Rape arcobaleno di Chocolate_senpai (/viewuser.php?uid=111723)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Regole di convivenza ***
Capitolo 2: *** L'uomo di mondo ***
Capitolo 3: *** Interpretazioni personali ***
Capitolo 4: *** I piccoli tiranni crescono ***
Capitolo 5: *** Ostentata figaggine ***
Capitolo 6: *** Cap. 6: What time is it? It’s Kandrakar time! ***
Capitolo 1 *** Regole di convivenza ***
Cap.
1 : regole di convivenza
Era una sera buia e tempestosa.
Un momento particolarmente sfigato
per svolgere una missione
all’aperto, ma ai due loschi e poco rassicuranti figuri che
erano fermi da due
ore in mezzo al marciapiede non importava! Avrebbero fatto tutto per il
loro
signore.
Erano arrivati in quel bizzarro e
umido mondo alle sette
della sera, ma per un disguido la persona che dovevano controllare
arrivò due
ore più tardi. Nel frattempo loro non si mossero dal
suddetto marciapiede, nel
caso che la guardiana arrivasse all’improvviso e li
attaccasse con i suoi
superpoteri.
Oramai erano così fradici
che Spongebob gli faceva un baffo,
quando finalmente la macchina arrivò sfrecciando
sull’asfalto del condominio di
fronte al loro marciapiede.
Sulla difensiva si aspettavano di
trovare davanti a loro un
nemico degno dell’interessamento di Phobos, e quando lo
sportello si aprì dalla
vettura uscì …
Una bambina con un impermeabile di
tre taglie più grande di
lei.
Il più
“grosso” dei due si strizzò la sciarpa
facendo cadere
dell’acqua addosso all’altro, più basso
e magro, che si tolse dalla traiettoria
umida con stizza.
- Ma Lord Cedric … pensavo
di trovare un nemico molto forte
quando sono venuto qui … -
Cedric si sistemò gli
occhialini da intellettuale con
l’indice della mano destra, contemplando la sua immensa
figaggine, mentre con
l’altra mano si strizzava anch’esso i vestiti
imbevuti d’acqua.
- Pensavi Vathek? Non mi sembra di
averti dato il permesso di
pensare -
Il gigante azzurro inchinò
il capo in segno di scuse, e
l’acqua accumulatasi nel suo capello si riversò
sulla testa di Cedric, che non
aveva cappucci convinto che si sarebbe rovinato i suoi splendidi
capelli,
secondi solo a quelli del principe Phobos, a Meridian.
L’uomo si
allontanò di qualche passo velocemente.
- Insomma Vathek lo fai apposta?! Lo
sai quanto tempo mi ci
vuole per tenermi curata la mia splendida e folta chioma?-
Senza dare il tempo di rispondere al
gigante, si rispose da
solo, smuovendo la massa di capelli biondi che, imbevuti
d’acqua come tutto il
resto, piuttosto che dare un effetto “liscio come la
seta” si mossero in blocco
dando l’effetto “compatto come un
mattone”.
- Certo che non lo sai! Sei pelato,
tu- Concluse lanciando un’occhiata
schifata al capo lucido e perfettamente calvo del compagno, che ormai
aveva
rinunciato al cappello, vista l’indisposizione di Cedric.
-
Hai mai pensato di
farti crescere i capelli? Eh?-
- Veramente io … -
- Certo che no, non vieni pagato per
pensare!-
.................
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Capitolo 2 *** L'uomo di mondo ***
Cap.
2: l’uomo di mondo
Era in un luogo umido. Buio. Relativamente piccolo. E c’era
anche una puzza considerevole.
Non c’era un cavolo di buco
dal quale potesse provenire la
luce e non potevi
uscire quindi se ti
scappava la dovevi fare davanti alle guardie che vigilavano
imperterrite su
ordine di quel gay del loro sovrano.
Eccole qui, le adorabili prigioni del
palazzo di Meridian.
E indovinate chi era stato appena
catturato? Esatto, 10
punti al Grifondoro!
Il presunto capo dei ribelli, ovvero
quello che tutti usano
come esca per scappare da un portale a caso senza essere visti, era
stato
recluso per la mille millesima volta nella sua solita cella, tanto che
ormai
sapeva anche come si chiamavano le guardie e ogni tanto giocavano
insieme a Uno.
Solo che quel giorno il capitano si
era dimenticato il mazzo
e Kaleb si annoiava a morte, tanto che attaccò una
discussione filosofica con
una guardia che passava di lì per caso.
