Alone

di The Broken Warrior
(/viewuser.php?uid=514909)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La strada per l'inferno ***
Capitolo 2: *** Pugni insanguinati e un corpo dolorante. ***
Capitolo 3: *** Lividi,lacrime e tagli. ***
Capitolo 4: *** Forse,dovrei sparire. ***
Capitolo 5: *** Nuovi respiri e brutte scoperte. ***
Capitolo 6: *** Un sorriso vero sulle labbra e un raggio di sole. ***
Capitolo 7: *** Una spiacevole sorpresa ***
Capitolo 8: *** Un cuore che smette di battere,delle braccia che sanguinano e degli occhi che piangono. ***
Capitolo 9: *** Tempo di lacrime,tempo di girare pagina. ***
Capitolo 10: *** La nuova me ***
Capitolo 11: *** Voglia di cambiare,voglia di partire ***
Capitolo 12: *** In volo per una nuova vita ***
Capitolo 13: *** Londra,dubbi e... ***
Capitolo 14: *** Ian ***
Capitolo 15: *** Nuovi vizi. ***
Capitolo 16: *** ATTENZIONE ***



Capitolo 1
*** La strada per l'inferno ***


1.
“Emily svegliati dormigliona”
Sentì quella voce accompagnata da un profumo di paste appena sfornate,e da un bacio sulla guancia.
Una fredda mattina d’estate mi sveglio Jeremy,mio fratello.
Non era il solito fratello che tutti odiano,io lo adoravano,era un fratello premuroso e magnifico.
 
E: “umh si sono sveglia”
J: “Meno male,buongiorno ghiro!”
E: “Zitto,buongiorno comunque”
J: “Su scendi che la colazione è pronta,mamma ti aspetta fra un po’ partiamo”
E: “Ma hanno già caricato tutto nel camion?”
J: “Si…ormai è ora”
E: “Capisco…Beh un paio di minuti e arrivo”
J: “Ok,non metterci molto”
 
Uscì dalla camera,chiudendo delicatamente la porta.
Mi guardai intorno,la stanza vuota,si sentiva l’eco.
Per terra solo una coperta e un cuscino.
Eh si,dovevamo traslocare.
Mio padre morì l’anno scorso.
Per me era un mito,un punto di riferimento.
Ma lui ora non c’è più.
Una lacrima attraversò il mio viso in quel momento.
Dovevo lasciare lì tutta la mia vita,le mie amicizie e i ricordi.
 
“Emily sei pronta!!??”
Sentì urlare mia madre.
Mi vestii velocemente e scesi giù.
 
M: “Alleluia,su mangia che poi andiamo”
E: “Ma allora…partiamo subito..”
M: “Si.”
E: “Ma io volevo salutare Lindsay,lo sai che è la mia migliore amica”
M: “Verrà qui tra poco tranquilla”
E: “Scusa Jeremy puoi lasciarci sole un momento?”
 
Jeremy,anche se aveva 18 anni,era un ragazzo molto sensibile.
 
E: “Qui c’è papà,c’è tutto di lui lo sai”
M: “Emily ne abbiamo già parlato,lo so che è difficile per tutti noi lo è ma non possiamo piangerci addosso”
E: “Ma…mamma”
M: “Niente ma,su mangia che tra un po’ si va”
 
Abbassai la testa e diedi un morso al Croissant alla marmellata.
Poco dopo arrivò anche Lindsay,che entrò con le lacrime agli occhi”.
Mi diede un abbraccio così forte che quasi non respiravo,la abbracciai anch’io e scoppiai a piangere.
Poi le alzai la testa e le asciugai le lacrime e con quella poca felicità che mi era rimasta le sorrisi e le baciai la fronte.
 
L: “Non puoi andartene,io rimarrò sola.”
E: “Lo so polpettina,ma non ci posso fare niente”
L: “Ma verrai a trovarmi vero?”
E: “Ma certamente”
L: “Promettilo”
E: “Lo prometto su tutto quello che c’è di più bello al mondo”
 
Lei scoppiò in lacrime un’altra volta e la abbracciai forte,io questa volta.
Poi lei mi diede un bacio sulla guancia e mi prese le mani.
Mi sussurrò una cosa all’orecchio:
“Ricordati che ti vorrò sempre bene,ora che saremo lontane ancora di più.”
 
Io le sorrisi e annuì.
Poi lei mi salutò soffocando le lacrime e se ne andò di corsa piangendo.
 
M: “Ora salite in macchina,si parte”
J: “Addio tutto”
E: “Addio cose belle,ricordi e sentimenti,addio Lindsay,addio papà.”
 
Mamma chiuse la porta e lasciò la chiave sotto lo zerbino in modo che la padrona di casa potesse trovarle.
Salì in macchina,accese il motore e partì.
E proprio in quel momento iniziò a piovere.
Un’altra lacrima percosse il mio viso e quello di mio fratello,ma lui tentava di nasconderlo.
Misi le cuffie e dopo mi addormentai.
 
-          ORE DOPO –
J: “Svegliati!”
E: “Siamo arrivati?”
J: “Si e abbiamo anche sistemato tutto,tu non ti svegliavi dormigliona!”
E: “Ops,scusatemi.”
J: “Niente,su vai a vedere la tua camera”
 
Mi fece l’occhiolino e io corsi subito a vedere la mia nuova camera.
Appena entrata stavo per cadere a terra dall’emozione.
 
E:: “Oh,è bellissima”
J: “Grazie,merito mio”
M: “Si,tuo fratello è stato bravo.”
 
Abbracciai Jeremy e lo ringraziai ancora.
Poi mi tuffai nel letto.
Mi venne in mente Lindsay,e iniziai a piangere.
 
J: “Che succede?”
E: “Mi manca Lindsay”
M: “Su forza,te ne farai altre di amichette”
J: “Mamma era la sua migliore amica!”
E: “Sto bene,uscite lasciatemi sola”
Mi guardai allo specchio e dietro mi ritrovai Jeremy.
Con una mano mi asciugò le lacrime.
 
J: “Stay Strong,giusto?”
E: “Grazie..”
J: “Di cosa?”
E: “Di starmi accanto”
J: “Io sarò la tua ombra,la tua armatura,la tua forza”
 
E poi con una posa buffa se ne andò.
Quella sera prima di addormentarmi mandai un messaggio a Lindsay.
 
-Polpettina,mi manchi già,domani ho scuola,speriamo bene-
-Eii piccola barbie,mi manchi anche tu. Anchio ho scuola domani speriamo in due-
-Buonanotte-
-Notte..-
 
Mi addormentai con un sorriso.
-          IL GIORNO DOPO-
Mi svegliai e mi feci una bella doccia,una volta asciutta infilai i miei jeans color rosso scuro,il maglione marrone il cappello dello stesso colore dei jeans,degli stivaletti e una sciarpa,faceva piuttosto freddo.
Presi lo zaino e con un cappuccino in mano partì per la scuola.
Jeremy era ancora a letto,non lo svegliai.
Camminai lenta verso la scuola,sorseggiando il mio cappuccino.
Ad un certo punto andai addosso ad una ragazza.
 
E: “Oh che sbadata,scusami davvero”
“Allora intanto tu non sei una sbadata ma una cretina,hai appena macchiato la mia camicia di Chanel ti rendi conto mocciosa!!”
E: “Ehi ti ho chiesto scusa”
“Ti conviene scappare”
 
Io scappai,avevo un terrore di quella ragazza e poi che vergogna.
Arrivata a scuola entrai dentro e cercai la mia classe.
Appena entrata vidi il viso di quella ragazza che avevo incontrato prima.
I suoi occhi mi squadrarono e in due secondi mi fece rabbrividire con i suoi occhi color ghiaccio.
L’insegnante mi disse di sedermi e io presi l’unico banco vuoto in un angolo della classe,isolata.
La ragazza mi continuava a fissare e mi aveva mandato un bigliettino.
 
-Tu farai i conti con me molto presto cicciona vestita da barbone!!-
 
Io appallottolai il bigliettino e lo misi in tasca,facendo finta di niente.
Dopo 5 lunghissime ore suonò la campanella e tutti uscimmo dalla classe.
Io per ultima.
Qualcosa all’improvviso mi tirò il maglione e mi trascinò nel bagno accanto alla classe.
Qualcosa mi spinse a terra e io alzando la testa vidi la ragazza di quella mattina con un’altra ragazza.
 
“Siamo Hayley e Kat,e saremo il tuo incubo”
H: “Hai visto la mia camicetta come l’hai macchiata?”
K: “Devi pagare per questo”
E: “Ma io..non ho soldi con me.”
Dissi quelle parole guardandole con un filo di voce,impaurita dal tono di voce delle ragazze.
 
K: “Hayley,questa sciarpa mi sembra costosa”
H: “Infatti,e me la prenderò”
E: “No vi prego io…”
 
Mi strapparono la sciarpa dal collo e mi diedero un calcio.
Poi se ne andarono ridacchiando.
Io mi alzai,presi lo zaino e mi diressi verso l’entrata.
Mi scese una lacrima,seguita da un sospiro e da una goccia di pioggia.
Quando arrivai a casa feci finta di niente,ma nona avevo più la sciarpa.
 
M: “Ellie,ma tu mettevi sempre una sciarpa con questo maglione”
E: “Si ma..non la trovo più mamma”
M: “Pazienza,la mia piccola sbadata se la sarà dimenticata da qualche parte”
 
Io feci una risatina acida,e mio fratello mi guardò storto.
Arrivò la sera e prima di andare a letto mi arrivò un messaggio da Lindsay:
 
-Come stai piccola?-
-Non molto bene polpettina,tu?-
-Oh io sto benone,ma tu,che hai?-
-Ah niente,mi hanno solo rubato la sciarpa-
-Chi?-
-Delle ragazze,mi hanno anche dato un calcio-
-Ah se le becco gli rompo il collo-
-HAHAHAHAH,ti voglio bene,io vado a letto notte-
-Notte piccola,picchiale domani-
-No,non lo farò..-
 
Non riuscivo a giustificare il comportamento di quelle ragazze,forse per Hayley quella camicetta era importante.
Beh,meglio non pensarci,e dormirci un po’ su.
A volte serve.
Forse.
 
Continua

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Pugni insanguinati e un corpo dolorante. ***


Mi alzai la mattina presto,mi feci un bagno caldo per sciogliere la tensione del giorno prima e forse per distendere i nervi.
Uscita dalla vasca mi asciugai il corpo,notai di avere un grande livido sulla coscia sinistra.
Ma lo potevo coprire facilmente con dei jeans o con dei leggings.
 
M: “Emily scendi è tardi”
 
Mi vestì al meglio in pochi secondi,mi pettinai e scesi a fare colazione.
Il livido mi faceva male,ma soffrivo in silenzio.
 
J: “Tutto bene?”
E: “Si si tranquillo”
J: “Sei strana”
E: “No sono solo stanca”
M: “Smettetela voi due e mangiate”
J: “Oggi sarai a casa con me”
E: “Perché?”
M: “Devo andare a fare delle commissioni”
E: “Ah,okay.”
J: “Cosa c’è ti dispiace?”
E: “No no,anzi.”
 
Jeremy mi sorrise.
Poco dopo presi lo zaino e mi incamminai verso la scuola.
 
E: “Vado ciaoo”
M,J: “Ciaoo”
J: “E attenta a quello che fai”
 
Mi sorpresero le sue parole.
E’ come se sapesse quello che mi era successo.
No,era assurdo,così non ci pensai e camminai per la mia strada.
 
H: Ecco l’appestata.
K: Eh si eccola. Oggi non hai niente da macchiare?
E: “Lasciatemi in pace,non vi ho fatto niente,vi siete prese la mia sciarpa e mi avete anche…no lasciamo perdere,ciao”
H: “Dove vai tu senza pagare?”
E: “Pagare? Per cosa?”
H: “Pensaci tu socia”
K: “Certo”
 
Kat mi prese per il cappuccio della felpa e mi butto per terra in un vicolo,mi alzò dal collo e mi diede un pugno alla pancia.
Era molto doloroso.
Lanciai un urlo di dolore,e lei mi mise a tacere con un calcio.
Mi prese i soldi della merenda.
Poi mi disse:
 
K: “Se ne parlerai a qualcuno saranno guai”
E: “Okay”
H: “Ora evapora appestata”
 
Camminai verso scuola,impaurita,volevo sparire dentro quella felpa,ma non potevo.
Arrivai in classe e mi misi al mio posto.
Non prestai molta attenzione alla lezione,ma pensai a quello che era successo.
Mi faceva male la pancia,molto male.
Un biglietto atterrò sul mio banco.
 
“Vattene,vattene da qui se non vuoi il resto”
Di sicuro per “il resto” intendevano altre botte.
All’ultima ora,10 minuti prima della campanella,andai in bagno,a piangere.
Ero impaurita,mi faceva male la pancia e anche il collo.
Mi nascosi.
Poi sentì qualcuno entrare.
 
H: “Emily sappiamo che sei qui”
Kat aprì la porta del bagno in cui mi ero nascosta.
Mi buttò a terra.
 
