Love-Hate or Impossible Love?

di Black_Mad_Hatter
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sweet Kiss ***
Capitolo 2: *** Ice-cream ***
Capitolo 3: *** Forgive me ***
Capitolo 4: *** Dream of me ***



Capitolo 1
*** Sweet Kiss ***


Love-Hate or Impossible Love?


Legenda:
<<...>> parlato
"..." pensato

Capitolo 1: Sweet Kiss

 
<< “Nome: Kaori Shirou
Età: 17 anni
Data di nascita: 29/04/XXXX
Sesso: Femmina
Altezza: 168 centimetri.”
Hm… Questa nuova studentessa m’ispira… No, figliolo?>> domandò un uomo con i capelli marrone chiaro e gli occhi nocciola.
<< Non sono suo figlio! Quante volte glielo devo ripetere!>> rispose un ragazzo con i capelli argento e gli occhi  lilla.
<< Yukiiii!>> esclamò l’uomo con gli occhi lucidi.
<< Dai su, Zero calmati!>> disse una ragazza dai capelli marroni e gli occhi rossi.
Il ragazzo sospirò e si calmò.
<< Comunque, direttore, in che senso la ispira?>>
<< Vi lamentate sempre che vi serve una mano, allora ho pensato che lei potesse benissimo diventare una guardiana. E’ brava nella scherma e suo padre è un hunter, perciò…>>
<< Va bene! L’importante è che sia meglio di questa fannullona!>> esclamò Zero indicando Yuki.
<< Ehi!>> replicò Yuki un po’ offesa.
<< Dovete accoglierla insieme a sua cugina Suzume dopo il coprifuoco di stasera e dovete portarle qui.>> continuò il direttore ignorando il battibecco dei due.
<< Dopo il coprifuoco?!>> disse incredulo Zero.
<< Sì, il loro treno arriva alle 21.00 e non hanno un posto dove andare se non questo. Ecco perché vi ho chiesto di accoglierle dopo aver controllato che nessuna delle studentesse della Day Class sia in giro. Kaori e Suzume sanno già che devono aspettare all’entrata, perciò non ci sono problemi.>>
 
Alle 21.47, le due ragazze arrivarono al cancello principale. Una ragazza aveva lunghi capelli biondi, occhi dorati, un vestitino bianco e delle ballerine nere, l’atra, invece, aveva corti capelli neri, occhi grigi, un paio di jeans, una maglietta viola e un paio si stivali con il tacco. La biondina si fermò al cancello e si sedette sulla sua valigia lilla e l’altra la guardò.
<< Kyo! Muoviti!>> esclamò la mora.
<< No. Dobbiamo aspettare qui. Te lo ricordi, vero Suzu?>> la rimproverò la bionda.
<< Uffa! Devi sempre seguire le regole!>> replicò Suzume sedendosi sulla sua valigia blu accanto a Kaori.
Dopo un po’, i due guardiani Yuki e Zero arrivarono.
<< Scusateci se vi abbiamo fatto aspettare tanto… Abbiamo avuto qualche problema con delle studentesse della Day Class… >> confessò Yuki chinando il busto in avanti << Adesso vi porteremo dal direttore.>> disse per poi iniziare a far loro strada.
Le due ragazze seguirono i due guardiani e arrivarono all’ufficio del direttore. Yuki e Zero le lasciarono e le due entrarono nella stanza.
<<< Benvenute alla Cross!>> esclamò il direttore appena le due ragazze entrarono.
<< Grazie mille!>> esclamò Suzume con gli occhi che brillavano.
<< G-grazie…>> rispose timidamente Kaori.
Dopo quel caloroso benvenuto, il direttore spiegò loro le varie regole dell’istituto e che cosa fossero i guardiani, poi chiese a Kaori se voleva farne parte e lei accettò senza nemmeno pensarci, perché voleva essere d’aiuto. Yuki rientrò nell’ufficio del direttore, ma stavolta era sola.
<< Adesso potete andare.>> disse il direttore << Yuki vi accompagnerà nella vostra stanza.>>
Le due ragazze uscirono e Yuki fu trattenuta momentaneamente dal direttore. Mentre erano fuori da sole, un ragazzo biondo con una divisa bianca e occhi azzurri si stava dirigendo verso l’ufficio del direttore e, quando vide Kaori, si mise a fissarla. Yuki uscì e notò che il ragazzo stava fissando una delle due ragazze.
<< Voi iniziate ad andare di là, io dico una cosa a quel ragazzo e vi raggiungo!>> affermò Yuki indicando il biondino.
Kaori si girò e incrociò lo sguardo del ragazzo, ma subito abbassò la testa per poi dirigersi con la cugina nella direzione che le era stata indicata. Quando il ragazzo arrivò accanto a Yuki, la guardiana lo afferrò per il braccio e lo guardò male.
<< Che cosa vuoi?>>> domandò infastidito il ragazzo.
<< Quelle ragazze non sono cibo! Hai capito, Aido?>> replicò la ragazza.
<< Tu credi che io pensi solo a mangiare? Guarda che ti stai sbagliando Yuki Cross!>> replicò Aido per poi entrare nell’ufficio del direttore.
La ragazza sbuffò, raggiunse Kaori e Suzume e le portò fino a una stanza del piano terra del dormitorio femminile.
<< Ecco la vostra stanza! Le divise sono nell’armadio e il resto lo conoscete già. Vi lascio disfare le valige. Se vi serve qualcosa, io sono nella stanza qui a destra. Buonanotte!>> disse allegra Yuki per poi uscire.
Appena Yuki chiuse la porta, Suzume avvolse un braccio attorno al collo di Kaori e sorrise allegramente.
<< Hai fatto colpo, Kyo! Quel ragazzo di prima ti stava fissando!>> disse Suzume entusiasta.
<< Ma smettila Suzu! E’ impossibile. E poi hai visto la divisa? Lui è un vampiro.>> replicò la biondina.
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Kaori sospirò e decise di non far caso alle parole della cugina che la lasciò e si mise a disfare la valigia con il sorriso stampato in viso mentre si faceva uno dei suoi soliti teatrini mentali.
Intanto, Aido era tornato in classe e si era seduto accanto a suo cugino Akatsuki.
<< Prima, mentre andavo dal direttore, ho visto due nuove studentesse.>> confessò Aido.
<< Allora stanno venendo qua?>> chiese il cugino.
<< No… A quanto pare sono della Day…>> rispose Aido.
<< Come fai a saperlo?>>
<< Yuki mi ha detto “quelle ragazze non sono cibo” e allora ho capito che sono della Day…>>
<< Capisco… Però è strano che delle studentesse della Day arrivino a tarda sera…>>
<< Già… Comunque mi dispiace che non siano della Night Class… Una era davvero carina…>>
<< Hanabusa! Non penserai mica di voler bere il suo sangue?!>>
<< No! Ho detto solo che era carina!>>
<< Ti do un consiglio: non avvicinarla.>>
<< Perché?>> chiese confuso Aido, ma il cugino non gli rispose.
 
