Sigarette

di HerrCat
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hachiko ***
Capitolo 2: *** Nana ***
Capitolo 3: *** Illusione ***
Capitolo 4: *** Disillusione ***
Capitolo 5: *** Quando saremo grandi... ***



Capitolo 1
*** Hachiko ***


1. Hachiko


Sigarette. Sento odore di sigarette. Sono nel mio letto, mi giro e mi rigiro, non so cosa fare, ed è palese. Dopo due anni di relazione il mio ragazzo mi ha tradita. No, non il mio ragazzo: Shoji. Non è più il mio ragazzo. Forse dovrei andare da Junko a piangere come sempre, ma non ne ho voglia. Nana lo ha preso a pugni. Sì, lo ha preso per il colletto e gli ha dato un pugno forte forte sul naso. Così, per difendermi. Ammetto che sto abbracciando il cuscino come una stupida. Nana è così forte, molto, molto più forte di me. Lei...Lei..
Che ore sono? Che cosa è successo? C'è luce. Le finestre di questo appartamento sono molto grandi e fanno entrare sempre una luce meravigliosa. Mi alzo e guardo fuori. L'alba è sempre uno spettacolo bellissimo, mi mette così tanta allegria! Allora, Nana di solito si alza tardi, perché di sera lavora, però ieri è uscita con me, quindi in effetti non so a che ora dovrebbe essere sveglia...in ogni caso è l'alba, quindi sono in tempo per preparare un'ottima colazione. Tolgo il pigiama, metto qualcosa di decente e volo in cucina. Dunque: farina, uova, latte...
-Hachi! Cosa stai preparando?-
Salto in aria e rovescio il latte ovunque.
-Come fai ad essere sempre così?- Sul viso di Nana si accenna un sorriso. 
-Uffaaaa! Non l'ho fatto apposta!-
-Dov'è la pezza?-
-Lascia stare, faccio io.-
-Ma stai già cucinando! E poi hai già fatto abbastanza danno!-
-No, no, tranquilla, tanto è l'ultimo...-
Nana mi abbraccia da dietro. -L'ultimo cosa?-
-Non te lo dico!-
-Che hai oggi?-
-Niente!-
-Sicura?-
-Io sì, sei tu che mi insulti sempre, e poi voglio farti una sorpresa!-
Si allontana ridendo. -Tanto l'ho già visto!- e si siede al tavolo. Pensare che l'ha fatto lei mi fa rendere conto ogni giorno di quanto sia figa: io so soltanto cucinare. A proposito, ho finito l'ultimo pancake, quindi mi chino ad asciugare il latte che ho rovesciato.
-Nana, puoi prendere i bicchieri con le fragoline?-
-Agli ordini, Lady Cagnolino!-
Si avvicina per prendere i bicchieri. Fa sempre odore di sigaretta, però mi piace. Mi dà sicurezza.
Ora siamo entrambe sedute, i pancake mi sono venuti proprio buoni, così anche il cappuccino e la spremuta di arancia.
-Nana, ieri sono stata all'emporio dove abbiamo preso i bicchieri con le fragoline, sai? Hanno messo tutti gli accessori da cucina con le mucchine! Avresti dovuto vedere quanto erano teneri! Li stavo per comprare, ma poi ho pensato che la casa è anche tua, quindi prima avresti dovuto vederli anche tu. Più tardi ci andiamo? Così li compriamo!-
-No.-
-Perchèèè?-
-Perché no!-
-Ma hanno le mucchine! MUC-CHI-NE!-
-Appunto!-
-Nana, quando vuoi sai essere crudele.-
-Come fai ad essere così?-
-Eh?-
-Allegra. Sei troppo allegra.-
-No va bene?-
-Sì...cioè, no! Shoji ti ha tradita!-
-Lo so.-
-E allora?-
-E allora niente. Non provo nulla.-
Nana mi guarda perplessa e non dice nulla, ma è vero. So che è strano, ma non provo nulla. Lui mi ha tradita, quindi non voleva realmente stare con me. E allora io non voglio stare con lui. Questo non è lo Shoji che amavo, questo è uno Shoji che non ha bisogno di me. E allora non lo voglio.
-Stamattina ho le prove con la band, vuoi venire?-
-In realtà dovrei lavorare tutto il giorno, ma se posso ci vengo!- Le sorrido, ma continua a guardarmi perplessa. Non posso farci nulla: non provo niente. 
La giornata è trascorsa tranquillamente come sempre. Oggi dovevo pubblicizzare del latte, quindi mi hanno vestita da mucca. Oggi è la giornata delle mucche! Mi sono divertita a fare “Muuuuuuuuuu!”, questo lavoro mi piace sempre molto, perché si inventano sempre cose nuove da fare e sono sempre a contatto con il pubblico. In più oggi ho anche fatto buoni affari. Ora sono a casa. Divertita, sì, ma stanca. Non vedevo l'ora di togliere i tacchi. Amo le scarpe alte, ma stare in piedi dieci ore, col sorriso ed il tacco dodici non è sempre facile. Nana ancora non è rientrata. Mi chiedo se sia ancora alle prove, o se è da Nobuo, o da Yasu. Ah, ecco, sento la chiave girare nella toppa, deve essere lei. Metto il mio miglior sorriso, come quando lavoro, però più vero, e le vado incontro. Nana è molto preoccupata per quello che è successo ieri, ma deve stare tranquilla e voglio che lo capisca. Sto bene, davvero. 
-NANAAAAAA!-
Mi arriva un sacchetto in faccia. Per fortuna non fa male.
-Cucina.-
-Eh?-
-Cucina.-
-Che cosa?-
-Questi.-
Apro il sacchetto: Würstel.
-Ciao, Hachiko. Ti chiedo scusa al posto suo.-
-Ma no, fa niente!-
-CU-CI-NA. Su, fai il bravo cane.-
Volo in cucina a fare il bravo cane. Devo dire che questo ruolo non mi dispiace: Nana è un bravo padrone, anche se fa finta di essere cattiva. E poi, i würstel sono facili da fare. Sento Nana e Yasu che parlano di me. Yasu le dice di smettere di dire che sono il suo cane, e di non trattarmi sempre così. Però a me va bene così. Nana mi vuole bene. Preparo i würstel e l'insalata, e metto tutto a tavola. 
-Vedi? Lei è brava, tu no.- dice Yasu.
-Mangia a terra.-
-Cosa?-
-Mangia a terra. Subito.-
-Perchè?-
-Perchè il tavolo l'ho fatto io, quindi ti godi i würstel di Hachiko a terra.-
-Ma no, dai Nana, Yasu non intendeva insultare...non è così Yasu?-
-Sì che volevo insultare. E, Nana, vorrei aggiungere che dovresti mangiare come una persona civile: con quel coso in bocca sembri vagamente porno.-
-Eccitati a terra, sporcaccione.-
-NANAAAA! Yasu, è meglio se chiedi scusa...-
E la serata prosegue così. Sì, lo ammetto: Nana è un po' particolare. Però è tanto buona, anche se si nasconde dietro questa maschera da dura. Si nasconde bene. Molto bene. Dimostrazione della sua nobiltà d'animo: alla fine della serata ha tirato fuori i barattoli a forma di mucca che avevo visto all'emporio. Alla fine me li ha regalati.
 
