Ogni parola è buona per scrivere una Klaine!

di mi piacciono i treni
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A kiss in the rain. ***
Capitolo 2: *** Little bow-tie ***
Capitolo 3: *** I remember when we kissed, I still feel it on my lips. ***
Capitolo 4: *** Picnic stravaganti! ***
Capitolo 5: *** You drive me crazy! ***
Capitolo 6: *** When I'm yes he is not! ***
Capitolo 7: *** The start of something new. ***
Capitolo 8: *** Blaine's birthday is coming! ***
Capitolo 9: *** The first time. ***
Capitolo 10: *** Playmate and lovers. ***
Capitolo 11: *** Appuntamenti ***



Capitolo 1
*** A kiss in the rain. ***


Dopo aver passato precisamente due ore ad andare avanti e indietro per il suo appartamento a New York, Kurt aveva preso una decisione.

La tempesta impazzava al di fuori delle mura del suo accogliente nido e la città era in fermento. Tutta la popolazione newyorkese correva per le strade, chi con veri e propri ombrelli chi con cappucci o valigette in testa, cercando di arrivare a casa nel più breve tempo possibile.

E il suo decerebrato e incosciente marito era uscito senza nemmeno fare caso al caos esterno per andare chissà dove sbattendo la porta.

Chi sarebbe dovuto andare a cercarlo?
Lui naturalmente. Certe volte si chiedeva per quale motivo lo avesse sposato.

Quel pomeriggio dopo essere tornato dal lavoro aveva ,stranamente, trovato  Blaine ad aspettarlo con una rivista in mano seduto sul letto con uno sguardo vacuo che alla sua vista si era trasformato in rabbioso.
Da li era partita la lite.

Non erano una coppia che aveva spesso discussioni accese, anzi molte volte i loro amici si erano meravigliati di quanta pace regnasse nella loro casa. Avevano una grande capacità di adattamento e quindi era stato facile abituarsi ai difetti dell’altro e attenuare i propri.

L’unica cosa, però, che Blaine Anderson, ventotto anni, nato a Westerville, Ohio e residente a New York non era capace di tenere a bada era la gelosia.

Il mostro verde era vivo e più forte che mai nella mente del giovane Anderson, in particolar modo quando vedeva qualcuno avvicinarsi, parlare, guardare, apparire su una foto in qualche giornale con il dolce angelo fatto di cristallo e polvere di fata che era suo marito

Questa cosa sviluppata durante la loro famosa rottura dopo il suo trasferimento a New York e già in parte presente si era intensificata, e ora bastava un nonnulla per farla scattare.

Infatti era bastata una sua foto in compagnia di un attore del cast all’uscita da un suo spettacolo e subito Blaine era impazzito e senza lasciargli dare una spiegazione decente era uscito di casa.

A volte la sua gelosia e il suo bisogno di sentirsi rassicurato lo intenerivano così tanto da farlo quasi mettere a ridere ma quella volta era, dopo due ore senza una straccio di notizia ,decisamente incazzato nero.

Chiamò Rachel al telefono e come prima cosa le chiese se avesse visto suo marito e successivamente le chiese quello per cui aveva chiamato.

“Tesoro, lo so che sei impegnata, ma potresti farmi un favore?”

“Di cosa si tratta, Kurt?

“Potresti venire qui e tenere d’occhio Brian? Sono davvero preoccupato per quell’idiota!è  uscito senza ombrello e con solo una T-shirt a coprirlo e non ho idea di dove possa essere a quest’ora!”

Dopo aver ricevuto l’assenso dell’amica, kurt andò a controllare che il figlio stesse ancora dormendo , gli spostò una ciocca di capelli dal viso sentendolo dolcemente lamentarsi nel sonno e lo salutò con un leggero bacio sulla guanciotta piena.

“Papino torna subito! Il tempo di controllare se tuo padre è morto e in caso contrario ucciderlo lentamente e dolorosamente.”

All’arrivo di Rachel corse subito fuori premunendosi di ombrello e cappotto.

Le strade erano deserte se non per qualche maniaco del lavoro che aveva fatto tardi e si accingeva a tornare a casa. La pioggia batteva violenta sull’asfalto e sugl’ombrelli ,talmente forte da rendere quasi appannata la vista delle luci della città.

Dopo mezz’ora di cammino a vuoto , Kurt si era ritrovato sotto lo studio di Blaine sperando di trovarlo li ma le luci erano spente e le finestre sigillare. Sarebbe andato via se sotto una sporgenza del palazzo non avesse visto una figura infreddolita, bloccata per via della pioggia che lo fissava intensamente.

Lo scrutò a sua volta con la stessa intensità e a passo di carica si incamminò nella sua direzione venendo raggiunto a metà strada.

Era partito con le più nere intenzioni ma quando Blaine gli aveva preso il viso tra le mani  facendogli cadere l’ombrello ,che aveva fatto un inquietante rumore, e aveva posato le labbra sulle sue non aveva potuto far altro che rispondere.

Con passione il moro gli aveva morso il labbro per poi spingerlo a dischiuderle entrambe per approfondire il bacio.

Un bacio a tratti dolce e a tratti violento. Per chiedere scusa e punire allo stesso tempo.

Dopo interminabili minuti con il respiro corto i due si staccarono e neanche il tempo di dire qualcosa che si sentì nell’aria il rumore di uno starnuto. Fu così che Kurt riemerse dalla trans in cui era caduto e si accorse di essere bagnato fradicio e inevitabilmente fu anche così che Blaine sentì lo schiocco secco e il dolore acuto di una mano lunga e tagliente che si scontava contro la sua nuca.

“Ahia!” Si lamentò.

“Cretino! Lo sai quanto ero preoccupato? “ Si abbassò a prendere l’ombrello e un altro potente schiaffo colpì di nuovo il marito. “ Hai rotto anche l’ombrello!”

“Ma veramente sei stato tu a…” Ma fu interrotto.

“Continua quella frase e non rimarrai a casa solo per la febbre che ti verrà e che sicuramente non sarà curata da me ma anche perché avrai qualcosa di rotto.”

Fu così che Blaine si zittì.
“Ah e non permetterti di baciarmi così per una settimana se non oltre! Io non prenderò l’influenza per colpa tua!”



La Ferrovia di Ale:
Il tema di questa storia è “Kiss in the rain” datomi dalla mia amichetta“lookslikeasolotonight”che ha ascoltato tutta la giornata” Any of those things”.
Spero vi piaccia e perdonate gli eventuali errori, anzi ditemeli!
Ciaoooo!

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Capitolo 2
*** Little bow-tie ***


Aspettare non era mai stato il suo forte.

Dalle quattro e mezza del pomeriggio, momento in cui chiudeva l’asilo, era già passata un’ora e di suo marito con figlioletto in spalla nemmeno l’ombra.

Aveva provato a chiamare Blaine più volte senza ottenere alcuna risposta ed ormai si chiedeva se non fosse il caso di contattare la polizia, i pompieri,l ’ospedale, la guardia forestale o magari persino Sebastian.

Era sul punto di andare a cercare i due ritardatari quando sentì il frastuono del portone che sbatteva e le voci dei figliol prodighi riecheggiare nell’aria.

Perché dovevano sempre farlo preoccupare? Perdeva dieci anni di vita per ogni colpo. Avrebbe dovuto lasciare Blaine prima di diventare come suo zio Arnold: stempiato, gobbo ,con una dentiera da paura e tante rughe da non essere quantificabili.

L’apparizione dei due però fu anticipata dall’entrata in scena di un batuffolo grigio che zampettava felice e completamente bagnato per tutta la casa lasciando le sue orme ovunque.

Nessuno risparmiò ai due malcapitati e probabilmente a tutto il vicinato l’urlo schifato e impaurito di un soprano in carriera quale era Kurt Hummel.

“Cosa diavolo è quello?” Disse l’uomo prendendo un vaso in mano mostrandosi minaccioso.

“Un cane.”Fu l’innocente risposta del bambino.

“No, quello è il figlio del diavolo venuto a portarci con se nella dannazione eterna. È colpa tua Blaine! Avresti dovuto aiutare quella vecchietta ad attraversare la strada.” Disse con fervore.

Blaine dopo il primo momento di incredulità non poté non scoppiare a ridere e ripresosi dall’attacco di ilarità si avvicinò al soprano cercando di calmarlo.

“Kurt, che stai farneticando?Tu non ci credi nemmeno in queste cose. È solo un cucciolo che abbiamo trovato sulla strada mentre pioveva, tutto solo e infreddolito ,come potevamo lasciarlo li?”

“Papino, possiamo dargli un nome?” Disse il piccoletto con uno sguardo da far invidia al povero cucciolo abbandonato, seguito a ruota dal padre.

Kurt si intenerì a quella visione. “ Possiamo chiamarlo “Senza Nome” fino a quando non riusciremo a trovargli una sistemazione.”

Da quel giorno iniziò l’operazione “ Diamo una casa al cucciolo:la nostra!” intrapresa naturalmente da Blaine e la sua copia carbone.

Il primo punto del piano fu quello di dimostrare l’innegabile adorabilità del cagnolino anche a Kurt.

La domenica mattina un Blaine seduto sul divano a guardare la replica di una partita con un Kurt annoiato affianco prese tra le mani il batuffolo bianco, si,dopo un po’ d’acqua e sapone si era rivelato una candido marshmallow ,per coccolarlo un po’.

Iniziò ad accarezzagli dolcemente la testa , le sue carezze venivano apprezzate dal cagnolino che mugolava e alzava la testa ad ogni frizione contro il suo pelo, proseguendo poi per il resto della schiena.

Un Kurt ammaliato li guardava cercando di valutare un possibile avvicinamento da parte sua.

“Kurt,dai, prova a toccarlo! È morbidissimo!”

Il soprano avvicinò la mano e “Senza Nome” si girò sul dorso per ricevere i suoi meritati grattini sulla pancia.

Ormai a sera inoltrata il cucciolo aveva conquistato Hummel che stentava a lasciarlo andare.

“Tesoro,vieni a letto?” Chiese Blaine provocante.

“Ma è ancora presto!”

“Si, è vero ma avevo pensato che siccome Brian passa la notte da Rachel potremmo recuperare il tempo perso.”

“Oh!” Esclamò Kurt sorpreso.”Amore, arrivo subito fammi fare qualche altra carezza al piccoletto. Solo cinque minuti!”Disse, poi, con dolcezza.

Blaine speranzoso si gettò sul letto e fu nella stessa posizione che Kurt lo trovò addormentato due ore dopo.

Dopo l’evidente successo del primo punto del piano, a discapito di Blaine,i due decisero di comune accordo che avrebbe dovuto dimostrare che un cane era una compagnia indispensabile nei momenti di solitudine.

Quando quel martedì pomeriggio Kurt tornò a casa dal lavoro la trovò vuota se non per il randagio e un bigliettino pieghettato che lo informava che le sue palle al piede avevano deciso di trascorrere la serata a casa di Sam a giocare ai videogiochi con tanto di augurio al buon divertimento con la palla di pelo.

Se non fosse arrivata in quel momento una crisi di nervi non sarebbe arrivata più.

A distoglierlo dai suoi pensieri  fu il suono del campanello che presagiva l’arrivo di Rachel ho bisogno del tuo aiuto Berry.

Un giorno da incubo.

Al ritorno dalla sessione intensa di videogiochi Blane ricevette violentemente un cuscino in faccia sulla soglia della sua camera da letto.

Quando si riprese dallo sbigottimento si ritrovò fulminato dallo sguardo truce di suo marito.

“Mi hai lasciato tutto il giorno da solo! Anzi , non da solo, con quella psicopatica succhia energie di Rachel. Dovevamo aiutarla a scegliere il suo nuovo appartamento. Dovevamo!” Esclamò il castano furioso.

