Il compleanno

di Red_Hot_Holly_Berries
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Compleanno ***
Capitolo 2: *** Rivelazione ***
Capitolo 3: *** Dolore ***
Capitolo 4: *** Potere ***
Capitolo 5: *** Legami ***



Capitolo 1
*** Compleanno ***


Indicazioni per leggere la mia ficcy:
1-Immaginate tutti i protagonisti dello Shaman Fight ancora sull'isola di Tokyo, in un ipotetico momento prima che Saty dei Gandhara uccida Yoh.
2-scusatemi per le libertà che mi sono presa nei confronti dell'indole dei personaggi
3- mettevi comodi
4-godetevi la mia fanfiction...XD XD

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Il compleanno

Twins brothers, but endless enemies.
Neither of them can forget their ancient hatred, but only one can have his revenge:
before the end, one of them will die by the twin’s hand.
Power is most important than everything else, even than brother’s love.

1° Compleanno:

Notte.
La luna piena, tonda e candida, occupava tutto il cielo, facendo sembrare le stelle piccole piccole, quasi invisibili.
Yoh camminava lentamente, senza fretta, diretto verso la collina che sorgeva vicino al lago, sull’isola dello Shaman Fight, al largo di Tokyo.
Era la sera del 12 Maggio.
Per tutta la sera nel suo alloggio aveva festeggiato il suo sedicesimo compleanno con tutti i suoi amici. Si erano davvero divertiti, soprattutto quando Ren e Horo Horo avevano dato il via all’ennesimo litigio, scatenando una rissa e coinvolgendo anche Chocolove.
Anche Lyserg era venuto a fargli gli auguri, e Anna gli aveva regalato un nuovo fodero per la Spada di Pietra (con grand meraviglia di tutti).
Ma Yoh era inquieto.
Per qualche motivo si sentiva nervoso; perciò, non appena i suoi amici erano tutti andati a dormire, lui era uscito in silenzio per fare una passeggiata, nella speranza di calmarsi.
Senza accorgersene, i suoi passi lo avevano presto diretto verso la collina, e lui aveva assecondato quello strano richiamo che lo attirava laggiù senza opporsi, restando però consapevole di sé stesso.
-Ciao, Yoh. Ti stavo aspettando.- disse una voce vellutata quando raggiunse la sommità della collina, spezzando l’immobilità della notte.
-Hao... immaginavo che ti avrei trovato qui.- rispose Yoh con voce atona, sedendosi sull’erba vicino al suo gemello.
-Perché mi hai chiamato? Avrei preferito restare a casa; sai, fa un po’ freddo a quest’ora.- disse dopo un attimo di silenzio Yoh, guardando in viso suo fratello e stringendosi rabbrividendo nella sua tuta, per cercare di scaldarsi un po’.
-Volevo solo scambiare due chiacchiere con te…e augurarti buon compleanno, fratellino!- rispose Hao, sorridendogli allegro.
Come suonava strana quella parola, “fratellino”, pronunciata da lui! Yoh ancora non si era abituato all’idea, e lo sorprendeva vedere con che leggerezza Hao parlava del loro legame di sangue.
Ma, a conti fatti, Hao sapeva di avere un gemello fin dalla nascita, mentre Yoh lo aveva scoperto solo da pochi mesi.
Contagiato dalla sua calma e vedendo che per una volta suo fratello non intendeva attaccar briga, Yoh si rilassò e ricambiò il suo sorriso, lo sguardo fisso sul riflesso della luna che si specchiava sul lago, simile ad un suo doppio che giaceva sul fondo del lago.
-Buon compleanno anche a te, Hao.- No, proprio non ce la faceva ancora a chiamarlo “fratello”. Non dopo aver pensato a lui come ad un nemico per così tanto tempo.
-E così sono ormai passati 16 anni da quando ci siamo separati… Come vola il tempo, non ti pare? Com’è andata la festa?- chiese poi improvvisamente Hao, come dando voce ad un pensiero improvviso.
Yoh, preso in contropiede, decise di rispondere ad una domanda per volta: -Per te è la terza volta che compi 16 anni, ma per me sono stati lunghi anni! E la festa è andata benissimo, grazie. Ci siamo divertiti molto…- sorrise al pensiero.
Hao gli lanciò un’occhiata a metà tra la curiosità e l’incomprensione, la testa inclinata di lato, come se cercasse di capire qualcosa che gli sfuggiva.
-Tu ti fidi dei tuoi amici?- gli chiese infine, fissandolo in un modo che lo metteva a disagio.
Yoh però rispose con sicurezza: -Assolutamente. Affiderei loro la mia stessa vita…
Tu non ti fidi dei tuoi?- chiese poi al gemello, pur pensando di conoscere già la risposta.
-Quelli che mi seguono non sono amici, ma miei sottoposti. Darebbero la vita per me, ed è questo che io voglio da loro. E il bello è che mi adorano troppo per tradirmi. E poi, se anche solo pensassero di farlo, io lo scoprirei subito e mi occuperei immediatamente del problema.-
