Faith

di imimperfect
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Stavo guardavo dalla finestra quando ho notato un ragazzo che mi stava fissando.
Era la terza sera consecutiva che lo notavo di fronte a quella macchina scura.
Ho fatto nuovamente finta di nulla e mi sono messa a dormire.
 
La mattina seguente dopo essermi preparata cercai le chiavi di casa nella borsa prima di aprire la porta.
 Appena varcai la soglia una figura altissima mi sorprese. Continuava a fissarmi senza dire una parola era il ragazzo delle sere precedenti. 
Indietreggiato di colpo. sentendomi il suo fiato sul viso.
- T-t-tu che ci fai qui? -
- aspettavo te - rispose 
- C-c-chi sei? -
- Non ti ricordi di me? - 
- N-n-no.. -
- Allora piacere sono Harry, e tu come ti chiami bellissima?
- Cosa vuoi da me? -
- Fai la difficile eh? -
- Lasciami in pace! - dissi uscendo di corsa di casa sbattendo la porta.
Mi prese per la spalla, io mi girai e notai i suoi occhi verdi fissare le mie labbra, mi scansai ma era più forte, spostò la sua mano lungo le mie braccia soffermandosi ai polsi. Gli strinse.
- mi fai male! - dissi
- Non volevo… - rispose
Il battito del mio cuore aumentò di colpo. 
- Non sono il tuo tipo lasciami in pace! - dissi scostandomi i capelli dal viso.
- Più che ti arrabbi più che mi piaci - rispose mordendosi delicatamente le labbra.
- Scusa devo andare a lavoro, sono in ritardo. -
- Ti accompagno io se vuoi? -
- No grazie - risposi con voce ferma.
- immaginavo avresti risposto così… -
Stretti la borsa al petto e corsi fino al centro commerciale entrai appena in tempo.
 
La giornata di lavoro iniziò e le ore passarono a stenti continuai a pensare a quel ragazzo, cosa voleva da me? 
Arrivò l’ora di pranzo e Sophie si avvicinò  con lo sguardo preoccupato.
- Hey Nora cosa ti è successo? Perché non hai aperto bocca da stamattina?- chiese.
- nulla nulla sto bene, nulla di che… - risposi velocemente.
- a me puoi dire tutto, sai? - ribattè.
Mi fidai e le spiegai cosa fosse successa quella mattina, lei con lo sguardo smarrito mi disse:
- Oh ma figo questo Harry eh! -
- oh ma sei dalla mia parte o dalla sua?! - esclamai.
- Io ci uscirei, mi piacciono i tipi misteriosi … poi è da tanto che non esci con qualcuno, dai! - sai che non sono mai uscita con un ragazzo da quando è morta mia nonna, e ancora non mi sento pronta, sono passati solo 9 mesi e mi sembra una mancanza di rispetto nei suoi confronti …- non feci in tempo a finire la frase che Sophie mi interrompè:
- senti 9 mesi che non esci con nessuno sono tanti e se vuoi passare questo brutto momento devi parlare con quel ragazzo e uscirci, punto e basta! -
- hahahahaha si signor capitano! Lo so, ma non lo conosco! -
- a quello si rimedia in fretta basta uscirci un paio di volte hahahahaha dai provaci! - insistette.
- ok lo farò … - mentii.
Non avevo proprio intenzione di uscire con un ragazzo spaventoso come lui.
* fine giornata *
Uscii dal negozio dirigendomi verso il parcheggio e intravidi una figura dai capelli ricci.
Si voltò velocemente e mi sorrise. Il suo sorriso è bellissimo: i suoi denti erano bianchissimi , le sue labbra erano rosee e lucide e il tutto era circondato da due fossette che avrebbero fatto sciogliere chiunque …
- Hey splendore! Sono venuto a prenderti. -
- So andare a casa da sola, grazie lo stesso. - risposi fredda continuando a camminare con lo sguardo rivolto verso il basso.
Mi fermò ancora una volta stringendo le sue mani enormi attorno al mio polso, questa volta senza farmi troppo male.
- Lasciami stare, non voglio avere niente a che fare con i tipi come te! - urlai
- come me in che senso? Ma se nemmeno mi conosci? -
- infatti, non ti conosco, quindi lasciami in pace, non sono il tuo tipo! - 
Velocizzai il passo e lui mi seguiva senza alcuno sforzo.
Si fermò improvvisamente.