K: “Oh,sta piangendo!”
H: “Strappiamole quelle lacrime”
E: “Lasciatemi in pace”
 
Le ragazze iniziarono a prendermi a calci,e in ogni punto.
Poi iniziarono con i pugni.
Ad un certo punto ero stordita,ma me ne arrivò uno in piena faccia.
 
K: “A domani”
H: “Se sarà ancora viva”
K: “Andiamocene”
 
Mi sanguinava il naso.
E mi faceva male tutto il corpo.
Mi alzai in piedi e con quella poca forza che mi rimase andai a casa.
 
J: “Che hai al naso?”
E: “Sono caduta in bagno,era scivoloso”
J: “Su mettiti a testa in su e vedrai che passa,intanto metti questo fazzoletto”
E: “Grazie..”
 
Non pranzai,e non cenai.
Rimasi in camera mia tutto il giorno a piangere.
Perché ce l’avevano tanto con me?
Cosa avevo fatto e poi perché in due contro una?
Perché dovevano anche picchiarmi se non avevo fatto niente?
Io le avevo chiesto scusa perché?
Troppi punti interrogativi senza una risposta.
Troppi lividi doloranti.
Troppi pensieri per la testa.
Mi arrivò un messaggio di Lindsay quella sera.
 
-Tutto bene?-
-No-
-Cos’è successo?-
-Mi hanno picchiata-
-Oddio perché e chi?-
-Due ragazze,non le avevo fatto nulla non capisco perché-
-Oddio cucciola,no anche tu nel mondo delle vittime dei bulli no.-
-Non ci voglio pensare…-
-Gliel’hai detto a qualcuno?-
-No,invento scuse.-
-Ma devi!-
-No non voglio,magari passerà-
-E se non passerà-
-Me lo farò passare-
-Come?-
-Lindsay,mi sto mettendo tante domande io già di mio,non iniziare anche tu.-
-Acida dai! A domani,spero che tu ti calmi. Ciao.-
-Aspetta io non volevo…-
Non mi rispose,forse ero stata acida.
Le avrei chiesto scusa il giorno dopo con una telefonata,ma al momento volevo solo dormire,e dimenticare tutto.
Sperando che il giorno dopo non mi avrebbero picchiata.
Continua

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Lividi,lacrime e tagli. ***


La mattina dopo,scendendo a fare colazione,non mi reggevo in piedi,mi faceva male dappertutto e caddi a terra.
Mia madre e mio fratello vennero a tirarmi su e mi portarono su una sedia.
 
J: “Ei cos’hai?”
E: “Solo un po’ di stanchezza,ieri emm..ad educazione fisica mi sono faticata troppo”
M: “Stai attenta Emily,oggi per non rischiare che ti succeda la stessa cosa di ora ti porterò io a scuola.
E: “No mamma,sto benissimo non ce n’è bisogno tranquilla,sto benone”
M: “E va bene,ma stai attenta”
J: “Secondo me non è educazione fisica..”
E: “Tu stai zitto,beh io vado ciao”
M: “E non mangi?”
E: “No prendo solo due biscotti,ciao”
 
Non volevo assolutamente che mia madre mi accompagnasse a scuola,avevo paura che scoprisse tutto.
Anche se facevo così fatica a camminare,facevo fatica a muovermi,mi avevano picchiata così tanto che mi facevano male i muscoli,per non parlare dei lividi che mi erano usciti fuori.
 
“Ragazzinaaaa fermatii”
 
Sentì urlare una voce famigliare.
Era Hayley,con Kat.
 
E: “Vi prego mi fa male dappertutto,non vi ho neanche disturbate,lasciatemi vi prego”
H: “AHAHAHAHAHAHA,Kat guarda questa sfigata come ci prega.”
K: “Sì è proprio patetica”
H: “Diamole una lezione”
 
Io iniziai a correre,mi faceva così male correre.
Ma corsi veloce,fino a scuola.
Lì cercai di entrare in classe,ma le ragazze mi presero per le braccia,e mi portarono nel cortile,dietro la scuola.
Mi afferrarono per due parti della felpa e mi tirarono su,mi presero tutti i soldi che avevo con me e mi lasciarono cadere a terra.
Per finire con due calci vicino alle costole.
Andai in classe,e vidi le facce soddisfatte di quelle due ragazze.
 
Prof: “Signorina Emily,come si permette di arrivare tardi?”
E: “Mi scusi professore”
Prof: “Ok ora si sieda e apra il libro a pagina 231”
 
Stavano tutti ridendo di me.
Aprì il libro a quella pagina,e a caratteri cubitali c’era scritto:
“IL BULLISMO”
 
Mi venne un tonfo al cuore,mi veniva quasi da piangere.
 
Prof: “Bene ragazzi,oggi parleremo del bullismo,qualcuno vuole dire qualcosa?”
 
Le due ragazze mi lanciarono uno sguardo fulminante,sapevo che se dicevo qualcosa mi avrebbero massacrata di botte.
Quindi decisi di stare zitta.
 
H: “Io penso che il bullismo sia una cosa abbastanza giusta,soprattutto verso certe persone professore”
Prof: “E perché la pensa così signorina Hayley?”
K: “La penso così anch’io”
H: “Perché certe persone meriterebbero solo dolore,morte,sofferenza.”
K: “Tipo quella grassona di Emily”
 
Tutti si misero a ridere e davano retta a loro.
 
“HAHAHAHA sì è proprio grassa”
“Ha dei fianchi enormi”
“Avete visto le sue gambe e le sue braccia? Sono ciccione”
“Immagino che sotto quelle felpe e maglioni si nasconda una panciona”
“Che trippona”
“Secondo me è anche una sgualdrina”
“Sii secondo me va a letto con tutti AHAHAHHAHA”
 
Improvvisamente tutti si rivoltarono contro di me,nonostante il professore diceva di smetterla.
Loro continuavano,e io con un filo di voce e gli occhi lucidi,dissi:
 
E: “Professore,posso andare in bagno?”
 
Il professore annuì.
Io uscì dalla classe tentando di soffocare le lacrime,mi uscì un singhiozzo.
 
H: “Poverina piange”
K: “Che perdente”
 
Andai in bagno e caddi a terra piangendo.
Guardai in alto tentando di fermare le lacrime,ma continuavo a piangere.
Perché tutti ce l’avevano con me?
Sfilai il cellulare della tasca e cercai di chiamare Lindsay.
Non rispondeva,forse ce l’aveva spento perché era in classe.
Le lasciai un messaggio:
 
“Ehi Lindsay,ieri sono stata acida,mi dispiace moltissimo,volevo chiederti scusa. Volevo dirti che ora,sono così sola…Mi hanno picchiata ancora e…non ce la faccio davvero più perché tutti mi si sono rivoltati contro e…Richiamami ti prego”
 
Tentai di soffocare le lacrime ma non ci riuscivo.
Mi sciacquai il viso,e tornai in classe.
 
Prof: “Emily vuole andare a casa”
 
Io scossi la testa,se andavo a casa mamma e Jeremy si sarebbero insospettiti.
Andai al mio banco e mi arrivò un bigliettino.
 
“Ucciditi,da parte di tutti noi”
 
Mi scese una lacrima.
La campanella suonò un po’ di tempo dopo,e io chiamai mia madre perché mi venisse a prendere.
Non volevo prendere altre botte.
Ma lei era a lavoro,così cercai di correre verso casa.
Ma vidi Kat dietro di me,e davanti c’era Hayley.
Kat mi spinse da Hayley e viceversa.
Ero come una palla.
Mi buttarono a terra e mi presero a calci.
Poi si allontanarono e mi dissero:
 
K: “Muori”
H: “Suicidati”
K,H: “Sei solo una palla di lardo”
 
Corsi a casa in preda al panico e con la faccia rigata di lacrime.
Entrai sbattendo la porta,Jeremy spaventato mi seguì di sopra.
 
J: “Che hai?”
E: “Vattene,vattene non voglio vedere nessuno”
Gli risposi io urlando.
 
J: “No porca puttana,ora tu mi dici che cos’hai”
E: “Ti ho detto di…”
 
Non mi lascio finire la frase,mi fece sedere sul letto in camera e lui si sedette vicino a me,mi strinse la mano e mi chiese:
 
J: “Per l’ultima volta,che è successo?”
E: “Jeremy…non devi dirlo a nessuno”
J: “Promesso”
E: “Sono vittima di due ragazze”
J: “Intendi bulli?”
E: “Si…”
J: “Ti hanno già picchiata?”

E: “Più di una volta”
 
Jeremy uscì piangendo.
Non avevo più parole,avevo solo un nodo in gola e un corpo dolorante.
Presi il computer e andai su Facebook.
La mia pagina era piena di insulti,di video osceni,di minacce.
Di foto..
Foto di candeggina,pillole,lamette.
Quando vidi la foto della lametta,i miei pensieri si fermarono.
Andai in bagno,e presi una lametta.
Aprì l’acqua della vasca e la feci riempire quasi fino all’orlo.
Entrai nella vasca e iniziai a tagliare.
 
“Fianchi larghi”
“Palla di lardo”
“Cicciona”
“Ucciditi”
 
E via così.
Piano piano,l’acqua da bianca,diventò rossa.
E io tagliai su ogni parte del mio corpo.
Ma spazio,ce n’era ancora.
Mi tagliai fino a sentirmi male.
Uscì dalla vasca,la pulì e mi asciugai.
Misi dei pantaloni lunghi e una felpona.
Mi bruciavano quei tagli…Eccome se mi bruciavano.
Andando a dormire pensai:
“E così,sono arrivata al punto di autodistruggere me stessa”
Forse era un modo per sfogare il dolore che avevo dentro.
Forse era sbagliato.
Ma sapevo solo che nel momento in cui la lametta percorreva il mio corpo,mi sentivo bene.
Mi addormentai in ansia,per il giorno dopo.
Se mi avrebbero picchiata,mi avrebbero fatto più male.
Se mi avrebbero scoperta…Oddio,non volevo pensarci.
Intanto un pensiero mi volava per la testa,superava tutti gli altri.
Lo ripeteva,la mia mente di continuo:
“non mangiare.”
 
Continua…

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Forse,dovrei sparire. ***


Quella mattina scesi giù,ma questa volta non mangiai neanche un boccone.
 
E: “Mamma?”
J: “E’ via”
E: “Cazzo quella non c’è mai”
J: “Emily calmati”
E: “Scusa è che…”
J: “Tranquilla,se vuoi oggi ti porto io a scuola”
E: “Lasciami sola,ok?”
 
Mi alzai con una lacrima,non volevo che lui si intromettesse.
Presi lo zaino e me ne andai.
Non le avevo incontrate andando a scuola,quella mattina.
Ma a scuola,le avevo incontrate nel cortile.
Mi portarono dietro,ma io non avevo soldi.
 
K: “Cosa c’è grassona,non mangi più?”
H: “No Kat,lei è grassa”
E: “Brave,non mangio più,contente ora?”
H: “Oh povera trippona,beh sappi che non sarai mai abbastanza”
E: “C’entrate voi con…beh quell’attacco di gruppo di ieri in classe”
H,K: “Certo”
 
Dopo quelle parole alzai la testa,e mi lanciai addosso a Hayley,tirandole i capelli.
Kat mi diede un colpo alle costole,e mi atterrò con dei pugni alla pancia.
 
K: “Potrei fare pugilato con quella pancia”
H: “HAHAHAHAHAHAH,dovresti,così poi la massacreresti di più”
K: “Eh si,andiamocene,devo disinfettarmi dal DNA di quest’appestata”
 
Quel giorno,in classe,mi arrivarono decine di bigliettini con insulti.
Non volevo essere picchiata,ancora,ma mia madre non c’era mai per venirmi a prendere.
Quando tutti se ne andarono dalla classe,uscì anch’io.
Ma le due ragazze mi aspettavano in cortile,dietro la scuola.
Mi buttarono a terra.
Presero dei rami da terra e mi picchiarono,poi passarono ai calci e poi ancora ai pugni.
Presero una manciata di sassolini e me li lanciarono.
Poi se ne andarono dicendo:
 
“Devi morire,se non lo fai tu,lo faremo noi a forza di botte”
 
Quando se ne andarono urlai,mi rotolai a terra strappando erba.
Poi iniziai a piangere.
Mi alzai,e andai a casa.
Mi sentivo solo un’intrusa,un peso,una delusione.
Ma non sapevo perché.
Volevo solo raggiungere casa,e sentire quella lametta toccarmi la pelle.
Era lei che mi faceva stare bene.
Ad un certo punto mi arrivò una chiamata.
Sfilai il cellulare: era Lindsay.
Non esitai a rispondere,e presi un respiro profondo,e iniziai a parlare.
 
E: “Ehi ciao,senti mi spiace e…”
L: “Ah,no è ok”
E: “Davvero?”
L: “Forse”
E: “Senti…sto malissimo,ho bisogno di te non me ne frega se ce l’hai con me”
L: “Si ma…io non so come aiutarti,forse se ti picchiano è anche colpa tua”
E: “C-Colpa mia? E p-perché mai?”
L: “Non so,vedi…non lo so Emily”
E: “Sei ancora mia amica?”
 
