Wildcats forever

di Hypnotic Poison
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.Una normale giornata di scuola ***
Capitolo 2: *** 2.Inseguimento al chiaro di luna ***
Capitolo 3: *** 3. Quante novità ***
Capitolo 4: *** 4.Sei cuori e una pasticceria ***
Capitolo 5: *** 5. Studio a casa Evans ***
Capitolo 6: *** 6. Poche parole ***
Capitolo 7: *** 7. Tempo di prove ***
Capitolo 8: *** 8. Notti prima degli esami ***
Capitolo 9: *** 9. La cerimonia ***
Capitolo 10: *** 10. Aria di guai ***
Capitolo 11: *** 11. Forse c'è la soluzione ***
Capitolo 12: *** 12. Tempo al tempo ***
Capitolo 13: *** 13. Regali ***
Capitolo 14: *** 14. L'udienza ***
Capitolo 15: *** 15. Stiamo esagerando! ***
Capitolo 16: *** 16. Quanto fa male la gelosia... ***
Capitolo 17: *** 17. Sono nata per renderti felice... ***
Capitolo 18: *** 18. Non andrò a casa senza di te ***
Capitolo 19: *** 19. Dieci minuti ***
Capitolo 20: *** 20. Vacanza da incubo ***
Capitolo 21: *** 21. Trasferimento ***
Capitolo 22: *** 22. Polvere di stelle ***
Capitolo 23: *** 23. Ultimo giorno di vacanze ***
Capitolo 24: *** 24. Al College ***
Capitolo 25: *** 25. Nuovi arrivi ***
Capitolo 26: *** 26. Malattia ***
Capitolo 27: *** 27. Visita all'acquario ***
Capitolo 28: *** 28. Fuori controllo ***
Capitolo 29: *** 29. Nuove esperienze ***
Capitolo 30: *** 30. E' troppo tardi per scusarsi ***
Capitolo 31: *** 31. Il compleanno di Ryan e Sharpay ***
Capitolo 32: *** 32. Risveglio ***
Capitolo 33: *** 33. Al Palaghiaccio ***
Capitolo 34: *** 34. Più bella cosa ***
Capitolo 35: *** 35. Anno nuovo, vecchi Wildcats! ***
Capitolo 36: *** 36. Ritorno alla East High ***
Capitolo 37: *** 37. Posso avere questo ballo? ***
Capitolo 38: *** 38. Spirito Wildcat ***
Capitolo 39: *** 39. Show time ***
Capitolo 40: *** 40. Now or never - Wildcats forever ***



Capitolo 1
*** 1.Una normale giornata di scuola ***


1.Una normale giornata di scuola

1. Una normale giornata di scuola

 

“Troy! È la quinta volta che ti chiamo! Sei in ritardo!”

 

Il ragazzo aprì gli occhi alle urla della madre e gettò un’occhiata alla sveglia.

 

“Oddio!” esclamò, buttandosi giù dal letto, nel vedere che erano già le otto e tre quarti del mattino.

 

“Alla buon’ora! Cos’hai fatto stamattina, che non ti svegliavano nemmeno le cannonate?” ironizzò pungente la signora Bolton mentre il figlio saettava per la cucina.

 

“Ci vediamo dopo!” gridò correndo in garage.

 

Accese il motore dell’auto che il padre gli aveva regalato l’estate precedente e guidò veloce verso la scuola.

 

Fortunatamente trovò subito un parcheggio, perciò corse attraverso l’atrio semideserto per l’ora tarda.

 

“Signor Bolton! Ha intenzione di terminare l’anno scolastico con qualche oretta in detenzione?” lo riprese la signora Darbus quando lo vide ansimante davanti alla porta della sua classe.

 

Troy prese fiato: “No, professoressa. Mi scusi per il ritardo!”

 

Lei gli lanciò un’occhiataccia e riprese a decantare le sue tragedie.

 

Si sedette al suo solito posto in prima fila, sospirando. Sarebbe stato un miracolo se fosse riuscito a rimanere sveglio per tutta la giornata. La sera prima lui e i suoi amici avevano fatto un po’ troppo tardi…

 

Si voltò a guardare Chad con una smorfia divertita: il ragazzo era accasciato sul fedele pallone da basket, gli occhi chiusi e la bocca aperta. Era nel mondo dei sogni!

Un bigliettino volò improvvisamente sul suo banco, e lo aprì curioso.

 

“Dormito poco, Wildcat?” c’era scritto nell’ordinata grafia di Gabriella.

 

Si girò sorridente verso la sua ragazza, che gli fece l’occhiolino. Anche lei, dopotutto, non sembrava molto sveglia…

 

Troy ritornò a guardare la signora Darbus, senza però prestarle attenzione; la sua mente era ancora impegnata nei bei ricordi della sera precedente…

 

 

§§§ “Ma ci pensate? Due mesi e finiremo la scuola!” esclamò felicemente Chad, inondando di ketchup le sue patatine fritte.

 

Si erano dati tutti appuntamento al fast food, quella sera, e naturalmente il discorso era andato a cadere sulla fine della scuola.

 

“Diplomati, finalmente! È quasi un sogno!” aggiunse Kelsie “Potrò dedicarmi tutto il giorno alla musica… sempre se riesco ad entrare al college, naturalmente…”

 

“Certo che ce la farai, Kelsie! Una pianista brava come te! Insomma, come potranno non sceglierti?” la rincuorò Taylor.

 

“Intanto, le borse di studio non sono ancora arrivate…” bofonchiò Troy, girando la cannuccia nel suo frappè al cioccolato.

 

Gabriella gli scompigliò i capelli con fare materno: “Andiamo, Wildcat! Lo sai benissimo che sia tu che Chad entrerete al college senza problemi! Le lettere di accettazione devono arrivare in questi giorni, no? E il signor Evans vi ha comunque promesso una mano, quando eravamo a Lava Springs!”

 

“A proposito, dov’è Sharpay?” chiese Zeke voltandosi verso Ryan “Aveva detto che sarebbe venuta!”

Il biondo sorrise: “Arriverà, tranquillo. Solo, con due ore di ritardo, come le star!”

 

Tutti scoppiarono a ridere a quella battuta.

 

“Chi è che pronuncia il mio nome invano?”

 

La Reginetta dei Musical comparve proprio in quel momento, sfavillante nel suo top di paillette dorate.

 

“Ciao, Sharpay!” la salutarono tutti in coro. Lei sorrise di rimando, ma il sorriso più grande lo rivolse proprio a Zeke, cui sedette vicino.

 

“E tu, Taylor? Ti è arrivata la risposta alla tua lettera per il college?” domandò Martha.

 

La brunetta annuì: “Mi hanno accettata! L’ho aperta proprio stamattina, prima di venire a scuola!”

 

“Perfetto, così se io o Troy ci facciamo male durante una partita con i Red Hawks, sapremo che dottoressa chiamare!” esclamò Chad, facendola arrossire di piacere.

 

Troy sorrise, passando un braccio attorno alle spalle di Gabriella. Le cose, dopo l’estate, erano migliorate sempre di più tra tutti loro, e non sarebbero potute andare meglio. Persino la signorina Cuore-di-Ghiaccio Evans si era perfettamente ambientata.

 

“Allora, verrete a lavorare anche quest’estate al mio country club, vero?” chiese con noncuranza quest’ultima. Quando poi vide le facce atterrite dei suoi amici, scoppiò a ridere: “Scherzavo!”

 

“Sinceramente, Sharpay, ho altri programmi per quest’estate!” rivelò Chad, appoggiandosi allo schienale della sua sedia “Voglio soltanto dormire, mangiare e giocare a baseball!”

 

“E magari, nel tempo libero, prepararti per vincere il Talent Show!” scherzò Ryan “Te lo ripeto, Troy, avresti dovuto esserci alle prove, l’anno scorso. Il nostro amico Danforth sembrava un ballerino nato!”

Si scatenarono di nuovo le risate, poi Martha si alzò in piedi: “Ragazzi, a proposito di ballerini, perché non andiamo a fare quattro salti in discoteca?”

 

Taylor guardò l’orologio: “Ma sono già le undici e un quarto! Arriveremo là a mezzanotte!”

 

Chad le fece l’occhiolino: “Non dovevate dormire da Gabriella, ragazze? Mi risulta che sua mamma sia fuori per lavoro…”

 

“So già che domattina non riuscirò a svegliarmi…” borbottò Kelsie alzandosi, seguita subito dai due gemelli Evans e da Zeke (che le provava tutte per conquistare finalmente la bella Sharpay).

 

“Siete dei nostri?” domandò il moro ai tre rimasti seduti.

 

Gabriella guardò Taylor e sorrise: “Tanto dormi da me!” §§§

 

“Signor Danforth, le sembra il momento di dormire questo?!?”

 

Troy fu riportato alla realtà dall’urlo della Darbus, che aveva sbattuto il suo secchiello per la raccolta dei cellulari sopra il banco di Chad, svegliandolo di soprassalto.

 

“Eh, cosa? No, professoressa, non stavo dormendo… stavo solo, ehm, meditando sulle sue parole!” cercò di scusarsi lui tra le risatine dei compagni.

