(Ma adesso tu sei andato via)
And I can't think straight

(Ed io non riesco a pensare coerentemente)

This could be the one last chance

(Questa potrebbe essere l’ultima possibilità)
To make you understand

(Per farti capire)

I'd do anything just to hold you in my arms

(Io farei qualsiasi cosa solo per di stringerti tra le mie braccia)
To try to make you laugh

(Per cercare di farti ridere)
Somehow I can't put you in the past

(Comunque non riesco a lasciarlo nel passato)
I'd do anything

(Io farei qualsiasi cosa)
Just to fall asleep with you

(Solo per addormentarmi con te)
Will you remember me?

(Ti ricorderai di me?)
'
Cuz I know I won't forget you

(Perchè io non ti dimenticherò)
   
And I just can't let you leave me once again

(Ed io non posso permetterti di lasciarmi ancora)
I close my eyes and all I see is you

(Chiudo gli occhi, e tutto ciò che vedo sei tu)
I close my eyes I try to sleep I can't forget you

(Chiudo gli occhi e provo a dormire, non posso dimenticarti) 
And I'd do anything for you

(E farei qualsiasi cosa per te)


 

CAPITOLO 6 : Tu Come La Vedi?

 

“Stupido! Stupido! Stupido!”

 

Pensò Lucius, mentre a grandi passi attraversava i corridoi di Hogwarts senza una meta precisa. D’un tratto, appena svoltato un angolo la sua attenzione fu attirata da una insopportabilmente irrisoria voce alle sua spalle.

 

“Ma guarda un po’! Il fidanzatino di Mocciosus! Quanta gente si può incontrare per i corridoi di Hogwarts!”

 

Il biondo si voltò. Infatti era stato Sirius Black a parlare. Naturalmente, era affiancato dallo scemo-Potter e gli altri due insignificanti Grifondoro di cui non ricordava il nome.

 

“Come lo hai difeso bene a Divinazione! –continuò il suo amico quattrocchi per lui.- Dovremmo finire quel discorsetto che la prof aveva interrotto.” Concluse con quella che il poverino si illudeva fosse un’espressione minacciosa.

 

Ma che siano stati pericolosi o meno per il biondo, la mossa più saggia sarebbe stata quella di evitare i guai, considerata la sua precaria posizione all’interno della scuola, ma in verità fu la rabbia a guidare le sue prossime azioni. Con voce bassa e minacciosa, li provocò.

 

“Voi provate a venirmi vicino.” Il suo viso era il ritratto della cieca furia omicida.

 

“Hei! Siamo nervosetti! Litigato col tuo piccolo, viscido fidanzato?”

“Viscida sarà tua madre, brutto scemo!”

“Hei! Che cazzo hai detto di mia madre?!”

 

Gridò Potter, sfoderando la bacchetta. Sirius invece non si mosse, come se per lui l’insulto non fosse tanto grave, ed infatti Sirius non vedeva nessuna ragione di prodigarsi nella difesa della sua genitrice.

 

Remus Lupin intanto si precipitò immediatamente a trattenere James, appendendosi letteralmente al suo braccio, e cercando di trattenerlo, gli gridò “James! No! Ti metterai nei guai!!”

 

Ci pensò Sirius, però, a difendere l’onore della signora Potter che viscida non era, ma sicuramente parecchio stramba. Così il ragazzo lanciò il suo incantesimo “Rictusempra!”

 

“Counterspell!!”

 

Gridò Lucius, disegnando un mazzo arco nell’aria con la sua bacchetta, e l’incantesimo di Sirius si dileguò, come risucchiato dalla punta di quest’ultima, e poi il biondo contrattaccò.

 

“Petrificus totalus!”

 

Sirius cadde a terra, bloccato, mentre il suo aggressore fece un volo a mezz’aria, colpito da James, che liberatosi dalla stretta del suo prudente amico, aveva ignorato i suoi consigli, ed aveva lanciato al vampiro una pesante offensiva. Il corpo avvantaggiato della creatura gli permise però di riprendersi immediatamente, e quindi di ricadere in piedi.

 

“Ma che cazz-“

“Wingardium leviosa!” Gridò Lucius.

 

E immediatamente il corpo di Peter Minus, che fino a quel momento era rimasto a guardare la battaglia a distanza di sicurezza, senza muovere un dito, si sollevò, per poi ricadere pesantemente sui suoi amici. Il colpo, che Lucius non perse tempo a battezzare come ‘porco-missile’,  fu evitato da Sirius, ma preso in pieno dal povero, malaticcio Lupin.

 

“Basta! –gridò Sirius- SCHIANTESIMO!”

 

Lucius fu di nuovo per aria, colpito in pieno dall’incantesimo, ma stavolta, essendo lo schiantesimo un colpo molto forte, non riuscì a riprendersi, ed andò a sbattere con violenza la schiena contro un muro, scivolando rovinosamente sul pavimento.

 

“Porc…” mormorò Lucius, sorpreso. Anche James si riprese, e visto il volo che il biondo aveva fatto, gridò innervosito contro l’amico “Sirius! Ma che hai fatto?! Uno schiantesimo non ti pare troppo??”  Ma fece appena in tempo a terminare la frase, che…

 

“Tarantallegra!”

 

Sirius Black cominciò a ballare una tanto involontaria, quanto imbarazzante tarantella. “Hei! Ma… di che sei fatto?” Chiese James, gli occhi spalancati dallo stupore e fissi su Malfoy, mentre Peter si riprendeva, alzandosi dolorante da terra, e Lupin praticava un ‘finite incantatem’ su Sirius, mettendo così fine alla sua frenetica danza.

 

Lucius non aveva intenzione di permettere al gruppo di riprendersi tanto da poterlo attaccare di nuovo, così decise che era il momento di creare un diversivo e tagliare la corda. Ed in mente aveva proprio l’idea giusta. Fu sufficiente gridare

 

“LUMOS!!!”

 

Il lumos del vampiro era di incredibile intensità, ed accecò tutti e quattro i suoi opponenti. Dopodichè Lucius, godendosi la scena degli sconfitti che si sfregavano gli occhi cantilenando una serie di “Mi ha accecato!” e “Non vedo più niente!”,  scoppiò a ridere, esclamando tronfio:

 

“Ah ah ah ah!! Questa è la mia abat-jour versione super buco di culo!! Arrendetevi davanti alla potenza divina di questa cazzuta bacchetta! Ed ora, vecchi… vaffanculo!!!” Furono le sue ultime, e non tanto gentili parole, poi li salutò con un gesto altrettanto gentile ed esplicativo, e corse via, verso nuove mete.

 

 

MERCOLEDI 3 SETTEMBRE. Orario di Mercoledì:

 

1 Trasfigurazione (prof.ssa McGranitt)

2 Trasfigurazione

3 DADA               (prof. Morris)

4 DADA

5 Divinazione/ Aritmanzia

6 Divinazione/ Aritmanzia

7 Erbologia

8 Erbologia

 

 

LUCIUS:

*Accidenti… oggi è pesante…! E non sto certo parlando delle materie. Oggi infatti, rivedrò Sev per la prima volta dopo la nostra litigata di ieri sera, e sono sicuro che non vorrà parlarmi. Accidenti al signor Harlan, accidenti a Severus, ed accidenti anche a me! Ma non potevo farmi i cazzacci miei invece di esplodere?? E quindi eccomi qui… a prendere coraggio prima di entrare a fare colazione… Fatti forza, Lucius…! Eccolo lì, Severus… seduto fra Avery e quell’imbecille di Zabini. Il mio cuore si è stretto per un secondo. Ormai ci sono. Ho preso posto vicino ad Avery in modo disinvolto (almeno spero). Lui mi saluta, e riprende il discorso che aveva interrotto. Severus non mi ha guardato nemmeno… che vita grama…*

 

“E ‘nsomma, sto gatto non si fermava più! Che faccio, allora… gli acchiappo la coda,  lo faccio roteare un paio di volte sopra la testa, stile Gladiatore nell’arena, e lo lancio nel giardino dei vicini.”

 

“Avery! –lo rimprovera Severus, scandalizzato- Ma sei una bestia!!!”

 

*Eccola… la voce dolce del mio amore… beh, in effetti pensandoci bene non è che sia poi così dolce, ma è sempre la voce del mio amore... Merlino infame, come vorrei salutarlo…*

 

“Ma mica è finita così, eh!”

 

*Vorrei inginocchiarmi davanti a lui e chiedergli perdono per come l’ho trattato, per il modo in cui l’ho chiamato prima di andarmene… non pensavo quelle cose. Non avrei mai voluto ferirlo. Non lui. Mai lui.*

 

“Perché poi è rientrato, il micio! S’è rinfilato nel mio giardino!”

 

*Vorrei stringerlo forte e dirgli che lo amerò, e che lo proteggerò per sempre.*

 

“Allora ho preso una tanica di benzina…”

 

*Vorrei avere il coraggio…*

 

“E gliel’ho fatta scolare. Allora questo ha fatto ‘mieouummmm!!’ ed è partito in quinta.”

 

*Guardami, ti prego! Solo una volta… voglio sapere che un po’ ti manco… solo un po’…*

 

“A ‘na botta s’ha fermato…”

 

*Anche se so che non mi amerai mai… anche se so che starti vicino sarà un’agonia… anche se tu ami un’altra persona… ti prego, non lasciarmi così…*

 

“Aveva finito la benzina!”

 

 

SEVERUS:

*Che storiella del cavolo! Non mi ha fatto ridere neanche un po’, brutto sadico maltrattatore di animali! E poi, anche tu, che aspetti a salutarmi, brutto scemo?? O veramente non vuoi più avere niente a che fare con me…? Vorrei far finta di nulla, ma se fai così non è possibile! Vorrei che mi salutassi…*

 

LUCIUS:

*Vorrei poterlo salutare così tanto… ma se lo facessi lui sicuramente mi ignorerebbe, e poi tutti chiederebbero perché, e lui si sentirebbe in imbarazzo. Io non lo voglio più mettere in imbarazzo! Gli ho giurato che non sarebbe successo mai più!*

 

SEVERUS:

*Per una volta vorrei somigliargli un po’… vorrei mettere da parte l’orgoglio per una volta, e riuscire a non perderti. Riuscire a non allontanarti. Mi mancano perfino le tue storielle strampalate! Ci sto male, e la colpa è tua! Perché tu… mi facevi stare bene. Non mi ero mai accorto di quanto fossi solo, finché non ti ho conosciuto. E non mi ero accorto di quanto questo fosse brutto essere soli finché non ti ho perso. Con te riuscivo a non pensare al passato. A quanto sono diverso. A quanto sono cattivo. E la colpa è tua! Se non ti avessi conosciuto ora non starei soffrendo!*

 

LUCIUS:

*Per una volta vorrei somigliarti un po’. Vorrei poter restare indifferente come fai tu. Se non mi fossi affezionato, ora non starei soffrendo in questo modo. Se non ti fossi venuto vicino. Non voglio più soffrire in questo modo, basta! Voglio che il dolore vada via! Aiutami a mandarlo via…!*

 

SEVERUS:

*Maledetto il giorno che ti ho incontrato!*

 

LUCIUS:

*Maledetto il giorno che ti ho incontrato!*

 

Ad interrompere i loro pensieri arrivò, come al solito, la posta del mattino. Uno dei gufi della scuola, tornato indietro da un suo precedente viaggio, recava con se una lettera per Lucius, risposta alla sua, spedita la sera prima. L’animale in questione, atterrò, planando sul tavolo di Serpeverde, e presentò, orgoglioso, la zampetta con la pergamena legata attorno.

 

Lo sguardo di Lucius vagò automaticamente verso Severus, incrociando il suo sguardo per un attimo, prima che il moretto si voltasse ancora, indifferente. Il vampiro allora sospirò, e cedette alle pressioni del gufo, ancora con la zampetta sollevata verso di lui. Notò però, che le lettere erano due. Prese una lettera, la aprì, e lesse tra sé

 

Non ti sarai mica cacciato in qualche guaio con quel vampiro, eh, Lu! Ma mannaggia Merlino bastonato sulle palle da quel cane di Nostradamus!!! Lu, ti dico solo una cosa, non azzardarti a mettere i bastoni fra le ruote a questo individuo, chiaro! Stavolta l’hai proprio fatta fuori dal vaso, capito?? Numero uno, non si chiama Harlan, il suo nome originario, è Tito Romolo Saturnio, creato nell’Antica Roma, uno dei più anziani tra la nostra razza! Non so se mi spiego!! Non credo sia salutare per te sapere altro! Voglio che tu adesso mi risponda e senza perdere tempo mi spieghi quando dove e come lo hai incontrato! Ti darò un consiglio… non provocarlo assolutamente!!!

 

PS. Sono contenta che sei ad Hogwarts. Ma se vengo a sapere che sei nei guai con un Maestro, ti manderò una strillettera all’ennesima potenza, così ne avrai di cose da spiegare a tutti!

 

Tua, Diana.

 

Il primo pensiero di Lucius fu: *ma come ha fatto Diana ad intercettare la lettera che avevo spedito a William?? A meno che non sono tornati insieme…. * Si affrettò a leggere la seconda lettera, stavolta del suo Sire.

 

Ciao, Lu.

Spero non ti sarai fatto impressionare dalla lettera di Dia… sai com’è, esagera sempre. Sono contento che sei ad Hogwarts, non permetterò a Dia di romperti le uova nel paniere, non ti preoccupare e provoca chi vuoi, io ti darò una mano! Questo, naturalmente perché mi piace da matti menare le mani contro i cosiddetti ‘invincibili’, non di certo perché mi frega qualcosa della tua incolumità. Ci vuole, ogni tanto un po’ di sana lotta! È un po’ come tornare vivi, non ti pare?

 

So, comunque, che non avendo gli istinti governati da Marte, come i miei… l’unica ragione che ti spingerebbe a fare una cosa stupida come provocare un Antico, è Venere!! Caro il mio Lu, stai accorto, perché è proprio Venere che ha rovinato il sedicente Harlan, che in realtà si chiama Tito, ex soldato dell’impero romano. Egli, infatti era follemente innamorato di un ragazzo, che trasformò in vampiro, e ne fece poi suo compagno per la vita. Egli però morì. Suicida, pare. Durante la guerra ai Licantropi. Si dice fosse impazzito perché violentato da qualcuna di queste fecce del mondo.

 

I tatuaggi che hai descritto sono entrambi a sua imperitura memoria. La sua iniziale, ed un Angelo. Ho sentito dire da Merit (che sono venuto a sapere chiamarsi Marcus, ed essere ex amico d’infanzia del nostro Harlan, ma aver combattuto con lui proprio a causa dell’ imperituro angioletto) che il povero suicida fosse straordinariamente affascinante! I poteri di Harlan diminuirono vertiginosamente dopo la sua scomparsa, e non se ne fece mai una ragione. Ciò non toglie comunque, che resta uno dei vampiri più potenti! Un pilastro! E con questa ti saluto, ma mi raccomando, aggiornami! Rispondi a questa mia.

 

PS: Non deludermi! Per una volta che ci si può divertire, dai!

 

*Testine di merda… -pensò Lucius, dopo aver letto entrambe le lettere.- Credono veramente che io sono il tipo di vampiro che si farebbe  spaventare da questo vecchio…! Cosa potrebbe farmi? Punirmi in nome della Luna? Ah, no… quella era Sailor Moon…!*

 

Lanciò un ultimo sguardo alle lettere che teneva in mano, le ripiegò una dentro l’altra, e se le mise in tasca.

 

“Buone notizie?” Chiese Avery incuriosito.

“Mh? Beh, non lo so, tu come la vedi…?”

“Come la vedo io? Le lettere le hai lette tu…!”

“Beh, io non è che lo vedo veramente bene.”

“Ah… mettiti gli occhiali.”

“Non ne ho bisogno!”

“Allora appiccia la luce…!”

“Ah ah ah! Hai ragione, vecchio!”

 

Dalle loro spalle arrivò una voce orribilmente familiare alle orecchie dei presenti. “Cchao, ragazzi!!”

E naturalmente partì anche il consueto coro di  “Ciao, Bella…”

 

“Mi stavo giusto domandando se qualcuno di voi ha svolto il tema per pozioni quest’estate…”

 

Per uno strano mistero della fede, tutti gli sguardi si andarono a posare su un preciso individuo seduto tra loro. Il quale, però, sfacciatamente fingeva di non accorgersi di essere fittamente osservato, ed anche di non notare il prolungato silenzio generale. Bella allora decise di essere più diretta e precisa.

 

“Seeevviiie…?”

“No, niente da fare.”

“Eddaaaai, suuu…”

“Non ci penso nemmeno.”

“Per favvvoreee!”

“No! E non starmi così appiccicata!”

“Se non lo farai non mi staccherò più dalla tua schiena!”

“E a me che me ne frega! Così se mi lanceranno qualche anatema alle spalle lo prenderai tu!”

“Hei! Sbaglio o hai annuito con la testa? Vuol dire che mi farai copiare il tema! Grazie Sev!!”

“Non è vero! non ti darò nulla!”

“Oh, Severus grazie! Sei un vero angelo! Ti voglio bene…!”

“HO DETTO DI NO!!”

“Si, ho capito, me li darai con tutto il cuore, non scaldarti!”

“Non te li farò guardare neanche col binocolo! Cominci a pesare, Bella!”

 

Disse il morettoe con una potente scrollata di spalle, scaricò la ragazza senza pietà sul pavimento. Cosa che però non offese, nè tantomeno scoraggiò la ragazza, che ricominciò, di gran lunga su una strada migliore

 

“Uff… e va bene… se ti pagassi?”

“Quanto?”

“Mmm… facciamo dieci?”

“Ciao, Bella…”

“No! Aspetta! Dodici!”

“Ho da fare, lasciami!”

“Quindici!”

“E mollami!”

“Sevvie! Resterò senza il becco d’un quattrino di questo passo!”

“Senza soldi? Tu? Ah ah ah ah! E poi, scusa, copia quello di un altro!”

“Ma ho bisogno di una E per compensare le mie future T!”

“Non puoi cercare il meglio se vuoi risparmiare!”

“Va bene, va bene… insomma quanto vuoi?”

“Cinque Galeoni, oppure lo dovrai copiare da Avery!”

“Cosa?! Ma è una mostruosità!”

 

“Hei! –si difese Avery- Ora non esagerare, l’unica differenza fra il mio compito e quello di Sev è che nel mio ci ho scritto qualche Merlino cieco qua e là!”

 

“Ehm... mi hai convinto Avery, darò a Sev cinque Galeoni.”

“Ecco il tema.”

“Siiiii! Posso baciarti, tesoro?”

“CERTO CHE NO!!”

“Ah, ok… però Cissa può farlo, vero…?”

“MA NO!!!”

 

Gridò automaticamente il moretto, che però poi gettò uno sguardo in direzione del tavolo, e notò lo sguardo imbarazzato e vagamente ferito di Narcissa. Si sentì in colpa, e sentì suo dovere quello di giustificarsi.

 

“Ehm… non era assolutamente inteso come insulto, veramente. Mi dispiace di aver gridato a quel modo.”

“Ah, ma non ti preoccupare! –lo consolò Bellatrix- E comunque, non è il tuo bacio quello a cui miro! Luuucius…?”

 

Lucius si voltò di scatto, attonito, e stupidamente chiese

 

“Io? Cosa c’entro io??”

“Come sarebbe? Che domande, c’entri perché mi piaci, no!”

 

Il biondo sorrise. Stava per rifiutare gentilmente il bacio offerto della ragazza, ma poi intercettò l’espressione aspettante di Severus, e sul volto del biondo, si dipinse un’espressione strana. “Va bene, allora.”

 

Bellatrix sorrise a trentadue denti, e senza perdere neanche un secondo, gli andò vicino, ed unì le loro labbra. Tutti gli occhi dei presenti, Serpeverde e non, erano fissi su di loro. I più stupiti di tutti erano quelli di Zabini ed Avery, il quale mormorò all’amico

 

“Beh… è evidente che mi ero sbagliato.”

 

Zabini non gli rispose nulla. Fissò lo sguardo per cogliere una qualsiasi reazione di Severus, ma il moretto non sembrava per nulla stupito, o tanto meno ferito. Stava infatti sorridendo.

 

“Ehm… Sev, è tardi. Andiamo?” Gli chiese il prefetto, che sembrava essersi dimenticato di rimproverare i due compagni per la loro ‘condotta scandalosa’. Severus annuì, sempre sorridendo, disse

 

“Va bene.”

 

Zabini allora raccolse i suoi libri, offrendosi in quel modo di portarglieli. Avery andò con loro, ma prima di uscire dalla Sala Grande, lanciò per l’ultima volta uno sguardo stupito e incuriosito in direzione di quelli che ora erano diventati il centro dell’attenzione comune, che si stavano ancora baciando, ed in modo abbastanza approfondito.

 

“Se seguita così mi sa che Bella lo stuprerà…” Pensò il ragazzo, terrorizzato al pensiero.

 

Poi si passò la mano tra i capelli castani, e corse per mettersi al passo coi suoi due compagni di banco. Afferrò i libri di Severus dalle mani di Zabini, e disse

 

“Li porto io!”

“Restituiscimeli, Avery!”

“Hei! Che hai, l’esclusiva sui libri di Sev? Posso portarli io, vero Sev?”

“Fai un po’ come ti pare.”

“Avery sei proprio maleducato a strappare la roba di mano in questo modo!” insistette il Prefetto.

“Li rivuoi?”

“Certo!”

“Prendili!”

“Avery, non ne ho voglia!”

“Allora stanno bene dove stanno!”

“Umpf!”

 

LUCIUS:

*Ma che sto facendo…? Che mi è saltato in testa? Non dovrei stare qui a baciare questa ragazza, ma dovrei stare correndo dietro a Severus per chiedergli scusa! Sev… stava sorridendo… mi guardava e sorrideva. È incavolato nero, lo so! Quando non se la prende si incazza, e quando è veramente incazzato si tiene tutto dentro. Ormai lo conosco, sta nero! Ora non gliene fregherà proprio più niente di me…!*

 

Il biondo allora respinse Bellatrix lentamente, come se stesse prendendo distanza da un cane rabbioso, mordace,  e molto incazzato. La bella brunetta, però, fraintese il gesto.

 

“Beh… baci proprio bene, sai…?”

“Ehm… grazie.”

“Allora che si fa…? Saltiamo Trasfigurazione?”

“Cosa? Ehm… non mi sembra una grande idea, sai!”

 

La faccia di Bellatrix divenne seria, ed un po’ contrariata. “Ho capito. Fino a che punto sei arrivato con Sev…?”

 

Lucius tossì un paio di volte, stupito dalla domanda tanto improvvisa, quanto inopportuna. Immagini della scena di due sere prima, quando era stato respinto proprio mentre le cose si facevano serie, gli tornarono alla mente.

 

“Ma che domande sono!”

“Rispondi!”

“Ehm… noi non… non abbiamo fatto nulla.”

“Uhm… almeno sei sincero. Avresti anche potuto mentirmi per allontanarmi. Allora come funziona tra voi due…?”

“In che senso?!”

“Perché mi hai baciato se stai con lui?”

“Non sto proprio con lui...”

 

“Ho capito. Allora avete litigato, e tu volevi farlo sentire geloso, ma lo stesso non mi avresti baciata se non ti piacessi, e non avresti perso l’occasione di allontanarmi, se non ti interessassi! No?”

 

“Eh? Ma come cavolo ragioni! Io voglio bene a Severus! Faccio solo fatica a stargli dietro certe volte.”

 

“Beh, ma visto che non state insieme io non mi ritiro!  E comunque non buttarci il sangue tesoro, perchè sinceramente non lo avrei fatto nemmeno se fosse stati insieme. Andiamo a lezione?”

 

“…va bene…” Rispose l’altro sconsolato.

“Ok. Andiamo, Cissa? Non ti abbattere! La prossima volta andrà meglio anche a te!”

 

Disse alla cugina per consolarla, ma riuscendo solo a farla arrossire ancora di più di quanto già non fosse. La bionda, raggiunse in fretta sua cugina, e le sussurrò qualcosa a proposito del dare spettacolo. Bellatrix ne rise.

 

 

Classe di Trasfigurazione:

 

“Severus? Sicuro che va tutto bene?”

“Mh? Certo, perché?”

“Nulla. Come mai Lucius si è andato a sedere laggiù…?”

“Probabilmente per fraternizzare con quell’altro mascalzone di Avery.”

“Meglio così, comunque. Almeno stiamo più tranquilli.”

“Già.”

 

Silenzio.

 

“Ehm… Sev…?”

“Si?”

 

“Ti andrebbe di… cioè… insomma, Sabato io e i ragazzi volevamo bere qualcosa, sai… stare un po’ insieme. Uno di quei festini che diamo ogni tanto... Rodolphus ha detto che porterà del whiskey incendiario, e roba simile.”

 

“Stai cercando di chiedermi se voglio venire anch’io?”

“Si. Si, stavo cercando di chiederti questo.”

 

Severus ci pensò per un po’, e sinceramente l’idea di stare ad assistere alle commozioni di una banda di ragazzi ubriachi non lo attirava così tanto. Stava giusto per declinare l’invito del prefetto, quando una risata acuta e sguaiata a tutti familiare, lacerò l’aria.

 

Bellatrix si era voltata con la sedia verso il banco di Lucius ed Avery, e se la stavano ridendo tranquillamente tutti e tre infischiandosene della lezione. Di nuovo la ragazza rise, facendo scorrere un brivido lungo la schiena di Severus. Lo spettacolo, stranamente, lo irritò come solo Potter al suo peggio sapeva fare.

 

“Ah ah ah ah… oh oh… oh Merlino! Sei incredibile, Lu!” Esclamò la ragazza, e disse qualcosa a sua cugina Narcissa.

 

“Si, verrò volentieri, Zabini. Grazie per avermi invitato.”

“Ehm… hai detto che verrai?”

“Si, l’ho detto. Perché sei stupito?”

“Ahem… è che tu raramente hai voglia di stare in mezzo a noi quando ci sono alcolici di mezzo.”

“Stavolta ci sarò. E poi se ci sarai anche tu sarò al sicuro, no?”

 

Severus gli sorrise, e il caposcuola arrossì leggermente, indirizzando di nuovo la sua attenzione alla prof, ed alla sua spiegazione. O almeno ci provò.

 

ZABINI:

*Ha detto che verrà perché ci sono io! Con me si sente al sicuro, vuol dire che ha fiducia in me! Beh come inizio non è male! E poi ora che so che con Lucius non ha nulla a che fare, mi sento il cuore più leggero. Magari stasera potrei dichiararmi. Già, ma dovrei prima trovare il coraggio…! E se mi rifiutasse…? O se mi accettasse…? Sarebbe l’inizio, poi da li sarà tutto in discesa. Come aveva detto, Avery…? ‘Dichiararsi è come mettere una biglia su un piano inclinato. Partirà , ed andrà avanti da sola, senza più possibilità di fermarla.’ Vorrei che mi rispondesse che prova la stessa cosa… sarebbe un sogno. Dopo tre anni che mi piace… sarebbe l’inizio di una vera storia con lui.*

 

SEVERUS:

*Tsk! E lui sarebbe quello che non mi avrebbe lasciato mai, eh…? E si lamentava perché l’ho respinto l’altra sera. Ma per fortuna che l’ho fatto! Se fossimo andati fino in fondo, ora non mi guarderebbe nemmeno, l’ipocrita!! Come mi fa arrabbiare! Scemo! Scemo! Scemo! Basta, con me hai veramente chiuso! Come facevo a meno di te prima di incontrarti, ne farò a meno anche adesso. Poi vedremo chi riderà quando Bella ti scaricherà nel giro di un mese! La sua missione nella vita deve essere quella di abbandonarmi! Questa è la seconda volta, e giuro davanti a Merlino, che sarà anche l’ultima! In fondo… Zabini è un amico dieci volte migliore di Lucius. Lui non ha grilli per la testa, almeno! Non mi viene dietro e non si sognerebbe mai di farlo!*

 

LUCIUS:

*Ma come ride questa?? ‘Ah ah ah! Oh oh oh!’ sembra la fusion fra babbo Natale, ed una Banshee! E Severus ancora si ostina a non rivolgermi neanche uno sguardo. Perde tempo a parlare con quell’idiota di Zabini… non mi piace! Accidenti! Se non perdessi i miei sensi di giorno, sarebbe un giochetto sapere cosa si stanno dicendo! Oh, insomma, basta! Guardami, guardami, guardamiii! Non puoi odiarmi così tanto…! Maledetto me, e la mia idea del cazzo di baciare Bella…! Ora basta indecisioni. Appena suona, vado dritto da lui e gli chiedo scusa!*

 

BELLATRIX:

*Merlino, che bono questo ragazzo! Sono sicura che se giocherò bene le mie carte, riuscirò a combinarci qualcosa! E poi è simpatico, allegro, e così… insomma è BONAZZO! Credo proprio di essere più fortunata di Cissa… poverina… innamorata persa di quel darkettone di Severus…! Certo, però che è migliorato parecchio!!! Mi andasse male con Lucius, potrei… no, no, no, no!! Cissa non mi perdonerebbe mai! Trattieniti, Bella, c’è Lucius per te! Per il resto, aspetta e spera! No, no, no, no! Non si aspetta e non si spera! Severus è semplicemente off limits, chiaro? OFF-LIMITS!!*

 

NARCISSA:

*Oh, per Merlino! Ma perché Bella deve  essere così?! Le voglio un bene dell’anima, per carità! Ma certe volte proprio non riesco a capirla! E poi, quella figuraccia con Severus stamattina…! E anche quella del primo giorno di scuola!! Solo a ripensarci, mi viene da arrossire! Non mi stupirò se Severus non vorrà avere più nulla a che fare con me! Ora sa che mi piace! Noooo! Che vergogna assurda! Però… che bello… ed è pure educato, calmo, e così misterioso… vorrei tanto riuscire a parlargli, ma ogni volta che mi avvicino troppo a lui, immediatamente nel mio stomaco avviene un’invasione di farfalle incazzate, con tanto di manganelli e spranghe, a distruggere tutto! Vabbè… ora prenderò il diario, e scriverò di nuovo il suo nome! Mmm… che colore potrei usare, stavolta…?*

 

AVERY:

*Ahi ahi ahi, povero Malfoy! Credo proprio che Bella non gli si scollerà più di dosso, non lo farà nemmeno respirare! Beh, meglio così! Se quello sfigato di Zabini riuscirà a convincere Severus a venire stasera, finalmente si dichiarerà! Da lì sarà come mettere una biglia in pendenza: tutto in discesa! Che gli vada bene o male, ormai la frittata sarà fatta, e non mi romperà più l’anima su quanto è bello Severus, quanto è dolce Severus, quanto sono neri i suoi occhi neri, e bla, bla, bla! Tristezza al quadrato, più sfiga al cubo, diviso Severus elevato all’ennesima potenza, da come risultato uno Zabini depresso all’infinito… mi sto affezionando davvero a questo Malfoy, ma conosco Zabini da quando sono nato! Quindi, mi dispiace, ma tengo per lui, in questa sfida per la conquista. Non potrei sopportare di vedere Severus con nessun altro! Perdonami, Lu!*

 

ANONIMO:

*Mh… a quanto pare la coppia più discussa di Hogwarts in questi giorni, si è già separata! Ah ah ah ah! Sono durati proprio poco, eh! Beh, meglio così, quel Malfoy mi sta sul cazzo, è un essere insopportabile! E vabbè che è la gelosia che parla al posto mio, me ne rendo conto benissimo. Ma chi si crede di essere con quell’atteggiamento?! Sono proprio felice che si siano scaricati, so che Severus non si metterà mai con me, ma lo stesso trovo insopportabile vederlo con qualcun altro!*

 

“Hei! Hai letto il giornale questa mattina? Pare che ci sia stato un omicidio proprio a Hogsmeade!”

“Cosa? Un omicidio? E com’è andata?”

“Pare che un mago sia morto! Si penserebbe che volevano svaligiargli casa, ma è sparito solo un oggetto da casa sua.”

“Un oggetto? Cioè?”

 

“Mah! Non lo dice di preciso, che oggetto fosse, ma questo era un collezionista di roba magica antica. Il Ministero ha trovato molti oggetti Oscuri a casa sua! Alcuni parecchio rari e preziosi, perfino!”

 

“E solo uno è stato portato via?”

“Proprio così!”

“Strano. Che stesse cercando proprio quell’oggetto?”

“Probabile! Poi il mago lo ha sorpreso, e il ladro lo ha fatto fuori!”

“Come lo ha ucciso? Con un imperdonabile?”

“Il giornale non lo dice. Ma stanno cercando il colpevole.”

“Hanno almeno un identikit?”

“Macchè… non hanno nulla. Vanno alla cieca. L’ho sempre detto che gli auror non sanno fare niente!”

“Hanno qualche sospetto almeno?”

 

“Per ora no! Te l’ho detto nessuno ha visto o sentito nulla! Probabilmente avevano insonorizzato la casa con un incantesimo! Praticamente questo mago, era tornato in anticipo da una festa, ha sorpreso qualcuno , ed è stato ucciso. Almeno questa è la ricostruzione del Daily Prophet…”

 

“Erano davvero oggetti così costosi, quelli a casa del morto?”

 

“Credo di si! Ma non lo so per certo… comunque per aver portato via solo una cosa, doveva essere qualcosa di unico, e per non scrivere cosa fosse sul giornale, deve essere anche pericoloso! Sai come sono queste Magie Oscure…”

 

“Ma può darsi anche che l’assassino non volesse uccidere nessuno... magari era un ladro! Si è intrufolato in casa, poi è stato colto sul fatto, e per sbaglio ha ucciso qualcuno! E poi nel panico, può darsi sia riuscito a portare via solo un oggetto!”

 

“Può anche darsi di sì… ma non credo sia una casualità. Comunque credo di aver letto che questo fantomatico oggetto non avesse nemmeno un valore particolare. Quindi, am eno che questo ladro non avesse una grandissima sfiga a prendere proprio quella schifezza...”

 

“Wow! Un bel mistero, eh!”

 

Severus, che aveva ascoltato tutta la conversazione, decise di intromettersi. A discutere erano stati Rodolphus Lestrange, ed il suo migliore amico, Evan Rosier.

 

“Ehm… avete detto omicidio? Proprio non si sa in che modo è morto, questo qui?”

“Certo che si sa! Lo hanno ammazzato!”

“Bravo genio, volevo sapere come lo hanno ucciso!”

“Il giornale non lo riportava. Davvero, sono stati il più misteriosi possibile sull’accaduto!”

 

Severus sembrò turbato. Lucius, dopo essere andato via in malo modo, la sera prima, non aveva fatto ritorno alla loro stanza. E non si erano nemmeno incontrati a caccia. Il moretto si voltò verso Lucius, i loro occhi si incrociarono, e non si separarono per qualche secondo, finché poi Severus non decise di tornare a guardare davanti a se.

 

LUCIUS:

*Beh? Cos’era quello sguardo, adesso?? Si, è vero, speravo che mi guardasse, ma non in quel modo! Che significa? C’era accusa nei suoi occhi! Sospetto, e delusione, ed incredulità! Paura…? Di me? Per me? O di che altro?? Ma perché!! Che cazzo è successo nel giro di un’ora? Se quello stronzo di Zabini gli ha detto qualche cazzata su di me, giuro che gli spacco la faccia!!*

 

SEVERUS:

*Ma perché Lucius avrebbe dovuto fare una cosa del genere? Non è di certo stupido! Se avesse ucciso un mago proprio qui vicino, Silente lo saprebbe subito che il colpevole è lui! Lo cacceranno! Accidenti, ma a parte tutto a me che me ne frega?? Basta, non posso perdonarlo solo perché è nei guai! Guai in cui tra l’altro si è messo da solo! Un momento… non è certo che sia stato lui, non punterò il dito senza prove! Anche se è uno scemo che non capisce nulla! Dovrei odiarlo! Tutte le cose che mi ha detto… il modo in cui mi ha chiamato…! Non mi ha chiesto scusa, e non mi ha nemmeno rivolto la parola da stamattina! Come se fosse lui la parte offesa! Umpf! Nemmeno mi ha salutato! Oh, Merlino, ti prego, fa che non sia stato lui.*

 

“Hei, Malfoy!”

“Mh…?”

“Dai, facciamo il gioco di Merlino!”

“Si, dai! Comincia tu!”

 

 

“Ok… dunque… Merlino Cavatappi!”

“Merlino Budino”

“Merlino… Merlino Banana!”

“Merlino Transessuale!”

“Ah ah ah! Merlino Arteriosclerotico!”

 

“RAZZA DI MALEDUCATI BLASFEMI! COSA STATE DICENDO?? DIECI PUNTI IN MENO AL SERPEVERDE!!!”

 

Gridò la McGranitt, che non credeva alle sue orecchie. Chi poteva osare bestemmiare proprio in classe, proprio nella sua classe!!

 

“Dieci Punti? Ma come dieci punti?? Porco Merlino!!”

 

“SIGNOR AVERY NON VOGLIO SENTIRE MAI PIU DI QUESTE PAROLE NELLA MIA CLASSE, CHIARO?? O LE DOVRO DARE UNA DETENZIONE!”

 

“No! Non la voglio la detenzione!”

“Non bestemmi e non la avrà!”

“E chi bestemmia? Mica bestemmiavamo! Era il gioco di Merlino!”

“Conosco quel gioco, signor Avery, e le posso assicurare che se Merlino vi sentisse, vi fulminerebbe!”

“Se ci sentisse, dice? Allora Merlino Sordo!”

 

“SIGNOR AVERY!!!”

 

“Detenzione?” Chiese il ragazzo con l’aria vagamente speranzosa.

“Gliela darei volentieri, ma so che le farebbe piacere!”

“Ah… sono prevedibile, eh…”

“Fin troppo.”

“Ah! Molto ottimo! Me la dà, allora?”

“Ti ho già detto di no!”

“Uffa! Sono anni che gliela chiedo, e lei non me la dà mai! Che donna difficile!”

 

Tutti scoppiarono a ridere, capendo il doppio senso della frase.

 

“SIGNOR AVERY,LA SMETTA DI DIRE SCEMPIAGGINI!! ALTRI DIECI PUNTI DA SERPEVERDE, E NON APRA PIU’ BOCCA FINO ALLA FINE DELL’ORA!!”

 

Avery stava per ribattere con qualche altra battuta, ma fu interrotto. “Se sentirò una sola parola uscire dalla sua bocca, signor Avery, darò cinquanta punti al Grifondoro, visto che toglierne alla sua Casa sembra darle gusto.”

 

La bocca di Avery si richiuse di scatto, per non aprirsi più per tutta l’ora restante. La Mc Granitt aveva appena compiuto il miracolo! Far stare zitto Avery senza ricorrere ad incantesimi, o imbavagliarlo! Di nuovo tutti risero. Avery invece sembrò depresso a non poter fare battute, e si guardava in giro con gli occhi di un cane bastonato in cerca d’affetto, o meglio in cerca di qualcuno da sfottere appena terminata l’ora con la McGranitt.

 

Ed infatti, quando l’ora finì, Avery uscì dall’aula, e si mise a cantare la canzone a squarciagola ‘Merlino mi ha fulminato’. Lucius non lo seguì. Trasse un profondo sospiro, si alzò dal banco, e raggiunse Severus, che ancora stava rimettendo i libri nella borsa. Prese fiato, e disse

 

“SEVERUS!”

 

Il moretto in questione sobbalzò, e si voltò di scatto, spaventato dal grido di Lucius, che in effetti aveva involontariamente esagerato col volume, a causa del nervosismo. “Ehm… Sev… posso parlarti?”

 

“No.” Rispose semplicemente il ragazzo, con dipinta sul viso un’aria superiore ed infastidita. Lucius avvertì come una coltellata nel cuore. “Andiamo, Zabini?”

 

“Certo!” Il prefetto sorrise in modo stranamente vittorioso, che non fallì nel dare sui nervi a Lucius, il quale si sentì immediatamente pervaso dal bisogno incombente di spaccargli il faccino, a quel Prefetto del cazzo, occhiali compresi. Ma appena uscito dall’aula, Lucius non ebbe neanche il tempo di dolersene come si deve, che il custode di Hogwarts, Gazza, quello che si offendeva se veniva chiamato ‘bidello’ lo fermò, dicendogli

 

“Malfoy, nell’ufficio del signor Preside. Ora!”

 

Lucius fece una faccia strana. Lo stupore di ora misto alla delusione di poco prima. Si voltò verso Severus, che lo stava anch’egli guardando a sua volta, con uno sguardo preoccupato, ma anche vagamente accusatorio. Il biondo si sentì ferito da quegli occhi. *Non ho fatto niente.*

 

Mandò quest’unica frase alla mente dell’amico. Severus abbassò lo sguardo.

 

“Cos’è accaduto?”

Chiese Zabini in qualità di prefetto.

“Nulla che ti riguardi!”

Rispose brusco l’altro in qualità di custode.

 

“NON HA FATTO NULLA!” Gridò improvvisamente Severus, rosso in viso per la rabbia, e perché non era abituato ad alzare la voce con qualcuno che aveva più autorità di lui. Lucius, nonostante la strana situazione che puzzava vagamente di pericolo, non potè non sorridere a trentadue denti. Severus lo stava difendendo? Si. Severus lo stava proprio difendendo! Beccati questa, signor Prefetto!

 

“Queste sono cose che non riguardano neppure lei, signor Piton.”

 

“Beh? Si può sapere qual è il problema?” Stavolta fu Avery a farsi avanti. Aveva appena terminato di intonare l’ultima strofa della sua canzone preferita.

 

“Per l’ultima volta, questo non vi riguarda assolutamente! Andate nelle vostre aule, di corsa!”

“Se è successo qualcosa, vogliamo saperlo! Ve la prendete sempre con noi di Serpeverde!”

 

“CHI se la prende con voi di Serpeverde? Di cosa parli, Mocciosus?” La voce schernitrice di James Potter.

 

Avery prese subito le difese dell’amico. Era letteralmente furioso.

“Sparite, voi Grifonporci! Non ci faremo certo insultare da gente come voi!”

“Hei! Com’è che ci hai chiamati, stupido Vermeverde che non sei altro??”

“E state zitti, Merlino drogato!”

“SIGNOR AVERY!”

Lo rihiamò la McGranitt, accorsa anche lei per vedere a cosa era dovuto quell’ammucchiamento di gente fuori dalla sua aula, ed infatti nessuno si era ancora allontanato dalla classe. Tutti intenti ad osservare, curiosi.

 

“Signor Avery, stia zitto o ci andrà anche lei, dal Preside!-Lo aggredì il custode, e poi, agli altri- Su, andate alla vostra classe, o l’ufficio di Silente sarà molto affollato, stamattina!”

 

Nessuno dei presenti aveva tanta voglia di andare nell’ufficio del Preside, nemmeno Avery, che nelle punizioni sembrava sguazzarci dentro con gioia e gusto. Gazza sorrise soddisfatto, e fece per condurre Lucius da Silente, quando…

 

“Che cazzo ridi tu, eh? Bidello scemo!”

 

Tutti trasalirono, e non tanto per lo ‘scemo’, quanto perché qualcuno aveva osato chiamare Gazza ‘bidello’!

“C-che cosa?!”

“Quello che ho detto, signor bidello! È diventato sordo?!”

 

La McGranitt era attonita, a dir poco. Balbettò confusa

 

“M-ma… ma signor Piton…! Cosa sta dicendo?”

 

Ed in effetti tutti gli sguardi erano posati, attoniti, sul ragazzo. Mai, quelle labbra avevano pronunciato simili parole, soprattutto nei confronti di qualcuno che avesse autorità nella scuola, o sfacciatamente in presenza di un insegnante. Ed eccolo qua invece, Severus Piton nel bel mezzo di un corridoio affollato da tutto il suo anno di Serpeverde e Grifondoro a dire ‘cose scurrili’. Proprio lui… il Santo Patrono dell’educazione!

 

“Sto dicendo quel cazzo che mi pare!”

“Io… sono stupita ed amareggiata, signor Piton! È sicuro di stare bene…?”

“Perché dovrei stare male?! Porca Circe troia, imbalsamata da quel porco di Nostradamus morto in manicomio impazzito dai cazzi in culo di Merlino Bestia!”

 

Nel più totale silenzio, la voce di Avery risuonò, festeggiante: “WOW!! Questo si chiama bestemmiare a perdifiato! Una branca che è per forza di cose riservata solo ai maestri della bestemmia! Sei grande, Sev!! Oh, si! Sapevo che prima o poi avrei visto questo giorno!”

 

Lucius, l’unico che non avesse gli occhi fuori dalle orbite per lo stupore, guardava Severus molto attentamente, e notò che stava tremando da capo a piedi. Perché stava dicendo quelle cose se gli facevano schifo le parolacce? Cosa voleva ottenere andando insieme a lui da Silente?

 

“Basta, signor Piton, o andrà dritto filato dal Preside, stavolta! Ora, per favore, Potter, Black... accompagnatelo in infermeria. E per l’amor di Merlino, non fate quelle facce!”

 

“Chi dovrebbe accompagnarmi? Loro? Quei bastardi che vedrei benissimo morti e sepolti nelle fosse comuni insieme agli elfi domestici e gli orchi? Sto benissimo, brutta stronza, e se mi porterà dal preside, lo ripeterò anche a lui!”

 

Severus, ora rosso in viso, tremante, e con nello stomaco uno sciame di vespe assassine vestite da berretti verdi, che a confronto le farfalle armate di Narcissa erano poco più che dolci ragazze di campagna in procinto di raccogliere fiori. Era convinto che le gambe presto non lo avrebbero retto più, sarebbe svenuto li in mezzo, tanto era nervoso! Tutti lo stavano guardando. Tutti a bocca aperta. Aveva insultato una professoressa. E non una qualunque, ma la McGranitt!! Era ormai morto e sepolto.

 

*Addio, mamma... mi dispiace di dover morire nel disonore in questo modo... e naturalmente la colpa è sempre SUA! Maledetto Malfoy!! Ma perchè non riesco a non volergli bene, perchè!? Perchè!? Perchè!?*

 

“Va bene, signor Piton… dal Preside anche lei…!”

 

Disse la McGranitt indecisa. Ancora non poteva crederci. Probabilmente era un’allucinazione! Come aveva fatto quel ragazzo così silenzioso e ben educato che tirava manrovesci dovunque sentiva una parola fuori posto, a diventare un Avery moltiplicato al cubo?? Le piangeva il cuore a mandare proprio lui da Silente.

 

Severus, invece a sentire quelle parole, trasse un sospiro di sollievo, e seguì la McGranitt e Gazza, lasciandosi dietro, senza degnarli di uno sguardo, tutte le persone che lo avevano fissato per tutta la durata del suo show. Ma ormai non gli importava più nulla. Se le cose si fossero messe male per Lucius, avrebbe mentito. Avrebbe detto che era con lui. Credeva ciecamente a Lucius, non era stato lui. Non avrebbe permesso che lo cacciassero.

 

Finito lo spettacolo, Zabini e Lupin, i rispettivi Prefetti, presero in mano la situazione, e condussero i loro compagni alla loro prossima classe, DADA. (Difesa contro le arti Oscure). Nel frattempo, Severus e Lucius, meglio noti al banco degli imputati come il Signor Piton , ed il Signor Malfoy, venivano condotti all’ufficio del Preside.

 

Lucius abbassò lo sguardo verso l’amico che camminava al suo fianco, che però fissava ostinatamente il pavimento, vergognoso come un ladro per le parole dette poco prima. Lucius aprì la bocca per dirgli qualcosa, ma poi ricordò del silenzio imposto loro dalla McGranitt. Di certo non voleva finire nei guai più di quanto già non fosse. E d'altronde... cosa avrebbe potuto dirgli…? Non sapeva nemmeno se erano in pace o non ancora… anche il suo sguardo andò al pavimento.

 

All’improvviso, nel bel mezzo dei suoi pensieri auto commiserativi, si sentì prendere la mano. Delle dita sottili e candide si intrecciarono con le sue, e si strinsero, rassicuranti, ed in cerca di rassicurazione. Era stato proprio il moretto che occupava tutti i suoi pensieri, a compiere quel gesto. Questo riempì di gioia il cuore di Lucius.

 

Il biondo abbassò lo sguardo di nuovo, verso Severus, ed ora si guardavano negli occhi. Quelli nerissimi di Severus, in quelli grigi di Lucius. *Mi dispiace.* Gli comunicò mentalmente Lucius, riferendosi alla loro lite. L’amico, però non sapeva come si usava la comunicazione mentale, così si limitò a sorridergli. Sorriso presto ricambiato dal biondo.

 

*Non dovevi fare una cosa simile per me. Ora sei nei guai.*

 

Ma il giovane vampiro, continuando a sorridere, scosse la testa, come a dire ‘non ti preoccupare’

 

*Io non ho fatto nulla. Te lo giuro. Rischio molto?* Di nuovo, Severus annuì, ma gli strinse leggermente la mano in modo rassicurante. Arrivarono davanti alla statua del Gargoyle, guardiano dell’ufficio di Silente, e lì la McGranitt pronunciò le parole

 

“Caramelle al limone”

 

La statua cominciò a spostarsi un momento dopo, mentre una scalinata a chiocciola cominciò a salire. I due vampiri si guardarono per l’ultima volta negli occhi per darsi coraggio reciprocamente, poi notarono gli sguardi dei loro accompagnatori, fissi sulle loro mani intrecciate. Severus, subito lasciò la mano del biondo, col viso colorato di rosso.

 

Qui furono lasciati.

 

“Andate.” Gli fu ordinato. E così fecero. Salirono la scalinata appena comparsa, Lucius bussò, ed entrarono. Silente era seduto, con aria tranquilla, dietro la sua scrivania.

 

“Signor Malfoy. È molto che non ho il piacere di vederla. Sette anni, se non vado errato. Mentre lei, signor Piton è qui per qualche ragione?”

 

“Sono come lui.” Rispose semplicemente, ed il Preside capì. Annuì col capo, e continuò.

 

“Ma prego, accomodatevi. Non è un processo, non dovete restare in piedi.”

 

I due vampiri, obbedirono, ma questo di certo non servì a farli sentire a loro agio. Severus teneva lo sguardo incollato al pavimento, mentre Lucius muoveva nervosamente un piede, puntellando il pavimento.

 

“Caramella al limone?” Offrì Silente, i due risposero in coro “No, grazie.”

 

“Suvvia, non c’è motivo di essere tesi. Vi ho già spiegato che non è nulla come un processo.”

 

“Ehm… -iniziò Severus- per farmi mandare qui insieme a Lucius, ho insultato la professoressa McGranitt ed il signor Gazza… ho detto cose… ehm… molto volgari.”

 

Silente quasi si lasciò scappare una risata. Povero piccolo cuore! Era così raro incontrare persone sincere ed educate come il giovane Piton al giorno d’oggi. “Capisco, signor Piton, non si preoccupi. Di questo ci occuperemo poi. Ora… immagino che lei, signor Malfoy, abbia sentito la notizia, stamattina. La prima pagina del Daily Prophet.”

 

“Ehm… veramente, no. Sono all’oscuro.” Disse Lucius, ignaro.

“Sta parlando dell’omicidio ad Hogsmeade?”

“Precisamente, signor Piton.”

“Omicidio? Che omicidio?”

 

“È stato compiuto un omicidio ieri notte ad Hogsmeade. Spero non la prendiate sul personale se vi chiedo se voi ci entriate qualcosa. Tranquilli, ora, non ho intenzione di farvi arrestare. Sempre che non me ne diate motivo.”

 

“Hei, vecchio! Io non ho fatto nulla, e Severus meno che meno! Non uccidiamo a caso, e certo non i maghi! E strettamente per sopravvivere, non per sadismo!”

 

Dopo quest’ultima affermazione, Severus tossì un paio di volte, facendo il vago. Silente rispose in tono cordiale, fingendo di non aver sentito Lucius rivolgersi a lui col nominativo di ‘hei vecchio’

 

“Sono felice di sentirglielo dire, signor Malfoy. Ho, dunque la vostra assicurazione, che non ci entriate nulla con quella morte misteriosa?”

 

“Beh, ma ci pensi! Dovremmo essere stupidi ad uccidere qualcuno proprio qui vicino! Che io ero un vampiro già sapevo che lei lo sapeva, e che anche Severus lo è, glielo ha detto adesso, ma se fosse stato lui, di certo non glielo sarebbe venuto a dire, giusto? E Severus non è di certo stupido, giusto?”

 

“Ehm… Lucius voleva dire che, si. Ha la nostra parola che non c’entriamo nulla. Non commetteremmo mai un omicidio che infanghi il nome della scuola.”

 

“Bene. Io voglio fidarmi di voi, ragazzi. E posso dire che non ho mai sbagliato quando ho riposto la mia fiducia nei miei studenti.”

 

“Ehm… ho sentito dire che c’era di mezzo un furto. Sa cosa è stato preso?”

 

Silente restò silenzioso per un attimo, ma decise che non avrebbe causato danni fargli conoscere la risposta.

 

“Si, signor Piton. Una maschera.”

“Maschera?” domandò Lucius, incredulo.

“Non faccia quella faccia, signor Malfoy, la magia Oscura può nascondersi dovunque.”

“Quindi pensa che sia un oggetto malvagio?”

 

“Non posso esserne sicuro, ma conoscevo quell’uomo, e so che sarebbe stato capace di mettersi in casa qualunque oggetto pericoloso e non sapere che portasse un mare di guai. Molte volte ha avuto problemi a causa della sua mania per gli oggetti Antichi. Immagino che stavolta gli sia andata peggio del solito.”

 

“Come oggetto, doveva essere molto pericoloso, se il giornale non ha scritto di cosa si trattasse! Se si fosse trattato semplicemente di valore materiale, non si sarebbero fatti problemi a farne sapere di più!”

 

“Un’osservazione acuta, signor Piton. Davvero degna di lei. In effetti si tratta di un oggetto molto Oscuro e pericoloso.”

“Continui, la prego…”

 

“Su quell’oggetto, si dice aleggi una maledizione. Venne fabbricata a Praga, nel 1600, per dei seguaci di un potente Mago Oscuro. E si dice che molte persone che vennero a contatto con quest’oggetto, impazzirono.”

 

“Impazzirono? Nel senso?”

 

“Nel senso che tutti coloro che in un modo o nell’altro entrarono in possesso di quella maschera, compirono delle vere e proprie stragi. Uccisero la loro stessa famiglia, anche… per questo vi dico, state attenti. Voi avete la fortuna di possedere abilità fuori dall’ordinario, e perciò rischiate meno degli altri. Guardatevi intorno anche per loro, va bene?”

 

“Certo.” Risposero di nuovo in coro i due vampiri.

 

“Potete andare.”

“Grazie, Preside.”

“Ah, un’ultima cosa…”

“Si?”

 

“Il signor Piton, Sabato sera avrà detenzione con la professoressa McGranitt, durante la quale, scriverà un tema dove farà le sue scuse alle persone insultate da lui oggi, e scriverà le sue promesse di migliorare per il futuro.”

 

Lucius stava per scoppiare a ridere. Il preside sorrideva, come sempre.

 

“Certo, Preside.”

 

Rispose Severus, ancora una volta rosso da capo a piedi, e furono liberi di andare.

 

 

FINE CAPITOLO 6

 

*La canzone all’inizio del testo è ‘I’d do anything’ dei Simple Plan.

 

Per Norberto: Innanzitutto complimenti per il Nick, lo trovo davvero bellissimo! Volevo ringraziarti per il tuo sostegno e chiederti di continuare così, le recensioni sono quello che mi fa andare avanti! Infatti durante la prima edizione, avevo deciso di interrompere per sempre questa storia proprio a causa della scarsità di interessati -.- Sono felice di informarti che il sire di Sev farà molto presto parlare di sè! Ah, un’altra cosa... mi dispiace molto informarti che i vampiri della mia storia non si trasformano in pipistrelli... però molto presto svilupperanno altri poteri altrettanto interessanti! :D Un bacione!

 

Per Palanmelen: Cribbio, spero di averlo scritto bene! Ehm... cioè, volevo dire... un grazie grandissimo anche a te, spero che leggerai la storia fino alla fine (sempre se arriverò a scrivere una fine, la storia è davvero moooolto lunga!), e che recensirai spesso!

 

Per Anu: Grazie anche a te della recensione, continua così! Come avrai capito, Kal Ho Naa Ho, significa ‘Potrebbe non esserci più domani’ e, sì. Lo spunto l’ho preso dal bellissimo film di Sharuk Khan! :D

 

Per Kanzeon: Eh, sì. Ho deciso di tornare! Mi dispiace per lo spavento che vi ho fatto prendere, mi ero momentaneamente persa, portata sulla cattiva strada da Skoda sorella Orsa, che spero sia lì a leggere! (Cattiva, cattiva! Sei una bestia, Skoda!) Mi raccomando, però, la mia fiducia nella storia è calata a livelli vertiginosi, sostenetemmi!!

 

Grazie di cuore a tutti voi!! Un bacione!

 

XxX.Lexxy.XxX

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Capitolo 7
*** Il Futuro ***


Can you forgive me again

Can you forgive me again?

(Riesci perdonarmi ancora?)
I don't know what I said

(Non so cosa ho detto)
But I didn't mean to hurt you

(Ma non intendevo ferirti)

I heard the words come out

(Ho sentito le parole uscire fuori)
I felt that I would die

(Mi è sembrato di morire)
It hurt so much to hurt you

(Fa così male farti male)

Then you look at me

(Poi tu mi guardi)
You're not shouting anymore

(Non stai più gridando)
You're silently broken

(Tu sei distrutto e non parli più)

I'd give anything now

(Darei qualsiasi cosa in questo momento)
to kill those words for you

(Pur di uccidere quelle parole per te)

Each time I say something I regret I cry "I don't want to lose you."

(Ogni volta che dico qualcosa di cui mi pento, grido “Non voglio perderti.”)
But somehow I know that you will never leave me.

(Ad ogni modo so che tu non mi lascerai mai)

'Cause you were made for me

(Perchè tu sei fatto per me)
Somehow I'll make you see

(In qualche modo ti faro vedere)
How happy you make me

(Quanto mi rendi felice)

I can't live this life Without you by my side

(Non posso vivere questa vita senza te al mio fianco)
I need you to survive So stay with me

(Ho bisogno di te per sopravvivere, quindi resta con me)


You look in my eyes and I'm screaming inside that I'm sorry.

(Tu mi guardi negli occhi, ed io dentro me sto gridando che mi dispiace.)

And you forgive me again

(E tu mi perdoni ancora una volta)
You're my one true friend

(Tu sei il mio unico vero amico)
And I never meant to hurt you

(Ed io non avevo intenzione di ferirti)

 

 

CAPITOLO 7: Il Futuro

 

“Beh… ti è andata bene, mi sembra…”

“Già. Anche troppo per quello che ho fatto.”

 

Lucius lasciò che la risata trattenuta poco prima nell’ufficio di Silente uscisse finalmente libera e sincera. Guardò l’amico con lo sguardo che sembrava dire ‘sei sempre tu!’, e gli disse soridendo

 

“Sei veramente il Santo Patrono dell’educazione, tu… se Avery avesse la tua stessa coscienza, starebbe mattina e sera ad auto-affliggersi!”

“E non gli farebbe nemmeno male, ogni tanto…”

 

Lucius smise di sorridere, e guardò Severus intensamente, chiedendogli, un po’ teso

 

“Allora… pace?”

“Certo… te l’ho detto che non riesco a non parlarti troppo a lungo.”

“Sì, ma quella ragione non regge più.”

“Lo so…”

 

Il biondo si guardò intorno con aria nervosa. Avrebbero dovuto correre dritti dritti alla loro prossima classe ma nessuno dei due pareva avere fretta, il che preoccupò Lucius non poco, il fatto che Severus non stesse già gridando ‘Come puoi perderti in chiacchiere, andiamo! Andiamo!’.

 

“Sev… dovremmo parlare della nostra lite. Chiarire tutto per bene. Altrimenti finiremmo col litigare presto, di nuovo.”

“Non c’è bisogno, Lu. Abbiamo detto cose in preda alla rabbia, nulla di più.”

“Già, ma quelle cose dovevano pur stare da qualche parte.”

“Lucius…”

“Sev, io ti ho detto molte cose. La maggior parte, non nego di pensarle veramente. Ma c’è una cosa per la quale devo chiederti scusa. Non volevo chiamarti in quel modo. Non... veramente, non te lo meritavi.”

 

Severus era ormai rimasto a corto di parole. Lo stress accumulato dalla sera precedente era diventato troppo, e non avrebbe davvero voluto avere questa conversazione proprio in quel momento.

 

“Si, ho capito quello che vuoi dire. Passiamoci sopra e basta, ok?”

“No. Non è così che funziona.”

 

“Va bene, allora. –sospirò, infine- Parla.”

 

“Io non ho nessuna intenzione di lasciarti, lo sai? Non lo farei mai! E se si dimostrasse necessario, io non avrei paura a combattere per te. Vorrei solo che tu capissi chi ti sta vicino veramente. E chi ci resterà sempre.”

 

“Lu, non voglio che tu ti illudi in nessun modo. Io ti voglio bene, ma come ad un amico. Capisci?”

“Certo.” Rispose l’altro a mezza voce, abbassando lo sguardo.

 

“Dicevi a me di non fissarmi su Harlan, ed io ora dico la stessa cosa a te. Non perdere troppo tempo cercando di conquistarmi. Io ho bisogno di un amico come te, ma l’idea di essere coinvolti di più, non mi va. Sarebbe troppo strano anche solo pensarci... tu... cerca di capire, ti prego.”

 

“Sono io che non vado bene…?”

“Tu vai benissimo… semplicemente non è il caso.”

“Sev, insomma! Ci deve essere un motivo per cui ‘non ti sembra il caso’!”

 

“Non te lo so spiegare, va bene! Forse il problema non sei tu. Sono io. Io sto aspettando che Lui ritorni, ma… sinceramente non so che farò quanto quel momento verrà. Non so ancora niente!”

 

“Allora non sei innamorato di lui?”

“Lui mi ha salvato. Ma chiamarlo ‘amore’, forse è prematuro. Però sento che è giusto. Amarlo, intendo.”

“Solo se lo vuoi tu è giusto!”

 

“Non lo so… per ora voglio solo concentrarmi sulla scuola, ed il resto naturalmente. Come hai detto tu, potrebbe tornare anche tra qualche secolo… non vale la pena stare sulle spine fin da ora, dico bene…?”

 

Lucius sorrise dolcemente. “Quando sei sincero mi piaci ancora di più!”

“In fondo è strano, sai…? Io mi sono…”

“Cosa?”

“Affezionato a te… e non sorridere in quel modo ebete, per favore!!”

“Come posso non sorridere quando sei così dolce?”

“Umpf!”

 

“La verità è che eravamo destinati ad incontrarci. In qualsiasi modo andrà a finire, so che siamo fatti per stare insieme, io e te. Io non ti abbandonerò mai, non se potrò evitarlo, e credimi! Ci proverò sempre in tutti i modi!”

 

“Non viaggiare troppo di fantasia, adesso…”

 

“Ah ah ah! Hai ragione, ma come posso non pensarlo quando… la mia vita pare girare tutta intorno a te… da quando ci siamo conosciuti, non riesco… quasi non… non concepisco più l’idea di starti lontano. È diventato totalmente impensabile per me!”

 

Severus sospirò.

 

“Anche se in maniera un po’ più limitata… penso che per me sia la stessa cosa…”

“Allora ricambi i miei sentimenti!”

“Questo ti ho detto che non è vero!”

“Ah ah! Ho capito ,ora… te ne devi ancora rendere conto. Ma lo farai, ne sono sicuro.”

“Lu…? sei ancora sulla terra? No, perché mi sembra che stai delirando, sai?!”

“Sfotti, sfotti… ce lo sapremo ridire fra un po’ di tempo!”

“Non essere tanto sicuro di te! E comunque… anche io dovrei chiederti scusa per qualcosa…”

“Dimmi pure.”

“Forse… io ho ignorato un po’ i tuoi sentimenti. Non li ho trattati col rispetto che meritano.”

“Questo è vero.”

“E poi… ti ho detto che sei immaturo, e non penso una cosa del genere. Un po’ infantile si , ma non immaturo.”

“Te ne sei reso conto, allora.”

“Ed in più mi dispiace per tutte le parole brutte che ti ho detto.”

“Perdonato, perdonato.”

“Lu, insomma! Io non ho fatto così quando tu mi hai chiesto scusa!”

“Ah ah ah! Ti sto solo prendendo in giro! Ah ah! Come sei carino quando ti arrabbi!”

 

THU-THUMP!

 

“Ahio! Siamo già tornati alle vecchie maniere, eh!”

“Forse perché sei tu che non cambi mai!”

 

“Ti avevo solo fatto un complimento, eh!”

“Non mi piace che mi dici che sono ‘tenero’, ‘carino’, ‘dolce’, e cose simili! Prometti che non dirai più cose simili!”

“Oh! Ma guarda come è tardi! Dovremmo essere in classe!”

“No, Lu! Prometti!”

“Abbiamo buoni tre quarti d’ora di ritardo, si staranno chiedendo se Silente ci ha mangiati o cos’altro!!”

“Casomai, se noi abbiamo mangiato Silente, comunque, Lu… ehi! Lasciami! Non puoi fare sempre così!”

“Corri, e non parlare! Ehm… dov’è la classe di DADA?”

“… di là.”

“A tutta velocità in quella direzione, allora! Verso l’infinito… e oltre!!”

 

“Bene! Malfoy, Piton, sono lieto che infine anche voi abbiate potuto raggiungerci. Prendete pure posto. Stavo giusto mostrando alla classe una delle creature più ingannatrici della Magia. I mollicci. Lei sa, signor Piton perché i mollicci sono pericolosi?”

 

“Ehm… perché assumono le sembianze delle peggiori paure dei loro opponenti, ed i normali incantesimi non servono a contrastarli.”

 

“Precisamente! E visto che prima del suo arrivo nessun altro mi ha saputo rispondere, darò 10 punti a Serpeverde!”

 

“Tsk! Non è tanto giusto secondo me!”

Si lamentò Sirius Black ad alta voce, e fu appoggiato ironicamente da Avery.

“Vero! Io ne avevo appena persi 5, e ora devo sforzarmi per perderne altri 10 e ricompensare! Umpf!”

 

“Dunque, -riprese il professor Morris- ora vi mostrerò un vero molliccio. Ognuno di voi a turno si porrà davanti a questo, e lo affronterà. Qualcuno sa come si sconfigge questa creatura?”

 

La mano di Piton, naturalmente, si alzò per aria.

 

“Si, signor Piton?”

“Bisogna pronunciare l’incantesimo  ‘riddikulus’, e pensare a come ridicolizzare la propria paura.”

“Bene, è una piacevole sorpresa notare che c’è qualcuno con la passione per DADA in questa classe di morti viventi! Altri sieci punti alla casa dei Serpeverde!”

 

Un mormorio d’approvazione dal lato dei Serpeverde, ed una strana espressione da parte dei due vampiri per la strana analogia coi ‘morti viventi’.

 

“Ed infatti , la cosa che sconfigge un molliccio, non è l’incantesimo in sè. Ma piuttosto, il coraggio di chi lo lancia di affrontare la propria paura, e renderla divertente. Ora… in ordine alfabetico, mettetevi in fila per uno qui davanti. Io farò uscire il molliccio e voi lo dovrete battere. Avery. Se non sbaglio lei è il primo! Venga più avanti, prego.”

 

“Ehm… non si potrebbe partire dall’ultimo?”

“Si, certo che si potrebbe.”

“Ecco, grazie.”

“Ma non lo faremo. Quindi, signor Avery, se vuole farci l’onore…”

“Devo proprio? Per primo?”

“Si, deve! Avanti, Avery, è sempre così sfrontato in genere! Si rilassi! Sarà facile!”

“Se lo dice lei… ehm… posso andare al gabinetto?”

“Si, può.”

“Grazie, allora!”

“Ma non lo farà, prima affronterà il molliccio, poi andrà dove vuole.”

“Già… vado affanc…”

 

“AVERY!” La voce di Piton risuonò dal fondo della fila, interrompendo a metà la parola di Avery.

 

“Zitto, tu! Che tanto sei praticamente l’ultimo! Vieni tu, no!”

“Oh, andiamo, signor Avery! Se la fa addosso ancora prima di averlo visto!” Lo incoraggiò il professore.

“Beh, in effetti non è molto ottimo …”

“Signor Avery, la smetta, ora. Non sarà reale. Su, pronto? Al tre aprirò il baule. Uno… due…”

“No! Mi dia più tempo!”

“Cinque…quattro…”

“Molto gentile, non c’è che dire…”

“Tre… due … uno… ecco!”

 

Il baule si aprì. Da questo, ne uscì un simpaticissimo clown, che cominciò subito a strombazzarsi il naso, e camminare in modo goffo, inciampando di tanto in tanto, con espressioni ridicole...

 

“Un Clown??” Si meravigliò Bellatrix.

“Che è? Concorrenza sleale?” Rise Rodolphus Lestrange.

“Forse è qualche trauma infantile con i clown…” Ponderò Rosier.

“Ora si spiega perché è così!” Commentò Nott.

“Che strano…” Si limitò ad osservare Narcissa.

 

Avery ebbe un momento di indecisione, e un’espressione di orrore si dipinse sul suo viso. Si fece coraggio, ed una volta riuscito a riprendersi abbastanza, disse chiaramente:

 

“Riddikulus!”

 

Il clown immediatamente prese a dimagrire sempre più, gli abiti sparivano, il suo naso cadde a terra, ormai il molliccio era privo di naso. Alla fine di questa agghiacciante trasformazione, restò solo uno scheletro. Avery rise a crepapelle, acchiappò il teschio della pietosa impalcatura di un corpo che non esisteva più, e si mise a giocarci, mentre l’essere scheletrico vagava alla cieca per ritrovare la sua parte mancante.

 

“Che schifo!” esclamò Bellatrix.

“Ah, avrebbe paura di un clown, e uno scheletro vivo non lo mette a disagio…?”  Si meravigliò Sirius Black.

“Sono curiosa di vedere il tuo molliccio, caro cugino…”

“Pensa al tuo, cozza!”

“Ma come ti permetti?! Guardati tu piuttosto, mostro!”

“Brutta befana!”

“Troll incartapecorito!”

“Vermicolo bavoso!”

 

“Ehm… se avete finito con i complimenti, prego signorina Black.” La invitò il prefessore con espressione confusa.

 

“Vai, piccola larva umana.” La incoraggiò il cugino.

“Umpf! Io almeno finirò per diventare farfalla, tu al limite finirai nella spazzatura.”

“Tornatene nella tua mela, bruco schifoso! E già che ci sei, portati quel ragnetto di Piton!”

 

A quelle parole Narcissa, frapposta fra i due litiganti, decise di difendere il ragazzo dei suoi sogni, così allentò un potente calcio sul didietro di Sirius.

 

“Ahu! Hei, Cissa, non è che per caso hai reagito?? Miracolo! Ha reagito!”

Un altro calcio all’altra gamba.

“Ahia, basta però! Una volta l’anno dovrebbe bastare, no?”

 

“Pronta signorina Black? Si faccia avanti e prenda il posto del signor Avery, prima che la sua scultura crolli…”

 

Avery aveva infatti appena terminato di scomporre il povero molliccio-scheletro, per ricomporlo all’incontrario. Si reggeva sulle mani, poi c’era la testa, le gambe sporgevano all’esterno come fossero due ali, e sulla cima di questa opera d’arte, c’era la cassa toracica, con i due piedi sulla cima a mò di antenne.

 

Il molliccio non era molto contento. “Vada, signorina Black. Ora!” La sollecitò il professore, intento a mettere fine a quella violenza gratuita contro il povero molliccio. Va bene tutto, ma anche queste creature hanno una loro dignità! Bellatrix immediatamente tentò di frapporsi fra Avery ed il molliccio, ma per farlo, dovette letteralmente spallare via il ragazzo, troppo preso nei suoi stessi spassi.

 

Il molliccio ricominciò dunque a trasformarsi. Roteò come un piccolo vortice in aria, finché non capì quale fosse la paura più grande della maga davanti a lui. Il vortice poi si spaccò in mille pezzi, che ricaddero sul pavimento diventando tanti scarafaggi. La ragazza si fece prendere dal panico, e i minacciosi insetti neri cominciavano a camminarle sulle gambe. A riscuotere la brunetta dalla sua crisi di panico, fu Lucius, che esclamò

 

“Oh! Gregorio! Io pensavo che eri uno, invece siete mille!” Risate generali. Bella ripensò al piccolo Gregorio, e le venne da ridere.

 

“Riddikulus!” Pronunciò, sicura di sè. E gli scarafaggi diventarono tante biglie colorate.

 

“Yeah!! Ho vinto! Beccati questa, Sirius!! Ah ah ah!”

 

Dicendo così, Bellatrix salutò Sirius con gesto bovino, e lasciò il posto a sua sorella Narcissa. Di nuovo, il molliccio prese a vorticare in cerca di una forma adeguata per spaventare la sua nuova avversaria. Una fiammella uscì da questo, ed immediatamente il tappeto prese fuoco.

 

“Riddikulus!”

 

Pronunciò decisa, e le fiamme diventarono stelle filanti che svolazzavano nell’aria.

 

“Oh, oh! Nessuna indecisione! Bravissima signorina Black! Ha guadagnato altri dieci punti per la sua casa!” Acclamazioni dalla parte dei Serpeverde.

 

“Bene, sembra che voi Serpeverde siate molto dotati in questa materia. Ma prima di parlare, vediamo come se la caverà il nostro primo Grifondoro. Signor Black, prego! Ma quanti Black ci sono in questa classe…?” Mormorò poi tra sè, osservando il registro.

 

Narcissa lasciò subito il passo al prossimo, e si diresse senza esitazione verso la fine della fila. Arrivata quasi alla fine di questa, Severus, sorridendo per i punti guadagnati quest’oggi, che si riprendevano da quelli persi da Avery, le disse “Complimenti, Narcissa!”

 

La ragazza arrossì, e balbettò un “Grazie.”, e prima di andarsene riuscì a vincere la sua timidezza ed aggiungere “Buona fortuna.” Si andò poi a posizionare in coda.

 

“Ed ecco Sirius in pole position!” Si acclamò da solo il Grifondoro, guadagnandosi un fischio di approvazione dall’amico James. Il molliccio prese a roteare di nuovo. Ed apparì niente po’ po’ di meno che… la signora Black, sua madre. Iniziò immediatamente a gridare imprecazioni dirette a suo figlio, cose come “Figlio della sozzura” e questo era tutto dire, pronunciato da sua madre… “Sudicio ibrido” Chissà che era il padre… ma infine, disse “Perché non dici a tutti i tuoi amici il tuo segreto, eh, Sirius?! Piccolo mostro pervertito che non sei altro! Tu vorresti mettere fine alla tua dinastia? Maledetto, ma rivelerò io il tuo segreto!”

 

“Ri…riddikulus!” La signora Black restò, come per magia, in mutande. Risate generali, da entrambe le Case. “Hei! Bel culo, signora!” Si complimentò Avery, che grazie alla sua altezza spropositata riusciva benissimo a vedere davanti a sè senza bisogno di sporgersi di lato, come stavano facendo i suoi compagni.

 

“Fantastico! –commentò Lupin- se mai diventerò professore voglio fare una lezione così anche io!”

 

Sirius, quasi bianco in viso, gli cedette il posto, e lo lasciò andare avanti, colpendogli la spalla in un gesto affettuoso. Inutile dire in cosa si trasformò il molliccio di Lupin. Una Luna piena argentea con tanto di nuvoletta davanti si materializzò. Lupin ebbe qualche istante di esitazione. Non poteva certo trasformarsi davanti ad un molliccio! Non era reale! Allora impugnò saldamente la sua bacchetta, e pronunciò

 

“Riddikulus!” La piccola sfera argentata esplose come un bolla di sapone.

 

“Malfoy!”

 

“Ora vedremo la paura del biondino stracciacazzi!” Commentò James, che però non si era reso pienamente conto di trovarsi proprio dietro a Severus, e di ciò che questo comportava. Il moretto infatti lo colpì sul viso con una gomitata.

 

“Ahia! Ma cosa sei, pazzo?!”

“Sei un maleducato, Potter!”

“Hei, sei tu quello che ha detto ‘brutta stronza’ alla McGranitt!”

“Era una cosa diversa!” Arrossì Severus, messo a confronto con la sua vergogna.

“Perché? Perché l’hai detta tu?”

“Oh, stai zitto, Potter!”

“Sono proprio curioso di sapere di cosa hai paura tu, Snivellus! Cosa sarà? Uno specchio?”

“E tu di cosa hai paura, Potter? Temi che la Evans ti prenda a calci nel sedere perché le fai schifo?”

“Hei, io non le faccio schifo! È solo indecisa!”

“Certo, Potter, domani grandina.”

“Grandina? Ma se c’è il S… ah, no! L’ho capita! Non prendermi in giro Mocciosus!”

“Sennò? Mi fai trovare il fratello di Gregorio nella colazione?”

 

Malfoy era ormai davanti al molliccio, che prese a girare, girare, girare, e girare. Non si sentiva nervoso, non era certo la prima volta che affrontava un molliccio, ed il suo era sempre stato il Sole, una cosa di vagamente simile alla Luna Piena di Lupin... il biondo vide dunque una specie di lampo scuro, e finalmente la sua creatura prese forma.

 

Era Severus.

 

Partì un coro di “Cosa??” “Spostati, fammi vedere!” “Che significa?” “Ma quello è Piton?” Perfino Lucius era incredulo. Osservava il Molliccio-Severus ad occhi spalancati.

 

“Sev…?” Lo chiamò.

 

Questo sembrò accorgersi di lui, quindi gli sorrise e gli tese le mani. Lucius avanzò, indeciso. Si morse le labbra. Perché dovrebbe avere paura di Severus…? Era la cosa più bella che avesse mai visto. Indossava un mantello nero, che Lucius riconobbe come la classica tenuta in un matrimonio di vampiri.

 

Nessuno osava parlare. Chissà come tutti avevano capito che qualcosa non andava, qui.

 

Ed infatti, presto il molliccio smise di sorridere. Una bruciatura gli si era formata sul braccio. Poi un’altra ancora, e il molliccio cominciò a gridare. Il Sole stava bruciando il corpo non-morto di Severus, lo uccideva!  Il vampiro gridava in preda al panico ed al dolore.Lucius era pietrificato dalla scena.

 

“Malfoy! –il professor Morris- Non è reale! Affrontalo! Coraggio!” Lucius alzò la bacchetta, e pronunciò

 

“Ri…ri…Riddikulus!” Nulla. La scena non accennava ad interrompersi. Nessuno ancora, osava parlare. Tutti erano a bocca aperta.

 

*Non è lui… non è lui… non è lui…* pensava Lucius, cercando di convincersi che una cosa del genere era altamente improbabile, date tutte le precauzioni che il giovane vampiro prendeva, prima di uscire dai sotterranei ogni mattina. E poi, quel vestito… il vestito per le nozze… proprio con quel vestito stava bruciando! Proprio dopo avergli sorriso ed averlo invitato a raggiungerlo… questo non sarebbe accaduto! Non poteva accadere!

 

“Riddikulus!”

 

Di nuovo nulla. Le grida del molliccio-Severus continuavano a lacerare l’aria, ed un denso fumo nero iniziava ad avanzare verso Lucius, ad infilarsi sotto ai suoi abiti.

 

“Riddikulus!” Nulla. Continuava a bruciare senza pietà, mentre il molliccio cercava di prendere possesso di Lucius.

 

“RIDDIKULUS!!!!”

 

Tutto inutile. Non si poteva aspettare oltre, o Lucius avrebbe passato un bel po’ di tempo al San Mungo. Il professor Morris si frappose fra il molliccio e Lucius. La creatura, di nuovo, prese a roteare, e si trasformò infine in una creatura senza volto.

 

“Riddikulus!” La creatura restò immobile, diventando un manichino, ed il molliccio fu rispedito nel baule.

 

“Ehm… -disse il professore- questo qui ha veramente creato il panico, eh…? Forse non è stata una buona idea, quella di portarvi un vero molliccio così, senza nemmeno avvisarvi prima… sembrava una buona idea per una prima lezione…”

 

“E lo era!” Esclamò, solidale, James Potter.

“Vero! –confermò Sirius Black- non è stata colpa sua, professore!”

“Infatti! È stata una lezione meravigliosa! Non poteva prevedere una cosa del genere!”

 

La classe si prodigò in un coro di “si, è vero!”, così Lucius, rosso in viso, tornò a sedersi al suo posto, cercando di calmarsi. Fu presto raggiunto da Severus, che gli sedette accanto, e con una mano carezzò il pugno di Lucius, il quale immediatamente allentò la stretta, ed intrecciò le dita con quelle lunghe e sottili dell’amico.

 

“Ti andrà meglio un’altra volta…” Cercò di consolarlo il moretto. Lucius annuì, e si sforzò di ricambiare il sorriso dolce che l’amico gli stava mostrando.

 

“Grazie. È che… proprio non sapevo come rendere divertente una cosa simile…”

“Si, lo so. Ti capisco… tremo al pensiero della forma che avrebbe assunto il mio molliccio…”

 

Il viso del brunetto si rabbuiò un poco, mentre una risatina nervosa e poco sincera gli uscì dalle labbra. Lucius strinse un po’ la sua mano per rassicurarlo che gli era accanto, e Severus fece la stessa cosa.

 

“Beh… -il professor Morris- mi dispiace per l’accaduto. Malfoy, se vuoi puoi uscire un po’., che ne dici?”

“No, professore, la ringrazio. E comunque è stata una bella lezione. Sono io ad averla rovinata.”

 

“Non pensiamoci più, ora. È andata così… beh, penso che la lezione sarà sospesa per oggi. La prossima volta mi consegnerete un tema sui mollicci, e come affrontarli. Chi ha provato potrà descrivere la sua esperienza personale. Prego, potete andare ora.”

 

Il professore era evidentemente dispiaciuto per aver causato il panico nel giovane Malfoy, che aveva seriamente rischiato di essere preso dal molliccio.La classe si preparò in silenzio, ed uscirono.

 

“Certo che… -disse Lucius a Severus, una volta fuori- noi siamo proprio una cosa a parte, eh?”

“Già.” Sorrise l’altro.

“Non è che per caso hai una sigaretta, Sev?”

“Si. Perché, ne vuoi una?”

“Mi farebbe piacere, in effetti.”

“Ok… propongo una ritirata sulla terrazza.”

“Mozione accolta all’unanimità dei votanti. Andiamo.”

 

Ed infatti, i due vampiri spesero la loro ora libera sulla terrazza, e quando il tempo scadde, si riunirono con gli altri Serpeverde.

 

“Hei, sai chi abbiamo ora?”

“Si, tu Divinazione, ed io Aritmanzia.”

“E che caz… cioè volevo dire uffa, ci separiamo di nuovo…”

“Non fare la lagna, che Divinazione è una cavolata in confronto ad Aritmanzia.”

“Ok… allora ci vediamo dopo.”

 

In quel momento, Avery fece la sua comparsa. “Non preoccuparti, Lu! –esclamò allegramente, intrufolandosi fra loro, e portando un braccio attorno alle spalle del moro- Ci penseremo noi a Sev! Non lo lasceremo bruciare!”

 

“Ah ah ah! Spiritoso…” Rispose ironico.

“Non volevo mica esserlo! Ciao, Lu!”

 

E dopo essersi salutati, si divisero. Lucius si era avviato insieme alle sorelle Black, mentre Severus con Avery e Zabini.

 

“Hei, tesoruccio…! Posso sedermi con te oggi, vero?” Chiese Bellatrix, già seduta con lui.

“Ehm… fai pure.” Rispose il biondo, come sempre confuso dalla ragazza.

“Oh, che stupido compito ci ha assegnato la prof! Figurati se vediamo qualcosa toccando queste cianfrusaglie…”

 

Disse la ragazza, mentre si rigirava nelle mani un bracciale di perline azzurre appartenuto a chissà chi in passato.

 

“E poi, questi incensi non aiutano per niente la concentrazione! Sta riuscendo solo a farmi venire un terribile mal di testa! Che dici, la Patroni se ne accorgerà se spegniamo il nostro bastoncino?”

 

“Ehm… temo di si…”

 

“Uh… pensare che dovremo passare due ore a girarci i pollici! Già non ne posso più! Certe volte mi domando se non avrei fatto meglio a prendere Aritmanzia… magari si studia un po’ di più, ma non esci nemmeno tutti i giorni dalla classe col mal di testa e gli occhi gonfi!”

 

“Ehm… Bella? Perché non provi a concentrarti? Magari vedi qualcosa… ehm… giusto per far contenta la Patroni…”

“Dici che dovrei provarci?”

“Si! Dovresti!”

“Oh, come vuoi tu, tesoro! Se non vediamo nulla, ci inventeremo qualcosa!”

“Buona idea. Concentrati ora, però.”

 

Le disse Lucius il quale unico obiettivo era però quello di farla stare zitta. Vide Bellatrix chiudere gli occhi, ed assumere un’espressione di sforzo. Era evidente che la ragazza non sapeva assolutamente che voleva dire ‘concentrarsi’.

 

Poi, il biondo osservò il girocollo che la prof aveva dato a lui. Ebbe qualche momento di esitazione, ma infine lo mise da parte. Invece, si sganciò dal collo la collanina che Severus gli aveva dato, dopodichè chiuse gli occhi, prendendo un respiro profondo, ma ne ricavò solo un gran senso di sonnolenza e pesantezza, dati i fumi che invadevano l’aria attorno a lui.

 

Ovviamente, non si diede per vinto. Strinse di più l’oggetto nella mano, e cercò di concentrarsi.

 

Nulla.

 

Più cercava di non pensare a nulla, più immagini di Severus gli venivano alla mente. La prima volta  che si erano visti, quando avevano amoreggiato per un po’ sul pavimento della loro stanza, tutti i manrovesci che si era preso da lui, il suo viso mentre tentava di chiedergli scusa… gli venne da sorridere.

 

È proprio vero che quando si è innamorati non si riesce a pensare ad altro! Solo… ancora non si levava dalla testa quell’Harlan… Harlan, Harlan, e ancora Harlan, e, tanto per cambiare, di nuovo Harlan! Cominciò a pensare di aver sbagliato ad essere così diretto fin da subito, col giovane vampiro. Si era esposto troppo, ed è naturale in questi casi che il proprio cuore venga calpestato come era accaduto la sera precedente. Non era tanto giusto così...

 

Ma la sua catena di pensieri venne interrotta di nuovo da Bellatrix, che gli chiese, annoiata e con un tono ironico

 

“Visto nulla?”

“Eh? Cioè… no, nulla.”

“Umpf! Figurati… -un sospiro- ma chi me lo ha fatto fare a scegliere Divinazione…?”

“Non lo so.”

“Non è forse la materia più stupida, noiosa, e… tesoro, stai bene?”

“Si… sono i fumi… mi sento stordito.”

“Vuoi uscire un po’?”

“No, io… io…”

“Amoruccio, ma sei tutto rosso in faccia! Vieni, andiamo fuori!”

“Io credo che… si, devo proprio uscire.”

“Ti accompagno, vieni… stai su però, mi fai preoccupare!”

“…ok…”

 

Bellatrix scattò in piedi, e si sbrigò ad aiutare Lucius ad alzarsi dalla sedia, lentamente, per non fargli venire la nausea.

 

“Che succede?” Chiese preoccupata la Patroni, avvicinandosi ai due.

“Non sta bene, professoressa, questi fumi gli hanno dato in testa!”

 

La professoressa ignorò il tono accusatorio nelle parole di Bellatrix, e rispose con tono mortificato

 

“Ah, mi dispiace Malfoy… vuoi uscire?”

“Si, io… vorrei uscire…”

“Il biondino non ce la fa a fare nulla, pare… preoccupante, non sa nemmeno stare in piedi durante Divinazione!”

 

Commentò a voce alta Sirius, osservando la scena. Potter ridacchiò.

 

“Se non stai zitto, cugino, ti vengo a spaccare la faccia!”

“Provaci, bruttona!”

 

“Su, ragazzi, non litigate, il vostro amico si sente poco… MALFOY!!! TIRATELO SU, VI PREGO!”

 

Lucius era svenuto all’improvviso, sfuggendo dalla presa troppo debole di Bellatrix, ora era sdraiato sul pavimento della classe. Immediatamente tutti si avvicinarono per vedere cosa fosse successo. La professoressa cercava, con poco successo, di farli allontanare e lasciar prendere aria al ragazzo.

 

*Dove sono? Che è questo? È tutto buio non si vede una minchia! Queste voci…? Le sto immaginando…?*

 

Lu…? Lu, eri qui, allora…

 

*Sev…? Dove sei? Non riesco a vederti! Dove…?*

 

Sono sempre stato qui…

 

*Questa voce… ma è la mia!!*

 

Lucius cercò di sforzarsi a vedere nel buio circostante. All’improvviso ebbe la sensazione di aprire le palpebre, ma senza averle mai chiuse, prima! Era sicuro di averli tenuti sempre spalancati! Davanti a lui una scena che non gli era per nulla familiare, se non per i suoi due protagonisti. Severus, e se stesso. Il suo amico, sembrava un po’ più alto, e definito.

 

Il viso di Severus fu graziato dall’ombra del sorriso più dolce del mondo, ma così pieno di malinconia…

 

Non potevo, Lu…

Lo hai fatto per me…?

No. Semplicemente non c’era più posto.

 

Le due copie di se stesso e Severus, ora si stavano guardando negli occhi. Il suo alter ego sorrise, e si avvicinò di più all’amico. Si scambiarono un bacio.

 

*Ah ah ah! Divertente…! Ho capito, devo essere morto… o più probabile, Merlino mi ha fulminato veramente, e ora sono in pieno delirio.*

 

Di nuovo ebbe la sensazione di riaprire le palpebre, senza averle mai chiuse prima, e la scena cambiò ancora. Stavolta l’ambiente circostante era una stanza. In una casa ben arredata, anche se un po’ piccolina… sembrava una stanza d’albergo, più che altro.

 

Ehm… Lu…?

Mh? Che è quell’espressione? Tutto bene?

Si… beh… dipende.

Dipende? In che senso? Non farmi preoccupare, cosa c’è?

Penso… che dovremmo fermarci per un po’…

Fermarci? Qui a Praga? Perché? Fino a una settimana fa non vedevi l’ora di ripartire!

Si, lo so, ma vedi… ecco… tu… io, cioè, noi…

Noi cosa, Sev? Su, non fare così!

Lu, io…

Sev… stai cercando di scaricarmi per caso…?

Certo che no! Che ti viene in mente?! È che io…c’è una novità. Sto aspettando un bambino.

...

...

Non scherzare, Sev!

Ma chi scherza?! Guarda che sono serissimo!

………………

Lu…?

………………

Lu, tu… è ok…?

Ok?? Non che non è ok!!

 

Il brunetto alzò uno sguardo ferito verso Lucius, che però si alzò in piedi, e gli si fermò davanti. Un’espressione di completo stupore sul suo viso.

 

È la cosa più... meravigliosa, bella, e…e… oh, Sev!!

 

Il biondo sollevò Severus tra le braccia, lo strinse forte a se. Con il solito aprirsi di palpebre, Lucius fu trascinato in un’altra visione.

 

Una specie di bosco. Un matrimonio! Un mucchio di gente, ma tutte facce conosciute! C’era William, il sire di Lucius, con la sua amante Diana che piangeva, commossa,  poi c’erano… suoi compagni di scuola, ormai cresciuti. Ed anche gente che non aveva mai visto prima! C’era Sirius Black! Lupin, ed altri, che non avrebbe mai pensato di vedere al suo matrimonio.

 

Ed infatti era lui lo sposo. E il suo consorte era Severus. Indossava lo stesso vestito del molliccio quella mattina, a DADA. Il vestito tradizionale per le nozze tra vampiri. Il cerimoniere… era in qualche modo familiare. Aveva lunghi capelli castani, alto, sicuramente un vampiro…

 

*Il… che sia il Sire di Severus…? Harlan…?*

 

Vuoi tu, Lucius Malfoy unirti nello spirito e nel corpo, col tuo sposo, Severus Piton? Condividere con lui tutto, essendogli fedele sempre, ed accettando tutti i problemi e le gioie che arriveranno su di voi senza lasciarlo mai? Accetti secondo i riti dei Vampiri?

 

Accetto.

 

*Ma… perché ci sposiamo in un posto del genere? E perché sembrano tutti come dire… un po’ tesi? Sveglia ragazzi, mi sto sposando, eh! Se non volevate venire, potevate restare a casa vostra!*

 

E tu, Severus Piton…

 

Il discorso del cerimoniere fu interrotto da una voce tra di loro, la voce preoccupata di Remus Lupin.

 

Svelti! Non abbiamo tempo! Stanno arrivando!

Come hanno saputo…?  

 

Chiese Sirius, innervosito, e preoccupato. Harlan riprese allora il rito.

 

E tu, Severus Piton, accetti il tuo compagno, Lucius Malfoy? Rispettandolo, accettando da lui tutti i figli che la sorte vi manderà, essendogli fedele, e senza lasciarlo mai? Accetti secondo i riti dei Vampiri?

 

Accetto.

 

Scambiatevi il sangue, ed il pegno.

 

Veloci, presto!

 

Stavolta a parlare fu una delle persone che il biondo era sicuro di non aver mai visto in vita sua. Una ragazza con i capelli rossi. I due vampiri, appena uniti in matrimonio, si aprirono una piccola ferita su un polso, e bevvero ognuno il sangue dall’altro, simbolicamente, e si scambiarono un anello.

 

Basta! Via, presto!

 

Tutti i presenti, appena terminato il rito, presero a correre a destra e a mancina, disperdendosi. Lucius aveva afferrato una mano al suo fresco sposo, e scapparono anche loro. Di nuovo la scena cambiò col solito aprirsi di palpebre.

 

Una figura nera. Fuoco. Grida. E poi, nel buio una figura di fumo, di colore verde. Un teschio, dalla quale bocca, si vedeva chiaramente uscire un serpente. Lampi di luce verdi, qualcuno lanciava Avada Kedavra, come fosse acqua…! Una risata malvagia. Altre grida. Di nuovo, la scena cambiò.

 

Severus era inginocchiato per terra in un lago di sangue, ma non era il suo. In braccio teneva un bambino morto, avrà avuto tre anni. Il vampiro gridava. Lanciava grida così disperate, che laceravano il cuore di Lucius, semplice spettatore di quest’ira di Merlino. Infatti, si sentivano grida, versi di creature feroci, incantesimi gridati al vento…

 

*Cosa sta succedendo ora? Perché tutto questo…?! Sev!*

 

Il suo alter ego corse incontro al vampiro disperato, per un  momento impreparato alla vista di suo figlio morto, ma non aveva tempo per disperarsi, in quel momento.

 

Sev, è morto, ormai! Lascialo! Dobbiamo scappare!

 

Il vampiro, però non sentì una sola parola del marito, e si scrollò di dosso le mani di Lucius che cercavano di tirarlo in piedi. Il biondo non ebbe allora altra alternativa che portarlo imbraccio.

 

Lu! Arrivano! Portalo via! VIA!

 

A parlare, era stato Sirius Black, che si trasformò subito dopo in animago, e con forma canina li superò, facendogli da battistrada. Lucius, con un Severus disperato tra le braccia, cominciò a correre dietro al cane, in quel momento, videro altre persona correre nella direzione opposta alla loro, verso il pandemonio. Molte delle persone presenti al suo matrimonio. Erano lì.

 

Il suo Sire William, quello che Lucius pensava essere Harlan, due ragazze che si incitavano a vicenda… i loro nemici, erano un esercito di Lupi Mannari. Erano tutti trasformati, benché la Luna nel cielo non fosse piena!

 

*Basta! Non voglio vedere oltre, basta!!!*

 

Sirius! Non ce la fanno da soli! Porta via Severus! Mettiloi in salvo!

Lucius! Ma… che gli dirò?

Non lo so, ma non posso! Succedesse qualcosa, ci devi pensare tu! Ora vai! Corri!

 

E con questa raccomandazione, il vampiro, tornò indietro, correndo più in fretta che poteva per aiutare i suoi amici a combattere contro quell’esercito di Lupi senza Luna. Lucius sive il suo alter go tirare fuori la bacchetta con espressione determinata.

 

*Basta! No! Basta!!!*

 

Una ragazza bionda, dall’aspetto gracile, dopo aver messo tutta se stessa nel combattimento, cadde sotto i colpi di uno dei Licantropi. Un’altra ragazza dai capelli rossi, si accasciò in lacrime vicino al cadavere ormai quasi irriconoscibile dell’amica, ma probabilmente più che amica, ormai morta.

 

William, era anche lui alle prese con queste bestie, cercando di farne fuori il più possibile, alternando incantesimi e corpo a corpo. Quando vide Lucius tornare nella mischia, sembrò arrabbiarsi molto.

 

No, Lu! Tu no! Và da Severus!

Non darmi ordini, scemo!

Io sarei sce…

 

Il vampiro non fece in tempo a finire la frase, che cadde anche lui, a causa della distrazione, fu colpito alle spalle da un Licantropo. Non avevano la minima speranza, e lo sapevano. Presto tutti loro sarebbero caduti.

 

D’un tratto, però successe l’impensabile. Una luce abbagliante colse tutti alla sprovvista, interrompendo il combattimento. Un’altra luce, rossa, prese la forma di un serpente ed iniziò a strisciare velocissima fra i loro opponenti, uccidendoli uno dopo l’altro. Tutti i Lupi Senza Luna caddero, morti. Attraversati da quel serpente rosso.

 

All’orizzonte, in mezzo a quella luce, si distingueva distintamente la silhouette di qualcuno. Il loro salvatore. Un ragazzino! Un mago, con una bacchetta nella mano destra, e sulla sua fronte qualcosa… un fulmine… una… cicatrice…?

 

*Ma cosa…?*

 

“LUCIUS!!! SVEGLIATI, TI PREGO!!”

 

Il biondo aprì gli occhi, ma stavolta si trovò davanti una luce vera, e per un po’ ne fu accecato. Non distingueva i profili di chi gli stava parlando, piegato su di lui.

 

“Ma che…?”

“Sei svenuto!”

“Mi dispiace, io…”

 

Distintamente, poi, riuscì a riconoscere il viso della professoressa Patroni, di Divinazione, tutta sorridente e paffuta, biondissima, e perfettamente truccata per sembrare un fantasma. Spallò via Bellatrix, che gridava in preda al panico, come se non avesse mai visto una persona svenuta in vita sua, e disse tutta emozionata.

 

“Malfoy! Tu hai VISTO, vero? Racconta! Dicci cosa sei riuscito a scorgere!”

 

Lucius si guardò meglio intorno. C’era tutta la classe, tutti gli occhi dei suoi compagni incuriositi, erano fissi su di lui. Era evidente che si aspettavano anche loro un resoconto della sua ‘esperienza’ ma di certo, tutto quello che Lucius aveva ‘scorto’, avrebbe voluto presto dimenticarlo.

 

“Io… niente.”

 

 

FINE CAPITOLO 7

 

*La canzone all’inizio del testo è ‘Forgive me’ degli Evanescence.

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Capitolo 8
*** Qualcosa è Cambiato ***


Passa il tempo e la ritrovo qui,

Passa il tempo e la ritrovo qui,
come se non fosse andata mai via.
Mentre fruga tra gli armadi miei,
mette quel maglione enorme che so già.
Camminavi intorno dove è lei,
fare finta che non sono qui per lei.
Ma è difficile convincersi che
non è con me...

 

Lei è il tempo che non passa mai;
lei è l'ombra dentro i passi miei... lei è.
Lei è luce in una lacrima;
lei è fibra dentro l'anima... lei è.
Lei è l'acqua della verità;
lei è storia che non morirà mai.
Lei è musica nella follia;
lei è poesia...lei... lei è:

 il sole dentro me (il sole dentro me)
l'amore che non c'è (l'amore che non c'è)
il sogno che vorrei (il sogno che vorrei)
la vita che farei... lei è:

la luna dentro me (la luna dentro me)
la pace che non c'è (la pace che non c'è)
la forza che vorrei... lei è!
Lei è il tempo che non passa mai;
lei è l'ombra dentro i passi miei

 

 

CAPITOLO 8:  QUALCOSA E CAMBIATO

 

 

“Uhm... uhm... sai a cosa stavo pensando, Lu...?”

“...uhm...”

“Lu...? Lu? LUCIUS!!!”

“Oh? Scusa, mi ero distratto! Pensavo ad una cosa. Dicevi?”

“Si può sapere perchè da quando sei tornato da Divinazione sei così pensieroso...?”

“No, nulla... è stato il... ehm... il fumo! Quello dell’incenso! Mi ha dato un po’ in testa, sai...?”

“Ah sì, mh...? Dicevo... sai, mi è tornato in mente l’omicidio di ieri sera.”

“Aha. Quello di cui siamo stati accusati noi e, devo aggiungere, alquanto ingiustamente?”

“Oh, ora non esagerare, non siamo stati accusati! E credimi, col precedente preside ci sarebbe andata moooolto peggio!”

 

“Lo so. Era preside durante i miei primi due anni ad Hogwarts. Andava matto per le punizioni corporali! C’è chi giura che nei sotterranei tenesse nascosta e ben oliata, una Vergine di Norimberga. Per gli studenti meno ricettivi.”

 

“C-come? Andiamo, non dovresti credere a queste leggende metropolitane! Il vecchio preside era severo, questo è vero, ma addirittura una sala torture sembra troppo! Tu hai mai visto questa Vergine di Norimberga?”

 

“No, ma una volta quando avevo dato fuoco ad una pozione nel bagno per scrivere a caratteri di fuoco ‘il Preside è un asino’, Gazza mi aveva minacciato di portarmi nei sotterranei! Ora, a meno che non fosse stato un pedofilo...”

 

“Che schifo, Lucius! Non dovresti dire certe cose, nemmeno per scherzo!!”

 

Lo rimproverò Severus. Lucius decise che prenderla a ridere sarebbe stato un errore imperdonabile, il suo amico infatti aveva una strana luce negli occhi ora, ed il diagramma della sua vita passata, diventava lentamente sempre più chiaro agli occhi del biondo.

 

“Hai ragione. Scusami.” Ora però il moretto era imbarazzato.

“Ehm... no, scusami tu...”

 

Uno strano silenzio aleggiò per un po’, finchè al più giovane dei due, non sembrò di sentire il lato del suo corpo vicino al biondo, congelarsi lentamente a causa della situazione imbarazzante. Decise di ricominciare il discorso in una maniera che potesse apparire il più naturale possibile.

 

“Ehm... stavo dicendo... hai presente quello che Silente ha detto? A proposito della maschera, intendo.”

“Aha... diceva che è maledetta... deve avere un potere che ha del macabro, e del malefico.”

“Poco ma sicuro.”

“Come far cantare i broccoli, per esempio...”

“...”

“Che c’è...?”

 

*Vi siete appena riconciliati, non picchiarlo, non picchiarlo, non picchiarlo...!!*

 

“Nulla, ora è tutto a posto... io pensavo che qualcosa come ‘chiunque possegga la maschera compie delle vere e proprie stragi’ si avvicini un pochino di più ai due aggettivi che hai attribuito ai suoi poteri.”

 

“Hai ragione... ehm... scusa.”

*Ci siamo appena riconciliati, non dovrei dargli subito l’impressione di essere immaturo!*

 

“N-no, scusa tu... sono stato sarcastico.” Di nuovo, lo stesso silenzio imbarazzante di poco prima, era tornato a tutta forza. Severus ancora una volta, continuò il discorso come se non ci avesse fatto caso. “Ehm... e secondo te perchè qualcuno avrebbe voluto prendersi il disturbo di rubarla?”

 

“Beh, magari per collezione... anche se non ci scommetterei le scarpe. C’era un mucchio di roba rara la dentro, secondo quel che Silente ci ha dato ad intendere stamattina. Magari era una qualche specie di setta! Ma escluderei le sette di vampiri, non si avvicinano ad Hogwarts.”

 

“Hanno paura di Silente...?”

 

“No, hanno rispetto, è diverso. Silente è sempre dalla parte delle minoranze. So che una volta ha salvato la vita al mio Sire.”

 

“Non mi hai mai parlato di lui.”

“E non comincerò adesso. È una persona odiosa.”

“Oh... beh, comunque, se fosse atata una setta, avrebbero potuto comprarla invece di rubarla!”

“Magari costava troppo!”

“La Gazzetta del Profeta ha riferito che non aveva un grande valore economico.”

“Magari il proprietario non voleva venderla. Come si chiama questo qui?”

“Mentre ero a Aritmanzia ho letto l’articolo. L’uomo si chiamava Owen Maradiag”

“Nome particolare. Altri dettagli...?”

 

“No... –il viso del moretto si rabbuiò un po’- non molto... solo che tornava da una festa, ha sorpreso il ladro, c’è stata probabilmente una breve colluttazione, e poi è stato ucciso. Solo quest’oggetto misterioso è sparito, la moglie ha trovato il corpo. Hei! Forse potremmo parlare a questa signora. Quando è il primo week-end ad Hogsmeade?”

 

“Fra una decina di giorni, ma non credo che la vedova Maradiag avrà molta voglia di parlare con dei perfetti sconosciuti di come è morto suo marito.”

 

“Anche questo è vero, ma tentar non nuoce!” Cercò di convincerlo il moretto.

“Uhm... ma piuttosto che questo... tu credi che l’assassino si nasconda qui ad Hogwarts?”

“Perchè dici questo?”

 

“Beh, se Silente ne sa di più, significa che qualcuno si è preso la briga di andarglielo a dire! Gli unici che possono averlo fatto sono gli auror, e credo ci sia un motivo per questo. Senza contare che Silente si è raccomandato di tenere d’occhio gli altri.”

 

“Sicuramente intendeva durante i week-end ad Hogsmeade, e cose del genere! Non fare quella faccia, Lu! Se avessi letto ‘Storia di Hogwarts’, sapresti che nessuno può varcare i suoi confini! È la struttura magica meglio protetta al mondo! Senza contare che Silente è uno dei maghi più potenti del nostro secolo! Chi mai verrebbe a nascondersi qui?”

 

“Ehm... perdona la mia immaturutà...”

“Ah... m-ma no... non volevo fare il saputello, scusami tu...”

 

Silenzio imbarazzante per alcuni minuti, durante i quali le piante carnivore che stavano travasando cercarono di strappare a morsi le dita di Lucius, che però si beava al sicuro nei guanti protettivi, e sfotteva con gusto l’erbosa creatura.

 

“Ahem... –ricominciò il biondo- posso chiederti una cosa che non c’entra niente?”

“Certo...”

“Mi diresti quando compi gli anni?”

“Non te ne preoccupare, il mio compleanno è già passato. Era il 20 Agosto.”

Lucius sorrise. “Segno della vergine, eh? Si vede.”

 

THU-THUMP! CRASH!!

 

“SIGNOR MALFOY! STIA ATTENTO A COME MANOVRA QUEI VASI, PER FAVORE!”

 

“Mi scusi, professoressa Sprite! –poi, rivolto al compagno- Ma che hai capito, Sev!! Intendevo che le persone nate sotto il segno della vergine sono ordinati, intelligenti, e precisi! Non c’erano doppi sensi!!”

 

“Ah... se è così, scusa...”

“Ehm... nulla...”

 

Di nuovo, silenzio imbarazzante.

 

“Tornando all’argomento omicidio – disse Severus-  tu credi che ce ne saranno altri?”

“Boh! Spero di no! O faremo casa nell’ufficio del preside!”

“Non credo. Lo sa che non siamo noi, ormai.”

“Già. Perchè secondo te ci ha creduto... secondo me ci farà tenere sotto controllo.”

“Mah... beh, comunque sia è inutile continuare a fare congetture. Chiusi qui dentro possiamo fare poco e niente!”

“Scusa, ma che vorresti fare? Arrestare l’assassino? Quando lo siamo anche noi?”

“A parte che è diverso, è che... non so, ho una brutta sensazione.”

“Ah, devi andare in bagno?”

“Ma quale bagno!! Ho il presentimento che qualcosa non va!”

“Capisco...”

 

“Salve!”

 

Squillò una terza voce alla loro destra. I due si voltarono, e notarono un ragazzo alto, coi capelli castani e perfettamente pettinati al vento, occhiali con le lenti rettangolari, e un sorriso così abbagliante che dava quasi fastidio.

 

“Ehm... Kazam, no? No! Qualcosa coi serpenti... ci sono! Kobra, giusto?”

 

Chiese Severus, senza poi notare la leggera nota di disappunto e delusione nel cenno di assenso che il ragazzo gli diede in risposta. Come poteva esserci un Serpeverde che non si ricordava il suo nome? Lui era il battitore nella squadra di Quidditch del Serpeverde!

 

“Giusto. Posso unirmi a voi?”

“Ehm... prego.”

 

“Sai, Piton, stanno tutti parlando di te. –cominciò poi il ragazzo, cotinuando a sfornare quello che secondo lui era il sorriso più sexy di Hogwarts- Avery sta decantando la tua impresa a destra e a mancina per chiunque abbia voglia di ascoltarlo!”

 

“Ehm... parla per caso di quello che è successo stamattina con la McGranitt?”

“Si. Proprio di quello!”

“Cavolo! –inveì parlando con sè stesso- io lo ammazzo quel ragazzo...”

 

Lucius si mise a ridere, notando l’espressione vagamente tetra ed omicida sul volto dell’amico. La sua risata attirò l’attenzione del battitore, che lo guardò come se lo avesse notato solo in quel momento. E probabilmente il caso era quello

 

“Oh, scusa! Tu sei il ragazzo nuovo, vero? Malfoy? Piacere, io sono Cassius Kobra.”

“Taaaanto piacere!”

 

Rispose Lucius in tono sarcastico, stringendo la mano che il ragazzo gli stava porgendo. Kobra, allora, gli lanciò un’occhiata indignata.e  decise di ignorare definitivamente il biondo. Tornò a rivolgersi a Severus.

 

“Ti stanno bene i capelli legati.”

“Ah... il fatto è che fa caldo qui dentro, e i miei capelli si sono allungati parecchio durante l’estate.”

 

Appena sentito questo scambio di battute, Lucius lanciò al battitore uno sguardo malevolo e sospettoso, poi si voltò da un lato, fingendo di stare per vomitare, gesto che gli fece guadagnare un’altra occhiataccia dal ragazzo.

 

“Hai visto le nuove matricole? –disse sempre rivolgendosi a Severus- Sono così piccole!!”

“Anche tu eri piccolo alla loro età.”

 

Rispose Lucius, cercando di sminuirlo, ed i due incrociarono gli sguardi, dai quali presto sarebbero probabilmente usciti fuoco e fiamme. Severus, in mezzo a loro però, non si accorgeva di nulla, tutto concentrato sul complicato travaso della pianta carnivora, a cui aveva dato il nome di “Billy”. Mentre ritirava la mano appena in tempo per evitare di essere morso, disse

 

“Già, però un po’ è vero! Non riesco a credere di essere mai stato così piccolo!”

 

“Ah ah! No, infatti! Tu lo eri anche di più! Ricordo che sembravi un gattino nero! Saltellavi a destra ed a sinistra, ed essendo piccolo, eri così tenero! Timido, e sempre di corsa, tra le classi e la biblioteca! Poi hai fatto amicizia con Avery, e hai tirato fuori le unghie... ad ogni classe si sentivano dei continui ‘THUMP!’ seguiti dalle esclamazioni di dolore di Avery.”

 

“Quello che si meritava per l’aver tentato di insegnarmi delle parolacce orribili! Quel mascalzone stava tentando di contaminare la mia anima innocente!”

 

“Ah ah ah! E poi, tu e Zabini! Stavate sempre appicciacati!”

“Ah, è vero! Ricordo che non smettevamo nemmeno per un secondo di parlare!”

“E la McGranitt che cercava di separarvi, ma voi continuavate imperterriti a risedervi vicini!”

“Già! Finchè non ha mollato!”

“Ripensandoci ora, mi sembra che la vostra amicizia si sia un po’ raffreddata durante questi ultimi due anni, vero...?”

 

“No, affatto! Probabilmente è perchè siamo maturati, e di conseguenza, ora anche la nostra amicizia è più matura!” Rispose il moretto, anche se il primo a non credere alle sue stesse parole era lui.

 

“Forse hai ragione!” Mentre Severus, e Kobra parlavano, Lucius continuava a spostare lo sguardo dall’uno all’altro, ed ascoltandoli, gli sembrò che ci fosse qualcosa di strano. Riuscì infine a capire di cosa si trattsse... era stato escluso dalla conversazione!!!

 

“Ehm... non è che per caso verrai anche tu alla ‘riunione’?”

“Riunione? Che riunione?”

 

“Ehm... in effetti mi sembrava strano. Tu in genere non partecipi a questo genere di cose. Avery aveva detto a tutti che ci saresti stato anche tu, stasera. Eh eh. Scemo io a credergli!”

 

“Ehm... stai parlando di Sabato per caso...? Beh, in effetti avrei detto a Zabini che ci sarei stato anch’io, ma...”

 

“Riunione?!”

 

Si intromise Lucius, incuriosito. Questa era musica per le sue orecchie! Una bella serata con la propia Casa a bere e magari fare giochi idioti, ed abbandonarsi alle commozioni dell’alcol! Era sempre stato il suo programma preferito per qualsiasi serata! Sarebbe stato come fare un tuffo nel passato! E poi non avrebbe di certo lasciato Severus solo con Avery, Zabini, e quest’altro scemo! Per non parlare di Bellatrix!

 

“Sì, il nostro anno si riunisce per bere alcolici, e cose simili.” Spiegò Kobra al biondo, già emozionato.

 

“ANDIAMOCI!” Implorò Lucius, guardando Severus con uno sguardo pieno di speranza.

 

“Ehm... m-ma io...”

“Eddai, avevi già detto che ci andavi, no?”

 

Severus non aveva di certo nessuna voglia di partecipare ai festini strampalati di Lestrange ed Avery! Anche se la cosa era stata organizzata da Zabini, e questo lo tranquillizzava un po, era sicuro che sarebbe stata una serata d’inferno! Si sarebbero messi a fare quei giochi idioti che fanno solo i bambini alle elementari, e si sarebbero lasciati prendere la mano! Però, ammettere che aveva accettato solo perchè aveva litigato con Lucius, sarebbe stato troppo umiliante!

 

“Si, infatti ci andremo.” Disse, la sua espressione tutto fuorchè gioiosa.

“Bene! –esplose Kobra- Credo che con Lucius, ora siamo proprio tutti!”

 

*Mh...? Come sarebbe a dire che con me ora sono tutti...? Ma allora... questo vuol dire che... QUALCUNO STAVA CRECANDO DI ESCLUDERMI!!!*

 

Sul suo viso si trasfigurò un’espressione che somigliava vagamente all’urlo di Munch, ma che passò inosservata ai suoi compagni, troppo occupati a parlare l’uno con l’altro.

 

“Ehm... posso chiederti chi è che sta organizzando questo party?” Esordì Lucius, ripresosi in modo repentino e completo, riassumendo il suo tono strascicato e vagamente indifferente.

 

“Chi, dici? Beh... c’è Avery che ha lanciato l’idea, Rodolphus Lestrange ci mette viveri e bevande, e poi Zabini ci mette a disposizione la sua stanza, e pensa anche a tutto il resto.”

 

Le orecchie di Lucius iniziarono a fumare. *Ancora questo Zabini tra le palle!! Ma allora vuole proprio la GUERRA!!”

 

“Ci saremo senz’altro! Tutti e due!!”

“Bene! Oh! È finita l’ora! Beh, a stasera allora! Ehm, Piton... in bocca al lupo per la detenzione di stasera! Cerca di non fare troppo tardi.”

“Tenterò. Ciao.”

 

Kobra salutò Severus con tono cordiale, e si allontanò. Dopodichè il moretto si voltò a guardare Lucius, e notò, incisa sul suo volto, una strana espressione determinata, e vagamente provocatoria. Probabilmente presto il biondo avrebbe avuto una combustione spontanea, tanto era concentrato nei suoi pensieri di vendetta.

 

“Lu?”

“Mh...?”

“Ehm... tutto bene?”

“Certo! Perchè non dovrebbe?”

“S-se lo di ci tu... Dobbiamo mangiare presto stasera.”

“Come vuoi. Oh, a proposito, hai idea di cosa mangi uno scarafaggio?”

“Cosa? No! Perchè?”

 

Rispose Severus con una smorfia. In quei giorni, ne aveva visti fin troppi, di scarafaggi!

 

“Per Gregorio...”

“Chi?!”

“Pronto?? Gregorio! L’ospite negli spaghetti di ieri!”

“Lu, non lo avrai mica tenuto per davvero!!”

“Certo! Te l’ho detto! Mi ricorda te!!”

 

THU-THUMP!!

“Ahio!”

 

Poi, una voce in avvicinamento dalle loro spalle, disse “Dall’eco del THU-THUMP, e dalla tonalità dell’’ahio’, direi... calcio con rotazione della gamba, che ha centrato in pieno la faccia!” Era Avery. Lucius, alzandosi in piedi, rispose

 

“Indovinato... sei un intenditore!”

“Eh eh eh! Ormai sono un esperto!”

“Non me ne vanterei...”

“Comunque, ricominciamo dall’inizio... Hei, Lu! Hei, Sev!”

 

“Hei, Avery!” Risposero in coro i due vampiri. Ma mentre Lucius ignorò Zabini, Severus lo salutò contento.

 

“Ciao, Zabini.”

“Sev... tutto bene?”

“Certo!”

“Beh, allora... a Sabato?”

 

“Ci sarò anch’io!” Si sbrigò a precisare Lucius, indicando se stesso. Avery esplose in un sorriso.

 

“Ancora meglio!!” Festeggiò il ragazzo senza accorgersi che lo sguardo di Zabini sembrava dire che avrebbe tanto voluto affogarlo nel lago in quel momento... così continuò

 

“Allora ci vediamo Sabato sera verso le otto, ok? Dal Prefetto Perfetto!”

 

THU-THUMP!

 

“Ahio! Oh, Zabini! Non era un insulto! E poi che è? Mò Severus ti ha attaccato la malattia??”

“Non è solo per quello!”

 

“Si, qualunque cosa... oh! A proposito, Severus! io e te abbiamo detenzione insiema alle sette, lo sai?!AHAHAH! Ci sarà da ridere!!”

 

“Insieme? Che hai combinato, Avery?”

“Ricordi che il professor Morris mi aveva tolto dei punti prima che arrivassi anche tu in classe?”

“Si. Allora?”

“Avevo trasfigurato la piuma di Peter Minus in una tenera, piccola, adorabile, coccolosa... biscia!”

“Ma Avery!! Nel bel mezzo di una lezione!!”

 

“Eh, già! Da panico, eh! Allora questo prende a urlare, alza quelle chiappe lardose dalla sedia, e lancia l’aminale contro la finestra, solo che era chiusa, quindi questa rimbalza, e mette la quinta, vagando per la classe! Ti giuro, era un pandemonio! Allora, io rido a crepapelle, e se non avessi riso tanto probabilmente il prof non avrebbe sgamato che ero stato io. Comunque meglio così!”

 

“Ma allora hai detenzione col prof. Morris! Che sollievo!”

“Eh, no! Perchè stasera il prof c’ha da fà! E mi ha scaricato alla McGranitt! Figo, eh!”

“Noooooo! Nooooooo! NOOOOOOOOO!!!!!” Gridò il moro, correndo via a gambe levate.

 

“Mh? Ma che gli ha preso? Vabbè, comunque ci vediamo stasera ragazzi!”

 

E qui si lasciarono. Lucius, poi vide Zabini prendere Avery per un braccio, e dirgli qualcosa in tono arrabbiato. L’altro però scoppiò a ridere, e gli rispose qualcos’altro. Il prefetto si calmò un po’. Questo non era buono...

 

SABATO SERA, DETENZIONE:

 

“Hei Avery...?” Sussurrò Severus, al suo compagno, seduto al piccolo banco vicino al suo.

“Oh? Cà fatto?”

“Che dovrei scriverci su questo tema...?”

 

 Avery rise a bassa voce.

 

“Come si vede che non ci vai mai in detenzione! Non sei abituato! Scrivi cose del tipo ‘sono pentito’, ‘mi sono accorto che è una cosa sbagliata’, ‘non so cosa mi sia preso’, e poi per sicurezza, ci scrivi anche che per il futuro ti impegnerai a compensare questo scatto con lo studio. Per te dovrebbe bastare.”

 

“Per me?”

“Per un alunno modello come te!”

 

Furono interrotti da un secco colpo di tosse della Mc Granitt, che li osservava dalla sua postazione dietro la cattedra. Severus tornò subito al suo tema, mentre Avery faceva il vago. Quando però la donna fu di nuovo distratta, correggendo dei compiti, Severus chiamò di nuovo il ragazzo.

 

“Fammi vedere cosa hai scritto sul tuo un attimo!”

 

“Vorresti copiare?! Sai, non credevo che avrei mai visto questo giorno! Tu che da solo hai risolto il compito di Aritmanzia sui numeri infiniti che sono direttamente proporzionali a quelli cardinali! Tu che hai risolto l’enigma della sfinge in DADA! Tu che hai trasfigurato un corvo in una rivista per ragazze con tanto di articoli!! Tu che...”

 

“Si, Avery, ho capito!! Mi ci fai dare un’occhiata, sì o no??”

“Ehm... mi sembra di avere un flashback. Solo che in quell’occasione ero io al tuo posto.”

“...”

“E quale fu la tua risposta?”

“... mi dispiace, Avery, ma non so cosa scriverci!”

 

“Ah ah ah! Non preoccuparti, ti stavo solo prendendo in giro. Sai, una battuta del tipo ‘credo che abbia dimenticato il parrucchino nella mia macchina, ieri sera’ dopo un po’ diventano stantìe... comunque sono sicuro che tu NON VUOI che il tuo tema somigli anche solo vagamente al mio...”

 

“... Avery... cosa ci hai scritto su quel tema?”

“Ci ho scritto la canzone di Merlino.”

“Avery!! Ma sei pazzo!!”

Merlino m’ha fulminato... non so manco perchè...”

“Avery!!!”

Sarà forse perchè... nel suo calderone c’ho fatto il bidè...”

“Avery, non costringermi a...”

Merlino m’ha fulminato, ma non me so mica offeso...”

“Basta, io non sento, io non sento, io non sento...”

“Anzi, me so gasato, e più di prima ho bestemmiaa-aato!”

 

THUMP!

 

“Signor Piton!!”

“Ehm... mi scusi professoressa...”

“Si ricomponga, e scriva, per favore!”

“Certo, professoressa.”

 

La McGranitt osservò il viso arrossito di Piton mentre cominciava finalmente a scrivere, avrebbe dovuto rimproverarlo più severamente per aver colpito Avery durante una detenzione, ma non riuscì a trattenere un sorriso. Finalmente tutto era tornato alla normalità Quando finalmente la detenzione finì, dall’aula uscì un Avery festeggiante, che cantava a squarciagola la canzone “Nonno Merlino sbrocca” e poi, incontrando Pix, lo salutò calorosamente alla maniera dei rapper.

 

“Signor Piton, le dispiacerebbe aspettare un momento?”

 

Il cuore del ragazzo ebbe un sussulto doloroso. Poteva esserci qualcosa che non andava nel tema? O magari voleva trattenerlo ancora di più? Non era possibile che una cosa del genere stesse accadendo proprio a lui! Che vergogna insostenibile!

 

“Certo, professoressa.” Rispose educatamente.

“Piton, volevo parlarle a proposito del suo comportamento ultimamente...”

“Capisco, professoressa.”

“Non sto cercando di rimproverarla, davvero. Si sieda, la prego.”

 

Severus avanzò cautamente nella classe, e si sedette sulla sedia di fianco alla cattedra. La professoressa lo guardò intensamente, ed il giovane vampiro arrossì. Se non voleva rimproverarlo, allora cosa voleva? Non sarà ancora a proposito dell’omicidio? O cose del genere? Ma le parole che la McGranitt pronunciò, lo colsero del tutto di sorpresa.

 

“Senta, signor Piton... so che i suoi genitori si sono separati recentemente, e che ha anche molti problemi nella sua vita privata, ma non deve disperare. Non deve lasciare che la sua vita futura sia condizionata dalla situazione attuale, che non è delle più rosee.”

 

“Ehm... si, certo.” Arrossì Severus.

 

“So che probabilmente starà pensando che non è mio diritto di dirle cose del genere, ma sono la sua insegnante, dopotutto la conosco da cinque anni, e mi preoccupo davvero per lei. E poi... volevo raccomandarle di scegliere con attenzione le persone da amare. Purtroppo, spesso la nostra felicità dipende da loro.”

 

“Che... che intende dire, professoressa?”

“Beh, lei cipensi su. Ora, può andare. Buona notte.”

“Buona notte, professoressa...”

 

Il brunetto allora si alzò, completamente confuso, lasciando la sua insegnante alle prese con i compiti da correggere. Decise di filarsela alla svelta, prima che posi gli occhi sul compito di Avery. Appena aperta la porta, però, si trovò davanti Lucius, che stava con l’orecchio leggermente teso verso l’interno.

 

“Lu...? Che fai? Mi hai aspettato? Tu stavi... origliando?”

“Ehm... si, cioè no, ma io... ho sentito quello che ha detto la McGranitt...”

“Ah... ah, si...?” Chiese il moretto, sentendosi umiliato.

“Si, e mi ha fatto arrabbiare! Quella voleva dire che ho una pessima influenza su di te, è così?”

 

Severus lasciò andare il respiro che stava trattenendo. Credeva che il biondo gli avrebbe chiesto spiegazioni sulla separazione dei suoi genitori, e di lì a poco, ci avrebbe messo davvero poco a collegare il fatto col suo odio per gli stupratori e la sua fobia per i contatti fisici troppo prolungati.

 

“Forse... è probabile.”

“Tsk! Che donna assurda!”

“L’assurdo sei tu, Lucius! Dai, andiamo dagli altri.”

“Ehm... aspetta un secondo. Io volevo parlarti.”

“Ah... parlarmi di cosa?”

 

“Ehm, è che... anche se abbiamo fatto pace c’è sempre questa tensione tra di noi, e... beh non mi piace, ecco. sicuramente lo avrai notato anche tu. Penso che dovremmo parlarne più  fondo per sbloccarci.”

 

“Proprio adesso?”

 

“Sì. Ora che abbiamo un po’ di tempo... andiamo, torniamo in terrazza, ti prego.”

“Pfft! Andare a parlare in terrazza...! Quando facevo il primo anno, i ragazzi andavano sempre a dichiararsi sulla terrazza, sai...? Sei un pochino infantile.”

“E ne vado fiero! È così grave?”

“Direi di sì alla tua età... ma va bene. Andiamo.”

 

Acconsentì il moretto, che in fondo non sarebbe stato poi così inconsolabile se anche si fossero persi la ‘riunione’ dei Serpeverde.

 

“Uh... fa freschetto quassù, eh...!”

“Già... Sev, io... è successa una cosa.”

“Cosa?”

“Ehm... no, aspetta, nulla.”

“Deciditi, è successo o non è successo?”

“Beh, è successo, ma... ecco?”

“Tu hai ancora il mio girocollo, a proposito.”

 

Il viso del biondo impallidì per un attimo, e tossì nervosamente. Il moretto però colse questa reazione, e la decifrò correttamente. Sorrise, ed avvicinandosi al biondo gli disse, tutto emozionato

 

“Allora hai visto qualcosa! Per questo eri così pensieroso ad Erbologia!”

“Ehm, ecco, no... cioè... abbiamo cose più importanti di cui parlare ora!”

“Hai visto qualcosa che riguarda me?”

“Non è per questo che ti ho chirsto di venire qui!”

“Ma vuoi raccontare o no?!”

“Non c’è niente da dire! Il mio Occhio interiore è cieco come una talpa! Chiaro??”

“Chiarissimo.... scusa.”

“Ecco, vedi?! È di questo che volevo parlare! Da quando abbiamo fatto pace, non facciamo altro che chiederci scusa per qualsiasi cosa! Starnutissi ora, mi chiederesti scusa!”

“Ehm... scusa...?”

“No, scusa tu. Comunque non voglio che continui così, ok? Non può tornare tutto come prima?”

“Pretendi troppo, Lu. Lo sai, vero?”

 

“Si, lo so... le cose dette ormai sono dette anche se abbiamo appurato che non volevamo veramente insultarci a vicenda. Comunque... nulla è vermente cambiato se ci fai caso! E io mi sento escluso. Mi rendo conto che sono entrato a far parte della tua vita all’improvviso, e so che non dovrei essere geloso quando parli con i tuoi amici di sempre, ma io vorrei essere il tuo migliore amico.”

 

“Stai parlando di qualcuno in particolare?”

 

“Beh, che non sopporto alcune delle tue amicizie, non te ne ho mai fatto mistero.”

“Stai parlando di Zabini?”

 

“Precisamente. Non so a che gioco sta giocando, ma cerca sempre di escludermi, e farmi stare lontano da te! Non ti sembra strano che l’unico che non era stato invitato alla ‘riunione’ di stasera ero io? E poi, hai visto quando ho detto che sarei venuto anch’io, Zabini è diventato livido! Poi quando Avery era contento, ha fatto una faccia...!”

 

“Ma da, Lu! È solo una tua impressione! E poi non capisco. Il problema non esiste, no? Sono io che decido con chi voglio stare, e non Zabini!”

 

“Con chi... Vuoi dire che stai con me?”

“MA NO!!! Con chi stare nel senso di passare il mio tempo!”

“Ah, ecco... che angoscia angosciosa...”

“Non fare la lagna!”

“Hei Sev, dammi una sigaretta.”

“Compratele.”

“Eddai, ti pregooooo!”

“Umpf!”

“Thank you. Stavo dicendo... io credo che quello ti fa il filo.”

“Tu sei pazzo...”

 

“Non sono pazzo. Quando sta con te è tutto sorrisi e gentilezze, poi appena ti volti mi guarda come se volesse farmi a pezzi! Ti giuro, fa paura certe volte!! È geloso di te, si vede! Gente così è pericolosa.”

 

“Senti chi parla. Tu invece cosa vorresti fargli?”

“Ehm... friggerlo, impanarlo, e mangiarlo, probabilmente.”

“Lo vedi? Ehm... sei sporco qui...” disse il moretto, indicando la propria guancia.

 

Lucius, guardando il viso di Severus, per capire su quale lato della faccia, avesse la macchia che aveva visto, fece arrivare la mano sulla guancia destra, e cercò di toglierla.

 

“L’altra chiappa...”

 

Dapprima, il biondo andò con convinzione a sfregare l’altra guancia, ma quando sentì l’amico scoppiare a ridere, ripercorse al ritroso il loro ultimo scambio di battute.

 

“Ah ah ah! –rise Lucius sarcasticamente- Meno male che tu eri il maturo tra noi due! Neanche i bambini di dieci anni fanno più di qeusti scherzi!”

“Tu... tutto convinto... ah ah ah!!”

“Chi ti ha insegnato a fare questo genere di battute, eh...?”

 

Il moretto smise di ridere, e guardò l’amico un po’ smarrito, ma poi sorrise, con un’aria di malinconia.

 

“Mio padre mi ha fatto questo scherzo quando avevo sei anni...”

“Non mi hai mai parlato di lui. Credevo che non ti piacesse.”

“Non è sempre stato così...”

“Così come?”

“Violento. Ricordo che c’era un tempo in cui tutto era diverso. Facevamo gite, tutti e tre. Giocavamo tutti insieme... però, poi... poi è cambiato.”

“Perchè?”

“Io... io non lo so... non so, davvero. Però qualcosa... ma lasciamo perdere questo argomento, ok?”

“Come vuoi tu. Se non sei a tuo agio...”

“Io vorrei tanto raccontarti tutto, Lu... ma non potrei. Cambierebbero troppe cose, poi.”

“Ti capisco. Quel genere di cambiamenti che mettono in imbarazzo, vero?”

“Già... credo di capire come ti senti da quando abbiamo rifatto pace. Un po’ in quel modo.”

“Esatto. Vedi? È per questo che mi da fastidio qeusta situazione!”

 

Il moretto sorrise.

 

“Ok, allora. Proviamo a ricominciare da capo.”

“Certo! Allora, credo che siamo in ritardo per la riunione. Andiamo?”

“Sì.”

 

Concluse Severus, gettando di sotto il filtro bruciacchiato, poi Lucius gli prese la mano, ed insieme scesero nei sotterranei. Appena entrati nella stanza di Zabini, notarono che erano tutti lì, e c’era anche qualche ospite in più, a scroccare da bere, e lasciarsi prendere dalla malinconia.

 

“Hei, Lu! Sev! Venite a sedervi! Non ci crederete mai! Li abbiamo trovati fuori della Sala comune che preparavano uno scherzo, e poi da cosa nasce cosa, e li abbiamo invitati a restare! In fondo abbandonarli fuori in balìa di Gazza è inumano anche da parte di un Serpeverde, no? Vero, Potter!”

 

“Poco ma sicuro! E comunque, abbiamo giurato di trattenerci, e non insultare nessuno di voi a meno che voi non siate i primi a parlare! Lo abbiamo proprio promesso, vero, Sirius?”

 

Tu hai promesso! Tsk! Comunque è un veeero piacere vederti, Snivellus!”

 

 

FINE CAPITOLO 8

 

*La canzone all’inizio del testo è ‘Lei è’ di Paolo Meneguzzi.

 

Ora è doveroso ringraziare coloro che mi hanno recensito: un grazie speciale a Palanmelen, ho gradito molto la tua recensione, molto dettagliata, davvero! Poi, volevo dirle che se leggerà fino in fondo la mia storia, potrebbe restare piacevolmente sorpresa! ;D Spero tanto che manterrai la promessa di lasciarmi tatni commenti, davvero, sono il mio pane quotidiano!

 

Un altro saluto a Skoda Sorella Orsa, dicendole che spero di ricevere altre recensioni anche da lei.

 

Naturalmente un bacio anche a tutti coloro che hanno letto questo capitolo!  Ciao ciao!

 

XxX.Lexxy.XxX

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Capitolo 9
*** Il Gioco Del Re ***


Fear is gone without a trace;
Fear is gone without a trace;
(La paura se na va e non lascia tracce.)
It's the perfect time in the perfect place.
(è il momento giusto nel posto giusto.)
Nothing hurtin', nothing sore,
(Niente ferisce, niente fa male,)
No one suffers anymore,
(Nessuno soffrirà più.)
 
All these things if I were king
(Tutte queste cose se fossi il re)
Would all appear around me.
(Apparirebbero intorno a me)
The world will sing when I am king;
(Il mondo canterà quando sarò il re;)
 
And she takes your hand.
(E lei ti prende la mano)
Says she always told her sister
(Ti dice che ha sempre raccontato a sua sorella)
That you're the best damn kisser
(Che tu baci dannatamente meglio)
That she'd ever had.
(di chiunque altro lei abbia avuto)
 
Daylight waits to shine until
(La luce del giorno aspetta a brillare)
The moment you awaken,
(Fino al momento in cui ti sveglierai)
So you never miss the dawn.
(Così che non ti perderai mai l’alba)
No question now,
(Niente domande, ora)
Lights all green,
(I semafori sono tutti verdi)
The radio plays just the perfect song.
(La radio suona proprio la canzone perfetta.)
 
Then like the final movie scene,
(Poi come la scena finale del film)
The prince will find his perfect queen;
(Il principe troverà la sua perfetta regina)
The hero always saves the world,
(L’eroe salverà sempre il mondo)
The villains get what they deserve,
(Il cattivo ottiene quello che si merita)
When I am king.
(Quando io arò il re.)
 
All these things, if I were king,
(Tutte queste cose se fossi il re.)
Would all appear around me.
(Apparirebbero attorno a me)
The world will sing when I am king.
(Il mondo canterà quando sarò il re.)

 

 

CAPITOLO 8: IL GIOCO DEL RE.

 

 

Hey... ho voglia di uscire, stasera..

 

“Uscire? No, maledetta! Tu vuoi farmi... vuoi che io uccida di nuovo!”

 

Uh... e dove sarebbe la notizia? Non giocare all’innocente, per favore! Ammetti, che senza di me tu non sei un bel NIENTE! Sono io che ti rendo vivo. Che ti faccio provare la gioia del sangue!

 

“S... si... hai ragione.”

Bene, sono contenta che lo ammetti. Usciamo?

“No!!”

Come, scusa? Non credo di aver capito l’ultima parola...

 

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La serata proseguiva esattamente come tutti se l’erano immaginata, chi con malinconia, chi con nausea: tutti erano praticamente ubriachi, e cantavano a squarciagola i più grandi successi degli anni ‘70, all’improvviso, però, Avery si alzò ‘elegantemente’ sui piedi, mostrando così a quella banda di miscredenti che era ancora perfettamente in grado di non cadere sopraffatto dal rincoglionimento dell’alcol.

 

Lui era il dio dell’alcol! Alzò il calice, e battè educatamente su questo con un cucchiaino, ed appena seppe di avere l’attenzione di tutti puntata su di sè, ruttò, facendo tremare la ‘cristalleria’ di Zabini, ovvero i bicchieri dai quali stavano bevendo.

 

“Ragazzi, ho un’idea, porco Merlino!” Proclamò quindi tutto orgoglioso di se stesso.

“Tremate tutti...” Gli rispose una voce anonima dal mucchio.

“E fareste bene! Propongo di dare lo start al ‘gioco del re’!”

 

“No! –esclamò Severus, in tono categorico- Se si arriva a questo, io me ne vado!”

 

“Oh oh oh! –lo derise Bellatrix, anche lei preda dell’alcol, non si era staccata un attimo da Lucius- Cos’è? Te la fai sotto, tesorino?”

“Non provocarmi, Bella!”

“Oh, lo faccio eccome! Caro il mio piccolo cuore!”

 

“Il gioco del re?” Chiese Malfoy, all’oscuro dei piani dell’amico Avery. “Che cosa sarebbe?”

“Non sai cos’è il gioco de re??”

 

Chiese Avery stupito che esistesse ancora qualcuno nella loro scuola che non conoscesse ‘il gioco del re’. Anche tutti gli altri intorno a lui, lo guardavano con gli occhi di fuori. Severus si occupò di illuminare il povero stolto ignorantello, anche se a modo suo.

 

“Dicasi ‘il gioco de re’ una tradizione iniziata dal nostro Avery, che ne apprese i misteri da un suo amico babbano ancor più... diciamo ‘particolare’ di lui! In parole povere, una cavolata di cui non mi renderò partecipe neanche morto!”

 

Avery, ascoltò le parole di Severus, e si sentì offeso da queste, come se il ragazzo avesse bestemmiato il suo santo protettore, SanCulamo. Tuttavia decise di ignorarlo, abbandonandosi a sedere di nuovo vicino a Lucius, e lanciandosi nella spiegazione del gioco de re.

 

“Ignora questo blasfemo, Lucius. Dunque... il gioco del re è un gioco spettacolare!”

“Questo lo avevi già chiarito.”

 

“Già. Il bello è che ci si può scambiare baci ad una velocità pazzesca! Prendi per esempio qualcuno che è innamorato di qualcun altro, ma non ha chances nemmeno per sbaglio. Questa sarebbe l’occasione giusta per poter baciare questa precisa persona!”

 

“Ehm... stai alludendo a qualcuno in particolare?”

“No, dicevo in generale.”

“...”

“Insomma... si prendono tanti bastoncini quanti sono i giocatori. In questo caso... tredici.”

“Vuoi dire dodici!” Interloquì Severus che si era già autoescluso.

“Appunto, dicevo tredici. –lo ignorò Avery- Su uno si scriverà “re” mentre sugli altri dei numeri da uno a dodici.”

 

Bellatrix, avvicinandosi ancor più a Lucius, cosa che nessuno avrebbe detto possibile, visto che già gli si era appiccicata, continuò la spiegazione di Avery.

 

“A questo punto comincia il gioco, e tutti devono pescare un bastoncino ciascuno, a caso. Quello che pesca ‘re’ può dare ordini del tipo ‘numero cinque bacia sei’. Supponiamo che il cinque ce l’hai tu ed il sei io... dovremmo baciarci! Non ci si può tirare indietro!”

 

“Che sciocchezze! –esclamò Zabini- E cosa fate, ci ipnotizzate prima di iniziare?”

“Assolutamente no! –controbattè Avery- Ma questo gioco è speciale! Chissà prechè si finisce con l’obbedire a tutto!”

 

“Ogni ordine osceno è considerato nullo, intesi!” Chiarì da subito Severus.

“Ovviamente mio oscuro amico!” Acconsentì Avery.

 

*Lo sapevo! –pensò sollevato Zabini-  Severus non sarà mai daccordo con cose del genere!*

 

Ma non fece in tempo a finire questo suo pensiero, che notò un’espressione soddisfatta e fin troppo furba passare per un attimo sulla faccia del suo amico Avery.

 

“Benissimo! –Esclama Bellatrix, già eccitata- Il massimo di persone a cui si possono dare ordini sono due, intesi? Almeno per ora. Si cominci pure! Forza, scegliete!”

 

Esclamò, porgendo al mucchio di ragazzi tredici bastoncini. Ogniuno pescò un bastoncino. Il pensiero più diffuso nelle menti di tutti, fu *Se pescassi io il re... magari, indovinando il numero giusto, potrei riuscire a baciare...*

 

“Oh oh oh! –Proruppe Bellatrix con la sua solita risata... particolare.- Sei arrossito, cugino! A cosa stavi pensando, eh? Grifonpervertito!”

“Ammettilo! Stavi pensando a qualcosa di osceno!” Narcissa spalleggiò, arrabbiata, sua sorella.

 

“Che? Io? Ma guarda piuttosto i tuoi di pensieri, porca! E comunque, ora tacete tutti! Io sono il re!”

Sirius era, in effetti, completamente rosso, e nervoso.

 

“Ti avverto immediatamente –continuò Bellatrix, implacabile- che ‘levati tutti i vestiti’ non è un ordine valido!”

“Eeeeh?? –Narcissa era scandalizzata- Non posso credere che stavi pensando ad una cosa simile!!!”

 

Lestrange scoppiò a ridere “Allora stasera, fra noi si nasconde un maniaco!”

“Assolutamente no!!! Non penserei mai ad una cosa del genere!”

 

“Vero! –lo appoggiò James, con convinzione- Sirius è puro come un giglio!”

“Giusto! Grazie, amico!”

“Tanto che è perfino ancora vergine!”

“JAMES!!!!!”

“Eh? Che c’è? Che ho detto?”

 

Tutti scoppiarono a ridere come mai in vita loro eccetto Sirius, arrabbiato e nervoso per essere stato deriso, James, che aveva ancora sul volto un’espressione interrogativa, continuava a domandarsi cosa avesse detto di tanto divertente, mentre Severus stava guardando, imbarazzato, da tutt’altra parte.

 

“James... –gli disse Remus cercando di smettere di ridere- penso che Sirius non volesse far sapere a tutti una cosa del genere...”

 

“Ma che c’è di male nell’essere vergini, scusa? Ci si conserva per qualcuno importante mi sembra molto bello! Una volta che non sei più vergine... non so, sembra che non hai più molto da dare.”

 

Severus arrossì furiosamente. Quell’affermazione lo feriva come un pugno nello stomaco.

 

“Tu lo hai già fatto?” Gli chiese Avery.

“Beh, io si, ma che c’entra?” Rispose candidamente Potter.

 

Di nuovo, tutti scoppiarono a ridere.

 

“Beh, ma che sto dicendo di così divertente??”

“Lascia stare, Potter... ora, Sirius, eravamo rimasti al tuo ordine! Siamo al suo servizio, sire!”

“Sire Pervertito!” Specificò Bellatrix.

“Cosa? Ti ho detto che non pensavo a nulla di osceno, tu... gallina... struzzolosa!!”

“Gall...? Ma come osi?! Elefante cinghialato!”

“Mostro della laguna!”

 

“BASTA!!!!” Gridò Severus, spazientito. “Il gioco è cominciato da mezz’ora e ancora non hai dato un’ordine! Datti una mossa, Black!!”

“Non permetterti di gridare con me!”

“E tu non permetterti di insultare un Serpeverde nel nostro stesso dormitorio!”

“Va bene! Ora basta! Il mio ordine è... il numero 6!”

 

Sirius notò un leggero sobbalzo di Severus, al sentir pronunciare quel numero, e sorrise diabolicamente.

 

“Numero sei bacia il numero dodici!”

 

Una mano si levò. “Sono io il numero dodici!”

“NOOOO! Mi rifiuto!” Proruppe il numero sei, osservando terrorizzato James, con la mano ancora verso il cielo.

 

“Che c’è, Snivellus? Avevamo detto che i baci erano consentiti o sbaglio?”

“Allora cambia numero Black!”

“No problem... allora facciamo che il numero sei bacia il re!”

“NON CI PENSO NEANCHE!” Ribattè il moretto ancor più incazzato.

“Insomma, deciditi! Questi sono gli ordini del re!”

“Se gli ordini sono questi io posso anche andarm-“

 

Mentre stava per terminare la frase, James, lo aveva preso di sorpresa e gli aveva dato un lungo ed appassionato bacio sulle labbra, al termine del quale, propose al Serpeverde scioccato, il sorriso più idiota che mai fosse apparso su umano volto.

 

THU-THUMP!

 

“Ahia! Hei!! È il gioco! O preferivi forse baciare Sirius??”

“Non volevo baciare proprio nessuno, tu brutto...”

 

“Cosa?”

 

Si intromise Avery nonappena notò che dalle labbra di San Severus da Hogwarts stava per uscire qualche parolaccia, e sperando sinceramente che si trattasse di un’altra raffica di bestemmie simile a quelle esposte con tanta foga alla McGranitt.

 

“... nulla. Non sei degno neanche di essere insultato!”

“Oh oh oh! –La solita risata- Andiamo, Severus! Non dovresti scaldarti, è un gioco! O forse... quello era il tuo primo bacio, tesoruccio...?”

 

Dal mucchio si sentirono molti fischi ed esclamazioni poco lusinghiere.

 

“Oh... –disse James, dispiaciuto- se era così, mi dispiace...”

“No non è così...” rispose tetro il vampiro.

“Beh, allora qual è il problema! –continuò Bellatrix- continuiamo, forza!”

 

Lucius fissò Severus intensamente per un po’. Non sopportava di vedere sul suo viso quell’espressione tetra. Parlare di baci e prime volte non doveva essere molto piacevole per Severus, se aveva indovinato il segreto del suo amico.

 

Sirius, invece, fissò James, che ancora sorrideva nonostante il cazzotto tremendo che aveva appena ricevuto in tutta la sua potenza ed in pieno viso! La sua espressione si rabbuiò un pochino, mentre osservò l’amico esclamare

 

“Sono il re!!!”

“No! Non due Grifondoro di seguito!!!” Disse Lestrange.

“Su, in fondo è casuale, no? –rispose Lucius- Prima o poi tocca a tutti!”

“Giusto! –sorrise Potter- Ben detto, biondo!”

“Mi chiamo Malfoy...”

“Si, si... qualsiasi cosa... comunque il mio ordine è... –sbrilluccichio malefico degli occhi- Il numero uno si scambia le scarpe col numero... quanti siamo?”

“Dodici sudditi più il re.”

“Bene, allora col numero dodici andrà benissimo!”

 

“Ehm... –alzò una mano Narcissa- io sono il dodici.”

“NOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!”

 

Gridò Avery, che dovette indossare gli eleganti sandaletti di Narcissa, che gli stavano di parecchi numeri più piccoli, mentre Narcissa sguazzava in un paio di sfiziose scarpe da ginnastica.

Il gioco andò avanti per molto tempo, passarono ben tre ore, e si fecero le quattro del mattino. Fatto sta che per quell’ora la situazione era la seguente:

 

Bellatrix era rimasta con indosso solo maglietta e mutandine.

 

Narcissa aveva la testa piena di forcine, con ancora le scarpe di Avery ai piedi, e senza la maglietta.

 

Potter era senza occhiali, senza maglia, e con un ghigno sempre più ebete sul viso.

 

Peter Minus era così felice di aver potuto baciare una ragazza (anche se si trattava di Bellatrix) che non badava nemmeno alla sua condizione: sulla faccia gli erano stati di pinti baffi, pizzetto e sopracciglia, e sulla testa indossava un paio di corna finte, non indossava i pantaloni, e recava sulla camicia le firme di tutti i presenti, ed aveva la cravatta legata in fronte.

 

Avery aveva ai piedi i sandaletti eleganti e stretti di Narcissa, il viso truccato con rossetto e phard, unghie smaltate, aveva dovuto abbandonare orologio, cintura, collana e braccialetti, indossava una parrucca bionda, ed aveva disegnati in giro sul corpo stelline e cuoricini, opera di Bellatrix.

 

Lupin era il più fortunato di tutti, ancora completamente vestito, aveva ricevuto solo baci da più o meno tutti i giocatori, e tutta la sua salute complessiva era buona.

 

Lestrange e Rosier, dovettero passare 10 turni mano nella mano, ed entrambi erano vestiti solo di un accappatoio, ed erno bagnati fradici. Il tutto a causa di un singolo, mostruoso ordine di Bellatrix, che intelligente non era, ma ben furba e malvagia.

 

Zabini aveva dovuto cimentarsi con Avery in una simulazione di rapporto sessuale, e ne era uscito più o meno traumatizzato, causa il troppo trasporto di cui era stato vittima il suo compagno di sventure, gli era stato scarabocchiato il distintivo da Prefetto, e indossava sulla schiena un cartello con su scritto ‘sono un imbecille’.

 

Kobra vestiva un capo di abbigliamento per ognuno dei presenti: maglietta di Severus, che gli stava a dir poco stretta, calzini di Sirius, reggiseno di Bellatrix, cintura di Avery, orologio di Lupin, scarpe di James, camicia di Rosier, cravatta di Narcissa, pantaloni di Lestrange, giacca di Peter, boxer di Lucius, e cannottiera di Zabini.

 

Lucius aveva i capelli legati sulla testa a fontanella, un anello al naso stile piercing degli africani, ovvero con due centimetri di raggio, indossava un asciugamano attorno alla vita perchè aveva dovuto abbandonare pantaloni e boxer per la felicità di Bellatrix, le scarpe prive di lacci, e la dedica autografata dei Grifondoro presenti sulla pancia.

 

Sirius e Severus, a seguito di un ordine maligno di Bellatrix, la fonte di tutti gli ordini pervertiti nel gruppo, avevano appena iniziato venti turni seduti uno in braccio all’altro, e per ovvie ragioni di corporatura, fu il vampiro che si sedette comodamente, ma non senza imbarazzo sulle gambe incrociate del Grifondoro rompibolle.

 

Sirius indossava solo jeans e calzini, aveva i capelli legati in un’elegante cipolla, indossava gli occhiali di Potter calati sul naso per non ostacolargli la vista, ed aveva dovuto bere una bottiglia di whiskey incendiario tutta d’un fiato!

 

Il vampiro invece, rimasto in un paio di pantaloni ed una canottierina scura, era incazzato nero a causa dell’enorme quantità di baci che era stato costretto a distribuire in giro per il gruppo.

 

Tutti in generale avevano seminato baci dove capitava.

 

“Sono il re!” Esclamò Remus, ormai anche lui ubriaco fradicio. “Dunque... il numero cinque... ehm... si fa scrivere una parola sulla schiena dal numero... sette!”

 

“Sono il cinque...” Borbottò Zabini rassegnato.

“SIIIIIIIIIII!! Vieni qua, Zabini-bello...!” Lo chiamò Lucius in modo dolcemente ingannevole.

 

Ben presto il Prefetto si ritrovò scritto sulla schiena le parole “Zabini idiota”.

“Hei!!! Ma sono due parole!!” Protestò il prefetto

“Uh... ah, si?” Rispose il biondo, che fece voltare di nuovo Zabini di schiene, ed aggiunse un trattino tra le parole ‘Zabini’ e ‘idiota’.

 

“Ecco.” Sorrise fiero del suo capolavoro “Così è tutta una parola!”

 

“Ok, ok! Il re sono io, ora!” esclamò Kobra. “Voglio che il numero nove faccia dieci flessioni! Sulle braccia, mi raccomando!”

 

“Sono il nove...” Borbottò Severus, che già era stanco del gioco prima di incominciarlo, e poi esclamò spazientito “E poi si può sapere che razza di ordine sarebbe questo??”

 

“Tu ubbidisci, e vedrai!”

 

“Su... 1... 2... 3... 4... avanti tieni duro! 5... 6... 7... 8... un’ultimo sforzo su!! 9... ancora una!!! Perfetto!!”

 

Alla parola ‘perfetto’ si levò un coro di “Hai detto Perfetto, o Prefetto???” a imbarazzo di Zabini, continuamente preso in giro per il suo titolo.

 

“Hei, Sev! –esclamò Bellatrix maliziosa- il tuo movimento era proprio sexy, sai??”

“MA SEI SCAMA!!!! CHE CAVOLO GUARDAVI!!!”

“Oh oh oh! Timido, eh? Mio cugino ti stava fissando proprio lì, sul tuo bel fondoschiena rotondo! Guardatelo, è tutto rosso!!!!”

“Non è vero, stai zitta!!! Tanto parli solo perchè hai fiato!”

“Ah, si? Vai, Avery! Controlla se ce l’ha duro!!”

“Cos...? AAAH! Tieni giù le mani, pervertito!!!”

“Oooh, andiamo, se non hai nulla da nascondere lascialo toccare!!”

“BASTA!! LO SAPEVO CHE NON ERA UNA BUONA IDEA VENIRE QUI!!”

 

“E quando lo avresti detto questo, scusa???” chiese Potter, anche lui scosso dalle risa.

“L’HO SOLO PENSATO, IDIOTA!”

 

THU-THUMP!

 

“CAFONE CHE NON SEI ALTRO!”

“CAFONE IO MA SE MI HAI APPENA PICCHIATO!”

“SIIII! CE L’HA DURO VERAMENTE!!!” Esclamò Avery, che lo aveva preso alla sprovvista.

“Lo dicevo io! Oh oh oh!”

“MA IO TI AMMAZZO, TU, BRUTTO...”

 

“CALMO, SIRIUS!!” Gridò James, interrompendo a metà la sua imprecazione. Tutti restarono a guardarlo stupefatti, era la prima volta che James alzava la voce quella sera, e la sua espressione era stranamente seria e concentrata. La quattrocchia, però, sorrise di nuovo in modo super ebete, e disse

 

“Non è nulla, dai è successo anche a me!”

“MA COSA SIETE?? GRIFONPERVERTITI!!!”

“Comunque non scordarti che devi ancora passare diciotto turni imbraccio a quel Grifonpervertito!” Gli rammentò Bellatrix.

“Ma sei scema??? Non ci penso neanche!!”

“Oooh, pooovvero piccolo cuore...”

“...”

“Su, coraggio tesoro! Sei un Serpeverde! Non sarà certo un serpente a fermarti!”

“Volgare...”

“Paura del Serpente con un occhio solo, Sev...?”

“Smettila, stupida!!!”

“Oh oh oh!”

 

WEEEEEEEEEEEEH... WEEEEEEEEEEEEEH... WEEEEEEEEEEEEEH...

 

“MA CHE CAVOLO E STA ROBA ADESSO???”

“E l’allarme!!!”

“Allarme?! Cazzo!!”

THU-THUMP!

“Ahio!”

“Si! Qualche professore ha varcato la soglia del nostro dormitorio!!”

“Qualcuno deve aver sporto lamentele per il casino!”

“Eccheccaz.... ehm... è normale, sono le quattro del mattino, eh!!”

“Presto, io sono al sicuro, è la mia stanza, voi disperdetevi, presto!!!”

“Fuori, forza!!”

“I vestiti...”

“Non c’è tempo! Non c’è tempo!”

“Ah ah ah!! Che divertimento!!”

“Sono daccordo con te, collega! Ora in fuga, presto!”

 

Tutti i Serpeverde cominciarono a correre verso le loro rispettive stanze, ma non avrebbero potuto raggiungere i piani inferiori senza incorrere nel professore che li stava cercando, così decisero di cercarsi un posto dove nascondersi e restarci fino al passaggio del loro insegnante.

 

Il resto dei dialoghi si svolge a bassa voce.

 

“Sirius? Sirius, dove sei...?” chiamò Potter, nel buio di uno stanzino misterioso, con voce da bimbo sperduto.

“Ehm... Potter...?”

“Si! Chi...?”

“Narcissa Black.”

“Oh. Ciao, Cissa... che... che è qua?”

“Lo stanzino delle scope.”

“Capisco.”

 

“Corri di qua, Sev!”

“No! Se prendesse il passaggio, ce lo ritroveremmo in faccia! Andiamo di q...”

SBAM!

“Ahio!! Ma che è stato??”

“Piton?”

“Black??”

“Sì. Ho perso James, non ci vedo un cavolo! Aspetta... Lum-...”

THUMP!”

“Ahio!”

“Non azzardarti a fare un ‘lumos’, vuoi farci scoprire?!”

“Ah, è vero...!”

“Bene! Sev, Black! Di qua, forza!”

“Chi c’è?”

“È  Lucius.”

“Tsk! Biondo di m... cioè volevo dire...”

“Sta arrivando! Si sentono dei passi, forza!”

“C’è un armadio lì, ci entrerete in due, io scappo!”

“N-no, Sev... Accidenti!!”

 

“Yu-hooooo? Chi c’è qui dentro?”

Ehm... Remus Lupin.”

“Oh, Lupin! Sono Bellatrix.”

“Ehm... lo avevo già capito...”

“Oh oh oh! Che carino!”

“Ehm... la tua stanza...?”

“Si! Il mio armadio, il mio baule, il mio comodino, e quello è il mio LETTO.”

“Ah... ehm... vedo, vedo.”

“Andiamo a sedersici sopra?”

“Ehm... o-ok....”

 

“Avery...?”

“Si, chi è?”

“Lestrange.”

“Oh, ciao! Anche tu qui!”

“Eh... sai com’è... mi stavo facendo un giro...”

“Ti capisco è una notte troppo divertente per passarla chiusi dentro al sicuro.”

“Scemo...”

“Grazie, ti voglio bene anch’io.”

“Oh, guarda! È Sev! È passato oltre...”

“Anche lui si starà facendo un giro...”

“Quello che ho pensato anch’io! Che combinazione!”

“Fra quanto credi che potremo uscire?”

“Non so tu... ma io esco appena vedo il prof, e gridando “Booh”!”

“Ma sei scemo!!!”

 

“Severus?”

“Non sono stato io!”

“Cosa?”

“Ehm... chi sei...?”

“Questa è la seconda volta che me lo chiedi... sono Kobra.”

“Oh! Credevo fossi il Guardiano...”

“Ah ah! Con te è un insulto dopo l’altro!”

“Ehm... non intendevo...”

“Lo so, lo so... avvicinati un po’, è meglio.”

“Ok.”

“C’è una cosa che volevo dirti, stasera...”

“E non puoi aspettare domani mattina?”

“Ma Sev... è mattina.”

“Oh. È vero. Ok, dilla.”

“Mi piaci. Ti voglio bene, vuoi metterti con me?”

“No. Non ti ricambio neanche un po’.”

“Ah. Capisco, ma... anche se... non mi vuoi bene, potresti farlo col tempo, n-no? Se mai provi, mai saprai”

“Cavolata delle quattro e mezza. Chiudiamola qui, ok?”

“Ah, capisco. Allora sono vere le voci... stai con Malfoy, il ragazzo nuovo, vero...?”

“Ma no che non è vero! Ecco perchè la McGranitt poi mi fa i discorsi sull’amore, se circolano di queste voci!!! Oooh! Se non dovessimo evitare il minimo rumore, ti picciherei!! Chi ti ha detto che stavo con Lucius???”

“Ehm... nessuno in particolare... lo dicino tutti.”

“Maledetti! E comunque anche se non sono impeganto, non cambia il fatto che non mi piaci per niente!”

“M-ma Sev...”

“No!! Niente ‘ma Sev’! cosa ti ha fatto pensare che avrei accettato??”

“B-beh, nulla in particolare, ma... è che rispetto all’anno scorso sei... beh cambiato parecchio. Pensavo che volessi essere più carino perchè avevi cominciato a cercare qualcuno, visto che prima d’ora non ti era mai importato niente.”

“E non mi importerà mai! Tutto il tuo discorso, nella mia lingua, è tradotto ‘l’anno scorso non eri degno di uno sguardo’! e poi com’è, all’improvviso ci sono già tre persone innamorate di me! Se ero così attraente, perchè non vi siete fatti mai avanti prima?!”

“N-no! Non è così! Tu mi piacevi già da prima!”

“Ah, ho capito. Ti credo.”

“Veramente?”

“Certo. Ti piacevo, ma ti avrebbero preso tutti in giro se ci avessi provato con me. Quindi hai preferito starmi lontano finchè non sono ‘migliorato’.”

“Non è assolutamente vero! Questo è il caso di Narcissa, non il mio! Bella le ha sempre proibito di dicihararsi in tutti i modi! Non è il mio caso, giuro!”

“Allora come mai avresti deciso di dichiararti proprio ora?  Sei stato sfrontato, questo mi fa pensare che non avevi dubbi sul fatto che avrei accettato! Mi consideri così giù, tu?”

“No! Ti ho detto che mi sembrava solo che ti fossi aperto!”

“Si, e bla, bla, bla... mi fai schifo, Kobra.”

 

“Allora... è bello qui.”

“C’è solo uno sgabuzzino qui.”

“Ah. Ehm... nel senso... l’interno ha un bel colore.”

“Siamo al buio, Potter.”

“Merda... scusa, non so che dire.”

“Non dire niente.”

“Ok –un apausa. Ma ovviamente il Grifondoro non poteva restare zitto a lungo.- allora ti piace Piton, eh...?”

“Non sono cose che ti riguardano!!!!”

“Non prenderla a male! Non ti stavo prendendo in giro! Piton ha sempre avuto fascino! Certo, era un po’ bruttino, ma aveva un non so che...”

“Di aggraziato!”

“Giusto. Poi la pelle bianca, se ti ci abitui, appare anche... come dire...”

“Delicata!”

“Esatto. Ed anche gli occhi, neri...”

“Sono infiniti...!”

“Ti piace proprio, eh!”

“Pensa per te! Ne hai perso di tempo a notare queste cose! Sconveniente per un Grifondoro!”

“Non pensare male! Dai, dimmi com’è che ti sei innamorata di lui!”

“Ehm... non so di preciso, ma ricordo benissimo la prima volta che ho ricevuto una scossa, guardandolo... eravamo a pozioni, e guardavo le sue mani... così... come spiegarti... agili, precise... insomma, erano...”

“Ipnotizzanti.”

“Giusto!”

 

“Cacchio, che angoscia angosciosa! Spero solo che Severus sia al sicuro...”

“Oh, poverino... che dispiacere se lo rimettessero in detenzione!”

“No!! Già gli fanno una testa così con le cattive compagnie...!”

“Addirittura... immagino alludano a te...”

“Purtroppo lo credo anch’io. E se tenesse di più ai voti che a me?”

“Probabile. Ti scaricherebbe come un peso morto!”

“Non voglioooooo!!”

“Scemo... ah ah ah!!”

“Accidenti a te, Black, non mi prendere in giro! Ti odio!”

“Anch’io! Oh, zitto! Sta passando il prof di Pozioni!”

“Minchia! Che sfiga pazzesca!”

“Mh? Come lo conosci? Non lo hai ancora visto!”

“Ehm... me ne hanno parlato...”

“Ahio! Mi hai pestato un piede!”

“Ahu! Ma sei scemo? Mi hai messo un dito in un occhio! Non mi vedi??”

“Azzo, se ti vedo, ti ho beccato in pieno!”

 

“Ehm... che fortuna essere arrivati in tempo qui, eh...”

“Già...” Bella si avvicinò a Lupin, e questo si allontanò.

“E...ehm... è tuo questo letto? È molto bello!”

“Aha...” Belle si avvicina, Lupin si allontana, preoccupato.

“E... q-questa foto? Dove l’hai fatta?”

“Indovina...” Bella si avvicina di nuovo. Lupin si allontana, ormai conscio del suo destino.

“A... a casa vostra? Ehm... è carina...” Dice, sconsolato

RRRRRROAR!!!

 

“Oh oh! Eccolo! Passa il prof!”

“Avery non fare il cretino sei anche vestito da donna!!”

“Ma devo farlo! Sta controllando le tende! Severus è dietro la prossima!”

“Fregatene di Piton, peggio per lui, no! Imparerà a  nascondersi meglio!”

“Ecco! Tre....”

“Non farlo, Avery!! Una detenzione non gli farà certo male!”

“Zabini non mi perdonerebbe mai! Due...”

“Zabini? Che c’entra?!”

“Nasconditi , eh! Uno...”

“Avery, che c’entra Zab...”

“BOOOOOOH!!”

“OMMERLINO!! SIGNOR AVERY! CHE DIAVOLO...!”

“Si è spaventato, professore?”

“Ma che... vestito a quel modo, poi...! Venga qui immediatamente!”

“Sto arrivando...” Avery avanzò di un passo verso il prof, ma appena questo tese la mano per afferrarlo, Avery cominciò a correre, e il prof si fiondò ad inseguirlo.

“SI FERMI IMMEDIATAMENTE!!”

“NON POSSO, VADO DI FRETTA AH AH AH!!”

“MALEDEDTTO RAGAZZO, TORNA QUIIIII!!”

 

“Oh! Guarda, Cissa! Quel travestito di Avery scappa dal quel pervertito del prof! Che immagine agghiacciante!”

“Davvero? Uh uh! Che divertente!”

“Ci vorrebbe una foto, vero?”

“Come minimo... ih ih!”

“Ok... usciamo. Ti accompagno alla tua stanza, magari becco Sirius... con chi sei in stanza?”

“Bellatrix...”

“Complimenti per la fantasia...”

“Pensa a te, che siete sempre voi quattro!”

“Non rispondermi così! Con gli altri sei un agnellino!”

“E normale che io faccia così, se voi insultate il ragazzo che amo!”

“Amore! Che parola grossa!”

“Cosa vuoi saperne, tu! Quando arrivai qui non parlavo con nessuno... ero troppo timida, e tutti credevano fossi semplicemente snob. Ma non era così! L’unico ad averlo capito e ad essersi avvicinato a me, fu Severus. Mi chiese se avevo voglia di studiare insieme a lui, Avery, e Zabini, venne anche Bellatrix. Se non lo avesse fatto, non mi sarei mai aperta con loro! Avrei solo Bella... che comunque non sta quasi mai in camera con me per studiare insieme. Comunque io e lui non diventammo mai ‘amici’ in modo profondo. Sapevo che se lo fossi diventata non avrei avuto speranza di mettermi con lui. Io ho sempre voluto di più da lui...”

“Se è così, perchè non ti sei mai fatta avanti finora?”

“Ci ho provato! Ma Bella mi ha sempre messo i bastoni fra le ruote. Non mi faceva mai stare sola con lui, intercettava tutte le mie lettere d’amore per lui! Poi capii che era perchè si vergognava, perchè Severus non era proprio ‘bello’”

“Che cavolata!”

“Certo, fai subito a parlare! E tu, invece perchè non ti sei dichiarato, allora?”

“A me non piace Piton!”

“Raccontalo a qualcun altro!”

“A chi?”

“Scemo...”

“Ah ah! Severus ti avrebbe picchiata!”

“Non lo avrebbe mai fatto! Non metterebbe mai una mano addosso ad una donna!”

“Che eroe...”

“Parla per te!”

