CASA STREGATA

di Charmed
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'Inizio ***
Capitolo 2: *** Le Statue Gemelle ***
Capitolo 3: *** La Camera delle Bambole ***
Capitolo 4: *** I Pasticcini di Madama Fiocchetto ***
Capitolo 5: *** Battaglia Finale! ***



Capitolo 1
*** L'Inizio ***


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CASA STREGATA

 (CIAO! Questa è la mia prima storia e spero che vi piaccia)

Capitolo 1. L’INIZIO

 

Sono un ragazzino di tredici anni e da pochi mesi mi sono trasferito con la mia famiglia in un piccolo paese a pochi chilometri dalla città. Avevo chiesto a papà se potevo rivedere la mia vecchia casa colonica, ma lui aveva risposto di no.

Trasgredendo al suo volere, un venerdì pomeriggio partii con la bicicletta verso la mia meta. Poter rivedere ancora una volta la mia vecchia casa sarebbe stato un sogno per me; ci ho vissuto per circa dieci anni e tra quelle mura avevo ancora migliaia di bei ricordi.

Lasciai la mia cittadina, e mi diressi verso la campagna. Dopo la strada asfaltata, percorsi un breve tratto di sterrata, all’altezza di una vecchia casa di contadini svoltai a sinistra.

“Sono quasi arrivato.” Pensai con il cuore pieno di emozione.

Giunsi in un giardino con un ponte fangoso e vecchio, sotto il quale scorreva un piccolo fiume. C’erano due case, una molto vecchia e l’altra è la mia ex-casa; il tutto era immerso nella natura.

Entrai nel giardinetto davanti, il posto si chiama “Pian del Fosso”, era stupendo rivederla. La casa era molto grande, fatta di tre piani. Il giardino era formato da un albero al centro, erba tutto intorno, bosso e poi un  altro spazio grande con prato verde.

Nel giardino c’era anche un tavolo di pietra, “ma non sei grande come ti ricordavo” pensai tra me. Ero cresciuto e tutto mi sembrava più piccolo. Passeggiai attorno guardando in ogni angolo e tutto mi sembrava cambiato.

“Non ti riconosco più Pian del Fosso”.

Poi vidi il portone d’ingresso, era aperto; senza starci su a pensare entrai dentro.

“E’ tutto come prima, come se non avessi mai traslocato in un altro posto!”

C’erano ancora mobili, tappeti, divani, tutte le cose mie e dei miei genitori.

“Ma come può essere, queste cose le abbiamo portate nella nuova casa!” pensai sconvolto.

Salii le scale di pietra e mi guardai attorno; poi qualcuno gridò, mi girai di scatto e vidi una donna brutta come una strega: mi misi a correre ma lei mi inseguì su per le scale. Arrivai fino al secondo piano, entrai in una camera da letto alla mia destra e corsi a nascondermi sotto al letto.

La donna mostruosa entrò all’improvviso e si avvicinò lentamente; io mi girai contro il muro chiudendo gli occhi e tappandomi le orecchie. Era tutto buio attorno a me.

All’improvviso, aprii gli occhi e vidi una ragazzina dai capelli biondi addormentata sul pavimento accanto a me.

(Vi prego, fatemi sapere se vi è piaciuta e se secondo voi dovrei continuarla!)

 

 

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Capitolo 2
*** Le Statue Gemelle ***


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(Ecco un altro capitolo. Grazie per i vostri commenti, ho anche corretto i verbi!)

 

Capitolo 2. LE STATUE GEMELLE

 

La bambina addormentata era bella e indossava un vestito azzurro con una gonna molto lunga, come quelli dei primi del novecento.

Mi voltai verso il punto in cui fino a poco prima c’era la strega, e vidi soltanto una larga macchia di sangue. Il cuore mi iniziò a battere dalla paura.

“Dove sono finito? Aiuto, mamma, papà! Me l’avevano detto di non venire in questo posto maledetto!”

Ad un certo punto la ragazza si svegliò, e mi prese a fissarmi con i suoi occhi azzurri e lucenti.

“Oh, ma chi è Lei, signore?” mi chiese.

“Mi chiamo Lahiri e tu?”

“Come osi rivolgerti a me in questo modo?” la ragazza sembrava molto infastidita.

“Scusa, non volevo offenderti.” Le dissi, cercando di farla calmare.

“Mi chiamo Federica e mi sono persa.”

“Anche io!” Risposi, contento di avere almeno questo in comune con lei.

“Cosa c’è là fuori” mi chiese, ma invece di risponderle, decisi di farle altre domande.

“Cosa fai tu qui, e cosa diavolo sta succedendo?”

“Oggi è venerdì 17!” Mi rispose lei.

“E che succede venerdì 17?”

“Come, non lo sai? E’ il giorno degli spiriti e delle streghe!”

“Cosa? E si radunano tutti qui?” Le chiesi sconvolto.

“Dimmi cosa c’è là fuori!” Mi chiese lei ancora una volta.

