Be my hero and save me.

di charlalala2
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Boeing 777 e occhi al cioccolato ***
Capitolo 2: *** Testa Ossigenata ***
Capitolo 3: *** Segui quella cazzo di macchina, Nam Gook! ***



Capitolo 1
*** Boeing 777 e occhi al cioccolato ***


Cap. 1 – Boeing 777 e occhi al cioccolato

 

Londra ultima chiamata, i passeggeri del volo Boeing 777 per Londra - Heathrow sono pregati di recarsi all’ingresso 7. Il volo 747 diretto a Beijing imbarcherà fra cinque minuti.
 
Il suono acuto ed insistente di quell’altoparlante mi si inchioda nel cervello, penetrandomi velocemente nelle orecchie e perforando tra i pensieri, riportandomi alla realtà. Avrei affrontato un volo di undici ore di lì a qualche minuto e io non ne avevo nessuna voglia. 
- Ji Yong, sveglia, andiamo! Hanno già chiamato l’ultimo volo. - Andiamo, Ji Yong continua a ripetermi Nam Gook, il mio manager. Ma dove andiamo? Vorrei dirgli, dove dovrei andare se non so più neppure dove sono e chi sono?

Un’ora dopo siamo già sull’aereo, guardo dal finestrino e – sarebbe bello poter volare – penso, poi carico la playlist e, chiudendo stanchi gli occhi, faccio partire la prima canzone. – Thinking ‘bout you – dico forse troppo ad alta voce. – Frank Ocean – come sento pronunciare le parole alle mie spalle, mi giro e mi ritrovo due grandi occhi color cioccolato a fissarmi, un ordinato caschetto nero e un tiepido sorriso sulle labbra rosse, forse troppo, che facendomi segno come volesse dirmi “posso sedermi?” senza proferire una parola si catapulta vicino a me, senza smettere di guardarmi.
- Cosa vai a fare a Londra? – Mi chiede un po’ sfacciata nella mia stessa lingua, è coreana, penso, ho indovinato. Strano non essermi accorto di lei giù all’aeroporto, è una bella ragazza, realizzo guardandola un po’ meglio, gli occhi in realtà non sono poi così scuri, hanno delle striature più tendenti al verde verso l’interno e le labbra invece, quelle sembrano quasi disegnate. – Lavoro. – Taglio corto. A pensarci bene lei dovrebbe saperlo, voglio dire, è una mia fan e le fan sanno sempre questo genere di cose. Stanno tutto il giorno lì a vedere dove vado e cosa faccio, con chi sono e cosa farò invece domani; apprezzo le mie fan e so che sul serio non sarei qui adesso se non fosse per loro, e so anche che metà della mia vita privata, non è così tanto privata, ma ormai a questo ho fatto l’abitudine. Lei intanto sta ancora lì, a guardarmi come fossi un alieno o come se avessi qualcosa in faccia. Magari è così, dico tra me’, ho qualcosa in faccia e sono così ridicolo che non ha il coraggio di dire nulla, oltre che a pensare che io sia un perfetto idiota. – Che vuoi? Un autografo, o preferisci un cd? Vediamo di fare però una cosa veloce che devo riposare – La liquido con un tono che non è dei migliori, ma nemmeno il mio umore lo è, perciò non posso farci nulla. Lei continua a guardarmi e la cosa mi irrita, perché mi sta guardando? Cosa vuole questa da me? Ma non faccio in tempo a terminare il pensiero che subito con tono che va dal confuso allo sconcertato dice – Un autografo? Un cd? Ma un autografo di chi, scusa? Hai del sangue che ti gocciola dal naso, prova a calmarti e un po’ e magari dormirai. Buon volo. – merda. Se questo è un incubo, vi prego, svegliatemi. Non faccio in tempo a replicare che questa si alza e fa per tornare al suo posto proprio dietro al mio, e sempre senza dire una parola, proprio per come era arrivata qualche minuto prima, se ne torna.