- … sì
perché, vedi, io lo sapevo benissimo che succedeva di
nuovo! L’avevo detto alle ragazze che il piano andava
modificato, ma loro no!
Non mi ascoltano! E qui, tra me e loro, chi ha l’esperienza
per parlare? Eh?-
La guardia si grattò la
fronte, di un colorito verde poco
rassicurante, cercando con la coda dell’occhio qualunque cosa
che potesse
toglierlo da quella situazione.
- Bè … io non
saprei … -
- Certo che non lo sa!-
Continuò il capo dei ribelli,
armeggiando pericolosamente con un sasso con il quale si divertiva ad
incidere
sulla pietra le parole “Phobos è gay”.
- Qui sono io quello che conosce
questo posto, che sa come
muoversi durante la battaglia! Le mie idee sono geniali!
Perché nessuno mi da
mai retta?-
- Bè, io … -
- Ieri avevo proposto di assaltare il
castello passando dal
camino che da sulla sala del trono! Avevamo l’elemento
sorpresa, e poi se ci
riesce quel nonnetto obeso che chiamano babbo natale perché
non dovremmo
riuscirci noi?-
- Sì … -
- Poi però le guardiane
hanno deciso di entrare dalla porta
principale, e ci hanno subito catturati!-
- Vuoi dire che ti abbiamo
catturato-
- Sì, sì,
è uguale! Per domani volevo entrare nel palazzo
scavando un tunnel dal raccordo fognario più vicino di
Meridian, ma alle witch
non va bene perché si sporcano i vestiti!-
-Sì, continua pure
… - disse la guardia, intenta a segnarsi
su un taccuino tutti i futuri piani dei ribelli.
- E i piani per questa settimana
prevedevano anche di creare
delle nostre copie usando delle sagome di cartone a grandezza naturale
per
distrarre le guardie; poi pensavo di travestirmi da idraulico dopo aver
sabotato il lavandino di Phobos per potermi infiltrare a palazzo, ma le
witch
devono andare a fare shopping quindi non potevano venire ad aiutarmi! E
infine
… o ma che importa!-
- No no, continua Kaleb, sto segnando
tutto!- sostenne la
guardia con un eccessivo
interesse nei confronti dei discorsi poco interessanti del prigioniero.
Detto questo la settimana successiva
alla liberazione del
capo dei ribelli, tutti i piani geniali di Kaleb vennero facilmente
sventati. Su,
proviamo a pensare perché.
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Capitolo 3 *** Interpretazioni personali ***
Cap.
3: interpretazioni personali
Finalmente anche quella battaglia era
terminata.
Dopo 20 lunghissimi minuti le guardie
scelte del principe
Phobos avevano di nuovo sbaragliato lo stupido esercito dello stupido
capo dei
ribelli con i suoi stupidi piani.
Phobos si sedette trionfante sul suo
trono, perennemente
immacolato, a differenza della stanza che come al solito era semi
distrutta, contemplando
davanti a se i suoi schiavi mettere tutto in ordine.
Ah, come era bello vedere qualcuno
sfacchinare al proprio
posto.
“Sono proprio un
figo” pensò il principe, al culmine
giornaliero della sua autostima.
- Mio signore … -
Interrotto durante la contemplazione
della propria
magnificenza, Phobos era pronto a scagliare tutta la sua furia verso
colui che aveva
stroncato il momento delle lodi a se stesso; tuttavia, quando si
accorse che un
serpente, se così si poteva definire, alto una decina di
metri lo stava
fissando, decise saggiamente di cambiare strategia.
- Ah … ehm …
dimmi Cedric!- Rispose mentre una gocciolina di
sudore calava lungo la sua fronte.
- Anche oggi abbiamo svolto i suoi
ordini alla perfezione.
Siete uno stratega perfetto signore.-
- Certo, avevi dei dubbi forse
Cedric?- Disse quello che non
aveva mosso un dito durante tutta la battaglia.
- No, affatto mio Signor …
-
Cedric si fermò un momento
davanti al trono, osservando il
volto sorridente di Phobos che sprizzava autostima da tutti i pori.
C’era un
particolare che non aveva mai notato, eppure da quella poca distanza
era così
evidente che si chiese come mai era passato inosservato fino a quel
momento.