“Per me? Iosono bello, intelligente, simpatico, e sono il dio del Quidditch!!”

“Mi dai la nausea.”

“Ecomunque Piton sta con Malfoy.”

“Lui... ha detto che non è vero, lo dice sempre!”

“Un po’ troppo spesso, infatti.”

“E poi... Malfoy ha baciato mia sorella stamattina!”

“Dai! Si vedeva lontano un miglio che lo aveva fatto solo per attirare l’attenzione di Severus! Sicuramente avevano litigato, e lui voleva far ingelosire Piton! E comunque sicuro è che Malfoy ieri sera era stato cacciato dalla sua stanza, visto che lo abbiamo incontrato noi incazzato nero a vagare per i corridoi! Ora, con chi sta Malfoy in stanza?”

“Con Severus...”

“Visto? Voleva far ingelosire Severus!”

“Ed io ripeto: lo osservi un po’ troppo per uno che dice che non gli piace!”

“No, no. Io osservo tutti, cara.”

“Si, come no... sicuramente non come osservi Sev!”

 

“Ah, no? Vediamo un po’... tu ami tua sorella Bellatrix, ma certe volte ti fa sentire inadeguata, imbarazzata, e ti fa arrabbiare al punto che vorresti farle una scenata ma non ti decidi mai perchè ti vergogni troppo, ed hai paura che i vostri amici riprenderebbero le parti di tua sorella, e che poi tu ti sentiresti sprofondare.

 

“Avery è la faccia di bronzo del gruppo, sempre in prima linea quando si tratta di combinare guai, e sempre in cerca di attenzione, ma quando nessuno lo osserva, il suo sguardo si incanta su un punto indefinito, e non so nemmeno io cosa passi in quella testolina in quei momenti. Ha molti pensieri, ma preferisce nasconderlo, credo che sia intelligente ma preferirebbe essere stupido, quindi fà lo stupido. Vorrebbe fregarsene di tutti, e fa finta di farlo, ma si rende conto benissimo, che è tutto inutile, perchè lui vive del giudizio degli altri.

 

“Zabini sta attraversando un periodo turbolento nella sua vita amorosa, si è innamorato della persona sbagliata, e lo sa benissimo, ma non può tuttavia farci niente. Non sa come dichiararsi, perchè sa che verrebbe respinto senza pietà. Ha una doppia personalità che lo costringe ad essere antipatico e freddo con le persone a cui tiene.

 

“Lestrange è innamorato perso di tua sorella, ma non vuole ammetterlo nemmeno con se stesso, è geloso come un cane, e per questo è sempre nervoso. Gli fa talmente male amare tua sorella che arriva spesso a convincersi di amare altre persone, ma guarda caso tutti con capelli neri, occhi scuri, pelle chiara e un fisico come il suo.

 

“Rosier è indeciso per quanto riguarda le sue tendenze sessuali... è innamorato sia di Avery, che di Maunrie di Tassorosso, spende una marea di tempo con lei e pensa a lui, parla con lui, e pensa a lei, e non si accorge che piace da matti a Evelyn di Corvonero, un anno più piccolo di lui, e mentre che decide, va a letto con tua sorella.”

 

Narcissa lo aveva ascoltato senza interromperlo nemmeno una volta, rapita.

 

“Wow...”

“Mi piace osservare.”

“Non lo avrei mai detto! Sembri uno che sta sempre sulle sue!”

“Ah ah! È vero. Ti prego, non rivelare il mio segreto...”

“Non lo farò... sembri proprio un Serpeverde! E noi Serpeverde non tradiamo i nostri segreti!”

“... la prenderò come un complimento...”

“Lo è! E di Severus che mi dici?”

 

James restò interdetto.

 

“Piton... è uno tutto sulle sue, crede di sapere tutto di sè e di quello che gli succede intorno, e di non aver bisogno di nessuno, ora però sente che sta cambiando tutto, non vorrebbe crederci, ma i segni sono inequivocabili anche per chi non vuole vedere come lui. Il fatto è che Piton non sa osservarsi con occhio imparziale, non si accorge nemmeno del suo fascino! Si porta in giro incosciente del fatto che sta diventando uno dei ragazzi più contesi del nostro anno! Vorrebbe comandare al suo cuore, e si arrabbia perchè non ci riesce, cerca di auto-disciplinarsi, ma è tutto inutile... ha... una ferita nel cuore, qualcosa che... cerca di evitare di fermarsi a pensare al suo passato, ma questo continua a ripresentarglisi davanti. Prova e si blocca. Cade e si rialza di continuo. È un sopravvissuto nato. Non cadrà mai davanti a nulla. Deve solo imparare ad accettarsi.”

 

“E tu ancora hai il coraggio di dire che non ti piace...?”

“... a me piace la Evans...”

“Non ti si fila manco per sbaglio...”

“Non è vero! È che è timida!”

“Poi è Piton quello che non si guarda con occhio imparziale, eh...! comunque, buona fortuna!”

“Oh! Anche a te!”

 

Ormai erano ai saluti davanti alla camera di Narcissa e Bellatrix, quando all’improvviso un rumore strano proveniente dall’interno, catturò la loro attenzione. La porta si aprì poco dopo, e ne uscì un Lupin trafelato ed in disordine.

 

“Remus! Ti ho ritrovato!!”

Il giovane mannaro sobbalzò alla voce improvvisa. “Ah! James... hei...”

“Hei , Rem, che c’è??”

“Cosa? Nulla, non ti preoccupare, andiamo a cercare gli altri?”

“Ehm... ok.”

 

Dalla porta, in quel momento si affacciò anche un’altra persona.

 

“Ciao ciao, cucciolo famelico! Torna quando vuoi...!”

 

“B-Bellatrix???” Esclamarono in coro James e Narcissa, che li guardarono con gli occhi di fuori dallo stupore... che un Grifondoro andasse con una Serpeverde, già era improbabile, ma che Bellatrix andasse con Remus Lupin non solo era impossibile, ma traumatizzante! Per Lupin, s’intende...

 

“Ma che è successo, Remus??”

“Ehm... James, ti spiego dopo... ciao, Bella...”

“Ciao, tesoro! Vieni, Cissy, che ti racconto!” Esclamò la mora, tirandosi dentro sua sorella.

 

 

“E cammina più in là!!”

“Ma sei scemo!! Più in la DOVE??”

“Il più lontano possibile da me, chiaro, biondino??”

“Mi chiamo Malfoy! Mal-fo-y!!”

“Umpf! Qualunque cosa, MALFOY!” Disse Sirius, sputando il suo nome come se fosse un boccone cattivo.

“Stai attento, che mi sta venendo voglia di prenderti a testate, Black!”

“Fallo! Tanto ho paura, non vedi??”

“Non hai paura, però l’altra sera ballavi al ritmo della mia... coinvolgente tarantallegra!”

“No che non ho paura! Proprio di te, che ieri sera sei fuggito come un coniglio!”

“Non è vero! È solo che Severus non avrebbe mai voluto che litigassi con voi!”

“Ooooh...! Il tuo fidanzatino! Allora le cose cambiano! Scusa! Prode Principe Biondo!”

“Vaffanculo, Black!”

“Ma vacci tu, scemo! La verità è che hai gli occhi azzurri perchè hai l’acqua nel cervello!”

“Anche i tuoi occhi sono azzurri, scemo di merda!”

“Si ma i miei sono azzurri perchè sono sexy, non perchè sono un cervello-annacquato di merda!”

“Basta!!! Giuro che ti ammazzo!”

“E con quale esercito?!”

 

Peter Minus, era già tornato nel suo dormitorio di Grifondoro, grazie alla sua abilità di trasformarsi in un piccolo, comune, ed innocente topo.

 

“Ohi, Lestrange!”

“Ehilà, Rosier!”

“Che nottata movimentata, eh?”

“Già!”

“Andiamo in camera che sono un po’ stanchino.”

“Però è stato divertente!”

“Vero! Ma stancante.”

“Effettivamente sono un po’ stanchino anche io.”

“Ehm... ora che ho mentalmente ripercorso il nostro discorso, mi sono reso conto che sembriamo due vecchi... propongo una ritirata silenziosa.”

“Mozione approvata all’unanimità vecchio amico mio!”

 

“Quel maledetto imbecille di Kobra!! È sparito! Che sia stramaledetto da Merlino! Ma che ne hanno fatto, uno sport dell’abbandonarmi come un cane?? Pervertito che non è altro! Pallone gonfiato! E poi dove caspio è Lucius! Col caspio che mi ha aspettato! Umpf! Vado a dormire e basta, maledetti, sono le cinque del mattino!! E domani c’è anche scuola! Certo, sono un vampiro, e due ore di sonno mi bastano e mi avanzano, ma non è carino!! Caspio!!!”

 

“Bene, signor Avery... non solo lei era fuori dal suo letto a quest’ora inumana della mattina, ma afferma anche che tutto il casino che i suoi compagni hanno affermato di aver sentito per tutta la notte, è stato completamente ed unicamente opera sua. Per non parlare poi del suo abbigliamento... particolare. Come la mettiamo?”

 

“Ehm... come vuole lei, professor Trebonius.”

“Allora mettiamo che le dò una settimana di detenzione, e tolgo venticinque punti al Serpeverde.”

“Venticinque?? Ma... ma... lei è un coglione!”

“Signor Avery! Se c’è una cosa che odio è un Serpeverde che vuole far perdere punti alla sua stessa casa, nonchè la mia. Quindi, le darò due settimane  di detenzione. Ora fuori, e senza una parola!!!”

“Ma non può togliermi venticinque punti!!! Eh, almeno trenta!!”

“FUORI!!!”

 

“Certo, che Kobra è proprio sparito... forse ho esagerato con lui...”

“Piton!” Quando Severus si sentì chiamare, si voltò e vide Remus e James venirgli incontro.

“Ah. Siete voi....”

“Non ti hanno beccato, vedo.”

“No!” rispse il moro in tono di sfida.

I due grifondoro risposero in coro solo che mentre il mannaro diceva “Meno male.”, James, esclamava “Peccato!” Poi, si guardano negli occhi, e tornando a guardare Piton, gli dissero

“Hai visto Sirius?”

“No... strano però, non è tanto piccolo. Magari lo hanno beccato.”

“No, il professor Trebonius ha beccato Avery.”

“Lo so, pultroppo. Minus, invece, dov’è?”

“Probabilmente è già nel dormitorio.”

“Addirittura. È più sveglio di quanto pensassi, se questo è vero.”

“Hei, che vuoi dire!”

“Ehm... lascia stare, James. Grazie lo stesso, Piton. Noi andiamo a cercare Sir-”

“Ragazzi!!! Finalmente!!! Non ne potevo più di vagare per il dormitorio Serpeverde! E con questo essere mostruoso, per giunta!”

 

Severus, guardò Lucius fisso per qualche secondo, poi sentì nella sua mente le parole rassicuranti del biondo, dirgli che ‘essere mostruoso’ non rea riferito alla loro natura di vampiri e che quindi il loro segreto era al sicuro.

 

Severus allora, sollevato e contento che Lucius non fosse stato beccato, sorrise dolcemente al biondo, che ricambiò. Finalmente quell’incubo di serata era finito.

 

“Mh? Che è quel sorriso? Comunicate con la mente, voi due?”

“Certo che no, Black! Non essere sciocco!”

“Già... sarebbe troppo anche per loro!” esclamò James, e continuò “Beh, ringraziate tutti per la bella serata, eh! Mi sono proprio divertito! Buona notte, e ciao!!”

“Umpf! Ciao...” salutò strascicato Lucius.

 

I tre Grifondoro si avviarono verso l’uscita del dormitorio, e Black, in coda, oltrepassò Severus, senza nemmeno dire ‘ciao’, ma il ragazzo gli dice sarcastico

 

“Sogni d’oro, Black.”

 

Sirius si voltò di scatto con un’espressione strana sul viso, ma la abbandonò subito, per lasciare anche lui il posto al sarcasmo. “Anche a te, Mocciosus. Buona notte!”

 

Lucius li osservò in silenzio, poi aggrottò le ciglia, pensieroso, ma appena qualche secondo dopo, scosse la testa, e congedò quel pensiero.

 

“Beh, Severus... che seratina movimentata, eh!”

“Già. Mi dispiace solo che Avery si sia preso tutta la colpa.”

“Anche a me. E probabilmente facciamo male a dispiacerci, perchè lui ci gode a prendere detenzioni.”

“Mah... andiamo a dormire?”

 

Lucius annuì, poi prese la mano di Severus, che non disse una parola, e tornaro no nella loro stanza. Erano le cinque del mattino.

 

Nel frattempo, nel bagno dei ragazzi, c’era un Serpeverde che ancora non dormiva, optando al letto, una mezz’oretta di orgoglioso pianto maschile, per l’essere stato respinto dalla persona alla quale si era dichiarato, e che lo aveva ucciso dicendogli ‘mi fai schifo’. Un rumore lo distrasse dai suoi pensieri.

 

“Chi è la?”

Nulla.

*Sarà solo un’impressione...*

 

Uccidilo...

 

“No, non qui! Non lo farò!!”

 

“Hei!! Chi c’è??”

 

Su, lo so che non mi disubbidirai! Ti ho detto di ucciderlo! Ora! Subito!!

 

“Insomma! Non è divertente!!!”

“Già... infatti non è qualcosa su cui riderei, fossi in te.”

“Che... è quella maschera? Levatela! Mi stai facendo paura!”

“Paura, hai detto? Già... credo che ne faccia.”

 

Uno scintillio nel buio, un grido soffocato, il silenzio.

 

 

FINE CAPITOLO 9

 

 

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Capitolo 10
*** Tempi d'oro ***


Hold on to me love

 

Hold on to me love

(Aggrappati a me, amore.)
you know i can't stay long

(Sai che non posso restare a lungo)
all i wanted to say was i love you and i'm not afraid

(Volevo solo dirti che ti amo e che non sono spaventato)
can you hear me?

(Puoi sentirmi?)
can you feel me in your arms?

(Puoi sentirmi tra le tue braccia?)

holding my last breath

(Trattenendo il mio ultimo respiro)
safe inside myself

(Salvo, chiuso in me stesso)
are all my thoughts of you?

(Sono tutti per te i miei pensieri?)
sweet raptured light it ends here tonight

(Dolce luce rapita, finisce qui, stanotte.)

i'll miss the winter

(Mi manchera l‘inverno)
a world of fragile things

(Un mondo fatto di cose fragili)
look for me in the white forest

(Cercami nella foresta bianca)
hiding in a hollow tree

(Dove mi nascondo in un albero vuoto)
i know you hear me

(So che mi senti)
i can taste it in your tears

(Posso sentirlo dal sapore delle tue lacrime)  

closing your eyes to disappear

(Chiudendo gli occhi per scomparire)
you pray your dreams will leave you here

(Preghi che I tuoi sogni ti lasceranno stare qui)
but still you wake and know the truth

(Ma comunque ti svegli, e sai la verita’)
no one's there

(Non c’e nessuno li)

say goodnight

(Di buonanotte)
don't be afraid

(Non aver paura)
calling me calling me as you fade to black

(Chiamandomi, chiamandomi mentre scompari nel buio)

 

holding my last breath

(Trattenendo il mio ultimo respiro)
safe inside myself

(Salvo, chiuso in me stesso)
are all my thoughts of you?

(Sono tutti per te i miei pensieri?)
sweet raptured light it ends here tonight

(Dolce luce rapita, finisce qui, stanotte.)


 

 

CAPITOLO 9: TEMPI D’ORO

Martedì 9 Settembre, orario della giornata:

1)      Divinazione/Aritmanzia

2)      Divinazione/Aritmanzia

3)      Incantesimi

4)      Incantesimi

5)      SDM

6)      SDM

7)      Rune antiche

8)      CCM

“...Quindi non è che io sto qui per dare adito a voi di riposarvi, le cose le facciamo abbisognano di concentrazione, ed impegno! In fondo, io ve l’ho spiegato fin da subito, che la Divinazione è una branca della magia molto confusa! Io le cose ve le spiego e ve le rispiego, vi faccio fare pratica ogni giorno, ma tutto richiede del tempo, ragazzi...”

Disse la professoressa Patroni, cercando di giustificarsi con la maggior parte dei suoi alunni, i quali notando gli insuccessi che ormai caratterizzavano ogni sua lezione, avevano preferito il mondo dei sogni a quello fantastico della Divinazione.

Lucius, personalmente, non perdeva nemmeno tempo ad ascoltare, leggeva il suo gigantesco volume di ‘Predire e Impedire’, per cercare di capire meglio ciò che aveva ‘visto’ la settimana precedente.

*Spesso, nel caso delle visioni indotte (per esempio da fumi o gas)... bla bla bla... non tutto quello che si riesce a vedere corrisponde al futuro... e bla bla... spesso sono solo la proiezione dei nostri desideri e delle nostre paure... bla bla bla bla... di effettivo ci possono essere solo alcuni piccoli elementi, che vanno però anch’essi interpretati... eh... hai visto che culo!

*Dunque... se ho capito bene, che sposerò Severus me lo sono sognato, quella figura confusa accompagnata da grida e morte, va interpretata in qualche modo... forse gli occhi rossi signifacavano qualcosa... e lostesso i Lupi-senza-luna. Non possono esistere creature così! Per forza! Dunque la morte del nostro bambino può voler dire separazione. O qualcosa di simile... almeno credo... e comunque mi sta venendo il mal di testa...  

*Fra un paio di mesi sarà Natale... quest’anno sono sicuro che mi divertirò, in genere Natale mi mette una tristezza... sempre che Severus non decida di fare i bagagli e tornare a casa per le vacanze... chissà se mi porterebbe con lui per Natale? Mi piacerebbe così tanto... maledetti fumi, ho mal di testa!*

“A cosa stai pensando, tesoruccio adorato...?”

“Niente di particolare... il Natale si avvicina.”

“Ma amorino! Mancano ancora più di due mesi! Comunque anche io ci pensavo!”

“Ma va? Che combinazione!”

“Visto?! E... mi chiedevo se ti andasse di trascorrere le vacanze a casa mia e di Cissy, che ne dici piccolino?”

“Ehm... non so, Bella... ci penserò, ok?”

“Certo! Allora ci conto, eh, mozzarelina! Ci divertiremo un casino, vedrai!”

Lucius in quel momento non aveva nè la voglia, nè la pazienza di contraddirla, e tantomeno di ribadire che non gli piaceva assolutamente essere chiamato ‘gladiolo’, o ‘mozzarellina saporosa’, o anche, quando Bella dava il peggio di sè, ‘uccellino-pulcino’...  così si lasciò semplicemente andare, poggiando la testa sulle braccia incrociate, e chiuse gli occhi.

Stava correndo lungo uno dei corridoi di Hogwarts. Doveva arrivare sul terrazzo, perchè sicuramente Severus, si trovava lì! Era già l’alba, doveva sbrigarsi! Salì la scala più in fretta che potè facendo i gradini a tre a tre. Ma cos’è successo adesso? Non era più Hogwarts, quella! Era tutto bianco! Le pareti, il pavimento, e c’erano tante porte anch’esse bianche e tutto sembrava rovinato dal tempo. Passò davanti ad una finestra, fuori c’era un tramonto bellissimo, ma non aveva tempo, non poteva fermarsi neanche un secondo!

Salì un’altra rampa di scale, e si trovò finalmente davanti la porta che dava sul terrazzo. Senza nemmeno riprendere fiato, mise la mano sulla maniglia, e la spinse giù. Era chiusa, ma non poteva tornare a prendere la chiave, e la sua bacchetta non c’era più, l’ aveva perduta!

Senza perdere tempo, cominciò prendere a spallate il portone, finchè questo non cedette alla violenza disperata dei suoi colpi, e si aprì.

Quando fu fuori, si fermò ad osservare il cielo stellato, era notte e si intravedeva solo uno spicchio di Luna, circondata da innumerevoli stelle. Erano anni che non vedeva tante stelle insieme! Anni che non guardava il cielo...

Close your eyes... feel the oceans
Where passion lies
Silently the senses abandon all defences.

Immediatamente, Lucius cominciò a voltarsi in tutte le direzioni per cercare il possessore della voce da cui stava udendo una dolcissima canzone.

The place between sleep and awake
End of innocence, unending masquerade
That’s where I’ll wait for you…

Severus! Hei… ti stavo cercando, e sono venuto direttamente qui! Ti ho trovato subito, visto?

Hold me near you,
So closely sear you…
Seeing, believing,
Dreaming, deceiving…

Dai, vieni qui, no? Non ti sembra un po’ pericoloso stare lì dove stai tu…?

The place between sleep and awake,
End of innocence, unending masquerade…

Va bene, non vuoi muoverti, allora stai fermo, che vengo a prenderti io, ok?

Sleepwalker, seducing me...
I dared to enter your ecstasy
Lay yourself now down to sleep
In my dreams you’re mine to keep…

Il giovane vampiro, sentendo dei passi avvicinarsi a lui, si volta, lentamente. Il vento gli faceva svolazzare i capelli, ormai lunghi, e lucenti. Indossava un vestito completamente bianco, che svolazzava anch’esso... sul suo viso non c’era l’ombra di un sorriso, ma tuttavia era un’immagine bellissima, e Lucius non potè fare ameno che fermarsi a guardare questa visione, e fu forse proprio per questo che perse il secondo. Il giovane vampiro si lasciò cadere nel vuoto.

“NOOOOOOOOOOOO!!” Gridò Lucius.

“INVECE E PROPRIO COSI!”

Gli rispose la voce della Patroni, che credeva il suo ‘no’ riferito alla sua spiegazione. L’intera classe scoppiò a ridere.

“Ah! Chiedo scusa, prof non ce l’avevo conlei, mi ero appisolato un attimo. Sa, questi fumi...”

Lucius non fece in tempoa finire di parlare, che i suoi compagni di corso ricominciarono a ridere con ancor più gusto.

“Ma... Signor Malfoy!! Lo avevo appena detto a tutta la classe, che Divinazione non è fatta per dormire! Ma che devo fare con voi?? Basta, per oggi chiudiamo qui, potete andare.” Concluse la prof, scoraggiata e disperata.

Il viso di Lucius si illuminò. Finalmente poteva allontanarsi dai quei fumi dannosi che gli davano solo allucinazioni, altro che visioni del futuro! Chissà, magari la Patroni ci metteva la droga... immediatamente il biondo raccolse le poche cose che aveva tirato fuori e si precipitò verso la porta, fu infatti il primo ad uscire. Non rallentò per niente, voleva solo correre fino alla classe di Severus, per aspettare che uscisse anche lui.

“Lu, aspetta! Dove vai?”

Il vampiro si voltò, al suono della familiare voce. Era proprio Severus. “Sev! Mi stavi aspettando?”

“Sì...”

“Che romantico!”

“Beh, mica tanto... leggi qua.”

Disse passandogli il daily prophet, la cui intestazione recitava “Ragazzo trovato morto nella cantina di un locale di Hogsmeade!”

“Ma... qui dice che... il ragazzo è morto per accoltellamento! È Kobra!”

“Sì, si tratta di lui. Oh, Lucius, la classe è in fermento, stavano piangendo tutti, la Vector ha dovuto interrompere la lezione!”

“Merlino! Ecco perchè era sparito!”

“Non ci posso credere... pensare che fino a Giovedì stavamo ridendo tuti insieme...”

“Mi dispiace... voi lo conoscevate meglio...”

“L’ho trattato così male... non sarebbe fuggito, se non lo avessi fatto.”

“Fuggito? Perchè? Che è successo?”

“Lui aveva detto che mi amava... e io gli ho risposto che mi faceva schifo.”

“Oh. Sev, non è colpa tua. Non avrebbe comunque dovuto uscire da Hogwarts.”

“Ma perchè avrebbe dovuto?? Come ha fatto?!”

“Non ne ho idea...”

“Oh, Lu, è tutto così brutto... Silente lo annuncerà a tutti a pranzo.”

“Cerca di stare su. Tu non c’entri nulla.”

“Ma come puoi dire così?! È come se lo avessi ucciso io!”

“Sev... abbiamo tempo, andiamo sul terrazzo, ti va?”

“...sì, perchè no...”

Il biondo accompagnò l’amico sul terrazzo, dove si sedettero in silenzio uno vicino all’altro, fumando una sigaretta. “Certo che questa non ci voleva proprio...” disse Severus semplicemente.

“Eh, già...” Rispose Lucius altrettanto semplicemente, dopodichè, il silenzio continuò per molto tempo. D’un tratto il biondo passò un braccio attorno alle spalle dell’amico, che non lo respinse e, anzi, poggiò la testa sul petto dell’altro, in cerca di conforto.

“Oh, Lu... suo fratello più piccolo sta qui a scuola con noi, fà il quarto anno... non sa ancora nulla.”

“Sai se erano uniti?”

“Sì, lo erano. Stavano anche insieme nella squadra di Quidditch...”

“Come si chiama?”

“Malven.”

“Maledetto assassino... uccidere un ragazzo solo per divertimento...!”

“Lui era un innocente. Non meritava una fine così iniqua... in una cantina, poi... ritrovato dopo una settimana! Il suo corpo... –iniziò Severus, ma non potè terminare la frase, così esclamò in modo esplicatorio- Poveri genitori...!”

Lucius, sentendo la voce del suo amico tremare, lo strinse un po’ di più, rassicurante. Ma le lacrime non vennero mai agli occhi scuri di Severus.

Venne anche l’ora del pranzo. Silente fece il suo annuncio alla scuola, che lo accolse con un silenzio di tomba, che mai nessuno era riuscito ad ottenere prima d’ora. Anche i Grifondoro rispettarono il lutto della loro Casata rivale, tacendo.

Il giovane Malven non era tra loro, ed i ragazzi del suo anno asserivano che probabilmente non lo avrebbero più rivisto in quella scuola, i genitori lo avrebbero ripreso per portarlo ai funerali, la mattina seguente. Tutti i Serpeverde si strinsero nel loro dolore. Tutti lo conoscevano, non era certo uno che passava inosservato, lui.

I tre elementi rimanenti nella squadra di Quidditch, presero a indossare sopra la divisa della scuola, delle fasce nere attorno al braccio, in segno di lutto, e per una settimana prima di ogni lezione, tutte le classi di tutti gli anni e tutte le Case, erano tenute a rispettare un minuto di silenzio in memoria del defunto. Nella sala comune di Serpeverde fu appesa una sua foto, sotto la quale, erano stati depositati mazzi di fiori, pupazzi, lettere, e un po’ di tutto, sempre per lui, Kobra.

Il ragazzo sorrideva allegramente, nella foto. Con la sua divisa verde del Quidditch.

Una ragazzina del secondo anno che aveva una cotta per lui, lasciò un mazzo di orchidee bianche, e poi fuggì piangendo.

“Beh... non sono certo tempi d’oro per i Serpeverde, eh?”  Disse Avery abbattuto, assistendo alla scena.

“Già...” Gli rispose Lestrange senza guardarlo, seduto a terra, vicino il fuoco del camino.

“Hei...”

“Hei, Bella... Cissy... venite, sedetevi.”

“Grazie... vieni, Cissy.” La chiamò Bellatrix, prendendole la mano e stringendosela vicino. Avevano gli occhi rossi dal pianto tutte e due.

“Non ci posso credere che fino a pochi giorni fa stavamo tutti insieme a divertirci...” Esclamò Bella, ben conscia del fatto che tutti loro avevano ripetuto quella frase almeno un centinaio di volte dal momento in cui avevano appreso la notizia.

“Eh già...” Le rispose Rosier, seduto anche lui per terra con l’amico Lestrange, lo sguardo perso nelle fiamme.

Lucius e Severus sedevano entrambi su una poltrona vicino agli altri, il moro sedeva sulle ginocchia dell’amico che lo circondava con le braccia. Arrivò anche Zabini, con l’aria più seria del solito. “Ragazzi, devo fare una nnuncio...” gli disse, e poi  ripetè queste parole a voce alta, finchè tutti non furono attorno a lui.

“Dunque... ho parlato con i Prefetti delle altre Case, e ci porgono le loro più sincere condoglianze, e ci chiedono se, per favore, possono avere il premesso di appendere nell’ingresso un’altra foto di Kobra, in modo che anche tutti i membri delle altre Case possano rendergli omaggio come meglio credono. Io ho creduto giusto chiederlo a tutti voi per rispetto.”

Tutti tacevano, nessuno dava la sua opinione. Una sola voce si levò tra loro. “Facciano come vogliono.” Rispose Severus senza levare lo sguardo, e senza alzarsi dalle ginocchia di Lucius, lo sguardo sempre fisso. Gli altri Serpeverde non ebbero nulla da dire in proposito, così annuirono, e si dispersero nuovamente.

“Bene, io vado a dirlo agli altri.”

“Vengo anch’io.” Disse Severus, alzandosi.

“Ti accompagno?”

“No, Lu... torno subito.” I due si avviarono fuori dalla Sala Comune.

“Ehm... Sev, lo so che magari non è un buon momento... non  lo è per nessuno.”

“Non preoccuparti, Zabini, dimmi.”

“Ho parlato anche con Silente, e mi ha chiesto di darti questa.”

“Ma è una spilla da Prefetto!”

“Sì. Malven era Prefetto, e ora a quanto pare lo sei tu.”

“Ah, si è ritirato da scuola, allora...”

“Sì. Credo si trasferiranno lontano da Londra. La madre è a pezzi.”

“Zabini, non so se...”

“Non c’è nessun altro che potrebbe farlo meglio di te.”

Severus sorrise, anche se con un’ombra di malinconia sul viso. “Grazie...” rispose timidamente all’incoraggiamento.

“E poi... non vorrei essere indelicato, ma ho saputo che i tuoi si sono separati.”

“Da chi lo hai saputo?”

“Me lo ha detto Bella... i suoi conoscono i tuoi.”

“Capisco. Io sono andato via con mia madre.”

“Quando è successo?”

“Verso Luglio.”

“Mi dispiace... avresti potuto dirmelo...”

“Non è perchè non mi fido di te, Zabini... solo che non mi sentivo di parlarne con nessuno.”

“Ehm... ti chiedo ancora scusa per il momento inopportuno, ma... il tuo compleanno era in Agosto, e credo che avendo cambiato casa non hai ricevuto il mio regalo... te lo mandai, senza ricevere alcuna risposta.”

“Mi dispiace... non dovevi preoccuparti di mandarmi qualcosa...”

“Ehm... questo è per te. È uguale a quell’altro...”

“Grazie... ma veramente non c’era bisogno...”

“Aprilo.”

Severus lo scartò lentamente, e poi aprì la scatolina delle dimensioni del palmo della sua mano. Al suo interno c’era una collana molto semplice, un laccetto nero, con un ciondolo a forma di Serpente, identico al simbolo dei Serpeverde.

“Zabini, è uno Slyth...! Grazie, è bellissimo, ma quanto lo hai...?”

“Non si chiede, e non si dice.”

“Hai ragione, scusa...! Grazie ancora!” Il vampiro baciò Zabini sulle guance, senza accorgersi poi che in questo modo lo aveva fatto arrossire.

“Ehm... e questo era da parte di Avery.”

“Davvero? Dovrò ringraziarlo!” Disse voltandosi indietro per un attimo, come a varare l’opportunità di tornare immediatamente nella Sala comune, ma scartò l’idea come ‘indelicata’ nei confronti dei Serpeverde in lutto, e proseguì con Zabini lungo il corridoio.

“Sono felice che ti è tornato un po’ il buonumore.” Sorrise il Prefetto.

“Ti ringrazio tanto, Zabini. Sia te che Avery, siete veramente dei grandi amici.”

Zabini, fu ferito dalla parola ‘amici’. Lui era e sarebbe sempre stato solo un amico per Severus, ne più, ne meno che Avery. “Aspetta ti metto io la collana...” disse forzando un altro sorriso, ma con i denti stretti.

“Ok...”

“Un attimo... fatto!”

“Ti ringrazio ancora, Zabini...”

Il colloquio con i Prefetti fu breve, appena cinque minuti per dargli il permesso di posizionare una foto di Kobra, e per ricevere le varie condoglianze. Poi, gli fu chiesto dai Prefetti di Corvonero di scegliere una foto per loro, ma di questo andò ad occuparsene Zabini, mentre il giovane vampiro volle tornare alla Sala Comune. Appena voltato l’angolo, però fu fermato da una voce.

“Piton, aspetta!”

“Lupin...” Mormorò Severus, irrigidito dalla sua presenza.

“Non puoi capire quanto ci dispiace. Ci siamo rimasti, quando abbiamo saputo...”

“Intendi tu, Potter, Black, e Minus?”

“Certo... ci sembrafa impossibile... fino a pochi giorni fa...”

“Non dirlo anche tu, ti prego...”

“Va bene... capisco che è dura, ma... noi Grifondoro vi siamo vicino, nonostante le rivalità.”

“Grazie, Remus, è molto bello.”

 

Il licantropo sorrise quel sorriso dolce che faceva sempre. “Mi hai chiamato per nome.”

“Ah. È vero, scusami, Lupin.”

“No, no, che dici! Mi fa piacere!” Severus allora, contraccambiò leggermente il sorriso educato del Grifondoro.

“Strano che ora soffriamo in questo modo... prima davamo tutto per scontato...”

“Credo sia proprio per questo che adesso fa più male.”

“Hai ragione. Chi ce lo avrebbe detto che quella sarebbe stata l’ultima volta che lo avremmo visto...” iniziò Severus, che però venne interrotto da uno scalpiccìo misterioso proveniente da dietro l’angolo dove svoltava il corridoio, poi Black spuntò fuori dal nulla, un po’ di corsa ed in disordine, come se avesse dovuto lottare per arrivare dov’era ora

 “Ehm... ciao, Piton.” Disse, improvvisamente spiazzato dal trovarsi il moro davanti.

“... Black...” .

Rispose il vampiro tornando immediatamente sulla difensiva, e intravide Lupin lanciare all’amico uno sguardo che sicuramente significava ‘ma non ti avevo detto di stare alla larga?’

“Ehm... non voglio litigare, giuro.” Chiarì immediatamente Sirius ancora prima che uno dei due potesse potesse aprire bocca per cacciarlo.

“Nemmeno noi.” Disse James, accompagnato da Peter. “Scusa, Remi, ma non abbiamo potuto reggerlo!” Esclamò innocentemente James, e Remus si passò sconsolatamente una mano sul viso, la quattrocchia aveva tolto a Severus ogni dubbio sul fatto che il licantropo avesse costretto Sirius a restare in disparte mentre lui portava le sue condoglianze al peggior nemico del gruppo.

“Bene. –Rispose Severus- perchè non sono proprio in vena.” Il Serpeverde era ciharamente a disagio circondato da tutti quei Grifondoro, nonchè i suoi nemici di sempre. Ed il fatto che sembrava non volessero provocarlo, invece di attenuarla, sembrava rendere la situazione ancora peggiore.

“Volevo... –riprese Black- darti le mie condoglianze.”

“A te e tutta la tua Casata, naturalmente...” aggiunse James.

“Condoglianze.” Confermò Peter, che poi tese la mano al Serpeverde.

Severus, un po’ spaesato da questa dimostrazione di cordialità, accettò la mano di Minus, e la strinse educatamente. Poi anche Lupin e Black fecero lo stesso, e strinsero la mano esile del Serpeverde. James, che evidentemente era il più emotivo di tutti, avendo giocato contro Kobra al Quidditch, catturò Severus in un abbraccio, che il ragazzo contraccambiò, un po’ indeciso.

“Vi ringrazio, a nome dei Serpeverde...” Disse Severus, mostrando tutta la sua intenzione nel non prendere tutto questo come qualcosa di personale.

“Incluso tu?” Chiese Sirius, stranamente senza ombra di cattivi sentimenti sul viso.

“Naturalmente... incluso me. Ora se non vi spiace, io andrei.” Disse, e così fece, si salutarono educatamente, ma quando finalmente Severus arrivò davanti all’ingresso della sua Sala Comune, si sentì ancora chiamare, e si voltò, con espressione annoiata. Poi vide Sirius Black, di nuovo. Era evidente che non poteva resistere alla tentazione di lasciarlo andare senza insultarlo nemmeno una volta.

“Black... ancora tu.”

“Ehm... non volevo dartela davanti a tutti... questa è tua.” Disse il Grifondoro rosso in viso, porgendogli una camicetta.

“Grazie, Black...” rispose il Serpeverde a denti stretti, sbrigandosi a strappargliela di mano, anche lui evidentemente arrossito. Severus poi aspettò, ma il Grifondoro non accennava a volersi muovere di là.

“Black, se stai aspettando di mettere le radici lì, non sperarci troppo. Non ti lascerò mai sentire la nuova parola d’ordine.”

“Ehm... no! Cos’hai capito?! Solo, che non so cosa dire.”

“Cosa vuoi dire?! Non parlare che è meglio!”

“Io... immagino che non sia facile perdere un amico. Il solo pensiero mi fa stare male.”

“Infatti è così. Si sta male.” Disse Severus secco. 

Così Sirius, a corto di parole intelligenti, si passò nervosamente una mano tra i cpelli, e disse

“Non sono molto bravo a parole, eh...? Beh... allora io me ne vado, però, ehm... Piton, tu... stai bene, ok?”

Il vampiro lo guardò come se all’improvviso gli fosse cresciuta una seconda testa, e rispose indeciso “Non dubitarne.”

“Ok, allora... io, beh... ciao.” Nonappena il ragazzo sparì dalla sua vista, Severus si accorse che era rimasto impalato, troppo stupito per muoversi. Si riprese, e rientrò nella sua Sala Comune.

“Roba da matti! A raccontarlo non ci crederebbe nessuno!”

Hei, Sev!

Sentendosi chiamare di nuovo, il ragazzo si voltò ancora, stavolta innervosito al massimo. Cos’è, ora qualcuno voleva fargli una visita completa per sapere se stava bene? Non era mica così fragile lui! Certo, aveva spinto tra le braccia della morte un ragazzo con la sola colpa di essersi innamorato di un mostro anormale come lui, il che gli faceva sperare una morte dolorosa anche per sè stesso, ma davvero! Quando è troppo è troppo! Si voltò per maltrattare chiunque lo avesse richiamato, ma restò interdetto.

Salve, Sev! Vedo che sei triste, mi fa piacere!

Il Serpeverde spalancò gli occhi.

“Ma... ma... che diavolo...? Tu non puoi essere qui! Come hai...?”


Cosa c’è Sev? Hai paura? Di me? Strano, visto che ora sei un vampiro... vero?

 

 

 

FINE CAPITOLO.

 

 

 

 

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Capitolo 11
*** Incontri e scontri in un tranquillo week-end ad Hogsmeade ***


Some say you’re crazy

Some say you’re crazy

(Qualcuno dice che sei pazzo)
Say that you’re no good

(Dice che non hai niente di buono)
Say your family’s cursed with bad blood

(Dice che la tua famiglia è maledetta da sangue cattivo)
But I think you’re cute and misunderstood

(Ma io penso che sei carino ed incompreso)
And I wouldn’t change you if I could

(Ed io non ti cambierei neanche se potessi)
 
Some say you’re bitter

(Qualcuno dice che sei acido)
Think you’re mean

(Pensa ache sei meschino)
Uncouth untamed and unrestrained

(Rozzo, selvaggio, e senza freni)
But I think you’re sensitive and sweet

(Ma io penso che sei sensibile e dolce)
Stay as you are don’t change a thing

(Resta come sei, non cambiare nulla)

 
Some say you’re bawdy

(Qualcuno dice che sei osceno)
Wicked and wild

(Cattivo e selvaggio)
A restless useless juvenile

(Un ragazzino instancabile ed inutile)
But I think you’re funny and I like your smile

(Ma io penso che sei divertente, e mi piace il tuo sorriso)
Want to be with you want you to stay awhile

(Voglio stare con te, voglio che resti per un po’)
 
A no ‘count mixed up amount to nothing

(Un ammasso di nulla che non conta niente)
A day away from a bum on the street

(Che da un giorno all’altro diventerà un barbone per la strada)
 That’s what they say about you

(Questo è quello che dicono di te)
When they’re talking to me

(Quando stanno parlando con me)

Some say you’re bad

(Qualcuno dice che sei cattivo)
A bad bad seed

(Un seme molto, molto cattivo)
You love to play with fire you love gambling

(Ami giocare col fuoco, il gioco d’azzardo)
But I know what you love and I know what you need

(Ma io so cosa ami, e so di cosa hai bisogno)
And I like it when you play with me

(E mi piace quando giochi con me)

Let’em talk you down

(Lascia che parlino di te)
Call you names

(Che ti diano dei nomignoli)
My mind’s made up

(La mia mente è decisa)
It ain’t gonna change

(Questo non cambierà)
I’m sure in my heart

(Sono sicuro nel mio cuore)
Happy and free

(Felice e libero)
You’re the one you’re the one

(Sei l’unico, sei l’unico)
You’re the one for me

(Sei l’unico per me)

 

 

 

 

Per prima cosa, come dice il mio amico Lucius.... posso dire una cosa che non c’entra niente? Si? Vorrei ringraziare ancora tutte la persone che leggono e che commentano la mia storia!
Un grazie particolare a Palanmelen, e spero che tornerà a recensirmi nonostante la mia lunga assenza!
Naturalmente voglio bene anche a chi non commenta... Buon anno in ritardo, siate felici, felici, felici!!!
Il mio secondo nome, è ottimismo, sapete?? Ciao!
Vi voglio bene
Lexxy.

CAPITOLO 10: INCONTRI E SCONTRI IN UN TRANQUILLO WEEK-END A HOGSMEADE:

“Lucius! Lu, devo dirti una cosa!” Esclamò in un sussurro Severus, più bianco del solito, rivolgendosi al suo amico Lucius, ancora comodamente seduto nella poltrona della loro Sala comune. Il biondo lo guardò sospettoso, poi rispose un tantino preoccupato

“Sev... sembri sconvolto! Hai visto un fantasma? Forse il Barone sanguianrio ti ha spaventato?”

“Lu, non scherzare, ti prego! Vieni, andiamo su in terrazza, please!”

“Ah... ok.”

Il biondo si alzò senza perdere tempo, e lanciò un’occhiata ai loro amici, ancora tutti radunati vicino al fuoco, li stavano fissando, non riuscendo però ad intendere le parole che si erano sussurrati. Immediatamente si sentì strattonare da Severus, così lo seguì in silenzio. Appena fuori dalla Sala Comune, notò una novità appuntata sul petto del moretto, e disse

“Hei, ma quella è la spilla da Prefetto, vero?”

“Sì, Silente mi ha nominato Prefetto, visto che Mavel si è effettivamente ritirato da Hogwarts.”

“Capisco. Ci sei proprio portato, secondo me!”

“Ti ringrazio, ma non era questo che volevo mostrarti!”

“Ah, allora cos’è? Calmati, cosa c’è?!” Appena furono fuori dal sotterraneo, ed in cima alla terrazza, il moretto si guardò intorno, assicurandosi che fossero soli, poi disse a voce moderatamente alta, e con tono dolce, anche se apparentemente a nessuno in particolare

“Avanti, mostrati!”

I secondi si estesero lentamente, mentre Lucius guardava l’altro vampiro con occhi stupiti, credendo, evidentemente che alla fine fosse accaduto. Severus aveva perso il boccino, alla fine... “Ehm... Sev, con chi parli?” Chiese quindi il biondo, con cautela.

Sta parlando con me.

“...”

“Sì, lo so cosa stai pensando. Lo vedo anche io.”

“...”

“Lu... che facciamo ora?”

Mh? Nel senso? Che vorreste fare, scusa?

“Capisco.” Disse piano Lucius

“Beato te, perchè io non ci capisco nulla.”

“Ai vampiri succede di vederli.”

“Ma come si spiega che lo vediamo solo noi?”

“Si spiega che noi siamo vampiri, non ricordi?”

“Beh, ma lui allora cos’è? Di certo non un fantasma.”

“Si tratta di uno spirito. Cavoli, è una cosa seria. E poi sei brutto da far paura!”

Umpf! Ha parlato mister mondo magico!

“Io non sarò l’ottava meraviglia del mondo, ma tu guardati! Non devi aver avuto una bella morte, Kobra...! Ma consolati, in fondo anche la Gioconda casca a pezzi...”

In effetti, la mia morte non sembra molto naturale vista così.... ma non ricordo nulla in proposito. L’ultimo ricordo che ho è Severus che mi dice che gli faccio schifo.

“Mi dispiace, ho esagerato...”

Non fa nulla, in fondo è appunto perchè sei sincero che mi piaci!

“Hei, bada a come parli, che tanto, ormai sei solo uno spirito incorporeo e molesto!”

“Lu! Non parlargli così, è appena morto!!”

“Appena? Ma se sarà già in decomposizione!”

Ah ah ah! Geloso, vedo. E comunque non mi offendo. Non è che sapreste un modo per togliere questo taglio sanguinolento dal mio collo? Comincia ad essere macabro...

“Umpf! È già un miracolo se sappiamo cosa sei, e già pretendi? In teoria dovremmo aiutarti a completare qualcosa che hai lasciato in sospeso prima della tua prematura dipartita, ma non è nemmeno detto che funzioni. Non avevo mai visto uno spirito vero prima d’ora, ma William me ne ha parlato una volta.”

“William? Il tuo Sire?”

“Sì, lui. Forse potrei scrivergli e chiedergli che fare con questo qui.”

“Questa mi sembra una buona idea!”

Potrei sapere perchè non vedete l’ora di liberarvi di me? Prima sembravate soffrire per la mia morte, ora vorreste cacciarmi via come un poltergeist molesto? Che scortesia veramente scortese!

“Non bestemmiare, Kobra! Qui i poltergeist sono più che ben accetti! Pix è la nostra mascotte! Sei tu ad essere molesto!”

“Lucius! Non dire queste cose! Il fatto è che io credevo stessi male sulla terra.”

Male? Io sto benissimo! Sono contento di vederti, e mi fa piacere che mi volevi abbastanza bene da piangere per me.

“Ah ah! Infatti non ha verasto neanche una lacrima!”

Veramente? Che peccato... però eri triste, vero?

“Certo che lo ero... è stata colpa mia.”

“Non è vero!”

Per una volta il rompipalle ha ragione!

“Ma se io non ti avessi detto quelle cose...”

“Ma Sev! Ha detto una parolaccia dovresti arrabbiarti e tentare di colpire la sua figura incorporea, non fare il dolce!”

Ma come avresti potuto dirmene altre?


“Hei!! Non ignoratemi, voi!!”

“Avrei potuto dirtelo in modo più gentile...”

Sicuramente avrei agito allastessa identica maniera anche se me lo avessi detto in rima e con tanto di sottofondo di violino. Non preoccuparti, va tutto bene.

“Mica tanto... Mavel se n’è andato da scuola, e la tua famiglia si è trasferita in Germania. Sono distrutti...”

Oh. È strano sentirmelo dire... la mia famiglia è sempre stata così piena di gioia... ed il mio fratellino anche! Dovrebbero saperlo che mi rattrista saperli che soffrono a causa mia...! Già basta che sono morto io, non dovrebbero comportarsi così! Almeno per il bene di Mavel!

“Beh, potevi anche evitare di morire, se la pensi così...”

“Ma Lu!! Parli come se se la fosse andata a cercare!”

“Ma è prpprio questo il punto! Chi ci dice che non ti sei suicidato!! E poi perchè sei uscito da Hogwarts, ma soprattutto, come hai fatto??”

Sinceramente non ricordo nulla di tutto ciò. Non ho mai saputo di nessun modo di uscire dalle mura del castello, e mi sembra improbabile averlo potuto scoprire in cinque minuti ieri notte! E poi... sono sicuro che se anche mi fossi suicidato, non penso proprio in questo modo!

Disse il fantasma, indicando il taglio piuttosto evidente sulla sua gola. Tornò a guardare Severus, che con voce mortificata gli rispose “Kobra... non sei morto ieri, ma quasi due settimane fà...” lo informò, desolato.

Oh...

Rispose semplicemente lo spirito, ed abbassò lo sguardo, come concentrato.

“Kobra... non pensarci ora, hai tutto il tempo per richiamare i ricordi, piuttosto c’è qualcosa che possiamo fare per te? Qualcosa che non sei riuscito a fare prima di morire?”

Beh, sì ci sarebbe il tema per pozioni e la ricerca per Erbologia, ma non credo sia a quello che alludi.

“No, non credo che sei rimasto sulla terra ad importunarci per un tema che non avresti fatto comunque, vivo o meno.”

Ci sarebbe una cosa.

“Allora dilla, così ti levi un po’ dai piedi!”

“Lucius Malfoy, mi meraviglio di te!”

“Oh, andiamo i morti devono fare i morti!! Dicci cosa vuoi che facciamo e cercheremo di farlo al più presto! Così finalmente potrai fare il morto!”

Grazie, Lucius, la cosa che più ammiro in te è la generosità. Senza parlare del fatto che a dire una cosa simile è stato un non-morto... comunque, sotto al mio letto c’è un’asse mobile. Spostatela, ci dovrebbe essere una scatola. Mio fratello sarebbe felice di averla... contiene anche una lettera. In effetti stavo pensando di allontanarmi da casa. Ma anche in caso di morte, penso che potrà tirarlo un po’ su. Te ne sarei grato, Severus se gliela spedissi...

“Lo farò senz’altro. È il minimo...”

“Hei, non fate i cretini, l’idea è stata mia!”

THUMP!

“Ahia!! Non è giusto, a lui non dici niente!!”

“Lui è morto, Lu!”

“Oh, booh, booh, booh! Questo non lo autorizza a dire quello che gli pare!”

“Oh, stai zitto! Andiamo, abbiamo un pacchetto da spedire.”

Andate, che avete un pacchetto da spedire!

“Se non fossi incorporeo ti spaccherei la faccia!”

 

MEZZ’ORA DOPO NELLA GUFERIA...

Beh, vi ringrazio... ora immagino che dovrei  provare ad ascendere...

“Immagini bene mio incorporeo amico. Addio e buona fortuna! Ora che stai per andartene mi piaci un po’ di più!”

Addio, Severus...

“Addio... mi dispiace...”

“E dagli!! Non continuate ad ignorarmi!!”

Non dispiacerti... mi mancherai tanto.

“Sì... ti penserò spesso.”

“Ora per favore non piangere!”

Ti amo davvero. Ancora adesso...

“Oh! Che scena lacrimevole!”

“Kobra... lo so che è strano da dire ad uno spirito, ma... cerca di stare bene, daccordo?”

“Non è che sembra, è proprio inadeguato!”

Daccordo.

“Ma come daccordo!!!”

Lo spirito di Kobra sorrise dolcemente al vampiro per il quale nemmeno la morte aveva potuto cancellare un sentimento grande come l’amore, così Severus ricambiò con lo stesso gesto, malinconicamente. Lucius alzò gli occhi al cielo, e sbuffò rumorosamente, sperando finalmente che si accorgessero di lui, e terminassero quindi quella scena pietosa.

Oh, Lucius! C’eri anche tu!

“Vai a cagare... vai a cagare e crepa!”

Altrettanto! Addio anche a te, mio geloso amico! Grazie di tutto!

Tornò a guardare il moretto, che lo fissava triste. Gli sorrise un’ultima volta, dopodichè gli soffiò un bacio, e sparì nel nulla.

“Finalmente!”

“Lu, hai veramente fatto schifo lo sai?”

“Oh, che parolone! Ora che mi hai detto che ho fatto schifo, sarà meglio che vada a farmi uccidere anche io, così magari tratterai più dolcemente anche me!”

“Non scherzare su questa cosa!! Lu... io ti voglio bene, questo lo sai.”

Il cuore del biondo fece un doppio salto mortale all’indietro, con avvitamento. “Beh... un po’ me lo sono immaginato, però... certo, che sentirtelo dire è tutta un’altra cosa...”

“Ho perso un mucchio di persone care nella vita. Io vorrei... che tu restassi...”

Il biondo sorrise, soddisfatto. “Io non me ne andrò.” Chiarì con atteggiamento da eroe.

“Mai? Giuramelo!”

“Ti giuro che non me ne andrò mai!”

Severus sorrise, e mantenendo quel sorriso, si avvicinò all’amico, fermandosi davanti a lui. Il cuore di Lucius fece per sfondargli il petto ed uscire a fare quattro salti... mortali. “Grazie.” Gli bisbigliò Severus, indeciso. Ancora tutto scosso il biondo rispose balbettando

“D-di niente....”

Il moro allora, lentamente perchè pieno di indecisione, sollevò le braccia avvolgendole attorno al collo del biondo, che invece poggiò le mani sui fianchi sottili dell’amico. Si guardarono negli occhi per qualche secondo, che sembrò eterno. C’era tanta confusione, tanta tristezza, negli occhi di Severus...

“Con te sarò egoista, Lu... non voglio negartelo.”

“...”

Il giovane vampiro si sollevò allora sulle punte dei piedi, chiuse gli occhi e baciò l’amico.

Sulla guancia.

“Voglio che tu sia sempre il mio miglire amico...”

Il biondo abbassò lo sguardo, la sua illusione distrutta... credeva veramente che il ragazzo gli avrebbe detto di amarlo... “Io vorrei qualcosa di più. Lo sai.”

“Si, lo so. Ma... l’amore rischia sempre di rovinare le cose.”

“Solo se non è vero amore.”

“E tu saresti disposto a rischiare?”

“Per stare con te? Scherzi? Scommetterei la mia non-vita su noi due.”

“Io non ho questo coraggio.”

“Ma forse più avanti...”

“Forse. Ma ora come ora non potrei mai rischiare. Più avanti forse.”

Il biondo sorrise, e stavolta fu lui a stringere l’amico, chiuse gli occhi, e gli depose un bacio sulle labbra. Durò un secondo, ma riuscì a trasmettere tra i due una sorta di scossa elettrica. Gli occhi del moro cambiarono. Era stupito, e cercò di dire qualcosa, ma scosse semplicemente la testa, dicendo. “Andiamo via. O Gazza penserà che stiamo ordinando qualcosa che certo non profuma di viole.” Lucius annuì, baciò di nuovo il ragazzo sulle labbra, e gli afferrò la mano, trascinandoselo fuori.

“Non mi tirare!!!!”

“Se tu corressi più veloce non dovrei tirarti!”

Ehm... ragazzi...?

I due, si voltarono alla voce familiare per trovarsi davanti agli occhi lo spirito di Kobra, ancora su questa terra.

Mi sa che non ha mica tanto funzionato...!

“NOOOOOOOOO! NOOOOOOOO! NOOOOOOOOOOOO!!!!”

“K-Kobra... non  sei asceso, vedo.”

Eh eh... sembrerebbe di no...

“Io vado a scrivere a William.”

Hei, senza fretta, mi raccomando! Vieni, Sev! Facciamo uno scherzo alla Patroni!

“Del tipo?”

Mi sono accorto che se mi concentro posso muovere gli oggetti!

“Ah ah! Sembra divertente! Andiamo! Lu, vieni!”

“No, preferisco scrivere, grazie... –poi borbottò, troppo piano per poter essere udito- rompipalle...”

 

DOMENICA, ORE 8:10. GITA AD HOGSMEADE.

“Aaah... aria libera, finalmente! Hei, Sev! Guarda un po’ la, quel negozio!”

“Quale?”

Il biondo prese la mano dell’amico, e lo trascinò fino davanti ad una vetrina. “Questo negozio. Guarda quante piume figate!!”

“Ehm... ed il significato della parola ‘figate’ quale sarebbe?”

“Che sono da paura! Guarda quella blu lì, per esempio! Tutta lucida!”

“Che bella! Quanto costerebbe?”

“Ehm... c’è scritto 7 falci.”

“Mi sembra un tantino esagerato per una piuma...”

“Ma non te ne preoccupare! Voglio regalartela!”

“Lu, non voglio che mi compri delle cose solo perchè non me le posso permettere.”

“E chi ha parlato di comprare!”

“MA LUCIUS!!!”

“Eddai, scherzavo! Anche se sarebbe un gioco da ragazzi...”

“No, Lu! Non voglio che rubi! E tantomeno che mi regali delle cose rubate!”

“Scusa se non posso permettermi di regalarti uno slyth d’argento...”

“Lo vedi che sei tu? A me non sarebbe mai saltato in mente di paragonarti a Zabini!”

“Allora è vero che te lo ha regalato Zabini!”

“Uffa! Come sei noioso!”

“E comunque, posso comprartela! Ho un conto alla Gringott!”

“E come fai? Non eri stato diseredato??”

“Sì. Ma non c’entra. Il conto è mio. Rubavo i soldi dalle mie vittime.”

“Che cosa brutta... questo si chiama sciacallaggio!”

“Hei, guarda che lo fanno tutti i vampiri! Oh! Tranne te!”

“E se permetti ne vado fiero! Roba da matti... cavolo, però è proprio stupenda...!”

“Allora, la compro!”

“Assolutamente no! Dai, andiamo al tre manici a bere qualcosa!” Concluse Severus, che strinse di più le dita tra quelle di Lucius, e lo trascinò via dalla vetrina, e scherzando, si avviarono verso il locale, senza accorgersi di essere osservati dalla figura di un uomo dagli abiti costosi e raffinati.

“Accidenti, è troppo pieno, non ci si può sedere!”

“Allora facciamo così, Sev. Io vado a comprare due burrobirre, tu mi aspetti qui fuori.”

“Va bene. Sbrigati, che ho freddo!” Disse il vampiro, allegro, restando all’esterno.

“Ciao, Severus.” Il ragazzo si voltò verso l’uomo che lo aveva avvicinato. Lo riconobbe subito, nonostante fosse più magro e apparentemente sciupato, e sobbalzò. Gli chiese, pallidissimo

“Che vuoi? Che fai qui?”

“Volevo solo vederti. So che mi odi, ma... speravo di poter fare quattro chiacchiere.”

“Assolutamente no! Sparisci, solo a vederti mi viene la nausea!”

“Sì, lo so. Ho sempre sbagliato tutto, ma... me ne sono reso conto. Non sapevo neanche con che faccia  ripresentarmi davanti a te. Sto cambiando, te lo giuro. Voglio solo parlare, ti prego!”

“Fai bene a vergognarti. Stai cambiando, eh? Può darsi, ma il danno ormai è fatto, ed è per sempre!”

“Lo so. Non posso fare altro che chiederti scusa...”

“Non serve, papà. Vattene via!”

“Per favore, voglio solo parlare. Sono tre mesi che siete spariti, ti prego. Solo per un po’ cosa ti costa?”

L’uomo tese la mano verso il figlio, ma il ragazzo subito si allontanò.

“No! Non toccarmi, e non ti avvicinare!!”

“Beh... non che mi aspettassi che dicessi di sì, ma non  mollo così facilmente. In fondo... non puoi negare che anche noi abbiamo dei bei ricordi, no? Non è tutto brutto il passato della nostra famiglia, non è così?”

“Può anche darsi... ma è così lontano che non riesco a ricordarlo!”

“Ce l’ho fatta ad uscire finalmente!” I due si voltarono, stupiti, a guardare un ragazzo biondo molto alto, uscire in quel momento dal locale con due bottiglie tra le mani. “Ehm... –disse poi, notando la presenza dell signor Piton.- lei sarebbe...?”

“Nessuno, Lu. Andiamo via.”

Gli rispose l’amico al posto di suo padre, tremando di un sentimento che non riusciva a riconoscere. Collera? Paura? Indecisione? Tutto insieme, forse...? Immediatamente il moretto, afferrandogli un braccio, se lo portò via, lasciando l’uomo da solo.

Guardando il figlio allontanarsi, Tobias Piton sospirò, e l’aria si trasformò immediatamente in fumo, una volta a contatto col freddo dell’ambiente. Proprio mentre stava per girare i tacchi ed andarsene però, altre quattro persone uscirono rumorosamente dal locale. Uno di questi, dai capelli castano chiaro e di altezza normale, gli si rivolse educatamente, dicendogli

“Signore? Sono sicuro di averla già vista. Ci conosciamo?”

 “No. Non mi sembra. Lei è...?”

“Ah. Remus Lupin. Frequento il sento anno di Hogwarts. Grifondoro.”

“Anche mio figlio frequenta il sesto anno. Serpeverde.”

“Ah, si? Ma forse... lei non è il papà di Piton, per caso?”

“Sì sono io. Vi conoscete?”

Il Grifondoro arrossì, ed involontariamente abbassò lo sguardo. Pultroppo si conoscevano... erano nemici da sempre, e certo non per sua scelta, ma a causa dei suoi due amici imbecilli. Tentò di non apparire troppo colpevole, ma come un fulmine a ciel sereno proprio sulla testa del licantropo, si inserì non invitato nella conversazione James Potter, l’ultimo uomo sulla terra che il signor Piton avrebbe dovuto vedere in quel momento, o in qualsiasi altro. “Oh! Infatti vi somigliate molto!” Affermò James, mentre trascinava con se un Sirius Black un pochino brillo.

“Io sono James Potter, lui è Sirius Black, e qui c’è Peter Minus.”

“Ma che bel papà...! –affermò Sirius, il viso rosso e sorridente- ecco da chi ha preso Severus...!”

E così dicendo, scoppiò a ridere. Il signor Piton lo guardò come se avesse quattro braccia. Che gioventù bruciata... ubriachi di primo pomeriggio durante una gita ad Hogsmeade! Ai suoi tempi queste cose non esistevano nemmeno! James intanto, cercava di far star zitto Sirius, che stava dimostrandosi del tutto inadeguato.

“Sta cercando suo figlio? Possiamo darle una mano!” affermò James, e Remus aggiunse.

“Sa, è bello che si sia preoccupato di venire fin qui. Con quello che è successo, sono sicuro che un volto familiare tirerebbe molto su il morale di Severus.”

“Ah, si? Perchè, cos’è successo?”

“Non ha saputo? È morto un ragazzo di Serpeverde, era amico di suo figlio. Almeno credo.”

“Certo che erano amici –disse Peter- altrimenti perchè gli avremmo dato le condoglianze?”

“Già. Dandogli adito a non incularcisi di pezza...” Aggiunse in maniera colorita Sirius.

“Sirius...!” Sibilò Remus, a mò di ammonimento.

“Aah, lasciami in pace, Remus! E comunque, se lo sta cercando, guardi in giro se vede una chioma bionda ambulante! Se trovi il biondo c’è anche il moro!”

“Nel senso?” Chiese il signor Piton, iniziando ad accigliarsi. E nonostante che i suoi tre amici sorridevano come ebeti al signore, dando gomitate a Sirius per fargli capire che deve stare un po’ zitto, il cosiddetto, sbronzo, non dava segno di accrogersi di questi segnali, così  continuò imperterrito

“Nel senso che ormai non si separano neanche più per andare in bagno! Come le ragazze, vanno sempre in due! Non si può guardare!”

“Oh... –disse il signor Piton- e immagino che a te dia fastidio, per questo ora sei sbronzo? È te che no si può guardare!”

Evidentemente aveva colpito nel segno. Il viso di Sirius si indurì, e restò finalmente in silenzio.

“Ehm... comunque se ha bisogno di parlargli...” fece Remus, ma venne interrotto

“No, grazie, l’ho già incontrato.”

“Ah. E scusi per Sirius, è la prima volta che si comporta così...”

“No, non fa niente. È stato un piacere, grazie ragazzi.”

“Di nulla, piacere nostro!” Tutti e quattro strinsero la mano al signor Piton, che poi se ne andò.

“Sirius, hai dato uno spettacolo pietoso! Per non parlare del fatto che probabilmente hai messo nei guai Piton! Che bisogno avevi di dire quelle cose proprio a suo padre!!” si arrabbiò Remus.

“Ah! Magari così gli fa una ramanzina, e gli dice di non vederlo più! Meglio per tutti, no! Almeno la smetteranno di giocare a fare i fidanzatini in giro per la scuola!”

“Sirius, forse tu non lo sai, ma una litigata è l’ultima cosa che può far bene a quei due! I suoi genitori sono separati, credo sia per questo che il signor Piton era qui a cercare il figlio!”

“Separati? – Chiese Sirius stupito- Chi te lo ha detto?”

“Io.” Disse James come se fosse la cosa più naturale del mondo.

“E a te chi lo ha detto?”

“Quando sono cadute le cose dalla sua cartella, ricordi? Lo scherzo della rivista porno?”

“Quello che ci ha rovinato Malfoy, sì... come anche tutti gli altri che abbiamo cercato di fargli...”

“Beh, è caduta anche una lettera, e sopra c’era scritto l’indirizzo della madre, in un posto a Londra.”

“Allora?”

“Allora che? In genere scriveva al padre in un psto fuori Londra.”

“Quindi?”

“Quindi sei un ignorante. Quest’anno ha anche libri usati ci hai fatto caso?”

“Oh. Beh, non fa niente, non mi riguarda.”

“Egoista che non sei altro!”

“Che c’è, Jamie? Per caso ti dispiace per Snivellus? C’è qualcosa che vorresti dirci?”

“Una sola, e cioè che finchè tu sei così maligno, io non mi presterò più a nessuno scherzo contro Piton! Finchè ci si diverte va bene, ma tu ne fai una cosa personale, rasenti la cattiveria! Si può sapere perchè?”

“Perchè? Perchè è un Serpeverde, secchione, ed asociale ecco perchè!”

“Ora non mi sembra più asociale! Eppure sei peggio di prima!”

“Ah, vogliamo metterla così?? Allora dimmi, Jamie, a Londra, fuori Londra, i libri usati, ti allei con Remi per consolare la povera piccola serpe, mi sembra che te lo prendi un po’ troppo a cuore, Mocciosus! Ripeto di nuovo... c’è qualcosa che vorresti farci sapere, visto che dormiamo tutti nella stessa stanza?”

“Intendi se mi piace Piton? E se anche fosse?”

“Ehm, ragazzi, state esagerando...” Disse Peter, frapponendosi tra i due.

“No, non sto esagerando! A te piace Piton , avevo ragione!”

“Non l’ho detto! Ho detto e se anche fosse? Che fai? Vuoi cambiare stanza? Ti faccio schifo?”

“Non ho detto questo!”

“Sirius, mi stai facendo pena! Ti consiglio di stare zitto prima di dire qualcosa di brutto.”

“Oh, no no no! Non dirò nulla! Che dovrei dire? Auguri e figli maschi! Come te!” Disse l’ubriaco, e se ne andò. Remus gli corse dietro, per cercare di calmare gli animi. Peter invece restò con James per fare atrettanto.

“Allora... ti piace Piton?” chiese il topo vagamente confuso.

“No. Non mi piace.”

“E che bisogno avevi allora di fare quella scena?!”

“Peter, Peter, Peter... non vi accorgete mai di nulla, voialtri, eh?”

“Nel senso?”

“Nel senso?! È Sirius! È a Sirius che piace Piton, non a me!”

“Te lo ha detto? Come lo sai?”

“Si vede benissimo. Ricordi quando andammo a dare le condoglianze a Piton? Avevamo chiarito che nessuno di noi si sarebbe avvicinato, a parte Remus! Per evitare liti inutili! E cos’ha fatto Sirius? È partito in quinta, perchè voleva parlargli di persona! Non siamo riusciti a trattenerlo in due! In più oggi ha bevuto! Per dimenticare che nonostante sia stato carino con lui, Piton non lo ha nemmeno ringraziato come si deve. In fondo è quello che si merita. Perchè mette la vanità prima dell’amore, è sbagliato, sbagliato, sbagliato!”

“Non ti scaldare, Jamie! Tu stai facendo lo stesso!”

“Non è vero! Io voglio che Sirius apra gli occhi, anche a costo di fargli credere che gli ruberò Piton!”

“... sei pazzo.”

“Lo so. È che io tengo a Sirius, vorrei che fosse felice.”

“Lo vorremmo tutti, Jamie... ma non sono sicuro che questo sia il modo migliore.”

“Nemmeno io ma non me ne vengono altri in mente. Peter?”

“Cosa?”

“Non far capire a Sirius che lo sappiamo, intesi? O si scatenerà contro Piton per farci vedere che non è vero.”

“Va bene.”

Nel frattempo, Lucius e Severus, erano andati in un altro locale ad Hogsmeade, il Lucky Lockup. “Così, il corpo di Kobra è stato trovato nella cantina di questo posto...”

“Sembrerebbe di sì. Sev, posso farti una domanda che non c’entra niente?”

“Sì, dimmi...”

“Quell’uomo di prima era tuo padre?”

“Sì...”

“Vi somigliate molto...”

Sul viso di Severus comparve un’espressione tetra, e un po’ disgustata. “Spero proprio di no...”

“Nel senso di aspetto fisico.”

“Sì... purtroppo è vero.”

“Cosa voleva da te?”

“Parlare.”

“Parlare...?”

“Sì. Parlare.”

“E tu? Cosa gli hai detto?”

“Di sparire.”

“Hai fatto bene. Credi che continuerà a darti fastidio?”

“Così ha detto. Dice di essere cambiato.”

“La gente di quel tipo non cambia. Si sforza, ma se è nella loro natura non è possibile.”

“Il bello è che la sua natura non è mai stata cattiva...”

“Come puoi dirlo? Sev... so che lui ti ha fatto male.”

“...”

“C’è una cosa che volevo chiederti.”

“Dai, dimmi...”

“Perchè non lo hai mai ucciso...?”

Il moro alzò lo sguardo, e fissò gli occhi grigi dell’amico, con espressione pensierosa. “Cosa?”

“Perchè dopo che sei diventato vampiro non lo hai ucciso?”

“Perchè... è complicato da spiegare...”

“Provaci. Sono qui per capirti.”

Severus sorrise il suo dolce sorriso malinconico, e sospirò, poi disse “Io volevo che sparisse. Non volevo vederlo mai più.”

“Uccidendolo ti saresti liberato di lui per sempre.”

“Non è vero. Io lo sapevo. Se lo avessi ucciso, lo avrei ricordato per sempre, e non lo volevo. Non so se capisci cosa volgio dire... io non avevo ancora mai ucciso nessuno. Ma in un certo senso me lo sentivo dentro. Ogni mia vittima... ogni singola persona che ho ucciso... me la porto dentro. Ricordo tutto di loro. Quando vedi il loro cadavere davanti a te, te lo ricordi per sempre. Sono i visi delle persone vive che sfumano nella tua mente. Non so se riesci a capirmi.”

“Sì, ti capisco. So cosa vuoi dire. Ma nemmeno io riesco a spiegarlo.”

“Io sapevo che uccidendolo... me lo sarei portato dietro per sempre... io non voglio vederlo, non voglio ricordare...! Assolutamente, non voglio!”

“Sev... se vuoi aprirti con me, io...”

“No, Lu... non voglio.”

“Ti farebbe bene.”

“Sì, ma se tu sapessi...”

“Non cambierebbe niente.”

“Apparentemente no. Ma cambierebbe il tuo punto di vista. Non sarei più la stessa persona ai tuoi occhi.”

“Sev... io non so con precisione fin dove arrivano i tuoi brutti ricordi, ma un’idea me la sono fatta.”

“Davvero...?”

“Sì. Ma ti amo lo stesso, vedi?”

“...”

“Allora?”

“Non ora, ti prego...”

“Quando vorrai tu.”

Il giovane vampiro sorrise, e disse poi sottovoce “Andiamo nella cantina, voglio dare un’occhiata.”

“A cosa? Non troveremo nulla, lo sai. Se c’era qualcosa di importante, gli auror se la saranno tenuta per loro.”

“Lo so, ma non dimenticare che abbiamo dei sensi in più, e soprattutto una mente più aperta.”

“Mh... ok... io distraggo la cassiera, e ti raggiungo.” Severus annuì, e cinque minuti dopo, erano nella cantina. “Sev, non trovo salutare questa tua voglia di fare il detective, lo sai...?” Lo ammonì il biondo preoccupato per le recenti attitudini di Severus nell’immischiarsi con le faccende pericolose.

“Lu... è il minimo che possiamo fare per Kobra, e per la sua famiglia.”

“Se lo dici tu... chissà dov’è lo spirito adesso...”

“Probabilmente a far danno da qualche parte.”

“Non dirlo sorridendo! Si trattasse di me mi toglieresti i punti!”

“Già! Ora sono prefetto, lo avevo scordato!”

“Accidenti a me che te l’ho ricordato...”

Strascicando queste parole, Lucius si guardava intorno, camminando lentamente per la larga stanza dal pavimento sabbioso. D’un tratto si accorse di aver pestato qualcosa. Si abbassò, e vide, quasi invisibile perchè coperto di sabbia, una collana con un ciondolo ovale che doveva contenere una fotografia.

Lo raccolse, e la aprì. Dal ciondolo, uscì una proiezione. Una figurina in 3D che danzava sotto la neve. Era così... dolce a vedersi. Così romantico...

“Cos’é?” Chiese il moro avvicinandosi.

“Sei tu.” Rispose Lucius, e in effetti la figurina era proprio Severus.

“Oh, Merlino! È stato l’anno scorso! Ricordo che avevo bevuto, e nevicava, così ho ballato sotto la neve!”

“Questi cosi costano un botto...”

“Kobra non ha mai avuto problemi di soldi...”

“Come la maggior parte dei Serpeverde, del resto...”

“Mi sarebbe piaciuto avere un coso di questi, ma non ho mai capito come si fanno...”

“Mh? È semplice. Prendi il ricordo che vuoi metterci, lo metti in un pensatoio, poi prendi uno di questi ciondoli, che costano una cifra di soldi, prendi il ricordo con la bacchetta dal pensatoio, la avvicini a questo, ed il ciondolo, da solo, copia il ricordo, e lo registra. Ti riprendi il ricordo in testa, apri il ciondolo, et voilà! Il gioco è fatto! Io ne avevo uno. Di me e mia sorella.”

“Hai una sorella?”

“Si, gemella. Si chiama Lucia.”

“Oh. Non lo sapevo.”

“Io cerco di dimenticare tutto della mia vita passata. Un po’ come te.”

“Abbiamo qualcosa in comune, allora...”

“Sembrerebbe...”

“Ma... aspetta un attimo! Io ricordo questo momento... ma Kobra non era ssolutamente con me!”

“E chi c’era con te, che può avere avuto in testa questo ricordo?!”

“C’era... aspetta, c’era...”

“Su, chi c’era!”

“Ero ubriaco, Lu, non...”

“Cosa c’è?”

“Mi sono ricordato...”

“Allora...? Su, probabilmente è lui l’assassino!”

“Non può essere...”

“Chi è? Per caso è Zabini?!”

Severus aveva sul viso l’espressione più stupita del mondo... d’un tratto cambiò, e divenne tristissima. Aprì la bocca un paio di volte senza riuscire a parlare, poi ingoiò la saliva, e chiuse gli occih. Quando li riaprì, riuscì ad apparire del tutto neutrale.

“No. Avery...”

 

 

FINE CAPITOLO

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Capitolo 12
*** Come mai nella vita ***


Quando ti senti sola,

Quando ti senti sola,

Piccola e più indifesa...
Con i pensieri in gola,

il cuore che ti pesa...
Tu sfogati e dimmi tutto!

vuota le tue soffitte!
Tirami giù dal letto

anche se è mezzanotte...

Quando ti senti sola

mi sento solo anch’io...
Lascia il tuo nido e vola,

piccolo amore mio.

Quando ti senti sola,

sola davanti a tutti,
Dentro quell’armatura

piangi con gli occhi asciutti...
Son lacrime senza sale

 per non soffrire ancora
Forse ma meno male,

ma ti ritrovi sola
Libera o prigioniera

salvati insieme a me...

Quando ti senti sola io sono come te…
…Io sono me te…

E quando ti senti sola

parlano solo gli occhi.
Fiore di primavera

sotto la neve a fiocchi,
Quando ti senti sola

 tu scappa vicino a me
Fuori dal nido e vola

portami via con te…

Compri dolci e biancheria

per sentirti amata e vuoi
Che ogni notte tua sia mia

nel buio come piace a noi
E quando il mondo si scolora…
… io non ti lascio sola

con gli occhi innamorati
in questa vita dura

noi come due banditi
disposti a rubare il sole

 per allungare un giorno
e mentre avanza il mare

ho le tue braccia intorno
quando ti senti sola

stringiti forte a me
io sono sulla riva per sempre vicino a te…

…quando ti senti sola…

sei tu la mia ferita

l’alba di un’altra vita
quando ti senti sola mi sento solo anch’io
lascia quel nido e vola piccolo amore mio...

 

 

 

 

 

CAPITOLO 12: COME MAI NELLA VITA

 

ORE 6:45 DEL MATTINO, DORMITORIO DI SERPEVERDE.

 

Orario di Lunedì:
1) Erbologia
2) Erbologia
3) Rune antiche
4) Rune antiche
5) Pozioni
6) Trasfigurazione
7) Trasfigurazione
8) CCM

 Era una magnifica mattina di Lunedì, il Sole ancora splendeva tiepido nel cielo... e se c’era una cosa che Lucius Malfoy amava in mattinate come questa, era restare a crogiolarsi nel letto anche dopo essersi svegliato. E poi sembrava esserci un calore speciale sotto quelle coperte quel giorno... ed un così buon profumo di cocco, lo stesso del bagnoschiuma di Severus...

Calore? Bagnoschiuma? Ed ora che ci faceva caso, c’era un piacevole peso sul suo fianco...

Colto da un improvviso sospetto, aprì lentamente gli occhi.

Il moretto, infatti era là, e nel sonno lo aveva abbracciato a mò di orsacchiotto.

*Caspio... dev’essere periodo. Ma è mai possibile che il suo Sire non gli abbia spiegato nemmeno che in certi periodi andrà cercando un compagno? E chi è che poi la mattina se lo deve ritrovare nel letto? Quello che Sev non vuole, ovvio! Maledetto Merlino!*

Al biondo ci volle una grande forza di volontà per allontanare il ragazzo da sè ed alzarsi dal letto, ma spinto dalla sua coscienza lo fece ugualmente. Sospirò provando un gran senso di vuoto dentro di sè, poi diede uno sguardo all’orario della giornata, e si mise a preparare la sua borsa, nonostante fosse ancora presto.

*Il libro di Erbologia? Ah! Eccolo là...*

Pensò, avvicinandosi alla scrivania del suo compagno di stanza, che aveva evidentemente confuso i loro libri. Lo prese, ma quando stava per tornare alla sua postazione, qualcosa di lucente nel cestino dei rifiuti dell’amico attirò la sua attenzione... gettato lì dentro c’era qualcosa di familiare.

Si chinò sul cestino, e rovistando, mise in luce il mistero... raccolse l’oggetto, ed era proprio lei. La piuma che avevano visto insieme durante il week-end ad Hogsmeade, tutta rovinata, come se qualcuno avesse tentato di spezzarla in due ma avendo miseramente fallito l’avesse gettata nervosamente tra l’immondizia... si chinò di nuovo sul cestino, e vi trovò un foglio di pergamena accartocciato.

Il suo sguardo volò istintivamente all’amico ancora profondamente addormentato nel letto, che non era neanche il suo, così, sicuro di non essere colto sul fatto, tornò alla lettera, con espressione pensierosa. Cosa doveva fare, impicciarsi, o lasciar perdere ed aspettare che fosse l’amico a confidarsi con lui nel momento in cui si sentisse pronto? Ma farsi gli affari dell’altro, naturalmente! Scartocciò la lettera, e lesse:

 Ciao Severus,
mi dispiace di averti scosso tanto l’altro giorno, non era davvero mia intenzione. Avrei voluto parlarti, sei cambiato tanto in così poco tempo! Come procedono i tuoi studi? Ho parlato con tua madre, e non è che sia andata molto meglio che con te. Mi mancate tutti e due. So che per te non deve essere facile credere che sono cambiato, ma io ci ho provato con tutte le mie forze, e finalmente ho capito. Non ti sto chiedendo nulla, solo di ascoltarmi. Ti voglio bene.
Tuo padre.
PS Ho visto che guardavi questa piuma ad Hogsmeade, e mi sono preso la libertà di comprartela. Non è anche questo, uno dei doveri di un padre? Spero non ti dispiaccia.

*All’anima del dispiacersi!* commentò il biondo tra sè e sè, guardando lo stato pietoso della bella piuma.

Di nuovo lo sguardo del vampiro volò verso l’amico addormentato, e fortunatamente per lui non si era mosso per niente. Il biondo sospirò. Non doveva essere facile per Severus, ricevere tutti questi colpi uno dietro l’altro. Avrebbe tanto voluto dissipare il suo dolore, ma non aveva la minima idea di dove cominciare a fare una cosa del genere. Ora c’era anche il pensiero che Avery aveva ucciso Kobra... uno dei pochi amici veri che Severus aveva... ed in quel momento, si sentì innamorato come mai in vita sua del giovane vampiro.

Riaccartocciò la lettera, e la gettò di nuovo. *E poi, -pensò- quell’imbecille patentato di William ancora non si fà sentire, il che significa sopportare quella molesta entità incorporea non identificata, (per gli amici Kobra) chissà per quanto tempo ancora! Stramaledetti tutti e due, che Merlino li strafulmini!

Riprese a preparare la cartella, mentre cantava sottovoce

Notte infernale a Camelot perchè... al castello è successo un bel casino ahimè... ci sta la Magò che dice ‘porco Merlino’ Artù dice ‘n’so stato io...’ di chi è la colpa, chi è stato non so... Artù sul suo trono fà il vago però... Hanno ucciso Mago Merlino, chi sia stato non si sa, forse Artù o la Magò, il suo gufo non lo sa...

SERRE... 2° ORA DI ERBOLOGIA.

“Sev...? Se proprio non te la senti posso farlo io...”
“No, Lu... non devi.”
“Tu vuoi bene ad Avery, ti capisco. Posso farlo al posto tuo.”

Il ragazzo, però scosse la testa. Poi guardò in direzione di Avery, e lo vide tendersi leggermente verso il banco davanti al suo, in procinto di ifilare un rametto secco nell’orecchio di Zabini, che, tutto concentrato a prendere appunti, non faceva caso all’amico. Nonappena però il legnoso oggetto fu infilato con crudeltà nel canale uditivo, il prefetto sobbalzò, e cominciò a spingere Avery il più lontano possibile da sè.

Avery fu allora scosso da risa incontrollate. Come poteva un assassino avere una risata così sincera? Così coinvolgente?

“Non può essere stato lui! Lo conosco da troppo tempo!”
“Però ti nasconde anche che fà un medaglione con te cha balli dentro!”
“Lascia da parte la tua gelosia, e guardalo! Come può aver ucciso due persone??”

“Sev, guarda i fatti per favore! Era con noi la notte dell’omicidio, ma non è mai rientrato al dormitorio, nonostante il professor Trebonius lo abbia congedato quasi subito dal suo ufficio! Come te lo spieghi?”

“Sarà lui a spiegarmelo!”
“Cosa potrà mai dirti che lo scagioni completamente?!”
“Non lo so ma... non lo so! Che ore sono?”
“Sta per suo...”

DRIIIIIIIIIIIIIIIIIN! DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN!

“Appunto... vai.”
“Non ora! Aspetta almeno che usciamo dalla serra, almeno!”

Lucius annuì paziente, ed i due presero a radunare con calma le loro cose, e poi uscirono giusto dietro il sospettato. Avery stava camminando in maniera sospetta dietro a Zabini, ed infatti, poco dopo, pestò il dietro della scarpa del prefetto, che in un attimo, rittrovatosi senza la calzatura, cominciò ad imprecare contro Avery, dicendogli che i suoi tentativi di farsi togliere punti, erano completamente inutili.

Il ragazzo allora prese a ridere a crepapelle.

“Sei pronto, adesso?”

Domandò Lucius al vampiro che gli camminava al fianco.

“No... ma non fa niente.”
“Ok...”

Sussurrò il biondo, comprensivo. La prima parte del piano era distrarre Zabini per permettere a Severus di confrontare Avery in privato. Lucius allora sfoggiò il suo miglior sorriso, e, mettendosi al passo con il suo obiettivo, esclamò a voce forse un po’ troppo amichevole e gioviale.

“ZABINI!! RAGAZZO MIO! COME STAI?!”

Poi, avvicinatosi al Prefetto gli mise un braccio attorno alle spalle in un altro gesto troppo amichevole. Ed il tutto ignorando completamente Avery, che ci era evidentemente rimasto male. Il biondo poi, trascinando il prefetto con sè, continuò

“Sai, Zabini mi stavo domandando dove hai comprato queste scarpe...”
“L-le scarpe...?” Chiese il Serpeverde quasi spaventato.
“Eh, sì... sono così deliziosamente demodè! Perchè ti guardi intorno? Continua a camminare...”

Il biondo continuava a blaterare cose per lo più insensate, e Severus si ritrovò a maledirlo mentalmente per non aver saputo trovare una scusa più convincente per allontanare il Prefetto, comunque si fece coraggio ugualmente, e si avvicinò ad Avery, rimasto in piedi, solo come un fesso.

“Hei, Avery...” Lo salutò Severus un po’ smorto.
“Ohi, Sev! –sorrise il ragazzo- Ma che ha Lu...? Non saluta più? Che scortesia! Vabbè tanto morirà pure lui..”

La battuta sulla morte, era un classico del repertorio del ragazzo, ma fino ad allora Severus non aveva mai pensato potesse dire la cosa con malizia, in quel momento però, il vampiro se ne lasciò impressionare, e trasalì visibilmente. Il ragazzo, che intanto continuava a sorridere, si accorse di questo... qualcosa non andava col suo amico di sempre.

“Avery, dovrei parlarti...”
“Tutto quello che vuoi, mon amour...!”
“Avery, è una cosa seria...”
“Oh... allora prendo la frusta...”
“AVERY!!!”
“Allora è proprio serio...?”
“Sì.”
“Capisco. Un momento, che metto la modalità ‘serio’... oh! È vero, a quella mi è scaduto l’abbonamento!”

Severus lo guardava in modo strano... quasi come se fosse un ultimo saluto prima di andare via per sempre... e questo preoccupò il povero Avery non poco. Forse Severus stava per dirgli che voleva abbandonare la scuola? O che era malato di una malatia strana ed esotica? O magari il vampiro aveva semplicemente avuto una ricaduta di pentimento per le bestemmia dette giorni addietro... aveva perso le mutande? Era di nuovo caduto faccia avanti scatenando risa da ogni dove? Da Severus ci si poteva aspewttare di tutto... il vampiro sorrise il suo dolce sorriso malinconico, e disse in tono preoccupantemente triste

“Ma ti ci sei mai abbonato...?”
“Ah ah! Dovrei averlo fatto una volta... ma solo una!”
“...”

Avery continuava ad essere confuso... forse Severus aveva semplicemente studiato troppo e finalmente si era avverata la sua predizione... aveva perso il boccino ed ora sarebbe diventato come quella primina Corvonero, come si chimava? Sibilla, o qualcosa di simile? Col sorriso congelato, Avery disse

“Severus, credevo dovessi dirmi una cosa importante... sono tutt’orecchi!”
“Si, infatti...”
“Su, dimmi... non posso vederti così!”
“Non so come dire...”
“Hai bisogno di qualcosa?”
“No...!”
“Sai che mi puoi chiedere qualunque cosa, Sev! Ucciderei per te!”
“DI QUELLO NON C’E’ BISOGNO!!”

Esclamò con un po’ troppa veemenza il giovane Serpeverde, facendo arretrare Avery di un passo per lo stupore.

“Ehm... si faceva per dire, naturalmente! Cos’hai, mi fai preoccupare, cosìììì!!!”
“Va bene, allora... Avery, è tua, questa?”

E così dicendo, il moretto tirò fuori dalla tasca il ciondolo trovato ad Hogsmeade. Lo mostrò ad Avery, il quale cambiò completamente espressione e colore. Il suo sorriso sparì, ed il suo sorriso passò dal rosso acceso al pallido cadaverico. Poi chiese con voce piccola e vergognosa

“Dove lo hai trovato...?”
“Dimmi se è tua...”
“L’ho fatta io...”
“Allora è tuo...”
“Lo era. Era da Maggio che non lo vedevo...”

Disse Avery lentamente, come a misurare le parole, poi si passò nervosamente una mano sui capelli corti, mentre Severus elaborava la notizia... se non lo vedeva da mesi, allora come poteva essere lì vicino al corpo di Kobra? Chi ce l’aveva? Ma innanzitutto il ragazzo stava dicendo la verità? Voleva crederci così disperatamente... così continuò ad inquisire

“L’ avevi persa? E dove?”
“Ehm... veramente non... il fatto è che... mi era caduta, e...”
“Avery, è una cosa importante, parla chiaro!”
“Non volevo che pensasse che c’era... qualcosa, e così...”
“Avery, dall’inizio, per favore!!”

Il ragazzo emise un sospiro nervoso, e cominciò a spiegare quanto più precisamente poteva, con voce nervosa.

“Ero con qualche amico sul campo di Quidditch dopo gli allenamenti, e mi è caduto. Kobra lo ha raccolto e lo ha aperto... solo lui aveva visto il contenuto, così lo richiuse, e mostrandolo, chiese a tutti se era di qualcuno. Io non volevo dirlo che era mio, o si sarebbero fatti strane idee su noi due, visto che stiamo sempre insieme... così ho preferito tacere, e Kobra se lo è semplicemente messo in tasca. Nonostante tutti avessero chiesto di aprirlo, lui non l’ha mai mostrato a nessuno. Non l’ho mai reclamato da allora.”

Severus si prese qualche secondo per ripercorrere tutta la spiegazione che l’amico gli aveva fornito, ed infine sorrise... ora non doveva fare altro che chiedere a Kobra se tutto questo corrispondeva a verità! Il colpevole non era Avery! Emise un sospiro di sollievo, e guardò l’amico, che tuttavia non aveva abbandonato la sua espressione preoccupata, e che continuò a dire

“Ecco... capisco che tu sia... preoccupato, però non... significa niente, davvero. Solo che mi piaceva quell’immagine, e...”

“Ehm... come?”
“Il ciondolo... beh, è complicato!”
“Cosa è complicato...?”

A questo punto, Severus si era perso. Avevano appurato che il ciondolo non era in possesso di Avery al momento dell’omicidio, quindi con tutta probabilità, era caduto dal cadavere del fu Cassius Kobra. Cos’altro aveva da dire...?

Avery respirò di nuovo, innervosito da quella situazione. Si sentiva messo alle strette. Credeva infatti che il moretto fosse venuto da lui a chiedergli spiegazioni sul perchè avrebbe speso tanti soldi per tenere un ciondolo con una sua immagine che balla sotto la neve. Cosa poteva dirgli? Zabini lo avrebbe spellato vivo e messo sotto sale se avesse saputo della loro conversazione! Non voleva perdere Zabini, nè Lucius, o Narcissa... per non parlare della memoria del povero Kobra.

Chi era lui per credere di potersi innamorare di Severus? Zabini e Kobra avevano sempre detto di esserne attratti, fin dal terzo anno! Narcissa si consumava d’amore per lui! E poi Lucius... il biondo sembrava fatto apposta per Severus! Ma lui! Lui che era sempre stato amico di tutti ascoltandoli mentre si lamentavano perchè il loro oscuro compagno sembrava così inavvicinabile! Li aveva consolati, gli aveva dato consigli...

Era sempre rimasto vicino a Severus, e mai una volta ne era stato attratto come qualcosa di più che un amico! Poi all’improvviso, dopo aver visto il suo amico ballare sotto la neve, qualcosa scattò in lui, facendogli capire cosa intendevano tutti quando parlavano della loro cotta... ed Avery pensò quindi che forse potrebbe essersene innamorato anche lui. Era una storia assurda!

Severus aveva tutto il diritto di essere arrabbiato con lui... innamorandosi, o credendo di esserlo, aveva tradito Severus, e tutti i suoi più cari amici, dal primo all’ultimo! Per questo si era sempre tenuto tutto dentro, nascondendo questi pensieri perfino a se stesso, facendo il buffone ancor più del solito per non pensarci. Ma ora Severus lo aveva smascherato, ed era finita.

“Sev, mi dispiace...”
“Per cosa...? ”

“Per averlo fatto. Non so nemmeno io come mi è saltato in mente, ma... io non ti ho mai dato fastidio vero? Certo, faccio delle battute con te, ma... quelle le ho sempre fatte! Io non ci ho mai provato con te, vero? E... ti giuro che non lo farò mai, solo... non aver paura di me, ti prego...”

Gli occhi di Severus, erano ormai fuori dalle orbite dallo stupore. Aveva finalmente afferrato qual’era il nocciolo della questione, e secondo lui questa conversazione era diventata come le camicie di Lucius quando se le stirava da solo... aveva preso proprio una brutta piega! Il vampiro sorrise nervosamente.

“Ehm... Avery... io non ti piaccio, vero...?”

Avery abbassò il capo, colpevole e rispose “Non lo so... potrebbe essere... ho sempre preferito non domandarmelo. Ti ho sempre visto come un amico.” Disse,  poi allungò lentamente la sua mano fino a quella del vampiro, che ancora teneva il ciondolo sul palmo, e lo aprì. Un Seveus in miniatura cominciò a ballare sotto la neve, ed Avery lo indicò.

“Fino a questo momento.” Severus cominciò a riflettere, mentre fissava un se stesso di un anno prima, poi alzò lo sguardo, trovando gli occhi tristi di Avery.

“Poi, credo che qualcosa sia cambiato... sono sicuro che è cambiato, ma non so come. Non so se è amore. Ma la cosa sicura è che io... non ti darò mai fastidio, giuro. Non voglio perderti, Sev. Ne te ne Lucius, ne... ne nessun altro.”

“Avery... non so che dire...”
“Non dire niente. Già sto affondando nel mio abisso di vergogna per conto mio. Posso riprendermelo...?”

Disse infine, indicando il ciondolo ancora tra le mani dell’amico.

“Ehm... sì, credo di sì... tienilo.”
“Scusami...”

Silenzio imbarazzato. Il primo a romperlo, fu Avery.

“Beh, tu... che pensi ora...?”
“Penso che stai sparando una marea di cavolate...”
“Già... come al solito...”
“Ma le stesse cavolate che sparo io quando Lucius mi chiede perchè non possiamo stare insieme.”

Quando Severus disse questa frase, gli occhi di entrambi i Serpeverde si sollevarono da terra, i loro sguardi si incrociarono, ed ognuno dei due poteva riconoscere nell’altro una stessa identica emozione. Sorridendo con espressione di chi sta dicendo ‘tranquillo, io ci sono già passato’, il moretto continuò

“Le nostre certezze sono già poche... così entrambi cerchiamo di tenercele strette finchè possiamo. Anche a costo di ignorare i nostri sentimenti. In un certo senso siamo dei codardi. Si può dire che abbiamo qualcosa in comune.”

“Io non voglio perdere la tua amicizia, Sev...”
“Nemmeno io.”
“Allora... che facciamo adesso?”
“Facciamo ordine nei nostri cuori. E vediamo come va a finire. Per me non è cambiato niente.”

A quelle parole, il ragazzo ritrovò finalmente il suo sorriso sincero e coinvolgente.

“Mozione approvata all’unanimità!”
“Amici...?”
“Certo!!!”

I due si abbracciarono, e stettero così, uno tra le braccia dell’altro, senza ombra di malizia: solo due amici che si sono ritrovati ancora una volta ad essere sinceri fino in fondo. Poco dopo però, Avery si piegò, ed avvolse le braccia attorno alle ginocchia del vampiro, sollevandolo da terra. Cosa che sapeva essere profondamente odiata da Severus.

“Avery!!! Mettimi giù!!! Adesso!!!”

Ma il ragazzo rideva e prese a girare su se stesso, col vampiro tra le braccia, il mento poggiato sulla sua pancia, lo guardava in viso. Aveva un altro ricordo da immortalare in un ciondolo... il momento in cui aveva avuto la prova che la loro amicizia non sarebbe mai morta. Si sentiva felice come mai nella vita. E così Avery cominciò a gridare le parole

“SEV E’ IL MIO MIGLIORE AMICO, LA PERSONA PIU’ STRAORDINARIA CHE ESISTE! QUINDI ORA LO PORTERO’ IN TRIONFO FINO ALLA NOSTRA PROSSIMA CLASSE COME SE FOSSE LA COPPA DEL MONDO DEL QUIDDITCH!!”

“Non pensarci neanche, rimettimi a terra!! Per favoreeeee!!”

Gridò Severus, ma non riuscendo a trattenersi dal ridere anche lui. E mentre tentava invano di sciogliersi dalla morsa d’acciaio di Avery, sopraggiunsero sul luogo anche Zabini e melfoy “Hei, che succede?” Chiese il Prefetto, e Lucius, poco dopo scoppiò a ridere, esterrefatto dalla scena. Anche Zabini, preso alla sprovvista dalla situazione, si lasciò andare ad un’attacco di risa.

“Oh! Zabini! Lucius! Aiutatemi voi, per pietààà!! MA CHE VI RIDETE???”
“Ragazzi, ciao! Aiutatemi, lo portiamo in trionfo!”

Lucius scoppiò a ridere ancora più forte, mettendo da parte completamente sospetti e preoccupazioni avuti in precedenza sul ragazzo. Il Prefetto invece, cercando di trattenersi da certe manifestazioni, disse trattenendo a stento le risa

“Dai, Avery, mettilo giù, o vomiterà! Su, faremo tardi per Rune Antiche!”
“A-ha!! Allora dovremmo chiudere Sev da qualche parte, così la salterà!” Rise Avery.

“NOOOOOO! Non salterò nessuna lezione, maledetto!”

“Propongo il bagno!” Esclamò Lucius.
“Propongo che mi rimetti giù, Avery!”

“Ok, io ti lascio. Lu, prendilo tu!”

Il biondo non se lo fece ripetere due volte, e si mise il moretto seduto sulle spalle, stringendogli le ginocchia con le mani, per evitare sbilanciamenti di peso, che rischiassero di far cadere entrambi muso in avanti. Severus, spaesato, intrecciò subito le dita con quelle di Lucius, che alzando la testa per guardarlo in faccia gli disse con aria rassicurante.

“Non ti lascerò cadere, giuro!”

Zabini allora, sempre fingendo di non voler ridere, raccolse da terra la borsa di Severus e se la mise in spalla insieme alla sua.

“Bene! – esclamò il Prefetto- Visto che non c’è speranza di farvi demordere dall’impresa, andiamo!”

E così il gruppo, nonostante le proteste di Severus, passò davvero per i corridoi di Hogwarts con il moro sulle spalle di Lucius.

“Lu... –bisbigliò Severus- dai mettimi giù, mi vergogno! Anche tutti i professori ci hanno visto! Poi non lamentarti se la McGranitt fa commenti! Oh, Merlino! Il Preside si è messo a ridere, mettimi giù immediatamente!!!”

“Ma che te ne frega del Preside?! Mangi a casa sua?”
“Tecnicamente sì...”
“Ah... beh, fregatene lo stesso! Per una volta che sei più alto di noi!”
“Hei! Nella botte piccola c’è il vino buono!”
“Eh... e altezza è mezza bellezza... continuiamo coi proverbi?”
“Antipatico!!”

“Hei!!”

I ragazzi si voltarono al suono della voce fin troppo familiare. Infatti era stato James Potter a chiamarli. Il gruppo si voltò e salutò con un coro cauto di “Potter...”, il quale però disse divertito, ed in maniera complice:

“Fate la piramide umana?”
“Si! –sorrise Lucius- E Sev è la punta!”
“Ma adesso mi lasceranno andare! Vero, ragazzi...?” Chiese il vampiro, speranzoso.

“Sembrate divertirvi...” Disse James.
“Infatti!”

“Datelo un po’ a me lo porto io!! Dove lo loscio?”

“NOOOOOOOOO!!! James Potter no!!!!” Eslamò Severus, cominciando a scalciare.
“Rune antiche.” Lo informò Avery, che fin dalla sera della riunione aveva una sviluppato una certa simpatia per il Grifondoro.
“Ok! Passamelo, Malfoy!”

“Non voglio assolutamente!!!! Mettetemi giu!!” Soffiò Severus, scalciando inutilmente, così alla fine più nolente che volente, si ritrovò seduto sulle spalle del Grifone. Il gruppo fu scosso di nuovo da incontrollabili risa, finchè un’altra voce, dal tono innervosito non si intromise, arrivando dalle loro spalle.

“James...!”
“Si? Che c’è, Sirius?”
“C’è che faremo tardi a Babbanologia, se perdi tempo così!”
“Sono perfettamente in tempo, non preoccuparti!”

Sorrise James, il tono dell’amico infatti sembrava scivolargli addosso. Severus però, intravedendo un barlume di speranza, disse con voce ruffiana

“Ma no, che dici Potter! Non vorrai perderti l’inizio della lezione! Mettimi pure giù!”
“Ah ah! Ma no, tesoro, non fare lo st... cioè volevo dire... non dire sciocchezze!”

Disse James trattenendosi appena in tempo dal dire una paolaccia, risparmiandosì così un colpo sulla testa che avrebbe sicuramente fruttato una bella caduta ad entrambi.

“James, Piton ha ragione! Dovresti metterlo giù.” Ringhiò Sirius.
“Non ci penso nemmeno, ma grazie della preoccupazione.”
“Va bene, fà come ti pare!”

Sbottò infine Sirius, e tornò indietro, da Peter e Remus, che stavano ridendo, ma smisero subito appena Sirius si voltò verso di loro.

“Allora, andiamo??” Chiese James, allegro, e la risposta fu un coro di “Siii!”, più un tanto accorato quanto perfettamente inutile “Nooo!” E se ne andarono verso la classe di Rune Antiche.

“Io non lo riconosco più, James! Ma che sta cercando di fare?? Che diavolo sta combinando!! Prima ‘Hei, Sirius, facciamo questo a Snivellus’, ‘diciamo quest’altro a Mocciosus’, ed ora se ne va in giro con un gruppo di Serpeverde, come se fosse uno di loro!!”

“Sirius... –chiese Remus, esitante- a me sembrava che James avesse dato chiaramente ad intendere che gli piace Piton... non dovresti essere così stupito.”

“Ma Remi!! Non lo avevo preso sul serio! Voi lo avevate preso sul serio??”
“Sì.” Risposero in coro Remus e Peter.
“Ma è inconcepibile! James Potter e Severus Piton! Ma siamo matti!!”
“Ma scusa...- disse Peter con finto disinteresse- a te che ti importa se a Jamie piace Piton?”
“Ma possibile che sono l’unico che pensa, qui in mezzo?? Ne va dell’onore dei Grifondoro!”

Peter lo guardò fiso per qualche secondo

“L’onore dei Grifondoro ... o il tuo? O magari ti fa male qualcos’altro?”
“Cosa stai cercando di dire, Peter?”

 Il ragazzo alzò gli occhi al cielo, si sistemò la borsa sulle spalle, e disse

“Io vado che non posso permettermi di non prendere appunti, non ci capisco niente!”
“Eh, no! Aspetta un... ma Peter!!”

Lo chiamò Sirius, ma l’amico un secondo dopo era già dall’altra parte del coridoio.

“Certo che sa correre, quando vuole...”

Borbottò Sirius, che in quel momento però si ricordò di Remus, ancora dietro di lui. Si voltò a guardarlo, ed in quel momento il Licantropo si ricordò anch’egli di sè stesso, e specificamente del fatto che avrebbe dovuto mettersi a correre insieme a Peter. Ma forse non era ancora troppo tardi!

“E tu che ne pensi?”

Correzione: era già troppo tardi...

“Ehm... io, veramente... dovrei andare... in bagno! Certo!”

E dicendo questo, fece per tagliare la corda, ma Sirius lo trattenne perla collottola, e gli disse

“Eh, no! Non tene vai anche tu! Da che parte stai?”
“Sirius, io non...”
“Avanti! Mica ti mangio! Dillo!”
“Io credo che se sei amico di James, devi volergli bene indipendentemente dalla persona che gli piace.”
“Ma Remi! Già non sopportavo Malfoy che faceva il Principe Azzurro! Figurati James!! Il mio migliore amico!!”
“Sirius, non ti sto seguendo più... cosa ti dà fastidio, vedere James con Piton , o qualsiasi persona?”
“Chiunque!!”
“Sirius, sei... ma insomma, quanto devi odiarlo, Piton?? Non hai più ragione di odiarlo!!”
“Non ho più ragione??”
“Esatto! Lo ritenevi insopportabile perchè era un asociale! Mi sembra che non lo sia più! Il suo gruppo è solido, e simile al nostro!”
“Remi!!! Che paragoni fai??”
“Dicevi che era unto e che faceva schifo! Gli dicevi cose che avrebbero fatto piangere chiunque!”
“Ma lui non ha pianto mai!”
“Certo! Ma è vero anche che non è mai stato di pietra! E comunque mi sembra che sia cambiato anche sotto quest’aspetto!”
“Sì, Remi! Va bene, ma lui è sempre...”
“Immerso nelle Arti Oscure fino al collo?”
“Esatto!”

A questo punto, la voce di Remus si abbassò in un sussurro.

“Può darsi, ma non scordare che io sono un licantropo! Una creatura Oscura!”
“Ma questo è diverso!”
“Perchè? Perchè io sono un Grifondoro? Perchè non ho la pelle bianca, e non sono una persona schiva?”
“Eh...? No, io non... oh, insomma! Lui è Piton!!”

“Apputo! È una persona anche lui! E se vi lancia incantesimi oscuri, è perchè VOI ve li tirate addosso! Io ti voglio bene Sirius, ma la mia mammina mi ha sempre detto che sbattendo sempre la porta in faccia alle persone non fai altro che trasformarle in quello che tu credi che siano! Ma se non vuoi capire, allora è inutile che stia qui a spiegarti. Io vado in classe.”

Concluse Remus, e se neandò senza nemmeno aspettare la risposta dell’amico, che rimase senza parole. Quando si riprese dallo shock, disse

“Ah, è così! Ho capito. Siete tutti contro di me, ora!”

Il licantropo si fermò e si voltò, i libri tra le braccia, e sul viso un’espressione triste.

“Nessuno è contro di te, Sirius... ma devi crescere e  pensare a cosa è più importante per te, ora. James lo ha fatto... felicità e vanità non vanno mai daccordo, Sirius. Mai.”

Gli disse, e continuò per la sua strada. Sirius, rimasto proprio solo stavolta, nel bel mezzo del corridoio deserto, cominciò a parlare con sè stesso, cosa che faceva sempre quando era nervoso o arrabbiato o solo. In quel momento era tutte e tre le cose.

“Dunque è così! Hai visto, Felpato? Sei solo! Ma dovevi aspettartelo! Non sei mai sincero! E poi non sei nemmeno tu che te la cerchi! Sono loro che ti escludono! Maledizione!! Sei un bambino, Sirius!! Bambino, bambino, bambino!”

Nel frattempo, i Serpeverde più l’autoinvitato James Potter, erano arrivati davanti all’aula di Rune Antiche.

Il Grifondoro, allora mise giù Severus più delicatamente che poteva, inutile dire che si ritrovarono tutti e due irrimediabilmente col culo per terra. Si salutarono, ma maentre i Serpeverde stavano entrando, James afferrò un polso del giovane vampiro, e disse senza preamboli con la sua solita faccia di bronzo.

“Posso sedermi con te a Pozioni?”
“Pozioni?”
“Sì, sai... quelle con i calderoni, gli ingredienti, tu che ci traffichi in mezzo...”
“Sì so cosa sono le pozioni!!! Ma perchè mi chiedi una cosa del genere?”
“Beh, perchè con voi mi sto divertendo! Il banco tuo e di Malfoy ha un posto vuoto, no?”
“Sì... vuoi diventare un Serpeverde, Potter?” Chiese Severus con un sorriso maligno sul viso.
“Eh eh eh! Assolutamente no!”
“Allora cosa stai macchinando, Grifondoro?”
“Nulla! Assolutamente nulla! Un assoluto nulla di nulla!”
“Esattamente le parole che uso io per descrivere il contenuto della tua testa. Tra l’altro... poi Sirius non sarà geloso?”
“Di me? Difficile.”
“Non che la cosa mi dispiaccia...”
“Quando fai quell’espressione semmbri Crudelia de Mon...”
“Chi?”
“Lascia perdere... beh, ci vediamo dopo! Saluta tutti!”
“Che saluto a fare se ci vediamo dopo!”

James rise, e se ne andò, correndo per limitare il più possibile l’ormai inevitabile ritardo. Severus per risposta, lo salutò agitando un pochino la mano, indeciso se fidarsi o meno. Decise di stare a guardare e vedere cosa succede, male che vada, il Grifone avrebbe potuto tirargli un altro dei suoi famigerati ‘scherzi’, me era passato il tempo in cui li temeva... entrò anche lui in classe.

ORA DI POZIONI:

Sirius aveva ridotto a zero il suo grinzafico, mentre ascoltava, nauseato, le voci allegre provenire dal primo banco una fila più a destra della loro. Alzò lo sguardo, e vide che il suo ‘migliore amico’ James, e Malfoy si erano ficcati due rami di sedando su per il naso, e ne ridevano a crepapelle... *Tsk! Che ragazzini!* Pensò senza però ricordarsi che anche lui era sovente fare cose del genere insieme a James.

Poi, come ciliegina sulla torta dell’ignoranza, James si voltò anche verso Severus, mostrandosi anche a lui in tutta la sua idiozia. Il vampiro gli schiacciò una mano sul viso, e lo allontanò da sè con espressione altamente schifata, ma in verità faticava a trattenere una risata che coprì quindi dicendogli

“Taglialo piuttosto, quel sedano!”

Sirius, accecato dalla rabbia provocata da tale disgustosa vista, tagliò il suo sedano a metà con un colpo secco di coltello.

“Ehm... Sirius...” lo chiamò indeciso Remus, di fianco a lui insieme a Peter.
“Cosa c’è??” Rispose il ragazzo tutto nervoso.
“Ehm... non per farmi gli affari tuoi, ma... il sedano ti serviva intero...”
“Serve intero??? –la voce di Peter, piena di panico- Ma porc...!”

“Ma guardali un po!” Esclamò Sirius. “E noi che figura ci facciamo!”
“Perchè? Che figura vuoi farci?”

 Domandò Peter, mentre cercava di ripescare con un mestolo i pezzetti del suo sedano mentre galleggivano sparpagliati e sfuggevoli sull’acqua del suo calderone.

“Vero! –esclamò Remus- Sei l’unico che pensa male di loro, guardati intorno! Anche il prof è contento!”
“Ma Remi!! Certe volte mi chiedo dove avete il cervello!”
“Pensa un po’ al tuo!”
“Il cervello di Sirius...? –borbottò Peter pensieroso- non è che ho messo pure quello nel mio calderone??”
 
Ed i tre amici ridacchiarono a mezza voce per non farsi sentire dal professore, che quando si trattava di Piton poteva pure chiudere un occhio, ma se si trattava di loro certamente era tutto un altro paio di maniche...ed infatti si meritarono un’occhiataccia di quelle omicide dal professor Trebonius, che si aggirava come un condor tra i banchi, cercando prede, e prevenendo esplosioni catastrofiche.

“Peter, sei una frana! Ma che è quello? Quei cosi che galleggiano gialli?”

Il Grifondoro si fece rosso in viso, prevedendo in anticipo ciò che il licantropo stava per dirgli..

“Ehm... petali di kanet d’oro...?” affermò così indeciso che sembrò quasi lo stesse chiedendo.
“Petali di... ma dove li hai letti sulle istruzioni??”
“Ehm... istruzioni...?”
“Peter! Hai sbagliato pagina!! Ti conviene ricominciarla...”
“Hai ragione...” Disse infine sconsolato.

E Peter si fece da parte, permettendo così a Remus di far evanescere quello schifo che tutto avrebbe potuto essere, fuorchè una pozione rigenerante. Dopodichè il topo si rimise subito al lavoro, seppur stavolta con la pagina giusta... il risultato comunque non sarebbe poi tanto cambiato...

“Ci vuole la cera di Dreugh...?” Chiese dieci minuti dopo.
“NO!!!” Gridarono Sirius e Remus insieme.
“Ok, basta saperlo...”

Ribattè Peter, e due secondi dopo i suoi due amici si ritrovarono a fermarlo appena in tempo dall’aggiungervi i Sali di Ghiaccio e di Fuoco messi insieme... cosa che avrebbe provocato un’esplosione radioattiva che nemmeno Chernobyl... Sirius rabbrividì. Probabilmente un giorno di questi, Peter li avrebbe fatti saltare per aria veramente! Col terrore negli occhi, guardò Remus, e disse serio

“Remi... non perderlo d’occhio mai quando siamo vicino ad un calderone.”
“Umpf!” Disse Peter, offeso dalla scarsa fiducia, che seppur ben fondata, era pur sempre scarsa. Poi tornò alla pozione.

“Sei sporco qui...” Sentirono James esclamare, ed alzarono lo sguardo, giusto in tempo per vederlo indicare il colletto della camicia di Severus, ma appena il moro abbassò la testa per controllare, James gli colpì leggermente il naso, e scoppiò a ridere insieme a Malfoy.

“Ah ah ah! –rise Severus, sarcastico- Nemmeno al primo anno fanno di questi scherzi, lo sai?”
“Lo vedi! Se non ci fossi io chi te li farebbe?”
“Io!” esclamò Lucius.
“Ma perchè?? Prima Avery, poi Lucius, ed ora anche Potter! Basta, allontanatevi da me! Bambini!”
“Attento, che ti lancio la makumba del sedano...!”

Disse James, e rimettendosi il sedano nel naso, prese a solleticare i fianchi del giovane vampiro emettendo un continuo e sinistro “uuuuuuuhh.......”, Severus, ipersensibile, naturalmente non riusciva a non ridere, anche se ci provava, tentando di calciare via James, poi disse

“Potter, guarda che il sedano avresti già dovuto metterlo dentro!”
“Dentro...? È una proposta?”

Severus arrossì furiosamente, ed in men che non si dica, afferrò il Grifondoro, e tentò di affogarlo nel suo stesso calderone, ma poi la quattrocchia si riprese, e dopo aver sputato pozione dalle narici, disse, riaggiustandosi gli occhiali ed atteggiandosi come qualcuno che avesse avuto un’idea geniale, rispose

“No problem... ho usato quelli di Malfoy!”

Sentito ciò il biondo si guardò intorno sul banco, e notò che in effetti il suo sedano mancava all’appello!

“Hei! Ridammi subito il mio sedano!”
“In questo momento è in fondo al mio calderone, ripescalo se sei capace!”

Lucius, allora senza tanti colplimenti, afferrò i due gambi di sedano ancora infilati nelle narici di Potter, li tirò via con forza, e li gettò nel suo calderone. Le mani di James scattarono quindi a tenersi il naso dolorante, e mentre si complimentava col biondo per la delicatezza, si sentì soddisfatto nell’udire Severus mentre rideva come mai l’aveva sentito in vita sua..

Sirius intanto, era nauseato come mai in vita sua. Tornò a massacrare senza pietà qualche ingrediente, a cominciare dai rametti di riso selvatico. Appena però sentì la prima parola pronunciata dalla voce di Remus, si andò a riparare immediatamente sotto il banco...

“NO, PETER, NON PIUME DI CLIFF RAC....”

Nom feca in tempo a terminare la frase che nella classe ebbe luogo una piccola esplosione, che più che esplodere, sembrò solamente riempire l’aula fumo bianco, e puzzolente, che sembrò radunarsi come magicamente, proprio attorno al banco dove stavano lavorando James, ed i due vampiri Serpeverdi. Lucius scattò, si caricò Severus sulle spalle, e lo portò lontano dal fumo, il tutto gridando

“EEH! FUMATA BIANCA! ECCO IL NUOVO PAPA!!!”

Poi, mentre il professor Trebonius cercava di riportare l’ordine, James e Lucius portavano di nuovo Severus in trionfo, festeggiandolo per essere appena stato eletto papa... il tutto ignorando i calci di Severus, che non aveva la minima idea di che cosa stessero parlando, ma avrebbe tanto gradito tornare coi piedi per terra.

Ma finalmente anche quella giornata giunse al termine per la gioia di tutti... ignari però del fatto che per la mattina dopo, una terribile notizi li stava aspettando... l’assassino di Hogsmeade aveva pultroppo colpito ancora...

 

 

FINE CAPITOLO.

 

PS: La canzone dell’inizio è ‘Quando ti senti sola’ degli O.R.O.

Ringrazio tutti quelli che mi seguono e mi recensiscono! Anche se non site in tanti, spero aumenterete io sono sempre qui pronta ad ascoltare critiche, complimenti, lamentele, e consigli! Buon S.Valentino a tutti anke se un po’ in anticipo... non trovate che l’amore sia già nell’aria??? Ehm... scusate era il mio Gilderoy Allock interiore che ha parlato... -.-

Lexxy.

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Capitolo 13
*** QUIDDITCH!! ***


Prima di cominciare volevo chiarire qualche dubbio

Prima di cominciare volevo chiarire qualche dubbio! Il fatto che ‘tutti vanno dietro a Sev’ non è dovuto al suo nuovo aspetto! Rileggendo vi accorgerete infatti che piaceva quasi a tutti da un pochino prima della sua trasformazione... :D  Remus saggio, eh? Sembra... grazie! La saggezza di Remus è dovuta per lo più ai proverbi ed alle storie con educativa morale con cui i suoi genitori gli riempiono la testa mattina e sera! Gente campagnola, sapete... Quasi quasi pubblico TUTTE le canzoni cantate da Avery ed anche quelle inedite! Anche se non è tutta farina del mio sacco, per questo, un grazie speciale ai miei idoli, ed ispiratori: i San Culamo! Grazie tantissimo per le vostre magnifiche recensioni! Grazie infinite soprattutto a Palanmelen! Sono contenta di sapere che la tua assenza non era dovuta ad un calo di itneresse! Sono proprio le recensioni che tengono viva la mia storia! Grazie, grazie, grazie! Ciao ciao!

 

Vai dove ti porta il cuore, non cercare di fermare ogni volo d’anima che hai
Guarda il mondo dal di dentro nel profondo fino al centro, dove il dubbio non arriva mai
E se scegli tra due fiori quello meno bello fuori e perché nel tuo D.N.A.
Il coraggio dell’amore fa sparire le paure e apre gli occhi sulla verità

Sei innamorato di lei e allora diglielo che la vuoi
Non stare lì rinchiuso in te vai all’assalto del cielo più alto che c’è
Le felicità di profondità non salgono mai dal buio dell’amore
Arrivaci tu nel fuoco laggiù a prenderle e vai dove ti porta il cuore
Vai dove ti porta il cuore anche se ti vedi alzare barricate e ponti levatoi

Sono suppliche d’aiuto di chi non ha mai saputo dare amore e non ne ha avuto mai
Il tuo nemico non è fuori dal mondo ma dentro di te
La rabbia che non esce mai toglie l’ossigeno all’unico cuore che hai
La felicità è chiusa di là nell’altra metà che non arriva al sole
Allargala tu che sogni di più la strada che va dove ti porta il cuore

Sei innamorato di lei allora diglielo che la vuoi
Non stare lì rinchiuso in te vai all’assalto del cielo più alto che c’è col cuore
La felicità di profondità non salgono mai dal buio dell’amore
Arrivaci tu nel fuoco laggiù c’è un cuore che batte e non si ferma più

La felicità è chiusa di là nell’altra metà che non arriva il sole
Allargala tu che sogni di più la strada che va dove ti porta il cuore.

 

 

 

CAPITOLO 13:  QUIDDITCH!!

 

Posto riparato da occhi indiscreti: Giovedì 18 Settembre, ore 16:30

 

Quella mattina era stata strana, Potter aveva lanciato, durante la terza ora consecutiva di DADA, un misterioso bigliettino che riportava la scritta: ‘voltati e salutami! Poi rispondi.’  Il vampiro, confuso, si voltò a guardare il Grifondoro, sorrise all’espressione ebete che gli stava facendo, e scosse la testa. Gli rispose scrivendo su un angolo di pergamena ‘sei pazzo.’ Il ragazzo lo lesse, annuì stupidamente, e si voltò, chiamato da Lupin.

 

Era un ventoso pomeriggio di Settembre, tuttavia c’era qualcuno esposto alle intemperie: gli unici due vampiri di Hogwarts, si erano avventurati fuori dalle mura del castello, in cerca di un posto riparato dove poter fumare indisturbati, ed ora si stavano godendo una tanto agognata sigaretta, dopo le infinitamente lunghe ore di lezione...

 

Hei, ragazzi...!
“Kobra! Ciao.” Lo salutò contento Severus, mentre Lucius si limitò a scrutarlo con diffidenza.

Che fate?
“Stiamo fumando una sigaretta, non si vede?!” Rispose non con tanto garbo il biondo.

Sì, si vede! Ma da quella parte sta arrivando madama Bumb...

 

Li informò tranquillo Kobra, ed i due vampiri, non altrettanto tranquilli, gettarono immediatamente in terra le loro sigarette, nascondendole coi piediNon passa neanche un secondo che il coatch delle squadre di quidditch, voltò l’angolo, e li vede.

 

“A-ha! –disse orgogliosa- Stavata fumando, vero?”
“Eh? No! Cosa glielo fa credere?!”

Lu, non funziona se glielo dici col fumo che ti esce dalla bocca, sai...
“Ah, cosa me lo fa credere, eh? -Disse ironicamente la professoressa, con le braccia incrociate sul petto.- e cosa stavate facendo qui, sennò!”

            

“Io gli stavo dichiarando il mio immortale amore e la mia infinita devozione, quando è arrivata lei ed ha rovinato tutto!”

 

Disse Lucius serio serio, facendo arrossire il suo amico, che, in coro con Kobra, gridò

 

Ma che diavolo dici?!
“Hei, è quello che sono non dovresti aggredirmi così!” Rispose Lucius, e mise il broncio.
“Bene –esclamò sorridente madama Bumb- credo che per punizione dovrete fare qualcosa di utile alla scuola.”
“P-punizione per cosa?!”

 

Ha! Ed hai anche il coraggio di domandarlo?!

 

“Per aver fumato, per aver tentato di fregare un insegnante, e per aver saltato una lezione.”
“Cosa?? Che lezione?!” Fece Severus, i suoi occhi spalancati.
“Certo, signor Piton! Una lezione!”

 

Ah ah ah! Non posso credere che tu abbia fatto una cosa del genere, Sev!

 

“Ma quando la avremmo saltata!?”
“L’anno scorso...! Era una quinta ora di Erbologia, mi pare.”

 

Mmm... non so come mai, ma me puzza tanto di scusa!

 

“Ma...! Ma...!”
“Niente ‘ma’, signor Piton! Ora vi prego di seguirmi, o sarò costretta a togliervi dei punti!”

 

Oh oh oh, adesso passa ai ricatti!

 

“Ma no è giusto! Queste sono solo scuse!” Esclamò Lucius innervosito dalla situazioe e dalla voce dell’incorporeo grillo parlante vicino a loro.

“Può darsi –sorrise la prof, maligna.-ma l’insegnante sono io, quindi basta ciance, e seguitemi!”

 

Mi sa che vi sta coglionando! Beh, ragazzi, buona fortuna!

 

Concluse Kobra, soffiando un bacio a Severus mentre si faceva sempre più trasparente, fino a sparire. All’affettuoso gesto, l’espressione di Lucius si indurì, ed era certo che non avrebbe potuto odiare di più il ragazzo... ops, lo spirito molesto. Severus sospirò fissando il punto in cui si trovava lo spiritello dispettoso ma allo stesso tempo tanto dolce!

 

“Che guardate?” Chiese d’un tratto la professoressa, vedendoli fissare un punto indefinito nell’aria.
“Ehm... noi... verremo con lei, professoressa.”

 

“Bene!!” Esclamò con voce possente, e li condusse, anche se di malavoglia, fino al campo di Quidditch.

“Ehm... professoressa...?” Cihese indeciso Severus.
“Si...?” Rispose l’insegante con finta dolcezza.
“Perchè ci ha portato qui...?”
“Capirete. Malfoy, Piton... fate un volo attorno al campo con quelle.”
“Ehm... con le scope...?”
“No, a piedi... certo che con le scope!!”
“M-ma... noi non siamo interessati al Quidditch!”

 

“Tentare non ha mai ucciso nessuno! E voi per quel che ne so, non avete mai voluto nemmeno salire su un manico di scopa! Guardatevi, siete pallidi come mozzarelle! Dovete stare di più al Sole!! Al Sole!!!”

 

“Signora, sinceramente non mi sento di...”
“Oh... bla bla bla... sentite, dopo la morte di Kobra, tutti i Serpeverde sono restii a fare un provino!”
“Allora ha deciso di obbligare tutti i Serpeverde che coglie di sorpresa a sostenere un provino?!”

 

“No. Solo voi. Non so perchè, ma credo che voi abbiate talento! Certo, è così nascosto, che dovrò scavare a fondo, ma non mi sbaglio mai su certe cose! No, no! Assolutamente no! Farò di voi dei campioni anche a costo di...”

 

“Certo, ma noi non-vogliamo-giocare a Quidditch!” Miagolò Severus.

 

A questo punto, la professoressa si piegò minacciosamente sul moretto, i pugni serrati sui fianchi, la faccia malignamente sorridente. Scandendo bene le parole, ordinò semplicemente

 

“Salite-su-quelle-scope.” I due erano indecisi. “ADESSO!!!” Gridò, e si decisero. Andarono a posizionarsi di fianco alle nuovissime Scopalinde. A Severus sembrò di fare un tuffo nel passato, quando all’inizio del suo primo anno, era salito per la prima volta su una StellaKometa500, e ne era stato disarcionato. Figura del cavolo davanti a tutti, Grifondoro compresi. Arrossì alla memoria.

 

Pensandoci bene, in quell’occasione fu Kobra ad aiutarlo per rimettersi in piedi, mentre Avery e Zabini intimavano agli altri di pensare alle loro di scope prima di criticare le prestazioni altrui... gli sfuggì un sorriso. Chissà perchè non gli era mai tornato in mente prima... pochi momenti più tardi fu la voce di Madama Bumb a riportarlo bruscamente alla dura realtà.

 

“Bene! –tuonò la prof- ora dite ‘su!’”

 

I due vampiri obbedirono, ed in coro dissero ‘su!’ la scopa di Lucius si mosse automaticamente nella sua mano destra, mentre quella di Severus sembrò intenzionata a restare ben piantata per terra. Il vampiro immediatamente sentì gli sguardi della professoressa e di Lucius puntati su di lui, in attesa. Arrossì.

 

“Signor Piton , se lei stesso è convinto che no salirà mai, stia sicuro che non salirà mai!!”
“Adesso la colpa è mia! Si deve ricordare benissimo che ho sempre fatto schifo con le scope!”
“Questo era un secolo fa, signor Piton! Ci riprovi, con convinzione!”

 

Le labbra del vampiro si serrarono, in un gesto nervoso, e ripetè “su!” ancora senza successo. Sospirò innervosito, e provò ancora. Il viso perennemente rosso, ed una vampata di calda vergogna lo percorse facendolo sudare leggermente.

 

D’un tratto, sentì che la sua mente veniva sfiorata da un senso di fiducia, e sentì le parole *Va tutto bene... la scopa è soltanto un oggetto, perchè dovrebbe non dovrebbe obbedirti?*

 

Quelle parole riuscirono a calmarlo. Era vero, non poteva permettere ad un corpo inanimato di prendersi gioco di lui! Per una volta Lucius aveva perfettamente ragione su qualcosa! Così per l’ultima volta...

 

“Su!” Ripetè, e la scopa stavolta fece il suo dovere, volandogli nella mano. Il vampiro sorrise.

 

“Ok! Era ora! Saliteci sopra! Datevi una spinta conle gambe, e fatevi un giro attorno al campo! Vi prenderò il tempo!”

 

Lucius sorrise all’amico, salì sulla sua scopa, e spiccò il volo. L’imbecille aveva deciso di cedere, e trarre dall’esperienza il maggior divertimento possibile, ed ora dall’alto della sua scopa, sorrideva in segno di sfida. Il moro allora sospirò, sconfitto, e ripetendo le sue precedenti azioni, raggiunse il suo amico nello spazio aperto del cielo.

 

“Pronti...? Via!!”

 

Lucius annuì e partì a razzo. L’amico poco dietro di lui, ma presto il biondo si abbassò di quota, e passò in coda.

 

“Lu??” Chiese Severus, preso dal panico.
“Calmo! Sono sempre dietro di te! Sempre pronto a proteggerti!”

 

Si trovavano a circa trenta metri da terra, quindi le loro confidenze sarebbero chiaramente restate tra di loro. Appurato questo, Severus sorrise, tornando a guardare davanti a se per non farlo notare all’amico. Dispettosamente gli chiese

 

“E chi ti ha detto che ne ho bisogno?”
“Infatti ne ho bisogno io! Starò sempre dietro di te! Ti proteggo e ti prendo il tempo!”
“Per sempre? O solo nel quidditch...?”
“Per sempre!”
“Giuramelo!”

 

Lucius sorrise, stava per rispondere che sì, lo avrebbe protetto per sempre, quando Severus accellerò improvvisamente, costringendolo a fare lo stesso se voleva stargli dietro. Appena dieci secondi dopo erano coi piedi per terra.

 

“Bene!! Ci avete messo quasi due minuti! E, Piton, quell’accellerazione è stata fantastica!”
“Davvero...?” Chiese il ragazzo, credendo che la professoressa lo stesse prendendo in giro.
“Ora venite con me, prego.”

 

Madama Bumb li condusse vicino ad un grosso baule, ed i loro sospetti vennero confermati quando lo scoprirono contenere le varie palle del Quidditch. Ed indicandole una per una, madama Bumb disse

 

“Bolide, Pluffa, Boccino. Cominceremo con il bolide, poi il boccino, e scordatevi la pluffa. Pronti?”
“Certo!!” Rispose Lucius entusiasta, senza perdere nemmeno un secondo.

 

“N-no, un momento, io...”

 

Ma la protesta di Severus svanì nel crak del bolide che partiva. Lucius in un secondo aveva afferrato le mazze, porgendone velocemente una all’amico, e generosamente si offrì di far provare prima lui. L’oggetto sferico e distruttivo puntò infatti senza indugio alcuno sul giovane vampiro, che, preso alla sprovvista, si abbassò evitandolo piuttosto di colpirlo.

 

“Oh, signor Piton, andiamo non faccia il bambino! In questo gioco ci vogliono i riflessi!”

 

Il Serpeverde si rialzò, maledicendo mentalmente la professoressa, ed augurandole di darsi fuoco con la benzina. Il bolide prese ancora una volta la rincorsa, e puntò di nuovo il moretto, che stavolta riuscì a colpirlo anche se respingendolo solo di pochi metri.

 

“Signor Piton, non sta schiacciando una mosca, quello è un bolide, che le farà tanto male se non lo colpisce!”

 

Quando l’odiata palla tornò ancora una volta indietro, il vampiro, ancora una volta non riuscì a colpirlo, lo evitò solo all’ultimo momento.

 

“Insomma, basta!! –gridò innervosito Severus- Ma ce l’ha solo con me??”
“Per forza, signor Piton! È il suo provino, questo!!”
“Non ho nessuna intenzione di...”

 

SBAM!

 

Un rumore improvviso alle sue spalle, Lucius aveva colpito l’infamante bolide prima che potesse buttare giù a sorpresa l’amico tipo birillo. Quando Severus e la professoressa si voltarono a guardare, notarono la sfera nera volare via così lontano, che la intravedevano appena.

 

“Fantastico, Malfoy!! Lo dicevo io che c’era talento!! –gridò entusiasta la Bumb, battendo le mani. Poi, rivolto a Severus- Severus, tu voli bene, e per quanto riguarda i bolidi, non fai schifo... qualcosa di più.”

 

Severus arrosì furiosamente per l’essere stato salvato e superato insieme da Lucius.

 

“Va bene! –ringhiò- Abbiamo appurato quello che sapevamo dall’inizio! Faccio più che schifo al quidditch! Ora posso andarmene, professoressa?!”

 

“Dopo aver fatto tutto il giro del campo in meno di due minuti? Ovvio che no! Per lei... immagino ci sia questo.”

 

Esclamò, liberando il boccino, che dopo aver svolazzato intorno a loro, si librò in cielo più lontano che poteva per evitare di essere catturato. Severus lo guardò allontanarsi, poi guardò Lucius, che stava ancora sorridendo, soddisfatto. Infine guardò madama Bumb, che stava controllando il suo orologio.

 

“Un minuto! Dovrebbe bastare! Signor Piton, vada alla sua scopa, e riprenda quel boccino!”
“Ma io non...”
“SI MUOVA HO DETTO!!! VADA ALLA SCOPA E CI SALGA!!”

 

Severus credeva di non poter odiare nessuno come ora stava odiando quella donna dispotica e antipatica. Non potè far altro che sottomettersi, andò alla sua scopa, e si librò in aria. Lucius, rimasto a terra, osservava sorridente, e curioso. Solo che poco dopo la professoressa affermò, con tono indifferente, come se stesse parlando del tempo

 

“Malfoy, andrei dietro a Piton se fossi in lei. Non si dimentichi che c’è ancora quel bolide in giro...”

 

Lucius la guardò con occhi spalancati. Ma che persona era questa?? Si precipitò alla sua scopa, e seguì l’amico in cielo, lanciando qualche imprecazione qua e la.

 

Il moretto, nel frattempo sorvolava il campo alla ricerca del boccino, ed anche se non era notte ed i suoi sensi erano di molto affievoliti, riusciva comunque a vedere meglio di qualunque altro mortale.

 

*Ma dove cazzo...?*

 

Appena pensato questo, però scosse la testa, dandosi dello scurrile maleducato, e durante queste scosse, sulla destra intravide un puntino dorato. Era lui! Il maledetto rompibolle! Si precipitò immediatamente in quella direzione, e...

 

Un potente SBAM! Gli echeggiò nelle orecchie, ma non si voltò per vedere cosa fosse successo, era troppo occupato, ora. Ancora qualche metro, e lo avrebbe avuto in pugno, e... si!! Ce l’aveva! Non faceva schifo al Quidditch!! Prima di schiantarsi al suolo si impennò, poia ncora un movimento fluido, e... stava volando in rettilineo a 3 metri da terra, stringendo il boccino nella mano.

 

Sentì un altro SBAM! Alle sue spalle, si voltò. Lucius alle sue spalle aveva appena  respinto un bolide, usando la mazza. Quando capì che Severus si era accorto di lui, ricambiò lo sguardo, e gli sorrise.

 

“Te l’avevo detto che sarei stato sempre dietro di te.” Affermò, orgoglioso.

 

Severus accennò un sorriso, ma che si spense ancor prima di essere completo, e con un’espressione stupita gridò

 

“Atten...”

 

SBAM!

 

Il bolide aveva colpito Lucius sulla spalla destra, il biondo fece appena in tempo a reggersi e non cadere di sotto. L’amico gli si avvicinò, preoccupato.

 

“Lu! Tutto bene?!”
“Sì... solo un livido, credo... è ok!” Sorrise il biondo.
“Scendiamo?”
“Certamente!”

 

Appena toccarono suolo, la professoressa gli corse incontro.

 

“Malfoy! È tutto a posto?!”
“Certo!” Sorrise Lucius.
“Certo...? Incredibile... venga in infermeria, comunque.”
“Ma non c’è bis...”
“VENGA-IN-INFERMERIA-ORA!!”
“Ehm... certo, professoressa.” Ribattè docile come un agnellino.

 

IN INFERMERIA:

 

Lucius, forzatamente sdraiato sul lettino, aspettava con impazienza che madama Chips gli portasse una pomata contro il livido scuro che aveva fatto la sua prepotente comparsa sulla sua spalla, vicino a lui, il suo amico Severus gli teneva una mano, ma più che per consolare l’amico, era per evitare di saltare al collo di madama Bumb, e sbranarla.

 

La professoressa stava infatti camminando su e giù per la stanza, parlando più a sè stessa che ai due presenti

 

“Spettacolare! Lo sapevo! Il mio intuito non sbaglia mai! Oh, si! Siete nati per questo! Vi comunico che da oggi fate parte della squadra di quidditch di Serpeverde! Malfoy come battitore, Piton come cercatore! È... semplicemente magnifico! Perfetto!”

 

“Ha detto ‘perfetto’, o ‘prefetto’?”

 

Disse Lucius, era infatti diventata abitudine tra i Serpeverde fare quella battuta ogni qual volta avessero udito la parola ‘perfetto’, e si diceva (voce messa in giro da Avery, ed alla quale tutti gli sprovveduti credevano) che chiunque non lo facesse venisse poi maledetto da Montezuma e costretto a defecare a pioggia allagandosi le mutande continuamente. Il tutto naturalmente al solo scopo di prendere in giro Zabini.

 

“Senza offesa, Madama, ma mi sembrava di averle già detto che non abbiamo la minima intenzione di entrare nel Quidditch!!”

 

Disse Severus, puntiglioso ed irritato. Lucius gli strinse un pochino la mano, gesto che l’amico ricambiò, l’espressione furente. La proefssoressa non si scompose minimamente nè alle parole nè all’espressione del vampiro, e anzi sorrise, cosa che diede ancor più sui nervi al moretto.

 

Madama Bumb, che per ora la sapeva molto più lunga di Severus a proposito del manovrare le persone, guardò Lucius, e gli chiese

 

“E lei, Malfoy? La pensa come il signor Piton?”

 

Lucius si morse la lingua. Gli piaceva il Quidditch, ed avrebbe gradito davvero molto poter giocare nel ruolo di battitore! Avrebbe significato proteggere veramente Severus, che nella vita da vampiro si difendeva benissimo anche da solo... sul campo da gioco però sarebbe stata tutta un’altra cosa! Avrebbe dovuto per forza affidarsi a lui completamente!

 

Ma Severus non sembrava aver nessuna intenzione di giocare... quindi era tutto inutile. Sentì due paia di occhi puntati su di lui, in attesa di risposta. Il biondo allora decise di dire veramente quello che voleva fare.

 

“Io vorrei giocare. Ma solo se in squadra ci sarà anche Severus.”

 

Il vampiro in questione lo guardò, innervosito per l’essere stato contraddetto dal ragazzo. Poi tornò a guardare la professoressa, che, ancora col sorriso stampato sul volto, disse, la voce smielatamente tenera

 

“Signor Piton... vuole accontentare il suo ragazzo?”
“LUCIUS NON E IL MIO RAGAZZO ASSOLUTAMENTE!!!

 

Gridò il vampiro, ma la professoressa gridò ancora di più, spaventandolo.

 

“NON GRIDI CON ME SIGNOR PITON!! IO SO SOLO QUELLO CHE SI DICE IN GIRO, E SE NON HO FATTO FATICA A CREDERCI, CI SARA UN MOTIVO NO?!!!! APPICCICOSI!!”

 

“INSOMMA, PROFESSORESSA!!! QUANTE VOLTE LE DEVO RIPETERE CHE NON-SI-URLA-IN-INFERMERIA!!!!”

 

“Ehm... scusami, Poppy, ma sai questi studenti...”

“Ma gli studenti u n corno! È stata lei che...”
“Lo so, lo so... Malfoy, la tua pomata! Ora sparite, per cortesia, disturbate tutti!”

 

E così dicendo, l’infermiera, che bella non era, ma tanto brava, se ne andò verso il suo ufficio marciando come un treno.

 

“Allora, cosa farà, signor Piton?”

 

“Io... –Severus stava per ripetere qualcosa di cattivo, ma sentì Lucius stringergli un po’ la mano, così si voltò a guardarlo. Aveva un’espressione da ti-prego-sono-un-povero-cucciolo-ferito-portami-a-casa-con-te-adottami-e-chiamami-piccolo-cuore, che intenerì Severus. Il moretto continuò –io ci penserò. Io e Lucius parleremo e decideremo.”

 

“Benissimo, signor Piton! Signor Malfoy! Non deludetemi, e non deludete le aspettative di tutti quei pooooveri Serpeverde che desiderano vincere la coppa del quidditch...! Anche se sinceramente spero vinca la mia Casata... magari se sarete in squadra, avrete qualche possibilità! Ora vi lascio, signori. Arrivederci.”

 

Severus si incupì. Lanciò un altro sguardo a Lucius e stavolta sembrava stesse scodinzolando la sua coda immaginaria, che già una volta Severus aveva intravisto, all’inizio della loro amicizia. Era tornata alla ribalta...

 

I due vampiri tornarono allora alla loro Sala Comune, ed andarono direttamente alla loro stanza. Lì cominciarono a discutere.

 

“Lu! Ma che ti ha preso! Non hai mai detto di voler giocare a Quidditch finora!”
“Prima non c’eri tu! Mi piacerebbe stare in squadra con te, Sev, tutto qui!”

 

Severus sbuffò nervosamente, alzando gli occhi al cielo, Lucius allora si innervosì, e disse con voce più alta del necessario

 

“Adesso dimmi che non ti sei divertito, oggi!!”

 

Il moretto lo guardò, stupito, poi si impensierì. Rispose indeciso

 

“Si, ma... io... vedi, la nostra condizione...”

 

“Staremo benissimo! E poi la maggior parte delle partite si svolgeranno sotto la pioggia! Niente sole! E poi saremo quasi interamene coperti dalla tuta! Non mettere scuse per favore, so riconoscerle quando le sento!!”

 

“Sei un irresponsabile! Dovremmo almeno parlarne con Silente!”
“Quando vuoi!! Che ti può dire se non ‘certo, signor Piton, si diverta!’?”
“Oh, accidenti! A parte che non sarebbe corretto vincere delle partite con noi in squadra!”
“Di giorno siamo più deboli!”
“Ma lo stesso sempre più avvantaggiati degli altri!”
“Insomma, smettila di rompere le palle una buona volta!”
“Non essere scurrile, Lu!!”
“E tu non essere così testardo!!”
“Mi hai stufato, Lu! Smettila di fare il bambino una buona volta!!”
“Il bambino non sono io, mi sembra!!”
“Basta! A te non interessa il !uidditch! Tu vuoi solo una scusa per proteggermi! Sei infantile!!!”

 

Una vena si gonfiò sulla tempia di Lucius, ormai ci vedeva rosso.

 

“GRAZIE TANTE! IL MIO AMORE E INFANTILE!!”
“NON HO DETTO QUESTO!”
“ME LO STAI RIPETENDO DA QUANDO CI SIAMO CONOSCIUTI!!”

 

“E TU MI STAI ASSILLANDO CON QUESTA STORIA!! NON STIAMO INSIEME, LU, NON CI STAREMO MAI! NON PUOI COMPORTARTI COSI! NON HAI IL DIRITTO DI ESSERE GELOSO, NE DI RINFACCIARMI LE MIE DECISIONI, NE TANTOMENO DI ALZARE LA VOCE CON ME!”

 

“ALLORA DIMMI DOV’E IL PROBLEMA A VOLER ENTRARE NELLA SQUADRA!!”
“ENTRACI DA SOLO, CHI TI FERMA!!!”

 

BUM-BUM-BUM!!!

 

“BASTA URLARE DI LA!!!!!” Disse una voce proveniente dall’altra stanza.

 

Severus arrossì furiosamente, e borbottò

 

“Merlino, che figura...”

 

Lucius guardava il muro da cui proveniva l’urlo, ci mise qualche secondo di più per registrare l’accaduto, preso com’era dalla discussione. In fondo quel grido gli aveva impedito di dire cose che li avrebbero portati ad una nuova lite... erano passati solo 15 giorni dalla loro prima, burrascosa litigata. Fece mentalmente nota di ringraziare il loro vicino, e disse, visibilmente più calmo

 

“Scusami, Sev... non volevo alzare la voce, ma mi conosci, ho il sangue caldo, io...”
“Strana affermazione per un vampiro...”
“Hai ragione... ehm... ti prego, io... vorrei veramente giocare con te... al quidditch, intendo.”
“Lu, io... non lo so... ci devo pensare...”
“Va bene. Ma sappi che io ci tengo molto. Io rispretterò la tua decisione. Tu sei più importante di tutto il resto.”

 

Severus abbassò lo sguardo, e disse, mentendo...

 

“Devo finire la ricera per Astrologia, Lu... vado in biblioteca.”
“Ok... ti accompagno fino alla sala comune.”

 

Il biondo accompagnò Severus come stabilito, poi restò nella stanza, seduto vicino al fuoco. Severus andò in biblioteca, con l’aria afflitta. Distrattamente, lesse in bacheca l’annuncio del consueto ballo per Halloween, il 31 del mese prossimo.

 

Nel frattempo, nella sala comune...

 

“Hei, Lu!”
“Hei, Avery!”
“Come mai quell’espressione pensierosa?”
“Nulla.”
“Dai, che un po’ ti conosco, che c’è? Litigato con Sev?”
“Madama Bumb ci ha proposto di entrare in squadra.”
“Beh, mi sembra fantastico!!”
“Sev non ci vuole entrare.”
“Questo un po’ meno.”
“Comunque credo che alla fine accetterà. Almeno spero.”
“Lo spero anch’io, o perderemo il campionato. Nessuno vuole prendere il posto di Kobra.”
“Capisco. Mi dispiace, ma la vita và avanti.”
“Appunto. Alla partita verranno anche i tuoi genitori, allora! Non vedo l’ora di conoscerli!”
“Ah ah ah! No non verranno di sicuro! E stai certo che non ti perdi null...”
“Che c’è?”
“Ehm... niente. Mi ero perso.”
“Sei strano. Io devo andare, devo mettere un fuoco d’artificio a innesto nella borsa di Zabini! Ih ih ih!”

 

E ridendo in maniera diabolica, si allontanò. Lucius rimasto solo, si mise a pensare.

 

*Ecco perchè Severus non vuole entrare nella squadra di Quidditch! Sicuramente non potrà impedire a suo padre di venire alle partite, e dubito che lui voglia vederlo... accidenti a me, quanto sono immaturo!! Stupido vampiro che sono!*

 

“Hei, ccchhhhaaaaooooo, Cuoricino mio!! Hai rotto con Severus, finalmente?” Chiese Bellatrix sadendoglisi vicino.
“Se ci fosse qualcosa da rompere... ma no, non abbiamo ‘rotto’. Cosa c’è, comunque?”
“Nulla, mi chiedevo se potevamo parlare un po’.”
“Ehm... certo.”

 

Nel frattempo il moretto, in biblioteca, aveva preso in prestito un libro sul Quidditch, intitolato ‘schemi e teorie sul quidditch’. La sola aria della biblioteca lo calmò, e gli permise di pensare con più calma.

 

*In fondo a me che mene frega se viene alle partite? Non può obbligarmi a parlare con lui. E poi con me c’è Lucius!*

 

Pensò, e, immerso com’era nella lettura, non si accorse che qualcuno di sua conoscenza gli era scivolato silenziosamente alle spalle, passando un buon quarto d’ora boccheggiando in cerca delle parole giuste per cominciare un discorso. Poi il nuovo arrivato notò il libro che stava leggendo... ma certo, Quidditch! Era in grado di parlare di quello! Concluse dicendo un banalissimo

 

“Da quando ti interessa il Quidditch?”

 

Il moretto scattò alla voce familiare, e si voltò, tirandosi in piedi tanto bruscamente che la figura dietro di lui dovette fare un salto indietro per evitare una dolorosissima testata... l’espressione di Severus si indurì, riconoscendo davanti a sè il Grifondorissimo Sirius Black... l’ultima cosa di cui aveva bisogno in quel momento, era un qualsiasi Black a rompergli le scatole. Caspita, ma cosa c’è stata, una svendita di Black?? Ce ne sono dappertutto ad Hogwarts! Spuntano come funghi! Aggrottò le sopracciglia, e disse

 

“Senti Black, stasera non è proprio aria! Se non vuoi andartene, me ne andrò io!”

 

Così dicendo, raccolse il libro dal tavolo, e fece per andarsene veramente, ma il Grifondoro gli sbarrò la strada.

 

“Non sono qui per litigare, giuro.”
“Ah, no? Senti, non so che razza di scherzo tu voglia farmi, ma NON è il momento! Dovresti avere un po’ più di rispetto per le persone!!”
“Ma se ti ho detto che sono venuto in pace!!”

 

Ribattè il ragazzo, alzando la voce. Questo gli costò un’occhiataccia ed uno ‘sssst!’ da madama Pince, la bibliotecaria. Severus allora, approfittando di quel momento di distrazione, girò attorno a Sirius, che ancora gli sbarrava la strada, e corse fuori dalla biblioteca. Il Grifonoro però, al contrario di ogni previsione, lo seguì, e lo fermò ancora.

 

“Ti ho solo chiesto se ti interessava il Quidditch...!” disse Sirius con voce stranamente moderata.

 

Severus prima di ribattere, notò che il Grifondoro era leggermente arrossito, ed in quel momento il suo gli ricordò un po’ l’atteggiamento di Lucius. Forse fu per quello che non se ne andò immediatamente, come programmato in precedenza. E mantenendo il suo tono di superiorità, gli rispose

 

“Se sto leggendo in proposito, significa che mi interessa, non credi?”
“Ah... già.”

 

Silenzio imbarazzante.

 

“Ehm... –riprese Sirius, ancor più arrossito- hai sentito del ballo?”
“Ho letto il manifesto poco fa.”
“Ehm... sì... io mi chiedevo se tu...”
“Se ci vado col mostro della laguna, o con un’arpia? Questa è vecchissima, Black.”

 

Il ragazzo, già nervoso di suo, cominciò anche ad arrabbiarsi. Perchè lo stava trattando così? Non aveva fatto nulla! Certo... non poteva pretendere che dimenticasse subito tutti i loro screzi, ma un po’ d’educazione, che diamine!

 

“Non volevo dire questo!”
“Strano, me lo ripeti ogni anno.”
“E tu ogni anno ti sei presentato con Avery.”
“Da amici!”
“Non lo metto in dubbio.”
“Visto che volevi insultamri?”
“Non intendevo perchè non gli puoi piacere!!”
“E cosa intendevi?”
“Era per dire!!”
“Per dire cosa??”
“Perdirechevorreichecivenissiconmequest’anno!!”

 

Silenzio imbarazzante.

 

“Black...”
“...”
“Ho capito solo ‘anno’.”

 

Sirius sentì che sarebbe caduto per terra da un momento all’altro. Ma quanto era stupido questo ragazzo?? Uno che ti parla del ballo, ridotto ad una massa balbettante e vergognosa non può che volerti chiedere di andarci con lui! Un po’ di aiuto per favore! Doveva farlo prima che lo avesse fatto James o Malfoy, o non avrebbe avuto speranza a loro confronto!

 

“Io... oh, insomma ma quanto sai essere ottuso??”
“Ottuso io?? Ma cosa sei, scemo??”
“Sicuramente sì, visto che sto qui ora!”
“Nessuno ti sta obbligando a restare, anzi!”
“Insomma!! Qualcuno ti ha invitato??!”
“Invitato dove??”
“Al ballo, testina di rapa!!”
“A te che te ne frega, brutto celebroleso??”
“Celebro... cosa?”
“Ignorante, maleducato, e impiccione, anche!!”
“Non te l’ho chiesto per fare dei pettegolezzi!”
“Chissà perchè stento a crederlo!!”
“Ho un motivo, tu piccola peste che non sei altro!”
“Non riesco a pensarne neanche una che sia salutare per me! Quindi non te lo dirò!”
“Non voglio che ci vai con qualcuno!”
“E questo che dovrebbe significare??”

 

Sirius restò muto per un po’, cercando di sbollire la rabbia. Ma era veramente così maledettamente ottuso, o faceva finta per umiliarlo??

 

“Se ti aspetti che lo dica chiaramente solo per farmi insultare, allora stai fresco!!”
“Dirmi cosa, Black?? Sei impazzito, o hai preso qualcosa di illegale??”
“Grrr!!! Ma quante volte lo hai pestato il cervello per ottenere questo risultato??!”
“Pensa per te, che tu nel cervello c’hai un omino dalla pettinatura afro che fuma canne e ascolta Bob Marley!!”
“Nel tuo invece c’è Salazar Serpeverde che fa a pugni con se stesso! Fai pace col cervello!”
“Salazar mentre fa a pugni, si inchiappetta Godric Grifondoro, però!”
“Come ti permetti di dire una cosa simile?? Sei un piccolo maledetto stupido... cucciolo down!”
“Devi proprio essere una scimmia per poter fare un commento del genere, c’è chi ne soffre davvero!”
“Eh, bè, perchè tu ci scherzi!”
“Vaffanchiappola, Black!!”
“Oooh, ma come mi è venuta un’idea così stupida!!” disse con un gesto esasperato.
“Idea? Che idea? Hai mai idee tu?”
“Sì, ma tutte stupide, come quella di invitarti al ballo con me!!”
“allo ballo ci vai con tua sor.....”

 

Quando finalmente il vampiro registrò la frase detta dal Grifondoro, ma soprattutto ne capì il significato, ammutolì del tutto.

 

“Che... che hai detto?????”
“Che voglio che vieni al ballo con me! Non con Avery, non con Malfoy, ma soprattutto non con James!! Con me!!”
“Io... tu stai scherzando!!”
“Ti piacerebbe...!”
“Non dirlo con quel tono, brutto stupido!!”
“E tu non reagire come se stesse per crollare il mondo!”
“Ma sta per accadere!! Non posso crederci! Come ti viene in mente di dire una schifezza del genere??”
“Ti viene eccome, quando il tuo migliore amico ci sta provando con la persona che ami segretamente da tre anni!!”
“Ma che dici?? Non ti sto seguendo più, Black!!”
“Dico che ti voglio bene, e che non voglio che accetti la proposta di James!!”
“La... ma di che proposta parli??”
“Oggi, a DADA! Non mentire, ti ha lanciato un biglietto!”
“Bravo genio, c’era scritto ‘voltati e salutami’ su quel biglietto!!”
“Ma... no, non è possibile! Lui ha detto... e poi tu gli hai risposto!!”
“Gli ho risposto che era pazzo!!”

 

Sirius stette qualche minuto a rifelttere, e poi anche al suo omino alla Bob Marley, apparirono chiari come l’acqua i piani orrorifici dell’amico, che sicuramente i cazzacci suoi non sapeva farsi, ma lo aveva manovrato fino a fargli fare qualcosa che lui non avrebbe mai fatto per conto suo... il maledetto! A stare a contatto con i Serpeverde, ne aveva acquisito qualche qualità... ed ora era senza parole.

 

“Io... lui non stava... ma allora non gli piaci sul serio!!”
“Black... di tutti gli scherzi che abbiate mai progettato, questo è il più nauseante, davvero!”
“Non era uno scherzo!! Non farmi più bestia di quella che sono!”
“Ma come potrei? Sei così bestia già per conto tuo!”
“Stiamo diventando monotoni ed infantili! Io non mi tiro indietro! Ormai l’ho detto, e non lo ritirerò!”
“Ma ti rendi conto di quello che stai dicendo??”
“Certo!”
“...”
“Allora?”
“Allora cosa?”
“Accetti?”
“NO!!! Ed  anche se tu non stessi scherzando, io non accetterei comunque, perchè sei la persona più marcia che conosca!!”
“M... marcia?”

 

“Si, Black! Sei marcio, non hai rispetto, o educazione, sei stupido, e codardo! Se potessi ti defenestrerei conle mie mani, ma poi mi toglierebbero punti per aver lottato come un babbano! E per quanto riguarda il futuro, non provare mai più nemmeno ad avvicinarti a me, o giuro che stavolta ti faccio fuori, Black!! Lo giuro su Merlino!”

 

Conclusa la sua sfuriata, il moretto si allontanò, questo finchè non si sentì afferrare, e fu costretto a voltarsi. Perse il secondo, ma dopo un po’ prese nota delle labbra schiacciate contro le sue, e del viso del Grifondoro così vicino al suo.

 

SCIAFF!!

 

Black, completamente rosso in viso, e non solo a causa del ceffone immenso che aveva appena ricevuto, aveva un’espressione stupita, e triste. Nonappena posò lo sguardo sul Serpeverde che fino a un secondo prima stava baciando, riuscì a scorgere solo rabbia sul suo viso.

 

E poi il vampiro se ne andò senza più degnarlo nemmeno di uno sguardo o una parola. Era decisamente stato sconfitto su tutti i fronti. E quel che era peggio era che si rendeva perfettamente conto di essersi preparato da solo quel piatto amaro. Sentì le labbra contrarsi, ed i pugni stringersi. Si allontanò nell’altra direzione, con le lacrime agli occhi.

 

Il Serpeverde, invece si allontanava sempre più verso la sala comune. Trovava semplicemente vomitevole l’idea di essere stato baciato senza il suo permesso. Possibile che la gente non si stancasse mai di approfittarsi di lui, e raccontargli bugie? Che aveva fatto di male per essere trattato così?

 

Cominciava a pensare di essere molto più felice quando veniva preso in giro per il suo aspetto, piuttosto che ora! Si sentiva nervoso, odiava l’amore, era colpa sua se gli era stato strappato via tutto quanto in quel modo! Ma perchè la cosa che riusciva a riempire tutti di gioia doveva fargli una cosa simile? Forse era colpa sua se l’amore quando veniva rivolto verso di lui prendeva forma di violenza...?

 

Lucius... solo Lucius non si era mai approfittato di lui... e pensare che lui lo aveva sempre trattato così male... e lui invece era sempre rimasto lì al suo fianco per qualsiasi cosa. Ma perchè dovrebbe continuare a respingerlo in fondo...?

 

Ora aveva voglia solo di vedere Lucius e di... di abbracciarlo fortissimo, e dirgli che aveva cambiato idea, che potevano stare insieme. Perchè lui non era assolutamente come gli altri! Ormai la decisione era presa. Cominciò a correre, ma appena entrò nella sala comune, vide uno spettacolo orrendo.

 

Bellatrix Black, seduta a cavalcioni su Lucius, e si stavano baciando alquanto appassionatamente. Questa si chiamava una batosta... uscì di nuovo, silenziosamente, non potendo reggere lo spettacolo.

 

“Hei!! Ma che diamine stai facendo, Bella??” Chiese Lucius, scrollandosela di dosso.
“Uffa, stavo solo scherzando, tesoruccio... che sarà mai?”
“Non scherzare così!! Ma Severus ancora non ritorna?”
“Non ci posso credere che pensi a Sev anche mentre ti bacio!”
“Non ti ho chiesto io di baciarmi!”
“Fottiti, Malfoy!”

 

Rispose Bellatrix, alzando il medio al biondo ed allontanandosi a ‘scherzare’ con qualcun altro.

 

*Ma come mi è saltato in mente di chiedergli di venire al ballo..... come posso essere così sfigato da innamorarmi proprio di quello là... che vita grama...*

 

Pensò tristemente Sirius seduto su una scalinata, mentre si fissava le dita. Aveva appena smesso di piangere un po’ per il nervosismo, un po’ per l’amara delusione. Tirò virilmente su col naso.

 

Qualcuno gli si avvicinò, e gli porse un fazzoletto di carta. Il Grifondoro lo guardò, e lo prese, poi ci si soffiò il naso.

 

“Dai, dimmi quanto sono stupido.” Disse poi il povero rifiutato.
“Sei stupido.”
“Grazie.”
“Però almeno ti sei scoperto. Eri sincero?”
“Come avrei potuto scherzare su una cosa simile...?”
“...”
“...”
“Voglio crederti.”
“Eh... tante grazie della fiducia... sono commosso, Piton.”
“Credo che verrò al ballo con te.”

 

Il ragazzo si voltò a guardalo di scatto. Teneva gli occih bassi.

 

“Stai scherzando.”
“Per niente.”
“Non ci credo.”
“Ah, ma se l’atteggiamento è questo, io me ne vado!”

 

Esclamò il Serpeverde, alzandosi per andarsene, ma il Grifondoro scattò in piedi, e lo trattenne

 

“Nonononono!! Non andare...”
“...va bene...”

 

Sirius cercò ancora lo sguardo del Serpeverde, ma non riuscì ad incontrarlo. Gli prese il mento tra il pollice e l’indice, e gli fece sollevare il viso.

 

“Hai pianto.”
“Anche tu.”

 

Il Grifondoro annuì.

 

“Allora... hai accettato...?”
“Te l’ho già detto, mi sembra!”
“Sì, sì. Ed ogni promessa è debito!”
“Ma guarda da chi mi sto facendo fare la morale!”
“Io ho sempre rispettato le promesse!”
“Immagino...”
“Ed ora ti prometto che non ho intenzione di farti soffrire.”

 

Il moretto sentì ancora le lacrime che insistevano per uscire, ma quando fece per abbassare di nuovo lo sguardo, l’altro non glielo permise.

 

“Lo so già che stai piangendo... non devi vergognartene con me.”

“Si dice sempre così...” Rispose con voce tremante.
“Stavolta puoi fidarti.”
“...”

 

Sirius gli sorrise, e col police gli asciugò una lacrima.

 

“Maledetto, ora non farti strane idee!!” Si arrabbiò il vampiro.
“Io?? Ma per chi mi hai preso??”
“Per uno che ci ha messo tre anni a dichiararsi! Sei un perdente!”
“Ma come ti permetti??”
“Se non fosse vero, non ti scaleresti tanto!!”
“Non hai ragione per niente! È solo il mio carattere!”
“Merlino, che carattere del cavolo, hai...!!”
“Pensa al tuo, che non ti si può avvicinare nessuno!!!”
“Solo i deboli e gli stupidi hanno un carattere come il tuo!”
“Stai dicendo che sono debole e stupido??”
“Precisamente!!”
“Maledetta miniatura di un Serpeverde! Io... posso baciarti?”
“Ehm... io penso... che non sia ancora il momento.”

“Allora... va bene. Io spero solo che... un giorno prima o poi riuscirai a fidarti di me.”

 

Severus alzò lo sguardo sul Grifondoro, indeciso su cosa rispondergli, infine decise che non servivano parole o consolazioni, perchè effettivamente il problema era uno di fiducia... e chissà se un giorno, davvero... prima o poi sarebbe riuscito a fidarsi di qualcuno. Comunque aveva deciso di provarci... forse non sarebbe accaduto con Sirius, o con Lucius... ma sperava sinceramente che qualcuno sarebbe riuscito a salvarlo. Che avrebbe insistito a bussare alle porte del suo cuore e sarebbe riuscito a farsi aprire.

 

Come aveva fatto il suo Sire... ma chissà perchè ora il suo ricordo sembrava così lontano... eppure abbastanza vicino da impedirgli ancora di tradirlo, e tentare di costruirsi il suo spazio senza di lui. Abbassò lo sguardo, ancora senza ribattere nulla. Ma Sirius capì che qualcosa c’era che non andava, che ancora li divideva. Anche lui abbassò allora lo sguardo, ma prese la mano del Serpeverde di fronte a lui, e si sforzò di sorridergli. Il suo errore era quello di pensare fosse Lucius il muro che li divideva.

 

E comunque, bene o male, ora Severus era con lui. Certo, avevano molti muri da abbattere, ma lui, Sirius, ci avrebbe provao fino in fondo.

 

NEL FRATTEMPO, IN UN LUOGO IGNOTO:

 

“Uff... mi sembra che ho somprato tutto! Grazie, signor Marvin! Arrivederci!”
“Ciao, Linda! Ma... non tornerai mica a casa da sola, vero? Con quello che sta succedendo ultimamente?”
“Oh, andiamo! Cosa può succedere ad una ragazza perfettamente normale come me?”
“Si, ma quegli strani omicidi...”
“Tutto ok, tutto ok. I giornali dicevano un paesino fuori Londra, no? E mi sembra che non è il nostro caso.”
“Hai ragione... buona notte!”
“Anche a lei!”

 

Linda, 26 anni. La ragazza più normale del mondo, e che se ne vanta, anche.

 

“Psssssst!”
“Mh? Chi c’è?”

 

Silenzio più assoluto.

 

“Strano... avrei giurato di aver sentito un bisbiglìo...”
“Hei, signorina!”
“Ci conosciamo per caso?”
“No. Non credo...”
“Cosa vuole allora?”

 

Uno scintillio nel buio. Quell’uomo aveva brandito un coltello.

 

“Voglio farti male!”

 

Linda lanciò un grido, e scappò a gambe levate, cercando di seminarlo. Si avventurò in un vicolo.

 

*Corri, Linda, corri! Devi chiamare la polizia! Ancora un piccolo sf... ah!*

 

La ragazza inciampò, e cadde rovinosamente per terra.

 

“Oh, ma che carina! Vedo che ti sei fermata per aspettarmi!”
“No! Va viaa!!”

 

Da terra raccolse qualcosa che non riconobbe, e la lanciò all’uomo, colpendolo a sorpresa proprio sulla faccia, poi continuò a scappare, mentre l’uomo imprecava perl ‘essere stato ferito, ricominciò a correrle dietro, minacciandola con parole oscene. Ma ormai era arrivata alla strada. Ed in lontananza vide un autobus che arrivava. Si mise a gridare.

 

“Stop! Per pietà ferma!!! Fermatevi!!”

 

L’autista arrestò il bus, e la ragazza salì più in fretta che poteva.

 

“Riparta immediatamente la prego! Sono inseguita da un maniaco! Presto, poi le spiegherò!”

 

Il mezzo ripartì immediatamente. Era salva, ce l’aveva fatta. Guardò il percorso dell’autobus, e vide proprio lui. L’uomo che l’aveva inseguita poco prima.

 

“Eccolo! –gridò all’autista- è lui, lui! Il maniaco!”
“Ah, si? –rispose tranquillo il conducente- stai a vedere, ora!”

 

Detto questo, all’improvviso accellerò, fino ad investirlo.

 

“AH AH AH AH AH AH AH!!”
Ma cosa fa? È impazzito?? Si Fermi immediatamente!!”

 

L’uomo si voltò, il suo volto era nascosto da una maschera di legno, bianca, sorridente, con due piccole cornine sulla fronte.

 

“Tra poco.” Le disse.

 

*Non ci posso credere, no! È lui, l’assassino della maschera! Quello di cui parlavano i giornali! No, non può essere ver, io sto sognando! Io sono una ragazza normale e tranquilla, non può succedere proprio a me!!*

 

E pensando questo, col vlto stravolto dal terrore, percorse l’autobus in cerca di una via d’uscita, poi vide un uomo seduto in uno dei posti, pareva addormentato.

 

“S-signore, la prego mi aiuti! Si svegli!”

 

Ma appena lo toccò per squoterlo dal suo sonno, si rese conto che era morto, la gola tagliata da parte a parte, era in un lago di sangue. Lanciò un altro grido, che attirò il conducente, facendolo voltare.

 

“Ah! Quello era l’autista, l’ho ucciso io. Ero appena partito in cerca di passeggeri, quand’ecco che capiti tu!”

 

Una brusca sterzata, e dun’altrettanto brusca frenata.

 

“Capolinea!” Esclamò, soddisfatto della serata.

 

*No! Devo uscire da qui! Il vetro! Devo sfondarlo!!*

 

Pensò, e corse in direzione della coda del mezzo, ma non fece neppure in tempo ad arrivarci, l’assassino la trattenne, afferrandola per i capelli. La ragazza gridò ancora una volta.

 

“Ma dove vai!! Vorresti andartene proprio ora che comincia il divertimento? –esclamò, con tono cordiale e divertito.- sai, non c’è niente di più allegro... – in un secondo, senza esitazione, le taglia la gola.- del sangue che sprizza!”

 

Ed in effetti il sangue sprizzò in abbondanza, andando a macchiare allegramente il vetro posteriore del mezzo rubato, e... sarà solo un’impressione, ma il sangue sembrò formare per un secondo la forma della maschera, per poi gocciolare, e sformarsi. Una risata riecheggiò entusiasta, ma si potevano distinguere chiaramente due voci che ridevano, nonostante l’uomo fosse ormai l’unico vivo sull’autobus.

 

 

 

 

FINE CAPITOLO

 

 

La canzone riportata all’inizio del capitolo è “Dove ti porta il cuore” degli O.R.O.

Grazie mille dell’interesse! Recensite in tanti, mi raccomando!!

 

 

XxX.Lexxy.XxX

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Capitolo 14
*** A me piacciono gli orsetti scavatori!! ***


IMPORTANTE

IMPORTANTE!!!