 
È passato un po' di tempo. A dire il vero sono passati mesi, ed è cambiato tutto. Ho portato Nana nella mia città per farle vedere il concerto dei Trapnest, così ha conosciuto la mia rumorosa famiglia e ha visto Ren. Ren è il chitarrista dei Trapnest, e quando ancora non era famoso era il fidanzato di Nana. Suonavano insieme. O meglio, lui suonava il basso e lei cantava. Nana ha una voce bellissima. È davvero figa in tutto quello che fa, beata lei. Comunque stavo parlando di Ren e Nana insieme. Lui due anni fa ha deciso di cambiare gruppo, entrare nei Trapnest ed andare a Tokyo a cercar fortuna. Direi che l'ha ottenuta, però Nana lo ha lasciato. Non si sono visti per due anni, poi ho portato Nana a vedere il concerto e penso che sia scoccata di nuovo la scintilla! Nana dice di no, ma io non ci credo. La cosa importante è che hanno ripreso a frequentarsi, anche se per ora sono amici. Ren viene spesso a casa nostra, così cucino anche per lui. La prima volta che è venuto, lui e Nana hanno voluto darmi un “premio”, così hanno portato Takumi a cena da noi. Takumi è il bassista dei Trapnest, ed è figo quasi quanto Nana. Però non lo conosco bene, e battere Nana è praticamente impossibile. In ogni caso io sono una sua grandissima fan, e lui è stato molto carino, perché quando è venuto da noi mi ha dato il benvenuto e mi ha fatto tantissimi complimenti per la cena, i particolare per i pomodori di mia madre. È così affascinante! Vorrei rivederlo e conoscerlo meglio, ma dubito che verrà ancora. E poi, cosa dovrebbe vedere in me? A dire il vero, non so se ci starei, perché dopo Shoji non voglio altre storie. Non mi è dispiaciuto perdere lui, ma essere tradite è umiliante, e Takumi è uno famoso, ha un sacco di fan. Sicuramente mi tradirebbe subito. Non voglio. A dire il vero, c'è anche un altro motivo per cui non vorrei starci, e per cui non voglio stare con nessuno. Qualche giorno fa mi è scappato con Junko, Perchè con lei non ho segreti. Io non ho bisogno di un ragazzo, perché ho Nana. Così le ho detto, ma non le ho spiegato tutto: non le ho spiegato che l'affetto che provo per Nana è infinito, ma credo che lo sappia già, visto che non so nascondere nulla! E non l'ho neanche spiegato che non è che fisicamente non senta il bisogno di un uomo, ma so che Nana non resterà per sempre, prima o poi andrà a vivere con Rene, perché si amano davvero, tanto che lei lo ha seguito a Tokyo (cosa che negherà per sempre), quindi finché lei sarà la mia coinquilina voglio dedicarmi a lei e dimostrarle quanto le voglio bene. Nana fa tantissime piccole cose per me, e voglio ricambiare, e anche se non le facesse, vorrei comunque stare sempre con lei, essere il suo cagnolino e accontentarla ogni volta che posso, Perchè Nana è l'unica persona in grado di farmi sempre sentire al sicuro. A furia di pensare a queste cose, sono arrivata quasi a casa. Stasera cosa cucino? Chi lo sa, magari Nana ha comprato qualcosa. C'è uno strano SUV parcheggiato in fondo alla scalinata per arrivare al fiume. Non l'ho mai visto. Mi fa un po' paura. La portiera si sta aprendo. Oh mio Dio. Mi metto a correre. Se scende qualcuno mi tolgo i tacchi e mi metto a correre. Sta scendendo. Sta scendendo. 
-Hachiko.-
Non ci credo: è Takumi.



Questa storia partecipa al "Contest Pas a Pas" di Fanny_rimes
Prompt usato: 1. oggetti - würstel, latte, mucca