- Ma … mio Signore
… -
- Si Cedric? Ti concedo di tessere le
mie lodi – Disse
Phobos, passando una mano tra i suoi chilometrici capelli che
ondeggiarono e si
incastrarono sugli spuntoni del trono.
- … Voi avete sempre avuto
quella barbetta?-
Phobos si tirò le ciocche
di capelli con fare stizzito nel
tentativo di liberarsi, dando poco peso a quello che stava dicendo
Cedric; la
salvezza dei suoi capelli era la priorità assoluta!
- Sì, bò,
forse, adesso non ricordo … - Disse con poco
interesse, tirando fuori dalla sottana del suo abito un pettinino con
il quale
cercò di aiutarsi nell’impresa.
- Perché vede …
la conformazione del suo viso … le sue
lunghe ciglia … -
- Cedric, lo so che sono un figo, se
devi dirmi solo questo
puoi andare, ora sono un po’ occupato!-
- … Il fatto mio signore
è che, senza barbetta, lei potrebbe
benissimo essere una donna.-
Il colpo fu troppo forte.
Phobos diede un tirone di troppo ai
suoi capelli, scioccato
dalla rivelazione del servo, e si sbilanciò troppo
all’indietro scivolando dal
trono e cadendo poco elegantemente sulla gradinata, dalla qual
rotolò fino a
terra.
Nelle seguenti battaglie il suo
solito trono rimase sempre
vuoto, in compenso Cedric si trasformò velocissimamente in
un’efficiente
crocerossina.
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Capitolo 4 *** I piccoli tiranni crescono ***
Cap.4:
i piccoli tiranni crescono
C’era il solito temporale a
Meridian.
I soliti tuoni accompagnavano le
solite risate del solito
tiranno, che si divertiva a giocare con il suo popolo come se avesse in
mano
dei my little pony.
Ma questa volta gli abitanti erano
riusciti a conquistarsi
la loro meritata libertà, nonostante loro non avessero fatto
una ceppa e il
merito fosse solo delle guardiane e dei baldi giovani definiti come
“ribelli”.
L’unico che abitava le sue
stesse prigioni era Phobos, che
si era divertito a torturare quegli adorabili animaletti di plastica in
vita e,
per la legge del contrappasso, ora era diventato un pony anche lui,
anche se
era ancora vivo.
Con lui vi era, immancabile, la sua combriccola di
nullafacenti, tra la
quale si poteva trovare un serpente di 6 metri, ristretto con un
lavaggio a
base di coccolino concentrato, e una ragazza trasformata in ragno
peloso. O un
ragno peloso trasformato in ragazza.
Sotto minaccia delle cinque hippy che
lo perseguitavano
Phobos stava giurando di aiutarle; nel frattempo aveva anche le dita
dei piedi
incrociate.
Phobos sghignazzò. Quella
situazione gli fece tornare alla
mente tanti bei ricordi della sua fanciullezza …
…….. Era
notte al palazzo di Meridian. L’unico
suono che percorreva le pareti rosa confetto della stanza
dell’ultima nata era
quello del sonaglio che ella teneva in mano.
Improvvisamente
la
porta si aprì talmente velocemente che rimbalzò e
tornò al mittente,
richiudendosi in faccia al principino Phobos. All’ora alto
poco più di un metro
e dieci, egli si avvicinò a passo svelto verso la culla
della sorellina e vi si
aggrappò con tutto il suo considerevole peso.
- Che palle
Elyon, la
smetti di gingillarti con quel pupazzo di
merda?!-
Non appena
la piccola
intravide i capelli del fratello, agitò il suo sonaglietto
con ancora più foga.
- Pobo!
Pobo!-
- Zitta,
Piccola
rompiballe!-
Phobos
allungò una
mano per scipparle il
giocattolo, ma
perse l’equilibrio e si aggrappò del tutto alla
culla, che si ribaltò sopra di
lui.
Era chiaro
che la
colpa era sua, ma anche dopo essere stato colto in castagna lui
riuscì a
cavarsela.
Giurando a
caso e incolpando
la sorella.
- Phobos
caro, sei
sicuro che … -
- Te
l’ho detto madre,
Elyon si agita troppo nel sonno e le sue oscillazioni, accentuate dalle
vibrazioni del sonaglio, hanno ribaltato la culla. Io le toglierei il
giochino,
se fossi in voi-
- Ma non so
se … -
- Ma che
palle! Lo
giuro su mia sorella, ok? Ora sei contenta?- ……
…….. Phobos si
accarezzò la barbetta, gustando un caffè con
un’aria di superiorità dipinta in volto, seduto
nella biblioteca dove avevano
sbattuto anche Cedric.
