Una nuova leggenda

di Louise98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La lettera d'addio ***
Capitolo 2: *** Un libro, cinque leggende ***
Capitolo 3: *** Un nuovo Guardiano ***
Capitolo 4: *** Un assurdo incidente con lo slittino ***
Capitolo 5: *** Tutti amano slitta ***
Capitolo 6: *** Noi raccoglieremo dentini ***
Capitolo 7: *** I ricordi di Jack ***
Capitolo 8: *** Quando sembra che la magia non esista... ***
Capitolo 9: *** Lo scontro decisivo ***
Capitolo 10: *** Il regalo di Nord ***
Capitolo 11: *** La vendetta di Pitch ***
Capitolo 12: *** Ricordi rubati ***
Capitolo 13: *** Tradimento ***
Capitolo 14: *** La prigione dei ricordi ***
Capitolo 15: *** Il segreto di Jack e Merida ***
Capitolo 16: *** Fuochi d'artificio ***
Capitolo 17: *** Un libro, un giuramento ***
Capitolo 18: *** Il centro manomesso ***
Capitolo 19: *** Un oggetto che amo in un posto a cui appartengo ***
Capitolo 20: *** Non sempre i buoni riescono a vincere ***
Capitolo 21: *** Una nuova leggenda ***



Capitolo 1
*** La lettera d'addio ***


Era una buia notte d’inverno in una piccola cittadina. Tutte le strade erano vuote, tranne una: la strada che portava all’orfanotrofio.
In quella via c’erano due signori, apparentemente marito e moglie, con in braccio un piccolo fagottino.
I due arrivarono di fronte all’orfanotrofio e appoggiarono delicatamente quel fagottino vicino alla porta.
Poi la donna prese un libro dalla tasca interna della giacca e lo mise delicatamente su ciò che avevano precedentemente appoggiato vicino alla porta, invece l’uomo prese una busta bianca e la mise sopra al libro.
<< Ok, è ora di andare. >> disse l’uomo.
<< Va bene. >> rispose la donna. << Addio piccola mia! >> disse accarezzando il fagottino. << Abbi cura di te! >>
Detto questo l’uomo suonò il campanello dell’edificio e prese la mano della donna. I due corsero via tra lacrime e singhiozzi.
Pochi minuti dopo una ragazza aprì la porta dell’orfanotrofio.
Doveva avere circa sedici anni. Aveva capelli neri e lunghi scompigliati, occhi neri e socchiusi. Indossava una vestaglia verde e dei pantaloni dello stesso colore.
<< Che succede? >> chiese assonnata la ragazza.
Fece un piccolo passo avanti e sfiorò il fagotto che subito cominciò a piangere.
<< Oh, cavolo! Un bambino? >> si chiese prendendolo in braccio. << Sssh, tranquillo! >> disse coccolandolo. << E questa cos’è? >> chiese prendendo la busta. << Una lettera? >> detto questo si sedette su uno scalino, si mise il bambino sulle gambe ed aprì la busta.
 
“Buona sera,
questa bambina si chiama Merida, è nata sei mesi fa, il 15 maggio,  e la preghiamo, chiunque lei sia, di prendersi cura di nostra figlia come avremmo dovuto fare noi.
Non appena sarà in grado di capire per quale motivo l’abbiamo abbandonata, la preghiamo di dirle che ci dispiace tantissimo.
Grazie di cuore,

sig. e sig.ra Foster”

 
Alla ragazza cominciarono a scendere le lacrime e, non appena se ne accorse si asciugò con la manica della vestaglia.
Prese in braccio la bambina, la lettera e il libro e tornò dentro.
Mise la bambina sul divanetto all’entrata e quest’ultima smise di piangere.
<< E questo libro che cos’è? >> si chiese la ragazza mentre prendeva il libro. << La mia famiglia… >> disse leggendo il titolo.
Osservò la copertina e il retro per un po’, ma poi decise di non aprirlo.
<< Qualsiasi cosa ci sia scritta dentro, è meglio che sia lei la prima a leggerla. >> disse appoggiando il libro al suo fianco. << Ora andiamo a dormire, domani compileremo tutte le carte necessarie per farti rimanere qui! >> detto questo prese in braccio la bambina, il libro, la lettera e la portò in una stanza libera.
<< Non è molto, ma è casa! >> disse lei posando la bimba sul letto.
Era una stanza non molto piccola. Ci stavano dentro un letto ad una piazza e mezza, un tavolino, una sedia ed un piccolo armadio con specchio.
Mise sul tavolo la lettera e il libro, poi riprese la bambina.
<< Andiamo a fare un bel bagnetto, così ti sentirai meglio… >> disse dolcemente la ragazza chiudendosi la porta della camera alle spalle.


ANGOLO AUTRICE:

Scusatemi per questo inizio così corto, ma prometto che i prossimi capitoli saranno più lunghi.
Recensite! :D Mi piacerebbe sapere che cosa pensano i lettori delle mie storie! (:
Al prossimo capitolo: "Un libro, cinque leggende"
Louise98

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Capitolo 2
*** Un libro, cinque leggende ***


Passarono tre anni e la piccola Merida era ancora lì all’orfanotrofio.
<< Ehi, Merida! >> disse la ragazza che la accolse. << Ti va di andare a giocare sulla neve? >>
La piccola annuì.
<< Perfetto! >> disse la ragazza. << Allora andiamo a vestirci per bene, se non vogliamo che Jack Frost ci morda il naso! >> disse scherzando.
<< Jack Frost! >> ripeté Merida correndo verso la sua cameretta.
Non appena furono pronte corsero fuori in mezzo alla neve.
Merida si distese per terra, agitò braccia e gambe e poi si alzò soddisfatta.
<< Angelo di neve! >> disse sorridendo e prendendo la mano della ragazza. << Anche tu, Maggie! >>
<< Io? >> chiese balbettando. << E va bene, ma sono sicurissima che non verrà mai bene come il tuo! >> disse sorridendo.
Merida sorrise.
Maggie si lanciò in mezzo alla neve e fece anche lei un angelo.
<< Visto? >> disse alzandosi in piedi. << Il tuo è molto più carino! >> disse indicando quello più piccino.
Merida sorrise.
Era veramente carina quando sorrideva. Quando lo faceva i suoi grandi occhi blu diventavano piccolissimi e la frangetta nera le scivolava delicatamente sulla fronte. Era dolcissima, soprattutto con i capelli raccolti in una coda, proprio com’erano quella sera.
<< Ehi, che ne dici di fare anche un pupazzo di neve? >> chiese Maggie.
<< Pazzo di neve! >> gridò Merida inginocchiandosi e raccogliendo più neve possibile.
<< Iniziamo allora! >>
Fecero un pupazzo di neve alto circa 50 centimetri. Era molto piccolo in confronto agli altri lì intorno, ma a Merida piaceva veramente tanto.
<< La cena è pronta! >> gridò una donna da dentro l’edificio.
<< Andiamo Merida, la pappa è pronta! >>
La piccola annuì e prese la mano della sua accompagnatrice.
Non appena finirono la cena, Merida e Maggie si diressero verso la camera della bambina, che, non appena si ritrovò di fronte alla porta, la spalancò, corse verso il tavolo, prese un libro e si lanciò sul letto.
<< Storia! >> disse sistemandosi sotto le coperte.
<< Anche questa sera? >> Maggie chiudendo la porta.
Mei annuì aprendo il libro.
<< E va bene! >> disse Maggie portando la sedia del tavolo vicino al letto, sotto alla finestra.
Si sedette e prese in mano il libro.
<< Le 5 Leggende… >> disse la ragazza leggendo il titolo sulla copertina. << Di nuovo questo libro? >> chiese alzandolo.
Merida annuì.
<< D’accordo. Dopotutto è veramente un libro carino. >> disse aprendo il libro.
Dopo essersi schiarita la voce cominciò a leggere.
<< Le 5 Leggende. La più antica leggenda è quella dell’omino del sonno, che ogni notte, fa il giro del mondo per augurare la buona notte a tutti i bambini con la sua sabbia magica. E’ un piccolissimo omino vestito d’oro come la sua sabbia, alto più o meno un metro con dei buffissimi capelli biondi e dei dolcissimi occhi dello stesso colore. Viene anche chiamato Guardiano dei Sogni. E’ grazie a lui se ogni notte facciamo dei bei sogni.
Subito dopo viene Babbo Natale che, la notte tra il 24 e il 25 dicembre, porta i regali a tutti i bambini buoni sulla sua vecchia e traballante slitta, trainata da sei dolcissime renne. Ma ovviamente non fa tutto da solo, ci sono tantissimi piccolissimi elfi che lo aiutano a creare i giocattoli. E’ un buffo anziano signore, con il pancione, la barba bianca lunga, dei piccoli occhi azzurri, molto esigente, ma dal cuore d’oro.
Poi c’è la Fata del Dentino che, ogni volta che ci cade un dentino e lo mettiamo sotto il cuscino, se lo porta via con sé lasciandoci una monetina sotto di esso. E’ grande quanto un colibrì, è dolce, molto carina, frizzante ed ha dei grandissimi occhi di un rosa violaceo.
Ora arriva il momento del Coniglietto di Pasqua che, a Pasqua nasconde le sue piccole uova colorate ovunque per far divertire i bambini con la “caccia alle uova”. E’ molto piccolo e tenero ed ha dei piccolissimi occhi verdi.
Ultimo, ma non meno importante, c’è il mito di Jack Frost. Uno spiritello del gelo che porta il freddo e la neve ovunque vada. E’ giovane, dai capelli bianchi come la neve e dagli occhi azzurri come il cielo. Si dice che indossi sempre una semplice maglietta azzurra, dei pantaloni marroni lunghi fino a metà polpaccio e che porti sempre con sé un bastone di legno magico che usa per congelare le cose. In più è anche molto- >>
Francesca si interruppe, vedendo che Merida si era addormentata abbracciando il suo coniglietto di peluche.
<< Buonanotte piccolina! >> disse la ragazza per poi darle un piccolo bacio sulla fronte. << A domani! >> disse infine chiudendo lentamente la porta.
Quello che nessuna delle due poteva sapere, era che una strana figura era seduta sul davanzale e le stava osservando.
Una volta che Maggie chiuse la porta, quella figura ne approfittò per entrare dalla finestra. Si avvicinò subito al letto di Merida.
<< Che bella bambina… >> disse volando sopra di lei. << E questo? >> chiese prendendo in mano il libro. << Le 5 Leggende… è un libro illustrato? >> detto questo lo aprì. Non era un libro molto grande, infatti aveva solamente dieci pagine. << Ehi, c’è Sandy beh, un po’ gli assomiglia. E questo? >> disse girando pagina e cominciando a sorridere. << Questo dovrebbe essere Nord? Hanno dimenticato i tatuaggi, le spade, e gli hanno fatto gli occhi troppo piccoli… E poi chi c’è? >> chiese girando ancora pagina. << La Fata del Dentino? Ok, questa più che Dentolina sembra Dente da Latte! >> disse sorridendo. << Insomma, non è così piccola! >>
Girò nuovamente pagina.
<< Uh uh, quindi questo deve essere Calmoniglio. Qui ci sono quasi, è solo un po’ più grande, meno coccoloso, più aggressivo, sì, insomma, forse hanno azzeccato il colore! >> disse ridendo a crepapelle. << Ok me ne manca una... >> disse girando pagina. << Jack Frost… >> detto questo si sedette sula sedia.
Osservò per un po’ Merida.
<< Io, una leggenda? >> chiese incredulo. << Nah, questo non possono essere io… insomma, non ho una maglietta azzurra, e tanto meno dei pantaloni come questi, e per di più il mio bastone non è fatto così… Per di più io non sono una leggenda. Sono un semplice modo di dire… Sono inutile… >> disse appoggiando il libro sulla sedia dopo essersi alzato.
Poco dopo una sabbiolina d’oro entrò dalla finestra e si avvicinò a Merida, creando sopra alla sua testa delle immagini.
<< Sempre puntuale, Sandman! >> disse Jack osservando il viso felice della bambina.
Poco dopo Jack uscì dalla stanza per raggiungere i filamenti di sabbia magica dell’omino del sonno.



ANGOLO AUTRICE:

Eccomi con il secondo capitolo! :D
Purtroppo anche questo è un po' cortino... per tutti i gufi! Devo allungarli questi capitoli!! Non siete d'accordo? *cricricri*
L'ho interpretato come un sì (:
Ringrazio tantissimo:

Frost__confined life
Eirinya
yuki_kaggy

e anche tutti coloro che hanno avuto quell'insana idea di leggere le mie fanfiction! :D
Al prossimo capitolo: "Un nuovo Guardiano"
Louise98

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Capitolo 3
*** Un nuovo Guardiano ***


POLO NORD:

<< Aspetto ancora biscotti! >> gridò Babbo Natale rivolto agli elfi mentre modellava un pezzo di ghiaccio.
Gli elfi li stavano mangiando, quindi spalancarono gli occhi, li sputarono nel piatto di Nord e glieli portarono.
<< Oh, finalmente! >> esclamò Nord prendendone uno e mangiandolo. << Mmmh! Buonissimi! >> disse ancora con la bocca piena.
I due elfi si guardarono sorpresi.
Qualche secondo dopo entrò uno Yeti che, sbattendo la porta fece spaventare Babbo Natale.
<< Quante volte ho detto te di bussare!?! >> gridò Nord.
Lo Yeti farfugliò qualcosa.
<< Che cosa?! Il Globo? >> chiese preoccupato il Guardiano.
Subito uscì dal suo ufficio e si diresse in un enorme sala dove al centro era situato il Globo con tante lucine gialle che piano piano si spegnevano.
<< Via, voi con i vostri cappelli a punta! Perché vi ha sempre sotto piedi? >> chiese Nord facendosi strada tra i piccoli elfi.
<< E questo cos’è? >> chiese avvicinandosi di più al Globo. << Avete controllato asse? La rotazione? >>
I due Yeti dietro di lui annuirono sicuri.
Subito dopo una strana sabbia nera ricoprì il Globo e poi un’ombra passo tra Nord e gli Yeti svanendo infine con una risata malefica.
<< Sarà che… >> disse Nord fissando il Globo che nel frattempo era tornato normale.
Nord si avvicinò al tavolo di controllo del Globo.
<< Din Don! >> detto questo sei elfi si avvicinarono e si guardarono male l’un l’altro. << Fai i preparativi, stiamo per avere compagnia! >> detto questo prese una leva, la girò e la premette e di conseguenza i continenti sul Globo emanarono una forte luce che si trasformò poi in una bellissima Aurora Boreale.
 
PALAZZO DI DENTOLINA:
 
<< Mosca, settore 9, 22 incisivi, 18 premolari. Allerta pioggia. Des Moines: c’è un canino al 23 di Maple. >> disse la Fata del Dentino alle sue fatine.
<< Aspetta! >> disse ad una piccola fatina. << E’ il suo primo dentino? Vi è mai capitato di vedere un incisivo laterale più carino di questo? >> chiese. << Oh, guardate, ha usato anche il filo! >> esclamò tutta contenta Dentolina.
Tutto il suo entusiasmo venne smorzato da una piccola fatina che le indicò l’Aurora Boreale scatenando un’espressione preoccupata sul viso della fata che corse subito verso il Polo Nord seguita da otto piccole fatine.
 
CIELO NOTTURNO:
 
Il piccolo Sandman stava spargendo ovunque la sua polvere magica dalla sua nuvola dorata quando, di fronte a lui, vede l’Aurora Boreale. Decide così di trasformare la sua nuvoletta in un areoplano per arrivare più in fretta al Polo.
 
TANA DEL CONIGLIETTO DI PASQUA:

Calmoniglio sentì con il suo fiuto infallibile che c’era qualcosa che non andava, così corse per le sue gallerie sotterranee tra un ovetto e l’altro, finché con un balzo non tornò in superficie poco fuori dal Polo.
<< Oh, fa freddo! >> disse incrociando le braccia e cercando di scaldarsi.
Cominciò a correre a tutta velocità dentro al rifugio di Nord.
<< Per tutte le carote! Non mi sento più i piedi! Non mi sento più i piedi! >> gridò correndo a più non posso.
 
POLO NORD:
 
 << Miei amici guardiani. >> cominciò Nord. << E’ nostro compito sorvegliare i bambini del mondo e tenerli al sicuro portando meraviglia, speranza e sogni. Perciò vi ho convocati tutti qui per una sola ed unica ragione: i bambini sono in pericolo! Il nemico che abbiamo tenuto a bada per secoli ha deciso di combattere! >> disse battendo un pugno sull’altra mano.
Sandy cominciò a farfugliare qualcosa, e di conseguenza tutto quello che cercava di dire si trasformava in sabbia dorata sopra la sua testa.
<< Lo so, lo so. Ma ovviamente non vi avrei riuniti tutti qui se non fosse stata una cosa seria: l’Uomo Nero è stato qui, al Polo Nord! >> esclamò Nord.
<< Pitch? Pitch Black? Qui? >> chiese Dentolina zittendo le sue piccole fatine.
<< Sì! >> rispose Nord. << C’era sabbia nera che ricopriva il Globo! >> esclamò mentre gesticolava.
<< Cosa intendi per “sabbia nera”? >> chiese Calmoniglio avvicinandosi e continuando a colorare le sue uova.
<< E poi: un’ombra! >> gridò Nord ignorando Calmoniglio.
<< Pensavo avessi detto di aver visto Pitch! >> disse Calmoniglio.
<< Beh, non esattamente… >> rispose Nord portandosi una mano alla nuca.
<< Non esattamente?!? Ma tu ci puoi credere? >> chiese Calmoniglio rivolgendosi a Sandy che rispose con un punto di domanda. << L’hai detto, Sandy! >>
<< Ascoltate, sta per accadere qualcosa di veramente brutto. >> disse Nord. << Lo sento… >> detto questo le fatine del dentino si avvicinarono al viso di Babbo Natale. <<  In mia pancia! >> subito Nord si portò le mani alla pancia, seguito dalle fatine.
<< Aspetta, aspetta! Vuoi dirmi che mi hai convocato qui tre giorni prima di Pasqua per la tua pancia? >> chiese Calmoniglio puntando la pancia di Nord con il pennello. << Cosa faresti se io te lo facessi tre giorni prima di Natale? >>
<< Calmoniglio: Pasqua non è Natale! >> disse dandogli una pacca sul muso e rubandogli dalle mani l’uovo.
Calmoniglio rise sarcasticamente.
<< Ci risiamo! Tu hai tutto l’anno per preparare i giocattoli! >>
<< Perché non le colori tutte subito, sono sempre uova! >>
<< Ma sono materiale deteriorabile! >> gridò Calmoniglio riprendendosi l’uovo.
La Luna aveva iniziato ad illuminare la stanza.
Sandy, dopo aver cacciato l’elfo che stava bevendo il suo zabaione, cercò in tutti i modi di attirare l’attenzione degli altri Guardiani.
<< Perché voi conigli siete così nervosi? >> chiese Nord.
<< E perché tu sei così- >> cominciò Calmoniglio, ma venne interrotto dal parlottare di Dentolina che dava indicazioni alle sue fatine.
<< Dentolina! Non vedi che io e Calmoniglio stiamo cercando di discutere? >> chiese Nord.
<< Scusate! Non tutti noi lavorano solo una notte l’anno, dico bene Sandy? >> chiese rivolgendosi a Sandy.
Sandy continuava ad agitarsi, indicando l’enorme lucernario dal quale si era affacciata la Luna, ma nessuno si accorse di quello che cercava di dire.
<< Abbiamo sconfitto Pitch durante i secoli bui, non possiamo essere sicuri che sia tornato… >> disse Calmoniglio.
<< Sono sicuro che è stato qui! >> rispose Nord.
Sandy, stufo di agitarsi, prese un elfo per il cappello e cominciò ad agitarlo creando un “ effetto campanella”.
Tutti i Guardiani si girarono e finalmente Sandy riuscì a fargli capire che l’Uomo nella Luna era arrivato.
<< Ah! Uomo nella Luna! >> disse alzando le braccia. << Sandy, perché non hai detto nulla? >> chiese dolcemente girandosi verso il piccolo Guardiano.
Sandy si arrabbiò e di conseguenza gli uscirono dei fumetti di sabbia dorata dalle orecchie.
<< E’ passato tanto tempo amico mio! >> riprese Nord rivolgendosi alla Luna. << Qual è grande notizia? >>
Ci fu un grande silenzio, durante il quale la luce della Luna si spostò nella stanza fino ad arrivare allo stemma dei Guardiani che era sul pavimento. Su questo apparì la figura dell’Uomo Nero.
<< Pitch! >> esclamò Calmoniglio guardando Nord che si toccò la pancia soddisfatto.
<< Manny, cosa dobbiamo fare? >> chiese rivolto all’Uomo nella Luna.
Quest’ultimo illuminò di più lo stemma dei Guardiani facendo scattare un meccanismo che faceva aprire una piccola botola sul pavimento dal quale uscì un enorme cristallo.
<< Eh, ragazzi… >> disse Dentolina. << Sapete che vuol dire questo? >>
<< Sta scegliendo nuovo Guardiano! >> disse Nord.
<< Cosa? Perché? >> chiese Calmoniglio.
<< Manny crede che noi abbiamo bisogno di aiuto. >>
<< Da quando abbiamo bisogno di aiuto? >> chiese Calmoniglio.
<< Mi chiedo chi possa mai essere… >> disse Dentolina volando a destra e sinistra in preda all’emozione.
Sandy creò un quadrifoglio con la sabbia magica.
<< Forse il Leprecano? >> chiese Dentolina.
<< Per favore non la marmotta! Non la marmotta! Non la marmotta! >> pregò Calmoniglio.
In cima cristallo apparve una figura incappucciata con un bastone al suo fianco.
<< Mmmh, Jack Frost! >> disse Nord.
Le otto fatine caddero a terra per l’emozione.
<< Ok, ritiro tutto: la marmotta va bene! >> disse Calmoniglio.
Anche Dentolina si era imbambolata di fronte all’immagine di Jack.
<< Uhm, beh… >> disse dopo essersi risvegliata dal trans. << L’importante è che ci aiuti a difendere i bambini, giusto? >>
<< Jack Frost?!? >> gridò Calmoniglio. << A lui non interessano i bambini. Tutto quello che sa fare è congelare le cose e sotterrare le mie uova con la sua neve rovinando la mia “Caccia alle Uova”! E’ un irresponsabile, egoista- >>
<< Guardiano! >> lo interruppe Nord toccandosi la barba.
<< Jack Frost è tante cose, ma sicuramente non è un Guardiano! >> concluse Calmoniglio.


ANGOLO AUTRICE:

Sì, so che questo è il film, ma non potevo non mettere questa parte, altrimenti la fanfifction non avrebbe avuto senso...
Non saltate i prossimi capitoli perché ho modificato molti piccoli dettagli molto importanti per la storia.
Ma, se siete dei fan de "Le 5 Leggende" non penso che vi dia molto fastidio rivivere il film, giusto? :D

Nord: Invece questo dare loro molto fastidio!
Io: Ma che-?
Jack: Ha ragione.
Io: E tu da che parte stai?
Jack: Dalla parte di Nord, ovviamente! Lui ha i biscotti!
Io: Ma cos-? I biscotti?!? Sai che ho il potere di ucciderti se voglio? *sguardo minaccioso*
Jack: Sì, ma le mie fan si arrabbierebbero... *sorride*
Io: Questa me la paghi, Frost!
Jack: Biscotto? *chiede con la bocca piena*
Io: Credi di potermi comprare con un biscot-?
Jack: Sono al cioccolato. *alza le sopracciglia avvicinandomi il biscotto*
Io: Pfff! Potevi dirlo subito! *mangia il biscotto*
Nord: Provali con latte!
Io: Oh, sì, gr- no, aspettate, mi state distraendo! *si ricompone*
Beh, al prossimo capitolo: "Un assurdo incidente con lo slittino"
Louise98

Jack: E Jack Frost, ovviamente <3 *fa un occhiolino e spegne il computer*

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Capitolo 4
*** Un assurdo incidente con lo slittino ***


Jack Frost stava volando per tutta la città congelando tutto ciò che toccava.
<< Chiuso per neve! >> gridò cadendo in picchiata sopra al lago vicino all’orfanotrofio.
Quando toccò la riva del lago vide una bambina e due gemelli.
<< Ehi Merida! Vieni alla “Caccia alle Uova” domenica? >> chiese uno dei due ragazzi.
<< Certo che sì! >> rispose la lei.
<< Speriamo di trovarle con tutta questa neve! >> disse l’altro ragazzo.
<< Beh, la direttrice cercherà di non nasconderle sotto la neve se vuole farcele trovare… >> disse poi l’altro.
<< Non è vero! E’ il Coniglietto di Pasqua che le nasconde! >> esclamò Merida. << Il Coniglietto di Pasqua è vero! >>
<< Oh, certo che è vero! >> disse Jack. << Un vero presuntuoso, veramente aggressivo e fiero di sé! >>
<< Certo che sei proprio una credulona! >> disse uno dei ragazzi e Merida rispose con una linguaccia.
Merida prese uno slittino che era vicino alle scale dell’edificio e poi tutti e tre si incamminarono verso il parco vicino.
<< Merida, aspetta! >> Gridò Maggie. << Non dimenticarti il cappello! >> disse mettendoglielo su. << Non vorrai che Jack Frost ti morda il naso! >>
Jack si illuminò.
<< Non lo farà! >> rispose contenta Merida andando dai gemelli e da un’altra ragazza che nel frattempo era arrivata.
<< Chi è Jack Frost? >> chiese un gemello.
<< Nessuno, James, è solo un modo di dire! >> rispose l’altro.
<< Chi è Jack Frost?!? >> disse Jack creando una palla di neve per poi tirarla perfettamente sulla schiena di Merida.
Merida cadde in avanti, ma subito si rialzò.
<< Ok, chi l’ha tirata? >> chiese rivolta ai gemelli.
<< Beh, sicuramente non è stato il Coniglietto di Pasqua, piccola! >> rispose Jack sorridendo.
Subito Merida lanciò una palla di neve ad un’altra ragazza che era appena arrivata.
<< Merida! Non è divertente! >> gridò la ragazza cadendo all’indietro.
<< Hai iniziato tu, Alexia! >> disse Merida.
<< Ce n’è per tutti! >> gridò Jack buttandosi nella battaglia. << Bene! Vedo che avete bisogno di munizioni! >> disse infine creando tante palle di neve con il bastone.
La battaglia durò qualche minuto finché Oliver, l’altro gemello, non colpì una ragazza che stava facendo un pupazzo di neve.
La ragazza si girò lentamente ringhiando.
<< Cavolo! Ho colpito Cremina! >> disse Oliver.
<< Lui ha colpito Cremina! >> disse James indicando il gemello.
<< Hai colpito Cremina? >> disse Alexia.
Merida, che nel frattempo era caduta, si nascose sotto alla sua slitta.
Mentre Cremina ringhiava e prendeva la testa del suo pupazzo di neve per lanciarla, una palla di neve la colpì in pieno volto facendola indietreggiare.
<< Sei stato tu? >> chiese James.
<< No, non sono stato io! >> rispose Oliver preoccupato.
Nel frattempo Jack era appollaiato sul suo bastone dopo aver tirato quella palla di neve a Cremina.
Quest’ultima cercò di trattenere le risate, ma non ci riuscì. Così cominciò a correre dietro ai suoi compagni per cercare di prenderli. Si stavano divertendo un mondo.
<< Attenti! E’ scivoloso! >> disse Jack ghiacciando il terreno su cui stavano correndo.
Tutti caddero a terra, ma Merida invece cominciò a scivolare con lo slittino che aveva in mano giù per la collina fino ad arrivare alla strada.
<< No! >> dissero tutti i ragazzi insieme.
<< Lì c’è la strada! >> disse Alexia.
<< Fai attenzione! >> dissero in coro i gemelli.
<< Non preoccuparti Merida. Ci sono qui io con te! Andrà tutto bene! >> disse Jack ghiacciando la strada per far correre Merida con lo slittino.
La bambina urlava per la paura.
<< Avanti, stammi dietro! >> disse Jack. << Vai a sinistra! >> gridò creando una curva con il ghiaccio.
<< Ehi! Va’ piano! >> gridava qualcuno dal marciapiede.
<< Oh, no, no, no! >> disse Merida mentre si reggeva il più forte possibile sullo slittino.
<< Ci siamo! >> disse Jack creando un enorme salita di ghiaccio per evitare di andare in contro ad un camion che trasportava divani.
<< Woah! >> gridò Merida quando saltò nel vuoto dopo la salita di ghiaccio che aveva fatto Jack.
Tutto sembrò andare a rallentatore. Jack era contento perché sapeva di aver reso felici molti bambini, Merida era spaventata ma felice e tutti gli altri erano sorpresi.
Alla fine Merida cadde vicino ad una statua in un cumolo di neve.
<< Mamma mia! >> dissero i gemelli in coro.
<< Sì! >> esultò Jack.
I ragazzi si avvicinarono preoccupati mentre Jack si sedette sulla statua.
<< E’ una cosa seria. >> disse Oliver.
<< Merida, tutto ok? >> chiese Alexia.
<< Wow! >> urlò Merida alzandosi in piedi. << A-avete visto? E’ stato magnifico! >> disse scatenando un sorriso di Jack. << Voglio dire, ho fatto un salto pazzesco e poi sono passata sotto ad un- >>
Venne interrotta da un divano che la colpì lateralmente facendola cadere.
<< Ops! >> disse Jack sorridendo.
<< Oh, cavolo! >> dissero gli amici della bambina in coro.
Da dietro al divano apparve una mano con un dentino.
<< Fooorte! Un dente! >> esclamò Merida.
<< Fico! >> disse Alexia.
<< Questo significa soldi! >> disse Cremina.
<< Già… >> dissero i gemelli. << Soldi in arrivo, sorella! >>
<< La Fata del Dentino! >> disse Merida mostrando il suo dente. << Devo metterlo sotto il cuscino! >>
<< Oh, no! No! >> urlò Jack mentre scendeva dalla statua. << Ehi aspettate un minuto! Oh, avanti! Che mi dite di tutto il divertimento di prima? Non è stata la Fata del Dentino! Quello ero io! >> disse Jack un po’ irritato.
Poi si calmò e volò davanti al gruppetto di ragazzi che si era incamminato verso l’orfanotrofio.
<< Ho le orecchie congelate! >> disse Merida.
<< Ragazzi? >> chiese dolcemente Jack. << Cosa bisogna fare per avere un po’ di attenzione da queste parti? >> chiese, ma non ottenne risposta, anzi, venne trapassato da Merida.
Jack odiava quella sensazione. Si sentiva vuoto, inutile e invisibile. Cominciò a nevicare e Jack se ne andò via.
<< Avete visto la lastra di ghiaccio? >> chiese Cremina.
<< Sì, mi chiedo come ci sia finita lì. >> rispose Alexia.
<< E’ strano! >> concluse Merida.
Quando tornarono all’orfanotrofio si era ormai fatto buio, così tutti i ragazzi andarono nelle proprie stanze.
Merida andò nella sua assieme a Maggie.
<< E’ stato fantastico! >> disse Merida saltando di qua e di là. << E poi mi sono lanciata dalla collina e in mezzo alla strada e poi la slitta, sì, sono schizzata per aria! >> disse emozionata continuando a saltare sul letto. << E poi il divano mi ha colpito. >> disse sedendosi. << Ma hai visto, Maggie? >> disse mettendosi a quattro zampe. << Il mio dente è caduto! >> disse mostrandogli la finestrella che si era creata tra i suoi denti.
<< Fantastico! >> esclamò Maggie. << Lo hai messo sotto il cuscino? >>
<< Sì! Sono pronta! >> disse prendendo una pila.
<< Merida, non stare sveglia tutta la notte per vederla, o la Fatina non verrà! >> disse Maggie avvicinandosi al letto.
<< Ma questa vota posso farcela! >>
<< Niente storie! Avanti, ora dormi. >> disse rimboccandole le coperte.
<< Oh, va bene… >> disse mettendo la pila al suo fianco.
Nel frattempo fuori dalla finestra c’era Jack che li osservava. Era felice perché anche Merida lo era. Poi però si accorse che la finestra cominciava a ghiacciarsi e tornò alla realtà: nessuno poteva vederlo. Così con un balzo salì sul tetto.
<< Se c’è qualcosa di sbagliato che sto facendo… >> disse Jack rivolto alla Luna. << Puoi anche solo dirmi che cos’è? Perché ho provato di tutto, ma nessuno riesce ancora a vedermi! >>
Ci fu un attimo di silenzio.
<< TU mi hai messo qui! >> gridò Jack all’Uomo nella Luna. << E il minimo che tu possa fare è dirmi, beh, dirmi perché! >>
Ci fu ancora un grande silenzio, dopo il quale Jack decise di andarsene.
Si mise a camminare sopra ai cavi elettrici congelandoli finché una sabbiolina dorata non attirò la sua attenzione.
<< Sempre in orario, Sandman! >> esclamò Jack togliendosi il cappuccio.
Non appena Jack toccò la sabbia, da questa uscì un delfino che gli girò in torno per poi svanire ritornando un semplice filo di sabbia che entrò nella stanza di Cremina.
Sulla testa della ragazza si materializzò un unicorno di sabbia.
<< Oh, mi era sembrato di sentire il clippeti clopete di un unicorno! >> disse una figura completamente nera. << Ma che incantevole sogno! >> disse avvicinandosi alla sabbia. << E guardatela! >> disse indicando Cremina. << Una preziosa bambina! Così tenera, piena di speranza e meraviglia! Beh, c’è solo un piccolo dettaglio che manca: un pizzico di paura! >> detto questo toccò la sabbia dorata che divenne nera, e l’unicorno diventò un cavallo nero. << Che incantevole piccolo incubo! >> disse prendendo in mano il cavallo. << Voglio che tu vada a dire agli altri che l’attesa è terminata! >> detto questo il cavallo corse fuori dalla finestra.
Quella misteriosa figura uscì a sua volta dalla finestra.
<< Non guardarmi così, mio vecchio amico. >> disse rivolto all’Uomo nella Luna. << avresti dovuto sapere che questo giorno sarebbe arrivato! I miei incubi sono finalmente pronti. E i tuoi Guardiani? >>
 