 

L’insegnante stava per prendere fiato e gridare l’odiata parola detenzione, quando fortunatamente suonò la campanella, e Chad ne approfittò per sgusciare fuori.

 

Gabriella raggiunse Troy e si sedette sul suo banco con un sorriso: “Da quando hai recitato in Twinkle Town la Darbus è più gentile con te. Le hai sciolto il cuore!”

 

“Già, come no! Avrebbe dovuto vedermi quest’estate, allora. Mi avrebbe amato!”

 

Ridendo, uscirono tenendosi per mano e raggiunsero gli amici che li aspettavano dagli armadietti.

 

“Tay, ti prego, dimmi cosa devo fare perché tu mi suggerisca nel compito di chimica oggi!” stava implorando Chad.

 

“Invitarla a cena, magari?” propose Sharpay guardandosi interessata le unghie in quello che secondo lei doveva essere un sussurro.

 

La mora divenne color peperone e si affrettò a nascondere il viso nell’armadietto, fingendo di cercare qualcosa.

 

Chad si grattò imbarazzato la testa. Dopo tutto quel tempo, non aveva ancora trovato il coraggio di dichiararsi apertamente alla ragazza.

 

“Beh, non è una brutta idea. Che ne dici, Tay? Una cena io e te in cambio di qualche formula!”

 

Taylor sospirò e chiuse con un colpo secco l’anta dell’armadietto: “A volte vorrei davvero che nessuno ti suggerisse quello che devi fare. Comunque d’accordo.”

 

Gabriella la raggiunse e la prese a braccetto, mormorandole qualcosa nell’orecchio che la fece ridere, ed insieme si avviarono verso l’aula di chimica.

 

“Prego, Danforth, non c’è di che…” esclamò Sharpay sorpassandolo.

 

“Ah, sì, grazie, Sharpay!” balbettò Chad, preso alla sprovvista.

 

Troy gli diede una pacca sulle spalle, ridendo, e l’amico sorrise imbarazzato: “Ho fatto la figura del cretino, vero?”

 

“Solo un po’, amico!” si sedettero nel bancone dietro le ragazze, che stavano sfogliando gli ultimi appunti.

 

“Gab…” chiamò Troy, e quando lei si girò, le fece una smorfia da cucciolo bastonato che significava ti prego aiutami.

 

Lei rise e alzò gli occhi al cielo, ritornando al suo quaderno.

 

“Perché per te è così facile farti aiutare?” bisbigliò Chad al suo fianco.

Il playmaker dei Wildcats sorrise e si concentrò sulla professoressa appena entrata.

 

 

###

 

 

Kelsie guardò l’orologio appeso vicino alla lavagna. Mancavano ancora quindici minuti alla consegna del compito.

 

-Posso finire l’ultima domanda!- si disse per convincersi.

 

Quella verifica era maledettamente difficile, e, cosa più importante, era necessaria per il voto finale in chimica che le sarebbe servito per il college.

 

Sbirciò nei tavoli alla sua sinistra: Taylor e Gabriella avevano già terminato, e cercavano di suggerire a Troy e Chad.

 

Represse un sorriso, e tornò alla sua domanda.

 

Un quarto d’ora, la campanella suonò provocando mormorii di disappunto tra gli studenti che non erano riusciti a terminare in tempo.

 

Si alzò e consegnò il suo foglio completato, seguita da Chad.

 

“Posso aspettarmi almeno una B questa volta, signor Danforth?” esclamò acida la professoressa “Le servirebbe molto, lo sa!”

 

Il ragazzo sorrise nervosamente e si dileguò.

 

“Quella mi odia!” sospirò poi quando non fu più a portata dell’udito dell’insegnante “Certo che oggi è proprio una giornataccia! Prima la Darbus, poi lei!”

 

“Su con la vita! Dopotutto, oggi uscirai con la donna dei tuoi sogni!” lo prese in giro Ryan, indicando Taylor alle loro spalle.

 

“Evans…” lo ammonì il moro con tono di voce minaccioso, ma riuscì soltanto a far aumentare le risate degli amici.

 

Le ragazze, intanto, li seguivano poco distanti, chiacchierando allegramente tra di loro.

 

Taylor lanciò un’occhiata un po’ triste a Chad, che non sfuggì alla sua migliore amica, che le diede un buffetto sul braccio: “Ehi, tutto a posto?”

“Sì, certo, non ti preoccupare!”

 

Gabriella non fu convinta dal tono di voce di quella risposta: “Qual è il problema? Dopotutto, andrete a cena fuori! Non prendertela se l’invito non è partito da lui… è pur sempre Chad!”

 

L’amica scoppiò a ridere per quella battuta, rincuorata dalla capacità di Gabriella di trovare sempre qualcosa di buono in tutto.

 

 

###

 

 

Un fiume di studenti si riversò fuori dalle grandi porte della East High dopo che anche l’ultima campanella pomeridiana ebbe suonato.

 

“Taylor, ti passo a prendere alle otto, allora!” gridò Chad correndo verso la sua auto.

 

La ragazza gli rispose con un sorriso e lo salutò con un gesto della mano. Nonostante quella punta di delusione per l’invito un po’ forzato, non stava nella pelle a pensare a ciò che sarebbe successo quella sera. Chissà dove l’avrebbe portata…

 

Gabriella le diede un bacio sulla guancia: “Poi domani mi racconterai tutto! Buon divertimento!” e s’incamminò velocemente lungo il marciapiede.

 

Mentre andava verso casa, immersa nei suoi pensieri, il clacson di una macchina che si affiancava la fece sobbalzare.

 

“Serve un passaggio, signorina?”

 

Un largo sorriso le si dipinse sul bel volto: “Con molto piacere!”

 

Aprì la portiera della macchina nera di Troy e si sedette dal lato del passeggero: “Come mai l’auto, oggi?”

 

Il ragazzo scrollò le spalle: “Avevo un po’ di fretta, stamattina…”

 

Lei rise divertita e si appoggiò allo schienale, mentre il giocatore di basket le prendeva una mano e la intrecciava con la sua.

 

Dopo pochi minuti frenò davanti all’elegante villetta Montez.

 

“Pizza e cinema, stasera?” le domandò.

 

“Perfetto…” Gabriella si sporse e gli diede un dolce bacio sulle labbra “Ci vediamo dopo!”

 

Troy rimase a guardarla imbambolato finché la porta di casa non si chiuse dietro di lei.

 

 

 

 

 

Okay, l’ho fatto. Ho pubblicato la mia prima fic su quella fantastica cosa che è High School Musical. Per me è un genere totalmente nuovo, anche se dire che lo adoro è poco.

Spero che vi piaccia… per farmelo sapere, non vi resta che lasciarmi un commentino anche piiiccolo!

 

Grazie già da ora!!!

 

Hypnotic Poison

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Capitolo 2
*** 2.Inseguimento al chiaro di luna ***


2

2. Inseguimento al chiaro di luna

 

Gabriella si sistemò l’ultimo tocco di ombretto e controllò il suo riflesso nello specchio: i capelli erano di nuovo lunghi e a boccoli, ma quella sera li aveva raccolti in una specie di chignon da cui cadevano alcune ciocche.

 

Gli occhi color cioccolata erano marcati dal segno della matita nera, e le ciglia infoltite dal mascara.

 

In quel momento, sentì lo squillo del campanello; afferrò la borsetta e la giacca di jeans e corse giù per le scale.

 

“Ciao mamma, io vado!” avvertì.

 

“Come, esci anche stasera? Ma sono tornata solo stamattina da un viaggio di una settimana, pensavo che saremmo state un po’ assieme!” si lamentò la signora Montez dalla cucina.

 

La figlia sospirò: “Mamma… è Troy!”

 

“Ah, beh, se è Troy…” fu la risposta divertita della madre “D’accordo, ma non fate troppo tardi!”

 

Gabriella aprì la porta… e il suo cuore perse un battito.

 

Troy era lì davanti a lei, sorridente, e bellissimo come sempre.

 

“Ciao!” la salutò “Sei pronta?”

 

Lei annuì, e insieme si avviarono verso la auto del ragazzo.

 

“Prego, signorina!” le aprì lo sportello con un piccolo inchino, facendola ridere, poi aggirò la vettura e si sedette al volante.

 

“Il pagamento di questa corsa speciale è anticipato!” ironizzò.

 

Gabriella alzò un sopracciglio, divertita: “E quale sarebbe il prezzo?”

“Un bacio ora che la mamma non ci vede…”

 

La ragazza sorrise e unì le labbra con le sue.

 

Dopo qualche secondo, ebbero entrambi bisogno di riprendere fiato, e Troy mise in moto.

 

“Notizie dal college?”

 

Lo sguardo azzurro del ragazzo si fece più cupo: “Ancora niente. Sto veramente iniziando a perdere le speranze.”

 

Gabriella lo guardò male: “Non dire cretinate, Troy Bolton! Non possono non accettarvi, avete anche vinto di nuovo il campionato! Sei stato nominato miglior giocatore, o sbaglio?”

 

Il Wildcat sorrise per la grinta della sua ragazza: “Non sbagli, Gab. È solo che… mi fanno stare maledettamente in ansia!”

