He's scary.

di MissGomez
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** one. ***
Capitolo 2: *** t w o. ***
Capitolo 3: *** personaggi. ***



Capitolo 1
*** one. ***


1.

Respiro. Trattengo il mio respiro.
Silenziosa. Non riesco ad emettere  nessun suono.

‘Jason  Mccann è appena uscito dal carcere dopo aver scontato la sua pena di due anni’

Il mio cuore inizia a battere ripetutamente, non riesco a controllarlo.
Piccole lacrime rigano velocemente le mie guance,
cadendo silenziosamente sulla mia maglietta.

'... due anni fa disse che si sarebbe vendicato. Manterrà la parola?'

Incoraggio me stessa ad allontanarmi maggiormente da lui, ma
non riesco a muovermi: lui fa paura.

< un'ora prima > 

Cammino silenzionasamente, recandomi al pub dove mi aspettavano le mie amiche.
Mi sento leggermente impaurita. Al telegiornale dicono che un certo Jason è stato rilasciato
ed io non conosco i reati commessi da quel ragazzo, tra l'altro è della mia stessa città.

Se dovessi incontrarlo? Scapperei a gambe levate.
Se dovesse catturarmi? Urlerei fino a quando non mi libera.
Se dovesse uccidermi? Bhe, sarei morta.

Dopo aver lasciato spazio ai miei assurdi pensieri, senza neppure accorgermene, sono arrivata.
Apro velocemente la porta. I miei occhi osservano qualcosa che non avrebbero voluto, ovviamente, vedere:
due ragazzi puntano la pistola a gente sconosciuta, mentre un altro, è di spalle, lo punta su Msr Ros che, indietreggia.
Noto le mie amiche, sono in un angoletto, impaurite. Ed io? Io sono qui, senza far nulla. Non so cosa fare.
- Chiama la polizia! - urlò Lory, una delle mie amiche. 
Tutti mi osservano. Il ragazzo che punta la pistola verso Msr Ros non distoglie lo sguardo da lui.
- Prendetela e portatela da me, ora! - ordinò lo stesso ragazzo. Feci un passo indietro e, prima di poter
fare di più venni afferrata per il polso e tirata verso uno di loro con forza e gentilezza allo stesso tempo.
Un anziano signore insultò Lory per aver urlato le sue parole. A cuasa sua ora mi trovavo nei guai.
Il ragazzo biondino che mi teneva sussurrò al mio orecchio. Non compresi all'istante le sue parole ma subito dopo
compresi 'non ti farà nulla' . Sicuramente lo dice a tutte prima che il suo amico le ammazzi.
Mi portò dal suo amico, in questo momento ero di fianco a lui. 
Non gli rivolsi neppure uno sguardo, avevo troppo paura.
Il mio corpo tremava, il mio cuore batteva all'impazzata.
Quel ragazzo, suppongo di diciannove anni, mi afferrò per il collo, facendomi posizionare velocemente
di fronte a lui. Sollevò i capelli con una mano, stringendoli forte, per poi avvicinare il suo viso 
all'incavo del mio collo. Aspirò il mio profumo, chiuse appena gli occhi.
- Mi piace, ha una certa... - si fermò all'istante, facendo in modo che la punta della sua pistola si 
posasse sulla mia guancia e scese pian piano, sino al collo, braccia e infine, fianchi, per poi risalire.
- ... vulnerabilità. La voglio. E' mia. - affermò. 
Con ciò cosa cavolo intendeva dire? Non appertenevo a nessuno tanto meno a un pazzo schizzato come lui.
- Non l'hai comprata, Mccann - urlò Selly, la migliore amica di Lory. 
No ma grazie, cacciatemi maggiormente nei guai.
Un secondo, lo ha chiamato. Che razza di nome è 'Mccann'?
No è impossibile che un ragazzo si chiami così. Sarà sicuramente il cognome.

'Mccann'
'Jason Mccann'
'Jason Mccann è  uscito dal carcere '
'Jason Mccann è  uscito dal carcere dopo aver scontato la sua pena 