Riesco una ventina di minuti dopo, tra un pensiero e l’altro, a prendere sonno. Penso un po’ a tutto, a come la mia vita cambi giorno dopo giorno, a quante cose mi stiano capitando nell’ultimo periodo per via del rilascio dell’album e tra scatti fotografici, prove, registrazioni e MV, trovo a malapena il tempo per mangiare e andare al bagno. E questo viaggio non è altro che l’ennesimo soggiorno di lavoro per filmare, appunto, il video per il nuovo singolo. Sono stressato, e questo sembra non importare a nessuno, sono G-DRAGON e come tale non posso sbagliare, non un passo falso, non uno solo. Sono vuoto, mi sento vuoto, come se aldilà della mia pelle non ci fosse nulla, nessun muscolo, niente ossa, niente sangue, niente cuore. Ma questo non è possibile, pensa la gente, lui è ricco e famoso, ha un sacco di amici, una famiglia e milioni di fan. Come può uno del genere sentirti così?
Non sanno che la mia vita di perfetto ha soltanto la nomina, nomina di una vita desiderata e invidiata, forse troppo, da chi non sa e non saprà mai. Non saprà mai chi è Kwon Ji-Yong, la strada che ha percorso e che continua a percorrere nonostante la moltitudine di difficoltà in cui si imbatte, conoscerà soltanto la faccia di GD, ma va bene, in fondo io non devo nulla a nessuno e non mi importa cosa pensano di me. Alle volte mi sento come un burattino mosso da terze mani soltanto a scopi di interesse, per altri fini. Una macchina da soldi. E’ questo che sono diventato? E’ così che la mia carriera musicale, tra vent’anni, andrà a finire? 
La mia vita al momento fa schifo, i miei amici, i membri del gruppo sono impegnati quanto me nei loro affari, i loro impegni e tutto il resto. Dae sta ancora promuovendo il singolo, e tra apparizioni in TV e interviste non sembra avere molto tempo per vedermi, come del resto anche io. Seung-Hyun non ha ancora terminato di girare le scene del film di cui è protagonista. Sono felice per lui e di come la sua carriera cinematografica stia andando, ho sempre pensato, anche quando eravamo bambini, fosse bravo a recitare e a quanto pare avevo ragione. Bravo Seung, penso. Ri, il maknae, è nella mia stessa situazione: album alle porte, registrazioni, MV e shoots fotografici. Piccolo maknae, forse è vero che sei cresciuto, che, come dicono gli altri, non sei più il ragazzetto sedicenne di qualche anno fa. Sei un uomo ormai, e hai davanti un futuro ed una carriera brillante. Young-bae, già, c’è Tae. Ma dov’è adesso Tae? Il mio migliore amico, quello di una vita, si insomma, quello che chiami quando combini qualche stronzata, quello che “lo voglio nella tomba accanto a me!”. Young-bae è mio fratello, c’è sempre, e anche quando non c’è so che non è così, so che posso sempre contare su di lui anche se sono le tre del mattino, anche se non ne combino una giusta, lui non mi molla. Lo invidio, invidio la sua saggezza, la sua sincerità, la sua tenera innocenza – quella la invidia anche Top – rido. Mi manca, appena scendo dall’aereo magari lo chiamo. Non lo vedo da un po’ e appena torno in Corea magari potremmo andare da me e passare una serata insieme, anzi no, meglio: da lui, odio casa mia. Non ci sto praticamente mai ed è come se fosse, per me, la casa di uno sconosciuto da cui vengo ospitato. Adesso si capisce? Si capisce a cosa mi sono ridotto a pensare? Che casa mia sia quella di un estraneo. In più non ho una ragazza, ma forse questo è l’ultimo dei miei problemi, proprio l’ultimo della lista. Quando ho bisogno di sfogarmi – si, parlo di quel tipo di sfogo. Sono pur sempre un uomo. – so a chi rivolgermi, e un po’ me ne vergogno, forse anche qualcosa in più di un po’. Me ne vergogno tanto ma non ho tempo, non ho tempo per occuparmi di qualcuno, per amare qualcuno, non ho tempo per me, figuriamoci per una fidanzata. Forse ho dimenticato come si faccia ad amare, ho dimenticato cosa significhi prendersi cura di qualcuno.

