Migliori Amici

di Ferula_91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sasuke e Sakura ***
Capitolo 2: *** Primo incontro. ***
Capitolo 3: *** Incontro/Scontro! ***
Capitolo 4: *** Proposta all'ora di pranzo... ***
Capitolo 5: *** Appuntamento ***
Capitolo 6: *** Serata film! ***
Capitolo 7: *** Sensazioni ***
Capitolo 8: *** Cuore infranto... ***
Capitolo 9: *** La ragazza misteriosa ***
Capitolo 10: *** Ricordo di una notte di mezza estate ***
Capitolo 11: *** Cambiamenti... ***
Capitolo 12: *** Seconda chance (prima parte) ***
Capitolo 13: *** Seconda chance (seconda parte) ***
Capitolo 14: *** Maschera imperfetta ***
Capitolo 15: *** La famiglia Inuzuka ***
Capitolo 16: *** Tutti in montagna! ***
Capitolo 17: *** Arrivi e gelosie ***
Capitolo 18: *** Telefonate... ***
Capitolo 19: *** Misteri & rivelazioni (prima parte) ***
Capitolo 20: *** Misteri e rivelazioni (seconda parte) ***
Capitolo 21: *** Verità che fanno male... ***
Capitolo 22: *** Chiarimenti ***
Capitolo 23: *** Ricordi custoditi nel cuore (prima parte) ***
Capitolo 24: *** Ricordi custoditi nel cuore (seconda parte) ***
Capitolo 25: *** Passi avanti... e indietro... ***
Capitolo 26: *** Ascolta il tuo cuore ***
Capitolo 27: *** Fogli di vita... ***
Capitolo 28: *** Succede tutto in un pomeriggio... ***
Capitolo 29: *** Finalmente Natale... ***
Capitolo 30: *** Ritorni che il destino ha voluto... ***
Capitolo 31: *** L'inizio della fine ***
Capitolo 32: *** Io sono libera ***



Capitolo 1
*** Sasuke e Sakura ***


Rieccomi ancora qui con voi!!!! Si lo so, devo ancora finire la ficcy “Team 7” però mi è presa l’ispiration per scrivere una nuova ficcy prima che tutte le idee che ho in testa svaniscano!!! Allora da dove cominciare… Naturalmente i personaggi principali saranno Sakura e Sasuke, ma qui li vedrete un po’ diversi… Non la solita Sakura che sbava dietro al bel moro tenebroso, ma una Sakura e un Sasuke… MIGLIORI AMICI!!!!

Non c’avete mai pensato eh? Per fortuna ci sono io a cui vengono queste strampalate idee…

Ma non voglio tediarvi (XD!) ancora, quindi ciancio alle bande (Bando alle ciance ignorante! NdNaruto) e buona lettura!!!!

MIGLIORI AMICI…

L’aria mattutina di Tokyo e i teneri raggi del sole che sbirciavano curiosi tra le bianche nuvole contornate dal cielo limpido solleticavano il volto imbronciato di un giovane ragazzo appoggiato al cancello di una casa…

Sbuffava continuando a dare rapide occhiate all’orologio che fasciava il polso spostando poi lo sguardo sulla porta che rimaneva ancora chiusa…

Un leggero venticello gli scompigliò i corti capelli scuri, tendenti al blu scuro, e la giacca nera dell’uniforme che, sbottonata, lasciava intravedere la camicia bianca.

Il ragazzo in questione si chiamava Sasuke Uchiha, 17 anni, esponente di una delle famiglie più ricche e potenti dell’intero Giappone, nonché idolo di tutte le ragazze della città e capitano della squadra di calcio della scuola. Un tipo taciturno, apparentemente dai modi bruschi e freddi e dallo sguardo magnetico e incantatore, quanto glaciale e penetrante.

Sospirò staccandosi dal cancello e voltandosi verso l’abitazione.

- SAKURAAA!!!!!! -urlò di punto in bianco- MUOVITI LUMACAAAA!!!!

Dopo pochi secondi la porta principale si aprì con un sonoro tonfo mostrando la figura di una giovane ragazza trafelata che cercava inutilmente di chiudere la cartella.

- Ci…… sono…… Sas’ke! -bofonchiò mentre tra la bocca teneva ben salda una fetta di pane tostato.

Sakura Haruno, 17 anni come il moro, alta, snella e con dei buffi quanto originali capelli rosa raccolti in parte da una mezza coda. Frequentava la stessa scuola, nonché la stessa classe, dell’Uchiha. Capitana della squadra di pallavolo della scuola e diligente studentessa, godeva della stima di professori e compagni, nonché di ammiratori che puntualmente le chiedevano appuntamenti sempre gentilmenti rifiutati… Sakura in effetti era fatta così… Convinta fermamente che sarebbe uscita con un ragazzo solo quando si fosse accorta che quello era realmente il suo principe azzurro!

Sakura e Sasuke.

Sasuke e Sakura.

Il diavolo e l’acqua santa.

Così diversi ma inseparabili da tempi oramai remoti! Migliori amici da sempre, compagni d’avventure, come fratello e sorella… Senza Sakura non c’era Sasuke e senza Sasuke… bhé… Naturalmente non c’era Sakura!

-Sasuke! Lascia stare il mio toast! -gridò lei mentre il ragazzo si mangiava il pane rubato dalla bocca della giovane.

- Guarda che ti faccio un favore! Non ti sei accorta che ultimamente hai messo su qualche chiletto?

La rosa si parallizzò all’istante diventando istintivamente rossa. Il suo volto si catapultò fulmineo sui fianchi e sulle gambe lasciate per metà scoperte dalla gonna blu scuro. I suoi occhi verdi si spalancarono mentre le mani tremanti toccavano la pancia coperta dalla camicetta bianca e dal gilet blu come la gonna.

- S-Sas’ke lo pensi d-davvero? -domandò fissando con i suoi occhioni il ragazzo che si era voltato.

- Stupida stavo scherzando! -disse esasperato continuando a camminare.

- Fiu! Imbecille non farlo più!

- Tzè… E così addio divertimento!

- mister Simpatia mi fai scompisciare dalle risate! -rise fintamente tornando a fianco del ragazzo.

- Allora Sas’kuccio… -chiese ad un certo punto guardandolo.

Sasuke fece una faccia alquanto schifata - Quando mi chiami così, so che devo cominciare a preoccuparmi…

- Come sei melodrammatico! Volevo solo sapere se sei uscito con quella ragazza di cui ti ho parlato!

- No… -rispose con tono piatto.

- Ma come no?!?!?! Eppure mi sembrava che ti interessasse!

- Bhè hai pensato male! Non ci uscirò mai con una secchiona tutta casa e scuola!

- Già e vero! Tu sei Sasuke Uchiha! Non puoi abbassarti ad uscire con ragazze che non siano Cheerleaders o ochette senza cervello!

- Ti sei dimenticata bionde e ben formose! -aggiunse sarcastico.

- Sei un caso irrecuperabile!

Continuarono a camminare fino a che non arrivarono davanti all’ingresso della scuola, dove ad aspettare Sakura c’era una ragazza che aveva costantemente il volto a terra, nascosto dai ciuffi della frangia, mentre le mani stringevano saldamente il manico della cartella e le punte dei piedi erano unite…

- Ciao Hinata!!! -la salutò correndole incontro, mentre dietro di lei Sasuke avanzava lentamente con la cartella dietro le spalle.

Hinata Hyuga, 17 anni, discendente di una nobile quanto antica famiglia giapponese. Ragazza timida e dai modi molto impacciati e titubanti, la cosa che caratterizzava di più la sua persona erano i profondi e particolari occhi, caratteristici della casata, quasi bianchi, con delle sfumatura viola ai bordi. I lunghi capelli corvini erano raccolti in una treccia dalla quale facevano capolino alcuni ciuffi più corti che si lasciavano cullare dal vento.

Appena vide la rosa avanzare verso di lei, sorrise delicatamente fecendo un leggero inchino appena le fu davanti.

- Buongiorno Sakura, buongiorno Sasuke.

- Buongiorno anche a te Hinata! -salutarono i due all’unisono

- Andiamo in classe? -chiese la rosa prendendola a braccetto.

La corvina annuì leggermente arrossendo e incamminandosi verso l’entrata, seguite da un Sasuke già svogliato e con una certa sonnolenza al solo pensiero della lunga mattinata di lezione che l’aspettava…

 

 

Finish primo cappy!!!! Bhè che ve ne pare?!??! Certo è solo il primo però mi ispira un sacco come idea, questa dei due amici… Comunque aspetto tanti commentucci e spero davvero che vi piaccia! Un baci8 da Ferula_91!!!

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Capitolo 2
*** Primo incontro. ***


I corridoi, dopo il suono della campanella, erano piombati in un silenzio quasi spettrale. In sottofondo però, se si prestava un po' di attenzione, si sentivano le voci dei professori che avevano già cominciato a spiegare la lezione del giorno…

Quel silenzio però venne rotto dall’arrivo di un ragazzo che correva a perdifiato: una testa bionda ed un paio bellissimi occhi azzurro cielo... In poche parole: Uzumaki Naruto, 17 anni, catalogato come il buffone della situazione e ritardatario cronico…

Aveva perso i genitori quando era molto piccolo in un’incidente stradale in cui lui era risultato essere l‘unico sopravvissuto, ed era andato da vivere dal padrino Jiraya Shuma.

Ragazzo che, nonostante la disgrazia familiare, era cresciuto allegro e gioioso, amante della vita e fondamentalmente buono come il pane… Una di quelle persone però che cercano di mostrare sempre il lato ottimista e determinato, tenendo nascosto per sé e per i momenti di solitudine, quello triste e fragile. La sua particolarità comunque, sul volto segnato da tre cicatrici su ogni guancia -testimoni di quel tragico evento- era la presenza perenne di un sorriso puro e sincero.

Forse non esattamente "perenne", poiché in quel momento sul suo viso c’era tutto fuorchè un sorriso…

“ Nonna Tsunade mi ammazza! Me lo sento!” pensò fermandosi con un’inchiodata davanti alla porta della propria classe che aprì il minimo indispensabile per passare. Entrò con una lentezza quasi disumana, sgattaiolando poi dentro e con passi felpati si diresse al proprio banco in fondo all’aula… Si sedette sulla sedia facendo un sospiro di sollievo: la prof. non si era accorta di nulla…

- Buongiorno Naruto! Vedo che anche stamattina abbiamo 20 minuti di ritardo eh?! -la prof “appoggiò” con un sonoro tonfo il registro sulla cattedra fulminandolo con lo sguardo- Qual’è la scusa di oggi?

- Il chioschio di ramen non apre prima delle 8.00! -si giustificò.

Una risata generale si alzò da parte degli altri compagni.

Tsunade battè il pugno sul tavolo piegandosi in avanti, facendo tintinnare i due codini biondi e mostrando la profonda scollatura della giacca rossa.

- UZUMAKI NARUTO!

- Si signora sergente! -si alzò in piedi mettendosi in posa militare.

- FUORI! FUORI!! FUORIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!!!!!! (In onore al nostro prof Ermini! GRANDE PROF, a parte quando mi interroga XD! NdA)-le urla riecheggiarono per la classe assordando i presenti.

- Ma Nonna Tsunade io…

- FUORIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Il biondo si alzò avviandosi verso l’uscita con fare sconsolato e lento. Si richiuse la porta alle spalle sospirando e appoggiandosi al muro mentre alcuni ragazzi in gruppo si avviavano verso la palestra, capeggiati da un professore alquanto strano: tuta verde aderente, scaldamuscoli arancioni, capelli appiccicati al viso neri come le folte sopracciglia e un pollice alzato in alto.

- Ehi Testa Quadra! Ti hanno buttato di nuovo fuori eh? -una voce alla sua sinistra gli fece alzare lo sguardo aggrottando le sopracciglia.

- Prendi poco per i fondelli Sasuke!

Altre due figure, una dai lunghi capelli rosa e l’altra corvini, si avvicinarono ai ragazzi.

- Ciao Naruto! -lo salutò Sakura.

Il biondo spostò lo sguardo verso di lei sorridendo e alzandosi.

- Ciao Sakura! -vedendola si accorse solo allora che accanto a lei ci fosse un’altra ragazza con il volto rosso - Ciao Hinata!

La corvina sobbalzò aumentando il rossore già esteso sul volto.

- C-ciao N-Naruto… -salutò con immane sforzo, abbozzando un sorriso.

- Andate in palestra con il prof Gai vero?

Gli altri annuirono. Sakura si volse verso Hinata che restava in silenzio continuando a fissare il terreno...

- Sarà meglio andare… Naruto ci vediamo all’intervallo! -disse prendendo Sasuke e portandolo via con sé, lasciando Hinata in compagnia del biondino.

- Ehi Sakura che vuoi fare? -le bisbigliò all’orecchio.

- Voglio fare un favore a Hinata…

Intanto davanti alla classe di Naruto il silenzio regnava sovrano. Naruto si era messo di nuovo a sedere e Hinata gli stava davanti fissando i piedi e torturandosi le candide mani… Era visibilmente imbarazzata, succedeva così ogni volta d’altronde… Appena lui superava la soglia dei 5 metri di distanza, lei entrava nel panico totale! Aveva una cotta per lui da… da quanto ormai? Molto probabilmente dal primo giorno di medie. Si ricordava ancora perfettamente, nei minimi particolari, come si erano conosciuti…

 

Una silenziosa ragazzina camminava per la strada, lo sguardo fisso sul marciapiede, i capelli corvini corti a eccezione di due ciuffi che le ricadevano sulle spalle. Era sola, lo era sempre stata e oramai si era abituata a ciò… Era il primo giorno di medie, un giorno in cui i genitori solitamente accompagnano i propri figli a scuola incoraggiandoli e calmandoli per eventuali pianti… Lei no, camminava per le vie di Tokyo da sola, in completa solitudine e le andava bene... Abitudine...
Finalmente arrivò a scuola e da subito le urla miste a pianti dei bambini che non volevano staccarsi dalle gonne delle madri la fecero per un attimo stordire, alzando così gli occhi, i suoi grandi occhi bianchi... Si avviò verso l'interno silenziosa come sempre, quando, nel corridoio stranamente deserto, si fermò. Un gruppo di 5 ragazze più grandi le si era parato davanti bloccandole il passaggio.

- Guardate un po' chi abbiamo qui: una matricola! -disse una di loro alle altre che risero.

- So già che ci divertiremo molto con lei... -sghignazzò un'altra.

Hinata aveva ancora lo sguardo fisso sui suoi piedi, gli occhi chiusi e le mani che stringevano la cartella. Una di loro, vedendo nessuna reazione da parte sua, le mise una mano sulla spalla scuotendola.

- Ehi mocciosetta! Quando parlo voglio essere guardata negli occhi chiaro? -la presa si fece più stretta ma Hinata non si mosse, impietrita dalla paura.

- EHI VOI! -una voce alle loro spalle, fece voltare le cinque- Lasciatela stare!

- E chi sei tu, il suo fidanzatino? -chiese una, squadrando il ragazzino con quei lucenti capelli biondi.

- No, ma se non la lasciate stare giuro che ve la faccio pagare... -disse con aria minacciosa.

Una di loro si avvicinò spintonandolo e facendolo cadere a terra - Se solo un poppante! Tornatene da mamma e papà!

Parole dure da sopportare per lui... Le altre si avvicinarono sogghignando. Fortunatamente un genitore che passava di lì, vedendo la scena intervenì facendo scappare le teppiste.

Il biondo si avvicinò a Hinata che ancora aveva la testa abbassata...

- Ehi tutto bene? -domandò preoccupato accorgendosi che alcune lacrime cadevano dal suo volto. Prese dalla tasca del giubbotto un fazzoletto glielo porse sorridendo.

- Piacere Naruto Uzumaki!

La corvina alzò lo sguardo sorpresa dal gesto e dalla sua spontaneità verso un'estranea, fissando prima lui e poi il fazzoletto, che prese con mano tremante portandolo agli occhi e asciugandoli.

- H-Hinata Hyu-Hyuga...

Naruto sorrise - Adesso devo andare... Jiraya sicuramete starà dando noia a qualche professoressa! Ciao Hinata!

 

- Hinata? Stai bene? -domandò Naruto risvegliandola dai suoi pensieri...

Arrossì imbarazzata mugugnando un "si"...

- Uffa devo stare qui per un'ora! Quella vecchiaccia è veramente insopportabile!! -sbuffò incrociando le braccia e le gambe- Ma tu non hai ginnastica?

Hinata spalancò gli occhi - E' vero! So-sono in r-ritardo!!! N-naruto devo an-andare... C-ciao!

L'altro la salutò con la mano vedendola sparire dietro l'angolo, ricominciando poi a borbottare contro la prof...

Arrivò davanti alla palestra col fiatone per la corsa e subito si mise una mano in tasca, estraendo un fazzoletto, un po' sciupato dal tempo, con incise in un angolo due lettere: N.U.

Sorrise sfiorandole e rimettendolo poi al sicuro dentro il giubbotto.

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Capitolo 3
*** Incontro/Scontro! ***


Il silenzio nei corridoi fu nuovamente interrotto dal riechieggiare nell’aria di un rumore provocato dai tacchi di un paio di scarpe… Un uomo ed una ragazza camminavano fianco a fianco, in silenzio, sguardo fiero e altezzoso. Lui, 50 anni circa, lunghi capelli biondi, lei, adolescente di circa 17 anni, cappelli lucenti come il padre, slanciata e abbastanza alta per una ragazza della sua età… Due occhi azzurri molto vispi guardavano avanti a sé senza indugio e con una notevole sicurezza…

- Padre è sicuro che stare in -fece una faccia schifata- questa specie di scuola mi porti beneficio?

L’uomo sorrise mantenendo lo sguardo avanti- Certo mia cara Ino… Ne sono sicuro!

La ragazza storse il naso e alcune risate fuori dall’edificio la fecero voltare alla sua destra scorgendo così, da fuori la finestra, due figure che camminavano a braccetto verso la palestra. Intravide un ragazzo dalla sguardo glaciale e una ragazza con dei buffi capelli rosa… Continuò a camminare puntando intensamente i suoi occhi sulla figura maschile. Una strana attenzione mista a curiosità si insinuò in lei mentre studiava attentamente il giovane, spostando poi di nuovo lo sguardo in avanti con uno strano sorrisetto.

“Interessante…”

 

Le due ore di educazione fisica furono per tutti sfiancanti e, con sospiri di sollievo, gli alunni si avviarono verso gli spogliatoi alla fine dell'ora…

Solo una ragazza rimase ancora in palestra, buttandosi stancamente sulla panchina a bordo campo e mettendosi un asciugamano sulla testa rosa. Chiuse gli occhi verdi mentre con la mano prendeva la bottiglietta d’acqua bevendo avidamente a grandi sorsate…

- Aaaah! Ci voleva proprio! -si distese a pancia in su facendo penzolare una gamba.

Oramai era un’abitudine… Rimaneva lì per alcuni minuti in modo che tutte le altre si lavassero lasciandola poi da sola a fare i suoi comodi… Non che si vergognasse a mostrare il proprio corpo in pubblico -non ne aveva motivo in fondo- è solo che sapeva che andando subito nello spogliatoio ci avrebbe messo molto più tempo a prepararsi.

Quindi preferiva aspettare, ammazzando il tempo talvolta con una corsetta o qualche altro esercizio.

Amava fare sport, correre o soltando stare in palestra erano per lei ottimi mezzi di sfogo, non contando poi la pallovolo! Sin da piccola la sua attrazione verso quello sport l'aveva portata ad iscriversi ai corsi già a 5 anni. Quando era arrabbiata, stressata o solamente aveva bisogno di starsene da sola, un paio di ginocchiere ed una palla erano l'unico modo di rimetterla in pace col mondo intero...

Ad un certo punto un tonfo le fece aprire gli occhi lentamente, riportandola così al presente. Sorrise, sapeva già chi c'era lì accanto a lei...

- Già pronto? -domandò senza alzare la testa.

- Non sono come voi femmine che ci mettete delle ore per prepararvi e incipriarvi il naso -disse il moro con un acceno di sorriso.

Sakura alzò lo sguardo verso di lui fulminandolo. Il moro si corresse immediatamente.

- Eccetto te naturalmente...

- Ecco! Non voglio essere paragonata a quelle ochette che cadono in depressione per un'unghia spezzata o perchè lo smalto che hanno è fuori moda...

Per Sakura essere chiamata oca, o essere minimamente legata a qualcuna di loro, era la massima delle offese... Ok, faceva attenzione anche lei alla forma fisica, ma certamente non era una di quelle ragazze che parlavano ininterrottamente di trucchi o del centro estetico appena aperto!

Lei, a differenza delle altre, non curava tanto l'aspetto esteriore: le sue forme non erano proprio prosperose e non si reputava certo una bella ragazza... E non capiva neanche perchè fosse tanto richiesta tra l'altro sesso...

Non si truccava ne si curava eccessivamente i capelli, non vestiva abiti firmati o troppo scollati -tute o vestiti comodi andavano benissimo per lei- e soprattutto scarpe con quell'odiosissimo arnese chiamato tacco! Per l'amor del cielo! Erano scarpe che provocavano solo un dolore atroce, perchè essere così masochista da mettersele? Ancora Sakura questo non sapeva spiegarselo... In poche parole Sakura era un maschiaccio! Una che senza troppi complimenti diceva la sua, una che più d'una volta aveva menato ragazze o addirittura ragazzi...

- Ehi Sakura? -la richiamò Sasuke...

- Mh? Che vuoi?

- Niente... Ti vedevo pensierosa...

Sakura si alzò mettendosi a sedere, fissando i suoi occhi sulla figura davanti.

- Tu ti sei preoccupato per me? -domandò sorpresa.

Il moro sobbalzò mentre un leggero rossore gli imporporava le guance. Si alzò avviandosi verso la porta, evitando accuratamente di non farsi vedere in imbarazzo.

- Non scherziamo... -disse uscendo dalla palestra.

La rosa sorrise... Anche se Sasuke faceva di tutto per sembrare un tipo glaciale e menefreghista, lei sapeva benissimo che fondamentalmente era un ragazzo gentile e per certi aspetti timido... Forse solo lei era a conoscenza di questo "secondo lato" dell'Uchiha e in un certo senso ne era felice... Il suo attaccamento verso il giovane si era manifestato sin dal loro primo incontro... Incontro che però aveva era dolorosamente ricordato dal ragazzo...

Per poco non scoppiò in una fragorosa risata ricordando che, solo perchè Sasuke l'aveva sorpassata in una gara di corsa all'asilo, lei offesa gli aveva tirato un calcio nelle parti basse. E da lì, non sa spiegarsi come, era nata l'amicizia con Sasuke -all'inizio restio per ovvi motivi- che nel corso degli anni si era solidificata diventando inscalfibile...

Notando alcuna ragazze uscire dallo spogliatoio, si alzò dalla panchina per andare finalmente a cambiarsi.

- Sakura? -la chiamò Hinata appena entrò- Ho saputo che oggi si è iscritta una nuova ragazza...

- Davvero? Evviva... -disse con finta allegria... La cosa non la toccava minimamente: sicuramente era della solite ragazzine tutta bellezza e niente cervello...

- Io mi avvio... Ci vediamo in classe! -la corvina richiuse la porta lasciando da sola la rosa che rimise, dopo essersi lavata e vestita, i propri vestiti di ginnastica nella borsa ed uscì verso la propria classe correndo, dato che la campanella era già suonata da qualche minuto...

Aumentò la corsa immaginandosi già la sfuriata che l'attendeva dal prof e voltò l'angolo quando...

SBAM!

Sakura cadde a terra assieme ad un altra persona con un sonoro tonfo...

Si massaggiò il fondoschiena mettendosi in piedi- Ohi ohi il mio povero sedere!!!! -si voltò verso l'altro con sguardo di fuoco- Ma guarda dove metti i piedi! -gli gridò sbraitando.

La figura si alzò scuotendosi i pantaloni. Un paio di occhi cristallini, quasi vitrei, contornati da una profonda riga nera che circondava entrambi gli occhi ed uno strano tatuaggio rosso come il colore dei capelli. Quegli stessi occhi che ora stavano fissando le iridi verdi della ragazza...

- Solitamente si chiede scusa -disse con voce piatta e atona- Confettino...

Sakura aggrottò le sopracciglia irritata da quell'orribile soprannome...

- Come mi hai chiamata rossino? -sibilò cercando di mantenre quella poca pazienza di cui era provvista.

- Confettino... O preferisci Caramellina alla fragola?

Strinse i pugni respirando profondamente, reprimendo l'istinto si strappargli radicalmente quel sorrisetto divertito che si era fatto spazio nel volto...

Prese la sua borsa mantenendo i suoi occhi incollati a quelli del ragazzo.

- Ritieniti fortunato che sono in ritardo, rossino... -disse sorpassandolo e ricominciando a correre.

Aprì la porta della propria classe preparara già mentalmente alla sgridata, quando si accorse che il prof Hatake non era ancora arrivato. Tirò un sospiro di sollievo.

Si sedette stancamente poggiando i piedi sul banco e guardando fuori dalla finestra...

Era ancora molto irritata per l'incontro avuto minuti fa e la faccia divertita di quello lì ancora non le era sparita... Ma soprattutto erano quegli occhi così... così vuoti ad averla impressionata...

- Ehi Sakura? -si sentì chiamare dietro dal moro.

Si voltò- Che c'è Sasuke?

- Che hai? -il suo sguardo deciso e con una vena, seppur minima, di preoccupazione.

Spalancò gli occhi... Si stava ripreoccupando per lei? Si sporse verso di lui mettendogli una mano sulla fronte.

- Ma che fai? -disse scostandosi.

- Sas'ke mi sa che hai preso la febbre...

Il moro la guardò interrogativo.

- Ti stai preoccupando ancora per me... E' grave! -scherzò lei sorridendo...

- Baka! Uno non può fare neanche una domanda...

La rosa gli scompigliò i capelli rassicurandolo che era tutto ok...

In quel mentre la porta si aprì mostrando il prof Kakashi... Era considerato dagli alunni uno dei più bizzarri individui della scuola. Era riuscito persino a superare in questo il prof Gai, che di bizzarro aveva molto (X°D)... Nonostante la sua giovane età era già professore da molti anni, caratterizzato dall'avere sempre una maschera che gli copriva il naso e la bocca. Per la scuola circolavano molte storie a riguardo, che ipotizzavano il perchè di quella...

C'è chi diceva che il prof nascondesse la bocca per via di due buffi denti sporgenti o chi raccontava di averlo visto una volta -senza maschera- con un paio di labbroni enormi, di colore rosso acceso... Naturalmente tutte baggianate! Comunque sia, nessuno nella scuola, neanche gli altri insegnanti o il preside, erano riusciti una sola volta a vederlo col viso totalmente scoperto...

Kakashi entrò pigramente nell'aula poggiando il registro sulla cattedra e cominciando la sua lezione, mentre tutti gli alunni si mettevano ai propri posti...

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Capitolo 4
*** Proposta all'ora di pranzo... ***


Finalmente la campanella che annunciava l’arrivo del pranzo esaudì i desideri di ogni alunno che uscì dalla propria classe col proprio sacchetto del pranzo. Anche Sakura, Sasuke e Hinata fecero lo stesso, avviandosi insieme sul terrazzo, dove si sarebbero incontrati con Naruto.

Finalmente salite le scale ed usciti all’aria aperta, si sedettero cominciando a mangiare…

Sakura mangiava stranamente in silenzio il suo pranzo.

Hinata era invece imbarazzata dall’eccessiva vicinanza col biondino che le parlava come se nulla fosse.

Sasuke invece guardava con la coda dell’occhio la rosa, mangiando il suo bento.

Era strana, decisamente, e il fatto che lui non sapesse il perché lo irritava alquanto! Dopotutto si erano sempre detti ogni cosa, perché mai adesso non era la stessa cosa? Strinse le bacchette incrociando le gambe.

La porta si aprì improvvisamente lasciando uscire così una figurari conosciuta subito dalla rosa che spalancò gli occhi verdi.

- Tu! -disse puntandogli contro il dito mentre la figura si voltava verso di lei lasciando posto ad un leggero risolino.

- Confettino!

- Non chiamarmi così rossino!

- Ehi guarda che io ho un nome: Gaara!

- Bhè anche io: Sakura!

Il rosso incrociò le braccia- Io preferisco Confettino!

Sasuke guardava la scena stupito... Come faceva quello lì a conoscere Sakura? E come mai tutta quella confidenza? Un'inaspettato astio verso di lui si fece sentire nel moro che lo guardò torvo...

- Sai Confettino stavo giusto cercando te...

Sakura lo guardò non capendo ma arrossì inaspettatamente... Gaara estrasse dalla tasca un cellulare rosa...

- Ma quello è mio!!!!! -urlò andandogli incontro per riprenderselo- Come hai fatto ad averlo?

- Sei così sbadata da non esserti accorta che quando sei caduta hai perso anche il cellulare...

Sakura si avvicinò protendendo in avanti la mano, ma il rosso rimise il cellulare in tasca lasciandola di stucco.

- Ma che fai? Riddammelo! -disse cercando di riprenderlo... Inutilmente però...

Incrociò le braccia spazientita essendo oramai sul punto di tirargli un cazzotto su quella faccia che sprizzava tanta sicurezza.

Il rosso la guardò ancora negli occhi e poi, senza dire una parola, la prese per mano trascinandosela per le scale che portavano alla terrazza sotto gli occhi stupiti degli altri...

- Ehi ma che ti prende? -strillò Sakura trascinata dal ragazzo che si fermò a metà scale.

- Sarò breve... -cominciò serio- ti renderò il cellulare solo se uscirai con me, ok?

La rosa rimase stupita e cominciò a fissare il ragazzo in silenzio. Poi ad un certo punto...

- Ahahahahahahah!!!!!!!! -Sakura si piegò in due dalle risate- Ahahahahahah! Questa si che è una battuta! Io... uscire con te? Ahahahah!!

Gaara sorrise appena- Se la metti così puoi dire addio al tuo cellulare...

Le risate della rosa si fermarono improvvisamente sfoggiando una faccia seria.

- Non uscirò mai con te, chiaro?!

- Va bene... -si rimise il cellulare in tasca- Allora questo lo tengo io...

Scese le scale fermandosi poi ancora e voltndosi verso di lei.

- Se rivuoi il cellulare basta uscire con me...

Sakura incrociò lo sguardo indispettita avviandosi verso il terrazzo.

- MAI! -richiuse la porta alle sue spalle sbuffando.

- Sakura ma chi era? -domandò Naruto curioso.

Si sedette accanto al moro imbronciata. - Nessuno...

- A me non sembrava... -continuò- E poi che cos'è questa storia del cellulare?

- Stamani ci siamo scontrati e mi è caduto il cellulare... Lui l'ha preso e mi ha detto che per riaverlo devo uscire con lui...

Tutti sgranarono gli occhi- Uscire con lui?

- Si ma mi sono rifiutata...

- E come farai a riavere il cellulare?

- Ma che ne so... Un modo lo troverò...

Naruto ancora perplesso si alzò- Io me ne torno in classe... Tra poco dovrebbe suonare la campanella...

- Vado anche io... Devo andare dalla professoressa Kurenai -si congedò Hinata seguendo Naruto.

Sul terrazzo rimasero solo Sasuke e Sakura. La rosa poggiò la testa sulla spalla dell'altro.

- Sas'ke?

- Mh? -Sasuke si limitò a fissare la porta davanti a sè...

- Tu che ne pensi? Cioè... Di questa cosa dell'appuntamento.

- Che cosa c'entro io? Sei tu che ci devi uscire...

- Lo so però... -cominciò a giocherellare con una ciocca dei capelli del moro.

- Ti piace o no quello lì?

Sakura arrossì... - Bhè no però... Se io ci uscissi, lo farei solo per il cellulare!

- E allora che problema c'è...

Sakura si alzò- Ma si dai, tanto lo faccio solo per il cellulare! -prese il ragazzo per mano facendolo mettere in piedi e schioccandogli un bacio sulla guancia- Dai andiamo Sas'ke...

Rientrarono anche loro mentre la campanella suonava...

 

Avviso che per l'altra ficcy "team7" dovrete pazientare ancora qualche giorno. CAUSA: Vacanza inaspettata di ispiration XD! Grazie tutti per l'attesa! Baci8!

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Capitolo 5
*** Appuntamento ***


“Ma chi caspita me l’ha fatto fare di accettare e lasciarmi ricattare così?”

Una Sakura spazientita e alquanto irritata stava seduta su una panchina del parco centrale cercando con lo sguardo tra la folla una testa rossa.

Alla fine aveva accettato l’invito di Gaara, ma solo per riavere il cellulare.

In realtà aveva provato a resistere e stare in astinenza da quell’apparecchio tecnologico, ma la sua forza di volontà era svanita dopo sole due ore e si era presentata al cambio dell’ora davanti alla classe di Gaara per accettare l’invito, imbarazzata come non mai…

 

- E così alla fine hai accettato eh? -domandò Gaara al massimo della soddisfazione.

- Solo per il cellulare, sia chiaro! -sibilò tra i denti.

- Si si…

- Allora me lo ridai? -domandò la rosa porgendo la mano.

- Certamente… -disse facendola sorridere- Ma alla fine del nostro appuntamento!

Il suono della campanella aveva salvato il rosso da un pugno in pieno viso… Sakura se ne era tornata in classe letteralmente con un diavolo per capello.

 

Guardò ancora una volta l’orologio sbuffando: le 17:30.

“E’ in ritardo quell’idiota!” Si sistemò nervosamente i pantaloncini bianchi a pinocchietto e la maglietta rosa chiaro con i bordi di pizzo.

- Sakura! -si sentì chiamare la rosa che si alzò incrociando le braccia mentre un ragazzo dalla folta chioma rossa e vestito molto sportivamente le correva incontro.

- Alla buon’ora! Solitamente sono le donne a farsi attendere! -lo rimproverò.

- Scusami ma avevo perso il tuo cellulare...

- CHE COSA HAI FATTO?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!

- Calma calma! -lo estrasse dalla tasca- L’ho ritrovato!

- Allora dove mi porti? Facciamo in fretta che ho un sacco di cose da fare!

Il ragazzo la prese per mano facendola leggermente arrossire e sorridendo si avviò verso la via principale della città.

 

Sakura era stranamente silenziosa e tesa, tutto per colpa di quel piccolo contatto che la stava facendo sentire a disagio. Guardò con la coda dell’occhio il rosso che camminava tranquillamente come se nulla fosse.

Doveva eliminare quel silenzio che era calato tra i due... Cominciò così a cercare validi argomenti da proporre ma l'unica cosa che aveva in mente era il suo cellulare! Scavò nei luoghi più bui della sua mente alla ricerca di qualcosa, qualunque cosa che smorzasse quell'atmosfera forse un po' troppo tesa.

Poi improvvisamente un flash le sfrecciò nella mente fecendole spalancare gli occhi... Se non errava, QUELLO ERA IL SUO PRIMO APPUNTAMENTO!!!!!!!!!!!!

“O-mio-Dio!” si arrestò di colpo facendo voltare Gaara.

- Che ti prende? -domandò confuso.

Sakura ridusse i suoi occhi verdi a due fessure fulminando con lo sguardo il rosso.

- Questa me la lego al dito! L’aggiungo alla lista!!

Gaara la guardava ancora più perplesso.

- Eh? Ma che ti ho fatto?

- Questo è il mio primo appuntamento e... e... e ci sei tu!

Il ragazzo alzò le sopracciglia cercando di capire a cosa la rosa si stesse riferendo.

- Scusa ma non continuo a capire...

- Il mio primo appuntamento doveva essere con una persona speciale, non con il primo deficiente che mi frega il cellulare!

Si mise le mani tra i capelli mentre vedeva tutti i suoi sogni e i pensieri del suo primo appuntamento, costruiti pazientemente nel corso degli anni, andare in fumo. E per colpa di chi? Di quel mocciosetto!

- Basta, io me ne ritorno a casa! -disse voltandosi, ma fu fermata da Gaara che la fece voltare.

- Mi spiace che ti abbia rovinato il giorno tanto atteso... -il suo volto era sinceramente dispiaciuto, cosa che fece intenerire Sakura.

"Ma che intenerire e intenerire Sakura!" una vocetta malefica e stridula le risuonò in un orecchio "Ha rovinato il giorno più bello aspettato da sempre!"

"Non lo vedi com'è dispiaciuto?" un'altra voce, più dolce fece contrasto con l'altra "Poverino come poteva saperlo? Magari se lo conoscessi meglio scopriresti che in realtà è una brava persona..."

"Un ricattatore non è una brava persona!" ribattè l'altra.

"Ma ha agito a fin di bene... Gli piace Sakura e ha colto l'occasione..."

"Sakura non lasciarti raggirare da 'faccetta d'angelo'... Dentro di lui c'è sicuramente un diavoletto, te lo dice una che se ne intende!"

"Non crederle... Dagli una possibilità: almeno puoi dire di aver tentato!"

"No!"

"Si!"

"No!!!!"

"Si!!!"

- Bastaaaaa!!!!! -urlò la rosa facendo voltare la gente intorno a lei. Arrossì prendendo istintivamente Gaara per la mano catapultandosi nel primo bar e sedendosi ad un tavolo.

Il volto le si era colorato di un rosso brillante e acceso mentre le orecchie sembravano andarle a fuoco. Portò le mani sotto e cominciò a torturarle dall'agitazione e dalla figura che aveva appena fatto. "Che stupida!"

- Allora ordiniamo qualcosa? -domandò ad un certo punto Gaara facendo alzare lo sguardo della rosa che si era piantato sulle gambe.

- S-si... -diede una veloce sfogliata al menù e poi entrambi ordinarono un frappè al cioccolato.

Il silenzio era calato ancora una volta tra i due, rotto solo dall’arrivo dopo qualche minuto delle ordinazioni.

Basta non ne poteva più! Oramai il primo appuntamento era andato, e su questo non ci pioveva, ma almeno non doveva permettersi di rovinarlo ancor di più! Prese un bel respirone, pronta per fare una delle cose che più le rimaneva difficile da fare. Un groppo le si formò in gola bloccando il passaggio a quella magica parolina tanto difficile da pronunciare per una come lei...

- S-scusami... -sussurrò a fil di voce.

Gaara lasciò andare la cannuccia e alzò un sopracciglio.

- Che hai detto?

Sakura lo infiammò con lo sguardo stringendo i pugni.

- Non farmelo ripetere due volte rossino! E' stato già difficile per me dirlo una volta!

- Ma non ho veramente capito.

- Scusami... Non dovevo trattarti in quel modo...

Gaara poggiò i gomiti sul tavolino portando poi il mento sulle mani intrecciate.

- Va bene... Accetto le tue scuse!- la guardò mostrando un sorriso perfetto che per un attimo fece andare in tilt il cervello della rosa. Restò a fissarlo quasi incantata per alcuni istanti.

- Sto cominciando a piacerti, ammettilo?

Sakura arrossì vistosamente spostando velocemente lo sguardo oltre la vetrata che dava sulla strada.

- Ma non dirlo neanche per scherzo! A me non piacciono i rossini...

- Sarà ma intanto sei uscita con me...

- Ancora con 'sta storia! E' solo per il cellulare! -disse incrociando le braccia.

Una domanda cominciò a ronzarle in testa.

- Senti un po'... Ma perchè mi hai chiesto di uscire? Non potevi darmi il cellulare punto e basta?

Gaara, che stava bevendo il suo frappè, a sentire quella domanda per poco non rischiò di strozzare. Sakura alzò un sopracciglio, insospettita da quella reazione inaspettata.

- C'è qualcosa che dovrei sapere?

Adesso era Gaara ad essere arrossito ed aver spostato altrove lo sguardo, perdendo in poco tempo quella sicurezza e strafottenza avuta fin dall'inizio. Un sorrisetto di pura soddisfazione si fece largo sul viso della giovane mentre si portava in avanti col busto per cercare di capire qualcosa sullo strano comportamente del rosso.

- Bhè... -cominciò.

- Si?

- NON METTERMI PRESSIONE!

- Uffa! -sbuffò la rosa poggiandosi allo schienale della sedia.

- ……………… Ti trovo interessante...

- Interessante? -domandò con una vena di delusione nella voce.

- Si... Sei energica, sportiva, simpatica, corteggiata da tutti i ragazzi della scuola eppure non te ne vanti per nulla!

- Come fai a sapere tutte queste cose su di me?

- Bhè perchè è da molto che ti osser...

Gaara si tappò la bocca dandosi mentalmente dell'idiota per ciò che aveva appena detto, arrossì abbassando il capo. Sakura lo guardò per un attimo, ma con una luce differente: non vide più un ragazzino rompiscatole e ricattatore, ma un ragazzo che fondamentalmente non era niente male e per certi aspetti anche molto infantile, ma non in modo negativo... Non seppe come ma si ritrovò a sorridere ed a sorseggiare il suo frappè puntando gli occhi verdi sull'altro che ogni tanto alzava lo sguardo per poi riabbassarlo.

- Che hai adesso da fissare?

- Mmmmh niente... Sei talmente buffo e tenero!

Gaara alzò la testa - Ehi ma per chi m'hai preso per un orsacchiotto di peluche?!

Sakura scoppiò in una fragorosa risata immaginandosi il ragazzo con due folte orecchie da orso e una piccola coda rotonda che si muoveva qua e là...

Improvvisamente il cellulare della rosa cominciò a squillare all'interno della tasca del ragazzo, che lo estrasse guardando chi fosse.

- Ti sta chiamando... "Begli occhioni"... Chi è? -domandò freddamente.

- E' Sas'ke... -rispose semplicemente prendendogli il cellulare di mano, mentre l’altro la guardava leggermente incazzato.

- Torno subito... -disse alzandosi e uscendo dal bar.

- Pronto Sas'ke?

- Ehi ma dove cavolo sei finita?! -urlò l'altro.

- Calmati!

- Calmarmi? Avevi detto che avresti fatto in fretta con quello lì! E‘ un‘ora che ti aspetto!!!

Sakura guardò l'orologio: quasi le 19.00- Dammi 5 minuti...

Sasuke sbuffò - Sei ancora con quello lì?

- Chi Gaara? Si sono con lui... Ma adesso vengo, non preoccuparti! Stasera è la “serata film” e lo sai che non sono mai mancata!

- Sarà bene per te!

- Sas'ke non dirmi che sei geloso... ancora!

- Chi io? No... Tu puoi uscire con chi ti pare! Avevamo già fatto questo discorso...

- Mh bene... Comunque sto arrivando... -disse chiudendo la telefonata e rientrando.

Dalla porta guardò Gaara ancora seduto al tavolo che batteva nervosamente le dita...

"Mi dispiace andarmene... In fondo non è antipatico, anzi! Però avevo già impegni con Sasuke... Uffa che situazione!" si avvicinò piena di questi pensieri.

- Devi andar via vero? -le domandò subito.

- Si... Devo vedermi con Sasuke... Però se tu vuoi... -le spiegò prendendo la borsa.

- E potrei sapere chi è? -domandò senza lasciarla finire di parlare e uscendo, seguito da Sakura.

- Il mio migliore amico... Ci conosciamo praticamente da sempre... -disse affiancandoglisi mentre lui accellerava il passo.

- Allora che fai ancora qui? -chiese fermandosi improvvvisamente e voltandosi verso di lei che lo guardava perplessa- Vai da lui!

- Ma perchè te la prendi tanto?

- Perchè stai uscendo con me e arriva questo stupido a rovinare tutto!

- Comunque se vuoi puoi venire anc...

- Ma fammi il piacere!

- Ehi stai calmo! Te l'avevo detto che avevo altri impegni!

- Tsè... Vattene vai... -sbuffò andandosene...

Sakura battè un piede a terra storcendo il naso...

- Sei solo un baka! -gli gridò correndo via verso casa Uchiha.

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Capitolo 6
*** Serata film! ***


In poco tempo si era ritorvata davanti a villa Uchiha: un colosso che stonava con le altre villette vicine, troppo modeste per il confronto.

Da sempre gli Uchiha erano stati una delle famiglie che vantava di un’antica quanto potente dinastia…

Per un attimo Sakura si trovò spaesata di fronte a quell’immensità e quella ricchezza che i propretari non cercavano minimamente di nascondere. Suonò il campanello e l’enorme cancello in legno intarsiato si aprì giusto il minimo per farla passare, cigolando e con lentezza.

Appena varcata quella soglia si avviò verso la porta principale passando per il viale costeggiato da un laghetto per ogni lato, uniti più avanti, sopra i quali passava un piccolo ponte. Quante volte oramai aveva fatto quella strada… Minimo un migliaio! Ma la meraviglia e lo stupore la facevano sembrare sempre la prima volta!

Tutte le volte poi riusciva a cogliere in quella casa un nuovo particolare che le volte precedenti le era sfuggito.

In fondo alla via l’attendeva come sempre Mikoto Uchiha, la madre di Sasuke, intenta ad annaffiare alcune piante. Era una delle donne più belle che avesse mai visto, se non l’unica… Malgrado gli anni restava sempre giovane e affascinante, con quella chioma scura lunga e fluente. I lineamenti fini e delicati, degni di una principessa delle fiabe, erano molto simili a quelli del figlio.

- Buonasera Sakura! -la salutò sorridendo.

- Buonasera a lei signora Mikoto… Sasuke è in casa?

- Certo! E’ in camera sua… -si guardò intorno avvicinandosi poi alla ragazza e sussurrandole- E’ un po’ di malumore… Problemi d’amore?

Sakura sorrise - Abbiamo avuto una piccola discussione…. Nulla però che non si possa risolvere davanti ad un bel film ed una pizza.

Entrambe scoppiarono a ridere dopodichè la rosa entrò in casa.

- Salve Sakura! -una voce dal salotto riecheggiò fino all’interessata.

- Buonasera signor Fugaku… -rispose togliendosi le scarpe.

Fugaku Uchiha, capofamiglia e padre di Sasuke. Uomo dall’apparenza freddo e distaccato, ma che se lo si conosceva meglio risultava un uomo alla mano e molto simpatico. Anche lui come la moglie, portava molto bene i suoi anni e sembrava non invecchiare mai! Dna Uchiha, pensava spesso la ragazza...

- Anche stasera solita partita a scacchi? -domandò lei affacciandosi alla porta.

- Macchè! Itachi se l’è svignata dai suoi amici… Tzè… Aveva paura di perdere quel buono a nulla!

E per ultimo, Itachi Uchiha, primogenito e futuro discendente della famigla Uchiha. Non che la cosa gli importassse molto in verità… 18 anni e, assieme al suo migliore amico Sasori, uno dei ragazzi più popolari dell’università di giurisprudenza di cui faceva parte. Sapeva di essere bello e non sminuiva questa sua abilità. Il tipico “una oggi, un’altra domani”… E certo le ragazze non mancavano!!

Doveva ammetterlo però: era veramente bello e per essere sinceri fino alla fine Sakura aveva sempre avuto un debole per lui… Così misterioso e affascinate sapeva incantare ogni giovane nel giro di un chilometro.

Salì le scale dopo aver salutato Fugaku: oramai la strada la sapeva a memoria, anche se quella casa sembrava un labirinto. Si ritrovò davanti ad una porta dietro alla quale si sentiva la musica a tutto volume, e questo poteva significare solo una cosa: Sasuke era alterato, e parecchio!

Bussò col suo solito tocco delicato che per poco non sfondò la porta. Dall’interno si sentì soltanto il volume che si abbassava ed un “avanti” svogliato.

- Eccomi qui… -disse la rosa chiudendosi la porta alle spalle mentre Sasuke, disteso sul letto, alzava leggermente il capo verso di lei riabbassandolo subito dopo.

- Che accoglienza calorosa! -scherzò lei appoggiando due scatole di pizza precedentemente comprate.

- Pensavo fossi con quello… come diavolo si chiama…

- Gaara.

- Eh lui… Non dovevi sentirti obbligata a lasciarlo da solo se ti stavi divertendo…

- In realtà abbiamo litigato…

Sasuke alzò la testa di scatto fissandola e mettendosi a sedere.

- Davvero? E perchè?

- Colpa tua… -disse con semplicità sedendosi accanto a lui e cominciando a muovere avanti e indietro le gambe.

Un sorrisetto -seppur piccolo- si formò sulle labbra del moro che ricadde giù con le mani dietro la testa.

- Mi dispiace… -disse falsamente.