“Oddio! Scusa Kurt, me ne ero completamente dimenticato!”

Questa volta fu una coperta ad arrivargli in testa.

“Bene, allora scordati anche di dormire con me questa notte! E per la cronaca “Senza Nome” è molto più bravo di te nel valutare appartamenti!” E borbottando ancora un po’ chiuse la porta facendogliela sbattere contro il naso.

Anche se non come previsto anche quel punto del piano aveva funzionato e ora rimaneva solo il terzo ed ultimo da mettere in atto: dimostrare l’ubbidienza del cucciolo.

Dopo una lunga e frenetica giornata passata tra il lavoro, il figlio e il dare ogni comando esistente a “Senza Nome” Blaine decise che era il momento di andare a dormire. Quando, però, arrivarono in camera trovarono il cane, che quasi si confondeva col le lenzuola bianche del letto, felicemente spaparanzato nel loro giaciglio.

“Il cane non può dormire con noi. Ti do un minuto per farlo sparire dal mio letto altrimenti io farò sparire te dalla faccia della terra!”Disse minaccioso Kurt.

“Cucciolo, esci fuori!”

Blaine era spaventato. Sapeva quanto poteva essere di parola il marito.

Nonostante questo, però, il cucciolo non accennava a spostarsi così con tono più autoritario e un buffetto sulla testa Blaine fece correre uno spaventato “Senza Nome” nel salotto.

Il giorno dopo al ritorno nella loro abitazione trovarono il cane intento a tenere metà di un papillon con la zampetta e l’altra metà tra i denti cercando di stapparlo vicino alla carcassa di tutto il set completo di papillon di Blaine.

Kurt a quel punto non potè che dare una pacca sulla schiena del moro e ridere a crepapelle della sua espressione.

Quello non poteva essere un caso! Quell’intelligentissimo cane si stava vendicando per la sera precedente.

“Ho deciso! “Senza Nome” resta a casa con noi!” Disse tra le lacrime di divertimento Hummel.

“No, Kurt! Non lo voglio in casa! Avevi ragione è il demonio! È Beelzebub! È Beelzebub!”

“Little bow-tie.”Disse all’improvviso Brian.

“Cosa?”

“Little bow-tie è il suo nome.”

“Brian non sei divertente!” Rispose sul punto di piangere Blaine.

Quel lato ironico l’aveva sicuramente preso da Kurt.

“Tesoro hai scelto un nome perfetto!” Disse tra le risate il castano.

Fu così che Little bow-tie  rimase in casa Anserson-Hummel per molto, molto,molto tempo con il suo pelo bianco e un piccolo papillon al posto del collare.

Piano completato con successo!






La ferrovia di Ale:

Povero Kurt lo faccio sempre preoccupare!
Il tema che mi ha dato oggi “lookslikeasolotonight” era “Little bow-tie”e sinceramente non so come mi sia uscita questa storia.
So che lei si aspettava qualcosa di diverso ma lo sa che non me le faccio pilotare le storie! XD
Mi sono divertita tantissimo a scriverla(alle 4 di notte O.o) e spero vi siate divertiti anche voi a leggerla!

Grazie a chi legge, segue, ricorda, recensisce la mia storia!
Baci! Adios

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Capitolo 3
*** I remember when we kissed, I still feel it on my lips. ***


Perso nella confusione quotidiana era facile non fare caso a ciò che mi circondava. Le persone, le chiacchere, i rumori, tutto era privo di interesse,tutto uguale, monotono. I particolari erano sfocati, non percepibili alla mia apatica vista.

Le persone mi parlavano ma io non le sentivo ,come se le mie orecchie fossero otturate e i suoni attutiti. La mente intontita, come il torpore mentale dopo una notte  insonne.

Da solo a vagare come uno zombie tra sconosciuti aspettando quello scintillio che mi avrebbe riportato in vita. Un segno, una speranza, una scossa che mi avrebbe svegliato dal mio sonno perpetuo.

Una persona.

La pelle bianca di un viso incerto illuminato dagli spiragli di luce della vetrata.

Un faro nella notte che aveva salvato la mia nave da naufragio certo.

“Kurt.”

Uno scampanellio allegro, soffice al palato.

Due grandi pozze d’acqua , profonde, luminose, cristalline. Sonde allenate a percepire ogni piccolo dettaglio, a vedere in profondità e scavare oltre.

Mari in tempesta, distruttivi, forti e orgogliosi della loro potenza.

Cieli tersi ,rilassanti, rassicuranti. Un porto sicuro dove rifugiarsi.

Ora dimenticati.

Occhi sfuggevoli , che mi evitano nonostante io cerchi di in tutti i modi di ritrovarli.

Occhi che sono lo specchio dell’anima. E io non ho più il permesso di vedere la tua.

E non me ne sorprendo.

Li sogno spesso i tuoi occhi accompagnati dalla tua voce melodiosa che canta solo per me una di quelle canzoni da grande amore da musical.

Vedo le tue labbra muoversi sinuose diffondendo calde note per poi posarsi sulle mie, leggere, come ali di farfalla. È solo una attimo , ritornano a cantare  per poi posarsi di nuovo sulle mie in tocchi effimeri ma continui. Mi fanno sentire come il fiore più bello del giardino su cui tutte le farfalle colorate si posano ammirate.

Una blu.

Una gialla.

Una rossa.

Una bianca.

Sento ancora le tue labbra sulle mie quando ti allontani. Sono ormai marchiato.

La tua voce si fa man mano più flebile e le tue spalle sono rivolte verso di me come se stessi andando via.

Quando mi sveglio tu non ci sei.

Tu mi riesci a vedere?

Sai chi sono io? Perché io non ne sono più sicuro.

Sono sotto il tuo incantesimo, quello delle tue labbra voraci , quello della tua mente e senza di te non ho più un’identità.

Tutto sta cadendo, non so dove atterrare. Non c’è nessuno a sorreggermi.

Nella mia mente riecheggia la tua voce soave come quella di una angelo e io non faccio che pregare che un giorno tu mi conceda il tuo perdono.

Kurt, perché non riesci a vedere cosa mi stai facendo?

Sento ancora il tocco asfissiante delle tue labbra sulle mie.

Un tocco fantasma che non mi basta.




La ferrovia di Ale:

Sono troppo giovane per morire, non uccidetemi!!
Bene,oggi  quella cattivona di “lookslikeasolotonight” si è divertita a darmi come tema “I remember when we kissed, I still feel it on my lips” quindi rivolgetevi a lei per gli insulti! XD
Ebbene si, questa è la depressione post rottura di Blaine (poverino non smetto mai di torturarlo) e ho subito pensato che è una fortuna averla scritta in questo periodo e non prima, altrimenti sarei morta veramente.
Se state pensando che c’è qualcosa di familiare avete ragione perché mentre scrivevo ascoltavo “Sami” una delle canzoni di Darren e mi sono lasciata condizionare dalle parole.

Grazie a chi legge, segue, ricorda, recensisce la mia storia!
Baci!Alla prossima!

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Capitolo 4
*** Picnic stravaganti! ***


Tornare al McKinley dopo tanto tempo faceva uno strano effetto.

Un arcobaleno di emozioni s’innalzava nel cielo.

Tra queste si poteva sentire chiaramente il sollievo.

Tra tutti quei ragazzi poteva distinguere il volto ignoto del nuovo Kurt Hummel, forse ancora spaventato da se stesso e dal mondo che lo denigra.

Avrebbe voluto dirgli di farsi forza e di non accettare la gente che non lo accetta, che presto sarebbe arrivata la sua persona speciale a ripetergli quel “ courage” che sarebbe rimasto indelebilmente inciso al centro del suo cuore.

Così come era tangibile la nostalgia.

Appoggiarsi allo stipite della porta dell’aula canto gli ricordava quanto quel posto fosse stato importante per lui. La sua bolla felice in cui le lotte per un assolo erano il suo unico problema e lui e i suoi compagni d’avventura superavano le difficoltà a colpi di acuti.

I corridoi, l’aula di spagnolo, l’auditorium. Ricordava ancora i visi con meno rughe e più speranza dei suoi amici, nei minimi particolari, come se fosse passato solo un giorno da quando stavano cantando “don’t stop belivin’” per la prima volta sul quel palco.

Quelli degli amici che vedeva tutti i giorni e quelli degli amici che non avrebbe rivisto mai più.

Ancora impresso nella mente aveva il giorno in cui il suo usignolo aveva messo piede in quell’istituto ,senza il  blazer, impressionando tutti con la sua voce sulle scale del cortile e aiutando inconsciamente la sylvester a compiere le sue macchinazioni.

Ah, quelle scale. Le loro scale.

“Non ti dirò mai addio .” Ancora manteneva quella promessa.

“Ora è il tuo momento. Sei pronto.” Quanto aveva rimpianto quella decisione tempo fa.

“Si! Certo che si!” E forse anche quella.

Ricordando quei momenti era arrivato proprio in prossimità del fulcro dei suoi pensieri

Il cortile era pieno di gente e quella situazione gli sembrava familiare.

Blaine era in cima alle scale e a metà di esse erano posizionati un cestino e una coperta.

Un picnic.

Un picnic sulle scale della sua ex-scuola .
Una situazione dannatamente familiare che non avrebbe portato a nulla di buono. L’ultima volta si era ritrovato con un anello al dito.

Ancora gli sembrava strano. I picnic si organizzano nei parchi perché suo marito non se lo metteva in testa?

Ciò che gli frullava per la testa mentre Blaine cantava era che se suo padre fosse stato d’accordo con tutto quello un’altra volta avrebbe convinto Carole a portarlo il più lontano possibile dal suo psicolabile marito.

Immerso nel suo mondo quasi non si accorse dell’avvicinamento del cacciatore che lo catturo, come sua preda , in una bacio lungo ed appassionato trattenendolo per la vita.

Esibizionista!

Ormai  dopo anni di convivenza era abituato ai suoi modi di fare. Non si sentiva più oscurato o intimorito  dalla sua straripante personalità, anzi ne era divertito.

“Blaine? “ Lo guardò interrogativo.” Non ho intenzione di sposarti di nuovo! Sbagliando si impara e io non commetto mai lo stesso errore due volte!”

Ci furono diversi istanti di silenzio in cui nessuno ebbe il coraggio di fiatare.

Fu solo la risata incontrollata di Kurt a tranquillizzare il moro.

Quest’ultimo lo baciò nuovamente a stampo e si inginocchiò davanti al castano.

E lui che sperava non la prendesse completamente come una battuta quella di prima.

Portò una scatolina davanti un esasperato Kurt e l’aprì.

Ora si che era confuso. Non si sarebbe mai aspettato una cosa del genere. Che il gusto di Blaine fosse peggiorato?

“kurt Hummel” Fece solenne.” Vuoi avere un bambino con me?”

Dentro il cofanetto un braccialetto e la sagoma di un bambino come ciondolo.

Quello era ridicolo. Forse avrebbe potuto convincere Carole a portare anche lui lontano da suo marito.

“Blaine!” Urlò.” Non potevi chiedermelo nell’intimità del nostro salotto come tutte le persone normali?”

Detto questo si incamminò verso la porta della scuola con le mani sul viso dalla disperazione lasciando il loro pubblico a ridere e Blaine a crogiolarsi nell’incertezza.


La ferrovia di Ale:

Tema di oggi? Picnic naturalmente! Non c’è bisogno di spiegare il motivo  dato lo sclero generale!XD
L’intento originale era quello di far ridere ma mi è scappata un po’ la mano!
Mi è venuto l’occhietto lucido a scrivere la prima parte soprattutto una frase! ^_^
Per quanto riguarda  “ Si!Certo che si!”  è naturalmente la risposta affermativa ad una proposta di matrimonio, ho lasciato il tutto un po’ vago perché è prossima l’uscita della 5x1 e non volevo inventare più di tanto!
Spero vi sia piaciuta!

