Diario di una Ginnasta

di Giu_Dema
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come tutto iniziò ***
Capitolo 2: *** L'inizio di un sogno ***
Capitolo 3: *** Incominciare da zero ***
Capitolo 4: *** La Notizia ***
Capitolo 5: *** La Palestra ***
Capitolo 6: *** La Decisione ***
Capitolo 7: *** La Gara ***



Capitolo 1
*** Come tutto iniziò ***


Come tutto iniziò
 

"Ho guardato la sua ombra fare il
supereroe lungo il muro a sinistra,
e le linee del suo corpo spiegavano
al mondo che Carla sapeva volare"
cit.Corpo Libero



 
 

 

Era tardo pomeriggio quando tornai a casa dopo essere uscita a fare un giro e prima cosa andai a mettermi il pigiama, come sempre, poi mi buttai sul divano e accesi la tv. Su Fox mandavano “Make it or Break it” una serie che seguivo non perché parlasse di ginnastica ma semplicemente avevo iniziato a guardarla e volevo sapere come finiva. Mia madre, che era in sala con me a stirare, mentre una ragazza faceva un esercizio alle parallele mi chiese: “A te piacerebbe fare questo sport?” io non ci avevo mai riflettuto e senza pensarci risposi: “Si” per farla stare zitta e finire il mio telefilm in pace perché ancora non sapevo che quella domanda mi avrebbe cambiato la vita. Quando la puntata finì andai in camera, mi sedetti davanti al computer e decisi di cercare informazioni su quello sport, la ginnastica artistica. Guardai le regole, le varie campionesse, delle foto e infine scrissi “campionessa italiana ginnastica artistica” e mi uscirono vari video di Carlotta Ferlito e alcuni di Vanessa Ferrari, li guardai tutti e mi innamorai dello sport e della Ferlito. Così cercai informazioni su di lei e mi uscì il link di MTV per vedere “Ginnaste” ci cliccai sopra e iniziai a guardarlo, tempo due settimane e finii tutte le puntate e mi innamorai ancora di più, tanto da riguardare tutta la serie una seconda volta.
Ogni giorno imparavo cose nuove che MTV non diceva e non mostrava e visto che avevo iniziato a seguire questo sport a febbraio e che la prossima gara era la serie A a marzo avevo tempo per impararne ancora. Mi iscrissi a un forum e scoprì che molte ragazzine dopo aver guardato “Ginnaste” si erano “interessate” alla ginnastica ma molte erano diventate fan di Carlotta e capivano quello che volevano capire delle regole della ginnastica, per me non era così forse perché avevo scoperto prima Carlotta e la ginnastica artistica del programma. Comunque pur continuando a imparare dettagli e a capirli vedendo le ginnaste in gara ancora adesso, dopo due anni, ci sono cose che non so o che non ho capito benissimo ma non è un problema.
Pian piano iniziai a seguire anche la ginnastica internazionale e a farmi nuovi idoli, a scoprire nuove ginnaste, prima fra tutte la Mustafina che è e sarà sempre la mia preferita per la sua forza, il suo coraggio, la sua eleganza e la sua ginnastica. In generale iniziarono a piacermi le russe e le rumene, un po' meno le americane meno eleganti ma con molta forza, che comunque ammiro molto, e altre ginnaste di varie nazionalità.
Alla fine mi venne una voglia matta di praticare ginnastica ma c'era un problema... iniziare a 14 senza averla mai fatta prima sembrava impossibile.
 

 

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Capitolo 2
*** L'inizio di un sogno ***


L'inizio di un sogno

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“Non piangere perché hai

perso il tramonto...

le lacrime ti toglierebbero

la vista delle stelle”

 

 

Una sera a cena iniziai a parlare della ginnastica artistica ai miei che mi dissero di iscrivermi in palestra, io spiegai che a 14 anni, ormai quasi 15, difficilmente potevo fare qualcosa e la storia finì lì. Quando ormai la cena stava finendo mia madre disse: “E pensare che da piccola ti avevamo anche portato in palestra.. ti ricordi?”

“No, sei sicura?” risposi

“Si eri andata con Sara alla prima lezione di prova”

“E poi?” chiesi, non mi ricordavo proprio di questa cosa dovevo essere proprio piccola.