- vieni con me. -
- anche no? - dissi girandomi di scatto
- ti porto in un posto bellissimo -
- no grazie ho da fare -
- se vieni con me oggi giuro che ti lascerò in pace, ti prego fidati di me!-
- mi lascerai in pace? -
- promesso -
- vengo con te, ma se mi fai del male ne pagherai le conseguenze! Sia chiaro! -
- hahahahaha tranquilla non potrei mai -
Ci dirigemmo verso la macchina, lui non distolse mai lo sguardo da me, mi squadrò dalla testa ai piedi io tenetti lo sguardo fisso sull’asfalto, solo due volte alzai gli occhi verso di lui per cercare di capire cosa stesse pensando.
- sei bellissima - mi disse guardandomi negli occhi.
- non mi prendere in giro per favore -
- come potrei? - rispose a bassa voce.
Arrivammo alla vettura nera e mi aprì la portiera, non immaginavo l’avrebbe fatto.
- prego - disse insinuando al fatto che non lo ringraziai
- ahh scusa, grazie mille - dissi con voce persa
 
In macchina non ci rivolgemmo nemmeno una parola.
Dopo una ventina di minuti di viaggio mi disse:
- non ti sto rapendo, tranquilla! manca poco e arriviamo a destinazione. -
- sarà meglio così - bisbigliai
Il silenzio mi è sempre piaciuto ma quello mi rabbrividì.
La vettura si fermò, Harry parcheggiò agilmente e disse schiarendosi la voce:
- ne vale la pena non ti preoccupare, vedrai… -
Mi guardai intorno, eravamo su una collina a circa 40 km dalla città, non ero mai stata in quel posto. C’erano tantissimi fiori colorati e altrettanti prati. L’aria era freschissima e la pace dominava su tutto.
- wooow! - esclamai senza rendermene conto.
Alla mia esclamazione Harry sorrise, sapeva quale sarebbe stata la mia reazione, ma quel posto era veramente bellissimo.
- come fai a conoscere questo posto? - chiesi curiosa della risposta
- è una storia lunga te la racconterò un’altra volta, siediti adesso - rispose  molto vago
Mi sedetti sull’erba e si mise accanto a me osservando il cielo.
- ho sempre amato questo posto -
- immagino … -
- è speciale - continuò con lo sguardo perso fra le nuvole
Si sdraiò e io mi sdraiai accanto a lui per osservare meglio il cielo o meglio per osservare meglio lui.
Lo fissai senza nemmeno rendermene conto mentre lui continuava a spiegare di come quel posto fosse importante per lui, non capii una parola, ero troppo assorta nei suoi bellissimi occhi color smeraldo. Non ne avevo mai visto di simili. Più lui parlava più io mi accorgevo di ogni suo minimo dettaglio.
Si leccò le labbra prima di dirigere i suoi occhi color mare verso di me.
- non ti lascerò in pace - disse con voce ferma mantenendo il sorriso sulle labbra bagnate,
- anche se te l’ho promesso, non ti lascerò in pace, io ti voglio - disse sedendosi, senza mai distogliere lo sguardo dal mio viso.
Mi alzai di scatto e mi allontanai un po’, lui continuava ad avvicinarsi spostandomi un riccio dagli occhi, accarezzò una guancia spostandosi lentamente sulle mie labbra, continuò ad avvicinarsi. Rimasi immobile fino a quando non avvicinò il suo viso al mio e le sue labbra sfiorarono le mia. Spostai il volto. Lui si avvicinò ancora una volta e mi lasciò un bacio tra la bocca e la guancia. Sentivo il suo fiato, era così vicino. Tremavo.
- non sono un gioco della Play. - dissi con voce fioca
Lui mi guardò e scoppiò a ridere rotolando sul prato.
- questa si che è una bella risposta, non l’avevo mai sentita prima d’ora hahaahah -
La sua risata era contagiosa e senza accorgermene sorrisi, Harry si morse nuovamente il labbro inferiore sussurando:
- per favore, non sorridere. -
- perché? - ribattei sconvolta da ciò che mi aveva appena detto
- perché poi ti vedono tutti e si innamorano - disse sorridendo.
Le sue fossette erano così carine, lui era così carino, ma cosa dico carino? Era bellissimo. 
- cavolo … ci sai fare con le ragazze eh? - 
- un po’ -  ammise sorridendo.
Quel sorriso così perfetto faceva sciogliere.
Il brontolio del mio stomaco smorzò il silenzio.
- hai fame? - chiese soffocando la risata
- devo andare a casa ora - dissi tutta rossa dall’imbarazzo
- come vuoi tu. - 
 
Attraversammo nuovamente quel bellissimo prato e arrivati in macchina nessuno dei due osò dire una parola.
