The Damned Kiss

di _MoonShine_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Maledetto inizio ***
Capitolo 2: *** Maledetto incontro ***
Capitolo 3: *** Maledetto bacio ***
Capitolo 4: *** Maledetto demone ***
Capitolo 5: *** Maledetta diversità ***
Capitolo 6: *** Maledetta delusione ***
Capitolo 7: *** Maledette risposte ***
Capitolo 8: *** Maledetto potere ***
Capitolo 9: *** Maledetto tramonto ***
Capitolo 10: *** Maledetto dolore ***
Capitolo 11: *** Maledetti battiti ***
Capitolo 12: *** Maledetto cuore ***
Capitolo 13: *** Maledetto amore ***
Capitolo 14: *** Maledetta passione ***
Capitolo 15: *** Maledetto arrivo ***
Capitolo 16: *** Maledetti amici ***
Capitolo 17: *** Maledetta normalità ***
Capitolo 18: *** Maledetta gelosia ***
Capitolo 19: *** Maledetto presentimento ***
Capitolo 20: *** Maledetta paura ***
Capitolo 21: *** Maledetto aiuto ***
Capitolo 22: *** Maledetta fiducia ***
Capitolo 23: *** Maledette ricerche ***
Capitolo 24: *** Maledetta ragazza ***
Capitolo 25: *** Maledetto desiderio ***
Capitolo 26: *** Maledetta eternità ***
Capitolo 27: *** Maledetto epilogo ***



Capitolo 1
*** Maledetto inizio ***


♦ MALEDETTO INIZIO ♦

Inferno.
Un mondo normale. Natura, cielo, abitazioni, persone.
Già, sarebbe un mondo normale se la natura non fosse priva di vita, morta. Se il cielo non fosse sempre poco luminoso, grigio, con nubi imponenti. Se le abitazioni non fossero luoghi spaventosi, lugubri, simili alle case stregate e praticamente inutili e quasi mai utilizzate. Sarebbe un mondo normale se coloro che ci vivono non fossero demoni. Demoni immortali, non hanno bisogno del Sole, non hanno bisogno della bellezza della natura, delle case dove vivere e riposare, perché loro non riposano.
Sarebbe un mondo normale se non fossero tutti dannati.
Sarebbe un mondo normale se tutti noi non lo definissimo Inferno. Perché è una sorta di luogo dimenticato dal bene. Un luogo che ha rinunciato al bene.
Molti immaginano demoni e i diavoli come una specie di peccato immateriale, altri come creature concrete con corna e ali, dei mostri.
Ma loro esistono solo nelle nostre paure, sono loro che ci spingono a credere nel male e nel bene, ci spingono a fare una scelta. E per paura, la scelta è sempre il bene. Ma se il male non fosse poi così terrificante? Se i demoni non fossero come li abbiamo sempre immaginati?
Anche noi possiamo definirci demoni in fondo. Si pensa che tutti i peccatori bruceranno all’inferno diventando demoni. E gli altri? Ma gli altri chi? Nessuno può essere escluso dal commettere errori, volontari o involontari. È nella natura umana.
Ed è invece nella natura demoniaca cedere sempre ai peccati, non provare nemmeno a resistergli. I demoni sono creature che vogliono cedere alle tentazioni, perché è questo che alimenta la loro forza. La trasgressione, la libertà, la superbia, l’ira, l’avarizia, la lussuria..
Ma siamo così diversi da loro?
-Sei pronto?- sorrise una ragazzina.
 Una grande collina si ergeva al fianco di alcune di quelle che potremmo chiamare abitazioni. Tre figure vi camminavano sopra. Si fermarono.
-Finalmente avrai la tua occasione-
Un sorriso si dipinse sul volto del ragazzo di fronte a lei. Un sorriso da mozzare il fiato, un sorriso che sedurrebbe chiunque. Ma un sorriso falso, malvagio, ingannatore.
-Bene, trova un’Anima Speciale, legala e sbrigati ad appropriartene- disse la terza figura. Era un ragazzo alto come il primo, con i capelli nero pece. Gli tirò un pugno sulla spalla, un colpo davvero potente. Male? No, per niente, erano demoni.
Lui sorrise di nuovo. Camminò avanti, verso la cima della collina. C’era vento, i suoi capelli cobalto si spettinavano e danzavano sulla sua fronte, lasciando intravedere tra le ciocche che si muovevano, due occhi blu, scuri, profondi, immensi. Due occhi da demone.
Il ragazzo si girò verso i due compagni. Milky e Luc, due demoni come lui. Lei era più piccola, lui aveva la stessa sua età. Non poteva dire che fossero nati lo stesso giorno, era passato troppo tempo, cinquemiladuecento anni. Era non era giusto nemmeno dire che erano nati. I demoni non nascono, i demoni non crescono, non muoiono. I demoni vivono e basta. Nessuno sa come siano stati creati, come siano comparsi. Nessuno.
Alzò la mano in segno di saluto sorridendo enigmaticamente. Quello era il suo sorriso più seducente.
Dopo di che una luce poco vivida ma intensa lo avvolse. Sparì come un ologramma davanti agli occhi dei due demoni.
-A presto Shade- sorrise Milky.

Un ragazzo dalla folta chioma cobalto si guardava in giro. In piedi sopra al tetto rosso di una casa, scrutava ogni minimo particolare dell’orizzonte.
Case, alberi, cielo, persone. Come nel suo mondo. Già, peccato che le case fossero tutte colorate e piene di vita, che gli alberi e la natura fossero di un bel verde acceso e in piena fioritura, che il cielo fosse di un azzurro brillante illuminato dai raggi del sole della tarda mattinata e che le persone fossero tutte allegre e piene di gioia.
Niente di speciale, era un po’ come un luogo tutto perfettino e allegro, niente a che fare con la rude aria del suo mondo.
Shade assottigliò gli occhi e sorrise sicuro.
Doveva trovare un’Anima Speciale nel mondo dei mortali. L’anima di una persona diversa dalle altre, con qualcosa di speciale di qualsiasi tipo. Era come un rito, tutti i demoni arrivati nel millennio dei loro cinquemila anni dovevano trovare una di queste e impossessarsene, assorbendola dopo la morte dell’umano.
Non sapeva dove cercare, era solo convinto del fatto che avrebbe sentito quando l’avesse trovata. Per il resto indizi zero.
-Ti troverò-

Una ragazza dai capelli rosso fuoco si svegliò di colpo sobbalzando sul banco e dilatando due bellissime iridi cremisi. Li socchiuse di colpo investita dalla luce dei raggi del sole.
Aveva sentito una specie di brivido, una sensazione strana. Forse aveva appena fatto un brutto sogno che non si ricordava oppure era solo un brivido di freddo, le finestre dell’aula erano aperte, era piena primavera.
Già, era in classe. Aula 106, sezione A, primo anno, lezione di storia sui romani. Che noia, non c’era da stupirsi che si fosse addormentata, ormai era un’abitudine durante questa materia. A chi interessava? La storia sapeva così di vita passata, a lei interessava solo il presente. Chissene importava di un Romolo che fondò Roma. O forse era Remo?
Al suono della campanella tutti i ragazzi uscirono, chi in cortile, chi nelle classe dei compagni, chi nei corridoi.
-Fine!- 
La ragazza dai capelli rossi si voltò verso la voce che l’aveva chiamata. Era una ragazza dai lunghi capelli azzurro cielo, con due occhi turchesi. Sua sorella, sorella gemella.
Erano molto simili, ma anche molto diverse. Aveva interessi quasi opposti, ma viste una accanto all’altra potevano sembrare la stessa persona escludendo i capelli e gli occhi.
Fine si alzò dal suo banco raggiungendola con in mano il suo pranzo. Avevano l’abitudine di andare a mangiare sul tetto della scuola. Spesso le accompagnavano delle compagne di classe, altre volte erano sole, solo Fine e Rein e il loro affetto.
Ogni mattina quando si svegliavano non vedevano l’ora di andare a scuola per vedersi. Già, non vivevano insieme, i loro genitori erano separati. Fine viveva con la madre, Rein con il padre. Le due sorelle si vedevano quasi sempre a scuola, fuori, e durante alcuni finesettimana quando cenavano tutti insieme.
Il desiderio di Fine e Rein era sempre stato quello di rivedere i loro genitori insieme. E sembrava proprio che in quel periodo le cose stessero andando meglio, o forse alla grande.

-Ma tu lo sapevi che Bright prende lezioni di violino?-
Le due sorelle erano nel parco principale della città, stavano tornando a casa da scuola. Mentre camminavano parlavano e ridevano come due amiche che spettegolano, ok spettegolavano.
Bright era il ragazzo di cui Rein era innamorata persa. Era del secondo anno ma i due avevano stretto un forte legame. Si piacevano era evidente. Fine se n’era accorta subito quando Rein, all’inizio dell’anno, li aveva presentati. Lui era davvero un bel ragazzo e stranamente era anche una brava persona, di solito tutti quelli belli o sono stupidi o sono dei poco di buono. Bright invece era il modello ideale, l’idolo di tutta la scuola.
Fine le sorrise e scosse la testa. Le piaceva sentire sua sorella parlare così allegramente.
Certo, lei preferiva altri argomenti come lo sport, ma quando sua sorella era felice, era felice anche lei.
-Beh, ci vediamo domani- sorrise Rein. Erano arrivate alla fine del parco. A quel punto le loro strade si sarebbero divise, ognuna in direzione della propria casa.
-A domani sorellina!- le rispose Fine raggiante salutandola con la mano mentre si allontanava.
-E fai i compiti!- le raccomandò Rein.
Fine sbuffò. Erano in due classi diverse, ma Rein riusciva sempre a capire quando non faceva i compiti. Beh, erano gemelle in fondo, una mente sola.
Fine si voltò, proseguendo per la sua direzione.
Il sole brillava ancora nel cielo, era pomeriggio, le quattro circa.
Si fermò, si trovava in una via vicino casa sua. Era carina, lunga e con villette con fiori alle finestre. Alzò lo sguardo guardando il cielo. Si coprì con un braccio, facendo ombra sugli occhi per non avere il sole diretto in faccia.
Le piaceva guardare il cielo, le sapeva di infinito, di inesplorato.
Si voltò e corse indietro, verso il parco dov’era prima con Rein. Non aveva voglia di tornare subito a casa, era presto!
Arrivata lì, si buttò su una delle collinette di erba nascoste tra gli alberi. Adorava quel posto, stare lì sdraiata a guardare il cielo senza che nessuno la disturbasse.

-Ahhh Uffa!-  disse mettendo il broncio, ma continuando a guardare il cielo  -Che noia, non succede niente-
Fine cambiava umore facilmente. Era ormai più di mezzora che era ferma lì. Neanche un uccellino passare, non una persona o una mamma con il passeggino con il figlio piccolo, nemmeno un cane che faceva i bisogni, nulla! È vero che adorava stare lì in silenzio, ma un po’ di allegria ci voleva.

Shade aprì di scatto gli occhi sentendo qualcuno parlare. Strano, gli sembrava che quel parco fosse deserto.
Si era seduto sul ramo di un albero. Era arrivato lì solo facendo un salto, era un demone no? Scese da quel tronco volentieri, tutto quel verde sgargiante lo faceva vomitare. Meglio gli alberi secchi e spogli del suo mondo.
Si avvicinò senza fare il minimo rumore al luogo doveva aveva sentito la voce. Finalmente poteva osservare un mortale da vicino.
Vide una ragazza dai capelli rosso fuoco sdraiata sull’erba. Indossava uno strano completo. Una camicetta bianca con un disegno strano sul taschino, uno stemma? E una corta gonna scura.
Prima aveva visto tante ragazze indossare dei vestiti simili, e anche dei maschi con un completo da uomo che si abbinava a quello delle compagne. Ma perché si vestivano tutti uguali?
La vide alzarsi di colpo e dirigersi verso un albero. Aveva lasciato lì a terra una borsa di pelle. Era semiaperta, quindi intravide dei libri. Che noia i libri.
La ragazza si arrampicò con estrema facilità sull’albero, passando di ramo in ramo.
Shade la guardava sorpreso, non pensava che gli umani fossero così atletici nonostante non avessero poteri. O forse era solo quella ragazza quella diversa?
“Diversa”? A quel pensiero Shade si bloccò. E se..
Vide che era già arrivata tra i rami più alti. Era ferma, in piedi e sorrideva estasiata. Guardava la città dall’alto.  A Fine piaceva guardare lontano, la faceva sentire libera.
Per caso guardò l’orologio che aveva al polso. Sgranò gli occhi.
-Oh no! È tardissimo!- urlò in preda al panico.
Tardi? Tardi per cosa? Shade la guardò senza capire.
Fine nel voltarsi per scendere nel ramo più in basso, perse l’equilibrio, scivolando. Cadde, ma per fortuna si aggrappò a un ramo a metà del tronco. Aveva i riflessi pronti.
-Salva- sospirò sollevata, appoggiando saldamente i piedi su un altro ramo e ricominciando a scendere per bene. Ogni tanto le era capitato di rischiare di cadere. Una volta non era riuscita ad aggrapparsi finendo a terra e procurandosi un bel livido. Da quella volta cercava di portare più attenzione, anche se spesso non ci riusciva.
In pochi secondi fu sull’erba. Riprese la cartella e si mise a correre verso casa.
Shade da dietro l’altro albero aveva guardato tutta la scena senza respirare. Beh, non ne aveva bisogno in fondo.  Aveva visto quella ragazzina rischiare di cadere, sicuramente se non si fosse aggrappata a quest’ora sarebbe morta. Era davvero in alto, un volo simile le avrebbe rotto l’osso del collo. Di certo lui che era un demone no si sarebbe fatto nemmeno un graffio, atterrando persino in piedi, ma lei? Come avrebbe fatto? Sapeva che gli umani erano davvero “fragili”, per loro tutto era pericoloso, potevano morire da un momento all’altro. Possibile che a lei non importasse nulla? Non si era nemmeno spaventata. Almeno così gli era sembrato.
Ma perché si stava facendo tutte quelle domande? Che gli importava? Lui doveva pensare solo a trovare quell’Anima Speciale per poi tornarsene finalmente nel suo mondo.
Si voltò dirigendosi chissà dove, dalla parte opposta in cui era andata Fine.
Ah maledetta ragazza, gli aveva solo fatto perdere tempo. Che brutto inizio, noioso e orrendo. Quel mondo era orrendo!







Ciaooooooo :'DDD Mi siete mancatee! (Ma se sei sempre stata qui..! nd.Shade) =.=
(Allora caro Shade, vedi di non prendere l'abitudine di interrompermi nel mio Spazio Autrice, eh?! nd.Me) ("Autrice" tsk! nd.Shade)
Ignoralo, ignoralo, ignoralo, ingoralo..
Ok, dicevo.. Eccomi qua con la nuova storia di cui vi avevo accennato ! Sono così felice, mi è mancato non scrivere più Il Patto della Rosa.. Per non parlare di I Say Yes.. :'(
Ma ora mi dedicherò solo a questa storia senza rivangare il passato e tutti i bei ricordi di quelle storie *tono teatrale con il fazzolettino*
(ok, non dite nulla, mi faccio pena da sola)
Coooomunque.. Spero di avervi un po' incuriosito con questo capitolo :3 Shade è troppo bellooo! :Q_
Volevo solo dire che ho messo il rating arancione perchè (non subito, solo verso la fine.. e andando avanti nella storia capirete il perchè del SOLO ALLA FINE) ci saranno momenti di "coccole" xD
Beh spero di cuore che vi sia piaciuto, aspetto i vostri commenti, critiche, consigli.. tutto quello che volete. Sono ben accette anche torte al cioccolato!
Un bacione a tutte, buona serata!

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Capitolo 2
*** Maledetto incontro ***


♦ MALEDETTO INCONTRO ♦

Erano le 7.40 del mattino. Fine si era svegliata di soprassalto accorgendosi di essere in ritardo.
Si vestì e si lavò in meno di tre minuti, il suo record era due minuti e trentasette secondi.
Scese di corsa a fare colazione, prese una fetta di pane e marmellata e se la ficcò in bocca mentre con l’atra mano sistemava i libri nella cartella.
-Ciao mamma!- la salutò sulla porta.
Elza la guardò sorridendo.
-Ciao, saluta tua sorella!- le disse, ma ormai era già andata.
Stava correndo a per di fiato, doveva vedersi con Rein alle 7.50 al parco per andare a scuola insieme. È vero che Rein era abituata ai suoi ritardi, ma non era carino farla aspettare sempre.
-Maledizione! Sono in ritardo! Stupida sveglia!- si lamentava. Questa mattina era sicura che la sveglia non avesse suonato, doveva essersi rotta per tutte le volte che la buttava a terra per spegnerla e rigirarsi dall’altro lato.

In una traversa della via che stava percorrendo Fine, Shade stava camminando tranquillamente. Quel mondo proprio non gli piaceva. Era troppo.. troppo felice.
Il giorno prima si era fatto un giro saltando di tetto in tetto o camminando per le vie deserte. Non voleva farsi vedere, era un demone e a quanto pareva gli umani non sapevano nulla di poteri soprannaturali o di essere immortali, e lui non voleva dare loro neanche la soddisfazione di sapere qualcosa.
Nascosto da tutti si era guardato un po’ il posto in cui si trovava. Aveva visto la gente camminare tranquilla per le strade. Molti guidavano degli aggeggi enormi con delle ruote. Aveva intuito sentendo da qualcuno che si chiamassero “auto” o “camion”. Orribili, facevano un fracasso fastidiosissimo. Niente a che vedere con le urla e gli schiamazzi del suo mondo.
Aveva scoperto che per guadagnarsi da vivere, i mortali lavoravano o aprivano negozi dove vendevano qualsiasi tipo di cose.
Ora si trovava in quella via vuota, nessuno in giro, quindi poteva passeggiare tranquillo. Era sovrappensiero, non sentì i passi veloci di qualcuno nella via perpendicolare alla sua.
Arrivò alla fine della vietta trovandosi di fronte a una strada simile a quella appena finita che andava o a destra o a sinistra.
D’un tratto si ritrovò faccia a faccia con una ragazza dalla chioma rosso fuoco. Stava correndo lungo la strada davanti a lui.
Fine si accorse del ragazzo, per poco non gli andava addosso. Lo guardò mentre gli correva di fronte.
Bastò un attimo e i due si guardarono negli occhi. Sembrava che tutto stesse succedendo a rallentatore.
Fine non si fermò continuando a correre, era già in ritardo.
Shade rimase fermo. Fece un passo avanti ritrovandosi nella via dove prima stava correndo la ragazza. La vide molto più avanti che continuava a correre. Era.. l’umana del giorno prima.
La cosa che lo aveva lasciato abbastanza perplesso era che, ora che l’aveva vista più da vicino, avesse sentito qualcosa. Non sapeva descrivere bene quella sensazione. I suoi poteri gli avevano permesso di percepire una specie di campo magnetico, un’energia forte, molto forte.
C’era solo quella ragazzina nei paraggi. Che fosse lei? Che avesse già trovato la sua Anima Speciale?
Sorrise trionfante, forse ci era vicino.

-Scusami!- disse Fine respirando affannosamente per la corsa.
Rein la guardò e sorrise come sempre.
-Stai tranquilla, non sei più in ritardo del solito-
Le due si incamminarono verso scuola, dove arrivate, si dovettero dividere di nuovo per andare ognuna nella propria classe.
La giornata passò abbastanza in fretta, tra ore di matematica, scienze, inglese ed educazione fisica. La preferita di Fine era senz’altro l’ultima. Avevano fatto atletica, e Fine come sempre, era stata la migliore della classe. Nemmeno i maschi le facevano concorrenza.
All’uscita le due sorelle tornarono a casa come sempre insieme. Chiacchierarono del più e del meno, di Bright, dell’ora di educazione fisica e dei loro genitori.
Decisero questa volta di passare per le vie del centro città. Alla destra avevano tanti negozi, alla sinistra la strada.
Arrivate ad un incrocio si fermarono aspettando il semaforo verde per i pedoni.
Sopra di loro, sul tetto di un edificio un ragazzo dai magnetici occhi cobalto le osservava curioso. Doveva capire se quello che aveva sentito prima era solo un’impressione.
Fine rideva allegramente con Rein.
Di fianco a lei passò un bambino con un cappellino giallo in testa. Stava correndo.
-Fermati Ed!-
Le ragazze si voltarono indietro vedendo una donna, evidentemente la mamma, che gli correva dietro spaventata.
Fine si rigirò verso il bambino. Sbiancò. Era in mezzo alla strada, con il rosso!
Una macchina stava andando veloce, il bambino era sbucato all’improvviso, sicuramente non sarebbe riuscito a fermarsi!
Fine non sapeva cosa stesse facendo, si mosse d’impulso. Era fuori di testa?! Una vocina nella sua mente le diceva di non fare niente, poteva rimetterci lei. La ignorò, quel bambino rischiava di essere investito da quella macchina!
Corse più veloce che poté lasciando la cartella dei libri a terra di fianco a Rein.
La sorella sentendo il tonfo di quell’oggetto si girò verso la strada. Una terrore abissale le si formò nel petto.
Vide sua sorella correre in strada verso il bambino. Una macchina li stava per mettere sotto.
Fine si lanciò sul piccoletto rotolando per terra sul ciglio opposto della strada.
L’auto nel tentativo di fermarsi sbandò, uscendo un po’ fuori strada. Il guidatore scese subito correndo dalla ragazza e dal bambino a terra.
Rein fece altrettanto, le veniva quasi da piangere.
-Fine!-
Shade intanto, da sopra il tetto, era rimasto paralizzato. Quella ragazza si era lanciata per salvare quel bambino.
La vide lì a terra abbracciare il piccolo. Possibile che fosse così irresponsabile? Era già la seconda volta che rischiava di rimetterci la pelle, e non se ne preoccupava neanche!
Una ragazza dai capelli azzurri la raggiunse insieme a una donna.
-Fine stai bene?- chiedeva la sorella in preda al panico.
Fine piano piano lasciò la presa sul bambino che si mise seduto guardandola con gli occhi gonfi.
Fine, con l’aiuto di Rein si rialzò  –Sì, sto bene- le sorrise allegramente. Rein sospirò sollevata, che spavento.
-Ed! Ed!- urlò la madre raggiungendo il bambino e abbracciandolo. Poi si voltò verso Fine. La guardò piangendo, come poteva ringraziarla?
-Io.. Grazie, grazie davvero- disse saltandole al collo.
Fine era felice, meno male il bambino non si era fatto nulla.
Dopo aver tranquillizzato la donna e il conducente dell’auto e averli salutati si rincamminarono. La folla di gente che si era raggruppata intorno al luogo dell’incidente si dileguò.
-Fine, non farlo mai più! Mi hai fatto prendere uno spavento!- continuava a ripetere Rein. Ormai erano cinque minuti che diceva la stessa cosa. La stessa identica frase.
Fine sbuffò per l’ennesima volta.
-Ma ti ho detto che sto bene- diceva lei ogni volta scocciata.
Al bivio della fine del parco si salutarono come ogni giorno.
Fine si diresse con calma verso casa sua, questa volta non sarebbe tornata al parco, non ne aveva voglia. Era soddisfatta di aver aiutato un bambino, non le capitava spesso di salvare una vita.
Sorrise a quel pensiero, era proprio un’irresponsabile!
Dei petali di ciliegio iniziarono a volarle intorno all’alzarsi di un tiepido venticello primaverile. Adorava i fiori di ciliegio, ce n’erano tanti in quella via.
Si fermò e guardò in alto, gli alberi, il cielo, le nuvole.
D’un tratto vide solo un’ombra venirle addosso. Tutta la luce del sole venne momentaneamente coperta da quella massa scura che si posizionò proprio di fronte a lei. Quella "cosa" le era passata sopra? La luce tornò permettendole di vedere cosa aveva davanti.
Proprio a due centimetri dalla sua faccia c’era un ragazzo. Un ragazzo davvero bello, due occhi blu magnetici la stavano fissando divertiti e un sorriso sbruffone si dipingeva sul suo volto.
-Ciao-
-Ahh!- Fine fece un balzo indietro spaventata. D-da dove era sbucato quel tipo? Prima non c’era! Forse non se n’era accorta lei, ma come aveva fatto a non vedere che si era avvicinato così tanto?
Arrossì un po’ realizzando che prima c’erano solo tre centimetri che li separavano. Non aveva mai avuto un ragazzo così vicino, troppo vicino.
Lo sconosciuto la guardò annoiato. Che modi, non aveva le corna o i denti aguzzi dei demoni che immaginavano gli umani. Anzi era proprio uguale a loro.
Vide Fine guardarsi in giro. Sicuramente stava cercando di scoprire da dove fosse arrivato. Non lo avrebbe mai capito.
La guardò divertito senza proferire parola.
Fine tornò a guardare verso di lui. La stava fissando. Ma che aveva da ridacchiare? Fine detestava quando la gente si metteva a guardare qualcuno, così senza motivo.
-Beh? Che c’è?- chiese lei irritata dal comportamento di lui.
Niente, nessuna risposta. Lui era sempre lì che la fissava con mezzo sorriso stampato in faccia.
Fine non sapeva cosa fare, chi era? Che voleva? Odiava quando qualcuno la ignorava, perché non rispondeva?
Scocciata decise di lasciarlo perdere. Gonfiò le guance come una bambina e si incamminò superandolo. Che tipo!
-Hai lasciato questo- si sentì dire alle sue spalle.
Si voltò e vide quel ragazzo che la guardava ancora sorridendo con un qualcosa in mano. Ehi ma.. quello era il suo quaderno di scienze! Come.. come diavolo aveva fatto a perderlo?
Guardò la sua cartella, era chiusa. Come era uscito quel quaderno?
Vide il ragazzo voltarsi verso l’oggetto.
-Fine Kusakabe- lesse lui.
Fine lo guardò male. Ma gli affari suoi? Quel ragazzo non le piaceva, odiava gli impiccioni e quel ragazzo sembrava proprio uno di quella specie! E poi.. aveva una strana sensazione. Quella che ti nasce dentro quando sai che qualcosa non quadra. Quando vuoi scappare via, ma c’è quella curiosità che ti trattiene. Beh quella cosa che la tratteneva in questo caso, non era  curiosità, ma bensì un odioso quaderno di scienze.
Si avvicinò a lui velocemente togliendoglielo di mano e guardandolo diffidente.
-Grazie!- disse scocciata.
Abbassò lo sguardo e se lo infilò nella cartella. Quando rialzò la testa davanti a lei non c’era più nessuno. La via di fronte era deserta. Ma che cavolo..?
Fece un giro su sé stessa constatando che non c’era davvero anima viva. Tornò a guardare dove un attimo prima c’era quello strano ragazzo vestito di nero.
Alzò le spalle, quante cose inspiegabili a questo mondo!
Si voltò indietro per tornare verso casa, ritrovandosi davanti lo stesso tipo di prima. Non trattenne un altro urlo spaventato. Ma come diavolo faceva? E chi era?!
-Ma si può sapere che vuoi?!- chiese arrabbiata. Si stava forse prendendo gioco di lei?
-La tua anima- sorrise lui guardandola enigmatico.
Cosa?







Buonasera :D Come va?
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Si sono incontrati, si sono incontrati! *-*   *me che danza per la stanza*
Ahaha oggi Fine ha fatto proprio la brava eroina!
Beh ora vado a cenare, aspetto con ansia i vostri commenti, consigli, critiche. E ripeto che vanno benissimo anche torte e pasticcini xD
Un bacione .

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Capitolo 3
*** Maledetto bacio ***


♦ MALEDETTO BACIO ♦

Fine era rimasta a fissarlo sconcertata. Che? La sua.. anima?
Si risvegliò da quella specie di tranche in cui era entrata guardandolo come un’ebete. Ma era pazzo? Che diavolo voleva dire che voleva la sua anima? La stava prendendo in giro! Stupido ragazzo, non la conosceva nemmeno, come si permetteva!?
-Non prendermi in giro, idiota!- gli disse bruscamente guardandolo in malo modo.
Shade alzò un sopracciglio. Idiota? Lo stava insultando? Quell’umana gli aveva appena dato dello stupido. A un demone! Che coraggio. E poi credeva che la stesse prendendo in giro, che stupida. Lui le aveva detto la verità. Allora è vero che gli umani solo molto diffidenti, non credono a nulla. Beh forse era difficile credere a una storia come quella.
Fine lo superò arrabbiata. Quel tipo l’aveva fatta davvero irritare, e pensare che non lo conosceva neanche.
Camminava velocemente sbattendo furiosamente i piedi e mugugnando insulti incomprensibili.
Arrivò  all’angolo di una via, subito a destra c’era casa sua. Voltò l’angolo e sbiancò.
Quel ragazzo dalla chioma cobalto era appoggiato al muro affianco a casa sua con le braccia conserte che la aspettava tranquillo.
-È uno scherzo, vero?- pensò ad alta voce. Stava impazzendo! Come poteva quel ragazzo essere lì? Era dietro di lei, lo aveva appena seminato! E poi perché era davanti a casa SUA? Come lo sapeva?
-Sei lenta umana- sorrise beffardo il ragazzo.
No, non era lei quella che stava impazzendo! Qui l’unico pazzo era lui! Cos’era, uno stalker di quindicenni?
Lei lo fissava quasi inorridita. Era forse in pericolo?
-Che.. che diavolo sei? Uno stalker con dei super poteri?!- chiese spaventata lei puntandogli un dito contro.
Shade la guardò confuso. Uno stalker? E che cos’è?
-Non so nemmeno cosa sia- disse guardandola annoiato. Poi sul suo viso si dipinse un sorriso mozzafiato, un sorriso seducente, ingannatore e maligno.
-Che diavolo sei?- aveva detto. Ironia della sorte aveva usato una parola davvero appropriata: “diavolo”.
-Mi definirei un demone-
Fine lo guardò ora seriamente preoccupata. Quel ragazzo aveva dei seri problemi! Ma da dove arrivava, dal manicomio? Definirsi un demone, da pazzi!
-Certo- disse passandogli davanti e aprendo il cancelletto di casa sua.
Si sentì bloccare per un polso. Fine venne trascinata di nuovo in strada.
-Dove credi di andare?- le disse lui divertito. Questi umani erano così noiosi, questa però era divertente.
-In casa?- chiese lei sarcasticamente. Dove poteva andare sennò?
-Mi dispiace, ma non ho finito- disse lui rimettendosi appoggiato al muretto e portandola davanti a sé.
Fine cercò di dimenarsi, di correre in casa, ma lui la teneva per i fianchi. Non sembrava usasse molta forza, anzi non faceva nemmeno il minimo sforzo, ma lei non riusciva a muoversi. I loro corpi erano separati dalla distanza di cinque centimetri.
-Lasciami- disse mentre alzava la testa per guardarlo. Si bloccò vedendo vicino ai suoi due bellissimi occhi. Erano di un blu strano, non ne aveva mai visti di così belli. Erano profondi, due pozzi infiniti. Non li aveva notati prima.
Lui la guardava con un sorriso seduttore che avrebbe fatto cadere tutti ai suoi piedi.
-Sicura?- chiese con voce roca.
Fine lo fissava quasi incantata, prima non aveva notato quanto fosse bello quel ragazzo. Non riusciva a spiccicare parola, la gola le si era seccata.
Il demone si avvicinò al suo viso. Fine rimase immobile, in un misto tra lo spaventato e l’incantato.
-Sai la lussuria è uno dei più grandi peccati umani e uno dei più frequenti piaceri dei demoni- disse lui con voce seducente a pochi centimetri dalle sue labbra.
Fine a quella frase tornò in sé. Si allontanò di scatto riuscendo a liberarsi dalla presa di lui.
Umani, demoni.. Ma che stava dicendo? Possibile che credesse davvero a quello che diceva?
-Si può sapere che vuoi?- disse guardandolo seria ma lasciando intravedere la sua paura.
-Te l’ho detto. Voglio la tua anima- sorrise di nuovo lui staccandosi dal muro.
-T-tu sei pazzo- disse. Ora sì che aveva paura. Voleva scappare in casa, abbracciare sua madre e sentirsi dire che era tutto finito. Ma ci sarebbe riuscita?
Fece un veloce passo verso il cancelletto di casa sua, ma Shade le prese un braccio con strema velocità attirandola a sé  e unendo le loro labbra in un casto e inaspettato bacio.
Fine sgranò gli occhi. Che..? Che stava facendo?!
Shade si staccò subito guardandola soddisfatto e passandosi la lingua sulle labbra.
-Hai un buon sapore per essere un’umana- disse. Già, molti demoni definivano le donne umane uno spasso, un oggetto solo per la lussuria e il piacere che poi abbandonavano, tornando nel loro mondo. Altri le definivano esseri ripugnanti.
Lui aveva sempre pensato che le femmine dei demoni fossero le migliori, quelle con cui il piacere era assicurato. Invece dovette contraddirsi, quell’umana sembrava proprio adatta a lui. Ma sfortunatamente non poteva farci molto con lei. Quella ragazza era colei che aveva l’Anima Speciale che stava cercando, quindi doveva cercare di custodirla per bene fino alla morte di lei.
Ormai era sicuro che fosse Fine l’umana che cercava, aveva capito benissimo che la sua anima era diversa. Doveva solo trovare quel particolare che la rendeva Speciale.
Fine lo guardava paralizzata e inorridita. Lui l’aveva.. l’aveva.. quello era il suo primo bacio! Dato, anzi rubato da uno sconosciuto, da un pazzo!
Alzò la mano per tirargli uno schiaffo, ma Shade fu di nuovo più veloce fermandole entrambi i polsi con una sola mano. Con l’altra le prese il mento facendola voltare verso di lui.
-Lasciami, lasciami!- si dimenava Fine.
-Mi dispiace ragazzina, ma ormai siamo legati. Non posso più lasciarti andare- le disse con voce roca –Ora tu sei il mio giocattolino-
Fine lo guardò con le iridi cremisi completamente dilatate, le veniva da piangere. Che qualcuno la aiuti per favore!
Sentì un improvviso e leggero bruciore al petto. Come se del fuoco le stesse bruciando la pelle, cos’era?
-Lo senti?- sorrise lui.
Le lasciò i polsi permettendole di allontanarsi spaventata di qualche passo. Dopodiché Shade alzò il braccio mostrandole il dorso della mano. Su di esso c’era una specie di tatuaggio: una mezzaluna nera. Il marchio della loro unione, della sua vittoria.
Fine guardò il simbolo sulla mano del ragazzo stringendosi il petto che le bruciava coperto dalla camicia della divisa.
-È il mio marchio. Mi dispiace, ma ora appartieni a me- disse lui.
Fine si voltò dandogli le spalle e slacciandosi i primi bottoni della camicetta. Guardò sul suo petto sbiancando con orrore. Proprio nel mezzo, sopra il suo seno, c’era lo stesso simbolo, la stessa mezza luna nera. Ma che cosa..?
La ragazza tornò a guardarlo terrorizzata. Perché a lei? Cosa stava succedendo?
-Chi sei?- chiese spaventata.
 Shade sorrise.
-Il tuo demone, mi chiamo Shade-
Fine sgranò ancora di più gli occhi. Ancora con questo “demone”? Ma diceva sul serio?! I demoni non esistono, queste cose ci sono solo nei film horror!
-S-smettila.. chi sei?- ripeté iniziando a piangere. Era tutto un sogno, doveva essere per forza un sogno!
Shade la guardò serio. Stava piangendo? Gli umani piangevano quando volevano esprimere tristezza e paura. Lei aveva paura di lui?
Si avvicinò piano a lei senza aprire bocca. Fine a ogni passo di lui, indietreggiava.
-S-stammi lontano!- urlò lei correndo finalmente in casa.
Richiuse la porta dietro di sé chiudendola a chiave con tutti i giri possibili.
-Fine, tutto bene?- chiese sua madre vedendola impegnata a chiudere la porta disperatamente.
Fine si asciugò le lacrime velocemente, si voltò e le sorrise.
-Sì! E non aprire la porta, c’è un cane rabbioso fuori- si inventò per non far preoccupare la madre.
Elza rise e tornò in cucina.
Fine non voleva dirle nulla, non voleva farla preoccupare o metterla in pericolo per colpa di quel tizio là fuori.
Corse in camera sua. Si tolse la camicia rimanendo con solo il reggiseno. Si guardò allo specchio. Sul suo petto c’era quel simbolo nero.
Ma perché? Perché a lei? Non capiva niente!
Iniziò a piangere buttandosi sul letto.
La sera non scese a mangiare, disse a sua madre che non aveva fame, cosa molto strana.
Si mise un paio di pantaloncini corti gialli e una canottiera, in quel periodo faceva molto caldo.
Uscì sul balconcino della sua camera. Guardò bene che giù in strada non ci fosse nessuno, soprattutto quel tipo. Le aveva rovinato la vita.
-Se mi lasciassi spiegare, forse non avresti così paura- disse una voce alle sue spalle.
Si voltò di scatto portandosi le mani alla bocca, sopprimendo un urlo per non farsi sentire da sua madre.
Appoggiato al muro, vicino alla porta del balcone, c’era Shade. Come diavolo aveva fatto ad arrivare lì?
Fine indietreggiò.
-C-che vuoi?- perché non la lasciava in pace, che diavolo voleva? “La tua anima”, certo voleva quella. Ma perché? E poi andiamo, come poteva volere un’anima, è una cosa impossibile!
Lui appoggiò a terra la cartella di scuola di Fine. Lei doveva averla lasciata a terra prima di correre disperatamente in casa. Gliel’aveva riportata?
Fine arrivò alla ringhiera del balcone, era in trappola.
Shade le si avvicinò guardandola enigmaticamente. Doveva ammettere che era davvero bella, forme giuste al posto giusto. Sarebbe stata un bel passatempo per soddisfare i piaceri di un demone se solo non fosse già stata legata a lui.
Le passò un dito lungo il collo, provocando dei brividi di paura a Fine. Le percorse tutto il petto arrivando poco sopra il seno. Si fermò al marchio che segnava la sua proprietà. Grazie a quel bacio ora lei era sua, era legata a lui, la sua anima era legata a lui, che lei lo volesse o no.
Fine lo fissava con gli occhi sgranati, impaurita e ammaliata. Nonostante quel ragazzo fosse pericoloso e molto strano, non poteva fare a meno di pensare che fosse davvero bello.
Lui spostò lo sguardo dal suo petto al suo viso incontrando due grandi iridi cremisi. Che begli occhi che aveva quell’umana, rosso sangue.
-Tu hai un’Anima Speciale, diversa dalle altre. È per questo che ti ho legata a me- disse serio guardandola con un’espressione indecifrabile.
-Cosa?- chiese lei in sussurro, non capiva.
Lui si allontanò da lei dandole le spalle.
-È una lunga storia- disse facendo un salto. Un solo salto bastò per farlo arrivare sul tetto spiovente della casa della ragazza, che iniziava proprio sopra la sua porta del balcone.
-Sei sicura di volerla sentire?- disse poi sorridendo.









Buona sera :D
scusate il ritardo, ma non ho potuto proprio pubblicarlo prima..
0.0 sono scioccata.. mi sono stupita da sola: è la prima, PRIMISSIMA volta che nelle mie storie c'è un bacio al terzo capitolo!   0.0
Di solito vi faccio aspettare fino a quasi l'ultimo capitolo, e ora?
Ahaha beh, anche se non è stato un vero e proprio bacio con sentimento, ma tutto il contrario, è pur sempre un bacio, no? (Sì convinta -.-)
Beh spero vi sia piaciuto, un bacione enormissimo!

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Capitolo 4
*** Maledetto demone ***


 

♦ MALEDETTO DEMONE ♦

Fine lo fissò basita. Come aveva.. come..? Come era riuscito a fare quel salto?
-Mi definirei un demone-   E se.. e se avesse detto la verità? Tutto ora avrebbe un quadro. Il fatto che se lo ritrovasse davanti in continuazione, il salto e il tatuaggio.
Si diede della stupida al solo pensiero. Come poteva credere a una cosa assurda come i demoni? Andiamo!
Lui le porse una mano.
La ragazza lo fissò. In fondo lei voleva delle spiegazioni, voleva sapere qualcosa. Che quel ragazzo non fosse normale ne era certa, ma voleva sapere, voleva sapere una qualsiasi cosa che le potesse spiegare cosa stava succedendo. E lui sembrava l’unico che potesse dirle quel qualcosa.
Afferrò la sua mano e Shade la tirò su senza il minimo sforzo. Fine fu colta di sorpresa dalla forza del ragazzo e gli finì addosso. Lui la prese per i fianchi per non farla cadere.
Pochi istanti dopo erano seduti sulle tegole del tetto a distanza di sicurezza.
Fine era rannicchiata con le ginocchia strette al petto e ogni tanto lanciava sguardi diffidenti a Shade in attesa che dicesse qualcosa.
-Allora?- chiese lei non vedendo Shade aprire bocca.
Il ragazzo si voltò a guardarla e sorridendo compiaciuto. A quanto pare le interessava la storia.
-Io sono un demone- disse semplicemente.
Fine lo guardò un po’ stranita. Questo glielo aveva già detto ma.. era davvero la verità?
-Tutto qui?-
Shade la guardò divertito. Cosa si aspettava?
-D’accordo- sospirò lui voltandosi verso il cielo scuro –Noi demoni arrivati a una certa età dobbiamo venire nel mondo dei mortali e legare un’Anime Speciale, appropriandocene alla morte dell’umano. Questo per dimostrare di essere un demone rispettabile- spiegò con orgoglio.
Un’Anima Speciale? Mondo dei "mortali"? Lui era immortale forse? Ma per favore.
-E dovrei crederci?- chiese lei fissandolo ironicamente.
-Fa come ti pare- disse semplicemente lui. Non sembrava si stesse inventando tutto, però era davvero assurdo.
-Cos’è un’Anima Speciale?- chiese lei di getto.
Shade sorrise trionfante. Cominciava a credergli eh?
-È l’anima di un umano diversa dalle altre. È.. speciale- cercò di spiegarglielo nel modo più semplice possibile. Era così e basta.
-E io che ho di speciale?- chiese Fine. Lui aveva detto che lei aveva quel tipo di anima, no? Ma lei non aveva nulla di particolare.
-Lo devo ancora scoprire- le sorrise lui.
Cosa? Ma allora perché l’aveva legata? E se non avesse avuto niente di che? Ah, probabilmente quel ragazzo era uno stupido, non ragionava era evidente.
-Un demone..- sussurrò tra sé e sé. Shade la guardò, chissà a cosa pensava.
-Da dove vieni?- chiese poi lei. Questa gli interessava veramente. Voleva proprio sapere cosa avrebbe detto di così assurdo.
Shade sorrise ancora soddisfatto.
-Da un mondo maledetto, diverso da questo- disse ricordando il suo terribile ma bellissimo mondo –dove tutti sono demoni e dannati, dove regnano il peccato e la trasgressione. Dove i sentimenti come la giustizia e l’amore non esistono-
Fine ascoltava interessata. Era incredibile come quel posto potesse piacere a Shade. Un luogo senza amore, dove regnano i peccati.
-Una sorta di inferno?-
-Inferno è solo una parola, un’idea. In realtà è molto, molto peggio- disse sorridendo quasi malignamente. Già il suo mondo era meglio di quello che gli umani definivano inferno.
La ragazza lo fissava un po’ stupita. Doveva essere un posto terribile, ma Shade sembrava adorarlo, ma forse perché lui non era umano.
-Dimmi, preferiresti un luogo come l’inferno o uno come il paradiso?- chiese lui mettendola alla prova. Era curioso di come quell’umana avrebbe risposto.
-Sono stupidaggini, io non credo a queste cose- disse lei sbuffando. Non ci aveva mai creduto, il paradiso, l’inferno.. tutte dicerie. La gente non sapeva cosa inventarsi per giustificare azioni o colpe. Che ne sapevano loro di cosa sarebbe successo dopo la morte?
Shade sorrise. Pensava che gli umani fossero tutti religiosi, accecati dalla paura dell’inferno e del peccato.
-Se dovessi scegliere?- insistette lui.
Lei lo guardò. Che gli importava? Che differenza faceva? Tornò a guardare avanti a sé.
-Forse l’inferno. Il paradiso è così noioso, tutto bianco e tranquillo- disse lei. Diciamo che aveva sempre considerato l’inferno più allettante, più divertente del paradiso dove tutto era tranquillo, con quelle melodie lente che ti facevano addormentare. Ma questo non voleva dire che era una poco di buono! Solo una ragazza che non amava annoiarsi.
Shade sorrise. Che tipa strana, non pensava di incontrare qualcuno che non fosse un demone al quale sarebbe piaciuto di più l’inferno al paradiso.
-Quindi ti piacerebbe andare all’inferno, eh?- ripeté lui più a sé stesso.
-No-  lo corresse lei guardandolo fredda  -l’inferno è solo per chi ne ha paura-
Shade era sorpreso. Non si aspettava una frase simile.
-E tu hai paura?- chiese poi sorridendo.
Lei lo guardò male. Cosa gli importava? E poi di cosa doveva avere paura? Di lui? Sì, forse.. ma non glielo avrebbe mai detto. Non gli avrebbe detto che aveva paura di quello che le stava succedendo, di quel tatuaggio. Era un demone, non gli avrebbe dato quella soddisfazione.
Fine si alzò in piedi, lasciando Shade senza una risposta. Scese dal tetto tornando sul suo balcone. Era atletica, Shade lo sapeva, l’aveva vista bene.
-Buonanotte- disse lei senza nemmeno guardarlo ed entrando in casa. Chiuse la porta del balcone dietro di sé. Era un po’ più tranquilla, ora sapeva, o meglio voleva credere davvero, che Shade non le avrebbe fatto del male, dato che doveva “custodire per bene la sua anima” fino alla su morte.
Shade sorrise. Quell’umana era interessante.

La mattina seguente Fine si svegliò come sempre in ritardo. Si ritrovò a vestirsi e lavarsi a velocità impressionante. Passando davanti allo specchio mentre si allacciava la camicia della divisa, vide il suo petto con quel marchio. Si fermò a guardarlo come imbambolata. Non le sembrava ancora vero.
-Fine, è tardi!- le urlò sua madre dal piano di sotto risvegliandola dai suoi pensieri.
Fine corse di sotto.
Pochi istanti dopo era in strada che correva per andare al parco e arrivare a scuola con Rein. Accidenti, mai una volta che fosse puntuale!
-Perché corri tutte le mattine?- sentì dire.
Si voltò alla sua destra e trovò Shade che la fissava divertito appoggiato al muro. Oh, no! Se fino ad ora aveva pensato che fosse stato un sogno per tranquillizzarsi, ora non poteva più farlo.
-Che ci fai qui?- chiese infastidita fermandosi. Cos’è, la seguiva?
-Devo tenerti d’occhio. La tua anima è preziosa-
Fine sbuffò. Che situazione.
-Beh io sono in ritardo. Ci vediamo- disse riprendendo a correre. Voltò l’angolo.
-Dove stai andando?-
Fine si bloccò ritrovandosi davanti Shadde. Accidenti! Ma era ovunque!
-A scuola- disse lei scocciata.
-Scuola?- ripeté lui confuso. Nel suo mondo non c’era quella cosa.
Fine lo guardò sbalordita. Non sapeva cos’era la scuola? L’ “inferno” da dove veniva Shade doveva modernizzarsi un po’. È vero che lei odiava la scuola, ma ammetteva che era utile, possibile che i demoni non ci andassero?
-È dove noi studiamo- disse lei ancora sconcertata. Shade alzò un sopracciglio.
-Che noia-  disse  -Ma vi vestite tutti uguali?- chiese poi squadrando la gonnellina nera e la camicia che indossava.
-Sì, si chiama divisa- spiegò lei. Era incredibile come lui non sapesse nulla.
-Ti sta bene- le disse Shade mentre le girava intorno. Non aveva fatto caso che la ragazza era arrossita così tanto per quello che aveva detto. In fondo lui diceva quello che pensava, non dava importanza ai sentimenti. Perché i demoni non provano sentimenti, loro non hanno un cuore o un organo simile. Parlano e basta, andando a gusto personale.
-B-beh, devo andare!- disse lei riprendendo a correre.
Perché il suo cuore si era messo a battere così forte? Forse perché non era abituata a ricevere quel tipo di complimenti.
-Vuoi che ti porti io? Ci metteresti un minuto- disse Shade. Stava volando di fianco a lei.
-No, grazie- disse lei di getto.
Un istante dopo tornò a guardarlo con gli occhi quasi fuori dalle orbite. Stava.. stava.. lui.. STAVA VOLANDO! Com’era possibile?!
-S-stai..- non riusciva a formulare la frase. Shade alzò le spalle sorridendo, era una cosa normale per lui.
-Perché no?- chiese poi continuando a volarle vicino.
-C’è mia sorella che mi aspetta- rispose Fine riprendendosi un po’.
-Hai una sorella?- chiese stupito. I demoni non avevano fratelli o sorelle, loro si consideravano tutti una grande famiglia, e ognuno poteva fare quello che voleva con l’altro.
Ma sulla Terra era diverso. Chissà perché la sorella di Fine non viveva nella sua stessa casa.
-Sì, ma vive con mio padre- disse lei aumentando la velocità. Shade la raggiunse subito.
-Perché?-
-I nostri genitori sono separati- disse lei con tono indecifrabile.
Shade si fermò rimanendo in aria. Separati? Cioè.. che voleva dire di preciso? Sapeva che gli umani, una volta trovata la persona che amavano, si sposavano con una sorta di rito strano. Ma che voleva dire essere separati? Era forse quando litigavano e si dividevano? Ma se avevano dei figli, cosa succedeva?
Lui non sapeva nulla di queste cose. I demoni non si innamoravano mai, non potevano, non avevano sentimenti. Non sapevano cosa volesse dire Amare o Separarsi.

Fine intanto era arrivata al parco da Rein. La sorella dai capelli color del mare la guardava sorridendo rassegnata.
-Mi dispiace, mi dispiace!-
Rein rise, sempre la stessa storia.
Shade le raggiunse rimanendo lontano, senza farsi vedere. Si ricordava quella ragazza dai capelli blu. Era la stessa che era in compagnia di Fine il giorno prima, durante l’incidente. In effetti si somigliavano molto.
Chissà se soffrivano del fatto che dovessero stare separate. Forse sì dato che gli umani sono molto sensibili e sottomessi ai sentimenti.
Le due sorelle arrivarono a scuola e si divisero nelle proprie aule.
La prima ora passò veloce. Perché? Beh, perché Fine aveva dormito tutto il tempo. C’era storia, no?
Durante l’ora successiva a Fine stava esplodendo il cervello. Lei odiava matematica, non ci capiva nulla. Tutti numeri e segnetti incomprensibile, ahh uffa!
Alzò lo sguardo da un esercizio impossibile guardando fuori dalla finestra. Si trovò faccia a faccia con Shade.
-Ahhhh!- urlò spaventata saltando in piedi. Non si aspettava di trovarselo davanti alla finestra a fissarla divertito. Da quanto era lì?
Tutta la classe che fino a un attimo prima era impegnata nell’esercizio si voltò verso di lei, ogni compagno aveva un'espressione diversa, chi era divertito, chi sorpreso, chi rassegnato dalle sue scenate.
Fine li guardò, meno male, non si erano accorti di lui.
-Sì, Kusakabe?- chiese la professoressa guardandola irritata dall’alto in basso.
-Devo andare in bagno!- disse scappando fuori dall’aula. Accidenti! Ma Shade non sapeva che la gente normale non è abituata a vedere qualcuno volare e starsene alla finestra così?
Salì sul tetto della scuola.
-Shade!- lo chiamò. Stupido demone!
Il ragazzo le spuntò alle spalle ridendo beffardamente. Era buffissima così arrabbiata.
-Ma che ti salta in mente!? Non puoi metterti a volare così, potrebbero vederti!- sembrava una mamma che sgridava il figlio per le sue bravate.
Shade smise di ridere. Uffa, non poteva neanche divertirsi.
-E poi che ci fai qui a scuola?-
-Ti sto seguendo- rispose semplicemente lui.
Già, glielo aveva già detto, lui “doveva custodire per bene la sua anima”. Ma che aveva di tanto speciale?
Fine sbuffò, era un caso perso.
-Beh vedi di non farti vedere, e di non farmi cacciare ancora nei guai- gli raccomandò prima di tornare in classe.
Ah, stupido Shade! Chissà se qualcuno lo avesse visto! Cosa avrebbe dovuto dire lei? Come avrebbe spiegato la situazione?
Maledetto demone, sicuramente le avrebbe procurato fin troppi guai.










