Io? Bhè, io sono pazzo di te! E tu?

di _cercasinome_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un misterioso nemico ***
Capitolo 2: *** Cosa sta succedendo?! ***
Capitolo 3: *** Un amore più grande...della carne?! ***
Capitolo 4: *** Un nuovo vecchio nemico ***
Capitolo 5: *** Vecchie conoscenze ***
Capitolo 6: *** Ritrovamento ***
Capitolo 7: *** Buzzurro e Mocciosa di nuovo insieme ***
Capitolo 8: *** Lavoro di squadra ***
Capitolo 9: *** Gesto improvviso ma tanto atteso ***
Capitolo 10: *** Addio... ***
Capitolo 11: *** E' la fine? ***
Capitolo 12: *** Zoro contro Arlong ***
Capitolo 13: *** "Grazie capitano." ***
Capitolo 14: *** Bigliettini ***



Capitolo 1
*** Un misterioso nemico ***


Era un giorno come tutti gli altri sulla Going Merry: Rufy e Chopper erano intenti a pescare qualcosa per la cena; Zoro dormiva, o almeno così credevano. In realtà stava osservando, anzi, ammirando la bella navigatrice che era danvanti a lui, dandogli le spalle; Nami teneva d’occhio l’orizzonte in cerca di qualche isola in cui attraccare; Usoop stava potenziando la nuova arma di Nami,Clima Sansetsukon; Sanji era chiuso in cucina; Nico Robin leggeva, sdraiata comodamente su una sdraio e ogni tanto lanciava delle occhiate timide al capitano.. Il sole splendeva alto nel cielo,il vento era debole e nel cielo c’erano poche nuvole. Una giornata fantastica e tranquilla,in poche parole. O forse no.
“Robin, cara! Ecco un aperitivo preparato apposta per te!” disse Sanji incorniciato da cuori rosa che lo accompagnarono fin alla sdraio di Nico Robin.
“Grazie mille.” Rispose Robin con il suo fantastico sorriso.
“E per noi?” chiese Rufy. Non facendo notare la gelosia che provava vedendo il cuoco comportarsi così con Robin.
“Per voi niente.” Rispose Sanji facendo scoppiare i cuori che lo avvolgevano.
“E perché?” chiese Chopper triste.
“Perché vi avevo detto di pescare qualcosa per cena e voi ancora non avete preso niente!” disse serio Sanji.
“Ma non è colpa nostra! Su dillo anche tu Usop!” dissero in coro Rufy e Chopper tristi.
“Scusate ragazzi ma sono impegnato.” Rispose il cecchino.
“Nami, tesoro! Tu vuoi qualcosa?” chiese Sanji facendo comparire magicamente altri cuori.
“No, grazie.” Rispose Nami felice per la buona giornata.
“Scusa, ma perché a lei si e a noi no?” chiese Rufy.
“Smettetela di fare questioni!” disse Sanji tornando serio.
Intanto, Zoro aprì improvvisamente gli occhi, fingendo di esseri svegliato dal suo solito pisolino. Il suo sguardo era serio e Nami lo notò, così si avvicinò a lui.
“Cosa c’è che non va?” chiese la navigatrice.
“Ho un brutto presentimento. Sento qualcosa…” rispose Zoro.
“Forse sei un po’ stanco…a no, dimenticavo che tu non fai altro che dormire tutto il giorno, stupido buzzurro!” disse Nami ridendo. Zoro voleva ribattere dicendo che non stava dormendo ma stava guardando proprio lei, in cerca dei suoi vispi occhi color nocciola e del suo affascinante sorriso. Ma non disse nulla del genere.
“Molto spiritosa mocciosa!” rispose Zoro torcendo le labbra in una smorfia. Quelle labbra scure e carnose, cos’ invitanti agli occhi della navigatrice, che rispose alla smorfia del Nakama con una linguaccia.
“STATEVI ZITTI! Non riesco a capire che cosa sia questo rumore.”urlò Zoro, zittendo Sanji che si dimenava come un matto per far staccare Rufy e Chopper dalle sue gambe, implorandolo di dare loro qualcosa da mangiare. I tre si bloccarono di colpo girandosi lentamente verso lo spadaccino, che, con le sue urla, aveva attirato anche l’attenzione di Usoop e Robin.
“Cosa c’è?” chiese Rufy.
Zoro chiuse gli occhi e iniziò a massaggiarsi le tempie in modo da concentrarsi sul quello strano rumore.
“Sei buzzurro sarà solo la tua immaginazione. E poi smettila di fare così, come se avessi un cervello.”disse la rossa per sdrammatizzare un po’ e cominciare i loro soliti litigi che tanto la divertivano. Zoro fermò il massaggio alle tempie e aprì gli  occhi sfoderando alla bella navigatrice il suo solito ghigno arrabbiato. Nami non poté che sorridere davanti a quell’espressione che tanto amava.
“Non è la sua immaginazione. Lo sento anch’io.”rispose Robin che chiuse il suo libro tenendo il segno delle pagine con l’indice della mano destra.
“Visto che non sono l’unico, stupida mocciosa?!”disse Zoro, avendo conferma di quello che sentiva.
“Volete spigare che rumore sentite?”chiese Chopper guardandosi intorno come un matto e stringendosi ancora di più alla gamba del cuoco, ma stavolta per la paura.
“Come se ci fosse qualcosa sotto la nave.”rispose Zoro cercando di decifrare quel “toc” che sentiva. Robin annuì per far capire agli altri che Zoro aveva ragione.
“Probabilmente sono dei pesci.”rispose Nami trovando la risposta più ovvia.
“Eppure Rufy e Chopper cercano di pescare qualcosa da ore ma ancora non hanno preso niente.”osservò la mora.
“Bhè forse questi pesci sono molto intelligenti.”sdrammatizzò Usoop che all’inizio pensava ad una specie di mostro marino che nuotava sotto la loro nave e che si stesse preparando per un attacco a sorpresa.
“Non so, ma ho un brutto presentimento.”disse lo spadaccino alzandosi in piedi e stiracchiandosi.
“Andiamo, è una giornata bellissima! Cosa potrebbe andare storto?” disse Nami ridendo nervosamente.
Le ultime parole fatali.
In un batter d’occhio Nami venne rinchiusa in un’enorme bolla che velocemente era apparsa dall’immenso oceano.
“Aiutoooo!”urlò la navigatrice.
Tutti divennero seri all’improvviso: Nico Robin si alzò di scatto dalla sdraio, Usoop e Chopper corsero l’uno incontro all’altro abbracciandosi impauriti, Sanji si accese una sigaretta, Zoro impugnò una delle sue katane e Rufy si stava preparando a sferrare un pugno micidiale. Ma né il pugno di Rufy, né il calcio di Sanji né la katana di Zoro riuscì a scoppiare quella bolla.
“Fate qualcosa!” urlò Nami disperata, con le lacrime agli occhi. Ma prima che qualcun altro potesse riattaccare la bolla sparì in acqua. Rufy, da buon capitano, stava per buttarsi in mare per salvare la sua navigatrice.
“Cosa cavolo vuoi fare idiota?! Tu non puoi nuotare. Vado io.”disse Zoro buttandosi immediatamente in acqua, disperato per la SUA, così la riteneva lui nei suoi pensieri, mocciosa. Ma, appena si immerse, venne colpito da qualcosa che gli ferì il braccio.
“P-p-perché non riemerge?”chiese Usoop spaventato abbracciato a Chopper anch’esso terrorizzato

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Capitolo 2
*** Cosa sta succedendo?! ***


Cosa sta succedendo?!


Rufy allungò un braccio, cercando, alla cieca, Zoro. Quando lo toccò con la mano, lo afferrò dalla maglietta bianca e lo riportò sulla nave. Lo spadaccino, infatti, essendo stato ferito al braccio, non riusciva a risalire a galla.
“Oh no! E’ ferito! Qualcuno chiami un dottore!” urlò Chopper correndo di qua e di là per il ponte.
“Sei tu il dottore.”disse Usoop con un gocciolone dietro la testa.
“Oh, si, giusto.” osservò Chopper fermandosi di colpo e raggiungendo il Nakama ferito con il suo immancabile zainetto con tutto il suo materiale.
“Sto bene.”disse Zoro tossendo e sputando acqua salata sul ponte.
“Dov’è Nami?!” chiese Sanji preoccupato.
“Non lo so. Appena sono entrato in acqua qualcosa mi ha colpito e di Nami non c’era nessuna traccia.”rispose Zoro, depresso per la scomparsa della navigatrice.
“Questa ferita è stata sicuramente provocata da…una spada. O qualcosa di molto simile.”osservò Chopper che, da bravo dottore stava medicando la ferita dello spadaccino.
“Una spada? Non dirmi che ti sei ferito da solo?! Da stupido marimo che sei, potrebbe anche capitare.”osservò Sanji, che anche in quella situazione aveva qualche insulto pronto per lo spadaccino.
“MA COSA CAVOLO DICI?! NON SONO UN’IDIOTA! DEFICIENTE DI UN CUOCO.” urlò Zoro innervosito.
“Chissà dov’è la mia dolce Nami.”disse Sanji guardando il cielo e ignorando completamente le urla di Zoro. Quest’ultimo, sentendo la parola ‘mia’, pronunciata da Sanji, riferita a Nami, si innervosì. Voleva picchiarlo, tagliarlo a fettine, sminuzzarlo, darlo in pasto ai mostri marini… ma così avrebbe svelato i suoi sentimenti ai loro amici. E lui non era portato a cose tipo ‘l’amore’.
“Non preoccupatevi. Penso che lo scopriremo presto.”disse Nico Robin guardandosi intorno, calma,o così sembrava, come al solito.
“Ma, scusa, come fai a dirlo?”chiese Usoop curioso come gli altri che erano sempre un passo indietro all’intelligente archeologa.
“Se non ve ne foste accorti, abbiamo cambiato rotta. Probabilmente qualcuno sta spingendo la nave. E sicuramente ci starà portando dove hanno intenzione di portare Nami.”osservò Nico Robin affacciandosi dalla nave, guardando l’oceano, in cerca di qualche indizio.
“Già, abbiamo cambiato rotta.”disse Rufy guardandosi intorno.
“Oh Nico Robin, come sei intelligente!” disse Sanji dondolando di qua e di là. Venendo fulminato con lo sguardo da un Rufy rosso dalla gelosia.
“Ok Zoro, ti ho fasciato il braccio.”disse il dottore rimettendo tutti i suoi strumenti nello zainetto.
“Chissà dove finiremo. Spero in un posto ricco di carne.”disse Rufy con gli occhi scintillanti, provocando una piccola risata a Robin. Notandola, il capitano arrossì e si scese il morbido cappello di paglia sugli occhi, in modo che nessuno potesse notare il suo imbarazzo.
“Sei sempre il solito.”disse Sanji con un gocciolone dietro la testa, facendo ridere anche gli altri, per sdrammatizzare.
Zoro,invece, era in disparte, solo, a guardare l’orizzonte. L’idea che qualcuno li stesse portando in un posto sconosciuto non gli piaceva molto. Ma l’accetto, perché voleva assolutamente ritrovare Nami. Era molto preoccupato per lei, ma non riusciva a spiegare il motivo. Era sparita solo da qualche minuto e già le mancava. Loro due non hanno mai avuto un così grande rapporto d’amicizia. Ed era proprio questo che non capiva. Perché provava queste cose per lei? Perché era così preoccupato? Perfino più di quel cuoco che le girava sempre intorno e a lui dava così fastidio. In questi ultimi tempi Zoro aveva salvato Nami da ogni pericolo. Sembrava quasi un suo dovere difenderla. Ma era proprio un dovere? Non esattamente. Lo vedeva più come un suo diritto. Quando salvava Nami, lui si sentiva….felice, soddisfatto. Ma questo, cosa significava?
Scese la notte, ma ancora i pirati non avevano raggiunto la proprio meta. Quel giorno dormirono tutti all’aperto, per stare più allerta e per essere, più o meno, pronti a qualche attacco di sorpresa. Zoro, stranamente, era sveglio e osservava il cielo stellato. Era messo in disparte. Anche se immerso nei suoi pensieri sentì dei passi avvicinarsi.
“Non riesci a dormire?”chiese lo spadaccino senza distogliere lo sguardo dall’immenso cielo stellato.
“No. Neanche tu a quanto vedo.”rispose lei sedendosi accanto al Nakama.
“Già.”disse lui in tono malinconico. Questo dettaglio non sfuggì a Robin.
“Ti manca.”non era una domanda, ma un’affermazione. Zoro arrossì leggermente, ma per fortuna era buio e Nico Robin non lo notò.
“C-come manca a tutti gli altri.”rispose lui cerando di nascondere l’imbarazzo ma con pochi risultati. Perché quella donna era così intelligente e perspicace? Si accorgeva di tutto quello che le accadesse intorno. Lo spadaccino sentì una leggera risata da parte dell’archeologa, che sicuramente aveva notato il suo imbarazzo nel parlare di Nami.
“Non sei molto convincente. O comunque, non per me. Forse per lei. Rispondendo ai tuoi insulti non capendo che cerchi solo di attirare la sua attenzione. Ma se questo non fosse ciò che lei esattamente vuole…?”disse l’archeologa alzandosi e allontanandosi, mettendosi vicino alla polena e osservando l’oceano e il riflesso chiaro della luna piena.
“Pss…Zoro.”intanto un altro Nakama si era avvicinato a disturbare il povero pensieroso spadaccino, che ancora rifletteva sulla frase che aveva appena detto Robin.
“Cosa vuoi Rufy?”chiese lo spadaccino, tenendo lo sguardo fisso su una stella in particolare nel cielo, più grande e luminosa delle altre.
“Cosa ti ha detto Robin.”chiese timido Rufy.
“Perché lo vuoi sapere?”chiese a sua volta Zoro.
“Bhè, ecco..così..per curiosità…visto che non riesco a dormire e quindi….”disse Rufy stranamente impacciato provocando una leggere risata allo spadaccino.
“Cosa ridi?”chiese Rufy, ingenuo.
“Andiamo Rufy. Va  da lei e dichiarati per una buona volta.”disse Zoro arrivando subito al sodo.
“Pf..pf…ma c-cosa ti viene in mente?!”rispose Rufy cercando di nascondere, inutilmente la verità.
“Senti Rufy, è da un paio di settimane che non riesci a toglierle gli occhi di dosso. Secondo te non se ne sarebbe mai accorto nessuno? Vedo le occhiatacce che dai a chiunque si avvicinasse a lei, soprattutto al cuoco, come la guardi mentre legge e come arrossisci quando ti offre un suo sorriso. E’ inutile rimanere in silenzio e morire di gelosia. Prenditi di coraggio e affronta la realtà. Andiamo amico, tu sconfiggi i nemici più forti e non hai il coraggio di confidare i tuoi sentimenti.”disse Zoro sorprendendo prima sé stesso, per quelle parole uscite dalla sua bocca, e poi l’amico. Non si credeva così saggio. E neanche Rufy lo credeva.
“Hai ragione. Io sarò il fantastico Re dei Pirati. Ce la posso fare. Ce la devo fare.”disse Rufy alzandosi e incamminandosi verso l’archeologa. Zoro rifletté su quel discorso fatto poco fa all’amico. Mentre diceva quelle cose stava pensando, quasi involontariamente, a Nami. E ripensadoci, lui si comportava come Rufy, solo che al posto di Robin c’era Nami. La sua mocciosa. Allora lui l’amava? Si era innamorato di Nami? In effetti, fin da quando l’ha conosciuta la riteneva…particolare. Già quando nemmeno la conosceva, l’istinto gli disse di proteggerla da Buggy il Clown. No. Era impossibile. Lui non poteva essere innamorato di Nami. Non facevano altro che litigare. Si lei era una bella donna, anzi bellissima secondo lui. E poi aveva quel caratterino che lo faceva impazzire. Insomma, secondo lui era perfetta. Ma si rifiutava di credere che fosse innamorato di lei, gli sembrava così impossibile.

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Capitolo 3
*** Un amore più grande...della carne?! ***


Un amore più grande...della carne?!


