Aiutami

di Lunastorta98
(/viewuser.php?uid=379802)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1
Silente morto. Bill in infermeria, morso da un lupo mannaro non trasformato. Il lamento della fenice che ancora riecheggia nelle orecchie e la sua voce. Dopo averle parlato sono scappato via, allontanandomi da tutti e tutto, rintanandomi nel mio nascondiglio. Il nascondiglio progettato proprio per ospitare me una volta al mese: la Stamberga Strillante. Passai in quella casa distrutta dal tempo tutta la notte, volevo rimanere solo con i  miei pensieri, ormai mi rimanevano solo quelli. Tanti ricordi e nient'altro.
Dopo essere uscito velocemente dal castello raggiunsi a passo sostenuto il passaggio sotto il Platano Picchiatore e arrivai alla Stamberga. Mi misi a sedere su quello che una volta era un letto, adesso sembrava solo un ammasso informe e sfondato di lenzuola stracciate e doghe. Mi presi la testa fra le mani e chiusi gli occhi. Ero nervoso, agitato e forse anche spaventato, cominciai a torcermi le mani, prima di decidere che forse sdraiarmi e addormentarmi sarebbe stata la cosa migliore. Mi stesi lungo sul letto portando le mani dietro la testa, per usarle da appoggio e passato qualche minuto, sorprendentemente cominciai a dormire.
Nel sonno la mia mente inquadrò tutte le persone importanti della mia vita, perdute una dopo l'altra: mio padre per primo, nonostante quello a cui mi aveva condannato, perderlo era stato un dolore atroce. Il ricordo dell'ultima sera trascorso insieme, sempre che così si potesse dire era vivido: eravamo nel piccolo giardino dietro casa, io con un libro in mano (adoravo leggere fin da quando ero piccolo) e mio padre seduto su una sedia. Stavamo aspettando la cena che mia madre era intenta a preparare. Sentimmo dei rumori e, neanche il tempo di riuscire a capire da dove provenissero, mi sono sentito sollevare, intrappolato tra le grinfie di Fenrir Greyback. Mio padre scattò in piedi e iniziarono una discussione di cui ricordo poco o niente, io tentavo invano di liberarmi. Fortuna volle (o forse era tutto premeditato) che quella sera ci sarebbe stata la luna piena e, appena essa fu alta e splendente, Greyback si trasformò e mi morse.
Mi agitai nel sonno ricordando che la mattina dopo, di mio padre non era rimasto niente, divorato dai lupi mannari mi disse mia madre tra le lacrime. Lei era rimasta nascosta dentro casa pietrificata dalla paura.
Vidi anche lei in sogno... Ricordai l'ultima volta che l'avevo vista, prima che mi lasciasse. Avevo sedici anni. Non assistetti alla sua morte perché era a scuola in quel periodo e se non fosse stato per la presenza dei Malandrini non sarei riuscito a superarla.
I Malandrini... Anche di loro non era rimasto nulla: James Potter, sposato con Lily Evans , aveva avuto da appena un anno un bambino. Ricordai il giorno del loro matrimonio e sorrisi nel sonno, ma l'allegria divenne presto dolore quando il viso di Peter Minus mi balzò davanti. Verme traditore, non saprei come altro definirlo e pensare che ho pianto per la sua presunta morte quando invece aveva solo incastrato Sirius Black. In poco tempo avevo perso i miei amici, la mia seconda famiglia.
Ma Sirius era tornato, dopo anni era tornato e sapere come erano andate davvero le cose mi distrusse da un lato (sapere di Felpato, rinchiuso in una cella ad Azkaban in balia dei Dissennatori giorno e notte, mentre Codaliscia trascorreva una vita beata da topo in una famiglia dove era amato) ma dall'altro mi risollevò, non sarei più stato completamente solo.
Avevo torto ancora una volta... Nemmeno un anno fa anche Sirius mi ha lasciato, ucciso da quella sua cugina squilibrata, Bellatrix Lestrange. Eppure in quel caso dovevo essere forte, per Harry. Non ero l'unico ad aver perso qualcuno di davvero importante.
Harry aveva perso tutto quello che gli restava della sua famiglia.