Dopo quella domanda aspettai un paio di minuti,con le lacrime che mi scendevano.
E poi la risposta:
 
L: “Scusa Emily,ma non possiamo andare avanti così,e poi siamo distanti io non so che fare e…”
E: “Ti prego…mi sto autolesionando…ed è così difficile”
L: “Non voglio aver a che fare con emo scusami,addio Emily.”
E: “A-Addio”
 
Mi cadde lo zaino,e poi il telefono.
Mi sedetti su una panchina,e iniziai a piangere.
Ora,non ho davvero più nessuno.
 
E –sussurrando-: “faccio davvero così schifo? E’ davvero colpa mia?”
 
Mi alzai e camminai verso casa.
Arrivai e salì subito in camera mia.
Mio fratello aprì un po’ la porta,e vedeva che piangevo.
 
J: “Si può?”
E: “No!!”
 
E corsi verso la porta per chiuderla.
Presi la lametta dal cassetto,alzai una manica,e tagliai.
Poi,una volta finito,lavai il sangue.
 
J: “Emily io esco,non fare cazzate”
Urlò mio fratello da sotto.
E: “Okay,ciao”
Sottofondo: Breathe me-Sia
Alzando la testa mi guardai allo specchio,vedevo solo un errore umano,lividi e tagli.
Tanta ciccia,troppa,forse.
Secondo loro ero grassa.
E ora,anche secondo me.
Tornai in camera presi il computer e,anche se non avrei dovuto farlo,andai su Facebook.
 
L: “Mi dispiace Emily,è finita,addio. Credo di odiarti in questo momento.” (Lindsay)
H: “Oggi spero si suicidi,è davvero un’intrusa in questo mondo”(Hayley)
K: “HAHAHAHAHAHA,no ma dai avete visto le sue foto? Patetiche e orrende” (Kat)
 
Mi allontanai dal computer,e caddi a terra con la faccia bagnata di lacrime.
Ad un certo punto suonò il campanello.
Andai ad aprire.
Erano Kat e Hayley.
 
K: “Ehi forse hai fame”
H: “Tieni cretina”
 Mi lanciarono un panino e delle patatine addosso.
Chiusi la porta guardandole dalla finestra andandosene ridendo.
Andai a levarmi quello che rimaneva del panino.
Poi accesi la webcam e iniziai a fare un video.
 
“Ciao a tutti,sono Emily Brown,quella che voi chiamate grassa,appestata,eccetera. Da quando sono arrivata qui,tutto è sbagliato.
Perché ce l’avete tutti con me? Mi odiate così tanto,perché? Ora mi odio anch’io ed è così dura andare avanti con tagli,lividi e i bulli. E’ così difficile respirare,vivere. Beh,grazie per avermi fatta stare così. Addio,spero che ora sarete felici”
 
Chiusi il video,e presi tutte le pastiglie che avevo in casa.
Volevo morire,farla finita per sempre.
Le ingoiai tutte.
E mi tagliai,sperando che fosse l’ultima volta.
Poi,rimasi lì,girando per la stanza.
Non succedeva nulla.
Iniziai a buttare cose in giro,a spaccare oggetti,a strappare a graffiare.
Ad un certo punto,mi venne un terribile capo giro.
Vedevo tutto girare,tutto era confuso.
Mi venne una terribile nausea.
Caddi a terra.
Poi mi aggrappai al letto e mi rialzai.
Rimasi ancora un po’ gironzolando per la stanza.
E caddi a terra di nuovo,quasi senza fiato.
Con il sangue che scendeva da quei tagli.
Con il cuore che batteva sempre più lentamente.
Con nessuno a cui importasse.
Era forse la fine?
 
Continua

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Nuovi respiri e brutte scoperte. ***


Mi risvegliai,in una stanza d’ospedale.
Mio fratello seduto vicino a me,stava piangendo.
Mia madre,era scioccata,piangeva anche lei.
 
J: “Bentornata”
M: “Oddio tesoro come stai? Tutto bene? Ti prego dì qualcosa”
J: “Calmati mamma”
M: “Scusa…”
 
Mi guardai intorno.
Realizzai di essere ancora viva,e mi misi a piangere.
Volevo finire tutto,ma non mi era andata bene.
E ora,per me si metteva male.
 
J: “Ehi ehi non piangere”
E: “Sono un fallimento,una merda,lasciatemi morire”
M: “Come fai a dire questo,tu sei favolosa non…”

 
Mia madre scoppiò a piangere,Jeremy mi guardò con uno sguardo rassicurante e andò a tranquillizzare mamma.
Guardai il soffitto,e pensai:
“Non ce l’ho fatta,non sono stata abbastanza brava a farla finita,ora che farò? Di sicuro mi chiederanno perché…io non voglio che lo sappiano…”
 
Jeremy arrivò e mi stava per afferrare un braccio,io lo tirai indietro come se mi avesse dato una scossa.
Non volevo assolutamente che vedesse quei tagli.
 
J: “Che cos’hai,ora non posso neanche più toccarti?”
E: “No…è che ora…voglio solo sparire…per sempre”
J: “Cazzo la vuoi smettere? Sei una ragazza favolosa la tua vita,prima d’ora era fantastica e hai un futuro davanti,non finire tutto!!”
E: “Gliel’hai detto a mamma,dei bulli?”
J: “No,l’ho promesso giusto?”
E: “Grazie.”
J: “Sono io a ringraziarti”
E: “E di che?”
J: “Di avermi detto che sei una vittima,ma non dovevi provare a ucciderti”
E: “Mamma sa che volevo uccidermi?”
J: “No,le ho detto che ti eri sentita male”
 
Mi scappò una lacrima.
Con la minima forza che avevo tentai di alzarmi e abbracciare Jeremy,ma non ci riuscivo.
 
J: “Tranquilla ti abbraccio io”
Quell’abbraccio fu così caldo,rassicurante e protettivo.
Mi sentivo bene,lui mi capiva più di quanto mi possa capire mia madre e lo adoravo per questo.
 
-QUALCHE GIORNO DOPO-
 
Sottofondo: Ross Copperman-Holdin On and Letting Go
Tornai a casa qualche giorno dopo,in qualche modo stare in ospedale mi piaceva,perché sapevo che non c’erano i bulli a tormentarmi.
Stavo salendo per andare in camera,ma Jeremy mi prese e mi strinse il polso.
Io mi girai facendo un urlo di dolore.
 
J: “Non andare…che hai? Perché urli?”
E: “Lasciami il polso subito.”
 
Jeremy non me lo lasciava,stringeva ancora più forte.
 E: “Ho detto subito!”
Dissi io urlando.
Jeremy mollò la presa e salì in camera con me.
Chiuse la porta a chiave alle sue spalle.
 
E: “Vattene”
J: “Prima mi fai vedere il braccio”
E: “Ho detto VATTENE”
J: “Non me ne andrò”
E: “Fatti i cazzi tuoi,lasciami da sola,non intrometterti,vai viaa”
 
Jeremy mi venne incontro,fino a farmi arrivare al muro.
J: “Ora,fammi vedere il braccio”
E: “N-Noo all…”
 
Non mi lasciò finire,mi alzò la manica della felpa,e mi alzò anche l’altra.
Alla vista di quei tagli,cadde in ginocchio,con le mie braccia nelle sue mani.
Toccò incredulo i miei tagli,mentre io facevo una faccia come per dirgli di smetterla,perché mi facevano male.
 
J: “Perché”
E: “E’ il mio modo di sfogarmi”
J: “E ti aiuta?”
E: “Molto”
J: “Ti prego Emily basta,mi sto seriamente preoccupando”
 
Si alzò con le lacrime agli occhi.
E uscì.
Scivolai sul muro e caddi a terra.
Iniziai a piangere,le lacrime scivolavano lentamente dai miei occhi sulle mie braccia.
Presi ogni cosa che mi capitava a tiro e iniziai a lanciarle in aria.
Mi affacciai alla finestra con l’intenzione di buttarmi di sotto,ma non potevo,ero appena uscita dall’ospedale,c’era qualcosa dentro di me che mi diceva di non farlo.
Così mi girai di scatto,e mi buttai sul letto,strinsi il cuscino e urlai,piansi fino a star male,fino al mal di testa.
Ormai erano giorni che non mangiavo,ero anche dimagrita molto,così molto che mi si intravedevano leggermente le costole e le ossa del bacino,ma mi sentivo grassa.
Mi guardai allo specchio.
Capelli scompigliati,braccia rigate,lividi,trucco sbavato dalle lacrime,labbra screpolate,pelle e ossa,e negli occhi la mancanza di quella voglia di vivere e scoprire di una volta,questo era quello che vedevo.
Una totale delusione,una merda.
Era cambiato tutto di me,non ero più la Emily di una volta.
Magari sarei cambiata,ma non penso che da sola ce l’avrei fatta.
Mi serviva un aiuto,ma non avevo niente,nessuno voleva starmi vicino.
Non avevo proprio nessuno.
 
Continua

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Un sorriso vero sulle labbra e un raggio di sole. ***


Mia madre non voleva che mi perdessi un giorno di scuola in più.
Quindi il giorno dopo,senza fare colazione,andai a scuola.
Cercavo di passare il più inosservato possibile.
Ma tutti si voltavano a guardarmi.
Arrivai a scuola,entrando per sbaglio andai addosso a una ragazza.
 
E: “Oddio scusami davvero,mi dispiace tanto,non picchiarmi anche tu”
“Picchiarti? E perché mai? Scusa tu sono nuova non sono molto ben orientata,io mi chiamo Cher”
E: “Io sono Emily”
C: “Piacere di conoscerti,beh ora vado,ci si vede Emily,magari oggi usciamo a fare due passi ti va?”
E: “Umh…si va bene,allora a dopo”
C: “A dopo”
 
La ragazza era alta,magra,capelli castani sfumati,e aveva gli occhi color nocciola.
Se ne andò sorridendo,e io rimasi lì impalata.
Non potevo crederci: qualcuno che non mi odiava.
Ad un certo punto mi spinsero da dietro.
 
H: “Eccola la suicida”
E: “E voi come lo sapete?”
K: “Il video tonta”
H: “E così ora sei ancora qui? Come mi dispiace”

 
Dopo quel “mi dispiace” mi arrivò un pugno,che mi fece cadere a terra.
Kat mi alzò dal collo e disse:
 
K: “Si anche a me,avevo già preparato l’abito per il funerale”
E mi arrivò un altro pugno,che mi fece sbattere al cancello.
Le ragazze se ne andarono,e io rimasi lì,con gli occhi lucidi.
 
“Perché se mi succede una cosa bella poi ne succede una brutta”
Pensai dando un calcio al muro.
Feci finta di niente,e andai in classe.
 
Prof: “Bentornata signorina Emily”
E: “Grazie professore”
Risposi sottovoce.
 
Prof: “Bene ragazzi e ragazze lei è Cher,la nuova arrivata”
A sentire il nome Cher mi girai di scatto.
Era la ragazza con cui avevo parlato all’entrata della scuola.
Cher mi guardò e mi salutò.
Io feci una specie di sorriso.
Era molto che non sorridevo.
Da quanto avevo pianto ieri mi bruciavano gli occhi.
Tentavo di non farlo notare,tentavo di nascondermi,di non farmi notare,ma tutti mi guardavano.
 
Prof: “Cher prenda un banco e si sieda vicino a Emily”
 
Io alzai la testa e sgranai gli occhi.
Cher era di sicuro una brava ragazza,però io volevo rimanere sola.
 
C: “Il destino ha voluto che fossimo vicine”
E: “Ehm…si.”
C: “Tutto bene,sembri così giù di morale”
H: “Cher,quella appestata lì è giù di morale perché ha tentato di uccidersi,ma gli è andata male HAHAHAHAHHAHAHHAHAHAHAH”
 
Cher mi guardò,e nella classe piombò un grande silenzio.
Gli sguardi di tutti erano puntati su di me,e io guardavo in basso,con gli occhi lucidi e un nodo alla gola.
Provavo tanta rabbia verso Hayley,ma anche verso me stessa,per aver fatto quel video.
La campanella suonò,e io mi alzai dal banco,volevo solo andare a casa.
Qualcosa mi strinse il braccio,e io lo tirai indietro subito.
 
C: “Scusa ti ho fatto male?”
E: “Un po’..ma che c’è?”
C: “Oggi ci vediamo alle 3,al parco”

E: “V-Va bene”
C: “A dopo”
E: “Ciao..A dopo”
 
Uscendo,tentando di evitare Hayley e Kat,sentì Cher dire:
 “E perché mai dovrei essere una perdente?”
H: “Perché sei amica di Emily”
K: “Quindi farai la sua stessa fine stronza”
C: “Non toccatemi,e non toccate neanche lei,è una ragazza fantastica,anche se non la conosco molto bene,e voi siete dei pezzi di merda!”
 
Poi vidi Cher dare un pugno a Kat e Hayley,e buttarle a terra come se fossero pupazzi.
C: “Avete capito ora?”
 
Le ragazze scapparono via.
E io uscì,non volevo che capisse che la stavo “spiando”.
Non avevo mai visto tanto coraggio in vita mia.
Lei mi aveva protetta,e aveva protetto anche sé stessa.
Per poi finire per lasciarle al tappeto.
Rimasi sorpresa…davvero.
Anche se mi facevano male le guance e gli zigomi dai pugni di stamattina,il mio pensiero era fisso su quella scena di coraggio.
-QUEL POMERIGGIO-
 
Mi diressi verso il parco,dove c’era Cher,seduta su una panchina.
 