 

Lei fece spallucce: “Mia mamma dice che l’attesa della risposta dei college è un altro passo verso la maturità. Ma non è la macchina di Chad quella?”

 

Troy lanciò un’occhiata dal finestrino ed inchiodò: “Accidenti! Questo… questo è uno dei migliori ristoranti di Albuquerque!”

 

Gabriella si girò stupita verso di lui: “Hai capito Chad… se Taylor non è contenta ora! Ma cosa stai facendo?” domandò poi, quando lo vide spegnere il motore e scendere dall’auto.

 

“Vieni!” le disse, aprendole di nuovo lo sportello e prendendola per mano.

 

“Ma che intenzioni hai?!?”

 

Il biondino le fece segno di tacere, e si avvicinò furtivamente al ristorante.

 

Le pareti della struttura erano tutte in vetro, perciò chi stava all’esterno poteva tranquillamente osservare la situazione interna. Ed era proprio questo ciò che Troy aveva intenzione di fare.

 

Tenendo Gabriella per mano, si acquattò dietro dei cespugli, e con l’indice le indicò qualcosa.

 

Lei seguì l’indicazione e vide i loro due amici, seduti ad un tavolino nell’angolo, con una candela accesa e un mazzo di rose poste sopra.

 

“Troy Bolton!” lo chiamò con nome e cognome per la seconda volta nell’arco di dieci minuti “Non ho nessuna tendenza a spiare Taylor e Chad!”

 

Lui sorrise: “Non li stiamo spiando! Stiamo solo… controllando la situazione! Guarda Chad com’è elegante… in giacca e cravatta l’ho visto solo a Lava Springs…”

 

Gabriella alzò gli occhi al cielo e si sedette sul suo giubbotto di jeans per non sporcarsi i pantaloni: “Sono molto, molto arrabbiata con te.”

 

“Perché?”

 

“Dovevamo andare al cinema e poi a mangiare una pizza, non stare qui a spiare i nostri amici!”

 

Troy fece la smorfia da cucciolo abbandonato a cui era praticamente impossibile resistere: “Dai, Gab, non pensi sia molto meglio del cinema? Per poco, te lo giuro, poi andiamo a mangiare!”

 

La ragazza incrociò le braccia al petto: “Cinque minuti.”

 

E invece, un’ora dopo erano ancora lì, nascosti dietro i cespugli, giocando ad indovinare ciò che Taylor e Chad si dicevano.

 

“Stanno andando via!” esclamò Gabriella.

 

“Giù!” Troy la prese per mano e la strinse contro di sé, per evitare che li scoprissero “Aspettiamo che vadano in macchina!”

 

La ragazza chiuse gli occhi tra le risate, godendosi quel contatto. Erano incredibili le cretinate che facevano loro due insieme. Sembravano dei bambini.

 

All’improvviso, un rumore sospetto la fece sobbalzare.

 

“Scusa…” mormorò Troy “Ho un po’ di fame…”

 

Lo guardò allusiva e lui sospirò: “Hai ragione, andiamo.”

 

L’aiutò ad alzarsi e salirono in macchina.

 

“Per le mie modeste finanze, Gab, posso offrirti solo una pizza!” scherzò.

 

“Va bene, vuol dire che la prossima volta mi farò invitare da Chad!” ribattè Gabriella ridendo.

 

“Ahah, divertente…” la rimbeccò lui, fingendo di essersi offeso.

 

Parcheggiò davanti alla loro pizzeria preferita e si sedettero al loro solito tavolo per due.

 

“Pensi che finalmente quei due si metteranno insieme?” domandò Gabriella mentre aspettavano la loro cena.

 

Troy le prese la mano e sorrise: “Beh, mi sembrava la serata giusta. Tutta quell’eleganza, il ristorante…”

 

“Speriamo solo che Chad non abbia portato Taylor al campo di basket, dopo!”

 

Scoppiarono a ridere, e in quel momento arrivò la pizza che avevano ordinato.

 

 

###

 

 

Taylor rise all’ennesima battuta di Chad.

 

Ancora non poteva credere a dove l’avesse portata. Quando si erano accordati per la cena, aveva pensato che avrebbero passato la serata in pizzeria, o al limite in qualche ristorante carino. Ma non certo , nel miglior ristorante di tutta la città.

 

Fortuna che aveva scelto di essere elegante!

 

Ripensò alla sorpresa che aveva avuto quando l’aveva visto in giacca e cravatta davanti alla sua porta, una visione davvero rara.

 

Il cameriere le servì il dolce, una piccola coppetta di creme brulée.

 

Chad sorrise: “Wow, il sogno di Zeke. Chissà se un giorno la preparerà come questa!”

 

“L’anno prossimo studierà insieme a dei grandi chef… quindi non vedo perché non dargli fiducia.” rispose lei.

 

Terminarono il dessert, e continuarono piacevolmente a chiacchierare finchè Chad non le domandò: “Andiamo a fare un giro?”

 

Taylor annuì con un sorriso, e insieme si alzarono da quel tavolino così romantico.

 

“Chad… grazie.” mormorò quando furono usciti “E’ stata davvero una bellissima serata!”

 

Il moro arrossì un po’: “Ehi… non è ancora finita!”

 

La ragazza rise soddisfatta e si sedette in auto: “Dove andiamo?”

 

Chad fissò la strada davanti a sé: “Ehm… hai qualche idea?”

 

“Uhm… un gelato?”

 

“Andata!” Chad accese il motore.

 

Un imbarazzante silenzio cadde tra loro due, interrotto solo dal rumore del motore e delle altre auto che passavano a fianco.

 

Taylor si guardava le mani in grembo, tormentandosele per la tensione, mentre il ragazzo fissava concentrato la strada.

 

-Forza, Chad, dì qualcosa!- pensò -Non potete rimanere in silenzio per tutto il resto della sera! Già, ma che le dico?-

 

Ma all’improvviso, qualcosa catturò la sua attenzione.

 

“Guarda, Taylor: quella è la macchina di Troy, vero?”

 

Lei fissò l’auto parcheggiata: “Sì, è proprio la sua. Scommetto che è fuori a cena con Gabriella!”

 

Chad rallentò fino a fermarsi: “Che dici, andiamo a scocciarli un po’?”

 

“Chad!” lo rimproverò lei “Non puoi disturbare un appuntamento! Soprattutto se è quello del tuo migliore amico!”

 

Lui sorrise: “Oh, proprio perché è Troy che posso! Solo cinque minuti, un salutino! Adoro prenderlo in giro davanti a Gabriella!”

 

Taylor scoppiò suo malgrado a ridere, e lo seguì fin dentro la pizzeria, dove effettivamente videro i loro amici appartati nel solito tavolino nell’angolo.

 

“Buonasera! Disturbiamo, forse?” ironizzò Chad quando li raggiunsero.

 

“Ehi!” esclamò Troy, allontanandosi di qualche centimetro dalla sua ragazza “Tempismo perfetto, non c’è che dire! Ma non dovevate essere a cena fuori, voi due?”

 

“E che cena, amico! Non ho mai mangiato così bene in tutta la mia vita!”

 

Gabriella intercettò lo sguardo di Taylor, che le sorrise soddisfatta: “Dove siete andati?”

 

Quando risposero con il nome di quel famoso ristorante, i due furono davvero bravi a fingersi sorpresi.

 

“Complimenti, amico, non ti facevo così galante!” ironizzò Troy, ricevendo in risposta una botta dal compagno di squadra.

 

“Bene, adesso vi lasciamo soli a godervi la vostra seratina romantica…” esclamò Chad “Ci vediamo domani!” e, presa per mano Taylor (che divenne di un bel colorito pomodoro), uscirono insieme dal locale.

 

Il destino voleva che la pizzeria sorgesse lungo una strada molto carina e piena di negozietti, quindi i due ragazzi incominciarono a passeggiare.

 

“Non c’è che dire, anzi, fino a quest’estate non l’avrei mai detto, ma Troy e Gabriella stanno davvero bene assieme…” sospirò Taylor, guardando il cielo trapuntato di stelle.

 

Chad sorrise: “Già, hai ragione. Ma sai una cosa?” domandò fermandosi.

 

La ragazza si voltò verso di lui, che le si avvicinò: “Penso che… neanche noi due staremmo tanto malaccio insieme…”

 

Il cuore della mora perse un battito al suono di quelle parole. Le aveva sentite sul serio? Non stava sognando? Ed erano davvero le labbra di Chad a posarsi sulle sue?!?

 

Incrociò le braccia intorno al suo collo e rispose al bacio; dopo parecchi secondi -causa carenza d’ossigeno- si separarono, e Chad appoggiò la fronte contro quella della ragazza, sorridendo: “Era una risposta affermativa, forse?”

 

Anche Taylor sorrise, mentre le guance le si imporporavano: “Assolutamente sì.”

 

 

 

 

 

Ed ecco qui il secondo capitolo! Penso che le fan di Chaylor non possano essere più contente di così!

Sono contenta, perché il primo vi è piaciuto molto!! Grazie, grazie davvero!!

 

Step up: spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto quanto il primo! Grazie ancora!