Mi stavo semplicemente domandando se x caso vi sono utili le canzoni scritte all’inizio del cap... qualcuno di voi ha provato curiosità e vi ha spinto ad ascoltarle? Vi sono piaciute?! È importante! Scrivetemelo in recensione! Un bacio a tutti, ciao!

 

 

 

Se tutto va come non dovrebbe,
se ti passa addosso e non ti lascia niente.
Se non senti in testa uno stimolo
e sulla schiena non ti scorre alcun brivido,
cercalo facendo a pugni con la vita,
stringilo forte come una ferita,
piantalo e metti acqua ogni notte,
poi raccogline il frutto!

Tutto passa e poi, tranne quel che resta,
quel che resta a noi è volontà e basta.
Di non fermarsi, non accontentarsi,
migliorarsi sempre e sempre andare avanti.
Non ti lascia no che non ti lascia
in questa vita che a volte sai ti flasha,
che se crasha riaccendi all'istante,
la voglia di amarti è la cosa importante.

 E non ti lascia e no che non mi lascia,
in questa vita che a volte sai ti flasha.
E' un'anagramma che a volte si rovescia,
vita ti va di scorrere un pò liscia.
Striscia via l'angoscia che ho in testa,
e resta la scia sull'asfalto in pista.

Cambio corsia poi spingo il motore,
accendo la spia della turbo iniezione.
Accelerazione mò vado a cannone,
e tutto lo stress qui va in combustione.
S.O.S. esco fuori dalla massa,
certo che lotto ogni giorno che passa.  

E non so quanto davvero sceglieremo,
ad ogni bivio il sentiero più vero.
Io sempre vero anche quando non posso,
amo e poi odio ogni giorno che passa.
Quello che passa è fermo qui davanti,
pieno di ricordi sempre più stanchi.
Come salvagente un amore per sempre,
ti tiene a galla e non ti chiede niente.

 

Tutto passa tranne ciò che resta,
quel che resta è volontà e basta.
Non ti lascia mai.


 

 

 

Per prima cosa chiedo scusa se ci ho messo molto a scrivere questi ultimi capitolo, ma come si dice, le disgrazie non vengono mai sole... ho avuto un mukkio di problemi, la maggior parte dei quali è di autostima...  Volevo solo dire a Palanmelen che mi dispiace davvero che non sopporti il sangue... comunque anche in questo capitolo ce na sarà un po’... ma fatti coraggio, si tratta solo di qualche rigo di cruenza, poi tutto filerà liscio... o quasi... per farmi perdonare, alla fine del capitolo ci sarà anche una sorpresa per te! Ciao, sei un tesoro a recensire così accuratamente i cap!! Poi per Selvy tante grazie anke a te per le tue recensioni!! Ti adoro anke a te, ciao! Poi agli altri... RECENSITE!!! Grazie... ;)

 

Mercoledì 24 Settembre,

Orario di Martedì:
1)      Trasfigurazione
2)      Trasfigurazione
3)      DADA
4)      DADA
5)      Divinazione/Aritmanzia
6)      Divinazione/Aritmanzia
7)      Erbologia
8)      Erbologia

 

TERZA ORA DI DADA:

“Chissà come mai il professore è in ritardo, oggi...” Disse Lucius strascicato come al solito.
“...”
“Hei, non mi parli...?”
“Mh? No, no... mi stavo anticipando un po’ di compiti.”
“Li fai oggi pomeriggio, no? Parla un po’ con me! È da un po’ che sei proprio strano!”
“Strano? Mh... ma come cavolo si risolve questo coso...?”
“Lo vedi? Mi ignori!”
“Mh? Mi è sembrato di sentire una voce...”
“Ah ah ah! Molto divertente! Allora... dimmi cosa ti ho fatto stavolta.”
“Perchè pensi che ce l’abbia con te? Non è vero! Solo che sto cercando di studiare!”
“Capito... allora starò zitto... umpf!”

Disse Lucius alzando il naso in aria, in segno di superiorità. Il suo amico sedutogli vicino intanto stava cercando di risolvere una complicata tabella di Aritmanzia... questo fin quando non sentì le familiari ed utili voci di Lestrange e Rosier dietro di lui.

“Hei, leggi qua, Rod! Dice che l’assassino di Hogsmeade ha colpito ancora!”
“Ah, si? E dove?”
“A Londra! Ha allargato il suo raggio d’azione, il bastardo assassino!”
“Avrebbe potuto andare ovunque in un batter d’occhio, materializzandocisi. È una causa persa trovarlo...”

“Ma leggi un po’ cosa ha creato! Pare abbia rubato un autobus babbano, che abbia poi ammazzato il conducente, poi un altro signore, che comunque pare fosse un babbano maniaco sessuale, ed anche una ragazza di poco più di vent’anni! Tutto in una notte! Ma è orribile!”

“Tutti sgozzati?”
“Già... come tacchini. Se sapessi chi è giuro che lo ammazzerei con le mie mani!”
“Ancora niente sospetti, naturalmente...?”

“Pare che un sospetto lo hanno. L’amante della moglie della prima vittima... mh... dice che probabilmente lo hanno ucciso per i soldi dell’eredità. Pare che il signor morto avesse stipulato il suo contratto di matrimonio con annullamento immediato se la sua signora lo avesse mai tradito.”

“E questo ha senso... ma gli altri omicidi un po’ meno!”
“Si vede che poi il bastardo ci ha preso gusto!”
“Ma è comunque strano ammazzare senza movente! Il primo omicidio almeno ne avrebbe avuto uno!”
“Quel mostro ha ammazzato Kobra! Che movente avrebbe avuto per fare ciò, se non un puro, macabro gusto!”
“Ehm... scusate?” La voce di Severus li interruppe.
“Potrei avere un attimo il giornale, per favore?” disse Rosier anticipandolo.
“Per favore...” Confermò gentilmente il vampiro.
“Come potremmo dirti di no?”

Risposero sempre in coro i due amici, poi si guardarono negli occhi, stupiti della loro ‘unione mentale’ e, mentre Severus leggeva il giornale, si misero a fare flick-flock col mignolo.

“Qualcosa di interessante?” Gli chiese Lucius.
“Mh? Pare che l’assassino abbia colpito di nuovo.”
“E questo sarebbe più interessante di me? Umpf! Comunque... qualcuno che conosci?”
“No... pare che stia colpendo completamente a caso... anche Kobra è stato una vittima casuale. Peccato non ricordi com’è andata...”
“Umpf! Spirito molesto...! L’unica cosa utile che avrebbe da dire se l’è scordata! Ma come si fa, dico io, a non ricordarsi quando si muore!”
“Lu, te lo dirò per l’ultima volta... non parlare male di un povero morto!”
“Povero morto? Te lo ha detto anche lui che sta benissimo!”
“Per quanto bene potrebbe stare un morto...”
“Oh, andiamo Sev! Non merita la tua compassione! Ti senti solo in colpa per averlo respinto! Anche lui ha detto che non-è-colpa-tua!”
“E che altro avrebbe dovuto dirmi, scusa?? Comunque, chiudiamola qui, ok?”

La frase che Lucius odiava di più al mondo... ‘chiudiamola qui, ok?’ una vena di collera gli si gonfiò sulla fronte. Severus chiese:

“Lu, sai quand’è il prossimo week-end ad Hogsmeade?”
“No, perchè? Comunque credo il dieci, o l’undici...”
“Cavolo, è lontano...”
“Che fretta hai...?”
“Credo sia venuto il momento di parlare un po’ con la vedova allegra...”
“E tu credi che parlerà con dei semplici studenti di Hogwarts?”
“Anche se non lo facesse, non potrebbe nascondere i suoi pensieri.”
“Sev... tu non hai ancora imparato a leggere la mente umana... sai solo aprirla all’esterno, e chiuderla.”
“So anche comunicare agli animali!”
“E comunicare con gli animali...” aggiunse Lucius per accontentarlo.
“Lo so benissimo, Lu... il fenomeno con la mente sei tu...!”
“No, no, no, no! Vacci tu!”
“Ti preeeego!!”

Chiese Severus, sfoderando uno sguardo talmente dolce che Lucius guardandolo, si morse la lingua, ed arrossì d’imbarazzo, messo a confronto col suo punto più debole, dopodichè rispose a mezza voce, senza alzare lo sguardo dalle sua mani

“Va bene...”

Il moro sorrise, e tornò al giornale, ma Lucius non aveva finito.

“Ci verrò ad una condizione.”
“Qualunque cosa!”
“E se ti chiedessi di fare l’amore con me...?”

Lentamente il vampiro abbassò il giornale, e lo guardò ancora dolcemente, disse al biondo

“So che non lo faresti mai...”

Il sorriso del moretto accoltellò il cuore sensibile di Lucius. Scartata l’idea di chiedergli questo.

“Si, è Vero. –mentì il biondo- Ma non dovresti accettare subito.”
“Allora cosa vuoi chiedermi?”
“Voglio che vai al ballo di Halloween. E che ci vieni con me.”

Disse Lucius, indicandosi virilmente il petto... Severus, stupito, si fece rosso... già, il ballo... doveva aspettarselo che prima o poi glielo avrebbe chiesto. L’infame traditore che prima bacia la donna-di-facili-costumi Bellatrix Black, e poi chiede a lui di andare al ballo insieme! Che faccia tosta! Ma non poteva esporsi tanto, visto chi era il SUO accompagnatore... quindi rispose con cautela.

“Lu... mi dispiace, ma ho già promesso di andarci con qualcun altro.”

Niente avrebbe potuto stupire ed innervosire il biondo più di quello. Come poteva questo esserino miniaturizzato accettare un invito di un altra persona?! Non lo sapeva che glielo avrebbe chiesto lui appena letto il manifesto?! Cercò di mantenere la calma.

“Oh. E con chi ci andrai?”
“Non te lo dirò.”
“Ma Sev! Almeno dimmi con chi vai!”
“Assolutamente no! Ma se vuoi ti prometto che balleremo insieme se proprio vuoi, ok?”
“Ma no! È come aspettare gli avanzi di qualcun altro!”
“Ah, così io sarei un avanzo!”
“Non volevo dire questo e lo sai! Digli che verrai con me!”
“Non mancherò alla mia parola!! Vacci con Bellatrix!!”
“Bell... ma che c’entra Bellatrix!”
“Lascia perdere... comunque, io non verrò con te!”
“Allora nemmeno io ti accompagnerò a infastidire una vedova accusata di omicidio!”
“Fai come ti pare, allora!! Mi farò accompagnare da qualcun altro!”
“Quello che ti accompagnerà al ballo, per caso?”
“Perchè no! Almeno lui non ha paura come te!”
“Ah! Allora si tratta di un maschio! –Severus si morse la lingua. – E comunque fai come vuoi, ma il tuo amico può leggere nella mente come me?”
“No, ma io posso, se mi ci impegno! Chi ha bisogno di te! Certo non io!”
“Già... certamente non tu! Tu non hai bisogno di nessuno!”
“Non mi va di litigare ora, ti prego! Possiamo chiuderla qui?”

La stessa vena che si era gonfiata poco prima sulla tempia del biondo, si gonfiò ancora di più, ma per evitare un altro litigio, che sicuramente l’avrebbe fatta esplodere, si sottomise ancora una volta.

“Ok... come vuoi tu.”

Silenzio imbarazzante.

“Ehm... senti, Sev... gli anni scorsi ci sei andato al ballo?”
“Certo... sempre meglio che restare solo nel dormitorio.”
“E con chi ci andasti?”
“Sempre con Avery, tutti gli anni.”
“Strano, non ne sembri contrariato...”
“Perchè tutti gli anni mi prometteva di non dire neanche una parola fuori posto. Allora ci divertivamo sempre tanto.”

Il vampiro sorrise alle immagini dei suoi ricordi, e Lucius vedendolo così si sentiva più nervoso che mai.

“Anche quest’anno ci vai con lui?”
“No, quest’anno no.”
“Allora con chi?”
“Lu, ti ho già detto che non te lo dirò!”

Nel frattempo, due file più in là...

“Allora, Jamie... come procede con Piton? Ha accettato di venire al ballo con te?”
“No, non ancora. Perchè, ti interessa?” Chiese James voltandosi a guardare l’amico al banco dietro il suo.
“Assolutamente no. Specialmente se pensi che non glielo hai mai chiesto!”

La quattrocchia arrossì, ed era solo un’impressione o i suoi capelli si erano spettinati ancora di più, e come dotati di vita propria avevano sobbalzato?

“Ehm... non so di cosa tu stia parlando.”
“Sì che lo sai, manovratore di menti! Dovevi stare a Serpeverde, tu!”
“Manovratore? Non mi dire che hai parlato con Piton!”
“Non solo ci ho parlato! Ma verrà al ballo con me!”
“Ah ah ah! Sono proprio un genio! O ti conosco troppo bene! Dai com’è andata?”
“Ho tirato fuori il mio coraggio da Grifondoro, e gliel’ho chiesto!”
“E lui ha accettato subito? Non ci crederò ne ora ne mai!”
“Non subito. Prima mi ha insultato, è andato via, e poi è tornato, e mi ha detto che accettava!”
“Mh... e dimmi, avete combinato qualcosa?”

Sirius arrossì violentemente.

“MA NO!! PER CHI MI HAI PRESO??”
“Nemmeno un bacetto?”
“Beh... –Il ragazzo si accucciò sul banco, depresso- io gliel’ho chiesto.”
“Oh. E lui?”
“Lui era strano. Indeciso... ha detto che ancora non è pronto. Secondo te che vuol dire?”
“Vuol dire che sta a te farlo diventare pronto!”
“Sì, ma lui ha detto anche che vuole tenerlo nascosto...credo si vergogni di me.”
“Povero piccolo cuore... non è un fatto di vergogna!”
“E allora cos’è, caro il mio genio del crimine?”
“Non vuole aizzarti contro i Serpeverde! Non credo accetterebbero di buon grado di vedere proprio te con uno di loro!”
“Umpf! Non ho mica paura, io!”
“Forse lui ne ha, invece. Sia per sè che per te.”
“Pensi davvero che si preoccupi per me?” Il viso di Sirius si illuminò.
“Certamente! Specialmente per Lucius... credo non la prenderebbe bene se sapesse.”
“Tsk! Come se avessi paura di Capitan Perossido, lì...!”
“Non dimenticare però che lui ha sentito appena uno schiantesimo! Ci ha fatto il culo a strisce!”
“Ci aveva solo preso di sorpresa!”
“Io non la vedo così.”

“Ehm, ragazzi... –Remus- non per qualcosa... ma non credo sia una buona idea che Sirius vada al ballo con Piton!”
“Oh, bella... –esclamò il diretto interessato guardando il compagno di banco.-e perchè?”
“Che io sappia ci sono due Serpevere che gli vanno dietro! Come ha detto anche James non te la farebbero passare!”
“A me non importa! Anche se dovessi sfidarli da solo! E poi non sono solo!”
“Oh, andiamo Sirius, quale dei nostri compagni di Casa ti asseconderebbe se volessi stare con un Serpeverde!”
“Ah, insomma dovrei rinunciare ai miei sentimenti?!”
“I tuoi sentimenti? Sirius... secondo me ti attira solo perchè lo reputi irragiungibile!”
“Non è vero!!! E poi fammi capire! Se con Severus ci andava James era tutto ok, ma se ci vado io no?!”
“Ehm... n-no, ma James... cioè, tu però... oh, insomma, fà come ti pare!”
“Certo che lo farò!”

James intanto aveva fissato Remus durante tutta la loro discussione, e quando il licantropo se ne accorse, arrossì e prontamente continuò  fare finta di leggere il massiccio libro di DADA. James fece per dire qualcosa, ma il professor Morris entrò proprio in quel momento, e dovette girarsi, e scattare all’impiedi. Diede una gomitata a Peter sedutogli vicino, e lo svegliò. Dopo qualche secondo di confusione anche lui scattò in piedi. Ad un cenno dell’insegnante, tornarono a sedersi.

La lezione, cominciata con mezz’ora di ritardo, alle parole “Bene, ragazzi, vi ho riportato i compiti dell’altra volta!” finì un’ora e mezza dopo, alle parole “Per oggi è tutto, andate pure. Ehm, signor Piton... lei potrebbe aspettare un momento per favore?”

Il cuore del vampiro ebbe un sobbalzo. Rispose il suo assenso con voce un pochino tremante, e terminò di preparare la sua cartella.

“E adesso che c’è...?” Sussurrò allarmato a nessuno in particolare.
“Se è per chiederti del ballo è inutile, sei già impegnato.” Borbottò il biondo.

THU-THUMP! THUMP!

“Ahio! Hei, non si sa mai! Poi dimmi se il prof ti invita, mi raccomando! Io ho fretta mi dispiace, non ti psso aspettare.”
“Vai pure, tanto poi ho due ore di buco. La Vector non c’è.”
“Due ore di buco? Sembra quasi osceno...”

THUMP! TUHMP! THUMP! THUMP!

“Ahia! Ma che avrò mai detto! Ci vediamo dopo allora!”
“Hei, Lu! Ti avverto, guai a te se salti Divinazione!”
“Ma Sev!!”
“Niente da fare!”
“Ok... a fra due ore!” salutò deluso e contrariato.

Quando tutti, incluso il biondo invadente, furono fuori dall’aula e lontani, Severus si avvicinò alla cattedra. Se il professor Morris gli avesse fatto un discorso sui sentimenti come la sua collega di trasfigurazione, Severus era sicuro che la sua testa sarebbe esplosa in mille viscidi pezzi!

“Ehm... di cosa voleva parlarmi, professore?”
“In effetti, signor Piton... ho letto il suo tema sulle creature non-morte.”
“Avevo notato. Forse a causa dei segni rossi e la votazione dietro, non so...”
“Ah, ah! Beh... sono rimasto impressionato. Soprattutto dalla quantità di notizie sui vampiri.”

Severus ripensò al tempo passato con Lucius a scrivere quel tema. Aveva scoperto tantissime cose di sè stesso che non avrebbe mai immaginato! Annuì col capo, e rispose

“Insomma, dov’è il problema? Ho forse sbagliato qualcosa?”
“Niente di sbagliato! Ma... non c’è nulla che dovrebbe dirmi, specie considerando i programmi delle nostre prossime lezioni, che sarebbero molto, molto dannose per qualcuno con un corpo non-morto?”
“Ehm... io non capisco dove vuole arrivare.” Disse con sguardo innocente.
“Sarò diretto. Lei è un vampiro, signor Piton?”
“...”
“Sarà un segreto, glielo giuro. Anche perchè immagino che lei abbia l’autorizzazione del Preside per restare qui.”
“Infatti il preside sa tutto.”
“Allora avevo ragione? Lei è un non-morto?”
“Sì, lo sono...” Si arrese Severus.
“Da quando?”
“Da quest’estate. E lo ha dedotto solo dal tema?”
“No, non solo. Quello è stato il punto di partenza. Poi ho guardato le sue varie pagelle.”
“Non sono sicuro che questo siamolto legale, professore.”
“Neanche non dichiarare la propria natura al Ministero lo è.”
“Insomma, cosa mi ha tradito?”

“Numero uno il tema... poi il tuo aspetto un po’ particolare, poi il modo in cui riesci a... diciamo ad interagire con gli animali nelle lezioni del professor Kettleburn. Cose del tutto nuove per te, in quanto mi si dice che tu hai sempre odiato Cura delle creature magiche, fin dal primo anno...!”

Il moretto ammutolì, e scrutò il suo professore con aria indagatoria, poi l’uomo si alzò, e sorridendo gli mise una mano sulla spalla.

“Non devi preoccuparti. Il tuo segreto è al sicuro con me.”
“La ringrazio. Posso andare adesso?”
“Certo! Solo un’ultima curiosità...”

“Mi dica.”

“Come fa un ragazzino del primo anno a odiare gli orsetti scavatori?!”

“Ha letto anche la valutazione personale?!”

“Eh, sì! Ha un caratteraccio così acido che ne fulminò uno ad Aprile, vero?”

“Lei è un impiccione! Oh! Ma come fa una persona come lei ad essere diventato professore?!”

“Su, su! Quel broncio non le si addice, signor Piton!” Disse il professore ridendo, e dirigendosi verso la porta con le mani in tasca.

“Aspetti un attimo! Ho da dirle una cosa!”

“E che cosa?” Chiese il professore in tono canzonatorio.

“Ma allora cos’erano tutti quei paroloni sulla fiducia poco fà!”

“Di cosa parli? Dai, ripeti: ‘A me piacciono gli orsetti scavatori’ forza, signor Piton!” Lo incitò scherzosamente il prof.

“Ehi!” Piton arrossì furiosamente, e istintivamente tentò di colpirlo con la borsa.

 

Il professor Morris schivò abilmente il colpo, e si mise a ridere, fuggendo dalla classe a gambe levate, inseguito da Severus “Aspetti un po’, lei! Non ho mica finito! Torni indietro!!” Gli gridò dietro il ragazzo, senza però riuscire a raggiungerlo, tanto sapeva correre veloce. Dopo qualche minuto, il vampiro lasciò stare, tornando qui suoi passi per dirigersi in biblioteca.

“Sev!”

Il moretto si voltò a sentirsi chiamare.

“Sirius? Che fai, non hai lezione?”
“La professoressa Patroni ha abbandonato l’aula, ed io sono usciuto di soppiatto.”
“Non si fanno queste cose, accidenti a te!”
“Beh però, mi avevi detto che la tua prof non c’era ed ho pensato che potevamo fare quel tema sui centauri, che ne pensi?”
“Per me è ok. Andiamo in biblioteca, allora.”
“No, ho una fonte migliore.”
“Ovvero?”
“Hagrid, il guardiacaccia. Ha detto che sarebbe stato felice di aiutarci. E poi voglio che tu lo conosca!”
“Cosa? No, Sirius, mi vergogno!”
“Ma di cosa? Ti assicuro che è una persona molto semplice e sincera!”
“Ma non posso fare una cosa del genere! Non lo conosco nemmeno!”
“Se non vi presentate non vi conoscerete mai!”
“Non se ne parla!”
“Dai, ti pregoooooo!”

Severus guardò Sirius negli occhi. Possibile che qualunque cosa dicesse, gli ricordava Lucius? Lentamente annuì col capo. “Allora va bene... andiamo.” Il Grifondoro sorrise a 32 denti, e mentre si avviarono verso la foresta proibita, Sirius chiese

 

“Ma... stavi inseguendo il professor Morris, poco fà?”

“Oh? Beh, sì... il fatto è che... si comporta come tutto fuorchè un professore! Mi è impossibile avere paura di lui!”

“Ah! Ah! Ah! È vero! Ricordi la settimana scorsa, ci ha fatto raccontare le storie dell’orrore?!”

“Già... delle vere cavolate! Non ho avuto paura per niente!”

“Umpf! Non è come se lo ammetteresti mai, comunque...”

“Come dici?!”

“Eh? Chi, io? Nulla, nulla! Andiamo!”

Nel frattempo, nella classe di Divinazione, Lucius stava combattendo con tutte le sue forze per restare sveglio. Di nuovo gli incensi accesi su ogni tavolo gli stavano dando alla testa. La professoressa Patroni si era allontanata per un’improvviso impegno in presidenza, lasciando alla classe il compito di riassumere il capitolo 3 del libro: visioni e fumi, come creare una perfetta trance.

“Ma che cavolo significa ‘sta robaccia??” esclamò Bellatrix, che si concentrava sulle fumose parole del libro.
“Io credo che lascerò Divinazione...” annunciò Lucius.
“Ti capisco, Lu... è inutile e perfino dannosa! Ma come ce la caveremmo con Aritmanzia?”
“Già... ho sentito che è la materia più complicata dopo pozioni.”
“E guarda caso sono entrambe le materie in cui Severus riesce meglio.”
“Che vuoi dire con  questo?”
“Nulla. Merlino mi scampi dal parlare male del povero piccolo cuore.”
“Parlare male... non c’è proprio nulla da dire su di lui...”
“Lu, i tuoi occhi si sono fatti ancora rossi...” Disse Bellatrix più per sviare il discorso, ma Lucius colse l’occasione al volo.
“Lo so... stupido incenso maledetto da Merlino! Spero solo che non crei dipendenza...”
“Credi che la professoressa droghi l’incenso?” Disse la ragazza con un filo di voce.
“Probabile sennò non si spiegherebbe come mai dormo sempre.”
“Oh oh oh oh! Ma questo si spiega benissimo anche senza l’incenso...”
“Ah ah ah! Tante grazie, Bella...”
“Di niente, tesoruccio.”
“Non mi chiamare tesoruccio, dài...”
“Non capisco perchè... comunque se hai proprio sonno, dormi, la prof non c’è!”
“Quasi quasi mi appisolo un secondo...”

Così dicendo il biondo incrociò sul banco braccia, e vi poggiò la testa, con tutta l’intenzione di riposarsi, ma non di perdere i sensi... ma senza nemmeno accorgersene, scivolò in un’altra visione.

*Eh, no! Che cazzo, non di nuovo!!*

Stavolta la visione era differente. Lui non era al di fuori della visione, ma ci si trovava come teletrasportato dentro, senza però poter interagire con l’ambiente che lo circondava. Se non fosse stato per i colori che vedeva, avrebbe giurato di trovarsi in un pensatoio.

Il biondo si guardò intorno. Sembrava una specie di museo, pieno zeppo di strani artefatti come statue, libri, quadri strambi, scritti in lingue strane che non aveva mai sentito. Guardandosi poi alle spalle, vide che un uomo era entrato. Sul viso portava qualcosa come un passamontagna.

Ehi... questa non è una camera, è un museo! Chissà quanti reperti interessanti ci sono!

L’uomo poi si voltò in tutte le firezioni, ma alla fine si voltò verso una maschera appesa ad un muro. Era molto ben intagliata, sembrava un viso vero, era bianca e sulla fronte c’erano due piccole cornine, le sopracciglia nere aggrottate, ed un sorriso maligno.

Quella maschera... è... è bellissima...

Sentì mormorare l’uomo, mentre la scrutava, come rapito. Poi, però la maschera fece una cosa incredibile... le sue labbra intagliate, presero a muoversi, e sentì echeggiare nell’aria le parole

Uuh... grazie del complimento!

Ma che cosa...?

Ho detto grazie, che sei sordo?

No, io sto sognando... una maschera non parla! Una maschera... non può parlare!

Sicurosicurosicuro?

L’ultima frase fu pronunciata dalla maschera con voce sarcastica, per prendere ingiro il poverino, che sembrava spaventato a morte. Poi, un rumore. Qualcuno stava aprendo la porta.

Arriva qualcuno!

Fregatene!

Gli disse la maschera a mo’ di ordine, ed il tizio le ubbidì: non si mosse.

Tu devi solo guardarmi negli occhi... e goderti lo spettacolo!

L’uomo sembrava ipnotizzato dagli occhi cavi della maschera, attraverso il quale non si vedeva che oscurità. D’un tratto, Lucius sentì come una spinta, e la scena cambiò. Sembrava una camera delle torture, una donna era legata su un lastrone di pietra, e due figure mascherate con lo stesso identico pezzo che stava parlando un attimo prima, allora Lucius capì. Quella era lavisione che la maschera aveva mandato all’uomo col passamontagna.

Allora gli fù chiaro che stava assistendo ad una scena del passato, e non del futuro. Ecco perchè non era come se guardasse tutto dal di fuori.
I due diavoli mascherati, con un coltello stavano aprendo lo stomaco della ragazza nuda ed incatenata, mentre questa urlava, e poi gridò le parole più impensabili...

No... vi prego... non smettete!

La ragazza sorrise ai suoi torturatori, ed il suo corpo si contorceva in estasi, mentre continuava

Voglio sentire la carne che urla... che vive! Sì... non esistono le anime... l’unica, suprema verità è il demone che nascondiamo sotto la pelle!

Uno dei dei diavoli mascherati le si avvicinò, ed infilò le sue lunghe unghia sul lato della faccia della ragazza, che lanciò un’altro grido estatico, ma poi la creatura con uno strattone secco, strappò letteralmente via il viso della ragazza, sotto il quale, si vide, c’era un’altra maschera come la loro.

La visione terminò con un coro di grasse risa agghiaccianti. Tornarono di nuovo nella stanza-museo. L’uomo che aveva assistito a quell’allucinazione, lanciò un grido, indietreggiando, poi si coprì il viso con una mano e borbottò con voce tormentata

Un’allucinazione... sì, è questo! Ho solo avuto un’allucinazione!

Affermazione presto smentita dalla tagliente voce della lignea maschera sulla parete davanti a lui.

Ma quale allucinazione! È stata un’immagine! Un’immagine dell’inferno! E ti è piaciuta, vero? Sù, che aspetti a toglierti quel ridicolo passamontagna e ad indossarmi? Io posso farti provare delle sensazioni incredibili!

S-sì...

Fece l’uomo, sempre come sotto ipnosi, e si tolse il cappuccio. Lucius non riuscì comunque a vedere il suo volto. Con le mani guantate, afferrò la maschera da dove era, e la indossò senza indugio.

Ehi, tu! Molla subito quella maschera, o te ne pentirai!

Uccidilo! Uccidilo! Uccidilo!

L’uomo ora mascherato, prese un coltello esposto lì vicino, e prese ad avanzare verso il mago, che nonostante brandisse la sua bacchetta magica, aveva la mano tremante. Doveva essere un codardo di prima categoria! Lanciò un incantesimo, ma l’uomo lo evitò facilmente, visto che aveva addirittura sbagliato mira, e gli piombò addosso, piantandogli il coltello dritto dritto nel petto.

Immediatamente, tutto si riempì di sangue. Due voci si cimentarono in due grasse risate perfettamente in stereofonia.

La visione finì lì. Ed ecco che il vampiro si trovava di nuovo nella classe di Divinazione, appena sveglio. Lentamente sbadigliò, si sollevò dal banco, stirò le braccia lungo la tavola, e pensò.

*Beh, almeno stavolta la visione mi sembrava più che chiara! E poi non era così deprimente come le altre! Sì, in fondo non credo che lascerò Divinazione! * E sorrise.

Intanto due ragazzi stavano attraversando il vasto parco di Hogwarts, tutti infagottati contro il freddo delll’inverno appena giunto.

“Ecco, quella là è la casa di Hagrid.”
“Io direi piuttosto, è la sua capanna...”
“Da fuori non sembra, ma è calda e confortevole.”
“Permettimi di avere i miei dubbi!”
“Ti ricrederai, vedrai! Oh! Ecco Hagrid e Thor!”

Disse, e si mise a sbracciare verso il mezzo-gigante per farsi vedere. Poi il Grifondoro fece per continuare la sua avanzata, ma sentì il suo ragazzo tirargli la manica del giaccone. Secondo Sirius, questo fu un gesto molto tenero! Si voltò, e vide la sua espressione corrucciata.

“Che c’è?”
“Sirius, non mi avevi detto che aveva un cane!”
“Non mi avevi detto che avevi paura dei cani!”
“Non ho paura dei cani!! Solo che non li sopporto!”
“Ma dai! Cosa può farti? Al massimo ti da una leccatina!”
“E poi mi immagina al forno con due peperoni e cinque patate!”
“Ma che dici! Thor è un giocherellone, non ti manfìgerebbe mai... credo! Andiamo!”

Il ragazzo lo spinse avanti, ed incontrarono Hagrid.

“Hagrid!! Come va?”
“Benissimo, grazie! Ma non dovreste stare a studiare, voialtri?”
“No, siamo liberi!”
“Ah, avete la Vector, eh! Poverina, brutta influenza s’è buscata quest’anno! E te la piglierai pure tu se vai in giro vestito così, con sto freddo!”

Disse il mezzo gigante guardando Severus, che al contrario di Sirius non aveva abbottonato il mantello, ed era privo di sciarpa e guanti. Poi quando il vampiro diede al guardiacaccia la sua attenzione, l’omone gli disse gentile

“Vai dentro che non ci fa tanto freddo. Tra un po’ arrivo e vi faccio un tè.”

Il ragazzo si avviò verso la capanna senza dire una parola, ma si bloccò davanti al cagnone di Hagrid, Thor.

“Gliel’ho detto, di vestirsi! Ma non mi dà mai retta! Ogni cosa deve fare il contrario di quello che gli dico!”
“Capisco. Succede di litigare per le scemenze quando si vuole bene!”
“Eh eh eh! In fondo questo è il bello!”
“Dai, allora andate dentro che tra un po’ vengo anche io!”
“D’accordo! Sev, andiamo dentro! Sev...?”

Il Grifondoro vide che il Serpeverde stava fissando intento gli occhi di Thor, che invece lo ricambiava col suo stesso sguardo scemo di sempre, respirando con la lingua di fuori. Era una visione da ridere a crepapelle.

“Ma dai, Sev! Ti ho detto che non ti fa niente!”
“Non è vero! –esclamò- sono sicuro che mi sta immaginando legato e con una mela in bocca!”
“Piccoletto come sei, non ci farebbe nemmeno lo spuntino!”
“Piccoletto a chi??”
“Non era un’offesa! Si dice che i piccoletti si manovrano meglio!”
“Si manovrano...? In che senso?”
“Meglio che non te lo dica sennò mi picchieresti a sangue! Entriamo!”

E così dicendo, se lo trascinò dentro, dove si sedettero davanti al fuoco.

“Sev, vieni più vicino al fuoco, fa un freddo mortale!”
“Non sento così freddo. E poi il fuoco mi provoca disagio.”
“Come mai? Proprio non senti freddo?”
“Ti ho già detto di no.” Sorrise Severus alla preoccupazione dell’amico/suo ragazzo.
“Ho avuto l’impressione che non ti stesse molto simpatico Hagrid, non è vero?”
“No, non è vero! Solo che è impressionante! Non ho mai visto una persona così...”
“Selvaggia? In effetti da quest’impressione... ma è la persona più gentile del mondo, davvero.”
“Ho notato.”
“Sev...?”
“Mh?”
“Posso baciarti?”
“Cosa?? Non adesso!!”
“Eddai!!!”
“No, potrebbe vederci!”
“Hagrid? A parte che è fuori, ma cosa dovrebbe importargli, scusa?”
“E se si lasciasse sfuggire qualcosa con qualcuno?!”
“Se non facevi tutte questi tragedie, avevamo già finito!”
“No!! Allontanati da me!!”
“Uffa, come sei rompipalle!”

THUMP! CRASH!

“Visto che hai fatto? Hai rotto la tazza!!”
“La colpa è interamente tua, maleducato che non sei altro!”
“Emh... reparo... ecco. Come nuova. E comunque non ti sopporto!”
“Allora lasciamoci, il problema non esiste!”
“Esiste eccome! La verità è che sei un mocciosetto che si vergogna a dare un bacio!”

E il Grifondoro scoppiò in una risata maligna, mentre il vampiro cominciava a cacciare fumo dal naso. Poi però sorrise in modo innocente e disse

“E tu, invece caro il mio giglio puro?”
“...”
“Come la mettiamo?”
“Se stai cercando di offendermi, bada che non ci riuscirai! Ormai mi hai già detto di tutto!”
“Sei arrossito!”
“No, è il fuoco!”
“No, sei arrossito!”
“No, assolutamente è il fuoco!”
“Ma ti dico che sei arrossito!!!”
“Io ti dico che mi farò un tatuaggio magico!”
“Cosa?? E con che?”
“In un centro, mica da solo!!”
“E cosa vorresti tatuarti, sentiamo...”
“Pensavo un serpente.”
“Ah ah ah ah!! No, assolutamente! Fatti un grifone, no?!”
“Pensavo sarebbe stato carino se il grifone te lo fossi fatto tu!”
“Io?? No, no, no!”
“Eddai, andiamo ad Hogsmeade fra una ventina di giorni, ce lo possiamo fare!”
“Certo non un grifone!”
“Inventa tu qualcosa, allora!”
“Se proprio insisti... potremmo farci fare una ‘s’ dietro l’orecchio, è certo più discreto di un serpente... dove?”
“Sulla schiena.”
“Ah ah ah ah ah ah ah!!!”
“Cos’è che ti fa ridere?!”
“Il fatto che tu avessi solo potuto pensare che io potessi farmi tatuare una cosa simile!! Sulla schiena, poi...!!”
“Era una cosa carina...” mormorò Sirius, depresso e sconsolato.

I loro discorsi furono poi interrotti dall’entrata in scena di Hagrid, seguito, purtroppo dal suo enorme cane, Thor. Severus e Thor presero a guardarsi in cagnesco l’uno con l’altro.

“Allora, ragazzi, vi siete riscaldati?”
“Sì, grazie, Hagrid!”

“Non mi avete ancora detto perchè siete venuti a trovarmi. Certo –si affrettò a dire mentre bolliva il tè- non è che ci avete bisogno di un motivo, ma con sto freddo dubito che sareste usciti volentieri dal castello.”

“In effetti, avevamo bisogno del tuo aiuto per una ricerca. Ehm... a proposito, non vi siete ancora presentati! Lui è Severus, Hagrid.”
“Ciao, Severus, io sono Rubeus Hagrid, il guardiacaccia.”
“Ehm... –il vampiro era esitante a muoversi dall’angolo che aveva conquistato, per paura che Thor potesse aggredirlo.- sì, lo so...” Sorrise forzatamente.
“Ma non restare spiaccicato laggiù, và vicino al fuoco! Che casata sei?”
“Sono il prefetto di Serpeverde...”
“Ah, è vero, non ci avevo fatto caso.”

Poi, mentre Sirius cominciò a parlare col mezzo gigante, Severus cercava di muoversi il più lentamente possibile per non far innervosireThor, allora mandò al cervello dell’animale un impulso per dirgli che lui era ‘buono’ e che non avrebbe dovuto attaccarlo, ma evidentemente il cane, troppo amichevole, gli saltò addosso ugualmente, intrappolandolo per terra, e cominciando a leccargli la faccia in modo gioioso ed agitando la sua grande coda a destra e a sinistra.

“We! Thor, no!! Giù!! Giù!!!”

Lo richiamò Hagrid, ma alla fine dovette allontanarlo dal povero ragazzo con la forza, e metterlo alla porta. Sirius stava per morire dal ridere, mentre il suo ragazzo si ripuliva il viso dai litri di saliva canina con cui Thor lo aveva quasi affogato.

“Bleah!!!” Fu laprima parola che Severus pronunciò appena riuscì a tirarsi a sedere.
“Ci devi piacere molto, a Thor!” Esclamò poi il gigante allegro, mentre rimetteva in piedi il Serpeverde.

Sirius continuava a ridere irrispettosamente per le disgrazie altrui.

“Mi ha fatto il bagno!” miagolò il vampiro.
“Ovvio... piccolino ci sei, Thor a due zampe è alto il doppio di te!”
“Ah! Grazie mille...” rispose ironico Severus.
“Ma non ti preoccupare di tempo ce ne hai per crescere! Cosa fai, il terzo anno?”
“Il sesto...” lo contraddisse il moretto in tono tetro. Sirius era per terra a forza di ridere.
“Oh! Ehm... beh, è lo stesso, comunque.”
“Voglio sperarlo, visto che sono più piccolo perfino di un cane...”

La teiera cominciò a fumare e fischiare, ed il gigante si mosse a versare il tè nelle tazze. Sirius ancora non si era ripreso. Severus approfittò della momentanea distrazione dell’unico adulto rpesente, e sferrò un calcio a Sirius, che guaì, ma poi fece finta di nulla... aveva quasi smesso, restavano solo alcune scosse di risa di tanto in tanto.

“Grazie, signor Hagrid...”
“Ah, ma non c’è mica bisogno che mi dai del lei, davvero. Chiamami Hagrid.”
“Grazie...”
“Hagrid, a proposito!-esordì Sirius- Avremmo bisogno di una mano per un tema di Cura delle Creature Magiche!”
“Hai la persona giusta davanti a te, allora! Dimmi di cosa avete bisogno!”
“Dobbiamo finire una ricerca sui centauri per Venerdì.”
“Eh eh eh! Sono proprio quello che fa per voi! Qui nella foresta proibita ce ne sono un mucchio!”
“Davvero?! –si meravigliò Severus- allora lei li conosce bene!”
“Certo! E non darmi del lei, t’ho chiesto!”
“Ehm... certo. A-allora magari potrebbe farcene conoscere uno?”

Domandò speranzoso il vampiro, che durante le sue escursioni notturne, non si era mai addentrato abbastanza nella foresta per incontrare qualche centauro. Il gigante però scosse la testa, e disse

“I centauri non sono creature che parlano con gli uomini solo per una ricerca... mi dispiace.”
“Oh... capisco... è un peccato, però.”
“Hei, Hagrid, però, magari... se lo chiedi a Fiorenzo, lui accetterebbe di farsi vedere da Severus!”
“Chi?” domandò il vampiro, un po’ innervosito dal fatto che Sirius ne aveva evidentemente incontrato almeno uno.
“Lui è un centauro, ma non è antipatico come i suoi simili! Allora, Hagrid?”
“Levatevelo dalla testa! I centauri si offendono, non credete che li potete trattare come animali dello zoo. No, non se ne parla.”
“Su, non farti pregare, Hagrid!”
“Non insistere, Sirius, t’ho detto che non è il caso, davvero! Allora, volevate parlare dei centauri?”

I due annuirono, sconfitti, e cominciarono a parlare dei centauri, finchè non venne l’ora di tornare al castello a seguire le ultime due ore di lezione della giornata. Così, mentre Sirius corse fino alla sua classe di Storia della magia, Severus andò direttamente alla serra di Erbologia.

“Oh, Sev! Ma dov’eri sparito?”
“Avery! Stavo scrivendo la mia ricerca sui centauri.”
“Ah... allora lascia perdere che solo a pensare alla mia mi viene il mal di testa!”
“Perchè tu sei ignorante...”
“Grazie mille, ti voglio bene anche io!”
“Dov’è Zabini?”
“Lui aveva da fare... un impegno da Prefetto, dice... tsk! Intanto salta le lezioni... bucio di culo...”
“Avery non mi va di picchiarti... ma ti dirò una cosa: anche tu avresti qualche vantaggio se fossi un Prefetto!”
“Per carità di Merlino! Meglio restare tra i comuni mortali che gemono e sudano sotto il peso della vita!”
“Ma che caspio dici, Avery...”
“Non sono io... è l’Amleto! Chi sarebbe l’ignorante?”
“Ehm... è che cosa...?”
“Una rappresentazione teatrale... babbana.”
“Tutte le nozioni più inutili che uno possa imparare, quelle sono nella tua testa di sicuro!”
“Ah ah ah! Forse hai ragione... senti, allora anche quest’anno andiamo al ballo insieme?”
“Ehm... veramente ho già accettato un altro invito...”
“Lo sapevo... ci vai con Lucius.”
“No, non andrò con lui. Sinceramente speravo che lui ci potesse andare con Narcissa.”
“Ma scusa... se non ci vai con me, ne con Lucius, allora con chi?”
“Stai insinuando che non ho altre alternative...?”
“Assolutamente no! Anzi, ce ne sarebbero tante che non riuscirei mai ad indovinare con chi andrai.”
“Mi dispiace Avery, ma non me la sento ancora di dirlo a nessuno...”
“Oh. Ti sei fidanzato allora...?”
“Beh, sì... no... nel senso... non lo so. Credo di sì, ma sono anche sicuro che non durerà.”
“Allora lascia stare! Dai, vienici con me! Sembrerà così strano andarci con qualcun altro!”
“Sì, è vero... anche per me è lo stesso... –sospirò- ma non mi tirerò indietro.”
“Io ci ho provato... Sev, se questa persona ti farà soffrire... sappi che ci sono io, ok?”

Severus sorrise, poi dalle loro spalle si sentirono dei colpi di tosse. Si voltarono, e alle loro spalle c’era il Prefetto Zabini in persona, con una vena di collera più che leggermente visibile sulla fronte. Avery sembrò ammutolire. Sperava sinceramente che il ragazzo non avesse sentito questo scambio di battute...

“Zabini! Come mai eri via?”
“Nulla di importante... è vero cha ti sei fidanzato con qualcuno?”
“Sì... qualcosa del genere...” Arrossì Severus.
“Oh... entra ora, che la lezione comincerà a breve. Avery vorrei dirti due parole.”

Il prefetto aveva sentito tutto... ora sarebbero stati guai.  E mentre Avery e Zabini si allontanavano dal gruppo per una conversazione privata, un vampiro biondo si dirigeva di corsa verso le serre, e vedendo finalmente la persona che stava cercando, lo chiamò.

“Sev!!!”
“Lu...? Sembri stravolto!”
“Lo sono! Ti ho crecato dappertutto! Ma dov’eri??”
“Ehm... qua fuori. Stavo finendo la ricerca.”
“Vabbè, devo parlarti urgentemente.”
“Ehm... ok...”

Rispose il moretto pregando che non si trattasse di un’altra scenata di gelosia... presero i loro posti nella serra, e cominciarono a parlare.

“Sev... ho visto qualcosa a Divinazione!”
“Oh! Si trattava di questo?”
“Non sembri entusiasta...”
“Ehm.. oh, ma... non è così! Vai avanti! Che hai visto?”

Lucius guardò l’amico attentamente per qualche secondo, notando qualcosa di strano in lui, ma aveva cose più urgenti di cui parlare...

“Ho visto com’è andato il primo omicidio ad Hogsmeade... quando la maschera è stata rubata.” Sussurrò.
“Oh! Allora hai visto chi è stato!”
“No, purtroppo no. Ma sicuramente non è stato l’amante di sua moglie. Era un ladro qualsiasi.”

Il viso del vampiro si illuminò

“Allora basterà dirlo alla vedova, e parlerà con noi! Sono sicuro che siamo gli unici in tutta l’Inghilterra che crediamo alla sua innocenza! Figurarsi se potrebbe ignorarci! Oh, Lu! Sei veramente tempestivo a sognare le cose giuste al momento giusto!”


“Ehm, grazie, ma non posso essere sicurissimo di aver visto giusto.”
“Io ti credo. E quindi credo che l’assassino sia ancora libero di scorrazzare per l’Inghilterra ad ammazzare gente.”

“Sev... volevo dirti anche che nonostante trovi pericoloso ed anche un po’ fuori di testa il tuo giocare a fare l’investigatore... ti accompagnerò a parlare con questa signora. Non mi perdonerei mai se ti accadesse qualche cosa...”

“Lu... –Severus gli sorrise e gli carezzò una guancia- sei un tesoro!”

Il biondo arrossì, e contraccambiò il sorriso. Al tavolo nella fila opposta alla loro, intanto...

“Allora mi assicuri che quella cosa dell’esserci sempre era solo una cosa amichevole?”
“Ma sì! Te lo assicuro! Dovresti saperlo che a me Severus interessa solo come amico! Senno non ti starei a sentire!”
“Mh... forse hai ragione. Sono un po’ paranoico... scusami Avery. Sei un vero amico.” Sorrise il prefetto.

Avery sentì un tuffo al cuore. Si sentiva un verme a mentire così spudoratamente al suo migliore amico, ma che poteva fare? A Zabini poteva dire tutto e facevano di tutto insieme, ma con Severus era diverso... dalla loro discussione sul medaglione, il ragazzo era giunto alla definitiva conclusione che l’amore che credeva di provare non fosse frutto della sua immaginazione. Ma dove avrebbe trovato mai il coraggio di uscire allo scoperto e creare un divario incurabile nel loro anno?

La sua rottura con Zabini avrebbe condotto ad una rottura fra lui ed il prefetto... che avrebbe condotto ad una rottura con lui e Lucius, tra Zabini e Narcissa, quindi anche con Bella, che avrebbe rotto anche con lui... il che evrebbe significato farsi nemico Lestrange, innamorato di Bella, e Rosier migliore amico di Lestrange. Insomma non avrebbe avuto più nemmeno un amico! Avrebbe voluto morire...

 

POMERIGGIO, CAMPO DI QUIDDITCH...  ALLA FINE DELL’ALLENAMENTO DEI SERPEVERDE.

Severus era l’ultimo rimasto sul campo. Odiava l’idea di farsi la doccia insieme alla squadra al gran colpleto... Lucius, al contrario, era andato molto volentieri a scambiare battutine pungenti, e lanci di saponi. Stava tornando al suo dormitorio, quando...

“Piton...?”
“Mh...? Lupin? Che vuoi?”
“Io... beh, veramente...”
“Lupin sbrigati, devo andare a farmi la doccia!”
“Sì, ok. Io credo che Sirius non dovrebbe venire al ballo con te.”

Severus credette di cadere per terra dalla sorpresa, ma restò dritto sulle gambe e rispose

“Te lo ha detto lui?”
“Sì... ma non lo diremo a nessuno, tranquillo. Però non dovete andare insieme al ballo!”
“E perchè mai?”
“Perchè una cosa del genere potrebbe anche scatenare una guerra tra Casate, te ne rendi conto?!”
“Ed è questo che ti preoccupa? O c’è dell’altro?”
“No! Cioè... oh, al diavolo!”
“Ah! Grazie, Lupin!” rispose Severus acido e fece per andarsene.
“N-no, aspetta non ce l’avevo con te!”
“Allora cosa c’è? E vedi di non prendermi in giro!”
“Io... innanzitutto, volevo dirti che hai giocato bene...”
“NON MI INTERESSA!! PERCHE MI HAI FERMATO???”
“Ehm... tel’ho detto non trovo salutare che voi due vi facciate vedere insieme!”
“Lupin ci stai girando intorno!!! Cosa vuoi dirmi??”
“...” Lupin non riusciva a trovare le parole e fissava il moro coi suoi grandi occhi d’ambra.
“Se non hai nulla da dire io me ne vado!”
“Aspetta! Ehm... io... vorrei che Sirius... lui non è innamortao veramente secondo me...”
“...” Stavolta fu Severus ad ammutolire.
“Questo lo hai capito anche tu non è vero? Lo capisco dalla tua reazione!”
“Non sono affari che ti riguardino!!”
“Invece si!!”
“E da quando??”

“Piton... voglio essere completamente onesto... io sono innamorato di Sirius! Quindi... pensaci bene a quello che fai! Credo sarebbe meglio se Sirius avesse un rapporto più stabile e duraturo che una relazione fondata su sentimenti immaginari!!”

Così dicendo si allontanò, lasciando il vampiro a riflettere sui fatti... in fondo il ragazzo aveva ragione. Su tutto. Triste e depresso tornò al dormitorio. Si sentiva stranamente accaldato. Appena entrato nel bagno della sua stanza, si spogliò, ed entrò sotto la doccia. L’acqua fredda gli diede un enorme sollievo. Ma quella strana sensazione non voleva andarsene.

Sentì qualcuno aprire la porta ed entrare in bagno. Si voltò, e chiese

“Lucius...?”
“Oh! Non sapevo che c’eri già tu. Hai lasciato la porta aperta.”
“Cosa ti serve?”
“Negli spogliatoi l’acqua non usciva. Dev’essersi congelata nelle tubature.”
“Oh... devi farti una doccia?”
“Esatto. Quindi non finire l’acuqua calda!”
“Puoi venire e farla con me. Se vuoi.”

Indecisione. Silenzio imbarazzante.

“Sev, non mi sembra un’ottima idea...”
“Per me non c’è problema, davvero... no problem.”
“Beh... non che ci siano molti problems... ma non credo che tu capisca veramene quello che mi stai chiedendo... torno dopo.”

Stava per uscire dalla stanza e squagliarsela a gambe levate il più lontano possibile dalla tentazione, quando sentì la tenda della doccia aprirsi. Pergò Merlino che non fosse successo ciò che temeva fosse successo, ma quando si voltò, le sue paure si erano avverate. L’amico era proprio davanti a lui, vestito come il giorno in cui era nato. Al biondo si mozzò il fiato.

Senza dire una parola, Severus gli si avvicinò, e lo guardandolo negli occhi, lentamente sollevò le braccia avvolgendole attorno al collo di Lucius, che non fece nemmeno caso che si stava bagnando la maglietta. Poi una mano piccola e pallida gli scivolò sul collo, ed andò a carezzargli una guancia.
Nella testa di Lucius, una voce stava gridando bestemmie a perdifiato... che avrebbe dovuto fare, adesso??

 

 

Regalo promesso:

 
HANNO UCCISO MAGO MERLINO: (Hanno ucciso l’uomo ragno degli 883)
Notte infernale a Camelot perchè
Nel castello è successo un bel casino, ahimè!
Ci sta Morgana che dice “porco Merlino!”
Artù dice “n’so stato io!”

Di chi è la colpa, chi è stato non so
Nostradamus fa il vago però
Finchè non si scopre il colpevole qua
Dal castello nessuno uscirà!

Hanno ucciso mago Merlino chi sia stato non si sa
Forse Artù o la Magò, Nostradamus non lo sa
Hanno ucciso Mago Merlino, non si sa neanche perchè
Avrà detto “cara Magò n’cho più fiato continua te!”

La Magò si discolpa, e accusa Artù:
“t’ho visto mentre lo ammazzavi sei stato tu!”
“Ma che cazzo dici bastarda cornuta!
Per me siete state voi due!”

Morgana e Magò invece dicono “No!
Noi siamo innocenti chi sia stato non so!
Stavamo de là a guarda nella sfera
Caro il mio Artù sei stato tu!”

Hanno ucciso Mago Merlino chi sia stato non si sa
Forse Artù o la Magò, Nostradamus non lo sa
Hanno ucciso Mago Merlino non si sa neanche perchè
Avrà detto “Cara Magò, n’cho più fiato continua te!”

So arrivati i re Magi hanno detto
“Raghezzi... scopriamo noi il colpevole non ci sono cazzi!”
Minuti di angoscia col terrore che
I re magi dian la colpa a te!

“Miei cari stronzoni, assassino non c’è!
Sto mago di merda è schioppato da se!
Tirava di coca e ora è morto!
Perchè gli è venuto un infarto!”

È schioppato Mago Merlino finalmente ora si sa
Il castello ha riaperto torna la felicità!
È spirato Mago Merlino, in Paradiso non andrà
Li c’è poca cocaina, all’inferno finirà!

 

 

FINE CAPITOLO 14

 

La canzone all’inizio del capitolo è “Non ti lascia” del Piotta.

Come sempre grazie dell’attenzione, lasciatemi una recensione, per favore!

 

 

XxX.Lexxy.XxX

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Capitolo 15
*** Programmi per il week-end? ***


Ciao a tutti, ma soprattutto a Palanmelen

Ciao a tutti, ma soprattutto a  Palanmelen! Devo dire che ad ogni capitolo che pubblico, non vedo l’ora di leggere le tue chilometriche recensioni!! Ormai se non vedo la tua recensione, non comincio nemmeno a scrivere il seguito! Consigli e dubbi sono senpre i benvenuti! Dunque... sono contenta che hai gradito il regalo. Alla fine di questo capitolo ce ne sarà un altro! Ora...

 

Per Palanmelen

 

  1. Mi discpiace che sia inorridita fino all’ultimo pelo del tuo corpo spelakkiato! Ma purtroppo bisogna parlar chiaro! I vampiri sono degli esseri abbastanza sadici ed indifferenti alla sofferenza altrui... per Lucius la visione era più che tranquilla, si può dire! 
  2. Non sarà stato romantico, l’appuntamento, ma almeno è stata una giornata diversa dalle altre!
  3. MA SIAMO IMPAZZITI?? AVERY E ZABINI INSIEME?! Un’altra persona già mi chiese una cosa del genere e ti risponderò ora come risposi allora a lei: La prima notte di Avery e Zabini si svolgerebbe in questo modo... immagina un momento super-romantico, e proprio sul più bello esplode qualcosa, Zabini salta per aria, e Avery ride dicendogli “Allora, adesso me li levi i punti o no??” Spero di aver reso l’idea del perchè una cosa simile non sarebbe possibile!
  4. Lestrange e Rosier li ho presi dal libro, naturalmente! Il bello è che essendo personaggi marginali nominati solo due o tre volt al massimo, mi sono potuta sbizzarrire sul loro carattere! Spero ti piacciano!
  5. CAPITAN PEROSSIDO perchè ha i capelli biondi. Il perossido ha l’effetto dell’acqua ossigenata sui capelli.
  6. Ma no! Povero Remus! Lui è innamorato! È quell’essere canino di Sirius che lo ignora completamente! Eh... povero piccolo cuore mannaro...!
  7. Eh... la coscienza.. bella qualità in un uomo anche se alquanto rara... ^^

 

Poi per quanto riguarda Smile_Vale

 

Sono contentissima davvero che hai deciso di recensirmi e che la mia storia ti piaccia! Mi raccomando continua a dirmi le tue opinioni nel corso della storia! Il gioco del re è un gioco fantastico! Dovresti provarlo insieme agli amici è fantastico! A un certo punto non vi ricorderete nemmeno come vi chiamate! Assicurato! Eh, sì! Il fatto è che essendo io la più pazza per Sev faccio in modo che lo siano tutti per non essere sola nella mia follia!

 

Per Selvy

 

Grazie tantissimo anche a te! Continua a recensirmi!! Un bacione!

 

Naturalmente un salutone grande grande anche a tutti gli altri che mi hanno recensito!! E quelli che si interessano alla mia storia!

 

 

 

Three months in here

(Tre mesi qui)
Can't catch the tears

(Non riseco ad afferrare le lecrime)
Time never lands

(Il tempo non si ferma mai)
Our love is all that stands now

(Il nostro amore è tutto quello che ancora resta in piedi)

Streets feel strange

(Le strade sembrano strane)
And longer lives can never change

(E le vite più lunghe non possono cambiare)

 

I feel out of place

(Mi sento fuori posto)
Just look at my face

(Basta guardarmi in faccia)
Stuck in the mud

(Intrappolato nel fango)
Knee-deep in blood girl

(Sprofondato nel sangue fino alle ginocchia)

Eyes, blind fold

(Occhi, bendati)
You never said I'm growing old

(Non hai mai detto che sto invecchiando)

 

Tell them I've gone

(Dì loro che me ne sono andato)
And nothing's wrong

(E che va tutto bene)
In from the past

(Arrivata dal passato)
A sudden blast bang

(Un improvvisa esplosione)

Spring has gone

(La Primavera è andata via)
And summer keeps on coming on

(E l’estate continua ad avvicinarsi)

 

I'm so glad to have you

(Sono così fortunato ad avere te)
And I'm getting worse

(E sto peggiorando)
I'm so mad to love you

(Sono così matto ad amare te)
And your evil curse

(E la tua maledizione)

 

 

 

 

CAPITOLO 15: PROGRAMMI PER IL WEEK-END?

 

“Lu... perchè non mi abbracci...?”

Il biondo ingoiò la saliva, che il suo organismo stava in effetti producendo in sovrappiù, e, con fare meccanico, poggiò le mani sui fianchi dell’amico. Aveva la faccia di qualcuno che stava cercando di pensare a tutto fuorchè a quello che aveva davanti. Ed infatti nella sua mente circolavano pensieri del tipo “La McGranitt nuda in una giornata di pioggia... Silente in un parco giochi con indosso solo un impermeabile... Zabini che affoga nell’acido...’

“Eh eh eh eh!” l’ultimo pensiero non potè che procurargli una risata maligna...
“Lu... perchè non mi guardi...?”

Disse Severus tentando di riguadagnare l’attenzione di Lucius, ma non riuscendoci con le sole parole, si sollevò sulle punte dei piedi, e gli baciò le labbra. Ancora si accorse che l’altro non stava rispondendo, ritornò coi piedi per terra, e lo guardò con uno sguardo da cagnolino appena messo alla porta in una nottata fredda, e mormorò con voce tremante e gli occhi lucidi

“Non mi vuoi più...?”

Quello fu il colpo di grazia per Lucius, che, costretto a guardarlo, non potè non notare anche il resto. Il suo lato vampirico, stava gridando e scalciando contro l’autocontrollo del suo lato umano, ma se continuava così presto avrebbe ceduto! Le labbra dell’amico apparivano così rosse e morbide... Severus era tutto così... invitante... si chinò piano verso il suo viso, cercando con le sue le labbra dell’altro, che non si tirò indietro, e anzi piegò il viso da un lato, invitandolo ad andare avanti.

E cosa poteva fare un semplice vampiro messo a confronto col suo desiderio più grande? Continuò ad avvicinarsi lentamente al viso del moro mentre il suo autocontrollo scivolava lentamente via da lui. I suoi occhi così pieni di quello spettacolo, e le sue narici incantate dal suo odore... non odore di detergenti, ma ben altro. Molto più invitante! Si accorse che si trattava dell’odore caratteristico dei vampiri con i calori! All’ultimo momento si fermò, e, veloce come un fulmine, raccolse un accappatoio da chissà dove, e glielo strinse addosso.

“Ok! –Cominciò tutto scosso, parlando così in fretta che l’altro nella condizione in cui si trovava, riusciva a malapena a stargli dietro.- Sev forse tutto questo ti sembrerà naturale, ma non lo è! Non lo è proprio per niente! Non va assolutamente bene! Tu ricordi la ricerca sui non-morti, vero?”

“Lu... ma ti sembra questo il momento...?”

“Sì, sì! Proprio questo!! È proprio il momento giusto! Ricordi quando ti ho spiegato dei periodi in cui i vampiri che hanno una vagina, come te vanno cercando disperatamente un loro simile che ne è privo, come me? No, no, no, no! Non avvicinarti, prima stammi a sentire!!!”

Il viso di Severus si concentrò per riuscire a capire il significato di quel torrente di parole. Quando infine comprese, rispose

“Non c’entra niente! Quel... ‘periodo’ mi è passato da poco! Lo avevi detto tu...”
“Ma non vuol dire nulla!! Sei giovane quindi si deve stabilizzare! Per forza vanno e vengono come gli pare!”
“Ah. Buono a sapersi...”

Sorrise il moro, e tentò ancora una volta di baciare Lucius. Azione, questa, che denota sì la sua comprensione, ma anche il fatto che non gliene frega ugualmente niente.

“No, no, no, no, no, no!!” Il biondo si allontanò da Severus, tenendolo a distanza e guardandolo come se fosse un leone scappato dal circo.

“Sev, non capisci! Ehm... ascoltami, tu ora stai procedendo ad istinto! Fidati, non sono io, ti saresti comportato così con ogni vampiro che avessi incontrato! Mi odieresti dopo, ti prego...! Io non voglio approfittarmi di te.”

Il moretto ci pensò su un momento, ma poi sorrise e disse, tornandogli vicino

“Se fosse così, allora saresti andato via, non staresti qui a parlarmi... no?”

 

Questa frase raggelò Lucius. L’amico aveva perfettamente ragione. Se davvero le sue intenzioni fossero state semplicemente di allontanarlo, avrebbe semplicemente taliato la corda. Eppure era ancora lì a spiegare cose che, comunque, il moro non poteva capire, con la mente annebbiata dalla lussuria. Questa era ipocrisia... Lucius non voleva andarsene.

 

Quando Severus si sollevò per baciarlo ancora, sollevò le braccia, lasciando così cadere l’accappatoio che aveva poggiato sulle spalle. Il lato umano di Lucius cedette immediatamente al vampiro dentro di lui. Mentre si baciavano, il più giovane gli afferrò le maniche della camicia e camminando all’indietro, lo stava trascinando verso la doccia, ed il bacio diventava più passionale ogni momento che passava.

Al momento in cui entrarono nella doccia, le labbra del biondo si erano spostate sul collo del compagno, succhiando per lasciare un marchio, e lui si accorse solo vagamente di essere ancora vestito, e che il moretto gli stava sbottonando la camicia. Poco dopo, le mani di Lucuis corsero ad aiutare quelle dell’amico, e nel frattempo tornò a baciargli la bocca.

Finalmente i bottoni finirono, ed il biondo si sfilò l’indumento dalle spalle, scoprendo il suo torace ben definito, intanto il compagno si era cimentato con la cintura, e la chiusura lampo dei pantaloni, alla fine, tutti e due nudi, cominciarono ad accarezzarsi. Lucius notò che davvero il corpo di Severus era così sottile e ben fatto che avrebbe voluto avere un’altro paio di mani per poterlo carezzare tutto, ed impararne a memoria ogni piccolo dettaglio, ogni curva, ogni sensazione che gli provocava.

Severus guardava come ipnotizzato il corpo del compagno, ammirandolo e desiderandolo allo stesso tempo. Era così diverso dal suo, il suo petto era così duro e definito, le spalle e la schiena ampia gli facevano venire voglia di toccarlo dappertutto. Appena vide l’amico piegarsi di nuovo sul suo collo, reclinò la testa dandogli il via libera, e si sentì percorrere da un brivido, Lucius gli stava mordicchiando il lobo dell’orecchio, per poi succhiarlo alternando queste due azioni continuamente. Quando sentì il biondo gemere, fu percorso da una vampa di calore.

Lucius, scese con la bocca fino alle spalle di Severus, e baciandolo anche lì, con una mano scese a carezzargli il fondoschiena, per poi sollevarlo contro la parete della doccia. Com’era possibile amare tanto una persona? Tanto che a stargli così vicino ora sentiva le lacrime salirgli agli occhi, ed aveva tanta voglia di gridare... era come se i loro corpi fossero stati fatti apposta per combaciare l’uno con l’altro. Credeva veramente che sarebbe morto in quell’istante, se non lo fosse già da parecchio... ma come poteva sperare che tutto andasse bene? Tutte le cose che non si erano detti... quelle cose che cambierebbero tutto...

“Lu... sbrigati, ti prego...”

Lucius guardò il compagno negli occhi, esitando. Eppure gli sarebbe bastato così poco per averlo ormai... il suo lato vampirico stava urlando e faceva a cazzotti con la sua coscienza. Dove l’uno gli diceva di andare avanti, l’altra gli diceva che era un uomo da niente ad approfittarsi in una situazione simile.

Severus intanto lo aveva trascinato di nuovo in un altro lungo, appassionato bacio, e purtroppo questo rese abbastanza impercettiblie quella vocina nella sua testa che cercava di dissuaderlo dall’andare avanti. Gli sarebbe bastato far scivolare il vampiro tra le sue braccia fino al suo membro, e sarebbe stato finalmente seppellito in quel calore così invitante, ed a cui sentiva di appartenere.

Ma come poteva fare una cosa del genere? Poggiò la fronte sul muro, vicino al viso del compagno. Stava ancora cercando di decidere.

“Lu...? Che hai? Ti prego, Lu... fallo e basta!”

Il moretto gli prese la testa tra le mani, facendosi guardare nelgi occhi, poi poggiò la bocca sulla sua, e con la lingua ancora lo invitava a baciarlo. Nulla.

“Lu, per favore... ho voglia di te... ora...”
“...”

“Oh, dai... io ti voglio, Lu!”

“Non posso.”

Disse. Ed il biondo lo mise giù, poi uscì dalla doccia più in fretta ch poteva. Aprì la porta per uscire, ma prima che potesse farlo, sentì la voce di Severus chiamarlo, disperato. Non poteva andarsene senza spiegare.

“Non posso fare finta che tu mi ami veramente... scusa.”

Severus sentì poco dopo la porta del bagno sbattere violentemente. Si sentiva strano, e non sapeva se essere arrabbiato o grato a Lucius per essersene andato in quel modo. Uscì dalla doccia e si rivestì più in fretta che potè, ma quando finalmente uscì dal bagno, la loro stanza era vuota.

Il moretto abbassò la testa con un’espressione a metà fra il triste ed il colpevole. La frase che Lucius gli aveva detto continuava a ronzargli in testa... alla fine, sentendosi cattivo come non mai, si appoggiò con la schiena alla porta, mormorando

“È sempre colpa mia...”

Senza sapere che nello stesso momento Lucius, vagando per il dormitorio, stava mormorando la stessa identica frase.

NEL FRATTEMPO IN UN LUOGO IGNOTO:

Un uomo seduto ad una sedia, i gomiti appoggiati sul tavolo, la testa tra le mani, mormorava ed a tratti gridava verso una poltrona poggiata in un angolo, su cui giaceva, gettata li, una maschera bianca, sorridente, con due cornine sulla fronte.


“Quelle tre persone... maledetta! Sei TU che me le hai fatte uccidere! È TUA LA COLPA! SOLO TUA!!”

Modestamente...

“ADESSO BASTA!! Io...”

L’uomo, in preda ad un attacco d’ira si alzò dalla sua sedia, e raccolse la maschera dal suo posto. La sollevò tra le mani, e cercando di spezzarla, le disse

“Io ti... DISTRUGGO!”

Ah, sì? E come pensi di riuscirci, sgorbio? Le maschere sono elusive e sfuggenti, non lo sai?

Così dicendo, il pezzo di legno cominciò a restringersi, come se si accartorciasse, scivolando dalle mani del suo portatore, cadde sul pavimento producendo un rumore come di qualcosa di molle che si spiaccicasse.

Ehi, non fare quella faccia... il divertimento è appena cominciato!

Continuò l’oggetto animato, guardando l’uomo da terra, e mentre le parole uscivano dalle sue labbra lignee, da sotto le spuntarono otto piccole zampe come un ragno, e con queste prese a camminare verso il poverino.

“No... NOOOOOOOOOO!!”

L’uomo prese a correre quanto più velocemente poteva verso la porta della stanza in cui si trovavano, ma appena fu lì lì per toccare la maniglia, questa sparì nel nulla.

Ma dove corri, idiota?... non crederai mica di cavartela così a buon mercato?

“No, ti prego... lasciami andare, ti prego!”

È  inutile che implori, adesso... bello mio, tu hai cercato di farmi a pezzi... e meriti una punizione!

Le sue zampe si piegarono, e diedero alla maschera lo slancio sufficiente per saltare sul viso spaventato dell’uomo, coprendolo. Quesro allora prese ad agitarsi come un pazzo, con la maschera sul viso non riusciva più a respirare, nè a parlare.

Ah ah ah ah ah!!!

“NOOOOO!” Gridò l’uomo, riuscendo finalmente a sfilarsi la maschera dal viso, la fissò incredulo. Possibile che fosse finita qui?

*Ma... è successo veramente, oppure...* pensò, presto smentito dall’ormai familiare voce tagliente.

No, niente allucinazioni, come stai pensando... e se non mi credi, vatti a guardare allo specchio...

L’uomo, seppure indeciso, poggiò la mashera sulla prima superficie che incontrò, e si incamminò verso un grande specchio con la conrice dorata. Ed un altro grido proruppe da lui a quello che vide... il suo volto non c’era più. Si poteva notare una protuberanza che doveva essere il naso, privo delle narici, due piccole fosse al posto degli occhi, ed una al posto della bocca.

“NOOOOOOOOOOOO!! C-CHE COSA HAI FATTO ALLA MIA FACCIA??”

Nulla... ti ho solo mostrato che cosa succederebbe se mi distruggessi... tu sei solo un uomo senza volto... come altri milioni in questo mondo... tu sei nessuno senza di me, capisci? Nessun uomo può vivere a faccia nuda perchè l’unico, vero volto... è la maschera!

L’uomo allora si incamminò lentamente verso la lignea creatura, e se la mise di nuovo sul volto.

 

GIOVEDI 25 SETTEMBRE: PRIMA ORA DI POZIONI.

“Sev, perchè sei solo?”

Il vampiro sobbalzò sentendo una voce acanto a lui, e per errore si tagliò leggermente un dito mentre stava sbucciando una radice di Cork, guardò verso il pavimento, e, inginocchiato a fianco a lui, vide Avery che si nascondeva dietro il suo banco, guardandolo dal basso in alto. Severus non si scompose, ci era abituato, a vedere Avery strisciare per l’aula durante pozioni. Il più delle volte, strisciava dietro al professor Trebonius, imitando un cane, e provocando risatine in giro per l’aula.

“Avery... mah, Lu non s’è visto da ieri sera... ha perfino saltato pozioni...!”
“E come mai?” Il vampiro arrossì furiosamente.
“Ehm... abbiamo avuto un fraintendimento...” disse continuando a sbucciare.
“Avete litigato per la faccenda del ballo?”
“In un certo senso... tu non l’hai visto in giro, vero?”
“No... mi dispiace... ehm... hai già ordinato il vestito per il ballo?”
“Mi sembra un po’ presto...!”
“Beh, volevo solo ricordarti che sarà in maschera!”
“...”
“Cosa c’è?”
“Grazie Avery, ero appena riuscito a dimenticarlo!”
“Ehm... comunque c’è una cosa che dovrei dirti...”
“Dimmela.”
“No, non qui. È personale. Riguarda te.”
“...?”

Severus guardò Avery con occhi sospettosi, facendolo arrossire. Pensava che il ragazzo volesse dichiararsi o qualcosa di simile.

“Ma cos’hai capito?? Non devo dirti... beh... insomma, hai capito, no?”
“Meno male...” Sospirò con sollievo il moretto, e tornò a sorridere.
“Comunque... io torno alla pozione sennò va a finire che esplode.”
“Il che ti farebbe solo piacere.”
“Eheheheh! Ci vediamo oggi pomeriggio sul terrazzo.”
“A che ora?”
“Ah... ehm... ricordi che Zabini ti diede i nostri regali per il tuo compleanno?”
“Aha.”
“Il bracciale che ci hai trovato dentro...”
“Cosa del bracciale?”
“Il serpente che c’è sopra si muoverà quando ti sto cercando.”
“Ah, capito.”
“Ci vediamo!”

“SIGNOR AVERY!! CHE COSA STA FACENDO IN GIRO PER L’AULA A QUATTRO ZAMPE COME UN CANE??”

“Io? Nulla, cercavo casa! Wof! Wof!”

E così dicendo tirò fuori la lingua e prese a respirare come un cane in un giorno d’estate. Tutti risero. Anche se lo faceva di frequente, era sempre divertente!

“TORNI AL SUO POSTO IMMEDIATAMENTE!!”

Avery si voltò e si diresse verso il suo banco. Ma fu fermato ancora dalle grida del professore di pozioni

“SU DUE ZAM... CIOÈ  SU DUE GAMBE PER FAVORE!!!”

La classe scoppiò in una risata, ed Avery tornò al suo posto vicino a Zabini, che lo guardava a metà tra il divertito e l’indignato. Quando la lezione finì, Severus fu fermato fuori dall’aula da Nott, un ragazzo dell’ultimo anno, capitano della squadra di quidditch, che lo informò sul fatto che la sua prima partita avrebbe avuto luogo il 15 di Ottobre. Fece per avviarsi verso la sua prossima classe di Incantesimi ma fu fermato di nuovo.

“Severus!” Lo chiamarono due voci in coro
“Ciao Rodolphus... ciao Rosier. Tutto bene?”
“Alla grande!” rispose Rosier per tutti e due.
“Cosa c’è?”
“Tieni.” Gli disse Lestrange, porgendogli la gazzetta de profeta. Severus la prese con aria interrogativa.
“Visto che ti interessano le notizie sull’assassino di Hogsmeade, ti consiglio di andare a pagina 4.”
“Dice che un auror speciale si occuperà del caso.” Gli anticipò Lestrange.
“Malocchio Moody...? -mormorò il vampiro, leggendo velocemente l’articolo.- ma non era stato sospeso per aver creato il panico a Nocturne Alley tempo fa?”
“Esatto. Pare che questa sia la sua occasine per riabilitarsi.”
“Vuol dire che il ministro se la sta letteralmente facendo sotto...”
“Vorrebbero risolvere il caso il più presto possibile.” Confermò Rosier
“E per un mistero come questo, il pugno di ferro di Moody è l’ideale.”

Severus leggeva l’articolo, interessato. Poco dopo, fece una smorfia.

“Che c’è?” chiese Lestrange, aggiustandosi la borsa sulle spalle.
“Non mi piace questo tipo. Creerà solo scompiglio.”
“Probabile. Dicono che verrà a fare qualche domanda in giro per Hogwarts.”
“Che stupidaggine! Tsk!”
“Tieni il giornale, noi lo abbiamo già letto. Ci vediamo in classe.”
“Ciao, ragazzi!”

I due si allontanarono, mentre il vampiro si fermò per qualche minuto ancora a leggere il giornale. Mentre lo stava rimettendo in borsa, però, non si accorse dei passi che si avvicinavano velocemente dalle sue spalle. Subito dopo, sentì un grido prorompere potentissimo direttamente nel suo orecchio.

“SCUSAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!”

THU-THUMP! THUMP! STOMP! BOOM!!

“LU!!!! MA SEI SCEMO O COSA???????”
“...Cosa.” Rispose il biondo.

THUMP! THUMP! STOMP!

“Sono contento che sei in forma!”
“Maledetto... spero che brucerai all’inferno!”

A questo punto però il biondo cominciò a cantare All’inferno ci andrò davvero volentieri... fosse per me ci sarei andato anche ieri...!

“Canta solo un’altra strofa, e ti divorerò le costole, giuro!”
“Uuuh... che cosetta carina da dire di prima mattina!”
“Non è prima mattina, Lu!! Sono oltre le nove!!!”
“Non mi sono svegliato in tempo...!”
“Non mi frega quando ti svegli!! Dove hai dormito??”
“Ehm... nella foresta proibita...”
“Sei uno stupido, Lu! Non c’è bisogno di sparire ogni volta che litighiamo, sai??”
“Non abbiamo mica litigato! Però mi vergognavo, non sapevo come scusarmi!”
“Ed hai pensato bene di urlarmi le tue scuse nell’orecchio! Ha perfettamente senso!”
“Ehm... mi sembrava una buona idea sul momento.”
“E comunque tu non mi devi nessuna scusa... sono io che ti ho messo in imbarazzo... mi dispiace.”
“Ma no, è tutto ok...! Senti devo dirti una cosa...”
“Anche tu? Dimmela.”
“Ehm... ho ricevuto una letter da William, oggi.”
“Ah... il tuo Sire? E che dice?”
“Che vuole incontrarmi ad Hogsmeade. Il prossimo week-end. E vuole incontrare anche te.”
“Oh. È a proposito di Kobra?”
“Non credo. Di certo non si sarebbe scomodato a venire fin qui solo per uno spirito insolente e molesto.”
“LU!! Non parlare in questo modo di Kobra!”
“Beh, ma la faccenda è un’altra! Come avrà saputo di te?”
“Non glielo hai detto tu?”
“Assolutamente no!”
“Cosa credi che voglia?”
“Non ne ho idea. Ma sei libero di non incontrarlo se vuoi.”
“N-no... se fosse qualcosa di importante lo voglio ascoltare.”
“Come vuoi... ha detto alle 11 di mattina alla testa di porco.”
“Ma no!!! Perchè prprio in quel postaccio??”
“Non credo passerebbe inosservato al tre manici, credimi...”

Il viso di Severus fu attraversato da un’espressione interrogativa, ma la cancellò subito, non avendo tempo per interrogarsi, afferrò la manica della divisa di Lucius e cominciò a trascinarselo dietro verso l’aula di incantesimi dicendogli quanto era tardi.

 

ORE 17:45, BIBLIOTECA.

“Lu...? Stai spiegazzando le pagine del libro.”
“Mmh... non mi frega...”
“Lu, i libri non sono fatti per dormirci sopra.”
“Strano, sono così comodi...”
“Cosa racconterai a Storia della magia domani? La barzelleta di Merlino e dei grossi seni di Morgana?”
“I grossi seni? Questa non la so!” si risollevò il biondo interessato all’argomento.
“E non sarò certo io a raccontartela!”
“Quando vedo Avery gliela chiederò...”

Concluse, riappoggiandosi sul grande volume di storia della magia. Severus scosse la testa sconsolato. All’improvviso, il serpente sul suo bracciale prese a muovere le spire, e tirare fuori la sottile lingua biforcuta. Notandolo, il vampiro diede una gomitata a Lucius.

“Ahio! Che maniere!!”
“Lu, io ho da fare per un po’. Ci vediamo nella sala comune, ok?”
“Io non posso venire?”
“Non credo. Avery mi ha detto che aveva qualcosa da dirmi di importante.”
“Capisco. Mi prometti che poi mi racconti tutto?”
“......”
“Dai! Possibile che ancora hai misteri con me dopo quello che c’è stato fra noi!?”

THUMP! STOMP!

“Ahia!!!”

“SIGNORI, LA BIBLIOTECA NON E FATTA PER FARCI BACCANO!! USCITE!”

“Visto che figura mi hai fatto fare??” Mormorò Severus all’amico mentre stavano uscendo dalla biblioteca.
“Ah ah ah! Scusa! Ci vediamo più tardi!”
“Sì, cia-“

Troppo stupito per continuare si fermò, il compagno gli aveva poggiato una mano sulla spalla, e lo aveva baciato sulla guancia, poi si allontanò come se fosse stata la cosa più naturale del mondo. Il moretto si passò una mano sul punto in cui le labbra del biondo lo avevano toccato, ed arrossì leggermente. Poi però si rimproverò mentalmente

*Cretino, sei fidanzato! Fidanzato! Già hai rischiato di mettergli le corna una volta, datti una controllata!*

Pochi minuti dopo era sul terrazzo. Non c’era nessuno. Si guardò intorno.

“Avery...? Avery, dove sei?”

BOOOOOOOH!”

STOMP!! THUMP!!

“Ma cos’hai nel cervello?? Appostarsi per fare gli scherzi! Ma nemmeno al primo anno!!”
“Ah ah ah ah! Scusami, è stato più forte di me! Ah ah ah!”
“Dovevi dirmi qualcosa di importante, mi pare.”
“Sì... ehm... dunque, per prima cosa, sono andato via di casa.”
“Sì... stavi quasi per farmela...”
“Non scherzo. Se stessi scherzando parlerei di Merlino, e seni molto grossi.”
“Capisco... allora eri serio???”
“Serissimo! Ho trovato casa a Londra.”
“Ma... ma... e i tuoi genitori?”
“Loro? Inutile pensarci. E comunque era un periodaccio, a casa... mamma e papà stavano sclerando di brutto.”
“Mi dispiace, Avery... perchè non mi hai detto nulla?”
“Sbaglio, o sei stato piuttosto occupato ultimamente? Nemmeno tu mi hai raccontato nulla del tuo trasferimento!”
”Oh, andiamo, Avery! Tu sai come funzionavano le cose, da me!
“Sì... ricordo tuo padre, tutte le volte che venivo a casa tua era sempre di cattivo umore.”
“Sì, ma chiudiamola qui, ok? Dimmi cosa farai? Lavorerai? Sei in affitto? Vivrai solo?”

“Mah... per ora ho il conto alla Gringott, ricordi, il lascito di mio nonno... ma non voglio spendere quei soldi... quindi credo che troverò qualcosa da fare per l’estate. Sono in affitto e fortunatamente pago poco. Il padrone è il cugino carnale di un mio amico!”

“Almeno sei stato fortunato... io e mamma paghiamo anche troppo per quella miseria di casa.”
“Posso trovarti qualcosa a buon prezzo se ti interessa! Potevi dirmelo prima!”
“Avery... se avessi saputo che mettevi su un’agenzia te l’avrei chiesto subito! Comunque te ne sarei grato.”
“Tua madre cosa sta facendo?”
“Lavora a Diagon Alley. Fa la commessa in un negozio di libri. Le è sempre piaciuto tanto leggere.”
“Sono contento che tutto sommato ve la stiate cavando bene... comunque c’è un’altra cosa più importante.”
“Merlino, non dirmi che ti sposerai o che hai messo incinta qualcuno...”
“Cosa?? Assolutamente no! Riguarda te, in effetti...”
“Me? Cosa è successo?”
“Ho ricevuto... una lettera...”
“Ah. E io che c’entro?”
“La lettera me l’ha mandata tuo padre.”

Il vampiro ammutolì. Sul suo viso non passò la minima emozione, anche se nel profondo stava avvenendo un maremoto.

“Cosa ti ha scritto?”
“Vuole che ti convinca a incontrarlo nel prossimo week-end ad Hogsmeade. Dice che vuole fare pace.”
“Capisco... cosa ti ha detto della situazione tra di noi?”
“Quasi nulla... solo che è pentito... si ricordava di quando venivo a casa vostra, e mi ha chieso di fare da intermediario fra di voi.”
“E tu cosa ne pensi?”
“Io non penso nulla. La decisione è tua.”
“...”
“Senti, Sev io so tutto di cosa succedeva a casa tua... ma se vuole solo parlarti... potresti ascoltarlo.”
“Quell’uomo mi ha fatto passare le pene dell’inferno, Avery!! Mi fa schifo il solo pensiero di vederlo!”
“LO SO BENISSIMO! Allora diglielo e mettiti il cuore in pace!! Scappare non ti servirà, Sev!”
“Ha parlato quello che è scappato di casa!”
“Sì, lo so che non potrei parlare, ma a te ci tengo, Sev! Era solo un consiglio...”
“Avery... io non voglio parlargli. Non voglio sentire le sue storie!”
“Sev... ricordo che una volta a casa tua mi hai mostrato delle foto di una gita su un lago...”
“... mi ricodo. Che vuoi dire?”
“Che non tutto resta sempre uguale. Io sono cambiato molto. Tu mi hai cambiato molto.”
“Io? Che vuoi dire?”

“Voglio dire... che mi sei sempre rimasto vicino. Anche quel giorno, quando sono stato arrestato per furto a Nocturne Alley, ricordi? E tu non sei scappato, sei rimasto con me, anche se non c’entravi nulla, ti sei fatto portare via con me, affrontando le ire di tuo padre una volta che ti venne a riprendere.”

“Merlino, che avventura...! Non ricordarmelo!”

“Fatto sta che da quel giorno non ho più rubato nulla. Perchè tu mi hai detto che non volevi. Hai pianto, em i hai detto che non volevi perchè mi volevi bene. Anche se eravamo ancora così piccoli, tu eri onesto e molto più serio di me.”

“Insomma, il succo della questione?”
“Il succo... è che tu cambi le persone. Anche se non te ne accorgi. Da una possibilità anche a lui.”
“...”
“Allora?”
“Io... non credo sia la stessa situazione.”
“Ma nemmeno tu sei lo stesso di prima.”

Severus alzò il viso, e guardò Avery negli occhi. Il ragazzo si passò una mano sulla testa, sentendo la piacevole sensazione dei capelli corti, si morse un labbro, e disse

“Comunque non devi farlo da solo se non vuoi.”
“Lo so, ma... io ci penserò su, Avery. Grazie per tutto...”
“Ma no... è tutto ok. Se per caso decidi di incontrarlo... fammi sapere, d’accordo?”

“Mh... e perchè dovrei?”

“Perchè nel caso che le cose vadano male, ci penserò io a sfondargli il cranio, a quello!”

“Non ce ne sarà bisogno, Avery.”

“Lo so benissimo che sei forte anche tu! Ma io volgio farlo per soddisfazione personale! Per tutte quelle volte che mi ha sbattuto la porta in faccia!”

 

Severus scoppià a ridere, rendendo così contento anche l’amico, che disse ancora

 

“Allora... con chi andrai al ballo?”
“Non te lo dirò.”
Umpf! Vabbè...”
“Avery...?” Lo chiamò a voce bassa il vampiro.
“Cosa?”

Severus allora si fece strada tra le sue braccia, e poggiò la testa sul suo petto, assumendo un’aria tranquilla. Avery contraccambiò l’abbraccio, poggiando la guancia sui suoi capelli. Non era qualcosa di malizioso, anzi. C’era una rassicurazione reciproca in quell’abbraccio. Tutti e due cercavano ed offrivano sicurezza allo stesso tempo. Si proteggevano sempre a vicenda.

“Avery... ti ricordi l’anno scorso quando ci sdraiavamo sulla grande altalena rotonda al parco? E dondolavamo al Sole, e tutto era così perfetto, che ci veniva da dormire? E ce ne stavamo lì, a immaginare aerei babbani che si schiantavano sui palazzi perchè si ricordavano che il ferro non può volare...? Te lo ricordi, Avery?”

“Sì.... –il ragazzo sorrise- eravamo così tranquilli che due babbani ci si avvicinarono chiedendoci una cartina.”

Il vampiro rise leggermente, così Avery continuò, per farlo divertire

“Me li immagino proprio ‘vai, chiedilo a quelli, quelli ce l’hanno! Si vede!’ Ah ah ah!”
“Poi ce ne andavamo a mangiare la pizza sempre allo stesso posto. Con te è tutto così leggero, Avery... sei il migliore amico che abbia mai avuto.”
“Lo stesso vale per te. Ti giuro, che... il solo pensiero che potremmo un giorno separarci mi fa stare così male...”
“Avrei voluto... vorrei ancora che il tempo si fosse fermato a quelle giornate estive al parco. Noi cresceremo, Avery. E tutto finirà.”
“Ma non è detto che non faremo altre cose!”
“Sì, ma non sarà mai uguale. Questi tempi finiranno. Ed io non voglio che mio padre rovini quest’ultimo periodo felice in cui ancora non siamo cresciuti.”

Avery annuì leggermente, e prese a carezzare i capelli del moretto ancora tra le sue braccia.

“Farai quello che riterrai giusto. Ma ti giuro che non scherzavo prima, se vengo a sapere che quello ti fa soffrire, lo ammazzo senza neanche bisogno di bacchetta.”

Severus si districò dal suo abbraccio, e lo guardò con espressione malinconica.

“Avery giurami che non finirà mai la nostra amicizia, ti rpego.”

“Sev... –Il ragazzo era indeciso. Come poteva promettergli eterna amicizia, quando c’era l’amore in mezzo?- sì... ti giuro che farò tutto il possibile perchè non finisca.”

Disse infine. Il vampiro sorrire, come sollevato. Poi si alzò sulle punte, e con le braccia attorno al collo di Avery lo tirò giù dal suo metro e novanta di altezza, e gli baciò una guancia, amichevolmente. Insieme tornarono nella sala comune della loro Casata. Dopo cena, poi, si ritirarono nelle loro stanze, Lucius era curioso di sapere di cosa avessero parlato Seevrus con Avery.

“Allora cosa ti ha detto?”
“Mah, nulla di importante, è scappato di casa, mio padre gli ha scritto perchè vuole incontrarmi...”
“Che ha fatto?? Ma come si permette?? Che voleva da Avery?”
“Voleva dirgli di convincermi di incontrarlo ad Hogsmeade.”
“Non starai pensando di incontrarlo davvero, vero, Sev??”
“Non lo so, Lu... ci devo pensare bene.”
“Insomma, Sev!! Come puoi voler parlare con una bestia del genere?!”
“Ti prego, Lu! Non mi confondere le idee ancora di più!”

“Non sto confondendo propri nulla!! Sev guarda che se parlerai con lui, metterai anche tua madre in una situazione imbarazzante! Prima la convinci a lasciare la casa e suo marito, e poi sei il primo che si tira indietro, e lo incontra?! Ma dove s’è mai visto, un comportamento del genere?!”

“Lu, so già tutto per conto mio, per favore! Ci devo pensare solo con la mia testa! Tu non sai tutto, anche se a grandi linee hai capito di che si tratta!”
“So quanto mi basta per sapere che non voglio che quel tipo ti stia più vicino di cento chilometri!”
“Per l’ultima volta! Sono affari miei!!”

“Fai come vuoi, ma se quello proverà anche solo a fare qualcosa di sbagliato, un secondo dopo nemmeno mia nonna che fa puzzles di cielo azzurro da 5000 pezzi senza occhiali in meno di un’ora riuscirà a rimetterlo a posto!”

“Non credo che tenterà qualcosa, ma per Merlino, Lu! In meno di un’ora??”
“La sua vista non è più quella di una volta...”
“...no comment...”

“Sev... io ti amo. Non voglio che soffri, e non voglio mai perderti di vista. Ma tu devi dirmele le cose, non puoi tenerti tutto dentro! Non ti faccio fretta di nulla, ma io... io sono qui, capito? E non ti lascerò mai, perchè siamo eterni tutti e due. Ora... io credo che andrò a farmi una doccia.”

“Lu... grazie.”
Il biondo lo guardò, e sorrise. “Non ho fatto niente. Allora di niente!”
“Penosa...”
“Battuta di merda hai ragione.”
“Io torno nella sala comune, sennò ti salto addosso un’altra volta.”
“Mh... magari... perchè non mi violenti?”

THUMP! THU-THUMP! STOMP!

“Io vado allora, ciao...!”
“Ahia.....!!!”

 

SABATO 27 SETTEMBRE, Luogo isolato di Hogwarts.

 

“Continuo a non capire...”
“Ma non capire che cosa?! È la cosa più meccanica del mondo non c’è da pensarci su!”
“Grrrrrrrr, la smetti di fare il saputello, per favore??”
“E tu la smetti di fare la parte del Grifondoro ignorante?! Oh, scusa dimenticavo che non ci fai... ci sei!”
“Mocciosetto nanerottolo piccola scimmietta insolente! Allora forza, spiegamelo ancora!”
“Per...?”
“Per piacere...”
“Allora... la ricetta diceva di girare in senso antiorario?”
“Sì.”
“Tu lo hai fatto?”
“No.”
“E cosa hai fatto?”
“L’ho girata al contrario...”
“Allora ecco l’errore dove stava!”
“Impossibile! Che differenza c’è??”
“Sisius... se su una ricetta di una pozione è specificato il senso in cui mescolarla, allora c’è un motivo non ti pare? Senno avrebbero risparmiato l’inchiostro, no?!”
“Vergognoso... dovrebbero abolirle per legge, le pozioni!”
“Sì? E se lo facessero cosa userebbe poi Madama Chips per curarti il sederino quando ti prendo a calci?”
“Probabilmente la stessa cosa che userebbe per rimettere a posto le tue membra naniche dopo che ti ho squartato!”
“Ah, ma se la mettiamo su questo tono, io me ne vado!”

 

Così dicendo, il vampiro si alzò dal muretto su cui erano seduti, e fece per andarsene, ma Sirius lo trattenne per la manica della divisa scolastica, e facendo due occhioni da cagnolino-che-sta-per-essere-abbandonato-e-pultroppo-lo-ha-capito-ma-non-smette-di-amare-il-suo-padroncino, gli dice

 

“Non andare, dai... scusami.”
“Va... va bene, allora” il vampiro tornò a sedersi, rosso in viso.
“Allora mi spieghi che differenza c’è?”
“C’è cha cambia tutto!”
“Ma ho sbagliato solo il senso in cui mescolare! È impossibile che si sia potuto sciogliere il calderone a quel modo!”
“Ma ringrazia che non sia esploso, piuttosto!”
“Ma dai! Peter ci ha infilato questo mondo e quell’altro nel suo calderone, eppure si è l imitato a fumare!”
“Evidentemente lui lo ha girato nel verso giusto...”
“Ma mi stai prendendo per il culo o cosa??”
“Gli ingredienti si sono uniti male, Sirius! Alcuni hanno perso degli attributi, ed altri sono sprofondati a causa dell’assorbimento di succhi anormali!”
“In parole umane?”
“In parole umane per questo non volevo spiegarti pozioni... senti... alla buona sono capaci tutti, sono i dettagli che contano!”
“Mi sento così ignorante...”
“Sì, anche io TI sento abbastanza ignorante...”
“Non prendermi sempre in giro!”
“Tu non tirartele addosso! Se fai di queste affermazioni è come se mi invitassi a nozze!”
“Attento che potrei farlo...”
“Cosa?”
“Invitarti a nozze.”
“...”
“...”
“Ah ah ah ah! Sei un Grifondrogato in crisi di astinenza, ecco cosa sei!”
“Cosa?? E perchè??”
“Uno normale non direbbe simili fesserie!”
“Hei, ero serio!”
“Appunto dico che ti sei drogato... dunque... stavamo parlando di come hai potuto provocare lo scioglimento del tuo calderone...”
“Nanerottolo moccioso petulante e malefico...” borbottò
“Come hai detto?”
“Ho detto che avrei voluto che avesse un effetto benefico” disse in rima con la frase originale per camuffarla.
“Capisco... allora, poi abbiamo detto che hai tagliato le foglie di Erika, giusto...?”

“Sì, in tre parti, e ce ne andavano solo due, ancora non credo che simili stupidaggini possano aver provocato un incidente, comunque ormai è successo, no? Non si dice, appunto, non piangere sulla pozione versata? O era il latte, beh, comunque sicuramente è qualcosa di liquido visto che la roba solida non si versa, al massimo può cadere, e se è fragile rompersi, comunque posso baciarti?”

“Perchè me lo chiedi sempre dopo avermi rimbambito di chiacchiere?”
“Perchè dopo sei più vulnerabile!”
“Aspetta a vedere quanto sono vulnerabile...”
“Allora mi dai un bacio?”

 

Sirius si porse in avanti e chiuse gli occhi aspettando un bacio, il vampiro allora si guardò rapidamente intorno, e quando vide che non c’era nessuno, si chinò anche lui siu libri, e poggiò le sue labbra su una guancia del Grifondoro. Quando si separarono, Sirius sollevò una mano e cominciò a carezzargli una guancia.

 

“Sono contento che stiamo insieme”
“Sirius... forse non te ne rendi conto ma è già da qualche minuto che stai sclerando...”
“Oh, eddai, possibile che non si può avere un attimo di romanticismo?”
“Se non ti sta bene, possiamo anche lasciarci, sai!”
“Grrrrrrrrrrr! Serpeverde maledetto e microscopico!!”
“Meglio un piccolo Severus oggi che un grande Sirius domani...”
“Che vorrebbe dire?”
“Vuol dire che porca miseria mi stai facendo diventare sboccato anche a me!”
“Magari diventassi sboccato, così magari diresti a qualcuno che stiamo insieme, no!”
“Bravo genio, se lo dicessi anche ad una sola persona, succederebbe il finimondo!”
“Io l’ho detto a James, Remus e Peter!”
“Il fatto è che nessuno si è dimenticato le cose che ci facevamo! Non credo che approverebbero!”
“Ed a te che te ne frega se approvano o meno!”
“Mi frega perchè non ho voglia di scatenare la rivoluzione di Hogwarts!”
“Umpf... perchè non sei entrato a Grifondoro...?” disse Sirius sconsolato
“E tu perchè hai pestato il cervello a quel modo...?” ribattè Severus altrettanto sconsolato
“Ora posso baciarti io?”
“Sì, immagino di sì...”

 

Anche il Grifondoro baciò la guancia di Severus, quanto più vicino alle labbra potè, e poi decisero di riprendere a scrivere il tema di Black sul perchè il suo calderone si fosse sciolto. Nel frattempo, dall’altra parte di Hogwarts, un certo vampiro biondo si stava aggirando nervoso e preoccupato per tutti gli anfratti del castello alla ricerca del suo compagno di stanza che, pultroppo non era a letto quella mattina alle sette. Nè nel suo, nè tantomeno in quello di Lucius... quale essere spregevole ed irrispettoso alle sette di Sabato mattina si alza dal letto??

 

“Lu...! Che fai in giro a quest’ora?”
“Avery! Lo stesso vale per te! E poi qui!”
“Ah... stavo mettendo a punto un nuovo scherzetto per Zabini. Se non mi toglie 50 punti ora, non me li leverà più.”
“Che cos’è?”
“Lo capirai quando lo userò... eh eh eh eh!”
“Ehm... hai visto Sev in giro?” chiese casualmente.
“Sev? Non dirmi che te lo sei perso! Capisco che è piccolino, però...!”
“...”
“Sì, l’ho intravisto stamattina. Abbiamo parlato un po’ e se n’è andato fuori.”
“Fuori? Nel cortile, o dove?”
“Con questo freddo gli ho consigliato di andare dietro al colonnato che non tira vento. Lo troverai lì.”
“Grazie mille, Avery!”
“Di nulla!”

 

UN QUARTO D’ORA DOPO...

 

“Insomma, quando ci rivediamo?”
“Insomma, non lo so!”
“Facciamo stasera?”
“La sera è troppo complicato, Sirius, non esco.” Mentì. La sera era devotamente consacrata alla cena.
“Allora domani?”
“Ok... dove?”
“Dunque... al campo di Quidditch! Sotto gli spalti va bene?”
“Ehm... immagino di sì... mi dispiace davvero che dobbiamo vederci in questo modo, credimi...”
“Non preoccuparti –sorrise Sirius- quello che conta è che ci siamo noi due, no? Il resto è solo cornice.”
“Lo pensi davvero?”
“Sì. Sev... io farei di tutti purchè la nostra storia duri. Mi credi?”
“Ehm... sì. Sì, immagino di sì.”
“No, non mi credi.”
“T’ho detto di sì! Lasciami le mani!”
“Eddai, non si può mai essere romantici con te!”
“Non ti ci vedo come tipo romantico!”
“Ah, no? Te lo dimostrerò! Ma tu promettimi che ti impegnerai come me per non farla finire...”
“Ehm... io...”

 

“SEEEEEEV!! DOVE SEIIIIIIIIIII???”

 

“Ma chi è sto sboccato???”
“Lucius... come mai si è svegliato così presto...? Sono solo le nove!”
“Oh... immagino che ora io debba scappare! Ciao!”

 

Baciò Severus per l’ultima volta, ed un secondo dopo era sceso dal muretto e vi si era nescosto dietro. Nello stesso istante, Lucius aveva superato il colonnato, e aveva visto Severus tutto solo.

 

“Sev! È tutta stamattina che ti cerco, ma a che ora ti sei alzato?”
“Ehm... non so, era presto.”

 

Rispose il moretto, facendo cadere il libro di Sirius in modo che Lucius non lo vedesse. Il brutto, fu che finì prorpio in testa al suo proprietario, ancora nascosto. Questo fortunatamente si trattenne all’ultimo secondo dal gridare di dolore, impresa non da poco, contando che il libro di pozioni da solo faceva 6 chili e mezzo... Sirius mormorò un’imprecazione, e cominciò a strisciare via, dolorante.

 

“Cosa hai fatto da solo tutta stamattina?”
“I compiti.”

 

Disse raccogliendo le sue cose e sceso dal murett, afferrò il mantello del biondo, trascinandoselo via. Non appena si voltarono, Sirius Black saltò fuori da dietro il muretto, e corse via nell’opposta direzione, come un ladro un po’ impedito.

 

“E non potevo venire anche io?”
“Ti saresti addormentato, Lu!”
“Sei strano ultimamente... sparisci di continuo!”
“Preferisco la tranquillità per studiare. Dai, non fare quella faccia!”
“Mh... va bene, ti perdono! –sorrise il biondo- con chi vai al ballo?”
“Lo vedrai il giorno del ballo!”
“Ma cosa cambia se me lo dici adesso!”
“Cambia eccome! Potresti fare qualche stupidaggine.”
“Chi io? Ma dai! Heheheh!”

 

*Aspetta solo che scopra con chi ci andrai, e non avrà più le gambe per ballare...* pensò invece

 

“Lu, ti conosco.”
“Ci vai con Avery?”
“Ti ho già detto di no.”
“Ti prego Sev... giurami solo che non ci andrai con Zabini!”
“Non ci andrò con Zabini.”
“Allora Narcissa?”
“Narcissa ci andrà con te.”
“Allora con Ros... un momento, cosa di Narcissa???”
“Ci andrà con te!”
“Non ci penso nemmeno!”
“Allora con chi vorresti andare?? Tanto è inutile che continui a chiederlo a me!”
“Allora ci vado da solo!”
“Tristezza al cubo...”
“Dai, Sev non voglio andarci con qualcun altro!”
“Dai, Lu non puoi andarci con me!”
“Umpf! Sev... ma perchè hai fatto così? Era scontato che te lo avrei chiesto!”
“Sì, ma non era altrettanto scontato che io avrei accettato!”
“Oh, dai, dimmelo, ti prego!”
“No, e poi no!”
“Cattivo... e comunque non è detto che solo perchè andrai con qualcun’altro noi non potremmo stare insieme...”
“Giusto! Vedi? Così sei maturo!” il viso di Severus fu illuminato da un sorriso
“Grazie! –poi continuò con voce soave e un po’ persa- e non significa neanche che sei fidanzato col tuo accompagnatore.”
“Ah, beh... già. Ehm... non è detto...”

 

Lucius lo fissò stranamente, continuando a guardarlo negli occhi, qualche secondo dopo, Severus scattò

 

“Ah! Ehi!!” Sferrò un calcio ad un ginocchio del biondo
“Ahio! Che modi!”
“Non entrarmi in testa, maledetto!”
“Se non melo dici è chiaro che cerco di leggertelo nella mente!”
“Ritiro tutto, non sei per niente maturo!”
“Dimmi-chi-è!!”
“Lo-vedrai!”

 

Nel frattempo, Sirius black era rientrato carico di frustrazione nel suo dormitorio. Tutti i suoi amici stavano ancora dormendo profondamente. Eccezione fatta per Remus, che stava invece seduto sul suo letto a leggere un libro, probabilmente studiava.

 

“Non mi dire che ancora dormono!”
“Non mi dire che già è finita la mattinata romantica!”
“Remi... mi sembri parecchio scoglionato, ultimamente!”
“Siri, non chiamarmi Remi! Lo odio!! Come mai già di ritorno?”
“Beh, sai... oh, ma svegliamo gli altri! Non mi va di raccontarlo due volte!”
“Non mi sembra una buona idea...”

 

Ma Sirius lo ignorò, rise in maniera maligna, e puntandosi la bacchetta alla gola, pronunciò l’incantesimo sonorus dopodichè Remus si mise prontamente le mani sulle orecchie in preparazione dell’azione successiva, vide Sirius prendere fiato, ed un secondo dopo, tutta Hogwarts potè udire un grido improprio in volume ed eccessivo nella sua furia pronunciare la parola

 

“SVEEEEEEEEEEEEEEGLIAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!”

 

Per prima cosa, il ragazzo fu invaso da una raffica di bestemmie, poi gli fu lanciato addosso di tutto, dando a Remus l’occasione di dire la frase che Sirius si sentiva ripetere mattina e sera a tutte le ore, e da tutti coloro che gli stavano intorno:

 

“Io te l’avevo detto, Sirius...”

 

Il Grifondoro gli rifece il verso, ed alla fine risero tutti e quattro (chi leggermente sordo, chi completamente) per lo scherzo di poco prima.

 

“Allora, Felpato... come mai già di riorno? Mi pare di averti sentito uscire di soppiatto verso le sei...”
“Sì... però sono dovuto scappare. È arrivato quel lasciamo-perdere-che di Malfoy...”
“Ah. Allora ancora lo terrete segreto? Fino a quando? E poi che hai, non hai detto un torrente di imprecazioni a fianco al nome di Malfoy!”
“Ehm... ho promesso a Severus di non dirne a meno che non sia strettamente necessario alla mia sopravvivenza.”

 

Tre paia di occhi si fissarono increduli sul ragazzo. Privare Sirius Black delle parolacce è come privare un neonato del latte materno! Ma soprattutto riuscire in quell’impresa sarebbe stato come convincere il professor Trebonius a ballare la quadriglia!!

 

“Felpato... –azzardò Peter- sei sicuro di non essere sotto imperius?”
“Stai insinuando che il mio ragazzo mi metterebbe sotto imperius...?” Sorrise Sirius in modo minaccioso
“No, no! Lo sappiamo benissimo che ti fai camminare sopra anche senza incantesimi...” Rise James senza ritegno.
“MA JAMES!!!!”
“Dimmi una cosa piuttosto... –continuò Ramoso- lo avete fatto?”
“MA CHE CAZ-- CAVOLATE STAI SPARANDO, JAMES!!!”
“Ah ah ah ah!! Ma quanto sei carino!!!!” Gli disse Peter che era scoppiato a ridere
“Eh...? Ma che ho detto...?” Si chiese James guardandosi intorno con aria stupida.
“Hai detto una mostruosità! Nemmeno sono sicuro che stiamo insieme veramente! Ancora è presto, non allungherei un dito su Severus!”
“Scemo, se non sei sicuro chiediglielo, e dateci giù, no?”
“Ma JAMES!! Tu parleresti così se si trattasse di Lily??”

 

D’un tratto il viso di James si rabbuiò, nemmeno lo videro scendere dal letto che già si era seduto per terra, e con l’indice si era messo a tracciare cerchi sconsolati sul pavimento... sul suo volto non c’era più nemmeno l’ombra di un sorriso.

 

“Il fatto non è se io lo farei con lei... è se LEI lo farebbe con me...”

 

I ragazzi risero delle disgrazie di James, tutti tranne Remus, che stava ancora facendo finta di leggere e di non essere interessato all’argomento. In realtà però, stava ascoltando tutto benissimo, ed era arrossito fino alle orecchie.

 

“Grazie, Jamie...”
“Mh? Per cosa?”
“Per avermi spinto tra le sue braccia.”
“Ah, quello! Di nulla, figurati! Però mi piace essere ringraziato, fallo ancora!”
“Grazie.”
“Dai, di nuovo!”
“Grazie, grazie, grazie, grazie!”
“Eh eh eh eh! Mi hai ringraziato perfino stanotte mentre dormivo! Mi hai sussurrato ‘grazie’ nell’orecchio! Stai diventando scemo, Felpato!”
“Grrrrrrr! Non mi provocare che non posso bestemmiare!”
“Ma dimmi una cosa...”
“Se è una cavolata...”
“No no no no! È seria!”
“Dimmi.”
“Ma almeno una caviglia te l’ha fatta vedere o è presto?”
“TI AMMAZZO, JAMES!!!”

 

I due si cimentarono in un rovinoso wrestling... Sirius assunse forma canina, e saltò addosso a James, addentandogli un braccio. Il poverino continuava a ripetere

 

“No, Felpato!! Fermo là, dai!! Ma che avrò mai detto???”

 

Pochi minuti dopo, il pigiama di Potter era a brandelli, e Siruis, tornato sul letto ed in forma umana, fece finta di pulirsi la bocca in maniera raffinata, e disse come parlando con un cameriere immaginario vicino a lui

 

“Una fetta di culo vicino all’osso, grazie.”

 

Questa frase provocò risa generali. Anche Remus non riuscì a trattenere un sorriso.

 

“Vi è piaciuta? Me l’ha detta Severus... si stava riferendo a Thor.”
“Siete andati da Hagrid?”
“Sì, per una ricerca. Thor gli è saltato addosso!! E gli ha sbavato sulla faccia!! Poverino!”
“Ah ah ah! Ma Felpato, se sta con te ci si dovrà abituare!”
“Ma io dicevo poverino il cane!”

 

Mentre tutti ridevano, d’un tratto Peter riprende fiato e dice fra le scosse di risa restanti

 

“Sirius... forse non te ne sei accorto... ma hai appena preso per il culo il tuo ragazzo!”

 

Sirius ci pensò su un secondo, poi, realizzato che il ratto umano aveva ragione, si voltò di scatto a guardarlo, con sul viso un’espressione terrorizzata che era la fotocopia dell’urlo di Munch.

 

“Ah ah ah! –rise James- se lo avesse veramente preso per il culo, i problemi di Sirius sarebbero già risolti!!”
“SEI MORTO, RAMOSO!!!”
“AAAAAAAAAAAAARRRRRRRRGHH!”

 

“Ehm... Sirius...?” si intromise Remus.
“Sì? Cosa c’è? Sbrigati che sto strangolando James!”
“Ehm... non ti sembra che lo hai... messo su di un piedistallo, a Severus?”
“Beh... metterlo su un piedistallo è il minimo che possa fare per farmi perdonare, non ti sembra?”
“E tu credi che reggerà? Se continui a dargliele tutte vinte?”
“Hei che è sto pessimismo? Io voglio solo che stia bene e che non mi lasci! È tanto sbagliato questo?!”
“Sì se lo fai nel modo sbagliato! Se vuoi che non ti lasci, diglielo! Non fare il carino sperando che basti, perchè fidati, non basta!!!”
“Mi spieghi come vorresti sapere come funziona la testa di Sev??”
“So solo che tu non sai neanche come funziona la tua, figuriamoci la sua! E poi lo vedi come ne parli?! Ormai lo ritieni perfino superiore a noi!”
“Cosa?? Stai sclerando, Remi!”
“Quello che sclera sei tu, Sirius! Non capisco perchè perdo tempo dietro ad un idiota totale come te!”
“Idiota io?? Ma come ti permetti!! È mezz’ora che stai dicendo un mucchio di stronzate!”

 

Una vena sulla fronte di Remus si gonfiò e prese a pulsare insistente, finchè il ragazzo non scoppiò:

 

“Non lo sto facendo affatto! Se tu sei un perdente non è colpa mia! Finalmente hai quello che vuoi, e non sai tenertelo! Cosa dici mattina e sera?? ‘Sev è questo, è quello, fa questo, ha detto quello’! ‘Non vuole che usciamo in pubblico’, ‘vorrei che mi dimostrasse affetto’ e bu, bu, bu! Non sai dire altro! E poi gliele stai dando tutte vinte! E non gli vuoi parlare dei tuoi problemi di insicurezza! È sbagliato! Sbagliato! Sbagliato! Se proprio vuoi tormentarti, fallo, ma solo dopo aver parlato con lui! Se ti tormenti senza fare niente non avrai mai una risposta... idiota!!”

 

Quando Remus si riprese dal suo scatto d’ira, arrossì come mai in vita sua, accorgendosi che tutti i presenti nella stanza lo stavano fissando attoniti. Dov’era sparito il ragazzo silenzioso e dolce con tutti? Ma Sirius fu il primo a riprendersi, ed a rispondergli

 

“INSOMMA, MA SEI UN MIO AMICO O NO?? PERCHE MI DICI COSE CHE MI FANNO CROLLARE IL MORALE PROPRIO ORA CHE SONO COSI FELICE?!”

 

Gli gridò Sirius infuriato. E james fece il grosso errore di mettersi in mezzo...

 

“Ehm... ragazzi, dai. È stata una bella sfuriata, ora fate pace.”

 

Remus però stava tremando di rabbia. Com’era possibile che il suo Sirius fosse cambiato da così a così nel giro di pochi giorni? E tutto solo per un Serpeverde che da quando si sono conosciuti non hanno fatto altro che guerra?! Era proprio quell’idiota di Sirius la persona di cui era innamorato da sempre? Purtroppo sì...

 

“SEI PROPRIO UN BAMBINO! –Rispose Remus, tirando, senza accorgersene, il suo libro di Aritmanzia sulla faccia di James, per toglierlo di mezzo come una mosca fastidiosa- E SE CI TIENI A SAPERLO, TUTTI I PROBLEMI CHE HAI SONO SOLO COLPA TUA CHE SEI SEMPRE IL SOLITO INDECISO! SE TI PIACE GIOCARE A NASCONDINO QUANDO STAI CON SEV, ALLORA FATTI TUOI!! ED ORA SCUSA, MA NON HO TEMPO PER UN CRETINO TOTALE!”

 

Queste furono le ultime parole che gridò, prima di uscire come una furia dalla porta del dormitorio. Sirius restò impalato a riflettere, lo sforzo gli faceva corrugare la fronte. Nel frattempo, Peter stava sventolando il viso del povero James, svenuto a causa dell’urto col libro. Appena si riprese mormorò

 

“Ma la tua macchina ha gli tergimerlinacci elettrici...? Ops, volevo dire i tergicristalli...”
“James, stai delirando.” Lo informò Peter
“Dov’è il treno...?”
“Il treno lo rivedremo a Giugno, James!”
“Ma... ma allora cosa mi ha colpito...?”
“Nulla, è un’impressione, Jamie. Piuttosto, Sirius! Perchè non vai a chiedergli scusa?”
“A Remus?? Ma mi ha aggredito, non hai sentito?!”
“Ho sentito! Ed ho sentito anche che lo ha fatto per il tuo bene, scemo!”
“Per il mio bene ha randellato Ramoso con un libro da 3 chili?!”
“Ma anche tu gli hai camminato sopra!”
“Non c’entra! Io non vado da nessuna parte!”
“Allora va bene, affoga nel tuo orgoglio!”
“Grrrrrrrrrr! Ero così di buon umore, accidenti a voi! Ok, vado a cercare Remi! Contenti??”

 

Petr annuì sorridente, mentre James, dal pavimento stava blaterando a proposito di spiagge candide e Lily Evans in bikini che gli tirava un pallone molto grosso e pesante sulla faccia.

 

“No... non voglio giocare a palla... Lily... non la voglio la palla...” rantolava con un filo di voce.
“Dai, Jamie, mettiti in piedi, ti porto da madama Chips.” Lo calmò Peter.
“No... non vogli andare da Madama Chips! È cattiva... mi lancia la roba...”
“Su... su...”

 

E Peter sostenendo James, se lo portò fuori mentre Sirius, ancora sul letto malediceva la sua stupidità. Remus aveva ragione sempre su tutto, ma come diamine poteva farlo?? Iniziò a parlare da solo:

 

“Accideni a Remus, ma come diavolo fa ad avere sempre ragione?! Sarà onnivoro... o si diceva onniscente? No... fos.. forescente...? bah, comunque quella cosa là! Spero solo che Severus non venga mai a sapere che non so come si dice o non la smetterà più di prendermi in giro! Chiunque ha inventato il mio carattere, lo ha fatto per puro sadismo, porca miseria! Ed ora mi toccherà anche chiedergli scusa! Cazzo, cazzo, cazzo, cazzo!!!”

 

 

 

FINE CAPITOLO 15.

 

 

La canzone scritta all’inizio del capitolo è “Blindfold” dei Morcheeba. Grazie tantissimo a tutti dell’attenzione. Se volete, lasciatemi una recensione, sarebbe molto apprezzata e gradita! Alla prossima! Ciao!

 

 

 

 

 

Regalo per Palanmelen:

HO ROTTO IL CULO A MERLINO: (Rotta per casa di Dio, degli 883)

Tutti quanti a Camelot stavamo là
Senza un cazzo da fàre
Quando a un tratto arriva Merlino e mi fa
“Hei, ti va di giocare?”
Mi ha sfidato a subbuteo a casa sua
Ha detto che me rovina...
Lui ha scelto Grifondoro la squadra mia invece è Serpeverde!

Ho rotto il culo a Merlino
Gli ho fatto sette pallini!
A subbuteo so più forte io
Ho rotto il culo a Merlino!
S’è incazzato una cifra a rosica
Me dispiace nun ce sta niente da fa
In finale tu sarai pure Merlino
Però Porca Morgana a subbuteo so più forte io!!

L’ho beccato il giorno dopo che bestemmiava
“Porco Merlino!”
Gli ho detto “Come te va?”
M’ha sfidato n’altra volta a casa sua
Proprio nun ce vuò sta!
Questa volta, dice, “Giocheremo a ping-pong!
Che ti voglio sfondare!”
Tutto è pronto le racchette ormai fremono
Possiamo pure cominciare!”

Ho rotto il culo a Merlino!
ho vinto sei set a zero!
A ping-pong so più forte io
Stavolta l’ho fatto nero!

E ho goduto come un porco Merlino

Invece no!

De sicuro me risfida, io già lo so!

Non importa se a scacchi o a freccette

Tanto più gli apri il culo,

E più il porcone nun vò smette!

 

“Batti, Artù, che t’apro il culo!”

“Eh, sì, come ieri!”

“Non sfotte mannaggia Nostradamus, tira quella palla che te rovino!”

“E lascia sta quel povero stronzo!”

“E batti, porco Merlino!”

“E non bestemmià!”

 

M’ha sfidato a bocce, gli ho fatto il culo a strisce!

A poker l’ho massacrato!

So più forte ma lui questo non lo capisce!

Sempre più è avvelenato!

A calcetto gli ho segnato pure de tacco!

Gli ho dato scacco matto!

La Magò se comincia a preoccupà...

Non l’ha mai visto così fatto!

 

Ho rotto il culo a Merlino!

Vi giuro, non ho barato!

Le magie le faccio anch’io!

Ma questo non è reato!

Se me scopre me sa tanto che me se fà

Devo stare attento perchè poi questo qua

Me se incanta se glie giran le palle

Me rimanda a Camelot,

me ce lascia per sempre, eh-oh!

 

Ho rotto il culo a Merlino, me chiamano Re Artù!

Sò cornuto, però ho vinto io!

Ho rotto il culo a Merlino!

Nella vita m’hanno sempre inculato, ma

Questa volta mi sono vendicato, eh già!

Ho rotto il culo a Dio ma n’è finita

Adesso tocca a Lancillotto

Prenderlo di dietro!

 

Ho rotto il culo a Merlino!!

 

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Capitolo 16
*** Avrei potuto impedirlo ***


Per prima cosa prima di iniziare il capitolo, vorrei salutare tutte le persone che mi recensiscono, e dire grazie per la vostr

Per prima cosa prima di iniziare il capitolo, vorrei salutare tutte le persone che mi recensiscono, e dire grazie per la vostra pazienza so che scrivo lentamente, ma pultroppo ultimamente vado sempre di fretta adesso ho perfino i corsi al trinity ed i gruppi di studio per gli esami di stato, quindi il tempo non mi basta mai!!  E poi vorrei passare a rispondere alle recensioni! Cough cough! :

 

Selvy: Stavolta non mi hai recensito, eh?! Cattiva, credevi che non me ne sarei accorta?!... naturalmente scherzo! Ti voglio bene ugualmente!

 

Smile_Vale: Hai proprio ragione, Sirius è un timidone con la maschera della sbruffoneria (si dice così??? Cercate sul vocabolario, mi raccomando, poi mi dite!) e questo naturalmente per restare in tema di maschere! Da cosa vi siete mascherate a carnevale?!  E poi... Remus è geloso e soprattutto incazzato come un mannaro! Immagina un po’ stare dietro a uno come Sirius, e poi vederlo sbavare dietro al suo peggior nemico! (Di Siri, non di Remi)! Il problema di Rem è che dà sempre buoni consigli agli altri, ma poi quando riguarda lui avrebbe bisogno di uno psochiatra canino! Ed ora passiamo alla prima domanda... perchè Severus si è messo con Sirius e non con Lucius? Semplice: perchè era molto arrabbiato ed ha fatto un colpo di testa. Ma scavando più a fondo, è perchè lui vuole provare a sbloccarsi dalla sua insicurezza, ma naturalmente lui non ama Sirius, e le circostanze sono anche sbagliate! In più c’è anche quello che hai detto tu. Beh... fatti un po’ i conti di come stanno... Naturalmente anche il fatto che il suo comportamento è un po’ irrispettoso per i sentimenti di Sirius è da rifletterci su. Io penso che con tutto quello che ha fatto lui a Severus, questo è quasi uno scherzo. Naturalmente Sirius si è affaticato, ma anche Remus si sta contorcendo le budella mannare, no?! Come vedi la sofferenza di Sirius è solo un pagamento per le sue malefatte. Gli spasimanti di Sev sono troppi?? Ma che dici! Più sono meglio stanno, dico io! Fonderanno un fans club, credo... poi... la storia degli orsetti scavatori... tornando indietro  nel passato di Sev scopriamo che era a dir poco una frana in CCM. Un giorno il professor Kettleburn (che gode a vedere Severus in lacrime) gli ha affidato il compito di nutrire e coccolare degli orsetti scavatori: piccoli orsi muniti di  becco da papera e artigli coi quali si scavano un nido sottoterra. Questi esserini allegri, sono anche molto affettuosi, così, lasciandosi prendere dall’amore, sono saltati addosso al padroncino Severus e hanno preso a dimostrargli affetto a modo loro... (lascio tutto alla tua immaginazione), così Sev ne ha fulminato uno, mettendo gli altri in fuga. Morale della storia: Gli animali amano Severus, ma Severus odia gli animali. Il professor Morris allora, lo ha preso in giro dicendogli di ripetere “A me piacciono gli orsetti scavatori!” Fine della storia. Spero di essere stata esauriente! PS: non dire mai di essere stupida! È stupido! Dai, ripeti: “Io sono un genio!” Un grosso Kiss, alla prossima!

 

Palanmelen: , Lucius riempie di orgoglio anche me! J Non è da tutti trattenersi in quel modo, ed è anche da questo che si vede l’amore vero che ha per Severus!Si intristisce molto, ma diventa molto allegro dopo i pasti! Ecco il perchè del buonumore la mattina dopo! Lestrange e Rosier non erano amici prima, sai? Prima Rosier era il migliore amico di Zabini, che poi è diventato il best friend di Severus, e così Rosier si è appiccicato a Lestrange, scoprendo molti punti in comue con lui... ora li chiamano “le due meduse”, perchè sono sempre tranquilli e vanno sempre daccordo! Eh, eh, eh! Il ballo! Scommetto che non vedi l’ora di arrivarci! Ti preannuncio solo che le canzoni saranno prese da dirty dancing e da Ghost, visto che siamo negli anni 80! Eh, sì! Avery e Severus sono presi da due persone reali. Una sono io, l’altra è un mio ex amico di nome Mario (1.91 di altezza). Le battute tra loro due sono per la maggior parte realmente state dette da noi! Per quanto riguarda il rispetto per Sirius, ho spiegato già sopra. Se è un piacere leggere James aspetta non hai ancora visto il meglio! Ih, ih, ih! NOOOOOOOOOOOOOO! NON MORIREEEEEEEE! Vabbè dai, ti mando Lucius, così non muori! Diventi vampira e passi l’eternità a fare battute e bestemmiare Merlino in buona compagnia! L’unico aspetto negativo è che dovrai prenderti anche gli scalpellotti da Severus! Mica ti importa però, no?! Kiss kiss, a presto!!

 

Ora vi saluto davvero! (con la speranza che entro domani non mi venga anche un bel cancro ai polmoni che ci starebbe pure bene così mia madre potrà dirmi ‘te lo avevo detto ke non dovevi fumare’!!) Ciao ciao!! Scusate le chiacchiere!!

 

I still remember the world (Ricordo ancora il mondo)
From the eyes of a child (Dagli occhi di un bambino)
Slowly those feelings (Lentamente quelle sensazioni)
Were clouded by what I know now (Erano annuvolate da ciò che so ora)

Where has my heart gone (Dov’è andato il mio cuore)
An uneven trade for the real world (Svantaggiosamente scambiato con il mondo reale)
I want to go back to (Voglio tornare a)
Believing in everything and knowing nothing at all (Credere in tutto senza sapere niente)

I still remember the sun (Ancora ricordo il sole)
Always warm on my back (Sempre caldo sulla mia schiena)
Somehow it seems colder now (In qualche modo sembra più freddo ora)

Where has my heart gone (Dov’è andato il mio cuore)
Trapped in the eyes of a stranger (Intrappolato negli occhi di uno sconosciuto)
I want to go back to (Voglio tornare a)
Believing in everything (Credere in ogni cosa)

 

CAPITOLO 16:  Avrei potuto impedirlo.

 

DORMITORIO DI SERPEVERDE ORE 11:30

 

Gli unici due vampiri di Hogwarts stavano tranquillamente sdraiati sul letto di Lucius a riposarsi, il biondo aveva un braccio attorno alla vita di Severus, che teneva la schiena contro il suo petto, gli occhi gli si stavano quasi chiudendo da soli. Cercò di risvegliarsi, perchè in effetti dormire alle undici e mezza del mattino era un pochino indecente... così disse, cercando di incominciare un discorso

 

“Oh! A proposito, Lu... c’è una cosa che non ti ho detto...”
“Davvero? Riguarda Merlino?”
“MA NO!!! Ho sentito che Malocchio Moody dalla settimana prossima passerà qui un bel po’ di tempo...”
“Pffft... Moody? Quello di Nocturne Alley? Ah ah ah!!”
“Io non riderei. Ho saputo che vuole parlare con tutti gli amici e conoscenti di Kobra.”
“Ahia... ho sentito che è prevenuto contro i Serpeverde...”
“Purtroppo è vero. Ricordo che una volta è venuto a casa mia quando avevo cinque anni. Ha fatto un tale casino che quando papà ha visto che mi aveva spaventato tanto, ha dovuto cacciarlo via con la forza.”
“Ehm... scusa, Sev... però mi fa uno strano effetto sentirti parlare di quell’uomo...”
“Te l’ho detto che prima era diverso.”
“Cos’è successo allora?”
“Non lo so... davvero Lu non ne ho veramente idea...”
“Non ricordi nulla di strano? Com’è possibile che sia cambiato così all’improvviso?”
“Io non... non riesco a ricordarlo. Ma... insomma, possiamo chiuderla qui, per favore?”

 

Lucius dovette impegnare tutto sè stesso per trattenersi dall’alzarsi, e prendere a calci un muro.

 

“Quanti anni avevi quando è cambiato?”
“Lu... non voglio parlarne, ti prego. Argomento chiuso!”
“Ok... ma mi fa rabbia che ancora non ti fidi di me... per non parlare poi del fatto che il discorso l’hai aperto tu!”
“Lo so, ma... non è neanche questione di fiducia, solo... è che ci provo, ma proprio non me la sento, ancora.”
“Come vuoi tu, allora...”
“E poi ci sono un mucchio di cose che io non so di te lo sai?”
“Mh. Non che sia un tipo tanto interessante, comunque... cosa vorresti sapere?”
“Per esempio perchè non vai daccordo col tuo Sire?”

 

Il biondo emise un verso strano che stava ad indicare fastidio, e sulla sua faccia si dipinse una smorfia. Non aveva una gran voglia di rispondere a questa domanda e riaprire una vecchia ferita, ma si sentì un po’ obbligato a farlo, pensando ingenuamente che forse le sue confidenze avrebbero fatto sciogliere anche il suo compagno. Ma una domanda gli sorse spontanea.

 

“Perchè ti interessa?”
“E a te perchè interessa di mio padre?” Rispose semplicemente il moro.
“E va bene... non mi piace perchè è matto! –rispose riferendosi a William- Ha un’indole malvagia e sanguinaria! Non è un vampiro come me e te!”
“Oh. Nel senso? Che ti ha fatto?”
“Lui... si vede da come uccide... lui non ne ha molto bisogno. Lo fa solo per divertimento.”
“Non ne ha bisogno?”
“Sì. I vampiri più diventano anziani, più la loro sete diminuisce. Non lo sapevi?”
“No. A te è diminuita?”

“Un pochino. Tipo appena creato, dovevo uccidere almeno tre volte per notte per non essere assalito dalla fame. Ora una volta sola basta. Fra un secolo o due mangerò solo una volta la setimana, se tutto va bene. E William ha esattamente centotrenta anni, ma nonostante ciò uccide tutte le notti almeno due volte!”

“Oh. Raccontami qualcosa in più. Quando vi siete separati, tu e William?”
“Quasi subito. Dopo un paio di mesi. Litigammo a proposito della sua scelta di vittime.”
“Raccontami di più.”
“Lui uccise mia sorella. Io lo maltrattai, lui mi picchiò, e ci separammo. Tutto qua.”

“Merlino, Lu...! Mi dispiace! Com’era tua sorella...? Sempre se ti va di parlarne.”
“Ormai è passato tanto tempo... lei era la mia gemella. Quindi immagina me un po’ più gracile ed ecco mia sorella.”
“Dev’essere stato terribile. Merlino, Lu, vedere un cadavere idetico a te! Come si chiamava?”
“Lucia... “ Rispose con tono indifferente, ma il moretto aveva indovinato proprio la sua sensazione.

“Mi sento in imbarazzo, Lu... forse sarebbe stato meglio non averti chiesto nulla.”

“Nah... puoi domandare quello che vuoi tanto la mia storia è tutta un pianto amaro.”
“Qualcosa di bello?”

 Il vampiro restò qualche secondo in silenzio riflettendo sulla domanda, poi sorrise leggermente. Sì, qualcosa di bello, effettivamente c’era...

“Qualche tempo fa, mi è capitata in effetti, una cosa che mi ha tirato fuori dall’abisso delle mie sventure... quella notte stavo vagando in cerca di prede, allora per caso decido di entrare in un locale. Lì c’è tanta gente, e sono così sudati e palpitanti, che non vedo l’ora di mangiare. Poi sento delle voci col mio udito sviluppato, provenivano dal retro, allora mi incuriosisco e vado a dare un’occhiata.

 

“Vedo uno stupro in corso, e stavo quasi pensando che non fossero fatti miei, quand’ecco che sulla scena appare un demone così bello da sembrare un angelo... così resto lì a guardare. Cerco di corteggiarlo, ma ricevo solo calci in faccia, sia per modo di dire, che letteralmente... fatto sta che da quel giorno sono così innamorato che non penso più cose a tristi. Noti qualcosa di familiare nella mia storia?”

“Solo la tua familiare stupidità...”
“Ah ah ah... eh già, ma che ne sai tu, di quanto ti amo io...” disse, affondando il viso tra i capelli del moro.
“Io so solo che mi metti in imbarazzo quando dici certe cose.”
“Umpf! Perchè non ti tagli i capelli?”
“Ma che ti viene in mente?? I miei capelli! Perchè dovrei??”
“Ma dai! Ti coprono già metà schiena per quano sono lunghi!”
“Non ti piacciono?”
“A me fanno impazzire i capelli lunghi e scuri. Però pesano un quintale!”
“Lo so, è perchè sono molti ... però capelli corti mi rendono nervoso.”
“Ancora di più? Allora lascia stare... hei, ma hai sonno?”
“La tua storia mi ha fatto quasi addormentare...”
“Ti prendo il tuo orsetto?”
“Sì, grazie... ma è un cane non un orsetto.”
“Tieni. Ti lascio riposare, io vado a farmi un giro.”
“Immagino. Vai a fare quattro chiacchiere con Bellatrix?”
“Con Bella? Perchè di ci così?”
“Nulla, nulla...”
“Ogni tanto mi fai di queste osservazioni su quella lì, che significa?”
“Significa, e bada che è importante, che voglio dormire...”
“Umpf! Sogni d’oro.”

Gli augurò Lucius, e poi aprì la porta non sapendo però cosa fare o dove andare per passare un po’ di tempo... appena si chiuse la porta alle spalle, fortunatamente incontrò Avery, che gli sorrise, mentre gli veniva incontro.

“Avery! Hei!”
“Ohi! come va, Merlino cane!”
“Va benissimo, Artù Bestia! Che fai da queste parti?”
“Nulla... ero venuto a vedere se a te e Sev andava di giocare a magiRisiko...”
“Sev si è addormentato.”
“Ah... allora andiamo io e te? Ci sono Lestrange e Rosier con noi.”
“Ma Zabini non si vede più in giro da un po’ di tempo a questa parte, come mai?”
“Sinceramente è perchè ti sta evitando.”
“Viva la sincerità.”
“Viva Merlino impalato! Andiamo!”

Mentre i due sparivano nel corridoio, dentro la stanza Severus non era più solo... dal nulla, aveva infatti fatto la sua apparizione Kobra, che si guardò intorno, e vedendo il vampiro addormentalo lo chiamò, ma non riuscì a svegliarlo. Gli si avvicinò, e tese unamano per squoterlo, ma al momento di toccarlo, irrimediabilmente, lo attraversò. Lo spirito si bloccò interdetto, ritirò la mano, e sospirò. Ancora non si era abituato al suo stato incorporeo. Si sedette a mezz’aria a guardare il vampiro dormire, e si mise a riflettere sulla sua condizione.

*Perchè solo adesso ricordo dove ho ficcato quel maledetto mazzo di chiavi? Solo dopo che ho dovuto farmi mezza Londra a piedi per andarne a rifare un’altra? Perchè ora ricordo perfettamente che il compleanno di Severus è il 25 Agosto, e non il 20, data in cui tutti gli anni gli ho mandato il regalo? E che importa ormai? Tanto sono morto... ma allora perchè solo ora ho cognizione di tutte le amnesie che hanno influenzato il corso della mia vita e degli effetti che hanno prodotto su quella degli altri? Perchè mi vengono in mente, come per dispetto, le opportunità perdute e tutti gli atti del mio passato che sarebbero stati diversi se avessi sempre potuto contare sulla memoria? La mia memoria è capricciosa e perversa. Mentre ora mi svela gli episodi trascorsi, ancora adesso mi tradisce, impedendomi di ricordare com’è che sono finito davanti ai cancelli della morte... mi sento come se stessero giocando con me...*

I pensieri cupi dello spirito vennero interrotti da una serie di borbottii e versi assonnati provenienti dal letto del giovane vampiro, che infine aprì gli occhi, e vedendolo lì da solo in silenzio, esclamò 

“Mh... Kobra...? che fai lì?”
Pensavo...
“A cosa stavi pensando?”
Pensavo a tutti gli anni che ti ho mandato il regalo di compleanno nel giorno sbagliato.
“Non fa niente –sorrise il vampiro- è il pensiero che conta.”
Bello quel pupazzo.
“Grazie. Me lo hanno regalato.”
Il tuo ragazzo, vero?
“Sì... credo sia inutile negarlo visto che sicuramente già sai tutto.”
Come lo hai chiamato?
“Lui è Piccolo cuore.”
Ah ah ah ah! Io direi che ‘Piccolo Bucio Di Culo’ si addice di più! Senti, dovevo solo dirti una cosa...
“Dimmi tutto.”
Forse ti farà piacere saperlo...
“Se non me lo dici non lo sapremo mai!”
Oltre te e Lucius che siete dei vampiri...
“Và avanti, non farti pregare!”
C’è un’altra persona che può vedermi. Ma il suo corpo non è non-morto.

 

Sentite queste ultime parole, Severus fissò l’amico con curiosità. Oltre a loro due c’era un’altra persona che riusciva a vederlo. Rielaborò queste parole più volte nella sua mente, e poi chiese

 

“E ci hai parlato con questa persona?”

No. Lei ha paura di me.

“Oh... chissà come mai!”

Eh, già! Io sono sempre stato una personcina così perbene!

“Mmm... la cosa è sospetta, comunque. Dimmi chi è, potrei volerci fare quattro chiacchiere.”

È una Corvonero. Si chiama Gita.

“Che nome strano!”

Già... Sev ora ti devo lasciare, sono molto stanco.

“Ho capito. Mi dispiace. Ci vediamo!”

Spero presto. Arrivederci.

 

Concluse lo spirito, e soffiandogli un bacio come al solito, sparì nell’aria, lasciando il vioto al suo posto. Severus restò per un po’ a fissare il punto dove si trovava e poi, sempre inespressivo, si voltò sdraiandosi sulla schiena. Continuò a pensare alla notizia appena appresa.

 

 

LUNEDI 1 OTTOBRE

Lucius Malfoy stava sfrondando cautamente la sua piantina carnivorina dalle sue foglioline secchine, e spruzzando l’acqua con moderzazione dopo ogni taglio, osservava di sottecchi la pianta di Severus vicino a lui notando quanto era più fedele, e florida della sua, che invece era molto piccola ed infida, ed ogni occasione era buona per tentare di staccargli qualche dito.

Poco dopo la sua attenzione si spostò dalla pianta al suo coltivatore, che la stava nutrendo amorevolmente. Capelli neri e lisci raccolti in una coda alta, lasciando cadere qualche ciuffo ribelle in avanti sulle sue guance, rosse per il calore della serra, le maniche arrotolate mostravano braccia sottili e candide, le sue mani ipnotiche, la sua espressione...

“AHIA!!!”

Lucius lanciò un grido: la sua distrazione gli era costata un morso sul naso da parte della sua pianta, il cui nome era stato cambiato appena messo il primo dentino carnivoro, da “Puzzolotta” a ‘Bestia Assassina’... per gli amici semplicemente Bestia.

“Bestia Assassina, molla!! Che vuoi da me??”
“Secondo me un po’ di sale... per insaporirti, sai...”
“Ah ah ah! –disse con voce nasale- sei veramente un amore... darmi una mano no, eh?”

Severus allungò una mano verso la radice della pianta che sporgeva dalla terra del suo vasetto, e con l’indice la carezzò. La piantina fu scossa da un tremito, ed iniziò ad emettere un verso simile alle fusa di un gatto.

“Non muoverti Lu, o stringerà di più...”
“Odierei ritrovarmi senza il mio naso sensuale...”
“Nasi sensuali? Non ne vedo in giro...”

Sorrise malignamente Severus, che carezzò la radice ancora una volta, e la piantina lasciò perdere infine il naso di Lucius in favore della mano di Severus, prendendo ad arrotolarvisi intorno affettuosamente.

“Umpf! Perfino le piante si innamorano di te... tutta questa concorrenza mi deprime...”
“Non è innamorata, è andata in estasi.”

La piantina aveva preso a strusciare la testolina contro il polso del moretto, guadagnandosi così un’occhiataccia ed un ringhio da parte di Lucius.

“Traditrice...” mormorò il biondo indignato.
“Ma dai!! Prova a carezzarla sotto il mento.”

Lucius allungò una mano guantata (anche se i guanti che prima lo tenevano al sicuro da tutti i morsi di Bestia, ormai che aveva messo su 15 denti da due centimetri l’uno, servivano a ben poco.) Nonappena carezzò quello che Severus chiamava ‘mento’ della pianta, questa diede un tremito, ma purtroppo non fu di gioia...

“Aaaaargh!! Mi ha morso!”

Severus stava cercando di trattenere le risate, osservando poi l’amico borbottare che ‘chi fa da sè fa per tre’, lo vide ritentare un approccio amichevole carezzando la radice della pianta, come aveva visto fare al suo compagno poco prima. Ma il mostro erboso, evidentemente,  ritenne quel tocco la classica ‘goccia che fa traboccare il vaso’, poichè, invece di fare le fusa, scattò senza esitazione alcuna fuori dal suo vasetto, ed azzannò voracemente la mano del suo coltivatore, che lanciò un grido, cercando di scrollarsi Bestia di dosso, ma questa, incazzata come solo una piantina sa essere, avvolse rami radici e foglie attorno al braccio del biondo, per non essere lanciata via.

Poi la verde creatura aumentò la potenza del morso, in quanto Lucius lanciò un’altro grido e sparì sotto il tavolo per wrestlare con il vegetale incazzoso.

“Lu!!”

Lo chiamò Severus preoccupato, e quando fece per abbassarsi ed aiutare l’amico, questi riemerse all’improvviso, gridando di dolore, e mostrando un polso privo di mano. Anche Severus lanciò un grido terrorizzato, ma poi Lucius tirò infine fuori l’arto, che aveva nascosto nella manica, e scoppiò in una sonora risata divertita.

CRASH!! THUMP!!

“SIGNOR MALFOY!! COSA LE AVEVO DETTO A PROPOSITO DEL MANEGGIARE I VASI??”

“SCUSI!! Ahia... mi hai rotto un vaso sulla testa...!”
“Per forza che ti rompo un vaso in testa!! Mi hai fatto prendere un colpo!”
“Questo vuol dire per caso che ci tieni a me...?”
“Scemo... certo che ci tengo a te.”
“Ooooh... sono arrossito! È da quando ho ricevuto il mio primo bacio all’asilo che non arrossisco così!”
“Comunque mi dispiace per il vaso.”
“Veramente dovrebbe dispiacerti per la mia testa...”
“Il fatto è che se seguiterà così te li addebiteranno.”
“Non me ne preoccupo. Li farò pagare a te.”
“Sinceramente per farlo dovrei accendere un mutuo. Sto già risparmiando per il vestito del ballo...”
“Quanto hai messo da parte?”
“Nove galeoni e diciannove falci.”
“Quanto costa il vestito?”
“Venticinque galeoni tondi tondi.”
“Non ce la farai mai...”
“Lo so benissimo, purtroppo. Credo che chiederò soldi a Bella per farle copiare i compiti.”
“O potresti chiederli a me.”
“Non se ne parla nemmeno! In amicizia preferisco non mettere soldi in mezzo!”
“Ma io non faccio caso ai soldi! E poi te li darò anche se non me li chiedi!”
“Ed io te li restituirò all’istante! Lu... guarda la realtà in faccia! Stai peggio di me!”
“Non è vero! Te l’ho detto che ho un conto alla Gringott!”

“Ciao ragazzi!”
“Avery...!”
“Non sembra anche a voi che oggi sia troppo tranquillo?”
“Sì, visto che oggi lo zaino di Zabini non è ancora esploso.”
“Hei, l’ho fatto solo una volta!”
“Quasi quasi vado a parlargli un po’ è parecchio che non lo vedo in giro!”

Detto così il moretto abbandonò il suo banco per prendere il posto di Avery a fianco del prefetto, che sollevò la testa di scatto, stupito di vedere Severus vicino a sè così all’improvviso. Ben presto stavano parlando del più e del meno. Lucius li fissava con viso neutrale, pensando però a come scorticare Zabini vivo senza destare sospetti su di lui.

“Senti, Lu...-lo richiamò Avery- tu sai con chi andrà Sev al ballo?”
“No, non me lo ha detto. Tu invece?” domandò speranzoso.
“Nemmeno a me. Penso ci sia qualcosa sotto.”
“Cosa ti fa credere una cosa del genere?”
“Il fatto che lui non aveva mai tenuto un segreto con me fino ad ora. Mi sento come se stesse per esplodere un uragano.”
“Non dev’essere una bella sensazione. Sbrigati il bagno è la in fondo.”
“Oh! Merlino fulminato, che culo! Stai in campana però, mi raccomando.”
“Che vuoi dire? Di certo non può essere peggio che se portasse l’assassino di Hogsmeade al ballo, no?”
“Cero, ma... qualsiasi cosa accadrà da qui in poi... beh, Lu, parliamoci chiaro, io tengo a Sev come a nesun’altro!”
“Questo vale anche per me.”
“Sì, ma il fatto è che ultimamente lo sto vedendo come... rifiorire. Non dare di matto se lui è felice, ti prego.”

Lucius alzò lo sguardo dalla piccola Bestia Assassina, e guardò Avery negli occhi, e notò per la prima volta che era un tantino più alto di lui. Forse perchè aveva detto per la prima volta qualcosa di maturo! Prima che potesse rispondergli, però la campanella suonò. E mentre Avery andò a ricongiungersi con Zabini, Severus raggiunse Lucius, per rimettere i libri nella borsa. Aveva un’aria indispettita.

“Qualcosa non va?”

Il moretto non rispose nulla, preferendo ignorare la domanda. La verità era che Zabini lo aveva innervosito, e ora si stava domandando perchè il Prefetto dovesse sempre fare così! Eppure durante i loro primi anni a scuola, era sempre stato così gentile! Naturalmente però Severus ignorava l’esistenza dell’omino nero dell’indifferenza nella testa di Zabini, che lo spingeva a ferire le persone che amava.

“Sai che non mi va per niente di fare Rune antiche...?” Buttò lì Lucius.
“Lucius, dipendesse da te frequenteresti solo per startene in giro per Hogwarts senza mai aprire un libro!”
“In teoria era quello il mio scopo. Ma tu vuoi
studiare...”
“Lu, ma non ha senso stare in una scuola e non studiare!”

Mentre dibattevano sull’importanza dello studio, o sulla sua eventuale inutilità, furono avvicinati da Theodore Nott, il loro capitano di quidditch, che disse

“Ragazzi, brutte notizie. Dobbiamo andare tutti al terzo piano, pare che sia arrivato Malocchio ‘Strambo’ Moody...”
“Malocchio Moody? E che diavolo vuole?” Fece Avery, innervosito.
“Vuole interrogare tutti i Serpeverde del vostro anno più le squadre di quidditch di tutte le Casate.”
“Perde tempo.” Esclamò Bellatrix apparsa dalle loro spalle.
“Questo lo sappiamo tutti. Comunque evitate i guai con Malocchio non gli interessa se siamo studenti...”
“Già per lui siamo solo maghi oscuri in erba.” Disse in una smorfia Zabini.

E fra lamentele e borbottii vari su quanto Moody odiasse per principio i Serpeverde di ogni età, e su quanto fosse matto più di un cavallo, si avviarono verso il castello. Severus era ammutolito improvvisamente, pareva stringere a sè i suoi libri con più forza di quanto non fosse necessaria, così Lucius, notando che le sue nocche erano diventate bianche per lo sforzo, gli disse interrogativo

“Qualcosa non va?”
“Eh? Come?”
“Tutto bene, Sev?”
“S-sì, certo. Semplicemente Moody non mi è mai piaciuto.”
“Per quella faccenda che successe quando eri piccolo?”
“Sì... esatto.”
“Tranquillo, Sev, è tutto ok non ti può fare proprio nulla sotto il naso di Silente, no?”
“Spero sia così perchè i metodi di Moody sono abbastanza pesanti.”

Lucius non rispose, ma passò un braccio attorno alle spalle di Severus, e gli posò un bacio sulla testa, non lasciandolo più per tutto il tragitto. Il moretto, sempre più stupito per questa nuova abitudine del biondo di distribuire baci a casaccio, decise di non dire nulla. Era confortante quel peso sulla sua spalla. Appoggiò la testa al petto di Lucius, noncurante.

“Ma guarda... –mormorò Zabini ad Avery- che bisogno c’è di dare scene in questo modo?!”
“Mh? quale modo?”
“Malfoy! Ma non lo vedi?!”
“Certo che lo vedo. Ma quando io faccio lo stesso tu non ti lamenti. Non è che sei fissato con Lucius?”
“Quando lo fai tu è diverso! Tu sei solo un amico! A lui piace Sev!!”

Avery si sentì il petto in una morsa. Alzò lo sguardo verso la coppia di vampiri, e sospirò. Gli sarebbe piaciuto poter dire a tutti quello che stava accadendo dentro di lui, tenersi tutto per sè era estenuante, e si sentiva come un traditore agli occhi di tutti. Ma cosa sarebbe stato più importante? L’amore, o l’amicizia ed il quieto vivere? Avrebbe dato qualsiasi cosa per un consiglio spassionato, ma da chi? Aveva tanto bisogno di aiuto.

“Zabini... io sono sempre stato dalla tua, ma... non riesci mai a dirgli nulla dei tuoi sentimenti, e anzi, il più delle volte nonappena capita un’occasione per stargli vicino, lo maltratti...! tu e quel tuo maledetto omino nero scontroso che vive nel tuo cervello! Non sarà più un’ossessione che il vero amore che credi tu? Non potresti guardarti un po’ intorno?”

“Tu più di chiunque altro dovresti sapere quanto ci ho provato, Avery.”
“Già... hai ragione, scusa.”
“Scusa per cosa?!
“Eh, sapessi...”
“Sapessi? Sei strano, Avery... stai su, coraggio che almeno tu non hai pensieri di nulla.”

Avery sentiva che presto la sua testa sarebbe esplosa in mille succulenti pezzi. Una volta al terzo piano, Gazza il custode-che-ti-odierà-per-sempre-a-morte-se-lo-chiami-bidello, gli disse di aspettare in una stanza di venire chiamati per entrare nell’appena allestito ufficio di Moody.

“Il suo ufficio?? Vuol dire che si fermerà qui??”
“A quanto pare... ma dai Avery, calmati!”
“No... Lu, tu non capisci, quell’uomo è un mostro! Non sarà buono averlo in giro!”
“Specie se vorrai far esplodere le cose di Zabini.”
“Non scherzare... quello una volta ha picchiato Sev.”
“COSA?? PERCHE??”
“Quando era piccolo, lui...”

Ma le parole di Avery furono interrotte quando il custode lo chiamò ad andare per primo all’interrogatorio. Sorrise debolmente a Lucius, e si avviò dietro l’uomo, che lo condusse ad una porta di legno massiccia, la aprì, e vi spinse dentro il ragazzo. Malocchio Moody era in piedi vicino ad una scrivania, dietro alla quale era seduto una ragazzo sui vent’anni, fresco di accademia evidentemente, che aveva il compito di prendere appunti.

Avery fu invitato a sedersi con un gesto su una sedia dall’apparenza abbastanza scomoda.

“Bene, signor Avery.”
“Bene, signor Moody.” Gli rifece il verso il ragazzo.
“Io non farei tanto lo spiritoso, fossi in lei.”
“Io mi farei una plastica, fossi in lei.” Continuò sempre imitando la sua voce.
“Umpf. Beva un sorso d’acqua, per favore.”
“Non ho sete, grazie.”
“Non era una richiesta.”
“Ehm... se è così porco Merlino...”
“Non mi scandalizza questo tipo di linguaggio, signor Avery.”
“Bene! Nostradamus ramingo cane ammorbato di sventure che accetta le caramelle da Merlino pedofilo!”
“Ora basta! Beva!”
“Va bene, Morgana inghiottita dagli inferi!”
“Perfetto, basta così.”
“Cantami o Merlino del glande di tuo padre lo schizzo funesto.”
“Ora basta, però. Cominciamo. Come si chiama?”
“Robert Avery.”

Detto questo, Avery lanciò uno sguardo al bicchiere dal quale aveva appena bevuto. Aveva avuto tutta l’intenzione di rispondere qualcosa di buffo e beffardo, del tipo che lui era Merlino bastonato, o altro... ma non ci era riuscito. Un dubbio atroce lo pervase.

“Che c’era là dentro?”
“Veritaserum. Il siero della verità. Solo due gocce, ovviamente non ci è consentito di usarne di più.”
“Ma... ma non è giusto!”
“Concordo. Io ne avrei soministrate almeno cinque per essere sicuro.”

Avery fece una smorfia innervosita, preoccupato per le eventuali domande che l’auror avrebbe potuto porgli ed alle quali lui non avrebbe potuto mentire.

“Lei ha parecchi precedenti per furto, aggressione, rissa, resistenza e violenza agli ufficiali del ministero, e per uso di sostanze illegali.”
“Hei, era solo un po’ di marijuana!”
“Dicevo... quanti anni ha?”
“Sedici.”
“Dove vive?”
“Londra.”
“Qui dice un’altra cosa.”
“Dev’essere perchè mi sono trasferito la settimana scorsa.”
“Oh. Come mai?”
“Problemi familiari, e non provi nemmeno a chiedere in proposito!”
“Non mi interessa proprio! Conosceva il defunto Cassius Kobra?”
“Sì.”
“Ed eravate in buoni rapporti?”
“Non sempre...”
“Interessante! E come mai?”
“A lui... piaceva la persona sbagliata.”

Avery aveva il viso di uno che stava per vomitare. Non avrebbe mai voluto dire qualcosa di simile, e tantomeno ad uno come Moody, poi!

“Una persona che piace anche a lei? O le piaceva il suddetto Cassius Kobra?”
“No... è... un’altra persona.”

“Chi?”

“Severus Piton.” Rispose, mordendosi poi la lingua. 

Il viso di Moody si illuminò di una luce strana a sentire quel nome, sembrava avesse ottenuto un trionfo personale.

“Maledizione... non mi faccia domande personali, le ho detto!”
“No, non lo ha detto.”
“Quando diceva della mia famiglia, ed io le ho detto di non chiedermi in proposito riguardava anche tutti i miei fatti personali!”
“Capisco, e non me ne importa un fico secco. Comunque le assicuro che non uscirà da questa stanza.”
“Ma lei non lo chieda lo stesso!”
“Lei è colpevole, o c’entra in qualsiasi modo con l’omicidio del suo compagno, o con qualsiasi altro di questo periodo?”
“Sì... io avrei potuto fermare Kobra. Impedire che morisse.”
“Capisco. In nessun’altra maniera?”
“Assolutamente no.”
“Bene, lei era col signor Kobra la sera in cui è morto?”
“Sì.”
“Che stavate fcendo?”
“Una riunione... giocavamo al gioco del re.”
“Dove? Chi c’era con voi?”
“Nella stanza del Prefetto. C’era il nostro anno, più James Potter, Sirius Black, Remus Lupin, e Peter Minus.”
“Più che esauriente.”
“Non lo racconterà ai prof, vero?”
“Come mai tutto questo interessamento. Mi risulta che lei prenda un certo gusto nel farsi mettere in punizione.”
“Non è per me...”
“No, non ce ne sarà bisogno se continuerà a rispondere in modo esauriente. Mi diceva di avere quel contrasto col defunto Kobra, vero?”
“Sì, infatti. Ma lui non sapeva il perchè dei miei sbalzi di umore.”
“Ha mai pensato di fargli del male per i suoi pensieri su Severus Piton?”
“...”
“Signor Avery?”
“Sì...”
“Di ucciderlo?”
“Sì...”

Il ragazzo seduto alla cattedra alzò un momento lo sguardo su Avery, poi scosse la testa riprendendo a scrivere appunti sulla conversazione. Evidentemente non riusciva a capire come una persona potesse arrivare ad uccidere per amore. Malocchio, invece, sorrise soddisfatto.

“E cosa la tratteneva?”
“Severus... lui mi... ha cambiato. Lui ha fiducia in me. Mi ritiene una persona migliore di quanto non sia.”
“Ed il signor Piton andava daccordo col defunto?”
“Non gli dava peso, più che altro. Non ricordava mai come si chiamasse.”
“Ma lo odiava in qualche modo?”
“No, non credo! Ma... probabilmente Kobra decise di dichiararsi la sera in cui è morto. E credo sia scappato perchè venne respinto.”
“Interessante! E crede che Severus Piton potesse avergli fatto del male in senso fisico?”
“Sì, è probabile.”

Avery tremava da capo a piedi per il nervosismo che quelle domande su Severus gli avevano messo addosso. Possibile che quest’uomo ce l’abbia ancora col ragazzo dopo tanti anni?

“Lei pensa che sarebbe stato capace di ucciderlo?”
“NO! Assolutamente no!! Non ne sarebbe mai capace!”
“Non sia così sicuro di tutto, signor Avery... e come mai lo avrebbe maltrattato in quel modo?”
“A lui... non piacciono quel tipo di attenzioni.”
“Nel senso da un uomo?”
“No, nel senso qualsiasi attenzione di tipo sessuale. Perchè in fondo era solo quello che Kobra andava cercando.”
“Strano provare avversione per il sesso a sedici anni. Sa come mai questo atteggiamento?”
“Sì.”
“Cioè?”
“BASTA, NON GLIELO DIRÒ! LEI LO VUOLE SAPERE SOLO PER TORTURARE SEV! NON GLIELO DIRO MAI!”
“Tanto lo verrò a sapere comunque.”
“Certo non da me!”
“Ovviamente... vada pure, ora.”

Avery si alzò, e fece per uscie più in fretta che poteva, ma la voce dell’auror lo fermò appena prima che toccasse la maniglia della porta, e sorridendo malignamente, gli disse

“Non di là, signor Avery. Di qua. Non vorrei tornasse dai suoi amici avvertendoli di non bere.”

Avery fissò Moody per un lungo momento, poi percorse l’ufficio di nuovo, ed uscì senza degnare di uno sguardo nessuno dei due presenti. Appena fuori lasciò andare un respiro che non si era accorto di stare trattenendo. Prese a tremare con più violenza, e si appoggiò alla porta, chiudeno gli occhi. Poco dopo colpì il muro col pugno, che prese a sanguinare. Si allontanò.

“Buongiorno, signorina. Nome?”
“Bellatrix Black.”
“Conosceva il defunto Cassius Kobra?”
“Certo. Come tutti quelli del nostro anno.”
“Era con lui la sera della sua dipartita?”
“Certo. Eravamo nella stanza del Prefetto in una riunione.”
“Eh... oggi le chiamano così. Sa com’è morto il ragazzo?”
“Sgozzato a sentire il Daily Prophet.”
“Esattamante ha idea di chi possa esserne il responsabile?”
“Sì. Io. Avrei potuto fermarlo. Ma immagino che questo glielo diranno tutti dal primo all’ultimo.”
“Ha idea sul perchè il ragazzo avrebbe dovuto scappare via in quel modo da Hogwarts?”

“Insomma, chi vogliamo prendere in giro! È inutile cercare l’assassino tra i Serpeverde! Noi siamo più uniti di una famiglia, o certamente più uniti della mia! Chi appartiene alla nostra casata viene escluso sempre da tutti gli altri. Abbiamo sempre potuto contare solo su noi stessi e sui nostri compagni, perchè solo loro non ci giudicano mai! Sta perdendo il suo tempo, Moody. Noi siamo una famiglia.”

“Come si chiama?”
“Narcissa Black.”
“Andava daccordo con Cassius Kobra?”
“No.”
“E come mai?”
“A lui piace la stessa persona che piace a me.” Disse, e si portò una mano alla bocca stupefatta per le parole dette.

“Ah! Anche lei una spasimante del giovane Severus Piton. immagino! Che cosa carina! Ha idea di chi possa essere anche vagamente responsabile per la morte del fu Cassius Kobra?”

“Sì... tutti noi...”

“Nome e cognome.”
“Rodolphus Lestrange.”
“Lei c’entra in qualche modo con la morte di Kobra, o sa se ci entra qualcuno?”
“Siamo tutti un po’ colpevoli. Non avremmo dovuto permettergli di andare a morire.”

“Nome?”
“Johannes Zabini.”
“Lei è il prefetto, a quanto mi si dice.”
“Sì, sono io.”
“Quindi la ‘riunione’ di Serpeverde si è tenuta nella sua stanza?”
“Sì...” Rispose il ragazzo a denti stretti.
“Ha notato niente di strano nel corso della serata?”
“Non più del solito... ah, già! In effetti è morto un ragazzo, boh se lei lo può definire strano...”

“Il suo nome?”
“Evan Rosier.”
“Lei c’entra in qualche modo con la morte di Kobra?”
“Sì, avrei potuto fare qualcosa per lui... fermarlo.”

Venne poi il turno di Lucius. Il biondo entrò nella stanza e si sedette con noncuranza, ed anche con una vaga espressione annoiata, sulla poltrona dove poco prima avevano preso posto uno ad uno tutti i suoi compagni. Nonappena gli fu chiesto, bevve anche lui dal bicchiere sulla scrivania, senza fare storie. Riprendendo poi a guardarsi intorno con fare annoiato.

“Nome e cognome, prego?”
“Luicus Malfoy”
“Età?”
“Ventitre.”
“Sì, mi è stato detto che lei era un non-morto...”
“Comunque, grazie...”
“Prego... ma per cosa?”
“Avevo proprio detto che non mi andava di fare Antiche Rune, e lei ce la sta facendo perdere. Grazie.”
“Cpisco... dunque... lei era mico di Cassius Kobra?”
“No. Lo odiavo. Gli piaceva Severus.”
“Ma quanti ammiratori ha questo ragazzo, eh! Dì un po’ Bart, tu ne hai mai avuti tanti tutti insieme?”

Il ragazzo scosse la testa, rispondendo che non li aveva mai neanche sognati. E doveva ammettere, anche se non vociò mai questo pensiero, che stava cominciando a pensare a questo ragazzo, questo Severus Piton, come ad una persona poco seria.

“Lei c’entra in qualche modo anche solo vagamente, con la morte del fu Cassius Kobra?”
“No. Neanche vagamente.”
“Nemmeno il suo fidanzato il signor Piton?”
“Non è proprio il mio fidanzato, è che...”
“Risponda alla domanda!”
“No, non c’entra nulla.”
“Ha mai pensato di uccidere il già defunto Kobra?”
“No.”
“Srano per un vampiro.”
“Mica tanto.”
“Ha idea del perchè il ragazzo sia morto?”
“Sì, lo hanno ucciso.”
“Bravo genio, così ero capace pure io. Intendevo del movente.”
“Sì, perchè l’assassino era stregato dalla maschera rubata a casa della sua prima vittima.”
“Sinceramente io non credo a questa storia della maschera. È solo un’altra scusa dei maghi oscuri per cavarsela sempre!”
“Io ho visto com’è andata. Noi vampiri abbiamo questo dono di tanto in tanto.”
“Sì, certo... –rispose sarcastico- ha idea del perchè al signor Piton non piacciano le attenzioni di tipo sessuale?”
“Sì, che ce l’ho. Ma mi ci vorrà più di qualche litro di quel veritaserum per dirglielo. Sì, l’ho capito subito che si trattava di veritaserum.”
“Sì, capisco. Per caso c’entra suo padre? Tobias Piton?”

Lucius, già innervosito per le domande che sembravano riguardare più Severus che lui e gli omicidi, a quelle ultime parole sentì una vena pulsargli sulla fronte.

“La smetta.” Rispose seccamente.
“Ho colto nel segno sembrerebbe.”
“Lei... provi solo a tormentare Severus un pochino più del necessario e gliene farò pentire!”
“Sì? E cosa farà? Mi morderà?”
“No, credo piuttosto che la denuncerò al ministero.”
“Certo, la parola di un vampiro, che paura!”
“Fatto sta che Severus non c’entra nulla con gli omicidi della maschera. Un assoluto nulla di nulla!”
“Le sembra sia successo qualcosa di strano nella stanza del Prefetto quella sera?”
“A parte che ad un certo punto della serata ci siamo ritrovati seminudi a correre per i coridoi del dormitorio?”
“A parte quello.”
“Ed a parte anche che abbiamo fraternizzato col nemico Grifondoro?”
“A parte anche quello.”
“No, non mi sembra.”
“Poi... dopo la fuga di massa cosa è successo?”
“Ci siamo nascosti. Io mi ritrovai con Sirius Black in un armadio.”
“Ed il signor Piton, invece?”

“Con Cassius Kobra, dietro una tenda. Dove quella bestia si è dichiarata. Severus naturalmente lo ha respinto, e poi il ragazzo è sparito per farsi ritrovare morto in una cantina di un negozio di Hogsmeade. L’idiota!”

“Interessante.”
“Posso farle io una domanda?”
“Sono curioso. Certo, fammela.”
“Lei veramente non crede alla teoria della maschera?”
“No. Assolutamente. Ma non do nemmeno per scontato che non possa proprio essere. Può andare, ora.”

Il biondo non se lo fece ropetere due volte. Appena fuori, si diresse in classe, dove aveva promesso a Severus di aspettarlo, anche se lui avrebbe preferito piuttosto di restare ad origliare.

“Bene! Signor Piton! Non vedevo l’ora che arrivasse il suo turno! È parecchio, no? Non ci vediamo da ben otto anni se non sbaglio!”
“E francamente non ho mai sentito la sua mancanza.”
“Perfettamente comprensibile da un mago oscuro in erba. Non c’è più paparino a difenderci a quanto pare.”

Lo stomaco del vampiro si contorse a sentire quell’affermazione. Naturalmente Moody se ne accorse, perchè sorrise malignamente, e continuò l’interrogatorio su quella linea d’offensiva.

“Ho sentito dei suoi problemi familiari, mi dispiace.” Disse sarcastico.
“A me dispiace solo che lei sia ancora vivo. Anche se le sue cicatrici mi hanno rallegrato un po’.”
“Immagino che voglia porre rimedio alla mia troppo prolungata vita, vero? Lei dovrebbe essere ad Azkaban, lo sa?”
“No! E questo lei lo sa benissimo! È stato uno sbaglio!”
“Scrivere scienza senza ‘i’ è uno sbaglio. Ma lanciare un
wirefly a cinque anni, io lo chiamo una mostruosità!”
“Non si permetta di fare certe affermazioni!”
“Sennò mi lancerà un’avada kedavra? Non mi deluda, dovrebbe averlo imparato, ormai.”
“Anche se fosse, uccidendola le farei solo un piacere!”
“Oh oh! Che boccuccia velenosa abbiamo! E ci baci il tuo paparino con quelle labbra?”

Le dita di Severus si strinsero involontariamente su un bracciolo della poltrona, e diventò livido di collera. Aveva voglia di vomitare, quell’uomo non era normale. Lo guardò, e gli sembrò di tornare indietro nel tempo, a quando era ancora piccolo ed indifeso completamente alla sua mercè. Iniziò a tremare involontariamente, ma non rispose nulla.

“Cos’è? Le da fastidio sentirsi ricordare di quando dipendeva da suo padre? Non doveva divertirsi molto in sua presenza... ma potrei sbagliarmi. Magari invece si divertiva un mondo!”

“Ma lei... io non... cosa intende dire?”
“Lo sappiamo entrambi cosa intendo.”

Severus divenne pallidissimo, e tutto il suo corpo si irrigidì. Allora, Moody sapeva.

“Oh! La metto a disagio? Non dovrei o il suo ragazzo potrebbe farmi molto male...!”
“Lucius... lui cosa le ha detto...?”
“Malfoy cosa mi ha detto? Perchè solo Lucius visto che pare avere tanti spasimanti?”
“Spasi... Non so di cosa stia parlando!”
“Certo che lo sa... Zabini, Avery, Malfoy, la signorina Black e suo cugino... li ho interrogati tutti e tutti hanno affermato di avere un debole per lei. E da più di qualcuno ho saputo tutto della sua vita familiare.”
“NO! NON E VERO! NON LO AVREBBERO MAI...”
“Ne è sicuro?”
“Lui... io non... è...”