- Certo come no… E’ un sorriso quello che vedo?

- Ehi che ci posso fare se quello mi sta sul culo? -domandò arricciando le sopracciglia scure.

- Il problema è che ti stanno tutti sul culo… -disse esasperata stendendosi accanto a lui- Ma devi finirla una buona volta!

- Guarda che io lo faccio per te!

- Adesso non fare la parte del “padre protettivo”… Non l'ho mai avuto e non ci penso proprio di averlo adesso!

- E se poi ricevessi una fregatura? Non ho voglia di vederti piangere o soffrire per un cretino…

Sakura si voltò verso di lui con gli occhi spalancati… Forse lui non se n’era reso conto ma in quel momento aveva detto una cosa che la stava rendendo una delle persone più felici…

In meno che non si dica gli si era buttata al collo schioccandogli un bacio sulla guancia, sotto le inutili proteste del giovane che alla fine si era dato per vinto.

- Sas'ke facciamo pace?! -insitettè lei scuotendolo un po'.

- Mpf...

- Eddai!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! -continuò facendo gli occhioni da "cucciolo indifeso": il suo asso nella manica nei momenti critici, che le riusciva maledettamente bene!

- Ok... -bofonchiò scompigliandole i capelli.

In fondo come poter essere arrabbiata con lei? Sapeva che non ci sarebbe mai riuscito: anche con tutte le sue forze, non sarebbe mai riuscito neanche per un secondo a volerle male... Lei era Sakura, la sua Sakura!

Ogni cosa di lei gli piaceva, dalle cose più frivole e stupide a quelle più importanti che la rendevano unica nel suo genere... La sua semplicità, la determinazione e la punta d'orgoglio che sempre la contraddistinguevano, insieme alla sua sincerità e il suo lato tenero -che poche persone conoscevano-, rendevano la ragazza una delle poche persone che Sasuke definiva realmente amici.

Eppure in lui c'era qualcosa che la vedeva in una luce differente, che non la guardava come l'amica d'infanzia o la compagna di mille peripezie... La vedeva come una ragazza, carina -molto carina- che in certi momenti lo metteva in vera e propria agitazione e riusciva con un solo sguardo a far crollare in mille pezzi quel muro di freddezza che si era pazientemente creato.

Anche il fatto di sapere che lei prima stava passando del tempo con un ragazzo che non fosse suo parente o lui, gli aveva mosso un tale bollore e astio da portarlo quasi a urlare.

Possessività? Forse... In fondo Sakura era stata la prima amica e amico, dato il suo carattere da maschiaccio, avuto in vita sua!

Gelosia? Di questo non ne era sicuro... Non poteva dire con precisione che Sakura gli piacesse, perchè andava letteralmente fuori dagli schemi di ragazze che lui voleva -vedere: bionde e ben prosperose- però forse più che gelosia la sua era rabbia verso qualcuno che avrebbe potuto portargliela via.

Egoismo? Certo! Lo era e lo ammetteva, perchè ciò che è suo è solo suo! E Sakura era sua!

- Ehi Sas'ke?! -Sakura aveva cominciato a passargli davanti agli occhi una mano.

- ...

- Sasuke Uchiha?!

- ......

Stava cominciando a spazientirsi!

- Begli occhioni!!!!!!!!!!!!

Sasuke si risvegliò dai suoi pensieri spostando i suoi occhi scuri verso quelli verdi e luminosi della giovane che stava trattenendo a stento le risate.

- Ti avevo detto di non chiamarmi mai con quel nomigliolo orripilante! -marcò bene le parole con voce roca.

- Ahahahahahah!!!!! Begli occhioni.... Uuuuuuuh!!!! -disse tra una risata e l'altra.

- SMETTILA!!!!!!!! -urlò tirandole un cuscino che la colpì in pieno viso.

Ora era l'Uchiha ad essere piegato in due dalle risate alla vista della faccia sconcertata dell'amica.

- Ah si? Prendi questo! -gridò tirandogli un altro cuscino che lo colpì facendolo cadere dal letto. Da questo madornale affronto ne scaturì un'epica lotta di cuscini che si concluse con la naturale vittoria del moro.

- Non è giusto! -si lamentò la rosa massaggiandosi la testa dolorante- Ohi ohi che dolore!

- Si si certo... Le solite scuse... -la guardò col solito sorriso di pura soddisfazione notando però che aveva gli occhi lucidi.

- Ehi Sakura che ti prende? -domandò con una nota di preoccupazione.

- Mi fa male la testa... -mugugnò con gli occhi verdi ancora più vividi.

Sasuke le si affiancò turbato - Mi spiace non volevo farti male... -si scusò avvicinandosi ancor di più e dandole un bacio sulla testa rosa.

Quando stava con Sakura, Sasuke era un'altra persona. Un comportamento del genere di fronte ad altri non l'avrebbe avuto neanche sotto tortura.

Sakura oramai ci era abituata alla freddezza che aveva con lei davanti agli altri ragazzi e quindi non ci faceva più caso. Era felice però sapere che solo con lei era così, che solamente quando lei era presente mostrava quel lato tenero e dolce del suo carattere che lui designava come affemminato...

- Allora ce lo vediamo questo film o no? -domandò l'Uchiha alzandosi per prendere le pizze.

- Bene!!! Non aspettavo altro. -Sakura prese la sua borsa e ne estrasse un dv- Et voilà!

Sasuke le si avvicinò facendo poi una faccia alquanto disgustata - "I passi dell'amore"? Ma io domando e dico ti sembro uno che vede 'ste cretinate?!

- Ehi! Guarda che è un bellissimo film, ignorante...

- Prevedo già che sarà una lunga serata! -sbuffò sedendosi sul letto e cominciando a mangiare le sua pizza.

- Sarcastico come sempre... Dai sono sicura che alla fine ti piacerà... -disse inserendo il disco mentre l'inizio del film appariva nella grandissima tv al plasma attaccata al muro.

Si sedette comoda accanto al ragazzo e anche lei cominciò a mangiare.

 

Il film oramai era finito da qualche minuto, sotto le lacrime abbondanti di Sakura che non la smetteva di soffiarsi il naso. Sasuke invece si era appoggiato, cinque minuti dopo l'inizio del film, sulla spalla di Sakura e si era addormentato... Tipico quando era Sakura a scegliere i film...

- Io odio questi film... Sono maledettamente tristi! -piagnucolò Sakura.

- E allora perchè caspita li vedi! -domandò appena svegliato dai singhiozzi dell'amica.

- Perchè sono belli! Oh ma che parlo a fare con te... -struffiò rimettendo il dvd nella custodia e distendendosi poi accanto a lui nel letto.

- Che intenzioni hai con quel rossino? -chiese d'un tratto.

- Non lo so... Proprio non so...

- Ma ti piace?

- Non ne sono sicura... Però mi sono trovata bene con lui oggi...

Una fitta allo stomaco.

- Capisco... Quindi ci uscirai ancora...

- Probabile... -disse arricciando con le dita una ciocca rosa.

Un'altra ancora, nello stesso punto della prima.

Sakura lo guardò con la coda dell'occhio... Era di nuovo serio... Conosceva bene quell'espressione e non le piaceva per niente, ma fece finta di niente per evitare una lite.

- Tu invece nuove conquiste all'orizzonte? -chiese cambiando discorso.

- No... Ma certo non chiedo aiuto a te sapendo i precedenti...

- Ho saputo da Hinata che si è trasferita una nuova: bionda e stra ricca... Magari facci un pensierino...

Sorrise incuriosito - Perchè no... Come si chiama?

- Yama qualcosa... Però il suo nome mi ricorda un maiale... Mmmmh... Ino ecco!! Dovrebbe cominciare la nostra scuola lunedì... Non capisco come mai una ricca snob, come presumo sia, venga nel nostro istituto...

- L'importante è che sia bionda e ben fatta...

- Sas'ke certe volte mi dai proprio sui nervi! Sei così superficiale...

- Guarda che tutti i ragazzi optano per le bionde... -precisò stizzito.

- Infatti i ragazzi sono tutti superficiali...

- Perchè non ti fai bionda? -disse accarezzandole una ciocca.

- Si e magari mi metto il reggiseno imbottito eh? Ma fammi il piacere! Io voglio piacere ad un ragazzo per come sono, non per il colore dei capelli o per la taglia di reggiseno!

In quel momento le ritornarono in mente le parole di Gaara...

"... Sei energica, sportiva, simpatica, corteggiata da tutti i ragazzi della scuola eppure non te ne vanti per nulla!"

Un leggero velo rosso le colorò le guance candide... Gaara era decisamente diverso dai soliti ragazzi buzzurri che aveva conosciuto: uno che non si fermava solo all'aspetto esteriore ma scavava dentro cercando qualcosa di più importante...

Per un attimo pensò di aver sbagliato a lasciarlo per andare da Sasuke... No no ma che pensieri le saltavano in mente!

Si sentì tremendamente in colpa verso il moro per ciò che le era balenato...

"In fondo lui è il migliore amico... Ha la priorità...... Ma sarà sempre così?"

- Ehi Sakura?

- Eh?! Si... -si destò dai suoi pensieri evitando però di guardarlo in faccia.

- Che ti stava passando per quel cervellino bacato? -domandò picchiettandole sulla testa.

- No niente... Forse devo andare... Si è fatto tardi! -si alzò mantenendo lo sguardo davanti a sè e cominciando a raccogliere le proprie cose in fretta e furia.

Sasuke la fissava cercando di capire dal suo strano comportamento che cosa le fosse successo e il perchè fosse cambiata così...

- Bene Sas'ke ho preso tutto... Adesso vado perchè sennò mia mamma chi la sente!

Si avviò verso la porta ma fu fermata da Sasuke che la chiamò.

- Scusami...

Una parola, 7 lettere che però la fecero sorridere mentre richiudeva la porta dietro di sè avviandosi verso l'uscita.

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Capitolo 7
*** Sensazioni ***


Il lunedì era sempre stato traumatico per Sakura.

La sveglia che le suonava ininterrottamente con quel trillo acuto e ripetitore nelle orecchie, simile ad un fastidioso ronzio in lontananza.

La sua mano che, sbucata da sotto il tepore delle coperte, cercava inutilmente di spegnerla e alla fine con una manata la faceva finire rovinosamente a terra…

E dopo alcuni minuti, passati forse troppo velocemente, si scostava le coperte con una smorfia alzandosi dal letto dirigendosi ancora assonnata in bagno.

In poche parole: il risveglio era peggio di una tortura cinese… E questo Sakura lo sapeva bene, difatti affrontava il lunedì mattina come un condannato che si dirige verso il patibolo.

Dopo mezzora passata a tenere a bada quei capelli ribelli che si ritrovava ed a vestirsi, finalmente era pronta per affrontare sei pesantissime ore di scuola... Che vitaccia!

Guardò fuori dalla finestra di camera e vide che Sasuke, come tutte le mattine, la stava aspettando davanti al cancello con la sua solita aria scocciata e incazzata col mondo...

Scese velocemente le scale agguantando una fetta del suo solito pane tostato e uscì di casa.

 

La lezione di giapponese era oramai iniziata da qualche minuto e già gli alunni erano semi addormantati sul banco e altri più fortunati appoggiati al muro o alle finestre per essere più comodi: Sasuke era uno di questi.

Sakura invece si limitava a fissare fuori dalla finestra, con il braccio sul banco e la testa stancamente appoggiata nella mano. I suoi occhi fissavano con strano interesse le nuvole che lentamente si facevano cullare dal venticello. Le invidiava: loro erano libere di andare dove volevano, non avevano problemi di nessun genere e trascorrevano le loro giornate in perfetta tranquillità...

E dentro di lei in quel momento c'era tutto fuorchè tranquillità... E la colpa era di una sola persona: un rossino scorbutico che quella mattina non le aveva rivolto parola!

Appena l'aveva visto fuori dalla propria aula non aveva esitato un attimo e gli era corsa incontro sventolando la mano e chiamandolo a voce alta per farsi sentire fra le tante voci. Era sicura che avesse dimenticato il loro bisticcio di sabato -almeno lei l’aveva fatto- ed era intenta a chiedergli un altro appuntamento senza Sasuke di mezzo.

In fondo Gaara era un ragazzo niente male e aveva scoperto, parlando con Hinata, che era anche lui uno dei più richiesti in tutta la scuola... Ma a lei sinceramente la popolarità o la bellezza non interessava più di tanto. Era questo uno dei tantissimi aspetti che la differenziavano dalle ochette che gironzolavano per la scuola.

La sua felicità però fu inevitabilmente fatta a pezzi quando lui se ne era andato in classe senza rivolgerle parola.

L'aveva vista, ne era sicura, e se ne era andato via lo stesso! Ma c'era una cosa ancora più evidente: la strana sensazione che si era fatta in lei sentire in quel frangente in cui i suoi occhi e quelli di Gaara si erano incontrati.

Sospirò sentendosi un'idiota per quei pensieri così infantili.

Quegli stessi pensieri che improvvisamente furono interrotti dall'aprirsi della porta.

Sakura con la coda dell'occhio vide la figura del preside avanzare e svogliatamente si alzò assieme al resto della classe biascicando un "buongiorno" per poi risedersi.

- Buongiorno a voi cari ragazzi... Sarò breve: da oggi avrete una nuova compagna di classe. -si rivolse alla persone he attendeva fuori dall’aula- Prego entra!

Una sagoma slanciata e dal portamento elegante fece il suo ingresso nell'aula seguita da mormorii e sguardi d'incredulità.

Una ragazza dai lunghi capelli biondi portati in un'alta coda, gli occhi azzurri e curiosi che guardavano in avanti senza esitazione, se ne stava in tutta la sua sicurezza in piedi accanto alla professoressa e al preside. La divisa aderiva perfettamente al corpo -forse anche troppo- mostrando il seno molto sviluppato per una diciassettenne e le gambe perfette.

- Il suo nome è Yamanaka Ino. Spero che la facciate sentire da subito parte della classe. Professoressa Kurenai la lascio a lei. Arrivederci.

Sakura, che aveva continuato indifferente a guardare fuori, si sentì colpire da qualcosa -probabilmente una gomma da cancellare- e furiosa si voltò.

- Sas'ke ma che cazz...

- Guarda un po'! -le disse il moro che aveva uno strano sorrisetto stampato sul volto e le stava indicando avanti.

Sakura alzò gli occhi al cielo e si voltò scocciata, spalancandoli poi e rendendosi conto che la nuova compagna di classe era proprio quell'Ino di cui aveva parlato a Sasuke.

- Perfetto... Ci mancava solo un'altra ochetta in classe! -sbuffò rivolta all'amico.

- Già... Perfetto! -sussurrò mantenendo il sorrisetto di pura soddisfazione.

Sorrisetto che si allargò non appena si accorse che il banco accanto al suo era vuoto e non ce n'erano altri liberi per la bionda.

Si sistemò per bene a sedere assumendo una posa da puro indifferente, pregustandosi già la mattinata che si prospettava interessante, mentre Ino gli si avvicinava sedendosi poi accanto.

- Ciao bel moretto... -le bisbigliò all'orecchio riconoscendolo come il ragazzo che aveva visto giorni prima fuori dalla palestra.

Sasuke si voltò verso di lei mostrando uno dei suoi soliti sorrisi conquistatori.

- Ciao Ino -marcò bene il suo nome- chiamami pure Sasuke...

Sakura davanti intanto si tratteneva dal vomitare la colazione, disgustata dalla scena alle sue spalle.

 

La campanella dell'intervallo segnò per la rosa la fine di quell'agonia: per tutte e tre le ore precendenti quei due non avevano fatto altro che ridere e dirsi frasi da voltastomaco.

Non che fosse gelosa, solamente quella Ino le era rimasta sullo scatole -per non dire altro- appena l'aveva vista avvicinarsi. Più che gelosa poteva definirsi infastidita dalla confidenza che dava a Sasuke e al fatto che lui ricambiasse senza tanti problemi.

Con gesti bruschi prese il suo pranzo dirigendosi con Hinata e Naruto sul terrazzo, lasciando gli altri due a chiaccherare per conto loro e sperando di non doverseli portare dietro...

Cosa che naturalmente, vista la sua fortuna, non avvenne, infatti dopo pochi minuti si ritrovò seduta accanto a Sasuke e Ino.

- Allora Sasuke ce l'hai la ragazza? -domandò avvicinandosi come una piovra che si prepara all'attacco.

Ecco! Piovra era l'aggettivo che più la descriveva... Cominciò a pensare che l'avessero chiamata così pensando a lei... Ma naturalmente una cosa del genere era impossibile visto che la piovra era molto meno appiccicosa!

- Mmmh... Diciamo di no... -disse guardando per un istante Sakura con le coda dell'occhio.

Oddio quanto lo odiava quando faceva così!!!! Mamma mia diventava insopportabile!

"Meglio andarsene prima che possa sul serio sentirmi male!!"

Si alzò scuotendosi la gonna e avviandosi verso la porta.

- Sakura dove vai? -la voce del moro la fece voltare annoiata.

- Me ne torno in classe Sas'ke...

- Sas'ke??? -domandò Ino cominciando a ridere e facendo venire i brividi alla rosa.

- Bhè qualche problema?

- Oh! No no è solo che è così joli* come soprannome...

Sakura strabuzzò li occhi. "Oh santo Kami! Che si mette a parlare in francese! Ma dove l'hanno pescata?"

- Posso chiamarti anche io Sas'ke??

- Ma certo Ino... -annuì il giovane.

La rosa si voltò verso di lui fulminandolo con lo sguardo.

"Come si permette quella piovra di fregarmi i soprannomi??? E lui di non dire nulla con quella faccia da pesce lesso!"

- A te non da mica ennui** vero Sakù? -domandò rivolgendosi a lei e sbattendo le ciglia spennellate di mascara.

Si stava sentendo male! E poi... Chi gliel'aveva data tutta quella confidenza? Sakù??? Oddio nemmeno sua madre si sarebbe mai azzardata a chiamarla così! Era... era semplicemente orribile! Li fissò ancora per un po'.

Quella scena stava diventando di un patetico assurdo e non capiva come Naruto e Hinata continuassero a mangiare senza dire nulla. Si voltò verso di loro notando che stranamente stavano parlando...

"Almeno un lato positivo c'è!" si rivolse poi a 'piovra-bionda'.

- Si mi da fastidio... -rispose acida sbattendo la porta dietro di sè e correndo in classe.

Fortunatamente era deserta! Almeno avrebbe potuto passare gli ultimi minuti del pranzo in perfetta solitudine, lontano da piovre o pesci lessi vari... Liberazione!!!

Si sedette struffiando sopra il suo banco poggiando la testa sulle ginocchia.

Aveva una brutta sensazione... Che quella Ino le avrebbe portato via Sasuke? In fondo era bella, molto a dire il vero, anche se tale bellezza non corrispondeva molto all'intelligenza. Ma sapeva che per Sasuke Uchiha questo era relativo, un dettaglio insignificante... Com'è che diceva lui?

"L'importante è che siano bionde e per formose..."

"Bhè caro mio questa volta hai fatto centro..."

Eppure non sapeva spiegarsi come questa volta, quella bionda, rappresentava per lei una probabile minaccia. Non era mai successo con le altre ragazze che ogni mese Sasuke cambiava: le vedeva semplicemente come le povere galline che andavano dietro al galletto del pollaio...

Ma quella Yamanaka risplendeva nella sua mente sotto una luce differente e sotto una denominazione diversa: NEMICA!

"Sakura che c'è eh? E' gelosia quella che provi?"

No ma che andava a pensare! A lei non piaceva Sasuke... Aveva solo paura che prima o poi se lo sarebbe visto portar via... E il pensiero che forse la terrorizzava più di tutte era che lui non avrebbe fatto nulla per opporsi!

No no no!!! Fra lei e il moro c'erano anni e anni di solida amicizia e il loro rapporto non poteva essere mandato a quel paese per una piovra cotonata... Era impensabile!

Eppure la paura si era fatta largo appena la ragazza si era seduta accanto all'Uchiha...

Sbuffò sbattendo lentamente la testa sulle ginocchia quando una voce alle sue spalle la fece voltare...

- Che ci fai qui da sola?

- G-Gaara? -domandò mentre lo seguiva con lo sguardo avvicinarsi e sedersi nel banco di Sasuke...

Il rosso si mise a guardare fuori dalla finestra senza rivolgerle parola... Cadde così un'imbarazzante silenzio...

- Potresti anche rispondermi... -disse mantenendo lo sguardo in avanti.

- Niente...

- Come mai non sei con Sasuke? -marcò deciso quel nome...

"Sì... E' ancora incazzato..."

- E' con la sua nuova conquista... -ammise con un senso di malinconia.

Il rosso si lasciò scappare un sorrisetto stranamente soddisfatto per poi ritornare il ragazzo impassibile di prima.

- Starai sicuramente pensando che me lo merito eh?

Si era voltata verso di lui cominciando a fissarlo intensamente con quei due smeraldi brillanti che per un poco fecero cadere Gaara in una specie di oblio.

- Comunque sappi che mi spiace per quanto accaduto sabato... -aveva riabbassato lo sguardo imbarazzata... Non le era mai capitato di chiedere scusa così spesso e per la stessa persona per giunta.

- Di niente...

- Che ne dici se... bhè... ci riprovassimo? -si era sporta in avanti mostrando ancor di più quelgi occhi incantatori.

La guardò stupito.

- Si... cioè... un'altra uscita insomma... -il suo imbarazzo era visibile notevolmente.

- Ehm... Si ci sto...

La campanella coprì col proprio suono il piccolo urlo che aveva emesso Sakura nel sentire tale risposta. Inutile dire che appena se ne era resa conto era diventata rossa da far pure impressione ad un pomodoro.

 

Sasuke era rientrato a fianco di Ino ma poco le importava... Erano passate altre tre ore ma le sembrava che il tempo fosse volato... Guardava fuori dalla finestra e del resto non le importava nulla... Era felice e basta.

Cos'era quella nuova sensazione che si era impossessata di lei? Quella leggera morsa allo stomaco seguita da tenue tepore che le toglieva l'uso della ragione e l'attenzione? Quel piacevole senso di puro rilassamento e pace col mondo?

- Ehi Sakura? -Sasuke le si era affiancato scotendole un po' la spalla.

- Mh? -si voltò fissandolo.

- Andiamo?

- E dove? -sembrava essere tornata da poco sul pianeta Terra.

- A casa! La campanella è già suonata... Però non so se lo sei più tu... -disse dirigendosi verso l'uscita.

- Aspettami Sas'ke! -gridò prendendo la cartella e raggiungendolo di corsa.

 

- Come mai sei andata via durante il pranzo? Non dirmi che ti davamo fastidio, io e Ino... -domandò portandosi la cartella dietro le spalle.

- Ma fammi il piacere...

"Certo come no..."

- E allora come mai? -la guardò come uno che la sa lunga. Sapeva che era per quel motivo, ma aspettava la sua confessione...

- Mi dovevo vedere con Gaara... -rispose indispettita davanti alla faccia da straffottente del moro.

L'Uchiha aggrottò le sopracciglia e strinse i denti per non spalancare la bocca dall'incredulità e farla arrivare fino a terra.

- Il rossino?

Sbuffò esasperata - Si! Ma non chiamarlo così... Comunque usciamo di nuovo...

- Evviva... -disse fintamente allegro aumentando il passo.

- E tu con la piovr... cioè Ino?

- Mh niente...

- Ma come niente! Eri tanto euforico quando l'hai vista...

- Non ti preoccupare... Ho ancora tempo...

Si ritrovarono davanti casa Haruno. Sakura aprì il cancello e rimase per un po' ferma, poi si voltò verso l'amico.

- Sas'ke? -chiese con uno strano tono nella voce.

Il ragazzo la fissò perplesso non riuscendo a tradurre la sua espressione improvvisamente seria.

- Promettimi che... Niente lascia stare... -gli sorrise chiudendosi il cancelletto alle spalle.

Sasuke rimase a fissarla fino a che non scomparve dietro la porta. Ricominciò poi a camminare continuando a pensare alle parole rimaste in sospeso della rosa...

Che cosa gli voleva dire? Cosa doveva prometterle? Perchè improvvisamente avrebbe voluto avere tra le mani quel Gaara per poterlo strozzare con le proprie mani?

Con queste domande si avviò verso casa sua...

 

* carino

** noia

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Capitolo 8
*** Cuore infranto... ***


Ripose con cura e lentamente le proprie cose dentro la cartella.

La campanella era suonata già da un po’ e Sakura e Sasuke se n’erano andati, ma lei non aveva fretta. Nessuno a casa l’aspettava e quindi poteva anche prendersela comoda.

Ispirò profondamente assaporando ancora una volta il profumo della solitudine… Un odore che solo lei, nel corso degli anni, aveva saputo riconoscere in ogni luogo.

Così era Hinata Hyuga… La timida solitaria, primogenita di una famiglia secolare tra le più potenti. Ma mai aveva amato quel ruolo, quella denominazione che le avevano dato fin dalla nascita. Tra i parenti, i pochi che c’erano, non era conosciuta come Hinata, ma come l’Erede.

Ma era davvero all’altezza del peso che portava quel nome? Era veramente lei la prescelta?

In molti contestavano ciò… Infatti era considerata debole, fragile, impotente e inadeguata per un compito così dignitoso e importante. Un compito adatto a tutti fuorchè… ad una donna.

Era questo sostanzialmente il suo problema, dal quale erano nate l’incertezza e la timidezza che la caratterizzavano, la perenne paura di sbagliare, di non essere all‘altezza della situazione e di essere un peso per tutti.

Sospirò rassegnata per questa sua condizione con la quale convinveva oramai fin dalla nascita.

Molte volte aveva pensato di andarsene, scappare da quella gabbia di sofferenza, ma non poteva demordere, non poteva trovare un altro motivo per farsi odiare dalla sua famiglia.

Famiglia... Termine grosso quello... La sua non era una famiglia, non l'aspettava a casa una mamma amorevole che la riempiva di attenzione, un padre severo ma dolce quando serviva. La madre era morta pochi anni prima, mentre il padre, potente uomo d'affari, viaggiava in continuazione da un paese all'altro e in casa non c'era quasi mai se non per rare occasioni. L'unica persona che però le era rimasta vicina era la sorella minore, Hanabi.

Il suo sguardo si spostò per un breve secondo fuori dalla finestra... Il sole stava già tramontando.

"E' meglio andare..." pensò uscendo dalla classe dirigendosi verso l'uscita, quando improvvisamente una testa bionda le passò davanti tagliandole la strada e facendola sobbalzare.

- Hinata!

La corvina, che aveva istintivamente chiuso gli occhi, li sbarrò sentendo quella voce. Arrossì mentre il battito accellerava in maniera impressionante, sintomo che solo un persona sapeva provocarle.

- N-Naruto? -balbettò piantando lo sguardo sulle scarpe.

- Che ci fai ancora qui? -i suoi occhi azzurri cercarono inutilmente quelli dell'amica.

- Vado a casa... -sussurrò oramai presa dall'emozione.

- Anche io! La prof mi ha messo in punizione e mi è toccato rimanere qui... -sbuffò- Se vuoi ti accompagno.

A quelle parole la Hyuga alzò lo sguardo incrociando finalmente le iridi blu cielo del giovane. Si sentì svenire e con un leggero cenno del capo si incamminò al suo fianco.

 

- Sai Hinata... io... ti stavo cercando...

Quelle parole fecero per un attimo tremare le gambe della giovane che credette sul serio di cadere a terra.

"Stava... cercando... me..." ancora una volta il suo volto si tinse di rosso e non potè far a meno di chiudere gli occhi e inghiottire a vuoto. Il cuore aveva preso a batterle all'impazzata, come se volesse con forza uscire dal petto e scoppiare: non era preparata per una cosa del genere...

Il respiro si era fatto affannato e la testa aveva iniziato a girare velocemente. No, non poteva svenire, non ora, non in quel momento cruciale e non davanti a lui!

" Lui... mi... cercava! Me..."

- Devo parlarti di una cosa importante...

Sbarrò gli occhi bluastri trovandosi sul punto di piangere. Non sapeva perchè ma aveva una voglia matta che quelle goccioline salate le bagnassero le guance e le labbra che si erano fatte improvvisamente secche.

- Possiamo sederci? -indicò una panchina lì vicino e vedendola Hinata si sentì riavere...

Almeno se fosse svenuta, non sarebbe caduta.

Il tempo si era fatto lento, come se la scena che stessero vivendo fosse stata impostata al rallentatore, camminava ma le sembrava di non raggiungerla mai, come se la panchina si muovesse assieme a lei.

Finalmente la raggiunse sedendosi compostamente con accanto il biondino. Tra loro cadde un pesante silenzio.

- Vedi Hinata io penso che tu...

La giovane stringeva tra le diafane mani il lembo della gonna, ogni singola fibra del suo corpo era in tensione e poteva sentire perfettamente il sangue che le scorreva velocemente su tutto il corpo. Non ce la faceva più!

Un'improvvisa ansia si era impossessata di lei e sembrava non volerla lasciare facilmente.

- ... sia la persona giusta per...

Sentì Naruto inghiottire e battere ritmicamente un piede a terra: anche lui era teso...

Lo guardò con la coda dell'occhio; non avrebbe mai pensato di vederlo così, lui che era la spigliatezza fatta persona, che non conosceva la timidezza, e vederlo imbarazzato era davvero strano.

Lo vide chiudere gli occhi azzurri e fare un lungo respiro, voltandosi poi verso di lei, che di risposta riabbassò lo sguardo.

- Vedi Hinata... Cercavo te perchè... Mi devi aiutare!

- Si anch... - alzò la testa incredula su ciò che aveva appena sentito- A-aiutare?

- Si... Vedi ci sarebbe una... una ragazza... ecco... -si grattò la testa cercando di trovare le parole.

- U-una r-r-ragazza? -domandò a fil di voce.

- Si... Lei mi piace e... -cominciò a picchiettarsi gli indici.

Continuava a parlare ma non si era accorto che Hinata aveva gli occhi aperti ma lo sguardo completamente perso nel vuoto, fisso su un punto che però non vedeva.

Ora si che le scappava davvero da piangere, ma non per la felicità... Nel suo cuore fragile si stavano formando crepe su crepe, sempre più profonde. Sentiva la voce del biondo ma era un eco lontano e sempre più difficile da udire.

Che sciocca che era stata! Pensare solo minimamente di poter piacere a Naruto, lei, che era il suo opposto... Si sarebbe sicuramente stancato presto di una ragazza così come lei e di conseguenza lei ne avrebbe sofferto ancor di più. Quindi in un certo senso si sentiva sollevata per ciò... Ma era davvero così? Più cercava di far prevalere quel punto di vista della questione, e più che stava male e percepiva un'altra crepa intaccarla.

Sentì qualcosa di bagnato toccarle la mano, poi quel tocco si fece sempre più frequente finchè non si rese conto che stava piangendo. Si toccò la guancia destra oramai fradicia e cercò di asciugarsi ma il risultato fu che le lacrime continuarono a scendere sempre più copiose.

- Ehi Hinata mi stai... Ma che hai fatto? Perchè piangi?

- N-niente... O-ora passa... -singhiozzò strusciando la manica della camicia contro gli occhi.

Si alzò dando le spalle all'amico: non voleva farsi vedere in quello stato, non voleva che Naruto provasse pietà per il suo dolore...

- Devo a-andare...

Non attese neanche la risposta del biondo e cominciò a correre all'impazzata con altre lacrime che le scivolavano indietro provocando una piccola scia. La vista era annebbiata e opaca e gli occhi tappati da quelle goccie che malediceva secondo dopo secondo.

Stupida, illusa... Queste le uniche parole che le ronzavano in testa, lasciando ogni tanto posto alla frase di Naruto... Lei mi piace... Lei mi piace... Lei mi piace... Lei mi piace...

Ricordo dopo ricordo le crepe si alternavano alle pugnalate in pieno petto. Desiderava davvero che quelle ferite fossero reali, che forse avrebbero allevviato quell'atroce dolore al cuore. Speranzosa portò la mano all'altezza del cuore, batteva velocemente e fortissimo.

Finalmente si ritrovò davanti al muro di casa sua. Si appoggiò piegandosi e poggiando le mani sulle gambe per riprendere fiato. Il freddo le era entrato in tutto il corpo rendendole difficile la respirazione.

Avrebbe voluto urlare, gridare al mondo, sfogarsi in qualche modo, ma non ne aveva la forza...

Entrò silenziosamente in casa e salì ancor più silenziosamente in camera sua, chiudendocisi dentro. Si appoggiò al muro lasciandosi scivolare fino a toccare il pavimento e lì altre lacrime le fecero ancora compagnia...

Perchè lei? Cosa aveva quella ragazza che lei non aveva? Perchè proprio con lei voleva parlare? Che cosa avrebbe sperato che facesse? La riteneva davvero così forte?

Appoggiò la testa sulle ginocchia.

Perchè perchè perchè? Perchè non aveva scelto lei? E invece perchè mai il destino aveva scelto proprio lei come vittima della sua crudeltà? Pensava che non ne avesse avuto abbastanza? Che fosse abbastanza resistente per sopportare un altro po' di dolore? Avrebbe deluso anche lui...

Qualcuno bussò alla porta. Hinata si asciugò gli occhi alzandosi e invitando la persona ad entrare. La porta si aprì lentamente e da dietro sbucò la testa di Hanabi che portò con se un po' di luce proveniente dal corridoio.

- Hinata tutto a posto? -domandò vedendola stranamente intenta a sistemare dei fogli sulla scrivania.

- Si si... Sto riordinando un po'... -sussurrò cercando di non far trasparire tracce del pianto dalla sua voce.

Hanabi capì che c'era qualcosa che non andava ma se la sorella non voleva parlarne, non poteva costringerla, quindi richiuse la porta facendo ripiombare la stanza nel buio.

Stancamente si distese sul letto.

Con lo sguardo cercò il cellulare trovandolo appoggiato sul comodino. Avrebbe potuto chiamare Sakura e sfogarsi, ma non voleva che anche lei la compatisse. Le avrebbe sicuramente detto le solite cose, che anche se difficile, doveva andare avanti, pensando solo che presto avrebbe trovato qualcun'altro che le avrebbe fatto battere il cuore. Eh si, facile a dirsi! Per lei era semplicemente impossibile... lei non era energica e piena d'energia come la rosa. Lei non aveva una schiera di ragazzi al seguito, non era richiesta ne presa in considerazione.

Il suo mutismo e la sua continua esitazione avevano nel tempo creato un muro invalicabile se non per pochi coraggiosi decisi nel conquistare la sua amicizia. Ma lei quel muro non lo voleva, voleva farlo crollare in mille pezzi, ma era debole! Ma forse il problema essenziale era un altro: lei NON voleva trovare un altro!

Un'improvvisa sonnolenza la fece però presto cadere tra le braccia di Morfeo. Si addormentò quindi pregando che forse quello che aveva passato era stato solo un brutto sogno.

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Capitolo 9
*** La ragazza misteriosa ***


Sakura guardò ancora una volta Hinata sedutale affianco, intenta a prendere appunti della lezione di storia.

Erano giorni che la vedeva strana, più silenziosa del solito, e anche se cercava di nasconderlo comportandosi come se nulla fosse, era evidente il turbamento e il dolore che l’affliggevano.

Continuò a fissarla con la coda dell’occhio cercando di carpire dai suoi gesti, sguardi e vaghi sospiri che cosa avesse. Ma sapeva che Hinata era una ragazza molto chiusa, che non parlava dei suoi problemi molto facilmente se non proprio in casi estremi.

La campanella suonò e tutti i ragazzi uscirono dalle rispettive aule per tornarsene a casa: anche per quel giorno le lezioni erano finite.

- Sas’kuccio perché non torniamo a casa insieme??? -la voce stridula di Ino risuonò nella stanza oramai quasi del tutto vuota.

Sasuke sbuffò scocciato lasciandosi sballottare di qua e di là dalla bionda, con le risate della rosa che assisteva come ogni giorno a quello spettacolo.

Si era tanto vantato di avere fra la sua collezione una nuova conquista, da non rendersi conto del serio pericolo a cui andava incontro dando troppa confidenza alla Yamanaka. E ora ne pagava impotente le conseguenze.

Sasuke si voltò verso l’amica implorante, cercando in lei un aiuto che lo salvasse da quella palla al piede.

‘Sas’ke mi devi un favore’ fece intendere la sua faccia mentre con una scusa portava via dalle grinfie della piovra-bionda il povero ragazzo.

 

- Uff… Grazie Sakura… Non ne potevo più! -disse stiracchiandosi sulla panchina su cui si era appena seduto.

- Te la sei voluta tu.

- Ma che palle! A volte sei peggio di lei… Con quest’aria da saccente!

Sakura gli fece il verso- Gne gne gne… Ma guarda un po’ a fare i favori agli amici… Quasi quasi ti riporto da Ino!

- (O_O) Nooooooo!!! Ti prego no! -implorò provocando le risate della rosa.

- Bellissima...

- Eh? Hai detto qualche cosa?

Il moro distolse lo sguardo mordendosi il labbro inferiore.

- No no, niente... Andiamo? -domandò prendendola per mano e facendola alzare.

Lo squillo di un cellulare fece fermare Sakura- E' mio...

Guardò sul display non riconoscendo però il numero che la stava chiamando.

- Chi è? -domandò lui un po' seccato.

- Boh... Pronto?

- Ciao Confettino...

Ora lo sapeva!

- Gaara?

Sentendo quel nome il moro schioccò un'occhiataccia verso il cellulare e indispettito cominciò a camminare lasciando l'amica indietro.

- Ehi Sas'ke aspetta... -gridò tornando poi a parlare con l'altro ragazzo- Gaara non è il momento adatto... Ti richi...

- Volevo solo chiederti se domenica eri libera... -chiese anche lui leggermente alterato...

- Va bene... Poi ci sentiamo... -tornò a parlare col moro- Sas'ke caspita non lasciarmi qui da sola!

Lui in risposta alzò una mano salutandola, sempre voltato di spalle.

Quando faceva così proprio non lo sopportava! Eppure pensava di essere stata abbastanza chiara: niente gelosie e rompimenti vari. E quel suo comportamento, soprattutto quando veniva nominato Gaara, era la prova che lui delle sue parole se ne fregava altamente.

E questo era certo una cosa tra le più odiate dalla rosa: non essere ascoltata!

- Sakura?? Ci sei? -una voce le fece ricordare che Gaara era ancora in linea.

- Gaara devo andare... Per domenica è ok, facciamo alle 17 al parco... Sii puntuale! -una domanda le apparve improvvisamente poco prima di chiudere la chiamata- Aspetta un attimo... Come fai ad avere il mio numero???

- Tzè... Non dovresti memorizzarlo in rubrica... Qualcuno potrebbe segnarselo...

- Già è ver... Ehi! Che hai detto?! Hai salvato il mio numero??? Hai guardato nel mio cellulare???????

- Certo... Ora vado... Ciao ciao! -riagganciò lasciando Sakura al limite della sua pazienza.

Prese la sua cartella cominciando a camminare a passo spedito e con un diavolo per capello.

Oltre a Sasuke ci si metteva anche Gaara a farla imbestialire... E ancora le rodeva il fatto di Hinata!

Caspita erano migliori amiche! Perchè non le parlava dei suoi problemi?? Si sentiva così impotente e inutile, e lei non sopportava ciò. Voleva sapere che cosa o chi era a farla stare così...

Forse erano ancora problemi con la sua famiglia, sapeva che aria tirava in quella casa, l'aveva percepito molte volte quando andava da lei. Però scartò subito questa ipotesi.

La scuola? No, eccelleva in tutte le materie...

L’amicizia? Bhè non si poteva dire che avesse poi tanti amici, però non aveva riscontrato problemi. Scartata anche questa.

Ora che ci pensava però... Una cosa, forse l'unica, poteva turbare così i pensieri della corvina.

"Naruto... Ti pareva che non c'entrasse quella Testa Quadra!"

Doveva trovarlo, in tutti i modi... Guardò l'orologio...

"Manca poco alle 14... Dovrebbe essere al chiosco di ramen..."

Si guardò intorno cercando la strada da prendere, quando la sua attenzione si concentrò su una ragazza distante da lei qualche metro.

Era dall’aspetto molto semplice e modesto, un sorriso naturale e un paio di occhi nocciola. Non era tanto alta, i capelli, lunghi e lisci, con una piccola frangetta, erano di un arancione pastello e alcuni ciuffi più corti erano stati raccolti indietro a formare una mezza coda.

Portava una divisa scolastica composta da una camicia nera come la gonna a pieghe, sopra al ginocchio, un fiocco rosso ed una camicia bianca sotto. Il viso era pulito o almeno non eccessivamente truccato.

Ma non era tanto la ragazza ad incuriosirla, bensì la persona che le camminava qualche passo indietro, nascondendosi tra gli alberi che costeggiavano il viale.

Ridusse gli occhi a due fessure per vederlo meglio e la sua bocca si spalancò constatando che si trattava proprio di Naruto.

"Ma che fa quel baka?"

La ragazza misteriosa le passò accanto sorridendo e portando con sè un aroma di pesca.

Qualche metro più in là la losca figura di Naruto si mosse ancora. Sakura respirò profondamente massaggiandosi le tempie: oramai aveva abbandonato ogni minima speranza di riuscire a capire quel ragazzo.

- Naruto mi spieghi che caspita stai facendo dietro a quell'albero? -domandò rivolgendo gli occhi verdi verso il cespuglio in cui si era rintanato l'amico poco prima.

- Accidenti... -si alzò ridendo nervosamente- Eheheh come hai fatto a scoprirmi?

- Esci fuori di lì razza di stupido? Che stavi combinando? Perchè inseguivi quella ragazza?

"Gulp... Colpito!" pensò il giovane uscendo e raggiungendola.

- Bhè... ecco... -arrossì- Lei... lei si chiama Sasame...

- E poi?

- E... e... m-mi piace... -chiuse gli occhi come se avesse appena offeso la ragazza.

Silenzio...

- COMEEEEEEEE???????? -chiese incredula.

- Ti prego non prendermi in giro...

- Ok... -abbassò lo sguardo e dopo due secondi lo rialzò cominciando a ridere a crepapelle.

- (è//é) Non ridere!!!!!!!

- Ahahahahah... Naruto pensi che seguendola risolvi qualche cosa? Ahahahahah!!!

- SMETTILA!!! -urlò voltandosi e andandosene.

- No... a-aspetta... -lo fermò trattenendo altre risate.

- Che vuoi?

Sakura si fece seria- Chi altro lo sa oltre a me? -domandò con una vaga idea in testa.

- Bhè... Ho chiesto aiuto ad Hinata ma lei si è comport...

- Sei un baka Naruto! -gridò facendo voltare alcuni passanti, ma poco le importava: aveva capito la causa dello strano comportamento della corvina. E come sempre c’entrava in qualche modo quella testa bacata insensibile.

Il biondo la guardò stranito- Sakura ma che ti prende?

- Devi chiedere scusa ad Hinata appena la vedi. Chiaro?

- Ma…

- CHIARO?!

- S-si... Ma p-perchè? Ehi Sakura dove stai andando?

Sakura però oramai non l'ascoltava più... Avevo preso a correre via con sguardo preoccupato.

"Si deve essere proprio cecati però per non accorgersi di una cosa così ovvia!" pensò correndo verso villa Hyuga.

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Capitolo 10
*** Ricordo di una notte di mezza estate ***


La porta di casa sbattè rompendo il silenzio creatosi.

- Non ci sono per nessuno, chiaro?! -chiarì Sasuke salendo le scale.

- Ciao fratellino! Buonasera anche a te… -rispose una voce con tono sarcastico dal salotto.

- Itachi non sono dell’umore giusto per scherzare, quindi non rompermi…

Dalla porta apparve la figura del fratello: alto, capelli neri raccolti in una coda, occhi magnetici con quelli di Sasuke e una rara bellezza, con un fisico statuario e asciutto.

Si appoggiò allo stipite della porta incrociando le braccia al petto e fissando intensamente il fratello con un sorriso sornione dipinto sulle labbra.

- Ce l’hai con Sakura eh? -disse staccandosi e scompigliandogli i capelli.

- Odio il modo in cui capisci facilmente le cose! -borbottò infastidito da quella nauseabonda affettuosità.

- E’ così evidente… -sorrise appena- E dimmi fratellino, che le hai combinato stavolta?

Sasuke alzò un sopracciglio- Ha fatto tutto lei… e quel Gaara! -sibilò quest’ultimo nome- Escono domenica...

Ricominciò stizzito a risalire le scale chiudendosi poi la porta di camera sua alle spalle.

Si distese sul letto buttando in un angolo la cartella. Poggiò un braccio sugli occhi, improvvisamente infastiditi dalla luce del sole che oltrepassava i vetri della finestra.

Si rigirò un paio di volte non riuscendo però a trovare una posizione comoda e finì alla fine per ritornare a pancia in su come all’inizio.

“… Per domenica è ok, facciamo alle 17 al parco…”

Quella maledetta frase gli rimbombava in testa come una pallina che sbatte di qua e di là incessantemente… Con la sua voce scocciata ma sempre con quella vena di dolcezza, che solo lei sapeva avere.

"Sasuke sei proprio un idiota... Sakura non è tua..."

- Già... Mia... -bisbigliò iniziando a dare piccoli pugni sul materasso.

Girò la testa di lato finchè i suoi occhi scuri non incrociarono quelli verdi di una ragazza presente in una foto, nascosta dalla pila di libri sul comodino.

Sorrideva, come sempre, con quello sguardo che illuminava tutto intorno, pure lui, con quell'espressione scrutatrice e quell'aria imbronciata.

Si tenevano per mano, il venticello le muoveva leggermente il vestito azzurro e le scompigliava i capelli a quel tempo corti che venivano riparati con la mano libera. A lui invece non importava, si lasciava cullare dalla brezza indifferente.

Respirò profondamente sentendo stranamente ancora dentro i polmoni l’aria estiva, calda e penetrante, la stessa che si respirava quel giorno.

 

Era pomeriggio, in un’afosa giornata di luglio inoltrato di due anni fa, e nell’immenso giardino di casa Uchiha si sentivano schiamazzi che sovrastavano il frinire delle cicale.

- Io odio farmi fare le foto, lo sai Sakura! -sbuffò il moro cercando ancora una volta una via di fuga.

- Andiamo una foto non ha mai ucciso nessuno... -una ragazza dall’inusuale chioma rosa confetto lo rincorse cercando di riportarlo indietro.

Lo prese per mano e quello che il ragazzo provò in quel millesimo di secondo in cui la pella di lei, calda e liscia, aveva sfiorato quella fredda di lui -nonostante l’alta temperatura- non seppe proprio descriverlo.

- Avanti Sas'ke sorridi un po'... -disse esasperata.

- Non mi farò umiliare così...

CLICK!

 

Il sole oramai era calato da molto e la città era piombata nel buio, interrotto qua e là dalla luce di qualche lampione sparso ai lati dei marciapiedi.

- Sas'ke non eri costretto ad accompagnarmi a casa... Non ho più cinque anni...

- E' stata mia madre a scostringermi altrimenti ti lasciavo andare da sola, non preoccuparti!

- Oooh ma come sei premuroso! Alcune volte mi commuovi!

Camminarono fianco a fianco punzecchiandosi a vicenda come era solito fare tra i due. La gente che li vedeva però avrebbe subito pensato che stessero insieme. C'era un non so come che li legava, non solo l'amicizia, ed i gesti o gli sguardi erano diversi da quelli che si fanno ad un amico.

D'improvviso un rumore, un movimento alle spalle dei due che fece bloccare la rosa. Qualcosa si era mosso nel cespuglio appena sorpassato.

- S-Sas'ke l'hai s-sentito? -balbettò lei ancora paralizzata.

- Mh? Di che parli?

- D-del rumore...

Ancora un fruscio delle foglie. Lo spavento prese il sopravvento.

- AAAAAAAAAAAAAAHHHH!!!!!! -in meno che non si dica era saltata in collo al moro urlando con tutto il fiato che aveva in gola.

- Calmati Sakura!

- C'è q-q-qualcuno l'ha! -indicò tremante il cespuglio dal quale uscì un gatto.

Sasuke restò ancora un po' a fissare il punto in cui era saltato fuori l'animale e poi cominciò a ridere prendendo in giro l'amica che gonfiò le guance offesa.