E: “Cher,sono arrivata”
C: “Ehi ciao”
 
Mi abbracciò e poi iniziammo a camminare.
Eravamo rimaste zitte per un po’,poi io iniziai a parlare.
 
E: “Ti sembrerò una stronza,ma oggi stavo guardando come stavi affrontando Hayley e Kat..”
C: “Aaah quelle due coglione,ah un gioco da ragazzi,si credono forti e fanno i bulli con i più deboli,ma hanno sbagliato persona”
E: “Beh vedi..Fanno i bulli con me”
C: “Cosa?”
E: “Non dovrei dirtelo,ma di te,mi fido.”
C: “Grazie però..Tu reagisci no?”
E: “Non posso..mi hanno già massacrata di botte,e mi fa male dappertutto”
C: “Oh..Mi dispiace moltissimo,davvero..Emm..volevo parlarti di una cosa”
 
Mi fece sedere su una panchina,e poi si sedette anche lei,mi prese la mano e mi disse:
 
C: “Perché hai tentato di ucciderti?”
Ci fu silenzio.
Poi con un filo di voce risposi.
 
E: “E-E’ complicato..Ero stanca di soffrire,di distruggermi lentamente e..”
C: “Distruggerti,cosa intendi?”
 
Alzai la testa, e la guardai.
Poi,piano piano alzai le maniche.
Lei mi guardò e si mise una mano alla bocca.
Scoppiò in lacrime,e con quegli occhi lucidi mi guardò e mi abbracciò forte.
 
C: “Anch’io”
E: “C-Cosa?”
 
Cher alzò le maniche,e vidi quei tagli,garze e cerotti per coprire quelli più profondi,come quelli che avevo sulle gambe io.
 
C: “Anch’io sono come te”
E: “M-Mi dispiace..Ma perché?”
C: “Vedi..Dove stavo prima..non avevo nessun amica,e praticamente..come dirlo..tutti mi davano della troia perché stavo con l’ex ragazzo della tipa più popolare della scuola. Capitava che a volte mi picchiavano. Ma da quando avevo iniziato a fare Kick Boxing ho imparato a reagire.”
 
Ci fu silenzio,interrotto da un tuono.
C: “Oh,se inizia a piovere,io devo andare”
E: “Aspetta”
 
Lei si fermò e si girò.
E: “Volevo dirti grazie”
C: “E di cosa?”
E: “Mi hai ascoltata,tu sei diversa,non mi odi anzi mi capisci.”
C: “Io non potrei mai odiarti,io non sono come quegli stronzi e quelle stronze che ti fanno questo”
 
Io sorrisi,e mi scese una lacrima,ma questa volta di gioia.
C: “Io vado Emily”
E: “Okay,ciao,a domani”
C: “Stay Strong”
 
Venne ad abbracciarmi e se ne andò.
Era stata la cosa più bella che mi era mai capitata da quando ero arrivata.
Forse l’unica.
Ora che avevo trovato qualcuno che mi capisse,stavo meglio.
Ora volevo soltanto qualcuno che mi salvasse,che mi tirasse fuori da quelle sabbie mobili,da tutti quei casini.
Ora volevo rinascere,ma era difficile,perché io ormai dentro,ero morta.
 
Continua..

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Una spiacevole sorpresa ***


La mattina dopo,andando a scuola,più presto del solito,sentì alle mie spalle più voci chiamare il mio nome.
Mi girai e vidi Hayley e Kim,seguite da altre 4 ragazze.
 
H: “Mocciosetta,ora che siete in due,siamo in 6.
K: “Loro sono,Skye,Destiny,Alex e Bryony.
 
Le ragazze mi condussero in un vicolo e iniziarono a picchiarmi a sangue.
Dopo una quindicina di minuti smisero,e se ne andarono soddisfatte.
Io stavo tentando di chiedere aiuto con un filo di voce,ma non ci riuscivo.
Dopo un po’ passò Cher,e mi vide.
 
C: “Oddio Emily come stai,ti hanno fatto molto male?”
E: “N-Non m-molto..”
C: “Si che ti hanno fatto male,su ti aiuto.”
 
Mi alzò e andammo a scuola insieme.
Arrivammo in leggero ritardo,io ero appoggiata alla sua spalla e camminavo a fatica.
 
Prof: “Emily e Cher,siete arrivate in ritardo,muovetevi al vostro posto!”
C:  “Ci scusi prof,Emily è stata picch…”
 
Le pestai un piede,non volevo che disse al professore che ero stata picchiata.
Lei mi guardò e mi sorrise,poi mi sussurrò un –ok-.
 
H: “Oh,guardate un po’ le sorelline down.”
K: “Patetiche”
C: “State zitte,piuttosto guardate voi stesse,siete più patetiche dicendo queste cazzate”
Prof: “Cher,non dica parolacce durante la mia ora”
C: “Scusi prof”
 
Andammo al nostro posto.
Io e Cher ci mandammo messaggi per tutto il tempo.
 
-Lo sa qualcuno?-
-Mio fratello Jeremy,ha 18 anni-
-Tua madre?-
-No-
-E dei tagli?-
-Sempre Jeremy,e di te chi lo sa-
-Solo tu-
-E la tua migliore amica?-
-Non c’è più dall’anno scorso-
-Intendi dire che è morta?-
-Si -
-Oh..mi dispiace-
-Sono cose che capitano,siamo tutti numeri-
-Si..è vero-
-Stavi per andartene anche tu-
-Io volevo sparire per sempre,sai ci penso ancora-
-A suicidarti?-
-Si,ogni giorno..-
-Ti prego resta forte,attraverseremo questa merda insieme,non sarai mai sola-
 
Guardai Cher e mi scese una lacrima,accompagnata da un sorriso.
La campanella suonò poco dopo.
 
H: “Ferma”
K: “Devi soffrie”
B: “No Kat,lei deve morire”
S: “Sii ahahahahahahh,è una merda”
D: “Una merda obesa”
A: “Dovrebbe solo vergognarsi di esistere”
 
In quel momento scoprì l’agressività di Alex.
Mi prese per il collo e mi buttò sull’armadietto.
Mi strinse per il collo,mi stava strozzando.
Mentre Bryony,Skye e Destiny mi davano pugni alla pancia e allo stomaco.
Hayley e Kat,tenevano ferma Cher,costringendola a guardare.
 
H: “Guardala soffrire troia”
K: “Siete delle appestate!”
 
Cher piangeva,piangeva a fiumi.
Non riusciva a ribellarsi.
Dopo una decina di minuti se ne andarono contente e ridendo a squarciagola.
 
C: “Oh cazzo,se le becco le faccio gli occhi neri,e le spezzo le gambe le br…”
E: “N-No…è colpa mia,ti ho trascinata dentro”
C: “Che minchia dici,non mi hai trascinata dentro nulla,io mi so difendere e difenderò anche te,tu sei debole e io ti renderò forte,ti aiuterò,non ti abbandonerò mai,lo prometto su tutto quello che ho di più caro-
 
Cher disse quelle parole stringendomi forte le mani.
Io iniziai a piangere,lei mi abbracciò e mi asciugò le lacrime,poi mi aiutò ad andare a casa.
Quel giorno fuori diluviava.
Quella sera Cher mi aveva chiesto di andare a dormire da lei,dato che il giorno dopo era Domenica.
 
E: “Mamma posso chiederti una cosa?”
M: “Dimmi principessa”
E: “Emm…non chiamarmi così ahahah,comunque posso andare a dormire da Cher”?
M: “Chi è Cher?”
E: “Emm…è una mia amica a cui sono molto legata”
M: “Certo,state attente però.”
J: “E non chiamate i ragazzi”
Disse Jeremy facendomi l’occhiolino.
Io gli feci la linguaccia.
Ero contenta di andare a dormire da lei,sarebbe stato magnifico.
Preparai la borsa e poco dopo la mamma di Cher mi venì a prendere in macchina.
 
E: “Ciao mamma,ciao Jeremy”
M: “Ciao Emily stai attenta”
J: “Ciao gigia”
 
Entrai in macchina.
E sorrisi alla mamma di Cher.
 
E: “Salve signora,io mi chiamo…”
“Emily giusto?”
E: “Si.”
“Io sono Anne”
E: “Piacere signora Anne”
Anne: “Chiamami solo Anne”
E: “Va bene”
 
Partimmo e in poco tempo eravamo già arrivate.
Entrai in camera di Cher,era davvero bellissima,era una camera con le pareti dipinte come lo spazio.
 
C: “Oh ciao Emily”
E: “Questa camera è bellissma,ciao Cher”
C: “Graziee”
 
Passammo delle ore a scherzare,a ridere e parlare,poi andammo a letto.
Prima di addormentarmi pensai:
“Sono state le ore più belle della mia vita,ora ho un’amica”
 
Mi addormentai,la mattina dopo andando a casa mia accompagnata da Cher,mi arrivò una chiamata da Jeremy:
 
J: “Stai andando a casa?”
E: “Intanto buongiorno,e comunque si”
J: “Non andare,prendi un taxi e vieni all’ospedale”
E: “Che è successo?”
J: “Vieni,mamma ha fatto un’incidente”
 
Presi un taxi,e andai all’ospedale.
C’era anche Cher con me,non voleva abbandonarmi.
Corsi verso la stanza d’ospedale che mi aveva indicato l’infermiera.
Stavo per aprire la porta.
Mi ritrovai Jeremy dietro.
 
J: “Ha sbattuto contro un camion,il guidatore era ubriaco”
E: “E-E’ grave?”
J: “S-Sì”
 
Entrai in quella stanza.
Mia madre era collegata a mille macchine,aveva mille fili attaccati e un tubo collegato al naso.
Capì che era stato un incidente molto grave.
 
C: “Sai..è lo stesso modo in cui è morta la mia migliore amica Dallas,assieme a sua madre”
Mi disse Cher con un filo di voce.
La guardai e la presi per mano,eravamo lì ferme,con le lacrime agli occhi,a guardare quell’orribile scena.
Pregavo solo che tutto andasse bene.
 
 
Continua..

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Un cuore che smette di battere,delle braccia che sanguinano e degli occhi che piangono. ***


Quella sera avevo dormito a casa,ma la mattina dopo andai in ospedale.
Non me ne fregava niente della scuola mia madre veniva prima di tutto.
Entrai nella stanza d’ospedale.
Cher era andata a scuola sarebbe venuta nel pomeriggio.
Nella stanza seduto c’era Jeremy.
 
J: “Buongiorno principessa”
 
Si alzò e mi accarezzò i capelli.
 
E: “Buongiorno”
J: “Dormito bene?”
E: “No,ho pianto tutta la notte,io non riesco a sopportare tutto questo. E’ troppo”
 
Mio fratello mi guardò,aveva le lacrime.
Mi portò in una stanzina,si schiarì la voce e mi parlò.
 
J: “Senti Emily..Mamma era una fumatrice,lo sai,e il dottore ha detto che…”
Non finì la frase,scoppiò a piangere.
Io lo abbracciai e scoppiai a piangere anch’io.
 
E: “C-Che cos’ha detto?”
J: “Non durerà più di una settimana,aveva questo tumore da mesi.”
 
Al sentire quelle parole mi venne un tonfo allo stomaco e un nodo alla gola.
Strinsi le braccia di Jeremy e poi lui mi abbracciò tentando di non piangere.
Io scoppiai in lacrime e con un filo di voce dissi:
 
E: “Lasciami sola un attimo”
J: “Okay”
 
Jeremy se ne andò,lasciandomi sola in quella stanzina.
Mi sedetti su una piccola sedia,e pensai,lei sarebbe morta in neanche una settimana,io e Jeremy ci saremo ritrovati soli.
Lui era già maggiorenne,ma non credevo che avrebbe saputo pensare a tutti e due,come una madre,o un padre.
“Ho perso papà,e ora perderò anche lei”
Jeremy mi sentì e venne ad abbracciarmi,mi asciugò le lacrime e andammo a sederci nella stanza dove c’era mamma.
Le lacrime non smettevano di scendere,avevo il viso rigato di lacrime e il cuore a pezzi.
Era arrivato tutto così all’improvviso,quanto può reggere una sedicenne per di più autolesionista,anoressica e vittima dei bulli?
Presi un cuscino e lo strinsi a me e rimasi lì a guardare la mamma,sperando nel suo risveglio.
 
-QUEL POMERIGGIO-
 
Nella stanza entrò Cher,silenziosa a testa bassa.
Io andai ad abbracciarla.
 
E: “Ciao Cher,cosa c’è?”
C: “A scuola,mi hanno picchiata”
E: “Ma…non hai reagito?”
C: “Mi tenevano  immobile”
 
La guardai con gli occhi ormai pieni di lacrime e la abbracciai di nuovo.
Poi lei andò a sedersi.
 
C: “Quanto durerà?”
E: “Non più di una settimana..”
C: “Ce l’aveva da molto?”
E: “A quanto pare si”
 
Cher abbassò la testa e gli scese una lacrima.
 