Buonasera a tutte! :D
Povera Fine, Shade gliene combina una in più del diavolo. Ah, aspetta.. lui lo è xD
Beh spero tanto che vi sia piaciuto :)
Ringrazio tutte quelle che recensiscono, davvero mi fate felicissima, non pensavo questa storia potesse piacervi.
E grazie anche a chi legge solo, vedo le visite e quindi grazie mille!
Buona serata, vi mando un bacione :D

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Capitolo 5
*** Maledetta diversità ***


♦ MALEDETTA DIVERSITÀ ♦

-Ah finalmente anche questa giornata è finita- sospirò Fine buttandosi sul letto. Era sera inoltrata, lei e sua madre avevano appena finito di cenare.
Era passata circa una settimana da quando aveva incontrato Shade. Ora si sentiva meno in soggezione quando era con lui delle prime volte, riusciva a parlargli normalmente, anche se mantenere una conversazione con lui era difficile. O se ne andava annoiato, o iniziava a fare domande arroganti su ciò che non sapeva o non si faceva vivo per niente.
In quei giorni Shade si faceva vedere ogni tanto. Quando non c’era sicuramente era perché o stava dando un’occhiata al mondo “mortale” o.. beh Fine non lo sapeva, e non ci teneva neanche.
Si sentiva più tranquilla quando Shade non c’era, ma aveva sempre quell’ansia di ritrovarselo davanti nei momenti più inaspettati.
Si rialzò togliendosi la divisa che indossava ancora. Rimase in intimo guardandosi davanti allo specchio. Quasi ogni giorno si metteva a fissare quel maledetto marchio.
Dopo poco si voltò verso il letto dando le spalle alla finestra. Prese in mano la canottiera che usava per dormire.
Sentì un rumore strano alle sue spalle. Si voltò prendendosi uno spavento.
Shade era sul suo balcone che stava scendendo dalla ringhiera sulla quale doveva essere saltato e la fissava con occhi aperti e attenti.
Dopo averlo maledetto nella mente per il colpo che le aveva fatto prendere, abbassò lo sguardo guardandosi. Lei era.. era.. in intimo! Rimase paralizzata a fissarlo con il volto più rosso dei suoi capelli che le scendevano morbidi sulle spalle nude.
Accidenti, fa che se lo stia solo immaginando!
Cercò di coprirsi il più possibile con la canottiera che aveva in mano, appoggiandola sul corpo. Che situazione!
Shade intanto continuava a fissarla come.. interessato. Dopo poco tornò serio. Doveva ammettere che quella ragazza aveva davvero un fisico invidiabile, chissà quale piacere poteva dare quel corpo. Pensò che Fine potesse fare benissimo concorrenza ai corpi perfetti delle femmine dei demoni.
Si avvicinò piano a lei facendola indietreggiare fino ad arrivare con le spalle al muro.
La guardò serio, come se le stesse scavando dentro.
La stanza era buia, la luce era spenta. L’unica fonte di illuminazione era la luna che splendeva nel cielo.
Fine arrossì violentemente, sotto quella luce Shade era ancora più bello, sembrava.. un angelo. Già, peccato fosse il contrario.
-Potrei farti mia solo per il piacere del peccato della lussuria- le sussurrò all’orecchio toccandole i fianchi nudi e facendo sfiorare i loro nasi.
Fine non era più in sé, stava quasi fumando da quanto era rossa. Il suo cuore batteva come un cannone in azione, non era mai stata in una situazione simile e tanto imbarazzante.
Ragionò su quello che Shade aveva appena detto. Quindi, i demoni facevano.. si insomma.. andavano a letto solo per puro piacere, per lussuria. Niente amore o sentimenti. Che schifo.
La ragazza aprì la bocca come per dire qualcosa, ma non le uscì nulla.
-Ma non posso- disse lui con tono deluso, allontanandosi da lei e dandole le spalle.
Fine tirò un sospiro di sollievo, ma ancora il suo cuore non si calmava.
-Ti consiglio di non farti mai vedere così da un demone- disse guardandola di sfuggita. Aveva uno sguardo.. di ghiaccio che nello stesso istante trasmetteva un calore fortissimo. Com’era possibile?
Fine tornò in sé e si vestì più velocemente possibile. Accidenti, ma proprio in quel momento doveva arrivare?!
Shade, che era rimasto di spalle per farla vestire, si sedette sul letto. Fine lo guardò un po’ titubante, come si doveva comportare ora?
-Che c’è?- chiese lui vedendola strana.
Fine lo fissò un po’ stupita, poi ci pensò su. In effetti come faceva a spiegarglielo? Lui era un demone, non poteva provare sentimenti come l’imbarazzo. Per lui vederla in intimo, nuda o che non era niente, chissà con quante umane o demoni era andato a letto per puro divertimento.
-N-niente- disse facendo un finto sorriso. Che le importava? Doveva stare tranquilla, in fondo a lui non aveva fatto né caldo né freddo, quindi!
Si sedette di fianco a lui, sempre a distanza di sicurezza. Si chiedeva perché stesse zitto.
-Che significa che i tuoi genitori sono separati?- chiese improvvisamente lui guardando davanti a sé inespressivo.
Fine si stupì di quella domanda. Non se l’aspettava, chissà perché gli importava. Pensò un po’ prima di rispondere, come poteva spiegarglielo semplicemente?
-Beh.. due persone si separano quando.. mhh.. hanno deciso di allontanarsi per diversi motivi- provò a dire lei abbassando la testa e assumendo uno sguardo malinconico –C’è chi poi torna insieme, altri si dividono per sempre- disse quasi con amarezza.
Le venne in mente le prime volte che i suoi genitori iniziarono a litigare. Lei e sua sorella se ne stavano sempre in disparte o rannicchiate nei loro letti cercando di non sentire le urla arrabbiate dei genitori. Non c’era un motivo della loro momentanea separazione, avevano iniziato a non andare più d’accordo. Però lei aveva sempre continuato a sperare che tutto si aggiustasse, come d’altronde anche Rein. E di recente le cose andavo molto meglio. Quando si vedevano per i finesettimana, sua madre e suo padre, tornavano a sorridersi come prima. Lei e Rein li avevano colti anche durante un tenero bacio, ma non avevano detto nulla.
Shade si voltò piano verso lei. La vide che guardava per terra e un dolce sorriso le si era dipinto sul volto. Chissà perché sorrideva.
Fine si stiracchiò, buttandosi all’indietro sul letto e mettendo le mani dietro la testa.
-E voi? Avete genitori?- chiese curiosa. Chissà com’era la vita per i demoni.
-No- disse semplicemente. Non sapeva cosa significasse avere dei genitori, non sapevano nemmeno a cosa servissero i genitori, a parte farti nascere, questo solo nel caso tu fossi umano.
-E come nascono i demoni?- chiese allora Fine. Cos’è, nascevano dalla polvere come alcuni insetti?
-E chi lo sa-  disse lui sorridendo enigmatico e vago  –anche se qualcuno lo sapesse non se lo ricorderebbe di certo-
-Cosa? Come si fa a dimenticare una cosa simile?- disse tirandosi su.
-Credo che anche tu dopo cinquemila anni ti dimenticheresti il tuo primo giorno- disse lui sorridendo divertito guardando la sua espressione confusa.
Fine sgranò gli occhi. C-cinque.. cinquemila?
-Cosa?- chiese basita. Forse non aveva sentito bene.
Shade rise, era proprio buffa.
-Q-quanti anni hai?- chiese ancora con gli occhi fuori dalle orbite, ignorando la risata di lui.
-Cinquemiladuecento- rispose tranquillo, pronto a farsi un’altra risata. Si immaginava già la faccia di Fine.
La ragazza come previsto si pietrificò con la bocca aperta. No, no, no, la stava prendendo in giro. Era già assurdo che lei credesse a una cosa come che lui fosse un demone e che volasse, figuriamoci a questa!
-Non è possibile- sussurrò fuori di sé.
-In effetti ho perso il conto. Comunque anno più, anno meno-
Fine non credeva alle sue orecchie, era incredibile. Aveva davanti un vecchio decrepito! Cioè, neanche! A quest’ora anche le sue ceneri non dovrebbero esserci più!
Shade la fissava divertito. Gli umani vivevano al massimo intorno ai cento anni, neanche un’ora della loro vita, quasi. Era normale che Fine reagisse così. Invece lei aveva quindici anni, giusto?
Fine tornò a guardare davanti a sé ancora basita, ma chiudendo la bocca. Cercava di realizzare che il tipo che aveva davanti avesse circa cinquemilacentoottantacinque anni più di lei. Beh, non avevano una poi così grande differenza di età, no? Poteva benissimo essere il suo antenato all’età dei dinosauri.
-Ma non ti annoi?- disse poi lei riprendendosi di colpo. Cinquemila e passa anni sono davvero tanti, che faceva in tutto quel tempo?
Lui alzò le spalle.
-No-  disse sorridendo malignamente  –abbiamo sempre qualcuno da maltrattare-
-Cosa?-  come “maltrattare”? Che intendeva? Iniziava a pensare che fossero spregevoli.
-Non penserai che siamo degli angioletti-  disse ironicamente –i demoni sono fatti per far soffrire e trasgredire gli altri, anche tra di noi-
Fine lo guardò delusa. Pensava che nonostante tutto avesse qualcosa di buono, invece.. invece veniva a sapere così che era nella sua natura far del male a chissà chi.
Lo guardò dura, quella non era la legge di vita che conosceva lei, e non le importava se la sua non era la stessa di Shade!
-È ingiusto! Siete dei mostri!- gli disse cercando di non urlare per non farsi sentire da sua madre.
Shade la guardò sorpreso. Che stava dicendo? Gli stava forse facendo la ramanzina sulla disciplina?
-Chi siete per maltrattare gli altri, soprattutto i vostri simili?!-
Fine era furiosa, non capiva come ci si potesse comportare così. Anche nel suo mondo c’erano queste ingiustizie, gente che uccide e fa del male. Lei non aveva mai accettato nemmeno quelle.
- La sola scelta che abbiamo è tra essere i dannati che vengono tormentati o i demoni addetti al loro supplizio- disse lui come se fosse una frase sacra e guardandola serio.
Fine si zittì. Non trovava giusto comunque quello stile di vita, ma lei non poteva farci nulla, loro erano felici così, per quel che un demone può essere "felice". Non trovava altro da dire, in fondo sulla Terra non era poi così diverso. Il problema era LEI che non accettava queste cose.
Shade la guardava inespressivo. Incredibile che le interessasse come funzionavano le cose nel suo mondo. Non si aspettava che si sarebbe messa a fare discorsi sulla giustizia. Ma infondo era sempre andata così, nel suo mondo se non dimostravi di essere un demone rispettabile appropriandoti di un’Anime Speciale, eri condannato ad essere rinnegato dagli altri e quindi emarginato e maltrattato.
Si avvicinò piano a lei, che fissava a terra. Le prese in mento tre le dita e la fece voltare verso di lui.
Fine si ritrovò con il viso di Shade a pochissimi centimetri dal suo.
Lui la fissava intensamente. Fine aveva una scintilla negli occhi, un qualcosa di diverso, doveva solo capire cosa fosse. Era certo che lei fosse speciale, doveva far in modo di far uscire quella specialità.
-Vorrei tanto sapere cos’è che ti rende così speciale- sussurrò pensando al alta voce, avvicinandosi sempre di più a lei.
Fine lo fissava rossa in viso, perché ogni volta che si avvicinava non riusciva a respingerlo? O forse non lo voleva? Si ricordò che lui era un demone. Un demone senza sentimenti.
Abbassò lo sguardo liberandosi dal leggero tocco di Shade.
Lui la guardò confuso, che aveva? Perché quella faccia?
-Voi demoni..-  iniziò lei titubante  –non provate sentimenti?- chiese anche se sapeva già la risposta.
-E come potremmo? Non abbiamo un cuore- disse lui alzandosi e dandole le spalle guardando la scrivania.
Osservava ogni cosa su quel tavolo e sulle mensole di fronte a lui. Libri, quaderni, penne, matite colorate, pupazzetti e diverse cornici con foto di Fine e sua sorella, molte di queste con amici e genitori. Lei era diversa da lui.
Chissà come sarebbe stato vivere come lei, come un umano.
Fine a quelle parole perse quasi un battito. N-niente cuore? Come sarebbe? Come facevano a vivere? Ah, già, loro erano come "immortali".
Abbassò lo sguardo. Certe volte le sembrava di vedere Shade felice, arrabbiato, divertito, soddisfatto.. invece doveva essere solo apparenza. Probabilmente lei che era abituata a vedere intorno a sé persone vere con sentimenti veri, aveva associato le espressioni e i comportamenti del ragazzo alle emozioni umane. Ma ovviamente non poteva essere così, lui era completamente diverso da lei.
Chissà com’era non avere sentimenti, non provare nulla, non avere un cuore.


 










Buona sera :D
Che teneri sono?! *-* belliniii   #enfasi-time
Eh già.. niente cuoricino :( povero Shade.. cioè "povero".. lui è contento così.
E voi vi chiederete: ma se non ha un cuore e quindi non prova sentimenti, come cavolo farà a innamorarsi di Fine? Ehhhh.. ehehe e chi lo sa! Io no!
(Nooo, tu proprio non lo sai.. nd.Lettori) (Nono! o:D *faccia da angelo* nd.Me)
Comunque spero vi sia piaciuto, prometto che la prossima volta sarò più puntuale :)
Ora scappo che sono proprio di fretta. Un bacione!

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Capitolo 6
*** Maledetta delusione ***


 

♦ MALEDETTA DELUSIONE ♦

-Fine!-
Fine si voltò trovando sull’uscio della sua aula, Rein. Le sorrise radiosa. Le due sorelle erano al settimo cielo.
Era passata un’altra settimana da quando Fine e Shade avevano avuto quella strana e difficile conversazione. Lui si comportava normalmente, lei cercava di fare lo stesso.
La sera prima Shade fortunatamente non si era fatto vedere. Era una di quelle domeniche in cui Fine, Rein e i loro genitori cenavano tutti insieme.
Le due sorelle finita la cena erano come sempre andate in camera, in questo caso di Fine, dato che avevano cenato a casa sua e della loro madre. La scusa erano i compiti o “cose da ragazza”. La verità era che volevano lasciarli soli, con il loro spazio. Sapevano che si amavano, era sempre stato così, e chissà che rimanendo il più tempo possibile insieme non si fossero riappacificati per bene.
Le due sorelle poco prima di salutarsi si erano messe di nascosto sopra le scale osservando i genitori senza farsi vedere. Li avevano colti in fragrante mentre si scambiavano un dolce e appassionato bacio. Non come quello dell’altra volta, ma più.. più pieno di amore.
Fine e Rein erano convinte che presto avrebbero condiviso di nuovo la stessa casa e litigato per il possesso del bagno e del telecomando.
-Arrivo!- le rispose Fine, correndole incontro.  Insieme si diressero sul tetto della scuola, come solito fare.
-Ah, ma li hai visti! Erano così teneri!- Rein aveva uno sguardo sognante. Era davvero felice di questo passo avanti.
-Già, sono sicura che torneranno presto insieme- disse Fine con sorriso a trentadue denti.
Rein annuì, speriamo presto.
Passarono l’intero intervallo a parlare dei loro genitori, elaborando diverse strategie per farli riunire il più presto possibile.

-Allora io porto mamma davanti alla fontana alle due e tu convinci papà ad andarci con qualche scusa, ok?- ricapitolò Fine alla fine del parco. Le lezioni erano finite.
-Ok, a dopo!- disse sua sorella.
Si diedero un cinque con la mano per poi correre ognuna nella direzione di casa sua.
Fine arrivò davanti casa correndo tutta eccitata.
-Ciao- la salutò Shade. Come al solito era appoggiato al muro vicino all’entrata.
-Ciao- disse lei di fretta entrando in casa senza degnarlo di uno sguardo. Shade la guardò chiudersi dietro la porta senza dargli importanza. Che aveva oggi?
Fine arrivò in camera sua, trovando Shade già lì. Ormai si stava abituando.
-Che fai?- le disse mentre lei appoggiava la cartella e correva di nuovo di sotto. La seguì, tanto sua madre non era casa in quel momento, non c’era pericolo che lo vedesse.
Fine non rispose alla domanda, era troppo occupata a.. ehi, che stava facendo?
La ragazza era intenta a svuotare la dispensa. Tirò fuori tutto il pane che c’era. Lo nascose in una scatola nell’anta opposta, più tardi lo avrebbe fatto sparire.
Shade la fissava stupito, non capiva che stesse facendo.
-Perché lo nascondi?-
Fine lo guardò fiera e determinata –Perché devo far rimettere insieme i miei genitori-
Dopodiché sentì la serratura della porta d’ingresso aprirsi.
-Fine, sono a casa- urlò Elza mentre richiudeva la porta.
-Vattene- sussurrò Fine e Shade spingendolo fuori dal balcone della cucina.
Il ragazzo la fissava confuso, non ci aveva capito nulla. Che c’entrava il pane con i suoi genitori?
-Fine!- la chiamò, di solito Fine le correva sempre incontro. –Oh, ciao- le sorrise poi, trovandola in cucina intenta a chiudere la porta del balcone.
-Ciao mamma!- disse lei un po’ agitata chiudendo velocemente la tenda.
-Cosa fai?-
-Oh.. è.. è finito il pane!- disse sudando freddo, speriamo ci sarebbe cascata. Sua madre la guardò con un’espressione da “lo sapevo, devo andare a comprarlo”.
Fine capì che sua madre aveva inteso.
-Vengo anche io! Che ne dici se poi facciamo una passeggiata?- chiese lei entusiasta. Dai, dai funziona!
Elza sorrise –Va bene-.
Era strano però, Fine non voleva mai passeggiare con lei, preferiva giocare a calcio con gli amici o stare con Rein. Comunque accettò subito contenta.
Le due uscirono per comprare il pane. Shade le seguì tutto il tempo volando sopra ai tetti senza farsi vedere. Voleva proprio vedere cosa aveva in mente quella ragazzina.
Fine portò sua madre al parco come d’accordo con Rein. Avevano in mano il sacchetto del pane appena comprato. Passeggiarono allegramente per diversi minuti, raggiungendo il centro. Una grande e antica fontana era illuminata dal sole di quella bellissima giornata.
Fine guardò l’orologio, le 3.30, perfetto! Suo padre sarebbe dovuto arrivare tra poco.
-Mamma, mi aspetti un secondo? Vado a prendere un gelato- sorrise Fine facendola sedere su una panchina vicino alla fontana.
-Un gelato? E dove?- chiese la madre incuriosita. Non aveva visto gelatai.
-Oh.. c’è.. c’è un carretto di gelati più in là, l’ho visto prima- si inventò. Perché sua madre doveva fare sempre domande?
-Va bene, ti aspetto qui- le sorrise infine.
Fine corse via, meno male era filato tutto liscio.
Appena fu fuori dalla visuale della madre, si nascose dietro a dei cespugli avvicinandosi di nuovo alla fontana.
-Fine- si sentì chiamare sussurrando. Trovò Rein accovacciata in un cespuglio vicino, la raggiunse.
-Allora?-
-Tutto ok, papà sta per arrivare. Gli ho spedito una mail con un indirizzo privato, dando appuntamento qui per uno scoop!- sorrise Rein facendole l’occhiolino.
Perfetto! Loro padre faceva il giornalista, quindi gli capitava spesso di ricevere messaggi e richieste di incontri da qualcuno che voleva spifferare una notizia al mondo intero. E Tolouse non se la sarebbe mai persa!
Si misero a guardare Elza sulla panchina. Dopo qualche minuto Rein diede una gomitata a Fine indicandole loro padre che arrivava. Nessuno dei due si era accorto della presenza dell’altra.
Li videro incrociare gli sguardi e salutarsi.
-Cosa ci fai qui?- chiese lui sorridendole come un ebete. Si vedeva che innamorato perso.
-Sto aspettando Fine, è andata a prendere il gelato-
-Ma non ci sono gelaterie qui- disse lui stranito. Rein lanciò una frecciatina alla sorella.
-Un gelato. Non c’era una scusa migliore?- disse sarcasticamente mentre Fine le faceva la linguaccia.
I loro genitori si misero a parlare sedendosi vicini. Che coppia, ragazzi!Fine e Rein li guardavano sorridenti.
Dopo un bel po’ che erano lì a chiacchierare, Tolouse guardò l’orologio. Era in ritardo di mezzora quel tizio.
-Non verrà più- disse pensando ad alta voce.
-Chi?-
-Oh, un tipo che mi ha spedito una mail dicendo che aveva uno scoop- disse alzando le spalle.
-Ora che ci penso, Fine è sparita!- disse Elza alzandosi in piedi.
Oh no, no! Se ora si metteva a cercare la figlia era la fine. Il piano sarebbe andato a rotoli!
Elza stava per fare un passo verso la direzione in cui prima era andata Fine, ma sentì un forte dolore alla caviglia. Come se qualcosa l’avesse colpita, come se le avessero lanciato un sasso.
Presa alla sprovvista dal dolore perse l’equilibrio. Fortunatamente Tolouse la prese al volo, ritrovandosi con il viso di lei a pochi centimetri.
I due si guardarono per un lungo istante per poi unirsi in un impulsivo e amoroso bacio.
Fine e Rein guardavano arrossite con occhi sognanti. Sì! Erano dei geni! Non sentirono cosa si dissero, ma erano soddisfatte comunque.
Meno male che la mamma era inciampata, altrimenti non sarebbe mai successo niente.

A qualche metro di distanza da Fine e Rein, una sagoma scura si nascondeva dietro a un tronco. Shade le guardava con la coda nell’occhio, aveva seguito Fine tutto il tempo.
Aveva visto gli sforzi della ragazza e della sorella per far andare tutto liscio. Ora capiva la questione del pane.
Era incredibile come gli umani fossero devoti all’amore e ai sentimenti, a come ci tenessero ad essere felici.
Guardando i genitori delle ragazze si rese conto che nel suo mondo non c’era nulla ti tutto questo. Se qualcuno baciava o si portava a letto un altro era solo per puro divertimento. Qui era diverso.
Si era sentito come in dovere di aiutare Fine. Non sapeva perché, ma voleva vederla sorridere. Aveva preso il primo sasso che gli era capitato e lo aveva lanciato, con il semplice gesto delle dita, sulla caviglia di Elza.
Meno male che aveva una buona mira. E soprattutto che le due ragazze non si erano accorte di nulla.

-Mamma!- la chiamò Fine pochi minuti dopo correndole incontro. Il piano aveva funzionato, non c’era altro da aggiungere. Tutto perfetto.
-Fine! Dov’eri finita?!- le saltò al collo Elza preoccupata. E il gelato? Dov’era?
Fine si inventò una scusa per poi abbracciare suo padre.
Poco dopo si salutarono, tornando ognuno a casa proprio.
Tolouse una volta entrato in casa constatò che anche Rein doveva essere uscita, la casa era deserta. Beh era abituato alle sue uscite non programmate.
Andò in salotto sedendosi alla scrivania e stiracchiandosi ripensando al bel momento di prima.
La sua attenzione venne attirata dal monitor del computer acceso. Era aperta la finestra della posta elettronica. Cliccò su “posta inviata” rimanendo dubbioso su ciò che leggeva. La mail che aveva ricevuto risultava inviata da quello stesso computer. Ma cosa..? Oh no, Rein.
Non trattenne un sorriso, Rein doveva avergli fatto uno scherzo. Che sbadata, aveva dimenticato di cancellarla. Sicuramente si era messa d’accordo con Fine. Conosceva le sue figlie, erano uniche.

Fine, una volta arrivata a casa, andò in camera sua a fare i compiti, o almeno quello che ne capiva.
Elza era impegnata in cucina a sistemare il pane nella dispensa misteriosamente vuota. Chissà chi aveva mangiato tutto il resto del pane.
Estrasse dal sacchetto della spesa anche un sacchetto di pasta, ne aveva approfittato.
Aprì l’anta opposta a quella del pane per riporla. Lo spazio però era occupato da una scatola marrone. Cos’era?
La tirò giù e la aprì. Pane? Che.. che ci faceva lì il pane? Fine aveva detto che era.. Si mise a ridere. Non poteva essere cascata come un’allocca nel piano di sua figlia. Sicuramente Fine lo aveva usato come scusa per portarla alla fontana, e Rein ne era complice, dato che anche Tolouse non aveva avuto il suo incontro per lo scoop. Sorrise. Adorava Fine e Rein.

Fine era seduta alla scrivania con davanti il quaderno di matematica. Faceva roteare la penna tra le dita pensando con un sorriso stampato in faccia al bacio dei suoi genitori. Era proprio fiera del suo lavoro e di sua sorella.
-Che fai?- chiese Shade entrando dal balcone aperto.
Fine si voltò. Quel ragazzo doveva perdere l’abitudine di entrare così, senza permesso e senza preavviso.
-I compiti- disse lei tornando a guardare il quaderno. Già, era ora che li facesse.
Shade sbuffò, che noia. La guardò bene, Fine sembrava più serena e felice del solito. Probabilmente era per quello che era appena successo.
-Com’è andata con i tuoi genitori?- chiese facendo finta di niente.
Fine lo guardò divertita. Maccome?
-Vuoi dirmi che non mi hai seguita?- disse ridendo. Era sicura che Shade l’avesse seguita, era troppo curioso, e poi lei non lo aveva degnato di uno sguardo prima, quindi era certa che lui ferito nell’orgoglio avesse visto tutto quello che era successo.
Shade la guardò con aria colpevole. Colpito e affondato. Sbuffò voltandosi.
-Perché avevano litigato?- chiese. Gli umani a volte litigano da soli, senza l’intervento o i dispetti dei demoni. Già, perché i demoni ormai potenti, che si sono appropriati di più Anime Speciali, spesso si divertono sulla Terra a far dispetti e far bisticciare i mortali. Era davvero uno spasso!
Fine abbassò un po’ la testa sorridendo amaramente al ricordo di quando avevano iniziato a non andare più d’accordo.
-Non lo so, hanno iniziato a litigare così, per banalità. Non me lo sono mai spiegato-
Shade fece una specie di smorfia, non ci arrivava?
-E chi vuoi che sia stato, se non noi demoni?- disse lui di getto. Non aveva pensato a quello che stava per dire, lo aveva fatto e basta, senza pensare alle conseguenze.
Fine alzò di scatto lo sguardo verso di lui. Demoni? E-erano stati loro? Lo fissava imbambolata, sbalordita, in un misto tra l’orrore e la delusione. I demoni quindi si prendevano gioco degli umani così, per farsi quattro risate? E per colpa loro i suoi genitori avevano rischiato di separarsi per sempre?
Abbassò piano lo sguardo coprendo gli occhi con la frangetta rossa.
-Esci- disse lei fredda.
Shade la guardò confuso con aria interrogativa, ma non si mosse.
-ESCI!- gli urlò Fine alzandosi di scatto in piedi e sbattendo una mano sulla scrivania.
Il ragazzo rimase stupito da quella reazione. Ma che le prendeva ora? Non capiva.
-Ma che ti prende?- disse irritato. Perché cavolo lo trattava così ora?
-E me lo chiedi?! È colpa vostra se i miei genitori si sono lasciati!- disse lei infuriata –E ora vattene, stai lontano! Non permetterò che un altro demone si metti tra loro!-
Sì, era quella la sua paura. La paura che Elza e Tolouse potessero avere altri problemi, visto che proprio al fianco della loro figlia c'era un demone. Uno della stessa specie responsabile di quello che era accaduto.
Shade rimase zitto. Aveva compreso perché Fine era così arrabbiata. Per gli umani la famiglia era una delle cose più importanti, anche se lui non comprendeva a pieno questi sentimenti. Forse avrebbe fatto meglio a non dire niente prima, almeno Fine non avrebbe reagito così.
Lei lo fissava dura, quasi con odio. Non verso di lui specificamente, ma verso ciò che era, ciò che faceva.
-Non posso- disse semplicemente lui serio. Non poteva andarsene.
-Eh?-
-Che tu lo voglia o no, sei mia. Non posso andarmene-
Fine si ricordò del simbolo a forma di luna sul suo petto, il marchio di quel demone. Non ci pensava più tanto spesso a parte la mattina quando lo osservava attentamente. Ormai si era abituata alla presenza di Shade e alle sue frasi senza senso sui demoni o sul suo mondo.
Strinse i pugni. Non poteva farci nulla, poteva dirgli di tutto, ma sapeva che non se ne sarebbe mai andato. Almeno fino a quando sarebbe morta.
-Allora non ti avvicinare ai miei genitori- disse lei rassegnandosi all’evidenza.
Shade si limitò a guardarla. Lui non si era mai interessato ai suoi genitori, non gliene importava niente. Lui era qui solo per la sua anima.
-Non preferiresti qualcos’altro al posto di rimanere qui in attesa che io muoia?- chiese lei voltandosi dalla parte opposta. Magari così dicendo lui avrebbe accettato e lasciata in pace, se ne sarebbe andato. Gli avrebbe dato o aiutato a fare qualsiasi cosa, beh "qualsiasi" entro certi limiti. Almeno se lo sarebbe levato di torno, la sua vita sarebbe tornata quella di prima. Ma.. era quello che voleva? Era sicura che volesse che Shade sparisse dalla sua vita? Le venne in mente questa domanda. Perché? Era ovvio che volesse che lui andasse via, perché non dovrebbe volerlo? Però.. c’era qualcosa che le diceva che.. che ci sarebbe rimasta male se si fosse allontanato da lei, ma cosa? Perché?
Shade sorrise alle sue spalle avvicinandosi di qualche passo.
-Disputare col demonio non potrà esserti di alcuna utilità. Ha più di cinquemila anni di pratica. Conosce tutti i punti deboli dei mortali- le disse con voce suadente.
-Conosce ogni tua minima debolezza- le disse infine alle sue spalle accarezzandole il braccio.
Fine si irrigidì, sentiva il suo respiro sul collo. Arrossì di colpo.
-Non toccarmi!- disse lei d’impulso allontanandosi di un passo e voltandosi verso di lui.
Nello stesso istante in cui diceva quelle parole, Shade sentì come una scossa nella mano con la quale prima l’aveva toccata, provocata da una scintilla che si era creata tra i due. Una scarica elettrica molto forte, gli aveva fatto.. male? Come..
Ritrasse il braccio, guardandola basito. Che cos’era successo? Lui non poteva provare dolore, gli umani non potevano fargli niente.
Fine lo fissava spaventata e sorpresa. Cos’era quella scintilla? Che.. era stata lei?
-S-sono stata io?- chiese più a sé stessa, in un sussurro.
Shade non lo sapeva, forse sì. Forse era quella la particolarità della sua anima? Ma che cos’era di preciso? Cos’era quel “potere”, se si poteva definire così?






 


buonaseraa!
Ho detto che avrei aggiornato oggi? L'ho fatto, anche se a un orario un po' così.. -.-
Beh spero vi sia piaciuto, iniziano ad esserci degli sviluppi !!
Che teneri Elza e Tolouse *-* Mi sembrano Romeo e Giulietta dell'anime
(sono indentici, non trovate? anche i comportamenti che hanno nei rispettivi anime si somigliano! 0.0)
Ok, ora devo scappare, fatemi sapere cosa ne pensate.
Un bacione, buona notte :3

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Capitolo 7
*** Maledette risposte ***


♦ MALEDETTE RISPOSTE ♦

Dopo quello che era successo, Shade era uscito dalla sua stanza lasciandola sola insieme alle sue domande.
Nemmeno lui che era un demone si spiegava quello che era successo. Fine aveva come creato una barriera, non voleva che lui le si avvicinasse. Da lì era nata quella scintilla.
Si trovava sul tetto di una casa della città. Era sdraiato con le braccia dietro la testa. Erano tre giorni che non andava a trovare Fine.
Si guardò la mano, si ricordava ancora quel dolore che gli aveva provocato quella scossa. Tornò a guardare il cielo. Ormai era ossessionato dal pensiero di capire cosa fosse successo, quale tipo di specialità avesse l’anima di quella ragazzina. Che avesse un potere strano ne era certo, lo aveva sentito, lo aveva provato qualche giorno prima. Sì, ma cos’era, maledizione!?

L’indomani, dopo la scuola, Fine tornò a casa come ogni giorno.
Era felice, felice davvero. Due giorni prima i suoi genitori avevano deciso di rimettersi insieme. Cioè non erano ancora tornati nella stessa casa perché bisognava organizzare i preparativi, ma i due avevano ammesso di amarsi ancora e che probabilmente presto sarebbero stati tutti di nuovo insieme. E questo anche grazie al piano delle due gemelle, ovviamente all’oscuro di essere state facilmente scoperte.
Per tutto il tempo, Fine, non aveva fatto altro che pensare anche a quella sera con Shade. Non riusciva a trovare una spiegazione e non voleva accettare che lei avesse qualche strano tipo di capacità paranormale stile Superman. Era assurdo! Già c’era un demone, se poi anche lei si scopriva fosse un ragazza dai superpoteri sarebbe stato il colmo!
Già, Shade.. chissà dov’era. Da quella volta era sparito e non si era fatto più vedere, neanche un saluto, zero. Si sentiva un po’ persa senza la sua compagnia, aveva paura di quello che le stava capitando. E poi.. si annoiava, qualcosa le mancava provocandole una nostalgia nel petto. Forse.. le mancava Shade? Ma no! Era impossibile, non poteva essersi così affezionata a lui da sentirne la mancanza, per favore!
Arrivò a casa andando in camera sua. Aprì la porta ritrovandosi un ragazzo dai capelli cobalto sdraiato comodamente sul suo letto. La fissava inespressivo.
-Ciao-
-C-ciao- disse lei rimanendo ferma e arrossendo. Ma perché arrossiva? Da quant’è che Shade le girava attorno? Da tanto oromai, doveva essersi abituata a ritrovarselo inaspettatamente davanti. Allora perché questo imbarazzo improvviso?
Sentì dentro di sé come una felicità nel rivederlo. Perché? Era tutto più semplice quando non c’era, ora però perché era contenta di averlo lì? E poi era un demone! Una razza spregevole. A lui importava solo della sua anima, chissà che non vedesse l’ora che lei morisse per appropriarsene.
Fine si accorse che Shade era ancora lì fermo a fissarla. Arrossì violentemente. Il suo sguardo la metteva in soggezione.
-B-bhe, che vuoi?- disse lei voltandosi e assumendo un’espressione arrabbiata.
-Perché ora fai la scontrosa? Non sei felice di vedermi?- chiese lui sarcasticamente mettendosi seduto.
-Ma bene, sparisci per tre giorni senza avviso, lasciandomi da sola con una miriade di domande, e mi chiedi perché?- rispose lei incrociando le braccia e dandogli le spalle.
Shade sorrise divertito avvicinandosi a lei.
Le circondò la vita attirandola a sé.
-Cos’è, ti sono mancato?- chiese lui con voce da esperto seduttore.
Fine arrossì di colpo a quel contatto. Accidenti il suo cuore andava come un treno!
-N-non dire stupidaggini!- disse lei imbarazzata divincolandosi da quella presa e allontanandosi di qualche passo.
Lui sorrise e tornò a sedersi sul letto. Lei lo fissò titubante.
-Allora?- chiese poi Fine con sguardo indagatore.
Il demone assunse un aria interrogativa.
-Beh, in tre giorni avrai scoperto qualcosa su quello che è successo no?-
-No-
Fine lo fissò allibita. Come no? Non aveva capito niente? Ma lui era un demone! Ahh, lasciamo perdere. Sospirò appoggiando finalmente la cartella vicino alla scrivania.
-Sai, i miei genitori si sono rimessi insieme- disse sorridendo raggiante e guardando una foto dei quattro membri della sua famiglia sulla scrivania.
Perché glielo aveva detto? Non erano affari suoi, allora perché aveva sentito la voglia di metterlo al corrente di quello che le succedeva? Forse era un modo per scusarsi di quello che gli aveva detto l’altra sera? Fine non lo sapeva, sapeva solo che si sentiva in colpa anche se ingiustamente.
Shade non capiva ancora esattamente come funzionasse questa cosa della separazione e dell’amore, ma vedere Fine così contenta lo rendeva soddisfatto. Quindi Elza e Tolouse si amavano di nuovo?
Era incredibile come i mortali esprimessero così senza problemi i loro sentimenti.
-Io e Rein ci abbiamo sempre sperato- continuò lei fissando la foto –e come si dice? Prima o poi quello che desideri con tutto il cuore si avvera!- sorrise voltandosi verso di lui.
Shade sgranò gli occhi. Che bel sorriso.
Prima o poi quello che desideri con tutto il cuore si avvera!  Si avvera.. e se..
Fissò Fine pensieroso. Lei aveva sempre voluto che i suoi genitori si rimettessero insieme, e ora era successo. E anche quella sera, lei non voleva che lui si avvicinasse perché voleva proteggere il rapporto di sua madre e suo padre. Lei non lo voleva vicino in quel momento e infatti lui non aveva potuto toccarla per colpa di quella.. scintilla.
Ora che ci pensava, Fine voleva quelle cose con tutta sé stessa. Ed erano successe.
-Fine, cosa hai provato quando hai salvato quel bambino che stava per essere investito?- chiese lui serio. Forse c'era quasi.
Fine lo guardò sbalordita. Il bambino.. Ed? Come.. come faceva lui a sapere che aveva salvato quel bambino? Era lo stesso giorno che si erano conosciuti. Lei aveva incontrato Shade poco dopo.
-Come lo sai?- chiese quasi sconvolta.
-Rispondi- ripeté lui. Le avrebbe spiegato un’altra volta, ora gli interessava concludere la sua ipotesi.
-Beh..- Fine era incerta, non sapeva di preciso cosa aveva provato –io volevo solo aiutarlo, stava per morire-
-E quando stavi per cadere dall’albero il giorno prima? Cosa hai provato?- chiese ancora Shade alzandosi in piedi.
Eh? Ma coma faceva a sapere quello che le era capitato? La teneva d’occhio da prima del loro incontro? Non glielo aveva detto.
Stava per ribattere, ma vide lo sguardo del ragazzo serio e sicuro.
-Ho sperato di riuscire ad aggrapparmi a un ramo, non volevo farmi male come l’ultima volta- disse ricordandosi di quando si era slogata una caviglia e fatta un bel livido sul sedere.
Shade sembrò ragionare. Si voltò iniziando a camminare lentamente per la stanza. Fine lo guardava curiosa.
Il demone non fece caso alla curiosità di lei, era intento a mettere insieme i pezzi di questo difficile puzzle.
Grazie alla frase che prima aveva detto Fine, a Shade era venuta un’illuminazione. Aveva detto che se vuoi qualcosa prima o poi si avvera, ed era successo, e in più di un’occasione.
Fine aveva desiderato fortemente di non farsi male, poi di salvare quel bambino e poi di tenerlo lontano. E da tanto tempo voleva che i suoi genitori tornassero insieme.
E se il suo potere fosse collegato a questo, se la sua specialità fosse relativa a questo? Tutto ciò che desiderava con tutto il cuore si avverava, solo per il fatto che lei lo voleva.
Se fosse stato davvero così sarebbe stata una cosa straordinaria. Quella ragazza avrebbe potuto sottomettere l’intero mondo se solo l’avesse voluto.
Però non ne era certo, non del tutto. Doveva fare una specie di esperimento.
-Cos’è che vorresti adesso? Quel desiderio vorresti che si avverasse?- chiese lui guardandola e finalmente fermandosi.
Lei era sorpresa. Non ci stava capendo nulla. A che pensava Shade? Aveva trovato una soluzione?
-Non lo so..- disse lei presa alla sprovvista. Shade insistette, una cosa che le sarebbe piaciuta!
-Beh.. che Rein si fidanzasse finalmente con Bright- buttò lì la prima cosa che le venne in mente. In verità aveva sempre sperato per il bene e la felicità di sua sorella, che Bright glielo chiedesse in fretta. Si piacevano era evidentissimo!
Shade riassunse quell’aria pensierosa. Perché non succedeva nulla?
-Fineee!- urlò sua madre dal piano di sotto. La ragazza sobbalzò, oh no forse li aveva sentiti!
-Vieni giù un secondo, devi aiutarmi a fare una cosa!-
Fine tirò un sospiro di sollievo, meno male. Disse a Shade che tornava subito, e scese da Elza.
Il ragazzo rimase in camera a pensare. D’un tratto un aggeggino sulla scrivania emise un suono. Shade si avvicinò, era quello che gli umani chiamavano cellulare. Ne aveva visti molti in giro.
Guardò sul display, c’era una busta. Cos’era?
Cliccò curioso qualche tasto, fino a quando si aprì una schermata con una scritta.
Fine! Bright mi ha appena chiesto di metterci insieme!
Sono al settimo cielo! Stasera posso dormire lì, così ti racconto?
Baci Rein
.
Shade lesse velocemente il messaggio della sorella di Fine. Riappoggiò il cellulare sbalordito. Non credeva a quello che stava succedendo.
Fine aveva appena detto che le sarebbe piaciuto che sua sorella si fosse fidanzata con quel tipo e.. e ora arrivava un messaggio di una Rein contentissima del fidanzamento.
Tornò serio, ora era sicuro che il potere di Fine fosse proprio quello. Ma doveva dirglielo? Magari lei avrebbe potuto usarlo a suo piacimento così, per divertirsi. Volendo avrebbe potuto farlo sparire o peggio cancellare il marchio della loro unione.
In effetti sembrava che lei non fosse contenta del fatto che fossero legati, però il marchio non era ancora sparito. Perché? Forse Fine non era poi così tanto contraria?
Decise che per il momento non le avrebbe detto nulla, voleva la sua anima ora più che mai visto che sapeva quale straordinaria particolarità aveva.

La sera dopo cena, il campanello di casa Kusakabe suonò. Rein entrò tutta eccitata con il pigiama dentro a una borsa. Spesso una andava a dormire a casa dell’altra per diverse ragioni, o anche senza.
Passarono la serata a parlare di Bright. Fine era sorpresa, non se lo aspettava. Non aveva fatto caso al messaggio di Rein sul suo cellulare.
Shade da sopra il tetto della casa sentiva le urla di felicità di Rein e le chiacchiere di entrambe sorelle. Sembrava che Fine non si rendesse conto che quello che aveva desiderato era appena successo. Sembrava non capire  che avesse un potere straordinario.
Guardò il cielo con una bellissima luna piena. Sorrise.
Eh sì, aveva proprio trovato una straordinaria Anima Speciale.












Buonasera! :D
Come state? Accidenti la nostra Fine è davvero una piccola super-girl ! (pessima battuta -.-)
Volendo potrebbe diventare la regina del mondo se solo lo volesse.. ma sappiamo che lei è modesta, tralasciando i dolci xD
beh spero davvero di cuore che vi sia piaciuto.
Grazie a tutte quelle che recensiscono e a chi legge solo, grazie davvero!
Un bacione buona serata

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Capitolo 8
*** Maledetto potere ***


♦ MALEDETTO POTERE ♦

L’indomani Fine e Rein si svegliarono puntuali, merito di Rein che aveva buttato giù la sorella dal letto.
Le due camminavano verso scuola lentamente. Fine sbadigliava ogni tre per due, non era abituata a svegliarsi così presto anche se accadeva spesso quando Rein si fermava a dormire da lei.
Arrivarono a scuola prima del solito. In classe di Fine c’era un’agitazione mai vista. Rein, essendo in anticipo accompagnò Fine nella sua aula con la scusa che ne avrebbe approfittato per salutare delle amiche. Ormai si conoscevano tutti del primo anno.
-Che succede?- chiese Fine risvegliandosi di colpo dal suo sonno vedendo le facce dei compagni agitati e preoccupati.
-Non hai saputo?- le disse Lione, una sua compagna. Era molto carina, lunghi capelli arancioni erano legati in un morbida coda alta e due occhioni la fissavano triste.
Fine guardò sua sorella confusa. Nemmeno Rein sapeva nulla.
Scosse la testa incitandola a raccontare.
-È per Mirlo- si intromise Altezza in compagnia di altre ragazze della classe.
-Che le è successo?- chiese Rein. Anche lei conosceva quella ragazza, erano molto amiche. Videro le compagne abbassare la testa.
-Sua madre ha avuto un incidente- disse Lione a bassa voce.
Fine e Rein ci rimasero di sasso. In effetti Mirlo non era in classe, lei di solito era la prima ad arrivare. Chissà come si sentiva.
Le due ragazze conoscevano sua madre, era capitato di parlarci nelle riunioni di classe o quando ci si incontrava in giro, era davvero una brava persona.
-E come sta?-
-Non lo sappiamo. Da quanto hanno detto è una cosa abbastanza grave..- disse vaga Altezza.
-Pensavamo di andarla a trovare in ospedale dopo la scuola, per starle vicino. Siete dei nostri?- le invitò Lione.
-Certo!- riposero Fine e Rein.

Dopo le lezioni tutti corsero in direzione dell’ospedale. Dopo aver chiesto il numero della stanza, la raggiunsero.
-Mirlo!- la chiamarono vedendola seduta fuori dalla camera con le lacrime agli occhi. Vicino a lei c’era un passeggino con il piccolo Narlo, il fratello della ragazza.
Lei alzò lo sguardo incontrando quelli preoccupati dei suoi amici.
-R-ragazzi..- sussurrò lei sorpresa di vederli –Cosa fate qui?-
-Volevamo sapere come stavi- le sorrise Rein cercando di essere confortante.
Mirlo abbassò lo sguardo. Era felice di avere degli amici come loro, ma proprio non riusciva a sorridere.
-Come sta tua madre?- le chiese Fine mettendole una mano sulla spalla.
La ragazza iniziò a piangere silenziosamente.
Fine dedusse che doveva essere una cosa davvero grave se lei stava così, era sempre stata una persona pacata e seria, che non si lasciava sopraffare dalle emozioni.
-È.. è in coma- disse singhiozzando e abbracciando Fine che era la più vicina.
La ragazza la strinse con gli occhi sgranati. In coma.. quindi era come se.. si insomma, era quasi come se fosse morta. E se non si fosse più risvegliata?
Mirlo piangeva rumorosamente tra le braccia di Fine. Presto tutti i compagni le furono vicino in un grande abbraccio di gruppo. Gli amici si sostengono, no? 
Qualche momento dopo i ragazzi chiesero se era possibile vedere la madre di Mirlo. Li fecero entrare insieme alla ragazza, dando il cambio al padre che era rimasto dentro tutto il tempo.
La donna era sdraiata sul lettino bianco con diversi fili e flebo. Sembrava la stessa di sempre, a parte la brutta fasciatura alla testa. Sembrava quasi stesse dormendo.
Mirlo ricominciò a singhiozzare, non si era ancora abituata a vederla così. Anche alcune delle sue compagne iniziarono a far scendere delle lacrime, faceva sempre impressione una scena del genere.
-Vedrai andrà tutto bene- le sorrise Rein cercando di non piangere anche lei. Poi però scoppiò anche lei finendo tra le braccia di Bright, che cercava di consolarla.
I ragazzi rimasero con la loro amica fino alle cinque. Poi tornarono a casa, si stava facendo tardi e loro non potevano fare nulla.
Fine mise piede fuori dall’ospedale. Mirlo era rimasta da sola, c’era solo suo padre che però doveva prendersi cura di Narlo.
Salutò tutti per tornare da lei con la scusa di aver lasciato una cosa. Corse su per le scale e raggiunse di nuovo la camera.
Si fermò prima di bussare. Immaginò cosa avrebbe potuto fare lei se fosse sua madre quella nel letto d’ospedale. Come avrebbe reagito lei? Non avrebbe sopportato di perdere la mamma.
Non poteva capire come si sentisse la sua amica, ma poteva riuscire a immaginarlo. Voleva starle vicino, ma non voleva sembrare invadente o appiccicosa. Molte persone di solito preferiscono stare sole in momenti come questi.
Appoggiò una mano sulla maniglia e aprì di pochissimo la porta.
Vide Mirlo seduta su una sedia accanto al letto. Teneva stretta la mano di sua madre e cercava di sorridere mentre le raccontava che i suoi compagni di classe erano andati a trovarla.
Le si strinse il cuore a vedere una scena simile, non era giusto che una ragazza come lei perdesse la madre in quel modo e a quell’età.
Si rese conto che non poteva davvero fare nulla. Le stava venendo da piangere e se fosse entrata con quello stato d’animo non le sarebbe stata di alcun aiuto.
Richiuse la porta rimanendo sola nel corridoio. Era quasi vuoto.
Vide Shade fuori dalla finestra che le volava davanti. La fissava serio, inespressivo.
Fine non aveva voglia di dire nulla. Si incamminò verso le scale e uscì dall’ospedale. Camminava lentamente verso casa, con il volto basso. Stava percorrendo il parco.
Shade le camminava a pochi passi dietro. Non diceva niente. Capiva che lei era dispiaciuta per la sua amica, ma in fondo non era un problema di Fine, anzi doveva essere felice che non fosse sua madre quella in coma. Ah, gli umani! Sono così deboli.
-Non capisco perché te la prendi tanto per sua madre. Non è la tua- le disse lui quasi senza tatto.
Lei si voltò. Come poteva dire una cosa simile? È vero era un demone, ma pensare prima di aprire quella maledetta bocca?
-Non potresti capire- già, non poteva capire, lui non aveva un cuore. Non sapeva cosa fossero gli amici e l’affetto per essi. Non sapeva il dolore che si provava vedendo una persona a cui vuoi bene stare male, soprattutto quella se quella persona non merita niente, NIENTE di tutto quello.
-Forse questo mondo è l’inferno di un altro pianeta- disse lei rivoltandosi e riprendendo a camminare.
Shade la guardò senza dir nulla. Che poteva dire in fondo?

Per la settimana seguente i ragazzi andarono a trovare Mirlo e sua madre tutti i giorni dopo la scuola, chi si tratteneva di più, chi meno. Ma tutti le stavano vicino, loro erano una piccola grande famiglia.
Fine sperava con tutto il cuore che andasse tutto bene, che sua madre si risvegliasse, ma sembrava che non cambiasse nulla.
Shade si era accorto più volte del desiderio della ragazza, lo voleva davvero. Ma bastava quella speranza? Sarebbe stata così forte da salvare persino una persona dal rimanere un vegetale per chissà quanto?
-Come sta?- chiese Shade saltando sul balcone di Fine e mettendosi di fianco a lei con i gomiti appoggiati sulla ringhiera. In realtà non gli interessava poi molto, gli umani morivano e nascevano come funghi. Era per Fine che lo faceva, notava l’umore pessimo della ragazza. Non sapeva perché, ma la preferiva quando sorrideva.
Fine scosse la testa. Ogni sera quando lui glielo chiedeva otteneva sempre la stessa risposta: nessun miglioramento.
-E la tua amica?-
-Come dovrebbe stare?- rispose lei sarcasticamente fissando il cielo. Mirlo era a pezzi, chissà fino a quando avrebbe retto.
-I-io.. vorrei solo che lei guarisse, così Mirlo tornerebbe a sorridere- disse lei quasi con le lacrime agli occhi. Mirlo era una delle sue migliori amiche, ridevano sempre insieme, ora invece era impossibile.
-Perché non glielo dici?- disse Shade fissandola serio, con quell’espressione indecifrabile che solo lui sapeva fare.
Fine lo guardò confusa, perché avrebbe dovuto farlo? A che serviva?
-Beh.. sua madre non è morta, se qualcuno le parla può sentirlo no? Tutti fanno così quando un altro mortale è in coma. Parlale anche tu, le farà piacere sapere che sua figlia ha un’amica come te-
Sì, forse se Fine sarebbe stata più vicina a quella donna, se il suo desiderio fosse stato più vicino a lei, magari avrebbe contribuito. Sempre che il suo potere possa permettere di salvare una persona.
Fine era sbalordita. Quelle parole non se le sarebbe mai aspettate da uno come Shade, da un demone. Come poteva avere così maledettamente ragione? Sì, aveva ragione. Forse avrebbe dovuto dirle qualcosa anche lei, ma.. sarebbe servito? Lei non credeva nei miracoli, però voleva provare a farne uno, a far piacere alla madre di Mirlo.
Sorrise con gli occhi umidi, un sorriso bellissimo. Shade aveva sempre pensato che quella ragazza avesse uno splendido modo di sorridere, ma ogni volta era come una cosa nuova.
-Grazie- disse correndo fuori dalla stanza.
-Fine dove vai?- le chiese sua madre allarmata vedendola correre fuori, erano quasi le sette, dovevano cenare.
-Arrivo, tu cena senza di me!-

Arrivò davanti alla stanza della madre di Mirlo con il fiatone. Quello non era l’orario ricevimenti, infatti la figlia e il padre erano andati a mangiare alla mensa dell’ospedale. Fine non poteva nemmeno stare lì.
Entrò cautamente nella camera richiudendo la porta per bene, non dovevano scoprirla.
Si avvicinò piano al lettino. Fissò la donna. Sembrava davvero che stesse dormendo. Come si poteva pensare che quella persona magari non si sarebbe più svegliata, che sarebbe rimasta così, immobile, per chissà quanto?
Guardò i vari macchinari indecisa sul da farsi. Doveva dire qualcosa, ma cosa?
-S-salve- iniziò titubante. Che inizio banale.
-I-io mi chiamo Fine, sono una compagna di classe di Mirlo-  disse con voce tremante, le sembrava di parlare da sola  –e-ecco io.. volevo solo provare a dirle qualcosa, non potrei nemmeno stare qui- continuò guardandosi alle spalle, verso la porta. Speriamo che non entri nessuno.
Tornò a fissarla.
-I-io.. ci tengo a dirle che.. che mi dispiace. Non la conosco bene, ma so che non se lo meritava, non merita di rimanere così. L-lei non deve rimanere così-  disse iniziando a cedere ai singhiozzi  –Mirlo le vuole bene, e anche suo marito.. loro stanno soffrendo, le sono accanto giorno e notte. Non può lasciarli così.. non può! La prego!- alzò la voce facendo scendere sofferenti lacrime sulle sue rosee guance.
Si svegli, si svegli!
Improvvisamente uno di quegli strani macchinari  collegati con dei fili alla donna iniziò ad emettere suoni strani, lampeggiando e producendo lucette ovunque. Che cos’era? Fine non aveva idea di cosa fossero o a cosa servissero quelle apparecchiature. Cosa aveva fatto? Era stata colpa sua? Forse aveva inavvertitamente toccato qualcosa? Oh no!
La porta alle sue spalle si aprì di colpo. Due dottori si catapultarono nella stanza in allerta.
-Cosa ci fai qui?- chiese uno. Non era orario di visite, non poteva stare lì, per nessun motivo!
-I-io..- provò a dire Fine, ma venne bruscamente presa per un braccio da uno dei medici.
-Esci, non puoi stare qui!- disse agitato, avevano del lavoro da fare, c’era stato un avviso proprio da quella camera. La paziente stava..
-No, no vi prego!-  cercò di fermarlo lei, doveva ancora dirle tante cose  –Non ho finito!- disse mentre la trascinava a forza sulla porta.
-La prego si svegli! Pensi ai suoi figli, non possono stare senza una madre! Perfavore!- urlò lei sulla porta per farsi sentire.
Detto questo, il medico la spinse del tutto fuori dicendole che dovevano lavorare, che c’era stata un’anomalia. Le chiuse la porta in faccia pronto per il suo lavoro.
Fine rimase a fissare la porta con gli occhi pieni di lacrime. Cosa stava succedendo là dentro?
Vide Mirlo e suo padre arrivare di corsa, la ragazza la abbracciò chiedendole cosa ci facesse lì. Fine si limitò a sorriderle, erano amiche no?
Dopo circa mezzora i medici uscirono. Sul loro viso c’era un enorme sorriso.
Il padre di Mirlo si alzò di scatto chiedendo cosa fosse successo, era agitato, preoccupato.
-Credo che qualcuno voglia vedervi- disse facendo entrare la ragazza e l’uomo nella stanza.
I due si catapultarono dentro rimanendo paralizzati. La donna che prima sembrava morta ora.. ora era sveglia, sorridente e li guardava divertita.
Mirlo iniziò a piangere correndole addosso. Non poteva essere vero! Era un sogno!
Fine era rimasta sulla porta sbalordita, con gli occhi sgranati e la bocca semiaperta. Un dottore le si avvicinò sorridendole.
-Non so cosa tu abbia fatto prima, ma credo che hai appena fatto accadere un miracolo- disse scompigliandole la frangetta e uscendo dalla stanza per lasciare la famiglia insieme.
Un miracolo.. era merito suo? Sorrise. No, sicuramente no, era un modo di dire, era stato solo l’amore che provava quella donna per la sua famiglia. Solo quello e la forza di volontà le avevano permesso di risvegliarsi.
Shade fuori dalla finestra guardava tutto con estrema estraneità. Aveva ragione, era stata lei, era merito suo perché lo desiderava davvero.
Sorrise pensando all’incredibile potere racchiuso nell’anima di quella piccola ragazzina.
La vide sorridere, come non sorrideva da una settimana. Forse è questo che rendeva gli umani tanto diversi dai demoni, la loro capacità di provare affetto e un forte bisogno di aiutare le persone care. Ma soprattutto la capacità di saper sorridere veramente.