- Tzè... Io... lo sapevo che credi? -si giustificò scendendo ma sentendosi afferrata ancor più saldamente.

Si voltò verso l'amico che la fissava intensamente, in silenzio mentre lei ricambiava, con il cuore che aveva preso improvvisamente a battere all'impazzata. Era anche arrossita, ne era certa, e un certo disagio si stava piano piano espandendo.

- S-Sas'ke mi f-fai sc...

Non riuscì a terminare la frase che la sua bocca fu bloccata da quella del moro. Spalancò gli occhi, stupita, mentre sentiva la lingua di lui farsi spazio.

Per un secondo il suo cervello segnò TILT, ma come una scossa, un brivido, fecero tornare alla realtà la rosa che si staccò dall'amico scendendo a terra. Istintivamente si pulì le labbra, in un certo senso inorridita da quel contatto.

Certo, molte delle sue amiche avrebbero pagato oro pur di essere al suo posto, ma lei... Lei lo vedeva come un fratello, non come un possibile fidanzato!

Sasuke non si mosse, non accennò nessuna reazione, si limitò a voltarsi ed a ricominciare a camminare come se nulla fosse accaduto.

- Sas'ke perc...

- Mi andava ok? Non significava nulla... Tu sei... la mia migliore amica... -trovò una fatica immensa nel pronuciare quelle parole... -Scusami...

Dentro di lui però c'era... rabbia? Si, si poteva benissimo chiamare così! Era stato respinto... Per la prima volta! Quando l'aveva guardata negli occhi glielo aveva letto chiaramente che non sapeva come comportarsi, che non ricambiava quello che lui provava; continuava a guardarlo in silenzio, con quella faccia tra lo stupito e il confuso.

Era stato qualcosa d'improvviso, inaspettato, ma sapeva che da tempo il suo cuore desiderava ciò.

Fortunatamente l'episodio fu subito sorpassato e fra i due continuò ad esserci la stessa amicizia di prima, anche se si era accentuato l'atteggiamento di gelosia e possessività nel ragazzo.

Ma oramai Sakura c'aveva fatto l'abitudine e aveva inteso quel suo comportamento come un atto di affettuosità, molto strana, da parte del ragazzo.

 

Qualcuno bussò alla porta, che si aprì dopo pochi secondi mostrando la figura di Itachi.

- Ehi fratellino c'è qualcuno alla porta che ti cerca... -gli fece l'occhiolino- E devo dire che è un tipino niente male!

Sasuke spostò il braccio dalla faccia fissando, ancora disteso, il fratello che lo guardava con aria divertita.

- E' bionda? -domandò sapendo però già la risposta.

- Bionda e ben formosa... -puntualizzò facendo schioccare la lingua- Se ne trovano sempre meno però...

- Scendo subito.

 

- Sas'kuccio!!!!!!! -un grido acuto risuonò per il salone assordando il povero ragazzo.

- Ino cazzo non urlare! -disse mentre la bionda gli saltava al collo.

- Perchè te ne sei andato via così prima?

- Avevo da fare... Ma dimmi che cavolo ci fai a casa mia? -chiese con aria sempre più scocciata.

- Mmmmh così... Volevo vederti!

- Bene ora che mi hai visto puoi anche andare!

Qualcuno da dietro diede un botta alla nuca del moro.

- Fratellino è così che si trattano le ospiti? -lo rimproverò con sguardo serio.

- Itachi fatti gli affari tuoi... -sibilò irato.

- Signorina Ino gradisce una tazza di thè? -domandò infiaschiandosene di quello che gli aveva appena detto l'altro, indicandogli la cucina.

- Oh si grazie mille! -disse giuliva lasciando la presa e dirigendocisi.

Appena scomparve dietro la porta, Sasuke rivolse un'occhiata di fuoco al parente.

- Ehi Itachi ci provi gusto ad urtarmi il sistema nervoso?

Itachi scosse il capo rassegnato- E pensare che ti credevo mio degno erede... Eh che amarezza... -sospirò sconsolato.

- Smettila di fare il grande saggio! Che hai intenzione di fare? Farmi venire una crisi isterica?

- Ti sto dando una mano baka... con la tua bella rosa... -rispose dirigendosi anche lui in cucina, sotto lo sguardo perplesso di Sasuke.

"Che caspita voleva dire? La bella rosa? Che sia..."

Poi d'improvviso l'illuminazione, una lampadina si accese nella mente del ragazzo che sorrise soddisfatto: per una volta Itachi era servito a qualche cosa.

- Ehi Ino! -la chiamò il moro raggiungendola- Hai impegni per domenica pomeriggio?

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Capitolo 11
*** Cambiamenti... ***


Si fermò, lo sguardo fisso su quella panchina, prova di un doloroso e recente ricordo.

Si sedette quasi meccanicamente e con la candida e infreddolita mano toccò il freddo ferro scendendo fino a dove fino a qualche giorno fa c'era lui...

Lui... lo stesso a cui stava pensando in quel momento, uno dei tanti.

- Etchiù! -starnutì stringendosi al cappotto: era arrivato improvvisamente il freddo invernale e non se n'era neanche accorta.

Frugò nella tasca alla ricerca di un fazzoletto e ne estrasse poco dopo uno, ma non uno come tanti, il suo, quello che custodiva gelosamente da 6 lunghi anni come una reliquia di inestimabile valore.

Due lettere, ricamate minuziosamente con filo giallo, spiccavano tra il bianco.

Abbassò la testa nascondendo gli occhi lucidi dalla frangia corvina.

L’aveva rivisto, di sfuggita, però aveva scorto quell’inusuale chioma bionda splendente come il sole tra la marmaglia di studenti che usciva di corsa dalla scuola.

E il suo cuore aveva mancato d’un battito, riprendendo subito dopo una folle corsa mista a paura che lo faceva scalpitare ancora più violentemente.

Aveva paura si: paura di ritrovarselo davanti, puro terrore che le parlasse ancora di quella ragazza o che non le volesse proprio rivolger parola dopo la reazione che aveva avuto quel pomeriggio.

Quanto si era maledetta per quel suo stupido comportamento!

Lei era una sua amica, e come tale non doveva farsi influenzare dai sentimenti che provava per lui quando si trattava di dargli una mano, anche se questo comportava inevitabile dolore.

Avrebbe voluto tanto tornare indietro e cambiare ogni cosa, trovare il coraggio di aiutarlo o di rivelargli magari i suoi sentimenti.

“Sono solo un’egoista!” pensò stringendo la candida stoffa “Penso solo a me stessa senza tener conto di quello che prova Naruto! Che diritto ho io ad ostacolarlo? Sono sua amica, e come tale lo devo aiutare!”

Chiuse gli occhi cercando di frenare le lacrime che chiedevano a gran voga di uscire.

Oramai erano giorni che non faceva altro: piangeva mentre il suo cuore e la sua mente si dividevano in due. Una parte le urlava egoista, l’altra debole

- Hinata!

Una voce le fece alzare improvvisamente lo sguardo e le lacrime presero copiose a cadere ormai senza controllo.

- S-Sakura... -balbettò incredula- SAKURA! -gridò poi correndole incontro e abbracciandola, cercando in lei nuovamente un appiglio per non sprofondare.

Tremava continuando ad abbracciare l'amica che le accarezzava i capelli tentando di tranquillizzarla.

Era bastato uno sguardo, una sola occhiata per far capire a Hinata che la rosa sapeva tutto, che poteva aiutarla, anche se una parte di lei gridava di no.

- Mi spiace Hinata... Naruto non voleva farlo apposta, sai com'è fatto! -cercò di calmarla, ma senza risultato.

- N-non è colpa s-sua... -singhiozzò staccandosi finalmente dalla presa e asciugandosi le lacrime che continuavano a rigarle le guance arrossate- Non p-poteva saperlo... E poi...

Abbassò lo sguardo- ... Io sono sua amica...

Ma chi stava realmente convincendo la Hyuga? Sakura oppure se stessa?

"Solo un'amica Hinata, a te basta no? Sei sempre stata destinata a non avere il meglio, e non l'hai mai preteso, perchè adesso dovrebbe essere diversamente?"

Si risedette seguita dalla rosa che non le toglieva gli occhi di dosso: Hinata non era mai stata abile a raccontare bugie, e anche qui non c'era riuscita ad essere convincente.

- Ma a te basta, Hinata? -domandò come se le avesse appena letto nel pensiero.

La corvina spalancò gli occhi ancora umidi per portarli poi sulla figura accanto a lei. Li riabbassò subito dopo stringendo con più forza il lembo del fazzoletto.

- Perchè vuoi arrenderti così, senza neanche averci provato?

- ... E se dovessi perdere? -sussurrò quasi vergognandosi di appoggiare quel discorso.

- Potrai sempre dire di aver tentato! -si alzò dando le spalle all'amica- Non voglio che tu un giorno ti volti indietro rimpiangendo di non averci neanche provato!

Hinata la fissò intensamente.

Quanto voleva essere come Sakura, o almeno, avere anche un po’ della sua fermezza. Non pretendeva chi sa che cosa, anche solo una briciola, che però per lei sarebbe stato come un tesoro prezioso.

Mai una volta l’aveva vista impacciata e debole, affrontava ogni cosa della vita -anche la più difficile- con decisione e maturità, tipica di persone più adulte e non di una diciassettenne.

Ma la sua non era gelosia, quella che provava era stima e ammirazione, un idolo e un modello di vita.

Sakura si girò sorridendole e abbassandosi per portarsi alla sua stessa altezza.

- Il coraggio ce l'hai Hinata, ma nessuno, se non tu, può tirartelo fuori... -riprese la cartella appoggiata a terra e dopo aver salutato la corvina se ne andò.

Lei invece rimase lì, ripensando alle parole appena dettele...

Si portò una mano all'altezza del cuore, che aveva preso a battere velocemente: coraggio, una parola forse mai esistita nel suo vocabolario di vita, poichè fino ad allora non ne avuto mai bisogno.

Eppure sentiva dentro di sè una strana forza, un non so che di caldo e piacevole, che piano piano si diffondeva per tutto il corpo provocandole sensazione di pace e serenità.

Inspirò profondamente mentre il freddo le solleticava appena la pelle, oramai abituata alla bassa temperatura, e si diffondeva nei polmoni.

Sakura aveva ragione, non poteva continuare a costruirsi una vita piena di rimpianti e occasioni mancate; avrebbe voluto un giorno riguardare con felicità al suo passato, contando solo esperienze e ricordi felici.

Era così difficile per lei? Era per davvero così debole?

Si sistemò una ciocca ribelle di capelli dietro l'orecchio fissando incessantemente le punte dei piedi unite.

E allora perchè se -come diceva lei- era debole, sentiva questa forza farsi sempre più prorompente dentro di lei?

- Ciao Hinata...

Un'altra voce, differente da quella dell'amica, ma tremendamente conosciuta dalla corvina la distolse dai suoi pensieri. Era la sua...

- Ci-ciao Naruto... -non riusciva ad alzare lo sguardo verso di lui.

Dove era finita quella forza?

Era sparita appena le sue orecchie avevano udito quella voce.

- Perchè sei triste Hinata? -domandò con la sua naturale semplicità.

- Non sono triste…

"Si certo... vallo a raccontare al tuo cuore..."

- Senti... -portò una mano dietro la nuca cercando le parole- Mi dispiace...

A quella frase la Hyuga alzò lo sguardo incrociando le iridi blu mare del giovane che le stava davanti.

Non seppe dirsi quanto tempo stettero a fissarsi, forse pochi secondi, o interi minuti... In quel momento le sembrava che il tempo si fosse fermato.

- D-davvero? -non riuscì a crederci... Che avesse capito quindi che...

- Ho incontrato Sakura prima e mi ha detto di chiederti scusa, anche se non so il perchè... -spiegò abbassando gli occhi.

Sicuramente se un intero palazzo le fosse crollato sulla testa, sarebbe stato molto meno doloroso di quelle parole che le caddero addosso come una violenta grandinata scrosciante.

Qualcosa dentro di lei si ruppe, sentì proprio fare “crack” all’altezza del cuore.

Non aveva capito allora... Niente... Non sapeva neanche lui perché si stesse scusando: che senso aveva allora? Si divertiva così tanto ad ucciderla per poi resuscitarla con false speranze? Era davvero questo il suo Naruto?

Che cos'era quel freddo improvviso? Rabbia? Voglia di urlare contro il mondo e contro di lui?

Non sapeva spiegarselo, l'unica cosa che fece -e non seppe con quale coraggio- fu quella di alzarsi e tirargli uno schiaffo con tutta la collera che aveva in corpo, sperando che almento un decimo del dolore che stava provando, arrivasse al mittente.

Naruto, che certo non si aspettava una cosa del genere, cadde a terra sbalordito. Cominciò a fissare la ragazza, passando poi gli occhi sulla mano alzata che tremava e ancora su di lei.

Il suo sguardo non era quello della dolce e impacciata Hinata: era freddo, severo e irato.

- H-Hinata ma cosa…

- Non parlare più Uzumaki, hai già fatto abbastanza… -disse con voce ferma e decisa, senza balbetii o impacci vari.

Si stupì da sola di come si stava comportando con Naruto.

L'aveva chiamato Uzumaki?! Che fosse questo il coraggio di cui parlava poco prima Sakura?

E poi che cos'era quell'emozione così... anomala per lei. Un qualcosa di soddisfacente con un leggero retrogusto amaro, ma sopportabile. Si stupiva da sola di se stessa e di queste sfaccettature di lei che aveva tenuto nascoste.

Ma quello più scioccato della situazione era il biondino, che fissava l'amica come se avesse davanti un alieno. E in effetti quella che aveva davanti per lui poteva essere solo un extraterrestre, non la mite e premurosa Hinata...

Si alzò non smettendo di guardarla e le si avvicinò tendendo in avanti la mano per toccarla.

- Hinata c…

La corvina gli schiaffeggiò la mano allontanandola. Non si sarebbe fatta fregare dall’ingenuità del ragazzo, non avrebbe continuato a seguire uno stupido biondo che non faceva altro che farla soffrire. Era stanca e non ce la faceva veramente più ad andare avanti giorno dopo giorno sperando di un sorriso in più da parte sua, o una parola d’affetto…

Adesso basta!

Prese la sua cartella e con una calma quasi innaturale se ne andò via lasciando Naruto imbambolato, mentre continuava a fissare la panchina dove fino a pochi secondi prima c’era lei…

Voltò lo sguardo verso l’esile figura che si allontanava, immobile e confuso.

- Ma che ho fatto? -domandò perplesso.

 

Girò l’angolo appoggiandosi al muro. Portò una mano al petto sentendo il cuore battere a mille. Aveva il fiatone, non perché aveva corso, ma per il respiro trattenuto e la tensione che si era accumulata appena aveva capito ciò che aveva fatto.

In quel tragitto, dalla panchina a lì, era come tornata l’Hinata di sempre e di conseguenza la voglia di voltarsi e correre verso Naruto per chiedergli scusa era stata forte.

Ma non era andato via quell’orgoglio appena nato, lo stesso che l’aveva portata fino a là.

Si guardò le mani ancora incredula: non si riconosceva più, si sentiva diversa… migliore; che fosse questa la vera Hinata? Che fosse nata adesso uscendo dal bozzolo che l’aveva accompagnata per tutti quei diciassette anni? Era come una farfalla che esce dal suo involucro per mostrarsi in tutta la sua totalità e completezza, pronta oramai a spiccare il volo verso il mondo…

Non riuscì a togliere gli occhi biancastri da quelle mani che avevano schiaffeggiato il biondo…

Respirò profondamente sentendosi finalmente libera, svuotata di un peso enorme, leggera.

Chissà ora che sarebbe successo tra lei e Naruto, magari questo nuovo lato di Hinata gli sarebbe piaciuto e avrebbe così dimenticato quella fantomatica ragazza, dedicandosi finalmente a lei.

In fin dei conti doveva ringraziarla, quella, perché era solo grazie a lei se la sua trasformazione si era completata. E adesso era pronta per vivere finalmente, non più come la solita noiosa Hinata, ma come la nuova Hinata!

Voleva riprovare ancora una volta la sensazione di eccitazione e delirio sulla pelle, la stessa che aveva provato in quei minuti…

Strinse la cartella buttandosela dietro le spalle con fare annoiato e si incamminò verso casa.

“Benvenuta Hinata…”

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Capitolo 12
*** Seconda chance (prima parte) ***


Quella domenica pomeriggio di inizio inverno, il freddo pungente dei giorni scorsi, aveva lasciato posto ad un caldo sole e ad una temperatura primaverile.

Un ragazzo dai ribelli capelli rossi sedeva ansiosamente in una panchina del parco, lanciando fugaci occhiate prima all’orologio poi alla via principale.

La leggera brezza che accompagnava la giornata, gli accarezzava delicatamente la pelle diafana, mentre le mani che sudavano sistemavano prima il cappotto nero, e poi passavano ai pantaloni di jeans chiaro, ritornando poi al giubbotto.

Era nervoso Gaara, ed era evidente!

Inizialmente non aveva preso con molta serietà quell’appuntamento, ma poche ore prima dell’ora fatidica, un’ansia e una strana paura si erano impossessate di lui.

Aveva metabolizzato solo in quel momento, a distanza di quasi una settimana da quando aveva parlato in classe con Sakura, che sarebbe uscito con una delle ragazze più richieste dell’intera scuola.

Tanta era la tensione che si era presentato sul luogo dell’appuntamento con mezzora d’anticipo, dopo aver speso circa due ore nello scegliere i vestiti… Peggio di una donna, l’aveva canzonato la sorella Temari vedendolo ogni cinque minuti con un abito nuovo.

Allungò il collo cercando di scorgere la figura della rosa, ma inutilmente e si lasciò scivolare sulla panchina sospirando: doveva darsi una calmata, non poteva passare tutto il pomeriggio in quello stato!

Lui, l’impassibile e l’indifferente Gaara no Sabaku, non poteva permettersi di essere messo in soggezione da una ragazza, popolare quanto fosse.

- Ehi Gaara!!! -una voce lo fece alzare di scatto come una molla.

Una ragazza dai buffi capelli rosa, raccolti in due codini e riparata da un lungo cappotto bianco, si fermò ansimante davanti al giovane che la fissava.

- E’ tanto che aspetti? -domandò riprendendo fiato- Gaara mi ascolti?

- Eh? Si… cioè… No sono arrivato anche io adesso…

Sakura sorrise prendendo a braccetto il ragazzo che s’irrigidì.

- Dove andiamo, mio Cicerone?

- Ehm… Possiamo andare al lago… -suggerì ricevendo in risposta le urla consenzienti della rosa.

Uno dei luoghi più belli della città era certamente il lago, posto un po’ in periferia dal centro, ma comunque uno dei più fantastici e situato proprio alla fine del viale principale del parco.

Lo attraversarono chiaccherando del più e del meno, anche se in realtà era più Sakura a parlare, mentre Gaara si limitava ad annuire e rispondere a monosillabi.

Era come se una strana timidezza si fosse impossessata di lui appena i suoi occhi avevano visto la figura della rosa avvicinarsi... Si sentiva la gola stranamente secca e nessun pensiero, se non il profumo di vaniglia della ragazza, gli attraversavano la mente.

- Eccoci arrivati... -disse la rosa lasciando il braccio del rosso e correndo verso il bordo del lago ridendo come una bambina piccola all‘entrata del Luna Park.

Gaara sembrò riprendersi anche se un senso di nostalgia da quel contatto continuava ad esserci in lui. Si mise le mani in tasca avvicinandosi alla ragazza che ammirava con vivo stupore l'acqua trasparente e piatta.

I suoi occhi, riflessi nel lago, erano ancora più lucenti di quanto non lo fossero già, e di questo Gaara se ne accorse restando a fissare Sakura ipnotizzato.

La ragazza, vedendo con la coda dell'occhio quello sguardo freddo puntato addosso, arrossì abbassando la testa, in modo da nasconderla con ciuffi rosa.

Restarono lì a fissare la tranquillità e la bellezza di quel luogo con un sacro silenzio, come se anche il minimo suono potesse intaccare quello spettacolo.

Gaara si era avvicinato ancor un po' alla rosa, aumentando il rossore di quest'ultima, che aveva perso l'atteggiamento sereno e spigliato avuto prima.

Continuava a sentirsi i suoi occhi puntati contro, come se volessero studiare ogni minimo particolare di lei. Per un secondo ebbe come la sensazione di essere nuda, e d'istinto si strinse al cappotto, sorridendo poi pensando alla stupidità del suo comportamento e dei suoi pensieri.

- Hai freddo? -domandò il rosso col suo solito tono distaccato, che le ricordava una persona...

- Mh no no... Sto... sto bene così... -lo rassicurò tirando un calcio ad un sassolino che cadde in acqua.

Silenzio...

- Mi piace questo posto... -sussurrò ad un certo punto Gaara, facendo voltare la rosa verso di lui- Riesce ad avere quella pace che io non trovo...

Sakura lo guardò confusa- Come hai detto scusa?

Gaara sobbalzò leggermente incontrando gli occhi verdi della ragazza.

- Niente... Parlavo tra me e me...

Continuò a fissarla, poi, spinto da un improvviso coraggio, prese per mano la rosa cominciando a camminare.

- Vieni con me... -disse ritornando poi al suo mutismo.

 

 

- Sas'kuccio!!!!!!

Sasuke roteò gli occhi al cielo già esasperato per quell'appuntamento che non era neanche iniziato... Sentì pochi secondi dopo un abbraccio stritolarlo e cercò per l'ennesima volta di ricordarsi del perchè stesse lo facendo.

Poi gli venne in mente l'immagine di Sakura e Gaara assieme e la rabbia gli salì fino alla punta dei capelli, increspando il suo volto con una smorfia.

- Allora Sas'ke dove andiamo? -domandò saltellando ancora attaccanta al braccio del ragazzo.

- Ma che ne so... -sbuffò staccandosi schifato.

- Andiamo al lac* andiamo al lac, s'il vous plait**...

- E andiamo a sto benedetto lac... -disse avviandosi, seguito dalla bionda, al luogo che non era molto distante da lì.

"Speriamo solo che quest'uscita serva a qualche cosa altrimenti Itachi passerà una brutta serata..."

- Ehi ma dove andiamo? -una voce cristallina e ilara riportò il moro alla realtà.

I suoi occhi scuri vagarono in cerca della persona che possedeva quel tono e finalmente il suo sguado si fermò su una coppia di ragazzi poco distanti da loro.

Un giovane dai corti capelli rossi si portava dietro una ragazza tenendola per mano, e questa rideva mentre il vento le muoveva i lunghi capelli rosa confetto tenuti per l'occasione in due codini.

Sasuke strinse la mano a pugno mordendosi il labbro inferiore, poi prese Ino e senza dire una parola si mise a seguire quei due che si addentravano solitari nel folto del boschetto che costeggiava il lago.

- Sas'kuccio où*** mi stai portando? -chiese maliziosa Ino senza togliere lo sguardo dal moro.

Il suo cuore aveva preso a battere a quel contatto e il fatto che si stessero dirigendo all'interno del bosco, non faceva altro che aumentare furiosamente i battiti.

Con la mano libera si sistemò i capelli fissando con gli occhi vispi e blu la figura del moro di spalle.

Se Ino pensava ai pochi minuti che li separavano dal fatidico bacio, Sasuke dal canto suo aveva la mente annebbiata dalla rabbia e dal desiderio di portar via Sakura e spaccare il viso a quel cretino...

Per un attimo li perse di vista, fermandosi e sbuffando, ma la risata di Sakura lo indirizzarono verso un sentiero alla sua destra.

 

 

Finalmente i due uscirono dal fitto del bosco e per qualche istante Sakura fu costretta a coprirsi gli occhi a causa della forte luce del sole che le batteva contro. Quando finalmente si fu abituata, scostò la mano spalancando gli occhi.

La vista che le si presentava davanti era da mozzare il fiato: il lago aveva formato una piccola rientranza provocando uno spettacolo inimmaginabile. L'acqua cristallina rifletteva i raggi del sole rendendola ancora più brillante, facendola sembrar risplendere di luce propria.

C'era un'insolita calma lì, come se quel luogo fosse completamente estraniato dal mondo e dal caos urbano; un rigoglioso prato contornava le sponde limpide e qua e là si scorgeva qualche albero che formava piacevoli ombre per ripararsi dalla calura.

Avanzò di qualche passo cercando di non sbattere gli occhi, come se quell'incanto potesse svanire di lì a poco...

Le sembrava di vivere in un sogno, o di essere entrata improvvisamente in un libro delle favole, in una di quelle foreste incantate di cui aveva tanto letto quando era piccola.

Si sedette respirando a pieno quell'aria fresca e pulita, che lentamente ti entrava nei polmoni disperdendosi poi per tutto il corpo.

Stava bene lì, una strana pace l'aveva pervasa, mentre -con gli occhi chiusi- si lasciava cullare dalla brezza.

- Ti piace? -domandò Gaara che le si era seduto accanto.

- Mh? Si... -sussurrò facendo un altro respiro e con tutta la naturalezza possibile, appoggiò la testa sulla spalla del rosso che sussultò leggermente per poi calmarsi.

 

 

Sasuke aggrottò le sopracciglia scure stringendo ancor più forte le mani, tanto da far diventar le nocche bianche…

“Ma come si permette quell’idiota di dare tutta sta confidenza a Sakura?!” si scostò bruscamente da Ino avanzando tra gli alberi, oramai al colmo dell’ira…

Una vocetta gli ronzò in testa… “Sasuke stai calmo, stai calmo…” continuava a ripetere facendo respirare a fondo il moro.

“Sakura ti odierà per questo, non te la perdonerà facilmente se ti intrometti nel suo appuntamento…”

Si fermò “Ma che appuntamento e appuntamento!!! Questo non si può chiamare così! Sembra una scampagnata degli scout… Tzè… Se ci fossi io al suo posto…”

Chiuse gli occhi sorridendo appena, immaginandosi di essere al posto del rosso… Si risvegliò bruscamente arrossendo inevitabilmente per quei pensieri che proprio non erano da lui…

“Ok Sasuke… L’ultima cosa che tu vuoi è che Sakura non ti rivolga più al parola giusto?”

- Si… -si rispose da solo aumentando la sua vergogna.

Era arrivato a parlare da solo… Doveva stare davvero male…

“E quindi calma i bollenti spiriti e lasciali stare, Rambo… Non devono mica sposarsi!” sentì la rabbia andarsene piano piano e i muscoli rilassarsi.

“Sono calmo… sono perfettamente calmo…”

Riportò lo sguardo verso i due e spalancò gli occhi: Gaara le aveva cinto le spalle con un braccio.

La rabbia riprese il sopravvento assieme ad un improvviso caldo che iniziò a farlo sudare mentre, ignorando i lamenti di Ino che gli sembravano solo echi in lontanza -o semplici e fastidiosi ronzii-, avanzava verso i due ragazzi come un toro che si prepara alla carica.

 

 

* lago

** per favore

*** dove

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Capitolo 13
*** Seconda chance (seconda parte) ***


Più che si avvicinava più sentiva il sangue ribollirgli nelle vene come in un grosso pentolone sul fuoco.

Nella mente solo quell’immagine che si ripeteva continua; aumentò il passo per cercare di dividerli il prima possibile prima di diventare pazzo.

Respirava affannosamente e aggrottava ancor di più le sopracciglia fulminando con lo sguardo il rossino che gli stava lentamente portando via Sakura: ma lui non era stupido, non se la sarebbe fatta soffiare da sotto il naso, non dal primo cretino che passava.

E sinceramente non gli importava neanche di cosa avrebbe detto Sakura, era sicuro che un giorno l’avrebbe ringraziato… Ok, forse non gli avrebbe parlato per qualche giorno -settimana- ma alla fine l’avrebbe perdonato… In fondo conosceva Gaara da poco tempo, non le sarebbe cambiato nulla se fosse sparito dalla sua vita ancor più velocemente -e forse messo un po’ peggio- di come l’aveva incontrato…

Ma improvvisamente fermò la sua folle corsa, mentre una semplice quanto pungente domanda si faceva largo tra la rabbia e la gelosia…

Lui avrebbe resistito senza rivolgere la parola a Sakura?

Abbassò la testa confuso… Non ce l’avrebbe fatta… non avrebbe resistito un giorno, ne era certo…

“Ma andiamo Uchiha… Sei un uomo o cosa? Non puoi farti impressionare da queste frivolezze…” ancora quella vocina fastidiosa… Prima o poi avrebbe dovuto fare un salto da un buono psicologo…

Cominciò a massaggiarsi le tempie cercando nella mente qualche soluzione indolore… Magari con una scusa avrebbe potuto portar via la rosa…

“Siiiii…” una faccia maligna gli si fissò nel volto “Perfetto piano diabolico…”

Riprese la sua avanzata quando una mano lo fermò. Si voltò infastidito verso la persona dietro di lui: Ino…

- Sas’ke dove vai? -domandò indispettita per averla ignorata poco prima- Non vorrai scaricarmi adesso vero?

Sasuke sbuffò “Che palle che fa questa qua…”

Poi un lampo, una piccola lampadina che si accendeva nel suo cervello… Guardò la bionda ancora corrucciata, poi i due ragazzi seduti più avanti, e ancora Ino… Sorrise -anche se impercettibilmente- e la prese per mano avanzando fra gli alberi fino ad uscire dal bosco…

Guardò fintamente incuriosito il paesaggio, poi voltò lo sguardo verso Gaara e Sakura facendo una faccia sorpresa…

- Toh… -disse attirando l’attenzione dei due che si voltarono. Sakura schioccò un’occhiata di fuoco al moro che sorrise soddisfatto.

- Ciao Sasuke… -lo salutò Gaara alzandosi- Che coincidenza…

- Già… -annuì Sakura continuando ad incenerire l’amico, sperando che prima o poi (più poi che prima) prendesse fuoco… I suoi occhi verdi passarono anche alla figura accanto a lui -Ino- che sorrideva stringendo la mano del giovane con fare trionfante.

“Tzè… povera baka…” pensò alzandosi e prendendo per mano Gaara, cogliendo di sorpresa lo stesso ma soprattutto Sasuke che storse il naso…

- Non sapevo che anche voi conosceste questo luogo… -continuò Gaara un po’ imbarazzato.

- Oh io ci vengo spesso… Amo questo posto! -ammise Sasuke ricevendo un’alzata di sopracciglio della rosa- Mi rilassa…

- Ma guarda un po’… Non lo sapevo… -incalzò Sakura alterata voltandosi poi verso il rosso- Gaara perché non ce ne andiamo?

Gaara la guardò. Sakura ritornò ad incenerire Sasuke- Penso che i due piccioncini vogliano stare da soli no? E anche noi…

Ino rise istericamente mentre l’Uchiha stringeva più che poteva la mano libera… Sakura sorrise soddisfatta vedendo Gaara annuire…

Non diede neanche il tempo di far ribattere il moro, che la rosa cominciò a camminare portandosi dietro Gaara che salutò gli altri due, scomparendo poi tra gli alberi del bosco…

Sasuke strinse i denti con un diavolo per capello. Ino lo guardò avvicinandosi e abbracciandolo per la vita…

- Allora Sas’kuccio che vogliamo fare? -disse con tono malizioso…

Lui neanche la guardò, si staccò freddamente avviandosi verso il punto da cui erano arrivati…

- Ce ne andiamo… Odio questo posto!

 

- Potevamo anche rimanere Sakura, a me non davano noia… -disse Gaara appena furono ritornati al lago dove erano all’inizio.

- E invece a me si… Non ho voglia di avere gente tra i piedi dato che voglio stare con te…

Gaara, che stava camminando accanto a lei, si fermò fissandola. Sakura si voltò perplessa.

- Embhè? Perché ti sei fermato? -domandò mentre lui assumeva un’espressione seria.

- Che cosa hai detto? -chiese scrutandola…

- Bhè… -si portò l’indice sul mento- Che non voglio aver gente intorno perché voglio stare…

Si fermò arrossendo di botto e abbassando di scatto la testa… La solita sua figuraccia…

- Si… insomma… ehm… -balbettò cercando di rigirarsi il discorso in un modo meno imbarazzante.

Strusciò le mani al cappotto continuando ad assumere ogni tonalità di rosso… Poi d’un tratto sentì qualcosa premergli contro e un odore di cioccolato la avvolse inebriandola. Due labbra morbide le sfiorarono con un bacio la fronte nascosta dalla piccola frangetta…

- Grazie confettino… -le sussurrò all’orecchio provocandole un brivido lungo la schiena e un vasto aumento di colorito fino alla punta dei piedi.

Quel nomignolo non le sembrò più tanto orribile, forse era il tono con cui l’aveva detto oppure il fatto che quell‘aroma di cioccolato le stesse arrivando al cervello mandandolo in TILT…

Poggiò la testa sulla spalla di Gaara sentendola improvvisamente pesante e ricambiò un po’ impacciatamente l’abbraccio.

Non seppe rendersi conto per quanto stettero così, ma di una cosa Sakura era certa: era il momento più bello di tutta la sua vita.

Sentiva distintamente una leggere morsa allo stomaco, ma non le dava fastidio, anzi, la faceva sentire ancora meglio! Per un attimo però si sentì in colpa verso il ragazzo, per il comportamento avuto quando c’era Sasuke…

L’aveva trattato come un oggetto, solo per far ingelosire l’altro… Ma poi ingelosire di cosa? A lei non piaceva Sasuke, lo sapeva…

Ed era sicura che quella fitta che le era presa appena aveva visto la mano di lui intrecciata a quella di Ino, era solo una coincidenza, dovuta alle tre fette di torta mangiate prima di venire all’appuntamento.

Tzè… Lei… gelosa di Ino? Ma và…

Ok forse le rodeva il fatto che fossero insieme, ma solo perché Ino era una deficiente patentata, una ochetta senza cervello… E Sasuke non si meritava una del genere…

Lei forse? Noooo! Lei era la sua migliore amica, Stanlio in versione femminile, e lui il suo Onlio…

La sua era preoccupazione, ecco il termine adatto!

Lei voleva per Sasuke il meglio, non voleva che si accontentasse della bionda ben piazzata, voleva che riuscisse a trovare qualcuna che di bello avesse anche l’interno… Forse i suoi erano discorsi molto all’antica, ma era convinta che se Sasuke si fosse accontentato di una ragazza bella solo esteriormente, un giorno se ne sarebbe pentito… Perché la bellezza esteriore sfiorisce, mentre quella dell’animo dura in eterno…

Era questo il motto di Sakura, quello che gli rifilava tutte le volte che Sasuke le diceva che si era lasciato con una ragazza… E lui sbuffava noncurante…

- Allora Sakura dove vogliamo andare? -chiese Gaara facendole un buffetto sul naso.

- Mmmmmh? Perché non andiamo a sederci ad un bar? Ho un’improvvisa voglia di frappè al cioccolato.

Sorrise prendedo poi a braccetto il rosso ed incamminandosi verso il bar Konoha poco distante da lì…

 

- Ehi Sas’kuccio aspettami!!! -gridò la bionda correndo dietro al moro che aumentava passo dopo passo l’andatura. Si sentì ad un certo punto afferrare per la manica del giubbotto nero e struffiò scocciato.

- Che vuoi? -domandò senza neanche voltarsi.

- Una cosa semplicissima Sasuke Uchiha: che tu mi faccia passare una giornata decente! -urlò lei rossa in voltò per la collera.

- Non mi sento bene… Me ne torno a casa. -disse ricominciando a camminare.

Ino battè un piede a terra stizzita- E io che faccio?

- Chiama un taxi e fatti venire a prendere… -rispose lui oramai abbastanza lontano.

“Al diavolo quella ragazzina viziata…” pensò estraendo dalla tasca un pacchetto di Marlboro rosse e mettendosi una sigaretta tra le labbra.

Non si definiva un vero e proprio fumatore: sentiva la necessità di farlo solo quando era sottopressione o semplicemente incazzato. Era una valvola di sfogo, non ne sentiva la continua necessità e la dipendenza… Poteva stare senza fumare anche per mesi e non ne risentiva.

Calciò una lattina che ostacolava il suo cammino con fare annoiato, col solo desiderio in testa di arrivare il prima possibile a casa e, primo, non vedere suo fratello, secondo, dimenticare la faccia allegra di Sakura accanto a Gaara.

Come poteva essere felice con un’ameba come quello? Come poteva solamente pensare di divertirsi con un deficiente patentato quale era Gaara? Solo pensare quel nome gli saliva una tale rabbia che avrebbe anche spaccato la faccia al primo che incontrava.

Una risata, la stessa che occupava i suoi pensieri, risuonò intorno a lui stordendolo. Si voltò a destra e a sinistra per trovare il punto da cui proveniva e finalmente la trovò: Sakura era seduta ad un tavolino fuori dal bar Konoha e rideva, come aveva fatto poche volte…

Quello era la risata che aveva solo quando si divertiva veramente, la risata che aveva quando stava con lui…

Sorrideva sorseggiando il suo frappè al cioccolato e muovendo su e giù le gambe come una bambina piccola… Gaara invece la guardava con fare incantato e…

“La sta tenendo per mano?!? Ma io quello lo disinteg…” i suoi pensieri furono nuovamente fermati da un’altra risata della rosa.

La fissò attentamente… Era dura ammetterlo ma si stava davvero divertendo con quel Gaara…

E lui quindi che diritto aveva di rovinarle la giornata così? Lei era contenta, e questo doveva bastargli, perché in fondo lui voleva solo il suo bene… E solo allora capì che portandola via avrebbe provocato solo rabbia della rosa…

Certo l’amaro in bocca c’era sempre, in fondo, si stava divertendo con un ragazzo che non era lui, ma doveva accettarlo, come lei aveva accettato lui tutte le volte che era uscito con una ragazza…

Si mise le mani in tasca sorridendo tristemente, si doveva rassegnare a non averla… Non poteva costringerla, non era quello che lui voleva…

Magari un giorno si sarebbe accorto del suo vero affetto, e quello non era il momento a quanto pare…

“Pazienza…” pensò incamminandosi verso casa.

 

Gaara diede una fugace occhiata all’orologio…

- Le 19.00... Caspita il tempo è volato! Sarà meglio tornare a casa no? -domandò alzandosi.

- Già... -rispose con una nota di delusione nella voce.

- Se vuoi ti riaccompagno a casa... Non mi va di saperti a giro da sola...

- Oh no no non ti preoccupare! -lo rassicurò la ragazza- Tanto casa mia non è lontana da qui...

- Ah... Allora ok...

Tra i due cadde un pesante silenzio... Sakura guardava a terra, mentre Gaara alla sua destra lanciando veloci occhiate all'altra..

- Bhè... -cominciò lei- M-mi sono divertita oggi, davvero...

Gaara si sentì un pesante macigno sul cuore sgretolarsi tutt'a un tratto... Le sue gote poi s'imporporarono superando la tonalità dei capelli non appena le labbra di Sakura si posarono timidamente sulla sua guancia, per poi staccarsi subito dopo.

Il rosso rimase a fissare imbambolato la ragazza che velocemente si allontanava scomparendo tra la folla; si toccò la guancia ancora rossa e stranamente calda.

- E bravo no Sabaku... -una voce alle sue spalle stranamente conosciuta dal giovane interruppe quel momento di contemplazione.

Gaara fece una smorfia lasciandosi stroppicciare infastidito i capelli dalla figura...

- Deidara... Che cazzo vuoi? -sibilò scostandosi sgarbatamente e voltandosi verso il ragazzo: un giovane abbastanza alto, sicuramente più grande del rosso, con una fluente chioma bionda legata in un'alta coda da cavallo, mentre un ciuffo più lungo copriva interamente l'occhio sinistro.

- Ma come siamo diventati scorbutici...

- Sei tu che mi fai diventare così... -disse fulminandolo con lo sguardo- E adesso dimmi che cosa vuoi... Lo sai che ancora c'è tempo...

Il biondo sbuffò guardandosi le unghie colorate con smalto nero.

- Lo so ma ero curioso... Tutta la banda lo è in verità...

Gaara si lasciò scappare un risolino- Ricordi per caso che vi abbia mai deluso?

- No... Ma lo sai che questa volta deve andare bene... C'è troppo in gioco... -lo afferrò improvvisamente per il giubbotto sollevandolo leggermente da terra facendosi cupo e serio- Quindi sbrigati, chiaro no Sabaku?

Lo lasciò andare sorridendo con strafottenza.

- Ci vediamo... -disse infine voltandosi e salendo poco più in là sulla propria Kawasaki rossa, mimetizzandosi poi tra il traffico urbano.

 

 

Salve… Prima di concludere questo cappy, vi volevo invitare a vedere il mio nuovo video fresco fresco di giornata… Naturalmente sulle coppie Naruto/Hinata e Sasuke/Sakura! Aspetto vostri pareri nelle recensioni ^^…

Vi lascio il link…

http://it.youtube.com/watch?v=wmR8rthCGGc

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Capitolo 14
*** Maschera imperfetta ***


DEDICO QUESTO CAPPY AL MIO MOTORINO X3, CHE E’ STATO LA MUSA ISPIRATRICE (o MUSO ISPIRATORE X°D) DI QUESTA FANFICTION…

 

Il cancello di villa Hyuga si aprì mostrando da un piccolo spiraglio la maestosità della casa. Da quel piccolo spazio uscì la figura di una ragazza dai lunghi e fluenti capelli corvini raccolti in un’alta coda che sbattevano di qua e di là dietro i passi della giovane.

Camminava col volto alto, sguardo severo e impassibile, una leggera matita nera contornava gli occhi forse per la prima volta truccati, la camicetta dell’uniforme sbottonata e lasciata sopra la gonna a pieghe. Anche il passo rispecchiava la severità dell’espressione: andatura veloce e sicura, non più goffa e lenta.

Si trovò in poco tempo davanti alla scuola superiore che frequentava e che ormai da diversi giorni non rivedeva…

Era stata assente Hinata… Si, perché quella che camminava verso l’atrio principale era proprio la dolce e timida Hinata, o meglio, la sua metamorfosi.

E per la prima volta, Hinata si sentiva felice, sicura, nel rendersi conto che dalla sua persona non trapelava indugio o timore, che finalmente vedeva gli sguardi dei compagni rivolti su di lei, ma non arrossiva, non nascondeva la faccia dietro alla frangia, no: continuava ad avanzare senza curarsene, dritta per la sua strada.

Ma poi li vide… In mezzo a tutta quella folla accalcata nel corridoio… Quegli occhi… Quello sguardo azzurro come il mare e quei capelli che sembravano aver rubato un raggio al sole, tanto erano luminosi.

E lei non potè fare a meno di incrociarli e sciogliersi… No, non l’aveva dimenticato!

Lui parve sorpreso nel vederla e con un sorriso sulle labbra le si avvicinò facendosi largo tra gli altri studenti.

Anche lei stava per corrergli incontro impacciatamente, ma poi le ritornò in mente quel pomeriggio, le lacrime, la sua stupidaggine, e la freddezza riprese il sopravvento.

- Ciao Hinata! -la salutò solare- Ti trovo bene… Era un po’ che non ti rivedevo…

La corvina lo guardò impassibile- Ho avuto l'influenza e ora devo andare in classe.

Lo sorpassò senza arrossamenti vari, mantenendo il distacco; ma prima di entrare in aula, non riuscì a sopprimere un sospiro, era ancora difficile abituarsi…

Si sedette al proprio posto, estraendo dalla cartella il suo mp3 e mettendosi le cuffie per estraniarsi dal mondo e catapultarsi nel suo, il nuovo universo impenetrabile.

Chiuse gli occhi, ripensando -con leggera nostalgia- a come, fino a qualche giorno fa, sarebbe arrivata in classe con titubanza salutando con fil di voce gli altri compagni.

- Ehi Hinata! -la figura di Sakura le si parò davanti mentre svogliatamente, Hinata apriva gli occhi fissandola in modo glaciale...

- Che c'è? -domandò scocciata togliendosi una cuffia.

Sakura parve meravigliarsi dell'atteggiamento dell'amica- Tutto ok?

Sul volto di Hinata si parò un sorrisetto soddisfatto- Mai stata meglio, Sakura...

- Ma che ti è successo? Non dirmi che c'entra quella zucca vuota di Naruto! -scherzò lei.

Si voltò evitando di far vedere i suoi occhi tingersi di lacrime- Chi Uzumaki? No, avevo voglia di cambiare...

La rosa rimase scioccata e fissò l'altra come se avesse davanti un mostro.

Chi era quella? Sicuramente non l'Hinata con cui aveva parlato giorni prima al parco... Fosse colpa dell'influenza che l'aveva costretta a stare a casa? Caspita ma che c'era dentro a quei virus?

O forse si era solo svegliata col piede sbagliato... Si si... Non c'era altra ragione che spiegasse il comportamento della Hyuga.

 

La fatidica campanella del pranzo suonò anche per quel giorno e gli alunni uscirono dalle rispettiva aule.

- Hinata vieni a pranzare sul terrazzo? -domandò Sakura vedendo l'amica ancora seduta al proprio posto.

- No... Non ho fame... -rispose glacialmente sentendo una fitta fortissima alla pancia ed una nausea improvvisa.

Sakura rimase a fissarla per qualche istante... Che stava succedendo alla sua migliore amica? Se lo era chiesto per tutte e tre le ore precendenti, mentre lanciava veloci sguardi alla corvina che, anche se apparentemente sembrava seguire la lezione, i suoi occhi e soprattutto la sua mente erano da tutt’altra parte…

I continui richiami di Sasuke la costrinsero a lasciare la Hyuga che prese a guardare malinconica il cielo che quel giorno sembrava aver voglia di scatenare un violento pianto...

" Siamo in due... " pensò poggiando la testa, fattasi improvvisamente pesante, sul banco e chiudendo stancamente gli occhi. Le sembrò strano ma sentì piano piano ogni suono attenuarsi, fino a farsi tutto silenzioso.

 

- Si è ripresa finalmente! Hinata come stai??

La voce di Sakura arrivò alle orecchie della corvina come un fastidioso ronzio. Sbattè le palpebre cercando di abituarsi alla luce del sole e con gesti lenti si guardò intorno riconoscendo l'infermieria.

"L'infermieria? E che ci faccio qui?"

- Ragazze su adesso potete tornare in classe -si presentò la figura dell'infermiera Shizune- la vostra amica adeso deve riposare.

Sakura seguita da altre compagne sbuffarono salutando Hinata e uscendo dalla stanza. Shizune le si sedette accanto guardandola amorevolmente e sistemandosi un ciuffo dei corti cappelli scuri dietro un orecchio.

- Allora Hinata come ti senti? -domandò la donna mettendole una mano sulla fronte per sentire la temperatura.

- Bene... -rispose freddamente- Sarà stato un calo di pressione, niente di preoccupante...

Shizune rimase a fissarla ancora un po' perplessa, poi fece spallucce ed uscì dalla stanza lasciandola da sola.

Hinata si raggomitolò su se stessa chiudendo gli occhi... La porta si riaprì e dopo pochi secondi la figura di Sakura sbucò da dietro la tenda.

- Ciao Hinata... Stai bene? -domandò sorridendole e sedendosi accanto a lei...

- Si... -mentì, lei non stava certo bene, anzi...- Come mai sei venuta qui? Se ti scoprono i professori sono guai...

Sakura rimaneva sempre più spiazzata dalle parole, ma soprattutto dal tono, della Hyuga... Era successo qualche cosa che l'aveva fatta cambiare, oramai ne era certa, ma cosa?

- Hinata è successo qualche cosa con Naruto? -domandò seria azzardando una probabile causa, e dalla faccia che fece Hinata appena pronunciò quel nome, capì di aver fatto centro.

Le mise una mano sulla spalla- Hinata vuoi parlarne?

La corvina si voltò verso l'amica trattenendo difficilmente le lacrime...

" Se parlo con Sakura ritornerò quella di prima, la futile e monotona Hinata... "pensò sbarrando gli occhi" Ma se sto zitta... Forse ho una possibilità di conquistare Naruto... Devo... devo solo aver pazienza!"

Si voltò dandole le spalle- No non è successo niente... Lui... Io non l'ho neanche visto in questi giorni...

Morse il labbro inferiore cercando di frenare le lacrime che coraggiose riuscivano a oltrepassare la sua volontà ed a bagnarle le guance.

Se per lei ciò era giusto, perchè allora stava soffrendo così terribilmente? Forse ancora doveva abituarsi a questa nuova vita...