Il moretto si sentiva vicino allo svenire, balbettava incontrollabilmente, non riusciva a mettere insieme una risposta adatta alla domanda dell’auror. Tremava per il nervoso, e sentiva gli occhi lucidi. Doveva sforzarsi almeno di non piangere, non poteva dargliela vinta in questo modo, o sarebbe stata la fine!

“Oh, povero piccolo, ora si metterà a piangere? Fazzoletto?”
“Non sto piangendo!! Vada al diavolo!!”

“Non sta bene dire certe cose, signor Piton! Sinceramente mi sembrava molto più educato quando abitava con suo padre... mah...  avrà avuto un ottimo metodo punitivo per il suo linguaggio scurrile.”

“N... on... non...”
“ ‘n-n-n-non’ Andiamo la smetta di balbettare. Va bene cominciamo a parlare seriamente, cosa vi ha convinti alla fine ad abbandonare Casa Piton?”
“Lei... n-non può! Questo non... non c’en-tra con l’assas-sino di Hogsmeade!”
“C’ENTRA ECCOME, INVECE!!”

Gridò Moody in preda alla collera, e si abbassò sul vampiro i loro visi quasi si toccavano, disse con l’espressione più dura che aveva

“Sa cosa penso? Penso che lei ormai sia fuso come una babbanissima lampadina, e che abbia ucciso Kobra per aver manifestato un’attrazione per lei, e che poi sia riuscito con le sue doti da non-morto, a trasportare il corpo fuori dal castello!”

Il moretto durante tutta l’arringa accusatoria che Moody gli aveva gridato in faccia, continuava a squotere la testa, e mormorare ‘no’. L’auror allora si allontanò ancora dal ragazzo, camminando attorno alla poltrona su cui sedeva, come uno squalo attorno ad una preda, continuando.

“E penso che queste stesse doti la abbiano aiutata ad uccidere anche gli altri! Andare e tornare da Londra nel giro di una notte... molto impegnativo! Non c’è dubbio! Quel babbano travolto dall’autobus! Era un noto stupratore. Io sono convinto che lei si stia vendicando per ciò che le è stato fatto su degli innocenti!”

“NO!! NON C’ENTRO NULLA, MI LASCI IN PACE!! BASTA!!”

“Lasciarla in pace? Lei è un assassino! Peggio, è un pericolo per la società in cui vive, è completamente fuori di testa! Lei è anche colpevole per gli omicidi a Londra durante la scorsa Estate, vero? Lei ha ucciso babbani colpevoli dello stesso crimine di suo padre, non è così?!”

“S...sì... m-ma io non sono mai... uscito... di nascosto da Hog-warts.. mai...” disse tra i singhiozzi.
“QUESTO NON E VERO!!!”

Moody, ormai persa la calma, prese dal mantello una bottiglietta piena di liquido trasparente: il veritaserum, poi si precipitò sul vampiro, e gli strinse una mano attorno alla gola togliendogli il respiro, e lo costrinse a bere tutto il contenuto della fiala. Il tutto si svolse un una manciata di secondi.

L’auror più giovane, che fino a quel momento si era trattenuto dal parlare, si alzò di scatto dalla scrivania, terrorizzato dalle azioni di Moody.

“Alastor!! Non si può, il ministero ci proibisce... più di tre gocce...”
“Ma questo il ministero non lo deve sapere, giusto?? Allora signor Piton... è stato lei ad uccidere Cassius Kobra?”

Il vampiro sembrava in trance, come se non si accorgesse più di nulla di ciò che gli accadeva intorno.

“No...” rispose debolmente.
“Oh, al diavolo, stai mentendo! Tu hai odiato Kobra per le attenzioni che ti aveva riservato, non è così?? Ti facevano schifo non è così??”
“S-sì...”
“Allora cos’hai fatto? Dopo averlo respinto, lo hai punito?”
“No, lui è scappato via... e poi lo hanno trovato mor...”
“Se non lo hai ucciso tu allora cosa? Hai trovato qualcun altro che lo facesse per te? Chi? Uno dei tuoi amanti?”
“No, non ho fatto niente...”

Moody stava per esplodere dalla rabbia

“Ma tu hai ucciso, a Londra!”
“Sì...”
“Ed erano tutti dei maniaci sessuali, non è vero?”
“Sì...”
“Ma non hai fatto nulla che potesse provocare la morte di Kobra?”
“Io... l’ho insultato, e lui è scappato... non avrei dovuto trattarlo così...”
“Nient’altro?”
“No...”

“NON MENTIRE!!!” E gridando questo, schiaffeggiò il vampiro, che però parve non accorgersene.

Di nuovo l’auror più giovane si sentì in dovere di intervenire. Si frappose tra Moody e Severus, e spingendo via il suo superiore, gli gridò

“Alastor!! Lascialo stare, non è stato lui, te lo ha detto chiaramente, no?!”
“Senti, Bart, se hai lo stomaco delicato per un’interrogatorio, allora esci e fatti un giro!”
“Interrogatorio?? Alastor questo è un ragazzino! Che vanto, certo! Picchiare un pericoloso Mago Oscuro di appena sedici anni!”
“Se non sbaglio qui quello che comanda sono io! Non te lo dimenticare!”
“E lei non si dimentichi che se riceverà ancora un rapporto al Ministero, la sua carriera si chiuderebbe qui!”

Moody lo guardò intensamente, poi sembrò soppesare la situazione per qualche secondo. Infine si voltò dando le spalle al suo aiutante, ed al sospettato, esclamando rabbiosamente. Intanto Bart controllò che Severus fosse tutto a posto, e lo era, a parte la guancia rossa per il colpo ricevuto.

“Oh, al diavolo!”
“Ma guarda che hai fatto... sembra in un altro mondo! Ora come ce lo rimandiamo, in classe?”
“Vorrà dire che non ci tornerà in classe finchè non si è ripreso.”
“Alastor, sei... irresponsabile e violento!!”
“Oh, ma non credere che il pooovero piccolo Severus sia un angioletto, solo perchè ha gli occhioni grandi, e un fondoschiena che Merlino ne mandi!”
“Cosa?? Pensi che io mi faccia impressionare da cose simili??”
“Non solo lo penso ma ne sono più che sicuro! E se so che vai combinando cose strane, sarò io a farti rapporto al ministero!”
“Le tue accuse sono talmente volgari ed assurde che non ti degnerò nemmeno di risposta!”
“Andiamo, Bart...! Sei giovane, e di certo non sei di legno no? A me non frega niente di quello che succede nella tua testa, basta che non mi metti i bastoni fra le ruote durante le indagini, chiaro??”

Bart scosse la testa probabilmente domandandosi quanto matto doveva essere qualcuno per fissarsi sul tormentare in quel modo un ragazzino. Anche se effettivamente aveva ragione sugli occhioni e sul fondoschiena... era tutta grazia di Merlino! *No, no! Cattivo Bart, cattivo! Non pensare certe cose!* E pensando così si inginocchiò davanti al vampiro, e sollevandogli il viso, osservò le pupille, ma lo sguardo era completamente vuoto.

“Gli insegnanti si chiederanno cosa gli abbiamo chiesto in tutto questo tempo.”
“Non sono cose che riguardano gli insegnanti cosa chiediamo in un interrogatorio.”
“Hai combinato un bel casino...”

Alastor sbuffò, annoiato ed innervosito da quella paternale... era proprio per questo che aveva chiesto al Ministero di non mettergli un assistente, o collega come diavolo lo chiamavano loro, alle costole. Preferiva di gran lunga lavorare da solo, coi suoi metodi, che seppur non sempre ortodossi, gli avevano concesso la soluzione di molti casi complicati, che portavano sempre all’arresto di pericolosi Maghi Oscuri. Sentì il suo collega provare a parlare a Severus, e decise di uscire prima di vomitare.

“Stai bene, ragazzo?”
“No...”
“Io mi chiamo Bartholomeus Vorhees. O meglio, Bart. E tu?”
“Severus Piton.”
“Molto lieto. Quanti anni hai?”
“Sedici”
“Io ventidue. Beh... mi dispiace davvero per prima... mi credi?”
“No.”
“Capisco... –rispose un po’ triste- ora starò un po’ qui con te finchè non ti riprendi ok? O... preferisci stare solo...?”
“No...”

Un po’ più sollevato, l’auror gli carezzò il viso dove prima aveva ricevuto uno schiaffo dal suo collega, e gli spostò i capelli dalle guancee dagli occhi. Nel frattempo, nei sotterranei, il gruppo Serpeverde-Grifondoro stava affrontando una quinta ora di Pozioni.

Lucius, da solo dietro al suo calderone, stava distrattamente preparando una pozione che nemmeno lui sapeva a cosa serviva, chiedendosi il perchè del mostruoso ritardo di Severus, ed alzando lo sguardo, poteva notare che anche il professor Trebonius lanciava occhiate furtive e preoccupate verso il suo posto vuoto. Il biondo guardò ancora l’orologio sul suo banco, e sbuffò pensando che aveva sbagliato a mantenere la promessa fatta all’amico.

 

Avrebbe dovuto restare ad aspettarlo ed origliare! Ma la cosa ancor più preoccupante era che Severus non era certo il tipo da potersi approfittare della scusa fornitagli dagli auror per saltare un’ora... di pozioni, poi! La sua materia preferita dopo DADA! Se davvero gli fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato! Preoccupato, prese a sminuzzare un grinzafico con più energia del dovuto. Avrebbe voluto tirare un calcio al calderone!

D’un tratto, perso nei suoi tetri pensieri, sentì un leggero tramestìo alla sua destra. Si voltò, e vide che James Potter aveva preso posto vicino a lui, lasciando da solo al suo banco Sirius Black, che ostentatamente si rifiutava di guardare nella loro direzione. Il canino essere stava fingendo di rileggere le istruzioni sul libro. Ma cosa cavolo si leggeva che avev pure preso la pagina sbagliata?! Lucius sentì in quel momento puzza di marcio... forse poteva essere la pozione, ma non ne era sicuro... nella sua mente bacata prese a fare due più due.

“Hei, Lucius...”
“James. È parecchio che non ti fai sentire più, eh.” Disse con voce rancorosa e sospettosa.
“Ehm.. sì, scusa, volevo chiederti... per caso sai perchè Severus è in ritardo?”
“Certo che lo so. Ma a te che te ne frega?”
“Eh...? che modo di rispondere! Guarda che era solo una domanda!”

“Ora che ci penso, anche io ho una domanda per te... prima ti appiccichi col nostro gruppo di Serpeverde, ridi, scherzi con noi, pigli Severus sulle spalle, eccetera e poi, guarda tu il caso, proprio quando Sev dice di avere un misterioso cavaliere per il ballo tu torni dal tuo terzetto di beoti Grifondori! Come te lo spiegheresti tu, un simile comportamento?”

“Credo che tu ti sia già risposto da solo a questa domanda....” James lo guardava torvo.
“Certo. Io penso che tu, grifontraditore, abbia chiesto a Sev di accompagnarlo al ballo!”
“Hai sbagliato completamente! Io so con chi andrà al ballo Sev, ma non sono io! Ora posso sapere dov’é??”

Luicus allora, sentite quelle parole, voltò il viso verso di lui, e strizzando gli occhi lo guardò per qualche secondo, parve concentrarsi su qualcosa del viso di James. Poi d’improvviso il suo volto divenne il ritratto dello stupore, e ancora qualche secondo dopo, si trasfigurò ancora, sembrando che voler vomitare nel suo stesso calderone.

“Con Sirius Black??” Chiese orripilato.
“Cosa... come lo hai capito??”
“Quel maledetto... cos’ha fatto il tuo amico? Lo ha sedotto? O lo minaccia con qualche ricatto??”

“Ma che diavolo dici?! Ti pare che una cosa del genere funzionerebbe proprio con Piton!! Se il piccoletto ha accettato la proposta di Sirius è stato solo per sua spontanea volontà! Niente trucchi e niente inganni!”

“Sì, certo, come no! E mettiamo pure che sia vero! Cosa diavolo ha in testa Black?? Non gli permetterò di far soffrire Sev!”
“Non ne ha alcuna intenzione!”
“Oh, certo! Dopo anni che lo riempie di scherzi e dispetti adesso mi dici che è sincero! Non farmi ridere!”
“Credi quello che ti pare tanto non c’entri un cazzo e non puoi farci un cazzo di nulla!”
“Ah, no? E quanto scommetti che invece spacco la faccia a tutto il vostro gruppetto!”
“Coraggio, provaci!”
 
Lucius allora, con un gesto iroso, rovesciò il suo calderone bollente addosso a James, che un secondo dopo gli fu addosso, prendendolo a pugni, il vampiro però strinse una mano attorno alla sua gola, e se lo tolse di dosso in un batter di ciglia. I due erano così impegnati nella lotta, da accorgersi appena del casino che i loro compagni stupiti stavano producendo

“POTTER!! MALFOY!! BASTA COSI, ALZATEVI IMMEDIATAMENTE!!”

I due però non sembravano aver alcuna intenzione di separarsi, e anzi, sembravano non aver proprio sentito il richiamo del professor Trebonius, così i loro compagni si precipitarono a cercare di trattenerli. E mentre gli altri tre malandrini trattenevano James... Avery, Zabini, più Rosier e Lestrange, facevano una fatica immane per contenere la furia omicida e la forza vampirica di Lucius.

“QUESTO NON E UN COMPORTAMENTO DEGNO DI STUDENTI DI HOGWARTS, AVETE CAPITO?? FARE A PUGNI COME DEI BABBANI! INAUDITO!! 30 PUNTI IN MENO PER OGNUNO DI VOI, E UNA SETTIMANA DI DETENZIONE! ORA ANDRETE DRITTI DRITTI DAL PRESIDE, FORZA!”

James e Lucius, ancora lividi di collera, dovettero farsi scortare dal loro professore fino all’ufficio del preside, dove restarono per un bel pezzo a spiegare le motivazioni della loro lite, sfociata in un così deplorevole episodio di violenza. Quando uscirono, uno alla volta naturalmente, sembravano non aver sbollito nemmeno un po’. Lucius, uscito per ultimo, decise di evitare di tornare in classe, tornando direttamente nella Sala Comune, per tentare di calmarsi. I suoi libri dimenticati in classe, che vadano al diavolo anche loro!

Non riuscendo a trovare qualcosa da fare, però, se ne andò nel dormitorio, e quando entrò nella stanza che condivideva con Severus, trovò, con sua enorme sorpresa, proprio quest’ultimo che dormiva. Gli si avvicinò, e si sedette vicino a lui prendendo a parlargli dolcemente.

“Sev? Sev svegliati...”
“Mmh... Lu...?”
“Hei... tutto bene?”
“No...”
“Cos’hai? Rispondi!”
“Niente, Lu... stai un po’ qui con me...”

Lucius allora si sfilò la divisa scolastica, e senza perdere tempo entrò nel letto sotto le coperte, stringendo il moretto a sè, la sua espressione preoccupata. Riusciva a sentire il corpo sottile di Severus tremare contro il suo. Anche lui con voce tremante gli chiese

“Sev, stai tremando! Cosa ti è successo?”
“Nulla... Lu, ti prego... stai qui e basta...”
“Sì... non ti preoccupare. La pagheranno. Tutti quelli che ti stanno facendo del male.”
“Lu, no... non capisci...”
“Tranquillo, non ci pensare. Ci sono io, dormi... sono qui con te. Non ti abbandono.”

Il moretto, ancora tremante, si fece strada un po’ di più fra le braccia dell’amico, poggiò la testa contro il suo petto, e si addormentò, stringendo convulsamente tra le dita la camicia di Lucius. Cosa poteva essere successo? Possibile che Severus come lo conosceva lui, così forte e impermeabile alle invasioni esterne, si fosse ridotto così? Ad un ragazzino tremante? Lo strinse di più, carezzandogli la schiena e baciandogli i capelli. Gli mormorava in continuazione di calmarsi, che andava tutto bene, che c’era lui, ora e che non lo avrebbe abbandonato mai.

E nel frattempo, ancora pieno di collera, pensava solo a come vendicarsi di tutti. Ed il primo della lista... sarebbe stato Sirius Black.

 

FINE CAPITOLO 16

 

La canzone all’inizio del capitolo è “Field of innocence” degli Evanescence. Come sempre grazie dell’attenzione! Sono molto gradite le recensioni! Arrivederci al prossimo capitolo!

 

 

 

XxX.Lexxy.XxX

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Capitolo 17
*** Coniglio vecchio fa buon brodo ***


Ciao a tutti, recensori e non

Ciao a tutti, recensori e non! Questo è un periodo speciale per me: sono appena tornata dai cento giorni, e sto per partire per Vienna, ragazzi! Starò via per un po’! Heheheheheh! Volevo prima di tutto rispondere alle mie recensioncine...

 

Selvy: No! Non ucciderlo! Lui è stronzo, ma in fondo lo fa in buona fede! Certe volte, anche i sentimenti più buoni, quando esasperati, diventano cattiivi. Non per nulla si dice che ‘L’inferno è lastricato di buone intenzioni’... ma non merita la morte, no? Un kiss, alla prossima! Grazie come sempre per la recensione, e per il complimento! J

 

Smile_Vale: Moody è uno stronzo patentato! Ma non essere troppo dura con lui, è vero che esagera, ma in fondo lo fa in buona fede!! È un personaggio che amo molto nel libro, non odiarlo, dai! Per quanto riguarda Sirius/Severus, sinceramente non era previsto nessun ‘incontro’ nella storia, ma potrei fare un cambiamento... ma di certo non possono certo arivare ‘fino in fondo’! i tuoi consigli saranno bene accetti, comunque! Il ballo è una parte che mi sono divertita un casino a scrivere, sai? È stato proprio divertente, per me! Spero ti piacerà! Sì, in teoria ora Severus ‘sa’ dei suoi spasimanti, ma purtroppo non crede ad una parola che esce dalla bocca storta di Moody, quindi ancora si trova all’oscuro. Neanch’io ho nulla contro Harry e Voldemort, anzi, ho modificato la storia, e ce l’ho inserito in questo cap! Uh uh uh! Ora non scervellarti a cercarlo, vai con calma! Sirius passa DAVVERO sopra a tutto! Quello che passa sotto è Severus, visto che è basso! No, a parte scherzi, il fatto che Sirius non si lamenta mai, è una cosa molto pessima! Se in una coppia uno non si lamenta mai, allora vuol dire che è sottomesso, no? C’è bisogno di dialogo e parità in un rapporto! Comunque la battuta mi ha fatto ridere!! Davvero!!! Non preoccuparti per Remus! Intanto gli ho aggiunto una parte in questo cap, e farò del mio meglio anche nei prossimi. Lo so che gli faccio fare sempre l’uccellaccio del malaugurio, ma per ora è così, più in là avrà anche altri ruoli! ;)  ora ti lascio mi raccomando continua a recensire! TvB buona Pasqua!!! (Quando sarà il mom) a presto!

 

Palanmelen: Mmmm... di primo acchitto sei rimasta senza parole, eh! Che onore! Non è da tutti, scommetto! Lucus fa molto bene ad insegnarti certe cose! Come si dice... impara l’arte e mettila da parte! A parte che non ho idea di chi sia questo signor Torrance, ma ho capito molto bene quando hai nominato l’accetta... ma dai, in fondo come ho detto anche a Smile_Vale, in fondo Moody fa le cose un po’ troppo toste, ma lo fa in buona fede! E poi, vorrei vedere dove lo colpiresti con l’accetta se ormai è più ferro che carne! Andiamo avanti... sì i Serpeverde cono una famiglia vera e propria... ho preferito immaginarmeli così. Ah ah! Ma se Sev va da te, come entrerete in quattro in un letto?! Tu, TuoMarito, Sev, e PiccoloCuore... vabbè casomai getterete via i peluches e vi affaccenderete in altre attività! ;) Lucius e Sirius non faranno a botte, tranquilla! Anche se ci sarà occasione, non arriveranno a quel punto. Però Lucius farà a pugni con qualcun altro! Idovina un po’ chi? Ti dò un aiutino: è cotto di Sevvie! Ah ah ah ah! A proposito delle piante... quello è Lucius che le cresce malissimo! Perfide e bastarde! È proprio un vampirello cattivo a cui tutti vogliono bene! hai colto nel segno! J Bart farà la carriera dell’asino a fianco al cavallo sciancato... ehm... una dura punizione...? *_* mi sono eccitata ankio!! Poi... capisco molto bene che Sirius sia un bambino, ma che significa che ‘James è un po’ patata’?! Spiegami, sembra interessante come teoria! :D Per quanto riguarda le canzoni, il mio invito è aperto a tutti se vuoi mi contatti via e-mail o MSN, e ti mando le canzoni! Un modo per conoscere altra musica! La musica è il cibo dell’anima in fondo, no? Uh uh uh! Il ballo è un capiolo che a me piace particolarmente! Mi sono divertita moltissimo a scriverlo, e trovare canzoni adatte! Così spero ti divertirai altrettanto a leggerlo! Ballare col gatto... o con la McGranitt trasformata? Uh uh uh! E comunque sto ridendo già da ora, chissà poi come mi divertirò! Un kiss just for you! Fammi sapere per le canzoni! Alla prossima! Bye!

 

 

 



Con gli occhi sempre attenti
e i denti luccicanti
incute piu' timore se ha gli occhiali e porta i guanti
su quattro ruote o a piedi
in moto o alla centrale
la loro armata è forte ed è impossibile fuggire!!
soldati dell'impero combattono i ribelli
che passano col rosso a 120 su un Garelli
la strada ormai è invasa
dalle forze del male il bene è minacciato... da un verbale!!!

andavo a 100 all'ora per baciar la bimba mia
quand'ecco che ad un bel punto mi ritrovo circondato
credevo di esser solo e indisturbato nella via
credevo di fuggire alla vendetta dello stato

ma adesso ormai è iniziata una rivoluzione
che sfreccia per le strade senza l'assicurazione
e che fara' gonfiare le vene del mio collo
gridando "tutti in vespa senza il bollo!"

è sempre piu' potente questa organizzazione!!
con gli ausiliari al fianco è un' altra situazione!!
per posteggiare in centro ci sono i Supereroi!!!!!!!

Supereroi contro la Municipale!
Supereroi contro le forze del male!
senza di noi non ci sara' piu' futuro!
non ci sara' piu' futuro!!!!! Oh, nooooooooo!!


 

 

 

 

CAPITOLO 17: CONIGLIO VECCHIO FA BUON BRODO:

 

11 ottobre ore 06:30, DORMITORIO DI SERPEVERDE.

“Su, non rinunciare ora! Riprova!”
“Ooh... ma è mai possibile che sono una frana così totale?!”
“Ma quale frana! Nessuno nasce già imparato, no?”
“Ehm... tu quanto ci hai messo ad imparare come si comunica con la mente?”
“Mmm... ehm...”
“Allora?”
“Veramente io lo sapevo già fare appena trasformato...”

Severus, seduto a gambe incrociate sul pavimento davanti all’amico, sospirò esasperato, e si lasciò ricadere all’indietro

“Su, Sev! Non è da te rinunciare! Riprova, avanti!”

“Non è da me nemmeno metterci tanto ad imparare a fare qualcosa! Specie quando tu lo sai fare da sempre! Sii sincero... ho qualche speranza di riuscita, o questi allenamenti sono una presa in giro? E non rispondere solo per non ferirmi. Sii sincero!”

 

“Ehm... va bene. Sinceramente non lo so... credo che ce la farai! E comunque anche se non ci riuscissi., cosa improbabile visto che tutti i vampiri che conosco ci riescono, tu avresti di sicuro qualche altra abilità per compensare!”

“Qualche altra abilità... per esempio?”

“Beh... tu comandi gli animali in modo spettacolare, ad esempio! E... e poi sai chiudere la mente da tutti gli attacchi esterni! Comunque, devi imparare per forza a comunicare con me, se fossi nei guai come ti ritroverei sennò?”

“Nei guai? Andiamo, Lu, so badare a me stesso, no?”
“Sì? E come la mettiamo con mister Moody, allora? Se ti volesse trarre in qualche trappola psicopatica, che faresti da solo?”
“Umpf! Sono ormai persi nella mia memoria i momenti in cui potevo stare un po’ da solo...”
“Ma nel caso accadesse? Forza, alleniamoci ancora!”
“No, basta, Lu! Ho la mente stremata ormai!”

Disse dal pavimento. Lucius allora sbuffò, sciolse le gambe, ed muovendosi in maniera felina, andò a sdraiarsi sull’amico, usando il suo ventre come cuscino. Un attimo dopo le dita di Severus stavano giocando con i suoi capelli dorati.

“Stai comodo così?” Mormorò il moretto in tono sarcastico.
“Sì... e tu ti stai divertendo coi miei capelli?”

Severus soffocò una risatina, e Lucius, dalla sua posizione potè sentire perfettamente i piccoli sobbalzi che diede il piccolo corpo non-morto di Severus. Avrebbe dato qualunque cosa per poter semplicemente restare in quella posizione per sempre. Si sentiva così bene quando il compagno gli consentiva un po’ di contatto fisico... il che accadeva raramente, e comunque sempre per poco tempo.

“Mi sta tornando il sonno...”
“Bada che dopo colazione dobbiamo andare a Hogsmeade!”
“Sì, lo so... non essere così fiscale! Possiamo dormire un’oretta!”
“Sì, e poi ci vuole la mano di Merlino per svegliarci...”
“La mano di Merlino? E dove ce la metterebbe sta mano?”
“Attento sono nella posizione giusta per farti tanto male...”
“Sì, ma era troppo bella per non farci la battuta!”
“Lu... sai una cosa? Ho deciso che parlerò con mio padre oggi...”
“Ne abbiamo già parlato, Sev. Io non sono daccordo!”
“Mi sembrava di ricordare che fosse mio padre, non il tuo.”
“Umpf... va bene... tanto vengo con te, cosa vuoi che succeda...”
“Con me?! Ma nemmeno per sogno.”
“Sicuramente non ti lascio solo con quello!”
“Lu, saremo in un luogo pubblico, e sinceramente non credo abbia cattive intenzioni.”
“Sì, sì... infatti sono io che ce le ho...”

Non fece in tempo a finire di parlare, che i due sentirono dei colpi urgenti alla porta. Severus fece per alzarsi, ma si ritrovò intrappolato sul pavimento dal biondo sopra di lui, che poi bisbigliò in fretta

“No, dai! Fai finta che stiamo dormendo!”
“Ma che dici! –mormorò il moretto di rimando- Non ha senso!”
“Tanto lo sai anche tu che è Nott che vuole discutere le tattiche di Quidditch fino alla morte... la nostra preferibilmente.”
“Oh, eddai, alzati!”

Il moretto cominciò a cercare di spostarlo dalla sua comoda posizione, ma Lucius si abbandonò a peso morto, emettendo versi strani e vagamente ripugnanti, che erano praticamente l’imitazione di uno zombie, altrimenti definibile ‘infero’.

“Che schifo, smettila!! Basta, e levati...”


Ma poi incominciò a ridere, e gli mancò la forza per continuare a lottare, il biondo ricadde pesantemente su di lui, mentre dalla porta vennero colpi ancor più forti ed insistenti, che non mancarono di dare sui nervi a Lucius, il più grande difensore della tranquillità mattutina. Dall’esterno si udì la voce di Nott gridare... e quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.

“Dai, ragazzi! Lo so che siete svegli, su! Aprite!”

Una vena comparve così sulla fronte del biondo, che immediatamente si alzò e si precipitò verso la porta, la aprì, ed uscì richiudendosela alle spalle. Severus, stupito, si riprese poco dopo, e ne approfittò per rialzarsi dal pavimento, giusto in tempo per vedere il biondo rientrare.

“Fatto. Tutto a posto. Perchè ti sei alzato?” Chiese tristemente
“Come hai fatto a liberarti di lui in così poco tempo?”
“Gli ho detto qualcosa in proposito della mattina presto, e credo abbia capito che per noi è sacra. Addio, levatacce per parlare di Quidditch!”
“Capisco. Cosa gli hai detto di preciso?” Sospetto nella voce del moretto.
“Che ci dava fastidio... eh eh eh eh!!”
“E quella risata maligna che era??”
“Niente, niente. Io vado a prepararmi. Tu allenati nel parlare con la mente insieme a Piccolo-bucio-di-culo!”
“Umpf! –Severus attirò a se il peluche in questione e lo strinse a se.- non dargli retta, Piccolo-cuore, è solo un vampiro cattivo, lui!”

Disse, e mentre Lucius entrava in bagno, Severus andò ad accomodare il suo Piccolo-cuore sotto le coperte. Si tolse il pigiama, ed indossò un paio di jeans, con una cinta bianca piena di scritte dedicategli dai suoi compagni di Casa, ed una maglietta blu molto semplice, regalatogli da Avery qualche giorno prima. Quando fu vestito, gridò verso il bagno

“Lu, io comincio ad andare, ci vediamo a colazione, ok?”

Ed uscì senza nemmeno ascoltare le proteste di Lucius. Appena sceso in sala comune vide Nott, impegnato in una seria conversazione con Lestrange, anche lui in squadra come portiere. Quando Nott si accorse di lui, però, arrossì di un rosso incredibilmente acceso, si congedò immediatamente da Rodolphus, e gli corse incontro.

“Piton, ehm... mi dispiace per prima, ma dovevo informarvi di... insomma, Frank Parkinson è stato messo in punizione proprio il giorno della partita, e... Avery prenderà il suo posto come battitore... tutto qui, scusa. Mi scuso anche con Lucius, naturalmente... se mi avesse lasciato il tempo poco fa, glielo avrei detto di eprsona!”

“Ehm... ma no, dai, non fa nulla.”

 

Rispose il vampiro, che aveva ascoltato il confuso discorso di Nott, e si sentiva sinceramente dispiaciuto che se la fosse presa tanto a cuore, per la rispostaccia di Lucius. Chissà poi cosa gli avrà detto quel biondo per ridurre in questo stato il loro capitano!


“Mi dispiace davvero se... hai capito, no? Se sei qua...”
“Se sono qua, cosa?”

“Beh, vuol dire che...”

“Se sono qua vuol dire... cosa?”
“Beh, scusa ok? Ci vediamo a colazione.”
“No! Hei, aspe... ma che...?”

Appena Nott varcò di corsa la porta della Sala Comune, regnò un silenzio di tomba. Poi, quando il capitano fu fuori portata d’orecchio, le risate di Lestrange riecheggiarono forti e chiare. Il ragazzo sembrava divertirsi davvero tanto! Non capendo la ragione di quell’esplosione d’allegria così improvviso, Severus si sentì preso in giro.

“Beh? Posso sapere cosa c’è da ridere?!” Disse irritato.
“Lucius... gli ha detto di non disturbarvi la mattina...” Disse tra le risa.
“Ehm... non lo avrà mica minacciato??”
“No...! Ah ah! Gli ha detto che voi la mattina avete cose... più divertenti da fare, piuttosto che parlare di Quidditch!”
“Cose più div... ? –consapevolezza si dipinse sul suo volto- Ma non è assolutamente vero!!!”
“Oh, non ti rpeoccupare, Nott crede a tutto... ha creduto che Evan sia un malato terminale!”
“Ma dai!! Poverino! È solo nervoso per la partita!”

“T’ho capito, ma è sempre così! Ogni santa mattina deve svegliarci a turno per parlare delle tattiche, finchè uno per uno non lo mandiamo tutti affanculo! È un bravissimo capitano, ma è insicuro, nevrotico, e distratto...! E certe volte, pure imbranato!”


“Capisco... giuro che ammazzerò Lucius!!!”
“Ah ah ah ah!! State bene insieme!”
“Non mettertici anche tu per favore!!”
“Comunque mi dispiace per Avery... voleva starci lui in stanza con te ora che Zabini ha la stanza da solo.”
“Ma che dici? A me non ha chiesto niente!”
“Certo che lo ha fatto! Ma tu avevi cambiato indirizzo ricordi? Probabilmente i gufi non ti saranno arrivati.”
“Beh, è vero... non ci avevo pensato.”
“Dice che ti è anche passato a trovare un sacco di volte, ma tuo padre gli rispondeva che non c’eri.”
“Umpf! Che non c’ero...”
“Ma... cosa è successo? Perchè ve ne siete andati da casa vostra? Ti va di parlarne?”
“E con chi sta ora in stanza?” si sbrigò a cambiare argomento.

“Stava, vorrai dire... era insieme a Kobra. Ora è solo. Non capisco come faccia a stare la dentro...”

Severus ammutolì, guardando Lestrange con occhi spalancati. Una nuova ondata di senso di colpa lo pervase, e sentì lo stomaco contrarsi. Tutto questo era colpa sua... abbassò lo sgurado, poi lanciò uno sguardo verso il corridoio dei dormitori, e disse congedandosi da Rodolphus

“Quasi quasi vado a svegliarlo... siamo già quasi tutti in piedi...”
“Però guarda che Nott lo ha tenuto sveglio fino all’alba per spiegargli le tattiche...”
“Sarò cauto, allora. Ci vediamo a colazione.”

Dicendo questo, se ne andò senza aspettare un’eventuale risposta del ragazzo, che sbuffò, e cominciò a dirigersi verso il salone. Severus, intanto era arrivato davanti alla porta in questione. Si sentì un pochino in imbarazzo pensando a quello che poteva provare Avery a vivere nella stanza di un morto. Trasse un respiro profondo, e bussò leggermente alla porta. Dall’interno sentì provenire un ringhio sospetto, e poi delle urla

“Eeeeeh!!! Insomma Nott, ma la vuoi piantare?? Ho capito, formazione a blocchi, ora mi vuoi lasciare in pace??!”
“Ehm... Avery? Scusami, torno più tardi...?” Chiese il moretto gentilmente.


Dall’interno, sentì un tonfo e poi un altro ancora più forte, seguito da un suono di distruzione totale. Cominciò a preoccuparsi. Intanto il ragazzo all’interno, sentendo la voce di Severus, si era alzato a sedere così in fretta che aveva sbattuto la fronte allo scaffale sospeso sul suo letto, poi rotolò giù sul pavimento trascinando con se tutto ciò che c’era sul suo comodino.

“Ahu--- no, non andare, asp... un secondo! Ora arrivo!”

Si scapicollò, ancora tutto dolorante, a prendere un paio di pantaloni e metterseli, poi corse alla porta, raddoppiando il baccano di poco prima. La aprì, ma non abbastanza da poter dare modo a Severus di scorgere il chaos che c’era al suo interno.


“Hei... buongiorno. Come mai a quest’ora?”
“Ehm... nulla, eravamo già quasi tutti in piedi, allora... beh scusa se ti ho svegliato.”
“No, ma figurati...”

Silenzio imbarazzante, il moretto non sapeva che dire, in fondo era venuto li solo perchè si sentiva in colpa che Avery fosse stato costretto ad abitare da solo la stanza di un morto, ma di certo non poteva dirgli questo. L’altro intanto lanciava occhiate furtive nella stanza, che essendo già in disordine prima, ora che aveva travolto tutto, era ancora peggio! Se il moretto avesse dato un’occhiata li, che figura ci avrebbe fatto?


“Ehm... potrei entrare?” Chiese Severus a mezza voce.
“Vuoi entrare??”
“Oh, ehm... se non ti dispiace, naturalmente...”
“Ok, aspetta un secondo, eh!”

Richiuse la porta sul viso del ragazzo, e, rientrato, cominciò a lanciare incanteimi a destra e a mancina per mettere tutto a posto in meno di un minuto. Poi si assicurò che la sua collezione di riviste porno fosse opportunamente nascosta nell’armadio, che le bottiglie vuote di whiskey incendiario fossero tutte sotto il letto, e gettò la foto di lui e  Severus al mare nei meandri del comodino, fatto tutto ciò si irprecipitò alla porta.

“Ehm... prego, entra. E scusami ancora per prima, credevo fosse Nott, sai stamattina alle quattro mi ha tirato giù dal letto, ed ha voluto parlare di Quidditch fino alle cinque e mezzo... ho dovuto praticamente buttarlo fuori a calci! E per giunta, ha anche un culo durissimo! ”

“Ehm... ma no, scusami tu... ma che era quel casino di prima?”
“Ehm... scendendo dal letto ho inciampato.”
“Come? Su cosa?” Chiese il ragazzo notato che tutto sembrava in ordine.
“Ho rimesso un po’ a posto...” Arrossì l’altro.
“E perchè?”
“Prechè non è bello che qualcuno entri nella mia stanza non sapendo dove mettere i piedi.”
“Ma... e Nott, allora?”
“Ehm... per lui è diverso. Se non sa dove camminare può darsi che se ne vada per paura di perdersi in qualche catasta di panni.”

Severus scoppiò a ridere, ed Avery, pur non capendo il perchè, dato che quella non era assolutamente una battuta ma la sincera verità, sorrise contagiato. Era contento di riuscire a tirarlo su di morale di tanto in tanto, anche se in teoria il fatto che ridesse quando lui era serio, avrebbe dovuto farlo sentire stupido, ma non era così. Con Severus non era mai così... si guardò un secondo, sentendosi stranamente in imbarazzo a stare davanti a lui a petto nudo, era tutto così diverso da quando l’amore si era messo in mezzo...

“Ehm... vuoi qualcosa?”
“Qualcosa? Che cosa?”
“Ehm... avrei della burrobira, del whiskey incendiario, o delle caramelle tutti i gusti.”
“Burrobirra? Di prima mattina?”
“Beh, è tutto quello che ho... vabbè lasciamo perdere, volevi dirmi qualcosa?”
“Veramente sì... perchè non mi hai detto che volevi stare in stanza con me all’inizio dell’anno?”
“Beh... volevo farlo, ma c’era già Lucius, e così me lo sono tenuto per me. La stanza di Cassius era libera, e sono andato con lui.”
“Non ti senti... a disagio ora?”
“Intendi ora che è morto? Beh... un po’, ma... non è che ti senti in colpa?”
“Io? No, cosa te lo fa pensare?”

Avery lo guardò fisso negli occhi con sguardo indagatore, ed il ragazzo crollò, non era abituato a tenere segreti di nessun tipo con lui.

“E va bene, mi sentivo in colpa! Così sono venuto a vedere come stavi! Contento?”
“Tu non sei tutto.” Ribattè semplicemente il ragazzo, dandogli del pazzo.
“Sì, lo so... ho il cervello senza rughe!”
“Non intendevo fino a questo punto! Ma sono contento che ti preoccupi per me.”
“Mi sono sempre preoccupato per te. Sicuro che non ti senti solo?”
“Sì. Anche perchè questa camera è come un pit stop... ci vengo solo per dormire.”
“Ho capito. Hei, quando hai fatto questo?”

Disse, inidcando un tatuaggio a forma di serpente sul lato sinistro del ventre di Avery.

“Quest’estate. Mi sei mancato, sai... non ho più avuto tue notizie a parte un gufo all’inizio delle vacanze, dove mi dicevi di incontrarci. Poi, hai voglia alle lettere che ti ho spedito io! Nessuna risposta, naturalmente! Nemmeno quando venivo a cercarti a casa! Credevo che tuo padre ti avesse incatenato in qualche seminterrato buio e umido!”

“Sì, ci mancava solo questo! Comunque mi dispiace, ma con la nuova casa, ed i pochi soldi per mantenerla, ho avuto tante cose da fare ed a cui pensare...! E poi se ti avessi scritto avrei dovuto dirti proprio tutto, e non volevo farti preoccupare. Con tutti i problemi che hai anche tu! Volevo solo lasciarti tranquillo!”

“Tranquillo?! Ma mi sono preoccupato da morire! Sono arrivato a pensare che Tobias ti avesse già mangiato!”
“Per la strega di Blair, Avery, mica è un cannibale!”

“Ma io che ne devo sapere! Piuttosto, perchè non cominci a chiamarmi per nome? Sarebbe ora!”

Il moretto intanto aveva ripreso ancora ad accarezzare il tatuaggio dell’amico, che si muoveva, strisciando magicamente sotto le sue dita. Avery arrossì, e restò silenzioso, aspettando la sua risposta.

“Non è per qualcosa, è che mi viene meglio ‘Avery’. Non sopporterei di doverti chiamare ‘Roby’, ‘Robbie’ ‘Rob’ ‘Robè’, eccetera...”
“Ripeto: tu non sei tutto.”
“Sì lo so! Oh! Un altro dei miei neuroni è scappato!”
“Ehm... Sev, tu che fai questo Natale?”
“Torno da mia madre.”
“Oh! Allora ci vediamo! Visto che abitiamo tutti e due a Londra e che tuo padre non vive più con voi, possiamo uscire quando ci va!”
“Certo! Stavo pensando di portare anche Lucius con me!”
“Ah. –disse mascherando la delusione- ok... allora... già che ci sei mi diresti con chi andrai al ballo di Halloween?”
“Oh. Il ballo... sinceramente, Avery, non credo che tu voglia saperlo...”

“Andiamo! Sai che non mi scandalizzo facilmente! Dì la verità, è un centauro della foresta proibita? Mi sembrava, in effetti che la tua ricerca fosse un po’ troppo dettagliata perfino per la tua secchionite acuta!” Lo stuzzicò il ragazzo.

“Ma che dici!! Come ballerei con un centauro!”
“Mah! Un modo si trova, se l’amore è amore!”
“Beh... il fatto è che è complicato...”
“Sì, con quattro zampe vorrei vedere...”
“NON IL CENTAURO, AVERY!”
“Oh! Scusa! Allora con chi ci andrai?”
“...”
“Oh, andiamo! In fondo mancano solo 20 giorni!”

Cercò di tentarlo Avery, ed apparentemente funzionò: Severus parve impensierito.

“Oh, e va bene! Vieni, sediamoci.”
“Sul mio letto morbido?”
“Meglio che sulla sedia con tre gambe...”
“Oh-ho! E dilla la verità, che mi vuoi attirare sul letto...”
“Eh, sì guarda... che ne parli a fare... dai poggia le chiappe sul letto!”
“Che violenza! Già mi sto eccitando!”

Si sedettero, Avery su un lato del letto con i piedi sul pavimento, e Severus a gambe incrociate vicino a lui, la schiena appoggiata alla spalliera tutta incisa di battute e canzoni su Merlino.

“Prima di tutto giurami che non dirai nulla a nessuno! Nemmeno a Zabini, e sopratutto non a Lucius!”
“Giuro! Croce sul cuore!”
“Bene. Ehm... è Sirius Black.”
“Sirius... Black... ti prego, dimmi che c’è un altro Sirius Black in questa scuola che non sia un Grifondoro...”
“Se vuoi te lo dico, ma non è così.”
“Ma Sev!! Com’è successo?”
“È successo e basta!”
“State insieme?”
“Beh, sì in un certo senso.”
“Sev... tu sei sveglio, e sicuramente più intelligente di me... non hai bisogno che ti spieghi le conseguenze di una cosa del genere...”
“Sì... lo so fin troppo bene. Ma spero che piano piano gli altri capiranno...”
“La domanda però è un’altra... loro possono anche capire alla fine. Ma credi che ne valga la pena?”
“Come? In che senso se ne vale la pena?”
“Tu sei sicuro di amarlo? Sei pronto ad affrontare questa prova per lui?”
“Ehm... non ne sono proprio sicuro. Non so bene l’amore come funziona.”
“Nessuno lo sa di preciso. Ma devi essere sicuro, Sev.”
“Cos’è l’amore per te?”

“Per me... l’amore è essere protettivo, geloso... pensare sempre all’altro. Quando lui nn c’è sembra che il tempo non passi mai, e che sia comunque sprecato senza di lui. Sai che per l’altro sacrificheresti tutto, e quando pensi al passato, ai momenti trascorsi insieme, ti fa male. Anche se ‘passato’ è in teso come due secondi fa. Arriva sempre quella morsa allo stomaco che ti spinge a cercarlo ancora, e ancora, in continuazione. Perchè anche dopo due secondi che non lo vedo, mi manca un pezzetto di me.”


Avery si accorse però che stava scendendo troppo in particolari, e decise di fermarsi prima di fare qualche figura di merda. Non sapeva se il moretto avesse ricollegato la mezza dichiarazione di Settembre con questo sfogo, ed una parte di lui con più cervello sperava di no, mentre l’altra, quella emozionale, gridava sperando invece che il moretto si rendesse conto dei suoi sentimenti per lui.

“Wow... –disse Severus stupito, dopo un po’ di silenzio- beh, io credo che non ci sono ancora arrivato a quel punto.”
“Allora come funzione per te? Che pensi quando pensi a lui?”

“Beh... mi sembra di essere un’altra persona. Sento di poter allentare la tensione con lui, litighiamo per ogni piccola stupidaggine, e poi ce ne dimentichiamo all’improvviso, e cominciamo a scherzare. Mi fa tanto ridere, e riesce a sparare mille cavolate al secondo!”

“Sicuro che non sia qualcosa di più simile ad un’amicizia per te?”
“No... non lo so...”
“Beh... allora in bocca al lupo mannaro... io starò sempre dalla tua comunque, non preoccuparti.”

Avery sorrise, per nascondere la lacerazione che sentiva pulsargli nella zona del cuore. Severus lo guardò per un po’ con gli occhi grandi dallo stupore, perchè l’amico ci aveva messo così poco ad accettarlo... era così comprensivo e gentile con lui, come nessun altro!

“Oh, Avery!!” Esclamò gettandogli le braccia al collo.


Dopo qualche secondo di indecisione e stupore, il ragazzo ricambiò l’abbraccio, avvolgendo la vita sottile dell’amico, poteva sentire tutto il suo corpo aderire al suo ed era la sensazione più bella del mondo. Anche più bella di farsi una canna bestemmiando Merlino!

“Cosa farei senza di te...!” continuò il moretto abbandonandosi sul petto dell’amico.
“Schifo...?” Suggerì l’altro scherzosamente.
“Ora non esagerare! Su, datti una mossa, fra mezz’ora si fa colazione!”
“Sì... –poi, bisbigliando pianissimo- ma non voglio lasciarti...”
“Come?”
“Nulla...” Concluse Avery, e lasciò andare il ragazzo, rimpiangendo subito dopo il loro contatto.

“Va bene, allora ci vediamo dopo!”
“Ok, Sev... ciao.”

Si salutarono con un sorriso, ed il moretto tornò alla sala comune, dove Lucius lo stava aspettando. Nonappena lo vide, assunse un’espressione di rimprovero. Si inalberò, e disse

“Sev! Sei sparito in un attimo! Potevi aspettarmi per un minuto, no?!”
“Non fare la lagna, Lu! Andiamo...”
“Non fare la lagna, Lu... –lo imitò il biondo- e poi potresti anche chiedere le cose invece di pretenderle!‘Andiamo’ tsk!”
“Oh, andiamo, vuoi un cioccolatino e una coccola, piccolino?”
“Beh... –un momento di indecisione- veramente, sì...”
“Che ne diresti di andare a fare colazione?”
“Va bene... ma almeno la coccola?”
“Oh oh oh! Più tardi, magari. Se ti comporterai bene!”

Il biondo sorrise, ed abbaiò, contento, scodinzolando la sua coda immaginaria, tornata dopo un periodo di assenza. Subito dopo colaione, tutti si affollarono nell’ingresso per avere i loro permessi controllati da Gazza, e poter quindi andare ad Hogsmeade. Purtroppo lì non trovarono solamente Gazza, ma anche Malocchio Moody col suo assistente che perquisivano tutti i ragazzi prima che uscissero.

“Oh, no... che stanno facendo?”
“Ovviamente controllano che nessuno porti maschere o coltelli con sè!” li schernì Lucius.
“Se questi sono i metodi del Ministero, non mi stupisce che ancora brancolino nel buio...”


“Signor Piton! – lo salutò l’auror con finta gioia, quando venne il suo turno di essere perquisito- Spero si senta meglio, l’ultima volta che ci siamo visti, devo dire, non aveva una bella cera!”

Il moretto arrossì leggermente dalla rabbia, allargò le braccia, e Moody lo passò con la bacchetta, più volte di quanto non fosse necessario, poi sorrise ancora, e lo congedò a suo modo, dicendo

“Vada pure avanti. E mi saluti suo padre quando lo rivede!”

Andando avanti, dovette essere perquisito anche dal suo collega, il giovane auror non sembrava aver apprezzato il commento di Moody. Mentre lo passava con la bacchetta anche lui, gli disse, a bassa voce

“Questa se la poteva risparmiare...”
“Umpf! Lo stesso vale per lei!”
“Non mi confonda con Malocchio. Gli auror non sono tutti uguali.”
“Sì... e domani torna Agosto.”
“Ehm... prego, vada pure...”

Il moretto non se lo fece ripetere due volte, e se ne andò senza dire nemmeno una parola al ragazzo, che ne sembrò deluso. Andò subito a riunirsi con Lucius che, a tradimento, gli prese la mano. Severus non si ribellò.

“Che ti hanno detto quelli?” Chiese il biondo innervosito.
“Nulla, non preoccuparti. Andiamo che se facciamo in tempo voglio mangiare qualcosa di dolce!”
“Heheheheheh! Rovina i denti, non lo sai? Poi come morderai?”
“Lo lascerò fare a te.” Sorrise malizioso il vampiro.
“Ma poi dovrò baciarti per passarti il sangue...!”
“O potrei tagliarti le vene e bere da lì...” Propose invece Severus, sorridendo divertito.
“Umpf! Vampiro irrispettoso! Dovresti trattare meglio chi è più anziano di te!”
“Anziano, eh...? Credo che ti regalerò un bastone, povero vecchio!”
“O potrei semplicemente usare te come bastone! In altezza ci sei!”
“Grazie, Lu... ti voglio bene anch’io.”

Mentre parlavano, però, il biondo vide davanti a loro in procinto di uscire un famoso gruppo di Grifondoro, i quattro camminavano, ridendo ignari. Un sorriso maligno si dipinse sul viso di Lucius, che poi guardò il moretto accanto a lui, e gli disse

“Hei, Sev! Vuoi farti due risate?”
“Dipende... che intendi?”
“Stai a guardare, eh!”

Lucius tirò fuori la bacchetta, e la puntò verso Sirius Black, e prima che Severus potesse fare nulla per prevenirlo, il biondo aveva già lanciato il suo incantesimo, col risultato che il Grifondoro ricadde goffamente a faccia avanti, travolgendo nella sua caduta, una povera, innocente Tassorosso del terzo anno, che immediatamente schiaffeggiò il malcapitato, dandogli del pervertito, e fuggì via veloce come un fulmine.

Per un momento Severus era ammutolito, guardndo la compagna. Qualcosa non andava con quella ragazza, ma non riusciva proprio a decifrare di cosa si trattasse. La seguì per un po’ con gli occhi finchè non sparì fuori dal portone del castello. Poi, la sua attenzione tornò subito a Sirius che si stava lentamente rialzando.
“ALLORA? CHI E’ STATO??” Gridò la voce di James Potter.
“Io! –rispose orgogliosamente Lucius- Qualcosa non va? Vuoi dirmi qualcosa, quattrocchia?”
“Sei veramente un idiota, Malfoy!” Disse Remus schifato.
“Già! Proprio un cretino patentato!” Aggiunse Peter.
“Oh oh! Bello sentirlo dalle persone che lo avranno fatto un centinaio di volte su un Serpeverde qui presente!”

Era evidente che si riferiva a Severus, il quale arrossì leggermente, mentre abbassava lo sguardo. Sirius, invece, impallidì: una brutta sensazione prese possesso della sua mente, fu pervaso dal senso di colpa nel sentirsi ricordare le spacconate e gli scherzi che lui e James erano soliti imporre al Serpeverde, ora suo fidanzato. Quando si accorse della reazione del suo ragazzo, questo senso di colpa raddoppiò all’improvviso, non lasciandogli più scampo.

“No, non fa nulla...” Disse Sirius per fermare James dall’attaccare il biondo sia verbalmente che magicamente.
“Che c’è, Black? Te la stai facendo sotto?”
“Lucius, smettila! Immediatamente!” Lo ammonì Severus a bassa voce.
“Oh, andiamo, Sev! È solo ‘per farsi quattro risate’, no?”

Disse Lucius, ripetendo le esatte parole con cui i Grifondoro erano soliti giustificarsi dopo aver tirato qualche brutto scherzo all’altro vampiro. Le sue parole sortirono infatti l’effetto sperato. Severus non potè fare a meno di fissare Sirius, aspettando la sua reazione, il suo sguardo un misto fra il curioso, ed il preoccupato. Il Grifondoro invece, ormai in piedi guardò Lucius con furia omicida, ma poi intercettò lo sguardo di Severus, e si rabbonì, alzando le spalle come a dire ‘non fa nulla’. Questo fece innervosire Lucius ancora di più. Il suo scopo era farlo esplodere e metterlo in cattiva luce agli occhi del suo stesso ‘ragazzo’.

“Beh? Allora non farai nulla? Ah! Lo sapevo che eri un debole. Grifoncodardo!”
“Cosa?? –esplose James- Come osi chiamarlo...”

Ma Potter fu di nuovo interrotto dall’amico, che gli poggiò una mano sul braccio, e disse col tono calmo, ma lasciando intendere che quella sarebbe stata la sua ultima parola:

“Andiamo.”

I Grifondoro se ne andarono come stabilito, ma i tre amici di Sirius si lanciarono alle spalle sguardi che parlavano chiaro: se non fosse stato per la decisione del diretto interessato, avrebbero volentieri affrontato il Serpeverde. Nonappena i quattro sparirono fuori dal castello, Lucius scoppiò in una risata, ma poi si sentì spingere, e voltandosi, incontrò lo sguardo ammonitore e rimproverante di Severus.

“Che c’è?” Chiese innocentemente.
“Tu dici ‘che c’è’! hai il coraggio di dire ‘che c’è’! E se fosse scoppiata una rissa??”
“Allora tanto peggio per loro!”

“E anche per noi, stupido! Non saremmo più potuti andare ad Hogsmeade! Con tutte le cose che abbiamo da fare! Per non parlare del fatto che Moody ci ha già puntati! Merlino, Lu, ma non pensi proprio a niente prima di agire??”

“Ma di che ti preoccupi? Nessuno avrebbe fatto fatica a credere che abbiano cominciato loro, visti i precedenti!”
“Ma Lucius!!” disse Severus arrabbiato.
“Stavolta Sev ha ragione, Lu.” Si intromise Avery, arrivato in quel momento.
“Già. Questo è un comportamento inammissibile!” Aggiunse Zabini, arrivatio con lui.
“Sì, sì, come volete voi. Andiamo, Sev?”
“Sì, andiamo. Però appena vedi Sirius gli chiederai scusa!”
“Neanche per idea! E tra l’altro da quando Black è diventato ‘Sirius’?”

Severus restò muto per un paio di secondi, non avendo una risposta, ma fu salvato in extremis da Avery, che rispose

“Questo non c’entra ora, Lu! Sei stato tu ad avere torto!”

“Bene, e tutte quelle volte che sono stati loro ad infastidire Sev? Gli hanno mai chiesto scusa? Anzi, questo è stato poco in confronto a quello che hanno fatto loro e col doppio del gusto che ci ho messo io!”

Avery a questo punto guardò Severus. Sapeva che Lucius aveva tutti i diritti per avercela a morte con i Grifondoro, ed anche tutti gli altri lo avevano, ma doveva difendere i sentimenti del moro, prima di tutto, glielo aveva promesso quella stessa mattina! Anche se sicuramente avrebbe agito proprio come Lucius, al posto suo. Con le mani legate, lasciò la risposta al vampiro.

“A me non interessano le loro scuse, Lu. A me basta che tu non diventi come loro...”

Lo sguardo vagamente triste e deluso di Severus bastò per far sentire in colpa il biondo. Abbassò lo sguardo, e sentì Severus allontanarsi da lui, dicendogli semplicemente.

“Ora andiamo, dai...”

Mentre il vampiro si allontanava, Lucius si voltò verso Avery e Zabini dietro di lui, e disse arrabbiato perchè non avevano ripreso le sue parti:

“Beh, grazie mille!” subito dopo corse dietro a Severus.
“Tsk! Incredibile, ma che ha in testa quel Malfoy!” Commentò Zabini.
“Beh, immagino che ce l’abbia a morte con Black, ora...”
“E perchè? A parte perchè è un Grifondoro...”
“Deve aver saputo che Severus andrà al ballo di Halloween con Black.”
“Andrà al ba... Avery stai scherzando!”
“Johannes! Se stessi scherzando parlerei di Merlino nudo con un plotone di ratti mutanti che gli divorano il c...”
“Basta, Avery!!! E tu ti decidi solo ora a dirmelo??”
“Te lo avrei detto prima se tu non mi dicessi sempre di non bestemmiare!!”
“Non la barzalleta, brutto scemo! Intendevo di Severus e Black!”
“Oh... l’ho saputo solo stamattina! E a proposito non lasciarti sfuggire niente con nessuno perchè era un segreto fra noi due!”
“Bel modo di tenere i segreti!”
“Se te l’ho detto era per farti capire in che situazione si è cacciato!”
“Per Merlino! È una catastrofe, a pensarci bene!”
“Appunto. E se tu lo ami veramente dovresti lasciare che cerchi di essere felice con chi vuole! E difenderlo dagli altri, quando verrà il momento!”
“Sì lo so, ma... perchè proprio con Black?? Insomma, con tutto quello che gli ha fatto!”
“Jo, sinceramente... se fosse stato qualcun altro sarebbe cambiato qualcosa?”
“Ehm... no, immagino di no...”
“Appunto. Dobbiamo cercare di arginare i danni se, e dico ‘se’ staranno ancora insieme dopo il ballo.”
“Sinceramente, spero di no.”

“Lo spero anch’io. Ed è proprio nelle grandi occasioni che l’amore si scopre... quindi se sarà vero amore resisteranno, oppure la mattina del primo Novembre, Severus sarà nuovamente single. Non ci resta che sperare.”

“Volesse Merlino...”
“Quel porco libidinoso...”
“Chi, Black?”
“No, Merlino.”
“Sta zitto, Rob... ancora mi domando perchè ti sto a sentire!”
“Hei, tu con chi andrai al ballo, a proposito?”
“Nayeris Ledakee. Quinto anno Serpeverde. Tu?”
“Io da solo, ovviamente, sono il radicale libero che spezza le coppie, io!”
“Già, dimenticavo che tu dall’inizio della scuola sei andato sempre e solo con Severus...”
“Infatti... mi sembrerebbe troppo strano andarci con qualcun’altro... andiamo, che voglio comprare delle cose da Zonko!”
“Basta che poi non le userai su di me, però...”
“Chi, io?? Ma ti sembro il tipo?? Heheheheheheh!”

Una volta che tutti arrivarono finalmente ad Hogsmeade, si dispersero. Ognuno andava per la sua strada, in tutti i negozi del posto. Solo due ragazzi, precisamente due vampiri, decisero di evitare i negozi per dirigersi piuttosto, nella zona residenziale.

“Ancora non capisco che vorresti ottenere andando a trovare la vedova di quel povero stron...ehm... intendevo defunto.”
“Per capire bisogna sempre partire dall’inizio. E QUELLO è l’inizio!”
“Umpf! Beato te che ti diverti a fare l’auror! Io lo trovo futile, noioso, e di pessimo gusto!”
“Ti sembra che mi interessi la tua opinione?”
“Se ora fossi te dovrei dire ‘ah, ma se le cose stanno così io posso anche andarmene!’”
“E poi, se io fossi in te mi ti appenderei alla schiena gridando a più non posso!”
“Sarebbe uno scambio equo. Perfino carino!”
“Uhm... il tuo concetto di carino è interessante.”
“Come il tuo concetto di ‘divertimento’!”
“Perchè? Vuoi dire che non ti piace stare insieme a me?”
“Non quando mi porti a fare figuracce con una vedova ancora in lutto!”

Disse con tono più innervosito di quanto non fosse necessario. Severus, che lo stava guardando, assunse un’espressione ferita, che subito fece desiderare al biondo di essersi tenuto questi commenti per sè, ma prima che potesse rimediare, vide il moretto coprirsi il viso con le mani e dire, tutto il corpo scosso dai singhiozzi

“Sei così cattivo, Lu... non ti va di fare un così piccolo sacrificio per me, e dici di amarmi...”
“Hei, non puoi dire una cosa simile! E poi mi sembra che spesso e volentieri te ne approfitti, mi fai fare di tutto!”
“per una cosa che ti ho chiesto, va bene! Allora vai, forza! Vattene!!”

Concluse alzando la voce, e si voltò da un’altra parte senza riuscire a smettere di singhiozzare.

“Eeeh?? N-non fare così, dai! Non c’è bisogno di piangere!”
“Lo vedi?? Quanto sei insensibile...!”
“Ehm... io... s-scusami!! Su, ti prometto che... ehm... vengo con te e facciamo tutto quello che hai detto tu, ok? Sev?”

Ma il moretto non accennava a calmarsi, continuava a tremare e singhiozzare, le mani ancora nascondevano il suo viso. Il biondo entrò nel panico. Si guardò intorno, non sapendo cosa fare, e notò che un paio di passanti lo guardarono male, e giurò di aver sentito una vecchietta mormorare qualcosa a proposito dei mascalzoni a cui piace sedurre ed abbandonare. Lucius allora fece voltare l’amico, stringendogli delicatamente le braccia

“Su, Severus... non so che fare quando piangi... s-scusa, dai, io...”
“BLEAAAAAAAAAAAAAAH!!!!”

Gridò Severus all’improvviso, facendogli unalinguaccia spettacolare, poi scoppiò a ridere sulla faccia pallida e terrorizzata del biondo.

“MA SEV!! TI SEMBRANO SCHERZI DA FARE?? ERO NEL PANICO!!!”

“Umpf! Esagerato! Però hai promesso di aiutarmi senza più una lamentela, coraggio, andiamo! E poi diciamocelo, sembro io il tipo che si metterebbe a piangere per una scemenza simile?? Avresti dovuto vedere la tua faccia! Eri spettacolare!!” Disse continuando a ridere.

Lucius lo guardò male per un momento

“Posso picchiarti?”
“Provaci!”
“Devo ricordarti chi le prende sempre quando wrestliamo?”
“Non ti rispondo neanche, guarda!”
“Ah ah! La verità fa male, eh?”
“Fra un po’ tu ti farai ancora più male, però!”
“Oh, eddai non innervosirti, io ti voglio bene!”
“Ed hai anche più volte pestato il cervello, vedo!”
“Quando dico che ti amo ti arrabbi, quando dico che ti voglio bene ti arrabbi, insomma mi metti in croce, Sev!!”
“Aggiungere ‘quattro chiodi’ alla lista della spesa.”
“Potrei darti qualche nomignolo!”
“Assolutamente no! Non da quando Avery mi ribattezzò ‘falcata del serpente’!”
“E che minchia vuol dire?”

“Beh, hai presente la falcata? La distanza che può percorrere qualcuno con un passo? Un giorno stavamo misurando le nostre falcate, e naturalmente Avery dal suo metro e novanta di altezza superava di gran lunga la mia, così mi ha preso in giro ed io gli ho detto ‘beh, tu hai la falcata dell’asino!’ e lui mi ha detto che la mia invece si chiama la ‘falcata del serpente’ perchè quest’animale non ha proprio le gambe, insomma era un’altro insulto alla mia altezza, e mi sto davvero chiedendo perchè ti sto raccontando questa cosa!”

“Non sei poi così piccolo sai? Quanto sei alto?”
“Un metro e sessantaquattro.”
“Ah ah!! Io sono uno e ottantuno!! Sei un nano!”
“Ripetilo se hai il coraggio!”
“Na-no! Naaaaaaaaaaaano! Naaa-ano! Sei uno gnomo da giardino! Sei alto quanto un elfo domestico!”
“Siamo arrivati, la casa è questa!”
“Penso che ti chiamerò nano lagnoso! No! Gnomo lagnoso!”
“Devo picchiarti?”

“Ah, bè, perchè datosi che non lo fai mai, no...! Ogni tanto bisogna cambiare!” disse il biondo sarcastico.

Ma il moretto aveva deciso di ignorarlo, aprì il cancelleto del viale, e ne varcò la soglia, andando a fermarsi esattamente davanti la porta della bella villa. Lucius subito dietro di lui. Per prima cosa osservarono il posto. Non se l’aspettavano certo così!

“Però! –commentò Lucius- si trattava bene, il defunto!”
“Suona!”
“No, suona tu!”
“No, fallo tu!!”
“Ma neanche per sogno!”
“Oh, eddai, Lu, io mi vergogno!”
“Potevi pensarci prima, gnomo lagnoso!”
“Avevi promesso di non obiettare!”
“Non mi ricordo proprio!”
“Ma vuoi suonare, brutto scemo??”
“Di chi è stata la brillante idea di venire a disturbare la pace di una pover avedova? Su, suona tu ora!”
“Noooooo!”

Mentre battibeccavano, però, la porta si aprì da sola, e ne uscì una bella signora sui quarant’anni, che li guardò a metà fra l’incuriosito e il divertito. I due vampiri ammutolirono, e restarono a fissarla, sentendosi come due ladri colti sul fatto.

“Posso esservi utile in qualcosa?”
“Ehm... noi... insomma, io sono Lucius Malfoy, e questo è Severus Piton, il mio ragazzo.”
“Non è vero!!”
“Non ti chiami Severus Piton?” Chiese la donna
“No! Cioè, si! Quello è il mio nome, ma non sono il suo ragazzo, non me lo sogno nemmeno!”
“Non te lo sogni nemmeno?”
“Infatti!”
“Nemmeno ti azzardi a sognarlo...? Ma dai, non ti buttare giù così!”
“Ah ah! Come dissero ad Ulisse quando disse di essere Nessuno!”

I due presero allora a ridere insieme come se si conoscessero da una vita, mentre Severus fu percorso da un brivido simile a quello che che sentì nel momento in cui vide Lucius a fraternizzare con Avery. Nulla di buono poteva nascere da certe unioni.

“Siete simpatici! Entrate!” Concluse poi la donna lasciandoli entrare.

Lucius non se lo fece ripetere due volte, ed entrò sorridendo come un cretino. Quando furono dentro, si accomodarono nel salotto, e gli fu servito un tè.

“Dunque... se ho capito bene, siete venuti a trovarmi non per il piacere della mia compagnia, ma per parlare dell’omicidio di quel cornuto di mio marito, che bruciall’inferno per sempre?”

“Ehm... in effetti, sì...”
“Peccato, perchè ne sapevo una su Merlino con un termosifone babbano che era uno spettacolo!”
“No, no, per carità! –la interruppe Lucius- lui è un perfettino!”
“Checcariiiiiiiiiiiiiiiiiiiiino!!”
“Però picchia duro!”
“Picchierà te, povero pirla, ma non me!”
“E poi quando picchia è ancora più carino!!” aggiunse il biondo, ed i due ricominciarono a ridere.

*E meno male che non voleva venirci qua! Ma guardali! Sembrano due idioti!*

“Dunque, ora vi racconterò in breve quello che è successo...”
“No, no... racconti pure la versione lunga, la prego!” La incitò Severus.

“Ok, come volete voi... –la donna trasse un respiro profondo e cominciò- Dunque, un giorno Merlino decise che congiungersi carnalmente con tutte le creature che respirano non è più tanto trendy, e così, in cerca di calore, si accorge dell’esistenza di un bel termosifone, e...”

“NO!! NON MERLINO, L’OMICIDIO!!”
“Oh, scusate, avete ragione! Mi ero dimenticata... dunque: io e mio marito ci conoscemmo esattamente undici anni fa, durante una...”
“Eh-ehm, mi scusi... ma questo c’entra qualcosa con l’omicidio?”
“Veramente, no.”
“Allora cosa lo racconta a fare??”
“Insomma, gnometto! Guarda che sei stato tu a chiedermi la versione lunga!”
“Sì, ma non così lunga!!”
“Deciditi, allora! Lo vuoi corto o lungo??” Chiese Lucius.
“Fossi in te –lo consigliò la signora- lo vorrei bello lungo e duro!”

Il ragazzo arrossì da capo a piedi come mai in vita sua, e Lucius avrebbe giurato di avergli visto anche del fumo uscire del fumo dalle orecchie!

“Vorrei sapere com’è andata quella sera, per favore!”

“Oh, ma ti sei imbarazzato! Checcarinooooooooooo!! Dunque quella sera, quel cornuto malnato di mio marito –che possa bruciare all’inferno per sempre- eravamo stati invitati da Terenius Lorelei –che Merlino lo strafulmini- ad una festa nella sua non tanto onorata dimora. La scusa per l’aver dato quella stupida e noiosissima festa, era il compleanno di quella gran troiona della moglie, ma in realtà era solamente un espediente per mostrare a tutti che si era comprato delle tende da cinquanta galeoni al metro, e che erano anche di pessimo gusto, se devo dirla tutta. Tsk! Quel miserabile opportunista figlio di una mamma ignota!

“Insomma, fra un ‘sai dove l’ho comprato’ ed un ‘sai quanto l’ho pagato’, io mi rompevo quello che non ho... e proprio sul più bello, quando lui era nel bel mezzo del raccontare l’epica trattazione per il prezzo di quelle mostruosità... io decido di fare finta di aver scordato il calderone sul fuoco prima di uscire... ero quasi sul punto di convincerli, e potermela filare da quel girone infernale, quando quel deficiente stronzonato di mio marito –che il demonio gli si mangi le palle- dice ‘ma dai tesoro, ti stai divertendo così tanto! Vado io!’

“Il cornuto! Tsk!  E dire che chiunque avrebbe preferito la morte ad altri cinque minuti in quel covo di spaccapalle patentati! Insomma mi pianta lì e se ne va. Dopo mezz’ora vedo che non ritorna. Sinceramente la prima cosa che pensai fu ‘ma guarda tu che infame pezzo di merda, mi ha abbandonata qua, e manco torna!’ Mi sono scusata dicendo che andavo a controllare come mai mio marito tardasse tanto, e fingendomi preoccupata, finalmente me ne andai, giurando tra me e me che appena lo avessi visto lo avrei preso a calci in quel suo culo lardoso per almeno una settimana!”

“Solo che quando ritornò dalla festa, lo ritrovò morto...” concluse Seveurs per lei.
“Già. Morto, stecchito, schioppato fritto, impanato...”
“Ha reso largamente l’idea signora, solo una curiosità...”
“Dimmi tutto.”
“Agli auror la storia l’ha raccontata identica a questa?”
“Parola per parola, perchè? E pensa che quegli idioti mi hanno perfino sospettata!”
“Beh, a parte che sostituisce un ‘bruci all’inferno per sempre’ al posto di un ‘pace all’anima sua’...” Fu sincero il moro.

“Ho tutte le ragioni del mondo per dire così! Quel maledetto cornuto mi faceva pedinare! Capito? Per vedere se avevo un amante! Grrrrrrrr!! Lo ammazzerei io se non fosse già morto!! Quel brutto... stupido... asino...”

Concluse la signora, col viso improvvisamente rigato dalle lacrime. Nessuno dei due vampiri se ne stupì: entrambi avevano capito che tutta quell’antipatia era sempre stata solo una farsa, e che il senso di colpa per aver sempre litigato col suo compagno, ora la stesse letteralmente uccidendo. Tra i singhiozzi, la donna andò avanti

“Se penso... magari lui è... morto credendo che io... che io lo tradissi, e invece... ed ora io cosa farò senza di lui...? Cosa ci faccio con i suoi... stupidi, maledetti soldi?? Non basterebbero mai per... per ripagarmi della sua assenza... tutte le cose che prima... mi davano fastidio... il suo russare la notte... il suo chiudersi in bagno per ore... e... e le assurdità che mangiava! Merlino, che due scatole devo avergli fatto... quando era vivo... ma se ora ripenso a tutte... queste cose, io... io mi sento così vuota... lui non c’è più... non ci sarà mai più...! Non potrò mai più dirgli che mangia da far schifo, e che... la notte farebbe meglio a... mettersi un calzino in bocca... e non potrò dirgli... mai più che lo amavo così tanto...”

“Lei non ha mai tradito suo marito?”

“No... ci ho pensato, questo non lo nego... ma lui non... non se lo meritava, in fondo... a modo nostro... eravamo felici. Come vorrei rivederlo, anche solo... per un minuto, e... e dirgli queste cose! Mi manca... così tanto! Era chiedere troppo invecchiare... con la persona che amo...?”
“Mi dispiace molto per il suo lutto, signora...”
“Sì, lo so... siete due bravi ragazzi... ora per favore, potrei... potreste tornare un’altra volta per favore?”
“Certo... ci scusi ancora.”
“No... mi ha fatto piacere, davvero. Per favore... tornate qualche volta, va bene...?”
“Sì, certo... –promisero-  solo una cosa... lei non ricorda nulla di strano di quel giorno?”

“La maschera era sparita... anche un coltello, ma non l’ho mai detto agli auror. Era... illegale. E poi sul pavimento c’era una specie di passamontagna... e... e nient’altro, mi sembra.”

“Grazie infinite, signora. Torneremo al prossimo week-end, glielo promettiamo!” Le sorrise Lucius.
“Grazie a voi. Vi accompagno.”

La signora li accompagnò alla porta, ma prima di uscire, Lucius sentì il bisogno di dirle qualcosa. Se c’era qualcuno che poteva capirla, quello era lui.

“Signora... stia bene, la prego. Sono sicuro che suo marito la prenderebbe per il culo fino alla fine dei suoi giorni se la vedesse così.”

La donna sorrise, ricomponendosi un po’, le parole di Lucius colpirono il bersaglio, e la signora sorrise come a mostrare al suo defunto compagno che lei era forte come lui la conosceva. Così, si salutarono per l’ultima volta. I due vampiri poi si allontanarono, ognuno assorto nei suoi pensieri. Nella testa di Lucius continuava a ripetersi un pensiero: se fosse successo qualcosa a lui, Severus cosa avrebbe fatto? E se fosse stato Severus a stare male, invece? Cosa avrebbe fatto lui? Il solo pensiero gli faceva bruciare gli occhi.

“Sev?”
“Mh?”
“Non so che dire.”
“Non parlare, allora.”
“Mi ha fatto pena...”
“Anche a me.”
“Mi ha fatto pensare a noi due.”
“...”
“Sev?”
“Sì, anche a me...”
“Sev, io ti amo. Sii sincero: mi credi?”
“Io mi fido di te, quindi ti credo.”
“Oggi ti ha fatto cambiare idea?”
“No. Io ti ho sempre creduto, ma vedi... il problema non sei tu... forse sono io che... non riesco ad amare.”
“Stronzate! Tu ami così tanto che ti sembra di non farlo affatto!”
“Cosa sarebbe? Un proverbio cinese??”
“Sev... Tu vai avanti solo per l’amore che ti circonda: tua madre, Avery, io, di la verità, se uno di noi sparisse, tu cosa faresti?”
“Io... dove vuoi arrivare?”
“Cosa faresti??”
“Io... io credo che ne morirei...”
“Lo vedi che ami anche più di molte persone? Devi rendertene conto. Sei stato ferito e questo ti blocca, ma...”
“Possiamo chiuderla qui, per favore?”

Nonappena sentì dove stava arrivando il discorso, Severus lo interruppe alla sua maniera. Lucius si inalberò per un momento, con una vena che batteva sulla sua fronte: sempre la solita, odiosa frase!!

*Ma chi diavolo ha inventato questa frase maledetta, che gli spacco il culo??* pensò tra se il biondo.

“Certo, che possiamo...” Rispose calmo Lucius, e continuarono a camminare in silenzio: la prossima tappa sarebbe stata la ‘testa di porco’, dove avrebbero incontrato William, il Sire di Lucius.

Nel frattempo, al ‘tre manici di scopa’, quattro Grifondoro di nostra conoscenza stavano tranquillamente seduti a bere burrobirra, e scambiarsi opinioni un po’ su tutto, in attesa che il loro amico Sirius si decidesse a parlare e chiedere il tanto agognato ‘consiglio da amico’. Infatti, questa occorrenza non tardò a verificarsi. Nel bel mezzo di una discussione di Trasfigurazione, furono interrotti dalla voce dell’amico che chiedeva come se fosse la cosa più naturale del  mondo:

“Se fossi stato sincero fin dall’inizio con me stesso, le cose sarebbero migliori?”
“No, non lo sarebbero. Perchè sareste ormai già scaduti nella monotonia.” Rispose James.

“Ma almeno ora nessuno avrebbe da rinfacciarmi certe cose... e se davvero un giorno lui si rendesse conto che veramente gli ho fatto troppo male e non sono degno di stare con lui?!”

“Non succederà. Piton non è stupido, ci avrà già pensato almeno mille volte! Se avesse voluto lasciarti lo avrebbe fatto già da un pezzo! Non hai certo bisogno di noi per spiegarti com’è fatto Piton, no? Lo hai capito ancora prima di noi, anni fa! Non lasciarti prendere la mano dall’auto commiserazione!” Lo tranquillizzò Peter, sorridendo.

“Secondo me ti lascerà il giorno del ballo...” Buttò lì Remus, all’improvviso come se stesse parlando del tempo. Sul loro tavolo calò il silenzio, e tutti furono percorsi da una corrente gelida, eccetto Remus che girava tranquillamente la cannuccia nella bottiglia di burrobirra.

“Perchè dovrebbe farlo?” Gli chiese Sirius che già iniziava ad innervosirsi.
“Perchè non ti ama. Non ti ha mai amato.”
“Ah ah ah! Certo! Allora ci stiamo frequentando per gioco! Un tipo come Severus! Ma figurati!”

“Non dico questo! Dico che lui non potrà mai amarti, ma ancora se ne deve accorgere! Quando farà ordine dentro di sè, ti lascerà fuori! Come un sacco pieno zeppo di rifiuti marci e puzzolenti! Preparati a contare le mosche, Sirius!”

“Io non posso, e non voglio crederci! Insomma sta con me per... cosa? Pietà? Compassione? Perchè sono quello che passa il convento?”
“Probabilmente è così, anche se può essere triste dirlo...”
“Ma andiamo! Severus non è così! Non starebbe con me se non volesse starci! E poi perchè proprio il giorno del ballo?”

“Perchè è nelle ricorrenze che si vede la verità! Si chiederà ‘ma è proprio questa la persona con cui voglio passare questo giorno speciale?’ si guarderà intorno, e vedrà Malfoy dall’alto del suo bianco destriero, e correrà fra le sue braccia, lasciandoti come l’idiota che sei!”

“...”

Il Grifondoro ammutolì. Sirius e Remus si guardavano negli occhi, senza più proferire parola. Anche Peter e James non osavano parlare: avevano intuito che presto Sirius sarebbe esploso... ed infatti, poco dopo, disse a voce piuttosto alta, ma contenendosi dal gridare perchè si trovavano in un luogo pubblico

“Tu sei completamente pazzo, Remus! Pensi davvero che accadrebbe una cosa simile?? Quanto dovrei essere stupido per non accorgermi che Severus pensa a qualcunaltro!! E poi siete tutti fissati con questo Malfoy!! Sentiamo, cos’avrebbe più di me, eh??”

“Ma come puoi essere così cretino?? Che risposta sarebbe questa?? Non ho mai detto che sei stupido perchè non vedi le cose, il fatto è che tu NON VUOI vederle!! E poi cosa credi, che in amore una persona pensa a cosa l’amato ha più di qualcun altro?! Tu non capisci proprio niente di sentimenti! Tu non sai che rapporto c’è tra quei due, e non lo sai perchè non glielo hai mai chiesto, non lo hai mai chiesto eprchè avevi paura della risposta di Piton! Non puoi essere così cieco da non notare che feeling c’è, tra quei due! Basta dargli un’occhiata in classe, o nei corridoi! Si capiscono al volo, e sanno sempre cosa fa male o bene all’altro! Insomma, senza offesa Sirius, ma stai fuggendo dalla verità, facendo al figura del codardo!!”

“Io sarei un codardo?? Allora stai dicendo che io non voglio vedere quello che c’è davanti ai miei occhi! Va bene! Allora farò proprio come hai detto tu! Gli chiederò cosa c’è tra loro, e poi gli dirò chiaramente che se vuole restare con me deve lasciarlo perdere! È abbastanza coraggioso per te, eh?! Dì un po’, Remi!”

“Se farai una cosa del genere, Piton ti manderà al diavolo! Figurati se lascia Malfoy per non offendere la tua sensibilità!”
“Cosa dovrei fare allora? Illuminami con la tua saggezza!”
“Io non ho nè il tempo nè la voglia di illuminare nessuno ora! Anzi, questo week-end mi sta già stufando, torno a scuola!”

“Certo! Vai, torna sui libri! Chi è che scappa, ora?! Tanto tu puoi amare solo quei dannati libri, perchè sono vuoti proprio come te!”

 

Le parole di Sirius bloccarono Remus, ed anche James e Peter lo guardarono con apprensione. Come poteva dire una cosa del genere a Remus? Era stato davvero troppo pesante, ed indelicato. Al licantropo servì qualche secondo prima di poter rispondere.

 

“Io non scappo. È solo che non perdo tempo a parlare con un insensibile come te! Tu non vedi nemmeno quello che c’è proprio sotto al tuo naso! E poi, se davvero pensi questo di me, allora non starmi più vicino, va bene? Stavolta, hai proprio passato il limite! Vai, torna dal tuo Severus... finchè dura!”

Concludendo in questo modo, il licantropo si alzò bruscamente dal tavolo, e senza salutare nessuno si allontanò. Era così nervoso che riuscì ad aprire la porta del locale semplicemente sbuffando. Appena fuori, si guardò intorno e vide, più distante, davanti alla porta del locale ‘testa di porco’ proprio Piton con Malfoy, che stavano parlando del tutto confidenti l’uno con l’altro.

Sospirò, triste. Perchè lui non poteva avere quella complicità con la persona che amava? Perchè Sirius doveva essere così cieco e soprattutto così stupido?? Se solo avesse GUARDATO con più attenzione, si sarebbe accorto che il suo ‘amore’ non era ricambiato! E finalmente si sarebbe guardato un po’ intorno, e forse stavolta anche nella direzione giusta.

“Ritornando al discorso di prima... –disse Lucius in tono conversativo- hai detto che mi credi quando dico che ti amo, e questo è un enorme passo avanti fra noi due... ora la domanda più importante è: tu mi ricambi?”

“Lu, insomma! Non forzarmi a dare una risposta, io non lo so!”
“Cosa sono io per te?”
“Tu sei... beh, sei... Lucius. Non ho altre definizioni... non so come altro... beh, hai capito, no?”
“Spero sia un complimento.”
“Sì, lo è! Vedi, tu sei... la persona più... come dire... strana, e piena di energia che conosca! Però non mi pentirò mai di averti incontrato.”
“Meno male... in genere dopo un passo avanti ne facciamo tre indietro, stavolta abbiamo chiarito un pochino... posso baciarti, Sev?”
“No, non puoi. Non sarebbe giusto. Lo sai che sto vedendo qualcuno.”
“Aha. E ‘qualcuno’ è migliore di me?”
“Io non ho esperienza in queste cose, Lu... ma credo che i meriti abbiano poco e niente a che fare con l’amore o l’amicizia.”
“Touché... allora dovrò aspettare che tu e Qualcuno vi lasciate...”
“Non essere così sicuro che ciò avverrà.”
“Come potrei non esserne sicuro, se mentre ti vedi con Qualcuno, sei innamorato di me?”
“Sì... credici...” Rispose Severus sarcastico.
“Oh! A proposito! L’altra sera ho notato, appeso nel tuo armadio, un vestito ancora incartato...”

Severus all’improvviso arrossì, ed in un secondo la sua espressione mutò da ‘tranquilla’, ad ‘orrore senza fine’.

“Noooooo!! Non lo avrai mica visto??”
“Ehm... veramente... ho pensato fosse il vestito per il ballo, e non l’ho aperto.”
“Infatti lo è. Mamma me lo ha mandato la settimana scorsa... meno male che non lo hai visto...”
“Oh ho! Ti vergogni a farmi vedere il vestito? Perchè?”
“...”
“Comunque sono contento che alla fine avete risolto per i soldi...anche io ho comprato il mio.”
“Bene! Anche Narcissa ha comprato il suo! Bella mi ha detto che è tutto rosa con una scollatura sensuale!”
“Mh? Stai cercando di suggerire qualcosa, vampiro maligno?”
“Io? No, ma... sembrerebbe un peccato se una bella ragazza come Cissa non abbia un cavaliere, non credi?”

“Beh, allora sappi, caro il mio saputello, che ho saputo da Bella che lei non voleva nemmeno comprarlo, il vestito! Sono stati i suoi genitori a spedirglielo, e poi, nonostante abbia ricevuto una trentina di inviti per il ballo, li ha declinati tutti! La sua intenzione è quella di non partecipare a nessun ballo a meno che accompagnata dal ragazzo che ama! E... indovina un po’! non sono io!!”

“Devi averci parlato parecchio con Bella...” Buttò lì il moretto guardando il cielo con fare indifferente.
“Mh? Beh, sì ogni tanto a Divinazione parliamo, quando non dormo. O stavi alludendo a qualcos’altro?”
“Mh? Io? Ma figurati! Perchè non chiedi a Bella di andare al ballo con te?”
“Cosa?? Bella?? Ma... senti ora mi spieghi perchè ogni tanto tiri in ballo Bella! C’è qualcosa che vorresti dirmi?”
“OH! La testa di Porco! Siamo arrivati giusto in tempo!”

Terminando convenientemente il discorso in questo modo, il moretto si precipitò nel locale senza lasciare a Lucius il tempo per ribattere qualsiasi cosa. Seguì immediatamente l’amico dentro, e notò l’ambiente poco affollato... solo un tavolo era occupato, da tre figure completamente coperte, da capo a piedi, di un pesante tessuto nero, perfino gli occhi erano coperti da lenti scure e riflettenti.

“Eccoli. Sono loro. Quello è William, la ragazza è Diana. Quello alto... dev’essere Merit... chissà perchè sarà venuto anche lui...”

Si chiese Lucius a metà fra il curioso ed il preoccupato. In quello stesso momento, uno di loro, la donna, si accorse di loro, e li indicò agli altri due, che si voltarono immediatamente. Per un po’ restarono a fissarli, poi il più possente dei tre, Marcus (O Merit che dir si voglia), molto alto e muscoloso, si alzò dalla sedia su cui stava, e lentamente gli si avvicinò, fino a stare proprio davanti a Severus, fissandolo attraverso le lenti scure.

Il moretto, alzò gli occhi, non riuscendo però a scrutare oltre le lenti riflettenti. Lucius ebbe un tremito, che preannunciava un brutto presentimento...  ad un certo punto di quel muto scrutare, Marcus sollevò lentamente una mano come a volerlo toccare, e disse a mezza voce

“Claudius...?”
“C-cosa?”
“Tu... tu non sei...? Come ti chiami?”

Severus aveva appena aperto la bocca per rispondere, quando Lucius gli afferrò la mano, ed esclamò, prima di trascinarlo via

“Lui è Severus! E sta con me!!”

E voltandosi verso l’uscita del bar, la sua mente si affollò di pensieri poco rassicuranti. Lo sapeva fin dall’inizio che qualcosa non quadrava. Non è mai stato salutare incontrarsi con tre ‘principi della notte’ tutti insieme! Specie se di mezzo c’era un tipo come William! E se avesser tentato qualcosa di strano, era ovvio che due neonati come lui e Severus non avrebbero avuto nessuna speranza di sopravvivenza.

Ma il biondo non fece in tempo a fare più di un passo, che fu fermato dalla voce di Diana, la compagna del suo Sire.

“No, aspetta Lucius non andare!!

“Io non ho NIENTE a che fare con gente come voi! –gli gridò il biondo voltandosi senza intenzione di tornare sui suoi passi- mi era sembrato di essere stato abbastanza chiaro in proposito, quando abbiamo deciso di separarci! Ed ora non solo tornate a disturbarmi, ma importunate anche il mio compagno! Un simile comportamento non lo tollererò da voi, anziani o meno!”

“Tu sei un idota! Non hai capito la gravità del problema che ciò –disse William riferendosi a lui e Severus- comporta! Quindi ora stai zitto, e sedetevi, stupidi marmocchi che non siete altro!!”

Lo aggredì William, alzandosi minacciosamente in piedi, come e avesse intenzione di saltargli addosso da un momento all’altro. Severus non disse nulla, troppo preso dal capire cosa stesse succedendo... prima quello strano vampiro lo chiama Claudius, poi Lucius cerca di trascinarlo via, ed ora William è lì lì per aggredirli... il barista li guardava attentamente, mentre puliva un bicchiere sudicio usando uno straccio ancor più sudicio.

“Il ‘problema’ qui è che voi prometteste di lasciarmi in pace!”
“Oh, andiamo, va tutto bene, Lu... se ti abbiamo chiamato è per avvertirti che sei in pericolo!” si intromise Diana.
“Anzi, lo siete tutti e due, ora che vi vedo bene...” aggiunse Marcus, senza smettere di fissare Severus.

Lucius alzò lo sguardo verso il vampiro più anziano del gruppo, fissandolo come se lo avesse visto solo in quel momento. Che cosa avrebbe voluto significare che lui e Severus erano in pericolo?! Non avevano fatto proprio nulla! Beh, a parte naturalmente immischiarsi nei delitti della Maschera... pregò Merlino che non riguardasse quello...

“Sedetevi...” Li invitò poi l’Antico, facendogli un gesto cortese di invito con le braccia.

Lucius, senza lasciare la mano del suo compagno, andò a sedersi, e i due vampiri aspettarono poi in silenzio che fossero i tre più anziani a parlare per primi, i tre però si guardarono vicendevolmente come a decidere chi dovesse iniziare, infine con un gesto annoiato della testa, William iniziò il discorso.

“Sai –cominciò, con voce chiara e tranquilla- dopo che mi hai scritto chiedendomi...”

Ma il vampiro si interruppe lì, quando si accorse che Lucius era impallidito, e cercava di fargli segno di tacere senza farsi notare da Severus, che ogni qual volta si voltava, il biondo fingeva di grattarsi il naso. Il vampiro anziano capì che Severus non sapeva nulla sul fatto che il suo compagno avesse chiesto a lui informazioni su Harlan, e certi neonati potevano essere molto gelosi del loro Sire... quindi continuò

“Dicevo... ehm... dopo che mi hai scritto per... ehm... quella cosa, insomma... non ho fatto in tempo a far partire il gufo, che Marcus mi viene a dire che una delle ‘colonne’ si è risvegliata. Naturalmente lo sapevamo già, ma la novità è che questo individuo, nel giro di un solo mese, ha recuperato appieno le sue forze.”

“Ehm... scusate,  –si intromise Severus- cos’è di preciso una ‘colonna’?”

Tutti i presenti, ad eccezione di Lucius si voltarono di scatto verso di lui, e presero a guardarlo come se si fosse appena aperto la testa, ed avesse poi gettato il suo stesso cervello sul tavolino.

“Lui è un ‘abbandonato’.” Lo difese Lucius, e poi guardando l’amico gli spiegò “Una ‘colonna’ è il termine usato per definire un vampiro che abbia più di duemila anni, e che abbia combattuto la grande guerra... quella ai licantropi, mi pare che durò circa... cinquecento anni, giusto?”

“Un po’ di più...” lo corresse Marcus.

“E poi un ‘abbandonato’, è un vampiro che è stato abbandonato alla nascita, come te. Solo gli antichi seguono questo codice di comportamento, per esempio William non mi abbandonò, purtroppo. Lui ha centotrenta anni.”

“Allora... –intervenne William- primo, non si dice l’età... secondo avresti qualcosa da dirmi sul modo in cui ti ho addestrato, marmocchio impertinente e ignorante come un asino turco??”

“Io? Ma nulla! Già il fatto che definisci la mia istruzione base ‘addestrare’ spiega tutto! Manco stessi parlando del tuo cane, porco Merlino!”
“Giusto, se avessi avuto un cane al posto tuo, sarebbe stato meglio, almeno potevo mangiarlo nei tempi duri...”
“Non dirmelo! Il grande William che si abbassa a mangiare un cane! Aspetta, sto immaginando la scena! Mwuahahaha!”
“Sì, ridi, ridi! Ma tu non eri quello che piangeva gridando ‘no, no, non voglio uccidere, sei cattivo, William!!’”
“Grrrrrr!! Di certo non lo dicevo con quella voce da bambinetta!”
“Ah ah ah!! Invece sì! Ti giuro, Severus, avresti dovuto sentirlo, sembrava un corvo gracchiante!”
“Hei! Non parlare a Severus di me in quel modo!”
“Sennò? Che farai, mi prenderai a pugni?”
“Non provocarmi, stupido animale che non sei altro! Bestia! Feccia!” ma William non lo ascoltava prese a cantare le parole
“Lucius femminuccia, povero piccolo cuore, indifeso e tremante! Mwuahahahahaha!”
“Sta zitto vampiro suonato!!”
“Sta zitto tu, marmocchio viziato!”

THU-THUMP!! THUMP! CRASH!

“STATE ZITTI TUTTI E DUE, MI AVETE FATTO VENIRE IL MAL DI TESTA!”

Escalmò Severus colpendoli entrambi forte sulla testa. Tutti gli occhi erano su di lui, ora. Mai si sarebbero aspettati che quel marmocchietto piccolino e gracile potesse avere il coraggio di picchiare uno di loro, specialmente una testa calda come William. Marcus e Diana scoppiarono a ridere pochi secondi dopo, mentre i due vampiri si massaggiavano il cranio, borbottano qualcosa a proposito di Merlino...

“Però! Mi piace il marmocchio! Hei barista! Porta del whiskey incendiario per tutti di qua!” Esclamò William, appena si riprese.

“Non lo voglio, grazie!” Rispose il moretto con fare sdegnoso.
“Non lo vuoi...? Dai, sono secoli che non offro nulla a nessuno, è un evento! Non farti pregare!”
“Non lo voglio, e soprattutto non da lei!”
“Oh! Mi dai anche del lei! Che carino! Barista, arrivano questi whiskey??”
“Hei! Severus ha detto che non vuole niente da te! Fatti i cazzacci tuoi!” lo richiamò Lucius.
“Ma fatteli TU i cazzacci tuoi! Impertinente come al solito!”
“Ehm... –li interruppe Diana- noi stavamo facendo un discorso!”
“Oh, giusto! –esclamò William- dove ero rimasto?”
“Eri arrivato al punto in cui la colonna aveva ripreso le forze.” Lo informò Severus.
“Ah, già... però, che attenzione! Ti interessa quando parlo, allora...” Disse a mò di flirt.
“Continua e basta!!” si arrabbiò Lucius.

“Ok... dunque... questo vampiro... buone fonti ci informano che lui vorrebbe ricominciare la guerra contro i licantropi. Ne ha già fatti fuori una ventina tutto da solo, ed ha convinto un buon numero di nostri simili ad unirsi a lui per quella che chiama una ‘santa crociata’.”

“Ma vi rendete conto? –intervenne Diana- Dopo secoli di pace!! Impensabile! I licantropi si sono riprodotti a dismisura, mentre noi siamo quasi ristagnati! La maggior parte dei giovani si lasciano morire al Sole piuttosto che uccidere, non hanno più la tempra di noi colonne! Per non parlare poi, che nelle notti di Luna piena noi vampiri non abbiamo grandi speranze di battere le loro, di colonne!”

“Ma un’altra cosa... che credo riguardi più da vicino voi due, è che si dice in giro che questo tipo si sia già scelto un compagno per aiutarlo in questa crociata. Qualcuno con cui riprodursi e condurre il nuovo ‘impero dei Vampiri’...”

Lucius capì al volo cosa intendesse dire Marcus, e si voltò immediatamente a guardare Severus accanto a lui, che stava tranquillamente sorseggiando una burrobirra dalla cannuccia. Quando, pochi secondi dopo, il moretto si accorse di essere fittamente osservato da tutti i presenti, alzò lo sguardo e, stupito, esclamò

“Io??”
“Esatto.”
“Ma se io non lo conosco nemmeno questo ‘signor colonna’!”
“Sì che lo conosci... è il tuo Sire.”

La bottiglia scivolò tral e dita del moretto, andando ad infrangersi tristemente sul pavimento.

“N-no... lui... n-non è cattivo... non...”

Severus, accortosi di stare balbettando in maniera incontrollata, si interruppe, e si limitò al anciare un ‘evanesco’ sui cocci della bottiglia cadutagli poco prima. Per qualche minuto regnò il silenzio, ma poi William ricominciò a parlare, rivolgendosi al giovane vampiro.

“Ok, senti... per quanto io goda di ogni genere di sofferenza altrui, mi sembra... ehm... corretto schiarirti un po’ le idee. Non è che il tuo Sire sia un mostro criminale, o che altro... vedi, questa guerra, ed il nostro odio per i licantropi ci è stato largamente giustificato. E se potrebbe sembrare giusto odiarli per me, che non ero lì quando questa faida cominciò, per il tuo Sire, allora i motivi si decuplicano... ok, ora ti racconto dall’inizio la storia... anche se mi sembra assurdo che esista anche solo un vampiro che non la conosca...

“Dunque... circa duemila anni fa... il tuo Sire all’epoca aveva... beh, un paio di secoli al massimo, scoppiò la grande guerra contro i licantropi.”

“Ma... perchè?” Chiese Severus a mezza voce.

“Ora ci arrivo... il fatto è che i licantropi, a quel tempo, venivano considerati da noi vampiri alla stregua di bestie. Li usavamo per nutrirci, perchè il loro sangue è il doppio nutriente di quello di normali esseri umani, anche quando non sono trasformati. E poi li usavamo anche come schiavi diurni, quando noi non potevamo muoverci, a causa del Sole.

“Beh, fatto sta che certe divergenze cominciarono a... come dire... a farsi più vistose, e scoppiò una guerra. Ora, benchè io conosca più o meno la causa scatenante del conflitto, lascerò a Marcus l’onore di continuare. Lui vide tutto con i suoi occhi. Giusto, Marcus?”

“Sì, esatto... vedi, Severus, il fatto è che non c’era nessuna guerra all’inizio, ma un gruppo di licantropi ribelli aveva semplicemente deciso di isolarsi in qualche luogo segreto a protestare contro la loro schiavitù. Il loro leader era un ex-schiavo, ma non come tutti gli altri... si chiamava Fenrir, lui era nato dall’unione fra un vampiro ed una lupa mannara... aveva la capacità di trasformarsi a suo comando, Luna piena o no, e questo era abbastanza preoccupante, ma lui per il momento non aveva nessuna intenzione di scatenare nessuna guerra, e nemmeno noi vampiri francamente avevamo tanta voglia di andarli a cercare.

“Poi, c’era questo ragazzo, Claudius, ed il tuo Sire, Titus... loro si amavano, tanto che nessuno riuscì mai a dividerli. Se non che Fenrir era il servitore di Claudius prima di liberarsi. Ed aveva sviluppato quest’insana ossessione per lui... e... provò più volte a... beh, insomma, a corteggiarlo. Si illudeva che una volta dimostrato di non essere una bestia, lui lo avrebbe amato, ma non fu così.

“Claudius fu rapito, e giuro che anche io feci del mio meglio per ritrovarlo, ma fu tutto inutile, quelle bestie erano capaci di muoversi di giorno, e farci fuori, quindi non potevamo allontanarci troppo a lungo dai nostri sepolcri, e nemmeno coglierli impreparati di notte. Non li trovammo, ma diciannove giorni dopo, Claudius ritornò da solo... non si sa come, nè da dove. Era completamente impazzito. E Titus... io ero suo amico, e ti posso giurare che lui.. anche in quelle condizionì, non smise di amarlo, e curarlo nemmeno per un secondo!

“La vita andava avanti così... da un giorno all’altro... e Titus era ancora lo stesso di sempre. Mentre noi uscivamo a caccia di quelle bestie maledette, lui restava con lui, gli procurava da mangiare, e non si univa mai a noi.. è sempre stato un tipo pacifico... e sapeva benissimo che la vendetta non avrebbe portato a nulla, se non a fargli perdere tempo prezioso da trascorrere con la persona che amava... ed a quelli che gli chiedevano se gli mancasse Claudius, lui rispondeva ‘ma lui è ancora qui, no?’

“Questo finchè non morì. Claudius si tolse la vita, gettandosi da una torre molto alta. Si ruppe il collo, era troppo giovane per resistere ad una caduta del genere... aveva appena... quanto? Diciannove anni da vampiro? E Titus perse la testa. Impazzì anche lui. Diventò una furia, si rimproverava per non avergli salvato la vita, e cominciò ad odiare i licantropi con tutte le sue forze! Tutte le notti usciva, e spesso non tornava nemmeno la mattina, spesso abbiamo creduto che fosse morto, ma lui semplicemente non si curava più di nessuno, nè del fatto che se lo avessero trovato e condotto al sole, sarebbe morto.

“Ma non successe, e lui li trovò. Trovò il covo dei licantropi, ed affrontò il loro capo. Uccise quasi tutti i suoi seguaci da solo, ma lui gli sfuggì. Era troppo forte perfino per lui. Il suo sangue misto lo rendeva quasi invincibile... tornò da noi... eravamo un branco di undici vampiri. Tornò, e disse che voleva la guerra contro di loro, dovevano pagarla! Noi lo seguimmo dappertutto, di città in città, a formare un esercito di vampiri, e loro a loro volta convincevano altri, finchè non si scese tutti in guerra. Nessun vampiro potè tollerare un affronto del genere ad un proprio simile.

“Si incominciò ad uccidere anche i licantropi innocenti, quelli che erano contenti di stare alle dipendenze di creature come i vampiri... ben presto tutti loro, impauriti dalla nostra violenta reazione, fuggirono, cercando di unirsi ai ribelli, per vendicare i loro parenti ed amici morti, uccisi dai vampiri. La guerra perdurò, e si espanse in ogni regione dell’impero. Ma Titus diventava sempre più debole. Senza la sua metà non era nulla. Divenne così debole, che nonostante gli sforzi di tutti, fu costretto ad ‘addormentarsi’.

 
“Fino a che appena qualche secolo fa, la cosa non cominciò a scemare agli occhi dei più giovani, che non avrebbero mai potuto capire, nè sapere come tutto cominciò. I giovani capi dei branchi fecero patti con i licantropi, di non attaccarsi. Finchè, anche noi colonne, non ci adattammo, e ponemmo una fine a questa lotta che sembrava non avere fine.”

 


E così, il racconto terminò. Marcus, da dietro le sue lenti scure e imperscrutabili, continuò a fissare Severus, che lo aveva ascoltato attentamente dall’inizio alla fine. Ma a rompere il silenzio, fu di nuovo William.

“Wow... a me non l’avevi raccontata così bene!”
“Ho dovuto dirgli tutto... perchè vedi, Severus, c’è un motivo per cui Titus, o Harlan, come si fa chiamare ora, ti ha scelto come suo compagno.”
“E sarebbe?” chiese Lucius al posto suo.
“Tu sei identico a lui. A Claudius...”

Severus abbassò lo sguardo, occupato a riflettere. Poi alzò la testa, e disse

“Vi ringrazio per averci informati... come sta andando la sua guerra personale?”
“Normale... –rispose Diana- lui sta ancora cercando Fenrir... lui è immortale.”
“Oh... è sicuro che sia ancora vivo?”
“Sì. È il capo nelle guerre. Il suo branco conta centinaia di licantropi.”
“I licantropi... loro hanno intenzione di ricominciare la guerra?”

“No...-intervenne Marcus- io stesso ho parlato con lui. E mi ha detto che lui non ha mai voluto cominciarla. E che non avrebbe mai voluto che accadesse ciò che accadde un millennio fa, di Claudius e tutto il resto.”

“Ho capito. Grazie ancora. Ora... se è tutto, possiamo andare?”
“Sì... se c’è qualcosa di nuovo, ve lo faremo sapere. Solo una domanda. Severus, tu hai intenzione di unirti a lui?” Chiese Marcus.
“No. Non lo farò.”
“Bene. Basta saperlo.”

I due vampiri allora si alzarono, e salutando i tre anziani, se ne andarono, all’improvviso però Lucius senì nella sua mente delle parole non sue, pronunciate con la voce dell’antico, Marcus, che gli dicevano *Abbi cura di lui. Non stargli troppo addosso, e non abbandonarlo.*

Il biondo si voltò verso Marcus, che, dandogli le spalle, stava tranquillamente bevendo dalla bottiglia di whiskey incendiaro pagata poco prima da William. Prese la mano di Severus, e lo condusse fuori. Una volta all’aria aperta, furono accolti da una ventata gelida... nonappena i due sparirono dalla vista, Marcus tirò un sospiro di sollievo... William lo stava fissando, sorridendo tra sè, gli chiese

“Ti ha fatto male, eh?”

“Mh? Che cosa?”

“Vederlo.”

“Vederlo? Cioè? Vedere Lucius?”

“Anche! Oh, andiamo! Chi vuoi prendere in giro!”

“Non capisco di cosa stai parlando, Will.”

“Di Severus! Tu amavi Claudius, giusto? Ti ha fatto male vedere quel marmocchio che gli somiglia, vero?”

“William... il passato è passato. Non ho intenzione di ostacolare Lucius in nessuna maniera.”

“Umpf! Allora sei senza palle anche tu...”

“Senza palle, io! Ma senza palle, tu!”

“A parte scherzi, davvero non vuoi provarci con quel Claudius risorto nella storia?”

“No. E se ci fossi pasasto anche tu capiresti perchè.”

“Perchè?”

“Perchè fa male, William. Fa un male da impazzire. Farebbe male a me, farebbe male a lui e farebbe male anche a Lucius! Non è giusto cercare qualcuno che è morto in una persona ‘viva’ con sentimenti e passioni tutte sue! Ora, andiamo prima che qualcuno ci noti.”

 

E così dicendo, abbandonò la botiglia di whiskey incendiario sul tavolino, dirigendosi verso l’uscita secondaria. Il barista non tentò di fermarlo in nessuna maniera. Anzi, la maggior parte dei suoi clienti era solita utilizzare l’uscita secondaria per non dare nell’occhio. Una volta fuori, Marcus si smaterializzò, verso chissà quale luogo del suo passato.

 

“Tornerà, secondo te? O si è nuovamente separato da noi?”

“Chi lo sa? Lo sapremo quando non lo vedremo...” Concluse Diana, e si sllontanarono anche loro. Nel frattempo, fuori.

 

“Caspio, che sdrina che tira!!” Esclamò Lucius.
”Lu....”
“Mh?”
“Lui mi ha preso in giro...”
“Nel senso?”
“Nel senso... lui non cercava me... ma lui. Ed io che ho pensato... che stupido!”
“Non sei stupido... e comunque non giudicarlo così... anche se io non avrei fatto una cosa del genere...”
“Merlino, lo spero proprio! Ma è... è da pazzi!”
“Cosa in particolare?”
“Lu... io devo riflettere. E comunque... sono le due e mezza, sono in ritardo... dovevo vedere papà alle due...”
“Puoi sempre non andarci se vuoi... o posso venire con te!”
“No... ma grazie comunque. Avery e Zabini saranno sicuramente da Zonko ora... stai con loro, ci vediamo più tardi...”
“Va bene, allora ti aspetto da Zonko, ok?”
“Ok...”

Proseguirono in silenzio, Lucius accompagnò il compagno fino al ‘tre manici di scopa’e poi tornò indietro, verso Zonko, durante il tragitto si mise a pensare a tutto ciò che gli avevano detto oggi, dalla vedova della mattina, agli Antichi, poco fa. Sembrava passato un anno in mezza giornata, tante cose erano accadute! Era preoccupato per Severus. Avrebbe dovuto insistere e non permettergli di vedere suo padre.. ma Marcus... gli aveva detto di non stargli troppo addosso... avrà avuto un motivo...

 

Mentre tutti questi pensieri continuavano a roteare nella mente del biondo, questo non si accorse di qualcuno che gli veniva addosso camminando dalla parte opposta alla sua. Inevitabilmente collisero, ed il primo a riprendersi fu Lucius, che disse al colmo dell’ira

 

“Ma sei cieco o cosa?!”

“Ah, io? Ma stai attento tu, la prossima volta moccioso!”

“Brutto idiota, sei fortunato se non ti spacco la faccia!”

 

L’uomo si rialzò da terra, e ripulendosi il mantello dalla polvere della strada, lo guardò, e Lucius restò interdetto. Quell’uomo aveva gli occhi completamente rossi! Lo guardò a bocca aperta per ancora qualche secondo, ma poi si riprese, e tirandosi su, disse ancora

 

“Vecchio rincoglionito!”

“Vecchio?! A chi vecchio, sbarbatello!”

“A te vecchio, razza di coniglio decrepito, ormai non servi manco più per il brodo!”

“C... coniglio?”

“Certo, coniglio! Con quegli occhi rossi cos’altro sembri secondo te?!”

“...”

“...”

“Pfffft...”

“...”

“Ah ah ah ah ah ah! Non posso crederci! Ah ah ah ah!”

“Cos’hai da ridere, nonno?!”

“Coniglio... a raccontarlo non ci si crede... pfffft! Ah ah ah! Coniglio!”

 

Continuò a mormorare il signore (oscuro) mentre si allontanava scosso da risa incontrollabili. Lucius restò a guardarlo a bocca aperta. Era pazzo, o che cosa? Infine scrollò le spalle, e continuò per la sua strada, fino al negozio di scherzi, ma non vi entrò. Ci mancava anche quel coniglio pazzo, ora, ad allietargli la giornata! Cose dell’altro mondo! Come se non bastasse tutto quello che gli era già capitato, quel giorno!


E mentre Lucius prendeva a testate le mura del negozio di Zonko, Severus, varcava la soglia del locale. Si guardò intorno cercando di vedere prima di tutto se Sirius era lì. Fortunatamente non c’era. Trasse un sospiro di sollievo, ed intercettò suo padre, seduto un po’ tristemente in un angolo del locale a cullare tra le mani un bicchiere ancora intoccato di qualcosa...

Si avvicinò verso il tavolo, e quando gli fu vicino, disse “Ciao...” L’uomo si alzò la testa di scatto, e quando riconobbe suo figlio, balzò in piedi, non riuscendo, nonostante gli sforzi, ad impedirsi di sorridere come un idiota, iniziò balbettare.

“C-c-ciao! Hei, credevo che non saresti venuto.”
“Ci ho dovuto pensare bene.”
“Ehm.. siediti, ok?”

Lo invitò l’uomo, e Severus lo fece, ma non lo guardò mai in faccia, anzi per essere più precisi, non guardò per niente nella sua direzione.

“Beh... ho sentito che stai andando bene a scuola.”
“Sì. Lo faccio sempre...”
“Lo so... tua madre mi ha detto che non andrai al ballo con Avery, quest’anno.”
“Perchè te lo ha detto?!” scattò il moretto.
“Beh... noi ci stiamo sentendo un po’ ultimamente.” Rispose l’uomo a mo’ di giustificazione
“Oh... beh, è così!”
“Come mai?”
“Quest’anno non mi andava. Qualcuno me lo ha chiesto prima.”
“Avery... non era il tuo ragazzo?”
“MA NOOOOOOOOO!!” 

Gridò il moretto facendo voltare tutti nella loro direzione. Suo padre non sembrò scomporsi minimamente.

“Scusa... è che uscivate sempre, e poi ti ha crecato un sacco di volte quest’estate.”
“Non dovresti dire certe cose! Non è assolutamente vero!!”
“Ed io ti ho detto che non lo sapevo!”
“Non importa, avresti dovuto pensarci prima di dirlo!”
“Ma ti ho detto che non ne avevo la minima idea!!”
“Motivo in più per tacere!”
“Quando una persona non sa una cosa, è naturale che la chieda!”
“...”
“...”
“Come te la passi da solo...?”

L’uomo alzò le spalle, in maniera vaga, e rispose

“Anche Poppy mi ha lasciato. È andata da tua madre.”
“La nostra elfa ha lasciato la casa??”
“Sì... e prima di andare mi ha detto ‘il padrone è cattivo, il padrone fa male alla famiglia di Poppy!’”
“Capisco...”
“Mi dispiace, Sev...”
“Umpf! Per cosa inparticolare?”
“Per tutto quanto! Per come trattavo te, tua madre, e... per tutto.”
“Umpf! Non hai nemmeno il coraggio di dirlo...”
“Non credevo volessi sentirmelo dire in un luogo così affollato...”
“Come se quando dovevi insultarmi ti è mai importato se c’era un’ audience o no...”
“Mi dispiace.”
“Sì, lo hai già detto.”
“Tu non mi credi.”
“Anche se ti credessi non cambierebbe nulla! Come puoi sperare di fare ammenda? In che modo?”
“Non ne ho idea, Sev. So solo che morirei se non provassi con tutte le mie forze.”
“Io ho paura di te! Ho paura a guardarti negli occhi, a guardare qualsiasi cosa di te! Le cose che mi hai fatto, mi tornano sempre in mente!”
“Lo so... io... mi dispiace... perdonami, ti prego... io... ti giuro... non accadrà più... nulla del genere, Sev... ti prego...”

Sulla guancia dell’uomo cominciò a scorrere una lacrima, senza che potesse trattenerla. Il vampiro ancora non lo guardava, gli lanciava solo rapide occhiate per appena un secondo. “Non piangere...” chiese semplicemente.

“Non ci riesco... tu credi che per me è più facile...? Che anche io guadandoti non ricordi...? Io lo so che ti ho fatto male al di là di ogni perdono, ma... io farei qualunque cosa per te. Per poterti dimostrare che sono cambiato davvero.”

“Cos’è quello?” Chiese indicando con lo sguardo il suo bicchiere.
“Succo di zucca. Niente di più.”
“Stai smettendo di bere?”
“Ho già smesso. Mi ha tolto troppo... Sev dimmi solo se mi credi... per favore.”
“Sinceramente non lo so... non lo so, e non lo voglio sapere! È... un brutto periodo, non voglio altri pensieri!”
“Un brutto periodo? Con la scuola?”
“No... non c’entra lo studio...”
“Ti va di parlarne?”
“No... forse... io... beh, forse tu non lo sai, ma l’estate scorsa sono stato vampirizzato.”

L’uomo lo guardò intensamente, gli occhi stupiti.

“Ci... sono cure per il vampirismo... nei miei libri, per esempio...”
“Sì, li ho letti. Non voglio una cura, sto bene così.”
“Oh. Capisco. Spero ti sia divertito a leggerli...”
“Lo so... non avrei dovuto rubarli, ma mi sono ripromesso che te li avrei rispediti un giorno!”
“Non serve. Puoi tenerli... e puoi prenderne altri, se vuoi...”
“Speri che qualche regalo possa aiutare la situazione?”
“No... però voglio che tu... insomma, lo sai che per qualsiasi cosa...”
“Sì... lo so... ci mancherebbe altro.”
“La commessa mi disse che la piuma che ti ho regalato, era autocorreggente ed aveva un’influenza sulla concentrazione.”
“Non lo posso sapere, visto che l’ho gettata appena l’ho vista.”
“Mh... lo sapevo... immagino che tutte le cose che ti ho mandato abbiano fatto la stessa fine, allora...”
“Esatto.”
“Hai sempre intenzione di non accettare nulla da me?”
“Perchè? Cosa vorresti regalarmi?”
“Mah, non so... ma si avvicina Natale.”
“Risparmia i soldi, non mi servono regali. Se vuoi chiarire con me, devi fare di più.”
“Aiutami, allora...”
“Non posso, e non voglio farlo!”
“Sev... hai già preso un vestito per Halloween?”
“Sì, la mamma me lo ha spedito la settimana scorsa.”
“Ho capito. Ti piace?”
“Sì, stavolta la mamma ha avuto buon gusto! Strano da lei che insiste ancora nel vestirmi come un neonato!”
“Sono contento. Come ve la state cavando da soli?”
“Bene. Mamma ha un lavoro, io peso poco sul bilancio familiare, tutto fila liscio, grazie dell’interessamento.”
“Non essere scontroso, Sev. Posso darvi una mano.”
“Non ci serve niente.”
“Non dirlo come se stessi parlando con un venditore porta a porta!”
“E tu non parlare come se potessi ancora definirti mio padre, o suo marito!”
“Scusami... hai ragione, Sev.”
“Non fare quella faccia triste!”
“Scusami... Sev, mi dispiace davvero...”
“Devo andare ora... si è fatto tardi.”
“Non puoi aspettare un po’? Posso accompagnarti io a scuola...”
“No, non voglio! E poi Lucius mi sta aspettando.”
“Va bene, allora... Sev... ti va di rivederci?”

Il moretto alzò le spalle, indifferente, ed il padre sorrise, contento.

“Ti ringrazio! Non sai quanto significa per me!”
“Mh...papà... devo chiederti un favore, però...”
“Un favore? Sì! Tutto quello che vuoi!”
“Tu sei interessato nel caso dell’assassino di Hogsmeade?”
“...”
“Allora?”
“Sì... cosa vuoi dire con qeusto, però?”
“Mi diresti cosa sai?”
“...”
“Allora?”
“Sev, è un brutto affare. Tu cosa c’entri?”
“Nulla!! Cosa stai insinuando??”
“Nulla! Solo che non è una cosa di cui dovresti interessarti! Ci sta pensando già tutto il corpo auror del Regno!”
“Sì, me ne sono accorto quando Moody è arrivato a scuola!”
“Moody? Io sono mancato dal lavoro questi ultimi tempi... non sapevo... ma come gli è saltato in testa di mandare Moody in una scuola???”
“Non ne ho idea, ma tu hai detto ‘qualsiasi cosa’! ora rispetta la promessa!!”
“Sei un ricattatore, Sev! Ma se io non voglio dirtelo è per il tuo bene!”
“Al mio bene ci penso io visto che tu hai fallito miseramente nel tutelarlo!”
“Fai come vuoi, ma non posso, nè voglio dirti nulla! Un ragazzo della tua scuola è morto, non voglio che vai ficcando il naso in cose del genere!”
“Adesso ti importa qualcosa di me, vedo... che bello!”

“Sev il fatto che stia cercando di fare ammenda per le cose che ho fatto non ti da il diritto di approfittartene chiedendomi cose top secret come queste! Quelli degli ultimi tempi sono delitti molto strani, e pericolosi! Non voglio assolutmente che tu un giorno debba ritrovarti davanti ad un pazzo che vuole ucciderti!”

“Non mi ci ritroverò, stai certo. Ti ho solo chiesto un favore! Allora accetti o no?”
“No. Mi dispiace.”
“Umpf! Va bene allora fà come ti pare!”
“Moody... ti ha detto qualcosa?”
“Chiedilo a lui, no? Io devo andare!”
“Sev...! A-aspetta, ci possiamo vedere, allora?”
“Vediti da solo, e non venire più a disturbarmi, e NON-SCRIVERMI-MAI-PIU!!”
“Ma... Sev aspetta, non fare così! Cerca di capirmi! Non posso metterti in pericolo dicendoti...”

“Non mi interessa!! Anzi se vuoi saperlo è stato uno sbaglio anche venire oggi! Ti sta bene che sei rimasto solo, perchè non sei fatto per stare con le persone, tu! Sei una persona orribile, e meno vedrò la tua faccia in futuro, meglio starò! Addio!”
 
Concludendo in questo modo, il moretto, già in piedi, fece per andarsene, ma suo padre, preso dal panico di non rivederlo più per davvero, cercò di fermarlo, afferrandogli una mano. Il vampiro sobbalzò, e la ritirò immediatamente, dicendogli poi bruscamente, con gli occhi pieni di stupore

“Non ti azzardare più a toccarmi!!”
“Sev... scusa, n-non era mia intenzione di...”
“Ti ho detto che non mi interessa! Sparisci, non voglio più avere nulla a che fare con te! Schifoso, ipocrita, bugiardo!”
“T-ti prego... io... io ti voglio bene...”
“Beh, io no! Ficcatelo bene in testa, mi fai schifo!”

La frase bloccò l’uomo sul posto, ed il ragazzo ne approfittò per precipitarsi fuori dal locale. Appena fuori, trasse un respiro profondo, e si avviò verso Zonko, pensando nella sua mente

*Ma quanto sono cattivo...*

 

 

FINE CAPITOLO 17

 

La canzone all’inizio del capitolo è ‘Supereroi contro la Municipale’ dei Meganoidi. Come sempre, grazie mille per l’attenzione e mi raccomando recensitemi! Vi risponderò di sicuro! Alla prossima, buona Pasqua! (quando sarà il tempo).

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Capitolo 18
*** L'innominato ***


Per quanto riguarda Merlino ed il termosifone, voi tutti lettori, state attenti, soprattutto la notte, perchè quel porco di Me

Per quanto riguarda Merlino ed il termosifone, voi tutti lettori, state attenti, soprattutto la notte, perchè quel porco di Merlino potrebbe scendere anche dai vostri camini, e farsi anche i VOSTRI tremosifoni... non-recensori, pensateci su... ora passiamo alle risposte! Ci metto più tempo a scrivere queste che il cap! Minchia! Però sono contenta che sia così!! Anzi ne voglio sempre di piùùùùùùùùù!! Di piùùùùùùùùùùùùùù! Di più come Prozac+!!!

 

Francesca Akira89: Meglio prima? E Perchè? L Comunque ho dovuto fare alcuni piccoli cambiamenti per sostenere le future svolte: ovvero prima la storia la scrivevo alla cieca, come viene viene, ora che l’ho progettata tutta ho dovuto cambiare parecchie cose indietro. I cambiamenti comunque si faranno vedere ancora di più mano a mano che ci si avvicina ai cap nuovi! Anche perchè alcuni cap li ho perduti! Dovrò reinventarli... un bacio alla prossima!

 

Smile_vale: Grazie del complimento! Comunque... un’uscita del genere sarebbe molto romantica, ma la vedo molto insensata, specie da un tipo come Remus, che è bravissimo a commentare gli altri, ma poi si tira sempre indietro quando viene il suo turno. Sono contenta che ti piaccia scrivere, perchè è molto liberatorio e ti fa sognare! Per me scrivere è come volare su un enorme prato, e far vivere quei personaggi che sono nella mia testa, e sono tutti amici miei! Pazza? Un pochino, in effetti! Hai proprio ragione su Avery, e spero che non lo odierai nel corso della storia, perchè il momento in cui deciderà di farsi finalmente avanti, non sarà piacevole per nessuno... eheheh! È molto cattivo, e nasconde molto più di quanto sembri, e questo cap te ne darà un assaggio! Ehm... sì, effettivamente Sev È  un broccolo, ma pensaci l’unico uomo che abbia amato (Harlan) lo ha preso in giro e abbandonato, quinidi è chiaro che pensi di non avere attrattive, quindi tende a giustificare i comportamenti altrui nella sua testa, risolvendosi sempre a definirli ‘normale amicizia’. Comunque quello con meno probabilità di farsi notare è proprio Avery! Lui sa nascondersi molto bene, e poi sono troppo amici e da troppo tempo perchè Sev possa pensare a qualcosa di più... abbatterebbe il suo unico punto fermo della vita se lo facesse: ovvero l’amicizia di Avery. Per quanto riguarda le previsioni sulle coppie, ne hai azzeccate due su tre... sì gli opposti si attraggono... bombe a mano addosso, però! Severus e Lucius finiranno indubbiamente insieme prima o poi ormai non c’è bisogno di nasconderlo... Remus e Sirius hanno bisogno ancora di lavorare molto su loro stessi prima di arrivare a concludere qualcosa, comunque.... accadrà! Per ora goditi questo cap!! ;)

 

Palanmelen: Sì, ho visto Shining! E devo dire che Jack Nicholson è uno dei miei attori preferiti! Ho gusti strani, eh? Solo un po! Preferisco rispondermi da sola perchè temo una risposta da altri... ;) Lo spero bene che non ci uscirai mai a cena! Perchè arrivati al ‘dessert’ dovresti coprirgli la faccia con una busta di carta e fargli un buco solo per gli occhi, tanto quello finto ci vede benissimo anche attraverso! Posso unirmi al vostro cinque, in quanto anch’io sono piccolina anche se non proprio gracile, prendo la gente a ginoccihate sulla faccia di cazzo! (naturalmente vale solo per le facce di cazzo). Lucius è estroverso, lo puoi dire. E anche demente a tratti, ma questo è un altro discorso... Severus ha provato ad allontanarsi dal gorgo, davvero! Ma gira così tanto che ne è rimasto ipnotizzato! Come quando guardi una partita di ping pong troppo a lungo! Per quanto riguarda il bacio a Robbie, con la lingua o senza? Nayeris è un nome da femmina! Una mia amica cubana si chiama così! Faccio allungare la vita! Che bello! Se le tue tasche sono un pino sempreverde, le mie sono la foresta vergine dell’Amazzonia, perchè non solo sono al verde, ma anche piene di immondizia! Discorsino di Lucius? Ho appena finito di rileggere il cap 17, e non ne ho trovato uno sensato! A quale ti riferivi? Il ballo... solo chi c’è stato può capire di cosa si tratta! Io ho avuto in vita mia tre gatti e cinque cani... ora ho solo tre cani... a buon intenditor poche parole... ah a proposito dì alla McGranitt che l’erba gatta fa bene all’amore!! E quando leggerai questo cap capirai di cosa parlo! Inutile e anche fastidiosa quanto un sassolino nella scarpa! No, scherzo. Certe cose sono sempre costruttive e bene accette anche se (probabilmente) inutili! Come ho già detto a Smile_Vale poco fa... è vero che gli opposti si attraggono... bombe a mano addosso, però! Ummm... la tua descrizione dei divertimenti di Sirius che alza le gonne e tira le trecce, è molto intrigante e veritiera! :D Anche se l’orecchio sinistro bucato di Sev è un pochino traumatizzante! Il cugino delle mia best friend ce l’ha, e ci passa le sigarette in mezzo! È un pazzo anche lui, ma è proprio un orsacchiottone! Anche la descrizione di Severus è così vera che mi lascia sconvolta! Mi sento come se mi avessi rivelato una qualche verità nascosta! Ora affronterò meglio anche il resto della storia! (non sto scherzando, sei molto matura! Quando vuoi...) davvero Piton Senior ce l’ha con la madre? E perchè? Ma il padre non era quello che picchiava la madre davanti a lui in lacrime? Beh... de gustibus... le tue faccine come al solito molto esplicative.... potresti comunicare solo con quelle e ti capirei comunqe come se parlassi. Cioè per niente! Skerzo... e per finire... Lupin letto alla francese, mi sa tanto di Lupin III il ladro! Ma dai! Ma te lo immagini Lupin che va dietro a Fujiko (Bellatrix) con James (Gighen si scrive così?) e Sirius (Ghemon) inseguiti da Peter (Zenigata)! Da simili creature più che il male sarebbe venuta la rinalaggine! Per quanto riguarda lo spettacolo... vorrei esserci anch’io. Solo per ridere di voi! Uh uh uh! Ancora una cosa... a chi ti riferisci per “amici-patata”? No perchè mi sa che ne ho parecchi anche io! ;) Alla proxima, baby!!

 

 

 

 Ho raccontato che

so fare tutto, ma tutto e' niente, e niente e' tutto
ho raccontato che

che ero grande, ma in fondo io lo so che sono un bimbo
ho raccontato che

ho sempre vinto ma chi vince perde, e chi perde vince
ho raccontato che

ascolto sempre, ma ascolto solo me, dentro di me lo so
Ho raccontato che

rubavo i soldi a mia madre non lo sa, mia madre non lo sa
ho raccontato che

picchiavo i deboli, i forti ridono, i forti ridono!
ho raccontato che

mio padre non ce l'ho, qualcuno soffrirà, o ha già sofferto
ho raccontato che

tu piaci solo a me, ho raccontato che non vali niente...

Ho raccontato, esagerato, ho raccontato, fantasticato...
Ho raccontato il mio passato, ho raccontato, fantasticato...

 

 

 

CAPITOLO 18: L’INNOMINATO...

 

DORMITORIO DI SERPEVERDE, Domenica 12 Ottobre, ore 05:15:

 

“Hei, Robert...”
“Sev! Ciao! Cosa fai, qui?”
“Quello che ci fai tu, immagino...”

Disse il vampiro guardando l’amico che, seduto sul terreno della foresta proibita, era nell’intento di sotterrare un pacchetto nel quale vi erano i resti del suo braccialetto col serpente, gemello di quello regalato a Severus per il suo compleanno. Avery, sentita la voce dell’amico, era sbiancato: infatti era terrorizzato che Severus, perchè una volta accortosi che aveva fatto rompere il simbolo della loro amicizia, si sarebbe arrabbiato molto.

“Non dovresti stare qui, Sev, ci sono molti mostri, nella foresta!”
“Cos’hai lì?”
“Ehm... una cosa. È la mia colazione.” Mentì il ragazzo.
“Ma Avery! È notte fonda! A quando risale quel coso?”

Avery, solo in quel momento, si guardò intorno. Eh, sì. Era veramente notte! Come aveva potuto scordarsi che aveva attuato un piano per nascondere le prove del suo delitto in un momento ed un luogo dove l’amico non lo avrebbe sorpreso mai! Ma naturalmente questo piano non aveva funzionato, dato che Sev era lì.

“Ehm... stamattina. Dò da mangiare alle talpe!” Buttò lì.
“Le talpe mangiano... cosa? Serpente arrosto, o mandarini?”
“Sono mandarini! Il serpente lo mangerò ad Halloween! Te l’avevo detto, no?”
“Perchè sotterri la colazione, però! Dalla a me, la mangio io!”
“No! La stavo per sotterrare, fa schifo! Sottoterra ci sono i vermi!”
“Lo so che ci sono! Ma ce l’hai ancora in mano, no? Mica ce l’hai già messa!”
“Sì, ma non sono sicuro che sia buona. L’ho fatta rovinare!”
“Ho fame. Avrei voglia... di bere un Haiti! Offri tu?”
“Sì... la dietro ci dev’essere un bar.”
“Dai, portala con te, quella! –disse indicando il pacchetto senza sapere però il suo vero contenuto- magari dopo un po’ torna fresca!”
“Hai ragione. Poi ricordami di controllare!”
“Aha. Ok. Hai un galeone da prestarmi?”
“Si, ma tutto in monete da uno zellino...”
“Non fa niente, poi me lo dai.”

E concludendo così, i due si diressero verso il bar lì vicino, che aveva sulla porta un’insegna blu, che recitava le parole “I love Hollywood” lampeggiando ogni cinque secondi. Entrarono, e si sedettero al bancone. Più in là da loro c’era anche Zabini.

“Salve. Mi da un Haiti?” Domandò Avery al barista.
“Sì. Però te lo faccio serpentato. Non sembri un tipo da mandarino, tu!”
“Alla mela non me lo puoi fare?”
“No! Alla mela non esce bene se tu non lo sai bere!”
“Io lo so bere! Hei, Sev! Tu lo sai bere?”
“Sì, ma l’ho già bevuto con Lucius! Dai, offrimene uno al mandarino!”
“Non me lo vuole dare! Ce l’ha solo serpentato per me! E poi per una volta che beviamo insieme non mi va al mandarino!”
“Serpentato mi fa stare male se lo bevo con te, lo sai! Dai, chiedi a Zabini se ha i soldi interi per pagarmi un haiti al mandarino!”
“Ok... hei, Jo, hai un galeone per un haiti al mandarino?”
“Hei è un po’ tantino un galeone!... però a te non lo offro, se lo vuoi lo prendi serpentato! Che ci fai col mandarino?! Tanto lo sai che Sev ci va a letto con Malfoy, no? È tutto inutile!”
“Assolutamente no...! Sev è andato al bagno, vero?”
“Sì, ce l’ha accompagnato Malfoy...”
“Sì, stava là prima, ora non c’è più... vado anche io!”
“Vai, io vado a portare il tuo Haiti a Narcissa... sta ancora a casa, non vuole uscire!”
“Ok, ci vediamo dopo. Come torni a casa?”
“In treno. A te, ha detto che ti vengono a prendere i genitori di Sev.”

Avery, senza rispondere nulla, si alzò per raggiungere l’amico in bagno. Appena entrato, lo vede in piedi appoggiato ad un enorme specchio a muro. Le pareti erano piastrellate di mattonelle bianche, ma tutte scritte con pennarelli neri, solo il lavandino dove poggiava l’amico invece era bianchissimo e pulito.

“Dov’è Malfoy?” Chiese Avery guardandosi intorno, temendo che il biondo potesse saltar fuori da qualche angolo.
“Perchè cerchi Malfoy? Lui sta in bagno a cercare di ammazzare un calabrone. Avevo paura...”
“Sì, è vero. Tu hai sempre avuto paura delle cose che volano.”
“Questo era grandissimo! Era tutto nero, e... Merlino, eccolo là!”

Ed infatti un calabrone nero ed enorme uscì da chissà dove, il moretto si nascose, rannicchiandosi sotto il lavandino, Avery, allora si precipitò su di lui ad abbracciarlo, coprendolo così dall’insetto che in effetti era grandissimo! Il ronzio dell’animale era quasi assordante, mentre la bestia nera volava in cerchio, scendendo sempre più vicino ai due.

“Sev! Vieni, usciamo!”

Gridò Avery per sovrastare il suono prodotto dalle ali dell’animale. Prese la mano del vampiro, e si alzarono, correndo immediatamente fuori dal bagno, e fuori dal bar, attraversarono un pezzo di prato con il ronzio ancora nelle orecchie. L’insetto li stava ineguendo! E non era più uno, erano tantissimi! Poco distante da loro scorsero un capanno per gli attrezzi babbano, e vi entrarono...

“Avery! Qua c’è morto Kobra!”
“Infatti ce ne dobbiamo andare tra un po’! Speriamo che Cassius trattiene quei calabroni!”
“No! No! No! Se lo mangeranno! Non dimentichi che Kobra non ha più la testa? È morto da troppo tempo, non ce la farà mai!”
“Ok, allora scappiamo! Andiamo sotto in cantina! Là non arriveranno!”

I due ragazzi allora alzarono la botola sotto i loro piedi, e si rifugiarono sotto la cantina polverosa. Il sotterraneo non era pavimentato, c’era molta sabbia, e ben presto, sentirono rumori vari ed agghiaccianti provenire da sopra le loro teste. L’entrata della botola prese a tremare violentemente, scossa dai colpi delle creature misteriose che cercavano di sfondarla.

“Hanno ammazzato anche Lucius e Zabini! E ora sono diventati zombie! Avery, ti prego, mandali via!”
“Ci sono io non ti preoccupare. Nascondati, dai!”
“Non posso non c’è niente qui! Avery, tu lo sai come salvarmi! Ti prego, fallo!”
“Non posso! Poi loro mi verranno addosso immediatamente!”
“No! Si mangeranno tra di loro! Merlino, Avery, sbrigati, c’è un altro calabrone qui!!”

Lo pregò il moretto, coprendosi la testa, allora il ragazzo non perse più tempo, ed inginocchiandosi vicino a Severus, lo baciò, e più in fretta che potè, gli tolse il vestito, e stendendosi così su di lui, cominciò a baciargli il collo. I rumori fuori cessarono, ed improvvisamente si ritrovarono in un letto tutto coperto di raso bianco e morbidissimo.

“Fai piano, Robert...” Gli sussurrò il moro.
“Sì... lo so. Io... ti amo.”

Gli confessò Avery, sussurrando anche lui, e guardando fisso gli occhi del vampiro, sentì per un po’ la pioggia cadere fuori sulle finestre, dalle quali si vedeva solamente il cielo grigio con le nuvole bianche, e la pioggia che formava delle goccioline sul vetro. Poi Avery carezzò dolcemente i fianchi del vampiro, e baciandolo su una spalla, iniziò a penetrarlo dolcemente, sentendo il ragazzo aggrapparsi a lui, graffiandolo con le sue unghie bianche. Poi Severus lanciò un gemito, e disse

“Sono contento che mi hai portato qui...”
“Questa è casa di Lucius. Però per un po’ ci sto io.”
“Sii... dai... Avery!” cominciò a gemere il moro.
“Sssssst! Tuo padre ci sente! Credo sia tornato, ormai.”
“SI! Mmh... la casa è... in ordine, non... ti preoccupare!! Svegliati...!”
“Sono sveglio!”
“No che non lo sei, scemo!”
“Lo sono!! Lasciami stare! Sto facendo del mio meglio!”
“Del tuo meglio per cosa, dai alzati!! Abbiamo un appuntamento, ricordi?!”
“Per... ma... ehm... eh???”

Il ragazzo aprì gli occhi, lentamente, per ritrovarsi davanti una faccia sorridente e maligna, che lo fissava, accucciato ad un angolo del suo letto. Lo fissò intontito per un paio di secondi, e poi Avery semplicemente reagì nel modo più spontaneo possibile, facendo la prima cosa che gli venisse in mente:

“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARRRRGHHHHHHHHH!!!”
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARRRRGHHHHHHHHH!!!”
“MA SEI SCEMO!! MI HAI FATTO RPENDERE UN COLPO!!” Gridò Avery.
“A BUON RENDERE, MATTO CHE NON SEI ALTRO! COS’HAI? LO SCOPPIO RITARDATO???”
“MI HAI CHIAMATO RITARDATO?!”
“MA NO!! Ehm... stiamo urlando un po’ troppo... comunque... dobbiamo andare, è tardissimo! Sono le cinque del mattino!”
“Caspio quanto ho dormito! Dammi un secondo...” Detto questo balzò giù dal letto, e si infilò i primi vestiti che trovò sotto mano.

“Fatto. Andiamo!”

Uscirono insieme dalla stanza che Avery non condivideva più con nessuno, e si diressero senza esitazione sulla torre di astronomia, poi corsero verso i finestroni, e si appostarono ognuno ad un telescopio, cominciando a guardare in basso, verso il cortile, cercando qualcosa.

“Eccoli là!” Avvertì Lucius.
“Sì, li vedo anch’io!”
“Non mi dire che si incontrano per studiare pozioni!”
“Guarda meglio! Stanno leggendo il capitolo tre, vuol dire che Severus sta facendo ripetizioni a Sirius!”
“Hei, si stanno picchiando!”
“Già... ed ora si baciano. Incredibile! Sulla guancia, come i ragazzini!”

Avery sentì provenire dalla sua destra uno strano e preoccupante verso molto simile ad un ringhio.

“Lu, stai ringhiando.”
“Umpf! A proposito... –disse il biondo distraendosi dal telescopio- cosa stavi sognando? Ti ho visto agitato quando sono entrato.”
“Era un incubo... non pensarci.”
“Non ne dubito. Stare nella stanza di un morto non dev’essere un vero spasso!”
“Concordo appieno. Hei! Litigano ancora!”

Il biondo si precipitò di nuovo a guardare nel suo telescopio.

“Naah... ora stanno ridendo. Sono sollevato.”
“Perchè? Perchè Black non allunga le mani su Sev?”
“Sì. Meno male che è un rincoglionito!”
“Ah ah ah! Già... comunque gli ci vorrebbe coraggio a toccare Sev... lui ci tiene molto al suo spazio personale...”
“Avery... tu conosci Sev da una vita.... immagino saprai la ragione del suo comportamento.”
“...”
“Allora?”
“Non è una cosa di cui voglio discutere.”
“Immagino. Te lo ha detto lui?”
“No. L’ho capito.”
“Da cosa?”

Lentamente, il ragazzo si allontanò dal telescopio, e sospirò, senza guardare il biondo, poi, a mezza voce, disse

“Non me lo ricordare...”
“Avery... puoi fidarti.”

“Lo so. Lui... era strano... un giorno sparisce per tre giorni, e quando tornò a casa, andai a trovarlo, e lui... corse via. Poi gli sono andato dietro, e non sapevo ancora nulla del perchè avesse certi comportamenti strani... in seguito seppi che... Severus... lui era sparito qualche giorno perchè... insomma aveva dovuto abortire, e... e così quando lo raggiunsi... è scoppiato a piangere, e mi ha chiesto di ucciderlo...”

“Cos’ha fatto???”
“Mi ha detto che voleva morire e che non amava nulla della sua vita...”
“E tu cos’hai fatto?”
“L’ho quasi ucciso. L’ho spinto nel lago vicino casa sua, e lui non sapeva nuotare.”
“Perchè hai fatto una cosa del genere?”
“Perchè poi lui mi ha chiesto di salvarlo. Poi ha riso. E mi ha detto che mi voleva bene.”
“Capisco. Ma se non ti avesse chiesto di salvarlo?”
“Credo che a quest’ora sarebe morto. Pensavo che se voleva morire era un suo diritto farlo.”
“Ho capito... ma non credevo... avesse mai abortito. Ma d’altronde c’era da aspettarselo. Anche se io non l’avrei mai affogato!”
“Tornassi indietro non rifarei una cosa simile. È stato proprio Sev a cambiarmi così. Prima... ero cattivo.”
“Cattivo? E perchè?”
“Io non so... rubavo, picchiavo gli altri bambini, li ricattavo, e... e non mi importava nulla di nessuno.”
“E poi Sev si è fatto strada nel tuo cuore, ho indovinato?”

“Sì. –il ragazzo sorrise per un attimo- Io... una volta ho veramente rischiato di farla grossa... un ragazzino... tormentava Sev, e questo non lo sopportavo. Volevo ucciderlo. Solo che non potevo usare la bacchetta, sai... ero minorenne. Allora ho rubato la pistola al nostro vicino di casa... poi sono andato a casa sua... gli ho ficcato la pistola in bocca, ed ho sparato. Solo che l’arma era scarica. Ed io non avevo la più pallida idea che quelle cose babbane andassero caricate!

“Poi... quando Sev lo ha saputo, mi ha schiaffeggiato. Io l’ho picchiato a mia volta, e... insomma ce le siamo date, ma lui mi ha detto cose... lui non voleva essere difeso in quel modo. Lui mi ha aperto gli occhi. Ed è sempre rimasto lì anche nei momenti bui. Anche quando nemmeno io sapevo più chi ero, lui riusciva sempre a ritrovarmi! Era come... se vagassi nel buio, e lui invece brillasse di luce propria. Mi illuminava la via, anche se io non volevo... era... la mia quiete. Il mio punto di ritrovo per quando mi perdevo.

“Ricordo che dopo ogni lite dei miei, andavo a picchiare qualcuno, ma poi... coi pugni sporchi di sangue, non riuscivo più a pensare, e mi lasciavo trascinare, volevo andare avanti... uccidere... però poi pensavo a lui. Correvo via, a cercarlo, e... lui mi sorrideva, giocava con me, e piangeva al posto mio. Io non riuscivo a farlo... mi diceva... lui diceva sempre che la vita sarebe stata sempre così. Che avremmo sofferto sempre. Ed io mi sentivo in trappola, ma non per me! Per lui! Io non volevo... mi sembrava che lui non fosse fatto per soffrire! Volevo che con me fosse felice. Giuro che non ho mai voluto nulla più di quello!

“Desideravo solo cancellargli per sempre quelle lacrime dal volto. Volevo essere il solo a soffrire, ed il mio più grande desiderio era di essere per lui ciò che lui era per me. O almeno una metà. Ma non ci riuscivo. Non ci sono mai riuscito. E lo invidiavo. Certe volte l’ho odiato, perchè lui non si perdeva mai. Affrontava i problemi a testa alta, e riusciva ancora ad amare! Mi ha cambiato, e questo... non lo scorderò mai. Non ho amato mai nessuno come lui! Nemmeno i miei! E ovviamente era impossibile amare gente del genere... ma scusami, sto parlando troppo...”

“Naah, figurati... solo... quando dici che lo ami... intendi come amico, vero?”
“Eh? Ehm... certo, cos’altro se no?”
“Capisco.”

Rispose semplicemente il biodo, voltandosi poi a guardare Avery dritto negli occhi. Quello sguardo pesava come un macigno sul cuore del ragazzo, che deglutì, e fece del suo meglio per sostenere quello scrutare imperterrito restando impassibile. Dopo un tempo indeterminato, Lucius disse

“Mi hai mentito. E per quanto bene tu lo sappia fare, non mi puoi prendere in giro!”
“Ma sei scemo?! Che cavolo dici?!”
“Tu sei un bugiardo patentato, Avery! Ora, dimmi la verità prima che cominci ad incazzarmi sul serio!”
“Non ho la più pallida idea di cosa tu stia parlando!”
“Sì che ce l’hai! Sii chiaro per una volta! Devi avere il coraggio delle tue azioni!”
“Il coraggio...? Lu, stai sclerando di brutto, te ne sei accorto??”

Il vampiro, allora strizzò gli occhi, ed all’improvviso afferrò Avery per il collo della camicia. Subito dopo, tirò un pugno sul viso del ragazzo, che si riprese quasi subito, per restituire il favore con un altro pugno nello stomaco. Il biondo si piegò in due dal dolore, ed Avery ne approfittò per dargli una ginocchiata in pieno viso, e poi un calcio sul retro del ginocchio, mossa che tolse qualsiasi sostegno al vampiro, mandandolo dritto per terra..

Dalla sua posizione, Lucius sollevò una gamba colpendo il ragazzo nelle sue parti basse. Togliendogli il fiato per un minuto.

“Allora? Adesso che mi dici?!”
“Dico che sei COMPLETAMENTE PAZZO! Perchè mi hai colpito?!”
“Tu mi stavi prendendo in giro!! Dimmi la verità!”

“La verità?! La vuoi davvero?? Che vorresti sentirti dire? Che sono un bugiardo, e che amo Severus da due anni?! Che sono stato più stupido di un ragazzino a non dire mai niente?! Che non sopporto più i miei amici che mi vengono a parlare di quanto lo amano e non poter fare a meno di odiarli e di essere geloso?! Che mi sento un verme a guardarlo nel modo in cui lo guardo perchè so che lui non mi vorrà mai?! Dimmi un po’, Lucius, che vuoi sentirmi confessare?! Che spesso e volentieri ho desiderato la morte tua e dei miei amici?! È questo che vuoi sentirti dire, razza di idiota?!!!”

Lucius lo colpì di nuovo, la rabbia era montata esponenzialmente in lui ad ogni parola sentita, ma nonostante la forza superiore del vampiro, il ragazzo riuscì ad immobilizzarlo a terra, e, sopra di lui, lo colpì forte nello stomaco, togliendogli il respiro per un attimo, e poi di nuovo lo colpì in faccia, facendogli sbattere violentemente la testa sul pavimento di pietra. Lo vide alzare di nuovo il pugno, ma prima che potesse colpirlo ancora, il vampiro gli bloccò la mano, mollandogli un cazzotto sul petto.

Purtroppo, a quel punto si udì un tetro crack, ed Avery si fermò tenendosi il petto, cercò invano di respirare normalmente, ma ormai era chiaro che non ce l’avrebbe fatta a continuare.

La lotta era finita. Avery, rotolò giù dal vampiro, stendendosi sul pavimento polveroso.

“Aahi... mi sa che mi hai rotto una costola...”
“Una sola?” Chiese Lucius freddamente.
“Ehm... aspetta che controllo... ahu... no no, mi sa che sono due...”
“Non volevo farti male per davvero...” Disse poi, leggermente in colpa.
“Eh eh... io sì...”
“Non sei molto carino a dirmelo!”
“Ma che te ne frega, tanto mi hai atterrato!”
“Cavolo, fai bene a pugni.”
“Non mi è sembrato... è strano che continuavi a muoverti anche dopo che ti colpivo lo stomaco... come caspio fai?!”
“Hai proprio detto ‘caspio’? Severus è contagioso...”
“Ma se lo stanno dicendo tutti! Severus ha cominciato a dirlo, Zabini lo ha copiato subito, e la cosa ha fatto il giro...”
“Capisco. Dai, vieni, ti accompagno in infermeria...”
“E poi che gli racconti all’infermiera? ‘No, mi scusi, è caduto sul mio pugno’?”
“Può essere un’idea.”
“Lascia perdere. Poi ci penso io! Gli incantesimi di guarigione sono il mio forte... specie con le ferite da risse...”
“E se non ti viene bene?!”
“Mi farò spalmare una pozione per le contusioni da Sev...” Disse ironico.
“MA TU VUOI MORIRE!!!”

Nel frattempo, Severus e Sirius stavano seduti tranquillamente nel loro solito punto di ritrovo per la Domenica, ovvero dietro al castello,  sul muretto tra due colonne che li riparavano da occhi indiscreti... o quasi.

“Gli ingredienti fondamentali per una pozione guaritrice?”
“Ehm... dunque, si usano... Marshmellow... poi, raice di... no! No, era bulbo di Cork, e poi del riso salato?”
“Esatto! Ora dimmi... i fiori più importanti che si usano nelle pozioni mediche!”
“Ehm... me è importante?!”
“Sì!! Non ti scordare che il professor Trebonius ha detto che ti interrogherà su TUTTO il programma! Su, rispondi!”
“Ehm... Kanet d’oro, fiori di pietra, poi... Antera nera, e quella velenosa, poi.. aspetta... sì! Il comberry!”
“Il comberry è una bacca, Sirius...”
“Lo sapevo... non ce la farò mai!”
“Le altre erano giuste, però! Ne hai semplicemente detta una in più.”
“Davvero?”
“Davvero!” Sorrise il moretto.
“SIIIIIIIIIIIII!!! YEAH! CE L’HO FATTA! NON SARO BOCCIATO IN POZIONI!!!”
“Questo, aspetta la fine dell’anno per dirlo!”
“Ah ah! Ma con te vicino come potrei mai fallire! Perchè noi NATURALMENTE staremo insieme per la fine dell’anno!”
“Immagino di sì! Ma perchè lo dici con quel tono? Qualcosa non va?”
“Cosa non dovrebbe andare? Va tutto bene!”
“Ti conosco, Sirius... dai, dimmi cosa c’è.”
“Nulla, t’ho detto!”
“Non costringermi a chiederlo a Potter!”
“Ehm... James non te lo direbbe mai!”
“Non direbbe mai cosa? Allora c’è qualcosa da dire!”
“Argh!! Ma sei proprio un Serpeverde, allora!”
“Uuh! Ci sei arrivato tutto da solo? Bravo! Dai, Sirius... tu ti fidi di me, vero?”
“Certo... il fatto è che mi sembra una cosa stupida...”
“Una cosa è stupida solo se chi l’ha pensata è stupido!”
“Capisco. Allora non dev’essere stupido... ora ti dico.”
“No, non voglio sentire le tue stupidaggini!”
“Ah ah ah! Simpatico, davvero!”
“Scherzavo, stupido! Dai, dimmi!”

“Vedi... è che effettivamente... beh anche se ci frequentiamo, non possiamo neanche salutarci per i corridoi! Non possiamo studiare insieme tranne che nei week-end, e sempre la mattina presto. Ciò vuol dire anche che non posso mai andare a dormire tardi il Venerdì o il Sabato sera! E tu, invece, stai sempre con quel Malfoy, giorno e notte, e... e mi da fastidio.”

“Ah. In poche parole sei geloso!” Sorrise Severus con un’espressione da saputello.
“Geloso io?? Ma certo che no!”
“Sì che lo sei! Sennò come lo chiami arrabbiarsi perchè mi vedi con Lucius?”
“Lo chiamo ‘Severus-che-preferisce-la-compagnia-di-Malfoy-piuttosto-che-la-mia’!”
“Sirius, la gelosia è un problema tuo, non mio! Ma dai, è come se io fossi geloso di Lupin!”
“Con la piccola differenza che Lucius ti viene dietro, mentre Remus con me non lo fa!”
“Ah... ehm... comunque per me Lucius è solo un amico! Ed un amico speciale!” Disse senza menzionare l’amore segreto di Remus.
“Insomma lui è più importante di me!”
“Ehm... no, siete importanti, ma in maniera diversa! Se tu dovessi scegliere fra me ed i tuoi amici, lo potresti fare?”
“Sì. Sceglierei te.”
“Bugiardo!”
“Magari non troncherei subito, mi ci vorrebbe tempo...”
“Non ci riusciresti mai!”
“Ehm... e comunque, io e James viviamo insieme! Ci conosciamo meglio di due fratelli, ma dai!”
“A proposito di fratelli, Regulus sta andando molto bene a scuola!”
“Non me ne può fregare di meno, te l’ho già detto cento volte!”
“Peccato che abbia qualche problema col suo compagno di banco di pozioni... pare cerchi sempre di affogarlo nel suo calderone.”
“Cosa fa questa piccola carogna????”
“Allora, mister ‘non me ne può fregar di meno’?”
“Mi hai mentito??!”
“Non proprio. Ha qualche problema con i suoi compagni... forse perchè suo fratello è un Grifondoro.”
“Suo fratello è una persona magnifica!”
“Io l’ho conosciuto e sinceramente non è questo gran che...”
“Che intendi? Strano, ho sentito dire che vi state frequentando...”
“Eh, sì... sarà pure uno scemo, ma uno scemo che sa farsi voler bene...”
“Oh! Ma che onore! Quando lo vedo glielo riferirò.”
“Spione che non sei altro!”

I due si sorrisero, e Sirius baciò Severus sulla guancia, poi gli passò un braccio attorno alle spalle, ed il moretto si rilassò sul suo petto, il Grifondoro sospirò per niente sollevato, e gli disse

“Allora è tutto a posto? Non rischio di essere lasciato come un bifolco mentre tu corri dal principe azzurro?”
“Certamente no... dai, non essere così teso.”
“E quando sarà il momento adatto per uscire allo scoperto?”
“Al ballo di Halloween! Mi sembrava di averlo già chiarito, o no?”
“Sì, sì... basta che poi non ti tiri indietro anche da quello!”
“Non lo farò... Sirius?”
“Mh?”
“Cosa ottengo mischiando Scuttle, Erika, ed un guscio di Kwama?”
“Una pozione-piuma! Certo che sei bravissimo a rovinare l’atmosfera romantica!”
“Se ti può consolare, io trovo molto romantiche le pozioni!”
“Beato te... io trovo romantico qualsiasi cosa... basta che ci sei tu con me.”
“Non è vero. Non trovi romantiche nemmeno le pozioni! Sei un ragazzo inutile!”
“Cosa?? Io le trovo romanticissime! Infatti è tutto così romantico! Io... tu... il libro di pozioni... un pezzo di pelle di guar impigliato tra i tuoi capelli...”
“Eh?? Ma dove??”
“Qui... aspetta, te lo tolgo...”
“Grazie. Effettivamente messa così, le pozioni non sono poi così romantiche... e fa anche freddo!”

Il Grifondoro scoppiò a ridere, e ne approfittò allora per stringere il moretto ancor di più,  posandogli un bacio sulla fronte.

“Meglio?”
“Sì. Grazie.”
“Sev, sai... stavo pensando...”
“In effetti sentivo un rumore strano...”
“Pensavo... –continuò il Grifondoro ignorandolo- potrei chiamarti in modo diverso quando stiamo insieme...”
“Prova a proporre di chiamarmi ‘gnomo’, e ti spacco la faccia!”
“Scemo! Pensavo qualcosa come ‘amore’ o ‘tesoro’! Quale testa bacata chiamerebbe il ragazzo che gli piace ‘gnomo’?!”
“Ehm... fai come ti pare... però io posso continuare a chiamarti Sirius, vero?”
“Sì, sì... ehm... perchè una sera di queste non... stiamo un po’ insieme?”
“Cosa stai proponendo, Grifon-pervertito??!”
“Non ti faccio pressioni, era solo una proposta...”
“Lo spero! Visto che è solo un mese che ci stiamo frequentando!”
“Scusa... te lo richiederò il mese prossimo.”
“Stai tranquillo che ti dirò di no!”
“Umpf! Scemo io a cominciare il discorso!”
“...”

Severus, non rispose nulla... nella sua mente vagavano pensieri diversi, tutti intorno all’argomento ‘prima notte insieme’. Come avrebbe fatto a dire a Sirius che lui era un vampiro? O a dirgli come aveva perso –per ben due volte!- la sua verginita? E poi parlare di suo padre... sentì il suo cuore stretto in una morsa, prese a tremare.. quasi si scordava che probabilmente il Grifondoro pensava che lui non lo avesse ancora mai fatto con nessuno...

“Sirius... tu davvero non hai mai avuto esperienze... di tipo... ehm.... sessuale?”
“No, mai... e tu?”
“Ehm... bella domanda...”
“Tu lo hai già fatto?!”
“Ehm... in un certo senso...”
“Con Lucius?”
“Ma assolutamente no!!!”
“Con Avery?”
“Sirius non mi va di parlarne! Chiudiamola qui, ok?”
“Non puoi capire come odio questa frase!!”
“Chi se ne frega!”
“Sev, ti farò la stessa domanda che mi hai fatto tu poco fa! Tu ti fidi di me?”
“Sì, certo!”
“Non si direbbe! Allora, mi dici con chi lo hai fatto?”

Il vampiro si districò immediatamente dall’abbraccio del Grifondoro, che ormai gli sembrava una morsa crudele. Balzò giù dal muretto, e prendendo il suo libro, disse, arrabbiato

“Ah, allora è questo, che vai cercando! Hai sbagliato completamente! Voi siete tutti uguali! Io non ti sopporto più! Me ne torno al mio dormitorio!”

 Anche Sirius, dopo qualche secondo nello stupore più assoluto, balzò giù dal muretto, raggiungendo il ragazzo. Gli afferrò un braccio, e costringendolo a voltarsi, gli disse

“Che ti prende adesso?? Non puoi comportarti così! mi hai appena detto che hai fatto l’amore con qualcuno, come dovrei prenderla?! Ti ho solo chiesto chi è, non sono arrabbiato! Mi sembra anche di averla presa meglio di chiuinque altro si fosse ritrovato al posto mio!”

“Per te il mondo sta tutto lì! Per me va benissimo, anzi! Avrei dovuto saperlo fin dall’inizio che i nostri  mondi erano troppo diversi per poter stare bene insieme! Mettiamola così... lasciamo perdere e basta! Trovati qualcun’altro più puro di me, ti auguro buona fortuna, ed amici come prima!”

“Più puro di te?! Ma cos’hai nel cervello?! Per me non fa nessuna differenza, davvero! Altrimenti ora sarei io ora quello che tenta di scappare via, o no?! L’unica cosa che mi ha sorpreso è che non me lo avevi detto prima! Ma... ed ora cosa fai, piangi??”

“Io non piango!! Lasciami stare stupido idiota che non sei altro! Certo, immagino che per te sarebbe stato facile uscirtene a pesce, scemo come sei! ‘Bello, Sirius! Allora stiamo insieme! Oh! A proposito, prima che ti fai illusioni su di me, io non sono più vergine!’” Disse Severus imitando il Grifodoro.

“Sev, ti prego... ascoltami adesso, vuoi? Io – ti – amo!!! E nulla mi potrebbe far cambiare idea! Ma tu davvero pensi che dopo tutto quello che è passato tra di noi io faccia caso ad una cosa così? Io penso che una relazione, specie una come la nostra, vada vissuta nel presente e nel futuro! Il passato non conta! Io... mi sento sempre così male pensando a come eravamo prima... a come ero io, prima... eppure tu ci sei passato sopra... credi che io non potrei fare la stessa cosa?”

“Passarci sopra... io non ho sbagliato... non è colpa mia...”
“Colpa tua per che cosa? Su, smetti di piangere... Sev... tutto bene?”
“No... per niente....”
“Sev... io ti amerò sempre e comunque. Dai, non piangere... sei la cosa più importante del mondo per me, lo sai?”
“Sì... ma... ci sono... nel mio passato, cose che tu non conosci.” Singhiozzò il vampiro.
“Lo so. Tutti ne abbiamo. Se non me ne vuoi parlare non fa niente. Sono sicuro che quando sarà il momento riuscirai ad aprirti con me...”
“E... se quello che saprai non ti piacerà?”

“Noi affronteremo tutto insieme. Io ho fiducia in noi. –il Grifondoro sospirò- Vorrei che sapessi cosa provo. Vorrei farti sentire cos’ho dentro anche solo per un minuto. Allora sapresti, e staresti tranquillo... Merlino, ti amo così tanto!”

“Umpf! Ami Merlino?”
“Battuta triste...”
“Non era una battuta! Era un doppio senso ironico!”
“La differenza?”
“Se non l’hai capito fino ad ora, non lo capirai mai!”
“Tsk! Gnomo....”
“ARRRGH!!”
“NO! Non andare! Scherzavo, amore!”

Gli disse il Grifondoro, correndogli dietro. Nel frattempo, sulla torre d’astronomia, Avery e Lucius si erano stesi sul pavimento, aspettando che l’infortunato si riprendesse, aveva appena lanciato un incantesimo per aggiustarsi le due costole rotte...

“Insomma... ti piace Sev.”
“Già.”
“E cos’avresti intenzione di fare in proposito?”
“Boh...”
“Vuoi provarci con lui?”
“Boh...”
“Ma lui lo sa?”
“Che ne so...!”
“Ehm.. potresti anche rispondere con qualcosa di più che monosillabi, non credi?”
“Sì... e ce la fai tu, con due costole rotte...”
“...”
”...”

“Va bene, quando ti riprendi, fammi un fischio!”

Concluse Lucius innervosito dal breve colloquio. Passarono i minuti nel silenzio più totale, e poi, Avery decise di sfogarsi, dopo anni passati a nascondere i suoi sentimenti. Trasse un respiro, e cominciò a parlare, ignorando il dolore.

“Ricordo la prima volta che l’ho visto...” Il vampiro si voltò subito a guardarlo, interessato. Avery continuò.

“Facevamo il primo anno, ed io non conoscevo bessuno eccetto Jo perchè le nostre famiglie si andavano a trovare ogni tanto... il primo giorno di scuola vidi Severus. Lui portava i capelli legati, e non c’era ombra di sorriso nè nei suoi occhi, nè sulle labbra. Si era seduto da solo, quasi all’ultimo banco. E come avrei potuto lasciarlo stare? –sorrise il ragazzo- Col sorrioso più ebete di cui fossi capace, mi avvicinai a lui, e gli chiesi se potevo sedermi lì... lui alzò lo sguardo e mi squadrò da capo a piedi, e poi con espressione indecisa annuì. Non parlava mai, ma nonappena scoprii che odiava le parolacce, cominciai a dirne a raffica, finchè successe l’imprevedibile: lui mi picchiò.

“Il primo istinto fu di reagire, ma non feci in tempo ad alzare una mano, che Jo mi picchiò a sua volta. Lui era al banco dietro al nostro, con Rod. Si presentò a Sev, e gli disse di scusarmi, e che si vergognava lui al mio posto! Lui rispose ‘non fa niente, tanto non mi porterà sulla cattiva strada!’ Io mi misi a ridere... non ricordo di aver mai riso tanto prima di allora. Era merito suo!”

“E ti innamorasti di lui?”

“No. Non ancora. Diventammo amici, tutti e tre. Io, Jo, e lui. Anche se Jo e Sev andavano molto più daccordo. Mi sentivo un po’ escluso a volte, ma l’estate io cominciai a vederlo... e ci affezionammo così tanto...! E più lui mi picchiava, più io continuavo a dire parolacce! Volevo... non so... farlo diventare come me, immagino. Ma lui, come ti ho già detto, non si è mai perso.”

“Allora com’è andata che ti sei innamorato?”

“Vai subito al sodo, vedo! Va bene... Io piano piano, avevo capito che lui... non era un ragazzo come tutti gli altri. Ma il momento in cui tutto cambiò venne solo poi. Al terzo anno. Il ballo di Halloween. Naturalmente non c’era niente di strano nel fatto che io ce lo accompagnassi, lo facevamo tutti gli anni! Noi amavamo definirci i “radicali liberi”, quelli che spezzano le coppie. Ed infatti ne facevamo litigare tanti! –ricordò, ridendo tra se- però... quell’anno era diverso. Immagino fosse per qualcosa con suo padre. Forse il pensiero che quell’anno lo avrebbe costretto a tornare a casa per le vacanze di Natale. Insomma, bevve litri di alcolici, ed alla fine, era ubriaco fradicio... ed anche io.

“Ad un certo punto lui mi dice che si era stancato di stare dentro, così uscimmo. Parlammo, e parlammo per ore... lui era molto sciolto, dopo tutto quell’alcol. Cominciammo a farci confidenze, e lui rideva! Non lo avevo mai visto ridere in quel modo! Posso solo immaginare con che faccia lo fissavo... ero rapito dalla sua risata! Era... così bello... poi cominciò a nevicare, e lui disse che aveva voglia di ballare. Io proposi di rientrare, ma Sev era di tutt’altra opinione. Mi prese la mano, e mi trascinò sotto la neve. Ballammo per un po’, e poi lui mi lasciò, continuando da solo. Io caddi col culo sulla neve, e non riuscii a rialzarmi, tanto mi girava la testa.

“Sev... continuava a ballare, e nonostante l’alcol, il suo corpo aveva mantenuto la sua grazia nei movimenti. Ero ipnotizzato da lui. Portava un vestito che... lascia stare...! Era la cosa più bella che avessi mai visto. E fu da allora che cominciai ad arrovellarmi per lui. Sapevo benissimo che Zabini avrebbe dato un braccio per stare con lui. E sapevo anche che Kobra si esibiva sul campo da Quidditch ad ogni partita per farsi notare da lui. E se andavamo a vedere gli allenamenti della squadra, lui prendeva a fare manovre tanto pericolose quanto inutili! Sapevo perchè Narcissa arrossiva ed iniziava a balbettare ogni volta che parlava con Sev... insomma, sapevo che non potevo muovermi in nessun modo con lui.

“Anche per i suoi stessi sentimenti. Sapevo che... suo padre gli dava attenzioni particolari, che nessun padre dovrebbe dare a suo figlio. Conoscevo tutta la sua storia, anche le parti più schifose e orribili. Sapevo... che se avessi anche solo provato a baciarlo, lo avrei solo fatto scappare via. Questi ultimi anni... li ho passati nel terrore che potesse sfuggirmi qualcosa, o che potessi perdere la calma sentendo le chiacchiere di Cassius e Jo, a proposito di quanto si sentivano innamorati, o vedendo Narcissa balbettare come un idiota vicino a lui. Ma non successe mai. Fino a poco fa.

“Ricordo che due mesi dopo il ballo, per quanto odiassi farlo, tornai a casa per fare compagnia a Sev durante il Natale. La prima cosa che feci dopo aver messo il baule nella mia stanza, fu correre dal il gioielliere di mia madre. Gli chiesi un ciondolo con keep-memories, e gli diedi il ricordo di Sev mentre ballava sotto la neve. Pagai col conto alla gringott di mia madre... che naturalmente poi mi fece una testa così, ma ne valse la pena. E tutte le notti, quando tornavo a casa dopo essere uscito con Sev, sentivo i imei strillare come i pazzi, e picchiarsi.

“Correvo in camera, non volendo nemmeno sentirli. Aprivo il ciondolo, e lo guardavo, aspettando di addormentarmi, così che la mattina dopo sarei potuto correre a chiamarlo di nuovo per uscire. Lanciavo un incantesimo insonorizzante alla stanza per non sentire i miei che si ammazzavano di sotto, e un altro per chiudere la porta... sai, con una madre come la mia, rischiavo anche di essere ucciso nel sonno! Ed a volte passavo tutta la notte sveglio a guardare in quel ciondolo, e domandarmi cosa provavo per lui...”

“Mica ti ci masturbavi...?”
“MA NO!!! CHE BESTIA CREDI CHE SIA???”
“Mi dispiace veramente per i tuoi.”
“Umpf! Tutti hanno i loro fantasmi. Qual è il tuo?”

Chiese il ragazzo voltandosi a guardare il biondo, che perplesso per la domanda si voltò ancora a guardare il soffito. Immerso nei suoi ricordi personali. Avery sorrise malignamente, e sentendo di stare meglio si alzò da terra.

“Io vado a colazione.”
“Vai... arrivo più tardi...”
“Mh.”
“Dì a Sev che sono da qualche parte a fare danno...”
“Ok...”

SALA GRANDE, ORE 8:30

“Hei! Ma che diavolo succede??” Chiese Avery appena arrivato al tavolo di Serpeverde.
“Non ne ho la più pallida idea!! Hanno steso un mucchio di drappi neri!” Rispose Zabini
“Perchè?? Chì è morto, adesso?!” Domandò guardandosi intorno cercando la sedia vuota al tavolo.