“Ehi capitano.”disse Robin non togliendo lo sguardo dall’oceano, ma semplicemente percependo i passi di Rufy. Ormai lo riconosceva bene. Conosceva ogni suo dettaglio.  Capiva che si stava avvicinando solo sentendo i passi o il profumo. Era il minimo conoscere così bene la persona che si ama così tanto.
“Ma come fai a capire che sono io.”disse mettendo il broncio e sedendosi sulla polena. Robin sorrise leggermente vedendo quel viso imbronciato. Sembrava un bambino a cui hanno sottratto una caramella.
“Bhè è da tanto ormai che sono sulla nave e ti conosco abbastanza bene.”rispose l’archeologa.
“Sei preoccupata per Nami?”chiese lui dopo qualche secondo di silenzio, notando il leggero velo, quasi invisibile, di preoccupazione che aveva negli occhi. Quegli occhi blu come il cielo limpido senza nuvole che Rufy amava tanto. Robin non sapeva cosa dire. Per la prima volta da quando era su quella nave era rimasta senza parole. Perché lui aveva capito che c’era qualcosa che la turbava. Nessuno se n’era accorto, solo lui, per quanto potesse essere ingenuo. Di solito nascondeva bene certe emozioni cercando di sollevare il morale agli altri. E adesso il suo capitano, il ragazzo di cui si era follemente innamorata era riuscito a capire ciò che provava con un semplice sguardo.
“Su, rispondi. Sai che a me puoi dirlo. E a me non puoi dire che va tutto bene come fai  con gli altri che poi ti credono. Io so che qualcosa ti preoccupa. In fondo è da tanto ormai che sei sulla nave e ti conosco abbastanza bene.”disse lui sfoggiando un mega sorriso ripetendo l’ultima frase, recentemente pronunciata dall’archeologa. Robin sorrise leggermente. Il suo capitano, per quanto lo conoscesse, era comunque un mistero. Così infantile e saggio allo stesso tempo. Capì che con lui poteva parlare. Cioè, con chi altro si poteva confidare se la sua migliore amica, come sorella, non c’era? Ovviamente con la persona tanto amata.
“Bhè, si..sono un po’ preoccupata per Nami. Mi ha accolto in questa nave fin da subito, come una..sorella.”disse lei diventando triste all’improvviso ma accennando comunque un sorriso forzato.
“Bhè, io solo un po’. Sicuramente ci stanno portando da lei, dove è già pronto un agguato per noi. Ma so che ce la faremo. Come ce l’abbiamo sempre fatta. In fondo, un po’ di avventura ci voleva.”disse lui sorridendo. In realtà era abbastanza preoccupato anche lui. Il fatto di non sapere assolutamente cosa stesse succedendo e che una sua Nakama era in pericolo lo preoccupava. Ma doveva essere forte per tirare su di morale Nico Robin.
“Si un po’ di avventura ci voleva, ma ti ricordo che la navigatrice è comunque in pericolo. Lei arriverà a destinazione prima di noi. E in quell’arco di tempo le potrà accadere di tutto.” Perché era sempre così saggia? Come ci riusciva? Per Rufy era un mistero.
“Vieni qui.”le disse semplicemente alzandosi in piedi sulla polena porgendole la mano per invitarla a salire con lui. Lei arrossì subito. Sapeva che non faceva salire nessuno sulla polena. Era il suo posto, punto. Non aveva mai fatto salire né Nami né Zoro, il suo migliore amico. All’inizio infatti esitò, ma, Rufy con lo sguardo la invitava a salire, quasi come fosse una preghiera. Lei sorrise e accettò.
Strinse la mano di Rufy con la sua in modo da poter salire sulla polena. Ci riuscì grazie all’aiuto di Rufy ma lì  era abbastanza scivoloso. E lei, con i suoi alti stivali neri, non riuscì a mantenersi in equilibrio e scivolò. Stava per cadere in acqua, ma un agile Rufy riuscì a salvarla attaccandosela a sé. Lei si teneva stretta alla giacca rossa del ragazzo spaventata. Le mani di lui la tenevano dalle spalle per proteggerla. Quando i loro sguardi si incontrarono notarono che erano praticamente corpo a corpo e solo qualche centimetro divideva i loro nasi.. Entrambi arrossirono, ma rimasero fermi. Nessuno dei due voleva rompere quel loro primo contatto così intimo.
“Prima ti dicevo in quel modo per tranquillizzarti.”fu Rufy il primo a parlare, senza però togliere il suo sguardo da quello di lei.
“G-grazie. C-come mai mi hai fatto salire qui? Tu non fai mai salire nessuno qui.”disse lei abbastanza imbarazzata.
“Lo so. Ma credo che questo posto lo possa almeno condividere con la..persona…che…amo.”disse lui arrossendo come un peperone.
“Tu…mi ami?”ripeté l’archeologa arrossendo, ma con un sorriso a 32 denti.
“Si Robin. Ti amo più di ogni altra cosa al mondo.”disse Rufy trovando finalmente il coraggio di dichiararsi apertamente. Robin non ebbe il coraggio di rispondere. Si buttò su di lui e lo baciò castamente. Ma a lui bastava questo come risposta. Pochi secondi dopo il bacio si guardarono negli occhi cominciando a ridere.
“Mi ami anche più della carne?”chiese ridendo l’archeologa.
“Molto molto di più della carne.”rispose Rufy sfoggiando un sorriso a 32 denti. Questa frase detta da Rufy, quel Rufy, Rufy cappello di paglia, significa mooolto più di quanto si potesse mai immaginare.
Ripresero subito a baciarsi ma stavolta con più foga, più desiderio. Rufy passò a baciare il collo dell’archeologa che lo lasciò fare portando la testa all’indietro. Subito dopo passo all’orecchio. Lo baciò, lo leccò e succhiò leggermente il lobo.
“Ah…”gemette Robin facendo sorridere così Rufy.
“Ehm ehm ehm.”dei colpi di tosse ‘volontari’ interruppero i due piccioncini.
“Sentite mi dispiace disturbarvi, ma se volete fare certe cose andate sotto coperta perché io non voglio assistere a certi spettacoli.”disse Zoro con un sorriso sulla faccia. Era contento che quei due, finalmente, si fossero dichiarai. Si, finalmente. E’ da tempo che Zoro aveva intuito che entrambi si piacevano, ma nessuno dei due voleva confessarlo.
I due innamorati si guardarono e risero. Si diedero un ultimo tenero e casto bacio e andarono a dormire insieme agli altri. Si addormentarono vicini, mano nella mano.
“Spero tu stia bene, mocciosa.”sussurrò Zoro alla stella più bella del cielo che non smetteva di guardare da ore. Credeva che solo Nami fosse degna di quella stella. Le ricordava tanto lei. Così bella come lei. Così luminosa come il suo sorriso. Così grande come i suoi occhi nocciola. Così misteriosa come lei. Così lontana da lui come lo era Nami.
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“Buzzurro, aiutami.”era una preghiera quella di Nami, che confidava alla stella più luminosa del cielo. La intravedeva da una piccolissima finestra della sua cella. Si, era stata catturata e rinchiusa. La cella era illuminata solo dalle luci naturali della notte che penetravano dalla finestra. Tutto intorno a lei era buio. Si sentiva così sola, adesso più che mai. Calde lacrime le rigavano il volto triste e spaventato. Gli occhi lucidi provocavano vari giochi di luce con la stella che continuava a guardare. Unica sua compagnia, dopo l’’uomo’ che faceva da guardia dentro la cella. Ma arrivata la notte era crollato in un sonno profondo. Questo sarebbe stato il momento adatto per fuggire, ma, purtroppo, gambe e braccia erano legate al muro della cella e lei non riusciva a slegarsi. Inoltre aveva le caviglie ferite. Infatti aveva tentato invano, di scappare ma era stata minacciata con una pistola. Lei comunque non si fermò, ma quelli le spararono alle caviglie. Non la volevano morta, ma viva. Quindi non potevano colpirla in punti vitali.
Ad un tratto la porta si spalancò e nel buio più totale, Nami intravide una figura. Lui. Il loro capo. Da quando era stata rapita non lo aveva incontrato, ma visto il posto e visti i suoi scagnozzi, non era difficile capire chi c’era dietro a tutto questo. Nami si guardò istintivamente il braccio sinistro. Poi posò di nuovo il suo sguardo su quella mostruosa figura.
“Buonasera, mia cara Nami. Ci rincontriamo.”disse lui sorridendo vedendo lo stato in cui era la ragazza: legata, ferita, triste, sola, debole.

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Capitolo 4
*** Un nuovo vecchio nemico ***


Un nuovo vecchio nemico

“Tu!”disse solo la navigatrice socchiudendo gli occhi a causa della rabbia, anche se le lacrime di tristezza non cessavano.
“Come? Dopo tutto questo tempo che non ci vediamo,  tu mi saluti solo così?”disse lui ridendo ancora di più.
“Cosa vuoi da me brutto mostro?!”urlò lei in preda alla rabbia.
“Ehi ehi, calma con gli insulti. E comunque, per ora, se farai la brava, non ti succederà niente. Stiamo aspettando anche tutti gli altri.”disse lui sorridendo maliziosamente. Nami spalancò gli occhi e la bocca, preoccupata.
“Cosa avete fatto ai miei compagni?”disse lei.
“Niente, niente, rilassati cara. Li stiamo semplicemente aiutando a trovare la loro amata navigatrice.”disse lui avvicinandosi alla ragazza.
“Cosa avete intenzione di fare?!”chiese preoccupata Nami.
“Oh, vedo che hai cambiato look.”disse lui notando il braccio sinistro di Nami, ignorando la domanda della ragazza.
“Questa cosa non va bene.”continuò afferrando l’altro braccio e un pugnale. Con quest’ultimo iniziò a tracciare qualcosa sul braccio della navigatrice, ignorando le sue urla di dolore.
“AAAAAAAAH! SMETTILA TI PREGO!”gridò Nami torcendosi dal dolore.
“Non preoccuparti, ho finito. Ma questo è per colpa tua. Non dovevi dimenticarti a chi appartieni.”disse lui ridendo a crepa pelle vedendo Nami che soffriva e uscendo dalla cella, chiudendola a chiave.
“Stupido stronzo.”sussurrò Nami piangendo dal dolore e dalla disperazione volgendo il suo sguardo nuovamente alla stella nel cielo. Dopo qualche minuto si addormentò, con la speranza che i suoi compagni l’avrebbero di nuovo salvata e portata via con loro.
“Mi manchi buzzuro.”disse prima di addormentarsi.
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Il primo dei Mugiwara a svegliarsi fu Zoro. Bhè, in realtà non aveva dormito molto, stranamente. Forse un’ora o due. Era troppo preoccupato per la sua mocciosa per dormire. Ma la stanchezza, almeno per un po’, si era fatta sentire. Quando, verso le 6 di mattina, aveva aperto gli occhi, notò che la nave era ferma in un porto di un piccolo villaggio. Stava per svegliare il resto della ciurma, ma prima si fermò ad osservare due Nakama in particolare. Rufy e Nico Robin dormivano ancora, mano nella mano. Lo spadaccino sorrise malinconicamente pensando a Nami. Pensando che anche lui vorrebbe stringere la mano della sua dolce mocciosa senza paura, di fronte a tutti gli altri. Ad un tratto una voce interruppe i suoi pensieri.
“COSA CI FA LA MIA DOLCE ROBIN MANO NELLA MANO CON RUFY?!”Sanji si era svegliato. E non era molto felice di quel nuovo rapporto fra il capitano e l’archeologa. Con le sue urla, il cuoco, aveva svegliato anche tutti gli altri. Usoop e Chopper iniziarono a ballare felici vedendo i Robin e Rufy. I due piccioncini invece si guardarono e sfoggiarono dei timidi sorrisi ai compagni.
“Non vorrei disturbarvi, ma siamo arrivati a destinazione.”Zoro attirò l’attenzione degli altri, facendo notare il villaggio che si apriva davanti ai loro occhi.
“Ok, ok. Ma prima io ho fame!”disse Rufy infilandosi un dito nel naso.
“Come può piacere alla mia dolce Robin un tizio imbecille come Rufy?! Per fortuna ho ancora la mia fantastica Nami!”disse Sanji andando poi a preparare una veloce colazione per tutti.
Intanto Zoro lo fulminava con lo sguardo, facendo sorridere l’archeologa.
Subito dopo aver mangiato, scesero tutti dalla nave e s’incamminarono per il villaggio.
“Questo posto mi ricorda qualcosa.”disse Zoro osservando attentamente ogni casa, ogni stradina e ogni particolare di quel piccolo e silenzioso villaggio.
“Che desolazione. Non c’è nessuno in giro. Sono tutti chiusi dentro casa.”osservò Usoop che si guardava intorno insieme a Chopper.
“A quanto pare si. Chissà come mai.”disse Sanji accendendosi una sigaretta.
I pirati continuarono a camminare fino a quando non si imbatterono in un cartello: Benvenuti al Villaggio di Coco. Letto questo cartello Rufy, Zoro, Usop e Sanji sgranarono gli occhi.
“CHE COSA?!” urlarono in coro.
“Che c’è di strano?”chiese Chopper che si guardava intorno non capendo, insieme a Nico Robin.
“Questo è il villaggio di Nami.”disse Usop ancora con gli occhi spalancati.
“Ma cosa ci facciamo qui?!"chiese Zoro ancora più preoccupato per la mocciosa
“So a chi potremo chiederlo.”disse Sanji infilandosi le mani in tasca e dirigendosi in un posto ben preciso.
Insieme i Mugiwara andarono alla vecchia casa in campagna di Nami. Bussarono più volte, ma da dentro la casa non proveniva nessuna voce o nessun rumore.
“So io dove possiamo trovarla!” aggiunse Rufy alzando un indice in aria.
Così, guidati dal capitano, arrivarono su un’alta scogliera, praticamente vuota, eccetto per una ragazza inginocchiata davanti ad una croce incastrata nel terreno.
“Ciao Nojiko.”disse Rufy. La ragazza si girò lentamente. Stava piangendo. I corti capelli, fra il viola e l’indaco, erano corti come qualche tempo fa. Stavolta indossava dei lunghi jeans, un top bianco con de fiori celesti e dei sandali molto simili a quelli che di solito indossava Nami. Non era cambiata di molto. Aveva solo quell’espressione triste in volto, evidenziata dalle lacrime che versava. Sembrava così debole. Invece quando l’avevano conosciuta sembrava una donna forte, pronta a tutto.
“Cappello di paglia e la sua ciurma?! Cosa ci fate qui? E dov’è Nami?!” chiese la sorella adottiva della navigatrice.
“L’anno rapita.”disse Rufy abbassando lo sguardo, triste.
“Immaginavo.”rispose Nojiko stupendo i presenti.
“Cosa?! E perché, scusa? Tu sai qualcosa? Diccelo!”disse Zoro, il più preoccupato di tutti, stupendo gli altri Nakama con il suo tono di voce. Ma nessuno disse niente. In fondo anche gli altri si erano incuriositi alle parole della ragazza.
“Sono ancora vivi. Sono tornati. Sono ancora più potenti.”iniziò Nojiko piangendo sempre più forte, ma non facendo capire molto ai pirati.
“Chi?!” chiese Sanji.
“Arlong e il suo esercito di uomini pesci! Sono tornati! E sono più forti di prima!” disse Nojiko singhiozzando.
“COSAAAA?!”urlarono Rufy, Zoro, Usoop e Sanji spalancando gli occhi.