Sì, anche da piccolo
riusciva sempre ad ottenere quello che
voleva. Era sempre
stato un genio senza
eguali.
Appoggiò con stile la
tazzina su una pila di libri e prese
dalla sua tasca una strana sigaretta piuttosto lunga, contenente una
strana
erba. Se la portò alle labbra con eleganza e
aspirò.
- Gnignignignigni –
…………………………………...
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Capitolo 5 *** Ostentata figaggine ***
Cap.
5: ostentata figaggine
Era una mattina soleggiata ad
Haetherfield. All’ultimo
rintocco delle otto del mattino, con uno scatto della mano, il solerte
libraio dell’unica cavolo di libreria in città
girò il cartellino
“closed” in “open”, come faceva
tutte le mattine.
Riordinò i libri come
tutte le mattine, accolse i primi
clienti come tutte le mattine, e stava per sedersi sulla sua poltrona
preferita, come faceva tutte le mattine.
- Cedric!! Ceeedriiic!!-
Cedric avrebbe voluto sotterrarsi, ma
non poteva comunque
eludere gli ordini di chi gli aveva imposto di
trasferirsi momentaneamente sulla Terra.
“I varchi non restano
aperti da soli! … Credo” aveva detto
giorni prima il principe Phobos, impegnato nella sua manicure
quotidiana.
Nonostante la sua decisione di
supervisionare il lavoro del
servo, il principe faceva ancora fatica ad abituarsi al lento scorrere
delle
giornate di un terrestre; tanto
che,
dopo aver finito la sua scorta di canne in una
mezza giornata, aveva fatto incetta dei capelli di Cedric
fumandoseli al
posto dell’erba. Ora il taglio del servitore era molto
più fashion, se non si
contava la piccola zona che Phobos aveva pelato del tutto.
L’alta figura del principe,
avvolta in un’improbabile
vestaglia azzurra, avanzò scalciando dal suo percorso tutti
i preziosissimi
testi che Cedric aveva riordinato con tanta fatica. Phobos si
passò una mano
tra i capelli lanciando alle persone attorno a lui occhiate di
sufficienza.
- Cedric, ti avevo espressamente
chiesto un cavolo di caffè,
e visto che è successo già trenta secondi fa,
perché non me l’hai ancora
portato?!- Concluse strillando e tirando la mano destra cercando di
districarla
dal groviglio dei suoi capelli.
- Subito, mio signore-
esordì il servo con poca convinzione,
mentre Phobos prendeva posto su una sedia gettando a terra lo zaino che
un
bambino vi aveva appoggiato sopra.
Cedric tornò esattamente
10 secondi dopo con una tazzina della
brodaglia marroncina che producevano le macchinette della biblioteca.
- Eccomi, mio signore-
- Era ora! Volevi per caso farmi
invecchiare qui?- Detto
questo il principe afferrò con decisione la tazzina dalla
mano di Cedric.
- Attento, mio signore! È
bollente!-
- Cazzoooooo!!!-
Phobos lanciò la tazzina
all’indietro facendola prontamente
atterrare sui pantaloni di un anziano signore che era appena entrato.
- Mi vuoi uccidere Cedric? La mia
bellissima mano! Ora non
potrò più toccare niente per mesi e mesi!!
- Sì, mio signore
… -
- Sì un paio di balle
Cedric! Vedi di non fare altri casini
se non vuoi venire sostituito da Vathek! –
- Ma … Vathek se
n’è andato, mio signore … -
Phobos lanciò uno sguardo
da maniaco verso Cedric,
puntandogli addosso il suo pettine prediletto.
- Mi stai forse contraddicendo
Cedric?-
Il servo deglutì,
indietreggiò lentamente e fece segno di
andare a prendere dell’altro caffè.
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Capitolo 6 *** Cap. 6: What time is it? It’s Kandrakar time! ***
Cap.
6: What time is it?
It’s
Kandrakar time!
Era finita. La storia di Ludmoore era giunta al termine.
Per l’occasione
l’oracolo aveva organizzato una mega festa a
Kandrakar, con guardiane, congrega e altri invitati che non centravano
una
mazza.