“Non lo troverai ai tavoli degli studenti...” Chiarì Severus, appena raggiunti i due ragazzi.
“Cosa? Vuoi dire un professore? Ma chi...? No... ti prego, no...”
“Il professor Trebonius è morto...”
“Come ha fatto?!”
“L’assassino di Hogsmeade, naturalmente!” Aggiunse schifato, Lestrange.
“Quando l’hanno saputo? Dove è morto?!”

“Sta tutto qui. –Disse Severus a mezza voce, tirando fuori un giornale- è morto ieri notte non si sa dove, ed il suo corpo è stato abbandonato nei pressi del ‘tre manici’. Madama Rosmerta ha visto un uomo trasportare il corpo, ed ha gridato. Ha riconosciuto la maschera. Pare che l’assassino fosse stato indeciso sulle prime, ma poi cercò di ucciderla. Fortuna che c’era Malocchio Moody lì... ma per ora nessuno sospetta che l’assassino possa nascondersi dentro la scuola.”

“DENTRO la scuola??” Squittì Bellatrix, arrivata proprio in quel momento insieme a sua cugina Narcissa.
“M-ma... è impossibile, S-Severus...” Gli disse Narcissa, senza poter evitare di arrossire.

“Ma dai! Impossibile un caspio!! Kobra ed il professor Trebonius vivevano qui! Va bene per Kobra che, anche se è un po’ improbabile, avrebbe potuto essere scappato dal castello, ma il professor Trebonius! Andiamo! Non si muoveva mai dal castello, nemmeno se glielo chiedeva Merlino!”

“Sev... –intervenne Avery- io starei attento a fare affermazioni del genere. Se si sospettasse che...”
“La scuola chiuderebbe!” Concluse Zabini.
“Non per questo non bisogna guardare i fatti!”
“Severus, stai esagerando, ora!” Intervenne Lestrange.
“Ecco! Ed ora mi guardate come se fossi pazzo!”
“Se stavi fingendo ci sei riuscito benissimo.”
“Bada a come parli con me, Rodolphus!”
“Sennò che mi fai? Mi tagli la gola?”
“COSA???? CHE STAI DICENDO???”
“CHE DICO?? DICO CHE SE MOODY CE L’HA CON TE CI SARA UN MOTIVO!”
“STAI INSINUANDO CHE L’ASSASSINO SONO IO?!”
“Avanti, allora dimmi dove stavi ieri sera!”
“Non devo rendere conto a te di cosa faccio! E comunque, io dormivo ieri sera!!”

A questo punto il ragazzo avanzò verso Severus, che non indietreggiò di un passo. Appena davanti a lui, si piegò fino a bisbigliargli nell’orecchio

“Allora non eri tu, che stavi rientrando al castello alle due di stamattina, vero?”

Il vampiro impallidì. Stava rientrando dalla caccia notturna, indispensabile al suo nutrimento. Un secondo dopo, però Avery si frappose fra loro, e spinse forte Lestrange, che non cadde solo grazie all’amico Rosier che lo sostenne.

“CHE CAZZO CREDI DI FARE, ROD??” Gridò Avery
“Che faccio io?? Perchè non chiedi spiegazioni a lui piuttosto!!”
“Umpf! Se pensi che Severus sia l’assassino, allora devi farti un bel bidet alla testa, perchè è piena di merda!!”
“Ripetilo e ti spacco la faccia, Avery!!”
“Non ho bisogno di ripeterlo, te ne posso dire altri! Quando mangi, dovresti usare la carta igienica, non i tovaglioli!”

“BASTA!! –Gridò Narcissa stupendo tutti- Rod, stai sparando un sacco di cavolate, te ne rendi conto??”
“Non dovresti difendere Severus solo perchè ti piace, stupida!” le rispose Rosier. La ragazza arrossì violentemente.
“MA COME TI PERMETTI?? –Bellatrix- CHIEDILE SCUSA!!”
“NO! ANDIAMO, BELLA! STAMATTINA CREDEVI A NOI!”
“CIO NON TI AUTORIZZA AD ATTACCARE MIA SORELLA, TU... STRONZO!!”

Severus ascoltò in trance il loro litigio. ‘Stamattina credevi a noi!’ Intendeva forse dire che quella mattina, in sua assenza, i suoi compagni si erno riuniti a sparlare di lui, accusandolo di essere un assassino?! E Bellatrix aveva creduto alle accuse di Lestrange! Quanti altri di loro lo credevano colpevole? Perchè gli stavano facendo questo?

“INSOMMA VOI CREDETE CHE IO SIA UN ASSASSINO??!”

“MA VOI SIETE PAZZI!! COME POTETE ANCHE SOLO PENSARLO!! -Attaccò Zabini.- ED ORA STATE ZITTI, O GIURO CHE VI LEVO CENTO PUNTI A TESTA E VI SPEDISCO DRITTI DRITTI DAL PRESIDE!”

“ZABINI, LO STESSO DISCORSO DI NARCISSA VALE ANCHE PER TE!!”

Il prefetto impallidì, e un secondo dopo, Severus riprese a gridare

“STUPIDO CHE NON SEI ALTRO!! DOVRESTI SOLO VERGOGNARTI, CI STAI FACENDO LITIGARE TUTTI!! E DA MEZZ’ORA CHE STAI SPARANDO UNA CAVOLATA DIETRO L’ALTRA! E POI GUARDA TE STESSO PRIMA DI INSULTARE GLI ALTRI A PROPOSITO DI CHI GLI PIACE!!”

L’allusione a lui ed il suo amore per Bellatrix fu la goccia che fece traboccare il vaso. Rodolphus gli fu addosso in un secondo, gli afferrò il collo della camicia, e sollevò il pugno, per colpirlo. Ma il colpo non arrivò mai a destinazione. Era come se il tempo si fosse fermato, ed avesse ripreso a scorrere troppo lentamente. Tutti erano bloccati sul posto dall’arrivo improvviso di Lucius, che era  apparso come dal nulla, ed aveva stretto una mano attorno al collo del ragazzo, allontanandolo da Severus. Del suo solito sorriso non vi era più traccia e nei suoi occhi si leggeva solo furia omicida. Una pura e semplice voglia di ucidere. Il silenzio si faceva opprimente, e tutti intorno trattennero il respiro.

Nelle menti dei rpesenti, scorreva lo stesso pensiero: che sta succedendo? Questo qui è Lucius Malfoy per davvero?

“Che cosa avevi intenzione di fare...?”

Bisbigliò il biondo in tono mortale. Nessuna risposta dal ragazzo, che, spaventato anche lui, cercava di scrollarsi il biondo di dosso.

 “CHE... AVEVI... INTENZIONE... DI... FARE...”

Gridò il biondo stringendo di più. Era evidente che si stava sforzando di mantenere una qualche parvenza di calma. Il ragazzo prese a tossire, privato dell’ossigeno. Lucius però non accennò ad allentare la presa, nei suoi occhi la stessa espressione.

“Lucius, lascialo!!”

Le parole arrivarono alle orecchie del biondo come un vago echeggiare, e non riuscì a capirne il senso, nè aveva intenzione di sforzarsi a capirlo.. era troppo occupato in quel momento. Quel pezzo di merda stava per colpire il suo compagno! Merita una bella lezione, e magari la morte! Come si permetteva di alzare le mani su Severus??

Nella sua mente, combattevano di nuovo il suo lato vampirico, e quello umano, e dove uno voleva lasciare andare il ragazzo, l’altro voleva uccidere. Non ci voleva niente... bastava fare solo un altro po’ di pressione  e chiudergli completamente a trachea. Così poco...

Strinse ancora di più, e più l’altro cercava di liberarsi, tossendo, più a Lucius veniva la voglia di sorridere.

“LUCIUS, TI PREGO!!”

All’improvviso il biondo tornò alla realtà. Si voltò verso la voce, e vide Severus. Il suo Severus lo stava pregando... anche il suo lato vampirico si placò all’improvviso, tornando a dormire immediatamente come un leone nella sua tana. Le sue dita si allentarono, e lasciò andare il ragazzo, che si andò ad appoggiare al tavolo, massaggiandosi la gola.

Cos’era successo? Il vampiro si guardò intorno, senza espressione. Tutti lo stavano fissando, spaventati. Severus piangeva... no, non piangeva... ma allora cos’erano quelle due tracce umide sulle sue guance? Qualcuno cominciò a parlare... con lui? Mah, non ci teneva a saperlo... ancora il vampiro dentro di lui prese a ribellarsi... il suo corpo si mosse come da solo, ed il biondo andò da Severus, gli prese delicatamente il viso con le mani, e...

Le sue labbra sono così morbide... ora non aveva più bisogno di niente. Uccidere? Perchè? E cos’era quell’odio di poco prima? Si sentiva così calmo, ora... sentiva di appartenere a quelle labbra, alle sue braccia, tutto il suo piccolo corpo era fatto per lui, Lucius, e nessun altro. E lui stesso apparteneva a quel piccolo corpo. Perse la cognizione del tempo... quanto era passato? Un minuto? Di meno? Di più? Ma si separò infine da quel calore, aprì gli occhi, per trovare ancora il viso del suo compagno, rigato dalle lacrime.

“Perchè, Lu...?”
“Ti amo...”

“EH-EMH!!”
“Mh?” Il biondo si voltò, trovandosi così, faccia a faccia con un’incazzatissima Minerva McGranitt.
“Ah-ehm! B-buongiorno, professoressa!”
“Scusate tanto per l’interruzione, cosa sta succedendo?”
“Beh, vede... io non... non lo so!”
“Certo, immagino fosse troppo occupato!”
“In un certo senso...”
“Cos’è successo al signor Lestrange?”

Tutti gli sguardi tornarono sul ragazzo, seduto a massaggiarsi il collo, assistito dall’amico Rosier. Nessuno aprì bocca, ma poi guardarono verso Lucius, ansiosamente. Improvvisamente tutti i ricordi di poco prima tornarono alla mente confusa del biondo, che fece una faccia stupita... ah, già! Quello voleva picchiare Sev, e lui lo stava per uccidere... oops! Il vampiro fece per aprire la bocca ed autodenunciarsi, quando proprio la voce di Lestrange rispose al posto suo

“Nulla, professoressa... è colpa mia...”
“Se permette, signor, Lestrange, questo lo decido io! Stasera alle otto, vi voglio nel mio ufficio tutti e due!”
“Bella roba...” Aggiunse Avery.
“Signor Avery, mi sembra assurdo che abbiate voglia di scherzare e scatenare risse anche oggi!”
“Ehm... chiedo scusa...”
“Ora sedetevi, per favore! Dove sono gli altri?”
“Penso dormano.”
“Signor Piton, signor Zabini, voi siete i Prefetti! Radunate tutti i Serpeverde qui...”
“Certo, professoressa...”

E così dicendo si defilarono, ma non senza un’ultima occhiata nei dintorni. Severus sospirò sollevato... i Malandrini non erano lì. Sirius non lo aveva visto baciare Lucius... ed anche se il Grifondoro avesse saputo l’accaduto da voci di corridoio, avrebbe sempre potuto dirgli che era stato il biondo a baciarlo all’improvviso... che tra l’altro era vero.

I due Prefetti Serpeverde, si allontanarono dalla Sala Grande, avviandosi verso i sotterranei. E  più si allontanavano, più Zabini continuava a ripensare alla scena... tutti si erano scagliati contro Severus, incolpandolo degli omicidi di Hogsmeade. Idioti... poi Rodolphus ha tentato di colpirlo, ma Lucius lo aveva fermato, e sembrava davvero volesse ucciderlo. Poi quando tutto si era calmato, Capitan Perossido aveva osato baciare Sev! Ma come si permetteva!!!

Ma la cosa più imbarazzante è stata quando Lestrange aveva praticamente spiattellato il suo segreto. Ma si poteva essere più stronzi! Specie considerando il fatto che il suddetto imbecille era innamorato folle di Bellatrix Black!! Come poteva permettersi di fare commenti su Severus?? Ora però sentiva di dover giustificare quelle parole... arrossì violentmente, ed a capo chino, cominciò:

“Sev... senti, per quanto riguarda poco fa...”
“Grazie.” Lo interruppe il vampiro, sorridendo tristemente.
“Eh? Per cosa?”
“Per avermi difeso.”
“Ah... di nulla. Anche Avery non è stato male.”
“Ringrazierò anche lui e Cissa più tardi.”
“Umpf! Ma come sono potute saltargli in testa certe cose a quelli! Roba da pazzi!”
“Zabini...?”
“S-sì?” Il suo cuore mancò un battito.
“Sei veramente un vero amico... senza di voi non so che farei!”

Il ragazzo si voltò di scatto, con occhi stupiti, a guardare il moretto che camminava vicino a lui. Non lo aveva mai sentito esternare i suoi sentimenti a quel modo. Sorrise tra sè, e guardando il pavimento, cercò le parole per rispondergli. Dentro di lui si fece strada l’omino nero della scortesia che si mise a bisbigliargli ‘dai, digli che sta diventando una femminuccia, a parlare così! Avanti!’ Ma stavolta il prefetto si ribellò a quello spiritello interiore che lo spingeva sempre ad allontanare chi gli piaceva.

Stavolta rispose sinceramente

“Per me è lo stesso... ci sono certe mattine che non mi va proprio di alzarmi dal letto... poi però mi capita di pensare ‘ma poi non vedrò Severus...’ ed improvvisamente scatto giù dal letto in un secondo! E... mi dispiace se ultimamente non parliamo più tanto spesso...”

“Non fa niente... capisco che con i MAGO e tutto sia complicato avere tempo libero...”
“Tu sembri averne tanto... ho sempre saputo che sei un genio!”
“Ah ah ah! Certo, un genio...!”
“Vuoi negare? Ma dai! Ehm... senti... davvero, per quella cosa che ha detto Rod, tu... non hai...”
“Cosa?”

Paura? Schifo? Imbarazzo?

“Quella cosa... di Narcissa e me...”
“Ah, quella! Non ti preoccupare!”
“Non ti preoccupare? Allora tu...”

Sei interessato? Mi ignori? Mi ami? Mi odi?

“Lo so che non è vero niente! Lestrange... ha solo avuto cinque minuti di pazzia, tutto qua.”

Sorrise cordiale il vampiro, mentre il ragazzo al suo fianco si stava domandando perchè Sev non lo prendesse sul serio? Perchè diamine pensava che fosse tutto una bugia? Cosa gli dava la certezza che Lestrange stesse scherzando? Perchè andava sempre a finire che il moretto gli spezzava il cuore, e poi lui doveva andare a piangere da Avery? Quanta pazienza aveva quel ragazzo a starlo a sentire... un vero amico!

“Beh... –disse Zabini con un tremulo sorriso- allora è tutto a posto...”
“Certo!!”
“Bene...!”
“Sembri poco convinto...”
“No, no! Tutto ok! Io vado a svegliare i primi, i terzi, e gli ultimi anni... tu pensa al resto!”
“Va bene, a dopo!”

Si separarono così, ognuno diretto verso una parte del dornitorio. Al vampiro bastò bussare ad una porta per piano, e dire di svegliarsi tutti a vicenda, finchè tutto il dormitorio non fosse stato nella Sala Grande... tornò subito a vagare nei corridoi, per tornare anche lui alla Sala, ma non restò solo a lungo, purtroppo per lui...

Oh oh oh oh! C’è il ragazzo non-morto in giro per il castello!! Vampiri! Vampiri! A Hogwarts ci sono i vampiiiriiiiiii!!!
“Pix!! Sta zitto, brutto blasfemo ignorante che non sei altro!!”
Ovviameeeeeeeeente sua maestà non-morta! Pix lo sa che se lui si arrabbia, poi qualcuno ci rimette la testa!
“Tu!! Non ti azzardare mai più a dire cose simili!! Sei un bugiardo, e basta!”

Il poltergeist, però, si mise ad imitare qualcuno nell’atto di tagliare la gola a qualcun’altro, e ridendo malignamente, girava attorno al vampiro come uno squalo attorno ad una preda. Severus, allora, decise che la cosa migliore sarebbe stata ignorarlo. Poi il portergeist, risentito, si mise a galleggiare in aria canticchiando la canzoncina:

Per tutti di giorno lui è sano, intelligente, bello!
Ma quando viene notte lui s’infuria e fa un macello!
Lui è Piton il vampirello, che da Hogwarts
Scappa,  uccide, e fa il monello!
Perchè come il cane ama l’osso,
Lui ama tagliar gole a più non posso!
Sembra sano, sembra bello,
Lui è Piton il vampirello!!!

“Silencio!”

Esclamò una voce alle spalle di Severus, che si voltò immediatamente, e riconobbe il professor Morris, di DADA.

“Professore? B-buongiorno.”

Lo salutò il vampiro completamente rosso in viso, mentre Pix girava su se stesso come un matto, ovviamente arrabbiato per il fatto di non poter più infastidire nessuno con le sue canzoncine strampalate...

“Signor Piton. Umpf! Non capisco perchè Silente si ostini a voler tenere qui questo maledetto poltergeist...”
“Sì... è un po’ molesto, ma senza lui, Hogwarts sembrerebbe diversa...”
“Non dovrebbe difendere quella creatura pestifera! Le stava dando dell’assassino, se non sbaglio!”
“Sì, è vero... ma immagino non sarò stato l’unico a cui ha dedicato una delle sue canzoncine.”
“Purtroppo, però, lei ha la sfortuna di essere nella lista dei sospettati di Moody.”
“Moody... no, non penso. Non più, almeno, la descrizione fisica dell’assassino non coincide con la mia... lui era alto.”

Il professore non ebbe successo nel cercare di trattenere una risata.

“Eh? Perchè ride? No!! Anche lei, sono stufo!!”
“Su, su...! Non se la prenda... non sempre è uno svantaggio! E poi sono sicuro che ha ancora da crescere!”
“Lo spero... almeno nei confronti di Lu...” mormorò il vampiro più a se che altro.
“Beh... immagino sarà dura per lei ora... tenere la sua natura nascosta ai suoi compagni di Casa.”
“Professore, lei... non sospetta di me per caso?”

“Assolutamente no... i vampiri generalmente uccidono per nutrirsi. Le loro leggi sono molto severe riguardo certe cose. Se il colpevole fosse lei, stia sicuro che lo saprebbero già tutti i vampiri di Londra!”

“E lei cosa ne sa?”
“Mi diletto con letture, la sera.”
“Mi fa piacere!”
“La cultura è molto importante!”
“Giusto! Immagini un mondo di ignoranti.. brrrr!” Severus, al pensiero fu scosso da un tremito d’orrore.
“So che pozioni è la sua materia preferita... mi dispiace che lei abbia subito un’altra perdita del genere... già il povero Kobra...”
“Già...  –lo interruppe Severus. Era stufo di quella solfa, tutti dicevano le stesse cose.- Grazie, professore.”
“Sa, signor Piton, mi piacerebbe parlare più spesso con lei come ora.”
“Ehm... grazie?” Severus, confuso dall’affermazione, si risolse di prenderlo come un semplice complimento.

“Non fraintenda, non è il solo fatto che lei sia un vampiro ad attirarmi... lei sembra un ragazzo maturo per la sua età sono sicuro che potremmo avere delle conversazioni molto costruttive... che ne pensa di prendere un thè con me qualche volta?”

“Ehm... ovviamente. Perchè no?”
“Bene! –sorrise il professore- allora passi quando vuole nel mio ufficio! Immagino avrà poco tempo con i suoi MAGO...”

“In effetti sto studiando parecchio.”

“Per non parlare del signor Black.”

“Black...? Che c’entra ora Black?”

“Bah... mi è sembrato di avervi visti insieme dietro il colonnato l’altro dì!” Buttò lì indifferente.

“Ma... veramente io... e poi cosa ci faceva lei dietro il colonnato??”

“A dire la verità stavo fumando erba. Così sono andato là, ma c’eravate già voi.”

“ERBA?? MA COME PUO’ UN PROFESSORE DIRE CERTE COSE CON NATURALEZZA?!”

“Ah ah ah ah! Ma dai, signor Piton! Avanti, mi chieda di offrirgliela, la prossima volta!”

“Ma non ci penso neanche! Lei è un irresponsabile!”

“Dai, signor Piton... ripeta con me: ‘L’erba fa bene all’amore!’”

“Grrrrrrr! Maledetto che non è altro!”

 

Disse, tentando di colpirlo, ma come al solito lo mancò, ed il professore si mise a correre per scappare dal suo alunno infuriato. Quest’ultimo però stavolta riuscì a raggiungerlo, ma l’uomo si voltò di scatto, ed afferrando il ragazzo per la vita girò su se stesso, ridendo a crepapelle.

 

“No! Mi metta giù, professore, avanti!”

“Ah ah ah ah! Prima ripeta la frase che le ho detto prima!”

“No!” Affermò il vampiro. Guadagnando così altri giri in aria.

“Forza!!” Lo incoraggiò il professor Morris

“Va bene, va bene! L’erba fa bene all’amore!”

“Ancora una volta!”

“L’ERBA FA BENE ALL’AMORE!!!”

 

Continuando a ridere, l’insegnante mise allora giù Severus. Che riuscì infine a tirargli un calcio sul fondoschiena. I due continuarono così a bisticciare finchè non furono davanti le porte della Sala Grande. Lì dovettero separarsi.

 

Il vampiro entrò nella Sala Grande, il professore, rimasto solo, sorrise a metà tra il malinconico, ed il soddisfatto, si mise le mani in tasca, ed entrò anche lui cinque minuti dopo, andando al tavolo dei professori. Come si poteva prevedere, tutti erano radunati lì, intenti a guardarsi intorno, e domandarsi a cosa fossero dovuti quegli stendardi in lutto... Silente allora si alzò in piedi, e richiamò l’attenzione dei ragazzi.

Una volta che ebbe l’attenzione di tutti, passò in rassegna la Sala, per accertarsi che ci fossero tutti. Il suo sguardo indugiò un momento sui due vampiri seduti al tavolo di Serpeverde, poi, serio, cominciò il suo discorso:

“Buongiorno a tutti voi, ragazzi miei. Immagino che abbiate già tutti indovinato il perchè di questa improvvisa convocazione: sono dolente di informarvi che purtroppo è tutto vero... il professor Artorius Trebonius, insegnante di questa scuola da più di quaranta anni, è deceduto ieri notte ucciso anche lui dall’assassino di Hogsmeade...

Il professor Trebonius era più che un professore: era una colonna... importante qui ad Hogwarts come le sue stesse fondamenta o gli incantesimi che la proteggono... Capo della casa Serpeverde, insegnante di pozioni di tutti voi, ma non solo... Artorius era una persona buona, semplice, ed altera... e noi tutti della componente insegnanti ci ricorderemo per sempre di lui... delle piccole cose, e dei suoi piccoli difetti che sicuramente gli studenti amavano prendere in giro...

Ora vi prego di ricordare con un sorriso quei momenti... perchè non accadrà mai più di vederlo davanti a noi, come prima.. Ebbene, io posso solamente dirvi di non abbattervi, e di pensare nonostante tutto, sempre il buono di quelli che vi stanno intorno...

Esattamente come amava fare il professor Trebonius. E proprio per la sua bontà che ci ha accompagnati in tutti questi anni, io suggerirei di portare tutti una settimana di lutto. E per quanto riguarda me personalmente, il professore era per me un amico fedele, che nessun’altro saprà sostituire...

In ultimo, un consiglio: sono sicuro che molti si staranno chiedendo perchè questi delitti stiano colpendo così di frequente gli abitanti di questa scuola... quella che per la maggior parte dell’anno è la nostra casa. Io non posso darvi una risposta a questa domanda, ma ho il dovere di consigliare prudenza e cautela a tutti. Non dobbiamo permettere a questo demonio... perchè di un demonio si tratta... di averla vinta.

In ultimo... terrei a specificare che l’Auror Astor Moody sta cercando di ‘aiutare’ tutti noi, e sarei felice che voi collaboraste. Ora diamo il nostro ultimo saluto ad un grande professore…ad un grande amico: il professor Artorius Trebonius.”

Nella Sala scoppiò un applauso, e poco dopo, tutti gli alunni di Serpeverde si alzarono in piedi, seguiti poi dalle altre Casate. Alcuni con le lacrime agli occhi, altri seri e cupi, ma tutti... tutta la scuola si era unita in questo ultimo omaggio al defunto professore. Tutti sotto un’unica Casata. Che aveva come colore il nero del lutto.

 

GUFERIA, ORE 17:30

“Umpf! Ma ti pare giusto che per avere un attimo di pace dobbiamo stare nella GUFERIA?!”
“Scusa... ma sul momento non ho trovato un’altra soluzione!”
“Sono contento che abbiamo chiarito! Ero sicuro che fosse stato quel Malfoy a fare tutto da solo!”
“Ancora non mi hai detto chi è venuto a dirtelo!”
“Infatti no... ma non importa comunque, perchè la notizia ha fatto il giro della scuola... ormai lo sanno tutti!”
“Bella roba...!”
“Uhm... certo, parlando d’altro... Silente non ha fatto fatica a trovare un sostituto per il professor Trebonius...!”

“Sì, ma calcola pure che il prof sarebbe andato in pensione l’anno prossimo... probabilmente il nostro nuovo insegnante ha solo dovuto iniziare a lavorare con un po’ d’anticipo...”

“Urca! Il professor Trebonius era così vecchio...!”
“Sì... non lo dimostrava probabilmente perchè un maestro di pozioni come lui sapeva come trattarsi...”
“E quando arriverebbe questo nuovo professore?”

“Si parla della settimana prossima, ma probabilmente arriverà prima. Non possiamo permetterci altri ritardi, siamo abbastanza indietro sul programma di pozioni!”

“Che carino!” Disse il Grifondoro sarcasticamente.
“Che vuoi dire!?”
“Solo che tu potresti competere col settimo anno! Che ti frega!”
“Perchè mi importa dell’andamento dell’intera classe, non del mio!”
“Sei proprio un prefetto! Hai dei bei capelli!”

Il moretto si voltò improvvisamente, guardando il Grifondoro con aria interrogativa.

“Ehm... grazie?”
“Prego!” Sorrise il ragazzo.
“Come mai me lo dici proprio ora?”
“Mah, nulla... ci ho fatto caso!”
“Tanto li taglierò!”
“NOOOOOOOOO!!”
“MA SEI SCEMO??? NON GRIDARE!!”
“ANCHE TU STAI GRIDANDO!!”
“PERCHè HAI COMINCIATO TU!”
“NON PROVARE A FARE UNA COSA DEL GENERE!!”
“INFATTI SCHERZAVO!!! NON FAREI MAI UNA COSA DEL GENERE!!”
“MENO MALE!”
“SMETTILA DI GRIDARE, PERO!!!”
“Ok... meno male...”
“Esagerato come al solito! Non dovresti fare un simile casino oggi!”
“Senti chi parla! Anche tu hai creato il panico!”
“Io?? Ma smettila!!”

Mentre discutevano, da una delle finestre del corridoio, si udì un allegro svolazzare. I due vampiri alzarono lo sguardo, e notarono l’antrata clamorosa di un uccello quasi interamente grigio! Solo il muso e le cosce erano tinte di bianco, e le zampette nerissime.

“Che spettacolo!” Sorrise Sirius.
“Un pappagallo?”
“Grigio!”
“Io ne vidi uno simile in Diagon Alley! Costava una cifra!”
“Ciao, bello!!” salutò Sirius rivolgendosi al pappagallo, che si era posato vicino a loro.
“Chissà di chi è!” Si domandò il vampiro avvicinandosi cautamente.

All’improvviso, il volatile allungò il collo, beccando la mano di Sirius che fece per accarezzarlo

“Hei! Ha carattere il signorino!”

“Signooorino! Signoriiiino!!” Ripetè immediatamente il pappagallo.

“Wow!! Parla, anche!! Dimmi, chi è il tuo padrone?”

Padrone! Seeeveerus! Seveeeruuuus! Seeeeverus, sigoriiinoooo!” Recitò l’uccello.

“Pare sia tuo!”
“Mio? No, non è mio!”
“Sì, che è tuo! Lo ha detto lui! Severus, signorino! Sei tu il signorino!”
“Ha solo ripetuto! E poi non sono un signorino!”
“Sì che lo sei! Comunque, anche la lettera che porta è per te!”
“Per me? Fammi vedere!”

Il Grifondoro, staccò la lettera dalla zampetta del pappagallo, non senza qualche fatica per evitare i colpi decisi del suo becco, la srotolò, e la porse al suo ragazzo. Il vampiro la scorse con gli occhi, e riconobbe immediatamente la calligrafia. Un piccolo sorriso trionfante gli toccò le labbra.

“Pare sia proprio mio!”
“Chi te lo manda?”
“Mio padre! Devo ancora dargli un nome!”
“Bellissimo! Chiamalo Cocorito!”
“Ma dai! Banalissimo! Cinque pappagalli su dieci si chiamano ‘Cocorito’!!”
“Allora come lo chiamerai?”
“Mmm... ci devo pensare bene...”
“Allora?”
“Cosa?”
“Cosa ti scrive, tuo padre?”
“Ehm... nulla di così importante... leggerò dopo! Ora devo andare, Sirius, ci vediamo dopo!”

E così dicendo, il moretto si alzò sulle punte dei piedi, e dopo aver rapidamente baciato il Grifondoro, corse fuori dalla guferia alla velocità della luce, lasciandosi dietro un Sirius stupito, e dispiaciuto di non aver nemmeno fatto in tempo a dirgli che era contento del fatto che si fosse riappacificato con suo padre.

“Severus... è sempre così!” Sorrise tra se Sirius, e fece per uscire anche lui, mani nelle tasche.

Ma appena fu davanti alla porta, questa si aprì, e per poco non si scontrò con qualcuno. Alzò lo sguardo per chiedere scusa al ragazzo, ma poi si bloccò a mezza frase. Il ragazzo non era altri che Remus.

“Ehm... ciao.” Salutò timido il licantropo.
“Che fai qui?” Tagliò corto Sirius.
“Quello che ci fanno tutti! Devo spedire una lettera. Tu, invece?”
“Nulla che ti riguardi! E non usare qual tono con me!”
“Quale tono?” Chiese confuso, perchè in effetti stava solo conversando senza toni.
“Lasciamo perdere!”

Dicendo così, il ragazzo fece per superare l’amico, ed uscire. Sapeva che se fosse rimasto ancora un minuto in sua compagnia, sarebbe scoppiato un altro litigio tra di loro...

“Sirius, aspetta! –lo trattenne Remus- Io... ti chiedo scusa.”
“Umpf! Era ora!”
“Ti chiedo scusa per aver litigato con te... ma non per le cose che ho detto.”
“Ah! Allora peggio mi sento...!”
“Non devi fare così, Sirius! Lo sai benissimo anche tu che la vostra storia è completamente campata in aria!”
“Cosa intendi per ‘campata in aria’?”
“Che è fatta solo di chiacchiere! State insieme per modo di dire!”
“Ah, sì? E come si farebbe a stare insieme effettivamente secondo la tua opinione?”
“Sirius... ti dico semplicemente... perchè non ti guardi anche un po’ intorno?”
“Intorno? Come se avessi fatto altro da quando sono qui!”
“Beh, forse hai guardato sempre nella direzione sbagliata!”

Il Grifondoro si impensierì un momento, riflettendo sull’affermazione per riuscire a carpirne il senso. Poi guardò il licantropo che nel frattempo era arrossito. Bruscamente, Remus superò Sirius, ed uscì dalla guferia, sparendo per le scale un secondo dopo. Sirius, che ancora stava riflettendo, ci rinunciò con una scrollata di spalle, e seguì l’amico giù per le scale.

*Tsk! È un periodo che Lunastorta ha, appunto, sempre la Luna storta!*

Rise tra se alla battuta infame, e non vedeva l’ora di rivedere Severus per condividerla con lui. La sua mente che ormai vagava a ruota libera solo nella direzione del moretto Serpeverde.

Severus, intanto, si era fatto tutta una corsa verso la Sala Comune della sua Casa. Appena entrato, vide un gruppetto di ragazzi radunato attorno al caminetto. E non si stupì nel constatare che era proprio il suo anno. Storse il naso, e fece finta di nulla, continuando a camminare verso il dormitorio.

“Aspetta, Severus!” Si sentì chiamare.

Rodolphus Lestrange si era separato dal gruppo, correndo per raggiungerlo davanti alla porta del dormitorio. Il vampiro si voltò, bloccando il ragazzo sul posto, usando il suo ‘sguardo pietrificante’.

“Ehm... –balbettò Rodolphus notando il risentimento dell’altro- Sev... posso parlarti?”

Il moretto lo squadrò da capo a piedi, e poi disse semplicemente con tono secco e antipatico

“No.”

Lestrange allora abbassò lo sguardo, dispiaciuto, mentre Severus riprese ad andare per la sua strada. Sapeva che l’amico voleva solo chiedergli scusa, ma di certo non gli avrebbe permesso di scaricare la coscienza così facilmente! Arrivò davanti alla porta della stanza che condivideva con Lucius, ed entrò. Gli bastò una rapida occhiata per capire che il biondo non era lì...

Si andò a sedere sulla sedia della sua scrivania, e riaprì la lettera. Finalmente aveva la privacy necessaria per leggerla.

Ciao Severus.
Mi dispiace per il modo in cui ci siamo lasciati l’altro giorno.
Ti sto scrivendo dal ministero, sono le sei del mattino. Quando aprirai questa lettera, probabilmente sarai già stato informato della morte del tuo professore di pozioni, Artorius Trebonius.
Io sono stato svegliato un paio d’ore fa, e mi hanno fatto il resoconto della storia.
Così, mentre ieri ti dissi di non volerti dire nulla per la tua incolumità... ormai penso che proprio per questa, dovrò raccontarti come stanno le cose.
Naturalmente non c’è bisogno di dirti che queste cose dovranno restare segrete, tra me e te insomma.
L’assassino di Hogsmeade, come lo chiama il Daily Prophet. Colpisce del tutto casualmente, a causa dell’influenza di un artefatto malefico, la maschera rubata il giorno del primo omicidio.
Quella maschera pare essere stata creata e maledetta da una setta, e fa parte di una... diciamo collezione.
Questa infatti non fu creata sola.
Insieme ad essa, infatti, furono coniati un coltello,dal manico intarsiato in legno ed avorio, la lama ricurva verso l’alto, ed incantata per essere sempre molto affilata.
Una statuetta non più alta di una ventina di centimetri, rappresentante un mostro dalla figura vagamente umana ma con una testa irta di tentacoli come una piovra. Il tronco, molle e squamoso, munito di due ali e terminante in quattro zampe artigliate, con le quali il mostro si tiene afferrato a una specie di piedistallo rettangolare, tutto coperto di caratteri indecifrabili.
Un libro... di cui ancora non siamo riusciti a scoprire l’aspetto.
Quindi, se mai ti capitasse di vedere uno di questi oggetti, ti prego di farmelo sapere immediatamente, senza mai toccarli!
Gli auror, che stanno indagando da circa un mese non sanno neppure più dove mettere le mani... insomma siamo nei guai fino al collo!
Ma ora la cosa più importante... siamo arrivati a sospettare che l’assassino possa nacondersi proprio nella tua scuola, Severus... ora io non conosco le tue abitudini, ehm... alimentari, ma di una cosa voglio pregarti: ti prego, cerca di aggirarti il meno possibile la notte, e di non uscire MAI da Hogwarts. Insomma, finchè non scopriremo l’autore di questi delitti, ti prego, non rischiare...
Probabilmente non mi crederai, ma io ci tengo a te!
Immagino questo sia tutto per ora. Ti voglio bene.

Papà.

Ah! Quasi dimenticavo! Il pappagallo, è una specie rara di ‘pappagallo cenerino’, Questi uccelli gradiscono ogni tipo di frutta e di verdura, quindi prova a fornirglene dei più svariati tipi, sarà poi lui stesso ad indicarti quali preferisce. I cenerini sono uccelli molto timidi e prudenti e per natura non si fidano degli altri uccelli, animali o persone estranee. Il cenerino è il miglior pappagallo per quanto riguarda la riproduzione della voce umana, è un ottimo animale da compagnia e capisce le nostre emozioni comportandosi di conseguenza... PARLA RISPONDENDO GIUSTAMENTE ALLE NOSTRE DOMANDE ad esempio se ha sete ti chiamerà e dirà acqua. A causa di questa alta intelligenza, richiederà molto la tua presenza. In generale questi uccelli sono molto paurosi , quindi almeno agli inizi è meglio avvicinarlo molto lentamente. Ma immagino che la tua nuova natura ti faciliterà molto il compito! Vivrà all’incirca settanta anni.. spero ti piaccia.

 

“Se mi piace?? –esclamò Severus- Sei meraviglioso!! Vero?!”
“Meeeraviglioso! Meravigliossooooo!!”
“Però... è meglio che ti trovi un nome... ci dovrò pensare a lungo!”
“Nomeeee. Severus trovi un nomeee!” Lo incoraggiò il volatile.
“Per ora ti chiamo Innominato! Allora, tu mangi la frutta, vero? Vediamo... vuoi un’arancia?”
“Aaarancia! Araancia, Seveerus! Arancia! Innominato, aaaranciaaa!”
“Perfetto, vado a prenderla!”

E così dicendo, lasciò il pappagallo appollaiato sulla finestra, mentre lui, guardandosi intorno, intercettò un cestino di frutta tenuto lì dai due vampiri più per bellezza che per nutrimento. Si avvicinò a quello, ed afferrando un’arancia, se la avvicinò alla bocca, e vi diede un morso, rompendone la buccia con i denti. Dopodichè prese a sbucciarla. Quando fu pulita, la divise in due metà, e tornò a voltarsi verso il suo nuovo animale.

“Innominato, vieni ti ho... NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!”

Gridò improvisamente, per poi precipitarsi verso l’animale, bacchetta alla mano.

“Innominato, apri immediatamente il becco!! Forza, sputalo!!”

Continuò con tono impaziente e spaventato. Dal becco dell’animale spuntava, infatti, la triste sagoma di Gregorio, l’animaletto che il suo compagno di stanza, aveva scelto di tenere con sè che ancora zampettava nel vano tentativo di liberarsi.... il pappagallo, fissò il suo padrone, e dalla sua espressione capì che qualcosa non andava... ma cosa stava facendo di male? Lentamente, abbassò la testa verso il pavimento, e vi depose cautamente la sua preda, ancora viva solo per un pelo.

Era evidente che quella fosse stata la cosa giusta da fare, perchè immediatamente il suo padrone apparve sollevato. L’animale lo vide avvicinare la bacchetta al suo quasi-pasto, e mormorare qualcosa. Immediatamente l’animaletto ferito riprese a correre per la stanza.

“Cattivo, Innominato, cattivo! Questo non è da mangiare! È Gregorio, e vive con noi, chiaro?”

Esclamò, e vide il pappagallo piegare la testa, e guardarlo confuso. Come poteva un pasto per pappagalli vivere attorno a lui? Se ne avesse avuto la capacità, avrebbe riso come un matto proprio in faccia al suo nuovo padroncino, ma purtroppo la presenza di un becco glielo impediva.

Severus, allora, ancora con l’arancia in una mano, gliela lanciò, vedendo poi l’animale spiccare il volo e prenderne una metà a mezz’aria, ed andarsi così ad appollaiare sulla scrivania del suo padrone per mangiarla soddisfatto.

“Umpf! Ancora un secondo, ed avrebbe mangiato Gregorio! Poi si che Lucius lo spennava piuma per piuma! Tsk! AAAAAAAAAAAAAAARGHHHH!! Levati! Levati!! Che schifo!!”

Gridò ancora, scrollandosi Gregorio di dosso, che, per paura del volatile cacciatore, aveva tentato di arrampicarsi sul suo secondo amico, quello scuro che gli somigliava. E quando si sentì scaraventare di nuovo al suolo, ancora più terrorizzato, corse a trovare un altro riparo.

Severus lo vide infatti correre come un lampo verso la scrivania di Lucius, andandosi ad arrampicare lungo una delle gambe della sua sedia.

“Maledetti, tutti e due!”

Esclamò infine, e poi udì un rumore alla porta, che un secondo dopo si aprì lasciando entrare Lucius, ed immediatamente i suoi sensi sviluppati, percepirono l’odore di qualcosa di nuovo nella stanza. Poi i suoi occhi furono attirati da un ammasso di piume grige.

“Ehi! E quel coso che sarebbe??”
“Quel ‘coso’ è un pappagallo, Lucius! Il mio nuovo animale!”
“Il tuo cosa?? Non può restare qui, lo sai! Mangerà Gregorio!”
“No che non lo farà se tu lo terrai dove deve stare, cioè nella sua vaschetta di vetro!”
“Non può starci sempre! Tu come ti sentiresti sempre chiuso là dentro?! Manda quel coso nella guferia!”
“Assolutamente no! Deve stare in un ambiente stimolante, dove può sentire parlare di continuo! Quindi lascia perdere!”
“Lascio perdere un cazzo!! Dov’è Gregorio?? Non se lo sarà mica già mangiato?!”
“No! È sotto la tua sedia, vampiro scemo!”

Lucius allora superò l’altro vampiro, e senza una parola, capovolse la sua sedia, trovando il povero piccolo Gregorio tremante, attaccato con tutte le sue forze sotto di questa... delicatamente lo prese in mano, e voltandosi innervosito, gridò verso il suo compagno di stanza

“MA GUARDA!! È SPAVENTATO A MORTE! NO NO NO! QUEL COSO VA VIA DI QUA!”
“ASSOLUTAMENTE NO! LUI RESTA! VATTENE TU, SE VUOI!”
“IO NON VADO DA NESSUNA PARTE! PERCHE PIUTTOSTO NON VAI A TRASFERIRTI DA AVERY! SONO SICURO CHE GLI FAREBBE TAAAANTO PIACERE AVERTI LI!!!”
“IO ANDARE DA AVERY! PERCHE INVECE NON TE NE VAI TU DA BELLA, EH?”
“DA BELLA?? MA CHE CASPIO C’ENTRA ORA BELLA?!”
“NULLA! COMUNQUE LUI RESTA! SE NON TI STA BENE QUELLA E LA PORTA VISTO CHE QUESTA E LA MIA STANZA DA QUANDO HO COMINCIATO HOGWARTS!”
“COME TI PARE ALLORA! IO RESTO! MA SE QUEL COSO MANGIA GREGORIO, POI IO MANGERO LUI!”

Dopo quella frase, i nervi di Severus si tesero come corde di violino, e facendosi rosso in viso, gridò in risposta

“SEI PROPRIO STUPIDO! TU TOCCALO, E NON TI PARLERO MAI PIU CHIARO?!”
“AH, A QUESTO LIVELLO STIAMO?? UNO STUPIDO PAPPAGALLO DIVENTA PIU IMPORTANTE DI ME?”
“AL CONTRARIO SEI TU CHE PREFERISCI UNO SCHIFOSO SCARAFAGGIO!”
“NON E ASSOLUTAMENTE VERO E LO SAI!”
“AH SI? VAI, ALLORA! VATTENE VIA!”

Lucius allora, con una vena che gli pulsava sulla tempia, aprì la bocca in procinto di gridare qualcosa di offensivo, ma all’ultimo momento ci ripensò, e scrutando torvo il compagno, disse, con la voce piena di rancore e rabbia repressa

“Va bene. Io da qui non schiodo, però me la pagherai!”
“Oh oh oh! Ma guardami, come tremo!”

Concluse il moretto, dopodichè andò verso il suo baule, e tirandone fuori un ombrello, lo trasfigurò in un trespolo dove il pappagallo andò immediatamente ad appollaiarsi.

“Non dovresti essere così sicuro di te! Tu prega solamente che quell’ammasso di piume non faccia mai male a Gregorio!”
“Certo, sennò me la farai pagare, lo so! Sarei curioso di vederti tentare!”

Fece appana in tempo a pronunciare questa frase, che si ritrovò, un secondo dopo sul pavimento, atterrato da un’abile mossa di wrestling, il biondo sopra di lui.

“Lu...! Accidenti a te, levati immediatamente!”
“No!! Manda quel coso con i suoi simili, alla guferia!”
“No! Vattene tu!”
“Col cazzo che me ne vado per far posto a quel coso!”
“Fai come ti pare, non me ne frega un c...”

Il moretto fu interrotto a metà dalle labbra del biondo, premute contro le sue. Immediatamente Severus iniziò a dimenarsi, cercando, inutilmente, di spingere via il compagno.

Poco dopo però le sue mani si fermarono, premute sulle sue spalle di Lucius, senza più cercare di spingerlo via.

Il biondo sorrise... poi le sue labbra si spostarono, e si dedicò al collo del moro, alternativamente baciando e succhiando, con l’intenzione di lasciare un segno su quel collo perfetto. Ma niente morsi... sarebbe stato troppo inadeguato per loro.

Le sue mani nel frattempo viaggiavano lentamente lungo i suoi fianchi, su e giù. Lentamente, ma con tutta la forza della passione. Poi, una tornò su, e carezzandogli il petto, arrivò ai bottoni, lasciandoli scivolare tra le asole, e finalmente la sua pelle nuda, non potè fare a meno di baciarla.

L’altra mano invece, scivolò più in basso, sul ventre dell’amico, la lasciò lì a carezzarlo per un po’, e notando che non c’era nessuna protesta dall’altro, continuò, lasciandola esplorare, le dita si fecero prudentemente strada sotto la sua maglietta, sentendo in maniera straordinariamente potente ogni contorno, ogni cellula, ogni tessuto, muscolo, ogni goccia di sangue che scorreva sotto quella candida pelle.

Una dolce tortura, ed il biondo era già pronto ad andare avanti. Quando le sue labbra si staccarono dal petto, immediatamente si piegarono in un sorriso soddisfatto per l’aver lasciato un dolce segno rosso.

Mentre tornava a baciargli il collo, ancora le sue mani scesero, fino alla cintura dei jeans di Severus, e lo sentì emettere un gemito. Ancora il biondo sorrise tra sè, ed infilando le dita tra l’indumento ed i fianchi del moro, lentamente cominciò a sfilarlo.

Qualcosa lo fermò. Non seppe bene cosa.
Immediatamente smise di baciarlo, per sollevarsi e guardarlo negli occhi. Ma quello che vide non fu esattamente ciò che si aspettava...

Infatti il moretto stava piangendo. Il suo viso era rigato dalle lacrime, e le labbra strette, cercando di non emettere nemmeno un suono. Immediatamente il volto di Lucius si trasmutò in un’espressione di puro stupore.

“Sev?! C-cosa...”
“Levati, per favore...” Disse Severus cercando di non balbettare.
“I-io... Sev, non...”
“Per favore, t’ho detto vattene!!!” Quasi gridò poi.

Il biondo immediatamente si alzò. Non aveva nemmeno il coraggio di tendere una mano al compagno, in quel momento... lo vide cercare lentamente di mettersi a sedere, e quando vi riuscì, restò così, senza dire nulla, senza avere il coraggio di alzare lo sguardo, le ginocchia al petto, ed i capelli, bellissimi, che gli ricadevano ai lati della faccia.

Tremava...

Quello Lucius non poteva sopportarlo, non poteva nemmeno concepire la reazione dell’amico, ma cosa pensava? Che lo avrebbe forzato a fare qualunque cosa? Non riusciva nemmeno a guardarlo. Non poteva pensare che quello stato era dovuto alle sue azioni.

Senza aspettare nemmeno un altro minuto, si precipitò alla porta, ed uscendo, la fece sbattere dietro di se.

Severus, una volta udito lo SBAM della porta, diede libero sfogo alle sue emozioni. Scoppiò in lacrime, senza potersi trattenere. La testa gli stava scoppiando, e probabilmente avrebbe pianto anche i suoi stessi occhi prima o poi. Quante cose gli erano state tolte... quante cose si era tolto da solo, e quante cose non avrebbe avuto mai...

Il suo cuore batteva così forte, e le lacrime erano così calde... si alzò, e si guardò intorno. Gli occhi si posarono sulla sua scrivania. Avvicinandosi a questa, poi, iniziò a prendere tutte le sue cose e lanciarle contro il muro. Il portapenne e la bottiglietta dell’inchiostro si frantumarono, strappò tutte le pergamene che ebbero la sfortuna di trovarsi sul tavolo, distrusse cuscini, sedie, e ruppe la scrivania a calci...

E mentre tutto questo avveniva, le lacrime non si fermarono mai.

Lucius, appoggiato appena fuori della porta, si limitava ad ascoltare i rovinosi suoni provenienti dall’interno, che però non riuscivano a nascondere al suo udito vampiresco i gemiti del compagno. Ed era stato lui a ridurlo così. Le dita si strinsero a pugno, si risollevò di scatto, e colpì violentemente il muro di fronte a sè, lungo il quale immediatamente si formò una crepa tra soffitto e pavimento.

Corse via. Via dalla Sala comune, via dal dormitorio, ma quando fu nel corridoio si fermò.

Possibile che quando accadeva qualcosa tra loro due, lui doveva sempre essere quello che scappava? Che uomo era, allora? Come poteva pretendere di amare e proteggere Severus, se il massimo che sapeva fare era quello? Si fermò. Respirò forte, e si maledisse, appoggiandosi al muro.

Il suo lato vampirico urlava, soffriva per aver fatto soffrire l’altro. Il suo lato umano soffriva per la vergogna, ed il senso di colpa. Ma entrambe le sue nature non potevano fare a meno di provare un’odio profondo, quasi accecante.

Verso l’uomo che aveva tolto al suo compagno la libertà di scegliere, la libertà di donarsi a qualcuno che lo potesse veramente amare, che fosse lui, o un altro.

La colpa è sua che commette sempre gli stessi sbagli con Severus.
La colpa è di Severus che non riesce a capire la differenza fra amore e violenza.
La colpa è di suo padre, che ha sostituito l’amore con la violenza.
La colpa è di tutte le persone intorno a loro che lo inquietavano col pensiero che potrebbero portargli via Severus.
La colpa è del suo lato vampirico, che lo fa agire in quel modo.
La colpa è di quel maledetto pappagallo che li ha fatti litigare.
La colpa è sua perchè era tornato a Londra.
La colpa...
La colpa...
La colpa...

 

 

FINE CAPITOLO 18

 

La canzone all’inizio del capitolo è ‘Ho raccontato che...’ dei Prozac +, ed è dedicata tutta ad Avery! Vi ringrazio come sempre dell’attenzione che mi avete prestato fin qui e vi invito come sempre a continuare a seguire questa storia, e recensirla! Un bacio a tutti.

 

XxX.Lexxy.XxX

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Capitolo 19
*** Il morso di un Licantropo ***


Per Selvy: Ma se li uccidiamo tutti poi come posso andare avanti col racconto

Per Selvy: Ma se li uccidiamo tutti poi come posso andare avanti col racconto? Mmm... potrei spostarlo nell’oltretomba... Sev, Lu, e l’aldilà finalmente... forse allora Kobra si deciderebbe ad ascendere! Non credi? Tante grazie per la tua recesione, continua così!! Kiss kiss!

 

Per tutti gli altri: Mi dispiace molto che quest’ultimo cap sia stato assai poco recensito... Smile_Vale?! Palanmelen?! Mi avete dunque abbandonato infine....? :,( sigh! Tornate a casa, piccole Lessie!! A presto spero!! Baci baci!

 

 

Un uomo onesto, un uomo probo

tralalalallatralallalero

s'innamorò perdutamente
d'una che non lo amava niente.
Gli disse "Portami domani"

tralalalallatralallalero

gli disse "portami domani
il cuore di tua madre
per i miei cani".
Lui dalla madre andò e l'uccise

tralalalallatralallalero

dal petto il cuore le strappò
e dal suo amore ritornò.
Non era il cuore non era il cuore

tralalalallatralallalero

non le bastava quell'orrore
voleva un'altra prova
del suo cieco amore.
Gli disse "Amor, se mi vuoi bene"

tralalalallatralallalero

gli disse "Amor se mi vuoi bene
tagliati dei polsi le quattro vene".
le vene ai polsi lui si tagliò

tralalalallatralallalero

e come il sangue ne sgorgò
correndo come un pazzo da lei tornò.
Gli disse lei ridendo forte

tralalalallatralallalero

gli disse lei ridendo forte
"L'ultima tua prova sarà  la morte".
E mentre il sangue lento usciva
e ormai cambiava il suo colore
la vanità  fredda gioiva
un uomo s'era ucciso per il suo amore.
Fuori soffiava dolce il vento

tralalalallatralallalero

ma lei fu presa da sgomento
quando lo vide morir contento.
Morir contento e innamorato
quando a lei niente era restato
non il suo amore, non il suo bene
ma solo il sangue secco delle sue vene.

 

 

 

 

CAPITOLO 19: Il morso di un Licantropo.

 

 

HOGWARTS, CORRIDOI, Domenica 12 Ottobre, ore 18:50

 

Ancora appoggiato ad un muro nei corridoi di Hogwarts, tutti i pensieri di Lucius erano rivolti verso Severus: al suo sguardo, quando poco prima lo aveva toccato. Il pensiero che il vampiro avesse potuto crederlo capace di prenderlo contro la sua volontà, lo faceva stare male! Il ricordo fresco delle sue lacrime lo tormentava, e gli procurava una bruttissima sensazione allo stomaco.

Sospirò, e poi guardandosi intorno prudente, decise di rischiare accendendosi una sigaretta, fanculo Gazza ed il suo gattaccio pulcioso, che possa Merlino sodomizzarli entrambi!

*Ma verrà mai per me un momento felice? O sono destinato ad essere solo per tutta la mia non-vita?*

Pensò il biondo tra sè e sè, mentre i primi getti di fumo cominciavano ad uscire dalla sua sigaretta. Chiuse gli occhi, lasciandosi scivolare ancora un po’ sul pavimento, e lasciò che la sua mente si affollasse con i ricordi della sua vita passata. Uno alla volta gli tornarono in mente tutte quelle persone che lo avevano circondato un tempo... i suoi rivordi erano quasi tutti tristi...

Sua madre, una donna nobile, ed altezzosa. Lo avrebbe voluto vedere sposato ad una donna purosangue, sdegnosa almeno quanto lei, e troia almeno il doppio. Un figlio solo, così da poterlo controllare meglio e sopprimere in tempo ogni pensiero filo-babbano. E probabilmente avrebbe dovuto dargli un nome importante, come Mulciber, o Draco, ma nulla che finisse in ‘us’ che faceva troppo ‘decadente’.

Un bel lavoro importante al Ministero della magia, ed un comportamento freddo e noncurante, con tanti abitini firmati e costosi, e magari con un bel bastone da passeggio, come quello che portava suo padre, con tanto di bacchetta incorporata per prendere di sorpresa in un eventuale duello...

Suo padre... un uomo la cui principale preoccupazione era la sua dieta ricca di fibre... un sorriso lo colse: riusciva a ricordare chiaramente quell’uomo carismatico ed a tratti laconico, che cercava di dargli consigli paterni, del tipo ‘figliolo, una dieta ricca di fibre è ciò che rende la vita di un uomo degna di essere vissuta! Se andrai sempre regolare, ti sentirai appagato e felice!’

Ed intanto Lucius dovette farsi insegnare un incantesimo contraccettivo da suo cugino, e tutte le ‘spiegazioni’ gli furono date, non senza un largo quantitativo di imbarazzo per entrambi, dal loro elfo domestico, il povero, piccolo Dobby... preso a calci e maltrattato da tutti in casa.

Storse la bocca con disgusto. Se non fosse stato per William, ora sarebbe esattamente come loro lo volevano.

E certo però che anche William... gli venne automaticamente in testa il ricordo della notte in cui lo incontrò: era ad un ricevimento in maschera in casa Malfoy... vi si era imbucato assieme alla sua compagna, Diana. Uno alto, prestante e con corti capelli biondo platino, l’altra un po’ più pienotta, ma lo stesso molto affascinante e sensuale. Erano riusciti ad attirarlo fuori, si erano nutriti di lui, e poi lo avevano fatto ‘tornare’, e William, amorevolecome al solito, lo tranquillizzò dicendogli

“Sei stato fortunato solo perchè alla mia donna piacciono i capelli biondi!”

Lucius fu cacciato di casa due giorni dopo, appena i suoi si accorsero di ciò che gli era accaduto, a nulla valsero i pianti di sua sorella, che tentava di proteggerlo dalla furia di sua madre... decise di andare via senza creare ulteriori problemi. William lo stava aspettando, fumando una sigaretta, tranquillamente appoggiato proprio fuori del cancello del maniero. Così nonappena Lucius attraversò il viale alberato, ed ebbe varcato la soglia del cancello, zaino in spalla, una voce lo fece sobbalzare, dicendogli dal buio

“Però! Sei durato meno di quanto pensassi... andiamo!”

E poi, gettata la sigaretta a metà, si avviò sulla strada, verso l’ignoto. Il biondo ne fu stupito e scettico, ma lo seguì ugualmente... che altre alternative aveva, in fondo? Non aveva nemmeno uno straccio di posto dove andare, e di certo perfino i suoi ‘migliori amici’ si sarebbero fatti qualche remora prima di ospitare da loro un neonato vampiro.

Poi venne la sua ‘istruzione’... o, come lo chiamava William molto poco delicatamente, il suo ‘addestramento’. Fu molto dura, e di certo William era tutto fuorchè un mentore comprensivo e paziente. Gli insegnò tutte le dure lezioni della vita in meno di un mese. Gli fece conoscere la morte, il dolore, e la violenza in tutta la loro gloria. Gli diede la consapevolezza di tutto ciò che comprometteva la sua natura vampirica.

E poi conobbe Merit, o Marcus, che dir si voglia... il Sire del suo Sire. Suo nonno, quindi? Il biondo rabbrividì al pensiero dell’Antico vestito da Babbo Natale, che lo invitava a sedersi sulle sue ginocchia e chiedergli se era stato un bravo ragazzo. Merit arrivò da loro una sera di Febbraio, ricordava benissimo il momento. Fuori pioveva che Merlino la mandava, ed i lampi squarciavano il cielo ad intervalli quasi regolari.

I tre vampiri, William, Diana e lui stesso, stavano guardando un film horror, (il babbanissimo ‘non aprite quella porta’) tutti stretti uno all’altro sul divano in attesa della scena clou, quando all’improvviso, proprio mentre Faccia di cuoio aveva scoperto il nascondiglio della sua vittima, la porta del loro nascondiglio si spalanca, sfondata da un calcio, lasciando scorgere una figura scura e imponente con una motosega nella mano.

Tutti e tre naturalmente gridarono all’unisono, e Lucius cadde a terra dallo spavento.

Merit, naturalmente, rise a crepapelle, giustificando la presenza della motosega dicendo che voleva tagliare un albero di Natale, ma poi si era ricordato che era ancora Febbraio. Maledetto Babbo Natale ritardatario! Per tutto il tempo che l’anziano restò con loro, si era comportato come se fosse lui il padrone di casa.

Certo che nemmeno loro lo erano, a dirla tutta... l’avevano semplicemente occupata abusivamente dopo essersi nutriti dei padroni di casa. Ma lo stesso a volte, il suo atteggiamento gli dava davvero sui nervi! Lucius fai quello! Lucius prendi questo! Diana, pulisci il bagno! William, per favore spostati dalla tv! Dava ordini a tutti e pareva non fare mai nulla per conto suo! A parte cacciare, ovviamante!

Provò a confessare questa sua antipatia a William, che gli rise in faccia.
Provò a parlarne anche con Diana, che rise fino alle lacrime.
Provò perfino a confrontare Merit in proposito... anche lui rise così tanto che ad un certo punto aveva cominciato a rotolarsi sul pavimento... molto frustrante.

Poi la brusca seprazione. La violenta lite dopo la morte di sua sorella. Fra William che gridava, minacciando di distruggerlo come lo aveva creato, Diana che cercava di trattenere il suo compagno, e Merit che gli diceva di andarsene prima di creare altri guai, Lucius non dovette fare altro che raccogliere le sue poche cose ed andarsene.

Per sette anni, da solo, girò il mondo... Spagna, Francia, Italia, Germania, Romania, ed infine USA, Canada, e Sud America. Il suo ritorno in Inghilterra fu infatti una scelta forzata, dovuta più alla mancanza di denaro liquido: tutti i suoi averi si trovavano alla Gringott, in Diagon Alley.

La sua vera intenzione era infatti quella di non mettere mai più piede nel Regno Unito. Già appena tornato, non vedeva l’ora di andarsene via il più lontano possibile, gli servivano solo un paio di giorni per prendere i suoi soldi alla banca magica, e poi addio per sempre luogo freddo ed inospitale! Sarebbe tornato a Cuba dove era molto più facile nutrirsi, e la gente era molto più calorosa ed ingenua.

La sera prima della sua partenza, però... ecco la sorpresa. Ovvero la ragione che lo spinse a restare: il suo incontro con Severus.

Quella che all’inizio sembrava una semplice cotta, ben presto si trasformò in qualcosa di più: amore. Incondizionato ed ardente. Un sentimento che gli provocava a ripetizione momenti di euforia, e di dolore lancinante e pungente, proprio come quello che provava in quel momento. Spesso era arrivato a pensare di essere sotto l’effetto di un qualche tipo di incantesimo.

Come poteva spiegarsi, altrimenti di provare sensazioni così forti, e l’impossibilità di stare lontano dal moro per più di una notte? Tutti i suoi pensieri erano occupati da lui, sempre lui, solo lui, e poi tanto per cambiare, ancora lui. Lui e basta. E lui probabilmente stava piangendo in quel momento, a causa sua. Perchè non poteva avere una storia normale? Perchè lui aveva ritrovato le sue emozioni umane solo dopo aver conosciuto Severus? Quelle emozioni, quei sentimenti, quelle straordinarie sensazioni che credeva ormai sopite per sempre?

Il suo lato vampirico non riusciva più a dominarlo. Come mai? Non poteva quasi crederci. Lui era arrivato addirittura a prendersi a pugni il petto, non sapendo più come placare il suo cuore addolorato. Proprio lui, che era rimasto impassibile davanti al corpo di sua sorella... l’unica persona che lo avesse amato per quello che era anche dopo la sua trasformazione.

La sua gemella... la sua metà di cuore e di anima. Quella ragazza che dolcemente gli carezzava i capelli cantandogli sottovoce ogni canzone che le capitasse di ascoltare, con i suoi grandi occhi grigi, ed il suo bellissimo sorriso. Ma nonostante i suoi passati sentimenti per lei, tutto ormai... tutto era sbiadito nella mente di Lucius. Non ricorderebbe nulla del suo viso, se non fosse stato pressochè identico al suo...

Ma il suo corpo senza vita, invece... quello lo ricordava bene. Indossava un vestito rosa, la sera in cui morì. E lui stesso aveva impedito a William di far ‘tornare’ anche lei. Lei era buona, al contrario di lui. Non avrebbe sopportato una mezza vita come la loro. Sopravvivere uccidendo gli altri, no. La conosceva abbastanza da poter affermare con sicurezza che no, non faceva per lei.

Una non-vita come la loro non era degna di essere vissuta... un po’ come una dieta senza fibre...

Il vampiro dentro di lui... era stato lui ad impedirgli di soffrire.
Impedirgli di compiangerla come Merlino comanda.
Impedirgli di renderle omaggio con le lacrime che meritava.
Impedirgli di provare quel dolore che lo avrebbe fatto sentire vivo...

Ma in quel momento, semplicemente non si era mai sentito più morto. Ed una volta resosi conto di cosa in realtà era, in quale macchina mostruosa si era trasformato... non sarebbe mai più riuscito a guardarsi allo specchio nello stesso modo. E questo per colpa di William. Voleva insegnargli. Voleva che lui capisse cosa erano quelli come loro. Voleva mostrargli che lui non appartenava più a quel mondo...

Ma erano loro, i vampiri a possederlo.
Una lezione dura e spietata... ma cosa te ne facevi del mondo se non c’è nulla in esso che ti faccesse sentire vivo?
Che nei momenti bui, ti dica che vali qualcosa?
Qualcuno che ti ama anche se sbagli, anche se cambi, anche se non sei perfetto?

Ma William aveva sbagliato... Lucius Malfoy non avrebbe mai posseduto il mondo... al contrario, tutto il suo essere era posseduto da Severus, e ne era felice. Perchè lui era il vamipro che lo faceva sentire umano anche quando lui stesso si sentiva un mostro. Colui che lo aveva risvegliato dopo anni di assopimento, e gli aveva ridato il controllo sulla sua vita. Come poteva non amarlo?

A questo punto, la sua corrente di pensieri fu interrotta dall’arrivo di qualcuno. In biondo si voltò a vedere chi fosse, ed il suo cuore sobbalzò, cosa non da poco per un non-morto!

“Hei...”
“Sev...”
“Non c’è nessun bisogno di essere tristi. La colpa non è tua. È mia.”
“No che non è tua. Io ho mancato di delicatezza... dovevo... non avrei dovuto, insomma. Io volevo solo scherzare, e... e poi... io ti amo.”
“Lo so, Lucius.”
“Già... lo sai.” Cominciò ad annuire, rassegnato.
“Anch’io ti amo.”

Appena il biondo riuscì ad elaborare le sue ultime parole, immediatamente smise di annuire, e voltò la testa verso Severus così bruscamente, che il suo collo emise un tristemente funereo crack.

“Ahiaaaaaaaa!!”
“Lu!! Ti sei fatto male?!”
“Sì! Accidenti...!”
“Aspetta! Non muoverlo! Vuoi andare in infermeria?!”
“No, io... io... ho sentito bene, prima?”
“Merlino se hai sentito, l’eco del crack sta ancora rimbalzando tra le pareti!”
“Non il crack Sev! Prima di quello!”
“Oh... dipende, tu che hai sentito?”
“Tu che hai detto?”
“Nulla di importante!!!”
“Eh, no! Ripeti!”
“No, non importa!”
“Ma si che importa!”
“Nooooo!”
“Se lo ripeti ti lascerò tenere Gargantua!”
“Chi??”
“Il tuo pappacoso, lì, come si chiama!”
“Intendi il mio pappagallo cenerino?”
“Sì quello!”
“Però! Bel nome, Gargantua! Mi piace! Aggiudicato!”
“Oppure potresti chiamarlo ‘Merda’!”
“Non provare a ripeterlo, soprattutto davanti a Gargantua!”
“Appena lo vedo gli dirò ‘ciao ciao, piccola mer-‘ ma..  hei! Non cambiare discorso! Avevi confessato di amarmi, ripetilo!”
“Ah ah ah! Forse nei tuoi sogni!”
“Sinceramente, nei miei sogni accade sempre. E comunque l’hai detto, non puoi fregare il mio udito vampirico!”
“Beh, basta che tu ne sia convinto...”
“Ammettilo!”
“Ammettere cosa? Sei scemo? Lascia perdere!”
“Sarei scemo se lasciassi perdere! Su, dì la verità!”
“No! Sei scemo proprio di natura! Perchè non mi baci, piuttosto?!”
“No! Prima ammetti che... eh?! Certo che ti bacio!”
“Troppo tardi, hai deto di no! Ah ah ah!”
“Umpf! Beato te che ti diverti così!”
“Mi stai dando dello scemo?”
“Per carità di Merlino, no!”
“Dai, alzati... è ora di cena in sala grande...”
 
Così dicendo, Severus si alzò dal posto che aveva occupato sul pavimento, vicino al compagno, e tese la mano a Lucius, aiutando anche lui a rimettersi in piedi, ma naturalmente la discussione non era ancora finita...

“Davvero, Sev, a parte scherzi, hai detto che mi ami?”
“No.”
“Giuralo su Merlino.”
“Non si giura mai su Merlino!”
“Allora giuralo su di me!”
“Lu... vaffanchiappola!”
“Allora sentiamo, cosa avresti detto?”
“NIENTE!”

 

HOGWARTS, CORRIDOI, Lunedì 13 Ottobre, ore 15:30.

Lucius stava tranquillamente passeggiando per i corridoi del castello, aveva prudentemente deciso di abbandonare la sua stanza, causa, il suo compagno si stava facendo la doccia. Così, mentre per distrarsi pensava ad un modo efficace per uccidere Gargantua, così che potesse sembrare un incidente, una voce dalle sue spalle lo fece sobbalzare.

“Giusto te, cercavo, Malfoy!”
“Oh, Black... sei solo tu... mi hai fatto quasi paura.” Disse, strascicando la voce più del solito.
“Posso parlarti, per piacere?”
“Aspetta, farò finta di pensarci su.. mmmh... no!”
“Malfoy, riguarda Piton.”
“Ma va? E cosa potresti dirmi TU riguardo a Severus? ma per favore!”
“Insomma, vieni, o hai paura?”
“Io? Paura di te? Mwuahahahaha! Vengo, vengo... dove si va?”
“Torre di Astronomia.”
“Ma va? Il luogo perfetto per una sfida, eh, cagasotto?”
“Presto te lo rimangerai! Piccolo stronzo!”
“Riritalo immediatamente, non sono piccolo!”
“Ah ah ah! Rido, sennò ci rimani male...”
“Perchè? Mica era una battuta...”

Sirius allora sbuffò, e si incamminò verso la torre di astronomia, Lucius subito dietro di lui, gli osservava la schiena. Ridacchiò fra sè, e chiese sardonico

“Strano da te presentarti da solo, Black? Dove si sono appostati i tuoi amici dello zoo di Londra?”
“Non ho bisogno di loro con te! E poi sempre meglio lo zoo che la macchia inglese...”
“Beh, certo immagino che per perdere non avrai bisogno di loro... ma chi ha spifferato che sono nato alla macchia?”
“Non sottovalutarmi, Lucia!”
“E tu non fare i conti seza l’oste, Syria!”
“Non capisco proprio come faccia Severus a girare con uno com te!”
“Il sentimento è reciproco. Non vedo l’ora che trovi il coraggio di lasciarti! Oh, sì, lo so che state insieme...”
“Te lo ha detto lui?” Chiese speranzoso.
“No. Gira la voce.” Speranze infrante.
“Capisco... beh, allora sappi che mi dà fastidio che tu gli stia sempre intorno, capito?”
“Hei, cosa posso farci io se sei insicuro? Pensi che Sev sceglierà me, e... beh hai ragione!”
“Io paura di te? Ma neanche fra mille anni!”
“Tra mille anni tu sarai tre metri sotto terra!”
“Anche tu!”
“Non scommetterci le scarpe, Black...”
“Stagli alla larga!”
“Nemmanco per il cazzo!”
“Non scordarti che sono io il suo ragazzo, adesso!”
“Bisogna vedere per quanto!” Disse Lucius coprendo le sue parole con dei falsi colpi di tosse.
“Cosa hai detto?”
“Non ho detto nulla!”
“Senti, io voglio che tu la smetti di provarci con lui!”

“Hei, ma se sei così sicuro della tua storia con Sev, non dovresti parlare così! Invece, sei arrivato al punto di venire qui a tentare di minacciarmi, vuol dire che hai paura. Le cose non vanno proprio bene, vero? Cosa c’è? Non ti fidi del tuo Severus? È normale, visto che non riesce nemmeno a confidarsi con te, vero?”

“Io mi fido di lui! E so che presto riuscirà ad aprirsi! Ho il sospetto che abbia sofferto molto nella sua vita, ma anche se lui non si fida ancora di me, io mi fido di lui! È di te che non mi fido! In fondo sei un Serpeverde!”

“Anche Sev lo è.”
“Probabilmente solo per caso...”
“Sì... Serpeverde per caso e Grifondoro per avventura... non farti sentire da lui, è un consiglio!”
“Umpf!”
“Il fatto è, Black, che se veramente Severus ti amasse, non c’è nulla che potrei fare o dire per convincerlo a lasciarti, non credi?”

“Ok... io HO PAURA, capito? Sono terrotizzato all’idea di perdere Severus! Io e lui abbiamo un passato a dir poco burrascoso, ed io... la mia più grande paura è che lui prima o poi si renda conto che non lo merito, capito?”

“Ah ah ah! E tu saresti un Grifondoro?” Rise Lucius.
“Che vorresti dire?” Si scaldò Sirius, diventando rosso di rabbia. Lucius poi rispose con tono serissimo.
“Se il primo a pensare di non essere degno di Severus, sei tu... come pretendi che possa pensarlo lui?”

Terminata la frase, i due si fermarono. Erano infatti arrivati alla loro destinazione, in cima alla torre di Astronomia.

“Siamo arrivati. –notò Lucius- hai altro da dirmi?”
“No... credo di no.”

Disse Sirius, ed il fatto di essere arrivati a destinazione, ma non avere più nulla da dire era alquanto imbarazzante. Lucius però non ci fece caso, sorrise malignamente, e semplicemente si voltò per andarsene, ma poco prima di riscendere il primo gradino, si voltò di nuovo, e disse più serio di quanto Sirius lo avesse mai visto

“Non credere che io mi diverta a smontarti così, Black, non ci trovo davvero nessun gusto. Ma, sai... se ti avessi visto agire con più polso, allora, probabilmente vi avrei lasciato provare senza intromettermi. Ma non è proprio il caso. Tu sei il classico tipo che vuole ciò che non può ottenere, ed anche io ho paura! Ho paura che se Severus riuscisse a lasciarsi andare con te, poi tu lo scaricheresti, annoiato.”

“Non è così!” Ribattè sicuro il Grifondoro.

“Sì che lo è! Tu sei come tutti quelli che passano la vita a correre, corri cercando sempre ciò che non potrai ottenere, corri così tanto, che non ti accorgi nemmeno che ciò che già hai sarebbe sufficiente per essere felice una vita intera! Severus non è come te. Lui è una persona ferma nei suoi ideali e rapporti, ha bisogno di stabilità, soprattutto. Guarda dentro di te, e dimmi che non è vero! Io non voglio che tu spezzi Severus! Perchè è quello che farai! E stai pur certo che farò qualsiasi cosa in mio potere per farvi lasciare! Dovessi arrivare ad ammazzarti...”

Concluse il biondo, e poi fece la sua involontariamente trionfale uscita di scena. Sirius non rispose nulla. Lo lasciò andare, ed appoggiandosi al muro dietro di lui, lo guardava allontanarsi, riflettendo sulle sue parole, e ripensando a ciò che gli aveva detto Remus un mesetto prima... I tuoi sentimenti? Sirius... secondo me ti attira solo perchè lo reputi irragiungibile!

Calciò una colonna, e tentando poi di sopportare il dolore come un vero macho, cominciò anche lui a ridiscendere le scale...

 

SALA GRANDE, Giovedì 15 Ottobre, ore 07:30.

 

“E poi tu farai la mossa numero quattro quella che ti ho insegnato io...”
“Sì...”
“Poi naturalmente qualcuno cercherà di prenderti in contropiede, ma...”
“Sì...”
“Tu fregatene e vai dritto alla porta...”
“Sì...”
“Lancerai all’anello di destra, mi raccomando!”
“Sì...”
“Ho notato che il portiere di Grifondoro tende a buttarsi sempre a sinistra quando è nervoso...”
“Sì...”
“E di certo la tua manovra lo renderà nervosissimo!”
“Sì...”
“Bene... allora hai capito tutto?”

“Mh? Oh, Nott! Stavi dicendo qualcosa...?”
“Ma Lestrange!!! Come puoi fare dello spirito proprio oggi che affrontiamo Grifondoro, eh?!”
“Ma dai, Theodore!! Mi ripeti sempre le stesse cose da una settimana!! Lo so!!”
“Lo spero bene... ah, a proposito, se Black cerca di caricarti...”
“Lo evito e basta, lo so... perchè lui spesso e volentieri cerca di farsi fare fallo!”
“Bene... Piton, tu...”
“Mi fiondo dietro al boccino appena lo vedo, e corro come un fulmine finchè non lo acchiappo... tutto chiaro!”
“Perfetto!”
“Ha detto ‘perfetto’, o ‘prefetto’?” Esclamò Avery.
“Oh, Avery! Tu, invece...”
“Maledetto me e quando parlo, mortacci mia!”
“Tu devi tenere gli occhi appiccicati al bolide, e appena ce l’hai sottomano...”
“Lo invito a ballare un tango.” Disse imitanto per un secondo il movimento di qualcuno che ballasse.
“Esatto, il tan... MA NO!!! Lo mandi contro un qualsiasi giocatore Grifondoro! Possibilmente, Potter!”
“Ma è scorretto!” Si lamentò Piton.
“Questo è perchè Nott fino ad ora me lo ha sempre detto in privato! Ma che razza di Serpeverde sei!”
“Se le regole esistono ci sarà un motivo, no?!”
“Per essere infrante!”
“Avery, sei incredibile!”
“Zitto, Avery! Non innervosire Piton, sennò se poi gli tremasse la mano non potrebbe afferrare il boccino in tempo!”
“Ma Nott! Mica sono così delicato!”
“Infatti no, di più! Come la mettiamo con quella volta che ti ho rimpoverato e tu non sei riuscito a trattenere il boccino?”
“Quello era perchè il freddo mi aveva intorpidito le dita!”
“Mh... –riflettè Lucius- ma se non sbaglio tu soffri poco il freddo!”
“Oh, sta zitto, Lu!”
“Se è così, mi raccomando oggi fai molti esercizi con le dita, aumenta la circolazione!”
“Nott, un’altra parola, e ti defenestro!”
“Ok, ok... Non parlo più... mangiate però sennò non sarete in forze!”
“Grrrrrrrrrr...”
“Vabenevabenevabene... basta... però non siate nervosi mi raccomando!”
“Nott... qui l’unico nervoso sei tu!” Esclamò Lestrange.

Severus si voltò a guardare il ragazzo, che gli sorrise timidamente. Ancora non avevano fatto pace per le accuse che Lestrange gli aveva mosso due giorni prima in Sala Grande davanti a tutti i loro compagni.

Severus non contraccambiò il sorriso, ma piuttosto voltò il viso dall’altra parte, completamente indifferente. Il sorriso morì lentamente sulle labbra del ragazzo, che rosso in viso, abbassò lo sguardo. Fortunatamente Nott era troppo nervoso per accorgersene sennò li avrebbe costretti a stringersi la mano. La loro rivalità non faceva bene in campo...

La campanella della prima lezione suonò, e così tutti si alzarono dai loro posti, e si diressero verso la loro prima lezione. La partita sarebbe cominciata dopo le prime due ore... che quella mattina erano due ore di Pozioni. Oggi avrebbero conosciuto il loro nuovo insegnante... nonappena il sesto anno di Serpeverde varcò la soglia dell’aula di pozioni, videro il professore... un uomo basso ed a dir poco grasso, con un sorriso a trentadue denti stampato sulla faccia.

“Bene, ragazzi! Prendete pure posto, coraggio!”

Esclamò, come se qualcuno si fosse davvero preso la briga di restare in piedi per lui...

“Il mio nome, ragazzi, è professor Horace Lumacorno, e sarò il vostro nuovo insegnante di pozioni! Nonchè capo della Casa di Serpeverde!”
“Che gioia!!” Esclamò Avery, fingendo di sorridere anche lui come un matto.
“Dunque... ora farò l’appello...  dunque...

“Avery!”
“Assente!”
“Oh, oh oh! Ma pensa un po’! Tuo padre lavora al ministero, giusto?”
“Sì...” rispose il ragazzo di malavoglia.
“Sì... siamo stati compagni di classe ai nostri tempi! Ho sempre saputo che avrebbe fatto strada...!”
“Già... –mormorò- sulla via del vaffanculo ne ha fatta parecchia...”

“Dunque... Bellatrix Black, Narcissa Black, e Sirius Black! Wow, quanti Black, nella nostra classe! La vostra famiglia è molto famosa! Che alto lignaggio abbiamo, nella nostra classe!”
“Può dirlo forte professore, anche se non tutti i Black sono uguali!” Esclamò Bella, lanciando uno sguardo a suo cugino.
“Via, via, signorina, non sono discorsi da tenere in una classe!”
“Ma se ha cominciato lei!”
“E come ho cominciato finisco anche...”
“Ma... ma...”

“Bucci!”
“Eccomi qui!”
“Conosco anche tua madre, ragazzo! Una grande donna! Cosa fa ora? Lavora ancora in teatro?”
“Sì, professore! Sarà protagonista nel musical ‘Un babbano per amico’!”
“Ooh! Sembra molto interessante!”
“Sarò felice di procurarle i biglietti, professore!”
“Magnifico, davvero!! Ora andiamo avanti!”
“Lecchino...” mormorò Avery rivolto al Grifondoro.

“Gertay!”
“Presente!”
“Un momento... Gertay... ma certo! Tua madre è una rappresentante del ministero!”
“Ehm... sì...”
“Ma non essere timida, ragazza mia! O non diventerai certo importante come tua madre! Dunque, poi...

“Karthuraan!”
“Presente!”
“Oh, ma che bella ragazza! Ma tuo fratello non gioca al Quidditch nella squadra Belga?”
“Indovinato, professore!”
“Ah ah ah! Avessi dieci anni in meno, ragazza mia... anche io giocherei al Quidditch, ma non sono mai stato portato...”
“Sono sicura che ha molte altre qualità, però!”
“Cara! Quanto sei gentile! Ora andiamo avanti...

“Kobra!”

Il silenzio più assoluto.

“Ehm... non c’è Kobra?”
“Sinceramente, professore, Kobra è tre metri sotto terra, ora!” Esclamò Bella a denti stretti.
“Oh... scusate non ricordavo che fosse il vostro compagno... beh, andiamo avanti.

Hei!! Brutto ciccione, sono presente, capito? Pre-sen-te!!!

Esclamò una voce dal nulla che fece sobbalzare i due vampiri nella classe, e Severus esclamò in un sussurro

“Kobra! Che ci fai qui?! Era parecchio che... credevo fossi asceso finalmente...”
No, ancora no... solo che ogni tanto mi smarrisco, e per questo non mi vedi...
“Smarrisci? Che vuol dire?”
“Che si addormenta!” Rispose scontroso
il biondo.

“Lestrange!”
“Presente!”
“Bene, bene! Un altro membro di una bella e nobile famiglia, vedo!”
“Grazie, professore...”
“Dunque, poi...”

“Ti addormenti? Nel senso?”
Nel senso che per un po’ sparisco, e mi trovo in una dimensione dove non c’è nulla...
“Mi dispiace...”
“A me per niente!”
Non devi dispiacerti, è... confortante.
“Riecco che mi ignorano!”

“Lupin!”
“Presente!”
“Mmmh.. se non sbaglio i tuoi lavorano al San Mungo, vero?”
“Hei, ma li conosce tutti questo!”

Bisbigliò ancora Avery tra sè, mentre i due vampiri cercavano di parlare con Kobra senza farsi notare.

Ehm... non è che disturbo? Magari torno più tardi...
“No, non tornare per niente!” Rispose Lucius.
“Non dargli retta, Kobra... volevi dirci qualcosa?”

“Malfoy!!”
“Eh? Chi è?!” La classe scoppiò a ridere.
“L’appello, signor Malfoy...”
“Ah, sì! Salve signor Appello!”

Di nuovo tutti risero, compreso Lumacorno che gli disse

 

“Ah... birichino che sei! Sto facendo l’appello! Dovresti rispondere ‘presente’!”

“Oh, già! È vero! Presente!”
“Signor Malfoy... suo padre si era candidato a Ministro della Magia, se non sbaglio!”
“Ehm... credo di sì...”
“Crede di sì...! Ah ah! Ho conosciuto i suoi, sa? Ad un ricevimento... ma è strano, sa, la ricordavo sedicenne già allora...!”
“Ehm... prof, ma ha bevuto?”
“Ah ah! Caro ragazzo, certamente no! Mi sarò sbagliato... forse era un tuo parente che ti somigliava... andiamo avanti..

Beh... insomma, il fatto è che non sono proprio rimasto sempre ad Hogwarts, da quando sono morto...
“Aah... Merlino, perchè non hai continuato così...?”
Ho fatto vari giri per Hogsmeade, e non indovinerete mai cosa ho visto!
“Che cosa?”
Il professor Trebonius! Anche lui è diventato uno spirito. E poi c’erano altri, ma loro si ignorano... credevo vi interessasse...
“Se ci interessa!” esclamò Severus, ammutolendo poco dopo, quando alcuni ragazzi si voltarono a guardarlo, incuriositi.
“Ehm... –bisbigliò Lucius a Severus- credi che sia la maschera a bloccare l’ascensione degli spiriti?”
“Penso proprio di sì, Lu... dobbiamo parlarne a qualcuno...”

“Minus!”
“Presente!!”
“Minus! I tuoi invece, hanno un negozio in Diagon Alley, ricordo benissimo! Le persone più gentili del mondo, davvero!” gli sorrise il professore.
“...”
 Sirius e James ridacchiarono tra loro.

“A qualcuno? Intendi a Moody?”
“A Moody? Ma sei pazzo!! Io intendevo parlarne con Silente!”
“Ma se lo diciamo a Moody probabilmente potremmo aiutare le indagini! Parleremo con gli spiriti per lui!”
Sì, è una buona idea, gli potete fare da tramite!
“Non se ne parla! Io conosco Moody, e non volgio averci a che fare!”

“Mircea!”
“Eccomi!”
“Mmh... sei parente di Mircea Eliade?”
“Beh... è mia zia, signore!”
“Oh, ho letto quasi tutti i suoi libri! Un vero talento storico, quella donna!”
“Grazie, signore! Anche a me piace molto la storia!”
“Mooolto bene! Sono sicuro che farai strada, proprio come la cara Eliade! Bene, ora...

Beh, Sev... pensandoci bene, stavolta Capitan Perossido ha ragione... se veramente non ci si potesse fidare di Moody Silente non gli avrebbe certo permesso di alloggiare qui a scuola, a contatto con gli studenti, no?
“Silente non lo conosce come me! Silente è suo amico, noi no!”
“Sev, ora stai facendo un tantino il viziato...” Azzardò Lucius.
“Beh, allora ne parlerò con mio padre! Lui sta visionando il caso, sarà lo stesso!”
“Ah, è così! Tu non sopporti Moody e non gli parli, io non posso vedere tuo padre, e invece va bene?”
Severus in questo modo metterai tuo padre in una situazione imbarazzante quando dovrà spiegare chi gli ha rivelato certe informazioni...

“Noah!”
“Eccomi... presente!”
“Ehm... non mi sembra di conoscere membri della tua famiglia...”
“I miei sono babbani, signore.”
“Capisco, andiamo avanti...

“Piton!”
“Presente!” Rispose Severus innervosito.
“Signor Piton , la sua è una famiglia interessantissima! Suo padre è un consulente stretto del Ministro, giusto?”
“Sì, è esatto...”
“Oh, molto bene! E si occupa anche della supervisione della squadra auror! Un uomo molto importante, davvero!”
“Già...”

Ed anche il tuo secondo padre! Frequentavamo Hogwarts tutti insieme, sai? Oh, era un ragazzo così straordinario! Ogni cosa che faceva gli riusciva sempre bene al primo tentativo! E già da allora si vedeva benissimo quanto Tobias fosse innamorato di lui! Peccato che abbia trovato una fine talmente orribile... mi dispiace tantissimo, davvero!”

 

“L... l’altro mio padre? Ma di sche sta parlando?”

“Di Charisius, naturalmente! Certo, non che la tua attuale madre non sia una gran donna, anzi... ma... beh, andiamo avanti!

 

“Che minchia ha detto?!” Chiese Lucius poco gentilmente, bisbigliando a Severus.

“Non ne ho idea, io ho sempre avuto solo un padre ed una madre! Si sarà confuso con qualcun altro!”

 

“Probabile, visto che ne ha nominati così tanti! Ma insomma, per quest’altro problema, che vogliamo fare? È stata tua l’idea di parlarne!” Lo interrogò ancora Lucius mentre l’appello proseguiva.

“Potter!”
“Presentissimo!”
“Potter, eh! Il figlio di due degli auror più tosti del ministero!”
“Già! Veramente due tosti...!” Lo accondiscese James.
“Mi si dice anche che sei un asso nel Quidditch!”
“Questo è vero! Sono un cercatore!”
“Oh! Un ruolo molto complicato! Bravissimo! Hai già vinto molte coppe, vero, Potter?
“Qualcuna...” Fece il modesto.
“Bene, bene! Ora, vediamo...

“Che vuoi fare? Se vuoi parlare con Moody vacci tu, io più lontano gli sto, meglio è per me!”
Ma facendo così gli dimostri solamente che ha ragione! Pensaci, lui è convinto che sei un mostro! Gli darai ragione, così!
“Ehm.. ma... oh, insomma! Mettiamo che accetto di parlare con Moody...”
“Anche perchè non è che hai molta altra scelta...”
“Voi davvero credete che Moody mi crederà?!”
Silente lo convincerà a fidarsi, non ti dovrai preoccupare!

“Rosier!”
“Presente!”
“Anche tu giochi molto bene al Quidditch! Beh, certo con un padre ministro delle attività sportive...”
“In effetti lui ci ha sempre tenuto molto a farmi giocare...”
“E fa bene! Potresti avere un futuro, sai?”
“Mi piacerebbe molto... anche se il mio sogno sarebbe diventare un Trasfigurante...”
“Beh, il futuro è il tuo, caro! Ed infine...”

“Allora facciamo così... –propose Lucius- andiamo da Silente e gli diciamo, poi lui convincerà Moody! No?”
Allora, non sei così vuoto in quella testa allagata di perossido! Complimenti!
“Eh eh eh! Grazie... per una volta hai ragione!”
Allora, Sev? Che farai?
“Va bene... –si arrese il moro- faremo come dite voi...”
“Perfetto!!”
“Hai detto ‘perfetto, o ‘prefetto’...?” Borbottò Severus.
Non posso crederci, ti sei convertito anche tu!!
“No, no! Io... è l’abitudine di sentire voi, giuro!”

“Zabini!”
“Presente!”
“Zabini, un altro prefetto! Che bello, che bello! Sospetto che questo sarà un anno a dir poco straordinario con voi!!”
“Ehm... già.”
“Una grande famiglia la tua, Zabini, davvero! Siete tutti molto dotati! Bene, ora passiamo a voi!

“Oggi, per conoscerci meglio vi darò da distillare per me una pozioncina facile facile...”

Inevitabilmente quella lezione terminò, finalmente aggiungerei... fra complimenti, spiegazioni, e chiacchiere inutili del nuovo professore. Naturalmente, appena fuori dall’aula, li stava aspettando Theodore Nott, che lanciata un’occhiataccia ai Grifondoro, si fionda immediatamente su Lucius, Severus, e Rodolphus.

“Ragazzi, finalmente! Avanti, che è quasi ora!”
“Nott, lo sappiamo e di certo non ci saremmo persi anche se non fossi venuto a prenderci!”
“Sì, lo so, ma sapete... lungo la strada pensavo di ripassare un po’ gli schemi...”
“Nott, sono giorni che ci assilli, li sappiamo a memoria!”
“Non scaldarti, Sev...” Si scusò Nott, poi Lestrange si intromise nella conversazione.
“Sennò poi ti innervosisci e non prendi il boccino!”

Il moretto gli lanciò uno sguardo truce dei suoi, che sembrò volerlo polverizzare, ma poi lo ignorò completamente. Il povero Rodolphus non potè fare altro che abbassare lo sguardo, mortificato. Forse specialmente dato che erano in lite, fare un commento simile non era stata una mossa granchè saggia. Specie considerando che Severus aveva fatto salti mortali ultimamente per dimostrare di non essere il perdente che tutti credono nel Quidditch.

“Comunque... ora è meglio andare. ”

Detto questo si incamminarono verso il campo di Quidditch, prima di entrare negli spogliatoi però, Severus fu tarttenuto per il collo della maglietta, e trascinato indietro come un gatto preso per la collottola. Si sentì sbattere la schiena contro il muro

“Severus, devo parlarti.”
“Lestrange, lasciami! Non mi va di parlare con te!”
“Lo so, ma... sono giorni che non mi parli... mi dispiace per lo spettacolo pietoso che ho dato...”
“Lo spero bene!”
“Ehm... per favore metti da parte l’ironia per un minuto! Ti sto chiedendo scusa!”
“Ed a me non interessa!”
“Sev, ti prego...”
“Non chiamarmi Sev!”
“Ma io...”
“Lestrange, tu hai aperto bocca una volta di troppo! Mi hai dato dell’assassino con tutto che sono anche sospettato! Avresti potuto mettermi in guai veramente seri, te ne rendi conto?!”
“Io sul momento non ci ho pensato, davvero...”
“Perchè hai due formiche nel cervello!”

Il ragazzo emise un sospiro esasperato, e dopo aver alzato gli occhi al cielo per un secondo, tornò a fissare il moretto negli occhi, poi disse serio

“Severus, ascolta bene... tu mi conosci da anni e sai che ho il sangue caldo. Non sempre ragiono su quello che dico.”
“Un’altra brutta abitudine che dovresti toglierti.”
“Lo so... ho sbalgiato, ma ti sto chiedendo perdono. Io tengo a te... siamo sempre andati daccordo, no?”
“Tu tieni a me solo perchè tieni troppo al giudizio degli altri!”
“Per me non è un difetto, questo! E poi è diverso con te!”
“Perchè sennò chi ti farebbe copiare in pozioni, giusto?”
“Sbagliato!! Sei davvero ottuso, sai?!”
“Ottuso io?! Come ti permetti?! Lascia stare, lasciami andare che è tardi!!”
“Aspetta ancora un po’! Voglio chiarire!! Il maledetto Quidditch aspetterà!”
“Ma sei diventato scemo??”
“Sì!! Voglio sapere perchè non vuoi perdonarmi!”
“Perchè più lascio correre con te e più diventi peggio! Ogni anno mi fai almeno una sfuriata! Hai rotto, Lestrange!”
“Io... dai, ti prometto che non lo farò più. Giuro. Questa è l’ultima volta.”
“Sai che non è così! Non cambi mai! Accumuli e accumuli, e poi esplodi col primo che passa! Basta!”
“Sev, per favore...”
“No! Lasciami andare!”

Così dicendo, cercò di andarsene, ma il ragazzo, davanti a lui sbattè entrambe le braccia al muro, circondandolo per non farlo scappare, aveva l’espressione indurita dalla rabbia e da qualcos’altro.

“Non fare il bambino!! Ti Prego, Sev... io non posso stare litigato con te...”
“Sei pazzo?! Lestrange mi stai facendo paura, abbassa quelle braccia, ora!!”
“Dimmi che mi perdoni!”
“Va bene, ti perdono, sei contento? Ora lasciami!”
“Non eri convinto...”
“Lestrange, sei pazzo! Ok, ascolta... ora andiamo, ne riparliamo dopo la partita, ok?”

Il ragazzo sembrò indeciso, poi guardò ancora Severus negli occhi, ed annuì.

“Ce l’hai davvero tanto con me...?”
“L’importante non sono io, è che devi capire...”
“Ho capito, te lo giuro...”
“Andiamo?”

Il ragazzo annuì, poi abbassò il capo. Notando la sua improvvisa immobilità, Severus si abbassò anche lui, cercando i suoi occhi. Poi, bruscamente il ragazzo risollevò la testa, rischiando di colpire il vampiro. Si guardarono negli occhi un altro po’, Severus confuso, e Lestrange indeciso. Poi, all’improvviso il ragazzo sorrise, e scosse la testa lentamente, come a scartare un’idea balorda, poi chiusse gli occhi, e successe l’inaspettato: Lestrange baciò Severus.

Quando un secondo dopo, il ragazzo si staccò dalle labbra del vampiro, quest’ultimo assunse un’espressione molto inespressiva... lentamente alzò una mano fino a toccarsi le labbra, e poi..

“AAAAAAAAAAAAARGH!! MA SEI SCEMOOOOOOOOOOOOO!!!!!”
“Non gridare così, mi assordi...” Rispose il ragazzo come se nulla fosse.

THUMP! STOMP! THUMP! CRASH! THU-TUMP! STOMP! THUMP!!

“A…ahi… a…”
“Sei un maledetto, Lestrange!!!!!”
“Io... scherzavo, davvero...”
“Per amore della pace... farò finta che non sia successo niente... come se invece mi avesse morso un licantropo!”
“Scemo... se ti avesse morso un licantropo, saresti morto!”
“Lo so benissimo, e sarebbe stato comunque più piacevole!”
“Ti ha... davvero infastidito tanto...?”
“Certo, brutto idiota!!”

Il ragazzo ancora una volta abbassò lo sguardo, e vide Severus andare via come una furia, verso lo spogliatoio. Una volta da solo, tirò un forte calcio al muro, e lo seguì dentro.

“Molto bene, ragazzi di Hogwarts, ha ora inizio la prima partita di Quidditch dell’anno!! Qui è la vostra telecronista, Bellatrix Black che vi parla!! In questo momento, certo starete maledicendo chiunque mi abbia affidato la telecronaca, ed ho il piacere di informarvi: fate bene! Sono tremendamente di parte... Serpeverde! Maledite tutti la McGranitt, yoo-hooooooo!!

Un fragoroso appaluso accompagnò l’occhiataccia che la professoressa Grifondoro lanciò alla ragazza, che imperterrita, continuò

Dunque... il tempo è nuvoloso, con sprazzi di Sole, fa abbastanza freddo, ma le condizioni di visibilità sono tuttavia buone. Ora vediamo madama Bumb recarsi al centro del campo, e dire naturalmente tutte quelle regole sulla partita pulita... ragazzi, spero vi siate lavati bene!!

Di nuovo risa ed applausi, mentre la McGranitt seduta vicino a lei pensava seriamente di toglierle il microfono, e darle una detenzione.

La palla viene lanciata in aria, e dopo una breve colluttazione, è il Grifondoro che ha la meglio!! Peccato...! La palla rimbalza di giocatore in giocatore man mano che si avvicinano alla porta Serpeverde, ma ecco che la perdono! Lestrange ha la palla! Vai Rod! Yu-huuu!! Lancia la palla di parecchi metri, e va nelle mani del capitano, Nott! Sì!! Nott evita una carica del Grifondoro Black! Ti è andata male, cuginetto, eh??

Ma ecco che Piton si lancia in picchiata verso terra! Avrà avvistato il boccino?? Potter subito dietro di lui! E... torna su! Falso allarme! Piton lo stava solo prendendo in giro! Potete vederlo in una delle sue rare esplosioni di risa! Ditemi un po’ ragazze, non è bellissimo?? Un grande Yu-huuuuuu per il bellissimo sorriso di Piton!!

Un grandissimo coro di ‘yu-huuuu’ seguì per davvero quell’esclamazione, e Bella scoppiò a ridere, dicendo poi in tono serio

Chi mi darà un galeone più tardi gli darò il numero di camino di Sev! Ma torniamo alla pluffa prima che la McGranitt mi getti di sotto... è ancora nelle mani di Serpeverde, fortunatamente! Interrompete immediatamente il coro di ‘booh’, per favore! Di nuovo Nott ha la palla, la passa a Rosier, che la ridà a Lestrange, che la ripassa a Nott, che la passa a... ma no! Era una finta!! Nott ha segnato!! 10 punti al Serpeverde!! Fatemi una hola, gente!!

La palla è di nuovo in campo, e i due cercatori si stanno aggirando come due aime in pena, cercando il boccino! Un consiglio per Potter, se lo acchiappi, rivenditelo, e comprati un paio di lenti più umane quattrocchia assurda!!

Ma ecco che il Grifondoro ha la palla! Malfoy respinge un bolide, e lo spedisce dritto dritto contro Black di Grifondoro! Black però lo respinge ancora, ma ecco che Avery lo intercetta, impedendo al bolide di colpire in pieno Piton! Sembra una partita a tennis più che al Quidditch! Cercatevi un lavoro di giorno, ragazzi!! Ma ecco che il Grifonpor... cioè il capitano di Grifondoro segna! Peccato, davvero! Hei! Siate meno rumorosi nelle vostre esplosioi di grida festose!!

Eeh... gioventù bruciata! Ecco però che Potter si fionda verso il palco Corvonero! Starà correndo dietro al boccino? Piton si fionda dietro di lui, ma... no, all’improvviso ha deviato, e stavolta è Potter a rincorrere lui! ha smascherato la finta di Potter e sta inseguendo il vero boccino!!! Fila come un fulmine!! Oh! Grifondoro ha segnato ancora, vediamo Nott imprecare contro Rosier! Dai Nott, calmati, e assisti alla corsa dei cercatori, ho l’impresione che la partita si stia chiudendo!

Ma... hei! Vediamo ora il capitano di Grifondoro tagliare la strada a Piton , che è costretto ad alzarsi bruscamente di quota per evitare l’impatto! Potter intanto continua! No! Si ferma! Non riesce a vedere il boccino! Ma dai, Potter! Piton lo vedeva a occhio nudo, e tu con quei cannocchiali ti perdi?? Ah ah ah! Un applauso di incoraggiamento a Potter!! Facciamo così, Quattrocchia... se prendi il boccino ti dò la coppa, se no ti dò in culo va bene?!

La McGranitt sembrò diventare pallida per un momento, facendo per togliere il microfono dalle mani della ragazza, che però evitò le ranfate dell’insegnante, e continuò indisturbata la sua telecronaca. 

Anche Piton però ha perso il boccino! Fortunatamente, però Nott non ha seguito il mio consiglio, e ha continuato a giocare! Inutile comunque, Grifondoro segna ancora! Che disdetta! Hei! Credevo di essere stata chiara riguardo le grida! Hei, tu! Primino con quel cappello! Dopo facciamo i conti!!

Di nuovo palla in gioco! Vediamo intanto Piton che bestemmia in turco contro il Grifondoro che aveva rischiato di provocare uno scontro!  Potter si unisce alla lite, e ride come un matto, battendo amichevolmente la mano sulla schiena di Piton! Giù le mani dal Serpeverde, quattrocchia volante!! Sennò contro il mio malocchio in volo non basterà nemmeno la tua solita grattatina di coglioni! Infatti ora Piton si scrolla di dosso la mano offensiva, e bestemmia anche contro Potter, ma... attenti al boli... falso allarme, Lucius lo ha respinto!! Vai, continua così, tesorinooooooo!!

I tre litiganti si separano, dunque! E mentre i cercatori continuano ad aggirarsi per il campo, ed il Grifondoro segna... ma no!! Quella mezza sega del portiere Serpeverde l’ha parata!! Evvai, sei er mejo, Parkinson!! Oh oh oh! Potter si è evidentemente reso conto ch ePiton ci vede meglio, ed ha deciso di passare la partita alle sue costole! Però, è davvero sexy Piton con la tuta attillata, vero? Forza, alzi la mano chi ha una cotta per lui!! Ma dai!!! Se le braccia fossero bandiere sarebbe festa nazionale! Vai, Sev! Scegli in mezzo al mazzo!!

No!! Piton ha rischiato di cadere dalla scopa, ma all’ultimo si è trattenuto... scusa non volevo imbarazzarti, pooovvero piccolo kuooore!! Eh eh eh! Ora Piton bestemmia contro di me, sembrerebbe! La pluffa intanto si sta facendo ancora il giro del campo tra le mani salde dei Serpeverde... ma ecco che Rosier la perde! Hei Evan, avevo detto ‘mani salde’ un secondo fa, eh?!

Ma non passa nemmeno un attimo che Nott la strappa via dalle mani del Grifondoro!! Yeah! Segna per un pelo! La pluffa sfiora le dita del portiere! O erano le dita che sfioravano la pluffa?? Frega niente, l’importante è che se non fate una hola adesso, vi maledirò con la mia macumba della pluffa!! Ah ah ah!! Dunque... siamo a 20 per Serpeverde, e 30 per Grifondoro!

Vediamo ora la pluffa tra le mani di Lestrange, che sembrerebbe non avere nessun intenzione di dar vita ad una ridicola rete di passaggi tra tutti i cacciatori di Serpeverde! Bravo, Rodolphus, evita tutti che è una bellezza!! Ops! La strada gli viene bloccata da un giocatore del Grifondoro di cui non ricordo il nome. Immediato il passaggio a Nott che cerca di tirare in porta! Ma non ha tirato in porta! Di nuovo una finta! Passa ancora una volta a Lestrange, che segna!! Siamo pari, ora!!

Potter improvvisamente si lancia verso il cielo! Piton lo segue!! All’improvviso, Potter rallenta, perdendo evidentemente di vista il boccino appena intravisto , ma... Piton non si ferma! Lui lo vede! Stavolta è Potter a seguirlo, smarrito. Il Grifondoro nel frattempo ha segnato!! 40 a 30 per Grifondoro! I due cercatori continuano a correre, mentre Avery respinge un bolide, che va dritto dritto contro il Grifondoro innominato... quello che sembra un cammello, insomma! Il ragazzo cade giù come un birillo!! La partita continua lo stesso! Hei, raga! The show must go on!!

Un momento! Piton ha teso il braccio davanti a sè! Forse lo... no! Evidentemente il mostro alato ha cambiato strada all’improvviso, ora i due cercatori vanno in picchiata! Potter è riuscito a superare Piton! Sono spariti, sotto gli spalti!! Beh, intanto vediamo gli altri giocatori! Ricordiamo che il Grifondoro ha un cacciatore in meno, ora! E naturalmente Serpeverde segna!!! Quindi, levatevi i guantini, mi raccomando, perchè quella vite di Nott meritava davvero un applauso!! I due cercatori sono usciti da sotto gli spalti! Un bolide tra l’altro li sta puntando! Oh oh! Non uno, addirittura tutti e due!

E pare che sia Avery che Malfoy non abbiano fatti in tempo a sentirlo che si sono precipitati verso di loro! Malfoy colpisce il bolide ragazzi, yeah!! Yes, yes, yes!! Avery continua a rincorrere il secondo bolide, e... NOOOOOOOOO!! Non lo colpisce con la mazza!! Se l’è preso dritto dritto! Ma miracolosamente, non è caduto dalla scopa, continua a giocare, col suo sorriso ebete di sempre! Vai, Avery! L’uomo d’acciaio!!

Di nuovo Serpeverde va a segno!! Siamo grandi, quest’anno, ragazzi!! Potter ora è spalla a spalla con Piton! Eddai, Sev, dagli un calcio, no!! Come non detto, stanno parlando, gli stupidi! Ah ah ah! Ma avete visto?? Mentre i cercatori parlavano, Black ha respinto un bolide davanti a lui, ma se n’è preso un altro dritto alla schiena! È caduto anche lui! Cugino mio adorato, spero che ti sei rotto l’osso del collo!

Hei! Sprint finale! Sev semina Potter, e tende il braccio!! Sì!!! Ha il boccino, ragazzi!!!!!! Abbiamo VINTO!!!!! VINTOOOOOO! VITTORIA DEL SERPEVERDE!!!!!

Così si concluse la partita Grifondoro-Serpeverde. Tutti i giocatori, chi delusi, chi festanti, si precipitarono giù, verso il terreno. A terra c’era già Sirius, che, con una spalla rotta, cercava a tutti i costi di non piangere. Vicino a lui atterrò Potter, chiedendogli immediatamente come si sentisse.

Anche Avery scese a terra, con un fortissimo dolore al braccio, dopo aver intercettato un bolide col suo corpo. Lui però rideva, pensando che ne fosse valsa la pena per proteggere Severus. Anche Severus atterrò un paio di metri da lui, ed appena con i piedi per terra, abbandonò la scopa a terra, e corse verso di lui, con espressione di mortale preoccupazione.

Avery sorrise, ed aprì bocca per dirgli che non era nulla, ma non fu necessario rassicurare il vampiro, specie pensando che lo aveva superato, per fiondarsi vero Black. Il sorriso morì sulle labbra del Serpeverde, mentre lo guardava parlare con Black, che gli sorrise, disse ‘non è niente’ e fu abbracciato come mai in vita sua da Severus.

Avery si sentì come se qualcuno gli avesse strappato il cuore e ci avesse ballato sopra il tip tap.

“Non prendertela.” Disse una voce alle sue spalle.
“Lucius... ma mi ha ignorato!”
“Ci ha sempre ignorato, Robert... possibile che ancora non ci sei abituato?” Disse anche la voce di Zabini, appena arrivato.
“Già... ma non fateci caso comunque, ragazzi. Presto si lasceranno.”

Gli sguardi dei due si posarono increduli su un Malfoy sorridente e soddisfatto.

 

HOGWARTS, SERRA DI ERBOLOGIA, Lunedì 13 Ottobre, ore 9:00

 

“Cosacosacosa? Così, Lestrange ti avrebbe baciato prima della partita, ieri?”

“Esatto, Lu...”

Il biondo continuò a fissarlo in maniera inespressiva, mentre il compagno era arrossito al ricordo del giorno prima. Anche lui continuava a guardare l’amico, preparandosi ad uno scatto d’ira come non se n’erano mai visti prima ad Hogwarts. Ma stranamente più i secondi passavano, più non accadeva nulla. Assolutamente nulla. Un assoluto nulla di nulla... finchè...

“Pfft... eh... ih... AH AH AH AH AH AH AH!!!”

“Ma… ed ora cosa fai, ridi?” Chiese il moro insospettito.

“Io...? No... pfffft... AH AH AH AH AH AH AH AAH!!!”

Continuò il vampiro, arrivando ad accasciarsi a terra tenendosi la pancia per il troppo ridere, rise così tanto, che dopo un po’ restò senza fiato, a boccheggiare, con le lacrime agli occhi.

“Cerca di non morirne... quando hai finito fammi un fischio...”

“Ah... ah... no, dai... basta... ti prego, non c-ce la faccio... p-più...! AH AH AH!! Uhhh...!”

“Almeno mi spieghi cos’hai da ridere, maledetto essere blasfemo che non sei altro??”

“Io...? Uuh...!! AH AH! Ed era per questo... che ieri eri... così strano?”

“Strano in che senso?”

“Che... ti vergoganvi di parlare... uh uh uh... con me...”

“Beh, credevo che ti saresti arrabbiato!!”

“AH AH AH AH AH AH AH AH AH!!!!! Non… non ci posso credere…! Davvero…! AH AH!!”

“Va bene, ridi pure... se non ti sei arrabbiato, tanto meglio...”

Lucius allora vide di calmarsi, si risollevò sulle gambe, e riprendendo a travasare la sua pianta carnivora, disse a Severus in tono un pochino sarcastico

“Non me la prendo per il semplice fatto... che Rodolphus è matto da legare.”

“Questo è poco ma sicuro...”

“E sai perchè?”

“Non mi è difficile immaginarlo... ma se hai qualche motivazione da aggiungere alle mie, prego.”

“Vedi, tutti ormai sanno, perfino io che sono nuovo, che a Lestrange piace Bella...”

“Aha. Però va in giro a dispensare baci come se nulla fosse...”

“Esatto... ed adesso pensa un attimino... chi ha i capelli neri, occhi neri, pelle bianca, e un corpicino niente male?”

“Bella...?”

“E tu, anche!”

“E con ciò?”

“Semplicemente gli ricordi lei! Credo sia in quella fase dove sta cercando di dimenticare Bella...”

“E cosa c’entro io in questa equazione??”

“C’entri perchè non può avere lei tutta per sè, e cerca qualcun altro, ma non potendo fare a meno di provare attrazione per qualcuno che comunque le somiglia... non so se mi spiego... è pazzo, insomma!”

“Ti sei spiegato, Lu... insomma, tu credi che dovrei passarci sopra?”

“Assolutamente no! Devi chiarire con lui, e spingerlo ancora verso Bella, o si fisserà con te, stavolta!”

“Eppure è strano, lui va al ballo con Bellatrix... perchè dovrebbe lasciarla perdere?”

“Forse perchè Bella ci sarebbe andata col primo che glielo avrebbe chiesto anche se non fosse stato lui?”

“Mmm... hai ragione, come ragionamento fila...”

“Sono contento di sentirtelo dire. E non devi pensare che io possa arrabbiarmi con te per cose simili, ok?”

“Va bene...”

“Immagino lo racconterai anche al tuo ragazzo...”

“Raccontarlo a...? Beh, non ci avevo pensato...”

“Strano che senti il bisogno di giustificarti con me e non col tuo ragazzo, non trovi?”

“Ehm... chiudiamola qui, ok?”

Il biondo non se l’aspettava quella frase odiosa buttata lì proprio in quel momento. Così, cambiò espressione in un secondo, e dopo aver acconsentito alla richiesta, si rifiondò sul suo lavoro ringhiando leggermente.

“Ah-ehm...” Arrivò una voce alle spalle dei due vampiri.

“Rodolphus! Hai già trapiantato?” chiese gioviale Lucius.

“Si... ma volevo parlare un... un attimo con...” Ma il ragazzo si interruppe, troppo timido per continuare.

“Hei, allora io vado a dare un’occhiata! Stai al mio posto per un po’?”

Lo incoraggiò il biondo, con un sorriso sgargiante, ignorando completamente Severus che continuava a mimargli il suo dissenso. Ma Rodolphus annuì, sollevato, e prese il posto del vampiro. Il moretto, allora concentrò immediatamente lo sguardo sul suo lavoro, ostentatamente ignorando il ragazzo al suo fianco.

“Ehm... Sev...”

“Già te lo dissi una volta... non chiamarmi ‘Sev’!”

“Ehm... ok... come vuoi, ma tutti ti chiamano Sev, sai?”

“Beh, tu non puoi!!”

“...”

“...”

“...”

“...”

“Ehm... per quanto riguarda ieri...”

“Non mi va di parlarne adesso...!”

“E allora quando?!”

“Perchè lo hai fatto??” esclamò, cambiando idea immediatamente.

“Beh... è che... ultimamente non so... è come se... non so come spiegartelo.”

“A parole tue, coraggio!”

“Ehm... ultimamente mi capita di pensarti spesso, e... ogni tanto quando stiamo vicini mi capita di avere questi pensieri strani...”

“Pensieri? Che pensieri hai su di me, razza di pervertito??”

“Non voglio mentirti, sono proprio quei pensieri lì... e... beh, però ho sbagliato a farlo così all’improvviso.”

“Sei incredibile, Lestrange...”

“Non cihamarmi ‘Lestrange’!”

“Va bene allora ti chiamerò ‘Ladro di baci’, ti va di più?”

“Mmm... si!”

 

THU-THUMP! CRASH!!

 

“SIGNOR MALFOY!!!!!”

“MA IO SONO QUI NON HO FATTO NULLA!!”

“Oh, scusi è l’abitudine... dicevo... SIGNOR LESTRANGE!!”

“SCUSI, PROF! È COLPA MIA!!!” gli rispose Rodolphus.

“CERCATE DI NON ROMPERE I VASI PER PIACERE!!”

“VA BENE!!” Fecero Lucius e Lestrange in coro.

“E PER L’AMOR DI MERLINO PERCHE’ STATE GRIDANDO??”

“Scusi...” Dissero ancora, ma più tranquillamente.

 

“Stavo dicendo... ehm... ah, sì! Di quei pensieri...”

“Che io non voglio conoscere affatto!!”

“Peccato, sono interessanti...”

“Sparisci immediatamente!!”

“Anche ora sto sognando ad occhi aperti, sai?”

 

THUMP!! STOMP!!

 

“Aah... almeno non mi hai rotto un vaso sulla testa, stavolta...”

“Solo per non far esplodere le vene sul collo della professoressa Sprite...”

“Spero che sei sempre così violento, sai...?”

“Cos...?”

Disse il moretto, confuso. Ma poi illuminazione lo colse, e cercò di picchiarlo ancora, solo che stavolta il ragazzo gli afferrò i polsi, e lo baciò di sorpresa, così... davanti a tutti. Nella serra echeggiarono ancora una volta le grasse risa irrefrenabili di Lucius.

Poi,  mentre il moretto si cimentava nel linciaggio di Lestrange, il vampiro con lo sguardo ispezionò la serra, e poco dopo trovò ciò che lo interessava. Si diresse verso il banco di Bellatrix e Narcissa. Bellatrix, stranamente, era assente.

“Hei, Cissa...”

“Lu... ehm... ciao. Posso fare qualcosa per te?”

“Sì, ma una cosa per volta... primo: dovè Bella?”

“L’ultima volta che l’ho vista, stava rincorrendo Nott... aveva un paio di forbici in mano.”

“Ehm... ok, tralasciamo... vuoi venire al ballo con me?”

Domandò poi il vampiro come se niente fosse. La ragazza, invece, voltò di scatto la testa verso di lui, dire che era stupita, era dire poco. Poi guardandolo sospettosa, disse

“Al ballo con te?”

“Proprio quello che ho detto!”

“Perchè me lo chiedi? Io non ti piaccio, e nemmeno tu piaci a me!”

“Beh, mettiamola così... tutti e due volevamo andare al ballo con Sev, e non arrossire, tanto lo sanno tutti, ormai! Lui è già impegnato e siamo stati scartati, quindi... tanto vale andare e divertirsi lo stesso, io penso! (dunque sono)”

“Beh... hai ragione, ma sai... –arrossì la ragazza- io pensavo... se lui vede che lo aspetto, forse un giorno...”

“Beh, ma è uguale se vieni con me! Lo sa benissimo che ci siamo arrangiati!”

“No, Lu, davvero, preferisco...” Ma il biondo la interruppe.

“È stato Sev a chiedermi di invitarti, si preoccupa che tu resti da sola.”

Narcissa allora, guardò di nuovo il biondo dritto negli occhi, ed anche se sul suo viso non trasparì la benchè minima emozione, dentro di se provò un gran gioia al pensiero che Severus si preoccupasse di lei. Così, sospirò e rispose.

 

“Al ballo con te... Bella mi ucciderà quando lo saprà!”

“Bella ha già un cavaliere. Vedrai che la faremo ragionare.”

“Beh... almeno sei meglio di quei buffoni che me l’hanno già chiesto...”

“Lo prenderò come un complimento...”

“Beh... allora... oh! A proposito, complimenti per la partita!”

“Ah ah ah! E complimenti a Bella per la telecronaca! Era stupenda!”

“Ah ah! Lo penso anch’io! Bella è davvero unica!”

“...”

“Cosa c’è?”

“Beh... sei una ragazza straordinaria, lo sai?”

“Oh? G-grazie... ma che vuoi dire?”

“Beh... credo che se un giorno Sev decidesse di fare un tentativo con te... io vi lascerei fare senza interferire.”

“Lo prenderò come un complimento.”

Disse la ragazza imitando la frase detta dal biondo poco prima, ma in realtà aveva capito cosa intendeva con quella frase stupida e che a  tratti poteva anche sembrare un po’ offensiva. Conosceva Lucius abbastanza da poterne cogliere l’intensità. Ed anche l’intensità del suo rapporto con Severus.

 

FINE DEL CAPITOLO

La canzone all’inizio del testo è ‘La ballata dell’amore cieco’ di Fabrizio de Andrè. Come al solito vi ringrazio tutti per avermi prestato la vostra attenzione fino a questo punto. Mi auguro che mi recensiate! Buona giornata a tutti!

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Capitolo 20
*** Il ballo di Halloween ***


Per Selvy: Se non fosse che l’oltretomba è così caldo in qeusto periodo

Per Selvy: Se non fosse che l’oltretomba è così caldo in qeusto periodo... ma torniamo a noi: riesco quasi ad immaginarti in una copia più giovane del signor Burns dei Simpson mentre dici “Sono miei!! Mwuahahahaha! Eccellente...”  Lo so, lo so... questo non è ciò che intendevi con “continua presto” ma sto facendo del mio meglio per non parlare dell’alquanto demoralizzante calo di recensori... comunque non fa nulla... bye bye! Alla prossima!

Per Gothika 85: Primo: adoro il tuo Nick! Secondo... grazie moltissimo per le tue recensioni! Spero continuerai a scrivermene! Sono felice che trovi bello il primo capitolo... pensavo fosse troppo dark e spaventasse gli avventori! La mamma di Piton e Lucius ringraziano per i complimenti e ricambiano ampiamente! No, no... Lucius è infantile ma non scemo... il ministero non lo troverebbe nemmeno se lui gli stesse rifacendo il verso alle spalle. Severus non è molto contento... prima gli dai del puccioso, e non lo sopporta, poi del pazzo furioso, peggio mi sento... comunque, che rimanga tra noi due, lo penso anch’io! Avery è fuori come uno zerbino, e fiero diesserlo. Posso vantarmi di averlo conosciuto, o almeno di conoscere uno identico a lui, ma per ragione di privacy non pubblicherò il suo nome. Grazie mille dei complimenti alla profezia. Sono molto orgogliosa di come mi è venuta. Ora un saluto, alla prossima!

 

Sento parole che lasciano segni nel cuore,
faccio canzoni racconto emozioni d’amore,
un giorno parlerò di te lo giuro,
di quanto male hai fatto a me, stasera,
occhi socchiusi che sembrano quasi indifesi
sulla tua faccia pulita al profumo di rosa

un giorno canterò di te, sicuro,
e ti ricorderai di me,

 Chi lascia non sta male fa spazio nel suo cuore
però sa come far morire a chi gli ha dato tanto amore e tante notti per sognare,
lo sai chi lascia ti fa male di notte non ti fa dormire
e non ti fa più innamorare per la paura di cadere in questa trappola del cuore ancora un’ altra volta..

Vado a buttare nel fuoco pensieri e parole
tanto lo so non potranno mai farti soffrire
non voglio scrivere di te... cattiva
tu non lo devi dire a me perchè

Chi lascia non sta male fa spazio nel suo cuore
però sa come far morire a chi gli ha dato tanto amore e tante notti per sognare,
lo sai chi lascia ti fa male di notte non ti fa dormire
e non ti fa più innamorare per la paura di cadere in questa trappola del cuore ancora un’ altra volta..no

Mi dici come posso fare
per evitare di annegare in questo mare di dolore

lo sai chi lascia ti fa male
e solo Dio ti può capire
soltanto lui mi può salvare
la vita mia non può finire
l’ultimo battito del cuore, per affetto per amore...

Non portarlo via con te.

 

CAPITOLO 21: IL BALLO DI HALLOWEEN

 

HOGWARTS, AULA DI DIVINAZIONE, Mercoledì 15 Ottobre.

 

“Yaaaaaawn......” Sbadigliò Lucius mentre l’instancabile vocina della Patroni biascicava allegramente senza sosta alcuna, rischiando di provocare un tanto terribile, quanto improvviso coma al vampiro. Probabilmente stava straparlando di qualcosa riguardo l’interpretazione dei sogni, ma non ne era sicuro...

“...per esempio la madre non è più la madre, ma sarebbe quindi la ‘vite madre’:  le parole hanno senso solo nel contesto ma il libro, traditore, non lo dice... quindi è fondamentale nelle vostre interpertazioni, farvi un’idea globale, per esempio... qual è il contesto? Cosa prendi per vero nel sogno? Chi parla? Ed anche se non pensiamo a niente, che tipo di domande fa questa persona?”

“Ma tu stai capendo qualcosa, almeno?” Chiese d’un tratto Bellatrix

“Io? Perchè, sta spiegando qualcosa? A me sembra solo un inutile blaterare...”

“Mmm... mi domando seriamente cosa diavolo mi ha preso quando ho scelto Divinazione!”

“Lo dici a tutte le lezioni, ma non ti ritiri mai...” Fece presente Lucuis alla sua compagna di tavolo.

“Perchè ritirarmi? Sarà pure uno strazio, ma sempre meglio che lavorare davvero!”

“Yaaaaawn...” Rispose Lucius sinceramente.

“Lu... stai di nuovo dorm...?”

 

Ma la voce della ragazza si spense prima di copletare il suo quesito, e nello stesso momento in cui le palpebre del biondo si abbassarono, questo cedette al sonno. Per qualche momento tutto era oscuro, Lucius quasi ebbe la sensazione di volare, sospeso nelle tenebre. Ma ben presto, si sentì cadere in basso, e si ritrovò ad osservare una scena, dall’alto. Riconosceva benissimo il Tre Manici di Scopa, ad Hogsmeade. Un po’ differente, c’erano per esempio decorazioni pasquali come uova di drago decorate, e rami d’ulivo sui tavoli.

Seduti da soli ad un tavolo, riconobbe Avery e Severus. L’amico aveva i capelli più sporchi ed arruffati che nel presente. Era evidentemente ancora mortale. Avery invece aveva i capelli più lunghi, e sul suo braccio destro non c’era il tatuaggio a forma di serpente che ricordava benissimo di avergli visto. Capì all’istante di trovarsi nel passato piuttosto che nel futuro.

 

“Tsk! Accidenti, Avery! Questa burrobirra è fredda!”

“Ma cos’hai al posto della lingua, tu? È bollente!”

BURP!!

“Che schifo, Avery!!!”

“Cosa?? Ma sei stato tu!!”

“Ah ah ah! Sì, come no!”

“Questa me la paghi, mi stanno guardando tutti!”

“Pssst! Forse non lo sai, ma non ti si fila nessuno!”

“Sì, a chiacchiera... ma perchè sussurri?”

“Volevo vedere se lo avresti fatto anche tu! Lo hai fatto!! Hei, sei stupido!”

“Grrrrr! Ma perchè ti sto sempre dietro, non lo so nemmeno io!”

“Perchè sei stupido! Ah ah ah!”

 

Dopo questa scena, immediatamente lo scenario cambiò, Lucius sentì ancora la sensazione di cadere per qualche secondo, e stavolta il paesaggio era molto più familiare... si trovò nella Sala Comune di Serpeverde, i personaggi restavano gli stessi, seduti vicino al fuoco. Doveva essere tardi, perchè non si vedeva quasi nessuno oltre a loro.

 

“Hei! Leggi un po’ la Gazzetta del Profeta!”

“Che dice?”

“Annunci lavorativi... cercasi uomo alto, bello, moro, intelligente. Umpf! E questi stanno a cerca me!!”

“Sì... perchè non ti hanno mai visto nè sentito parlare, può darsi...!”

“Grrrrrrr!!”

“Hei!! Non picchiarmi!!”

“Tu me le levi dalle mani!!!”

“Tu mi sa che non hai capito! Non mi devi toccare nemmeno con un fiore, sennò hai chiuso con me, chiaro?”

“Ma stavo scherzando!”

“Beh, io no! Impara!”

 

E dicendo così, Severus si alzò con aria stizzita, andando verso il dormitorio maschile. Di nuovo cambiò, dopo un altro paio di secondi in caduta libera nell’oscurità, si trovò sulla terrazza di Hogwarts. Non c’era traccia di Avery stavolta. Il suo compagno stava appoggiato alla ringhiera, parlando con Rosier del più e del meno. All’improvviso udì un rumore, e si voltò. Avery aprì la porta e vedendoli sorrise.

 

“Hei!! Cosa state facendo quassù a confabulare? E senza di me, poi!! Della serie- e si gettò tra loro per seperarli-  scusatemi se esisto!”

“Mh? Hei Evan, tu lo conosci, questo?”

“No, non mi sembra!” Ridacchiò Rosier, ma Severus parve restare serio.

“Ah ah ah! Spiritosi, davvero!” Si difese Avery.

“Ma che vuoi, sconosciuto! Sto drogato, ma vai via!!” Disse Severus spingendolo più lontano.

“Maledetta peste! Visto che sei un mago, fammela sta magia, sparisci!!”

“Ora dici così, ma il giorno che sparirò davvero, poi ti dispiacerà di averlo detto!”

“Sì, sì! Credici...” Rispose l’altro sorridendo, ma con gli occhi dispiaciuti.

 

Di nuovo cambiò, stavolta riconobbe la classe di Trasfigurazione, con la McGranitt, sempre uguale, che osservava la classe scrivere un tema. Dopo poco Lucius riuscì ad intercettare il banco di Avery e Severus. I due evidentemente avevano già finito il compito e chiacchieravano tranquillamente. Avery con la testa appoggiata sul banco, comodamente accoccolato sulle sue braccia.

 

“Hei, Avery! Dammi il tuo diario, voglio scriverci qualcosa!”

“Mh? Va bene. Tieni.”

“...”

“Qualcosa di interessante?”

“Che è questa?”

“Una rosa!”

“Che bella! Ma è finta!”

“No, è vera. Basta raccoglierla e schiaccialra in mezzo alle pagie del diario. Dopo un po’ diventa così.”

“Che bella! E profuma, anche! Regalamela, ti prego!”

“Va bene.”

“Però scrivimici la dedica!”

“Dove, su una foglia?”

“No. Me la metti nel diario e mi scrivi una bella dedica. Ecco, tieni.”

“........”

“Qualcosa non va?”

“Davvero, non so cosa scriverti. Facciamo che te la scrivo quando mi viene in mente.”

“Ma dai, basta scarabocchiare qualche frase!”

“No! Per te voglio scrivere qualcosa di intelligente!”

“Ah... ho capito, non la leggerò mai.”

“Grrrrrrrrrrrrrr!”

“Ahio! T’ho detto di non picchiarmi! Mi hai fatto male!”

“Accidenti, quanto sei delicato!!”

“Delicato il cavolo! Brutto deficiente!”

“Sev! Stai sanguinando!”

“No, non è nulla, sono solo delicato!!!”

“Dai, scusami. Ti accompagno in infermeria!”

“No!! Niente infermeria!!”

“Ma Sev...!”

“T’ho detto di no!!”

Di nuovo il panorama cambiò senza il minimo preavviso, catapultandolo nella sala d’ingresso di Hogwarts. Guardandosi intorno vide, stavolta, solo Avery che consultava una pergamena un pochino stropicciata. Aveva l’aria un po’ afflitta, ed infatti sul retro del foglio vi era, tracciata in rosso, una misera “A”. D’improvviso, nel rumore degli studenti, qualcosa colpì la sua attenzione, e quando si voltò di lato, il suo viso si illuminò.

Severus era appena entrato in scena varcando il portone, ma aveva l’aria sciupata e stanca. Sembrava appena tornato da un lungo, stancante viaggio, il che era probabilmente vero dato il baule che si trascinava dietro un po’ a fatica. Era magrissimo, e sembrava stupito di trovarsi in mezzo a tanta gente, gli occhi grandissimi nel suo visettino smagrito.

Il primo istinto di Lucius fu quello di correre a prendergli il baule per aiutarlo. Sembrava così fuori posto e spaurito! Ma il biondo fece appena un passo, e si rese conto che anche volendo non avrebbe potuto interagire con quei personaggi del passato. D’un tratto rivide Avery, che lo attraversò correndo incontro al moretto, sembrava volesse abbracciarlo ma all’ultimo momento ci ripensò, e prese lui il pesante baule, cominciando a trasportarlo. E mentre questo avveniva, i due dicevano

 

“Non posso crederci...! Sei proprio tu!!”

“Oh...? Ciao, Avery.”

“Dicevano che non saresti più tornato a Hogwarts!”

“Lo pensavo anche io, ma alla fine eccomi qua.”

“Perchè ti eri ritirato?”

“Beh... nulla di preoccupante. Sai com’è.”

“Se non me lo dici, non lo so!”

“Dai, Avery, accompagnami al dormitorio, sono stanco...”

 

 

Di nuovo lo scenario cambiò, i personaggi restarono sempre gli stessi. Si trovavano ora seduti ad un tavolo fuori da un locale che non riconosceva. Evidentemente erano le loro vacanze estive, tutti indossavano vestiti leggeri. C’erano altri con loro... Rodolphus Lestrange, Bellatrix, Narcissa, e Theodore Nott. Dai loro discorsi capì che l’azione si svolgeva l’anno prima, dopo i GUFO.

 

“Hei com’erano i tuo voti del GUFO, Sev?” Chiese curioso Lestrange.

“Mh? Vediamo ho preso tutte E, tranne in Erbologia ed Astronomia che mi hanno dato O, e poi CCM, mi ha dato A...”

“Una E in Trasfigurazioni! Però, tutta quella pratica sui Grifondoro ti ha fatto bene!!”

“Mmh... io ho preso E solo in Divinazione, O in Incantesimi, DADA, e Trasfigurazione, e uno stuolo di A... invece Astronomia e Rune mi hanno bocciato. Uffa!” Si lamentò Bellatrix, sbuffando rumorosamente.

“Ma se tu non studi mai che pretendi!”

“E tu, Avery?”

“Lasciamo perdere...” Disse semplicemente il ragazzo, con aria cupa.

“No, dai...” Lo incoraggiò Nott.

“Sono quasi tutte O, E in incantesimi, A in Aritmanzia, e l’hanno bocciato in Storia della Magia, Rune, e Astronomia, che tra l’altro sono tutte materie inutili! Avery, perchè ti vergogni a dirlo?! Non sei andato male per niente!” Lo rimbeccò Severus, irritato dal suo atteggiamento infantile.

“Non sputtanarmi, Sev! Non sono un secchione come te.”

“Umpf! Sei un maledetto! Se avessi io i tuoi voti!” Si lamentò Nott, guardando Avery accigliato.

“Tu sei un’altro, Nott! Sempre a pensare al Quidditch!!” Esclamò Severus, rimproverando anche lui.

“Se tu avessi qualcos’altro, oltre ai tuoi libri, vedi che anche tu studieresti di meno!”

 

Improvvisamente tacquero tutti, evidentemente la battuta di Nott era un pochino fuori luogo, e tutti sembravano aver improvvisamete esaurito gli argomenti di cui parlare. Il primo a rompere il silenzio, fu Avery, che provò a rompere il ghiaccio con una battuta.

 

“Hei! Parlate, ma che è?! Il silenzio degli innocenti?!”

“No, è il silenzio dei Rinali...” Rispose Severus, e gli altri risero.

 

Lucius in quel momento si svegliò al suono della campana, e per fortuna stavolta la professoressa Patroni non si era accorta del suo pisolino. Ultimamente aveva spesso di queste visioni, del passato di Severus. C’era qualcosa che doveva capire? Cos’era? Finora aveva solo intuito che in passato Severus aveva rischiato di abbandonare Hogwarts per sempre, ma perchè? Forse riguardava dei problemi di salute, ma non ne era certo. In fretta radunò tutte le sue cose, le rimise nella borsa, e sparì verso l’aula di Aritmanzia, da dove Severus stava uscendo, probabilmente proprio in quel momento.

 

HOGWARTS, DORMITORIO DI SERPEVERDE, Giovedì 31 Ottobre, ore 20:15

 

“Insomma, Sev!! Ormai è ora, anzi siamo addirittura in ritardo!!” Gridò Lucius verso la porta del bagno.

“...”

Tutto tacque sul fronte WC. Non udendo la benchè minima risposta o fruscio che sia uno, il biondo si alzò dalla pila di libri su cui era seduto, ed andando verso la porta chiusa, vi appoggiò l’orecchio. Un brullo nulla di nulla. Allora, un po’ preoccupato, bussò con decisione, e disse al suo occupante, che ormai era dentro da ore...

 

“Sev? Faccio ancora in tempo a salvarti dall’annegamento, o ti sei ormai perso nei meandri della fossa biologica?”

“No... ehm... Lu, perchè non cominci ad andare tu, io ti raggiungo poi!”

“Cosacosacosa? Senti, marmocchio, esci IMMEDIATAMENTE da quel bagno, capito!”

“No!”

“E perchè??”

“Lu... sai, penso che non verrò stasera... effettivamente mi sento un po’ in imbarazzo con questo costume!”

“COSA?? Senti... se non esci da lì entro tre secondi, butto giù la porta!”

“Ah ah! Sarei curioso di vederti tentare!”

“Esci!”

“No!!”

“Smettila di fare il bambino! Non puoi essere più ridicolo di Avery!!”

“Consolante...” Rispose il moretto in tono tetro.

 

Poi, proprio mentre Lucius stava per minacciarlo di raccontare a tutti che lui dormiva col suo orsetto-cagnolino-quello-che-cavolo-era di peluche, Piccolo Cuore, fu interrotto da dei colpi brevi ma decisi alla porta. Decidendo di rimandare le minacce a più tardi, andò ad aprire. E si trovò davanti un Avery vestito in doppio petto, con un grosso orologio da taschino, e due pelose orecchie da coniglio bianco. Il biondo gli chiuse la porta in faccia prima ancora che potesse parlare.

 

“Oh, andiamo, Lu! Apri! E meno male che non hai visto ancora la mia coda batuffolosa!!”

 

Lo chiamò Avery, troppo duro da scacciare, o da offendere. Allora Lucius, sconsolato, alzò gli occhi al cielo, e si domandò come mai gliene stessero capitando tutte in una serata. Esaminò la sua situazione: Giù, ad aspettarlo vestita come una bambolina, c’era una bellissima ragazza che non amava. Il vampiro della sua vita aveva una crisi di panico chiuso nel bagno, e c’era un Bianconiglio con una ‘coda batuffolosa’ che bussava fuori dalla sua porta. Se glielo avessero anche solo accennato pochi mesi fa, non ci avrebbe creduto!

 

Tornà di nuovo la porta, ma stavolta trasse un respiro profondo e la aprì, lasciando entrare il ‘Bianconiglio batuffoloso’, che però secondo lui avevrebbe (tra i personaggi della favola per bambini a cui si era ispirato), avuto molte più attitudini col Cappellaio Matto... o magari se proprio voleva essere un animale, con lo Stregatto Astratto... ma forse aveva paura di essere ribattezzato ‘Sfigatto’ o qualcosa di simile... e mentre pensava a tutto ciò, il nuovo ospite parlò

 

“Ragazzi, che succede?? Tra qualche minuto si apriranno le porte della Sala Grande!! Ed io devo fare il discorso di apertura della festa!!”

“Severus non vuole uscire dal bagno!” Si giustificò Lucius.

“Davvero? No problem... fa così ogni anno.”

“Questo non mi aiuta, nè mi consola!”

“IO sono sempre riuscito a farlo uscire!”

“Grrrrr! Vuoi che ti faccia ingoiare quel batuffolo che tu chiami coda??”

“E tu vuoi che ti infilzi col tuo bastone da passeggio??”

“Veramente non ne ho uno!”

“A tutto c’è rimedio! Da cosa sei vestito?”

“Da nobile mago del settecento... ignorante!”

“Volevo vedere se lo sapevi tu! Comunque sbrigati, Cissa voleva tornare in camera, crede che le hai dato buca!”

“Ehm... ma Sev...”

“Ci penso io a Sev! Come ogni anno!” Si pavoneggiò il ragazzo.

 

Lucius emise un basso ringhio, e guardando Avery con sospetto, decise di agire come un adulto. Mentre si dirigeva verso l’uscita della stanza però, lo guardò con sguardo mortifero, e si raccomandò.

 

“Umpf!! Bada che se entro dieci minuti non siete giù, vengo a picchiarti!”

Avery gli sorrise beffardo e pomposo, ma nonappena il biondo chiuse la porta, quell’espressione cambiò nel giro di mezzo secondo, ed il ragazzo si precipitò verso il bagno, preoccupato, e bussando rumorosamente disse

 

“Sev?? Sei ancora dentro, o sei fuggito dalla presa d’aria come l’anno scorso?!”

“No... sono qui. L’idea di restare di nuovo incastrato in quel buco non mi andava molto.”

“Ah ah ah! Che serata quella, eh?”

“Tu ti divertisti come un matto alle mie spalle...!”

“Beh, per forza! Per riderti in faccia avrei dovuto arrampicarmi anch’io là dentro! Ma mi sono scusato tipo mille volte!”

“Ed io cosa ti ho risposto per mille volte?!”

“Ehm... ‘impiccati’, ‘datti fuoco’, ‘fanculizzati’, eccetera eccetera... dai, esci da lì, ora...” chiese dolcemente.

“No, Avery! Stavolta, no!”

“Almeno lasciami entrare, dai...”

“Ah ah! Non ci casco due volte! L’anno scorso ho aperto, e tu mi hai portato giù con la forza!”

“Quale forza? È bastato caricarti in spalla! Eh eh eh!”

“Sei stato insopportabile e prepotente!”

“Oh, andiamo, Sev! Fatti vedere! Ti dico io se sei ridicolo!”

“No!! Assolutamente, mi vergogno!”

“Ma dai! Ti ho visto in tutte le salse ormai! In pantaloncini, nudo, e perfino vestito da donna! Certamente reggerò anche questo, no?!”

 

Una pausa. Silenzio che Avery non si sognava nemmeno di rompere. Dopodichè, un click dalla porta, che poi si aprì lentamente. Il moretto fece prima capolino, e poi uscì, rosso in viso. Avery restò a bocca aperta. Vedendo la faccia dell’amico, immediatametne, il vampiro si mosse per chiudersi di nuovo dentro, ma Avery fu più veloce, bloccò la porta col piede, la aprì, ed afferrando l’amico per la vita lo ‘lanciò’ lontano dal bagno, chiuse la porta con un calcio, e vi si parò davanti, il tutto dicendo

 

“No, no, no, no!! Non ci pensare nemmeno!”

“Argh!! Avery!!”

“Fatti un po’ vedere...”

“Che vuoi vedere?? Sono ridicolo!!”

“Sei bellissimo...”

“Avery!!! Ma sei scemo o fai finta?? Guardami meglio!”

“Ti sto guardando...”

 

Disse Avery con un tono di voce mortalmente serio, sul suo viso nemmeno l’ombra di scherno, o ironia. Severus a quel comportamento da parte di Avery non seppe cosa rispondere, il silenzio era strano, quasi imbarazzato. Poi il moretto disse, sconsolato

 

“Ehm... io... non posso scendere così.”

“Puoi, e lo farai! O giuro che racconterò a tutti di quella volta che una giornalista babbana ci ha fermato in strada per intervistarci, e tu nonappena hai visto la telecamera, hai gridato ‘via!’ e sei fuggito a gambe levate lasciandoci tutti di stucco, piantati lì come degli idioti!”

“Ma sembravo un profugo!! Ero bruttissimo, non potevo certo farmi riprendere! Non sei molto gentile a minacciarmi così!”

“Lo so! Ma non cambia il fatto che scenderai che tu lo voglia o no! Dai, Sirius ha l’aria molto nervosa.”

“...”

“Su, infilati un paio di stivali, e andiamo!”

 

Nel frattempo, all’ingresso...

 

“Cissa!! Hei, dove stai andando?”

“Oh, Lucius... stavo tornando al dormitorio.. credevo non venissi più.” Ammise la ragazza.

“Sono arrivato, non preoccuparti.”

“E chi si preoccupa... per me era uguale.”

“Molto gentile...”

“Non intendevo esserlo.” Evidentemente la biondina era arrabbiata.

“Ehm... scusa per il ritardo.”

“Ve bene, non fa niente...” Si arrese poi sospirando.

“Sei bellissima, sai?”

“Ti ringrazio, ma so che lo dici solo per circostanza.”

“No, no! Sono sincero! Anche se non ti amo, però non sono cieco! Questo rosa confetto ti dona!”

“Se è così... anche io penso che stai benissimo. Questi discorsi da checca ti donano...” scherzò Narcissa.

“Eh eh eh! Carissima dopo dovrai assolutamente dirmi dove hai preso quelle scarpe, sono un amore!! Bella dov’è?”

“Bella è là a parlare con Rosier.”

“Come con Rosier? E Lestrange?”

“Non lo so, ma per quello che ho capito, si è pentito di aver invitato Bella...”

“Ma non mi dire...” Disse il biondo incuriosito.

“Ho sentito che diceva ‘se potessi tornare indietro, lo so io chi avrei dovuto invitare!’”

 

Concluse Narcissa, ridacchiando curiosa, perchè anche a lei, come a tutte le ragazze, piaceva spettegolare di tanto in tanto. Anche Lucius rise, ma al pensiero che sicuramente la poverina riderebbe molto di meno se sapesse a chi si riferiva Lestrange nel momento in cui ha pronunciato quella frase. Dall’altra parte dell’ingresso, intanto...

 

“Insomma, Felpato! Stai tranquillo! Anche la mia dama non è ancora arrivata, eppure mica sono nervoso!”

“Forse perchè la sua amica è venuta ad avvertirti del ritardo!! Sev invece non si vede proprio!!”

“Starà sicuramente per arrivare.”

“Umpf! Sono  pettinato?”

“Sì.”

“Il vestito come sta?”

“Sembra che te lo stiano stirando adosso di continuo.”

“E i denti?”

“Bianchissimi, sanissimi, drittissimi!”

“L’alito?”

“Pulito. Mmmh... quasi quasi ti bacio io, adesso!”

“Ma Ramoso! Più tardi, nell’intimità  della nostra stanza! Lo sai che sono timido!” Risero i due.

“Sempre che non sarai occupato con qualcun altro, tra un po’!”

“Magari... hei, il vestito ti sembra che mi stia bene? O mi sta male? Mi fa grasso? Il colore si intona?”

 

“Ma intonarsi a cosa?? Sirius, mi stai facendo venire il voltastomaco!” Sbottò infine Peter.

“E comunque... –aggiunse Remus- il tuo vestito è quasi uguale a quello di Malfoy, sai...?” disse indicando il biondo.

“COSA?? Ehm... morpho colore! Ecco qua.. così dovrebbe andare.” Dise Sirius contento del nuovo colore del suo vestito.

“Non starti a creare paranoie, Sirius! – lo consolò Remus- Sei perfetto.”

“Grazie mille, Remi. Sono contento che alla fine tu abbia accettato la mia storia.”

“Non l’ho mai fatto...!! Ti ho solo detto che stai bene!!”

 

Sbottò il licantropo, improvvisamente innervosito, e poi si allontanò dal gruppo come una furia, mormorando ‘idiota’ e ‘brutto rifardito’ tra sè. Si ritirò in direzione delle scale che portavano verso il dormitorio. Sirius ancora una volta non riuscì a capire come mai si fosse arrabbiato, stavolta. Non aveva fatto nulla!

 

“Ma che gli ha preso?? Maledetto, dovevamo chiamarlo ‘Lunatico’ altro che ‘Lunastorta’!!” Disse Sirius, e si allontanò anche lui.

“In effetti...-si domandò Minus- Lunastorta è strano!”

“Ma come, non lo sai?”

“Cosa?”

“Davvero non lo sai?”

“James... che cosa?”

“A Remus piace Sirius!!” Sorrise il Grifondoro a trentadue denti.

“Scherzi, vero...”

“Per niente!”

“Ma... se lo sapevi perchè hai spinto Sirius tra le braccia di Piton??”

“Allora non lo sapevo! Altrimenti non mi sognavo nemmeno di farlo!! Remus è stato discretissimo!”

“Merlino, povero Remus!! E adesso?!”

“Adesso aspettiamo che Piton lo scarichi. Il che avverrà stasera.”

“Come diavolo fai ad essere sempre così sicuro di tutto?!” Lo guardò attonito Peter

“Vorresti dire che tu dissenti, amico mio?”

“Dissento! Sirius è troppo innamorato per lasciare andare Piton!”

“No, non lo è!”

“Tu dicevi che lo era!”

“Secondo me, nel momento che lo sentirà davvero suo, si stuferà...”

“Di nuovo ti chiedo... allora perchè lo hai spinto tra le braccia di Piton?”

“Perchè se non se lo toglieva dalla testa non avrebbe potuto andare avanti!”

“Cioè, tu hai dato Piton in pasto a Sirius, dico bene?”

“Beh, in un certo senso... ma cerca di capire! Tu non tieni a Sirius? Avresti preferito vederlo sbavare dietro a Piton per sempre, o non è meglio che lo provi e lo dimentichi per poi poter andare avanti?!”

“Lasciare che ‘provi’ Piton? Lo hai preso per un vestito, per caso? O peggio...”

“Non dovrebbe importari così di un Serpeverde!”

“Non facevi questi discorsi con Sirius! James, quasi non ti riconosco! Come puoi volere che Sirius faccia una cosa del genere!”

“Beh... ma io...”

“No, aspetta. Non ho tempo. Vado dalla mia dama.” Disse bruscamente, e se ne andò senza nemmeno salutarlo.

 

In quel momento, Avery stava trascinando Severus lungo i corridoi di Hogwarts, fino alla Sala grande. Evitando o sopportando abilmente, dopo anni di esperienza, i suoi calci e pugni.

 

“Avery! Lasciami andare, daiii!”

“Ma insomma!! Credevo di averti convinto, invece... ahio!! Non mordere!! Cavolo che denti aguzzi, hai!”

“Ehm... scusami per il morso...”

“Fa niente! Non mi stupirei se fossi un vampiro! Dai, cammina con le tue gambe, Merlino predone del deserto!!”

“Non dirlo di nuovo, bestemmiatore che non sei altro!”

“Merlino carogna fetente, picchiatore della mafia!”

“Ahia! Avery, mi hai fatto male al didietro!”

“Ti ho sculacciato perchè tu hai infilato le unghie nella mia schiena!!”

“Ma Avery, tu... ehm... ah... eh...”

 

Cominciò a balbettare il vampiro, resosi conto che erano arrivati infine nell’ingresso, e che tutti li stavano osservando da tutti i fronti. Naturalmente, però, solo gli studenti del primo anno sembravano stupiti, perchè gli altri, dopo anni di balli di Halloween,  si erano abituati a vedere Avery che doveva caricarsi Piton in spalla per convincerlo a venire. Di nuovo Severus arrossì.

 

Sirius intravide allora i due Serpeverde, uno sulle spalle dell’altro, e non potè fare a meno di restare pietrificato, con la bocca spalancata. A smuoverlo, fu un James irritato, che gli colpì forte l’orecchio con un dito. Sirius allora si riprese, e con la mano controllò la sua tasca. Dentro c’era una piccola scatolina, con l’anello che quella sera avrebbe regalato a Severus. Si diresse verso il suo compagno.

 

“Sev...”

“Oh! Ehm... Sirius...”

“… … …” Il Grifondoro continuava a boccheggiare, senza trovare le parole adatte.

 

“Le parole che stai cercando sono per caso ‘sei bellissimo, questa porta è come l’Oriente, e tu sei il Sole, sorgi mio bellissimo Sole’?” Domandò ironico Avery.

 

“Cosa?” Chiesero in coro Severus e Sirius.

“Nulla... era Shackespeare... comunque ora vi saluto, devo preparare ancora il discorso...”

“Ancora??” Spalancò gli occhi Severus.

“Già. Eh eh eh!”

“Vedo che sei un tipo molto previdente!” Rise Sirius.

“Hei! Attento Grifondoro, noi non siamo così amici...” Lo fulminò Avery per la tentata confidenza, e dopo aver messo giù Severus, se ne andò.

 

Sirius restò congelato per qualche attimo. Aveva semplicemente scherzato... si riscosse, fregandosene, e guardò Severus sorridendo. Aprì appena la bocca per fargli ancora qualche sincero complimento, ma non fece in tempo a dire nulla. Infatti una voce strascicata dalle loro spalle glielo impedì, dicendo

 

“Sev! E meno male che non volevi uscire! Sei un sogno!!” Si avvicinò anche Malfoy con Cissa.

“Tu... tu... tu andrai al ballo con mio cugino?” Chiese atona Narcissa.

“Sì, cara cugina! Perchè l’ho invitato prima io, ed ora sta con me!” La prese in giro Sirius.

“Sirius!!! Non trattare così Narcissa, brutto cafone!” Lo rimbeccò Severus.

“Come vuoi, tesoro!”

“Ah ah ah! Siete già ai nomignoli, vedo! Che cosa... romantica! Ah ah ah ah ah!!” Si sbellicò Lucius.

“Voi, invece... vedo che perossido chiama perossido! Ah ah ah ah!”

“Basta voi due, o giuro che vi affogherò nel vostro ‘sangue puro’!” Esclamò Severus mortalmente serio.

 

I due immediatamente tacquero, e poi, ognuno col suo compagno sottobraccio, si diressero verso l’ingresso della Sala Grande. Era bellissima, tutta decorata con zucche volanti, pipistrelli veri, ed i fantasmi che svolazzavano di qua e di là. Le quattro lunghe tavolate delle Case erano sparite, lasciando il posto a molti tavoli più piccoli, distribuiti in cerchio attorno a quella che era la ‘pista da ballo’.

Una volta che tutti furono dentro, e che si furono accomodati ai tavoli, Silente si alzò in piedi ed annunciò il loro compagno del sesto anno, Robert Avery, che era stato incaricato di fare un discorso di apertura della festa. In verità, la scusa del discorso era la sua unica possibilità per partecipare al ballo da solo. Avery si alzò in piedi e si diresse davanti al tavolo degli inseganti, e voltato verso i suoi compagni di scuola, cominciò il suo discorso.

Nonappena il ragazzo tossì per schiarirsi la voce, la McGranitt fu percorsa da un orribile brivido premonitore, e pensò bene di prepararsi psicologicamente a ciò che sarebbe presto occorso, ed a svuotare la clessidra segnapunti di Serpeverde, e probabilmente anche ad appioppargli una detenzione di almeno dieci anni da scontare a rate, e probabilmente i suoi figli avrebbero dovuto continuare a pagare questa punizione...

 

“Salve, Hogwarts! –cominciò Avery, che senza discorso scritto tra le mani, stava chiaramente improvvisando.- Io sono Robert Avery di Serpeverde, anche se qualcuno di voi mi conosce come il ‘bestemmiatore folle’! Ho sedici anni, e sono single! –disse, strizzando l’occhio a tutti i presenti- dunque... sono qui adesso, perchè vi volevo dire solo una cosa... voletevi bene, cari figlioli... cari fratelli, anche se di Case diverse, amatevi... voletevi bene, perchè siamo tutti figli di... ehm... di Merlino!”

 

Esclamò. Ed anche se i ragazzi cercavano di non ridere, la sala fu chiaramente percorsa da risoline soffocate. Il discorso continuava, ma visto che i ragazzi si erano contenuti nelle loro manifestazioni di divertimento, Avery, offeso, decise di dare al suo discorso una tonalità un po’ più accesa.

 

“A disgraziati rottinculi, ve volevo dì solo na’ cosa!! Oh, regà non dovete litigà, pe’ davero!! Dovete pensà solo una cosa: viva la figa, che Merlino la benedica!!”

 

Immediatametne Avery sentì provenire dalle sue spalle un certo movimento, come di una sedia che strusciava sul pavimento di pietra, allora capì al volo che era la professoressa di Trasfigurazione che si era ‘elegantemente’ alzata come una furia per raggiungerlo e fermarlo. Così, prima di essere linciato dalla McGranitt davanti a tutta la scuola, concluse con un semplice

 

“Bene! Che la benedizione di Merlino cane onnivoro discenda su di voi e con voi rimanga sempre!! ‘Amon’!!”

 

E poi se la diede a gambe levate, inseguito dalla sua insegante preferita. Silente stesso faticò a trattenere le risate, ed alzatosi in piedi, più per distrarre i ragazzi dalla ‘grande fuga’ di Avery che altro, esclamò:

 

“Che la festa abbia inizio!!”

 

Immediatamente le due tavolate del buffet si riempirono di mille cose buone, e la sala fu invasa dalla musica. Naturalmente, il primo ballo era un walzer, introdotto dai prefetti di tutte le case. Fortunatamente un certo Grifondoro si era accordato almeno una settimana prima con il suo compagno Serpeverde su chi avrebbe dovuto condurre il ballo, ed aveva ottenuto, seppur con un occhio nero ed una costola rotta, di essere lui, perchè era ‘più alto’.

 

Appena un minuto dopo, tutti gli altri cominciarono ad affollare la pista. Ed alle nove in punto, la scena era la seguente:

Potter, vestito da uomo ragno, con tanto di calzamaglia rossa e blu ricca di scuri motivi di ragnatele, era riuscito dopo giorni e giorni di lacrime, sudore e sangue, a portare con sè al ballo Lily Evans, che per l’occasione si era vestita da fatina dei boschi, ma sembrava piuttosto a disagio col suo Spider-Cavaliere.

Zabini, invece, vestito da Jack lo squartatore, era accomapagnato da Ami Parkinson, una ragazza di due anni più piccola di lui, purtroppo vestita da zombie con tanto di finto sangue sul vestito bianco. Anche Zabini era piuttosto a disagio.

Avery era il bianconiglio radicale libero, che inseguito dalla McGranitt, saltellava di qua e di là, anche se la professoressa  non era proprio credibile come Alice. Infine però decise di fermarsi ad aspettarla, per paura che potesse  venirle un colpo apoplettico correndo così tanto... si voltò, ma non la vide dietro di sè. Con aria confusa si voltò ancora, e fece giusto in tempo a vederla volare verso di lui. L’insegnante si era infatti lanciata per afferrarlo, e quando vi riuscì, si misero a wrestlare sul pavimento.

Bellatrix, vestita da sposa vampira, osservò la scena e scoppiò a ridere. Si voltò a controllare che Rodolphus stesse ridendo con lei, ma era serissimo. La poverina infatti, era dall’inizio di quella serataccia, che cercava in tutti i modi di attirare l’attenzione di Lestrange, vestito da soldato ussaro, ma che era, invece, determinato ad ignorarla, e passare la serata il più lontano possibile dalla pista da ballo.

Lucius e Narcissa intanto, vestiti uno da cavaliere, l’altra da dama del tardo settecento, volteggiavano leggiadri come farfalle sulla pista, ridendo amichevolmente insieme di qualche battuta. Entrambi erano biondi, bellissimi ed eleganti. Erano uno spettacolo, e dovunque passavano danzando, i loro compagni si fermavano qualche attimo a guardarli, rapiti.

E poi c’era il ragazzo più felice della pista, Sirius. Anche lui vestito da cavaliere del tardo settecento, contentissimo di tenere tra le braccia un Severus con indosso un bellissimo costume nero, di cui però proprio non sapeva cosa rappresentasse... ma si vergognava di chiederglielo. Ed in fondo, vedendolo così bello, decise che non gliene fregava poi tanto...

 

Le danze andavano avanti. Ma dopo appena una decina di minuti...

 

“Sirius mi sono stancato, non mi va più di ballare.”

“Già sei stanco??”

“Sì! Sono stanco! Andiamo a sederci!”

“Dai, restiamo ancora un po’...”

 

Lo implorò il ragazzo, affondando poi la testa nella curva del suo collo, e respirando il suo buon profumo. Gesto però, che contribuì ad innervosire non poco il vampiro, anche se non tanto per l’atto in sè (che già riteneva sfrontato di suo) ma soprattutto per l’essere stato contraddetto, quindi si ribellò, spinse via il maleducato Grifondoro, e disse

 

“Se vuoi restare, resta, io vado a bere qualcosa!”

 

E detto questo, si precipitò fuori dall’area adibita a ‘pista da ballo’, intrufolandosi tra le coppie per separarle. Abitudine inconsciamente conservata dai suoi tempi di ‘radicale libero’. Si fermò con le orecchie fumanti davanti al tavolo del buffet, e per smaltire la rabbia si versò qualcosa da bere.

 

“Sev! Già stanco? Eh, sono finiti i tempi in cui ballavamo per ore e poi andavamo via separando coppie al nostro passaggio!”

“Avery... no, è che mi sentivo un po’ in imbarazzo.”

“La verità è che ti stai facendo vecchio...” Disse appoggiandosi di schiena al tavolo, e mettendosi le mani in tasca.

“Che vuoi farci... ormai l’età si fa sentire su queste povere ossa...”

“Perchè saresti imbarazzato? Con me non lo eri mai!”

“Perchè noi due non stavamo insieme, Avery.”

“Ah... capisco. Allora se stessimo insieme non balleresti più con me?”

 

Severus lo guardò, attonito, mettendo in imbarazzo il povero Serpeverde accanto a lui. Il povero Avery non resistette un secondo al suo sguardo, ed abbassò gli occhi: improvvisamente i suoi guanti da Bianconiglio erano diventati molto interessanti. Poi una buffa smorfia si dipinse sul viso del vampiro. Qualche secondo dopo, disse con l’aria di qualcuno che si sforza a ricordare qualcosa

 

“È strano... non so immaginarmi imbarazzato con te...”

“Ah ah ah! –rise Avery di gusto- Povero Sirius, che rogna che si è preso con te!!”

“Io una rogna?? Non è vero!”

“Ma se lo hai piantato come un salame in mezzo alla pista!”

“Umpf! Gli ho detto che non volevo più ballare e lui invece di dire ‘va bene, ti prendo da bere’, ha fatto storie!!”

“Oh mamma mia!! Merlino ci aiuti, che cos’ha fatto!!”

“Non scherzare... tu non lo hai mai fatto! Avrei dovuto venirci di nuovo con te, al ballo...”

“Davvero lo pensi? Non hai paura di restare single tutta la vita?”

“Per niente.”

“Non vorresti esserci andato con Lucius?”

“Ehm... con Lucius, dici...?”

“Dico, dico!”

“Non lo so... sono inquieto quando penso... ma lasciamo perdere, dai!”

“No, dai! Quando pensi a cosa?”

“Beh, come dire... oh, insomma! Chiudiamola qui, per favore!”

“Ok...” Acconsentì comprensivo, poi fece finta di guardarsi intorno, e disse distrattamente

 

“Beh... allora perchè non mi concedi un ballo? Uno solo in onore dei vecchi tempi!”

“Avery, parli come se fossero passati degli anni dall’ultima volta...”

“A me è sembrata un’eternità...”

 

Ammise il ragazzo, seriamente, per poi tacere. Il silenzio era carico di sottintesi che il vampiro evidentemente non riusciva mai a cogliere. Dopo il primo momento d’imbarazzo, però, Severus fece notare all’amico...

 

“Sei strano, stasera...”

“Chi lo sa, magari sarà una sera speciale. Forse avverrà addirittura qualche miracolo...”

“I miracoli sono per Natale, non per Halloween.”

“I miracoli sono per quando servono...” Lo contraddisse il ragazzo

“E comunque un miracolo saresti tu che smetti di bestemmiare per sempre...”

 

Avery esplose in una risata sincera, gettando indietro la testa. Poi guardò di nuovo l’amico, stavolta con aria più sicura, e gli disse in tono un tantino più velenoso del normale

 

“Il tuo cavaliere non ti è neanche venuto dietro, eh? Che perdente!”

“Non importa! Non è tenuto a farlo se non gli importa, no?”

“Effettivamente, no. Ma io sarei corso comunque, dietro a te.”

 

Severus gli sorrise. Nella sua mente immaginò di andarsene velocissimo dalla pista da ballo, separando una coppia al suo passaggio. Questi poi, borbottando si riunivano per essere poi ancora separati da un altro proiettile vagante, che era Avery che gli stava andando dietro. Molto frustrante per uno, e molto divertente per un altro! Poi rispose sempre col sorriso sulle labbra

 

“Lo faresti solo perchè hai paura che ti picchi...”

“Anche, ma soprattutto avrei paura di... di perderti.”

“Ehm... ti ringrazio, anch’io ti voglio bene.”

 

Rispose Severus, che come al solito non sapeva come interpretare le frasi ambigue dell’amico, e sceglieva sempre il significato sbagliato. Non riuscendo a decifrare quella frase infatti aveva pernsato “Mah, Avery è strano quindi probabilmente nella sua testa voleva dire ti voglio bene e invece gli è uscita quell’altra porcheria...” Avery, ormai non se la prendeva più di tanto. Quella sera sarebbe stato il più diretto possibile. Al diavolo tutti gli altri. Al diavolo tutti quei perdenti che non si facevano avanti! Lui non voleva più essere uno di loro!

 

“Allora... balliamo?”

“Certo...!” Sorrise Severus.

 

Avery contraccanbiò immediatamente, e mentre una canzone stava lentamente giungendo alla sua fine, il ragazzo strinse una mano del vampiro con la sua, e lo condusse in mezzo alla pista, naturalmente rompendo coppie al loro passaggio. Una volta circondato da persone, Avery strinse le braccia attorno alla vita dell’amico, mentre Severus le poggiò sulle sue spalle. Un’altra canzone cominciava in quel momento...

 

Oh, my love,

My darling,

I’ve hungered for your touch,

A long, Lonely time…

 

“Credevo veramente che non sarebbe successo mai più.”

“Che cosa?”

“Che non avremmo ballato mai più. Tu, ormai sei più ricercato di Lupin terzo...”

“Chi?”

“Un ladro.”

“Oh, capisco... un’altra dette tue favolette...”

 

And time goes by, so slowly,

And time can do so much…

Are you… still mine?

 

“Questi saranno i momenti che mi mancheranno di più, alla fine…”

“Merlino, Avery, sei ancora giovane per pensare a quando te ne ricorderai con nostalgia!!”

“Eppure ci penso di continuo. Forse il momento non è poi così lontano come credi tu.”

“Ma di che momento parli?? Avery, goditelo adesso il momento!”

 

I need your love, I need your love,

God, speed your love to me!

 

“Scusami se sono un po’ malinconico, stasera…”

“Avery... nessuno ti chiede di essere sempre quello che scherza. A tutti capita di sentirsi giù.”

“A volte è proprio quello che mi sento... un clown triste...”

 

Lonely rivers flow to the sea, to the sea,

To the open arms of the sea.

 

“E sarebbe?”

“Un clown, che nonostante sia triste, deve continuare a ridere per forza…”

“E perchè sarebbe triste, questo clown...?” gli chiese Severus in tono serio.

 

Lonely rivers sigh “wait for me, wait for me,

I’ll be coming home, wait for me!”

 

“Beh, se il clown fosse innamorato della donna barbuta, per esempio…”

Severus rise, e questo incoraggiò Avery ad andare avanti con la sua metafora...

“Però c’è già l’uomo proiettile...-il vampiro rise di nuovo- e poi, anche il mangiatore di spade, il domatore di bestie, insomma un sacco di gente va dietro a questa donna barbuta!!”

“Mmm... alla faccia della bellezza mediterranea!”

“Hei! Donna barbuta, sempre piaciuta!”

 

Oh my love, my darling,

I’ve hungered for your touch

A long, lonely time

 

“Comunque... perchè il clown non va dritto dalla donna barbuta per dirglielo, invece di piangere? Sarebbe più sensato!”

“Eh, no! Perchè tutti i suoi rivali in amore, sono anche la sua famiglia! La sua vita! Sono i suoi amici. Se lui tentasse una mossa sulla donna barbuta, inizierebbe una reazione a catena che farebbe sciogliere per sempre il circo. Allora il povero clown resterebbe per sempre solo.”

 

Concluse il ragazzo, e stringendo un po’ di più il vampiro, li fece girare entrambi su loro stessi. Severus sorrise alla mossa.

 

And time goes by so slowly,

And time can do so much,

Are you… still mine?

 

“Non sarebbe solo, invece! Ci sarebbe sempre la donna barbuta, con lui! Poi, se gli altri sono davvero amici sinceri, capiranno! Se si renderanno conto che magari la Donna è felice con lui...”

“Ma lei non lo sarà.” Rispose triste il ragazzo.

 

I need your love...

Oh, how I need your love,

God, speed your love…

To me!

 

“Come puoi dirlo a priori?”

“Perchè il clown conosce la sua donna barbuta da troppo, e sa che è inutile.”

“È da perdenti un ragionamento del genere, lo sai, vero?”

“Lo so... si vede che è proprio un codardo, questo clown.” Rispose cupo.

 

Lonely mountains gaze at the stars,

At the stars…

Waiting for the dawn of the day.

 

“Non mi piace vederti così.”

“Eh, figurati quanto piace a me...”

“Allora perchè non provi a sfidare la tua leggendaria sfiga una volta tanto...? Non può andare male come pensi.”

“Infatti può andare peggio...”

“Avery!! Andrà bene!”

“Sicuro?”

“Sì.”

“Beato te.”

 

All alone,

I gaze at the stars,

At the stars…

Dreaming of my love far away.

 

“Quanto tempo sarebbe che ti piace la ‘donna barbuta’?”

“Tre anni.”

“Accipicchia che solerzia!”

“Sei mai stato innamorato, Severus?”

 

Severus lo guardò stupito. Nella sua mente si affollarono in un istante tutti i ricordi del poco tempo trascorso con Lucius dal loro incontro. Li scacciò quasi subito, e tentò di pensare, piuttosto, a Sirius. Ma nulla, il suo viso gli sfuggiva, ed alla fine ricompariva imperterrito quello del suo compagno vampiro. Scosse la testa, ma non volle esprimere il suo disagio.

 

“Io... non lo so. Non credo. Forse sì, ma... dai chiudiamola qui, ok?”

“Ok...”