La mattina dopo, nella stanza delle due nuove arrivate, regnava il caos.
<< Suzu! Dove hai messo le mie lenti a contatto?!>> domandò Kaori mentre setacciava il bagno in cerca delle lenti a contatto.
<< Nell’armadietto sotto il lavandino a destra!>> rispose Suzume che cercava le sue scarpe.
<< Non ci sono!>>
<< Come no? Io le ho messe lì!>>
<< Se ti dico di no è no!>>
<< Hai ragione… Le ho trovate…>>
Kaori si affacciò alla porta del bagno e vide Suzume con la scatola delle sue lenti a contatto in mano.
<< Dove erano?>> chiese Kaori mentre prendeva la scatola delle lenti.
<< Le ho messe sul mio comodino…>>
<< Oggi pomeriggio riordiniamo la stanza… Ok?>> disse Kaori guardando la stanza immersa nel caos per colpa di Suzume.
<< Eh?! Uffa!>>
<< Bisogna farlo. Così poi riuscirai a tenere in ordine la camera.>>
<< Va bene…>>
Kaori tornò in bagno, si sistemò la gonna della divisa e si mise la prima lente a contatto. Suzume la raggiunse e iniziò a pettinarsi i capelli.
<< Per me avresti dovuto prendere le lenti per farti diventare gli occhi marroni e non gialli.>> commentò Suzume.
<< A me piacciono così.>> replicò Kaori mettendosi l’altra lente a contatto.
<< … Poi non capisco perché odi così tanto i tuoi occhi rossi… Sono così belli!>>
<< Te l’ho già detto. I vampiri hanno gli occhi rossi ed io non voglio assomigliare a loro: li odio.>>
Kaori uscì dal bagno seguita a ruota dalla cugina, prese i libri, aprì la porta, guardò la cugina, la squadrò e notò che non indossava le scarpe.
<< E le scarpe…?>> domandò Kaori.
<< E’ vero!>> esclamò Suzume << Dove sono?!>> continuò mettendosi a cercare le scarpe in ogni angolo della stanza.
Kaori tossì attirando l’attenzione della cugina e indicò le scarpe di Suzume che erano accanto alla scrivania.
<< Grazie!>> disse sorridendo Suzume infilandosi le scarpe.
Dopo le lezioni, le due ragazze si misero a sistemare la loro stanza.
<< Kyo! Sai che ho scoperto come si chiama il ragazzo di ieri sera! Hanabusa Aido! Alcune sostengono che sia il più bello e spesso lo vanno a vedere la sera quando esce dal dormitorio! Perciò devi stare attenta! Se capiscono che lui è interessato a te, potresti avere vita dura! Già non parli molto, figuriamoci se ti metti pure contro le sue fan!>> disse improvvisamente Suzume.
<< Suzu… Prima di tutto non m’interessa minimamente quel ragazzo e poi dovresti smetterla di dire cose del genere… Mi porti sfortuna.>> replicò Kaori continuando a sistemare le sue cose.
<< Almeno ammetti che era carino!>>
<< Non lo era per niente.>>
<< Allora era bello!>>
<< No.>>
<< Allora era affascinante!>>
<< No.>>
<< Allora era->>
<< Nulla di speciale! Un semplice vampiro!>> urlò Kaori arrabbiata.
<< Scusa…>> disse Suzume con un filo di voce.
<< No… Scusami tu, se ho urlato…>>
 
All’ora del coprifuoco, Kaori e Yuki erano davanti all’entrata del dormitorio Luna, cioè quello della Night Class.
<< Quando arrivano le ragazze della Day, devi tenerle in riga e non farle avvicinare a quelli della Night Class. Poi perlustreremo la scuola per vedere se ci sono ragazze della Day nascoste da qualche parte.>> spiegò Yuki a Kaori << Capito?>>
<< Sì.>> rispose Kaori, anche se era un po’ agitata.
Poco dopo arrivò una massa di ragazze che spinse le due guardiane fino al portone del dormitorio Luna.
<< Dov’è Zero?!>> si lamentò Yuki cercando di spingere indietro le ragazze.
Kaori era sorpresa, ma poi fece un respiro profondo e si calmò.
<< Ehi!>> urlò con uno sguardo severo << Allontanatevi immediatamente!>>
Le ragazze la guardarono intimorite e si misero ai lati del marciapiede. Mantenendo la stessa espressione Kaori si mise davanti a una delle due file stando bene attenta che nessuna delle ragazze si avvicinasse ai ragazzi della Night Class che ormai stavano uscendo. Yuki tentò di non far avvicinare nessuna ragazza ai vampiri, ma non le riuscì molto bene: delle ragazze arrivarono ad Aido.
“Che idiota.” pensò Kaori alzando gli occhi al cielo dopo aver visto Aido che faceva il donnaiolo e veniva chiamato “Idol”.
<< Tornate al vostro posto.>> affermò Zero spuntando da chissà dove.
Le ragazze attorno ad Aido si girarono, incrociarono lo sguardo di Zero e, intimorite, tornarono al loro posto. Zero si mise accanto a Yuki, mentre Aido tornò a camminare dopo aver sbuffato. Il biondino notò Kaori e la fissò per un po’, ma poi scosse la testa e raggiunse il cugino. Kaori non ci fece nemmeno caso, ma si accorse benissimo di alcune occhiatacce da parte di alcune fan di Aido. Lasciò stare e continuò il suo lavoro. Quando le studentesse della Day se ne andarono, Kaori raggiunse Yuki e Zero. Yuki le prese le mani e la guardò con gli occhi che le brillavano.
<< Sei stata bravissima, Kaori!>> esclamò Yuki entusiasta facendo rimanere senza parole Kaori.
<< Subito dalla prima volta, è stata molto più brava di te che hai molta più esperienza. Vergognati.>> la rimproverò Zero appoggiando il pugno sulla testa di Yuki.
<< Non ho fatto nulla di speciale!>> disse agitata Kaori.
<< No. Mi hai dato una mano e te ne sono grato.>> disse Zero “Finalmente qualcuno che lavora.”
<< Adesso che dobbiamo fare?>> chiese Kaori dopo esser arrossita lievemente.
<< Giusto! Dobbiamo andare a fare il giro della scuola!>> disse Yuki trascinandola verso la scuola << Per oggi starai con me!>>
<< V-va bene…>> rispose Kaori seguendo Yuki.
Durante il giro della scuola, Yuki si fermò improvvisamente. Kaori la guardò confusa e vide l’espressione preoccupata di Yuki.
<< Mi son dimenticata di dire al direttore che la lavagna della nostra classe si è rotta!>> disse Yuki portandosi le mani alla bocca << Aspettami qui! Torno subito!>> concluse per poi correre verso l’ufficio del direttore.
Kaori non ebbe nemmeno il tempo di ribattere e si ritrovò sola. Sospirò e uscì sul piccolo terrazzo per guardare fuori in giardino mentre aspettava. A un certo punto, vide una studentessa della Day passare correndo sotto i suoi occhi e saltò giù dal terrazzo usando un ramo di un albero come aiuto. Si guardò attorno e vide la ragazza con uno studente della Night Class.
<< Ehi-!>> tentò di dire, ma qualcuno le mise una mano davanti alla bocca impedendole di parlare.
Tentò di portare le mani vicino alla bocca per afferrare il braccio di chi le stava tenendo chiusa la bocca, ma del ghiaccio le avvolse le gambe fino ad arrivare al bacino intrappolando anche le mani della ragazza.
<< Non ti preoccupare. Kaname non le farà niente.>> disse una voce maschile che non riusciva a riconoscere mentre la ragazza della Day si allontanava con il vampiro.
La persona dietro di lei, le scostò i capelli per scoprirle il collo e poi appoggiò la mano con cui le aveva spostato i capelli sulla sua pancia. Kaori tentò di spostare la testa per liberarsi della mano che le copriva la bocca, ma la persona che la teneva ferma premette la testa della ragazza contro la propria spalla impedendole così di muovere la testa.
<< Eh, no! Non si fa.>> la ammonì la stessa voce di prima.
Sentii delle labbra che le sfioravano il collo e, con la coda dell’occhio, vide dei capelli biondi. Si paralizzò iniziando a tremare, perché sapeva che era totalmente impotente e che nelle vicinanze non c’era nessuno. Il ragazzo le baciò dolcemente il collo ma Kaori non ne provò alcun piacere, anzi si agitò ancora di più pensando che potesse essere morsa dal vampiro che le stava dietro.

 

***Angolo dell’autrice***

Ecco il primo capitolo! Spero vi sia piaciuto e che vi abbia fatto venire voglia di leggere il seguito!

