fatti per stare insieme

di cecca_1D
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** prologo ***


                                                                                                                  -Capitolo 1-
“Doncaster"
Sbirciai dalla porta per vedere se fuori c’era mio fratello. Bene, via libera. Mi affacciai dalle scale per vedere se si trovava di sotto. Non sentivo volare una mosca. Di corsa entrai in camera di Louis e mi chiusi la porta alle spalle. Cercai in giro il suo telefono .  Si trovava sopra il comodino attaccato al carica batterie. Mi sedetti sopra il letto e accesi il telefono.
Mi trovavo in missione segreta. Tutta questione di vita o di morte. Se mi avrebbe scoperto, sarei morta. Scorsi i suoi messaggi con una certa Eleonor. Si mandavano tutti messaggini sdolcinati e cuoricini. Feci una faccia schifita, mentre proseguivo a leggere fino ad arrivare a quello che stavo cercando.
 “Sai tesoro, è da un po che ci frequentiamo e…vorrei tanto che tu diventassi la mia ragazza” e sotto il messaggio di Eleonor che rispondeva “da quanto che aspettavo che me lo dicessi, certo! Ti amo”
Non ci potevo credere. Louis, mio fratello, che scriveva certe cose! Non riuscii a tenere una risata e mi rotolai sul letto. Questo era un modo per poterlo ricattare. Faceva sempre il duro, ma questa…non me la potevo perdere.
Ormai mi uscivano le lacrime per il ridere quando sentii salire le scale. Non feci in tempo a chiudere tutto e poggiare il telefono sul letto, quando si aprì la porta della camera ed entrò Louis.
Ecco, sono fregata.
Mi guardò per un po’ senza riuscire a connettere cosa succedesse. Guardò me e poi il telefono e alla fine riuscì a capire.
“Cosa ci fai qua dentro con il mio telefono? Sai che non voglio che entri qui” si avvicinò minaccioso.
 Cercai di allontanarmi da lui, ma non sapevo proprio cosa fare “Pensa a qualcosa Holly, pensa” dissi tra me e me.
“ M-mi serviva una penna” era l’unica cosa che mi era venuta in mente.
“E ti serve il mio telefono per scrivere?” ok. Sono fritta. Cosa potevo fare?
Senza pensarci due volte, riuscii a sorpassallo e correre per le scale. Louis mi stava dietro e ci trovammo in cucina a girare intorno al tavolo.
“Sai che te ne penti adesso vero? Cara sorellina, quante volte te lo devo dire che non puoi entrare nella mia camera?” ci guardavamo minacciosi. Ormai era questa storia tutte le volte.
“Ma fratellone, sai che io non farei mai niente di cattivo contro di te. Io ti voglio tanto bene” e feci gli occhi da cucciolo. Si lasciò scappare una risata. Dopo tutto, lui mi voleva bene.
 Ero la sua sorella da proteggere. Anche se gli piaceva prendermi in giro, non voleva che  qualcuno mi potesse far del male e mi difendeva sempre.
Suonò il campanello e lui si girò verso la porta. In quell’attimo di distrazione, riuscii a correre verso il salotto, ma, Louis era più veloce e mi bloccò sul divano. Prese un cuscino e fece finta di soffocarmi, mentre io mi dimenavo. Riscuonò il campanello e si sentì una voce da fuori.
“Ehi Louis, dai apri la porta siamo noi!” erano i suoi amici.
“Bene, mancavano solo loro” ero ancora sotto la sua stretta quando avvertì loro che la porta era aperta.
Mentre entravano, Louis cercava ancora di soffocarmi.
Harry scoppiò a ridere alla nostra vista. Lui era come un altro fratello per me. Si trovava a casa nostra, più spesso di quanto mi ci trovassi io. Anche se mi metteva ancora un po in imbarazzo trovarmelo la mattina a colazione o mentre si fa la doccia a casa nostra. Ormai è una abitudine. Così tanto che aveva anche una sua stanza, perché spesso si fermava a dormire da noi.
“ Sempre a combattere voi due. Louis non si menano le ragazze” si sedette sul divano seguito da Zayn e Liam. Loro insieme erano i ragazzi più popolari della scuola. Louis avrebbe dovuto averla finita, ma è stato bocciato e si trovava in classe con Zayn e Liam. Harry era un anno più piccolo di loro e uno più d me.
Già, io ho sedici anni e sono solo la “sorella di Louis”. Non ho un nome e questo mi da fastidio.
Ero abbastanza riservata e timida, ma con i miei amici ero solare e mi divertivo con poco.
“Dai Louis, lasciala stare. Cosa avrà mai fatto di così grave?” scoppiò a ridere Zayn. Da sotto il cuscino ero diventata tutta rossa e odiavo queste situazioni. Farmi mettere i piedi sopra la testa da mio fratello, non riuscivo ad accettarlo.
Poco dopo mi lasciò andare e riuscii a respirare per bene. Era distesa sopra il divano e, quano aprii gli occhi, mi trovai a fissare quelli di un verde smeraldo di Harry. I riccioli dei suoi capelli gli incorniciavano i viso. Mi stava proprio accanto e vedevo che sorrideva. Se potevo, avrei potuto sprofondare.
“ehi, sei tutta rossa”  mi spostò una ciocca dei capelli dietro l’orecchio. Non riuscivo a muovermi. Nonostante fosse come un fratello per me, mi faceva venire sempre i brividi e il sorriso da ebete.
Louis mi prese le gambe e le buttò giù dal divano. E si mise tra me e Harry.
“ Sai? Potresti anche andare di sopra, invece che darci fastidio” sbuffò Louis dandomi una spallata.
“Sai invece tu? Potresti non rompermi sempre così tanto le palle. Mi faresti un favore” e gli diedi un pugno sul braccio.  Mi fulminò con lo sguardo.
“Dai, Lou. Falla rimanere se vuole. Non ci da fastidio” era la prima volta che quel giorno Liam apriva la bocca. Lo guardai e gli sorrisi. Mi era stato sempre simpatico. Era silenzioso e non diceva mai niente a sproposito.
“Ok, ma ci devi portare qualcosa da mangiare. Su cammina”
Mi alzai sbuffando facendogli la linguaccia e andai in cucina. Presi dal frigo una bottiglia di coca-cola e da un armadietto le patatine. Tenevo tutto in equilibro precario, quando mi sentii toccare sulla spalla. Sussultai e mi girai di scatto, facendo cadere tutto quanto.
“è meglio che ti dia una mano” Harry si accucciò per aiutarmi a raccogliere tutto. In quel frangente di tempo, mi sfiorò la mano e fui percossa da dei brividi.
“Non sono impedita. Riesco anche da sola e poi da quanto sei diventato così gentile?” mi alzai e presi dei bicchieri dalla credenza.
“Per te posso fare di tutto” mi fermai conil braccio alzato verso lo sportello a quelle parole. Non riuscii a non sorridere. Feci finta di niente e portai in salotto tutto quanto con il suo aiuto.
“Vedi che ti rendi utile quando servi sorellina” stappò la bottiglia mentre mi guardava con fare beffardo.
“Mentre tu quando inizierai a esserlo?” gli diede un piccolo schiaffetto affettuoso sulla guancia. Mi tirò per un braccio e mi fece cadere sul divano.
“Te e le tue maniere dolci” sbuffai prendendo un po’ di patatine.
Passammo quasi tutto il pomeriggio a rimpizzarci di patatine e a parlare. Io stavo zitta la maggior parte del tempo. Anche se ormai erano di famiglia, era sempre strano parlare con i ragazzi più gettonati della scuola.
Ad un certo suonò il campanello.
“Vai tu, non ho voglia di alzarmi”
“Sempre gentile fratellone” mi alzai e andai alla porta.
Senza capire ancora chi era, mi trovai due braccia al collo che quasi mi stritolavano.
“Non mi chiamare sa. Io disperata ad aspettare una tua chiamata!” questa voce già la conosevo.
“Ma che cosa ti prende Lucy? Sembra che non ci vediamo da un mese” scollai la mia migliore amica da me.
“Ma certo! Mica ti puoi liberare di me facilmente. Ti devo raccontare una cosa e subito!” si mise a gridare. Non so, a volte gli prendeva gli scatti da matta. Gridava, rideva e saltava come impazzita. Ma lei è Lucy, e io gli voglio bene così come è.
Stava ancora saltellando euforica, quando la portai in salotto. Alla vista degli amici di Louis si zittì di colpo e le sue guance si infiammarono all’improvviso.
“C-ciao” non riuscivo a smettere di ridire e mi misi dietro a lei per non farmi vedere.
“Lei è la mia amica. Noi andremmo di sopra. Abbiamo molto di cui parlare.” vidi che i ragazzi sorridevano.
“Sei Lucy vero? Ti abbiamo vista a scuola.” Parlò a nome di tutti Liam.
“Già, adesso andiamo di sopra, prima che gli venga un infarto proprio qui.” La presi per un braccio e la portai di peso per le scale. Era come un paralizzata. Solo dopo essere entrata in camera ed essersi seduta sul letto, si rianimò.
“Oddio, Liam Payne sa come mi chiamo!” saltò sopra il letto tutta eccitata. Non riuscii a non sorridere. Lei era fatta così.
“ ahhaha dai che se vuoi gli chiedo il suo numero”
“Davvero? Faresti questo per me?” si sedette vicino a me, guardandomi speranzosa.
“Ma te pare? Non avrei il coraggio di fare una cosa simile” vidi una punta di delusione sul suo viso che sparì subito.
“Non fa niente. Ok, preparati per la notizia” mi prese le mani
 “Ok, calmati. Non voglio che mi muori tra le mani”  ridacchiai io.
“ Allora. Oggi sono andata al negozio di scarpe giù al centro, perché volevo comprarmi un paio nuovo. Sai, quelle che porto sono tutte rotte mentre l’altre non mi stanno più…comunque non è questo il punto. Mentre ero a sceglierle, mi viene addosso un ragazzo che mi fa cadere quelle che avevo in mano. Si accuccia subito per raccoglierle e mi chiede scusa. In quel momento si incrociano i nostri sguardi e…cavolo quanto è bello! Biondo, con due occhi azzurri che ti gelano! Viso perfetto, lineamenti perfetti…sorriso perfetto! Mi sorride e se ne va. Wow” mi guarda trasognata. Aspettai che continuasse a parlare, ma rimase zitta. Compresi che avesse finito lo “stupendo” racconto.
“Tutto qui? Tutta questa agitazione per questo incontro?” ero un po’ scettica. Lei credeva ancora al principe azzurro. Io ormai non ne ero più convinta. Dopo le ripetute delusione subite, non mi facevo ingannare troppo facilmente.
“ tutto qui!?!? Cosa tutto qui!! So che in quel momento è scattata una scintilla. L’ho vista nel suo sguardo.” Mi indicò i suoi occhi, come se potessi vederla in quel momento.
“Ma te si tutta matta. Altro che scintille nel suo sgurado. Te ce le hai nel cervello” e gli battei le nocche sulla testa. “Senti? Vuota!” fece la faccia da offesa, ma tenne a stento una risata. Ci stendemmo a parlare sul letto di tutto e di più, quando girai lo sguardo verso la sveglia. 9:15.
“Cavolo! Lucy, hai visto che ora è?” si girò anche lei a vedere la sveglia.
“Mia madre sarà infuriata di sicuro! Devo scappare! Ci vediamo domani” e con questo non riuscii in tempo a salutarla, che era già volata per le scale.
“Io ancora non capisco, dove trova tutta questa energia”  era Louis. Entrò dentro la stanza. Si sedette vicino a me.
“Bè, cosa ci vuoi fare. Lei è Lucy” sorrisi e così anche lui e si sedette vicino a me.
“Sai, è da tanto che non facciamo una chiaccherata da buoni fratelli. Mi manchi un po’” questo suo comportamento mi insospettiva un po’. Ma quando mai gli sono mancate le nostre conversazioni?
“Avanti, sputa il rospo. Se devi dirmi qualcosa fallo subito. Ormai non ci casco più” mi alzai su a braccia conserte.
“Vedo che non sei più la credulona di una volta. Brava sorellina, impari velocemente.” Mi cinse le spalle con un braccio. Lo scansai velocemente e lui fece finta di offendersi.
“Dai muoviti. Ho sonno” feci la dura.
“SI, soprattutto alle nove di sera! Comunque. Domani mamma e papà usciranno e ritorneranno tardi e sai che loro non vogliono che usciamo di casa. Zayn fa una festa e non posso perderla per niente al mondo. Io devo scappare di nascosto, ma te devi promettermi che manterrai la bocca chiusa. Non fai questo per il tuo fratellone?” mi guradò con occhi da cucciolo.
“Certo, sai ch non mi piace fare la spia” lo vidi esultare “ma ad una condizione: devi portarmi con te” e il suo entusiasmo svanì come era venuto.
“Assolutamente no! Non posso farti da baby-sitter!” scattò in piedi.
“Ho sedici anni! Non mi serve una baby-sitter. Riesco ad arrangiarmi da sola e forse anche meglio di te!” gli urlai addosso.
Dopp un attimo di pausa, mi guardò attentamente per poi sospirare.
“Va bene se proprio non posso farne a meno, ma guai a te. Non provare a toccare neanche un alcolico. Sai che non voglio” mi catapultai tra le sue braccia. Lui stava attento a tutto quello che facevo. Non voleva incidenti spiacevoli. Per questo io lo adoravo.
“Grazie, grazie,grazie fratellone. So che ci tieni a questa cosa e te lo prometto. Niente alcool.”
“Puoi portare anche la tua amica, se non vuoi essere da sola. Perché lì dentro sarà come se non ti conoscessi” ovviamente.
“Perfetto, adesso vai. Ho sonno” mi sciolsi dal suo abbraccio, ma prima che se ne fosse andato, diedi un colpetto di tosse. Si girò verso di me.
“Cosa vuoi ancora?” indicai la mia guancia con aria furba.
“Non mi dai il bacio della buonanotte?” si avvicinò a me e mi stampò un bacio dolce, dolce sulla guancia. Poi mi prese la testa e la strofinò con le nocche.
“Ecco a te sorellina, buonanotte” e se ne andò chiudendo la porta.
Wow, si che il giorno dopo mi sarei divertita.