Grazie a chi legge, segue, ricorda, recensisce la mia storia!
Baci! A Presto!!  

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Capitolo 5
*** You drive me crazy! ***


Il caldo torrido dell’estate era finalmente giunto insieme a giorni di meritato riposo.

Dopo una lunga ed estenuante sessione di esami primaverili si poteva osservare il sole brillare ardente nel punto più alto del cielo comodamente dal proprio letto.

Kurt e Blaine sapevano che per combattere la calura estiva c’erano poche alternative, e far sparire i vestiti era una di quella che preferivano in assoluto nonché la meno efficace a causa delle conseguenze.

Kurt avrebbe giurato che se non fosse stato per le lascive carezze arrecategli dal fidanzato sarebbe impazzito sotto il peso dell’afa pomeridiana.

L’unica cosa, però, che riusciva a sentire in quel momento era la lingua di un Blaine, sdraiato completamente sul suo corpo, che si accingeva a percorrere il contorno del suo orecchio destro fino ad arrivate al sensibilissimo lobo e tirarlo delicatamente e sensualmente con i denti.

Fu allora che la temperatura diventò davvero infuocata.

Sentì il moro scendere giù per la giugulare con le morbide labbra fino a giungere alla spalla e li suggere con vigore facendo arrossare la pelle e contrarre le sue membra.

La testa cominciava a diventare leggera.

La mano che accarezzava le costole una ad una cominciò la sua discesa soffermandosi a stingergli un po’ il fianco, continuando giù per i glutei fino alla metà coscia che venne prontamente sollevata contro il suo busto.

Il leggero sfregamento che scaturì da quel movimento fece vedere le scintille al castano che inarcò di slancio la schiena deliziando Blaine con uno dei suoi acuti gemiti.

“Blaine!” Invocò il suo nome.

La bocca dal moro andò poi a lambire uno dei suoi capezzoli, mordendo e tirando, e raggiunse il fianco tondo dove lasciò il marchio dei suoi denti.

Prima di arrivare a destinazione si soffermò a giocare con l’ombelico per poi finalmente farsi spazio tra le sua gambe spalancate e dare lente lappate alla sua semidurezza coperta dai boxer.

Fu un attimo,però, e Blaine si ritrovò dolorante sul pavimento. Almeno era fresco!

Kurt preso dalla foga di rispondere al quel maledettissimo cellulare lo aveva spinto all’indietro procurandogli un lancinante dolore al coccige.

Non aveva mai odiato un telefono come in quel momento.

“Kurt! Ma che diavolo…”

“Shhhh!” Lo guardò torvo kurt.” Avevo chiesto a Rachel di informarmi se ci fosse stata qualche asta interessante.” Disse mente si sedeva al computer.” E ha chiamato proprio ora dicendomi che è all’asta la giacca di Alexander McQueen che stavo cercando! Aspetta seduto due minuti!”

Il ragazzo decise di accontentarlo solo che i due minuti si erano trasformati in ore e lui era stanco di stare lì a guardarlo imprecare contro un oggetto inanimato.

Si alzò con un sorrisetto furbo dal letto andando a circondargli  le spalle da dietro e iniziando, poi, a mordere l’attaccatura tra il collo e la spalla ,che sapeva tanto sensibili, dell’altro.

“Mi fai impazzire!” Sussurrò duro Hummel.

Blaine acceso dall’entusiasmo della vittoria portò una mano a ventre di Kurt.

“Lo so faccio sempre questo effetto! Sono irresistibile.”

Il fidanzato girò la testa stizzito e un po’ arrabbiato.

“Che stai facendo? E soprattutto cosa blateri? Non vedi che c’è un tizio più ostinato di me che vuole comprare la mia giacca! Mi sta facendo uscire fuori di testa!”

Blaine con la faccia più sconvolta che potesse avere tornò al suo giaciglio con la coda fra le gambe maledicendo tutti gli dei egizi per la sua somma sfiga.

Un’ora dopo si ritrovò il dolce peso del suo compagno addosso.

“Blaine, ho vinto l’asta!” Esclamò tutto felice Hummel.

Blaine indignato girò il volto dall’altra parte.

“Forse dovrei trovarmi un nuovo fidanzato, uno che mi dimostri quanto sia felice per me!” Continuò corrucciato Kurt.

Sul viso del moro si aprì un ghigno largo che non prometteva nulla di buono.

Capovolse le posizioni mettendo Kurt prono, con la testa schiacciata sul cuscino e il sedere in alto stendendosi su di lui e facendogli chiaramente capire quanto fosse felice.

Quella sera quel “Mi fai impazzire!” Kurt lo ridisse molte,anzi tantissime volte ma sicuramente spinto da una ragione completamente differente.


“kurt?” Chiamò titubante Anderson scostandosi un poco dall’abbraccio. “ Quanto hai pagato, poi, quella giacca?”

Sentì chiaramente il risolino isterico di Kurt che aveva girato di scatto il viso verso di lui.

“Credimi tesoro, tu non lo vuoi sapere!”



La ferrovia di Ale:

Miao Miao a tutti!!! <3

Il tema di oggi è “You drive me crazy.” e bhoo mi è venuta da scrivere questa cosa!

Ho voluto cimentarmi in qualcosa di più hot anche se poi sono ricaduta nella comicità!

Se ci sono errori avvisatemi e non so… se avete consigli da darmi per quanto riguarda la scrittura o cose del genere o magari se manca qualcosa non esitate a dirmelo! Sto cercando di migliorare!XD

Grazie a tutti e vi adoroo!
Baci!!Sayonara 

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Capitolo 6
*** When I'm yes he is not! ***


Il giorno in cui Brian aveva iniziato la nuova scuola Blaine era agitatissimo, neanche fosse il diretto interessato.

Sveglio alle prime luci dell’alba, non faceva che andare avanti e indietro per la camera da letto infastidendo il sonno del suo consorte con il rumore dei passi sul parquet.

Kurt era stato quasi sul punto di svegliare tutto il vicinato con le sua urla isteriche, con tanto di capelli strappati, dopo quella sequela di “ E se non si trova bene nella scuola pubblica?”, “ Forse dovremmo farlo studiare a casa.”,” E se i suoi compagni sono antipatici e non riesce a farsi degli amici? Se lo prendono in giro?”.

Quell’agitazione non si era limitata solo a qualche minuto  prima del suono della campanella come era successo al castano, ma era perdurata nei giorni, anche se loro figlio sembrava completamente sereno e a suo agio nella  nuova classe, fino a quando il pargolo non aveva chiesto ai propri genitori di poter invitare una compagnetta a casa.

Fu in quel momento che Blaine si  tranquillizzò veramente rispondendo in modo affermativo alla richiesta del bambino.

Come fu in quel momento che Kurt entrò nel panico e cercò di negare quella possibilità.

Checche ne dicesse il marito, Brian, secondo lui, voleva  tutt’altro che fare amicizia con quella bambina.

E sebbene si ritenesse un padre dalle larghe vedute e  si fosse ufficialmente fidanzato in giovane età, non era d’accordo con quella situazione. Non era ancora pronto a vedersi portar via il suo piccolo, prezioso tesoro dalla prima arpia che capitava. Stava diventando come Burt?

Le sue teorie ,però, esposte al proprio marito non provocarono altro che delle fragorose risa.

“Oh, andiamo, Kurt! Lo sai che stai dando di matto per una stupidaggine?”

“Disse quello che un’ora fa si stava struggendo per il cellulare perso.”Lo guardò torvo.” In casa!”

“Sono ancora piccoli! Figurati se pensano a queste cose!” Lo liquidò ridacchiando Blaine.

Si ritrovarono, così, una graziosa bambina di nome Sarah sul divano intenta a stracciare loro figlio ai videogiochi.


Aveva dei bei boccoli biondi che la facevano sembrare una bambolina e dei concentrati occhi verdi accompagnati dal cipiglio combattivo che la rendevano in qualche modo feroce.

“Puoi tranquillizzarti, tesoro! Non credo gli possa piacere a lungo una donna che lo umilia in questo modo.”

E Kurt sperava davvero che il figlio non avesse una predilezione per le donne potenti.

All’uscita di scena della ragazzina, naturalmente, fu Hummel a dover rimediare al caos lasciato in giro dai due piccoletti, mentre il suo fantastico, amorevole e pigro marito regrediva di qualche anno e mostrava allegramente come costruire una perfetta casa di lego al figlio.
Tra la confusione di fogli, penne e matite colorate Kurt trovò nascosto un giornaletto per ragazze, probabilmente lasciato su quel tavolo dalla bambina.

Tra una pagina e l’altra iniziò a passare il tempo e il suo sguardo si fermo su una frase scritta a caratteri cubitali: Che tipo è il tuo uomo ideale?

Un test? Un test sull’uomo ideale? Quella rivista non era poi così tanto per bambine!



                                                                                                                                       1) Di un uomo che cura eccessivamente il proprio corpo cosa pensi?


 Il suo uomo era intento a lavare i piatti sporcati durante la cena, mentre Brian finiva di leggere l’ennesimo libro della saga di Harry Potter.                                                                                      

La testa di Blaine era piegata verso il basso esponendo così la pelle olivastra della nuca.

Era impossibile resistere alla tentazione!

Si avvicinò di soppiatto mettendo le mani sui fianchi del marito e iniziando a baciare lentamente tutta la lunghezza del collo.

Le sue mani si spostarono lentamente e languidamente all’interno della maglietta per andarsi a posizionare sull’addome tonico del compagno.

 Tonico non lo era tanto a dire il vero! Qualcosa non quadrava!

“Blaine!Da quando non vai in palestra?”


                                                                                                                                                                             a)Il fisicaccio attrae più della pancetta.

Non era poi un grave problema, a quello si poteva rimediare.


                                                                                                                                                                                               2) Cosa cerchi in un uomo?



 
Tutti i venerdì Blaine aveva il pomeriggio libero. Pomeriggio che passava facendo ,ogni volta, cose diverse.

Quando Hummel tornò dalle prove quel giorno, lo trovò spaparanzato sul divano con in mano un cruciverba e una lattina di soda.

“Kurt!Finalmente sei a casa!”

Il diretto interessato lo guardò perplesso.


“Ti prego aiutami! Sono disperato! Non riesco a trovare la soluzione!” Quasi urlò indicando con la penna un rigo del foglio.

“ Quello… proprio è la dignità. Dai tesoro è facile, ci puoi arrivare da solo!”Disse avviandosi verso la camera da letto.

Mezz’ora dopo, al suo ritorno nel salotto, aveva trovato il cruciverba finito.

“Visto? Non era difficile!”

“Kurt, tu hai sempre ragione.” Replicò Anderson con un sorriso sornione.

Per la pace di quella casa, Kurt evitò di riferire al marito che aveva dimenticato il computer acceso sulla pagina con le soluzioni al quel cruciverba.


                                                                                                                                                                                            c) L’onestà e l’intelligenza.


Per quello non poteva fare proprio niente



                                                                                                                                                                           3) La prima cosa che guardi in un uomo è…



Erano ormai passati quarantacinque minuti da quando Blaine aveva cominciato a prepararsi per andare a cena fuori.

Kurt e Brian lo aspettavano impazienti volendo vedere il risultato delle loro raccomandazioni: “ Vestiti bene, è una serata speciale!”