 

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Capitolo 2
*** Ice-cream ***


Dopo quel dolce bacio, il ragazzo leccò il collo di Kaori ed era pronto a mordere la ragazza, ma un rumore di passi attirò l’attenzione dei due. Il ragazzo sbuffò e liberò la ragazza dal ghiaccio.
<< Questo sarà un nostro piccolo segreto.>> disse lui per poi fare un passo indietro.
Kaori fece un passo in avanti e si girò appoggiando una mano sul proprio collo ancora umido. Lo riconobbe: era Aido. Quest'ultimo se ne stava tranquillamente andando come se non fosse successo nulla. La giovane, però, non poteva fare finta di nulla, perciò mise una mano sulla coscia e impugnò il pugnale. Stava per avvicinarsi per colpirlo, ma qualcuno la prese per il colletto della camicia. Kaori girò la testa e vide Zero.
<< Che intenzioni hai?>> chiese il ragazzo severamente.
<< Lasciami! Lo uccido!>> replicò Kaori tornando a fissare Aido con sguardo assassino.
<< Ehi! Aido! Cosa le hai fatto?>> urlò Zero facendo girare il biondino.
<< Niente. Le ho solo impedito di avvicinarsi a una ragazza della Day che era con Kaname.>> replicò Aido.
“Bugiardo!” pensò Kaori stringendo con forza l’impugnatura del pugnale.
<< Vattene in classe e non interrompere mai più il lavoro di un guardiano.>> ribatté Zero.
Quando Aido se ne andò, Zero prese per un braccio Kaori e la guardò dritta negli occhi.
<< Il compito dei guardiani è di evitare litigi, non di crearli. Capito?>> la rimproverò Zero.
<< Scusami…>> disse Kaori abbassando la testa.
<< Domani non ci sono le lezioni, vai a farti un giro in paese e rilassati.>>
<< Sì…>>
<< Adesso vai a dormire e lasciami il pugnale. Potrai riprenderlo domani nell’ufficio del preside.>>
<< Sì…>>
La ragazza diede il pugnale a Zero e se ne andò. Gli occhi le diventarono lucidi a causa della rabbia: la sua prima giornata di lavoro era stata rovinata da un odioso e vanitoso vampiro. Aprì la porta della sua stanza e trovò Suzume che giocava a solitario sul proprio letto.
<< Hai fatto presto! Com’è andata?>> domandò entusiasta Suzume mentre Kaori chiudeva la porta.
<< Lascia stare!>> replicò Kaori andando verso il bagno.
<< Cos’è successo?>> domandò Suzume seguendola dopo aver sistemato velocemente le carte.
<< Niente.>> replicò fredda Kaori togliendosi le lenti a contatto.
<< Sicura…?>> continuò la mora un po’ preoccupata.
<< Sì.>>
La biondina si mise il pigiama, andò a letto e si sdraiò di lato dando le spalle alla cugina.
<< Notte.>> disse Kaori tirandosi le coperte fin sotto gli occhi.
<< Notte…>> rispose tristemente la cugina spegnendo le luci.
Suzume s’infilò sotto le coperte e chiuse gli occhi.
<< E’ colpa di Aido.>> disse Kaori dopo alcuni minuti di silenzio.
<< Eh?>> replicò confusa Suzume sedendosi sul letto e accendendo la lampada del comodino.
<< E’ colpa di Aido se Zero si è arrabbiato e mi ha ordinato di andarmene.>> disse Kaori sedendosi a sua volta sul letto.
<< Racconta.>>
<< Prima ho visto una studentessa della Day con uno della Night, così ho cercato di raggiungerli, ma Aido mi ha immobilizzato e mi ha impedito di avvicinarmi. Mentre quei due studenti si allontanavano, mi ha baciato sul collo e poi l’ha leccato… Non è andato oltre, perché stava arrivando qualcuno e perciò mi ha lasciato. Ho tentato di reagire, ma Zero mi ha fermata e mi ha sgridata per poi ordinarmi di andare a dormire…>>
<< Non ti preoccupare… La prossima volta andrà meglio. Ne sono sicura. Devi solo ignorare il comportamento di Hanabusa.>>
<< Giusto… Grazie…>>
<< Se vuoi ringraziarmi, domani aiutami con matematica!>>
<< Ma se abbiamo appena fatto una lezione!>>
<< Ma io ho saltato un anno per studiare a casa e matematica, in qualche modo, riuscivo a saltarla!>>
<< Va bene…>> disse Kaori dopo aver sospirato.
<< Bene! Adesso dormiamo! Buonanotte, Kyo.>>
<< Buonanotte, Suzu.>>