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Capitolo 5
*** Vecchie conoscenze ***


Vecchie conoscenze

 “Ma chi è questo Arlong?”chiese Chopper.
“Mi sembra di averne sentito parlare. E’ il capo della ciurma degli uomini pesce. Questo significa che come camminano e respirano sulla terra ferma, ma hanno anche delle caratteristiche dei pesci che gli permettono di respirare anche sott’acqua. E in questo caso sono più veloci e più agili rispetto a noi umani. Lui ci ritiene una razza inferiore. Poi, lui e i suoi scagnozzi erano stati sconfitti dalla ciurma di Cappello di Paglia. Ma, a quanto pare, sono tornati.”spiegò l’archeologa facendo spaventare ancora di più la piccola renna.
“Ma com’è possibile?!” urlò Usoop spaventato abbracciando Chopper, il quale iniziò a tremare dalla paura imitando il cecchino.
“Non lo so. Per favore dovete aiutarci. Il villaggio è in rovina, di nuovo. E sicuramente, se voi siete qui, Nami sarà stata rapita da loro.”disse Nojiko.
Si, adesso tutto tornava. I rumori della scorsa mattina erano provocati dagli uomini pesce che nuotavano sotto la nave. Ecco perché hanno rapito proprio Nami, invece di qualsiasi altro membro dell’equipaggio. E gli hanno portati fin qui spingendo la nave sott’acqua. Ma perché gli hanno portati qui? Cosa hanno in mente?
“Non preoccuparti, ce ne occuperemo noi.”disse Rufy prendendo Robin per mano e incamminandosi verso il vecchio palazzo di Arlong. Seguito da Zoro e poi da tutti gli altri.
“Non piangere, oh mia dolce Dea che allieti la mia vita. Non sopporto vederti in questo stato. Appena sconfiggeremo quello stupido mostro potrai ringraziarmi con un bel bac…AAAAAAAH!”iniziò Sanji ma poi venne afferrato da Usoop per un orecchio e lo trascinò via.
“Mi mancherai dolcezza!”urlò Sanji prima di scomparire alla vista della ragazza insieme a tutti gli altri.
“Oh Bellemer!”disse Nojiko girandosi verso la tomba della madre adottiva e ricominciando un forte pianto, coprendosi il viso con le mani.
Ormai vicini al palazzo di Arlong, i Mugiwara fecero degli spiacevoli incontri. Infatti si imbatterono in alcuni ‘uomini’ di Arlong.
 “Ci si rivede ragazzi.”dissero 3 uomini pesci in particolare che capitanavano il gruppo. Octy, Pciù e Kuurobi. Insieme ad essi c’erano molti altri membri della ciurma di Arlong.
“Ma voi siete quei puzzolenti uomini pesci della scorsa volta?”disse Sanji riconoscendo i tre individui che gli si paravano davanti.
“Siete sorpresi di vederci?”disse Pciù ridendo in un modo alquanto strano, viste la sua bocca allungata.
“Dov’è Nami?!”chiese Zoro arrivando direttamente al punto.
“In un posto sicuro, non preoccupatevi. Ci occuperemo noi di lei. Come di tutti voi, del resto.”
“Rufy! Zoro! Voi andata a cercare Nami. Io, Usop, Chopper e Robin ci occuperemo di questi tizi.”disse Sanji accendendosi una sigaretta. Era un intero esercito di uomini pesce, o quasi, ma loro 4 ce la potevano fare.
“Siete sicuri di farcela?”chiese Rufy anche se già sapeva che i suoi compagni erano molto più forti dei loro nemici. Sanji e Robin annuirono convinti, mentre Usoop e Chopper tremavano dalla paura.
“Ok.”rispose Rufy dando un leggero bacio sulle labbra a Robin, che gli rispose con un tenero sorriso, per poi iniziare a correre, seguito da Zoro. Ma quest’ultimo venne fermato da Octy, che lo colpì nel braccio già ferito con una delle sue spade.
“Zoro, ti ricordi di me? Mi avevi sconfitto tanto tempo fa, ma ora sono molto più forte. Oh scusa per il braccio, ma dovevo finire il lavoro che ho iniziato ieri.”disse Octy ridendo. Zoro, arrabbiato, stava per afferrare una delle sue Katane, ma qualcuno lo precedette. Con un calcio di sorpresa, Octy si ritrovo a terra, qualche metro più indietro.
“Zoro tu va! A lui ci pensiamo noi!”disse Sanji dopo aver colpito quel polpo gigante.
“Aspetta Zoro! Questo è il Clima Sansetsukon di Nami. Tienilo tu!”disse Usoop consegnando l’arma allo spadaccino che lo afferrò. Subito un odore di mandarino lo avvolse, ricordando la sua dolce Nami. Si svegliò da quella specie di trans, pronto a trovare la bella navigatrice.
Cercò di raggiungere Rufy, ma ormai non lo vedeva più. Un po’ più avanti a lui si innalzava il maestoso palazzo di Arlong. Vide una piccola porticina aperta e così decise di intrufolarsi. Notò che era stato ricostruito proprio come era prima che Rufy lo distruggesse, qualche tempo fa. Si ricordò dove erano le prigioni, visto che lui era stato catturato, e decise di darci un’occhiata per controllare che Nami non fosse lì. C’era un lungo corridoio controllato da uomini pesce e alle pareti di questo corridoio c’erano delle porte. Sicuramente le celle. Impugnò due delle sue spade e iniziò a combattere con il primo. Il braccio gli faceva molto male, ma non gli importava. Doveva assolutamente salvare Nami. Ogni volta che sconfiggeva qualche uomo pesce controllava nelle celle vicine se ci fosse Nami. Avanzava così.
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 “Siete solo dei farabutti!”disse Usop tremando, nascondendosi dietro Sanji.
“Cosa hai detto?!”lo intimò Pciù portandosi le mani (o pinne, quello che è xD) ai fianchi (o quello che sono).
“Oh non sono stato io a parlare, è stato lui!”disse Usop spaventato, indicando Chopper che si mise ad urlare dalla paura.
“Basta chiacchiere! Dobbiamo muoverci se vogliamo salvare Nami.”disse Nico Robin incrociando le braccia, pronta a sferrare uno dei suoi attacchi.
“Oh Nico Robin sei così carina quando ti preoccupi per Nami!”disse Sanji con il suo solito comportamento da idiota volteggiando sulle punte.
“Sanji! Concentrati!”gli disse Usoop dandogli un colpo in testa, facendolo tornare, così, in sé.
“Fatevi sotto!” li provocò Kuurobi.
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“Arlooooooong!”urlò un ragazzo raggiungendo il palazzo del capo degli uomini pesci, precisamente in una grande piazza, dove al centro, seduto su una specie di trono, c’era Arlong.
“Cappello di paglia. Sei solo….i tuoi compagni stanno combattendo contro i miei uomini, giusto? Si sennò sareb…”iniziò a dire Arlong come se stesse conversando normalmente, ma Rufy lo bloccò.
“Stupido pesce, smettila! Libera immediatamente Nami! Ricorda che ti ho già sconfitto una volta.”disse Rufy serio e riscaldando i muscoli delle braccia.
“Calmati, sei appena arrivato. Rilassati. Mi dispiace ma ancora non posso liberare Nami. Comunque ricordo benissimo che mi hai già battuto, ma adesso sono più forte.”spiegò il capo degli uomini pesci sorridendo e mostrando i suoi denti squalini.
“Non importa quanto tu sia più forte, io ti batterò comunque!”gridò Rufy muovendo la testa e facendo scricchiolare il collo.
“Io non ne sarei così sicuro. E comunque ancora non è il momento di combattere. Quindi devo farti stare fermo per un po’.”disse Arlong ridendo di gusto. In un secondo Rufy si ritrovò dentro una gabbia di ferro.
“Farabutto!”disse Rufy muovendo energicamente le sbarre cercando di romperle.
“Così mi offendi. Comunque non preoccuparti, al momento opportuno sarò io stesso a liberarti.”
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Zoro stava combattendo con i guardiani delle prigioni, ma ogni volta che avanzava le celle erano sempre vuote. Però lui non si fermò, sentiva dentro di sé che Nami era vicina. Il suo cuore lo senti. Sconfisse tutti gli uomini sul suo cammino riportando ferite non molto gravi. Si ritrovò davanti l’ultima cella. Dentro intravide una sagoma. Probabilmente Nami si trovava là dentro, ma non era sola. Sentì delle voci.

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Capitolo 6
*** Ritrovamento ***


Ritrovamento

“Perché mi avete catturato? Cosa volete da me? E come avete attirato i miei compagni sull’isola?”chiese Nami urlando verso l’uomo pesce che le faceva da guardia.
“Calmati signorina. Io non posso rispondere a tutto queste domande, ma presto scoprirai quello che vuoi sapere da sola.”rispose l’uomo pesce. Nami si accorse che teneva le chiavi delle catene che la legavano. Non poteva neanche alzarsi. Doveva stare seduta in una posizione alquanto scomoda, a causa delle catene che la legavano. Doveva pensare a qualcosa.
“Senti, ma tu ce l’hai il pene?Sai…io adoro gli uomini pesci…non so perché, ma li trovo così sexy ed eccitanti. Cioè gli uomini normali in confronto a voi non sono niente. Scommetto che voi siete anche più bravi a sedurre una donna e a fare…sesso. Io adesso vedo te, così muscolo, così potente. Sicuramente sarai una bomba. Già immagino come sarebbe farlo con uno come te. Oh si sarebbe fantastico. Potrei farlo per ore intere. Riusciresti in poco tempo a farmi arrivare all’orgasmo. Sulla mia nave non ci sono uomini come te, questo è il problema. Scommetto che se riusciranno a liberarmi io passerò tutte le notti a pensare a te…”iniziò Nami cercando di essere il più sensuale possibile, anche se la cosa la disgustava abbastanza.
L’uomo pesce si stava davvero eccitando. Doveva ammettere che quella ragazza ci sapeva fare. E poi non poteva smettere di osservare il suo seno. Così grande e sodo. Davvero una tentazione per ogni uomo…o pesce.
“Sai non posso andarmene da qui prima di fare sesso con te. Per favore, liberami e fammi tua! Ti prego. Non ti deluderò, certo non sono al tuo livello. Ma io e te faremo scintille.”continuò Nami sbattendo velocemente le palpebre e leccandosi le labbra. Ok questo piano faceva schifo, ma se lui la liberava lei probabilmente sarebbe riuscita a scappare. E poi aveva già provato dicendogli che doveva andare in bagno, ma lui rispose che non gli interessava.
L’uomo pesce non poteva più resistere: la liberò. Nami cercò di scappare, ma l’uomo pesce aveva intuito tutto: la buttò a terra, sdraiandosi sopra di lei e con una mano le teneva le braccia sopra la sua testa.
“Ahahah cercavi di fare la furbetta. Ma io non sono così stupido. Ma sono gentile. Quindi ho deciso di concederti di fare sesso con me, sei contenta?” disse l’uomo pesce leccandosi le labbra davanti a qual ben di Dio.. Lei era terrorizzata. Il suo piano era fallito e adesso si ritrovava con quel tizio puzzolente di sopra.
“No, senti, io stavo scherzando. Era solo…una recita…mi stavo preparando per uno spettacolo.”disse Nami impacciata cercando, invano, di scamparla.
“Troppo tardi.”disse l’uomo pesce accarezzando il corpo della navigatrice.
“Troppo tardi un corno! AIUTO! AIUTO!AIUTO!”iniziò ad urlare Nami, ma l’uomo pesce la bloccò con un bacio. Lei spalancò gli occhi al contatto con quelle labbra orribilmente viscide. Teneva la sua bocca perfettamente chiusa, ma sentiva spingere la lingua di quella dannata guardia che voleva assolutamente esplorare la sua bocca.
Zoro stava per buttare giù la porta sentendo le urla della navigatrice, ma due uomini pesce lo attaccarono alle spalle.
 Intanto l’uomo pesce le tagliò il top rosso che indossava con un pugnale e se ne liberò facilmente. Nami indossava un reggiseno rosa, quasi trasparente. Era tutta rossa in volto e piangeva. Si piangeva. In che cavolo di situazione si era cacciata? Possibile che non era capace di fare niente senza i suoi amici. In quel momento le venne in mente Zoro. Il suo buzzurro che la difendeva sempre, da ogni pericolo. Ma adesso lui non c’era. Non la poteva aiutare. Non la poteva tirar fuori da quel pasticcio. L’uomo pesce tagliò anche il reggiseno di Nami e si staccò per un attimo dalle piccole e dolci labbra della ragazza per vedere il suo busto nudo. Soddisfatto, molto soddisfatto di quello che vedeva, riprese a baciare con foga la navigatrice mentre con la mano libera le palpeggiava il seno. Nami emetteva dei piccoli versi. Dopo la guardia spostò i suoi baci sul collo chiaro di Nami. Ad un tratto la navigatrice sentì qualcosa di duro che le toccava la coscia. Ok adesso non ne poteva più.
Zoro finalmente aveva sconfitto anche quegl’ultimi uomini pesci ed era riuscito ad aprire la porta. Nami sentì dei rumori ma l’uomo pesce sopra di lei le oscurava la visuale. Inoltre quell’altro era troppo impegnato per sentire qualsiasi rumore.
Ma ad un certo punto l’uomo pesce si bloccò. Le sue mani e la sua bocca si fermarono. Allentò la presa sulle braccia di Nami che adesso poteva muovere liberamente e spalancò gli occhi. Con tutta la forza che riuscì a concentrare nella sua mano, Nami, diede un forte pugno all’uomo pesce che venne sbattuto alla parete. A quel punto la navigatrice vide un uomo che sistemava una spada nella sua custodia e capì tutto. Era così felice di vederlo. Si anche questa volta lui è arrivato. Anche questa volta il suo buzzurro l’ha salvata.
Nami si alzò e corse verso il suo adorato spadaccino. Cingendo il busto di lui con le braccia. Posò la testa nell’incavo fra il collo e la spalla di Zoro.
“Grazie al cielo sei arrivato! Oh grazie Zoro è stato terribile!”disse Nami fra i singhiozzi. Zoro sorrise, ricambiando l’abbraccio quando notò che era nuda. Arrossì di colpo, sentendo il seno nudo di Nami che si schiacciava contro i suoi addominali.
“Ehm..n-non è c-che ti manca qu-qualcosa?”chiese Zoro abbastanza imbarazzato. Quando Nami capì cosa intendeva spalancò gli occhi per l’imbarazzo. Si girò velocemente e s’inginocchio accanto ai suoi vestiti, dando le spalle a Zoro. Lui non l’aveva mai vista nuda. Ad Alabasta era stato l’unico a non affacciarsi al muretto che collegava la sauna maschile con quella femminile. Lo spadaccino notò i vestiti tagliati che Nami si rigirava tra le mani. La ragazza sentì un fruscio provenire da Zoro. Girò solo la testa e quello che vide la incantò. Zoro si stava togliendo la maglietta, mostrando i suoi addominali scolpiti, la sua tartaruga e la suo schiena perfetta. A Nami venne un colpo al cuore. Arrossì involontariamente senza accorgersene, rimanendo però con gli occhi fissi su Zoro. La bocca era semiaperta per lo stupore. Oh mamma aveva voglia di saltargli addosso. Ma cosa le stava succedendo?! Aveva visto altro volte Zoro senza maglietta. Prima che arrivasse Chopper era lei a fare le medicazioni. Ma perché ora le faceva quell’effetto? Era così affascinante mentre si toglieva la maglietta. Contraendo e poi rilassando i muscoli delle braccia. Perché doveva essere così maledettamente sexy?! Sembrava uno spogliarellista esperto. Nami riuscì a tornare in sé stessa solo quando Zoro lanciò la sua maglietta sulla testa.
“Mettiti questa.”disse per poi voltarsi e dare le spalla alla navigatrice in modo che si potesse vestire.
“Fatto.”disse lei qualche minuto dopo alzandosi in piedi e osservando quella maglietta bianca che indossava. Aveva il profumo di Zoro. Lei sorrise appena si sentì quell’odore di sakè e salsedine addosso.
Zoro si girò verso di lei arrossendo vedendola. Era sexy quanto prima, senza vestiti. La maglietta, troppo grande per lei. Le copriva anche gli shorts che indossava. Le maniche le arrivavano a metà braccio e nonostante fosse larga le sue curve si vedevano perfettamente.
“Come mi sta?”chiese Nami volteggiando su se stessa. Adesso non piangeva più. La vista e il profumo del suo buzzurro l’avevano rilassata. Anche se gli occhi erano ancora gonfi, sfoggiava un fantastico sorriso, che piaceva tanto a Zoro.
“B-bene.”disse solo Zoro, abbastanza imbarazzato.