“Lei ha detto che non le piaceva e anche tu hai detto di non volerci più andare”

“Ah..”

Più tardi ripensai a quella conversazioni e arrivai a due conclusioni: prima cosa capii che avevo detto di no perché da piccola non mi piaceva stare da sola e iniziare uno sport senza conoscere nessuno per una bambina timida come me sarebbe stato un incubo ma comunque al posto di accettare la realtà decisi di seguire la seconda conclusione, la più facile, cioè dare la colpa ai miei per non avermi costretta. Non lo ammisi mai ad alta voce, non lo dissi mai davanti a loro, sapevo che era sbagliato ma pensare che fosse colpa loro era così semplice e in quel momento non ero abbastanza forte per oppormi alla mia volontà.

La sera nel letto pensavo e ripensavo, a volte piangevo, senza trovare una soluzione e senza stare meglio.

Pian piano smisi di dare la colpa ai miei e iniziai a incolpare me, a darmi dell'idiota da sola ma sapevo benissimo che non sarebbe servito a niente continuare così.

Intanto le gare continuavano e era l'anno delle Olimpiadi di Londra e almeno di quello ero felice, seguivo Europei, Assoluti e gare internazionali per scoprire quali sarebbero state le squadre ideali e farmi la mia idea che poi si rivelò essere quella che veramente andò a Londra per quanto riguarda il Team Italia, le guardai in televisione tifai soprattutto per le italiane e per le russe. Le Olimpiadi furono un mix di emozioni per me: felicità per l'Italia in finale a squadre, la tristezza per la Russia al secondo posto, la delusione per l'argento della Komova nell'AA e per le sue cadute nelle finali di specialità, la gioia più assoluta per il bronzo della Mustafina nell'AA e l'oro alle parallele, disapprovazione per la regola che vieta i parimerito e che ha escluso Vanessa dal podio del corpo libero e con queste tante altre.

Finite le Olimpiadi mi concentrai sugli esami che dovevo dare a settembre per essere ammessa in seconda Liceo e poi mi ricollegai al forum e lessi una discussione aperta da una ragazza di 16 anni che voleva iniziare ginnastica senza averla mai fatta e molte ragazze la incoraggiarono e due si unirono alla conversazione ammettendo di voler iniziare anche loro. Ci pensai qualche giorno e intanto cercai le palestre nella mia città e trovai un corso per adulti, alla fine decisi di unirmi alla conversazione e chiamare la società per saperne di più.

Le ragazze sul forum mi diedero molto appoggio e io lo diedi a loro ma soprattutto smisi di incolpare i miei e me stessa e iniziai a sognare.

Arrivò la sera in cui finalmente si poteva iniziare a chiamare la palestra, portai il telefono e il numero a mia madre e le dissi di telefonare, ascoltavo cercando di capire qualcosa quando mia madre chiese: “Devo farle portare qualcosa non so delle scarpe..” ma dai delle scarpe per fare ginnastica ma davvero lo stava chiedendo? Non potevo crederci, finita la chiamate mi disse che sabato 21 ottobre sarebbe iniziato il corso, un corso avanzato con ragazzine che avevano incominciato dopo come me.

Da quel momento iniziò il conto alla rovescia.. solo due mesi e il mio sogno sarebbe cominciato!

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Capitolo 3
*** Incominciare da zero ***


Incominciare da zero

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“Dicono che il dolore serva a renderci più forti e

farci apprezzare le cose bella della vita..

Non è vero! Il dolore è sempre e solo dolore

ma dipende come intendi superarlo.. non

avere paura di ricominciare da zero,

rimboccati le maniche e datti da fare

per dare un senso alla tua esistenza!”

 

Nei due mesi seguenti all'iscrizione pensavo ogni minuto a quel giorno, al 20 ottobre 2012, e alle parole della donna che aveva risposto al telefono, Cornelia: “La palestra è al Palaindor ed è ben attrezzata, invoglia molto ad imparare ed a allenarsi”. Finalmente arrivò venerdì sera andai a dormire tranquilla, più di quanto mi aspettassi, la mattina passò rapidamente e furono presto le due e mezza.

Mi doveva portare mio padre così salimmo sul suo furgone e ci dirigemmo alla palestra, arrivati lì lui scese con me per parlare con gli allenatori, entrammo nella struttura ma non c'era nessuno.. solo un istruttore di tennis che ci disse che già un'altra mamma era passata a chiedere e aveva detto qualcosa a proposito di Pont-Suaz, dove c'era l'altra palestra.

