Le lenzuola
arruffate erano l'unica traccia rimasta di quell'amore consumato con
urgenza qualche ora prima.
La luce del
tramonto aveva invaso la stanza, sostituendo la luce piena del giorno
con una più smorzata, che si posava distratta sugli oggetti
che arredavano la stanza donandogli una nota di calore.
Matthew aprì
gli occhi, trovando davanti a se la scena di un inevitabile ritorno
al passato. L'immagine che abitava i suoi occhi in quel momento era
la stessa che si presentava a lui mesi prima, quando in quel letto
passava quasi tutte le notti, con relative albe e risvegli a fargli
da contorno. Solo una differenza stonava con quella sensazione di
deja-vu, ed era il corpo di Brian che stranamente non era avvolto
intorno a lui.
Si stropicciò
gli occhi e si guardò intorno, rendendosi conto solo allora
della presenza di Brian al tavolo, accanto a lui si trovava
qualcun'altro...Stefan?
Stava quasi per
aprire bocca e rendere così noto al mondo di essere sveglio
ma
prima che muovesse un solo muscolo facciale la voce interrogativa lo
interruppe, smorzando le sue parole sul nascere.
“ Non manderai a
puttane tutto anche questa volta, vero Brian?”
Matt richiuse gli
occhi, fulmineo, concentrando tutta le sue energie nel cogliere la
risposta di Brian e non perdersi una parola di quel discorso
cospiratorio che riempiva di bisbigli la casa. Le parole che
attendeva di sentire avrebbero deciso se poteva continuare a
respirare o se il crollo delle speranze glie lo avrebbe impedito.
Brian sospirò
pesantemente, raccogliendo le gambe sulla sedia e facendo scontrare
la sua fronte con le ginocchia, così ranicchiato continuava
a
dondolare, crogiolandosi nell' indecisione.
“ Non lo so
Stef..lo spero..” alzò lievemente la testa,
guardando il suo
amico e l'espressione che gli si era dipinta sul volto, poi
continuò
a parlare. “ é solo che..è tutto
così
difficile!”
Il bassista alzò
un sopracciglio, un misto di disapprovazione e incredulità
annebbiava i suoi occhi.
“ Non parlarne
come se la cosa non dipendesse da te.. basta solo che tu non faccia
il bastardo un'altra volta!”
“ Ehy!”
sbottò
il cantante, ferito da quell' affermazione. “ Io non ho fatto
il
bastardo!”
esclamò
mettendo il broncio e tornando ad affondare il volto sulla stoffa dei
suoi pantaloni.
“ Già,
non sei stato tu quello che lo ha tradito e poi è andato a
dirglielo, chissà come devo essermelo immaginato..”
Brian alzò
il volto, consapevole che per quanto non volesse ammetterlo la colpa
di tutto era stata sua.
Si voltò
verso il letto, lasciando riposare il suo volto su quel corpo sepolto
tra le lenzuola. Quel corpo era una droga per lui, sai che ti fa male
ma non riesci a farne a meno. E la tua decisione è destinata
a
crollare ogni volta che la ritrovi sul tuo percorso, anche se sai che
non dovresti caderci ancora.
Scuotendo la testa
si alzò per raggiungere il tavolo e appropiarsi del
pacchetto
di sigarette che giaceva immobile sulla sua superficie, riempiendo
l'aria con il rumore del suo passo aggraziato e leggermente
saltellante. Si voltò di nuovo ad ammirare l'uomo
addormentato
nel letto, mentre con mano tremante donava alla sigaretta impigliata
tra le sue labbra il fuoco.
“ Io lo
amo...”
aspirò nicotina mentre la frase restava sospesa ad aspettare
il proprio finale, così come Stef, seduto al tavolo, e Matt
che riempiva il letto col suo calore.
“ Ma odio il
modo in cui mi fa sentire..”
Matt strinse gli
occhi, mentre il battito del suo cuore si confondeva con il dolore
che si stava lentamente appropiando di quello stesso organo battente.