 

Oh, my love, my darling,

I’ve hungered for your touch

A long, lonely time…

 

“Com’è questa ‘donna barbuta’?”

 

“Beh, intanto è una finta donna… infatti è un ragazzo molto attraente. Ha gli ochi neri, così profondi e belli che spesso e volentieri riesco a perdermici dentro. Il corpicino niente male, e due mani in cui, come disse Shackespeare, ‘per secoli gli imperatori hanno sognato di essere cullati.’ Piccole, bianche, e snelle. Un sorriso tanto raro quanto prezioso, spesso malinconico, la sua bocca un ‘melodioso strumento’, che può dar vita a pensieri incredibili! Una lingua un po’ avvelenata dalla quale però assaggerei volentieri il più mortale dei veleni... mi getterei nel fuoco per lui, e pur di non vivere senza di lui.”

 

Il vampiro lo guardava con espressione che dire stupita era dire poco. Gli occhi erano diventati grandi come due palline ga golf, e la bocca spalancata. Avery avrebbe volentieri riso fino alle lacrime, ma il momento era troppo importante, e sentiva che se avesse aperto la bocca per ridere, avrebbe vomitato di certo. Che brutta idea sarebbe, rovinare il vestito di Severus a quel modo. Specie con gli sforzi fatti per poterlo pagare...

 

“Ehm... non per essere guastafeste, ma mi sembra che tu lo abbia idealizzato un po’ troppo...”

“Non è assolutamente vero.”

“Beh... non è che somigli molto a Zabini, sai?”

 

Stavolta, fu Avery ad assumere quella stessa espressione stupefatta. La sensazione di nausea e nervosismo sparì all’istante, sostituita da qualcos’altro: all’inizio stupore, poi disgusto, ed infine un’esplosione di umorismo, di quello pirandelliano chiamato anche, più confidenzialmente, ‘si ride per non piangere’. E subito dopo infatti scoppiò a ridere. Severus lo guardò con aria interrogativa, aspettando una spiegazione.

 

“No, dai... tu veramente... hai creduto DAVVERO che parlassi di Zabini??”

 

Severus annuì a metà fra lo spaesato ed il mortificato. Una buffa smorfia sul suo viso, davanti alla quale Avery rise con ancora più gusto, dopodichè si abbassò lentamente verso di lui, e depose un bacio leggerissimo vicino vicino alle labbra del vampiro. La musica si spense lentamente, mentre Avery scioglieva il loro abbraccio, e lentamente si allontanava da Severus, per poi sparire separando coppie al suo passaggio, lasciando l’amico pietrificato in mezzo alla pista.

 

“Così... non avevi voglia di ballare.”

 

Una voce sepolcrale lo distolse dal suo imbambolamento, Severus si voltò subito, incontrando lo sguardo di un Sirius nervoso ed arrabbiato. Nella sua mente volteggiavano solo le parole, Oh, no! Ora sono cavoli! Sirius gli indicò col pollice la direzione dell’uscita e sparì. Severus decise di seguirlo per ascoltare la sua predica. Se la sarebbe sbrogliata in un modo o nell’altro. Anche perchè lui non aveva fatto nulla!

 

POCO PIU’ TARDI, FUORI IN CORTILE:

 

“Insomma, tu mi stai accusando... di cosa, esattamente?”

“Oh, ma NIENTE!! Mi hai solo lasciato da solo, come un idiota per andare a ballare con un altro! Vedi? Non è NIENTE!”

“Hei, non provare nemmeno ad alzare la voce con me, rifardito di un Grifondoro!”

“Ah, ecco! Come al solito, ogni volta che ho qualcosa da dire rigiri la frittata e sei tu che te la prendi con me!”

“No, no, no! Non è assolutamente vero!!”

“Umpf! Sei egocentrico e prepotente! Ed anche orgoglioso oltre i limiti dell’immaginazione!”

“Questo avresti dovuto saperlo dall’inizio! Io ti avvertii mille volte su come sono, ma tu professasti di amarmi ugualmente!”

“E lo faccio! Ooh, maledizione! Finiscila una buona volta! Tu NON HAI sempre ragione! Stai facendo il bambino!”

“Hei, sei TU quello che voleva stare con me a tutti i costi, non il contrario, mio caro! E se io voglio ballare con un mio amico, sono liberissimo di farlo QUANDO VOGLIO! Chiaro?? Non ho bisogno del tuo permesso! Solo perchè sei ‘il mio ragazzo’ ora vorresti iniziare a comandarmi? Con la scusa della gelosia, certo!”

“Che cosa?? Ma tu hai almeno una vaga idea di come mi possa essere sentito io quando mi hai abbandonato?! O quando ti ho visto fra le braccia di un altro?! Ti rendi conto di quello che mi hai fatto?! Sinceramente... ma ci tieni almeno un po’ a me, tu? È vero, sono stato io a volermi mettere insieme a te, ma allora tu, perchè hai accettato, in nome di Merlino? Per gioco?! Allora sei proprio come tutti gli altri Serpeverde?! Avanti, dimmi, perchè ti sei messo con me??!”

 

“Beh, io... certo perchè tengo a te, che domande... ma non a costo delle mie amicizie, e non puoi rimproverarmelo, visto che tu la pensi allo stesso modo! Tu non sacrificheresti i tuoi amici se te lo chiedessi! Quindi non puoi assolutamente pretendere questo da me! Sarebbe troppo ipocrita!”

 

“Severus, io ho litigato con Remus per te! Lui litiga sempre con me, da quando stiamo insieme! Dovresti sentirlo, non la smette mai di dirmi che... beh, cose molto brutte! E poi, conta anche che io ti sono corso dietro per chiederti scusa, e ti ho trovato tra le braccia di un altro! Ma te ne rendi un po’ conto? Se tu fossi stato me, cosa avresti fatto?”

 

Severus ammutolì. Evidentemente quella domanda gli aveva dato da penasre. Si sforzò di immaginare la scena capovolta, in cui era lui quello abbandonato sulla pista, e Sirius quello tra le braccia di qualcun altro. La sua espressione si impensierì ancor più, mentre quella di Sirius si fece trionfante. I secondi passarono, ma il Grifondoro conosceva la risposta già in anticipo.

 

“Beh, io... ti avrei lasciato, sicuramente.”

“Se la pensi così, allora forse sarebbe davvero meglio chiuderla qui!”

 

Appena pronunciata questa frase, a Sirius venne da ridere, ma si trattenne per non sciupare la messinscena: non aveva nessuna intenzione di lasciare il moretto, ma sicuramente ora Severus si sarebbe spaventato, e gli avrebbe chiesto di ripensarci! Magari gli sarebbe anche corso incontro, e lo avrebbe pregato di darlgi un’altra possibilità. Gli avrebbe assicurato di avere capito il suo errore, e loro sarebbero tornati insieme più felici di prima, col giuramento del Serpeverde di non fare mai più una cosa del genere! 

Nel frattempo Severus ammutolì. Immediatamente provò a ripensare a tutti i momenti che aveva passato con Sirius, alle risate, le litigate per scherzo, gli scherzi, i baci... e stranamente, il pensiero che tutto possa finire, che non avrebbe mai potuto stare di nuovo col Grifondoro in quel modo, non gli faceva male come avrebbe dovuto. Tornò a guardare Sirius, che aveva un’espressione di sfida, e sembrava sforzarsi a trattenere un sorriso.

 

“Come vuoi, allora. È finita.”

 

Rispose il Serpeverde, e se ne andò senza dire un’altra parola, lasciando dietro di se piccole impronte candide sulla neve. Sirius, che lo stava guardando mentre si allontanava, non riuscì a muovere un muscolo, nè dire una parola. Lo schock era troppo forte: lui aveva solo voluto metterlo alla prova, e Severus... lo aveva lasciato davvero. Quella che riteneva una strategia vincente gli si era ritorta contro.

Improvvisamente il Grifondoro si rese conto che Severus se ne stava andando per sempre. Non riuscì nemmeno a gridare per riprenderselo. Lacrime bollenti cominciarono a colare sulle sue guance congelate. Era proprio un uomo da niente. Cercò di ricomporsi e poi, lentamente, seguì le orme del Serpeverde di nuovo dentro al castello, sembrava che qualcuno gli avesse strappato via l’anima. A metà strafa fu bloccato da voci arrabbiate provenienti da poco più lontano...

 

“STRONZO!!”

 

Sentì gridare una delle voci, e guardandosi intorno fece appena in tempo a vedere Avery cadere sgraziatamente nella neve, colpito nientemeno dal prefetto di Serpeverde, Johannes Zabini. E non passò un secondo che questo fu di nuovo addoso al buffone di Serpeverde. Gli afferrò il colletto del costume, e lo tirò su per poi gridargli in faccia, evidentemente su tutte le furie

 

“PER TUTTO QUESTO TEMPO, IO HO CREDUTO CHE TU FOSSI UN AMICO SINCERO!!”

 

E lo colpì ancora sul viso con quanta forza aveva in corpo, lasciandolo quindi cadere ancora per terra. Ma a Sirius qualcosa non suonava... non conosceva bene le abilità di Avrey non avendole mai sperimentate, ma sapeva che era molto abile sia a pugni che con gli incantesimi. Ricordava benissimo che alcuni ragazzi che lo conoscevado da prima della scuola, lo evitano ancora tutt’ora come la peste, e ne sono terrorizzati. Fece un altro passo avanti per osservare meglio la scena.

 

“INVECE TU MI HAI SOLO SEMPRE PRESO IN GIRO!!”

 

Concluse il prefetto, accentuando l’ultima parte della frase dando al suo evidentemente ex migliore amico, un potente calcio nei fianchi. L’altro, ancora a terra, tentava di riprendere fiato, ma ancora una volta sembrava non fare nemmeno il minimo sforzo per reagire... che gli piacesse davvero essere picchiato? Poi però si tirò sulle ginocchia, e disse deciso ma leggermente senza fiato

 

“Sono stato sincero stasera. Se non ti avessi detto io che ho baciato Severus, tu non lo avresti nemmeno saputo! Per la prima volta nella mia vita, ho avuto il coraggio delle mie azioni, e non me ne pento! Picchiami pure quanto ti pare... io non reagirò, ma poi ho chiuso il mio debito con te.”

“Di che debito parli?!”

“La mia scorrettezza. Hai solo stasera per sfogarti, dopodichè non avrò più riguardi per te quando si tratterà di Severus.”

“Io ti ho sempre confidato tutto, ho sempre avuto la massima fiducia in te, e tu mi tradisci in un modo così viscido!”

“Umpf! Io per anni ti sono stato a sentire, facendomi schifo da solo! È vero, ho mentito! Ma che altre possibilità avevo?”

“Per esempio avresti potuto dirmelo!”

 

“Dirtelo?! E con che faccia? Avanti, che possibilità mi avete lasciato voialtri? O voi o Severus, è sempre stato così!”

“Oh, certo, adesso quello ferito sei tu!”

“Non mettermi in bocca parole che non ho detto! E ti ripeto per l’ultima volta: sfogati finchè sei in tempo.”

 

Provocato dal sorriso beffardo di Avery, il prefetto gli afferrò ancora il collo del suo costume, ed alzò il pugno per colpirlo dritto sulla faccia. Ma all’ultimo momento si fermò col pugno alzato. L’altro non aveva neanche chiuso gli occhi in preparazione dell’impatto. Allora Zabini si rese conto di qualcosa: le sue labbra cominciarono a tremare, finchè non lo lasciò, scoppiando a ridere. Avery lo guardò come se gli fosse cresciuta un’altra testa.

 

“No... non mi userai per autopunirti, Avery. Io ho chiuso con te da oggi in poi. Buona fortuna con Severus.”

 

Disse, e lo lasciò andare. Gli lanciò un ultimo sguardo di disgusto, per poi voltarsi e ritornare in direzione del castello. Dopo pochi passi si fermò, come se avesse scordato qualcosa, e, senza nemmeno voltarsi a guardare l’ex amico ancora per terra, gli disse

 

“Pensare che se me lo avessi semplicemente detto ti avrei capito. Non mi hai mai dato nessuna fiducia, cosa che io invece ho sempre fatto con te! Questa è la cosa che fa più male di tutto il resto, non il fatto che ci hai provato con lui! Ci saremmo sfogati insieme, l’uno con l’altro! E magari ci saremmo incoraggiati a vicenda! Invece ora mi sto domandando... con chi ho realmente avuto a che fare per tutti questi anni.”

 

E questa fu la conclusione di quel siparietto insulso... certo che vedere il Bianconiglio e Jack lo Squartatore fare a pugni era uno spettacolo non da poco. Pensò Sirius che, inosservato, guardò Avery piangere silenziosamente, e poi rialzarsi, per andare a fare un giro solitario nel parco. Anche lui levò le tende, per tornare al castello, ma una volta nel suo dormitorio si rese conto di non essere solo. Non si era ricordato che Remus non aveva partecipato alla festa.

 

“Sirius...? Beh, cosa è successo?”

“L’ho lasciato.”

“COSA?!”

 

L’espressione di Remus era impagabile: gli occhi quasi quasi gli uscivano dalle orbite, e la bocca si era spalancata. Probabilmente Sirius avrebbe riso, se non fosse stato per il dolore lancinante che provava nel petto al ricordo ancora vivido della serata... eh già, si sarebbe rotolato per terra dalle risate! Si sarebbe proprio sbellicato!

 

“Cosa è successo là fuori, Sirius?”

 

Chiese la voce consolatoria di Remus, e nonostante Sirius avesse cercato in tutti i modi di trattenersi dal piangere, a sentire quelle parole e quel tono uscire proprio dalle labbra dell’amico che lo aveva sempre criticato, non riuscì più a frenare le lacrime, che iniziarono quindi a scendere copiose sul suo viso arrossato. Abbracciò l’amico con tutte le sue forze, ed il licantropo non potè fare altro che ricambiare.

 

Tempo più tardi, Sirius aveva gettato via l’anello che avrebbe voluto regalare a Severus, e troppo stanco per piangere oltre, si infilò il pigiama, e seduto sul letto, era calmo a sufficienza da riuscire a parlare. Sfortunatamente tutto ciò che uscì dalla sua bocca erano luoghi comuni ai quali si poteva rispondere solamente con altri luoghi comuni.

 

“Ma dove ho sbagliato?” Chiese più a se stesso che a Remus, seduto di fronte a lui.

“La colpa non è tua. Te lo avevo detto, Sirius che era tutta una tua illusione, il ‘vostro amore’...”

“Remus...? Ma è... così facile per gli altri lasciare qualcuno?”

“Se uno è confuso come Severus, forse non si accorge di quanto fa male agli altri il suo comportamento.”

 

Gli rispose il licantropo, senza ombra di ironia nella sua voce, anche se alla fine le sue parole si erano infine rivelate esatte, cercava di non farlo pesare troppo all’amico. Quanta pena provava per Sirius, in quel momento, anche se a questo punto ormai sapeva che Felpato non si sarebbe mai accorto di lui, non poteva fare a meno di avere il cuore a pezzi nel vederlo soffrire in quel modo.

 

“Ma per te è una vera fortuna, ora lo hai capito, e sei di nuovo single!” Esclamò il ragazzo, cercando di tirarlo su.

“Stai scherzando?! Credi che è così facile per me! Come potrei cercare qualcun’altro?! Proprio adesso, poi!”

 

Esclamò il Grifondoro, alzando lo sguardo, scandalizzato dalla proposta. Subito dopo, però, tornò a poggiare la testa sulle ginocchia, preferendo di gran lunga autocommiserarsi piuttosto che litigare con Remus. Il licantropo allora tentò di svegliarlo, e il modo più veloce per far innervosire Sirius, erano sempre state le critiche.

 

“Questo non è certo amore! Per me si chiama solo possesso! Se lo amassi veramente saresti stato più comprensivo!”

“Istinto di possesso...”

 

Riflettè Sirius ad alta voce. E allora il licantropo si rese conto di quanto fosse profondamente turbato: in genere a mensionare la falsità del suo amore per Severus, lui si arrabbiava di brutto ed iniziava a sbraitare e gesticolare in sua difesa... invece ora era addirittura passivo nella sua sconfitta!

 

“Beh... n-non prenderla così! Non è stato lui a dirti di mollarlo, vero? Allora potrebbe essere stato solo un riflesso condizionato del suo orgoglio quello di non insistere. Và di nuovo da lui per chiarire, avanti!”

 

Disse, deciso a smuoverlo da questa sua nuova, preoccupante apatia. E per farlo sarebbe stato perfino disposto a rispedirlo dritto dritto tra le braccia di Piton. Ma tutto era inutile, e stavolta la risposta che Sirius gli diede, fu una che fece drizzare i peli sulla schiena di Remus, ma non dalla tristezza... dalla rabbia.

 

“No... sono così giù... non solo per stasera, ma piuttosto...” Arrabbiato, l’altro lo interruppe.

 

“MI HAI PROPRIO ROTTO... SENTI ALLORA FA COME TI PARE! NON SEI CAMBIATO PER NIENTE DA QUANDO PREFERIVI CONTINUARE A GUARDARLO DA LONTANO E TORMENTARLO PIUTTOSTO CHE DICHIARARTI E RISCHIARE... CHE COSA? LA FACCIA?  E POI VIENI A CERCARMI SOLO QUANDO HAI UN PROBLEMA!”

 

“Scusa...”

 

Rispose il Grifondoro, ancora più passivo, continuando a non guardarlo negli occhi. Remus fissò per un po’ quell’ammasso informe seduto sul pavimento della loro stanza. Lo fissò a lungo stupito, in silenzio. Davvero gli aveva chiesto scusa? Di tutte le cose che avrebbe potuto rispondergli, nemmeno una prese voce. Poi, all’improvviso ciò che da sempre avrebbe voluto dirgli, uscì da sola...

 

“Perchè non lo lasci perdere?” Esclamò triste.

“Eh?”

“Alla fine è sempre così... e tu soffri...”

“Mh!” Annuì semplicemente Sirius.

 

Di uovo silenzio, ma stavolta il Grifondoro alzò lo sguardo, e notò per la prima volta l’espressione dell’amico, a metà fra l’imbarazzato ed il sofferente. A che punto della conversazione Remus era diventato così? Lo vide aprire la bocca, e si mise ad ascoltarlo sul serio.

 

“Ci sono... io!”

 

Sirius spalancò gli occhi, stupito dall’affermazione.

 

NEL FRATTEMPO, NELLA SALA GRANDE:

 

“Lu...? Che ci fai lì seduto? E Cissa dov’è?”

“Cissa è andata via con sua sorella... Bellatrix era in lacrime per colpa di Lestrange.”

“Capisco. E Lestrange, invece, dov’è?”

“Con loro nel bagno delle ragazze. Cerca di farsi perdonare. Chissà le botte che prenderà da tutte e due...”

“In parole spicciole, cos’avrebbe fatto Lestrange?”

“Le ha gridato di tutto, cose tipo ‘puttana’, ‘io ti amo e tu vai con tutti’, ‘insensibile strega’, ‘troia’, ecc...”

“Ho capito. Meno male che non ero presente...”

“Già. Sennò con tutte quelle parolacce, le prendeva anche da te, poi...”

“Ah ah ah... già. Almeno ora vuole di nuovo Bella, e mi lascerà in pace!”

“Meno male. E Sirius, dov’è?”

“Non lo so. Mi ha appena scaricato.”

“Lui? No, no, no, no... devo aver frainteso. Chi ha scaricato chi?”

“Pronto, Lucius?! LUI ha scaricato ME! Perchè... beh, sono fatti privati, il perchè!”

 

Lucius scoppiò a ridere per l’assurdità della rivelazione. Certo si aspettava una fine tra i due, ma non in quella maniera! Oh, avrebbe tanto voluto essere presente! Il suo sguardo tornò sugli studenti ancora danzanti sulla pista, e si prese qualche secondo per assaporare il momento tanto atteso in cui quel Grifonporco avrebbe chiuso con Severus. Poi spostò di nuovo lo sguardo sul compagno e disse semplicemente

 

“Sono contento.”

“Che cosa poco carina da dire! Ho appena perso ‘il ragazzo’!” Lo rimbeccò Severus.

“L’hai perso? Nel senso che ti è caduto o l’hai lasciato in giro da qualche parte?.”

“Umpf! Devo ridere per forza? Hei, ho voglia di ballare!”

“Mh. Sì, questo è buono. Può darsi che accetterò se me lo chiedi per bene.”

“Hei, rallenta, non intendevo mica con te!”

 

Lucius lo guardò con aria di rimprovero, poi mise il broncio. L’altro rise allegramente, e tentò di consolarlo, dandogli una pacca sulla spalla e dicendogli

 

“Dai, scherzavo!”

“Umpf! Balliamo, allora?”

“Può darsi, se me lo chiedi per bene...”

 

Lo imitò Severus, allora il biondo alzò gli occhi al cielo per le piccole vendette del suo compagno, poi si alzò dalla sedia, tutto sorridente, e facendo un mezzo inchino davanti al suo moretto preferito, gli tese la mano, e disse in un tono che stava a metà fra il cortese e lo scherzoso.

 

“Mi concede questo ballo, mio principe delle tenebre?”

 

Severus sorrise, ricambiò l’inchino, e prese la mano di Lucius. Insieme si diressero allegramente verso la pista da ballo. Tutto, secondo Lucius era come sarebbe dovuto essere dall’inizio. Lui con la sua metà, Lestrange con la sua, e Narcissa e Sirius Black fuori dai piedi! Era proprio ora che anche lui iniziasse a godersi un po’ quella serata!

 

NEL FRATTEMPO, NEL DORMITORIO DI GRIFONDORO...

 

“Con te ci sono io...”

 

Aveva detto Remus deciso, ma spaventato per l’eventuale rifiuto. Ma Sirius ancora non capiva quello che ormai sarebbe stato chiaro anche ad un cieco ubriaco. In certe occasioni ricordava proprio Severus: quando si tratta di sentimenti, finchè non gli si fa un disegnino, non afferra neanche il concetto più banale. La sua risposta infatti era stato un indeciso

 

“Eh? –e poi un confuso- cosa stai dicendo?”

“Cosa... dico?”

 

Rispose l’amico, il cuore che batteva a mille, stava per dichiararsi finalmente, e dopo tanti anni all’ombra, al diavolo le conseguenze! Ma proprio quando aveva appena aperto la bocca per iniziare la sua tormentata confessione, Sirius gridò

 

“SCHERZAVO!!!”

 

Remus lo guardò come se avesse avuto tre teste, e confuso dall’affermazione di Sirius, fu percorso da una vampata improvvisa di calore in tutto il corpo. Arrossì furiosamente. Aveva fatto qualche gaffe? Oppure era stato respinto ancor prima di spiegarsi? Si sarebbe suicidato di sicuro! Ma poi, Sirius si spiegò, ridendo.

 

“Dirai così? Hah! Conosco bene il tuo modo di scherzare! Mannaggia... mentre io mi tormento, tu... tu... mi prendi in giro... ma come fai...?!”

 

Ma nonostante il tono di Sirius fosse stato leggero ed amichevole, ad ogni parola che usciva dalla sua bocca, qualcosa montava in Remus, e questa era la furia omicida. Prese a tremare dalla rabbia, e nonappena Sirius concluse, dopo pochi secondi di lotta, il licantropo lo sbattè letteralmente fuori dalla stanza con un potente calcio nel didietro. E poi senza pietà alcuna, prese a gridargli contro

 

“VATTENE, NON HO TEMPO DA PERDERE CON UN IDIOTA TOTALE!!”

 

E mentre Remus gridava, Sirius lo guardava inerme, stupito, e col fondoschiena dolorante, sdraiato sul freddo pavimento del dormitorio. Riuscì a riprendersi abbastanza per chiedergli, prima che se ne tornasse in camera, sbattendogli la porta in faccia

 

“Ouch... ma sei scemo?!”

 

Gli rispose stupidamente il Grifondoro, ma questa domanda risuonò nelle orecchie di Remus come l’ennesima provocazione, e riuscì a scatenare ancora una nuova ondata di rabbia nel licantropo, che continuò a gridare

 

“TU TI TORMENTI PER LE STUPIDAGGINI!! E’ TUTTA COLPA TUA CHE NON RIESCI MAI A DECIDERTI!!”

 

“Ma... che c’è, adesso?!” Rispose ancora Sirius senza accorgersi che gettava solo benzina sul fuoco.

 

“MA TU COSA VORRESTI?! VORRESTI CHE PITON NON TI LASCIASSE, VERO?! ALLORA PERCHE’ NON GLIELO DICI?! PERCHE’ NON GLI DICI ‘SE HAI QUALCHE PROBLEMA, PARLIAMONE E RISOLVIAMOLO INSIEME!’, O QUALCOSA DEL GENERE?! E COMUNQUE...  IL TUO PROBLEMA E’ SEMPRE STATO QUESTO! SE TI TORMENTI SENZA FARE NIENTE, NON AVRAI MAI UNA RISPOSTA... IDIOTA!!”

 

Sirius guardava Remus come se lo avesse visto solo ora per la prima volta... ed effettivamente, quella era la prima volta che lo vedeva così furioso con qualcuno. E non avrebbe voluto rivederlo mai più, neanche nei suoi peggiori incubi! Senza parole per circa un minuto, restò a pensare a quello che Remus gli aveva appena gridato, e dopo aver elaborato il tutto, capì. Lentamente si alzò da terra, ed annuì. Poi sorrise all’amico.

 

“Ora sto meglio.”

“...?”

“Dopo la tua sfuriata ho decisamente le idee più chiare! Basta provarci. Bene... ora mi sento pronto a tutto!”

 

Esclamò, mentre se ne andava lungo il corridoio verso la Sala Comune. Ma poi si voltò improvvisamente come se si fosse ricordato di qualcosa. Continuando a sorridere sicuro, disse a Remus

 

“Ah... il tuo aiuto arriva sempre al momento giusto... grazie veramente.”

 

A quelle parole, Remus non ebbe altra scelta che sorridergli di rimando. Il suo sorriso era uno dei più dolci che si siano mai visti sulla terra. Ma sprecato se si aspettava che Sirius lo avrebbe mai notato.

 

“Ciao!” Lo salutò Sirius, e corse via, come un fulmine.

 

Remus restò da solo sulla porta, a guardarlo andare via, ed appena Sirius svoltò l’angolo, sparendo dalla sua visuale, il suo sorriso si spense, e guardando dentro la loro stanza, mormorò

 

“Stupido... si è scordato anche di rimettersi il costume...”

 

Sirius continuò a correre, oltrepassando scalinate, corridoi, superando armature, e quadri irritati, fino alla Sala Grande, dove, giusto fuori dalla porta, vide James, che lo guardò in modo strano, allora Black si fermò, e riprendendo fiato, gli chiese

 

“Beh? Cosa ci fai qui?”

“Lily mi ha detto che doveva andare in bagno un’ora fa... –rispose cupo- la sto ancora aspettando.”

“E non ti sei ancora rassegnato?”

“Ah, io! Tu, piuttosto! Dimmi, dispensatore di consigli, TU dove vai?”

“Dentro, da Severus! È  facile. Basta chiedergli proprio quello che voglio sapere. Devo chiarire un po’ di cosette che mi sono rimaste sullo stomaco!”

 

James lo guardò di nuovo stranamente, e strinse le labbra. Ma poi, disse col tono di qualcuno che si dispiaceva molto.

 

“Santo Cielo, Sirius! Sai, mi sa che è troppo tardi, hai perso tempo con la tua solita indecisione!”

“In che senso sarebbe tardi?!”

“Severus si è già consolato, eh! Sta ballando con Malfoy da almeno tre quarti d’ora!”

“Con... Malfoy? Ballando? Ma se ci siamo lasciati poco fa!!”

“Poco fa?! Di pure un paio d’ore fa!!”

“Non è tanto, sai!”

“Ah! È tantissimo, invece! Ma dai, pensaci! Uno come Severus che resta da solo per cinque minuti ad un ballo? Impensabile!”

“Ma... no... io... non fa niente, vado lo stesso!”

 

Disse il Grifondoro, e fece per entrare dentro.

 

“Ma dai! Sono sicuro che NON VUOI vederlo ballare con Malfoy. E poi vorresti presentarti in questo stato? Ti maledirebbe! Guardati, sei in pigiama, sudato, e con la faccia stravolta! Fallo domani e basta, dammi retta.”

 

Sirius si guardò. Giusto un idiota totale come lui poteva non accorgersi di essere ancora in pigiama, e certo, però che Remus avrebbe anche potuto dirglielo, di rimettersi il costume. Avrebbe potuto dirglielo, magari se non fosse stato anche lui in preda alla sofferenza, ma questo Sirius non lo immaginava.

 

“Su, Felpato, credo sia proprio ora di andare via, noi tre!”

“Tre...?”

“Salve, ragazzi!!” Arrivò la voce trionfante di Peter.

“Peter! E tu? La tua accompagnatrice?”

“Sta dormendo! Indovinate che cosa, ragazzi!”

“Che cosa?” Chiese Sirius, incuriosito.

“Ci siamo messi insieme!” Arrossì Minus.

“Complimenti!!!! –lo festeggiò James- Lo sapevo che lei era quella giusta!”

“Sono proprio contento per te, Peter...”

“Grazie, ragazzi... eeh...! A voi com’è andata?”

“Lily mi ha piantato dicendo di dover andare il bagno, ed è sparita.”

“Io ho mollato Severus per sbaglio, e lui si è consolato nel giro di cinque minuti.”

“Ma Sirius? Come si fa a mollare qualcuno ‘per sbaglio’?” Chiese Peter stupito ed innervosito.

“Ve lo racconterò poi... ora voglio solo dormire per tre giorni di fila.”

 

“Tre giorni sono un po’ tantini... perfino per te.” Affermò una voce strascicata dalle loro spalle.

“Malfoy, Piton, sparite!” Affermò James, ma Sirius gli diede ‘discretamente’ un calcio alla gamba.

 

“Sirius... che hai fatto?” Chiese Severus, con la faccia inorridita.

“Ehm... in che senso?”

“Fai paura, dove sei stato?!”

“Io... volevo parlarti.”

“Felpato, non adesso, dai!” Lo implorò James.

“James, perchè non andate, io arrivo tra un po’?”

 

E prima che James potesse contraddire Sirius, Peter gli tappò la bocca, e trascinandoselo dietro, rispose

 

“Va bene, allora a tra poco! Piton, Malfoy, buona notte!”

“Umpf! Vado anche io, allora... vi lascio da soli, tanto c’è solo Black... niente di cui essere gelosi.”

 

Quando anche Lucius fu fuori dai piedi, Sirius, apparentemente senza degnare Severus di uno sguardo, cominciò una grande lotta interiore per decidere le parole da usare.

 

“Mi dispiace...”

 

Sentì improvvisamente la flebile voce di Severus dalle sue spalle.

 

“Mi dispiace davvero per aver agito in quel modo... non pensavo... l’avresti presa in questo modo.”

“In quale modo, scusa?”

“Beh, guardati, sei... uno straccio.”

 

Sirius in quel momento si voltò per difendere le sue apparenze, e si trovò di fronte un Severus con gli occhi lucidi e le lacrime pronte a scendere.

 

“Che ti succede?!” Chiese il Grifondoro preoccupato.

“Ah, niente... è solo sudore! –disse mandando via le lacrime- Anche tu sei tutto sudato, no!”

“Sì, ma io ho corso per tutto il castello...”

“Naturalmente io... ti voglio ancora bene, ma... credo di non averti mai amato davvero. Ci ho pensato tutta la sera.”

 

Disse il Serpeverde, cercando qualcosa nelle tasche del suo vestito, e quando lo trovò, lo porse a Sirius. Era il suo fazzoletto.

 

“Tieni! Asciugati il sudore o col freddo ti prenderai un malanno!”

“Ah... grazie. Senti, io... non voglio lasciarti.”

“Ma non possiamo stare insieme.”

“Perchè?”

“Perchè non riuscirò mai ad amarti. Questo credo che lo sai anche tu.”

“Ma col tempo...”

“Non cambierà niente! Ti prego, Sirius, restiamo amici. Io non... me la sento di perderti.”

“Amici... ma che amici... come posso essere tuo amico?!”

 

Severus lo guardò stupito, e poi abbassò lo sguardo.

 

“Lo so che sono egoista a chiederti una cosa del genere... ma speravo... io ti voglio bene.”

“Io invece ti amo.”

“Ne sei davvero sicuro?”

“Certo. Ora più che mai.”

“Allora... fai quello che ritieni giusto per soffrire di meno... ma io ci sarò sempre per te. Ci vediamo domani.”

“...”

“Buona notte, Sirius...”

“Buona notte...”

 

Rispose meccanicamente il Grifondoro, e non ebbe nemmeno il coraggio di guardarlo andare via. Se ne andò nella direzione opposta, tornando al suo dormitorio. Ancora non riusciva a credere che quella era davvero la fine della loro storia. Stava così male... e Severus voleva restare ‘amici’... come poteva essere così ottuso?! Quello che soffriva di più dei due, era sicuramente lui. È proprio vero che l’amore spacca il cuore. Perchè non moriva di quel dolore? Era così forte...

 

All’umtimo momento, si voltò a cercare Severus con lo sguardo. Lo vide andare via, il corpo perfetto come sempre, i capelli sciolti, lunghi poco meno che fino a metà schiena, le braccia lungo i fianchi, e le mani perse nelle pieghe del vestito, che cercava di sollevare per non inciamparci.

 

Era bellissimo. E non era suo... non più. Mai più. Altre lacrime cominciarono a scendergli incontrollate.

 

Come al solito ringrazio tutti coloro che hanno seguito la storia fino a qui, specialmente Selvy che continua imperterrita a recensirmi, e poi volevo ringraziare anche quelle tredici persone che hanno la mia storia fra i preferiti ma Merlino li fulmini se lasciano una recensione! Un in bocca al lupo a tutti coloro che, come me, hanno gli esami di maturità quest’anno! Alla prossima!

 

XxX.Lexxy.XxX

 

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Capitolo 21
*** Pipistrelli Giganti e matti ridenti ***


Per Selvy: Sirius si è messo a piangere ed è scappato quando ha letto che sei contenta che non stanno più insieme ma non fa ni

Per Selvy: Sirius si è messo a piangere ed è scappato quando ha letto che sei contenta che non stanno più insieme ma non fa niente, ognuno raccoglie ciò che semina, d’altronde! Zitto, tu, Felpato! Stai a cuccia laggiù! Grazie mille per i complimenti e per la recensione! Spero ne laserai altre! A presto, baci, ciao!

Per Angevil_Rickman: Sono contenta che hai ritrovato questa storia. La considero il mio capolavoro! Che indelicatezza! Gioire perchè Severus ha perso ‘il ragazzo’! Eh eh eh! Che bello! Che bello! Ti sta bene, Sirius! Anche io adoro Lucius in questa storia anche se un tantino OOC. Vabbè, ma non fa nulla! Immagino non saranno stati sempre come li abbiamo letti descritti dalla Rowling. Tutti cambiano tra la gioventù e la maturità! Io sono convinta che ogni carattere che incontriamo, per quanti possa sembrarci sbagliato, non lo è mai, perchè è sempre il risultato delle azioni esterne che lo hanno plasmato. Non so se mi spiego... un po’ è colpa di tutti. Ti ringrazio dei complimenti e della tua recensione. Non vedo l’ora di leggerne altre! Alla prosima, baci.

Per LadyViolet: Ehm... grande? Dall’alto del mio metro e cinquanta, ti ringrazio! È molto consolante sentirselo dire! :D Per la fanfic ti ringrazio! Anch’io penso sia bella, senza modestia, che trovo a volte inutile e dannosa. Anch’io adoro Sev e Lucius. Infatti tutte le mie storie sono incentrare su di loro. A psrte euseta ho scritto anche ‘tempesta di coscienza’, e entro oggi comincerò ‘la casa del mamba nero’ tutte incentrate su Sev/Lucius. A parte ‘Storia di un cornuto’ che una Sirius/Severus... scene romantiche ce ne saranno più in là, non temere! Sono felice che ti diverta, la mia vena comica ha risentito molto di ‘fattori esterni’ in quest’ultimo periodo... beh, ma basta parlare di me! Per quanto riguarda il ‘vietato ai minori’... lo ritengo una stronzata. Se uno certe cose non le capisce a quest’età non le capirà mai più. Alcuni bambini di sette anni ne sanno molto più di me oggigiorno... -.- incluso il mio cuginetto ke mi chiede sempre di giocare al dottore. Ops... era vietato quello ke ho detto? Meno male che non ho detto ‘tette’ o cose del genere... ops! Alla fine l’ho detto! :D Crepi il lupo (mannaro) Grazie mille! Mi ha fatto piacere la tua recensione, spero me nelascerai altre! Un bacio, alla prossima!

 

Per Felicity89: In fondo è come se stessero già insieme... comunque la cosa ufficiale verrà più in là! Ci saranno colpi di scena pazzeschi, te lo posso assicurare! Non perderti il seguito! Diventerà stupenda! Grazie della recensione! Spero ne lascerai molte altre! Un bacio, a presto, ciao!

 

XxX.Lexxy.XxX

 

 

SETTANTA:
La gazza canta.
SETTANTUNO:
Come te non c'è nessuno.
SETTANTADUE:
Ti trasforma il toro in bue.
SETTANTRE':
Solo per te.
SETTANTAQUATTRO:
Mai dire gatto fuori dal sacco.
SETTANTACINQUE:
Domande sbagliate, risposte finte.
SETTANTASEI:
Per quello che tu sei, per quello che tu sei.
SETTANTASETTE:
Pistole, culi, tette.
SETTANTOTTO:
Tranquilli, non è stato il quarantotto.
SETTANTANOVE:
Il lupo cambia il pelo, sul vizio non ci piove.
OTTANTA:
La gallina canta.


 

CAPITOLO 22:  PIPISTRELLIGIGANTI E MATTI RIDENTI!

 

Hogwarts, Dormitorio di Serpeverde, Lunedì 4 Novembre, ore6:18

 

“Beh, Sev... che devo dirti...? sei davvero sicuro?”

“Che domande fai, Avery! Certo che sono sicuro!”

“Ma guarda che sei ancora in tempo per tirarti indietro. Non ne vale la pena, dai!”

“Oh, insomma! Stai un po’ zitto, e fà quello che ti hodetto!”

“Va bene, ora io... no, non ho il coraggio!”

“Fifone che non sei altro! Su, non costringermi a chiederlo a Lucius... tu lo sai fare meglio!”

“E che ne sai? Mica ci hai mai provato, con Lucius, o sbaglio?!”

“Ovvio che no! Ma basta guardarlo per capire che non lo sa fare!”

“Mmm... non è che hai tutti i torti... beh, piuttosto che farlo fare a qualcuno che non è capace, allora è meglio che ci pensi io...”

“Coraggio, un bel respiro, e avanti!”

“SAREI IO QUELLO CHE DOVREBBE FARE CORAGGIO A TE, TE NE RENDI CONTO?!?”

“Ma tu non lo fai! Hai più paura tu, di me! Manco fossi tu, eh!”

“O... ok. Beh... il fatto è che... sì, lo faccio, e sono bravo, ma l’ho sempre fatto da solo, mai con qualcun’altro!”

“C’è sempre una prima volta, no! Su, fallo e basta!”

“Un attimo che mi concentro...”

“AVERY!!! STO FACENDO LA MUFFA QUI!! FALLO E BASTA!”

“Ok... Merlino inculato da Lancillotto, ti prego, dammi la forza!”

“Ma che fai, prima bestemmi, poi lo preghi?”

“Beh... l’abitudine... ormai quando penso a Merlino c’è sempre un ‘porco’ davanti... o dietro... beh, è uguale!”

“Ho capito. Forza. Fallo, adesso!”

“Io... non vorrei farlo male...”

“Avery!! Parli come se fosse chissà cosa!”

“Ma Sev!!!! Per te non è niente?! Beh, per me è inconcepibile! E non lo farei se non fossi così sottomesso a te!”

“Sì, sì, sì... ora procedi. Taglia.”

“Non posso crederci... i tuoi bellissimi capelli... sigh...!”

 

PIU TARDI...

 

“Yaaaaaaawn.... che sonno...”

 

Sbadigliò Lucius, mentre prendeva posto al suo banco di pozioni. Stranamente, quella mattina di Severus non vide nemmeno l’ombra...quando si era alzato alle sette, aveva notato la sua assenza, ma non si era preoccupato, pensando che probabilmente l’amico fosse andato a studiare presto in biblioteca, o qualcosa di simile...

E come se non bastasse, quella mattina, appena uscito dalla loro stanza, aveva trovato una rosa rossa dal gambo lungo attaccata alla porta della loro stanza, con unbiglietto di Sirius, in cui gli scriveva smielatamente quanto gli mancasse e quanto lo amasse ancora. Inutile dire che fine avesse fatto la rosa... ovviamente l’aveva presa ed incenerita con un incantesimo.

A breve, sarebbe arrivato il professore per iniziare la lezione, ma l’amico ancora non si vedeva... e proprio mentre Lucius stava per tagliare la corda e scampare pozioni, preferendo andare alla ricerca di Severus (voleva solo approfittarsi di quella scusa per saltare una lezione), entrò Avery, con una faccia tanto stravolta, che il biondo faticò a riconoscerlo...

 

“Hei, Avery!” Misteriosamente, vide il ragazzo sobbalzare ed esclamare, pallido

“Non è stata colpa mia, mi ha costretto lui a farlo!!”

“Ehm... parli come un posseduto dal Demonio! Chi ti ha costretto a fare cosa?”

“Lui... li ha tagliati... ora sono corti...”

“Cosa? Chi? Quando? Perchè?”

“Severus, ha tagliato i capelli!”

“...”

“Arrivano fino a qui.” Disse, indicandosi il mento.

“...”

“Ha la frangia solo da un lato...” Continuò indicando latempia destra.

“...”

“Li ho tagliati io...” Infierì indicando se stesso.

“...”

“Me lo ha chiesto lui, però. Lucius, rispondi! Li ho tagliati mentre cantavo ‘sono un poliglotta’”

“Ha tagliato i capelli... senza chiedermi un consiglio?”

“Beh, ha chiesto il mio, è uguale, no?”

“CERTO CHE NO!!”

“NON GRIDARE CON ME!!”

“Ma come fa ‘sono un poliglotta’?”

 

“Sono un poliglotta, bestemmio cm un fijo de na mignotta, magno la ricotta e sempre bestemmierò... sono un poliglotta, io bestemmio sempre fuori rotta, scopo una mignotta, e sempre io bestemmierò... se vado in Inghilterra dirò pig oh Merlin, oppure Merlin pig o anche Merlin pork... se invece sto a Parigi dirò cosciòn de Merlìn, e in Spagna io grido el puerco de Merlinos...”

 

Intonò Avery più velocemente che poteva. Alla fine del ritornello, tornò ad osservare Lucius, che sembrava essere stato rapito dalla canzoncina, e lo guardava ammirato. Con lo sguardo sempre fisso su di lui, si riprese dopo pochi secondi, e chiese

 

“E cosa ti ha fatto Severus quando ti ha sentito?”

“Non poteva fare nulla, perchè avevo i suoi capelli alla portata di forbice.”

“E dopo, però?”

“Era troppo preso dalla sua nuova immagine per accorgersi che ho tagliato la corda.”

“Capisco...”

“Ma prego, torna pure alle tue lamentele egoistiche...”

 

“Oh, già! È vero...! Grrrrrrrrrrr!!! Maledetto marmocchio, come ha potuto senza il mio parere?!”

“Beh... così è un po’ esagerato... mica è tuo, eh!”

“Embè?! Se io decidessi di cambiare look in qualsiasi modo, lo informerei prima!”

“Sì, va bene, ma non è come se si fosse fatto un tatuaggio... i capelli ricrescono.”

“Sì, lo so, ma vedi è che hanno la strana abitudine di farlo MOLTO LENTAMENTE!!!!”

 

“Molto lentamente è come ti muovi tu la mattina, Lu!”

 

Arrivò dalle loro spalle la voce del moretto, che li stava guardando con aria innervosita. Lucius lo guardò senza dire nulla per qualche secondo, limitandosi ad osservare il lavoro di Avery. Naturalmente l’amico era bellissimo come al solito, se non di più, dopo il cambiamento, ma Merlino lo fulmini, se lo dirà di fronte ad Avery!

 

“Sev... ma perchè?”

“Oh, eddai!!! Non è nulla! E se farai anche un solo commento sulla mia pettinatura, ti miorderò sulla testa!”

“Ah-ehm... sì, molto carino da parte tua... volevo solo chiederti... PERCHE’ NON ME LO HAI DETTO PRIMA!!”

“PERCHE’ NON DEVO DIRTI TUTTO QUELLO CHE FACCIO!”

“IO LO FACCIO!”

“TU SBAGLI, PROBABILMENTE!”

“CERTO, QUELLO CHE HA SEMPRE RAGIONE SEI TU!”

“NON HO DETTO QUESTO!”

“PERO’ LO HAI PENSATO!”

“NON E’ VERO!!”

“Andiamo, ti ho letto la mente, non negare...”

“Oh, porc...”

“Aha!! Allora è vero, lo hai pensato!”

“Maledetto, stavi bluffando!!”

 

“Ehm... perchè? Lucius può leggere nella mente?” Chiese Avery, spaventandoli.

“Avery... mi... ero scordato che eri lì... ehm... no, però... si fa per dire, sai...”

 

Cercò di giustificarsi Lucius, mentre sorrideva come un ebete, evidentemente era convinto, così, di apparire convincente. Avery però lo guardò in modo stranamente inespressivo per un paio di minuti, poi fece un passo indietro, e strizzò gli occhi, come a volergli guardare attraverso, ma alla fine alzò le spalle, con fare noncurante...

 

“Mh... ok. Posso stare con voi oggi, ragazzi?”

“Certo.” Disse Severus, mentre Lucius invece rispondeva “Assolutamente no!”

“Oh... grazie, Severus.”

 

Sorrise Avery, mentre si sedeva al loro banco, e cominciava a mettervi sopra tutte le sue cose. Lucius non insistette, ormai abituato ad essere ignorato nelle conversazioni a tre, quando la sua opinione dissentiva da quella di Severus. E mentre iniziavano a preparare gli ingredienti per la pozione di quel giorno, il vampiro gli chiese

 

“Come mai non sei vicino a Zabini?”

“Abbiamo litigato.”

“Oh... roba da niente, spero...”

“Abbiamo fatto a pugni, e non ci parleremo mai più.”

“MA AVERY!”

“Non gridare, Sev! Ora che hai i capelli corti ti si vedono le vene del collo...”

“Oh...! Ehm... cosa è successo?”

“Gli ho mentito su una cosa importante...”

“Beh, allora chiedigli scusa!”

“L’ho già fatto, ma non voglio il suo perdono. Se me lo darà bene, sennò è uguale.”

 

“Avery! Ma stai scherzando, vero?! Voi due siete amici da sempre! Avete fatto un mucchio di cose insieme! La prima Burrobirra l’avete bevuta insieme, la prima fuga da casa l’avete fatta insieme, la prima volta che hai marinato una lezione eri con lui! Anche il piercing te lo sei fatto mentre lui ti teneva la mano... non puoi pensarla davvero così!”

 

“Sev... i ricordi di bambini non servono a niente. Ormai è andata così, basta. Mettiamoci una pietra sopra.” Sorrise Avery con espressione di un samurai solitario, vantandosi di aver fatto un discorso così maturo. O almeno lui lo riteneva tale.

“Ma... ma... ma... Lucius!”

“Eh? Cosa c’entro io?”

“Digli qualcosa anche tu!”

“Cosa? Se vuole litigare con Zabini, sono fatti suoi!”

“Lucius ha ragione!”

“Ma... Avery! E tutte le volte che siamo usciti tutti e tre?! Davvero vuoi che finisca?”

“Sinceramente, sì.”

“Non può essere così! Tu sei...”

 

Ma Avery non scoprì mai cos’era agli occhi di Severus, perchè le parole del moretto furono interrotte dall’arrivo tanto improvviso quanto indesiderato  del professor Lumacorno, che esclamò a voce oscenamente alta per l’ora in cui si trovavano, e come se non bastasse, si percepiva benissimo anche la sua nauseante giovialità

 

“Buongiorno, classe!! Che magnifica giornata oggi, per fare un po’ di pozioni, vero?”

 

“Umpf! Ma come fa ad essere così allegro di prima mattina?!” Si lamentò Lucius

“Io a malapena tengo gli occhi aperti...” Confermò Avery.

“Solo perchè hai passato la mattina a tagliarmi i capelli...” Gli ricordò Severus.

“Ah, a proposito, li hai lasciati lì, eh!”

“E allora? Pulirai tu, è la tua stanza, in fondo!”

“Ovviamente. E coi tuoi capelli farò un bel voodoo.”

“Ah ah ah!”

 

Rise Severus, ma poi il suo sorriso si spense, notando che Avery, invece, non si stava affatto divertendo.

 

“Merlino, non sarai serio?!”

“Più serio di così si muore...”

“Penso che passerò da te più tardi per pulire un po’...”

“Bravo, ragazzo...” Sorrise Avery, soddisfatto.

 

E mentre si svolgeva la lezione, sulla terrazza c’erano due noti Grifondoro che avevano pigramente scelto di saltare pozioni, quella mattina. Uno di questi era James Potter, in astinenza da scherzi, e l’altro era Sirius black, in astinenza da Severus, ma che per la prima volta, dopo la festa, si era alzato dal letto stranamente di buonumore.

 

I due se ne stavano seduti sulla terrazza, a parlare come se niente fosse... il tempo era piuttosto freddo, ma sempre meglio che restare dentro e rischiare di essere colti in fragranza di reato da Gazza, colui che non voleva essere chiamato ‘bidello’...

 

“...”

 

“La verità è che... dall’inizio lui voleva bene a Lucius, ma poi qualcosa è andato male tra loro, e Piton per vendicarsi ha deciso di accettare la tua proposta, anche se non gli piacevi. Credo che un po’ si vergognasse di essersi lasciato andare per una cosa simile, solo che era troppo tardi per tornare indietro, e quindi ha deciso di vedere come andava afinire... ma alla fine, ha accettato i suoi sentimenti per quelli che sono, e ti ha lasciato. Hai visto? Alla fine, Remus aveva ragione.”

 

“Sì... lo so. L’ho sempre saputo, anche se non volevo crederci. Speravo sempre che un giorno, anche se lontano... se solo fossi riuscito a farlo affezionare a me almeno un pochino, e farlo restare con me... finchè non sarebbe nato qualcosa di più... ti confesso che quando ero andato a dormire tre giorni fa, tutto sembrava nero, senza speranza di felicità! Come se stessi dormendo con un Dissennatore!

 

Ma appena mi sono svegliato stamattina... non so, come una sensazione di speranza. Ho sognato spesso Severus, sai? Ho sognato che ci rimettevamo insieme un mucchio di volte. E tutte le volte, io lo abbracciavo, e dalla felicità mi mettevo a piangere, ed anche lui piangeva. Io non mi arrendo, voglio che succeda davvero come nel sogno.”

 

“Beh... sono felice che hai trovato il coraggio, finalmente, ma... io credo che per Severus sia davvero finita, ormai. Se non ti ha dato retta nemmeno vedendoti sconvolto per lui, allora credo sia davvero concluso, questo capitolo...”

 

“È così, ma non è ancora finita. Severus mi ha detto che gli dispiaceva e che mi voleva ancora bene. E che non voleva perdermi. È andata male perchè io mi sono dimostrato un cretino che si è perso in chiacchiere invece di agire. Quando lui se ne stava andando, io avrei dovuto fare di tutto, piangere e gridare per riprendermelo, senza vergogna, perchè lui dovrebbe essere più importante... ma non l’ho fatto, nonostante avessi avuto ben due occasioni per farlo... così è scoppiato tutto questo casino...

 

Alla fine si sistemerà tutto, per Severus è stato uno shock molto forte, capire quanto mi ha fatto male. Era molto commosso! Ma ha trovato lo stesso la forza di dirmi che se non mi asciugavo il sudore, mi sarei ammalato! E mi ha dato pure questo fazzoletto!!”

 

Sorrise un po’ commosso, mostrando all’amico il fazzoletto di Severus, che stringeva s sè, trattandolo come una reliquia. Ma James, anche se lo stava ascoltando, non sembrava così entusiasta dei discorsi speranzosi dell’amico... lo guardò con scetticismo, e chiese

 

“Te l’ha dato lui? Mmm... forse perchè adesso non lo vorrà più, così puzzolente del tuo sudore.”

 

“Scemo! Glielo avrei restituito dopo averlo lavato per bene! Ma lui ha detto di no... forse vuole che lo tenga! Vedi, allora, un po’ devo piacergli per forza!”

 

L’amico però ancora non sembrava convinto, ed anzi, parlava come se stesse ascoltando i vaneggiamenti di Sirius solo per farlo contento, ed aveva l’aria di uno convinto di saperla molto più lunga... la quattrocchia, prese a scaccolarsi distrattamente, mentre diceva

 

“Comunque credo che non abbia un significato profondo. Perchè se gli piacessi veramente avrebbe voluto tenerselo anche bello puzzolente, giusto perchè usato dalla persona a cui vuole bene. No?”

 

Sirius per un po’ non rispose nulla, stette immobile a fissare l’amico noncurante, e poi esplose:

 

“ASCOLTA, PERCHE’ MI DICI COSE CHE MI FANNO CROLLARE IL MORALE PROPRIO ORA CHE SONO COSI’ FELICE?! MA NON DOVRESTI DARMI UNA MANO, TU?!”

 

“SEI PROPRIO UN BAMBINO!! NON HAI ANCORA CAPITO LA GRANDE LEZIONE DELLA VITA! IO PENSAVO DI AVERTI AIUTATO A COMPRENDERE CHE LA VITA NON E’ ALTRO CHE UNA SALITA INFINITA, E CHE PENSARE AD UNA STORIA PASSATA, E’ DA PERDENTI!! IL PASSATO E’ PASSATO, E BISOGNA ANDARE AVANTI, NON TORNARE INDIETRO!”

 

Concluse James, e per rendere le sue parole più intense, alla fine del discorso, riuscì ad appiccicare una caccola proprio sulla fronte di Sirius, che gridò, schifato, e mollò un forte calcio all’amico, rispondendogli adirato

 

“NON DIRE SCIOCCHEZZE!”

 

Appena atterrato James, Sirius si pulì la fronte con la prima cosa che trovò sottomano, e poi proseguì con i suoi argomenti, come se la sfuriata di poco prima non avesse nemmeno avuto luogo.

 

“Non sono sicuro che mi voglia bene sul serio. Ma una cosa certa è che almeno gli sono ancora simpatico. E non può che migliorare. Al di là di tutto ho capito che la sincerità ed il coraggio sono sempre di buon auspicio. D’ora in poi farò sempre quello che penso! È ora di chiudere con i musi lunghi! E stavolta, non è solo la mia immaginazione!

 

Quando ci vedevamo, questi giorni dopo che ci siamo lasciati, riuscivamo a stare insieme molto tranquillamente. È rimasto tutto così naturale... se solo ci penso, mi sembra magnifico... ok, non andiamo ancora ad Hogsmeade insieme, e non parliamo di cose troppo importanti... parla soltanto di scuola, ma... sono molto contento lo stesso!”

 

“Allora prima di tutto devi dimostrarti costantemente interessato. Come se non fosse mai finita tra di voi!”

“No... aspetta un po’... lo sai che se una persona chiede spazio, bisogna lasciargli spazio! Sennò va a finire come con Rachel, della scuola preparatoria!”

“Chi?”

“Quella bambinetta con cui ti eri fidanzato a sette anni!”

“Ah, sì... che mi ha chiesto di avere ‘il suo spazio’.”

“E che quando tu glielo hai rifiutato, lei ti ha mollato un calcio tra le gambe...”

“L’esperienza più tragica della mia vita! Ma la situazione è diversa!”

“James... ti ringrazio del consiglio, ma io ho perso Severus proprio perchè ho minacciato il suo spazio. Quindi grazie, ma grazie no.”

“Umpf! Comunque... hai pulito la mia caccola col fazzoletto di Severus...”

“ARGH! SONO PROPRIO UN DEFICIENTE!”

 

HOGWARTS, SALA GRANDE, Giovedì 14 Novembre, ore 13:30.

 

“Ehm... hei, Severus!”

“Mh? Regulus, cosa vuoi?”

“Mi spieghi questa roba di Trasfigurazione? Non riesco a farmela entrare in testa!”

“Ehm... perchè non vai da tuo fratello? Lui è un asso in trasfigurazione!”

“...”

“Era solo una proposta, sai...”

“Tra un po’ ti dicevo dove devi mettertele, quel tipo di proposte!”

 

“Hei, ragazzino! Modera il linguaggio con i più grandi! Specie con noi, ma soprattutto con lui!” Si innervosì Lucius.

“Scusi, ‘sempai’.” Rispose ironico il piccoletto.

“Tsk! Tutti uguali, questi Black!”

 

“Allora, Severus! mi dai una mano?”

“Chiamalo Piton! Anzi, ‘signor’ Piton già che ci sei!”

“Sì, e magari poi mi ci inginocchio davanti quando ci incrociamo nei corridoi?! Mica è il papa!”

“Ah! Incredibile! SEI-LA-PERSONA-PIU’-INDISPONENTE-DELMONDOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!”

 

Gridò Lucius, col tono di chi sta esultando per qualcosa. Severus ostentò di non farci caso, mentre tutti nella Sala Grande si erano voltati a guardare la scena con interesse. Il più piccolo dei Black, allora digrignò i denti, e, come una qualche specie di animale feroce, si avventò sul biondo con un salto, facendolo cadere giù dalla sedia, e mentre i due wrestlavano sul pavimento, Avery esclamò, ridendo

 

“Ma avete visto?! Immaginate la scena al rallentatore...!! Il piccoletto sta per lanciarsi, la faccia di Lucius si deforma in stupore mentre cerca di coprirsi il volto, e viene atterrato! Dovrei incorniciare questo ricordo!!”

 

Disse sbellicandosi dalle risate. Ma Severus ancora ostentava di non accorgersi di nulla. Una buona scusa per ignorarli definitivamente, fu l’arrivo di Rodolphus, che si sedette vicino a lui, e poi incominciò a parlare, molto timidamente

 

“Sev...?” Chiese con cautela, per verificare se era ancora autorizzato a chiamarlo così.

“Oh... ciao Lestrange.” Dopo il saluto, il moretto vide i lineamenti del ragazzo molto più sollevati.

“Ehm... prima di tutto volevo scusarmi se... beh, dopo il ballo ti ho evitato.”

“Non fa niente, è normale che tu ti sia sentito in imbarazzo!”

“Ehm... sono contento che tu capisca... scusa per il bacio e tutto il resto.”

“Non fa nulla. È tutto ok!” Sorrise il moro.

“Bene, allora... non ce l’hai più con me?”

“No, assolutamente. Come va con Bella?”

“Eheheheheh... –rise timido- noi... stiamo insieme. Ufficialmente.”

“Sono contento per voi! Complimenti!”

“Grazie. Anche a te.”

“Mh? Per che cosa?”

“Ehm... non ti sei messo con Lucius?”

“ASSOLUTAMENTE NOOOO!”

“O... ok, scusa, io... ho saputo che hai lasciato Black, e...”

“Lui ha lasciato me!”

“Beh... non lo sapevo. In giro tutti dicono che hai scaricato Black per metterti con Malfoy.”

“CHE COSA?!”

“E dicono anche che Avery e Zabini hanno litigato e si sono messi a fare a pugni perchè sono entrambi innamorati di te, e che Regulus ha iniziato a fumare solo per passare più tempo con te, perchè vuole far ingelosire suo fratello.”

“Ma... ma... MA CHE SONO STE PORCHERIEEEEEEEEEEEEEEEE?????”

 

Tutti si erano voltati a guardarlo. Lucius e Regulus, improvvisamente, smisero di lottare, presi alla sprovvista dal grido di Severus, e Avery, invece, che aveva ascoltato attentamente tutta la loro conversazione, credette molto più salutare tagliare la corda, ed abbandonò il tavolo, evitando così eventuali domande imbarazzanti a proposito di lui e Zabini.

 

“CHE AVETE DA GUARDARE? TORNATE A MANGIARE!”

 

Sbraitò Severus, e tutti tornarono ai loro piatti con un’alzata di spalle, mentre i due sul pavimento tornarono invece a lottare come belve feroci, tra morsi, graffi, e pizzicotti. Lestrange, un po’ intimorito dalla reazione di Severus, esitò un po’ prima di continuare, ma infine disse

 

“E c’è anche chi giura di averti visto farlo con Lucius nell’ala della biblioteca dedicata ai grandi numeri rapportati all’universo, insomma, quella con dei libri così noiosi che è sempre deserta, e quindi ci vanno solo le coppiette.”

“... inumano, davvero...! Anche il fatto che quell’ala sia deserta! Ci sono libri così interessanti...!”

“... ora capisco come nascono certe voci...”

“Hei! Non ci vanno solo persone in cerca di avventure lì! Ma anche persone che amano studiare!”

“Sì, certo, e l’unico sei tu... e poi volevo portarti questo.”

“La Gazzetta del Profeta? Perchè?”

“Pensavo potesse interessarti.”

 

Disse il ragazzo cautamente. Severus aprì in fretta il giornale, e lesse

 

L’ASSASSINO DI HOGSMEADE: SOSPETTATO FUNZIONARIO PUBBLICO!

Figura in vista al Ministero sospettata degli omicidi: il Ministro “Sono tutte storie, e presto queste infamanti accuse cadranno come un castello di carte!” Il popolo Magico è indignato. Il sospettato è attualmente agli arresti domiciliari.

 

Preoccupato, Severus continuò a leggere... evidentemente, l’assassino aveva ucciso nelle vicinanze di Londra, bla bla bla... sospettato un importante funzionario pubblico addetto alla supervisione del caso, sì lo hanno già detto... la vittima un negoziante, bla bla... il sospettato è Tobias Piton.

 

Il vampiro non potè più continuare a leggere, restò a fissare ill giornale, come pietrificato.  *Non può essere vero! Mio padre non è un assassino, in fondo... com’è possibile, lui ha cercato di proteggermi dalla maschera! Però...se è vero che chi indossa la maschera non è più responsabile delle sue azioni, allora, forse... no, non può semplicemente essere! L’assassino deve essere dentro Hogwarts!*

 

Gettò il giornale sul tavolo, scattò in piedi lasciando cadere la sedia dietro di lui, ed afferrando la sua borsa al volo, corse fuori dalla Sala Grande, nella sua mente solo le parole ‘non può essere... non può essere...’

 

“Sev!! Dove stai andando?!”

 

Gli chiese Lucius mentre si liberava del piccolo Black, letteralmente ‘lanciandolo’ lontano da sè, e gli corrse dietro per raggiungerlo. Severus, allora si fermò appena fuori dalla Sala Grande. Si era completamente scordato di Lucius! Si voltò verso di lui, e cominciò a balbettare cose all’apparenza senza senso, finchè l’amico non gli mise le mani sulle spalle e squotendolo leggermente lo fece tornare in sè

 

“Sev! Sev! Se parli così in fretta, non riesco a capire!”

“Lu...! Hanno accusato mio padre degli omicidi!”

“Ah... sì, ho saputo. Credevo lo sapessi anche tu.”

“Non lo sapevo, invece!! Dobbiamo fare qualcosa per aiutarlo! Lui è innocente!”

“Beh, Sev... tu ne sei davvero sicuro? Insomma, uno come lui...”

“Lu, per favore, fidati! Non è stato lui! E poi mi sembra che abbiamo appurato che è dentro il castello, no?!”

“Sì, ho capito. Ma che cosa possiamo fare?”

“Innanzitutto è l’ora di dire a Moody che possiamo parlare con gli spiriti, no!”

“E cosa risolverebbe? Gli spiriti non ricordano chi li ha uccisi!”

“S-sì, ma...”

“Sii realista, Sev, anche volendo non possiamo fare nulla, chiusi qui dentro!”

“Lu... io devo fare qualcosa!”

 

“Ma guarda, guarda! I due piccioncini in giro per Hogwarts?”

“Signor Moody... noi stavamo giusto andando in classe, vero, Sev?”

“Io... noi...”

“Un po’ confuso, vedo! Deve aver saputo la notizia!”

“Non è stato mio padre!”

“Era giusto per questo che volevo parlarle, signor Piton. Se lei è daccordo, naturalmente.”

“...”

“Il suo amico può venire con lei, se lo desidera.”

“Sì, l’amico lo desidera!” Confermò Lucius.

“Bene! Nel mio ufficio, allora!”

 

I tre si diressero dunque nell’ufficio dell’auror, e dentro, ad aspettarli, c’era il suo assistente come al solito seduto ad una scrivania con pergamene ed una piuma, pronto a stenografare tutto.

 

“Salve!”

“Salve, signor Malfoy. Signor Piton...”

 

Salutò educatamente il ragazzo, riservando al moretto un sorriso. Lucius gli lanciò uno sguardo maligno, di cui però l’altro non si accorse nemmeno, o forse finse di non farlo.

 

“Sedetevi.” Disse Moody.

 

“Bene. Ora... questa storia è davvero contorta... ma voglio innanzitutto dirti, Severus, che non sono stato io a far accusare tuo padre. E credo che ormai tutti, almeno in questa stanza, sappiamo che il vero assassino si nasconde ad Hogwarts, o io non sarei qui, no?”

 

“Ma se non è stato lei, allora chi...”

 

“Avevano semplicemente bisogno di un colpevole, e tuo padre ha avuto semplicemente la sfortuna di essere andato a comprare le sigarette proprio nel negozio dove è avvenuto l’omicidio. Un cliente entrato dopo di lui ha visto il corpo del proprietario, e tuo padre, ed ecco che hanno finalmente ‘trovato’ il colpevole.”

 

“Beh, è assurdo!” Si indignò Lucius.

 

“Parole sante. Ma non devi preoccuparti, Severus, tuo padre è importante, e non andrà ad Azkaban prima che si abbiano le prove certe che sia veramente lui, l’assassino. Ma quando la situazione degenera a tal punto che si ricercano capri espiatori, si va a finire che se il prossimo che viene colto in fallo non è uno in vista come tuo padre, gli danno il ‘bacio’ e buonanotte, caso chiuso! Beh, questo io non lo accetto!”

 

“Specie pensando che da questo caso dipende anche la sua carriera!”

“Precisamente! Lei è acuto, signor Malfoy.”

“E pur di non perdere il posto scenderebbe a patti anche con noi!”

“Esatto! Per non parlare poi, di tutti i maghi oscuri che non riuscirei a catturare se fossi licenziato con disonore proprio adesso! Però... come li fanno intelligenti, i ragazzi al giorno d’oggi, non sei d’accordo anche tu, Bart?”

“Sono daccordo.” Rispose l’altro, svogliatamente, continuando a stenografare.

“Ora, vorrei che mi diceste tutto quello che sapete sugli omicidi.”

“Non crede più che sia stato io, no?” Chiese poi Severus.

“No, signor Piton. Ma la mia idea di lei resta la stessa.”

 

“Beh... –iniziò Lucius- sappiamo che l’assassino è dentro la scuola, perchè Kobra ci confessò di non avere idea di come fare per uscire dal castello. Poi sappiamo che non è stata la moglie della prima vittima, perchè le ho letto nella mente, e poi sappiamo che il colpevole era un semplice ladro.”

 

“Questo lo immaginavamo anche noi. Abbiamo cercato maghi con precedenti per furto, ma non sono poi tanti, e comunque nessuno che potrebbe attualmente trovarsi anche solo nei dintorni di Hogwarts...”

 

“Beh... poi sappiamo che la colpa è interamente della maschera, e che nel caso la si trovasse non bisogna mai dare retta alle sue parole.”

“Cioè, questa maschera parla?”

“Esattamente. Ha sedotto il ladro per essere indossata, e spingerlo all’omicidio.”

“Ho capito. Pare che alla fine la teoria della maschera fosse vera, visto, Bart?”

“Mi devi cinque Galeoni, Alastor.”

“Tsk! Che molla, questo ragazzo, quando si tratta di soldi... c’è altro?”

“No...”

“Va bene. In caso, parlate con me, o con Bart, ok?”

“Perfetto. Ora togliamo il disturbo. Arrivederci.”

 

I due Serpeverde, allora, cominciarono ad andare alla loro prossima classe, ma nonappena svoltarono un corridoio, furono interrotti dall’ultima persona che avrebbero mai voluto vedere fuori dalla sua classe... il professor Lumacorno.

 

“Oh! Ma guarda un po’ chi si vede! Cosa fate in giro, ragazzi?”

“Noi veniamo dall’ufficio di Moody...” Disse Lucius rassegnato.

 

“Oh, capisco. Non è esattamente un uomo che mette allegria, vero? Ah ah ah! Che ne direste di rallegrarvi un po’ venendo alla mia piccola cenetta di stasera? Ci saranno persone davvero interessanti, posso assicurarvelo!”

 

“Ehm... stasera, dice? Oh, che peccato, noi... dobbiamo vedere... ehm, il professor Morris, stasera.”

 

“Il professor Morris? Non mi dite che quel gentiluomo vi ha dato una detenzione? Impossibile! E proprio a lei, signor Piton! Oh, ma sono sicuro che se gli parlerò, accetterà di sospendere questa punizione! Il professor Morris è buono come il pane, se si sa come prenderlo! E poi lo conosco abbastanza da capire che ha un piccolo debole per lei, signor Piton! Come quasi tutti gli insegnanti, del resto...” Disse Lumacorno, strizzandogli l’occhio

 

“No, noi, ehm... non siamo in punizione, dovevamo parlare di una cosa molto importante!”

“Così importante da farvi mancare una delle mie riunioni? Andiamo, qualsiasi cosa, la potete rimandare, no!”

 

“Ehm... oh, sì, ci piacerebbe molto, ma vede... dobbiamo compilare un... permesso per una vacanza studio, e... se non lo spediamo entro domani, non sarà più valido! Lei capisce, ne va della nostra esperienza!”

 

“Ah, sì, capisco! Eh, ma che peccato per voi! Avete mancato tutte le mie riunioni, da un po’ di tempo a questa parte!”

“E ci dispiace enormemente, glielo assicuriamo!”

“Non ne dubito, ragazzi! Non ne dubito...”

 

I due vampiri si guardarono l’uno con l’altro, soddisfatti di come avevano raggirato il professore, ma proprio quando questi stava per andarsene, parlando di come si sarebbero divertiti con lui, sfortuna volle che di là si trovasse a passare proprio il professor Morris, che avanzava fischiettando tra sè una canzoncina allegra che ricordava paurosamente una delle canzoni di Avery su Merlino.

 

“Oh! Professor Morris!”

“Salve, Horace! Tutto bene?”

“Certamente! Ah! Mi dispiace solamente che questi due ragazzi non possano partecipare alla mia riunioncina di stasera, sai!”

“Oh! E perchè non possono?”

 

Chiese il professor Morris, incuriosito e molto più distruttivo di quanto pensasse. Ma prima che il professor Lumacorno potesse dire mezza parola, Severus disse con aria a metà tra l’implorante e lo spaventato

 

“Ehm! Ma professore! Abbiamo un appuntamento, non si ricorda?!”

“Io... veramente... ah, sì! L-l’appuntamento! Come ho potuto dimenticarmelo!”

 

“Eeh... ehm... e cosa riguardava esattamente questa vostra consulenza?” Chiese Lumacorno furbescamente.

“Ehm... –fece il professore, spaesato- veramente io...”

 

Il professore arrossì leggermente. Come gli era venuto in mente di coprire la bugia di un suo studente di fronte ad un suo pari? Ma proprio quando si era rassegnato e stava per dire la verità al professore di pozioni, notò alle spalle del suddetto i due vampiri che sbracciavano insolitamente, e capì che era una specie di mimo.

 

“Ehm.. si tratta di una... vede, è un...”

“Un cosa?”

“Un... Sole? No... caldo? Ah! Vacanza, sì! Una vacanza... scritta... un... tema? Ah! Sì, ci sono! È una vacanza studio!”

“...”

“Vacanza studio, ho detto.”

“Lei ha le idee un po’ confuse, professore.”

“Sì, lo so... ultimamente ho lavorato troppo.”

“Si riposi, la prego... arrivederci a tutti, allora! E ricordate, ragazzi... prima o poi vi beccherò!”

 

Disse il prfessore strizzandogli allegramente l’occhio, senza rendersi conto che in realtà i due avevano interpretato la cosa come una micaccia, ed erano stati percorsi da un brivido. Nonappena Lumacorno fu fuori dalla portata di occhio o orecchio, il professore di DADA si voltò verso i due con sguardo di rimprovero. Severus arrossì, mentre Lucius sorrise con aria innocente.

 

“Voi vi rendete conto della gravità dell’accaduto, vero?”

“Sì, professore...” Rispose Severus, mentre Lucius non vedeva dove fosse il problema.

“Io ho mentito ad un mio pari, per coprire le vostre scuse! È inammissibile!”

“Ma allora lei perchè lo ha fatto...?” Domandò Lucius.

“Bella domanda, signor Malfoy... sa perchè?”

“Perchè?”

“Esatto! La verità è che non lo so nemmeno io, ma dovrete farvi perdonare!”

“E c...come?” Azzardò Severus.

“No, la domanda resta sempre ‘perchè?’” Cominciò ad innervosirsi il biondo che non ci stava capendo più niente.

“Per esempio potreste far avverare quella bugia. Venite da me stasera.”

“Oh! –disse Lucius teatralmente- che peccato! Io stasera devo proprio studiare per Trasfigurazione!”

“Non fa niente... e lei, signor Piton?”

“Io sono libero.”

 

Sorrise Severus, mentre Lucius gli aveva lanciato uno sguardo mortale.

 

“Perfetto, allora, a stasera alle... facciamo le sette?”

“Va bene, professore!”

“Arrivederci, ragazzi!”

 

Nonappena il professore si allontanò dai due, Lucius guardò l’amico con aria di rimprovero ed incredulità. Quando il moretto se ne accorse, si voltò un po’ confuso, e chiese come se non capisse cos’aveva fatto di sbagliato

 

“Cosa?”

“Come hai potuto??”

“Potuto che cosa?!”

“Accettare la sua proposta!”

“Beh, cosa c’è di male? È un professore!”

“E allora? Forse ti sei dimenticato che c’è un assassino in giro, e che si trova qui nella scuola!”

“Oh, andiamo, Lu! Non penserai davvero che sia lui?”

“Se fossi intelligente sospetteresti di chiunque! Il fatto che è un professore non lo rende perfetto! E poi quella cosa strana che ha detto Lumacorno... che lui ha un... com’è che lo ha chiamato? Ah, sì! Un “debole per te”, non mi convince affatto!”

“Sei paranoico! E comunque stavamo programmando da un po’ di passare del tempo insieme dopo le lezioni.”

“Ah. E come mai non me lo hai mai detto?”

“Perchè tu non me lo hai mai chiesto!”

“Non fare l’idiota, Severus! Non puoi avere un appuntamento con un professore!!”

“Tu prova a ripetere balordaggini simili, e ti tirerò un pugno così violento, che quando avrai finito di girare, i tuoi vestiti saranno passati di moda!”

“Ah! Ah! Ah! Mi piacerebbe vederti tentare!”

“Così stanno le cose? Bene, allora ti comunico che non me ne frega niente di come la pensi!”

“Dovrebbe, visto che penso che ti stai comportando da idiota! E se volesse molestarti?!”

“Oh, andiamo, Lu! Sono un vampiro, ho una forza sovrumana, so badare a me stesso!”

“Sì, ma lui è anche un prof di DADA, ti dice nulla questo, creatura oscura?”

“Ma... è un professore! Se fosse pericoloso per me in qualsiasi maniera, Silente non lo avrebbe mai assunto, ti pare?”

“...”

“...”

 

“Va bene, vai. Ma alla minima stranezza che vedi, usa quel bracciale e chiama Avery, oppure lancia un messaggio telepatico a Gragantua che mi avvertirà. Va bene? Ce la puoi fare da lì a chiamare il pappacoso, o è troppo lontano?”

 

“Ehm... no... credo di farcela. Sei davvero così preoccupato?”

“C’è da chiederlo? Sei la cosa più preziosa che ho...”

“...”

“...”

“MA CHECCARINOOOOOOOOOOOO!!”

 

Esclamò il moretto sinceramente commosso mentre si gettava addosso a Lucius, che lo prese al volo, ed iniziò a ridere.

 

“Hei se sapevo che bastava così poco per farmiti saltare addosso, lo avrei detto molto tempo fa...!”

“Non è una cosa molto carina da dire, ma per stavolta ci passerò sopra...”

“Anche io vorrei passarti sopra...”

 

THUMP! THUMP! STOMP!

 

“Sei sempre il solito! Non puoi stare serio per più di un minuto!”

“Non è vero! Se mi sforzo arrivo anche a due!”

 

HOGWARTS, PARCO DEL CASTELLO, Ore 17:00

 

“Beh, è un po’ improvviso... perchè lo hai fatto?”

“Così... per cambiare. Non ti piace?”

“Certo che mi piace! Stai molto bene! Ma mi sembrava che fossi molto affezionato ai tuoi capelli!”

“Non parlarne così! Sono solo capelli!”

“Allora non ha a che fare col fatto che ci siamo lasciati?”

“Beh... un pochino...”

“Non c’era bisogno di farlo, ma sono contento che tu lo abbia fatto. Ti da un’aria più... vivace!”

“...”

“N-non ti piace questo?”

“Non molto...”

“Allora cancellalo, io non l’ho mai detto! Sembri il solito, cupo, antipatico Serpeverde!”

“Grazie, Sirius, troppo buono!”

“Cosa ti va di fare?”

“Io devo studiare per pozioni, domani c’è il test. Dovresti farlo anche tu.”

“Ma dai! Secondo te davvero quel Lumacorno ci farà domande su tutta questa roba?” Chiese indicando gli appunti tra le braccia di Severus.

“Non lo puoi sapere! Ha detto un po’ su tutti gli argomenti dell’anno scorso!”

“No, studiati le pozioni di uso frequente, fidati.”

“Mh? Che ne sai, tu?”

“Nulla... ho questa sensazione...”

“Sirius Black! Non avrai mica guardato i test?!”

“Io?? No!! Per chi mi hai preso! Lo ha fatto James!”

“Black, sei... sei davvero sleale!”

“Ora lo sei anche tu! Visto che ti ho detto cosa studiare!”

“Ma io non volevo saperlo!”

“Lo sai lo stesso! Cosa vorresti fare? Suicidarti?”

“Black, se fossi onesto andresti dritto da Lumacorno a chiedere perdono ed avvertirlo di cambiare le domande!”

“Cosa?? Ma tu sei pazzo! Non farei mai in tempo a studiare, ora!”

“Fatti  tuoi, potevi pensarci prima!”

“Oh, insomma! Smettila! Sei troppo onesto, quasi non sembri un Serpeverde!”

 

“Non è tutto per onestà, Black, semplicemente io SO che se non sono capace di fare un semplice test di pozioni senza copiare, non valgo i vestiti che porto! E fidati, questi valgono davvero poco! Non riesco a crederci! Pensi davvero di essere più felice con un voto copiato, piuttosto che guadagnato?!”

 

“Beh... sì?”

“Oh... sei incredibile, Black!”

“Dai, non prenderla così! Non credevo ti dispiacesse prendere un buon voto in pozioni!”

“IO, Black, lo avrei preso ugualmente! Al contrario di te!

“Allora, dovè il problema?!”

“Il problema è che ti facevo diverso!”

“Ma... Severus! Aspetta un po’, dove...”

 

Ma il Grifondoro non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase, che Severus aveva già raccolto le sue cose ed era sparito sulla strada per tornare al castello. Rimasto solo, Sirius ricominciò a parlare da solo

 

“Visto, Sirius? Vai a far del bene agli altri, e vieni ricompensato in questo modo! Sai cosa sei? Sei uno stronzo! E adesso hai anche indisposto la persona che ami, bravo bravo e ancora bravo! Dovresti batterti le mani! Argh! Maledizione!! Maledetto me che sono così stronzo, e maledetto anche James che mi ha voluto trascinare in questa stronzata!”

 

“Non è un buon segno parlare da soli! Credevo avessi smesso...” Disse Peter sbucando all’improvviso da dietro le siepi.

“Argh! Peter! Maledetto mi hai fatto paura! Ma che fai qui?!”

“James mi ha detto di dirti di non dire a Remus che avete rubato i test, o si arrabbierà come un licantropo.”

“Capisco. Ma... perchè me la dice solo ora, sta cosa?”

“Non ne ho idea! Ma che hai fatto? Sei tutto rosso!”

“Mi sono arrabbiato... Severus mi ha piantato perchè ho rubato il test.”

“...”

“Che è ora?”

“Sei stato stupido!”

“Grazie, Peter... ti voglio bene anch’io!”

“Senti, Sirius... voglio dirti una cosa... a te e James non piacciono le pozioni. Ma andate per caso male?”

“Ehm... no. Ma che domande sono ora?”

 

“Mmh... Pensaci, Sirius, perchè James avrebbe dovuto voler rubare i test, se andate entrambi bene in pozioni, e comunque anche se andaste male non vi fregherebbe nulla? E poi ti dice questa cosa per non fare arrabbiare Remus, proprio DOPO che ti sei visto con Piton, e sicuramente gli avrai detto del test?”

 

“Eh? Ma cosa...? Oh, ma dai, Peter! Non starai suggerendo che lo sta facendo apposta?”

“Lungi da me dire una cosa del genere! Ti ho solo detto di pensarci!”

“...”

“Non pensare troppo, però. O ti andrà in corto qualcosa là dentro!”

“Pensavo...”

“Appunto, dicevo.”

 

“No, ascolta! Pensavo che James, da quando mi sto rivedendo con Sev, continua a darmi suggerimenti, tipo dì quello, regalagli questo, fai quest’altro... e quelle poche volte che li ascolto, va a finire che litigo con Sev! James... prima di ora, mi ha sempre dato consigli giusti, però... ed ora che ci penso... in terrazza, l’altra volta, mi ha detto “Se Sev non ti ha dato retta nemmeno vedendoti in quello stato...” però quella sera mi aveva consigliato di tornare in stanza appunto per il mio aspetto! Cavolo, le cose combaciano! James mi sta coglionando!”

 

“Io non ti ho detto niente, comunque!”

“Sicuro! Ma perchè fa questo?! Che motivi ha?”

“Ehm... non ne ho la più pallida idea...”

“Dai, Peter! Ormai è ora che metti le carte in tavola! James non saprà che me lo hai detto!”

“Mh... non è nulla di particolare, davvero. Pensa solo che staresti meglio con qualcun altro!”

“E sarebbe Remus per caso?”

“... forse.”

“Oh, ma andiamo! È... è assurdo! Remus ed io! Se Remus lo sapesse si metterebbe a ridere!”

“Non esserne così sicuro!”

“Non scherzare! Ci conosciamo dal primo! Oramai siamo come due fratelli!”

“Forse per te! Non essere sempre così sicuro di tutto! Dai, andiamo?”

“O... ok, ma è... è così strano! Tu dici che piaccio a Remus?”

“Io non ho detto nulla!! E cerca di ricordarlo! Andiamo!”

 

Concluse Peter, facendo strada per tornare dentro, e Sirius non potè fare altro che seguirlo, mentre nella sua testa elaborava a velocità supersonica tutte le nuove informazioni ricevute. Possibile che fosse davvero come diceva Peter? Beh, sicuro è che i fatti parlano per conto loro...

*Ma allora quando Remus mi ha chiesto di lasciare stare Severus per stare con lui, non aveva intenzione di scherzare! Così si spiega anche perchè mi ha cacciato a calci, quando ho riso! Beh, eppure non mi ha inviato nessun segnale... no, aspetta! Forse, me ne ha tirati anche troppi di ‘segnali’... ma quanto devo essere stupido per non essermene mai accorto prima?!*

 

Pensò. E continuò a pensare, fino al loro arrivo al dormitorio.

 

“Hei! Ragazzi! Tutto bene? Sembrate strani.”

“Non è nulla, Ramoso, non ti preoccupare!”

“Non dirmi che ti è andata male con Piton? Avete litigato per caso?”

“Noi... no, in effetti.”

“No?”

“No. Perchè?”

“Nulla... per caso gli hai detto dei test?”

“No.”

 

“E come mai? A lui che è così perfettino avrebbe sicuramente fatto piacere sapere cosa studiare, invece che passare tutto il giorno a sgobbare sui libri! E conoscendo lui, anche buona parte della notte! E poi è un Serpeverde, se sapesse che hai fatto qualcosa del genere, sicuramente ti ammirerà di più!”

 

“Forse hai ragione, Ramoso... vado a dirglielo subito!”

“Vai, vai! Eeh, devo insegnarti tutto io!”

 

Sirius sorrise mentre l’amico si alzava dal letto e si dirigeva in bagno. Poi si voltò, guardò Peter, che ricambiò lo sguardo, e sorrise come a dire ‘te l’avevo detto, io!’. Poi, Sirius gli si avvicinò, e glidisse piano

 

“Ti consiglio di studiare per pozioni.”

“Vai da Lumacorno?”

“Esatto.”

 

Sorrise ancora. Peter sospirò e se ne andò verso la sua scrivania lamentandosi sottovoce a proposito di un’altra ‘D’ in pozioni, alle quali però si era ormai abituato...  poi Sirius, uscendo come un fulmine dalla stanza, non si fermò finchè non arrivò, infine, nei sotterranei, davanti all’ufficio del professor Lumacorno. Nel frattempo, nel dormitorio di Serpeverde...

 

“Sev!! Quel tuo pappacoso ha tentato di nuovo di mangiare Gregorio!!!”

“Beh?! Che vuoi da me? Sono appena entrato e già mi assali?!”

“Almeno legalo al suo... quel suo... portapappagalli, lì!”

“Il ‘portapappagalli’ si chiama trespolo, e poi ti ho detto di lasciare Gregorio nella sua vaschetta!”

“Ed io ti risposi che non ci può restare sempre, là dentro!”

“Oh, senti! Già fa schifo attraverso un vetro, figurati guardarlo camminare per la stanza!”

“...”

“Cosa c’è, adesso?!”

“Ti è successo qualcosa!”

“No, non è vero!”

“Beh, allora... credo che mangerò Gargantua, se non ti spiace!”

“Non lo faresti mai...”

“Visto? Se lo avessi detto ieri, mi avresti staccato la testa!”

“Non rompere, dai!”

“Sei... triste? Che è successo, hai litigato con Black?”

“Non dire ‘Black’ col tono di uno che sta per vomitare!”

“Non lo faccio! Sennò direi Bllllueck!”

“Eddai, che schifo!”

B...Bb...Bbllueeckkk........

“Oh, dai, piantala, non sono in vena! Domani c’è il test, e devo ripassare ancora una ventina di capitoli!”

“Ma come fai...? Oh, beh... io ho ripassato solo le pozioni comuni, quelle di uso frequente, e quelle volatili.”

“Umpf! Continua a ripassare! Ho l’impressione che non domanderà quelle frequenti.”

“Se lo dici tu... va bene, ripassiamo insieme?”

“Oppure, ruba il test, no?”

“Stai scherzando?”

“Perchè?”

“Proprio tu che dici una cosa simile! E comunque non perdo tempo a rubare, io! Sono superiore a certe cose!”

 

Il moretto lo guardò per un po’, come affascinato, ed improvvisamente poi gli sorrise.

 

“Che c’è ora?”

“Nulla! Sei un tesoro, Lu...”

“Che dire... grazie?”

 

Rispose il biondo confuso dall’improvviso complimento. Severus, poi gli si avvicinò, e gli prese il viso tra le mani, poi si alzò sulle punte dei piedi, lo tirò giù, e gli depose un bacio sulla fronte. Sorrise ancora, e tornando a prendere il libro, si sedette sul letto

 

“Vieni, studiamo!”

“Dopo un bacio del genere puoi chiedermi tutto ciò che vuoi!”

 

Scherzò il biondo, andando immediatamente a prendere posto davanti all’amico per interrogarsi a vicenda.

 

HOGWARTS, CORRIDOI DEI SOTTERRANEI, Ore 18:30

 

“Yaaaaaawn...!”

 

Sbadigliò Avery, mentre piazzava un fuoco artificiale nel bel mezzo del corridoio, si annoiava a morte, da quando non faceva più scherzi a Zabini, ma Merlino impalato lo fulmini, se lo avrebbe mai ammesso. Improvvisamente, udì dei passi avanzare nel corridoio. Così, corse anascondersi sulle scale, opportunamente celate da un muro.

 

Gazza avanzava a passi lenti, guardandosi intorno, in cerca di studenti in procinto di commettere qualche nefandezza. Arrivato ad un certo punto, improvvisamente, sentì uno strano rumore, come un crack. Tese l’orecchio, e sentì uno strano fischio echeggiare sommessamente nel corridoio. Si tese ancora un po’, e all’improvviso

 

BOOM!!

 

“MALEDETTO, CHIUNQUE TU SIAAAAAAAAAAAA!!!!!”

 

Gridò, mentre correva via col cappotto in fiamme. Avery scoppiò a ridere a crepapelle! Magari non aveva più il prefetto, ma di certo esistevano tante altre persone altrettanto divertenti a cui fare scherzi! Beh, magari non altrettanto, ma quasi...

 

“Non ti stanchi mai di scherzare?”

 

Il ragazzo trasalì sentendo una voce irritata provenire dalle sue spalle. Si voltò, e vide davanti a sè proprio il prefetto, suo ex-migliore amico, che dalla cima delle scale lo guardava col viso contratto da un’espressione di rimprovero.

 

“No, mai! È un problema, signor Prefetto?”

“Direi di sì! Dieci punti in meno a Serpeverde! Ora torna nella tua stanza!”

“No.”

“Avery, torna dentro!”

“Non è ancora il coprifuoco! Quindi no!”

“Non costringermi a costringerti!”

“Fai pace col cervello, Zabini! Io non entro!”

“Tu...”

 

“Che fate, ragazzi?”

“Oh? Ciao, Sev! Indovina? Ho fatto esplodere Gazza!”

“COSA???”

“Ah ah ah ah! Calmati, era solo un fuoco artificiale!”

“COS’ HAI FATTO!??”

“Qualsiasi cosa io abbia fatto, ne valeva la pena, pur di vedere la tua faccia in questo momento!”

“Non ridere in questo modo per una cosa simile!!”

 

“Lascialo stare, Severus. Questa maglia è davvero bella.”

“Non dire cavolate... l’ha fatta mia madre... è un po’...artigianale.”

“Secondo me è venuta molto bene. Ti calza a pennello.”

“Appunto. I maglioni dovrebbero essere più larghi, a casa mia... credo che mamma sia rimasta a quando avevo tredici anni.”

“Perchè? Hai una figura stupenda! Dove stai andando?”

“Dal professor Morris.”

“Oh. E come mai? Non sei in detenzione, che io sappia...”

“No, è solo perparlare un po’.”

“Capisco. Attento, ok?”

“Ovvio! Ci vediamo, ragazzi!”

 

Nonappena Severus fu lontano, Avery, tentando senza successo di trattenere le risate, disse, imitando la voce di Zabini

 

“Pfffft... ‘questa maglia è davvero bella! Secondo me è venuta molto bene.... ti calza a pennello, sì! Perchè ti vesti largo, hai una figura stu-pen-da!!!’ Mwuahahahahahahahahahahaha!!!!”

 

“Avery, stai zitto!”

“Ah ah ah ah!!! Ma dai, come sei prevedibile, Zabini! Pfft! Ah ah ah ah!! Ma come si fà... ‘hai una figura stupenda!’ ah ah ah!”

“Avery, ti consiglio vivamente di stare zitto!”

“Va bene, va bene! Ma questa è stata davvero bella! Ah ah ah!”

 

Rise Avery, mentre si alzava, e superava l’ex amico, risalendo le scale. I due non si degnarono di uno sguardo, ognuno infatti proseguì per la sua strada. Il prefetto, però, una volta giù, si voltò a guardare Avery risalire. Faceva male essere trattato in quel modo, come Avery trattava tutti gli altri insegnanti o prefetti, con ironia e derisione. Cribbio, gli mancavano perfino le esplosioni inaspettate ogni volta che stappava una bottiglia, o apriva la boccetta dell’inchiostro! Sosse la testa, come a voler scacciare i pensieri, e tornò per la sua strada. L’altro non lo aveva degnato nemmeno di uno sguardo...

 

In quel momento anche Avery si voltò a sbirciare il prefetto dalla cima mentre andava via... cavolo non lo aveva nemmeno degnato di uno sguardo! Forse non avrebbe dovuto prenderlo in giro, ma DAVVERO... era troppo divertente! Fino a pochi giorni prima, ci avrebbero riso insieme! Come gli mancava... scosse la testa, come a voler scacciare via i pensieri, e tornò per la sua strada, cantando tra se ‘La combriccola del porco’. Una canzone che parlava di Merlino e la sua cerchia di amici.

 

Nel frattempo, Severus era arrivato davanti alla porta dell’ufficio del professor Morris. Bussò tre volte, e poi restò in attesa. Un minuto dopo, nessuna risposta. Bussò ancora, stavolta più a lungo. Sentì un tonfo un po’ sospetto, ma dopo qualche secondo, il professore aprì, aveva gli occhiali spostati, pochi vestiti adosso, e l’aria assonnata.

 

“Eh? Signor Piton... qualcosa non va?”

“Lei... mi aveva chiesto di venire.”

“Alle sette...”

“Sono le sei e cinquantacinque, professore.”

“Oh... –esclamò il prof, voltandosi un secondo verso l’interno- allora credo sia meglio che lei aspetti altri otto minuti qua fuori, non crede?”

“Ha ragione. Faccia con comodo...”

 

Il professore allora richiuse la porta, mentre il ragazzo andò ad appoggiarsi al muro. Sentì, durante l’attesa, diversi altri tonfi, provenire da dentro la stanza. Si preoccupò un po’, ma esattamente otto minuti dopo, la porta si aprì ancora.

 

“Alle sette, precise! Prego, entri!”

 

Il vampiro, un po’ sorpreso dall’accaduto, fece come richiesto, quando il professore richiuse la porta, si guardò attorno. Tutto in ordine, anche se un po’ trasandato lo stesso. Libri e fogli vari erano sparsi un po’ su tutti i mobili, mentre sul divano giaceva probabilmente tutta la collezione di ‘Gazzette del Profeta’ dal 1700 in poi.

 

“C’è ancora un po’ di disordine... avrei tolto tutto, ma stranamente continuavo ad inciampare! Chissà come mai...”

“Ehm... professore, ha provato a rimettersi gli occhiali?”

“Gli occhiali? Oh! Ma guarda! Ecco perchè continuavo a cadere! Eh eh eh! Scusi, starà pensando che sono matto...”

“Non più del solito...” Sorrise il vampiro.

“Mooolto confortante. Prego, si sieda dove le pare.”

 

Il vampiro si guardò intorno, e poi optò per una sedia, attaccata ad un tavolo, naturalmente anche quello pieno di giornali, libri ed altro.

 

“Ehm... un secondo, prego...”

 

Si scusò ancora, ed estraendo la bacchetta, la agitò un paiodi volte, e le letture ingombranti la stanza, sparirono ai loro posti, nei cassetti o negli scaffali della libreria. Solo alcune riviste restarono sul tavolo, tra le quali, Severus ne trovò una piuttosto strana, c’era una strega con un vestito piuttosto particolare, ed una frusta in una mano... ma cos’aveva ai capezzoli, delle catenine?

 

“Ehm! Ma che strano! Come sarà finita lì?”

 

Chiese il professore strappandogliela dalle mani, e gettandola nel primo cassetto che si ritrovò sottomano.

 

“Professore, quel cassetto...”

“Sì?”

“Non era il cassetto dei tovaglioli? Ce n’erano alcuni...”

“Ah, sì? Strano, che ci facevano dei tovaglioli nel cassetto delle uova...”

“U-uova? Ehm... forse dovrei tornare domani...”

 

Disse, facendo per alzarsi, ed andare via, ma il professore lo trattenne, respingendolo di nuovo a sedere sulla sedia.

 

“No, no! Ora è tutto a posto! Ehm... gradirebbe un thè?”

“Io... va bene... purchè non lo tenga nel cassetto della maionese scaduta, o del veleno per topi...”

“Ah ah! No, dovrebbe essere insieme ai cavatappi... infatti! Che gusto vuole?”

 

Chiese distrattamente, mentre metteva l’acqua a bollire.

 

“Che gusti ha?”

“Tutti. Un po’ come le caramelle tutti i gusti più uno...”

“Posso avere quell’uno per favore? Sembrerebbe meno pericoloso.”

“Va bene... quell’uno è al gusto di fragola. Va bene?”

“Perfetto, grazie.”

 

Poi il professore si mise a sedere su un’altra sedia del tavolo, mentre nella sua mente si chiedeva se il ragazzo avesse detto ‘perfetto’ o ‘prefetto’.

 

“Dunque, mi dica... tutto bene, i suoi studi?”

“Dovrebbe saperlo anche meglio di me, visto che guarda le mie pagelle...”

“Ehm... certo. E il Quidditch? Tutto bene?”

“Tutto bene.”

“Bene.”

 

Presto, i due non seppero più cosa dire. E dopo aver imparato a memoria i disegni della tovaglia, Severus non ne potè più, e disse con sincerità

 

“Se voleva farmi qualche domanda sulla mia natura, lo faccia tranquillamente.”

“Non la mette in imbarazzo parlarne?”

“No... non più di tanto...”

“Oh, bene! –disse entusiasta- mi dica, il vampiro che l’ha trasformata, era un anziano o un novizio?”

“Un anziano. Lui mi ha abbandonato subito dopo avermi creato.”

“Oh. E le è dispiaciuto?”

 

“Certo, che domande. Nel momento che mi ha dato il suo sangue... ora c’è come un filo che ci unisce. Qualche volta riesco a sentire qualche suo pensiero, o lo sogno quando ‘dormo’...”

 

“Com’è dormire per un vampiro?”

 

“Per me è come... se mi addormentassi e mi risvegliassi un secondo dopo. A parte quando sogno, non mi rendo nemmeno conto di aver dormito. Non so se mi spiego. Non sono ‘stanco’ quando mi metto a dormire... è più un... un modo per rielaborare la giornata, so che mi farà bene. Se per esempio mi sento molto scosso, se riesco a dormire almeno un’oretta, il problema si fa come più distante.”

 

“Sembra molto bello.”

“Infatti, lo è.”

“Come si nutre, qui ad Hogwarts?”

“Nella foresta proibita. Animali grandi, come lupi, o... non me lo faccia dire, la prego!”

“Ah ah ah! Va bene...! Mi sono sempre domandato... le fanno male i canini quando crescono?”

“All’inizio sì, e molto... ora e più come un pizzico. Passa subito.”

“Ed è stato bello il morso che l’ha trasformata?”

“Sì. è stato bello.”

“Cosa si prova...?”

“Beh, è... come quando si fa l’amore... -arrossì il vampiro.- il piacere sale, sale, sale, finchè arrivato all’apice scende piano piano mentre muori.”

“Ed il suo ‘ritorno’ è stato doloroso?”

 

“Veramente, no. È stato come se fossi stato stanco, e mi fossi svegliato. Poi a mano a mano che bevevo il sangue del mio Sire, le forze tornavano.”

 

“Non c’è nulla che le dia fastidio della sua natura?”

 

“Un po’ tutto ed un po’ niente... mi da fastidio non avere pori sulla pelle... o sapere che i miei occhi si vedono al buio... no, quello è piacevole, quando sono a caccia!”

 

“Cosa usa per mascherare i suoi occhi?”

“Un insieme di polvere di perla, e Sali di fuoco.”

“Non le fa male?”

“Non lo metto sugli occhi! Lo ingerisco per via orale! Sotto forma di caramelle.”

“Quanto dura l’effetto?”

“Più o meno sei ore.”

“E quando la dovrà riprendere?”

“Ehm... fra poco.”

“Non prenderla. Posso guardarli?”

“I miei occhi?”

“Sì. Che cosa sennò?”

“Beh... va bene, se non si impressiona...”

“Impressionarmi? Non sono così delicato, signor Piton! Ho incontrato creature di tutti i tipi nei miei ventitrè anni, sa!”

“Capisco... cosa faceva prma?”

 

“Io? Nulla, il perdigiorno. Mi piaceva viaggiare, vedere posti, conoscere gente... ricordo che il primo viaggio che feci, lo intrapresi a diciotto anni, appena terminati i miei studi. Partii col mio migliore amico, ed in un anno girammo buona parte del continente! Poi lui si sposò, e continuai da solo... ma beh, quello fu più un divertimento... il mio vero viaggio fu quello in Africa!”

 

“Ci sono creature strane in Africa?” Chiese il vampiro incuriosito.

 

“Strane? Ce ne sono di orribili, di spaventose, e diridicole! Passai ben una settimana con uno shamano africano tutto dipinto e vestito con pelli e piume, che mi fece un voodoo, e mi mandò ad affrontare una prova di coraggio in una grotta! Lì c’era un pipistrello gigante, ed io ero perfino senza bacchetta! Gli lanciai un sasso, e quello lo divorò al volo! Merlino, se me la feci sotto in quel momento!”

 

“E come se la cavò con il... ehm, pipistrello?”

“Con la mia mossa segreta, naturalmente!”

“Cioè?!”

“Dunque, lo guardai dritto negli occhi per un po’, ma molto intensamente così che anche lui continuasse a guardare solo i miei occhi... poi, lentamente mi abbassai con le gambe, piegando un po’ le ginocchia... feci mezza torsione del busto, voltandomi indietro, e... partii a razzo, lasciandolo talmente stupito che non riuscì nemmeno a corrermi dietro!”

“Cioè è scappato via...?”

“Esatto. Beh, che avrei dovuto fare?! Non sono mica un pazzo suicida!”

“Non è una cosa da dire con vanto, però!”

“Il coraggio, signor Piton, sta anche nel sapere quando scappare! La vita è più importante di qualunque ‘prova di coraggio’!”

“Sì, ho capito. Ma lo stesso non è un buon motivo per raccontarlo in giro!”

“Umpf! Avrei voluto vedere lei al mio posto!”

“Ma non c’entra! Anche se fossi scappato, non lo avrei raccontato in giro!”

“Beh, ma probabilmente con le sue doti di vampiro avrebbe potuto combatterlo, ma io che potevo fare?!”

“Allora lo fa apposta! Capisco il fuggire, ma non il raccontarlo! Capito?!”

“Ah, ma lei sta parlando del raccontare! Ah ah ah! Forse ha ragione lei!”

“... lei è pazzo...”

“Questo significa che sono in buona compagnia!”

“Ma... cos’avrebbe da dire su di me, sentiamo!”

“Cioè, guardi in faccia la realtà... normale non c’è!”

“Più di lei sicuramente, però!”

“Non lo metto in dubbio! Ah ah ah!”

“MA COSA C’E’ DA RIDERE??”

“Ma cosa c’è da urlare, piuttosto!”

“Ehm... oh, insomma! La smetta di dire stupidaggini!”

“Ah ah ah! Com’è divertente farla arrabbiare, sa?!”

“...”

“Non faccia quella faccia, avanti!”

“Ma ha fatto almeno qualcosa di coraggioso, qualche volta?”

 

“Certo! Per esempio, ho battuto una roccia enorme in una gara di indovinelli! Una roccia parlante, ovviamente! E se non vi fossi riuscito al primo tentativo, non sarei stato in grado di trovare la strada nel suo labirinto boschivo!”

 

“Il labirinto di una roccia parlante? E dove sarebbe??”

 

“In Danimarca. Dovevo andare a riprendere un mio amico catturato da orchetti mezzi matti. Lo avevano rinchiuso in una torre diroccata oltre il labirinto! Erano piccoli, tutti verdi, e con gli occhi stralunati! Davvero, sembravano pazzi usciti dal manicomio, ed avevano questo modo di ridere, come se si fossero appena fatti dieci canne in meno di un minuto! Correvano avanti e indietro tutt’intorno agli sconosciuti, e all’improvviso tiravano fuori un’ascia e cercavano di colpire!”

 

“Sembrano molto inquietanti!”

“Lo erano, può giurarlo! Il brutto era proprio che se li ascoltavi ridere troppo a lungo, cominciavi a svalvolare anche tu!”

“Davvero? Ah, adesso si spiega...”

“Che cosa si spiega?”

“Nulla, nulla... cose mie. Continui a raccontare.”

 

“Beh, insomma, alla fine mi sono ritrovato nel sotterraneo della torre e dovevo rubare la chiave della cella al guardiano, un altro di quei matti, solo molto più grosso, e minaccioso, e teneva con se un grosso coltello da macellaio, e si stava preparando la cena. Stregai un topolino per rubargliela, e riuscii a liberare il mio amico... ormai però era suonato come una campana... si trova ancora al San Mungo, dovrei scrivergli qualche volta... e certo, che potrebbe scrivermi anche lui qualche volta! Beh, pazienza, magari è morto...”

 

“No comment...”

“...oh!”

“Beh, cosa c’è adesso?”

“I suoi occhi... sono cambiati.”

 

Notò il professore, osservando il vampiro come se fosse qualcosa di spettacolare. Severus si sentiva un po’ in imbarazzo, ma cercò di non darlo a vedere. Possibile che non lo trovasse inquietante?

 

“Le spiacerebbe tirare fuori i denti?”

“Cosa??”

“I denti. Per favore, la prego!!”

 

Chiese con voce implorante, come un bambino che pregava la mamma di comprargli il gelato. Severus arrossì un po’ per la vergogna, ma serrò la bocca per qualche secondo, e poi quando la riaprì, si potevano vedere i suoi canini, lunghi, lucenti, ed affilati. Il professore continuò a guardarlo, rapito.

 

“Bellissimo. Non mi era mai capitato di vederne uno così da vicino... è... non ho parole! Dovrebbe andarne fiero, davvero!”

“Ehm... può bastare così?”

“Sì... sì, va bene. La ringrazio.”

 

Sorrise infine l’uomo. Poi, Severus lanciò un’occhiata furtiva all’orologio appeso al muro della stanza. Le nove.

 

“Professore... io credo di dover andare.”

“Di già? Oh, vedo. Non è appropriato per un alunno trattenersi fino a quest’ora con un professore.”

“Beh, è stato un piacere.”

“Spero di non averla annoiata con le mie storie...”

“Assolutamente no! Mi sono divertito!”

“Ne sono felice! Se vuole posso raccontargliene altre!”

 

Disse il professor Morris mentre accompagnava il vampiro alla porta, e la apriva per lasciarlo uscire.

 

“Mi farebbe davvero piacere, professore!”

“Sperando di non suscitare invidia al professor Lumacorno...”

 

Ridacchiò, ma subio dopo si ricompose, e con aria seria disse al ragazzo

 

“No, seriamente, cerchiamo di non farlo sapere troppo in giro nel caso dovessimo rivederci ancora fuori della classe... qualcuno potrebbe fraintendere, e non sarebbe carino per nessuno dei due, se cominciassero a girare strane voci . Va bene?”

 

“Certo, capisco benissimo. Buonanotte professore.”

“Buonanotte, ci rivedremo in classe! E si ricordi... è sempre il benvenuto qui.”

“Va bene. mi farò rivedere, sicuramente!”

“Ah! Un’ultima cosa!”

“Sì?”

“Non vorrei che pensasse che la voglio qui solo per osservarla come un animale da zoo, ok? Non è così... e mi scuso se ho dato un’impressione sbagliata, ma vede... ero davvero rapito dal suo aspetto. Ma non la trattengo oltre, ci rivedremo, spero. Ancora buonanotte.”

 

“... buonanotte anche a lei.”

 

Concluse, e guardandosi intorno per accertarsi di non incontrare prefetti, o il non-bidello Gazza, sparì velocemente lungo la via che lo avrebbe ricondotto ai sotterranei. Il professore aspettò sull’uscio finchè non lo vide sparire. Dopodichè richiuse la porta alle sue spalle, soddisfatto della serata ricca di esperienze.

 

 

La canzone all’inizio del Capitolo è “Settanta” di Giovanni Lindo Ferretti. È bellissima, ascoltatela! Voglio ringraziare tutte le persone che sono arrivate a seguire la storia fino a qui spero vi sia piauta. Recensitemi, e spero continuerete a leggere!

 

 

XxX.Lexxy.XxX

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Capitolo 22
*** Gli uomini sono cacciatori!! ***


Per LadyViolet: Good evening anche a te

Per LadyViolet: Good evening anche a te! Come disse Caramell all’inizio del suo discorso d’apertura della finale di Quidditch! E per quanto riguarda quella frase, io ti rispondo con un’altra frase che mi dice sempre il mio ragazzo: “Il vino buono sta nella botte piccola, non nei tappi!” Anche Palanmelen deve avermi detto una frase simile, una volta! Comunque, tornando a noi... per quanto riguarda Sirius e Remus... molto presto finiranno con l’avvicinarsi molto, non temere! Sì, lo so... Sirius è stupido. Ma pensa a Severus, allora tirerai un sospiro di sollievo. Lui sì che è stupido in queste cose, no? Se fosse stato lui, non ci avrebbe creduto nemmeno se lo avesse sentito con le sue orecchie farsi un manicotto gridando il suo nome... Moody stupisce sempre. Ma non smetterà di torturare Severus, anzi ti darò un’anticipazione. Moody entro i prossimi due o tre LexxyChap, riuscirà a rovinare la vita scolastica di Severus completamente! Leggerai e vedrai! Il professor Morris è un personaggio bellissimo e molto contraddittorio! Un’altra anticipazione? Anche lui rovinerà la vita scolastica di Severus, seppure inconsciamente. Forse ho detto troppooooo! Andiamo avanti! Tu non riuscirai mai ad assillarmi, nemmeno se mi scrivessi un poema epico! E poi che dovrei dire io, che scrivo delle risposte chilometriche?? Mi piace stringere un qualche rapporto con i miei recensori! Parlare, chiacchierare, eccetera! Per quanto riguarda Merlino non c’è bisogno di ringraziarmi! Anzi, povero Merlino che dipendesse da noi morirebbe mille volte al giorno! Eeeh... povero Merlino appeso per i pollici ad un cipresso in fiore! Lo trattiamo sempre male, povero Merlino inculato dagli orsi! Basta, da oggi in poi niente più bestemmie su Merlino bruciato con la benzina, e poi lasciato in pasto ai merluzzi che lo divorano alacremente, mentre lui si lamenta dicendo “Addio... piccoli bastoncini!”. Ma ora basta parlare di Merlino... (Cantami o Merlino del glande di tuo padre lo schizzo funesto...) e scusa la volgarità... comunque dubito che Merlino sepolto vivo e senza cellulare mi aiuterà negli esami... chissà perchè, ma non mi può vedere...  buone notizie per LE MIE nuove fanfic... infatti sto scrivendo anche “Tempesta di coscienza”, e “La casa del Mamba Nero”. Se vuoi dare un’occhiata e lasciare qualche recensioncina anche lì.. ti sarei molto grata! Un bacio! Grazie mille dei complimenti e della recensione! Alla prossima! Merlino infrociato contro una fabbrica di birra!

Per Smile_Vale: No problem... scuse più che accettate! Anzi è stato un sollievo risentirti...! pensavo mi avessi abbandonato perchè la storia era diventata noiosa! E non preoccuparti, se è un problema leggere la storia dal sito posso mandartela via email così che tu possa incollarla su word e leggerla lì. Che ne dici? Se accetti dammi il tuo indirizzo.  Sennò chissà tuo padre che lavata di testa che ti farà a fine mese! Piega favolosa?? E non hai visto il meglio! Per saperne di più leggi la risposta a Smile_Vale, in alto. James è un essere viscido e sleale, a cui importa solo della popolarità. E presto darà il peggio di sè, vedrai! Sì, il punto di svolta ci voleva proprio! E ce ne saranno molti altri! Ma se mi metto ad anticipare, è finita... J l’età del prof Morris l’ho scritta in questo capitolo! Non è che lo ha preso bene, ma diciamo che è stato più come un puzzle che si completa. A livello inconscio se ne doveva essere accorto, no? O forse l’inconscio di Sirius è esattamente come il conscio? Mah... misteri della mente umana... e comunque gli amici alla fine sono sempre quelli che si innamorano di te, e poi non vengonoricambiati, e si attaccano come piattole. A me è capitato sia che si innamorassero, sia che me ne innamorassi io... mai sentimenti ricambiati. E vabbè che io mi sono fidanzata per la prima volta con un tale conosciuto il giorno precedente, al seconda volta, con uno conosciuto il giorno stesso, e l’ultimo, l’attuale, invece, eravamo amici da un paio d’anni, e io lo amavo segretamente. Poi lui si è lasciato con la mia amica, e io mi ci sono messa. Con la mia amica, quella befana stitica, non parlo più. Le farei lo sgambetto sull’orlo delle scale, se non fosse così veloce a scappare da me... maledetta stronza... ma basta parlare di me! Sì, ‘incontrovertibilmente’ si dice! Silente lo dice, nel film dell’Ordine della fenice! Non vedo l’ora che esca al cinema! È completam diverso dagli altri! Sarà bellissimo, spero, sennò vado dal regista e lo mozzico in testa! Alla fine si capiranno, e finiranno insieme, non temere... ho aggiornato abbastanza presto? ;) un kiss, grazie dei complimenti e della recensione! Spero continuerai a lasciarmene! Un bacio! Alla prossima!

XxX.Lexxy.XxX

 

Lasciami qui,
Lasciami stare,
Lasciami così...
Non dire una parola che
Non sia d'amore...

Per me,
Per la mia vita che è tutto quello che ho
E' tutto quello che io ho e non è ancora
Finita
    Finita... 

 

 

CAPITOLO 23: GLI UOMINI SONO CACCIATORI!!

 

HOGWARTS, Ora di Pozioni, Giovedì 7 Novembre.

 

 “Complimenti a tutti, ragazzi! –esclamò Lumacorno tutto sorridente- siete riusciti ancora una volta a dimostrare la vostra terribile incapacità di capire i concetti fondamentali della compatibilità chimica!”

E tirando fuori i compiti in classe svolti la settimana precedente, sorrise ancor più ampiamete. Erano quasi tutte ‘T’. Nonappena tutti si furono ripresi dalla batosta, il professore continuò

“Mentre correggevo i vostri compiti, e nello stesso tempo ridevo delle vostre prospettive per la promozione, mi si è accesa una lampadina in testa, ed in quella lampadina c’ero io che mi dicevo ‘hei, tu con la pettinatura fuori moda! Pensi di riuscire a rendere questa classe un pochino meno idiota?’ poi mi sono risposto ‘Sì, certo che posso!’ e sapete come? Facendovi vedere le mie palle!”

All’intera classe si mozzò il fiato. Ma poi il professore si allontanò, e tornò con tra le braccia uno scatolone, dal quale tirò fuori molte palle dall’aspetto morbido, e colorato. “Oh, grazie Merlino!” Recitò Severus credendo, come tutti, che fossero altre, le palle di cui parlava Lumacorno.

“Allora... ricominciando dall’inizio, voi sapete che alcuni ingredienti ne respingono altri! E questo perchè? Perchè sono tutti composti da combinazioni atomiche... per essere più precisi... –disse, e raccolse due palle una grande, ed una piccola-  le palle grandi rappresentano gli atomi, quelle piccole gli elettroni! Quando si uniscono saldamente... –disse, cominciando ad avvicinare lentamente le palle l’una all’altra, fino a quando si toccarono, emettendo uno ‘smack’, come se sifossero baciate- formano...”

 

“Una pozione?” Chiese Zabini, alzando la mano.

“Sì, anche, ma non solo! Formano le molecole! C’è una quantità infinita di combinazioni, tutte molto affascinanti!”

“Con tutto il rispetto –alzò una mano Avery- non vedo come quelle palle possano influenzare il nostro andamento in pozioni!”

 

“Sono queste, le sue pozioni tonto! Tutti gli ingredienti sono formati da combinazioni che a seconda delle altre combinazioni con cui vengono a contatto, ovvero altri ingredienti, daranno una reazione che li spingerà ad attrarsi, come nelle pozioni innocue, oppure a respingersi, come nelle pozioni del signor Minus, che continuano incessantemente ad esplodere. Ma non solo! Tutto quello che fate, dite, pensate, o provate, sono il diretto risultato di un legame atomico! Anche le vostre attrazioni fisiche! Alcuni elementi si attraggono e si uniscono, altri si respingono e si disperdono!”

 

“Allora, signore –stavolta fu Malfoy ad alzare la mano- si può anche dire che alcune persone, come gli atomi sono nate per stare insieme?”

Disse, lanciando poi uno sguardo carico di significato verso Severus, suo compagno di banco, provocando così Sirius, che avvicinò a sè il suo calderone, e fece finta di stare per vomitarci dentro. Ma, cosa ancor più brutta per lui, fu che il moretto ricambiò lo sguardo di Lucius sorridendo amorevolmente.

“Sì, esatto! –rispose Lumacorno- Molto bene, signor Malfoy! Prendete l’erika e lo scuttle, per esempio! Sono un connubio perfetto! Chimicamente nati per sdraiarsi su lenzuola di seta, e coccolarsi tutta la notte!

“Ehm... –interruppe Sirius, alzando la mano- signor Lumacorno, non può essere che l’attrazione sia un mistero che neanche le pozioni, gli atomi, eccetera, possono risolvere?”

“Eh, sì, scusa... –interruppe James Potter- non per troncare la tua noiosa domanda, Sirius –disse, strizzandogli l’occhio- ma è ovvio che le relazioni sono un libero arbitrio, e spesso le basiamo su ciò che ci da potere, o popolarità!”

“Mmm... interessante, e può comprovare questa teoria con un esempio, figlio di Luciufero?”

“Sì! dunque... i Sali di fuoco cercano la Belladonna per formare un potente esplosivo, ma se, mettiamo trova Piton... ah-ehm... scusate, i Sali di fuoco, beh, i due si trasformeranno in banale sale da cucina!” Terminò Potter lasciando chiaramente ad intendere che l’eventuale unione di Sirius con Severus porterebbe alla formazione di un ‘banale sale da cucina’. Mentre Remus dovrebbe essere l’esplosivo? Sirius lanciò un’occhiata di sottecchi al suo lupesco compagno di banco, ed arrossì violentemente. Tronò ad ascoltare Lumacorno.

“Vuol dire che faremo un esperimento?!” Domandò scandalizzata Bellatrix.

“Grazie a Merlino –invocò Lumacorno- si stanno risvegliando! Sì! Si può fare! Ma è un esperimento che richiede innumerevoli ore di collaborazione tra di voi per essere portato a compimento. Sarete accoppiati a caso dal mio incantesimo, poi voi ed il vostro atomo prescelto, o legherete, o farete ‘BOOM’!”

 

“Ma... come faremo a farlo?” Domandò Narcissa, con una mano timidamente sollevata.

“Trovando quello che avete in comune, e quello che non avete, e facendo una lista di pro e di contro. Se volete.”

“Insomma... vuole che esprimiamo i rapporti che abbiamo reciprocamente come... una specie di... formula chimica?”

“Esattamente! Dopo Natale cominceremo l’esperimento!”

Esclamò il professore, dopodichè invitò tutti i presenti a scrivere su di un pezzo di pergamena i loro nomi, ed inserirli in un cestino, dove si uniranno in coppie atomicamente compatibili. Appena fatto ciò, la campana della lezione suonò, indicando agli alunni che dovevano cambiare classe.

 

Più tardi, ora di CCM:

 

“Però avevi ragione, il test di pozioni pareva vertere su tutto tranne le pozioni comuni!” Disse Lucius, mentre cercavano, e raccoglievano dal terreno, piccoli di scolopendre magiche appena uscite dalle loro larve sotterranee. Le scolopendre sono degli  insetti di dimensioni abnormi, molto simili ai millepiedi, di colore bianco, o grigio, dall’aspetto viscido, e con due antennine molto lunghe e sottili simili a forbici, sia sulla testa, che dietro.

“Ne ero certo! –sorrise l’altro- Argh! Lu, eccone un’altra, prendila, sbrigati!”

Si mise quasi ad urlare Severus, scansandosi il più velocemente possibile, ed indicando l’insetto con il dito. Lucius obbedì, e veloce come un fulmine intrappolò l’insetto gigante in un barattolo. Dopodichè lo chiuse al volo, e continuò la conversazione col compagno leggermente scandalizzato. Ma tanto si scandalizzava in quella maniera ogni volta che uno di quegli insetti metteva la testina fuori...

“Non per criticarti, ma se le chiamassi coi tuoi poteri, ne raccoglieremmo un mucchio in un batter d’occhio!”

“Non è giusto sfruttare i nostri poteri per ottenere buoni voti! E poi, sarebbe schifosissimo vedere mille di quei cosi orrendi sbucare fuori tutti insieme!”

“Ma dai! Sono solo insetti, Sev! Non sono nè velenosi, nè pericolosi in altro modo!”

“Però fanno schifo! Con tutte quelle zampe, e quelle lunghe corna davanti e dietro! Bleah!”

Disse il vampiro, e poi fu percorso da un brivido. Lucius fece una smorfia buffissima che stava ad imitare la faccia orripilata di Severus, e poi, subito dopo, un’altra che voleva prenderlo in giro per la puzza sotto il naso che aveva ad ogni lezione di CCM. Il tutto dicendo

“Ooh, poverino! Si spaventa, lui!”

“Non prendermi in giro!”

“Merlino me ne scampi!”

 

“Hei, ragazzi!”

“Avery! Quanti ne hai presi finora?”

“Quattro per ora, e voi?”

“Noi tre, no asp... sì!! quattro anche noi!”

“Hei, Sev sembra pallido! Che hai, Sev?”

“Mi ha... camminato sul piede...”

“Porti le scarpe, però!”

“Non importa! Avrebbe potuto arrampicarmisi addosso, e magari entrarmi nei vestiti, e... bleah!!”

“Beh, te lo scrolli di dosso, mica ti mangia! O anche se tidesse un morso o due, è così piccolo che nemmeno te ne accorgeresti!”

 

“Argh! Ecco che ne è spuntato un altro! No, basta! Io vado via! Ho sopportato di tutto finora, ma stavolta il professor Kettleburn ha superato il limite! Ma perchè diavolo ho scelto CCM dopo i GUFO?! Avrei perfino potuto avere tante ore libere in più per studiare, ma no! Io devo fare il SECCHIONE, vero?! Sennò non sono io!! Arrrgh!! Basta! Abbandono questa stupida materia!”

 

Disse Severus più a sè stesso che agli altri presenti, mentre raccoglieva il suo libro da terra, e se ne tornava a passo spedito verso il castello. Intanto, sui visi di Avrey e Lucius, si dipinse un’identica espressione di puro stupore: mai avevano visto Severus abbandonare una lezione! Quando si ripresero, si guardarono negli occhi, e Lucius chiese

 

“Vabbè, tornerà... fai coppia con me? Così avremo ben otto scolopendre!”

“Va bene, compagno di scavi!” Rise Avery, e continuarono a scavare.

 

Nel frattempo Severus, che era appena rientrato al castello, si precipitò nel bagno dei maschi, per lavarsi le mani. Ogni volta che entrava a contatto con un qualsiasi tipo di insetto, poi iniziava a sentire prurito lungo tutto il corpo, come se ne avesse una decina che gli camminavano addosso. Finito di lavarsi le mani, il viso ed il collo, andò in bagno, e si accese una sigaretta.

Ora che finalmente aveva la mente lucida, capì che non era stata una gran mossa abbandonare la lezione senza nemmeno avvertire il professore. Di questi tempi, poi! Chissà che potrebbe pensare, vedendosi sparire un alunno proprio da sotto gli occhi! D’un tratto sentì la porta aprirsi, e non ci fece caso, ma poco dopo, la voce del non-bidello Gazza lo fece sobbalzare.

 

“C’è puzza di fumo qui dentro, vero Mrs Norris? Vieni, vediamo quale studente oggi si beccherà una punizione...”

 

Immediatamente il vampiro inizò a sudare freddo. Gettò la sigaretta a metà nel gabinetto, e chiudendo gli occhi iniziò a pensare *Ti prego, fa che non mi veda, tiprego, fa che non mi veda, ti prego...*

 Ma purtroppo il non-bidello stava aprendo tutte le porte al suo passaggio, mentre continuava a dire al suo gatto quanto si sarebbe divertito, nonappena trovato quell’alunno mascalzone che si permetteva di fumare nei bagni della scuola, nonostante il regolamento lo vietasse espressamente.

Lo stesso mantra di parole, intanto, continuava a girare nella testa di Severus, ma Gazza arrivò infine alla porta del cubicolo in cui si trovava. Chiuderlo sarebbe stato inutile ormai, come anche dire che non era stato lui a gettare quella sigaretta nel WC. Dunque decise di affrontare con dignità la sua punizione. Ma quando Gazza aprì la porta e guardò dentro, successe una cosa tanto strana quanto insperata: il non-bidello, infatti, guardò dentro, e passò oltre, come se non lo vedesse.

Severus, confuso, uscì di soppiatto, dietro al custode. Nulla, non si accorgeva di lui. Il suo gatto, però, iniziò ad annusare l’aria, e si voltò nella sua direzione. La faccenda era davvero strana! Cosa stava succedendo? Il gatto poi iniziò ad avanzare indeciso verso il punto in cui si trovava il vampiro, e fermatosi poco distante da lui, miagolò, attirando l’attenzione del suo padrone.

“Che c’è, amoruccio? Non c’è nessuno qui, a quanto pare... ah, ma prima o poi li scoverò quei furfanti!! Andiamo via,  Mrs Norris.”

E così dicendo si diresse senza indugio verso la porta d’uscita. Il gatto, al contrario, ci mise un po’ prima di convincersi a seguire il suo padrone, restando ancora qualche attimo ad annusare l’aria. Ma alla fine anche lei se ne andò, convinta. Severus allora si guardò, confuso. Lui riusciva a vedersi! Velocemente, andò davanti allo specchio, e... magia! Non c’era!

 “Oh...!” Esclamò semplicemente.

 Dopo qualche secondo, però, il suo viso si riempì d’orrore e spavento. Era diventato invisibile?? Com’era possibile? E adesso come sarebbe potuto ridiventare visibile?! La campanella suonò proprio in quel momento ad annunciare la fine delle lezioni, per quel giorno. Raccolse il suo libro, e cominciò a correre verso il suo Dormitorio, dove, era sicuro, presto Lucius lo avrebbe raggiunto. Però... in un certo qual modo gli dava sollievo, quell’invisibilità: nessuno avrebbe più potuto fargli del male o  prenderlo in giro, o dichiaragli il suo amore eterno, se non lo vedeva...

 Nonappena uscì dal bagno però, si trovò davanti delle ragazze, una era di Tassorosso, e gli sembrava di ricordare che fosse del terzo anno, o giù di lì. L’altra era una Corvonero di un anno più grande. Stavano confabulando a bassa voce, e Severus avrebbe sicuramente proseguito, lasciando loro la privacy necessaria, ma d’un tratto sentì che facevano il suo nome.

“Cosa dici? Severus Piton del sesto anno? Ne sei sicura?” Chiese la Corvonero

“Stava parlando con uno spirito, ti dico! L’ho visto coi miei occhi!” Rispose la Tassorosso.

“Ti credo, ti credo... e che vorresti fare?”

“Io... beh, cosa potrei fare? Non lo conosco nemmeno!”

“Appunto! E poi sono fatti suoi che vede gli spiriti! Anche se tu li vedi ciò non vuol dire che hai qualcosa in comune con Piton e quel suo strambo amico biondo!”

“Intendi Malfoy? Però devi ammettere che sono diventati piuttosto popolari, ultimamente!”

“Solo perchè Malfoy è nuovo e si è messo con Piton! Umpf! Io non lo capisco! Ha mollato Black così all’improvviso, che fa quasi girare la testa! E tutto per quel buffone biondo, poi! Non è molto serio! E poi, non lo facevo così... diciamo vanitoso! Sta sempre con quei due casinisti, Avery e Malfoy! Secondo me stanno facendo qualche porcheria in tre!”

“Ma Eva!! Non puoi giudicare senza conoscere i fatti!”

“Ma non giudicare di che?! Lo abbiamo visto tutti al ballo, che ha mollato Black e poi ha ballato con quasi tutti i Serpeverde del suo anno! Se è serio questo comportamento secondo te... io davvero non ho parole! Senza nominare proprio il professor Morris, poi! Ma li hai visti?!”

“Sì, ma... beh, il professor Morris è un po’ strano di suo...”

“Sì, su questo ti do ragione! Ma tempo fa, per esempio, li ho visti rincorrersi, e poi il professore lo ha addirittura abbracciato! E poi si prendono sempre in giro, fuori dalla classe! Può essere strano come ti pare, ma a parte Piton, non ha con nessun altro questo comportamento! È... davvero sconveniente, e fa quasi schifo, sinceramente!”

“Ma che dici, Cammy! Il professor Morris è un ragazzo! È vero, è diventato professore perchè ha avuto un mucchio di esperienze straordinarie, ma in fondo... beh, ha pur sempre vent’anni! È normale che si comporti così! E non puoi neanche dire che non sia bravo! Conosce tutto di tutto! Qualsiasi domanda tu gli rivolga, lui non fa mai scena muta! Perfino con Madlaine, che è un genio! Non è riuscita a farfli una domanda sola, che lo potesse mettere in difficoltà!”

“Ah, sì? E come la mettiamo col fatto che non sa smaterializzarsi, o che finora ci ha insegnato solo incantesimi che facilitassero la fuga?”

“Sono molto utili!”

“Sì... a fare la figura degli sciocchi, certo!”

A questo punto della loro conversazione, le vene sulla fronte di Severus stavano davvero per esplodere. Tirò fuori la sua bachetta, e senza parlare lanciò alla ragazza un incantesimo chiamato arachnidia. Immediatamente la ragazza di Corvonero si ritrovò coperta di ragni, che le camminavano in giro per il corpo, la sua amica lanciò un grido, e cercò di toglierglieli di dosso come poteva, anche se senza successo, perchè per ognuno che cadeva un altro appariva da chissà dove.

Ridacchiando tra sè, Severus si allontanò dalle piuttosto indaffarate ragazze, e riprese la sua corsa verso il dormitorio. Silenziosamente attraversò l’affollata Sala Comune, e corse su, nella stanza che condivideva con Lucius. Aprì la porta, e quando se la richiuse alle spalle, sentì la voce del suo compagno di stanza provenire dal bagno.

“Hei, Sev! Il prof si è un po’ arrabbiato che sei andato via in quel modo, ma poi si è messo a ridere! Ha trovato molto buffa la tua fobia per gli ins...”

Nonappena il biondo varcò la soglia del bagno, restò interdetto, non vedendo nessuno. Sulla sua faccia si dipinse un’espressione di stupore, e poco dopo di confusione. Continuando a guardarsi intorno spaesato, disse

“Sev, dove ti sei nascosto? Andiamo, riesco a sentire il tuo odore!”

“Sono proprio davanti a te, Lu.”

“Davanti a me? E dove?”

“Davanti a te, ho detto!”

Esclamò, ed allungando il braccio, toccò l’amico, che prima sobbalzò spalancando gli occhi, ma poi scoppiò a ridere. Trovò a tentoni la sua mano, e la strinse. Poi guardando il punto dove immaginava essere il viso dell’amico, disse in tono a dir poco euforico

“Ho capito. Ecco perchè non riusciamo a comunicare con la mente! Il tuo potere è questo! Riesci a diventare invisibile, non è fantastico?!”

“Fantastico?! Ma Lu!! Come posso tornare visibile?!”

“Come sei diventato invisibile?”

“Beh... c’era Gazza, e io stavo fumando... ho pensato intensamente che non volevo essere visto, ed eccomi che nessuno mi vede per davvero!”

“Oh, ma è semplicemente GRANDIOSO!!”

“Non gridare, stupido! Aiutami a tornare normale!”

“Beh, prova a desiderare di essere visibile, allora!”

“Ci ho già provato, cosa credi?!”

“Va bene, va bene... concentrati di più, allora! Vieni, sediamoci sul letto...”

E Lucius, senza lasciare la mano di Severus per paura di perderlo, lo condusse sul letto, dove si sedette a gambe incrociate. L’altro fece lo stesso, prendendo posto davanti all’amico, e chiuse gli occhi.

“Ora, ricordi quella lezione sulla concentrazione mentale che ti ho impartito il mese scorso?”

“Aha. Ora ci provo, ma tu stai zitto!”

Lucius obbedì, cercando di non emettere nemmeno il più piccolo rumore. Cominciò a fissare il punto in cui il materasso si era abbassato, senza però vedere Severus... era abbastanza particolare come vista, e, si stupì, anche piuttosto eccitante! Chissà come sarebbe stato farlo con una persona invisibile? Si riscosse immediatamente, e pochi secondi dopo, l’altro incominciò ad apparire.

Poi Severus aprì gli occhi, e guardando Lucius con aria speranzosa, chiese

“Allora? Mi vedi?”

“Beh... più o meno...”

“In che senso più o meno?!”

“Sei un pochino... ehm... trasparente!”

“Oh, Merlino! Cosa faccio, adesso?!”

“Riprovaci! E non agitarti! Su, chiudi la mente come solo tu sai fare, e pensa solo a quanto vorresti tornare visibile!”

“Me è proprio questo il problema! Una parte di me... vorrebbe restare così.”

“E come mai, se è lecito?”

“Vedi, è successa una cosa strana... c’erano delle ragazze che parlavano di noi nel corridoio, e... e parlavano di me, e... è stato piacevole poterle ascoltare senza essere visto! Lo so che non è corretto, ma pensavo... a quanto sarebbe utile ascoltare la gente mentre parla di me! O di altre cose, anche! O anche per potersi nascondere o scappare all’occorrenza.”

Disse, omettendo di accennare al sollievo che provava, pensando a come sarebbe stato bello in quel modo, poter evitare confronti indesiderati. Ma nessuno poteva fregare Lucius, che capì al volo le altre ragioni dietro le sue parole. Tuttavia, fece finta di crederci, per non imbarazzarlo, e disse

“Sì, capisco... non per niente ti hanno assegnato alla Casa di Serpeverde! Giurerei che Salazar in persona avrebbe dato un braccio per avere un dono simile! Facciamo così. Tu potrai tornare invisibile quando vorrai, con un po’ d’allenamento! Pensa solo a come potresti seguire lelezioni, domani, se sei in questo stato! E tu certamente non vuoi perdere le lezioni, vero?”

“Sì.... sì, hai ragione! Ora riprovo. Zitto, mi raccomando!”

“Certo!”

Stavolta, lo vide chiudere gli occhi, i capelli lisci, ormai corti che gli incorniciavano il viso, il corpo sottile che si tendeva, e poi si rilassava, il petto che si gonfiava con un respiro di concentrazione, ma puramente inutile al funzionamento del suo corpo non-morto. Era bellissimo. Dinuovo si riscosse, e poco dopo il gioco era fatto. L’amico era ridiventato completamente visibile!

“Finalmente, Sev! Era da un pezzo che non ci vedevamo!”

“Allora mi vedi?! Oh, sia ringraziato Merlino!”

“Ringrazia me, piuttosto! Chi ti ha aiutato, me o Merlino?!”

“Ovviamente, ti ringrazio, Lu.”

“Beh... è fantastico! Tu non hai la minima idea! È rarissimo ormai trovare vampiri che abbiano un dono simile al tuo!”

“Intendi di diventare invisibile?”

“Esatto! Lo sapevo che eri speciale! Anche se pensavo ad un dono alternativo alla comunicazione mentale, non credevo avresti avuto questo! L’invisibilità! Forse non lo sai, ma chi sviluppa questo potere, ha aperte davanti a sè mille possibilità! Per esempio da esso arriverà anche il dono di volare! E probabilmente anche la Metamorfosi, o il teletrasporto! E non fraintendere, non sono cose tipo la ‘smaterializzazione’ che insegnano a scuola! Questi poteri sono del tutto silenziosi, ed in più col teletrasporto potrai portare con te tutte le persone che vuoi, senza problemi, a seconda di quanto sei potente! Oh, è fantastico! Non vedo l’ora che crescerai per poterti vedere coi tuoi bellissimi poteri!”

“Stai dicendo che ci sono varie ‘classi’ di vampiri?”

“Certo! E tu appartieni ad una delle più rispettate e rare, sembrerebbe!”

“E tu invece a quale appartieni?”

“La mia classe è buona, anche se non fortunata come la tua... io potrò sviluppare l’ipnosi, il Richiamo, e se sono fortunato, riuscirò a maneggiare i poteri elusivi!”

“Entra in particolari, che poteri sono questi di cui parli?”

 

“Dunque... Andiamo per ordine... tu hai l’invisibilità, quindi la tua classe è all’insegna del cambiamento, ed infatti tutti i tuoi poteri, quando usati cambiano il tuo corpo. L’invisibilità ti fa apparire invisibile, mentre la Metamorfosi ti farà trasformare in fumo, o magari una pozzanghera d’acqua, e ti faciliterà molto se vorrai apprendere come diventare un animago! Poi il teletrasporto, beh, non c’è bisogno che te lo illustri! Potrai andare dove vorrai, anche senza conoscere il posto!

Se apri la mente e senti dei pensieri di qualcuno che vuoi raggiungere, lo farai e basta! Per quanto riguarda la mia classe, i miei possibili poteri futuri si basano tutti sulla mente e la sua dominazione. Esempio... l’ipnosi, che comanda creature come uomini, animali, eccetera, fino a poter dominare anche i vampiri stessi! Ma per quello dovrò aspettare almeno i mille anni!

Il Richiamo, invece, è un potere un po’ strano. Permette di comandare i non-morti. Ad esempio gli inferi. O perfino risvegliare morti dalla tomba e comandare il loro corpo! I poteri elusivi invece mi permetteranno di giocare con le illusioni, far apparire cose che non ci sono a chi voglio! Ma sono comunque i più difficili da imparare, mi hanno detto...”

 

“Wow... è fantastico!”

“Ah, ah! Sì, lo è ma aspetta per gasarti, passeranno probabilmente decenni prima che qualcuno di questi poteri si faccia vedere!”

“Peccato... è molto interessante questo, Lu.”

“Penso che il tuo Sire sia della mia stessa categoria. Lui ti ha parlato nella mente, no?”

“Sì, infatti.”

“La mia, è una delle categorie più comuni.”

“Tutte queste cose te le ha insegante il tuo Sire?”

“Non tutte, ma molte. Anche se la parte teorica era affidata più a Diana.”

“Voi sembrate più una famiglia che un... come lo chiamavi? Branco?”

“Sì, branco. Ma ormai il mio branco sei tu, non ricordi?”

“Io il tuo branco?”

“Non ricordi cosa ti dissi quando ci siamo incontrati? Sull’autobus?”

 

“Sì, ricordo adesso! Tutta quella storia del non farmi mai mancare nulla, ovvero viziarmi come un principe, tirarmi i piedi, essere il mio scagnozzo, il mio soldato, la mia ombra, il mio gorilla, la mia guardia del corpo, eccetera...”

 

“Esatto.” Sorrise il biondo.

“Ma se non sbaglio dicesti anche che avresti rinunciato a corteggiarmi! Cosa che non è avvenuta!”

“Non è vero! Se ti stessi corteggiando alla maniera dei vampiri credimi, te ne saresti accorto!”

“Mh? In che cosa consisterebbe?”

 

“Consisterebbe nell’uccidere tutte le tue vittime prima di te per offrirtele, finchè non sarai così affamato che accetterai, e nonappena hai terminato il tuo pasto comincerebbe come una specie di guardie e ladri, con tu che scappi da me, ed io che ti rincorro, e nonappena riesco a prenderti, tu diventi il mio compagno!”

 

“Cavolata cosmica... e se io mi rifiutassi anche dopo che tu mi hai preso?”

“Avrei... tutto il diritto di costringerti...” Disse Lucius arrossendo.

“Sicchè, tu avevi in mente una cosa del genere quando ci hai provato con me la prima volta?!”

“Più o meno...”

“Ma sei una bestia, Lu!!”

“Hei! Sono perfettamente in controllo ora, no?! Anche se ci devo provare con te alla maniera dei vivi.”

“Preferiresti la maniera dei non-morti?!”

“Assolutamente no, e dovresti saperlo! Non farei MAI nulla che ti possa ferire! Mi ucciderei, piuttosto!”

“Commovente... senti, io ora devo andare, ci vediamo più tardi! Ti spiacerebbe dare da mangiare a Gargantua?”

“Io dare da mangiare a quel pappacoso??!”

“Esatto! Sempre che tu non voglia che sia così affamato da divorare Gregorio con tutta la sua vaschetta!”

“Ehm... va bene... cosa mangia il pappacoso?”

“Chiamalo Gargantua!! E comunque mangia frutta! Ci vediamo!”

 

E così dicendo, il moretto uscì dalla stanza, lasciandosi dietro uno sbuffante Lucius Malfoy. Il biondo si voltò dunque verso il trespolo, dove l’animale del suo migliore amico sedeva tranquillo, e beato, mentre osservava con sguardo famelico il piccolo Gregorio, per ora al sicuro nella sua vaschetta. Immediatamente il biondo si accigliò.

 

“Cos’hai da guardare, uccellaccio del cavolo?! Sei un tordo! Piccolo lanzichenecco stitico!”

“Mangiaaare! Gargantua, maangiare! Gregorio!”

“Sicchè vorresti mangiare Gregorio?! Ah ah ah! Stupido pezzo di pane masticato, non lo farai mai!”

“Luuuucius! Stupido Luciuuus!”

“Maledetto che non sei altro! A chi dici stupido?!”

“A chi... a Luuucius!!”

“Argh! Ti spennerei volentieri se poi Severus non spellasse vivo me! Cosa vuoi mangiare, pappascemo?”

“Gregoooorio!”

“Ma allora sei un maledetto!! Vieni qua!!”

 

Disse il biondo, gettandosi sull’animale nel vano tentativo di prenderlo. Gargantua cominciò così a svolazzare per la stanza, continuando a ripetere come una cantilena “Luucius sceeemo! Lucius vaaampiro sceeemo!” Cosa che fece arrabbiare il vampiro non poco. Lucius dunque afferrò da sotto il suo letto qualcosa di molto simile ad una mazza da baseball, e riuscì a colpire il povero Gargantua, che cadde a spirale sul pavimento. Il biondo rise a crepapelle.

 

“Così adesso non ridi più, eh, bestiaccia?”

“Seeeeverus! Gargantua aiuuuuto, Seveeeerus!!

“Ah ah ah! È inutile che chiami aiuto, tanto nessuno ti sentirà!”

 

Disse il biondo, continuando a ridere malignamente. Poi si chinò perprendere l’animale, credendolo finalmente sconfitto, ma questo, più furbo, scattò di nuovo in volo, e, con sommo terrore di Lucius, si diresse dritto dritto verso la finestra aperta. Il biondo impallidì, e nonostante il suo grido disperato, Gargantua aveva ormai preso il volo lontano da casa...

 

“Sono morto. Severus mi ucciderà definitivamente! –poi,affacciandosi alla finestra- GARGANTUA!!! TORNA INDIETRO!! TI PREGO, TORNAAAAAAA!!!”

 

Nulla. Nelle sue orecchie però gli sembrò di sentir echeggiare le risatine stridule dell’animale. Sconsolato, andò a sedersi sul letto, aspettando con terrore che rientrasse il suo compagno. Severus nel frattempo, però, si trovava all’esterno del castello, nella parte più nascosta del cortile, dove lui e Sirius si davano sempre appuntamento.

 

“Sono davvero contento che infine tu abbia fatto la cosa giusta! Ma dimmi, il professor Lumacorno ti ha punito?”

“Sì è no... lui ha detto che sono stato disonesto, ma che è contento che infine io abbia capito il mio errore, ed abbia tentato di rimediare, assumendomi tutte le mie colpe. Mi ha detto che per punizione dovrò svolgere dei piccoli lavoretti per lui, del tipo andare a cercargli gli ingredienti, pulire i calderoni, eccetera.”

“Per quanto tempo?”

“Per un paio di settimane.”

“Beh, ti è andata bene, sencondo me! Se fossi stato io il professore di pozioni, stai sicuro che ti avrei fatto espellere!”

“Ma come siamo gentili!! Non mi piaceresti come professore!”

“Umpf! Almeno nelle mie classi non ci sarebbe il casino che c’è ora!”

“Non ne dubito! Ah ah ah! Tu fai paura ai bambini!”

“Cosa?? Non è vero!!”

“Come no! E tutti quei piccoletti del primo che ti fanno ala quando cammini per i corridoi?”

“Ma di che caspio stai parlando?!”

 

“Hei, è vero! E ho perfino sentito qualcuno di loro parlare di te! Dicono che sei permaloso e vendicativo e che non bisogna mancarti di rispetto in nessun modo, a meno di non voler incorrere in una punizione atroce! Per non parlare del fatto che credono che tu abbia chiuso un ragazzo dentro una colonna perchè aveva ‘osato’ continuare a camminare invece di fermarsi al tuo richiamo!”

 

“Ma non è andata proprio così!!! Vedi, questi due ragazzini del primo sono corsi nel bagno, lasciando la porta aperta, io gli ho detto di chiuderla, e niente, hanno tirato dritto, mi sono innervosito, ma ho pensato ‘dai, non avranno sentito!’ così sono andato io a chiuderla. Pochi secondi dopo escono di corsa, io gli dico di chiudere quando escono, ma la lasciano ancora aperta. Ed ho pensato ‘Ma dai stai calmo! Pensa che quando tu sei nato, loro stavano ancora tranquilli e beati nei testicoli dei loro padri!’. Poi, eccoli che rientrano di nuovo! Ancora provo a dirgli di chiudere la porta, e loro niente! A quel punto chiunque avrebbe avuto i nervi fin sopra i capelli!!”

 

“Ah ah ah ah ah!! Ma DAVVERO lo hai chiuso dentro un acolonna??! Sei un mito, Sev!!”

 

“Non che ne vada fiero, sia chiaro... ma qualcuno deve insegnare a questi piccoletti il rispetto per quelli più grandi! Quando sono arrivato qui non ero così! Non mi sarei nemmeno sognato di ignorare un sempai, tanto meno se prefetto!”

 

“E quella volta che in primo hai lanciato un anatema su quella Sheila, prefetto di Corvonero?”

“Ma lei mi aveva umiliato!”

 

“Sì, ricordo! Stavamo litigando nel corridoio, io, tu, e James, all’improvviso questa ragazza ti solleva prendendoti per la collotola, e ti chiede se sei in età per frequantare la scuola, perchè le sembravi troppo piccoletto! Ah ah ah! Quanto abbiamo riso io e James! Però ricordo che dopo che l’hai maledetta, James mi ha detto che è stata una mossa davvero grandiosa da parte tua! Ti abbiamo ammirato in quel momento!”

 

“Sono commosso che voi mi ammiriate quando perdo la pazienza, e non per quanto studio!”

“Beh, per quanto riguarda lo studio certo i tuoi voti fanno invidia! Per questo ti prendono in giro!”

“Ah... sono contento che abbiamo fatto pace, sai?”

“Anche io. Sei molto più in gamba di quanto tutti credano!”

“I tuoi compagni ti prendono in giro per la nostra amicizia, vero?”

 Chiese il moro, rabbuiandosi un po’. Sirius però sorrise ampiamente, e disse col tono spensierato “Un po’... comunque la cosa sta scemando...  prima mi chiamavano ‘Serpeverdofilo’, o non mi rivolgevano la parola... ma ora il fenomeno sta diminuendo. Sono troppo popolare per essere ignorato!”

 

“Ed anche troppo rumoroso!”

“Anche questo è vero!”

“Va bene, Sirius, io ora devo andare, ho da studiare un sacco di cose per domani!”

“Se prendi tanti corsi, è normale che tu abbia da studiare tanto! Hai già deciso quali classi abbandonare?”

“Beh... più o meno... non riesco a decidere.”

“Sbrigati... sarebbe troppo pesante continuare a seguire tutti i corsi per il MAGO!”

“Umpf! Va bene, allora ci vediamo!”

 

Salutò, andandosene. Sirius contraccambiò il saluto, ed anche lui fece per andarsene, ma non fece intempo a fare due passi, che improvvisamente sentì qualcosa afferragli le gambe, e tirarle indietro, facendolo cadere rovinosamente in avanti, con la faccia per terra. E poi sentì il grido di una voce familiare

 

“SIRIUS BLACK!!”

“Ehm... James... ciao! Da... quanto tempo, eh.”

 

“Imamgino sarai contento! Per colpa tua prenderò una bella T! E così anche tutti i Grifondoro del nostro anno, a cui avevo detto di studiare le pozioni di uso frequente! Mi hai fatto perdere la faccia con tutti! Forse non ti rendi conto di quanto la nostra popolarità stia calando da quando sei amico con Severus! Ora... capisco che tu abbia amicizie oltre noi, ma non puoi lasciarti manovrare così!”

 

“Severus non mi sta manovrando!”

 

“Dici di no? E allora perchè i Serpeverde avranno un buon voto e noi no? Te lo dico io! Piton lo ha fatto apposta! Voleva che prendessimo tutti una bella insufficienza, così che lui e la sua Casa avrebbero avuto più prestigio agli occhi di Lumacorno! Per non parlare, poi dei punti che regalerà alla loro Casa! Già me lo immagino a dire quanto è deluso da noi e regalare praticamente la Coppa delle Case a quei serpenti schifosi!”

 

“Questo non è vero! Severus non farebbe mai una cosa simile!”

“Sirius!! Lui è un Serpeverde, ricordi? Quelli che per tradizione amano manovrare ed imbrogliare il prossimo! E devo dire che Piton sta facendo davvero un bellissimo lavoro con te! Non te ne accorgi nemmeno!”

“Sei TU quello che manovra, mio caro! Non Severus!”

“Cosa?! Sei proprio uno scienziato, Sirius... hai scoperto la formula delle minchiate!”

“Tu credi che non me ne sia accorto, che continui a metterci i bastoni tra le ruote, vero?! Senti, perchè non mi lasci in pace?”

“Quindi ora vorresti gettare via la nostra amicizia per quella serpe?!”

“Non ho detto questo!! Non mettermi in bocca parole che non ho mai detto!”

 

“Un bel lavoro davvero! Ormai Piton ti porta sul palmo della sua mano! Ti fa fare ciò che vuole senza neanche bisogno di chiedere! Ebbene sì, lo ammetto che ho cercato di ostacolarvi come potevo! E quando Lumacorno riporterà i nostri compiti, ti accorgerai anche tu, del perchè! A meno che ormai tu non sia completamente ed irrimediabilmente raggirato dal tuo ex!”

 

“Falla finita, James! Io me ne vado!”

“Va bene, fai come vuoi. Ma ricorda, ritornerai strisciando da me quando finalmente ti accorgerai di chi è veramente Severus Piton!”

 

Concluse Potter, e superò l’amico senza degnarlo nè di una parola, nè di uno sguardo. Sirius, guardando l’amico allontanarsi, dovette combattere per non esplodere. Sentiva il nervoso salire ogni secondo di più, come la voglia di prendere a pugni l’amico, rompendogli gli occhiali. Cercò di calmarsi, pensando a Severus, ed a quanto resterebbe male se sapesse che lui aveva litigato col suo migliore amico a causa sua. Riuscendo così a dominarsi, tornò anche lui dentro.

 

HOGWARTS, Dormitorio di Serpeverde, Venerdì 15 Novembre, ore 07:30

 

Severus si alzò quella mattina sentendosi così stanco che per un minuto fissò l’orario delle lezione senza ricordare che giorno fosse. Diede quindi una sbirciatina al calendario, e finì di preparare i suoi libri. Nel frattempo, un Lucius stanco e spettinato uscì dal bagno indossando un accappatoio.

“Buongiorno, Severus...”

“Buongiorno, Lu...”

E continuarono le loro azioni mattutine in un sonnambulismo silenzioso. Poco più tardi entrambi scesero in Sala Grande, dove la prima cosa che saltò ai loro occhi era un sovreccitato Avery che faceva ridere tutti con una nuova canzoncina che aveva dedicato, stavolta, al non-bidello Gazza, ribattezzandolo “Gazza Pippanera”. Ormai tutto il tavolo di Serpeverde cantava in coro

 

Sono svelto nelle faccende, nun me stanco de fà su e giù,

Il preside nun può pretende che me sfrutti ancora de più!

Dice “Gazza Pippanera, gli studenti tu fai arrabbià!

Te cambio co nà portiera perchè tu non sà scopà!

 

Severus decise di ignorare il coro pieno di alquanto osceni doppi sensi. Si sedette con Lucius nei posti più vicini alla porta, ed appena cominciò a mangiare, i gufi cominciarono ad entrare numerosi dalle finestre della Sala Grande. Tutti i gufi di Serpeverde furono momentaneamente ignorati in favore della canzoncina, tranne quello di Severus, che recava con sè la Gazzetta del Profeta. Severus infilò distrattamente le monete nella borsa dell’animale, e cominciò a leggere. All’improvviso si svegliò completamente.

“Hei, Lu... leggi qua! La Maschera colpisce ancora!”

 

La mattina scopo le scale, come scopo nun c’è male

Sul portone locco locco me ne vado a lustrà i trofei

La professoressa Caporal...  vò fumà, nun c’ha il cerino,

Gentilmente glielo dò in mano, poi salisco al primo piano

 

Lucius, che aveva preso anche lui a canticchiare sottovoce, si avvicinò di malavoglia al compagno, e sporgendosi sul giornale, appoggiò la testa a quella del moretto, e  lesse la prima pagina, mormorando le parole dell’articolo mentre lo leggeva.

 

NUOVO ASSASSINIO A LONDRA: LA MASCHERA TERRORIZZA ORMAI LA REGIONE:

Nonostante i dubbi sforzi del Ministero, gli auror ancora brancolano nel buio: la Maschera è ancora libera di uccidere le sue vittime, e si aggira indisturbata chissà dove nella regione. “Potrebbe essere chiunque! –Afferma Alastor Moody, il noto auror che si occupa del caso.- È per questo che io diffido sempre di tutto e tutti, e consiglio comtinuamente una VIGILANZA COSTANTE! La magia oscura si potrebbe nascondere ovunque, perfino nelle persone, o oggetti più insospettabili ed all’apparenza innocenti!” Queste sono le parole di Moody. Significa, forse, che ormai a tutti noi non resti altra possibilità di proteggerci se non quella di chiuderci in casa e non farci avvicinare più neanche dal gatto finchè tutta questa faccenda non sarà chiusa? Sembrerebbe essere la risposta più ovvia, dato che il Ministero ha promulgato un coprifuoco dalle ore 21:00 alle ore 06:00. Servirà a qualcosa? Intanto ci uniamo all’auror Moody nel consigliare una VIGILANZA COSTANTE! Continua a pag. 2 e 3.

 

C’è la prof d’Aritmanzia,  glie s’è atturato lo sciacquatore

Poveretta ce s’addanna, vado su con la mia canna!

Gliel’infilo nel condotto, glielo sturo lì perfetto,

Appena fatto il lavoretto, dalla gioia me dà un bacetto!

 

 

GITA AD HOGSMEADE, Domenica 16 Novembre, ore 12:30.

 

Si era fatto oltre mezzogiorno mentre gli alunni della scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, si trovavano ad Hogsmeade, così Zabini, insieme a Lestrange, e Rosier, i suoi due nuovi ‘amici del cuore’, era andato in una specie di ristorante, dove in fila davanti al buffet, aspettavano di potersi servire. Mentre il prefetto stava aspettando che il ragazzo davanti a lui si fosse servito, sentì uno strano richiamo.

 

“Mooooouuuu!”

 

Si voltò, e vide dietro di sè Narcissa, che con aria innocente, evitava il suo sguardo. Sorridendo, le chiese

 

“Che c’è? Perchè stai facendo questo verso?”

“Oh? Non sono io. Sono i fantasmi delle cinque mucche che hanno ucciso per farti questi pantaloni di pelle!”

“Lascia stare! Ho già avuto abbastanza brutte notizie, per oggi!”

“U-hu...”

 

Commentò semplicemente la biondina, mentre avanzavano lentamente lungo la fila interminabile di ragazzi. Zabini, allora, avendo tutto il tempo, riflettè sulle parole della compagna, e pensandoci meglio concluse che quello che la ragazza aveva detto, avrebbe anche potuto essere vero.

 

“Senti, dici sul serio? Hanno dovuto uccidere cinque mucche per farmi apparire così bello?”

 

“Sì! E inoltre sappi che le mucche sono intelligenti! Capiscono quando le portano al macello! La paura palpita attraverso i loro tessuti, e questo è uno dei motivi per cui sono vegetariana, perchè mangiare carne, sarebbe come mangiare la loro paura!”

 

“Quindi... una volta, i miei pantaloni erano terrorizzati?!–chiese sconvolto- n-non lo sapevo!”

“Beh, adesso lo sai!”

 

Disse, proprio mentre Zabini stava passando davanti alla zona della carne, dove una servizievole cameriera, gli porgeva una bella bistecca come gli è sempre piaciuta, cotta, e dall’odore fragrante. Peccato, però, che nella sua immaginazione, gli sembrò di sentire forte e chiaro, un muggito terrorizzato. Ingoiò rumorosamente la sua saliva.

 

“Ehm... no, grazie.”

 

Disse, e si andò a sedere, lasciando dietro di sè una più che soddisfatta Narcissa, la quale saltò anch’essa la carne, e poi andò aprendere posto vicino sua sorella. Nel frattempo, al Tre Manici...

 

“Senti un po’, Sev... ho avuto questa visione, a Divinazione, tempo fa... c’eri tu ed Avery, e lui ti chiedeva perchè ti eri ritirato da scuola... è successo davvero?”

 

Il moretto alzò lo sguardo dal suo bicchiere di burrobirra calda, e guardò l’amico, seduto davanti a lui. Il suo viso leggermente più pallido del normale, il che era tutto dire, parlando di un non-morto, ed in special modo di Severus...

 

“Beh... sì, c’è stato un periodo in cui ho rischiato di ritirarmi per sempre da Hogwarts...”

“E come mai?”

“Ne hai già parlato con Avery per caso?”

“No. Altrimenti avrebbe trovato sospetto il fatto che io sono l’unico a vedere effettivamente qualcosa in Divinazione.”

 

“Capisco. Beh, non era nulla di particolare. Semplicemente non mi sentivo tanto a mio agio qui. Così mio padre ha pensato di ritirarmi da scuola, e dopo le vacanze di Natale non ritornai ad Hogwarts, lasciai passare un paio di settimane, ma alla fine decisi di tornare. Sapevo che se non mi abituavo qui, non mi sarei abituato da nessun’altra parte. Ero al secondo anno.”

 

“Aha. E perchè non ti sentivi a tuo agio? Qualcosa non andava?”

“No, te l’ho detto. Nulla di particolare, davvero. Dai, chiudiamola qui, per favore?”

“Argh! Ma è mai possibile che non perdi occasione per dire quella frase?!”

“No, non perdo occasione! Ora bevi la tua burrobirra in silenzio!”

“Cos’è, un ordine?”

“Ovviamente.”

“Allora come vuoi.”

“Uffa... ancora non capisco perchè Gargantua non ritorni più...”

“Ah-ehm... forse avrà trovato qualche pappagalla come lui, ed ora ci starà dando giù.”

“Lo spero davvero! Tu hai notato se aveva qualcosa di strano quando è volato via?”

“Strano? Ad esempio?”

“Mah, se era malato, o ferito per esempio...”

“Non... non mi sembra.”

“Cos’hai, sei strano!”

“Niente. Solo che... mi sento un po’ in colpa.”

 

“Non devi. –sorrise Severus- è normale che i pappagalli escano a volare di tanto in tanto. Se non torna... forse sono io che non mi sono dimostrato un buon padrone per lui... credevo davvero si fosse affezionato a me, ma evidentemente non è possibile. Io non piaccio davvero agli animali!” Concluse, sempre continuando a sorridere, ma era evidente che c’era molta tristezza nelle sue parole.

 

“Ma dai, non abbatterti! Sono sicuro che lui tornerà!”

“Se avesse voluto farlo lo avrebbe fatto già da molto. È passata più di una settimana... dovrebbe avere fame, ormai.”

“Sev, io... che ne dici se ti comprassi un altro pappagallo?”

“Perchè dovresti? E poi non voglio un altro pappagallo! Sicuramente scapperebbe anche quello!”

“Ma dai! Uno meno viziato, magari!”

“T’ho detto di no! Non lo accetto da te!”

“Fai come ti pare! Vampiro intrattabile! Senti un po’... hai sentito la novità?”

“Intendi della fondazione del Giornale della Scuola? Stanno ancora cercando il nome del Giornale, quindi figurati!”

“Questa non la sapevo! Ma non intendevo quello!”

“Aha. Allora ti riferivi alla proposta di Bellatrix di fondare delle squadre di cheer leaders? Credo che neanche questa proposta andrà in porto!”

“No, Sev! Nemmeno questa! Intendevo la notizia dello scambio culturale!”

“Sì, ho sentito. Pare che arriveranno dieci studenti stranieri, che seguiranno le lezioni con noi. Ci mancava solo questa!”

“Cavoli! Sai proprio tutto! Vorrei consigliarti di non essere così chiuso, però! Magari sono simpatici! Non ti entusiasma il pensiero di stringere nuove amicizie?”

 

“No... –rispose tetro il vampiro- già sembrano troppi quelli che ho ora., figurati! Faccio fatica a gestire tanti rapporti tutti insieme. Era diverso prima, quando c’erano solo Avery e Zabini. Ma poi sei arrivato tu, ed ecco che mi ritrovo a socializzare con tutta la mia Casata, per non parlare anche di Sirius!”

 

“Allora molla Sirius!”

“Non risolverei nulla, e poi sono affezionato a Sirius...”

“Se lo dici tu... anche se non capisco davvero come fai!”

“Ah ah ah! Ma dai! Che ne dici di andare a comprare qualcosa di carino, Lu?”

“Come ad esempio?”

“Qualche vestito, per esempio.”

“Ma tu non avevi problemi di soldi una volta?”

“Sì, ma mia madre ha ricevuto un aumento! Mi ha mandato qualcosa, l’altro giorno, sapendo che oggi saremmo usciti.”

“Ho capito. Allora, che aspettiamo? Andiamo!”

 

Dissero, e senza indugiare oltre, si alzarono dal tavolo, e si diressero verso qualche negozio interessante. Una volta lì, stettero vicini per un po’, ma poi si dispersero, avendo gusti totalmente differenti. E mentre Severus stava osservando una maglietta davvero carina grigia e rossa, sentì una voce alle sue spalle, e si voltò.

 

“Ti starebbe bene.”

“Lo pensa davvero?”

“Certo. Sennò non lo avrei detto!”

“Capisco. Allora sarà meglio rimetterla a posto.”

 

Rispose, ed effettivamente, rimise la maglietta dove l’aveva trovata. L’altro si stupì un po’ di questo atto di aperta scortesia nei suoi confronti, ma decise di passarci sopra, come se non fosse successo nulla di strano. Riprovò ad attaccare discorso.

 

“Non sei molto carino con me.”

“Perchè dovrei esserlo?”

“Mah, non so... per educazione, per esempio!”

“Sono sempre educato! Non può rinfacciarmi di essere maleducato!”

“Ehm... ha un concetto di educazione un po’ distorto, sa?”

“Lasci stare, e per favore la smetta di importunarmi.”

“Non la voglio importunare!”

“Però lo sta facendo ugualmente!”

“Ma... io...”

“Ok, signor... Vorhees se non sbaglio? Mettiamola così... se le prossime parole che usciranno dalla sua bocca non saranno ‘arrivederci’, allora saranno ‘Oh, Merlino, le palle! Mi ha dato un pugno sulle palle!’ mi sono spiegato?”

“Ehm... va bene allora, arrivederci. Ma mi chiami Brad la prossima volta, ok?”

“Io NON CHIAMO un auror per nome, signor Vorhees! Arrivederci!”

 

Il ragazzo sospirò, e si mise a guardare altri vestiti senza però allontanarsi.

 

“Signor Vorhees?”

“Oh? Parla con me? Ma non ha detto che non voleva darmi retta?”

“Infatti! Ma lei doveva andarsene!”

“E perchè? Va bene non parlare, ma non mi può obbligare aduscire da un negozio!”

“Almeno vada da un’altra parte!”

“Ma perchè non ci va lei?!”

“Giusto! Me ne vado io!”

 

Esclamò, e fece per andarsene, ma notò che l’altro continuava a venirgli dietro ugualmente. Col viso arrossato per il nervosismo Severus si voltò, edisse con tono volenoso al ragazzo

 

“Insomma! Mi dice di andarmene, e poi mi viene dietro?!”

“Io non ti ho detto di andartene! E comunque, il negozio non è tuo, posso andare dove mi pare!”

“Primo, non mi dia de tu come se fossimo compagni di classe, e poi io... lei... insomma...”

 

Improvvisamente Severus ammutolì, e poco dopo scoppiò aridere. Anche l’altro sorrise allegramente.

 

“Non c’è proprio speranza... e va bene, che cosa vuole?”

“Che tu accetti di bere qualcosa con me sarebbe un buon inizio.”

“Ho bevuto fino adesso, mi dispiace.”

“Allora da mangiare? O una passeggiata, magari?”

“E perchè?”

“Così. Per fare amicizia.”

“Va bene. Poi mi lascerà in pace?”

“Vedremo...”

“Io vado ad avvertire il mio amico. Ci vediamo fuori?”

“D’accordo!”

 

Esclamò il ragazzo, ed uscì effettivamente dal negozio. Severus allora corse da Lucius, che stava prendendo in giro la commessa facendo domande assurde, del tipo ‘ma che scherziamo? Questa maglietta non ha la supercazzola prematurata! Non vede, che sullo scontrino non risulta? Mah, ma almeno lo scappellamento è a destra, o a sinistra?!’

 

“Lu! Vieni, andiamo via!”

“Oh? Va bene... ma non hai comprato nulla!”

“Non fa niente! Andiamo, sbrigati! No, non di là! La porta sul retro!”

“Cos’è successo?”

“Te lo spiego dopo, ma tagliamo la corda!”

“Hai rubato qualcosa?” Chiese sottovoce.

“NOOOOOOOOO!! Non lo farei mai!!”

“Ma allora... ok, ok, vengo!”

 

Uscirono di soppiatto dalla porta sul retro del negozio. Poi fecero il giro, e il moretto fece capolino dal muro per osservare la strada principale. Brad era ancora lì ad aspettare. Ridacchiò tra sè, e poi disse sottovoce all’amico dietro di lui.

 

“Lo vedi quello là?”

“Aha. L’assistente di Moddy, se non sbaglio.”

“Esatto. Mi aveva chiesto una specie di appuntamento.”

 

Il biondo trattenne a stento una cascata di risate, coprendosi la bocca con la mano. Si allontanarono tornando nel vicolo.

 

“Sta bene ad aspettare, là fuori!”

“Pffft! Ora come ce ne andiamo?”

“Diventa invisibile! Io posso uscire tranquillamente fuori dal negozio, invece!”

“Ah! È vero, quasi dimenticavo! Ok... aspettami davanti a Mielandia, così torniamo al castello insieme!”

“Ok...”

 

Lucius poi osservò il compagno scomparire davanti a sè, e le sue piccole impronte sul terreno innevato, che poi però sparirono del tutto. Probabilmente Severus aveva deciso di arrampicarsi lungo il muro per non lasciar intravedere orme sospette. Il biondo allora rientrò sorridente nel negozio, e per non destare sospetti nel proprietario, comprò un vestito che aveva notato e che, era sicuro, a Severus sarebbe stato benissimo! Pagò, ed uscì. Il povero auror era ancora lì, al freddo.