Quando se lo ritrovarono davanti in tutto il suo splendore, rimasero accecati dall’abbinamento del suo papillon a righe con la camicia a quadri, peggio di quando il castano riceveva il ghiaccio delle granite negli occhi.

Hummel era sul punto di svenire.


                                                                                                                                                                                                               d) Lo stile.

Era il momento di iniziare a sceglier i vestiti di suo marito.


                                                                                                                                                                                                               4) L’uomo villoso?


Kurt era seduto sul bacino del moro mentre ne accarezzava i pettorali modellati.


I movimenti rotatori delle anche del castano facevano uscire piccoli ma deliziosi gemiti dalle labbra dell’altro, che sentiva sempre di più la stoffa dei boxer tirare.

Quando, però, le sue labbra arrivarono all’altezza dei pettorali, kurt alzò la testa.
“Perché hai deciso di depilarti?” La domanda inaspettata fece genere Blaine di dissenso.

“L’altro giorno Sebastian mi ha detto che avrei dovuto farlo perchè quasi sempre gli uomini preferiscono un petto liscio e marmoreo, testuali parole! E così ho pensato potesse piacere anche a te.”

“E dimmi, Sebastian come faceva a sapere in che stato versavano i tuoi peli?” Il tono iniziava a farsi minaccioso.

“Mi ha visto negli spogliatoi quando sono tornato in palestra l’altro giorno?”Disse incerto.

E nessuno gli risparmiò l’impronte pulsante di cinque dita sulla guancia.


                                                                                                                                                                                      c)I peli sono sinonimo di virilità.

Avrebbe castrato Sebastian.

                                                                                                                                                                                                5) Per te l’amore è…
                                                                                                                                       
 
                                                                                                                                                                                            a)Unico e per sempre.

Cominciava ad avere i suoi dubbi.



“ Blaine, dobbiamo parlare!”

Mai frase fu più temuta!

“Di cosa, tesoro?”

“Tu non sei l’uomo giusto per me!”

“ Cosa? Stai scherzando, vero? Non sarà per la storia di Sebastian?”

“ No, è che…” Gli porse la rivista.” So che sembra stupido, ma quel test mi ha fatto riflettere! Nessuna delle cose che ho scelto ti rappresenta! Io…io non capisco perché!”

Blaine era intento a scrutare intensamente il giornaletto.

Ridacchiò un po’ beccandosi l’occhiata perplessa del marito.
 
“Kurt? Lasciando stare che questi test sono ridicoli, ma hai controllato almeno il tuo punteggio?” Fece indicando un punto sulla pagina

Uomo al naturale:
Il tuo uomo ideale è quello 'al naturale', semplice. È un uomo pieno di humour che seduce grazie alla sua intelligenza e al savoir faire. E'   una persona interessante e sa essere tenero e affettuoso. Trova inutile fare lampade, dedicarsi a uno sport e seguire la moda. Ha fascino da vendere anche con un filo di pancetta.

Blaine alzò e abbassò un paio di volte le sopracciglia con fare malizioso.


Hummel rimase in silenzio per qualche minuto prima di scoppiare a ridere.

“Però la pancia deve sparire!”

Brian attirato da quelle risate li raggiunse.

“Papà! Che ci fai con la mia rivista in mano? La cercavo da giorni!”

 E detto questo la prese e se ne andò per sfogliarla nel salotto ignorando lo sguardo perso dei due.

I loro occhi si incontrarono increduli.

“Kurt, sei ancora sicuro che Brian abbia invitato quella bambina per fare colpo su di lei?”


La ferrovia di Ale:

Salve, salvino!
Oggi il tema è “When I'm yes he is not”.

Questa volta ho fatto sclerare un po’ Kurt, ma è sempre Blaine quello che ci rimette .<3

Le domande del test le ho prese da internet!

Lo so che è passato tanto tempo ma ho avuto qualche piccolo problema XD

La mia prima lettrice è irreperibile, quindi non ho avuto neanche un parere prima di pubblicarla, L

perciò datemelo voi XD

Vi adoro tutti!
Tanto amorrreee! Ale
 

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Capitolo 7
*** The start of something new. ***


Erano ormai tre giorni che i coniugi Anderson-Hummel  non vedevano le luce del sole.

Con le tapparelle chiuse , il condizionatore acceso e i pop corn sempre a portata di mano i due a malapena soddisfacevano il loro bisogni primari.

A risentirne di tutta quella tragica situazione era il piccolo Brian che avrebbe tanto preferito andare a caccia di farfalle , saltellando nei campi di lillà piuttosto che deprimersi a casa davanti la tv.

Ormai, in quei giorni, si era quasi abituato all’essere trascurato che non ci faceva più caso , anzi, dopo la prima mattina senza colazione aveva imparato ad appezzare i cereali integrali di papà Kurt riposti sicuramente più in basso dei suoi.

Aveva già commesso il madornale errore di arrampicarsi su una sedia per recuperarli, ma ovviamente l’operazione non era andata a buon fine. Le preziose palline al cioccolato erano andate a fare da coperta al pavimento.

Era da quando, una sera, la zia Snix si era precipitata a casa loro farneticando di lupi mannari senza maglia e cacciatrici sexy che i suoi papà non si staccavano un momento dal televisore.

Stavano stravaccati sul divano,concentrati, mangiando schifezze su schifezze.

Brian aveva paura che quando Hummel si fosse ripreso dal suo stato catatonico, la terra avrebbe cominciato a tremare, le acque ad agitarsi, e gli animali avrebbero trovato un rifugio sicuro, per loro,invece , non ci sarebbe stato scampo. Kurt era solito bere caffè dietetico, e dopo tre giorni di cioccolata e patatine avrebbe cacciato di casa Blaine, lui e pure little bow- tie o peggio ancora li avrebbe portati tutti alle sue lezioni di aerobica per averlo” costretto” ad ingerire tutte quelle calorie .

Lui ci aveva provato veramente ad accoccolarsi vicino a Blaine e Kurt seguendo la storia, ma era stato tutto inutile. Non riusciva a capire molto e il chiacchiericcio dei suoi genitori, di certo, non aiutava.

“Ah! Io l’avevo detto che era lei! Mai una ragazza normale!” Aveva commentato Blaine vittorioso.

“Ma ormai lo sappiamo, le donne non fanno per Derek! Lui è fatto solo per stare con Stiles! Non vedi come lo guarda?” Brian avrebbe potuto giurare di vedere le pupille del padre trasformarsi in cuoricini.

“Certo che lo vedo! Ma lo sappiamo tutti che se mai lo Sterek si avverasse, sarebbe l’ultimo minuto dell’ultimo episodio dell’ultima stagione!” Rispose il riccio triste.

Brian continuava a non capirci niente di quei discorsi, per lui, insensati .
“Papino?”

“Dimmi tesoro?” Fece il castano senza smettere di guardare lo schermo.

“Il lupo antipatico, Derek,  è povero?”

“Eh? Non direi, perché?”Si girò curioso verso il figlio.

“ Sta sempre senza maglia! Forse non ha abbastanza soldi per comprarsi dei vestiti. Perché non glieli prestano i suoi amici?”

Blaine non poté che scoppiare rumorosamente a ridere.
“Sicuramente non glieli presterebbe Stiles! Questo è sicuro. Soprattutto se servissero a coprire quei muscoli!  ”

Il ragionamento non faceva una piega.

Quando , però, i suoi  papà avevano finalmente  smesso di stare tutto il giorno davanti alla tv, la situazione era addirittura peggiorata.

Avevano ripreso la vita di tutti i giorni.

Kurt aveva vietato la presenza, in quella casa, di alimenti con più del  0,01% di grassi.

Blaine aveva ripreso a giocare con lui.
Brian sarebbe dovuto essere felice di ritornare a mangiare una colazione decente, ma non lo era.

Chi lo sarebbe stato vedendo i propri  gai genitori canterini trasformarsi in zombi depressi mangia cervelli?

Il bambino, dalla disperazione ,aveva chiamato Santana piangendo e urlandole contro  che era tutta colpa sua e che non la voleva più vedere.

Nonostante la sua fama da dura, la latina non poteva restare inerme al pianto del suo piccolo, dolce niño.

Per questo si era ritrovata , di nuovo, nel giro di pochi giorni in quella che in un tempo non molto lontano era la dimora Anderson-Hummel e che ora poteva essere considerata  l’antro oscuro di una strega.

“Santana, Che ci fai qui?” La accolse sorpreso Kurt.

La Lopez osservò con occhio critico la faccina triste e smunta di Hummel egli occhioni da cucciolo abbandonato sul ciglio della strada di Blaine .

“Che sta succedendo in questa casa?”

“Vattene via! Ti odio, è tutta colpa tua! Da quando non guardano più i lupi sono sempre tristi e non mi portano al parco!”Disse il pargolo puntando il dito contro di lei in un’interpretazione drammatica degna di Cooper Anderson.

La ragazza ci mise un po’ a capire ma quando lo fece non riuscì a trattenere la sua risata a lungo.
“Oh no! Avrei dovuto immaginare che vi avrebbe fatto questo effetto! Astinenza da fusti a petto nudo  e dipendenza da telefilm  sono una brutta accoppiata. Dovreste scopare di più, potrebbe risollevarvi il morale.”

Le facce sconvolte dei piccioncini erano impareggiabili.

Dopo  aver consigliato un buon telefilm Santana si accinse a defilarsi e i due ragazzi decisero che per Brian era arrivato il momento di fare visita a zio Sam, perché “Tesoro, non vogliamo che ti annoi come l’altra volta!” seguito da un “ soft-porno.” tossicchiato allegramente dalla Lopez.

Fu così che l’oscurità calò nuovamente nel loro appartamento.

“Kurt, dobbiamo lasciarci!” Disse improvvisamente Il moro.

 “Cosa?” Hummel sputacchiò la cola che stava ingerendo.

“ Devo trovare Daenerys Targaryen e sposarla! Ardo d’amore per lei!E voglio un drago.” Disse con occhi sognanti.


“Oh, non di nuovo! Quante volte devo dirtelo che sei gay! Non ti è bastato baciare Rachel Berry?”

Passò qualche minuto di silenzio intervallato dallo sgranocchiare di Blaine.

“E poi non avresti speranze. Il suo ultimo marito era alto un metro e novanta! “Disse Kurt sogghignando per poi ritornare a con la mente nei sette regni.

Dopotutto quando finisce un telefilm non c’è da disperarsi, puoi sempre iniziare qualcosa di nuovo.



La ferrovia di Ale:


Ben trovati!! Dopo millemila anni mi rifaccio viva!
Tema? “The start of something new.”
Temo  di star diventando più demente ogni giorno che passa, si. XD
Non so se seguite i telefilm citati: Teen Wolf e Game of thrones. Io li consiglio **
Sono una fan dello Sterek, non si nota eh?XD
Io voglio sposare Daenerys, quindi la vuole sposare anche Blaine!XD
Spero vi sia piaciuta e aspetto vostri commenti!

Vi adoro!
A Presto! Ale :*

 

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Capitolo 8
*** Blaine's birthday is coming! ***


Dopo una lunga e stancante giornata di lavoro, è lecito voler riposare avvolto nel piacevole tepore del piumone e di un corpo accanto a te. Sempre se non sei Kurt Hummel.In questo caso è impossibile avere un sonno continuo e indisturbato , soprattutto se i tuoi amici sono degli idioti inopportuni e oltremodo sconsiderati.

La sveglia segnava l’una e trentasette della notte, quando il suo cellulare iniziò a squillare sulle rumorose note di “ Last Friday night”, probabilmente Blaine aveva messo  mano al suo cellulare.

Il nome di Rachel  illuminava lo schermo e per un attimo fu tentato di non rispondere, ma il martellante suono e la preoccupazione per una chiamata a quell’ora tarda lo fecero desistere.