spazio per meee

ciaoo a tutte pipol (?) 

questa è la mia prima ff che scrivo e spero tanto che vi piaccia. 

i primi capitoli verranno pubblicati frequentemente perchè li avevo già scritti e salvati sul pc. non riuscivo a registrarmi su efp e quindi per un pò ho continuato a scrivere solo su word.

cooooomunque credo che questo non vi interessi e quindi ritorniamo alla storia.
vi piace come inizio? vi informo subito che ho sbagliato a sctivere....credo che troverete scritto prologo ma in realtà è il primo capitolo. non riesco a toglierlo e quindi vi dovrete accontentare del pasticcio che ho creato. spero che continuerete a seguire la mia ff...al prossimo capitolo! :)))



 

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


                                                                                                              -capitolo 2-
“Svegliati! Muovi il culo e alzati!” mi sentii scrollare per la spalla.
“Ancora cinque minuti mamma” brontolai da sotto le coperte.
“Ma che mamma! Sono tuo fratello o ti sei dimenticata di averne uno? Muoviti che faremo tardi a scuola!” a quelle parole, scattai in piedi, ma inciampai sulla coperta e caddi dal letto a faccia avanti. Louis si mise a ridere.
“Ahahah. Cos’è tutto questo entusiasmo per la scuola?” mi tirò su di peso e mi mise in piedi. Un bacio sulla guancia e se ne andò di sotto.
Ancora tutta scombussolata, corsi verso il bagno e mi feci una doccia frettolosa. Avvolsi in un asciugamano il mio corpo. Come aprii la porta, andai a sbattere contro degli occhi verdi. Rimasi paralizzata.
“Ehi buongiorno” ma cosa cavolo ci faceva Harry a casa mia?!?
Non capivo come facesse a farmi sempre questo effetto. Non aveo una cotta per lui, questo lo sapevo. Quando mi imbattevo, però, nei suoi occhi, mi bloccavo. Lui lo sapeva e faceva di tutto per farmi arrossire. C’èra questa specie di gioco tra noi due. Io, appena uscita dalla doccia, non mi rendevo conto che stavo bagnando tutto. I miei cappelli si erano appiccicati al viso.
“Dovrei usare il bagno e dopo possiamo andare a scuola” mi scansai lentamente per farlo passare. Mi sorrise e chiuse la porta, ma, non feci in tempo a fare un passo, che si riaprì subito e comparve la sua testa riccioluta.
“ Se devi usare ancora il bagno, puoi entrare. Non mi faccio tanti problemi se ce sei anche te” un sorriso malizioso solcò i suo viso.
“Harry!” lo sgridai sorridendo però. Gli chiusi la porta in faccia ed andai in camera. Presi le prime cose che trovai nell’armadio. T-shirt e pantaloncini corti. La scuola era quasi finita e faceva un caldo insopportabile. Scesi di sotto con lo zaino in spalla.
“La colazione è sul tavolo”
“Da quando sai cucinare Louis?”  mi sedetti a mangiare con Louis che mi dava le spalle, mentre riponeva il latte nel frigo.
“Non ci vuole un professionista per preparare un cappuccino”
“Comunque è sempre troppa gentilezza” gli sorrisi e in quel momento scese Harry.
“Bene tutti pronti. Usciamo o faremo tardi.” Salimmo sulla macchina di Louis. Una delle cose che mamma gli aveva ordinato, era di accompagnarmi sempre a scuola. Devo ammettere che mi piaceva molto.
Come arrivati, mi lasciò davanti la scuola senza rivolgermi un cenno di saluto. “Certe cose non cambieranno mai” sospirai, mentre mi preparavo a passare una delle solite e tristi mattinate a scuola.
 