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Capitolo 2
*** Nana ***


2. Nana
 
 
Sigarette. Ho bisogno di sigarette. Qualcuno le tiri fuori, ne ho bisogno. Afferro la borsa. Maledetta, tirale fuori, so che sono lì dentro. No, devo calmarmi. Queste maledette sigarette non si trovano. Va bene, ho capito: mi dirigo verso il frigo. Almeno se non posso fumare, mi scolo una birra. O più di una, vediamo come mi gira. Anche Perchè lì alla serata non potevo bere, o lo prendevo a pugni. Che schifo. Come ha potuto dire quelle cose? Come si può anche solo insinuare che Hachiko sia una facile? Hachiko è stata tradita, lasciata, è stata da cani, io lo so anche se non lo vuole ammettere, e nonostante questo si è spezzata le reni per renderci felici tutti e per sorridere sempre. Se vuole far sesso ogni tanto, buon per lei, almeno svaga. E poi, se non sbaglio, le cose si fanno ancora in due, quindi non lo ha fatto solo lei. Maledetto Takumi. Lo odio. Mi fa schifo. Come può? La birra mi ha straripato sulle mani, gocciolando a terra. Almeno è fresca e alcolica. Non ce la faccio. Ho voglia di andare a cercarlo a casa, in hotel, ovunque sia e picchiarlo a sangue. Non come ho fatto con Shoji, no, molto di più. Sul naso, allo stomaco, da non farlo respirare. Mi fa schifo. Meglio se vado alla finestra, provo a prendere un po' di aria. Prendo un'altra birra e mi muovo. L'aria è frizzante, notturna, piacevole. E pure la birra. Questa ha fatto la buona. Ancora ci sto pensando: quel tizio è...è..meglio affogare i pensieri nella birra, nell'aria e nella vista del fiume, o non so quanto altro veleno potrebbe uscire da questa testa. Mi appoggio al davanzale e chiudo gli occhi. Devo stare calma. Domani devo parlare con Hachiko. Deve rendersi conto che prima di portarsi a letto qualcuno deve conoscerlo, o farsi conoscere meglio, altrimenti poi finisce con certi bastardi che si vantano delle loro conquiste, e passa lei per una facile. Vorrei anche dire a Takumi che non ci vuole molto a farsi una fan, quindi vantarsene è piuttosto inutile, ma effettivamente è meglio se non lo vedo per un po'. Ribrezzo, rabbia. Per me sono un po' la stessa cosa. Non si può parlare così di Hachiko. È una cosa che nessuno può fare. Neanche Ren. Ed è una cosa che nessuno può capire, neanche Nobuo che a modo suo è quello tutto innamorato. Non lo ammette, ma non si capisce. Dovrò parlare anche con lui: non sarà il massimo dell'intelligenza, ma è molto meglio di Takumi. Quello proprio non lo sopporto. Vado a prendere un'altra birra. 
Devo essermi ubriacata stanotte. Mi sono svegliata ora sul pavimento della cucina, con sei lattine di birra attorno, un mal di testa boia ed una coperta buttata a caso addosso. Deve averla messa Hachi non riuscendo a trasportarmi di peso sul letto. Dovrei piantarla di bere, fa male. E non ricordo quasi nulla di ieri sera. Provo ad alzarmi, ma non è esattamente la cosa più semplice del mondo dato che la testa mi gira tanto quanto mi fa male. La pressione mi si abbassa, le gambe non mi reggono. Riesco a trascinarmi fino al tavolo, che mi fa da appoggio. Per fortuna Hachi non mi vede così. Finalmente arrivo al frigo. C'è un biglietto sopra, dice: “Nana, stamani ti ho trovata a terra con le birre. Che è successo? Quando torno mi racconti tutto! Oggi sto fuori tutta la giornata Perchè devo lavorare. Ti ho lasciato le sfogliatine alla mela ed il caffè per colazione (bevilo, fa bene contro la sbornia) e riso al curry per pranzo. A dopo. Hachiko”. Mi viene da sorridere e ringrazio il cielo di avere una coinquilina così premurosa. Neanche Ren si sarebbe preoccupato tanto. Mangio come se non mi fossi mai nutrita in vita mia ed aspetto che il caffè faccia il beato effetto. Oggi non ho le prove né il lavoro, Perchè è domenica. Penso che farò qualche lavoretto a casa e qualche compera, tanto per rifornirci un po' di cibo e mobili. Però prima devo rimettermi in sesto. Su, coraggio!
Alla fine oggi ho fatto la spesa ed ho riparato varie cose, come ad esempio lo sportello della cucina che era rotto da un mese. Ora sono buttata sul letto senza far nulla. Dolce ozio. Stanotte ho dormito poco e male, ho bisogno di qualche ora di sonno. In compenso i lavori manuali mi hanno un po' calmata rispetto a stanotte, anche se pensare a quel porco mi fa ancora schifo. Dovrò fare una forzatura su me stessa e parlarne con Hachiko, che ora sta finendo di fare il bagno. 
-HACHIIIIIIII! HAI FATTO?-
-SÌ, TRA UN MINUTO ARRIVO!-
Mi alzo e recupero un paio di birre. So che dovrei smettere, e prometto che lo farò, ma stasera ho bisogno del loro aiuto. Al mio ritorno la trovo nella mia camera da letto, con l'accappatoio addosso e l'asciugamano sui capelli.