- E adesso se non ti spiace vorrei rimanere da sola... Non mi sento molto bene... -proferì con parole che per Sakura furono simili a lame taglienti che le lacerarono la pelle...

Prima di chiudersi la porta alle spalle, diede malinconica un'altra occhiata all'amica, che vedeva sguardo dopo sguardo svanire sempre più velocemente...

 

Passò il resto della mattinata distesa sul lettino fino a che la campanella di fine scuola non la fece alzare svogliatamente ed uscire avviandosi verso l'uscita.

-Hinata!!!!!!! -la voce dell'Haruno le risuonò nell'orecchio... Stava seriamente cominciando a darle il nervoso quella voce sempre troppo allegra.

La raggiunse in pochissimo tempo, visto l'andatura lenta che aveva la corvina- Vedo che ti sei ripresa...

Ricevette in risposta una smorfia ed un "si" sbiascicato... Cercò di non farci caso, associandolo alla giornata storta che aveva quel giorno...

Insieme si avviarono verso il parco principale, mantenendo un silenzio percepibile e pungente...

- Come mai non sei con Sasuke? -domandò stancandosi di quella noiosa situazione.

- E' uscito con Ino... -rispose vagamente- Prima ho visto Naruto... Mi ha chiesto di te...

Hinata mantenne la sua aria impassibile -seppur con molta difficoltà- sentendo quel nome...

- Mi ha domandato come stavi perchè ti ha visto mentre ti portavamo in infermieria...

- Bene a sapersi...

Ricadde ancora il silenzio, sempre più opprimente. Sakura cercava invano di trovare argomenti che smorzassero l'atmosfera... Era strana una cosa del genere: solitamente le due parlavano di ogni cosa, ma in quel momento la rosa aveva una certa paura a proferire parola, non sapendo quale potesse essere la reazione dell'altra...

Alzò lo sguardo avanti a sè paralizzandosi all'istante e d'istinto fermò Hinata per un braccio che si voltò verso di lei confusa.

- Ehm... Hinata... Io... mi sono dimenticata un quaderno a scuola... -balbettò Sakura- T-torniamo indietro dai...

Cercò di trascinarla via non riuscendo a distogliere lo sguardo dalla scena che le si presentava davanti; Hinata continuò a fissarla fino a che con gli occhi biancastri non seguì quelli verdi dell'altra.

Le mancò un battito... Il respirò le si mozzò in gola e le mani cominciarono a tremarle.

Naruto, davanti a loro di qualche passo, stava baciando una ragazza...

Il mondo in quel preciso istante sembrò caderle addosso assieme a tutte le sue certezze create in quei pochi giorni, mentre fredde lacrime cominciarono a rigarle il volto duro e impassibile, che nascondeva però la disperazione per la vista che le si presentava e, nonostante la vedesse coi propri occhi, un barlume di speranza che fosse tutto un'illusione continuava imperterrito ad ardere in lei.

- N-N-Naruto... -disse -con grande sforzo- indietreggiando fino a cadere a terra a causa di un sasso che le fece inciampare.

- Hinata ti sei fatta male? -chiese Sakura ripresasi dallo shock e attirando l'attenzione del biondo che si staccò dalla ragazza voltandosi indietro.

- H-Hinata, Sakura... Che... che ci fate qua? -domandò fissando le sue iridi mare sulla corvina che aveva preso a tremare convulsamente stringendosi al cappotto.

Dietro di lui si intravide la figura della stessa ragazza che aveva visto Sakura giorni addietro.

- Naruto che succede? -domandò timidamente afferrandogli una manica del giubbotto.

- Ehm niente Sasame... Sono due mie amiche... -spiegò avvicinandosi alle due e piegandosi davanti alla Hyuga.

- Hinata tutto ok? -domandò col suo solito tono tremendamente dolce.

- S-s-si... -balbettò cercando di rialzarsi ma sentendosi le forze mancarle e facendola così inesorabilmente cadere.

Naruto cercò di aiutarla a rialzarsi, ma ciò che ottenne fu una spinta da parte dell'altra.

- Lasciami stare! -urlò alzandosi a fatica e correndo via, seguita dalla rosa.

Il biondo rimase a fissarla scomparire senza parole... Perchè faceva così? Che cosa le era successo?

Confuso spostò lo sguardo verso il basso accorgendosi di un fazzoletto; si piegò per raccoglierlo e ciò che vide lo stupì parecchio...

Quello era il suo fazzoletto, lo stesso che aveva dato alla Hyuga nel loro primo incontro...

Rialzò gli occhi nel punto in cui Hinata era sparita stringendo la stoffa mentre una morsa tremenda allo stomaco gli fece mordere il labbro superiore.

 

Si appoggiò respirando affannosamente al muretto che divideva una casa dalla strada.

Sentiva ancora distintamente il punto in cui Naruto l'aveva toccata per aiutarla a rialzarsi: era come se ci fossero carboni ardenti che le bruciavano la pelle.

Si piegò fino a cadere a terra a sedere e cominciò un pianto convulso, nascondendo il volto fradicio fra le mani.

Faceva male... Il suo cuore faceva tremendamente male, sembrava che lo stessero trafiggendo con mille spilli avvelenati mozzandogli il respiro e costringendola più d'una volta a tossire.

Sentiva la testa girarle e scoppiare da un momento all'altro tanto provocava dolore; strinse i denti reprimendo l'istinto di urlare mentre sentiva tutto il corpo percorso da un fastidioso formicolio che le rendeva ancora più difficile muoversi.

Alzò lo sguardo verso il cielo, appoggiandosi al muro come vinta da un’improvvisa stanchezza. Sentì un lieve tocco freddo mischiarsi alle lacrime, poi un altro, ed un altro ancora, sempre più frequente. In pochi secondi si scatenò un tremendo temporale che la bagnò completamente...

Anche il cielo piangeva con lei, forse era l’unico che capiva oramai cosa stesse provando Hinata in quel momento, l’unico che sapeva darle un po’ di conforto e soffrire con lei.

Cercò di rialzarsi trascinandosi avanti e appoggiandosi ad un lampione poco distante. Continuò quest’andatura per alcuni metri, sentendo dentro di lei l’alternarsi di vampate calde a soffi gelidi.

Appoggiata al muro, cercò di avanzare lentamente barcollando, mentre la vista si appannava sempre più e tutto intorno a lei continuava a girare come una trottola impazzita.

Sentì fischi sordi e continui risuonarle nelle orecchie e, oramai allo stremo delle forze, se li tappò sperando invano di allevviarne il fastidio.

Ma ciò che ottenne fu quello di ricadere a terra in avanti, battuta dalla mancanza di forze, mentre tutto si faceva buio e silenzioso.

Si lasciò andare aspettando l'impatto inevitabile col suolo, ma stranamente, sembrò non arrivare mai. Con un ultimo, immane sforzo, alzò la testa cercando di capire che cosa stesse succendendo, ma ciò che percepì fu l’abbaiare lontano di un cane, prima di sprofondare nell’oscurità.

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Capitolo 15
*** La famiglia Inuzuka ***


Aprì lentamente gli occhi, infastidita dalla luce che, dispettosa, passava attraverso le tende della finestra.

Nonostante la stanchezza ancora presente, si alzò a sedere scostando le coperte dal letto e massaggiandosi le tempie, sentendo nitidamente ancora il mal di testa e cercando di far mente locale di come fosse arrivata a casa sua.

Stropicciandosi gli occhi si alzò dal letto dirigendosi verso la porta quando, improvvisamente, qualcosa bloccò il suo cammino e la fece finire inevitabilmente a terra.

- Ma cosa...

Le sue iridi violacee si spalancarono assieme alla bocca nel vedere che ciò su cui era inciampata era un tavolino basso che non c'era mai stato in camera sua.

Si grattò la guancia cercando una possibile soluzione, quando lo sguardo si accorse finalmente di ciò che stava indossando.

A stento trattenne un urlo vedendo che non aveva addosso l'uniforme di scuola, ma un pigiama di una taglia in più di un viola molto chiaro, che faceva risaltare i suoi occhi oramai sul punto di piangere...

Ma dove era finita? Una spaventosa quanto incredibile idea le balzò: e se fosse capitata nelle mani di un maniaco?? E se quello l'avesse tenuta rinchiusa nella sua abitazione per mesi, o addirittura per interi anni???

Velocemente si alzò diretta alla porta, con l’immane e disperato desiderio di uscire il prima possibile da quella stanza piena zeppa di quei pensieri poco rassicuranti...

Si avvicinò al pomello, sperando con tutta se stessa di non essere scoperta...

Ma qualcuno fu più veloce di lei, qualcuno che aprì la porta colpendo in pieno viso Hinata che cadde a terra nuovamente svenuta...

 

Riaprì ancora una volta gli occhi, con un fastidioso dolore in fronte e qualcosa di freddo sopra.

- TI SEI SVEGLIATA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! -urlò la figura accucciata a terra accanto a lei.

Hinata voltò piano la testa distinguendo il volto sorridente di una donna; le venne spontaneo di tirare un sospiro di sollievo e con un po' di fatica si mise a sedere, lasciando scivolare sulle coperte il fazzoletto bagnato che precedentemente copriva il bernoccolo...

- Mi spiace cara dell'incidente... -si scusò subito la donna alzandosi in piedi...

La corvina arrossì abbassando la sguardo- Go-gomenasai*... La... la sto disturbando con la m-mia presenza...

La donna inizialmente la fissò perplessa, poi scoppiò in una fragorosa risata sorprendendo la ragazza che si sentì ancor di più in imbarazzo.

- Ma che dici cara... Ahahahah... Non crei nessun disturbo! -la rassicurò dandole una pacca sulla spalla- E chiamami pure Tsume!

Hinata la fissò estasiata: quella donna, dall'aria semplice, sprigionava una grande forza d'animo e sicurezza che in un primo momento la spiazzarono. I suoi capelli scuri e ribelli la rendevano selvaggia e indomabile, come la tempesta che imperversa nel mare…

Un rumore, un brontolio dallo stomaco della Hyuga e il silenzio cadde nella stanza, lasciando spazio poi alla voglia di Hinata di scomparire da quella camera per la figuraccia...

La donna ricominciò a ridere di gusto dirigendosi verso la porta, che aprì...

Si fece improvvisamente seria- KIIIIIIIBAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!! Muoviti a portare quel vassoio, scansafatiche che non sei altro!!!!!!

Dal piano di sotto si sentì distintamente un'imprecazione e vari sbuffi, che si ripeterono fino a che il ragazzo non ebbe raggiunto il piano superiore.

Hinata guardava il tutto con vivo stupore, fino a che dietro alla donna non apparve un ragazzo con dei brizzolati capelli castani come la madre ed un tatuaggio a forma di triangolo rosso come il fuoco su ogni guancia.

Portava in mano un vassoio pieno zeppo di roba da mangiare, ogni tipo di cibo che avrebbe riempito un intero esercito...

- Eccomi schiavis... cioè... mammina cara... -si corresse prima di ricevere un cazzotto dalla donna...

- Bene... Portalo a... a... oh santo Kami che maleducata!! Com'è che ti chiami cara? -domandò rivolgendosi alla corvina.

- Hi-Hinata Hyuga...

- Sentito Kiba? Porta questo cibo alla piccola Hinata e vedi di comportarti bene! -diresse lo sguardo alla giovane- Hinata è stato un piacere conoscerti, adesso devo andare, il lavoro mi chiama... Mi raccomando rimettiti presto e vienici pure a trovare quando vuoi...

Aggiunse prima di chiudere la porta alle sue spalle...

 

- E così sei una Hyuga eh? -domandò Kiba fissando Hinata che si sentiva gli occhi del ragazzo addosso ed arrossiva ogni secondo di più.

- S-si... -rispose debolmente mettendo in bocca un'altra cucchiaiata di riso...

- Non sei una ragazza di molte parole a quanto vedo...

- Gomenasai...

- Naaaaa... Stavo scherzando... Ma dimmi, Hinata, come mai eri sotto la pioggia? -domandò notando poi gli occhi della corvina farsi subito lucidi...

- Io... io... -cercò di trovare qualche scusa plausibile, non voleva certo mettersi a parlare del pomeriggio orribile che aveva passato e magari farsi compatire da quel ragazzo che neanche conosceva...

Kiba notò la vivida difficoltà della giovane- Vuoi altro riso?

Hinata lo guardò con occhi pieni di gratitudine, annuendo poi. Improvvisamente un cellulare cominciò a vibrare dalla tasca di un giubbotto appoggiato sul letto.

La giovane si alzò- E' mio... -spiegò rispondendo alla chiamata.

- Pronto?

- HINATAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!! -la voce squillante di Sakura rimbombò maestosa costringendo la corvina ad allontanare il telefono dall'orecchio.

- Sakura che succede?

- Come che succede? E' da due ore che cerco di chiamarti, ma tu non mi rispondi. Ti ho cercata per tutta la città e sono persino andata a casa tua ma non c'eri! Ma dove sei???????

- Scusami... E' solo che non mi sono sentita molto bene e quindi...

- COOOOOOOME????????????? Ma dove ti trovi adesso?

- A casa di un mio amico... Mi... mi ha aiutata... -rispose arrossendo.

Sakura strabuzzò gli occhi- Dimmi dove che vengo a prenderti...

Hinata le diede, dopo averlo chiesto a Kiba, l'indirizzo di casa...

- Cinque minuti e sono da te... Ah Hinata...

- Si?

- Naruto era molto preoccupato...

Questa volta fu Hinata a spalancare gli occhi incredula, mentre un vasto rossore le tingeva le guance...

- D-davvero Naruto e-era preoccupato? -balbettò sedendosi sul letto.

- Si... Ci vediamo tra poco... -disse prima di riagganciare...

 

DLIN DLON!!!!

Il campanello di casa Inuzuka risuonò varie volte, fino a che la porta non si aprì.

- Salve sono venuta a prendere Hinata... -spiegò la rosa sorridendo a Kiba.

- Certo... Prego accomodati... -disse lasciandola entrare

Hinata, che aveva appena finito di cambiarsi, scese le scale ritrovandosi in salotto e con la rosa che l'abbracciava calorosamente...

- Andiamo Hinata... Tua sorella era molto preoccupata...

La corvina annuì rivolgendosi poi al ragazzo- Arigato! -ringraziò chinando leggermente la testa.

Kiba arrossì leggermente spostando la testa da una parte- D-di niente... Quando vuoi... quando vuoi a mia madre farebbe piacere r-rivederti...

La corvina sorrise abbassando ancora il capo uscendo poi assieme all'amica...

- A-aspetta Hinata! -la richiamò porgendole poi un fogliettino ripiegato- Que-questo è il mio numero… cioè… ehm… se volessi risentire mia madre è chiaro…

Hinata guardò prima il foglio e poi il ragazzo con aria perplessa, poi curvò all’insù le labbra e prese il numero ringraziandolo.

 

- E così quel ragazzo ti ha aiutata eh? -congiunse le mani con occhi commossi- Oh ma che gentiluomo!

La Hyuga arrossì ancora strusciando nervosamente le mani sulle gambe.

- Comunque sia... -disse ritornando seria- Mi spiace molto per ciò che è successo... Davvero non volevo farti vedere una scena del genere...

- Non importa... D'altronde come potevi saperlo... -sorrise rivolgendosi all'altra- Vuol dire che era destino no?

- Ma...

- Adesso basta parlare di lui... Questo capitolo della mia vita è chiuso... Da domani comincerà quello nuovo, uno in cui la parola Naruto non esiste... -disse aprendo il cancello di casa sua- Grazie di tutto Sakura...

La rosa la guardò poco convinta poi annuì ricambiando il saluto e montando sulla propria bicicletta.

Appena le porte furono sbarrate, Hinata sospirò pesantemente...

Pregò tutta la sera che qualcuno da lassù l'aiutasse a scrivere quella nuova parte della sua vita così ancora fragile ed incerta, sapendo già da quel momento, che quel periodo non sarebbe stato tra i più rosei...

Oramai era definitivo: Naruto doveva essere cancellato, volente o nolente, sostituito da qualcun'altro che meritasse quell'angolo del suo cuore, che il biondo non aveva accettato... E chissà perchè, proprio in quell'istante, il volto di Kiba le apparve.

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Capitolo 16
*** Tutti in montagna! ***


Un’altra pallosissima giornata di scuola… Che c’era di più stimolante di questo pensiero appena alzati? Sakura se lo chiedeva ogni mattina, quando la sveglia suonava…

La sua vita stava diventando di una monotonia impressionante: scuola, casa, studio, letto… E se tutto andava bene anche un’oretta per fare un giro in centro… Un carcerato avrebbe avuto una vita migliore e più eccitante della sua, decisamente.

E con queste idee che ti scervellano la mente, Sakura si avviò come ogni santo giorno a scuola, quella mattina stranamente sola…

“Ho da sbrigare una commissione…” le aveva detto Sasuke al cellulare il giorno prima…

- Si certo come no... -disse scettica chiudendosi alle spalle in cancello di casa.

Guardò annoiata l’orologio sbuffando e iniziando a correre.

“Se non mi sbrigo il prof Gai mi farà fare 20 giri di campo…”

- Sakura!! -una voce alle sue spalle fece voltare la rosa.

Gaara, a qualche metro di distanza da lei, agitava la mano in segno di saluto...

- Buongiorno Gaara... -disse appena le fu accanto, iniziando a camminare assieme a lui.

- 'Giorno a te... Tutto bene?

- Si certo... Per fortuna fra poco ci sono le vacanze di Natale, non ne posso più... -sorrise trionfante.

- E hai qualche progetto di come passarle? -domandò lui.

- Bhè ancora no... Sicuramente starò rintanata in casa sotto le coperte...

- Ah... Se vuoi però...

- Ehi Hinata!!! -il discorso del rosso fu interrotto dal saluto di Sakura rivolto alla Hyuga che stava in piedi davanti al cancello di scuola ad aspettarla.

- Buongiorno Sakura, Gaara... -fece un piccolo inchino a quest'ultimo, sorridendo poi all'amica.

- Sai per caso se Sas'ke è già arrivato?

- Si... E' venuto molto presto, quando sono arrivata l'ho visto appoggiato alla finestra in classe...

Sakura strabuzzò gli occhi incredula- Vorrei proprio sapere che gli ronza in testa a quello lì...

In quel momento una porche nera si fermò a pochi metri da loro provocando la curiosità degli studenti lì presenti.

Un autista vestito di tutto punto e con una sigaretta stretta tra le labbra scese dalla vettura posizionandosi vicino alla portiera dei sedili posteriori e aprendola.

- Grazie Asuma... -disse una voce molto familiare alla rosa scendendo dall'auto.

- Ino... -sibilò tra i denti attirando l'attenzione della ragazza.

- Oh guarda un po'... Mi spiace Sakù ma non ho tempo da perdere con te... -disse avviandosi verso l'entrata...

- Quanto la odio quella lì... -disse stringendo i pugni- Mi viene voglia di tirarle un cazzotto in quel naso sicuramente rifatto! Come fa Sasuke a starle dietro...

Gaara alzò un sopracciglio- Non è che ti sta antipatica proprio perchè sta intorno a quel deficiente?

La rosa spalancò la bocca- CHE COSA?! Ma stai scherzando?!?! -chiese scandalizzata dalla domanda.

- No, sono serissimo... -rispose secco cominciando a camminare verso l'atrio principale...

- Ehi Gaara ma dove vai? -gridò Sakura.

- Ho da fare! -rispose aumentando il passo.

 

Sei ore volarono come se nulla fosse agli occhi della rosa. Come tutti i giorni, al suono della campanella, si diresse sul terrazzo assieme a Hinata, Naruto, Sasuke ed Ino per pranzare.

Appena aprì la porta verde una folata di vento gelido la colpì in faccia facendola rabbrividire...

- Si sente che siamo in inverno... -disse sedendosi sul freddo pavimento.

- E tra poco ci saranno pure le vacanze natalizie!! -sorrise soddisfatto Naruto.

- Perchè non facciamo qualche cosa anche quest'anno? -proprose Sakura ricordandosi dell'esperienza dell'anno scorso... Difatti l'anno passato si erano ritrovati a Natale tutti e quattro a casa di Sakura, che aveva casa libera, e avevano festeggiato: una serata tranquilla in compagnia dei migliori amici, semplice e poco dispendioso!

Ino sentendo ciò non riuscì a trattenere un risolino isterico, provocando un'alzata di sopracciglio della rosa.

- Cosa ti fa ridere? -domandò leggermente toccata da quella prova di snobbismo.

- Che modo scialbo di passare una festività... A casa mia si è sempre dato una grande festa, a cui partecipavano moltissime celebrità...

- Scusa se non viviamo nel lusso e ci accontentiamo di stare in compagnia... -rispose acida: quella ragazza aveva il potere di farle venire il nervoso col solo sguardo.

- Oppure andiamo nel nostro chalet privato, in montagna... -si fermò un attimo e poi sorrise- Perchè non facciamo una cosa? Vi invito nel mio chalet per Natale e Capodanno eh? Potete portare chi volete...

Tutti la guardarono perplessi, squadrandosi poi a vicenda.

- Io ci sto... -rispose Sasuke con un mezzo sorriso, passando un braccio intorno alla vita di Ino- Sarà un'esperienza interessante...

- Bhè perchè no? Potrei chiedere anche a Sasame... -disse Naruto ricevendo una fugace occhiata dalla corvina...

- Se stanno così le cose allora verrò anche io... -annuì Sakura- Chiederò anche a Gaara...

- COSAAA? -domandò Sasuke schioccandole un'occhiataccia- Vuoi portare quel cretino?!

- Qualcosa in contrario? Non starò certo a reggere il moccolo a voi quattro! -ribattè l'altra.

- Ma c'è sempre Hinata! -disse indicandola.

- Hinata? -la guardò- Hinata porterà Kiba!! -urlò spazientita facendo arrossire come un peperone la Hyuga.

- Sakura ma che dici? -balbettò Hinata imbarazzata.

- Che c'è di male? E' stato così gentile con te l'altra settimana... Hai trovato il modo per ringraziarlo!

- L'altra settimana? -domandò Naruto curioso.

- Già... Quando Hinata si è s... -non riuscì a finire la frase che Hinata le tappò la bocca con una mano.

Sakura la guardò perplessa mentre la corvina scuoteva la testa come per dirle "non dire niente".

- Comunque almeno sentilo... Scommetto che a lui farà piacere... E io farò lo stesso con Gaara! -proferì guardando Sasuke che sbuffò stizzito- Anzi sai che faccio? Vado subito!

Si alzò facendo linguaccia al moro e sparendo dietro alla porta.

- Vado anche io... -disse la corvina alzandosi e dirigendosi verso l'uscita.

- Ehi Hinata aspetta, vengo con te! -la chiamò Naruto raggiungendola.

 

Tra i due era calato il silenzio... Hinata non riusciva a togliere lo sguardo dal pavimento, sentendosi ogni tanto gli occhi azzurri di Naruto addosso.

Pensava di aver passato questa fase: in fondo aveva buttato in uno scaffale dentro all'armadio ogni cosa che le ricordasse Naruto e si era ripromessa di tirarsi uno schiaffo ogni volta che quei capelli biondi le passavano la mente (inutile dire che in pochi minuti si era ritrovata le guance arrossate)... Aveva fatto di tutto e di più per dimenticarlo, e pensava, anzi era sicura, di esserci riuscita... E allora perchè quel batticuore e quella gola secca continuavano ad esserci ogni qual volta lui le era vicino? E perchè mai quando aveva sentito il nome Sasame le era presa un'ennesima morsa allo stomaco e aveva sentito gli occhi inumidirsi?

"Sarà lo stress..." pensò cercando inutilmente di autoconvincersi...

Tirò un leggero sospiro di sollievo nel vedere la propria classe- Io s-sono arrivata... -disse fermandosi.

- Ah... già... Ehm... Hinata? Io... Io volevo scus...

- Ma tu sei Hinata! -una voce alle spalle di Naruto colse l'attenzione della ragazza che alzò lo sguardo scorgendo la testa di Kiba.

Spalancò gli occhi bianchi incredula- Kiba? -domandò sorpassando il biondo e andando incontro al castano.

- Wow che coincidenza! Non credevo di rincontrarti... -sorrise arruffandole un po' i capelli.

- N-nemmeno io... -balbettò sorpresa di quel gesto inaspettato.

- Sai mia madre mi chiede spesso di te... Devi proprio averla colpita! -sorrise provocando maggiore imbarazzo nella giovane.

Spostò gli occhi scuri scorgendo dietro l'amica la figura di Naruto che lo guardava scocciato. Hinata si accorse solo allora della presenza del biondo e mortificata fece le presentazioni.

- Kiba lui è Naruto... Naruto lui è Kiba, un mio amico...

Kiba alzò un sopracciglio... Quel nome... Lo stesso che aveva sentito nella conversazione fra Hinata e Sakura...

- Piacere... -porse la mano il castano, abbozzando un sorriso forse un po' troppo falso.

- Piacere mio... " E così lui è quello a cui si riferiva Sakura..." -i suoi occhi si spostarono su Hinata e si spalancarono: la ragazza lo fissava come incantata...

- Vabbè Hinata io vado... Ci vediamo... -la salutò il biondo- E' stato un piacere Kiba...

Si allontanò lasciando i due da soli, ma prima di girare l'angolo non riuscì a non voltarsi e guardare Hinata e Kiba.

- Quel tipo non mi piace per nulla... -sussurrò vedendolo con la coda dell'occhio fissarli e ricominciare a camminare.

- Come?

- Ah... ehm... Niente... Allora stai meglio adesso? -domandò sorridendole.

- S-si...

Ripensò alle parole dette da Sakura in terrazza... Si era ripromessa di dimenticarsi di Naruto no? E che situazione migliore che invitare Kiba a passare le vacanze insieme? Era un'occasione da non lasciarsi sfuggire! Non avrebbe saputo reggere di nuovo da sola la vista di Naruto e Sasame insieme...

- Ehi Hinata tutto a posto? -domandò sventolandole una mano davanti.

- Eh? Ah si... ecco... Io... Cioè... Tu... Ti andrebbe di passare con me Natale e Capodanno? -chiese con tutto il fiato che aveva in gola e assumendo ogni tonalità esistente di rosso.

Kiba la fissò sorpreso.

- Cioè... E' per ringraziarti... Ci saranno anche Sakura ed altri miei compagni... -precisò stringendo nervosamente la stoffa della gonna.

- Mmmmh... Va bene!

- Ah vabbè fa lo stess... EH? Hai detto di si?

Kiba sorrise divertito- Si, non ci sono problemi!

- Perfetto! Lo... lo dirò subito a Sakura... Arigato!! -disse chinando il capo.

 

- Quando fa così proprio non lo sopporto! Crede che sia l'unico a potersi divertire... "ma c'è sempre Hinata!"... Gne gne gne... -continuava a borbottare camminando per i corridoi alla ricerca di Gaara- Dove si sarà cacciato quell'altro...

Arrivò davanti alla classe del rosso e furtiva diede un'occhiate dentro, ma di lui nessuna traccia.

- Ehm scusa? -domandò ad un ragazzo seduto al proprio posto- Sai per caso dov'è Gaara?

- Mmh? Penso che sia fuori a giocare a calcio...

- Grazie... -disse dirigendosi verso il campo da calcio.

 

- Eccolo là... EHI GAARA!!!! -lo chiamò sventolando una mano.

Il rosso, seduto su una panchina a bordo campo, le fece cenno di raggiungerla.

- Vedo che non sei più arrabbiato per stamattina... -constatò lei sedendosi.

- Tzè... Non sono permaloso come te... -rispose bevendo dalla bottiglietta d'acqua.

Sakura gonfiò le guance offesa...

- Ah bel ringraziamento per una che era venuta per invitarti...

Gaara la fissò con i suoi occhi gelidi, leggermente sorpreso- Invitarmi? E a cosa?

- A passare le vacanze di Natale e Capodanno con me... Bhè... -arrossì distogliendo lo sguardo- Sempre se non hai nient'altro da fare...

- Mmmmh... Non ho impegni quindi per me non c'è problema... -sorrise leggermente.

- PERFETTO! -urlò scattando in piedi- Cioè... ehm... Vado ad avvertire Ino...

Gaara alzò un sopracciglio- Ino?

- Si Ino... L'ha organizzata lei questa cosa... Andremo tutti al suo chalet in montagna... Perchè qualche problema? -domandò notando la delusione nel volto dell'altro.

- No no... Tutti? Non dirmi che ci sarà pure il moretto...

- Chi Sas'ke? Si... Starà con Ino non preoccuparti...

Il rosso fece una smorfia- E tu vuoi invitarmi per non fare la terza incomoda e per non darla vinta a Sasuke, no?

- Si... cioè NO!

Gaara incrociò le bracca squadrandola freddo.

- Oh ma perchè mi metti in bocca parole che non sono mie? Ti ho invitato perchè... ehm... perchè mi faceva piacere passare qualche giorno con te...

Se avesse avuto l'opportunità si sarebbe seppellita viva purchè stare lì in mezzo a quel silenzio che si era creato.

Mosse il piede nervosamente non trovando il coraggio di guardarlo negli occhi, non riuscendo ad intendere se quel silenzio fosse dato dal fatto che il rosso stesse pensando alla risposta oppure perché fosse arrabbiato.

Però non poteva certo rimanere lì in eterno... Sentì la campanella di fine pranzo suonare in lontananza ed alzò lo sguardo fissandolo.

- Senti non posso rimanere qui ai tuoi comodi... Se non vuoi venire fa lo stesso... Pensala come vuoi, non me ne importa! -disse voltandosi e correndo via, ma venendo improvvisamente fermata per un braccio e riportata indietro, venendo poi abbracciata dal ragazzo.

- Non ti lascio da sola con quei due, Confettino... -le sussurrò ironico.

Ricambiò l'abbraccio sorridendo- Ancora con 'sto soprannome, Rossino?

Sorrise beffardo scostandola per poterla fissare negli occhi e le si avvicinò baciandola dolcemente sulla fronte.

- Vai adesso... Non vorrei farti fare tardi alla lezione... -disse lasciandola e continuando a fissarla mentre correva verso l'entrata.

 

- Sas'ke è suonata la campanella... Rientriamo? -disse Ino staccandosi dalle labbra del moro e fissandolo, mentre con le dita tracciava linee immaginarie sul petto coperto dalla camicia.

Sasuke sbuffò appoggiandosi alla rete- Si, tu avviati... Ti raggiungo tra poco... -disse ricevendo un altro passionale bacio dalla bionda

Abbassò poi lo sguardo in basso, sentendo distintamente la risata cristallina che solo una persona poteva avere.

Puntò poi i suoi occhi scuri su una figura che correva verso l'entrata, una ragazza che avrebbe riconosciuto fra mille con quei buffi capelli rosa, la stessa che occupava i suoi pensieri e che avrebbe voluto avere lì, al posto della bionda...

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Capitolo 17
*** Arrivi e gelosie ***


- Pigiama… c’è… spazzolino… c’è… dentifricio… c… NO! Ecco cosa mi sono dimenticata!

- Sakura ma sei ancora in piedi? Sono quasi le 3... -disse la signora Haruno assonnata, affacciandosi alla camera della figlia.

- Non ho sonno, mamma, tu torna a dormire… -le rispose sistemando alcuni vestiti dentro al valigia.

- Ancora a controllare?

- Si… -mostrò trionfante il dentifricio appena preso- Se non ricontrollavo questo lo lasciavo qui!

La madre scosse la testa ritornando in camera propria…

 

Erano le cinque inoltrate di pomeriggio quando una limousine nera e lucida sfrecciò lungo la strada sorpassando agilmente le altre autovetture. All’interno 8 ragazzi chiacchieravano fra loro eccitati per il viaggio, anche se, fra alcuni di loro, il clima era tutt’altro che festaiolo.

Sasuke e Gaara non facevano altro che uccidersi a vicenda con lo sguardo e lanciandosi ogni tanto frecciatine velenose, mentre Sakura, vedendoli, si tratteneva dal picchiarli, sbadigliando ogni tanto; Naruto invece guardava con la coda dell’occhio Kiba e Hinata che parlavano tranquillamente, ma soprattutto fissava quel braccio del ragazzo attorno alle spalle della corvina…

Kiba d’altro canto, notando le occhiate del biondo, sorrideva soddisfatto pensando di tanto in tanto “1 a 0 biondo…”.

- Naruto? -lo chiamò Sasame vedendolo assente.

- Eh? Si? -si voltò verso la propria ragazza sorridendole- Dimmi Sasame…

- Sei strano stamani, sicuro di stare bene…

Naruto la baciò rassicurandola- Certo tutto a posto…

Intanto...

- Giuro che prima di arrivare gli dico qualcosa… -brontolò Gaara ricevendo un’altra occhiataccia dal moro.

- Lascialo stare, così lo provochi e basta… -rispose Sakura tra uno sbadiglio e l’altro.

- Ma non hai dormito? -domandò Gaara.

- …

- Ehi Sakur… -sorrise vedendo la rosa appisolata sulla sua spalla

Le cinse le spalle con un braccio poggiando la sua testa su quella di lei, chiudendo poi gli occhi…

In quel preciso istante Sasuke strinse i pugni fulminando il rosso.

- Sas’kuccio che c’è? -chiese Ino strattonandolo un po’.

- Niente… -sibilò guardando fuori dal finestrino il paesaggio sfrecciare via…

Se lo sentiva, lo percepiva chiaramente, che quella settimana avrebbe messo a dura prova la sua pazienza e il suo poco autocontrollo...

 

- Ci siamo!!!!! -la voce di Ino riecheggiò nella macchina facendo svegliare di soprassalto Sakura.

- Maledetta bionda... -sibilò mentre scendeva, rintronata da quella voce squillante.

Ma i suoi pensieri omicidi verso quella piovra furono bruscamente interrotti dalla visione paradisiaca che le si presentava davanti; fece qualche passo avanti ammirando ammaliata la sconfinata vallata che sembrava essere stata cosparsa da soffice panna montata... Le montagne innevate facevano da scudo a quello spettacolo e di tanto in tanto si scorgevano giovani temerari che scendevano a tutta velocità con snowboard o sci...

Sasuke la fissò avvicinandosi a lei.

- Bello vero? -domandò coprendosi con una mano gli occhi dalla luce del sole.

- Magnifico... Queste saranno le più belle vacanze che passerò... -sorrise entusiasta prendendo la sua valigia e avviandosi con il resto del gruppo all'interno dello chalet.

- Forza Sas'ke... Se stai qui a cincischiare rischi di finire in stanza con Gaara... -trattenne a stento una risata vedendo lo sguardo schifato dell'amico.

Se il paesaggio aveva fatto venire il batticuore alla rosa, l'interno dell'abitazione non la fece quasi morire d'infarto: quella casa era il doppio della sua, se non il triplo, e dire che da fuori non sembrava...

Tre piani arredati molto elegantemente e con un tocco che sapeva riscaldare le persone che si trovavano all'interno... Tutti rimasero a bocca aperta mentre Ino spiegava la disposizione delle varie stanze.

Saliti al primo piano indicò le due stanze dei ragazzi, dove in ognuna erano presenti due letti, e infine quella delle ragazze, anch'essa composta da due letti ciascuna...

- Bene... Al piano di sopra c'è la mansarda con un altro davanzale... -continuò la bionda guardandosi attorno per vedere di non aver dimenticato nulla- Penso di aver detto ogni cosa... Ah già... Fra un'ora andremo a fare un giro di pista...

Sakura prese Hinata per la manica del giubbotto lilla ed insieme si catapultarono in una delle due camere.

- Non permetterò che quella bionda ti metta in stanza con Sasame! -disse con fermezza la rosa poggiando "delicatamente" la sua valigia sul letto.

- Toh c'è una terrazza... -disse notando la porta finestra. Si avvicinò aprendola ed uscendo, ricevendo in risposta una folata di vento gelido e pungente.

 

Nel corridoio si stava svolgendo la stessa identica scena avuta con le ragazze: Sasuke con una velocità degna di un centometrista prese Naruto per la manica del piumino arancione e lo buttò di peso nella stanza davanti a lui, chiudendo con un sonoro tonfo la porta alle sue spalle.

- Non fare domande... Non ho voglia di finire in stanza col "Rossino/frocio"... -grugnì distendendosi sul letto.

Alcune voci dall'esterno colsero la sua attenzione, facendolo alzare e dirigendosi verso la porta finestra accanto all'enorme armadio.

- E tu che ci fai nella nostra terrazza? -domandò notando Sakura appoggiata alla ringhiera intenta ad osservare il paesaggio e parlare con Hinata.

La rosa alzò un sopracciglio contrariata- La vostra terrazza? Ma se questa è collegata alla nostra portafinestra!

- E anche alla nostra! -ribattè il moro.

- Questo vuol dire che ce la divideremo da buoni vicini... -sorrise rientrando.

 

- AIUTOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!! -un urlo tremendo ruppe il silenzio della montagna- Cado cado cado cado cado cado!!!!!!!!!!!!!!!!!!

- Sakura cerca di frenare! -le consigliò Hinata sfrecciandole accanto assieme a Kiba verso il fondo valle.

La rosa da dietro gli enormi occhiali bianchi la guardò stranita- E COME DIAVOLO SI FA?????????????????????? -gridò agitando su e giù le braccia. Improvvisamente cominciò ad ondeggiare pericolosamente avanti e indietro, finendo dopo pochi secondi col sedere sulla fredda neve.

- Ahio... -piagnucolò cercando inutilmente di rialzarsi...

Gaara le si affiancò trattenendo le risate- Bisogno di una mano?

- Shi... -rispose con la voce di bambina che si era appena fatta la bua.

- Non vorrei vederti già da domani con una gamba rotta... -le disse tirandola su.

- Spiritoso... E' solo che è la prima volta che ci salgo su questi... questi... trabiccoli!

Il rosso la prese per mano cominciando ad avanzare lentamente, dietro ai continui lamenti e gridolini dell'altra che ripeteva "vai piano!".

 

- Yuhuuuuuuuuuu!! -Naruto sfrecciò a tutta velocità zigzagando abilmente un paio di alberi, ostacoli del suo passaggio...

"Sasame non sa che s'è persa prendendo la seggiovia per scendere..." pensò fermandosi improvvisamente e facendo alzare un po' di neve.

- Brutto idiota guarda dove ti fermi! -una voce colse l'attenzione del biondo che si guardò intorno perplesso, non notando nessuno.

Dopo pochi secondi, una montagnetta davanti a lui si alzò mostrando sotto il volto rosso di rabbia di Kiba, sommerso dalla neve, mentre Hinata rideva seduta sotto un albero poco distante.

- Tzè... Non è mica colpa mia se ti metti in mezzo alla pista... -disse togliendosi gli occhiali.

- Se ti pren...

- Dai Kiba non ti arrabbiare... -s'intromise Hinata per salvare il biondo da una scazzottata- L'importante è che non ti sia fatto nulla...

- Si... -rispose poco convinto avvicinandosi alla corvina- Perchè non ce ne torniamo allo chalet? Fra poco si farà buio...

Hinata guardò il cielo ed il sole che si stava lentamente nascondendo dietro le montagne innevate.

- Va bene... Naruto vieni con noi? -domandò notando il ragazzo ancora lì fermo che li fissava.

- Si... cioè no, devo andare a prendere Sasame in fondo alla pista...

Detto questo scese giù a tutta velocità, sperando di allontanarsi il prima possibile da quei due...

 

- Sas'kuccio guarda qua! -gridò Ino esibendosi in una giravolta con lo snowboard e atterrando in perfetta stabilità...

- Wow... -disse con finta allegria- Non ti sembra il caso di rientrare? E' già tardi...

Ino storse il naso annuendo poi... Prese il moro per la mano avvicinandolo a sè e baciandolo con evidente foga.

- Ci pensi Sas'ke? Una settimana tutta per noi... -sussurrò ribaciandolo e avviandosi con lui verso lo chalet.

 

Sasuke guardò ancora una volta l'orologio appeso alla parete del soggiorno, sbuffando ed alzandosi per l'ennesima volta.

- Ma dove cazzo si sono cacciati quei due?! -urlò battendo un pugno sul muro di legno.

- Calmati Sasuke... Vedrai che ora arrivano... -cercò di calmarlo Naruto, anche lui visibilmente preoccupato.

Erano le 20 passate e di Sakura e Gaara nessuna traccia... Avevano provato più volte a chiamarli sul cellulare, ma niente: non c'era capo in quella zona...

Sasuke tremava di rabbia, continuando a dare rapide occhiate alla porta d'ingresso sempre chiusa...

Ma cos'era che faceva realmente imbestialire il moro? Il fatto che i due ancora non fossero rincasati, oppure che fosse proprio Gaara e soprattutto Sakura a non esserci? Hinata continuava a chiederselo fissando con la coda dell'occhio il ragazzo.

Dopo alcuni minuti dall'esterno si sentì l'arrivo di una macchina e lo sbattersi di portiere... Alcuni secondi dopo dalla porta fecero il loro ingresso i due dispersi, accompagnati dagli sguardi degli altri...

Sakura fece un piccolo inchino scusandosi del ritardo e spiegando che si erano persi ma che fortunatamente avevano trovato un signore che li aveva riaccompagnati allo chalet...

- Cazzate... -sibilò Sasuke squadrando i due, appoggiato allo stipite della porta.

Gaara lo fissò impassibile- Sei liberissimo di non crederci... -rispose salendo le scale- Vado a farmi una doccia...

Il resto del gruppo lo seguì con lo sguardo fino a che non scomparve al piano superiore.

- Vado anche io... -disse Sakura sgranchiendosi- Sono stanchissima... Mi lavo e poi vado a dormire... Buona notte...

- Non mangi? -domandò Hinata mostrando la tavola apparecchiata.

- No, non ho fame...

Hinata alzò le spalle invitando poi gli altri a sedersi a cenare.

Sasuke storse il naso e salì anch'esso le scale.

- Ehi Sakura! -la chiamò prima che entrasse nella propria stanza.

La rosa alzò gli occhi al cielo spazientita da quella gelosia visibile dell'amico- Che c'è? Se non ti spiace vorrei andare a dormire...

- Magari con quell'altro deficiente...

Sakura gli rivolse un'occhiata di fuoco stringendo il pomello- Che vorresti dire eh? Per chi mi hai preso Sas'ke?

L'altro si morse il labbro capendo di aver detto una cazzata... Non pensava ciò, però quando li aveva visti ridere insieme e scherzare per tutto il giorno, la rabbia gli era salita a tal punto da non fargli capire più niente.

- Scusa Sakura io non vol...

- No tu volevi eccome! Sono stanca di queste tue uscite... Lo vuoi capire o no che il mondo non gira intorno a te e alle tue insensate gelosie?

- E che dovrei pensare vedendoti rientrare da sola con lui? -ribattè stringendo i pugni.

La rosa lo guardò delusa- Davvero mi crederesti capace di certe cose?

Se avesse potuto Sasuke si sarebbe picchiato da solo... Ancora una volta aveva fatto prevalere l'istinto, dicendole cose che non pensava... o forse si?

- Non è questo quello che voglio dire... io...

- Zitto Sas'ke... Hai già detto anche troppo per stasera! -stoppò lì il discorso entrando in camera e chiudendo a chiave la porta...

" Baka baka baka!!! Sei un maledetto baka Sasuke!" pensò il moro andando in camera sua...

 

Colgo questa occasione per fare i ringraziamenti, che mi sono stati richiesti e per chiedervi un favore: se vi piace la coppia SasuSaku leggete la ficcy “darkness round the sun” di SASUSAKU4EVER… E’ una storia bellissima e mi spiace vedere che riceve pochissime recensioni anche se 16 persone ‘hanno messa tra i preferiti…

Comunque ora passo ai ringraziamenti:

Talpina Pensierosa: Kiba a forza di ricevere tutti ‘sti accidenti finirà parecchio male XD… Comunque grazie 1000 per la recensione^^

Violetta30: eccoti il cappy tanto aspettato ^^… Spero che sia astato di tuo gradimento e non esitare a lasciare un commento.

Machy: addirittura innamorata… CHE FELICITA’!!!!!! Spero comunque che il cappy nuovo ti sia piaciuto…

Sasuke Girl: eccoti la prima parte della vacanza, che già si prospetta incandescente… Muahahah!!!! Grazie infinitamente della recensione…

Angel jenny: Non penso che riesca ad immaginare la fatica che ho fatto nello scrivere di questa coppia… Mi venivano i brividi lungo la schiena… Ecco a te l’aggiornamento, spero ti piaccia^^

Yunie the Black Angel: idem con patate con quanto ho scritto sopra U.U… Che fatica bestiale a scrivere di loro… Comunque tu continua a sperare, e lo faccio anche io XD… Grazie del commento!

MARTY_CHAN94: (T.T) Grazie carissima… Qui alla fine fo un fiume di lacrime con tutti sti compliments… Comunque felicissima di sapere che la mia ficcy ti piace ^^… Continua a seguirla allora!

Tayuya_herm: visto che ho risposto alle recensioni? Non è che mi piaccia molto perché a rileggere le vostre recensioni e a rispondere mi emoziono… Eh lo so, so fatta strana ^^… Comunque… non penso di far morire “Gianni e Pinotto” (alias Sasuke e Naruto), anche perché sennò una marea di fan della coppia barchina e SasuSaku mi aspetterà sotto casa ^^’… a vedrai che questi due alla fine si daranno una svegliata… Bisogna avere solo mooolta pazienza…

Ramiza: Stra felice di vedere che il cappy e la storia ti piacciano… Spero che questo nuovo aggiornamento abbia fatto gli stessi effetti!

EternalSilent_darkgirl: AMMMMMMMMOOOOORRRRRRRREEEEEEEEEEEE!!!!! Si io ti scrivo e tu a spassartela a Londra… Maledetta lasciare il tuo bonbon da sola… Comunque grazie tantissime del commento… Sei super dolce!!!! T amo tanto anke io…

Bhè spero di aver ringraziato tutti… Aspetto con ansia vostre recensioni!

Baci8 da Ferula_91

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Capitolo 18
*** Telefonate... ***


Naruto diede un’altra occhiata all’orologio al polso, sbadigliando…

- Ragazzi io vado a nanna… -disse alzandosi.

Sasame si alzò con lui- Vengo anche io Naruto… -si rivolse a Kiba e Hinata che stavano comodamente seduti sul divano a guardare la tv- Buona notte!

- Notte! -dissero i due all’unisono.

Gli altri salirono insieme le scale. Arrivati davanti alla porta della stanza di Sasame, si fermarono.

- Naruto?

- Mh? Dimmi…

- Mi spieghi che cos’hai? E’ tutto il giorno che sei strano, silenzioso e alcune volte triste… -gli prese la mano- C’è qualcosa che non va?

Naruto guardò la ragazza vedendo quanta dolcezza scaturisse dal suo volto, sorrise carezzandole una guancia.

- Va tutto bene Sasame, visto che tu sei qui… -le sussurrò baciandola.

Si diede dello stupido almeno una decina di volte… Finalmente aveva la ragazza che tanto gli aveva fatto battere il cuore! Caspita sono cose che non succedono no? Non poteva permettersi di perderla, lei era troppo importante per lui…

Dopo un ennesimo bacio, Naruto richiuse la porta alle sue spalle sospirando…

Ripensò al giorno in cui finalmente era riuscito a conoscere la ragazza, dopo mille e più occasioni andate sempre male...

INIZIO FLASHBACK

Naruto si fermò fuori dal cancello dell'Istituto Onigiri (scusate la pochissima fantasia ^^' NdA), con I-pod acceso e sguardo indifferente e vago: non doveva dar l'impressione di essere un fascio di nervi tesi come corde di violino.

Osservò con sguardo malinconico le ragazze che uscivano dall'edificio, senza riconoscere però la figura di Sasame.

Da una parte era immensamente grato di questo, dall'altra però non ce la faceva più a rimanere nell'ombra e continuare a spiarla. Ma quel giorno si era deciso: avrebbe confessato i suoi sentimenti alla ragazze, cascasse il mondo!

Il suo cuore passò nella frazione di un secondo a battere all'impazzata, quando i suoi occhi scorsero quei capelli tanto insoliti quanto tremendamente belli. Si tolse le cuffie rimanendo però lì impalato, inchiodato a terra.

" Forza Naruto! E' la tua volta... "pensò notando che era da sola "Ora vai lì e le parli... Sei o no un playboy?"

- Si lo sono! -sussurrò a sè stesso- Almeno spero...