La mattina successiva Kaori non andò a riprendersi il pugnale, perché si era svegliata tardi ma soprattutto perché non aveva voglia di essere sgridata anche dal direttore: era ancora triste per i fatti accaduti la notte prima.
Arrivò anche il pomeriggio che lei passò a spiegare matematica a Suzume. Dopo di ciò, Kaori aveva appena finito di mettersi le scarpe per uscire, quando qualcuno bussò alla porta della sua stanza. La ragazza andò ad aprire la porta e si trovò davanti Yuki.
<< Il direttore ti vuole parlare…>> disse Yuki.
<< Sì…>> rispose Kaori con un tono triste, perché sapeva che sarebbe stata sgridata.
Quest’ultima prese la borsa e uscì. Andò, con Yuki, dal direttore e, lungo il tragitto, si preparerò psicologicamente per la sgridata che si aspettava. Fece un respiro profondo e aprì la porta. Yuki entrò con Kaori e chiuse la porta. Il direttore guardava per terra e a Kaori sembrò terribilmente arrabbiato. Lei si bloccò quasi paralizzata dalla paura di aver deluso qualcuno.
<< Yuki, potresti lasciarci soli?>> disse il direttore.
<< Sì…>> rispose Yuki per poi uscire dall’ufficio del direttore.
<< Mi spiegheresti cos’è successo ieri sera?>> domandò il direttore.
<< Ecco, io…!>> disse Kaori per poi bloccarsi e abbassare lo sguardo: non era il momento per saltare sulla difensiva << Avevo visto una studentessa della Day Class con un ragazzo della Night… Stavo per raggiungerla, ma Hanabusa Aido mi ha fermato e mi ha detto che Kaname non le avrebbe fatto niente… Io mi sono arrabbiata e ho tentato di colpire Aido, ma Zero mi ha bloccata…>>
<< E’ la verità?>>
<< S-sì…>>
<< Non è successo nient altro? Magari Aido ti ha infastidito in qualche modo…?>>
<< No… Non è successo nient altro…>>
Lo aveva inspiegabilmente protetto. Aveva parlato d'istinto, senza riflettere, ma non aveva l'intenzione di ritirare ciò che aveva detto.
<< Va bene…>> rispose lui con un tono di insicurezza: sembrava non fidarsi delle parole di Kaori << Prima di tutto, conosco molto bene Kaname e ti assicuro che non farebbe male a nessuna studentessa della Day, perciò di lui ti puoi fidare e poi vorrei che non capiti più. Capito?>> le spiegò.
<< Sì…>>
<< Adesso riprenditi il pugnale. Stai per uscire, vero?>> disse il direttore prendendo il pugnale da un cassetto della scrivania.
La ragazza riprese l’arma e la mise nella sua borsa.
<< Sì, vado in paese…>> rispose Kaori abbozzando un sorriso.
<< Stai attenta e divertiti.>> disse il direttore guardandola e sorridendo lievemente.
<< Sì, grazie.>>
Kaori uscì dall’ufficio e fece un sospiro di sollievo, perché pensava che avrebbe avuto una reazione peggiore. Capì che il direttore era una persona davvero gentile. Andò al cancello d’entrata dove trovò Suzume ad aspettarla. Cenarono insieme, ma poi Suzume se ne andò lasciandola sola. Ormai stava calando il sole e Kaori, dopo aver girato, per un po’ di tempo, per il paese decise di tornare a scuola, ma, lungo il tragitto del ritorno, vide una gelateria e decise di fermarsi. Entrò, si sedette a un tavolo e ordinò un gelato. Stava mangiando il suo dolce, quando qualcuno si sedette accanto a lei.
<< Ciao, come va?>> domandò quella persona.
Kaori la guardò e vide Aido. Voleva alzarsi e andarsene, ma lui le bloccava la via d’uscita.
<< Vattene.>> disse Kaori riprendendo a mangiare il gelato.
<< Perché? Io sono venuto a mangiare un gelato! Non c’è nulla di sbagliato.>> replicò Aido.
<< Vattene dal mio tavolo. Ce ne sono molti altri liberi.>>
<< Perché sei così scontrosa?>> 
<< E me lo chiedi anche?! Zero si è arrabbiato con me e anche il direttore! E poi, per difenderti, visto che mi fai pietà, non ho detto che volevi mordermi!>> rispose un po’ arrabbiata Kaori guardandolo negli occhi.
Era scattato qualcosa nella mente della biondina che le aveva fatto trovare una spiegazione a quella sua omissione nell'ufficio del direttore.
<< Sei sicura che io ti abbia fatto pietà e non paura?>> domandò Aido avvicinando il suo volto a quello della ragazza con un sorriso malizioso.
<< S-sì…>> rispose Kaori un po’ insicura.
Aido rise lievemente e la guardò divertito. Allontanò il viso dal suo portando una mano davanti la bocca mentre rideva ancora.
<< Si vede lontano un miglio che hai paura.>> disse il biondino riprendendo il sorriso malizioso.
Kaori arrossì lievemente e si alzò nonostante stesse stretta tra il tavolo e la panchina.
<< Fammi passare.>> disse ferma.
Aido si alzò e uscì dalla gelateria per poi appoggiarsi alla vetrata mentre aspettava Kaori. La ragazza pagò il suo gelato, uscì e si trovò Aido accanto che camminava con lei. La sua presenza la infastidiva, perché in quel momento voleva solo rimanere sola per potersi calmare e rilassare. Voleva trovare un parco in quella città dove si sarebbe potuta sedere ad ammirare le chiome degli alberi alla luce del tramonto.
<< Che ci fai qui?>> borbottò Kaori.
<< Ti ho aspettato.>> rispose Aido.
<< Ti ho detto di andartene.>> replicò.
<> disse lui prendendola per un braccio e iniziando a trascinarla per il paese.
Kaori tentò di liberarsi e continuava a dirgli di lasciarla, ma non ottenne nulla. Il ragazzo la trascinò fino a una piccola chiesetta abbandonata su un piccolo sentiero poco fuori la città, la portò dentro e le prese le anche facendola arretrare. Kaori si ritrovò con le spalle al muro, le mani di Aido sul bacino e il corpo del biondino a pochi centimetri del suo. Lui poggiò le labbra sul suo collo e lo baciò. La ragazza chiuse istintivamente gli occhi e, visto che il biondino le bloccò le mani, non tentò nemmeno di liberarsi. Aido iniziò a leccarle il collo, ma poco dopo si fermò e sbuffò, perché si ricordò delle parole di suo cugino. Lasciò la giovane, che aprì gli occhi, e la guardò. La ragazza, incrociando lo sguardo freddo del ragazzo, non poté fare a meno di abbassare la testa notando che le aveva preso la borsa.
<< Ridammela! E' mia!>> esclamò arrabbiata.
Tentò di riprenderla, ma Aido alzò un braccio per evitare che la prendesse. Kaori appoggiò una mano sulla spalla di Aido, si mise in punta di piedi e provò a raggiungere la borsa. Era più bassa di lui e non riusciva ad arrivarci nonostante si stesse sforzando. 
<< Te la ridarò solo se mi baci.>> affermò il ragazzo.
<< Non ci penso nemmeno!>> replicò Kaori.
<< Sei diversa da poco fa... Perché sei così interessata alla borsa?>>
<< Perché è mia!>>
<< Non è per quello. Cosa c'è dentro?>>
<< Niente d'importante.>>
<< Allora non ti dispiacerà se ci guardo dentro.>>
<< Non farlo!>>
<< Tanto non c'è nulla d'importante, no?>>
Aido la spinse contro il muro per poi iniziare a frugare nella borsa, ma Kaori tentò comunque di riprenderla. Ancora una volta, il biondino evitò che la prendesse e subito dopo prese il pugnale mostrandolo alla ragazza.
<< E' questo che volevi?>> domandò.
La biondina si morse il labbro, perché la risposta era un sì, ma non voleva dirlo.
<< Bene.>> continuò il vampiro lanciando dall'altra parte della piccola chiesa l'arma e lasciando cadere a terra la borsa << Adesso non lo hai più.>>
Kaori s’incamminò per raggiungere l'altra parte della chiesa ma lui le prese un braccio e la tirò a sé per poi spingerla verso delle panche. La giovane fu costretta a sdraiarsi sopra a una delle fredde panche di legno e chiuse nuovamente gli occhi appena Aido le leccò il collo. A differenza di qualche minuto prima, il vampiro si fece trascinare dalla voglia di sangue e, dopo averla presa per le spalle per tenerla ferma, affondò i suoi canini nel collo della giovane e iniziò a succhiare il liquido che fuoriusciva dalla ferita. Lei si trattene dal gemere per il dolore e delle lacrime si posarono tra le palpebre chiuse minacciando di uscire. Strinse i pugno mentre lo sentiva succhiare il suo sangue. Si lasciò sfuggire un "basta" tremante dalle labbra mentre sperava che si fosse stancato presto.
"E' buono." rifletté il ragazzo mentre le leccava il collo "Ne voglio ancora."
Stava per morderla nuovamente, ma Kaori, mettendo le mani sul suo petto, lo allontanò.
<< Ti prego, basta...>> disse lei con un filo di voce evitando di guardarlo negli occhi.
Aido le alzò il mento e incrociò il suo sguardo intimorito, perciò la bacio affettuosamente. La biondina, però, non apprezzò il gesto: lo spinse indietro e appoggiò una mano sulle sue labbra sedendosi sulla panchina e guardandolo sconvolta. Lui si leccò il labbro ancora sporco di sangue, sorrise e avvicinò la sua bocca all’orecchio della ragazza. 
<< Grazie per il tuo sangue. Spero che tu voglia offrirmene ancora.>> sussurrò.
Le sorrise maliziosamente e poi se ne andò lasciandola sola. Kaori, ancora un po' scioccata, raccolse le sue cose, si asciugò le lacrime, nascose accuratamente la ferita con il colletto della camicetta rossa che indossava e tornò al collegio. Arrivata nella sua stanza, si chiuse in bagno e si medicò. Tirò un pugno allo specchio in segno di frustrazione e giurò a se stessa che lo avrebbe ucciso. Andò poi a dormire ignorando la cugina che continuava a farle domande. 
Mentre Kaori ignorava la cugina, Aido era seduto nella hall del dormitorio Luna e, con la punta dell'indice, sfiorava il bordo del bicchiere che aveva davanti. Era in compagnia di altri vampiri, ma lui non stava ascoltando i loro discorsi: stava ripensando al sapore del sangue che aveva appena assaggiato. I suoi occhi erano persi nel vuoto e la sua mente già immaginava la prossima volta che avrebbe affondato i canini nel collo di quella ragazza. Sospirò pensando al sapore delizioso del sangue caldo che aveva bevuto poco tempo prima. 
<< Aido, non bevi nulla?>> domandò il cugino Kain riportandolo alla realtà.
<< Ehm... No... Non mi va.>> rispose il ragazzo per poi alzarsi << Vado a riposarmi: sono stanco.>>
Andò così in camera sua e ricominciò a pensare stavolta in tutta tranquillità senza nessuno che lo interrompesse.