Cercando di districarsi il più silenziosamente possibile dalla morsa delle braccia possenti di suo marito, ottenendo comunque un gemito di disappunto, si alzo e andò al rispondere al suo maledettissimo cellulare.

“Pronto!”

Dalla cornetta provenivano degli schiamazzi molesti. Più voci si mescolavano facendo un gran fracasso e con la mente ancora annebbiata dal sonno, Kurt le percepiva come trapani.

“Kurtieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!” Rispose la voce squillante di Puck.

“Puckerman, è successo qualcosa? Perché mi hai chiamato a quest’ora?” Chiese kurt  tra l’agitato e l’incazzato.

“Hummel, perché fai il permaloso? Ho interrotto qualcosa? Non è che ti stavi spupazzando il nano?”

“Io non…” Tentò di dire Kurt.

“Gente, i Klaine stavano scopando!”

I cori da stadio erano più forti che mai, Kurt dovette tapparsi le orecchie per qualche secondo.

“Cosa? Copulavano? Ora Blaine ci ucciderà!” Era chiaramente Sam.

“C’è Brian in casa, non fate troppo rumore, porcellana!” Ed eccola Santana.

Erano in vivavoce? Kurt avrebbe azzardato anche ubriachi.

“Ragazzi, stavo solo dormendo. Io lavoro il giorno, non come voi scansafatiche!”

“Faccia da checca, non fare il moralista! Noi ci divertiamo, non siamo frigidi come te!”

Oh, sorpresa delle sorprese, c’era anche Sebastian Smythe.


“ Ma, comunque, non ti abbiamo chiamato per questo.”

“E allora per cosa, mangusta?” Chiese acido Hummel.

“Domani devi tenere lontano Blainey dallo studio di registrazione per tutto il giorno, almeno fino alle nove.”

“Smythe che state combinando?”

Quella situazione non prometteva nulla di buono .
“Non sono affari tuoi! Fai come ti ho detto e soprattutto non dire niente al nano.”

La chiamata si interruppe li, lasciando Kurt sorpreso e indignato.

La mattina dopo naturalmente nessuno svegliò Blaine , che senza il consueto sparo dei cannoni  non riusciva ad aprire un solo occhio.

Quando alle otto si svegliò con il solito piacevole peso sul petto, guardando la sveglia quasi non buttò Kurt giù dal letto per la foga che aveva di alzarsi.

Si mise la prima cosa che gli capitò a tiro, un pullover che un castano mezzo addormentato sperava appartenesse al più brutto dei suoi incubi e un paio di jeans , poi corse a svegliare il suo piccoletto.

“ Brian, svegliati!  Dobbiamo sbrigarci, è tardi! “ Disse agitato.

Il bambino ancora confuso per l’intorpidimento del sonno alzò le braccia per farsi cambiare.

Blaine si destreggiava freneticamente tra vestiti, libri e zaini cercando di fare più in fretta possibile.

Una volta tutto pronto, prese per mano il figlio e si avviò verso la porta cercando di non perdere tempo.

Appoggiato allo stipite dell’uscio della cucina faceva mostra di se un Kurt tra l’insonnolito e il divertito nel suo pigiamino panna.

“Blaine, dove stai andando?” Gli chiese quando ormai il marito era arrivato all’uscita.

“Porto Brian a scuola e poi corro a lavoro.”

Blaine non capiva perché gli facesse delle domande così ovvie. Era già in ritardo!

“Oggi è sabato!”Disse divertito prendendo la mano del figlio. “ Tesoro, torna a dormire un altro po’.”

“Oh!” Il moro era decisamente confuso.


“Già, oh!” Ripeté Kurt.

“Beh, allora credo che andrò un po’ in ufficio, sono già vestito.”

Un lampo di panico attraversò lo sguardo del castano.

“ Non se ne parla proprio! Tu ora vieni a letto con me, facciamo colazione e poi porteremo Brian a Central  Park!” Dicendo così trascinò il povero Anderson di forza, non che gli dispiacesse, di nuovo in camera da letto.

Un giorno di questi avrebbe ucciso quella mangusta manipolatrice di Sebastian Smythe.

Tutti sapevano quanto a Blaine piacesse il suo lavoro. Non c’era giorno  che si recasse allo studio di registrazione senza il suo più bel sorriso, d’altronde la musica era sempre stata la sua aspirazione, la sua vita , quasi non la considerava un impiego.
Aveva lavorato duramente per arrivare nella sua posizione e riuscire ad avere un suo marchio era una delle cose più belle che gli fossero mai capitate, dopo aver incontrato Kurt e avuto loro figlio. Per questo Hummel era sicuro che sarebbe stata un’ardua impresa tenere suo marito lontano dall’ufficio per un’intera giornata.


La previsione di Hummel si rivelò corretta, soprattutto quando si accorse di non aver calcolato bene le possibilità, Central Park distava davvero poco dalla casa discografica del marito.

Lui non era affatto bravo ad escogitare piccoli, assurdi  piani malvagi e tanto meno a mentire . Persino Brittany non aveva creduto alla sua versione sul perché lui e Blaine fossero rinchiusi nel sottoscala lo scorso capodanno.

In più Anderson era difficile da fermare come un cucciolo iperattivo ed esaltato che esce fuori di casa per la prima volta . Sbatteva ripetutamente un piede a terra, guardandosi furtivamente in giro , cercando una via di fuga. Kurt si stava spazientendo.

Fu quando,sotto un enorme albero dai rami folti,incontrarono Jeff  che il castano si distrasse permettendo a Blaine di scappare e al biondo di assistere alla scema più comica che avesse mai visto.

“Idiota! Torna subito indietro!” Correva Kurt cercando di recuperare il suo ,forse, ex marito.

Brian, seduto vicino allo zio Jeff all’ombra , guardava perplesso lo sghignazzare dell’ultimo a quella scena.

“Blaine, se ti prendo ti accoppo! Ti taglio quelle tue piccole gambe da ranocchia che ti ritrovi!” Quelle urla attiravano la gente incuriosita.

La corsa fu sfiancante, peccato per Blaine che il consorte avesse decisamente le gambe più lunghe delle sue e quindi tutta la fatica fosse stata sprecata.

Quando tornarono alla postazione precedente , Kurt trascinava un imbronciato Blaine per l’orecchio.

“Mi hai paragonato ad un ranocchio!” Sentirono dire.
“Certo!” Il castano gli diede un bacio leggero sulle labbra “ Adesso sei ritornato principe, il caso è chiuso!” E andò anche lui a rifugiarsi sotto l’albero.

Il pomeriggio fu ancora peggio.

Dopo un pranzo nel suo fast food preferito, Kurt lo avrebbe maledetto per anni, e aver portato Brian da Rachel, il cui appartamento era popolato da stani rumori, Blaine era stato ancore più irrequieto.
A nulla erano servite le abilità altamente seduttive  di Hummel , che lo avevano tenuto impegnato  solo per un’ora .
Aveva  dovuto tirare fuori l’artiglieria pesante.

Se c’era qualcosa in cui il castano era bravo, forse il più bravo di tutti, quello era sicuramente far venire immotivati sensi di colpa al suo maritino.

I suoi occhioni azzurri e acquosi per l’occorrenza  e il suo labbruccio tremulo erano un colpo al cuore per Blaine.

A volte Kurt si sentiva davvero spregevole , perché poteva vedere negli occhi del moro tutto il peso delle colpe che non aveva.


Quella volta però era proprio necessario. Stava già preparando la lapide per la mangusta.

Spalancò gli occhi con le sue lacrime di coccodrillo.

“Amore, perché vuoi andare a lavoro? Non  passiamo più tanto tempo insieme! Non vuoi più stare con me?”


Blaine si raggelò all’istante e subito corse a rassicurare suo marito lasciando perdere la giacca sul divano.


Kurt Hummel non sapeva sicuramente mentire , ma questo non escludeva il suo strabiliante talento recitativo!

Quando però  arrivò la sera neanche il bambino, appena tornato a casa riuscì a trattenere il padre.

Prendendo per mano Brian, Hummel  seguì Blaine.

Arrivati al portone dell’edificio nessuno gli risparmiò una telefonata da Sebastian e allontanatosi dagli altri due, rispose al telefono.

“Hummel, ti avevo detto alle nove! Che diavolo ci fate già qui?”

“Scusa! Sai quanto possa essere incontenibile. Dovresti ringraziarmi per essere riuscito a tenerlo impegnato tutto il giorno!”


Sebastian si massaggiò le tempie. “Ok, va bene. Trattienilo altri cinque minuti e poi salite.”

Arrivati al piano superiore il silenzio regnava sovrano  fino a quando le luci non si aprirono e una piccola folla di persone urlò tra festoni e palloncini.

“Buon compleanno, Blaine!”

Kurt scoppiò subito a ridere ilare e guardò Blaine che ancora incredulo lo osseveva a sua volta.

Uno sguardo e si capirono al volo.

“ Ma papà, il tuo compleanno è la prossima settimana!”

Peccato che Brian non avesse la loro stessa capacità di capirsi con in un battito di ciglia.

E addio al loro intento di non far capire a nessuno l’errore.

I loro amici lo guardavano attoniti.

A sciogliere la tensione ci pensò , però, Brittany.

“Allora un buon non compleanno Blaine warbler, e anche a te bianconiglio!” disse, poi rivolgendosi al castano.

Prima o poi avrebbe dovuto spiegare a tutti perché fingeva ridicolamente  di essere nato in quel giorno, ma per il momento andava bene così.







La ferrovia di Ale:


Salveeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee! Rieccomi  qui ( certo che aggiorni sempre più tardi, eh!)
 Tutta colpa della depressione per il rientro a scuola che non mi fa scrivere!
Ma parliamo di cosa serie! Oggi  abbiamo “Blaine's birthday is coming” ehhhhhhhh già!
Come al solito è uno sfigato  il mio Blainey <3 E Kurt gli sta appresso come fosse un bambino XD
Che ne dite?? Vi è piaciuta?

Tanto amore a tutti! <3
A presto ( no , dico sul serio! Credetemi!!)
Baci! Ale

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Capitolo 9
*** The first time. ***


L'altro giorno ho pubblicato una OS http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2193532&i=1 che non fa parte di questa raccolta! Andate a leggerla se vi interessa e se non l'avete ancora fatto e fatemi sapere che ne pensate! Però contiene spoiler della 5x1. Uomo avvisato, mezzo salvato! XD




Tutti avevano sempre saputo che un ipotetico figlio dei coniugi Anderson- Hummel sarebbe stato pressoché perfetto.

Avrebbe avuto tutto il fascino del moro e il senso dello stile di Kurt per conquistare la massa. In più con il suo indiscutibile talento e la sua ecletticità avrebbe avuto sicuramente successo.

Per questo quando fin dal primo giorno delle superiori era stata evidente la sua smisurata popolarità nessuno ne era stato sorpreso.

Forse solo Blaine ne era stato un po’ turbato quando si era ritrovato la casa sommersa di fiori.

I suoi comportamenti, però, nonostante l’acclamante folla che si portava dietro, erano un po’ schivi.

Teneva alla larga tutti e quei pochi amici che aveva erano sempre discreti e mai invadenti , sapevano che in verità dietro quella perfetta maschera che portava si nascondeva una persona davvero particolare.


Era da tempo, però, che i suoi fantastici genitori avevano notato qualcosa di strano.

Il ragazzo prima praticamente allergico al cellulare da un po’ di tempo a quella parte non se ne separava un attimo.

Aveva perso il contatto con il mondo tanto era concentrato su quell’aggeggio.

Era arrivato al punto di non guardare più dove metteva i piedi e inciampare ogni tre passi.