Brian si voltò
lentamente verso Stef, trovando ad acoglierlo uno sguardo di muto
rammarico. Brian lo vide esitare, probabilmente aveva già
una
frase pronta per uscire a dargli del cretino ma con un clic mentale
vide l'onda dei suoi pensieri cambiare.
“ Vi ho
riportato le vostre chiavi e i cellulari, ora credo che
andrò..”
Brian piegò
leggermente il capo per acconsentire all' affermazione, in silenzio
ringraziava il suo amico per non aver infierito su quella frase.
Non sapeva
perchè
l'aveva detta, nè tantomeno perchè l'avesse
pensata, ma
sapeva che era vera.
“
Brian..”
la voce di Stef lo
scuotè dal torpore, si voltò a guardarlo mentre
la
sigaretta si consumava lenta tra le sue mani.
“ Concediti una
tregua ogni tanto e prova ad essere felice...”
un sorriso
increspò le labbra del cantante mentre Stef si voltava per
abbandonare l'appartamento e lasciarlo di nuovo da solo con Matthew.
Brian concesse alla sua figura di posizionarsi in adorazione della
città, del fiume placido che scorreva investito dalla luce
aranciata del tramonto.
Matt aprì
leggermente gli occhi, deciso a vomitare il suo rancore per quella
frase che lo aveva colpito al cuore ma si bloccò. Brian
stava
fumando immerso nella luce arancione, a petto nudo e con un
espressione così malinconica da impedire a Matt qualunque
funzione vitale volontaria, non era in grado neanche di pensare.
Richiuse gli
occhi, non glie lo avrebbe permesso. Brian non gli avrebbe permesso
di allontanarsi da lui senza la sua approvazione, lo sapeva. Ma lui
non era intenzionato a permettergli ancora un tale controllo sulla
sua vita. Non poteva morirne di nuovo, non poteva buttarsi in un
attacco kamikaze consapevolmente, l'amore non poteva essere
così
distruttivo.
L'amore non poteva
essere quel sentimento destabilizzante che provava con Brian e che lo
distruggeva ogni volta.
Non poteva essere
quell' ossessione che gli impediva di respirare.
Non poteva voler
dire tradire la propria dignià senza attenuanti e immolarsi
al
desiderio dell' altro senza parole.
Non poteva essere
quel desiderio imperante che permeava ogni momento nascondendo le
ferite che ogni volta subiva dalla persona che avrebbe dovuto amarla.
Non poteva
permetterselo ancora.
Non poteva.
Mentre era perso
nei suoi pensieri il calore del corpo di Brian che tornava a
infiltrarsi tra le lenzuola lo riscosse, trovandolo incapace di
trattenere l'insano desiderio che per quel corpo nutriva. Lo
sentì
avvicinarsi, posare sul suo collo un bacio leggero e avvertì
quelle stesse labbra arricciarsi in un sorriso allo scontro con la
sua pelle.
“ I'll be
yours..”
pronunciò
prima di abbandonare la testa sul cuscino e addormentarsi.
Una lacrima
scivolò pigra lungo la guancia di Matt, che ancora lottava
in
silenzio contro quella distruzione emotiva che lo stava avvolgendo.
“
Bugiardo..”
gridava la sua
mente, i suoi pensieri vorticavano tutti intorno a quella parola. Ma
la voce non uscì, la rabbia si tramutò in un
pianto
silenzioso, la delusione aggiungeva volume alle lacrime, la tristezza
le prolungava.
Accanto a lui
Brian dormiva tranquillo.
**
Matthew si
svegliò, il respiro sul suo collo gli resero subito livida
la
presenza di Brian accanto a se. Si voltò a guardarlo.
Prima di
andare.
Indugiò
sulle linee sottili del volto. Su quelle labbra sottili e leggermente
dischiuse che lo ingannavano ogni volta. Sulla perfezione di quelle
ciglia, lunghe e ammalianti. Sulle palpebre chiuse e ricoperte di
nero che coprivano alla sua vista lo spettacolo di quelle iridi verdi
che abitavano i suoi occhi.