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Capitolo 7
*** Buzzurro e Mocciosa di nuovo insieme ***


Buzzurro e Mocciosa di nuovo insieme
“Choppeeer! Stai bene?!”urlò Usoop vedendo l’amico a terra ferito.
“Si…non preoccuparti per me…pensa a combattere.”disse Chopper tossendo.
“Dov’è finito il polpo gigante?”disse Usoop non vedendo più il nemico Octy.
“Probabilmente sarà andato a cercare Zoro” rispose Sanji mentre riprendeva fiato.
“Come fai a dirlo?”chiese Nico Robin.
“Zoro aveva sconfitto Octy quando siamo venuti la prima volta sull’isola. Sicuramente vorrà vendicarsi.”spiegò Sanji.
“Oh no!”disse Chopper in pensiero per lo spadaccino che era stato recentemente ferito.
“Non preoccuparti per lui, se la caverà. Preoccupati per noi!”piagnucolò Usoop vedendo gli uomini pesce davanti a loro.
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“Vuoi spiegarmi perché ti strusciavi con quel pesce puzzolente?!”disse Zoro infastidito, rompendo il silenzio che si era creato per qualche minuto.
“Se non lo avessi notato, non riuscivo a liberarmi!”ribatté Nami portando le mani ai fianchi.
“Bhè potevi evitare di incitarlo ed eccitarlo in quel modo.”disse Zoro che, fuori dalla porta, mentre combatteva con quei due uomini pesce, aveva sentito tutto.
“Ma stavo cercando di farmi liberare!”ribatté Nami avvicinandosi a Zoro.
“Bhè potevi trovare un altro modo!”disse Zoro incrociando le braccia e guardando Nami fisso negli occhi. Quegli occhi nocciola che gli erano mancati tanto quella notte. Nami notò il suo comportamento.
“Ma…ehi, aspetta…perché fai così? Non è che sei..geloso?”disse Nami con un sorriso biricchino sul volto, sfiorando con il suo chiaro indice la punta del naso di Zoro.
“Ppff..io? Geloso? Io, Zoro lo spadaccino, geloso? Ma figuriamoci..pf…io non sono geloso…io non potrei assolutamente essere geloso…io sono il contrario della gelosia…io..”disse Zoro stranamente impacciato con le parole.
“Ok..si ho capito.”disse Nami, un po’ dispiaciuta. In effetti le sarebbe piaciuto che Zoro, proprio Zoro fosse geloso. Significava che ci teneva a lei. Ma forse si era illusa. Probabilmente Zoro aveva reagito in quel modo perché non è stata una tattica molto intelligente quella che aveva utilizzato con quell’uomo pesce.
“Ma cosa hai al braccio?”chiese Zoro diventando preoccupato e prendendo il braccio di Nami che, a quel tocco, arrossì.
“No-non è niente.”disse lei per calmare il ragazzo. Lo spadaccino alzò la manica sinistra della maglietta che ora indossava Nami che si era già sporcata di sangue e vide quel segno.
“E’ stato Arlong! Vero?”chiese lui arrabbiandosi contro quell’uomo pesce che aveva osato ferire la sua amata mocciosa. Nami annui guardando poi quel segno che Arlong le aveva tracciato nel braccio. Uno squalo. Quello squalo. Quel simbolo che aveva da quando era piccola ma che aveva cambiato quando aveva incontrato Rufy, Zoro e tutti gli altri. Adesso la perseguitava di nuovo.
“Io lo uccido!”disse Zoro abbassando la manica della maglietta.
“Calmati Zoro. Adesso non mi fa più molto male.”mentì lei.”E poi adesso ci siete tutti voi qui e sono più tranquilla.”continuò lei sorridendo delicatamente e facendo sciogliere così Zoro.
Entrambi arrossirono e distolsero gli sguardi.
“Su, andiamo.”disse lo spadaccino uscendo dalla porta, pensando che Nami lo stesse seguendo. Ma non sentì rumore di passi dietro di lui. Così si girò verso di lei che aveva lo sguardo basso.
“Muoviti!” disse Zoro. Nami alzò lo sguardo su di lui, sbattendo le palpebre e facendo gli occhi da cucciolo. Voleva la sua vendetta. Zoro si era comportato da insensibile: 1.l’aveva rimproverata per come si era comportata; 2.aveva detto di non essere geloso; 3. Lui è il suo buzzurro e lo doveva fare.
“Cosa vuoi mocciosa?”chiese Zoro capendo dove volesse arrivare la navigatrice, portandosi le mani ai fianchi.
“Sai buzzurro…ieri sono stata ferita alle gambe, e non ce la faccio molto a camminare.”disse lei con lo sguardo dolce. No. No, lui non doveva cedere.
“Eppure ti ho visto camminare e stavi benissimo.”rispose lui avvicinandosi di molto a Nami. Lei gli poggiò le sue dita sui suoi addominali, picchiettandoli dolcemente.
“Ma adesso mi fanno male e non riesco a camminare fino a raggiungere gli altri.”aggiunse lei guardando Zoro negli occhi e facendo una voce dolce, da vittima. E va bene, per questa volta poteva vincere lei.
“Su, aggrappati alla mia schiena.”disse lo spadaccino utilizzando una voce tra l’infastidito e il dolce. Nami sorrise, contenta di aver ottenuto ciò che voleva, e accettò l’invito dello spadaccino.
“Se proprio insisti.”disse lei utilizzando stavolta una voce biricchina.
“Stupida mocciosa approfittatrice.”disse Zoro arrabbiato.
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“Questi stupidi pesci sono molto forti. Non ce la faremo mai. E’ finita. Lo dobbiamo accettare. E’ stato bellissimo viaggiare con voi, amici miei, ma…”piagnucolò Usoop.
“Ma cosa stai dicendo?!”lo bloccò Chopper.
“Adesso bastaaaaa!”urlò Sanji dando un forte calcio a Kuurobi che fu sbattuto al suolo privo di vita.
“Siiii!Sei forte Sanji! Sapevo che ce la potevamo fare.”disse Usoop portando le mani ai fianchi assumendo una posizione vittoriosa.
“Ma cosa cavolo dici se eri il primo a credere che saremmo morti tutti.”disse Chopper con un gocciolone dietro la testa.
“Oh Chopper….quante cose devi ancora imparare. Io mi sono comportato in quel  modo per mettervi alla prova, in modo che voi vi impegnaste di più. E il mio piano è riuscito. Visto?”mentì Usoop sperando che il suo amico se la bevesse.
“Wow Usoop!! Tu sei un grande.”disse Chopper con gli occhi che gli brillavano.
“Ma per favore. Era evidente che in realtà stava morendo dalla paura. Adesso ne manca solo uno. Su, ce la dobbiamo fare! Dobbiamo assolutamente raggiungere Nami!”disse Sanji.
“Non preoccuparti per lei. Ci sono Rufy e Zoro.”disse il cecchino.
“Non mi fido di quei due idioti!”ammise Sanji.
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Intanto Zoro correva per i corridoi del palazzo di Arlong con Nami sulle spalle. Lei si aggrappava a lui, come se lo stesse abbracciando. Poteva percepire con le mani i muscoli ben definiti dello spadaccino. Pensò che voleva rimanere in quel modo per sempre. Pensò che Zoro era così bello e in fondo anche dolce e premuroso. O comunque molto volte le era sembrato così con lei. Quando la salvava, per esempio. Ogni volta che era in pericolo lui era pronto a difenderla, anche se poi faceva qualche battuta idiota come al solito per farla innervosire. Ma, in fondo , a lei piaceva. Il loro rapporto era incentrato sui loro battibecchi. Grazie ad essi loro si conoscevano così bene. E si volevano così bene. Si, proprio così. Anche se non lo ammettevano, uno era indispensabile per l’altro. Nami arrossì a quei pensieri. Zoro, che intanto la guardava con la coda dell’occhio, lo notò.
“Che succede streghetta?”chiese.
“Oh? Niente niente.”rispose Nami arrossendo ancora di più.
“Niente? E allora perché sei rossa come un peperone?”rise il verde.
“Non sono rossa, e poi non sono affari che ti riguardano.”replicò la navigatrice mettendo il broncio.
“Quando fai così non ti sopporto!”ringhiò Zoro.
“Bhè la cosa è reciproca.”rispose Nami facendo una linguaccia allo spadaccino.
“Guarda chi abbiamo qui!”disse una voce davanti ai due ragazzi.

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Capitolo 8
*** Lavoro di squadra ***


Lavoro di squadra

“Zoro lo spadaccino e la nostra cara Nami.”continuò la voce.
“Cosa vuoi brutto polpo puzzolente?!”ringhiò Zoro stringendo di più a sé Nami.
“Ti stavo cercando. Sai, noi due abbiamo un conto in sospeso.”disse Octy mostrando le sue spade.
“Dove sono i miei compagni?!”chiese Zoro sperando che fossero ancora tutti vivi.
“Bhè…di loro se ne stanno occupando i miei cari amici.”disse l’uomo pesce ridendo di gusto.
“Ok, io sono pronto. Ma sappi che ti batterò, di nuovo.”disse Zoro facendo scendere Nami dalle sue spalle e adagiandola dolcemente per terra.
“Tu ferma qui! Mi sbarazzerò di lui in un secondo.”disse Zoro stranamente protettivo nei confronti di Nami che annuì.
“Vedo che le braccia non ti fanno così tanto male se riesci a portare la tua amichetta.”disse Octy.
“Tu non preoccuparti per me!”disse Zoro impugnando due spade e attaccando immediatamente. Nami guardò Zoro, non capendo quello che voleva dire Octy con la frase di prima. Poi capì. Spalancò gli occhi e si portò una mano alla bocca. Le braccia di Zoro erano tutte insanguinate con dei profondi tagli sparsi. Come ha fatto a non accorgersene? Cioè, le sue braccia erano quasi tutte completamente rosse di sangue, anche se un braccio era fasciato, e lei non se n’era completamente accorta. E in oltre aveva portato lei sulle spalle. Certo le braccia le ha usate solo per tenerle le gambe in modo che non scivolasse dalla sua schiena. Ma le aveva comunque sforzate. E tutto questo per lei. Ma perché? Perché si comportava così con lei? Si era accorta che era protettivo nei suoi confronti ma non pensava anche così…dolce? Si, dolce. In fondo perché non poteva esserlo. Lui era un essere umano, non un mostro. Certo era sempre scontroso e sembrava indifferente ai sentimenti di tutti. Ma in fondo non era così. Lei sapeva che lui poteva essere anche dolce, sincero, protettivo. Ma lei non era l’unica che se n’era accorta. Rufy era stato il primo.
Un urlo di dolore attirò l’attenzione di Nami interrompendo i sui pensieri. Era Zoro. La navigatrice notò che una spada gli attraversava una gamba.
“ZOROOOOOO!”urlò Nami. Lo spadaccino cadde a terra, in ginocchio. Il dolore era insopportabile. Ma doveva resistere. Nami non ce l’avrebbe mai potuta fare contro Octy e lui la doveva difendere a tutti i costi. Anche a costo della sua stessa vita. Non se lo sarebbe mai perdonato se le fosse successo qualcosa. Ma in quel momento non riusciva neanche ad alzarsi. La gamba ferita tremava e poi cedeva ad ogni suo tentativo. Mentre ere inginocchiato per terra, gli cadde qualcosa dalla tasca. Nami si avvicinò senza farsi vedere da Octy e lo prese. Era il suo Clima Sansetsukon.
“Ahahah sono troppo forte per te, spadaccino dei miei stivali!”disse Octy ridendo di gusto.
“Cosa stai facendo Nami?”sussurrò Zoro vedendo la navigatrice prendere il Clima Sansetsukon.
“Adesso a lui ci penso io.”rispose Nami seria in volto.
“Ma cosa stai dicendo?! E’ troppo forte per te!”disse Zoro preoccupato.
“Si, è vero. Ma lui è ferito, ce la posso fare. O comunque ci posso provare.”disse Nami. Zoro amava quando parlava così.
“Ma….”iniziò lo spadaccino.
“Hai un piano migliore? Io non credo. Senti Zoro perché ti preoccupi così tanto? Cerca di avere più fiducia in me. Tu non puoi combattere quindi o ci provo io o uccide tutti e due. Sono stufa di essere solo un peso per voi. Ogni volta dovete salvarmi da pericoli di ogni genere. Soprattutto tu, sei sempre pronto ad aiutarmi. E io ti ringrazio per questo. Ma adesso tocca me.”disse Nami. Zoro rimase senza parole. Non sapeva che lei si sentisse così… inutile.
“Nami! Ti prego, stai attenta!”riuscì a dire Zoro. Nami gli sorrise e lui ricambiò. Cos’altro poteva fare davanti a quel suo bellissimo sorriso. Il più bello del mondo, secondo lui.
“Se i piccioncini hanno finito di parlare…”disse Octy. Nami e Zoro arrossirono.
“Ma che cavolo dici stupido polpo?! Comunque adesso ci penso io a te!”lo provocò la navigatrice impugnando il suo Clima Sansetsukon.
“Tu? Ma per favore…non farmi ridere. Non ce l’ha fatta lo spadaccino e vorresti sconfiggermi tu?!”disse Octy ridendo come un pazzo.
“Si, problemi?! E smettila di ridere brutto polpo uscito male! Ora vedrai quello di cui sono capace!”disse Nami.
“Come mi hai chiamato?!”si infuriò l’uomo pesce.
“Rain Tempo!”iniziò Nami.
“Ma cosa…?”disse Octy non capendo quello che stava succedendo.
“Sprinkler!”continuò Nami.
“Smettila di fare certi giochetti!”gridò l’uomo pesce.
“Coolball! Heatball!”continuò Nami facendo roteare due parti del suo Clima Sansetsukon.
“Ne ho abbastanza!”disse infine Octy attaccando. Con la sua spada ferì la navigatrice ad un fianco.
“Noo, Namiii!”urlò Zoro. La ragazza si piegò dal dolore, ma non smise di maneggiare la sua arma facendo diventare la nuvola sulla testa di Octy gigantesca.
“Thunderball!”urlò in fine Nami sorridendo maliziosamente. L’uomo pesce fu colpito da un forte fulmine che lo scaraventò a terra. Anche Nami si buttò a terra, inginocchiandosi, respirando a fatica per la brutta ferita. Octy riuscì ad alzarsi e si avvicinava sempre più alla navigatrice indifesa.
“Questo non dovevi farlo ragazzina! Sai, stranamente mi hai fatto male. Ma adesso me la pagherai!”disse Octy mentre con un tentacolo si asciugava del sangue al lato della bocca. Era sempre più vicino alla navigatrice, ma lei non riusciva né a scappare né a contrattaccare.
“Addio cara Nami!”urlò l’uomo pesce scagliando verso di lei la sua spada.
“Non credo proprio.”disse una voce. Nami si ritrovò qualcuno davanti che la difese dal colpo.
“Vedo che ti sei rimesso in piedi.”disse Octy.
“Bhè, significa che vedi bene.”rispose Zoro che aveva deviato il colpo con le sue spade.
“Che ridere.”disse il polpo gigante notando il pizzico di sarcasmo nella frase dello spadaccino.
“Ne ho abbastanza di te! Taglio dell’orco!”urlò Zoro attaccando Octy che,alla fine, cadde a terra privo di vita. Lo spadaccino rifoderò le sue katane sedendosi per terra e appoggiandosi ad una parete, affannato.
“Complimenti spadaccino.”disse Nami sorridendo, sedendosi accanto a lui.
“Anche a te.”rispose Zoro anche lui sorridendo.
“Grazie per avermi salvato.”disse Nami imbarazzata. Zoro si girò verso di lei e la guardò per qualche secondo. Era così bella con i capelli scompigliati, la sua maglietta e un po’ di polvere sul viso che però non le copriva il rossore delle guance. Poi riprese ad osservare il nulla.
“La cosa è reciproca.”rispose Zoro.
“Potevi dirmelo che eri ferito. Non mi sarei fatta portare sulle spalle.”disse Nami osservando le ferite di dello spadaccino.
“Bhè bisogna essere ciechi per non accorgersene.”rispose Zoro, drammatizzando. Bhè in effetti aveva ragione. Ma lei era troppo incantata a guardare i suoi occhi neri come la pece. Così vuoti ma allo stesso tempo così pieni.
“Ma…che c’entra. E poi…”iniziò a dire Nami, ma lo spadaccino la bloccò.
“Senti, ad Alabasta non ti sei creata certi problemi.”disse. Aveva ragione. Anche ad Alabasta lei gli aveva chiesto (quasi ordinato) di portarla sulle spalle. Ma questo perché voleva stargli il più vicino possibile. Aveva paura che in tutta quella confusione si sarebbero divisi, e chissà cosa poteva capitare. Qua in vece c’erano solo loro due in un corridoio vuoto. Non c’era il pericolo di dividersi. Ma lei doveva ottenere quella piccola vittoria. Ma sarebbe cambiato tutto se avesse notato le ferite di Zoro.
“Comunque. Senti Nami, tu ti senti davvero così inutile?”chiese lo spadaccino ripensando al discorso di prima della navigatrice
“Bhè, no! Senza di me voi sareste persi. Soprattutto con il tuo senso dell’orientamento. Però….forse, durante i combattimenti..è vero sono un peso per voi.”rispose Nami diventando triste e distendendo le gambe in modo da far respirare la ferita al fianco.
Zoro non sapeva cosa rispondere. Non aveva idea che Nami fosse così sensibile in questi casi. La credeva più forte. O comunque questa è la loro prima conversazione decente. Loro due non facevano altro che litigare. Zoro sentì un ghigno di dolore della ragazza. Si voltò e la vide contorcersi a causa della ferita.
“Ti fa male?”chiese lo spadaccino.
“No, posso sopportare tutto io. AAAAH! Bhè forse non proprio tutto.”rispose la navigatrice.
“Fammi vedere.”disse Zoro stranamente premuroso. Nami tolse le mani da sopra la ferita. Lo spadaccino alzò la maglietta. Non molto, giusto quanto bastava per scoprire tutta la ferita. Non voleva creare altre situazioni imbarazzanti. Prese la sua bandana che teneva attaccata al braccio e con essa tamponò la ferita. Intanto massaggiava il fianco della navigatrice per alleviare il dolore. La pelle di Nami era così chiara e liscia e aveva il suo solito profumo di mandarino. Zoro tolse la bandana, ormai anch’essa sporca di sangue, da sopra la ferita di Nami e ci soffiò sopra, delicatamente. Un soffio leggero e dolce. Nami provò un brivido piacevole e arrossì. Zoro riabbassò la maglietta e si rimise seduto accanto alla ragazza. Era quasi triste quando il ragazzo cessò quel loro ‘contatto’.
“Grazie, molto meglio.”disse Nami ancora rossa in viso. Zoro rispose con un semplice sorriso. Ma per Nami quel sorriso era meglio di 1000 parole.
“Ok, è meglio andare! Dobbiamo raggiungere gli altri.”disse Nami tornando a sorridere. Sì alzò abbastanza velocemente, nonostante la ferita, e porse una mano allo spadaccino per invitarlo ad alzarsi. Zoro sorrise e accettò, stranamente, l’aiuto della navigatrice. Appena le loro mani si toccarono una specie di scossa attraversò entrambi. Ma nessuno dei due ci fece molto caso. Nami cercò di aiutare lo spadaccino ad alzarsi, ma lui, involontariamente, si fece troppo pesante ricadendo a terra e facendo cadere anche la ragazza.