C: “Emily mi dispiace così tanto”
Non sapevo che dire,mi dispiaceva anche a me.
Ero distrutta,non potevo più sopportare niente.
Volevo andare a tagliarmi,sarei stata meglio,ma Jeremy non me lo permetteva.
 
-LA SETTIMANA DOPO-
 
Passarono i giorni e le ore.
Era lunedì,fuori pioveva e faceva freddo.
Mamma non si svegliava,sembrava quasi…beh morta.
Ero rimasta sola in quella stanza,Jeremy era uscito e Cher stava venendo.
Io ero da sola,così mi misi vicino a mamma e le parlai.
SOTTOFONDO: Evanescence-My Immortal.
“Mamma,ti prego se mi senti fai qualcosa,ti prego lotta,combatti contro questo schifo di tumore,non lasciarmi,ho bisogno di te,perdona tutte le cose brutte che ho combinato,ti prego mamma svegliati e lotta,ti prego,resta.”
 
Le vidi muovere piano piano le palpebre,e poi,aprì gli occhi.
Io scoppiai a piangere di gioia.
Ma non facevo rumore,volevo sentire se doveva dirmi qualcosa.
Ad un certo punto con un filo di voce debole parlò:
 “E-Emily,oh tesoro perché hai la faccia rigata di lacrime. N-Non ce la faccio più questo mi sta m-mangiando poco a poco e-e t-tu d-devi ascoltare a J-Jeremy,ricordatevi che io vi ho sempre amati come ha fatto vostro padre”
Iniziò a piangere anche lei,poi mi guardò dritta negli occhi con i suoi splendidi occhi azzurri.
“Salutami tuo fratello,la tua amica C-Cher,e ricordati che..”
E: “No,mamma no,non andartene,respira,ti prego non far spegnere il tuo cuore,mamma resta con me non abbandonarmi”
Le presi la mano e gliela misi sul mio cuore,volevo che lei rimanesse,non volevo che se ne andasse via per sempre.
Stavo piangendo,come non avevo mai fatto in vita mia.
“Emily,il tuo cuore b-batte forte bambina mia,ti prego,fai della tua vita qualcosa di prezioso e sii sempre meravigliosa come sei sempre stata assieme a tuo fratello,io vi veglierò dall’alto,vi voglio tanto bene,a-add…”
In quel momento si sentì il suono peggiore che si possa mai sentire.
Il “BIIIIP” continuo.
E mia madre chiuse gli occhi,bagnati di lacrime.
Il suo cuore smise di battere e la sua vita finì,così in un letto d’ospedale.
Le davo ripetuti colpi leggeri dicendo il suo nome,ma non si risvegliava.
Poi urlai forte:
“NOOO MAMMAAAA”
E mi misi a piangere,a dare pugni al letto.
Arrivarono i medici,che mi allontanarono da lei:
E: “No,no lei è viva,mamma mamma,mamma diglielo,mamm…”
Scoppiai in lacrime,in preda al panico alla tristezza e alla rabbia.
Arrivarono anche Jeremy e Cher.
Jeremy si mise le mani tra i capelli e Cher cadde a terra in lacrime.
I medici buttarono tutti fuori dalla stanza.
Io andai in bagno e iniziai ad urlare,tirai un pugno allo specchio,che si frantumò in mille pezzi.
Ne presi uno.
Lo guardai.
Mi passò per la testa tutto quello che era successo da quando ero arrivata,e in più i momenti passati con mamma e papà.
“Vaffanculo a questa merda,perché tutto a me,PERCHEE?”
Alzai la manica della felpa,una lacrima scivolò su quei tagli,poggiai il pezzo di vetro e tagliai.
Misi così tanta forza in quel taglio.
Così tanta forza da farlo profondo.
E poi continuai,facendone 10,cinque su un braccio e cinque sull’altro.
Si formò una pozza di sangue.
Sentendo le mie urla arrivò un medico in fretta,che mi disinfettò la ferita e mi  mise i punti.
E: “Mi lasci,mi lasci”
Scoppiai in lacrime e caddi a terra.
Cher e Jeremy mi guardavano con gli occhi in lacrime.
Avevano capito che mi ero tagliata.
In quel modo,ci aveva lasciato anche mamma,con delle parole prima di morire,con gli occhi in lacrime,con un cuore che prima batteva.
Ora non più.
Continua..

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Tempo di lacrime,tempo di girare pagina. ***


Il giorno dopo ci fu il funerale.
Mi svegliai la mattina presto,con gli occhi gonfi di lacrime.
Andai a farmi la doccia.
Uscì e mi asciugai.
Mi vestì con dei leggings neri,una maglietta grigia,la giacca di pelle,sempre nera e un paio di Supra bianche.
Mettendomi la maglietta guardai quei tagli,con quei punti messi all’ospedale,perché erano troppo profondi per guarire da soli.
Mi truccai,per coprire quegli occhi gonfi.
Jeremy bussò alla porta.
 
J: “Emily,sei pronta?”
Io uscì dalla camera.
Lui mi guardò e mi abbracciò.
J: “S-Sei bellissima sorellina”
E: “Grazie,anche tu”
J: “Andiamo?”
E: “Si,ci porti tu?”
J: “No la mamma di Cher voleva venire,così ci ha voluti accompagnare lei.”
E: “Oh,ci sarà anche Cher?”

J: “Si..”
E: “Va bene allora andiamo..dai”
Jeremy mi fermò e mi disse:
J: “Hei,ti prego stai forte,cerca di resistere,tutto questo finirà,prima o poi”
E: “Che cosa ne sai tu di cosa si prova?”
Jeremy,si tocco un braccio,e poi mi disse:
“Scusa..io non volevo…”
E: “Non fa niente,su andiamo”
 
Mi prese la mano e andammo fuori,dove c’era Anne,la mamma di Cher.
E,J: “Salve signora”
Anne: “Salve ragazzi”
C: “C-Ciao”
Ci fu silenzio per tutto il tempo,nessuno parlò.
Quando arrivammo alla chiesa,scesi dalla macchina e tirai un respiro profondo.
J: “Pronta?”
E: “No,tu?”
J: “No,siamo messi bene”
E: “Eh si..”
J: “Dammi la mano,insieme potremo farcela”

Mi prese la mano,e io gliela strinsi.
Respirai profondamente ancora e deglutì:
E: “A-Andiamo”
 
Entrammo in chiesa.
La bara era lì,lucida,davanti all’altare.
Era chiusa.
Nella mia mente pensavo:
“Magari ora inizia a gridare aiuto,perché lei è viva”
La messa iniziò,e io piansi per tutto il tempo.
Jeremy anche,ma cercava di nasconderlo,lo faceva per me.
Una volta finita la messa uscimmo dalla chiesa,lui mi abbracciò,e mi strinse forte a sè.
Poi mi abbracciarono anche Cher e sua madre.
Assieme ad altri parenti.
Poi andammo al cimitero,Jeremy chiese al prete e a tutta la gente di lasciarci soli un attimo.
Cher mi diede una pacca sulla spalla,e mi sorrise,ma aveva le lacrime.
La guardai allontanarsi.
Sottofondo: Little Mix-Turn your face.
Poi girai la testa e la abbassai verso la bara.
La toccai.
Toccai il nome di mia madre scolpito sulla targhetta dorata.
E scoppiai a piangere.
Sapevo che non era un brutto sogno,ma la realtà.
Purtroppo.
Caddi a terra in ginocchio,e misi la testa sulla bara,volevo abbracciarla,ma volevo abbracciare a mamma.
Poi iniziai a graffiare e a urlare:
“Dio ridammela,non puoi portartela via così,e non proprio ora,RIDAMMELA!”
 
Jeremy venne ad allontanarmi da dietro:
J: “Basta Emily”
E: “Lasciami staree,la rivoglio”
E poi accarezzando la bara dissi:
“Io la rivoglio,la rivoglio veramente”
E poi con un filo di voce tentando di soffocare le lacrime dissi:
“Mamma,mamma,dimmi che ci sei,dimmi che mi senti,mamma,ritorna,mamma…”
Scoppiai a piangere.
Mi inchinai a terra di nuovo e baciai la bara,bagnata di lacrime,e da gocce di pioggia.
Prete: “Ragazzi,scusatemi,ma ora dovete andare…dobbiamo seppellirla”
J: “Addio,A-Addio mamma,ti voglio bene,sarai sempre nei nostri cuori”
Stava cercando di soffocare le lacrime.
E: Addio,mamma. http://25.media.tumblr.com/99eb2e723f3a8b7b5ca085210e1005a2/tumblr_mhyeao9buy1rfed38o1_500.gif
 
Jeremy mi allontanò da quella bara,mentre mi allontanavo guardavo come la seppellivano.
Mi girai in preda al dolore,alle lacrime.
Jeremy mi abbracciò forte e salimmo nella macchina di Anne.
Anne: “Vi porto a casa?”
E,J: “Si grazie”
Anne: “Ma ragazzi riuscirete a badare a voi stessi,voglio dire siete giovanissimi”
J: “Non si preoccupi ci penso io signora..”
Anne: “Se avete bisogno Emily ha il numero di Cher,potete chiamare a qualsiasi ora.”
Cher annuì.
J,E: “Grazie mille”
Arrivammo a casa.
Io corsi subito in camera mia.
J: “Emily ferma un attimo”
E: “Cosa c’è?
J: “Stai andando a tagliarti,di nuovo?”
Io annuì e poi abbassai la testa.
Jeremy mi raggiunse,e mi fece sedere su uno scalino.
J: “Ora basta”
E: “Cosa!?”
J: “Basta fare questo,basta autodistruggerti,basta,basta tutto.”
E: “T-Tu cosa ne sai di cosa di prova? Tu cosa ne sai cosa si prova a essere sempre picchiati ogni giorno? Che ne sai tu? Assolutamente niente”
J: “So come si sente ad autolesionarsi…”
E: “C-Che cosa?!!”
Jeremy sollevò un po’ la manica,il suo polso era pieno di innumerevoli righette rosse.
E: “Ti sei spinto oltre?”
J: “No,e sto smettendo,ora tu devi smettere insieme a me”
Io mi asciugai quelle lacrime che mi erano scese,e gli dissi,con un filo di voce.
E: “Se mi aiuti,v-va bene”
Lui annuì,abbassò la manica e mi diede una pacca sulla spalla leggera.
E: “Ora posso andare a dormire?”
J: “Sì,penso che dormirò un po’ anch’io”
E: “Allora buonanotte”
J: “Buonanotte Emily”
Mi addormentai e mi risvegliai la sera.
Jeremy era di sotto che cenava.
Io scesi.
J: “Ehi ben svegliata,vuoi un po’ di patatine fritte?”
Avevo così fame,era molto che non toccavo cibo.
E: “S-Si”
J: “Ecco tieni,spero siano buone,a me piacciono”
E: “Umh…si sono buone”
J: “Grazie”
 
Mangiai poche patatine,poi mi alzai,sazia.
J: “Non hai mangiato niente”
E: “Sono apposto”
J: “Okay”
Poi salii su in bagno,e buttai fuori tutto quello che avevo mangiato,non volevo digerirlo,non volevo mettere su peso.
Ero pelle e ossa,ma mi vedevo una cicciona.
Poi me ne tornai in camera.
Mi arrivò un messaggio da Lindsay:
-Ho saputo la notizia,condoglianze,ciao-
-Grazie…Ma così ti sei decisa di non parlarmi più,che è successo alla tua promessa?-
-Lasciami stare,e vattene a fanculo tu e la tua depressione,se ti succede questo è solo colpa tua-
-Grazie..Ciao-
-Addio-
 
Presi il quadro che avevo di noi due.
E lo buttai a terra,rompendolo,poi presi la foto e la bruciai.
Ci andarono anche delle lacrime di mezzo.
Poi messaggiai per un po’ con Cher e ad un certo punto le dissi:
-Ho deciso di smettere di autolesionarmi-
-Assieme a tuo fratello?-
-E tu come lo sai?-
-Me l’ha detto lui Emily..-
-Ah…emmh…comunque si.-
-Posso unirmi a voi,non voglio più soffire così..-
-Ma certo-
-Grazie..Grazie davvero-
-Di nulla,grazie a te,sei arrivata all’improvviso,e mi stai salvando,piano piano. Anche se non te ne accorgi-
-E ti salverò,promesso.-
-Buonanotte Cher,ti voglio bene-
-Notte Emily,anch’io-
 
Amavo parlare con Cher,mi metteva di buon’umore.
Ma non smettevo di pensare a quello che mi disse Lindsay.
Era davvero diventata così stronza?
In ogni modo..Ora c’era Cher,e Lindsay che si fotta.
Però,mia madre,beh,si sentiva la sua mancanza,si sentivano le mie lacrime,il dolore,il vuoto,i tagli.
La fame.
Le ossa.
Continua..