rispose infatti Hao con un sorriso maligno, alludendo alla sua innata capacità di poter leggere nell’anima e nella mente altrui.
Pensare a quella sua capacità fece assumere un’aria inquieta a Yoh, anche se era quasi del tutto sicuro che il gemello non potesse leggergli nel pensiero; non dopo le precauzioni che aveva preso per proteggersi in merito.
-Secondo me sei uno sciocco a fidarti così di loro- disse poi Hao al fratello, tirandosi su a sedere.
-Quando meno te lo aspetti, ti tradiranno. Anche se pensi che siano degni della tua fiducia, ti tradiranno, e tu ti pentirai di aver aperto il tuo cuore.- Yoh rimase troppo sconvolto per replicare. I suoi amici non gli avrebbero mai fatto una cosa simile!
Ma Hao non aveva finito: -Credimi, fratello mio, succederà. Lo so per esperienza. E il primo a voltarti le spalle sarà proprio colui che hai aiutato di più, colui che non ti aspetteresti mai che ti abbandoni… Da un momento all’altro ti ritroverai solo, e capirai che in realtà non ti puoi fidare di nessuno.- Le parole di Hao erano colme di rabbia, ma la sua espressione mostrava anche una grande tristezza.
Sì, si vedeva che si sentiva tradito, e che ne soffriva ancora.
E Yoh non aveva neanche bisogno di chiedere da chi, perché sapeva già chi fosse: Matamune, uno spirito gatto che si era evoluto in Spirito Divino proprio grazie ad Hao mille anni prima, e che aveva dato il colpo di grazia al suo stesso padrone cinquecento anni dopo, durante le finali del precedente Shaman Fight.
Yoh cercò di dissipare il rancore del gemello: -Hao, sono sicuro che Matamune non ti ha dimenticato. Sai perché non era riuscito a raggiungere il Nirvana in così tanti secoli? Era perché si pentiva di averti abbandonato e di aver smesso di avere fiducia in te.
Gli manchi e vorrebbe tanto rivederti… ma per fare sì che lui possa fidarsi di nuovo di te, devi tu per primo fidarti di lui: perdona e dimentica ogni suo errore, e vedrai che lui non se ne andrà più via da te…Una volta hai detto che lui era il tuo unico vero amico…-
Ma Yoh non riuscì mai a finire il suo discorso: senza preavviso Hao gli sferrò un pugno in faccia, facendolo cadere all’indietro e rotolare per un tratto lungo il fianco della collina, finché non riuscì a fermarsi e rimettersi in piedi.
-Ma che ti prende?- gli chiese stizzito Yoh, portandosi una mano al naso per arrestare il sangue che gli scendeva dal naso, imbrattandogli il viso, e alzando poi lo sguardo.
Il ragazzo si immobilizzò tremando, come attraversato da una scossa elettrica.
Il volto del suo gemello era trasfigurato dalla rabbia, e i suoi occhi brillavano accesi da una luce maligna.
-Non osare mai parlarmi così!- urlò Hao, mentre alle spalle gli compariva lo Spirit of Fire. Ogni nervo gli urlava di scappare, di mettersi in salvo, e ogni suo muscolo era contratto, pronto a scattare, ma Yoh non poteva muoversi, paralizzato com’era dalla paura e inchiodato da quegli occhi, così simili ai suoi, che gli promettevano dolori indescrivibili.
Gli sembrò di metterci secoli a distogliere lo sguardo; ma, non appena vi riuscì, ritornò subito padrone del suo corpo.
Senza aspettare un attimo creò il suo oversoul, lo Spirit of Sword, e si mise in posizione di difesa, tenendo d’occhio Hao e il suo potente spirito.
La reazione di Hao fu una risata, talmente fredda che faceva venire i brividi, ma così acuta da rasentare la follia.
I due rimasero così - fronteggiandosi - talmente simili, ma così diversi.
L’ilarità di Hao cessò improvvisamente, e un silenzio assordante calò tra i due.
Hao sembrava ascoltare qualcosa, una voce forse, apparentemente dimentico di Yoh, che tendeva invano le orecchie nel tentativo di sentire di cosa si trattasse.
-Abbiamo visite, fratellino- disse Hao beffardo, imbevendo di sarcasmo l’ultima parola.
Di riflesso Yoh si voltò e vide i suoi amici risalire correndo la collina, le armi sfoderate contro il suo gemello, e poi si girò nuovamente, consapevole di quanto fosse pericoloso voltare le spalle a un simile nemico. E sussultò.
“Te la farò pagare”.
Lo sguardo di Hao era cambiato: non sembrava più esprimere la rabbia di prima, pareva invece dire proprio queste parole, così chiaramente che Yoh pensava di avergliele sentite pronunciare.
Voleva vendicarsi, voleva fargli patire il suo stesso dolore.
E solo troppo tardi Yoh si accorse che quello era stato il suo obbiettivo fin dall’inizio, e che lo aveva raggiunto… oh, se lo aveva fatto.