 





Buonasera! Mi scuso per ritardo, mi diaspiace davvero, ma in questi giorni sono impegnatissima.
Pensate che ho malapena il tempo per leggere qualche capitolo nuovo e commentarlo,  figuriamoci per aggiornare -.-''
Comunque stasera ce l'ho fatta :3  Spero vi sia piaciuto!
(tralasciando che io ho sempre odiato Mirlo.. e non so perchè.. in questa storia l'ho voluta far soffrire un pochino ma darle la parte di una delle ragazze brave e buone xD)
Sono perfida lo so..
Beh ora scappo che sto crollando dal sonno, buona serata e buona notte!

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Capitolo 9
*** Maledetto tramonto ***


MALEDETTO TRAMONTO ♦
 

Mirlo era tornata la stessa di sempre, andava a scuola ormai da due giorni. Aveva tranquillizzato tutti dicendo che sua madre dopo essersi miracolosamente risvegliata era stata comunque trattenuta per altri tre giorni per dei controlli e visite varie. Ma sarebbe tornata presto a casa.
Tutti gli amici erano felici, felici per sua madre e felici di riaverla finalmente sorridente.
Fine era tra le più contente, lei era presente in quel momento, ma non aveva detto nulla a nessuno.
Quel periodo era uno dei cosiddetti “alti” degli alti e bassi delle vita. Molto, molto alto: sua sorella si era felicemente fidanzata, la sua amica era finalmente tornata a sorridere e i suoi genitori sembravano di nuovo affiatati come una volta. Specificando il fatto che suo padre e Rein stavano iniziando a riportare le loro cose nella casa dove vivevano attualmente lei ed Elza.
Tornata a casa da scuola decise di uscire di nuovo, non voleva starsene chiusa in casa in un giorno bello e pieno di sole come quello. E poi Shade neanche c’era, quindi!
Si cambiò mettendosi dei pantaloncini corti e una maglietta rosa a mezze maniche. Si infilò ginocchiere, gomitiere, polsiere e allacciò i suoi roller ai piedi.
-Mamma io esco!- disse uscendo dalla porta.
Sua madre si sporse dalla porta della cucina, odiava quei pattini, sembravano così pericolosi, anche se Fine ci sapeva andare benissimo.
-Sta attenta a..- ma non finì la frase che della figlia non c’era più traccia.

Fine ispirava a pieni polmoni la magnifica aria di fine primavera. Era proprio una giornata perfetta.
Arrivò in un viale vicino al parco. Ai lati c’erano tantissimi alberi ci ciliegio. I petali rosa dei fiori svolazzavano di qua e di là trasportati dal vento, sembrava una danza.
Fine si mise a guardare i petali nel cielo mentre correva sui pattini. Ogni tanto faceva qualche giravolta o faceva qualche metro pattinando all’indietro per guardare il viale rimpicciolirsi sempre di più.
Sorrideva, era felice, si sentiva bene.
Proseguì arrivando al parco. Ci era cresciuta in quel posto, conosceva ogni singolo angolo nonostante fosse enorme.
Si avvicinò alla fontana dove qualche settimana prima i suoi genitori si erano incontrati grazie allo stupendo piano architettato insieme a Rein. Fissò la panchina dove i due erano seduti quella volta. Lì si erano conosciuti per la prima volta, sua madre le raccontava spesso di quando si erano visti tanti anni fa e di come avevano iniziato a frequentarsi.
-Che fai?- chiese improvvisamente una voce sopra di lei.
Fine alzò lo sguardo sorpresa. Shade era comodamente seduto sulla cima della statua sopra la fontana. Sgranò gli occhi, oh no!
-Scendi subito, qualcuno potrebbe vederti!- gli disse facendogli segno di scendere mentre si guardava intorno. Fortunatamente non c’era nessuno in quella piccola piazzetta del parco.
Shade sbuffò, fece un salto e scese proprio davanti a lei.
La guardò per un po’. Sembrava più alta del solito. Guardò in basso e vide ai piedi della ragazza due strani cosi, non erano scarpe, avevano.. piccole ruote sotto. Ma cos’erano quegli affari? E perché portava un cappello così strano in testa?
-Che ti sei messa ai piedi?-
-Si chiamano pattini- rise lei girando intorno alla fontana e mostrandogli come funzionavano.
-E questo cappello?- chiese bussando sopra al casco di Fine una volta che lei si rimise davanti a lui. Era molto duro per essere un cappello qualunque.
Fine rise di gusto. Che bella risata che aveva, era piena di vita, gioiosa, vera. Quando rideva sembrava una bambina.
-È un casco! Serve per non farsi male quando cadi- disse lei mentre rideva. Era incredibile quante cose Shade non sapesse, era sicura che si sarebbe divertito su quei pattini. Sempre nei limiti del sentimento del divertimento per i demoni. Magari per lui sarebbe stato solo un passatempo come un altro.
-E a che ti servono?- chiese guardandola storto. Era curioso di sapere cosa facesse lei, erano così diversi.
-Non lo so, mi piace usarli, sembra quasi di volare- disse lei allegra. Non era la stessa cosa però quando andava nella medesima direzione del vento le sembrava quasi di essere una farfalla da quanto andava veloce.
Shade era rimasto un po’ dubbioso. Come potevano quei cosi darti la sensazione di volare? Non si staccavano da terra! Da come lo aveva detto Fine, gli sembrava che le piacesse volare, o almeno che le sarebbe piaciuto.
-Volare eh?- disse sorridendo. Fine annuì allegramente.
Si sentì di colpo tirare. Shade l’aveva presa in braccio, proprio come le principesse delle fiabe che le leggeva la mamma da bambina. Shade la guardava divertito, con quegli occhi che le piacevano tanto.
Fine arrossì, cosa ci faceva tra le braccia di Shade?
-Pronta?- chiese lui alzando lo sguardo verso il cielo. Fine sgranò gli occhi, che voleva fare?
-Pronta per cos..- non fece nemmeno in tempo a finire la frase che il ragazzo spiccò un salto.
Fine urlando si strinse al petto del demone. Accidenti, ma voleva farla morire?! Sentiva l’aria sulla pelle, e la terra allontanarsi sempre di più.
Dopo poco Shade si fermò, Fine ora non guardava, aveva la testa immersa nel suo petto e continuava a mugugnare qualcosa del tipo “Non voglio morire”. Tremava.
Lui sorrise divertito.
-Hei, puoi guardare-
Fine piano piano smise di tremare, alzando di poco la testa. Aprì un occhio continuando a stringersi alla maglia di Shade. Che..? Dov’erano? Cosa era successo? Era morta?
Vedendo intorno a sé il cielo spalancò gli occhi allibita. Oh no! Era morta! Un demone l’aveva.. che stupida come aveva fatto a farsi ingannare così!?
Guardò poi in basso e vide la sua città. Città? Ma.. guardò Shade. Lui la fissava sorridendo come faceva sempre, un sorriso enigmatico e bellissimo. E stava volando. Volando? Oddio, e lei era in braccio a lui. Lei stava volando!
-Ahhh- gridò spaventata stringendosi ancora di più a Shade. Non si aspettava di trovarsi sospesa in aria, non aveva mai volato in vita sua. Beh, come avrebbe potuto?
-Ehi- disse lui cercando di calmarla, pensava le sarebbe piaciuto.
-S-stiamo.. v-volando..- disse lei ancora scossa lanciando occhiate preoccupate di sotto. Oddio, stavano sul serio volando! Vedeva il parco, scorgeva casa sua, e quella di Rein. La scuola e poi l’ufficio di papà.
Fine fissava tutto senza spiccicare parola, era ancora un po’ impaurita, ma allo stesso tempo estasiata.
-Non avevo mai volato- disse poi di getto, riprendendosi un po’. In fondo sapeva che non le sarebbe successo nulla, si sentiva al sicuro con Shade.
Lui le sorrise, lo immaginava, per questo l’aveva portata lassù.
Iniziò a muoversi, volando nel cielo della città. L’aria scompigliava i capelli a entrambi facendo sorridere sempre di più Fine.
-Tu hai sempre volato?- gli chiese Fine ad alta voce per farsi sentire nonostante il vento forte, data la velocità a cui andava Shade.
Il demone la fissò annuendo. Per lui era una cosa normalissima.
Fine lo guardò quasi con ammirazione. Chissà com’era poter volare quando e come volevi, senza aggeggi o macchinari.
-Vuoi provare una cosa?- chiese lui con un sorrisetto alquanto poco raccomandabile.
-Cosa?- chiese lei titubante. Che aveva in mente?
-Questo- disse tranquillamente lui mentre apriva le braccia, lasciando cadere la ragazza nel vuoto.
Fine iniziò ad urlare a squarcia gola. Ma che..? Stava precipitando! Sentiva una forte aria sulla faccia e vedeva la terra, l’erba del parco avvicinarsi sempre di più. E poi quei pattini non aiutavano, erano pesanti.
Sentiva le lacrime salirle agli occhi, stava per morire! Maledetto demone, e lei che si era fidata di lui!
Vide il suolo a pochi metri da lei, forse dieci. Lo avrebbe raggiunto in quanto, tre secondi? Nemmeno.
Chiuse gli occhi, serrandoli con forza.
Improvvisamente senti due forti braccia prenderla al volo, fermando la caduta. Sentì che il suo corpo si era fermato, non stava più precipitando.
Aprì pianissimo gli occhi ritrovandosi ancora tra le braccia di Shade. Il ragazzo stava volando circa un metro da terra.
Fine tremava, era stata un’esperienza terribile, aveva rischiato di.. se lui non l’avesse presa al volo lei..
Shade la guardava divertito, per lui lasciarsi andare così e fermarsi all’ultimo era bellissimo. Fine doveva essersi divertita più di lui, dato che gli umani provavano forti emozioni, emozioni vere, e non avevano mai fatto cose simili.
Il suo sorriso si spense vedendo che Fine tremava e che aveva gli occhi pieni di lacrime.
Atterrò piano a terra, guardandola confuso.
-Ti odio!- urlò lei recuperando la voce –Ti odio! Ti odio! Ti odio!-
Lei gli tirava pugni contro il petto e si dimenava per farsi lasciare. Aveva rischiato di morire per colpa sua! Non si era mai spaventata tanto.
Shade perse l’equilibrio, Fine si muoveva troppo. Cadde all’indietro ritrovandosi la ragazza sopra di lui.
Fine piangeva ancora e continuava a battere le mani contro il suo petto.
-Ho rischiato di morire!- gli urlava fuori di sé dalla paura –Non ho mai avuto così tanta paura!-
Shade si appoggiò sui gomiti e la fissò mentre si fermava e appoggiava la fronte coperta dalla frangetta rossa al suo petto singhiozzando rumorosamente. Aveva sbagliato? Pensava le sarebbe piaciuto, che si sarebbe divertita. Voleva che provasse la stessa cosa che faceva lui. E invece.. forse lei era troppo diversa, per gli umani rischiare così tanto era terribile. Fine piangeva e tremava ancora.
Shade le mise una mano sulla testa, accarezzandole i capelli.
-Mi dispiace- disse aspettando che alzasse la testa.
Fine piano lo guardò senza dire niente, i suoi occhi erano pieni di terrore.
-Non volevo farti piangere- le disse guardandola un po’ dispiaciuto –volevo solo farti fare quello che di solito piace fare a me. Pensavo ti saresti divertita-
Fine si spostò da sopra di lui piano permettendo al ragazzo di mettersi seduto. Lei lo guardava ancora con gli occhi lucidi. Quindi non le voleva fare un dispetto o peggio farle del male? Voleva solo farla divertire.. Anche se aveva avuto l’effetto contrario, doveva apprezzare l’idea, la buona volontà di Shade di farla felice.
-Grazie- disse lei abbassando la testa e asciugandosi le lacrime. In fondo Shade non aveva cattive intenzioni.
Lui la guardò sorpreso, l’aveva terrorizzata e fatta piangere.. e lo ringraziava?
Dopo essersi pulita la faccia tornò a guardarlo. Gli sorrise.
-In fondo volevi solo farmi felice, no?-
Shade rimase stupito, forse quell’umana era l’unica creatura che aveva mai incontrato che lo lasciava continuamente quasi senza parole.
E poi.. quel sorriso. Era bellissimo. Era straordinario vedere come quelle labbra rosee si incurvavano in una splendida espressione di felicità e allegria. Quelle labbra che avrebbe voluto far sue di nuovo, era un vizio dei demoni la lussuria, no? Ma con lei non poteva, era meglio di no, era la sua cosiddetta preda.
-Vieni- le sorrise poi porgendole una mano -Ti porto a casa-
Fine afferrò la mano.
Dopo pochi minuti si ritrovò in aria, sulle spalle di Shade con la testa appoggiata tra l’incavo del collo e della spalla del ragazzo.
Shade stava volando lentamente verso casa Kusakabe per far ammirare il tramonto a Fine da una prospettiva diversa.
-È bellissimo- sussurrava ogni tanto lei estasiata. Il tramonto la sorprendeva ogni giorno di più, le piaceva guardarlo. Anche Shade doveva ammettere che non era poi così male.
-C’è tutti i giorni?- chiese lui guardando l’orizzonte.
Fine alzò la testa dalla spalla di lui, guardandolo quasi di profilo. Era sorpresa.
-Sì.. perché, da te no?- chiese lei incuriosita e stupita dalla domanda di Shade.
Shade scosse la testa, nel suo mondo non c’era il sole, o meglio c’era ma sempre coperto da affascinanti nubi scure che rendevano il cielo di un ammaliante grigio tetro.
Fine non riuscì a trattenere un’espressione dispiaciuta, fortunatamente Shade guardava avanti a sé. Peccato che lui non vedesse mai il tramonto nel suo mondo, e nemmeno il sole. Lei li adorava, li trovava bellissimi. Magari a Shade non piacevano.. però sembrava che il tramonto lo attirasse.
-Sai, sarebbe bello se tu potessi vivere per qualche tempo come un umano- disse lei mentre riappoggiava la testa sulla spalla di lui.
Shade spostò lo sguardo su di lei sorpreso da quell’affermazione. Perché?
-Potresti vedere il tramonto tutti i giorni, e.. conoscere tanta gente e.. farti degli amici-
Amici? Lui non aveva amici, i demoni non avevano amici. Cioè sì, si conoscevano tutti, ma non sapevano cosa volesse dire la parola “amico”. Cosa si provava per un amico?
Fine guardava un punto indefinito con sguardo perso. Pensava a quello che aveva appena detto a Shade. Già, le sarebbe piaciuto davvero tanto se lui fosse stato un ragazzo qualsiasi. Avrebbe potuto parlare normalmente con lui, dirgli dei suoi problemi e delle sue paure, perché avrebbe capito. Ma lui era un demone, e non poteva comprendere i suoi sentimenti. Sentimenti.. già emozioni che stavano diventando sempre più forti, troppo forti. Erano pensieri ed emozioni troppo sbagliate, troppo diverse da quelle che provava Shade.
Ogni volta che lui non era con lei, Fine desiderava vederlo, sapere dov’era. Ogni volta che ce lo aveva vicino desiderava avvicinarsi ancora di più. Voleva vederlo sorridere come un umano, con un sorriso vero. Voleva vederlo divertirsi veramente, voleva sentire il battito del suo cuore. Ma lui non aveva un cuore. Se solo fosse stato umano.. quanto sarebbe stato bello. Sarebbe stata libera di dirgli quello che provava, perché lei si stava innamorando di lui, forse. Ma era sbagliato, lui era un demone, erano troppo diversi. E lui non poteva affatto innamorarsi, ne di lei, ne di nessun altro.
Shade atterrò sul tetto di casa di Fine.
-Siamo ar..- si bloccò vedendo Fine che si era addormentata sulle sue spalle.
Sorrise nel guardare la sua espressione dolce come quella di una bambina mentre dormiva.
Saltò sul suo balcone ed entrò in camera. La appoggiò piano sul letto facendo attenzione a non svegliarla. Per gli umani il riposo era fondamentale, no?
Si sedette accanto a lei sul letto, fissandola per un po’. In quella piccola ragazzina spensierata c’era un enorme potere che poteva soggiogare l’intero mondo. Incredibile.
Si avvicinò piano al suo volto. Perché? Perché d’un tratto voleva sentire il suo respiro sulla pelle?
Appoggiò delicatamente le sue labbra su quelle di Fine. Ancora una volta sentì le morbide labbra di lei a contatto con le sue. Era una cosa diversa dal baciare un demone. C’era qualcosa di particolare.
Si staccò, Fine ancora dormiva tranquillamente.
Si alzò per uscire, ma si bloccò di scatto in mezzo alla stanza.
Tu-tum
Shade sgranò gli occhi sbiancando. Un dolore gli si propagò nel petto. Una fitta, un brivido, una scossa gli percorse tutto il corpo. Si portò una mano al petto stringendosi la pelle come se servisse a dargli sollievo. Cercò di non emettere nessun suono per non svegliare la ragazza.
Che stava succedendo? Cos’era quel.. dolore? Era dolore quello? I demoni non provano dolore, mai. Ma allora...
Piano piano quella sensazione sparì, permettendo al ragazzo di stare in piedi senza barcollare o stringersi.
Guardò di nuovo Fine, lei dormiva.
Non era normale quello che gli era appena successo, non era mai capitata una cosa simile. Cos’era?
E poi.. aveva sentito una specie di pulsazione, come se qualcosa dentro di lui si fosse gonfiato e poi sgonfiato. Che diavolo stava accadendo?
Uscì dalla stanza con queste domande, il tramonto occupava ancora tutto il cielo.


 








*un cespuglio si muove e si avvicina piano piano, una ragazza con la faccia coperta da un cusino ne esce fuori, sposta il cuscino mostrando una parte del suo viso*
Ehm.. il cuscino mi serve per ripararmi dai pomodori o peggio dai sassi che mi vorrete tirare..
MI DISPIACEEE! *me piangente a dirotto*
Davvero, sono successe una marea di cose, ho mandato di nuovo in palle il computer, poi sono stata impegnata con le ultime verifiche e interrogazioni (e niente debiti, alèè!)
poi ci sono stati i miei allenamenti di pallavolo e per una settimana intera sono stata presissima per fare un regalo al mio migliore amico che si trasferisce,
per non parlare dei pianti che mi sono fatta tutte le sere per lui.. Che presa male -.-  quindi non ho avuto proprio tempo..
Però ora che sono iniziate le vacanze eccomi qua.
Spero che vi sia piaciuto! davvero, scusate.
E dopo questo discorsone via con i pomodori!  *me che si sistema per bene il cuscino davanti alla faccia*
Ciaaaao

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Capitolo 10
*** Maledetto dolore ***


  ♦ MALEDETTO DOLORE ♦

-Buongiorno!-
Appena svegliata, Fine era corsa di sotto, aveva stampato un bacio sulla guancia di sua madre. Quella sarebbe stata la giornata perfetta: suo padre e Rein sarebbero tornati a vivere in quella casa, con loro due. Avevano finito di riportare le loro cose, mancavano solo loro.
Già sarebbe stata la giornata perfetta se Fine non fosse in ritardo come al solito.
Corse fuori raggiungendo sua sorella al parco. Rimase delusa nel non trovare Shade fuori casa, spesso la accompagnava nel tragitto fino a poco prima di trovare Rein.
La giornata passò abbastanza in fretta, le due sorelle non vedevano l’ora di tornare a casa insieme dopo tanto tempo e di trovare mamma in cucina, e poco dopo veder arrivare loro padre dal lavoro. Finalmente tutto come prima.
 
-Questa dove la metto?- chiese Fine guardando una foto di famiglia di Rein. Stavano sistemando le cose della sorella dai capelli color del cielo nella sua camera.
Rein le indicò sorridente il comodino vicino al letto. C’era proprio da dire che la camera di Fine in confronto a quella della sorella era un pandemonio. O forse una discarica?
-Hei guarda!- la richiamò Rein. La ragazza teneva in mano una foto.
Fine le si avvicinò. Non riuscì a trattenere un enorme sorriso. Nella foto c’erano loro due da piccole, neonate, con in mano i loro biberon. Rein aveva una tenera collanina di perline blu e Fine due biberon pieni di latte. Entrambe sorridevano allegre.
-Aspetta, ho una cornice perfetta in camera mia!- disse la sorella correndo in camera sua per prendere a Rein una cornice vuota che non aveva mai usato.
Entrò nella sua stanza catapultandosi a cercare nell’armadio.
-Che stai facendo?- chiese una voce alle sue spalle seguita da dei passi.
Fine sorrise senza farsi vedere al sentire quella voce: Shade. Per tutto il tempo non aveva fatto altro che pensare all’esperienza del giorno prima, aveva volato. E con lui!
-Sto cercando una cornice- disse mentre spostava diverse cose.
Shade la fissava quasi inespressivo, come faceva spesso. Per tutta la notte si era scervellato per trovare una risposta allo strano fatto che era accaduto la sera prima. Non poteva essere un dolore fisico, i demoni erano immortali, non provavano dolore, solo piacere. E non poteva nemmeno essere un dolore “sentimentale” perché non avevano un cuore con delle emozioni. E quindi? Cos’era?
Magari era stata solo la sua immaginazione, gli aveva fatto un brutto tiro. Da quel momento fino ad ora però non aveva fatto altro che pensare a Fine, voleva vederla, chissà perché. Aveva aspettato la fine della scuola per avvicinarsi, ma era con sua sorella, e insieme erano arrivate fino a casa. Forse si sarebbe fermata a dormire lì. Peccato, non avrebbero potuto parlare o stare insieme visto che c’era Rein.
-Resta qui a dormire stasera?-
Fine si alzò finalmente con in mano l’oggetto che stava cercando. Sorrise a trentadue denti.
-Non solo stasera- disse felice -lei e papà tornano a vivere qui da oggi-
Shade rimase sorpreso. Non lo sapeva, Fine non gli aveva detto nulla. Gli faceva piacere per lei, si vedeva che era felice, ma.. perché preferiva la situazione di prima, quando Fine e sua madre erano sole, quando lui poteva vederla quando voleva senza fare attenzione alla sorella, quando l’attenzione di Fine era solo per lui? Ora avrebbe dovuto “condividere” la ragazza con Rein e suo padre, oltre che con sua madre. Ma perchè quei pensieri?
-Fine?- Rein si stava avvicinando alla porta della stanza della ragazza. Era un po’ che stava cercando quella cornice, magari aveva bisogno di una mano.
Fine sbiancò iniziando a sudare freddo. Nella sua stanza c’era un ragazzo sconosciuto entrato da chissà dove e di cui non aveva mai parlato a Rein, come avrebbe reagito la sorella?
Doveva nasconderlo!
Lo spinse velocemente dentro all’armadio. Shade preso alla sprovvista venne scaraventato dentro a quell’ammasso di legno di ciliegio tra vestiti e magliette sparse qua e là.
-Oh, Fine! L’hai trovata!- sorrise Rein aprendo la porta e vedendo la sorella con in mano la cornice. Fine aveva appena chiuso in fretta e furia l’anta dell’armadio un secondo prima dell’arrivo della sorella.
Sorrise agitata e le consegnò la cornice.
-Già! Però ne ho una più bella, intanto tu prova a metterci la foto che io la cerco!-disse con una risatina da “l’ho fatta grossa”.
Rein un po’ titubante venne spinta fuori dalla camera. Sua sorella era strana.
Fine richiuse la porta della sua stanza, questa volta a chiave. Poi corse di nuovo verso l’armadio aprendo le ante e inginocchiandosi davanti a uno Shade che la guardava scocciato con le braccia incrociate.
-Scusa- disse lei sorridendo come una bambina che ha appena rubato le caramelle.
Lui sbuffò voltandosi dalla parte opposta.
-Dai, mi dispiace- ripeté lei divertita dalla reazione del demone e avvicinandosi di più per farsi vedere dal ragazzo che si era girato.
Shade si rivoltò piano verso di lei. Uffa, doveva proprio scaraventarlo lì dentro così? Anche se Rein l’avesse visto? Sarebbe stato così terribile? Si ritrovò Fine che gli sorrideva come una bimba a pochi centimetri dalla sua faccia. Rimase fermo, come paralizzato a guardare quel sorriso.
-Mi perdoni?- disse lei ridacchiando.
Shade abbassò lo sguardo come rassegnato, quella ragazza riusciva sempre a fargli fare quello che voleva.
Fine gli tolse una maglietta che era caduta sulla testa di Shade, che buffo che era tutto spettinato! Gli accarezzò i capelli cercando di rimetterli a posto.
Shade la guardò sorpreso a quel gesto. La vide sorridere mentre affondava innocentemente le mani nei suoi capelli cobalto.
Tu-Tum
Una fitta gli trapassò il petto come una lama affilata. Un dolore gli si propagò per tutto il corpo. Si strinse il petto di colpo trattenendo gemiti di dolore. Maledizione, ancora! Era lo stesso dolore della sera prima, cosa diavolo era?!
-Shade!- Fine lo guardava preoccupata, non capiva cosa avesse, si era agitato dolorante di colpo. Cosa aveva?
Il ragazzo continuava a stringersi il petto attraverso la maglietta, stava quasi tremando.
Fine gli poggiò una mano sulla spalla avvicinandosi, che poteva fare? Cosa cavolo aveva?!
A quel contatto Shade sobbalzò.
Tu-Tum
Un’altra fitta lo percosse per tutto il petto. Ancora quella sensazione che dentro di lui ci fosse qualcosa che si muovesse. Ma cosa? Non era possibile una cosa simile, come non era possibile che lui sentisse dolore. No, non era possibile!
Shade guardò piano Fine, spostando lo sguardo sul viso della ragazza. Vide un’espressione preoccupata, quasi con le lacrime agli occhi. Non voleva vederla piangere, perché gli dispiaceva? Perché sentiva dentro di sé qualcosa che gli diceva che non l’avrebbe voluta vedere ancora in lacrime?
I suoi occhi cremisi erano pieni di paura, paura per lui. Si perse in quel rosso sangue di quelle iridi che erano sempre sorridenti, sempre piene di vita.
Tu-Tum.
Guardandola negli occhi il dolore aumentava.
Scansò bruscamente la sua mano dalla sua spalla. Uscì di colpo dall’armadio facendola spostare in malo modo e uscì come un fulmine dal balcone senza dirle nulla e senza guardarla.
-Shade!- urlò Fine correndogli dietro, ma il ragazzo era già sparito chissà dove.
-Fine- bussò Rein alla porta della sua camera.
Fine rimase sul balcone, con le mani appoggiate alla ringhiera e a guardare nel cielo. Pensava a Shade, cosa gli era successo?
-Fine!- urlò poi la sorella. Perché Fine non apriva, e perché la porta era chiusa a chiave?
La ragazza si risvegliò di colpo correndo ad aprire.
Passarono il resto del tempo a sistemare la stanza di Rein, anche se la testa di Fine vagava da un'altra parte inseguendo chissà dove un persona che ormai da troppo tempo ossessionava la sua mente.
 
Il sole splendeva in cielo, una nuova giornata iniziava. Era sabato, Fine si era svegliata stranamente presto rimanendo nel letto fino a tardi a fissare il soffitto. Dov’era Shade? Come stava?
Scese a fare colazione continuando a pensare a lui e quello che era successo la sera prima.
-Fineee!- Rein raggiunse la famiglia di sotto come un fulmine. Teneva in mano il suo cellulare e sprizzava energia da tutti i pori.
-È arrivato un messaggio di Bright!- disse tutta contenta.
Fine la guardò annoiata. Che novità, Bright era il suo fidanzato, è logico che le scrivesse messaggi, no?
-Ci ha invitate stasera alla festa di Altezza a casa sua, ci andiamo?- chiese correndole davanti e prendendole le mani in segno di supplica.
Fine la fissava strana. Accidenti, quando si trattava di Bright, per Rein poteva persino cadere il mondo! Perché era ovvio che non le importasse nulla che fosse il compleanno di Altezza, lei ci andava solo per poter stare con il fidanzatino.
-Ti prego, ti prego!- continuava a dirle senza lasciarla parlare.
Fine non ne aveva alcuna voglia, sai che noia stare lì a vedere Altezza pavoneggiarsi per i regali ricevuti. Le voleva bene, ma la conosceva ormai da tanti anni e sapeva che le feste organizzate da lei non erano il suo genere.
Guardò i genitori con aria di supplica -Beh, non credo proprio che mamma e papà ci lascino uscire la sera, oltretutto domani c’è scuola..- disse cercando una scusa che allo stesso tempo poteva convincere anche Elza e Tolouse.
Ma i genitori non afferrarono il messaggio d'aiuto di Fine. Sorrisero vedendo Rein contentissima.
-No, per noi va bene, basta che non torniate troppo tardi- disse Elza mentre beveva il caffè dalla su tazza.
-Cosa?- chiese Fine basita. Come poteva sua madre farle questo? Come poteva lasciarla in balia di quella vanitosa di Altezza e delle moine che si sarebbero fatti Rein e Bright?
-Sì, e poi Altezza è una vostra cara amica, no? Per noi non ci sono problemi- finì Toluose appoggiando il giornale sul tavolo e alzandosi per sparecchiare.
-Fantastico!- esclamò Rein contentissima, non vedeva l’ora.
Fine era rimasta senza parole. Come poteva avere due genitori così crudeli?
 
Per tutto il pomeriggio Rein non aveva fatto altro che provarsi vestiti trascinando la sorella per diversi negozi. Aveva l’armadio praticamente pieno di abiti che forse non aveva mai messo, eppure continuava a comprarne nuovi.
Fine la seguiva sbuffando e portando diversi sacchetti con cose che Rein non era riuscita a non comprare.
Ne avevano approfittato anche per comprare il regalo alla loro amica: una bella collanina con una stella di diamanti. Fortunatamente era il genere perfetto per Altezza e non era nemmeno costata tanto.
Quando tornarono a casa, Rein passò il resto del tempo a prepararsi, voleva essere perfetta per Bright. Come se a lui importasse di come si vestisse.
 
Tolouse le fissava un po’ titubante. Era arrivata l’ora che le ragazze uscissero per andare a casa della loro amica. Indossavano abiti molto graziosi, scelti ovviamente da Rein, ma.. erano le sue bambine, non poteva lasciarle uscire così!
Rein in indossava un abitino blu acceso senza spalline, stretto, troppo stretto, metteva in risalto tutte le sue forme. Lei poteva sembrare una ragazza per bene e gentile, ma quando voleva sapeva essere una vera tentatrice. Chissà quanti demoni avrebbe sedotto vestita così.
Per Fine, la sorella aveva scelto un abito un po’ diverso. Era rosa chiarissimo, quasi bianco. Le arrivava a metà coscia e scendeva a campanella. Era stretto sotto il seno da una fascia scura. L’abito metteva molto in risalto il bellissimo rosso dei suoi capelli. Fortunatamente aveva due laccetti spessi che partendo dal centro del decoltè si legavano dietro al collo, impedendo di mostrare quel marchio a forma di mezzaluna che le aveva impresso Shade.
Dopo diversi minuti di raccomandazioni del padre, Elza le fece uscire con un’espressione da “Ci penso io a lui”.
Le ragazze si avviarono così verso casa dell’amica, una entusiasta, l’altra annoiata.









Buonasera bellagggeentee! (stile Gabibbo xD)
Visto? Oggi sono puntualissima, dovevo farmi perdonare :3
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Che starà succedendo al povero Shade? :(  
(è inutile che fai la finta tonta, ormai lo hanno capito tutte -.- nd.Shade) (daaaiii! Lasciami pensare che non lo sappiano ancora, così le sorprenderò! nd.Me) (Povera illusa. nd.Shade)
Beh ora vi lascio, buona serata!
Un bacione grandissimo a tutte!
 

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Capitolo 11
*** Maledetti battiti ***


♦ MALEDETTI BATTITI 

 

Shade camminava con le mani in tasca nel parco della città. Quanti ricordi in quel posto. Lì l’aveva vista per la prima volta. Ripensava al dolore che aveva provato già più volte standole vicino. Ma perché?
Un momento.. Standole vicino? In effetti gli era capitato solo quando Fine era con lui, quando lo guardava e si avvicinava al suo viso. Che fosse colpa sua? Un effetto collaterale della vicinanza ad un umano? Non ne aveva mai sentito parlare, nessuno aveva mai provato una cosa simile. Sicuramente era un’ipotesi davvero ridicola. Ma allora..?
Si fermò di colpo. Una sensazione strana lo pervase, sentendo un brivido percorrergli la schiena.
Sorrise.
-Da quanto tempo- disse senza voltarsi. Il suo tono era freddo, ma amichevole.
Una figura si fece largo da dietro un albero facendosi illuminare dalla luce del lampione vicino.
-Ciao Shade- sorrise. Era una ragazzina dai corti capelli rosa, aveva due bellissimi occhi blu, simile a quelli di Shade. Due occhi blu di un demone.

 
Fine per tutto il tragitto verso casa di Bright non aveva fatto altro che pensare a Shade, non lo vedeva dal giorno prima. Chissà come stava. E gli fosse capitato qualcosa? No, non doveva neanche pensarlo!
La festa per Fine fu una noia totale, proprio come si aspettava. Rein e Bright erano stati tutto il tempo insieme giustamente. Altezza era entusiasta di tutti i regali, e non aveva fatto altro che parlare di tutte le sorprese che le avevano fatto i suoi genitori.
Per quanto riguarda Fine, per non fare l’asociale del gruppo, si era messa a chiacchierare del più e del meno con Lione, Mirlo e altri amici presenti.
Fortunatamente la festa finì per le undici, dato che il giorno seguente ci sarebbe stata la scuola.
Rein non voleva staccarsi da Bright, così il poveretto si era offerto di riaccompagnarle a casa, in fondo erano due ragazzine.
 
-Così l’hai trovata, eh?- disse Milky sorridendo mentre passeggiava per il parco con Shade.
Il demone annuì guardando davanti a sé. Quella di Milky sembrava più un’affermazione che una domanda, sicuramente era sulla Terra da qualche giorno, aveva di certo capito che la ragazza dall’Anima Speciale che aveva legato, era Fine, la ragazza dai capelli rossi con cui lui passava diverso tempo.
-E..?- chiese lei, nonostante sapesse già molte cose.
Shade la guardò rassegnato. Si ritrovò a raccontarle tutto, dalla prima volta che l’aveva trovata a tutte le cose che si erano detti, dalla volta in cui l’aveva baciata legandola a sé, a quando aveva scoperto che tipo di particolarità aveva la sua anima. E a quello strano dolore che sentiva.
Milky lo guardava in un misto tra il preoccupato e il confuso. Non sapeva nemmeno lei cosa stesse succedendo all’amico. “Dolore”.. i demoni non provano dolore, com’era possibile? Forse Shade si era sbagliato, ma.. aveva provato quella sensazione più di una volta. Era sicuro di ciò che raccontava.
-Non è che per caso lei vuole che tu stia male?- ipotizzò Milky con una scintilla di dispiacere nella voce. In fondo se quella ragazza aveva il potere di far accadere quello che desiderava con tutto il cuore, allora poteva essere possibile. In fondo lui le aveva “rovinato” la vita, le aveva detto che si sarebbe impossessato della sua anima una volta morta. Magari lei, lo odiava, aveva paura di lui, e non rendendosene conto voleva che lui sparisse dalla sua vita, che soffrisse. Sarebbe stato comprensibile da un’umana.
Shade ci pensò su. Poi scosse la testa. In fondo loro due andavano d’accordo, erano amici, Fine ormai aveva imparato a fidarsi di lui, avevano passato tanti bei momenti. Non voleva nemmeno pensare che lei lo volesse vedere star male.
Milky annuì, forse la sua ipotesi era azzardata, Fine non sembrava una cattiva ragazza, dato quello che aveva visto.
La ragazza fissò il petto di Shade, proprio dove lui aveva detto di aver sentito quelle sensazioni orribili.
Lo toccò con la mano. Shade la guardava confuso, non capiva.
La mente di Milky era in funzione, lo si capiva dallo sguardo.
-Qui gli umani hanno un cuore- disse senza rendersene conto, pensava ad alta voce.
Shade si irrigidì. Era vero, gli umani avevano un cuore, quell’organo che produceva i loro sentimenti, quell’organo che.. batteva.
Nella mente di Shade si fecero largo una marea di pensieri, la sua espressione era quasi spaventata.
Un cuore. Lui aveva sentito proprio lì quel dolore, e.. la sensazione che aveva provato oltre al dolore era che qualcosa si fosse gonfiato e poi sgonfiato. Come.. come un cuore che batteva.
Milky alzò lo sguardo capendo che Shade aveva compreso ciò a cui lei stava pensando.
-E se..-
-NO!- la interruppe Shade scansandosi e voltandosi scocciato. “E se tu avessi un cuore?” era questo quello che stava per dire. Ma non era possibile, no! I demoni non hanno un cuore, non ce l’hanno. Non lo hanno perché non sono umani.
-Sai, sarebbe bello se tu potessi vivere per qualche tempo come un umano-
Di colpo gli venne in mente quello che aveva detto Fine, quando la riportava a casa, durante il tramonto. Proprio poco prima che lui sentisse per la prima volta quella sensazione al petto.
Un pensiero tremendo gli passò per la mente. E se Fine con quella frase desiderasse che lui fosse umano? Se lo desiderasse perché LEI VOLEVA che lui fosse umano?
Quello che Fine desiderava davvero prima o poi succedeva, no? Questo spiegherebbe il perché di quelle continue fitte e sensazioni ogni volta che le stava vicino: più vicino era lei e il suo desiderio, più forte era il suo effetto.
Guardò Milky con occhi spaventati. La ragazza non aveva mai visto paura negli occhi di Shade, perché era un demone e loro non hanno paura. Ma si leggeva chiaramente in quei pozzi cobalto che qualcosa stava cambiando, che lui era preoccupato, che voleva delle spiegazioni. Ma nessuno in quel momento poteva dargliene di certe.
 
-Grazie- sorrise Rein con sguardo sognante perdendosi negli occhi del suo fidanzato.
Fine davanti alla porta di casa aspettava che la sorella mollasse Bright per rientrare. Non aveva ancora aperta la porta d’ingresso, sapeva che se lo avesse fatto suo padre si sarebbe catapultato da loro a chiedere com’era andata. E per evitare di far ritrovare sua sorella in una situazione imbarazzante preferì aspettare che il ragazzo si allontanasse da lei.
-Ci vediamo domani- sorrise Bright andando finalmente via.
Le ragazze rientrarono, e come previsto Tolouse le accolse chiedendo i particolari della serata, nemmeno la mamma era così curiosa!
Dopo poco andarono ognuna nella propria camera. Fine era distrutta, odiava quel tipo di feste, lei era più il tipo da rinfreschi della squadra di calcio o da self-service a un party di carnevale.
Sbuffò buttandosi sul letto senza nemmeno togliersi quelle odiose ballerine con tanto di tacchetto che le facevano male ai piedi.
Fissò il soffitto. Ma che diavolo aveva? Perché si sentiva così.. ah non lo sapeva nemmeno lei, ma non era sé stessa. C’era qualcosa che non andava, si sentiva strana.
Si alzò uscendo sul balconcino della stanza. La luna piena splendeva nel cielo.
-Ti piace?- chiese una voce alle sue spalle.
Fine si voltò di scatto guardando sul tetto subito sopra la porta del suo balcone. Una ragazzo era seduto con una gamba a penzoloni e con il braccio appoggiato al ginocchio dell’altra gamba piegata.
Shade!
Fine sorrise dentro di sé. Era felice di vederlo, vedere che stava bene. Per tutto il giorno aveva pensato soltanto a lui. Non aveva capito cosa gli fosse successo il giorno prima, era troppo preoccupata per farsi ragionamenti mentali.
Shade scese sul balcone con un salto. Dopo aver incontrato Milky si era rassegnato alla speranza di avere risposte in quel momento. L’amica lo aveva lasciato tornare a casa, mentre lei si faceva un giro di una delle città terrestri.
-Stai bene?- gli corse vicino Fine con aria preoccupata e sollevata nello stesso tempo.
Shade si limitò ad annuire impercettibilmente e a voltarsi verso la luna. Non voleva guardarla negli occhi, se lo avesse fatto sarebbe successa la stessa cosa della altre volte, vero?
Fine provò come una nota di delusione, di dispiacere. Perché Shade non le parlava? Perché non le diceva quello che gli stava succedendo?
Lui dopo poco tornò a guardarla. Lei aveva la testa abbassata, guardava senza dire nulla il pavimento. Osservò bene l’abito che indossava. Le stava davvero bene, chissà dov’era andata vestita così. E chissà quanti ragazzi se l’erano guardata per tutta la sera, era praticamente bellissima. Una degna rivale per i corpi perfette delle demoni.
Lei alzò lo sguardo ritrovando due occhi cobalto che la fissavano insistentemente. Arrossì di colpo, il suo sguardo la metteva sempre in imbarazzo.
Shade sapeva che se fosse rimasto ancora lì a guardarla non avrebbe resistito al non metterle le mani addosso. In fondo era pure sempre un demone, una creatura che vuole cedere alle tentazioni. Sì, forse lo era.. non ne era più così tanto sicuro.
Fece per andarsene, stava per scavalcare la ringhiera del balcone, ma qualcosa lo fermò.
Fine gli prese la mano di scatto, senza pensarci. Non voleva che se andasse, non voleva che la lasciasse ancora da sola, senza spiegazioni, senza sapere cosa avesse e se stava davvero bene. Lo vedeva che aveva qualcosa che non andava, era quasi preoccupato, agitato.
Shade a quel contatto si irrigidì. Si voltò piano verso Fine, la mano della ragazza era intrecciata nella sua e la stringeva con delicatezza, ma fortemente. Fine lo fissava preoccupata, con due occhi che gli dicevano tante cose, troppe cose.
Tu-Tum.
Maledizione, ancora! Shade staccò la sua mano da quella di Fine portandosela al petto. Sentiva come mancargli il fiato, questa volta il dolore che sentiva era più forte perché?
-Shade!-
Tu-Tum
Il demone si inginocchiò a terra, si stringeva il petto, avrebbe voluto strapparsi la carne pur di far smettere quel terribile inferno. O forse nel suo caso era meglio dire paradiso?
Fine si abbassò di fianco a lui. Era preoccupatissima, non sapeva cosa gli stesse succedendo, perché stava così male?
-Shade cos’hai?- chiedeva quasi con le lacrime agli occhi. Si era affezionata così tanto a lui persino da piangere vedendolo star male? No, non si era affezionata. Lei si era innamorata di Shade. Nonostante sapesse chi era, nonostante fosse un demone.
Il ragazzo la guardò mentre tratteneva gemiti di dolore. Forse era vero, era Fine che lo faceva sentire così. Provava quella sensazione solo quando lei gli era vicino.
-Non toccarmi!- disse lui mentre un’altra fitta lo pervase quando lei gli stava per poggiare una mano sul braccio.
Fine lo fissò come sconvolta. Perché si comportava così?
Shade vide la ragazza che tratteneva le lacrime, no, non voleva vederla piangere. Vide una lacrima scendere sul viso di Fine.
Tu-Tum.
Mentre si stringeva il petto cercando di non urlare, con l’altra mano accarezzò la guancia di Fine asciugandole la pelle bagnata. La ragazza rimase immobile, la mano di Shade era calda e fredda allo stesso tempo, sentiva brividi in tutto il corpo, ma la preoccupazione e la paura erano più grandi di tutto.
-Non.. piangere..- le disse Shade a fatica impegnato a non emettere gemiti di dolore troppo forti.
Fine a quella frase non riuscì più a trattenersi. Tutte le lacrime che stava trattenendo scesero di colpo, iniziò a singhiozzare. Non voleva vederlo così, no!
Gli si buttò addosso abbracciandolo, non badando al suo cuore che andava come un treno.
Singhiozzava rumorosamente mentre si stringeva al petto di Shade, voleva aiutarlo, ma non sapeva cosa fare, possibile che sapesse solo piangere? Così non lo aiutava!
-Fine..- disse Shade quasi sconcertato nel ritrovarsi la ragazza tra le braccia.
Tu-Tum.
Un'altra fitta, seguita da un’altra, e un’altra ancora. Più Fine gli era vicina e più lui sentiva cambiare qualcosa dentro di lui. Il dolore era quasi insopportabile, ma la voglia di tenere stretta a sé quella piccola umana era più forte di tutto.
La circondò in un abbraccio stringendola più che poteva, come se servisse a placargli quell’assurdo dolore. Shade tremava, non voleva farsi vedere così da lei, ma non voleva nemmeno lasciarla andare.
-Andrà tutto bene..- disse lei tra i singhiozzi con la testa immersa nel petto del ragazzo. Voleva rassicurarlo, ma se non funzionava su di lei, come poteva tranquillizzare lui?
Shade sorrise a fatica, era unica.
 
Una figura da sopra il tetto della casa di fronte osservava la scena nascosta nel buio, solo la luce della luna la illuminava lievemente.
I suoi corti capelli rosa si muovevano a ritmo del venticello notturno.
Fissava quelle due figure abbracciate sul balcone della casa della ragazza. Avvertiva un enorme potere provenire da quell’umana. Quel potere sarebbe stato davvero in grado di trasformare un demone in un umano?









Buonaseraa! :D
Scusate il ritardino, ma i miei allenamenti di pallavolo non sono ancora finiti -.- continueranno per un bel po' 
Comunque oggi sono riuscita ad aggiornare :D
Milkyyyyy! è arrivata è arrivata è arrivataaaa! *^* 
Beh spero tanto che vi sia piaciuto! :D
Grazie a tutte quelle che mi sostengono sempre, davvero grazie mille.
Un bacione, buona serata

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Capitolo 12
*** Maledetto cuore ***


♦ MALEDETTO CUORE 

 

-Andrà tutto bene..-
Fine per tutta la notte non aveva fatto altro che ripetere questa frase a Shade. Lui l’aveva tenuta stretta per tutto il tempo, nonostante il dolore fosse insopportabile. Ma non era riuscito a lasciarla andare, a tenerla lontana. La voleva vicina a sé, voleva sentirla, toccarla. Non gli importava se il dolore aumentava tanto da farlo urlare, non si sarebbe allontanato.
Dopo qualche ora Fine si era addormentata tra le braccia del demone con gli occhi ancora pieni di lacrime.
Shade raccogliendo tutte le forze che aveva, l’aveva presa in braccio e adagiata nel letto di camera sua.
Era da poco uscito dalla stanza per poi saltare giù dal balcone reggendosi a tutto ciò che trovava, muri, alberi. Il dolore era fortissimo, faceva fatica a stare in piedi. Possibile che Fine lo stesse cambiando così tanto?
Si appoggiò al muretto vicino al cancello d’entrata di casa Kusakabe. Respirava affannosamente, come se fosse affaticato, come se gli mancasse il fiato. Ma come poteva.. i demoni non hanno bisogno di respirare, non si stancano. Già, ma lui stava cambiando, qualcosa dentro di lui stava nascendo. Forse stava diventando umano davvero?
-Shade..-
Il ragazzo si voltò ritrovandosi Milky di fianco che lo guardava un po’ preoccupata.
Lui sorrise dentro di sé. Quella ragazzina ormai la conosceva da chissà quanto, sapevano tutto l’uno dell’altra, erano come gli umani potrebbero definire due fratelli.
La ragazza lo fece sedere piano a terra mettendosi poi di fianco a lui. Fissava il cielo.
-Dovresti lasciar perdere quella ragazza-
Shade sentì come un’altra fitta, ma non di dolore, come di.. non lo sapeva. Sapeva solo che non gli piaceva quello che aveva appena detto Milky, non lo voleva fare. Perché? Perché era così contrario a quel consiglio?
Scosse la testa trattenendo l’ “assolutamente no!” che voleva urlare.
-Non posso.. l’ho già legata- disse trovando la prima scusa che gli venne in mente. In effetti era anche vero.
Milky lo fissò per un attimo. Sembrava stesse un po’ meglio di prima. Allora era proprio quella ragazza a fargli quell’effetto.
Vide negli occhi di Shade qualcosa di nuovo, qualcosa che non aveva mai visto nel ragazzo.
-Sei sicuro che tu non la voglia rinunciare alla sua anima solo perché l’hai legata?- chiese lei seria. Sicuramente no, Shade stava cambiando, quella ragazza lo aveva come trasformato. Non era più il demone egoista e maledettamente seducente di una volta, ora sembrava quasi umano. In effetti forse stava accadendo davvero, se Fine veramente lo desiderava con tutta sé stessa. Ma perché avrebbe voluto che lui fosse umano? Questo Milky non riusciva a capirlo.
Shade alla domanda della ragazzina abbassò lo sguardo. Non lo sapeva nemmeno lui. solo all’idea di non vedere più Fine sentiva come una sensazione di vuoto. Gli umani la chiamavano nostalgia, mancanza di qualcosa?
-Ti stai innamorando di lei?- chiese Milky tornando a fissarlo intensamente. Il tono con cui aveva detto quella frase era diverso dal solito tono allegro, l’aveva pronunciata come un insieme di parole sconnesse, senza significato, sconosciute alla sua mente, beh era così. Sapeva però che era quello che gli stava accadendo, era ovvio. Se lui davvero ora possedeva un cuore, era comprensibile che provasse sentimenti umani come l’amore.
Shade la guardò stupito, non si sarebbe mai aspettato una domanda simile, anche se dentro di sé se l’era chiesto più volte da quando continuava a pensare a Fine.
Se si stava innamorando di quella mortale.. non lo sapeva, lui non sapeva se quello era amore. Non lo aveva mai provato, come faceva a sapere se era quello ciò che sentiva? Era amore?
-Non lo so-
-Quando non sei con lei, la vuoi vedere?- chiese Milky di getto, senza indugio.
Lui la fissò interrogativo, che c’entrava?
-Sì-  rispose poi  –perché?-  Ma dove voleva arrivare?
-Vuoi baciarla?- continuò a chiedere lei, ignorandolo.
-Sì- rispose lui meccanicamente, ricordandosi quando aveva unito le loro labbra mentre lei dormiva.
-Vuoi lei?- chiese infine Milky.
Lui la guardava confuso e incerto. Non sapeva nemmeno lui cosa voleva. Sapeva solo che la voleva vedere sempre sorridere, mai piangere. Che gli piaceva sentirla ridere, e gli piaceva stringerla a sé e poterla toccare.
-Sì-
Milky abbassò lo sguardo verso il petto del ragazzo. Doveva rassegnarsi? Rassegnarsi all’idea che il demone che conosceva per la sua malvagità era diverso? Che era diventato diverso da lei? Che era diventato umano?
-Allora forse, dovrai solo abituarti a questo dolore e aspettare che passi da sè-

 
Il sole brillava nel cielo illuminando la stanza di Fine. I raggi mattutini le arrivavano dritti negli occhi non permettendole di continuare a dormire oltre.
Aprì piano gli occhi e spostò lo sguardo sulla sveglia, non aveva ancora suonato. Le 7.20, avrebbe suonato tra dieci minuti.
Si alzò, tanto che senso aveva rimanere a letto. A letto? Ma.. aspetta. Rimuginò un attimo su quello che era successo la sera prima, lei era con Shade. Sicuramente si era addormentata e lui l’aveva riportata dentro. Ma dov’era ora? Come stava? La sera prima era ridotto davvero male.
Si tolse l’abito bianco della sera prima che indossava ancora per mettere quella scomoda divisa dalla gonna troppo corta.
Dopo aver fatto colazione uscì di casa, forse per la prima volta con calma, era in orario, anzi forse era anche in anticipo.
Arrivata al parco si mise sulla panchina ad aspettare Rein. Un momento! Rein! Oh no, la sorella ora era tornata a vivere nella sua stessa casa. Se l’era quasi dimenticato con tutto quello che era successo, e poi era abituata a incontrarla lì. Le mandò al cellulare un messaggio di scuse dicendo che per sbaglio era uscita convinta di trovarsi al solito posto come tutti i giorni e che l’avrebbe aspettata comunque lì. Tanto Rein era sempre puntualissima, non avrebbe dovuto aspettare chissà quanto.
Seduta sulla panchina fissava il cielo con la testa piegata all’indietro. Quanti ricordi in quel parco.
-Posso sedermi qui?-
Fine guardò di colpo davanti a sé. C’era una ragazzina vestita di scuro con dei corti capelli rosa e due occhi di un bellissimo blu. Doveva avere circa la sua stessa età, forse un anno di meno. La guardava sorridendo e indicando lo spazio vuoto sulla sua stessa panchina.
-Certo- disse Fine spostandosi di poco per farle più spazio. Non poté fare a meno di pensare che quella ragazzina fosse davvero carina, quegli occhi era strepitosi. Erano davvero particolari, avevano qualcosa che non vedeva spesso, somigliavano a quelli di Shade. Ah, ma perché ogni minima cosa la riportava all’argomento Shade? Accidenti, questa preoccupazione la stava facendo andare di testa.
La ragazza si sedette di fianco a Fine guardando davanti a sé.
Le due stettero per qualche minuti in silenzio, non si conoscevano, che potevano dirsi? Fine di solito era la prima a iniziare un discorso, era molto aperta e adorava fare amicizia, ma in quella situazione non le andava di mettersi a chiacchierare allegramente. E poi quella ragazza aveva qualcosa di strano, non sapeva spiegarsi cosa.
Davanti a loro passarono due ragazze, stavano andando a scuola anche loro. La cosa che attirò l’attenzione di Fine e dell’altra ragazza fu l’argomento di cui parlavano. Le due avevano un tono di voce alto e accusatorio: stavano litigando. L’argomento doveva essere un ragazzo, perché parlavano di tradimento e delusione.
Passarono davanti a loro continuando ad urlare, fino a che sparirono nel viale e la loro voce non si sentì più, mischiandosi a quella del vento.
-Deve essere brutto litigare per un argomento futile come l’amore- disse la ragazza dai capelli rosa guardando dritta l’albero davanti a sé.
Fine si voltò curiosa, che bella voce aveva. La colpì molto la frase che aveva detto, aveva usato un tono dolce, come dispiaciuto, che si contrapponeva al significato di quello che intendeva dire. Futile? Secondo lei l’amore era futile? Inutile? Stupido? In effetti anche lei fino a qualche tempo prima pensava che l’amore fosse.. come dire.. che non fosse per lei, non le interessava, era noioso ecco! Invece da quando aveva incontrato Shade.. beh era tutto cambiato, aveva capito cosa volesse dire provare un forte affetto per qualcuno, provare amore per qualcuno. Anche se il suo era un amore impossibile.
-Già- si limitò a dire guardando per terra.
Si ricordò di quando Shade le aveva detto che spesso sono i demoni a far litigare gli umani. Si divertono facendo scherzi e dispetti ai mortali portando spesso a litigi e battibecchi. Proprio come era successo ai suoi genitori.
Chissà se era stato un demone a fare litigare anche quelle due..
-Tu non credi nell’amore?- chiese subito dopo alla ragazza che le sedeva di fianco. “Futile”, quindi non era interessata all’amore?
La ragazza dai capelli rosa la guardò sorridendo in un modo strano.
-No, non fa per me-
Fine si mise a fissarla come un ebete con la bocca semisocchiusa. Quella tipa aveva qualcosa di strano se lo sentiva, aveva qualcosa di particolare e non per il fatto che non le importasse di innamorarsi, c’era qualcos’altro. Ma cosa?
-Io sono Milky- disse porgendole la mano e ignorando la sua espressione da “vorrei capire che cosa sei”.
Fine si risvegliò, sorridendo in imbarazzo. Le strinse la mano.
-E io Fine-
-“Fine”.. che strano nome- sorrise Milky allegramente. Forse Fine aveva pensato troppo, non sembrava strana, anzi era simpatica.
Lei sorrise di rimando.
-Mia madre dice sempre che mi ha dato questo nome appena mi ha vista sorridere quando sono nata- disse lei grattandosi la testa, quel racconto la faceva sorridere –significa “bene”, “ottimo” o comunque qualcosa di positivo credo- continuò ridacchiando.
-Qualcosa di benefico?- Ipotizzò Milky sorridendo ancora.
Fine alzò le spalle in risposta, e chi lo sa, sua madre era sempre stata strana con i nomi, prendiamo il nome “Rein” come esempio. Però le piaceva pensare che significasse qualcosa di simile.
-Mi piace pensarlo-
-Perché? Il male non ti piace? Non ti ispira un posto come l’inferno?- chiese Milky accennando a un sorriso. Ma non era lo stesso di prima.. era.. era finto. Pieno di malignità, ingannevole. Perché sorrideva così?
Quella domanda fece sgranare gli occhi a Fine. Si ricordò della conversazione che aveva avuto con Shade quando lo aveva conosciuto. Anche lui le aveva parlato dell’inferno.
-Dimmi, preferiresti un luogo come l’inferno o uno come il paradiso?-
-Sono stupidaggini, io non credo a queste cose-
-Se dovessi scegliere?-
-Forse l’inferno. Il paradiso è così noioso, tutto bianco e tranquillo-
Shade le aveva fatto una domanda simile.
Cercò di scacciare l’immagine di Shade dalla testa. Era solo una coincidenza, stava collegando ogni minima cosa a lui, doveva smetterla!
E poi Milky non poteva avere nulla a che fare con quel demone, era impossibile.
Alzò le spalle scuotendo la testa. Si alzò in piedi, sua sorella sarebbe arrivata a momenti, e quella conversazione iniziava a metterla a disagio.
Milky si accorse che la ragazza cercava di sviare e di non rispondere. Sorrise mentre Fine le dava le spalle, che umana particolare.
-Beh io devo andare, arriva mia sorella- disse Fine indicando l’inizio del parco. Una figurina azzurra stava entrando nel viale principale, probabilmente Rein non l’aveva ancora notata.
-Ciao- la salutò quindi con il gesto della mano.
Milky le sorrise mentre Fine si voltava per dirigersi dalla gemella.
-Sta attenta a ciò che desideri-
Fine si rivoltò di scatto verso la panchina. Milky la fissava sorridendo in modo quasi inquietante, ma il suo tono era come quello di un’allegra bambina.
-C-come?- non capiva, cosa voleva dire con quella frase? Non aveva un filo di logica.
-Ricorda che se danzi col diavolo, non è il diavolo che cambia. È lui che cambia te. Questa è la regola- disse facendo sparire il sorriso che aveva prima e lasciando il posto ad un’espressione inquietante, quasi minacciosa, accusatoria.
Fine la fissò con occhi sgranati, che intendeva? Diavolo? Intendevademone?  Che si riferisse a.. no, non era possibile, non poteva sapere di Shade.
-C-cosa st..-
-Fineee!- urlò Rein ancora un po’ lontano, evidentemente l’aveva vista.
La ragazza si voltò sentendo la sorella, lei si stava avvicinando piano. Si rivoltò di scatto verso Milky. Rimase ferma a fissare la panchina vuota, la ragazza dai capelli rosa non c’era più.
-Fine, che fai?- chiese Rein raggiungendola e notando che la gemella fissava con aria strana la panchina.
Fine scosse la testa come per dire “Niente!”, e insieme si incamminarono verso scuola. Fortunatamente Rein non se l’era presa per la dimenticanza della sorella.
Fine si voltò più volte senza farsi vedere da Rein, cercando con lo sguardo Milky. Nessuna di quelle volte la trovò. Ripensava continuamente all’ultima frase che le aveva detto. Cosa sapeva lei dei diavoli? Non poteva intendere quello che Fine pensava, come avrebbe potuto? E soprattutto dov’era? Era sparita così, di colpo. E se anche lei fosse.. un demone, proprio come Shade? Spiegherebbe il perché di quella frase, beh no, non lo spiegherebbe anche perché Shade non l’aveva cambiata. E poi cosa voleva dire con Attenta a quello che desideri?
 