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Capitolo 9
*** Gesto improvviso ma tanto atteso ***


Gesto improvviso ma tanto atteso

“Senti brutto pesce puzzolente! Cosa vuoi da me e dalla mia ciurma?! Ti ho già detto che non riuscirete a vendicarvi. Libera Nami e lasciaci andare via.”disse Rufy ancora dentro quella gabbia.
“Ahahahah. M fai morire dal ridere Cappello di Paglia! Dovrei essere io a proporti dei patti. Sei tu quello in gabbia o mi sbaglio? Ahahahahah!”rispose Arlong alquanto divertito.
“Cosa hai da ridere? Il fatto che io sia in gabbia non conta niente! Tu perderai comunque!” urlò Rufy, facendo ridere Arlong ancora più forte.
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“E anche l’ultimo è sistemato.”disse Sanji accendendosi una sigaretta.
“Ottimo lavoro ragazzi.”disse Robin con uno dei suoi soliti sorrisi.
“Già, siamo stati grandi!”esultò Chopper.
“Sapevo che ce l’avremo fatta. Ovviamente è tutto merito mio, grazie al valoroso e coraggioso Capitano Uso…”iniziò a dire il cecchino.
“ADESSO SMETTILA! TU TE LA STAVI FACENDO SOTTO! BASTA MENTIRE!”lo interruppero Chopper e Sanji, urlando, abbastanza incavolati.
“Sbrighiamoci adesso.”disse Sanji calmandosi e lasciando Usoop a piangere solo in un angolino.
“Si, dobbiamo raggiungere gli altri.”continuò Chopper.
“Coraggio Usoop. Non rimanere indietro.”disse Nico Robin gentile come sempre.
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Nami si ritrovò sopra Zoro. Una mano era poggiata per terra, l’altra era sul torace del ragazzo. Erano così vicini che sentivano il respiro dell’altro sulle labbra. Si guardavano negli occhi, rimanendo come intrappolati.
Nami riuscì a spostare il suo sguardo sulle labbra dello spadaccino. Erano così invitanti, voleva assaggiarne il sapore da tanto. Senza pensarci due volte, spostò la testa in avanti, rompendo ogni distanza tra loro. Zoro all’inizio era abbastanza…sconvolto. Ma poi ricambiò il bacio, felice della mossa del’’amica’.
Finalmente, entrambi aspettavano questo momento da tanto tempo. Era un bacio casto, senza malizia. Solo amore. Si, quell’amore che provavano ma che nessuno dei duo voleva ammettere.
Quando, ormai privi di ossigeno, si staccarono entrambi arrossirono. Nami si alzò velocemente, voltandosi.
“Oh…ehm..sarebbe meglio raggiungere gli altri adesso. Ma faccio strada io o ci perderemo di sicuro.”disse Nami andando avanti.
“La solita mocciosa.”sbuffò Zoro, ma sorridendo, alzandosi e raggiungendo la navigatrice.
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“RUFY!”urlò preoccupata Nico Robin vedendo il suo amato rinchiuso in una gabbia. Lei, Sanji, Chopper e Usoop avevano raggiunto il loro capitano.
“Sto bene.”disse Rufy sorridendo a Robin, per tranquillizzarla.
“Come?! Voi tutti siete vivi?! Questo significa che avete sconfitto i miei uomini? Bhè…fa lo stesso.”disse Arlong.
“Tu, brutto pesce puzzolente. Libera Nami o ti friggo in padella.”disse Sanji. Ma Arlong, invece di rispondere, fece cadere magicamente dal cielo altre 4 gabbie come quella in cui era rinchiuso Rufy. Tutti, presi alla sprovvista, furono intrappolati. Nessuno di loro riuscì a romperle.
“Liberaci subito!”urlò il cuoco dando forti calci, inutilmente, alle sbarre della piccola e quadrata gabbia in cui era rinchiuso.
“Non essere vigliacco e affrontaci!”disse il cecchino anche se un forte tremolio lo faceva vibrare.
“Non è questo il mio piano.”affermò il capo degli uomini pesce. Affianco a lui c’erano altre due guardie. A guardarle non dovevano essere molto forti come quelli con cui i Mugiwara avevano combattuto qualche minuto fa.
“E qual è il tuo piano?!”chiese Nico Robin, più preoccupata del previsto. Ma Arlong la ignorò completamente. Si alzò dal suo trono e si avvicinò all’archeologa. Infilo una sua squamosa mano tra le sbarre della sua gabbia afferrando il suo viso chiaro.
“Ma che bella ragazza che abbiamo qui.”disse Arlong leccandosi le labbra.
“Non toccarla!”gridò furioso Rufy. L’uomo pesce la guardò per qualche altro secondo e poi la lasciò.
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Nami e Zoro non avevano più aperto bocca dopo quello che era successo. Avrebbero voluto dire tante cose, tutti e due, ma entrambi non trovavano le parole giuste per confessare i propri sentimenti senza mettere da parte l’orgoglio. Zoro si leccò per l’ennesima volta le labbra, per assaporare di nuovo quel fantastico sapore di mandarino che gli inebriava i sensi. Nami si stava progettando un lungo discorso in testa, farfugliando qualcosa di incomprensibile. Le mani le sudavano e il colorito delle sua guance non era ancora tornato normale. Stropicciava con le piccole e graziose dita la, troppo grande per lei, maglietta di Zoro, stropicciandola tutta. Era stata lei a baciarlo, quindi lei doveva parlare per prima, giusto? Ma non trovava il coraggio. In fondo, lui era l’uomo. Poteva benissimo parlare per primo lui. Ad un certo punto l’indescrivibile pensiero che a lui non possa essere piaciuto quel bacio, quel loro contatto, si impossessò di lei. Probabilmente lui non provava quello che provava lei per lui. Probabilmente ogni volta che lui la vedeva non gli spuntava un sorriso a 32 denti, le mani non gli iniziavano a sudare e le gambe a tremare come accadeva a lei. Probabilmente lui non parlava solo per non ferirla, per non precisare che lui non prova niente per lei e che la riteneva una semplice amica, compagna di avventure, come Robin. Eppure..lui aveva risposto al bacio. Durante quel contatto lei aveva percepito qualcosa. Aveva percepito che anche lui aspettava da tempo quel loro fantastico bacio. Era troppo confusa, non sapeva cosa dire. Se non parlava adesso, loro avrebbero avuto sempre quel loro rapporto di battibecchi, non sarebbe cambiato niente? Credeva proprio di no. In ogni caso sarebbe cambiato qualcosa. Se non parlavano non avrebbero avuto il coraggio di parlarsi mai più, di fare le loro continue gare di bevute o di scherzare come al solito. Se lei parlava ma lui non ricambiava i suoi sentimenti lei non avrebbe più avuto il coraggio di rivolgergli la parola. Se lei parlava e lui provava quello che provava lei…bhè, a quel punto sarebbe cambiato tutto positivamente, ma non sapeva cosa aspettarsi. Zoro invece continuava a sorridere come un deficiente, non riusciva a smettere. Si erano baciati. Lui aveva sognato quel momento tante volte, ma è stato molto meglio nella realtà. E poi, soprattutto, perché è stata lei a prendere l’iniziativa. Lei ha rotto ogni distanza tra loro. Lei l’aveva baciato. La sua mocciosa. Questo significava che anche lei provava quello che provava lui, giusto? Doveva significare questo. Ma perché lei non si faceva avanti? Perché non parlava? Si aspettava che fosse lui a parlare per primo? Bhè, forse aveva ragione. In fondo, era lui l’uomo. Ma era troppo orgoglioso. Forse lei lo aveva baciato…per provare, o per prenderlo in giro come al solito. Ma allora perché non faceva una delle sue battute che lo facevano tanto arrabbiare e allo stesso tempo sorridere? Lui voleva dire qualcosa, davvero. Ma il suo orgoglio prendeva il sopravvento e lo faceva zittire immediatamente. Tante volte aveva socchiuso la bocca per dire qualcosa, ma le parole si bloccavano, rimanevano sulla sua punta della lingua e si rifiutavano di uscire fuori, allo scoperto, dopo tanto tempo. Questo silenzio era davvero imbarazzante per entrambi. Dovevano fare qualcosa. Nami strinse i pugni lungo i fianchi e abbassò lo sguardo, fermandosi di colpo. Era arrivato il momento. Zoro si fermò un po’ più avanti rispetto a lei, incuriosito dal suo comportamento. Ma la sua attenzione fu attirata da qualcosa.
“Senti Zoro…”iniziò lei senza alzare lo sguardo su di lui.
“Shhh!”Zoro appoggiò delicatamente il suo calloso indice sulle sue labbra scure e carnose. Nami alzò la testa osservando Zoro che si appiccicava alla parete del corridoio che ormai era finito.

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Capitolo 10
*** Addio... ***


Addio...

“Ora che ho trovato il coraggio di parlare non puoi zittirmi così!”si irrigidì lei stringendo ancora di più i pugni facendo sbiancare le nocche.
“Shhh!”insistette lui cercando di guardare oltre il muro, ma con cautela. Sembrava concentrarsi su qualcosa, aveva lo sguardo attento.
“Zoro smettila! Senti volevo dirti che…”riprese lei, ma ancora una volta fu interrotta dalla spadaccino. Zoro si avvicinò a lei e le tappò la bocca con una mano, mentre l’altra era appoggiata sulla sua delicata spalla. Nami arrossì immediatamente a quel contatto.
“Ti ho detto di stare zitta, stupida mocciosa! Non senti anche tu delle voci?”gli chiese lui quasi sussurrando per non farsi sentire da quelle altre voci che fino a questo momento, Nami aveva ignorato. La navigatrice si concentrò per udire quelle voci. Dopo qualche secondo, delicatamente, poggiò la mano su quella di Zoro che le tappava la bocca. Con grazia la liberò, facendo cadere la mano di Zoro lungo i loro fianchi, non togliendo però la sua candida mano da quella bronzea dello spadaccino.
“Adesso le sento.”rispose, sussurrando stavolta. Entrambi sentirono un improvviso calore alle mani. Abbassarono lo sguardo e arrossirono vedendo le loro mani unite. Si guardarono negli occhi per poi staccarsi e allontanarsi l’uno dall’atra. Zoro si girò dandole le spalle e si grattava la testa imbarazzato. Nami ritornò a torturare quella povera maglietta.
“Mi sembra di riconoscerle.”confessò lui tornando alla sua posizione schiacciata al muro.
“Già, anche a me.”rispose Nami assumendo la stessa posizione dello spadaccino, ma al muro di fronte a lui.
“Vuoi dirci qual è il tuo piano brutto pesce puzzolente dal brutto naso?!”disse Rufy.
“Non rivolgerti a me così! Comunque, ormai siete tutti qui, quindi posso rivelarvi il mio piano.”ammise infine Arlong risedendosi sul suo trono.
“Non potevo starmene calmo dopo la sconfitta che ho ricevuto da parte vostra. Dopo essermi ripreso, io e i miei uomini abbiamo cominciato un duro allenamento. Così siamo diventati molto più forti. Trovarvi non è stato difficile. Sapete i miei uomini hanno un senso dell’olfatto pari a quello degli squali, quindi molto potente. E hanno percepito il vostro odore. Seguendovi. Intanto io mi riappropriavo di questo magnifico villaggio, che qualche tempo fa, mi apparteneva.”iniziò a spiegare l’uomo pesce.
Zoro intanto osservava Nami. Appena Arlong aveva parlato del suo villaggio delle calde lacrime si rincorrevano lungo le sue chiare guance. Lo spadaccino si soffermò sui suoi occhi. Riflettevano vendetta. Voleva vendicarsi. Non le andava giù che quello avesse preso di nuovo il controllo sul suo villaggio. Sulla gente con cui è cresciuta. Sul posto in cui giace Bellemer. Su sua sorella Nojiko. Intanto le sue mani si strinsero in due pugni. Stringeva forte, più forte che poteva. Tanto che, con le lunghe unghie fece uscire qualche goccia di sangue. Zoro voleva correre da lei, abbracciarla, baciarla, dirle che lui è qui e poi andare a uccidere quel maledetto uomo pesce che la stava facendo soffrire così tanto. Ma invece, si limito ad avvicinarsi.
“Calmati mocciosa. Andrà tutto bene.”gli disse sciogliendo i suoi pugni in modo che non si ferisse più e accarezzandole un braccio. Vedendo che lei non finiva di piangere decise di fare qualcos’altro. Delicatamente gli prese il viso tra le suo bronzee mani, alzandolo verso di lui. Quegli occhi nocciola, umidi risplendevano tristezza. Con i callosi pollici asciugò le lacrime che le rigavano le guance.
“Adesso basta comportarsi da mocciosa. Ci sono io qui. C’è Rufy, c’è Robin…siamo tutti con te.”disse lui sorridendole per darle conforto. Lei tirò su col naso e sorrise dolcemente, annuendo.
“Grazie.”le disse sottovoce abbracciandolo per il busto e poggiando la sua fronte fotto il suo mento. Lui le baciò la testa e le accarezzò i capelli. Sciolsero quell’abbraccio solo quando Arlong riprese il suo racconto.
“Poi i miei uomini hanno catturato Nami e l’hanno portata qui e l’ho fatta chiudere in una cella. Grazie alla forza degli uomini pesce che hanno trasportato la vostra nave fino a qui io posso compiere il mio piano.”continuò lui.
“Ma perché hai catturato Nami? Non potevi direttamente trasportare la nave con lei a bordo per poi catturarci tutti qui?”chiese Sanji accendendosi una sigaretta.
“L’avrei anche potuto fare. Ma se voi vi foste accorti che avevate cambiato rotta, avreste sicuramente cercato di regolarla. Invece avendo catturato Nami voi avevate un motivo per venire fin qui.”rispose Arlong come se fosse una cosa ovvia.
“Non ha tutti i torti.”disse Nico Robin.
“Comunque il mio piano è la vandetta…la vendetta, come avrete capito. Non mi basta più una cartografa. Ormai ne posso fare a meno. E ne farete a meno anche voi.”
“Cosa intendi dire?”chiese Usoop preoccupato avendo intuito quello il messaggio.
“Che la mia vendetta inizierà uccidendo la vostra cara Nami.”disse lui facendo comparire un ghigno sul suo volto. I Mugiwara spalancarono gli occhi.
“Che cosa?!”urlò Robin.
“Te lo puoi scordare!”gridò Rufy. No, Nami non poteva morire. Non lo poteva permettere. Era la sua navigatrice! Aveva fatto una promessa cioè quella che Nami non avrebbe mai dovuto perdere il suo sorriso. E inoltre non poteva permettere che la ragazza amata dal suo migliore amico fosse uccisa.
“Lui vuole ucciderti!”disse Zoro girandosi verso Nami che aveva uno sguardo perso nel nulla. Non sapeva cosa dire o cosa fare. Era imbambolata.
“Nami devi scappare!”disse Zoro, L’aveva chiamata Nami. Questo significa che era veramente preoccupato. Scappare? Scappare via? Da sola? E dove? Non poteva. Non voleva. Non doveva. I suoi amici erano in pericolo per colpa sua e lei doveva scappare? Oh no. Adesso basta scappare e farsi proteggere dagli altri.
“Nami ti ho detto di scappare!”urlò ancora Zoro.
“Ma non hai capito?! Prima ti ho detto che sto male perché sono inutile durante i combattimenti e tu adesso mi dici di scappare?!”disse lei con le lacrime agli occhi. Già sapeva cosa doveva fare.
“Quello vuole ucciderti!”le fece notare Zoro.
“Non posso permettere che succeda qualcosa a te per colpa mia!”disse lei abbracciandolo con forza. Zoro arrossì. Aveva detto ‘a te’?! Nami si staccò e lo notò arrossire.
“Bhe..a te come a tutti gli altri.”precisò lei.
“Oh..bhè, ma noi ce la caveremo come sempre. Andrò di là libererò gli altri e insieme sconfiggeremo Arlong. Ma tu devi andare via.”disse lui preoccupato. Non era sicuro di riuscire a rompere quelle gabbie e forse non era in grado di sconfiggere Arlong, ma almeno ci avrebbe rimesso lui e non lei.
“No Zoro io rimango! E’ una cosa che interessa me personalmente! E tocca a me!”disse lei.
“Ma..”iniziò Zoro ma venne bloccato da un gesto di Nami. Ancora una volta le loro labbra si toccarono. Questo era un bacio più lieve rispetto a quello di prima. Come un soffio d’aria fresca. Nami mise fine al bacio e Zoro notò i suoi occhi pieni di lacrime e un’espressione tesa in viso. Con un gesto veloce della mano Nami avvolse Zoro in un banco di nebbia, grazie al suo Clima Sansetsukon. Si allontanò da lui, diretta verso quell’uomo che l’aveva fatta soffrire così tanto.
“Nami non fare certi scherzi! Nami dove sei?! NAMIII?!”Zoro la chiamava disperato.
“Addio bzzurro mio.”disse Nami continuando a camminare senza voltarsi. Sussurrò queste parole, in modo quasi impercettibile. Ma Zoro le sentì.