“Non lo so, ma ho paura anch’io. Ero venuto qui per rivedere la casa dove ho abitato fino a qualche mese fa, e adesso mi ritrovo in un film dell’orrore!”

“Perché non usciamo da questa stanza, messer Lahiri e vediamo cosa c’è fuori dalla porta?”

Cercai di racimolare tutto il mio coraggio, per non fare una brutta figura davanti a lei, e mi guardai intorno per cercare qualcosa di utile. Tirai giù un vecchio pupazzo di peluche da sopra un armadio e aprii la porta della stanza con grande cautela.

Compresi il pericolo e lanciai il pupazzo nel corridoio, quando improvvisamente, due raggi di luce gialla lo colpiscono, incenerendolo.

Saltai in aria per lo spavento.

“Oh mio Dio! Ma cosa… questa è una stregoneria!”

“Cosa facciamo messer Lahiri?” Disse la ragazza, tremando dalla paura.

“Non lo so, siamo bloccati qui dentro.”

Nel frattempo, un corvo entrò da un’apertura del corridoio. La scena era pazzesca: in fondo alle scale c’era una statua di pietra con la faccia e la coda da leone, il corpo di donna, le corna da caprone; se ne stava a bocca aperta, pronta ad incenerire chiunque osasse uscire dalla stanza. Dall’altra parte del corridoio, un’altra statua identica faceva da sentinella.

Il corvo volò con grazia rasente il tetto, atterrò sulla testa di una delle due statue, e ne bendò gli occhi con dei nastri magici; poi fece la stessa cosa con la seconda statua, impedendo loro di fare del male con i loro raggi infuocati.

Quindi, il corvo bussò col becco alla porta della camera, dove io stavo ragionando in fretta sul da farsi e Federica si guardava allo specchio con curiosità.

 (Se volete sapere cosa succederà nel prossimo capitolo, vi prego di scrivere il vostro commento, grazie.)

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Capitolo 3
*** La Camera delle Bambole ***


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(Vi ringrazio per il vostro sostegno e spero che il prossimo capitolo vi piaccia.)

 

Capitolo 3. LA CAMERA DELLA BAMBOLE

 

“Chi è?” Domandai spaventato e la porta si aprì lentamente. Il corvo entrò dentro e si appollaiò su di una trave.

“Chi sei, come ti chiami?” Chiese Federica gentilmente.

“Sono la guida e vi aiuterò ad affrontare il viaggio nel mondo del venerdì 17”

“Cosa? Una guida? Ma sei solo un corvo!” Esclamai io.

“Un corvo magico, per la precisione.” Rispose lui fiero.

“Oh, bene, ci voleva proprio una guida!” Disse Federica sorridendo.

“Non ci serve una guida! Io conosco bene questa casa!” Protestai.

“La conoscevi, vorrai dire… tutto è cambiato adesso. La casa ha preso vita propria, creando delle stanze che prima non c’erano…”

“Ma chi ti credi di essere, da dove vieni?”

“Basta con le domande e seguitemi!” Concluse il corvo, facendo strada fuori dalla stanza.

Scendemmo al primo piano e mi resi conto che tutto era cambiato: c’erano dei segni alle pareti e delle piccole candele appesa al muro; nel corridoio, c’erano le stanze dei miei genitori e poi la mia ex camera da letto, dalla quale sentii provenire delle voci di bambini che cantavano e ridevano allegramente.

Aprii la porta della mia camera e vidi tantissimi giocattoli che danzavano, cantavano e parlavano tra loro. All’improvviso, si fermarono tutti e presero a guardarci a bocca aperta. Uno di loro sghignazzò e poi si rivolse a noi sorridendo.

“Venite, venite a ballare con noi!”

Era un pupazzo di legno con la barba bianca e le rughe disegnate con il pennarello. Si vedeva che quel pupazzo era il più anziano di tutti.

“Io sono il sindaco della stanza delle bambole e vi do un caloroso benvenuto.”

Sentii che una forza irresistibile mi stava attirando dentro la stanza.

“Cosa state festeggiando?” Chiese Federica curiosa.

“Stiamo appunto festeggiando il nostro nuovo sindaco, il principino Gimmy Ridimmi.”

Il principino avanzò sul lungo tappeto rosso e le trombe suonarono; poi arrivò la banda musicale e tutti i pupazzi ricominciarono a ballare felici.

Quando all’improvviso…

“Fermi tutti!” Gridò una voce. Un altro pupazzo di legno interruppe la festa.

“Soltanto io posso essere nominato sindaco e quindi venire festeggiato!”

Aveva i capelli rossi, gli occhi neri ed il vestito verde.

“Mio fratello!” Disse il principino Gimmy “Allora vuoi la guerra!” Aggiunse sguainando la spada.

Le trombe suonarono e la battaglia incominciò; tutte le altre bambole iniziarono a fare il tifo per l’uno o per l’altro.

“Pestalo! Dagli una lezione!” Urlavano. Era il caos più totale.

“Ragazzi, è meglio andare. Di solito le bambole sono così gentili, ma quando si arrabbiano…” Disse il corvo.