Dietro un albero del parco una sagoma nascosta osservava due ragazze dirigersi verso l’uscita per andare a scuola. I suoi allegri occhi blu scrutavano una ragazza dai capelli rosso fuoco. Non era male, Milky doveva ammetterlo, sembrava una brava mortale. Non voleva spaventarla con quella frase, voleva solo metterla in guardia o cercare di farle capire che doveva smetterla di desiderare che Shade fosse umano, perché lui non lo era, era un demone. E non voleva diventare umano. E nemmeno lei voleva che Shade subisse questo cambiamento, aveva visto quanto aveva sofferto, non poteva vederlo così. E poi faceva anche un certo effetto vedere un demone contorcersi dal dolore. Era come vedere un mortale essere trapassato da una lama e rimanere lì, bello e sorridente, senza emettere gemiti di dolore.
Forse non sarebbe riuscita a farle cambiare idea, a dissuaderla da quel desiderio, ma doveva provarci. Aveva capito benissimo che Fine provava qualcosa per Shade, gli umani si innamorano facilmente. Ma non poteva permettere che il ragazzo ci rimettesse per una piccola cotta di una mortale, per quanto carina e simpatica sia.
 
La giornata era passata lentissima, le ore sembravano non finire mai. Finalmente era arrivata sera, Fine poteva riposarsi in pace, al diavolo i compiti!
Si buttò sul letto distrutta, tra poco sarebbe stata ora di cena, aveva una fame!
Girò la testa verso un lato per non soffocare. Le venne in mente Shade, quando mai non lo pensava. L’incontro di quella mattina con Milky era stato davvero particolare, ogni istante che passava a pensarci non poteva fare a meno di convincersi sempre più che lei avesse a che fare con Shade. Era una supposizione basata su indizi vari che volendo potevano essere solo coincidenze, però se lo sentiva, era come un presentimento.
-Ahh! Smettila!- si disse ributtando la testa nel cuscino. Sì, doveva smetterla, smettere di pensare a Milky, a Shade e soprattutto smetterla di farsi tutti quei problemi. Doveva solo vivere la sua vita!
Improvvisamente sentì un rumore sordo nella direzione del suo balcone. Come qualcosa che fosse caduto, un qualcosa che attirando la sua attenzione le aveva fatto alzare di scatto la testa.
Vide Shade proprio sulla soglia del balconcino che si teneva in piedi appoggiandosi con un braccio alla porta aperta di vetro e con l’altro si stingeva il petto. Respirava a fatica come se avesse corso per chilometri e chilometri. La fissava ansimante con un’espressione dolorante ma in qualche modo sollevata o felice per qualcosa.
-Shade!- disse Fine sorpresa vedendolo lì e correndogli vicino. Non aveva una bella cera, questo si vedeva bene.
Il ragazzo fece un passo avanti per andarle in contro e si lasciò cadere tra le braccia della ragazza scivolando a terra in ginocchio. Ora che era lì con lei non voleva andarsene ancora, il dolore era forte, ma la voglia di vederla si era fatta insopportabile. Per tutta la giornata non aveva fatto che pensare a Fine, voleva incontrarla, sentiva che se non fosse andato da lei quel dolore sarebbe stato solo una minima parte di quello che avrebbe provato standole lontano. Non gli era mai capitata una cosa simile, non era mai capitato a nessun demone di avere quella voglia, quella fortissima voglia di vedere qualcuno. A nessun demone era mai capitato di innamorarsi. Era quello che gli stava succedendo, no? Probabilmente era così. Un cuore umano e sentimenti umani stavano nascendo dentro di lui. Questo perché lei lo desiderava? Fine lo stava cambiando, lo stava rendendo umano. Avrebbe dovuto odiarla per questo, lei lo stava rovinando. E invece? Invece continuava a volerla vicino, a sentirla ridere e sorridergli. A sentirla sua. Doveva odiarla e invece si stava innamorando di lei, proprio come fanno gli umani.
Non avrebbe mai pensato che l’amore, quel sentimento dei mortali sconosciuto ai demoni, fosse così forte, così intenso.
Tu-tum
-Shade stai bene?- chiese lei preoccupata mentre lo sorreggeva tenendolo con una mano per la spalla e con l’altra sul petto per non farlo cadere sopra di lei.
Shade inginocchiato di fronte a lei, la fissava respirando affannosamente. Gli venivano in mente pensieri di ogni tipo, quella ragazza scatenava in lui un sentimento troppo forte. Sentiva dentro di lui quel nuovo cuore battere a velocità assurda, perché? Quando un umano è vicino alla persona che ama, il suo cuore batte più veloce?
Shade portò una mano alla guancia di Fine. La accarezzò guardandola come se non la vedesse da chissà quanto. Arrivò all’orecchio e iniziò a passare le dita fra i suoi capelli vermigli, mentre fissava i suoi occhi cremisi che gli piacevano tanto.
Fine lo fissava a sua volta un po’ rossa in viso per il gesto di Shade. Ma non poteva comunque nascondere che il suo pensiero principale era la preoccupazione per lo stato del ragazzo.
-Se sto bene..?- ripeté lui in sussurro avvicinandosi al volto di lei per sentire il suo dolce profumo che ormai sentiva ovunque.
Lei era ferma, un po’ sorpresa, non capiva cosa stesse succedendo a Shade.
-Shade..-
-Non capisci che è colpa tua?- la interruppe, mantenendo il tono di voce basso e affannoso.
-Cosa?-  Colpa sua? Che aveva fatto?
Shade continuava a fissarla in quello strano modo che la metteva sempre in soggezione, che la faceva diventare del colore dei suoi capelli.
Già, era colpa sua, era tutta colpa sua. Era colpa sua se stava così, se si stava innamorando di lei come uno stupido mortale.
-È colpa tua se sto così- ripeté avvicinandosi ancora di più a lei, ora erano a pochissimi centimetri, potevano sentire uno il respiro dell’altra sulla pelle –Mi stai facendo innamorare di te- sussurrò con voce roca.
Fine fece solo in tempo a sgranare gli occhi più confusa che mai, che Shade unì le loro labbra in un tenero bacio. Un bacio che entrambi avevano sempre voluto, lei da tanto anche se non lo ammetteva e lui da poco ma intensamente, o almeno era da poco che voleva baciarla con amore.
Fine rimase impietrita con le labbra morbide e calde di Shade attaccate alle sue.
L-lui.. la stava.. baciando. Si ricordò di colpo della prima volta che lo aveva incontrato, quando lui l’aveva baciata per legarla. Quello era stato un bacio terribile, o almeno la situazione era terribile. Ma ora.. ora lei era innamorata di lui, lo voleva. Ma Shade? Lui non poteva provare sentimenti, non aveva un cuore, perché le aveva detto quelle cose? Forse era solo una tattica per farla cedere alla lussuria?
Tu-tum
Un’altra di quelle fitte si propagò nel suo petto. Ormai Shade non si sorprendeva più di tanto, ci si stava abituando, e anche il dolore sembrava affievolirsi dalla prima volta. Certo non stava bene comunque, ma almeno era più preparato.
Si staccò da lei stringendola a sé. Sapeva che facendo questo i battiti del suo cuore sarebbero andati molto più veloci, ma non voleva allontanarsi, no.
-Shade..- sussurrò Fine preoccupata tra le braccia del ragazzo, ma ancora basita per quel bacio improvviso.
-P-più ti sto vicino.. più sto così..- disse lui stringendosi a lei immergendo la testa nell’incavo tra la spalla e il collo di Fine. Sentiva i capelli della ragazza sul suo viso, il suo dolce profumo nelle narici. E sentiva quel cuore umano battergli nel petto veloce, troppo veloce per contarne i battiti.
Fine fissava davanti a sé imbambolata. Nella sua mente, nel suo cuore, c’erano un miscuglio di emozioni e sensazioni che non aveva mai provato. Ben presto si fece largo solo una grande confusione. Perché? Perché era colpa sua? Che stava facendo?
Cercò di far allentare la presa di Shade che la stringeva forte a sé, ma il ragazzo sembrava non volerne sapere, più lei cercava di sciogliersi da quel contatto, più lui l’avvicinava.
-Ma non posso fare a meno di starti lontano- disse lui sussurrando e continuando la frase di prima.
Fine si bloccò, smise di respingerlo. Era una.. una dichiarazione quella?
-C-che posso fare?- chiese lei quasi più a sé stessa, mentre sentiva Shade tremare mentre l’abbracciava. Voleva aiutarlo, ma non sapeva che fare, se era davvero colpa sua allora voleva rimediare.
Shade sorrise. Prese il viso della ragazza tra le mani e lo porto davanti al suo.
-Niente- sussurrò lui continuando a sorridere e guardandola intensamente negli occhi.
-M-ma..-
Lui la zittì unendo di nuovo le loro bocche in un veloce bacio a fior di labbra.
-Non devi fare niente- le disse poi tornando a fissarla –Mi hai già fatto il dono più bello-
Fine lo guardò con le lacrime agli occhi, voleva piangere, non sapeva perché, ma voleva piangere. Forse perché era preoccupata, perché aveva paura o perché era felice di quel bacio. Non sapeva perché Shade si comportasse così, quando lo aveva conosciuto era una persona completamente diversa. E poi quale dono? Lei non aveva fatto nulla, che stava dicendo?
-Quale..- sussurrò lei senza nemmeno accorgersene.
Lui le prese una mano portandola al suo petto. La premette contro di esso, dove ora batteva il suo cuore, il cuore che lei gli aveva donato insieme alla capacità di provare sentimenti. Lui non voleva, non lo avrebbe mai voluto, ma non poteva fare a meno di volere lei, di essere felice perché provava una cosa simile. Se solo tutti i demoni avessero saputo quanto era bello poter amare..
Fine sentì nel petto di Shade qualcosa battere. Sgranò gli occhi incredula. Che.. che cosa.. la sua mano percepiva come un battito, un.. un cuore. Ma come.. come era possibile? Lui non..
-Sei riuscita a farmi provare cosa significa amare qualcuno-
-Cosa?- disse lei completamente sbalordita. Non capiva, come poteva averlo fatto? Non poteva essere stata lei.
-Fin da quando ti ho vista la prima volta ho capito che il tuo potere era unico- le sussurrò continuando a guardarla con i loro nasi che si sfioravano.
-Q-quale potere?-
-Scusa se non te l’ho detto prima- disse Shade premendo di più la mano di Fine contro il suo petto –tu hai un potere straordinario, un’Anima Speciale. All’inizio non sapevo cosa avessi di particolare, ma ora.. ora lo so-  le sorrise di nuovo, perché quando sorrideva così il cuore di Fine sembrava voler scoppiare?
-Quello che desideri prima o poi si avvera- continuò poi accarezzandole una guancia.
Fine lo fissava confusa e basita nello stesso tempo. Quello che desiderava? Era.. era quella la particolarità che aveva convinto Shade a legarla quella volta?
-I-io non..-
-Ti ricordi quando mi hai detto che desideravi con tutta te stessa che i tuoi genitori tornassero insieme?-
Fine si ricordò di tutte quelle volte che ne aveva parlato con lui, Shade glielo aveva già chiesto. Le aveva già fatto la stessa domanda.
Lei annuì.
-È successo. Sei stata tu, tu hai un potere che ti permette di realizzare quello che vuoi più di ogni altra cosa-
-M-ma.. io..- Fine non riusciva a credere a quello che le stava dicendo. Non poteva essere così, no. Poteri magici o robe così non esistono, non poteva essere possibile. Beh, per lei non era possibile nemmeno l’esistenza dei demoni, eppure eccola qui innamorata di uno di loro.
-E anche con la madre della tua amica. Perché credi che sia guarita? C’era una sola possibilità su mille che si risvegliasse, eppure tu lo hai fatto accadere-
Fine si ricordò di colpo del momento in cui era in ospedale nella stanza della madre di Mirlo. Voleva che si svegliasse, è vero. Lo voleva per Mirlo e per la sua famiglia, non voleva vederli soffrire.
–Mirlo le vuole bene, e anche suo marito.. loro stanno soffrendo, le sono accanto giorno e notte. Non può lasciarli così.. non può! La prego!-
-Non so cosa tu abbia fatto prima, ma credo che hai appena fatto accadere un miracolo- le aveva detto il medico una volta che la signora si era svegliata.
Forse era davvero capace di fare miracoli?
-S-sono stata io.. anche quella volta.. con la scintilla?- chiese lei con voce tremante riferendosi a quel giorno in cui aveva sprigionato per la prima volta i suoi poteri davanti a Shade. Lui le aveva appena detto che spesso erano i demoni a far dividere gli umani e lei avendo paura per i suoi genitori, voleva allontanarlo, voleva che se ne andasse.
Lui annuì spostandole un ciuffo della frangetta dagli occhi.
La ragazza tornò a guardare la mano sul petto di Shade. Quindi era stata lei? Lei aveva sempre voluto che Shade fosse un umano qualsiasi, che potesse essere un ragazzo normale così da potergli dire che lo amava, che gli voleva bene, così che lui capisse. Era stata lei.
Ma lui.. lui era pur sempre un demone. Rendendolo umano forse.. anzi, rendendolo umano gli aveva rovinato la vita, lui prima era immortale, non poteva farsi male o sentire dolore. E ora? Ora gli aveva inflitto una pena orribile: essere un umano e provare dolore.
Sicuramente Shade non avrebbe mai voluto una cosa simile, non lo biasimerebbe, chi sceglierebbe di essere umano e provare dolore e morire anziché vivere per l’eternità senza problemi?
-M-mi dis..-
Shade la fermò mettendole un dito sulle labbra. “Mi dispiace” stava per dire. Non doveva, non doveva dirlo.
-A me no- disse avvicinandosi a lei.
-M-ma..- provò a dire appena Shade le liberò le labbra, ma lui la interruppe di nuovo.
-Solo ora posso capire quanto sia bello poter amare qualcuno. Poter stare vicino a una persona perché la si ama e non perché si è trasportati dalla lussuria o dalla trasgressione-
Delle lacrime iniziarono a rigare il volto di Fine, davvero Shade era felice così? Davvero gli andava bene e non la odiava?
-N-non mi odi?- gli chiese singhiozzando.
Lui sorrise davanti all’ingenuità e alla debolezza di quella ragazzina. Pur avendo un potere enorme era davvero fragile dentro.
Scosse la testa avvicinandosi ancora di più a lei.
-Invece credo di amarti-
Fine scoppiò a piangere lasciando uscire tutta l’ansia, la paura e la felicità di quel momento. Si strinse al petto di Shade più forte che poteva, come se volesse entrargli dentro. Sentiva il cuore del ragazzo che batteva, che batteva per lei.
Shade la strinse accarezzandole i capelli e sorridendo divertito. Quando Fine piangeva così come una bambina era davvero uno spettacolo inimmaginabile.
Sentiva i battiti nel suo petto veloci, ma il dolore sembrava affievolirsi sempre di più. Non sapeva se era perché ci aveva fatto l’abitudine o solo perché ormai il suo corpo si era abituato al cambiamento. Restava il fatto che dentro di sé ora sentiva solo quella voglia di tenere quella ragazzina stretta a sé, senza lasciarla mai.









Ciaaao :)
Sara sei contenta? Questo capitolo è tutto per te! :3 Comunque non l'ho riletto anche perchè non ho tempo quindi chiedo scusa per gli errori!
*^* che bellini sono? teneri *me con gli occhi a cuoricino*
Mi spiace forse è un po' troppo lungo.. volevo tagliarlo a metà e farne due, ma qualcuno non ha voluto
(riferimenti a fatti o persone sono puramente casuali, vero Sara?)
Ok, ora devo scappare che devo uscire e poi ho l'allenamento -.-
Buona giornata a tutte, spero vi sia piaciuto! Un bacio

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Capitolo 13
*** Maledetto amore ***


 MALEDETTO AMORE 

 

Quando Fine si svegliò, Shade non c’era più. Si chiese più volte dove fosse, anche se il fatto che se ne fosse andato nel bel mezzo della notte non la sorprendeva.
-Non pranzi con me- ripeté Fine per capire meglio la situazione. Lei e Rein erano arrivate a scuola, ed era da poco suonato l’intervallo.
Le due erano in classe, Fine era di fronte alla sorella con il suo pranzo in mano. La fissava abbastanza seria, da chi sta facendo un ragionamento mentale alieno. Il suo tono era un misto tra scocciato e poco stupito.
-Mi dispiace!- disse Rein sorridendole colpevole e facendo un piccolo inchino da chi vuol farsi perdonare.
Detto questo corse fuori dall’aula dove, nel corridoio di fronte alla classe, la aspettava Bright. Fine guardò la sorella allontanarsi verso le scale per il giardino insieme al fidanzato. La stava mollando per lui?
-Scusa Fine, ho promesso a Bright di passare con lui l’intervallo, quindi non pranzerò con te oggi. Domani però andiamo come al solito sul terrazzo, ok?- Le aveva detto.
Fine sbuffò irritata. Odiava il fatto che sua sorella preferisse stare con Bright anziché con lei, è vero che era il fidanzato, ma lei era sua sorella!
Si diresse verso il tetto della scuola e si mise a mangiare da sola. In fondo non le dispiaceva, poteva guardare il cielo tranquillamente.
-Ciao- disse una voce allegra.
Fine abbassò la testa spostando la sua attenzione sul resto della terrazza. Proprio di fronte a lei, inginocchiata e a pochi centimetri dalla sua faccia, c’era una ragazzina dai capelli corti rosa. Milky?
-Ahh!- urlò di colpo spaventata Fine. Non si aspettava di trovarsi davanti qualcuno. Le sembrò di aver già vissuto quel momento, ritrovarsi senza preavviso una persona così vicina a lei che le aveva detto “Ciao!”. Chi era? Shade.
Paragonando quei due momenti, notò che gli occhi di quella ragazzina e quelli del demone che conosceva erano molto simili.  Erano dello stesso colore, avevano la stessa lucentezza e quella particolarità che non aveva mai visto negli occhi di un umano.
-Scusa- le sorrise la ragazzina buttandosi all’indietro e sedendosi per bene a gambe incrociate di fronte a Fine.
-T-tu ti chiami Milky, giusto?- chiese, si ricordava bene vero?
-Esatto- rispose lei sorridente facendo un cerchio con l’indice e il pollice.
-Che fai qui? Non frequenti questa scuola, vero?- chiese ancora Fine notando che Milky non indossava l’uniforme, nemmeno quella delle medie. E poi non l’aveva mai vista nell’istituto. In effetti non l’aveva mai vista da nessuna parte prima di quella volta.
-Volevo parlarti..- disse lei assumendo un’espressione un po’ vaga e guardando il cielo.
Fine la fissò interrogativa, era lì per parlare con lei? Ma come era entrata nella scuola? Strano che non si fossero accorti di “un’intrusa”.
Vedendo che Milky non apriva bocca la incitò a parlare con un “Dimmi pure” seguito da uno dei suoi inimitabili sorrisi.
La ragazzina per un primo momento si limitò a fissarla inespressiva. Pensava a come, in umana del genere, ci potesse essere un potere così grande e particolare. Non aveva mai sentito parlare di nessuno con un’Anima Speciale che abbia un potere simile. Un potere che poteva suggestionare le cose, gli avvenimenti e la natura.
-Ti ha detto del tuo potere?- chiese quasi fredda fissandola dritta negli occhi.
Fine perse un battito a quella frase. Potere..? Allora lei era a conoscenza di.. ma come.. come lo sapeva? E poi perché lo sapeva? Allora quello che aveva sempre sospettato sul fatto che Milky fosse un demone come Shade era vero. Magari quei due si conoscevano anche, doveva essere così per forza.
Fine annuì seria.
-Sei un demone?- le chiese poi cercando di mantenere un tono serio e tranquillo, anche se dentro di sé era agitata e non sapeva nemmeno il perché.
Milky le sorrise, un sorriso enigmatico, quasi maligno, tipico dei film horror.
-Sì- disse in modo inquietante.
Fine annuì leggermente e abbassò la testa. Ma che volevano tutti questi demoni? Solo la sua anima? Accidenti, magari ora veniva a scoprire che metà scuola era di origine demoniaca!
Le balenò in mente un pensiero. E se Milky fosse qui per Shade? Se fosse qui per quello che gli stava succedendo, che gli stava succedendo per colpa sua? Forse voleva fargliela pagare. O peggio, se era la sua fidanzata? Ma i demoni non provano amore, quindi.. ah, il cervello di Fine andava in fumo.
-È per Shade, vero?-
-Ti avevo detto di stare attenta a quello che desideravi-
È vero, Milky l’aveva avvertita. Ma lei non sapeva a cosa si riferisse, non la conosceva nemmeno. E poi non sapeva ancora dei suoi “poteri”, di quello che poteva fare. Non ne aveva la minima idea.
Abbassò la testa con aria colpevole. In fondo era colpa sua, non c’erano scusanti.
Milky notò il disagio di Fine, il senso di colpa che le si leggeva in faccia. Se fosse stata lei a fare una cosa simile a qualcuno non le sarebbe importato nulla, in fondo non poteva provare sentimenti, lei era ancora un demone e quindi non aveva un cuore. Cos’era il dispiacere?
-Però.. sembra che Shade sia felice così- disse a bassa voce guardando il cielo.
Fine a quella frase alzò lo sguardo fissandola. Era vero? Shade le aveva detto che a lui andava bene così, però non sapeva se fosse vero. Ma se anche lei lo diceva, magari..
-Tsk! L’amore! Beato Shade che ora riesce a capirvi, voi umani- disse Milky alzandosi e stiracchiandosi nella dolce brezza del mattino. Era una frase retorica quella?
-Ci si vede- disse dandole le spalle e alzando una mano in segno di saluto.
Fine la vide lanciarsi dal tetto della scuola con un semplice saltello. Che!?
Si precipitò subito vicino alla ringhiera e si sporse. Milky non c’era più. Ma perché si sorprendeva? Lei era un demone.
 
Durante il percorso verso casa, Rein non fece altro che chiacchierare amabilmente con il suo Bright. Fine camminava dietro a loro di qualche passo per dare ai due la giusta atmosfera da fidanzati, ma dentro di sé avrebbe tanto voluto strozzare quel damerino che prendeva tutto il tempo che sua sorella di solito dedicava a lei.
Sbuffò per l’ennesima volta accorgendosi che quei due non le prestavano la minima attenzione.
Cambiò strada, dirigendosi verso il parco. Tanto Bright e Rein non se ne sarebbero accorti nemmeno. Rein magari ci avrebbe fatto caso solo dopo aver chiuso la porta di casa, ritrovandosi da sola e annoiata.
Si diresse verso il parco che di solito attraversavano per tornare a casa, quel giorno avevano percorso le vie del centro città.
Andò sulla collinetta che amava tanto, quella nascosta tra gli alberi dove si metteva sempre ad osservare il cielo e dove ogni tanto si arrampicava sul suo albero preferito dal quale molte volte aveva rischiato di cadere.
Vide una figura vestita di scuro sdraiata per terra, con la schiena un po’ alzata e appoggiata al tronco del SUO albero.
Si avvicinò piano vedendo quel ragazzo che fissava le nuvole bianche passare nel cielo con sguardo perso.
-Shade- sorrise lei svegliandolo improvvisamente dai suoi pensieri. Chissà cosa ci faceva lì.
Shade  spostò lo sguardo su di lei mettendosi dritto sulla schiena come se fosse incredulo di quello che stava vedendo.
Fine si sedette di fianco a lui ai piedi dell’albero.
-Cosa fai qui da solo?- chiese appoggiando la cartella e sorridendogli.
Shade si limitò a fissare la ragazza accanto a lui. La vide sventolargli la mano davanti, sapeva che quando Fine faceva qualche domanda voleva una risposta subito, odiava essere ignorata.
Fermò di colpo la mano che Fine gli stava passando davanti agli occhi, prendendola per il polso. Sentiva che i suoi poteri si indebolivano sempre di più man mano che diventava umano, ma la sua velocità era rimasta quella.
La spinse di colpo a terra facendola sdraiare sotto di sé. La fissava intensamente, senza proferire parola. I suoi occhi erano pieni di sensazioni ed emozioni confuse, probabilmente nemmeno lui sapeva cosa stesse provando in quel momento, non era abituato.
-S-Shade.. che..-
Il ragazzo la zittì unendo ancora una volta le loro labbra in un bacio più violento dei precedenti, più passionale e desideroso.
Fine sgranò gli occhi presa alla sprovvista per l’ennesima volta. Perché non reagiva? Perché lo lasciava fare? Forse perché non voleva allontanarlo da sé, forse perché lo voleva anche lei.
Senza rendersene conto chiuse gli occhi e rispose al bacio iniziando a muovere in sincronia con Shade le loro labbra, esplorando ogni minimo angolo della sua bocca.
Dopo poco Shade si staccò per prendere fiato. Prendere fiato? Lui di solito non aveva bisogno di respirare, che seccatura. Però doveva ammettere che gli era piaciuto, la gioia e il piacere di quei respiri affannati erano la soddisfazione di un bacio davvero passionale.
Rimase lì a pochissimi centimetri da Fine. La ragazza lo fissava rossa in viso ma sembrava meno agitata del solito. Si era persa nei suoi occhi, in quei pozzi cobalto tanto profondi da non poter trovare una via d’uscita.
-Scusa- le disse ancora a pochissimi centimetri da lei –devo ancora abituarmi a questi.. sentimenti- aveva detto la parola “sentimenti” come quando un bambino ripete una parola di cui ha appena imparato il significato. Già, Shade doveva ancora farci l’abitudine, doveva ancora imparare a controllarsi, a resistere a certi impulsi che il suo cuore gli chiedeva. Non sapeva che fosse così difficile contenersi, o almeno ora che erano le prime volte che provava questo sentimento, era davvero complicato.
Fine continuava a guardarlo negli occhi, quei maledetti, bellissimi occhi.
Quel momento di silenzio e imbarazzo tra i due venne interrotto improvvisamente dal cellulare di Fine. La suoneria fece sobbalzare i due, che si alzarono di scatto.
-P-pronto?- rispose Fine rossa in viso guardando Shade con la coda nell’occhio. Lui fissava l’erba davanti a sé.
-S-sì.. scusa. Sono andata al parco, ora arrivo- disse lei facendo un finto sorriso e cercando di tenere un tono di voce normale. Rein era preoccupata, evidentemente dopo aver salutato Bright si era finalmente ricordata di sua sorella.
Si alzò prendendo in mano la cartella, guardò Shade. Lui la fissava con uno sguardo che non gli aveva mai visto. Nei suoi occhi leggeva delusione.. tristezza? Sembrava quasi che non volesse che lei se ne andasse.
-D-devo tornare a casa.. ciao- disse lei abbassando la testa e voltandosi per dirigersi verso casa.
Neanche il tempo di fare un passo che il suo polso venne bloccato da una forte e calda mano. Shade la fece rigirare di colpo, avvolgendola tra le sue braccia in un dolce e possessivo abbraccio.
Fine aveva la testa completamente immersa nel petto di lui, il suo cuore andava a mille, Shade sicuramente le avrebbe fatto venire un infarto quel giorno!
Sentiva che anche il cuore del ragazzo andava molto veloce, i suoi battiti erano limpidi e rapidi, una melodia bellissima. Sorrise involontariamente al pensiero che era stata lei a far battere quel cuore.
-Ti amo- disse lui ad un tratto stringendo la presa e avvicinandola di più a sé. I loro corpi si toccavano, erano uno contro l’altro.
Fine sgranò gli occhi incapace di recepire a fondo il messaggio di quella frase. Ti amo, due parole che racchiudevano un significato enorme, un emozione impossibile da descrivere. Poteva davvero Shade essersi innamorato di lei? No, lui non lo voleva. Era stata lei a desiderare che Shade fosse umano e che potessero stare insieme, lui altrimenti non si sarebbe innamorato di lei anche perché non avrebbe mai potuto.
-No..- sussurrò lei come in tranche. Di colpo quei pensieri le occupavano tutta la mente, la gioia di prima stava svanendo piano piano. Questo era successo per i suoi poteri, magari Shade era pure contrario. Era lei che lo comandava, che gli faceva fare quello che voleva come una marionetta. Non era giusto, e i sentimenti di Shade non erano.. veri. No.
Shade allentò un po’ la presa, non capiva perché Fine avesse detto..
-No- ripeté lei con voce tremante. Staccò la testa dal petto del ragazzo guardando a terra.
-Fine, cosa..-
-Tu non mi ami veramente!- disse lei alzando un po’ la voce mentre piccole lacrime le riempivano gli occhi.
-Ma che dici?- sussurrò Shade senza rendersene conto. La fissava confuso, odiava vederla piangere.
Lei si staccò del tutto da lui allontanandosi di qualche passo.
-Q-questi non sono i tuoi sentimenti! Sono io che ti sto comandando come un burattino, tu mi ami perché sono io a volerlo, non tu!- disse scoppiando a piangere. Non lo guardava, non voleva guardare i suoi occhi. Si sarebbe persa di nuovo in essi e avrebbe rischiato di fregarsene di quello che stava succedendo, non pensando a Shade, a quello che voleva lui.
Lui cercò di avvicinarsi, di dirle qualcosa, ma lei continuava a indietreggiare fino a che non la vide scappare via in lacrime.
Davvero pensava che i suoi sentimenti fossero “finti”? Può darsi, può darsi davvero che quello che provava era perché Fine lo aveva desiderato, anzi era così. Ma in fondo quei sentimenti li provava, aveva un cuore adesso ed era naturale innamorarsi. Era sicuro che se fosse stato umano fin dall’inizio, lei sarebbe stata l’unica ragazza che avrebbe potuto amare davvero.
Cosa c’era di sbagliato?
 









Ok, non ci sono scusanti. Lasciatemi dire le mie ultime parole:
     Lo so che avevo detto che avrei aggiornato due giorni fa (anche se ero in ritardo comunque), ma ho avuto un sacco di imprevisti:
     -mi si era impallato internet (fortunatamente era questione di una sera -.- e poi uno non si deve incazzare)
     -ieri sono andata all'Acquatica e sono tornata a casa distrutta dopo una giornata intera lì, per non parlare dell'abbronzatura con scottatura incorporata -.-
     -e oggi pomeriggio sono stata fuori con gli amici e poi all'allenamento 
                      (Sì, lo so non sono mai a casa, i miei se ne lamentano sempre)
Comunque spero vi sia piaciuto, e dopo questo via con i sassi, e robe varie :) Uccidetemi pure :D
L'ultima mia volontà è di aspettare solo che riesca a leggere le fic che hanno aggiornato. Le recensisco e poi posso anche morire :)
Ciaao belle!

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Capitolo 14
*** Maledetta passione ***


 MALEDETTA PASSIONE 

Fine singhiozzava sommessamente con la testa immersa nel suo cuscino.
Appena entrata in casa era corsa in camera sua senza salutare nessuno, cosa avrebbero detto vedendola in quello stato? In cima alle scale era inevitabilmente andata a sbattere contro Rein, facendola cadere a terra. Le due si erano guardare sorprese, una con gli occhi pieni di lacrime, l’altra da terra con un dolore che le si propagava nel petto al vedere la sorella così.
-Scusa- le aveva detto Fine in un sussurro, per poi voltarsi e chiudere la porta della sua stanza a chiave dietro di sé, lasciando Rein a terra a fissarla con occhi sgranati, incapaci di ragionare e impotenti.
La porta del balcone era aperta, l’aria fresca del tardo pomeriggio invadeva la stanza muovendo le tendine rosa e scompigliando leggermente i capelli di Fine.
La sera non scese a mangiare, Rein sicuramente le avrebbe fatto troppe domande. Non si preoccupò di avvisare o dare una scusa del fatto che voleva rimanere da sola, sapeva che sua sorella l’avrebbe sempre aiutata inventando una bugia al momento. Rein c’era sempre, ma stavolta non poteva esserci, non poteva dirle quello che le stava accadendo.
Si alzò finalmente dal letto dove era rimasta per tutto il tempo. Si tolse la divisa scolastica per mettersi il solito completino che usava come pigiama.
Passando davanti allo specchio si fermò di colpo come in tranche. La canottiera che indossava metteva molto in risalto le sue forme ed era molto scollata. Non si era mai soffermata a guardare come le stavano i vestiti.
Mentre stava per allontanarsi, osservò di sfuggita il suo petto. Il simbolo a forma di mezzaluna sembrava.. era più, come dire, più trasparente. Se prima la figura era molto scura e nitida, ora si capiva a malapena. Sembrava quasi un disegno a penna tutto sbavato, quasi inesistente.
Si toccò il punto dove vi era quel segno, il marchio di Shade. Quell’effetto era forse dovuto al fatto che Shade stesse diventando umano, vero?
 
Un ragazzo dai folti e scompigliati capelli blu come la notte fissava il cielo pieno di stelle sopra di sé. Era sdraiato sull’erba di una collina del parco, si stava godendo la brezza della sera. Non si era mosso da lì da quel pomeriggio.
Alzò una mano come per afferrare una stella. La chiuse più volte in un pugno, poi la riaprì distendendo bene le dita. Il simbolo a mezza luna sul dorso della sua mano stava scomparendo, era sempre meno nitido. Lo aveva notato da qualche giorno, la cosa non lo sorprendeva: diventando umano i suoi poteri piano piano scomparivano, così come il legame creato da quel marchio con Fine. Lei non era più sua, non era più la sua preda.
Si alzò, voleva vederla, abbracciarla, baciarla. Quei sentimenti così nuovi si facevano largo nel suo nuovo cuore senza indugio, mostrandosi apertamente. Non era capace di reprimerli o resistergli, non ancora, e non gli importava nemmeno se quelle sensazioni erano vere o no. Lui sentiva di amarla, di chiunque sia la colpa, se era una colpa, provava davvero quelle emozioni, ed era felice di poterlo fare.
Si diresse correndo verso casa di Fine. Una seccatura c’era però: non poteva più usare i suoi poteri, si stavano piano piano affievolendo. Già non riusciva più nemmeno a saltare di tetto in tetto, a malapena faceva tre metri con un salto.
Arrivò sotto casa Kusakabe con il fiatone. Riuscì a scavalcare il cancelletto d’entrata con facilità, in fondo era un ragazzo atletico nonostante fosse un quasi “ex-demone”.
Dopo svariati minuti, Shade raggiunse il balcone della ragazza. Si era dovuto arrendere all’idea di arrampicarsi su un albero vicino alla parete della casa, dato che dei suoi vecchi poteri non se ne faceva più niente.
Come sempre la porta del balcone era aperta, sembrava quasi un invito a farlo entrare. Vide Fine allo specchio che si guardava il petto, che guardava il suo marchio.
Una volta messo piede dentro la stanza, la ragazza si voltò verso di lui un po’ presa alla sprovvista, non pronta a trovarselo davanti.
-Shade..- sussurrò sorpresa di ritrovarselo in camera, soprattutto dopo quello che era successo prima.
Shade iniziò a camminare lentamente verso di lei senza dire una parola, fissandola con quello sguardo che non avrebbe mai perso anche se non fosse più stato un demone.
Fine indietreggiò, ritrovandosi però presto con le spalle alla parete vicino al letto.
Il ragazzo la intrappolò appoggiando le braccia sul muro, bloccandole ogni via d’uscita. Continuava a fissarla insistentemente senza aprir bocca.
Fine non capiva cosa passasse per la testa di Shade, forse erano troppo diversi per capirlo. Ma erano così diversi anche ora?
Lui si avvicinò piano al suo viso alzandole il mento con una mano per farla guardare verso di lui. Stettero qualche istante a fissarsi così, uno negli occhi dell’altra, cremisi nel cobalto. Ad ascoltare i loro battiti che si facevano via via più intensi e veloci, ad ascoltare i loro sentimenti.
-Io ti..-
Fine abbassò la testa liberandosi dalla presa di Shade e impedendogli di continuare la frase. Io ti amo, era quello vero?
Lei guardava a terra, verso sinistra. Non riusciva ad accettare il fatto che quelle parole così belle che aveva sempre voluto sentirsi dire, fossero finte, manipolate, manipolate da lei.
Shade la guardò cambiando di colpo espressione. Tutta la dolcezza e la passione che c’era prima nei suoi occhi divenne rabbia e ostinazione.
Tirò un forte pugno sul muro, proprio accanto al viso di Fine, attirando l’attenzione di lei che sobbalzando, alzò la testa fissandolo spaventata.
Vide nello sguardo di Shade un sacco di emozioni, aveva paura. Tanta paura.
Il ragazzo sentì la mano tremargli, il colpo che aveva dato al cemento del muro era stato davvero forte, doveva sfogarsi. E doveva ancora rendersi conto che da buon umano poteva sentire dolore e farsi male facilmente.
-Perché non lo capisci, io ti amo!- disse freddo alzando un po’ la voce.
Fine sperò con tutto il cuore che nessuno avesse sentito niente, Rein era proprio nella stanza accanto, magari aveva sentito il rumore del pugno di Shade sulla parete.
Continuava a fissarlo pietrificata, intrappolata tra il muro freddo e il corpo di lui, un corpo che voleva stringere, che voleva baciare e assaporare tutto il calore.
Shade abbassò piano la mano che aveva chiuso in un pugno contro il muro portandola sul braccio di lei. lo percorse con le dita fissandola sempre negli occhi. La sua mano arrivò a quella della ragazza. La strinse nella sua intrecciando le dita con quelle di Fine. La ragazza senza accorgersene strinse la presa, portando la mano di Shade vicino al suo viso. Guardò le nocche arrossate, quasi sanguinanti per quel forte urto con la parete.
La strinse con tutte e due le mani portandosela vicino al cuore.
Shade intanto si era messo a osservare il petto di Fine, il suo marchio si stava affievolendo, era sempre meno visibile.
Anche Fine notò che la mezzaluna sulla mano di Shade stava piano piano sparendo. Era un bene?
Shade si avvicinò di più a lei, facendo aderire i loro corpi. Uno contro l’altra, con i bacini uniti e i loro visi vicinissimi.
Fine non ragionava più, non formulava più alcun pensiero, la sua mente era vuota.
E se si stesse complicando la vita per niente, se stesse esagerando con tutte quelle preoccupazioni sul fatto che Shade provasse quei sentimenti per suo volere? In fondo Shade quelle emozioni le provava, per merito o non merito suo.
-Ti prego- le disse sussurrando con voce roca –lasciati amare, Fine-
La ragazza strinse di più la mano di lui tra le sue, la frase di Shade sembrava più una supplica di chi non riesce più a sopportare la situazione.
Senza pensarci, senza rendersene conto, si alzò sulle punte raggiungendo il viso di Shade e unendo le loro labbra. Sentiva il cuore batterle forte come ogni volta che lui le stava vicino, era una sensazione magnifica.
Shade senza aspettare neanche un istante rispose la bacio liberando la sua mano da quelle della ragazza, che portò ai suoi fianchi stringendola di più a sé.
Sembrava quasi che volesse unire i loro corpi in una cosa sola, fondere le loro anime in una unica. Era quello l’amore?
Fine gli circondò il collo con le braccia immergendo le mani nei suoi capelli. Ormai aveva perso la capacità di ragionare, ora c’erano solo lei e Shade e quella maledetta passione che si stava impossessando di loro.
Senza smettere di baciarla, Shade iniziò ad indietreggiare portandola con sé. Arrivò al letto di Fine cadendoci sopra di schiena. Lei era su di lui, si erano appena staccati per riprendere fiato, ma c’erano comunque solo pochi millimetri a dividerli.
Shade sorrise, un sorriso sincero, soddisfatto e se si può dire malizioso. Rotolò sul materasso ribaltando le posizioni, ora era lei sotto di lui.
Ricominciò a baciarla con trasporto, fino a farla gemere, per poi staccarsi di nuovo per assenza di aria.
-Ti amo- sussurrò lui tra un affanno e l’altro.
Fine lo fissava negli occhi, sorrise involontariamente. Quanto era bello sentirsi dire quelle due parole dalla persona che si amava.
-Anche io, Shade-
Il ragazzo abbassò la testa iniziando a baciarla sul collo, provocandole caldi brividi di piacere in tutto il corpo. Arrivò alla clavicola e poi tornò su sul collo.
Anche lui stava perdendo lucidità, fare queste cose da umano era ben diverso che farle da demone, ora era tutto diverso, era più bello, più piacevole, ma anche più pericoloso perché presto non si sarebbe più reso conto di quello che faceva, lasciandosi trasportare solo dall’amore per quella ragazzina.
Le alzò la canottiera stringendola a sé, lasciando intravedere la pancia. Infilò una mano sotto quel leggero tessuto arrivando a toccarle il seno. Fine si irrigidì mentre infiniti brividi le pervasero il corpo. Shade sembrava quasi sapere come e dove muovere le mani. Beh in fondo era stato un demone fino a poco tempo fa, chissà con quante ragazze o demoni era andato a letto per puro piacere.
Shade riprese ad assaporare le sue labbra continuando a massaggiarle i seni. Fine cercando di dimenarsi dalla presa del ragazzo, riuscì a sfilargli la maglietta scura. Nonostante le luci fossero spente, grazie alla poca luce che ancora inondava il cielo, Fine riuscì ad osservare per bene il corpo del ragazzo sopra di lei. Aveva la carnagione poco più abbronzata della sua, i pettorali erano scolpiti davvero bene, la pelle liscia e calda, troppo calda, come la sua in quel momento.
-A-aspetta..- disse lei riprendendo quel filo di lucidità che bastò a farle rendere conto che stavano andando troppo oltre, fatto quel passo chi sarebbe più riuscito a resistere?
Shade si staccò di poco togliendole la mano da sotto la maglietta e facendo peso sui gomiti per non lasciarle tutto il suo corpo addosso.
Aveva capito perché Fine lo aveva fermato, non c’era bisogno di spiegazioni. Era deluso di non poter continuare a toccarla, ma lei aveva ragione. Forse era troppo presto, insomma lei aveva quindici anni, lui come minimo cinquemila di più e con molta più esperienza di lei.
-È la tua prima volta?-
Fine spostò lo sguardo sui pettorali del ragazzo rossa in viso. Non voleva guardarlo negli occhi, chissà cosa avrebbe pensato. Magari sarebbe rimasto deluso nel sapere che lei non aveva nemmeno la più piccola esperienza in queste cose, non si era mai interessata all’amore, e ovviamente quella era la prima volta che si interessava a un ragazzo e che faceva certe cose.
Shade sorrise capendo la risposta di Fine. Si avvicinò al suo viso lasciandole un dolce bacio a fior di labbra. Poi si alzò lasciandola libera di muoversi, si mise seduto affianco a lei nel letto.
Fine lo imitò, sistemandosi un po’ impacciatamente la canottiera. Con la coda nell’occhio ogni tanto lanciava occhiatine a Shade per vedere la sua espressione, era normale, sereno. Forse non gli importava del fatto che fosse la sua prima volta.
-Mi dispiace di non poterti far più volare- disse di colpo Shade voltandosi verso di lei e sorridendo un po’ in colpa.
Fine si ricordò di quella volta che avevano volato insieme, e di come avevano guardato il tramonto, forse era stato quello il giorno in cui si era resa veramente conto di provare qualcosa per quel demone.
Sorrise senza pensarci. Era assurdo il fatto che l’unico problema che si facesse Shade riguardo alla sparizione dei suoi poteri fosse che non poteva più portarla a spasso per i cieli della città. Forse Shade non lo sapeva, ma per Fine stare con lui era anche meglio di volare.
Shade vedendo l’espressione serena della ragazza, si alzò piano e si rimise la maglietta. Si voltò poi a guardarla e le sorrise di nuovo.
-Ci vediamo- il suo tono era dolce e pieno di amore, non lo aveva mai sentito parlare così.
Un momento. Ci vediamo? Dove stava andando? E senza poteri poi! Cos’è, voleva dormire fuori?
Shade si abbassò all’altezza di Fine ancora seduta sul letto. Le diede un dolce bacio a fior di labbra per poi dirigersi verso il balcone.
Fine si alzò di scatto raggiungendolo e tirandogli la maglietta. Lui si voltò interrogativo.
-V-vuoi restare qui?- chiese lei a bassa voce rossa in viso. Era imbarazzate e forse equivocante chiedere una cosa simile, ma non poteva certo lasciarlo dormire su una panchina o sul tetto di qualche casa, se mai fosse riuscito ad arrivarci ora che non aveva più le sue “capacità demoniache”.
Shade si voltò completamente verso di lei sorridendo in un misto tra il compiaciuto e il malizioso.
-Tu vuoi che rimanga?- le chiese in risposta capendo che l’invito era per il fatto che lei non voleva lasciarlo fuori in quelle condizioni.
Fine lo guardò sorpresa da quella domanda, arrossì ancora di più dato che ovviamente la risposta era Sì.
Abbassò la testa non riuscendo a reggere lo sguardo intenso di Shade.
-Sì- sussurrò impercettibilmente stringendo il pezzo di maglietta che teneva ancora tra le mani da quando lo aveva fermato.
Lui sorrise abbracciandola forte e facendo aumentare ancora una volta i loto battiti cardiaci. Sembrava quasi che gli piacesse sentire il suo nuovo cuore muoversi nel suo petto.








Buonaseraa :)
Tutto bene?
Ecco un altro "maledetto" capitolo :D
Ehmm... ^//^ eheheeh *risatina nervosa* non so cosa dire.. Mi sono vergognata da morire a scrivere questo capitolo..
Perdonatemi non sono molto brava con queste scene, per niente.. figuriamoci quando dovrò scrivere i capitoli finali 0//0
Comunque spero lo stesso che vi sia piaciuto un pochino.. mi consolo per il fatto che almeno si sono chiariti.. :D
Nel prossimo capitolo.. ehmm.. come dire.. non è che  ci sarà una sorpresa.. però.. non so come dire.. beh il titolo sarà: *Maledetto arrivo*
a voi ogni possibile intuizione, ma io non dico nulla!
Ora vado a vederemi per la milionesima volta Harry Potter in tv.. (ok, non ho praticamente nulla da fare quindi..)
Un bacione e buona serata!