A quel punto mio padre mi porto là ma non trovammo nessuno così tornammo a casa a cercare il numero di Cornelia e la chiamammo, ci disse che mia madre non le aveva lasciato il numero e non erano riusciti a contattarci per dirci che il corso era stato a Pont-Suaz, io le spiegai che eravamo andati ma non avevamo trovato nessuno e lei mi spiegò da dove entrare.

Non potevo crederci l'allenamento iniziava alle tre ed erano già le quattro! Sembrava che il mio sogno non potesse diventare realtà che non potessi neanche provarci!

Tornammo alla palestra dove trovai la porta e il responsabile, Marco, che mi disse che potevo incominciare lo stesso con un ora di ritardo così mi cambiai ed entrai in palestra. Rimasi impalata sulla soglia a guardare la palestra per niente attrezzata non essendo la principale e le altre ragazzine, erano tutte tra gli 11-12 anni, probabilmente ero più vicina d'età con le due allenatrici, Elisa e Federica. Mi feci coraggio e andai da Elisa che mi disse di correre per riscaldarmi, poi Federica mi fece fare dei ponti e alla fine tutte insieme facemmo potenziamento.

Uscii che ero distrutta un po' per l'allenamento ma soprattutto per quello che sentivo: non ero più sicura che quello fosse il mio posto e questo mi distruggeva. Nessuna di quelle ragazzine mi aveva parlato, anzi una si era presentata ma in quel momento non me ne rendevo conto ero troppo confusa. Mio padre era tornato a prendermi e mi chiese com'era andata,

risposo solo: “Faticosa” poi mi misi a pensare: avevo ancora una lezione di prova poi avrei dovuto pagare quindi dovevo solo tornare il sabato dopo e decidere. Si facile da dire ma da fare? Decisi di non pensarci per qualche giorno ma non ci riuscii quella decisione mi tormentò tutta la settimana e più i giorni passavano più ero certa di non voler continuare.

Quando venerdì sera pensai a cosa fare capii che mi stavo tirando indietro per lo stesso motivo per cui non avevo cominciato da piccola, solo che non ero più una bambina, purtroppo, e non potevo comportarmi come tale soprattutto perché la cosa mi dava fastidio e mi intristiva così mi dissi: “Cazzo Giulia muoviti, torna in quella palestra e fregatene di quello che pensano gli

altri, gli amici ce le hai non morirai per due ora a settimana da sola”.

E così fu, sabato tornai in palestra.

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Capitolo 4
*** La Notizia ***


La Notizia


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Il problema non è il problema.

Il problema è il tuo atteggiamento

verso il problema. Comprendi?”

cit.Jack Sparrow

 

Quel secondo sabato andò meglio e riuscì anche a chiacchierare con delle ragazzine scoprendo che erano simpatiche e che non gliene importava niente di quanti anni avessi e che non avessi mai fatto ginnastica prima. Mi incoraggiarono molto dicendomi che all'inizio era normale che fosse difficile, che lo era stato anche per loro.

Così finalmente presi la mia decisione: si, volevo continuare.

Decisi comunque di tenerlo per me e non raccontarlo a nessuno, a parte le ragazze del forum, perché volevo vedere come andava e volevo che fosse una cosa mia, volevo farne una prova per vedere fin dove sarei arrivata.

Il sabato dopo allora mio padre pagò l'iscrizione e incominciai ad andare tutti i sabati.

Man mano che il tempo passava imparavo nuove cose e allenarsi era sempre più bello, poi un giorno finalmente arrivò la notizia che a fine mese ci saremmo spostate nella palestra grande dove c'erano tutti gli attrezzi.

I giorni passarono lenti da quel annuncio ma finalmente arrivò quel fatidico sabato dello spostamento. Per me era veramente comodo visto che la palestra era dietro casa mia e ovviamente ero felicissima che avremmo iniziato ad allenarci seriamente su tutti e 4 gli attrezzi.