Le si avvicinò sudando passo dopo passo sempre più, sentendo distintamente vampate d'aria calda invadergli il corpo. Finalmente le era vicino... Era il momento!

- Ehm... Scusi? -la chiamò facendola voltare e in quel preciso istante pensò bene di darsela a gambe levate.

- Si? -chiese lei gentilmente.

" O cavolo e ora? Oddio oddio oddio oddio..."

- Ehm... io... cioè... insomma... -cominciò a balbettare ridendo poi nervosamente.

La ragazza lo guardò stranita- Qualche problema? Ha bisogno di una mano?

" Naruto dove cavolo è finito il tuo discorso?"si chiese totalmente nel panico "A farsi benedire!"

- Si... io... Sa per caso che ore sono? -chiese la prima cosa che gli venne in mente.

Sasame lo guardò ancora un po' spostando poi lo sguardo sull'orologio al polso.

- Le 14... -rispose notando poi un orologio nel polso del ragazzo.

Sorrise capendo il gioco del giovane- Il suo si è fermato?

Naruto seguì gli occhi della giovane puntati al suo polso e si diede una manata nel viso.

- Baka!

Sasame non si trattenne e scoppiò a ridere, seguita poi dal biondo. Strano a dirsi ma quella risata cancellò in lui tutta la paura e l'imbarazzo.

- Piacere sono Sasame... -si presentò porgendo la mano.

- Naruto! -rispose alla stretta sorridendo.

Inutile dire che cominciarono a parlare camminando fino a che non si ritrovarono davanti a casa della giovane.

- Io sarei arrivata... -disse aprendo il cancelletto- Mi ha fatto molto piacere conoscerti Naruto...

Il biondo sorrise compiaciuto ricevendo poi un biglietto. Guardò la ragazza perplesso.

- E' il mio numero di cellulare... Se qualche volta ti va di uscire, chiamami! -spiegò regalando un bacio sulla guancia al ragazzo e scappando dentro casa.

Naruto rimase davanti all'abitazione per qualche minuto, completamente paralizzato dall'incredulità... Poi, elaborato ciò che gli era appena capitato, urlò con tutto il fiato che aveva in gola correndo verso casa, e notando solo allora che casa sua era dalla parte opposta della città.

FINE FLASHBACK

 

Sorrise felice per quell'incontro che era riuscito a cambiargli la vita, a raggiungere per la prima volta la meta prefissata. Era compiaciuto di sè stesso e se i suoi genitori fossero stati ancora in vita sarebbero stati fieri di loro... Altro sospiro...

Quasi d'istinto si toccò le cicatrici sulle guance... Eppure perché sentiva una piccola parte del suo cuore triste ed a disagio con Sasame?

Confuso si distese sul letto cercando poi svogliatamente nella valigia il pigiama… E fu lì che si bloccò, trovandosi fra le mani un oggetto che gli fece spalancare gli occhi: il fazzoletto che Hinata aveva perso quel pomeriggio… Non ricordava di avercelo messo...

Tocco con le dita la stoffa pulita e delicata, sorridendo appena… Non riusciva a capire come, dopo tutti quegli anni trascorsi, la corvina conservasse ancora quel fazzoletto, doveva tenerci davvero molto…

Sospirò ancora sconsolato…

- La vuoi finire di sospirare? -grugnì Sasuke scostando le coperte.

- Che c’è, hai il sonno leggero? -domandò Naruto sarcastico.

- No sei tu che fai un casino dell’ottanta! -si rigirò varie volte nel letto ritornando poi a pancia in su- E ora chi si riaddormenta più?!

Si alzò sbuffando e uscendo.

- E ora dove vai? -domandò Naruto.

- A fare un giro per riprendere sonno! -disse chiudendo la porta.

 

Il cellulare vibrò sul mobile svegliando Gaara che, sbadigliando, diede un’occhiata al display per vedere chi rompeva a quell’ora.

Vedendo quel nome, si svegliò del tutto uscendo di stanza e salì le scale velocemente per la mansarda. Notando che non c’era nessuno rispose alla chiamata.

- Pronto?

- Ehilà Gaara… Come va la vacanza eh? Ti stai divertendo? -domandò un ragazzo in evidente tono sarcastico e strafottente.

- Prima che chiamassi te si, Kisame… -sogghignò appoggiandosi alla parete.

- Fai poco lo spiritoso… Ricordati che manca poco allo scadere della scommessa… Deidara non ne può più di stare ai tuoi comodi... E tu potresti anche rimetterci molto, lo sai?

Il rosso roteò gli occhi, come se quel discorso gli fosse stato fatto almeno un centinaio di volte.

- Si lo so… Che poi ancora non ho capito perché gli interessa tanto fargliela pagar…

- Tu stai zitto ed esegui le istruzioni, capito? -urlò Deidara seduto accanto a Kisame, facendosi sentire dal rosso.

- Sentito che ha detto il capo? -chiese Kisame.

- Siiii... Vi porterò la foto come promesso... Vedrete che alla fine della vacanza sarà talmente cotta che... -si fermò d'improvviso, guardandosi attorno- Ma non chiamarmi più chiaro?

- Si... E poi sarai ricompensato come promesso...

La chiamata si concluse con uno sbuffo del rosso che s'infilò il cellulare nella tasca scendendo nuovamente, non prima di essersi guardato ancora intorno per vedere che non ci fosse nessuno.

Da dentro l'armadio situato all'angolo della mansarda uscì fuori Sasuke.

Tremava, tremava di rabbia e di disprezzo, senza capacitarsi di come fosse riuscito a rimanere lì impassibile di fronte a ciò che udiva. Sapeva che il rossino nascondeva qualcosa, lo aveva sempre sospettato in verità, ma non pensava che facesse parte di un complotto contro Sakura, perchè era sicuro che si stesse rivolgendo alla sua migliore amica...

E poi... Che poteva aver fatto di così grave Sakura ? Magari aveva picchiato la ragazza di qualche bulletto... Naaa, oramai quelle storie erano morte e sepolte...

E che cosa le avrebbe fatto? Accidenti si era stoppato proprio nel punto cruciale!

Tirò un pugno all'anta dell'armadio ferendosi con delle schegge...

Scavò nei ricordi alla ricerche di risposte plausibili, ma proprio non trovava nulla, mentre l’istinto gridava come un forsennato di prendere Gaara e spaccargli la faccia a suon di pugni...

Si guardò la mano sanguinate "me la pagherà anche di questo!".

 

- Ehi Kiba? -la voce di Hinata svegliò il castano che si guardò intorno confuso.

- Dove sono? -domandò perplesso- Che ore sono?

Hinata sorrise vedendo la buffa faccia assonnata del ragazzo- Siamo in salotto e ci siamo addormentati... -diede un'occhiata all'orologio- E' quasi mezzanotte... Vogliamo andare a dormire?

Si alzò seguita da Kiba che la prese per mano salendo le scale. Arrivati davanti alla camera della corvina si fermarono arrossendo entrambi.

- Bhè... Kiba... Buonanotte... -salutò aprendo la porta.

- Si, buonanotte... -fece per andare nella propria stanza ma si bloccò- Ehm... Hinata? -la chiamò facendola voltare.

Senza dire una parola ritornò accanto alla ragazza e avvicinò le sue labbra a quelle di lei in un bacio dolce e semplice. Hinata rimase lì per lì ad occhi aperti, incredula e sorpresa.

Si divisero arrossati ed imbarazzati, senza batter ciglio e staccarsi gli occhi l'uno dall'altra.

- Si... bhè... -distolse leggermente lo sguardo da quegli occhi biancastri, poi però, come preso da improvviso coraggio, la riguardò senza però far smettere il batticuore.

- Io Hinata... Volevo che tu sapessi quello che provo per te... Tu mi piaci molto, anche se è poco che ci conosciamo... -le prese entrambe le mani- Hinata vorrei che tu diventassi la mia ragazza!

Scese in cucina improvvisamente assetato, notando poi la luce accesa e qualcuno all'interno che parlava. Tese curioso l'orecchio anche se per quella sera di telefonate ne aveva fin sopra ai capelli.

- Sono partiti? -chiese la voce con una vena di incredulità.

Il moro spalancò gli occhi: era Ino.

- E non ti hanno lasciato nulla per me? Neanche un messaggio? -domandò con voce supplicante.

- No signorina Ino... Hanno fatto velocemente le valige dicendo che avrebbero passato le vacanze all'estero... -spiegò Asuma spegnendo la sigaretta sul portacenere.

- Quindi non verranno qua a Natale come avevano promesso... -dedusse giocando con una ciocca di capelli.

- No, mi spiace signorina...

- Non fa niente... -disse sorridendo falsamente- Tanto me lo dovevo aspettare... Arrivederci.

Riattaccò il telefono poggiando la testa sul bordo della mensola posta davanti a lei e sospirò, cercando di ricacciare inutilmente le lacrime. Diede con la fronte dei leggeri colpetti al ripiano.

- Come sempre del resto... -sussurrò esasperata e presa dai singhiozzi.

Oramai quella scena era una routine di tutti gli anni: i genitori di Ino, famosi manager di ricche star giapponesi, giravano continuamente il mondo in corrispondenza delle tournèe e a casa c'erano pochissime volte. Prima che Ino partisse per passare quelle vacanze, la madre le aveva promesso di farle visita per Natale col padre, dicendo -come ogni volta- di non aver nessun impegno e che non sarebbero mancati per nessuna ragione al mondo.

E lei ci contava veramente di quella visita...

Una lacrima le solcò la guancia chiara finendo a terra, seguita da molte altre.

- Ino? -sussurrò Sasuke appoggiato allo stipite della porta.

La bionda sobbalzò impaurita e con gesti bruschi si asciugò gli occhi, voltandosi verso di lui con un falso sorriso.

- Ehi Sas'kuccio... Come mai qui? -domandò trafficando nervosamente in frigo, sperando che non avesse sentito la telefonata.

- Tutto a posto? -chiese alzando un sopracciglio scuro.

- Ma certo... Sei qui con me, non potrebbe andare meglio!

Il moro si staccò dalla porta bloccandole un polso e guardandola negli occhi.

- Sicura?

Ino lo fissò quasi spaventata, con gli occhi azzurri tremanti e gonfi di lacrime forse troppo spesso represse. Vedendo che il ragazzo non mollava la presa, abbassò lo sguardo lasciando che quelle goccioline salate la bagnassero. Tremò incerta se scansarsi a salire in camera sua o rimanere lì.

Sasuke la fissò sorpreso e, mosso da un istinto improvviso, l'abbracciò accarezzandole i capelli.

- Mi dispiace Ino... -le sussurrò mentre lei continuava a piangere e a singhiozzare- Piangi pure...

- Ar-arigato Sas'ke! -balbettò ricambiando il gesto.

 

Hinata richiuse lentamente la porta alle sue spalle, notando Sakura addormentata sul letto.

Si spogliò indossando la propria vestaglia celeste.

- Ehi Hinata? -la chiamò Sakura facendola spaventare.

- S-Sakura...

- Che gli hai risposto? -chiese curiosa accendendo la bajour sul comodino e mostrando alla luce la faccia sorpresa e arrossata della corvina. La rosa la guardò con un sorrisetto della specie "io so tutto cara!" e si scostò le coperte andando ad abbracciare l'amica.

- Allora??? Che gli hai detto al povero Kiba???? Eh?????? -domandò scuotendola.

- Io... Io... gli ho detto di si...

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Capitolo 19
*** Misteri & rivelazioni (prima parte) ***


La porta che dava sulla terrazza si aprì mostrando un’assonna Sakura infagottata nel piumone rosa…

- Brrr che freddo… -disse stringendosi ancor di più all’indumento.

Il sole splendeva già da alcune ore mostrando alla ragazza il magnifico paesaggio che si stagliava davanti ai suoi occhi…

- Ehi Sakura io ho finito in bagno… -la chiamò Hinata- Vado a fare colazione!

- Arrivo! -le rispose rientrando.

In quel preciso istante dall’altra porta uscì Sasuke che scorgendola, le venne dietro per parlarle della telefonata del rosso. Ci aveva pensato tutta la sera e aveva deciso di dire tutto all’amica, anziché dare retta all’istinto che gli urlava di uccidere Gaara.

- Ehm Sakura devo parlarti! -disse entrando nella stanza.

- AAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!!!!!!!!!!!!

Il moro sobbalzò di fronte all’urlo.

- Ma che cas… -si stoppò notando che Sakura era davanti a lui in biancheria intima e cercava di coprirsi con molta difficoltà col giubbotto.

Restò fermò impalato a fissare la ragazza rossa in volto, spostando poi lo sguardo sul corpo non proprio invitante per un ragazzo visto la mancanza di curve, dal quale però non riusciva a staccare gli occhi.

- BAKA!!!!!!!!!!!!!!!!! -gridò la rosa entrando in bagno, mentre Sasuke, ripresosi, rientrava in camera sua.

 

- C-ciao Kiba… -sussurrò imbarazzata Hinata vedendo il ragazzo uscire dalla propria stanza.

Kiba, notando la corvina, sorrise avvicinandosi a lei e baciandola dolcemente.

- Ciao Hinata… -le bisbigliò prendendola per mano e facendole aumentare spaventosamente il rossore.

Passo dopo passo sentiva il cuore aumentare di velocità e il respiro farsi più corto… Scesero le scale in silenzio arrivando in cucina dove Sasame e Naruto facevano colazione.

- Buongiorno! -li salutò Sasame con la mano vedendoli arrivare.

Naruto, seduto di spalle, si voltò per salutarli ma le parole gli morirono in gola quando i suoi occhi si soffermarono sulle mani unite dei due ragazzi.

Si rivoltò bruscamente mugugnando un buongiorno e addentando una fetta di pane tostato.

 

Ino si soffermò davanti alla porta della stanza di Sasuke, incerta se bussare o no…

Come si sarebbe comportata poi? E lui? Non voleva essere compatita, no non l'avrebbe sopportato...

Indietreggiò decisa a starsene zitta quando la porta si aprì mostrando la figura impassibile di Sasuke che, appena vide la bionda, sobbalzò leggermente sorpreso.

- Buongiorno Ino... -disse vedendo l'imbarazzo della ragazza.

- Buongiorno anche a te, Sas'kuccio. -rispose con una strana e insolita timidezza- Io... Volevo ringraz...

Si zittì da una carezza dell'Uchiha che la guardò con uno sguardo che non aveva mai visto, dolce in un qual modo.

- Non ti preoccupare Ino, se hai bisogno dimmelo ok?

La ragazza lo guardò sorpresa di tale gesto e, mordendosi il labbro inferiore, lo abbracciò trattenendo le lacrime però.

- Arigato...

In quel mentre anche Sakura uscì di stanza paralizzandosi di fronte alla scena che le si presentava. Strinse i pugni guardando Sasuke e Ino e, ignorandoli, scese le scale.

- Ehi Sakura! -Gaara la salutò vedendola scendere.

Sasuke aprì gli occhi sentendo quella voce e si staccò immediatamente da Ino

- Scusa Ino… -disse lasciandola lì e dirigendosi verso Sakura.

- Sakura… -la chiamò.

Appena la vide però gli ritornò in mente la scena di poco prima e la rosa i biancheria intima: arrossì e abbassò lo sguardo velocemente. Vedendola però chiaccherare col rosso, si riprese e lanciò un’occhiata fredda e penetrante a quest'ultimo avvicinandosi.

- Sakura? -la richiamò.

- Si? -rispose scocciata, notando lo sguardo appena fatto all'altro.

- Devo parlarti!

- E chi ti dice che io voglia sentirti? -domandò acida alzandosi e prendendo per mano Gaara, dirigendosi verso la cucina.

Il moro seguì con lo sguardo i due e poi tirò un cazzotto al muro, facendo tremare gli oggetti appoggiati sulla mensola sopra di lui.

 

- Ma perché è sparito il sole! -piagnucolò Naruto appoggiando i gomiti alla ringhiera della terrazza in camera sua.

- Le ragazze ne approfittano per andare a fare spese… Tu che vuoi fare Naruto? -domandò Sasuke entrando in camera.

- Voglio andare a cercare un regalo per Sasame… -rispose guardando malinconico il paesaggio oscurato dalle nuvole.

- Hinata che regalerai a Kiba? -domandò Sakura dalla propria camera attirando l’attenzione del biondo che si avvicinò.

- Non so… Lui mi ha detto che non vuole nulla… -rispose tirando fuori dall’armadio un golf lilla.

- Tipica tattica… Dicono che non vogliono nulla per non sembrare scortesi… -spiegò la rosa- Andiamo è il tuo ragazzo! E per di più il primo Natale che passate assieme… Che romantici! -urlò euforica sbucando dal bagno e accorgendosi della figura di Naruto nascosta…

- Ehm Hinata? Devo aver dimenticato il cellulare in salotto… Non è che andresti a prenderlo? -chiese ricevendo poi un si dall’amica che uscì.

Sakura si avvicinò alla terrazza…

- Allora 007 vieni fuori… -disse ironica incrociando le braccia- Non sei mai stato bravo a nasconderti, a quanto ricordo... -continuò alludendo alla volta in cui l'aveva sorpreso spiare Sasame dietro un albero.

Naruto uscì qualche secondo dopo appoggiandosi allo stipite della porta.

- E così… Hinata e Kiba stanno insieme…

- Che fai origli?

- Stanno insieme? -domandò

Sakura sbuffò- Si stanno insieme, Testa Quadra… E tutto per colpa tua genio che non sei altro…

- Come per colpa mia? -chiese.

In quel momento la porta si aprì- Sakura il cellulare non c’è…

Hinata si fermò vedendo Naruto che la guardava abbassando poi lo sguardo. Arrossì istintivamente.

- Ciao Naruto…

Sakura sorrise- Naruto è qui perché lo aveva trovato in cucina… Vero Testa Quadra?

Il biondo sobbalzò- Ehm… S-si… -balbettò uscendo e andando in camera sua.

Arrivato si lasciò cadere a peso morto sul letto affondando la testa nel morbido cuscino…

- Qualche problema? -domandò Sasuke con lo spazzolino in bocca, vedendolo riapparire turbato.

- Non lo so… Sakura mi ha detto una cosa… -disse ancora nascosto dal cuscino.

- E cioè?

- Che Hinata e Kiba stanno insieme per causa mia… -spiegò con tono colpevole.

- Eh in effetti ha ragione… Tu c’entri sempre in ogni situazione, in un modo o nell’altro… -concluse uscendo dalla camera.

- Ma che vuol dire?????

 

Sasuke e il resto del gruppo uscì dallo chalet respirando a pieni polmoni l’aria frizzante e fredda di quel giorno. Si sentì afferrare al braccio e voltandosi scorse la figura di Ino.

- Sas’kuccio? Ti va di passeggiare con me? -domandò sorridendo.

Rimase sorpreso e sollevato, in un certo senso, nel rivedere la solita Ino.

- Ok… -si voltò verso il resto del gruppo- Ehi ragazzi! Io ed Ino andiamo a farci un giro…

Si allontanarono sotto lo sguardo sorpreso di Sakura. Storse il naso sistemandosi il cappellino rosa in testa ed entrando dentro la limousine nera…

- Ehi Sakura tutto ok? -domandò Hinata vedendola mogia e sedendosi accanto a lei…

- Si... -rispose falsamente.

L'amica la guardò meglio- Sei sicura?

- Bhè… Pensavo che io e Sasuke saremmo andati a fare un giro per i negozi…

- Ma non eri arrabbiata con lui? -chiese perplessa.

- No… cioè… si però…

- Sakura sarà bene che tu faccia un po’ di chiarezza… -si avvicinò al suo orecchio- Sicura che non ti piaccia Sasuke?

La rosa spalancò gli occhi.

- Ma che dici? Sas’ke è il mio migliore amico… Non voglio solo che si affezioni tanto a quell’oca… -spiegò muovendo le mani con agitazione.

La corvina alzò le spalle- Sarà ma a me sembra il contrario…

Sakura rise nervosamente, poi si fece triste tutt’a un tratto…

- Io… Non lo so Hinata… Cerco di convincere me stessa però… Ho una grande confusione in testa e basta… Mi da fastidio quando fa quelle scene assurde appena mi vede con Gaara e lo odio pure quando sta assieme a Ino…

- Io questa la chiamerei gelosia... -affermò risoluta.

- Ti ripeto per l'ennesima volta che io non sono gelosa! -rispose secca incrociando le braccia e voltandosi a contemplare il paesaggio da dietro il finestrino.

 

Hinata sbuffò sedendosi su una panchina dell'enorme centro commerciale. Sasame le si affiancò...

- Anche tu sei stata scaricata per un videogioco? -chiese guardandola.

Hinata ricambiò lo sguardo e struffiò ancora, appoggiando i gomiti sulle gambe e la testa sulle mani.

- Già... Kiba è entrato in quella sala giochi e ho l'impressione che non si staccherà molto presto... -guardò malinconicamente le vetrine dei negozi addobbate con festoni e strisce colorate.

Dire che aveva pensato di andare con Kiba a cercare un regalo per lui, e adesso si ritrovava lì accanto a Sasame, l'ultima persona che avrebbe voluto vedere...

La guardò con la coda dell'occhio, scrutandola e cercando di capire come avesse fatto a far cadere Naruto ai suoi piedi; non sembrava aver nulla di speciale in fondo, eppure era riuscita a stregarlo a tal maniera da non riuscire a vedere altra ragazza all'infuori di lei...

- Che vogliamo fare noi? -domandò l'altra risvegliando la corvina dai suoi pensieri...

- Io devo cercare un regalo a Kiba... -rispose distaccata, nonostante tutto non riusciva a sopportarla.

- Sai siete davvero carini insieme... -confessò Sasame- Sembrate fatti l'uno per l'altra...

Hinata la fissò: dove voleva arrivare con questi discorsi?

- Anche tu e... Naruto... -quanta fatica nel pronunciare quella frase, ogni parola una fitta al cuore...

Sasame arrossì iniziando a picchiettarsi gli indici- D-davvero? G-grazie... -la guardò sorridendo- Perchè non andiamo a cercare un regalo per Naruto e Kiba?

L'altra spalancò gli occhi: lei e Sasame a fare spese? Proprio lei, che le aveva rubato il ragazzo che amava?

Volse gli occhi verso la porta della Sala Giochi sperando che da lì uscisse Kiba, ma così non avvenne e Hinata si vide costretta ad accettare l'invito.

 

Sasuke e Ino oramai erano seduti da 10 minuti ad un tavolo nella baita a fondo pista. Era circondati da un silenzio quasi sacro, che nessuno dei due osava interrompere, e sembrava che quel silenzio fosse sufficiente più di mille parole...

La bionda sorseggiò ancora una volta la sua cioccolata, lanciando fugaci occhiate al ragazzo che le sedeva davanti, trovandolo sempre ad occhi chiusi e braccia incrociate... Si sentì in colpa per averlo costretto a venire con lei, in più la faccia di lui in quel momento dava credito a ciò...

Aprì la bocca come per parlare, ma la richiuse non trovando il modo di iniziare il discorso...

Da quando, la sera prima, Sasuke l'aveva vista in quello stato, così vulnerabile e fragile, aveva timidezza, quasi timore di parlargli... Aveva paura che lui la compatisse e provasse pena per la sua situazione, ma lei questo non lo accettava, non voleva apparire agli occhi della persona che le piaceva come un piccolo cucciolo indifeso...

Era cresciuta in una famiglia austera e dignitosa, dove si mostrava sempre il lato più duro del proprio carattere... Convinta fino a quel momento che le lacrime e i pianti fossero cose per le persone codarde e deboli, e ora invece? Perchè mai, dopo quel pianto, si sentiva così libera? Perchè quel senso di leggerezza l'aveva pervasa quando quelle gocce così insignificanti l'avevano sfiorata? E perchè mai anche in quel momento aveva voglia di piangere?

Guardò ancora Sasuke che aveva preso a bere la sua cioccolata, lasciando poi come impronta due baffi marroni sopra le labbra... Ino se ne accorse e iniziò a ridere, dapprima coprendosi con la mano, poi scoppiando in una fragorosa risata notando che il moro aveva ripreso la sua posizione seria con quei due segni ancora ben visibili...

Sasuke, dal canto suo, sentendo ridere così l'altra, aprì un occhio alzando un sopracciglio.

- Che hai da ridere? -domandò scocciato.

- Ahahahahah... Hai due splendidi baffi, sul serio... -rispose fra le risate.

Il ragazzo aprì anche l'altro occhio guardando perplesso la giovane e poi, d'istinto, si toccò il labbro notando finalmente i segni... Arrossì borbottando qualcosa e pulendosi con un fazzolettino...

Dopo tale scena, il silenzio ripiombò fra i due, ancora più pressante...

- Senti Sas'kuccio... -inziò stanca di quella "tiritera"- Sicuro che non ti scoccia startene qui con me?

L'altro non si scompose- E perchè dovrebbe?

- Bhè non sei riuscito a spiccicare parola da quando siamo arrivati...

- Neanche tu se per questo...

Ino fece per ribattere ma si zittì... Ci mancava solo un battibecco a completare l'opera...

- Ehi ma tu sei... Ino!

 

- Allora dove vogliamo andare? -domandò Gaara notando Sakura che incantata osservava a bocca aperta le vetrine che la circondavano.

Diede uno sguardo al display del cellulare... Una settimana... Sette giorni per far innamorare Sakura di Gaara...

"Te la sei presa comoda, Gaara..." pensò sorridendo "Ora sei nei casini!"

Scosse il capo per cancellare quel pensiero... E' vero oramai mancava poco allo scadere del tempo, ma questa volta era veramente difficile la missione affidatagli. Sakura non era come le solite ragazze con cui aveva a che fare, non una che ti cade ai piedi dopo mezza giornata... Era un osso duro, doveva ammetterlo, e questo gli piaceva. Lo affascinava a tal punto di aver preso la scommessa come una qualcosa di personale, come se far innamorare l'Haruno non fosse stato deciso per scommessa. Una sfida, e lui adorava le sfide...

Ma sentiva che oramai mancava poco, non avrebbe resistito molto...

- Dai Gaara andiamo di qua! -lo tirò per il giubbotto dentro un ennesimo negozio.

Sbuffò scocciato ma dentro di lui era contento di essere sballottato a destra e sinistra dalla giovane... E sentiva anche una piccola parte di lui star male quando, guardandola negli occhi, ripensava a quella maledetta scommessa.

Si domandava, ormai sempre più spesso, che cosa una così brava ragazza, gentile, simpatica, avesse mai fatto a Deidara per essere presa di mira... Lui non aveva chiesto nulla, aveva accettato il compito come oramai era abituato a fare, senza chiedere o avere spiegazioni. Eppure, man mano che la conosceva, non riusciva a spiegarsi cosa c'entrasse una così semplice ragazza con un delinquente come Deidara...

- Senti Sakura? -la chiamò fermando con quella semplice domanda l'entusiasmo della giovane, che si voltò preoccupata verso l'altro- Conosci Deidara?

La rosa lo guardò fisso negli occhi, poi si mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

- No, perchè?

Gaara batté le palpebre spiazzato da quella risposta secca e inaspettata.

- Niente... -troncò lì il discorso ricominciando a camminare.

 

Una voce fece voltare Ino. Si guardò intorno notando poi un ragazzo abbastanza robusto che la salutava muovendo la mano destra, mentre l’altra teneva un piatto stracolmo di cibo... La bionda si alzò sorpresa.

- Choji? CHOJI!!!! -urlò andandogli incontro e abbracciandolo.

- Ehilà Ino quanto tempo! -disse quasi soffocato dal caloroso gesto.

- Già... -sorrise guardandosi intorno- E Shikamaru?

- Sta arrivando... -spiegò indicando il bancone dal quale un giovane, con un'inusuale coda a ciuffo d'ananas, si allontanava borbottando.

- SHIKAAAA!!!! -urlò lei montandogli addosso mentre questo imprecava per lo spavento.

- Ino? Oh che seccatura... -sbuffò liberandosi e ricevendo uno scappellotto della ragazza.

- Gli anni sono passati ma la tua gentilezza è rimasta uguale...

- Ma sei da sola? -domandò Choji agguantando un tramezzino dal piatto.

La bionda si voltò verso Sasuke che era rimasto al tavolo- No sono con un mio amico... Ehi Sasuke!

L'Uchiha portò lo sguardo su di lei, sentendosi chiamare, e svogliatamente si alzò per raggiungerli.

- Lui è Sasuke... Sasuke loro sono Shikamaru e Choji, due miei amici... -li presentò giuliva.

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Capitolo 20
*** Misteri e rivelazioni (seconda parte) ***


Oramai Sasame e Hinata camminavano da una mezzora, senza però risultati soddisfacenti... Avevano ispezionato quasi tutto il Centro Commerciale ma di regali per Naruto e Kiba neanche l'ombra.

- Hinata perchè non andiamo in quel negozietto? Mi piace molto... -domandò Sasame speranzosa entrando dentro ad un negozio di articoli fatti a mano... La corvina la seguì con i piedi doloranti e appena oltrepassò la soglia un profumo d'incenso dolciastro le annebbiò la mente.

Il liscio parquet risuonava sotto i suoi passi, in una lenta e acuta melodia che, mischiata alle canzoni africane trasmesse, accompagnavano la giovane nella fatidica ricerca.

D'improvviso però, come attratta da una presenza misteriosa, si avvicinò ad uno scaffale pieno di pupazzetti e bambole.

Li guardò con fare disinvolto, quando i suoi occhi biancastri si soffermarono increduli di fronte ad una bambola che assomigliava in maniera spaventosa a... Naruto. La prese fra le mani delicatamente, come per paura di farle male, notando che sulle guance erano stati ricamati con del filo rosa scuro delle piccole linee simili alle cicatrici del ragazzo.

- Le piace? -chiese la commessa che la fissava da dietro al bancone.

Hinata sobbalzò, risvegliandosi improvvisamente dai suoi pensieri...

- Si molto... Somiglia ad un mio amico... -spiegò con tono malinconico.

La commessa, una vecchia signora dall'aria molto socievole e dolce, le si avvicinò.

- Sa cosa sono queste bambole, signorina? -domandò prendendone una.

- No...

- Sono Bambole del Destino... Si dice che colui che assomiglia alla bambola presa è in realtà l'anima gemella... -spiegò sorridendole- E' così che ho trovato mio marito...

Indicò una foto appoggiata al bancone che ritraeva la donna molto giovane, con in mano un piccolo pupazzetto delle stesse dimensioni di quello che stava tenendo in mano la Hyuga, assieme ad un uomo, assai somigliante alla bambola.

La giovane spalancò incredula gli occhi- Davvero? -riguardò il pupazzo arrossendo...

- Bhè io sono un po' grande per queste leggende... -ammise rimettendo a posto la bambola e avvicinandosi a Sasame, con la mente però ancora legata alle parole della commessa.

- Ehi Hinata tutto a posto? -chiese Sasame vedendo la ragazza assente.

La Hyuga si ridestò dal suo stato di trance e le sorrise.

- Si si… Pensavo che magari un maglione potrebbe piacergli a Kiba, se vuoi puoi regalarlo anche a Naruto... -disse sorridendole.

La ragazza annuì entusiasta uscendo dal negozio, seguita dalla corvina che, prima di uscire completamente, diede un'ultima occhiata alla bambola che sembrava fissarla con quel sorriso appena accennato ricamato nel viso.

Appena entrata nell'altro negozio, girovagò fra gli scaffali guardando dappertutto ma senza risultato…

Sospirò spazientita, pregando che quel pomeriggio passasse il più in fretta possibile: non ce la faceva a stare accanto a Sasame, e anche se le sorrideva e cercava di risponderle gentilmente, solo a guardarla le saliva il nervoso e la rabbia.

Fece un ultimo giro oramai rassegnata, quando un maglione arancione ripiegato con cura colse la sua attenzione. Si avvicinò affascinata protendendo avanti le mani per prenderlo, quando qualcuno, più veloce di lei, lo prese. Hinata guardò la persona irata, accorgendosi che si trattava di Sasame…

Sbuffò oramai al limite della pazienza, mentre l’altra sorrideva.

- Wow Hinata abbiamo gli stessi gusti a quanto vedo… Questo sarebbe perfetto su Naruto! -disse eccitata rigirandosi l’indumento fra le mani- Ed è pure della taglia giusta!

- Già… Guarda che fortuna…

- Perché non lo prendi anche tu per Kib… -si zittì notando che non ce ne erano rimasti altri- Oh Hinata scusa… Prego prendilo tu, sei stata al prima a vederlo…

- No no non ti preoccupare… Quel maglione sta sicuramente meglio a Naruto… Io cercherò qualcos’altro… -cercò di dire con tutta la gentilezza possibile, sentendo i gridolini di gioia dell’altra.

Girovagò ancora un po’ e alla fine, oramai esausta, optò per un maglione blu scuro… Guardò l’orologio notando che tra un quarto d’ora si sarebbero dovuti rincontrare davanti all’entrata col resto del gruppo.

Decise così, assieme all’altra, di pagare la propria merce ed uscirono dal negozio. Nel tornare indietro ripassarono davanti al negozio dove aveva visto quella bambola “Naruto” e Hinata lo fissò fino a che non girarono l’angolo per le scale mobili…

Nella testa continuava a pulsarle l’immagine di quel pupazzo e le parole della donna, mentre un’irrefrenabile forza la spingeva a tornare indietro…

Si morse il labbro stringendo la busta col regalo per Kiba e, senza farsi vedere da Sasame, ci ripose la borsa.

- Ehm Sasame? -la chiamò fermandosi- Mi sa che ho dimenticato la borsa in quel negozio d’abbigliamento… Tu vai avanti io intanto vado a recuperarla…

Senza aspettare una risposta girò l’angolo ritornando sui suoi passi di corsa e fiondandosi dentro il negozio appena sorpassato. Si guardò attorno col cuore che batteva all’impazzata e poi lo vide, il pupazzetto riposto con cura sul tavolino…

Lo prese toccando con gentilezza la morbida stoffa ricamata e, senza staccargli gli occhi di dosso, si avvicinò al bancone.

- Prendo questo… -disse sorridendo mostrando alla commessa la bambola, mentre questa sorrideva.

 

- WOW CHE CARINO!!!!! -urlò eccitata Sakura notando in una vetrina della moltitudine di negozi una maglietta celeste con raffigurata un'ape gialla che ronzava tra i fiori...

Gaara sbuffò entrando nell'ennesimo negozio del pomeriggio.

La rosa si voltò verso di lui, sorridente- Ho trovato il regalo per Hinata! -gli disse prendendo la maglietta appena vista ripiegata in uno scaffale con velocità record e fiondandosi alla cassa- Questa!

Il rosso fissò il tutto con strabiliante sorpresa e dopo pochi secondi Sakura era nuovamente fuori ad osservare, col suo occhio vigile, le vetrine e gli oggetti esposti.

- Chi ti manca? -domandò vedendo la difficoltà della giovane e sapendo già la soluzione: naturalmente la ragazza stava cercando un regalo di Natale per lui... Per questo era in difficoltà: perchè lui era presente...

Sorrise fiero di sè stesso, avvicinandosi alla ragazza e cingendole le spalle con il suo braccio.

- Se devi cercare il regalo per me vado a farmi un giro... -disse mantenendo il sorrisetto soddisfatto.

Sakura si voltò verso di lui- Difatti il regalo che sto cercando non è per te... -Gaara si trasformò in una statua in perfetto stile manga- E' per Sas'ke...

Riprese a camminare lasciando lì il giovane incredulo... Si voltò sorridendo- Il tuo l'ho già preso! -disse scoppiando in una risata.

Gaara mise il broncio, capendo di essere stato miseramente scoperto e preso in giro... Ma vedendo le risate della giovane, ogni astio sparì improvvisamente, lasciando spazio solo al del piccolo senso di colpa e ancora mille interrogativi... Se Sakura non conosceva Deidara, come poteva avergli fatto qualche cosa per provocare la sua ira? Deidara non era tipo che se le prendeva per le piccole cose, ci doveva essere un motivo ben valido se odiava tanto la rosa... Ma quale???

- TROVATOOO!!! -gridò euforica puntando con l'indice un cappellino di lana nero ed entrando a tutta velocità.

"Chissà che regalo mi ha fatto Sakura..." pensò aspettando la ragazza fuori dal negozio, dal quale uscì con un sorriso trionfante mostrando due dita in segno di vittoria.

 

- Caspita Ino era un pezzo che non ti si rivedeva! -disse Choji agguantando l'ennesimo panino nel suo piatto mai vuoto.

- Già... L'anno scorso non sono potuta venire... -mise il broncio incrociando le braccia- Però anche voi potevate chiamarmi! Soprattutto tu Shika!

Il ragazzo posò la sua sigaretta nel posacenere guardandola fissa negli occhi- E perchè mai?

Ino gonfiò le guance offesa- Perchè sei il mio migliore amico!

Shikamaru alzò un sopracciglio- E da quando scusa?

- Grrr antipatico! -urlò mostrando il pugno irata.

Sasuke guardava la scena da perfetto estraneo, notanto però come il carattere e l'atteggiamento della bionda in presenza dei due amici fosse completamente mutato: era più spiritosa, sincera, quasi infantile... Le ricordava molto Sakura a dir la verità... E forse era per questo che quella nuova Ino le piaceva e le interessava molto di più di prima, quando la considerava solo una ragazzina viziata.

- E dimmi un po' Ino -si intromise Choji indicando il moro- chi sarebbe lui?

La Yamanaka sorrise stringendosi al braccio dell'Uchiha- Il mio ragazzo!

Shikamaru, che stava bevendo il suo caffé, rischiò di strozzare nel sentire tale risposta.

- I-il tuo ragazzo? -chiese incredulo squadrando Sasuke.

- Già...

"Ciuffo d'ananas" sbuffò estraendo dal suo pacchetto un'altra sigaretta- Auguri allora... Io vado un attimo fuori, non ce la faccio a fumare con tutta questa gente... -disse avviandosi verso l'uscita.

Anche Sasuke si alzò- Vado anche io a fumarmi una sigaretta... Torno subito...

Shikamaru sbuffò ancora espirando del fumo... "Il suo ragazzo..." sorrise scuotendo la testa.

- Vedo che ti piacciono le mie stesse sigarette... -constatò Sasuke accendendosi la propria...

- Così sembra...

- E anche le stesse ragazze... -continuò indifferente.

- Già... -spalancò gli occhi- Cioè no... Che ne sai tu!

- So solo che ti piace Ino, e non mentire perchè l'unica che ancora non l'ha capita è solo lei... -disse appoggiandosi alla parete di legno.

- Tzè... Ma lei è occupata, o mi sbaglio? -chiese guardandolo con la coda dell'occhio.

- Sbagli... Perchè lei non sta con nessuno...

- Bhè prima ha detto il contrario.

- A me lei non piace...

Finita di dire quella parola l'Uchiha si sentì spiaccicare contro il muro mentre gli occhi di Nara, improvvisamente davanti a lui, lo guardarono fulminandolo.

- Che fai, la vuoi prendere in giro ed illuderla per i tuoi porci comodi? -sibilò schiacciandolo ancor di più.

Sasuke gemette mordendosi il labbro inferiore- Guarda che è lei che si è messa strane idee in testa... Io sono innamorato di un'altra... -disse scostandosi con sguardo malinconico.

- E perchè lei ne è così convinta? -continuò battendo un pugno alla staccionata del balconcino.

- Perchè non glielo chiedi? E perchè poi non ti dichiari se la ami tanto? -domandò gettando a terra la sigaretta che si spense fra la neve.

- Tzè... Io sono solo il suo migliore amico... -ammise amareggiato.

Sasuke lo guardò, ritrovando nel suo sguardo lo stesso che aveva lui quando vide Sakura e Gaara al parco. E provò pena per lui, compassione per colui che era nella sua stessa situazione e che non sapeva come uscirne.

Gli posò una mano sulla spalla- Io ci proverei... Non finire come me. -concluse rientrando dentro senza lasciare il tempo di spiegarsi.

- Ehi Ino -la chiamò il moro avvicinandosi- Perchè non invitiamo anche Choji e Shikamaru domani a cena eh? Dopotutto è la vigilia…

Ino lo guardò dapprima sorpresa, poi gli sorrise annuendo- Certamente, più siamo meglio è!

- Mi spiace Ino ma io non ci sarò... -si scusò Choji- Ho la cena coi parenti e sai come sono i miei genitori, vogliono che io partecipi...

- Ah... -disse tristemente voltandosi poi verso Nara che stava rientrando- E tu Shikamaru vuoi venire a cena da noi domani sera?

Il ragazzo guardò sorpreso l'amica e poi l'Uchiha che annuiva con la testa.

- Che seccatura... Si verrò Ino! -rispose prima di essere abbracciato/stritolato dalla bionda.

 

Oramai erano le 23 passate e tutto il gruppo riunito sedeva comodamente davanti alla televisione.

Sakura lanciò un'occhiata a Sasuke che guardava annoiato il programma trasmesso, sbadigliando di tanto in tanto. Non ce la faceva più, quel nome continuava a girarle vorticosamente in testa come impazzito, senza lasciare spazio ad altro…

Doveva parlare con Sasuke, l’unico che sapeva…

- Io vado a dormire... -disse alzandosi, dando un bacio a Gaara e schioccando un'ultima occhiata supplicante al moro che, vedendola, annuì capendo.

- Devo andare in bagno.

Sasuke salì le scale poco dopo Sakura che lo aspettava davanti a camera sua- Entra un attimo...

Il moro annuì entrando nella stanza, mentre Sakura richiudeva la porta dietro di lei.

Avanzò lentamente al letto, sedendocisi sopra, quasi sopraffatta da una strana stanchezza.

Accarezzò piano le coperte, stringendo poi la stoffa fra le mani, presa da un’improvvisa rabbia.

Sasuke la guardava, in piedi davanti a lei, in una silenziosa contemplazione… I raggi della luna, imponente ma così piccola davanti ai loro occhi, delineava chiaroscuri biancastri, rendendola simile ad una visione angelica…

La vide perdersi nei suoi pensieri, scivolare in qualcosa che la stava pian piano trascinando nella propria morsa letale. In quell’istante Sasuke ebbe la paura di perderla e si mosse per avvicinarsi, se non fosse stato per le parole pronunciate dall’amica che lo fermarono.

- Deidara... -sussurrò mentre una nota di paura si impossessava di lei, ingrandendosi secondo dopo secondo.

Sasuke spalancò le iridi scure sedendosi come un fulmine accanto alla rosa che guardava a terra, come se potesse sparirle da sotto gli occhi. E il suono di quel nome risuonava impetuoso nella sua testa, riportando a galla vecchi e spaventosi ricordi di una giovinezza non troppo lontana, pensieri che credeva affondati nel mare della memoria e che ora riaffioravano in superficie come pericolosi scogli.

- Deidara... Quel Deidara? Che ti ha fatto? L'hai visto? -domandò scrollandole le spalle.

- G-Gaara... Mi ha chiesto se lo conoscevo... -disse lasciandosi scappare un sussulto.

L'Uchiha ripensò immediatamente alla telefonata alla quale aveva assistito la sera precedente, ma decise ancora di non parlargliene per non spaventarla ulteriormente.

- E tu che gli hai risposto? -chiese calmandosi appena.

- Gli ho mentito... Ho detto che non lo conoscevo... -si aggrappò alla felpa del ragazzo- Sas'ke io ho paura...

L'altro la fissò, vedendola come un cucciolo indifeso ed infreddolito, bisognoso di calore e riparo. Ed istintivamente l'abbracciò stretta a sè, sentendola singhiozzare e piangere.

- Sta tranquilla Sakura... Ci sono io con te! " E ci sarò sempre..."

Si accorse dopo pochi minuti che la ragazza si era addormentata con i residui delle lacrime che le scivolavano bagnandole le labbra.

Con delicatezza si lasciò scivolare giù, distendendosi nel letto e abbracciandola ancora più forte.

Si lasciò inebriare dal suo profumo e la fissò ancora un po’, memorizzò il suo respiro regolare e caldo, che gli solleticava la pelle distesa in un dolce sorriso.

E lì, in mezzo a quel paradiso montano, si addormentò assieme alla sua amata.

 

Hinata aprì piano la porta, convinta di trovare Sakura addormentata beatamente e spalancò al massimo gli occhi quando si accorse che l’amica non era da sola a dormire, bensì abbracciata a Sasuke.

Decise però di non svegliarli e si diresse col piumone sulle spalle in terrazza, dopo essersi cambiata, per ammirare appieno il paesaggio notturno che risplendeva sotto a quel cielo trapuntato di stelle con quella gemma nel mezzo chiamata Luna.

I suoi occhi si specchiarono in quella consigliera di molte persone, in quella bussola e guidatrice per coloro che avevano perso speranza e via. E per un secondo si sentì come questi, persa nel deserto della vita, priva di punti di riferimento stabili, tutto come dune di sabbia, che mutavano di fronte al vento del fato.

Si strinse ancora sedendosi sulla sedia a dondolo nell’angolo del balcone e socchiuse gli occhi, nell’attesa che Sasuke si svegliasse e se ne andasse… Sentì i muscoli rilassarsi e distendersi, il respiro diventare placido e lento, i sensi affievolirsi piano piano fino a scomparire.

- Hinata! -qualcuno la scosse bruscamente facendola sobbalzare- Ma sei impazzita?

La ragazza guardò verso la figura che le teneva saldamente la spalla e sbattè gli occhi per riconoscerla meglio.

- N-Naruto… -sospirò a fil di voce mentre il cuore che aveva smesso di battere velocemente per lo spavento, ricominciò la sua folle corsa nominandolo.

- Lo sai che non devi addormentarti con questo freddo! Vuoi morire assiderata? -chiese preoccupato.

- Io… -abbassò lo sguardo colpevole stingendosi alla coperta- Sasuke sta dormendo assieme a Sakura e stavo aspettando che si svegliasse…

Il biondo la guardò perplesso e dando un’occhiata all’interno della camera, notando effettivamente che l’amico e la rosa stavano dormendo. Riportò lo sguardo sulla corvina sorridendole e accarezzandole la testa.

- Scusami Hinata… Ma quando ti ho visto qui dormire mi è preso male… -sorrise aiutandola ad alzarsi- Se aspetti che Sasuke si svegli, bhè, allora resterai ancora al freddo per molte ore.

La prese per mano- Se non ti crea disagio puoi dormire nel suo letto…

- Ah ok… cioè… io… Non pensare che ne approffitti… cioè… ehm… che tu…

Naruto la guardò perplesso mentre l‘altra cercava inutilmente di articolare un discorso.

- Bhè… -abbassò gli occhi arrossendo- V-va bene…

Si sedette delicatamente sul letto, infilandosi subito dopo sotto le coperte, col cuore che sembrava volergli uscire dal petto da un momento all’altro, le orecchie -calde e rosse- che fischiavano come due locomotive nel pieno della loro corsa e le mani che nervosamente sudavano.

Non osò voltarsi verso l’Uzumaki fino a che le luci non si spensero e la stanza piombò nel buio totale: solo allora posò il suo sguardo sul ragazzo che dormiva dall’altra parte della camera, semi nascosto dalle tenebre della notte. Lo studiò a lungo, scrutando il suo petto che ritmicamente si alzava e abbassava e i leggeri sussurri che uscivano dalla sua bocca nel sonno, facendola ridere.

Si alzò e in punta di piedi gli si avvicinò, abbassandosi poi fino a trovarselo di fronte. Con un coraggio forse mai avuto, o mai tirato fuori, avvicinò le labbra baciandogli la guancia e, velocemente si intrufolò sotto le calde lenzuola.

Naruto aprì un occhio e sorrise, estraendo da sotto il cuscino il fazzoletto regalatole e guardandolo... Si carezzò la guancia appena sfiorata e richiuse gli occhi per dormire.

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Capitolo 21
*** Verità che fanno male... ***


Nell’aria, già dalle prime ora del giorno, si respirava l’atmosfera della Vigilia.

Per tutta la mattina Ino, Kiba, Sasame, Gaara e anche Naruto e Hinata -la quale ogni volta incrociava lo sguardo del biondo arrossiva- si erano dati all’allestimento dell’albero di Natale e delle altre decorazioni sparse per tutto lo chalet.