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Capitolo 15
*** Maledetto arrivo ***


♦ MALEDETTO ARRIVO ♦

-È incredibile- sussurrò un ragazzo dai capelli nerissimi, più neri della pece. I suoi occhi blu fissavano il vuoto, davanti a sé non vedeva nulla, solo i suoi pensieri che attraversavano la sua mente in modo confuso.
La figura che non faceva altro che camminare davanti a lui e calciare ogni tanto qualche sasso in quel terreno grigio e privo di vita, si sedette accanto lui.
-Già, non era mai accaduta una cosa simile- convenne poi. Ripensando alla situazione la sua espressione parve quasi preoccupata, spaventata. Sempre per quanto un demone possa essere spaventato.
Davanti a loro si estendeva un’immensa radura, l’erba era per lo più secca, gli alberi ai lati, lontani l’uno dall’altro, erano spogli e scuri, solo qualche foglia svolazzava di tanto in tanto, caduta da chissà quale ramo.
Il cielo che li avvolgeva era sereno, con solo qualche nuvola tendente al grigio. Ma del sole nessuna traccia. Loro non avevano bisogno di sole.
Il ragazzo dai capelli neri piegò la testa all’indietro appoggiandola al muretto a cui dava le spalle.
Con la coda nell’occhio fissò la ragazzina accanto a lui. Anche lei sembrava non fissare nulla avanti a sé, persa nei suoi pensieri.
-E come sta?- chiese poi interrompendo quel pesante silenzio.
Milky alzò lo sguardo sorridendo in modo strano, sembrava quasi delusa della risposta che stava per dare.
-È quello il bello, sta benissimo-
-Umano..- sussurrò come se stesse ragionando –è assurdo, come può piacergli essere umano?-
-Non gli piace essere umano, gli piace quella ragazza- precisò Milky con una nota di fastidio. I demoni hanno sempre detestato gli umani, sono essere disgustosi e inutili. Beh forse servivano solo per soddisfare alcuni piaceri di loro demoni e intrattenerli nei loro teatrini quando litigavano.
-E i suoi poteri demoniaci?- chiese poi il ragazzo.
-Andati-
Luc sbuffò. Conosceva Shade da.. beh da troppo tempo, forse dall’inizio della loro esistenza. Sapeva che i suoi poteri erano forti e che lui era sempre stato un demone ostinato e deciso, sarebbe stato davvero rispettabile, e invece.. ridotto a un umano da una ragazzina.
Milky notò la sua espressione irritata e disgustata nello stesso istante. Aveva capito benissimo che stava maledicendo quella ragazzina umana, che ne stava pensando di tutti i colori su Fine.
-Non credo che penseresti ancora quelle cose se la vedessi-
Luc la guardò di sfuggita, ma bastò quel minimo istante per capire che anche Milky era rimasta colpita da quella terrestre. Ma perché? Cosa aveva di tanto speciale? Ah sì, quell’enorme potere. Ma poi?
-È una brava ragazza in fondo- disse lei impercettibilmente più a sé stessa che al compagno.
Luc si alzò facendo qualche passo avanti per sgranchirsi le gambe. Alzò le braccia e si stiracchiò.
-Non sarebbe ora che anche tu trovassi un’Anima Speciale da legare?- chiese poi Milky usando un tono più tranquillo e scherzoso che riusciva a fare, almeno Luc si sarebbe rilassato un po’ smettendo di pensare a quello che era accaduto a Shade.
Luc sbuffò sonoramente. Poi la sua espressione si trasformò in un sorrisetto compiaciuto. In effetti era vero, doveva iniziare a guardarsi intorno anche lui. Per Milky era presto, ma lui che era un po’ più grande, tralasciando le migliaia di anni che aveva anche lei, aveva bisogno di un’Anima da legare. Avrebbe così anche dimostrato a Shade che lui non avrebbe fallito. E poi.. poi sarebbe stata un’occasione per divertirsi un po’ con le femmine terrestri, era un po’ che non si portava a letto nessuno.
-E va bene- sospirò soddisfatto –Tu fa la brava mentre non ci sono, eh?- le disse beffardamente.
Milky lo guardò allontanarsi. Credeva davvero che non lo avrebbe seguito?
 
Fine camminava accanto a Rein con un’espressione quasi aliena. Era preoccupata e assonnata allo stesso tempo. Il modo in cui si era svegliata non era dei migliori: sua sorella era andata a bussare rumorosamente alla porta della sua stanza facendola sobbalzare. Shade era accanto a lei nel letto, si erano addormentati abbracciati come due piccioncini in un film romantico e sdolcinato. Fine si era quasi presa un infarto, meno male che aveva preso l’abitudine di chiudere la porta a chiave da quando aveva conosciuto Shade, altrimenti chissà cosa avrebbe fatto Rein vedendola insieme a un perfetto sconosciuto di cui non le aveva mai parlato, nel letto, avvinghiati l’uno all’altra.
Immaginare la scena fece venire un brivido di terrore sulla schiena di Fine.
Si alzò un leggero venticello che scompigliò i capelli a entrambe. Le gonnelline nere si alzarono un po’ lasciando intravedere le mutandine a righe blu di una e quelle color ciliegia dell’altra e obbligando le due sorelle a tenerle con le mani per non mostrare del tutto il loro intimo. È vero che non c’era nessuno per quella via di ciliegi in fiore, ma meglio prevenire che curare.
-Tra poco sarà estate- disse Rein con un sorriso dipinto sulla faccia mentre si risistemava la gonna della divisa.
Fine sospirò con mezzo sorriso, per fortuna non si era accorta di nulla quella mattina, di Shade e di tutto il resto, meglio così.
-Sì certo, è appena iniziata la primavera, tra solo tre mesi e mezzo sarà estate- disse la sorella sarcasticamente provocando lo sbuffare della gemella dai capelli color cielo.
Le due proseguirono la strada verso scuola allegre come sempre.
 
L’ora di chimica, una di quelle che Fine detestava di più dopo storia. Non aveva un bellissimo voto in quella materia, ma che ci poteva fare se le sostanze che mescolava esplodevano sempre, riducendo l’aula in una discarica?
96% di acido solforico, acqua e zucchero era così che aveva detto il professore, vero?
Fine indossava un camice bianco che veniva dato a tutti gli studenti durante quella materia. Una mascherina le copriva gli occhi proteggendoli da eventuali imprevisti.
Guardò per un attimo la sua compagna di banco. Lione era davvero brava, chimica doveva essere una delle sue materie preferite. Era molto sicura di quello che faceva, i suoi movimenti erano veloci, senza esitazione, come se lo facesse meccanicamente. La vide mettere qualche goccia d’acqua nella provetta che aveva in mano. Fine non aveva idea di cosa ci fosse dentro, forse.. no, era inutile che provava a indovinarlo, non ne aveva idea.
Tornò a concentrarsi sul suo esperimento. Cosa sarebbe dovuto uscire questo non l’aveva capito.
Sospirò rassegnata e prese una provetta dalla bocca larga. L’appoggiò al reggi-provette e prese dal grande tavolo una sostanza che in teoria doveva essere l’acido solforico. Non era un’esperta, ma sapeva che quella cosa era molto pericolosa, soprattutto se a contatto con la pelle, infatti per prevenzione, tutti gli alunni erano tenuti a indossare dei guanti.
Con l’altra mano prese un’altra provetta con lo zucchero. Quello sì che era zucchero, ne era certa.
Mise prima quest’ultimo nel contenitore dell’acqua. Poi, dopo aver sbattuto la provetta e permesso che lo zucchero si mescolasse bene, iniziò a far scende quell’acido nel tutto.
In pochi secondo ebbe svuotato la provetta come da istruzioni. Era sicura di aver fatto tutto giusto questa volta. Vide piano piano la sostanza dentro alla provetta tingersi di scuro e alzarsi un po’, arrivando quasi al bordo.
Perfetto!
Fine sorrise soddisfatta, per la prima volta era riuscita a fare un esperimento senza distruggere qualcosa!
-Fine..- la chiamò Lione osservando perplessa il suo esperimento.
La ragazza si voltò con un sorrisone sul viso indicando con l’aria da so tutto io la provetta con la sostanza nera che continuava a salire.
-Ehmm.. che cos’è?-
-Quello che mi ha assegnato il professore. Acqua, zucchero e acido solforico- disse scandendo bene gli ingredienti –questa volta non ho sbagliato, era così semplice!-
-Acido solforico?- ripeté la compagna di banco con una nota strana nella voce.
Fine la guardò confusa, sì acido solforico. Perché? Lo aveva detto il professore, e poi l’esperimento era andato bene, almeno sembrava.
-Tutti sotto i banchi!- urlò ad un tratto Lione terrorizzata vedendo la sostanza nella provetta di Fine uscire dall’estremità e iniziando a colare sul banco. Prese l’amica di scatto per una mano tirandola sotto al loro banco. Tutti i compagni fecero la stessa cosa, incluso il professore che si raggomitolò sotto la cattedra.
Dopo pochi istanti si sentì un’esplosione improvvisa e il rumore di vetri che si rompevano e cadevano a terra. Poi qualcosa di liquido sbattere sulla parete, come quando rovesci un secchio d’acqua e infine il rumore di.. bollicine che scoppiano, come quando usi il detersivo.
Dopo poco i ragazzi poterono uscire ritrovandosi in un aula ricoperta da una sostanza quasi nera. Spruzzi sui muri, sui banchi vicini, vetri di una provetta sul banco e per terra e qualche oggettino sciolto per colpa di quell’acido, inclusa la vernice della parete.
-State tutti bene?- chiese agitato il professore. I ragazzi annuirono alzando un brusio generale.
-Kusakabe- disse poi in tono minaccioso, sembrava volesse sbranarla da un momento all’altro. Sembrava?
Fine lo guardò sorridendo e ridendo nervosamente. Guai in vista vero?
Il professore guardò la provetta da cui era venuto tutto quel macello, era proprio quella di Fine.
-Che ci hai messo?-
-Quello che mi ha detto- disse ingenuamente –acqua, cinque grammi di zucchero e il 96% di acido solfor..-
-Avevo detto acido cloridrico! Non acido solforico!-
 
All’intervallo Fine andò in giardino. Non aveva visto Rein, forse era con Bright.
Sospirò rumorosamente, non c’era una volta che riusciva a fare un esperimento per bene, sarebbe stata capace di far danni solo mischiando pepe e sale.
Si sedette ai piedi di uno degli albero del giardino nascosto dai cespugli. Lì non andava mai nessuno.
-Perché quella faccia?-
Fine sorrise senza alzare la testa dal suo pranzo. Avrebbe riconosciuto quella voce ovunque.
-Cosa fai qui?- disse non riuscendo a trattenere quella nota di felicità nella voce.
Shade scese dal ramo più basso dell’albero per poi sedersi accanto a lei. Anche se non aveva i suoi poteri, Fine non poté fare a meno di pensare che dovesse essere atletico già di suo se era riuscito ad arrampicarsi su un albero come faceva di solito lei.
-Mi annoiavo- sorrise lei squadrandola da testa a piedi -Non è un po’ corta quella gonna?-
Fine arrossì un po’ cercando di coprirsi più che poteva. Accidenti, ma Shade doveva fare sempre quel tipo di domande?! In effetti però aveva sempre pensato che quella divisa non fosse adatta a lei, era troppo da femminuccia. Lui in risposta rise.
-C-come hai fatto a entrare?- balbettò lei cercando di cambiare discorso.
-Ho scavalcato il cancello- rispose lui semplicemente come se fosse la cosa più normale del mondo –Allora che è successo?-
Era incredibile come riuscisse a capire quando c’era qualcosa che non va. Si notava così tanto che aveva combinato guai come suo solito?
-Ho distrutto l’aula di chimica- disse lei imbronciata.
Shade iniziò a ridere di gusto. Fine lo guardò per un po’,  nonostante le desse abbastanza fastidio che ridesse di lei e dei suoi danni, era bellissimo poterlo vedere ridere come non aveva mai fatto. Sentire la sua voce così allegra per merito suo, poterlo vedere felice come un umano.
-Scusa..- disse tra una risata e l’altra –ma che cos’è la chimica?-
La gioia e l’allegria di Fine si spense in un colpo. Eh?
-Cosa?-
-Che.. che cos’è questa chimica?-
Fine rimase spiazzata, per cosa aveva riso fino adesso, allora? Beh, non c’era da sorprendersi che non lo sapesse, quando era arrivato non sapeva nemmeno cosa fosse la scuola.
-È una materia scolastica.. devi fare esperimenti con sostanze mescolandole-
-Ah- vide Shade rimuginare un po’ su quello che aveva detto. Doveva essere complicato accettare e capire cose di cui non avevi mai sentito parlare prima e che improvvisamente ti circondano nel tuo nuovo mondo.
-E qual è il problema?-
-Beh ho confuso due sostanze e ho fatto esplodere tutto, l’aula è inagibile- disse lei sospirando –mi immagino cosa dirà la mamma, di nuovo-
-Non è la prima volta?-
-Ti sembro un genio della scienza? Avrò fatto esplodere come minimo 35 provette dall’inizio dell’anno-
Shade sorrise, aveva un potere straordinario, ma in fatto di scuola era un vero e proprio danno. Chissà perché non usava questi poteri per migliorare. Forse non lo voleva più di tanto, beh meglio così, almeno avrebbe imparato a utilizzare il suo dono per cose più importanti.
-Vuoi?- gli sorrise lei dopo poco porgendogli le bacchette conficcate in un boccone del suo pranzo.
Shade guardò quella “cosa” con fare un po’ disgustato. Non aveva idea di cosa fosse, però Fine la mangiava sempre. Lui non aveva mai avuto bisogno di mangiare, ma ora che era umano doveva per forza farlo? Probabilmente sì, altrimenti sarebbe morto di fame.
-Sono gamberi fritti- disse lei capendo che il ragazzo cercava di capire cosa fossero.
Lui aprì la bocca facendosi imboccare. Dopo poco sorrise, niente male.
Fine gli fece assaggiare ogni cosa del suo pranzo, le piaceva vedere Shade comportarsi come lei, era diverso.
Il suono della campanella si propagò presto in tutto l’edificio e in tutto il giardino.
-Devo andare- disse lei alzandosi e spolverandosi la gonna. Prese la scatoletta del pranzo ormai vuota e salutò Shade con un gesto della mano.
Il ragazzo si alzò prendendola per un polso. La fece girare di scatto unendo le loro labbra in un dolce bacio.
Fine chiuse gli occhi godendosi quel momento prima delle ultime due ore di scuola.
Si staccarono dopo qualche istante.
-Ciao- sorrise lei un po’ rossa in viso.
-Ciao- rispose lui baciandola sul collo per poi tornare alle labbra.
-Dai.. smettila- rise lei, sarebbe voluta rimanere, ma chi lo sentiva il professore poi?!
Lui la lasciò guardandola allontanarsi e voltarsi l’ultima volta per mimargli un “ci vediamo dopo”. Dopodiché lui si diresse verso l’uscita controllando che nessuno lo vedesse. Scavalcò il cancello come prima per poi allontanarsi dalla scuola.
 
-Interessante- disse un ragazzo comodamente seduto con una gamba a penzoloni sul ramo di un albero del giardino dell’istituto.
Un sorrisetto gli si dipinse sul viso. Aveva avvertito l’enorme potere di un’Anima Speciale, l’aveva vista, aveva visto chi era la ragazza di cui tanto parlava Milky.
Aveva visto quella ragazzina e Shade occupati in quelle smancerie da umani. Non era riuscito a trattenere una smorfia di disgusto sapendo che entrambi provavano sentimenti e non facevano tutto ciò solo per divertimento.
-Ci vediamo presto ragazzina dall’intimo color ciliegia- disse schioccando le dita. In quel momento si alzò un po’ di venticello che fece svolazzare alcune foglie portando nell’aria il profumo di diversi fiori appena sbocciati sui balconi delle case vicino. Da quando era arrivato nel mondo dei mortali si divertiva ad alzare piccole raffiche di vento e vedere i bambini rincorrere i loro cappellini volare via e le donne tenersi fermi i vestiti.
Sorrise divertito ripensando a quella mattina. 









Buonaseraaa! :D
Eccolo qua! Quel figone di Luc che era apparso solo nel primo capitolo !! *^* personalmente dico che è bellissimo (almeno come me lo immagino io)
Ahahahaah non ve l'aspettavate eh? Pensavate che "l'arrivo" fosse un figlio eh?? (no -.-)
Comunque.. è un pervertito pure lui, alzare le gonne a quelle povere ragazze.. PORCO! MAIALE!
Ma non preoccupatevi che non si metterà più di tanto in mezzo tra Fine e Shade.. Certo farà un po' il donnaiolo ( e non solo con Fine) ma non ci proverà con lei..
beh al prossimo capitolo :D Spero vi sia piaciuto !
Un bacione :D

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Capitolo 16
*** Maledetti amici ***


♦ MALEDETTI AMICI ♦

-Mi raccomando, se devi uscire aspetta le nove e mezza che anche mamma e papà escono- aveva raccomandato Fine a Shade.
Anche quella notte il ragazzo era rimasto da lei, in fondo non sapeva dove andare e poi la cosa non è che dispiaceva a nessuno dei due. L’unico impiccio era nascondere Shade dalla famiglia di Fine.
Alla fine non si era rivelato un grandissimo problema. Lui sarebbe rimasto chiuso a chiave in camera di lei fino all’orario in cui anche i genitori sarebbero andati a lavoro. Così lui sarebbe potuto uscire benissimo dalla porta principale senza ammazzarsi saltando dal balcone.
Fine mentre correva e faceva il riscaldamento per l’ora di educazione fisica pensava a Shade, sperava che avesse capito quando poteva uscire. Accidenti, se li avessero scoperti lui sarebbe stato denunciato come maniaco sessuale e approfittatore e lei sarebbe stata rinchiusa in un istituto femminile stile college. Ormai conosceva suo padre, era benissimo capace di farlo.
Si misero a giocare a calcio dopo aver fatto le squadre. Fine era paragonabile a un ragazzo in fatto di sport, forse anche meglio.
-Altezza!- la chiamò per poi passarle la palla.
L’amica presa alla sprovvista iniziò a guardarsi intorno. Che doveva fare ora? Calciare il pallone no?
Prese la rincorsa e tirò un potente colpo senza guardare. La palla prese il volo andando a finire dietro i cespugli, tra gli alberi vicino al campo sportivo dell’istituto. I ragazzi sbuffarono e Fine sospirando andò a recuperare il pallone.
Si immerse dentro ai cespugli guardandosi intorno. Più volte i pantaloncini le si impigliarono a qualche rametto. Maledetti pantaloncini, perché non poteva usare i suoi? La scuola forniva la divisa anche per educazione fisica. Consisteva in una maglietta bianca con i bordi e il colletto rosso per le femmine e blu per i maschi, un paio di pantaloncini molto corti rossi per le ragazze e un po’ più lunghi blu per i ragazzi. Il tutto con un paio di scarpe da ginnastica. Però doveva ammettere che si trovava molto meglio vestita così che con addosso quella stupida divisa con gonnellina e camicetta.
Vide il pallone a qualche metro da lei ai piedi di un albero, finalmente!
Lo prese in mano e si voltò per tornare al campo da calcio. Non fece in tempo a voltarsi del tutto che sbatté la testa contro qualcosa.
-Ahhhhh!- urlò presa alla sprovvista ritrovandosi un tizio a mezz’aria che la fissava con un sorrisetto molto poco raccomandabile.
-Ciao-
Perché questa scena mi suona familiare?
Il ragazzo era seduto a gambe incrociate sottosopra, con la testa all’in giù e sospeso in aria. Si girò mettendosi dritto e atterrando davanti a lei. Era più alto di Fine di circa due spanne. Aveva lucenti capelli nerissimi e due occhi blu. Di un blu bellissimo, un blu che.. Quegli occhi.. sembravano..
Un demone!
Di colpo Fine iniziò a tremare. Perché mai? Aveva già avuto a che fare con i demoni, era quasi andata a letto con uno di loro, perché aveva paura? Forse perché di quelli che conosceva uno era ormai “innocuo” e l’altra era una femmina apparentemente simpatica?
Fece un passo indietro stringendo il pallone tra le mani e guardandolo truce. Non sapeva perché ma quel ragazzo nonostante fosse di una bellezza spaventosa, la intimoriva. Sentiva che non doveva fidarsi troppo.
-Che c’è ragazzina hai paura?-
-Che vuoi?-
Lui sorrise avvicinandosi di colpo e sbattendola contro un albero. La intrappolò appoggiando le braccia sul tronco. La fissò insistentemente con un sorrisetto stampato sulle labbra.
Fine non riusciva a muoversi, avrebbe potuto provare a scansarlo, ma se la sua esperienza le aveva insegnato bene, i demoni sono molto più forti degli umani, non sarebbe riuscita nemmeno a tirargli uno schiaffo.
Il ragazzo dai capelli neri le sbottonò in un colpo solo i due bottoncini che stringevano il colletto della maglietta lasciando intravedere il petto di Fine.
La ragazza sgranò gli occhi spaventata, che voleva fare?
Il demone spostò un po’ la maglietta per osservare il suo petto. Niente marchio.
-Non hai più il suo marchio- disse atono.
Fine lo guardò. Forse, forse conosceva Shade. Altrimenti perché quella frase? Allora.. sapeva anche che..?
Improvvisamente Fine prese il colletto tra le mani coprendosi il più in fretta che poté.
-Che caratterino- fischiò lui sorridendo soddisfatto.
-Che vuoi?!- richiese lei scocciata e spaventata. E se qualcuno li avesse visti poi?
-Potrei dire di voler legare la tua anima visto che non hai più il tuo demone- disse lui voltandosi e dandole le spalle –hai un potere eccezionale, ma non voglio essere trasformato in un umano- aggiunse poi in tono schifato.
Fine trattenne una marea di insulti che avrebbe tanto voluto sputargli in faccia. Ma chi si credeva di essere? Dio? Ah no, era l’esatto opposto. Non sapeva perché, ma le parole che quel tipo aveva appena detto la avevano fatta irritare non poco. Era come se avesse insultato Shade..
-Quindi potrei accontentarmi del tuo corpo- ragionò poi guardandola e sorridendo maliziosamente. In effetti era una bella umana, forme perfette e anche un bel visino, un buon passatempo mentre cercava l’Anima Speciale adatta a lui. Certo avrebbe potuto benissimo legare lei, ma avrebbe rischiato grosso, anche perché aveva notato bene di non starle al massimo della simpatia. Avrebbe potuto fargli qualunque cosa con il potere incredibile che possedeva.
Sentì Fine digrignare i denti, l’aveva fatta arrabbiare, si divertiva sempre a vedere i mortali perdere la calma.
-Chi sei?-
-Un demone-
-Ma non mi dire-
Lui sorrise compiaciuto. Aveva accettato bene l’idea dei demoni, non sembrava spaventata o sorpresa più di tanto avendone uno davanti. Beh, ora che ci pensava era parecchio tempo che quella mortale conosceva Shade e poi aveva avuto a che fare anche con Milky, quindi si era sicuramente abituata ad avere intorno creature simile e a non temerle.
-Mi chiamo Luc-
Lei lo fissò male. Tanta bellezza sprecata, perché tutti i ragazzi belli devono sempre essere i più dannati e poco di buono? Incluso Shade, sia chiaro!
 Lei si abbassò a prendere la palla da calcio che le era caduta quando Luc l’aveva sbattuta sul tronco. Non lo guardò, sapeva che non le avrebbe fatto del male.
-Di che colore sono?- chiese lui appoggiandosi a un tronco e incrociando le braccia al petto.
Lei lo guardò per un attimo interrogativa. Che cosa? Colore?
-Ieri erano color ciliegia, invece oggi?-
Fine divenne del colore dei suoi capelli in un istante. Era quello che pensava? Era.. erano le sue.. ma come diavolo lo sapeva?
-C-cosa?- sussurrò pietrificata dall’imbarazzo. Si sentiva nuda davanti agli occhi di quel ragazzo, come se le stesse scavando dentro. Era l’effetto che le facevano tutti i demoni.
Questa situazione le sembrava la stessa di quando Shade l’aveva vista solo in intimo entrando di sorpresa nella sua stanza. Solo che ora aveva i vestiti, ma quella frase..
Luc capendo che Fine si stava facendo lunghi viaggi mentali per capire come avesse fatto a sapere il colore delle sue mutandine, schioccò le dita. Di colpo una folata di vento mosse le foglie e scompigliò i capelli di entrambi.
Fine capì tutto. Quel demone poteva controllare le raffiche di vento?
-Ci si vede, ciliegina- disse sorridendo beffardamente.
Ciliegina? Era forse riferito al colore delle.. ah, quel ragazzo era impossibile, non lo sopportava! Chissà se Shade lo conosceva.
-BRUTTO IDIOTA! NON FARTI PIÙ VEDERE! - gli urlò dietro mentre lui saltellava via per i rami fino a scomparire.
 
Rumori di passi veloci e pesanti perseguitavano le orecchie di Rein. La ragazza cercava di star dietro all’andatura della sorella che sembrava avere una fretta assurda di tornare a casa. Era uscita da scuola senza il suo solito sorriso, sembrava quasi che volesse spaccare ogni palo della luce che si trovava davanti.
Avevano fatto il tragitto da scuola a casa nella metà del solito tempo, Rein a momenti ansimava, sua sorella era veloce e lei faceva fatica a starle dietro.
Aprì la bocca dire qualcosa, per chiedere alla sua gemella il motivo di tanta irritazione, ma la richiuse subito vedendo l’espressione furente di Fine appena girato l’angolo aveva urtato un uomo che stava per ribattere. Anch’egli poverino si era zittito, spaventato dallo sguardo infuriato e tagliente della ragazza.
Arrivata a casa, Fine, si era subito diretta in camera sua, lasciando Rein ancora all’ingresso un po’ confusa.
Aprì di scatto la porta della sua camera trovando Shade comodamente seduto sulla sua sedia con le gambe distese e i piedi appoggiati alla scrivania, le braccia dietro la testa e un’espressione rilassata che si trasformò in un sorrisetto appena la vide.
-Ciao-
Fine non rispose richiudendo velocemente e con un forte tonfo la porta dietro di sé.
-Non avevo tanta voglia di uscire- continuò lui ignorando il fatto che Fine non avesse ricambiato il saluto. Rimase nella stessa posizione voltando solo un po’ la testa verso di lei -così sono rimasto qui tutto il g..-
Fine sbatté la mano sulla sua scrivania vicino ai piedi del ragazzo, interrompendolo in malo modo. Sembrava una di quelle mogli che stanno per fare una tremenda ramanzina al marito che non si occupa mai dei lavori di casa.
Aveva uno sguardo infuriato, da chi ha appena fatto una sonora litigata con la vicina di casa pettegola. Solo in quel momento Shade si accorse che era arrabbiatissima, spiegandosi il perché prima aveva sbattuto la porta e non lo aveva salutato. Ma che aveva?
-Capelli neri. Occhi blu. Luc. Ti suona familiare?- disse lei urlando acida. Shade sgranò gli occhi fissandola curioso. Luc? Quel Luc? Come sapeva Fine il suo nome?
Luc era sempre stato un potente demone che Shade conosceva da tantissimo tempo, cinquemila anni, forse più. Tra vari alti e bassi erano sempre andati abbastanza d’accordo, anche se c’era sempre stata una rivalità amichevole. Potevano benissimo considerarsi quelli che gli umani chiamavano migliori amici. Erano come fratelli, lui, Milky e Luc.
-Che ha..?-
-È un mascalzone! Un idiota! Un poco di buono! Un depravato! Un..un..-
Shade la guardava mentre gesticolava fuori di sé e camminava su e giù per la camera. Ma cosa aveva fatto Luc di tanto male? Perché ce l’aveva con lui? Ma soprattutto: Luc era davvero qui? E perché?
-Ma che ti ha fatto?- chiese alzandosi e mettendosi davanti a lei cercando di fermare l'irrefrenabile rabbia che la faceva camminare come una pazza.
Fine a quella domanda si bloccò abbassando la testa rossa in viso. Come glielo diceva adesso?
Mi ha alzato la gonna, mi ha chiesto di che colore fosse il mio intimo dicendo che era interessato al mio corpo e mi ha dato uno stupido soprannome. E per di più ti ha dato dell’umano in tono schifato! Sarebbe bastata a Shade come scusa per la sua collera?
-L-ui ha..- iniziò a dire, ma si fermò balbettando. E se l’avesse presa male? O se si fosse messo a ridere?
-Non vuole dirmi di che colore sono le sue mutandine-
Fine e Shade si voltarono di scatto verso il balcone. Appoggiato alla ringhiera c’era un ragazzo alto, vestito di scuro. I capelli neri gli ricadevano morbidi sulla fronte e due bellissimi occhi blu spiccavano sul suo volto abbronzato. Sembrava rilassato e annoiato allo stesso tempo, chissà da quanto era lì.
Fine appena lo vide sgranò gli occhi digrignando i denti, facendo diventare il suo volto di tutti i colori prima di assumere un intenso rosso di rabbia. Cos’è, adesso la seguiva? Come sapeva che quella era casa sua?
Un sorrisetto complice si formò sul viso di Shade  -Luc-
-Shade- rispose l’altro a tono squadrandolo da testa a piedi con un’espressione divertita.
I due si avvicinarono dandosi a vicenda un pugno sulla spalla. Un bel pugno forte come erano abituati fare.
-Ahia!- disse Shade facendo un passo indietro per la potenza del demone.
Luc lo fissò inespressivo, un po’ sorpreso. Gli aveva sempre tirato un pugno amichevole in quel modo, non si era mai fatto male. Sentirlo gemere di dolore faceva davvero effetto.
Shade si rese conto subito di quello che era successo. I demoni sono forti, mentre gli umani provano dolore facilmente, si era dimenticato di questo. Si era lasciato prendere dai ricordi, quello era il modo in cui lui e Luc si salutavano.
-Sei diventato davvero deboluccio- disse Luc guardando la stanza in cui si trovava. Shade sbuffò, aveva ragione.
Il demone portò la sua attenzione su Fine che lo fissava in malo modo da quando era arrivato. Che ragazzina strana, chissà poi cosa le aveva fatto di tanto male, non gli sembrava di averla offesa.
-Come stai ciliegina?- chiese divertito provocando di più l’irritazione di Fine. Lei si stava trattenendo dal saltargli addosso e prenderlo a sberle. Ma sarebbe stato praticamente inutile, non sarebbe nemmeno riuscita a tirare le orecchie a un demone.
-Ciliegina?- chiese Shade confuso. Fortunatamente riuscì a trattenere quella nota di fastidio nella sua voce. Non gli piaceva il fatto che Luc desse un soprannome a Fine, così, per chissà quale motivo. Soprattutto se il soprannome poteva essere equivocato per un complimento malizioso, se era quello.
-Scusa Shade, è un piccolo segreto tra e me e Fine- disse Luc facendo l’occhiolino alla ragazza che si voltò dalla parte opposta incrociando le braccia furibonda.
-Allora.. ti trovo..in forma- cambiò discorso il demone rivolgendosi a Shade. Il suo tono era.. quasi schifato, ma non voleva essere maleducato. Aveva cercato di usare le parole più adatte per non litigare, per chiedergli se se la stava passando bene dopotutto. Ma aveva finito per usare una frase retorica.
Shade non ci badò alzando le spalle con un sorriso enigmatico.
-Anche tu non sembri messo male. Che ci fai qui?-
-Devo legare anche io un’Anima Speciale, non sei l’unico ad avere questa possibilità- disse per poi passare velocemente lo sguardo su Fine che anche se di spalle ascoltava curiosa la conversazione.
Il suo rapido sguardo non fu indifferente a Shade. Non gli piaceva affatto che alla parola Anima Speciale, Luc avesse pensato a Fine. Assolutamente no, anche se lei non era più legata a lui, era pur sempre sua.
-Non se ne parla- disse con sguardo tagliente. Luc capì il riferimento e sorrise compiaciuto. Sperava di fargli paura? Lui, che ora era umano voleva farlo intimorire? Ma andiamo.
Fine si voltò piano. Si era forse persa una parte del discorso?
-Tranquillo, non mi interessa il suo potere. Non voglio finire come te- disse fissandolo negli occhi. Cobalto nel cobalto. Occhi di demone dentro occhi di demone. Nonostante avesse un cuore ora, Luc poté notare che lo sguardo e gli occhi di Shade erano sempre gli stessi. Non sapeva perché ma gli faceva piacere, era sollevato del fatto che il demone che conosceva per la sua sicurezza e forza non avesse perso la sua determinazione. Erano amici in fondo, da sempre. Era così che dicevano gli umani, giusto?
Fine lo fissava ancora in malo modo. Aveva detto anche a lei che non voleva il suo potere, però le aveva detto.. le aveva detto di volere il suo corpo.. di volersela portare a letto. Doveva dirlo? Doveva dirgli che non ne aveva intenzione? Però lì c’era Shade, come avrebbe reagito?
Decise di stare zitta, in fondo era molto probabile che la stesse solo stuzzicando prima. Tossì per levarsi quei pensieri dalla testa.
Shade la guardò, andò accanto a lei seguito dallo sguardo di Luc.
-Sarei felice se andaste d’accordo, io e Luc siamo amici da sempre- disse mimando la parola amici tra virgolette con le dita per far capire meglio a Fine il rapporto che c’era tra loro due. Fine sbuffò. Andare d’accordo con lui? Con quell’idiota?
-Va bene- disse poi scocciata. Solo per Shade, sia chiaro!
-Beh allora potremmo iniziare con delle scuse- sorrise Luc.
Fine alzò un sopracciglio. Scuse? Forse lo aveva giudicato male, non pensava le avrebbe chiesto scusa per quello che era successo prima.
Sorrise involontariamente provocando la confusione del demone -Sto aspettando-
-Cosa?- il sorriso di Fine sparì. Che?
-Le tue scuse, mi hai dato dell’idiota prima-
Fine rimase scioccata. Era lui che voleva delle scuse da lei? Era incredibile come quel ragazzo fosse impossibile. Allora l’aveva sentita!
Strinse i pugni e digrignò i denti –Non ci penso nemmeno- scandì ogni parola per bene.
Luc sospirò, che ragazza impossibile.
-Vuoi che ti alzi un’altra volta la gonna?-
Fine arrossì di colpo. Accidenti, lui aveva il potere di alzare le raffiche di vento!
Shade a quelle parole si mise sull’attenti come un cane. Cosa aveva fatto Luc?. -Cosa?- chiese con tono minaccioso. Luc sorrise assumendo la faccia da un disgustoso angelo. 
Fine li fissava imbarazzatissima e furiosa nello stesso tempo. Sarebbe stata davvero dura sopportare un ragazzo geloso, un demone maniaco e irritante e la scuola nello stesso tempo.






Ciao ragazze :)
Scusate il ritardo comunque ce l'ho fatta a metterlo oggi!
Mi spiace di non poter scrivere molto adesso, ma sono proprio di fretta. Devo uscire e sono in ritardissimo! 
Comunque spero vi sia piaciuto :D
Ora scappo davvero, Un bacione grande!

p.s. Sara ci sentiamo o stasera o domani, ora non riesco.. sorry <3

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Capitolo 17
*** Maledetta normalità ***


♦ MALEDETTA NORMALITÀ  

-Non lo sopporto! Non lo sopporto!- 
Fine imprecava da più di mezz’ora insulti a non finire. Si lamentava di ogni minima cosa facesse quel Luc. Forse stava esagerando, ma erano più di tre giorni che si sorbiva gli scherzi idioti di quel demone da strapazzo. O creava piccole raffiche di vento alzandole la gonna, o le faceva perdere la pagina del libro che stava leggendo muovendo tutte le pagine con l’aria, o la cosa peggiore: più volte le aveva fatto volare per terra tutti i fogli appena sistemati in ordine dalla professoressa che le aveva chiesto di portare accuratamente in segreteria. Aveva fatto la figura della stupida che inciampava ad ogni gradino delle scale!
Per non parlare di tutte le volte che la prendeva in giro! O peggio quando non poteva nemmeno stare con Shade in pace. Ogni volta c’era di mezzo lui. Sembrava si divertisse.
-Dai Fine, è fatto così, non ce l’ha con te. Gli piace solo indispettire i mortali- disse Shade con un sorrido circondandole la spalla con il suo braccio. Parlava da esperto, anche lui si divertiva così prima?
Fine appoggiò la testa al petto del ragazzo, del suo ragazzo. Quanto le piaceva quella sensazione, poter sentire nel petto di Shade battere qualcosa. Riusciva sempre a calmarla, a farla tornare alla normale vita sentimentale di una quindicenne umana.
-Se tutti e due non foste così permalosi, potreste anche essere ottimi amici-
-Sì, certo- sbuffò lei. Avrebbe voluto elencare una marea di motivi per il quale non sarebbe mai stata amica di quel demone da strapazzo, ma non voleva continuare la conversazione. Non le piaceva perdere il tempo che passava con Shade a parlare di Luc.
Fine chiuse gli occhi inspirando l’aria pomeridiana di primavera appoggiata al petto del suo demone. Le piaceva pensare che il ragazzo che amava era diverso da tutti gli altri, in qualche modo migliore di loro. Anche se pensandoci bene era stata lei a renderlo normale.
Sentiva il sole accarezzarle la pelle e la mano calda di Shade sul suo braccio, la stringeva a sé come piaceva a lei. Era stata una bella idea andare al parco in una giornata così tranquilla. Anche perché sembrava che Luc non volesse farsi vedere. E poi ne i suoi genitori ne Rein avrebbero potuto vederla lì, e anche se fosse stato così almeno non avevano trovato Shade nella sua stanza, per di più nel suo letto.
Riaprì piano gli occhi.
 -Ahaha Bright, ridammelo!-
Una voce fece spostare lo sguardo di Fine a sinistra. Lei e Shade erano sulla panchina vicino alla fontana, dove i suoi genitori si erano conosciuti la prima volta. Davanti a loro c’era il resto del parco, alberi, strade, altre panchine..
Quella voce, quella voce era troppo familiare.
Voltò piano la testa a sinistra con uno sguardo terrorizzato, sapeva cosa sarebbe successo, ma non voleva minimamente pensarci.
Due figure stavano camminando per una delle stradine del parco. Non sembravano intenzionati a fermarsi, ma una volta arrivati davanti alla fontana si fermarono voltandosi entrambi verso la panchina di Fine e Shade.
Fine sentì il ragazzo accanto a sè irrigidirsi mentre la stringeva involontariamente di più  a sé. Immaginò l’espressione di Shade, doveva essere come la sua: pietrificata.
Le due figure a pochi metri da loro erano ferme con la testa voltata a guardarli. Non dicevano nulla, lei mezzo passo dietro a lui con le mani protese in aria, lui con in mano un gelato alla fragola che cercava di tenerlo lontano dalla ragazza. Sembrava un film in pausa, con i personaggi fermi nel momento in cui camminavano.
Fine aveva gli occhi sgranati, Rein anche. Le due sorelle si fissavano impietrite senza dire nulla. Bright sembrava più rilassato della fidanzata, ma comunque sorpreso. Shade invece era forse il più terrorizzato di tutti. Cosa avrebbe fatto adesso? Non aveva mai parlato con la sorella di Fine, non si era mai fatto vedere da lei, cioè, non si era mai fatto vedere da nessuno dei conoscenti di Fine. Quella era stata una delle poche volte in cui Fine era riuscita a farlo uscire con lei e andare da qualche parte in mezzo alla folla, a parte le volte in cui era uscito spontaneamente, comunque cercando di apparire inosservato.
Non sapeva perché ma si sentiva sempre osservato, anche se non era così. Si sentiva a disagio a camminare in mezzo a creature che non sono come lui, o meglio che sono come era lui. Doveva smettere di farsi questi problemi, in fondo anche lui era umano ora. Ma doveva ancora abituarsi a vivere come uno di essi.
-Fine- disse Rein senza alcuna nota di espressione nella voce.
-Rein- rispose la sorella nello stesso modo.
E adesso?
Dopo svariati istanti di sorpresa, la coppietta in piedi, si avvicinò alla panchina dei due. Shade badò bene a lasciare subito la presa su Fine e lei si allontanò un po’.
Quando ebbe la gemella di fronte, si alzò dalla panchina con la faccia da chi l’ha combinata grossa.
-Sorellina, che ci fai qui?- chiese ridendo nervosamente.
Rein la fissò inespressiva per qualche secondo. Poi abbassò lo sguardo sul ragazzo che prima stava abbracciando sua sorella, era ancora seduto.
-Non mi avevi detto di avere un fidanzato- disse Rein ignorando completamente la domanda di Fine.
Fine sbiancò per poi diventare un pomodoro. E adesso come le spiegava la situazione? Era normale che la gemella si arrabbiasse, Rein le aveva sempre detto tutto di Bright, invece lei oltre a non aver mai pronunciato il nome “Shade” davanti a lei, lo teneva persino nascosto in casa a sua insaputa.
-E-ecco.. io.. non è come sembra.. posso.. posso spieg..- Fine cercava in tutti i modi di prendere tempo. Rein la interruppe prendendole bruscamente le mani e stringendole tra le sue.
-È fantastico! Sono felicissima per te!- disse ad un tratto come se avesse vinto il titolo di miss universo. Sul suo viso si era dipinto un enorme sorriso a trentadue denti. Sembrava sprizzare felicità da ogni dove. Si mise a saltellarle intorno per poi tornare a sorriderle -Era ora che ti trovassi un ragazzo! Non ne potevo più della ragazza “L’amore è da bambini”!-
Shade fissava la sorella di Fine agitarsi come una forsennata. Non sembrava arrabbiata. La vide voltarsi verso di lui e abbassarsi arrivando davanti al suo viso. Lo stava studiando, era ovvio.
-Sì, sembra carino- constatò lei con fare critico. Fine la fissava ridendo, poi rivolse a Shade uno sguardo di scuse, sua sorella era sempre così.
-Lui è Shade- disse prendendogli una mano e facendolo alzare, era alto quanto Bright.
Shade non aprì bocca, Fine pensò non si sentisse proprio al massimo del suo agio. Era normale, era la prima volta che parlava con umani che non fossero lei -Lei invece è mia sorella e lui è il suo fidanzato-
-Ciao- disse Bright sorridendo.
Shade si ricordò di lui, lo aveva visto spesso insieme a Rein e Fine. Sembrava uno per bene, uno di quelli tutti perfettini. Ma non sembrava male.
I due fidanzati gli porsero la mano che lui strinse con forza accennando un sorriso. Forse potevano diventare amici.
Decisero di passare il pomeriggio insieme, non potevano di certo dire “Ciao, ci vediamo a casa”, era da maleducate per entrambe.
Per tutto il tempo Shade aveva aperto bocca lo stretto indispensabile, rispondendo alle domande di Rein, quella ragazza era molto protettiva nei confronti della sorella. Fine aveva notato che Shade si comportava in modo strano, non era particolarmente sereno come quando lo era con lei.
-Shade andiamo anche noi a prendere un gelato- disse all’improvviso la ragazza prendendolo per mano e indicandogli un chioschetto vicino. Bright e Rein lo avevano preso lì prima.
Si allontanarono in direzione del piccolo gelataio, presero due coni.
-Stai bene?- chiese lei mentre il proprietario del chiosco preparava il suo cono.
-Sì, tranquilla- disse lui con un sorriso tirato. Fine lo notò fin troppo bene.
-Ehi- disse lei accarezzandogli una guancia -che c’è?-
Lui la guardò per un lungo momento, poi le prese la mano dalla sua guancia e la strinse nella sua.
-È.. strano-  rispose lui fissando i diversi gusti di gelato.
Fine lo fissò un po’ confusa. Prese i gelati che il gelataio le stava porgendo e si allontanò con Shade senza far vedere a Rein e Bright che avevano finito. Ma sembrava proprio che i due fossero impegnati a farsi moine e solletico nello stesso tempo.
-Cosa?-
-Non lo so.. tutto- disse lui fissando strano il suo gelato –È tutto diverso, loro sono diversi- continuò per poi guardare di sfuggita Rein e Bright. Quando era un demone vedeva tutto da una prospettiva diversa, li vedeva in un altro modo, ora era come se fossero sotto un’altra luce, una luce come la sua. Ora li vedeva uguali a sè.
Fine sorrise avvicinandosi a lui e stringendogli la mano -Ti ci abituerai, sono sicura che ti piacerà tutto questo-
A Shade bastò il sorriso di Fine per capire che aveva ragione. Sicuramente si sarebbe trovato bene, almeno fino a quando lei gli avrebbe continuato a sorridere così.
Si avvicinò piano al suo viso per baciarla, ma sentì il suo gelato venirgli sfilato via dalle mani.
Voltò la testa vedendo il suo gelato e quello di Fine volare via, lontano da loro.
-M-ma che..- provò a dire Fine vedendo la sua merenda dirigersi verso un albero. Guardò bene e le bastò un attimo per trasformare quel momento dolce in una preparazione alla guerra.
-EHI!- disse infuriata fissando un ragazzo comodamente seduto su un ramo con due gelati in mano. Li leccò uno alla volta che poi fare una faccia schifata.
-Disgustosi- disse Luc per poi mollare la presa e far cadere i due gelati a terra, vicino le radici.
Scese anche lui volando vicino a Fine e Shade.
Shade sorrise tirando un pugno come d’abitudine sulla spalla del demone, lui fece lo stesso con meno forza, aveva imparato a fare piano, gli umani erano fragili.
Fine lo fissava infuriata, pure con il suo gelato doveva prendersela?
-Ciao Ciliegina- la salutò scompigliandole la frangia. Ormai aveva preso a chiamarla così.
Lei lo scansò voltandosi di spalle e incrociando le braccia intenta a non rivolgergli la parola. Shade sorrise divertito, andavano avanti così dall’arrivo di Luc.
-Non dovresti cominciare a cercare anche tu un’Anima da legare?- chiese Shade cambiando discorso.
Luc alzò le braccia –Lo so, mi sto guardando un po’ in giro, ma oltre alla Ciliegina non ci sono molte anime particolari- sbuffò. Poi voltò lo sguardo verso i due fidanzati seduti in una panchina poco più in là. Aveva visto più volte quella ragazza dai capelli color oceano insieme a Fine, era la sua gemella.
-Magari anche la sua sorellina ha dei poteri particolari- disse guardando divertito Rein.
Fine a quelle parole si irrigidì e si voltò di scatto.
-No!- disse autoritaria  premendogli un dito contro il petto –No ci pensare nemmeno, stai lontano da mia sorella!-
Luc rise -Ah sì?- la provocò.
-Non ti avvicinare a lei. Rein è fidanzata, e poi è una ragazza per bene e seria e…-
-Ahhh! Quella tipa ha il mio stesso fermaglio!- si sentì urlare di colpo. I tre si voltarono verso Rein. La videro che cercava di rincorrere una ragazza con un fermaglio a forma di fiore blu come quello che indossava lei -Vieni qui brutta giraffa! Come osi indossare i miei stessi accessori! Non sai che ognuno crea la propria moda?!- Bright la stava tenendo per le braccia, chissà cosa le avrebbe fatto se l’avesse lasciata andare, era tipico di Rein.
Luc alzò un sopracciglio. "Per bene e seria"?
Fine tornò a posare la sua attenzione su Luc un po’ rossa in viso e facendo quanlche colpo di tosse come per correggersi. A volte sua sorella era davvero imbarazzante –E-ecco.. a volte non sembra.. ma è una persona seria- cercò di giustificare la figuraccia appena fatta. Luc rise di nuovo incrociando le braccia dietro la testa.
-Ad ogni modo, mi avvicinerei a tua sorella solo per il suo corpo, non ha poteri particolari- Fine lo trucidò con lo sguardo  -Ma non lo farò- continuò ricevendo l’occhiataccia della ragazza.
-Lo spero bene- acconsentì lei -E ora ripagami il gelato-
-Cosa?-
-Mi hai distrutto la merenda-
Luc la fissò confuso. Doveva ripagargli quel coso? Faceva pure schifo! E poi come glielo ripagava? Avrebbe fatto prima a uccidere il tizio al chiosco e regalarle tutto il gelato che voleva.
-Dai Fine, non..- provò a dire Shade. Prevedeva tempesta in arrivo.
-E come faccio?- lo interruppe Luc alzando le sopracciglia.
-Vai lì e lo compri!- disse acida Fine. Non sapeva nemmeno comprare un gelato?
-No- disse lui voltandosi.
Fine strinse i pugni, era insopportabile, non lo digeriva! -COSA?-
-Non te lo compro- disse lui voltandosi e facendole la linguaccia. Fine non ci vide più. Iniziò a correre verso di lui buttandocisi addosso. Fortunatamente Luc fece un saltello iniziando a lievitare in aria. Fine iniziò a saltare per prenderlo e poi a rincorrerlo quando si spostava.
Luc nel frattempo le faceva linguacce e la provocava. Le piaceva vederla infuriata e corrergli dietro per cercare di prenderlo a schiaffi.
Shade guardava la scena divertito. Non pensava che il suo migliore amico e la ragazza che amava avrebbero avuto quel rapporto. Sperava di più un rapporto di pace e allegria, non di un’atmosfera da campo di battaglia.
Sorrise vedendo Fine rincorrere disperatamente Luc che svolazzava ingenuamente per il parco, meno male che quella zona era deserta e che Rein e Bright non potevano vederli per via dei cespugli.
-Sembrano due bambini- disse una voce femminile al fianco di Shade.
Lui si voltò sorridendo, era abituato alle apparizioni improvvise di Milky -Già-
D’un tratto la ragazzina si fece seria in un colpo. Fissava Fine agitarsi ingenuamente e urlando nascondendo la sua allegria dietro a una maschera furiosa per Luc.
-Sai che dovrai tenerla d’occhio, vero?- chiese, sembrava un ordine più che una domanda. Shade la guardò interrogativo -Ha un potere che potrebbe far gola a qualsiasi demone-
-Luc non è interessato alla sua Anima- disse lui atono.
-Non parlo di Luc-
Shade strinse i pugni. Lo sapeva, sapeva che non si riferiva al suo amico. Doveva accettare l’evidenza che il potere di Fine non sarebbe passato inosservato. Era un’Anima Speciale molto potente, l’ideale per un demone che voleva diventare uno dei più rispettabili della specie.
Milky notò l’irrefrenabile onda di sentimenti negli occhi di Shade che fissavano intensamente quell’umana. Paura, preoccupazione, possessività, incertezza.. Shade ora aveva il timore di non riuscire a proteggerla, era un semplice umano. Milky notò bene questa paura.
-Ehi- sorrise lei facendogli l’occhiolino -La proteggeremo-
-Cosa?-
-Io e Luc siamo con te, ti aiuteremo a proteggere la sua anima-  Shade sorrise a quelle parole, ora capiva cosa gli umani provavano per gli amici.
Proteggere la sua anima. Era buffo, lui era venuto sulla terra per legare la sua anima a lui, per impossessarsene. Ora invece si ritrovava a volerla proteggere. Che strano il destino.
 






Ma buonaseraaa :) Pensavate fossi morta eh? -.- beh non c'è da stupirsi, non mi faccio viva con questa storia da un bel po'.
Mi spiace, ma tra grest, uscite con gli amici e punizioni non ho potuto aggiornare se non ora.
Allora ho un po' di cose da dire: inannzitutto scusate il ritardo e spero comunque che questo capitolo vi sia piaciuto!
Poi avverto che per qualche capitolo ( forse uno o due ) ci saranno ancora momenti di pace, mentre poi inizieranno i problemi.. per poi arrivare al lieto fine (ne manca ancora però..)
Come ultimo vi dico che siccome questo fine settimana parto non so quando potrò aggiornare o recensire le vostre storie. Starò via anche tutto agosto.. quindi se troverò linea aspettatevi le mie recensioni, altrimenti mi farò un bel mazzo per scriverle tutte a settembre (insieme al prossimo capitolo, sempre che la linea non ci sia)
Con questo vi saluto e vi auguro BUONE VACANZE!
(intanto io mi porterò avanti con la storia...mentre ne sto scrivendo altre tre contemporaneamente -.- non si può, sono fuori di testa. Ma le metterò una per una, non mi piace pubblicare più storie insieme, quindi una alla volta)
Un bacione e grazie mille sempre a chi recensisce, mette nelle seguite, preferite, ricordate ecc.. e a chi da un'occhiatina, GRAZIE :)
A presto!

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Capitolo 18
*** Maledetta gelosia ***


♦ MALEDETTA GELOSIA ♦

-Scuola?-
-Sì, anche tu dovresti andarci da bravo ragazzo umano- sorrise Fine accoccolandosi vicino a lui. Shade le circondo le spalle con un braccio, stringendola a sé.
Era passata una settimana. Rein aveva accettato bene l’idea che Fine avesse un fidanzato. Non aveva fatto troppe domande fortunatamente. Fine però non le aveva ancora detto che quel fidanzato era un infiltrato in casa sua.
Shade sbuffò –E perché?-
-Tutti ci vanno! E poi senza la scuola non puoi trovare un lavoro-
-E che mi importa di trovare lavoro-
Fine sospirò, era impossibile -Non so come funziona da voi, ma qui si lavora per vivere. E per lavorare hai bisogno di un diploma, e il diploma te lo da solo la scuola-
-Ho sentito che per fare il gelataio non ti serve un diploma-
Era vero, Fine non trovò nulla da obbiettare. Poteva farlo benissimo anche adesso: andava lì dal proprietario del chioschetto o gelateria e si faceva assumere, niente diploma. E lo stesso nei bar. Scacciò questo ragionamento sbuffando offesa, Shade vinceva sempre.
Lui si girò mettendosi sdraiato su un fianco. Avevano deciso di passare un pomeriggio al parco, sull’erba fresca illuminata dal sole. Fine sdraiata accanto a lui non lo guardava, era cocciuto e pigro. Perché non capiva che certe cose le doveva fare nel mondo degli umani?!
Si voltò dalla parte opposta sdraiandosi anche lei su un fianco e dando la schiena a Shade.
-Eddai- sorrise lui prendendola per i fianchi e avvicinandola a sé. Fine non sembrava intenzionata a girarsi.
Sorrise malizioso e iniziò a lasciarle una scia di baci sul collo. Sapeva come farla reagire.
Come previsto Fine arrossì, il cuore le iniziò come da copione a battere forte. Si girò per farlo smettere, e poi erano in un parco pubblico! Lui sorrise trionfante avvicinandola ancora di più al suo corpo. Erano uno contro l’altra, completamente attaccati.
-E va bene- disse Shade sospirando con un mezzo sorriso.
-Cosa?-
-Verrò a scuola, ma solo per stare con te-
Fine sorrise, evvai, lo aveva convinto. Gli diede un dolce bacio stringendosi al suo petto. Chissà come sarebbe stato averlo a scuola, magari nella stessa classe.
 