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mia prima e unica (credo, qst ficcy mi ha consumato ogni greammo d'idee!!) su Shaman King.

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Capitolo 2
*** Rivelazione ***


grazie Red Blaziken!
sono felice ke ti sia piaciuta!!!^_^
e sappi ke sarà di una decina di capitoli, se ho preso bene le misure...XD
ti progo di sopportarmi, non sono poi così tanti!!!

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2° Rivelazione:

Dopo il primo, distratto sguardo ai nuovi arrivati, Hao si girò nuovamente verso Yoh.
-Yoh, sii realista! Ormai devi averlo capito anche tu…- disse, parlandogli come se fossero soli, e Yoh ebbe il presentimento su che argomento suo fratello voleva andare a parare.
Sentì il sudore colargli lunga la schiena, ma rimase zitto: non voleva aiutarlo.
Sapeva già ciò che sarebbe successo e che sarebbe stato doloroso: per lui…per tutti loro.
-Sai benissimo che non potrai resistere ancora a lungo, già è stato difficile così…-
Gli amici di Yoh erano assolutamente confusi, e lo guardavano alla ricerca di spiegazioni, ma quando parlò non fu per loro, ma per Hao:-Non voglio parlarne adesso, Hao. Vattene.-
L’altro sorrise, pieno di condiscendenza, dall’alto della collina.
-No che non me ne vado. Sei sopravvissuto per ben 16 anni, più di chiunque altro, ma non durerai ancora molto…e tu lo sai. Lo senti, vero? Senti che cerca di andarsene… Non vivrai ancora molto...- disse allegro, con assoluta mancanza di immedesimazione.
-TACI!- urlò Yoh, interrompendo il suo monologo con rabbia, l’oversoul scomparso.
Era uno spettacolo pauroso, anche perché nessuno l’aveva mai visto in quello stato: tremava, stringendo i pugni fino a conficcarsi le unghie nella carne, e il suo viso esprimeva un odio senza limiti, rafforzato dal sangue che gli striava la faccia e gli occhi scintillanti.
-Non mi rimane molto tempo su questo mondo, è vero…ma farò in modo di portarti con me nella tomba!- disse, facendo profondi respiri per non perdere la calma.
Hao sorrise nuovamente, maligno come solo lui poteva essere -In effetti, se io dovessi morire, tu mi seguiresti subito… Non dimenticare mai ciò che mi devi!- concluse esultante.
Gli amici di Yoh riuscirono a riscuotersi dal loro torpore solo quando lo videro chinare il capo rassegnato, sopraffatto una volta di più da una verità che non poteva ignorare.
-Di cosa stai parlando, Hao? Smettila di blaterare!- urlò Ryu.
L’interpellato sgranò teatralmente gli occhi e disse, con voce colma di finta sorpresa:
-Ma come, fratellino? Non glielo hai mai detto? Non è carino da parte tua…o forse ti sei finalmente reso conto che se lo scoprissero ti abbandonerebbero subito?-
- NON-DIRE-NEANCHE-UN-ALTRA-PAROLA! - scandì furioso Yoh, avanzando minaccioso verso di lui. Ren allora, frustrato da quei segreti, si fece avanti e gli chiese perentorio:-Che cosa diavolo sta succedendo? Dimmelo, Yoh!-
Hao guardò il suo gemello, gongolante come un bambino a Natale.
-Se non glielo dici tu, glielo dirò io…è giusto, non ti pare?- fissò il suo pubblico e allargò platealmente le braccia. -Dovete sapere che Yoh non è quello che credete che sia:
lui mi deve la vita, la sua intera esistenza, perché se io non ci fossi lui scomparirebbe.
E questo perché lui è un mezz’anima!-