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Capitolo 5
*** La Palestra ***


La Palestra
 

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Feel it
Breathe it
Believe it
And you'll be walking on air
Go try
Go fly
So high
And you'll be walking on air”

 



Quel giorno ero elettrizzata non vedevo l'ora di andare in palestra. Quando finalmente arrivò il momento di partire presi la sacca e saltai in macchina.

Arrivata davanti al Palaindor feci un bel respiro ed entrai, all'interno percorsi un lungo corridoio e poi mi ritrovai davanti un'altra porta, la aprì e trovai Ciccio, il custode, che mi disse dove andare. Così salì le scale e cercai lo spogliatoio, che era era il doppio se non il triplo di quello vecchio, e ci trovai le mie compagne. Mentre ci cambiavamo alcune ragazze che erano già state in questa palestra ci raccontavano com'era e dai loro racconti sembrava magnifica, come un parco giochi per un bimbo. Sentirne parlare era una cosa ma vederla un'altra, rimanemmo tutte a guardare l'enorme palestra sulla soglia della porta. Era stupenda, c'erano due travi alte e altre due più basse, le parallele, la pedana del corpo libero e il volteggio, più tutti gli attrezzi maschili. Quando arrivò Elisa ci spiegò che il sabato si allenavano anche il preagonismo e i maschi e che bisognava fare attenzione a non stargli in mezzo a piedi.

Finita la spiegazione iniziammo il riscaldamento, le due ore passarono in fretta ed era già ora di tornare a casa.

I giorni passavano e iniziammo a usare le parallele e le travi alte, salire sulle parallele era bello ma ci voleva molta forza nelle braccia che io non ho quindi preferivo la trave, che è il mio attrezzo preferito.

Un giorno si aggiunsero ai nostri allenamenti due bimbe di 5/6 anni al massimo e noi pensammo fossero nuove ma più avanti scoprimmo che non erano del nostro corso.

Quando Marco ce lo disse non ci potevo credere, le due bimbe erano con noi perché dovevano fare una gara e avevano bisogno di qualche allenamento in più e indovina indovina anche noi potevamo partecipare alla gara.

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Capitolo 6
*** La Decisione ***


La Decisione


 

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Campione non è solo chi vince,

ma chi accetta di arrivare ultimo

per non rinunciare a un sogno.”

 

La gara. Ormai quello era il mio pensiero fisso. Un pensiero che si divideva in due parti però: la faccio o non la faccio?

Pensavo e ripensavo, riflettevo sul da farsi, guardavo su youtube gli esercizi delle ginnaste più brave e finalmente pensai di essere arrivata ad una conclusione. Avrei partecipato alla gara. Si l'avrei fatta di sicuro! Ero convintissima della mia scelta finché non andai a dormire e la mattina dopo mi svegliai. Quella mattina ero sicura di non voler partecipare e senza saperne il perché.

Andai avanti così per giorni, prima si e poi no, si, no, si, no...

Ma alla fine arrivò il giorno in cui dovevo dare una risposta a Marco così dissi di si, anche se poi la cambiai in un no la volta dopo e finalmente arrivò la risposta definitiva il sabato seguente, mi feci coraggio e dissi “Parteciperò!” sembravo più convinta di quanto non lo fossi davvero ma ero sembra stata brava a nascondere sentimenti e paure quindi non lo notò nessuno.

Così iniziò la preparazione per la famosa gara, iniziammo a mettere su gli esercizi a trave, corpo libero, volteggio e trampolino che erano gli attrezzi su cui avremmo gareggiato.

Per primo confermai il mio pennello con un giro a trampolino e poi il pennello mezzo giro con posa dei piedi a volteggio.

Odiavo quell'esercizio, odiavo il volteggio, erano più le volte che sbagliavo che quelle giuste ma pensai: è solo uno stupido esercizio pensa a farlo decente e a fare bene gli altri!

A corpo libero avevo la capriola saltata, pennello con un giro, un giro in passé, sforbiciata, salto del gatto e poi finivo con una candela. Niente di che ma mi andava bene, del resto non potevo pretendere di fare chissà che cosa.