La sera dopo, i tre guardiani si riunirono davanti al dormitorio. Kaori si scusò con Yuki e Zero per il proprio comportamento. Dopodiché, accompagnarono i ragazzi della Night Class all'edificio dove avrebbero seguito le lezioni. Solo uno si fermò: Kaname Kuran. Kaname era un vampiro purosangue dagli occhi rossi ed i capelli marroni. Era alto e con un aspetto nobile degno dell'importanza della sua famiglia all'interno del mondo dei vampiri. Fermò la guardiana bionda e le chiese se stesse bene accarezzandole il collo. Lei fece un passo indietro mettendosi una mano sul collo e si accigliò.
<< Che vuoi?>> chiese sgarbatamente lei.
<< Percepisco l'odore del tuo sangue. Chi ti ha morso?>> domandò tranquillamente il vampiro mantenendo il suo comportamento elegante.
All'inizio la ragazza non rispose, ma poi si ricordò delle parole del direttore Cross allora sussurrò il cognome del vampiro che l'aveva morsa la sera precedente.
<< Aido sarà punito per le sue azioni.>> affermò il purosangue per poi dirigersi verso l'entrata della scuola.
La ragazza lo raggiunse con un'espressione preoccupata. Riempì il ragazzo di domande su ciò che sarebbe successo ad Aido. Era preoccupata perché si sentiva in colpa per ciò che gli sarebbe successo. Inoltre provava un po' di pena mista a paura per quello che Aido le avrebbe potuto fare per vendicarsi. Kaname le disse di seguirlo e lei ascoltò l'ordine. Arrivarono fuori dall'aula dove avrebbero avuto lezione i ragazzi della Night Class. Il purosangue fece uscire Aido dalla stanza e, appena la porta si richiuse, gli tirò uno schiaffo. Lo rimproverò severamente a causa delle sue azioni e gli disse che sarebbe stato escluso dalle lezioni per una settimana a partire da quel giorno dopodiché entrò in classe. Hanabusa guardò male la ragazza, la prese per il polso e la trascinò all'entrata dell'edificio. La buttò per terra e la guardò male.
<< Questa me la paghi.>> disse arrabbiato lui.
<< Allontanati da me e non toccarmi mai più. Se lo fai di nuovo lo dirò a Kaname.>> rispose Kaori capendo che quello era il suo punto debole.
Aido sbuffò e se ne andò arrabbiato: gli sembrava di aver perso il proprio giocattolo. Quando arrivò al dormitorio, si chiuse in camera e si sdraiò sul letto a pensare. Cercava un modo per poterla tenere con sé per sempre. Scartava tutte le idee che gli venivano in mente, perché o sarebbe successo il finimondo con Kaname o sarebbero state impossibili da realizzare. Si lamentò anche degli umani che avevano gusti strani nell'amore. Dopo svariato tempo pensò che avrebbe potuto corteggiarla come avrebbe fatto un comune mortale, ma questo avrebbe significato dover conoscere bene i suoi gusti. Decise così di spiarla un po' anche se questi modi di fare non erano i suoi e non gli andava molto a genio farlo.
Intanto Kaori finì il suo lavoro senza problemi. Era felice che Aido non le avesse dato problemi. Sorrideva quella sera e tornò in camera con lo stesso sorriso. Entrando nella stanza notò che Suzume era ancora sveglia e la salutò allegramente. La cugina, vedendola, ne rimase molto sorpresa: sua cugina non sorrideva quasi mai quando doveva svolgere dei compiti che richiedevano serietà.
<< Cos'è successo?>> domandò lei sorpresa.
<< Aido è stato sospeso dalle lezioni per una settimana e non lo avrò per un bel po' tra i piedi. Posso fare il mio lavoro tranquillamente.>> esultò Kaori per poi mettersi il pigiama.
Si tolse accuratamente le lenti riponendole nel loro contenitore e si guardò allo specchio. Sorrise di nuovo. Suzume rimase ancora più scioccata: Kaori non avrebbe mai sorriso vedendo i propri occhi rossi. La biondina andò a dormire tranquillamente mentre la cugina cercò di evitare di pensare a quei fatti sconcertanti che aveva appena visto: cercò infatti di convincersi che tutto quello che era appena successo fosse stato tutto un sogno.

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Capitolo 3
*** Forgive me ***


La settimana senza Aido passò velocemente per Kaori. Troppo velocemente.
Aveva ricevuto diversi complimenti e non era più nervosa. Sembrava un'altra persona: calma e rilassata, ma pur sempre decisa. Si era goduta quei giorni senza che quell'odioso vampiro la infastidisse. Quando finirono i cinque giorni, però, quella sua pace interiore svanì. Durante le lezioni del mattino pensò solo al fatto che avrebbe dovuto vederlo di nuovo. Mangiò anche di più a pranzo per il nervosismo. 
Durante il pomeriggio provò a rilassarsi e entrò nell'ottica che affermava che non fosse un problema vederlo perché sarebbe bastato ignorarlo. Con quel pensiero, andò davanti al Dormitorio Luna e affrontò la serata come una di quelle della settimana appena passata. Le ragazze della Day Class si erano già disperse perché pensavano che Aido fosse ancora assente. Kaori, invece, sapeva che quel giorno sarebbe tornato a frequentare, se così si può dire, le lezioni, perciò lo aspettò. Quando lui uscì, si fermò vedendola.
<< Ti accompagnerò io fino alla scuola.>> annunciò lei prima che il vampiro potesse dire anche una sola parola.
Lui la ringraziò poi iniziò a seguirla. A metà strada, la prese per il polso facendola girare verso di sé.
<< Perché piangi?>> le domandò perché l'aveva vista mentre si asciugava le lacrime.
<< Porto le lenti a contatto e iniziano a darmi fastidio ma ho dimenticato il collirio da metterci.>>
Le porse un fazzoletto azzurro che lei accettò nonostante la grande sorpresa. Con esso, si asciugò le lacrime per poi metterlo nella tasca della gonna.
Arrivati alla scuola si separarono. Kaori si diresse al bagno femminile dove prese il fazzoletto che le era stato dato, lo bagnò e se lo appoggiò sugli occhi. Fece un respiro di sollievo perché non sentiva più bruciore. Aspettò che il fazzoletto si asciugasse un po' mentre era sulla pelle del suo viso e poi se lo mise nuovamente in tasca. Decise di cercare Yuki per sapere se c'era altro da fare, ma girò per un'ora a vuoto nella scuola senza trovare nessuno dei due guardiani. Decise di tornare al suo dormitorio, ma, uscendo, incontrò Zero.
<< Zero! Ti stavo cercando!>>
<< Anch'io. Ci serve una mano a trovare una ragazza della Day Class! Yuki l'ha lasciata entrare e adesso non la troviamo più.>>
La giovane annuì e partì alla ricerca della studentessa.

La ragazza della Day Class si agitava tra i corridoi bui della scuola cercando qualche studente dell'altra sezione. Era completamente ignara del pericolo che stava correndo, perciò girava tutta allegra canticchiando. Aprì una porta di una classe nella quale si sentivano delle voci. Al suo interno c'erano circa una decina di vampiri che si girarono a fissarla.
<< Oh ma tu guarda: un'umana.>> disse un ragazzo che si stava sgranocchiando dei Pocky seduto ad un banco.
Scrutò con i suoi occhi azzurri la ragazza per diversi secondi.
<< Shiki, hai fame?>> domandò una ragazza seduta accanto a lui, Rima.
<< Eh no! Ti bastano i Pocky!>> esclamò Kaori spuntando dalla porta << Un attimo solo...>>
Si fermò a riprendere fiato appoggiando le mani sulle ginocchia e chinandosi in avanti. Aveva corso come non aveva mai fatto nella sua vita. Insomma, non aveva molta resistenza. Riprese velocemente fiato e si voltò verso la ragazza.
<< Adesso noi andiamo dal preside. Dovresti essere nel tuo dormitorio a quest'ora.>> la ammonì.
<< Dai, signorina guardiana, non ci fai "parlare" con la giovane qui presente?>> chiese un vampiro con un tono di ironia sottolineando la parola "parlare".
Kaori si girò e lo guardò semplicemente male.
<< Ha ragione! Lasciaci parlare! Non capisco perché ci dividiate da loro! Siamo pur sempre coetanei, no? Poi vorrei tanto parlare con Shiki!>> disse la studentessa della Day Class prima che la guardiana potesse dire qualcosa.
Notò che il vampiro che aveva appena parlato stava sorridendo e questo non le piaceva minimamente. Strinse i denti e la prese per un polso portandola via verso l'ufficio del preside. Dovette tenerla a bada e trascinarla, perché lei si ribellava sotto la sua stretta. Continuava a ripetere "non voglio! Lasciami! Voglio stare con Shiki!", ma nessuno la stette ad ascoltare. Venne scaraventata nell'ufficio del direttore il quale rimase confuso dalla sua presenza. Kaori, però, lasciò a loro tutte le questioni legate alla sua piccola "avventura" notturna.