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** La nuova me ***


Il giorno dopo mi svegliai,presto.
Dovevo andare a scuola.
Mi feci la doccia,mi asciugai e poi mi vestì.
Pettinandomi i capelli mi tornò in mente quando ero piccola e mia madre  mi pettinava i capelli e mi faceva le treccine.
Mi scese una lacrima.
Jeremy mi accompagnò a scuola perché ero mancata per più giorni.
Mi accompagnò in macchina.
C’erano Hayley,Kat e tutto il gruppo che mi guardavano male.
J: “Sono loro?”
E: “Si”
J: “Vado a parlare con loro”
E: “Noo,no davvero lascia stare”
J: “Sicura?”
E: “S-Si”
Entrammo dalla preside,che mi accolse con un abbraccio.
Preside: “So della perdita di vostra madre,e mi dispiace moltissimo.”
J: “Sono cose che…capitano”
Preside: “Purtroppo si,su ora Emily puoi andare”
J: “E’ tutto apposto?”
Preside: “Si si,vada pure”
J: “Grazie ma..le vostre regole riguardo al bullismo a scuola come sono?”
La preside consegnò a Jeremy un foglio con tutte le regole e i provvedimenti da prendere in caso di bullismo.
Io stavo guardando attraverso la serratura.
“Come hai potuto fare questo Jeremy”
Pensai.
Ad un certo punto,qualcuno mi coprì gli occhi,mi prese da dietro e mi portò in bagno.
Mi tolsero quella benda.
Erano Hayley con il suo gruppo.
H: “Bene bene,ecco qui l’orfanella”
K: “Oh poverina,ora tutta sola e indifesa senza mamma,senza papà,è sola”
Io stavo trattenendo le lacrime.
Come osavano,metterci di mezzo la mia famiglia?.
Quel giorno portavo delle calze nere,non trasparenti.
B: “Oddio guardate quelle gambe,sono proprio due chiodi,hahahaha cosa sei ora anche anoressica?”
A: “Se proprio vuoi scoprirle fai così”
Alex tirò fuori dalla tasca della felpa un coltellino,e iniziò a tagliarmi le calze,ma mi beccò anche le gambe,lasciandomi dei tagli e scoprendomi quelli che avevo già.
A: “Oddio e quelli cosa sono?”
B: “Tagli”
D: “HHAHAHAHAHAHAHAHAH è anche EMO”
H: “Scopritele le braccia”
E: “NO! Lasciatemi!!”
H: “Ho detto scopritele le braccia”
Ripeté Hayley a voce alta.
Kat annuì.
Skye si avvicinò a me,toccandomi e stingendomi le braccia.
Io tentai di urlare,ma Bryony mi tappò la bocca.
Tirò su quelle maniche e sotto,tutte quante videro quei tagli.
Quei punti.
Si misero a ridere.
Non smettevano di ridere.
Hayley,Alex e Kat mi presero a pugni,e poi se ne andarono tutte ridendo.
Mi coprì e uscì dal bagno.
Avevo le calze tagliate,e si intravedevano i tagli.
Andai in classe senza dare troppo nell’occhio.
Andai a sedermi vicino a Cher.
C: “Che è successo alle tue gambe?”
E: “Alex mi ha tagliato le calze,hanno scoperto tutto..”
C: “Anche quelli sulle braccia?”
Io,con le lacrime agli occhi annuì.
Cher mi abbracciò e mi asciugò le lacrime.
Mi diede un paio di leggings che aveva nella borsa.
C: “Vai a metterteli,non voglio che tutti scoprano il tuo,anzi il nostro segreto”
E: “Grazie mille”
Mi fece l’occhiolino,e  io andai in bagno a cambiarmi velocemente.
Tornai in classe,prima che entrasse il professore.
Durante la lezione mi arrivò un messaggio da Jeremy.
“Tutto bene fin ora?”
“Si”
“Sicura?”
“Cazzo si!”
“Ti manderò un messaggio ogni ora,per vedere come stai”
“Cosa ora mi controlli?”
“No è per il tuo bene,se ti succede qualcosa e non rispondi verrò a scuola”

“Grazie,ciao”
La campanella suonò dopo 5 lunghissime ora che sembravano non finire più.
Uscì da scuola,stavo chiamando Jeremy per venirmi a prendere.
Qualcuno mi prese da dietro,e mi fece cadere con la faccia a terra.
Io mi rialzai.
E mi trovai circondata dallo stesso gruppetto di bulli.
Tentai di scappare,di fuggire,ma riuscirono a prendermi.
Il telefono mi cadde a terra,proprio quando Jeremy rispose.
“Aiuto”
Urlai,sperando di essere stata sentita.
A: “Non urlare stronza”
B: “Potrebbe sentirti qualcuno”
E: “Per questo urlo,spero che vi becchi qualcuno,lasciatemi stare cazzo”
Stavo cercando di liberarmi dalle grinfie di quelle streghe.
H: “Sentite come fa la prepotente”
K: “Massacratela”
D,S: “Con piacere”

Iniziarono a massacrarmi di botte,ero a terra,non respiravo quasi da tutte le botte che mi stavano dando.
Prima di perdere i sensi arrivò Jeremy,subito dopo uscì anche Cher dalla scuola.
Jeremy corse verso di me.
Le allontanò tutte,mi prese in braccio  e mi affidò a Cher,che mi prese e mi aiutò a salire in macchina.
Vidi Jeremy stenderle tutte con un pugno in pieno viso.
E lo sentì dire:
“Prendersela con quelli più deboli è da sfigati,e chiamate lei sfigata,guardatevi a voi stesse,sarete voi le troie per il modo in cui vi vestite,sarete voi le pazze,le cretine eccetera. Sparite dalla mia vista prima che vi massacri come avete fatto con lei ora. Via”
Il gruppetto scappò a gambe levate.
“E non fatevi più vedere”
Jeremy salì in macchina e andammo a casa.
Una volta arrivati mi disinfettò le ferite,e Cher mi stava tranquillizzando.
J: “Non succederà più”
C: “Sì,calmati ora ti prego”
E: “Grazie,ora credo che andrò in camera”
Salì in camera.
C: “Devo andare da lei”
Jeremy la fermò.
J: “Si sta sfogando,non si taglierà”
Iniziai ad urlare,a buttare le cose in aria,a mettere tutto sottosopra.
Graffiai i muri,le foto,diedi un pugno alla porta.
Poi caddi a terra e scoppiai a piangere.
E: “Non voglio più stare così,non voglio più sentirmi così,voglio cambiare,cazzo aiutatemi,voglio cambiare,ma è difficile”
Mi alzai,andai in bagno.
Mi guardai allo specchio,il trucco era tutto sbavato,i capelli scompigliati,il corpo era pelle e ossa.
E: “Ora basta,sono stanca di questa merda”
Presi in mano,la candeggina.
Ma la posai subito.
Non volevo farla finita,mia madre mi aveva detto di fare della mia vita qualcosa di prezioso.
Non volevo più essere una barbie,come tutti mi chiamavano.
Presi la tinta,mi feci i capelli neri.
Mi lavai e una volta asciutta mi vestì per uscire.
Scesi di sotto.
Jeremy e Cher mi guardarono con gli occhi sgranati.
J: “I tuoi capelli.”
C: “Cos’hai fatto?”
E: “Sono cambiata,ora se non vi dispiace vado a dare una lezione a qualcuno”
Jeremy e Cher mi sorrisero.
Camminai verso il punto dove quel gruppetto si ritrovava ogni pomeriggio.
H: “Oddio ma sei quella sfigata di Emily? Guardatele i capelli ragazze la barbie è sparita ahahahahahah!”
E: “Si sono Emily,ma non sono una sfigata,sono una guerriera,e ora vi farò vedere come ci si sente a stare sotto i vostri piedi”
Si misero tutto a ridere.
Strinsi i pugni e iniziai a picchiarle una per una.
Dopo una decina di minuti erano tutte al tappeto.
E: “Ora mi dovete lasciare in pace,avete capito,avvicinatevi e vi farò del male seriamente”
Mi guardarono tutte negli occhi,e scapparono.
Poi tornai a casa.
Cher era andata via.
J: “Che hai combinato?”
E: “Ho fatto capire a quelle lì cosa significava essere sotto i loro piedi,pestate,insultate”
Jeremy mi abbracciò.
E poi mi fece sedere e mi guardò negli occhi.
J: “Cosa vuoi fare ora?”
E: “Voglio tornare a essere forte,a smettere di tagliarmi,non voglio più andare a scuola”
J: “Sicura Emily?”
E: “Sì,sono sicura della mia scelta,non voglio più andarci,mi sono rotta”
J: “E che farai?”
E: “Andrò a lavorare,ma non qui”
J: “Hai intenzione di andartene?”
E: “Si”
J: “Dove?”
E: “Londra”
Jeremy abbassò la testa.
Io gli diedi un bacio sulla fronte e salì di sopra.
Mi cambiai e mi misi a letto.
Mandai un messaggio a Cher,dove gli dicevo che non volevo più andare a scuola.
“Cosaaa!!?? No Emily no!”
“Cher..Io mi sono stancata”
“Ma sei sicura?”
“Si,voglio partire,andarmene,via”
“Dove?”
“A Londra”
“Pensaci Emily,buonanotte”
“Ci ho pensato,anche troppo a lungo,buonanotte Cher”
Chiusi gli occhi.
Cercando di dimenticare tutto.
Volevo ricominciare da zero.
Prima possibile.
Continua.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Voglia di cambiare,voglia di partire ***


Quella mattina andai a scuola accompagnata da Jeremy per ritirarmi.
Prima di entrare Jeremy disse:
J: “Sei sicura di voler fare questa scelta?”
E: “Si,sono sicurissima”
J: “Allora andiamo!”
Entrammo dalla preside.
Preside: “Che cosa vi porta qui ragazzi?”
E: “Voglio ritirarmi”
Preside: “E come mai Emily,i tuoi voti sono buoni non capisco questa tua scelta”
E: “Non la capisco neanche io,ma so solo che voglio smettere di andare a scuola,studiare eccetera”
Preside: “Va bene allora,facciamo i documenti che servono e sarai libera”
Dopo un paio di minuti eravamo fuori,e io non dovevo più andare a scuola,ero così contenta.
Ma mi dispiaceva lasciare da sola Cher.
Andai in classe a salutare.
Mi affacciai alla porta.
E: “E-E’ permesso?”
Prof: “Emily,come osa venire in ritardo alle mie l…”
E: “Prof io sono fuori”
Prof: “Si è ritirata?”
E: “Si,poco fa,sono venuta a salutare”
Cher si alzò e venne ad abbracciarmi.
“ci vedremo spessissimo vero?”
Mi sussurrò all’orecchio.
Io annuì.
Non avevo la minima intenzione di perderla.
Era l’unica amica che avevo.
Il gruppetto di bulli invece non mi degnava di uno sguardo dal giorno prima.
Me ne andai quasi con un nodo in gola.
Ero triste in un certo modo per aver lasciato lì Cher,ma non volevo più vedere niente che avesse a che fare con la scuola.
Andai da Jeremy,salimmo in macchina.
J: “Adesso andiamo a casa”
E: “No,voglio andare a vedere nell’agenzia viaggi,quanto costano i biglietti per Londra”
J: “Emily,non puoi andartene ora”
E: “Si che posso,forse non oggi o non subito,ma posso e lo farò”
Gli scese una lacrima.
E: “Ehi,perché piangi”
J: “E’ che non voglio rimanere solo…non voglio che tu te ne vada e non voglio che mi abbandoni”
E: “Oh fratellone ma…io non ti abbandonerò,tornerò,mi farò viva,te lo giuro”
J: “Ma non è la stessa cosa…Ma va bene,è la tua scelta,fai come vuoi”
E: “Sicuro?”
Jeremy annuì sorridendomi,poi si fermò davanti all’agenzia e mi diede un bacio sulla guancia.
J: “Su andiamo”
Entrai nell’agenzia.
X: Salve io sono Trish come posso aiutarvi?
E: “Volevo prendere dei biglietti per Londra”
La commessa mi fece sedere,e fece sedere anche Jeremy.
Ci fu silenzio,interrotto solo dal suono dei tasti sulla tastiera che venivano premuti.
T: “Bene per due persone?”
E: “No..Solo una”
T: “E chi è il signore?”
E: “No,sono io a voler partire”
T: “Oh,mi scusi è che lei è così giovane..ma va bene  non sono affari miei,quando vuole partire?”
J: “Il più tardi possibile”
Diedi un leggero colpo a Jeremy.
E: “Penso fra un paio di giorni,oppure fra un paio di settimane”
T: “Allora c’è un volo low cost per la prossima settimana”
E: “Quanto viene?”
T: “50$ per una persona,senza scalo,volo diretto,andata e ritorno?”
E: “No solo andata”
Jeremy uscì,era sul punto di scoppiare a piangere.
“Aspetta Jeremy…”
T: “Non è molto contento che tu parti vero?”
E: “Non vuole proprio..”
T: “E i vostri genitori?”