Arrivammo davanti al vialetto di casa mia e scesi dalla macchina salutando, arrivai davanti alla porta cercando le chiavi nella borsa e sentii una mano sulla spalla, mi voltai, era Harry.
- hai dimenticato il maglioncino in macchina - disse porgendomelo sempre con il sorriso sulle labbra.
Lo afferrai ringraziando ma non mollava la presa.
- grazie puoi lasciarmelo adesso? - dissi giocosamente
Lui tirò il maglioncino che avevamo entrambi tra le mani, improvvisamente ero di fronte a lui, il suo petto era poggiato sul mio, il suono del suo cuore risuonava nelle mie orecchie. Continuavo a guardare i tatuaggi sul suo petto, lasciati in bella vista dalla camicia bianca semiaperta, quando mise una mano sui miei fianchi e mi strinse ancora di più su di lui, cercai di distogliere lo sguardo dal suo volto, senza riuscirci. Lasciò la presa dal maglioncino e tentai invano di spostarmi. Mi spinse contro la porta. Con una mano mi teneva i fianchi mentre con l’altra mi prese il mento, si abbassò e mi baciò.
Tentai di tenere le labbra chiuse, ma la sua lingua perforò tra esse.
Mi dimenai, anche se nessuno mi aveva mai baciato in questo modo. Lui era più forte di me, non potevo fare nulla. Mi morse il labbro inferiore fino a farlo sanguinare poi lasciò la presa spostando le mani al lato della mia testa tenendomi ferma solo con il bacino.
- così tutti sapranno che sei mia - mi sussurrò all’orecchio
- io non sono di nessuno - risposi cercando di scappare dalla sua stretta.
Fece un sorriso sfacciato e mi prese le chiavi di mano. Ero ancora imprigionata fra i suoi fianchi e la porta, mise una mano sotto la mia camicetta e mi accarezzo la schiena, mi toccò l’accetto del reggiseno e tentò di aprirlo, un brivido mi penetro dentro. Avevo la pelle d’oca. 
- non farlo … per favore! - dissi
- non avere paura di me - mi sussurrò in un orecchio - io non ti farò mai del male, fidati di me. - 
Mi accarezzò un ultima volta la schiena per poi togliere la mano dal mio corpo e aprire improvvisamente la porta. Io caddi sul pavimento e lui sopra di me, misi le mani sul suo petto tentando di allontanarlo da me.
Richiuse la porta con un piede.
- come ti chiami? - chiese

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


- N-N-Nora - dissi spostandomi da sotto il suo corpo e sedendomi sul pavimento. Harry si sedette a sua volta di fronte a me prendendomi le mani. - le tue mani sono morbide quante la tua schiena - disse con un sorriso sfacciato stampato sulla bocca. Diventai tutta rossa dall’imbarazzo e mi alzai dirigendomi in cucina. - vuoi del thè? - urlai - volentieri - Misi l’acqua sul fuoco quando sentii il suo telefonino squillare, subito dopo i suoi passi di avvicinarsi sempre di più. - devo andare - affermò - domani sei libera vero? - continuò sicuro di sé. - B-b-boh, non lo so, devo vedere - risposi senza voltarmi mantenendo lo sguardo sui fornelli. - ti vengo a prendere alle 8pm. - disse avvicinandosi sempre di più fino a poggiare i suoi fianchi sui miei, rabbrividii. Mise la sua testa sulla mia spalla - ti proteggerò non avere paura - mi rassicurò allungando la mano sulla mia coscia destra, per poi accarezzarla. Sorrise mentre io trattenevo il fiato, sapeva che mi da fastidio, lo faceva apposta. Poggiò le sue labbra sul mio collo e mi stampò un bacio diverso, un bacio più dolce degli altri. Le sue dita scivolarono nella tasca dei miei jeans e tirò fuori il mio cellulare. - cosa stai facendo? - dissi riprendendo fiato - vedrai - disse. Lo lasciai fare, poi mi rimise il telefono dove lo aveva preso. - ora ti devo proprio lasciare, mi spiace, assaggerò il tuo thè un’altra volta ok? - - come vuoi - risposi. Harry uscì dalla cucina e si diresse verso la porta d’ingresso. Aprì la porta e trovò davanti Sophie che stava rientrando. - che ci fai tu qui? - disse Sophie - sono venuto a trovare Nora e tu? - rispose Harry - io vivo qui - disse sorridendogli - ah scusa ora devo proprio andare mi spiace - Sophie entra in casa gongolando - ti avevo detto di dargli una possibilità, non di portarlo a casa così presto!