Ho bisogno d’amore. Con la mente annacquata da questi pensieri chiudo gli occhi lanciandomi  tra le braccia di un sonno troppo poco sereno.

- Forza Ji, si scende. Siamo a Londra! – Quante volte gli avrò detto di non urlarmi addosso mentre dormo?  E’ la voce piena di Nam Gook a farmi svegliare, sobbalzare e quasi scattare dalla poltrona.
- Si.. – dico non troppo convinto e con una voce ancora impastata dal sonno. E’ certo, questo sarà un lungo viaggio. 


 

Bene, eccoci qua! :) Primo, forse un po' troppo breve, capitolo della mia prima fanfiction!
Spero possiate interessarvene e non fatevi problemi per critiche e consigli!
Detto ciò: ho voluto enfatizzare e concentrarmi molto sul profilo di Ji qui,
su come la vede lui della sua vita e cosa invece gli altri, cercando di rendere al massimo
il suo stato d'animo al momento. Ps: cercherò sempre di aggiungere delle immagini per rendere il tutto più "vero" ahah.
Ok adesso mi tappo la bocca e smetto di digitare, ahah.

Bacini

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Capitolo 2
*** Testa Ossigenata ***


Cap. 2 – Testa Ossigenata

 

Quando arriviamo alla zona arrivi dell’aeroporto mi sento un po’ più tranquillo. Adoro Londra, soprattutto d’estate, così fresca e piena di vita. Penso subito a quella frase che non mi ricordo dove lessi una volta, era qualcosa tipo – Quando un uomo è stanco di Londra è stanco della vita; perché a Londra c’è tutto quello che la vita può offrire – credo fermamente in questa citazione, e forse è proprio questa la parte dolce del viaggio: la meta in questione.
Prendiamo i bagagli e come usciamo di lì, infilo i miei occhiali e il berretto, tanto per auto convincermi un po’ di più che nessuno così potrà riconoscermi. Si, Ji-Yong, non ti riconoscerà nessuno, sta’ tranquillo. – mi ripeto sempre. E tutte le volte ricaccio dentro quella stupida frase, dato che mi ci vogliono trenta secondi per varcare quella dannata porta automatica, e per essere inondato da una massa di ragazzine impazzite che mi travolge e io, come al solito, sono costretto a ridere, sorridere anche se non c’ho voglia, o peggio: far finta che non esistano. Passargli davanti come se nulla fosse è una cosa triste, oltre che imbarazzante. Anche io sono stato un teenager, so come ci si sente a ricevere un misero saluto dal proprio idolo, o addirittura un sorriso strappatogli dal viso, ma a volte, ciò che mi dimentico è che adesso ci sono io dall’altra parte, sono io che saluto, è a me che cercano di strappare sorrisi, è a me che chiedono autografi, e questa cosa mi rabbrividisce, tutte le volte, come un niente per qualcuno rappresenta una grande cosa per qualche altro.