Mi scese una lacrima.
T: “Ah..capisco”
E: “Su..le pago questo biglietto,senza romperle le scatole mi scusi..”
T: “No,nessun disturbo si figuri”
Consegnai i soldi alla commessa,e lei mi consegnò il biglietto.
T: “Arrivederci e buon viaggio”
E: “Grazie,buona giornata”
Uscì fuori,dove c’era Jeremy che mi aspettava.
Era seduto su un muretto,piangendo.
Mi sedetti vicino a lui,e lo abbracciai.
E: “Avevi detto che andava bene”
J: “Non voglio Emily,non voglio che parti,mi mancheresti troppo”
E: “Pensi che tu non mi mancherai?”
J: “Sopporterò la distanza,ma tu promettimi che ti farai viva ogni giorno”
E: “Certo!”
Detto quello mi abbracciò anche lui,e salimmo in macchina.
Quella sera non faceva molto freddo,indossai una canottiera prima di andare a letto.
Uscì sul terrazzino,chiusi chi occhi e non pensai a niente,solo al fatto che presto sarò libera.
Tirai un respiro,un respiro profondo,che mi fece stare bene.
Passò una ragazzina dicendo:
“mamma ti prego mi apri la caramella”
“Certo piccola mia” Rispose la mamma.
Mi scese una lacrima,pensai a mia madre.
“No Emily,basta,sii felice per una volta cazzo”
Mi ripetevo questo nella mia testa.
Ad un certo punto venne Jeremy che mi abbracciò da dietro e si mise vicino a me.
J: “Ehi piccione viaggiatore,perché stai piangendo?”
E: “No..mi è entrato qualcosa nell’occhio,un ricordo”
Jeremy mi abbracciò.
Mi sentivo al sicuro tra le sue braccia.
Era un abbraccio forte,caldo,protettivo e pieno di sicurezza.
Andando a letto vidi che i miei tagli,solo quelli più superficiali,si stavano cicatrizzando e ne fui molto felice.
Era ora di cambiare.
Tutto.
Per sempre.
Continua..

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** In volo per una nuova vita ***


Il giorno dopo dissi a Cher di raggiungermi al parco,dovevo dirle che partivo.
Lei arrivò,tutta contenta.
Mi saltò addosso abbracciandomi.
C: “AAH mi sei mancata tanto”
E: “Si si anche tu Cher,ora ti devo dire una cosa..”
C: “Ehi,hai un’aria seria,stai bene?”
E: “Si,io sto bene,più o meno.”
C: “Beh dimmi allora su,ti ascolto”
E: “Parto”
C: “Che bello Emily!! E dove vai?”
E: “Vado a  Londra”
C: “Wow,ho sempre sognato di andare a Londr…”
E: “E ci resto per sempre”
Cher si tenne al bordo della panchina per non svenire.
Poi con gli occhi lucidi mi disse.
C: “Stai scherzando vero? Dimmi che è uno scherzo di cattivo gusto Emily”
Io scossi la testa e la abbassai.
Alzai la testa per guardare Cher,che non poteva crederci,era scioccata.
E scoppiai a piangere.
Lei mi guardò e piano piano mi abbracciò ancora incredula.
E: “Tornerò qualche volta”
C: “Si,ma tra molto tempo”
E: “Si…ma pensa che noi ci rivedremo presto,mi farò sentire,poi c’è facebook e..”
C: “Lo capisci che non è la stessa cosa Emily,cazzo non posso abbracciarti tramite facebook”
E: “Lo so..sarà tutto più difficile”
C: “Mi devi fare una promessa,io te la sto facendo ora”
E: “Si,certo,dimmi”
C: “Scrivimi,cercami,fatti sentire,stai forte,sii felice,divertiti,non far caso agli altri tu sei perfetta così,il mio cellulare sarà acceso 24h su 24,insomma,promettimi che niente tra noi cambierà”

Io le strinsi le mani e la guardai negli occhi.
E: “Lo prometto”
C: “Lo prometto anch’io”
Restammo ancora un po’ insieme.
Tutta la settimana l’avevamo passata insieme,eravamo andate dappertutto.
Era stata la settimana più bella della mia vita.
Ma passò subito e arrivò il giorno della partenza.
-IL GIORNO DELLA PARTENZA-
Sottofondo: Cristina Perri -A thousand Years
Quella mattina mi alzai,mi feci la doccia e una volta asciutta mi vestì.
Mi legai i capelli in uno chignon scompigliato,presi le due valigie e andai in macchia dove c’era Jeremy ad aspettarmi.
J: “Tutto pronto?”
E: “Si”
J: “Allora si va”
“Fermiiiiiiiii”
Sentì urlare forte da dietro.
Dissi a Jeremy di fermarsi,scesi dalla macchina e vidi Cher corrermi in contro.
Mi abbracciò forte,mi diede un bacio sulla guancia ed entrambi in preda alle lacrime ci salutammo con un forte abbraccio.
Poi partì assieme a Jeremy verso l’aeroporto.
Dopo due ore di macchina,di pensieri e di silenzio,arrivammo all’aeroporto.
Scesi dalla macchina,presi le valigie e mi diressi dentro con Jeremy.
Era un po’ presto,quindi una volta fatto il check-in ci sedemmo ad aspettare.
Jeremy mi prese la mano.
Stava piangendo.
J: “Ancora un po’ e ci diremmo addio”
E: “Non è mica un addio questo,sono un grande arrivederci”
J: “Si ma un arrivederci per moltissimo tempo”
E: “Lo so..”
J: “Ti prego fai attenzione”
E: “Si..Ho già trovato la casa,lo sai,e anche un lavoro part-time”

J: “Sì è vero ma è difficile..”
Lo abbracciai e rimanemmo abbracciati per un po’.
Poi scoppiai in lacrime.
Jeremy mi strinse a sé.
Io lo abbracciai forte.
E piansi.
Piangevo perché non volevo perderlo neanch’io,ma ormai era troppo tardi per tornare indietro.
Lui mi alzò la testa e mi asciugò le lacrime,mi sorrise,con gli occhi bagnati e lucidi e mi diede un bacio sulla guancia.
“Attenzione,tutti i passeggeri con imbarco per Londra si dirigano all’uscita numero cinque”
Dovevo andare.
Jeremy mi accompagnò,poi,ci riabbracciammo e scoppiammo in lacrime tutti e due,non ci staccavamo l’uno dall’altra.
Poi,all’ultima chiamata per il mio volo,ancora piangendo,lo salutai.
Lui rimase lì a guardarmi andare via.
Piangeva come non l’avevo mai visto piangere.
Poi,mi voltai e lo salutai,lui mi sorrise e mi salutò e poi salì nell’aereo.
Salì,misi le valigie dove mi aveva indicato l’hostess e mi sedetti al mio posto,da sola.
Misi la mia borsa nell’altro sedile e presi il computer.
Lo accesi e andai su facebook.
Cher mi aveva scritto una cosa che mi fece piangere.
Hostess: “Tutto bene?”
E: “Si,solo un po’ di nostalgia”

L’hostess mi sorrise e mi diede una pacca sulla spalla rassicurante,poco dopo partì il volo.
Ero  in viaggio per Londra.
E li avrei ricominciato.
Ricominciato da zero.
Continua..

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Londra,dubbi e... ***


Arrivai a Londra,scesi dall’aereo e poi mi incamminai verso l’uscita dell’aeroporto.
Presi un taxi e mi diressi verso la casa che avevo trovato.
Davanti alla casa mi avrebbe aspettata l’agente immobiliare.
Un paio di minuti ed eravamo arrivati.
Pagai il tassista e scesi.
Iniziò a piovere.
“Oh buongiorno lei deve essere Emily”
E: “Eh si sono io”
“Io sono Stacey”
E: “Piacere”
S: “Piacere mio,su entriamo che sta piovendo”
Entrai nella casa,ed era uno spettacolo,era arredata in un modo stupendo ed era molto accogliente.
S: “Allora che ne pensi Emily?”
E: “Oh è bellissima”

S: “Tutto questo per solo 100£ al mese”
E: “Penso che sia perfetto”
S: “Bene,allora ci si vede”

E: “Okay grazie mille,arrivederci”
S: “Grazie a te e arrivederci”
Poggiai le valigie e andai al piano di sopra dove c’era la mia camera da letto,un bagno e un’altra stanza vuota.
Mi buttai sul letto,e iniziai a piangere,un po’ per la gioia,un po’ per la nostalgia.
Mi arrivò una chiamata da Jeremy.
J: “Hei bellaa come stai?!”
E: “Bene,ma ho un po’ di nostalgia”
J: “Anche tu ci manchi,intendo a me e a Cher”
E: “Aww”
J: “Com’è la casa??”
E: “Bellissima,100£ al mese”
J: “E come la paghi?”
E: “Inizio a lavorare come commessa da Harrods la prossima settimana”
J: “Oh okay”
E: “Come sta Cher?”
J: “Sai..viene ogni giorno qui,e poi andiamo al cimitero insieme,è piuttosto triste e depressa..”
E: “Dille che le mando un grosso abbraccio e che la voglio bene”
J: “Va bene sorellina”
E: “Beh Jeremy ora io devo mettere apposto le valigie,ci si sente eh,ti voglio bene,a presto”
J: “Ti voglio bene anch’io,a presto cucciola”
Chiusi il telefono e pensai a Cher,mi dispiaceva averla lasciata sola,ora era triste e depressa.
Era stata davvero la scelta giusta partire?
Avevo tanti,forse troppi dubbi che mi stavano uccidendo.
Magari non sarei dovuta partire,ricominciare da zero ma lì,non qui.
Magari dovevo restare per aiutare Cher.
Una volta messe apposto le mie cose uscì a visitare Londra.
Stavo camminando,sotto il profumo gradevole della pioggia.
Mi sedetti su una panchina,guardai in alto e tirai un respiro profondo,quasi liberatorio.
Guardai il cielo grigio,i nuvoloni che nascondevano il sole,gli uccelli che volavano.
Tutto era più strano,nuovo..
Ma all’improvviso…
Continua.

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Ian ***


Qualcuno mi venne addosso facendomi cadere dalla panchina.
‘Oh scusami non volevo,che sbadato’
E: ‘No non fa niente sto bene’
Alzai lo sguardo e vidi un ragazzo dai capelli scuri,splendidi occhi azzurri e un viso semplicemente perfetto.
Mi tese la mano per aiutarmi ad alzarmi dal freddo cemento.
E: ‘Grazie’
 ‘Figurati,anzi grazie a te di non esserti arrabbiata,il mio sakateboard oggi fa il monello’
Disse il ragazzo sorridendomi.
‘Oh ma che sbadato ancora una volta,io mi chiamo Ian’
E: ‘Piacere Ian,il mio nome è Emily’
I: ‘Emily,wow è meraviglioso,d’altronde come te’
E: ‘Emh..grazie anche il tuo nome è molto bello e tu sei beh…molto carino’
I: ‘HAHAHAHHAHAH,beh modestamente,scherzo.Senti ti va di uscire oggi? Mi lasci il tuo numero cosi ti chiamo’
E: ‘Emm..beh veramente…okay accetto’
Gli lasciai il mio numero e poi lui mi abbracciò.
Fu l’abbraccio più bello di sempre,caldo,protettivo e pieno di sicurezza.
Mi diede un bacio sulla guancia e poi ce ne andammo ognuno per la propria strada.
Arrivata a casa chiusi la porta e sorrisi,un sorriso felice,non un sorriso falso per una volta nella mia vita.
Chiamai subito Jeremy.
E: ‘Fratellone non potrai mai indovinare!!’
J: ‘Emm..ciao Emily..che cos’è succ..’
E: ‘Un ragazzo mi ha chiesto di uscire,lui è cosi carino,oh mio dio sono in ansia,oh mio dio,oh mio dio non mi sembra vero’
J: ‘Oh,buon per te sorellina’
E: ‘HAHAHAHAHAHAH sii sii’
Jeremy fece una risatina debole.
E: ‘Ehi che è successo?’
J: ‘Come..non lo sai,di cher?’
E: ‘Cher,cher la mia migliore amica?’
J: ‘Sì..’
E: ‘C-Che è successo Jeremy’
J: ‘Beh,è…è…m-morta’
E: ‘C-Che c-cosa hai detto? Jeremy non ho voglia di scherzi’
J: ‘Neanche io,ma infatti non sto scherzando sorellina..’
Mi iniziarono a tremare le gambe,mi veniva da svenire.
Caddi sul pavimento in preda al panico e con il viso rigato di lacrime.
Ripresi il cellulare che mi era caduto e iniziai a riparlare con Jeremy,con il poco filo di voce che mi rimaneva.
E: ‘C-Come è successo?’
J: ‘L’hanno trovata nella vasca,con l’acqua che le copriva il viso,sarà affogata,ma volontariamente..capisci cosa intendo no?’
E: ‘S-Si…n-non ci posso credere io…io….è colpa mia dovevo rimanere li a costo di soffrire porca troia,ma dovevo rimanere li con lei,aveva solo me’
J: ‘Non è assolutamente colpa tua Emily!’
E: ‘Stronzate! E’ colpa mia invece’
J: ‘Emily porca puttana smettila’
Riattaccai il telefono in faccia a Jeremy,presi un coltello dal cassetto della cucina,alzai le maniche e iniziai a tagliare.
Dopo un paio di minuti per terra si era creata una pozza di sangue,e le mie braccia erano ricoperte da innumerevoli righette sanguinanti.
Asciugai la pozza di sangue e andai a farmi il bagno.
Uscita dalla doccia mi asciugai.
Mi arrivò una chiamata:
E: ‘S-Sì?’
I: ‘Emily sei tu? Tutto bene dolcezza?’
E: ‘Oh I-Ian ciao,s-si tutto bene’
I: ‘Sto per venire sei pronta?’
Mi ero dimenticata dell’appuntamento.
Ora dovevo trovare una soluzione il più presto possibile.
E: ‘S-Si giusto il tempo di sistemarmi i capelli e possiamo uscire’
I: ‘Bene,a dopo’
Corsi in camera,mi infilai un paio di leggings,un maglione extra large grigio,il cappello,la sciarpa e gli stivaletti.
Quella sera faceva davvero freddo.
Mi sistemai i capelli e uscì da Ian che mi aspettava sotto casa.
Quando lo vidi rimasi senza parole.
Jeans strappati,maglietta dei nirvana, e il cappellino New Era nero di quella mattina.
I: ‘Hei dolcezza dei bellissima questa sera’
E: ‘Emh…grazie anche tu’
I: ‘Allora andiamo?’
E: ‘Okay’
Ci incamminammo.
Io ero silenziosa,triste e con un nodo alla gola.
I: ‘Vuoi qualcosa da bere,o da mangiare?’
E: ‘Una cioccolata calda,non ho fame’
I: ‘Per me una birra’
Presi la mia cioccolata calda e mi sedetti su una panchina.
I: ‘Ehi tutto bene?’
E: ‘S-Si tranquillo tutto apposto’
I: ‘Stronzate,che cosa succede?’
E: ‘Nulla,non sono cose che ti riguardano davvero’
Mi alzai di scatto per andarmene,non volevo parlarne,mi veniva da piangere e non volevo piangere davanti a Ian.
Ma lui mi afferrò per un braccio,non molto forte,facendomi male e io mi girai urlando per il dolore.
I: ‘Ehi non mi sembra di averti stretta così forte’
E: ‘Em..si’
Il ragazzo si alzò mi prese anche l’altro braccio e mi guardò negli occhi,abbassò lo sguardo e tentò di alzarmi le maniche.
Io posi resistenza ma alla fine ci riuscì,e vide tutti quei tagli,tutte quelle cicatrici.
Si inginocchiò e mi baciò quelle righette,forse troppo profonde.
Poi si alzò,mi abassò le maniche,mi abbracciò e mi accompagnò a casa,in silenzio.
Una volta arrivati rimase lontano dalla porta,io mi voltai e lo guardai,con un filo di voce dissi:
E: ‘S-Se vuoi puoi entrare’
Ian entrò.
Mi raggiunse in camera da letto,mi fece sedere sul letto.
Mi afferrò le mani e mi parlò.
I: ‘Ora mi dici tutto quello che è successo’
Iniziai a piangere e a raccontargli tutto quello che era successo,entrando nei particolari,sfogando tutta la mia tristezza,rabbia e tutto quello che mi ero tenuta dentro.
I: ‘Non hai una storia facile tu,eh?’
E: ‘N-No’
Mi asciugò le lacrime,mise un dito sotto il mio mento e mi alzò la testa.
I suoi splendidi occhi azzurri guardavano i miei.
Le sue labbra si avvicinarono alle mie.
E lì nacque un bacio,un lungo bacio.
Poi mi abbracciò e ci addormentammo insieme.
Uno nelle braccia dell’altro.
Senza parole,era il cuore a parlare.
Ma quel bacio,quel bacio fu in assoluto la cosa più bella che mi era capitata in quella sera.
Che fosse lui il mio superman?
Intanto però avevo perso lei,la mia migliore amica,il mio raggio di sole,Cher.
Continua..
 