Dentro la “sala delle
riunioni super segrete” le casse
facevano rimbombare al massimo la mitica musica di Endarno,
improvvisato dj,
con i suoi super occhiali da rapper e la tuta con la scritta
“Kandrakar the
best”. Al ritmo di “I like to move it”
ammiccava vistosamente verso Yan Lin,
che con trampoli da cubista e tubino paiettato ballava, o almeno si
muoveva, in
piedi sullo scranno dell’Oracolo.
- Più forte, Endarno, dai
con quella musica!- Urlava la
vegliarda agitando per aria il bastone con il quale si aiutava a
sorreggersi.
Nel frattempo l’Oracolo,
intento a tracannare una discreta
dose di superalcolici, stava discutendo animatamente con le Guardiane e
Orube
della loro ultima missione, mentre quest’ultima si dondolava
avanti e indietro
sulla sedia con il libro di Ludmoore in mano.
- Allora belle ragazze!- Disse
l’Oracolo in un eccesso di
allegria dovuta, forse, ai gradi del liquido giallastro e poco
rassicurante che
stava ingurgitando.
- Vi trovo bene! Vi siete divertite
durante l’ultima
missione?-
Le W.i.t.c.h. annuirono,
paonazze in volto per l’alcol, mentre Orube, piuttosto
incazzata, si limitò a
scagliare con tutta la sua forza il libro verso l’Oracolo,
che lo schivò in
tempo. Non fu lo stesso per Endarno, che, troppo occupato a fare il
rapper, non
si accorse del pericolo e venne steso dal tomo.
In quel momento entrò in
sala Wee.
Spaventato dalle luci e dalla musica
a palla, si attaccò ai
piedi dell’Oracolo proprio mentre lui scendeva dalla sedia da
bar, facendolo
incespicare e inciampare sulla palla
di pelo al neon.
- Ma porc … !- Ebbe solo
il tempo di dire, prima di pestare
la coda all’essere indefinito che si artigliò alla
sua gamba, arrampicandosi
poi fino alla faccia e rimanendovi
aggrappato.
Nel tentativo di staccarlo
l’Oracolo scivolò su una chiazza appiccicaticcia
(vomito?) e cadde in una delle vasche piene d’acqua, mentre
Endarno, ripresosi
dalla botta, riprendeva tutto con l’I phon 5.
Wee si gonfiò in faccia
all’Oracolo ostacolandone la respirazione,
e quando lui riuscì a staccarlo si accorse di non saper
nuotare e sfruttò il peluche
vivente come boa; tuttavia Orube, ancora più incazzata, lo
spinse di nuovo in
acqua buttandosi addosso a lui e calpestando Endarno nella rincorsa.
Poi arrivò Matt e le
Guardiane, strillando come teenager davanti
ad Edward Cullen, gli corsero incontro passando sopra ad Endarno, che
perse la
presa sul suo I phon che venne raccolto da Matt con discrezione.
Orube, dopo aver recuperato il libro,
riprese a picchiare l’Oracolo
per vendicare Cedric. Ma lui, sulla sua boa di peluche,
riuscì a schivare i
colpi e il libro venne di nuovo lanciato in faccia ad Endarno.
La serata proseguì
tranquilla, nessuno morì.
In compenso il giorno dopo la lap
dance di Yan Lin aveva già
fatto il giro di You Tube.
Nda:
Ok, con
questo commento vado a chiudere la mia demenzialità meglio
riuscita dal giorno in cui mi sono iscritta qui! Vai così!!
>.<
Non posso
non mandare un GRAZIE enorme a tutti coloro che hanno recensito la mia
storia, e sono stati davvero molti di più di quelli che mi
aspettavo, quindi ringrazio
Hugh
Fraser, la
sorellina rompiballe, MaxT,
quello che
definisco "uno degli esperti del settore W.i.t.c.h.", hera85,
che
mi ha aiutata con le sue piccole correzioni a non fare l'analfabeta, AliceInWonderbook,
baci & abbracci anche a te, e infine Lady
White Witch
e Andreea
M
Jonson che con il loro entusiasmo mi hanno sostenuta, insieme
agli altri,
fino alla fine.
Ringrazio
tanto chiunque abbia messo la mia ff tra preferite, ricordate o
seguite, ma soprattutto chi l'ha letta e apprezzata facendomi sentire
fiera del mio lavoro.
Sero di ritrovarvi tutti tra le
pagine di W.i.t.c.h. per un'altra delle mie adorate comiche ^_^
Chocolate_senpai
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