-Vuoi una birra?-
-Ma sì, dai! Stasera ti faccio compagnia!-
Bevo a velocità supersonica.
-Hachi, ti devo parlare.-
-Di cosa?- sul suo viso si dipinge un'espressione un po' preoccupata.
-Di Takumi.-
E dalla preoccupazione passiamo al terrore puro.
-Perchè?-
-Tu Perchè non mi hai detto di esserci andata a letto?-
In realtà sono già alla terza birra, ma lei non lo sa.
-Perchè pensavo che mi avresti rimproverata!-
-E allora? Se fai una cazzata te lo devo dire, no? Siamo amiche, no?-
-Sì..-
-Bene, allora sappi che dice che sei una puttanella.-
Sembra sconvolta.
-Perchè?-
-Perchè ci sei andata a letto, Hachiko! Non devi farlo col primo conosciuto, Perchè poi non sai che persona è!-
Si è fatta scura in viso. Dio mio, no. Cosa sto facendo? Non dovevo rimproverarla così forte. Sta per mettersi a piangere.
-Comunque non è il mio ragazzo e non lo voglio vedere più. Non voglio relazioni.-
-Lo so, dicevo solo per dirti...-
-So che lo dicevi per me, Nana. So che ho sbagliato, so che non dovevo, so tutto, però sentivo così. Mi andava. Perchè deve essere sempre tutto sbagliato? - Sta piangendo. -Essere tradita è umiliante, essere chiamata puttana è umiliante, essere rimproverata è umiliante...io non ce la faccio...-
Si piega su se stessa, in un pianto a dirotto. L'asciugamano cade a terra, è una scena tristissima. Che cosa ho fatto? Le do un bacio sui capelli e la accarezzo un po'.
-Dai...non volevo rimproverarti...sono solo preoccupata per te..sai che non mi so rivolgere alle persone, sono sempre troppo aggressiva, però non te la prendere, ok? Mi dispiace...-
Si rialza e si asciuga gli occhi.
-Fa niente, Nana, davvero. Non ce l'ho con te, ce l'ho con tutta la situazione.-
-Ti va una cosa?-
-Che cosa?-
-Un brindisi! Anzi tutti i brindisi che vogliamo!-
-Eh, e a cosa?-
-A quello che vuoi!-
Sorride. 
-Dai, fatti venire un'idea! Io dico “Alla birra, un brindisi!”-
Mi alzo e urlo. Così. Lei si mette a ridere. Brindiamo, ridiamo, beviamo, ridiamo ancora.
-È IL TUO TURNO, CANE!-
-A questi bastardi, un brindisi!-
-PIÙ FORTE, NON TI SENTO!-
-A QUESTI BASTARDI UN BRINDISI!
-COSÌ SI FA!-
Brindiamo, beviamo, ridiamo.
-A QUESTE SERATE, UN BRINDISI!-
-No, no, no aspetta, ne ho uno migliore!-
-Quale?-
-A Nana, che è migliore di qualsiasi uomo!-
Brindiamo, beviamo, ridiamo. E la bacio. Bacio inatteso, timido. Bacio dolce, lungo. Bacio che dice “sono sempre stata qui”, ed io pure sono sempre stata qui. Bacio che dice “non aspettavo altro, da sempre”. Bacio che diventa fuoco di camino, misto di passione e tenerezza. Bacio che si spinge oltre, mano che tocca la sua maglietta. Come sarebbe fare l'amore con lei? Bacio che...
Mi sveglio e lei non c'è. Canticchia in cucina, la sento. Ho di nuovo un mal di testa boia, che diamine è successo stanotte? Mi guardo intorno e vedo di nuovo lattine vuote, ed il mio letto sfatto. Cazzo. Ho vaghi ricordi. Ditemi che è un sogno. Sono davvero migliore di qualsiasi uomo? Io mi faccio schifo. Davvero, il ribrezzo che provo per me è più grande del ribrezzo che provavo per Takumi ieri. Migliore di qualsiasi uomo, eh? Mi sento peggiore. Guardare lei è come guardare la gioia di vivere. Tutti dovrebbero meritare di essere felici, e "gioia" è sinonimo di "felicità". Per questo lei è il mio cane. Mi chiedo dove arrivi la felicità, mi chiedo perché porti con sé queste sensazioni torve. Posso anche iniziare ad ammettere di essere gelosa, tanto. No, devo riprendermi. Vado in bagno, butto la testa sotto l'acqua. Passando non l'ho neanche salutata. Neanche quello. Uno, due, tre minuti sotto l'acqua. Ho perso il conto. Cosa devo fare? Non posso. Io amo Ren. Io sono etero, e lei pure. Non posso, non possiamo. Non posso neanche lasciarla andare così. Non Takumi, non lui, non un Trapnest. I Trapnest mi rubano tutto. No, non posso permetterglielo. All'improvviso un'idea. Vado in cucina, lei sta continuando a canticchiare.
-Hachi.-
-Buongiorno, Nana.- mi accoglie con il solito sorriso. Che cosa sto per fare? Che cosa ho fatto? Lo devo fare. Se io faccio schifo, non posso costringere anche lei a seguirmi nel mio inferno.
-Stavo pensando ad una cosa.-
-Che cosa?-
-Davvero non vuoi una nuova relazione?-
Mi guarda raggiante. Diventa tutto ancora più doloroso.
-In realtà non lo so più, Perchè?-
-Nobuo è innamorato di te ed è un bravo ragazzo. Stareste bene insieme.-
Sgrana gli occhi e non parla per qualche minuto. È fatta. L'ho persa. È meglio così, deve essere meglio così. Lei resterà nel mio giardino, e rimarremo entrambe etero. 
-Dici?-
-Sì.-
Abbassa lo sguardo.
-Ci penserò.-
 