Ma la bellezza
dell'involucro non lo conivinse, pensieri confusi gli urlavano
addosso, tutti con la stessa ingenua rabbia.
Il bagliore
residuo di quella luce era ormai spento ai suoi occhi disincantati.
Non era il dolce
abbraccio di Morfeo che avrebbe potuto trasformare Brian in una
persona migliore, il sonno non poteva impedirgli di fingere.
Non voleva
affrontare il suo sorriso quando si sarebbero svegliati, non lo
avrebbe sopportato.
Ma non avrebbe
potuto neanche sostenere il peso di un nuovo addio.
Guardando i suoi
occhi socchiusi sentiva di nuovo il desiderio incessante di esprimere
in quel dolore in lacrime.
I ricordi lo
annegavano in un tempo che non esisteva più, che non poteva
rivivere più.
Si sottrasse alla
splendida condanna rappresentata dall' osservazione di Brian e si
alzò dal letto.
Ricoprì il
suo esile corpo con i vestiti sparsi per la stanza, spettatori
inconsapevoli della fine della loro storia.
Raggiunse il
tavolo su cui albergava il suo cellulare e la sua chiave,
censurò
la sua mente impedendole che la sua volontà raggiunse la
mano
e prese solo il telefono.
Si voltò
nuovamente verso Brian.
Prima di
andare.
Lo guardò
avvolto da quel bianco candido e vide solo un cumulo di errori che
non aveva più senso ripetere.
Lo guardò e
un' immagine attraversò la sua mente, quella di Lucifero,
l'angelo caduto.
Bellissimo e
crudele.
Ammaliatore e
spietato.
Poggiò la
mano sulla porta ma un pensiero suicida gli ingombrò la
mente,
e questa volta lo assecondò.
Tornò al
tavolo, recuperando carta e penna per lasciare a quel pezzo di vita
che stava abbandonando un addio.
Prima di
andare.
Le parole che
giravano tra i suoi neuroni rimbalzavano nel suo cranio senza darsi
un ordine.
Si voltò
verso il fiume alle sue spalle.
Il punto fermo che
lo ancorava a quella realtà.
Poi le parole di
Brian si fermarono nella sua testa, quella promessa fatta la sera
prima.
Con un filo di
voce.
Mentre pensava
dormisse.
“ I'll be
yours..”
ricacciò le
lacrime che gli morirono in gola.
Poi macchiò
il bianco candido con l' inchiostro.
“ You'll
never be mine
We both know..
Good Bye”
Permise alla sua
mano di raccogliere la chiave, la sua chiave.
Lanciò un
ultima occhiata al cantante ancora addormentato.
Prima di
andare.
E si eclissò
al di fuori della porta.
Lo scontro con
l'aria e la vita che albergava fuori dal cancello gli riempì
i
polmoni di aria, riattivando i suoi polmoni.
Sorrise, dirigendo
i suoi passi verso il Tamigi davanti a se.
Osservò il
placido incedere del fiume scuro.
Schiuse la mano
che racchiudeva la chiave e la fissò.
Il pezzo che
mancava per chiudere il circolo.
Si voltò
verso il palazzo, fissando i suoi occhi in quelle finestre al primo
piano.
Prima di
andare.
La chiave tra le
sue mani catturava la luce del sole, sembrava così
innocente.
Un semplice pezzo di metallo senz'anima.
Matthew la
guardò
ancora una volta. L'ultima.
Poi l'oggetto di
metallo perse ogni contatto con il suo corpo, impegnandosi in una
parabola discendente che trovò la sua conclusione nel fiume
sporco.
Un secondo e venne
inghiottita.
Un secondo e la
sua storia con Brian scompariva con quella chiave.
Lasciando l'ultimo
ricordo alla pancia del fiume.
Il punto fermo di
una storia destabilizzante.
Restò
ancora un attimo a guardarlo.
Prima di
andare.
Senza voltarsi
più.
**
Parigi.
La città
francese cullava l'anima dei Muse in quella sera di ineffabile
scarina adrenalinica.