ANGOLO AUTRICE:

Rieccomi :D

Jack: Sono bravo a far saltare i denti ai bambini! *sorride e vola per la stanza sopra al suo bastone*
Io: Non penso sia una cosa di cui andare fieri...
Jack: Nemmeno il fatto di essersi arresi di fronte ad un biscotto di Nord...
Io: Non sarebbe servito un biscotto se tu fossi rimasto dalla mia parte! >_<
Jack: Nah... tanto lo avresti preso comunque *fa un occhiolino*
Io: Direi che dopo di questa puoi anche uscire! *lo spinge fuori dalla porta e si chiude a chiave nella stanza*
Jack: Tanto prima o poi dovrai uscire!
Io: Non finché continui ad entrare in camera mia senza permesso!
Jack: Uff… e va bene! Non entrerò più in camera tua senza permesso!
Io: Bene così!
*Calmoniglio esce da un tunnel al centro della stanza*
Calmoniglio: Ma si può sapere che cos’è tutto questo casino?
Io: Non ho speranze…
 
Beh, allora al prossimo capitolo: “Tutti amano slitta” (sempre che mi lascino in pace a scrivere…)
Louise98

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Capitolo 5
*** Tutti amano slitta ***


La sabbia magica dell’Omino del Sonno cominciò a svanire.
Jack era ancora sui cavi elettrici a camminare avanti e indietro finché non sentì uno strano fruscio alle sue spalle. Lo seguì fino a che non arrivò in un vicolo cieco. Si guardò in torno e quando ebbe il viso rivolto verso il muro, il fruscio tornò alle sue spalle.
<< Ciao amico! >> disse una strana voce facendo girare di scatto Jack. << E’ passato un sacco di tempo, credo. Dalla bufera del ’68. La domenica di Pasqua, non è vero? >> disse questa figura avvicinandosi e mostrando il boomerang che aveva in mano.
<< Calmoniglio! Ancora arrabbiato per quello? >> chiese Jack appoggiandosi al bastone.
<< Sì! >> disse convinto Calmoniglio. << Ma non sono qui per questo… Yeti! >> detto questo due Yeti presero Jack mentre si dimenava e lo misero in un sacco.
<< Ehi! Fatemi uscire! >> gridò Jack.
Uno dei due Yeti prese una sfera di neve, la agitò, la lanciò per terra e in quel punto apparve un portale. L’altro Yeti chiese a Calmoniglio di entrare per primo nel portale.
<< Io? >> chiese Calmoniglio per poi ridacchiare. << Neanche per sogno. Ci si vede al Polo! >> disse battendo una zampa per terra per poi cadere dentro al tunnel che aveva creato.
Così i due Yeti lanciarono Jack nel portale e quest’ultimo si ritrovò al Polo Nord.
<< E’ qui! >> sussurrò Nord.
Gli elfi aprirono il sacco.
<< Ecco a voi Jack Frost! >> esclamò Nord.
<< Wow! Non è possibile! >> esclamò Jack ancora nel sacco.
Gli Yeti lo presero e lo tirarono fuori.
<< Ehi, ehi! Mettetemi giù! >> disse Jack agli Yeti che subito ubbidirono.
<< Spero che gli Yeti ti abbiano trattato bene! >> disse Nord.
<< Oh, sì! Adoro essere sbattuto in un sacco ed essere lanciato in un portale magico! >> disse sarcastico Jack.
<< Oh, bene. E’ stata mia idea! >> disse Nord orgoglioso. << Conosci Calmoniglio, ovviamente. >> disse indicandolo.
<< Ovviamente! >> rispose Jack.
<< E la Fata del Dentino. >> disse Nord.
<< Ciao Jack. Ho sentito molto parlare di te, e dei tuoi denti! >> disse Dentolina esagitata.
<< I miei cosa? >> chiese Jack spaventato.
<< Apri la bocca! >> ordinò Dentolina aprendogli la bocca. << Sono davvero bianchi come dicono? Sì! Oh, brillano davvero come neve appena caduta! >> riferì Dentolina alle sue inseparabili fatine in adorazione per Jack. << Ragazze, un po’ di contegno! Cerchiamo di non disonorare l’uniforme! >> concluse Dentolina.
<< E Sandman! >> disse Nord indicando l’Omino del Sonno che si era appena addormentato. << Sandy? >> disse sfiorandolo. << Svegliati! >> gli urlò facendolo svegliare.
<< Ehi! Qualcuno può spiegarmi perché sono qui? >> chiese Jack.
Sandy alzò la mano, così Jack gli si avvicinò. Sandman cominciò a creare figure a raffica con la sabbia.
<< Ehm, beh, questo, ecco, sì, non è di grande aiuto, ma grazie lo stesso, piccoletto. >> disse Jack. << Devo aver fatto qualcosa di terribile se sono riuscito a riunirvi tutti insieme… >> disse congelando un piccolo elfo di passaggio. << Sono sulla lista dei cattivi? >> chiese Jack rivoto a Nord.
<< Su lista di cattivi? No, tu hai superato record! >> rispose Nord ridendo. << Ma non importa, mettiamoci una pietra sopra! >>
<< Perché sono qui? >> chiese Jack.
<< Oh, bella domanda! >> disse Calmoniglio
<< Perché? Ti dico io il perché! Perché ora tu sei Guardiano! >> detto questo gli elfi cominciarono a suonare.
Jack si innervosì e batté per terra il bastone scatenando un forte vento.
<< Cosa vi fa credere che voglia essere un Guardiano? >> chiese Jack arrabbiato.
Nord rise di gusto per poi fermarsi improvvisamente.
<< Certo che vuoi! Musica! >> disse Nord.
<< Niente musica! >> disse Jack facendo zittire gli elfi. << Sono lusingato, ma voi non mi volete. Voi siete tuto lavoro e doveri, mentre io sono palle di neve e divertimento. Non sono un Guardiano. >> disse Jack sedendosi sulla scrivania di Nord.
<< Già… Questo è esattamente quello che ho detto io! >> disse Calmoniglio.
<< Jack, non credo tu abbia capito quello che facciamo. >> disse Dentolina avvicinandosi al Globo. << Ognuna di queste luci rappresenta un bambino! >>
<< Un bambino che crede. E buono o cattivo, bravi o somari, noi li proteggiamo! >>
Jack mugugnò.
<< Dentolina! Lascia in pace Jack! >> disse Nord.
<< Oh, scusa. >> disse Dentolina togliendo le dita dalla bocca di Jack. << Sono meravigliosi! >>
<< Ok, bando alle ciance. Pitch è la fuori a fare chissà cosa! >> disse Nord.
<< Vuoi dire: l’Uomo Nero? >> chiese Jack ridendo.
<< Esatto! Pitch è una minaccia sia per loro che per noi! >> esclamò Nord.
<< un motivo in più per pescarne uno più capace! >> disse Jack voltando le spalle a Nord.
<< Pescare? Tu credi che noi peschiamo? >> chiese Nord avvicinandosi. << Tu sei stato scelto, come siamo stati scelti tuti noi, dall’Uomo nella Luna! >> disse infine indicando la Luna.
Jack si girò.
<< Cosa? >> chiese Jack.
<< L’altra sera, Jack. Ti ha scelto! >> disse Dentolina.
<< Forse… >> disse Calmoniglio.
<< L’Uomo nella Luna… parla con voi? >> chiese Jack.
<< Non puoi dire di no, è destino! >> disse Nord.
<< Perché non me lo ha detto lui stesso? >> chiese Jack guardando la Luna. << Dopo 300 anni questa è la risposta? Passare l’eternità come voi, ragazzi? Rintanato in qualche, qualche nascondiglio pensando a nuovi modi per corrompere i bambini? >> chiese gesticolando. << No, no… Non fa per me! >> disse gridando alla Luna per poi girarsi verso i Guardiani. << Senza offesa. >>
<< Co-come, come, come può non essere offensivo! >> gridò Calmoniglio. << Sapete, credo che ce la siamo vista brutta, ragazzi! >> continuò. << Cosa ne può sapere questo buffone di come si porta la gioia ai bambini! >>
<< Hai mai sentito parlare di “chiuso per neve”? >> chiese Jack girandosi verso Calmoniglio. << So che non è come un uovo sodo, ma ai bambini piace quello che faccio! >> esclamò Jack avvicinandosi di più.
<< Ma nessuno di loro crede in te. Sei invisibile, amico! Come se non esistessi… >> disse Calmoniglio.
<< Calmoniglio, basta così! >> disse Dentolina.
<< Oh, no, il canguro ha ragione! >> disse Jack.
<< Il cosa? Come mi hai chiamato? Non sono un canguro, amico. >> disse Calmoniglio avvicinandosi a Jack.
<< Oh, per tutto questo tempo o creduto che l fossi. Se non sei un canguro, allora cosa saresti? >> chiese Jack.
<< Sono un coniglio. IL Coniglietto di Pasqua. Le persone credono in me! >> detto questo gli occhi di Jack diventarono lucidi.
Sandy capì che l’atmosfera non era delle migliori, così attirò l’attenzione di Nord che subito interruppe i due.
<< Jack, vieni con me! >>
Poco dopo Jack e Nord si ritrovarono a camminare in mezzo a giocattoli in costruzione, elfi e Yeti.
<< Senza offesa, ma quello che fate voi, insomma, non è nel mio stile! >> disse Jack guardandosi intorno.
<< Uomo nella Luna ha detto opposto! >> disse Nord firmando qualche carta qua e là.
<< Ehi! Vai piano! Sono anni che cerco di imbucarmi qui dentro! >> disse Jack.
<< Cosa intendi per “imbucarmi”? >> chiese Nord fermandosi.
<< Oh, non preoccuparti, non ho mai superato gli Yeti! >> detto questo si girò e vide uno Yeti che batté un pugno sul palmo dell’altra mano. << Oh, ehi Phil!  >> disse tranquillamente Jack allo Yeti.
<< Avanti Jack, tieni il passo! >> disse Nord.
<< Ho sempre pensato che gli elfi costruissero i giocattoli… >> disse Jack raggiungendo Nord.
<< E’ quello che vogliamo fargli credere! >> sussurrò Nord all’orecchio di Jack.
Subito vicino ai loro piedi c’era un gruppo di elfi che testavano alcuni giocattoli.
<< Sì… beh, buon lavoro! >> disse Nord posando una mano sulla spalla di Jack per poi portarlo via. << Non mi piace, fallo rosso! >> disse Nord ad uno Yeti che aveva ormai dipinto cento giocattoli di azzurro.
Jack e Nord entrarono nello studio di Babbo Natale.
<< Panfrutto? >> chiese Nord prendendo in mano il dolce.
<< Ehm, no, grazie! >> disse Jack schifato.
<< Ora possiamo andare sodi al dritto! >> disse Nord avvicinandosi a Jack.
<< Sodi al- >>
Jack venne interrotto dalla porta che si chiuse improvvisamente alle sue spalle. Non appena si rigirò verso Nord, quest’ultimo era vicinissimo, e Jack fu costretto ad appoggiare le spalle alla porta.
<< Chi sei tu, Jack Frost? >> chiese Nord avvicinandosi si più. << Quale è tuo centro? >>
<< Il mio centro? >> chiese Jack confuso.
<< Se Uomo nella Luna ti ha scelto per essere Guardiano, devi avere qualcosa di veramente speciale dentro di te! >>
Nord si allontanò, andò verso la sua libreria e prese una matrioska con lui disegnato sopra.
<< E’ così che mi vedi, vero? Grande, grosso, che incute timore... ma se mi conoscessi un po’ meglio… beh, continua tu! >> disse passandogli la matrioska.
Jack la aprì.
<< Sei… tutto festoso? >> chiese Jack sorridendo.
<< Non solo! Sono anche misterioso! >> disse non appena Jack aprì ancora la matrioska. << E impavido! E premuroso! E il mio centro… >> disse mentre Jack continuava ad aprire la matrioska.
<< C’è un piccolo bambino di legno… >>
<< Guarda meglio! Che cosa vedi? >>
<< Ehm… hai dei grandi occhi? >> sparò Jack.
<< Esatto! >> disse Nord. << Grandi occhi! Molto grandi, perché sono pieni di meraviglia! Questo è mio centro e quello con cui sono nato: grandi occhi che riescono a trovare meraviglia in ogni cosa! >> disse Nord emozionato. << Posso far arrivare luce sugli alberi, e magia nell’aria! >> disse aprendo la porta e mostrando a Jack una marea di giocattoli in costruzione. << Questa meraviglia è ciò che porto nel mondo, quello che proteggo nei bambini ed è questo che mi rende un Guardiano. Questo è mio centro! Quale è tuo? >> chiese dolcemente Nord.
<< Non lo so… >> disse Jack abbassando lo sguardo.
Nord annuì e chiuse la mano di Jack con all’interno la matrioska. Jack rialzò lo sguardo e sorrise.
<< Abbiamo un problema, amico. Problemi al palazzo di Dentolina! >> disse Calmoniglio che era appena arrivato correndo.
Subito tutti si diressero verso il “garage” di Nord, dove era custodita la slitta.
<< Avanti, sbrighiamoci! >> gridò Nord agli Yeti.
<< Ve l’ho detto ragazzi! Non ho alcuna intenzione di salire su una vecchia e logora… >> cominciò Jack che venne sorpreso dalle renne. << Slitta… >> disse confuso mentre si avvicinava a quella che dava tutt’altra impressione dell’essere una vecchia e logora slitta.
Non appena questa di fermò ci fu un attimo di silenzio.
<< Ok! Una corsa e basta! >> esclamò Jack salendo.
<< Tutti amano slitta! >> disse Nord soddisfatto. << Calmoniglio, cosa stai aspettando? >> chiese prendendo le redini mentre Sandy si sistemava sulla slitta.
<< Credo che i miei tunnel siano più veloci, amico, ehm… e sicuri! >> rispose mentre cercava di allontanarsi, ma Nord lo prese per le orecchie e lo lanciò vicino a Sandy.
<< Allacciate cinture! >> disse Nord.
<< Dove sono quelle dannate cinture? >> chiese Calmoniglio preoccupato.
Nord rise di gusto.
<< E’ solo modo di dire! >> disse per poi far partire la slitta.
La slitta cominciò a percorrere lunghissime gallerie ghiacciate fino a che non arrivò ad una in cui bisognava fare zigzag tra stalagmiti e stalattiti.
<< Spero che vi piacciano giri di morte! >> esclamò Nord cominciandone uno.
<< E a voi le carote! >> disse Calmoniglio sul punto di vomitare.
Non appena il giro della morte finì, uscirono dalla galleria e spiccarono il volo.
<< Wow! >> esclamò Jack sporgendosi dalla slitta. << Ehi, Calmoniglio! Guarda che panora-! >> esclamò cadendo dalla slitta.
<< Nord! >> gridò Calmoniglio balbettando per poi alzarsi ed andare a controllare dove fosse finito Jack.
Si sporse appena dalla slitta e vide Jack disteso ai piedi della slitta.
<< Oh, ma allora ti preoccupi! >> esclamò Jack soddisfatto.
<< Piantala stupido spaccone! >> gridò Calmoniglio tornando a sedersi.
Jack fece lo stesso non appena Nord aumentò la velocità.
<< Preparatevi ragazzi! >> disse Nord. << Conosco una scorciatoia! >> disse tirando fuori dalla tasca una sfera di neve.
<< Oh, cavolo! Sapevo che erano meglio le mie gallerie! >> disse Calmoniglio reggendosi forte alla slitta.
<< Io dico… Palazzo Dentolina! >> detto questo Nord lanciò la sfera davanti alla slitta e subito si aprì un portale.
Non appena lo attraversarono si ritrovarono nel Palazzo di Dentolina.
<< Cosa? >> chiese Nord.
Un centinaio di cavalli neri correvano a destra e sinistra rincorrendo le piccole fatine di Dentolina.
<< Ehi! Stanno prendendo le fatine! >> gridò Jack per poi correre a salvare una piccola fatina. << Dente da Latte! Tutto ok? >> chiese dolcemente.
Subito la fatina annuì.
<< Jack! >> gridò Nord. << Prendi controllo! >> disse porgendogli le redini della slitta.
All’inizio Jack esitò, ma poi prese il controllo delle renne mentre Nord combatteva con le sue spada contro i cavalli.
Ad un certo punto però Jack perse il controllo della slitta e furono costretti ad atterrare.
<< Dentolina! Stai bene? >> chiese Nord scendendo dalla slitta.
La Fata del Dentino continuava a volare a destra e sinistra in preda al panico.
<< Hanno preso le mie fatine, e i dentini. Tutti quanti… >> disse sedendosi a terra seguita dagli altri Guardiani.
Dal cappuccio di Jack, che era rimasto a distanza dai Guardiani, uscì Dente da Latte che corse verso Dentolina.
<< Oh, per fortuna almeno una di voi è sana e salva! >> disse Dentolina.
Si sentì una risata malefica.
<< Devo dirlo: questo è stato veramente divertente! >> disse Pitch uscendo allo scoperto. << I quattro grandi tutti insieme! Sono sopraffatto dalle stelle! Ti è piaciuto il mio spettacolino sul Globo, Nord? >> chiese rivolgendosi a Babbo Natale. << Vi ho riuniti tutti insieme, o sbaglio? >>
<< Pitch! >> gridò Dentolina rincorrendolo. << Hai trenta secondi per restituirmi le fate, altrimenti-! >>
<< Cosa fai? Mi metti un soldino sotto il cuscino? >> finì Pitch.
<< Perché fai questo? >> chiese Nord.
<< Magari perché voglio quello che avete voi, che credano in me! >> rispose Pitch.
A queste parole Jack credette di essere nella situazione di Pitch.
<< Magari sono stanco di nascondermi sotto i letti! >> gridò Pitch.
<< Magari è quello il posto a cui appartieni! >> disse Calmoniglio.
<< Non rompere le uova, coniglio! >> disse seccato Pitch. << Aspettate, ma quello è Jack Frost? Da quando siete tutt’una combriccola? >>
<< Non lo siamo! >> rispose Jack.
<< Oh, bene, sei una parte neutrale. Allora ti ignorerò. Beh, ma ormai dovresti esserci abituato! >> disse Pitch ridacchiando.
<< Pitch! Tu razza di-! Torna qui! >> gridò Calmoniglio.
Dentolina corse all’attacco, ma Pitch si difese con uno dei suoi cavalli.
<< Buona piccola, buona! >> disse Pitch accarezzando il cavallo. << Ti ricorda qualcosa, Sandman? >> disse Pitch mostrando la sabbia nera di cui era formato il cavallo.  << Ci ho messo un po’ a perfezionare questo piccolo trucchetto, trasformare i sogni in incubi! >>disse accarezzando il cavallo. << Non siate nervosi! Loro sentono la paura, sapete? >>
<< Paura di chi? Di te? >> disse Calmoniglio per poi ridere. << Nessuno ha paura di te dai secoli bui! >>
<< Oh, i secoli bui! >> disse Pitch sorridendo. << Che tempi felici per me! Tutto il potere di cui avevo bisogno! Ma poi l’Uomo nella Luna ha scelto voi per rimpiazzare la mia paura con la speranza, i sogni e la meravigli! “Non vi preoccupate, non esiste l’Uomo Nero.” Mi hanno spazzato via come un brutto sogno. Ma ora tutto cambierà! Oh, sta già accadendo. >> disse osservando che il Palazzo di Dentolina si stava scolorendo.
<< Che cos’è? >> chiese Jack.
<< I bambini si stanno svegliando e capiscono che la Fata del Dentino non è mai arrivata! >> disse Pitch.
<< Cosa sta succedendo? >> chiese Jack confuso.
<< Loro… Loro non credono più in me… >> disse Dentolina sedendosi a terra.
<< Non te l’hanno detto, Jack? E’ meraviglioso essere un Guardiano, ma c’è un inconveniente: se abbastanza bambini smettono di credere, tutto ciò che i Guardiani proteggono, speranza, sogni e meraviglia, scompaiono e, pian piano, lo faranno anche loro! >> disse indicando i Guardiani. << Niente più Natale, o Pasqua, o fatine che arrivano nella notte… Non ci sarà nient’altro che paura e oscurità… e me! E’ il vostro turno… per essere ignorati! >>
Calmoniglio lanciò i suoi boomerang contro Pitch che saltò in sella al suo incubo e si lanciò nel vuoto. I Guardiani lo inseguirono e nel farlo si ritrovarono vicino ad un laghetto sotterraneo.
<< Se n’è andato! >> gridò Nord.
Dentolina si sedette in riva al lago tenendo in mano una scatola di dentini.
<< Mi dispiace per le fate… >> disse Jack avvicinandosi.
<< Avresti dovuto vederle… si sono difese davvero bene. >> disse Dentolina.
<< Perché Pitch ha preso i dentini? >> chiese Jack.
<< Non sono i dentini che vuole, ma i ricordi custoditi al loro interno. >> disse Dentolina avvicinando a Jack la scatola di dentini.
<< Che cosa intendi dire? >>
<< E’ per questo che collezioniamo i dentini, Jack: perché contengono i ricordi più importanti dell’infanzia. >> detto questo di alzò e volò sopra al lago per avvicinarsi ad u murales di fronte a loro che raffigurava i bambini mentre donavano i loro dentini a Dentolina.
Jack la seguì camminando su una lastra di ghiaccio che creava camminando sulla superficie del lago.
<< Io e le mie fate li proteggiamo e quando vogliono ricordare qualcosa di importante noi li aiutiamo. Abbiamo i ricordi di tutti qui… anche i tuoi! >> disse Dentolina.
<< I-I miei ricordi? >> chiese Jack.
<< Di quando eri piccolo, prima che tu diventassi Jack Frost! >>
<< Ma io non ero nessuno prima di diventare Jack Frost… >>
<< Ma certo che lo eri! Eravamo tutti qualcuno prima di essere scelti! >>
<< Cosa… Stai dicendo che io avevo una vita prima? Con una casa e una famiglia? >> chiese Jack esagitato.
<< Davvero non ricordi più nulla? >> chiese Dentolina.
<< Tutte le risposte sono sempre state qui… Se trovassi i miei ricordi capirei perché sono qui. Devi farmeli vedere! >> disse Jack volando su un maso vicino agli altri Guardiani.
<< Non posso, Jack. Li ha resi tutti Pitch… >>
<< Allora dobbiamo riprenderli! >>
Non appena Dentolina cercò di rispondere, perse delle piume.
<< Oh, no! E’ troppo tardi! >> disse Dentolina.
<< No! No! Niente  troppo tardi! >> esclamò Nord. << Mmmh… aspetta… Trovato! >> esclamò puntando la spada verso Calmoniglio. << Noi raccoglieremo i dentini! >>
<< Cosa?! >> chiese Dentolina.
<< Se noi prendiamo dentini, i bambini torneranno a credere in te! >> disse Nord indicando la fata.
<< Stiamo parlando di sette continenti, milioni di bambini e-! >>
<< Lasciami respirare. >> disse Nord interrompendo Dentolina. << Sai quanti regali consegno in una notte? >>
<< E quante uova nascondo io in un giorno? >> disse Calmoniglio.
<< E… Jack! Se tu aiuti noi, recupereremo tuoi ricordi. >> disse Nord.
Tutti i Guardiani sorrisero, tranne Calmoniglio che girò la testa dall’altra parte ma alla fine si arrese.
Jack si accovacciò ai piedi del suo bastone e lo strinse forte.
<< Ci sto’! >> esclamò Jack sorridendo.


 
ANGOLO AUTRICE:
 
Eccomi qua con un nuovo capitolo :D
Sono contenta che ci siano così tante persone che seguono la mia storia, vi ringrazio tutti quanti!!
Ma in particolare vorrei ringraziare:

Frost__confined life
yuki_kaggy

 per il tempo che hanno dedicato a recensire la storia (:
 
Dentolina: Hai visto Jack, per caso?
Io: Oggi no, per fortuna! Come mai?
Dentolina: Mi ha detto di venire qui in camera tua mentre scrivevi la tua storia perché doveva parlarmi…
*Jack entra con un pacco di Pop-Corn in braccio*
Jack: Ops… *con la bocca piena*
Io: Lui che cosa? Jack, io ti uccido! *sorride mentre si avvicina*
Jack: Cavolo! *lancia i Pop-Corn e corre per la stanza*
Io: Vieni qui maledetto!
Jack: No! Tu mi fai paura! Sei peggio di Pitch!
Io: IO COSA!?!
*Pitch appare da sotto il letto*
Pitch: Qualcuno mi ha chiamato?
Io: Torna sotto il letto! Non sono dell’umore giusto!
*Pitch sgrana gli occhi e guarda Jack*
Pitch: E’ stato un piacere conoscerti amico… Addio! *torna sotto al letto*
Jack: Come sarebbe a dire “Addio”? Pitch!
Io: Smettila di blaterare e fermati!
Jack: Col cavolo! Fai troppa paura con quello sguardo da assassina!
*Louise riesce finalmente a prenderlo alle spalle e comincia a grattargli la testa con le nocche*
Jack: Ahi! Mi fai male! Brucia! *cerca di liberarsi*
Io: Chi comanda qui?
Jack: IO!
*Louise gratta più forte*
Jack: AH! No, volevo dire Louise!
*Un elfo entra in camera e si mangia i Pop-Corn caduti*
Io: Bleah! *faccia schifata*
Jack: Ehi! Me ne passi uno?
*Louise ricomincia a grattare*
Jack: Ahi! E va bene! Tu sei il capo e io non devo disturbarti mai più mentre scrivi!
Io: E?
Jack: E… sono strafigo?
*Louise gratta più forte*
Jack: Okok! Non entrerò mai più in camera tua! Promesso!
Io: Bene così! *molla la presa*
 
Dopo essermi sfogata…
Via auguro un buon proseguimento di giornata! :D
 
Jack: Quella è pazza, te lo dico io! *parla con l’elfo*
Io: Tu non dovevi andartene? *sguardo omicida*
*Jack deglutisce*
 
Al prossimo capitolo: “Noi raccoglieremo dentini
Louise98

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Capitolo 6
*** Noi raccoglieremo dentini ***


<< Veloci! Veloci! >> gridò Nord saltando da un tetto all’altro.
<< Sbrigati, coniglio! Ho cinque dentini di vantaggio! >> disse Jack.
<< Ti direi di starmi lontano, ma a che servirebbe? Tanto non riesci a starmi dietro comunque! >> disse Calmoniglio.
<< E’ una sfida, coda di cotone? >>
<< Oh, mai fare a gara con un coniglio, amico! >> disse correndo più veloce del vento.
<< Woah! >> esclamò Jack.
<< E’ questa gara? E’ gara? Questa sarà sfida…. EPICA! >> gridò saltando da un camino all’altro.
<< Un molare in quella casa! Un incisivo laterale qui! Un altro molare laggiù! Sono ovunque! >> esclama Dentolina per andare poi a sbattere su un cartellone pubblicitario.
<< Tutto ok? >> chiese Jack dal cartellone.
<< Bene. >> risponde Dentolina mettendosi a posto il naso. << E’ da tanto tempo che non esco dal Palazzo! >> disse esagitata.
<< Quanto è durato questo “tanto tempo”? >> chiese Jack.
<< 440… più o meno. >> disse per poi correre a caccia di dentini.
La caccia ai dentini si trasformò in una vera guerra: c’era che veniva congelato, chi scaraventato giù per un tunnel, a chi veniva ustionato il sedere mentre scendeva da un camino, chi veniva intrappolato nei suoi stessi trucchetti e chi cadeva in un sonno profondo.
Dentolina e Jack si ritrovarono in una stessa stanza: quella di Merida.
La Fatina era andata subito a recuperare il dente, mentre Jack si fermò sul tavolo ad osservare i disegni della bambina, tra cui uno in cui vi erano raffigurati i due gemelli, Cremina, Alexia e Merida con lo slittino in mezzo alla neve. Non appena lo vide sorrise.
<< Un incisivo centrale caduto durante un assurdo incidente con lo slittino. >> disse Dentolina giocando con il dente. << Mi chiedo come sia potuto accadere, Jack. >> disse indicandolo.
<< Bambini, eh? >> disse sorridendo e distogliendo per un secondo lo sguardo dal disegno.
Subito Dentolina mise una monetina sotto il cuscino della bambina.
<< E’ sempre stata la parte che amo di più: vedere i bambini. Perché ho smesso di farlo? >> disse volando sopra al letto.
<< E’ diverso un po’ più vicini, vero? >> sussurrò Jack.
<< Grazie per essere qui, Jack. >> disse Dentolina mettendo una mano sulla spalla di Jack. << Avrei potuto aiutarti. >>
<< Beh, ora dobbiamo occuparci di te, poi verrà il turno di Pitch! >> detto questo dalla finestra entrò Nord insieme a Sandy.
<< Allora siete qui! >> gridò Nord.
Dentolina gli fece subito segno di tacere per oi indicare Merida.
<< Ops! Come va lumache? Come ti senti Dentolina? >> chiese Nord.
<< Credono in me! >> disse elettrizzata.
Nel frattempo al centro della stanza si aprì un buco dal quale uscì Calmoniglio.
<< Oh, allora è così, eh? >> disse Calmoniglio. << Tutti d’accordo per far sì che il coniglio arrivi ultimo! >> gridò.
Tutti gli fecero segno di tacere.
<< Lui che pensava mi servisse aiuto per battere un coniglio… Guarda qui, coda di cotone! >> disse mostrando un sacchetto rosso pieno di dentini.
<< Credi che quello sia un sacco di masticatori? No, questo è un sacco di masticatori! >> disse mostrando il suo sacchetto.
<< Ragazzi! Stiamo parlando di Dentolina, questa non è gara. Ma se fosse… >> disse sbattendo a terra un enorme sacco di dentini. << Ho vinto! >>
In quella si sentì un rumore sul letto di Merida e subito dopo una luce.
<< Babbo Natale… >> sussurrò Merida indicando con la pila Nord. << L’Omino del Sonno… La Fata del Dentino! Sapevo che saresti venuta! >> gridò Merida.
<< Sorpresa! Siamo venuti… >> disse sorridendo.
<< E… >> disse indicando Calmoniglio. << Un canguro? >> chiese guardando gli altri Guardiani.
Subito Jack trattenne un sorriso, ma Calmoniglio se ne accorse e gli mostrò un pugno.
<< Io sono il Coniglietto di Pasqua! >> disse Calmoniglio il più gentilmente possibile.
<< Il Coniglietto di Pasqua? Ma sei troppo grande, insomma, nel mio libro sei un piccolissimo coniglio dagli occhi verdi che nasconde le uova, non un enorme canguro! >> detto questo andò al suo tavolo, prese il libro illustrato, lo aprì e lo mostrò a Calmoniglio che lesse.