“scuola”
Finalmente le prime due ore erano passate. Ero all’armadietto per prendere i libri per l’ora dopo.
“che palle, c’è storia” sbuffai. All’improvviso delle mani mi coprirono gi occhi.
“Indovina chi sono!” una voce squillante mi perforò il timpano.
“Lucy, non ci vedrò, ma riconosco ancora la tua voce” si mise a ridere e tolse le mani dai miei occhi.
Aprì l’armadietto vicino al mio. Fin dal primo anno avevamo gli armadietti vicini.
“Bene, che materia hai adesso?” sbirciò il mio orario.
“Storia uffa, ma la prossima avremo scienze e staremo in classe insieme.”
“Si che bello! O ho matematica e devo muovermi se non voglio fare tardi. A dopo” corse via. La vedevo sempre di corsa.
Stavo chiudendo l’armadietto quando un braccio mi prese la spalla e mi fece girare.
Davanti a me c’era Gabe. Era dell’ultimo anno. Tutti gli giravano alla larga,  perché più di una volta aveva picchiato un compagno. Io ne avevo paura, ma cercavo di non farlo vedere. Era alto e robusto. Già questo mi incuteva timore.
“Hei Tomlison, perché non sei già in classe” già da questo avevo capito che voleva attaccar briga.
“Infatti stavo andando e poi non ti dovrebbe interessare” il sorriso ebete sulla sua faccia, sparì velocemente, lasciando spazio ad una smorfia. Dovevo calmarmi prima di farlo arrabbiare.
“Mamma non ti ha imparato la buona educazione? Sai  che bisogna portare rispetto per i più grandi” si avvicinò e io mi ritrovai schiacciata contro gli armadietti. Non mi piaceva quella situazione, ma non c’era neanche nessuno in giro a cui chiedere aiuto.
“Devo andare, lasciami in pace” cercai di scansarlo, ma senza successo.
“NO. Tu vai via quado lo dico io” la sua faccia si avvicinava sempre di più alla mia.
“Ehi, cosa stai facendo?!? Togli quelle mani da mia sorella.” Ero felicissima di sentire quella voce. Comparve all’improvviso Louis. Il mio angelo.
“Sei venuto a proteggere la sorellina vero?” rispose Gabe. Non si staccava ancora da me. Louis ribolliva di rabbia. Quanto lo adoravo in quelle situazioni!
“Prima che vada a finire male. Te lo ripeto: togli- quelle-mani-da-mia-sorella!”
Ero agitatissima e non riuscivo a scollarmi di dosso quel bisonte e, senza rendermi conto di quello che facevo, gli diedi un calcio proprio in quel punto che a loro fa veramene male. Si accasciò per terra con un gemito di dolore. Lo sorpassai velocemente e mi precipitai tra le braccia di Louis, mentre lui rideva.
“Ahahahhaha, bel tiro Holly. Questa si che è bella. Dai, ti accompagno in classe.” E mentre mi scortava come una guardia del corpo, continuammo a ridere per  tutto il tragitto verso la mia classe.
“Signorina Tomlison, si è degnata finalmente di entrare o forse aveva cose più importanti da fare?” quanto lo odiavo il prof. di storia! Senza rispondergli corsi all’ultimo banco vicino alla finestra. Non c’era nessuno vicino a me, ma era meglio così. Volevo rimanere da sola. Poco prima mi ero presa davvero una grande paura, ma mio fratello è sempre in agguato. Mi salva sempre dalle brutte situazioni.
 Fuori dalla finestra,una persona seduta sotto un albero attirò la mia attenzione. Era Liam. Non è la prima volta che lo vedevo da solo. Non ci avevo mai realmente parlato, ma gli portavo rispetto. C’era qualcosa in lui che mi induceva a farlo.
Si alzò e andò verso quella che credevo fosse l’aula di musica. Cosa poteva andare a fare là? Ero incuriosita. Allungai un po’ di più il collo per vedere cosa faceva, visto che da lì potevo vedere dentro la stanza.
“Holly, per favore. Dopo essere entrata tardi, si degni di ascoltare e chiuda le tende. Così non ci saranno distrazioni.” Borbottai un “si” mentre chiudevo le tende, così da non poter vedere cosa stesse facendo Liam.
L’ora passò, anche se non stetti ad ascoltare neanche per un minuto. Non mi piaceva storia e così matematica. Erano le uniche materie in cui avevo un’insufficienza. Disegnai tutto il tempo. Era l’unica cosa che sapevo fare. Adoravo disegnare. Soprattutto ritratti. Avevo un album pieno di ritratti. Lo avevo fatto una volta anche a Louis. Lui lo ha trovato e ha voluto che glielo regalassi con la firma. È appeso in camera sua. Quando ci passo, non riesco a non sentirmi orgogliosa. Attraverso il disegno riuscivo a esprimere le mie emozioni. Con la matita in mano mi sentivo libera e in pace con tutto.
La campanella interruppe i miei pensieri. Corsi fuori dall’aula per riporre i libri nell’armadietto. Nel corridoio incrociai Gabe. Mi guardò torvo senza rivolgermi la parola, ma mi accorsi che camminava in modo strano. Non riuscii a trattenere un ghigno. “provasse a ritoccarmi adesso”.
 
“Allora. Adesso ripasseremo la genetica. Sapete che fra poco ci sarà la verifica e dobbiamo ripassare.” Il prof di scienze era un po’ noioso, ma era anche l’unico che riuscivo a tollerare. Mi piaceva scienze. Era la materia in cui andavo meglio.
Vicino a me avevo Lucy che non finiva più di chiaccherare. Un cicaleccio continuo, ma che io adoravo.
“Hai visto per caso Gabe? Camminava in modo strano”
“Cosa? Io non mi sono accorta di niente.” Mi coprì con il braccio per non scoppiare a ridere. Lucy mi guardò sospettosa ma non disse niente. Meglio così.
Dopo che fu suonata ci dirigemmo verso la mensa. Come sempre era affollata. L’unici due posti liberi erano  vicino a mio fratello e i suoi amici. Anche se di malavoglia ci dirigemmo verso di loro, quando ci si parò davanti Tracy.
 Lei era la ragazza più voluta a scuola. Capelli biondi e lisci, viso di porcellana eocchi di ghiaccio. Sembrava una bambola per quanto potesse essere finta. Era dell’ultimo anno.
“Non credo che due sfigatelle come voi, avrebbero il permesso di sedersi qui” quanto odiavo la sua faccia! Se avrei potuto, l’avrei attaccata sul sacco da box e l’avrei colpita finchè non si sarebbe strappata. Stavo per aprire bocca, quando intervene Lucy.
“E io non credo che tu possa dire quello che dobbiamo fare. Perché non torni a starnazzare con le tue amichette?” wow. Era la prima volta che gli rispondeva. Ero stupita. Poi guardai meglio e vidi, che lei stava fissando Liam. Adesso avevo capito dove aveva tirato fuori tutto quel coraggio. Solo per far colpo su Liam! Adesso si che era tutto chiaro. Mi battei il palmo della mano sulla fronte e sorrisi.
Le labbra di Tracy si serrarono e i suoi occhi sprizzarono rabbia.
Prima che succedesse qualcosa di cui si sarebbero pentiti tutti, intervenne mio fratello.
“Nono, oggi la mia sorellina pranza con me.” E mi fece spazio nella sedia accanto. Si vedeva che si era impaurito quanto me per quello che era successo e mi voleva vicino.
Tracy se ne andò via offesa, maledicendoci. Non che mi importasse più di tanto.
Louis mi guardò come per dire: “ si è rifatto vedere?”. scossi la testa per rassicurarlo.
Per tutto il pranzo Lucy non staccò gli occhi di dosso da Liam e rispondeva alle mie domande solo a monosillabi.
“E oggi ho perso anche la mia amica.” Alzai gli occhi al cielo.
Ritornammo a casa sempre in macchina e promisi a Lucy che ci saremmo incontrate il pomeriggio per prepararci per la festa.
 
“Ciao mamma! Io esco. Vado da Lucy!” diedi un bacio a mamma , mentre prendevo il cellulare da sopra il comodino.
“Ok, ma non fare tardi. Ritorna verso le sette.” Acconsentii e uscii fuori.
Era una bella giornata. Il sole era alto. A metà strada ero già sudata.
 Mi fermai dvanti al chiosco dei gelati per prenderne uno. Davanti a me c’era un ragazzo biondo. Prese il gelato e si girò di scatto e….spiaccicò il gelato sulla mia magietta.
“Ma guarda cosa hai fatto!” la t-shirt era sporca di cioccolato, vaniglia e limone.
“Mi dispiace. Non mi ero accorta di avere qualcuno dietro.” Prese dei fazzoletti e me li porse sorridendo.
In quel momento incrociai il suo sguardo. I suoi occhi era splendidi. Azzurri color del mare. I suoi capelli biondi gli incorniciavano il viso e il tutto era completato da un sorriso stupendo.
“wow, quanto è bello” ma cosa pensavo? Dovevo essere solo arrabbiata con lui per quello che aveva fatto. Tuttavia non riuscivo a esserlo. Non mi accorsi di avere un sorriso stupido, quando tentavamo tutti e due di pulirmi.
“ Lascia stare non c’è problema.” Spinsi via delicatamente le sue mani dalla mia maglietta.
“Ma se un attimo fa eri arrabbiato con me” assunse la faccia da cucciolo.
“No guarda, non importa. “ dissi ridendo.
“Ok. Io adesso devo prorpio andare. Ci vediamo in giro.” Mi sorrise per l’ultima volta e scappò via, salutandomi con la mano. Risposi al saluto e continuai per la mia strada, dimenticandomi del gelato e della magietta sporca.
Ormai avevo in testa solo quegli occhi e quel sorriso. Mi sembra pure di aver sentito uno strano accento irlandese…

spazio per meee

ecco a voi "Rullo di tamburi" il secondo capitoloooo!!! yeeeaaahhh....ahahah :)
dalla fine credo che avrete capito chi era il misterioso personaggio. mesà che ve lo fatta troppo facile ma non importa.
wow è un record! ho pubblicato il secondo capitolo ad una distanza dal primo di circa cinque minuti! wow....
spero che anche questo vi sia piaciuto. è un pò corto lo so, ma cerco di fare del mio meglio. rimanete con noi!
TO BE CONTINUED...