 

Romanticgirl: Ti piace come scrivo? ^//^ Grazie!! Ho soddisfatto la tua curiosità? Spero che continuerai a commentarmi!!

 

Titty90: Te l’ho detto, se mi ritorna la voglia continuerò a scrivere!! Dimmele pure, le cose che so già, perché è sempre bello sentirle!! Scherzo, comunque grazie di tutto!! Baci!!

 

Sinfony: Non potrei mai e poi mai dividere Gabriella e Troy, Chad e Taylor!! Grazie per il tuo commento!!

 

LizDream: Anche a te piace come scrivo, che bello!! Come ho detto a Sinfony, non dividerò mai Troy e Gabriella! Spero di aver aggiornato abbastanza presto, grazie e ti aspetto!!

 

Armony_93: Addirittura magnifico, grazie!! Un bacione!!

 

Herm90: spero che tu sia soddisfatta dal seguito! Grazie del tuo commento!

 

Ciokina14: ho aggiornato abbastanza presto, no? Finchè ho l’ispirazione… ti ringrazio, un bacio!

 

 

 

 

Vi ringrazio ancora, e spero di risentirvi tutte!!

 

Un bacio

 

Hypnotic Poison

 

 

 

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Capitolo 3
*** 3. Quante novità ***


3.Quante novità

3. Quante novità

 

“E poi?!?”

 

Taylor guardò Gabriella, sorridendole: “E poi… mi ha baciataaaa!!” urlò, saltellando sul posto.

 

L’amica urlò di gioia anche lei e l’abbracciò, facendosi trasportare a balzelli in giro per l’aula di Inglese.

 

“Che cosa succede qui?”

 

Le due ragazze si fermarono al suono di quella voce.

 

“Ciao, Ryan!” esclamò Gabriella “Ti serve qualcosa?”

 

Il biondo scosse la testa: “Stavo soltanto passando qui davanti e vi ho sentite urlare, così sono entrato per vedere cos’era successo. Va tutto bene?”

 

Gabriella sorrise: “Oh, sì, va tutto alla perfezione!”

 

Ryan ricambiò il sorriso: “Sono felice per voi. Ci vediamo!” e le salutò con un gesto della mano.

 

“Ora sarà meglio andare, tra un po’ la ricreazione finisce, e non ho intenzione di arrivare in ritardo alla lezione della Darbus!” affermò Taylor.

 

Tenendosi per mano, le amiche uscirono dall’aula, continuando a scambiarsi aneddoti sulla serata trascorsa, quando un ragazzo si parò davanti a loro.

 

Taylor alzò lo sguardo ed arrossì vistosamente: “Ciao, Chad…”

 

Lui sorrise: “Ciao, Taylor.”

 

Gabriella fece una smorfia soddisfatta e sciolse la presa dell’amica: “Vi aspetto in classe!”

 

Quando furono soli, passò qualche secondo di silenzio, poi fu Chad a prendere la parola: “Come va?”

 

“Bene, grazie. Tu?”

 

Lui annuì, e piombò di nuovo il silenzio.

 

Infine, Taylor prese un grande respiro e domandò: “Senti, Chad… cosa facciamo? Insomma, io credo che…”

 

“Vuoi stare con me?” la interruppe di botto, sparando quelle quattro parole così in fretta che per un attimo temette che la ragazza non le potesse capire.

 

Lei trasalì per la sorpresa, e arrossì tantissimo: “S-sì…” balbettò.

 

“Bene…” Chad si abbassò e la baciò, lì davanti a tutti. Un bacio che fu presto ricambiato.

 

“Beh, che novità è questa?” la voce ironica e squillante di Sharpay li separò con un salto.

 

“Evans… tempismo perfetto…” mormorò Chad.

 

Lei lo squadrò con un sopracciglio alzato: “Ti sei deciso, allora, Danforth. Pensavo che avremmo dovuto aspettare il diluvio universale prima che voi due vi metteste insieme!”

 

Taylor sospirò. Per quanto, pian piano, Sharpay diventasse più simpatica, non riusciva proprio a perdere la sua naturale… ironia pungente.

 

La biondina sorrise, volgendosi verso Kelsie al suo fianco: “Ormai mancate tu e Jason! E anche mio fratello, ma lui è senza speranza…” scherzò.

 

La povera pianista arrossì di botto, ma fortunatamente per lei comparve Ryan: “E tu, sorellina? Che mi dici?”

 

Sharpay boccheggiò: “Co-cosa vuoi dire?”

 

Taylor rise maliziosa: “Parliamo di un aspirante pasticciere di nostra conoscenza…”

 

Una delicata sfumatura rosata colorò le guance perfette della Reginetta della Est High, e non era certo il fard: “Andate a quel paese, tutti…” mormorò, entrando nell’aula della Darbus per scappare alle risate dei suoi amici.

 

Kelsie si voltò verso la nuova coppia: “State insieme, adesso! Sono felice per voi!”

 

Sia Chad che Taylor sorrisero, e la mano del ragazzo s’intrecciò alla sua, provocandole una strana sensazione di calore alla bocca dello stomaco.

 

Si avviarono tutti insieme in aula, e presero posto ognuno al proprio banco.

 

Troy guardò stupito il suo amico e richiamò la sua attenzione; per tutta risposta, Chad gli fece l’occhiolino e il segno dell’okay con le dita.

 

Lo sguardo azzurro si spostò fino a Taylor, e ritornò sul ragazzo, che annuì. Così, avendo capito, anche il playmaker sorrise contento per quella bella notizia.

 

Fece per alzarsi e andare a parlargli, quando l’entrata in scena della professoressa di Teatro gli fece cambiare idea…

 

 

###

 

 

Troy aprì la porta di casa e gettò malamente il borsone rosso dei Wildcats per terra. Ci avrebbe pensato dopo a metterlo a posto, anche se sapeva che sua madre gli avrebbe urlato dietro non appena l’avesse visto.

 

“Ciao!” gridò al silenzio della casa. Come previsto, non ottenne nessuna risposta, se non quella alla sua domanda mentale. Sì, si ricordava bene: la madre era da una parente e il padre alla riunione degli insegnati del liceo.

 

Si trascinò fino in cucina, e aprì il frigo per prendere il contenitore del latte. Cercò anche un paio di biscotti per accompagnarlo, ma trovò solo quelli dietetici della madre, e non gli sembravano una buona idea.

 

Poi, qualcosa attirò la sua attenzione. Poggiata di fianco al lavandino, vicino alla cesta della frutta, c’era una pila di buste bianche e di volantini pubblicitari. La posta.

 

Con un tuffo al cuore, prese in mano le lettere, sfogliandole una ad una. Bollette indirizzate a suo padre, una lettera di un’amica della madre, l’invito per un nuovo negozio appena aperto… e il suo nome, scritto a caratteri neri.

 

Prese fiato, e ruppe la busta. Conteneva un foglio scritto al computer, su carta intestata. Università di Albuquerque. Alias probabile borsa di studio. Alias probabili Red Hawks. Alias probabile aiuto da parte del signor Evans. Alias sentimento di debito nei suoi confronti.

 

-Se mi hanno preso, giuro che canto con Sharpay la canzone del vulcano…(*)- pensò, ricordando quella strana esibizione dell’estate passata a Lava Springs.

 

Si fece coraggio, ed iniziò a leggere le molte righe: “Caro signor Bolton… valutato la sua proposta… ottime referenze… grande talento… e per questo siamo LIETI DI ACCETTARLA CON LA BORSA DI STUDIO! SIIIII!!!” la voce del ragazzo andò sempre più in crescendo finchè non urlò di gioia, iniziando a saltare per la cucina.

 

“Evvai! Sììììì!!!!” afferrò il cellulare e compose il numero di Gabriella.

 

Uno, due, tre squilli, mentre lui continuava a fremere e gioire.

 

“Mi hanno preso!!” urlò nell’apparecchio non appena udì la voce della ragazza “Ho avuto la borsa di studio!”

 

Gabriella si unì alla sua gioia, contraccambiando gli urli.

 

Al loro schiamazzo, si mischiò poco dopo lo squillo del telefono fisso.

 

“Aspetta un attimo.” disse alla ragazza, correndo a rispondere.

 

Vado all’Università di Albuquerque, amico, e giuro che non dirò mai più che Sharpay è antipatica!” la voce di Chad era piena di felicità “E tu, capitano?”

 

Troy sorrise e sospirò: “Mi dispiace, Chad…”

 

“Cosa? Oddio, non ti hanno preso? Troy?!?” esclamò preoccupato l’altro.

 

“…ma mi dovrai sopportare per altri cinque anni!”

 

Chad scoppiò a ridere liberato: “Ehi, mi stavi facendo venire un infarto! Ora sì che sto meglio. Ho letto la lettera e ti ho chiamato subito per sapere di te… ma perché accidenti il tuo cellulare è occupato? Ma no, non rispondere, so già che stai parlando con Gabriella! Vi lascio soli, piccioncini, chiamo Taylor! Ci vediamo!!”

 

“Ciao, Chad…” sospirò Troy divertito, e si riappoggiò il cellulare vicino all’orecchi: “Ci sei ancora?”