Quando la biondina poté finalmente andare a dormire, erano quasi le quattro del mattino. Le lenti le davano nuovamente fastidio, perciò decise di toglierle immediatamente. Facendolo una si ruppe, perciò la ragazza fu costretta a buttarle. Pensò, però, che ormai erano gli ultimi giorni del loro mese di durata, di conseguenza non ne fece un dramma. Si tolse la divisa e andò tranquillamente a letto non rendendosi conto del fatto che il dramma la stava aspettando.
<< Suzu! Dove sono le mie lenti?! Qui ci sono solo quelle verdi!>> esclamò lei mentre metteva a soqquadro il bagno.
<< Kyo... Non urlare... Mi svegli...>> mugugnò la cugina dalla camera da letto.
Si raggomitolò sotto le coperte coprendosi le orecchie con le mani per affievolire le urla della sua compagna di stanza. Non si ricordava che la sua adorata parente avesse una voce così fastidiosamente acuta mentre urlava.
Si stava per addormentare nuovamente quando si ritrovò sul pavimento: era stata crudelmente buttata giù dal letto. Si alzò di conseguenza e buttò le coperte sul materasso.
<< Perché?!>> domandò arrabbiata.
<< Aiutami e preparati: siamo in ritardo.>>
Mugugnò parole incomprensibili per poi prepararsi velocemente. Aiutò Kaori a cercare le sue adorate lenti gialle, ma si arrese dopo diversi minuti di ricerca annunciando la sua sconfitta.
<< Probabilmente sono finite... E adesso cosa faccio...? Con questi occhi non esco di casa!>> affermò la guardiana.
<< Datti malata oggi. Andrò io a comprartele oggi pomeriggio.>>
<< Grazie.>>
Sorrise.

Mentre Suzume era via, Kaori lavò a mano il fazzoletto che le aveva prestato Aido. Pensò che era stato gentile a prestarglielo. Si domandò se quell'espressione che lui aveva sul volto quando glielo diede, fosse preoccupazione. Il suo volto, infatti, si era deformato in un'espressione che lei non aveva mai visto sulla faccia del vampiro. Quest'ultimo era preoccupato: stava piangendo davanti a lui nuovamente e, forse, era ancora colpa sua.
Kaori sospirò continuando a pensare alle azioni di Aido. Non lo capiva molto anzi non lo capiva affatto. Non capiva perché la trattasse come se fosse un giocattolo; non capiva perché si fosse avvicinato così tanto a lei; non capiva perché la infastidisse quasi sempre; non capiva perché le avesse lasciato il suo fazzoletto. Avrebbe voluto chiedergli tante cose per comprenderlo, ma aveva paura di farlo: non sapeva come avrebbe reagito o se l'avrebbe ascoltata. Voleva delle risposte, però sapeva che era ancora troppo presto.
Sciacquò e stese il fazzoletto poi si sedette alla scrivania per fare i compiti, mentre sperava che Suzume trovasse le lenti da lei richieste. Si rilassò dimenticandosi del fardello relativo allo studente della Night Class con gli occhi di ghiaccio.
Quando arrivò la cugina, Kaori era concentrata sui libri e quasi non la sentì entrare.
<< Kyo...>> disse Suzume con un tono intimorito << Le lenti... Ecco... Arriveranno tra due giorni...>>
La guardiana lasciò la penna che cadde sul quaderno per poi rotolare per terra. Sbatté più volte le palpebre cercando di realizzare le sue parole.
<< Farò finta di essere malata finché non arriveranno.>> affermò.
<< Perché odi così tanto i tuoi occhi...?>>
<< Non voglio assomigliare a loro.>>
<< Perché...?>>
<< Lo sai benissimo il perché.>>
Prese la penna che le era caduta per terra e ricominciò a lavorare come se nulla fosse accaduto. Non avrebbe mai spiegato tanto apertamente il motivo del suo odio nei confronti di quelle creature. Inoltre era passato poco più di un anno da quel brutto giorno.

Erano passati quattro giorni dal primo giorno di assenza di Kaori ed Aido non riusciva a prendere sonno. Era nella sua stanza e si continuava a rigirare nel letto. Era preoccupato per lei: aveva paura che si fosse ammalata. Gli passò nella mente l'idea di andare in quel preciso momento da Yuki per chiederle informazioni. Pensò che forse non era il caso in quanto era mattina, ma decide di andarci comunque: doveva sapere. Indossò la divisa poi sgattaiolò fuori dalla stanza buia senza svegliare suo cugino che stava dormendo nel letto accanto al suo. Prima di arrivare nell'edificio scolastico, però, vide Kaori mentre si dirigeva verso il cancello.
Gli si illuminarono gli occhi. La raggiunse e le appoggiò una mano sulla spalla facendola voltare. Sorrise: sembrava stesse bene. La abbracciò stringendola.
<< Stai bene... Per fortuna...>> disse con le labbra appoggiate alla sua testa.
Kaori rimase senza parole tra le sue braccia. Lasciò cadere i libri che aveva in mano e arrossì. Non le venne in mente nemmeno una parola per potergli rispondere. Era confusa dalle sue azioni; infatti si chiedeva perché fosse stato così dolce.
Stava per chiederglielo quando si ricordò il motivo per cui si stava dirigendo al portone della scuola. Spinse lontano Aido e, dopo essersi scusata, se ne andò.
Arrivata al cancello della scuola, trovò un uomo ad aspettarla. Era abbastanza alto con capelli biondi e occhi viola. Aveva circa quarant'anni, ma ne dimostrava di meno. Portava, con fierezza, una spada, forgiata per uccidere i vampiri, sulla schiena. La salutò accarezzandole i capelli.
<< Come va nella tua nuova scuola, figliola?>>
<< Bene, papà.>> rispose lei sorridendo.
<< Ti sei fatta degli amici? Hai conosciuto dei vampiri simpatici?>>
Calò improvvisamente il silenzio. Il padre accennò un sorriso e le disse che c'era tempo. Le accarezzò nuovamente la testa. Non era un hunter pieno di risentimento verso i vampiri, anzi, era uno di quelli fermamente convinti che gli uni e gli altri potessero coesistere pacificamente. Questo sentimento era stato trasmesso alla figlia, ma era svanito a causa di quel brutto giorno, perciò, per farle ritrovare la fiducia in quelle creature della notte, la iscrisse all'unica scuola che accettava sia umani sia vampiri.
Intanto Aido raccolse i libri che Kaori aveva lasciato per terra ed era deciso a restituirglieli. Vedendola arrivare accompagnata da un hunter, però, decise di andarsene e rimandare a quella sera.

Dopo aver scortato i membri della Night Class fino alla scuola, Kaori mise le mani nelle tasche della gonna e si ritrovò tra le dita un pezzo di stoffa che tolse. Era il fazzoletto di Aido.
"Devo restituirlo!" pensò per poi mettersi alla sua ricerca.
Lo trovò nel giardino centrale della scuola intento a fissare la luna. Aveva dei libri in mano. A un certo punto chiuse gli occhi e sospirò. Stava pensando all'uomo che era accanto alla sua adorata umana quella mattina. I suoi pensieri furono interrotti dalla voce della biondina.
<< Ehm... Aido...>>
Lui si girò di scattò verso di lei spalancando gli occhi.
<< Kaori? Perché?>>
<< Ho lavato il tuo fazzoletto, perciò te lo restituisco. Mi scuso per non essere riuscita a farlo prima, ma sono stata male.>>
A quelle parole il giovane scattò verso di lei prendendola per le spalle e allargando nuovamente gli occhi, però questa volta era per preoccupazione non più per stupore.
<< Ma adesso stai bene?!>> domandò lui.
<< S-sì...>> rispose spostandogli le mani e restituendogli il pezzo di stoffa << Grazie e ciao.>>
<< Aspetta!>> esclamò fermandola prima che se ne andasse << Hai lasciato i tuoi libri sul viale stamattina, perciò li ho presi io. Eccoli.>>
Kaori lo ringraziò e se ne andò. A quel punto le risuonò in mente l'ultima domanda che le aveva posto il padre quella mattina. Si chiese cosa provasse per Aido e giunse a una conclusione.
"È solo un vampiro fastidioso." pensò sbuffando.
Aido si era diretto nella sua classe e, dopo essersi seduto nella sua aula, portò il fazzoletto che ancora aveva in mano alla sua bocca. Ne sentì il profumo e un dolce sorriso comparve sulle sue labbra.
"Il suo profumo è buono come quella volta."
Nonostante la gioia che provasse in quel momento per aver qualcosa che aveva l'odore di lei, il suo sorriso si spense, perché si era ricordato di quell'uomo che le stava accanto poche ore prima.
Si alzò e uscì nuovamente dalla classe. Andò alla ricerca di Yuki e quando la trovò, le fece una domanda semplice e diretta.
<< Chi era quell'uomo che era con Kaori questa mattina?>>
<< Ah! Intendi il signor Daichi Shirou? È il padre di Kaori.>> disse lei dopo averci pensato un attimo.
Il vampiro diventò ancora più bianco del suo solito colorito: aveva morso e "torturato" la figlia di un cacciatore. Sperava che Kaori non avesse detto nulla al padre: voleva ancora vivere.
<< Comunque come fai a saperlo?>> lo interrogò la guardiana.
<< Ah?! Ecco... Io... Devo andare in classe! Ciao!>>
Lui sgattaiolò via lasciandola sola. Lei non volle inseguirlo pensando che Kaori lo avesse già rimproverato per essere uscito dal dormitorio di giorno e continuò serenamente il suo giro di routine.