- - tranquilla non è successo nulla - dissi arrossendo di colpo - non mi vuoi raccontare nulla insomma? - chiese Non risposi sia per l’imbarazzo sia perché non mi rendevo ancora conto d quello che era successo quel pomeriggio, era successo tutto così velocemente … Rimasi assorta nei pensieri cercando di capire cosa dirle e cosa no, e soprattutto come dirle che sono salita in macchina con lui, che mi ha portato a 40 km da casa e che mi ha baciata più di una volta e che ha tentato di slacciarmi il reggiseno nel vialetto, era troppo da assimilare in una volta sola … - vi siete baciati? - disse Sophie incuriosita - …. Lui ha baciato me - - bacia bene? - - … - - beata te ad avere un tipo interessante come lui! Se ce n’è bisogno vi lascerò la casa vuota, sai cosa intendo vero? - disse ridendo - non ce ne sarà bisogno. - - come sei fredda … - aggiunse - beviamo un thè che ti racconto cosa è successo! - - oh finalmente!! - Ci sedemmo in cucina, una di fronte all’altra le raccontai dell’uscita, del bacio sul prato, del maglioncino e di cosa successe in vialetto, sorvolando il fatto che era sopra di me e che eravamo sdraiati sul pavimento o del fatto che aveva tentato di slacciarmi il reggiseno. Preferisco che queste cose non le sappia, non so il perché, ma mi vergogno a raccontarle. - secondo me è un ragazzo romantico,ne è valsa la pena di dargli una possibilità - affermò Sophie con il sorriso che le arrivava alle orecchie. - mi viene a prendere domani alle 8pm. - dissi - cerca di dargli maggior fiducia, è un bravo ragazzo dai! - esclamò lei facendo il broncio - tesoro sai bene che sono qui a Londra solo per finire gli studi, non rimarrò qui per sempre, non voglio affezionarmi a qualcuno qui per poi dovergli dire addio. - - lo so ma già che sei qui senza familiari divertiti! - - lo farò tranquilla … - La mattina seguente era già arrivata. Mi preparai e uscii di casa dirigendomi all’università. Stavo aspettando l’autobus quando una macchina scura si è fermata di fronte a me, i finestrini si abbassarono e Harry mi fece cenno di salire. Salii e gli dissi che dovevo andare all’università. - ti porto io, mi sei mancata - disse mantenendo lo sguardo fisso sulle mie labbra. Si avvicinò, lasciandomi un lungo bacio sulle labbra. Io non feci opposizione, ma gli presi il volto accarezzandogli i morbidi capelli senza rendermene conto. Quel ragazzo mi aveva stregata. - sei meno aggressiva oggi - disse guardando la strada Io arrossii e abbassai lo sguardo capendo cosa avevo appena fatto. Accostò la macchina davanti all’entrata e disse voltandosi verso di me - arrivata a destinazione sana e salva hahah - - grazie, non c’era bisogno di scomodarsi - - è un piacere per me - - devo andare la lezione sta per iniziare - - ti vengo a prendere alle 8pm ricorda - - sisi ok - risposi scendendo di corsa dall’auto per poi fare una corsa fino all’aula. La lezione durò circa due ore. Uscii dall’università e mi diressi in negozio per fare il turno pomeridiano, mentre notai un ragazzo che continuava a fissarmi. Velocizzai il passo cercando di non dargli attenzioni, quando inizia a urlare il mio nome: - Noraaaa! Noraaa! Ferma ti devo dire una cosa! - Non gli diedi retta e continuai per la mia strada - Nora riguarda Harry! - A quella frase mi fermai di scatto - cosa vuoi? Come fai a sapere il mio nome? - risposi malamente - lascia stare quel ragazzo, lo dico per il tuo bene - - perché mi vieni a dire questo? Cosa ha Harry di così sbagliato? - - lascialo stare, non ti posso dire nulla, ascolta quello che ti dico è per il tuo bene - disse girandosi di scatto per poi correre via. Ma cosa avrà fatto Harry di così male da costringere qualcuno a dirmi di allontanarmi da lui? Arrivarono le 7pm, appena uscita dalla doccia mi diressi in camera per iniziare a prepararmi quando sentii la porta d’ingresso chiudersi rumorosamente. - Sophieeee, sei tu? - gridai senza alcuna risposta. Scesi lungo le scale per vedere chi fosse entrato avvolgendomi meglio l’asciugamano azzurro attorno al corpo. Ero