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si lo so, è cortoo ma beccati...il next sarà molto più lungo!!
più o meno da qui alle amieriche!!!

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Capitolo 3
*** Dolore ***


3° Dolore:

Silenzio.
Un silenzio così assordante da fare male alle orecchie accolse la dichiarazione di Hao, che si godette la scena con un ghigno compiaciuto.
-C-cosa?- chiese tremante Anna, traumatizzata.
-Yoh, dicci che non è vero!- disse supplichevole Horo Horo, sperando che così fosse.
-Non è possibile…-mormorò attonito Ren.
-Che…che cos’è un mezz’anima?- chiese timidamente Manta, che non riusciva a capire la reazione spropositata degli amici. Come potevano farsi sconvolgere tanto da lui?
-Un mezz’anima- cominciò a spiegare Hao, compiaciuto dalla piega della conversazione.
-è qualcuno che non ha più l’anima intera, ma gliene manca una parte. Di solito gli sciamani se ne separano per ottenere maggior potere, ma Yoh…-
-Ma io sono nato così- lo interrupe Yoh, la voce atona ma colma di tristezza e dolore, il viso girato verso il lago per non dover vedere i suoi amici… non ne aveva il coraggio.
-Oh, sì, quando mio fratello stava per rinascere, si accorse che avrebbe avuto un gemello. Quale magnifica occasione per aumentare il suo potere!- esclamò, amaro.
-Decise di strappare un pezzo della sua anima, e di darmelo. Per questo, Yoh non è mai veramente esistito: io non condivido con lui solo la carne e il sangue, ma anche l’anima.
Io sono parte di lui.- concluse Yoh sospirando, continuando a non guardarli.
Manta cominciava solo allora a capire, ma gli mancava ancora un tassello.
-Scusate- disse, attirando subito l’attenzione su di sé -ma se Hao ho strappato un pezzo della sua anima per darla a Yoh, allora anche lui è un mezz’anima, giusto?-
-Sì, ma non è questo il punto. I mezz’anima, proprio perché hanno venduto parte delle loro anima, sono persone spietate, capaci di atti atroci.- rispose Anna, che non aveva neanche per un istante distolto lo sguardo da Yoh.
-Hao rientra senza dubbio in questa categoria- sentendo pronunciare il suo nome, l’interessato le fece un piccolo inchino, ma lei ignorò completamente, e continuò:
-Ma è difficile pensare a Yoh come a…a uno di loro- no, non riusciva neanche a dirlo.
Dopo un attimo di silenzio, la voce di Yoh risuonò lenta, come gravata da un peso.
-Ti ho odiato per avermi fatto questo, Hao.- disse guardando negli occhi il suo gemello.
-Tu non puoi sapere quanto sia doloroso per me cercare di trattenere questo misero frammento di anima nel mio corpo, visto che non è questo il suo posto…- sorrise triste.
-Hai ragione, sai? A volte la notte mi sveglio sentendola che cerca di andarsene, la sento scivolare come fumo tra le mie mani…E tuttavia non posso lasciarla andare via, perché tanto non potrei andare nel Nirvana… mi è vietato.-
Yoh sollevò lo sguardo al cielo, e fissò le stelle: fredde e lontane…proprio come lo erano in quel momento i suoi occhi. Ad un tratto sembrò non sopportare più quella situazione e, con un urlo disperato, crollò a carponi sull’erba, piangendo inconsolabile il suo destino.
Piantò a terra i pugni e abbassò la testa, così che i capelli gli cadessero davanti al viso e impedissero ai suoi amici di vedere le lacrime che scorrevano libere sulle sue guance.
Ma tutti comunque potevano notare, alla luce di una luna indifferente, i sussulti che scuotevano il suo corpo e sentire i continui singhiozzi che gli squassavano il petto.