 

“Certo! Allora, cosa ti hanno scritto?”

Il ragazzo lesse tutto il contenuto della lettera alla sua ragazza, che si complimentò ridendo: “Grande talento, eh Wildcat?”

 

“Sicuro! Per chi mi hai preso?!”

 

Troy andò in camera sua, chiudendosi la porta alle spalle. Ora, i suoi unici pensieri erano il college… e la voce melodiosa di Gabriella…

 

 

###

 

 

“I don’t ask for much, all I want is love… someone to see, that’s all I need… somebody to be, somebody to be, somebody to be… good to me, good to me, can you be good to me… good to me, please…”   (**)

 

Sharpay era distesa a pancia in giù su suo letto, il diario aperto davanti, e cantava a bassa voce facendo disegnini astratti sulle pagine rosate.

Quella canzone l’aveva scritta lei stessa, su una melodia che aveva chiesto in gran segreto a Kelsie di comporre. Le piaceva molto; e poteva andare fiera del suo talento ancora di più!

 

All’improvviso, il suo cellulare trillò e vibrò vicino a lei.

 

Con uno sbuffo, lo prese e rispose senza neanche guardare chi la stesse chiamando: “Pronto?”

 

“Ciao, Sharpay! Ti disturbo?”

 

La bionda sorrise: “Zeke… non ti preoccupare, non stavo facendo niente! Ti serve qualcosa?”

 

“Ehm… volevo chiederti se domani vuoi venire con me all’inaugurazione di una nuova pasticceria…” balbettò il ragazzo così in fretta che Sharpay ebbe qualche difficoltà a capirlo.

 

Il suo cuore battè più velocemente: “Oh. Non vedo perché no! Vieni… vieni qui a prendermi?”

 

Dall’altra parte della cornetta, Zeke fece un gesto di vittoria: “Certo! Facciamo le quattro?”

 

“Bene. Allora a domani, Zeke.”

 

“A domani, Sharpay.”

 

La ragazza terminò la chiamata, senza accorgersi del sorriso che le illuminava il volto.

 

Scosse la testa per cancellare un po’ quella sensazione da ebete che sentiva in tutto il corpo. E ebbe un tuffo al cuore quando notò che non aveva fatto altro che scarabocchiare tante piccole “Z” sul suo diario…

 



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(*) Troy si riferisce alla canzone Humuhumunukunukuapua’a!!

 

(**) E’ “Be good to me” proprio di Ashley Tisdale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ce l’ho fatta, il mio computer è ritornato in vita, e per festeggiare, ecco a voi il nuovo capitolo!!

 

Molto romantico, che dite? Nel prossimo saremo tutti in pasticceria, giusto per aumentare la circonferenza del girovita!! Ehehe…

 

E ora grazie a:

 

Herm90: anch’io sono molto orgogliosa di Chad! Mi è sempre piaciuta l’idea di vestirlo molto elegante… così è ancora più bello!! Grazie per i complimenti, spero di continuare bene!

 

Step up: sono felice!! Scusa il ritardo, ma mi si era fritto il computer!! Un bacione!!

 

Tay_: che bello, tu sei nuova!! Sono contenta, sì !! Spero di ritrovarti sempre!! Baci e grazie!

 

Ciokina14: eeeeh, chissà come andrà a finire… *suspance* ^__^ Ti ringrazio, bacione!

 

Romanticgirl: addirittura stupendo!! Ma grazie!! *arrossisce* Spero di non aver deluso le tue aspettative! Un abbraccio

 

Armony_93: e chi vuole che mi lasci?!!? Quanti complimenti che mi fai, sarò io a volerti sempre!! Grazie davvero di tutto!! Un bacio!!

 

LizDream: eh, sì, Chad elegante riscuote davvero molto successo! Magari in HSM 3 lo vedremo in giacca e cravatta! W Troy e Gabriella!! Grazie della recensione, baci baci!!

 

Titty90: Tranquilla, io sono una ritardataria nata! XD Chaylor è nata, e rimarrà per sempre!! Ops, spoiler… bacio!!

 

 

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Capitolo 4
*** 4.Sei cuori e una pasticceria ***


4

4. Sei cuori e una pasticceria

 

“Ti prego, amico, non puoi farmi questo! È l’ultimo favore che ti chiedo!”

 

Chad guardò Zeke come se fosse matto: “Zeke, non puoi chiedermi di accompagnarti al tuo appuntamento con Sharpay!”

 

“Ma sarai con Taylor! Ti prego, non ho il coraggi di andarci tutto da solo!” lo implorò l’amico.

 

“Qual è il problema?” Troy si sedette in mezzo a loro al tavolo della mensa “Perché vi siete messi qui da soli? Venite con noi!”

 

“Il nostro amico, qui, ha una richiesta alquanto particolare…” rivelò Chad, tirando una patatina in fronte a Zeke “Forza, diglielo!”

Il Wildcat prese fiato: “Ho chiesto a Sharpay di uscire con me, oggi pomeriggio, ma non voglio andarci da solo, quindi vorrei che Chad e Taylor venissero con noi. Una specie di uscita a quattro, ecco!”

“E dov’è il dilemma?”

 

Chad rivolse lo stesso sguardo stupito anche al suo migliore amico: “Ma dico, siete impazziti tutti? Per quanto possa essere migliorata, Sharpay è sempre Sharpay! Io la posso sopportare qui a scuola e ogni tanto fuori, ma solo perché non le devo rivolgere la parola per forza!”

 

“Eddai, amico, non fare il pesante! Verremo anche io e Gabriella, va bene Zeke?” domandò il capitano.

 

Zeke sorrise sollevato: “Grazie, Troy!”

 

I tre si alzarono dal loro tavolo e raggiunsero gli altri, impegnati a mangiare e scherzare.

 

Il playmaker si sedette di fianco a Gabriella, passandole un braccio attorno alle spalle e baciandola teneramente.

 

“Ragazzi, per favore, sto pranzando!” sbottò ironico Ryan, facendoli ridere tutti.

 

Gabriella arrossì leggermente, mentre Troy gli tirò il sacchetto accartocciato di un panino finito.

 

“RYAAAAN!” Sharpay stava salendo le scale che l’avrebbero portata al ‘secondo piano’ della mensa “In teatro, subito!” gridò.

 

Il fratello alzò le spalle, rassegnato: “L’ultimo musical estivo della sua vita…” giustificò con un sorriso.

 

“Hai intenzione di cinguettare di nuovo, Troy?” lo prese in giro Jason.

 

Il capitano gli lanciò un’occhiataccia, rimanendo zitto.

 

“Magari lo tengono in considerazione al college… il primo playmaker canterino dei Red Hawks!” continuò così l’amico.

 

“E basta!” rise Troy e gli lanciò l’acqua dalla sua bottiglietta, bagnandoli il viso, i capelli e buona parte della maglietta.

 

“Ohoh…” Gabriella sgusciò via dalla presa del suo ragazzo e si allontanò velocemente dal tavolo, conscia di quello che sarebbe successo di lì a poco.

 

Kelsie e Taylor la seguirono subito, condividendo il suo stesso timore.

 

E infatti, dopo l’inizio del capitano, tutta la tavolata dei Wildcats iniziò a tirarsi addosso pezzi di cibo e acqua.

 

“Che bambini…” commentò Taylor a braccia incrociate, guardandoli con aria schifata “Possibile che si divertano in questo modo barbaro?”

 

Kelsie fece spallucce: “Consideralo una sorta di… gavettoni alternativo!”

 

Taylor sbuffò e se ne andò. Gabriella rivolse alla giovane pianista uno sguardo tra il divertito e l’esasperato, e insieme raggiunsero la mora.

 

 

###

 

 

Sharpay si controllò un’ultima volta davanti allo specchio.

 

Non capiva perché fosse così nervosa: insomma, lei era sempre perfetta, in ogni situazione! Perché non avrebbe dovuto esserlo anche in quell’occasione?

 

Però, il pensiero del giocatore di basket vicino a lei le procurava una strana sensazione… un formicolio piacevole alla bocca dello stomaco, e calore sulle guance.

 

Il campanello suonò, e la fece sobbalzare per lo spavento.

 

Prese la borsetta e di diresse alla porta; prese un grande respiro, proprio come quelli che faceva prima di entrare in scena, e la spalancò.

 

Rimase un attimo interdetta per la sorpresa: sì, c’era Zeke… ma c’erano anche Chad, Taylor, Gabriella e Troy.

 

-Mi dev’essere sfuggito un passaggio…- pensò, mentre sorrideva per salutarli.

 

“Ciao, Sharpay!” esclamò gioioso Zeke “Sei pronta?”

 

Lei annuì, e si avvicinò a Gabriella, che le sorrise maliziosa: “Non mi avevi detto che uscivi con Zeke…”

 

Sharpay arrossì, e svicolò subito: “Ma voi che ci fate qui?”

 

La mora fece spallucce, divertita: “Da quel che mi ha detto Troy, Zeke ha chiesto il nostro aiuto per quest’uscita. Temo che fosse un po’, ehm, spaventato all’idea di uscire da solo con te!”