“CONIGLIETTO DI PASQUA:  
Altezza: 15 cm (su quattro zampe)
               30 cm (su due zampe)
Occhi: Verdi
Pelo: Bianco e grigio
Caratteristiche: Tenero, piccolo, molto veloce.
Dicerie: Nasconde le sue piccole uova colorate ovunque per far divertire i bambini durante il periodo di Pasqua con la “Caccia alle Uova””
 
Calmoniglio finì di leggere e guardò l’immagine nella pagina accanto: era un semplice coniglio.
<< Questo non è affatto Calmoniglio! >> disse Jack. << Lui è tutt’altro che tenero e piccolo! >> disse sorridendo e indicando il Coniglietto di Pasqua.
<< Ghiacciolo che non sei altro! Io ti-! >>
<< Ragazzi! E’ ancora sveglia! >> disse Dentolina interrompendo Calmoniglio.
<< Sandy, stendilo! >> disse Calmoniglio.
Sandy ubbidì e atte due vote il pugno destro sul palmo della mano sinistra.
<< Con la sabbia magica, cos’hai capito? >> chiese Calmoniglio.
L’Omino del Sonno alzò le spalle e alzò i palmi delle mani al cielo.
Nel frattempo Merida puntava con la pila ogni singolo Guardiano, finché non la fece arrivare in un punto in cui non c’era nulla.
<< Ehi! Abbassa quella pila! >> disse Jack coprendosi gli occhi. << Così mi accechi! >>
Jack si tolse le mani dal viso e vide che Merida aveva ancora la pila puntata verso di lui.
<< Ehi! Mi sent-? >>
<< Ma siete tutti veri? >> disse Merida passando attraverso a Jack interrompendolo.
<< Jack… >> sussurrò Dentolina.
Jack aveva gli occhi lucidi. Si accucciò sul tavolino e si portò le mani al petto.
Tutti i Guardiani videro la scena, ma solo Dentolina prese l’iniziativa.
<< Ehi, piccolina, vedi qualcuno sulla scrivania? >> chiese Dentolina.
Lo Spirito dell’Inverno si illuminò.
Merida si concentrò per almeno un minuto, ma non riuscì a vedere nulla, sono un’ombra riflessa sulla scrivania che teneva in mano un bastone con la punta ad uncino.
<< Io… non vedo nulla, mi dispiace! >> disse Merida.
Sandy decise che quella era l’occasione giusta per far addormentare la piccolina, visto che era ferma, ma non appena la lanciò Merida si spostò e la palla di sabbia rimbalzò su Nord che era dietro di lei.
Nord si addormentò sul letto e la palla di sabbia colpì anche Calmoniglio, Dentolina e dente da Latte facendoli cadere sul pavimento in preda ad un sonno profondo.
Vedendo quello che aveva combinato, Sandy decise di prendere in braccio Merida e di farla addormentare con un occhiolino, e così fece per poi adagiarla sul letto, vicino a Nord.
<< Oh, quanto vorrei avere una macchina fotografica a portata di mano! >> disse Jack avvicinandosi alla finestra.
In quella un’ombra sul davanzale si mosse e gli ultimi due Guardiani rimasti svegli la videro: era uno degli incubi di Pitch.
<< Avanti, Sandy! Possiamo trovare Pitch! >> disse Jack uscendo dalla finestra.
Sandy esitò, ma poi seguì il suo compagno.
D’un tratto dalla casacca di Nord cadde la sfera di neve con la quale può aprire i portali cadde a terra svegliando la piccola Merida.
<< Cosa è stato? >> chiese scendendo dal letto per controllare. << Una palla di neve? >> si chiese osservandola.
Poi l’occhio le cadde su Calmoniglio.
<< Comunque non sembra affatto il Coniglietto di Pasqua! >> detto questo fece un passo indietro ed inciampò su Dentolina facendo cadere la sfera.
Quando questa cadde si aprì un portale e Merida vi entrò curiosa di scoprire dove portasse.
 
 
ANGOLO AUTRICE: JACK:

Jack: Visto, coda di cotone? Nemmeno Merida è riuscita a capire che eri un coniglio! *ride*
Calmoniglio: Se è per questo, ghiacciolo, Merida non è nemmeno riuscita a vederti!
*Silenzio*
Dentolina: Calmoniglio, smettila!
Jack: Nono, lascia stare… ha ragione… *occhi lucidi*
Calmoniglio: Come sarebbe a dire non- aspetta cosa hai detto? *si avvicina*
Jack: Oh, non lo ripeterò, coda di cotone! *alza il viso e gli fa una linguaccia*
Calmoniglio: Oh, però ti ho sentito!
Jack: Ma non hai alcuna prova del fatto che io-
*Louise spalanca la porta e rimane immobile*
Jack: Ops…
*Un elfo arriva dal corridoio, entra in camera, guarda il viso di Louise e fa dietrofront*
Io: Faccio io da testimone a Calmoniglio se non esci immediatamente dalla mia stanza! *grida furiosa*
Jack: E perché io devo uscire e loro no? *Indica i Guardiani, due Yeti e alcuni elfi*
Io: Perché di sì! Ora fuori! *indica la porta*
Jack: Non me ne vado se non mi dai una ragione valida! *incrocia le braccia e le gambe mentre è sospeso in aria.
Io: Loro non commentano quello che scrivo, non entrano in camera mia senza permesso dopo avermi promesso che non lo avrebbero più fatto, non mi spargono Pop-Corn in giro per la camera, non dicono a Dentolina di aspettarli in camera solo per darmi fastidio e non mi corrompono per ben due volte di fila con dei semplici biscotti! *alza sempre di più il volume della voce*
Nord: E il latte!
*Louise fulmina Nord*
Nord: Come non detto… *abbassa lo sguardo e si siede sulla scrivania*
Jack: Te ne avevo chiesta una sola… *atterrito*
Io: Ok, per questa volta va bene, ma solo perché mi fai p-! *guarda il computer*
Io: A-A-ANGOLO J-JACK?!? *alza lo sguardo furiosa*
Jack: Non puoi semplicemente aggiungerlo alla lista di cose che loro non fanno senza uccidermi?
Io: Inizia a correre, ghiacciolo!
Calmoniglio: Così si fa’!
*un elfo porta i Pop-Corn a Calmoniglio*
Calmoniglio: Oh, grazie amico! *mangia Pop-Corn*
Nord: Passa anche me! Voglio provare con latte!
Dentolina: Posso assaggiarli anche io?
*Sandy mangia i Pop-Corn*
Jack: Come sarebbe a dire? Nessuno mi aiuta?
*I Guardiani si guardano*
In coro: NO! *con la bocca piena*
 
Ora vi saluto, devo andare a sistemare una piccola faccenda da sbrigare… *fulmina Jack*
Al prossimo capitolo: “I ricordi di Jack
Louise98

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Capitolo 7
*** I ricordi di Jack ***


Jack e Sandy volarono per tutta la città alla ricerca degli incubi di Pitch. L’Omino del Sonno trasformò uno dei due cavalli in uno dei suoi sogni d’oro, mentre Jack ne congelò l’altro.
<< L’ho preso! >> gridò Jack punzecchiando l’incubo. << Sandy! Sandy? Hai visto? Guarda qui che roba… >>
<< Frost? >> chiese Pitch arrivando alle spalle di Jack.
Lo Spirito del Divertimento cercò di congelarlo, ma Pitch salì sul tetto dell’edificio vicino.
<< Per essere una parte neutrale, passi molto tempo con quegli stramboidi… Non è la tua battaglia, Jack. >>
<< E’ diventata la mia battaglia da quando hai rubato quei dentini! >>
<< Dentini? Da quando ti interessano i dentini? >>
In quella arrivò Sandy al fianco di Pitch.
<< Oh, ecco chi stavo cercando! >> disse Pitch indietreggiando ed indicando Sandman.
Sandy fece apparire delle fruste con la sua sabbia d’oro, mentre Pitch creò una grande falce con la sabbia nera.
Combatterono per qualche minuto finché Sandy non prese Pitch con la frusta e lo sbatté in mezzo alla strada.
<< Oh, ricordami di non prenderti per il verso sbagliato! >> disse Jack.
<< Ok, aspetta! Non puoi biasimarmi per averci provato, Sandman! Tu non sai cosa vuol dire essere deboli e odiati! >> disse Pitch rialzandosi mentre Jack e Sandy si avvicinavano. << Sono stato uno stupido a giocare con i tuoi sogni! Quindi, sai che ti dico? Puoi riprenderteli! >> detto questo apparirono centinaia di incubi.
<< Ehm… io prendo quelli a sinistra e tu quelli a destra? >> chiese Jack cercando di sdrammatizzare.
<< Boo! >> gridò Pitch e subito gli incubi attaccarono Jack e Sandy.
Poco dopo arrivò la slitta di Nord con a bordo tutti  i Guardiani addormentati.
Vista la situazione Sandy volò sulla sua nuvola di sogni insieme a Jack, lanciando quest’ultimo in aria.
Dopo essersi svegliati tutti i Guardiani insieme a Jack combatterono contro gli incubi. Sandy volò sempre più in alto.
<< Dobbiamo aiutare Sandy! >> disse Calmoniglio.
Pitch creò arco ed una freccia con la sua sabbia e colpì in piena schiena Sandy.
<< No! >> gridò Jack.
<< Sandy… >> sussurrò Nord.
<< Non combattere la paura, piccolo! >> disse Pitch per poi ridere. << Ti direi sogni d’oro, ma non ne è rimasto nessuno! >>
Sandy si lasciò conquistare dalla sabbia nera.
<< No… >> disse Jack correndo verso Sandman.
Vedendolo, Pitch gli scaraventò contro tutti i suoi incubi, ma Jack strinse a sé il bastone e dal suo corpo uscirono scintille azzurre che congelarono tutti gli incubi trasformandoli in cristalli di neve, e Pitch cadde insieme ai suoi incubi.
Jack, ormai senza forze, si lasciò cadere nel vuoto e Dentolina lo recuperò prendendolo al volo e portandolo sulla slitta di Nord.
<< Jack, come hai fatto? >> chiese Dentolina.
<< Io… non credevo di esserne capace… >> rispose Jack.
<< Oh, finalmente qualcuno che sa come ci si diverte! >> disse Pitch osservando i Guardiani che oltrepassavano il portale.
Al ritorno al Polo Nord i tre Guardiani rimasti celebrarono il funerale di Sandy, mentre Jack rimase in disparte.
Finita la cerimonia Nord andò da Jack.
<< Tutto bene? >> chiese Nord.
<< Solo che… avrei voluto fare qualcosa! >> disse Jack congelando il vetro della finestra creando la figura di Sandy.
<< Fare qualcosa? >> chiese Nord. << Tu l’hai fatta vedere a Pitch, ci hai salvati! >>
<< Ma Sandy-! >>
<< Sarebbe fiero di quello che hai fatto! >> lo interruppe.
Jack si tolse il cappuccio e si alzò in piedi.
<< Non so chi fossi tu in tua vita passata, ma in questa sei Guardiano! >> disse Nord.
<< Ma non saprò mai chi sono finché non scoprirò chi ero… >> disse Jack.
<< Lo farai! Lo sento… >> disse Nord portandosi le mani alla pancia. << In mia pancia! >> detto questo Jack sorrise e si diressero nella sala del Globo.
<< Guardate come si stanno spegnendo in fetta… >> disse Dentolina indicando il Globo.
<< E’ la paura. Sta prendendo il sopravvento! >> disse Jack.
<< Ehi! Non fate quelle facce! >> disse Calmoniglio mettendosi davanti agli altri Guardiani. << Pasqua è domani, e ho bisogno del vostro aiuto! >>
I Guardiani si guardarono e annuirono.
<< Vedrete: riusciremo a far risplendere nuovamente queste luci! >> disse Calmoniglio.
<< Calmoniglio ha ragione! Per quanto mi costi dirlo, amico: questa volta Pasqua è più importante di Natale! >>
<< L-Lo avete sentito? >> disse Calmoniglio emozionato.
<< Tutti a slitta! >> esclamò Nord.
<< Oh, no, amico! >> disse Calmoniglio fermando Nord. << Mia la tana, mie le regole! Tenetevi forte! >> detto questo batté una zampa a terra ed aprì un enorme tunnel nel quale caddero Nord, Jack, Dentolina, Phil e un elfo.
Percorsero l’intero tunnel gridando e quando uscirono si ritrovarono di fronte a due uova enormi al fianco di Calmoniglio.
<< Benvenuti nella mia tana! >> disse Calmoniglio.
D’un tratto si sentì uno strano rumore e il Coniglietto di Pasqua scattò sull’attenti.
<< Qualcosa non va’… >> disse Calmoniglio.
Tutti tirarono fuori le proprie armi e corsero verso il rumore che pian piano si avvicinava finché da  un tunnel non uscì una bambina.
<< Merida? >> disse Jack e subito tutti nascosero le armi.
<< Ciao! >> disse Merida.
<< Cosa ci fa lei qui?!? >> chiese Calmoniglio rivolto a Nord.
<< Oh, sfera di neve! >> disse Nord controllando le tasche.
<< Cavolo! Qualcuno faccia qualcosa! >> disse Calmoniglio guardando gli altri.
<< Oh, non guardate me… Sono invisibile, ricordate? >> disse indietreggiando Jack.
<< Cosa facciamo? >> chiese Nord.
<< Quand’è stata l’ultima volta in cui siete stati un po’ di tempo con i bambini? >> chiese Jack avvicinandosi a Merida.
<< Siamo troppo impegnati portare gioia a bambini, non abbiamo tempo per bambini… >> rispose Nord.
<< Se una sola bambina può distruggere la Pasqua… >> disse Jack creando un fiocco di neve. << Allora siamo messi peggio di quanto pensassi. >> disse per poi lanciare il fiocco sul naso di Calmoniglio che subito prese Merida e la portò a fare un giro nella tana.
La tana cominciò a riempirsi di uova con le gambe.
<< Ehm.. quanto tempo abbiamo? >> chiese Jack osservando le uova.
<< Ok, questo è un po’ strano… >> disse Nord prendendo in mano un uovo.
<< No, amico, è adorabile! >> disse Calmoniglio.
L’elfo cadde nel fiume colorato dopo aver lanciato un uovo, e quando uscì si controllò la lingua e corse via saltellando contento.
Calmoniglio lo vide si portò una zampa sul muso e poi tornò da Merida.
<< Troppo natalizi, amico. Colorali di blu! >> disse Calmoniglio passando vicino a Phil che ormai aveva colorato due mucchi di uova di rosso. << Ci sarà la Pasqua in ogni continente, e porterò la speranza con me! >> disse Calmoniglio avvicinandosi a Merida. << Ehi, guarda lì! >> disse indicando un uovo che Merida corse a prendere. << Oh, ma è bellissimo! >> esclamò sorridendo. << Ora dobbiamo solo portare lui e i suoi amichetti in superficie e salveremo la Pasqua. >> disse accucciandosi.
Tutte le uova stavano correndo verso la superficie e Merida si distese in braccio a Calmoniglio.
<< Non male! >> disse Jack accucciandosi vicino a Calmoniglio.
<< Nemmeno tu sei poi così male… >> disse Calmoniglio e subito Jack sorrise.
<< Senti, mi dispiace, insomma, per la storia del canguro! >> disse Jack.
<< E’ per come cammino, non è vero? >> disse Calmoniglio ed entrambi risero. << Oh, guardate questa succhiapollici! >> disse indicando Merida.
<< Io la adoro. >> disse Dentolina. << E’ ora di portarla a casa. >> disse prendendola in braccio.
<< La porto a casa io! >> disse Jack alzandosi in piedi.
<< Jack, no! Pitch è-! >> disse Dentolina.
<< Non può fare nulla contro questo! >> disse mostrando il bastone.
<< E’ per questo che abbiamo bisogno di te qui! >> disse Nord.
<< Fidatevi! Sarò veloce come un coniglio! >>
Poco dopo grazie alle gallerie di Calmoniglio arrivarono all’orfanotrofio e Jack lasciò Merida sul letto. La bambina si era aggrappata saldamente al collo di Jack e, non appena lo Spirito riuscì a staccarsi, Merida cadde a terra.
<< Ops! >> disse Jack guardando Dente da Latte.
<< Merida? Sei tu? >> chiese Maggie.
Jack lanciò la coperta addosso a Merida e le lanciò il suo coniglietto di peluche.
<< Meglio tornare indietro… >> disse Jack uscendo dalla stanza.

<< Jack! >>

<< Questa voce… >>

<< Jack? >>

<< Io conosco questa voce! >>
Jack volò per tutta la città alla ricerca del luogo da cui proveniva quella voce fin quando non raggiunse un vecchio letto sotto al quale iniziava un tunnel.

<< Jack! Jack? >>

Jack distrusse le tavole del letto e scese nel tunnel.

<< Jack! >>

Dente da Latte cercò di fermare Jack tirandolo per il cappuccio.
<< Dente da Latte! Ferma! Devo capire cos’è. >> disse Jack.
Quando arrivò alla fine del tunnel vide tantissime gabbie in cui erano rinchiuse tutte le fatine di Dentolina.
<< Shh! >> sussurrò Jack. << Vi tirerò fuori appena- >>

<< Jack? >>

<< Posso… >> continuò Jack per poi lasciarsi cadere nel mucchio di scatole di dentini.
Jack cominciò a rovistare tra le scatole.
<< Stai cercando… qualcosa? >> chiese Pitch.
Jack si girò di scatto e congelò il punto da cui Pitch stava parlando.
<< Non essere spaventato, Jack. Non è da te! >> disse Pitch.
<< Non ho paura di te! >> disse Jack avvicinandosi lentamente.
<< Forse, ma hai paura di qualcosa! >>
<< La pensi così, eh? >>
<< Sì, è sempre stata la cosa che ho saputo meglio: le più grandi paure della gente. La tua è che nessuno crederà mai in te! >> detto questo Jack cade in un tunnel oscuro. <>
Subito dopo Jack si ritrovò con le spalle al muro.
<< E la risposta a tutto è qui dentro. Li vuoi, Jack? I tuoi ricordi… >> disse Pitch mostrando a Jack la scatoletta e corse via senza lasciargliela prendere.
<< Tutto ciò che hai sempre voluto sapere è dentro questa piccola scatola! >> disse Pitch. << Come se finito così? Invisibile, incapace di interagire con gli altri… E hai paura che gli altri Guardiani non ti accettino, ma stai tranquillo: non lo faranno! >>
<< Basta, basta! >> gridò Jack.
<< Ma dopotutto, tu non sei uno di loro! >> continuò Pitch mostrandosi davanti a Jack.
<< Tu non sai chi sono io! >> disse Jack puntandogli contro il bastone.
<< Certo che lo so: tu sei Jack Frost e porti il caos ovunque tu vada! >> disse lanciandogli la scatoletta. << Proprio come stai facendo ora… >>
<< Che cosa hai fatto? >> chiese Jack.
<< No, Jack, che cosa hai fatto TU! >> disse Pitch andandosene via ridendo.
Jack lo inseguì e, non appena tornò indietro vide che la strada si era chiusa con una delle porte che portavano alla tana di Calmoniglio.
<< Dente da Latte! >> gridò battendo sulla porta.
<< Buona Pasqua, Jack! >> disse Pitch in lontananza.
Jack si girò e vide a terra tutte le uova di Calmoniglio distrutte.
<< Oh, no! >> esclamò.
Nel frattempo al parco i bambini stavano cercando le uova per la “Caccia alle Uova”.
<< Quest’anno le ha nascoste veramente bene! E’ stato bravo! >> gridarono alcuni bambini.
<< Ehi ragazzi! Sono proprio qui. Certo, non sono le mie uova migliori, ma sono pur sempre uova! >> disse Calmoniglio.
<< Non ci posso credere… >> disse una bambina.
<< Lo so-! >> disse Calmoniglio.
<< Non esiste nessun Coniglietto di Pasqua… >> lo interruppe la bambina.
<< Cosa!? >> chiese Calmoniglio.
Il Guardiano si avvicinò ad un altro bambino, ma nemmeno questo lo vide e gli passò attraverso.
<< Non possono vedermi… >> disse accovacciandosi e stringendosi al petto il cesto delle uova. << Loro non credono più in me! >>
<< Jack! Dov’eri finito? >> chiese Nord arrivando alle spalle di Jack che nel frattempo era tornato in superficie. << Gli incubi ci hanno attaccati. Hanno distrutto tutte uova, tutto quanto! Nulla è arrivato in superficie! >> disse piantando a terra le due sciabole.
<< Jack! >> esclamò Dentolina avvicinandosi ai due. << Dove l’hai presa quella? >> chiese indicando la scatoletta. << Dov’è Dente da Latte? >>
<< Io… >> disse Jack.
<< Jack, che cosa hai fatto? >> disse Dentolina indietreggiando.
<< Quello è il motivo per cui non eri qui?! Tu eri con Pitch? >> chiese Nord alzando la voce.
<< No, cioè, ascoltatemi! Io non volevo questo, io- >> disse Jack.
<< Deve andarsene. >> lo interruppe Calmoniglio arrivandogli alle spalle. << non ci saremmo mai dovuti fidare di te! >> gridò Calmoniglio. << La Pasqua è un nuovo inizio, una nuova vita… La Pasqua è speranza, e ora se n’è andata… >>
Jack si girò verso gli altri due Guardiani e Nord tornò con lo sguardo sule sue spade, così Jack prese il centro della matrioska di Nord e la lanciò ai suoi piedi per poi volare in Antartide.
Non appena vi arrivò andò sull’orla di un precipizio per lanciare i suoi ricordi, ma non riuscì a lasciarli, così li rimise nella tasca della felpa.
<< Ti avevo detto che sarebbe successo. >> disse Pitch. << Nessuno di loro crede in te e  ho provato ad avvertirti, ma io capisco. >>
<< Tu non capisci niente! >> gridò Jack iniziando a combattere contro Pitch.
<< Io so cosa vuol dire essere rifiutati! >> gridò Pitch.
In quella Jack volò in aria per attaccare Pitch, am quest’ultimo si riparò con uno scudo di sabbia.
<< Nessuno a creduto in me per tanto tempo… >> disse Pitch mentre Jack gli puntava il bastone. << O avere una famiglia… >> disse. << In tutti questi anni nell’ombra ho sempre pensato che nessuno potesse capirmi, ma mi sbagliavo! >> disse indicando Jack che abbassò il bastone. << Non devi essere solo, Jack. Io credo in te e anche i bambini lo faranno! >>
<< In me? >> chiese Jack.
<< Sì! Guarda che cosa possiamo fare insieme! >> disse facendolo girare per guardare ciò che avevano fatto combattendo. << Niente si sposa meglio del freddo dell’oscurità! Noi possiamo farli credere in noi, noi gli daremo un mondo in cui tutto, tutto è-! >>
<< Pitch Black? >> lo interruppe Jack.
<< E Jack Frost! >> continuò Pitch. << Crederanno in entrambi! >>
<< No, avranno paura di entrambi! >> sottolineò Jack. << E per l’ultima volta: lasciami da solo! >> disse girandosi e andando via.
<< Molto bene. Vuoi essere lasciato da solo? Bene! Ma prima… >> disse Pitch tenendo in mano Dente da Latte.
<< Dente da Latte! >> gridò Jack avvicinandosi a Pitch e puntandogli addosso il bastone.
<< Il bastone, Jack! >> gridò Pitch. << Hai la brutta abitudine di interferire. Ora mettilo giù, e la lascerò andare. >>
Dente da Latte continuava a scuotere la testa.
Jack abbassò il bastone e, dopo averci pensato un po’, lo diede a Pitch.
<< Bene, ora lasciala andare! >> disse Jack allungando la mano.
<< Mmmh.. no! >> disse Pitch. << Hai detto che volevi rimanere da solo, quindi rimarrai da solo! >> gridò.
Dente da latte punse la mano di Pitch con il suo naso da colibrì e l’Uomo Nero la lanciò per il dolore.
<< No! >> gridò Jack.
In quella Pitch distrusse a metà il bastone di Jack e lanciò quest’ultimo in fondo ad un avvallamento per poi lanciargli i pezzi del bastone.
Quando Jack si svegliò vide Dente da Latte distesa in mezzo allo stretto avvallamento.
<< Dente da Latte! >> disse prendendola tra le mani e la piccola fatina starnutì. << Scusa, riesco solo a trasmetterti freddo… >> evidenziò Jack. << Pitch aveva ragione… >> disse sedendosi. << Porto il caos dovunque io vada… >>
La piccola fatina entrò nella tasca della felpa di Jack e questo vedendo che Dente da Latte cercava di andare al caldo si distese e cercò di riposare.

<< Jack! >>

Jack sobbalzò, guardò la tasca della felpa che si era illuminata e tirò fuori la scatoletta.

<< Jack? >>

Dente da Latte toccò la superficie della scatola incitando Jack a fare lo stesso.
Dopo un po’ di esitazione Jack toccò la scatola e venne trasportato nei suoi ricordi.
 
In mezzo ad un lago c’erano due ragazzi dai capelli marroni e occhi dello stesso colore che indossavano vestiti coloniali. Il ragazzo era scalzo perché aveva appena corso per arrivare vicino alla ragazza.
<< E’ tutto ok. E’ tutto ok! >> disse il ragazzo. << Non guardare giù, guarda, guarda me! >>
<< Jack, io ho paura! >> disse la ragazza mentre il ghiaccio sotto ai suoi piedi si stava spezzando.
<< Lo so, lo so! >> disse il ragazzo avanzando, ma appena fece un passo il ghiaccio cominciò a rompersi. << Ma andrà tutto bene! Non stai per cadere! Ti divertirai un mondo, invece! >> esclamò lui.
<< No, non è vero! >>
<< Ti mentirei mai? >>
<< Sì, tu dici sempre le bugie! >>
<< Beh, ma non, non questa volta. Promesso. Ti prometto che starai bene, tu starai bene! >> disse il ragazzo facendole un sorriso. << Devi credere in me! Ehi, vuoi fare un gioco? Giocheremo a campana, come facciamo ogni giorno! Aspetta, com’era? Ah, sì: uno… >> disse facendo un passo di lato facendo sorridere la ragazza. << Due… >> ne fece un altro. << Tre! >> disse abbassandosi e prendendo un bastone ad uncino vicino a lui. << Ora è il tuo turno: uno, due… tre! >> detto questo prese la ragazza con il bastone ed invertì le parti lanciandola verso la parte del lago più ghiacciata.
Entrambi sorrisero e, non appena il ragazzo allungò il braccio verso la bambina, sprofondò nel lago.
<< Jack! >> gridò la piccola.
Non appena cadde in acqua, dal buco che si creò sulla lastra di ghiaccio, il ragazzo vide la Luna e non appena la guardò i suoi occhi divennero azzurri come il cielo e i suoi capelli divennero bianchi come la neve.
 
<< L’hai visto? L’hai visto?  >> chiese Jack a Dente da Latte dopo essersi ripreso dai suoi ricordi.
La fatina scosse la testa.
<< Quello ero io! Avevo una famiglia, avevo una sorella: l’ho salvata! >> disse ridendo per poi guardare la Luna. << E’ per questo che mi hai scelto… io sono un Guardiano! >> disse sorridendo. << Dobbiamo uscire di qui! >> disse rivolto al colibrì.
Si avvicinò al suo bastone, prese le due metà, si concentrò e provò ad unirle ma niente. Ci riprovò una seconda volta e, nel punto in cui le due metà si univano, uscì una forte luce azzurra che aggiustò il bastone.
<< Oh, grazie Dente da Latte! Ti devo un favore! >> disse volando via verso il nascondiglio di Pitch. << Forza, andiamo! >> gridò alle fatine aprendo le gabbie. << Cosa c’è? Nessuna di voi riesce a volare? >>
Dente da Latte lo scosse facendogli guardare il Globo nero che Pitch teneva nel suo nascondiglio.
<< Le luci… >> disse Jack avvicinandosi lentamente.