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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


                                                                                                                -capitolo 3-
“Secondo te, è meglio questo vestito con queste scarpe o questo con le scarpe.” Mi trovavo a casa di Lucy. Aveva steso tutti i suoi vestiti sul letto e io la dovevo aiutare a scegliere. Io avevo già preso una decisione su cosa mettermi, ma lei era sempre indecisa. Senza di me, sarebbe potuta andare alla festa in mutande.
Dopo un ora in cui provò tutti i suoi abiti, (ne aveva prorpio tanti) optò per un semplice abito rosa  più stretto in vita, con dei tacchi anch’esssi rosa. Uscì timidamente dal bagno per farmi vedere il vestito.
“Come sto?” chiese piano piano. Corsi ad abbracciarla con un sorriso.
“Sei bellissima. Quasta sera farai piazza pulita con i cuori dei ragazzi.” Sorrise anche lei.
“Magari, ma a me interessa solo…” abbassò lo sguardo. Sapevo di chi intendeva. Liam Payne. Mi faceva stare male vederla così. Non aveva mai sofferto tanto per un ragazzo. Cambiai velocemente discorso per distrarla.
“Perché non andiamo a fare un giro? Andiamo a prendere un gelato.” Lucy acconsentì.
Eravamo ritornate al chioschetto in cui avevo incontrato quel ragazzo. Mentre Lucy prendeva il gelato, mi sedetti sul muretto a guardarmi intorno. Non so perché, ma speravo di rivedere il misterioso ragazzo. Cosa stupida, ma ci speravo. Ad un tratto, il mio piede urtò qualcosa. Guardai per terra. C’erano degli occhiali da sole neri. Aspetta…ma quelli erano gli stessi del ragazzo! Gli saranno caduti quando ci siamo urtati e se ne sarà dimenticato. Senza pensarci due volte li raccolsi. Se lo avrei rincontrato, avrei avuto un pretesto per parlargli. Li misi nella borsa e andai da Lucy.
La giornata passò così velocemente che non ci accorgemmo che si erano già fatte le sette di sera. Ritornai a casa insieme a Lucy. Si era portata dietro il vestito per cambiarsi da me.
Il mio vestito era color verdeacqua molto semplice perché non mi piaceva esagerare. Stretto alla vita con un nastro di raso verde e intrecciato dietro la schiena. Mi ero rifiutata fermamente di mettermi i tacchi. Lucy cercava disperatamente di convinvermi ma li odiavo, così trionfante mi misi le mie amate converse. L’abbinamento era strano, ma me ne importava poco.  Mentre Lucy si vestiva, mi ero messa davanti lo specchio. Volevo solo un velo di trucco. Niente di esagerato. Ero una ragazza acqua e sapone. Volevo concentrarmi sugli occhi. Un ombretto con le sfumature proprio del verdeacqua. Quanto adoravo quel colore! In poco tempo avevo finito. Mi guardai allo specchio. I miei capelli castani chiaro li avevo lasciati sciolti. Erano un pò mossi e cadevano dolcemente sulla schiena.
Scendemmo le scale e trovammo Louis ad aspettarci davanti la porta di casa.
“Wow, siete proprio belle.” Ok. Il mondo si stava capovolgendo. Tutta questa gentilezza da parte di Louis mi diorientava.
“Grazie fratellone, finalmente anche te ti sei dato una raccolta. Era ora” lo presi un po’ in giro, mentre lo sorpassavo. Vidi che mi osservava i piedi.
“Bè, senti chi parla. Colei che va ad una festa con vestito e converse.”
“Certo. Odio i tacchi. Perché dovrei metterli?” lo guardai con aria da superiore, poggiando le mani sui fianchi. Volevo vedere se aveva il coraggio di contraddirmi.
Mi guardò con aria di sufficienza, ma dopo allargò la bocca in un sorriso.
“è per questo che ti voglio bene sorellina.” Mi arruffò i capelli e andò in macchina.
 
la casa di Zayn era immensa. Si trovava a diversi isolati da casa mia. Aveva un giardino stupendo che era pieno di persone che chiaccheravano o ballavano. Aveva anche una piscina e c’era quelacuno che se ne era approffittato per farsi un bagno.Dentro era anche più pieno.
Persi subito di vista Louis. Rimasi stretta a Lucy, perché non volevo rimanere lì da sola.
Ci divertimmo tantissimo. Ci eravamo subito buttate nella mischia, al centro della pista. Ballammo, cantammo e Lucy si ubriacò. Io non toccai neanche un bicchiere. Volevo mantenere la promessa di Louis. Poi, non mi ha mai attratto l’alcool.
Dopo diverse ore, decisi di prendere una boccata d’aria. Ero stufa della confusione, volevo solo un posto tranquillo.
Salii al piano di sopra anche per curiosare un po’. Volevo trovare un bagno ed aprii a caso una porta. Trovai dentro Harry avvinghiato ad una bionda. Rimasi paralizzata li davanti e si vedeva chiaramente che lui era imbarazzato. Non gli diedi il tempo di parlare, borbottai delle scuse e chiusi velocemente la porta e mi girai di scatto, andando a sbattere con qualcuno e cadendo per terra.
“Scusa, oggi sono veramente sbadata.” Mi alzai di scatto senza guardarlo in faccia, ma le parole che uscirono dalla sua bocca mi fecero alzare velocemente lo sguardo.
“ Fa niente.Non è la prima volta che ci incontriamo così.” Quella voce la conoscevo. Non poteva essere. Sembrava destino che ci dovvessimo rincontrare. Quegli occhi erano troppo difficili da dimenticare. Era il ragazzo misterioso di cui ancora non conoscevo il nome. Sono veramente strani quei momenti in cui vedi una persona e sai che tu sarai destinata proprio a lei. Sembra assurdo, ma non si comanda a il cuore. Se ti senti legato ad una persona, anche dopo anni e anni, ti troverai ancora legata a lei. Niente può sciogliere questo legame. Tutto questo lo sentii nel momento in cui lo guardai. Sapevo che non sarebbe finito tutto lì. Sapevo che ci saremmo rincontrati, che le nostre strade si sarebbero intrecciate. Tutto questo lo capii guardando i suoi occhi.
“Ehi, stai bene? Sembri tra le nuvole” mi agitò una mano davanti gli occhi. Mi riscossi dai miei pensieri come in un sogno.
“Certo, sto bene. È che…niente” gli sorrisi e feci per andarmene, ma mi prese per un braccio e mi tirò verso di lui. Arrossii per quel gesto. Sono una dalle guance che si arrossano facilmente.
“Aspetta, volevo chiederti una cosa.” Alzai lo sguardo, fissandolo intensamente al suo. “Volevo dirti se per caso avevi trovato un paio di occhiali neri. Ieri al parco li ho persi.”
“Oh, ehm sì. Li ho trovati io e ce li ho a casa. Se domani passi te li restituisco”
“Ok, mi farebbe piacere. Dove abiti?” gli descissi dove abitavo. Mi ringraziò con un abbraccio e si volatilizzò velocemente come era arrivato. Ero rimasta ancora lì confusa, quando qualcuno mi toccò sulla spalla. Mi girai velocemente e mi trovai davanti un Harry ancora molto imbarazzato.
“Ehi ciao. Senti, per quello che hai visto prima…” cercò di spiegarmi quello che era successo, ma lo interruppi prima che potesse continuare.
“Non importa Harry. Veramente. Non ti devi giustificare. Mica decido io quello che dovresti fare.” Feci un sorriso forzato. La tensione che c’era si poteva tagliare con il coltello, quando intervenne la ragazza bionda che era poco prima con Harry. Solo in quel momento mi accorsi che era Tracy. Era appena uscita dalla stanza e aveva appoggiato un braccio intorno alle spalle di Harry. Ero rimasta scioccata nel vedere Harry con Tracy. Ma come si era ridotto?
“Ehi tesoro,ti aspetto in macchina. Non farmi aspettare.” Gli fece l’occhiolino, mentre a me riservò uno sguardo di superiorità. Mi squadrò da capo a piedi e fece una smorfia come se avesse avanti un insetto.
 Da dietro ricambiai la smorfia, sforzandomi di non farmi vedere, ma Harry se ne accorse e sembrò dispiaciuto.
“bè,allora ciao.” Fece per darmi un abbraccio di saluto, ma lo scansai con dsprezzo. Non riuscivo ad accettare che stesse con quella sottospecie di oca. Era come un fratello per me e non poteva essere così stupido. Sembrava sempre più dispiaciuto. Abbassò gli occhi verso le scarpe. Sembrava più interessante che sostenere il mio sguardo.
“Devi andare no? Non vorresti farla aspettare” dissi freddamente.
“Certo…” disse sottovoce. Non riuscivo a capire come lui si dispiacesse così tanto. Dopotutto lui poteva decidere quello che voleva fare da solo, ma la  mia opinione contava molto per lui a quanto pare.
Se ne andò piano piano, ma io lo fermai.
“Ehi” lo trattenni.. Per un attimo vidi la speranza nei suoi occhi. Ma invece…
“Hai un po’ di rossetto proprio qui” gli indicai il punto con il dito. Non disse niente. Si pulì e andò via.
Mi sentivo soddisfatta per quello che avevo fatto. Così gli avrei fatto capire che sbagliava, ma non potevo fare a meno di sentirmi un po’ in colpa. Cercai di non pensarci e andai di sotto. Trovai velocemente Lucy che ballava sopra ad un tavolino. La tirai giù e a forza la portai in cerca di Louis.
Appena trovato ritornammo a casa perché eravamo tutti stanchi. Mi buttai subito a letto, senza cambiarmi e caddi in un sondo profondo.
 