“Kurt, abbiamo un problema!”

Il castano lo guardò scettico.

Quando Blaine pronunciava quella frase con quel tono drammatico si trattava sicuramente di una stupidaggine.

“Nostro figlio non si stacca un attimo da quel dannato cellulare!”Disse attraversando la stanza a passo svelto per l’ennesima volta.

“Effettivamente l’ho notato anch’io ,ma non vedo quale sia il problema.”

“Non ti suggerisce niente?” Esclamò tra l’esasperato e lo scioccato.” Cosa facevamo  con il cellulare quando ci siamo conosciuti?”

“Ci scrivevamo?” Chiese un po’ incerto.

“Esatto”

“ E quindi?”
“E quindi? Kurt, nostro figlio ha un ragazzo!” Quasi lo urlò.

“Amore, non dire sciocchezze!” Spalancò gli occhi azzurri.

“Ti dico che è così!”

“Cosa? Non può essere! Il mio bambino è troppo piccolo! Dobbiamo scoprire assolutamente chi è. Prepara la mazza da baseball!” Si stava facendo prendere decisamente  dal panico .

I due uomini avevano progettato un piano per sapere chi fosse questa persona misteriosa che scriveva a loro figlio ogni secondo della sua vita.

Sarebbero entrati nella sua camera mentre era sotto la doccia e avrebbero ispezionato il suo cellulare.

Peccato che le cose non vadano sempre come si spera.

Silenziosi come elefanti ninja in una cristalleria si intrufolarono nella stanza.

Dalla porta del bagno proveniva lo scrosciare dell’acqua accompagnato da un leggero canticchiare.

Cominciarono a cercare il cellulare ovunque ma era come cercare un ago in un pagliaio.

Kurt avrebbe dovuto fare una ramanzina per quel caos al ragazzo.

Quando avvistarono il telefono, però, la porta cominciò a cigolare.

Brian uscì dalla porta del bagno stupendosi di trovare i genitori nella sua camera.

“Che state facendo?”

Kurt era davanti ad uno specchio con uno dei cappelli del ragazzo in testa che si fingeva disinvolto e ammiccante alla sua immagine riflessa.

Blaine invece non aveva avuto la stessa fortuna  e si era ritrovato sdraiato sul letto del figlio abbracciato alla lampada di Batman che gli aveva regalato Sam il natale scorso.

“E soprattutto perché siete qui?”

“Oh , ecco… “ Il moro si guardò intorno spaesato.” Vedi questa lampada? Si, ecco, volevo comprarla anche io e quindi stavo cercando un indizio sulla sua provenienza.”


Brian inarcò un sopracciglio.

“Si, Si, e poi siamo venuti a dirti che devi sistemare questo porcile!” Si finse alterato.” Non puoi continuare così! Non puoi lasciare tutto in giro!”
Dopo la missione fallita i due non si arresero. Decisero, così, di spiarlo direttamente dal vivo.

La sera in cui Brian aveva deciso di andare al cinema con alcuni amici, i due vestiti di nero da capo a piedilo seguirono.

Appostati dietro una macchina all’entrata del cinema videro il figlio abbracciare un nuovo arrivato.

I due James Bond dei poveri dovettero abbassarsi ancora di più per il verso strozzato che Kurt aveva emesso.

Pochi minuti dopo videro un altro ragazzo arrivare e a sua volta abbracciare Brian per poi dirigersi verso la sala tutti e tre a braccetto.

Kurt e Blaine provarono ad entrare , ma visto il loro aspetto sospetto  vennero calciati via da una guardia di sicurezza.


“Io l’avevo  detto ,idiota!” Disse Kurt iniziando a colpire il braccio del marito.

“Veramente sono stato io a dirti che aveva un ragazzo.”

“ Non parlo di quello! L’avevo detto che non avremmo dovuto chiamarlo in quel modo!”

“Eh?”

Si, Blaine! Ora andrà in qualche locale e cercherà una darkroom!”


“Tesoro, stai volando con la fantasia!”


“Certo che no! Non hai visto? Non era solo uno, erano due. DUE!” Kurt stava iperventilando.

“ Calmati! Alla fine troverà il suo Justin!”

“Justin lo lascia solo alla fine, se ne va a New York .” Disse quasi urlando.

“Noi siamo a New York!” Fece Blaine ovvio.

“Non è questo il punto!” Kurt lo guardò interdetto. “ è arrivato il momento di fare QUEL discorso!”

La sera stessa quando Brian  tornò dalla proiezione trovò i genitori ancora svegli ad aspettarlo in salotto.

“Brian vieni a sederti con noi, ti dobbiamo parlare.”

“Sai alcune volte quando si diventa grandi…”


“Molto grandi!” Aggiunse Kurt.

“Si possono provare delle…pulsioni, si, delle pulsioni.”

“Papà, di che stai parlando?” Fece allarmato il ragazzo

“Tuo padre voleva dire, hai presente la storia dell’ape e del fiore? Si, beh…”

Ma Brian non gli lasciò il tempo di finire la frase.

“No,no,no,no! Non ho intenzione di affrontare questo argomento con voi! Ne ora ne mai!”

“Aspetta tesoro, è inevitabile! Nonno Burt ne ha fatto uno anche a papà!”

“La tua prima volta deve essere con qualcuno di speciale, qualcuno che ti fa sentire amato e protetto. Io e tuo padre, per esempio, siamo stati l’uno la prima volta dell’altro ed è stato magnifico proprio perché ci amavamo. Come vedi stiamo ancora insieme dopo tanto tempo.”

“E facciamo ancora tanto sesso.”Aggiunse superfluo Blaine.


“Ahhhh, ti prego! Non voglio sapere il particolari!”


“è un’esperienza che ti porterai per sempre nella vita! Ricorderai la persona con cui hai avuto tutta questa intimità per la prima volta.”

“Che ti avrà toccato in posti che non potresti nemmeno immaginare per la prima volta!”

“Papà!” Urlò scandalizzato Brian.

E dopo un’imbarazzantissima conversazione su i dettagli tecnici del sesso,almeno nonno Burt gli aveva dato solo degli opuscoli, scappò in camera ignaro del motivo della conversazione.

Si buttò sul letto, prese il cellulare e chiuse la partita al livello centoquattro di Candy Crush su cui si era bloccato da una settimana e fece partire una chiamata.

“Pronto.”

“Zio Seb!” Usò un tono disperato che non sfuggì a Sebastian.

“Ehi Bri!”

“Ti prego, ti scongiuro, zio Seb adottami!”

Smythe rise come tutte le volte che glielo aveva chiesto.



La ferrovia di Ale:

Oggi il nostro tema è " The first time".
Il nostro piccolo Brian deve subire la follia dei genitori. Poveretto!
Faccio un appello a tutti i giocatori incalliti di Candy crush! DISINTOSSICATEVI! XD
Si, Kurt preoccupato per il nome di suo figlio :')
Avevo promesso che sarei tornata presto, ma ahimè ho pubblicato ancora più tardi dell'ultima volta! Chiedo scusa ^_^

 
Sempre tanto amore e tanto sclero (a causa della nostra quinta stagione! <3 )

A presto! Ale 

P.S. Avete visto il primo episodio <3 ? Che ne pensate?
 

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Capitolo 10
*** Playmate and lovers. ***


Non capitava molto spesso che il sabato mattina Blaine rimanesse a casa. Era sempre oberato di lavoro fino al collo arrivato a fine settimana e a dirla tutta non gli dispiaceva nemmeno tanto rimanere immerso nella musica fino a quel giorno, gli dava un senso di tranquillità.

Purtroppo per lui, a volte, quando si avvicinava il giorno della prima e Kurt sfrecciava come una trottola da casa al teatro, si vedeva costretto a prendere provvedimenti per non far collassare il proprio amorevole maritino.

 Si armava di tanta pazienza e buona volontà e rimaneva a prendersi cura di quella piccola peste iperattiva che era suo figlio.

Perché diavolo il sabato le scuole erano chiuse?

Anderson amava passare le giornate insieme a Brian, era il suo modo per riscoprire il suo lato infantile, come diceva Kurt, non si riusciva a capire chi fosse il bambino tra lui e il piccoletto di casa, ma era anche risaputo da, forse ,tutto il quartiere che Blaine Anderson- Hummel  non fosse proprio un tipo mattiniero.

Il ragazzino la mattina appena sveglio era una furia, non stava fermo un attimo e solo il famoso sguardo inceneritore made in Hummel aveva un effetto calmante su di lui. Cosa poteva fare Blaine con il suoi enormi  occhi da cucciolo ad avere lo stesso risultato del consorte?

Cioccolato, questa era la parola chiave.

Quando Kurt , che aveva bandito da casa ogni genere di dolciume, era fuori, l’unico suo modo per tenere a bada la peste era quello.

D’altronde quando Willy Wonka  non c’è gli Umpa Lumpa ballano. Anche quando c’è a dire il vero.

Il moro aveva prelevato  dalla sua personale scorta segreta il necessario e aveva fatto ingozzare Brian a più non posso sperando che si calmasse con l’appagamento di uno dei suoi desideri più arditi.

Tutti sapevano quanto fosse stupido Blaine nella sua grande intelligenza.

Dopo aver ingurgitato mezzo pacco di marshmallow e due di quelle deliziose tavolette di cioccolata al latte che si amalgama perfettamente con il sapore dolce del ripieno al caramello , una sciocchezza insomma per Anderson, Brian aveva iniziato ad urlare.

“Papà!Papà!” La sua voce squillante aveva quasi fatto cadere un bicchiere dalle mani del padre per lo spavento.

Blaine allarmato era corso nel salotto dove si presumeva che il bambino stesse comodamente guardando i cartoni .

“Tesoro, che succede?” Cominciava già ad andare in panico. Come ci si comportava in quelle situazioni?

“Papà, mi fa male il pancino!” Aveva detto piagnucoloso il bambino con le mani avvolte intorno al ventre.

“Oddio! Cosa devo fare?Andiamo dal medico.”

“No” Iniziò a piangere più forte. “ Dal medico non ci voglio andare . Chiama papino.”

Blaine si impietrì. Kurt l’avrebbe come minimo ucciso e poi gli avrebbe fatto sparire la sua preziosa scorta segreta.

“No” Urlò, tanto che Brian si spaventò. Prese il telefono e compose un numero familiare.

“Pronto?”

“ Rachel ho un problema! Devi assolutamente aiutarmi, non so che fare. Non posso nemmeno chiamare Kurt perché se lo sc…”

“Ehi frena, frena! Prendi un attimo di respiro. Che succede?”

“Non lo so! Brian ha mangiato dei dolci e ora si ci contorce per il dolore, gli fa male la pancia, penso debba vomitare , piange e urla. Non so che fare, non vuole andare dal medico.”

“Blaine vai subito in ospedale!” Disse agitata.

“Cosa?” Sarebbe potuto svenire dalla preoccupazione.

“Corri! Potrebbe essere appendicite. Ci sono persone che ci sono rimaste secche per una cosa del genere! Blaine sbrigati!”

Altro che re, a volte, Blaine era l’imperatore del melodramma.

Il moro stava girando frettolosamente di stanza in stanza per recuperare tutto il necessario per un ricovero, lo dava già per scontato , seguendo le istruzioni della Berry che gli parlava attraverso il cellulare posizionato tra la spalla e l’orecchio. Qualcosa però lo fece fermare.

Brian, ora tranquillo, era intento a mangiare l’ennesima barretta di cioccolato con un cipiglio più che soddisfatto.

Blaine rimase di sasso con la bocca spalancata e gli occhi allucinati per almeno due minuti.

“Blaine? Ci sei? Muoviti o potrebbe essere troppo tardi!”