-Yoh…- Ren accennò ad avvicinarsi, ma non ne ebbe il coraggio, come anche tutti gli altri.
-Non è ironico?- chiese con voce rotta Yoh, senza alzare il capo. -Non eri tu a dirmi che sembravo incapace di provare forti sensazioni? E in effetti per me è così… A me è dato vedere e capire i sentimenti degli altri, ma non provarne…- faticosamente si rialzò, restando però inginocchiato dov’era.
-Rabbia, odio, gioia o amore- sollevò il capo per guardare fuggevolmente Anna -Tutte queste emozioni io le sento solo debolmente, tranne che in pochissime occasioni…-
Alzò lo sguardo fino a incontrare quello del gemello, che lo osservava molto interessato.
-PERCHÉ?- gli urlò supplichevole Yoh, picchiando con forza un pugno a terra.
-PERCHÉ? Perché mi hai condannato a questa tortura? Perché hai fatto sì che l’unica emozione che io potessi provare chiaramente fosse il dolore dell’essere ciò che sono?-
Sentendo un rumore di passi, sollevò lo sguardo e vide che Hao era sceso dalla collina (lo Spirit of Fire era scomparso) e che si era fermato a pochi passi da lui.
-Forse in effetti ho esagerato…Tuttavia tu sai perché l’ho fatto.- gli disse, scrutandolo.
-L’ho fatto proprio perché tu coltivassi questo dolore.
Proprio come rivivere dopo essere morti, sapevo che questo dolore che provi ti avrebbe reso più forte. Sapevo che dopo anni passati a conviverci, ogni volta saresti andato in battaglia con la speranza di poterlo sconfiggere come fai con i tuoi avversari, e che per questo non avresti mai perso.-
Yoh sussultò, sferzato da quelle parole fredde e piatte come da una frusta, e smise di singhiozzare, rimanendo completamente immobile.
Di fronte all’evidente agonia del suo migliore amico, Horo Horo gli si avvicinò cauto.
-Yoh, non ascoltarlo…- Sentendosi chiamare Yoh si girò e alzò lo sguardo verso il suo compagno, che però si ritrasse di scatto davanti alla sua espressione furibonda.
Ciò che gli aveva detto Hao lo stava facendo soffrire, e voleva sfogarsi su qualcuno.
-Voi non siete meglio di lui.- ringhiò perciò, stringendo gli occhi a fessura.
-Oh, sì, io lo so cosa provate- disse poi, con voce glaciale, adesso uguale a quella di Hao.
-Paura di me…- guardò Horo Horo.
-…pietà per quello che sono…- guardò Ryu.
-…rabbia per il mio segreto…- guardò Lyserg.
-…invidia del mio potere…- guardò Ren.
-…e disgusto, ribrezzo, per il mio legame con lui.- guardò Anna, ora addolorato.
Tutti sgranarono gli occhi e abbassarono lo sguardo sorpresi, vergognandosi che lui fosse riuscito a guardare così in profondità dentro di loro da poter vedere quei sentimenti.
-Oh, sì, io lo so. Vedo questi sentimenti in voi, sento ogni vostro pensiero, e la vostra anima non ha segreti per me…- Yoh si premette con forza le mani sulle tempie, scuotendo la testa come a scacciare qualcosa che lo infastidiva.
-Devo riabituarmi- disse poi, rialzandosi incerto, barcollando e ansimando.
-È passato molto tempo da quando ho usato questo mio potere…-
Anna gli si avvicinò a piccoli passi, tenendolo continuamente d’occhio, guardandolo come avrebbe guardato un animale rabbioso, legato con un guinzaglio che poteva rompersi da un momento all’altro.

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x red blaziken:grazie!!!! e certo che è piena di suspence!! faccio sempre del mio meglio per interrompere i capitoli sul più bello!! così soffrireta nell'attesa del seguito!! muhaha! muhaha! (ndA risata sadica) XD XD XD xChisa: trovi davvero?? sono davvero felice!! allora continuo!!! mi piace sentirmi apprezzata!!!