Richiudemmo la porta alle nostre spalle e ci incamminammo giù per le scale, sentendo ancora urla eccitate provenire dalla stanza.

 (Recensite, vi prego, recensite....)

 

 

 

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Capitolo 4
*** I Pasticcini di Madama Fiocchetto ***


Nuova pagina 1

(Ciao a tutti! Vi ringrazio molto di aver letto la mia breve storia, ed in particolare desidero ringraziare chi di voi ha lasciato una recensione, che sono Lyla, Noesis2, Angelface e Withchild, l'ho apprezzato davvero tanto. Ringrazio anche mia sorella per avermi aiutato a pubblicare in questo fantastico sito; mia sorella si fa chiamare Petronilla, e anche lei ha pubblicato delle fictions che vi consiglio di andare a leggere, perchè sono molto belle. Spero che i prossimi capitoli vi piacciano.)

 

Capitolo 4. I PASTICCINI DI MADAMA FIOCCHETTO

 

All’inizio della scalinata venimmo risucchiati da un ciclone fino in cucina.

“Oh, che carini, ma dove andate così di fretta?” Ci domandò una voce femminile molto zuccherosa.

Era un’anziana signora, rotondetta, con i capelli grigi e un fiocchetto rosa sulla nuca.

“Oh, no! Non potevamo venire risucchiati in un posto peggiore!” Disse spaventato il Corvo.

“Perché, dove siamo finiti?” Chiesi io.

“Questa è Madama Fiocchetto, Messer Corvo?” Chiese Federica.

“Esatto!”

“Chi è Madama Fiocchetto e perché sarebbe così atroce essere qua con lei?”

“Si tratta di una strega molto pericolosa! I suoi dolci sono avvelenati e in oltre, è anche capace di dominare la magia nera, state attenti…” Sussurrò il Corvo.

“Allora, bambini, volete qualche biscottino, tesorucci?” L’anziana strega si intromise nel discorso.

“No, non abbiamo fame…”

“Oh, che delusione! E quel corvaccio cosa ci fa nella mia cucina?” Madama Fiocchetto sembrò molto innervosita dalla presenza del Corvo.

La cucina era come tante altre, ad eccezione del fatto, che era addobbata con tanti piccoli fiocchetti rosa e fiorellini di vari colori dipinti sui muri. Poi all’improvviso, Madama Fiocchetto prese il corvo per le ali e lo scaraventò fuori dalla finestra.

“Oh, povero Corvo! E adesso?” Disse Federica spaventata.

“ E adesso, tutti nel pentolone!” Rispose Madama Fiocchetto, che nel frattempo aveva preso le sembianze di quella orribile strega che avevo incontrato all’inizio.

“Ma io ti riconosco!” Esclamò Federica terrorizzata, “tu sei la strega che ha ucciso i miei genitori!”

“Brava bambina! E adesso ucciderò anche te, così la mia missione sarà conclusa!”

Federica la fissò a bocca aperta, e anche io.

 ( Un pò breve, ma pubblico subito il capitolo seguente...)

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Capitolo 5
*** Battaglia Finale! ***


Nuova pagina 1

(Ciao a tutti! Eccoci arrivati alla fine; sono stato molto contento di aver pubblicato la mia storia, e spero di riuscire a scriverne altre. Ma adesso vi lascio alla conclusione.)

 

Capitolo 5. BATTAGLIA FINALE!

Insieme corremmo fino alla sala da pranzo, mentre la vecchia strega si stava trasformando in un mostro enorme.

“Adesso morirete tutti e due!” Gridò la strega.

Ma ecco che dalla finestra entrò il Corvo, portando una spada nel becco.

“Prendi questa, Lahiri!”

Presi la spada e dissi a Federica di nascondersi. Il mostro mi inseguiva e mi feriva ed io tentavo di ucciderlo ma non ci riuscivo; allora mi scaraventai su di lui e gli lanciai contro la spada, che lo colpì in mezzo agli occhi. Il mostro, con un urlo terrificante sparì e tutto nella casa tornò come prima.

“Il mio compito è finito, adesso posso andare via.” Disse il Corvo, prima di dissolversi in una nuvola di luce.

Nel giardino della casa, io e Federica ci salutammo e lei mi diede un bacio sulla guancia.

“Ti ringrazio Messer Lahiri… sei stato molto coraggioso e grazie a te sono finalmente libera.”

Mi sembrò di arrossire e cercai di guardare dall’altra parte. Poi anche Federica si dissolse lentamente nell'aria.

Alla fine, tornai a casa e la prima cosa che feci, fu di scrivere sul mio diario tutto quello che mi era appena successo. Poi, nascosi gelosamente il diario in un posto speciale.

FINE

( Grazie a tutti per il tempo che avete dedicato a leggere la mia storia. Vorrei tanto che mi lasciaste il vostro commento, in questo modo, con i vostri consigli,  potrei cercare di migliorarmi. A presto!)

 

 

 

 

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