- Qualcuno dovrebbe andare a svegliare Sakura e Sasuke… -sbuffò Ino sistemando una ghirlanda fuori dalla porta d’ingresso- Naruto ma non hai svegliato Sasuke quando sei sceso giù? In fondo dormite nella stessa camera…

A tale affermazione quello e la corvina si guardarono consapevoli della verità della notte precedente- S-si ma non voleva svegliarsi… -mentì cercando di sviare il discorso.

- Vado a vedere se Sakura è sveglia. -propose la Hyuga poggiando a terra lo scatolone pieno di nastri e palline colorate.

 

Una leggera brezza costrinse Sakura a raggomitolarsi ancor di più, coperta dal piumone e da qualcos’altro che però non riusciva ad identificare: qualcosa che la stringeva lungo i fianchi mentre soffi d’aria calda le sfioravano ritmicamente il volto assonnato.

Infastidita -ma non troppo- aprì gli occhi ancora bloccati dal sonno alzando il capo, senza però capire che cosa fosse la cosa davanti a lei nascosta interamente dalla coperta.

A malincuore scostò il piumone da sé capendo che ciò che la teneva erano due braccia…

“Ah due braccia…… DUE BRACCIA?!” pensò allarmata cercando di far mente locale sui fatti accaduti la notte precedente, ma inutilmente visto l’intontimento generale.

Con coraggio spostò la coperta dalla figura davanti a lei meravigliandosi nel trovarsi di fronte il volto di Sasuke piacevolmente addormentato.

Ora ricordava tutto! Aveva portato Sasuke in camera per parlargli di Deidara ed aveva finito per scoppiare a piangere… Poi, ipotizzò stiracchiandosi mentre lo sguardo ricadeva sull’altro, doveva essersi addormentata assieme a lui.

Non seppe spiegarsi il perché, ma più continuava a guardarlo, più la voglia di baciarlo e far sue quelle labbra che già una volta aveva toccato aumentò.

Con la mano gli accarezzò i capelli scuri e ribelli, scendendo giù alla guancia, mentre un sorriso di distendeva sul suo volto pieno di gratitudine per quella persona che sapeva esserci nei momenti in cui lei si sentiva abbandonata e sola…

Era come se le leggesse nella mente: sapeva sempre quando aveva bisogno di lui e puntualmente era presente per darle tutto l’appoggio possibile…

- Oh Sas'ke...

Si avvicinò ancora un po', sentendo quella forza invisibile portarla a quelle labbra; socchiuse gli occhi mentre il cuore sembrava come impazzito... Ancora pochi centimetri e quel sentimento che oramai pulsava vivo dentro di lei sarebbe uscito. Ora era vicinissima, poteva sentire sulla propria bocca il suo respiro.

- Sakura posso entrare? -la voce di Hinata fermò l'Haruno che velocemente si allontanò con lo sguardo di una che è colta sul fatto mentre sta commettendo un reato.

- Hi-Hinata buongiorno... -balbettò arrossendo.

- Stai bene? -domandò vedendola in quello stato- Gli altri chiedono una mano per le decorazioni...

- Oh si, certo le decorazioni... Che stupida eheheh... -rise nervosamente mentre Sasuke, dietro di lei, si alzava sbadigliando.

- Che succede? -chiese spaesato.

- Preparatevi e venite giù... -disse brevemente la Hyuga richiudendo la porta.

Sakura tirò un sospiro di sollievo alzandosi dal letto e dando le spalle all'Uchiha.

- Ehm Sas'ke... Io... Io volevo ringraziarti per... Si, per ieri sera... -disse con un fil di voce sentendosi improvvisamente in imbarazzo.

Anche Sasuke si alzò dirigendosi verso il balcone, grattandosi una guancia anche lui -stranamente- imbarazzato.

- Ah non c'è di che... In fondo sono o no il tuo migliore amico?

Sakura si voltò verso di lui sorridendo e lo abbracciò da dietro dandogli un bacio sulla gota.

- Si Sas'ke, il migliore! -rispose spingendo poi fuori il moro con la scusa di doversi cambiare...

Appena fu da sola si buttò sul letto respirando a lungo: per fortuna non si era accorto di nulla...

Sasuke richiuse la porta alle sue spalle azzardando un sorriso di pura soddisfazione, che si trasformò presto in una smorfia.

" Se non fosse arrivata Hinata, maledizione!"

 

Hinata ammirò orgogliosa per l'ultima volta l'albero di Natale appena addobbato ed un sorriso le si dipinse sul volto. Sasame le si avvicinò contemplando meravigliata.

- Wow Hinata è veramente bello! -si complimentò estasiata provocando l'imbarazzo della corvina- Complimenti davvero.

- G-grazie... Ma anche le tue decorazioni sono molto carine...

Sasame sorrise timidamente strusciandosi le mani mentre Hinata la fissava stordita... Era già da un po' che ci faceva caso... Prima la timidezza estrema nei confronti di tutti, poi il picchiettarsi nervosamente gli indici, l'arrossire per ogni complimento e adesso lo strusciarsi le mani: quelli erano tutti comportamenti che pure lei era abituata a fare. Si sarebbe potuto dire che Sasame era una copia di Hinata, dal punto di vista emotivo...

Ciò non la sconvolse poco, mentre una domanda martellante le riempiva incessantemente la testa: se lei era uguale a Sasame, perchè Naruto non l'aveva scelta? Perchè aveva preferito Sasame?

Forse lei non era bella come l'altra... Sakura però diceva sempre che... "Ma certo... Sakura è mia amica, è normale che dica che io sia una bella ragazza..."

Si morse un labbro guardando con la coda dell'occhio la ragazza che aveva preso a girare intorno all'albero ammirandone ogni dettaglio... "Lei è sicuramente meglio di me... Sembra una brava ragazza, invece io? La odio senza motivo, sono un'ipocrita e una bugiarda... Ci credo che Naruto non mi abbia voluta, chi vorrebbe mai una così?"

Volse lo sguardo verso Kiba, intento a litigare come al solito col biondo.

"Però a Kiba piaccio... o forse... la sua è compassione..."

- Ehi Hinata dove stai andando? -domandò Sasame vedendola allontanarsi.

- Vado a farmi un giro... Tanto abbiamo finito con gli addobbi...

- Ma... -tentò di fermarla ma la corvina oramai era uscita fuori.

- Che è successo? -chiese Naruto avvicinandosi alla propria fidanzata.

Sasame alzò le spalle- Non lo so... Un attimo prima parlavamo normalmente e poi d'improvviso se n'è andata in silenzio... Non dovrebbe allontanarsi troppo, non conosce la zona...

Naruto arricciò le sopracciglia- Vado a raggiungerla e la riporto indietro... -disse prendendo il cappotto.

- No vado io... -si intromise Kiba- D'altronde sono il suo ragazzo... Tu non c'entri nulla...

- Kiba tu rimani qui e zitto! -urlò Ino dalla cucina- Mi avevi promesso che saresti andato a fare la spesa per stasera!

- Ma possono andarci anche...

- Vuoi contraddirmi?! -domandò Ino con una faccia che non ammetteva repliche.

- No ehehe... -rispose l'Inuzuka terrorizzato.

Ino sorrise compiaciuta- Perfetto... Naruto, tu vai a ripescare Hinata!

 

TOC TOC

- Avanti! -disse Sakura risistemando il letto.

- Ehi Sakura hai bisogno di una mano? -domandò Gaara entrando in camera e richiudendo la porta.

Sakura si fermò spalancando gli occhi: da quando le aveva domandato di Deidara, aveva paura a stargli accanto, e ora l'idea che fossero nella stessa camera da soli la terrorizzava.

- N-no no... -balbettò spostando tutta la sua attenzione sulle lenzuola sfatte.

Gaara la guardò a lungo poi, stufo di quello strano comportamento, la prese per un polso bloccandola. Il cuore dell'Haruno smise di battere, mentre la mente riviveva scene che pensava aver cancellato.

- LASCIAMI, NON TOCCARMI! -urlò scostandosi violentemente e correndo dall'altra parte della stanza.

Il ragazzo la guardò a bocca aperta, non riuscendo ad interpretare quelle parole.

- Sakura ma che...

- Come fai a conoscere Deidara, spiegamelo! -chiese con voce ferma e fredda, trattenendo le lacrime e il senso di nausea che sapeva provocarle quel nome.

- Ma allora tu lo conosci!

- Non tentare di sviare il discorso! Rispondimi e basta!

- Faccio parte della sua banda... -rispose a tono basso, abbassando lo sguardo.

“Non è possibile…” pensò incredula “Questo… questo è solo frutto della mia immaginazione…” Una coincidenza così tremenda non poteva esistere, o almeno, una coincidenza così su Deidara era impossibile.

Quando i suoi occhi verdi incontrarono per la prima volta in quella mattina quelli di Gaara, ciò che vide non era il ragazzo che le piaceva e con cui aveva passato bellissimi momenti... No... Quello non era il suo Gaara!

Guardò ancora una volta la porta, sperando che da un momento all'altro si aprisse ed entrasse Sasuke; ma lui non c'era e non sarebbe venuto a soccorrerla...

Il Sabaku si avvicinò ancora un po' cautamente- Sakura io... so che faccio parte della sua banda però... però...

- PERO' COSA?? -chiese isterica quella- Non sai le pene che m'ha fatto passare... che ci ha fatto passare, a me e Sasuke, quel bastardo?! E ora pretendi che mi comporti come se nulla fosse?!?!

- No, ti chiedo solo di ascoltarmi!

La rosa spostò lo sguardo alla sua sinistra, contrariata.

- Io non sono come loro... o almeno... non lo sono più! -cercò di giustificarsi.

- Si certo e io dovrei crederti eh? Dovrei credere alla storia dell'improvviso cambiamento no? Ma per chi mi hai preso!

- Sakura ma è la verità! Pensi che se non fossi cambiato te ne parlerei? Che ti avrei chiesto così liberamente di Deidara?

- BASTA!! Vattene da qui! -urlò iniziando a singhiozzare- VATTENE!!!

Scostò bruscamente Gaara dalla porta e, dopo averla aperta, si precipitò al piano di sotto uscendo di casa.

Gaara tirò un pugno al muro imprecando tra i denti. Uscì dalla stanza trovandosi d'improvviso la figura di Sasuke davanti, con una faccia che non prometteva nulla di buono.

- Se fossi in te io me ne andrei seduta stante... -sibilò il moro trattenendosi a malapena dal picchiarlo.

- E se io fossi in te mi farei i cazzi miei... -rispose sorpassandolo Gaara, ma venendo fermato per braccio dall'Uchiha.

- Io ti avevo avvertito... -disse e in meno di un secondo un pugno in pieno viso colpì il rosso facendolo cadere a terra.

- Brutto bastardo! -sussurrò alzandosi in piedi e restituendo il colpo al moro. Ne iniziò così una rissa a suon di calci e pugni.

Gli altri, sentendo il casino, salirono di sopra e a fatica riuscirono a dividere i due.

- Ma vi ha dato di volta il cervello?! -domandò Kiba squadrando i due che cercavano di uccidersi con lo sguardo.

- Ha cominciato lui... -sentenziò Gaara pulendosi il labbro sanguinante.

- Non dire cazzate Sabaku! -ringhiò l'Uchiha appoggiandosi ad Ino.

Un silenzio penetrante calò tra i ragazzi, rotto d‘improvviso da Sasame.

- Ragazzi ma dov'è finita Sakura? -domandò non vedendo la rosa in camera sua.

- Vado a cercarla... -disse Sasuke scendendo le scale.

Ino lo fermò scuotendo la testa- Neanche per scherzo Sasuke... In queste condizioni non ti faccio uscire!

Sasuke la guardò torvo- Lei è la mia migliore amica e tu non hai diritto di fermarmi...

Ino sbattè gli occhi incredula e lentamente lasciò il braccio abbassando lo sguardo e appoggiandosi al muro, mentre l’altro sbatteva violentemente la porta d’ingresso.

Oramai l’aveva perso… o per la precisione… non l’aveva mai avuto…

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Capitolo 22
*** Chiarimenti ***


Il cigolio del dondolo coprì i passi che si avvicinavano ad Hinata, la quale guardava senza particolare interesse il paesaggio innevato e colmo di luci colorate. Più che ci pensava e si arrovellava la mente, più stava male e aveva voglia di urlare…

Si accorse della figura solo quando questa la fermò poggiando le mani sullo schienale del dondolo. Al che la ragazza si voltò confusa ritrovandosi la faccia seria e al contempo perplessa di Naruto; le guance le si imporporarono mentre voltava di scatto la testa in avanti.

Cadde così il silenzio, che però durò per poco, interrotto cioè dal biondo.

- Fa freddo non trovi? -domandò con una nota sarcastica nella voce.

- Già… -disse l’altra senza sforzarsi di trovare risposta migliore.

E di nuovo ripiombò la pesante quiete, interrotta nuovamente questa volta da Hinata, in un certo senso infastidita di quella presenza alle spalle.

- Come mai sei venuto qui? -chiese senza stranamente balbettii vari.

- Ne avevo voglia… -rispose alzando le spalle- E tu?

- Pure io… -mentì con un groppo alla gola.

- Bene.

- Ok…

Naruto sbuffò- Andiamo Hinata mi spieghi che ti prende?

La corvina si voltò meravigliata da quella spigliatezza ma soprattutto dal tono usato. L’altro continuò.

- Prima mi diventi un’altra persona, poi incontri quel tipo e ti ci metti insieme e ora te ne vai via così!

Rimase a fissarla col fiatone: dire quelle parole che oramai covava dentro da tempo era stato come fare una maratona.

Ancora incredula la Hyuga ribattè- Cosa prende a me?! A te invece! -si stava irritando- Fai tanto l’amico e poi scappa fuori questa Sasame! Un giorno sei amorevole con lei, come se fosse lei l’unica ragazza sulla terra, il giorno dopo mi offri persino di dormire nella tua stanza! Allora?!

- Ma che c’entra questo! Sei tu quella strana, non rigirare le cose a tuo piacimento! -rispose acido.

- Ma chi ti credi di essere per venire qui a sparare sentenze e dire certe cose? -domandò alzandosi da dondolo e voltandosi completamente verso l’altro.

- Un tuo amico!

- Appunto maledizione!! -urlò scoppiando a piangere- Un insignificante amico!

- Hinata ma che…

- Io ti amo Naruto! -gridò tra le lacrime, trovando l'incredibile coraggio di guardarlo negli occhi, velati comunque dalle lacrime.

Il biondo rimase pietrificato dallo stupore, la mente improvvisamente piena di quella frase che mai si sarebbe aspettato uscire dalla bocca di lei... La guardò mentre invano cercava di asciugarsi i lacrimoni e tutto gli fu chiaro: quell'imbarazzo quando gli era vicino, il fazzoletto tenuto dopo tanti anni, lo strano comportamento quando l'aveva visto con Sasame... Che baka! Cieco, stupido baka!

Continuò a fissarla rendendosi conto di un'incredibile verità: se ci pensava bene, lei e Sasame erano praticamente identiche: lo stesso imbarazzo con lui, uguali gesti e comportamento. E fu lì che una spontanea quanto veritiera domanda gli venne: possibile che gli piacesse Sasame solo perchè in realtà le ricordava Hinata?

Ecco perchè quell'astio nei confronti di Kiba che interpretava come qualcosa a che fare col suo carattere, e poi quella sensazione così stranamente piacevole quando la corvina gli era accanto... Lui si convinceva che quella fosse semplice amicizia, ma si sbagliava...

E in quell'istante tutto gli fu finalmente chiaro, mentre il cuore aveva un'unica certezza davanti a sè. Si avvicinò alla ragazza e dalla tasca estrasse il fazzoletto con le sue iniziali ricamate sopra, lo stesso che Hinata aveva perduto quel pomeriggio, e con esso le asciugò le lacrime.

Hinata, a quel contatto, alzò lo sguardo confusa, mentre Naruto le sorrideva teneramente e in un secondo si trovò tra le sue braccia, avvolta da un incredibile calore e da un insolito, quanto gradevole, profumo.

Non riuscì a capire quello che le stesse accadendo, udiva solo il battito del biondo accelerare, fino a che non si sentì sussurrare tre semplici parole.

- Ti amo Hinata...

 

Un sasso rimbalzò un paio di volte sulla superficie ghiacciata del laghetto che le stava davanti... Si asciugò l'ennesima lacrima di rabbia e frustrazione, sbuffando per evitare la caduta di un'altra. E scagliò con forza un altro ciottolo, che andò presto a raggiungere quello precedente.

"Sakura solo te sei capace di trovarti in questi casini..." pensò sarcasticamente. ma come diamine poteva immaginare che Gaara avesse a che fare in qualche modo con Deidara? Quel nome sapeva provocarle ancora disgusto...

 

La prima volta in discoteca non si dimentica facilmente, soprattutto quando hai 15 anni e ti sei fatta convincere assieme alla tua amica super timida dal tuo migliore amico brontolone.

Le luci, la musica, la magica atmosfera, che però Sakura non riusciva a percepire neanche ci fosse stato un cartello, e la moltitudine di gente che si scatenavano in pazzi balli... Tutto era maledettamente orribile per lei!

- Andiamo a farci un giro? -domandò Sakura.

- COME?! -urlò Hinata non riuscendo a capire mezza parola, coperta da quelle note distruggi timpani...

- Ho detto ANDIAMO A FARCI UN GIROOO???????????????

- Ah ok, non importa che urli!

Camminare fra quella marmaglia di scatenati non fu facile, ma a suon di spintoni e imprecazioni per i piedi pestati riuscirono a raggiungere il bancone dove servivano da bere.

- Ehm Sakura? -fece Hinata avvicinandosi al suo orecchio- Mi sa che abbiamo perso Sasuke...

- Perfetto... -sbuffò scolandosi in un sol sorso il suo bicchiere di acqua gassata- Sarà sicuramente dietro a qualche ochetta, mica sta dietro a noi... Comunque... Odio questo posto! Io dico di andarcene, tanto quello ubriaco come sarà tra un po' non si accorgerà della nostra presenza...

- Concordo, ho le orecchie che urlano "pietà!"...

Aprendo la porta d'uscita, una ventata d grida euforiche e una marea di gente impaziente e in fila per entrare, stordirono le due che indietreggiarono di qualche passo.

- Ehi tu stai attenta a dove metti i piedi! -sbraitò una voce contro Hinata- Mi hai bagnato la giacca nuova!

La corvina si voltò mortificata ritrovandosi davanti la faccia di un tipo tutt'altro che rassicurante con un inquietante colorito bluastro...

- G-g-gomenasai... -disse lei chinandosi.

- Oh oh! Ma che ragazzina beneducata abbiamo qui! E per di più molto carina... -fece quello mezzo ubriaco accarezzandole una guancia- Perchè non andiamo a farci un giretto io e te soli? E magari potrei perdonarti...

D'istinto Hinata si voltò inorridita e spaventata verso Sakura che si avvicinò al tizio togliendogli la mano con un sonoro schiaffo.

- Non t'azzardare a toccarla intesi?! -sibilò parandosi davanti alla Hyuga.

- Brutta putt...

- Kisame stai fermo... -lo interruppe una voce alle sue spalle, e dopo pochi secondi si fece largo un ragazzo dalla lunga chioma bionda.

- Perdonate il mio amico. -disse rivolto alle due.

- Tsè... -fece Sakura prendendo Hinata per mano e allontanandosi.

- Una persona educata si presenterebbe, dopo essere stata salvata... -commentò il biondo in direzione di Sakura.

Questa si voltò azzardando un sorriso- Una persona educata, dopo aver salvato il suo amico ubriaco da un probabile pugno, lo terrebbe d'occhio! Comunque mi chiamo Sakura, Sakura Haruno...

- Molto piacere Sakura... Io sono Deidara.

Ma Sakura non sapeva che quell'incontro le sarebbe costato una grande sofferenza...

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Capitolo 23
*** Ricordi custoditi nel cuore (prima parte) ***


La giornata era iniziata nei peggiori dei modi per Sakura: la sveglia non aveva suonato ed era arrivata tardi a scuola beccandosi il rimprovero del prof. Quella di matematica l’aveva interrogata a lei naturalmente non era preparata... E, per concludere in bellezza la splendida mattinata che sembrava presagire la sua fine, fuori sembrava essersi scatenato il diluvio universale e naturalmente lei non aveva l'ombrello e sia Sasuke che Hinata erano assenti... "Se Noè potesse venire a prendermi..." pensò la rosa sconsolata, prendendo il tutto però con ironia...

DRIIIN!!

"Perfetto!" continuò mettendo le proprie cose nella cartella a casaccio ed uscendo "prepariamoci ad inzupparci..." Fece un respirone iniziando a correre, sorpassando i ragazzi che camminavano beatamente riparati dai loro ombrelli.

- Che corri a fare? Oramai sei fradicia... -una voce colse l'attenzione dell'Haruno che si fermò.

Un ragazzo accanto a lei, comodamente appoggiato alla sua moto rossa, la fissava sorridendo con la visiera del casco alzato. Lo guardò meglio, cercando di capire chi fosse, ma senza risultati.

- Ti stai chiedendo chi sia eh? -chiese quello togliendosi il casco e lasciando liberi i lunghi capelli- Ta-daann!! Ora?

Sakura, che cercava di coprirsi la testa con la cartella, alzò un sopracciglio e con un "no" secco liquidò il tizio ricominciando a correre; il rombo della moto però la raggiunse subito.

- Non sei cambiata da sabato a quanto vedo... -ironizzò affiancandosi- Dai tieni questo e salta su! -le porse un altro casco.

- E perchè scusa? Neanche ti conosco!

- Ma come! Sono Deidara, quello di sabato sera...

- Ah! E come mai sei qui? -chiese perplessa, continuando a rigirarsi fra le mani il casco... Deidara rise, guardandola fisso negli occhi: uno sguardo incantatore che colpì Sakura.

- Aspettavo te, sciocchina! Andiamo sali che sennò ci inzuppiamo ancor di più.

E lei salì, non seppe come ma si ritrovò senza esitazione abbracciata a lui, dopo aver lasciato accantonato a quel marciapiede il suo caratteraccio indifferente e privo di fiducia verso l'altro. Sentì il rombo della moto rimbombarle nelle orecchie; i suoi occhi ancora fissi su di lei, come se la fissassero da dietro, le rimanevano sempre più impressi nella mente... E in un attimo il vento le venne incontro, assieme alla leggere pioggerellina che le picchiettava nelle mani.

Non pensò a nulla, nessun pensiero o idea solcavano la sua testa: solo quegli occhi, quel sorriso sincero e divertito allo stesso tempo... Senza rendersene conto si era ritrovata davanti a casa sua, non ricordandosi neanche quando gli avesse dato l'indirizzo.

- Eccoci qua! -disse risvegliandola dallo stato di trance.

- Ah... - si staccò da lui scendendo e in quell'istante riprendendo pieno possesso della sua indifferenza- Grazie. Comunque non dovevi disturbarti... Anche se non ho ancora capito come hai fatto a sapere che scuola frequentassi.

- Ehehe! Basta una piccola ricerca tesoro.

- Mah... -borbottò aprendo il cancelletto di casa e avviandosi alla porta.

- Ehi!! Non mi fai salire? Mi sono beccato l'acqua per te! -ribattè dispiaciuto.

Sakura si voltò fissandolo- Pensi davvero che sia così stupida? Per caso m'hai preso per una di quelle ochette che si farebbe uno sconosciuto solo per aggiungerlo alla propria lista? Ma fammi il piacere! -concluse sbattendo la porta.

Deidara rimase lì a fissare la porta chiusa, parcheggiò poi la moto sedendocisi sopra e accendendosi una sigaretta, mantenendo comunque il suo sorrisetto di sfida.

- Che tipo...

Sakura intanto spiava da dietro la tenda del soggiorno la figura del ragazzo che continuava a stare imperterrito sotto la pioggia come se nulla fosse, riparando la sua sigaretta dall'acqua. Arrossì non poco quando l'altro la salutò notandola semi-nascosta dalla finestra, e sbuffò mentre andava ad aprirgli.

- Forza entra... E togliti quel sorrisetto soddisfatto!

Deidara sorrise ancor di più buttando a terra il mozzicone e correndole incontro, dandole un fugace bacio sulla guancia- Grazie...

La rosa scossa la testa accennando un sorrisetto in risposta.

E quello fu l'inizio...

Durante quel pomeriggio i due parlarono di ogni cosa, e man mano che passava il tempo la ragazza sfilava i veli che nascondevano il vero ragazzo che le stava di fronte, trovandolo affascinante, quasi ammaliante: non solo esteticamente ma anche i suoi discorsi, quello che pensava avevano un non sa che di profondo e malinconico per certi aspetti. E in un attimo desiderò che non passasse più il tempo, che tutto si fermasse e che restassero così per sempre, insieme.

Si videro poi i giorni successivi, che per Sakura furono sempre una nuova scoperta ed uno più bello dell'altro: l'accompagnava a casa, parlavano seduti sui gradini del piccolo portico, si scambiavano baci, carezze, sguardi a volte più esaurienti di ogni parola. E lei, tutte le volte che lo vedeva apparire con la sua moto all'uscita da scuola, sentiva il cuore batterle forte, il respiro mozzarsi e la mente andarle in tilt, mentre la voglia di averlo acanto l'assaliva.

Era forse innamoramento? Forse... Si era innamorata, invaghita di un ragazzo che conosceva solo da 3 settimane... Ma poteva chiamarsi realmente amore? Non era forse altro?

Ripensandoci adesso, rimpiangeva le parole d'avvertimento di Sasuke, che ogni volta erano seguite da un "Stai tranquillo, Sas'ke... Lui è diverso..."

 

Quella mattina di metà inverno la neve cadeva a fiocchi, coprendo col suo candore la città sempre troppo cupa. Sakura fissava fuori dalla finestra, attendendo il suono del rombo della moto di Deidara, che non tardò ad arrivare, provocandole una leggere euforia.

Sasuke la guardava, seduto dietro di lei, lo sguardo cupo e severo più del solito. Appena la campanella fece il suo trillo assordante, l'Haruno si alzò buttando dentro la cartella ogni cosa, ma venne fermata dalla mano del moro.

- Sakura oggi torniamo a casa insieme ti va?- domandò apparentemente supplichevole ma con un tono che non ammetteva repliche.

- Ok, avverto Deidara e andiamo...

Appena uscì, l'Uchiha tirò un sospiro di sollievo sentendo in sottofondo la voce di Sakura. Appena sentì il silenzio si voltò verso la finestra ma la sua preoccupazione fu tanta quando vide lo gli occhi di Deidara, terrificanti e vendicativi, che lo fissavano cercando quasi di trapassarlo e senza staccargli lo sguardo si infilò il casco sfrecciando via con la sua moto.

- Eccomi qua! -disse Sakura apparendo da dietro la porta e spaventando Sasuke, il quale sobbalzò.

 

"Pronto?" -domandò Sakura alzando la cornetta del telefono che squillava già da un po'.

"Sakura!" -era Hinata.

Quel tono smosse la rosa che strinse l'apparecchio "Che succede Hinata? Hai una voce..."

"Devi venire in ospedale subito!" disse con la voce rotta da un singhiozzo.

Sakura sbattè le palpebre confusa "In ospedale? E' successo qualche cosa di grave?!?"

" Sasuke..."

Non la lasciò finire che riattaccò uscendo di casa di corsa.

 

- Hinata! -la chiamò col fiatone vedendola seduta in sala d'attesa- Dov'è Sas'ke?!

La Hyuga, con gli occhi rossi di pianto, indicò la pota semi-socchiusa poco distante, verso la quale la rosa non esitò a raggiungere. La aprì e non potè frenare le lacrime che le bagnarono le guance, appena lo vide: era pieno di lividi, cerotti, un occhio gonfio e il braccio destro ingessato. Dormiva ma non appena la rosa gli si avvicinò aprì l'occhio "sano" fissandola.

Rimasero così, senza il coraggio -o la forza- di parlare. Gli si avvicinò abbassando lo sguardo, sentendosi in un qualche modo colpevole di quello che aveva davanti, e gli si sedette accanto prendendogli la mano, che l'altro strinse.

- Come è successo? -chiese d'improvviso tirando su col naso.

- Un incidente... -sbiascicò vago con una smorfia.

La porta si aprì mostrando la testa preoccupata e mortificata della corvina.

- Scusa Sakura, potresti venire un attimo fuori?

La rosa guardò ancora una volta Sasuke, si avvicinò baciandolo sulla fronte ed uscì dalla stanza.

- Sono stata io a trovarlo... -iniziò Hinata- appena si furono allontanate dalla porta- Stavo tornando a casa in macchina e l'ho notato a terra in quel parco vicino casa mia, mentre veniva pestato da un ragazzo... -concluse rabbrividendo nel ricordare la scena che le si era presentata. Sakura si lasciò scivolare fino a sedersi a terra, tremante.

- Ma... Ma chi può...

Hinata nascose il volto dietro la frangia- Quel ragazzo... Ha detto un nome...... -sospirò pesantemente- Deidara.

L'Haruno smise improvvisamente di tremare e come una molla appena scattata si rialzò velocemente prendendo per le spalle l'amica e scuotendola.

- Deidara? Vuoi dire che è stato lui a... Ma come può essere?! Che motivo aveva di fargli del male? -chiese scandalizzata.

- Dovresti chiederlo a lui...

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Capitolo 24
*** Ricordi custoditi nel cuore (seconda parte) ***


Uscita dall’ospedale, Sakura si fermò d’improvviso sconvolta: lei non sapeva dove era Deidara… A dir la verità, lei non sapeva poi così tanto di lui come credeva; per un qualche strano motivo non riusciva più a ricordare quello che lui le aveva detto tutte quelle giornate passate insieme. Lei non sapeva fondamentalmente dove abitava, né il suo numero di cellulare o che luoghi frequentasse… Iniziò comunque a correre nella speranza di trovarlo, ma nulla. tentò anche di chiamarlo, ma non ebbe risposta mentre le lacrime di rabbia e di angoscia le bagnavano le gote.

- Vi prego non fatemi del male! -una voce supplichevole nel silenzio della via e proveniente dal parco colse la sua attenzione.

- Pensavi davvero di passarla liscia dopo quello che hai combinato?

- Io... io ve ne avrei parlato... -continuò rotto da un singhiozzò di pietà.

- Kakuzu, kakuzu... Sei proprio un ingenuo. -disse un altro seguito da un gemito proveniente da colui che doveva chiamarsi Kakuzu: lo stavano picchiando, e anche molto violentemente.

Sakura si avvicinò, anche se timorosa -col cellulare in mano pronta a chiamare la polizia in qualsiasi momento.

La scena che le si presentò davanti la raggelò: 5 ragazzi, catene e coltelli in mano, circondavano un giovane che si contorceva a terra dal dolore. Poco più in là un altro ragazzo appoggiato ad un albero fumava indifferente la sua sigaretta.

- Ehi capo dobbiamo finirlo? -domandò divertito uno dei 5.

Il capo, alias il ragazzo che Sakura aveva visto per ultimo nascosto nella penombra dell'albero, buttò a terra il mozzicone calpestandolo e si fece avanti.

In quel momento Sakura fece cadere a terra il telefono e spalancò la bocca lasciandosi scappare un leggero gridolino: il capo era Deidara!

- Tsè... -disse prendendo il ragazzo a terra per i capelli e alzandogli la testa, in modo da poterlo vedere in faccia- Questo smidollato merita forse altra fine?

Quel tono di voce provocò un brivido gelato lungo la schiena di Sakura, la quale inghiottì spaventata guardandosi attorno per una possibile via di fuga... Quello non poteva essere Deidara, non il Deidara che aveva conosciuto lei!

- AAAAAAAH!! -un urlo agghiacciante riportò gli occhi della rosa verso il gruppo: Kakuzu era nuovamente a terra mentre tossiva sangue e cercava invano di parlare. Deidara invece sorrideva pulendosi la mano sporcata.

- Hidan, pensaci tu ora; non voglio certo macchiarmi con un verme del genere.

Il giovane chiamato avanzò mentre i capelli argentati risplendevano di fronte alla luna appena sorta. Estrasse dalla giacca una pistola e la puntò alla testa di Kakuzu.

- FERMI!! -Sakura si era alzata mostrandosi al gruppo che si voltò verso di lei.

"Ecco ho fatto la mia solita cazzata..."

- E quella chi cazzo è? -chiese uno del gruppo.

- Sakura... -fu la voce sorpresa di Deidara a zittire i parlottii- Che piacere averti qui! Qual buon vento?

- Devo parlarti... -furono le uniche parole che riuscì a dire.

Deidara sorrise- Perfetto... Seguimi, non voglio certo che assisti ad uno spettacolo del genere...

Anche se timorosa, lo seguì silenziosamente mantenendosi a qualche passo di distanza: ma non aveva altra scelta, oramai il danno era fatto e poi doveva assolutamente avere la certezza che lui con Sasuke non c'entrasse nulla, una speranza che anche se fievole continuava a persistere.

Sorpassò apparentemente tranquilla quei ragazzi che non esitavano a fare apprezzamenti poco carini sulla giovane, ma il suo sguardo si posò per un lungo istante su Kakuzu a terra, che la fissava come riconoscente, e la seguì con gli occhi gonfi di lacrime mentre si allontanava.

Camminarono ancora un po', coperti da una nube di raggelante e anomala quiete; Sakura si voltò notando che oramai non si vedevano gli altri, e si fermò

- Non penso sia importante proseguire oltre... -spiegò vedendo lo sguardo di Deidara su di lei.

Questo scrollò le spalle avvicinandosi ancor di più alla rosa, la quale s'impietrì per il modo in cui la guardava: occhi freddi, diabolici, ma sprezzanti, quasi divertiti dalla situazione.

Rimasero in totale silenzio per un tempo indefinito: un secondo o forse un minuto, o addirittura un quarto d'ora... Sakura non seppe capirlo, continuava a guardarlo mentre la paura di formulare quella fatidica domanda le attanagliava lo stomaca.

Aveva paura l'Haruno, paura della verità troppe volte crudele e senza senso. ma poi le venne in mente Sasuke, come un flashback, disteso su quel letto d'ospedale, e subito dopo Kakuzu...

- Sasuke è all'ospedale... -cominciò- Ne sai qualche cosa?

Deidara la fissò accennando un sorriso che fu subito nascosto da una finta sorpresa.

- Ah si? Mi spiace...

Sakura alzò un sopracciglio: questo era davvero troppo!

- Non dire cazzate Deidara! Sei stato tu assieme ai tuoi amici a ridurlo così! Ma ti rendi conto che avresti potuto ucciderlo?! -era scoppiata. E mentre lasciava libero sfogo alla sua rabbia, le mani le tremavano assieme alla voce, rotta dall'incredulità di tale situazione.

- Peccato che non sia morto... -sibilò. Avevo detto a Kakuzu di non lasciargli scampo... -continuò amareggiato.

"Kakuzu? Quel Kakuzu?!" pensò inorridita e confusa "Ha quasi ammazzato Kakuzu solo perchè ha avuto pietà di Sas'ke?"

Indietreggiò spaventata, cercando nelle tasche il cellulare, ma si rese presto conto di averlo lasciato nel cespuglio dove si era nascosta. Si guardò velocemente intorno nella speranza di trovare qualcuno che la potesse aiutare, mentre Deidara si faceva sempre più vicino.

Aumentò il passo oramai presa dal terrore. Ma quel gesto le fu fatale: inciampò in una radice sporgente e cadde a terra. Il biondo le fu in un istante davanti, si abbassò accarezzandole la guancia: mai quel contatto era stato così viscido e ripugnante.

- Tu sei mia Sakura... -le sussurrò all'orecchio- Nessuno deve averti, parlarti, toccarti, perchè tu mi appartieni.

La rosa si staccò da quel disgustoso gesto mordendogli la mano e subito uno schiaffo la colpì facendole uscire un po' di sangue dal labbro inferiore.

- Non ti azzardare a rifarlo, chiaro?! -con una mano le afferrò i polsi alzandogli le braccia mentre la mano libera si intrufolava prepotente sotto la felpa toccandole la pelle tremante.

Sakura urlò e scalciò come un'ossessa, piangendo ancora più forte e pregando il giovane di lasciarla andare.

- Stai zitta! -continuava a gridarle mentre le sue carezze si facevano sempre più violente; la baciava con rabbia e prepotenza, senza lasciarle quasi il tempo per respirare. Continuava a piangere, in silenzio, lasciando spazio a qualche "ti prego" tra un singhiozzo e l'altro.

Poi le venne di nuovo in mente il volto di Sasuke, lontano, sfuocato... Provò in un istante il dolore che aveva dovuto sopportare per causa sua, e trovò in qualche modo la forza, il coraggio di ribellarsi e riscattare il suo migliore amico.

Con un movimento brusco si alzò un po', quanto bastava per mordergli il braccio che la teneva ferma. Deidara imprecò lasciando la presa e Sakura ne approfittò per alzarsi del tutto e scappare.

Aveva le orecchie tappate dalla paura, ma le urla del ragazzo le arrivavano come se fosse stato a pochi centimetri di distanza. Corse con tutte le sue forze, corse con gli occhi appannati e i vestiti scombinati, fino a che non raggiunse un'uscita del parco. Senza fermarsi oltrepassò i cancelli ritrovandosi in mezzo alla folla.

Continuò per qualche metro poi, sfinita, si lasciò cadere su una panchina e lì diede libera uscita alla sua disperazione.

- Sakura? -una voce alle sue spalle spaventò la rosa che s'alzò di scatto allontanandosi, ma venendo fermata per un braccio.

- LASCIAMI!! -iniziò ad urlare cercando di liberarsi.

- Ehi Sakura ma che ti prende?! Non mi riconosci?

L'Haruno aprì gli occhi vedendo davanti a sè la figura di Sasuke... No, quello non poteva essere Sasuke...

- Ita... chi? -domandò prima di svenire tra le sue braccia.

Quando si svegliò era mattina inoltrata e il sole splendeva in tutta la sua maestosità nel cielo pieno di nuvole. Si guardò intorno vedendo la faccia sollevata della madre di Sasuke.

- S... sinora Mikoto -sussurrò cercando di alzarsi ma un allucinante mal di testa la fermò.

- Ferma dove sei! Dovevi essere proprio stanca per svenire così... Oppure deve essere l'effetto che mio figlio ha sulle ragazze -ironizzò provocando un leggero sorriso sulle labbra della giovane, mentre con una pezzola inumidita le bagnava la fronte- Hai anche un po' di febbre... Eh voi giovani sempr...

TOC TOC!

- Avanti!

La porta si aprì mostrando il volto un po' incerottato di Sasuke. Mikoto spalancò gli occhi.

- Sasuke Uchiha! Sbaglio o avevamo fatto un patto?!

Il moro struffiò- Io non ho promesso nulla...

Detto questo si fece avanti zoppicando un po' e col braccio ingessato tenuto al petto da un foulard. Sakura abbassò gli occhi sentendosi responsabile di ciò.

- E va ben vi lascio soli. Perrò Sasuke devi tornare a letto subito; il dottore è stato chiaro a riguardo: potevi stare a casa solo se nel massimo del riposo e a letto! E poi devi far riposare anche Sakura.

Vedendo però che il figlio non l'ascoltava smise di parlare e chiuse la porta alle sue spalle salutando Sakura.

Questa, appena la signora Mikoto se ne fu andata, si voltò dando le spalle al moro, mentre l'altro le si sedeva accanto.

- Andiamo Sakura non dirmi che ti vergogni...

- Non... non è questo... -disse trattenendo le ennesime lacrime- Perchè non me lo hai detto subito?

- Dirti cosa?

L'Haruno si rigirò fissandolo- Come cosa? Perchè non mi hai detto che era stato Deidara a ridurti... così?!

- Non ce n'era bisogno...

L'altra sbarrò gli occhi iniziando a gridare- NON CE N'ERA BISOGNO?!?!? Ma ti rendi conto che ti volevo ammazzare?! E per colpa mia!!

- E' per questo che sei andata da lui? Per questo motivo ti ha fatto ciò?! -ora era lui a urlare- Volevi riscattarti? Credevi di risolvere davvero qualche cosa con questo gesto? Sakura sei solo una stupida bambina!

- Io l'ho fatto per te! -si difese la ragazza.

- Ma non ti avevo chiesto niente cazzo! -concluse battendo un pugno sul comodino accanto e facendo sobbalzare l'altra, che nascose poi il volto fra le mani singhiozzando.

In quel momento si sentì afferrare da Sasuke che la strinse in abbraccio.

- Mi hai fatto preoccupare, piccola stupida... -le sussurrò dolcemente.

Qualcuno bussò alla porta e subito dopo la faccia di Itachi fece capolino.

- Baka d'un fratello esci un attimo che devo parlare con Sakura.

Il moro grugnì e lentamente uscì lasciando gli altri due dal soli.

- Come stai ora? -domandò il giovane avvicinandosi.

- Bene... Grazie a te.

- Oh per così poco... Comunque sono qui per informarti che poche ore fa hanno arrestato il ragazzo che... bhè... lo sai che ha fatto...

Sakura lo guardò sorpresa- E chi l'ha fatto arrestare?

- Un ragazzo, un certo Kakuzu se non sbaglio... Mamma mia era ridotto davvero male a quanto mi hanno detto... Comunque sia sicuramente si beccherà qualche anno di carcere quello là, dicono che avesse anche dei precedenti penali...

Una sola cosa attraversò la mente della rosa: sono un'idiota!

E a quanto ho capito -continuò- dovrai partecipare al processo come testimone chiave...

Un improvviso terrore bloccò la ragazza- Io... non... no!

Itachi le mise una mano sulla spalla- Non potrà più farti del male ora! Fatti coraggio Sakura... -concluse uscendo di camera.

 

Come si sbagliava Itachi... Deidara era di nuovo libero e aveva già iniziato a farle del male... E sicuramente non di sarebbe fermato lì pur di aver la sua vendetta.

 

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Capitolo 25
*** Passi avanti... e indietro... ***


Se avesse potuto avrebbe costruito una macchina del tempo per poter tornare indietro e cambiare tutto… Ma era inutile piangere sul latte versato.

Guardò l’orologio… le 13 passate…

-Mpf non ho voglia di tornare a casa… -disse alzandosi e scuotendo i pantaloni umidi.

Si voltò per andarsene ma le gambe le si bloccarono improvvisamente.

- Da quant’è che sei qui? -domandò lei mentre Sasuke riprendeva fiato appoggiando le mani sulle ginocchia flesse.

- Quanto bastava per capire che ci stai ancora ripensando… -commentò lui avvicinandosi.

Sakura alzò le spalle- Mi sembra ovvio dopo quello che è successo.

- Credo che sia arrivato il momento di sorpassare questa cosa… Non puoi rimanere ancorata a quel ricordo.

L’altra alzò un sopracciglio: proprio lui parlava così?

- Ma che ne vuoi sapere tu? Non sei stato male come me…

Il moro arricciò i propri storcendo il labbro- Ah no? E questi pensi che me li sia fatti per puro divertimento?! -chiese alzando la manica del giubbotto e della felpa e mostrando le cicatrici sulle braccia.

-Ma io non parlo di quel tipo di dolore! -si toccò il petto- Io parlo di qui!

- Tsè… Non vorrai mica dirmi che eri davvero innamorata di un tipo simile?

La rosa arrossì di rabbia- Si! E non è stato facile andare a quel processo e firmare la sua condanna!!

- Quindi vuoi dirmi che mi sono fatto quasi uccidere per una ragazzetta alle prese con la sua prima cottarella adolescenziale?! -si era fatto ancora più vicino.

- Puoi dire quello che vuoi Sas’ke… Io amavo Deidara!

- Baka! Se l’avessi amato davvero non ti saresti presentata quel giorno, in prima fila!

- SMETTILA DI RICORDARMELO! -urlò voltandosi e correndo verso il lago ghiacciato.

- Sakura torna indietro! -le gridò arrivando alla riva.

- NO!!

CRACK…

- SAKURAAAAA!!! -il suo grido riecheggiò per tutta la valle, mentre la figura della ragazza scompariva sotto l’enorme lastra di ghiaccio.

Senza pensarci un secondo di più Sasuke si precipitò nel punto in cui pochi attimi prima c'era l'altra, mentre con gli occhi sbarrati aspettava disperatamente che Sakura uscisse fuori.

D'improvviso, così com'era scomparsa, la testa della rosa riemerse cercando di prendere una boccata d'aria che però riusciva solo a congelarle i polmoni, respirando poi affannosamente con gli occhi tappati dalle lacrime e il tentativo disperato di aggrapparsi alle mani che l'amico le porgeva.

- Sas'ke... ti prego... non mi lasciare... -lo pregava continuamente con il freddo che le intorpidiva le ossa.

- Non ti preoccupare, non ti mollo. -la rassicurava sentendo però la presa della rosa farsi sempre più debole: non avrebbe resistito ancora per molto.

Cercò di spingerla fuori ma inciampò sulla lastra umida e cadde a terra lasciando la rosa che venne ringhiottita dalle acque gelide.

- SAKURA! -urlò con tutto il fiato che aveva in gola vedendola per sua gioia riapparire dopo pochi istanti.

- No... non sento le gambe Sas'ke... -singhiozzava tossendo per la troppa acqua bevuta mentre la stanchezza le vietava di muoversi per rimanere a galla.

Il moro si sporse riuscendo a prenderla per la felpa e a tirarla verso di sè, dove le prese i polsi spingendola in avanti.

Cercò di sorriderle, ma gli riuscì solo un sorrisetto forzato e finto- Non dire sciocchezza... E' solo un'impressione. Non ti succederà nulla te lo prometto!

- Sas'ke io... mi dispiace Sas'ke... mi dispiace tanto... -riuscì a sussurrare chiudendo gli occhi tra gli spasmi di freddo.

Con un ultimo sforzo il ragazzo riuscì finalmente a tirarla e sè- Non hai nulla di cui scusarti... E' stata colpa mia...

La ragazza lo abbracciò affondando la testa molle nell'incavo del collo, mentre l'altro la copriva col proprio giubbotto e la portava allo chalet fra le braccia.

 

Hinata rimase interdetta per alcuni secondi, cercando di capire quello che aveva appena udito. Alzò la testa incontrando quei diamanti luccicanti che la fissavano.

- C-c-c-come...

Naruto le sorrise appena- Sono innamorato di te, Hinata...

La corvina sentì il cuore mancarle di un battito- Ma... ma... ma Sasame...

L'altro le accarezzò la testa- E' te che amo, non lei... Me ne sono reso conto tardi, lo so, ma non posso più nasconderlo a me stesso.

- Si ma... perchè ora? Perchè non te ne sei accorto prima? Io sto con Kiba e... -balbettò.

Naruto la guardò confuso- Ma che stai dicendo?

- Se eri innamorata di me perchè non me lo hai detto prima? Perchè hai aspettato che fossi io a dirtelo? Perchè mi hai fatto soffrire tanto? -si bloccò riprendendo poi a parlare- O forse la tua è una scena di compassione...

"Oddio ma che sto dicendo?" pensò sconvolta "Lui mi dice che mi ama e io lo respingo?! Dopo avergli detto quello che provavo per l'aggiunta!!"

Si staccò dall'abbraccio anche se in realtà avrebbe voluto strozzarsi, e fu lì che la vide, Sasame, nascosta dietro la colonna in legno del portico. In quel momento sentì distintamente la terra mancarle sotto i piedi e sperò con tutta se stessa di sprofondarci dentro e scomparire, tant'era la vergogna e la delusione del suo comportamento.

Anche Naruto sembrò accorgersi che qualcosa non andava, difatti si voltò nella direzione dello sguardo della corvina notando così anch'esso la figura della fidanzata.

-Sasame... -riuscì solo a dire il biondo. La ragazza sobbalzò scoperta e uscì dal suo "nascondiglio" con volto basso.

- Ehm... Non avevo intenzione di origliare: non tornavate più e mi sono preoccupata... Però vedo che stai bene Hinata, per fortuna. -si asciugò una lacrima che aveva cercato di nascondere fino allora- Ora torno dentro...

Non lasciò neanche il tempo di rispondere che corse verso la porta sbattendola alle sue spalle.

Hinata sorpassò il ragazzo intenta a correre da lei, ma la sua mano la fermò facendola voltare.

- Hinata è meglio...

- Naruto dimentica quello che ho detto... -pronunciò senza guardarlo in faccia e scostandosi dalla presa, rientrando in casa.

- Ehi Hinata dovresti... -cominciò Kiba vedendola rientrare ma fu stoppato dalla ragazza che lo liquidò con un "Non ora Kiba!" correndo al piano superiore.