Anche la bruna non scherzava con la tragicità.

Blaine si buttò di peso accanto al figlio sul comodo divano lasciandosi scivolare di dosso tutta la preoccupazione. Fece un grosso sospiro e poi parlò.

“Rachel, falso allarme.”

“Cosa? Come? Quando? Devi muov…”

“Abbiamo esagerato! Come al solito ci siamo fatti prendere dal panico. Prometti che questa scenetta rimarrà tra te e me e che userai la tua bocca larga solo in altri ambiti!”

“Oh mio Dio, Blaine! Come ti permetti?”

“Prometti!”La sua voce si fece più alta. “Nessuno lo deve sapere, in particolare Kurt e Seb.”

“Ok, ok, prometto! Posso capire Kurt ma Sebastian?”

“Oh, andiamo! Lo sa persino Brittany quanto Smythe si diverta a prendermi amorevolmente in giro! Chi credi sia stato a mettere su internet quel video in cui Brian mi costringeva a mangiare cibo per cani?”

“Lo terrò a mente. A proposito tuo figlio è malefico!” Disse ridendo.

“Ne sono consapevole, Rachel! Tutto il padre!”

A fine giornata avrebbe avuto bisogno di un terapeuta.

La pace e la tranquillità non durarono, però, al lungo.

Quando i cartoni animati terminarono,” Brian La Furia” tornò all’attacco.

Di soppiatto si recò in cucina e come un gatto che stana la sua preda dal suo nascondiglio lui saltò violentemente sulle spalle del padre rifugiatosi da qualche parte.

Si aggrappò al collo di Blaine tirandolo all’indietro  con le gambe ancorare alle sue .

Rosso non era esattamente il colore per definirlo, più tendente al viola.


“Brian, scendi! Mi stai soffocando.” Pronunciò a fatica.

Il bambino si dondolò un pochino fino a quando il moro  lo afferrò, non senza qualche difficoltà, dai fianchi e lo ribaltò iniziando a fargli il solletico.

“Non si attaccano mai alle spalle gli avversari, è da meschini!”

E dopo aver pattuito un armistizio ad Anderson venne la splendida idea di darsi al découpage.

Si misero a ritagliare minuziosamente i fogli di giornale colorati. Solo il figlio di Kurt Hummel poteva essere così preciso.

Solo un minuto. Un misero minuto di assenza per prendere la maledetta colla e il danno era fatto.

Le preziosissime orchidee di suo marito, quelle a cui dedicava la massima cura e attenzione, erano ridotte a brandelli.
I triangolini blu giacevano a terra come monito di quella che sarebbe stata la sua fine:  ridotto in piccoli pezzettini.

Quando le forbici si avvicinarono anche alle margherite l’intervento di Blaine fu tempestivo e si gettò su Brian per fermarlo, peccato che il bambino non fosse dello stesso avviso.

Divertito dalla situazione il piccolo Anderson- Hummel si mise a correre per la casa con la punta di quelle stesse forbici, secondo Blaine, un po’ troppo vicina al viso.

“ Brian, ti rinchiudo in un collegio!”

Una volta riacciuffato Edward mani di forbice e nascoste le prove del floricidio optò per il gioco che gli sembrava meno pericoloso: i lego. Anche se non si fidava tanto di quei piccoli ometti rettangolari, con il loro piccoli mezzi rettangolari, dentro le loro piccole case rettangolari.

Sembravano passate ore quando ,dopo le mille case costruite e le varie peripezie affrontate dai personaggi, Kurt tornò a casa.

“Papino! Sei tornato!” Urlò il bambino lanciandosi sul padre.

Il moro tirò un sospiro di sollievo.

“Gioca con noi, ti prego!”

Il castano felice di essere tornato nel calore confortevole della propria dimora, poggiò con la sua solita grazia innata la borsa su una poltrona e si sedette vicino al bambino, sporgendosi, però, prima a dare un dolce bacio a stampo sulle labbra del marito.

“Come è andata la giornata?”

“Abbiamo lavorato duro ma è sempre una soddisfazione.”

Sprizzava  passione in quello che faceva da ogni poro ben idratato della sua pelle.

“E voi come ve la siete cavata senza di me?” Disse, poi, con quel magnifico sorriso che faceva smuovere qualcosa in Blaine.

Il moro non resistette e si sporse istantaneamente per catturare nuovamente con le sue labbra quell’espressione che illuminava la stanza.

“Uhm, alla grande.” Rispose titubante occhieggiando il figlio.

Mattoncino dopo mattoncino la conversazione si face sempre più fitta. Gli occhi di Kurt si illuminavano alla descrizione dettagliata della sua giornata, di tutte le scene sbagliate , le risate, il duro lavoro,i colleghi sbadati  e Blaine non poteva che rimanerne incantato, quella luce gli donava particolarmente.

Quando ormai le loro casette erano diventati castelli e le costruzione erano terminate si accorsero di non sentire il solito chiasso. Preoccupati si girarono per controllare che fine avesse fatto il loro Brian.

Non poterono non essere inteneriti quando lo trovarono.

Con le ginocchia al petto e il viso in giù, tutto rannicchiato su se stesso, il bambino giaceva addormentato profondamente  sul morbido e bianco tappeto.

Kurt si alzò silenziosamente e prese tra le braccia il figlio.

“Credo sia ora di portarlo a fare la nanna. Lo hai fatto stancare parecchio.”

Portato Brian nella sua cameretta il castano si accinse a levargli delicatamente i vestiti. Dalle tasche dei pantaloni vide scivolare un involucro argentato paurosamente familiare. Lo prese e lo annusò, la sua pelle solitamente d’alabastro si colorò di rosso.

Il moro era impegnato a tagliare dei pomodori quando Hummel si presentò minacciosamente nella cucina.
Puro terrore si dipinse negli occhi di Blaine.

In bella mostra, tra il pollice e l’indice, Kurt sfoggiava la confezione ormai vuota di uno dei suoi tesori.

“Dammi una buona spiegazione per questa!” Il castano avanzò di un passo costringendo Blaine ad arretrare.

“Non so di cosa tu stia parlando.” Il suo sguardo andava da una parte all’altra cercando una via di fuga.

“Blaine, tesoro, non ti azzardare minimamente a mentirmi.” Ed eccolo là lo sguardo inceneritore.

Anderson preso dal panico fece l’unica cosa che gli venne in mente. Lo prese repentinamente per i fianchi e lo bacio energicamente sulle labbra riuscendo poi a coinvolgere anche un riluttante Kurt.

“Non credere…” Un altro bacio.

“…di cavartela…” Un altro ancora.

“…così facilmente!” Blaine  lasciò la loro cena in sospeso e trascinò il compagno nella loro camera da letto.
Magari questa volta grazie alle sue abilità persuasive  sarebbe riuscito a scamparla.

Il giorno dopo quando Il moro si alzò completamente soddisfatto e appagato, si recò direttamente verso il suo nascondiglio per procacciarsi la colazione.

Quello che trovo dentro però non furono di certo le sue solite schifezze. Messe una sull’altra ordinatamente, c’erano una quantità così alta di barrette energetiche a basso contenuto calorico da poter sfamare un esercito di “casalinghe in cerca della forma perfetta” .

In un’altra stanza un  Brian sull’orlo delle lacrime veniva consolato da un kurt al massimo dell’esasperazione.

“Papà è arrabbiato con me! Ha detto che non troverò mai più il suo biglietto dorato.”






La ferrovia di Ale:

Ciaoooo! Da quanto tempo! LOL
Tema di oggi: " Playmate and lovers"
Per prima cosa chiedo umilmente scusa per il tempo che ci ho messo a scrivere questa OS.
Sono abituata a metterci mezza giornata a scivere una storia ma per questa mi è servita una settimana per mancanza di tempo e voglia, la scuola mi uccide! T_T
Tornando a noi, Blaine è il solito adorabile sfigato e il piccolo Brian è uno psicopatico ( il mio Brian rispecchia un po' quello vero che questa settimana è stato Halloweenesco, povero il mio cucciolo! è normale che diventi pazzo!) 
Detto questo, fatemi sapere cosa ne pensate. <3

Vi adoro tutti! <3
Alla prossima! Tanti baci :*


 

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Capitolo 11
*** Appuntamenti ***


Quando Nick e Jeff avevano bussato alla porta di casa Anderson-Hummel si erano aspettati di tutto, persino di trovare Blaine con la maglia al contrario e le guance vermiglie, ma di certo non che un Brian, con l’espressione corrucciata e le numerose rotelle nel suo cervello chiaramente in movimento, gli aprisse la porta.

Avevano sempre saputo quanto il ragazzino fosse particolare, effettivamente con due genitori come i suoi quello era il minimo, ma non avevano previsto uno sguardo truce sulla soglia di casa e un cenno con la testa ad indicare il divano, appena arrivati.

 Di Kurt e Blaine nemmeno l’ombra.

La casa sembrava un disastro e Brian non faceva che andare, freneticamente,  avanti e indietro per il salone, rosicchiando la pellicina intorno alle unghie inesistenti. Sembrava preoccupato da qualcosa di irrisolvibile, probabilmente qualche danno da sistemare prima del ritorno dei suoi papà, ovunque fossero,  o  intento a cercare la soluzione per risolvere il problema della fame nel mondo.

Nick era dell’opinione che fosse, probabilmente, solo parecchio melodrammatico.

“Allora, Brian” provò Jeff “ come stai?”

Il ragazzo non lo degnò di uno sguardo. “Sto bene.” lo liquidò telegrafico.

“Non mi sembra.” bisbigliò Nick all’orecchio del compagno.

“E i tuoi genitori?”

Si fermò e li guardò brevemente per poi ricominciare a camminare.

“Sono partiti per festeggiare l’anniversario di non so cosa.”

“L’anniversario del loro primo incontro.” dissero divertiti i due all’unisono. Poi si guardarono preoccupati. Era strano che Brian non ricordasse una data del genere. Anche per sfinimento, tante erano le volte che gli interessati raccontavano la storia, tutti  sapevano che giorno fosse.

Jeff decise, allora, di intervenire. Quell’andirivieni  gli aveva fatto venire il mal di mare e poi lui era un perfetto complice, avrebbero fatto sparire le prove di qualunque cosa avesse fatto Brian.

Si avvicinò al ragazzo e gli strinse le mani sulle spalle per fermarlo, poi lo trascinò sul divano in mezzo a lui e Nick.

“Si può sapere cosa hai combinato?”

Brian lo guardò confuso e Nick gli tirò uno schiaffo sullo nuca che lo fece ansimare dal dolore.

“Jeff voleva chiederti se avessi voglia di raccontarci il perché del tuo nervosismo.” disse pacato.

Il più piccolo li guardo indeciso per interminabili attimi, poi, sospirò rassegnato e con una faccia disperata sganciò la bomba.

“Devo conquistare una ragazza!”

Se fossero stati in un anime, probabilmente, sarebbe apparso un gocciolone su una tempia dello Sterling.

“Il sangue non mente.” decretò Nick ilare.

“Oh, il topolino si è innamorato!  È solo questo il problema? Hai di fronte due esperti!” indicò se stesso e l’atro con l’indice.” Organizziamo appuntamenti dai tempi della Dalton, eravamo i Cupido ufficiali. Chi credi organizzasse gli appuntamenti Klaine, tuo padre? Dai, ci pensiamo noi, fidati.”

“Questa storia andrà a finire male, lo sento!” disse Nick esasperato.

“Per prima cosa devi essere sexy, talmente sexy da farla cadere ai tuoi piedi, talmente sexy da farla ven…”

“Jeff! Placati!” lo fermò Nick prima che sfociasse nel volgare.