scalza e feci attenzione a non cadere dato che avevo i piedi ancora bagnati. - Sophie sei tu? - chiesi nuovamente quando vidi Harry girovagare per il salotto. - che ci fai qui? È ancora presto. - domandai confusa. - volevo vederti mentre ti preparavi. A proposito ti ho portato un vestito - mi disse porgendomi una scatola - ah grazie non dovevi - aprii la scatola e dentro non c’era nulla oltre un biglietto con su scritto “mettiti questo stasera”. Rimasi immobile e arrossii, mentre Harry mi guardava e sorrideva. - a quanto pare mi hai preso alla lettera - indicando l’asciugamano con ci ero avvolta. Lasciai lo scatolone sul mobiletto e andai in camera a vestirmi tenendomi stretta l’asciugamano addosso. - aspetta qui - gli dissi. Chiusi la porta della stanza e mi affrettai a mettere l’intimo, aprii l’armadio cercando qualcosa di adeguato a tutte le occasioni, visto che non avevo idea di dove saremmo andati. Afferrai velocemente un vestito color turchese, leggero, molto semplice. Non ebbi il tempo di metterlo che la voce di Harry risuonò nella stanza. - bella stanza! - disse dalla soglia della porta. - ti avevo detto di aspettarmi giù - dissi cercando di chiudere il vestito più veloce che potessi. Fece due passi avanti, mi girai dandogli le spalle, si avvicinò e mi mise le mani sui fianchi. Mi venne la pelle d’oca. Mi spostò i capelli sulla spalla soffiandomi sul collo. Rabbrividii. - non sono ancora pronta - dissi sfuggendo alla sua presa. - aspetta ti do una mano - disse chiudendomi il vestito - sei bellissima - aggiunse. - vado a prendere le scarpe torno subito - dissi uscendo dalla stanza. Afferrai le ballerine nere e le misi velocemente. Tornai in camera dove trovai Harry sdraiato sul letto. - andiamo? Io sono pronta. - - hai un letto comodo sai? - disse alzandosi - un giorno dovresti invitarmi a passare la notte qui … - aggiunse mettendo in mostra le fossette. - si sta facendo tardi - dissi imbarazzata. - hai ragione andiamo - Uscimmo di casa e entrammo in macchina. Mi aprì la portiera e partimmo. - dove stiamo andando? - - dei miei amici danno una festa in piscina. - disse con lo sguardo concenttrato sulla strada. - non possiamo andare da qualche altra parte?- - perché? - - ehh mmm beh non so nuotare e poi mi vergogno a stare in costume davanti a tante persone, poi non conosco i tuoi amici mi sentirei a disagio. Per favore andiamo da un’altra parte - - hahahahaha come preferisci tu, ne anche io ho tanta voglia di condividerti con i miei amici - disse allungando una mano sulla mia coscia. Mi spostai di scatto e in macchina risuonò la risata di Harry. - siamo arrivati - disse parcheggiando. Aprì la portiera e scese, io feci lo stesso e lo seguii da dietro. - perché stai tanto distante, vieni qui. - mi incitò stringendomi un braccio attorno alla vita. Era un posto tranquillo. Molto romantico, un ristorante classico con i tavoli al lume di candela con vicino un piccolo cinema. Superammo il ristorante e anche il cinema, mi portò nel retro del ristorante dove c’era un piccolo prato con qualche tavolo per i clienti. Harry chiamo un cameriere che dall’atteggiamento penso lo conosca da tempo e si fece portare una grande tovaglia. Harry la afferrò e la poggiò per terra. Mi invitò a sedermi. Mi sedetti e lui fece lo stesso. - oggi un ragazzo mi ha fermato per strada e mi ha detto di starti lontano - iniziai la conversazione. - e tu? - rispose Harry alzandosi di scatto. - gli ho detto di lasciarmi stare, ma perché ha detto una cosa del genere? Ha detto che era per il mio bene - - in città ci sono molti ragazzi a cui non vado a genio, non ti preoccupare - mi tranquillizzò. - cosa vuoi prendere da bere? - - una pepsi per favore, sono astemia - - ah curioso … - si alzò per andare ad ordinare e ci fece portare la cena in un tavolo vicino al prato su cui eravamo seduti. Era tutto molto semplice ma allo stesso tempo ricercato. Eravamo in piena campagna e le stelle erano l’unica cosa che illuminavano l’atmosfera accompagnate da una piccola candela poggiata sul tavolo. Harry