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Capitolo 4
*** Potere ***


4° Potere:

-Anche tu puoi farlo?- chiese Anna al suo fidanzato con calma, inghiottendo la paura.
-Sì- si vedeva che quell’ammissione costava molto a Yoh. -Fin da piccolo ne ero capace. Ho spesso cercato di sopprimere questa mia capacità, ma sono riuscito solo a imparare a più o meno a controllarla, a differenza di te. Ma quando ti ho conosciuta ho visto cosa poteva succedere, e ho smesso del tutto di usarla, e ho creduto di averla persa.- scosse la testa con forza, come a negare le sue stesse parole.
-Hai il suo stesso potere…- mormorò sgomenta Anna, le mani premute sulla bocca.
-No- disse lui, secco, e lei lo guardò attonita.
-Oh, no, io sono molto più potente di lui, in questo. Lui può solo leggere i pensieri degli altri, ma io posso influire su di essi, posso scrutare nelle profondità delle loro anime…-
la voce di Yoh era quasi bramosa, le sue mani tese ad afferrare qualcosa di indefinibile.
Vedendolo così, e notando i suoi occhi lucidi, Anna cercò di riacquistare un po’ di autorità:
-Calmati, Yoh…-tentò di dirgli, ma si zittì bruscamente quando si voltò inviperito di lei.
Davanti ai suoi occhi, simile a neri pozzo senza fondo, Anna arretrò involontariamente.
-CALMARMI?- chiese lui, con voce roca dalla rabbia.
-Come posso calmarmi? Guarda tu questo potere!- urlò, alzando una mano aperta, con il palmo rivolto verso Anna, che scoprì di non potersi più muovere.
I suoi muscoli non le rispondevano più!
Poté solo fissare furiosa ma impotente Yoh (non poteva nemmeno parlare) che in due passi colmò la distanza tra loro.
Anna pensava che fosse la mano di Yoh a tenerla immobile, ma anche quando lui l’abbassò non si poté muovere: il suo era un potere mentale.
Yoh le si parò davanti e le afferrò i polsi, spingendo per farle abbassare le braccia.
Quindi le sollevò il viso per guardarla negli occhi, accarezzandole la guancia e il collo.
-Anche adesso, quando sei completamente indifesa, riesci a provare rabbia, rifiutandoti di cedere. Provi paura, sì, ma non le permetti di controllarti…-
Avvicinò pericolosamente il suo viso al suo.
-È per questo che mi piaci tanto…- le sussurrò nell’orecchio, poi posò le labbra sulle sue.
Dopo un attimo per godere della loro morbidezza fece scivolare la punta della lingua tra le labbra di lei per schiuderle e approfondì il bacio, infilandole la lingua in bocca ed esplorandola con sensualità, a mala pena consapevole dell’immobilità di Anna, preso com’era dal desiderio che lo bruciava come una fiamma.
E lui amava quel sentimento, che lo riscaldava in modo incredibile dopo una vita fatta di emozioni smorte e fredde.
Del tutto dimentico che aveva degli spettatori, se ne ricordò di colpo solo dopo che qualcuno lo scostò violentemente da Anna, dopo che la ebbe abbracciata.
Yoh si trovò così di fronte Ren, messosi tra lui e la sua fidanzata, che era riuscita a liberarsi dalla morse mentale non appena il potere di Yoh aveva vacillato, crollando poi in ginocchio.
-Cosa vuoi?- chiese freddo Yoh, guardando indifferente il suo amico, che teneva in mano in suo Oversoul, il bastone da guerra di Bason, il suo spirito.
-Come “cosa voglio”?- urlò l’altro, spaventato dal suo comportamento.
-Ma che ti succede, Yoh? Sfogarsi va bene, ma adesso quasi non ti riconosco! Non sei più tu!- gli gridò il cinese, ma ottenne in risposta solo il sollevarsi di un sopracciglio.
-Ti sbagli. Io sono ancora Yoh, nella misura in cui un mezz’anima può essere qualcuno. Mi sto solo concedendo qualche un piccolo sfizio…-
Yoh sorrise, incurvando appena un angolo della bocca, ma nessuna luce illuminò i suoi occhi, neri e sfaccettati come gemme.
E in quei due pozzi bui, simili a voragini che tutto inghiottono, i suoi compagni si riflettevano, vedendo un’immagine distorta di sé stessi: immagini di esseri che sembravano dire “ecco come siete veramente, ecco come vi vedono coloro che hanno il vero POTERE”.
Vedere ogni debolezza.
Vedere ogni oscuro desiderio.
Vedere ogni menzogna.
Vedere ogni doppiezza.
Vedere ogni pensiero che non si osa nemmeno esprimere alla luce del giorno.
Quegli occhi neri e freddi come quelli della Morte, che come specchi tutto riflettevano ma non mostravano nulla di ciò che c’è dietro.
Un potere dannato…
…una maledizione eterna.