-Non serve alcun documento, nessuna firma. Questo studente inizierà oggi le lezioni e nessuno chiederà mai della sua famiglia o del suo passato-
Fine aveva gli occhi sgranati. Fuori dalla porta, con le sue iridi cremisi che scrutavano la presidenza attraverso una fessura, tremava. Avrebbe voluto urlare, scappare, ma non poteva.
I suoi occhi.. gli occhi di Milky erano.. erano diventati d’un tratto neri come la pece, non si vedeva nemmeno la pupilla. Era davanti a Shade che aveva già indossato la divisa della scuola.
Erano passati diversi giorni da quando Fine aveva proposto a Shade di frequentare la scuola con lei, ma non si sarebbe mai immaginata che si sarebbe dovuto arrivare a questo. Non pensava che Milky con i suoi poteri ipnotici avrebbe dovuto convincere il preside che non c’era bisogno di un genitore per iscrivere Shade in quell’istituto. In effetti era anche un bene. Lui non avendo ne genitori ne nulla, come avrebbe potuto passare inosservato? E se gli avessero chiesto qualcosa sul suo passato? Sì, forse era meglio così, anche se doveva ammettere che Milky la terrorizzava. Non immaginava che avesse un potere simile, era.. straordinario e inquietante nello stesso tempo. Ipnosi, che strana parola.
-Sì, non serve alcun documento, alcuna firma. Nessuno chiederà nulla- ripeté il povero preside come una macchinetta. A Fine non andava tanto a genio il preside, ma a vederlo così era strano, non era esattamente la persecuzione che si era immaginata per lui.
Vide l’uomo panciuto alzarsi e dare a Shade un foglio, poi come se fosse tornato normale e allegro lo invitò a seguirlo. Lo avrebbe portato nella sua classe, nella stessa di Fine. Milky aveva specificato di volerlo inserire nella sezione A del primo anno, come studente straniero appena trasferito.
Fine corse in classe precedendo i due.
La professoressa presentò il nuovo alunno come Shade Takamori. Lui non disse nulla, solo un “Buongiorno a tutti” e un sorriso tirato.
Fine non poté che stringere i pugni e sussurrare monosillabi incomprensibili quando tutte le ragazze della classe iniziarono a lanciare urletti e occhiatine poco caste.
Shade si sedette all’ultimo banco. Le prime lezioni passarono abbastanza in fretta. Spesso Fine si voltava verso il banco del suo ragazzo per vedere se stava bene, ma lo trovava sempre che sorrideva a qualche ragazza che gli sussurrava qualcosa o che gli tirava un bigliettino. Quanto avrebbe voluto urlare all’intera scuola che lui era suo, SUO!
Nell’ora di storia Fine tenne a fatica gli occhi aperti. Solo quando la professoressa fece una domanda su Hitler e la Seconda Guerra Mondiale scattò sull’attenti. Perché la prof guardava Shade? E perché lui aveva la mano alzata?
-Oh tu sei il nuovo alunno- sorrise compiaciuta la professoressa –beh, allora sapresti dirmi cosa successe a Hitler nel 1924?-
Shade sorrise beffardamente alzandosi in piedi. Fine lo guardò terrorizzata. Oh no, no no no no! Che aveva intenzione di fare? Non poteva rendersi ridicolo e dire chissà che il primo giorno di scuola!
-Hitler compose nell’anno di reclusione un programma politico. Precisamente nel 1924, quando fu imprigionato a Landsberg dopo il suo tentativo di Colpo di Stato. Il primo volume fu pubblicato nel 1925 mentre il secondo nel 1926, sintetizzati con il titolo di Mein Kampf-
Fine aveva iniziato dalla prima parola di Shade a fissarlo con gli occhi fuori dalle orbite, non riusciva nemmeno a chiudere la bocca che le si era involontariamente aperta. E non era la sola, tutta la classe era nella sua stessa situazione.
-Il libro parla della razza ariana e antisemitista che doveva privilegiare su tutto. Organizzava un modo per espellere il marxirmo dalla politica per lasciare spazio a un socialismo nazionale e nazista. Studiava un’alleanza con il Regno Unito e l’acquisizione di nuovi territori a est. Propose l’istituzione di un FuhrerStaat guidato da lui stesso. Poi tra i vari pensieri descrisse anche gran parte della sua vita fino a quel momento e il futuro che sarebbe inevitabilmente arrivato-
I ragazzi non sapevano cosa dire, si erano limitati a fissarlo per tutto il tempo stupefatti. Le ragazze iniziarono ben presto a tirare ulteriori gridolini su quanto fosse bello  e intelligente il nuovo arrivato, mentre i ragazzi, chi irritati, chi ammirati, ammettevano che era stato molto bravo.
-B-bene.. bravissimo- sussurrò la professoressa, era più esterrefatta di tutti.
Fine lo fissava ancora con la bocca dischiusa. Come sapeva quelle cose? Non le aveva mai detto di essere un genio con un super cervello.
-Fine!- la chiamò Lione dal banco affianco vedendola ancora girata indietro verso Shade -Chiudi quella bocca!-
Fine arrossì di colpo serrando le labbra. Poi tornò a guardare Shade di sottecchi. Avrebbe voluto un po’ di spiegazioni.
 
Senza farsi notare da nessuno, Fine e Shade, all’intervallo, ognuno per conto loro, si diressero in giardino, nel posto in cui spesso lui la andava a trovare di nascosto infiltrandosi nella scuola.
Fine trovò Shade già lì, seduto ai piedi del solito albero. Le sorrise.
-Come diavolo lo sapevi?!- chiese lei una volta seduta accanto a lui, mentre apriva il suo pranzo.
-Cosa?-
-La risposta di storia. Noi non abbiamo ancora fatto quell’argomento e tu vieni da un altro.. mondo-
Shade rise, in effetti si era accorto che tutti lo avevano fissato senza parole, ma non aveva capito perché. Ora era chiaro, erano pochissime le persone che davano risposte così esaurienti ad una semplice domanda.
-Sei stato incredibile. Lo hai detto talmente bene come se fossi stato con quell’uomo in quel periodo- disse lei aprendo finalmente la scatola del suo pranzo e prendendo le bacchette in mano.
Shade la fissò sorridendo in modo strano. E chi le diceva che quello che aveva appena detto non fosse vero? 
Fine notò il suo sguardo e quello che le venne in mente non le piacque affatto.
-Oh no. No no no- rise nervosamente. Era assurdo.
Lui prese con le mani una polpetta di riso dal pranzo di Fine e sorrise di nuovo.
-Chi credi che lo abbia aiutato a progettare quel piano tanto perfetto?- disse beffardamente.
Fine sgranò gli occhi. Oh no, è vero, lui aveva più di cinquemila anni, poteva benissimo averlo conosciuto. Quindi il suo fidanzato era un nazista, socialista o quello che era? No, ti prego.
-Sei stato tu- sussurrò sconcertata.
-Beh non ero solo io, c’erano tanti demoni che giravano intorno a quell’uomo. Aveva un’Anima particolarmente forte e decisa, da vero comandante-
Fine abbassò la testa ancora pietrificata sul suo pranzo. Accidenti, questa non se la sarebbe mai aspettata. E poi come aveva marcato "da vero comandante" sembrava che lo ammirasse in una maniera smisurata. Magari lui aveva conosciuto anche Carlo Maglio, Alessandro Magno, la regina Antonietta e chissà chi.
-Che c’è?-
-N-niente- sorrise lei incerta. Chissà quante cose che non sapeva della sua lunghissima vita -Quindi.. sarai un genio della storia?- chiese poi.
Shade sorrise –Beh, l’ho vissuta sulla mia pelle, è difficile che me la dimentichi-
Oh bene, ora in classe aveva un altro genio che l’avrebbe buttata uno scalino più giù nella classifica “Pessimi in storia”, fantastico!
-Hai visto come ti guardavano?- disse dopo un po’ cambiando discorso. Il tono di Fine era infastidito. Quando Shade si voltò verso di lei, vide che Fine aveva messo su un bel broncio.
-Chi?-
-Tutte le compagne di classe. Ti fissavano come se ti volessero saltare addosso da un momento all’altro-
Fine guardò Shade con la coda nell’occhio. Stava pensando, poi lo vide accennare un sorriso -Non l’ho mai fatto con più di tre alla volta, deve essere divertente-
Fine arrossì di colpo. T-tre alla volta? Ma.. ma che..? E poi “deve essere divertente”? Ma come si permetteva, doveva ricordargli che era impegnato con lei? Il rossore che le colorava il volto si trasformò in rossa di rabbia. Voleva provarci con tutte le sue compagne? Bene! Però.. era forse gelosa?
-Shade!- lo ammonì cercando di trattenere tutto quello che aveva da dire.
Lui si voltò verso di lei guardandola ingenuamente. Poi un sorriso malizioso si formò sulle sue labbra.
-Cosa c’è? Non sono male quelle ragazze- la provocò.
Fine come previsto ci cascò. Non era tipa da scenate di gelosia, ma non riusciva più a sopportarlo quando parlava così. Si alzò di scatto stringendo i pugni. Bene, se era felice lui, era felice anche lei, basta che non sarebbe più venuto a cercarla.
Si sentì prendere per un polso. In pochi secondi realizzò di trovarsi contro il troco di un albero. Il corpo di Shade la premeva contro la corteccia calda e gli occhi del ragazzo dentro ai suoi.
-Che c’è, sei gelosa?- chiese con un sorriso divertito e poco raccomandabile sul volto.
Fine arrossì abbassando la testa e guardando di lato -N-no. Perché dovrei?-
Shade la fissò per un attimo poi quel sorriso beffardo si trasformò in un sorriso dolce. Le lasciò i polsi lasciando finire le sue mani sui fianchi di Fine. Si avvicinò di più a lei, premendo il suo corpo contro quello della ragazza. Le alzò la testa prendendola per il mento e unì le loro labbra in un bacio dolce e leggero.
-Scusa- le disse per poi tornare a baciarla più insistentemente.
Le loro lingue si intrecciavano in movimenti che sembravano una danza. Era bellissimo poter sentire così vicina la persona che amavi, sapere che era tua, che solo tu potevi baciarla in quel modo, stringerla in quella maniera.
Fine gli circondò il collo con le braccia immergendo le dita nei suoi capelli. Ci era ricascata, non riusciva a stargli lontano, nemmeno quando se lo meritava. Shade riusciva sempre a soggiogarla con il suo sguardo e con il suo tocco leggero, ma passionale.
Si staccarono di poco per riprendere fiato. Lei mise su un finto broncio abbassando di nuovo lo sguardo. Si divertiva a prenderla in giro e poi baciarla così?
-Sei solo tu quella che voglio, non mi importa delle altre- le sussurrò lui stringendo di più la presa sui suoi fianchi. Fine alzò la testa guardandolo un po’ rossa in viso.
-Tu sei l’unica ragazza che mi interessa fare mia-
Il lieve rossore che le imporporava le guance diventò un evidente rosso fuoco. Il cuore le batteva come non mai. Lui voleva.. non sapeva cosa dire, come rispondergli. Quella era una vera e propria dichiarazione!
Lui sorrise divertito, Fine imbarazzata in quel modo era davvero buffa.
-I-io.. io..- balbettava lei impercettibilmente.
Lui la mise a tacere unendo di nuovo le loro bocche. Il suo della campanella li interruppe.
-Andiamo- sorrise poi lasciandola e prendendole una mano. Iniziarono a camminare per uscire da quel gruppo di alberi, diretti alla loro classe.
Diverse ragazze si fermarono a guardare il nuovo studente con occhi sognati. Altre invece guardavano stranite la mano di Shade e quella di Fine intrecciate. Molte non ci facevano caso, lanciando gridolini innamorati al ragazzo.
Fine strinse involontariamente la mano, come se avesse paura, come se fosse insicura. Shade la guardò con la coda nell’occhio un passo avanti a lei. La vide che  guardava  con titubanza le ragazze e la gente che lo fissavano in un misto tra l’irritato e il preoccupato, come se avesse timore per lui. Sorrise fermandosi e facendo sbattere Fine contro la sua schiena.
Inaspettatamente le prese il viso baciandola davanti a tutti. Fine rimase immobile con gli occhi sgranati. Non si aspettava un gesto simile.. non aveva mai fatto una cosa simile in pubblico.
Quando Shade si allontanò dal suo viso, Fine si rese conto di essere dello stesso colore dei suoi capelli. Vide il ragazzo sorriderle ignorando gli sguardi e i sussurri esterrefatti di coloro che li guardavano. Le riprese la mano e si diressero in classe, senza più intoppi.
 
-P-perché lo hai fatto?-
-Per mettere le cose in chiaro, no?-
-Q-quali cose in chiaro?!-
-Che le altre ragazze non possono guardarmi perché sono impegnato con te- disse avvicinandosi alla sua faccia e sorridendole arrogantemente.
Stavano tornando verso casa, Rein era andata con Bright, ovviamente. Quando c'era quel biondino chi se la ricordava la sorellina dai capelli rossi?
Fine a quella frase si perse nei suoi pensieri. Lo aveva fatto per lei? Aveva visto che non le piaceva come le altre lo guardavano e così l’aveva baciata davanti a tutti per tranquillizzarla e per avvisare gli altri di essere occupato? Sorrise involontariamente,  ma poi quell’espressione sparì. Con quella frase che altro voleva dire? “Così le altre ragazze non possono guardarmi”, ma chi si credeva di essere?!
-Kusakabe!-
Prima che potesse ribattere alla frase a doppio senso di Shade, Fine si voltò sentendosi chiamare. Vide quattro ragazzi correre nella loro direzione, erano suoi compagni scuola, li conosceva bene. Insieme a loro faceva spesso parte della squadra di calcio mista.
-Ciao- li salutò sorridendo.
-Sei libera domani dopo le lezioni?- chiese subito uno.
Shade a quella domanda si irrigidì. Suonava come una richiesta di appuntamento, chi pensava di essere quello lì? Cosa non aveva capito del bacio che le aveva dato in pubblico all'intevallo? Sempre che l'avesse visto, però. E poi Fine gli sorrideva, sorrideva a tutti e quattro.
Strinse i pugni. Perché sentiva di voler tirare un bel pugno in mezzo alla faccia di quei quattro? In fondo stavano solo parlando, non c’era nulla di male.
-Sì, perché?-
-C’è una partita di calcio contro un altro istituto. È un’amichevole, ma sappiamo che ci tieni a giocare-
Fine sorrise a trentadue denti –Ci sarò-
I quattro sorrisero di rimando, sapevano che Fine era una delle migliori giocatrici di calcio della scuola nonostante fosse una ragazza. Averla in squadra era davvero un vantaggio.
-Bene, allora a domani!-
-Ciao!- salutò lei per poi voltarsi di nuovo e rincamminarsi insieme a Shade.
-Hei verrai anch..- si interruppe non appena vide la sua faccia. Voleva invitarlo anche se era certa che Shade si sarebbe andato anche senza invito. Ma sembrava infuriato, perché? –Che hai?-
-Che ho?- ringhiò lui fermandosi e guardandola male –Perché gli sorridevi così?- chiese in malo modo indicando con il dito il punto in cui prima stavano parlando con quei quattro.
Fine lo guardò con le sopracciglia alzate –Sono i miei compagni di squadra..-
-Ah sì, e solo perché sono i tuoi compagni di squadra gli sorridi in quel modo?!- Ora sembrava davvero arrabbiato. Lo vide stringere i pugni, ma non capiva cosa aveva fatto di tanto sbagliato.
-M-mi dispiace..- sussurrò. Non sapeva cosa dirgli, perché si comportava così? Era geloso forse? Ma non ne aveva motivo, e lei non aveva fatto nulla per provocarlo o farlo infuriare.
Shade si ammorbidì vedendo l’espressione mortificata di lei.
-Non è colpa tua- disse guardando da un'altra parte, si sentiva le guance accaldate –era il modo di guardarti di quei quattro che non mi piaceva-
Fine alzò la testa fissandolo un po’ rossa. Sorrise e gli prese una mano. Si alzò sulle punte arrivando al suo viso e poggiando le sue labbra su quelle di Shade. Poi si staccò e gli sorrise.
-Che c’è, sei geloso?- chiese imitando il modo in cui glielo aveva chiesto lui all’intervallo. Sembrava la situazione ribaltata: gelosia-bacio-"Che c'è, sei geloso?".
Gelosia? Shade non sapeva cosa fosse in realtà, non l’aveva mai provata. Era quello che sentiva? La voglia di fare strage di tutti i ragazzi che le ronzavano intorno?
-Devo ancora imparare a controllarmi- si limitò a dire. E in effetti era vero, non era abituato a questi sentimenti, erano una cosa abbastanza nuova, nuova rispetto ai cinquemiladuecento anni di vita che aveva.
Fine sorrise divertita. Strinse la sua mano nella sua e lo tirò iniziando a correre verso casa. 








Ma buonaseraaa! Finalmente questa povera mente disgraziata ha aggiornato!
Perdonatemi, ma come avevo detto ero partita per il mare. Adesso starò qui a casa mi per qualche giorno con il mio adorato computer, quindi potrò aggiornare qualche capitolo. Sempre che l'ispirazione non mi abbandoni di colpo ._.
Beh che dire.. molte mi avevano chiesto se avrei mai fatto un capitolo "Maledetta gelosia".. beh eccolo qua. So che sicuramente non è quello che vi aspettavate, ma non volevo fare il classico momento in cui è Shade il supergeloso di turno e c'è il solito terzo incomodo che gira intorno a Fine.. Mi dispiace se ho deluso qualcuno che si aspettava tutt'altro, ma ho voluto farlo un po' diverso..
Intanto però Shaduccio si è preso una bella rabbia per quei quattro poveretti xD e poi sta andando a scuola ^^
Ok, Rivelazione: dal prossimo capitolo (se tutto va bene con la mia ispirazione) inizieranno i guai con una bella (non è propro bella e felice) svolta. Ma non dirò nulla, e non fate lavorare i cervellini per scoprire cos'è che io ho la bocca cucita! ;)
Intanto spero che questo vi sia piaciuto :) E grazie mille a chi mi segue sempre, davvero GRAZIE MILLE :)
Alla prossima, un bacione !

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Capitolo 19
*** Maledetto presentimento ***


♦ MALEDETTO PRESENTIMENTO 

-È lei?- 
Due sagome nere erano accuratamente in piedi su uno dei rami più alti di un albero che costeggiava una via isolata. Era sera, fuori era buio, le strade erano illuminate solo dalla luce dei lampioni e della luna. L’aria era calda, la primavera era quasi finita, segno dell’imminente arrivo dell’estate.
-Sì, è lei- rispose un'altra voce. I suoi occhi blu fissavano una ragazza dai capelli rossi che camminava per quella stessa via in compagnia di un ragazzo. Entrambi avevano in mano un sacchetto della spesa.
Un sorriso sadico comparve sulla bocca di ognuna delle due sagome. I loro occhi blu brillavano nella notte come lupi assetati di prede.
-Perfetto- disse uno per poi sparire insieme al compagno saltando di tetto in tetto diretti chissà dove.
 
-Potevi aspettarmi a casa- sorrise Fine mentre camminava accanto a Shade verso il cancelletto della villetta Kusakabe. Sua madre le aveva chiesto di andare a prendere il latte e qualche altra cosa al supermercato lì vicino, lo aveva sempre fatto, ma Shade sembrava intenzionato a non mollarla un attimo.
-Non è sicuro che una bella ragazza vada in giro da sola con questo buio- disse lui facendo il tono da professore di vita. Lei sbuffò per poi ridere.
Si fermarono un po’ prima del cancelletto di casa per non farsi vedere dalle persone all’interno.
-Ti ricordo che ho dei superpoteri- sorrise lei divertita mettendosi in punta di piedi e avvicinandosi al viso di Shade per poi lasciargli un dolce bacio a fior di labbra.
-Che non sai come usare- finì Shade lasciando il sacchetto a terra e circondandole la vita con le braccia, schiacciando il corpo di Fine contro il suo.
La vide mettere su un finto broncio. Non riusciva proprio a vedere niente se non la parte bella del mondo, eh? 
-E se ti succedesse qualcosa, come farei?- le sussurrò con voce roca mentre le lasciava una scia di baci bollenti sul collo. La stringeva sempre di più, fino a quando Fine tornò a guardarlo un po’ rossa in viso. Adorava quando arrossiva.
Cercò di allontanarlo da sé, ma più lo faceva più otteneva l’effetto contrario. Arrossì ancora di più pensando che il suo seno era sfacciatamente spiaccicato sul petto di Shade. Sentiva i suoi addominali, il suo corpo scaldarsi. E non era solo Shade, anche lei si sentiva sempre più accaldata. Era forse la temperatura quasi estiva?
-Ti amo-
Fine si arrese, gli circondò il collo con le braccia e ricambiò il bacio. In fondo anche lei lo amava, perché doveva respingerlo? Forse perché aveva paura di quello che poteva succedere?
-Anche io- gli rispose.
Dopo poco Fine entrò in casa con i due sacchetti, mentre Shade passò per il balcone arrampicandosi sull’albero vicino.
Appena Fine tornò in camera, si affrettò ad aprire la porta del balcone facendo entrare Shade. Lui le si buttò praticamente addosso circondandola in un abbraccio e facendole il solletico nello stesso tempo. Mentre lei rideva cercando di non alzare troppo la voce, la fece indietreggiare verso il letto. Caddero sopra il materasso senza accorgersene, mentre continuavano a farsi i dispetti.
Era magnifico poter toccare così quella ragazzina, sentirla e vederla ridere. Sapere che anche lei provava lo stesso.
Sentiva la pelle di Fine sotto quel leggero strato di tessuto della sua magliettina a balze bianca. Quanto avrebbe voluto toccarla in un altro modo. Per tutto quel tempo non aveva fatto altro che trattenersi quando invece avrebbe voluto farla sua, sempre. Da quella volta in cui Fine lo aveva fermato dicendogli che era la sua prima volta, non si era spinto oltre e non aveva insistito, la capiva. Ma per quanto avrebbe resistito?
Senza volerlo si ritrovarono a baciarsi con foga, mentre una tra le braccia dell’altro strusciavano i loro corpi sempre di più. Fine non ragionava, ormai la sua mente era solo occupata dalla voglia di restare tra le braccia di Shade, di farsi toccare da lui.
Le sue mani arrivarono al petto di lui. Perché voleva toglierli la camicia? Iniziò ad aprire i bottoni per poi togliergliela e buttarla dove capitava. Sentiva il corpo di lui caldo, sudato, che fremeva sotto le sue mani. 
Anche Shade doveva essere completamente preso dai suoi pensieri poco casti su Fine. Iniziò ad alzarle la maglietta infilando una mano sotto, dalla pancia al seno.
Fine si sentiva scottare, si tolse la maglietta di colpo permettendo a Shade di ammirare le sue forme ancora coperte dal reggiseno. Sentì la mano del ragazzo accarezzarle la schiena mentre la stringeva a sé. Lo sentì armeggiare con il gancetto del reggiseno, fino a quando glielo tolse in un colpo fermandosi a guardarla.
Lei arrossì, non si era mai trovata in una situazione come quella. Certo aveva rischiato con Shade altre volte, ma non le aveva mai tolto anche il reggiseno.
Lui portò il suo sguardo su di lei fissando le sue iridi cremisi. Le sorrise e le si avvicinò alle labbra.
-Voglio che tu sia mia- le disse tra un bacio e l’altro provocando l’imbarazzo assoluto di lei, che si irrigidì.
-I-io..- provò a dire. Perché? Perché si sentiva così combattuta? Una parte di lei lo voleva, lo voleva eccome! Mentre l’altra le diceva di aspettare, l’altra aveva paura, una terribile paura.
D’un tratto un brivido le percorse la schiena. Una sensazione strana e orribile la assalì. E quel brivido non era per merito di Shade.
Scansò Shade di colpo facendolo rotolare sul letto mentre si rimetteva la sua magliettina bianca.
Lui la guardò stupito, che reazione esagerata! La vide correre al balcone e affacciarsi, guardandosi intorno. Perché gli sembrava che fosse preoccupata e che il motivo non fosse la sua frase?
-Stai bene?- le chiese raggiungendola. Lei si guardava ancora intorno, scrutando nel buio.
-S-sì..-
-Che c’è?- chiese prendendola per i fianchi e facendola girare verso di sé, il suo tono stavolta era più dolce.
Lei abbassò un po’ la testa –Mi era sembrato che.. no, lascia perdere- sorrise poi un po’ in imbarazzo. Non voleva farlo preoccupare per nulla, sicuramente quella sensazione di essere osservata era solo l’ansia di quello che aveva detto Shade.
 
Il giorno dopo andarono a scuola normalmente. Fine ogni tanto lanciava occhiatine a Shade, Rein faceva lo stesso. Era felice che quel presunto fidanzato andasse a prendere sua sorella tutte le mattine per andare a scuola insieme proprio come faceva il suo Bright. Beh, questo era quello che credeva lei.
Spesso Fine sospirava, a Shade stava troppo bene quella divisa, poi lui portava la giacca nera aperta e i primi bottoni della camicia slacciati. Ripensò alla sera prima. Alla fine non era successo nulla, Shade aveva fatto finta di niente, come se avesse capito che lei non sapeva che fare.
Una scossa le percorse tutto il corpo. Di nuovo. Si voltò di scatto guardando la strada: era vuota.
-Tutto bene, Fine?- le chiese Rein vedendo che si era fermata a fissare indietro.
Lei tornò sui suoi passi –S-sì, certo!-
Arrivati a scuola si diressero ognuno nella propria classe. Quelle furono delle ore terribili. Fine aveva continuamente l’impressione di essere osservata, che qualcuno la guardasse insistentemente. Perché? Era una sensazione terribile!
 
-Secondo me è la tua immaginazione- le disse Shade.
Era finalmente arrivato l’intervallo e Fine si era diretta con Shade al solito posto immerso negli alberi del giardino. Aveva deciso di dirgli tutto, era troppo tenerselo dentro. E poi Shade era un demone, cioè, lo era stato, quindi magari sapeva dirle qualcosa. Ma la risposta che le aveva dato non le era piaciuta.
-Ma è da ieri sera che ho questa sensazione!-
Shade pensò a quando si era alzata di colpo dal letto interrompendo le sue “coccole” per guardarsi intorno spaventata. Sicuramente era solo in ansia per qualcosa o magari stanca.
-Shade, ho paura-
Lui le sorrise alzandosi da terra e abbracciandola. Per tutto il tempo non aveva fatto che raccontargli quello che provava facendo avanti e indietro davanti a lui. Si vedeva che era agitata, ma stava esagerando, non c’era nulla da temere, era solo la sua fantasia.
-Ehi, sta tranquilla- le disse tenendola stretta –va tutto bene-
Fine sospirò. Non le credeva. Sicuramente Shade pensava che avesse paura dato che ora era a conoscenza che poteva essere un squisita preda per molti demoni che volevano legare un’Anima Speciale, portandola a vedere il pericolo ovunque. Ma non era così, cioè forse sì, ma era sicura che qualcosa non andasse, che qualcuno la stesse osservando davvero.
 
Passarono diversi giorni da quella volta. Shade si tratteneva sempre di più sapendo il volere di Fine. E Fine continuava a sentirsi osservata, seguita. Ma mano a mano che i giorni passavano quella sensazione aumentava sempre più, in ogni momento. Spesso si ritrovava a guardarsi intorno o a chiedere “Chi c’è?”, ma mai nulla. Come se qualcosa si stesse prendendo gioco della sua mente.
Ogni volta che ne parlava con Shade, lui la liquidava dicendole che andava tutto bene, che era lei che era stanca o troppo preoccupata. Avrebbe voluto quindi parlarne con Milky o persino con quell’idiota di Luc, ma in quei giorni non si erano fatti vedere. Luc sicuramente era in giro a divertirsi con qualche povera ragazza e a cercare un’anima da legare, mentre Milky probabilmente girava curiosa per il mondo umano. Beh qualunque cosa stessero facendo non sapeva come contattarli.
Stava camminando silenziosamente nel parco. Da sola.
-Shade, davvero, io ho paura- gli aveva detto.
-Fine, ancora! Smettila, stai calma. È vero che la tua anima farebbe gola a molti, ma non c’è nessuno che ti segue, ti stai preocc..-
-NE HO ABBASTANZA!- Fine era esplosa. Non ne poteva più delle sue frasi da “sei una pazza”. Non le credeva, non si fidava di lei. Perché? –PERCHÉ NON VUOI CAPIRE CHE C’È DAVVERO QUALCOSA CHE NON VA?!- 
Lo aveva visto esitare un po’ per poi sbuffare. Non le credeva ancora. Certo, era facile per lui, non era lui che si sentiva continuamente osservato.
-Bene, sono felice che ti fidi di me!-
Queste erano state le sue ultime parole, dopodiché era uscita in fretta e furia da scuola senza aspettarlo per fare la strada verso casa insieme. E ora si ritrovava sola, sola in quel parco. Sola e con quella sensazione di essere seguita.
-Finalmente sei sola, per una volta-
Si girò di scatto. Di colpo una paura terribile le aveva avvolto la mente al solo sentire quella voce. Un giovane uomo vestito di nero la fissava sorridendo. Aveva due bellissimi occhi blu, due occhi..
..da demone?!
Doveva avere circa vent’anni secondo gli umani, ma chissà quanti ne aveva davvero. Lo vide fare qualche passo verso di lei che si mise a indietreggiare.
-Eri sempre con quello stupido di Shade, finalmente ora possiamo divertirci io e te- sorrise lui. Fine dovette ammettere a sé stessa che era davvero bellissimo. Quei capelli biondi che gli ricadevano sugli occhi blu gli davano un’aria così matura e determinata. Peccato solo fosse un demone che voleva.. la sua anima anche lui?
“Quello stupido di Shade”? Come si permetteva?! E poi.. conosceva Shade?
-Ehi, ti ricordo che non è tutta tua-
Fine si voltò di scatto alle sue spalle. Un altro ragazzo, probabilmente della stessa età del primo, sorrideva un po’ irritato. Anche lui aveva due occhi blu con quella particolarità sovrannaturale. Al contrario aveva corti capelli castani, tirati su come se fossero imbottiti di gel.
Fine iniziò a tremare, non riusciva a dire nulla. Strinse più forte la presa sulla sua cartella come per darsi forza. Cosa faceva adesso? Che volevano?
I due vedendola preoccupata e impaurita sorrisero ancora di più.
-Non devi avere paura principessina. Non ti faremo nulla- sorrise uno. Se non avesse saputo che erano demoni si sarebbe fidata. Aveva usato un tono dolce e recitava davvero bene, gli avrebbe creduto se non avessero avuto quei maledetti occhi cobalto.
Indietreggiò di un passo dal biondino che aveva appena parlato. Senza accorgersene si ritrovò a sbattere contro l’altro che la prese per le spalle facendola girare di scatto verso di lui.
Fine non riuscì a trattenere un urlò che si spense non appena il demone le poggiò delicatamente i polpastrelli di tre dita della mano destra sulla fronte, che si illuminò solo per un secondo. Cos’era, una specie di potere demoniaco?
Improvvisamente sentì le palpebre pesanti e le gambe tremare. Si sentiva debole, stanca. Era certa che in pochi secondi avrebbe perso la cognizione del tempo e dello spazio.
Sentì la sua mano ormai debole lasciare la presa sulla sua cartella di scuola. Cadde a terra producendo un rumore sordo, un rumore che arrivò lontano dalla mente di Fine, ma anche l’ultimo che sentì prima del buio totale.

Shade..





Ciao gente :)
Come promesso ecco qua il diciannovesimo capitolo! 
Avevo detto io che sarebbero iniziato i problemi.. Eh già.. se ne vedranno delle belle ora.
Non so quando aggiornerò, credo che comunque prima che io riparta metterò un altro capitolo ;)
Grazie mille a tutte coloro che mi sostengono sempre, spero di non avervi deluso 
Fatemi sapere eh!
Un bacione grandissimo!

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Capitolo 20
*** Maledetta paura ***


♦ MALEDETTA PAURA 

   Un ragazzo dagli spettinati capelli color della notte camminava velocemente in una delle vie costeggiate da bellissimi alberi di ciliegio. Una leggera brezza gli scompigliava i ciuffi che gli ricadevano sugli occhi e gli faceva svolazzare intorno petali rosa. Era uno spettacolo magnifico, una bellissima sensazione che avrebbe volentieri assaporato senza quell’amaro senso di colpa che gli attanagliava il cuore. Forse aveva sbagliato tono, oppure aveva usato parole sbagliate, o forse era solo il fatto che non le avesse dato ragione, restava il fatto che Fine si era arrabbiata, era certo che si fosse sentita considerata come una pazza che vede cose e sente voci che non ci sono. Lui non sapeva cosa veramente provava Fine, come fosse quella sensazione di essere osservata, non poteva crederle del tutto anche se si fidava ciecamente di lei.
Quando era scappata via lasciandolo all’entrata della scuola con quella frase, si era sentito uno schifo. –Bene, sono felice che ti fidi di me!- aveva detto. Quelle parole gli risuonavano nella testa come tanti colpi di pugnale dritti dritti nel cuore.
Se solo fosse stata più comprensivo, ora doveva trovarla e scusarsi.
Arrivò a casa Kusakabe prendendo le vie del centro città, aveva imparato che era la strada più veloce rispetto a quella del parco. Si arrampicò sull’albero arrivando al balcone, ma constatando che Fine non era in casa tornò giù. E ora dove la cercava?
 
Un mal di testa terribile le si propagò nella zona compresa fra le tempie. Fine aprì piano gli occhi non riuscendo più a dormire, sempre se era quello che aveva fatto fin ora. Aspettò che le sue pupille si abituarono a quella penombra e poi iniziò a girare la testa in diverse direzioni. Dove si trovava? Perché era.. di colpo le tornarono in mente quei due ragazzi, uno le aveva posizionato tre dita sulla fronte e poi.. poi non si ricordava più nulla, doveva averle fatto perdere i sensi.
Sentiva il suo cuore battere forse e se è possibile tremare. O forse era lei che tremava? Sentiva la paura crescerle dentro, non sapeva dov’era, era buio, e per di più quei due tizi erano due demoni. Ed era certa che fossero stati loro ad averla osservata per tutto quel tempo. “Finalmente sei sola, per una volta” e“Eri sempre con quello stupido di Shade” con quelle frasi si erano fatti scoprire, aveva ragione, c’era davvero qualcuno che la seguiva ovunque. E loro lo avevano fatto per tutto il tempo aspettando l’occasione in cui fosse stata sola, ed erano riusciti ad averla.
Ma cosa volevano? A questa domanda, Fine trovò presto una possibile risposta: tutti i demoni devono legare un’anima per rendersi demoni per lo meno di una classe alta. E chi non vorrebbe legare un’Anima Speciale come la sua?
Non sapeva perché aveva così paura, in fondo anche Shade una volta l’aveva legata, non le era successo nulla. Anzi nemmeno quei due potevano farle del male se volevano che la sua anima fosse bella e intatta alla sua morte. Allora perché aveva quella brutta sensazione tipica dei film? Evidentemente era l'ambientazione in cui si stava svolgendo quella terribile situazione.
-Ciao dolcezza, ti sei svegliata-
Fine voltò di scatto la testa alla sua sinistra. Un ragazzo alto, biondo e con quegli inconfondibili occhi blu la stava fissando sorridendo. Era appena entrato da una porta scura, massiccia, che si richiuse presto alle sue spalle.
Si avvicinò a lei, che stette zitta, non rispose, ma lo fulminò con lo sguardo. Quando si accorse che lui era fin troppo vicino, Fine cercò di allontanarsi. Un brivido di terrore la percosse in tutto il corpo quando si accorse che le sue mani erano strettamente unite per i polsi, legate all’indietro intorno a un palo con una  robusta corda. Un palo? Girò la testa quel tanto che bastava per osservare una colonna alle sue spalle. La sua schiena era appoggiata ad essa e lei seduta per terra. Solo ora si rendeva conto che era in trappola, legata e senza nessuna via di fuga.
-Che vuoi?!- disse secca tornando a fissare lo sguardo penetrante e divertito del demone biondo.
-Ti credevo più preparata- sorrise lui.
-La mia anima?- disse lei sarcasticamente digrignando i denti.
-Direi..-
-Questo è ovvio- una voce alle spalle del biondino lo interruppe bruscamente. Dal buio si fece largo una figura di un ragazzo, Fine lo riconobbe subito, era l’altro demone, quello con i capelli più scuri e tirati su con qualcosa che poteva essere paragonato al gel. Era lui quello che l’aveva “addormentata”.
Il ragazzo le si avvicinò mentre il biondino si ritrasse un po’ lasciando spazio al compagno.
-Però prima potremmo fare altro, che dici?- chiese con tono davvero poco piacevole mentre le alzava un po’ la testa tenendole il mento tra le dita.
Fine si liberò subito della sua presa con un gesto brusco del viso seguito da un’occhiataccia che sembrava non voler mutare per niente al mondo in un sorriso. Lui trattenne una risata, che tipa.
-Non potete toccarmi se volete la mia anima- disse lei sicura di aver trovato una soluzione, quella frase che li avrebbe smossi e convinti di lasciarla in pace. Ma li vide sorridere, il ragazzo inginocchiato di fronte a lei si alzò mettendosi di fianco al compagno, erano alti uguali.
-Già, ma questo se tu fossi stata già legata- disse uno.
Fine iniziò a tremare, da un lato era sollevata, nessuno dei due l’aveva baciata e quindi legata, non era  niente per loro, ancora. Ma una parte di lei aveva una paura terribile, quella frase poteva avere molte conclusioni.
-Quindi possiamo divertirci quanto vuoi prima di legarti-
 
Erano ormai quasi le otto di sera, la cena in casa Kusakabe era stata già messa in tavola e Fine non era ancora tornata. Elza camminava su e giù per la sala, intorno al tavolo. Il marito invece guardava fuori dalla finestra continuamente per poi andare alla porta, aprirla, richiuderla e tornare alla finestra. 
-Dove può essere a quest’ora?- ormai questa sembrava l’unica frase che Elza sapesse dire.
Entrambi i genitori si voltarono verso le scale sentendo dei passi. Rein scese con la testa un po’ bassa e a passi veloci, teneva stretto il cellulare. Elza e Tolouse la guardarono sottintendendo la domanda. Rein li guardò e con uno sguardo fece crollare la loro piccola scintilla di speranza -Continua a dire che il segnale è assente- aveva provato più volte a chiamare Fine al cellulare, ma niente.
Alzò la testa di scatto, forse.. forse era con Shade! Ma perché non avvisare o tardare così? Guardò fuori dalla finestra, c’era ancora luce.
-Vado a vedere se è al parco con Shade- disse correndo alla porta.
-Shade?- ripeté sua madre confusa, chi era?
Rein non badò minimamente alla domanda della madre e aprì di scatto la porta. Uscì con un solo passo, ma non riuscì a proseguire andando a sbattere contro qualcuno. Si massaggiò per un secondo il naso mentre la sua mente creava pensieri felici sul ritorno di Fine. Quando alzò la testa il suo sguardo passò da speranzoso a deluso a sorpreso.
-Shade?- chiese sorpresa mentre cercava di realizzare che davanti a lei ci fosse il fidanzato di sua sorella e non lei. Lui la fissava ansimando, doveva aver corso parecchio e sicuramente stava per suonare al campanello, ma lei lo aveva preceduto.
-Fine è tornata a casa?- lo sentì chiedere, la sua voce sembrava quasi agitata.
I genitori di Rein la raggiunsero davanti all’uscio della porta, fermandosi a guardare con occhi curiosi e preoccupati la figura all’ingresso.
-N-no.. stavo venendo a cercarla- disse lei, poi sgranando gli occhi dalla paura si portò le mani al cuore –pensavo fosse con te-
Shade riprese fiato, la guardò mortificato, lei aveva riposto la sua fiducia e la sicurezza di sua sorella in lui, e adesso? Beh adesso per colpa sua era sparita. Immaginava cosa provava Rein e la domanda che le frullava nella testa le si leggeva in faccia: se non è con te, dov’è mia sorella?
-Di solito non tornate a casa insieme?- chiese ancora Rein provocando l’assoluta curiosità dei genitori che però stavano fermi alle sue spalle incapaci di spiccicare parola e ascoltando attenti il discorso dei due ragazzi.
I tre videro Shade abbassare la testa mentre il suo sguardo diventava.. timido? Certo, loro non potevano sapere come si sentisse lui in quel momento. Già spesso era difficile parlare con Rein, figuriamoci parlare con l’intera famiglia della propria ragazza da solo, senza di lei. Si stava abituando a vivere nel mondo degli umani, a scuola e tra gli studenti e i professori. Ma c’era sempre Fine con lui, lei non lo lasciava mai solo. Ma adesso si ritrovava a parlare con sua sorella e i suoi genitori da solo, senza Fine accanto, e per di più di un argomento di cui non avrebbe mai voluto sentir nome.
-Abbiamo litigato..- disse a bassa voce senza guardarli in faccia. Non si immaginava che la prima volta che avesse parlato con i genitori di Fine sarebbe stata quella e soprattutto facendo la figura del fidanzato che fa sparire la ragazza per un litigio. Perché in fondo la colpa era solo sua.
Rein si sentì quasi mancare, come poteva sua sorella sparire per un litigio? A lei non erano mai interessate quelle cose, adesso perché le considerava tanto importanti?
Sentì Elza trattenere un respiro mentre Tolouse sospirare affranto. Poi guardò di nuovo Shade, aveva la testa bassa e gli occhi coperti dal ciuffo blu.
-Non è colpa tua..- disse mentre gli metteva una mano sul braccio. Era convinta che lui fosse un bravo ragazzo, che ci tenesse davvero a Fine. E conoscendo la sorella era certa che era stata lei ad esagerare come sempre e per un no nulla poi.
Sentì Shade irrigidirsi e guardarla mortificato.
-Rein ha ragione, non darti così pena, la troveremo- sorrise Elza, provocando il rossore di Shade, quella donna era praticamente identica a Fine. Il ragazzo si sorprese di come fosse comprensiva, pensava che si sarebbe arrabbiata con lui, dandogli la colpa di tutto.
-Andiamo a cercarla, magari è qui nei dintorni- cercò di sorridere Rein tirandolo per un braccio fuori da casa mentre Tolouse e Elza li guardavano allontanarsi.
 
-Luc-
Milky era chinata a fissare un oggetto a terra, il suo sguardo era enigmatico, il classico che assumeva quando pensava, quando cercava una risposta che in realtà già aveva, ma che non voleva accettare.
Il ragazzo scese da un albero in cui faceva da vedetta, deciso a cercare qualcosa nell’orizzonte. La raggiunse mettendosi ad osservare quella borsa buttata a terra.
Milky iniziò a frugarci dentro estraendo un quaderno. Fine Kusakabe.
-È la cartella di Fine-
Luc la guardò serio, stavolta niente sorrisetti dispettosi o arroganti. Solo quella che gli umani paragonavano alla preoccupazione o irritazione.
-Allora avevamo ragione- disse guardandosi intorno.
-Già, quei demoni non si sono preoccupati di cancellare le loro tracce- disse lei. Per diversi giorni lei e Luc avevano avvertito la presenza di altri esseri come loro, il loro odore, la loro aura di potere. Li avevano cercati, ma niente, dovevano essere furbi e veloci.
Si erano tenuti un po’ alla larga da Fine e Shade per trovarli, ma evidentemente loro erano riusciti ad avvicinarsi a quell’Anima Speciale che dovevano proteggere: Fine.
E ora si ritrovavano lì a contorcersi dalla rabbia per aver fallito, si erano allontanati da Fine per trovarli e invece avevano dato loro la possibilità di trovare lei e rapirla. Non c'erano dubbi, quell’odore sulla cartella di Fine era inconfondibile.
-Dobbiamo avvertire Shade-
   











Buona sera bella gente!
Aaaaallora. Ho un po' di cosucce da dire quindi preparare i cuscini perchè quando inizio a parlare siete perdute.
Fine è stata rapita da quegli adorabili demoni, come avrete notato. Fortunatamente non l'hanno baciata e quindi legata, ma sembrano intenzionati a divertirsi. Tranquille non succederà nulla di brutto ;) Ma non vi dico ne cosa farà lei ne chi la salverà, se qualcuno la salverà! (vi sto confondendo le idee lo so -.-)
Shade non trovandola a casa nemmeno sul tardi è preoccupato ma almeno ha trovato il coraggio di parlare con Rein e i genitori (W Shade!)
E Luc e Milky hanno trovato nel parco la cartella di Fine (se magari Shade per andare a casa di Fine dopo la scuola fosse passato di là, anzichè fare la strada più veloce, l'avrebbe trovata lui e subito -.-). Comunque ecco spiegato il motivo del perchè Fine non ha potuto confidarsi nel con Milky ne con Luc sulla faccenda di sentirsi seguita: quei due erano impegnati a seguire delle tracce lasciate da dei demoni poco affidabili che si aggiravano nella stessa loro città.
E invece è andato tutto a rotoli 
Beh che altro posso dire? Spero tanto che vi sia piaciuto e accetto come sempre critiche, consigli ecc..
Io domani parto quindi non potrò aggiornare ne questa storia ne "My Sky, your world - Mondi Riflessi" fino al primo di settembre (che brutto da dire, sembra debba passare un'eternità invece sono solo tre settimane D: )  Quindi dovrete aspettare per un po' che questa sciagurata aggiorni qualcosa. Intanto però mi porterò avanti a scrivere. E chissà se trovo linea con il computer aggiorno!
Però ho fatto una bella promozione sul cel di internet senza limiti, quindi potrò recensire tutte le storie che metterete o aggiornerete (ma non potrò mettere io i capitoli dal cel >-< merda!)
In poche parole anche se parto di nuovo per i monti a trovare Heidi non vi sbarazzerete così presto di me xD
Per questa storia ci sentiamo a settembre, per le recensioni quasi ogni giorno (dato che sono dipendente da questo sito xD)
Ok ho rotto le scatole. Un bacione grandissimissimo!
Dolce notte a tutte ^^

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Capitolo 21
*** Maledetto aiuto ***


♦ MALEDETTO AIUTO ♦

Shade stringeva fortemente i pugni cercando di trattenere quell’irrefrenabile impulso di radere al suolo ogni singolo albero di quel parco, beh in effetti ormai non poteva farlo senza poteri. Fissava Milky di fronte a lui, teneva tra le mani la cartella di Fine. Non l’aveva mai vista con quello sguardo, quello sguardo arrabbiato e preoccupato, nel limite di quanto demoni senza cuore possano essere in ansia. Una delle domande più futili che gli venne in mente fu il perché sia lei che Luc fossero così in collera con chi aveva rapito Fine, perché stando al racconto dei due amici c’erano due demoni che vagavano da diversi giorni per la città. Shade si chiedeva se quell’ostilità dei suoi amici fosse dovuta al fatto che si erano in qualche modo affezionati a Fine o perché si erano fatti fregare da quei due demoni.
Scacciò quei pensieri scuotendo la testa. Ben presto però la sua mente si occupò pienamente di sensi di colpa e rabbia. Fine glielo aveva detto tante volte che c’era qualcosa che non andava, che si sentiva seguita e osservata. E lui non aveva fatto niente, non le aveva creduto, aveva lasciato che la rapissero. Se solo le avesse dato un po’ più retta e non l’avesse fatta arrabbiare adesso lei.. forse..
-Chi sono?- chiese Shade non riuscendo minimamente a trattenere quella nota di odio e disgusto. Tra loro demoni si conoscevano in molti, voleva assolutamente sapere chi fossero quei due vermi che avevano toccato la sua ragazza.
-Non lo sappiamo ancora, ma le tracce che ci inducono a pensare che siano proprio demoni sono evidenti- disse Milky rigirandosi la cartella tra le mani.
-È colpa mia- Shade strinse i pugni abbassando la testa, si sarebbe volentieri tagliato le mani da quanto si sentiva responsabile –Fine me lo aveva detto-
-Cosa?- quel “cosa?” sembrava più un rimprovero che un “Scusa puoi ripetere, non ho capito”. Shade alzò piano la testa verso Luc, il demone lo fissava serio ma con quella nota di stupore che non era mai riuscito a trattenere quando non si aspettava qualcosa.
Tornò a fissare il pavimento per poi posare lo sguardo sulla cartella di scuola di Fine, sembrava la cosa più interessante del mondo al momento.
-Come sarebbe a dire? E tu non hai fatto nulla?! Non ci hai detto niente!- era una delle prime volte che sentiva Luc alzare la voce così per motivi come quello, anzi forse era l’unica. Era arrabbiato, deluso forse. Sicuramente si aspettava che lui gliene parlasse, che parlasse con lui e con Milky del brutto presentimento di Fine. Invece non aveva fatto niente, non le aveva nemmeno creduto.
-Calmati Luc- lo fulminò Milky con lo sguardo obbligandolo a digrignare i denti furioso ma senza urlare –Shade- disse poi rivolta a lui –Dovevi parlarcene-
-Mi dispiace-
Sentì Milky sospirare –Cosa ha detto Fine?-
-Che.. si sentiva seguita e osservata-
-Da quanto?-
-Da diversi giorni.. forse una settimana-
Milky e Luc si guardarono. Esattamente una settimana prima avevano iniziato a sentire la presenza di demoni in quella città, erano loro non c’erano dubbi. I due demoni che stavano cercando avevano rapito Fine.
-D’accordo, ci pensiamo noi- disse Luc cercando di rimediare con uno sguardo confortante a quello furente di prima. Ma Shade si irrigidì guardandoli entrambi con determinazione –No, voglio aiutarvi. È colpa mia se Fine è nelle loro mani, non permetterò che la leghino o che le facciano del male-
Luc trattenne un sorriso data la situazione poco adatta. Era buffo vedere il suo amico ora umano tanto determinato, sembrava che Shade volesse far paura al più temibile dei mostri, invece era solo un inutile mortale adesso. Ma ciò che lo fece pensare era il fatto che era evidente come volesse proteggere quella ragazzina nonostante non potesse fare assolutamente niente contro due demoni.
-Bene..- disse Milky per chiudere la questione. La cosa che anche Shade volesse partecipare a quella strana missione non le piaceva, ma non poteva obbligarlo a desistere, non lo avrebbe mai fatto se la cosa riguardava Fine –Tu occupati di quella ragazzina, noi pensiamo a cercare qualche traccia che ci conduca a loro- disse poi indicando a Shade una figura all’ingresso del parco che si guardava in giro, evidentemente non li aveva visti.
Shade annuì fissando la figura azzurrina che probabilmente stava cercando lui. Si rivoltò un attimo verso gli amici, ma non li trovò più.  
Corse incontro a Rein che vedendolo assunse la tipica espressione da: “Ti prego dimmi che l’hai trovata”. Ma Shade la fece crollare solo scuotendo la testa. Non aveva tempo per usare tatto, ora si chiedeva come avrebbe spiegato la cosa a Rein e ai suoi genitori.
Vide quella ragazzina tanto simile alla sua Fine iniziare a singhiozzare. Sembrava quasi di vedere la sua fidanzata dai capelli rossi.
-E.. e se le fosse successo qualcosa?- chiese tra i singhiozzi.
Shade si sentiva sempre più in colpa, non solo Fine era in pericolo, ma anche la sua famiglia stava soffrendo. E per colpa sua.
Forse spiegando la situazione come era realmente sarebbero stati più tranquilli. No, come potevano stare più tranquilli sapendo che Fine era nelle mani di due demoni che volevano la sua anima? E poi non gli avrebbero nemmeno creduto, considerando la reazione che aveva avuto Fine la prima volta, le possibilità di avere il loro appoggio e fiducia erano dello zero virgola zero per cento.
Però almeno a Rein.. se le avesse detto la verità magari avrebbe avuto il suo aiuto, lei poteva convincere i genitori a stare tranquilli, poteva inventare una scusa. Ma gli avrebbe creduto?
-Rein, devo dirti una cosa importante- la vide alzare di colpo la testa speranzosa che avesse notizie sulla sorella, ma non era così. La fece sedere su una panchina -So che la cosa ti sembrerà assurda, ma è la verità- disse guardandola serio e attirando la sua attenzione –Io sono un demone-
La vide alzare le sopracciglia fino a farle sparire sotto alla frangetta, mentre le lacrime si fermarono per pochi secondi. Poi lo guardò male –Che stai dicendo, io devo trovare mia sorella!- fece per alzarsi, ma una mano la trattenne facendola risedere bruscamente.
-Ascoltami! So dov’è Fine!-
-Cosa?-
-C-cioè..- oh no, era stato troppo diretto, lui in verità non lo sapeva con esattezza –Senti, quello che posso dirti è che tua sorella è una persona speciale con dei poteri speciali e.. ed è stata rapita da due demoni che vogliono la sua anima- disse lui tutto d’un fiato cercando di essere il più chiaro e veloce possibile e mantenendo quella serietà che doveva avere per farsi credere.
La vide boccheggiare qualcosa, sembrava scioccata, ma non gli credeva e lui lo aveva capito, sembrava più incredulità da una che ha visto un tizio in strada fare giochi di prestigio con trucchi complicati dietro, che incredulità da pensare che quei trucchi siano magia vera.
-Io sono un demone.. cioè.. ero un demone, tua sorella mi ha fatto diventare umano, e ora è nelle mani di due creature che vogliono solo i suoi poteri. I miei amici stanno cercando di trovarli, ma ho bisogno che tu ci aiuti-
-Shade senti- disse lei non riuscendo a impedire che la sua voce uscisse tremante e facendo un sorriso spaventato e molto, troppo tirato –non so di cosa tu stia parlando, ma qui si tratta di mia sorella, lei è sparita e io devo trovarla prima che le succeda chissà cosa- lo disse lentamente e chiaramente, scandendo ogni parola come per far capire bene a un bambino quello che doveva o non doveva fare.
Shade digrignò i denti, come faceva per far si che gli credesse?! Maledizione! La prese per le spalle scuotendola fortemente –Rein! Ti sto dicendo la verità, quelle storie su i demoni e.. e sull’inferno esistono! Fine è nelle mani di due demoni
Rein rimase ferma a fissarlo negli occhi, quel ragazzo le era piaciuto subito, sapeva che Fine con lui accanto era al sicuro. In un certo senso si fidava, lo aveva visto come la guardava e com’era possessivo nei suoi confronti. Quindi perché inventare una bugia simile? Però i demoni.. andiamo come poteva credere ai demoni? Si diede della stupida per aver solo riflettuto su quella storia quando Fine era scappata chissà dove.
Guardò ancora per un attimo Shade, sembrava.. arrabbiato, mortificato e sicuro di ciò che diceva. Leggeva sincerità nei suoi occhi, forse aveva ragione? Ma era così assurdo credere ai demoni, non potevano esistere. Però..
-Non so nemmeno io perché voglio crederti- disse fissandolo seria. Forse voleva fidarsi delle sue parole per avere almeno la vaga idea di dove fosse Fine, per dare un senso alla sua sparizione, perchè in fondo lei non sapeva nulla. Lo vide rilassare i muscoli accennando un sorriso di gratitudine, quindi parlò ancora -Che devo fare?-
 
-Ho fame!- disse Fine arrogantemente.
Ormai aveva smesso di divincolarsi e cercare di sciogliere quella corda, era legata troppo bene. Se quella tattica funzionava si sarebbe fatta slegare, si sarebbe resa così insopportabile da farsi liberare, quei demoni non l’avrebbero sopportata a lungo.
Era quasi un’ora che andava avanti così, ma loro sembravano sempre più divertiti. Aveva affrontato anche la possibilità di usare i suoi poteri, in fondo se voleva una cosa con tutta se stessa prima o poi accadeva. Restava il fatto che non sapeva ancora usare i suoi poteri a suo piacimento, le cose succedevano quando meno se lo aspettava e con i tempi che volevano loro, lei quello non riusciva a controllarlo. Però.. quella volta con Shade, quando aveva creato quella scintilla era successo al momento. Forse poteva tenerli abbastanza lontani, prendere tempo in modo che fossero venuti a salvarla, perché era certa che Shade sarebbe venuto, e anche Milky e Luc, si fidava di loro.
-Ehi, ho detto che ho fame!-
-Accidenti ragazzina, sei proprio una rompiscatole- disse il demone dai capelli biondi avvicinandosi a lei e scostandole un ciuffo della frangia dagli occhi. Fine si scansò bruscamente guardandolo male.
-Che caratterino- disse lui guardandola offeso –cosa mangiate voi umani?- si arrese poi.
-Tsk! Informati da solo!-
-Bene allora rimani senza cibo!- disse lui alzandosi.
-Volete che muoia di fame? Bene, dite addio alla mia anima- rispose lei sicura.
Vide anche l’altro ragazzo avvicinarsi –Forse non ti è chiara una cosa, bellezza. Basta un secondo e sei legata a noi, poi puoi morire all’istante, per noi è tutto di guadagnato avere prima la tua anima- sorrise sadicamente.
Fine strinse i denti guardandoli il più minacciosamente possibile, ma sembrava che la cosa non li toccasse nemmeno -I miei amici verranno a salvarmi!-
-Ah sì?- rise il moro –E chi? Shade?- chiese sarcasticamente. Fine lo guardò sorpresa e spaventata, allora si conoscevano.
-Nelle condizioni in cui è ora non credo che potrà fare nulla- rise l’altro mettendosi a volteggiare in aria con le gambe incrociate come un bambino.
Fine strinse i pugni dietro alla colonna e si zittì, forse era meglio non dire nulla su Luc e Milky, magari quei due non sapevano che aveva dalla sua parte due attuali demoni. E poi sicuramente Shade accorgendosi che era sparita si sarà messo sulle sue tracce con loro due. Si fidava di loro, si fidava di Shade. Anche se gli aveva detto quelle cose e lui non le aveva creduto, sapeva che poteva contare su di lui, che sarebbe venuto a salvarla.
-Beh..- disse il demone dai capelli castani avvicinandosi a lei –Che ne dici se ci divertiamo un po’ intanto che arriva Shade?- chiese ironicamente mentre portava la sua mano al colletto della camicia della divisa di lei. Aprì il primo bottone. Fine sentì la paura e l’ansia crescerle dentro. Era ovvio che per “divertimento” intendessero quello, Shade glielo aveva detto tante volte che il passatempo preferiti dei demoni era la lussuria.
Sentiva la mano di quel ragazzo sfiorarle la pelle mentre scendeva verso i bottoni seguenti.
No
Slacciò il terzo bottoncino mentre un sorriso gli si dipinse sul viso. Non voleva che la vedesse, solo Shade l’aveva fatto.
No
Ora si mostrava perfettamente il decolté lasciando intravedere il reggiseno rosa pallido.
-NOOO!-
Una scarica elettrica percorse la mano del ragazzo facendolo cadere all’indietro. Sgranò gli occhi fissando la ragazzina davanti a lui, mentre il biondino in aria era tornato con i piedi sul pavimento e la guardava sbalordito con la bocca semichiusa.
Sapevano che il suo potere era enorme, ma faceva molto effetto vedere e sentire le cause, e in quel caso era un bruciore alla mano che la stava toccando.
Anche Fine, appena si era accorta di quello che aveva fatto, strabuzzò gli occhi. Ma poi assunse subito un’espressione minacciosa, non doveva far capire loro che era stato un caso, doveva far pensare che potesse fare loro del male quando voleva, che sapeva usare bene i suoi poteri.
-Non avvicinatevi più- disse stupendosi da sola della sicurezza nella sua voce.
Li vide esitare per poi accennare un sorriso poco convinto –Accidenti, abbiamo scelto bene- disse il biondino ancora un po’ scioccato.
Il moro si rialzò avvicinandosi minacciosamente, era soddisfatto della loro preda, ma non si doveva permettere di dare loro ordini, e poi.. gli aveva fatto male!
Quando fu a un passo da lei rimbalzò su qualcosa. Fine lo fissò confusa, che era successo? Lo vide riavvicinarsi a lei e ritrarsi ancora per aver sbattuto contro qualcosa. Allora anche il secondo demone si avvicinò con lo stesso effetto.
Quando i due “sbattevano” nel nulla davanti a lei, a Fine sembrava di scorgere delle scintille e poi dei riflessi che le facevano intendere che intorno a lei c’era come una cupola, una.. poteva essere una barriera protettiva che aveva creato lei stessa per tenerli lontani?
-Interessante- sorrise il biondino.
Stavolta anche Fine gli sorrise, sorrise soddisfatta. Quei due non l’avrebbero avuta vinta. Intanto che Shade e gli altri l’avrebbero cercata, quei due demoni avrebbero avuto un bel po’ di filo da torcere.