“Non essere pesante! Comunque si, dicevo che per prima cosa devi essere sexy."





Era da ore che erano davanti a quell’armadio, esattamente da quando Blaine aveva annunciato di aver fatto una vera e propria dichiarazione d’amore al suo bello e della conseguente appassionata, paradisiaca, meravigliosa, appagante e tutti gli altri aggettivi che aveva usato il moro per descriverla, sessione di baci.

Erano lì, nella camera di Blaine alla Dalton, tutti riuniti per programmare la perfetta riuscita del loro primo appuntamento. Non avevano voglia di stare a sentire i piagnistei di Blaine nel caso fosse andato qualcosa storto.

“Per prima cosa dobbiamo pensare ai vestiti. Non importa se sai già di piacere a Kurt, devi essere perfetto e conquistarlo ancora di più di quanto tu non abbia già fatto.” proferì Thad solenne.

“Sexy, devi essere sexy!” si intromise Jeff.

Blaine lo guardò indignato. “ Ma io sono sexy.”

“Si, certo. Sexy come mio nonno.” disse ironico il biondo. “ Qui alla Dalton puoi contare sul tuo blazer e sull’autorità da leader che eserciti ma lì fuori” e indicò fuori dalla finestra ” lì fuori sei un piccolo pesce papillon tra tanti squali affamati. Devi distinguerti, farti riconoscere e non per il sembrare uscito da una casa di riposo.” detto questo affondò la testa nell’armadio e recuperò un paio di jeans chiari a sigaretta.

“ Scordatelo! Io non metterò quei cosi.”

“Su, non fare il capriccioso!”

“Non faccio il capriccioso! Vuoi per caso che io muoia?Non posso respirare se li metto addosso. Sono sicuro che Kurt voglia un ragazzo vivo al suo fianco.”

“Io invece sono sicuro che il ragazzo Kurt lo preferirebbe più alla moda che vivo.”non gli risparmiò Thad.

“Blaine Anderson!” disse Jeff con un tono autoritario che a Blaine ricordava tanto quello di sua madre.”Tu metterai qui pantaloni, capito? Non ho intenzione di ascoltare altre lamentele in merito. Forza, cambiati!”

“Su, Blaine, ascolta la mamma.” lo prese in giro Nick.

Il moro rivolse un ultimo sguardo disperato a Trent seduto infondo al letto nel tentativo di trovare un sostegno ma si scontrò solo con un’espressione di puro terrore. Alla fine, dopo un sospiro rassegnato, dovette cedere. Si sfilò velocemente i pantaloni della tuta e fece per togliersi anche i boxer.

“Ehi, amico, che diavolo fai?”

“Uhm,mi cambio?”

“Blaine, vuoi uscire senza mutante?” chiese Thad malizioso.

“Cosa? No! Devo solo cambiarmi i boxer, questi si vedono sotto quella tortura che voi chiamate jeans.”

“Che noioso.”continuò l’Harwood.

“Per favore, risparmia la vista di Nightbird per Kurt, noi ne facciamo a meno. Ora vai a cambiarti in bagno! E diamine, Blaine, non sai cosa sia il pudore!” gli urlò contro Nick lanciandogli dietro una maglia nera e aderente insieme ad un papillon, giusto non perdere il tocco personale.

Quando uscì dal bagno, un fischio partì dalle labbra del biondo.” Si butterà ai tuoi piedi.” disse soddisfatto.

Thad gli diede una pacca sul sedere facendogli imporporarle guance. “Guarda come ti fascia il didietro! Hummel gli farà una scultura.”

“Visto?”fece esalato l’Anderson.” Ragazzi però mi stanno andando in cancrena le gambe. Non riuscirò più a camminare.”

“In realtà,è quello che speriamo!” lo interruppe Jeff.

“E poi, mi comprime la bestiolina, si sente in gabbia!”

“Santo cielo, Blaine, il pudore! Rovinerà l’appuntamento,me lo sento! Non sono pronto a sorbirmi un mese di Taylor Swift .”

“Nick, tranquillo! Blaine sarà il bambino beneducato che abbiamo cresciuto. Abbaglierà Kurt con i suoi  modi eleganti e affascinanti da principino delle favole e vivranno felici e contenti per sempre, nei secoli dei secoli, amen, vero?” chiese minaccioso.

“Si,mamma!”

“E non far cantare l’usignolo.” si raccomandò Nick.

“Va bene, papà.”






“Dopo aver indossato il tuo outfit migliore dovrai invitarla ad uscire.”

“Ma dai, non c’ero arrivato.” soffiò il ragazzino ironico.

“Dovrà essere qualcosa di grandioso e dovrai usare tutto lo charme che hai ereditato da papà Blaine.”

Brian alzò un sopracciglio. “Quale charme?”

“Brian,per favore, non usare lo charme di tuo padre. Per favore, no!” pregò Nick disgustato.

“Devi invitarla a cena.”

“A cena?”

“Jeff, i ragazzi di oggi non…”

“Ho detto a cena .” lo interruppe spaventosamente autoritario. Nessuno osò contraddirlo. “ Una cena romantica, al lume di candela. Magari all’aperto! Si, un pic-nic al lume di candela.”

“Fa tanto commedia adolescenziale!”

“Alle ragazze piace!” si difese Jeff.

Nick si mise la mano a coppa davanti alla bocca. “Anche a Jeff.” sussurrò.





Era tutto perfetto. Il cibo, preparato dalle sue manine con il piccolo grande aiuto di sua madre, era nel forno pronto per essere servito, la tavola elegantemente apparecchiata per due e il giardino illuminato solo dalla luce delle candele appese al portico e sistemate sul tavolo.

Blaine con i vestiti scelti dai suoi amici e con, forse, un po’ troppo gel era passato a prendere Kurt e dopo un timido e veloce bacio sulla guancia aveva messo in moto.

“Sei bellissimo questa sera.”

Vide Kurt arrossire con l’angolo dell’occhio. “ Stai cercando di dirmi che solitamente sono brutto?” fece per smozzare l’imbarazzo.

“No, lo sei sempre ma questa sera ancora di più perché esci con me.”

“Beh, grazie. Anche tu sei bellissimo.”

Blaine aprì il cruscotto con non poca difficoltà e ne tirò fuori una sciarpa blu.

“Kurt, so che potrà sembrarti strano e inquietante ma potresti bendarti gli occhi con questa?”

Kurt lo guardò interdetto ma seguì lo stesso le istruzioni.

“Blaine, cominci a spaventarmi. Sai che mio padre ha un fucile, vero? Se mi dovesse accadere qualcosa non ci metterebbe nulla a trovarti e metterti tra i suoi molteplici trofei di caccia, quindi spero tu non mi stia portando in un posto isolato per uccidermi, Già immagino la notizia sui giornali…”

“Cosa? “ fermò la macchina di scatto.” Io… non avevo nessuna di queste intenzioni, giuro! Non…non voglio farti del male. Tuo padre può tenere il suo fucile a posto.” disse terrorizzato.

Kurt scoppiò in una bellissima risata.”Calmati, mio padre nemmeno ci va a caccia. Stavo scherzando!”

“Non sei divertente.” riprese a guidare.

“Tranquillo, mio padre terrà il fucile apposto fino a quando lo farai tu, suppongo.” Scherzò arrossendo.

Blaine deglutì.

Quando scesero dall’auto per poco Kurt non cadde con la faccia contro l’asfalto, Blaine lo prese per mano e lo condusse con qualche difficoltà a destinazione. Quando gli tolse la benda Kurt rimase a bocca aperta. Il giardino era uno spettacolo di luci e ombre e la leggera brezza che gli solleticava il viso lo mandava in estasi.

Si avvicinarono al tavolo preparato con cura.

“Wow, è stupendo. Non dovevi fare così tanto.”

“Non dire stupidaggini.”

Gli indicò la sedia e la spostò elegantemente per far accomodare il castano, forse la spostò un po’troppo perché puntualmente kurt cadde con il sedere a terra.

“Oddio! Kurt, stai bene? “ Hummel tenne la testa rivolta al terreno.

“Mi dispiace così tanto. Potrei capirlo se non volessi cenare più con me. Ti pregò, rispondimi.”

Kurt alzò la testa, gli occhi azzurrissimi e brillanti di lacrime, lo guardò un attimo e poi per il giardino riecheggiò la sua risata allegra e cristallina.

Blaine si rilassò un pochino.“Sono un disastro.” disse rassegnato.

“Si, un adorabile disastro che mi deve un lavaggio in lavanderia.”






“Per ultima cosa ma non meno importante, quando la riaccompagnerai a casa, davanti la porta le lascerai un dolce e romantico bacio a fior di labbra.” Disse sognate.

Brian e Nick lo guardarono scettici.





Blaine spense la macchina nel vialetto di casa Hummel ed entrambi si avviarono verso la porta per salutarsi.

Dopo attimi di sconfinato silenzio, Blaine parlò.

“Beh, credo sia l’ora di tornare a casa.”

Si guardarono negli occhi e il moro quasi come se non l’avesse già fatto, prese, timido,  la sua guancia tra una mano e posò lievi le sue labbra rosse su quelle un po’ più rosee e delicate dell’altro. Kurt, stanco di tutta quella gentilezza, afferrò i ricci di Blaine e inserì voracemente la lingua all’interno della sua bocca.

La porta si spalancò, facendoli sobbalzare, e la figura imponente di Burt Hummel gli si staglio davanti.

Blaine allargò gli occhi come un cervo abbagliato dai fanali di un’auto.

“Buonasera signore.”farfugliò. “Devo andare.” e scappò verso la sua macchina.

“Perché è scappato?” borbottò Burt.

Kurt alzò gli occhi al cielo. “ Papà, lo hai terrorizzato.”

“Io?”

“Si, tu.”






“Quindi, zio Jeff, dovrei seguire queste regolette da film romantico e secondo te cadrebbe ai miei piedi?” chiese scettico.

“Assolutamente!”

“E con i miei genitori hanno funzionato?”

“Ehm…” Il biondo distolse, furtivo, lo sguardo “ Si sono sposati,no?”

“Ah, mi raccomando, Brian,levati quegli occhiali!”





Da: Blaine
-Scusa se sono scappato. Volevo che fosse un appuntamento perfetto e invece ho rovinato tutto.

Da: Kurt
Blaine, silenzio! Questa è stata la serata più bella della mia vita.


 



Kurt si accostò alla stanza di Brian vedendolo appollaiato a gambe incrociate sul letto con un bel gruzzoletto in mano.

“Brian, dove hai preso tutti quei soldi?”

“Ho vinto una scommessa.”

Blaine, appena arrivato, si appoggiò al marito. “ Che scommessa?”

“Michael mi ha sfidato a conquistare quella frigida di Sally. Zio Nick e zio Jeff mi hanno aiutato. Ho vinto!”

Kurt e Blaine rimasero a fissarlo senza parole.








La ferrovia di Ale: 

Erano millemila anni che non aggiornavo questa raccolta.
Ho chiestoun tema per per una storia e si sono messe a sparare tremila parole a caso e io le ho usate tutte come temi.
Quindi sono: pantaloni, scene imbarazzanti, occhiali, sedia, sexy, labbra, benda, cena romantica, culi e cazzi. Forniti gentilmente da Verdiana, Roberta, Silvia, Bianca e Chiara. Dedico questa storia a loro e a tutte quelle pazzerelle che vedrò domani. <3 
Mi era mancato scrivere cose idiote XD
Se avete un tema che volete che io sviluppi scrivetemelo C:
Per quanto riguarda "A kind of frenemies" credo che riprenderò ad aggiornarla quando ritornerò da Giffoni, quindi ad agosto.

Un bacione a tutti! Vi amo!
Ale

 

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