Ci siamo,si monta in macchina, mi dico. Poi è un istante ed eccola lì, la ragazza dell’aereo. E sembra essere ancora più bella all’in piedi, ha un corpo minuto ed eretto, esile ed una carnagione piuttosto chiara nonostante la stagione. E’ vestita di bianco, da capo a piedi, dei leggeri pantaloncini a vita alta le ricadono morbidi in vita e sulle cosce magre, mentre una canotta larga bianca lascia intravedere candida la pelle. Non l’avevo notato. Il tutto mette in evidenza i grandi occhi cioccolato e il composto capello corto. Si sta sistemando qualche ciuffo fuori posto e sta sistemando i bagagli in quella che penso sia la sua macch –JI YONG!!!- scatto subito e quasi non mi scoppia il cuore in petto per la paura.
- Si, Nam Gook, arrivo, solo cinque minuti, devo sbrigare una cosa importante – devo chiederla scusa, che figuraccia ho fatto sull’aereo? Per giunta ho anche frainteso, lei non mi conosce, non è una mia fan. Lascio lì i bagagli e do in mano al manager i miei documenti, mi guarda stranito e un po’ irritato, non dice nulla, in fondo è così buono e paziente.
Torno alla direzione della macchina e cercandola un attimo con lo sguardo, la trovo ed eccola lì, sta ancora sistemando i suoi bagagli e sorride, è bella. Basta Ji, l’avrai ripetuto una decina di volte, adesso smettila. Qualche attimo dopo vedo sbucare fuori dall’auto qualcuno, credo, credo sia un uomo. Sì, è un uomo giovane, ha i capelli lisci, neri e corti, ha in viso l’ombra di una barba non fatta quella mattina e indossa dei vestiti semplici. Le si avvicina e, ma cosa fa? La stringe da dietro con le braccia e la fa girare, lei un po’ sorpresa continua a sorridere, forse un po’ di più di prima e si, un secondo dopo le loro labbra sono già belle che unite. Si stanno baciando. E io sono un idiota. Ma che pensavo di fare? Lei è una ragazza fidanzata, probabilmente in aereo era annoiata, cercava compagnia è l’ha richiesta alla persona sbagliata. Un idiota, un vero idiota.

 
                                                

Ji-Yong ♥

 

[ Ye-Jin POV ]
 
Sono in aereo da un’ora e non so davvero come far trascorrere le restati dieci. Perché sto lasciando la Corea se è Changjo l’unico che dovrei realmente lasciare? La nostra relazione, dopo 3 anni, credo sia giunta al termine, ormai è chiaro, sono mesi che le cose non vanno più bene tra di noi, e lui è l’unico a non essersene ancora accorto. Eppure gli voglio un gran bene, quasi come fosse un fratello. Certo, un fratello con cui ho condiviso un letto, con cui ho trascorso giornate e intere e momenti di passione folgoranti, ma pur sempre un fratello.
Ye Jin, sei ridicola. Trova il coraggio e fai ciò che avresti dovuto fare già mesi addietro. – Thinking ‘bout you – una voce esterna mi riporta alla realtà, è una voce maschile. Lo vedo, davanti a me, è lo stesso ragazzo biondo dell’aeroporto! – realizzo. Come si fa a non notarlo? Voglio dire, è il sei di agosto e indossa un berretto e un paio di occhiali, è vestito di scuro e nonostante ciò dalla testa sbucano dei ciuffi biondi, biondissimi, quasi platino. Non è male – realizzo di nuovo. – Frank Ocean – dico di getto, come fosse la cosa più naturale al mondo. Lo vedo girarsi di scatto verso la mia direzione e si toglie gli occhiali per guardarmi meglio, ha degli occhi stupendi, cavolo. Sono neri, profondi come pozzi. Senza pensarci troppo e senza lasciare troppo da pensare a lui mi alzo e un attimo dopo gli sono già seduta vicino, continuo a guardarlo e lui, senza dire nulla, fissa me. Ma che diavolo…? Vedo che comincia a gocciolargli del sangue dal naso, ma senza alcuna ragione, non gli dico nulla. Ha un viso così bello, chissà cosa starà pensando – mi chiedo. Sta cominciando ad agitarsi, si guarda intorno e si sente in imbarazzo, ma ci vogliono una manciata di secondi perchè lui dica, in tono sgarbato ed irritato - Che vuoi? Un autografo, o preferisci un cd? Vediamo di fare però una cosa veloce che devo riposare – termina e riprende a guardarsi intorno sempre con aria imbarazzata. Io rimango un attimo in silenzio. Che razza di insolente maleducato! Adesso sono io ad agitarmi, ma con chi crede di parlare questo qui? E poi, autografo, cd? Ma di cosa sta parlando? Ed è proprio quello che gli chiedo - Un autografo? Un cd? Ma un autografo di chi, scusa? Hai del sangue che ti gocciola dal naso, prova a calmarti e un po’ e magari dormirai. Buon volo. – mi alzo prontamente e svelta torno al mio posto, senza aspettare una risposta e senza aggiungere altro. In fondo è stato meglio, lui non replica nulla e torna a sedersi comodo sulla sua poltrona, dopo una ventina di minuti, mi accorgo, si è addormentato. Ho esagerato? Forse non avrei dovuto dirgli del sangue, magari è qualcosa di grave. No, al diavolo, che si fotta lui, il suo sangue e la sua stupida arroganza. Accendo l’ipod, pigio play, sistemo le cuffie e mi accascio meglio sul sedile e su quello accanto al mio, in fondo sono entrambi miei, chiudo gli occhi e mi addormento, un sonno sereno.