Salve popolo di Efp. Non credevate mica che avessi lasciato questa storia così eh?! Eh no, per vostra sfortuna sono qua..
Ed ecco il ventunesimo capitolo! Innanzitutto scusate il ritardo, volevo postarlo ieri, ma avevo trovato un errore e ho dovuto riscrivere un pezzo, infatti avevo messo quella Shot.. ma ora eccolo bello, pronto e sfornato! :3 
Beh.. "Bello".. oddio.. non sono un granchè soddisfatta, però aspetto i vostri pareri.
Qui vediamo Shaduccio che cerca l'aiuto di Rein e.. in un certo senso riesce a farsi credere un po'. E intanto il cervelletto della nostra Fine elabora piani per farsi liberare, ma inutilmente, fino a quando in un momento di panico esplodono i suoi poteri *^*
Evviva Evviva! Fine inizia a "ribellarsi". Per ora quei due non potranno divertirsi poveretti :(
Beh spero che vi sia piaciuto, e scusate ancora il ritardo -.-
Al prossimo capitolo (che arriverà presto eh!)
Un bacione :)

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Capitolo 22
*** Maledetta fiducia ***


♦ MALEDETTA FIDUCIA ♦

-Sei riuscita a convincerli?- lo sguardo di Shade non era mai stato tanto esterrefatto. Le sue iridi cobalto si erano ridotte a due piccolissimi puntini, mentre le sopracciglia erano sparite completamente sotto i capelli alla frase della ragazzina dalla chioma color cielo di fronte a lui. -Ora sono tranquilli- aveva detto.
-Beh non del tutto, ma almeno non pensano che Fine sia stata rapita da qualcuno. Pensano sia a casa della zia con il cuore spezzato- disse Rein guardando incerta il soffitto e trattenendo una risatina infondata al pensiero della stupida bugia che aveva raccontato ai suoi genitori. Aveva detto loro che mentre era fuori con Shade a cercare Fine durante l’ora di cena la sera prima, era riuscita a telefonarle facendosi dire dalla sorella che si trovava a casa della zia Eliza, la sorella di Elza. Aveva detto loro che dopo aver litigato con Shade si era talmente arrabbiata che si era diretta dalla zia, sicura che se il ragazzo l’avesse cercata sarebbe andato a casa sua, e questo voleva evitarlo. Aveva detto alla zia Eliza di chiamare a casa Kusakabe, ma conoscendo la memoria paragonabile a un pesce rosso di Eliza, la donna se n’era dimenticata, presa a consolare la nipote. A Rein dispiaceva aver usato un difetto della cara zia per coprire la sorella coinvolta in una faccenda assurda. Ma ancora di più odiava dover mentire a sua madre e a suo padre  riguardo una situazione così terribile e pericolosa, fidandosi di un ragazzo che sosteneva l’esistenza dei demoni. E se fosse stato uno scherzo? Una folle pazzia della mente di quel ragazzo che poteva benissimo essere uno psicopatico? Rein non lo sapeva, non sapeva se ciò che stava facendo era giusto, se Shade diceva la verità. Ma se diceva il vero e Fine sapeva tutto, perché non le aveva detto niente?
I dubbi iniziavano a coprire tutta la paura che aveva avuto sentendo la frase “Fine è stata rapida due demoni che vogliono solo la sua anima”. Ma non aveva tempo per fare domande anche se se le meritava, ora doveva pensare a come trovarla e a fare una bella  chiacchierata con Shade. Lui era arrivato pochi minuti prima, era mattina, Rein non sapeva dove avesse passato la notte o cosa avesse fatto, ma ora era lì da lei per sapere dei suoi genitori e aspettare qualcosa che non aveva specificato.
-Bene, e se dovessero chiamare vostra zia per parlare con Fine?-
-Non lo faranno, ho detto loro che ho parlato con Fine e che ha detto che non voleva sentire nessuno, categoricamente. E che sarebbe tornata appena si fosse sentita meglio, ma che almeno stanotte avrebbe dormito dalla zia. E infatti non hanno obbiettato per tutto il tempo- rispose lei. Per fortuna che Elza e Tolouse si fidavano di lei e di Fine e davano loro la giusta privacy concessa da dei genitori comprensivi, per quanto comprensivo possa essere suo padre. La notte era passata più tranquillamente di quanto avesse sperato, i suoi genitori si erano bevuti per bene la storia della dimenticanza della zia, sfogando la loro preoccupazione sulla sbadataggine di Eliza.
Shade ogni tanto sospirava, era una fortuna avere Rein dalla sua parte, altrimenti non avrebbe saputo come fare per calmare le acque in quella casa. Poteva usare i poteri ipnotici di Milky, ma Fine non glielo avrebbe mai perdonato se avesse fatto qualcosa alla sua famiglia.
E ora si ritrovavano lì, nella camera di Rein, a camminare su e giù tra il letto e la scrivania, tra l’armadio e la specchiera di trucchi ornata da foto di Bright.
-Senti- lo richiamò Rein dopo aver udito il suo ennesimo sospiro -dov’è mia sorella?-
-Non lo so- disse subito lui fermandosi e abbassando la testa -So solo che è con quei due demoni. Ma due miei amici sono sulle loro tracce-
-E chi?-
-Due amici- ripeté lui guardando distrattamente fuori dalla finestra, dalla camera di Rein, diversamente da quella di Fine, si vedeva il cancelletto d’entrata, il suo balcone era sulla facciata frontale della casa.
Stavolta fu Rein a sospirare spostando lo sguardo sul pavimento per poi riportalo con le sopracciglia corrucciate verso il fidanzato della sorella -Ammettiamo che io ti creda, perché è davvero assurda questa storia, ma ammettiamolo. Com’è che mia sorella ti avrebbe reso umano?- chiese scettica non preoccupandosi di nascondere quella nota di sufficienza, diffidenza e sarcasmo nella voce.
-Tua sorella ha un potere speciale, è per questo che mi sono avvicinato a lei, è in grado di far avverare i suoi desideri più profondi. E a quanto pare innamorandosi perdutamente di me, ha desiderato che fossi umano- rispose lui mentre un sorrisetto soddisfatto e pieno di sé si dipinse involontariamente sul suo viso. Ma ciò servì a provocare solo l’irritazione e l’esplosione di Rein, che fin dalla prima frase aveva stretto i pugni -Come sarebbe che ti sei avvicinato a lei per questo?! Sei un bastardo, non ti importa niente di lei!-
Shade la guardò per un attimo. Rein si era alzata e si era avvicinata di qualche passo agitando le mani in preda alla rabbia, ma resistendo a non tirargli un pugno. Era davvero buffa così, sembrava Fine. Shade non riuscì a trattenere una risata che fece confondere la povera ragazza.
-Scusa è che.. anziché preoccuparti di quello che ti ho detto sui suoi poteri, ti arrabbi del perché sono andato da tua sorella-
Rein abbassò le braccia che erano rimaste mezze per aria strette in due pugni pronti ad andare ad appoggiarsi molto poco delicatamente sul viso del ragazzo. La sua bocca si chiuse di colpo per poi formare un piccolissimo cerchio. Shade aveva ragione, chiunque si sarebbe fatto mille domande sulla questione dei poteri essendo una cosa molto, troppo particolare. Invece lei aveva pensato ai sentimenti di Fine. Ci pensò un attimo, ma alla fine concluse che era fiera di aver pensato a lei e non a quelle capacità che diceva Shade. Era sua sorella!
Vide il ragazzo sorridere dolcemente, probabilmente aveva intuito quello che aveva appena pensato.
-Senti- disse poi Shade diventando serio di colpo e prendendola per le spalle per farsi guardare bene negli occhi -io amo Fine. Da quando mi ha reso umano e mi ha permesso di amare lei è diventata tutta la mia vita-
Rein lo fissò per un attimo, poi cedette come quella volta al parco, quando si era resa conto che per quanto assurdo, quello che diceva le sembrava vero, voleva che fosse vero. Sorrise -Ti credo-
Shade sorrise a sua volta allontanandosi e voltandosi di poco verso la finestra in attesa di notizie dai suoi amici.
-Ma avevi corna e forcone?-
Il ragazzo sorrise divertito alla domanda istintiva di Rein. Era certo che avrebbe iniziato a fare domande come aveva fatto Fine. Erano uguali sotto sotto, lei e Rein non volevano credergli ma si ritrovavano a farlo, e poi la curiosità aveva preso il sopravvento insieme a una marea di domande. Così aveva fatto Fine e così stava e avrebbe fatto Rein.
Si sarebbe trovato di nuovo a raccontare tutta la storia da capo.
 
-Ti ho detto che devo andare in bagno!-
L’ennesimo urlo, l’ennesima occhiata storta e l’ennesima speranza di essere mandata via calci e marchiata come “La ragazza dall’Anima Speciale impossibile da trattare. Statele alla larga”. Ma ancora una volta il suo desiderio era invano. Quei due demoni non sembravano intenzionati a mollarla o a perdere la pazienza. Fosse stata lei al loro posto non avrebbe resistito un’ora con una che si comportava e che urlava così ogni tre per due. Invece quegli stupidi avevano resistito per tutta la notte, e per di più l’avevano svegliata urlando e facendo baldoria tra loro. Si consolava con il fatto che quella strana barriera funzionava ancora ed era in azione anche quando dormiva, fortunatamente.
Fine vide il biondino voltarsi verso di lei. Da quanto aveva capito, lui era il più allegro e istintivo dei due. L’altro invece era il più riflessivo, ma anche il più egocentrico e desideroso di divertirsi.
-Per quanto ci riguarda potresti anche fartela addosso- disse finendo la frase con una risatina irritante.
Fine sbuffò, nemmeno quella scusa li intimava ad addolcirsi. Aveva provato con la fame, con la sete e persino con il prurito per una puntura di zanzara, ma niente. E ora nemmeno con i bisogni fisici!
-Beh poi non lamentatevi se mi sporco e addio divertimento- disse mugugnando e facendo sembrare quella una frase involontaria e polemica. Da un lato funzionò, ma poi ebbe l’effetto contrario.
-Ti farei anche correre al.. come lo chiamate voi umani il posto per fare i bisognini? Bagno?- chiese sarcasticamente il demone dai lucenti capelli biondi, sottolineando “bisognini” come se gli umani fossero cani. Ricevette un’occhiataccia dalla ragazza a terra, ma non ci badò per nulla -Ma spiegami come faccio a slegare le corde se non riesco nemmeno ad avvicinarmi a te per via di quella barriera che hai creato-
L’espressione arrabbiata e irritata sul viso di Fine morì a quelle parole. Aveva ragione. Da un suo piano per farsi liberare, quel ragazzo era riuscito a ribaltare la situazione, e a suo favore! Strinse i pugni e digrignò i denti consapevole che il demone aveva capito tutto, e che infatti sorrideva trionfante.
-Posso almeno sapere i vostri nomi?- chiese acida. Non poteva continuamente chiamarli “Ehi tu” o “Biondino” e “Moretto”. E poi se fosse riuscita a liberarsi i loro nomi le sarebbero stati utili. Beh magari a lei no, ma a Luc e Milky sì.
Il demone sorrise, un sorrisetto compiaciuto che fece desiderare a Fine che una trave del soffitto gli cadesse all’istante sul naso. Poi si inginocchiò davanti a lei a giusta distanza per non sfiorare quella barriera che gli avrebbe senz’altro fatto del male come era successo al suo compagno.
-Io sono Divian- disse per poi spostare il pollice alle sue spalle e indicare il demone dai ritti capelli castani che stava guardando fuori da una piccolissima finestra senza tende -E lui è Dalton-
-Siete fratelli?- chiese Fine alzando un sopracciglio e provocando l’immensa e fragorosa risata del biondino. Fratelli?
-Dovresti saperlo che non avendo genitori non possiamo avere fratelli-
-Era una metafora- borbottò lei. Mica intendeva davvero fratelli, fratelli. Era in un senso retorico, per esempio Shade le aveva detto più volte che il suo rapporto con Milky poteva essere paragonato a quello di due fratelli umani.
Divian si alzò, allontanandosi da lei, presa nel suo mugugnare frasi poco simpatiche su di loro. Raggiunse Dalton, appoggiandosi con la schiena sulla parete accanto alla finestra a cui era affacciato. Lo guardò con la coda nell’occhio -Che facciamo con lei?-
-Non vorrai rinunciare- rispose subito l’altro voltandosi verso di lui e assottigliando gli occhi.
-Non vedo cosa potremmo fare, è intoccabile- disse mantenendo il tono di voce molto basso e lanciando occhiate veloci alla ragazza legata che ancora imprecava che il soffitto cedesse. Anche Dalton portò il suo sguardo su di lei, era talmente presa in quelle frasi sconnesse che diceva che non si era nemmeno accorta del loro discorso.
Divian aveva ragione, intorno a Fine c’era quella potente barriera che impediva loro di avvicinarsi, ma non potevano arrendersi. L’anima di Fine era una delle più potenti che avevano mai percepito, non potevano lasciarsela scappare.
-Tranquillo, è pur sempre un’umana. Si stancherà e cederà, non riuscirà a opporre resistenza per sempre-
 
Un urlo acuto di una ragazza riecheggiò nella camera dalle pareti celesti. Venne poi bruscamente interrotto dalle sue stesse mani portate scioccamente alla bocca mentre le sue gambe si muovevano in passi indietreggianti.
-Accidenti, la stessa reazione di sua sorella- Luc atterrò sul pavimento della stanza fissando offeso la ragazza dai lunghi capelli oceano che cercava di levarsi quell’espressione scioccata e spaventata dalla faccia, ma senza successo.
Rein si stava concentrando sul ragazzo dai capelli color pece, le sue sopracciglia erano sparite sotto la frangetta azzurra e le sue iridi si erano ormai ridotte a due micro puntini turchesi. Vedere un ragazzo vestito di nero entrare senza preavviso dal suo balcone volando e vederlo atterrare in camera come se niente fosse non era esattamente quello che aveva sognato fin da piccola. Com’era possibile che quel ragazzo sapesse volare?
Spostò lo sguardo su una ragazza accanto a lui. Aveva corti e ben curati capelli rosa, probabilmente era poco più piccola di lei. Certo, Rein non sapeva che invece Milky poteva benissimo avere dieci volte gli anni del suo trisavolo. Anche lei era entrata subito dopo il ragazzo lievitando in aria.
-Loro sono Luc e Milky- disse Shade indicando a Rein con un dito i due appena arrivati.
-M-ma loro.. v-volavano..- balbettò lei facendosi impercettibilmente sentire e provocando un sorriso divertito sul volto di Luc.
-Dolcezza, mai sentito parlare di demoni?- domandò allegramente avvicinandosi a lei -Da vicino sei molto più carina, peccato che tua sorella, nonostante io sia immortale, troverebbe lo stesso il modo di uccidermi se ci provassi con te- 
A quelle parole il viso di Rein diventò del colore dei capelli di Fine, dimenticandosi completamente che il bellissimo ragazzo che aveva davanti era un essere degli inferi che era entrato volando in casa sua. Si convinse del tutto che i demoni esistevano, quei due volavano! Forse i dubbi che aveva nella testa per le parole di Shade riguardo alla sparizione di Fine erano inutili, diceva la verità, e quei due ragazzi ne erano la prova vivente.
Si allontanò veloce di un passo, conosceva Fine -Sono gli amici di cui parlavi?- chiese titubante guardando Shade, lui annuì per poi guardare Milky serio.
-Rein è riuscita a trovare una scusa per i genitori, ma dobbiamo fare in fretta. Avete trovato qualcosa?-
Luc tornò accanto a Milky che se ne stava in piedi vicino alla finestra con le braccia incrociate. Il demone si appoggiò poco dietro di lei alla parete con sguardo serio fissando il pavimento. Milky invece guardò Shade per un momento cercando di formulare la frase senza fargli cadere le speranze o al contrario dargliene di false -Abbiamo trovato diverse tracce, e seguito il loro odore. Non si sono preoccupati di passare inosservati-
-Forse non sanno che siamo anche noi qui- la interruppe Luc liberando quel pensiero che voleva condividere anche davanti a Shade, tutto era una possibilità -Probabilmente pensano che in questa città l’unico demone che ci sia, sia Shade. Ma sapendo che ora è.. un mortale, non hanno perso tempo a cancellare le tracce del loro passaggio o a concentrarsi sul nostro di odore-
-È probabile- convenne Milky -e quindi è meglio se non vengano a sapere di noi due, avremo un effetto sorpresa-
-Ma sapete o no dov’è Fine?!- d’un tratto la voce di Rein si fece largo nella discussione da cui si sentiva esclusa. Ma sentir parlare solo di quei due demoni e delle loro tracce la stava facendo innervosire, perché non dicevano subito dov’era Fine?
-Calmati ragazzina- la ammonì Milky con uno sguardo glaciale che la fece spaventare e di conseguenza zittire. Rein si chiuse nelle spalle fissando per terra -Sei proprio uguale a Fine. Impulsiva e testarda- sbuffò poi la ragazzina guardandola e mutando la sua espressione in una più dolce che provocò il rossore di Rein.
-Comunque sappiamo la zona in cui si potrebbe trovare Fine. L’aura del loro potere e il loro odore è molto forte in quel punto, ma non sappiamo con esattezza se si trova in un parco, in un hotel o altro- Rein e Shade guardarono Luc, finalmente una cosa che poteva interessali. Se aspettavano i giri di parole tipici di Milky sarebbe arrivato il secolo successivo, in fondo per un demone come lei non era niente perdere un secolo di vita.
Luc intercettò l’occhiataccia che Milky gli aveva volontariamente buttato addosso. Era proprio quello il modo in cui voleva evitare di spiegare le cose.
-Allora iniziamo a cercarla!- disse quindi Shade determinato stringendo un pugno davanti al petto. Rein si mise accanto a lui annuendo e guardando i due demoni come per farsi dire il luogo da loro descritto.
-Era proprio questo che volevo evitare- sbuffò Milky trucidando Luc con lo sguardo, ovviamente Rein e Shade avrebbero subito voluto iniziare le ricerche e Luc li aveva solo incoraggiati con quella frase -Non possiamo cercarli come se niente fosse. Quei demoni sono pericolosi, sono immortali e voi siete umani- disse poi secca sottolineando quelle due parole che dietro di sé nascondevano un grande significato e infinite differenze. Shade e Rein capirono ciò che voleva dire, ma Fine..
-Dovremmo stare attenti, potrebbero accorgersi che li stiamo cercando ed è meglio che non sappiano che dalla vostra parte ci sono altri due della loro specie-
-Ma intanto che aspettiamo potrebbero legarla!- Rein alle parole di Shade ebbe un brivido. Il ragazzo le aveva spiegato cosa voleva dire “legare un’anima” e le aveva raccontato anche di come lo aveva fatto con Fine, anche se la cosa l’aveva mandata su tutte le furie. Pensare che due tizi venuti da chissà dove baciassero sua sorella e si divertissero con lei creando un legame più profondo di qualsiasi altra cosa non le andava giù per niente. Shade poteva accettarlo a questo punto, ormai lo conosceva e sapeva la storia, ma quei due no, NO.
Il sospirare di Milky si fece largo tra i mobili bianchi e le pareti azzurre. Shade aveva ragione, ma comunque non dovevano essere troppo avventati.
-E va bene- disse dirigendosi verso il balcone seguita a ruota da Luc -Iniziamo domani-












Ciaaao.
Ok, non so davvero cosa dire. Sono in ritardissimo, ma davvero non ho avuto tempo. L'unica cosa che posso dire è che io amo scrivere e pubblicare storie, sono sempre stata abbastanza puntuale, ma se per delle volte non lo sono o non aggiorno quando dovrei è perchè davvero non ho potuto..
Comunque ringrazio davvero tanto chi continua a seguire la storia, davvero sono felicissima.
Spero che anche questo capitolo sia stato di vostro gradimento. Finalmente anche Rein sa tutto, tutto, e ha conosciuto anche Luc e Milky. Adesso dovranno mettersi d'impegno a cercarla..
Beh, vi auguro buona giornata e, anche se un po' in ritardo, buon nuovo anno di scuola :)
Un bacione :)
Ross
p.s. Questo capitolo lo avevo messo ieri sera, ma per sbaglio l'ho cancellato.. quindi ho dovuto ripostarlo. Scusate ehehe ^^''' Comunque ringrazio Sunny Angel che l'aveva recensito (mi spiace ma prima che potessi risponderti sono stata così imbranata da cliccare cancella capitolo, involontariamente eh! -.-)

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Capitolo 23
*** Maledette ricerche ***


♦ MALEDETTE RICERCHE 

Fine sbuffò ancora vedendo Divian e Dalton davanti a lei, affacciati alla finestra a ridacchiare tra loro spesso tornando seri e mantenendo il tono di voce basso per non farsi sentire. Per quanto si sforzava, al suo orecchio non arrivavano che sussurri sconnessi e senza significato.
Come ogni volta che i due demoni non erano concentrati su di lei, si mise all’opera per allentare le corde. Ormai erano due notti che era lì, chissà com’erano preoccupati i suoi genitori e Rein. Non osava pensare cosa avesse fatto sua madre, se avesse chiamato la polizia o persino le forze armate nazionali.
Mentre muoveva le mani armeggiando a intuito i nodi di quelle corde si perse nei suoi ragionamenti sul perché fosse in quella situazione. Certo, era ovvio che era tutta colpa di quei poteri che si ritrovava ad avere. E anche Shade aveva la sua parte di responsabilità, certo lo capiva, era difficile credere a una cosa strana che non capita a te, ma un po’ di fiducia se la meritava, no? Ma anche lei aveva sbagliato, aveva perso la calma sentendosi tradita dal ragazzo che amava. Se solo glielo avesse spiegato bene, se solo avesse insistito. Invece era scappata via dando a quei due la possibilità di avvicinarsi indisturbati a lei. E ora si ritrovava in quel posto puzzolente e orribile con due demoni assestati di divertimento e con i sensi di colpa per le parole che aveva detto a Shade. Ma in fondo era certa che lui la stesse cercando, e con l’aiuto di Milky e Luc era sicura che sapesse che con lei c’erano due suoi cari compagni d'inferno.
Una domanda precisa aveva iniziato a frullarle nella testa da qualche ora: perché non facevano nulla? È vero che non potevano nemmeno sfiorarla grazie a quella barriera, ma non cercavano nemmeno il modo di distruggerla o di avvicinarsi senza pericolo in un modo o nell’altro.
Si risvegliò di colpo dai suoi pensieri sentendo lo sguardo di Divian e Dalton su di sé. Fermò di colpo le sue mani che stavano maneggiando le corde dietro alla colonna e assunse l’espressione con cui li guardava sempre: scontrosa e arrabbiata.
-Intendi stare lì all’infinito? Per noi non c’è problema, possiamo vivere quanto vuoi- disse Divian passandosi una mano nei capelli biondi per ravvivarli. Sembrarono appiattirsi all’istante all’occhiata glaciale di Fine.
-Tanto prima o poi mi lascerete- borbottò dopo poco lei voltando la testa a mo di bambina capricciosa.
-E mi spieghi come?- chiese ancora il demone, mentre Dalton si limitava a fissarla con un mezzo sorrisetto. Fine digrignò i denti trattenendo un grugnito, ancora con quelle domande trabocchetto! Sapeva benissimo che non potevano liberarla senza avvicinarsi e slegare le corde, c’era così bisogno di sottolinearlo sempre? La verità era che si era messa in gabbia da sola. Nessuno poteva entrare nella barriera, ma lei in quello stato non poteva nemmeno uscirne.
-Andiamo, non vogliamo farti del male, ci divertiremo insieme- Divian si abbassò per guardarla in faccia porgendola una mano e guardandola dolcemente, come se volesse invitarla a cedere. Ma a Fine il messaggio arrivò diversamente, e la cosa la fece innervosire ancora di più.
-Non parlarmi come se fossi un cane spaventato!- disse infatti acida guardandolo talmente male che chiunque altro sarebbe scappato via. Ma ahimè, quello era non era umano.
In risposta Divian sbuffò, quella ragazzina era intrattabile, aveva un bel viso, un bel corpo e una bella anima. Ma il carattere era pessimo, come poteva divertirsi con lei?
-Senti un po’- finalmente anche Dalton prese la parola sorpassando il compagno e avvinandosi alla barriera -non ti stanchi a resistere?- chiese atono senza alcuna nota di arroganza, cosa che fece stupire Fine che però rimase a fissarlo con quello sguardo diffidente e contrario, ma non rispose, rimanendo immobile.
Dalton quindi sospirò -Non capisco perché ti ostini a resistere, sai che per legarti c’è solo bisogno di un bacio, chiunque accetterebbe pur di salvarsi la vita e uscire da questo topaio. Tu no, perché?-
Fine non si aspettava una domanda di un simile significato, finalmente il primo discorso sensato e serio che le veniva proposto! Si stupì del fatto che fosse stato proprio un demone a chiederglielo e che avesse usato un tono serio e non strafottente o divertito come aveva fatto Shade al principio.
Incatenò le sue iridi cremisi con quelle cobalto del demone moro, sapeva che non provando sentimenti non avrebbe abbassato lo sguardo intimorito, ma almeno Dalton sarebbe riuscito a leggere le sue di emozioni e la sua determinazione, o almeno sperava.
-Perché il legame che si crea con un demone quando lega un’anima è più forte di ogni altra cosa che esista. E l’unica persona con cui sarei disposta ad avere questo legame è Shade- disse assottigliando gli occhi senza smettere di guardarlo -Il legame più profondo che noi umani conosciamo è l’amore, e io non ho alcuna intenzione di avere con voi un rapporto ancora più importante-
Per un attimo Fine pensò che Dalton fosse sorpreso dalla sua risposta, e forse aveva ragione. Ma anche se fosse non lo diede a vedere, limitandosi a stare zitto e girarsi, dirigendosi alla finestra. Forse qualcosa era migliorato a favore di Fine, ma la sua liberazione era ancora lontana.
Spostò gli occhi su Divian che era rimasto fermo a fissarla serio -Come fate a credere nell’amore?- chiese quasi schifato.
-Come posso spiegartelo se non sai nemmeno cos’è?- rispose lei a tono. Lo sentì mugugnare un “Stupida” per poi sdraiarsi comodamente in aria portandosi svogliatamente le mani dietro la testa.
Un’idea terribile attraversò la mente di Fine. Lei non poteva fare nulla a loro due, lei era umana e loro demoni. Ma se fossero stati loro a combattersi a vicenda? Si stupì di quanto subdolo e calcolatore fosse quel piano, ma doveva tentare nonostante la sua bontà volesse prevalere. In fondo loro di buono non avevano niente.
-Ammettendo che io ceda- disse mantenendo un tono annoiato e guardando le sue ginocchia piegate -chi di voi due mi legherà?- un sorriso soddisfatto e quasi maligno voleva comparire sul suo viso, ma si morse un labbro per evitarlo. Non doveva far capire che era tutto un piano per metterli uno contro l'altro.
Guardò di sottecchi il biondino per aria e come sperava si era irrigidito guardandola sorpreso. Lo vide digrignare i denti, mentre Dalton si girava dando le spalle alla finestra. Anche lui la stava guardando serio, ma Fine capì che anche lui era stato preso alla sprovvista. Adesso voleva proprio vedere come avrebbero continuato a comportarsi quei due.

 
Rein camminava velocemente per le vie della città. Passo dopo passo arrivò al parco, raggiungendo la fontana. Non c’era nessuno, alle due del pomeriggio poche persone uscivano di casa con quel caldo soffocante. Aveva rinunciato ad un’uscita con il suo adorato Bright per vedersi con Shade e gli altri due per cercare sua sorella. Ma lo avrebbe rifatto, Fine veniva anche prima del suo fidanzato.
Trovò Shade, Luc e Milky appoggiati alla fontana ad aspettarli.
-Certo che tu e Fine siete identiche, ritardatarie entrambe- disse Shade divertito provocando l’occhiataccia di Rein, era in ritardo solo di dieci minuti!
-Forza, da dove cominciamo?- chiese poi la ragazza con tono sbrigativo, un minuto in più che sua sorella restava con quei due cani infernali  poteva essere fatale.
Milky iniziò a camminare avanti e indietro a passi lenti davanti a loro mentre spiegava con cautela la zona in cui l’odore dei demoni era più intenso e di come si sarebbero suddivisi i luoghi in cui cercare, ma senza far sembrare che stessero setacciando il posto. -Non dovete per nessuna ragione far capire che siete alla ricerca di qualcosa o di qualcuno. Chiaro?- ripeté per l’ennesima volta fissando più Shade che gli altri. Conosceva la sua impulsività e la sua impazienza, che fosse demone o umano non cambiava, rimaneva lo stesso. Lo vide annuire sicuro, e quando fu certa che anche Rein avesse appreso bene i comandi e la zona in cui doveva cercare, li salutò e con Luc prese il volo. Loro avrebbero setacciato la zona dall’alto.
Rein e Shade invece si misero a correre fuori dal parco e una volta raggiunto il luogo indicato si divisero per due strade diverse, una parallela all’altra.
Rein appena allontanatasi da Shade aveva preso a correre più veloce di prima per poi rallentare di colpo ricordandosi che non doveva attirare l’attenzione di nessuno, soprattutto perché lei non sapeva com’erano quei demoni. Sembrava più facile detto a parole, era inevitabile che le venisse spontaneo girare continuamente la testa scrutando ogni particolare.
Respirò profondamente più volte per apparire tranquilla e si mise a guardare per aria le finestre dei palazzi, assumendo un’espressione annoiata. I suoi occhi sembravano guardare addirittura attraverso le tende, non poteva perdersi nemmeno un piccolissimo particolare.
Successe tutto in un secondo, Rein non guardando davanti a sé, sbatté contro qualcosa. Quando vide la persona che aveva appena travolto era tardi, entrambe erano già a terra. Doveva passare inosservata? Bene, perfetto, davvero perfetto!
-Scusami- appena Rein realizzò che quelle scuse erano rivolte a lei, riprese a guardare la persona che aveva davanti e non più il vuoto. Una ragazza poco più alta di lei era a terra per colpa sua. Corti capelli color ciano scuro e spettinati le incorniciavano il viso piegato in un’espressione divertita e dispiaciuta nello stesso tempo. Rein arrossì un po’ al sorriso di quella ragazza, era davvero bella. I suoi occhi blu brillavano ed esprimevano quasi sicurezza, erano di un bel blu intenso. Rein non poté fare a meno di pensare che la gente con gli occhi di quel colore stesse aumentando a vista d’occhio, erano molto simili a quelli di Shade e i suoi amici.
Di colpo si risvegliò dal fissarla e iniziò a gesticolare imbarazzata -No, scusa tu, ero io che non guardavo!- disse alzandosi di colpo dopo diversi minuti che era ferma a terra. Porse la mano alla ragazza che la afferrò saldamente facendosi aiutare, poi le sorrise di nuovo.
Per la mente di Rein passò di colpo l’immagine della gemella ricordandosi che non poteva perdere tempo, aveva tutta la vita per fare amicizia. Aprì la bocca con l’intenzione di scusarsi ancora e andarsene, ma la sconosciuta fu più veloce -Mi chiamo Sophie, sono nuova di qui e non conosco molto bene la città. Se non è troppo disturbo mi faresti da guida? Sai, sei la prima ragazza con cui parlo-
Rein boccheggiò qualcosa, in altre circostanze avrebbe senz’altro accettato, ma Fine era in pericolo e poi la richiesta di quella Sophie le sembrava un po’ sfacciata, nemmeno sapeva il suo nome! Lei non sarebbe mai stata capace a chiedere alla prima persona che incontrava di portarla in giro. Restava il fatto che non sapeva come rifiutare gentilmente -Ehm.. i-io.. mi dispiace, ma non posso- sussurrò abbassando un po’ la testa mortificata. La sentì trattenere un risatina simpatica e quando la guardò vide un’espressione comprensiva.
Sophie guardò in alto, verso le finestre in cui prima guardava Rein. Poi sorrise di nuovo allegramente -Va bene, capisco- disse tornando a guardarla. Senza nemmeno salutarla le passò accanto sorpassandola. Nella mente di Rein il pensiero che quella ragazza fosse strana era evidente, ma magari ci aveva solo ripensato. Rein la seguì con lo sguardo e solo quando Sophie le fu accanto con gli occhi rivolti alla strada davanti a sé la vide sorridere diversamente da prima e sussurrare qualcosa -Ti auguro di ritrovarla presto-
A quella frase Rein sbiancò. Non sapeva perché, se il tono che aveva usato per dire quella frase, o se per il sorriso inquietante che le aveva intravisto sul viso, non lo sapeva, ma il cuore aveva iniziato a tamburellarle nel petto. Cosa intendeva? Non poteva sapere di Fine, non aveva minimamente accennato neanche di avere una sorella.
Quando si voltò verso la direzione in cui era andata quella strana ragazza, la vide sempre lì, un po’ lontano da lei che camminava tra la folla normalmente. Rein scosse la testa, magari si era immaginata di sentire quella frase, oppure l’aveva semplicemente pronunciata un'altra persona, c’era tanta gente che stava camminando intorno a loro, non per forza doveva essere stata lei.
Si tirò una sberla da sola, ancora una volta si era scordata di Fine. Promettendosi di dimenticare Sophie riprese a camminare velocemente ricominciando a scrutare ogni vicolo, ogni porta e ogni finestra di quella grande via della zona centrale della città.
 
-Niente- grugnì Shade colpendo con un forte pugno il tronco di un albero del parco. Ormai erano quasi le cinque, avevano passato tre ore a cercare senza sosta anche un minimo indizio, per di più tutti in zone diverse, persino dall’alto. Niente.
Milky e Luc lo fissavano senza dire nulla, non c’era niente da dire in fondo. Loro due più che volare sui tetti della città cercando di localizzare il punto focale di quell’odore non potevano. Ma non erano nemmeno riusciti a sentire quel profumo essere più intenso in un punto, segno che si spostavano spesso, con o senza Fine.
Dopo qualche minuto li raggiunse anche Rein, si erano dati appuntamento nel solito parco dopo tre ore dalla loro divisione. Appena Shade la vide arrivare si irrigidì sperando in un indizio, ma vedendo la sua espressione scoraggiata abbassò di nuovo la testa.
-Trovato niente?- chiese Luc pur sapendo la risposta -Ricorda ogni minimo particolare può essere d’aiuto- disse ripetendo quello che diceva sempre Milky anche se sapeva che Rein non era stupida, se avesse trovato anche un minimo indizio lo avrebbe detto. Ma la ragazza scosse la testa tenendo gli occhi bassi mentre le immagini di lei e sua sorella insieme si rifacevano vive nella sua testa. Come avrebbe fatto senza Fine?
Dopo minuti interminabili di silenzio, Rein alzò di poco lo sguardo incontrando gli occhi cobalto di Milky che la fissavano insistentemente e senza sentimento. Venne colta un po’ alla sprovvista, non le piaceva che la gente la fissasse e stavolta non se n’era nemmeno accorta. In altri casi avrebbe risposto male, ma la ragazzina era un demone, non osava pensare a cosa le avrebbe fatto se solo si fosse messa a litigare con lei.
Decise di stare zitta, anche se lo sguardo così duro di Milky la metteva a disagio, non sapeva nemmeno perché la stesse fissando così. La sentì avvicinarsi, così tornò a guardarla. Shade e Luc invece le guardarono disinteressati, mentre la loro mente vagava altrove. Solo quando Milky avvicinò il suo viso al collo di Rein la loro attenzione si posò interamente su quel gesto.
Le guance di Rein iniziarono ad imporporarsi non capendo che stesse facendo quella ragazza così bella. La.. la stava annusando? Milky si ritrasse assottigliando gli occhi -Dove sei stata?-
Rein si sentì come una bambina colta sul fatto, ma l’unica differenza era che lei non aveva fatto proprio nulla se non seguire i piani -Dove mi hai detto di cercare- rispose confusa da quella domanda accusatoria.
Dopo qualche attimo che la ragazzina dagli occhi cobalto la fissava cercando di studiare la sua reazione, si arrese capendo che Rein non mentiva. -Chi hai incontrato?- chiese ancora attirando di più l’attenzione dei due ragazzi che le guardavano interessati standosene in disparte.
-C-cosa?- chiese lei posando di sfuggita uno sguardo su Shade e poi su Luc per poi tornare a lei. Non capiva cosa potesse c’entrare, di certo se avesse incontrato Fine o uno dei demoni lo avrebbe già detto.
-Puzzi di demone- la voce di Milky arrivò alle orecchie di tutti come una ventata di aria gelida che li lasciò senza parole. Aveva scandito bene le parole, il suo tono era freddo e duro. Rein rimase per qualche istante ferma con gli occhi sgranati, come sarebbe che aveva addosso l’odore di un demone? Non poteva essere.
-Rein, chi hai incontrato?!- di colpo la voce di Shade si fece largo tra il silenzio del momento. Il ragazzo si mise velocemente di fronte e lei scuotendola per le spalle ansioso di un indizio per trovare Fine.
-I-io.. nessuno..- disse lei spaventata da tutte quelle domande. Poi di colpo l’immagine dell’unica persona a cui si era avvicinata più delle altre occupò la sua mente: Sophie. Quella ragazza aveva detto di essere nuova in città, ci era andata a sbattere e le aveva preso la mano -Una ragazza- sussurrò poi fissando il vuoto e cercando di ricordare il suo viso.
-Una ragazza?- ripetè Luc -Com’era?- chiese poi subito dopo. Rein iniziò a balbettare e a boccheggiare fino a quando descrisse tutti i tratti del viso di Sophie che si ricordava -Aveva i capelli corti e spettinati color ciano scuro e.. ed era più alta di me..-
-Gli occhi! Gli occhi, Rein, di che colore li aveva?- la interruppe Shade scuotendola di nuovo e facendola spaventare.
-B-blu- rispose lei osservando quelli di Shade -come i tuoi- a quella risposta il ragazzo fece cadere le sue braccia lungo i fianchi lasciando le spalle di Rein. Si voltò verso Milky che lo guardava, anche lei stava pensando la stessa cosa.
-Quella ragazza era un demone- disse infatti lei guardando Rein che sgranò gli occhi. Poi abbassò la testa mortificata,  non se n’era nemmeno accorta.
-Non è colpa tua Rein- le disse Shade facendole alzare la testa -Non è detto che sia lei che tiene nascosta Fine-
-Però lo sapeva- sussurrò lei scioccata fissando l’erba per terra che in realtà non vedeva. Quella frase provocò l’attenzione di tutti che la guardarono aspettando altro -Lei.. lei prima di andarsene mi ha detto “Ti auguro di ritrovarla presto”- continuò. Rein all’inizio non aveva badato a quella frase, aveva pensato che magari non era stata nemmeno lei a dirla. Ma ora, ora tutto avrebbe avuto un senso.
-Quindi sa dov’è Fine- concluse Luc con una nota di entusiasmo e irritazione nello stesso tempo.
-Non è detto- Milky invece non sembrava della stessa opinione. Shade e Luc la guardarono confusi non capendo perché dovesse rovinare sempre tutto -Ti ricordo Luc che l’odore di una femmina è inconfondibile- disse severa -e quello che abbiamo percepito noi era l’odore di due demoni maschi-
Rein non capiva, non sapeva i particolari, per esempio aveva realizzato ora che i demoni avevano gli occhi blu cobalto, come quelli di Shade, lo aveva capito grazie alla domanda del ragazzo che le aveva subito chiesto il colore delle iridi. Ma che persino l’odore tra maschio e femmina fosse diverso non lo immaginava. La domanda sorse spontanea: chi era allora Sophie?
-Allora come faceva a..- provò a chiedere. La sua domanda venne interrotta da Milky che capendo il suo dubbio incrociò le braccia pensierosa -Potrebbe avere poteri psichici- in altri casi Rein avrebbe riso come una matta, ma ora non sembrava poi così assurdo.
-C-cioè.. mi ha letto nel pensiero?- chiese mentre un brivido all’idea che qualcuno potesse sentire quello che pensava le percorreva la schiena.
-Esatto- rispose Shade al posto della ragazzina -Anche Milky ha poteri psichici, solo che lei può comandare la mente della gente facendosi guardare negli occhi- concluse ripensando a come Milky aveva manovrato il preside della scuola, noncurante della paura che aveva provocato in Rein che ora fissava Milky terrorizzata. Il demone dai capelli rosa notò il suo sguardo, ma non ci fece caso, di certo non aveva ne voglia ne intenzione di impossessarsi della mente di Rein, era inutile che avesse paura di lei.
-Resta il fatto che ora c’è un terzo demone in città- tutti si voltarono verso Luc, aveva ragione. Anche se Sophie non c’entrava con il rapimento di Fine, ora lei sapeva che c’era un’anima speciale rapita da due demoni visto che aveva letto la mente della sorella. E probabilmente anche lei si sarebbe messa a cercarla.
-Hai fatto un buon lavoro- disse infine Milky sorridendo enigmaticamente a Rein che rassicurata ricambiò speranzosa di ritrovare la gemella.