 
Questa storia partecipa al "Contest Pas a Pas" di Fanny_rimes
Prompt usato: 4- ribrezzo

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Capitolo 3
*** Illusione ***


3. Illusione
 
Sigaretta. Black Stones. Come quelle di Nana. Nobuo ne accende un'altra. Quando fuma è pure più carino del solito! Ha un'aria così da bambino, però con i vestiti tutti strani come Nana e la sigaretta. È proprio una persona dolce, penso che come fidanzato penso che sia l'ideale. Non avevo idea che pensasse a me in quel senso prima che Nana me lo facesse notare, e devo dire che ha fatto la cosa migliore: se non me ne fossi mai accorta non lo avrei neanche preso in considerazione, penso. Uno come Nobuo in genere non è il mio tipo. Ora stiamo camminando sulla riva del fiume, lui davanti, io dietro. Qualche tempo fa mi si è dichiarato proprio qui e ci siamo messi insieme, è stato tenerissimo: non sapeva come dirmelo. AAAAAAAAAH! Solo a pensarci divento tutta rossa e sorrido! Nana ha fatto proprio la cosa migliore. Ma lei non sbaglia mai. So che stavolta non finirà male. Lo so. Me lo sento. Un cagnolino abbaia dall'altro lato della strada. È carinissimo! Tutto bianco, piccolino e col pelo lungo lungo! 
-Nobuo, secondo te si chiama Hachiko?-
-Chi?-
-Il cagnolino bianco! Quello che abbaia lì!-
-Ah...ehm...non lo so...forse sì, in fondo è un nome molto comune per i cani...-
-Allora potremmo essere compagni di nome!- Sorrido e corro come Superman. Non so perchèéma questa cosa mi carica.
-In che senso, scusami?-
-Come in che senso? Siamo due Hachiko!-
-Aaaah sì, il soprannome...È vero, ormai tutti ti chiamiamo Hachiko, anche perché se diciamo «Nana» ci viene in mente la strega!-
-Nana non è una strega!-
-Fidati, la conosci da troppo poco tempo e non so perché, ma con te è particolarmente dolce.-
Mi guarda. -Già, forse è perché sei così...perché te lo meriti, ecco!-
È così dolce! Lo abbraccio e lui mi bacia, poi camminiamo in silenzio per un po'.
-Comunque Nana non è una strega!-
-Fidati!-
-No!-
-Sì!-
-Noooo!-
-Sììììì!-
-Uffa.-
-E tu...anche se ti chiamiamo tutti Hachiko, non sei un cane, ok?-
-Ecco, e siamo a due: Nana non è una strega ed io sono il cane di Nana, ormai è deciso!-
-Bah, contenta tu...-
Do un ultimo sguardo al piccolo Hachiko dall'altro lato della strada. Chissà se anche gli altri mi vedono così: piccola e batuffolosa, da coccolare. Forse è per questo che Nana è particolarmente dolce con me. In realtà non credo di meritarlo come dice Nobuo.
-Come possiamo finire sempre a parlare di Nana?- dice.
-In effetti non lo so...-
-Basta, parliamo d'altro.-
Silenzio. Un cane. Il suo cane. Qualche giorno fa ho sentito uno stralcio di conversazione strana tra Nobuo e Nana.  «Voglio avere Hachiko che scorrazza nel mio giardino, quindi fai in modo che non scappi da qualche altra parte.» Questo ha detto Nana. Mi chiedo come mi veda realmente, si comporta sempre in modo strano. Nobuo dice che con me è più tranquilla e che mi tratta bene, ma è pur sempre strana. Come...no, non ci devo pensare. Sto con Nobuo, sono con Nobuo. Sto bene con Nobuo. Sto davvero bene con lui. E poi, anche Nana è entusiasta del fatto che io e lui stiamo insieme, quindi...Nana. Cosa ti passa per la testa? Lo capirò mai? Ti capirò mai del tutto? Secondo me nessuno può farlo, neanche tu.
Arriviamo a casa mia, Nobuo mi bacia e mi saluta. Non sale a casa. Non credo che Nana sia a casa, tutte le luci sono spente. Probabilmente sta ancora lavorando. Salgo i sette piani a piedi. In un certo senso, sono una fortuna, perché io ingrasso facilmente e questo esercizio quotidiano mi aiuta a tenermi in forma e restare tonica. Apro la porta e noto che effettivamente Nana non è a casa. Mi rinfresco un attimo e preparo la cena: sicuramente Nana avrà fame quando tornerà, ma non sono sicura di poterla aspettare in piedi, perché domani mattina devo lavorare, quindi mi devo alzare presto. Voglio provare a cucinare per lavoro. In fondo, cucinare è una delle cose che mi riescono meglio, a parte circondarmi di oggetti carini e vintage. Sto preparando dei semplicissimi onigiri, non ho voglia di qualcosa di pesante. L'odore dell'alga mi dà uno strano effetto. Nausea. Non è molto forte, ma fastidiosa. Ultimamente mi viene spesso. Squilla il cellulare.
-Pronto?-
-HACHIKO!-
-SHIN!-
Il mio Shin! Come vorrei un figlio come lui! Anche se ammetto che dà molte preoccupazioni.
-Che fai, Hachi?-
-Preparo gli onigiri, tu?-
-Woooooooooooooooh! Posso venire a cena da te?-
-Se non hai da fare sì!-
-In effetti dovrei andare da Kyoko...-
-Chi è Kyoko?-
-Uhm...una delle mie ragazze...-
-Shin, quando smetterai di frequentare cattive compagnie?-
-Loro non sono cattive compagnie, al massimo lo sono io per loro!-
-Shiiin! Non si fa! Così mi fai preoccupare!-
-Va bene, mammina, appena posso smetto, promesso!-
-Sì, però smetti davvero.-
-Sì, sì, va bene!-
La nausea aumenta a dismisura, tanto che non ce la faccio bene a stare in piedi.
-Hachiko, tutto bene?-
-Sì, Shin, non ti preoccupare, ho solo un po' di nausea...-
-Devo rimproverare Nobuo?-
-SHIN!-
-Che c'è? Certe cose possono capitare!-
-Non devi rimproverare nessuno, siamo persone adulte e facciamo le cose per bene! Ho solo un'intossicazione, credo.-
-Va bene...quindi lo avete fatto?-
-Shin! Non sono affari tuoi!- Arrossisco e lui ride, anche se non mi vede.
-Va bene, va bene. Ora vado, Kyoko mi aspetta. Tu cerca di riprenderti, ok?-
-E tu smetti di frequentare cattive compagnie, promesso?-
-Promesso! A domani!-
-A domani, Shin.-
In realtà sono ancora a terra. Spero che sia solo un'intossicazione.

Pochi giorni fa non avevo idea di come potesse cambiare in fretta la vita. Aveva ragione Shin. Il giorno dopo sono andata a lavoro, ho provato a fare del curry e ho vomitato. Ho voluto provare. Aveva ragione Shin. Non del tutto, ma in buona parte. Io...non ce la faccio neanche a dirlo. Nobuo mi ha lasciata e non mi parla più. Per lui è stato come un tradimento. Non vivo più a casa mia. Non vedo Nana da quando l'ho scoperto. Ho portato via le cose da casa mia, da casa nostra mentre lei non c'era, e le ho lasciato una lunga lettera. Ci ho scritto tutta me stessa, spero che la legga. Spero anche che Nobuo mi perdoni. Vorrei che tutti mi perdonassero. Io non volevo, non pensavo che....Shin è venuto a trovarmi. Fino ad ora è stato l'unico. Mi ha detto che gli avrebbe fatto piacere essere figlio mio, e che secondo lui sarei una buona madre. È davvero un ragazzo d'oro, in fondo. Ancora non ci credo. Ora vivo con Takumi. Il...il bambino, o la bambina, è suo. Questo perché ho detto a Shin di essere adulta. Shin perdonami. Ma soprattutto, Nana, perdonami. Io non voglio fuggire dal tuo giardino, se tu mi vorrai, scorrazzerò ancora lì.