 
A tutti i passeggeri informiamo che fra pochi minuti atterreremo all’aeroporto di Londra – Heathrow, si prega di allacciare le cinture di sicurezza, grazie.
 
E’ la vocina irritante e squillante dell’hostess a svegliarmi, apro piano gli occhi e dopo qualche minuto mi rendo conto che stiamo atterrando sul serio, volgo uno sguardo al finestrino e il terreno, come pure l’aeroporto e le macchine, sembrano farsi sempre più vicini. Adoro volare. Un’altra manciata di minuti e ci siamo, siamo arrivati. Ho un mese esatto a partire da ora, un mese per riprendere in mano la mia vita, mollare Changjo e ricominciare da zero. Vai, Ye-Jin, puoi farcela.
La gente sull’aereo comincia a muoversi a destra e poi a sinistra, prendendo i propri bagagli a mano sistemati sugli scompartimenti e a poco a poco, l’aereo comincia a svuotarsi. Anche Testa Ossigenata è uscito dopo aver preso la sua borsa, che, senza voler sbagliare o azzardare troppo, potrei giurare fosse un’Hermes. Si tratta bene, il ragazzo. – concludo a mente poco prima di scendere da quel veicolo alato. Allora ci siamo davvero. Respiro a pieni polmoni e mi dirigo verso l’area arrivi, prendo la mia valigia e corro svelta verso l’uscita dove, dato l’orario, dovrebbe esserci già Changjo. Mi sento già mozzare il fiato, cazzo. Nel frattempo Testa Ossigenatasi, è così che l’ho soprannominato – sembra essersi volatilizzato. Ma cosa sono tutte queste grida? Mi dirigo fuori all’uscita e scorgo una massa di ragazzine impazzite e urlanti isteriche con in mano vari cartelloni e striscioni, ne leggo svelta qualcuno – I LOVE YOU G-DRAGON - - GD IS GOD - - KWON LEADAH IS MINEho capito, deve esserci qualche star famosa appena arrivata, sarà meglio spostarsi. Lo vedo, è lì dentro la sua auto nera, si gira e mi vede anche lui, gli vado incontro e Changjo uscendo dal veicolo mi abbraccia, poi mi guarda un attimo come volesse convincersi del fatto che io sia lì e mi stampa un bacio, poco sentito da parte mia. Si stacca piano da me e mi guarda un attimo, di nuovo. Che se ne sia accorto? Mi dileguo dalla pesantezza della situazione e cerco di distrarmi, apro il bagagliaio e comincio a spostare la roba per far spazio alle mie valigie, non faccio neanche caso alle urla che sembrano essere aumentate, e con esse anche la folla stessa, adesso più ammassata, non si vede quasi nulla. Changjo mi si avvicina e sento la sua presenza dietro di me, le sue braccia mi stanno stringendo la vita e in un attimo mi fa voltare. E’ così tenero, non merita di essere preso in giro da me, non così. Gli sorrido e lui mi stampa un altro bacio, cerco di fare lo stesso nel modo più convincente che posso. Sono una stronza, una vera stronza.

                                                                                           

                                                                            

Ye-Jin ♥







                                                        

ANNYEONG! 
S
econdo capitolo, olè! (d'accordo sono un'idiota come Ji)
Ho voluto provare a mettere un altro Pov oltre a quello principale, chiaramente quello di Ji, 
aggiungendo così quello di Ye-Jin, spero di aver fatto una cosa carine ewe 
oh, non mi fate pentire di aver, dopo mesi e mesi, iniziato di nuovo a scrivere TT-TT
vi lascio, leggete che torno presto, eh!
Bacini 





                                                                       

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Capitolo 3
*** Segui quella cazzo di macchina, Nam Gook! ***


Cap. 3 – Segui quella cazzo di macchina, Nam Gook!