Minchia, avevo a che fare con Jason Mccann. Era lui che mi teneva.
Era lui che mi puntava una pistola. Qual'era il mio pensiero precendente? 'Scapperò' Sì, certo.
- Ogni cosa che tocco è mio. Per fortuna tu non sei una di quelle - alzai un sopracciglio : la odiava.
- Cosa c'entro io con questa storia? - riuscì a parlare dopo tanto. Nonostante tutto avevo paura ancora.
Sorrise. Non era un semplice sorriso. Era un ghigno.
- La bionda sa parlare - ridacchiò Jason facendo ridere i suoi amici. 
Leccò la mia guancia destra per poi puntare la pistola a Msr Ros.
- Bene, mi sono stancato. Uccideteli tutti e tu... - mi osservò, parlava con me - verrai con me - .
Sgranai gli occhi alle sue parole. I suoi amici stavano uccidendo ogni singola persona presente qui dentro.
Uno di lui puntò la pistola su Lory.
Picchiettai la mano sul petto di Jason, per attirare la sua attenzione che, chiaramente, era rivolta a Msr Ros. 
Prima di rivolgere l'attenzione su di me, gli sparò sul capo, uccidendolo.
I miei occhi erano pieni di lacrime. Stavo morendo dentro.
- T-tu lo hai u-u-cciso - singhiozzai.
Lui si limitò ad annuire alle mie parole.
- E anche le tue amichette laggiù, sono morte - sorrise trionfante.
Scossi più volte il capo, con velocità , non potevo crederci: avevano tutta una vita davanti.
Mi liberai, finalmente, dalla sua presa e tentai di raggiungerle ma, mi afferrò per il polso, attirandomi a se.
Iniziai a piangere silenziosamente, tirai piccoli pugni sul petto di lui, probabilmente gli provocavano il solletico.
Mi strinse con forza a se, trattenendomi , fino a quando mi calmai. 
Mi sentivo debole , volevo semplicemente dormire e , sperare che fosse un incubo.

'Mille spari e mille morti.'

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Capitolo 2
*** t w o. ***


 

2.


Respiro. Trattengo il mio respiro.
Silenziosa. Non riesco ad emettere  nessun suono.

‘Jason  Mccann è appena uscito dal carcere dopo aver scontato la sua pena di due anni’

Il mio cuore inizia a battere ripetutamente, non riesco a controllarlo.
Piccole lacrime rigano velocemente le mie guance,
cadendo silenziosamente sulla mia maglietta.

'... due anni fa disse che si sarebbe vendicato. Manterrà la parola?'

Incoraggio me stessa ad allontanarmi maggiormente da lui, ma
non riesco a muovermi: lui fa paura.

Poggio velocemente lo sguardo verso il finestrino dell'auto, 
mi chiedo perché mi voglia con se.

Uno dei ragazzi, colui che mi disse che Jason non mi avrebbe fatto
alcun male, mi stringeva forte, non per timore che sarei scappata,
non avrei comunque potuto, ma per rassicurarmi: non ci riusciva.

Mi sentivo stranamente debole, volevo semplicemente uscire con due mie amiche,
invece è accaduto ben altro, è qualcosa di cui non vorrei mai parlare e
nessuno vorrebbe averci avuto a che fare.
-Piccoletta, ci sei?-domandò improvvisamente Jason, guardandomi dallo specchietto.

Scossi il capo velocemente, tornando nel pianeta Terra dove, ero stata rapita da un pericoloso assassino
o rapinatore... o qualsiasi altra cosa lui sia, non mi interessa e non voglio assolutamente saperlo.


-I-i-io...- iniziai a balbettare, non riuscivo a proferire parole.
La mia lingua è andata a farsi fottere?

- T-t-t-u cosa? Credi che terminerai la frase appena arrivati a casa?- abbassai il capo imbarazzata
alla domanda-risposta dell'altro ragazzo.

Subito qualche secondo lo sentì lamentarsi di qualcosa.
Alzai lo sguardo e notai Mccann che gli tirò una gomitata. 

Istintivamente sorrisi al suo gesto ma poi stetti zitta notando il ragazzo che mi abbracciava,
incoraggiarmi a rispondere a Mccann.

Non lo avrei chiamato più Jason.


-Sì...perché?- domandai quasi sussurrando, per timore di essere attaccata.
-Eri in silenzio- rispose velocemente lui, entrando dentro una villa.
 



Mi sedetti sul letto, portando entrambe le gambe su di esso.
Nascosi il viso tra le mie ginocchia, dondolandomi più volte, lasciando
che qualche lacrime, tra l'altro, rigasse le guance.


La porta si spalancò improvvisamente: sobbalzai spaventata.
Alazai di poco lo sguardo: Mccann.

In mano teneva stretto una ciotola di non so cosa e una bottiglietta
d'acqua, suppongo sarebbe stato il mio cibo, perfetto.

Poggiò tutto sul un tavolino, in seguito camminò lentamente verso di me.
Mi tirai maggiormente indietro, spaventata ma, provocai solamente un sorriso 
divertito da parte di lui. 


Non appena fu di fronte a me, distese il braccio.
Chiusi gli occhi istintivamente, supponendo volesse colpirmi invece, accarezzò la mia guancia destra.

Alzai il sopracciglio sinistro, senza che se ne accorgesse ovviamente:
perché mi stava accarezzando?

Si sedette sul letto, di fianco a me.
Fece scendere la mano dalla mia guancia sino alla spalla, accarezzando
anche questa. Si fermò immediatamente: la mia pelle era fredda.