E infine Silente, l'ultimo volto che mi comparve in sogno. A lui dovevo davvero molto: lui aveva fatto in modo che io venissi ammesso a Hogwarts nonostante due anni prima fossi diventato un Licantropo; lui mi aveva spinto a non isolarmi e a cercare degli amici a scuola, dicendomi che sicuramente avrei trovato qualcuno che mi avrebbe accettato per come ero; lui mi aveva offerto un posto di lavoro quando ormai non avevo più uno zellino. A Silene dovevo tutto!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2 Mi svegliai di soprassalto sentendo dei passi veloci che salivano le scale, presi istintivamente la bacchetto e con un rapido incantesimo non verbale sigillai la porta della stanza. Sentii un tonfo e un'imprecazione, ma non riuscì a distinguere la voce. La persona in questione tentò di aprire la porta e quando si accorse che era chiusa di sicuro fece un incantesimo per aprirla perché la vidi entrare. Mi rigirai su un fianco fingendo ancora di dormire, non mi interessai di sapere chi fosse. - Sveglia dormiglione!- esclamò una voce fin troppo familiare, ma rimasi immobile con gli occhi serrati continuando a dare le spalle all'entrata. Sentii che si era seduta accanto a me, anche grazie a qualche doga quasi rotta che aveva cigolato, così fui costretto a girarmi verso di lei. -Tonks...- sussurrai. La curiosità di sapere cosa ci facesse lei dentro la Stamberga Strillante era tanta, ma non glielo chiesi, anche perché non avevo voglia e neanche la forza di discutere con lei un'altra volta. -Finalmente ti ho trovato! L'Ordine ti sta cercando dappertutto e tu sei qui a dormire beato- esclamò allegramente. Come se ieri non fosse successo niente. Mi misi a sedere; mi sentivo stanco, distrutto e sicuramente dovevo avere un aspetto se possibile peggiore del normale. Mi passai una mano sul viso stropicciandomi gli occhi. Scattai in piedi, in modo relativamente veloce, per allontanarmi da lei -Adesso arrivo.- dissi appoggiandomi al muro, accanto alla finestra e guardando fuori. Lei doveva aver notato che mi ero alzato solo per allungare le distanze tra di noi perché i suoi capelli erano diventati da rosa cicca a rosso fuoco e poi marrone scuro, fino ad arrivare a un grigio spento. Si alzò rapida e si avvicinò alla porta. -Bene, allora vado!- nella voce aveva qualcosa di diverso, forse stava trattenendo le lacrime. Mi voltò le spalle e con quel gesto scattò qualcosa dentro di me -Aspetta!- riuscii a dire prima che lei cominciasse a scendere le scale Lei si voltò, asciugandosi con il dorso della mano un occhio e guardandomi, ma non si avvicinò. Rimasi in silenzio, molti pensieri mi stavano frullando in testa in quell'istante. Non avevo più nessuno e perdere definitivamente anche lei sarebbe stata l'ultima cosa di cui avevo bisogno. -Cosa c'è? Mi hai vista piangere e ora ti senti in colpa? Il motivo lo sai, ma non voglio essere rifiutata un'altra volta, non ho intenzione di sentirmi di nuovo una pezza da piedi...- -Aiutami...!- sussurrai mentre lei ormai gridava -Non piangerò mai più per... come hai detto?- si fermò di colpo guardandomi -Aiutami...- ripetei avvicinandomi a lei -Aiutarti?!- non era triste, sembrava arrabbiata, solo arrabbiata. Avanzò velocemente verso di me -Dammi solo una ragione!- urlò e io arretrai di mezzo passo -Ieri sei stato piuttosto chiaro, no? Tu non mi ami, mi hai rifiutato mille e mille volte e ora vieni a chiedere il mio aiuto solo perché sai che non riuscirei a dirti di no, ma ti sbagli di grosso!- strinse i denti scrutandomi con una sguardo furioso e voltandomi nuovamente le spalle, ripartendo alla volta del castello -Io ti amo!- lo dissi senza quasi rendermene conto, alzando la voce in modo da sovrastare la sua che ancora stava trovando modi diversi di esprimere la sua rabbia. Mi mossi di qualche passo in avanti afferrandola dal polso e facendola girare verso di me -Come... come hai detto?- la voce che le tremava dalla rabbia e uno sguardo che non riuscii a decifrare, poi senza nessun preavviso mi diede uno schiaffo, mentre molte lacrime cominciarono a rigarle il volto Rimasi col volto girato di lato per qualche istante, portando lentamente la mano dove mi aveva colpito. Tornai a guardarla, lasciandole il polso. Nel frattempo lei aveva ricominciato a urlarmi contro ma io la ascoltai distrattamente con ancora la mano sulla guancia. Da lontano mi arrivava qualche cosa tipo "non mi prendere in giro" oppure "sono mesi e mesi che non fai altro che respingermi" e aveva ragione... Non avevo alcun diritto di farmi avanti in quel momento. Però non riuscii a trattenermi, avevo bisogno di aggrapparmi a qualcuno, di avere una persona al mio fianco in quel momento più che mai. Mi avvicinai a lei e l'abbracciai -Ti prego, aiutami...- sussurrai stringendola a me Lei rimase immobile per un istante e allentai la presa, forse era troppo tardi. Ma lei ricambiò l'abbraccio, stringendosi a me di nuovo -Sono stato uno stupido a tenerti lontana, ho sempre negato a me stesso i sentimenti che provo per te... Lei rimase in silenzio. Sapevo perfettamente di non avere le qualità adatte a lei: Troppo vecchio Troppo povero Troppo pericoloso Ma anche lei ormai le aveva imparate a mente, ma non le interessava come non aveva mai mancato di ripetermi. -Remus... sei un'idiota!- esclamò, ma questa volta sorrideva. I suoi capelli erano tornati del consueto rosa cicca che sinceramente adoravo e il suo viso a cuore, ancora rigato da qualche lacrima superstite mi guardava senza astio. Sorrisi anche io , piegando appena in su un lato della bocca e appoggiando una mano sulla sua guancia per asciugarle il viso col pollice. Lei si avvicinò a me sollevandosi sulle punte dei piedi per arrivare al mio viso e mi cinse il collo con le braccia. Fu un istante. La distanza che ci separava svanì. La baciai e lei ricambiò La notte passata da solo mi aveva fatto capire che c'era ancora una persona che mi stava aspettando e che avrei perso se mi fossi ostinato a ignorarla. Io l'amavo e senza di lei sarei rimasto solo per sempre.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2087029