[Ji-Yong POV]

- Siamo d’accordo allora. Domattina la sveglia sarà alle otto, hai un’ora e mezza per fare colazione e prepararti con calma, per le dieci saremo sul set. Ji-Yong ti prego, non siamo in Corea, non siamo a casa nostra, non facciamo le dive, mi raccomando. Quando la sveglia suonerà, tu ti sveglierai. Sono stato chiaro? – ha appena terminato Nam Gook. Sembra mia madre – rifletto. Il fatto è che non sono un tipo particolarmente mattiniero, come dire, ci tengo alle mie ore di sonno, e io adoro dormire, perciò detesto quando qualcuno, o qualcosa mi sveglia. Voglio i miei tempi, ma temo che sarà impossibile.
- D’accordo Hyung, non preoccuparti. Per le dieci, te lo prometto, saremo sul set, non un minuto di ritardo. – dico cercando di sembrare il più convincente possibile, magari ci crede. Mi sa che lo sa anche lui che sto mentendo, perciò si limita a chinare il capo e ridacchiare un po’, poi mi guarda e conclude con un – Buonanotte, Ji, sogni d’oro. -
- ‘Notte, Hyung. – gli rispondo tenero. 
Le mie valigie dovrebbero essere già in camera, perciò non mi resta che prendere l’ascensore per salire fino al terzo piano. In attesa comincio a giocherellare con le chiavi della stanza facendole girare a vortico sul mio indice, sono sovrappensiero, come al solito. Sto diventando pesante pure per me stesso, me ne rendo conto. Vengo distratto dal ding-dong che segna l’arrivo dell’ascensore, che una volta aperto lascia spazio ad un facchino con un carrello ed una decina di valigie, poverino, sarà sfinito. Sembra anche essere molto giovane. Mi guarda cercando di mantenere un’aria formale e professionale, ma glielo si legge in faccia che vorrebbe tirare tutto per aria. Sono diventato così sensitivo nell’ultimo periodo. Lo lascio passare e prendo il suo posto nell’ascensore, che in pochi instanti mi porta sul mio piano, lo percorro e mi guardo un po’ in giro. Non ci sono molte stanze – dico più ad alta voce che a me stesso. Poi scorgo la mia e mi ci fiondo dentro. – Non è male – dico stavolta a voce alta, in fondo sono solo. Non mi interessa neppure guardarmi intorno, le stanze degli alberghi sono tutte uguali, qualcuna più grande e lussuosa, qualche altra no. A me basta che ci sia un letto ed un bagno, per il resto è tutto uguale. Faccio solo caso alle mie valigie accuratamente posate a lato della sedia, di fronte al letto, all’angolo. Le avrà posate il ragazzo, realizzo allora. Era carino. Ok, basta così. Mi serve una doccia. Subito. Prendo il bagaglio più piccolo, quello contenente la mia roba intima e la poso di forza, quella poca rimasta, sul letto; così la apro e prendo i primi vestiti per la notte che trovo. Vestiti, per intenderci, dei boxer puliti e un pantalone di tuta. Vada allora per quelli neri e una tuta Nike blu elettrico, entro in bagno e mi ci chiudo dentro. Chiudo gli occhi per un istante e respiro forte, li riapro e mi guardo allo specchio. Mio Dio. Ammetto che ci sono giornate in cui la mai faccia prende più la piega di un troll che di un umano, ma cristo, sono inguardabile. E’ lo stress, questo è certamente lo stress. Arrivato a questa sana conclusione, apro l’acqua della vasca e la miscelo fino ad una temperato bollente ma non troppo, insomma. Butto giù del bagnoschiuma e mi spoglio, una gamba e poi infilo l’altra, finché non mi ritrovo con il corpo sprofondato in un tripudio di calore benefico.