 
ANGOLO AUTRICE:
 
Rieccomi :D
Vorrei ringraziare tantissimo:

Frost__confined life
yuki_kaggy

per la loro pazienza :)
 
Jack: Ehi! Ma c’è fiocco di neve! <3 *indica recensore*
Io: Sì. *sorride*
Jack: E c’è anche un mio sosia? *indica l’altro recensore*
Io: Gli piaci molto!
Jack: Davvero? Wow! *si illumina*
Io: Ehi, tu! *guarda Jack*
*Jack scappa*
Io: Fermo lì! *lo prende per il cappuccio*
Jack: Che ho fatto stavolta?
Io: Devi spiegarmi due cose. Uno: come diavolo hai fatto a prendere in braccio Merida se nemmeno crede in te?!
Jack: Oh, beh, grazie per avermelo ricordato! *apre le braccia e si infila il cappuccio*
Io: Jack!
Jack: Forse perché sono strafigo?
Io: Non credo proprio che sia per quello… *abbassa lo sguardo arrabbiata*
Jack: Oh, ho capito! E per il fatto che- *Louise gli tappa la bocca*
Io: Sì, bravo! Racconta il finale della storia!
Jack: sei tu che me lo hai chiesto!
Io: Me ne ero dimenticata, scusa! *linguaccia*
Jack: 1 a 0 per Jack! *salta*
*Louise alza un sopracciglio*
Jack: Ok, ok. 1 a 1000000003 per Louise… *abbassa il viso sconfortato*
Io: Così va meglio! *sorride*
Io: Oh, devi ancora spiegarmi una cosa…
Jack: Che cosa fiocco di neve? *sorride e fa un occhiolino*
Io: Perché… Perché sei di nuovo in camera mia senza permesso? *grida tutto d’un fiato*
Jack: Ops! *corre*
Io: Oh, fai bene a scappare, Frost! *grida ma rimane sul letto a scrivere al pc*
 
Al prossimo capitolo: “Quando sembra che la magia non esista…
Louise98
 
Nord: Cosa? Cosa!? Finisci frase!
Calmoniglio: Nord, quello è il titolo del capitolo successivo… *fa “pat pat” sulla spalla di Nord*
Nord: Oh… *deluso*

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Capitolo 8
*** Quando sembra che la magia non esista... ***


Merida era salita su una scala e si era aggrappata ad una grondaia per prendere una delle uova di Calmoniglio. D’un tratto la rampa si ruppe e cadde a terra supina.
<< Una pallina da tennis? >> si chiese Merida.
La bambina si girò e si alzò.
<< Controlliamo ancora il parco! >> disse pulendosi il giacchetto.
<< Stai dicendo sul serio, Merida? >> chiese Cremina avvicinandosi.
<< Alla ricerca di cosa? >> disse Alexia.
<< Del Coniglietto di Pasqua? >> chiesero i gemelli in coro.
<< Ve l’ho detto, ragazzi! Io l’ho visto! >> disse Merida prendendo il suo cesto delle uova. << E’ molto più alto di quanto c’è scritto sui libri ed ha sempre con sé dei grandissimi boomerang! >> disse saltellando.
<< Sono ormai le sette, Merida… >> disse Cremina.
<< Cosa vi è successo, ragazzi? >> chiese Merida indietreggiando.
<< Era un sogno! >> disse James. << Dovresti essere felice di fare ancora sogni come quello e non- >>
<< E non incubi! >> continuò Oliver interrompendo il fratello.
<< Dimenticatene, Merida… >> disse Alexia lanciando la pallina da tennis nel cesto di Merida. << La Pasqua non è arrivata quest’anno… >>
Tutti i suoi amici si allontanarono.
<< Il Coniglietto di Pasqua è vero! >> gridò Merida. << Io lo so che è vero… >> sussurrò guardando il cesto vuoto.
Nel frattempo al Polo Nord il Globo si era riempito di sabbia nera scatenando un enorme tempesta.
<< Siete tutti liberi d’ora in avanti! >> gridò Pitch comparendo sopra al Globo. << Non dovete consegnare alcun regalo di Natale quest’anno e… mai più! >>
Phil, visti tutti i giocattoli che aveva ridipinto da blu a rossi, abbassò lo sguardo tristemente.
<< Ci sono ancora sei piccole luci. >> disse indicando le lucine sul Globo. << Sei preziosi bambini che credono con tutto il cuore nei Guardiani! Ma ora sono… cinque! >> disse calpestando una luce. << Quattro… Tre! >> disse saltando su altre due lucine. << Due! Uno! >> disse camminando su altre due lucine. << E… >> schioccò le dita. << Uno! >> disse arrabbiandosi.
Jack era ancora nel nascondiglio di Pitch e vide che sul Globo era rimasta una sola lucina. Andò a guardare a chi apparteneva saltando sul Globo.
<< Merida! >> gridò sorridendo.
La bambina era seduta sul letto davanti al suo coniglietto di peluche.
<< Ok, senti… >> disse Merida al suo peluche. << Tu ed io ci troviamo davanti ad una specie di bivio, perciò ecco che cosa faremo: se non è stato un sogno, se esisti davvero… >> disse avvicinandosi al peluche. << Allora devi darmene una prova. Ma adesso, subito! >> detto questo sul davanzale della finestra apparve Jack che rimase fermo ad osservare la scena. << Io ho creduto in te per tantissimo tempo, tipo per tutta la vita, ok? Quindi me lo devi adesso. Non ti sto chiedendo molto… >> disse prendendolo in braccio. << Solo un segno così lo so! >> disse sorridendo. << Va bene una cosa qualsiasi. Qualsiasi cosa… >> disse osservando gli occhi del peluche.
Lo guardò per qualche secondo per poi farlo scivolare giù dal letto.
<< Lo sapevo… >> disse portandosi le ginocchia al petto con il viso rivolto verso la testa del letto.
Jack vedendo la scena capì che era arrivato il momento di fare qualcosa. Non poteva lasciare che anche l’ultima luce si spegnesse.
Entrò in camera e, sapendo che Merida non poteva vederlo, decise di congelare i vetri per trasformarle in tavole da disegno.
Merida sentì il rumore del ghiaccio che si formava e si girò verso la finestra.
Jack disegnò un uovo di Pasqua e Merida sgranò gli occhi per poi posarli sul suo peluche. Subito dopo Jack disegnò un coniglietto e, grazie al suo potere, l’animaletto cominciò a muoversi e corse per tutta la stanza.
<< E’ vero… >> sussurrò Merida alzandosi in piedi sul letto.
Il coniglietto cominciò a correre intorno al letto di Merida mentre la bambina cercava di prenderlo finché non si ruppe e si trasformò in tanti piccoli fiocchi di neve.
<< Wow! Neve? >> si chiese Merida sedendosi sul letto.
Uno di quei fiocchi di neve le sfiorò il naso e i suoi occhi si illuminarono.
<< Jack Frost… >> sussurrò alzandosi in piedi.
<< Cosa?! >> mormorò Jack curioso.
<< Jack Frost! >> gridò Merida.
<< L’ha detto di nuovo! >> disse a bassa voce Jack facendo un passo indietro. << Ha detto… hai detto…? >>
Merida si girò verso la scrivania, vide che ai piedi del letto c’era un ragazzo e spalancò occhi e bocca.
<< Jack Frost! >> esclamò Merida.
<< Sì! Ma quello, quello sono io! >> disse Jack toccandosi il petto e il viso. << Jack Frost! Questo è il mio nome! >> gridò. << Tu hai detto il mio nome! >> disse avvicinandosi a Merida che aveva ancora la bocca spalancata. << Puoi sentirmi? >> chiese Jack.
Merida annuì senza chiudere la bocca.
<< Puoi vedermi? >> chiese ancora Jack.
Merida annuì sorridendo.
<< Lei può vedermi… Lei, lei può vedermi! >> gridò Jack facendo una capriola per aria finendo sulla scrivania.
<< Hai fatto arrivare la neve! >> disse Merida saltando.
<< Lo so! >> disse Jack sorridendo.
<< In camera mia! >> sottolineò Merida saltando e ridendo.
<< Lo so! >> esclamò Jack avvicinandosi al letto.
<< Sei vero? >> chiese Merida toccandogli il braccio.
<< Sì, lo sono! >> disse Jack prendendo Merida per le spalle. << Chi credi porti il freddo e tutte le giornate di neve? Oh, e ti ricordi quando sei andata sulla slitta l’altro giorno? >> chiese.
<< Sei stato tu? >>
<< Sono stato io! >> esclamò Jack.
<< Forte! >> disse Merida alzando le braccia. << E che mi dici del Coniglietto di Pasqua, di Babbo Natale, della Fata del D-? >>
<< Sono veri! Tutti noi siamo veri! >> disse Jack interrompendola mentre raccoglieva il peluche per darlo alla bambina.
<< Lo sapevo! >> disse abbracciando il coniglietto.
<< Merida? Con chi stai parlando? >> chiese Maggie da dietro alla porta.
<< Ehm… >> cominciò Merida per poi guardare Jack che le fece segno di proseguire. << Jack… Frost? >>
Maggie rise dolcemente.
<< Ok, torna a dormire però! >> disse per poi andarsene via.
Entrambi risero finché la finestra non si spalancò improvvisamente. Jack guardò Merida e andò a controllare fuori dalla finestra notando che il cielo era diventato improvvisamente più scuro.
Nel frattempo nel cortile dell’orfanotrofio era arrivata la slitta di Babbo Natale.
<< Nord, tutto bene? >> chiese Dentolina aiutando Nord ad alzarsi.
<< E’ ufficiale: miei poteri kaput! >> disse Nord alzandosi in piedi.
<< Jack! >> gridò Dentolina scendendo dalla slitta, ma non appena appoggiò i piedi a terra cadde tra le braccia di Jack.
<< Tutto bene? >> chiese dolcemente Jack.
<< S-sì! >> disse Dentolina staccandosi dal ragazzo.
<< Cosa fai qui? >> chiese Nord avvicinandosi.
<< Quello che fate voi! >> disse Jack rivolgendo lo sguardo a Merida che nel frattempo era uscita dall’edificio.
<< L’ultima luce. >> disse Nord.
<< Wow! >> disse Merida avvicinandosi a Nord e Dentolina mettendosi davanti a Jack. << Sapevo che non  era un sogno! >> disse guardando Jack.
<< Jack, lei ti vede! >> disse Nord.
Jack diede una piccola botta con il bastone sulla spalla di Merida.
<< Ehi, aspettate: dov’è Calmoniglio? >> chiese Jack.
<< Perdere Pasqua ha tolto molto a tutti. Calmoniglio più di tutti! >> disse Nord mentre si avvicinava alla slitta dal quale uscì Calmoniglio in versione coniglio normale.
<< Oh, no… >> esclamò Jack tristemente mentre Merida rise.
<< E dov’è finito il Canguro Pasquale? >> disse Merida avvicinandosi a Calmoniglio.
<< Oh, finalmente qualcuno mi vede! Dov’eri un’ora fa, amica? >> chiese il coniglietto avvicinandosi al viso di Merida.
<< Ma cosa gli è successo? >> chiese Merida. << Prima era forte, grande... e ora è piccolo e tenero! >> disse accarezzando Calmoniglio che cominciò a battere la zampa a terra per la felicità.
<< No, aspetta. >> disse Calmoniglio staccandosi da Merida per avvicinarsi a Jack. << Le hai detto tu di dirlo? Avanti, fatti sotto! Solo tu ed io! >> esclamò tirando dei piccoli pugnetti sugli stinchi di Jack.
<< No, lui mi ha detto che tu esistevi veramente quando io avevo smesso di credere in te! >> disse Merida avvicinandosi al coniglietto.
<< Lui ti ha fatto credere… in me? >> chiese Calmoniglio quasi commosso guardando Jack che sorrise.
D’un tratto un tuono interruppe quel silenzio che si era creato e apparve Pitch su una nuvola di incubi.
 
 
 
ANGOLO AUTRICE:
 
Rieccomi :D
Scusatemi per il capitolo così corto, ma pensate positivo: tra poco finisce la parte del film ed inizia la parte “made by Louise” :)
 
Jack: Finalmente…
Io: E tu cha hai? *sguardo omicida*
Jack: Pensavo che finalmente potremo vedere la parte “made by Louise”.
Io: Smettila di pensare… è pericoloso per la tua salute!
Jack: Molto divertente… *sorriso sarcastico*
*Louise fa una linguaccia e Jack ricambia*
 
Al prossimo capitolo: “Lo scontro decisivo
Louise98
 
P.S.: Ringraziate Frost__confined life per le scenette demenziali alla fine di ogni capitolo :D

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Capitolo 9
*** Lo scontro decisivo ***


<< Portate Merida via di qui! >> disse Jack volando verso Pitch.
<< Attento Jack! >> disse Nord.
<< Jack Frost?! Facciamola finita! >> gridò Pitch scagliandosi verso Jack.
Lo spirito puntò il suo bastone verso il nemico e cominciò a lanciare scintille azzurre.
<< Questo trucco non funziona su di me. >> disse Pitch ridendo. << Non più! >> gridò facendo precipitare Jack in un vicolo nel quale stavano arrivando gli altri Guardiani assieme a Merida.
<< Jack! >> gridò Merida avvicinandosi allo Spirito.
<< Bella prova, Jack! Una A per buona volontà! >> disse Nord dando a Jack un colpetto sulla spalla.
<< E’ più forte, non posso batterlo… >> disse Jack alzandosi.
In quella ci fu un tuono e subito dopo arrivò l’ombra di Pitch.
<< Tutta questa confusione per una bambina che ancora si ostina a credere nei Guardiani. >> disse ridendo. << Molto bene! Dopotutto ci sono altri modi per spegnere una luce… >> disse distruggendo le lampadine dei lampioni.
<< Se la vuoi dovrai passare sul mio corpo! >> disse Calmoniglio avanzando.
<< Guarda come sei morbido. Vuoi i grattini dietro alle orecchie? >> chiese Pitch avvicinandosi.
<< Non ci pensare nemmeno! >> disse Calmoniglio saltando in braccio a Nord.
<< Non sapete quanto mi renda felice vedervi tutti in queste condizioni. >> disse avvicinandosi in sella ai suoi incubi. << Avete un aspetto orrendo! >> detto questo le ombre dei suoi incubi e la sua si protesero in avanti fino ad arrivare ai piedi dei Guardiani.
<< Jack, io ho paura! >> disse Merida.
Jack si abbassò e mise una mano sulla spalla di Merida.
<< Jack, io ho paura! >>
<< Lo so, lo so! Ma andrà tutto bene! >>
 
<< Ci divertiremo un mondo, invece! >> sussurrò Jack. << Ma certo! Questo è il mio centro! >> disse emozionato.
Merida sembrava confusa.
<< Che mi dici, Merida? >> chiese Pitch avvicinandosi. << Tu credi nell’Uomo Ner-! >>
Pitch venne interrotto da una palla di neve di Jack che gli arrivò in pieno volto e tutti cominciarono a ridere.
<< Andiamo a chiamare i tuoi amici! >> disse Jack indicando uno slittino e delle pentole.
Tutti e sei cominciarono a correre per la città sullo slittino andando a chiamare gli amici di Merida all’orfanotrofio lanciando palle di neve sulle finestre.
<< Merida, avevi ragione! >> gridò Alexia dallo slittino.
<< Sono tutti veri! >> gridarono insieme i gemelli.
Si fermarono tutti nel centro della città dove incontrarono Pitch e tutti i suoi incubi.
<< Pensate che una manciata di bambini posa competere con questo? >> chiese indicando la marea di incubi alle sue spalle.
<< Sono solo dei brutti sogni, Merida. >> disse Jack.
<< Vi proteggeremo noi! >> disse Calmoniglio.
<< Oh, voi proteggerete loro! >> disse Pitch ridendo. << E chi proteggerà voi? >>
<< Lo farò io! >> disse Merida mettendosi tra Pitch e i Guardiani.
<< Anche io! >> disse James..
<< Io pure! >> disse Alexia.
<< Ci sono anch’io! >> disse Cremina.
<< Beh, io ci proverò… >> disse Oliver.
<< Pensate ancora che cose come l’Uomo Nero non esistano? >> chiese Pitch facendo avanzare i suoi incubi.
<< Io credo che tu esista, ma no ho paura di te! >> disse Merida.
Gli incubi presero una grande rincorsa e si scagliarono su Merida e, non appena la toccarono, si trasformarono in sabbia dorata.
<< Sì, la Fata del Dentino! >> gridarono i bambini mentre Dentolina riprendeva possesso dei suoi poteri.
<< Oh, sì! >> gridò Oliver mentre osservava Nord che riprendeva il suo colore originale.
<< Prendeteli! >> gridò Pitch. << Fate il vostro dovere! >> gridò agli incubi.
<< Andiamo! >> disse Calmoniglio mentre aspettava di recuperare la sua forma. << Cavolo! >> esclamò notando che degli incubi lo stavano seguendo. << Sono solo un coniglietto! >> gridò nascondendosi sotto ad una macchina.
Un incubo lo prese per la coda e lo tirò fuori.
<< ‘Giorno amico! >> disse Calmoniglio dopo aver recuperato le sue sembianze calciandolo via.
Nord prese le se sfere di neve e fece arrivare dal Polo tutti i suoi Yeti e Calmoniglio fece lo stesso con le sue uova giganti.
<< Non posso crederci! >> gridarono i gemelli.
Nel frattempo Jack combatteva con Pitch su di un tetto.
<< Oh oh oh! >> disse Calmoniglio sbucando sul tetto passando dal camino.
Nord fece lo stesso, ma uscì dal camino sbagliato.
<< Oh, tetto sbagliato! >> disse per poi lanciarsi contro Pitch per farlo scendere da cavallo.
Si ritrovarono tutti in mezzo alla strada.
<< Ehi, guardate qui! >> disse Merida toccando la sabbia dorata.
<< Ho capito… seguitemi! >> disse James.
<< E’ finita Pitch. Non puoi più nasconderti! >> disse Jack dopo aver messo Pitch con le spalle al muro.
Subito Pitch sparì e riapparve alle spalle di Jack con in mano la sua falce di sabbia nera.
<< Jack, attento! >> gridò Calmoniglio.
In quella una frusta di sabbia dorata bloccò il braccio di Pitch e lo trascinò qualche metro più indietro, vicino ad un bozzolo di sabbia d’oro.
Da quella sabbia riapparve Sandy che diede una bella lezione a Pitch lanciandolo lontano.
<< Sandman! >> gridò Merida.
<< Vederti è un balsamo per gli occhi, amico! >> disse Calmoniglio avvicinandosi.
Sandy salì sulla sua nuvola dorata e lanciò i suoi sogni in tutto il mondo e di conseguenza tutte le luci si riaccesero.
Non appena Merida toccò la sabbia, si materializzarono tanti piccoli pesciolini. D’un tratto una palla di neve la colpì alla schiena e vide Jack che sorrideva, così decise di cominciare una battaglia di neve con i suoi amici e i Guardiani.
<< Il tuo centro? >> chiese Nord indicando i bambini che giocavano assieme agli altri Guardiani.
<< Mi ci è voluto un po’, ma finalmente ho capito! >> rispose Jack.
Nord lanciò a Jack il centro di una matrioska che rappresentava lo Spirito dell’Inverno con il suo bastone e quest’ultimo sorrise.
All’improvviso, mentre Nord rideva, una palla di neve lo centro in piena nuca e, non appena si girò, James ed Oliver indicarono un piccolo elfo che era tra loro.
<< Oh, siete tutti su lista cattivi! >> disse Nord prendendo della neve. << Prendi questo, Calmoniglio! >> gridò lanciandogli la palla.
<< Come osate divertirvi in mia presenza? >> gridò Pitch. << Io sono l’Uomo Nero e voi dovete avere paura di me! >> detto questo corse verso Merida, ma non ottenne l’effetto desiderato, infatti la bambina gli passò attraverso.
Pitch corse a più non posso fino al lago in cui Jack nacque la seconda volta dove incontrò i Guardiani.
<< Lasci la festa così presto? >> chiese Nord.
<< E senza nemmeno salutare… >> disse Dentolina lanciandogli una moneta.
<< Una moneta? >> chiese Pitch.
Subito Dentolina gli tirò un pugno in pieno viso facendogli cadere un dente.
<< E questo è per le mie fatine! >> disse toccandosi la mano.
<< Non potete liberarvi di me. >> disse Pitch alzandosi. << Non per sempre. Ci sarà sempre la paura. >>
<< E con questo? >> chiese Nord. << Finché anche solo un bambino crederà noi saremo qui per combattere paura. >>
<< Davvero? >> chiese Pitch. << E allora cosa ci fanno loro qui? >> chiese indicando i suoi incubi.
<< Non possono essere miei incubi, io non ho paura. >> disse Nord ridendo.
<< E’ come se sentissero la tua di paura… >> disse Jack avvicinandosi a Pitch.
Pitch cominciò a correre e i suoi incubi lo circondarono portandolo nel suo nascondiglio distruggendo il letto e chiudendo il buco.
Non appena sparì le nuvole in cielo sparirono facendo così comparire la Luna che riusciva ad illuminare il paesaggio come se fosse stata mattina.
<< Sei pronto, Jack? >> chiese Nord. << Giusto per renderlo ufficiale. >>
Un elfo prese la trombetta e la batté due volte sul palmo della mano con fare minaccioso.
<< E’ tempo di fare giuramento. >> disse Nord prendendo il suo libro. << Giuri tu, Jack Frost, di proteggere i bambini di tutto il mondo, di difendere a costo della tua vita loro, le loro speranze, desideri e sogni perché loro sono tutto ciò che abbiamo, che siamo e che saremo per sempre? >>
Jack si girò e guardò Merida che gli sorrise.
<< Lo giuro. >> disse Jack.
<< Allora… Congratulazioni, Jack Frost, perché adesso sei e sarai per sempre: un Guardiano! >> gridò chiudendo il libro.
Nord prese Jack per le spalle e lo baciò sulle guance e un elfo fece lo stesso con un suo simile prendendosi un pugno in faccia.
<< Un po’ di contegno, ragazze! >> disse Dentolina alle sue otto fatine che avevano creato un cuore.
Tutti i bambini cominciarono a saltare di gioia finché non arrivò la slitta di Nord.
<< Ehi, ragazzi, guardate! >> gridò Cremina indicando la slitta.
<< Avete visto? >> chiese incredula Alexia.
<< Wow! >> esclamò Merida.
<< Tutti amano la slitta! >> disse Calmoniglio.
<< Ora di andare. >> disse Nord mettendo una mano sulla spalla di Jack.
Sandy afferrò il concetto e creò dei fuochi d’artificio con la sabbia che, una volta scoppiati, si trasformavano in fiocchi di neve dorati.
<< Buona Pasqua, piccola succhiapollici. >> disse Calmoniglio rivolto a Merida. << Mi mancherai. >>
<< Ve ne andate? >> chiese Merida rivolta verso Jack dopo aver salutato il Coniglietto di Pasqua. << E se Pitch dovesse tornare? E se smettessimo di credere in voi? Se non posso più vederti io- >>
<< Ehi, vacci piano! >> esclamò Jack interrompendola e poggiandole una mano sulla spalla per poi abbassarsi. << Vuoi dirmi che smetti di credere nella Luna quando sorge il sole? >>
<< No… >> rispose Merida abbassando lo sguardo.
<< Ok. Uhm… Smetti di credere nel Sole quando le nuvole lo coprono? >> chiese ancora Jack.
<< No… >> rispose Merida sorridendo.
<< Noi ci saremo sempre, Merida. Infatti ora siamo qui. >> disse portandosi una mano al petto. << E questo rende anche te un Guardiano. >> disse sorridendo per poi dirigersi verso la slitta.
<< Jack! >> gridò Merida facendo girare Jack per poi corrergli incontro ed abbracciarlo.
Jack sorrise e ricambiò l’abbraccio.
Subito dopo i cinque Guardiani salirono sulla slitta e salutarono i bambini che pian piano si accasciavano a terra esausti mentre salutavano a loro volta i Guardiani.
Nel frattempo gli Yeti, gli elfi e le fatine di Dentolina riportarono i bambini nelle proprie stanze.
Passarono tre anni dalla sconfitta di Pitch.
<< Sveglia Merida! E’ ora di alzarsi. >> disse Maggie.
Merida mugugnò nascondendosi sotto le coperte.
<< Non fare storie. >> disse Maggie sorridendo.
Merida si alzò di colpo con gli occhi sgranati e cominciò a parlare a raffica.
<< Ti ho mai detto di aver incontrato le cinque Leggende? Prima in realtà erano quattro, ma grazie a me e agli altri ragazzi dell’orfanotrofio ora ce n’è una in più! E ti ricordi che per un periodo non hai fatto altro che fare incubi? Scommetto che questa notte hai fatto un bel sogno, non è così? Infatti ho salvato il mondo dalla paura sconfiggendo l’Uomo Nero e facendo ritornare l’Omino del Sonno. Sono contentissima! E poi Jack Frost ha detto che ci sarà sempre per noi quando ci sarà bisogno. E poi mi ha detto che sono anche io un Guardiano! Sai che nessuno di loro assomiglia a come sono stati disegnati nel mio libro? E poi- >>
<< Ehi, calmati! >> le disse Maggie sedendosi sul letto interrompendola. << E’ stato solo un sogno. >>
<< No, non è vero! Sono sicura che è successo! >> esclamò Merida alzandosi in piedi.
<< Sì, ne sono sicura… >> disse Maggie sorridendo per poi prendere la mano di Merida facendola scendere dal letto.
<< Tu non mi credi vero? >> chiese Merida abbassando lo sguardo.
<< Certo che ti credo. >>
<< Allora perché hai detto che era solo un sogno? Non credi che io abbia salvato il mondo? >> disse rialzando lo sguardo.
<< Ne sono sicura, solo che forse è un po’ esagerata come definizione… >>
<< Tu non mi credi, lo sapevo! >> disse Merida staccandosi dalla presa di Maggie per salire sul letto.
Maggie diventò rossa per la rabbia, non le piaceva parlare in quel modo.
<< Smettila di fantasticare! E’ una cosa impossibile che una bambina di sei anni sia riuscita a salvare il mondo! >> gridò Maggie.
Merida indietreggiò e si portò una mano sul petto.
<< Io… ecco… >> balbettò Maggie. << M-mi dispiace… >>
<< Tu non sai cosa vuol dire vivere sei anni in un orfanotrofio sperando che qualcuno bussi a quella porta dicendoti che sei la figlia perfetta per loro! Passare sei anni qui dentro è come averne passati venti fuori di qui! >> gridò Merida per poi correre fuori in giardino dove la neve copriva ogni cosa.
<< Merida… >> sussurrò Maggie.
<< Perché non mi crede? >> disse Merida sedendosi su una panchina. << E’ la prima volta che racconto a qualcuno quello che è successo quella notte, non ne ho mai parlato nemmeno con i gemelli, Alexia e Cremina… >> disse per poi portarsi le gambe al petto e appoggiando la testa sulle ginocchia.
<< Perché sei così triste? >> chiese un ragazzo.
Merida alzò lo sguardo e sorrise.
<< Jack! >> gridò sedendosi.
<< Sei cresciuta parecchio, vedo… >> disse Jack appoggiandosi al suo bastone.
<< Tu invece non sei cambiato per niente! >> disse Merida sorridendo.
 


ANGOLO AUTRICE:
 
Eccomi! :)
Scusatemi infinitamente per questo enorme ritardo, ma ero andata ad un ritiro sportivo e non avevo la possibilità di aggiornare nulla… :(
Per farmi perdonare oggi inserirò due capitoli, così recupero il tempo perso :D
 
Jack: Finalmente hai aggiornato!
Io: Non è colpa mia se sono dovuto andare via…
Jack: Cooooomunque… Sandy! Che entrata fenomenale! *da un colpo sulla spalla di Sandy*
*Sandy sorride*
Dentolina: Ben tornato, Sandy!
Nord: Biscotti per tutti!
*Un elfo entra in camera con un vassoio di biscotti*
Nord: Hai dimenticato latte!
*L’elfo corre a prendere il latte*
Io: Va beh… vado a pranzare con latte e biscotti e torno per aggiornare…
Jack: Arrenditi ai biscotti! Loro sonno più potenti di te! *mette un biscotto davanti alla faccia di Louise*
Io: Jack, non fare l’idiota! *prende il biscotto e lo mangia*
Jack: Come hai potuto! D:
Io: Era un biscotto, no? *mangia*
Jack: Ma era il MIO biscotto… *triste*
Io: Beh, vorrà dire che ti darò uno dei miei biscotti, va bene, Frost?
Jack: Sì! *linguaccia*
Jack: Però potresti chiamarmi Jack? Quando mi chiami “Frost” sembra che tu sia arrabbiata…
*Louise arrossisce*
Io: J-Jack… *abbassa lo sguardo*
Jack: Ma che espressione carina abbiamo qui… *indica Louise*
Io: Oh, piantala, stupido spaccone!
Calmoniglio: Vai così! *salta di gioia*
Jack: Ma tu appari sempre e solo quando Louise cita una delle tue frasi?
Calmoniglio: No, anche quando ci sono i Pop-Corn!
Jack: Oh, i Pop-Corn… *si gira verso Louise*
Jack: Comunque non abbiamo finito noi due! *sussurra nell’orecchio di Louise*
*Louise arrossisce*
Io: Non dire così! Qualcuno potrebbe fraintendere! >/////////<
Jack: E con questo? *sorride malizioso*
 
Alla prossima! :D
 
Jack: Ehi! Io stavo ancora parlando!
Io: No, non è vero! *mente spudoratamente*
*Jack fa una linguaccia e Louise ricambia*
 
Al prossimo capitolo: “Il regalo di Nord
Louise98

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Capitolo 10
*** Il regalo di Nord ***


Era la notte del 24 dicembre.
<< Merida, non vai a dormire? Babbo Natale non verrà se rimani alzata. >> disse Maggie un po’ addormentata.
<< Un secondo, voglio solo finire la lettera! >> disse Merida senza togliere lo sguardo dal foglio.
<< Eh va bene, ma fai veloce! >>
<< D’accordo! La metto nella busta, la porto giù e torno a dormire! >> disse mostrando la busta vuota.
<< ‘Notte! >> disse Maggie salutando con la mano.
<< ‘Notte, Maggie! >>
Merida appoggiò la penna sul tavolo, mise la lettera nella busta, riprese la penna e sul retro scrisse “Per Babbo Natale”.
Scese silenziosamente le scale e mise la lettera insieme alle altre sotto l’albero.
<< Sì! >> disse saltando per poi tornare in camera sua.
Poco dopo dal camino scese Nord.
<< Oh, biscotti! >> disse prendendone e mangiandone uno. << Mmmh, deliziosi! >>
Si mise a leggere tutte le lettere scrivendo su un taccuino tutti i regali che i bambini avevano chiesto.
Lasciò per ultima la lettera di Merida e, non appena arrivò il suo turno, si sedette e la lesse.
 
“Caro Babbo Natale,
ti ricordi ancora di me? Spero di sì, perché io non mi dimenticherò mai di te e degli altri Guardiani. Avete reso la mia vita all’orfanotrofio molto più felice di quanto non lo fosse già.
Avrei voluto stare sveglia ad aspettarti, ma avevo paura che se avessi visto che ero sveglia, non saresti venuto e quindi nessuno dei miei amici avrebbe ricevuto il proprio regalo, e poi Maggie (dovresti conoscerla, è l’aiutante della direttrice) non me lo avrebbe lasciato fare…
Non voglio trattenerti oltre, visto che sicuramente avrai ancora un sacco di regali da consegnare. Quindi, passiamo sodi al dritto: quest’anno vorrei chiederti se potessi aiutarmi a trovare una famiglia che mi voglia veramente bene. Tutto qui. Nessun giocattolo.
A presto,
Merida Foster”
 
Gli occhi di Nord diventarono lucidi.
Sapeva di non poter donare a Merida una famiglia, era una cosa impossibile.
Si ricordò della lettera che Merida gli scrisse l’anno precedente.
 