Il giorno dopo ero stanchissima e mi alzai faticosamente dal letto. Mi feci una doccia lunghissima. Mi serviva proprio e, mentre il getto d’acqua calda scorreva sul mio viso, mi ricordai del ragazzo che sarebbe dovuto venire a prendere gli occhiali quella mattina. Uscii velocemente da sotto la doccia e mi catapultai in camera. Presi le prime cose che trovai dall’armadio e me le infilai.
Era sabato e per fortuna non avevamo scuola. Il lunedì seguente sarebbe stato l’ultimo giorno e la settimana dopo saremmo partiti con tutta la famiglia in vacanza dai nonni. Ci avevano permesso di portare con noi un amico. Con me sarebbe venuta Lucy e con Louis, naturalmente Harry. Ci saremmo stati per tutta l’estate.
No non so perché, ma ero agitata a incontrare quel ragazzo. Mi lavai i denti e diedi una aggiustatina ai capelli. Dal bagno gridai a mio fratelllo che era di sotto.
“Louis, fra poco arriva un ragazzo a cui devo restituire i suoi occhiali. Quindi per favore, datti una sistemata e non farmi vergognare!” non sentii risposta, quindi scesi di sotto a vedere cosa stava facendo.
“Louis, si può sapere perché non mi r….” mi interruppi e mi bloccai a metà scala.
Di sotto c’erano a fissarmi mio fratello e….
 

spazio per mee

holaaaaa, vi siete mai domandate perchè mi chiamo cecca? sapete...è il mio soprannome "Faccia da orgogliosa" faccio di cognome ceccacci e per questo sono cecca. un mio amico mia ha fetto lo stemma come quello di superman con scritto "SC" "super cecca spacca culi(?) ahaha mi piaceva e l'ho tenuto.
quindi non mettetevi contro super cecca spacca culi che vi troverete contro una vera furia. ahaha ok la smetto.
andiamo alla storia: Holly è davvero felice di aver incontrato di nuovo il ragazzo misterioso e hanno anche una specie di appuntamento. fortunata lei! ha avuto un incontro riavvicinato e mooolto brutto anche con Gabe (Capitolo precedente), ma niente si può mettere contro di lei! poi è intervenuto il suo magnifico fratellone Louis. lo adorerei come fratello, il mio non è così tanto affettuoso, solo a modo suo.
ed Harry? come può essere finita con quell'oca? sembra che ci sia del tenero tra lui ed Holly ma non voglio svelare niente. spetta a voi scoprire come continua :)

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


                      -capitolo 4-

“Ciao Louis, ehm..ciao Liam”
Ma che ci faceva Liam a quest’ora a casa mia? Liam accennò un saluto con la mano.
“Sono venuto per parlare con Holly” mi guardò per un momento sorridendomi.
“I-io? Perché?” cosa avrebbe mai voluto da me?
Louis guardava divertito la scena. “Si tu. Non capisci quando ti parla la gente?” mi battè le nocche sulla testa e lo scansai velocemente da me, fulminandolo con lo sguardo. Prima che la situazione degenerasse, intervenne Liam.
“Ieri sera alla festa ho trovato questo braccialetto per terra. Credo che sia della tua amica.” Mi mostrò un braccialetto con scritto Lucy. Si, era prorpio il suo. Glielo avevo regalato io per il suo compleanno. Non credevo che si sarebbe scomodato tanto per un braccialetto. Lo presi e lo ringraziai. La gentilezza di quel ragazzo non avrebbe mai finito di stuprimi.
Fece per andarsene, ma Louis si fermò.
“Ehi, perché non ti fermi a pranzo da noi? I nostri genitori non ci sono, quindi avremo tutta la casa per noi.”
Liam sorrise e accettò subito. Chiamò la madre per avvertirla e andò in cucina con Louis.
Io mi sedetti sul divano in sala. Guardavo in continuazione l’orologio appeso sopra la televisione. Non capivo perché ci mettesse così tanto a venire quel ragazzo.
Quando erano quai le una mi arresi. Ormai non credevo arrivasse più. Mi stesi sul divano a guardare la televisione. Era un po’ delusa. Speravo di rivederlo, ma avevo visto che quella non era l’occasione in cui sarebbe successo.
I miei pensieri furono interrotti dal suono del campanello. Mi precipitai ad aprire la porta, sperando che fosse proprio lui.
E si. Avevo ragione. Era proprio lui.
“Ciao!” il suo sorriso mi scaldò. Sentivo lo stomaco capovolgersi. I suoi occhi azzurri sembravano ancora più luminosi.
“Ciao! Ecco qua i tuoi occhiali. Anche se mi ci sono un po’ affezionata. Ero quasi tentata di tenermeli.” Glieli porsi e per un momento le nostre mani si sfiorano. Eccola di nuovo quella sensazione. Holly non fare la stupida. Riprenditi. Cercai di impormi di stare calma.
“Davvero! Bè, scordateli. Ci tengo troppo per regalarteli. Comunque non ci siamo presentati. Io sono Niall. Niall Horan. E lei che  ha provato ha rubarmeli  è?”
“Cosa? Rubarli! Che sfacciataggine! Forse avrei fatto meglio a tenerli” ridemmo tutti e due. Mi presentai e per un attimo mi persi nel suo sguardo. Non volevo rimanere imbambolata, ma non riuscivo a farne a meno. Fummo interrotti dall’arrivo di mio fratello.
“Ciao! Io sono suo fratello  Louis. E tu?” disse.
“Io sono Niall. Sono venuto per riprendere gli occhiali che avevo perso.” Alla vista di mio fratello sembrava aver perso quella spavalderia che aveva. Risi per la situazione che si era creata.
“Visto che ci sei. Perché non ti fermi a pranzo da noi? Abbiamo già un’ospite.” Gli chiese Louis. Niall si girò verso di me come per avere il permesso e io sorrisi in segno si. Sorrise anche lui e accettò.
Entrò insieme a noi in cucina e si presentò con Liam.
Il pranzo passò velocemente. Scoprii che era un ottimo cuoco e anche un grande amante del cibo. Era divertente e fece presto amicizia con mio fratello e Liam. Passamo veramente un bel pomeriggio. Tra risate e battute.
“Non ti ho mai visto da queste parti. Sei nuovo per caso?” chiesi ad un tratto. Non avevo parlato quasi mai. Preferivo contemplarlo in segreto, quando non si accorgeva.
“Sì. Vengo dall’irlanda. Mi sono traferito tre giorni fa con mia madre, mio padre e mio fratello. Ieri ho conosciuto un certo ragazzo Zayn che mi ha invitato alla festa e li ho trovato Holly.” Mi fissò un po’ e io abbassai lo sguardo.
“Bene.  Allora benvenuto a Doncaster!” esclamò Louis con fare teatrale.
“Di sicuro mi troverò bene. Soltanto che ripartitò subito. Mia madre ha deciso di andare in vacanza. Staremo fuori tutta l’estate e stasera parto.” Il sorriso ebete che avevo, scomparì subito. Cosa? Non lo vedrò per tutta l’estate! E se in quel tempo succedesse qualcosa? Stavo parlando come se fossi fidanzata con lui, ma il dispiacere c’era comunque. Dopo esserci appena conosciuti e aver fatto amicizia, lui doveva partire per tutta l’estate. Quindi ci saremmo visti soltanto con l’inizio della scuola.  Cercai di non pensarci per non rovinarmi la giornata. Se lui partiva, dovevo godermela tutta.
Dopo aver sperecchiato, ci piombammo sul divano per vedere un  film. Mi ritrovai tra mio fratello e Niall.
“Allora, che film guardiamo?” chiesi distrattamente mentre facevo zapping fra i diversi canali.
“Io pensavo ad un film horror. Ne passa uno proprio fra cinque minuti che adoro.” Alle parole di Louis io rabbrividii. Cosa? Io odio i film horror! Non sopportavo di vederli. Gli altri accolsero la proposta con entusiasmo.
“M-ma, se invece di vedere un film facessimo una passeggiata?” per niente al mondo lo avrei visto.
“Ma sorellina, se non ti sei accorta fuori piove. Sarà pure caldo ma piove. Non è che hai paura? Che frignona!” Louis rise di me.
No. Questo non potevo accettarlo. Non mi sarei fatta sottomettere da Louis. Non volevo dare a vedere che avevo paura, soprattutto davanti a Niall.
“Niente affatto. Solo che questo film è vecchio e non fa per niente paura.” Gli concessi uno sguardo di sfida.
“Allora se non fa paura, si può guardare tranquillamente il film. Adesso stai zitta che sta iniziando.” Niente da fare. Dovetti arrendermi all’evidenza. Io che mi ero ripromessa di non guardarne mai uno, mi ritrovavo seduta nel mio salotto ad assistere a scene di sangue che mai avrei potuto pensare qualcuno potesse filmare.
Durante tutto il film, mi nascosi la faccia tra le mani, fregandomene delle risatine di Louis. Preferivo essere presa in giro che non riuscire più a dormire la notte.
Liam rimase sempre impassibile, mentre Louis e Niall continuavano a mandare gridolini e commentare il film.
Ad un certo punto decisi di scostare le mani e di guardare il televisore. Speravo di non averlo mai fatto. Il quel momento passò una delle scene peggiori e, dallo spavento, feci un salto e andai letteralmente sopra a Niall. Strinsi la sua maglia, mentre la mia testa era appoggiata al suo petto ad occhi chiusi. Non mi resi minimamente conto di quello che era successo, finchè due braccia mi avvolsero e delicatamente mi staccarono dal corpo in cui mi ero precipitata.
“Ehi. Tutto bene?” guardai in faccia Niall e le mie guance divamaparono.
“Certo! N-non è niente.” Non parlai più. Mi ricomposi al mio posto, mentre Louis, che non riuciva più a trattenesi, scoppiò a ridere come non aveva mai fatto. Liam sorrideva leggermente. Soffocai il viso nel cuscino e rimasi così per il resto del film.
“è stato bellissimo il film. Vero Holly?” Louis mi diede una spinta alla spalla. Lo scostai bruscamente e boffonchiai qualcosa che non capì nessuno.
“Vero. Dovremmo fare altre serate come queste.” Niall intervenne nella conversazione.
“Ma certo. Forse però io non ci sarò, sapete ho tanti impegni. Non credo di avere tempo per un film.”
“Certo Holly. Tu sei sempre impegnata. Ammettilo che hai paura sorellina!” Louis imitò la voce di un bambino che piange e io, presa da uno scatto di rabbia, gli saltai addosso soffocandolo con un cuscino. Continuammo a battibeccare per il resto della giornata, anche se ormai la rabbia era sbollita e ci prendevamo solo in giro per scherzo.
Arrivò velocemente la sera e Liam dovette andare a casa. Poco dopo anche Niall dovette congedarsi da noi.
Lo accompagnai alla porta, mentre Louis puliava il salotto per l’eventuale arrivo dei nostri genitori.
“Allora ciao. Ci rivedremo l’anno prossimo.” Lo salutai con una punta di rammarico. Con  sorpresa mi abbracciò e io arrossii violentemente.
“Già. Mi mancherai anche se ti conosco da solo un giorno.” Si allontanò per il viale mentre lo scrutavo dall’ingresso.
“non sai quanto mancherai a me.” Sussurai a bassa voce. Sospirai ed entrai in casa per dare una mano a Louis a pulire.
                                                                    