stava tornando con qualcosa da bere in mano. - ti piace? - - cosa? - - questo posto - disse - amo venire qui a guardare le stelle - concluse. - è bellissimo! - esclamai - proprio come te - sorrise. Cenammo e scherzammo, a dire la verità non ho mai riso tanto come in quella serata. Harry non è la persona spaventosa che pensavo. Tornammo nella tovaglia dove eravamo a inizio serata,schiccherammo per ore. - hai ancora paura di me? - disse guardando le stelle - no … - dissi con voce ferma - non hai idea dell’effetto che hai su di me - A quella frase mi scostai mettendomi a sedere, Harry notando il mio nervosismo si è spostato fino a poggiare la nuca sulla mia coscia, mi prese una mano e la mise tra i suoi morbidi ricci, gli massaggiai i capelli. L’atmosfera era bellissima. - questo è il paradiso sai? - disse - tu sei il paradiso - concluse tirandosi su. - dobbiamo avviarci si è fatto tardi - gli dissi cambiando argomento. - stai da me stasera vero? - disse tirandosi in piedi, io non risposi, mi porse la mano e mi aiutò ad alzarmi e ci dirigemmo verso l’auto. Siccome io ero qualche passo più avanti di Harry mi poggiai alla portiera aspettando che lui aprisse, ma si avvicinò sempre di più fino a trovarsi di fronte a me, faccia a faccia. Mi mise la mano dietro la schiena, io mi spostai di scatto e aprì la portiera, feci un passo avanti per entrare in macchina, ma improvvisamente qualcuno lo chiamò da lontano. Entrambi ci voltammo per vedere chi fosse. Era il ragazzo che mi aveva fermato quella mattina, uscii di corsa dalla macchina per dirlo a Harry, ma a quanto pare si conoscevano già. - cosa sei venuto a fare qui? - disse il ragazzo - non sono affari tuoi - rispose Harry facendogli cenno di allontanarsi dalla macchina per non farmi ascoltare la loro discussione. - ci eravamo messi d’accordo che non saresti più venuto dalle nostre parti! - - si ma questa volta è un’eccezione - bisbigliò Harry - se vuoi litigare facciamo un’altra volta non sono solo, è meglio che torni da dove sei venuto … - concluse voltandosi verso di me. - fai come vuoi ma se crei casini un’altra volta pagherai le conseguenze,ricordatelo Hazza- - ho detto ne parliamo un’altra volta ora ho da fare - aggiunse Harry - adesso sappiamo pure come farti ragionare, se ci creerai problemi l’unica persona ad andarci di mezzo sarà la tua cara Nora, si chiama così vero? - A quelle parole che non ero riuscita a distinguere Harry lo prese per il collo stringendo più che potesse, a quella visione corsi più veloce che potessi verso di lui cercando di farlo smettere. - Harry per favore lascialo stare, per favore! - - torna in macchina Nora non sono affari tuoi! - gridò - Harry se tieni a me lascia stare questo ragazzo per favore lo ucciderai! - lo supplicai Il ragazzo sorrideva anche se non aveva più aria in corpo. Harry non mollò la presa. - vengo da te stasera giuro! - supplicai nuovamente - per favore Harry! - Mollò la presa bisbigliandogli qualcosa all’orecchio, per poi darmi la mano e salire in macchina. Il ragazzo cadde a terra in fin di vita. Tremavo dalla paura, Harry non era più il ragazzo dolce con cui avevo passato due giorni bellissimi ma era diventato un altro, non era più se stesso. - tranquilla, non ti farò del male - disse fermandosi. - mi hai spaventata, credevo l’avresti ucciso - dissi a bassa voce. - non l’avrei mai fatto, fino a quando tu sei con me io non farò mai del male a nessuno - mi rassicurò, - ma lo hai appena strozzato davanti ai miei occhi! - alle mie parole Harry non aggiunse più nulla. Mi prese il volto e mi diede un bacio, probabilmente per zittirmi, ma io non mi dimenai, non mi scostai, non lo spinsi ne nulla del genere, anzi avvolsi le mie braccia attorno al suo corpo, quello era l’Harry di cui mi ero stregata. Iniziò a piovere e noi restammo immobili sotto la pioggia a baciarci per non so quanto tempo. - andiamo a casa - disse Harry porgendomi la sua giacca - a casa mia vero? - aggiunse. - andiamo - dissi tremando dal freddo.

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