“Caro Babbo Natale,
quest’anno non voglio nessun giocattolo. Vorrei solamente che salutassi gli altri Guardiani da parte mia. Vi voglio bene!
Merida
 P.S.: Puoi dire a Jack che ha un po’ esagerato con la neve quest’anno? Grazie mille!
Oh, è visto che sicuramente si sentirà offeso, digli che adoro la sua felpa!”
 
<< Idea! >> sussurrò alzando l’indice.
Riprese il suo taccuino e ci scrisse subito “Merida: felpa”.
Uscì, finì il giro del mondo per raccogliere i desideri dei bambini e tornò al Polo dove diede il taccuino a Phil e Dave, i suoi Yeti migliori.
Phil lesse velocemente la lettera fino a che non arrivò a Merida. La indicò e cominciò a farfugliare.
<< Di quella mi occupo io! >> disse Nord andando nel suo ufficio dove trovò Jack seduto sulla sua scrivania.
<< Ops! >> disse Jack scendendo dal tavolo.
<< Cercavo proprio te! >> disse Nord avvicinandosi.
<< Davvero? Oh, giusto, hai finito il giro delle letterine… >> disse Jack appoggiandosi al suo bastone. << Aspetta, non dirmelo: ho fatto nevicare troppo anche quest’anno? >> chiese riferendosi alla letterina di Merida dell’anno precedente.
<< Non proprio… >> disse Nord osservando attentamente la felpa di Jack ridisegnandola su un altro taccuino.
<< Wow! E di cosa si tratta? >> chiese avvicinandosi a Nord osservando il taccuino. << La mia felpa? Vuole quella per caso? >> chiese dolcemente Jack tirando il tessuto della felpa all’altezza dell’addome.
<< Non esattamente… >> disse Nord continuando a disegnare.
<< Come sarebbe a dire “non esattamente”? >> chiese Jack sempre più confuso. << Che cosa ha chiesto di preciso? >>
Ci fu un grande silenzio.
<< Non ha chiesto nulla un’altra volta? >> chiese Jack.
<< Ha chiesto una famiglia. >> disse Nord dopo aver finito il disegno della felpa.
Jack sbarrò gli occhi e fece un passo avanti.
<< Una f-famiglia? >> chiese nuovamente Jack.
<< Già… In precedente lettera ha detto che adorava tua felpa, così avevo pensato di regalargliene una simile.
<< Ma la mia felpa è ghiacciata. >> affermò Jack toccandosi le maniche. << Se ne facessi una uguale si scongelerebbe oppure peggio: congelerebbe Merida! >> sottolineò.
<< Ne faremo una simile disse prendendo i colori. << Qualche idea? >> chiese Nord agitando il vasetto di colori.
<< Beh, se non sbaglio, il suo colore preferito è il rosso… >> disse Jack sfregandosi il mento.
Nord annuì.
<< Però così è un po’ monotona… >> disse Jack. << Ho un’idea: le piace la mia felpa, giusto? La mia è blu con delle sfumature verso il bianco su maniche, cappuccio, spalle e tasca, giusto? >> disse spalancando le braccia.
Nord osservò Jack e poi annuì.
<< Bene, allora perché non la facciamo di un arancione scuro che sfuma verso il rosso allo stesso modo? >> chiese Jack emozionato.
Nord prese i colori e colorò la felpa come aveva detto Jack. Non appena finì alzò il taccuino.
<< Perfetto! >> dissero in coro.
<< Vado a prepararla. Non fare casini in mio ufficio! >> disse Nord chiudendosi la porta alle spalle.
<< Stai tranquillo! >> detto questo Jack spalancò le braccia urtando una piccola scultura di ghiaccio a forma di locomotiva.
Nord spalancò nuovamente la porta e sgranò gli occhi vedendo Jack con le braccia aperte e la sua locomotiva in frantumi.
<< Ops! >> disse Jack guardando la faccia di Nord.
Nord fece a Jack segno di uscire, e non appena il Guardiano gli fu vicino gli tirò una pacca sulla spalla.
<< Fortuna che era venuta male! >> disse facendogli l’occhiolino.
Jack sorrise sollevato.
<< Vuoi aiutarmi a consegnare regali? >> chiese Nord.
<< Certo! >> rispose Jack.
<< Ok. Finisco felpa e partiamo. Aspettami a slitta! >>
Mezz’ora dopo Jack e Nord si ritrovarono sul tetto dell’orfanotrofio.
Scesero giù per il camino e cominciarono a disporre i regali sotto l’albero con i nomi dei bambini scritti sopra.
<< Questo è ultimo! >> disse Nord attaccando un bigliettino ad un pacchetto giallo. Prese poi la sua penna e ci scrisse sopra “Merida”.
<< Fatto! >> disse Jack.
<< Ora finiamo giro di mondo! >> disse Nord avvicinandosi al camino.
La notte passò e i bambini all’orfanotrofio svegliarono presto.
<< Che bello! E’ proprio quello che volevo! >> gridava qualche bambino aprendo il pacchetto.
Merida non era andata in sala insieme agli altri bambini, ma rimase in attesa davanti alla porta d’ingresso il suo regalo.
Mezz’ora dopo tutti i bambini erano usciti a giocare con i giocattoli nuovi, mentre Merida rimase immobile davanti alla porta.
<< Ehi, Merida! >> gridò Maggie. << Che cosa stai aspettando? Non vai ad aprire il tuo regalo? >> chiese indicandole la sala.
Merida abbassò lo sguardo, ma poi sorrise.
<< Era impossibile… >> sussurrò la bambina stringendo i pugni.
<< Cosa c’è? >> chiese Maggie preoccupata.
<< Niente… >> disse Merida alzando la testa. << Andiamo! >> esclamò sorridendo e correndo verso la sala.
Non appena arrivò vicino all’albero Merida prese l’ultimo pacchetto, lo guardò, lesse il biglietto per controllare che fosse veramente suo e lo aprì.
Dopo averlo aperto rimase immobile. Non voleva vedere quello che aveva ricevuto, non le interessava. Fissò la carta regalo strappata per un po’finché Maggie non le diede un colpetto.
<< Avanti, Merida! Toglilo dalla carta! >> la incitò.
Merida sospirò, ma poi prese con entrambe le mani il regalo e lo alzò.
<< Wow! >> esclamò Maggie. << Che bella felpa! >>
Il viso di Merida si illuminò. Era veramente stupenda.
<< Che ne dici, andiamo a provarla? >> chiese Maggie alzandosi in piedi.
Merida annuì.
Corsero entrambe verso la camera di Merida.
<< Ok, ti aspetto fuori! Fai in fretta però! >> esclamò Maggie.
La piccola annuì nuovamente per poi chiudersi la porta alle spalle.
Si tolse la maglia che aveva, si mise la felpa e andò a specchiarsi.
<< Wow! >> disse sgranando gli occhi.
Soddisfatta mise le mani nella tasca e sentì che c’era qualcosa dentro. Tirò fuori le mani e vide che quel “qualcosa” era una lettera.
Si sedette sul letto, la aprì e cominciò a leggere.
 
“Ciao Merida,
mi dispiace tantissimo per tuo regalo, ma era cosa che non potevo fare. Tutto ciò che posso regalare a bambini è giocattoli, non famiglie…
Spero almeno che felpa alla “Jack Frost” sia di tuo gradimento.
Ora vado a consegnare ultimi regali.
A presto,
Nord
 
 
 
e Jack”
 
Una piccola lacrima rigò le guance di Merida, ma non appena se ne accorse, le asciugò con il dorso della mano.
Poco dopo sorrise, notando che anche Jack aveva firmato la lettera.
Subito si alzò dal letto, andò vicino al tavolo e prese il suo libro. Lo aprì e in fondo vi mise la lettera.
<< Merida? Posso entrare? >> chiese Maggie.
<< Uhm, un secondo solo! >> rispose Merida mettendo via il libro. << Fatto! Entra pure! >> disse avvicinandosi al letto.
Maggie aprì la porta e si avvicinò.
<< Wow! Ti sta veramente bene! >> disse mettendogli le mani sulle spalle. << Ti va di andare a giocare fuori? Così inauguriamo la tua nuova felpa con una battaglia a palle di neve, che ne dici? >> chiese Maggie alzandosi.
Merida annuì.
<< Perfetto. Allora ti aspetto da basso! Mi raccomando, mettiti i guanti e la sciarpa se non vuoi che Jack Frost ti morda il naso! >> disse uscendo dalla stanza.
Non appena Maggie se ne andò, la finestra della camera si spalancò.
<< Chi sei? >> chiese Merida girandosi di scatto e iniziando a balbettare. << Jack, sei tu? >> chiese sentendo il freddo che entrava dalla finestra.
<< Fortunatamente no! >> rispose una figura che entrò nella camera.
<< Pitch! Che cosa vuoi? Vattene via! >> disse indietreggiando.
<< Non prima di aver compiuto la mia vendetta. >> disse con un sorriso maligno stampato sul viso.
<< Che cosa intendi dire? >> chiese Merida spaventata.
<< Tu hai permesso ai Guardiani di risorgere, tu eri l’ultima luce. Come dissi quel giorno: ci sono tanti modi per spegnere una luce… >> disse rompendo la lampadina della camera.
<< Cos-? >> cominciò Merida per poi cominciare ad urlare.
<< Non urlare, qualcuno potrebbe sentirti! >> disse Pitch mettendole una mano davanti alla bocca.
Subito dopo uscirono ed andarono ai piedi di un vulcano.
Qualche minuto dopo Jack entrò nella camera di Merida.
<< Ehi, piccola, vieni a gioca-? >>
Non appena Jack mise piede in camera si accorse che Merida non c’era.
<< Merida? Merida! Dove se-? >> Jack si interruppe notando della sabbia nera al centro della stanza. << Pitch! >> esclamò Jack.
In quell’istante Maggie entrò in camera.
<< Merida? Ma quanto ci metti? >> disse dolcemente.
Maggie si avvicinò al letto di Merida, guardò fuori dalla finestra e cominciò a piangere.
<< Merida! >> gridò tra le lacrime. << Dove sei finita? >> chiese correndo per tutto l’edificio.
Jack vedendo questa scena capì che era arrivato il momento di lasciar perdere le palle di neve e di correre subito da Nord.
 


ANGOLO AUTRICE:
 
Come promesso… ecco il decimo capitolo (il primo completamente “made in Louise” dopo il film :)

Jack: Pitch! Che hai intenzione di fare questa volta?
Pitch: E io che ne so! Non sono io l’autore… *fissa Louise*
*Silenzio*
Nord: Biscotti sotto albero!
*Sandy si porta una mano sul viso*
Dentolina: Tutti quei biscotti ti faranno venire le carie, lo sai?
Nord: Non ti preoccupare, sono grande ormai!
Calmoniglio: Non sembrerebbe affatto…
*L’elfo arriva con il latte*
Nord: Latte! *ignora Calmoniglio*
Jack: Alla prossima avventura, fiocchi di neve! <3
Io: Sempre il solito… *facepalm*
 
Al prossimo capitolo: “La vendetta di Pitch
Louise98

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Capitolo 11
*** La vendetta di Pitch ***


<< Cosa? Sabbia nera? >> gridò Nord incredulo.
<< Esatto! Era al centro della stanza e la finestra era aperta! >> rispose Jack.
<< Dobbiamo trovarla! >> gridò Dentolina.
D’un tratto si sentì una risata malefica.
<< Come pensate di riuscire a trovarla? >> chiese questa nuova figura. << Il mondo è grande, i nascondigli sono tanti e la bambina è piccina… >> disse per tornare a ridere.
<< Pitch! >> gridò Calmoniglio. << Dove l’hai nascosta? >> chiese tirando fuori i suoi boomerang.
<< Nascosta? Io non l’ho nascosta. E’ in bella vista vicino al Monte Blast! >> disse Pitch indicando il luogo sul Globo.
<< Ma lì c’è… >> cominciò Dentolina.
<< Esatto! Finalmente compirò la mia vendetta! >> disse scomparendo.
I cinque Guardiani si guardarono per qualche secondo.
<< Tutti a Monte Blast! >> gridò Nord.
Dopo una decina di minuti arrivarono ad una ventina di metri dalla vetta del vulcano, anche chiamato “Monte Blast” poiché ancora attivo.
<< Merida! >> gridò Dentolina.
<< Vieni fuori, piccola succhiapollici! >> gridò Calmoniglio.
<< Urlate pure, tanto non vi sentirà! >> disse Pitch apparendo in cima al vulcano.
<< Pitch! >> urlò Jack.
<< Frost! >> rispose Pitch. << Tutto questo è causa tua, lo sai? >>
Jack sobbalzò e gli occhi gli diventarono lucidi.
<< Se tu quel giorno mi avessi ascoltato e fossi diventato un mio alleato, ora quella bambina impicciona sarebbe ancora qui con noi… >>
Il respiro di Jack si fece più veloce e i suoi occhi sempre più lucidi.
<< Che cosa le hai fatto, Pitch! >> gridò Jack andandogli incontro.
<< Io? Ancora nulla. Il bello arriverà tra poco! >> gridò scomparendo.
Jack stava ancora volando verso Pitch quando d’un tratto le forze lo abbandonarono a cadde a terra rovinosamente, subito soccorso da Dentolina e Sandy, mentre Nord e Calmoniglio si preparavano ad un qualsiasi attacco a sorpresa.
<< Cosa c’è? >> chiese ironicamente Pitch riapparendo alle spalle dei Guardiani. << Fa troppo caldo qui, Frost? >> chiese per poi tornare a ridere.
<< Maledetto! >> sussurrò Jack mentre cercava di rialzarsi.
<< Voglio proprio vedere come farete a salvarvi questa volta, miei cari Guardiani! >> disse Pitch tornando sulla vetta.
Vicino a lui apparve una piccola figura ansimante e con le lacrime agli occhi.
Non appena Pitch se ne accorse fece un passo indietro.
<< Jack! >> gridò la figura per poi scivolare giù per il pendio.
Dopo aver colpito qualche roccia sporgente arrivò al fianco di Jack, Dentolina e Sandy.
<< Merida… >> disse Jack con le poche forse che gli erano rimaste.
<< Merida! Allora stai bene! >> disse Dentolina abbracciandola.
<< Ahi! >> urlò Merida. << Mi fai male! >> disse sciogliendo l’abbraccio.
<< S-scusami! >> rispose Dentolina.
<< Succhiapollici! >> gridò Calmoniglio avvicinandosi. << Per tute le carote! Sei tutta ustionata! >>
<< Non vi preoccupate, sono cose da nulla! Ora è meglio che pensiate a Pitch! >> disse Merida. << Sto io qui con Jack! >> disse convinta.
Dentolina guardò Sandy e poi annuì.
<< Andiamo! >> disse Nord.
<< Cosa credete di poter fare in quattro contro di me? >> chiese Pitch ridendo. << Riuscirò a compiere la mia vendetta! >> gridò lanciandosi all’attacco assieme ai suoi incubi.
<< Pitch! >> gridò Jack alzandosi in piedi.
<< Frost… ancora in piedi? Vorrà dire che farò in modo che tu non ti possa più alzare! >> gridò Pitch scagliandosi contro Jack creando un’enorme falce con la sua sabbia nera.
La lama della falce si fermò a pochi centimetri dall’addome di Jack.
<< Merida! >> gridò Jack sgranando gli occhi.
La bambina si era messa tra Pitch e Jack ritrovandosi con la lama della falce conficcata nella spalla.
Pitch rise.
<< Bene, così mi faciliterai il lavoro! >> disse facendo scomparire la falce. << Ora tocca a voi, Guardiani! >> disse dirigendosi verso gli altri.
Merida si accucciò ai piedi di Jack che subito si inginocchiò.
<< Merida! Sei forse impazzita? >> gridò Jack alzandole la testa.
<< Non potevo permettergli di ucciderti, Jack. >> sussurrò Merida sedendosi. << Senza di te non ci sarebbe più la neve e il divertimento! >> disse sorridendo con le poche forze che le erano rimaste.
Jack le mise una mano sulla testa e le scompigliò i capelli.
<< Allora ti ringrazio, piccola! >> le disse dolcemente.
Merida sorrise.
Nel frattempo gli altri Guardiani erano ormai allo stremo, mentre Pitch se la rideva.
Dopo qualche interminabile minuto di battaglia tutti i Guardiani erano sfiniti e si distesero senza forze vicino a Jack e Merida.
<< E così, dopo tanti anni, finalmente avrò tutto il potere per me! >> disse Pitch.
<< Cosa ti fa’ credere di aver vinto? >> chiese Calmoniglio.
<< Quanto sei sciocco, coniglio! >> disse Pitch. << Voi siete ormai allo stremo, e posso distruggervi tutti in un colpo solo, ma non sarebbe divertente… >> disse incrociando le braccia per poi portarsi una mano alla bocca. << Vi farò scomparire uno alla volta! Ma non oggi, perché il mio obiettivo è un altro… >> disse ridendo e guardando Merida. << Che abbiano inizio le danze! >> gridò lanciando una scia di sabbia contro la bambina che si rialzò dirigendosi verso la scia che le veniva incontro.
<< Io non ho paura di te! >> gridò Merida fermandosi un metro più avanti dei Guardiani.
Tutto sembrò andare a rallentatore, anche se la cosa durò pochissimi secondi.
Merida venne scaraventata a terra vicino ai Guardiani.
Questi ultimi si ritrovarono Merida sulle ginocchia piena di tagli e scottature rivolta verso di loro.
Jack le alzò la testa per controllare che fosse ancora viva e in quella Merida aprì gli occhi.
<< Sapete… >> disse Merida ansimando. << E’ stato bello stare in vostra compagnia… Vi voglio bene! >> disse sorridendo tra un gemito e l’altro. << Vi ho sempre considerati come una seconda… famiglia… >> detto questo chiuse gli occhi ed appoggiò la testa sulle gambe di Jack.
<< No… >> disse Dentolina portandosi le mani alla bocca.
Nord abbassò lo sguardo e Sandy fecce lo stesso appoggiando una mano sulle spalle di Calmoniglio che cominciò a singhiozzare.
<< Che dolci parole… >> disse Pitch ironicamente.
<< Tu, razza di-! >> iniziò Calmoniglio, che venne però fermato da Sandy che gli fece notare il corpo di Merida.
Il suo corpo era bollente, tanto che tutti i Guardiani si dovettero allontanare.
Non appena si alzarono Merida prese fuoco, e in pochi secondi si trasformò in un cumulo di cenere.
<< Devo dire, che non me lo sarei aspettato così divertente! >> disse Pitch scomparendo.
<< Maledetto! Torna indietro! >> gridò Calmoniglio.
Dentolina gli mise una mano sulla spalla e scosse la testa.
<< E’ meglio tornare al Polo… >> disse Nord.
<< E cosa facciamo con Merida? >> disse Dentolina.
<< Non possiamo fare nulla… >> rispose Nord abbassando lo sguardo.
I Guardiani se ne andarono a loro volta lasciando alle loro spalle il cumulo di cenere.
Qualche minuto dopo Pitch tornò indietro per vedere cosa avessero fatto i Guardiani, e si accorse con piacere che la cenere era rimasta lì.
<< Ma bene… >> disse compiaciuto.
In quella al centro del cumulo di cenere si accese una piccola fiamma che poi si spense immediatamente.
<< Cosa? >> chiese Pitch sgranando gli occhi per poi dileguarsi nell’ombra.
 
 
 
ANGOLO AUTRICE:

Eccomi con un nuovo capitolo! :D
Tre capitoli in un giorno solo.. Questo è un record personale! :D
Jack: Però sei stata crudele! Per-
*Louise tappa la bocca di Jack*
Io: Fai silenzio, razza di idiota!
Jack: Bo è coppa bia se bi hai detto cobe fiiba la storia… *mugugna con la mano davanti alla bocca*
Io: Visto che insistivi tanto te l’ho detto…
 
Al prossimo capitolo: “Ricordi rubati
Louise98

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Capitolo 12
*** Ricordi rubati ***


Passarono tre settimane dalla morte di Merida e al Polo Nord nessuno proferiva parola.
<< Vado a fare un giro… >> disse Jack tirandosi su il cappuccio e uscendo.
Nessuna risposta.
Jack arrivò all’orfanotrofio e si avvicinò alla finestra della camera di Merida e notò che al suo interno, seduta sul letto, c’era Maggie in lacrime.
Quella ragazza non riusciva a vederlo, e forse era meglio così, perché non avrebbe saputo come spiegare che Merida se ne era andata definitivamente.
D’un tratto alle sue spalle sentì dei bambini che gridavano il suo nome.
<< Jack! >> gridavano. << Vieni a giocare con noi? >> chiesero in coro.
Anche se non era dell’umore giusto, non poteva dire di no a dei bambini, così scese dal davanzale e andò verso il parco per giocare a palle di neve.
Dopo qualche minuto di battaglia, Jack si sedette sulla statua ad ammirare ciò che era riuscito a fare, a quanti bambini aveva reso felici, finché il suo sguardo non si posò su un cespuglio di rose imbiancato dalla neve che, non appena si voltò, si mosse.
<< Mi ha guardata! >> sussurrò la figura che era nascosta dietro al cespuglio.
Jack decise di andare a controllare chi ci fosse nascosto ma, quando arrivò al cespuglio, non vide nessuno.
<< Strano… >> disse Jack per poi tornare a giocare con i bambini.
Due giorni dopo, Jack era seduto al centro del suo laghetto ghiacciato ad osservare la Luna ripensando alle parole di Pitch.
 
<< Tutto questo è causa tua, lo sai? >>
<< Se tu quel giorno mi avessi ascoltato e fossi diventato un mio alleato,
ora quella bambina impicciona sarebbe ancora qui con noi…>>
 
<< Pitch aveva ragione… >> disse Jack abbassando lo sguardo. << E’ tutta colpa mia! >> disse tirando un pugno alla superficie del lago ghiacciato.
D’un tratto sentì un fruscio alle sue spalle e si girò di scatto.
Vide una figura  dai capelli neri raccolti in una coda alta, alta più o meno quanto Sandy, dagli occhi azzurri che indossava qualcosa di rosso e marrone.
Questa si nascose subito dietro l’albero, e non appena Jack si avvicinò a questo, quella figura era sparita. Sentì poi un altro fruscio e vide la stessa figura che si nascose e, come prima, non appena la raggiunse questa sparì.
Questa cosa andò avanti per un paio di minuti finché Jack, dopo aver spiccato il volo, si scontrò contro un albero e vi cadette alle radici.
<< Ahi! >> disse passandosi una mano dietro alla nuca.
Si guardò in giro e vide che mancava una cosa.
<< Dov’è il mio bastone? >> chiese guardandosi in giro.
Alzò lo sguardo e vide che era incastrato tra i rami più alti dell’albero.
<< Maledizione! >> disse per poi arrampicarsi.
Quando arrivò a metà albero una voce improvvisa interruppe il silenzio che si era creato in quel prato.
<< Ciao signore! >> gridò quella voce.
Jack scivolò giù di alcuni rami per poi fissare quella figura che era comodamente distesa prona su un ramo.
<< Tu? >> disse Jack aggrappandosi alla meglio ai rami vicini.
<< Come ti chiami? >> chiese quella figura.
<< Jack. Jack Frost! >> rispose il ragazzo andando a posare lo sguardo sul suo bastone.
<< Uhm, mai sentito. Cosa stai facendo su quest’albero? >>
<< Potrei chiedertelo anche io… >>
<< Non essere scortese, te l’ho chiesto prima io! >> disse la ragazza.
<< Sto andando a prendere una cosa… >>
<< Che cosa? >> chiese la ragazza appoggiando il mento su una mano.
<< Una cosa che mi serve per fare il mio lavoro. >> cercò di tagliar corto Jack cominciando a risalire l’albero.
<< Che tipo di lavoro? >>
<< Noi portiamo gioia, meraviglia, speranza e sogni a tutti i bambini! >> disse continuando a salire.
<< Perché noi? >> chiese la figura sedendosi e alzando lo sguardo verso Jack.
<< Noi Guardiani. >>
<< Oh… E dove sono tutti gli altri? >> chiese la ragazza facendo vedere che intorno non c’era nessuno simile a Jack.
<< Oggi ci sono solo io qui! >>
<< Quindi stavi parlando di te al plurale come un re? >> chiese confusa.
<< Sì, è esatto… >> rispose Jack non capendo come fosse arrivato a parlare di questo.
La ragazza si spostò sui rami di destra più in alto di Jack e si mise a testa in giù.
<< Sei un barbone? >> gli chiese lei.
<< No, ma sono occupato. Quindi, se vuoi scusarmi… >> disse Jack cercando di salire.
<< Non mi aggrapperei a quel ramo se fossi in te… >> disse abbassando lo sguardo per osservarsi le mani.
Non fece in tempo a dirlo che Jack si appese a quel ramo e scese di alcuni metri.
La ragazza osservò la scena divertita.
<< Era un ramo marcio! Sciocco! >> disse facendogli una linguaccia mentre Jack la guardò storto mentre cercava di recuperare il terreno perso. << Ehi! Perché i tuoi capelli sono così mostruosamente bianchi? >> chiese indicandogli la testa.
<< Non lo so. E tu perché sei così mostruosamente fastidiosa? >> chiese Jack indicandola.
<< E perché tu sei così mostruosamente… per tutti i RE maggiori! Quello è un bastone fighissimo! >> disse alzandosi in piedi.
<< Ehi! No, quello è il mio bastone! >> gridò Jack.
<< A chi arriva primo! >> gridò la ragazza correndo verso il bastone.
<< No! Non devo gareggiare per una cosa che è già mia! >> gridò mentre si arrampicava il più velocemente possibile.
<< La vincitrice! >> urlò la ragazza dopo aver preso il bastone.
Subito dopo fece un grande balzo a terra e si allontanò di qualche metro.
<< Ehi! Quello è il mio bastone! >> gridò Jack scendendo dall’albero.
<< Adesso è mio! >> disse stringendolo a sé.
Non appena avvicinò il bastone a sé il suo corpo venne percorso da una scia di pixel da testa a piedi.
<< Addio! >> disse facendogli una linguaccia per poi avvicinarsi alla strada.
Per quella via c’erano solo alcuni ragazzini: due gemelli, e due ragazze.
<< Ehi! Guardate! Ho un bastone! >> disse dimenandosi in mezzo alla strada. << Sono anche più alta! >> esclamò appollaiandocisi sopra.
Nessuno dei ragazzi sembrò averla sentita.
<< Ehi! Quanto vi costa fermarvi ed ascoltarmi? >> chiese scendendo e allargando le braccia.
In quella uno dei gemelli le passo attraverso.
Odiava quando la gente lo faceva. Si sentiva inutile, invisibile.
Decise di sedersi sul marciapiede appoggiando il bastone davanti a lei.
<< Cosa c’è che non va’? >> chiese dolcemente Jack vedendo ce la ragazza era triste.
<< Come? >> disse tirando su con il naso. << Non hai visto? Mi ignorano! Mi passano attraverso! >>
Jack sgranò gli occhi. Sapeva come quella ragazza si dovesse sentire.
<< Da quanto tempo provi a farti vedere? >> chiese Jack.
<< Da quando sono nata. Se non ho perso il conto: poco più di tre settimane… >> detto questo Jack sobbalzò.
<< E, quale sarebbe il tuo nome? >> chiese dolcemente.
<< Merida. O almeno così mi ha detto l’Uomo nella Luna… >>
<< Cosa? M-Merida? Merida Foster? >> disse Jack sgranando gli occhi e cominciando a balbettare per l’emozione.
<< Tsk! Certo che no! Sono Merida Flame! >>
Jack abbassò lo sguardo deluso.
<< Beh, io ora vado, Merida… Devo tornare dagli altri Guardiani. >>
<< Va bene… ciao Jack. >> disse tristemente Merida.
Da quell’incontro passarono trent’anni.
Un giorno Jack, che stava dormendo nell’ufficio di Nord, venne svegliato dai dibattiti degli altri Guardiani.
<< Cosa succede, ragazzi? >> chiese Jack grattandosi l’occhio sinistro.
Sandy creò con la sabbia magica la figura di Pitch.
<< Pitch? Di nuovo? >> chiese Jack.
<< E’ entrato nel mio palazzo ed ha rubato dei dentini! >> disse Dentolina preoccupata. << C’era la sua sabbia nera ovunque! >> continuò girando attorno a Jack.
<< E cosa dovrebbe fare con dei dentini? >> chiese Jack.
<< Il problema è la persona a cui a rubato i dentini, Jack… >> disse Calmoniglio.
<< E di chi-? >> cominciò Jack.
<< Quelli di Merida. >> disse Dentolina interrompendo Jack che sbarrò gli occhi.
<< Pensiamo voglia ricordare sua vendetta. >> disse Nord.
Gli occhi di Jack diventarono lucidi e corse verso la città da cui era appena arrivato.
<< Ciao Jack! >> gridò Merida arrivando alle spalle di Jack che sobbalzò.
<< M-Merida! >>
<< Qualcosa non va’? >> disse facendogli il verso e volando a testa in giù di fronte a lui. << Così sembra che tu stia sorridendo! >> disse sorridendo Merida.
<< Non è nulla... io- >> disse alzando lo sguardo per poi interrompersi notando che dietro alla ragazza era comparsa l’Aurora Boreale. << Io devo andare! >> disse Jack volando via.
<< Certo che è un tipo impegnato! >> disse Merida tornando a giochicchiare con dei sassolini.
Una ventina di minuti dopo Jack arrivò al Polo.
<< Cos’è successo? >> chiese Jack preoccupato.
<< Uomo nella Luna sta scegliendo nuovo Guardiano. >> disse Nord.
<< Vuoi dire che Pitch ha qualcosa in mente? >> chiese Jack.
<< A quanto pare… >> disse Calmoniglio.
Dal cristallo uscirono raggi azzurri che andarono in ogni direzione e poco dopo apparve una figura dalle gambe leggermente piegate, il busto in avanti e le braccia aperte con un grande sorriso.
<< Merida Flame. >> disse Nord.
Subito Jack sgranò gli occhi.
<< Yeti! >> gridò Nord. << Sapete cosa fare! >>
Gli Yeti farfugliarono qualcosa e si portarono una mano sulla fronte per poi aprire un portale tornando pochi minuti dopo con un sacco rosso.
<< Ehi! Ciao Merida! >> disse Jack aprendo il sacco e lasciandola uscire.
<< Benvenuta a Polo Nord! >> disse Babbo Natale.
<< Wow! Ma che scherziamo? >> disse Merida guardandosi intorno.
<< Spero che Yeti abbiano trattato te bene! >> disse Nord.
<< Oh, sì! Adoro essere sbattuta in un sacco ed essere lanciata in un portale magico! >> disse sarcasticamente Merida.
<< Visto? Che vi avevo detto? >> disse Jack dando una gomitata a Calmoniglio per poi indicare la ragazza.
<< Perché sono qui? >> chiese Merida.
<< Perché ora sei un Guardiano! >> disse Dentolina girandole intorno.
<< Wow! Tu sei la Fata del Dentino! >> disse Merida indicando Dentolina.
<< Oh, che sbadato! Dimenticato presentazioni. Lui è- >> cominciò Nord.
<< Oh, no, voglio fare per conto mio! >> disse Merida bloccando Nord.
<< Lui è L’Omino del Sonno. >> disse indicando Sandy. << Tu sei Babbo Natale, lei è la Fatina del Dentino, lui è Jack Frost. >> disse indicandoli uno ad uno. << E tu sei... un canguro? >> chiese sparando a caso non capendo chi fosse scatenando le risate di Jack.
<< Vedi che ci assomigli? >> disse Jack continuando a ridere tenendosi la pancia.
<< Cosa c’è? Ho forse sbagliato? >> chiese Merida non capendo per quale motivo jack stesse ridendo.
<< Io sono il Coniglietto di Pasqua. >> disse Calmoniglio trattenendosi.
Merida rise di gusto.
<< Il Coniglietto di Pasqua? Ma non sei un po’ grandicello? >> chiese reggendosi la pancia.
Calmoniglio si stava scaldando, così Nord li interruppe.
<< Merida, posso parlarti un secondo? >> chiese Nord.
<< No, aspetta! Sono anni che cerco di imbucarmi qui dentro! >> disse guardandosi intorno.
Dopo questa affermazione Nord e Jack si guardarono per poi tornare a guardare Merida.
<< Oh, ma non ti preoccupare, non ho mai superato gli Yeti! >> detto questo si girò e vide due Yeti che batterono i pugni sui palmi della mano. << Oh, ehi Phil! Dave! >> disse tranquillamente Merida ai due Yeti.
Calmoniglio e Jack si guardarono e alzarono due dita.
<< Due? >> sussurrò Jack.
<< E’ più difficile tenerla a bada in confronto a te. >> disse Calmoniglio istigando Jack che gli fece una linguaccia.
<< Ehi! Phil, Dave, non pensavo foste voi a fabbricare i giocattoli! >> disse Merida rivolta agli Yeti.
I due Yeti borbottarono qualcosa.
<< E’ quello che vogliamo bambini credano! >> disse Nord. << Passando a cose serie: qual è tuo centro, Merida Flame? >>
<< Il mio centro? >> chiese confusa Merida.
<< Se Uomo nella Luna ha scelto te per essere Guardiano, devi avere qualcosa di speciale in te! >>
Non appena Nord la toccò sulla spalla, il corpo di Merida venne nuovamente percorso da pixel che le partirono dalla spalla.
<< Cos-? >> chiese Nord.
 Merida guardò gli altri Guardiani e vide che tutti la osservavano curiosi.
<< Devo andare! >> disse scappando via.
<< Merida! >> gridarono Dentolina e Nord in coro.
Jack la inseguì finché non arrivarono al parco della città in cui nacque il nuovo Jack.
<< Cosa sono quei pixel? >> chiese Jack sedendosi sulla panchina del parco vicino a Merida.
<< Mi succede spesso, ma soprattutto quando cerco di ricordare il mio passato... >> rispose Merida stingendosi al petto le gambe.
<< Vuoi dire che non ricordi proprio nulla? >>
<< Non te lo avevo già detto la prima volta che ci siamo incontrati? >> chiese guardando Jack negli occhi. << Comunque sì, non ricordo proprio nulla… >>
Il volto di Jack si illuminò.
<< Sai, se tornassi al Polo Dentolina potrebbe aiutarti! >>
<< Non ci voglio tornare al Polo, non voglio essere un Guardiano! >> disse Merida stringendosi forte le gambe al petto.
<< Ma noi abbiamo bisogno del tuo aiuto per sconfiggere Pitch una volta per tutte! >>
Ci furono minuti di silenzio che sembrarono ore.
<< Ehi! >> disse Merida alzandosi in piedi per volare di fronte a Jack. << Voi volete che io vi aiuti a sconfiggere Pitch, giusto? E io voglio riavere indietro i miei ricordi. Senti cos’ho pensato: tu mi aiuti a ritrovare i miei ricordi, e io vi aiuto a sconfiggere Pitch! Che ne dici? >> disse allungando la mano.
Jack esitò, ma poi strinse la mano di Merida.
<< Ora torniamo al Polo! >> disse Jack.
Poco dopo arrivarono al Polo Nord.
<< Dentolina! Dobbiamo parlarti! >> gridò Jack mentre teneva la mano di Merida.
<< Cosa c’è, Jack? >> chiese la fatina.
<< Abbiamo bisogno dei suoi ricordi. >> disse Jack indicando Merida.
Dentolina guardò Merida e poi guardò Nord.
<< Tutti a slitta! >> disse Nord.
<< Davvero? >> chiese Merida sgranando gli occhi mentre una scia di pixel la attraversò. << Ho sempre voluto vedere la vecchia e logora slitta di Babbo Natale! >> disse saltando a destra e sinistra.
A quell’affermazione tutti i Guardiani si girarono verso di lei e la fissarono
<< Che c’è? >> chiese Merida. << Ho detto qualcosa di sbagliato? >>
<< Solo un pochino… >> disse Jack sorridendo.
Arrivarono alla slitta e tutti ci salirono sopra, tranne Merida.
<< Non sali? >> chiese Nord.
Merida rimase immobile.
<< Mi state prendendo in giro, vero? >> esordì Merida.
Calmoniglio e Jack si guardarono.
<< Insomma, nelle fiabe si dice che Babbo Natale arrivi con la sua vecchia e logora slitta trainata da sei docili renne per poi fermarsi sui tetti delle case e scendere dal cammino lasciando i doni sotto l’albero! >>
<< Hai dimenticato i biscotti! >> disse Jack sorridendo.
<< E questa cosa sarebbe?! >> chiese indicando la slitta per poi essere attraversata nuovamente dai pixel.
<< Slitta, ovviamente! >> disse Nord. << Salta su! >>
<< Oh, non me lo faccio ripetere due volte! >> disse Merida sedendosi vicino a Dentolina.
Grazie all’aiuto della sfera di neve di Nord arrivarono in pochi minuti a destinazione.
<< Wow! >> esclamò Merida. << E’ veramente enorme! >>
Subito dopo scesero dalla slitta e Dentolina si avvicinò a Merida.
<< Vediamo…. >> disse Dentolina osservandola. << Settore C, colonna 6, fila 15! >> esclamò per poi andare alla caccia dei ricordi di Merida tra gli altri dentini.
Merida si girò confusa verso Jack, ma Jack le rispose alzando le braccia e facendole segno di seguire la fata.
Arrivarono tutti al settore C e quando arrivarono alla colonna 6, fila 15 Dentolina si bloccò di colpo.
<< Cosa c’è? >> chiese Merida.
<< I dentini… sono quelli che Pitch ha rubato! >> disse Dentolina balbettando girandosi verso i Guardiani.
<< Cosa?! >> disse Calmoniglio avvicinandosi.
<< Vuol dire che lei è… >> disse Nord indicando Merida.
Dentolina annuì.
<< Cosa sta succedendo? >> chiese Merida confusa.
Jack mise una mano sulla spalla di Merida e si abbassò per  poterle parlare.
<< Pitch ha rubato i tuoi ricordi… >> disse dolcemente Dentolina.
<< Cosa?! >> sussurrò Merida allontanandosi mentre i pixel le attraversavano il corpo. << Perché? >> chiese portandosi una mano sul petto.
<< Non lo sappiamo… >> disse Dentolina.
Merida fece un sospiro profondo e salì sulla slitta.
<< Dobbiamo riprenderli! >> gridò.
Subito i Guardiani salirono sulla slitta e tornarono al Polo per organizzare tutto.
Merida era seduta vicino a Jack con il cappuccio della felpa alzato e lo sguardo basso.
Il Guardiano del Divertimento la guardò.
<< Perché tutto a me? >> chiese Merida. << Cosa gli ho fatto per fargli rubare i miei ricordi? >> disse tenendo lo sguardo basso. << Ho paura. >> detto questo Jack sgranò gli occhi.
<< Di cosa hai paura? >> chiese Jack dolcemente.
<< Non lo so… >> disse Merida cominciando a piangere e subito nella slitta cominciò una melodia di pianoforte e chitarra.
<< Non piangere… >> disse Jack prendendole la mano. << Non puoi arrenderti ora, hai passato trent’anni alla ricerca dei tuoi ricordi e non puoi tornare indietro! So che ormai tutto quello che vorresti sarebbe rimanere da sola per un pochino, ma non ti preoccupare. >> detto questo Merida alzò lo sguardo verso Jack. << Quando avrai bisogno di aiuto io sarò al tuo fianco, ti abbraccerò e ti nasconderò se sarà necessario. Quando proverai a parlare ma non emetterai alcun suono e le tue parole non saranno più così forti io sarò accanto a te. >>
Merida sorrise lievemente e diede un pugnetto sulla spalla di Jack.
<< Credimi, non spingere! Credimi! >> disse Jack portandosi una mano sulla spalla. << Io rimarrò, nessuno ti farà del male. Te lo prometto! >> disse Jack sorridendo.
Non appena Jack finì di parlare, la musica era svanita.