                                                                  

Vorrei poter morire qui, dico tra me. E’ così bello. Non c’ho voglia di uscire dall’acqua. Sarà passata almeno un’ora, devo essermi addormentato, ma che ore sono? Faccio per alzarmi e mi rendo conto di essere indolenzito, fatico ad alzare la schiena e le braccia sono completamente addormentate. Complimenti Ji, vai di bene in meglio. Non appena riesco ad alzarmi un po’ mi giro e cerco il cellulare; devo controllare l’ora, e i messaggi e le chiamate. Youngbae. Decido di darmi una mossa e mi alzo del tutto reggendomi qua e là sul muro, perdendo una o due volte l’equilibrio e rischiando, semplicemente, di rompermi qualcosa come un ginocchio o una gamba, riesco ad infilarmi l’accappatoio, e una volta resomi conto che il telefono qui non c’è, mi vesto. La sensazione dei vestiti puliti, l’odore dell’ammorbidente di mia madre. Mi manca, mi mancano le vacanze a Jeju con lei, appa e noona, mi manca essere bambino, mi mancano tante cose. 
Spengo la luce e ritorno in camera, eccolo – dico, vedendo quel dannato telefono illuminarsi.
7 Nuovi Messaggi; 2 Chiamate Perse. E poi? Hanno anche chiamato la polizia per denunciare la mia scomparsa? La metà dei messaggi sono tutti di Youngbae, mi ha chiesto se ero arrivato, se stavo bene e perché non rispondevo alle chiamate. Un messaggio di Teddy e uno di Ri. E’ tutto apposto – penso. Posso andare a dormire. Tiro il telefono dall’altra parte del letto e mi butto quasi a peso morto sul materasso, è così comodo. Chiudo gli occhi e mi lascio andare alle braccia di uno sperato, sereno e riconciliante sonno.

Li vedo. E’ una visione sconcertante e raccapricciante, perché proprio sul mio letto? Lì c’è il mio telefono. Lui è sopra di lei, le copre il corpo ma la pelle bianco lette risplende ancora. Azzardano a dei movimenti lenti ma decisi, e ad ogni ansimare e gemere la visione mi fa sempre più schifo. Perché non me ne vado? Le sta baciando il collo, e lei piega la testa chiudendo gli occhi, si lascia andare. Continua ad ansimare e lui la segue, con un respiro sempre più continuo e frequente. Adesso me ne vado. Mi sta fissando. Lei mi sta fissando, i suoi occhi lo stanno facendo. Lui se n’è accorto e adesso mi sta fissando anche lui. Sono ancora qui? Non voglio guardare oltre. Eppure non riesco a muovermi, lei comincia a ridere, mentre lui rimane serio ed immune. – Andiamo, Ji. – E’ la voce di Youngbae, mi sento sfiorare e mi giro: non c’è, al suo posto c’è il facchino. Cosa ci fa qui? Dov’è Youngbae? – Andiamo, Ji Yong, dai.- ripete la stessa voce. Continuo a sentirla ridere e non posso fare a meno di guardarla, è così bella. Lui è scomparso, e lei sembra essersi vestita di bianco, di nuovo. Mi prende per mano e mi abbraccia, mentre mi guarda con quegli occhi. – Ji Yong, svegliati – mi dice, ma senza smettere di abbracciarmi.
– KWON JI YONG, ALZATI DA QUESTO MA
LEDETTISSIMO LETTO!!! – Mi sveglio. Scatto il busto in piedi, ho il respiro profondo, gli occhi serrati.Tutto questo è assurdo. C’è Nam Gook davanti a me, probabilmente sarà tardi ed è venuto qui a svegliarmi. Ho bisogno di un po’ d’acqua. Ho caldo, ed è allora che mi rendo conto di essere sudato fradicio. Era un incubo. Devo trovare quella ragazza, devo parlarle e chiederle scusa, per questa stronzataho passato una delle peggiori notti della mia vita. Quella scena, lei, lui, il facchino.
– Scendo subito Nam Gook, oh, e buongiorno. – non dice nulla, chiude soltanto piano la porta e mi lascia da solo in mezzo a quel casino di pensieri rovesciati, la mia mente è arrivata all’orlo, devo rimettermi in piedi.
                                                                                                