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Capitolo 11
*** E' la fine? ***


E' la fine?

“Nami! Nami?! NAMI?! Non fare cavolate, ti prego.”disse Zoro sempre più disperato muovendosi come un pazzo tra la nebbia, in cerca di un’uscita. Ma se lui non si orientava neanche in una città in pieno giorno, con i cartelli con le indicazioni, come poteva orientarsi in mezzo alla nebbia?! Ormai non sentiva più i passi di Nami. Rimaneva solo una cosa da fare, e di certo non era muoversi come se fosse stato punto da una tarantola. Chiuse gli occhi e si fermò, cessò ogni movimento. Prese fiato e trattenne il respiro per un po’, in cerca di un qualsiasi rumore che potesse aiutarlo.
“E quindi vuoi uccidermi!”disse una Nami coraggiosa più che mai, pronta ad affrontare il suo destino.
“Nami!”urlarono felici i loro compagni vedendola arrivare.
“Nami. Come hai fatto a liberarti?”chiese stupito Arlong, non credeva che lei da sola potesse scappare da quella cella. E inoltre i suoi compagni erano tutti là, prigionieri. O forse no.
“Questo non importa.”rispose lei fredda. Prima di raggiungere Arlong si era asciugata le lacrime copiose che le scendevano. Doveva farsi vedere forte, convinta di quello che stava facendo.
“Oh, ma mia dolce Nami! Tu sei ferita! Oh povera la mia incantevole sirena!”disse Sanji notando la maglietta sporca di sangue che indossava la navigatrice. Nami si guardo la ferità che Octy gli aveva provocato al fianco. Poteva sentire ancora il soffio delicato e premuroso di Zoro. Il suo tocco dolce. Il suo odore. Le sue labbra. Le sarebbe mancato più di tutti.
“E quindi tu vuoi uccidermi? E’ questa la tua vendetta? Uccidere me? Bene…allora io ti sfido!”
“Ma cosa…?”sussurrò Rufy, mentre Arlong rideva divertito dalla situazione.
“Se tu mi batti, potrai attuare la tua vendetta. Se io ti batto tu lasci andare via me e i miei compagni.”continuò Nami impugnando il suo Clima Sansetsukon.
“MA COSA DICI?!”urlò Chopper.
“OH MIA DOLCE DEA, NON FARE COSI’!”disse Sanji preoccupato.
“NON DIRE CAVOLATE!”stranamente anche Nico Robin era più preoccupata del previsto.
“Rufy diglielo anche tu!”disse Usoop rivolto al suo capitano. Rufy si guardò in giro, poi scese il suo cappello di paglia sulla fronte e abbassò la testa.
“Per me può fare quello che vuole.”rispose il capitano stupendo tutti. Tutti tranne Nami che gli sorrise. Anche se lui gli diceva che non era d’accordo, lei non avrebbe cambiato idea. Inoltre Zoro non era qui. Probabilmente si era perso nel palazzo, ma lui sapeva che stava bene e sapeva che sarebbe arrivato per proteggere Nami. Lo sapeva, ne era certo. Era come se quello spadaccino avesse un allarme che lo avvisava che Nami fosse in pericolo e lui riusciva sempre a trovarla e a salvarla da ogni pericolo, ogni volta. Lo sapeva. Ormai era un rituale. Se Nami era in pericolo Zoro sarebbe arrivato presto. Ormai toccava a lui salvarla. Rufy sapeva che Zoro amava Nami. Lo sapeva perché Zoro guardava Nami come lui guardava Robin. Zoro sentiva il dovere di proteggere Nami come lui sentiva il dovere di proteggere Robin. Loro 2 erano migliori amici, fin da quando si sono conosciuti. Anche se lui sapeva che Zoro era un cacciatore di taglie, lui lo voleva assolutamente nella sua ciurma. A volte si chiedeva come sarebbe stata la sua vita senza Zoro. Se lui non fosse stato il suo primo compagno, avrebbe incontrato Nami? E Usoop? E Sanji? E Chopper? E Robin, la sua Robin? Secondo lui no. Sapeva che se non avesse mai incontrato Zoro la sua vita sarebbe stata, vuota.
“Tu, vorresti sfidarmi? Ahahahah ma non farmi ridere! Bhè, se proprio insisti…per me va bene.”rispose alla fine lui, prendendo una spada. La navigatrice non gli aveva dato il tempo di spiegare tutto il suo piano. Bhè, meglio per lui. Vista come si era messa la situazione, preferiva non aggiungere altro.
“Ma voglio che tu ti impegni al massimo. Trattami come un avversario serio.”rispose lei. Ormai, sapeva che era arrivata la sua fine. Andiamo. Una navigatrice come lei che batte un uomo pesce come lui? Impossibile. Assolutamente impossibile. Ma, almeno, in ogni caso i suoi compagni ne sarebbero usciti illesi. Il suo piano era quello di uccidere lei davanti a loro. Bene poteva pure farlo, tanto dopo avrebbe lasciato andare via i suoi compagni. Giusto? E Zoro sarebbe andato via con gli altri. Giusto?
“Non preoccuparti tu. Pensa a concentrarti”disse lui iniziando a dare colpi con la spada alla navigatrice che, velocemente, si proteggeva con il suo lungo bastone blu elettrico.
“Forza Nami!”urlava Chopper. Secondo lui ce la poteva fare. Ma era l’unico che lo credeva. Forse perché era così ingenuo. Rufy invece guardava serio il duello. Senza dire niente, neanche quando Nami veniva colpita. Era impassibile. Robin osservava la sua amica combattere, impegnandosi al massimo. Con la coda dell’occhio guardava il capitano, il suo Rufy. Perché faceva così? Perché non si preoccupava minimamente per Nami? Ormai anche Chopper aveva capito che Arlong era più forte di lei. Rufy no? Pensava sul serio che Nami avrebbe potuto sconfiggere quel mostruoso nemico? O forse aveva in mente qualcosa? Un urlò di dolore della navigatrice attirò la sua attenzione. La lama della spada di Arlong aveva ferito gravemente il braccio della navigatrice. Nami si morse forte il labbro inferiore, così forte da farselo sanguinare. Non poteva mollare. Non doveva mollare!
“Sei sicura di voler continuare? Ti reggi a malapena in piedi.”disse Arlong ridendosela di gusto.
“Tu..sta zitto…e pensa…a combattere.”disse Nami, parlando a fatica.
“Oh no, Nami.”disse Chopper tra le lacrime mentre osservava triste la povera navigatrice ridotta così male.
“Non posso guardare!”disse Usoop coprendosi la faccia bagnata dalle lacrime con le mani.
“Quale essere vivente ridurrebbe così una fragile donna.”si diceva fra sé Sanji. Per lui, galantuomo, era uno spettacolo orribile.
E di nuovo la spada ferì il corpo della navigatrice, che, questa volta, si inginocchiò per terra dal dolore. Gridava, ma non chiedeva aiuto. Non chiedeva di essere risparmiata. Gridava dal dolore, e per darsi la carica.
“Ti arrendi?”gli chiese lui ridendo.
“Mai!”rispose lei rimettendosi in piedi, ma barcollando un po’. Arrendersi non era nei suoi piani. Ormai, doveva continuare. Voleva continuare. Ma era stanca e troppo debole. Diversamente da Arlong, che invece non aveva neanche un graffio. La navigatrice aveva provato con uno dei suoi attacchi, ma Arlong era troppo veloce rispetto a lei e riusciva sempre a schivarli o precederli.
Ma lei non mollava. Ogni volta si rialzava, più testarda di prima. Il suo pensiero era la vendetta. Voleva vendicare il suo villaggio. Gli abitanti che ci erano sempre stati per lei. Nojiko. Bellemer. E i suoi compagni: Rufy, Zoro…Zoro. Il suo buzzurro che in questo momento si stava dimenando tra la nebbia. Era stato troppo facile ingannarlo.
“AAAAAAAAAAH!”urlò Nami. Arlong l’aveva disarmata. Adesso era seduta a terra, con le gambe piegate. Con la mano sinistra si teneva stretto il braccio destro, appena ferito da Arlong.
“Ahahahah! Siamo giunti alla fine di questo duello, mia cara Nami. Ma, lasci che ti sveli il mio piano per intero. E’ vero. Io voglio ucciderti. Ma come ora ucciderò te, così dopo ucciderò i tuoi compagni. Eri davvero convinta che fossi solo tu la mai vittima?! Ahahahah, povera ingenua!”disse lui puntando la spada contro alla navigatrice. Quest’ultima spalancò gli occhi. Quindi quello che aveva fatto era stato inutile? Aveva combattuto per niente? No. Non poteva essere.
“NAMIIIII!”urlò Sanji uscendo la testa da una fessura tra le sbarre e cercando invano di romperle.
“Oh no, Nami!”gridò Usoop piangendo.
“Nami sta per..lei sta per..lei…”Chopper, tra i singhiozzi non riuscì a finire la frase. Robin guardò Rufy, ancora impassibile, che non versava neanche una lacrima. Ma perché faceva così? Non era preoccupato. Dopo volse di nuovo lo sguardo verso Nami. Anche lei adesso piangeva. Basta. Si portò le mani al viso e iniziò a piangere. Forte, più forte che poteva. Era la prima volta che la vedevano in questo stato.
Nami piangeva. Era arrivata la fine della ciurma di Cappello di Paglia. Si girò verso Rufy. Era impassibile. Non dimostrava niente. Guardava il nulla. I suoi occhi erano completamente asciutti. Perché faceva così? Capiva che non poteva più realizzare il suo sogno? Capiva che non poteva più essere il re dei pirati? Se fossero stati fuori dalle gabbie, anche lei si sarebbe comportata normalmente perché sapeva che comunque Rufy era più forte di Arlong. Ma lui e tutti gli altri erano intrappolati e in questo modo per l’uomo pesce sarebbe stato un gioco da ragazzi ucciderli. Era tutta colpa sua se Rufy non fosse diventato il re dei pirati. Era colpa sua se Zoro, il suo Zoro, non fosse diventato lo spadaccino più forte del mondo. Era colpa sua se i suoi compagni non avessero realizzato tutti i loro sogni. Lei non avrebbe mai dovuto aggregarsi a quella ciurma. Doveva rimanere con Arlong. Così loro non avrebbero mai conosciuto l’uomo pesce e adesso lui non li avrebbe uccisi. E lei, sarebbe rimasta al servizio di Arlong per sempre. Ma almeno i suoi amici sarebbero stati salvi.
Rufy guardava il nulla, dritto davanti a sé. Cercava di mascherare ogni sua emozione. Era preoccupato. Troppo preoccupato. Riusciva a stento a trattenere le lacrime e a non dare un forte pugno ad Arlong allungando il suo braccio. Sapeva che lui sarebbe arrivato. Lo sapeva. Ne era certo. E se si sbagliava, bhè…NO! Lui non si sbagliava. Zoro sarebbe arrivato!
Ok. Ormai mancava poco. Nami chiuse gli occhi, pronta a ricevere il colpo, sperando che il tutto sarebbe durato poco. I suoi pensieri le fecero ricordare Bellemer. La sua madre adottiva, ma pur sempre sua mamma. Le aveva promesso di realizzare il suo sogno. Ma purtroppo non poteva più mantenere quella promessa. La navigatrice ripercorse con la mente tutta la sua vita fino ad arrivare a quella orribile quanto magica giornata. Si, magica. Come poteva definire altrimenti quei momenti indimenticabili passati con il suo buzzurro? Le lacrime si fecero più copiose. Stava per rivelargli tutti i suoi sentimenti, tutto ciò che provava per lui. Si erano baciati, ben due volte ed era stato davvero bellissimo. Si pentì immediatamente di non aver rivelato prima i suoi sentimenti. Questo era il suo unico, vero rimpianto. Così avrebbe potuto vivere più momenti magici insieme a lui oppure si sarebbe convinta che lui non ricambiava. Aprì la bocca.
“ZOROOOOOOOO!”urlò. Le parole uscirono da sole. Non era una richiesta d’aiuto. Sapeva che ormai era troppo tardi. Voleva solamente che l’ultimo suo pensiero e le sue ultime parole fossero rivolte a quello stupido spadaccino squattrinato dalla testa verde così sexy e affascinante che le aveva rubato il cuore.

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Capitolo 12
*** Zoro contro Arlong ***