MESSAGGIO AI LETTORI: Scusate se sono stata assente ma ho avuto vari impegni.
                                          Ora cercherò di scrivere più spesso.
                                          Baci.
                                          Ps.Grazie per le bellissime recensioni

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Nuovi vizi. ***


Mi svegliai tra le sue braccia la mattina dopo.
Cercai di staccarlo da me per andare in bagno a farmi una doccia e andare a preparare la colazione.
Lui si svegliò e mi strinse forte.
I: ‘Hei piccola,già scappi da me?’
E: ‘N-No mi stavo solo alzando’
I: ‘Va bene,su svegliamoci e affrontiamo la giornata’
Mi diede un bacio e poi ci alzammo.
Io andai in bagno a farmi la doccia.
Mentre mi levavo i vestiti iniziai a pensare a quello che era successo la sera prima:
Ian,quel ragazzo bellissimo e inaspettato,aveva scoperto quello che nascondevo,già da subito.
Mi sentivo terribilmente a disagio e in colpa.
Entrai nella doccia,con i tagli che bruciavano più che mai.
Ad un certo punto sentii bussare.
I: ‘Sei viva principessa?’
E: ‘Si,mi sto facendo la doccia’
I: ‘Bene,se vuoi al piano di sotto la colazione è pronta,ti aspetto
E: ‘V-Va bene’
Una volta uscita dalla doccia,mi asciugai,infilai un paio di leggings morbidi,una felpa e un paio di vans e scesi giù.
I: ‘Finalmente,su siediti e facciamo colazione’
Mi disse il ragazzo con un sorriso.
Ma io non volevo mangiare,non volevo mandar giù nemmeno un boccone,mi avrebbe fatta sentire male,in colpa e grassa.
Ormai l’anoressia stava diventando parte di me,ma lo nascondevo con felpone e maglioni.
Così sarei sembrata una persona ‘normale’.
E: ‘N-No Ian,grazie,n-non ho molta fame stamattina’
I: ‘Sei sicura che sia la fame?’ Disse lui incredulo.
E: ‘Sicurissima’ Risposi io con un sorriso.
Andai in salotto a prendere  la giacca,la misi su,presi la borsa e aprì la porta.
Ian mi bloccò.
I: ‘Hei hei dove stai andando?’
E: ‘Oggi devo iniziare il lavoro come commessa da Harrods’
I: ‘Oh,non me l’avevi detto’
E: ‘Mh..vabbè io vado’
I: ‘No ferma,ti accompagno’
E: ‘No guarda che posso prendere la metropolitana’
I: ‘Beh io devo andare ad aiutare mio padre in officina,e non è molto lontano da dove vai tu’
E: ‘Umh..se proprio vuoi..andiamo’
Una volta usciti ci incamminammo verso la metropolitana.
Ian mi prese la mano,io diventai rossa in faccia e rimasi zitta.
Non uscì una parola dalle nostre bocche durante il tragitto.
Una volta arrivati,mi riposai appoggiandomi su un muro.
I: ‘Vuoi qualcosa da bere?’
E: ‘Umh..si un cappuccino’ Risposi io infreddolita
I: ‘Arrivo,non muoverti’ Mi disse lui con un sorriso.
Io gli sorrisi e appena si voltò accesi una sigaretta,presa dal pacchetto di Ian.
Volevo provare,volevo vedere cosa poteva farmi il fumo.
La misi in bocca e feci un tiro.
Mi piaceva.
Finì quella sigaretta in poco tempo,poi la buttai a terra calpestandola per spegnerla.
Ian ancora non arrivava.
Ad un certo punto accanto a me arrivò una ragazza,la guardai e pensai: ‘che bella,oh quanto vorrei essere come lei’
Capelli castani,occhi verdi,varsity jacket,jeans e supra bianche.
Mi bastò guardarle le gambe per capire quanto era magra e per sentirmi fuori luogo,a disagio.
Si voltò e mi guardò.
‘Scusa ho qualcosa in faccia’
E: ‘Apparte quel piercing al naso,emm..no’
‘HAHAHAHAHAH,oh okay perché allora mi stavi guardando?’
E: ‘Oh no..niente’
‘Mh..okay’
E: ‘Comunque carino il piercing’
‘Oh grazie’
E: ‘Io sono Emily piacere’
‘Io mi chiamo Grace,piacere di conoscerti Emily’
Mi tese la mano per stringermela e si sollevò di qualche centimetro la manica della giacca.
Intravidi dei tagli molto profondi.
Il mio sorriso era svanito e la guardai preoccupata.
Lei si abbassò la manica e finse un sorriso,ma aveva lo sguardo vuoto,assente.
I: ‘Ehi piccola ecco qua il tuo cappuccino,scusa ma c’era una fila al bar’
E: ‘Oh grazie Ian’
Ian mi abbracciò dandomi un bacio sulla guancia.
Grace abbassò la testa,con un viso non proprio felice.
Sorseggiai un goccio di  quel cappuccino fumante,che era bollente.
E: ‘Ah Ian lei è Grace,l’ho conosciuta poco fa’
I: ‘Grace? Hai un viso famigliare e anche un nome che ho gia sentito’
G: ‘N-No ti sbagli,mi stai confondendo con un’altra persona’
I: ‘No ora ti riconosco,sei Grace Jensen,quella ragazza del college che aveva tentato il suicid…’
Ian si bloccò e la guardò.
Io lo guardai e guardai anche Grace.
Ian tossì e poi ci fu silenzio.
Arrivò il treno a spezzare quel momento di imbarazzo.
E: ‘Beh ciao Grace è stato un piacere conoscerti,casomai ci vediamo in giro’
G: ‘S-Si ciao Emily,il piacere è stato tutto mio’
I: ‘C-Ciao Grace’
G: ‘C-Ciao Ian’
La abbracciai e la salutai con un sorriso.
Poi mi incamminai con Ian al treno.
Salimmo e andammo al nostro posto.
Io guardai Ian e gli presi la mano.
Lui strinse la mia e mi guardò dandomi un bacio.
Si staccò arricciando il naso.
I: ‘Emily,non è che tu hai fumato?’
E: ‘N-No Ian non fumo io lo sai’
I: ‘Stronzate,l’hai presa dal mio pacchetto vero?’
E: ‘Si senti Ian scusa,ma ne avevo bisogno,cioè volevo provarla,mi è piaciuta’
I: ‘Ma ti fa male,smettila’
E: ‘E tu perché lo fai?’
I: ‘Io fumo da quando avevo 14 anni,per vizio’
E: ‘Non vedo il motivo per cui non dovrei farlo anch’io se mi piace,lo so che mi fa male ma non me ne frega’
Ian non mi rispose e io abbassai la testa.
Ci fu silenzio per tutto il tempo.
Una volta arrivati ci salutammo con un bacio e ce ne andammo ognuno per la propria strada.
Camminavo sul marciapiede bagnato calpestando le foglie e dando dei calci a un sasso ripensando a quello che era successo stamattina.
Era stato un trambusto.
Volevo conoscere meglio Grace e aiutarla,perché sapevo quello che Ian voleva dire.
Dopo un paio di minuti arrivai da Harrods e lì iniziò la mia lunga giornata lavorativa.
                                                                
                                                                 -ORE DOPO-
‘Emily tu puoi andare per oggi hai finito,sei stata grande’
Mi disse il titolare del negozio verso le 6:30 di sera.
E: ‘Va bene grazie mille,a domani allora’
Presi giacca e borsa e uscì fuori.
Era presto,il treno era alle 7:00 e io avevo tempo per fare ancora qualcosa.
Andai al tabacchino più vicino e mi comprai un pacchetto di sigarette e una bottiglia di Vodka.
Poi andai in un centro commerciale a fare shopping.
Comprai dei vestiti e andai in un bagno a cambiarmi da quegli stracci di quella mattina.
Avevo voglia di cambiare.
Tra vestiti,alcolici e tre sigarette si erano fatte le 7:00.
Corsi velocemente verso la metropolitana dove trovai Ian ad aspettarmi.
Appena mi vide non mi riconobbe.
I: ‘E-Emily che hai fatto?’
Accanto a me c’era una sorta di specchio,mi guardai.
Ero vestita con un maglione nero lungo,le calze nere strappate,shorts e stivali borchiati,con le sigarette in una mano e la bottiglia di vodka in un’altra e con i capelli scompigliati.
E: ‘N-Niente Ian sto bene’
I: ‘No tu non stai bene e questa Vodka,le sigarette?’
E: ‘E’ una scelta mia Ian ahaahahahah’
In quel momento ero un po’ brilla,non mi rendevo conto di quello che facevo.
Ian mi prese e mi portò nel treno.
E: ‘Dove andiamo tesorino HAHAHAHAHAH’
I: ‘A casa,dove sei al sicuro’
E: ‘Maaaa noooo io non voglio andare a casa non voglio sono giovane’
Ian non  mi diede retta e mi ignorò.
Io lo guardai e tornai seria,per un momento.
Bevvi ancora qualche goccio di Vodka e poi mi addormentai con la testa sul braccio di Ian.
Una volta arrivati mi prese in braccio e mi portò in un taxi che ci portò a casa.
Mi tolse di mano le sigarette e gettò via la vodka,ormai quasi vuota e mi mise a letto.
Si mise anche lui accanto a me accarezzandomi la testa,e dandomi ogni tanto dei baci sul collo o sulla guancia.
Ci addormentammo un’altra volta uno nelle braccia dell’altro.
Quella giornata era stata bizzarra,ma ero riuscita a stare bene e a dimenticare qualcosa,almeno per un paio d’ore,almeno per un po’ di tempo ero ‘felice’.
Continua..

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** ATTENZIONE ***


ho deciso di non continuare più questa fanfiction. ne ho iniziata una nuova su un account chiamato occhicoloroceano. la fan fiction si chiama Il diario di un adolescente. dategli un'occhiata se vi va. scusate. a presto (:

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2091281