 

“Hei! Sta aspettando qualcuno?” Chiese ironicamente Lucius.

“Ma... dov’è il tuo amico?”

“Il mio amico? Che amico? Non vede che sono solo?”

 

Concluse, e se ne andò via come se nulla fosse. Appena fuori dalla vista del ragazzo, che probabilmente era anche più giovane di lui, si mise a correre verso Mielandia. Severus era già lì. Tornarono al castello.

 

“Così, l’assistente ha un debole per te!”

“Non più da oggi! Almeno spero!”

“Hei! Se scarichi un uomo in quel modo, stai sicuro che si innamorerà di te in men che non si dica!”

“Come dici?”

“Ma dai! Gli uomini sono cacciatori! Pensaci! Anche tu, non ti accanisci di più sulle conquiste impegnative, mentre quelle troppo facili non ti stuzzicano?”

“Io non sono mai stato interessato alle conquiste, Lu!”

“Allora facciamo così... ti senti meglio a fare una pozione difficile o una che faresti ad occhi chiusi?”

“Una... difficile, sinceramente, allora... oh, no!!! Lu, io volevo scaricarlo per sempre! Perchè non me l’hai detta prima, questa cosa??”

“Ma che ne dovevo sapere di quali erano le tue intenzioni, scusa?? Prenditela con te stesso!!”

“Argh! Vabbè non fa nulla... io vado a dare un’occhiata alla guferia, magari Gargantua è ritornato...”

“Ehm... va bene, vai... io resto qua.”

 

Il moro sorrise, e se ne andò dalla stanza. Lucius, rimasto solo, sospirò, e nascose il viso tra le mani, giurando che se mai quel pappagallo fosse ritornato, lo avrebbe ucciso davvero, stavolta! Come può Severus soffrire tanto per un animale del genere?! Non è certo una persona! E tantomeno era dolce o carino! Si alzò, ed uscì dalla stanza, andando a cercare qualcosa che potesse tirarlo su. Arrivò in fondo al corridoio del dormitorio, e bussò all’ultima porta, quella di Avery. Sentì un rumore assurdo provenire dall’interno, cosa che succedeva spesso, quando si bussava alla sua porta. Ma poco dopo, venne ad aprire.

 

“Lu! Ma che ti venisse una paralisi! Ero in bilico su una scala, mi hai fatto cadere!”

“Embè? Ma che stavi facendo su una scala, prima di tutto?!”

“Trafficavo con le tende.”

“E perchè? E dove hai trovato una scala?!”

“Perchè dovevo toglierle! La scala l’ho ricavata trasfigurando due sedie!”

“Sei bravo, ma... non potevi lasciarlo fare agli Elfi domestici?!”

“Beh... è complicata da spiegare, ma gli Elfi mi hanno tipo scomunicato... non ci mettono piede nella mia stanza.”

“Scusa se mi ripeto, ma perchè??”

“Perchè non possono fare un passo che rimangono intrappolati in qualche indumento sparso per terra...”

“Ah, ho capito. La tua stanza è una specie trappola per Elfi. Quanti ne hai liberati?”

“Non ne ho idea, davvero! Vuoi mica entrare?”

“Sarebbe un’idea, sì!”

“Allora vieni, così mi dai una mano a mettere tutto a posto!”

 

Entrato, notò che il ragazzo si era per davvero cimentato nella ripulitura totale della sua stanza. Aveva ammucchiato tutti gli oggetti e vestiti della stanza sul suo letto, svuotando ogni mobile: scrivania, armadio, libreria... tutto vuoto. Lucius riuscì ora a vedere ciò che da sempre ad occhio umano è stato celato: il pavimento della stanza di Avery! Effettivamente aveva bisogno di una pulita...

 

“Dunque... per prima cosa, vai a spolverare tutti i mobili. Io continuo a togliere le tende! Parla pure mentre lavori...”

“Beh... –cominciò il biondo prendendo uno straccio- da dove comincio...”

“Dall’inizio sarebbe un buon punto...”

“Allora... ricordi il pappagallo di Sev?”

“Sì, ho saputo che è scappato via. Hei biondo, non passarci solo sopra ai mobili, anche ai lati e davanti!”

“Rompipalle! Comunque... Sev non lo sa ma sono stato io a farlo scappare...”

“E perchè?!” Disse sorpreso il ragazzo voltandosi con le tende in una mano.

“Beh... mi aveva fatto innervosire! Gli avevo chiesto cosa voleva da mangiare, e lui rispondeva ‘Gregorio! Gregorio!’”

 

Disse Lucius, gracchiando un’imitazione del pappagallo, ed il suo ricordo lo innervosì, facendogli stofinare lo straccetto con più forza del necessario.

 

“Ah... ho capito. Scommetto che lo hai picchiato con una racchetta da tennis!”

“No, era una mazza da baseball...”

“Secondo me dovresti andare a chiedere scusa a Sev, e confessare...”

“Eh?? Ma mi ammazzerà!!”

“Io credo che Sev sappia già cos’è successo e stia semplicemente aspettando che glielo confessi.”

“Hei... non è che lo stai dicendo apposta per farci litigare?!”

 

“No!! Non faccio cose simili!! -Si innervosì il ragazzo, lanciando le tende sul letto, con più violenza del necessario.- Ci sono metodi più sottili che potrei utilizzare se volessi mettervi i bastoni fra le ruote! Hei, passami il MagiClean spray per pulire i vetri... grazie. Ma tu davvero credi che Sev sia così stupido! Con lui, Gargantua non era mai scappato! Lo lascia a te per un’oretta, ed ecco che non ritorna più! Lo sa, ti dico! E magari Gargantua è pure tornato, e tu non lo sai!”

 

“Pensi davvero che Sev progetterebbe un piano simile?!” Chiese Lucius inginocchiato vicino un comodino per pulirlo.

“Lo farebbe eccome! Con me lo ha fatto!” Rispose il ragazzo mentre spruzzava il detersivo sul vetro.

“Quando? Raccontami!”

 

“Beh, dunque... lui aveva un gatto una volta... era tutto nero con il musetto bianco, insomma dolcissimo! Però... ecco... quasi mi vergogno a dirlo, ma... col mio ‘gruppo’ un giorno lo incontriamo per strada, e va a finire che mi lascio convincere, e lo pestiamo di brutto. Sapevo benissimo che era il suo, e quanto c’era affezionato. Però in quel momento non potevo fare brutta figura col mio gruppo. Ero un ragazzino allora, ma ciò non mi giustifica affatto, lo so! Beh, passò qualche mese, ed il gatto non tornava. Pensavo davvero fosse morto, e Sev continuava a dirmi che gli mancava, eccetera. Poi quando gli racconto la verità, mi dice che già lo sapeva. E che il gatto non era morto, ma stava a casa sua al sicuro.”

 

“E... avete litigato?”

 

“Sì, di brutto. Perchè avevo aspettato tanto per dirglielo. Sapeva benissimo che dove abitavamo noi c’eravamo solo io ed il mio gruppo che potevano fare una cosa simile. Però poi abbiamo fatto pace. La nostra lite durò all’incirca un’oretta. Poi sorrise, e disse che mi perdonava. Meglio tardi che mai.” Concluse il ragazzo scrollando le spalle, e poi spruzzò di detersivo l’altro vetro, ricominciando quindi a pulire.

 

“Oh!! Finalmente entra la luce da quelle finestre!! Io ho sempre creduto fossero un muro!!”

“Ah...ah... ah... divertente. -Disse, sarcastico.- Fammi il favore... non parlare male della mia stanza, con la tua voce strascicata, fai sembrare tutto serio!”

“Vorresti dire che non è serio?! Andiamo! Chissà quante bestie immonde vivevano ammucchiate qua dentro!”

 

“Uhu. E ci vivono ancora! Ho eliminato solo i Doxy dalle tende, il ratto dal bagno, gli scarafaggi dalla doccia. È rimasto un molliccio nel secondo cassetto della scrivania di Cassius, ma quello lo tengo. Sai, mi sono divertito tanto ad inizio anno con quello scheletro scomponibile...”

 

Lucius, che stava trafficando con lo straccio proprio vicino alla scrivania, a sentir menzionare i mollicci, si scansò immediatamente all’indietro, cadendo col sedere per terra. Poi si alzò, gettando via lo straccio ormai completamente nero di polvere accumulata, e chiese cautamente

 

“Senti... posso farti una domanda?”

“Dimmi pure.”

 

Disse il ragazzo, osservando il suo lavoro sui vetri. Spruzzò ancora una volta e prese a strofinare una macchia particolarmente ostinata. Lucius sospirò, e disse

 

“Non ti è mai passato per la mente di far portare via imobili di Kobra?”

“No. Perchè dovrei farlo?”

“Avresti più spazio e sarebbe meno macabro.”

“Cassius sarà anche morto, ma nessun ricordo che ho di lui mi fa pensare qualcosa di macabro.”

“Fai un po’ come ti pare... pensi mai a lui?”

“Solo quando sono da solo in questa stanza, e non ci sono rumori. Ma poi mi distraggo inventando canzoni su Merlino.”

“Aha... dai cantamene una nuova!”

“Io ti insegnerò una nuova canzone, se tu afferrerai quel coso lungo e toglierai le ragnatele dagli angoli!”

“Mmm... afferrare il coso lungo! È una proposta?”

“Una proposta che non potrai rifiutare, amico mio!”

“Allora non rifiuterò. Dai, canta!”

 

Disse il biondo prendendo da terra un lungo bastone, con legato in cima un piumino spelacchiato, evidentemente rubato dal ripostiglio degli attrezzi di Gazza. E mentre si occupava delle ragnatele, sentiva Avery cantare una canzone in cui il ragazzo pregava Merlino di non ucciderli a scoreggiate.

 

E mentre i due ragazzi si dedicavano alla Grandi Pulizie quasi natalizie, Severus era in biblioteca a svolgere una ricerca per CCM, insieme a Sirius, il Grifondoro che ormai quasi tutti i suoi compagni di casa avevano boicottato, cominciando a chiamarlo ‘Serpeverdofilo’. L’argomento della ricerca era: ‘la selezione naturale’

 

“Sai, Sirius penso che non dovresti fare i compiti con me, se vuoi fare pace con i tuoi compagni.”

“Ma non servirebbe. Farei solo la figura del vigliacco. Se mi accettano, devono accettare anche il fatto che mi vedo con te.”

 

Disse il ragazzo, senza alzare gli occhi dal suo compito. Severus però a sentire l’ultima parte della frase si bloccò alzando la testa di scatto. Prese a scrutare il Grifondoro con gli occhi assottigliati di sospetto. Presto il Grifondoro si accorse del cambiamento, e ricambiando lo sguardo chiarificò

 

“Intendevo che ci vediamo solo come amici...”

“Ah, allora va bene! Cavoli, sto lavorando su questo compito da giorni, ormai! Sono sicuro che prenderò una ‘E’! Almeno potrò alzare un po’ la mia media in CCM! Sono un vero disastro!”

“Ma dai! Sei migliorato parecchio rispetto all’anno scorso! E poi perchè hai scelto questa materia dopo i tuoi GUFO, se non ti piace?”

“Non l’ho scelta! Solo che si usa frequentare tutti i corsi e poi abbandonare quelli spuerflui!”

“Beh, ma è una materia inutile!! Tanto valeva lasciarla subito!”

“E tu, allora? Perchè la fai? E comunque non intendo lasciarla con una ‘D’. Prima recupererò, poi abbandonerò Kettleburn e le sue bestie!”

“Oh. Comunque io frequento CCM perchè è facile!”

“Non si direbbe a giudicare da questo compito!”

“Beh, questo è capitato!”

“Mi pare stia capitando un po’ troppo spesso, ultimamente!”

“Questo è vero. Si vede che anche CCM si fai più difficile con l’avvicinarsi dei MAGO...”

“Merlino, i MAGO in CCM... cosa vi farà fare Kettleburn?!”

“Ma dai! Se cominciassi a preoccuparmene ora fra un anno avrei i capelli bianchi!”

“Io dei MAGO mi sto preoccupando dal quarto anno, veramente...”

“Ecco, a questo punto dovrei alzarmi, fare la faccia schifata ed andarmene!”

“Umpf! Nessuno ti sta fermando, mi pare.”

“Ed è proprio per questo che capisco che ti punirei maggiormente restando qui con te!”

 

Sorrise il Grifondoro in modo strafottente, ma complice. Severus, alzando lo sguardo dalla ricerca, ricambiò con un sorriso identico al suo, ma poi continuò serio

 

“Dopo Natale inizierà l’esperimento di pozioni sui legami chimici... dovrò dire a Lucius di smetterla di giocare, se vorremo un buon voto!”

“Sei così sicuro di capitare con Lucius?!”

“Beh, ecco... io penso che è molto probabile.”

“Ah! Ho capito!” Ribattè il Grifondoro offeso.

“Dai, non intendevo offenderti!”

“Però pensi che non abbiamo affinità!”

“Questo è solo un compito, Sirius! Non litighiamo per questo!”

“Già, hai ragione. Anche perchè mi hai lasciato, giusto?”

“Cosa?? Non scordarti che TU hai lasciato ME!”

“Sì, è vero... scusami per due volte, perchè devo anche andare via, ora.”

“Ehm... va bene. Ci vediamo.”

“Sì. Ciao.”

 

Salutò il Grifondoro senza neanche guardare Severus, e si allontanò dalla biblioteca più in fretta che poteva. Sentiva il nervosismo trapelare attraverso ogni poro non dilatato della sua pelle ben idratata. Tornò di corsa al suo dormitorio, arrabbiato, triste, ed offeso allo stesso tempo.

 

HOGWARTS, SOTTERRANEI, Ore 23:30 dello stesso giorno, Aula di Pozioni.

 

Nel buio più totale dell’aula di pozioni, qualcuno si stava introducendo il più furtivamente possibile. Con passo felpato si avvicinò alla sua meta: il cestino con l’incantesimo del professore di pozioni, che, per inteso, li avrebbe accoppiati per il compito. Ma proprio mentre stava leggendo una per una tutte le coppie, sentì il rumore della porta che si apriva, cigolando.Volò a nascondersi nell’angolo, ed aspettò di vedere chi fosse entrato.

 

La nuova presenza stava evidentemente tentando di mantenere un passo felpato come quello del suo predecessore che però ignorava. Ma fallì miseramente, sbattendo contro un banco, e rotolando a terra con gran fracasso. Il suo osservatore, ancora nascosto, si passò una mano sulla faccia, in un gesto di frustrazione estrema. Anche quest’ultima presenza nell’ombra, però si avvicinò al cestino delle coppie, e frugandoci in mezzo, trovò ciò che cercava. Sospirò sconsolatamente. Fu allora che l’altro decise di rendere nota la sua presenza.

 

“Dev’essere il destino, Zabini, se anche l’incantesimo ha messo Lucius e Severus insieme.”

“Avery?! Beh, e con ciò? È soltanto un compito!”

“Ed allora perchè te la prendi tanto? So quello che vuoi fare, Joe. Non temere, dividerò io Sev e Lu, e mi accerterò che questo cestino ti accoppi illecitamente con la tua anima gemella.”

“Dovrei crederci! Andiamo, tu cosa ci guadagneresti, Avery?”

“Divertimento... ed anche la gioia di vedervi separati e convinti finalmente che voi due non avete nulla in comune!”

“Così, mi lasci campo libero?”

“Te l’ho detto, Joe. Ti accoppierò io con la tua anima gemella.”

“E... sarà un segreto tra noi, vero?”

“Questo è ovvio. Non restare qui impalato però! Vai a fare il palo, e raddrizza quel banco!”

 

Il prefetto obbedì, anche se con un po’ di riluttanza. Avery una volta rimasto solo sorrise diabolicamente tra sè, ed estraendo la sua bacchetta si cimentò nel suo lavoro. Molte persone avranno delle sorprese poco gradite, dopo le vacanze natalizie.

 

 

La canzone all’inizio del capitolo è “Annarella” del CCCP. È bellissima, e molto dolce e romantica! Ringrazio mio fratello Cosmo che mi ha fatto conoscere questo gruppo, ed anche tutti coloro che mi hanno recensito, e sarei felicissima di ricevere qualche piccola recensione da chi non ne lascia! Un abcio, alla prossima, spero molto presto!!! Bye,

 

 

XxX.Lexxy.XxX

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Capitolo 23
*** La chiave di IS ***


Per Rinnie: Sì, non ti nasconderò il mio complesso di superiorità che omai tutte le mie fan conoscono, e che mi spinge a diff

 

Per Rinnie:  Sì, non ti nasconderò il mio complesso di superiorità che omai tutte le mie fan conoscono, e che mi spinge a diffidare di coloro che si propongono di “darmi una mano”... ma non mi sono assolutamente offesa. Soprattutto perchè le... come chiamarle...? Distrazioni? Gli sbagli? Che mi hai attribuito non sono veri. Numero uno: è scritto nella storia come si nutrono. Se leggi il capitolo tre (primo settembre) mi pare, c’è scritto. Come anche nel cap 21 (Pipistrelli giganti ecc). Si nutrono di sangue animale nella foresta proibita, ogni notte. E poi, tanto per precisare, non ho mai letto “Twilight”. Secondo: i compagni di stanza di Severus e Lucius non si sono mai accorti della loro natura fino ad ora per il semplice fatto che nella storia, le camere dei Serpeverde sono da due, e non da cinque, come per i Grifondoro.  Terzo: mi hanno riferito che le frasi scritte in maiuscolo sono apprezzate perchè rendono l’idea. Ora, a parte questo, sono molto contenta che mi hai recensito, e per i complimenti al personaggio di Severus. Sono molto soddisfatta di come è venuto. Ed amo molto anche Lucius. I CCCP sono i miei idoli (specie Fatur, il ragazzo immagine).  “Vota Fatur, vota Fatur, vota Antonio!!!”  non mi sono assolutamente offesa, e spero che lascerai altre recensioni alla mia storia. Ti ringrazio dei complimenti, e della proposta di aiuto. Mi sembri una ragazza molto occupata, sbaglio o gestisci molti fan club? Comunque se ti interessa il mio contatto MSN è lexxyhellcat@hotmail.it se ti va di commentare anche le altre mie storie, ecco i titoli “La casa del Mamba nero” e “Tempesta di coscienza”. Un saluto, un bacio, a presto! Spero continuerai a recensirmi!

 

Per Angevil_Rickman: Separare Lu e Sev? Uhuhuhuhuh! Sarà divertente, aspetta e vedrai! Avery è semplicemente geniale! Mannòòòòò perchè, povero, povero Gargantua?! :,(    stavo per comprare un esemplare di cenerino una volta... poi ho sentito il prezzo, e ho comprato un mp3. Che è meglio. Sai, quando Sirius ti ha sentita gridare di stare lontano da Sev, ha fatto un balzo indietro, spaventato, e se n’è nuovamente andato conla coda tra le gambe (e noi sappiamo quanto letterale sia questa affermazione) Chi ha un antipulci? Bah, io ne ho un’infinità, ma come me lo vede in mano, scappa... maledetto! Angy! (posso chiamarti così?) Sono contentissima che sei tornata! Infatti ho postato la canzone “Ed ero contentissimo”... scusa l’imbecillità di tale pensata... comunque ti auguro una buona lettura, e ti ringrazio dei complimenti e della recensione! Continua a lasciarmene!! Un bacio ciao!

 

 

Di chi volete sapere? Di...

 

 

Dante Alighieri? Un cretino con dei lampi di imbecillità!

Ugo Foscolo? Una iena che scriveva poesie tra le tombe.

Manzoni? I manzoni stanno nei pratoni, mangiano come porconi, e fanno certi str...oni!

Hitler? È morto per non aver pagato la bolletta del gas.

Mussolini? Da piccolo il nonno del mio ragazzo gli ha dato delle manate sulla pelata.

Flaubert? Ma guardatelo in faccia... un San Bernardo umano...

Leopardi? Continuava a predicare il suicidio... è morto di vecchiaia.

Montale? Ma andiamo... uno che chiama la sua raccolta “Ossi di seppia”....

 

Loro e molti altri ancora... e io li ho studiati tutti... meno male che sono già morti.

 

Chiedo scusa agli appassionati di questi poeti o personaggi storici che si siano trovati a leggere queste parole in blu. Non è un insulto voluto, e anzi non ho niente contro queste stupide creature...

 

 

 

Comunque la cosa del compito di Lumacorno l’ho presa da un TF che si chiama “Popular”, e il discorso del prof Morris da GTO. Scusate gli errori e la distrazione in questo LexxyChap, ma l’ho scritto mentre Attila (uno dei miei cani) mi stava mordendo i piedi. Vi voglio bene, alla prossima

 

 

 

XxX.Lexxy.XxX

 

 

 

 

 

 

Ed ero contentissimo in ritardo sotto casa ed io che ti aspettavo
Stringimi la mano e poi partiamo…
In fondo eri contentissima quando guardando Amsterdam non ti importava
della pioggia che cadeva…
solo una candela era bellissima
e il ricordo del ricordo che ci suggeriva
che comunque tardi o prima ti dirò
che ero contentissimo
ma non te l'ho mai detto che chiedevo
’Dio ancora... Ancora... Ancora...’

Ed ero contentissimo ma non te l' ho mai detto
E dentro urlavo
’Dio, ancora... Ancora... Ancora.’

 

 

 

 

CAPITOLO 23: LA CHIAVE DI IS.

 

HOGWARTS, CORRIDOI, Venerdì 21 Novembre, ore 8:20

 

“Sai a che pensavo, Lu?”

“Al perchè i proverbi cinesi finiscono sempre in rima? Sì, ci pensavo anch’io!”

“No, non quello! Pensavo... secondo te quanto guadagna un aiutante-auror?”

“Sicuramente meno di un auror.”

“Poverino...”

“Perchè ci pensavi? Stavi facendo un pensierino? Vuoi diventare il signor Vorhees?”

“Non dirlo mai più... ma che caspita...?”

“Cosa? Qualcosa non va, per caso?”

“Mh? Non credo, solo che... quei marmocchi ci hanno fatto ala, passando! Come mai?”

“Forse hanno paura di te!”

“No, probabilmente hanno paura di te!”

“Ah! Ah! Ah! Certo, come no!”

“Forse avevano solo fretta...”

“Forse avevano un peperoncino nel didietro!”

“Forse avevano...”

 

“Tanta paura del tagliagole di Hogsmeade?”

 

Al suono di quella voce, entrambi i vampiri si voltarono, e furono stupiti nel vedere l’assistente di Moody, il signor Vorhees, con un’espressione un po’ preoccupata dipinta sul volto.

 

“Cosa c’è?” Chiese il vampiro, un po’ irritato dalla sua presenza.

“L’auror Moody ha chiesto di vedervi entrambi.”

“E come mai?”

“Immagino non abbiate letto Il Profeta stamattina...”

“No. Perchè, cosa c’è scritto?”

“Si tratta dell’Assassino di Hogsmeade, e stavolta ci sono problemi per voi.”

“Per noi? Perchè, cos’è successo?!”

“Venite, Moody vi spiegherà tutto molto meglio di me.”

 

Concluse il ragazzo, e poi si voltò, conducendo i due vampiri alla solita, vecchia classe adibita ad ufficio dell’auror a tempo indeterminato. Trovarono Moody seduto sulla sua sedia, accigliato, mentre un ragazzino che Severus parve riconoscere come un secondo anno di Corvonero, correva verso la porta, ma appena vide i due vampiri, impallidì, abbassò lo sguardo, e li superò alla velocità della luce.

 

“Cosa sta succedendo qui?”

 

Domandò Lucius, incuriosito dall’insolita reazione del ragazzino. Certo, parecchi marmocchi erano spaventati da Severus, specie se stavano facendo qualcosa di losco, ma una cosa simile non l’aveva davvero mai vista! Moody non rispose alla sua domanda, bensì prese una copia del Profeta che giaceva sulla scrivania davanti a lui, e gliela lanciò. Severus la prese al volo, e sedendosi su una sedia qualsiasi della stanza, cominciò a leggere:

 

DI NUOVO TERRORE A LONDRA!

L’Assassino colpisce ancora, ed ancora una volta ad Hogsmeade. La vittima, Caius Wogan, è stata ritrovata nei pressi di Zonko. Le autorità continuano le indagini, brancolando nel buio più assoluto. Per quanto ancora i cittadini si sentiranno al sicuro nelle proprie case? Si teme un’ondata di terrore. Continua a pag. 2 e 3.

 

“Immagino che a pagina due e tre ci siano i dettagli degli omicidi...”

 

“Se li risparmi-disse Moody- è morto un allevatore di snasi di contrabbando, quarantadue anni. L’assassino lo ha aspettato in un vicolo buio, gli ha tagliato la gola, e poi ha infierito sul corpo con sedici coltellate. L’unica cosa consolante è che era un vero e proprio rifiuto della società... sette accuse di contrabbando, due di omicidio, quattro per furto... ah, e anche due per pedofilia, quattordici per molestie sessuali, e nove per stupro.”

 

“Beh, e perchè ci ha fatti chiamare? Non penserà ancora che sia colpa nostra?”

 

“No, ragazzi. Però alcuni alunni della scuola che si trovavano a fare Astronomia ieri notte, hanno detto di avervi visto fuori del Castello. Ora, quello che io so o meno a proposito della vostra natura, non conta. Quindi vi serve un alibi che vi copra per tutta la notte nelle ore precedenti al loro avvistamento. Potete fornirmelo?”

 

“Io ero con Avery nella sua stanza, abbiamo parlato per quasi tutta la sera!” Disse Lucius, prontamente.

“Molto bene. E lei, signor Piton? ...signor Piton?”

“Io... ero con loro. Da Avery anche io.”

“Ah. E di cosa avete parlato, tutta la sera?”

“Ehm.. delle prossime vacanze... ci stavamo mettendo daccordo per passarle tutti insieme.”

 

Il vampiro aveva mentito spudoratamente. Lucius, dentro di sè era confuso dall’azione del compagno, ma riuscì a mascherare il tutto con una facciata calma ed indifferente. Ma naturalmente Moody non era stupido, riusciva a fiutare le bugie come un cane da tartufi fiuta... beh, i tartufi. Così, disse

 

“A che ora siete arrivati dal signor Avery?”

“Alle otto, più o meno.” Rispose Lucius.

“Lo sto chiedendo al signor Piton! Allora, siete arrivati insieme, o separatamente?”

“Insieme.” Rispose il vampiro.

“E certo, figurati se si separano... –commentò Moody- molto bene. Chiamerò il vostro testimone, sarà tutto finito in pochi minuti, giusto il tempo di stendere un verbale. Andate pure.”

 

Concluse l’auror in tono brusco, e poi lanciò uno sguardo al suo assistente, che infatti era prudentemente voltato da tutt’altra parte. I due vampiri scrollarono le spalle, ed uscirono immediatamente dall’ufficio di Moody, diretti alla loro prima lezione, pozioni. Mentre camminavano verso i sotterranei, Lucius chiese

 

“Posso sapere perchè hai mentito? Eri dal professor Morris, sono sicuro che ti avrebbe coperto molto meglio di Avery!”

“Sì, ma se a scuola si spargesse la voce che io passo ore  notturne in compagnia di un professore, immagini le chiacchiere?”

“E se Avery sbagliasse? Se dicesse a Moody qualcosa che contraddice la tua versione?”

“Posso solo sperare che non lo faccia...” Disse il ragazzo, scuro in viso.

“Hei, se vuoi posso andare a parlargli prima che lo trovi Moody!”

“Lo faresti?” Chiese Severus col viso illuminato.

“Aspettami qui, cercherò di fare in fretta. Mi ha detto che oggi avrebbe saltato la prima ora, quidi sarà sicuramente in terrazza!”

“DOVE STA, QUELL’INCOSCIENTE?! INVECE DI STUDIARE?!?!?!”

 

Il biondo si morse la lingua, ed all’improvviso prese a correre più in fretta che poteva verso il tetto della scuola, senza neanche salutare l’amico, che restò impalato in mezzo al corridoio. Sbuffò con espressione sorridente, e si voltò, intento ad aspettarlo direttamente in classe, ma con sua somma disperazione si ritrovò davanti l’ultima persona che avrebbe mai voluto vedere in quel momento!

 

“Avery!”

“Sev! Come mai quella faccia?” Chiese in tono scherzoso.

“N-no, tu non capisci, devi andartene!”

“Cosa? E perchè? Accidenti, bel buongiorno che mi dai!”

“Macchè buongiorno, vai! Non farti vedere da...”

 

“Signor Avery!”

 

Chiamò gioviale la voce di Moody dalle loro spalle. Severus non si voltò per niente, sicuro di essere impallidito, come se fosse appena stato colto sul fatto mentre faceva qualcosa di illegale... che in effetti stava facendo. Avery osservò il viso del compagno, ed improvvisamente sembrò aver capito più o meno come stava la situazione.

 

“Signor Moody. Cercava me?”

“Proprio lei, signor Avery! Prego, entri le devo parlare.”

“Non potremmo rimandare, non ho ancora fatto colazione.”

“Non me ne potrebbe fregare di meno della sua colazione, ora entri, e si sbrighi!”

“Arrivo subito... ma se poi per caso mangiassi il suo assistente, non me ne assumerò nessuna colpa!”

 

Disse Avery controvoglia, poi guardò Severus negli occhi, e lì scorse come un’espressione di supplica. “Allora, ci vediamo in classe tra un po’, ok?” gli disse il ragazzo, e si chinò a baciargli una guancia. Severus allora capì che quella era la sua unica speranza di salvezza, e bisbigliò nell’orecchio dellamico “Insieme, per Natale!” Avery poi si rimise dritto in piedi, e strizzandogli l’occhio, seguì Moody nel suo ufficio.

 

Severus restò lì in piedi come pietrificato a guardarli entrare, e mai come in quel momento aveva avuto voglia di gettarsi in ginocchio e pregare Merlino perchè tutto andasse liscio. Non poteva costringere il professor Morris a rilasciare una testimonianza che gli sarebbe potuta costare il suo lavoro di insegnante. Quando si riprese, cominciò a camminare con aria sconsolata verso i sotterranei.

 

“Allora, signor Avery... gliela farò breve: alcuni studenti, stamani, mi hanno informato che durante une lezione di Astronomia...”

“Io non ho saltato nessuna lezione!” Si discolpò Avery.

“Non ci credo. E non me ne frega niente comunque...” Ringhiò Moody impaziente.

“Dov’era lei ieri sera fino a mezzanotte?”

“Ero con Lucius Malfoy, e Severus Piton. Nella mia stanza.”

“E cosa avete fatto?”

“Mah... abbiamo parlato un po’.”

“Di cosa?”

 

Avery restò interdetto per qualche secondo, ma poi gli tornarono in mente le parole che Severus gli aveva bisbigliato prima di lasciarlo andare... magari quello era un messaggio in codice! E lui che aveva creduto significasse qualcosa del tipo ‘qualsiasi cosa ti accadrà là dentro consolati, perchè passeremo il Natale insieme...’

 

“Ehm... abbiamo deciso di passare le vacanze tutti insieme. Abbiamo discusso di questo.”

“Il signor Piton mi aveva detto che quella sera era arrivato un po’ in ritardo, che ora era esattamente?”

“Che ora, dice? N-non ricordo... magari... potevano essere le nove...”

“Ed il signor Malfoy era già con lei all’arrivo del signor Piton?”

 

Avery aprì la bocca per rispondere, quando notò una scintilla negli occhi dell’auror, come un predatore che aveva appena visto la sua preda cadere nella sua trappola. Non poteva stare zitto troppo a lungo, o Moody avrebbe capito l’inganno...

 

“Beh, io... sì, era già con me.”

 

Moody sorrise a trentadue denti, poi si avvicinò al ragazzo, e guardandolo dritto negli occhi, disse, con voce bassa e derisoria

 

“Cos’è, crede che non mi accorga quando qualcuno mente? Ora... perchè il signor Piton le avrebbe chiesto di mentire, sentiamo?”

“Io non ho mentito!”

“Ah, no? E sarebbe disposto a ripetermelo sotto veritaserum?”

“Silente non glielo permetterebbe. Si è arrabbiato molto quando ha saputo dell’ultima volta!”

“Beh, comunque non ne ho bisogno. Due verità fanno una bugia, signor Avery, e le vostre versioni si contraddicono.”

 

Il ragazzo non rispose, si limitò a scrutare l’auror con gli occhi pieni di rabbia.

 

“Severus non ha fatto nulla di male. Era con me.”

“Ne dubito fortemente. Bart! Vai a chiamare di nuovo il signor Piton, per favore!”

 

Ma mentre il ragazzo si alzava controvoglia per dirigersi alla porta, Avery saltò improvvisamente dalla sedia, e come una tigre, si fiondò su Moody, colpendolo con un pugno. L’auror si lasciò cogliere alla sprovvista, così si ritrovò a terra. Immediatamente Brad corse a fermare il ragazzo, ma Avery però colpì forte anche lui con un pugno allo stomaco bene assestato.

 

“LEI E’ UN ESSERE IMMONDO! SEVERUS NON HA FATTO NIENTE E LEI LO SA! POSSO SAPERE PERCHE’ PROVA TANTO GUSTO NEL FARGLI DEL MALE?!”

 

E dopo aver gridato ciò con quanta voce poteva, se la diede a gambe, correndo come una furia fuori dalla classe abbandonata, si diresse immediatamente verso i sotterranei. Quando entrò in classe, si accorse che era nel bel mezzo della lezione.

 

“Signor Avery! Non solo è in ritardo, ma non bussa neanche!”

“Io mi trovavo dall’auror Moody. Devo parlare un minuto con Severus, la prego.”

 

Il professor Lumacorno lanciò uno sguardo al vampiro, e non seppe resistere agli occhioni supplicanti del suo alunno preferito, così acconsentì a lasciarli parlare per un minuto al massimo, dopodichè avrebbero dovuto rientrare, pena la detenzione. Appena chiusa la porta alle loro spalle, Avery prese l’amico per un braccio, e lo strattonò vicino a sè.

 

“Avery! Che è successo?!”

“Sev... devi nasconderti, Moody vuole vederti! Non incontrarlo da solo, per favore! Io avvertirò Silente, non voglio che restiate soli quando quel pazzo vorrà interrogarti.”

“Avery... tu cosa gli hai detto?”

“Gli ho detto che eri con me Lunedì sera. Ho fatto bene?”

“Sì! Sì, hai fatto benissimo! Poi ti ha chiesto qualcos’altro?”

“Sì... di cosa abbiamo parlato, gli ho detto delle vacanze. Poi gli ho detto del ritardo, e che sei arrivato più o meno alle nove.”

 

Severus non rispose, ma abbassò lo sguardo con aria frustrata. Avery allora capì di aver commesso uno sbaglio.

 

“Scusa, Sev.”

“Non importa, non è colpa tua.”

“Ma dov’eri? Perchè questa storia?”

 

“Ero col professor Morris. Ma poi io e Lucius siamo usciti verso mezzanotte... e dei Corvonero ci hanno visto mentre facevano Astronomia. Credono che o io, o Lucius abbiamo ucciso una persona ad Hogsmeade.”

 

“Ancora questa storia dell’assassino della maschera?! Oh, mio Dio! Ora cosa dirai a Moody?”

“Insisterò che ero da te se non ti dispiace.”

“No. Fai ciò che vuoi. In fondo tu mi coprivi sempre da piccoli, ricordi?”

 

“Bene, bene, bene! Vedo che non hai perso tempo e sei corso ad avvertire il tuo amichetto! Ma non funzionerà! Signor Piton, lei da questo momento è sotto la mia custodia, fino all’arrivo di... indovinate un po? Suo padre, che la dovrà portare lui stesso davanti alla corte del Wizengamot. Azkaban non glielo leva nessuno!”

 

“NON PUO’ FARLO!!” Gridò Avery, che stavolta sembrava davvero pronto ad uccidere qualcuno.

 

“E poi lei, signor Avery, sono sicuro che il professore Capo di voi Serpeverde avrà una punizione adatta per qualcuno che ha picchiato un auror ed il suo assistente. Odierei dover mandare anche lei ad Azkaban, potreste farvi compagnia, se no...”

 

“Signor Moody!”

 

Tutti i presenti si voltarono a sentire una nuova voce, e videro nientemeno che il professor Morris davanti a loro, seguito a ruota da Lucius, che evidentemente non trovando Avery da nessuna parte, aveva capito che doveva ormai essere tardi, e per sicurezza aveva avvertito il loro professore.

 

“Oh, professore! Qualcosa non va?”

 

Il professor Morris aprì di nuovo bocca per rispondere qualcosa, ma proprio in quel momento, la porta della classe di pozioni si aprì, e ne uscì il professor Lumacorno, che disse, tutto scocciato

 

“Insomma, ragazzi! Vi avevo concesso un minuto! Ma che sta succedendo qui?”

 

Il professore di pozioni cominciò a guardare dall’uno all’altro tutti i presenti in attesa di una spiegazione che non venne mai. Così, tra il professor Morris, che era mezzo matto di nominata, Moody, che era completamente svitato di fatto, Avery e Lucius, che erano le ultime persone al mondo a cui Lumacorno avrebbe chiesto di reggergli una scala, non vide scelta, e si rivolse a colui che sembrava l’unica persona affidabile di quel gruppo di ebeti là fuori. “Signor Piton, mi potrebbe spiegare cosa sta succedendo?”

 

“Beh... vede, professore io...”

“Il suo pupillo è accusato di omicidio, professore!” intervenne Moody.

“CHE COSA?! MA LEI E’ UN PAZZO, QUESTA COSA E’ INCONCEPIBILE!”

“NON ALZI LA VOCE CON ME! IO SONO UN AUROR!”

“UNO CHE NON CONOSCE BENE IL SUO MESTIERE SEMBREREBBE, SE RITIENE IL SIGNOR PITON IN GRADO DI UCCIDERE CHIUNQUE...!”

 

“Beh, quello che pensa lei non ha importanza, visto che l’alibi del ragazzo è saltato, e che è stato visto fuori da scuola!”

“Si, è stato visto, ma siamo stati solo per mezz’ora lì!!”

“Il problema, signor Malfoy, è che non si riesce a capire cos’abbia fatto il ragazzo prima!”

“Sicuramente non può aver ucciso nessuno!” Lo difese Lumacorno, il viso rosso di rabbia.

“Allora perchè avrebbe mentito sul suo alibi?!”

“Beh, è un ragazzo! Magari stava combinando qualche scherzo e non voleva rivelarlo! È così, signor Piton?”

“V-veramente, io...” Severus arrossì, ed abbassò lo sguardo. Non aveva mai visto Lumacorno così arrabbiato!

 

“Non c’è bisogno di trovare altre scuse...” disse improvvisamente il professor Morris, il suo tono tranquillo. Tutti si voltarono a guardarlo in attesa di spiegazioni, ma come se ancora bastasse, proprio in quel momento, sfortuna volle che anche il preside, la vicepreside, e colui-che-non-vuole-essere-chiamato-bidello accorsero sul posto per vedere cosa stava succedendo.

 

“Argus mi ha informato che ci sono problemi, Moody. Cosa sta succedendo?”

 

“Beh... –cominciò l’auror un po’ seccato da tutta questa gente che non si faceva gli affari suoi- come sapete ieri è stato ritrovato il corpo di un’altra vittima dell’assassino, e parecchi alunni del secondo anno di Corvonero mi hanno riferito di avere visto il signor Malfoy ed il signor Piton fuori verso mezzanotte. Ma non si riesce proprio a capire perchè il signor Piton, qui... abbia mentito sul suo alibi per le ore precedenti al fatto.”

 

Quando Moody terminò la sua spiegazione, Silente spostò il suo sguardo su Severus, e guardandolo da dietro i suoi occhiali a mezzaluna, chiese “È così signor Piton?” Il ragazzo abbassò ancora lo sguardo. Ormai era inutile mentire ancora, così annuì semplicemente.

 

“E perchè avrebbe mentito? –continuò il preside, deluso da quella risposta- dove si trovava a quel tempo?”

“I-io ero...” Cominciò, ma poi non seppe come continuare, sentiva che stava per scoppiare in lacrime.

 

“Era con me.” Concluse il professor Morris per lui. In quel momento tutti si voltarono a guardarli, e molti studenti fecero capolino dietro al professor Lumacorno, per osservare meglio cosa stesse succedendo. Tutti presero a guardare l’insegnante di DADA ad occhi spalancati.

 

“Il signor Piton ha passato la serata con lei?! –domandò scandalizzata la McGranitt- E dove??”

“Nelle mie stanze, effettivamente.” Rispose il professore, a testa alta, mentre Severus avrebbe voluto scavarsi una fossa con le sue mani.

 

“Io... io penso che dovremmo continuare questo discorso da un’altra parte.”

“Sono daccordo, Minerva, ora professor Morris, se vorrà seguirci, penso che l’ufficio del signor Moody sarà perfetto.”

“Certamente, preside.”

 

“Questa scuola è maledetta... –si lamentò Moody- sono tutti pazzi, dai professori agli studenti, e nessuno si preoccupa mai di mettere le cose a posto! No, Albus, non provare neanche a difenderli! E quelli che sopporto di meno, sono proprio questi tre... Piton, Avery, e Malfoy! Vi comportate come se aveste sempre ragione, e se ci capiste molto di più degli adulti! Provocate solamente guai, non siete studiosi, e neanche degni di essere chiamati alunni... e lo stesso vale per il professor Morris! Voi siete solamente dei RIFIUTI! Della scuola, e della società intera!”

 

Dopo queso sfogo, nessuno aprì bocca per tentare di controbattere. Tutti passarono in rassegna i volti delle persone insultate: Lucius pareva stupito, ed innervosito dagli insulti, Avery aveva l’espressione di chia vrebbe volentieri ammazzato qualcuno, Severus era quasi in lacrime. Il professor Morris invece, aveva assunto un’espressione del tutto neutrale.

 

All’improvviso, il professore di DADA fece un passo avanti nel corridoio, verso Moody, che mantenne la sua posizione senza indietreggiare. Non si aspettava granchè dal professor Morris... il ragazzo continuò a camminare verso l’auror, e gli si fermò davanti.

 

“Beh? Cosa c’è? Ha qualcosa da dirmi?”

 

Il professore, allora lo guardò dritto negli occhi per qualche secondo, poi piegò le ginocchia abbassandosi leggermente, fece mezza torsione del busto, e Severus, che aveva sentito tutti i suoi racconti sulla sua “mossa segreta” pensò che stesse per dare il via alla sua grande fuga. Invece, il professore usò quella mezza torsione per caricare un potente calcio a rotazione, che colpì Moody dritto dritto sulla faccia. L’auror svenne, cadendo per terra.

 

“PROFESSOR MORRIS!!” Gridò la McGranitt.

“MERLINO!” Esclamò stupito il professor Lumacorno.

“Ooooooh!” Si levò un coro dagli alunni.

 

“STATE ZITTI!!! –Gridò il professore, e tutti tacquero. Era la prima volta che lo sentivano gridare- Io non permetto a nessuno di disprezzarmi! Forse è vero... non sono una gran persona, e non sono certamente tagliato per fare l’insegnante... ma nonostante questo, mai... mai io commetterei la stupidaggine di chiamare i miei studenti “RIFIUTI”. Neanche fossimo oggetti senza valore!  Dovrei tollerare una simile violenza verbale?! È proprio perchè si sentono dire cose come questa... che i mocciosi perdono l’unico posto dove stare in pace... ma se questa scuola può tollerare questo tipo di comportamento, allora posso gettare via il mio titolo di insegnate, anche adesso!”

 

Concluse il professor Morris, con un’energia che mai nessuno avrebbe sospettato potesse possedere. Silente sorrideva bonario, evidentemente soddisfatto delle parole del ragazzo. Gli altri erano ancora tutti stupiti,  mentre Moody si rialzanva da terra, un po’ ammaccato e dolorante, maledendo il professore tra i denti.

 

“Ehm... io credo che ora noi potremmo andare a discutere dei fatti avvenuti oggi da un’altra parte... – Propose la McGranitt- l’ufficio del signor Moody andrà benissimo. Signor Piton, non avremo bisogno di lei, per ora. Quindi, torni pure in classe.”

 

Severus annuì, ed immediatamente, senza guardare nessuno dei presenti, superò il professor Lumacorno, tornando in classe. Stranamente, sia l’insegnante che tutti i suoi compagni di corso si spostarono per farlo passare, come se fosse stato un malato contagioso. Naturalmente Severus se ne accorse, come si accorse anche degli sguardi di rimprovero e sospetto che tutti gli stavano lanciando... ma non disse una parola. Immediatamente Lucius ed Avery lo seguirono a ruota.

 

Poi, Lumacorno si voltò verso la classe e costrinse tutti a rientrare, ordinandogli di non fare chiasso, e che lui sarebbe tornato nel giro di poco. Anche lui si unì al corteo diretto all’ufficio di Moody, tutti scandalizzati da ciò che avevano appena sentito, volevano assolutamente vederci chiaro.

 

Severus andò immediatamente a prendere posto al suo banco. Tutti gli altri attorno a lui erano vuoti, visto che i suoi compagni si erano alzati per guardare fuori, ed ora erano tutti in piedi a spettegolare, divisi in gruppi. I primi a raggiungere il giovane vampiro, furono Avery, Lucius, Narcissa e Zabini.

 

“Non possono pensare sul serio che tu abbia fatto qualcosa col professor Morris! –esclamò Zabini- è assurdo!”

“...”

“Andiamo, Sev! –continuò Lucius- Se fai così penseranno tutti che è vero, rispondi qualcosa!”

“Se avessi detto la verità da subito magari ora non si sarebbe scatenato questo casino...” Mormorò il moretto.

“Beh, ma tu sei innocente, no? Allora non preoccupartene!”

“Ma Avery!! Il professor Morris passerà dei guai per questo, lo sai?! Anche se non hanno prove, tutti lo sospetteranno!”

“Magari sarà così per qualche giorno. Ma vedrai la cosa scemerà presto!” Cercò di consolarlo Narcissa.

“No... è tutta colpa mia...!” Disse, ed arrossendo, non riuscì più a trattenersi: scoppiò in lacrime.

 

Avery, gli si sedette immediatamente vicino, battendo Lucius sul tempo nel fare ciò, ed un secondo dopo il ragazzo gli si gettò tra le braccia, nascondendo il viso nella divisa scolastica dell’amico. “Non piangere, su... non è grave come sembra, ne sono sicuro...” gli bisbigliò il ragazzo mentre gli carezzava i capelli.

 

Narcissa indietreggiò improvvisamente di un passo. Gli sembrava come di invadere la privacy di Piton, guardandolo in quello stato. Era la prima volta da quando lo conosceva, che lo vedeva in lacrime. Non aveva mai pianto prima, nemmeno dopo gli scherzi più brutti che gli facevano i Grifondoro!

 

“Avery... io non ce la faccio più... perchè succede tutto a me?!”

 

Il ragazzo lo lasciò andare, e guardandolo negli occhi, gli disse “Sev, stai tremando! Datti una calmata!” il moretto allora cercò di ricacciare indietro le lacrime, e di rendere di nuovo neutra la sua espressione, ma evidentemente trovava la cosa troppo difficile. Le lacrime continuavano ad uscire incontrollate peggio di prima, e la frustrazione lo stava stendendo.

 

Poi, i cinque minuti che seguirono sembrarono a Lucius i più lunghi della sua vita! Improvvisamente Severus spinse via l’amico, che a causa della violenza della spinta, ricadde con la schiena sul pavimento. In un secondo, poi, Severus si alzò dalla sedia, e con un calcio gettò all’aria il suo banco, con sopra il calderone che stava usando durante la lezione. Nonappena Lucius e Zabini tentarono di fermarlo, il vampiro prese ad urlare, e spinse via anche loro.

 

Allora Avery, che si era rimesso immediatamente in piedi, lo afferrò per la vita, sollevandolo così da terra, e mentre il moretto scalciava e si agitava, disse a nessuno in particolare “Chiamate l’infermiera, presto!” Zabini uscì dall’aula di corsa, diretto verso l’infermeria. Lucius invece era come pietrificato sul posto. Cosa stava accadendo al suo compagno? In quel momento la sua ‘aura’ era cambiata! Era tutto diverso, quello non era Severus!

 

Il vampiro intanto continuava a scalciare e gridare, ma ancora per poco. Pochi secondi più tardi, infatti, si calmò completametne, tutt’a un tratto! I suoi occhi si chiusero, e svenne. Tutti i loro compangi si erano radunati di nuovo per vedere cosa stesse accadendo, mentre Avery depositava il compagno svenuto per terra, e gli allentava la cravatta.

 

Severus respirava con difficoltà, tremava tutto, perfino le sue palpebre tremavano, mentre la pupilla dietro di loro si muoveva impazzita. Il suo viso era completamente rosso.

 

“MA VI VOLETE ALLONTANARE?! NON RESPIRA!!”

 

Gridò Avery anche lui in preda alla collera. Lestrange e Bellatrix, quelli coi riflessi più pronti, iniziarono allora a spingere gli studenti via con la forza. “Ma cosa gli sta succedendo?” Domandò Lucius in un bisbiglio. Poi sentì una mano posarsi delicatamente sul suo braccio, e lasciò che Narcissa allontanasse anche lui.

 

“Non ti preoccupare, non è niente. È solo un crollo nervoso, starà bene domani!”

“Un crollo?! Ma lo hai visto?! Sembrava indemoniato!”

 

Poi Lucius vide Avery fargli la respirazione artificiale, o meglio, quella bocca a bocca. Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Non ci vide più... uscì dalla stanza con la rabbia che gli faceva sollevare i capelli sopra la testa! E proprio nel momento in cui varcava la soglia della classe, l’infermiera e Zabini si trovarono ad entrare, spingendolo letteralmente fuori dai piedi.

 

Stupito, Lucius restò a guardare la scena da fuori. Gli sembrò che la sua vita fosse tutta lì. Lui vedeva sempre la vita di Severus dal di fuori, e nessuno tra lui o i suoi amici faceva nulla per lasciarlo entrare. Non si era guadagnato il diritto, almeno di sapere? Ancora non sapeva un bel niente sulla vita del suo compagno, eccetto le congetture che si è fatto da solo, ed i piccoli ricordi che gli forniva Avery quando gli pareva...

 

Abbassò lo sguardo, e decise di andare a farsi un giro.

 

HOGWARTS, INFERMERIA, Sabato 22 Novembre, ore 9:30

 

“Hei, Sev...”

 

“Avery! –salutò contento il ragazzo, per poi cambiare immediatamente la sua espressione allegra con una triste ed imbarazzata- Ehm... scusami tanto per ieri... non so cosa mi sia preso, così all’improvviso.” Concluse, distogliendo lo sguardo dall’amico.

 

“Naah... –lo contraddì Avery- ormai dovresti sapere che sono abituato a tutto.”

“Madama Chips mi ha detto che sei stato molto bravo in classe, che mi hai praticato la respirazione artificiale e tutto il resto. Ti ringrazio.”

“Sì, beh... sai, ho voluto imparare, dopo tutto quello che ti era successo al secondo anno... ho fatto bene, a quanto pare!”

“Al secondo anno? Di cosa parli?”

 

Il ragazzo non rispose, guardò l’amico con un’espressione che sembrava dire ‘se non ne vuoi parlare non fa niente’, ma questo confuse Severus ancora di più, e quindi anche Avery ne risultò confuso. E mentre si scontro-confondevano a viceda, Avery disse, indeciso se fosse il caso o no di toccare l’argomento

 

“Beh... sai... dopo che, ehm... quando hai avuto quel problema.”

“Avery... davvero non so di cosa tu stia parlando!”

“Cosa?! Seriamente, se non vuoi parlarne è un conto, ma non fare come se non lo sapessi!”

“Sapere che cosa?!”

“Che eri malato! Non te lo ricordi davvero!?”

“Malato?! Ma che cavolo stai dicendo?! Malato di cosa?!”

“Senti, va bene che non ne abbiamo mai parlato dopo il tuo ritorno, ma lo videro tutti quanti, quando accadde!”

“Avery! Io... io non capisco.”

“Eravamo a lezione di volo, era tutto tranquillo, ed all’improvviso ti si ruppe una costola solo per aver starnutito! Non puoi non ricordarti una cosa simile! Sei anche svenuto per il dolore!”

“Svenuto? Io non ricordo di essermi mai rotto niente! Che ti stai inventando?!”

 

Avery aprì la bocca per rispondere ancora e sostenere la sua versione, quando notò la frustrazione e la rabbia sul volto dell’amico, allora immediatamente la richiuse. Allora non ricordava veramente?

 

“Sev... non ti ricordi veramente?”

“Ricordarmi che cosa? Avery davvero, se è uno scherzo, hai avuto davvero un tempismo meschino per farlo!”

“Non è uno scherzo! Allora perchè ti saresti ritirato da scuola, sennò, sentiamo!”

“Non mi trovavo bene, tutto qui!”

“E perchè? Cosa ti andava male?”

“Un... un po’ tutto. Io... io non ricordo bene.”

 

Improvvisamente sul volto del vampiro si dipinse un’espressione di pura confusione, come se in lui stesse avvenendo una battaglia interiore molto violenta. D’un tratto scosse la testa, e premette due dita sulle tempie, evidentemente colto da un dolore improvviso.

 

“Che c’è?” Chiese Avery, avvicinandoglisi preoccupato.

“Non lo so... forse... forse hai ragione, non ricordo bene quel periodo...”

“Che cosa strana! Come mai, secondo te?”

“Ti prego, lascia stare! Non so perchè, ma... non mi va di sforzarmi a ricordare.”

“Dovresti farlo, invece! E se qualcuno ti avesse obliviato?!”

“Chi potrebbe aver fatto una cosa del genere?! Piuttosto... sai come sta il professor Morris?”

“Mmm... non benissimo.”

“Cosa gli hanno detto?”

“Lui si è difeso bene. Ha detto che avete parlato e basta, che ti stava aiutando per un viaggio di studio.”

“Oh. E... gli hanno creduto? Cosa gli hanno detto?”

 

“Beh, prima di tutto che avreste dovuto farlo di giorno, un lavoro simile, e poi Moody si è messo a dire stronzate del tipo ‘stranamente il ragazzo ha cominciato a curarsi un po’ di più quest’anno, magari il professore c’entra qualcosa...’ o ‘è strano che ci sia voluta più di una serata per una cosa del genere!’ insomma, Silente ha dovuto minacciarlo per convincerlo a non interrogarti ancora per verificare la cosa... ora il professore sarà sotto controllo per un po’, ma è tutto qui. Almeno finchè non arriveranno a casa i gufi dei ragazzi...”

 

“Merlino, è tutta colpa mia!”

“Non è vero. Beh, forse solo un po’, ma...”

“Maledetto Moody! Ma non si poteva fare gli affari suoi?!”

“Umpf! A proposito, sono in detenzione per tre mesi di fila...”

“E perchè?! Che hai fatto, Avery?!”

“Ho preso a pugni Moody...”

“Per quello ti hanno dato tre mesi?!”

“Easatto...”

“Mmm... per tre mesi soli, ne vale la pena... quasi quasi ci faccio un pensierino anch’io!”

“Ah ah ah ah! La stessa cosa che ha detto Zabini!!”

“Zabini? Avete fatto pace?!”

“Beh, non proprio, però ieri abbiamo parlato.”

“Oh, meno male! Lo sapevo che non potevate litigare per sempre! A proposito... hai visto Lucius?”

“Lucius? Non... non è venuto a trovarti?”

“No... è da ieri mattina che non lo vedo.”

 

Così dicendo, il vampiro finse un’espressione noncurante, ma Avery lo conosceva meglio di quanto immaginasse, ed aveva capito quanto fosse ferito da questo. Ma perchè Lucius non era venuto?! Conoscendolo, non sarebbero bastati tutti i professori di Hogwarts messi insieme per tenerlo lontano dall’amico ammalato! Però era strano, che dal giorno precedente, fosse completamente sparito dalla circolazione. Dove poteva essere andato?!

 

“Ma dai, non darci peso. Sono sicuro che voleva lasciarti riposare! Quando ti faranno uscire?”

“Madama Chips stava parlando di Lunedì mattina o Domenica sera. Insomma in tempo per le lezioni.”

“Che sfiga, accidenti! Nemmeno un’ora ti fanno saltare! La prossima volta ammalati di Mercoledì, no? Così ti fai quattro giorni di vacanza a sfregio!”

“Ma tu sei pazzo! Abbiamo i MAGO l’anno prossimo, non possiamo permetterci di saltare neanche un minuto di lezione!”

“Ah! ah! ah! Ma come sei fiscale! Hei! Conosco una bella barzelletta che ti tirerà su!”

“Riguarda Merlino?”

 

“Mannò, dai! Stai a sentire... dunque... nella foresta è mattino: un’alba timida copre d’argento le foglie addormentate. La natura sonnolenta si desta, e i teneri abitanti del bosco si stiracchiano al suono di un corno lontano, un suono che annuncia l’apertura della stagione della caccia. Ed ecco che per un serpeggiante sentiero montuoso giunge un uomo dall’aria indomita che avanza fischiettando, imbracciando un fucile a canne mozze! Il suo nome è Merlino! Ed è un cacciatore di orsi!”

 

“Avery, non la voglio sentire!! Avevi detto che non era Merlino!!”

“Così, mentre si nascone dietro una fratta, beandosi del fatto che presto avrebbe decimato la famiglia di Yoghi e Bubu...”

“La famiglia di chi?!”

“Ah, ma allora mi stai ascoltando!!”

“ASSOLUTAMENTE NO!!”

“Insomma, giunto alla sommità di un crostone roccioso, Merlino individua un cucciolo di orso bruno nella radura poco distante... e comincia a bearsi per aver trovato quel delizioso bocconcino peloso, che sarebbe stato perfetto per il suo caminetto!”

 

“Io non sento... io non sento... io non sento...” cominciò a recitare il moro portandosi le mani alle orecchie. Però, il ragazzo Serpeverde saltò subito dalla sedia sul letto dell’amico, ed allontanandogli le mani dalla testa, lo immobilizzò sul letto, e continuò il racconto come se nulla fosse

 

“Allora, Merlino carica il suo fucile, prende la mira, ed incomincia a bestemmiare se stesso per averlo mancato! D’improvviso però Merlino avverte un peso sulla sua spalla sinistra. Si volta di scatto e vede d’innanzi a se... un enorme orso bruno, che esclama...”

 

“Avery! Lasciami andare... oh...! Non la volgio sentireeeeeeeee!!” Si lamentò invano il giovane vampiro, mentre Avery tossiva elegantemente, e ricominciava il suo racconto con voce profonda, ad imitazione dell’orso bruno della sua storia, e poi di gran lunga più ridicola, ad imitazione di Merlino:

 

“’Cacciatò! Hai fatto na stronzata!’

‘Ma io...’

‘Eh, no... tu hai sparato a mio figlio...!’

‘Ehm... no... ma veramente io giuro, guardi, signor orso...’

‘Adesso hai due possibilità!’

‘Quali?’

‘O ti accoppo, o ti fai incaprettare!’

‘Ah! beh... piuttosto che morì... s’accomodi, che gliè devo di?!’ Disse calandosi i pantaloni”

 

“Avery... ora basta, dai! Tanto è inutile, non riuscirai mai a farmi ridere con roba del genere!!”

“Non trovi divertente Merlino?”

“Assolutamente no! Serpeverde blasfemo!”

 

“Ah... vogliamo scommettere? Se ridi però dovrai giurare di non interrompermi più quando sono in procinto di raccontare qualcosa su Merlino per... almeno un mese! Ci stai?”

 

“Va bene... ma se io non riderò, allora tu non dovrai raccontarne più per lo stesso tempo!”

 

“Allora... –disse tutto contento Avery, lasciando andare il vampiro, ma restando comunque seduto sul suo letto- dov’ero rimasto? Ah, sì! La notte avvolge la foresta nel suo manto di velluto, e la natura riposa... il giorno successivo, per un serpeggiante sentiero montuoso, giunge un uomo dall’aria abbastanza indomita, che avanza con passo leggermente aggranchiato, imbracciando un grosso fucile a retrocarica, con mirino al laser. Il suo nome... è sempre Merlino, ed è un cacciatore di orsi...

 

‘Minchia, come brucia! C’ho un barbeque nelle mutande! Se becco quel finocchio dell’orso de ieri lo faccio diventà uno zerbino! Mortacci sua, che male!’

 

Giunto alla sommità di un crostone roccioso... Merlino individua un cucciolo di orso grizzly nella radura poco distante. Un bersaglio facile, ma... non si sa mai!

 

‘Oh, bene! stavolta non sbaglierò! Nemmeno Stevie Wonder ubriaco potrebbe mancà un bersaglio così facile!!’”

 

“Chi?” Lo interruppe Severus con aria confusa. “Un cantante babbano morto da tempo, era cieco. Ora però continua ad ascoltare, da bravo ragazzo!” Lo ammonì Avery, e vide l’amico muoversi un po’ sul letto con astio. Andò avanti.

 

“Allora prende la mira, e...

 

‘Mannò, cazzo! Mancato di nuovo! Ma qua qualcuno m’ha fatto il malocchio, porco me stesso!’

 

D’improvviso Merlino avverte un peso sulla sua spalla destra... si volta di scatto, e trova d’innanzi a sè un enorme orso grizzly che esclama...

 

‘Cacciatò! Hai fatto na stronzata...’

‘No, ma io...’

‘Eh, no! Tu hai sparato a mio figlio!’

‘No, giuro, è partito il colpo, glielo giuro, c’ho pure la tessera del WWF, glielo giuro!’

‘No, no... tu gli hai sparato cacciatò, ed adesso tu hai due possibilità...’

‘Di nuovo!? Non dirmi che pure te...’

‘Eh, si! O ti accoppo, o ti fai incaprettare!’

‘Minchia, ma questa non è una foresta, è un gay pride! Vabbè dai, ma fai piano che c’ho ancora i postumi de ieri!’

 

La notte trascorre tranquilla sulla natura... un po’ meno nel letto di Merlino. Il giorno successivo per un serpeggiante sentiero montuoso giunge un uomo dall’aria circospetta che avanza palesemente a gambe larghe lamentandosi alquanto. Imbraccia un grosso attrezzo che assomiglia vagamente ad un bazooka. Il suo nome è Merlino ed è un cacciatore di orsi, anche se sta pensando seriamente di cambiare mestiere...

 

‘Ahia che dolore pazzesco porco me stesso! Ho cacato fusilli tutta la notte, manco c’havessi la Barilla tra le chiappe! Ma stavolta faccio nà strage, mortacci sua!’

 

Giunto alla sommità del solito crostone roccioso, Merlino individua un cucciolo di orso bianco nella radura poco distante... un bersaglio facile! Ma questa volta è meglio non sbagliare!

 

‘Ti incenerisco, maledetto sacco di pulci! Vedrai che fuochi artificiali! Manco a Viareggio!!’

 

Merlino carica il bazooka, prende la mira, e... ‘Nooo! Noooo! Ma come ho fatto a mancarlo, che sò strabico?! Ma pensa te, pensa!’ D’improvviso però, Merlino avverte un peso considerevole su tutte e due le spalle. Si volta di scatto, e trova d’innanzi a sè un enorme orso bianco che esclama...

 

‘Cacciatò...’

“Noooo! De nuovo!!’

‘Cacciatò... tu non vieni qua solo per cacciare, dai...’ Da qui si sa come andrà a finire tra i due! E tutti vissero felici e contenti. Beh... non proprio tutti... finita. Che ne pensi?”

 

Severus lo guardò fisso negli occhi per qualche secondo, senza la minima espressione, ma Avery non demorse, e continuò a ricambiare lo sguardo. All’improvviso, la sua pazienza ed il suo coraggio furono premiati...

 

“Pfft...”

“Come? Ho sentito ‘pffft’?!”

“No...”

“Oh, andiamo! Hai riso!! Hai riso!!”

“No, io... pffft! Ah ah ah ah!”

 

“Visto?! Ti ho fatto ridere con Merlino! Sapevo che prima o poi avrei visto questo giorno! La ricompensa per tutti quei giorni di calci in faccia e grida scandalizzate ad ogni menzione di Merlino da parte mia! Mi sembra quasi di aver vissuto fino ad oggi solo per questo! Ti adoro, Sev!”

 

“E va bene, hai vinto! Era divertente...! Ora immagino che non me ne farai perdere una, per un mese, vero?”

“No... non sono così cattivo, se non vuoi sentirle non ti obbligherò!”

“Io non sarei stato altrettanto magnanimo con te!”

“Evidentemente tu non mi ami come ti amo io!”

“Non dire cavolate! Anch’io ti voglio bene, semplicemente avrei preteso la mia ricompensa per la scommessa!”

“Ma io non ho detto che ‘ti voglio bene’, no?” Sorrise l’altro.

“Non scherzare, ora! Che se mi alzo dal letto, madama Chips mi divora le costole veramente.”

“Mi piacerebbe vederla tentare! Ah ah ah! comunque non scherzavo affatto, sai...”

“...ah, si? Non scherzavi, allora...?” Rispose l’altro con un’espressione che sembrava prenderlo in giro.

“Ero serissimo. Potrei provare a baciarti, se non mi credi!”

“Davvero? E provaci, allora!”

 

Il ragazzo allora lo guardò negli occhi per qualche secondo. Severus ancora non ci credeva, e guardando l’amico fare una faccia così determinata, invece di preoccuparsi, sentiva di stare per scopiare a ridere. Avery gli carezzò il viso col dorso della mano, e lentamente cominciò ad avvicinare il suo viso a quello dell’altro. Ma proprio quando le loro labbra erano ad un millimetro dal toccarsi...

 

“Cosa sta succedendo, qui?”

 

Avery scattò immediatamente, allontanandosi da Severus. “Lucius! Era ora che arrivassi, non credi?!” Il biondo aveva l’aria di qualcuno che molto presto avrebbe compiuto una strage, avanzò lentamente nella stanza senza staccare gli  occhi da Avery.

 

“Lu... finalmente sei arrivato!”

 

Esclamò Severus, e con un sorriso dolcissimo stampato sul viso, tese le braccia verso di lui. Il biondo allora si riscosse da quella furia omicida, e ricambiò il sorriso, anche se non in modo completametne sincero. Si avvicinò al compagno, e lo strinse forte tra le braccia, baciandogli amorevolmente la fronte.

 

“Allora... –disse poi Lucius- che ci fai qui, Avery?”

“Come sarebbe a dire che ci faccio qui? Sono venuto a trovare Severus!”

“Questo lo vedo... non hai nessun altro posto dove andare adesso?”

“MA LU!” Lo rimproverò Severus per la sua frase troppo cruda.

 

“No, non preoccuparti, Sev... è giusto che vi lasci soli, non vi vedete da ieri!” Gli rispose Avery sorridendo amichevolmente e strizzandogli l’occhio. E mentre Lucius gli fece uno di quei sorrisi a trentadue denti che sembravano dire ‘così mi piaci!’ Severus evidentemente non sembrava altrettanto contento di vederlo andare via.

 

“Oh... allora quando tornerai?”

“Vedo se posso oggi pomeriggio, se non ho troppi compiti. Ci vediamo. Ciao, Lu!”

 

Il biondo lo salutò, e poi si rivolse al compagno comodamente sdraiato a letto

 

“Cosa stavate facendo poco fa?”

“Avery mi ha raccomtato una barzelletta.”

“Sì? Così attaccato alla tua faccia?”

“Che co... oh! Parli di quello? Non era niente! Solo Avery che faceva lo scemo!”

“Beh, non mi piace che ‘faccia lo scemo’ in quel modo! Sei il mio compagno! Non devi permetterglielo mai più!”

“Va bene...”

 

“No, è inutile che cerchi scu-uh?.... hai detto ‘va bene’?” Rispose Lucius, il viso stupefatto dall’improvvisa condiscendenza del giovane vampiro. Severus, guardando la faccia di Lucius scoppiò a ridere, poi con le mani gli catturò il viso, ed avvicinandosi pericolosamente, gli sussurrò sulle labbra

 

“Mi piace quando dici ‘il mio compagno’ di qua, ‘il mio compagno’ di là...”

“Oh, no... no, no, no, no, no!” Cominciò il biondo allontanando l’amico da sè.

“Cosa c’è, stavolta?!”

“Sei di nuovo in ‘quel’ periodo! Stammi lontano, tentatore che non sei altro!”

“Ma Lu! Ah ah ah! Andiamo, ti stavo solo prendendo in giro!”

“Davvero? Posso avvicinarmi, o corro rischi?”

“Puoi avvicinarti. O magari preferiresti parlarmi da attraverso una gabbia? Ti sentiresti più sicuro?”

“Forse. Non ci devi scherzare su, sai? È frustrante una cosa simile!”

“Lu... tu ci pensi mai a noi due... in quel senso?”

“Beh... no, mica tanto! Davvero.”

“Va bene? Vuol dire che sei contento così?”

“Si... sono contento anche così.”

“E... quindi, tu... non vuoi...?”

“Beh, ora non esagerare! Certo che vorrei stare con te! Però non fa niente... ti aspetto.”

“Io ci stavo pensando ultimamente, sai...?”

“Pensando a cosa, di preciso?”

 

“Beh, sai... a come sarebbe... ecco... -il vampiro provò ad andare avanti, ma arrossì furiosamente, e distolse lo sguardo da quello del compagno, spostandolo sulle sue dita che tenava incrociate sul ventre.- stare con te.” Quando il ragazzo terminò l’ultima frase, Lucius sentì il cuore dare ancora una volta spettacolo coi suoi soliti salti mortali all’indietro con tanto di avvitamento. Esibizionista come il suo padrone. Con voce guardinga, chiese.

 

“Perchè me lo stai dicendo?”

“Beh, perchè... io vorrei provare... con te, insomma... a stare insieme.”

 

Gli occhi del biondo divennero grandi come due palline da golf, mentre chiedeva, interessato “Q... quindi?!”

 

 

NEL FRATTEMPO, HOGWARTS, CORRIDOI.

 

“Avery...?”

“Mh? Chi va là?!”

“Come sarebbe ‘chi va là’?! Sono io! Sei stato a trovare Sev?”

“Si, Jo, ci sono stato al contrario di te!”

“Non giudicarmi, immondizia!”

E.... Sono un’immondizia! Puzzo...!!” Cominciò a cantare il ragazzo, ma Zabini lo zittì immediatamente dicendo

“E come sta? Sta bene?”

“Sì, più o meno. Si sente in colpa per il professor Morris...”

“Avery... io sono preoccupato per cosa succederà quando Sev sarà dimesso.”

“Davvero? Hai sentito qualcosa?”

“Sì, un gruppo di Tassorosso. Dicevano che li avevano ‘beccati insieme’”

“Beh, io ho sentito tre Grifonporci assicurare che Sev aspettava un figlio dal professore!”

“CHE COS’HANNO DETTO?!”

“Oh, non ti preoccupare! Li ho raddrizzati io, quelli!”

“Accidenti... –si lamentò il ragazzo grattandosi la testa, impensierito- se Sev sente queste cose, esplode di sicuro.”

“Non giurarci. Severus è forte!”

“Non quando riguarda certe cose! Dovresti saperlo!”

“Beh, allora terremo duro finchè le voci spariranno! Tutti insieme, sono sicuro che ce la faremo!”

“Pfffft...!”

“Jo? Cosa c’è, soffri di flatulenze mattutine?”

“Ma tu non sai! Narcissa ha tirato un pugno dritto in faccia ad una Corvonero stamattina, a colazione!”

“CHE COSA??! LA PICCOLA CISSY?!?”

“La ‘piccola Cissy’ un corno! Gli ha rotto il setto nasale!”

“Ah, ah, ah, ah, ah, ah! Non ci posso… ah ah ah ah!”

 

“E poi il marmocchio non ha neanche avuto il coraggio di andare in infermeria, perchè Bella... pffft! No, avresti dovuto esserci! Bella gli ha detto che c’era Malfoy giù in infermeria, con Severus, e se lo avesse preso, gli avrebbe rotto qualcosa di molto più importatne del setto nasale! Poi... ah! ah! Poi sono arrivati i fratelli Black, gli si sono messi uno a destra, uno a sinistra, lo hanno afferrato, messo sottosopra, e poi hanno giocato a ‘vola, vola il primino dalla finestra’! ah! ah! ah! ah!”

 

Ormai sia Avery che Zabini non riuscivano a stare dritti dal troppo ridere. “Non mi dire! Sirius e Regulus?! Insieme? Per davvero?! Credevo che non si potessero vedere nemmeno ad un chilometro di distanza!”

 

“Infatti ci siamo rimasti tutti quando lo abbiamo visto! E si sono perfino congratulati tra di loro per l’ottimo lavoro! Avresti dovuto vederli! Si sono dati la mano ed hanno detto ‘bel lavoro, fratello!’ Sono stati grandi!”

 

Passarono un paio di minuti, ma alla fine, le risa finirono con lo spegnersi. I due si ritrovarono a camminare per il corridoio in silenzio, e sia Zabini che Avery cercavano di guardare dovunque tranne che nella direzione dell’altro. Il loro silenzio imbarazzato però non durò molto, a causa di un rumore di grida furiose provenienti dal corridoio sulla loro destra, quello dove si trovava l’ufficio di Moody. Si voltarono entrambi, e videro l’auror parlare animatametne con qualcuno voltato di spalle, aveva un mantello scuro, corti capelli neri, e scarpe molto costose, a quanto poterono notare.

 

“Chi è quello che parla con Moody?” Chiese Zabini, quando si nascosero dietro l’angolo per osservare meglio

“Io... ma a me sembra il papà di Sev.”

“Il signor Piton? Forse hai ragione... in fondo lui sovrintende alle indagini.”

“Così è stato scagionato dalle accuse di essere il ‘mostro’?”

“Sì, e da un bel pezzo! Sei stato troppo occupato a ripulire la stanza per accorgertene?”

“Probabile...” Disse, ma non potè continuare, interrotto dalla voce del signor Piton

 

“TU SEI UN PAZZO, MOODY! SE VENGO A SAPERE CHE HAI MESSO SOLO UN DITO ADDOSSO A MIO FIGLIO, TI GIURO CHE TI FACCIO SBATTERE FUORI DAL CORPO AUROR PER SEMPRE!”

 

“AH, BEH, CERTO NON POSSO TOCCARE IL MARMOCCHIO, A QUANTO MI SI DICE QUELLA E’ UNA PREROGATIVA TUTTA SUA! COS’E’? CREDEVA CHE NESSUNO LO AVREBBE MAI SCOPERTO?! METTIAMOLA COSI’! SE LEI NON MI LASCIA FARE IL MIO LAVORO IN SANTA PACE, ALLORA SARO’ IO A FARLA CACCIARE DAL MINISTERO, E CON ACCUSE BEN DIVERSE DALLE MIE!”

 

Zabini ed Avery si guardarono negli occhi per un momento, per poi voltarsi ancora, e continuare a guardare. Le voci dei due litiganti però, si erano abbassate di colpo, rendendogli quindi impossibile carpire altre parti della loro discussione. Pochi secondi dopo, però videro il signor Piton voltarsi di scatto nella loro direzione, andandosene via da Moody, come una furia mentre l’auror sorrideva orgoglioso di sè.

 

I due ragazzi, che davvero non nutrivano particolare simpatia per l’uomo quando era normale, figurarsi quando era imbestialito, cercarono di tagliare immediatametne la corda, ma mentre uno cercò di voltarsi in una direzione, l’altro gli sbattè contro, mentre cercava di prendere quella opposta.

 

“Ahia, ma sei scemo!”

“No, tu ci sei, levati un po’!”

 

“Avery, Zabini... cosa fate in giro di Sabato? Dovreste stare a studiare.”

“Buongiorno signor Piton. Noi contavamo di studiare domani.”

“Studiate la Domenica? Non è da bravi studenti, dovreste impegnarvi di più, la scuola è il vostro futuro.”

“Sì, signore, lo sappiamo. Ma siamo stati ora da suo figlio, quindi...” *quindi non rompa le palle con lo studio!*

“Oh, già... ho sentito che ha avuto uno svenimento, sono venuto a trovarlo.”

“A trovarlo?” Domandò Avery in tono enigmatico.

“Certamente.” Rispose l’uomo.

“O per portarlo via?”

 

Chiese bruscamente Avery, mentre Zabini, dietro di lui gli pizzicava un braccio il più discretametne possibile, tentando di fargli capire che era meglio tenere la bocca chiusa col padre di Severus. L’uomo fece una faccia confusa, e chiese con un tono più brusco del necessario (ma che tuttavia non fece battere ciglio al Serpeverde)

 

“Che cosa vorresti intendere, ragazzo?”

 

“Intendo, che l’ultima volta che ha avuto uno svenimento, quattro anni fa, si ricorda? Beh, è stata anche l’ultima volta che l’ho visto ad Hogwarts! Allora cosa vorrebbe fare, ‘signore’?”

 

“Sei un maleducato, Avery e questo l’ho sempre detto a mio figlio. Dovresti portare più rispetto a...”

“...a quelli più anziani di me, lo so. Ma lei non cammina ancora col bastone mi sembra, perciò potrebbe rispondere?”

 

“Io non ho intenzione di portare via Severus, a meno che non abbia qualche problema grave, come l’altra volta! O magari tu avresti preferito lasciarlo morire qui a scuola, piuttosto che portarlo a farsi curare al San Mungo?” Chiese l’uomo con tono di sfida.

 

“Certamente no, ma non ho apprezzato che il mio migliore amico sparisse così all’improvviso senza nemmeno averlo potuto salutare, o almeno un biglietto a spiegare dove fosse andato, e se sarebbe mai tornato. Ho dovuto fare i salti mortali al San Mungo solo per ‘sapere che era lì’! ! E poi, potrei sapere perchè ogni volta che lo venivo a cercare a casa, lei non mi spiegava mai nulla?”

 

“L’ho ritirato all’improvviso ed in segreto perchè nessuno dei vostri compagni avesse potuto prenderlo in giro, e comunque, se proprio ci tieni a saperlo, non ti dissi nulla perchè era stato Severus a volere così. Ora scusatemi, ma ho molto da fare.”

 

Concluse l’uomo, e si allontanò dai due ragazzi, superandoli. Zabini immediatamente lanciò un’occhiata ad Avery per chiedergli spiegazioni, e si stupì dell’odio che c’era sul suo volto. Ancora non aveva finito. Il prefetto si scansò istintivamente dal compagno, mentre questo si voltava verso il signor Piton, quasi gridandogli

 

“E si potrebbe sapere come mai Severus non se ne ricorda più?!”

“Severus cosa?!” Lo interruppe Zabini stupito.

“Non se ne ricorda più! Non si ricorda più del suo secondo anno!” Gli spiegò Avery.

 

“Oh. Ora capisco... –disse l’uomo semplicemente, poi tornò indietro e disse ai ragazzi a voce bassa- sicchè voi pensate che sia stato io a rimuovere, o a chiedere a qualcuno di rimuovere dalla sua memoria il ricordo di quel periodo?”

 

“Esattamente!” Rispose Avery, impedendo a Zabini di dire la sua.

“Beh, vi sbagliate!”

“Ah, sì? E allora chi è stato?!”

 

“Severus odiava quella parte della sua vita, e l’ha semplicemente rimossa! Vuoi sapere com’è andata? Ti accontento! Era passata una settimana da quando lo avevano dimesso dall’ospedale. Stava con sua madre nel salone a studiare per l’esame dell’anno successivo, quando arrivi proprio tu, Avery, a suonare alla porta. Arriva l’elfa domestica e ti annuncia. Fin qui tutto regolare, visto che era una settimana che cercavi di vedere mio figlio. Quel giorno decidemmo che stava meglio, e che lo avresti potuto vedere, e tu ricordi cosa successe?”

 

“...”

“Allora, marmocchio?!”

“Sì, lui... disse ‘non lo conosco, mamma, continuiamo a studiare!’... lui non mi riconobbe. Credevo scherzasse! Credevo... che gli aveste detto voi di fare così! Ma... lui poi si è ricordato di me! Perchè del resto no?”

 

“Perchè non voleva. Ora che sapete sarete di certo più contenti!”

“Si aspetta delle scuse? Non le avrà! Non le merita!”

 

Concluse Avery, girando i tacchi, ed andandosene. Zabini lo seguì immediatamente, lasciando il signor Piton da solo in mezzo al corridoio, senza nemmeno salutarlo. L’uomo sbattè le palpebre un paio di volte, e poi se ne andò anche lui per la sua strada, pensando su tutte le furie

 

*Quei maledetti marmocchi, ma come si permettono?! Non si abbandona la gente per i corridoi come un cane! Maleducati che non sono altro, quando li ripesco giuro che gli do fuoco con la benzina!*

 

 

HOGWARTS, INFERMERIA, Ore 11:30

 

“Severus?”

“Mh? Oh. Ciao, papà. Ehm... questo è Lucius Malfoy, il mio compagno di stanza.”

“Ehm... salve.” Lo salutò il biondo, dandogli la mano in modo indeciso.

“Molto piacere. Potrei parlare con mio figlio, se non le dispiace?”

“Prego, chi la sta fermando!”

“In privato...”

“Ah... se è così, allora mi dispiacerebbe non poco, signore!”

“Ehm... –intervenne Severus- ti prego Lu, vai.”

“Ma io... oh, va bene! Non mi guardare così! ci vediamo più tardi. Arrivederci, signore...”

 

Salutò il biondo quando era già a metà strada verso al porta, e senza neanche voltarsi. Il signor Piton allora prese il posto di Lucius sulla sedia vicino al letto del figlio, e disse

 

“Come stai? Ho saputo che hai avuto uno svenimento.”

“Non era niente. Davvero, solo un po’ di nervi.”

“Severus, tu lo sai, se vuoi... tornare a casa, basta che...”

“Che chiami la mamma.”

 

Terminò la frase al posto del padre, che certamente avrebbe detto qualcos’altro. L’uomo tuttavia, non cambiò espressione in quel momento, anche se sentì una morsa dalle parti del petto. “Certamente.” Si limitò a dire, e poi continuò cercando di sorridere

 

“Ho parlato con tua madre, ed è preoccupata. Non è potuta venire perchè purtroppo è ammalata anche lei. Ha preso una brutta influenza. Ma nonostante questo, il dottore ha dovuto quasi legarla per impedirle di venire qui.”

 

“Ti ha chiesto lei di venire?”

“No. Io ho ricevuto la notizia per primo. Sai... risulto ancora io il tuo tutore qui a scuola.”

“Ho capito. Le scriverò appena posso. Cioè appena riesco a farmi portare carta, piuma e inchiostro.”

“Molto bene, sono sicuro che la tirerà molto su, una tua lettera.”

“Voi... vi state frequentando di nuovo?”

“No, assolutamente. Lei ha chiesto un divorzio formale.”

“E tu glielo concederai?”

“Non ho altra scelta. Ma non sono dispiaciuto. Almeno così accetterete i miei soldi.”

“Intendi per gli alimenti?”

“Esatto.”

“Umpf! E... nelle cause  per il divorzio ci... ci sarò anche io...?” chiese il vampiro voltando lo sguardo, ed arrossendo.

“Tu... vorresti esserci?”

“No. Io non voglio assolutamente. E credimi, non è per non distruggerti la carriera!”

“Questo lo so. Sev, io ho... parlato col professor Morris, e...”

“CHE COSA GLI HAI DETTO?! MICA LO AVRAI PICCHIATO?!”

“MA NO!! SINCERAMENTE E’ STATO UNO SCAMBIO EQUO!”

“INTENDI SCAMBIO DI BOTTE?!!”

“Ehm... forse non dovremmo urlare, è un’infermeria!”

 

“SMETTETELA DI URLARE! QUESTA E’ UN’INFERMERIA, PER MERLINO!”

 

“CI SCUSI!” Risposero i due in coro, ed all’unisono abbassarono lo sguardo. “Ehm... vi siete picchiati?” Chiese ancora il vampiro, con sguardo che sembrava ripetere ‘ti prego, dimmi di no... ti prego, dimmi di no...’

 

“Solo un pochino. Lui ha giurato di... di non averti mai toccato.”

“Ed è vero! Il professor Morris non farebbe mai una cosa simile!”

 

La frase colpì l’uomo, stringendogli ancora una volta il petto in una morsa dolorosa. Alle sue orecchie la frase suonava come ‘lui non mi toccerebbe mai a differenza di te’. Il vampiro però, stavolta se ne accorse, e disse

 

“Io non intendevo fare riferimenti.”

“Beh... ma le colpe sono colpe, no?”

“Io... veramente, non ce l’ho più tanto con te...”

“In che senso?”

“Nell’unico senso che c’è!”

“No, non è possibile!”

“Sì, che lo è!”

“No, non lo è!”

“Sì, invece!”

“Mannò, ti dico!”

“Ti dico di sìììì!”

“Ti ripeto che non può essere!”

“Oh, insomma, papà!! Vuoi saperlo meglio di me!? E poi lo stupido sarei io!”

“Non ti ho mai dato dello stupido!”

“Io sì, però!”

“Tsk! Non ricordo cosa stavamo dicendo.”

 

“Sì, che lo ricordi! Fai solo finta perchè non hai il coraggio di riprendere il discorso, e vuoi che lo faccia io! Non mi guardare così, lo so perchè è quello che faccio sempre anch’io quando devo affrontare un discorso per forza, ma mi mette in imbarazzo. Ti stavo appunto dicendo... non so se è per la mia natura di vampiro, ma... le cose mi sembrano molto più lontane.”

 

“E quindi?”

“Quindi cosa? Quindi proprio nulla!”

“Ah! Dovevo darti questo.”

 

Disse il sigonr Piton, tirando qualcosa fuori dal suo scuro mantello. “Il professor Morris mi ha chiesto di darti questo. Lui non può certo venire a trovarti, ora, così lo ha dato a me...” Severus si sentì immediatamente contento di avere notizie dal suo professore. Era terrorizzato dall’idea che potesse avercela con lui per i guai che gli aveva causato. Prese il pacchetto che suo padre gli porgeva, e lo mise sul comodino.

 

“Lo aprirò più tardi.” Disse senza mostrare la sua impazienza.

“Beh, allora... io devo proprio andare al lavoro, adesso.”

“Va bene. Avete fatto qualche progresso?” Chiese il vampiro mentre suo padre si alzava.

 

“Niente di importante. Abbiamo controllato perfino la scuola, ma nessuna traccia della maschera. Moody ha interrogato tutti i professori, per sicurezza, ma nulla! Ormai si sta arrampicando sugli specchi, e se non trova almeno qualche pista buona da seguire, nel giro di un mese è spacciato.”

 

“Uff... Non se ne può più, eh?”

“Già... Sev, tu... che progetti hai per Natale?”

“Sarò a casa, con la mamma, Lucius, ed Avery, se accetteranno.”

 

Il signor Piton, a sentir menzionare il nome di Avery si inalberò un po’, ma non lo diede a vedere a suo figlio. “Se ti mandassi un regalo lo accetteresti? O farebbe la fine degli altri?” Chiese in tono diplomatico, cercando di nascondere quanto fosse teso in attesa della risposta.

 

“Va bene, non ti preoccupare. Stavolta, lo terrò.”

“Mi fa piacere. Allora... a presto, spero.”

 

Severus contraccambiò il saluto, e guardò suo padre uscire dall’infermeria. Nonappena l’uomo fu lontano dalla sua vista, il vampiro prese immediatamente il messaggio del suo professore, impaziente di leggere il suo contenuto. Velocemente prese la lettera, la aprì, e lesse:

 

Signor Piton...

 

Mi dispiace infinitamente di non essere potuto venire a trovarla di persona, ma non sarebbe stato prudente. Se devo essere sincero, non ho passato un buon quarto d’ora col preside e la professoressa McGranitt. Merlino, era così arrabbiata che ho creduto che da un momento all’altro, la vena sul suo collo sarebbe esplosa! Avrebbe dovuto sentirla ‘LEI NON HA PUDORE, SI DOVREBBE VERGOGNARE, METTERE A REPENTAGLIO L’ONORE DI UN RAGAZZO PERBENE COME IL SIGNOR PITON, MERITEREBBE DI ESSERE LAPIDATO!’

 

Poi, certo, il fatto ch le sono scoppiato a ridere in faccia non è che abbia aiutamo molto, anzi... ma che potevo farci, era semplicemente troppo buffa! Il professor Lumacorno tuttavia stava dalla tua parte, così infine si sono convinti. La McGranitt aveva ragione però... mi dispiace molto averla messa in questa situazione. Se non avessi insistito nel chiederle di venirmi a trovare tutte quelle volte, probabilmente ora non sarebbe in questo pasticcio...

 

Spero sinceramente che potrà perdonarmi, deve avercela a morte con me... se riuscirò, cercherò di sgattaiolare in infermeria, domani mattina presto. Ovviamente però, solo se lei sarà d’accordo! Sento che mi mancheranno da non credre le nostre chiacchierate. Lei mi faceva sentire me stesso più di quanto immagina. Sono molto infelice in questo momento, glielo giuro (anche se il ricordo della McGranitt con una crisi isterica, un po’ aiuta...). Ha già aperto il regalo che le ho mandato? Spero lo apprezzerà!

 

Ancora una volta mi dispiace, spero che mi potrà perdonare, che potremo vederci, domani. Sinceri auguri di pronta guarigione, e cerchi di rispondermi e dirmi cosa ne pensa di domani.

 

Severus mise da parte la lettera, nascondendola sotto il cuscino. Non potè fare a meno di ridacchiare tra sè, pensando ad una McGranitt infuriata, ed il professor Morris che le rideva in faccia! *Quell’uomo è straordinario!* pensò con affetto. Era anche molto stupito del fatto che si fosse assunto la colpa per l’accaduto. Cominciò a scartare il regalo che era venuto insieme al messaggio.

 

La confezione era sempice: una scatolina cubica, con i colori della sua Casa, ovvero avvolta in carta verde, e con un nastrino argentato legato in un elegante fiocco. La osservò, rigirandosela tra le mani un paio di volte, poi prese tra le dita l’estremità del nastrino, e la tirò, sciogliendo il pacchetto. Strappò la carta verde, e si ritrovò tra le mani un cubo in legno intagliato. Lo aprì, e questo prese a suonare.

 

Era un carrillon stupendo! Dentro trovò una chiave un po’ arrugginita, di colore blu scuro, ed un altro pezzo di pergamena, scritta con la stessa calligrafia distratta del professore, che diceva

 

IS, la capitale del re Gradlon, è stata costruita in mezzo al mare, circondata da ampi cancelli serrati, la cui chiave il re teneva sempre al collo. Egli aveva una figlia, Dahut, dalla quale San Guenole, consigliere del re, tentò di metterlo in guardia. Un giorno il Diavolo travestito da principe arrivò al castello. Lui e Dahut danzarono tutta la notte, finchè il principe la esortò, per amore, a dargli le chiavi della città.

 

Ella andò nella stanza di suo padre, e gli rubò la catena e la chiave. Rapidamente, la sua capitale fu invasa dai flutti d’acqua, e mentre il re e sua figlia scappavano a cavallo, una terribile voce gridò per tre volte ‘butta a terra il diavolo che siede dietro di te!’ Lo sfortunato padre obbedì, ed il flutto si fermò.

  

Dahut fu trasformata in una Sirena: la prima sirena! Che ora vive nella città sottomarina di IS, e che la notte canta, attirando così a sè gli sfortunati che la ascoltassero. Quella che hai tra le mani è la chiave di IS, che la Sirena teneva custodita in quello stesso carrillon! Ho potuto appurare che chiunque la tenesse legata al collo, può diventare immune a molti agenti esterni come il canto delle Sirene, la maledizione Imperius, ed il Veritaserum.

 

Spero la troverai utile! 

 

 

 

TERRAZZO DELLA SCUOLA, Ore 01:56 a.m.

 

L’aiutante di Moody, Bart Vorhees, meno di trent’anni, è convinto che la sua vita sia una vera schifezza. Beh, e come dargli torto? Fa il lavoro più schifoso del mondo, che rotolarsi nel fango sarebbe più gratificante, tutto il giorno fianco a fianco con un pazzo, che lo sveglia nel cuore della notte una sera sì, e l’altra no, solo per assicurarsi che stia ‘sempre all’erta’...

 

Per quanto riguarda la salute e la fortuna, Bart Vorhees ha la sfortuna di essere diabetico, e di soffrire di vertigini, claustrofobia, e le folle lo mettono a disagio. Se non vogliamo contare anche il fatto che ha uno stomaco un po’ delicato per quanto riguarda la vista del sangue e gli alimenti fritti, oleosi, piccanti, salati, nonchè per il latte e tuti i suoi derivati. Di certo non sarebbe mai diventato brillante come auror.

 

Una vera e propria frana in amore, diede il primo bacio solo a diciannove anni, il sesso per lui è un piacere sporadico. Il suo ricordo più umiliante risale ai suoi quindici anni, quando chiese ad una ragazza di uscire, e questa per tutta risposta gli rise in faccia, chiamando poi a raccolta le sue amiche, dicendo ‘mi ha chiesto di uscire! Ah ah ah! Ma si può essere più idioti di così??’. Il suo ultimo tentativo inutile è stato con Severus Piton, uno studente di Hogwarts. Inutile dire che anche lui lo ha preso in giro...

 

Ma questo di certo non perchè gli mancasse qualcosa in bellezza, fascino, o altro... semplicemente è un ragazzo troppo semplice ed a tratti imbranato, che si fida troppo della gente, e non ha pregiudizi di nessun genere. E poi non era come se fosse stato uno di quei tipi senza scrupoli che seducono una persona solo per il gusto di portarsela a letto. Tutt’altro! Lui è sempre stato un ragazzo dai sani principi morali, e con una gran voglia di mettere su una numerosa famiglia, un giorno!

 

Evidentemente, però, tutte queste qualità sono ben lontane dall’essere apprezzate... quella sera in particolare, si sentiva davvero un’immondizia, e non si sarebbe stupito se presto o tardi, avesse anche iniziato a puzzare. Moody lo aveva obbligato a restare in piedi fino a tardi, per svolgere il lavoro d’ufficio che il suo superiore odiava così tanto, e questo non perchè il suo lavoro fosse di una qualche utilità al prossimo, ma solo per metterlo in condizione tale da non poter andare a trovare Piton in infermeria.

 

Mancavano quattro minuti alle due del mattino, e Bart si sentì in vena di prendere un po’ d’aria sulla terrazza. E per fortuna che lo fece. Arrivato finalmente sulla cima della scuola, fu accolto da un vento piacevolmente freddo, si stiracchiò, tendento le braccia verso il cielo, e si guardò intorno, finchè qualcosa di strano attirò la sua attenzione. Con la coda dell’occhio intravide una macchia bianca, si voltò verso questa, e vide che sulla ringhiera c’era un fantasma.

 

O non era un fantasma? Lentamente si avvicinò a questa misteriosa ‘persona’ poichè ormai aveva capito che era qualcosa di troppo solido per essere un fantasma. Cercando di non fare rumore, gli si avvicinò sempre di più, fino a sentire una canzone. Era un ragazzo, e stava cantando una canzone! Cantava in bilico sul cornicione della terrazza!

 

Close your eyes...

 feel the ocean where passion lies.

Silently the senses

 abandon all defences…

 the place between sleep and awake,

end of innocence,

unending masquerade,

that’s where I’ll wait for you!”

 

“Ehm… ragazzo?” Lo chiamò prudentemente Bart, cercando di non spaventarlo e fargli perdere l’equilibrio. Ma questo non sembrò per nulla stupito di vederlo. Lentamente si voltò, lo guardò con volto inespresivo, e disse in latino “Perchè è così difficile?” poi abbassò lo sguardo, e si voltò ancora a guardare il panorama davanti a sè.

 

“Signor Piton?! Cosa... dovrebbe essere in infermeria, scenda da lì!” Ancora il vampiro si voltò, e disse ancora in latino, con espressione confusa “Non ti capisco...

 

Bart non sapeva più cosa fare. A quanto pareva, il ragazzo stava uscendo di senno, prima la crisi con successivo svenimento, ora questo! Si ricordò una lezione all’addestramento , parlava di casi del genere. La sua insegnante gli aveva chiaramente detto ‘mai provare a consolare un individuo in depressione, ed assecondare sempre i pazzi.’ Provò anche lui a parlargli in latino.

 

Scendi da lì! Avanti!

È difficile...

Non lo è. Voltati, e scendi! È facile, vedrai! Dammi la mano!

Prima sapevo cosa fare, era facile. Perchè ora è diventato tutto difficile?

Andiamo, Severus, scendi da lì!

Severus? Io?

Ehm... sì. Perchè, non è il tuo nome?

No... non lo so... dov’è il mio cuore?

Da qualche parte nel tuo petto, se tutto va bene! Dai, dammi la mano!

 

Severus, allora si voltò lentamente, e poi si piegò sulle ginocchia. Bart gli andò incontro, senza abbandonare una certa circospezione, e con le mani lo prese per la vita, tirandolo giù dal cornicione.“Oh, Merlino, signor Piton, che le prende?! Mi ha terrorizzato! Sta bene, ora?!”

 

Lui... l’ho cercato, non c’era. Dov’è? Perchè non è qui...?Aveva giurato! Secondo i riti dei vampiri, aveva giurato! Aveva detto che non mi avrebbe lasciato mai! Lui... è...” Concluse il ragazzo, per poi all’improvviso chiudere gli occhi, e svenire tra le braccia del povero aiutante auror.

 

 

 

 

 

FINE CAP 25.

 

 

La canzone all’inizio del lexxyChap è “Ed ero contentissimo” di Tizioano Ferro. Come al solito ringrazio tutti coloro che hanno seguito e recensito questa storia fino a qui! Vi voglio bene! recensitemi, mi raccomando!

 

XxX.Lexxy.XxX

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Capitolo 24
*** Fulmina Belli!!! ***


CAPITOLO 24:

 

Per Angevil_Rickman: Ciao, Angy! Stai manza, amica mia, che presto resterai soddisfatta, leggerai Mamba Nero! Spero k gradirai anche questo lexxyChap, però! ;) per quanto riguarda la fan art, sono sicura ke un giorno troveremo qualcuno che la disegnerà per noi! Oppure, anche una fanart Sev/Voldemort va bene! XD. Avery e Lucius soffrono a turno, non lo hai notato? Non possono vivere felici tutti e due! Le loro felicità sono contrapposte e medesime! Insomma, in amore è così quando si è rivali...! Per quanto riguarda Morris... sappi che io diventerò una professoressa come lui! Sarò la GTL (e qui tu pensi, ke palle co stà GTL, manco fossi poi così divertente! XD )... io ce l’ho già il pupazzo di Moody... lo crucio almeno una volta al giorno... però cerca di capirlo, lui è convinto di essere nel giusto...! Mmm... sorbetto al limone... con o senza veleno incorporato? Maledetta, ecco xkè nn puoi prestarmi i soldi, li hai spesi tutti in sorbetti! XD Però ne sarà sicuramente valsa la pena! Sei partita?? E dove sei andata? Alla Casa del Mamba? Ok, ok, non cruciarmi! O.o Giuro che aggiornerò presto, lavorerò come una schiava per te!!! Viva Merlino scorticato da una palma vivente! Alla prossima, ciao ciao!!! Big kiss just 4 you!

 

Per Rinnie: Ciao, piccola Kill Bill!!! Grazie per aver detto che adori Severus... anche lui ti adora... nel vero senso della parola, si prostra ai tuoi piedi, e li bacia! No, Sev! Non lo dico più, ma non pikkiarmi con le canne di bambù! Xo Sì in effetti credo di aver reso bene il suo carattere, perchè in genere le persone ne hanno più di uno... per restare in tema, cambiano la maschera per ogni occasione che gli si presenta! Ma sotto la maschera, resta sempre il tumulto interiore... quello non si può cancellare mai. Resta, finchè non risolviamo i nostri problemi, e ci insegue sempre, e dovunque. Ed è esattamente quel tumulto che cerco di descrivere! Quello che molti ignorano, e non descrivono! Io lo amo! È quello che mi fa capire di essere viva e mi spinge a mettermi alla prova, o ad andare sulle montagne russe. Bart piace anche a me! Perchè è ancora tutto da scoprire! Ha un tempismo impeccabile e una sfiga sovrumana! Mi dispiace sapere che soffrite come cani per le medesime cause... dovreste uscire insieme qualche volta...! sono ricura che vi ritrovereste, ubriachi, a cantare “Ah, dolce vita che te ne vai...” Mmm... hai usato in questa frase tre parole che non c’entrano niente l’una con l’altra... Severus e Morris, insieme ad ‘elegante’... non c’entra nulla... no, Sev! Metti via quella canna di bambù! Sei sempre elegante, stavo per scriverlo!!! Giurooooooo!!! *Lexxy muore a causa delle bastonate di Severus* Ma non prima di ringraziarti della tua recensione, e dirti che non vedo l’ora di leggere la prossima!!! Sei mitica!!! A presto! Ciao! Un mega kiss only 4 you!

 

Per LadyViolet: Bentornata, lady!! Tutto bene, spero!! Moody è stronzo è vero, ma in fondo fa il suo lavoro, ed è convinto di essere nel giusto... certo i suoi metodi sono poco ortodossi, ma non sarebbe Moody se non fosse così! È come quei chihuahua che ti abbaiano all’improvviso da dietro le siepi, no? Li prenderesti a calci! Mille punti al prof Morris per averlo fatto davvero! Yeah! Adoriamolo!! Per tua info, io diventerò professoressa, e sarò proprio come lui!!! Sorry ma Sev penserà sempre al suo sire, in fondo è stato il suo sangue a riportarlo in vita, no? Sono cose che uniscono... sì Avery è molto fantasioso e divertente! XD Meno male che c’è lui a risollevare il morale generale... troppo gentile coi complimenti!!! Non è affatto una tortura, anzi nn vedo l’ora di leggere il prossimo!!! A presto, baci!!!

 

Per Felicity89: Rieccoti!!! Spero che hai passato delle belle vacanze!! Il professor Morris è, a detta di ISI, un “toro”...XD lo vorremmo tutti come professore! E quando diventerò insegnante, sarò come lui!!! Anche più pazza, forse! Bart è un povero sfigato, ma dolce, senza dubbio...! J La figura che gli è apparsa? Intendi quella che si era impossessata di Sev e parlava in latino? Beh, non lo immagini? ;) un kiss, alla prossima! Grazie della rec e dei complimenti!!! Baci!!!

 

 

XxX.Lexxy.XxX

 

 

Attenzione: questo capitolo lo dedico alle mie due fan più accanite, nonchè splendide persone!!! Sto parlando naturalmente delle nemiche per eccellenza, che solo a scrivere i loro nomi insieme mi viene la pelle d’oca!!! Sono Rinnie ed Angevil_Rickman! Angevil_Rickman, e Rinnie!!! Contente? Siete prime entrambe!!! Siete due persone importanti per me, e vi adoro!!! :D Sperando che vi piaccia questo LexxyChap, vi saluto e vi mando un bacio dal cuore!!! Un giorno ci ubriacheremo insieme, e rideremo come matte! Alla prossima!!! XxX.Lexxy.XxX

 

 

 

E ogni volta che viene giorno
ogni volta che ritorno
ogni volta che cammino e
mi sembra di averti vicino
ogni volta che mi guardo intorno
ogni volta che non me ne accorgo
ogni volta che viene giorno
E ogni volta che mi sveglio
ogni volta che mi sbaglio
ogni volta che sono sicuro e
ogni volta che mi sento solo
ogni volta che mi viene in mente
qualche cosa che non c'entra niente
ogni volta
E ogni volta che non sono coerente
e ogni volta che non è importante
ogni volta che qualcuno si preoccupa per me
ogni volta che non c'è
proprio quanto la stavo cercando
ogni volta
ogni volta quando....
E ogni volta che torna sera
mi prende la paura
e ogni volta che torna sera
mi prende la paura
E ogni volta che non c'entro
ogni volta che non sono stato
ogni volta che non guardo in faccia a niente
e ogni volta che dopo piango
ogni volta che rimango
con la testa tra le mani
e rimando tutto a domani

 

 

 

CAPITOLO 24: Fulmina belli!!!!

 

Lunedì 24 Novembre, Corridoio fuori dall’infermeria di Hogwarts:

 

 

“Ohi! Bentornato, Sev!”

 

Lo salutò allegro Lucius, aspettandolo appena fuori dall’infermeria. Stava in piedi, con le mani in tasca, e due borse messe a tracolla.  Lo guardava sorridendo, ed aveva un’aria molto rassicurante. Severus immediatamente gli andò incontro, ricambiando il suo sorriso.

 

“Lu... grazie.”

 

Disse, fermatosi davanti a lui, poi prese la sua borsa dalle spalle del compagno, e si incamminarono verso la loro prima lezione: Erbologia. Si diressero in silenzio verso la Sala d’ingresso, ma nell’aria già aleggiava la fatidica domanda.

 

“Lu... per caso stanno girando brutte voci su di me ed il professor Morris?”

 

Lucius si voltò a guardarlo, con l’espressione di chi stava soppesando quanto poteva rivelargli. Dopo averlo scrutato qualche secondo però, sospirò, e tornando a guardare davanti a sè, rispose

 

“Non ti mentirò... tanto prima o poi le sentirai anche tu. Girano voci assurde.”

“E cosa dicono?”

 

“Beh... alcuni sono sicuri che il vostro sia vero amore, anche se avreste dovuto aspettare prima di passare le notti insieme... altri pensano che ti sei già fatto mezza scuola. Altri che è colpa del professor Morris, che ti avrebbe sedotto... poi altri pensano che lo hai fatto per ottenere buoni voti, ed altri ancora sembrano convinti che già aspetti un figlio da lui. Ce n’è per tutti i gusti, insomma! Meglio delle caramelle!”

 

“E... il professore come se la sta cavando?”

 

“Stamani a colazione gli sono arrivate decine di gufi... e perfino la Gazzetta del Profeta parla di voi. C’era un articolo a metà giornale scritto da una befana! Quella nuova scrittrice! Ma dai, quella che scrisse l’articolo su Moody e sul Ministero...”

 

“Rita Skeeter?”

“Esatto! È molto giovane.. avrà vent’anni”

“Umpf! Una ventina d’anni bruciati!”

“No, ma dovresti leggerlo! Troppo spassoso!”

“Beh, scusami se non ci vedo granchè di spassoso, in questa situazione...”

“Ma dai! Al massimo il mese prossimo e nessuno ne parlerà più, vedrai!”

“Come fai ad esserne così sicuro...?”

 

Chiese Severus, mentre continuava a camminare al fianco del biondo con la testa perennemente rivolta verso il basso. Si poteva vedere lontano un chilometro che aveva il morale sotto le scarpe... il biondo alla domanda, guardò il suo compagno, e disse, tutto impettito

 

“Beh, anch’io ho frequentato Hogwarts quando ero vivo, eh! Hanno fatto pettegolezzi assurdi anche su di me, cosa credi?!”

 

“Davvero? Che tipo di pettegolezzi?”

 

“Di tutti i generi! Il più devastante, me lo appiopparono durante il terzo anno! Pensa, dissero in giro che avevo iniziato a frequentare un corso babbano di danza hip hop! Puoi immaginarti che scandalo ne uscì! I miei amici erano tutti purosangue! Insomma per un mese buono nessuno mi rivolse più la parola!

 

“Ma poi tutto tornò a posto! Avrai molte occasioni per dimostrare chi sei veramente! Tornerai in pista alla grande! No problem, insomma... e poi a te è andata meglio che a me! I tuoi amici sono rimasti tutti con te! No?”

 

“Capisco...” disse il moretto, ed un sorriso tornò a graziare il suo volto, risollevandolo un po’. Poi però un pensiero gli tornò in mente, ponendo un dubbio nella sua mente...

 

“Ehm... ma Lu, tu ballavi hip hop?”

“Assolutamente no!”

“Mmm... davvero?”

“Ma certo! Non farei mai una cosa simile!”

“Davvero? One, two...”

“Step!” Concluse il biondo.

“Aha!” Esclamò il moro cogliendolo in fallo.

“Oooops!”

 

Rispose Lucius, sorridendo al compagno. Poi portò una mano dietro la testa, e tirò fuori la lingua in una gestualità birichina che gli conferiva un’aria sciocca. Osservandolo, Severus si sentì immediatamente il cuore un po’ più leggero... ma questo non gli impedì di dirgli

 

“Oh, eddai! Non fare lo stupido!” E gli colpì leggermente una spalla.

 

I due continuarono quindi il loro cammino verso le serre di erbologia, dove avrebbero assistito ad una lezione insieme alla classe di Corvonero. Severus non fece nemmeno in tempo ad entrare che immediatamente ogni briciolo di allegria, che Lucius aveva sudato per trasmettergli, svanì.

 

Infatti il moretto si rese subito conto dell’entità del problema delle voci circolanti su di lui: non fece in tempo a fare un passo nella serra, che tutti i Corvonero spalancarono gli occhi su di lui, e presero a parlottare tra di loro, coprendosi la bocca con una mano.

 

Altri lo additavano spudoratamente, prendendo a ridacchiare con i loro vicini di tavolo. Senza dire una parola, Severus abbassò lo sguardo, e prese posto al suo solito banco, vicino a Lucius.

 

Per questo i Serpeverde quel giorno erano molto nervosi: 

Bellatrix lanciava sguardi torvi ovunque sentisse bisbigliare il nome di Piton.

Narcissa lasciò –per caso- cadere del pus di bubotubero sul gruppo di Corvonero davanti a lei.

Avery lanciava battute più o meno pesanti su tutti i ragazzi che vedeva parlottare.

Zabini non aveva fatto altro che togliere punti ai mormoratori durante questi tre giorni che Severus aveva trascorso in infermeria.

 

Lestrange e Rosier invece preferivano le armi psicologiche: i due infatti iniziavano a ridere a crepapelle di ogni distrazione, o errore degli studenti Corvi che, rinomati per la loro “secchionaggine” (termine inventato da Avery) si imbarazzavano a non finire.

 

Theodore Nott invece, coi ragazzi del suo anno si occupava di “raddrizzare” i ragazzi più grandi, ricorrendo, a volte, anche a sistemi poco ortodossi, quali i lanci smodati dei bolidi nei corridoi.

 

Insomma, ancora una volta i Serpeverde dimostravano, con forza e convinzione incredibili, di essere davvero la famiglia unita di cui professavano di far parte.

 

Ma questo non consolava più di tanto Severus... il suo pensiero più frequente era di scoprire finalmente come se la cavasse davvero il professor Morris, ma questo lo avrebbe saputo solo il Mercoledì alla loro prima lezione di DADA della settimana.

 

Intanto, i Grifondoro avevano ripreso nuovamente a camminare come sovrani incontrastati in giro per Hogwarts. La loro popolarità era cresciuta nuovamente, dopo che i pettegolezzi e gli sguardi malevoli si erano spostati da Sirius e la sua presunta “Serpeverdofilia”, a Severus e la sua presunta relazione con un insegnante.

 

C’era però anche da dire che Sirius sfruttava il suo rinnovato potere per intimorire chiunque calunniasse Severus.

 

 

Mercoledì 26 Novembre, classe di DADA, ore 10:00.

 

Il giorno tanto atteso da Severus arrivò fin troppo presto, purtroppo. Così il Mercoledì, dopo due pesantissime ore di Trasfigurazione, la classe del sesto anno di Serpeverde si recò, assieme a quella di Grifondoro, alla lezione di DADA.

 

Il professor Morris era già in classe ad aspettarli, ed al contrario di Severus sembrava proprio non sentire il peso degli sguardi accusatori dei suoi alunni, che se ne stavano dietro ai loro banchi, pronti a cogliere al volo ogni piccolo segno di preferenza nei confronti di Severus Piton.

 

“Dunque, classe... oggi, tanto per farvi divertire, vi insegnerò qualcosa di molto utile: è un incantesimo di illusione, e vi permetterà di creare nell’aria attorno a voi un profumo molto forte. Questa magia è adatta ai casi in cui avrete a che fare con creature dall’olfatto molto sviluppato, come licantropi, eccetera.”

 

“Come si chiama questo incantesimo?” Chiese stupidamente un Grifondoro.

“Si chiama Chanel numero cinque.”

 

La classe scoppiò irrimediabilmente a ridere, anche se la maggior parte degli alunni lo face in modo molto tirato, di certo non come avrebbe fatto fino a pochi giorni addietro, prima dello scandalo.

 

“Scherzo, naturalmente! Si chiama Indacus. Ora, se non vi spiace, vi metterete tutti in fila per uno, e proverete il vostro incantesimo uno alla volta. Se invece vi spiacese, lo farete ugualmente! Va bene?”

 

Spiegò il professore. Inutile dire che il primo tentativo fu un fiasco quasi per tutti, eccetto che per alcuni: Lucius che già conosceva questo incantesimo, avevndo avuto a che fare con dei licantropi, lo riprodusse immediatamente. Avery, riuscì a riprodurlo al primo tentativo, anche James Potter riuscì subito a lanciare l’Indacus, ed infine anche Severus, il migliore, come al solito.

 

“Molto bene, signor Potter! Anche lei, Avery! Malfoy, come mai il tuo odora così tanto di crema pasticcera? Hai fame, eh? Il tuo, Severus, era perfetto! Come sempre, del resto! Continua così!”

 

Severus restò stupito dal complimento del professore... come poteva dire una cosa simile nella loro situazione? Un semplice “Molto bravo, anche tu” sarebbe stato più che sufficiente, no? Ma anche pensando ciò, il moretto non potè fare a meno di arrossire alle parole di incoraggiamento del professor Morris. Cosa gli accadeva? Aveva sempre ricevuto complimenti, perchè ora arrossiva così a causa del professore?

 

“Cos’è, gli ha dato lezioni private ieri sera?”

 

Arrivò il borbottio inaspettato, abbastanza forte, però, da poter essere udito benissimo da tutti i presenti, incluso il professor Morris. Immediatamente Severus abbassò lo sguardo, e non rispose nulla, il suo carattere rabbioso di sempre, disintegrato del tutto. Non riusciva proprio a rispondere, quando venivano dette cose del genere.

 

Il viso del professor Morris invece, si aprì in un sorriso molto divertito, e disse

 

“Mmm... il tuo tono di voce sembra quello di uno che non vuole farsi sentire per mancanza di coraggio, ma vuole ugualmente farsi bello coi suoi amici! Vediamo, perchè potresti aver detto una cosa simile...? Direi forse perchè il tuo indacus odorava di cacca? A questo punto mi sorge spontaneo un dubbio... non saresti tu quello che ha bisogno di lezioni private? Ma non da me, per carità! Il mio ufficio è già abbastanza strano senza un deodorante “Glade”, odor cacarella....”

 

La classe rise di nuovo, inclusi i Grifondoro questa volta, provocando, nel ragazzo che aveva appena tentato di imbarazzare il professore, un improvviso scoppio di rossore che si propagò su tutto il suo viso come una malattia infettiva. Il Grifondoro però, indispettito, rispose

 

“Beh lo sa cosa non vorrei io invece? Avere buoni voti andando a letto con gli insegnanti!”

“Strano! –esclamò Avery- perchè è proprio così che sei nato tu!” La classe rise ancora.

“Come osi?! Non osare rivolgerti così a me, Serpeverde!”

 

“Ma dai! Se lo sanno tutti con chi è stata tua madre! D’altronde, siamo tutti figli di Merlino bastonato... ma tu lo sei più degli altri!”

 

“Razza di buffone! Vieni a vedertela con me se hai il coraggio!”

“Non lo farei mai! Non ho voglia di ucciderti!”

“Ma falla finita, brutto testa di cazzo!”

“Oh oh oh... –fece Zabini- ma come siamo scurrili.. cinque punti dal Grifondoro!”

“Cosa?? Ma... ma...”

“E stai zitto, no! –fece Sirius, scocciato- Che se pensi ad alta voce, si sentono le loffie!”

 

“Sei bravo solo a farci levare punti!” Esclamò subito dopo James, per non rendere troppo ovvia la difesa di Severus da parte dell’amico. Di certo non voleva rischiare un altro crollo della sua popolarità!

 

Il Grifondoro non rispose più nulla, intimorito dai Malandrini- Insomma, a parte questo incidente, la lezione proseguì senza incidenti di nessun tipo, fortunatamente. Ma non sarebbe sempre andata così bene...

 

 

Venerdì 28 Novembre, Biblioteca. Ore 15:00

 

Ormai, un po’ per proteggere Severus, un po’ per non peggiorare la sua già precaria situazione, tutti i Serpeverde presero a salutarlo ovunque, perfino nel bagno! Non si poteva più sperare di incontrarlo da solo da nessuna parte, cosa che però rese Sirius abbastanza nervoso, e Severus alquanto isterico.

 

La cosa peggiore per il moretto, era senza dubbio il suo udito vampirico, più sviluppato di quello normale, che gli permetteva di sentire come se raccontate vicino a lui, tutte le storielle ed i pettegolezzi a proposito della sua relazione con un insegnante. Ormai sentiva di non avere più la presenza di spirito sufficiente per reagire adeguatamente.

 

Sentiva che presto sarebbe scoppiato in lacrime davanti a tutti! Ammirava molto il professor Morris per la forza di carattere che stava dimostrando. Era un grand’uomo, ed un grande professore. Severus ogni tanto ripensava ancora alla scenata con Moody, quando aveva chiamato lui, Lucius ed Avery “rifiuti”. E si chiedeva come facesse quell’uomo a restare così tranquillo.

 

“Forse perchè sa di essere innocente...”

“Cosa... mi hai letto nella mente?”

“Ma che dici?! Stavi parlando ad alta voce!”

“Io... d-davvero?”

“Già. Non te ne sei accorto?”

“No, Merlino, sto impazzendo... sono perfino diventato sonnambulo!”

“Mannò! È successo solo una volta! Eri stressato, tutto qua...”

“Lu... ma come fai ad essere così tranquillo?”

 

“Tu mi vedi tranquillo, Severus. Ma se vuoi saperla tutta, io spaccherei tutto! Ma non risolverei niente, no? Al massimo prenderei una bella punizione con Gazza! Mi metterebbero in detenzione, ed il caro bidello si strapperebbe i capelli da solo per la gioia di avermi finalmente tra le mani...”

 

“Lu... io sono stanco.”

“Nel senso?”

“Non c’è... un solo minuto che io passi tranquillamente, qui ad Hogwarts!”

“Però dall’esterno sembri calmo, sai?”

“Come dici? Impossibile!”

 

“Massì, ti dico! Non reagisci a nessuna battuta che ti fanno, non li guardi nemmeno quando ti additano! Sembra che non te ne frega niente, davvero!”

 

“Oh, bene. Perché invece è tutto l’opposto!”

 

Affermò sconsolato il moretto, appoggiando la testa sul libro aperto davanti a lui. Il biondo lo osservò... gli sembrava tanto spaesato! Avrebbe dato qualunque cosa per farlo stare meglio... ma non poteva lasciar trasparire questo sentimento triste. Si sentiva in dovere di essere forte per non demoralizzare ancor più il suo compagno... così sorrise, e gli chiese

 

“Sev... accompagnami al dormitorio!”

“A fare che?”

“Ho scordato i compiti per Vitious.”

“Naah, vacci tu! Non mi va, davvero!”

“Ma...”

“Lu! Nessuno mi mangerà! Giuro!”

 

Lucius parve impensierito, guardandolo, ma alla fine decise che non era il caso di stressarlo troppo. Annuì, ma con espressione preoccupata, immediatamente disse al compagno

 

“Ok, ma cerca subito i nostri compagni, capito?”

“Ok. Grazie.”

 

Rispose il moretto, regalando a Lucius uno dei suoi rarissimi sorrisi. Certo, era un sorriso molto malinconico, come al solito, ma in quei momenti Severus diventava, se possibile, ancora più bello! Lucius non potè non ricambiare il sorriso, e poi si diresse di corsa verso i sotterranei.

 

Nonappena però la schiena del biondo sparì dalla sua visuale, Severus rilassò il viso, ed il suo finto sorriso svanì. Si alzò dalla tavola, e si incamminò anche lui, ma verso la classe di Incantesimi. Voleva fuggire, e nascondersi lontano da Hogwarts. Ma non era il tipo, lui, per scappare via in quel modo.

 

Durante il percorso, perso nei suoi pensieri, fu riportato alla realtà dalla vista di quattro studenti Corvonero dell’ultimo anno. Uno era alto, piuttosto muscoloso ed attraente, un altro invece era un po’ più basso e piazzato, con gli occhiali calati sul naso a mò di “nonno quando legge le fiabe”.

 

Gli altri due invece erano entrambi sul metro e settanta, di corporatura asciutta, uno aveva le lentiggini ed i capelli castani, l’altro invece era scuro di pelle, ed aveva i capelli corti e scarmigliati.

 

Erano piuttosto buffi, tutti insieme. Dal loro modo di camminare e comportarsi, embravano voler imitare i Malandrini! Credevano di essere chissà chi! Severus però non li degnò di uno sguardo. Continuò a camminare, finchè non si sentì trattenere per un braccio.

 

Istintivamente si voltò, e si ritrovò faccia a faccia con il Corvonero muscoloso che aveva appena superato. Lo conosceva bene, purtroppo. Si chiamava Delayador... un nome stupido per un ragazzo stupido! Pensare che era pure Corvonero! Il ragazzo gli domandò, sorridendo strafottente

 

“Scusami, mi sapresti dire dov’è la camera da letto del professor Morris?”

“Sai, volevamo un buon voto anche noi!” Aggiunse quello con gli occhiali.

 

Ed i quattro scoppiarono a ridere. Poi però il ragazzo che lo stava tenendo per la divisa, tentò di strattonarlo nella sua direzione. Severus oppose resistenza, e, scandalizzato, tentò di ribellarsi. Nella sua mente si affollarono ricordi simili, in cui veniva trascinato lontano, al buio. Aveva visto molte volte comportamenti simili a questo.

 

Immediatamente diede un forte spintone a Delayador, e con la sua forza superiore, lo fece allontantare di parecchio. L’altro si riprese quasi subito però, e ricomponendosi, gli si rifece vcino, ed afferrandogli la camicia, gli disse, molto vicino al suo viso, e con un tono arrabbaito

 

“Ti ricordi di me? Ti chiesi di uscire, un paio di anni fa! Ti facesti reggere peggio di una ragazzina scema! Ma adesso vedo che sei diventato molto più... accessibile. Che ne dici, ci vuoi venire con me nel bagno? Mi basta mezz’ora... e magari poi puoi divertirti anche con questi miei amici! Non avrai problemi a farteli tutti insieme, no?”

 

Disse il ragazzo, e fece di nuovo per strattonarlo, con l’intenzione di trascinarlo nel bagno dei ragazzi, poco distante. Severus stavolta non reagì in nessuna maniera. Quelle parole lo avevano come bloccato. Doveva reagire! Subito! Ma le forze sembravano essere andate via dal suo corpo.

 

Una voce femminile però, risuonò all’improvviso dall’altra parte del corridoio

 

“Lasciatelo stare, stupidi!” Esclamò una ragazza dal corpo agile e slanciato, aveva dei corti capelli arancioni, e di sicuro era molto sportiva. Al suo fianco c’era un’altra ragazza, più piccola di lei, e di sicuro molto più aggraziata... i suoi capelli erano castano chiaro.

 

I ragazzi immediatamente si voltarono verso la voce, che li aveva fatti sobbalzare. Poi però il ragazzo muscoloso, che ancora tratteneva Severus per la camicia, si mise a ridere. “Ma che dici, Cammy! Sbaglio o stava antipatico anche a te?”

 

“Gita, vai a chiamare la McGranitt...” Bisbigliò la ragazza alta alla sua compagna, ed immediatamente questa si voltò e sparì dal corridoio, di corsa. In meno di un secondo, Cammy aveva già tirato fuori la bacchetta, e l’aveva puntata proprio sul Corvonero muscoloso, e poi gridò

 

Obsigno!”

 

Immediatamente, ad opera di questo incantesimo un grosso cartellone giallo, con delle chiarissime scritte nere apparve sulla schiena di Delayador. Questo manifesto recitava scritte le parole “Sono un deficiente!”

 

Il ragazzo, stupito, lasciò andare Severus all’istante, ma questo ancora non si mosse. Il Corvonero intanto tentava inutilmente di togliersi di dosso quella scritta obbrobriosa. Poco dopo in suo aiuto venne anche il ragazzo di colore, tentando di strappare quel cartello, ma senza successo. Questo infatti sembrava incollato alla divisa del ragazzo.

 

Il ragazzo secco intanto aveva già tirato fuori la sua bacchetta, e rispose al fuoco nemico, gridando a sua volta un incantesimo

 

Gambemolli!”

 

La povera Cammy si ritrovò quindi a cadere per terra, emettendo un gemito quando le sue ginocchia toccarono dolorosamente il pavimento di pietra. Ma senza perdere tempo, dalla sua posizione puntò nuovamente la bacchetta, gridando

 

Fulmina belli!”

 

Una sfera argentea di elettricità si formò dunque sulle teste dei quattro Corvonero e di Severus, e questa palla iniziò a lanciare piccole scosse ai quattro impertinenti, ma lasciando completamente illeso il vampiro che si trovava ancora in mezzo a quella marmaglia.

 

Uno dei ragazzi tentò di scacciare la palla fulminante con un gesto iroso della mano, ma nonappena questa toccò la sfera, il Corvonero si prese una scossa tremenda, molto peggiore dei mini fulmini che lo colpivano, facendogli rizzare i capelli.

 

Tre di loro si diedero quindi alla fuga, lasciando da solo in mezzo al corridoio il più preparato, ovvero Delayador, il ragazzo muscoloso, che era appena riuscito a cancellare la vergognosa scritta appioppatagli da Cammy. Puntò quindi la bacchetta contro quest’ultima esclamando

 

Tarantallegra!

 

Ma l’incantesimo non arrivò mai a destinazione, perchè da dietro il ragazzo, la voce di Lucius echeggiò gridando gridando un incantesimo di deviazione. Severus si voltò verso il compagno appena sopraggiunto, e lo ringraziò mentalmente. Conosceva fin troppo bene gli effetti di una fattura gambemolli combinata con una Tarantallegra...

 

Devio incanto!”

 

Il corvonero, appena vista la sua maledizione cambiare traiettoria ed andare a colpire il soffitto, si voltò verso il nuovo arrivato, l’incantesimo già pronto che mandava scintille rosse dalla punta della bacchetta.

 

Petrificus totalus!”

Deflecto muralio!

 

Arrivò il grido di risposta di Lucius, ed un secondo dopo la scintilla provocata dall’incantesimo esplose in mille piccoli puntini luccicanti, ed in un batter d’occhio la maledizione del Corvonero si trasformò in un incantesimo muralio, ed il muro del corridoio si riempì di mille scarabocchi assurdi.

 

L’opponente di Lucius fece un balzo indietro per lo stupore, e si guardò velocemente intorno, spaesato e stordito. Ma il suo stupore durò pochi attimi, perchè si riprese ascoltando la voce profonda e strascicata di Lucius dirgli

 

“Hei, tu!  Come diavolo ti chiami! Meglio di Munch, eh? Nel senso che fa urlare di spavento, però!”

“Ma che diavolo...?”

 

“LA MCGRANITT!!”

 

Gridarono in coro Severus, Lucius e Cammy, ed indicarono un punto imprecisato alle spalle del Corvonero. Videro Delayador farsi pallidissimo in viso e voltarsi all’istante. Con lo sguardo passò in rassegna il corridoio, ma dell’insegnate nessuna traccia, davvero.

 

Si voltò ancora verso i suoi avversari, ma misteriosamente anche quella parte del corridoio era diventata deserta. Restò ancora qualche attimo intontito, balbettando un indeciso “M-ma...” poi però fu distratto ancora una volta da alcuni colpi di tosse alle sue spalle. Sì voltò nuovamente, e davanti a lui si ergeva un’arrabbiatissima McGranitt, che lo squadrava, furibonda.

 

Stavolta c’era davvero, dietro di lui.

 

“Maledizione...” Mormorò, sconfitto.

 

Nel frattempo, Lucius, Severus, e Cammy, stavano correndo e ridendo contemporaneamente, fino al bagno degli uomini, dove entrarono immediatamente a nascondersi. Continuarono ancora a ridere come pazzi, e nell’impeto della situazione, di diedero il cinque, entusiasti per come avevano gestito la situazione.

 

“Io sono Cammy, comunque. Corvonero del settimo anno”

 

Si presentò la ragazza, ancora scossa da risa, Severus però, già dalla sua prima apparizione eroica, l’aveva riconosciuta come la ragazza su cui aveva lanciato un arachnidia tempo prima, dopo averla sentita sparlare di lui. Quindi gli venne spontaneo chiederle

 

“Perchè mi hai aiutato?”

 

La ragazza dagli inspiegabili capelli arancioni sorrise, e rispose

 

“Ora non mi sembra il caso di discuterne, Piton...”

“Lo conosci?” Chiese scettico Lucius.

“No. Ma siete molto popolari a scuola, ormai! Tu invece sei Malfoy.”

“Famosi noi? Addirittura?” Ancora sospettoso.

“Beh, ci conviene andare alle lezioni, ora. Parleremo stasera.”

“Va bene... faremo una passeggiata fuori.” Propose Severus.

“Alle sei?” Chiese Cammy.

“Perfetto!” Acconsentì Severus.

“O Prefetto?” Concluse Lucius.

 

La ragazza allora regalò ai due un altro sorriso furbo dei suoi, e dirigendosi verso la porta li salutò con la mano, poi si voltò ed uscì, iniziando a correre verso la sua prossima lezione. Anche i due vampiri si avviarono verso la loro classe, ma per farlo dovettero ripassare per il corridoio dove avevano appena combattuto con quel gruppetto di beoti.

 

Videro il Corvonero piantato poco prima, che se la stava vedendo brutta in compagnia della McGranitt. Stava tentando di raccontarle l’accaduto, e spiegarle come sia stato possibile imbrattare un intero corridoio con disegni così originalmente orripilanti!

 

Quando il ragazzo vide i due vampiri camminare tranquillamente verso di loro, si mise subito a gridare, indicandoli

 

“Eccoli! Glielo avevo detto che erano stati loro!”

 

Severus e Lucius si finsero stupiti. Il biondo arrivò perfino ad esclamare, come se avesse visto quel disastro per la prima volta, e guardandosi intorno in maniera teatrale

 

“Ma che.. che è successo qui?”

“Stanno fingendo! Sono stati loro, professoressa!”

“Noi?! –esclamò indignato Severus- noi eravamo in bagno! Lucius non stava bene!”

 

“Già, e dopo aver visto questo orrore... –disse indicando il corridoio con gesto vago della mano- credo proprio che quel conato di vomito stia rotnando su alla grande!”

 

Il Corvonero digrignò i denti dalla rabbia.

 

“Che succede?”

 

Chiese la voce di James Potter, appena sopraggiunto col suo gruppo. Evidentemente anche loro dovevano attraversare il corridoio per andare alla loro lezione. La McGranitt li guardò, e disse, sbrigativamente, ma in tono pungente

 

“Un vostro compagno ha ritenuto... beh, divertente imbrattare questo corridoio!”

“Severus?!” Chiese subito Sirius, stupito.

“No, signor Black! È stato il signor Delayador, qui.”

“No! Glielo giuro! Black ha rgione, sono stati Piton e Malfoy!”

 

A quel punto la situazione si faceva complicata: Remus Lupin, e Peter Minus si fecero avanti, per avere una visuale completa del disastro, e si ritrovarono quindi a condividere l’orrore generale per l’unicità dell’orrido che caratterizzava quel murale.

 

Tutti e quattro i Grifondoro voltarono contemporaneamente lo sguardo verso i due Serpeverde, sulle loro facce appariva chiara la comprensione che una cosa del genere doveva proprio essere stata opera loro. Potter li osservava inespressivo, Remus incuriosito, Peter stupito e confuso, mentre Sirius era sorridente ed orgoglioso.

 

“Mi pare di aver già chiarito che noi eravamo in bagno. Occupati a tenere a bada i conati di vomito di Lucius...” Ribattè calmo, Severus.

 

“Sì, il messaggio è chiaro, signor Piton! Andate. Tornate tutti in classe.”

 

Concluse la McGranitt, visibilmente schifata sia dal murales, che dal continuo menzionare dei cosìddetti “conati” di vomito. Lucius parve raddrizzarsi tutt’a un tratto, ed andandosene via esclamò, tutto pieno di sè

 

“Era ora! –poi, passando disse ancora, tanto per infastidire la professoressa- però quella macchia verde mi è abbastanza familiare! Ma certo! È uguale spiccicato al conato di poc...”

 

“Abbiamo capito, signor Malfoy! Andate!”

 

Ribadì perentoria la McGranitt, ed indicò con veemenza la direzione che stavano percorrendo. Severus e Lucius si ritrovarono quindi a trattenere le risate, ma era ancora troppo presto per cantare vittoria. Proprio mentre stavano per svoltare il corridoio infatti, un’altra persona sopraggiunse sul luogo del reato: Gita. La tassorosso amica di Cammy.

 

Gita frequentava in quinto anno, e non era mai stata molto popolare: molto timida e riservata, non era mai stata colpita da scandali. Solo per una sua piccola fissazione, la ragazza era rinomata: lei diceva sempre la verità. Era il punto di riferimento di tutti coloro che cercassero la luce di quella rara virtù.

 

Il volto di Delayador si illuminò alla sua vista. Si voltò verso l’insegnante di Trasfigurazione, ed indicando Gita alle sue spalle, si mise ad esclamare, con convinzione assoluta di essere finalmente scagionato:

 

“Gita! Ecco! C’era anche lei! Diglielo! Sono stati loro a fare ciò! Li hai visti che erano qui!”

 

Severus e Lucius erano ammutoliti, e guardavano ansiosi verso la ragazza. Sarebbe stato troppo ottimista sperare in un colpo di fortuna? Si vedeva chiaramente che la ragazza si sentiva a disagio in quella situazione, con gli occhi di tutti puntati addosso.

 

I Malandrini lasciavano correre lo sguardo da una persona all’altra a turno, perfettamente sincronizzati, come in un avvincente partita di ping pong. La McGranitt, Delayador, ed i due vampiri invece, tenevano lo sguardo fisso su Gita, aspettando la sua risposta.

 

“Ehm... n-no, non c’erano...”

 

Rispose la ragazza, arrossendo da capo a piedi, ed abbassando lo sguardo sul pavimento. Le mani le si incrociarono istintivamente, e sembrava piegata in una specie di mezzo inchino. Ma le sue parole erano state chiarissime. E pensandoci bene, non si trattava neanche di una bugia. Perchè quando lei era arrivata, Lucius non c’era ancora.

 

“Signorina Aaron, è sicura di quello che dice?” Inquisì la professoressa.

“S-sì, ma... non sembrava stesse facendo nulla di male...” Aggiunse, un po’ in colpa.

 

Severus e Lucius tirarono dunque un respiro di sollievo, di nuovo al sicuro, e ricominciarono a ridacchiare sommessamente, osservando la faccia di Delayador. Il ragazzo era infatti arrossito come mai in vita sua, e sembrò stesse per vomitare. Fissava Gita, con espressione irosa, e la aggredì verbalmente, gridandole

 

“NON È VERO! DÌ LA VERITÀ !”

“L’ho detta...!”

“No! Stai mentendo! Bugiarda!”

 

“Signor Delayador, basta così!! –lo zittì la McGranitt, infastidita dalla sua insistenza verso la povera Gita- Mi sembra che lei abbia allungato abbastanza questo spettacolo pietoso, per oggi! Trenta punti in meno da Corvonero per aver combinato questo disastro! Ed altri cinquanta per aver tentato di dare la colpa ad altri, evidentemente innocenti! Più altri quindici per la sua aggressione verbale verso questa ragazza! Ed inoltre sconterà tre settimane di detenzione a partire da stasera alle otto!”

 

“Ehm.. noi possiamo andare ora, professoressa?”

 

Chiese Severus, come sempre in tono rispettoso. La McGranitt lo guardò, e stranamente per il suo carattere, gli sorrise, nonostante fosse molto arrabbiata. Nella sua mente infatti si era formulata l’ipotesi che Delayador avesse voluto far punire Severus al posto suo, solo a causa dei pettegolezzi che recentemente lo avevano colpito. Non potè fare a meno di agire in modo materno, rispondendo dolcemente

 

“Certo, signor Piton. Andate pure.”

 

Severus ringraziò educatamente, lanciò un sorriso a Sirius per salutare anche lui, e si voltò nella direzione da percorrere. Prima di svoltare completamente l’angolo però, guardò Gita, che stava ricambiando lo sguardo. Il vampiro le sorrise, per ringraziarla dell’aiuto. La Tassorosso arrossì, imbarazzata, ma contraccambiò.

 

E così si concludeva anche quell’avventura!

 

“Fiuuuu! Certo che ce la siamo vista brutta a un certo punto!”

“Già. Però non mi convince una cosa...”

“Che cosa?”

“Io conosco quella ragazza.”

“Come? E perchè lei ha detto di no?”

“Beh, non ci ho mai parlato, ma... ricordi quando diventai invisibile la prima volta?”

“Come scordarlo... non credevo fossi così romantico da rivangare il passato!”

“Ehm... intendevo, ricordi quelle due ragazze che parlavano male di me?”

“Sì, e tu le hai sentite e le hai maledette, se non sbaglio!”

“Beh, ho maledetto solo Cammy...”

“Come hai detto?! Vuoi dire che erano loro?!”

“Sì, esatto.”

“Ma se è così, perchè ti hanno aiutato? Nel senso... parlavano male di te, no?”

“Beh... questo lo scopriremo solo stasera, quando le incontreremo.”

“Io starei attento, sai?”

“Oh, ma andiamo! A parte che sarà notte, e saremo più forti!”

“Mmm... beh non si sa mai... ricorda che la maschera è dentro il castello!”

 

Severus fece per rispondere al compagno, ma ammutolì. Voltò lo sguardo verso di lui, per vedere se fosse serio, ed evidentemente lo era. Tornò ad abbassare lo sguardo, continuando a camminare. Ad un certo punto, i due sentirono delle risatine. Si guardarono intoro, e videro due ragazze di Grifondoro del terzo anni prenderli in giro.

 

Lucius non disse assolutamente nulla, convinto che Severus avrebbe fatto lo stesso, come al solito, ma stavolta non fu così. Il moretto assunse la sua solita aria da “terrore dei primini”, e disse loro

 

“Cos’avete da ridere, nane?!”

 

Le ragazzine cessarono immediatamente di ridere, impaurite, e si avvicinarono istintivamente l’una all’altra. Si scusarono, e si misero a correre nella direzione opposta alla loro. Lucius guardò la scena, e poi, quando furono di nuovo soli, scoppiò a ridere

 

“Però! Hei, ben tornato, Sev!”

“Io ho capito una cosa, oggi.”

“Certo, tu capisci sempre tutto!”

 

“No, Lu, non scherzo! Io mi ero completamente bloccato, poco fa... ho lasciato che mi difendessero, e me ne vergogno. Se Cammy e Gita non si fossero trovate a passare di là, quelli avrebbero potuto farmi qualunque cosa... non posso lasciare che gli altri si occupino di me! Perciò ho deciso che non mi lascerò più prendere in giro!”

 

Lucius ascoltò il discorso del compagno, e si ritrovò a sorridere. Ma stavolta non era per finta, o per fare coraggio al moretto. No, era chiaramente un sorriso d’orgoglio. Era fiero di avere un compagno forte come Severus.

 

“Beh, tutto è bene quel che finisce bene!”

 

Affermò, ed arrivarono alla classe di incantesimi. Si scambiarono un ultimo sorriso, ed entrarono, pronti a sorbirsi un rimprovero da Vitious per il loro ritardo... beh, non potevano essere fortunati due volte, in fondo...

 

Ma sfortunatamente per loro, si preparava una serie di eventi incredibili, dall’indomani in poi... solo che i due ancora non lo sapevano, e si godevano uno dei rari pomeriggi un po’ più speranzosi degli altri.

 

 

Non ne potete più di me, eh? Ma ribadisco ancora il concetto: recensitemi!! La canzone all’inizio del LexxyChap è “Ogni volta” di Vasco Rossi. Ma sono sicura che la conoscete già tutti! ;) alla prossima!!!

 

XxX.Lexxy.XxX

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Capitolo 25
*** Cose pericolose ***


Per Rinnie: Ciao amica mia, my love

Per Rinnie: Ciao amica mia, my love! Per prima cosa, chiarisco un punto che non ti è risultato molto chiaro: quando dici che sei stupita perché Severus e il professor Morris sono finiti sul giornale... beh, pensa un po’ se davvero si scoprisse di una relazione studente-insegnante! Sarebbe un obbrobrio! Si avrebbe il sospetto che si tratti di molestie, e i giornali ne parlerebbero eccome! Certo, magari non in prima pagina! :P Rita Skeeter ti piace? Beh, è un tantino viscida, ma ho una buona notizia per te: Rita apparirà in questa storia molto presto! ;D Immagina il casino che combinerà! Per quanto riguarda l’hip hop, certo che esisteva! E naturalmente non è che Lucius balli come un idiota, eh? -.- hai mai visto uno spettacolo di hip hop? È strepitoso, mette la pelle d’oca! ;) Lucius è un personaggio che generalmente tutti adorano! E meno male! Anche se in questo Lexxychap ti stupirà L in peggio. I Corvonero sono antipatici perchè come ho già detto, odiano chi guadagna buoni voti andando a letto col prof. Non è vero, certo, ma vaglielo a spiegare! E poi Cammy è gentile! ;) Ahem... e va bene.. io NON odio Sirius... ma non mi sta neanche simpatico! Cammy e Gita sono adorabili insieme! Spero però k Cammy riuscirà a conquistare la tua simpatia con l’andare del tempo! J per quanto riguarda l’ubriacarci, stavo scherzando. Io non mi ubriaco da quando ballai il gioca jouer davanti a tutti. Ci ubriakeremo.... con la coca cola! Yay! Alla prossima, spero k questo lexxychap ti piacerà! Aspetto cn ansia una tua rec! baci!

 

Per Angevil_Rickman: La famiglia Serpeverde colpisce ancora una volt ail cuore di Angy! E Sirius non è da buttare via. Ma il mio Sirius, non quello della Rowling! Ah... se lo avessi scritto io, HP... L ma lasciamo stare questo argomento! Dunque... x qnt riguarda i Corvonero, sì si sono comportati male, ma tieni anke conto ke per loro l’intelligenza e i voti sono tutto era naturale che fossero i più incazzati! Era naturale che Sev sarebbe stato sconvolto. Ma come ti ho già detto, quello k mi piace dei miei personaggi è che riescono sempre a risollevarsi! ;) Mi hai fatto un complimento bellissimo dicendomi che sarei una GTL fantastica! XD Grazie mille, anke se mi imbarazzo, cm al solito! XD io te e Sah siamo proprio un triangolo perfetto! E chi è l’angolo messo peggio? Naturalmente io, ah ah ah! XD Alla prossima, spero ti piacerà questo lexxychap! Aspetto cn ansia la tua recensione!! Un bacio!!!

 

Per Palanmelen: Ahem… bomboletta di vernice? Solvente? Povero Sev!! XD  tre quarti d’ora?? Acidenti! Cercherò di accorciare i lexxychap e postarli più in fretta! Gregorio è un amore di pappagallo! Sì sì! E anche se sgranocchia le sue noci sul trespolo, il suo pensiero fosso è sempre e solo Gregorio! Mi dispiace per suo cugino! XD Sarà una cosa di famiglia! Avery ti dice cordialmente di arrangiarti per la tua camera, xkè pensa k la tua stanza sia addirittura messa peggio della sua! XD Sev un terrorista? può anche essere! E comunque dai per una volta k ha incontrato gente più bassa di lui! Sir ha ragione a consigliargli di non insegnare con questo caratterino! Sappiamo tutti cosa farà una volta dietro la cattedra! XD inquietante, inquietudini... cosa importa, io so solo che ADORO i suoi capelli! Ah ah ah! Povero Sev... caduto dietro la pallina da ping pong!! Ah ah! Sto ancora ridendo! Cmq sì si trattava di Claudius, e in futuro si avranno molte sorprese poco gradite a causa sua! ç__ç ma come legarlo a letto e grazie tante! E i sentimenti? Il romanticismo? Naturalmente l’infermiera sapeva tutto della natura non morta di Sev, quindi sì, Sev aveva la sua dose di sangue! ^^ Ancora inquietudine? Eh eh eh! Morris avrà una parte abbondante di lacrime in questo LexxyChap! ^^ vedrai che sorpresa! Ah ah ah! Zabini che si kina.. ma NO! avery non si metterà cn Zabini! E smettila cn queste porcate! XD mi traumatizzi Sev!! Dì pure addio ai pantaloni di pelle di Zabini... diventerà animalista cm Cissa! ;) Tobias che cosa? Mmm... lo so k confonde, ma tranquilla, poù avanti diventerà ANCORA più confuso ;) detto ciò alla prossimaaaaaa! Recensiscimi ancora mi raccomando! Un bacio! Ciao ciao!

 

Per LadyViolet: Allora cominciamo da Morris e Moody... entrambi riserveranno molte sorprese incredibili in questo LexxyChap! Ah ah ah! Non linciarmi... ç__ç  wow, questo è l’ennesimo commento dove devo spiegare le ragioni dei Corvonero… loro studiano e per loro I voti e la cultura sono TUTTO! Quindi è normale pensare k Sev avesse una relazione col prof Morris solo per i voti! Non è vero, però loro non lo sanno! Quindi è logico essere incazzati neri! ^^ il loro comportamento nn ha scusanti, però nel caso del precedente lexxychap, c’era anke un rfiuto di un appuntamento in mezzo... Sev sopporta tutto, e sopporterà ancora e ancora! Però si risolleva sempre! Lui è forte! ;) Certo k mi piacciono gli anime e i manga! XD Hai riconosciuto qualksa? Ih ih ih! Un bacio alla prossima! Sper mi recensirai ancora!

 

Per Felicity89: Cara Felicity! Ti ringrazio per la tua recensione, e spero me ne lascerai ancora! Ti mando un bacio, e sì Severus, la Serpeverde family, il prof Morris, ma anke Avery (hai scordato di nominarlo? ;)...) sono i meglio di Hog! Ciao, un kiss!

 

Per Selvy: Contentissima di rivederti! Grazie della rec, spero me ne lascerai alter! Cmq la reazione dei corvi è più k giustificata se pensi che loro studiano e per loro I voti e la cultura sono TUTTO! Quindi è normale pensare k Sev avesse una relazione col prof Morris solo per i voti! Non è vero, però loro non lo sanno! Quindi è logico essere incazzati neri! ^^ Ciao, alla prossima!!

 

XxX.Lexxy.XxX

 

 

 

 

This is the end… you know?

(Questa è la fine… lo sai?)
Lady, the plans we had went all wrong

(Signora, I progetti che avevamo sono falliti tutti)
We ain’t nothing but fight and shout and tears

(Non siamo altro che lotta, grida, e lacrime)

We got to a point I cant stand

(Siamo arrivati al punto che non riesco a sopportare)
I’ve had it to the limit; I can’t be your man

(Sono arrivato al limite, non posso essere il tuo uomo)
I ain’t more than a minute away from walking

(Non è rimasto più di un minuto prima che me ne vada via)

We can’t cry the pain away

(Piangere non caccerà iI dolore)
We can’t find the need to stay

(Non possiamo ritrovare il bisogno di restare)
I slowly realized there’s nothing on our side

(Piano piano ho capito che non c’è nulla dalla nostra parte)
 
End of the night and I bleed

(La notte sta per finire, e sto sanguinando)
They all make mistakes and so did we

(Tutti commettono errori, come abbiamo fatto noi)
But we did something we can never turn back right

(Ma noi abbiamo fatto qualcosa che non potremo mai correggere)

Find a new one to fool

(Trovati qualcun’altro da prendere in giro)
Leave and don’t look back.
I wont follow

(Vattene e non guardarti indietro. Io non ti seguirò)
We have nothing left. Its the end of our time

(Non ci è rimasto niente. È la fine del nostro tempo)

We can’t cry the pain away

(Piangendo non cacceremo il dolore)
We can’t find a need to stay

(Non possiamo più trovare il bisogno di restare)
There’s no more rabbits in my hat to make things right

 (Non ho più conigli nel mio cappello per migliorare le cose)

Out of my life, Out of my mind

(Fuori dalla mia vita. Fuori dalla mia mente)
Out of the tears we cant deny

(Lontano dalle lacrime che non possiamo negare)
We need to swallow all our pride

(Abbiamo bisogno di ingoiare tutto il nostro orgoglio)
And leave the mess behind

(E lasciarci indietro tutto questo casino)
Out of my head, Out of my bed

(Fuori dalla mia testa, fuori dal mio letto)
Out of the dreams we had, they’re bad

(Fuori dai sogni che abbiamo avuto, quelli cattivi)
Tell them its me who made you sad

(Dì loro che sono io che ti ho resa triste)
Tell them the fairytale gone bad

(Racconta loto la favolta finita male)

 

 

 

 

 

LexxyChap 25: Cose rischiose:

 

Dopo lo scherzo tirato ai ragazzi di Corvonero, la fama dei Serpeverde in generale, ma di Severus Piton in particolare, non crebbe affato, e anzi tutti sembravano accanirsi con ancor più foga nello spettegolare di fatti inesistenti.

 

Ma con grande sorpresa di tutti, l’oggetto delle loro speculazioni aveva smesso di passare sopra ai vari additamenti nei corridoi, o risatine di scherno alle sue spalle. Aveva infatti iniziato a togliere punti e lanciare maledizioni ed anatemi.

 

La sera arrivò in fretta, e dopo aver “cenato” in Sala Grande, i due vampiri videro le due ragazze del pomeriggio alzarsi dalle loro rispettive tavolate, ed uscire nella Sala d’ingresso. Appena sparite dietro la porta, Severus si alzò insieme a Lucius, e le raggiunsero.

 

“Allora... andiamo?” Chiese Cammy col solito sorriso birichino.

 

I due annuirono, e si diressero all’esterno, sotto il colonnato che spesso aveva ospitato gli incontri amorosi di Severus e Sirius, ma anche le canne del professor Morris. Era da parecchio tempo che il moretto non ci metteva più piede.

 

“Per prima cosa voglio ringraziarvi.- Disse Severus. Non ne ho avuto il tempo, oggi.”

“Non è niente, Piton! Piuttosto, mi avevi chiesto come mai ti avessi aiutato.”

“Già, infatti. E tu ci hai invitati qui per dircelo.”

 

“Beh, la risposta è semplice: il fatto è che io frequentavo Beauxbatons prima di venire qui ad Hogwarts l’anno scorso. E... beh me ne andai da lì perchè i miei compagni scoprirono che avevo una relazione con la mia insegnante di Incantesimi. Ora non stiamo più insieme.”

 

Disse Cammy, e si accorse che ora i due Serpeverde la stavano guardando basiti, i loro occhi simili a palline da tennis. Si sbrigò a chiarificare

 

“State pensando a Vitious! Non fatelo! Mademoiselle Maquart è una donna bellissima!”

 

I due vampiri tirarono un respiro di sollievo a sentire quelle parole: il pensiero di qualcuno che aveva una relazione con un Vitious femmina li aveva fatti letteralmente rabbrividire! La Corvonero quindi, continuò

 

“Beh, e visto lo scandalo che ti ha colpito, Piton, non mi è stato difficile mettermi nei tuoi panni, e mi sono sentita in dovere di aiutarti. So cosa si prova a non avere il coraggio di rispondere a certe battute, o... beh, mi capisci.” Concluse, sorridendo malinconicamente.

 

“Beh... sì, capisco. C’è solo un piccolo dettaglio... non c’è NIENTE tra me e il prof. Morris!”

“Ehm.. no?”

“NO! C’è stato un fraintendimento! O meglio... un giudizio affrettato, ecco tutto!”

 

Cammy allora continuò a sorridere, senza però che il sorriso raggiungesse i suoi occhi, e rispose “Beh, non che faccia qualche differenza in fondo, visto che ci hanno trattato allo stesso modo.

 

“Già...” Riflettè Severus tristemente.

 

“Comunque! –ribattè la ragazza, battendo le mani sonoramente, ad indicare che tutta quella tristezza non faceva bene- Questa è la mia ragione! Gita! Esponi la tua, ora!”

 

Quando Cammy disse ciò, istintivamente sia Lucius che Severus si trovarono a spostare lo sguardo sulla Tassorosso, fissandola in attesa della spiegazione. Questo gesto mise molto in imbarazzo la poverina, che iniziò a balbettare, arrossendo.

 

“Ehm... io, ecco...”

“Coraggio!” La incoraggiò l’amica.

“Io... io... io... io vi ho visto parlare con lo spirito di Cassius Kobra.”

“Oh.” Disse Severus semplicemente. Già sapeva questa cosa.

“Voi... siete degli esper per caso?” Chiese ancora, rossa da capo a piedi.

“No. -rispose Lucius, secco.- Vampiri.”

 

Severus scoccò verso il biondo uno sguardo polverizzante, ma poi si distrasse quando sentì Cammy scoppiare a ridere e dire “Lo sapevo! Quasi... ora ne ho la conferma! Te lo avevo detto, Gita, che erano vampiri!”

 

“Ma... voi non avete... beh, paura di loro?” Chiese ancora la rossa.

“Paura di Kobra? No! È molto gentile, e non farebbe mai del male a nessuno!”

 

Replicò Severus, in tono dolce e comprensivo. Ma poi fu bruscamente contraddetto da Lucius, che come da suo solito, ci teneva a mettere i puntini sugli “i”.

 

“Già. Vuole solo spaccare le palle.”

 

Ancora una volta Severus lo guardò arrabbiato, mentre Cammy scoppiò ancora a ridere. Ma il biondo, contrariamente alla sua abitudine di simpatizzare con persone dotate del suo stesso senso dell’umorismo, si limitò a guardare la stramba ragazza con superiorità.

 

“Beh... noi ora dobbiamo andare. Abbiamo molti compiti! Vero, Gita?”

“Ahem... sì. A-arrivederci.”

“Ci vediamo.”

 

Rispose Severus, mentre Lucius non disse assolutamente nulla. Le ragazze allora se ne andarono, dirigendosi verso l’entrata dell’edificio scolastico. Una volta rimasti soli, Severus i voltò arrabbiato verso Lucius, e gli chiese

 

“Posso sapere perchè sei stato così scortese?”

“Scortese io? E quando? Le ho insultate, forse?”

“No, ma... oh, Merlino! Lascia stare! Andiamo a caccia?”

“Va bene...”

 

Rispose semplicemente, ed il moro lo guardò per qualche momento, notando come era diventato scontroso. Decise di lasciar stare. Forse aveva qualcosa di personale che non voleva dirgli. Gli dispiaceva molto che il compagno non si aprisse con lui. Ma d’altronde cosa si aspettava? Nemmeno lui si era mai aperto con Lucius.

 

Il biondo intanto, camminava al fianco di Severus. Avrebbe tanto voluto rivelargli tutto ciò che gli stava passando nella mente. Ma come avrebbe fatto a dirgli certe cose...! Quelle due ragazze infatti erano le stesse che Lucius aveva visto da adulte cadere sotto i colpi dei Lupi-senza-Luna.

 

Quelle ragazze che, da adulte, secondo la sua visione, avrebbero assistito al suo matrimonio segreto, le loro espressioni così felici per la loro unione. E poi, la morte, il sangue, la morte di suo figlio... aveva fatto di tutto per  archiviare il tutto come sogno.

 

Eppure quelle ragazze mai viste in vita sua, all’improvviso piombano nella loro vita! Appena le vide, la paura si impadronì di lui. Paura che iniziando a frequentarle, avrebbero segnato per sempre il loro destino. Ma non poteva assolutamente rivelare queste cose a Severus.

 

 

Sabato 29 Novembre. Dietro la scuola, sotto il colonnato. Ore: 07:15

 

Severus non aveva più avuto, dopo quella visita di nascosto in infermeria, l’occasione per parlare di nuovo a quattr’occhi col professor Morris. Quando si era svegliato quella mattina, però, aveva sentito come il bisogno di incontrarlo ancora. Istintivamente, si preparò, e si diresse verso la “zona canne” dell’uomo, ma senza una vera speranza di trovarcelo.

 

Con sua enorma sorpresa però, il vampiro si trovò davanti proprio la persona che cercava, in piedi, con una sigaretta in mano. Gli dava le spalle, e sembrava nervoso ed impaziente, come se stesse aspettando qualcuno in ritardo.

 

Nonappena Severus aveva riconosciuto l’uomo, il suo cuore diede qualche battito per l’emozione. Ora che lo aveva davvero incontrato da solo, non sapeva cosa fare. Avavzò di qualche passo, e lo chiamò

 

“Professore?”

 

L’uomo sobbalzò a sentire una voce improvvisa alle sue spalle, ma quando si voltò e riconobbe il vampiro, sorrise molto sinceramente. Ma nonostante questo, si poteva vedere chiaramente che l’uomo fosse sconvolto da qualcosa.

 

“Che strano! Sa, speravo proprio di vederla! Stavo pensando che ora non frequenta più Black, non aveva senso cercarla qui! Ma evidentemente qualcuno mi ama, lassù!”

 

“Lei mi stava aspettando?”

“Volevo solo... beh... parlarle. Vedere come stava.”

“Io... sto come mi vede.” Sorrise Severus.

 

Improvvisamente, il viso del professor Morris si rabbuiò, e l’uomo abbassò lo sguardo a terra, sembrava davvero nel pieno di un tumulto! Aprì la bocca un paio di volte, prima di riuscire a formulare una frase

 

“È molto rischioso quello che sto facendo, vero?”

“Cosa intende?”

 

“Incontrarla qui. O sperare di incontrarla. Dovrei proteggerla, invece mi comporto come un ragazzino, e rischio di essere licenziato, e di rovinarle la carriera scolastica. La McGranitt ha ragione quando parla di me...”

 

Severus non rispose nulla. Avrebbe tanto voluto consolarlo, ma non riusciva a trovare nessun modo per alleviare le sue preoccupazioni. Allora non era così indifferente come sembra... il moro allora decise di dire quella che secondo lui era la verità.

 

“Lei è un bravo professore. All’inizio non lo pensavo, sa? Ma mi sono ricreduto. Lei mi ha insegnato molto non solamente dal punto di vista scolastico. Ma più importante di tutto ciò, lei... mi ha ridato fiducia negli adulti. Vede, io ho sempre ritenuto che un “amico” fosse una persona alla pari con me.

 

“Qualcuno che fosse in grado di fare prendere in mano una situazione quando mi sento troppo stanco per continuare a lottare. E voglio farle sapere che ora tra queste persone che io reputo “amici” c’è anche lei. Che è un adulto. Ma è anche un amico.”

 

Il professor Morris, che lo aveva scoltato fino alla fine, sorrise ma in modo amaro, e doloroso. Andò a sedersi sul muretto tra una colonna ed un’altra. Guardò il suo studente, e chiese

 

“Lo ha detto per consolarmi?”

“Sì. Ma ciò non toglie che sia vero.”

 

Severus poi vide il professore assumere un’espressione stranissima. Sembrava voler dire qualcosa che lo faceva soffrire molto. Il dolore era stampato chiaramente sul suo viso assieme alla paura. Che stava succedendo? Alla fine il professore disse, col tono di chi pensava “via il dente, via il dolore!”

 

“Signor Piton, io mi sono comportato malissimo con lei.”

“Oh –rispose il vampiro, confuso.- Nel senso?”

“Io... ho fatto una cosa... –poi rise in maniera tetra, e continuò- lei non mi perdonerà.”

“Beh, provi a dirmela.”

 

“Io... lei sa che dopo aver avuto il sospetto sulla sua natura non morta, ho indagato su di lei, guardando le sue pagelle, eccetera... –chiese, e quando vide il vampiro annuire, continuò- beh... purtroppo la mia curiosità non conosce limiti, e... ora so molte... troppe cose su di lei. Cose che non dovrei sapere, a meno di sentirle dalle sue labbra.”

 

Severus tacque. Non aveva parole per rispondere ad un’affermazione del genere? Cosa potrebbe aver saputo di lui che lo sconvolgesse così tanto? Naturalmente conosceva già la risposta, ed aveva paura di sentirla. Tuttavia non interruppe il discorso del professore.

 

“Ho saputo... dei suoi disordini alimentari del suo periodo al S.Mungo, dei suoi vuoti di memoria... e... di suo padre, e della sua famiglia in generale. Mi dispiace...” Concluse il professore. Il suo viso rosso, come se stesse per scoppiare a piangere.

 

“Come lo ha saputo?” Chiese Severus con voce rabbuiata, sembrava in trance.

 

“Vecchi giornali, dicerie, e... bustarelle per corrompere infermieri ed altro. Quando mi sono reso conto, giorni fa, di avere esagerato... era troppo tardi. Ora vorrei essere seppellito vivo per ciò che le ho fatto.” Disse, ed una singola lacrima scese lungo il suo viso.

 

Severus non disse nulla per qualche minuto. Semplicemente restò impalato a fissare il professore. Non riusciva nemmeno a pensare, tanto era sconvolto. Quando riuscì a formulare qualche pensiero coerente, disse

 

“Io... non ho mai parlato con nessuno di certe cose... perchè me ne vergognavo. Non volevo mostrare quanto ero debole, e quanto fossi marcio dentro. Ma ora... a distanza di mesi o anni... mi rendo conto che tutte quelle cose brutte su me stesso... piano piano sto imparando a non pensarle più.

 

“Lei ha sbagliato a fare quelle cose. Ma io... ho commesso infiniti errori nella mia vita. Li ho commessi quando non mangiavo, quando raccontavo bugie a tutti, quando non chiedevo aiuto. E ora lei è qui, nonostante la differenza che c’è tra noi... lei è un insegnante, eppure è qui a chiedermi scusa. Ed io... ne sono felice. E posso riuscire a perdonarla.”

 

Severus alzò lo sguardo sul professore, che vide il viso del vampiro rigato di lacrime rosso sangue. Immediatamente saltò giù dal muretto, avvicinandosi al suo studente, che si era coperto il viso con le mani.

 

Il professor Morris, anche lui in lacrime, tese una mano verso Severus, per consolarlo, magari con una carezza, ma non riuscì a toccarlo. Lasciò ricadere la mano, ma poi si diede dell’idiota. Che razza di uomo era se non riusciva neanche a trovare il coraggio di fare la cosa giusta?

 

Non riuscendo più a resistere, quindi, l’uomo strinse Severus in un fortissimo abbraccio. Il moretto non si ribellò tra le braccia del suo professore, ed anzi, per qualche strano motivo, si sentì rassicurato. Continuò a piangere, senza vergognarsi, visto che l’uomo che lo stringeva stava facendo lo stesso.

 

Ed era una bellissima sensazione quella che provava.

 

“Se solo tu sapessi quanto hai fatto per me...” Gli sussurrò il professore, e Severus si sentì felice, notando che ora l’uomo gli stava dando del tu. Gli rispose solo

 

“Ti ringrazio.”

 

 

Domenica 30 Novembre, Villaggio di Hogsmeade, ore 09:30.

 

Quella mattina, i due vampiri di Hogwarts si ritrovarono ad essere molto contenti per la pausa dagli studi e tutto il resto, che era stato offerto loro dalla solita gita mensile ad Hogsmeade.

 

Per quel week end, Severus aveva programmato una visita al fantasma di Artorius Trebonius, il loro ormai defunto insegnante di pozioni. Ed aveva invitato con loro (per la gioia di Lucius), Cammy e Gita, le loro due “nuove amiche”.

 

“Stando a quello che ci ha detto Kobra, lo spirito del professore non si accorge di ciò che gli accade intorno...” Spiegò Severus alle due ragazze.

 

“Qualcosa mi dice che questo non ci porterà proprio a nulla.” Si lamentò Lucius, come al solito di pessimo umore, quando si trovava intonro a Cammy e Gita.

 

“Falla finita, Lu! –lo rimbeccò Severus- Ti stai sempre a lamentare!”

“Beh... e poi sempre meglio questo che... boh, parlare con la vedova di una vittima!”

 

Con quell’esempio, Cammy riuscì inconsapevolmente a far arrossire Severus, che si beccò anche un’occhiataccia da Lucius: uno sguardo che stava ciaramente a significare Te l’avevo detto, no? I due stavano infatti ricordando la loro visita alla vedova della prima vittima, la signora

 

Prima di arrivare davanti ad una casa abbandonata, il gruppo dovette camminare per molti minuti fuori dal centro abitato, ma si distrassero chiacchierando del più e del meno. Severus sembrava andare molto daccordo con Cammy. Cosa che sembrò dare ancora più fastidio a Lucius.

 

C’era una semplice rete metallica attorno alla casa, fortunatamente priva di incantesimi difensivi. L’unica cosa da fare per poter passare, era farsi strada attraverso quella recinzione.

 

Severus, che indossava la semplice divisa scolastica senza il mantello, riuscì a passare senza problemi scalando l’ostacolo. Anche Lucius riuscì ad oltrepassarlo con un semplice salto. Cammy, vestita di abiti larghi, con un paio di jeans ed una maglietta, riuscì ad arrampicarsi senza problemi lungo la rete.

 

Il problema si presentò quando venne il turno di Gita: la ragazza infatti vestiva di bianco con una camicia, ed una gonna lunga, ai piedi un paio di stivaletti col tacco. Ed a completare il tutto, un elegante mantello di trine. Impensabile riuscire ad arrampicarsi da qualche parte con quell’abbigliamento.

 

“Ehm... magari io posso cercare un altra entrata...” propose, timida.

“Oh, beh...” Escalmò Lucius scocciato, prima che gli sltri due potessero dire la loro.

 

Il biondo allora saltò nuovamente oltre la rete, si avvicinò a Gita, e si voltò, dandole le spalle. “Forza, reggiti alla mia schiena.” Propose, spiccio. La ragazza, completamente rossa, non sapeva cosa fare. Guardò la sua amica, che sembrò fare un grande sforzo per non ridere, ma annuì il suo incoraggiamento.

 

Gita allora si appese alla schiena del non morto, che ritornò a scalare la rete, e saltò giù oltre questa, schizzando fango attorno a sè. Si riabbassò, e lasciò che la ragazza tornasse coi piedi per terra.

 

“Ci siamo tutti? –chiese Cammy, e poi aggiunse- Andiamo!”

 

Detto ciò, si avvicinò a Gita, avvolgendole un braccio sulle spalle, precedendo i due vampiri. Erano così carine insieme, una piccolina e timida, l’altra sportiva e sfacciata! Ma era un contrasto davvero unico!

 

“Sembrano essere grandi amiche vero?” Disse Severus a Lucius in tono conversativo.

 

Lucius si voltò immediatamente verso Severus, iniziando a fissarlo in un modo strano, che fece innervosire il moro. “Che c’è?! Non guardarmi in quel modo, vampiro scemo!”

 

“Ma come non l’hai ancora capito?”

“Capire che cosa?”

“Quelle due stanno insieme!”

“Come fai a dirlo?”

“Si vede! Però se vuoi posso chiederglielo!”

“Non scherzare! Le conosciamo appena!”

“Mica è una domanda tanto scandalosa!!”

 

Esclamò Lucius, inalberandosi. Il suo tono troppo esagerato, sorprese Severus, che si ritrasse per un secondo. Cosa stava succedendo al suo compagno? In genere il biondo non gli rispondeva mai in quel modo! Era un periodo che lo vedeva sempre nervoso, e sospettava fosse a causa delle loro nuove amicizie.

 

Comunque il moretto non aggiunse altro, non voleva litigare quel giorno. Già aveva abbastanza problemi senza aggiungerci ance Lucius ed i suoi sbalzi d’umore! Il biondo, dopo quello scatto, non disse più neanche una parola.