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Capitolo 4
*** Dream of me ***


Capitolo 4: Dream of me
 
Passò un mese e le vacanze di Natale si stavano ormai avvicinando. Durante quel periodo, Kaori e Aido si scambiarono al massimo un saluto, o poco più, sempre cercato dal vampiro. Lui non le parlò più di tanto, perché aveva paura di avvicinarsi: aveva domandato al cugino cosa sarebbe successo se si fosse innamorato della figlia di un hunter e la risposta fu, ovviamente, negativa. Eppure voleva conoscerla meglio, perciò, ogni tanto, provava a intraprendere un discorso con lei. La biondina, però, non era molto felice dei suoi tentativi: lo trovava ancora fastidioso e sperava nell'arrivo delle vacanze.
 
Kaori e Suzume erano in paese quella sera. Stavano tranquillamente passeggiando godendosi il momento.
<< Come va con Hanabusa?>> domandò la mora in un momento di silenzio.
<< Ogni tanto mi saluta. Niente di più.>>
<< E tu come rispondi?>>
<< Gli rispondo come farei con le persone che odio.>>
<< Perché? Lo odi?>>
<< Ovvio: è così fastidioso e insistente. Continua a provare a parlarmi e a toccarmi. Credo che non abbia capito che a me provoca solo fastidio.>>
<< Ma dagli una chance! Magari si rivelerebbe essere un buon amico.>>
<< Tsk! Avere un vampiro come amico è come assicurarsi una morte veloce.>>
<< Forse lui è diverso da Riku!>>
Kaori si fermò di colpo abbassando il capo e stringendo i pugni. La sua espressione era diventata ancora più cupa.
<< Non parlare di lui, Suzume.>> sibilò a causa del peso sul petto che si era creato per l’affermazione della cugina.
<< Scusami... Non volevo...>>
Presa dalla rabbia, Kaori tirò un pugno al muro graffiandosi la mano.
<< Quante volte ti ho detto di non parlarmi di quello?!>> esclamò furiosa per poi iniziare ad allontanarsi dopo aver sbuffato.
Era ancora arrabbiata per aver sentito quel nome, Riku, perciò aumentò il passo. Ancora pensierosa e scossa, teneva la testa bassa senza badare a chi le stesse davanti. Continuava sicura sulla sua strada trattenendo le lacrime di rabbia miste a quelle di tristezza, finché non si scontrò con una persona che la prese per il polso destro per non farla cadere. Lei alzò lo sguardo e incrociò quello del ragazzo che le stava tenendo il polso. Era Aido.
Con gli occhi spalancati per l'incontro improvviso, lui percepì l'odore del suo sangue. Involontariamente, le sue iridi diventarono scarlatte a causa del dolce profumo. Non si seppe trattenere da cercare con lo sguardo il punto in cui si era fatta male e, notando la mano sinistra, chiederle cosa fosse successo. La risposta fu uno schiaffo che gli lasciò del sangue sulla guancia. Ormai in lacrime, lei corse via spaventata da quegli occhi dopo essersi liberata dalla sua presa. Lui provò a seguirla ma fu bloccato da Suzume la quale lo aveva abbracciato da dietro.
<< Ti prego... Lasciala andare...>>
<< Perché...?>> rispose dopo aver sospirato e aver rinunciato a seguirla.
<< Scusala...>>
Lo lasciò e prese un fazzoletto di stoffa per poi inumidirlo con dell'acqua della bottiglietta che aveva in borsa. Approfittando del fatto che Aido si era girato per vedere cosa stesse facendo, gli pulì la guancia con il fazzoletto.
<< Lei ha un brutto ricordo a causa di un vampiro di nome RIku... Vedi, erano amici e lui ha ucciso sua madre proprio davanti a lei... Adesso non si fida più... È per questo che mio zio ha voluto iscriverla alla Cross... Posso chiederti un favore? Vacci piano con lei.>>
Le iridi di Aido tornarono azzurre, ma il suo sguardo era ancora sorpreso. Inoltre nascondeva un lieve imbarazzo per il suo gesto. Accettò il favore che gli era stato richiesto poi tornò all'accademia riaccompagnando la ragazza, dopo che quest'ultima gli aveva spiegato il motivo della ferita della cugina. All'entrata della scuola i due si separarono e tornarono nei rispettivi dormitori.
 
Nei giorni successivi, Kaori ignorò completamente Aido comportandosi come se non esistesse e facendolo così spazientire.
<< Uffa! Perché mi ignora?>> domandò lui con tono quasi infantile al cugino.
<< Se non le stessi così addosso... Poi ti ho già detto di lasciarla perdere.>>
Il biondino sbuffò sedendosi a un banco vuoto dell'aula in cui erano. Pensò a cosa l'avesse fatta arrabbiare questa volta, ma non concluse nulla. Nonostante fosse iniziata la lezione, lui si mise a guardare fuori dalla finestra e a pensare a lei, perciò non ascoltò nemmeno una parola. Quanto avrebbe voluto essere lì con lei in quel momento per poterla abbracciare, baciare e, magari, bere anche un po' del suo delizioso sangue.
 
Il giorno prima delle vacanze natalizie, Kaori, Yuki e Zero si trovarono nella sala da pranzo del direttore Cross. Quest'ultimo gli aveva offerto un'abbondante colazione preparata da lui stesso.
<< Chissà cosa si sarà inventato questa volta.>> disse Zero approfittando dell'assenza del direttore.
<< Questa volta?>> domandò confusa Kaori.
<< Normalmente quando ci offre da mangiare la mattina, vuol dire che dobbiamo fare dei lavori per lui. Di tendenza cose strane o pericolose.>>
<< Di pratica cerca di comprarci.>>
<< Esatto. Impari in fretta a differenza della fannullona qui presente.>>
<< Non è vero!>> lo ammonì l'altra guardiana.
<< Ecco a voi, ragazzi!>> esclamò Kaien entrando nella sala da pranzo con un altro piatto dolce in mano.
Nessuno dei tre si mosse per prendere quell'ultima parte di colazione: stavano fissando l'uomo.
<< Va bene, vi dico cosa dovete fare oggi. Vorrei che confiscaste tutti gli oggetti che non si possono tenere qui a scuola soprattutto foto fatte all'insaputa della persona ritratta.>>
<< Meglio iniziare subito.>> affermò Zero alzandosi.
La guardiana dai capelli castani fu la prima a seguirlo poi si alzò la biondina. Quest'ultima, però, si appoggiò alla sedia chiudendo gli occhi e appoggiando la mano alla fronte. Le era appena venuto un capogiro.
"Mi sta salendo la febbre..." pensò sforzandosi di camminare più in fretta per raggiungere i suoi due compagni.
Il giro del dormitorio Sole non fu facile e corto, ma finì, perciò i guardiani si erano diretti al dormitorio Luna. Ad attenderli all'entrata, c'era Kaien che chiese a Yuki e a Zero di sbrigare una commissione per lui mentre Kaori iniziava il giro nel dormitorio dei vampiri.
La ragazza si fece coraggio ed entrò. Il giro stava procedendo senza problemi finché lei non iniziò a sentirsi mancare. Le rimaneva solo una porta, ma le forze iniziarono a svanire. La febbre si era alzata. Nonostante l'ultima camera fosse di Aido, decise di non darsi per vinta e terminare il suo compito. Stava per bussare quando svenne proprio davanti alla porta.
Da dentro, Aido sentì un tonfo e, ritrovandola svenuta, non poté fare a meno di portarla all’interno per farla sdraiare sul proprio letto. Si preoccupò vedendola in quelle condizioni. Sapeva che era lì e anche il motivo, ma non si aspettava di trovarla svenuta davanti alla porta. Notò che era molto più calda del solito: aveva la febbre, perciò prese una bacinella con dell'acqua e le appoggiò un fazzoletto di stoffa bagnato sulla fronte. Si sedette sul letto accanto a lei e aspettò che si svegliasse assicurandosi che la stoffa fosse sempre umida.
Intanto che Aido la guardava mentre dormiva, Kaori fece un sogno riguardante il suo passato.
 