Il giorno dopo non so come, ma non avevo minimamente voglia di alzarmi.
Io e Lucy avevamo deciso di andare per negozi. Ci mancavano diverse cose nella lista per le vacanza che aspettava.
Sinceramente non ne avevo più voglia. L’entusiasmo che mi aveva assalita per il fantastico viaggio, era scomparso con l’arrivo di Niall.
Cosa mi stava succedendo? Perché ero depressa per un ragazzo che avevo conosciuto solo da due giorni? Riprenditi Holly! Non è da te!
Cerca disperatamente le forze per alzarmi dal letto. sentivo di sotto mamma che mi chiamava, a feci finta di non sentirla.
Rimasi così per cinque minuti, finchè qualcuno non mi buttò giù da letto. feci in tempo a riconoscere Louis che rideva sotto i baffi.
“Ma si può sapere cosa cavolo ti prende?” gridai massaggiandomi la testa appena sbattuta.
“Mamma e babbo ci vuole di sotto, quindi non fare storie e muoviti pigrona.” Gli lanciai un cusino in faccia, mentre si chiudeva la porta alle spalle. Massaggiandomi ancora la testa, scesi le scale.
Louis era in salotto seduto sul divano, mentre mamma e babbo erano in piedi a braccia conserte. C’era puzza di guai.
Lentamente mi sedetti viino a Louis che, prima che potessi sedermi, mi diede una spinta facendomi finire con il sedere sul gelido pavimento.
“LOUIS!” balzai in piedi per dargli un pugno mentre lui rideva, ma papà ci fermò, mettendosi fra noi due.
“Sempre a fare i bambini voi due. Adesso basta che dobbiamo dirvi una cosa” si rimise vicino alla mamma a braccia incrociate, mentre aspetava che mi sedessi sull’altra poltrona.
Quandò tutto si calmò, mamma prese parola.
“Allora, come vi abbiamo detto, fra una settimana saremmo dovuti andare dai nonni al mare.” Aspetta? Cosa ho sentito? Saremmo dovuti andare?MA CI DOBBIAMO ANDARE! Mentre mi facevo mille domande, mamma continuò: “ Ieri mi ha telefonato nonna. Purtroppo nonno si sente poco bene e nonna deve stargli sempre accanto e non può più ospitarci. Quindi abbiamo deciso una cosa: voi e i vostri amici vi abbiamo iscritto ad un campo estivo. Vi divertirete di sicuro. So che per voi conta tanto la musica, e lì sarà all’ordine del giorno. Ci saranno attività che vi interesseranno di sicuro e poi farete nuove amicizie. Comunque ho convinto le madri dei vostri amici di mandare anche loro e questo giovedì partirete. Noi dovremmo andare da nonna per aiutarla e non possiamo controllare a voi contemporaneamente. Questa è la soluzione migliore” ci guardò esitante.
Io non sapevo cosa dire. Non volevo partire per uno stupido campus estivo, anche se da un lato era alquanto interessante. Rimasi senza accorgermi a bocca aperta e, non feci in tempo a parlare, che intervenne Louis.
“Cosa? Un campus estivo! Sono maggiorenne, non ho bisogno di una badante!” si alzò di scatto nervoso.
Lo sguardo di papà s’indurì e rispose freddamente:” Niente ma. Ormai vi abbiamo iscritto e non potete farsci niente. Questa è la nostra decisione e non si discute.” Dopo questo partirono tutti e due. Ci salutarono ed uscirono per andare a fare spesa.
Rimanemmo fermi per cinque minuti a fissarci senza sapere cosa dire.
“Questo significa che….” Iniziò Louis.
“Passeremo l’estate chiusi in un campus” finii io in un sussurro. Ci alzammo senza rivolgerci la parola e salimmo nelle nostre rispettive camere.
 Sinceramente non mi dispiaceva l’idea, ma il fatto di doverci stare per l’intera estate non mi entusiasmava.
I miei pensieri furono interrotti dalla suoneria del mio telefono. Era Lucy. Presi il telefono dal camodino e risposi.
“Oi Lucy”
“Te lo hanno detto i tuoi genitori?” dalla voce mi sembrava che non era contenta dell’idea.
“Si. Tranquilla anche io non ne sono felice”
“Ma scherzi?! È la più bella idea che potesse venire ai miei genitori! Tutti insiemi, dormiremo insieme, serate intorno al falò” ok, mi stava letteralmente spiazzando.
“Si e forse mangeremo anche maswmalloh e faremo giro giro tondo. Ma Lucy, senti quello che dici? Un’intera estate chiusa in un campus!” dissi sarcasticamente.
“Ma non è la fine del mondo! Ci divertiremo e poi ci sono io! No Lucy, no party.” Rise e io insieme a lei.
“ahah si hai ragione forse, adesso stacco prima che scleri più di quanto stai facendo adesso.ci incontriamo oggi pomeriggio vicino al centro commerciale alle quattro in punto. Capito? Puntuale!”
“Si, si. Per chi mi hai preso? Ciao a dopo” mi mandò un bacio attraverso il telefono e finalmente staccai. Ormai dovevo arrendermi: il campus estivo mi aspettava.
 