ANGOLO AUTRICE:

Eccomi con un nuovo capitolo! :D
Visto? Un nuovo personaggio è arrivato in città! :)
Jack: Quanto sono dolce nell'ultima scena! *-*
Io: Già... devo dire che è proprio strano...
Jack: Che fai, offendi?
Io: Che fai, rispondi? *fulmina*
Jack: Mi dispiace!
Io: Bene così!

Al prossimo capitolo: "Tradimento"
Louise98

Jack: Quel titolo non mi piace...
Io: Fai silenzio!
Calmoniglio: Ha ragione. Così interrompi l'atmosfera! *con fare da sapientino*
Jack: L'atmos- ma io ti ammazzo! *corre verso Calmoniglio*
Calmoniglio: Troppo lento, amico!

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Capitolo 13
*** Tradimento ***


Arrivarono tutti al Polo e cominciarono a discutere sul da farsi.
<< Come facciamo? >> chiese Calmoniglio.
<< Non possiamo fare nulla… Dobbiamo solo aspettare che si faccia rivedere. >> disse Nord.
Merida corse fuori dal nascondiglio di Nord e corse in città, sul tetto dell’orfanotrofio.
Non appena si sedette a guardare la Luna si sentì un sottofondo di pianoforte che accompagnava tutto ciò che diceva.
<< Speravo di diventare un arcobaleno in modo da poter brillare su mia madre facendole capire che ero al sicuro qui con te quando si sedeva sotto la mia anima colorata. >> disse rivolta alla Luna. << La vita non è proprio come hai sempre pesato che fosse, sai? Ed è ancora peggio quando vedi un bambino abbandonato sulle scale di un orfanotrofio che viene curato da altre persone. Ora la mia mente è verde, piena di speranza in attesa di ricordare ciò che mi è stato rubato. Sai, non ho mai conosciuto l’amore di qualcuno, o almeno, non me lo ricordo, ma se così non fosse scommetto che era piacevole quando mi teneva la mano. Magari c’è qualcuno in questa città che mi ha detto di volermi bene, ma chi avrebbe mai detto che tutto sarebbe finito a causa della lama affilata di una vita breve? Beh, ho avuto abbastanza tempo… >>
Merida guardò la Luna.
<< Un penny per le persone che amo? Oh, no! Loro valgono molto di più! Ce ne sono molte di più da quando me ne sono andata… >> disse indicando delle bambine che uscivano correndo dall’orfanotrofio. << Quando sentirete le parole che sto cantando ora capirete quanto è divertente vedere come la gente comincia ad ascoltare una volta che te ne sei andato… >>  disse per poi posare lo sguardo sulla Luna. << Speravo di essere sepolta nel fiume su di un letto di rose per poi essere adagiata sul fondo del fiume al tramonto ed essere accompagnata lungo il mio tragitto con una canzone d’amore… >> disse tornando ad osservare una delle bambine che aveva cominciato a piangere dopo essere caduta. << Prendi le tue lacrime e mettile in tasca, in modo da poterle tirare fuori quando ne avrai più bisogno! >> disse sorridendo tristemente.
Osservò nuovamente la Luna.
<< Quello che non ho fatto ormai è stato fatto… >> disse abbassando lo sguardo.
Detto questo il sottofondo musicale finì.
<< Ehi! >> disse Jack avvicinandosi.
<< Ehi! >> esclamò Merida asciugandosi le lacrime. << Hai sentito qualcosa? >>
<< Praticamente tutto… >> disse Jack portandosi una mano alla nuca.
<< Capisco… >> disse Merida senza voltarsi.
Ci furono alcuni minuti di silenzio.
<< Facciamo così: come promesso ti aiuterò a trovare i tuoi ricordi! >> disse Jack mettendosi davanti a Merida.
<< Davvero? >> chiese Merida mentre dei pixel le passarono lungo il corpo.
<< Certo! Dopotutto te lo avevo promesso, non è vero? >> rispose Jack facendole un occhiolino.
<< Allora ti porto nel mio nascondiglio! >> gridò Merida alzandosi in piedi.
<< Cosa? Tu hai un nascondiglio? >> chiese Jack incredulo.
<< Certo! Dove credi che sia rimasta per questi trent’anni? >> chiese aprendo le braccia. << Avanti, seguimi! >> disse spiccando il volo.
Mentre volava aumentava gradualmente la velocità e, d’un tratto, si girò e vide che Jack non era più dietro di lei così si fermò.
<< Tutto qui quello che sai fare? >> chiese Jack.
Merida si girò e vide che Jack l’aveva raggiunta.
<< Beh, siamo quasi arrivati, la gara viene posticipata! >> disse Merida scendendo.
<< Che posto è questo? >> chiese Jack guardandosi intorno.
<< Una casa abbandonata. E’ così da circa venti anni… >> rispose Merida aprendo la porta dell’edificio. << Benvenuto nella mia casa! >> esclamò entrando nella sala.
Non era una casa molto grande però era molto spaziosa. Non appena si entrava ci si ritrovava nella sala dove vi erano un divano con penisola ed un tavolino da tè e, dietro al divano sulla parete opposta all’entrata, c’era un enorme camino. A destra c’era una porta che portava ad una cucina, anche questa poco arredata, c’era giusto il minimo indispensabile, invece, a sinistra c’era una porta ce portava ad una camera da letto dove c’erano un letto ad una piazza e mezza, un comodino, un armadio ed una libreria.
<< Non è molto, ma è casa! >> disse Merida mentre i pixel le attraversarono il corpo.
<< Wow! >> si limitò Jack. << Ma tu… vivi qui da sola? >>
<< Certo, che ti aspettavi? >> disse Merida entrando in camera. << Nessuno riesce a vedermi e non so perché… >> disse per poi distendersi sul letto supina. << Questa è una delle gioie dell’essere ME. >> disse alzando le braccia.
<< Io ti aiuterò, ok? >> esclamò Jack sedendosi sul letto. << Che tu lo voglia o no, io ti aiuterò a ritrovare i tuoi ricordi! >>
Il viso di Merida si illuminò.
<< Beh, ora è tardi… Che ne dici se andiamo a dormire? >> chiese Jack indicando il letto.
<< Va bene, dopotutto sono settimane che non dormo! >> esclamò Merida mettendosi sotto alle coperte.
Jack fece lo stesso.
<< ‘Notte Jack! >> esclamò Merida mentre guardava gli occhi di Jack.
<< ‘Notte piccola! >> rispose Jack accarezzandole i capelli.
Merida chiuse gli occhi e in quella venne nuovamente attraversata da una scia di pixel.
<< Ehi, aspetta. Cosa sono tutti quei pixel? >> chiese Jack.
<< Non lo so di preciso. >> rispose Merida aprendo gli occhi. << So solo che mi accade  quando cerco di ricordare qualcosa o mi accade qualcosa di improvviso… >>
<< Ho capito! Ora dormi, domani andiamo alla ricerca dei tuoi ricordi! >> sussurrò Jack.
<< Sì! >> disse Merida sorridendo.
Il giorno dopo Jack si svegliò e vide che Merida non era più al suo fianco.
<< Merida? Merida! >> gridò Jack sedendosi.
<< Ehi, non gridare! Sono qui. >> disse Merida entrando in camera sorridendo.
<< Ti sei svegliata presto… >> osservò Jack.
<< Sì, ero troppo emozionata per dormire fino all’alba! >> disse sorridendo.
<< Allora partiamo! >> disse Jack alzandosi e prendendo il suo bastone.
Merida annuì.
Una volta usciti dalla porta di casa Merida cominciò a saltellare.
<< Avanti, Jack! >> gridò Merida. << E’ vero? Sta accadendo veramente? Insomma, l’ho sognato per così tanto tempo che ora potrei… ora potrei vomitare. >> disse Merida fermandosi per reggersi lo stomaco. << Una specie di vruttino! >>
<< Un cosa? >> chiese Jack.
<< Un ruttino e del vomito insieme! Che puoi assaporarlo e sentirlo salire, oh… sono così eccitata! >> gridò Merida saltando.
<< Già, lo è! >> disse Jack.
<< Ma sono pronta? Cosa succederebbe se non piacessi ai bambini? E se nel mio passato ci fossero cose che non dovrei sapere? >>
<< Ehi, ehi! Vacci piano. Chi non adorerebbe una bambina come te? >> chiese Jack sorridendo e Merida fece lo stesso. << Forza, andiamo! >> disse Jack spiccando il volo.
Merida lo seguì, ma dopo alcuni metri si fermò.
<< Oh, aspetta! >> esclamò Merida.
<< Cosa c’è? >> chiese Jack fermandosi a sua volta.
<< Ho dimenticato una cosa, torno subito! >> disse tornando in casa.
<< Bambini, eh? >> sospirò Jack tornando con i piedi per terra.
<< Oh, eccoti qui! >> esclamò una voce maschile.
<< Pitch! Razza di-! >> gridò Jack saltandogli addosso.
<< Ehi, calmati. Non sono qui per scontrarmi con te. Voglio fare un accordo. >> disse Pitch.
<< Che tipo di accordo? >> chiese Jack abbassando il bastone.
<< Voi volete che io vi lasci in pace, non è così? >> disse Pitch appoggiando una mano sulla spalla di Jack. << Io ho i ricordi di Merida, giusto? >>
<< Va’ avanti. >> disse Jack.
<< Io vi lascerò in pace se mi fate parlare con la bambina. >> disse Pitch staccandosi da Jack.
<< Perché dovrei fidarmi di te? >> chiese scettico Jack.
<< Perché è colpa tua se siete finiti così, costretti ad affidarvi ad una bambina di sei anni per salvare i bambini! >> disse Pitch. << Ti lascio pensare… per qualsiasi cosa, basta chiamare! >> disse Pitch per poi sparire.
<< Eccomi! >> gridò Merida avvicinandosi a Jack. << Ti sono mancata? >> disse tenendo le mani dietro alla schiena.
<< Ehm… sì! Senti, possiamo parlare per un secondo? >> disse Jack.
<< Sì. >> rispose velocemente Merida.
<< Perfetto. Senti- >>
<< Ma prima: inginocchiati! >> esclamò Merida interrompendolo.
<< Cos-? No, aspetta io- >> balbettò Jack.
<< Tu fallo e basta! >> disse Merida.
Jack eseguì l’ordine.
<< Perfetto. Ora: chiudi gli occhi. >> disse Merida avvicinandosi al viso di Jack.
<< Io- >>
<< Zitto! Chiudili! >> gridò Merida zittendolo nuovamente.
Non appena Jack chiuse gli occhi Merida gli mise un nastro al collo.
<< Ok, ora aprili! >> disse allontanandosi.
Jack seguì il nastro e prese il ciondolo che vi era legato alla fine.
<< Sei il mio eroe. >> disse Jack mentre leggeva ciò che era scritto sulla medaglia.
<< L’ho fatta per te! >> disse Merida arrossendo. << Ci ho messo un po’, ma è stato divertente! >>
<< E come l’hai fatta? >> chiese Jack incuriosito.
<< E’ del semplice metallo modellato con una scritta incisa sopra! Non è nulla di che! >> disse sorridendo Merida.
<< Grazie, piccola. Senti, ora io- >>
<< Ora alzati, mio reale amico! Ho un appuntamento con il destino! >> lo interruppe volando via.
Jack rimase in ginocchio ad osservare la medaglia.
<< Sai, io credo che, insomma… dovresti andare a parlare con Pitch. >> disse Jack alzandosi.
<< Cosa? Perché dovresti pens- >> cominciò Merida scendendo a terra per poi posare lo sguardo sulla spalla di Jack. << Aspetta un secondo… dove l’hai presa questa? >> chiese prendendo in mano la sabbia nera che Pitch aveva lasciato.
Jack fece un respiro profondo.
<< Senti, io voglio essere sincero con te: ho parlato con Pitch Black! >> disse diretto Jack.
<< Pitch Black?! Mi hai venduta? >> chiese Merida con la voce tremolante mentre i pixel la attraversavano.
<< No, aspetta! Non hai capito! >> esclamò Jack.
<< Oh, no… Capisco perfettamente, traditore! >> gridò Merida lanciandogli la sabbia sulla felpa.
<< Non sono un traditore! >> gridò Jack togliendosi di dosso la sabbia.
<< Sei solo un traditore! E non ho bisogno di te. Recupererò i miei ricordi da sola! >> disse Merida alzando i piedi da terra. << Tu sei solo un cattivo… >> disse volando via mentre i pixel la attraversavano nuovamente.
<< Merida… >> sussurrò Jack mentre stringeva in mano la medaglia che gli aveva appena regalato.
 
 
ANGOLO AUTRICE:
 
Eccomi con il quinto capitolo del giorno! RECORD!
Jack: Non pensavo di essere io l’artefice del tradimento… *si porta una mano al viso sconvolto*
Io: Su, non fare così… C’è di peggio! *mette una mano sulla spalla di Jack*
Jack: Tipo? *alza lo sguardo speranzoso*
Io: Io mentre ti rincorro cercando di ucciderti perché continui a leggere quello che scrivo… *la voce comincia a sembrare più cattiva mentre la frangia le copre gli occhi*
Jack: Ops! *corre*
Io: Corri, ghiacciolo! Questa volta non la passi liscia! *corre*
 
Al prossimo capitolo: “La prigione dei ricordi
Louise98

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Capitolo 14
*** La prigione dei ricordi ***


<< Dove vado? >> si chiese Merida. << Era da queste parti, non è vero? >> sussurrò posando i piedi sul lago della città. << Cavolo! E’ freddo! >> disse rimanendo a qualche centimetro da terra. << Da qui si vede la statua del parco! >> disse sorridendo.
 
<< Jack! >>
<< E poi mi sono lanciata dalla collina e in mezzo alla strada e poi la slitta, sì, sono schizzata per aria! >>
<< E poi il divano mi ha colpito. >>
 
Merida si mise le mani sulle tempie mentre dei pixel cominciavano a passarle attraverso.
Non appena si accorse dei pixel si guardò le mani per poi posare lo sguardo sulla felpa.
 
<< Ti va di andare a giocare fuori? Così inauguriamo la tua nuova felpa con una battaglia a palle di neve, che ne dici? >>
 
Merida cominciò a respirare affannosamente mentre  pixel continuavano a passarle attraverso.
<< L’orfanotrofio! >> esclamò per poi volare a tutta velocità verso l’edificio.
Non appena vi arrivò entrò nella sala dove c’era un grande camino, un albero di Natale, due piccoli divani, un tavolo da tè ed un pianoforte su di un piano rialzato.
 
<< Merida! Suona ancora! >>
<< Ok, James! >>
 
<< James… >> sussurrò Merida mentre dei pixel la attraversavano. << Un pianoforte... >> disse toccandolo.
Merida si diresse al piano di sopra, verso le camere da letto, ed entrò nell’unica stanza la cui porta le ricordasse qualcosa. Non appena entrò vide che era una stanza non molto piccola. Ci stavano dentro un letto ad una piazza e mezza, un tavolino, una sedia ed un piccolo armadio. Andò a sedersi sulla sedia e vide che sopra al tavolo c’erano una lampada, due libri ed una penna.
Non appena li osservò i pixel la attraversarono nuovamente.
<< Cosa sono questi libri? >> si chiese prendendo in mano quello più fino. << Le 6 Leggende… >> sussurrò leggendo il titolo del libro.
Aprì il libro e lesse quello che vi era scritto sulla pagina di sinistra.
 
“OMINO DEL SONNO:
 
Altezza: 1,2 m
Occhi: Dorati
Capelli: Dorati
Caratteristiche: Piccolo, vestito d’oro.
Dicerie: Ogni notte fa il giro del mondo per augurare la buona notte a tutti i bambini con la sua sabbia magica. Viene anche chiamato Guardiano dei Sogni.
 
BABBO NATALE:
 
Altezza: 1,9 m
Occhi: Azzurri piccoli
Capelli: Bianchi con barba bianca
Caratteristiche: Anziano, ha il pancione, molto esigente, dal cuore d’oro.
Dicerie: La notte tra il 24 e il 25 dicembre porta i regali a tutti i bambini buoni sulla sua vecchia e traballante slitta, trainata da sei dolcissime renne. Viene aiutato da tanti piccoli elfi.
 
FATA DEL DENTINO:
 
Altezza: 10 cm
Occhi: Rosa violaceo molto grandi
Piume: Colori vari
Caratteristiche: Assomiglia ad un colibrì, dolce, carina, frizzante
Dicerie:  Ogni volta che ad un bambino cade un dentino e lo mette sotto il cuscino, se lo porta via con sé lasciando una monetina sotto di esso.
 
CONIGLIETTO DI PASQUA:
 
Altezza: 15 cm (su quattro zampe)
               30 cm (su due zampe)
Occhi: Verdi
Pelo: Bianco e grigio
Caratteristiche: Tenero, piccolo, molto veloce.
Dicerie: Nasconde le sue piccole uova colorate ovunque per far divertire i bambini durante il periodo di Pasqua con la “Caccia alle Uova”
 
JACK FROST:
 
Altezza: 1,75 m
Occhi: Azzurri
Capelli: Bianchi
Caratteristiche: Giovane, simpatico, divertente, carino
Dicerie: Indossa sempre una semplice maglietta azzurra, dei pantaloni marroni lunghi fino a metà polpaccio, porta sempre con sé un bastone di legno magico che usa per congelare le cose.”
 
Notò che nella pagina a fianco ad ogni descrizione c’era un disegno della Leggenda.
Vide che però il libro non era finito, così continuò a leggere.
 
“MERIDA FLAME:
 
Altezza: 1.05 m
Occhi: Azzurro (sinistro)
           Rosso (destro)
Capelli: Blu scuri (a sinistra)
             Rossi (a destra)
Caratteristiche: Indossa una felpa rosso cremisi, dei pantaloni marroni lunghi fino a metà polpaccio, giovanissima, dolce, carina, simpatica
Dicerie: Può usare il fuoco a suo piacimento e suonare qualsiasi strumento. Quando si sente uno strumento suonare senza un apparente motivo pensando che sia il vento, in realtà è lei che si diverte a giocare con gli strumenti musicali.”
 
Merida rimase immobile per qualche secondo.
<< Da quando ho gli occhi eterocromatici? >> si chiese curiosa. << Ma sono davvero io? >> si chiese osservando il disegno.
Chiuse il libro e prese l’altro.
<< Sembrerebbe un album di foto… >> disse aprendolo. << Merida Foster… Jack l’aveva nominata un po’ di tempo fa… >> si ricordò leggendo il nome di una bambina sotto ad una foto. << Che sia il suo albero genealogico? >> disse osservando la disposizione delle foto. << Jackson Overland ed Emma Overland… >> lesse dall’album.
Non appena guardò le foto i pixel la attraversarono da testa a piedi.
<< Jack… No… Non è lui, gli assomiglia e basta! >> si convinse mentre chiudeva il libro cercando di non pensarci.
Mentre rimetteva a posto l’album, da questo caddero alcune buste.
<< E queste? >> disse prendendole in mano.
Ne aprì una e la lesse.
 
“Buona sera,
questa bambina si chiama Merida, è nata sei mesi fa, il 15 maggio,  e la preghiamo, chiunque lei sia, di prendersi cura di nostra figlia come avremmo dovuto fare noi.
Non appena sarà in grado di capire per quale motivo l’abbiamo abbandonata, la preghiamo di dirle che ci dispiace tantissimo.
Grazie di cuore,
sig. e sig.ra Foster”
 
Merida sbarrò gli occhi che divennero subito lucidi.
<< E’ stata abbandonata qui? >> disse girando il foglio per controllare che non vi fosse scritto altro.
Prese poi un’altra busta, la aprì e ne lesse il contenuto.
 
“Ciao Merida,
mi dispiace tantissimo per tuo regalo, ma era cosa che non potevo fare. Tutto ciò che posso regalare a bambini è giocattoli, non famiglie…
Spero almeno che felpa alla “Jack Frost” sia di tuo gradimento.
Ora vado a consegnare ultimi regali.
A presto,
Nord
 
 
 
e Jack”
 
Merida si asciugò le lacrime con la manica della felpa mentre i pixel la attraversavano.
 
<< Che ne dici, andiamo a provarla? >>
                        << Wow! >>
<< Merida? Posso entrare? >>
<< Ti va di andare a giocare fuori? Così inauguriamo la tua nuova felpa con una battaglia a palle di neve, che ne dici? >>
 
<< Immersa nei ricordi, Flame? >> chiese un uomo.
Merida si girò di scatto lasciando tutto sul tavolo.
<< Pitch! >> ringhiò Merida.
<< Oh, felice di rivederti, guastafeste! >> disse Pitch.
Merida fece un respiro profondo.
<< Perché hai rubato i miei ricordi? >> chiese cambiando colore di occhi e capelli.
<< Oh, non pensavo fossi capace di cambiare il tuo aspetto… >> osservò Pitch.
<< Cosa? >> si chiese Merida guardandosi.
<< Come, non lo sapevi? I tuoi capelli e i tuoi occhi sono diventati rossi! >>
               
<< Da quando ho gli occhi eterocromatici? >>
<< Ma sono davvero io? >>
 
<< Non cambiare discorso! Dove sono i miei ricordi? >> chiese avvicinandosi.
<< Potrei dire che sono in questa scatoletta. >> disse mostrando un cofanetto di Dentolina. << Ma purtroppo li avevo tirati fuori per osservare cosa sarebbe successo, ed ho notato con piacere che vieni attraversata dai pixel ogni qualvolta che tenti ricordare qualcosa, o sbaglio? >> disse Pitch sorridendo.
Merida venne attraversata dai pixel.
<< Questo mi basta come risposta. >> disse Pitch lanciando a Merida il cofanetto.
<< Perché li hai presi? >> disse prendendo la scatoletta.
<< Non lo capisci? Tu mi hai rovinato per ben due volte! Non potevo permetterti di rovinarmeli per un’altra volta! >> ringhiò Pitch.
 