Questa storia partecipa al "Contest Pas a Pas" di Fanny_rimes
Prompt usato: 5.immagine - "Cane"

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Capitolo 4
*** Disillusione ***


4.Disillusione

Sigaretta. La mia. La cenere cade sulla balaustra del ponte. Quando l'ho accesa? Io non lo ricordo. Ultimamente non ricordo molte cose. Che ci faccio qui? Perchè sono venuta? Chiudo gli occhi e sospiro, rivolgo la testa verso l'alto. Ho come la sensazione che non ci sia più nulla da fare. Maledetta memoria. Io devo ricordare. Devo. Non posso star qui a piangermi addosso e non so neanche per cosa. In realtà, non posso star qui a piangermi addosso e basta. Io sono Nana, la strega, la regina di cuori, la gatta. Io sono Nana, quella che sa fare i mobili solo con legno e chiodi, che lavora di notte, che suona la chitarra e canta su un palco. Io sono quella forte. Lo sono sempre stata. Forte, indipendente, strana. Quella cui on importa del giudizio degli altri. E sono ancora così. Riapro gli occhi e guardo il cielo. È nero, livido, si sta preparando un temporale. 
«Don't know why there's no sun up in the sky, 
stormy weather.
Since my man and I ain't together
keeps raining all the time»
È una vecchia canzone americana, blues. Come si chiamava la cantante? So che era una nera e che questa canzone mi riporta tanto tempo indietro. Stormy weather. Sarà il cattivo tempo che me l'ha fatta tornare in mente. Però anche l'umore, e le cose che sono successe, non lo so. È bella, non è il mio genere, ma è bella. 
Guardo l'acqua scorrere sotto di me e mi costringo a ricordare. Cosa è successo ultimamente? 

La prima cosa è Hachiko. Hachiko incinta. La mia Hachiko. Non c'è più, è fuggita dal mio giardino, ora vive in una casa lussuosa a Shibuya, con Takumi. Ha sua figlia in grembo. Hachiko madre. Mi ha lasciato una lettera, ci ha scritto che sono il suo eroe. Che strano eroe hai, Hachiko. Perde la memoria, si fa prendere dall'ira sempre più spesso, e dall'ansia. Non respira più. Sono andata a trovarla per vedere come stava. In fondo, è questo che fanno gli eroi, no? Me lo ha detto anche Yasu. Lei è in una situazione difficile, delicata, ha bisogno di me. Ed io? In che situazione sono? Qualche volta la sento al telefono, anche poco fa. Questo almeno me lo ricordo. Era felice di sentirmi, come sempre. Sono certa che sarà una brava madre.

Un'altra telefonata. Sono tentata di non rispondere.
-Shin, che vuoi?-
-Buongiorno a te, Nana.-
-Seh, buongiorno. Che è successo? Perchè chiami?-
-Hey, non ti arrabbiare sempre, devo solo dirti che non puoi dare buca un'altra volta domani, ok? Non possiamo coprirti sempre, e stavolta  il presidente ti uccide.-
-E tu cosa c'entri? Sono affari miei, non ti riguarda.-
-Non mi riguarda, eh? Bene. Perfetto. E Misato? Riguardano lei? E dimmi un po', che mi dici di Nobuo, Hachiko e Yasu, eh? Che mi dici di tutti loro? C'entrano qualcosa?-
-No.-
-E allora piantala di fare così e torna adulta.-
-Lo dici a me, ragazzino? Si può sapere che cosa cazzo vuoi?-
-Voglio che la pianti una buona volta. Lo sai quante volte ti abbiamo coperta tutti noi? Cellulare spento, come un soprammobile, a casa non ci sei mai, rintracciarti è un miracolo. A lavoro non ti presenti, e ogni volta dobbiamo inventarci una scusa nuova, col cuore in gola perché abbiamo tutti il terrore che tu faccia qualche cazzata. Domani vai a lavorare. Ciao.-
-Senti, sono un'artista, faccio quello che voglio. E sono adulta, al contrario tuo-
-Non mi pare.-
-SMETTILA DI FARMI LA PATERNALE, RAGAZZINO!-
-E TU SMETTI DI MERITARLA! NON CAPISCI CHE SIAMO TUTTI ADDOLORATI PER REN? PENSI SOLO A TE STESSA!-
Mi ha sbattuto il telefono in faccia. Shin è solo un ragazzino, non può capire. Non solo, è anche un ragazzino dannatamente incosciente: fino a poco tempo fa si prostituiva, beve e fuma come un adulto...che paternale può farmi? Che diritto ha?

«Don't know why there's no sun un in the sky...»
La seconda cosa è il successo. Questa canzone. So di averla ascoltata tanti anni fa. Una donna cantante. Solista. Come me. Da quale meandro della mente l'ho ripescata? 
Il successo. Prima con i Blast. È arrivato quasi all'improvviso, non so se era il momento giusto, non so se ormai non ce lo aspettavamo più. Però è arrivato. Lì, su quel palco, di fronte a centinaia di persone. Lì, quello, quel momento, tutto era il successo. Il mio sogno. Il sogno di tutti noi. CD inciso, non so quante copie vendute subito. Stavamo raggiungendo la vetta. Ma già il mondo dentro di me iniziava a sparire. Shin si è fatto arrestare. Quel cretino di Shin. A volte mi pento di averlo accettato nei Blast. Shin ha fatto finire tutto, dopo il suo arresto i Blast dovevano fermarsi per forza. Così mi ha chiamata il presidente. Quel tizio è losco, non gliene frega niente di nessuno. E a me? Ren mi rimprovera sempre di averlo trattato eccessivamente male. Se lo merita. Ci ha spinti tutti giù, è colpa sua se sono diventata una solista. Io non volevo, volevo cantare con i Blast, invece no, lui fa una cazzata ed io ci vado di mezzo, anzi, ci adiamo di mezzo tutti, ed ora viene pure a farmi la paternale, a dirmi che devo essere adulta. Lo odio. Lo odio con tutta me stessa. Stringo i pugni e lo odio ancora di più. La mia vita non lo riguarda.