Il taxi che li
stava riconducendo a casa dopo il concerto macinava metri lentamente,
inglobato nel traffico parigino. Matthew si perse osservando le curve
morbide della città scorrergli attorno, ammaliato dalla
bellezza di quei palazzi. Dall'anima che sembrava avvolgerli, donando
benessere a chiunque li vedesse.
Poi una voce si
infiltrò tra i suoi pensieri, coprendo le risate dei suoi
compagni e arrivandogli diretta come un pugno al cuore.
E smise di nuovo
di respirare.
La sua mente si
confuse mentre quella voce si impadroniva altezzosa e prepotente
delle sue sinapsi, indirizzando senza pietà i suoi pensieri
al
suo ricordo.
You are one of
God's mistakes,
Tu sei uno degli errori di Dio
You crying,
tragic waste of skin,
tu, piangente tragico spreco di pelle
I'm well aware
of how it aches,
sono ben consapevole di quanto faccia male
And you still
won't let me in.
e tu continui comunque a non farmi entrare
Now I'm
breaking down your door,
adesso sto buttando giù la tua porta
To try and save
your swollen face,
per provare a salvare il tuo viso gonfio
Though I don't
like you anymore,
sebbene tu non mi piaccia più
You
lying, trying waste of space..
tu, bugiardo insopportabile spreco
di spazio
L'intensità di quelle parole lo fece scricchiolare per
qualche
secondo, lasciandolo in preda a contorti pensieri. Sapeva quanto
facesse male? E allora perchè non lo aveva evitato? E la
porta
che aveva buttato giù lo aveva distrutto. Con quella
semplice
strofa aveva già tolto i cardini al portone che Matt aveva
posto a guardia del suo deposito di ricordi legato all'altro
cantante. E il tono di disprezzo con cui vedeva tracciare la propria
figura da quella voce graffiante lo rattristò, c'era troppo
astio in quelle parole. Più di quanto la sua ingenua
umanità
si meritasse.
Before our
innocence was lost,
Prima che la nostra innocenza si perdesse
You were always
one of those,
tu eri sempre uno di quelli
Blessed with
lucky sevens,
benedetti con lucky sevens
And the voice
that made me cry.
E la voce che mi faceva piangere
My Oh My.
Innocenza persa?
Ma di quale innocenza parlava? Di certo non la sua. Poteva fingere ma
il sorriso con cui Brian Molko incantava il mondo aveva perso un
accolito fedele. Eppure l'ultima frase non poteva non rimandare il
suo ricordo alle lacrime di Brian quelle sere in cui lo trovava
arrotolato con il lettore mp3 in playmode.
You were mother
nature's son,
tu eri il figlio
di madre natura
Someone to whom
I could relate,
qualcuno con cui
potevo avere un bel rapporto
Your needle and
your damage done,
il tuo ago e i
tuoi danni fatti
Remains a
sordid twist of fate.
Rimangono una
svolta sordida del destino
Now I'm trying
to wake you up,
Adesso sto
provando a svegliarti
To pull you
from the liquid sky,
Per tirarti via
dal cielo liquido
Sta provando a
svegliarmi? Non dovrebbe, non dovrebbe farlo. Dovrebbe lasciarmi
solo, tornare a odiarmi, a ignorarmi.
Dovrebbe
seppellire la sua chiave con la mia, dovrebbe regalarla a quel fiume.
Lo spettatore della nostra felicità, quando esisteva.
E poi il destino,
quello stronzo aveva ancora il coraggio di usare quella parola nella
descrizione della loro storia, affibbiandogli la colpa oltretutto.
'Cause if I
don't we'll both end up,
Perchè se
non lo faccio, finiremo entrambi
With just your
song to say goodbye.
Con solo la tua
canzone per dire addio
My Oh My.
“ Matt, ma stai
piangendo?”
la voce di Dom lo
riscosse dal loop di domande e rancore e ricordi che lo stavano
ingoiando. Si voltò verso il suo amico e trovò i
suoi
occhi castani a fissarlo.