Si tolse la giacca che indossava, posandola con delicatezza sulle mie spalle.
Lo osservai per un secondo per poi fargli un leggero sorriso per ringraziarlo, del gesto.

-Cosa eri venuta a fare bionda?- domandò avvicinandosi maggiormente a me.
Non capii le sue parole: alzai lo sguardo per guardarlo. Asciugai le lacrime.

-D-dove?- sussurrai tossendo, avevo male alla gola e non sapevo neppure il perché.
Troppo vento? No, non credo. 
-Nel pub, perché eri lì.- domandò ancora una volta, questa volta era stato più chiaro.

Ci pensai su. E poi ricordai il motivo per cui dovevo trovarmi lì.
-Dovevo incontrarmi con due mie...compagne- dissi velocemente abbassando il capo.

Mi sorrise. Cosa sorrideva a fare? Non capisco. 
Questo o ci fa, o ci è.

-P-posso chiederti una cosa?- sussurrai imbarazzata.
-Va bene, ma guardami-  disse velocemente.
Sospirai silenzionsamente, alzai lo sguardo osservando il suo volto.

-Perché mi hai portata via con te?- chiesi velocemente, molto velocemente.
- Ricordi cosa ho detto alla tua... amichetta rompiscatole?- chiese.

Scossi il capo con molta lentezza, senza neppure riflettere sulle sue parole e 
tentare di ricordare ciò che era accaduto in precedenza: faceva male.

-Sì che lo sai. Quella che mi disse che non sei mia e altro- disse ancora una volta.
Dopo aver pronunciato queste parole, annuì velocemente -e cosa c'entra con me?- 
-Semplice, le ho detto che ciò che tocco è mio. Tu ora, sei mia, compris?- chiese, ma cos'era? Francese?

-Scusami, ma ho un ragazzo- mi affrettai a rispondere, non pensando realmente a ciò che dissi.
-Lo ucciderò, che problema c'è, bionda?- scossi il capo velocemente, lasciando che altre lacrime rigassero le guance.

-Senti, se ti lasciavo andare avresti parlato, ora sei con me e, oltre ad essere al sicuro, non parlerai- sospirò esasperato.
-Q-quindi non sono tua, vero?- chiesi con un tono di speranza. Rise maliziosamente.

Avvicinò il suo viso al mio, poggiò le labbra sulla mia guancia, lasciandomi poi un semplice bacio su di essa.
-Ovvio che lo sei- sorrise stringendomi la mano, accarezzandomi poi i capelli.
-Io non ti amo- affermai convinta, ed era ovviamente così -che mi importa?Sei mia e basta.-

Si alzò camminando verso la porta: voleva- doveva andarsene.
-Dove vai?- chiesi urlando, credendo che non mi sentisse ma sono una stupida: stessa camera.

- Dormi.- mi sorrise chiudendosi la porta alle spalle,
chiudendola a chiave. Portai le mani sui miei capelli, stringendoli con forza e iniziando a piangere, ancora.




La porta sbattè, facendo molto rumore, ciò mi constrinse a svegliarmi e, ad aprire gli occhi.
Poggiai due dita sull'occhio sinistro, strofinandolo per qualche istante.
Alzai lo sguardo per vedere chi fosse: colui che mi prese per il culo ieri.

-Come ti chiami?- domandai guardandolo negli occhi.
Mi osservò sorridendomi per poi parlare -Ray, e tu?-

Osservai il suo volto, incuriosita: non mi fidavo di lui.
-Adrianne- annuì -cognome?- domandò ancora -Humphrey- annuì ancora una volta -voglio divertirmi-



Si avvicinò maggiormente a me.
Il mio cuore batteva sempre più. 
Non era assolutamente positivo, anzi, negativo.

Ecco che le lacrime tornarono a rigare le mie guancie, 
iniziai a piangere, silenziosamente.

Ray si fermò all'istante.
- Cazzo no, zitta, ferma. Jason mi ammazza se ti tocco

Perfetto mi aveva praticamente detto cosa fare. 
Sorrisi vittoriosa dentro di me.
- Lasciami - urlai tra le lacrime. 

Veloci passi si sentivano sempre più : rumorosi.
Ray indietreggiò velocemente, quasi spaventato.

- Che cazzo le hai fatto, idiota! - urlò Mccann aprendo la porta 
correndo a passo svelto verso di me.

-Sei un uomo morto - urlò Mccann verso Ray.

Sgranai gli occhi a tutto ciò che stavo osservando,
avevo timore, sì, timore che lui  si facesse male.

 

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Capitolo 3
*** personaggi. ***


Personaggi.

il capitolo lo posterò domani sera se mi sarà possibile.

 

Adrianne H.


Jason M.

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