- Ji, non ci siamo, sei distratto e teso. Prenditi cinque minuti, mangia un po’, versati un bicchiere di qualsiasi cosa, fumati una sigaretta se vuoi, ma per favore: riprenditi, abbiamo girato questa scena sei volte negli ultimi dieci minuti. Pausa di cinque minuti per tutti! – decreta alla fine il regista visibilmente irritato. Lo sono un po’ tutti questa mattina; io ho ritardato a causa del pessimo “buongiorno” e adesso, per giunta, sto dando il peggio di me. Stop. GD, svegliati. Lascia fuori Ji Yong una mezz’oretta e riprendi in mano il controllo della situazione. Autodisciplina. Autocontrollo. Questo è il segreto.
D’accordo, ci siamo.
Piglio un bicchiere d’acqua e cerco di non pensare a nulla se non al MV e al mio lavoro, quello per cui sono qui, quello per cui vivo. Prima iniziamo le riprese e prima le termineremo, così magari avrò il tempo per cercare quella ragazza – concludo, poi comincio a lavorare.

Le due ore successive si fanno più tranquille, il mio umore è decisamente migliorato, adesso sono più rilassato e pronto a continuare con il servizio fotografico. I servizi in fondo non sono così male, mi diverto a mettermi in posa, e la gente si diverte a guardarmi mentre lo faccio. Passa tranquillo anche questo, a parte due o tre richiami del fotografo come – Ji, sei teso. Sciogliti, pensa a qualcosa che ti diverte e che ti fa sorridere -. Ed è così che un'altra giornata di lavoro passa, tra una pausa e l’altra, cerco di sgomberare la mente dai pensieri.
                                                     
                                                                   

Quando è ora di tornare in albergo sono circa le undici e mezza, siamo tutti stanchi, e lavorare così non avrebbe alcun senso. In fondo ci sono ancora cinque giorni.
Già, ancora cinque giorni… - sospiro. Cerco con lo sguardo la macchina perché vorrei tornare in albergo, così una volta trovata piglio per un braccio il mio manager e lo trascino via di lì, quando inizia a chiacchierare con qualcuno, difficilmente smette.
Immersi nel traffico londinese – dove siamo qui? – mi chiede ad un certo punto un curioso Nam Gook, intendo più a scrutare che a guidare, pensa che io possa saperlo essendoci stato più volte.
– a Leicester Square, credo -  decreto incerto io nel mio miglior inglese. Effettivamente sono migliorato rispetto agli ultimi anni, non c’è che dire. Lui mi guarda e mi fa cenno di aver capito, poi continua a guidare senza smettere di curiosare in giro fuori dal finestrino.
– Così finirai per fare qualche incidente – è la verità. Non dovrebbe distrarsi mentre guida così
– Avanti Ji, non essere noioso. – ridacchia – e da quella parte invece cos – la frase gli muore in bocca.
– Segui quella macchina – un taxi. C’è lei, è la ragazza dell’aereo, ne sono sicuro è proprio lei, ed è dentro quel taxi, devo raggiungerla adesso.
– Ji Yong dobb – non lo faccio concludere - Segui quella cazzo di macchina, Nam Gook! – si è irrigidito. Ho alzato la voce senza che me ne rendessi conto.
– Hyung, scusami. Solo, solo segui quella macchina d’accordo? Quando arriveremo in albergo ti spiegherò. Non farmi domande - 






                                                                    

 

ANNYEOOOOOONG! 
Non so come, ma sono già arrivata al terzo capitolo * clap clap *
E' l'ispirazione per il compleanno imminente
del cicco ♥ aww. Temo che questo capitolo faccia un po' cagare.
O perlomeno, non ne sono convinta al 100%. Fatemi sapere :) 
Bacini

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