Passammo l’intera giornata tra i negozi del centro commerciale.
Ormai sfinite, ci sedemmo in un bar per bere un frappè. Parlavamo indisturbate quando vedemmo passare Zayn e Liam.
Li salutai distrattamente con la mano ma, notandomi,cambiarono strada e si avvicinarono a noi. Sentii Lucy vicino a me irrigidirsi al loro arrivo. Si sedettero di fronte a noi. Ero perplessa: non mi avevano mai veramente considerato fuori da casa mia.
“Visto che vi abbiamo visti voglio sapere una cosa. Per caso anche a voi i vostri genitori hanno detto del campus?” il primo a parlare fu Zayn. Aveva una voce bassa e calma. Faceva impazzire quelle della classe mia a scuola. Lo ritenevano quello figo.
“Si, non che mi faccia impazzzire così tanto l’idea, ma devo arrendermi all’evidenza. Sarà un’estate noiosissima.” Sbuffai mentre presi un’altra sorsata dal mio frappè. Zayn sorrise dalla mia affermazione e per un po’ mi scrutò. Il fatto che mi fissasse mi misi in agitazione. Detestavo chi mi fissava, mi faceva sembrare che avessi qualcosa di sbagliato. Alla voce di Liam sembrò riscuotersi da quali pensieri invadevano la sua mente e distolse lo sguardo verso la finestra.
“Dai non dire così. Sono sicuro che tutti insieme ci divertiremo. Adesso dobbiamo andare. Ciao Holly, ciao Lucy.” Liam si alzò seguito da Zayn. Solo in quel momento mi accorsi che Lucy rimase per tutta la conversazone in silenzio. Quel ragazzo gli faceva uno strano effetto.
Risi alla sua impacciataggine e la trascinai letteralmente dal bar, diretti verso casa.
Ormai si stava facendo tardi ed era ora di rientrare a casa.

spazio per meeee

questo capitolo è un pò più lungo del solito. non sono bravissima a scriverne di tanto lunghi ( infatti questo era stato diviso in due capitoli, ma li ho uniti) spero comunque che vi piaccia e che continuerete a seguire la storia. un colpo di scena! riesce a conoscere meglio Niall, ma il campus la costringe ad allontanarsi da lui contro la sua volontà. ma la storia non è finita qui...
TO BE CONTINUED...

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


                                                                             
                                                                                                              -capitolo 5-
La settimana passò velocemente. Io passai senza difficoltà, mentre non capivo come Louis non sia stato bocciato per quanto erano bassi i suoi voti. Finii per credereche quello fu un regalo venuto dal cielo per me, così da non sobirmi le continue lamentele da parte dei miei genitori su come lui non potesse avere un futuro e cose del genere.
La domenica preparai accuratamente la valigia per il giorno seguente. Così fece anche Louis, anche se vidi dal modo in cui la faceva, che non ne aveva assolutamente voglia. Presa dalla pena che mi faceva, guardando la sua valigia in disordine, lo aiutai a finirla.
Mi ringraziò dopo che il lavoro fu finito e passammo il resto della giornata a guardare un film. Stranamente pioveva ed eravamo costretti a rimanere chiusi in casa.
Presa dalla noia, raccolsi una manciata di popcorn dalla mia ciotola e li buttai in faccia a Louis. Si risvegliò come da una trance e, senza pensarci, a sua volta mi tirò i popcorn.
Si scatenò una vera e propria guerra di cibo. Tiravamo tutto quello che di commestibile trovavamo a portata di mano. Continuammo così per una mezz’oretta buona, correndo per tutte le stanze e lasciando una scia di cibo al nostro passaggio.
Solo verso le sette ci rendemmo conto del macello che avevamo provocato e del fatto che alle sette e mezza sarebbero ritornati mamma e papà da lavoro. Agitati come non mai, tentammo di pulire tutto il disordine creato e finimmo col mettere tutte quelle sporcizie dentro l’armadio di Louis. Era stata una mia idea e a lui non dispiaceva affatto. Era così disordinato che non ci si sarebbe accorto di niente.
Tornammo  a sederci sul divano nel momento preciso in cui la maniglia del portone si abbassava. Entrarono i nostri genitori e ci salutarono entrambi andando in cucina. Facendo finta di niente, li aiutammo ad apparecchiare e, in meno di venti minuti, la cena era pronta. Cenammo silenziosamente e dopo ci dirigemmo tutti e due nelle proprie stanze per dormire. Il giorno seguente sarebbe stato un gran giorno.
 
Il viaggio stava durando più del previsto. Era da più di due ore che eravamo in macchina. Tutto questo solo per colpa di quello stupido navigatore .
Continuava a darci le indicazioni sbagliate. Più di una volta eravamo finiti in vicoletti stretti senza via di uscita e, quando sembrava di essere nella strada giusta, ci ritrovammo in un vicolo cieco.
Ormai ero stufa di questa situazione e sbuffavo in continuazione provocando l’irritamento di Louis. Mi dava colpi secchi sulla spalla per farmi star zitta, ma io continuavo senza badare a quello che voleva lui.
Ero troppo arrabbiata per poter starmene zitta. Se qualcosa mi dà fastidio, io lo dico.
Ci fermammo ad una stazione di servizio per chiedere indicazioni e io ne approfittai per prendere una boccata d’aria insieme a Louis ed Harry.  Già perché non vi ho detto che abbiamo dovuto accompagnarlo noi al campus e che mi sono dovuta mettere proprio in mezzo a lui e a quello stupido di mio fratello. Ma questi, sono solo particolari.
Louis ci lasciò per un paio di minuti perché doveva andare in bagno e, così, rimanemmo noi due da soli a camminare in silenzio, senza trovare un argomento di cui parlare.
Ad interrompere il silenzio fu proprio lui.
“Sai Holly, riguardo al giorno della festa…” si grattò la nuca agitato. Ancora con questa storia? Non ne potevo più, così mi girai di scatto e sfoggiai uno dei miei sorrisi più finti per fargli capire che era acqua passata.
“Ancora stai pensando a quella sera? Io me ne sono quasi del tutto dimenticata. Non c’è nessun problema. Tu te ne fai fin troppi.” Vidi che il suo sguardo si rilassò e continuò a camminare tranquillamente.
In realtà quel giorno era ancora nitido nella mia mente. Un senso di orticaria mi faceva venire il pensiero di Tracy. Ma volevo che quella storia si chiudesse e avrei nascosto anche la verità pur di non parlarne più.
Camminammo ancora un po’ fino a che Harry non si fermò di nuovo. Lo guardai scocciata con le braccia incrociate, quando il suo sguardo fisso sul mio mi disarmò. Aveva uno sguardo stranamente serio.
“Ma se a te non importa niente di quello che è successo quel giorno, come mai sembravi così tanto…arrabbiata?” chiese tutto di un colpo.
Stavoltà toccò a me grattarmi la testa per trovare una risposta sensata. Io avevo agito spontaneamente in quel momento. Avevo provato fastidio e l’ho detto, tutto qua. Ma ora dovevo trovare una risposta vera ai miei pensieri.
“ Harry, io ti considero come un fratello e non posso accettare che una delle persone a cui tengo di più, si faccia incantare da una gallina come è Tracy. È una cosa stupida.” Ok Holly. Sei stata brava.
Vedevo nel guo sguardo che non era del tutto convinto della mia risposta.
“Bha, secondo me hai reagito così erchè so che io ti piaccio.” Questa frase non l’avevo predetta. Lui non mi piaceva, ma rimasi comunque inchiodata sul posto.
“Cosa hai detto? Ma tu sei proprio fuori”
 Harry sogghignò piano piano, mentre mi decisi a fare il primo passo e così partii in corsa per raggiungere Harry che intanto scappava divertito.
Aveva sottovalutato la mia velocità e infatti in poco tempo lo raggiunsi, ma lui si fermò di botto facendoci incimpare entrambi. Caddi su di lui rovinosamente. I nostri visi erano ad un centimetro di distanza. Quasi risvegliandomi da un sogno, mi accorsi che cosa stavo facendo, e mi alzai di scatto. Harry era confuso da quel gesto improvviso, ma non disse niente.
Raggiungemmo la macchina e questa volta mi sedetti vicino il finestrino, ma mi ritrovai comunque Harry accanto.
Mancava solo mezz’ora all’arrivo e Louis si era addormentato a soli cinque minuti dalla partenza.
Fissavo il paessaggio che si stagliava oltre il finestrino della macchina. I miei pensieri vagavano liberi, mentre ascoltavo le parole di “free fallin” di Josh Mayer. Adoravo quella canzone.
Le mie riflessioni furono interrotte dal leggero tocco della mano di Harry sulla mia spalla.
“Ehi Holly, che canzone ascolti?” era tornato il solio Harry come se prima non fosse accaduto niente.
“Si chiama Free Fallin ma non credo sia il genere di canzoni che ascolti.” Dissi stampando sul mio volto un sorriso beffardo.
“Ma stai scherzando? La conosco eccome, è la mia canzone preferita” disse dandomi un colpetto sul naso.
Velocemente gli passai una cuffietta e passamo il resto del viaggio ascoltando musica e a parlare del più del meno.
Devo dire che insieme a Harry stavo molto bene.
 