Scalino dopo scalino si sentiva sempre peggio, come se qualcosa le pesasse sulla testa, come un macigno, il masso della delusione e della vergogna: aveva ferito Sasame con suo comportamento egoistico, stava prendendo in giro Kiba -l'unico ragazzo che le voleva bene- e Naruto.

Naruto… L'aveva lasciato lì, troncando il discorso con un'ennesima bugia, senza il coraggio di dirgli la verità, di urlargli che lei l'amava veramente, anche se continuava a negarlo a se stessa...

E tutte queste persone stavano soffrendo per colpa di chi? Per colpa sua, per la sua ingordigia d'affetto e d'attenzione, per questa sua smania di non volersi sentire sola... Ma era sbagliato tutto ciò? No... E allora perchè per questo molte persone soffrivano?

La porta della stanza di Sasame e Ino le si presentò davanti forse troppo presto e con paura bussò sul freddo legno -il cui tocco risuonò per il corridoio- seguito da un "Avanti".

- Sasame io... -cominciò entrando ma le parole le morirono in gola- Sasame ma che stia facendo?

La ragazza aveva sistemato la sua valigia sul letto e ci stava riponendo dentro le proprie cose- Faccio la cosa giusta...

La corvina le si avvicinò- No, non è vero! Sono io quella che ha sbagliato... Io dovrei andarmene, non tu!

- Ma non sono io quella che Naruto ama... -disse stringendo tra le mani un maglione ripiegato.

- Non è vero ti dico: l'ha detto perchè gli facevo pena! -tentò di spiegare.

Sasame la fissò, improvvisamente diversa- Come puoi dire una cosa del genere su Naruto? Proprio tu che dici di amarlo tanto, lo definisci capace di una simile cosa!

- Io... ecco...

- Hinata non puoi tirare il sasso e poi nascondere la mano cercando di camuffare la realtà dei fatti... Non è corretto per nessuno di noi. Me ne vado perchè qui oramai non c'è più posto per me. -concluse chiudendo il bagaglio e avvicinandosi alla Hyuga.

- Hinata si vede che ami Naruto, molto più di me, e lo stesso vale per lui... Io ho cercato di convincermi del contrario, sperando che i miei fossero solo pensieri senza senso. Non lasciarlo andare, non permetterti di perderlo ancora, perchè te ne pentiresti... -sentiva le lacrime d'amarezza implorarla per uscire.

- Ma Kiba... non posso... non...

- Devi parlarci, dirglielo, per il bene tuo e suo soprattutto... Non sarebbe giusto nei suoi confronti nasconderglielo no?

La Hyuga annuì mordendosi un labbro e senza una parola si avvicinò alla porta e l'aprì.

Si fermò sulla soglia senza però voltarsi- Sasame... Arigato... -le sussurrò chiudendola.

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Capitolo 26
*** Ascolta il tuo cuore ***


Scese le scale con una lentezza incredibile, ponderando scalino dopo scalino sulle parole dell’altra. Come poteva andare da Kiba e parlargli come se nulla fosse? Dirgli che avrebbero troncato lì ogni rapporto perché lei amava Naruto… No no, non poteva confessarglielo: l’avrebbe fatto solo soffrire, l’avrebbe odiata con tutto il suore, e lei non voleva: una parte di lei aveva bisogno dell’affetto di Kiba!

- Hinata ma che stai facendo? -la voce del ragazzo che occupava in quel momento i suoi pensieri fermò la ragazza a metà scale. Dietro di lui passò Naruto che la fissò, mentre la corvina evitava in tutti i modi quegli occhi.

- Forza vieni con me… -la prese per mano Kiba avviandosi verso la porta.

Quando Hinata passò accanto al biondo chiuse gli occhi abbassando la testa, mentre l’altro manteneva lo sguardo avanti.

- Io non rinuncio… -le sussurrò veloce in quel frangente in cui si fiancheggiarono.

Si voltò a guardarlo, mentre lui accennava un sorriso, velato però da continua confusione.

 

- Sakura siamo quasi arrivati, ce la fai a resistere per 2 minuti? -le domandò Sasuke coprendola il più che poteva col cappotto.

La rosa annuì con la testa emettendo un leggero “mh”, mentre sentiva le gambe riacquistare lentamente sensibilità.

Avrebbe voluto dire tante cose in quel momento, Sakura, tante parole che giravano alla rinfusa nella sua testa ma che non trovavano lo sbocco per uscire.

- Certo che mi hai fatto prendere un bello spavento… Come sempre del rest… -si fermò rendendosi conto di star facendo riaffiorare un brutto ricordo.

- Lo so, Sas’ke… -ammise a fatica- Io ti causo sempre tanti problemi, eppure tu sei così paziente con me…

Il moro si ritrovò ad arrossire, tossicchiando per smorzare la situazione imbarazzante- Bhè d’altronde sono il tuo migliore amico…

- Sei molto… di più…

L’Uchiha si fermò, perplesso da ciò che le sue orecchie avevano appena sentito… Cosa intendeva con quest'improvvisa uscita?

- Cioè? -chiese cercando di apparire il più indifferente possibile, anche se dentro moriva dalla voglia di sentire la risposta.

- Sai Sas’ke, ripenso spesso a quella sera… -disse nascondendo il volto dietro la frangia.

- Quale sera?

Un attimo di silenzio- Quella in cui mi hai baciato…

Se non fosse stato per il suo auto-controllo avrebbe sicuramente fatto cadere Sakura a terra, ma si limitò -esternamente- a schiarirsi nuovamente la voce.

- Mi spiace per come sono andate le cose… Il capitolo di Deidara era appena chiuso e io non avevo proprio la mente lucida, non credevo più a nulla e soprattutto a nessuno; per questo ho reagito in quel modo… -Sasuke sentiva perfettamente la mano di lei tremare, mentre stringeva la sua felpa.

- E’ buffo come in questi anni abbia scacciato dagli occhi la cosa più ovvia che sentivo… Di come nascondevo questo sentimento camuffandolo come semplice amicizia; davvero crudele… -farfugliò colpevole.

Sasuke la guardò senza riuscire ad arrivare al punto di quel rigirio di parole- Di cosa stai parlando Sakura?

- Sono innamorata di te, Sasuke…

 

- Kiba per favore non correre così forte, mi fa male il braccio! -si lamentò Hinata mentre l'altro continuava a girellare senza sosta per il supermarket, ignorandola.

Improvvisamente si fermò, liberandosi dalla presa e facendo finalmente voltare il ragazzo che la guardò non capendo.

- Voglio parlarti… -disse semplicemente con un insolito tono di chi non ammette “no” come risposta. Kiba si trovò costretto ad annuire.

- Bene ti aspetto fuori… -concluse avviandosi verso l’uscita.

Dopo una decina di minuti l'Inuzuka apparve dietro ad una folla di gente carica di buste e pacchetti.

- Bene, possiamo andare…

Si incamminarono così, riprendendo la strada fatta per venire.

- Di cosa vuoi parlarmi, Hinata? -chiese subito serio.

La corvina scrutò con indifferente interesse il contenuto della borsa che portava tra le mani- Di noi due… -disse e Kiba la guardò sorpreso.

- Spero che tu ti riferisca a te e Naruto con quel “noi due”… -si morse subito il labbro inferiore: forse era stato un po' troppo duro e diretto.

Si voltò verso Hinata che aveva abbassato la testa: aveva intuito la difficoltà della Hyuga in quel momento però doveva proprio sfogarsi in qualche modo.

- Allora hai capito... -disse in un flebile sussurro.

- Bhè non ci vuole un genio per constatare che nella tua testa c'è spazio solo per Naruto... -ancora più acido e pungente: non riusciva proprio a regolarsi tant'era la rabbia.

- Questo non è vero! -cercò di discolparsi ma vedendo Kiba che scuoteva la testa si zittì: ma chi voleva prendere in giro? Kiba aveva ragione su tutti i fronti, era inutile cercare di nascondere l'ovvia verità.

- Io... io ti chiedo scusa Kiba... Non sono stata sincera con te come tu lo sei stato nei miei confronti... Non ti biasimerei se decidessi di non rivolgermi più la parola...

Kiba stette in silenzio poi scoppiò in una fragorosa risata- Ahahah! Hinata ma come ti vengono in mente simili cose? Non ti dovrei parlare solo perchè non ricambi i miei sentimenti? Andiamo non è certo la fine del mondo...

Il labbro della corvina tremò, leggendo nelle parole dell'altro un incredibile tentativo di farsi coraggio, il coraggio che a lei mancava però... Tirò su col naso evitando di scoppiare a piangergli davanti, diventando così ancor più patetica.

- Io... io vi faccio soffrire tutti... -disse fermandosi improvvisamente- Desidero sempre più di ciò che ho, senza apprezzare quello che già possiedo... Tu, Sasame e Naruto state soffrendo per causa mia... Eppure nessuno di voi si arrabbia o mi dice qualcosa: questo mi fa ancora più innervosire... Pensate che sia un'incapace, una debole, che si sconvolga per un rimprovero?

Stringeva talmente forte le mani contro la busta che le unghie forarono la busta che conteneva la spesa, andando così a premere contro le mani infreddolite.

- Anzi, addirittura mi difendete e capite il mio comportamento! Perchè fate così?! Perchè dannazione?!

Kiba l'osservò, la scrutò dentro apparentemente indifferente, e poi sorrise.

- Hinata a volte sei così sciocca...

La Hyuga alzò lo sguardo verso l'Inuzuka, sorpresa.

- Ti impegni tanto per raggiungere ciò che ti prefissi, fai sacrifici, compi gesti impossibili, e appena hai fra le mani quello per cui hai lottato con tanto accanimento, lo getti via facendoti assalire dai sensi di colpa... -tirò un calcio ad un sasso che spuntava fuori tra la neve fresca- Dove pensi di arrivare con tale comportamento?

- Si ma io...

Kiba sospirò- Ogni nostra azione provoca conseguenze, non sempre positive purtroppo... E tu non puoi farci nulla! E' inutile piangere sul latte versato, direbbe mia madre...

- Quindi che dovrei fare, secondo te? -chiese quasi supplichevole di conoscere quella risposta che lei non riusciva ad afferrare, tanto le sembrava lontana.

- E lo chiedi a me? Scruta qui -si toccò il petto- e la risposta ti arriverà subito...

Con un lento gesto la mano di Hinata si alzò sfiorando il giubbotto, e premette all'altezza del cuore; chiuse gli occhi e in un attimo le fu davanti, la risposta, chiara e luminosa.

Li riaprì sorridendo all'Inuzuka e avvicinandosi gli diede un bacio, iniziando poi a correre verso lo chalet.

Aveva il fiatone e le facevano male le gambe, ma non le importava: la sua meta non poteva aspettare!

Quando oramai era a pochi passi dalla porta, e l'emozione che oltrepassava le stelle, la corvina si fermò incuriosita da una persona che, davanti all'ingresso, teneva il dito sul campanello senza però premerlo.

Si avvicinò cercando di capire chi fisse, ma nulla...

- Scusi? -lo chiamò quando oramai era dietro di lui- Ha bisogno di qualche cosa?

La figura sobbalzò sbiascicando un'imprecazione per la situazione imbarazzante; Hinata si ritrovò così davanti un ragazzo infagottato nel suo giubbotto verde militare e con una buffa coda simile ad un ciuffo d'ananas che sbucava da sopra la testa. Il giovane arrossì...

- Ehm abita qui? Io... forse ho sbagliato chalet: cercavo una certa Ino Yamanaka... -disse accendendosi una sigaretta indifferente.

- Ah Ino! Abita qua si; io sono sua ospite: Hinata Hyuga, piacere- si presentò porgendogli la mano.

Il ragazzo si affrettò a riporre la sigaretta fra le labbra ricambiando così il gesto.

- Shikamaru Nara, un amico di...

- SHIKAAA!! Finalmente sei arrivato... -Ino appoggiata al davanzale della finestra salutava muovendo animatamente il braccio, i capelli raccolti in due lunghe trecce che ondeggiavano a destra e sinistra.

- Quante volte t'ho detto di non fumare!! -lo riprese storcendo il naso- Buttala o te ne resti fuori!

- Agli ordini, Seccatura... -il ragazzo buttò a malincuore la sigaretta appena iniziata e si affrettò a rintanarsi in casa.

- Tu Hinata non entri? -domandò la bionda vedendo la corvina ancora ferma.

- Eh? Ah, dov'è Naruto? -chiese nascondendo la bocca tra l'enorme sciarpa di lana.

Ino scrollò le spalle- E' andato ad accompagnare Sasame alla stazione dell'autobus: ha detto che se ne voleva andare perchè non si sentiva bene...

Hinata spalancò gli occhi incredula: Sasame se n'era andata? Tutto per colpa sua... Naturalmente...

Dove pensi di arrivare con tale comportamento?

Le parole di Kiba le risalirono alla mente come d'istinto... Aveva ragione: non poteva pretendere d riuscire a far del bene a tutti! Se amava Naruto non poteva essere colpa, e se questo ricambiava i suoi sentimenti, lei non c'entrava niente!

Con questa determinazione, nuova per lei ma sorprendentemente piacevole e ben accolta, la corvina corse dentro la chalet ad aspettare Naruto.

 

Dopo quell'affermazione quasi soffocata dal tono della rosa, Sasuke e Sakura avevano fatto ritorno a casa, senza però rivolgersi parola: Sasuke non si capacitava ancora di quello che le sue orecchie avevano sentito mentre Sakura cercava di interpretare il perchè di quel silenzio, ma più che ci pensava più che le venivano in mente significati negativi.

- Siamo arrivati... -disse il moro salendo le scale del portico e aprendo con cautela la porta- Ehi c'è qualcuno?

La prima ad spuntar fuori fu Hinata che sorrise pensando al rientro di Naruto, ma sul suo volto si dipinse una leggere sfumatura di delusione non appena vide i due.

Notando poi l'amica che continuava a tremare e a gocciolare come un panno bagnato, si affrettò a chiamare Shikamaru e Kiba, che aveva da poco fatto ritorno.

- Datemi una mano a portarla in camera e chiamate un dottore. -sbuffò Sasuke distendendosi stancamente sul divano, mentre Ino gli porgeva una tazza di tè sedendoglisi davanti.

- Spero che la vostra fuga sia servita a qualcosa... -si affrettò a dire Ino distaccata sorseggiando la sua bevanda.

In risposta Sasuke alzò le spalle rigirandosi la tazza calda fra le mani infreddolite, sperando con quel calore di percepire un inutile ma bisognoso calore.

- Rinuncio... -una parola detta velocemente, come liberata e lasciata libera al vento, che colse l'attenzione del moro che la guardò non capendo.

Lei lo fissò a sua volta, perdendosi in quelle iridi oscure e lontane, ma distolse subito dopo le sue.

- Sei libero, non ti... vi ostacolerò più. -si alzò con un improvviso movimento e si avviò verso la cucina lottando contro se stessa per voltarsi e cambiare idea, come le suggeriva il cuore.

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Capitolo 27
*** Fogli di vita... ***


Da quando Sakura se n’era andata, Gaara era rimasto rinchiuso in camera sua, immerso in troppi, illogici, logoranti pensieri… Disteso sul letto, gli occhi vitrei che apparentemente fissavano il soffitto bianco e smorto, si trovava oramai in un mondo lontano da quello pieno di problemi e nient’altro che tristezza.

Vattene via... Nessuno ti vuole mostro!

Sbatté le palpebre per quella frase così improvvisa uscita fuori dal profondo della sua memoria. Il ricordo di un'infanzia travagliata, passata troppo lentamente e con troppa sofferenza.

- Zio perchè tutti i bambini non vogliono giocare con me?

- Gaara non dire sciocchezze: sono solo molto timidi e tu non hai provato abbastanza ad avvicinarti a loro.

Ma lui non capiva, non voleva capirlo!

 

Un bambino dai ribelli capelli rosso acceso si avvicinò al gruppo di coetanei intenti a costruire un castello di sabbia.

- Posso giocare anche io? -domandò osservando con infantile e cupida meraviglia la costruzione appena iniziata, assaporando già il fremito delle mani affondate nella sabbia soffice.

- No non ti vogliamo! -rispose un bambino frapponendosi tra lui e il castello.

- Perchè?

- Tu sei un mostro, come tuo papà! -gli gridò severo spingendolo e facendolo cadere a terra.

Gaara rimase a terra immobile, cercando di reprimere le lacrime e auto-convincendosi che niente di quello appena udito era vero.

- Mostro, mostro, mostro! -iniziarono a cantilenare i bambini puntando gli indici sporchi di terra contro il rosso, il quale accecato da un'istintuale rabbia si scagliò contro quelli scatenandone una zuffa.

Suo padre era un assassino, colui che aveva causato la morte della madre e poi si era tolto la vita -preso da chissà quale inutile senso di colpa oramai troppo tardi-, risparmiando per un inspiegabile motivo la vita del figlio.

La televisioni e i giornali lo avevano etichettato come un uomo violento, spietato perfino col figlio -che non esitava a picchiare senza motivo- un alcolizzato e uno spacciatore che già aveva ucciso. Ma niente di quello detto era vero! Gaara ricordava suo padre come un uomo buono, gentile e premuroso… Continuando però a sentire quelle notizie, assieme a tutti i pettegolezzi detti alle spalle del bambino, si era convinto che l’immagine che aveva lui del padre era sbagliata, che invece quella presentata da tutti fosse l’unica vera…

Da quel momento la vita di Gaara era stata stravolta, come quando si volta una pagina bianca e dietro non si trova altro che il nulla. In quel nulla però Gaara trovò un piccolo sbaffo nero, suo zio -fratello della madre-, che si accollò la cura del bambino.

- GAARA! Ma che hai combinato? -chiese allarmato lo zio vedendo apparire il nipote sullo stipite della porta pieno di graffi e sporco di sabbia fino alla punta dei capelli.

- Sono stati gli altri bambini... -spiegò mentre l'altro lo puliva- Dicevano cose cattive sul papà e su me...

L'uomo si fermò alzandosi improvvisamente- Ti ho detto mille volte di non dire bugie, Gaara.

Il ragazzino lo fissò confuso- Ma ho detto la verità! Continuavano a chiamarmi "Mostro"!

L'altro lo schiaffeggiò zittendolo- Non dire stupidaggini! Domani andremo dai genitori dei bambini che hai picchiato e gli chiederemo scusa.

- Ma... -cercò di dibattere.

- ... e gli chiederemo scusa! -puntualizzò severo nell'ultimo punto con un tono che non ammetteva repliche.

Il bambino non potè far altro che abbassare lo sguardo annuendo.

Non gli credeva, non aveva mai avuto fiducia in lui, vedendolo come il frutto di un amore depravato fra la sorella e un uomo troppo preso dalla sua vita per avere un briciolo d'umanità. Non riusciva ad amarlo, si ripeteva disperato Gaara ogni giorno, e anche se cercava in tutti i modi di renderlo fiero di lui portando a casa ottimi voti e dando una mano dove poteva, lo zio trovava sempre una pecca in tutte le azioni compiute.

Ma non demordeva, convinto in un piccolo angolo del suo cuore che continuando a tentare avrebbe strappato un tanto agognato "Sono fiero di te Gaara". Però passavano gli anni, i meriti si accavallavano uno sopra l'altro ma di quella fatidica frase neanche l'ombra.

Fu il primo giorno delle medie che quel foglio bianco voltato anni addietro si concluse richiedendone uno nuovo.

Le presentazioni di fronte a tutti i nuovi compagni erano sempre un qualcosa di imbarazzante e causa di forte angoscia per i più timidi; nell’aula aleggiava un'aria pesante che si poteva tagliare col coltello tanto era spessa. A turno ogni studente si alzava in piedi pronunciando nome e cognome e dando una dritta delle proprie informazioni personali.

Gaara stava guardando distrattamente fuor di finestra quando sentì pronunciare il suo nome: si alzò grattandosi dietro la nuca iniziando a descriversi come se stesse recitando una nenia, col suo solito tono piatto e basso. Fu per questo che riuscì a sentire alcuni sussurri alle sue spalle.

- Ma si ti dico che è lui... -bisbigliò un ragazzo al compagno, parandosi la bocca con una mano.

- Quel no Sabaku? Il figlio di quello che ha ucciso la moglie e si è ammazzato? -lanciò una fugace occhiata al rosso.

- Si... Certo che devono avere un bel coraggio a permettere a un soggetto del genere di frequentare questa scuola: sicuramente sarà uguale al padre...

Gaara non potè tollerare oltre di quel discorso già di per sè deprimente: essere equiparato al padre era per lui la massima delle offese. Si voltò con una calma agghiacciante verso il ragazzo che lo guardò tra il confuso e il terrorizzato.

Con un rapido gesto lo prese per il colletto alzandolo per un paio di centimetri da terra e portandoselo vicino al volto, mentre i suoi occhi vuoti lo spaventavano ancor di più. Quell'altro in risposta si muoveva cercando di liberarsi come un pesce fuor d'acqua, supplicando di lasciarlo andare.

Compiendo un movimento meccanico portò il pugno destro indietro, pronto a colpire il compagno, quando l'immagine dello zio gli attraversò la mente bloccandolo: non poteva deluderlo adesso!

Immerso in un sbigottimento generale riportò il ragazzo a terra che tossicchiò allentandosi il colletto.

- L'ho detto io... -disse tra un colpo di tosse e l'altro- Sei come tuo padre: un mostro!

"Mostro" fu l'ultima parola che riuscì a dire prima di essere scaraventato indietro tra i banchi, colpito al volto dal pugno lasciato in sospeso.

Furioso si scagliò contro quello come anni addietro aveva fatto coi compagni di asilo, rifilando al malcapitato sotto di lui una serie di cazzotti e graffi mentre il professore tentava senza risultato di fermare la rissa.

 

Dopo essere ritornato in sè, e sicuramente aver rotto il setto nasale allo sventurato compagno, Gaara era corso fuori di scuola vagando tra le strette e nascoste viuzze di Tokyo, come se qualcuno lo stesse pedinando. Si voltò anche varie volte per accertarsi che quel pensiero non fosse reale e non si stupì nel constatare che nessuno lo seguiva. Si ritrovò senza un perchè preciso alla stazione, pullulante di pendolari e turisti che la facevano assomigliare ad un enorme e sofisticato formicaio.

Dal tabellone nero appeso all'enorme muro guardò il primo treno in partenza e senza tanti rigirii di idee ne comprò il biglietto fiondandocisi dentro.

Si sedette al primo posto accanto al finestrino libero, accompagnato da un sospiro di sollievo, e buttò lo zaino nero in malo modo nel sedile accanto.

Poggiò i gomiti sul tavolino appeso alla parete, portando la sua attenzione così all'esterno sicuramente più entusiasmante dell'aria smorta e cupa che si respirava lì dentro assieme ad un insolito quanto nauseabondo puzzo di calzini sporchi.

Si guardò intorno indifferente e le uniche persone "normali" furono una vecchietta decrepita che accarezzava il suo cane, o almeno, un ammasso di riccioli bianchi cotonati con una coda a ponpon che scodinzolava; poco più indietro di lei un gruppo di tre ragazzi scherzava sventolando bottiglie di birra e cantando allegramente canzoni sbiascicate e rotte da risate. Furono proprio quei ragazzi a cogliere la sua attenzione, e senza rendersene conto si era già spostato sedendosi in uno dei sedili opposti ai loro, lanciando ogni tanto occhiate interessanti.

Fu soprattutto uno di quelli, un biondino con un ciuffo che copriva l’occhio e una coda da cavallo “chilometrica”, che lo colpì maggiormente. Questo, accortosi dello sguardo continuo del rosso, sorrise facendogli cenno di avvicinarsi indicando il posto libero.

Quasi scocciato, ma col cuore che batteva a mille, si sedette fissando gli altri due che si scolavano noncuranti le loro bevande: il primo era un ragazzo sulla ventina, dai corti capelli grigi mandati tutti indietro da una marea di gel; il secondo aveva uno sguardo imperturbabile, severo e austero al tempo stesso, con i capelli arancioni sparati a destra e a manca.

- Come ti chiami? -domandò il biondo porgendogli una birra che il rosso accettò ben volentieri.

- Gaara…

- Gaara… -guardò per un attimo lo zaino- Hai fatto forca eh?

Gaara storse il labbro ricordandosi l’episodio di qualche ora fa e alzò le spalle tirando giù un altro sorso avido.

- Tsè… Mi piaci sai?

Il rosso strizzò le palpebre fino a farle diventare due fessure- La tua non è un’avance vero? Comunque come ti chiami?

Il biondo rise di gusto avvicinandosi e dandogli una pacca sulla spalla, porgendo poi la mano destra- Piacere Deidara.

 

La sua vita era finalmente cambiata: si era liberato di quel pietoso velo di falsa perfezione, ora era libero!

Aveva cominciato a frequentare Deidara e il resto della banda e con loro aveva scoperto un mondo totalmente nuovo e affascinante dal quale uscirne fuori era praticamente impossibile.

Di suo zio non gliene fregava più nulla: aveva smesso oramai di spaccarsi la schiena per un tipo del genere. Adesso poteva vivere, che andasse pure al diavolo!

A scuola già da qualche mese ci andava sporadiche volte, il resto delle giornate le passava a casa di Deidara -che viveva da solo- in cui si riunivano gli altri, e lì fra alcol e chiacchierate, tra le quali non mancavano qualche azzuffate, passava le ore sempre troppo veloci.

Aveva capito fin da subito che il capo era Deidara, anche se a primo acchito non dava l’impressione di essere un buon leader, vista la sua aria di bonismo e i suoi modi tutt’altro che autoritari. Ma un giorno Hidan, quello che aveva i capelli perennemente impiastricciati di gel, gli raccontò che se voleva Deidara poteva diventare un vero e proprio demonio con chiunque gli si mettesse contro. Vista la severità con cui pronunciò quella frase Gaara non si stupì di essersi subito impresso quel concetto.

Ma anche il nuovo foglio, appena iniziato, giunge ad una fine -inaspettata o meno.

La sua vita sembrava così perfetta, nella sua limitatezza, fino a che non conobbe Sakura. Fu lei a voltare la pagina riempita di scritte in ogni angolo libero.

Aveva già sentito parlare di lei, o meglio, di una certa ragazza di cui si era interessato Deidara, ma non ci aveva mai fatto tanto caso, conoscendo la sua fama di playboy. Eppure quel nome si ripeteva in ogni discussione, come una nenia, facendo crescere in lui la voglia di vedere quella ragazza diventata motivo di chiacchiere intense.

Di punto in bianco poi, in una fredda mattinata di Dicembre, di Sakura Haruno non si seppe più nulla, né una parola a riguardo né un qualche collegamento: era sparita dalla vita della banda così come Deidara era finito misteriosamente -almeno per il rosso- in carcere. Lui e il resto andarono avanti, sapendo che prima o poi Deidara sarebbe uscito: e finalmente, dopo 3 anni, ciò avvenne.

Le parole che disse a Gaara appena si rincontrarono se la ricordava bene...

Deidara si sedette su uno dei divani di casa sua, circondato dal resto della banda, sorseggiando una birra e fumando ogni tanto la sua sigaretta.

- Quella puttanella da strapazzo... -iniziò sorridendo beffardo- Me l'ha fatta davvero grossa; ma se pensa di scamparla, bhè, si sbaglia di grosso...

Quello sguardo così freddo, duro, innaturale, spaventò tutti che risposero con un solenne silenzio. Quegli occhi iniettati di puro odio si posarono su quelli indifferenti di Gaara. Con la testa gli fece cenno di seguirlo nell'altra stanza, alzandosi subito dopo.

Con un veloce cenno della mano gli ordinò di richiudere la porta, non appena questo fu entrato, e si distese sul suo letto.

- Gaara credo che tu sia l'unica persona adatta per il compito che ti sto per affidare... -disse mettendosi a sedere a guardando il rosso che ricambiò lo sguardo.

Deidara gli porse una foto e l'altro la guardò curioso: una ragazza dai lunghi capelli stranamente rosa sorrideva davanti all'obbiettivo mostrando gli occhi brillanti e un sorriso sincero. La foto non era sgualcita, ma fra alcune pieghe appena percepibili si poteva capire la forte cura con cui quella era stata tenuta.

- Trovala, fai in modo di portartela a letto e scaricala... Falla soffrire! -urlò battendo un pugno sul materasso, in un improvviso e incontrollato eccesso d‘ira.

- Come lei ha fatto soffrire me... -sussurrò a voce talmente bassa che Gaara ne sentì a malapena il suono, quanto bastava però per capirne il senso.

Non disse nulla, si limitò a far cenno col capo e uscì.

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Capitolo 28
*** Succede tutto in un pomeriggio... ***


Ino ripose la tazza vuota sul lavandino, riempiendola d’acqua per lavarla. Tutto con movimenti meccanici, lenti e quasi innaturali, privati di quella voglia e quella forza necessari.

Lei, Ino Yamanaka, aveva mollato… aveva perso.

- Lava anche questa… -sbiascicò Shikamaru apparendole da dietro le spalle mostrando la propria tazza ancora calda.

- Mh…

Nara si sedette sbuffando, accendendosi l’ennesima sigaretta del giorno.

- Che è successo Ino? Come mai non sei di là a civettare con il moretto?

La bionda non si voltò, continuò a far scorrere l’acqua fredda iniziando a pulire il coccio con foga- A che scopo?

- Ma non ci stavi insieme? -chiese guardandola mentre lei si voltava verso lui.

- Non stiamo insieme… non lo siamo mi stati… -abbassò subito lo sguardo- Sei l’unico che c’ha creduto!

Alzò un sopracciglio scuro- Volevo vedere quanto ci mettevi tu per capirlo… Perché credo che qui l’unica che ne era convinta fossi te.

Ino lo guardò spiazzata: che voleva dire? Davvero era l’unica ad aver avuto i paraocchi? Questo non poteva far altro che deprimerla ancor di più… Che stupida!

Se se ne fosse resa conto forse Sakura non sarebbe stata in quello stato; lei avrebbe potuto provare a cercare qualcun'altro che soddisfacesse quel desiderio d’amore che tanto bramava… Invece no, si era impuntata su l’unica persona sbagliata.

Involontariamente pianse, dapprima silenziosamente poi sempre più forte, fu sempre più liberatorio quel pianto atteso. Si appoggiò al lavandino coprendosi gli occhi, fregandosene del fatto che Shikamaru le stava davanti. Si morse il labbro quando si sentì avvolgere da qualcosa di caldo e un intenso aroma di fumo la coprì.

- S-Shika…

- Piangi, mia piccola principessa… -le sussurrò all’orecchio stringendola.

 

Sasuke guardò il soffitto di legno apparentemente ipnotizzato.

"BAKA!" Questo continuava a ripetersi cercando di frenare l’impulso di strozzarsi con le proprie mani.

Si era dichiarato, lei lo amava a sua volta e lui che faceva? Come un idiota qualsiasi se ne stava zitto.

“Ma dico si può essere più imbecilli?” si chiedeva. E a questa domanda solo una frase gli pareva quella più opportuna: non se l’aspettava…

Si lui, Sasuke Uchiha, il freddo e razionale Sasuke, non sapeva come comportarsi di fronte alla dichiarazione che aveva desiderato da anni. Se avesse avuto meno orgoglio si sarebbe fatto un applauso da solo, ma in questo stato di trance un po’ di buonsenso gli rimaneva lo stesso.

E ora però che fare? Andare da lei e dirle “Ohi Sakura! Ti amo anche io, scusa se prima me ne sono stato zitto ma non sapevo che dirti!”: tanto valeva buttarsi nel lago ghiacciato no? Sembrava trovarci gusto a cacciarsi nelle situazioni più complicate… Stupido sadico!

Si mise un cuscino sulla faccia e urlo mentalmente. Però non poteva starsene così, doveva pur fare qualcosa! Si ma cosa?!?

- Sasuke tutto a posto? -domandò Hinata scendendo le scale.

- Più o meno… -rispose togliendosi il cuscino dalla faccia imbarazzato- Come sta Sakura?

- Bene… Il medico dovrebbe arrivare tra poco però è cosciente e non sente più freddo… -si sedette nel divano opposto a quello del moro- Se non ci fossi stato tu…

- ... Sakura non sarebbe caduta nel lago… -ammise a fil di voce.

Hinata sorrise timidamente- Bhè potresti andare da lei e scusarti, se è questo che ti fa star così… E magari aggiungere qualcos’altro, neh?

L’Uchiha arrossì leggermente alzandosi- Si forse lo farò… -concluse correndo verso le scale e salendole a due a due.

Il sorriso sul volto della Hyuga aumentò seguito da una breve risatina; in quel mentre qualcuno aprì la porta.

- Ci sono! -gridò Naruto togliendosi il cappotto e la sciarpa.

Il sorriso della corvina sparì in un istante, lasciando posto ad una tremarella comune per lei. Quando Naruto la vide seduta sul divano mentre lo fissava, distolse lo sguardo sedendosi nel posto dove prima c’era Sasuke.

- Come sta Sasame? -chiese Hinata disegnando cerchietti sulle gambe con le dita.

- Eh? Ah si… Bene, mi ha detto di salutarvi tutti.

Hinata si morse il labbro inferiore- Era… era arrabbiata?

Il biondo sbattè gli occhi perplesso.

- No che non lo era… anzi… era contenta! Ha detto che ci ha fatto il regalo di Natale in anticipo…

Hinata strinse la stoffa dei pantaloni tra le mani abbassando ancor di più lo sguardo... Dov'era finita tutta la sicurezza di prima? Tutta la voglia di vederlo e di dirgli quelle fatidiche parole "Mi sono lasciata con Kiba"?

- Come mai tutto sto silenzio? -domandò l'altro guardandosi intorno, non notando schiamazzi e grida concitate per l'arrivo del Natale.

- Sakura è caduta nel lago ghiacciato e adesso è in camera sua. "Adesso Hinata, è il momento giusto..."

Inghiottì alzando lo sguardo- Senti Na-Nar...

- E' caduta nel lago?! Ma sta bene? -le urla di Naruto coprirono le parole della hyuga che si zittì ancora riabbassando lo sguardo come se la stesse rimproverando.

- Si... C'è Sasuke con lei... -era il momento- Naruto dob...

- Non è possibile vi lascio un attimo soli e mi c...

- NARUTO! -gridò Hinata alzandosi, bloccando Naruto che la guardò esterrefatto.

- S-si?

La corvina sospirò risedendosi composta, il cuore che batteva all'impazzata- Ho lasciato Kiba... -riuscì a dire e dopo pochi istanti le braccia del biondo le furono intorno in un dolce abbraccio.

 

Sakura si stropicciò gli occhi sentendo qualcuno bussare alla porta e sbiascicando un "avanti" li richiuse infastidita dalla luce della lampada che qualcuno aveva acceso. Non ebbe la voglia di alzare la testa per vedere chi fosse entrato, ma sobbalzò lo stesso quando il materasso si mosse su e giù.

- Sas'ke?

Un attimo di silenzio...

- Preferiresti lui? -fu la domanda della persona seduta all'altro capo del letto.

Sakura spalancò gli occhi: Gaara. Istintivamente fece per alzarsi, ma il rosso la bloccò iniziando a parlare.

- Sakura aspetta... Io... io volevo chiarire...

- Cosa vuoi chiarire? Credi davvero di potermi inventare altre scuse dopo che ho saputo che hai a che fare con Deidara?! -aveva alzato la voce mentre con forza stringeva i lembi della coperta.

- Non puoi dare pregiudizi così!

- Ah si? E cosa dovrei dire allora? Siete fatti della stessa pasta, sei un bugiardo quanto lui!

Gaara si accigliò ancor di più- Se fossi davvero un bugiardo secondo te sarei qui? Credi davvero che ti avrei detto tutte quelle cose?!

Sakura distolse lo sguardo- Farà parte del tuo piano...

- Ma che piano e piano!! Ti sto facendo capire che oramai con loro non voglio averci più niente a che fare!

- Oh ma fammi il piacere!! E cosa sarebbe la forza scatenante di questa tua svolta decisiva? -domandò alzando la testa irata per vederlo in faccia.

- TU!

La rosa spalancò gli occhi rimanendo per qualche secondo con lo sguardo fisso sul rosso, poi fece ricadere la testa sul cuscino con un tonfo. Rimase immobile per un minuto, gli occhi verso il soffitto che sembrava talmente vicino che in lei si insinuò la paura che potesse schiacciarla da un momento all'altro. Si coprì fino alla nuca stringendo i denti: che senso aveva quella dichiarazione ora?

- Non ti chiedo di perdonarmi per ciò che ti ho fatto, non me lo merito, mi piacerebbe, ma non ne ho il diritto... E non ti chiedo neanche di ricambiare ciò che provo per te, so già che nel tuo cuore non c'è più posto -concluse alzandosi e avviandosi verso la porta- Addio Sakura.

Vide la porta chiudersi davanti impotente e per un attimo scorse i bagagli appoggiati alla parete di fronte: se ne sarebbe andato, per causa sua. Che avrebbe dovuto fare ora? Si era resa conto di amare Sasuke ma non poteva lasciar andar via così Gaara perchè in fin dei conti, anche se diceva di odiarlo tanto, lei ci teneva a lui come a un qualsiasi amico. Ma sarebbe stato patetico e illusorio chiedergli di rimanere, però lasciarlo partire in quel modo proprio non lo sopportava. Quindi l'unica soluzione era lasciarlo andare per la sua strada, sperando di avere una seconda possibilità di potergli riparlare e chiarire.

Sospirò rilassandosi fra le coperte e chiuse gli occhi per far mente locale su cosa era appena successo, ma non riuscì a capacitarsene: aveva solo una grandissima confusione in testa. Grugnì contrariata sentendo nuovamente alcuni tonfi sulla porta.

Non rispose sperando che la persona dall'altra parte la prendesse per addormentata e la lasciasse stare ad un meritato riposo; eppure sentì lo stesso la porta aprirsi e richiudersi subito dopo: ma lei rimase immobile a occhi chiusi, emettendo respiri ampi e profondi per dare l'idea che stesse pisolando.

Ma quei placidi respiri si fecero strozzati e gli occhi verdi le si aprirono in un istante non appena sentì premere contro le sue labbra qualcosa di morbido e con un piacevole aroma di borotalco. A primo acchito le risultò difficile capire chi fosse la figura a starle davanti, ma poi gli occhi la focalizzarono e un esteso rossore la pervase quando questa si allontanò da lei sorridendo appena.

- S-S-Sas'ke... -riuscì a dire in un sussurrò strozzato, vinta dall'incredulità.

Lui la guarda, con un'espressione indecifrabile- Bhè cos'è quella faccia?

- Io... ehm... Tu... e poi... -si zittì subito dopo arrossendo.

- Ma non eri innamorata di me? -a tale domanda il volto della ragazza si tinse ancor di più di un rosso acceso.

- S-si lo so però... -non sapeva proprio che dire: l'aveva colta alla sprovvista, senza preavviso...

- Però...

Sakura lo guardò imbronciata, mettendosi faticosamente a sedere- Però non puoi venire qui, baciarmi e credere che vada tutto ok!

Sasuke alzò un sopracciglio- E cosa avrei dovuto fare? Mi ami, io ti amo, che vuoi d'altro? -chiese come se fosse la cosa più naturale del mondo: al diavolo le fisime, i pensieri troppo contorti e i "se" o i "ma" che rendono al vita solo più complicata di quanto già non lo è! "Dritto alla meta" aveva pensato salendo le scale.

La rosa lo guardò scandalizzata e confusa, domandandosi quando mai l'Uchiha aveva avuto quella parte del carattere... Però a pensarci bene, su quelle cose era stato sempre molto deciso: basti pensare alla sera di qualche anno prima, quando l'aveva baciata nel ritorno a casa.

- Gaara s'è già andato? -domandò dando vita al pensiero che le stava ronzando nella mente.

- E questo che c'entra?! -domandò l'Uchiha stizzito.

Sakura abbassò lo sguardo- L'ho trattato da schifo... E non gli ho neanche chiesto scusa... Lui... lui era cambiato ma non ci volevo credere.

- E' naturale Sakura, dopo quello che ti è successo... E anche lui lo ha capito, ne sono sicuro.

La ragazza alzò lo sguardo verso di lui mostrando due smeraldi bagnati, desiderosi di riversare su quella pelle arrossata una cascata di lacrime.

- Lo pensi davvero? -chiese supplicante, prendendolo per la manica della felpa con due dita.

Lui la fissò: non era stranamente geloso per quella preoccupazione verso Gaara, sapeva che lei era seriamente preoccupata di lui come amica. Lei oramai era sua, e nessuno gliel'avrebbe portata via!

Con un rapido movimento intrappolò la testa rosa fra le sue braccia stringendola in una tenera presa all'altezza della pancia

Fu la porta a spezzare l’atmosfera creatasi: qualcuno difatti bussò delicatamente.

- Sakura è arrivato il dottore… -disse Hinata dall’altra parte ricevendo un “fallo entrare” dalla ragazza che si era staccata con malavoglia dalla presa del moro, ma che continuava a fissare.

 

Gaara sospirò quando vide l’autobus avvicinarsi alla fermata e con un gesto brusco prese in mano la valigia e si rimise lo zaino in spalle, dando un’ultima occhiata alla strada appena percorsa.

Finita… se ne stava andando da perdente. Meglio così sommariamente; il problema si poneva però nel pensare a Deidara… Non l’avrebbe passata liscia, ne era sicuro, non in questa particolare occasione almeno.

Il telefono vibrò nella tasca del piumino e svogliatamente lo prese e rispose alla chiamata. La voce che gli arrivò dall’altro capo dell’apparecchio lo stupì molto.

- Se sei davanti alla fermata dell’autobus deduco che hai risolto tutto, giusto Gaara?

“Merda…” pensò il rosso guardandosi intorno e notando poco lontano da lui una Volkswagen nera.

- Cazzo ci fate qui, Deidara? -domandò riattaccando subito dopo e avviandosi verso la vettura, dalla quale uscì il biondo.

- Mamma mia che accoglienza! -scherzò appoggiandosi alla portiera aperta.

- Che siete venuti a fare qui? -ripetè poggiando a terra la valigia.

- Mh volevamo passare il Natale qui… E’ un bel posto! Allora com’è andata?

- Bene… Ho fallito e ho deciso di lasciare la banda. -disse ricevendo subito dopo un cazzotto in piena guancia, barcollando appena.

- Non ho sentito bene Gaara… Ripeti?! -continuò prendendolo per il giubbotto e avvicinandoselo al volto contratto in una dura espressione.

- Che getto la spugna e lascio la banda, mi sono stancato dei tuoi capricci... -concluse scostandosi dalla presa e pulendosi il labbro sanguinante.

Deidara rimase lì per lì in silenzio, poi scoppiò in una rumorosa quanto terrificante risata appoggiandosi al cofano della macchina.

- I miei capricci dici? -domandò fra le risate- Ma tu sei impazzito... Credi davvero che ti lascerò andar via così?

- Chi sei tu per impedirmi di andar via?!

Deidara gli si avvicinò nuovamente- Sono quello che ti ha dato nuova vita.

Gaara lo guardò con gli occhi spalancati, mentre nella mente le immagini lo riportavano ad anni fa, quando era emarginato e senza nascosto dall'ombra di quel padre che tanto aveva odiato...

- Ma io... questa vita non la voglio più! -gridò prendendo la valigia e correndo verso l'autobus.

Hidan uscì dalla vettura subito dopo- Deidara lo lascerai andar via così?

Il biondo sorrise- Avremo modo di fargliela pagare... Ora dobbiamo prepararci al piatto principale. -rispose risalendo in macchina e mettendo in moto.

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Capitolo 29
*** Finalmente Natale... ***


- CIN CIN!! -le grida concitate dei sei ragazzi riecheggiarono nel salotto dello chalet miste alla profonda atmosfera natalizia e all’odore delle candele accese qua e là a dare quel tocco di romanticismo alla cena.

- Bhè non credevo davvero che ce l’avremmo fatta ad arrivare a stasera! -scherzò Naruto alzando ancora una volta il bicchiere colmo nuovamente di spumante.

- Naruto non bere troppo, ti farà male... -lo pregò con fare materno Hinata notando con che velocità il biondo svuotava e riempiva il bicchiere.

L’altro le mise un braccio intorno alle spalle sorridendo- Su Hinata è Natale! Un piccolo stra vizio fa bene… -urlò gaio ciondolando il braccio libero in aria.

- Naruto ha ragione Hinata! -lo appoggiò Ino versando nel bicchiere della corvina un’ampia dose di liquido giallognolo- Bevi che ti fa bene: è provato scientificamente.

La ragazza prese ad analizzare la bevanda dalla quale si alzavano bollicine scoppiettanti e, chiudendo gli occhi, la bevve fino all’ultima goccia. Naruto fischiò ridendo mentre lo stomaco della Hyuga brontolava appena per ciò che stava per la prima volta ricevendo.

Una vampata d'aria calda l'investì in pieno e con un movimento deciso porse avanti il bicchiere richiedendone l'immediato riempimento, mentre, sorso dopo sorso, un leggero velo rosso le si posava sulle gote diafane.

Sakura assisteva alla scena basita, bagnandosi le labbra col suo spumante: vedere la sua amica ubriacarsi per la prima volta non sapeva se definirlo un evento storico o una tragedia.

Guardò per la seconda volta l'ora notando con stranezza che erano appena le 23 e già Ino e Naruto erano sulla via di una sbornia coi fiocchi, mentre Shikamaru e Sasuke se ne stavano sul portico intenti a fumarsi una sigaretta. Storse il naso contrariata da quel brutto vizio che non riusciva a togliere dalla mente del moro. Si ricordava ancora come era rimasta scioccata quando una mattina l'aveva visto accendersi una sigaretta indifferente sulla via per scuola. Gliel'aveva presa subito spiaccicandola sotto la suola della scarpa e l'aveva fulminato con gli occhi verdi.

Lui invece s'era limitato a grugnire accendendosene un'altra, spiegando che non c'era niente di male a fumarne una ogni tanto e che tanto avrebbe smesso presto. Erano passati da quel giorno 3 anni.

A quel tempo era ancora il suo migliore amico, mentre ora... guardò la porta d'ingresso semi-chiusa sorridendo: non poteva essere più felice!

 

- Le cose con Ino vanno bene, spero? -domandò Sasuke stringendosi nel cappotto con la sigaretta fra le labbra.

Shikamaru alzò le spalle nell'evidente segno di una persona che non ama parlare di certe cose e rimane nel vago. Proprio come Sasuke...

- Bhè non credere che non t'abbia visto mentre te la stringevi in cucina.

L'altro strabuzzò gli occhi tossendo: colpito e affondato!

- Che seccatura parlare di ste cose... -grugnì buttando via un po' di neve posatasi sulla ringhiera in legno- Ho visto quel rossino andarsene, prima. Cos'è successo?

- Mh? Se non se ne fosse andato con le sue gambe l'avrei certamente sbattuto al freddo con un calcio nel culo.

Shikamaru sorrise appena- E' già il terzo che se ne va da qui, nel giro di un giorno. Siete proprio accoglienti non c'è che dire!

- Ti riferisci a Sasame e Kiba? Tsè per una volta quella Testa Quadra ha fatto qualcosa di buono, e Hinata ha tirato fuori un po' di caratterino.

- Mi sembrate un branco di pazzi qui... -ammise Shika gettando la sigaretta fra la neve, ricevendo un'occhiata torva da Sasuke- Però ci sto bene.

Rientrò al caldo seguito dal moro. Il primo si sedette accanto ad Ino che aveva preso ad intonare canti con l'Uzumaki, cercando di toglierle il bicchiere mezzo pieno; Sasuke si guardò intorno.

- Dov'è Sakura? -chiese a Hinata che sembrava la più sana di quella banda di squinternati.

La corvina si mise a ridere- E' andata sopra... -indicò la scala di legno che l'Uchiha prese a salire arrivando in poco tempo di fronte alla porta della camera della rosa.

Bussò ricevendo come risposta un "avanti" seguito da un tonfo. Sasuke si precipitò dentro spaventato e si ritrovò davanti la lampada rotta a terra e Sakura che rideva seduta sul letto, le gote rosse e i capelli leggermente scompigliati.

- Ehi Sakura tutto a posto? -domandò l'altro preoccupato, avvicinandosi.