«I'm weary all the time
So weary all the time
When he went away the blues walked in and met me.
If he stays away old rockin' chair will get me.»
Un'altra strofa. Ah, sì, ecco! Era una canzone che ascoltavo nella mia infanzia. Non pensavo che mi riportasse così tanto indietro. Credo che piacesse a mia madre, o a mia nonna, qualcosa del genere. Più a mia madre, credo, non è tanto il genere di mia nonna. Ogni tanto mia madre faceva qualcosa di decente, a quanto pare. Chissà come mai mi è tornata in mente proprio ora. Inizio a canticchiarla sottovoce, e, sembra fatto apposta, inizia a piovere. Stormy weather.

La terza cosa è Ren. In fondo sono venuta a Tokyo per lui, non solo per me ed il mio sogno. Sono venuta a Tokyo perché lo amavo. Verbo al passato. Ora lui è...non riesco a dirlo. Ma l'amore non continua? Non è come quando è andato a Tokyo? No, non è così semplice. Vivevamo insieme, ma non era più lo stesso. Si era spezzato qualcosa, e so anche come, quando, chi. So che in fondo ero stata io, perché ho perso il controllo di me stessa e dei miei sentimenti, e così lui ha lasciato andare i suoi. Ricordo una scena in particolare.
-Nana, hai lasciato le chiavi nel lavello per l'ennesima volta.-
-Non è vero!-
-Sì che è vero! Guarda: sono bagnate!- Lui me le ha porte.
-Sei stato tu.-
-Io non lascio le chiavi nel lavello.-
-No, sei stato tu a bagnarle!-
-E perché mai avrei dovuto farlo?-
-Perché da quando Hachiko è rimasta incinta ci tenete tutti a farmi passare per pazza!-
-Davvero pensi questo?-
-Certo! Cosa diavolo dovrei pensare? Mi accusate di qualsiasi cosa!-
-Fatti curare, io me ne vado. Non ce la faccio più, davvero. Fatti curare.-
Avrei voluto dirgli molte altre cose, vomitargli addosso tutto, ma è andato via. Mi sono accasciata a terra e sono rimasta lì per non so quanto tempo. Poi lui è tornato, mi sono alzata come se niente fosse ed abbiamo fatto l'amore. No, abbiamo fatto sesso. L'amore è un'altra cosa. L'amore è quando sei triste e vuoi accanto una persona, e quando torna sei e ti sfoghi, sei così felice che ci fai l'amore. È stato più o meno così, è vero, ma con una differenza: io non volevo lui accanto.
Ero ad Osaka quando è successo. Yasu mi ha portata in braccio al funerale. Ren è morto, e così, credo, anche il nostro amore. E ora che si fa?

Ormai non sono più poche gocce di pioggia, ormai c'è il diluvio. Basta così con gli esercizi di memoria, sono abbastanza soddisfatta ed è meglio se torno a casa, dato che domani devo lavorare o mi aspetta un'altra ramanzina di Shin. Però prima voglio fare una cosa. Poso il pacchetto di sigarette sulla balaustra, mi sfilo piano piano il mio anello, poso pure quello ed alzo le mani al cielo. 
-ALL I DO IS PRAY HE LORD ABOVE WILL LET ME WALK IN THE SUN ONCE MORE-
In effetti, non credo in Dio, ma questa frase ci sta in questo momento. Mi viene da ridere con la pioggia che mi scorre sul viso. Se Hachiko non fosse rimasta incinta, cosa farei ora? Se Ren non fosse morto, dove sarei ora? Se fossi una goccia di pioggia, cosa vorrei fare ora? Tornare a casa, credo, acqua nell'acqua. Mi sporgo per vedere gli schizzi d'acqua delle gocce sul fiume. Continuo a sporgermi. Come vorrei essere solo una goccia d'acqua, così felice di raggiungere il suo sogno.
Sottovoce, canto ancora.
-I'm weary,
so weary all the time.-

Questa storia partecipa al "Contest Pas a Pas" di Fanny_rimes
Prompt usato: 2. Canzone - "Stormy weather" (Billie Holiday)

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Capitolo 5
*** Quando saremo grandi... ***