 

La bionda alzò sopracciglia: “Non mangio mica…”

 

L’amica rise: “Non in quel senso, Sharpay! Lo sai anche tu che Zeke è un po’ timido… sicuramente lo è più di Chad o Troy, e loro ci hanno messo mesi per farsi avanti!”

 

Ma in quel momento sopraggiunse Troy, che prese la sua ragazza per mano e la portò avanti con lui, permettendo così che Sharpay e Zeke rimanessero da soli.

 

“Dici che sarà la volta buona?” domandò Gabriella voltandosi verso di lui.

 

Troy le sorrise: “Spero di sì… soprattutto perché Zeke non potrà sperare che Chad lo accompagni un’altra volta!”

 

Ridendo e scherzando, giunsero infine a quella nuova pasticceria.

 

Gli occhi delle ragazze scintillarono: ovunque si poteva trovare cioccolata dall’aspetto estremamente invitante, e ogni genere di dolce immaginabile.

 

“Se entro qui dentro, dovrò stare a dieta un anno intero!” sussurrò Taylor.

 

Tutti risero alla sua battuta, ed entrarono nel negozio.

 

“Buon pomeriggio!” salutò Troy, rivoltò alla commessa che stava dietro la cassa. Questa, per tutta risposta, rovesciò per la sorpresa la tazza portapenne che aveva davanti.

 

B-buong-giorno…” rispose, lanciando un’occhiata incredula anche a Chad “Pot-potete assaggiare tutto q-quanto…”

 

I due Wildcat si scambiarono uno sguardo divertito, e iniziarono a girare per la pasticceria, provando ogni tanto un dolcetto diverso.

 

All’improvviso, un ragazzo uscì dalla cucina con un blocchetto in mano, e si avvicinò a Sharpay, intenta a farsi spiegare da Zeke la ricetta della creme brûle: “Scusa…” mormorò “Tu sei Sharpay Evans, vero?”

 

La ragazza si girò verso di lui con aria di superiorità: “Sì, perché?”

 

Lui arrossì leggermente: “Beh… mi chiedevo… non è che potresti farmi un autografo? Sai, vengo anch’io all’East High, e ti ho sempre seguita in ogni musical…”

 

La bionda sorrise e firmò la pagina bianca del blocchetto: “Ecco qui. Ciao!” e ritornò a parlare con uno Zeke entusiasta per tutte quelle attenzioni.

 

Il ragazzo ritornò un po’ mogio, ma contento, alla cassa, dove la prima cassiera ed un’altra stavano bisbigliando sui due giocatori di basket presenti all’inaugurazione.

 

Uno di questi commenti arrivò all’orecchio di Gabriella, che non ne fu troppo contenta, e per questo strinse di più la mano del suo ragazzo.

 

“Quand’è che la smettono?” domandò poi a Taylor, che le si era appena avvicinata.

 

L’amica alzò gli occhi al cielo: “Soltanto quando non potranno più vederli!”

 

“Siete gelose, dolcezze?” chiese beffardo Chad mettendosi in mezzo a loro.

 

La sua ragazza sbuffò e gli diede una leggera spinta, facendolo ghignare ancora di più.

 

Anche Troy sorrise, leggermente compiaciuto, e prese da un contenitore un cioccolatino a forma di cuore, chiuso da un nastrino, e lo offrì a Gabriella: “Per la mia gelosa preferita…” sussurrò scherzoso.

 

La mora gli fece una linguaccia, ma accettò lo stesso il dolcetto, scartandolo e mangiandolo subito.

 

In quel momento, li raggiunsero anche Sharpay e Zeke.

 

“Avete trovato qualcosa di particolarmente irresistibile?” chiese quest’ultimo.

 

Troy rise: “Beh, Chad si sta mangiando mezzo negozio, quindi direi che tutto è molto buono!”

 

“Ehi!” ribattè l’amico offeso, posando però subito il terzo bignè che aveva agguantato “Non è colpa mia se devo mangiare per crescere! Sono ancora in età di sviluppo!”

 

“Seee, come no!” tutti scoppiarono a ridere per la serietà con cui l’aveva detto, e con la quale continuava ad insistere.

 

Sharpay guardò l’orologio rosa che portava al polso e sospirò: “Ragazzi, sono le sei, ed io devo andare. Sapete, le prove del musical…”

 

“Ti riaccompagno io!” si offrì subito Zeke.

 

La bionda sorrise, ed uscirono insieme dal locale.

 

“Se non la bacia oggi, giuro che lo strozzo!” esclamò Chad mentre li guardava allontanarsi.

 

Taylor gli diede una leggera gomitata: “Parla per te, Mister Indecisione!”

 

Il moro arrossì un po’, dichiarandosi colpevole, e fece ridere tutti i suoi amici.

 

 

###

 

 

“Ecco, siamo arrivati!”

 

Zeke e Sharpay si fermarono davanti alla casa della ragazza, imbarazzati. Nonostante entrambi si fossero sforzati di chiacchierare, ogni tanto erano precipitati in silenzi pesanti.

 

“Ehm… grazie per il bel pomeriggio!” esclamò la bionda titubante. Ma che diavolo, era un’ottima attrice, perché non riusciva a calmare il tremito della sua voce?!?

 

“Figurati; spero solo che ti sia divertita quanto me…” rispose Zeke fissandosi la punta delle scarpe da tennis.

 

“Allora ciao, Zeke. Ci vediamo domani!” Sharpay sorrise, poi si sollevò in punta di piedi e gli diede un bacio leggero sulla guancia.

 

Poi si girò e corse dentro casa, chiudendo subito la porta.

 

Il ragazzo si portò una mano sul punto dove le labbra morbide della ragazza si erano posate, come in trance.

 

“Ciao Sharpay…” mormorò alla porta bianca.

 

 

 

 

Che carino che è Zeke, vero?!? Mentre Troy mi ricorda tanto un cupido!! E a voi?

 

Grazie a:

 

Armony_93: sono contenta che non mi abbandonerai mai!! Anch’io ti voglio bene!! Bacione!!

 

Tay_: Manca poco a Jason e Kelsie, eheh… Ho aggiornato prestissimo!! Baci

 

Herm90: Sì, ammetto che ci sono parecchi colpi di scena.. ma forse è meglio, no? Baci e grazie!!

 

Romanticgirl: ecco qui, soddisfatta?? Tutto Sharpay e Zeke!! Bacio

 

Ciokina14: mi piace l’aggettivo stupendo!! ^^ e questo lo era?!? Un bacio!!

 

 

 

E ora, come mi ha chiesto Tay_, ho un problema! Con chi metto Ryan?!? Nelle altre fic stava con Martha, però… voi che dite??

 

Un bacione a tutte, e grazie ancora!!

Hypnotic Poison

 

 

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Capitolo 5
*** 5. Studio a casa Evans ***


5

5. Studio a casa Evans

 

“Ti prego, ti prego, ti prego, dimmi che l’hai baciata!” Chad congiunse le mani davanti al viso di Zeke.

 

Lui sospirò: “No, Chad. Solo un bacio sulla guancia.”

 

L’amico sbuffò arrabbiato e si risedette sul proprio banco: “Non è possibile!”

 

Taylor gli lanciò un’occhiataccia, e diede qualche pacca confortante sulle spalle di Zeke: “Coraggio, non ti disperare! È già un passo avanti; non stare ad ascoltare cosa dice quel testone!”

 

Il ragazzo sorrise tristemente, e Taylor si voltò verso la sua migliore amica, seduta compostamente al suo banco intenta a ripassare la lezione di storia: “Gabriella, dov’è Troy?”

 

La mora alzò gli occhi dai suoi appunti: “Non lo so. Di solito a quest’ora è già arrivato. Dici che devo preoccuparmi?”

 

Ma proprio in quel momento il Wildcat comparve sulla porta: “No, Sharpay, quando è no, è no!”

 

La Reginetta dei Musical lo rincorse inviperita: “Ma perché no? Cosa ti costa?!?”

 

Gli amici osservarono increduli la scena che si stava presentando. Sharpay Evans che rincorreva un ragazzo insistendo perché facesse qualcosa non era proprio una scena comune. Di solito le bastava un urlo per mettere tutto a posto.

 

“Ehm… cosa sta succedendo?” domandò timidamente Gabriella.

 

“Troy ha detto di no alla sua richiesta di cantare nel musical estivo.” spiegò tranquillo Ryan, sedendosi al suo posto “E naturalmente, la mia sorellina non ha gradito la cosa!”

 

“Ma perché l’ha chiesto a Troy?” chiese Taylor.

 

“Due iscritti al Drama Club hanno deciso che l’arte non è la loro strada, e si sono ritirati, lasciando scoperto il loro numero. Così Sharpay ha pensato subito a Troy… e te!”

 

Gabriella sgranò gli occhi: “Me?! Di nuovo?”

 

Ryan alzò le spalle: “Hai fatto furore in Twinkle Town e al Talent Show, Gabriella.”

 

“Dimmi che ci sarai, Gabriella!” Sharpay sbattè le mani sul suo banco, facendola sobbalzare per lo spavento: “Ma-ma io non so le parti, le canzoni…”

 

“Hai due mesi per prepararti, ce la fai benissimo! Allora partecipi, vero?” insistette la bionda.