<< Ci sono altri modi per spegnere una luce! >>
 
Merida venne attraversata dai pixel.
<< Io… Verrò con te se mi ridarai i miei ricordi. >> disse Merida abbassando lo sguardo.
<< Ti fidi di me? Ah, giusto! Dopotutto l’unica persona di cui ti fidavi cecamente ti ha tradita! >> esclamò Pitch ridendo.
Merida strinse i pugni mentre la frangia le coprì gli occhi.
<< Vieni con me! >> disse Pitch porgendole la mano.
Merida alzò lo sguardo e prese la mano di Pitch mentre i suoi capelli e i suoi occhi tornarono al loro solito colore.
Arrivarono nella tana di Pitch dopo pochi minuti.
<< Siamo arrivati. Siediti pure lì. >> disse indicando una sedia un po’ rotta. << Arrivo subito con i tuoi ricordi. >> disse andandosene.
Merida esitò ma poi si sedette sulla sedia. Non appena vi si appoggiò la sedia si ruppe completamente ed intorno a lei si formò un’enorme sfera di sabbia nera.
<< Non l’ho fatto apposta! >> gridò Merida.
Pitch tornò ridendo.
<< Lo so. Va tutto secondo i miei piani! >> disse lanciandole tutti i dentini nella sfera in cui era imprigionata.
Merida li vide cadere a terra e i pixel la attraversarono nuovamente.
Pitch rise.
<< Tutto questo è veramente divertente! >> disse Pitch ridendo.
<< Perché? >> chiese Merida raccogliendo due dei dentini caduti.
<< Perché? Pensavi veramente che ti avrei dato i tuoi ricordi senza farti nulla? >> disse Pitch per poi ridere di gusto. << Ora puoi pure guardarti i tuoi preziosi ricordi, tanto sarà l’ultima cosa che farai. >> gridò per poi voltarsi. << Tu sei la mia esca! >>
Merida rimase da sola dentro quella sfera di sabbia.
Si mise a raccogliere tutti i dentini e li mise al proprio posto e chiuse la scatola.
<< Dentolina non mi ha nemmeno detto come fare… >> cominciò a piangere Merida.
Una lacrima cadde sul cofanetto facendolo brillare.
<< Cosa? >> si chiese asciugandolo con la manica per poi toccarlo con la mano.
Non appena lo toccò venne come trasportata in un altro posto.
 
Si trovava nella sala dell’orfanotrofio seduta sulla seggiola del pianoforte.
<< La suoni di nuovo? >> chiese James.
<< Ok! >> disse ricominciando a suonare.
Era una melodia stupenda. Era il tema de “I Pirati dei Caraibi”*
Tutti i bambini si avvicinavano al pianoforte per ascoltarla meglio.
Una volta finito il pezzo tutti batterono le mani.
<< Hai visto Maggie? >> sorrise Merida scendendo dal seggiolino.
<< Sì, sei stata veramente bravissima! >> sorride Maggie. << L’hai imparata tutta a memoria, complimenti! >> sorrise nuovamente Maggie.
<< Vieni a giocare adesso? >> chiese Oliver.
<< Arrivo! >> disse Merida correndo fuori.
 
Merida sgranò gli occhi.
<< Quella ero io… Tutte le ricerche che ho fatto, tutti i miei amici… ora me li ricordo! >> disse alzandosi in piedi. << Fammi uscire! >> gridò colpendo la sfera.
<< E’ inutile, non puoi romperla! >> disse Pitch senza uscire allo scoperto. << Fatti pure una bella dormita, tanto non verrà nessuno a salvarti! >> disse andando via ridendo.
Merida si distese a terra e si strinse le gambe al petto.
<< So che arriveranno… >> disse chiudendo gli occhi.
Qualche ora dopo Pitch andò a guardare come stesse Merida e vide che stava dormendo.
<< Tsk! Bambini… >> sputò Pitch.
Merida aprì un occhio e un sottofondo di chitarra e batteria.
<< Pensi di aver visto il meglio di me, di aver avuto l’ultima risata… >> disse Merida alzandosi in piedi. << Pensi che tutte le cose buone se ne siano andate, pensi di avermi lasciata a cuore spezzato e che tornerò indietro dagli altri strisciando, ma non sai chi sono io, perché sei in torto marcio! Sai, continuo a sognare cose divertenti e colorate e faccio ancora le cose che voglio. Ma sono sicura che non sai che ciò che non ti uccide ti rende più forte e più combattivo. >> disse stringendo i pugni. << Grazie a te ho capito molte cose, grazie a te, questo per me è un nuovo inizio! Se sono sola non significa che non abbia nessuno al mio fianco! >> disse mentre i suoi occhi e i suoi capelli diventavano rossi.
In quella arrivarono i Guardiani.
<< Pitch! >> gridò Jack.
<< Jack… >> sussurrò Merida appoggiandosi alla parete della sfera. << Jack! >> disse battendo i pugni sulla sabbia.
<< Non urlare, tanto non ti sentono! >> disse Pitch facendosi vedere.
<< Dove l’hai nascosta questa volta, Pitch? >> disse Dentolina.
<< Cosa vi fa pensare che io l’abbia nascosta? >> chiese Pitch ridendo.
<< Pitch! >> gridò Nord alzando le spade.
<< Potrei dire che è al sicuro in questa stanza, ma non lo è! >> disse per poi ridere.
<< Lasciala andare, Pitch! >> gridò Jack.
<< E a te cosa importa di lei? >> chiese Pitch avvicinandosi. << Dopotutto sei stato tu a tradirla e a farla venire da me. >>
Gli occhi di Jack diventarono lucidi.
<< E’ vero, Jack? >> chiese Calmoniglio.
<< Non ho mai detto di aver accettato la tua proposta! >> gridò Jack.
<< Ma lei crede che tu lo abbia fatto! >>
Merida sgranò gli occhi e lanciò una sfera di fuoco contro la sabbia che si illuminò facendo capire ai Guardiani che era lì.
<< E’ lì! >> disse Dentolina andando da Merida. << Tutto bene? >>
<< Sì… Per ora tutto ben- attenta! >> gridò, ma Dentolina non la sentì.
<< Non capisco… >> disse Dentolina.
Merida le fece segno di guardarsi alle spalle, Dentolina capì, si girò e schivò il colpo di Pitch che ruppe uno strato della sfera.
I Guardiani si guardarono e capirono di dover attaccare sa sfera tutti assieme.
<< Fermi. >> gridò Pitch bloccando gli attacchi dei Guardiani. << Così rischiate di colpire lei… >> disse indicando Merida che si stava coprendo il viso per la paura mentre i suoi capelli e i suoi occhi tornavano normali.
Nord, Dentolina, Calmoniglio e Sandy attaccarono Pitch mentre Jack cercò di liberare Merida.
<< Merida! Stai tranquilla, siamo arrivati! >> disse attaccando la sfera con la magia. << Non funziona! >> disse notando che la sfera non cambiava forma.
Jack cominciò a colpire con la spalla sinistra la sfera finché questa non si ruppe.
<< Jack! >> gridò Merida.
<< Non ti preoccupare, tutto a posto. Usciamo di qui! >> disse Jack reggendosi la spalla sinistra che sanguinava.
<< Sei ferito! >> disse Merida avvicinandosi.
<< Non importa, me lo sono meritato! >> disse Jack. << Ora andiamo via! >>
<< No! >> gridò Pitch.
Nord prese una sua sfera di neve e la agitò.
<< Polo Nord! >> detto questo si aprì un portale verso il Polo dove entrarono tutti, mentre Pitch rimase intrappolato nella sua tana.
 
 
 
ANGOLO AUTRICE:
 
NOTA: *Per chi non lo conoscesse…
   
Jack: Chi non la conosce!
Io: Fino a tre giorni fa non la conoscevi nemmeno tu…
Jack: Scusami se solo tre giorni fa mi hai fatto vedere “I Pirati dei Caraibi”! *sottolinea*
Io: Scusa se non me lo hai mai chiesto! *linguaccia*
*Louise e Jack si scambiano sguardi pieni di odio*
 
Beh, al prossimo capitolo: “Il segreto di Jack e Merida
Louise98

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Capitolo 15
*** Il segreto di Jack e Merida ***


Arrivarono sani e salvi al Polo.
<< Dentolina… >> disse Merida.  << Questo è per te! >> disse porgendole il cofanetto.
<< Sei riuscita a vedere tutto? >> chiese Dentolina prendendo la scatola.
<< Non ti preoccupare, ho risolto tutto! >> disse sorridendo Merida. << Non vedi? Ho smesso di farmi attraversare dai pixel! >> sorrise.
<< Sono contenta! Vado a portarli a posto. Torno subito! >> disse Dentolina per poi volare via verso il suo Palazzo.
<< Jack… Come va la tua spalla? >> chiese Merida a Jack.
<< Questo non è nulla in confronto a quello che hai passato tu! >> disse Jack sorridendo.
<< Senti… puoi venire un secondo con me? >> chiese Merida prendendo la mano di Jack.
<< Sì, dove vuoi andare? >> chiese Jack.
<< Nord, mi presti una sfera? >> chiese Merida avvicinandosi a Nord.
<< Certo, prendi pure! >> disse Nord.
Merida prese la sfera e la agitò.
<< Nascondiglio di Merida! >> gridò per poi far aprire il portale.
Quando arrivarono dall’altra parte si ritrovarono sul tetto della casa di Merida.
<< Cosa ci facciamo qui? >> chiese Jack.
<< Volevo semplicemente parlare in pace con te. >> disse Merida sorridendo per poi sedersi.
<< Di cosa? >> chiese Jack sedendosi.
Detto questo partì un sottofondo di pianoforte.
<< Sai, non avrei mai pensato di poter passare attraverso le fiamme o di poter bruciare, ma devo pensare che questo sia destino, vero? >> sorrise guardando il sole che tramontava. << Non mi arrenderò mai e continuerò a combattere fino alla fine, anche se tu riuscirai a buttarmi giù un’altra volta, io mi rialzerò e continuerò da dove mi ero fermata. >> disse stringendo i pugni. << Non avrei mai pensato di poter sentire questo potere dentro di me o che mi potessi sentire così libera. Ora riuscirei persino a scalare una montagna e sorvolare l’intero oceano. >> disse volando via seguita a ruota da Jack che la ascoltava attentamente.
Arrivarono sul tetto dell’orfanotrofio e la musica si fermò.
<< Questo lo devo tutto a te… >> disse osservando Jack. << Oggi pomeriggio sono venuta qui e sono entrata nella mia vecchia stanza… >> disse indicando l’edificio. << Ho trovato tante cose mie come il coniglio di peluche, il libro sulle Leggende e un album di foto… >>
Jack sgranò gli occhi.
<< Quando l’ho aperto ho cominciato a ricordarmi qualcosa. Se sono qui è solo grazie a te. Se tu non avessi salvato tua sorella io ora non sarei qui… >> detto questo ci fu un grande silenzio. << Mentre ero rinchiusa in quella sfera ho pensato a come sarebbe stata la mia vita se non vi avessi conosciuto e ho capito che non sarei esistita, perché senza il tuo sacrificio non sarei qui, non è così, nonno? >>
Jack sbarrò gli occhi.
<< Lo avevo già capito da un po’, ma dopo quello che è successo me ne sono dimenticata completamente… Ti voglio bene, nonno! >> disse abbracciando Jack.
<< Io… nonno… >> disse Jack ricambiando l’abbraccio.
Merida cominciò a piangere.
<< Mi dispiace tantissimo per tutto! >> disse tra un singhiozzo e l’altro.
<< Su, non piangere… >> disse Jack asciugandole le lacrime. << L’ho fatto volentieri. >> disse spostandole la frangetta dagli occhi. << Avanti! Non fare quella faccia dal tuo bis, bis, bis…. bis nonno! >> disse Jack sorridendo facendo sorridere anche Merida.
<< Questo sarà il nostro piccolo grande segreto, vero nonno? >> chiese Merida asciugandosi il viso.
<< D’accordo! >> sorrise Jack. << Però non chiamarmi “nonno”… mi fa sentire vecchio! >> disse Jack sorridendo per poi alzarsi in piedi.
<< Torniamo al Polo. >> disse Jack prendendo la sfera di Nord.
<< Ehm… io rimango qui. Ho una cosa da fare. >> disse Merida.
<< Che tipo di cosa? >> chiese Jack curioso.
<< Oggi è il 15 Maggio, quindi è il mio compleanno… Ho una cosa da fare… >>
<< Cavolo! Potevi dirmelo subito! Auguroni, piccola peste! >> disse dandole un bacio sulla guancia.
<< G-grazie! >> disse arrossendo lievemente.
<< Allora… io vado! >> disse agitando la sfera.
<< No, aspetta! >> disse Merida bloccando il braccio di Jack. << Puoi rimanere con me? >> chiese abbassando lo sguardo.
<< D’accordo, cosa devi fare? >>
<< Devo incontrare alcune persone… >> disse indicando la città.
<< Allora andiamo! >> disse Jack mettendo la sfera di Nord nel cappuccio.
 



ANGOLO AUTRICE:

Eccomi! :)
Scusatemi se è così corto, ma non vi preoccupate, il prossimo sarà più lungo! :D
Jack: Lo spero per te, dopotutto i lettori aspettano…
Io: Fai silenzio, nonnetto! *linguaccia*
Jack: Ehi!
*Jack fissa Louise e gli fa una linguaccia*
Merida: Di che parlate?
Calmoniglio: E lei da dove sbuca? *indica Merida*
Merida: Io? Sono sempre stata qui! *si siede vicino a Louise*
*Tutti la guardano strano*
 
Eh, va beh… Mi scuso ancora per il capitolo così corto!
Al prossimo capitolo: “Fuochi d’artificio
Louise98

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Capitolo 16
*** Fuochi d'artificio ***


<< Perché siamo entrati? >> chiese Jack mentre cercava di muoversi nel modo più silenzioso possibile nella sala principale dell’orfanotrofio.
<< Devo solo controllare i registri, nulla di più! >> disse Merida aprendo un cassetto pieno di carte. << Vediamo…Adozioni… Eccolo! >> disse prendendo un foglio. << Oliver e James Phelps… loro non sono stati adottati, sono usciti da qui a diciotto anni per età… >> disse sfregandosi la fronte. << Cremina e Alexia invece sono state adottate, ma non sono più in questa città… Ok, tutti dai gemelli! >> disse rimettendo a posto le carte per poi uscire dal camino e volare dalla parte opposta della città.
<< Cos’hai intenzione di fare? >> chiese Jack.
<< Vedere come stanno i gemelli da soli. Voglio vedere come se la sono passata fino ad ora. >> rispose Merida senza voltarsi. << Ecco! Deve essere questa. >> disse fermandosi di fronte ad una casa.
<< Dovrebbe? Non hai guardato l’indirizzo? >> chiese Jack.
<< No, ho solo guardato il quartiere! >> disse sorridendo.
<< Beh, guarda il campanello! >> la incitò Jack.
<< Oliver e James Phelps… Sono loro! >> sorrise Merida.
Merida fece un respiro profondo ed entrò dalla finestra aperta mentre Jack rimase fuori ad osservare.
Merida si sedette sul divano mentre Oliver si avvicinò e si sedette al suo fianco.
<< Sono passati tanti anni, non è vero, Oliver? >> disse timidamente Merida.
<< Ehi, James! >> disse Oliver mentre leggeva il giornale. << Hai visto? C’è stata un’altra adozione all’orfanotrofio! >> disse indicando un articolo.
<< Davver-? >> cominciò James ma si bloccò non appena vide che vicino al fratello c’era un’altra persona apparentemente triste.
<< O-o-o-oliver! >> balbettò James.
<< Che c’è? >> disse Oliver. << Qualcosa non va? >>
Merida si accorse di James e alzò un braccio facendolo passare attraverso Oliver.
<< Cos-? Oh, nulla… >> disse abbassando lo sguardo.
<< Sei un po’ strano oggi… >> osservò Oliver.
<< Senti… tu credi nelle sei Leggende? >> chiese James.
Merida si illuminò e una melodia partì.
<< Ormai sono grande e conosco la realtà, non credo nelle Leggende! >> disse Oliver alzandosi in piedi.
Merida sgranò gli occhi.
<< Anche se a dire la verità un tempo ci credevo… ma da quando è successa quella cosa, non ci credo più. >> disse Oliver abbassando lo sguardo.
<< Parli della scomparsa di Merida? >>
Oliver annuì.
<< Senti, non ho più voglia di parlarne e sono troppo vecchio per credere in queste storie da bambini! Non esistono come la sabbia dorata dell’Omino del Sonno! >> ringhiò Oliver.
<< Ma non puoi almeno provarci? >> chiese James.
<< Ci proverò, ma devi capire che è difficile da credere… Ti prometto che ci proverò anche se non riesco a vedere quello che vedi tu… >> disse mettendogli una mano sulla spalla.
<< Tu non la vedi? >> chiese James indicando Merida seduta sul divano.
<< Chi? >> chiese Oliver girandosi.
<< Davvero non vedi nulla? >> chiese serio James.
<< Senti, sono stanco. >> disse schietto Oliver. << Ti ho detto che ci proverò, ok? >>
<< Non puoi provarci adesso? >> chiese dolcemente James.
Oliver fissò il divano per qualche secondo.
<< Ok, ho provato a capire cosa c’è di diverso tra le cose che penso e quelle in cui vorrei credere, ma non ci riesco! >> esclamò Oliver abbassando lo sguardo.
<< Non fare così… >> disse Merida avvicinandosi.
<< Cos’hai detto, James? >>
<< Oh, non sono stato io, è stata lei! >> disse indicando Merida.
Oliver alzò lo sguardo e guardò negli occhi Merida.
<< Finalmente ci riesco! Ora posso crederci anche io! >> gridò Oliver. << Allora esiste la polvere dell’Omino del Sonno. >> disse commosso. << Finalmente posso vedere quello che vedi anche tu! >> disse rivolgendosi al gemello.
Detto questo la musica si fermò.
<< Tu sei Merida, non è vero? >> disse James. << Intendo dire… la Merida che conosciamo noi? >>
Merida annuì.
<< Com’è possibile? >> chiese Oliver incredulo.
<< E’ una lunga storia, ve la spiegherò un altro giorno. Ero venuta solo per vedere come stavate e sono contenta di vedere che state bene! >> disse Merida sorridendo. << Scusate ma devo scappare. >> disse uscendo dalla finestra.
<< Torna pure quando vuoi! >> dissero in coro i gemelli.
<< Ora torniamo indietro! >> disse Merida a Jack che fissava incredulo i gemelli.
<< Come hai-? >>
<< Seguimi senza fare domande! >> disse Merida sorridendo per poi tornare all’orfanotrofio.
Quando arrivarono a destinazione videro una signora sulla cinquantina che stava uscendo in giardino.
<< Aspettami qui! >> disse Merida per poi lanciarsi verso alla donna.
<< Che caldo! >> esclamò la donna.
<< Ops… è colpa mia, Maggie! >> disse Merida sedendosi sulla staccionata facendo così partire un sottofondo musicale.
Maggie si sedette su di una sedia in cortile rivolta verso la staccionata per osservare le stelle.
<< Ti ricordi? Tu andavi ancora al liceo e lavoravi part-time qui all’orfanotrofio. >> disse Merida rivolta a Maggie. << Hai lasciato una piccola città senza guardarti indietro per stare con noi bambini… Devo ringraziarti! >> disse sistemandosi sulla staccionata. << Ci credi? Sono proprio io! Finalmente posso ricordarmi tutto! >> disse sorridendo. << Finalmente! >> esclamò osservando la Luna. << Ti ricordi quella volta vicino al lago del parco, quando hai cercato di insegnarmi a pattinare? E poi quella volta in cui ho suonato il pianoforte senza spartito? Tu sei la prima che mi ha visto credere veramente in qualcosa! >> disse Merida ridendo. << Mi hai reso la ribelle dell’orfanotrofio! >> esclamò alzandosi in piedi sulla staccionata. << Sei la cosa migliore che mi sia mai capitata. >>
Maggie rimase in silenzio a godersi la musica anche se non capiva da dove provenisse.
<< E mi ricordo anche quella lite che abbiamo avuto una mattina di trent’anni fa. Io ti dissi di aver salvato il mondo dalla paura e tu non mi credesti così corsi fuori in mezzo alla neve finché non mi dicesti che la colazione era pronta. A dire la verità ero pronta ad andarmene dall’orfanotrofio. >> disse Merida abbassando lo sguardo. << Ma poi decisi di restare anche se sapevamo entrambe che un giorno ci saremmo dovute separare. >> disse Merida saltando giù dalla staccionata per arrivare di fronte a Maggie.
Quest’ultima si alzò in piedi e cominciò a camminare passando attraverso a Merida che si rannicchiò per poi portarsi le mani al petto respirando affannosamente.
< Avevi detto che non mi avresti mai lasciata sola… >> disse Merida alzandosi in piedi per tornare sulla staccionata.
<< Quanti ricordi… >> disse Maggie. << Io e Merida stavamo ore a guardare il cielo stellato… >> disse appoggiandosi alla staccionata mettendosi vicino a Merida.
Merida si alzò in piedi pronta per spiccare il volo mentre Maggie sgranò gli occhi.
<< E tu chi saresti? >> disse indicando Merida che aveva solo un piede a terra.
Merida si girò con gli occhi sbarrati e osservò Maggie.
<< Tu riesci a vedermi? >> sussurrò Merida abbassandosi fino ad arrivare al viso di Maggie che annuì lentamente. << Non mi riconosci? >> disse indicandosi.
<< Merida… sei davvero tu? Com’è possibile? >> balbettò Maggie.
<< La mattina in cui scomparvi morii e l’Uomo nella Luna mi diede una seconda possibilità e…eccomi qui! >> disse sorridendo Merida.
<< Ogni volta che ti guardo è come la prima volta… >> sottolineò Maggie.
Merida le saltò addosso abbracciandola.
<< Dopotutto sono sempre la solita stupida bambina di sei anni! >> disse stringendo l’abbraccio.
<< Non ho mai detto che sei stupida! >> disse Maggie.
<< Lo so… >> disse sorridendo Merida.
In quell’istante la musica svanì.
<< Auguri! >> disse Maggie sciogliendo l’abbraccio per poi dare un bacio sulla guancia a Merida.
<< G-grazie! >> disse Merida arrossendo lievemente.
Subito dopo Merida volò in cielo mentre i suoi capelli e i suoi occhi diventavano rossi.
Cominciò a creare delle palle di fuoco che una volta lanciate in aria scoppiavano dividendosi in fuochi più piccoli.
<< Wow! >> disse Maggie osservando i fuochi.
Merida mandò avanti lo spettacolo per una decina di minuti e poi scese nuovamente sulla staccionata.
<< Cos’erano? >> chiese Maggie.
<< Non lo so…  è la prima volta che li faccio. >> disse Merida. << Che ne dici di chiamarli: fuochi d’artificio? >> chiese gesticolando.
<< Va bene! >> disse Maggie.
<< Ogni 15 Maggio li farò scoppiare! >> disse sorridendo Merida.
<< Io però non ho nessun regalo… >> disse Maggie.
<< Non ti preoccupare, non mi serve nulla! >> disse sorridendo.
<< Non cambierai mai, vero? >> disse Maggie. << Ho trovato. Aspettami qui! >> disse correndo nell’edificio.
Maggie tornò dopo alcuni minuti con uno scatolone in cui vi erano tutti gli oggetti di Merida.
<< Questa è tutto ciò che hai lasciato nella tua stanza. >> disse Maggie passandole la scatola.
<< Grazie mille! >> disse prendendo il suo regalo.
Maggie sorrise.
<< Ora vado, ho una cosa importante da fare al Polo! >> disse staccando i piedi da terra.
<< Intendi il Polo Nord? >> chiese Maggie. << Dove abita Babbo Natale? >>
<< Già! >> sorride Merida. << Ti spiegherò tutto con calma. A presto! >> disse volando via.
<< Ciao! >> gridò Maggie per poi tornare nell’edificio una volta che la figura di Merida non fosse scomparsa.
<< Cosa devi fare al Polo? >> chiese Jack seguendo Merida.
<< Sorpresa! >>
 
 

ANGOLO AUTRICE:
 
Ecco un altro capitolo! :D
Che ve ne pare? Finalmente qualcuno crede in Merida! :)
Che cosa andrà a fare al Polo con quello scatolone? Lo scoprirete presto! (:
Al prossimo capitolo: “Un libro, un giuramento
Louise98

Nord: Io non ci sono in questo capitolo... *triste*
Io: Su, avanti! Ti rifarai nel prossimo! *sorride*
Nord: Davvero? *speranzoso*
Jack: No! *ride*
Io: Non essere coosì crudele, idiota!
Jack: Però Nord se le cerca! *continua a ridere*
Nord: Allora mi tengo tutti biscotti con latte! *offeso si gira dalla parte opposta*
Jack: No! Ok, mi dispiace, Nord! Prometto di comportarmi bene! *si inginocchia*
Nord: Tanto tu ha già record su lista cattivi, e poi lo fai per biscotti!
Jack: Se lo ammetto mi perdoni?
Nord: No! *ride*
*Louise ride*
Io: Questa si chiama "vendetta diretta"! *continua a ridere*
Jack: Spiritosi! *risata ironica*
*Louise gli tira un libro in testa*
Jack: Ahi! E questo?! *si massaggia la nuca*
Io: Era per la risata ironica... *linguaccia*
*Jack e Louise si scambiano sguardi pieni d'odio*
Nord: Ok, ora puoi prendere biscotti, Jack! *porge i biscotti a Jack*
*Jack guarda Nord*
Jack: Grazie, Nord! *prende un biscotto e lo mangia*

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Capitolo 17
*** Un libro, un giuramento ***


Arrivarono al Polo dopo una ventina di minuti.
<< Ehi, Merida! Dove eravate? E cosa è quello scatolone? >> chiese Nord indicandola.
Merida non rispose ed aprì la scatola.
Prese l’album, il coniglio di peluche ed un blocco di disegni e li mise da parte per poi prendere il libro sulle sei Leggende.
<< Ho già visto quel libro… >> disse Calmoniglio avvicinandosi.
<< Non erano cinque? >> chiese Dentolina.
<< Infatti! >> disse Merida aprendolo.
Non appena toccò la copertina il libro si illuminò.
<< Cosa succede? >> chiese Jack.
<< Non so… >> disse Merida aprendo il libro.
<< Sta cambiando tutto! >> disse Dentolina dopo essersi accorta che le immagini e le scritte stavano cambiando.
 
“OMINO DEL SONNO:
 
Altezza: 1,2 m
Occhi: Dorati
Capelli: Dorati
Caratteristiche: Piccolo, vestito d’oro.
Dicerie: Ogni notte fa il giro del mondo per augurare la buona notte a tutti i bambini con la sua sabbia magica. Viene anche chiamato Guardiano dei Sogni.
 
BABBO NATALE:
 
Altezza: 1,9 m
Occhi: Azzurri grandi
Capelli: Bianchi con barba bianca
Caratteristiche: Anziano, ha il pancione, molto esigente, dal cuore d’oro.
Dicerie: La notte tra il 24 e il 25 dicembre porta i regali a tutti i bambini buoni sulla sua potente e moderna slitta, trainata da sei forti e dolci renne. Viene aiutato dagli Yeti mentre gli elfi collaudano i giocattoli.
 
FATA DEL DENTINO:
 
Altezza: 1,5 cm
Occhi: Rosa violaceo molto grandi
Piume: Colori vari
Caratteristiche: Assomiglia ad un colibrì, dolce, carina, frizzante
Dicerie:  Ogni volta che ad un bambino cade un dentino e lo mette sotto il cuscino, se lo porta via con sé lasciando una monetina sotto di esso assieme alle sue piccole fatine.
 
CONIGLIETTO DI PASQUA:
 
Altezza: 1,85
Occhi: Verdi
Pelo: Bianco e grigio
Caratteristiche: Tenero, grande, molto veloce.
Dicerie: Nasconde le sue piccole uova colorate ovunque per far divertire i bambini durante il periodo di Pasqua con la “Caccia alle Uova”. Usa dei grandi boomerang per proteggerei bambini.
 
JACK FROST:
 
Altezza: 1,75 m
Occhi: Azzurri
Capelli: Bianchi
Caratteristiche: Giovane, simpatico, divertente, carino
Dicerie: Indossa sempre una felpa blu con decori bianchi, dei pantaloni marroni lunghi fino a metà polpaccio, porta sempre con sé un bastone di legno magico che usa per congelare le cose.”
 
MERIDA FLAME:
 
Altezza: 1.05 m
Occhi: Azzurri
Capelli: Blu scuri
Caratteristiche: Indossa una felpa rosso cremisi, dei pantaloni marroni lunghi fino a metà polpaccio, giovanissima, dolce, carina, simpatica, può cambiare il colore dei suoi occhi e dei suoi capelli quando vuole
Dicerie: Può usare il fuoco a suo piacimento e suonare qualsiasi strumento. Quando si sente uno strumento suonare senza un apparente motivo pensando che sia il vento, in realtà è lei che si diverte a giocare con gli strumenti musicali.”
 
<< Il libro si è corretto! >> disse Calmoniglio mentre la Luna lo illuminava.
<< E’ stato l’Uomo nella Luna… >> disse Merida osservando la Luna.
<< Fai parte delle Leggende, Merida. >> disse Nord.
Merida lasciò il libro a terra e si alzò in piedi.
<< Sono pronta, Nord! >> disse sorridendo.
<< E’ tempo di fare giuramento. >> disse Nord prendendo il suo libro. << Giuri tu, Merida Flame, di proteggere i bambini di tutto il mondo, di difendere a costo della tua vita loro, le loro speranze, desideri e sogni perché loro sono tutto ciò che abbiamo, che siamo e che saremo per sempre? >>
<< Lo giuro. >> disse Merida convinta.
<< Allora… Congratulazioni, Merida Flame, perché adesso sei e sarai per sempre: un Guardiano! >> gridò chiudendo il libro.
Dentolina la abbracciò forte.
<< Congratulazioni! >> gridarono Nord e Calmoniglio.
Sandy saltò per la gioia.
<< Quale è tuo centro? >> chiese Nord.
<< Ancora non lo so… >> disse Merida abbassando lo sguardo. << Ma prometto che lo troverò il prima possibile! >> disse saltando.
<< Andiamo a fare un giro per festeggiare? >> disse Dentolina.
<< Io non posso venire… >> disse Calmoniglio. << Devo recuperare tutte le uova che i bambini non hanno trovato. >>
<< Io rimane qui, non si sa mai! >> disse Nord.
<< Allora andiamo solo noi! >> disse Jack indicando Dentolina, Sandy e Merida.
I quattro arrivarono in città e continuavano a volare a destra e sinistra senza una meta precisa.
D’un tratto Dentolina si fermò davanti ad un negozio di televisioni ad ascoltare la tv.
<< Ormai le piume sono fuori moda! >> disse una ragazza alla tv.
Dentolina si guardò e diventò triste di colpo.
Merida se ne accorse e si avvicinò portandosi l’indice e il medio della mano destra sulla gola.
<< A me piacciono ancora le piume! >> disse Jack.
Dentolina sobbalzò e si girò di scatto per ringraziarlo, ma non appena si girò notò che non era Jack che aveva parlato, ma Merida.
<< Ops… >> disse Merida con la voce di Jack.
<< Questa me la paghi, Merida! >> disse sorridendo Merida mentre gli correva dietro.
<< Jack! >> gridò Merida.
<< Che succede? >> chiese Jack non capendo cosa stesse succedendo.
<< Ho fatto arrabbiare Dentolina… >> disse nascondendosi dietro al ragazzo.
<< E come avresti fatto? Non è facile! >> disse Jack ridendo.
<< Ho usato la tua voce per dire una cosa… e lei si è arrabbiata perché pensava fossi stato tu a parlare! >> disse nascondendosi meglio.
<< Come hai fatto ad usare la mia voce? >> chiese curioso Jack mentre Dentolina si avvicinava.
<< Sono uno Spirito del Fuoco e della Musica, posso modificare la mia voce a mio piacimento! >> disse orgogliosa.
<< Mmmh… capisco. >> disse Jack osservando Dentolina che si avvicinava rossa per la rabbia e per l’imbarazzo. << E cosa avresti detto? >>
<< Ho detto che- >> cominciò Merida ma Dentolina la fermò mettendole una mano davanti alla bocca.
<< Nulla di importante! >> si sbrigò a dire Dentolina.
<< Già! >> mugugnò Merida mentre cercava di liberarsi dalla presa di Dentolina.
Non appena si liberò fece un occhiolino a Dentolina.
<< Sarà un nostro segreto! >> le sussurrò all’orecchio Merida per poi correre via assieme a Sandy.
<< Bambini, eh? >> disse Jack prendendo la mano di Dentolina correndo verso gli altri due Guardiani.
Dentolina arrossì lievemente per poi staccarsi dalla presa di Jack e volare per conto suo.
 