- Si, si... -disse ridacchiando- Volevo accendere la luce e poi BUM! -scoppiò a ridere dando un ultimo sorso al bicchiere pieno di spumante.

Sasuke scosse la testa: era ubriaca quasi quanto quelli di sotto, pensò sedendosi accanto a lei mentre questa poggiava la testa sulla sua spalla. Sentiva il suo respiro addosso e lo rendeva stranamente nervoso.

- Sakura forse dovres... -non ebbe il tempo di finire che le labbra di lei si posarono con prepotenza sulle sue.

Uno sgradevole ma dolciastro odore di spumante lo avvolse mentre stringeva a sé la ragazza; sentì le mani di lei affondare nei suoi capelli e poi posarsi sul collo. Con una mano le tocco la schiena dal basso verso l'alto per poi ripercorrere lo stesso percorso al contrario, e quando arrivò alla fine la spostò in avanti.

Stava per alzarle la maglia quando aprì gli occhi ricordandosi che Sakura era ubriaca. Con una smorfia si staccò da questa accarezzandole i capelli.

- Sas'ke ho fatto qualcosa di sbagliato? -domandò la rosa guardandolo preoccupata.

Le tirò un piccolo nocchino nel capo- Non voglio approfittarne ora che hai bevuto.

Sakura sorrise sorniona- Eh si mi sa che ho bevuto un po' troppo... -si lasciò cadere all'indietro di peso- Non lo reggo molto l'alcool.

Il ragazzo la coprì mentre questa piano piano si addormentava e fece per andarsene ma sentì la presa di lei alla felpa farsi più forte. Si voltò.

- Sas'ke rimani qui per un po'... -gli sussurrò tirandolo verso di lei. Si vide costretto ad ubbidire e si distese accanto alla ragazza sbiascicando un "solo per 5 minuti...".

Chiuse gli occhi quando Sakura si voltò verso di lui e lo abbracciò. Gli venne istintuale a Sasuke ripensare a qualche giorno prima in cui si era svolta una scena simile... Ma da allora molte cose erano cambiate, e non poteva certo esserne più felice!

 

- Che sonno... -riuscì a dire Hinata prima di distendersi completamente sul divano, lasciando cadere a terra il suo bicchiere oramai vuoto.

Shikamaru guardò l’orologio- Oramai sono le 5... Direi di andare a dormire. -disse alzandosi. Ino, che era seduta accanto a lui in uno stato di dormi-veglia, alzò le braccia incitando l’altro ad alzarla- Che seccatura! -bofonchiò prendendola in collo.

- Buona notte… -disse poi a Hinata e Naruto salendo le scale.

- Hinata dai facciamo una partitina a carte! -propose il biondo per niente toccato dal sonno.

- Mmh domani Naruto, domani… -sussurrò la corvina raggomitolandosi. Questo si voltò e si mise a fissarla. Le guance rosse stonavano forse con la sua carnagione chiara, però le donavano allo stesso tempo una bellezza quasi divina, impossibile da ritrovare. Il respiro era regolare e il volto disteso in una specie di sorriso, mentre i capelli spettinati le ricadevano davanti e sulle spalle.

Naruto s’avvicinò silenziosamente, accostandosi, e le scostò un ciuffo che le solleticava la pelle. Con un dito le toccò le labbra sentendole incredibilmente morbide. Quelle stesse labbra improvvisamente si mossero.

- Naruto ho freddo… -disse lei stropicciandosi gli occhi. L’Uzumaki non potè far altro che prenderla in braccio e, con non poca fatica, portarla in camera. La appoggiò un attimo a terra, sorreggendola per i fianchi, e aprì la porta della sua camera. Quando accese la lampada rimase lì per lì interdetto: Sakura e Sasuke stavano dormendo beatamente. In quel momento la testa del moro si alzò assonnata e, focalizzata l’immagine del biondo, con un gesto della mano lo costrinse ad andarsene.

Naruto fece quindi l’unica cosa possibile: aprì la porta della sua stanza e portò dentro anche Hinata. La fece distendere sul letto, la coprì e quasi d’istinto portò lo sguardo al letto dove qualche sera prima aveva dormito lei, la stessa sera in cui, credendo che stesse dormendo, l’aveva baciato… Una stretta allo stomaco lo colse, una sensazione piacevole però la cui causa sapeva era da attribuire a lei.

Sbadigliò un paio di volte sentendo ancora un leggero odore di alcool che sembrava non volerlo mollare e senza pensare al pigiama o altro, si buttò di peso sul letto dell'Uchiha sospirando; si infilò subito sotto le coperte rabbrividendo e chiuse gli occhi. Si voltò verso la parete cercando il modo più veloce per prendere sonno. Era strano ma riusciva a sentire il respiro della Hyuga come se fosse stata lì accanto.

Attribuì il tutto al troppo bere e, con un veloce scatto, si voltò dall'altra parte sobbalzando in un secondo momento.

- Hi-Hinata che ci fai qui? -domandò ritrovandosi faccia a faccia, con pochi centimetri di distanza, con la corvina.

Lei abbassò lo sguardo- Ho freddo lì... -sussurrò stringendo il lembo della coperta.

Naruto rimase lì per lì interdetto poi percependo il desiderio dell'altra, sorridendo le si avvicinò e l'abbracciò stringendola al petto. Non voleva approfittarne, sapeva che avrebbe rovinato ogni cosa costruita faticosamente e poi non era proprio né il momento né il luogo migliore.

- Naruto?

- Mh? Che c'è Hinata? -chiese l'altro socchiudendo gli occhi in un principio di sonno.

L'altra tacque per un istante- Secondo te Kiba è arrabbiato con me?

Il poco sonno che stava accumulando, lo perse in un istante spalancando gli occhi.

- Perchè dici una cosa del genere? -domandò cercando di incontrare lo sguardo della Hyuga ma lei premette il volto contro il suo petto.

- E' andato via senza dire nulla... Nessun saluto, nessun avvertimento... Poi il mio comportamento nei suoi confronti non è stato dei migliori.

- Bhè credo che Kiba voglia per te tutto il bene possibile, e se questo vuol dire non stare assieme a lui, credo che lo accetti. Altrimenti non t'avrebbe permesso di lasciarlo.

Lei alzò finalmente lo sguardo mostrando due occhi vitrei pieni di preoccupazione.

- Allora perchè se n'è andato senza dire nulla?

- Se fossi stato al posto suo avrei fatto lo stesso: può certo capire che non potete stare insieme, però l'amarezza di vederti con un altro è grande da sopportare.

- Capisco... -rispose lei stringendo la felpa del ragazzo. Poi d'improvviso la lasciò, alzandosi.

- Hinata dove vai?

Lei non gli rispose, si affrettò barcollando a raggiungere la valigia poggiata a terra e la aprì, tutto sotto gli occhi stanchi del biondo. Sentì frugare un attimo e rivide la figura della corvina apparirgli davanti con qualcosa in mano. Si alzò poggiandosi sui gomiti, mentre l'altra le porgeva timidamente qualcosa che avvolto dall'oscurità distingueva poco.

- Eh? -domandò lui non capendo la finalità di tale gesto.

- G-guarda Naruto... -balbettò imbarazzata mentre l'altro prendeva l'oggetto.

Sbattè le palpebre un paio di volte mettendo a fuoco ciò che gli si presentava: un piccolo pupazzetto con un'accesa capigliatura bionda e un sorriso appena accennato.

- Ma questo sono io! -esclamò tra il sorpreso e l'emozionato rigirandoselo fra le mani.

Hinata sgranò gli occhi: allora non era solo lei ad aver rivisto in quello il volto del biondo.

- L'hai fatto tu?

- E' una Bambola del Destino... Si dice che la persona che rivede nel pupazzo è quella destinata a lei...

Il biondo si grattò la fronte- E tu chi c'hai visto?

Hinata si avvicinò all'altro e lo baciò all'improvviso- Tu.

 

- Ino fermati un attimo! -gridò Shikamaru.

La bionda continuò a ridere muovendo animatamente le gambe, scacciando così le coperte. L'altro sbuffò iniziando a perdere la pazienza- Prima vuoi che ti copra e poi fai così... Mah... -si avviò verso la porta.

- No rimani qui!! -lo fermò lei per il maglione iniziando a saltare. Shikamaru scosse la testa: quanta pazienza avrebbe dovuto tirar fuori quella notte.

- Allora facciamo una cosa: ti metti il pigiama e poi vai a dormire, ok? -domandò lui come se si rivolgesse ad una bambina piccola. La bionda annuì energicamente correndo dall'altra parte della stanza a prendere il pigiama.

Si fermò poi a fissare Shikamaru- Ehi girati guardone!

Il ragazzo sobbalzò: lui... un guardone?!

- Tsè... femmine... -bofonchiò voltandosi.

- Acc... maledetto reggiseno, mi si è slacciato ancora!

Lui arrossì sentendo tali parole e, non seppe spiegarselo, iniziarono a vorticargli in mente pensieri poco casti.

"Shikamaru calma i bollenti spiriti. Lei è ubriaca, tu sei un gentiluomo e non potresti mai approfittartene."

- A posto! -disse l'altra da dietro, mentre l'altro si voltava.

Sbattè le palpebre confuso- Perchè ti sei già messa dentro le coperte?

Ino si voltò dall'altra parte dandogli le spalle- Ho sonno. -disse come scocciata

Le si sedette accanto un po' deluso da quel comportamento- Quindi me ne devo andare?

Non rispose. Shikamaru alzò le spalle: cosa le era preso? Perchè quel cambiamento improvviso? Eppure credeva di piacergli... O forse aveva per la mente ancora Sasuke.

- Andrò in un'altra stanza... buona notte In... -si bloccò sentendosi nuovamente fermare dalla mano della bionda.

- No, rimani qui... Io... -lo spinse di nuovo a sedere avvicinandoglisi- Shika io... ora non voglio rovinare niente. Vorrei che restassimo così.

- Ok resterò a sedere accanto a te se è questo che vuoi...

- Non quello stupido! -ci fu un attimo di silenzio- Tu mi piaci però... Però non voglio affrettare niente. Non voglio che tu ti senta un rimpiazzo di Sasuke.

Alzò finalmente la testa per incontrare gli occhi scuri del ragazzo. Lui la guardava serio, imperterrito.

"Ecco ho sbagliato..." si pentì la bionda mordendosi il labbro inferiore.

Shikamaru sbuffò, scuotendo la testa- Non l'ho mai pensato Ino, so che non ne saresti capace.

La mano si fece più stretta e gli si avvicinò mettendosi a sedere, poggiando la testa sulla schiena dell'altro.

Non servivano tanti gesti quella sera, tutto era perfetto di suo... o meglio... quasi tutto: i sei ragazzi infatti non sapevano della figura che lentamente si avvicinava allo chalet.

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Capitolo 30
*** Ritorni che il destino ha voluto... ***


- Pss… Sas’ke? -la voce di Sakura accarezzò l’orecchio del ragazzo disteso sul letto- Sas’ke svegliati, ho sentito qualcuno fuori.

L’Uchiha mugugnò- Sarà qualche animale insonne… -biascicò stringendo ancora di più la ragazza che non aveva lasciato da quando si erano addormentati.

L’altra arricciò i sopraccigli- So riconoscere un animale da una persona che si aggira sul portico! -disse stizzita accendendo la bajour- Ti prego vai a vedere.

Lo guardò implorante mentre l’altro apriva gli occhi infastiditi però dalla luce; ricambiò lo sguardo cercando di trattenersi e non cedere ma poi sbuffò e si alzò grattandosi la testa- Maledette tecniche femminili!

Aprì la porta tastando le pareti fino a che non sbattè contro qualcosa davanti a lui.

- Ma che cazz… Shikamaru! -il moro aveva acceso la luce ritrovandosi di fronte la faccia alquanto assonnata ma anche scocciata del ragazzo.

- Ha incastrato pure te eh? -dedusse riconoscendo nello sguardo dell’Uchiha lo stesso suo- Le donne… che seccatura!

Uno scricchiolio da fuori rapì le attenzioni dei due che si voltarono verso la finestra del corridoio. Si guardarono all’unisono mentre i loro cuori acceleravano il battito.

- Non è un animale… -disse deluso Sasuke.

- Ino mi ha detto che in fondo c’è il ripostiglio con delle spade… -sussurrò avviandosi.

L‘altro alzò un sopracciglio- Sai usare la spada?

- Ho fatto scherma per alcuni anni… Le basi saranno le stesse no? -aprì la porta indicatole dalla ragazza e prese due spade, sicuramente vecchi pezzi da collezione che non avevano trovato posto all’interno dello chalet.

Col massimo silenzio scesero le scale attenti a non far scricchiolare le travi su cui poggiavano i piedi. Aumentando il passo, ma mantenendo lo stesso silenzio, si avvicinarono alla finestra del salotto e guardarono fuori, attenti però a non farsi vedere.

- Ci sono delle impronte di scarpe sulla neve, e sembrano fresche. -bisbigliò Shikamaru reprimendo un fine “merda”.

In quel mentre una figura passò davanti ai due che con uno schizzo si buttarono a terra. La paura stava cominciando a farsi sentire, anche se era dura ammetterlo per i ragazzi orgogliosi. Si guardarono un paio di volte cercando una soluzione, ma invano.

Sasuke guardò per un attimo la spada che stava tenendo fra le mani… Sarebbe riuscito ad usarla con il ladro? Oppure sarebbe rimasto lì fermo impietrito dal terrore?

Si voltò assieme all’altro quando sentì altri cigolii vicino alla porta d’ingresso e in pochi secondi la figura misteriosa si materializzò dietro di essa, scura e minacciosa. Quella stessa persona iniziò a girare il pomello nel tentativo di aprirla.

Sasuke e Shikamaru si alzarono stringendo più che potevano le armi ancora racchiuse nelle loro custodie e con passo felpato si avvicinarono, sentendo però con evidenza le gambe che tremavano.

- Dici di aprire la porta e colpirlo? -chiese il moro in un sussurro quasi inudibile ma che all‘altro arrivò chiaro.

- Potremo accendere le luci… Se è un ladro dovrebbe scappare vedendo che c’è qualcuno nella casa. -ipotizzò Nara appoggiandosi al muro vicino alla porta- Se avesse una pistola e noi gli apriamo la porta potremo fare poco...

L’Uchiha sventolò la spada- Ma noi abbiamo queste e siamo in due- si voltò verso l’entrata e spalancò gli occhi- Shikamaru cazzo non c’è più!

Uno scalpiccio ancora fuori dall’abitazione fece tremare i due. Che intenzioni aveva il ladro?

Si guardarono subito- La porta nel retro! -dissero insieme correndo in cucina, dove si trovava una porta che dava al giardino. Sasuke per poco non si lasciò scappare un urlo: la figura era là, attaccata al vetro nel probabile atto di guardare dentro.

Non stavano assistendo ad un film, non potevano cambiare canale o spegnere la tv, era tutto reale! I lineamenti del volto della figura presero vita a contatto col vetro, però non si riusciva a capire lo stesso che fosse.

- Shikamaru non possiamo rimanere qui in eterno!

Si misero uno ad uno lato della porta- Al mio tre apriamo la porta e quando il ladro entra lo colpiamo con la spada, ok? -bisbigliò l’Uchiha stringendo la maniglia.

- Uno… due… TRE! -aprì la porta e il ladro avanzò incerto. A quel punto Shikamaru cacciò un gridò avventandosi contro quello ma la luce si accese d’improvviso. Una chioma rossa scintillò mentre il castano saltava addosso allo sconosciuto buttandolo a terra.

- G-Gaara? -domandò Sakura togliendo la mano dall’interruttore.

L’Uchiha alzò lo sguardo notando la figura della ragazza in piedi vicino a lui. I suoi occhi poi si spostarono verso la persona schiacciata dal castano che cercava inutilmente di liberarsi.

- Shikamaru togliti o rischi di soffocarlo. -si rivolse poi all’altro- Che cazzo sei venuto a fare qui? -chiese riconoscendolo.

Shikamaru si alzò aiutando Gaara a fare lo stesso. Il rosso guardò prima il moro poi fissò i suoi occhi chiari sulla giovane che sinceramente non sapeva che dire o cosa fare. Lui però non disse nulla, si limitò solo a scuotere il giubbotto spennellato di neve.

- Ti ho fatto una domanda! -ringhiò Sasuke avanzando di un passo, ma fu bloccato dalla rosa.

- Lascialo stare Sas’ke… -guardò poi a Gaara- Se è tornato ci sarà un motivo no?

Fece di tutto per far sembrare il suo tono freddo e indifferente, ma ciò che uscì dalla bocca fu solo un misto di timore ma anche di sollievo. In cuor suo era felice di rivederlo, non tanto perché provasse qualcosa per lui che andava oltre la semplice amicizia, ma perché voleva chiedergli scusa per come si era comportata…

- Io vorrei parlare con Sakura… -fu la debole richiesta di Gaara che non osò rivolgere lo sguardo verso la giovane.

Sasuke strinse i pugni- E credi che io ti lasci da solo con lei dopo quello che volevi farle?

- Non credo di aver chiesto il tuo parere. -commentò acido il rosso.

Il moro spalancò gli occhi avvicinandosi- Brutto figlio di…

- BASTA! -lo fermò la voce di Sakura che si frappose tra i due- Sas’ke rimani qui e tu Gaara vieni in salotto con me. -concluse indicando con un cenno di testa l’altra stanza.

Di fronte all’evidente disaccordo del moro, Sakura sorrise rassicurante.

- Non ti preoccupare, se succede qualcosa ti chiamo.

Shikamaru, che aveva assistito in silenzio alla scena presentatagli, alzò le spalle e con un sonoro sbadiglio si avviò verso le scale.

- Non credo che ci sia bisogno che io rimanga qui ancora.

 

Sakura guardò ancora una volta il rosso mentre prendeva posto su uno dei due divani messi al centro della sala. Non sapeva che dire, pensare o semplicemente come comportarsi. Si sedette comunque davanti a lui incrociando le gambe e le braccia, aspettando che fosse quindi il ragazzo a parlare per primo.

- Mi dispiace per l’irruzione. -disse dopo pochi secondi- Ho provato a bussare ma nessuno mi ha risposto. -continuò a giustificarsi imbarazzato.

- Io… io volevo scusarmi… -disse Sakura passando una mano tra i capelli- Per tutte le cose che ti ho detto. -si zittì un attimo- Io non ti odio, Gaara… Vorrei che tu lo sapessi.

Sentì molto bene il sospiro di sollievo fatto dall’altro.

Ancora il silenzio tornò a regnare sovrano.

- Perché sei tornato? -domandò finalmente la giovane fissandolo.

- Deidara... è qui… -disse semplicemente ricambiando lo sguardo.

A Sakura mancò un battito, ma cercò di non darlo a vedere e nascose la mano che aveva preso a tremare dietro la schiena.

- Da quando? -chiese timorosa di ascoltare la risposta,

- Dal pomeriggio… Alloggia in uno chalet di sua proprietà a un chilometro da qui. L’ho incontrato mentre prendevo l’autobus. -si toccò d’istinto il labbro leggermente gonfio- E’ per questo che sono tornato da te.

Sakura cercò di sorridere ma in quello stesso momento un tonfo dalla cucina colpì l’attenzione dei due ragazzi che si voltarono. La rosa si alzò subito.

- Sas’ke… -disse avviandosi verso la cucina a passo svelto però appena si trovò sullo stipite della porta urlò cadendo a terra.

- Ciao Sakura… -il volto sadicamente sorridente di Deidara si fece largo tra i tre ragazzi entrati dalla porta del retro, lasciata sbadatamente aperta.

Il suo sguardo si spostò verso Sasuke che era disteso a terra probabilmente privo di sensi.

- E’ rimasto lo stesso ragazzino debole di due anni fa… E tu Sakura come hai passato questo tempo lontano da me? -domandò avvicinandosi ancora di più, mentre la ragazza rimaneva immobile e tremante a terra sentendo le lacrime salirle velocemente agli occhi e scenderle poi lungo le guance come lame taglienti.

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Capitolo 31
*** L'inizio della fine ***


I suoi occhi lo fissavano impauriti, il battito accelerava ad ogni suo passo e la certezza che quello non fosse uno dei tanti incubi che l’aveva accompagnata nelle notti di due anni fa si faceva sempre più evidente man mano che non lo vedeva svanire d’improvviso con una sua risata. Non si sarebbe svegliata d’improvviso ansimando sudata o urlando con le lacrime agli occhi, no, quella era la realtà.

Riusciva a vedere appena il corpo privo di sensi di Sasuke, là disteso a terra vicino alla porta, ma lo sguardo sadicamente rimaneva sempre comunque fisso sulla figura bionda che sorrideva avvicinandosi.

- Allora ti sono mancato? -chiese piegandosi per trovarsi alla stessa altezza della ragazza mentre una mano le accarezzava i capelli per poi scendere alla guancia fredda- Tu molto.

Come percorsa da una scarica elettrica, da una qualche forza invisibile, Sakura riprese improvvisamente coscienza di ciò che stava realmente accadendo e con un gesto rapido allontanò la mano viscida del giovane e si alzò arretrando; Deidara fece lo stesso, ma con una calma e una lentezza che mettevano i brividi.

- Questo tuo comportamento mi addolora, sai? -disse fintamente dispiaciuto. L’altra storse il naso voltandosi verso Gaara che le si era avvicinato.

- Tu ne sai qualcosa? -domandò con la voce traboccante d’odio, un tono che mai aveva usato e che mai aveva creduto di utilizzare. Ma le era venuto spontaneo e non s’era certo frenata per non farlo vedere.

Il rosso era visibilmente incredulo, guardava il biondo come se avesse davanti un fantasma- Io… Sakura io non c’entro nulla, te lo giuro. -balbettò cercando di difendersi dalle occhiate della rosa.

- Puoi credergli zuccherino, -intervenne Deidara- lo abbiamo seguito senza che se ne accorgesse. E' stato così semplice capire che sarebbe tornato da te come un cagnolino fedele.

Sakura strinse i pugni reprimendo le lacrime con tutta la forza che aveva, evitando di dare soddisfazione all’altro e mostrargli apertamente la già estesa paura che le attanagliava lo stomaco. Non sapeva che fare, che dire, cosa pensare. Sapeva solo una cosa: era in trappola.

L’unica cosa che cercò di fare fu quella di avvicinarsi a Sasuke che non si era ancora mosso, ma Deidara fu ancora più veloce e si affiancò al moro prendendolo per i capelli e tirandogli su la testa.

- Lascialo stare bastardo! -furono le aspre parole della rosa che fremette di rabbia.

- Sapevo che avrei dovuto finirlo la prima volta, ma non ne avevo voglia… Non credevo che avrebbe dato così tante grane il piccoletto. -specificò il biondo sputando a terra- Ma potrei rimediare al mio errore adesso. Tu che ne pensi, eh zuccherino? -chiese estraendo da una tasca un coltello e puntandolo alla gola dell’Uchiha.

- Ti prego stai fermo!! -gridò la rosa facendo finalmente uscire le lacrime che le solcarono in pochi secondi il volto tremante.

Il sorrisetto del giovane si estese ancora di più, divertito e spietato, mentre avvicinava sempre più la lama alla pelle chiara. Sakura chiuse gli occhi singhiozzando, impotente, quando un gemito acuto e un tonfo glieli fece riaprire. Deidara si stava coprendo la faccia e aveva mollato sia il coltello, che era finito poco distante, sia Sasuke che si stava muovendo mugugnando. A terra invece pezzi di vetro erano sparsi intorno al biondo.

La rosa si voltò ancora trovandosi accanto Shikamaru e Naruto, quest‘ultimo con un bicchiere in mano.

- Meno male che siamo arrivati in tempo. -disse il biondo soddisfatto.

- Ma se non era per me tu te ne stavi ancora a dormire! -lo riprese scocciato l’altro.

- Ti sembra il momento per puntualizzare?!

- Brutti figli di put***a! -imprecò tra i denti Deidara alzandosi e mostrando il volto sporco di sangue- Vi pentirete di essere nati.

Intanto Sakura aveva approfittato della sua distrazione per prendere Sasuke e portarlo via.

- Sakura uscite di qui, a loro ci pensiamo noi… -disse Shikamaru serio, indicando con la testa la porta d’ingresso.

- Ma come faret…

- Non ti preoccupare, ce la caveremo in un modo o nell’altro. -aggiunse Naruto sorridendogli e spingendola via assieme all’altro.

Sakura annuì poco convinta e mise un braccio del moro intorno al suo collo, ma un’ultima occhiata la rivolse a Gaara che si era messo accanto agli altri due e dentro di sè lo scusò per l'ennesima volta.

- Hidan, Pain, occupatevi di loro due. -rivolse lo sguardo a Sakura che si allontanava dalla cucina- Io mi occupo del mio zuccherino. -sibilò uscendo dalla porta sul retro.

- Ehi fermo! -urlò Naruto correndo verso il biondo ma venne fermato da un’alta figura con dei capelli arancioni e uno sguardo impassibile e freddo.

- Dove credi di andare? -domandò sferrando un pungo all’Uzumaki che prontamente lo schivò scagliandoglisi addosso.

- Che scocciatura. -disse Shikamaru vedendosi davanti un ragazzo dagli inusuali capelli argentati che lo fissava con un sorriso che non prometteva nulla di buono.

Si rivolse poi al rosso- Ehi tu… Anziché startene qui a non far nulla cerca di fermare quel tizio biondo.

Gaara annuì con la testa e prese la stessa strada della rosa mentre nella cucina imperversava l’inferno.

 

La neve scricchiolava sotto i passi veloci e incerti della ragazza. Il respiro affannato si condensava in piccole nuvole che per qualche istante le annebbiava la vista mentre il freddo le pungeva le guance ancora umide.

“ Non fermarti, non fermarti” continuava a ripetere nella mente per darsi forza, sapendo perfettamente che Deidara la stava inseguendo. Eppure quando sentì la sua voce risuonare fra gli alberi, le mancò lo stesso un battito e la voglia di ricominciare a piangere fu forte.

Ma la vista di Sasuke lì accanto a lei, anche se ancora non del tutto sveglio, le diede il coraggio necessario per andare avanti.

- Sakura… lasciami pure andare… -sussurrò il moro alzando appena la testa- Ce la faccio a camminare da solo e tu sei già stanca.

La rosa fece ciò che il ragazzo le chiese fermandosi.

- Sas’ke io… -aveva abbassato lo sguardo. Che dirgli? Uno scusa certo non sarebbe bastato in confronto a ciò che il ragazzo aveva passato e stava passando per causa sua. Sasuke non la fece continuare perché l’abbracciò d’improvviso mentre l’altra scoppiava in un pianto disperato e liberatorio.

- Supereremo anche questa. -la tranquillizzò prendendola poi per mano.

- Io non ci spererei tanto. -furono le parole di Deidara a rompere ogni certezza- Tu da qui non ne uscirai vivo.

- Mi hai già fregato una volta, non ci sarà certo il bis. -sorrise beffardo l’Uchiha voltandosi verso di lui e portando dietro di sé l’Haruno.

Il biondo, come un abile prestigiatore, estrasse un coltello, piccolo nelle dimensioni ma comunque pericoloso. Sakura rabbrividì stringendosi alla manica della felpa del moro accorgendosi così che anche lui stava tremando, non tanto per la paura, quanto per il freddo. Stupida era stata a non prendergli un giubbotto!

- Sakura quando te lo dico io inizia a correre per questa strada. Alla fine dovresti trovare un albergo: entra e chiama la polizia chiaro? -le sussurrò Sasuke senza distogliere lo sguardo dell'altro.

- Ma tu...

- Stai tranquilla. -la zittì- L'ho detto anche a lui: non mi farò fregare due volte. -Sakura potè notare, anche se nascosto dai ciuffi di capelli, il suo sorriso rassicurante.

- Me l'hai promesso. -rispose sperando che con quelle parole non sarebbe successo nulla al moro.

Con un veloce movimento l'Uchiha iniziò a correre contro Deidara -che fece lo stesso- e gridò un "VAI!" con tutto il fiato che aveva in corpo. La rosa non se lo fece ripetere due volte e, data un'ultima occhiata al giovane, corse via.

 

- Sei un osso duro -ammise Naruto asciugandosi un rivolo di sangue che colava dal lato della bocca- Ma io non sono da meno! -gridò sferrando un altro pugno a Pain che vacillò.

- Piccoletto non montarti la testa. -sibilò l'altro accigliandosi. Corse verso di lui pronto a colpirlo alla faccia col pugno destro ma all'ultimo secondo quello sinistro si mosse fulmineo prendendolo in pieno stomaco.

Naruto strabuzzò gli occhi portandosi le braccia intorno alla parte colpita e cadendo sulle ginocchia, iniziando a tossire violentemente e poi s'accasciò a terra respirando a fatica. Shikamaru, che si era spostato nel salotto, vedendo l'amico in difficoltà, arretrò di due passi da Hidan.

- Ehi Naruto! -lo chiamò allarmato- Tutto ben...

Le parole gli morirono in gola quando ricevette dall'avversario un pugno in pieno zigomo che lo fece scaraventare contro il muro e scivolare poi rovinosamente a terra.

- Mai distrarsi ragazzino. -disse Hidan ansimando.

Sia Naruto che Shikamaru erano K.O. Hidan e Pain si avvicinarono soddisfatti guardando i due che inutilmente cercavano di rialzarsi, e intanto cercavano di riprendere fiato.

- Tsè pensavano davvero di batterci sti due deficenti. -scherzò Hidan dopo aver preso una boccata d'aria.

- Idio...

Non terminò anch'egli la frase che un fragore e un dolore allucinante alla testa gli fecero perdere i sensi buttandolo a terra come un sacco di patate. Intorno a lui cocci di un piatto e dietro, sul primo scalino che portava al primo piano Ino che fissava esterrefatta il corpo inerme del ragazzo. Hidan fissò prima Ino, poi Pain, e resosi conto di ciò che era successo, si rivolse alla bionda che lo guardò terrorizzata.

- Brutta putt...

Ma anche per lui fu riservata la stessa fine dell'altro.

Ino si voltò verso la persona accanto, che guardava il ragazzo dai capelli argentati come se fosse un mostro.

- Oddio Ino l'ho ucciso? -balbettò spaventata Hinata, guardandosi le mani con le quali aveva colpito il ragazzo grazie ad un piatto antico di porcellana.

- Massiè! Per un attimo ho temuto però che non avessi il coraggio di colpirlo e che te ne saresti rimasta lì imbambolata a farci ammazzare. -disse l'altra traendo un sospiro di sollievo. Si voltò poi verso Shikamaru e Naruto.

- Ma guarda un po'... -continuò portandosi le mani sui fianchi- E poi dicono che noi donne siamo solo seccature!

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Capitolo 32
*** Io sono libera ***


Respirò ancora una volta a pieni polmoni, sentendo però frizzare la guancia sicuramente gonfia come un pallone. A pensarci bene tutto il corpo era un dolore, soprattutto le mani che sembravano appena state attraversate dalla ruota di un carro-armato.

Intorno a lui regnava il silenzio più assoluto, solo in lontananza come un eco indefinibile, nascosto in parte dal ronzio nelle orecchie, si sentiva un mugolio o ciò che presumibilmente doveva essere il lamento di qualcuno che stava come lui. Aveva caldo, gli sembrava di stare in una sauna e quando tentò di aprire gli occhi, d’improvviso un getto d’acqua lo investì in pieno volto infradiciandolo. Gli occhi si spalancarono e imprecò a denti stretti.

- Non mi sembra il momento di dormire, Shika… -puntualizzò Ino facendosi passare un’altra brocca d’acqua fredda da Hinata, nel caso la prima sciacquata non fosse bastata.

Conosco i miei polli, così aveva detto la bionda ad un’Hinata sconcertata quando l’aveva vista avvicinarsi al Nara con quell’enorme boccale stracarico di cristallina bevanda.

- Cazzo Ino un po’ di tatto con una persona che è stata appena presa a pugni! -cercò di dire mantenendo la calma.

L’altra inarcò un ciglio- Avete fatto tanto polverume con due persone che sono state messe fuori gioco con una piattata in testa… E da due donne per l’aggiunta.

Shikamaru si alzò sui gomiti un po’ a fatica, sentendo i dolori aumentare: si sentiva come un vecchio con l’artrite. Ino gli sciolse la coda e iniziò ad asciugargli i capelli fradici con un asciugamano. Il castano si voltò verso Naruto che veniva amorevolmente coccolato da una premurosa Hinata che aveva assunto perfettamente i panni di crocerossina e per un attimo la voglia di domandarle di fare lo stesso con lui fu forte.

- Smettila di fare sti pensieri! -ringhiò Ino tirandogli uno scappellotto sulla testa, dopo avere intercettato i pensieri del ragazzo.

- Potresti essere più gentile eh… -disse lui sbadigliando.

Lei struffiò- Fino a che non vedrò qui davanti a me Sasuke e Sakura al sicuro la gentilezza è rimandata.

- Potremo raggiungerli e vedere se stanno bene, le loro impronte dovrebbero essere ancora presenti… -propose Naruto dopo aver sentito i discorsi dei due.

- E’ meglio se noi rimaniamo qui a tenere a bada questi due. -disse Ino porgendo a Shikamaru una tazza di tè fatto precedentemente e bevendo qualche sorso dalla sua- E poi c’è anche Gaara… Tre contro uno sono più che sufficienti.

- Non ne sarei così sicura… -pigolò Hinata rigirandosi fra le mani il suo tè caldo mentre gettava uno sguardo sui due scagnozzi di Deidara legati e ancora privi di sensi.

 

Sasuke sputò a terra un po' di sangue pulendosi il labbro inferiore mentre un nauseabondo sapore ferroso gli penetrava in bocca fino ad impossessarsi della gola. Scrutò ancora una volta il suo avversario in piedi davanti a lui, a qualche metro di distanza, che si scrocchiava le nocche apparentemente tranquillo, anche se il respiro era comunque affannato.

- Merda... -sibilò cercando di mantenere la calma: farsi prendere dal nervosismo e colpire alla cieca sarebbe stata la firma per la sua morte.

- Tutto qui quello che sai fare? -domandò il biondo incrociando le braccia- Non mi sto divertendo per niente...

Il freddo che gli penetrava repentino nelle ossa rendeva ogni suo movimento più lento e debole... Non avrebbe resistito ancora per molto. Erano passati circa dieci minuti da quando Sakura si era allontanata.

" A quest'ora dovrebbe essere vicina all'albergo..." pensò sollevato senza perdere di vista l'altro. Anche se l'avesse steso in quel momento, non avrebbe mai fatto in tempo a raggiungere la ragazza. Un sorrisetto gli si stampò in faccia, dettaglio che non sfuggì a Deidara.

- Ridi di fronte alla tua fine? -chiese spavaldo.

- No... -si fece serio- Sorrido pensando alla tua! -urlò infine scagliandosi verso il biondo e colpendolo in pieno volto, probabilmente colto alla sprovvista. Nel silenzio creatosi si sentì solo la pesante imprecazione del giovane che cadeva a terra fra le neve fresca.

Sasuke strizzò gli occhi tenendosi il pugno che aveva colpito l'altro e che ora gli doleva in maniera impressionante, tutto a causa del freddo. In quell'istante, quando le palpebre dell'Uchiha erano abbassate, Deidara con un balzo felino si alzò buttandosi addosso al moro e schiacciandolo sotto il suo peso. Si mise a sedere sopra di lui iniziando a riempirlo di pugni nel volto e allo stomaco, mentre l'altro gridava dimenandosi nel vano tentativo di liberarsi dalla stretta. Nel volto del biondo invece era dipinto un sorriso sadico che sembrava farsi più vivo colpo dopo colpo. Nessuna pietà, nessun limite alla sensatezza, era l'istinto animale a prevalere...

Sasuke invece rimaneva inerme, incapace di reagire e senza più un briciolo di forza, col freddo che lo copriva come un candido velo e l'ombra dell'altro che lo sovrastava minacciosa. Chiuse gli occhi e subito i suoi pensieri si rivolsero verso Sakura, al suo sorriso, la sua voce, il suo profumo. Si maledì rendendosi conto di non averla salutata come si doveva e avergli detto magari qualche parola più dolce... Ma subito dopo si diede dell'idiota, che discorsi si metteva a fare? Da quando era diventato così sentimentale e mieloso?

Aprì appena gli occhi notando che Deidara aveva in mano il coltello che gli era caduto durante lo scontro e si preparava a colpirlo. Non tentò nemmeno di muoversi, di liberarsi, era come congelato.

Aveva paura, non tanto per la fine che sembrava così vicina, forse troppo per la sua giovane età, ma quanto perchè non avrebbe più rivisto la persona che tanto amava e che da poco aveva avuto tutta per sè. Sentì qualcosa sfiorargli le tempie fino alle orecchie, qualcosa che gli appannava la vista impedendogli di vedere per bene. Nella mente si affiancarono alla figura della rosa anche il volto dei genitori e quello del fratello Itachi, poi Naruto, Hinata, Ino e Shikamaru... e poi Gaara. Sbattè gli occhi e l'immagine di Gaara gli riapparve più vivida, o meglio una striscia rossa che intese come la testa del No Sabaku. Si sentì d'improvviso più leggero e la sagoma di Deidara era come sparita.

Che fosse morto?

- Bastardo! Lasciami andare cane d'un traditore! -era la voce del biondo a rimbombare tra gli alberi del bosco ancora addormentato.

Il moro inclinò la testa da un lato intravedendo Deidara disteso a terra, nella posizione in cui era lui fino a qualche secondo prima, e sopra una persona. Strizzò gli occhi riducendoli a due fessure e focalizzò la figura di Gaara che teneva fermo il biondo puntandogli un coltello alla gola.

- Ga-Gaara... -sussurrò cercando con qualche cedimento di alzarsi o almeno di mettersi a sedere.

- Stai fermo Sasuke... -lo bloccò il rosso- Non sforzare il tuo corpo e mettiti il mio cappotto.

L'Uchiha notò vicino a lui il pesante giubbotto del ragazzo poggiato a terra e senza dire niente se lo mise con un’incredibile velocità sentendo da subito il calore rimpossessarsi del suo corpo.

- Grazie... -bofonchiò alquanto imbarazzato, avvicinandosi ai due ma mantenendo sempre la debita distanza dal biondo che guardava con disprezzo.

- Di nulla... -rispose alzando lo sguardo verso di lui rabbrividendo- L'ho fatto solo per Sak... -non proseguì oltre che gli occhi si aprirono più che potevano e, come al rallentatore, cadde distendendosi lungo il fianco sinistro.

Sasuke indietreggiò rendendosi conto di ciò che era successo solo in un secondo momento: Deidara con un veloce movimento si era liberato dalla morsa e appropriandosi del coltello in mano al rosso, lo aveva colpito alla gamba con una forza tale che per un attimo aveva creduto che gli avrebbe staccato tutto l'arto.

- GAARA! -urlò terrorizzato il moro avvicinandosi al rosso che boccheggiava tenendosi la gamba sanguinante nella quale era ancora conficcata l'arma.

Deidara si avvicinò al moro tirandolo su per il giubbotto e stringendo le mani intorno al suo collo niveo. Lo stesso fece Sasuke cercando di portare le poche energie rimaste nelle mani. Chiuse un occhio mentre la vista cominciava di nuovo ad appannarsi e si piegò appena in ginocchio arrivato quasi al limite della sopportazione. L'aria stava cominciando a mancargli sempre più in fretta e non avrebbe resistito tanto a lungo. Si morse il labbro inferiore cercando di scacciare quel pensiero e in un attimo la mente ripercorse tutti i momenti che lui e Sakura avevano passato insieme: le intere giornate a giocare, le litigate e le riappacificazioni, il periodo in cui quell'essere era entrato nelle loro vite lasciando un segno.

Ma quel segno, quel frego nei pensieri suoi e della rosa doveva essere cancellato definitivamente con un veloce colpo di gomma. Nessuna traccia sarebbe dovuta rimanere, nessuna sbavatura.

E questo gli diede nuova forza. Doveva farcela, per lui e soprattutto per Sakura che non meritava di soffrire oltre. Riaprì gli occhi e si rialzò aumentando la stretta intorno al collo del biondo che cominciò a tossire ed allentare la presa. Sasuke strinse i denti mentre sentiva nuova aria nei polmoni e vedeva l'altro piegarsi e indietreggiare. Deidara però d'improvviso alzò il ginocchio colpendolo in pieno stomaco e Sasuke in tutta risposta buttò indietro il biondo lasciandolo così andare, per piegarsi sulle ginocchia e tossire violentemente. Tirò su lo sguardo però per vedere ciò che mai avrebbe pensato potesse succedere: Deidara aveva perso l'equilibrio ormai allo stremo delle forze e stava cadendo all'indietro, incontro ad un cumulo di rocce.

- DEID... -urlò ma si fermò a metà perchè chiuse gli occhi mentre il biondo batteva violentemente la testa ad una dei massi sporgenti. Era troppo tardi. Silenzio.

Tirando un pugno al terreno senza una logica spiegazione, si rialzò massaggiandosi la pancia e si avvicinò al rosso che cercava di non perdere i sensi. Sasuke gli si sedette accanto prendendolo per mano.

- Andrà tutto bene... -disse cercando di convincere anche se stesso e chiuse gli occhi lasciandosi scivolare all'indietro e distendendosi fino a perdere i sensi.

 

Quando si risvegliò notò subito il torpore che lo avvolgeva e una luce bianca gli infastidiva gli occhi che a fatica volevano aprirsi. Nessun rumore in sottofondo, niente turbava quella quiete quasi irreale, al che Sasuke spalancò finalmente gli occhi incredulo e spaventato: era in Paradiso?!

Provò al alzarsi ma tutto ciò che gli fu possibile fu urlare dal dolore, rimanendo disteso. Ogni muscolo, ogni osso e fibra del corpo era in pezzi e anche muovere una gamba era impossibile.

- Sas'ke? -una flebile voce colse l'attenzione del giovane che girò appena la testa a sinistra respirando profondamente.

Davanti a lui, seduta composta e con uno sguardo preoccupato che cercava di reprimere le lacrime, stava Sakura. Il moro chiuse gli occhi.

- Sto bene... -seppe solo dire prima di sentire la ragazza scoppiare in un pianto quasi disperato.

- Io... ti ho visto lì... immobile... -disse fra i singhiozzi prendendogli la mano e stringendola forte, provocando per l'altro una fitta di dolore al ragazzo.

- Come sta Gaara? -domandò cercando di farla calmare cambiando argomento.

- E' appena uscito dalla sala operatoria... Fortunatamente però la ferita non era profonda, ma ha perso molto sangue. -spiegò accarezzando i capelli dell'Uchiha.

Il groppo che attanagliava la gola di Sasuke si faceva sempre più grosso, ma la paura di formulare quella domanda era troppo grande. Sakura però intuì ciò che il ragazzo stava pensando e abbassando lo sguardo rispose.

- Lui non ce l'ha fatta... Quando sono arrivati i soccorsi era troppo tardi. -fece un profondo respiro quasi a voler trovare le parole più adatte- Quella botta gli è stata fatale.

Sasuke rimase impietrito, fissò dapprima la sua mano stretta a quella dell’altra e poi con vivo stupore spostò lo sguardo su di lei. Il cuore prese a battergli all’impazzata e dentro lui imperversava una battaglia fra il sollievo e la colpa… era stato lui la causa della fine di Deidara… lui l’aveva spinto verso i sassi… lui avrebbe potuto fermarlo… ma non l’aveva fatto. E ora non c’era più. Si morse il labbro inghiottendo il grido che gli soffocava la gola e l’unica cosa che riuscì ad emettere fu un gemito.

- Sas’ke… non è stata colpa tua… -gli sussurrò Sakura capendo ciò che il moro provava- E’ stato un incidente… Gaara l’ha ripetuto fino a che non è svenuto in ambulanza.

Lasciò la mano calda del ragazzo per coprirsi con l’altra il volto e scoppiare a piangere e singhiozzare.

- Sas’ke… io… io sono libera… -bisbigliò prima di continuare il pianto. Erano lacrime che da tanto chiedevano di essere liberate, parole che scalpitavano per essere dette, pensieri che di notte l’avevano tormentata… così lontani, così impossibili, ma ora davanti a lei gli apparivano così luminosi e così evidenti che quasi aveva paura ad avvicinarsi. Ma non sarebbero svaniti, non si sarebbe svegliata la mattina ansimante, col sudore che le scendeva su tutto il corpo e la consapevolezza che quello era stato un altro sadico sogno della sua mente.

Ora era lì, le porte spalancate verso un nuovo futuro percepibile, con quell'odore di libertà che solleticava il naso e una persona accanto a lei... una persona che mai avrebbe lasciato.

 

THE END

 

Sakura rilesse ancora una volta le ultime righe scritte con un sorrisetto soddisfatto stampato in volto. Salvò il suo lavoro e chiuse il pc portatile stiracchiandosi e sprofondando nello schienale della sedia.

- Non dirmi che hai già finito? -domandò una voce alle sue spalle avvicinandosi e porgendole un'enorme tazza di caffè. La donna fissò prima quella e poi si voltò verso la persona che le si era affiancata.

- Grazie Sas'ke... -disse con una vocina da bambina prima di bere un sorso di quella bevanda inebriante che da sempre la faceva impazzire.

- Tsè... -spostò visibilmente imbarazzato lo sguardo verso il computer- Certo che diverti proprio a scrivere queste storielline strappalacrime eh?

L'altra alzò le spalle alzandosi- Bhè ai miei lettori piacciono quindi...

- Hanno strani gusti non c'è che di... AHIA! -disse l'Uchiha prima di ricevere uno scappellotto in testa.

L'Haruno guardò l'orologio che segnava le 17 passate- Devo andare... Ino mi ucciderà se non arrivo puntuale.

Sasuke sbattè gli occhi sorpreso- Dovete ancora scegliere i vestiti?

La donna sbuffò- E' Ino che non vuole decidersi! Dice che come damigella deve essere perfetta. A proposito come stanno andando i preparativi per domenica? Non sono riuscita a chiamare Hinata oggi.

Il moro trattenne una risata- Naruto è letteralmente nel panico. Stamattina continuava a ripetere che come marito sarà un disastro, che Hinata lo lascerà dopo nemmeno due giorni e cose del genere...

Sakura sospirò- Povera Testa Quadra. Fa tanto lo sbruffone e poi se la fa sotto. Hinata dovrà avere molta pazienza.

- Ehi si la posso capire... -si lasciò sfuggire il moro.

La rosa inarcò un sopracciglio incrociando le braccia- Che vorresti insinuare Sasuke Uchiha?!

Lui l'avvolse in un abbraccio e le baciò il naso, un gesto che da poco aveva trovato il coraggio di fare visto il suo carattere freddo e distaccato, che lasciava sempre spiazzata la donna ma anche felice.

- Niente Sakura... Che sono la persona più felice di questo mondo. -ammise serio prima di fare quelle labbra rosee sue.

 

 

FINE (quella vera XD)

 

Bene bene... mi meraviglio di non aver attraversato alcun periodo particolarmente depressivo mentre scrivevo questo capitolo. Mi ricordo che per Team 7 non avevo il coraggio di iniziare a buttar giù qualche idea che mi rpendeva lo sconforto. Eh si sono molto emotiva su queste cose.

Via gente, anche questa fiaccata è finita, naturalmente sballando tutta la scaletta che mi era fatta prima di cominciare la storia ù.ù L'importante è che Sasuke e Sakura siano arrivati alla fine insieme, il resto non conta! Ho voluto dare in questo capitolo maggior rilievo a loro due poiché sono i protagonisti d'eccellenza, ma la parte NaruHina l'ho voluta aggiungere sia per richiesta della mia Callie33 sia perchè è la seconda coppia più importante!

Bhè che aggiungere... L'idea di fare l'intera fanfiction una storia scritta da Sakura in persona mi è venuta pochi minuti fa e l'ho trovata originale e diversa dalle solite fini, spero che l'abbiate apprezzata.

Ringrazio dal profondo del mio cuore tutte le persone che hanno seguito questa mia castroneria fino alla fine, chi l'ha messa fra i preferiti e chi l'ha commentata ^^ So che negli altri capitoli non ho dato spazio alla mie risposte alle vostre recensioni e per questo mi scuso. m(_ _)m

Spero che quest'ultimo capitolo vi sia piaciuto come il resto della storia e spero anche di ritrovarvi in altre mie creazioni.

SAYONARA!

Ferula_91

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