 

Gabriella guardò Troy, che ricambiò con uno sguardo truce e scosse la testa negativamente. Poi si girò verso Sharpay, che la guardava piena di speranza ma anche con una luce assassina negli occhi castani.

 

Deglutì rumorosamente, poi sospirò: “Qual è la canzone?”

 

 

###

 

 

“Non posso credere che l’hai fatto sul serio!”

 

Gabriella lo guardò colpevole: “Eddai, Troy! Non c’è due senza tre, no? Ci divertiremo come abbiamo sempre fatto!”

 

Troy assunse un’aria cupa: “Per quanto mi ricordo, i musical hanno sempre portato male. L’anno scorso abbiamo resettato mezza scuola, e quest’estate… beh, è stata quest’estate…”

 

La ragazza s’intristì: “Io pensavo che ti avrebbe fatto piacere cantare con me, ma evidentemente non è così. Va bene, vado a dire a Sharpay che non lo facciamo più…”

 

Il playmaker sospirò e l’afferrò per un braccio, impedendole di uscire dall’aula: “No, Gab, aspetta, non fare così. Canto, okay? Ma solo perché me l’hai chiesto tu!”

 

Lei sorrise dolcemente: “Grazie…” e per premiarlo lo baciò.

 

Troy le mise le mani sulla vita e la strinse a sé, approfondendo quel contatto.

 

“Ragazzi, non vorrei interrompere, ma la campanella è suonata da un pezzo, e stiamo aspettando solo voi!”

 

La voce ironica di Chad li fece sobbalzare e separare.

 

Il suo migliore amico sorrise: “Messaggio ricevuto, arriviamo!”. Prese per mano Gabriella e raggiunsero tutti e tre il resto dei loro amici.

 

“Alle tre a casa mia, okay?” stava cinguettando Sharpay.

 

“Sharpay, dovremmo anche studiare per gli esami oltre che fare le prove per lo spettacolo!” osservò Taylor.

 

La bionda la scrutò per un secondo: “Va bene. Portate anche i libri. Studio generale! Poi le prove! Saluti!” e con un frivolo movimento delle dita si avviò verso la sua macchina rosa.

 

 

###

 

 

“Possibile che una ragazza possa vivere in una casa del genere?”

 

Taylor si girò verso il suo ragazzo: “Quante persone conosci che possiedono un intero Country Club, Chad?”

 

Lui alzò le spalle: “Va bene, va bene. Qui il genio sei tu…” e schiacciò il campanello.

 

“Arrivo!” la voce di Sharpay riecheggiò per il porticato sotto cui erano raccolti. Si sentì il rumore dei suoi tacchi sugli scalini, ed infine comparve raggiante alla porta: “Ciao! Entrate pure!”

 

I Wildcats e le loro ragazze entrarono un po’ in soggezione per quella casa così grande e lussuosa.

 

“Possiamo andare a studiare in biblioteca, lì non ci disturberà nessuno e possiamo metterci comodi!” esclamò la padrona di casa precedendoli.

 

“Ciao, Ryan!” salutò Troy quando vide il biondo unirsi a loro “Partecipi anche tu alla studiata più pro…” la sua frase si mozzò a metà quando vide in che stanza erano arrivati.

 

D’accordo, Sharpay aveva parlato di biblioteca, ma nessuno avrebbe mai pensato che fosse così!

 

Era una stanza circolare, immensa, alle cui pareti erano attaccate grandi librerie di legno scuro gremite di libri e alte fino al soffitto.

Al centro, c’era un lungo tavolo antico, qualche sedia e anche delle poltrone dall’aspetto molto comodo.

 

Gabriella si guardò intorno estasiata; quello era il paradiso, per lei.

 

“Caspita, Sharpay…” mormorò “Ma tu quanti ne hai letti?”

 

“Meglio se cambi argomento, Gabriella!” rispose ironico Ryan.

 

La sorella gli fece una smorfia: “Parla per te, Signor Jazz Square! Allora, sediamoci tutti e iniziamo! Prima finiamo, prima potremmo dedicarci alle prove!”

 

Tutti sospirarono e si accomodarono attorno al tavolo, prendendo libri e quaderni dalle loro borse.

 

“Iniziamo da questa relazione!” disse a voce alta Kelsie leggendo dal suo diario “Storia contemporanea: Come ha cambiato l’aspetto mondiale la Guerra Fredda? Elenca le sue caratteristiche, le sue conseguenze e le sue cause.”

 

Ryan depose sul tavolo una pila di libri impolverati: “Qui potremo trovare ciò che ci serve! Al lavoro, Wildcats!”

 

Da quel momento, non si udirono altri suoni se non quello delle pagine che venivano girate e delle penne contro la carta.

 

Ogni tanto qualcuno borbottava una data a mezza voce, oppure chiedeva consiglio agli amici, ma erano tutti concentratissimi. Un altro di quei voti che avrebbe accresciuto la loro media per il college.

 

Troy fu il primo a chiudere il libro; gli era sempre piaciuta la storia, ed in più la professoressa era una tifosa accanita dei Wildcats.

 

“Sharpay, dov’è il bagno?” domandò.

 

La bionda non alzò nemmeno gli occhi dalla sua relazione (ordinatamente scritta su un foglio rosa di carta intestata): “Quarta porta a sinistra, oppure sali le scale ed è la terza a destra, altrimenti esci dalla porta a sinistra, giri a destra ed è la stanza davanti a te, oppure…”

 

“Va bene, va bene, ho capito!” divertito, uscì dalla biblioteca e ripetè mentalmente le istruzioni che la ragazza gli aveva dato.

 

Gli ci volle un bel quarto d’ora per trovare il bagno, e anche lì fu stupito dalla sua grandezza. Non era da tutti avere un bagno turco al pianterreno…

 

Uscì, e fece dietrofront per ritornare dai suoi amici; non appena ebbe girato l’angolo, si scontrò con qualcuno.

 

“Signor Bolton! Che piacevole sorpresa! Cosa ci fa lei qui?”

 

Troy alzò lo sguardo verso il signor Evans: “Oh, salve, signor Evans! È un piacere anche per me! Siamo tutti nella sua, ehm, biblioteca a studiare!”

 

Il padre di Sharpay sorrise: “Esami, eh? Bene, sono contento che tutti quei libri siano usati da qualcuno! Allora, figliolo, come vanno le cose?”

 

“Bene, grazie. Senta, signor Evans… io volevo ringraziarla per la borsa di studio che ha dato a me e Chad…”

 

L’uomo gli battè una mano sulla spalla: “Di niente, ragazzo. Voi siete il futuro! Molte delle nostre speranze sono riposte in voi, e allora perché non affidarvi ad una delle migliori università?”

 

Anche Troy sorrise, un po’ imbarazzato: “Già… beh, adesso devo andare, mi staranno aspettando! Arrivederci, signor Evans, e grazie ancora!”

 

Quando ritornò in biblioteca, anche gli altri avevano terminato la relazione, e stavano parlando dei possibili risultati della verifica di chimica.

 

Devo avere una B!” stava esclamando Chad “Sennò chissà come mi riduce la professoressa!”

 

“Con la fatica che ho fatto a suggerirti, dovresti aver preso almeno A!” ribattè ironica Taylor.

 

Kelsie giocherellò con la matita che aveva tra le dita: “Io non sono sicura della seconda parte della terza domanda, quella che parlava dei materiali lapidei… qual era la formula della weddellite?”

 

“CaO4C22H2O…” rispose pronta Gabriella, facendo sorridere Troy.

 

“Puoi ripetere, scusa?” domandò Sharpay stupita “Davvero, Gabriella, non so come fai a tenerti a mente tutte quelle formule! Mi sono dovuta scrivere un intero bigliettino per passare questo test! Io non vado più in là di H2O, ma tu…!”

 

La mora arrossì leggermente e sorrise, fissandosi le mani. Non le piaceva ancora molto quando si lodavano le sue doti di genietto matematico.

 

“Sono le nostre Einstein di Albuquerque, e meno male che ci sono!” rispose Chad, passando un braccio attorno alle spalle della sua ragazza “In ogni caso, domani avremo la risposta!”

 

Sharpay sorrise raggiante e saltò su dalla sedia: “Allora adesso… si prova!”

 

Troy sospirò e guardò Gabriella, che ricambiò un po’ colpevole ma divertita. Lui scosse la testa, ma un sorriso nacque anche sulle sue labbra.

 

Già, Chad aveva ragione. Per fortuna che esisteva la sua Einstein di Albuquerque…

 

 

 

 

 

Non ci posso fare niente, adoro un Troy Bolton dolce dolce..

 

Allora, contente anche di questo capitolo? Ebbene sì, Troy “cinguetterà” di nuovo!! E Chad, sarà riuscito a superare la verifica di chimica?? Lo scoprirete nel prossimo capitolo (ehe!!)