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che ne dite?
tragico, direri...XD
è proprio il risultato che volevo ottenere!!!XD XD XD
xRed Blaziken: sono contenta che ti piaccia!
dopotutto sei il mio unico commentatore...XP XP XP
il chappy 3 era solo un passaggio, un collegamento...da qui in poi le cose vanno davvero peggiorando!!
vedrai, vedrai...
un altro paio di capitoli ed è finta!

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Capitolo 5
*** Legami ***


5° Legami:

“Chi sei?”
Il pensiero attraversò la mente di tutti i presenti con un guizzo, e fu visto con la chiarezza di un lampo da entrambi i gemelli, che corrugarono la fronte contemporaneamente.
Ormai tutti se ne erano accorti: repentinamente, Yoh era cambiato, passando da tranquillo e sereno a freddo e tormentato.
Esattamente come Hao.
Se ne erano accorti, ma non riuscivano a capire come fosse accaduta quella che ai loro occhi era una disgrazia.
“Non capiscono quanto ci si possa sentire soli anche in mezzo a una folla…”
Solo Hao aveva compreso: proprio come aveva sperato, risvegliando il suo potere di telepatie, Yoh aveva visto ciò che lui vedeva in ogni momento della sua vita, e quello aveva fatto uscire allo scoperto tutto il dolore e la rabbia per l’incomprensione, il disprezzo, la solitudine di cui era oggetto da sempre.
Le debolezze, i desideri egoisti, gli atti meschini…ciò che tutti tengono nascosto dentro di loro, vergognandosene…ecco ciò che Yoh aveva visto con spaventosa chiarezza.
Tutto questo lo aveva accecato, tanto che non era più in grado di controllarsi.
Hao annuì soddisfatto: Yoh era rimasto scosso nello scoprire che i suoi amici non facevano eccezione, ed era rimasto ferito dalla loro reazione alla scoperta del suo potere.
“Povero sciocco” pensò Hao, rigirandosi tra le dita una fiammella che aveva evocato senza nemmeno accorgersene.
“Credeva davvero che lo avrebbero accettato subito come se nulla fosse…?”
Aggrottò la fronte, concentrando i suoi poteri sul fratello, per dare una sbirciata alla sua mente.
Si aspettava una resistenza, un muro che lo tenesse fuori (che aveva imparato ad erigere poco tempo prima appositamente per lui), e invece poté penetrarvi senza difficoltà: Yoh era troppo sconvolto per schermare i suoi pensieri.
Dopo un breve attimo di disorientamento, confuso da tutti quelle impressioni caotiche che si rincorrevano come cani che si mordono la coda, Hao trovò quello che cercava, quindi si ritirò, passando del tutto inosservato.
Caspita!
Yoh aveva ragione: i suoi poteri mentali erano molto più grandi dei suoi, anche più di quelli che aveva nelle vite precedenti.
Probabilmente li aveva sviluppati in reazione alla sua solitudine infantile…
Hao accantonò l’interrogativo, ripromettendosi di indagarvi più tardi, e passò ad esaminare l’altro brandello di informazione che aveva raccolto.
No, Yoh non aveva mai veramente creduto che i suoi amici lo avrebbero accolto di nuovo tra loro dopo che avessero scoperto il suo segreto.
Sperato sì, ma era consapevole che un desiderio del genere sarebbe rimasto ciò che era: un’utopia, e che lui ben presto si sarebbe ritrovato solo.
Nessuna sorpresa che non avesse detto nulla prima!
Sorridendo, Hao emerse dai suoi ragionamenti e scoprì con allarme che nel frattempo la situazione era degenerata.
Ren stava per attaccare Yoh, sperando così di riportarlo in sé.
Ma Hao sapeva che Yoh, nella sua agonia, avrebbe creduto che il suo amico volesse ucciderlo e avrebbe perciò contrattaccato con forza, finendo certamente per ucciderlo.