 

Quando ebbero attraversato il giardino, arrivarono davanti la porta della casa. O meglio davanti al buco dove avrebbe dovuto esserci una porta. Entrarono in casa, e si diressero, secondo le indicazioni di Kobra, verso la cantina.

 

Appena messo piede nella stanza sotterranea, tutti riuscirono a vedere chiaramente lo spirito del loro vecchio professore. Tranne Cammy, che non possedeva i poteri o la condizione necessari per poterlo fare.

 

Lo spirito aveva uno sguardo allucinato, le sue ferita ben visibili e rendevano all’immagine un tocco spaventoso e macabro. Parlava da solo, rivolto alla vuota aria. Sembrava spiegare una lezione di pozioni ad una classe immaginaria.

 

“Vai, Gita! Prova a parlargli!” La spronò Severus.

“Ma... ma io...” Balbettò la ragazza spaventata, arretrando di qualche passo.

 

“Oh! Allora c’è davvero! Però Gita non ha mai avuto il coraggio di parlare col professore da vivo, figuriamoci ora che è morto! Te la senti di andare a parlargli?”

 

Chiese premusosa la Corvonero. Gita la guardò, gli occhioni impauriti, e poi si voltò a guardare ancora verso lo spirito del loro professore “S... sì, almeno voglio provare.” Disse, e lentamente si avvicinò a quella manifestazione incorporea.

 

“Ahem... professore...?”

 

“Mi dica, signor Avery, cosa stava facendo trafficando con quella roba vicino al calderone del signor Zabini?! Torni subito al suo posto! ... no! Non può andare in bagno!”

 

“P... professore, mi sente?”

“Mi dica, signorina Black! No, non può strangolare suo cugino nella mia classe!”

“Ahem... professore?”

“Dunque, dicevamo... le spore della mimosa sono una componente essenziale per la...”

 

E mentre il professore andava avanti, biascicando in maniera quasi incomprensibile, la ragazza, un po’ più coraggiosa di prima, tentò di avvicinarsi di qualche passo. Chiamò per l’ultima volta lo spirito, che si voltò all’improvviso nella sua direzione, gridando le parole

 

“NOOOOOOOOOOO! STIA LONTANA DALLA CATTEDRA!!”

 

Quel grido sembrò spaventare molto Gita, che nel tentativo di arretrare, si ritrovò ad inciampare nel suo mantello, e cadere col didietro sul pavimento polveroso. Il suo vestito ormai coperto di sporcizia.

 

Immediatamente Cammy corse da lei, aiutandola a rimettersi in piedi, e poi lanciò un incantesimo sui suoi vestiti per ripulirli. Anche Severus si avvicinò, preoccupato. “Tutto bene, Gita?” Chiese, notando che stava piangendo, un po’ per lo spavento, un po’ per la vergogna.

 

“Massì, massì! –rispose Cammy- Non è stato niente, vero?”

“N...no. Io mi sono solo spaventata quando ha gridato.”

“Ho capito. –disse Severus- Qui non stiamo risolvendo nulla. Andiamo?”

“Sì. È meglio. Andiamo a bere qualcosa.” Propose Cammy.

“Aaah! Finalmente ce ne andiamo a fare qualcosa di sensato!”

 

Esclamò infine il biondo. Severus lo guardò con sguardo innervosito e leggermente ferito. C’era davvero bisogno di dirlo con un tono così scocciato? Era stata una sua idea venire in quel posto, e Lucius sembrava aver detto quella frase proprio per ridicolizzare le trovate del moretto.

 

Fece ancora una volta finta di nulla.

 

“Bene. allora, andiamo.” Propose Severus, sorridendo ad un’ancora scossa Gita. Poi il gruppo si voltò, e fecero per andarsene, ma non vi riuscirono. Dalle loro spalle venne, stavolta chiara e forte che disse

 

“Signor Piton!”

 

Tutto il gruppo sembrò congelarsi all’istante. Perfino Cammy intuì che qualcosa non andava. Severus si voltò lentamente nella direzione dello spirito, che tutt’a un tratto aveva smessso di mormorare, ed aveva iniziato a parlare ciharamente. Che aveva esplicitamente chiamato lui.

 

“Mi dica.” Rispose Severus, mortalmente serio.

“Mi dica all’istante cosa ottengo mischiando radici di Mekh, fibra di kresh, e bulbo di Cork!”

 

Dapprima, i ragazzi sembrarono convinti che il professore stesse ancora sognando ad occhi aperti, e non parlando realmente con Severus. Ma poi il moretto decise di tentare, e si avvicinò di qualche passo allo spirito, che lo guardava col classico cipiglio severo di quando era ancora in vita.

 

Non era più allucinato. Sembrava tornato l’Artorius Trebonius di un tempo. Stranamente l’atmosfera in quella cantina si era fatta pesante. Tutti sembravano trattenere il respiro in attesa di vedere cosa sarebbe accaduto. Perchè con Severus parlava? La tensione si poteva sentire tutta intorno.

 

“Non ottengo nulla. È una combinazione inventata.”

 

Rispose tetro il vampiro. Lo spirito, udita questa risposta, iniziò a ridacchiare sommessamente, ma a mano a mano che rideva, diventava sempre più febbrile. Sembrava la risata di un pazzo.

 

“Sì! Sì, sì, sì, sì, sì! Cinque punti al Serpeverde! Lei è sempre il migliore del mio corso! Lo è sempre stato, e lo resterà! E lo sa perchè? Lo sa perchè è il migliore, signor Piton?!”

 

“Perchè io la ascolto.”

 

“Esatto! Lei è l’unico! L’unico che sa cosa ci si fa con le orecchie! L’unico! –poi lo spirito riprese a bisbigliare tra se- L’unico... che ascolta, è l’unico... ad scoltare... –immediatamente però si riprese, e continuò a dire –Per questo solo lei può ascoltare! Solo lei può chiedere! Allora, avanti! Chieda!”

 

“Com’è morto, professore?” Chiese il vampiro.

 

Lo spirito, sentita questa domanda si inalberò, poi sembrò iniziare a tremare, ed infine esplose, quasi gridando queste parole

 

“Ero vivo! Fino a poco tempo fa, io stavo davanti al mio calderone a pensare! Pensavo a lei, che nonostante la sua età, è un pozionista migliore di me! Pensavo a cosa ne avrebbe fatto della sua vita! Mi chiedevo se sarebbe diventato grande, oppure se sarebbe rimasto un mediocre come me!

 

“Poi, ad un certo punto non pensavo più! Volevo solo rimandare. Non potevo sparire prima di aver parlato con lei! Solo lei può capire, solo lei fà attenzione! Solo lei mi ascolta veramente...”

 

“Com’è andata la sua morte?” Chiese ancora Severus.

 

“Ero a scuola. La mia scuola... la mia casa. La mia vita. La mia professione sacra... lui mi ha ucciso lì, davanti al mio calderone. La mia pozione sarà bruciata, ormai... ed ora invece sono qui. Finalmente parlo con lei! Lei, che mi ascolta!”

 

“Posso... fare qualcosa per lei?” Chiese il vampiro. Stavolta con voce tremante.

“Lo ha già fatto.”

“Lei... non ha visto chi fosse il suo assassino?”

 

“La maschera. È stata la maschera! Un uomo senza volto! Stia attento, signor Piton... quel volto... potrebbe essere il suo! Lei lo sa, lei conosce la profondità di ciò che le ho detto! L’uomo che mi ha ucciso... il suo vero volto... è la maschera! Gliela strappi, e vedrà cosa risiede... sotto di essa!”

 

Il defunto professore concluse così il suo discorso. Iniziò a diventare sempre più trasparente, a scomparire nell’aria, ma prima di andarsene definitivamente, riacquistò la lucidità più totale, e disse ancora a Severus, con tono più morbido e paterno

 

“Diventi grande lei che può. E si ricordi di me! Addio...”

 

Queste furono le sue ultime parole, dopodichè ascese, sparì completamente, e per sempre dalla faccia della terra. Nessuno disse una parola. L’aria di quella cantina si era fatta pesante. Uscirono dalla casa, camminando più velocemente che all’andata, e quando alla fine si ritrovarono in strada, il primo a parlare fu Lucius, che esclamò

 

“Come vorrei che anche Kobra sparisse così!”

 

Cammy si mise a ridere. Cosa che Lucius non sapeva se prendere bene (perchè adorava essere considerato spiritoso), o male (dato che odiava quelle ragazze, Cammy in particolare).

 

Gita era molto silenziosa e scossa, ed apparente mente, anche Severus. Il moro aveva una faccia scura, letteralmente da funerale. Lucius, guardando quest’espressione sul viso del compagno, si preoccupò, ma non disse nulla.

 

Anche Cammy notò l’espressione del Serpeverde, e decise di proporre “Beh, ragazzi... per quello che ic ho capito io, non è stato molto divertente... vogliamo tirarci su? Dai, andiamo al tre manici a bere qualcosa!”

 

“Io... –disse Severus, parlando per la prima volta da quando erano usciti dall’edificio abbandonato. La sua voce sembrava costretta e sofferente. – io credo che dovremmo aiutarli tutti... gli spiriti, intendo... non... possiamo... dovremmo almeno tentare! Il professor Trebonius, lui... stava soffrendo davvero!”

 

Il gruppo si fermò ad ascoltare la richiesta del moro, ognuno con un’espressione diversa. Gita aveva lo sguardo comprensivo, che sembrava già daccordo con le parole del vampiro. Cammy sembrava indecisa, ma anche lei comprensiva. Lucius invece guardava Severus con tanto d’occhi.

 

“Beh, ma mica è così per tutti! Kibra, per esempio...”

 

Iniziò il biondo, cercando di non far imbarcare il compagno in un’altra delle sue imprese disperate. Ma non fece in tempo a terminare la sua frase, che fu interrotto di nuovo dal moretto, che gridò con le lacrime agli occhi

 

“KOBRA NON È  FELICE!!! Lui è solo più frote! Lui... io... oh, è una cosa terribile!”

 

“Oh, insomma, Sev! Cosa cavolo piangi a fare! Non so se ti ricordi, ma tra le vittime della maschera c’era anche uno stupratore del cazzo!! Cosa vuoi fare? Aiutare anche quello?! E poi magari vestirti da Merlino, ed andare in giro a fare i miracoli?! Mi sono rotto della tua mania di voler mettere tutte le cose a posto!

 

“Ma cosa sei un cazzo di Grifondoro?! Il mondo NON è nelle tue mani, Sev! E prima te ne renderai conto, meglio sarà per tutti! Piantala con questo complesso del super eroe! Cresci una buona volta, che sarebbe anche ora!!”

 

Severus fissò il biondo sconcertato. Poi la sua espressione si indurì, e gli si avvicinò. Alzò un braccio, e colpì Lucius in pieno viso con un ceffone fortissimo. Dopodichè si allontanò, da solo. Lucius non disse nulla. Restò fermo dov’era, senza nemmeno guardare il compagno. La sua espressione era di pura rabbia.

 

“Ahem... –disse Cammy- forse non era il caso di attacarlo in quel modo.”

 

“MA COSA VUOI, TU?! –Gridò il vampiro, verso la Corvonero- che cazzo c’entrate voi, con noi?! Non immischiarti, scema che non sei altro!”

 

“Ma tu... COME OSI USARE QUEL TONO CON ME, EH?!” Gridò Cammy in risposta.

“Cam... ti prego, lascia stare... a... andiamo.” La pregò Gita.

 

“NO! NON LASCIO STARE UN CAZZO! ME NE SONO ACCORTA BENISSIMO CHE TU HAI INIZIATO A COMPORTARTI DA STRONZO PROPRIO DA QUANDO CI AVETE INCONTRATO! Beh, sappi solo una cosa! Non puoi permetterti di sparare a zero sulle convinzioni di Severus mentre tu non hai nemmeno il coraggio di dirgli la tua verità! Ooh, basta! Non ti sopporto, davvero! Andiamo, Gita!”

 

Disse la ragazza, e prendendo per mano la sua compagna, la condusse lontano da Lucius, che restò da solo. Il vampiro allora, tirò un calcio ad una pietra nella strada, mandandola a frantumarsi contro un palo. Stava ribollendo di rabbia! Di certo non avrebbe potuto tornare da Severus in quello stato.

 

Avrebbe prima dovuto sbollire. Si allontanò anche lui, ma nella direzione opposta agli altri, dirigendosi ancor più fuori città.

 

Severus, nel frattempo si era nascosto in un vicolo buio ed isolato, tentando di asciugarsi le lacrime come poteva. Lontano dagli sguardi indiscreti, e dai pettegolezzi. Stava seduto sulla strada, con la schiena appoggiata ad un muro.

 

“Mh? Che succede qui?”

 

Il ragazzo sobbalzò a sentire quella voce. Si voltò immediatamente verso la voce, e riconobbe l’unica persona che non avrebbe mai voluto incontrare in quel momento: Alastor Moody. Immediatamente si tirò su, asciugandosi le lacrime come poteva, e tentò di superare l’uomo, a testa bassa.

 

“Dove vai? Tanto ho assistito a tutta la scena!”

 

Lo fermò l’uomo. *Oh, fantastico! Semplicemente strepitoso!* pensò il moretto, alzando gli occhia l cielo. Guardò l’auror, e disse semplicemente, con voce stremata “Che cosa vuole?”

 

Moody lo fissò, strizzando gli occhi per focalizzarlo meglio, come a prendere la mira. Poi sbuffò, e si avvicinò al vampiro. E poi disse la cosa più assurda che mai orecchio umano abbia udito.

 

“Sai, ragazzo, certi litigi capitano, quando ci sono molte cose non dette, o molte situazioni pesanti da gestire tutte insieme.” Disse l’auror, e Severus lo guardò come se in quel preciso momento gli fosse uscita una scimmia dal naso.

 

“Come, prego?”

 

“Hai capito benissimo! E... beh, mi dispiace per tutto il pandemonio causato da quello scandalo col professor Morris! Ma tutto questo è successo solo perché  non mi hai raccontato la verità fin da subito! Credevi forse che sarei andato a sbandierare in giro che dormi col tuo professore di DADA?”

 

“Io non dormo proprio con nessuno! Il professore mi raccontava semplicemente delle storie, e mi spiegava delle cose! Non è vero nulla di ciò che sente dire in giro!”

 

“Sì, lo capisco! Ma ciò non toglie che hai creato un casino! E da bestia protettiva quale il vampiro, il tuo fidanzatino si è sentito in quella maniera! Non essere troppo duro con lui, sono sicuro che è già pentito, e che soffre addirittura più di te.”

 

“Ma... perchè mi sta dicendo queste cose?!”

“Perché nessun altro gliele dice, ecco perché!”

“Ma... ma...”

“Chiuda quel forno, e venga con me, adesso.”

“E dove?”

“Le offro qualcosa al tre manici.”

“Ma anche no!!!!”

“Ma anche sì, invce!”

“Non ci penso nemmeno!”

“Lei non deve pensare, deve camminare!”

“Se lo scorda come la sua prima camicia!”

“Mai indossato camicie! Ora si muova!”

“Io non mi faccio offrire niente da un auror!”

“Non sono in servizio.”

 

Disse inaspettatamente l’uomo, e Severus si trattenne appena in tempo dallo scoppiare a ridere. Ma naturalmente nessuno poteva battere Malocchio Moody in una sfida a chi ha la testa più dura. Nemmeno Severus Piton, anche se se la batteva bene.

 

“Allora? Viene oppure no?”

 

“Vengo. Ma almeno non andiamo in un posto affollato! Non reggerei di essere visto in sua compagnia! Poi inizierebbero a dire in giro che mi piacciono gli uomini maturi...”

 

L’auror scoppiò a ridere. “Certo. Andiamo pure, adesso.”

 

 

 

La canzone all’inizio del LexxyChap è “Fairytale gone bad” di Sunrise Avenue. Bel colpo di scena, eh? Non avadakedavratemi, vi prego! Un bacio a tutti! Alla prossima! Spero mi lascerete una recenzioncina!!!

 

XxX.Lexxy.XxX

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Capitolo 26
*** I Centauri sono saggi! ***


La saggezza dei centauri

Per Palanmelen: Innanzitutto, volevo scusarmi del ritardo dell’uscita di questo Lexxychap!!! Argh! Sono proprio un’autrice orribile! Ghghgh sono contenta che tu abbia sentito la canzone che ho proposto all’inizio! È proprio quello che volevo accadesse, dato che le canzoni che propongo hanno sempre qualcosa di importante per me! Quella di questo preciso Lexxychap, poi, la adoro! Spero ascolterai anche questa! Ahem... quello spazio lasciato vuoto dopo "la signora", purtroppo è stato un errore in quanto non ricordavo il suo nome, ed intendevo scriverlo successivamente.. cose che poi non ho fatto... me ignorante che non conosco nemmeno i miei pg L Sìììììì! La colpa del traviamento di Sevvie è TUTTA di quei malandrini cattivi!! Grrrrr vorrei strangolarli! Ghghgh per quanto riguarda i sentimenti di Sev e Lu saranno spiegati tutti fin troppo bene qui! XD Ma dai! Davvero hai sognato e disegnato un mio personaggio? O__O devo vederlo assolutamente!!! E cosa vuol dire la scritta in latino? XD io non l’ho studiato... L Tranquilla, Piccolo Cuore è comodamente sdraiato sotto le coperte del lettuccio di Sev in atesa che il suo padrone arrivi e lo stringa mentre dorme! Non sono teneri? Eeeh devo fare un discorsetto a Sev sul rubare i biscotti... non si fa, no no no! Avery ci tiene a farti sapere che non potrebbe mai rifiutare un invito come quello di visitare una stanza disordinata quanto la sua! Ghghgh... mi raccomando non strapazzarmelo troppo! XD Se vuoi metterti in contatto con me questo è il mio indirizzo msn Lexxyhellcat@hotmail.it spero di sentirti presto! Un kiss!! Spero di sentirti presto, e che ti piaccia questo LexxyChap!

Per Rinnie: Beh ritardataria tu...? Ed io cosa dovrei dire? XD perdono per la mia mancanza di aggiornamenti ultimamente... periodo strano come già sai. Ghghgh... mah a me Cammy piace abbastanza, è espansiva, solare... una perosna che può dare molto a Sev e Lu secondo me! E poi mi fa un piacere immenso leggere cosa pensi del biondino in questione e devo dire che ci hai preso in pieno con i veri motivi della loro lite! Però! Sembra che conosci molto bene l’animo umano, soprattutto certi lati, e hai capito a fondo la loro psicologia! Come si fa a rimenere ubriachi con la coca cola...? Mmmm non ne ho idea!! XD Baci a prestissimo spero ti piaccia questo LexxyChap! Un super mega gigantissimo kiss per te!! Alla prossima!

Per LadyViolet: Ahem... spero di non averti spinto sull’orlo dell’omicidio con questo ritardo mostruoso di aggiornamento! Perdono, perdono, perdono!! Spero ti piacerà questo LexxyChap... e spero che nessuno mi abbia abbandonata dopo questa lunghissima assenza! Per quanto riguarda i miei anime e manga preferiti sono moltissimi... quelli più belli in assoluto secondo me, sono GTO, Battle Royale, Kodomo no Omocha, e One Piece... ma ne ho letti talmente tanti! Se vuoi possiamo parlarne su msn (lexxyhellcat@hotmail.it) così mi dici cosa ne pensi e magari mi consgili qualche altro bel manga da leggere! Con la speranza di sentirti presto, e che questo LexxyChap ti piaccia... alla prossima!

Per Angevil_Rickman: Prima cosa scusa tantissimo il ritardo dell’aggiornamentooooo! Cercherò di rimediare anche ocn altre storie! Sì, lo so che ancora aspetti Mamba con trepidazione! Non posso spoilerarti niente sul chiarimento di Lu e Sev, ma una cosa posso diertela...! E sicuramente ti metterà un atroce dubbio in testa, alla fine del chap capirai perchè... questa sarà l’ultima volta che Lucius scappa da Sev... ghghgh. Che Morris è stato mortalmente ingiusto verso Severus è ovvio, e se ne è reso conto lui stesso! E pur di rimediare a ciò, ha rischiato di perdere per sempre la sua fiducia confessandogli tutto! Nonostante sia un Serpeverde, non è riuscito ad ingannare Sev, non se la sentiva. Questi due hanno una forte attrazione l’uno per l’altro! Mmm... l’abbraccio e le lacrime sono state molto intime è vero! Chi avresti voluto fosse al suo posto? Ghghgh! Beh ho pensato di stare rendendo Moody un po’ troppo cattivo per i miei gusti e che lo stavano odiando un po’ tutti... e dato che adoro questo pg, dovevo assolutamente porre rimedio! Si è ovviamente reso conto di essersi sbagliato nell’accusare e maltrattere Sev a quel modo e ora sta cercando di farsi perdonare! Ti saluto con un abbraccio e un mega kiss, e spero che ti piaccia il LexxyChap! Alla prossima!

Per Felicity: Ciao bella tutto bene? ghghgh per prima cosa chiedo scusa anche a te tantissimo per il mostruoso ritardo di aggiornamento ç_ç sono molto contenta che ti stanno simpatiche Cammy e Gita anche perchè non le ama quasi nessuno! XD Sei perspicace ad aver capito subito la loro relazione! Ghghgh! Spero che questo LexxyChap ti piaccia! Un bacione! Alla prossima!!!

Per Selvy: Ahem... forse non era esattamente questo che intendevi con "continuala presto"... ç_ç perdono per il ritardo osceno! Spero che lascerai altre recensioni, e che questo lexxychap ti piaccia! Un abbraccio, alla prossima!

Per Jew: Perdono per il ritardomostruoso!! Sto chiedendo scusa a tutti spero davvero di non essere stata troppo assente ç_ç per prima cosa, mi incuriosisce molto il tuo nick! XD ti va di darmi spiegazioni in proposito? Lo trovo interessante! Sono contenta che la prima recensione della tua vita l’abbia fatta alla mia storia! Spero sia la prima di molte! ^^ le recensioni sono il pane quiotidiano degli autori! Bene bene! hai indovinato chi è l’assassino? Da cosa? Vorrei sapere il tuo parere se ti va possiamo sentirci via msn! (lexxyhellcat@hotmail.it)! Un kiss, alla prossima! Spero ti paccia questo LexxyChap! Bye!

XxX.Lexxy.XxX

 

 

 

 

Pelle,
è la tua proprio quella che mi manca
in certi momenti e in questo
momento e la tua pelle ciò che sento,
nuotando...
nell' aria.

Odori dell' amore nella mente,
dolente, tremante, ardente.
il cuore domanda
"cos' è che manca?"
perchè si sente male...
molto male,

amando,
amando,
amandoti ancora...

nel letto,
aspetto ogni giorno un pezzo
di te,
un grammo di gioia,
del tuo sorriso,
e non mi basta...
nuotare nell' aria per immaginarti,
se tu sapessi
che pena..

e intanto
l' aria intorno è più nebbia che altro,
l' aria...

è più nebbia che altro.

è certo un brivido
averti qui con me
in volo libero
sugli anni andati, ormai.

e non è facile,
dovresti credermi,
sentirti qui con me,
perchè tu non ci sei.

mi piacerebbe sai,
sentirti piangere,
anche una lacrima,
per pochi attimi.

 

LexxyChap 26: La saggezza dei Centauri!

Martedì 1 Dicembre, Corridoi di Hogwarts, ore 08:00

Severus, con la borsa in spalla, percorreva con calma gli affollati corridoi del castello, dirigendosi verso la prima lezione della giornata, nella serra di Erbologia. Molti altri studenti lo superavano di corsa, ridacchiando, mentre altri si dilettavano con gli scherzi acquistati il girono prima da Zonko... ma il vampiro si accorgeva a malapena del trambusto circostante, continuando la sua passeggiata malinconica.

Dei pensieri si affacciavano infatti prepotenti nella sua mente... gli sembrava di sentire ancora nella sua testa la voce di Moody, che nel locale, il giorno precedente, gli aveva rivelato qualcosa sulla quale avrebbe dovuto riflettere per molto prima di raggiungere una decisione... nella sua testa il ricordo

"Così Malfoy all’inizio, quando lo hai conosciuto, era una specie di bambino troppo cresiucto...? Beh è normale rivelarsi diversi da ciò che si è agli inizi. Specie se una persona ci piace. Ma cerca di vedere le cose da un altro punto di vista: se Malfoy si scopre a quel modo sempre più, è perchè inconsciamente inizia a fidarsi di te e del vostro rapporto abbastanza da mostrarti il vero sè stesso. E quindi iniziano le prime liti."

"significherebbe che quello che ho conosciuto fino ad ora, non era il vero Lucius?"

"Certo che lo è. Ma non quello completo. Ti lamenti tanto del fatto che non ti sei mai aperto con lui... ma tu cosa sai del SUO di passato?"

*Ho sbagliato tutto...* pensò il moretto tra sè, finalmente arrivato ad Erbologia, mentre tirava fuori tutto l’occorrente per seguire la lezione.

"Sevvie...?"

"Ohi, Avery! Che hai fatto? Sembri appena uscito dalla tomba!"

"Eh, sì... ne sono strisciato fuori come un verme..."

"Addirittura? C’è qualcosa che non và?"

"Porco Merlino se le cose vanno male..."

"Raccontami senza bestemmiare per favore! Stai pure qui, Lu s’è assentato."

"Beh... –iniziò il ragazzo, posando la sua borsa a fianco a quella dell’amico- ho spedito una domanda d’iscrizione alla "Magic & Drama" a Londra... ma non è andata molto bene..."

"Oh! Mi dispiace... ma non è un po’ presto? Cioè... ti mancano altri due anni prima di finire Hogwarts! E non penso prendano maghi non diplomati così su due piedi...!"

"Lo so! Ma è così esclusivo quel posto che ho deciso di cominciare le pratiche da subito. Sai, informarmi sul prezzo, le attività, il tempo d’attesa, e tutto il resto..."

"Adesso capisco... beh ma puoi sempre riprovare! Anche con altri istituti!"

"Sì lo so... ce ne sono altri due... ma quello è... beh, il mio sogno!"

"Puoi sempre inoltrare altre richieste!"

"Speriamo che mi prendano... ma ci sono molti iscritti da molto prima di me. C’è chi è in attesa da più di cinque anni... figurati se prendono proprio me... il principino degli ignoranti di Hogwarts..."

"Non dire così, non sei ignorante."

"Sentirlo dire da te è il colmo... faccio tanta pietà?"

"Ma quale pietà! Sai molte cose, la verità è che fai solo la parte dello scemo!"

"La parte, eh...?"

Biscicò Avery, scuro in viso, gli occhi bassi che fissavano il libro di Trasfigurazioni. Evidentemente il ragazzo era così giù che non si era nemmeno reso conto di avere sotto gli occhi il testo sbagliato. Urgeva immediatamente una trovata brillante per tirarlo su!

"Ahem... Avery lo sai che la McGranitt ha lanciato un fermacarte a Moody?"

Il ragazzo immediatamente alzò la testa, e guardò il compagno di banco con gli occhi stupiti. "Un fermacarte?" Chiese, a bassa voce, ancora abbastanza depresso, ma quando vide l’altro annuire, scoppiò in una risata.

"Non ci posso credere.. la McGranitt... ah ah ah!"

"Esatto! Pare abbia gridato ‘Ora ti lancio questo fermacarte!’, ed un secondo dopo lo abbia fatto per davvero...! Ah ah ah! È proprio una donna che mantiene le promesse, quella!"

"Già... ah ah! Lo ha anche avvertito prima... ah ah ah ah!"

"Ah ah! Sono contento che ora sei più allegro..."

"Ahhh... ci voleva proprio una risata... grazie, Sev... sei proprio un amore!"

*Il mio amore...* aggiunse mentalmente Avery. Severus allora, alzò lo sguardo verso l’amico, e senza neanche accorgersene gli mostrò uno dei sorrisi più dolci che l’altro avesse mai visto sul suo viso... il ragazzo sentì il cuore battere due volte più veloce.

"Ti voglio troppo bene, Sev."

Aggiunse allora, istintivamente, senza pensarci. Vide allora l’altro annuire e confermare che il sentimento era reciproco, anche se il vero sentimento nel cuore e nella mente di Avery non era esattamente quello appena uscito dalle sue labbra. Il mondo però sembrava di colpo così bello e i suoi problemi così insignificanti grazie al sorriso del ragazzo che amava...

"Avery... ti sei incantato?"

"Eh? Ah... no... ma dov’è Lu a proposito?" Disse, sviando il discorso.

"Ehm... io credo nel dormitorio... o all’infermeria, non si sentiva tanto bene."

"Oh." Disse semplicemente il ragazzo, come se ne fosse stupito. Qualcosa negli occhi di Avery però sembrava misteriosa. "Mi dici la verità, Sev?" Chiese, cogliendo il moro completamente di sorpresa.

"Sì... perchè lo chiedi?"

"No... no, niente."

Rispose, atono. Ma un secondo dopo, il ragazzo riprese a sorridere, e si tenne occupato ascoltando la professoressa Sprite spiegare il corretto modo di sfrondare la loro pianta carnivora. Severus però non riuscì a fare a meno di preoccuparsi. Sapeva che Avery non era stupido... che avesse capito la loro natura di vampiri? In effetti si conoscevano da troppo per poter sperare di non capire quando qualcosa non andava... decise tuttavia di dedicarsi anche lui alla lezione.

 

 

NEL FRATTEMPO, NELLA FORESTA PROIBITA...

Lucius Malfoy aprì gli occhi su un panorama fin troppo verde e pieno di foglie per essere il dormitorio di Serpeverde... si sollevò sui gomiti, e si rese conto di dove si trovava: si era inoltrato così tanto nella foresta, che non riusciva nemmeno ad intravedere il cielo attraverso la fitta vegetazione che lo circondava.

Per qualche attimo l’insensibilità lo avvolse completamente, come avviene spesso ad ogni risveglio... ma subito dopo gli tornò in mente in motivo per cui era lì in quel momento: la lite con Severus, e con le due fidanzatine, il giorno precedente. Immediatamente fu invaso dal senso di colpa, misto però alla rabbia per gli ingenui ragionamenti da complessato di Severus.

Non se la sentiva ancora di tornare al castello... non in quelle condizioni di certo! La rabbia lo avrebbe dominato, e lo avrebbe spinto a dire o fare cose di cui poi si sarebbe sicuramente pentito. Così, alzandosi dal terreno, optò per una passeggiata solitaria e pensosa.

 

 

AULA DI TRASFIGURAZIONE, ORE 17:00.

"Molto bene, ragazzi! Stranamente oggi ho notato che vi siete tutti impegnati molto nella mia lezione! Spero davvero che continuiate così. Anche se so fin troppo bene che non lo farete..." Disse una sconsolata professoressa McGranitt poco prima della fine della lezione.

Quando finalmente si sentì la campana suonare lentamente, tutti si alzarono dai loro posti, iniziando a riordinare la loro cartella, pronti per l’ultima lezione della giornata. All’improvviso però la McGranitt esclamò

"Signor Piton, lei no. Devo parlarle."

A sentire queste parole, un brivido percorse la schiena del moretto. La McGranitt che voleva parlare con te non era mai un buon segno, lo sapevano tutti! Tuttavia, non oppose nessuna obiezione, ben sapendo che comunque sarebbe stato tutto inutile. E mentre aspettava che tutti fossero usciti, avvertì lo sguardo di Avery su di lui, dal fondo della classe.

Si voltò, e per un secondo i loro occhi si incontrarono, prima che l’altro gli sorridesse, e li riabbassasse ancora sulla sua cartella. Cosa stava succedendo al suo migliore amico? Quanto tempo era che aveva quegli atteggiamenti strani? Possibile che non se ne fosse mai accorto prima? O forse era lui a immaginare tutto?

Ma non fece in tempo a rispodere a queste domande, che tutti furono fuori, e lui dovette avvicinarsi alla cattedra della professoressa, e pregare Merlino che non fosse nulla di imbarazzante, o doloroso. Sentì l’insegnante schiarirsi la voce, e poi chiedere, seria

"Signor Piton, ho notato la prolungata assenza del suo compagno, il signor Malfoy. C’è forse qualcosa che non và? Ha per caso a che fare con la vostra natura? Non è nemmeno la prima volta che accade..."

Il vampiro restò a corto di parole. Cosa avrebbe dovuto risponderle? Decise che probabilmente la verità sarebbe stata la cosa migliore: sempre meglio di fare una figura meschina come quella con Moody... le bugie non sono sempre la mossa più adatta. Quindi inspirò profondamente, e rispose

"Beh ecco... vede, professoressa... il fatto è che ieri io e Malfoy abbiamo avuto un brutto litigio, così... ecco, lui ha l’abitudine di sparire per qualche tempo quando ciò accade... per riflettere, penso, o per sbollire, non so."

"E dove sarebbe andato?"

"Sicuramente nella foresta proibita..."

"Capisco. Ma non può comportarsi in questa maniera..."

"Lo so professoressa... sta perdendo un mucchio di lezioni, e..."

"Non era a questo che mi riferivo, signor Piton."

"Cosa, allora?"

Chiese educatamente il vampiro, alzando sulla professoressa un faccino tutto speranzoso, ed un’espressione confusa. L’insegnante allora si voltò sulla sedia per stare di fronte al vampiro e guardarlo in faccia, si aggiustò gli occhiali sul naso, e poi iniziò a dire

"Scappare. Non serve. Sa, quando avevo la sua età, io avevo un’amica poco abituata a parlare dei conflitti, credo per paura di perdere la mia amicizia. Ma poi abbiamo entrambe imparato che il VERO affetto si distingue appunto dal fatto che i litigi uniscono invece che separare."

"Capisco, professoressa."

"Anche voi, Merlino piacendo, imparerete che scappare è perfettamente inutile e che anzi nei rapporti di tutti i generi il dialogo e la fiducia sono importantissime. Perciò, signor Piton, le liti, come anche le distanze, sono come il vento: rafforzano una fiamma grande, e ne spengono una piccola."

Severus, si sentiva abbastanza a disagio a parlare di queste cose proprio con la McGranitt, ma allo stesso tempo riuscì a capire ciò che stava cercando di spiegargli. Arrossì dalla testa ai piedi, e rispose solamente

"La ringrazio perofessoressa."

"Vada pure, signor Piton. Cerchi di rintracciare Malfoy." Concluse.

"Certo. Arrivederci."

"Arrivederci."

 

 

POCO DOPO, NELLA FORESTA PROIBITA:

Lucius se ne stava tranquillamente seduto su una roccia in un punto imprecisato della foresta proibita. Accanto a lui giaceva il corpo dissanguato di un lupo. Severus non uccideva quasi mai i lupi, li trovava troppo belli... ma d’altronde, Lucius era convinto che il compagno non avesse capito bene il senso di ciò... se proprio dovevano accontentarsi di un animale, che almeno fosse uno bello!

Ma di certo quella non era l’unica cosa che Severus non riusciva a capire... una vena si gonfiò sulla fronte del biondo a questo pensiero. Sbuffò, e scivolò sulle foglie secche, sdraiandosi comodamente su queste. Certo, non erano nè molto profumate, nè molto pulite, ma sempre meglio che dormire accanto a Sev...

All’improvviso, uno strano sibilo riempì l’aria, e qualcosa di molto simile ad una freccia andò a conficcarsi nel terreno vicinissimo al suo orecchio. Immediatamente Lucius si tirò su, e fece appena in tempo a schivarne una seconda, che avrebbe altrimenti colpito la sua mano sinistra in pieno.

*Ha una mira pessima... –pensò il vampiro- oppure non ha intenzione di uccidermi...* Nonappena in piedi, si guardò intorno alla ricerca della direzione di provenienza di quei dardi, ma nonostante i suoi sensi sviluppati, non riuscì a scovarlo. Evidentemente, si nascondeva bene...

Un altro sibilo gli rivelò il punto di partenza esatto delle freccie. Si mise a correre verso l’interno del bosco, accorgendosi di essere inseguito, proprio come aveva previsto. Con un semplice salto, arrivò a nascondersi tra i rami di un alto albero di pino.

Poco dopo, sotto di sè, vide la forma di un confuso centauro, tutto intento a guardarsi intorno, cercando proprio lui. Immediatamente saltò giù atterrando la creatura come un soldato da guerriglia. Una volta a terra, il centauro prese a scalciare furiosamente, ma inutilmente, data la forza superiore dei vampiri.

"Lasciami andare tu, creatura oscura!"

"Modera i termini! Sono uno studente di Hogwarts!"

"Tu?! Non farmi ridere, vampiro!"

"Non scherzo!"

"Cosa ci farebbe un essere malvagio come te nel castello di Silente?"

"Se Silente mi ha accettato non sono certo affari tuoi!"

"Non scherzi?"

"No, niente battute da parte mia, oggi! Mi chiamo Lucius Malfoy!"

"Beh... –arrancò il centauro ormai sfinito da quel wrestling- non puoi stare qui comunque, Lucius Malfoy!" disse, riuscendo finamente e rimettersi in piedi, ma solo pechè l’altro glielo aveva permesso. Ora la creatura guardava il vampiro con occhi guardinghi e cercava di valutare se stesse mentendo oppure no.

"E perchè no?"

"La tua presenza oscura minaccia le creature della foresta."

"Capisco. Ma non mi nutro di centauri."

"Come faccio a crederci?"

"Ma fai come ti pare...!"

"Se sei uno studente perchè non sei a scuola?"

"Perchè sono incazzato nero e non volevo rischiare di fare stronzate!"

"E come mai questo sentimento?"

"Beh, insomma... giù al castello c’è questo vampiro, Sev, il mio compagno, stiamo perfino nella stessa stanza, quindi... oh, ma insomma perchè diavolo lo sto raccontando a te!" Si lamentò Lucius, che ormai credeva di aver fatto il pieno di sfiga per tutto il resto della vita.

"Noi centauri siamo saggi." Rispose semplicemente l’altro.

"Sì. Come i cinesi... cielo a pecolelle acqua a catinelle!" Disse ironico il biondo, strizzando gli occhi e sostituendo le "r" con le "l", ad imitazione di un cinese, e tendendo una mano verso l’alto come per verificare se effettivamente stesse piovendo.

"Ah ah ah! –rise il centauro- Questa non la sapevo! È bella!"

*Caspita, che saggezza...* pensò il vampiro tra sè, sconsolato, mentre osservava scoraggiato l’ingenuità della creatura davanti a lui.

"Beh, comunque male non farà parlarne..." Riflettè il centauro.

"Secondo me sei solo un centauro curioso che non sa farsi gli affari suoi!"

Questa frase fece meritare a Lucius uno sguardo innervosito.

"Noi centauri ce ne infischiamo dei problemi insignificanti di voi maghi!"

"Sì certo, come no... oh, e va bene! Te ne parlerò, ma come minimo pretendo che mi risolvi il problema! Forza ora, mettiamoci seduti."

Ancora un altro sguardo carico di odio da parte del centauro.

"Ah, scusa... certo, tu non puoi sederti..."

"Lascia stare. Forza, mi stavi parlando di un tuo compagno."

"Esatto! Non sarai saggio, però hai buona memoria!"

"Ti ringraz... ehi!" Esclamò infine rendendosi conto di essere stato preso in giro.

"Scusa, scherzavo... -Si scusò, e vide il centauro annuire- forse..."

Ancora uno sguardo malevolo dalla creatura, e per evitare ulteriori scontri, il vampiro decise di sviare immediatamente il discorso, iniziando il suo racconto "Dunque... insomma... Sev, il mio compagno vampiro... lui è un ragazzo straordinario! Cioè... intelligente, maturo, bello, e anche dolce quando vuole..."

"E il problema allora dove sta?"

"È complicato..."

"Nel senso?"

"Lui... vuole sempre avere ragione, e poi spesso si fa carico di problemi che non sono suoi! Insomma... e poi ha anche molti lati oscuri... e la cosa che mi fa rabbia è che non si fa mai aiutare da nessuno! Non mi lascia entrare! È come se fosse chiuso a chiave! Tiene tutto nascosto dentro di sè, e... insomma, questo."

"Quindi si può dire che ti senti inadeguato, perchè lui ha delle qualità più belle delle tue, e ti fa capire che non puoi aiutarlo. Sei convinto che lui non ti coinvolga nella sua vita perchè non ti reputa alla sua altezza?" Chiese il centauro, con l’aria sicura di sè, convintissimo di avere ragione.

"Qualcosa del genere, sì..."

"E ti fa rabbia che abbia tanta voglia di risolvere i problemi degli altri, ma che non metta mai mano ai suoi, come se si gettasse a capofitto in tutto ciò che lo facesse sentire meglio, nel senso che lo convinca che c’è di peggio e che quindi gli dia una scusa per scappare sempre." Continuò, ormai talmente orgoglioso della sua perspicacia da lasciarsi sfuggire un sorriso compiaciuto.

"Diavolo, sì!" Confermò Lucius sempre più impressionato da cotanta sagacia.

"E inoltre hai paura per lui, temi che si faccia del male. E temi che non riuscirete mai a comunicare come si deve. Gli tendi continuamente una mano, ma lui continua puntualmente e rifiutarla, e magari il più delle volte si comporta anche come se non la vedesse nemmeno."

"Hei, ma allora sei saggio davvero! Hai dato voce a tutti i miei sentimenti!"

"Te l’avevo detto..."

"Quindi quale sarebbe la soluzione?"

"Mmm... non lo so!" Esclamò il centauro, sorridente. Lucius si voltò a guardarlo di scatto, e si lasciò scivolare a terra, abbandonando il ‘comodo’ sasso sul quale si era seduto.

"Ritiro tutto... non sei saggio..."

"Senti... i problemi di questo genere non hano soluzione. La sincerità è un qualcosa che va guadagnato, e non sarebbe corretto da parte mia suggerirti qualcosa, anche perchè non conosco affatto questo ‘Sev’..."

"Severus. Il suo nome intero è Severus Piton"

"Non lo conosco ugualmente."

"Io non so cosa fare, come comportarmi... non voglio ferirlo ma nemmeno continuare a guardarlo ferirsi in questo modo! A volte vorrei solo afferrarlo e scuoterlo, e ficcare in quella sua testaccia vuota che se non è lui il primo a stare in pace con sè stesso, non può aiutare proprio nessuno! Ma come fa ad essere così stupido?!"

"Tu soffri per lui..."

"Certo. Io lo amo."

"Questo lui lo sa?"

"Lo sa dal primo momento..."

"E come si comporta a riguardo?"

"Ha paura... lui ha avuto... delle brutte esperienze."

"Capisco più o meno. Vorresti dargli più sicurezza?"

"Sì. Lo vorrei tanto. Più di ogni altra cosa."

"Ma non ti sembra in questo caso che sei anche tu a farti carico dei suoi problemi? La tua vita è così perfetta da poterti dedicare a lui completamente? Non hai nessuna questione irrisolta? Nessuna paura?"

"Io... no. Di certo no..."

"E dei tuoi problemi parli a Severus?"

"No... te l’ho detto ha già molti problemi, e..."

"Vedi che ragioni come lui?"

Lucius tacque all’istante. Restò a fissare il centauro con gli occhi grandi e stupiti, e le bocca aperta. Nella sua mente iniziarono a correre mille pensieri, e solo dopo qualche minuto riuscì a formulare una qualche risposta coerente.

"Sì, ma... io sento il dovere di aiutarlo."

"Perchè ti senti il dominante? Credi che sei tu a dover proteggere lui? Cerca di capire che se lui non si fida di te non accetterà mai di essere protetto, e se nessuno dei due si apre con l’altro, la fiducia ve la scordate. Come puoi pretendere di averlo se non ti fidi a parlargli dei tuoi incubi? Le cose si risolvono insieme, aiutandosi l’uno con l’altro. E forse è per questo che il tuo è ancora un amore a senso unico."

 

 

CORRIDOI DI HOGWARTS, ORE 19:00:

Severus si aggirava per gli ormai quasi bui corridoi del castello, la sua mente vagava ancora attorno a Lucius, cercando di riflettere su tutto ciò che gli era stato detto tra la sera e la mattina... Moody che lo incoraggiava, la McGranitt che gli dava consigli, ed Avery che si comportava in modo strano... si passò una mano tra i capelli, afferrando poi una ciocca ed iniziando ad attorcigliarsela attorno ad un dito, lasciandosela poi scivolare morbidamente da questo.

"Non faccia così, è sinonimo di insicurezza!"

Sentita questa frase, il vampiro si voltò riconoscendo immediatamente la voce del suo professore di DADA. Arrossì involontariamente, e ringraziò la semioscurità che lo proteggeva, nascondendo il suo rossore.

"Buonasera professore! Come mai qui?"

"Niente di che... oggi mi stavo lasciando prendere dai ricordi di gioventù."

"E cioè?"

"In questo corridoio ho dato il mio primo bacio."

Severus sentì una strana fitta allo stomaco alle parole dell’uomo, ma non disse nulla, semplicemente lasciò che la sua mano ricadesse lungo un fianco, smettendola di tormentarsi si capelli. La sua espressione leggermente rabbuiata, tacque.

"Cosa c’è? Oggi la vedo strano."

"Niente, professore... ho qualche problema in generale."

"Ho saputo che oggi Lucius s’è assentato da tutte le lezioni."

Ancora una volta Severus non disse una parola. Il professor Morris allora si rese conto di aver appena fatto una gaffe, anche se involontariamente, quindi si sbrigò a dire qualcosa per chiarificare

"Non ho chiesto in giro. Ne stavano parlando in sala professori."

"Mi scusi. Oggi non sono molto di compagnia..."

"L’ho notato. Se vuole... possiamo parlarne. Anche se non credo che lei potrebbe fidarsi ancora di me dopo quello che è accaduto... cioè, che le ho detto l’altra mattina... quello che le ho fatto, insomma..."

"Non si preoccupi di quello... no, è solo che... mi sento confuso ultimamente."

"Non riesce a studiare?"

"Non in quel senso... anche se le ripercussioni sono quelle."

"Spero non sia nulla di grave."

"Io... io ho paura di stare perdendo Lucius..."

"Cosa glielo fa pensare?"

"Il fatto è che... ieri abbiamo litigato, e lui mi ha fatto capire che non gli piace il mio carattere. Ho paura che ora stia reputando un errore l’avermi conosciuto. Io non so cosa fare per essere migliore."

"Migliore di chi?"

"In generale..."

"Sia sè stesso e basta!"

"Ma così non mi piaccio!"

"Quando mai si è piaciuto?"

Severus aprì la bocca per rispondere, ma non trovò nulla di intelligente o sensato da dire. La risposta era "mai"... non si era mai piaciuto in tutta la sua vita. C’era sempre qualcosa che non andava in lui, sia che lo notasse da solo, o che glielo facessero notare gli altri.

"Visto? –disse il professore- lei non deve preoccuparsi di cose simili. Nel senso... avere sempre qualcosa di particolare da dire, o da fare, non serve! Essere se stessi è importante! Ed il fatto che lei non si piaccia da solo non significa certo che non può piacere agli altri! Lei è una bella persona. Tutte queste paranoie che si fa, sono inutili e dannose! La smetta e basta! Bisogna piacere per come si è! Altrimenti sarebbe solo finzione!"

"Finzione? No, non è vero! Cambiare a volte serve!"

"Cambiare è impossibile! Il carattere è quello e basta!"

"Non è così! Secondo me si può cambiare invece!"

"No, non è vero!"

"Sì che è vero!"

"Oh, ma andiamo! Al limite si possono arginare certi comportamenti! Smussare gli angoli, insomma! Ma se una persona davvero è innamorata o tiene all’altra, non gli chiederebbe mai un cambiamento totale! O si piace o non si piace! È scorretto cambiare per gli altri!"

"Quindi lei pensa che non sia bello cercare di far felice una persona a cui si tiene?"

"No."

"Perchè?"

"Perchè non sarebbe più amore, ecco perchè."

"Continuo a non capire."

"Che senso ha stare con una persona se la si vuole cambiare? Se mi piace qualcuno mi piace per come è non per come la vorrei io! Una persona che cambia totalmente per piacere ad un’altra non è innamorata, è solo un’ossessione! Ed è sempre malsana!"

"Ma se non si piace a nessuno?"

"Di chi sta parlando?"

"Sto parlando di me!"

"Lei piace, invece!"

"Non dica simili cose per favore! Non sono mai piaciuto a nessuno!"

"A me lei piace..."

Disse il professore con tono leggero, come se fosse la cosa più naturale del mondo da dire. Quando però Severus sentì quelle parole, restò interdetto, e sentì suo malgrado le guance bruciare... sicuramente era arrossito ancora una volta, ed avrebbe voluto sotterrarsi per questo.

"Ehm... la ringrazio..."

"Prego!"

"Credo di capire il suo discorso..."

"Lo spero."

Il moretto alzò lo sguardo sul suo professore, e sorrise. L’uomo ricambiò il gesto, e si avvicinò al suo studente, quando gli fu vicino gli mise una mano sulla spalla e gli disse "Se stava tornando al dormitorio, la accompagno. Sto scendendo nei sotterranei, dovrei riferire un messaggio al professor Lumacorno, da parte di Silente."

"Oh... no, io pensavo di andare in biblioteca per un po’ fintanto che ho un po’ di tempo..."

"Va bene, allora ci vediamo a lezione domani!"

"Arrivederci professore!"

Lo salutò il vampiro, e l’altro contraccambiò con un cenno della mano.

 

 

NELLA FORESTA PROIBITA:

Lucius si sentiva decisamente meglio dopo essersi sfogato con qualcuno, anche se questo qualcuno era un centauro il cui talento principale sembrava essere quello di confondere le idee. Le parole della creatura infatti gli avevano aggiunto molti pensieri ai tanti che già aveva. D’un tratto il silenzio venne rotto da uno schiocco secco, seguito da un leggero fischio.

Immediatamente il vampiro, riconosciuto il rumore (ormai fin troppo familiare), spiccò un balzo, andando a nascondersi dietro un alto sicomoro. Nel punto esatto dove si trovava poco prima, ora giaceva una freccia piantata nel terreno. Una voce profonda rimbombò profonda tra gli alberi

"FIORENZO! COSA STAI FACENDO?!"

"Io facevo solo quattro chiacchiere!"

"Con un vampiro?! Una creatura oscura e immonda come quella?!"

Tuonò la voce in risposta, ed il possessore di questa si fece avanti alla fioca luce che passava attraverso i fitti rami degli alberi. Era insieme ad altri due compagni, e sembrò molto sicuro di sè. Fiorenzo non rispose all’affermazione, ma restò fermo a guardare i tre che stringevano gli archi in pugno, pronti alla battaglia.

"È quasi il tramonto! Dobbiamo scacciare questa creatura prima che acquisti la piena potenza della sua razza, e ci attacchi!"

"Lui non ci attaccherà!"

"Tu ed il tuo maledetto ottimismo!"

Replicò l’altro, arrabbiato, e poi fece un cenno ai due centauri al suo fianco, e insieme partirono alla carica verso il nascondiglio di Lucius, con l’evidente intenzione di stanarlo ed ucciderlo. Il biondo allora uscì immediatamente allo scoperto, ma nonappena le tre creature tentarono di lanciarsi al suo inseguimento, Fiorenzo tagliò loro la strada.

"Sta andando via! Lasciatelo in pace!"

Ed il biondo, correndo verso il sentiero che conduceva fuori dalla foresta, gridò "Fiorenzo, addio! È stato un piacere!" e sparì presto dalla loro vista.

"Rincorriamolo!" Gridò uno dei centauri.

"No!!" Continuò a sbarrar loro la strada Fiorenzo.

"Fiorenzo! Sei sempre il solito! - Lo rimproverò il capo del gruppetto.- devi sempre infrangere le nostre regole e mostrarti non convenzionale! Sei solo stupido, te ne rendi conto?!"

"Beh, per lo meno io non uccido qualunque cosa respiri attorno a me!"

"Quello non respira! È un non morto!"

"Sai di cosa parlo! Sei tu lo stupido!"

Concluse Fiorenzo, e senza aspettare la risposta dell’altro, che sembrò molto arrabbiato, semplicemente si voltò e se ne andò, sparendo nel folto del bosco. Il capo del gruppo allora si gonfiò tutto ma ripose l’arco in spalla, subito imitato dai suoi compagni, e prese a lamentarsi ad alta voce, parlando un po’ con gli altri, un po’ con sè stesso.

"Quel Fiorenzo! È incredibile! Se va avanti così finirà col diventare un rinnegato! Magari andrà addirittura a vivere al castello, visto che sembra così affascinato dai suoi stupidi abitanti! Si metterà ad insegnare lì, magari! Qualche materia del cavolo come Astronomia, o Divinazione, che gli umani non riuscirebber mai a capire!"

Si sfogò, compiaciuto dall’annuire dei suoi compagni, che sembravano mandargli ragione su tutto. Con un cenno agli altri poi, si fece seguire per continuare la loro perlustrazione, e scomparvero anche loro tra la fitta vegetazione della foresta.

 

 

AL CASTELLO...

Severus era appena uscito dalla biblioteca, aveva tentato di portarsi avanti con i compiti, ma inutilmente. La sua mente occupata da tutt’altri biondi pensieri, era riuscita a combinare ben poco. Lucius non era mai stato via per tanto tempo! Ormai erano passati due giorni... e se avesse semplicemente deciso di abbandonare Hogwartse non tornare mai più? Se lo avesse abbandonato così, senza neanche salutarlo?

Il pensiero lo fece stare malissimo... la Mc Granitt gli aveva consigliato di andare a cercarlo, ma qualcosa lo stava fermando: era il suo orgoglio. Sapeva che non serviva a nulla impuntarsi in quel modo, e che in fondo al suo cuore non desiderava altro se non correre nella foresta proibita, o ad Hogsmeade, dovunque avesse una possibilità di trovare il suo compagno... anche a costo di essere punito.

Eppure non riusciva a fare nulla. Decise quindi di tornare alla Sala comune dei Serpeverde, per controllare –l’ennesima volta quella giornata- se per caso il compagno fosse tornato. Era così pieno di brutte sensazioni, che trasalì quando sentì una voce alle sue spalle gridare

"We, Dracula! Che fai, non saluti?!"

Il vampiro si voltò lentamente, la bocca e gli occhi spalancati, e la faccia pallidissima. Quando vide corrergli incontro una iperattiva figurina femminile con i capelli arancioni, lasciò andare il respiro che aveva trattenuto. Quando la ragazza gli fu davanti, lo strinse forte in un abbraccio mozzafiato. Il vampiro si irrigidì, assolutamente non abituato a certi slanci di affetto totalmente non inglesi.

Ma per non offendere l’amica francese, tentò di ricambiare come poteva, battendole leggermente la mano sulla schiena, come se stesse carezzando un randagio. "Sei pazza... –disse, senza nemmeno riuscire ad arrabbiarsi- Mi chami in quella maniera, e poi mi salti addosso così..."

"Rh, sì sono proprio una francese svergognata!"

Disse la ragazza, finalmente allentando la sua presa, poi gli mostrò la lingua per ripicca, e scoppiò a ridere. L’altro sorrise debolmente, un po’ contagiato, e chiese "Come mai così allegra, oggi?" Chiese il vampiro senza però riuscire a dare nessuna emozione alla sua voce.

"No no no no... la domanda giusta è perchè tu sei così giù?"

"Ah... niente. Tranquilla."

"Hei, sono più grande di te, posso darti qualche consiglio!"

"Hai solo un anno più di me. E comunque non è nulla, davvero!"

"Mmm... ha a che fare con gli spiriti? Stai tranquillo! Presto sono sicura che scopriranno chi è la maschera, lo staneranno, ed una volta distrutta la maschera, tutte quelle povere anime potranno passare oltre, qualunque cosa ci sia al di là!"

Severus soorrise, ed annuì, mentre camminavano fianco a fianco, come se Cammy lo stesse scortando fino al suo dormitorio. Non sembrava per niente intimorita dal fatto che stava camminando di sera in un corridoio vuoto con un vampiro. Questo diede al moretto una gioia inaspettata. "Però mi domando una cosa..." Buttò lì la ragazza, che continuando a camminare guardava svogliatamente il soffitto.

"Cioè?"

"Cioè... poi Gita mi ha raccontato cosa è successo giù allo scantinato, l’altro giorno, e non abbiamo ben capito di cosa stesse parlando il professor Trebonius. Ma Gita si vergognava a parlartene, quindi sono venuta solo io... chissà perchè si fa tutti questi complessi!"

"Benedetta ragazza, valla a capire! - Sorrise Severus, e poi rispose alla domanda di Cammy- Beh... io credo che il professor Trebonius abbia parlato solo con me perchè ero l’alunno più bravo a cui abbia mai insegnato. Me lo ripeteva sempre, quando capitava che restassimo soli.

"I primi due anni che passai qui, mi fermavo sempre in aula quando ne avevo il tempo, a chiedere approfondimenti, o aiutare a riordinare. Poi però smisi, dopo un periodo in cui smisi di frequentare. Quando tornai, semplicemente non ne abbi più il tempo. Le materie erano aumentate, e si erano fatte più difficili, e dovevo assolutamente mettermi al passo."

"Ah, quindi si riferiva a questo quando diceva che solo tu fai attenzione?"

"Non ci sono altre spiegazioni! In fondo il professor Trebonius era uno che prediligeva la perspicacia al semplice studio a pappagallo. Spesso in classe tendeva dei tranelli, o ci poneva davanti a dei veri e propri enigmi da risolvere. Ed ero quasi sempre io il primo a giungere alla conclusione corretta."

"Quasi?" Chiese Cammy, ed il moretto annuì, pensieroso.

"Durante il quarto anno, ci fu un corso supplementare di approfondimento, e c’era questa Grifondoro, di un anno più piccola. Era, ed è ancora, bravissima in pozioni, anche se aveva alcune pecche, nel senso che si perdeva nei ragionamenti più semplici, si affidava troppo ai libri, sperimantava poco. Ora non so se sia cambiata, ma quando ci accoppiarono, lei restò basita nel vedermi cambiare le note sul libro."

"Ah ah! Lo sapevo che non era nulla in confronto a te!" Sorrise la ragazza, sinceramente ammirata. Era strano parlare con lei. Non c’era mai una punta di invidia nella sua voce, sembrava gioire dei risultati di Severus come se fossero i suoi! Era un suo amico e semplicemente era contenta che fosse così intelligente. Severus arrossì d’imbarazzo.

"Su, non dire queste sciocchezze... tra l’altro questa ragazza si chiama Lily Evans. È quella che Potter ha designato come sua anima gemella, e le sta dietro da tre anni, ormai."

"Beh, se davvero è brava come dici, ci credo che evita Potter come la peste!"

A quest’affermazione, Severus non riuscì a trattenere una risata. Cammy allora, a sentirlo finalmente contento si aprì in un sorriso talmente radioso, che sembrò brillare nella semioscurità. "Comunque- proseguì- tornando al discorso di prima... la cosa che più mi premeva sapere è la questione della Maschera. Il professore disse ‘Solo lei conosce la profondità della questione’. A cosa si riferiva?"

Severus la guardò, e si mise a riflettere per qualche attimo.

"Beh... il discorso era questo... lui disse che sotto la maschera si nasconde un uomo senza volto. E mi ha detto di stare attento perchè quel volto potrebbe essere il mio. Sono sicuro che intendesse scagionare l’uomo dietro la maschera, che sarebbe la sola colpevole.

"Insomma l’unico male di quest’uomo sarebbe la scarsa capacità di rendersi felice. La maschera lo ha sicuramente sedotto offrendogli quello che lui o lei non hanno mai avuto, ovvero fiducia in loro stessi e capacità di fare ciò che vogliono ma che si sono sempre trattenuti dal fare. In effetti era piuttosto chiaro..."

"Beh, spiegati meglio, allora!"

"Mmm... il professore intendeva soprattutto mettermi in guardia dai poteri della maschera, credo perchè ritenesse che io potrei cadere vittima delle sue seduzioni. Ed è chiaro che chiunque la indossasse anche solo una volta, ne diventerebbe totalmente succube. Quell’oggetto deve quindi avere qualche ascendente in più sulle persone più fragili.

"Quelle che non sanno cosa vogliono, o non si apprezzano per ciò che sono... che non riescono a raggiungere la felicità. Le persone come me, insomma... voleva consigliarmi di trovare me stesso prima di affrontate la maschera... temeva che ne cadessi schiavo come colui, o colei che la indossa ora, e non è altro che il suo burattino."

"Capisco. Quindi il solo ed unico colpevole è la maschera!"

"Esatto!"

"Ora ho capito! Certo, che sei proprio un genietto, piccolo Dracula!"

"Accidenti, non chiamarmi così, maledetta!"

La rimproverò Severus, tornato più in sè, ora che si era distratto dai pensieri che lo attanagliavano. Ma senza volerlo, poi, Cammy tornò a mettere il dito nella piaga.

"Ma ora dimmi, Lucius ti ha chiesto scusa?"

Severus si rabbuiò di nuovo.

"Non dirmi che siete ancora in lite! –esclamò la ragazza, furiosa, senza sapere della scomparsa del biondo.- appena becco quel Malfoy gliene dò di santa ragione, vampiro o no, giuro! Ma dico, come può essere così ottuso e scortese! È un idiota totale! Lo spolvererò di farina i soia, lo bollirò, e lo mangerò! E poi..."

"Cammy...?"

"Mh? Sto forse esagerando?"

"Il fatto è che Lucius è sparito da quel pomeriggio ad Hogsmeade..."

"Beh, ma era alle lezioni almeno, no?"

Severus scosse la testa.

"Oh... –disse solo la ragazza, che ancora non aveva metabolizzato la notizia, ma ben preso si riscosse, e si mise quasi a gridare –MA È MATTO O COSA?! Dico, con un assassino di quel calibro in giro! C’è la maschera nel castello, no?! Merlino, potrebbe essere chiunque, e lui sparisce!?" Si lamentò, ma si fermò di botto quando vide Severus rabbuiarsi ancora di più. Cambiò tono.

"Ahem... beh, ma Lucius è pur sempre un vampiro in fondo! Quindi... sicuramente se la maschera gli si avvicinasse, lui gli spezzerebbe le ossa! Su, non preoccuparti! Mi dispiace di averti spaventato ancora di più..."

Severu sorrise, e fece un gesto come a dirle ‘lascia stare’. Poi si fermò davanti all’entrata della sala comune dei Serpeverde, e decise di separarsi dalla rumorosa ragazza.

"Io sono arrivato. Ti ringrazio della compagnia, Cammy..."

"Ghghgh... prego! Io vado da Gita! Ci si vede, Dracula!"

Lo salutò quindi con una strizzatina d’occhio, al quale Severus rispose con un semplice gesto della mano. Quella ragazza aveva la capavità di stupirlo sempre e non poco. Quando fu sparita per i corridoi, Severus entrò velocemente nella sala comune, sperando di trovarvi finalmente Lucius, sano e salvo, e con un modo completamente bizzarro per scusarsi. Ma purtroppo non ce l’avrebbe trovato...

 

 

IN UN LUOGO IMPRECISATO:

Oh, andiamo, lo so che stai fremendo...

"Lasciami stare!"

Io lo so cosa si sta agitando nel tuo cuore in questo momento...

"No! Non lo sai!"

Ma ne sei davvero proprio, proprio sicuro?

"So benissimo che è solo il tuo influsso malefico a darmi questi pensieri!"

Beh, e se anche fosse? Su, andiamo, indossami! Lo so che lo vuoi!

"No! Neanche per sogno!"

Fallo! Vedrai, dopo averlo ucciso ti sentirai meglio... hai ammazzato tante volte per me, ed io non sono egoista! Sarebbe appena la seconda volta che ti fa PIACERE, uccidere qualcuno... l’altra volta è stato bello, no? Non ti sentivi in colpa per quello stupratore!

"No, lui non voglio ucciderlo! Non ha fatto niente di male!"

Oh, certo che lo ha fatto! E tu non vuoi vederlo vero? Desideri solo che sparisca...

"Non lo sopporto ma... non è come uccidere! Stai ZITTA!"

Indossami, avanti!

"BASTA!!! TACI NON VOGLIO SENTIRTI!"

Non costringermi a farlo... non costringermi a mostrarti di nuovo chi comanda tra noi due!

"..."

 

INTORNO ALLA FORESTA PROIBITA:

Lucius stava passeggiando lungo il limitare della foresta proibita, essendo stato scacciato in malo modo dalle sue profondità, e non ardeva certo dal desiderio di incrociare ancora quei centauri infurati! Come sempre però, si ritrovava immerso nei suoi pensieri, e fu un semplice fruscìo a distrarlo.

"Mh?"

Esclamò, guardandosi intorno. Niente... era completamente solo. Aggrottò le sopracciglia, e tese le orecchie. Doveva essere stato il vento... ma allora cos’era quell’improvvisa brutta sensazione che provava dentro? Si sentiva d’un tratto inquieto, e il suo lato vampirico gli stava chiaramente suggerendo di togliersi da lì, di scappare da quel luogo.

Si sentiva completamente in tensione, e d’un tratto udì un distinto crack alle sue spalle. Si voltò immediatamente, e davanti ai suoi occhi vide qualcosa agitarsi sul terreno, qualcosa di peloso. Una lepre. "Accidenti, quanto sono coraggioso, stasera..." si disse, cercando di sdrammatizzare.

Alzò la testa a guardare il cielo, ed il suo viso fu illuminato dai raggi della Luna, piena per metà. Si sentiva osservato. *È solo un’impressione....* si disse, cercando di restare calmo. In fondo c’era stato mille volte da quelle parti e non gli era mai accaduto niente... riprese a passeggiare, un po’ inquieto.

 

SALA COMUNE DEL SERPEVERDE, ORE 20:00

Severus passò un’ora buona a setacciare da cima a fondo la sala comune ed i dormitori nella speranza di trovare Lucius, bussò perfino alla stanza di Avery, chiedendogli se da lui si fosse fatto vedere, ma il ragazzo gli rispose che no, non lo vedeva dalla gita ad Hogsmeade. Ma si propose di aiutarlo nella ricerca. Ormai si era fatto abbastanza tardi e non era buono vagare col buio troppo a lungo.

Severus accettò l’aiuto del ragazzo, senza dilungarsi troppo a spiegargli i dettagli della lite che aveva spinto Lucius a ‘scappare da scuola’ come diceva Avery. Si limitò a dirgli che avevano avuto una divergenza di opinioni su un argomento che per lui era importante. Il ragazzo annuì, e seguì il vampiro fuori del dormitorio. D’un tratto, a bassa voce per non farsi sentire dagli altri, gli disse

"Beh, un po’ lo capisco, sai? Avere a che fare con te non è sempre facile..."

"Che intendi dire con ciò?" Rispose Severus, guardando l’amico stralunato.

"Solo che tu sei così inflessibile alle volte, che scoraggi ogni tipo di dialogo! Sei troppo intelligente, troppo orgoglioso, e poco comprensivo, e non è un bel mix, sai? Uno ha paura di perderti per sempre alla prima litigata!"

"Avery... quindi è così che ti senti anche tu?" Chiese il moretto sconsolato, uscendo dalla Sala Comune, nei corridoi bui dei sotterranei.

"Io? Ma io ti conosco da una vita! Malfoy però no! È normale per lui sparire piuttosto che dire o fare cose brutte, ma fidati se non parlate dei vostri problemi, resteranno sempre lì! Sforzati di essere più flessibile ogni tanto, così che Lucius possa fidarsi di più di te! Dagli modo di capire che può aprirsi senza rischiare un morso in testa, insomma! Apriti per primo, ad esempio!"

"Beh... è la stessa cosa che mi hanno consigliato il professor Morris, e la Mc Granitt."

"Allora significa che un fondo di verità ci sarà!"

"Avery... tu cercalo in terrazza, nella guferia, e nei sotterranei. Io vado fuori nel cortile."

"Ok, ma stai attento Sev, il coprifuoco è finito! Se serve aiuto chiamami col bracciale!"

Gli disse Avery, poi gli sorrise, e si diresse di corsa verso la sua direzione. Severus trovò ancora una volta troppo strano il comportamento di Avery. Di solito si sarebbe preoccupato a morte, ed avrebbe fatto di tutto per andare lui fuori del castello, rischiando una punizione, o peggio, al posto suo. Che stava accadendo? E poi cos’era quella brutta sensazione che lo invadeva da qualche minuto? Si mise a correre, diretto verso la foresta proibita.

 

AL LIMITARE DELLA FORESTA PROIBITA, ORE 21:20:

Lucius se ne stava appoggiato ad ul alto albero, davanti a lui stava una coppia di cervi, e lui li osservava avvicinarsi l’uno all’altra. Non aveva pensieri particolare in quel momento, all’improvviso però, vide un lupo saltare fuori dai cespugli, e addentare uno dei cervi, l’altro immediatamente si diede alla fuga. Le fauci del predatore affondarono impietosamente nel fiando della sua vittima, che cadde a terra, agitandosi furiosamente.

Quando pochi attimi dopo morì, scosso dagli ultimi tremiti, il lupo girò attorno al cadavere, e vide il vampiro fermo ad osservarlo. Anche lui si fermò, e fissò i suoi grandi occhi neri in quelli grigi del biono, che, stupito da ciò, reclinò la testa da un lato, perso nei suoi occhi. Si fissavano l’uno con l’altro, finchè l’animale non si mise in posizione di attacco, e ringhiò.

Nello stesso istante, Lucius avvertì una presenza alle sue spalle, si voltò, e fece appena in tempo a vedere uno scintillio nel buio, che sparì pochi attimi dopo, sostituito da un acuto dolore alla spalla sinistra. Il biondo, dolorante e col sangue che gli macchiava gli abiti, lanciò un ruggito che aveva ben poco di umano, le gambe cedettero per un attimo, e rischiò di cadere a terra.

Ci mise pochi attimi però a rendersi conto di chi si trovava davanti a lui... era l’assassino della Maschera in persona. Avrebbe potuto lottare contro qualcuno che aveva dalla sua parte la più potente magia oscura che avesse mai incontrato?

 

 

FINE CAPITOLO 26.

 

La canzone all’inizio del Lexxychap è "Nuotando nell’aria" dei Marlene Kuntz. Vi chiedo perdono umilmente per l’attesa oscenamente lunga di questo capitolo, ma ho avuto una mancanza di ispirazione assurda!! Cercherò di riprendermi, e portare avanti anche le altre storie! Grazie a tutti quelli che hanno avuto la pazienza di leggere fino a qui, e che mi recensiranno! Un kiss! Alla prossima! XD

XxX.Lexxy.XxX

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Capitolo 27
*** Charisius ***


Per Angevil_Rickman: Ciao bella! XD sono felice che ti sia piaciuto Fiorenzo, a dire il vero avevo bisogno di un personaggio che avrebbe potuto dare consigli sensati a Lulu, infatti c’è stata un’azione combinata sia su Lucius che su Severus: i consigli sono venuti giù come se piovesse XD Ma chi saranno mai questi personaggi che prima non ti piacevano? Mmm... ma andando avanti per quanto riguarda la descrizione dei cambiamenti eccetera, non so se essere contenta che ti ci sei immedesimata o preoccupata XD ma in fondo lo so che non mi odi! Wow, anche la canzone! Quante coincidenze! Ti ringrazio moltissimo per i complimenti, mi sento davvero bene quando so che riesco a trasmettere i sentimenti dei personaggi! A tal punto da ritrovarsi in testa le scene della mia storia! XD Sei troppo la meglio! Grazie mille del cipo Love, e della recensione! XD un kiss, alla prossima!

Per LadyViolet: ç_ç Nuuuu! Io non ti ucciderei mai! La McGranitt ha dato consigli a Sevvie perchè evidentemente ha un po’ il complesso della mamma XD è molto affezionata al moretto in quanto bravo ragazzo ed allievo modello, e poi da brava professoressa, conosce molto bene le sue difficoltà ed i suoi problemi, perciò si sente in dovere (ma anche con piacere) di aiutarlo come può, nelle relazioni personali più che nello studio (non che in quello abbia bisogno di tutto questo aiuto, poi XD). Il professor Morris è anche uno dei miei personaggi preferiti, e mi piace dargli quest’aria da scapestrato, ma che ha capito tutto già da tempo grazie alle sue esperienze... e poi come hai detto tu, come fa a non piacere Severus?! XD Non c’è alcun bisogno di bazooka! ç_ç ecco qui il nuovo capitolo! XD Goditelo, spero che ti piacccia grazie mille del commento e dei complimenti! Alla prossima, kiss!

Per Felicity89: Me brava che ho aggiornato! XD Nono problem per i due vampiri, anche se sono ancora in lite non possono restarci per molto no? Loro sono ammmmooooriiii! XD spero che questo nuovo capitolo ti piaccia, amica mia! È ricco di colpi di scena e avvenimenti interessanti (almeno secono la mia ottica!). Grazie come sempre per il commento e per gli incoraggiamenti! Un kiss, alla prossima!

Per protezione: Ok, ammetto che il tuo nick mi ha sconvolta XD non sapevo esattamente se si trattasse di un membro dello staff del sito o no, ma poi leggendo la recensione mi sono tranquillizzata! Fiuuu, niente rimproveri! XD è abbastanza lungo il capitolo che ho postato? Tranquilla non penso di prendermi altre pause così lunghe per aggiornare! Ti ringrazio infinitamente per il tuo commento e per i bellissimi complimenti che mi hai fatto, sono felice che trovi la mia storia affascinante! Spero che mi lascerai altre recensioni! Anche a te un kiss, alla prossima!

 

Un particolare ringraziamento ad Aleena, che mi ha brillantemente betato questo capitolo: se non fosse per lei ora il capitolo non sarebbe così grammaticalmente corretto! Grazie, Aleena! Sei stata mitica!!! Un grandissimo kiss!

 

Attenzione! La storia si concluderà nel giro di altri cinque o sei capitoli, perciò sto pubblicando un’altra storia: "The beginnings", che tratta degli inizi, ovvero degli anni precedenti a Kal Ho Naa Ho, quindi dell’amicizia tra Avery, Severus e Zabini, com’è nata, come si è evoluta, fino a questo sesto anno all’insegna dei vampiri! Leggetela e commentatela, please! Un grandissimo grazie in anticipo!

 

XxX.SilverLexxy.XxX

 

 

 

Let me wake up in your arms

(Lascia che io mi svegli tra le tue braccia)
Hear you say it's not alright

(Che ti senta dire che non va bene)
Let me be so dead and gone

(Lascia che io sia così morto e lontano)
So far away from life

(Così lontano dalla vita)
Close my eyes

(Che chiuda gli occhi)
Hold me tight

(Stringimi forte)
And bury me deep inside your heart

(E seppelliscimi nel profondo del tuo cuore)

Let me never see the sun

(Lascia che io non veda mai il sole)
And never see you smile

(E che non ti veda mai sorridere)
Let us be so dead and so gone

(Lascia che noi fossimo così morti e lontani)
So far away from life

(Così lontani dalla vita)
Just close my eyes

(Sempliemente chiudo gli occhi)
Hold me tight

(Stringimi forte)
And bury me deep inside your heart

(E seppelliscimi nel profondo del tuo cuore)

That's the way it's always been

(è così che è sempre stato)
My heart stops beating only for you Baby

(Il mio cuore smette di battere solo per te, Baby)
Only for your loving

(Solo per il tuo amarmi)

All I ever wanted was you, my love

(Tutto quello che ho mai voluto sei tu, amore mio)
You're all I ever wanted is you, my love

(Sei tutto ciò che ho mai voluto, amore mio)
You're all I ever wanted, you, my love

(Sei tutto ciò che ho mai voluto, tu, amore mio)
You're all I ever wanted, you, my love

(Sei tutto ciò che ho mai voluto, tu, amore mio)

 

 

 

 

 

 

LexxyChap 27: Charisius

Dopo aver emesso un ruggito di dolore, ed essere miseramente caduto sulle ginocchia, Lucius si rese immediatamente conto di chi era la persona che lo stava attaccando... alzò lo sguardo verso il suo viso, ed i suoi sospetti furono confermati: per qualche attimo restò a guardare la maschera, non avendola mai vista... era bianca, e sorridente. La odiò appena vi posò lo sguardo.

Quando si riprese, tentò di afferrare la figura davanti a sè, ma questa gli svanì tra le mani, ricoparendo alle sue spalle. Udì la sua risata maligna, e fece appena in tempo a spostarsi per evitare un altro fendente... si rimise in piedi con un salto, anche lui talmente veloce che lo si poteva a malapena vedere, grazie ai suoi poteri di vampiro, che con la notte appena sopraggiunta, avevano raggiunto il loro apice.

Riuscì quindi ad afferrare e stringere un braccio del suo aggressore, e fissò la maschera dritta negli occhi. Non gli piaceva la sensazione che stava provando... quella strana lusinga che lo spingeva a pensieri così strani... se avesse avuto lui la maschera, se fosse riuscito a rubargliela, sicuramente... ma cosa andava a pensare?!

Distolse lo sguardo, e disse

"T’è andata male bello mio, io sono un vampiro! Ed è anche notte, fai due più due...!"

"È a te che è andata male, amico!"

La voce che aveva pronunciato quelle parole era femminile, ed aveva uno strano eco. Non era certo una bella voce, anzi... era quasi ultraterrena, e sicuramente fastidiosa. Proprio la voce di un demone! Troppo occupato a stringere nella propria morsa il suo braccio, però non fece caso all’altra mano, ancora libera, ed una luce viola lo colpì allo stomaco, illuminando anche il suo viso per qualche secondo.

Se ne stupì molto, non si sarebbe mai aspettato l’uso di incantesimi da parte sua... che stupido era stato a non prevederlo... ma non ebbe tempo di fare altro, che sentì le sue interiora contorcersi come se fossero piene di serpenti furiosi. Cadde a terra: il dolore ormai lo possedeva interamente, non riusciva quasi più a pensare tanto stava male. Aveva commesso un errore imperdonabile a sottovalutarlo a quel modo...

"Meriti la morte per ciò che hai fatto!"

"Fatto c... cosa?"

Chiese a fatica il biondo da terra, dolorante e sanguinante. Cominciò a sentire una sensazione di nausea attraversargli il corpo, dallo stomaco alla gola ed alla testa, ma non finiva lì... sentì tutto il suo interno iniziare a stirarsi, a muoversi, come se i suoi organi volessero uscire dal proprio corpo. Sputò un fiotto di sangue, e si costrinse a dire

"La... male... dizione.. di Skar... dok..."

"Ah ah ah ah! Esatto... vedo che si informato!"

Rise la maschera in modo sadico, guardandolo ormai in quelli che avrebbero dovuto essere gli ultimi, dolorosissimi minuti della sua vita. Il corpo di Lucius, infatti, stava cercando di resistere con tutte le sue forze... non poteva morire così... Severus! Non poteva morire senza rivedere il suo compagno! Senza chiedergli scusa... senza dirgli un’ultima volta che lo amava... non avrebbe neanche potuto diventare uno spirito, essendo un vampiro. Lo avrebbe perso così, per sempre.

"Hai proprio indovinato la maledizione che ti ho scagliato! Immagino allora che saprai cosa ti aspetta! Ah ah ah! Saluta il mondo e goditi i tuoi ultimi attimi di vita! Sempre che si possa godere di qualcosa, mentre ci si rivomita le interiora!"

"Se... veru... s..."

L’assassino udì quella che doveva essere la sua ultima parola prima di tirare le cuoia, e sembrò percorso da un tremito. Si chinò immediatamente su di lui, ed alzò di nuovo il coltello, pronto a colpirlo ancora, per dargli il colpo di grazia, come in preda ad un attacco d’ira. Lucius ormai non ci faceva neanche caso... sapeva di essere morto, e poi il dolore gli aveva annebbiato la vista, non poteva più guardare cosa accadeva. Ma la lama non lo raggiunse mai.

"Expelliarmus!"

Si sentì una voce gridare l’incantesimo, ed un secondo dopo il coltello volò via dalla mano dell’assassino, al quale restava però comunque la bacchetta. Non perse un attimo, e scomparve ancora per riapparire vicinissimo acolui che lo aveva disarmato, gli afferrò i capelli e, tirandogli indietro la testa, puntò la bacchetta contro la sua gola candida. La Luna gli illuminò il volto, e la maschera sembrò riconoscerlo. Era Severus. Per qualche attimo non si mosse, nè lo lasciò andare, ma poi, semplicemente sparì.

Ma il vampiro non si fermò a riflettere sul perchè quel crudele mietitore di vittime lo avesse lasciato andare così; aveva ben altri pensieri. Si fiondò verso Lucius, steso su un fianco, e lo aiutò a voltarsi per guardarlo in faccia. Ormai aveva le pupille bianche, e la bocca serrata come per trattenersi dal vomitare. Ebbe un singulto, ma resistette; qualche goccia di sangue gli colava dalle labbra, ed anche dagli occhi, dal naso e dalle orecchie... Severus sembrò senza parole, non sapeva cosa fare.

"Lu! Lu, questo è... Merlino, Lu io... resisti!"

Esclamò, e si costrinse a riprendersi e farsi venire un’idea per salvarlo. Semplicemente non voleva perderlo così, non poteva, non se lo sarebbe mai perdonato! Portò la bacchetta orizzontalmente, a pochi centimetri dal corpo del biondo, e mentre la faceva passare su questo, iniziò a mormorare frasi in una lingua antica e complicata. D’un tratto si fermò. Non ricordava come continuasse il controincantesimo. Ricominciò da capo, ma ricordò ancora meno, così ancora una volta lo prese lo sconforto; il compagno non riuscì a trattenersi oltre, e sputò molto sangue, poi emise dei versi come se stesse soffocando.

"LU! NO! QUALCUNO CI AIUTI! VI PREGO!"

Gridò il moretto, disperato ed ormai anche lui coperto di sangue. Toccò il suo bracciale, nel tentativo di chiamare Avery... ma a cosa sarebbe servito in fondo? Anche se il ragazzo fosse arrivato, cos’avrebbe potuto fare? Non avrebbe fatto assolutamente in tempo ad accorrere, andare a chiamare un insegnante, e poi tornare di nuovo lì. Si fece coraggio, e ricominciò la sua cantilena antica.

Si concentrò più che potè nel richiamare alla memoria quella complicata formula, e finalmente ricordò l’ultima parte. Vide il corpo di Lucius tremare, e smettere di contorcersi sotto la pelle. Un attimo dopo, però, era rigido e silenzioso, come se fosse morto. Il moretto restò in silenzio per qualche secondo, stupito, insensibile, e poi chiamò il compagno sottovoce.

"Lu... –tentò, senza risultato, mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime; tentò di scuoterlo, sempre più nel panico e la sua voce si alzò sempre di più –Lu mi senti? Ti prego, Lu, APRI GLI OCCHI! NON LASCIARMI!" Gridava, e le sue lacrime iniziarono a cadere, mischiandosi col sangue, che non smetteva di uscire dalla sua ferita.

"Chi grida? Che ci state facendo quaggiù voi, eh! Chi ci sta lì?"

"SIGNOR HAGRID! PRESTO, LA PREGO!"

"Ma... Severus?"

Chiese il mezzo gigante, avanzando a grandi passi, dopo averlo riconosciuto (nessun altro in tutto il castello lo chiamava signore). Raggiunse i due, e solo allora si rese conto di quanto la situazione fosse critica... erano entrambi coperti di sangue e Severus in lacrime lo guardava stravolto e disperato, mentre Lucius sembrava già morto.

"Bisogna portarlo al castello! In fretta!"

"Ci penso io! Tu seguimi e non staccarti mai da vicino a me!"

Disse, prendendo il biondo tra le braccia, e sollevandolo come se non avesse peso. Immediatamente Severus scattò in piedi, e si avviarono di corsa al castello. Il moretto si sentiva stremato e senza forze, era sconvolto, e gli sembrava che le gambe dovessero cedergli da un momento all’altro. Nonostante i suoi poteri quasi non riuscì a star dietro al guardiacaccia.

"Signor Hagrid... è stato..."

"Non parlare, dirai tutto a madama Chips, sennò va a finire che mi svieni qui!"

Severus obbedì, e tacque. Hagrid aveva ragione, se raccontava tutto ora sarebbe crollato e poi chi avrebbe detto a madama Chips come curare Lucius? Si sforzò di restare lucido, e di andare avanti... quando alzò lo sguardo, vide qualcuno correre loro incontro ad una velocità incredibile. Era Avery. Già, lo aveva chiamato lui tramite i loro bracciali. Era tutto trafelato quando li raggiunse, e cambiò direzione, seguendoli.

"Severus! Merlino immondo che è successo a Lu?"

"Risparmiate il fiato, voi due!"

Escalmò serio il guardiacaccia, zittendoli immediatamente. In silenzio corsero attraverso il portone del castello, diretti all’infermeria. Fortunatamente non c’era quasi nessuno nei corridoi, a causa del coprifuoco. Le uniche persone che incontrarono furono un paio di prefetti durante la loro ronda serale, che li fissarono a matà fra lo spaventato e l’incuriosito. Giunti finalmente alle porte dell’infermeria, Hagrid le calciò in malo modo, spalancandole con fragore.

Da dietro un paravento sbucò come una furia madama Chips, la dottoressa, pronta a decapitare chiunque attentasse alla serenità dei suoi pazienti "Questa è un’infermer... OH SANTA CIRCE!" Gridò , guardando la scena... due studenti sconvolti, ed un altro tra le braccia di Hagrid, che sembrava praticamente morto. "Che è accaduto?!" Chiese, rivolto all’unico adulto del gruppo, che avanzò nella grande stanza, e depositò il suo carico con gentilezza su un letto vuoto.

"Ce lo deve chiedere a Severus, lui c’era!"

Quando la dottoressa voltò lo sguardo sul vampiro, questo trasse un respiro profondo e disse semplicemente "L’assassino... gli ha scagliato la maledizione di Skardok. –Tutti sembrarono orripilati dalla rivelazione. –io... sono riuscito a disarmarlo, e... a lanciare un controincantesimo, ma i danni... oh Merlino, salvatelo vi prego!" Esclamò infine, e Avery dovette sorreggerlo per evitare che cadesse a terra.

"Signor Avery, lo porti su un letto! È stato bravo, signor Piton ora ci penso io!"

"Il sangue... non dovrebbe uscire così... noi siamo..."

Disse, interrompendosi all’improvviso, con la frase a metà. Sentì poi vicino al suo orecchio il sussurro di Avery che gli diceva "Tranquillo, Sev puoi parlare. So che siete dei vampiri, l’ho già indovinato da solo..." Severus, che riusciva a stare in piedi soltanto grazie all’abbraccio di Avery, alzò lo sguardo sul suo viso, poi guardò Hagrid, ed infine madama Chips, che stava infilando una specie di tubo giù per la gola di Lucius.

Il suo Lucius... continuava a sanguinare, perchè? I vampiri non dovrebbero sanguinare così! Non voleva che morisse... e poi Avery, come sapeva della loro natura? Cosa stava facendo la dottoressa al suo compagno?! E Hagrid... perchè aveva quella faccia così mortalmente preoccupata? Non riuscì più a sostenere tutto questo e perse conoscienza.

"È svenuto! Merlino, Sev, riprenditi!"

"Vado a chiamare il professor Silente!"

Esclamò Hagrid, e corse fuori mentre Avery trascinava il corpo di Severus verso il letto più vicino. Madama Chips intanto si stava dando da fare il più in fretta possibile per salvare Lucius, lanciando un incantesimo dopo l’altro per tentare di fermare il sangue, che si ostinava però ad uscire copioso dalla ferita. "Signor Avery, corra di là a prendere una pozione cicatrizzante, ed una rimpolpasangue, presto!" Ordinò, continuando ad agitare la bacchetta.

Il ragazzo però non si mosse per qualche secondo, guardando fisso Lucius, pallidissimo ed anche lui privo di conoscienza. Poi si riscosse, e si precipitò ad obbedire. Quando fece ritorno con le due pozioni, immediatamente madama Chips cercò di farle mandare giù al vampiro. "Maledizione, non riesco a capire se è vivo oppure no, essendo un vampiro!"

Il viso di Avery si rabbuiò, e restò fermo dove si trovava, vicino al letto del suo amico. Non riusciva a fare nient’altro se non fissarlo, sentendosi impotente. Il suo sguardo poi volò al letto di fianco, dove Severus giaceva scompostamente... per fortuna che era svenuto, altrimenti chissà come si sarebbe sentito a quest’ora. Si portò le mani al viso, e per la prima volta in vita sua, pronunciò il nome di Merlino a bassa voce, senza nessuna bestemmia, pregandolo di aiutare i suoi amici.

Cos’è questo posto...? Non ricordo di esserci mai stato... o forse sì? Ma certo, ora ricordo.

Pensò Lucius, mentre avanzava lentamente lungo una stretta scalinata che lo conduceva sempre più in alto... non voleva tornare lì, ma i suoi piedi continuavano a portarcelo. Quella scala sembrava infinita. Si voltò indietro, e tutto ciò che vide fu oscurità. Si voltò nuovamente guardare davanti a sè, riprendendo a salire, e proprio quando iniziava a credere che quel percorso sarebbe stato infinito, si trovò davanti una porta.

La aprì, ed il panorama che lo accolse fu desolante. Era chiaramente una terrazza, ma tutto ciò che si vedeva era il biancore dei cornicioni, e del pavimento. Il resto era tutto oscuro... non c’era nessun orizzonte, niente nuvole o stelle, niente di niente: un vuoto infinito, talmente vasto da schiacciarlo. Continuò ad avanzare, fermandosi qualche istante a guardare giù, oltre il basso muro che delimitava il quadrato di suolo su cui camminava. Ancora oscurità, senza fine e senza inizio, a circondarlo impietosamente. Tutto intorno sè –o forse nella sua testa? –poteva sentire delle voci indistinte, ovattate e riecheggianti che a malapena riusciva a capire, ma le frasi da loro pronunciate erano prive di senso:

"Come posso capire se è ancora vivo o no?!"

"Professor Silente, faccia qualcosa!"

Senza più prestare attenzione a quelle parole insensate, Lucius scavalcò il cornicione mettendosi in piedi su di esso, circondato dall’oscurità in ogni direzione, come se fosse su uno scoglio in mezzo ad un oceano oscuro. Chiuse gli occhi e trasse un respiro profondo. L’aria, nonostante fosse all’aperto, era viziata, le sue narici erano ora piene dell’odore del sangue... d’improvviso sentì qualcosa stringersi attorno alla sua caviglia.

Spaventato da quel contatto improvviso, abbassò nuovamente lo sguardo. In mezzo all’oscurità riusciva a distinguere una macchia chiara. Non era una macchia... era una mano, che gli stringeva la caviglia... ed apparteneva a... sè stesso? No, non era lui! Era lei, sua sorella... la sua gemella defunta, sospesa nel vuoto, che con una mano si reggeva al cornicione e con l’altra gli stringeva la caviglia. Gli sorrideva...

Era bellissima, e guardandola tutto gli tornò alla mente. Non aveva più l’insensibilità dei vampiri, ora riusciva a sentire cosa provava per lei. Il suo cuore fu sopraffatto dalla tristezza e dalla gioia insieme: la ragazza aveva conservato le fattezze dell’età in cui morì, indossava ancora quel vestito rosa, quello del suo ultimo giorno di vita, eppure sorrideva. Lo stava invitando a raggiungerla, ad andarsene via con lei.

Quando se ne rese conto, Lucius contraccambiò il sorriso, cosa che rese la sua gemella molto felice. Si sarebbero quindi ricongiunti! Fece per abbassarsi verso di lei, per accoglierla nuovamente fra le sue braccia e poi lasciarsi cadere insieme... ma una voce improvvisa e lacerante lo fermò.

"LU!!"

Il biondo si voltò, sentendosi chiamare, e davanti a sè vide una figurina scura, che si confondeva con le tenebre circostanti. Strizzò gli occhi, cercando di metterla a fuoco, e quando vi riuscì, sentì un tuffo al cuore. Era Severus. Si voltò ancora verso sua sorella, ora la sua espressione era triste e confusa. Non voleva essere abbandonata. Tornò a guardare Severus; stavolta era lui che gli sorrideva, tendendogli la mano.

Quando per l’ultima volta abbassò lo sguardo verso sua sorella, che ancora si reggeva alla caviglia, sorrise malinconicamente. "Non ancora... ci rivedremo un giorno..." Le disse, e la vide sparire lentamente, diventando dapprima trasparente e poi lasciando spazio solo all’oscurità. Guardò nuovamente il suo compagno, che lo aspettava ancora con la mano tesa. La prese, ed in quel momento fu invaso da un fortissimo dolore in tutto il corpo.

Una luce accecante gli trafisse gli occhi e gridò, con tutta la voce che aveva; sentì delle mani a trattenerlo in posizione sdraiata, impedendogli di muoversi, di contorcersi tra quelle fitte e quelle nausee tremende. Si sporse oltre il letto su cui stava sdraiato e vomitò, non riuscendo a controllarsi.

"Si è svegliato! Ha ripreso conoscienza!" Una voce di donna.

"Madama, ha vomitato! Che significa?!" Un’altra voce... un ragazzo, stavolta.

"Signor Avery, si allontani, prego! Bisogna addormentarlo, ora!"

"Sì, è la cosa migliore per non fargli sentire il dolore..." Una voce lenta e preoccupata, la voce del suo preside.

"S... Seve... rus...?"

Chiese, ma nessuno gli rispose; tenne gli occhi aperti a fatica, e vide solo due figure sfocate ed una bacchetta puntata contro di lui, vicinissima al suo viso. "Inconscio!" Sentì l’incantesimo, vide un lampo di luce blu ed immediatamente il buio lo circondò di nuovo.

 

Mercoledì 2 Dicembre, Infermeria, ORE 08:56

 

Quando Severus riprese conoscenza, aprendo gli occhi su un panorama sconosciuto, si sentì smarrito, ma ricordava perfettamente cosa gli era capitato. Sembrava passato solo un secondo da quando il suo compagno stava morendo sul letto dell’infermeria. Guardò alla sua sinistra e vide su una sedia Avery, profondamente addormentato. Alle spalle del ragazzo, c’era un paravento scuro a circondare il letto dove la sera prima stava riposando Lucius. Sentì un tuffo al cuore e, bianchissimo in volto, si alzò a sedere.

"Stia tranquillo –sentì una voce dalla sua destra –le tende nere servono solo a ripararlo dal Sole. Tre giorni senza mai rinnovare le sue protezioni contro i suoi raggi sono molti... –disse la voce bonaria e pacata di Silente. –ma davvero, per aver realizzato simili ritrovati, lei dev’essere davvero un bravissimo pozionista nonostante la sua giovane età, signor Piton!"

"Come sta Lucius?" Chiese immediatamente il vampiro.

"Ha bisogno di riposo. È in coma ma penso si riprenderà presto."

"Come fa ad esserne certo?"

"Lo abbiamo indotto noi al coma, per permettergli di sopportare il dolore. Vede signor Piton, ciò che è accaduto ieri notte ha dello straordinario! Il suo amico ha affrontato la Maschera e ne è uscito vivo. Grazie soprattutto al suo tempestivo intervento, ovviamente. Ed è stato un bene, perchè la stessa madama Chips mi ha confessato di non conoscere il contro incantesimo per la maledizione di Skardok.

"Decisamente, quando l’ha incontrata, il signor Malfoy è stato molto fortunato. Sa, ha lottato moltissimo contro il dolore pur di restare in vita, anche se era incosciente. Madama Chips sembrava sicura di perderlo, ma il signor Malfoy sembrava proprio non volersene andare! Deve avere... un validissimo motivo per non voler morire."

Buttò lì il preside, lieto di come gli eventi si fossero svolti; finse di non notare il rossore che sembrava aver colto Severus all’improvviso. Il moretto tentò immediatamente di cambiare discorso –cosa facile visto che c’erano così tante cose di cui discutere col preside in quel momento.

"Io... quanto tempo sono stato svenuto?"

"A dire il vero, madama Chips ha pensato di addormentare anche lei, per farla riposare..."

"Ah... ho capito."

"Il signor Avery s’è addormentato solo pochi minuti fa. Che sfortuna, proprio prima che lei si svegliasse! Sa, è rimasto sveglio tutta la notte, a vegliare su entrambi. Era così teso e preoccupato, temeva, come spesso accade in questi casi, che se avesse dormito anche solo un minuto, al suo risveglio non vi avrebbe trovati."

Sorridendo compiaciuto, poi, Silente invitò il moretto a raccontargli nei dettagli la loro avventura, cosa che fece subito, in modo da togliere in fretta quel bruttissimo ricordo dalla sua mente. Il preside alla fine della storia annuì, evidentemente riflettendo su qualcosa.

"Sì. Decisamente, è stata una fortuna che lei fosse arrivato appena in tempo."

A quelle parole, pronunciate per la seconda volta da Silente, Severus si sentì sprofondare. Non era vero niente... se solo avesse messo da parte l’orgoglio e si fosse deciso ad andare a cercare il compagno anche solo mezz’ora prima, tutti quegli avvenimenti non sarebbero accaduti, e la loro vita sarebbe rimasta tranquilla come al solito. Lucius aveva ragione... giocando a fare il detective aveva solo messo in pericolo le persone a cui voleva più bene.

"Non c’è bisogno di colpevolizzarsi signor Piton... –esclamò ancora Silente come leggendogli nella mente. –in meno di una settimana lei ed il signor Malfoy sarete dimessi, vedrà."

"Sì, ma... –sospirò il vampiro –perchè non smetteva di sanguinare?"

"Come già sapevamo l’assassino rubò, insieme alla maschera, anche un coltello altrettanto maledetto. Ed infatti io credo che lo scopo principale della maschera, oltre che divertirsi, sia quello di radunare tutti gli oggetti del... chiamaiamolo ‘set demoniaco’, che consisterebbe in..."

"Sì, lo so... –lo interruppe Severus –un libro, una statuetta, un coltello, e la maschera." Citò il vampiro, ricordandosi di ciò che gli aveva scritto suo padre nella lettera che arrivò insieme al suo pappagallo, Gragantua. Silente annuì, ma non gli chiese come era venuto in possesso di quell’informazione.

"Sarà meglio che ora vada... devo andare a chiedere al professor Morris se ha trovato l’oggetto che l’assassino ha perduto ieri sera. Anche se non credo che l’assassino si sia azzardato a tornare sul lugo dell’aggressione così presto... e poi dovrò dire a tutti gli studenti di non toccare quel coltello maledetto qualora si trovassero a venirne in contatto... –disse il preside, alzandosi dalla sedia, ma prima di andare si ricordò di dire –oh, quasi dimenticavo... il signor Moody voleva parlarle. Sicuramente interrogarla sugli avvenimenti di ieri sera... preferisce rimandare l’interrogatorio a quando si sarà rimesso?"

Severus non potè fare a meno di alzare gli occhi al cielo. Tipico di Moody fremere d’impazienza quando si trattava di interrogare, specialmente se qualcosa riguardava lui. Stava per dire a Silente che avrebbe preferito rimandare quando nella sua mente si affacciò il ricordo dell’ultimo week-end passato ad Hogsmeade. L’auror si era comportato in maniera gentile in quell’occasione... e non seppe se per masochismo o per fiducia nel prossimo che invece acconsentì a vederlo subito.

Se il preside si stupì di questa decisione, non lo diede a vedere. Salutò il vampiro e si diresse fuori dell’infermeria. Severus però non dovette aspettare molto; infatti pochi minuti dopo la figura guardinga ed un po’ goffa di Alastor Moody fece capolino dalla porta. Sembrava controllare che non ci fosse nessuno di pericoloso... a Severus venne quasi da ridere riconoscendo quello sguardo... molti infatti avevano paura di Madama Chips! Quella donna poteva diventare terrificante nella sua difesa della tranquillità dei suoi pazienti.

L’auror, appurato che l’infermeria fosse effettivamente deserta, si avvicinò al letto di Severus e dopo essersi guardato attorno un’ultima volta, si sedette sulla sedia che Silente aveva occupato poco prima. Non guardò il vampiro sdraiato sotto le coperte, ma sembrava piuttosto cercare le parole per iniziare un discorso. Severus decise di parlare per primo: aggrottò le sopracciaglia e disse

"Mi faccia indovinare... dato che l’unico testimone dell’aggressione sono io, automaticamente ora sono anche il maggiore sospettato?"

"Beh... –iniziò l’auror –il normale ragionamento investigativo sarebbe questo. Ma..."

"Allora proporrà di farmi chiudere chissà dove per impedirmi di uccidere Lu nel sonno..?"

"Mah, sarebbe la normale procedura finchè lui non si svegli, ma..."

"E quando si sarà ripreso e vi dirà che sono innocente, almeno, spero mi crederà!"

"Beh, tecnicamente potreste anche esservi messi d’accordo, ma..."

"OH, INSOMMA! PER QUALE RAGIONE AVREMMO DOVUTO FARLO?!"

"Ad esempio per essere eliminato dalla lista dei sospettati, ma.."

"CHE COSA?? MA CHE RAZZA DI MOVENTI SONO?!"

"Ma io volevo dire..."

"ALLORA CHE SI FA? SI VA AD AZKABAN? O DAL WIZENGAMOT?"

"Signor Piton, quello che volevo..."

"VORREI SOLO SAPERE COSA DEVO FARE PER FARMI LASCIARE IN.."

"SIGNOR PITON MI LASCI PARLARE!"

Esplose infine Malocchio Moody facendo sobbalzare il moretto e zittendolo, finalmente. Notando l’effetto avuto sul giovane vampiro, l’auror tossì un paio di volte per schiarirsi la voce. Era partito con tutta l’intenzione di restare calmo, ma era difficile col caratteraccio che si ritrovavano sia lui che Piton... si raddrizzò sulla sedia e sembrò un condannato che si avvicinava al patibolo con dignità quando disse, sicuro

"Sono venuto per dirle che io non credo che lei sia il colpevole."

Severus restò basito per qualche attimo, con gli occhi enormi dallo stupore e disse, non sapendo se le sue orecchie lo avevano tradito o meno

"Può ripetere per favore...?"

"Sono convinto della sua innocenza."

"Mi sta facendo uno scherzo da auror?"

"No."

"Beh... come mai questo cambiamento?"

"Dunque... primo, perchè lei e il signor Malfoy stavate aiutando le indagini, secondo perchè la descrizione che abbiamo dell’assassino non coincide coi suoi connotati, terzo perchè lo dico io. E non approfondiamo l’argomento!" Alla spiegazione, Severus lo guardò storto qualche attimo, poi disse

"Quindi ora sono innocente?"

"Esatto."

"Non sono più un ‘abominio della natura’?" Chiese, usando le parole di Moody.

"No, non lo è."

"E non meritavo neanche quel trattamento al primo interrogatorio?"

"No... –sospirò Moody –non lo meritava..."

"Neanche quel teatro a proposito della presunta storia col professor Morris?"

"No, non meritava neanche quello..."

"Beh... direi che ora dovrebbe avere qualcosa da dire?"

"Sì...? E cosa sarebbe?"

Chiese l’auror facendo finta di non capire. Il vampiro lo guardò dritto negli occhi, alzò un sopracciglio, e si mise in attesa. L’altro invece ricambiava il suo sguardo con espressione altera ed orgogliosa. Quella lotta comunque non durò a lungo, e messo in chiaro che Moody poteva essere quello che era, ma di certo Severus in certe occasioni aveva la testa molto più dura, Malocchio abassò lo sguardo, assunse l’espressione corrucciata dei bambini quando vengono rimproverati e borbottò

"E va bene... mi scuso con lei. Mi dispiace di averle fatto tutte queste cose..."

"E che cosa...?" Chiese sadico il vampiro, che voleva gli elencasse tutte le sue cattiverie, e si scusasse per ognuna di quelle.

"Hei, ora non esageri! Così basta e avanza!"

Disse però l’altro, non avendo nessuna intenzione di calpestare oltre il suo orgoglio. Fortunatamente per lui, Severus comprendeva appieno quel sentimento e decise di accontentarsi per il momento. Annuì e sorrise... in fondo si sentiva sollevato, ora che sapeva di non essere più l’agnello sacrificale che Moody tirava fuori tutte le volte che accadeva qualcosa di strano.

"Va bene, allora. Perdonato."

"Beh... ora io andrei. La sua deposizione la raccoglierò un’altra volta."

"La ringrazio."

Rispose il vampiro, ma appena l’altro si alzò in piedi qualcun altro entrò di corsa nell’infermeria, di botto molto trafficata. L’uomo appena sopraggiunto, tutto trafelato avvolto in un mantello nero da viaggio, prese a guardarsi intorno come cercando qualcosa o qualcuno, il volto pallidissimo, ma restò come pietrificato quando si accorse della presenza di Malocchio Moody nella stanza.

"Signor Piton..." Lo salutò l’auror, con espressione quasi di scherno.

"Moody... che ci fai qui?"

"Il mio lavoro." Rispose secco.

"Vedo che non ha potuto neanche aspettare che mio figlio venisse dimesso per torchiarlo."

"Questi non sono affari di sua competenza, mi pare."

"Sono stato reintegrato. Sono di nuovo supervisore degli auror."

"Mi fa piacere." Esclamò Moody, lasciando che si notasse benissimo che era una bugia.

"Vattene di qui Alastor! Sei una persona orribile!"

"Ah, beh... –disse l’altro avvicinandosi pericolosamente al signor Piton- se vogliamo sfidarci a chi è stato più orribile con suo figlio, direi che ce la battiamo bene!"

Tobias e Severus a quelle parole impallidirono contemporaneamente, comprendendo a cosa stesse alludendo l’auror. Ma solo dopo aver detto quelle parole Moody si rese conto di aver purtroppo ferito anche Severus, e si morse l’interno delle labbra.

"Io resto qui fuori. Si riposi, signor Piton." Disse poi uscendo, e Severus capì che quello era un po’ il suo modo di scusarsi ancora per quell’ulteriore gaffe. Una volta che l’auror li ebbe finalmente lasciati soli, papà Piton in un lampo fu vicino al letto di suo figlio. "Sono stato scagionato completamente solo poco fa, altrimenti sarei venuto molto prima! Come stai?"

"Sto come mi vedi..." rispose Severus.

"Vedo che Avery è rimasto con te tutta la notte..."

"Già... –annuì Severus. Non sapeva cosa dire. –sono contento che ti hanno reintegrato."

Disse poi, credendo fosse la cosa più classica da dire. A quell’affermazione seguì una pausa leggermente imbarazzata, ma poi Tobias prese fiato e disse "Come mai non mi hai scritto neanche una volta? Io l’ho fatto. Non mi hai mai risposto." Concluse, ed abbassò lo sguardo sul letto; era rimasto in piedi.

"Non credevo ti importasse!" Rispose il vampiro sinceramente.

"Solo perchè non importa a te...?"

"Ma insomma! Non ci siamo mai scritti prima, ed ora diventa improvvisamente importante?!"

"Prima non ero sollevato dal mio incarico con l’accusa di omicidio, Sev!"

"Beh, comunque non ho mai pensato fossi colpevole!"

"Questo non potevo certo immaginarmelo! Sono stato dieci volte peggio per questo!"

"La mamma ti ha scritto?"

"Sì... c’è voluto un po’, immagino fosse indecisa. Ma alla fine lo ha fatto."

"Beh, che vuoi che ti dica? Non ci ho pensato! Ma lo sai che non ti credevo colpevole!"

"Ma neanche che avessi bisogno di conforto..."

"Sei qui solo per dirmi questo?"

"..."

"..."

"Certo, che sei proprio stupido..."

"Adesso mi chiami anche "stupido"?!"

"Certo, perchè lo sei! Sei di cattivo umore e te la prendi con me! Nonostante non avessi tue notizie, io sono stato preoccupatissimo per te! Quando ho saputo che sei stato attaccato, quasi mi prendeva un colpo! Ma a te che t’importa...? Ma pensandoci meglio fai anche bene a fregartene, d’altronde... con tutto quello che ti ho fatto... ti chiedo scusa, è stato un errore venire qui."

Concluse, dirigendosi immediatamente verso la porta. "Oh, andiamo! –cercò di trattenerlo Severus –ora stai facendo tutto da solo!" Esclamò, e vide l’altro fermarsi, tornare vicino al suo letto e depositare su di un comodino un pacco regalo avvolto in carta blu, e decorato con un fiocco argentato.

"Quasi dimenticavo.. questo è per te... aprilo, buttalo, facci quello che ti pare."

Disse infine, ed uscì dall’infermeria. Severus lo mandò mentalmente al diavolo e si stese di nuovo, poggiando la testa sul cuscino. Chiuse gli occhi e, molto arrabbiato, si rigirò tra le coperte, con tutta l’intenzione si riposarsi, fregandosene di tutti gli altri per una volta.

Il signor Piton, intanto, uscì richiudendosi la porta alle spalle e fece per allontanarsi col passo svelto. Sentiva gli occhi bruciare pericolosamente, e non aveva nessuna intenzione di farsi vedere piangere da chicchessia. Una voce alle sue spalle però lo fermò, chiamandolo. Si era scordato di Moody. Si fermò dov’era, alzò gli occhi al cielo, sospirando, e si voltò andando incontro all’auror.

"Su, avanti. Dica che è ciò che mi merito."

"È ciò che si merita."

"Ora posso andare?"

"E lo chiede a me?"

"Tanto lo so che se ha qualcosa da dirmi, mi verrebbe dietro."

"Tsk! Le sue sono solo lacrime di coccodrillo. Come mai sua madre non è qui?"

"Non è ancora stata avvertita."

"E non crede sarebbe ora di provvedere a ciò?"

"Non posso farci nulla, Alastor, non è la sua vera madre."

"Ma l’ha sposata! A qualcosa dovrà pur valere, no?"

"A niente. È anche per questo che non divorzia ufficialmente. Sa che affiderebbero a me la custodia di Severus se avanzasse una proposta del genere. Non ha i mezzi economici per sostenerlo!"

"Non se il ragazzo parla, però."

"Andiamo Moody, conosci le leggi del tribunale meglio di me! Chi gli crederebbe con i nostri precedenti di pazzia in famiglia, ed i suoi vuoti di memoria? Eileen non può fare niente, non si è mai accorta di nulla, tutti penserebbero solo che ha inventato tutto per avere i soldi e che abbia convinto mio figlio di aver subito violenze inesistenti. E se anche usassero il veritaserum su Severus, servirebbe solo a dimostrare che i pazzi sono davvero convinti delle loro allucinazioni! Inoltre, per le prove materiali è passato troppo tempo."

"..."

"Non guardarmi così, Alastor! Queste sono le procedure del tribunale, che tu lo voglia o no! Non vado di certo fiero di ciò che ho fatto e mi ammazzerei da solo se non mi fossi prefissato di farmi perdonare da mio figlio. Se avessi voluto rovinarli avrei potuto farlo quando voglio e questo lo sa benissimo anche Eileen. Io voglio solo che Severus stia tranquillo.

"Li sto aiutando come posso! L’aumento di stipendio che Eileen ha ricevuto non sono soldi del suo capo, ma miei! L’ho convinto a prenderli da me e darli a lei senza dirle nulla! Il vestito per Halloween di Severus l’ho comprato io, perchè sapevo che non se lo sarebbero potuto permettere! Ho detto loro che l’elfa domestica di famiglia mi aveva abbandonato, mentre invece sono stato io a mandarla da loro per aiutarli! Io... io non so che altro fare...

"Lo vorrei vicino a me, so che Eileen non potrà mai offrirgli niente. Vorrei rimediare ai miei errori... se solo potessi tornare indietro... non so cosa mi sia preso. Non so come fargli del bene dato che non accetta niente da me. Non so come altro dimostargli che gli voglio bene. Non sono mai stato un buon padre, nè un buon marito. Non sono niente..."

"Questo è poco ma sicuro." Esclamò impietoso Malocchio.

"..."

"Un figlio guarda sempre a suo padre come un esempio da seguire."

"..."

"Che esempio ha dato lei a suo figlio? Ora crede che l’amore sia solo violenza grazie a lei."

"..."

"Credo che a questo punto non le resti che iniziare a fare il padre, una buona volta!"

"..."

"Cosa che avrebbe dovuto fare già dopo la morte di Charisius!"

"CHARISIUS ERA PAZZO!"

"Ma non ha mai fatto del male a suo figlio, almeno!"

"Lo ha fatto invece! Quando si uccise, fu Severus a trovare il suo corpo. Restò in stato catatonico per mesi e quando mi risposai con Eileen tornò normale, ma dimenticò completamente di chi lo aveva messo al mondo davvero! Ancora oggi è convinto che Eileen sia la sua vera madre! E questo a lei andò più che bene visto che desiderava ardentemente un figlio ma non poteva averlo."

"Perchè Charisius si uccise?"

"So che sta cercando un modo per colpevolizzare me, ma non c’entro niente. Lo amavo, gli sono stato sempre vicino ma era semplicemente pazzo. Una volta tentò addirittura di soffocare Severus nel sonno con un cuscino! Uccise il cane di nostro figlio quando li vide giocare, convintissimo che lo avrebbe aggredito, anche se era solo un cucciolo che a malapena stava in una mano! Severus aveva quattro anni. Non smise di piangere per una settimana, era traumatizzato!"

"Perchè non lo ha fatto ricoverare, allora!"

"Lo feci. Lo ricoverarono per molti mesi e quando sembrò migliorare lo riportai a casa col permesso dei medimaghi, credendo fosse completamente guarito, ma non fu così: si impiccò due giorni dopo."

Moody non rispose niente, ma prese a valutare questo racconto. Intanto però Tobias prese a tremare. Si portò le mani sul viso, stremato, e si appoggiò con la schiena alla porta dell’infermeria.

"Io ho paura, Alastor. Ho una paura folle che Severus faccia la sua stessa fine. Ha iniziato già molti anni fa a dare segni di instabilità... la perdita di memoria più di una volta, l’anoressia e poi quando mi scrivesti che era salito sul terrazzo della scuola credendo di essere un’altra persona... non riuscirono mai a curare Charisius e... e questo mi fa paura."

"La storia non deve ripetersi per forza! Severus è forte e..."

"Ma la storia di famiglia di Charisius parla chiaro. In ogni generazione c’è stato un matto morto suicida. Tutti. Suo padre, suo nonno, e molto più su nell’albero genealogico. E purtroppo avevano tutti una cosa in comune."

"E sarebbe?"

"Una straordinaria somiglianza fisica. E Severus è tale e quale a suo padre."

"Ed è per questo che ha abusato di lui?"

Chiese Moody senza peli sulla lingua, riferendosi alla somiglianza fisica del figlio con il suo defunto marito. Tobias non rispose nulla, restò a guardare un punto imprecisato dritto davanti a sé. "Io amo mio figlio, Alastor. Come un figlio, certo... ma anche di più di questo."

"Merlino ma si rende conto di cosa sta dicendo?! Come può essere innamorato di suo figlio?!"

Tobias lanciò uno sguardo polverizzante verso Moody, e disse a denti stretti "Si vede che sono malato anch’io. Addio, Moody." Concluse, e se ne andò lungo i corridoi del castello, diretto verso casa. L’auror invece prese la direzione opposta, diretto al suo ufficio. Nessuno dei due però si accorse che qualcuno li aveva spiati. Una figura bassa e gracile se ne stava nell’ombra di una statua e nonappena il corridoio fu deserto, corse fuori dal suo nascondiglio correndo all’impazzata per i corridoi.

Sembrava spaventata, e corse così forte che girato l’angolo andò a finire direttamente addosso ad un’altra studentessa. Caddero a terra entrambe, e quando la ragazza appena urtata si riprese, esclamò "Gita! Ma cosa ti piglia a correre in questo modo!"

"C... Cammy... io... oh ti devo dire una cosa!"

 

 

SALA GRANDE, ORA DI PRANZO:

 

"Ciao, Zabini..."

"Oh...? Ciao, Cissa. Tutto bene?"

"Io... beh, no. Hai sentito di ieri notte?"

Il prefetto annuì, ma riabbassò subito lo sguardo sul suo piatto, come se l’argomento in questione non lo interessasse minimamente. La ragazza attese per qualche secondo, ma il ragazzo non commentò in nessun modo, lasciandola molto stupita. Un pochino rossa in viso, si costrinse ad insistere, perciò chiese ancora

"Beh... non hai niente da dire? Severus... è il tuo migliore amico, no?"

"Severus sta bene. E non ho intenzione di vedere Avery, perciò no. Non ti accompagno in infermeria!"

"Io... non ho bisogno di accompagno. Non ti sembra di... stare perdendo le priorità?"

"In che senso?"

"Beh... ormai perfino i Grifondoro sono andati a trovarlo. Si starà chiedendo dove sei tu..."

"Non se ne sarà neanche accorto, Cissa. A malapena si ricorda che esisto!"

"Se n’è accorto eccome!"

Disse una voce alle loro spalle e subito dopo uno stremato Avery prese posto sulla sedia a fianco a quella del prefetto, dall’altro lato di dove si trovava Narcissa. Il ragazzo aveva poco della sua solita espressione scherzosa sul viso: era pallido come un lenzuolo e due occhiaie nere e profonde attiravano immediatamente l’attenzione su di loro. In quel momento sembrava dimostrare trent’anni.

"Ti sei allontanato da lui in maniera oscena, non ti pare?" Disse Avery, pungendo nel vivo.

Zabini non lo degnò neanche di una risposta, semplicemente abbandonò il suo pranzo, raccolse da terra la sua borsa colma di libri e si allontanò dal tavolo, uscendo dalla Sala Grande. Narcissa lentamente prese il suo posto accanto ad Avery e tristemente, con un filo di voce, disse

"Ma che gli prende...?"

La ragazza aveva gli occhi lucidi. Conosceva Severus, Avery e Zabini dal primo anno di scuola e non avrebbe mai pensato che un giorno sarebbero potuti finire così. Almeno non al punto da non andarsi a trovare quando si stava male. Il suo Severus aveva rischiato la vita. Perchè quel comportamento così freddo tutt’a un tratto? Quando la ragazza si accorse che neanche Avery rispondeva alle sue domande, alzò uno sguardo da cane bastonato su di lui, ma quello che vide la spaventò.

Il volto sempre sorridente e furbo del suo amico era deformato dalla collera più nera. Non lo aveva mai visto così: gli occhi spalancati, le labbra serrate e le narici che fremevano. Nella mano sinistra stringeva un toast, ormai irriconoscibile nella sua stretta irosa. La biondina provò a sfiorargli una spalla per farlo tornare in sè, ma ottenne l’effetto contrario. Il ragazzo sbattè un pugno sul tavolo, imprecando a denti stretti ed uscì come una furia dalla Sala Grande.

Narcissa, stupefatta, lo inseguì, già sapendo che si preparavano guai. Il prefetto intanto, cartella in spalla, camminava solitario e silenzioso lungo un corridoio del castello, quando sentì la voce di Avery chiamarlo dalle sue spalle; non ebbe neanche il tempo di voltarsi che due mani gli afferrarono il bavero e si sentì spingere con violenza contro il muro. Il gridolino spaventato di Narcissa riempì l’aria ed Avery, col viso vicinissimo al suo, quasi gli gridò

"Stammi bene a sentire, quattr’occhi! Non so cosa cazzo ti stia passando in quella testolina marcia che ti ritrovi, ma ti proibisco di far star male Severus! Cos’avrei dovuto rispondergli quando per quindici volte nel giro di due ore mi ha chiesto dove fossi, eh?! O quando poi mi ha pregato di dirgli perché ce l’avessi tanto con lui?! O quando si è messo a ripercorrere gli ultimi mesi cercando un motivo per cui tu possa essere arrivato ad odiarlo in questo modo!"

"Lasciami stare, Avery! Questo non è affar tuo!"

"Non è... cosa?"

Chiese Avery in un sussurro, i suoi occhi erano quelli di un folle mentre lo scuoteva con violenza, sollevandolo ancor più contro la parete ed il prefetto dovette alzarsi in punta di piedi per non soffocare. Cosa voleva fare, ucciderlo? Conoscendo Avery ne sarebbe stato più che capace, in un momento di rabbia. Era per quello che cercava sempre di restare di buon umore. Zabini lo conosceva fin troppo bene.

"NON È CHE COSA?? –Ripetè, stavolta urlando. –Ieri notte Severus ha rischiato la vita! Questo non ti dice niente?! E Lucius è ancora in coma, forse non lo sai, ma gli hanno scagliato contro la maledizione di Skardok! E Severus ha visto tutto con i suoi occhi, quando è arrivato in infermeria ha perso i sensi tanto era traumatizzato! Si sta incolpando di tutto l’accaduto e porco Merlino, se tu ora non vai dritto filato in infermeria ti stacco la testa con le mie mani!"

"AVERY! SMETTILA! SMETTILA TI PREGO!" Gridò Narcissa, sconvolta da quello scatto d’ira e si appese ad un braccio dell’amico, tentando di fargli allentare la presa su Zabini. "Ma che vi è successo?! Voi due eravate amici per la pelle fino a poco tempo fa! Basta, vi sconguiro!"

"NON SONO STATO IO A TRADIRE LA NOSTRA AMICIZIA!" Gridò Zabini.

"E allora spiegami perchè dev’essere Severus a farne le spese!" Ribattè Avery.

Infine il prefetto riuscì a scrollarsi di dosso le mani di Avery, che però in un secondo tirò fuori la bacchetta puntandola dritta al collo del suo ex migliore amico. Narcissa lanciò un altro grido, ma nessuno dei tre sembrò essersi accorto della piccola folla che si era creata attorno a loro: studenti di vari anni e casate erano fermi ad osservare la scena, tutti col fiato sospeso.

D’un tratto, però, una figura alta e piazzata si fece largo tra la folla, la testa bassa ed i pugni stretti: era Nott, il capitano della squadra di Quidditch del Serpeverde. Avanzò veloce come un fulmine fino ai due litiganti, che si voltarono a guardarlo stupiti ed un secondo dopo ricevettero dritto sulla testa uno dei pugni più potenti che avessero mai ricevuto. Entrambi presero a lamentarsi a voce alta, massaggiandosi sul punto dove erano stati colpiti. Le loro imprecazioni però contribuirono solo a far spuntare una vena pulsante sulla fronte di Nott, che gridò

"ZITTI! Voi due... siete scemi, o cosa?!"

Immediatamente i due ragazzi cominciarono a parlarsi sopra l’uno con l’altro

" –Io non ho fatto niente!"

" –ma se è stato lui che..."

" –mi stavo solo facendo i fatti miei!"

" –Severus in infermeria..."

" –quando lo dico io!"

SBAM! STOMP!

Di nuovo i due furono zittiti a suon di pugni, ma il capitano stavolta non gli diede neanche il tempo di imprecare che si chinò su di loro, afferrando Avery per la collottola, e Zabini per i capelli dietro la nuca; li mise uno davanti all’altro e disse

"Il gioco delle bugie lo facciamo dopo! Ora... tu –disse rivolto al prefetto –vai dritto filato in infermeria a far visita a Severus e Lucius, visto che sono tuoi amici, e nostri cercatore e battitore! Tu, invece... –si voltò a guardare Avery che si contorceva come un’anguilla nella sua stretta- verrai con me e mi aiuterai ad organizzare una festa per il loro ritorno quando saranno dimessi!"

"Io ho lezione di storia della Magia, adesso!" Si lamentò il prefetto, agitandosi.

"Parlerò io col professor Ruf, ora vai!" Consluse, ‘lanciando’ il prefetto lungo il corridoio.

Zabini, che riuscì nonostante la forza della spinta di Nott a restare in piedi, si ricompose e tutto mogio prese la strada per l’infermeria. Alle sue spalle poi sentì il capitano del Serpeverde avvertirlo "Guarda che se scopro che non ci sei andato, ti ritrovo e ti ci porto io con la forza!" Il prefetto arrossì, e senza rispondere o voltarsi, continuò per la sua strada.

Avery intanto aveva assunto un’espressione di puro trionfo mentre guardava Zabini allontanarsi, ma quel sorriso compiaciuto e quegli occhi carichi di emozione non durarono molto sul suo viso.

SBAM!

Un fortissimo schiaffo a mano aperte lo colpì dietro al collo "Che ti ridi, tu! C’è da procurarsi una cinquantina di casse di burrobirra, e cinque o sei di whiskey incendiario!" Lo avvertì Nott, spingendo via anche Avery, che atterrò in piedi come un gatto, e rispose "Ma sei pazzo?! Come diavolo faremo a... con così poco preavviso, poi!"

Ma in quel momento arrivò la voce di Sirius Black, che si fece strada tra la folla, ormai in dispersione, e mai a memoria d’uomo una voce di Grifondoro aveva portato tali buone notizie per dei Serpeverde:

"Se vi fidate di un Grifondoro, posso aiutarvi io..."

I tre quindi si allontanarono, confabulando a voce bassa tra di loro. Sirius gli stava sicuramente rivelando del passaggio segreto attraverso la statua della strega orba, in quel modo sarebbe stato semplicissimo procurarsi il necessario per un party improvviso: saebbe bastato raccogliere i soldi la sera stessa in sala comune, e comprare l’occorrente direttamente al negozio. Intanto, i suoi tre compagni Malandrini si stavano allontanando verso la loro prossima lezione, consci del fatto che Sirius non aveva intenzione di prendervi parte. Durante il tragitto, passarono a fianco di molti gruppi di studenti chiacchieranti e si sentivano solo frasi come

" –quel Piton, dici? Ma non è un Serpeverde?"

" –Ma dai! Una serpe coraggiosa, sembrerebbe!"
" –L’ho sempre detto, io, che aveva fascino!"

" –Oh, ma è un eroe!"

Quando il gruppetto arrivò finalmente all’aula di incantesimi, James era molto più taciturno del solito. Presero posto il più lontano possibile dalla cattedra del professore, ed iniziarono a fare pratica con gli incantesimi di riparo; Peter agitava spasmodicamente la sua bacchetta, tentando di riattaccare le braccia ad un bambolotto di stoffa, ma riuscì solamente a dargli fuoco e Remus, mentre spegneva le piccole fiammelle, chiese al compagno rabbuiato

"Ramoso... tutto ok?"

"Mh? Come dici?"

"Ho chiesto se è utto a posto..."

"Ah.. sì è tutto ok, tranquillo."

"Davvero?"

James annuì e mormorando l’incantesimo ‘Reparo!’, con un solo, annoiato colpo di bacchetta fece ricongiungere i pezzi infranti di uno specchio, nel quale poi si guardò, con sguardo un po’ critico ed imbronciato.

"Sai, è la prima volta che ti guardi allo specchio senza sorridere!" Notò Peter.

"Hei! Non è colpa mia se sono bello!" Disse, col sorriso meno ebete del solito.

"Certo che... –cambiò discorso Peter- quel Piton è diventato davvero popolare!"

"Ah, sì...?" Chiese James, ostentando di non essersene accorto, mentre con un colpo di bacchetta mandava nuovamente in frantumi lo specchietto.

"Chissà come dev’essersi spaventato... –riflettè Lupin- non capita tutti i giorni di trovarsi faccia a faccia con un assassino, e vedere un tuo amico in fin di vita!"

"Però bisogna ammettere che è stato grande! È rimasto abbastanza calmo da guarirlo!"

"In effetti... disarmare un assassino, e curare la maledizione di Skardok!"

"Già! Incredibile, vero James?"

"Mmm.... vero..." Confermò il ragazzo, poco entusiasta delle gesta di Piton.

"Sicuro che è tutto a posto?" Chiese ancora Remus, ora preoccupato.

"Oh, insomma! Sono scocciato! Tutta questa popolarità improvvisa di Piton! Fino a poco tempo fa non lo poteva vedere nessuno, lo evitavano tutti come la peste per la –diciamo presunta –relazione col professor Morris, e ora...? Solo perchè ha avuto la fortuna di prendere la Maschera di sorpresa –e che cavolo, è un assassino, mica un Dio! –e perchè è così immerso nelle arti oscure da conoscere il controincantesimo ad una maledizione illegale! Se volete festeggiarlo per questo fate pure, io non ci sto!"

I suoi due compagni ammutolirono, ed il primo a riprendere la parola fu Remus. "Ramoso... non sei... un po’ prevenuto nei confronti di Piton? In fondo, nel bene o nel male lo abbiamo sempre saputo che è molto dotato come mago!"

"Più di me sicuro..." Si lamentò Peter notando il pupazzo che avrebbe dovuto aggiustare girare intondo come una trottola, rompendosi ulteriormente. James non parlò più per tutto il resto della lezione; anche se si cambiò argomento più volte, lui restò sempre sovrappensiero.

 

NEL FRATTEMPO, IN INFERMERIA:

Severus, finalmente da solo dopo innumerevoli visite di molti compagni, che li conoscesse o meno, aveva finalmente un po’ di tempo per sè stesso. Non aveva più bisogno di riposo, aveva dormito abbastanza. Ma doveva pensare: c’era qualcosa che gli sfuggiva... la scorsa notte, era andato di corsa verso la foresta proibita, guidato da un istinto inesplicabile, che lo aveva spinto a correre, a sbrigarsi. Arrivato lì aveva visto Lucius raggomitolato a terra e l’assassino della Maschera in persona su di lui, pronto a finirlo.

Lo aveva attaccato immediatamente, senza pensarci. Lo aveva disarmato facendo volare via il coltello maledetto dalla sua mano, ma l’uomo gli era comparso vicino, gli aveva sollevato la testa e scoperto il collo, contro il quale aveva puntato la bacchetta. Ma la maledizione che si aspettava non arrivò mai. Ricordava distintamente gli occhi scuri dietro la maschera: era come se quando si fosse reso conto di chi fosse, non avesse osato ucciderlo nè ferirlo. I suoi occhi si erano dilatati, come se lui fosse l’ultima persona che si aspettasse di vedere, e semplicemente era scomparso.

Quegli occhi... avrebbe voluto almeno ricordare di che colore fossero, ma non riusciva... era troppo sotto pressione in quel momento per notarli, ma ora si stava mangiando le mani per la sua imperdonabile distrazione! Sarebbe stato un indizio abbastanza importante... qualcosa in più per il suo identikit... si rigirò tra la coperte con gesto frustrato e osservò la tenda scura attorno al letto di Lucius... avrebbe tanto voluto che si risvegliasse subito. Aveva così tante cose da dirgli, da farsi perdonare... chissà cosa stava pensando, se sognava... chissà se Silente aveva ragione... se davvero Lucius si fosse attaccato proprio al suo ricordo per non morire...

Arrossì violentemente. Ormai dopo mesi passati a sentirselo dire e dimostrare, aveva accettato il fatto che Lucius fosse davvero innamorato di lui... ma cosa avrebbe potuto dargli? Si sentiva così stupido e immaturo, dentro... come avrebbe potuto ricambiarlo? Come poteva essere sicuro dei suoi stessi sentimenti? L’ultima cosa che voleva era prenderlo in giro come aveva fatto con Sirius, senza rendersene conto. Aveva visto benissimo con i suoi occhi quanto dolore aveva causato al Grifondoro.

D’un tratto però i suoi pensieri furono interrotti dal rumore della porta che si apriva di nuovo. Alzò gli occhi al cielo e finse di dormire, dando le spalle alla porta. Non gli interessava neanche chi fosse entrato. Tanto molti degli studenti che gli avevano fatto visita nemmeno li conosceva! Sentì dei timidi passi avanzare nello stanzone, ma non si mosse. Capì che il nuovo visitatore si era fermato a metà tra la porta e il suo letto, il primo della fila, e continuò a fingere.

"Ehm... Severus...? Dormi?"

Il vampiro riconobbe immediatamente la voce di Zabini e spalncò gli occhi, tirandosi immediatamente a sedere. Quel gesto improvviso fece arretrare il ragazzo di un passo e poi subito arrossire ed inchiodare gli occhi al pavimento. Anche Severus arrossì, non voleva provocare quella reazione. Il suo cervello prese a lavorare ad una elocità incredibile, cercando qualcosa per romprere il ghiaccio. Era dal ballo di Halloween che il prefetto non gli rivolgeva la parola decentemente.

"Io... credevo fosse qualcun altro che voleva sentirsi raccontare di ieri notte... fingevo di dormire."

"Sì... un po’ lo avevo capito. So che quando dormi non resti così fermo."

"Eh...?"

"Beh, sai... ti agiti, ti sbraghi, borbotti... non sei mai stato così fermo mentre dormi."

Senza smettere di arrossire e senza poter far nulla per coprirsi a meno di attirare ancor più l’attenzione su questo fatto, pregò semplicemente che Zabini non se ne accorgesse o che attribuisse tutto al suo stato di salute generale. Vide il ragazzo camminare lentamente, come se indeciso, verso la sedia accanto al suo letto. Non lo guardava neanche in faccia mentre si avvicinava. Quando prese posto, il prefetto chiese

"Come stai?"

"Come mi vedi..." Disse Severus, che aveva risposto così almeno cento volte quel giorno.

"Ti vedo abbastanza bene. Sai quando ti dimetteranno?"

"Penso domani al più tardi..."

"Ne sono contento."

Rispose il ragazzo, conitinuando a fissarsi le mani, che teneva intrecciate sulle gambe, incrociate anch’esse. Non sapeva cosa dire ed anche il vampiro di fronte a lui sembrava essere a corto di parole. Se non fosse stato per il fatto che si era appena seduto, avrebbe già salutato e sarebbe corso direttamente a lezione. Ma perchè non riusciva più a comunicare con Severus come un tempo? Soprattutto dopo aver appreso di Avery. Quella era stata una botta troppo forte. Si rendeva benissimo conto che non sarebbe mai riuscito a compretere con lui. Aveva un rapporto bellissimo con Severus, e nessun problema a parlarci.

"Beh... sapevo che stavi bene. Per questo non sono venuto prima."

"Sì, capisco... avrai avuto da studiare. Anche se Lucius non sta benissimo..."

Disse un po’ rabbuiato il vampiro, gettando istintivamente uno sguardo alle tende scure attorno al suo letto. Il prefetto si rese conto di aver detto una cosa stupida. Certo, gli importava della salute di Malfoy anche se non andavano proprio d’accordo. Tossì leggermente, schiarendosi la voce, poi disse

"Non intendevo dire che non mi interessa di Malfoy."

"Oh... lo so! Tranquillo..."

"Io... –si grattò la testa –penso che ora dovrei andare a lezione."

Severus non rispose nulla, restò a fissarlo per qualche attimo prima di annuire ed abbassare lo sguardo. L’altro raccolse la borsa con i libri che aveva poggiato a terra e fece per alzarsi ed andarsene. Ma dopo due passi sentì l’amico che con un filo di voce gli chiedeva

"Tu ce l’hai con me...?"

Si fermò, ma aspettò qualche attimo prima di voltarsi lentamente e guardarlo dritto negli occhi. Stavolta era il turno di Severus di fissarsi le mani. Il prefetto allora sospirò leggermente... Avery non gli aveva mentito allora, quando diceva che il moretto pensava che ce l’avesse con lui. Aveva creduto fosse solo una scusa per mandarlo a fare una figura del cavolo davanti al ragazzo che amava.

"Io non ce l’ho con te." Disse con voce piatta, quasi fredda.

"Non ci credo..."

"Davvero." Ripetè il ragazzo, e tornò a sedersi accanto al moro.

"Tu... sei così strano ultimamente... così distante."

"Lo so... non è un bel periodo. Ma non ho niente contro di te."

"Parli della lite con Avery?"

"Mh. Sì, anche di quello. Ho saputo che è venuto tuo padre stamani..." disse, ansioso di cambiare argomento e purtroppo conscio del fatto che voleva restituire a Severus il favore e tirare in ballo un argomento che fosse stato scomodo, come la lite con Avery lo era per lui. Infatti vide l’altro muoversi leggermente sotto le coperte e si maledì. Ecco perchè cercava di stare sempre il più possibile alla larga da chi amava. Aveva un carattere troppo malvagio, lui.

"Sì, è venuto stamattina. Ma se n’è andato poco dopo."

"Ho letto che è stato reintegrato completamente nel suo vecchio ruolo."

"Era solo questione di tempo, comunque. Non era lui l’assassino."

"Pensi davvero che si nasconda a scuola?"

"Certo. Non ci sono altre spiegazioni."

"Mh... ma chi potrebbe essere? Moody ha dato il veritaserum a tutti!"

"Beh... non so che dire."

"E poi... insomma, lui colpisce anche a Londra. Come potrebbe entrare e uscire dal castello in questo modo?"

"Ripeto che non lo so."

"Beh... comunque sta attento da adesso in poi. Ho notato che ultimamente vai bazzicando in giro un po’ troppo sui luoghi dei delitti. Non va bene, l’assassino potrebbe farti del male se pensasse che hai capito qualcosa!"

"Stranamente non lo ha fatto." Disse l’altro, guardandolo negli occhi.

"Non ha fatto cosa?" Chiese il prefetto confuso.

"Non mi ha fatto del male. Avrebbe potuto... vedi, quando trovai Lucius l’assassino era sopra di lui con il coltello. Io l’ho disarmato e lui mi è apparso vicino, mi puntava la bacchetta alla gola, avrebbe potuto uccidermi e via, ma non l’ha fatto. Semplicemente è sparito di nuovo nel nulla. Questo comportamento, io non riesco proprio a spiegarmelo..."

"Forse ti conosce! –esclamò Zabini, la paura incisa nella voce –Sev, per l’amor di Merlino, non provare mai più ad immischiarti con lui, o girovagare nelle ore notturne! Ti vedo sempre che scappi da scuola con Lucius, la sera! A fare cosa non lo so e non mi interessa, ma... insomma, non scoprirti così!"

"Se avesse voluto uccidermi lo avrebbe già fatto!"

"Se non per te, almeno fallo per chi ti sta intorno!"

A queste parole, Severus spalancò gli occhi per un attimo. Si era ripromesso di non agire mai più in maniera così sconsiderata e rieccolo ancora a contemplare indagini e quant’altro! Abbassò lo sguardo, afflitto, e si maledisse mentalmente per l’aver pensato di lasciarsi trasportare ancora una volta. La maschera lo aveva risparmiato, e allora? Aveva quasi ucciso Lucius, e non poteva sapere se era stato a causa sua e dei suoi giochi o meno.

"Hai perfettamente ragione, Zabini."

"Sono contento di sentirtelo dire. Significa che non gironzolerai più in giro?"

 

Severus annuì e vide l’altro mostrargli un mezzo sorriso. Il massimo che avesse mai visto spuntare sulle labbra di Zabini... il prefetto era infatti sempre austero e riservato, mai una parola fuori posto, mai in disordine e sempre in orario: la quint’essenza della precisione! Contraccambiò il sorriso con uno dei suoi e lo vide sistemare meglio la borsa in spalla e dire

"Beh... ora vado, devo finire una ricerca."

"Va bene..."

"Passo più tardi, se vuoi." Disse, racimolando tutto il suo coraggio.

"Mi farebbe paicere!" Rispose Severus e l’animo di Zabini si risollevò non poco.

"Allora...a dopo! Ciao."

Pochi secondi dopo che Zabini fu andato via, il moretto sentì dei rumori soffocati provenire dal letto accanto al suo. In men che non si dica fu in piedi e vide madama Chips avanzare velocemente verso il paziente appena risvegliatosi. Non vide cosa accadde dietro le tende, ma tese le orecchie per sentire.

"Signor Malfoy, tutto bene? Mi riconosce?"

"Io... sì..."

"Molto bene. Spalanchi gli occhi, ora, e segua la luce."

Sentì Madama Chips chiedere e dietro le tende vide accendersi l’alone rotondo di una luce, che iniziò a muoversi lentamente avanti ed indietro su un’immaginaria linea retta. Quando la luce scomparve, udì un alcuni fruscii di lenzuola spostate e dopo qualche attimo di silenzio, gli giunse alle orecchie il mormorio di un incantesimo e poi ancora silenzio.

"Sente dolore da quache parte?"

"Dappertutto..."

"Bene, è normale. Ora beva questo."

"Fa schifo..."

"Che pretendeva? Succo di zucca?"

"Bleah..."

"Si riposi, adesso!"

"Severus... dov’è Severus...?"

"Il signor Piton è nel letto accanto al suo!"

"Nel... letto? E perchè?"

"È stato il signor Piton a salvarle la vita."

"Co... come sta?!"

"Molto meglio di lei se vuole saperlo!"

La sentì dire con voce decisa e leggermente irritata, poi un tonfo. Sicuramente la dottoressa aveva spinto Lucius sul letto per costringerlo a sdraiarsi... quando Severus riuscì a distinguere i passi di Madama Chips allontanarsi ed una porta aprire e chiudersi, seppe che erano rimasti soli. Sentì il respiro doloroso del compagno e poi un fruscio. Voleva alzarsi? Non perse altro tempo e si infilò tra le tende.

"Lu...?"

"Oh! Sev! Stai bene?!"

"Sì... sdraiati, su..."

"Io... volevo vedere se davvero eri qui anche tu. Che è successo?"

"Beh... te lo racconto quando stai meglio ok?"

"Io... va bene, allora."

"Lu, sai che... beh mi dispiace per quello che è successo."

"Perchè, cos’è successo?"

"Perchè è colpa mia se stai così male ora e se hai rischiato di morire."

"Ah..."

"..."

"..."

"..."

"Ma non ho capito... perchè colpa tua?"

"Come perchè? Se non... beh, sei andato via per colpa mia!"

"Non dire cavolate! Non mi hai mica cacciato tu!"

"Ma se ti avessi cercato... anche solo pochi minuti prima, avrei potuto evitare..."

"Evitare cosa? Oh, andiamo mica potevi immaginartelo!"

"Non è vero. Lo sentivo... dentro di me sapevo che sarebbe successo qualcosa!"

"Uff... ma quando la smetterai di farti carico di tutto...?"

Sospirò il biondo scuotendo leggermente la testa, arrabbiato dal comportamento di Severus che insisteva nel prendersi colpe e responsabilità non sue. Il moretto capì il suo stato d’animo ed abbassò la testa, demoralizzato. Ma perché ogni volta che parlava continuava a fare danni?

"Mi dispiace..."

Lucius si voltò di nuovo a guardarlo, il suo viso mortalmente serio; non sembrava avere ancora nessuna intenzione di perdonarlo. Severus sapeva che il compagno aveva ragione, così non disse più nulla, aspettando una risposta, il cuore stretto in una morsa dolorosa.

"Sev, devo parlarti, ed è meglio che lo faccia adesso, prima di riprendere completamente lucidità..."

"Dimmi..." Replicò il moretto, alzando il viso sconsolato, temendo il peggio.

"Io sono scappato dopo la nostra lite soprattutto per chiarire i miei pensieri. Ammetto che sono stato più acido del dovuto e mi sono meritato in pieno lo schiaffo che mi hai dato. Non interrompermi! Dunque, dicevo... il fatto comunque è che certe volte mi fai davvero cadere lel braccia! Insomma, io cerco di starti dietro, di non farti pressioni di nessun tipo, sebbene tu ancora non abbia chiarito nulla con me! A partire dai tuoi sentimenti! Io mi sono dichiarato subito con te, ma tu continui a dire ‘chiudiamola qui, ok?’ "disse imitando in farsetto la voce di Severus.

"Ed a parte questo... io so che tu hai molti pensieri già per conto tuo, ma per Merlino mi spieghi che bisogno hai di preoccuparti così tanto di cose che non ti riguardano nemmeno?! Non sopporto che tu preferisca scappare e rifugiarti in queste cose solo come scusa per evitare i tuoi problemi! Anche il fatto che ti sei riappacificato così presto con tuo padre! Secondo me hai usato la scusa delle informazioni sull’assassino solo per illuderti che così quel problema sia passato!

"Ed ecco anche un altro fatto! Io faccio di tutto perchè tu ti possa fidare di me ma non ti fai mai avanti! Non insisto mai nel chiederti certe cose per non farti male... penso ‘massì, prima o poi si sfogherà di propria volontà’, ma cavolo tu preferisci parlare di assassini, di spiriti sofferenti e del cazzo che ti pare! Metto da parte me stesso completamente per te, e nemmeno te ne accorgi! Forse sbaglio in questo, mi comporto esattamente come te... fuggo dalle mie paure con la scusa di proteggere te, quando tu sembri accanirti così tanto nel rifiutare il mio aiuto!

"Insomma, quello che sto cercando di dire... è che stiamo sbagliando tutto! Facciamo di tutto pur di non rivelarci completamente e questo è un male. Ora... io non pretendo che tu decida di aprirti con me adesso, all’improvviso. Ma ho deciso... che da questo momento io farò così. Piano piano cercherò di raccontarti tutto di me. Perchè tu non sai niente. Tu mi conosci così, come il biondino stupido ed innamorato... ma c’è... tanta oscurità in me, così tanta che ho tentato di tenertela nascosta fin dall’inizio... ma spero che così facendo, deciderai di fidarti anche tu."

Severus ascoltò il discorso del compagno fino alla fine, con attenzione, senza abbassare lo sguardo o interromperlo. Quando capì che aveva finito, restò qualche attimo di più in silenzio, a valutare una risposta, poi aprì la bocca un paio di volte finchè non riuscì a parlare

"Hai ragione... lo so bene che non sappiamo niente l’uno dell’altro. E probabilmente è per questo che non riesco ad essere chiaro nello spiegare a te o a me stesso cosa provo nei tuoi confronti... non riesco a fidarmi di nessuno, ma... le cose che vorresti sentirti dire per me sono così... dolorose e... insomma, io non saprei da dove iniziare."

"Per me è lo stesso. Ma io ci proverò, magari non adesso e non tutto insieme, ma poco alla volta, quando si presenteranno occasioni giuste, non le lascerò scappare e proverò a raccontarti di me. Alla fine, ci ho pensato ed è giusto. Non posso dire di amarti ed aspettarmi qualcosa da te se il primo a non avere fiducia sono io. Anche se ho paura... non so quante delle cose che sono ti potranno andare bene. Ma voglio che questo sia un punto di svolta per noi, mi capisci?"

"Sì... sì, ti capisco bene. Io ti prometto che ci proverò insieme a te."

Rispose semplicemente il moro, ma quelle parole, "insieme a te", riuscirono a dare una scossa al cuore del biondo anche se non capiva bene perchè. Il solo pensiero che ci fosse un "insieme", una specie di "noi", lo fece sentire al settimo cielo! Sorrise debolmente, sentendosi tutto dolorante, ed allungò una mano fino a toccare il viso di Severus, che non disse nulla in proposito, non si scansò e non smise di guardarlo negli occhi.

Poi il tocco si trasformò in una carezza, nella quale il moretto si immerse: era così sollevato dal vedere Lucius vivo e finalmente in stato di coscienza, che quel contatto fu molto rassicurante. Chiuse gli occhi e li riaprì quando avvertì movimento al suo fianco. Il compagno si era alzato a sedere, poi portò anche l’altra mano sul suo viso, circondandoglielo, e si avvicinò fino a baciarlo. Quando anche Severus portò una mano sul suo viso, il cuore prese a battere nel suo petto di vampiro.

Ma non riuscì a mantenere oltre quella posizione, così fu costretto a lasciarsi icadere, dolorante, sul letto. guardò il viso di Severus e fu felice di vedere che sorrideva. Contraccambiò quel sorriso e poi lo sentì dire "Ora ti lascio riposare. Ci vediamo domani mattina!" Lo rassicurò e, ponendo un ultimo bacio sulla sua fronte, sparì oltre i tendaggi scuri. Il biondo ricadde addormentato quasi subito, finalmente tranquillo.

 

Giovedì 3 Dicembre, Infermeria, ore 19:30

"Mi raccomando, segua i miei consigli, e si riguardi! Niente Quidditch per un paio di settimane!"

"Certo, signora, ho detto che va bene!"

"Ci penserò io a lui, Madama... tranquilla!"

"Mi raccomando signor Piton, lo tenga d’occhio!"

Il moretto annuì sorridendo mentre Lucius, rivestendosi alle spalle della dottoressa, le faceva il verso, annoiato da tutte quelle stupide raccomandazioni. Quando finalmente indossò anche le scarpe, il biondo si sollevò in piedi e, salutando cordialmente madama Chips, prese Severus per un braccio, ed uscirono dall’infermeria.

"Finalmente, non ce la facevo più a stare là dentro!"

"Ricorda le parole di madama Chips, Lu! Non strafare questi giorni!"

"Ma fammi il favore! Sono un vampiro, mica un debole babbano!"

"Ah, se la pensi così va bene. Ma il riposo riguardava anche i compiti."

"Eh?! Davvero? Allora va bene, riposerò totalmente quanto volete!"

"Ah, ah!" Rise brevemente Severus.

"Senti, Sev… io pensavo ad una cosa."

"Dimmi tutto."

"Quando l’assassino mi ha attaccato, ricordo che mi disse una cosa curiosa."

"Oh. Sarebbe?"

"Mi disse che meritavo la morte per qualcosa che avevo fatto."

"Mh? Cos’avresti fatto?!"

"Non ne ho idea! Ma ho la netta sensazione che ci conosca. Ti ha risparmiato, no?"

"Sì, ma... pensa, chi potrebbe avercela con te?"

"Molta gente, a dire la verità."

"Naturalmente, intendevo qui al castello."

"Qui al castello, dici? Fammi pensare... –disse, fingendo di sforzarsi – forse, qualcuno invidioso della mia fama mondiale di Quidditch, o geloso della mia voce da tenore, o della mia abilità nel ballo hip hop, o addirittura delle mie infinite capacità di bassista! O perchè no, delle mie doti culinarie, o per la mia fama di grande amatore! Oppure... ma certo, perchè non ci avevo pensato prima! Forse, qualcuno dal tuo fan club!" Concluse rafforzando l’ultima parola, irritato dal fatto che non fosse lampante.

"Il mio che cosa?!"

"Hai capito bene, Sev! L’esercito di ammiratori che ti viene appresso!"

"Tu sei pazzo, Lu... o forse è la maledizione che ancora dà problemi."

"Ma quale maledizione! Non venirmi a raccontare che ancora non te ne sei accorto!"

"Ma non dire fesserie! Che io sappia, ad avere una mezza simpatia per me sono: Narcissa, e già la escludiamo a priori visto che l’assassino è chiaramente un uomo. Poi c’è Kobra, ma... oh! È morto! Ed infine quel Brad, l’assistente di Moody, ed escluderei anche lui, visto che sta sempre a fianco al suo superiore!"

"Mmm..." Rispose solamente Lucius, che intanto pensava ad Avery e Zabini, anche loro innamorati di Severus, ma decise di non rivelarlo al diretto interessato per evitare di creargli altri problemi. Non che sospettasse realmente del "bestemmiatore di Hogwarts", ma doveva ammettere che il prefetto invece gli dava parecchio da pensare: avrebbe potuto benissimo essere lui, ultimamente si isolava sempre più dal resto del gruppo. E se avesse avuto qualcosa da nascondere? Naturalmente a parte la sua cotta per Sev.

Altrimenti, restava Sirius. E nonostante quello che pensava Severus, il Grifondoro era ancora ben lungi dal dimenticarlo... sicuramente ancora coltivava l’attrazione per l’ex ragazzo. Tutte quelle cose, però, preferì tenerle per sè almeno per il momento: era da troppo tempo che non vedeva un sorriso sul volto del compagno. Ma stava facendo bene? O avrebbe piuttosto dovuto metterlo in guardia dall’eventuale pericolo rappresentato dai suoi spasimanti? Ma come avrebbe potuto? Non se la sentiva di spingerlo ad isolarsi per dei timori, magari infondati.

Arrivarono infine all’entrata della loro Sala Comune, pronunciarono la parola segreta e quando furono dentro vennero letteralmente travolti da uno scroscio di applausi ed un’infinità di "Bentornati!", o "Grandi, gli eroi di Hogwarts!", o anche "Ecco chi ha battuto la Maschera!".

Tutti gli si avvicinarono per festeggiarli e per sentire il racconto preciso di tutto l’accaduto, che naturalmente i due vampiri si guardarono bene dal rivelare interamente (più per proteggere i loro compagni di casa, che per escluderli). La diffidenza era l’ultima cosa di cui la scuola aveva bisogno in quel momento.

Così, passarono semplicemente la serata a divertirsi tutti insieme: proprio quello che Lucius pensava avrebbe giovato a Severus, e fu felice di vederlo dopo tanto tempo in vena di chiacchiere e compagnia. C’erano, insieme ai Serpeverde anche Cammy e Gita, nonchè tre dei Malandrini. Potter infatti non si vedeva da nessuna parte.

Non sembrava aver preso molto bene il "furto di popolarità" da parte delle serpi: secondo lui, i Serpeverde non erano fatti per la popolarità e non ne avrebbero dovuta mai avere, come se non fosse previsto dalle leggi della natura stessa! Lucius però decise di non pensare a nessuna di queste cose, piuttosto si diede ai festeggiamenti. Alcuni compagni di Casa si erano cimentati nel suonare strumenti, cantando canzoni molto divertenti che tutti ripetevano in coro.

"Lu, dovresti stare più calmo, madama Chips..." Disse Severus, notando come il suo compagno aveva iniziato a cantare, ballare e bere senza ritegno, ma Lucius non lo fece neanche finire che, come se lo avesse visto solo allora per la prima volta, sorrise ampiamente e rispose con la voce piegata dalla sbronza

"Sssssev! Ammmoore! Sono perfettamente rilassato, non vedi? Ah ah ah!"

E poi si precipitò al fianco di Avery, in piedi su di un tavolo, a cantare a squarciagola una canzone dal titolo "Ti amo quando sono sbronzo", che dedicarono accoratamente ad un soddisfatto Peter Minus. Severus non potè non sorridere allo spettacolo. D’un tratto, però, il passaggio si aprì ancora e da esso fece capolino il professor Morris.

"Ma che... che sta succedendo qui?!" Gridò e tutti si fermarono.

"Beh... noi festeggiavamo Piton e Malfoy... sa..."

"Ma... ma... SENZA DI ME?!" Esclamò come offeso e tutti scoppiarono a ridere, trascinando dentro anche lui, che immediatamente individuò il centro del divertimento e vi si precipitò: in un attimo fu anche lui a fianco di Avery e Lucius a cantare a squarciagola, un bicchiere di whiskey incendiario in una mano, insegnando a "quei dilettanti" altre allegre canzonette a loro ignote.

Ma dopo molte sifnonie, lasciò il canto a chi aveva ancora voce e raggiunse Severus, che stava allegramente scherzando con Cammy, "Ciao!" Li salutò calorosamente e quando lo videro, i suoi due studenti sorrisero, e contraccambiarono il saluto. "Beh... io vado a ripescare Gita..." Disse la ragazza dai capelli vivaci, anche se quella sembrava più una scusa, e sparì subito dopo.

"Tutto bene, professore?"

"Mh...? Cioè... lei chede a me come sto? Ah ah ah! Come sta lei, piuttosto!"

"Ora bene. Ho saputo che ha cercato l’arma dell’assassino. L’ha ritrovata?"

"Non me ne parli... sparita nel nulla! Chissà chi ce l’ha in questo momento..."

L’ultima frase fu pronunciata dall’uomo con un tono strano, come se stesse più che altro riflettendo a voce alta. Severus notò allora il pallore sul viso del suo insegnante. Dovevano essere stati giorni molto stressanti per tutti, dopo l’ultimo attentato. Allungò una mano fino a toccargli una spalla, e gli disse con voce comprensiva

"Forse dovrebbe riposarsi un po’... sembra molto stanco." Il professor Morris sembrò quasi sobbalzare al leggero tocco, ma poi sorrise a mo’ di scuse e rispose

"Mannò, mannò... mi sto talmente divertendo! Era dal mio ultimo anno ad Hogwarts che non partecipo ad uno di questi festini! Comunque ci tenevo a dirle che... mi dispiace che abbia assistito a quelle scene. Ho sentito che è stato terribile, che è stata addirittura lanciata la maledizione di Skardok."

"Beh... ero molto scosso, è vero. Ma ora è tutto ok! –Sorrise il moretto, e continuò –sono felice di essere arrivato in tempo almeno per salvare Lucius. Anche se... se non fosse stato per il mio stupido orgoglio, questo non sarebbe mai successo."

"Oh, ma non dica bestialità! Il signor Malfoyè andato per tre giorni in giro da solo e tutto questo solo per una banalissima lite! Avrebbe potuto anche pensarci lui, ai pericoli che correva, no? Insomma... non sto dando la colpa a nessuno, ma trovo sia assurdo che due ragazzi maturi non possano chiarirsi! Basta scappare al primo ostacolo! Dovete scannarvi? Bene, fatelo! Così capirete meglio cosa è davvero importante per l’altro e sarete ancora più uniti di prima, no?"

Severus ascoltò il discorso del professore, che evidentemente si era accalorato molto mano a mano che parlava ed alla fine annuì, sorridendo. L’insegnante però, davanti a quel sorriso arrossì e si sgonfiò visibilmente. Non c’era poi bisogno di scaldarsi tanto... tornò a guardare il suo studente e disse

"E poi... sinceramente, io non sopporto che lei stia sempre così male, signor Piton..."

"Io... la ringrazio. –Rispose il moretto e poi fu il suo turno di arrossire. –lei si preoccupa troppo."

"Gliel’ho detto, lei per me non è come tutti gli altri studenti. Cercate di non uscire più da soli..."

"Va bene, è che... mah, meno male che non è accaduto nulla."

Concluse il moretto; il fatto che lui non fosse per il suo professore come tutti gli altri lo aveva riempito di orgoglio e di qualcos’altro. Ormai non aveva più senso nascondere a sè stesso la verità: aveva preso una bruttissima cotta per il suo insegnante. Curioso... stava per crollare quando venne ingiustamente accusato di avere una relazione con lui, ed ora invece sperava di averne una.

Il professore aprì la bocca per dire qualcos’altro, ma fu interrotto da un grido alle sue spalle che li fece sobbalzare entrambi.

"SEVERUS! HO QUALCOSA DA DIRTI!"

Gridò un ormai ubriaco Lucius che, tentando di avvicinarglisi, cadde rovinosamente sul pavimento inciampando sui suoi piedi. "Oh no, Lu!" Si preoccupò Severus vedendolo capitombolare in quel modo; si piegò su di lui per soccorrerlo e lo sentì lamentarsi. "Te l’avevo detto di non sforzarti! E soprattutto di non bere così tanto!" Lo rimproverò infine il moretto, una volta constatato che stesse bene.

All’improvviso poi il biondo, prendendo di sorpresa il compagno, gli portò una mano dietro al collo e gli schioccò un sonoro bacio sulla guancia. Senza lasciarlo andare poi lo guardò negli occhi e con la voce incrinata dall’alcol si lamentò "Sev, non prendermi in giro in questo modo! Tu giochi coi miei sentimenti... il dolore di questa caduta non è niente in confronto a quello nel mio cuore... SPOSAMI! IO TI AMO..."

Severus scoppiò a ridere, mentre passava un braccio attorno alla schiena del biondo e lo aiutava a tirarsi in piedi

"Sì, va bene! Ma ora alzati e riposati da qualche parte, ok?"

"Tu... hai detto "sì", hai accettato!"

"Sì Lucius, ho accettato, su non farti trascinare!"

"Oh, Sev! Farò tutto ciò che vuoi, sposiamoci domani! Tu mi ami, vero?" Chiese, gli occhioni lucidi e speranzosi fissi nei suoi.

"Certo, certo...! Vieni qui, su!" Lo tranquillizzò mentre lo aiutava a farsi strada verso i dormitori.

"Devo... comprare gli anelli, allora..."

"Già! Ed anche organizzare una festa di nozze, non sarà una cosa facile! Perciò, ora riposati non vorrai mica sposarti così, tutto stanco con le occhiaie e le nausee? Io non mi accontento di un matrimonio alla buona, sai? Forza, devi essere bello domattina!" Disse ed in quel momento arrivò anche Avery, che lo aiutò a trasportare Lucius per il corridoio, prendendolo dall’altro lato.

"Sì, hai... hai ragione! Avery! Verrai anche tu, vero?"

"Sììììì! Dove?" Chiese il ragazzo, mentre Severus apriva la porta della loro stanza.

"Al nostro matrimonio! Voglio che canti Merlino!"

"Ah ah ah! Per te questo e altro, ora sdraiati qui, da braaaaavo!"

E dicendo così, lo portarono all’interno, e lo adagiarono sul suo letto. Appena pochi secondi dopo il biondo chiuse gli occhi e si addormentò sopraffatto dall’alcol. Avery si allontanò dal letto e si andò a sedere ad una delle due scrivanie, quella di Lucius.

"Non sapevo che i vampiri potessero sbronzarsi..." Rise sottovoce.

A quella frase, Severus si voltò di botto per poi ricordare ciò che il ragazzo gli aveva detto la sera del tentato omicidio: lui già sapeva da tempo della loro natura, non c’era niente da temere. "Oh... beh, è normale, perchè qualsiasi liquido noi beviamo viene assorbito dal nostro organismo esattamente come il sangue, perciò..."

"Perciò, si può dire che ogni cellula del corpo di Lucius ora sia ubriaca e stia ballando il gioca jouer"

"Ah ah ah! Non so cosa sia ma sì, è esatto!" Rise il moretto e poi si bloccò all’improvviso.

"Mh? Cosa c’è, qualcosa non va?"

"Oh... beh niente, mi sono ricordato di aver lasciato il professor Morris di là."

"E allora? Se la caverà, vedrai..."

"Mi sembra una cosa scortese... ma forse hai ragione, è una festa in fondo..."

Avery non rispose niente per qualche tempo, restando a fissare l’amico con un’espressione indagatrice, poi si rilassò contro la sedia e sorridendo in maniera malefica disse, parlando lentamente come se volesse che ogni parola fosse assorbita dal cervello di Severus il più profondamente possibile

"Per me... –pausa per fare scena –tu hai una cotta per il professor Morris!"

"Eeeeh?! Ma non dire fesserie!" Sobbalzò il moretto, evitando lo sguardo di Avery.

"Ah ah ah! È così, gli stai sempre appiccicato quando capita l’occasione!"

"Ma smettila con le bestialità, è un insegnante!" Arrossì violentemente.

"Appunto! Ha carisma! Oh, andiamo non lanciarmi quegli sguardi omicidi, lo sai che ho ragione. Ricordi che io tra il terzo e il quarto anno sbavavo dietro a Madama Chips a tal punto da ferirmi apposta per poter andare in infermeria? E tutti mi chiamavano la crocerossina perchè ogni volta che qualcuno si setniva male, io mi offrivo di accompagnarlo?"

"Ah ah ah! Già, è vero me l’ero scordato! Merlino, ricordo che un giorno fingesti addirittura un principio di attacco cardiaco e quando poi ti dissero che ti avrebbero dovuto mandare piuttosto al San Mungo, tu diventasti pallidissimo, avevi paura di qualcosa che si chiamava eclettoschock, mi pare!"

"Ahem... è elettro-shock, comunque sì, purtroppo ricordo..."

"Ma non ricordo... poi come hai fatto a fartela passare?"

"Beh... –iniziò Avery sorridendo, ma poi quel sorriso scomparve –è passata da sola."

Concluse semplicemente, riprendendo poi a sorridere sperando che l’amico non avesse notato nulla. Ora che ci pensava, quella cotta gli era passata lentamente, giorno dopo giorno dal momento che lo aveva visto ballare sotto la neve la sera di Halloween dell’anno prima... Severus fortunatamente non notò nulla, o se lo fece non vi diede molto peso, ed annuì completamente fiducioso nell’amico di sempre.

"Io volevo chiederti solo una cosa, Sev..."

"Dimmi..."

"Quando è successo che sei stato trasformato in vampiro?"

Severus ascoltò la domanda e tacque. Non poteva dire di non aspettarsi questo momento prima o poi, ma ugualmente restò per un po’ a corto di parole. Con lo sguardo cercò gli occhi di Avery per capire il suo stato d’animo, se fosse arrabbiato o semplicemente deluso... poi sospirò e rispose con tono abbastanza depresso

"Quest’estate..."

"Prima o dopo essere andato via da casa?"

"Prima. Insomma, dopo la trasformazione mi sono chiuso in camera mia per trovare e distillare dei rimedi che mi permettessero di continuare a frequentare Hogwarts nonostante la mia nuova natura. Ma quell’esilio prolungato finì con l’irritare papà e dopo aver litigato ed esserci scontrati, io e la mamma abbiamo deciso di andarcene."

"Capisco... beh... non che pretendessi che ti precipitassi a raccontarmi l’accaduto, ma... sono passati tre mesi dall’inizio della scuola e mi stavo domandando perchè non mi hai mai raccontato nulla in tutto questo tempo? Occasioni ce ne sono state..."

"Non lo so. –ammise Severus, che si rendeva conto benissimo di non avere scusanti agli occhi dell’amico. –Un po’ per tutto. Per paura di perderti, per non rivelarmi e soprattutto non rivelare Lucius. Lo so, sembra così stupido ora aver agito in questo modo proprio con te..."

"Ma... davvero hai pensato che io potessi abbandonarti o addirittura tradirti?! E poi come hai potuto sperare che non mi accorgessi di nulla, dopo anni passati fianco a fianco? Sono o non sono il tuo migliore amico?!"

"Lo so, Avery... mi dispiace. Non so cos’altro dirti, ma ero così spaventato, e lo sono tutt’ora! Una vita nuova, da solo con mia madre, senza soldi, una nuova natura che avrebbe potuto costarmi tutto: la scuola, la libertà, i più comuni diritti dei maghi... non so che altro dire, solo che ho avuto paura di tutto ciò che mi circondava e... pensavo che come ero cambiato io forse potevate cambiare anche voi nei miei confronti..."

"Con "voi" intendi anche Zabini?"

"Sì, esatto."

"Lui sa già di questa cosa?"

"No. Sei l’unico a saperlo a parte i miei genitori."

Questo riempì inaspettatamente Avery d’orgoglio, per lo meno non lo aveva detto a nessun altro. A quel punto sorrise e disse, comprensivo "Beh... so cosa significa custodire un segreto che potrebbe cambiare molte cose, quindi... l’importante è che da oggi in poi non dimentichi mai più che puoi sempre contare su di me per qualsiasi cosa e soprattutto che io non ti tradirei mai."

"Sì... allora grazie per avermi capito." Sorrise sollevato il moretto e poi si sentì afferrare la maglietta e trascinare verso l’amico che, ancora seduto, gli fece spazio tra le sue gambe e quando l’ebbe vicino, avvolgendo le braccia attorno a lui gli poggiò la testa sul petto e chiuse gli occhi. "Sono contento di avere te, Sev..."

Il moretto, all’inizio stupito, si riprese presto e sorrise di nuovo. Portò un braccio sulle spalle dell’amico e con l’altro avvolse la testa, premendola contro il petto. Quella posizione era rilassante per entrambi, che in quel momento non ci vedevano assolutamente nulla oltre l’amicizia e la reciproca sicurezza che si scambiavano. Dopo qualche minuto di silenzio in quella posizione, decisero di tornare alla festa.

Verso la mezzanotte anche Lucius si riprese dalla sbornia e la prima cosa che fece fu tornare a bere e cantare. Il professor Morris era sparito da molto, appena dopo la scomparsa di Severus nei dormitori con Lucius ed Avery, cosa che fece restare male il moretto, ma non lo diede a vedere più di tanto. Alle tre del mattino la festa finì e quando tutti si ritirarono, un solo pensiero attraversò le loro menti:

Il giorno seguente avrebbero dovuto svegliarsi fin troppo presto per affrontare le lezioni del Venerdì, le quali prime due ore delle quali erano proprio di Pozioni, una delle materie più complicate! Buonanotte, Serpeverde... anzi, buongiorno bisognerebbe dire.

 

 

Ringrazio tutti coloro che hanno avuto la pazienza di seguirmi fino a qui e spero che mi lascerete una recensione! La canzone all’inizio del capitolo è "Bury me deep inside your heart" dei HIM, spero la ascolterete, personalmente, la trovo talmente bella che mi fa piangere. Un abbraccio a tutti! Alla prossima!


XxX.SilverLexxy.XxX

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