Lentamente si
portò una mano al volto, avvertendo il tocco delle lacrime
sulla sua pelle. Non se ne era neanche accorto.
A song to say
goodbye,
A song to say
goodbye,
A song to
say...
La voce di Brian
continuava a riempire l'abitacolo del taxi mentre Parigi colorava la
vita fuori da quella macchina.
La voce di Brian
occupava ancora la sua testa e le lacrime il suo volto. Un loop di
ricordi ingorgava il suo corpo e strozzava ogni tentativo di smettere
di singhiozzare.
Before our
innocence was lost,
You were always
one of those,
Blessed with
lucky sevens,
And the voice
that made me cry...
Il circolo era
completamente chiuso.
Quello era l'addio
di Brian, non sapeva se anche il suo fosse stato altrettanto doloroso
per il cantante dei Placebo, ma ora ne avvertiva la crudele
realtà.
Non si era mai
fermato a pensare a come Brian potesse aver reagito trovando il suo
addio, ma ora ascoltando la sua risposta non poteva farne a meno.
Era un laconico
rodeo.
Nell' abbraccio di
Dom aveva trovato la forza per smettere di piangere.
Mentre le note
della canzone si spegnevano lentamente sfumando in quella successiva
Matt sentì il suo battito normalizzarsi, il tappo di rancore
affievolirsi.
Si rilassò
addosso al suo batterista, riuscendo a fatica a richiudere la porta
scardinata dalla voce di Brian.
“ Addio”
mormorò
placidamente mentre la figura del front-man dei Placebo sfumava nella
sua mente.
A song to say
Goodbye...
**
FINITA!!!
Chiedo scusa per
la mancanza del lieto fine ma quando l'avevo iniziata la fine era una
delle poche cose chiare nella mia mente, e poi dovevo inserire la
canzone che aveva dato il motore a tutto.
È finita ma
non vi preoccupate, sicuramente tornerò a scrivere
nuovamente
di loro..sono bellissimi insieme!! AAAAAWWWW!! Sposatevi e poi andate
a vivere nella villa del Grande Fratello, sicuramente potrete fornire
uno spettacolo migliore ( anche solo stando fermi!! Ihih...)!
Per questo
capitolo ho ascoltato un pò di cose a ripetizione,
ovviamente
“ A song to say Goodbye” dei Placebo e “
Protect me”. E poi
ho ascoltato “ Veleno” e “ Alba a quattro
corsie” dei
SubsOnicA a cui ho rubato anche qualche frasetta qua e la, che non me
ne voglia nessuno nè...
Però un
pò
mi dispiace che sia finita, e in più male. Però
secondo
me il lieto fine sarebbe stato un pò troppo forzato per come
era la storia in se..no?
Bah..GRAZIE A
TUTTE!!! E ora che sono stata accolta nel Mollamy Fangirl Club
sappiate che questa non sarà l'ultima..eheheh, sembra una
minaccia!!
Isult: eheh..anche
a me è piaciuto un casino il pezzo dei
“no”, continuavo a
rileggerlo e immaginarmi la scena! Ehm...spero tu non nutra istinti
omicidi nei miei confronti per l'assenza del lieto fine...ehm...
Erisachan: Eheh!
Beh, quando suonava con la chitarra a specchio che rifletteva le luci
gli abiti sembravano un pò fosforescenti..faceva quasi
impressione! Eheh..c'eri anche tu quindi? Bei tempi quelli...
Sweet Bee:
eccotelo qui l'ultimo capitolo! Spero ti piaccia anche questo...ehm..
Gufo: eheh, si
Matt è il nemico del buongusto! Comunque eccoti l'ultimo
capitolo..me spera che a te piace
Stregatta: Eheh..e
invece è finita altrimenti...ma non potevo non farli stare
insieme almeno un pochino, insomma è umanamente impossibile
stare chiuso con Brian e non saltargli addosso..e lo stesso vale per
Matt..o no?
Beh vi saluto
care..
COMMENTATE!!
E grazie
soprattutto a Erisachan, Stregatta, Nainai, Lisachan per scrivere
Mollamy così belle....
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