Zoro contro Arlong

Nebbia. Solo nebbia. Era morta? Credeva di si. Ma quel colpo, non l’aveva neanche sentito. Aveva solo sentito un leggero spostamento d’aria che le aveva scompigliato leggermente la frangetta. Quando aveva aperto gli occhi era avvolta da tutta questa nebbia, ma era ancora nella stessa posizione. Sentiva ancora dolore alle ferite. Come mai? Quando qualcuno muore di solito non dovrebbe sentire niente. Ma allora…
“Ma, cosa sta succedendo?”chiese Sanji vedendo tutta quella nebbia avvolgere il corpo della navigatrice e quello di Arlong. Con quelle parole attirò l’attenzione di Usoop, Chopper e Robin che aprirono gli occhi che avevano recentemente serrato per evitare di vedere il momento in cui la spada di Arlong avrebbe colpito il colpo della loro amata navigatrice.
Nami l’aveva sentita. Aveva sentito quella voce. Era la voce di Sanji, ne era certa. Ma perché l’aveva sentita? Questo significava che era ancora viva? Come era possibile?!
“Nami?”Robin la chiamò lentamente ma non ricevette nessuna risposta. Ma la nebbia si stava dissolvendo e i Mugiwara iniziarono a notare la sagoma della navigatrice. Solo la sua.
Tutti quanti rimasero sconvolti: Sanji, Robin, Usoop, Chopper e perfino Nami. L’unico che sapeva cosa stava succedendo era Rufy.
“E’ arrivato.”disse solo facendo uno dei suoi sorrisi a 32 denti. Tutti si voltarono verso di lui. Chi era arrivato? Perché faceva così? Tutti rimasero a guardarlo per qualche minuto, anche Nami. Ma dopo qualche secondo la loro attenzione venne attirata dalla voce felice di Chopper.
“Ma lui…lui…lui è Zoroooooo!”esultò felice la renna con le lacrime agli occhi, non più di tristezza ma di gioia. Tutti, tranne Rufy, guardarono prima Chopper e poi verso Nami. La nebbia si era dissolta completamente. Tutti imitarono il sorriso del capitano. Nami si portò una mano alla bocca per evitare di urlare. Le lacrime di disperazione erano cessate lasciando spazio a quelle di gioia.
Zoro, davanti a lei, aveva bloccato il colpo mortale di Arlong diretto alla navigatrice con le sue tre katane. I suoi capelli verdi erano coperti dalla sua immancabile bandana scura.
“Evviva! Evviva!”esultò Usoop saltellando, per quanto poteva, nella gabbia.
“Quel marimo ha fatto qualcosa di buono nella sua vita.”disse Sanji accendendosi una sigaretta, adesso molto più tranquillo. Robin felice si girò verso il suo capitano. Sorrideva ancora. Lui lo sapeva. Sapeva che sarebbe arrivato. Ma come faceva?
“Tu! Come facevi a s…”iniziò l’archeologa ma venne interrotta da Rufy.
“Io conosco il mio equipaggio. E soprattutto conosco Zoro!”disse lui girandosi verso di lei, continuando a sorridere. Wow. Quel ragazzo l’aveva stupita di nuovo.
Intanto Arlong era fermo immobile a fissare la punta della sua spada bloccata dalle tre katane del ragazzo che l’aveva ostacolato. La sua faccia era un misto tra il sorpreso e l’arrabbiato. Ma quel ragazzo…Ma certo! Come se l’era potuto scordare. Zoro lo spadaccino. Colui che aveva ucciso la maggior parte dei suoi uomini e aveva battuto il suo uomo migliore, Octy.
“Tu!”ringhiò l’uomo pesce. Nessuno poteva permettersi di ostacolarlo.
“Non dirmi che ti eri dimenticato di me?!”scherzò Zoro con il suo solito ghigno sul viso.
“Devo ammettere che sei un intoppo nei miei piani. Ma possiamo rimediare subito.”disse Arlong iniziando un violento duello contro il verde. Nami, approfittando delle distrazione dell’uomo pesce, si trascinò debolmente fino alla gabbia di Rufy. Non poteva crederci. Il suo buzzurro l’aveva salvata di nuovo. Mentre tentava di aprire la gabbia in cui era rinchiuso il suo capitano. Aveva un grande sorriso stampato sulla faccia.
“Sei felice di vederlo.”gli sussurrò Rufy. Ma lei non rispose. Era troppo impegnata a fantasticare con la sua testa.
“Ehi? Nami? NAMIIIII!”urlò in fine il povero capitano per essere ascoltato.
“Eh? Si, cosa c’è?”chiese lei tornando alla realtà.
“Ti avevo detto: sei felice di vederlo.”ripeté lui guardando la navigatrice negli occhi.
“Oh..ehm…c-chi?”chiese Nami facendo finta di non sapere a chi si riferisse il moro e spostando il suo sguardo alquanto imbarazzato via dagli occhi del suo capitano.
“Sai benissimo di chi sto parlando. Zoro. Sei molto felice di vederlo. Perché tu lo ami.”disse Rufy con un sorriso a 32 denti. Nami lo guardò. Come faceva a dire certe cose con tante disinvoltura? Era ingenuo, eppure stavolta aveva centrato il punto della situazione.
“Non credo sia il caso di parlarne adesso.”rispose lei con un pizzico di imbarazzo nella voce.
“Andiamo. Io lo so che lo ami. Non fingere. Ammettilo!”disse cappello di paglia quasi implorando la navigatrice di confessare il suo amore per lo spadaccino. Nami non aveva il coraggio di ammettere i suoi sentimenti al suo capitano. Era troppo imbarazzante.
“Se non chiudi quel becco dirò a Sanji di lasciarti a digiuno per 1 settima!”se non voleva finirla con le buone, allora Nami doveva passare alle cattive.
“Ok va bene.”si arrese lui. Se già soffriva la fame 2 ore, se non prima, dopo il pranzo, come poteva resistere una settimana?
“Bravo. Ma come cavolo si apre quest’affare?!”urlò disperata la navigatrice mentre combatteva contro quella piccola gabbia di ferro.
Zoro intanto stava riprendendo fiato, come Arlong. Era riuscito a ferirlo e a stancarlo. Ma lui aveva lo svantaggio di aver già affrontato un duro combattimento. Mentre quell’uomo pesce aveva appena finito un duello contro Nami dal quale ne era uscito completamente illeso. Nami. Avrebbe voluto strozzarla per avergli fatto quello scherzo con la nebbia. Ma allo stesso tempo abbracciarla, baciarla e coccolarla. L’aveva fatto per non rischiare la sua vita, per difenderlo. Perché lei ci teneva a lui. Finalmente l’aveva capito. In quell’istante si promise che, dopo quest’avventura, avrebbe rivelato i suoi sentimenti a Nami, in un modo o nell’altro. Quando Nami aveva urlato il suo nome lui aveva capito che si trovava in pericolo e che toccava a lui salvarlo. Senza pensarci due volte corse verso quella voce disperata che lo chiamava. Ma la nebbia non voleva svanire. Ma, grazie agli altri suoi sensi, Zoro riuscì lo stesso a proteggere Nami.
Lo spadaccino e Arlong stavano per riprendere il duello ma delle urla attirarono l’attenzione del verde che si girò di scatto, dando le spalle al suo avversario.
“Lasciami andare stupido pesce!”gridava Nami. Uno delle due guardie di Arlong l’aveva catturata e la stringeva forte, in modo che non si potesse liberare.
Ma Zoro sbagliò. In un combattimento non si devono mai dare le spalle al nemico. E lui lo sapeva bene. Ma Nami aveva la precedenza su tutto. Purtroppo Arlong non era d’accordo con lui.
Con un veloce gesto della mano ferì ili povero Zoro. Una spada gli attraversava il fianco destro. Ringhiò per trattenere le urla di dolore. Quando Arlong ritirò la spada, il verde cadde a terra contorcendosi dal dolore.
“ZOROOOO!”urlò la piccola renna con le lacrime agli occhi. Con le sue urla attirò l’attenzione della ramata che si girò di scatto verso Zoro, a terra che si muoveva a stento.
“NOOOOOO! ZOROOOO!”gridò Nami che cercava in tutti i modi di liberarsi, ma invano. Doveva raggiungerlo. Difenderlo. Aiutarlo. Accarezzarlo e dirgli che lei era lì. Ma l’unica cosa che poteva fare era piangere. Si, le lacrime le rigarono di nuovo le guance bianche. Sentiva le risate dell’uomo pesce che l’aveva catturata. Ma non ci badò molto. Era troppo impegnata a vedere Arlong che continuava a ferire lo spadaccino steso a terra. Non gli procurava ferite mortali. Per lui doveva soffrire prima.
Zoro alzò lo sguardo e incontrò quello della ramata. Non aveva più forze. Non riusciva più a combattere. Vedere gli occhi pieni di lacrime della navigatrice gli provocavano un dolore al petto, all’altezza del cuore. Si sarebbe voluto alzare e uccidere quell’uomo pesce. Ma ci riusciva. Con le labbra semichiuse sussurrò un “mi dispiace”. Nami non riuscì a sentirlo ma i suoi occhi lo percepirono osservando attentamente il movimento delle labbra di Zoro. Perché si scusava? Perché? Si scusava per avergli salvato la vita? Si scusava per averla difesa sempre, fin da quando hanno cominciato la loro avventura insieme? Perché si scusava con lei se era stata la cosa più bella che le fosse mai successa.
Zoro ad ogni nuovo colpo subito da Arlong sputava del sangue per terra. Era ridotto davvero male. Lui non si arrendeva facilmente. Lui era uno degli uomini più forti della ciurma di Cappello di Paglia. Ma adesso non ce la faceva più. Era ferito, troppo ferito. E stanco. Aveva sussurrato quella piccola, ma importante frase alla ramata perché ‘aveva vista piangere. Sapeva che piangeva per lui. Ma Zoro non voleva essere causa di dolore per Nami. Lui voleva essere il responsabile dei suoi splendidi sorrisi. Per questo le aveva sussurrato “mi dispiace”. Non era più riuscito a togliere il suo sguardo da quello umido e malinconico della navigatrice. Anche conciata in quel modo, ferita, triste e stanca, era bellissima.
Ad un certo punto Arlong smise di ferire il corpo dello spadaccino con la sua spada e la buttò via. Mise un suo grande piede squamoso sulla testa dello spadaccino, ridendo.
“Ahahahahah! Eri davvero convinto di riuscire a sconfiggermi?! Siete una ciurma di illusi! Ahahahah! Capitanata da un idiota stupido pirata che porta un’insignificante cappello di paglia lurido come lui.! Ahahahah!”disse Arlong facendo arrabbiare tutti  Mugiwara.
“Tu…non sei degno…di parlare così…di Rufy. Il suo cappello…è più importante..della tua stessa vita. Rufy…è colui…che diventerà…il re dei pirati!”riuscì a dire Zoro, affannato. Lo aveva sconfitto, e questo poteva pure accettarlo. Ma non poteva accettare il fatto che insultasse così Rufy, il suo capitano, il suo migliore amico. Se avesse potuto glielo avrebbe fatto capire con altri colpi di spada. Ma non ce la faceva.  Arlong, arrabbiato, fece più pressione con il piede sulla tesa di Zoro.
“Come ti permetti brutta testa d’alga ammuffita di uno spadaccino?!”si incavolò l’uomo pesce.
“Dopo tutto questo tizio non è proprio antipatico.”disse Sanji sorridendo per l’insulto di Arlong diretto a Zoro.
“MA TU DA CHE PARTE STAI?!”gli urlò contro il povero spadaccino.
“Non intrometterti idiota di un gay biondo con il sopracciglio a ricciolo!”aggiunse Arlong, stavolta parlando con il cuoco e facendo ridere, per quanto poteva, Zoro.
“M-mi ha c-chiamato g-gay!”ripeté Sanji piangendo in un angolino della gabbia.
“Ma siete una ciurma di svitati! E tu, stupido spadaccino, sei il peggiore. Così stupido che pensavi di potermi battere. Ma fammi il piacere! Tu non sei nessuno paragonato a me! E non sarai mai nessuno perché sarò io stesso, ora, ad ucciderti. Sei solo un insignificante spadaccino che si vanta di saper usare 3 spade alla volta ma poi non è in grado di fare un cavolo. Sei una grandissima delusione mio caro….”disse Arlong e avrebbe anche continuato ad insultare Zoro se un urlo, un forte urlo, non lo avesse interrotto.
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!”gridò Rufy, dando un forte pugno alla gabbia che si ruppe.
“Ma c-come è possibile?!”disse Arlong sbalordito. Quelle gabbie erano a prova di uomini nessuno avrebbe potuto romperle.

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Capitolo 13
*** "Grazie capitano." ***


"Grazie capitano."

Con dei pugni altrettanto forti, Rufy riuscì a rompere anche le gabbie in cui erano rinchiusi i suoi Nakama che furono finalmente liberi. Sanji diede un forte calcio alla guardia che aveva catturato Nami mentre Usoop con una delle sue armi attaccava l’altra guardia.
“PUGNO GUM GUM, IN AZIONEEEEE!”Rufy attaccò Arlong sbattendolo ad un muro del suo palazzo che si sgretolò.
“Tu non puoi parlare a Zoro in questo modo!”iniziò Cappello di Paglia camminando lentamente verso l’uomo pesce. Appena passò accanto a Zoro si piegò vicino a lui, poggiando il suo cappello sul capo dello spadaccino, per poi riprendere il suo cammino verso l’uomo pesce.
“Zoro è più coraggioso e potente di quanto tu possa mai esserlo! Tu non sai neanche quanto lui sia forte. Se non fosse stato già ferito, ti avrebbe sconfitto senza nessuna difficoltà. E per tua informazione Zoro nel suo saper usare 3 spade alla volta è più bravo del tuo saper nuotare. E ti faccio notare che tu sei per metà pesce. Quindi, prima di parlare, collega la bocca al cervello (senti da che pulpito xD nda). ZORO DIVENTERA’ IL MIGLIORE SPADACCINO DEL MONDO!”disse Rufy urlando l’ultima frase per poi attaccare senza pietà l’uomo pesce che ancora si chiedeva come fosse riuscito a distruggere quella gabbia. Rufy, appena aveva sentito quelle parole rivolte a Zoro non ci vide più dalla rabbia. Per questo riuscì a rompere quelle gabbie. Era la rabbia che alimentava la sua forza. Perché nessuno può permettersi di parlare in questo modo di Zoro.
Sanji, liberata Nami, aprì le braccia pronto per un gesto d’affetto della navigatrice. Ma Nami non lo degnò neanche di uno sguardo. La ramata corse subito verso Zoro, inginocchiandosi accanto a lui. Delicatamente gli prese il capo con sopra il cappello di Rufy e lo adagiò con cautela sulle sue gambe. Con le dita della mano gli accarezzava la guancia.
“Hai sentito come ti ha difeso Rufy?”disse lei per rompere il silenzio.
“Si...quell’idiota mi ha completamente stupito.”ammise Zoro abbozzando un sorriso per la sua mocciosa che ricambiò, sfoggiando anche lei un timido sorriso.
“Devi essere fiero del tuo capitano.”continuò lei. Era come se, in quel momento, ci fossero solo loro. Nessuno dei due badava agli altri Nakama o al combattimento che si stava svolgendo tra Rufy e Arlong.
“Lo sono.”rispose lui, fiero di essere stato il primo compagno di Rufy, così importante per lui. Zoro rispondeva con frasi brevi perché non aveva neanche la forza di parlare.
“Mi hai fatto preoccupare.”ammise Nami ripensando a quei momenti in cui temeva di perderlo e facendo scendere una piccola lacrima.
“Anche tu.”rispose Zoro. Con una mano asciugò la lacrima sulla guancia di Nami e spostò una sua ciocca di capelli color fuoco dietro al suo orecchio. La navigatrice prese la mano dello spadaccino con la sua e la portò sulla sua guancia. Voleva sentire di nuovo il suo calore. Sapere che lui era lì con lei.
“Mi dispiace per le nebbia.”ammise lei. Zoro sorrise ricordando la sua pazzia mentre era avvolto da quella specie di fumo grigio. Credeva che non l’avrebbe più rivista.
“Già, in effetti, la potevi evitare.”disse lui. Aveva usato un tono tipo…di scherzo. Non voleva farla sentire in colpa per quello che aveva fatto. Lei abbozzò un timido sorriso. Zoro spostò con fatica la sua mano e, stupendo Nami, la portò alle labbra della ragazza. Nami arrossì involontariamente, mentre Zoro con le sue callose dita le sfiorava le dolci labbra.
“Adoro il tuo sorriso.”ammise Zoro. Era più forte di lui. Doveva dirglielo. Doveva dirle che amava quando le sue labbra si allargavano in uno splendido sorriso. Doveva dirle che, anche nei giorni più bui, un suo sorriso per lui era come la luce più accecante. Le guancie di Nami diventarono ancora più rosse, ma continuò a sorridere, non cessò quel suo splendido sorriso per non far finire quello di Zoro.
“Io adoro il tuo.”disse Nami accarezzando con il dorso della mano la morbida guancia dello spadaccino.
“Zoro! Come ti senti?!”chiese la piccola renna interrompendo quel momento intimo tra i due.Infatti Chopper, prima di raggiungere i due aveva esitato un po’. Avrebbe voluto lasciarli soli ancora ma le ferite dello spadaccino lo preoccupavano.
“Sono stato meglio.”rispose  lo spadaccino alla domanda del dottore senza però togliere lo sguardo dagli occhi color nocciola della navigatrice che ricambiava il suo sguardo.
“Non sei in pericolo. Ma queste ferite non sono proprio leggere. Poi ti dovrò curare per bene sulla nave.”rispose la piccola renna dopo aver visitato Zoro.
Intanto anche Robin, Sanji e Usoop si erano avvicinati ai 3 Nakama. Nami e Zoro ruppero quel loro contatto così che la navigatrice poté riabbracciare la sua amica Robin.
“Mi siete mancati ragazzi!”ammise lei rivolta a tutti i Nakama presenti.
“Oh anche tu, mia dolce Nami.”rispose Sanji circondato da mille cuoricini.
“Ci hai fatti preoccupare.”ammise Usoop sorridendo alla navigatrice.
“E tu, stupido marimo, potevi arrivare prima! Così la mia dolce sirena non avrebbe sofferto così tanto.”disse lui volteggiando attorno alla navigatrice.
“Ma cosa vuoi st…”iniziò Zoro, ma si dovette fermare a causa di alcuni colpi di tosse.
“Per favore Zoro, non ti sforzare.”disse la piccola e dolce renna preoccupata per l asalute dello spadaccino.
“E’ stata colpa mia.”ammise Nami stupendo i presenti. Tutti tranne Robin. Perfino Zoro si bloccò a fissarla, sconvolto, mentre lei gli sorrideva timidamente. Mai non ha mai ammesso di aver fatto uno sbaglio. Dava sempre la colpa a qualcun altro oppure si inventava delle stupide scuse.
“Perché sarebbe stata colpa tua?”gli chiese Usoop.
“Bhè, perché per una volta, volevo aiutarvi io senza mettere in pericolo le vostre vite. Così avevo imprigionato Zoro nella nebbia.”ammise lei abbassando il volto nascondendo i suoi occhi dietro ai ciuffi della frangetta rossa.
“Guai a te se fai un’altra stupidaggine simile.”la rimproverò Robin, ma sorridendo. E alzò la testa con una mano e la guardò negli occhi.
“Sai che puoi, anzi DEVI, contare sempre sul nostro aiuto. Perché nessuno di noi si tirerà indietro. Noi saremo sempre pronti ad aiutarti come tu lo sei per noi.”disse Robin facendo spuntare qualche lacrima di gioia sul viso della navigatrice.
“Robin ha ragione. Giusto Zoro?”lo spadaccino si limitò a fare uno dei suoi ghigni in risposta alla domanda del capitano. Ma a Nami bastava questo come risposta.
 “Rufy! E Arlong?”chiese Robin.
“E’ sistemato una volta per tutte.”ammise lui abbracciando e baciando la sua amata archeologa. Il duello non era stato molto lungo, perché Rufy, accecato dalla rabbia era riuscito a sconfiggere Arlong facilmente riportando solo delle superficiali ferite.
“Ehm…che mi sono persa?!”chiese Nami indicando Rufy e Robin che si scambiavano effusioni e asciugandosi le lacrime.
“Ahahahahah, sapessi.”rispose Sanji facendo arrossire l’archeologa.
“Si ok, ma le racconteremo tutto più tardi. Adesso torniamo alla nave che sto morendo di fame!”ammise il capitano toccandosi la pancia. Tutti i Nakama scoppiarono a ridere.
“Non cambierà mai.”disse Usoop facendo ridere ancora di più la ciurma.
Intanto Rufy si inginocchiò accanto a Zoro.
“Grazie capitano.”disse Zoro rimettendo il cappello di paglia sulla testa del moro.
“Figurati.”rispose Rufy sorridendo come un bambino.