Buonasera!
Finalmente ho aggiornato. Ragazzi che fatica, non sapevo come finire il capitolo, ma per fortuna mi è venuta l'ispirazione!
Spero vi sia piaciuto, mi spiace è un po' lunghetto..
Che roba complicata che ho fatto! Si è aggiunto un altro demone: Sophie.. e avrà un ruolo importante eh! Non ve la dimenticate. Intanto Fine è ancora con quei due morti di BIP (Ross le parole!) Ma tranquille che manca poco al loro ricongiungimento.. Tra il prossimo e quello ancora dopo ci sarà la svolta ;)
Ora vado, buona serata :)
E sempre: Grazie a chi segue questa storia ^^
Ross

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Capitolo 24
*** Maledetta ragazza ***


MALEDETTA RAGAZZA

Da quando Fine aveva tirato fuori l’argomento “chi l’avrebbe legata dei due”, Dalton e Divian continuavano a guardarsi quasi in cagnesco. Non parlavano più come prima, non la punzecchiavano più. Ogni tanto si mettevano a bisbigliare affacciati alla finestra, altre volte uscivano e ritornavano ore dopo. Probabilmente andavano a divertirsi dato che lei era intoccabile.
Fine li vide nuovamente uscire dalla finestra dopo aver guardato per qualche istante di sotto. La cosa quindi presumeva che si trovavano abbastanza in alto, perché se fossero stati a uno dei piani più bassi si sarebbe rivelato difficile uscire senza che i passanti li vedessero. E poi dalla finestra si vedeva solamente il cielo.
Appena fu di nuovo sola in quella stanza puzzolente tornò a concentrarsi sulle corde. Ormai ogni volta che i demoni non c’erano, Fine, si dedicava allo scioglimento delle corde alla cieca. -Maledizione- imprecava ogni volta non capendo come fossero state legate. Sembrava peggio dell’acciaio quello stupido nodo.
Come ogni giorno, nei momenti in cui era sola, le lacrime iniziarono a salirle agli occhi. Cercava sempre di trattenerle e apparire dura e forte con Divian e Dalton, ma poi scoppiava una volta senza quegli occhi blu che la osservavano.
Le mancava la sua famiglia, i suoi amici, la scuola. Le mancava la luce del sole e il poter stare in piedi. E le mancava Shade, lui le mancava terribilmente. Tutti i sensi di colpa per quella frase ingiusta che gli aveva detto si facevano vivi in quei momenti. Fine sapeva che Shade aveva fiducia in lei, eppure gli aveva sputato in faccia tutta la colpa di non crederle. E adesso era da sola, senza di lui.
Se solo non avesse avuto quei poteri tutto questo non sarebbe successo, non avrebbe incontrato Shade, lui non l’avrebbe baciata e lei non si sarebbe mai innamorata di lui e quindi non sarebbe mai stata la preda favorita di essere infernali.
Le lacrime ormai scendevano a cascate mentre le sue dita cercavano disperatamente e ormai senza più una logica di slegare i nodi delle corde.
-Accidenti! Io non ho mai voluto questi poteri!- disse tra i singhiozzi con tono disperato. È vero, grazie a loro aveva involontariamente fatto del bene a molti, aveva salvato un bambino dalla strada, aveva fatto riappacificare i suoi genitori, Rein e Bright stavano insieme, la madre di Mirlo era guarita e.. e Shade era umano. Restava il fatto che era tutta colpa di quella sua Anima Speciale se ora era lì, rapida da due demoni in preda ormonale e con il rischio di non vedere più le persone che amava.
Dopo svariati minuti Fine iniziò a vedere appannato, le lacrime erano talmente tante che i suoi occhi erano così lucidi da non farle vedere bene ciò che aveva davanti.
-Volete slegarvi?!- sbottò serrando gli occhi disperata mentre muoveva le braccia e le mani quasi sotto shock senza pensare a quello che faceva. Di colpo sentì uno strappo, un suono che le fece sgranare gli occhi. Le sue mani, che prima legate dietro alla colonna cercavano di allontanarsi l'una dall'altra, ora erano tornate a farsi vedere davanti al suo viso. Fine fissava le sue dita e i suoi polsi senza corde come se fossero macchinari alieni. Si toccò la faccia bagnandosi le dita di lacrime, ce l’aveva fatta. Era riuscita ancora una volta a usare i suoi poteri! Le lacrime continuavano a scendere, sia per la paura che per la gioia del momento. Non aveva capito se era stata lei a sciogliere il nodo o se fosse stato il suo desiderio, ma ora era libera, e non aveva tempo da perdere pensando a queste cose.
Si asciugò velocemente le lacrime con la manica della divisa della scuola che indossava ancora e si fiondò verso la finestra. Solo dopo le venne in mente che forse anche la barriera aveva ceduto mentre lei la sorpassava, ma non ci diede troppo peso. Guardò giù constatando che era in uno dei piani più alti dell’edificio. Le risultò difficile capire in quale fosse, davanti a lei c’erano altri palazzi simili ma un po’ più bassi. A destra una delle vie principali e molto più in là c’erano gli alberi del parco. La cosa che la tranquillizzava era che almeno si trovasse ancora nella sua città.
Corse verso la porta spingendo la maniglia. La sua determinazione si spense: era chiusa. Provò diverse volte a spingerla buttandocisi a peso morto, ma quelle cose succedevano solo nei film, non poteva aprirla.
Tornò alla finestra e studiò il muro accanto a sé, non poteva mettersi a scalarlo arrivando giù, non c’erano nemmeno appigli, accidenti!
Guardò la strada cercando qualcuno a cui urlare, ma probabilmente da quell’altezza non l’avrebbero nemmeno sentita. Se solo avesse avuto il suo cellulare! Perché per una volta non imparava a tenerlo in tasca e non nella cartella?!
-È un po’ alto per buttarsi no?- la testa di Fine si mosse da sola e da rivolta verso il basso guardò di fronte a sé. Una ragazza da corti capelli color ciano era in aria davanti a lei. Teneva le braccia incrociate e un dolce sorriso le allungava le labbra. Fine trattenne il respiro ma non si spaventò, era abituata ormai a vedere gente volare, era certa di averle viste tutte.
Non le rispose, iniziò a pensare chi fosse. Volava, occhi di quel blu particolare, ovviamente era un demone. Per un momento desiderò quasi buttarsi di sotto davvero, possibile che la sua anima fosse talmente forte da attirarli tutti questi pazzi infernali?
-Non ho intenzione di farlo- rispose poi Fine alla domanda della ragazza volante guardandola con gli occhi stretti. Non voleva sembrare facile e amichevole, non con un altro demone.
-Lo so, sarebbe un peccato, sei così carina- sorrise l’altra allegramente ignorando il tono minaccioso di Fine. Quest’ultima dal canto suo non poté fare a meno di arrossire, ricevere un complimento da una ragazza così bella la metteva in imbarazzo come quando era Milky a sorriderle. “Lo so”, che intendeva? Beh era ovvio che non si sarebbe suicidata, andiamo! Continuò a guardarla inespressiva pensando a cosa volesse anche questo demone. E se anche lei fosse lì per la sua anima? Ovviamente era per quello. Accidenti, che pasticcio. Si era liberata e ora? Ora era più in trappola di prima. Non che volesse che Divian e Dalton tornassero, però come avrebbe fatto da sola a sfuggire anche da lei?
-“Vorrà anche lei i miei poteri? Devo andarmene, ma non posso uscire dalla porta. E non posso nemmeno buttarmi di sotto”- Fine a quelle parole sgranò gli occhi e i suoi muscoli si immobilizzarono quasi dal disgusto: quella ragazza stava dicendo le esatte parole che stava pensando. Come..? -“Com’è possibile? Questa ragazza mi sta leggendo nel pensiero, oh no, come faccio? Ho paura. E se scoprisse che Milky e Luc mi stanno.. no non devo pensarlo. Accidenti!”- Fine iniziò a tremare, nell’esatto momento in cui stava pensando quelle cose, la ragazza le aveva dette. Era come se stessero recitando le stesse battute, ma una nella mente e l’altra ad alta voce. E ora quella tizia sapeva anche di Milky e Luc.
La vide avvicinarsi e posare le sue mani sul davanzale proprio sopra quelle di Fine, mentre il suo corpo rimaneva sospeso in aria, a diversi metri dal suolo -Se me lo concedi posso aiutarti-

Shade correva, correva a per di fiato. Da quando avevano realizzato che un altro demone si aggirava per la città, si erano nuovamente divisi con più allarme e ansia per cercare questa volta Sophie. Sapevano che probabilmente non aveva a che fare con il rapimento di Fine data l’opinione di Milky sull’odore, ma poteva sempre essere un primo passo, un aiuto o peggio un nuovo nemico.
Svoltò ancora un angolo scontrandosi con Rein che anche lei correva. Si guardarono respirando affannosamente e scambiandosi un “Niente” con lo scuotere della testa.
Fecero insieme qualche metro scrutando ogni minimo particolare e ogni persona.
-Shade, Rein- Luc comparve dall’ombra di un piccolissimo vicolo alla loro destra. Fortunatamente lui e Milky che gli stava dietro erano a terra come due persone normali, ma ancora nascosti nella penombra. Shade e Rein quasi sobbalzarono al suo richiamo improvviso, ma poi si avvicinarono facendosi coprire dal buio di quella via deserta e piena di spazzatura.
Nessuno dei due umani fece in tempo a fare la classica domanda che Milky alzò un dito indicando qualcosa in alto alle loro spalle. Shade e Rein si voltarono di scatto. Ci volle qualche istante prima di percorrere interamente con lo sguardo un grattacielo grigio, quello che fungeva da hotel per i primi venti piani e da uffici e magazzini per i seguenti quindici.
Le bellissime iridi cobalto di Shade diventarono due piccoli puntini subito dopo aver scorto una piccolissima figura scura che appariva impercettibile da quella distanza, non si sorprendeva se nessuno l’avesse notata. Sicuramente Milky e Luc se n’erano accorti perché potevano volare.
Dopo pochi secondi anche Rein si accorse di quell’anomalia e si voltò verso i due demoni non sapendo a quel punto che fare. Se lì c’era qualcuno in aria doveva essere un demone, e se c’era un demone c’era anche Fine molto probabilmente.
Anche Shade portò l’attenzione su di loro, ma il suo sguardo diceva tutto: “Io vado”. Milky capì il suo messaggio, non replicò, era inutile -Voi usate i mezzi umani, noi ci avviciniamo dall’alto- disse sollevandosi in aria seguita da Luc.
Shade e Rein si misero a correre senza dire nulla verso l’entrata dell’edificio dall’altra parte della strada. Le porte scorrevoli si aprirono una volta che la fotocellula rilevò la loro presenza, e senza nemmeno salutare l’uomo della reception si fiondarono alla porta dell’ascensore. L’uomo e due sorveglianti della hall li guardarono insospettiti, in effetti il loro comportamento era strano, non erano nemmeno clienti e per di più ragazzi giovani. Un uomo della sicurezza provò ad avvicinarsi, ma appena aprì bocca per richiamarli l’ascensore si aprì e Rein e Shade ci si fiondarono dentro premendo il pulsante dell’ultimo piano: il trentacinquesimo.
L’ascensore sembrava sempre più lento, vedevano i vari piani passare uno dopo l’altro a una velocità paragonabile a una lumaca considerando la situazione. Rein contava i piani mentre i suoi pugni chiusi tremavano convulsamente accompagnati da diversi “Dai, muoviti”. Shade invece cercava di mantenere la calma, spaccare quell’aggeggio non sarebbe servito, anzi avrebbe peggiorato tutto.
Finalmente, dopo diversi minuti di impazienza le porte si riaprirono permettendo ai due ragazzi di correre fuori. Si guardarono intorno cercando di decidere che direzione prendere. Andarono a destra e iniziarono ad aprire ogni porta che trovavano. Quel piano era della sezione dei magazzini, in ogni stanza c’erano sempre scatole o a volte il nulla, non doveva essere un piano molto frequentato, anzi per nulla. Un ottimo posto dove nascondere una ragazza.
All’ennesima porta che Rein aprì le si presentò una stanza vuota, si mise ancora a correre -Sono tutte porte che si aprono dall’esterno- disse preoccupata. Shade capì il messaggio che Rein voleva mandargli: ammesso che Fine si potesse muovere non poteva comunque uscire in caso di pericolo.
-Muoviamoci!-

-Se me lo permetti posso aiutarti-
-Cosa?- sussurrò Fine non riuscendo a capire l’offerta di quella ragazza. Sentiva le sue mani venire accarezzate dal dolce tocco del demone dai capelli color ciano, mentre il suo cuore perdeva un battito. La fissava negli occhi quasi spaventata, non sapeva nemmeno lei perché iniziava ad avere paura dopo tutto quello che le era già successo.
-Mi chiamo Sophie- sorrise mostrando i denti bianchi perfetti, in altri casi Fine avrebbe pensato che fosse una delle ragazze più simpatiche del mondo se non la stesse vedendo volare -Vorrei aiutarti ad uscire, non è carino tenere richiusa una ragazza così speciale- quella frase a Fine non fece tanto piacere, ovviamente sì che voleva uscire, ma le parole di Sophie le avevano fatto chiaramente intendere che anche lei era lì per la sua anima. Sembrava simpatica, non appariva per niente inespressiva come gli altri demoni, ma Fine doveva convincersi che lo era e che non poteva fidarsi.
La ragazza dai capelli rossi si riprese guardandola per una attimo contrariata e spaventata. Con l’intenzione di allontanarsi provò a ritrarre le mani, ma quelle non si mossero. Le mani di Sophie erano sopra le sue e sicuramente, come aveva provato con Shade, anche lei doveva essere davvero forte, tanto da impedirle di muoverle nemmeno di un millimetro senza il minimo sforzo. Allora Fine puntò i piedi a terra cercando di fare più forza -Lasciami- disse non riuscendo a trattenere un sussurro spaventato.
-Fine, non voglio farti del male- disse Sophie dispiaciuta, sembrava davvero convincente. Probabilmente le aveva di nuovo letto nel pensiero sentendo che Fine aveva paura di lei e di quello che avrebbe potuto farle. Si arrese presto di divincolarsi, e tornò nella posizione di prima -Che vuoi?!- sbottò quasi con le lacrime agli occhi. Si impose di non farle scendere, non doveva.
Vide Sophie sorridere teneramente -Voglio vederti felice, voglio aiutarti ad uscire-
-NO! Tu vuoi la mia anima!-
-Ma non voglio farti del male- ripeté sempre con quel tono mieloso e mortificato. O Fine era troppo ingenua o quella fingeva davvero bene.
La ragazza respirò profondamente cercando di calmarsi, si arrese anche dal formulare pensieri su come scappare, era inutile, Sophie la sentiva, sentiva tutto quello che provava. La guardò seria, ma chiunque avrebbe capito che era spaventata. Quella ragazza per quanto bella e apparentemente simpatica la inquietava, e non poco.
Vedendola arrendersi Sophie la fissò negli occhi. Fine iniziò a tremare quando un sorriso completamente diverso da quello di prima si dipinse sul volto della ragazza di fronte a lei: un sorriso maligno, quasi sadico. Negli occhi della ragazza brillava quasi una scintilla di oscurità.
Fine non fece nemmeno in tempo a trattenere il respiro che vide il viso di Sophie avvicinarsi.
Successe tutto in un attimo: il rumore di una porta si fece eco nella stanza accompagnato da respiri affannosi e poi un grido, un grido che Fine fu felice di sentire, una voce di una persona che amava. Una persona che avrebbe volentieri abbracciato se non si fosse ritrovata nello stesso istante a fissare pietrificata gli occhi blu di Sophie a pochi centimetri dai suoi e a sentire le labbra del demone sulle sue.
-Fine!-









Scusate -.- sono proprio un'imbranata, è già la seconda volta che per sbaglio clicco cancella anzichè modifica (c'era un errorino).. mi sono tirata otto schiaffi da sola.. vabbè ho rimesso il capitolo anche se forse alcune lo avevano già letto, perdonatemi sono una frana ! D: Comunque.. mi pare di aver scritto che: Non ve l'aspettavate vero? Mi dispiace se vi ho deluse, ma mi serviva un personaggio demone che avrebbe stravolto la storia, e la scelta era ricaduta su Sophie più che altro perchè ha gli occhi blu, quindi poteva essere un perfetto demone. Pensavate fosse una brava ragazza, eh? Lo so.. è già la seconda volta che stravolgo due personaggi, prima Milky e ora lei..
Spero che comunque vi sia piaciuto, finalmente Shade e gli altri hanno trovato Fine.. un po' in ritardo ma l'hanno trovata.
Volevo ringraziarvi davvero di cuore, 200 recensione sono tantissime, non me l'aspettavo, e non me le merito nemmeno, però grazie, sul serio, sono contentissima che questa storia continui a piacere.
Ho già un idea per il prossimo capitolo.. Aggiornerò presto anche My sky, your world - Mondi riflessi ;)
Ancora grazie, buona serata.
Ross :)

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Capitolo 25
*** Maledetto desiderio ***


♦ MALEDETTO DESIDERIO 

  Fine fissava Sophie davanti a sé. Le sue iridi cremisi si erano ridotte a due puntini e il suo viso aveva assunto un’espressione di puro terrore. Il suo cervello non riusciva a realizzare il pensiero che le loro bocche fossero unite in un bacio superficiale ma in fondo pieno di significato.
Sentì le labbra della ragazza farsi sempre più leggere fino a che si staccarono, gli occhi di Fine tornarono a vedere interamente il viso della ragazza che sorrideva ancora in quel modo inquietante, vedendo la sua lingua passare sul labbro inferiore.
Alle spalle di Fine, Shade e Rein guardavano la scena impotenti. Shade stringeva i pugni involontariamente mentre guardava pietrificato quel demone che aveva appena baciato la sua ragazza.
Improvvisamente Spohie sparì dalla finestra e dalla visuale dei tre ragazzi, una forte raffica di vento l’aveva spinta lontano dalla finestra. Dopo qualche istante di confusione, Fine vide Luc sospeso in aria di fronte all’edificio con una mano aperta e un braccio proteso. Sia lui che Milky fissavano la figura di Sophie come se volessero triturarla con lo sguardo.
-È inutile che cerchi di colpirmi- la voce della ragazza si fece nuovamente sentire, stavolta tornando al tono allegro e spensierato di prima. Fine intanto continuava a fissarla senza muoversi e proferire parola. Lei.. lei l’aveva.. non sapeva se era più disgustata dal fatto che fosse stata una ragazza a baciarla o perché ora lei era..
Un gemito di dolore fece eco nella stanza allarmando la povera Rein che non aveva mai visto nulla del genere. Fine si portò istintivamente le mani al petto premendo sulla pelle come per attenuare il bruciore. Quella sensazione lei l’aveva già provata, era stato per colpa di Shade quando l’aveva legata.
Con lo sguardo pieno di terrore aprì tremante i primi bottoni. Appena la camicetta fu abbastanza aperta da lasciare intravedere il decolté, Fine abbassò lo sguardo sulla fonte del bruciore. Un piccolo disegno simile ad un ala nera era posizionato proprio sopra il seno, il marchio di Sophie.
-Fine- Rein e Shade intanto, dopo essersi risvegliati da quello shock, si erano avvicinati in gran fretta, allarmati da quel gemito di dolore.
Fine si voltò piano verso la sorella e il ragazzo mostrando ai due i suoi occhi pieni di lacrime. Senza dire nulla si buttò tra le braccia di Shade non trattenendo un pianto disperato. Le lacrime scendevano come fossero cascate, lacrime di paura per tutto quello che era successo, lacrime di nostalgia per essere stata lontana da loro, di senso di colpa, di terrore e ora di disgusto. Quelle lacrime che per tutto il tempo aveva liberato solo il giusto indispensabile per sfogarsi un attimo ora scendevano tutte insieme.
Sentì le braccia di Shade stringerla sempre più forte mentre con la mano sinistra le accarezzava i capelli. Shade sentiva il suo cuore battergli forte nel petto, quanto gli era mancato stare lontano da lei e non provare quella sensazione.
Rein nel frattempo li guardava con un mezzo sorriso, mentre ogni tanto si lasciava scappare un sospiro di sollievo.
-L-lei mi ha..- sussurrò Fine tra i singhiozzi riportando Shade alla realtà. Per un attimo, per quell’attimo in cui si era concentrato sulla felicità di riavere tra le braccia la ragazza che amava, si era dimenticato di quel bacio, di quel bacio che l’aveva legata a Sophie.
Sciolse l’abbraccio allontanando delicatamente Fine da sé mentre lei lo fissava con le guance bagnate e tremante. Portò una mano al colletto della camicia e glielo spostò un po’ guardandole il petto. Rein a quel gesto pensò subito male, non era ne il momento ne il posto adatto. Presto, però, capì che Shade non stava guardando le forme di sua sorella ma quello che c’era sopra: una figura nera a forma di ala.
Il ragazzo tornò a guardare Fine negli occhi e lei ci lesse chiaramente impotenza e mortificazione. Fine si rese presto conto che non le importava di essere stata legata a quel demone, le sue lacrime erano solo per Shade -Mi dispiace-
-Non è colpa tua- si affrettò a dire lui accarezzandole una guancia e accennando a un sorriso.
Fine lo guardò confusa, lui non aveva capito -No, mi dispiace per quello che ti ho detto- disse tirando su con il naso. Shade per un momento la fissò stupito e le parole che gli aveva detto prima di scappare via si fecero largo nella sua mente. Ma in fondo se le era meritate. E poi in una situazione come quella lei pensava a scusarsi anziché preoccuparsi di essere appena stata legata da un demone subito dopo essere stata rapita da altri due? Il suo corpo si mosse da solo attirandola nuovamente a sé -Perdonami- le sussurrò con voce quasi rotta affondando il viso nel capelli di lei.
-Shade- la voce cantilenante di Luc richiamò l’attenzione del ragazzo, che alzò la testa verso la finestra -Non vorrei interrompere il vostro momento di ricongiunzione, ma abbiamo ospiti-
Fine si allontanò da Shade andando ad abbracciare sua sorella intanto che il ragazzo si fiondava alla finestra. Dopo essersi scambiate qualche parola e aver realizzato che Rein doveva sapere tutto, anche loro raggiunsero Shade. Vedendo altre due persone fuori dalla finestra, Fine aprì la bocca involontariamente: Divian e Dalton.
I due demoni fissavano Sophie in cagnesco e Fine capì che probabilmente li avevano già messi al corrente dell’accaduto, o il potere della sua anima era cambiato nel momento in cui era stata legata. Vide i due demoni fissare poi male anche Luc e Milky, per poi passare a Shade. Era buffo, sembrava quasi una rimpatriata di demoni, solo che non era esattamente un incontro felice.
-Shade, smettila di darmi del mostro- disse la voce di Sophie con tono ammonitorio. Shade si irrigidì, Milky lo aveva detto che probabilmente aveva poteri psichici con cui leggeva nella mente degli altri. Grugnì stringendo i denti, ogni cosa che pensava Sophie la sentiva, era anche inutile cercare di formulare una strategia per scappare. Sarebbe anche stato inutile, Fine era legata a lei, l’avrebbe sempre trovata ora, sempre e dovunque.
Fine spostava continuamente gli occhi da Sophie a Divian e Dalton, lo sguardo d quei due sembravano davvero minaccioso e arrabbiato. Cosa avrebbero fatto adesso?
-Tsk! Ma guarda- la voce di Luc ruppe quel silenzio pieno d’ansia che si era creato tra quelle cinque creature volanti e i tre umani affacciati accanto a loro alla finestra -la coppia di demoni più idioti che si fa portare via l’Anima Speciale di quella ragazza, così, da sotto il naso- disse sarcasticamente con un espressione da presa in giro e con le mani alzate e rivolte verso l’alto. Entrambi i demoni lo fissarono in malo modo lanciandogli diverse occhiatacce, ma aveva ragione. -Non siete cambiati per niente- aggiunse ancora facendo dedurre a Fine e Rein che probabilmente si conoscevano tutti già da tanto -sempre i soliti incapaci-
Appena Luc pronunciò l’ultima lettera di quella frase, una chioma di capelli biondi spettinati apparve di fronte alla sua faccia mentre due occhi cobalto lo guardavano con aria di sfida. Divian si era avvicinato di colpo, il braccio contratto all’indietro si mosse in pochissimi istanti andando, con un pugno chiuso, in direzione del viso di Luc. Quest’ultimo con un gesto fulmineo unì i suoi polsi davanti al viso parando il colpo.
Nel momento in cui il pugno di Divian toccò le braccia di Luc un rumore ovattato si fece eco nell’aria zittendo tutti. Fine li guardava spaventata, non aveva nemmeno visto il biondo avvicinarsi, e per di più era convinta che se quel gancio destro fosse arrivato ad un umano, questo sarebbe stato spezzato in due all’istante.
Vide Luc alzare la testa mentre un sorrisetto gli si dipingeva sulle labbra. Quel gesto doveva aver fatto davvero infuriare l’altro, Divian si mise infatti ad attaccarlo più volte con diversi pugni. Lui avanzava e Luc indietreggiava in aria muovendo velocissimamente la testa per schivare i colpi, ma sembrava non fare la minima fatica. Gli altri demoni intanto li guardavano in silenzio immobili.
-Luc! Stupido demone, fa qualcosa!- Fine non si trattenne più, perché Luc non reagiva? Si divertiva ad umiliare Divian? Ma non potevano andare avanti così all’infinito, dovevano trovare una soluzione al suo problema. E poi cosa avrebbero risolto? Erano demoni, non potevano ammazzarsi.
A quella frase Luc spostò per pochissimo lo sguardo su di lei accennando un sorriso fin troppo arrogante -Ai suoi ordini ciliegina- disse per poi muoversi troppo veloce per essere visto e posizionarsi dietro il suo avversario. Luc mise le mani in tasca annoiato mentre gli tirava un simpatico calcio sul fondoschiena. “Simpatico”, certo, era quello che avrebbe pensato chiunque se non avesse visto il demone biondo venire scaraventato contro l’edificio di fronte spaccando un vetro della finestra in cui era malamente entrato. Una nuvola di polvere uscì da quella direzione mentre i gemiti spaventati di Fine e Rein si fecero sentire impercettibilmente. Non era quello che Fine intendeva.
Dalla nube di polvere uscì di colpo Divian che ancora più arrabbiato si avventò su Luc che rimase fermo. In un istante si ritrovò davanti non più la faccia arrabbiata del biondo, ma la schiena di Dalton che fermò prontamente un pugno che gli sarebbe arrivato dritto in faccia.
-Ora basta- disse il moro guardandolo torvo e lasciando che Divian lo guardasse confuso -Non serve a nulla prendersela con lui- disse per poi voltarsi in direzione di Sophie, ferma in aria che sorrideva.
Ad un tratto i due demoni sparirono dalla visuale di tutti per apparire un secondo dopo accanto a Sophie, uno a destra e l’altro a sinistra intenti entrambi a colpirla. Lei aprì le mani parando in contemporanea i due colpi senza nemmeno guardarli, certo i suoi poteri psichici erano davvero vantaggiosi.
Non volendo arrendersi Divian e Dalton continuarono ad attaccarla ma inutilmente, lei poteva sentire i loro pensieri, percepire le loro idee e prevedere i loro attacchi, non c’era nulla da fare.
-Smettetela- provò a gridare Milky per sovrastare i loro gemiti di fatica e farsi sentire, stranamente aveva lasciato da parte la sua serietà per apparire  impaziente. Non vedendoli cedere, con Luc, si avvicinò per fermarli, lottare tra loro non serviva a nulla, ormai Fine era legata, il motivo della loro furia era solo la rabbia dell’umiliazione, ma prendere a pugni Sophie sarebbe stato praticamente inutile.
Presto però si ritrovarono coinvolti pure loro, cercare di tener ferma una di quelle furie era davvero difficile, soprattutto se non potevano prevedere i loro spostamenti come Sophie.
Fine, Rein e Shade guardavano quella lotta aerea trattenendo il respiro, sapevano che non potevano uccidersi essendo immortali, ma soprattutto per le gemelle era brutto assistere a una “rissa”.
Improvvisamente una raffica di vento entrò nella stanza, Luc l’aveva scagliata verso i tre, per farli smettere, ma Sophie con un solo colpo l’aveva deviata involontariamente in direzione della finestra del palazzo. Fine, Rein e Shade si ritrovarono ad essere catapultati dall’altra parte della stanza senza nemmeno accorgersene. Rein fortunatamente sbattè contro degli scatoloni che attutirono il colpo, Fine e Shade invece si ritrovano con la schiena al muro.
Fine strisciò a terra dopo il forte colpo, ma dopo qualche istante di fitte lancinanti alla schiena si riprese ignorando la botta. Guardò verso Shade, anche lui nella sua stessa situazione. Si avvicinò al ragazzo preoccupata mentre con una mano gli alzava la testa delicatamente incatenando i suoi occhi a quelli cobalto di lui -Stai bene?- chiese subito con voce distrutta, ora che Shade era umano era anche “fragile”.
Lui le sorrise trattenendo un gemito di dolore mentre si metteva dritto -Sì, sta tranquilla- Quello “Sta tranquilla” però ebbe completamente l’effetto contrario. Gli occhi di Fine anziché diventare sollevati iniziarono a riempirsi nuovamente di lacrime mentre si portò le mani al viso per coprirli. Shade a quella visione perse quasi un battito, perchè ogni volta che la vedeva piangere aveva sempre la stessa sensazione? Per un primo momento pensò che si fosse fatta male, ma poi vedendo quanto era disperato il suo pianto capì che non c’entrava nulla.
-È colpa mia- diceva Fine tra i singhiozzi, Shade capì a fatica le sue parole -è tutta colpa mia!- Sì, era colpa sua, se lei non avesse avuto quei poteri tutto questo non sarebbe successo, niente di tutto questo sarebbe successo. L’unica cosa buona di questa storia era Shade, ma davvero era valsa la pena di affrontare tutti questi ostacoli e paure per un ragazzo?
-Ma che dici, Fine- sussurrò lui non sapendo cosa dire, capiva i pensieri di Fine, era normale che lei pensasse di essere la responsabile di tutto, lo era in fondo, ma non aveva fatto nulla di male, anzi aveva cercato di migliorare le cose il più possibile, aveva fatto tutto quello che poteva. Avvicinò le sue mani a quelle della ragazza a terra accanto a lui, le prese stringendole forte e allontanandole dal viso. Finalmente Fine lo guardò negli occhi che si ridussero a due puntini quando lo vide sorridere a avvicinarsi fino ad unire le loro labbra in un bacio dolce.
Fine si ritrovò a divincolare le sue mani dalla presa di Shade, per buttargliele al collo mentre approfondiva quel bacio. Lui la prese per i fianchi stringendola ogni attimo di più e avvicinandola al suo corpo, quanto gli era mancato quel contatto.
La mente di Fine vagava dentro alle sue emozioni, ricordando tutti i momenti passati con Shade, fino ad arrivare alla prima volta che lo aveva incontrato, al loro primo bacio. Quante cose erano successe, quante erano cambiate. Solo mentre sentiva le labbra di Shade massaggiare le sue e la sua lingua esplorare la sua bocca, capì qual era la risposta: sì, ne era valsa la pena di affrontare tutto questo per un ragazzo, per lui.
Restava il fatto che la loro vita sarebbe stata molto più semplice se non avesse avuto questi poteri, certo erano importanti, con essi aveva fatto tantissimi miracoli, ma nello stesso tempo erano stati la fonte di troppi guai. Quante volte aveva desiderato di non averli, di essere una persona normale? Forse troppe per essere contate, e la maggior parte di questi pensieri si erano fatti vivi negli ultimi giorni, quando era in compagnia di Dalton e Divian.
Rein nel frattempo si era rialzata da quella matassa di scatoloni e si era messa a fissare Fine e Shade in silenzio, non aveva mai visto sua sorella fare certe cose, ma era felice, finalmente anche lei aveva trovato la persona giusta. Chissà se anche lei e Bright sembravano così innamorati quando si baciavano.
Fine si staccò piano allontanando la sua bocca da quella di Shade ma continuando a sentire il suo respiro affannato sulla pelle. -Ti amo- le disse lui spostandole una ciocca di capelli dietro all’orecchio.
-Lo so, anche io-
Fuori dalla finestra intanto si potevano ancora vedere il gruppo di demoni che cercava di prendersi a pugni. All’ennesimo gemito di sforzo di uno dei cinque, l’attenzione di Rein, Fine e Shade si spostò su di loro. Videro Sophie fermarsi di colpo e fissare il vuoto con occhi sgranati. A ruota la seguirono Divian e Dalton che si fermarono dall’attaccarla. Persino Milky e Luc si bloccarono, per la prima volta sui loro volti sembrava esserci un’espressione esterrefatta.
Fine si staccò da Shade sentendosi fin troppo osservata, tutti e cinque i demoni si erano voltati verso di loro senza dire una parola, ma la più strana era Sophie. Sembrava la più scioccata di tutti, irritata, sconvolta. Se Fine non avesse saputo che non poteva provare sentimenti, sarebbe stata certa che avesse appena visto un fantasma.
-C-che hai fatto?- sussurrò Sophie improvvisamente dopo poco che la fissava. Fine si portò le mani al petto involontariamente, tipica posizione che assumeva quando aveva paura. Accanto a lei Shade fece un mezzo passo avanti parandosi davanti alla ragazza.
Fine la fissava confusa e impaurita, con la paura per quello che avrebbe potuto fare anche se non capiva a cosa si riferisse -C-cosa?- ripetè spaventata.
Stavolta Sophie rimase zitta, troppo presa dai suoi pensieri, sicuramente aveva percepito che Fine non sapeva di cosa stesse parlando, ma non sembrava nemmeno avere la forza di volontà di metterla al corrente dell’accaduto che quasi sembrava gravissimo.
La ragazza spostò le sue iridi cremisi su Milky, poco più dietro, e su Luc, accanto a quest’ultima. Anche loro sembravano un po’ scossi e Fine non potè fare a meno di continuare a chiedersi il perché.
-Fine- sussurrò Milky. Non l’aveva mai sentita così scioccata, con un tono così sconvolto, sembrava un'altra persona -Non percepisco più i tuoi poteri- 


  






Salve gente, spero non vi siate dimenticate di me e di questa storia.
Eh già, finalmente mi sono decisa ad aggiornare, era ora cavolo! Mi dispiace ma non sapevo come concludere il capitolo.. sono rimasti diversi giorni a provare finali diversi.. alla fine mi è uscito questo, e ho già una mezza idea per il continuo.
Avviso che siamo alla fine, ancora circa due capitoli (epilogo compreso) e anche questa storia sarà finita.
Spero di non avervi deluse..
Buona serata e a presto!
Ross

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Capitolo 26
*** Maledetta eternità ***


♦ MALEDETTA ETERNITÀ 

Quella frase rimbombava nella testa di Fine come un insieme di parole senza senso unite da legami sciocchi. Non realizzava il vero significato dell’affermazione di Milky, non lo accettava. Forse più che non accettarlo era il fatto di essere al corrente di non avere più i suoi poteri. Ma com’era possibile? Poteva essere uno scherzo, un piano attuato da Milky per far in modo che Sophie la lasciasse in pace, che tutti la lasciassero in pace. Ma era una cosa impossibile, tutti i demoni che c’erano all’appello avevano la stessa espressione, tutti sentivano che qualcosa non andava.
Incrociò di sfuggita lo sguardo di Dalton, i suoi capelli castani e tirati all’in su sembravano appassiti come fiori, tutta la determinazione di combattere era sparita, se fosse stato umano Fine avrebbe letto nei suoi occhi delusione.
A distrarla da quei pensieri fu la mano di Rein che la fece ritrarre di un passo, come se un passo potesse metterla al sicuro da quel gruppo di essere sovrannaturali.
Milky entrò dentro alla stanza, ormai senza più pensare alla guerra che si era creata pochi istanti prima. Con un gesto fulmineo si avvicinò a Fine e le aprì la camicia della divisa il giusto necessario per vederle il petto.
La ragazza fu presa alla sprovvista, come del resto la sorella e Shade. Quest’ultimo però le corse accanto, aveva capito cosa stava cercando Milky. Guardò il petto di Fine e al contrario di Milky, che aveva riassunto la sua espressione fredda e seria che la caratterizzava, rimase sorpreso: niente. Già, non c’era nulla, nessun segno, niente ala nera sopra il seno di Fine, solo la sua pelle chiara e morbida.
-Come..- il sussurro di Divian arrivò alle orecchie di tutti benché fosse stato a malapena mimato con le labbra. Volò dentro il magazzino, fermandosi dietro Milky, mentre Dalton lo imitò rimanendo però in piedi sul davanzale della piccola finestra.
Fine non sapeva che pensare, si sentiva fin troppo osservata, ma non era il più grave dei problemi. Ora quello che le interessava davvero era sapere cosa fosse successo.
-Cos’hai desiderato?- chiese Luc improvvisamente entrando dalla finestra e spingendo bruscamente il demone moro per passare. Questo si limitò ad un grugnito, ma non fece nulla, probabilmente la curiosità per la vicenda appena successa era maggiore.
-I-io..- già, cosa aveva desiderato? Per quanto quella domanda non avesse collegamento con il fatto appena accaduto, Fine non vi trovava risposta. Aveva desiderato tante cose, e probabilmente molte di queste inconsciamente, senza accorgersene.
-Tu non li volevi i poteri- finalmente la voce di Sophie si fece di nuovo largo nel silenzio che doveva essere coperto dalla frase in sospeso di Fine. La ragazza fissò il demone alle spalle di Milky quasi sorpresa, solo Rein capì che Fine stava ragionando. E solo quando Fine parlò la situazione fu chiara a tutti: -Già-
 
-Non avrei mai pensato che sarebbe stato così facile- sorrise Fine guardando la foto di famiglia appoggiata sulla sua scrivania, la stessa che aveva anche Rein nella stanza accanto.
-Facile?- sorrise Shade seduto sul letto, in quella parola gli scappò una nota di sarcasmo. Come poteva dire che era stato facile? Era stato facile per lei stare per quei giorni chiusa in quel topaio? Era stato facile essere stata perseguitata da tutti quei demoni? Era stato facile baciare una donna? E soprattutto come poteva pensare che per lui fosse stato facile stare senza di lei? Saperla in mani di chissà chi per colpa sua? Facile, no, non lo era stato affatto.
-Beh, se ci pensi in tutte le storie c’è sempre la battaglia finale dove i buoni vincono e i cattivi vengono uccisi. Qui non è successo nulla, Divian, Dalton e Sophie si sono arresi e se ne sono andati, nessuno si è fatto male- sorrise ancora lei voltandosi verso il letto e guardando Shade. Nemmeno lei era convinta di quello che diceva, però era finita, era finita per sempre. Lei non aveva più i poteri, lo aveva desiderato così tante volte durante quegli ultimi giorni e poi così intensamente che quasi quasi si sentiva stupida a non aver pensato che anche quel suo desiderio potesse avverarsi.
Per un primo momento, dopo aver realizzato la cosa, si era sentita quasi vuota, come se una parte di lei se ne fosse andata, ma era bastata la mano di Shade che si era intrecciata dolcemente nella sua a tranquillizzarla, e ancor di più si era sentita libera quando aveva visto Sophie, Divian e Dalton sospirare e andarsene.
-E così è finita, giusto?- aveva sospirato Dalton alzando le mani. In quel momento poteva benissimo sembrare un ragazzo simpatico, sapere che non era più un suo nemico e che lui non le voleva fare più niente le aveva dato la spontaneità di sorridergli. A lui e agli altri.
-Peccato, ce ne sono poche come te- aveva poi sorriso Sophie, quel sorriso che la faceva apparire simpatica, il primo che Fine aveva visto sul suo viso poco prima del bacio.
Tutti si erano dileguati senza dimenticate di guardarsi torvi tra loro demoni, quella caratteristica di rivalità e odio che c’era tra loro non sarebbe mai cambiata, ma la consapevolezza che ognuno sarebbe tornato per la sua strada in cerca della loro Anima Speciale fece capire a Fine che tutti, umani, mortali e immortali, che tutti hanno un obbiettivo, una meta da raggiungere, una cosa da trovare. E persino lei, la classica ragazza di città, infantile ed allegra l’aveva trovata, e ora era di fronte a lei.
Seduto sul letto, Shade la guardava ironico per il discorso che gli aveva appena fatto, si vedeva lontano un miglio che le avrebbe urlato contro che non era d’accordo, ma questo Fine lo sapeva già, non c’era bisogno di dire nulla.
-E vissero per sempre felici e contenti, è così che dite voi, vero?- sorrise il ragazzo alzandosi e avvicinandosi a lei.
Fine sorrise ironicamente mentre Shade le metteva le mani sui fianchi con quel tocco che solo lui riusciva ad avere -Solo nelle fiabe-
-Facciamo finire anche questa fiaba con un per sempre?- le sussurrò avvicinandosi alle sue labbra con voce roca, per poi appropriarsene in un dolce bacio che piano piano stava diventando sempre più profondo e pieno di affetto. Dopo poco fu Fine la prima a staccarsi non capendo cosa intendesse Shade con quella domanda, che sembrava più una proposta, ma di che cosa?
-Che intendi?- disse non trattenendo una risatina quando lui iniziò a portare le mani dietro alla sua schiena stringendola di più e ad appoggiare sensualmente le labbra sul collo di lei -Ehi- disse ancora tra una risatina e l’altra.
-Un per sempre che ti legherà a me, ma in maniera diversa dalla prima volta- sussurrò lui nello stesso modo tornando a posare le sue labbra su quelle di Fine e iniziando ad indietreggiare portandosi la ragazza con sé. Fine capì, non era stupida, ma non disse niente, continuò a baciarlo e a lasciarsi trasportare verso il letto, solo lì poteva andare Shade. Ma era davvero ciò che voleva? Più di una volta si era trovata in una situazione simile con lui, e tutte le volte lo aveva fermato o gli aveva fatto capire di non essere pronta. Fare l’amore con una persona era una cosa importante, lei non l’aveva mai fatto prima. Era una cosa della quale si doveva essere sicuri, certi al cento per cento, e certi anche che il sentimento che c’era tra i due fosse amore vero. E il loro era amore vero, Fine lo sapeva, chi più di lei e Shade poteva sapere cosa significasse amare a tal punto da diventare qualcun altro? Rinunciare alla propria natura, cercarti in capo al mondo?
In pochi passi arrivarono al letto e Shade ci cadde senza il minimo indugio portando Fine sopra di sé mentre continuava a baciarla, intanto che quest’ultima presa alla sprovvista dall’imbarazzante e improvvisa posizione che avevano assunto i loro corpi aveva interrotto quel contatto delle loro bocche posando le mani sul petto di lui e alzando un po’ la testa giusto per vederlo bene negli occhi. Lui la fissava senza sorridere, ma Fine sapeva che quello era uno sguardo dolcissimo, nei suoi occhi vedeva tutto il suo amore e la sua sincerità, la sua voglia di averla per sé, la sua umanità.
E solo guardando in quegli occhi capì che era pronta. Forse lo era sempre stata o forse no, forse era solo la paura di affrontare una cosa nuova, paura dei suoi sentimenti, paura che troppe cose sarebbero cambiate, che loro non sarebbero più stati come prima, che lei si sarebbe sentita diversa. Ma era ovvio che tutto sarebbe cambiato, che dopo un passo del genere la sua vita sarebbe stata stravolta. Ma forse tutto era già cambiato da quando lo aveva incontrato, dal loro primo bacio.
-Per sempre?- chiese avvicinandosi alla sua bocca e cercando in quegli occhi quella scintilla di sicurezza, quella conferma che sarebbe stato davvero per l’eternità, che il loro amore non sarebbe mai andato in pezzi.
Fine si ritrovò presto sotto a Shade, il quale prima di risponderle aveva ribaltato bruscamente le posizioni finendo per poggiare i gomiti sul materasso, poco più sopra le spalle di Fine e ad accarezzarle le guance, spostandole le ciocche spettinate dalla fronte con le mani. Scosse la testa e poi sorrise mentre le sue labbra tornavano ad avvicinarsi a lei -Oltre il per sempre-.
Fine sorrise prima che i brividi di un altro bacio la percorsero nuovamente provocando il lei quelle sensazioni che sentiva solo con Shade vicino. E solamente quando lui portò le mani verso le spalle della ragazze e successivamente allo scollo della maglietta, iniziò a sentire anche caldo. Shade le scostò il colletto scoprendo le clavicole dove iniziò a baciarla ormai fuori di sé.
Fine spinse il ragazzo per tirarsi su a sedere in modo da togliersi la maglietta, che con un aiuto di uno Shade un po’ sorpreso dalla quella provocazione venne via in un secondo e scaraventata da qualche parte nel letto.
-Quando tornano i tuoi?- chiese lui distrattamente mentre con respiri affannati dovuti alla crescente eccitazione iniziava a baciarla lungo il decolté e a spostarle le spalline del reggiseno per accarezzarle le spalle.
-Tardi- rispose lei con lo stesso tono, mentre le sue mani si unirono per collaborare a sbottonargli la camicia bianca che indossava. Chi lo avrebbe mai detto che lei, Fine, quella ragazzina che non aveva mai creduto nell’amore, adesso si ritrovasse a volere un ragazzo così tanto, così tanto da non ascoltare la sua testa, da ignorare l’orgoglio che le diceva di non essere così provocatoria. No, lei lo voleva e basta, voleva essere sua, sapere che Shade sarebbe stato il suo demone per tutta la vita, che la sua prima volta da umano fosse stata con lei.
Shade si decise ad accelerare i tempi finendo da sé di togliersi la camicia e facendola congiungere alla maglia di Fine ormai dispersa tra le coperte scomposte e in disordine per i loro movimenti. -E Rein?- chiese ancora tra un affanno e l’altro mentre cercava il consenso negli occhi di Fine per slacciarle il reggiseno, dove ormai le sue mani avevano raggiunto il gancetto. Dopo aver trovato quell’approvazione, anche l’intimo superiore della ragazza venne tolto, lasciando a Shade il piacere di toccare i seni di Fine, baciarli e mordicchiarli, provocando i gemiti divertiti di lei.
-Anche- rispose Fine sapendo che sua sorella era uscita con Bright, e conoscendo la sua ossessione per il ragazzo sarebbero stati fuori l’intero pomeriggio, se non fino a sera, proprio come i genitori, impegnati con il lavoro. I genitori, già, se ripensava alla loro espressione sollevata quando era rientrata in casa le salivano i sensi di colpa. Probabilmente però avevano capito che non era andata proprio come aveva raccontato Rein secondo la quale lei era scappata dalla zia Eliza, in fondo era tornata a casa con la divisa completamente malridotta e un’espressione poco meno di sconvolta, con Shade le teneva una mano da bravo fidanzato e Rein dall’altra tutta contenta di averla ritrovata. Ma ora niente aveva più importanza.
L’ennesimo bacio di Shade di nuovo sulle labbra l’aveva distratta da quei pensieri tornado alla realtà, realtà che le sembrava però un sogno.
Sentì la pelle di Shade sotto le sue dita calda, molto calda, probabilmente anche la sua era così. Quando portò involontariamente una mano sugli addominali di lui lo sentì fremere, sensazione che portò il ragazzo a stringerla di più e a baciarla con più passione, mentre il seno di lei aderiva sfacciatamente al petto di Shade.
Dopo pochi istanti anche la gonna di Fine venne scaraventata da qualche parte, Shade ebbe la fortuna che la ragazza ne avesse indossata una con la cernierina laterale, altrimenti chissà quanto tempo.
Fine si accorse presto di essere già e solo con le mutandine addosso. Si sentì di colpo in imbarazzo, come poteva non essersi accorta prima della piega che quella situazione stava prendendo? Le sue mani dal petto di Shade andarono sul suo corpo stesso per coprirsi dalla vista del ragazzo, che a quel gesto si fermò guardandola negli occhi spaventato dal fatto di aver fatto qualcosa che non andava. Ma Fine lo sapeva che quello che non andava era in lei, lui ci sapeva fare, eccome, non biasimava tutte le donne che lui-versione-demone si era portato a letto, chi sarebbe riuscita a resistergli, probabilmente nemmeno lei. Ma ora era diverso, lui era umano, l’amava e lei amava lui, e proprio questo amore la portava ad avere troppi dubbi e paure all’ultimo minuto. Se a lui non fosse piaciuto, se a lui non fosse piaciuta lei?
-Ehi- la richiamò lui quasi con il terrore nella voce, d’un tratto la paura di perderla o che tutto quello fosse solo una fantasia stava venendo a galla. Doveva essere abituato ormai a queste “paure” da umano, ma ogni volta era sempre un brutto colpo.
Fine abbassò la testa in preda al panico, cosa che portò Shade a continuare -Non vuoi farlo?-
-Sì che voglio!- rispose lei di getto, troppo di getto. Infatti arrossì e spostò lo sguardo altrove -è solo che.. ho paura- balbettò poi tornando a guardare intimorita gli occhi cobalto di lui.
-È la tua prima volta, è normale avere..-
-No- lo interruppe lei, non capiva -io ho paura che.. ho paura di non piacerti- disse tutto d’un fiato mettendosi seduta e coprendosi il seno con le braccia, dando la schiena a uno Shade scioccato da quella confessione. Poi sorrise e scosse la testa quasi esasperato. Mise le mani intorno alla sua vita facendole voltare la testa verso di sé e baciandole provocantemente il collo -Come fai a non piacermi, non vedi l’effetto che mi fai?- domandò ironico con voce sensuale riportandola sdraiata sul letto e ricominciando a baciarla e toccarla ovunque. Lei tornò a sorridere divertita, forse le sue paure erano davvero infondate, lui l’amava così com’era.
Pochi istanti dopo anche il resto dell’intimo di Fine le venne sfilato dal corpo e Shade si tolse velocemente pantaloni e boxer rimanendo completamente in intimità con Fine. Per diverse volte si rigirarono nel letto, scomponendo lenzuola e coperte, toccandosi e stringendosi l’uno all’altra, fino a quando Fine sentì il membro di lui premere vicino alla sua intimità. Guardò Shade, ormai non si tornava indietro, era determinata ad avere quel ragazzo, quel demone era suo, suo.
-Ti amo- le disse Shade posizionandosi sopra di lei dopo averla intimata con un gesto delicato ad aprire le gambe.
-Anche io, Shade- sorrise lei. Anche a questo punto, anche dopo tutti i momenti che avevano passato, quelle due parole le provocavano l’aumentare del battito del cuore, aggiungendo la velocità già accumulata per la situazione attuale.
Dopo un cenno da parte di lei che si strinse al ragazzo, Shade la penetrò, stringendola forte mentre la sentiva gemere e urlare dal dolore. Ben presto quel dolore si trasformò in piacere per entrambi, un piacere migliore di qualsiasi altra cosa, un piacere che solo loro potevano procurarsi a vicenda. Un piacere che durò per tutto il pomeriggio, fino a quando sudati e affannati si fermarono, guardandosi con uno sguardo pieno di amore, solo e puro amore.
Forse era vero, ne era valsa la pena di affrontare tutto quello per un ragazzo, per un demone senza scrupoli che voleva solo legare la sua anima per diventare il più potente dei demoni.
Per quanto Fine aveva desiderato che Shade fosse rimasto con lei per sempre? Tante volte, un’infinità. E ora aveva la certezza che non l’avrebbe mai lasciata, che sarebbero appartenuti l’uno all’altra.
E anche senza quei poteri di suggestionare il destino, era riuscita ad avere quello che più desiderava da quando lo aveva incontrato: l’amore per l’eternità.

THE END






Salve gente!  
ehehehehe ^^'' l'ultimo capitolo.. non ve lo aspettavate eh? mi dispiace, vi avevo avvisato che la fine era vicina ma ho deciso che questo sarebbe stato l'ultimo.
Scusate anche per la scena di questo capitolo.. non so davvero come si faccia a descrivere cose simili e sono consapevolissima di aver fatto un'enorme gaf a mettere.. si insomma quello.. ma in qualche modo dovevo giustificare il rating arancione e mettere un finale! ^//^
Beh comunque c'è ancora l'epilogo eh! Quindi il solito discorsone lo metterò lì.
Spero di non avervi deluso..
Un bacione e grazie a tutte quelle che hanno seguito, a presto con l'epilogo (più regalino per Alice) :)
Ross 

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Capitolo 27
*** Maledetto epilogo ***


♦ MALEDETTO EPILOGO ♦

 

-E così..- la voce di Bright arrivò alle orecchie degli amici come un sussurro scioccato ma allo stesso tempo quasi preparato. Dal suo tono di voce sembrava che avesse intuito qualcosa, che avesse già capito che c’era un mistero dietro allo strano comportamento di Shade e Fine e alla sparizione di Rein, impegnata a cercare la gemella. -..sei un demone- finì strappando qualche ciuffo d’erba.
Rein seduta sul prato del parco della città accanto al ragazzo gli si avvicinò di più sentendosi quasi in colpa per la confusione del fidanzato.
-Ero- lo corresse Shade prima che la ragazza dai capelli color cielo potesse dire qualcosa.
-Oh si. Eri- ripeté Bright. Forse non era stata una buona idea raccontagli tutto, ma Rein aveva insistito tanto, non voleva avere segreti con il suo grande amore, anche se quei segreti erano molto più di un semplice pettegolezzo. Ma in fondo Fine la capiva, nemmeno lei avrebbe mai voluto mentire a Shade, ormai avevano condiviso tutto, erano uno parte dell’altro.
Sia Fine che Shade però decisero di non dire nulla sul fatto che anche il fidanzamento tra Bright e Rein fosse dovuto ai suoi poteri, sarebbe sembrata una cosa forzata, per questo Fine cercava sempre di auto convincersi che lei aveva solo affrettato i tempi, dando il coraggio a Bright di fare il primo passo. Non voleva accettare che lui si fosse innamorato di sua sorella solo perché lei lo aveva desiderato. Ma questo poteva saperlo solo Bright.
Fine si buttò all’indietro sull’erba sospirando e sorridendo mentre fissava il cielo. Quante cose erano successe in quel parco, Shade l’aveva vista per la prima volta lì. Quello ormai era un posto speciale, e non solo perché vicino alla fontana a pochi metri da loro Elza e Tolouse si erano incontrati la prima volta e poi innamorati per ben due volte, ma perché era pieno di ricordi anche per Shade e Fine.
Shade imitò Fine, sdraiandosi al suo fianco, mentre di fronte a loro Rein e Bright erano impegnati a lanciarsi sguardi languidi e a ridacchiare ogni volta che lei arrossiva.
-Dopo vieni da me?- chiese a bassa voce Shade non sapendo però che la sorella di Fine e il suo ragazzo erano presi tra di loro e incuranti di quello che succedeva intorno. Le portò una mano sulla guancia accarezzandogliela dolcemente con il dorso del palmo mentre la ragazza si girava a pancia in giù facendo peso sui gomiti e voltandosi verso di lui –Sì, dobbiamo ancora finire di risistemare alcune cose-. Eh sì, Fine lo aveva convinto ad andare a vivere nell’appartamento che suo padre, Tolouse, aveva abitato fino a poco tempo prima, da quando si era separato da Elza. Ma ora che i due erano tornati insieme quella casa era vuota. E Shade era umano, quindi da bravo umano doveva pur vivere da qualche parte. Per un primo momento non era stato d’accordo, non sapeva come gli umani vivessero, la sua vita era sempre stata selvaggia, non aveva bisogno di dormire, ripararsi o mangiare. Ora invece doveva mettersi in testa che avere un’abitazione era una delle cose basilari della routine terrestre.
Fine lo aiutava a sistemare le cose che suo padre aveva lasciato lì adeguandole ai gusti e alle necessità di Shade, si divertivano. Ma in quel momento il ragazzo non era alle pulizie che si riferiva –Io pensavo ad altro- disse infatti tirandosi un po’ su e sussurrandole nell’orecchio con voce roca qualche parole che la fece arrossire vistosamente. Nonostante tutto quello che avevano passato Fine non riusciva a non imbarazzarsi quando Shade la trattava così. Aprì la bocca cercando di dirgli qualcosa consapevole che avrebbe balbettato, ma qualcuno la precedette interrompendo, sotto un certo lato fortunatamente, la conversazione -Vieni qui mostriciattolo!-.
Quel richiamo attirò l’attenzione anche di Bright e Rein, che imitando Shade e Fine si misero dritti voltandosi nella direzione della voce incuriositi. Un ragazzo vestito di scuro era sospeso in aria e si dirigeva volando velocemente verso la direzione dei ragazzi, o meglio, verso la direzione che una bambina dai morbidi riccioli castani legati in due codine aveva preso. La bambina continuò a correre spensierata arrivando vicino ai quattro ragazzi e nascondendosi dietro la schiena di Bright, spuntando fuori con la testa e ridendo divertita per essere nuovamente sfuggita a Luc.
Il demone nel frattempo aveva raggiunto le due coppiette atterrando scocciato più che altro dal fatto di dover ammettere che quella bambina lo aveva seminato più volte nonostante lui fosse un demone e che potesse volare. Appena mise i piedi sull’erba portò le mani ai fianchi fissando quegli occhietti verdi con sfumature nocciola spuntare dalla spalla di Bright. Quest’ultimo nel frattempo si era bloccato a fissare il demone, non aveva mai visto una persona volare, a quanto aveva saputo anche Shade poteva farlo prima, ma tra farselo raccontare e vederlo con i propri occhi c’era differenza. E ritrovarsi un demone dagli occhi blu atterrarti davanti e fissarti in cagnesco non era esattamente ciò che aveva sempre sognato.
-Alise vieni fuori da lì dietro!- continuò autoritario alla piccola ignorando completamente i quattro ragazzi che guardavano la scena straniti. La bambina sembrò non ascoltare il tono contrariato e scocciato del ragazzo ma gli si avvicinò comunque facendo qualche corsetta circolare intorno a lui.
-Luc che stai facendo a quella povera bambina?- chiese finalmente Fine non capendo assolutamente perché quel demone talmente malizioso e arrogante stesse passando il suo tempo con una bimba di poco meno otto anni.
Dal sorriso soddisfatto che spuntò subito dopo sul viso di Luc sembrava quasi che lui stesse aspettando solo quella domanda. –Vi presento Alise- disse muovendo una mano. Nello stesso istante un turbine delicato di aria fresca si formò sotto i piedi della bambina che iniziò a fluttuare andando a finire in braccio al demone. Era strano vedere un tipo come lui stringere e prendersi cura di una bambina così dolce. Non.. non era da Luc!
-Vuoi fare il baby-sitter?- chiese ancora Fine alzando un sopracciglio non capendo la situazione.
-Baby-cosa?- domandarono in coro Shade e Luc con espressioni confuse. Già, demoni. Loro non sapevano niente della vita umana, Shade faceva progressi si, ma a quanto pare aveva ancora tanta strada prima di raggiungere la mentalità di una persona a tutti gli effetti.
-Comunque no, lei è una bambina speciale- continuò poi il demone dai capelli neri lasciando sfuggirsi un sorriso a quegli occhietti che lo guardavano ridendo. Speciale, quanto significato c’era dietro a quell’aggettivo. Ognuno è speciale, a modo suo, ma tutti lo sono, ma ormai Fine aveva imparato che quando un demone pronuncia la parola “speciale” non vuol dire altro che speciale.
-Che potere ha?- chiese Shade. Lui ormai non poteva più percepire le Anime Speciali, ma aveva capito subito cosa intendeva Luc.
Il compagno si mise la bambina sulle spalle facendole scendere le gambine sulle sue spalle e tenendola stretta per non farla cadere. Si mise a gambe incrociate, seduto in aria mentre Alise rideva divertita –E chi lo sa- sorrise.
Fine lanciò uno sguardo confuso a Shade, ma poi ragionò da sola. Probabilmente non si poteva capire subito che potere speciale aveva un umano, o almeno non a quell’età. Shade si era avvicinato a lei perché aveva sentito la sua energia ma in effetti nemmeno lui aveva capito che il potere che Fine aveva dentro di sé era quello di poter suggestionare il destino.
-Non posso ancora dirlo, è piccola, ma la sua Anima è davvero molto potente- continuò Luc –magari la sua specialità è muoversi nel letto-. A quell’ipotesi Fine e Rein arrossirono mostrando uno sguardo severo e imbarazzato, mentre Bright e Shade scoppiarono a ridere. Quella bambina non avrebbe avuto vita facile con Luc, soprattutto perché quando lei avrebbe raggiunto la loro età, Luc sarebbe stato ancora così, bello, malizioso e immortale. Ma chi diceva che la piccola Alise non avesse lo stesso potere di Fine, o qualcosa anche di più potente, qualcosa che avrebbe fatto cambiare Luc, o che avrebbe reso anche lui umano? Sarebbe una storia davvero strana, e Fine non potè fare altro che lasciarsi sfuggire una risatina al pensiero di un Luc umano e innamorato.
La ragazza guardò ancora la bambina e poi il demone, i due ogni tanto si guardavano e la piccola gli tirava i capelli. Poi si voltò verso il suo demone. La stava fissando, la fissava con quegli occhi tanto speciali che lei amava. Quello era il vero inizio della loro avventura, un'avventura umana, nel suo mondo, con il suo Shade, e un'impresa ancora più difficile che sfuggire ai demoni sarebbe stata quella di tener testa a Shade e insegnargli a vivere. Ma in fondo, ognuno ha il diavolo che si merita.









Ciao ragazze, non so come scusarmi. Mi sento ridicola a spuntare così dopo tanto tempo, ma ho avuto quel momento in cui volevo solo godermi le vacanze.
Comunque spero vi sia piaciuto, questa è proprio la fine di questa fic, e la dedico ad Alice ( Phoe ), a cui, come promesso, ho fatto un piccolo regalino mettendola nella storia come Anima Speciale di Luc, visto che è innamorata persa di questo personaggio
Beh che dire, grazie davvero a chi ha seguito questa storia, con i vostri giudizi mi avete fatta crescere e spero non deludervi mai.
Stasera aggiornerò anche Destined che ho il capitolo pronto (si voglio farmi perdonare)
Un bacione enorme e grazie di tutto
Ross

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