Poi finalmente arrivò il giorno dell'esercizio alla trave non vedevo l'ora così ci salì sopra e incominciai a provare gli elementi: salto del gatto, chassé, orizzontale, pennello, candela e come uscita pennello raccolto con mezzo giro. A trave avrei voluto provare qualcosa di più ma le allenatrici non mi cambiarono esercizio per consolazione però potei provare l'esercizio sulla trave alta, visto che eravamo in tante ed io ero più grande. Sopra quella trave mi sentivo bene, potente, come se nessuno potesse più fermarmi, come se stessi facendo la cosa giusta inseguendo il mio sogno, e per la prima volta da quando avevo iniziato me ne fregai di quello che sapevo e non sapevo fare, per la prima volta mi resi conto di essere davvero felice in quella palestra. Così ogni sabato era il giorno migliore della settimana, era il giorno in cui non mi interessava di come andava la scuola e di come andasse tutto il resto, ero semplicemente felice.

Gli allenamenti proseguivano con le prove degli esercizi finché non arrivò l'addetta alle coreografie con la musica per il corpo libero. Dopo averla sentita tutte concordammo che era tremenda ma non avevamo ancora visto la coreografia quella si che era inguardabile.

Rassegnate iniziammo a memorizzare e provare quei movimenti che sembravano messi a caso per riempire i buchi.

I giorni passavano, la gara si avvicinava e i miei dubbi si facevo sentire sempre più forti ma nella mia mente cercai di non ascoltarli e di evitarli, tanto ormai non avrei più potuto tirarmi indietro.

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Capitolo 7
*** La Gara ***


La Gara



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Se vinci senza sbagliare mai sei un fenomeno,

ma se vinci dopo aver fatto l'errore della tua vita

sei molto di più:

un uomo che non si è arreso

quando tutti gli avevano detto che era finita.”

 

 

La domenica tanto attesa era arrivata.

Per mia fortuna quella settimana ero stata molto impegnata e non avevo avuto abbastanza tempo per preoccuparmi e farmi viaggi mentali.

Dovevamo arrivare un'ora e mezza prima dell'inizio della gara per riscaldarci.

Il riscaldamento andò bene e io ero pronta ad affrontare gli esercizi.

Iniziavo a trave però ero l'ultima della rotazione e il fatto di dover aspettare che passassero tutte mi rendeva nervosa.

Arrivò il mio turno.

Salì sulla trave, feci il mio esercizio e salutai il giudice.

Era andato bene. Tirai un sospiro di sollievo e proseguì.

Seconda rotazione: Trampolino.

Tutto bene anche qui.

I problemi iniziarono dopo perché la terza rotazione era al volteggio. Quanto odiavo quel esercizio nessuno lo poteva capire. Alla fine feci un salto decente ma non ero soddisfatta e cercai di concentrarmi sul corpo libero.

Mentre ero seduta per terra a riscaldare le gambe notai che dalla parte della ritmica c'era una mia compagnia di classe e andai nel panico. Non avevo detto a nessuno che ero lì. Non volevo dirlo a nessuno.

Il mio errore fu andare nel pallone, pensarci troppo e così al mio turno feci un altro esercizio decente, si, ma non ero di nuovo soddisfatta.

Arrivò il momento della premiazione, a quel punto ero sicura di non aver vinto niente.

Invece con mia grande sorpresa arriva seconda nel concorso generale e prima a trave.

Questo mi rallegrò un po' ma comunque continuavo a pensare a cosa dire il giorno dopo alla mia compagnia che non era una di quelle con cui avevo più confidenza.

Per fortuna non mi chiese niente e io, più o meno, dimenticai la faccenda.

Tornai in palestra gli allenamenti continuavano.

Imparavamo cose nuove, ci divertivamo finché non arrivò maggio e ci diedero la data dell'ultima lezione e del saggio.

Io non partecipai al saggio per vari problemi che avevo avuto in quei giorni ma comunque finì il mio primo anno di ginnastica artistica con il sorriso.

Ormai sapevo cosa si provava ad avere una passione e non vedevo l'ora di ricominciare le lezioni l'anno dopo.

 

 

My Personal Corner.

 

Vorrei ringraziare chi ha letto e seguito la mia storia.

Spero sia piaciuta e che magari abbia aiutato qualcuno.

Vorrei solo aggiungere che quest'esperienza mi ha insegnato molto e non sono una che parla della sua vita a caso. Ho iniziato a scrivere perché dovevo allenarmi per i temi e invece ho scoperto che mi piace parecchio scrivere e che la propria storia può essere d'aiuto ad altre persone.

Grazie ancora, alla prossima.

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