Dopo quasi  tre ore di viaggio, finalmente arrivammo al campus. Si trovava immerso nel verde a tre quarti d’ora dalla città più vicina.
Scesi portandomi dietro la mia enorme valigia, seguita da Louis ed Harry.
Trovammo all’ingresso Liam, Zayn e Lucy che ci aspettavano.
“Ma quanto ci avete messo? È da venti minuti e diciotto secondi che ti aspetto!” strillò Lucy saltandomi tra le braccia.
“Ahahah. È tutta colpa di quello stupido navigatore. Non arrivavamo mai!” tentai di giustificarmi, mentre mi scioglievo dal suo abbraccio.
Entrammo tutti carichi di valigie e borsoni. Devo ammettere che il posto non era niente male. Tutte stradine che si intrecciavano in diverse direzioni per poi finire in gruppi di bangalowh. Già perché le casette erano tutte racchiuse in gruppi con un piccolo giardino al centro. Non c’era una divisione tra maschi e femmine, esisteva solo nella rispettiva casetta.
Nella zona al centro del campus si trovava la sala mensa e le classi per le rispettive materie musicali.
Da lì si diramavano le abitazioni.
C’era anche un lago dove si affacciava un piccolo palco che credo sia per le esibizioni di non so cosa.
Devo dire che ero rimasta sbalordita. Era un posto tanto accogliente e c’erano ragazzi dai sedici ai vent’anni che giravano per il campus.
Ci venne incontro subito un signore sui quarant’anni con capelli e barba bionda. Era vestito in modo alquanto trasandato e un sorriso non lasciò mai la sua bocca.
“Salve ragazzi! Piacere di conoscervi! Io sono il signor. Jhonson.  Adesso vi accompagnerò nelle vostre rispettive stanze e vi garantisco subito che siete capitati nello stesso gruppo così per trovarvi meglio. Con i vostri genitori ho già sbrigato le differenti norme per la vostra registrazione al campus, quindi potete anche salutarli e così noi possiamo incamminarci.”
Salutammo i nostri genitori e, con le valigie in spalla, partimmo alla scoperta del posto che ci avrebbe accolti per l’intera estate.
La stanza dove mi trovavo io, la condividevo con Lucy e con un’altra ragazza che sarebbe dovuta ancora arrivare.
Poggiai distrattamente la valigia sul letto vicino alla finestra e mi accorsi, che da lì, potevo vedere all’interno del bungalowh di Louis, Harry, Liam e Zayn.
Non disfacemmo le valigie, ma partimmo alla scoperta del campus.
Percorremmo tutti i diversi sentieri, salutando i ragazzi che incontravamo. Erano molto amichevoli.
Davanti alla mensa, c’era una bacheca dove erano appese tutte le notizie riguardanti gli orari delle lezioni, le diverse attività e le date delle feste in programma.
Quella sera era prevista una serata falò.
Lucy vicino a me, squittiva ad ogni notizia. Era felice come non l’avevo mai vista fino a quel momento.
“Guarda Holly: canto, recitazione e anche un corso per la chitarra! Tu sei brava con la chitarra! Dovresti iscriverti.”
Gli poggiai le mani sulle spalle per farla smettere di saltellare. “Calmati Lucy. Abbiamo tutto il tempo per decidere. Adesso ritorniamo al bungalow. Dobbiamo prepararci per la cena.”Lucy mi seguì trotterellando fino alla nostra destinazione.
Trovammo Louis e Harry aspettare sulle scalette davanti al loro bungalowh.
“Cosa fate voi due qua fuori?” chiesi scettica.
“Siamo rimasti chiusi fuori. Abbiamo lasciato le nostre chiavi all’interno e l’unico che ha la seconda copia è Liam che non c’è.” Scoppiai a ridere insieme a Lucy. Erano sempre i soliti.
“Ma quando vi ci mettete, neanche in due riuscite a fare un cervello intero.” Già, mi sentivo perfida. Ma adoravo prendere in giro il mio caro fratellone.
Louis mi fulminò con lo sguardo, mentre Harry sembrava imbarazzato. Si grattò la nuca e abbozzò un sorriso.
“Ma scusate. Insieme a voi c’è pure Zayn. Perché non chiedete a lui?” domandai ancora una volta a Louis. Prima di rispondermi sbuffò.  “Già, è quello che abbiamo tentato di fare. Si trova dentro, ma sta sotto la doccia. Non sente niente quando sta lì sotto.” Indicò la finestra del bagno da dove si sentiva qualcuno che cantava. Scoppiai in una nuova risata.
“Bene! Allora neanche in tre riuscite a combinare qualcosa. Di bene in meglio.” Mi rifugiai all’interno della mia dolce casetta insieme a Lucy, prima che Louis potesse scattare per acciuffarmi. Ormai era diventato prevedibile.
Dalla finestra gli feci la linguaccia che ricambiò a sua volta. Dopo, chiusi le tendine per potermi cambiare in santa pace per la cena.
 
Trovammo la mensa affollata di gente. Tra la confusione, riuscimmo faticosamente a trovare un tavolo libero. Subito dopo si sedettero anche i ragazzi che erano spaesati quanto noi.
“Ok, questa situazione non mi piace per niente.” SbottòLlouis addentando un panino.
“Ma dai, non è vero Lou. Non è poi tanto male.” Intervenne Liam sempre con un sorriso stamapato sulle labbra.
“Giusto! Ha ragione Liam!” squittì Lucy. Tutti la fissarono straniti e lei abbassò lo sguardo dall’imbarazzo. Prorpio non riusciva a contenersi davanti a lui.
La cena fu ad un tratto interrotta dalla voce del signor. Johnson: “ Allora ragazzi e ragazze, prima di tutto benvenuti ad un nuovo anno in questo magnifico campus. Spero vi divertiate. Secondo: vi devo dare alcune informazioni base. Domani mattina presentatevi davanti la bacheca. Ci saranno le iscrizione ai diversi corsi che vogliate seguire. Da dopo domani inizieranno tutte le diverse attività. Inoltre, stasera ci sarà la serata intorno al falò vicino al lago alle nove.  Siete tutti invitati. Ho finito con le notizie, vi lascio con la vostra cena. Ciao!” e con questo partì velocemente dalla sala.
“Voi avete già scelto cosa fare?” chiese per rompere il silenzio Zayn.
Il primo a rispondere fu Harry: “ Io credo che mi piacerebbe fare le diverse attività riguardanti lo sport. Non sarebbe male provare canottaggio.” A queste sue parole, acconsentirono anche gli altri ragazzi. Io ero molto più interessata a cose come canto e recitazione. Credo che mi sarei buttata su quel genere.
Era un  campus a tema musica vero, ma non mancavano le discipline sportive così da accontentare tutti.
Finimmo frettolosamente la cena, così da poter uscire da quel caos e ci dirigemmo subito verso il lago.
Quel posto era stupendo. Iniziava a fare buio e la luce della luna richiarava l’acuqa del lago, creando ombre che si allargavano per tutta la superficie di quella distesa cristallina.
Ci sedemmo presso alla riva per ammirare il paesaggio. Rimanemmo in silenzio, perché quel momento era così magico che non si poteva spezzare. Ma durò poco.
Piano, piano arrivarono ondate di ragazzi e noi ci unimmo a loro per sederci intorno al fuoco. Era presente anche il signor. Jhonson che aveva portato con sé una chitarra.
Devo dire che era stata una bella serata. Ridemmo, scherzammo e cantammo anche. Alcuni ragazzi compreso Louis, si esibirono in una perfomance canora.
Ammetto che rimasi sbalordita da mio fratello. Non l’avevo mai sentito cantare. Evitava di farlo a casa e sentire come cantasse bene mi aveva spiazzata. Un po’ ci rimasi male. Non credevo che mi nascondesse questo suo talento.  Mi sarei ricordata di questo. Caro fratellone, questa me l’appunto.
La serata fini tranquilla e uno ad uno, i ragazzi tornarono nei rispettivi bungalowh sbadigliando. Feci andare avanti anche agli altri. Volevo stare un attimo da sola ad ammirare ancora un po’ quel paesaggio.
Soltanto che qualcosa mi distrasse. Cosa era quel suono? Una chitarra? Si, ers proprio il suono di una chitarra e…di una voce che cantava. Seguii quel suono così dolce. Chiunque fosse era proprio bravo, aveva una voce stupenda.
Mi ritrovai al molo, dove erano attraccate le canoe e alcune barche.
Sul ponticello, con le gambe a mollo ell’acqua, c’era qualcuno che cantava. Il suo viso era in ombra e non riuscivo a capire chi fosse, ma quella voce…quella voce credevo di conoscerla.
Mi avvicinai lentamente alla strana figura. Mi nascosi dietro ad un albero a fissarlo. Strazzavo gli occhi per cercare di identificare chi fosse, fino a quando la luce della luna gli richiarò il viso e capii chi era.
Per poco non mi prese un colpo quando scoprii chi fosse, ma non riuscii a tenere un grido chiamandolo per nome.

SPAZIO PER MEEE

sciaooooo. come avrete capito, Holly, Lucy, Louis e i suoi amici sono dovuti andare in un campus. io ho sempre adorato l'idea di stare in un campus. poi se c'erano loro ci sarei andata anche se fosse in nevraska! (Credo si scrivi così) spero che continuate a seguire la mia storia anche se....non ho neanche una recensione. però non c bado tanto perchè io faccio tutto questo perchè mi piace scrivere. ho sempre scritto fin da piccola, ma tutte storie che si limitavano al seconso capitolo. questa è la mia prima storia che cerco di far durare e spero di riuscirci. 
vi lascio così anche perchè ho sonno ed  è mezzanotte. oggi c'è stata la premiere del film this is us e me la sono persa! cercherò qualche video su youtube. incrocio le dita!
TO BE CONTINUED...

 

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