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Capitolo 14
*** Bigliettini ***


Bigliettini

Le vie del villaggio erano piene di gente che chiacchierava felice. Finalmente potevano uscire di casa senza aver paura. Finalmente non dovevano più pagare delle costose tasse. Finalmente. E anche questa volta, il merito era tutto della ciurma di Cappello di Paglia. Da sempre, in questo piccolo paesino, i Mugiwara erano amati da tutti. E come non potrebbero amarli? Ben due volte gli avevano salvati dalla tirannia degli uomini pesce. Rufy aveva deciso di trattenersi qualche altro giorno in quel villaggio. Ancora le feste in loro onore non erano finite e lui, come tutti gli altri, voleva godersi un altro po’ di relax e divertimento (per non parlare di tutto quel cibo gratis).
Sanji passeggiava per il villaggio con due buste della spesa tra le mani e cercando altre provviste. Usoop girovagava per i negozi alla ricerca di qualche strano strumento da utilizzare per le sue armi. Chopper era chiuso in biblioteca a cercare dei libri sulla medicina. I due piccioncini camminavano tranquilli mano nella mano per le vie della città. Lei era abbracciata al suo braccio, felice per quei momenti di relax solo per loro due, mentre lui ammirava e assaggiava ogni tipo di cibo che vedesse.
“Hai avuto una bella idea a lasciare quei due da soli sulla nave.”disse Robin.
“Già. E’ evidente che quei due hanno mooolte cose da dirsi.”rispose Rufy afferrando con il suo braccio allungabile un pezzo di carne.
La bandiera della Going Merry, alta nel cielo, era mossa da piccoli soffi di vento che rinfrescavano quella calda giornata. Zoro si svegliò con il fastidioso odore di disinfettante nel naso. Quando aprì gli occhi in fatti, poté notare tutti gli strumenti di Chopper per terra. Si mise seduto sul letto. Stiracchiò le braccia e aprì la bocca in un grande sbadiglio. Notò che le fasciature gli coprivano il torace, privo di maglietta. Indossava i suoi soliti pantaloni scuri. Scese dal letto e si mise le sue scarpe che erano per terra. A questo punto si stiracchiò di nuovo, allungando la schiena e le gambe. Mentre afferrava le sue Katane appoggiate al muro notò un pezzo di carta attaccato ad una di esse. Lo prese tra le sue callose mani e lo aprì.
“Ciao Zoro sono Rufy!Probabilmente quando tu ti sveglierai non saremo sulla nave, così ti dico quello che devo dirti. Quindi, Chopper mi ha detto che adesso stai bene, ma che per qualche giorno dovrai evitare gli allenamenti. Inoltre ha detto che puoi andare dove ti pare, puoi passeggiare tranquillamente per il villaggio. Ma io non penso che tu voglia farlo. L’unica che sicuramente si trova sulla nave insieme a te è Nami. Ti ho ricambiato il favore. Se io ho avuto il coraggio di parlare con Robin, tu puoi parlare con Nami.”
Il biglietto diceva questo. Quello stupido capitano, come aveva fatto a capire i suoi sentimenti per la navigatrice? A volte non era proprio così ingenuo. Sorrise per poi mettere in tasca il biglietto. Si sistemò le katane e salì sul ponte. C’era caldo, ma grazie al leggero venticello si stava bene. Notò con felicità che il villaggio di Coco era tornato quello di una volta, senza il potere di Arlong.
Cercò con gli occhi la figura della navigatrice ma non la trovò. Ad un certo puntò senti canticchiare qualcuno. Quella era sicuramente la voce di Nami. Così melodiosa e dolce. Zoro chiuse gli occhi per pochi secondi, concentrandosi esclusivamente sulla voce di Nami. Poi, quando capì che la ramata si trovava tra i suoi alberi di mandarini, salì lentamente le scale. Si mise a terra cercando di fare il minino rumore per non far smettere la navigatrice di cantare e si appoggiò ad un albero, dal quale aveva una perfetta visuale sulla schiena della navigatrice. Notò con nessun segno di stupore, ma un po’ deluso, che non indossava più la sua maglietta bianca che a lei stava davvero grande. Invece aveva un delizioso vestito senza maniche color verde. Le arrivava fino a metà coscia. Scivolava liscio sulle sue spalle e metteva in evidenzia il suo fondoschiena. Questo dettaglio fece sorridere Zoro che ammirava la ragazza da dietro, intenta a raccogliere dei mandarini. Ai piedi portava delle semplici ciabatte bianche. Notò che un braccio era fasciato mentre l’altro teneva un cesto, non molto grande, che conteneva dei mandarini. Lo spadaccino vide, con dispiacere, che anche una gamba di Nami era avvolta da alcune fasce mediche. Accidenti, quella mocciosa si era impegnata tanto in quest’ultimo scontro. Anche lei, come lui, era rimasta abbastanza ferita. Con tristezza Zoro notò che la navigatrice aveva smesso di canticchiare. Aveva capito che lui era lì.
“Ti sei ripreso.”disse Nami senza voltarsi. Sapeva che era Zoro. Aveva sentito il suo profumo e inoltre era l’unico oltre a lei che si trovava sulla nave. Rufy aveva insistito per farla rimanere a bordo dicendo che ancora era ferita e perché loro avevano da fare e qualcuno doveva occuparsi anche di Zoro se si sarebbe svegliato. A lei non era dispiaciuto molto rimanere sulla nave. Sinceramente non aveva niente da fare al villaggio. Le persone che doveva salutare le aveva già salutate, compresa anche sua sorella Nojiko.
“Hai davvero una bella voce.”ammise Zoro senza troppi giri di parole. Nami arrossì a quel complimento ma Zoro non lo poté  vedere, in quanto la navigatrice gli dava ancora le spalle.
“Chopper ha detto che devi disinfettarti le ferite.”disse lei senza rispondere al complimento dello spadaccino. Quando fu sicura che il rossore alle guancie era passato, si girò verso Zoro mostrando i suoi occhi nocciola e appoggiando il cesto pieno di mandarini accanto a lui. Nami prese dietro ad un albero uno zainetto, e con esso tra le mani si sedette accanto a Zoro.
“Non credo che questo sia un lavoro per mocciose.”che i loro battibecchi abbiano inizio. Nami, sinceramente, si aspettava una battuta del genere. Prese un pezzo di stoffa e lo appoggiò per terra. Poi uscì dallo zaino tutto l’occorrente appoggiandolo sulla stoffa. Dopodiché si fermò. Incrociò le braccia e guardò Zoro con un’espressione di sfida.
“Già, forse hai ragione. Quindi penso che un buzzurro come te possa fare certe cose anche da solo.”disse lei.
“Anche dormendo.”rispose lui avvicinandosi pericolosamente a Nami e soffiando sulle sue labbra. Poi tornò alla sua posizione appoggiata all’albero e iniziò a maneggiare con quelle fasciature che gli ricoprivano il corpo. Un po’ si pentiva di aver fermato Nami. L’idea delle sue calde e delicate mani sul suo corpo bronzeo lo attirava parecchio. Anche Nami era abbastanza eccitata all’idea di toccare il corpo scultoreo del verde. Ma entrambi sono due stupidi orgogliosi.
Zoro ancora combatteva contro quella dannata fasciatura che, a quanto pare, stava avendo la meglio. La sua faccia era rossa dalla vergogna, mentre Nami rideva come una pazza. Zoro lasciò perdere quelle fasce e, arrabbiato con se stesso e imbarazzato, girò la testa dall’altro lato per non farsi vedere da Nami, incrociando le braccia. Nami vedendo il comportamento dello spadaccino smise di ridere. Con la mano prese il mento dello spadaccino girando il suo viso in modo che potesse guardarlo negli occhi.
“Allora? Vuoi ancora negare l’aiuto di una mocciosa?”chiese lei non togliendo la mano dalla faccia di Zoro. Il verde roteò gli occhi e mugugnò qualcosa di incomprensibile. Nami tolse la mano dal viso di Zoro e la portò al suo orecchio.
“Come hai detto?”chiese lei birichina.
“Va bene. Aiutami con questa cavolo di fasciatura.”ammise infine Zoro, arrendendosi. Nami non se lo fece ripetere due volte. Si mise a cavalcioni sulle gambe distese di Zoro per poterlo medicare meglio. Lui intanto arrossì imbarazzato. Cosa aveva in mente di fare?!
“Tranquillo spadaccino. Non voglio molestarti.”disse lei notando l’imbarazzo di Zoro. Lui non ebbe il coraggio di rispondere. Nami afferrò delle forbici e con manualità taglio le bende di Zoro buttandole per terra.  Dopo prese una bottiglia contenente del medicinale. Lo passò sulle ferite del verde e con delicatezza le tamponò con un po’ di cotone. Mentre con una mano passava il cotone, con l’altra toccava il corpo dello spadaccino. Era così muscoloso. Aveva veramente un corpo mozza fiato. Ogni donna, secondo lei, avrebbe dovuto sbavare dietro a una persona così attraente. Perché ammettiamolo. Zoro era attraente. Oltre il corpo, anche il suo viso era affascinante. Aveva dei lineamenti perfetti, i suoi occhi erano scuri è vero, ma sembravano immensi e questo li rendeva davvero bellissimi. La sua bocca era sottile ma molto invitante. E i capelli verdi erano un tocco particolare che lo rendevano ancora più bello e speciale. Ora che ci pensava, capiva perfettamente perché era innamorata di lui. Inoltre lei adorava il suo carattere, perché era l’unico che riusciva a tenerle testa. A molte ragazze sarebbe sembrato arrogante, ma non a lei.
Nami prese delle nuove fasciature e iniziò a coprire, anche se tristemente, il corpo di Zoro. Lui intanto la guardava sorridere mentre lo fasciava. Una ciocca di capelli rossi cadde davanti agli occhi di Nami. Zoro la vide che, per non abbandonare il lavoro, tentava di spostarla soffiando con la bocca, facendo piccole smorfie che lo fecero sorridere. Zoro spostò la ciocca ribelle della ramata dietro al suo orecchio. Lei alzò lo sguardo su di lui per qualche secondo, per ringraziarlo. Dopo qualche secondo la ramata fini la medicazione. Però non si tolse da sopra le gambe di Zoro, rimase a cavalcioni su di esse.
“Visto che ne sono capace.”gli disse guardandolo negli occhi. Lui sorrise e scrollò le spalle. Nami si accovacciò al petto di Zoro che rimase immobile.
“Mi merito delle scuse.”disse lei mettendo il broncio e chiudendo gli occhi, facendosi cullare da profumo di Zoro mischiato a quello del medicinale. Lo spadaccino non sapeva cosa fare. Nami aprì gli occhi e allungando un braccio verso il suo zainetto prese un foglio di carta e una penna. Zoro la osservava mentre scriveva qualcosa che lei non gli fece leggere. Dopo piegò il foglietto e lo consegnò insieme alla penna a un buzzurro confuso. Lui lo prese e, leggendolo, gli comparse un sorriso sulle labbra. Stese al gioco della mocciosa, scrivendo qualcosa.
In pochi secondi Zoro catapultò la situazione. Nami era sdraiata sull’erba e lui sopra di lei. Lui teneva in mano il fogliettino, mentre la penna era finita chissà dove.
“Sei davvero una mocciosa.”gli disse lui sorridendo e sventolandole il pezzo di carta davanti agli occhi. Nami gonfiò le guancie ormai rosse, imbarazzata. Zoro adorava quella sua espressione. Alzò in aria le braccia cercando di afferrare il pezzo di carta ma lo spadaccino glielo impediva.
“Avanti buzzurro, dammi quel foglio.”disse lei comportandosi come un gattino che cerca di prendere il filo di spago.
“Ti interessa davvero tanto quello che ho scritto.”disse lui ridendo. Lei, ancora più imbarazzata non rispose. Gli aveva scritto perché non aveva il coraggio di parlare. E adesso lui faceva così?!
“Ma davvero ti servono questi trucchetti da mocciosa per capire che ti amo?!”continuò lui. Si. L’aveva fatto. L’aveva detto. Rufy aveva ragione. Doveva farsi avanti. Nami era una bella donna e in ogni isola aveva almeno uno spasimante. Doveva sbrigarsi. La navigatrice si bloccò di colpo fermando le braccia alzate verso il cielo. Non poteva credere alle sue orecchie. Zoro. Zoro l’amava. L’aveva ammesso. Lei spostò il suo sguardo dal fogliettino agli occhi di Zoro. Brillavano. In quel momento avevano una luce che gli faceva splendere come due stelle. Non stava mentendo. Era sincero. Un grande sorriso si dipinse sul suo volto. Con le braccia afferrò il collo di Zoro facendolo abbassare fino a quando le loro labbra non si poterono toccare. Era un bacio molto meno casto dei due precedenti. Nami lo aveva baciato fin da subito con passione e cercava di farsi strada con la lingua all’interno della bocca dello spadaccino. Lui fece cadere per terra il foglietto di carta ricambiando immediatamente il bacio. Ormai privi di ossigeno misero fine al bacio. Si guardarono per qualche secondo per poi iniziare a ridere. Zoro poggiò la sua fronte su quella di Nami.
“Anche io ti amo, stupido buzzurro.”dille lei mordicchiandogli la punta del naso.
“Lo speravo, stupida mocciosa.”aggiunse Zoro baciandole e leccandole il collo e le orecchie.
Un soffio di vento scombinò i capelli di Nami che Zoro stava accarezzando mentre la baciava con foga. Un piccolo pezzo di carta abbandonato sull’erba verde si aprì come per magia al suo contatto con il venticello.
“-Tu, cosa provi per me?
  -Io? Bhè, io sono pazzo di te! E tu?”



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Ciao a tuttiiiiiii! Eccoci (finalmente per qualcuno, purtroppo per me e non so chi xD) alla fine della mia storia. Alloooora, cosa ne pensate? Questa è la prima storia che scrivo su One Piece. Ovviamente ZoNami! Se non lo aveste già capito, vi informo che sono una patita di Zoro. In particolare dello Zonamismo xD E a quanto pare non sono l'unica! Non so sinceramente se questa storia possa piacere, ma io ne sono rimasta soddisfatta. E per me, per ora, è questo che conta!
Vorrei ringraziare tutte le persone che hanno recensito:
Lady Violet
Kiko 90
michiru93
luny99
_unknown_
Tutte le persone che hanno inserito la storia tra le preferite:
ankoku
ciao346
Claaa_
EliScrittrice89
luny99
so29
Tutte le persone che l'hanno aggiunta nelle ricordate:
chiara armano
Claaa_
Tutte le persone che l'hanno aggiunta alle seguite:
AceDPortogas
alevero0610x
AlexRae00
Angel 69
Anime Love
Claaa_
hicks87 [
jess_chan
kiko90
metaldolphin
michiru93
missnina91
NamiPale2001
Panty GS
RobinChawn
sakura alexia
TheLadyVampire97
TwinElis
Zomi
E anche quelle che l'hanno semplicemente letta. Sinceramente, non mi aspettavo tutto questo successo, quindi grazie a tutti. Ho già in mente nuove idee, ma purtoppo dovrò rallentare i miei lavori a causa della scuola. Comunque, grazie ancora e a presto:)
Un baciooo<3

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