 
 
ANGOLO AUTRICE:
 
Eccomi con un nuovo capitolo! :D
Visto? Alla fine è Merida il nuovo Guardiano! ;)
Jack: Tu non lo sapevi già?
Io: E tu non puoi stare zitto?
*Merida rise di gusto*
Io: Che c’è? *confusa*
Io: Dov’è Jack? *si guarda in giro*
Merida: Sono stata io a dirlo! *continua a ridere*
Io: Non usare i poteri che ti ho dato contro di me, ok? *le fa un occhiolino*
Io: Ma puoi usarli contro Jack se vuoi! *sorride*
Jack: Non ti preoccupare, lo farò! *le fa l’occhiolino*
Io: Ti prego, fai paura quando riesci ad imitare così bene le persone!
*Merida e Louise ridono*
 
Al prossimo capitolo: “Il centro manomesso
Louise98

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Capitolo 18
*** Il centro manomesso ***


Un anno dopo Merida si ritrovò sul tetto dell’orfanotrofio a parlare con la Luna mentre la inseguiva il vento che portava con se una dolce melodia.
<< Ciao, Uomo nella Luna! >> disse agitando il braccio per poi sedersi sul tetto. << So che non risponderai mai alle mie domande, ma non puoi farmi vedere qualcosa che mi aiuti a capire qual è il mio centro? >>
Ci fu un grande silenzio.
<< Come pensavo… >> disse abbassando lo sguardo. << Allora, quando cercherai di dirmi qualcosa, non ti ascolterò, così capirai come mi sento! >> disse osservando la Luna. << Tu non sai chi sono io veramente, infatti, non sarò mai quello che tu vuoi che io sia! >> disse scattando in piedi con le lacrime agli occhi.
Lentamente si avvicinò al camino e vi si appoggiò.
<< E cosa pensi di aver capito di me, allora? >> rispose Merida alla Luna. << Non puoi scegliermi e poi buttarmi via. E poi come fai a sapere quello che penso e sapere tutto quello che succede se te ne stai sempre fermo lì per i fatti tuoi? >> chiese battendo un pugno sulla parete del camino.
Pochi minuti dopo Merida si alzò ed andò in mezzo alla stradina davanti all’edificio.
<< Loro non sano nemmeno che esisto… >> disse indicando dei bambini che giocavano sul marciapiede. << Vorrei solo un momento per sentirmi reale e poter abbracciare le persone che ora mi passano attraverso. >>
D’un tratto Merida saltò sul tetto e cominciò a fissare la Luna.
<< Puoi aiutarmi a diventare un vero guardiano? >> chiese dolcemente mentre la musica diventava sempre più lontana.
L’Uomo nella Luna non rispose, ma la sua luce sembrò come diventare più intensa.
<< E’ un… sì? >> chiese Merida con il viso colmo di gioia.
Nel vialetto di fronte all’edificio apparvero due bambini che correvano tenendosi per mano.
<< Ehi, Kei, non correre in quel modo! >> disse la bambina con il fiatone.
<< Avanti, resisti ancora un po’! >> la incitò il ragazzo voltandosi. << Tra poco saremo a casa e potremo stare al calduccio a guardare i fuochi d’artificio! >> disse correndo più velocemente.
<< Sì! >> esclamò la bambina velocizzando il passo.
<< E’ vero, i fuochi! >> sussurrò Merida per poi volare all’inseguimento dei due bambini.
I due bambini entrarono in una casa, mentre Merida rimase fuori per osservare dalla finestra.
<< Siamo tornati! >> disse il ragazzo.
<< Mamma! Come mai ci sono i fuochi d’artificio stasera? >> chiese la bambina avvicinandosi alla madre.
<< Sai, Haruka, si dice che la notte tra il 15 ed il 16 Maggio ci sia uno spirito di nome Merida che fa volare in cielo tutte le brutte emozioni che incontra e che, quando esplodono, si trasformano in felicità e serenità sotto forma di fuochi d’artificio. >> rispose la donna.
<< E tu l’hai mai vista, mamma? >> chiese Haruka.
<< No, ma vorrei tanto poterlo fare… >> rispose la donna abbassando lo sguardo.
<< Papà, il fuoco è acceso? >> chiese Kei avvicinandosi al camino.
<< No… >> disse il padre alzandosi. << Fa troppo freddo e quindi non prende. Vado a rendere altra legna. >> disse prendendo il cappotto.
<< Papà, aspetta! Così ti perderai i fuochi! >> gridò Haruka correndo verso il padre che nel frattempo aprì la porta.
Merida vide Haruka con gli occhi lucidi, così si portò la mano destra alla bocca, ci soffiò dentro, la riaprì puntandola verso il camino e subito la legna cominciò a bruciare.
<< Papà! Papà! Torna indietro! >> gridò Haruka. << La legna ha cominciato a bruciare! >>
<< E’ vero, caro. Vieni a vedere! >> disse la donna.
<< E’ stata Merida, mamma! >> disse Haruka tirando per la gonna la madre.
<< Lo credo anche io, piccola! >> disse la donna scompigliando i capelli della bambina.
Merida spalancò gli occhi e volò in cielo per poi lanciare i suoi fuochi d’artificio.
<< Wow! >> esclamarono i due bambini affacciandosi alla finestra seguiti dai genitori.
I fuochi durarono circa un quarto d’ora e, una volta finiti, Merida tornò alla finestra della casa dei due bambini.
<< Hai visto che belli, Kei? >> chiese Haruka.
<< Sì, sono sempre più belli! >> esclamò il ragazzo saltando.
<< Avete ragione, però a nanna ora! >> disse la madre spingendoli verso le camere da letto.
<< Va bene… >> si arresero i bambini correndo in camera.
<< Quindi è questo… >> sussurrò Merida toccando il vetro della finestra. << Finalmente! >> disse stringendo i pugni per poi volare via.
Quello che non poteva sapere era che qualcuno la stava osservando.
<< Tsk! Così è questo… Purtroppo sarò costretto a cambiare le cose. >> disse sogghignando questa figura per sparire nel buio.
Merida arrivò al Polo, dove incontrò gli altri Guardiani.
<< Ce l’ho fatta! >> gridò facendo lo slalom tra un elfo e l’altro.
<< A fare cosa? >> chiese Dentolina facendo segno alle sue fatine di tacere.
<< Il mio centro! Ho capito qual è! >> gridò Merida.
<< Davvero? >> chiese Nord. << E quale essere questo centro? >>
<< La famiglia. >> disse Merida saltellando a destra e sinistra. << Con il calore del fuoco e la musica posso tenere unita una famiglia in qualunque situazione! >>
I Guardiani si guardarono finché Jack e Nord non gridarono.
<< Musica! >> dissero in coro, così gli elfi cominciarono a suonare le loro trombe, tamburelli e campanelli per Merida.
Merida sorrise, e gli altri fecero lo stesso. Erano tutti molto contenti della scoperta della ragazza, infatti ora lei poteva usare a pieno i suoi poteri grazie alla gioia che le trasmettevano i bambini.


ANGOLO AUTRICE:

Ciao a tutti!
Scusatemi tanto per il mega ritardo, ma tra l’inizio della scuola, le verifiche ed i vari impegni non sono quasi mai riuscita a scrivere… Cercherò di rifarmi con i prossimi capitoli :)
Spero che vi sia piaciuto anche se un po’ corto… :D
Al prossimo capitolo: “Un oggetto che amo in un posto a cui appartengo
Louise98
 
Jack: Finalmente! E’ da quasi un mese che aspetto il seguito della storia!
Io: E tu fai silenzio! Voglio vedere se riesci a scrivere anche solo un capitolo tra un compito ed un altro…
Jack: Beh, io non devo andare a scuola, sono già bravo di mio! *linguaccia*
Io: Sì, bravo a rompere i cornflakes a tutti!
*Un elfo entra in camera con i cereali*
Io: No, non volevo dei cornflakes… Ehi, visto che sei così ubbidiente, porteresti via Jack, per favore?
*L’elfo si porta una mano alla fronte a modi militare e porta via Jack*
Io: Grazie!
Jack: Ehi! Lasciami andare!

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Capitolo 19
*** Un oggetto che amo in un posto a cui appartengo ***


Qualche giorno dopo tutti i Guardiani erano riuniti al Polo.
Dentolina e Nord erano nell’ufficio di Babbo Natale, Jack giocava con gli elfi mentre Merida e Calmoniglio stavano nell’atrio, proprio sotto al Globo.
<< Ehi, Calmoniglio. Ti va di sentire una cosa? >> disse Merida saltando sul Globo.
<< Che tipo di cosa? >> disse Calmoniglio arricciando il naso.
Merida si portò una mano alla gola e in quell’istante si cominciò a sentire nell’aria come un pianoforte in lontananza.
<< Quando mi sento solo, triste come non mai… >> cominciò a canticchiare Merida con la voce di Jack. << Tutto solo, mi godo la giornata ridendo con i bambini. >> disse saltellando per il Globo mentre Calmoniglio rideva. << Che cosa mi rende felice? Questi splendori che mi ritrovo in bocca: i miei bellissimi denti! >> detto questo Calmoniglio cominciò a rotolare a terra dal ridere. << I miei denti splendenti proprio come le stelle in cielo, loro che brillano e donano bellezza al mio viso! >> disse Merida indicandosi il viso. << Loro che si illuminano come le luci sugli alberi di Natale! >> disse indicando l’albero di Nord. << So benissimo che quando mi incontri rimani a bocca aperta dopo aver visto… i miei denti e me! >> disse camminando intorno a Calmoniglio.
Calmoniglio non riusciva più a trattenere le risate, tanto che cominciarono ad uscirgli le lacrime.
Dentolina, che era ancora nell’ufficio di Nord, sentì la voce di Jack provenire dall’atrio così zittì Nord e corse fuori dalla stanza.
<< Sì, sono sempre perfetti: bianchi e perlati. Sono perfetti proprio come la mia canzone preferita. >> disse volando sul Globo con delle cuffie giocattolo in mano che aveva appena preso ad uno Yeti. << Sì, io li adoro, e loro adorano me! Perché dovrei parlare con te quando ne ho 32? >> disse avvicinandosi a Calmoniglio. << I miei denti e me! >> disse in ginocchio mentre scivolava verso Dentolina.
In quell’istante il sottofondo di pianoforte svanì.
<< Ops… >> disse Merida dopo aver visto Dentolina.
<< Ehi, che succede? >> disse Jack volando preoccupato verso l’atrio.
<< Uhm… nulla… >> cercò di nascondere Merida.
<< E perché Calmoniglio sta ridendo? Come hai fatto? >> chiese curioso Jack.
<< Ecco… >> sussurrò Merida.
<< Ha cantato una canzone con la tua voce sui tuoi denti. E’ stato epico! >> gridò Calmoniglio in preda alle risate.
<< Oh, davvero? >> disse Jack sorridendo. << Che ne dici di farmela risentire? >>
Il viso di Merida si illuminò.
<< Nord! Vieni! >> disse Dentolina.
Merida si schiarì la voce e si rimise la mano davanti alla gola.
Non appena Nord arrivò nell’atrio brontolando con gli elfi, Merida cadde a terra.
<< Merida! >> gridò Nord.
Tutti i Guardiani si avvicinarono.
<< Va tutto bene, succhiapollici? >> chiese Calmoniglio preoccupato.
Jack le toccò la fronte e fece un salto in dietro.
<< E’ bollente! >> disse accarezzandosi la mano con cui l’aveva toccata.
<< Portiamola a riposare. >> disse Nord prendendola in braccio.
Pochi minuti dopo Merida si risvegliò su una brandina, circondata dai Guardiani, dagli elfi e dagli Yeti.
<< Che succede? >> chiese un po’ assonnata.
<< Merida! >> gridò Dentolina.
<< Eri svenuta, così ti abbiamo portata qui. >> rispose Nord.
<< Nah, io sto benissimo. >> disse lei alzandosi in piedi. << Dov’eravamo rimasti? >> chiese schiarendosi la voce. << Oh, giusto, la canzone di Jack! >> esclamò sorridendo. << Quando mi se- >> cominciò.
<< Cosa c’è? >> chiese Calmoniglio.
<< La musica… Non la senti? >> chiese Merida portandosi le mani sulle tempie.
<< Ad essere sincero: no. >> rispose Jack.
<< Questo è il problema! Io… non ci riesco più! >> disse gesticolando preoccupata.
Nord si accarezzò la barba pensieroso.
<< Hai fatto qualcosa di strano ultimamente? >> chiese Jack avvicinandosi.
<< No! Stai lontano, non riesco più a controllare i miei poteri! >> gridò Merida e subito un rumore molto simile a delle unghie che graffiano una lavagna si espanse per l’intero Polo.
Tutti si portarono le mani alle orecchie.
<< Basta! >> gridò Merida. << Basta… >> disse infine accasciandosi a terra.
<< Merida! >> la chiamò Dentolina.
<< Cosa sta succedendo, Nord? >> chiese Jack sperando in una risposta.
Nord abbassò lo sguardo.
<< I bambini. Non credono più in lei. >> rispose.
<< COSA?! >> esclamarono gli altri Guardiani mentre Dave cercava di tirare su la ragazza.
<< Dobbiamo farla riposare. >> disse infine Nord facendo un cenno a Dave.

Il giorno dopo Jack andò al Polo a controllare la situazione di Merida.
<< Dentolina, come sta andando? >> chiese lui.
<< Non molto bene. Sta diventando sempre più fredda. >> rispose lei sfiorandole il viso.
<< E quelle cosa sono? >> chiese Jack osservando delle cicatrici sul viso di Merida.
<< Non ne sono sicura, ma credo siano tutte le ferite che si è procurata prima di diventare una Guardina. >> osservò Dentolina.
<< Aspetta! Vuoi dire che-? >> esclamò Jack tirando via le coperte dalla ragazza.
<< Oh, no… >> sussurrò Dentolina.
Jack le rimboccò nuovamente le coperte e si mise a mezz’aria sopra il suo letto.
<< Dobbiamo fare in modo che credano di nuovo in lei! >> gridò Jack avvicinandosi velocemente alla finestra per aprirla ed uscire.
<< Aspetta… >> sussurrò Merida.
<< Merida! >> disse Jack tornando da lei.
<< Non puoi andare in giro a dire che io esisto, non ti crederebbe nessuno, non trovi? >> disse sorridendo.
<< Beh, io… >> cominciò Jack.
<< Prendi questo. >> disse Merida aprendo le mani facendo apparire una piccola nota d’oro, mentre il suo viso si faceva sempre più pallido per lo sforzo e le sue cicatrici sempre più evidenti. << Tieni questa nota. >> disse con il poco fiato che le rimaneva.
<< Cosa devo farci? >> chiese Jack.
<< Trova un oggetto che amo in un posto a cui appartengo, e tutto tornerà come prima… >> disse mentre la sua voce si faceva sempre più roca.
<< Tornerò il più presto possibile! Te lo prometto! >> esclamò Jack correndo fuori.




ANGOLO AUTRICE:

Eccomi qui dopo mesi di attesa con il nuovo capitolo di questa fanfiction!
Jack: Finalmente!
Io: Fai silenzio e vai a cercare quello che ti ha chiesto Merida! *lo guarda malissimo*
Jack: Beh, tu sei l’autrice, quindi tecnicamente scegli tu cosa farmi fare nelle tue storie…
Io: Beh, allora improvvisa!
Jack: Mi rendi in giro, vero? *ride*
*Louise strappa un foglio dal quaderno di latino e scrive: “Jack si scusa con Louise e se ne va”*
Jack: Sì, sarebbe forte se funzionasse davvero! *si lancia sul letto e comincia a ridere come un pazzo*
Io: Va beh, io ci ho provato… *sbatte la testa sulla scrivania*
Io: E comunque è anche colpa tua se ci ho messo così tanto ad aggiornare! *alza la testa dove si può notare un gigantesco livido dovuto alla scrivania*
Jack: Ah, sì? E perché? Questa la voglio proprio sentire! *si siede tranquillo sul suo bastone*
Io: Non c’è alcuna ragione. E’ sempre colpa tua! *si gira*
*Jack perde l’equilibrio*

Tornando alle cose importanti…
Non sono riuscita ad aggiornare subito a causa della scuola e dei mille impegni sportivi (e di Jack). Mi dispiace tantissimo, ma cercherò di aggiornare il più presto possibile tra un allenamento e l’altro ;D
Al prossimo capitolo: “Non sempre i buoni riescono a vincere
Louise98

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Capitolo 20
*** Non sempre i buoni riescono a vincere ***


Oramai le condizioni di Merida erano peggiorate molto. Erano diventate visibili tutte le ferite che si era procurata mentre era ancora viva.
<< Speriamo che Jack riesca a tornare in tempo! >> disse Dentolina.
Nel frattempo Jack continuò a vagare per la città.
<< Un oggetto che amo in un posto a cui appartengo… >> continuava a ripetersi.
Si fermò di colpo non appena passò di fianco all’orfanotrofio.
<< Beh, lei è stata qui per tanto tempo. >> sussurrò avvicinandosi alla finestra della sala principale.
Aprì lentamente la finestra accertandosi che non ci fosse nessuno ed entrò.
<< Un oggetto che amo in un posto a cui appartengo… >> sussurrò ancora vagando per la stanza. << Ma certo! Il pianoforte! >> esclamò avvicinandosi allo strumento.
Non appena lo disse, la nota che gli diede Merida si illuminò e andò a posarsi sul pianoforte.
Questo si aprì assieme alla nota dalla quale uscì la figura di Merida.
<< Merida… >> disse Jack con voce tremante.
La bambina lo salutò e si sedette sul sedile del pianoforte.
Cominciò a suonare un dolcissimo brano e subito dalle stanze ai piani superiori cominciavano a provenire delle voci, così Jack decise di nascondersi uscendo dalla finestra da cui era entrato.
<< Chi è che sta suonando il pianoforte a quest’ora? >> chiese un bambino scendendo le scale.
<< Maggie, cosa succede? >> chiedevano altri bambini entrando nella sala.
<< Non lo so… >> rispose la donna. << Andiamo a vedere! >>
Non appena entrarono nella stanza videro che i tasti del pianoforte si muovevano da soli.
<< Com’è possibile? >> sussurrò Maggie sfiorando un tasto.
<< Deve per forza essere Babbo Natale! >> esclamò un bambino.
<< Ma cosa dici? Babbo Natale non suona gli strumenti musicali! >> rispose una ragazza.
<< E’… E’ Merida. >> disse Maggie e detto questo anche loro cominciarono a vedere la figura della bambina mentre suonava.
<< Wow! E’ Vero! >> continuavano a urlare i bambini.
<< Come ho fatto a dimenticarmi di te? >> sussurrò Maggie cominciando a piangere.
<< Sì! >> esclamò Jack per poi tornare di corsa al Polo.
 
Una volta arrivato a destinazione corse nella stanza di Merida.
<< Merida! >> gridò spalancando la porta.
<< Ehi, non ti agitare! >> gli rispose la bambina volandogli di fronte.
<< Mi hai fatto preoccupare! E poi non potevi semplicemente dirmi di andare all’orfanotrofio e di appoggiarci la nota musicale? >> chiese lui abbracciandola.
<< No, altrimenti si sarebbe aperta qui. >> spiegò sorridendo. << Si è aperta non appena hai detto “pianoforte”, non è così? >>
Jack annuì lievemente e la strinse più forte.
<< Ehi! Non così forte, mi fai male! >> esclamò Merida.
Non appena il loro abbraccio si sciolse, tutti gli altri Guardiani le corsero incontro.
<< E’ stato Pitch, non è vero? >> chiese Calmoniglio.
<< Non lo so… >> sussurrò Merida.
<< Non c’è altra spiegazione! >> esclamò Nord alzando un pugno in aria. << Nessun altro potrebbe fare cosa simile. >>
<< Nord, non saltiamo a conclusioni affrettate… >>
<< Merida, non starai mica cercando di difenderlo, vero? Dopo tutto quello che ti ha fatto? >> chiese Dentolina.
In quella entrò uno Yeti che corse incontro a Nord con fare allarmato.
<< Cosa?! >> esclamò Nord. << Qui? >>
 


ANGOLO AUTRICE:
 
Ciao a tutti! :D
Scusatemi per questo enorme (anzi stratosferico) ritardo nell’aggiornare!
 
Jack: Oh, finalmente! Sono pieno di ragnatele a forza di non fare nulla!
Io: Forse era meglio così.
Jack: Stai insinuando che era meglio se stavo fermo senza fare niente?
Io: Sì.
Jack: Sei crudele lo sai?
Io: Così impari a disturbarmi ogni volta che scrivo.
Jack: Beh, ma questo capitolo è veramente breve… potevi impegnarti di più vista l’attesa.
*Louise modalità killer ON*
Io: Prego?
Jack: Nulla. *si siede sul letto*
 
Come stavo cercando di dire prima che QUALCUNO mi interrompesse *sguardo omicida verso Jack* mi dispiace per la lunghezza del capitolo, ma dovevo fermarmi qui se volevo cominciare il capitolo successivo come la mia mente contorta lo aveva programmato. (Sbaglio o anche i miei pensieri stanno diventando contorti?)
 
Jack: Louise, la vuoi sentire una barzelletta? *occhi sbrilluccicosi*
Io: No.
Jack: Eddaiii!
Nord: Barzellette?
*entra un elfo assieme a Sandy*
Calmoniglio: Spero sia divertente…
Io: Ma cos’è? Un cabaret?
Dentolina: Hai fatto la rima, Louise! *sorride*
Jack: Posso, posso, posso? *in ginocchio sul letto*
Merida: Ti prego, digli di sì! *si inginocchia vicino a Jack implorante*
Io: E va bene…
*Merida esulta*
Jack: Allora. *si schiarisce la gola*
Io: Sessanta minuti? *svogliata al massimo*
*Sandy trattiene una risata*
Jack: No, aspetta. Un uomo entra in un caffè.
Io: No, ti prego, Jack, è vecchia. *sussurra facendo un triplo facepalm*
Jack: Splash!
*L’elfo ride mentre Sandy imita Louise*
Dentolina: Jack…
Merida: Come hai potuto? *in lacrime*
Calmoniglio: Louise, ci pensi tu?
*Appare una mazza selvatica nelle mani di Louise*
 
[Cosa deve fare Jack]
-Implorare pietà
-Morire di una morte lenta
-Correre fuori urlando come una bambina
-Cambia Guardiano
 
[Jack usa “Cambia Guardiano”… non è molto efficace contro Louise]
 
Io: Muori Frost! *lo rincorre per tutta la casa*
Nord: Qualcuno me la spiega?
 
Scusatemi per questo sclero più lungo del capitolo!
Al prossimo capitolo: “Una nuova leggenda
Louise98

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Capitolo 21
*** Una nuova leggenda ***


I Guardiani si riunirono nella Sala del Globo e videro della sabbia nera.
<< Com’è possibile? >> chiese Pitch. << Dopo tutto il lavoro che ho fatto per eliminare quella ragazzina… >>
<< Pitch! >> gridò Jack avanzando ma Merida lo fermò.
<< Pitch… perché ce l’hai tanto con me? >> chiese lei avvicinandosi.
<< Potevi essere tu come chiunque altro si fosse aggiunto a questa combriccola. Non farti strane idee. >>
<< Allora perché lo fai? >> chiese nuovamente.
<< Odio voi Guardiani e vederne uno in più mi ha fatto imbestialire. E per di più scoprire che è la stessa stupida ragazzina che mi ha rovinato i piani già una volta… >> disse camminando sul Globo.
<< Cosa sei venuto a fare qui, Pitch? >> ringhiò Calmoniglio.
<< Fai silenzio, canguro! >> lo zittì. << Stavo pensando… e se vi eliminassi tutti adesso? >> disse giocando con la sua sabbia nera.
<< E se invece ti unissi a noi? >> chiese Merida.
Ci fu un enorme silenzio mentre gli elfi cominciavano ad avvicinarsi per seguire la faccenda.
<< Che cosa stai dicendo?! >> gridò Pitch.
<< Noi Guardiani esistiamo per proteggere i bambini dal male, tu invece per spaventarli, giusto? >>
L’Uomo Nero annuì.
<< Noi non esisteremmo se la paura, o meglio, Pitch Black non esistesse. >> continuò la bambina. << Se entrassi a far parte di questa “combriccola”, sicuramente le nostre battaglie finirebbero e potremmo dedicarci tutti ai nostri compiti senza problemi, giusto? >>
In quell’istante un raggio di Luna illuminò la stanza.
Nord, prese il Libro del Giuramento e lo aprì.
<< Allora? Vuoi diventare Guardiano? >> chiese battendo la mano sulle pagine.
Tutti i Guardiani si riunirono dietro a Nord sorridendo.
<< E se vi dicessi che mi diverto a combattere contro di voi? >> chiese Pitch scendendo dal Globo.
<< Mentiresti. >> disse Merida.
Pitch sgranò gli occhi.
<< Tu non ti diverti affatto. >> continuò Jack. << Tu hai sempre voluto diventare un Guardiano. >>
<< E voi come fate a dirlo? >> sputò l’Uomo Nero.
<< Come tu puoi vedere le paure delle persone, Sandy può vederne i sogni. >> disse Calmoniglio indicando l’Omino del Sonno che agitò la mano per farsi notare.
<< Voi… >> sussurrò Pitch.
<< E’ tempo di fare giuramento. >> disse Nord. << Giuri tu, Pitch Black, di spaventare i bambini di tutto il mondo ma anche di proteggerli perché loro sono tutto ciò che abbiamo, che siamo e che saremo per sempre? >>
Pitch ci rifletté per qualche secondo fino a che non arrivò di fronte a Babbo Natale.
<< Lo giuro. >> disse alzando la mano.
<< Allora… Congratulazioni, Pitch Black, perché adesso sei e sarai per sempre: un Guardiano! >> gridò chiudendo il libro.
Nella sala scoppiarono grida e volarono coriandoli ovunque per festeggiare il nuovo arrivato.
<< Congratulazioni, Pitch. >> disse Dentolina dandogli un buffetto sulla spalla e lui sorrise di rimando.
<< Oddio! I tuoi denti! >>
<< Dentolina… >> disse Merida.
<< Oh, scusa! >> si scusò lei volando via.
<< E’ ora di festeggiare! >> gridò Nord seguito da un centinaio di elfi con latte e biscotti.
 
E fu così che le 5 Leggende divennero 7 per proteggere i bambini di tutto il mondo.
 
 
FINE.
 
 
 
ANGOLO AUTRICE:
 
Pitch: Come fine? Io sono appena arrivato!
Jack: Magari farà un sequel.
Pitch: Davvero? *occhi sbrillucicosi*
Io: Fammici pensare… NO!
*Jack ride mentre Pitch è depresso*
Merida: Comunque sei stato un grande Calmoniglio!
*Calmoniglio appare confuso*
Merida: Quando hai spiegato che Sandy può vedere i sogni della gente. Sei stato fighissimo!
Calmoniglio: Eheheh…
Jack: Ma, come sarebbe a dire? Io sono il tuo bis bis bis…

Mezz’ora dopo…

Jack: bis bis bis bis nonno! Come può un canguro essere più figo di me?
Calmoniglio: Ha fatto la sua scelta, ghiacciolo!
Jack: Ah, sì? Stai a vedere coda di cotone! *tono di sfida*
Merida: Ehi ehi! Siete fighi entrambi, ok?
In coro: Davvero? *occhi super-sbrilluccicosi*
Io: No!
*Tutti ridono tranne i diretti interessati*
Pitch: Ben vi sta’!
Dentolina: Ehi, puoi portare dei biscotti? *parla con un elfo*
*Tutti si girano verso Dentolina*
Dentolina: Che c’è? Bisogna festeggiare! Non prenderò una carie per due biscotti.
Nord: Anche del latte. *sussurra all’elfo*
*L’elfo si porta una mano alla fronte come un militare ed esce dalla stanza*
Jack: Ma… aspetta! Se questo è l’ultimo capitolo, significa che…
Merida: Non ci saranno più i nostri scleri?
Io: Ehi! Non completatevi le frasi a vicenda, fate paura! Comunque… no.
Jack: Cooooooooooosa?!?
Merida: Come puoi farci questo?
Io: Non è colpa mia! Voglio dire, in un certo senso sì, ma non potevo fare andare avanti la storia in eterno!
Calmoniglio: E se facessi questi scleri su richiesta?
Dentolina: Sarebbe bellissimo.
*Sandy spollicia a tutto spiano in direzione Louise*
Pitch: Figo!
Nord: Biscottiiii!
Io: Ma. Me lo avete chiesto almeno?
Jack: Va bene! * si schiarisce la gola*
*Calmoniglio prende un registratore e lo aziona*
Jack: Vuoi tu, Louise la cacchina, continuare a scrivere questi scleri su richiesta? *fa l’occhiolino a Merida*
Louise: Sì.
*Calmoniglio spegne immediatamente il registratore*
Io: Merida! Te lo devo togliere quel potere del cambio di voce!
*Merida sorride*
Dentolina: Ora è tutto registrato, non puoi tirarti indietro.
Io: D’accordo! Se qualcuno facesse questa richiesta, eseguirò!
In coro: SIIII!
 
Bene, ora vado!
Un grande saluto a tutti quelli che mi hanno seguito fino a questo punto.
 
Jack: Che ti hanno sopportato…
Io: Che CI hanno sopportato!
Jack: Touché.

Al prossimo sclero,
Louise98

Non dimenticatevi di donare una recensione per salvare l'autrice dal baratro (dello studio) e dalle Leggende che continuano ad importunarla! ;D

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