Non era ancora capace di controllare del tutto la sua forza: era aumentata troppo in troppo poco tempo per permettergli di abituarsi.
Hao si prese un attimo per decidere cosa fare.
Lasciare che Yoh ammazzasse il cinese?
Rischioso.
Così avrebbe certamente tagliato i ponti col passato, ma lo shock rischiava di compromettere la sua mente in modo definitivo.
No, era meglio intervenire per bloccare il suo fratellino dall’autodistruggersi.
Tanto prima o poi lo avrebbe comunque costretto a dare un taglio netto al suo passato.
E già che c’era avrebbe fatto fuori quel Ren Tao, che gli stava abbastanza sui cosiddetti.
Presa la sua decisione, Hao quindi spense la fiammella che aveva in mano e si portò con due passi alle spalle del gemello, talmente concentrato sul suo Oversoul che non lo sentì neppure arrivare.
Hao sorrise davanti a quella furia, a quell’odio così simile al suo…forse troppo, certo, ma era naturale che alla fine diventasse così.
Ren, invece, lo vide arrivare da dietro il suo amico e, sebbene un attimo prima stesse per attaccarlo, diede un grido per avvertire Yoh del nuovo pericolo.
Ma Yoh, credendo che fosse una tattica per distrarlo, non si girò e fece per lanciarsi contro Ren, quando Hao lo circondò improvvisamente con le braccia, avvolgendolo nel suo mantello bianco e stringendolo contro il suo petto.
-Shhh…va tutto bene…- gli sussurrò nell’orecchio, e Yoh stette per un attimo immobile, i tremiti che gli scuotevano il corpo che si placavano e le braccia bloccate lungo i fianchi.
-Va tutto bene. Ora ci sono qui io…-
Hao aveva infuso nella sua voce tutta la calma che poteva, nel tentativo di trasmetterla al fratello, ma di certo fu più il calore, tanto insolito per lui, che permeava le sua parole a rasserenare Yoh, che forse solo in quel momento fu del tutto consapevole dell’affetto che il gemello provava per lui.
Cinico e per interesse, certo, ma pur sempre un sentimento autentico, forse l’unico che Hao provasse a parte l’odio per il mondo.
Perché Yoh l’aveva capito da un pezzo quanto erano simili: due persone che nessuno può capire…che nessuno vuole capire.
Uno non prova più emozioni a causa del suo passato, l’altro non ne prova per natura.
In quell’inaspettato momento di perfetta comprensione, ad Hao passò per la mente un pensiero, forse suo o forse no: probabilmente i sentimenti contrastanti intessuti nel loro legame di sangue erano gli unici che loro due potessero veramente provare.
“Dove inizia uno e dove l’altro?” si chiese fuggevolmente Hao, mentre sentiva la tensione abbandonare il corpo del fratello, premuto contro il suo.
-Non credo ci sia più differenza tra noi…- sussurrò Yoh, aggrappandosi alle braccia di Hao e appoggiandosi con tutto il peso contro di lui, stanco e affranto.
-…o forse non c’è mai stata...- disse con tono cospiratore Hao, quando Yoh reclinò leggermente all’indietro la testa e la posò sulla spalla del gemello, il viso nascosto nell’incavo del suo collo, come cercando di sfuggire alla vista dei suoi amici, rivoltatisi contro di lui.
-Hai ragione. Forse è davvero meglio fare come che dici tu. Non ha più senso per me restare qui…-

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xMeteora89: grazie! sono davvero contenta di aver soddisfatto le tue aspettative!! ^_^ anke a te piace la coppia AnnaxYoh?? anke a me...ma come avrei capito nn sarà una gran relazione, quella ke hanno nella mia ff...
e mi scuso anke n anticipo se ti farò aspettare un pò x il next chappy...NN SO ASSOLUTAMENTE COSA SCRIVERE!!!
crisi creativa...nn so come concludere!! perciò resto in attesa di un segno divino....XD XD

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