Era nel giardino della sua vecchia casa, sotto il grande albero che permetteva alla famiglia che ci abitava di riposarsi sotto la sua ombra nei giorni estivi. Quel pomeriggio con lei c’era un bambino biondo e dagli occhi color nocciola. I due stavano giocando con un paio di spade di legno facendo finta di essere dei cavalieri. Avevano circa sette anni e giocavano insieme quasi tutti i giorni.
<< Riku! Guarda!>> esclamò la piccola Kaori mostrando all’amico quanto era migliorata nell’arrampicarsi sugli alberi.
Il bambino si complimentò con lei e, poco dopo, la raggiunse al fine di ammirare insieme il paesaggio che si trovò davanti ai loro occhi. Ben presto, però, il rosso del tramonto mutò in rosso sangue e le risa dei due amici in urla strazianti. La sedicenne Kaori percepiva una fitta al collo sul quale c’erano due buchi che permettevano al liquido vitale di fuoriuscire in grandi quantità. Dalla parte opposta del salotto, arredato con un semplice divano, un tavolino e un armadio, c’era sua madre ricoperta di sangue. A sorreggere il suo corpo, ormai privo di vita, c’era Riku che si godeva gli ultimi sorsi del fluido. Teneva fisso lo sguardo sull’amica sogghignando mentre i suoi occhi, che brillavano di luce propria, studiavano attentamente le sue reazioni. Un “Madre” strozzato faticò a uscire dalla bocca della biondina, mentre provava ad avvicinarsi alla donna. Non capiva cosa stesse succedendo: la sua mente non riusciva a ricordare. Non capiva nemmeno il motivo per cui il suo amico stesse succhiando il sangue di sua madre. Si sentiva tradita da lui: sapeva che era un vampiro dal primo giorno che lo aveva visto, ma questo non aveva mai ostacolato la loro amicizia o lo aveva portato a essere violento. In un momento di rabbia, dopo aver visto il corpo di sua madre cadere sul freddo pavimento, raccolse le forze che aveva e si avvicinò a lui stringendo le mani attorno alle sue braccia.
<< Perché?! Perché l’hai fatto, Riku?!>> domandò con le lacrime agli occhi.
<< Sei davvero stupida, Kaori. Per noi vampiri, voi umani siete solo cibo.>> rispose lui dopo aver riso << Grazie per avermi fatto divertire e bere un po’ del tuo sangue.>> concluse per poi andarsene.
 
Kaori si svegliò spalancando gli occhi, con il fiato corto. Si coprì il volto con le mani mordendosi il labbro e chiedendosi il motivo di quel sogno. Odiava quando rivedeva quella scena: il sacrificio della madre per salvarle la vita e il tradimento del suo amico la distruggevano ogni volta. Era grazie a lui che aveva perso tutta la fiducia che aveva nei vampiri e aveva iniziato a provare sentimenti negativi nei loro confronti: aveva iniziato a pensare che le parole che le aveva rivolto prima di andarsene fossero vere.
<< Kaori… Ti sei svegliata?>> domandò Aido interrompendo i suoi pensieri.
Al suono della sua voce, lei si agitò e si alzò sedendosi nel letto. Guardandolo stupita, si ricordò di essere svenuta davanti alla sua camera a causa della febbre. Rimase immobile fissandolo e senza dire una parola, perché non sapeva come reagire. Inoltre, era imbarazzata per la situazione.
<< Dove sono…?>> domandò timidamente.
<< In camera mia, ma stai bene?>> rispose lui avvicinandosi.
Il volto di Riku si sovrappose a quello di Aido facendo, così, scattare la giovane che lo spinse via portando le ginocchia al petto e le mani tra i capelli. Si era spaventata, perciò chinò il capo con le lacrime agli occhi. S’interrogò sul motivo di quella visione, ma appena Aido le appoggiò una mano sulla spalla, l’istinto prese il sopravvento: lei scostò la mano di lui e si allontanò alzandosi dal letto.
<< Stai lontano da me…>> sussurrò per poi dirigersi verso la porta.
Lui, non capendo cosa le stesse succedendo, la bloccò prendendola per il polso.
<< Perché?>> domandò mentre le asciugava delicatamente una lacrima con il pollice della mano.
L’unica risposta che ebbe fu lo sguardo di Kaori che si spostò sul suo petto.
<< Concedimi almeno una risposta a una mia domanda e ti lascerò andare.>>
Lei annuì, perciò lui fece un respiro profondo prima di parlare per scegliere e formulare al meglio la domanda.
<< I tuoi sentimenti per me sono condizionati da ciò che ti è successo a causa di Riku?>>
L’umana rimase sorpresa e non seppe cosa rispondere. Lo guardò confusa e ancora un po’ scossa dal sogno. Stette in silenzio per diverso tempo socchiudendo solo le labbra nel tentativo di dire qualcosa, qualsiasi cosa. Voleva andarsene, però quella risposta composta di un semplice monosillabo si stava trasformando in un esame di coscienza. Stava cercando di comprendersi come mai aveva fatto prima: voleva dare una risposta sincera, ma non riusciva a comprendere la verità. Poi capì che il suo odio per i vampiri era nato tutto il giorno seguente alla morte di sua madre dopo aver assimilato il trauma. Trovò, di conseguenza, la risposta che doveva dargli.
<< Sì…>> affermò con un tono di dispiacere nella voce dopo aver abbassato la testa.
Lui, come aveva promesso, la lasciò. Un po’ deluso, ma allo stesso tempo sollevato dalla risposta, la guardò andarsene.
 
Durante le vacanze, Kaori non smise di interrogarsi sui sentimenti rivolti alle creature della notte, su Riku e su Aido. Comprese che, in certe occasioni, era stata troppo dura con lo studente della Night Class, perciò iniziò a sentirsi in colpa e, lentamente, le passò l’appetito, mangiando sempre meno. Più i giorni passavano, più era il tempo che trascorreva seduta sul davanzale della finestra a guardare la neve che cadeva. Nonostante le facesse male e non fosse facile indagare su se stessa e ripensare a quel momento triste della sua vita, lei continuava a scavare nella sua mente. Durante un paio di notti, non poté fare a meno di lasciarsi sfuggire qualche lacrima per poi cadere addormentata nel letto, ma questo non la fermò. Fu dura con se stessa: pensava che il suo comportamento con Aido fosse inopportuno, perciò voleva comprendersi per poter scegliere il da farsi.
Suo padre e sua cugina capirono che dovevano lasciarla ai suoi pensieri, ma erano comunque preoccupati per la sua salute, poiché si era appena rimessa dai pochi giorni passati a letto con la febbre alta.
Una mattina, all’improvviso, la biondina si cambiò di corsa. Prese la giacca e la borsa al volo e uscì di casa senza dire una parola e sotto agli occhi increduli dei due famigliari. Era diretta alla Cross, dove sapeva che avrebbe trovato Aido, l’unico vampiro che non era tornato a casa per le festività.

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