5. Quando saremo grandi...

-Mamma, dovresti smettere di fumare.-
Satsuki si preoccupa sempre per questa cosa.
-Mamma, mi stai ascoltando? Potresti morire di tumore, o potresti farmi perdere l'aereo, cosa che sarebbe ancora peggiore!-
...ed io che pensavo che si preoccupasse di me.
-Ma come siamo premurose!-
-Zio Shin, proprio tu dovresti capire: per me venire in Svezia con te è fondamentale, capisci? FON-DA-MEN-TA-LE! E poi questa storia del tumore è una cosa seria.-
-Va bene, va bene! Che ne dici se noi intanto entriamo e lasciamo Hachi a fumarsi la sua sigaretta? Ci raggiunge...-
-NO! Voglio che ci sia al check-in.-
Finisco di fumare in fretta, mentre Satsuki continua ad insistere sul fatto che mi verrà un tumore se continuo così. In fondo so che è vero che si preoccupa. 
-Ora possiamo entrare?- chiedo.
Satsuki entra di corsa all'aeroporto, con il suo trolley fucsia, i capelli neri al vento e il sorriso impaziente stampato in faccia. Shin mi guarda.
-A volte mi chiedo da chi abbia preso.- mi dice.
-Sai, è difficile da dire: i capelli e gli occhi sono di suo padre, e il resto non so...-
-Il carattere però non è suo.-
Sorrido.
-No, è decisamente mio! Ero esattamente identica a lei quando partii per Tokyo, solo che ero da sola.-
-Sì, mi ricordo, ti ho conosciuta subito dopo...quanti anni sono passati?-
-Non lo voglio ricordare.-
Ride. Sono passati tanti anni (non voglio dire quanti), ma Shin ha sempre lo stesso, bellissimo sorriso.
-Dai, non esagerare!-
-Non esagero! È che mi fa sentire vecchia...-
-Allora, se Satsuki ha già vent'anni, allora noi ci siamo conosciuti...circa ventun anni fa. Mamma mia, in effetti fa paura!-
-Ecco, vedi? Non dovevi dirlo! Ora scateno il Grande Demone Celeste contro di te!-
-Ancora?-
-Per sempre.-
-ZIO SHIN, TI VUOI MUOVERE? ALMENO TU MI SERVI!-
-Sì, ha preso decisamente da te...ARRIVO!-
-Shin, posso farti una richiesta?-
-Dimmi.-
-Prenditi cura di lei. Non voglio che faccia le stesse cavolate che abbiamo fatto noi.-
-Questo era scontato! Ma non ti aspettare che la tratti da bambina!-
-ZIO SHIN!-
-ARRIVO!-
Io e Shin ci avviamo al check-in, giusto in tempo perché il pilota non li lasci a terra. Il loro volo  è stato chiamato appena siamo entrati. Shin corre di qua e di là, con la sua chioma argentea. Ha 37 anni e solo il Grande Demone Celeste sa come fa a dimostrarne ancora venti. Satsuki lo segue cinguettando come sempre. Non vede l'ora di arrivare in Svezia!
Ben presto spariscono dall'altro lato dell'aeroporto, insieme. Io esco e cerco un'altra sigaretta, alla faccia di quello che pensa Satsuki! Oh no, ho finito il pacchetto! Vado al tabacchi dell'aeroporto.
-cosa ordina, signora?-
...Signora...
-Un pacchetto di Blue Sky, per favore.-
Il ragazzo dietro il bancone mi porge il sottile pacchetto.
-Ecco a lei.-
Do i soldi e mi siedo sulla panchina subito fuori dall'aeroporto, nel parcheggio.
Quando ho conosciuto Shin queste sigarette neanche esistevano. C'erano le Black Stones, quelle che fumavano tutti nel gruppo. All'inizio ero praticamente la sola che non fumava, ma poi Nana ha fatto quel gesto estremo e quando, cinque anni dopo, pensavo di averla ritrovata ed alla fine non era lei, non ce l'ho fatta. Pensavo che fumare le sue stesse sigarette me l'avrebbe riportata, o qualcosa del genere, così sono andata a comprarle.
-Non esistono più.- mi disse la commessa. -Ora la stessa casa produttrice ne ha fatto un altro tipo, un po' più leggero: si chiamano Blue Sky.-
E così ora ho ben quindici anni di Blue Sky alle spalle. Hanno la carta azzurro carta da zucchero e sembrano essere la versione «ottimista» delle Black Stones. Certo, abbreviato il loro nome è Blues, ma sempre meglio di Blast, che significa tempesta. Quelle erano perfette per Nana. Nana. Non posso fare a meno di pensare che avevo vent'anni quando l'ho conosciuta. La stessa età che ha Satsuki oggi, mentre è sull'aereo con Shin. Io, ingenua, totalmente sola, incontro una ragazza col mio stesso nome ma opposta sul treno per Tokyo. Lei e le sue Black Stones, la sua chitarra, le sue gonne corte con i reggicalze a vista, le sue magliette strappate, la sua voce ammaliante. Nana, io non ci credo che hai fatto quel gesto estremo. Sono passati vent'anni, era nata da pochissimo Satsuki, eppure ancora non ci credo e ti cerco ovunque, nel volto di chiunque incontro per strada. Magari spero che tua figlia ti somigli e giri per qui, per vedere dove ha vissuto mamma. O che ti trovi in Svezia e che Satsuki ti trovi per me. Anche ora vedo dentro l'aeroporto una donna che ti somiglia, potrebbe avere anche la tua età Se tu fossi qui, ti racconterei gli ultimi vent'anni cinguettando come sempre, come quando vivevamo insieme. Ti racconterei che Nobuo alla fine ha seguito quello che dicevano i suoi, ha preso la loro pensione e la sta portando avanti. Si è anche sposato, a quanto ne so, ma ormai non lo sento più da anni. Ti racconterei che Yasu è diventato un importante avvocato nella vostra città e che non ti ha mai dimenticata, Nana, anche se ormai ci unisce solo questo. Per te, lui è stato come un fratello, anche se avrebbe voluto qualcosa in più. Per l'amore che ancora ti porta, continua a cercarti come me. Nana, quanto ti somiglia la donna che sta uscendo da quella porta, con un trolley nero appresso. Vorrei che fossi tu. Shin è l'unico che mi è rimasto realmente accanto, anche se non capisce del tutto la mia ossessione per te e l'impegno che metto nel cercarti. Ti crede morta come tutti, ed in più so che già all'epoca i vostri rapporti erano incrinati. Però mi vuole veramente bene e per quanto può si prende cura di me e di Satsuki. Da qualche anno fa avanti e indietro dalla Svezia. Ricordi che è il suo paese d'origine? È un produttore discografico, e non si è mai sposato. Come sempre, preferisce vivere libero da ogni impegno, anche se credo che abbia una relazione piuttosto stabile in Svezia. Per qualche tempo ospiterà Satsuki a casa sua, ed ho ragione di credere che la tratterà come se fosse figlia sua. In fondo, l'ha sempre viziata anche più di me. Reira non ha mai ripreso a cantare, anche se Shin stesso glielo ha chiesto molte volte. Ora vive stabilmente a Londra con Takumi. Per dirla alla «Sex and the city», sono una carta moschicida per gli amori sbagliati. Lui, Nobuo, Shoji. Ho avuto un solo amore giusto, se così si può definire, in tutta la mia vita, e l'ho lasciato andare. Ero giovane ed incosciente, ero sconvolta. Nana, se quella donna che tanto ti somiglia fossi tu, con la sua lunga gonna nera che fruscia mentre attraversa il parcheggio, ti direi che la verità è una, ed è la più semplice: ti amo e ti ho sempre amata, e so che anche tu mi amavi, non importa che fossimo entrambe donne. Non mi sono mai pentita di quella notte.
All'improvviso, quella donna mi guarda con uno sguardo strano. Nana, dimmi che sei tu. Ti prego, ne ho bisogno ancora, dopo tutti questi anni. Chiudo gli occhi. Non voglio sapere se si avvicina.
-Da quando fumi, Hachiko?-

Questa storia partecipa al "Contest Pas a Pas" di Fanny_rimes
Prompt usato: 3. Citazione - Sex and the city, il film

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