 

Ora passiamo ai ringraziamenti:

 

Tay_: Zeke è dolce come la sua creme brule!!! Adesso per Ryan ci penso, magari salta fuori qualcuna durante le vacanze.. Bacione

 

Romanticgirl: nella mia città ci sono due pasticcerie un po’ così… un sogno!! L’estate scorsa ci passavo sempre.. Martha e Jason, dici?? Ma adesso non posso far lasciare Kelsie e il Wildcat, visto che nemmeno stanno insieme (per adesso, eheh…). Magari per Ryan qualche amica delle ragazze, che dici?? Un bacione grande!

 

Herm90: Zeke è carino proprio perché è timido!! Ma sono così tutti i maschi di HSM, in fondo… povero Ryan, è proprio un problema “accoppiarlo” XDXD! Tranquilla che arriveranno altri colpi di scena… baci!!

 

Ciokina14: i tuoi complimenti mi accrescono l’ego, già grande di suo in questo periodo! Mi piace, sì!! Grazie di tutto.. l’aggiornamento, come vedi, arriva presto!! Volevo dirti che ho letto “Mio padre- Mia figlia” e mi è piaciuta molto!! Fortuna era Troyella!!Bacio

 

Kalix: ciao! Tu sei una nuova recensitrice, che bello!! Spero di risentirti anche nei prossimi capitoli, allora. Davvero è divertente? Sono contenta!! Grazie e un abbraccio!

 

 

E anche per oggi è fatta!! Grazie di tutto

 

La vostra

 

Hypnotic Poison  

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Capitolo 6
*** 6. Poche parole ***


6

6. Poche parole

 

Chad sbattè il pallone da basket sul banco, facendo rimbalzare così forte che andò a finire dall’altra parte della classe.

 

“Per l’amor del cielo, Chad, calmati!” lo rimbeccò Taylor “Rilassati!”

 

“Non mi rilasserò finchè non saprò che voto ho preso in quella maledetta verifica!” ribattè lui, ripescando la palla dal cestino per la carta.

 

La sua ragazza sospirò e gli si avvicinò, prendendogli il viso tra le mani: “E’ andata bene, d’accordo? Stai tranquillo. Le cose più o meno le sapevi, e ti ho aiutato un sacco! Avrai la tua B, se non di più! Ora calmati!”

 

Chad sorrise: “Va bene…” poi cancellò la distanza tra le loro labbra.

 

Anche Taylor rise, e gli circondò il collo con le braccia, permettendogli di approfondire quel contatto. Non gli interessava se metà classe li stava guardando (l’altra metà era impegnata ad osservare Troy e Gabriella, intenti a coccolarsi tranquillamente), a loro bastava stare insieme.

 

“Signor Danforth, potrebbe cortesemente placare i suoi bollenti ardori? La signorina McKessie mi serve viva fino alla fine dell’anno!” la professoressa era appena entrata in classe, e aveva richiamato la loro attenzione con quella battutina pungente.

 

I due si separarono di scatto, arrossendo: “Sì professoressa, certo…” mormorò il ragazzo, sedendosi.

 

L’insegnante lo guardò con un sorriso, e prese fuori dalla sua borsa un plico di fogli: “Ho qui le vostre verifiche, ragazzi. Devo dire che sarebbero potute andare molto meglio…” il cuore di Chad si fermò per un secondo “…ma ci sono state anche piacevoli sorprese!”

 

La donna iniziò a girare tra i banchi, consegnando i compiti: “Signora McKessie, mi dispiace che non esista voto più alto di A+. Neanche un errore, come al solito…” Taylor sorrise e guardò il suo foglio, privo di segni rossi “Signorina Montez, questo vale anche per lei!” Gabriella arrossì di piacere.

 

Chad, intanto, era sul punto di avere un infarto. Mancava solo lui, a tutti i suoi amici era già stato consegnato il test, e tutti erano andati bene. Come al solito, quindi. Era sempre lui a prendere C, o anche delle D. Persino Sharpay aveva strappato una B in quell’ultimo compito.

 

Finalmente, la professoressa si fermò davanti a lui: “E questo è il tuo, Chad.”

 

Il ragazzo deglutì rumorosamente e prese la sua verifica, con la punta delle dita. La girò lentamente, con gli occhi semichiusi, ansioso per il suo voto.

 

-Ti prego, ti prego, ti prego!- pensò disperatamente.

 

Spalancò gli occhi e guardò in faccia alla realtà.

 

- O. Mio. Dio.-

 

“Ho preso A!! HO PRESO A!! DIO, TI RINGRAZIO!!!” saltò in piedi, rovesciando la sedia, e gridò tutta la sua felicità.

 

Tutta la classe scoppiò a ridere e persino ad applaudire, e anche la professoressa si sciolse in un sorriso divertito: “Sono contenta, signor Danforth. Ora, potrebbe cortesemente risedersi?”

 

Chad raccolse la sedia e vi si accasciò sopra: “Adoro la chimica…”

 

La classe rise di nuovo, e finalmente la lezione potè incominciare.

 

 

###

 

 

Dlin dlon

 

La signora Montez si alzò con un sospiro dal divano e si diresse alla porta.

 

“Salve, signora Montez!” la salutò Troy non appena la aprì “C’è Gabriella?”

 

La donna sorrise: “Ciao Troy! Vieni, entra pure… adesso la chiamo.”

 

Andò fino ai piedi delle scale ed esclamò a voce alta: “Gabriella, scendi, c’è Troy!”

 

Si sentì una porta aprirsi e chiudersi di scatto, poi la ragazza comparve lungo i gradini e si lanciò sul suo ragazzo, baciandolo.

 

“Come mai questa sorpresa?” gli domandò felice, tenendo le braccia incrociate dietro al suo collo, mentre la madre si eclissava in cucina.

 

Troy sorrise: “Niente allenamento, si festeggia il voto di Chad! E visto che lui è andato da Taylor, ho pensato di venire da te…”

 

Gabriella lo baciò di nuovo dolcemente: “Grazie… allora, cosa vuoi fare? Se hai fame, mia mamma ha appena finito una torta!”

 

Il ragazzo sorrise: “Vada per la torta!”

 

Si presero per mano ed andarono in cucina, dove la signora Montez li guardò sorridendo, anche se, come tutte le madri, preferiva che evitassero troppe effusioni in sua presenza.

 

“Allora, Troy, Gabriella mi ha detto che ti hanno accettato all’Università con la borsa di studio!” iniziò.

 

“Sì, esatto. Ho ricevuto la lettera tre giorni fa.”

 

 “Immagino che i tuoi genitori siano stati molto orgogliosi di te. Dopo tutto quello che hai fatto per conquistarla…”

 

“Mamma!” Gabriella interruppe la madre arrabbiata, mentre Troy abbassava gli occhi. Evidentemente, non gli aveva ancora perdonato ciò che aveva fatto alla figlia l’anno prima.

 

“Sì, sono stati molto contenti…” mormorò, continuando a fissare le piastrelle del pavimento.

 

La sua ragazza lo prese per un braccio e lo portò fuori dalla stanza, su per le scale ed infine in camera sua, dove chiuse la porta.

 

“Devi scusarla…” sussurrò, appoggiando il suo piatto sul comodino “Sai come sono le mamme…”

 

Troy si sedette sul letto, giocherellando con la fetta di torta: “Non che abbia tutti i torti…”

 

Gabriella sospirò e si inginocchiò davanti a lui, togliendoli il piatto dalle mani: “E’ passato, va bene, Troy? Non importa più.” gli appoggiò una mano sulla guancia “Abbiamo imparato qualcosa da quell’esperienza, è tutto quello che ci serve sapere ora. Non serve a nulla rivangare il passato. Adesso ci siamo solo io e te, con il nostro futuro. E basta.”

 

Il ragazzo sorrise, e la fissò negli occhi: “Ti amo, Gabriella.”

 

Anche lei sorrise ed arrossì, mentre il suo cuore prima perdeva un battito, e poi pulsava sempre più velocemente. Non gliel’aveva mai detto, mai così esplicitamente. Gliel’aveva dimostrato in tanti modi, ma quelle due parole non erano mai state pronunciate.

 

E in quel momento, lei si rese conto che non esistevano parole più belle.

 

Si allungò fino ad incontrare le sue labbra, e lo baciò con quanto più sentimento era possibile, abbracciandolo forte.

 

Diversi minuti dopo, quando si staccarono, erano entrambi ansimanti per la carenza d’ossigeno e per quello che il bacio aveva trasmesso loro.

 

Troy appoggiò la fronte contro la sua, sorridendo: “Ricordami di dirtelo più spesso, se il ringraziamento è questo!” scherzò.

 

Gabriella gli diede una leggera spinta: “Stupido…” rise.

 

Lui la baciò ancora leggermente, poi le accarezzò una guancia: “Ora devo andare… ci vediamo domani a scuola…” mormorò.

 

La ragazza annuì e ricambiò il bacio: “A domani…”

 

Si alzò per farlo passare, e gli tenne la mano finchè lui non uscì dalla sua camera; poi rimase a guardarlo dalla cima delle scale fino a quando non si chiuse la porta d’ingresso alle spalle.

 

“Gabriella, tra mezz’ora è pronto!” l’avvertì la madre dalla cucina.

 

“Sì, mamma…” mormorò con voce evanescente, così bassa che nessuno avrebbe potuto sentirla.

 

Si sentiva come su una nuvola. I piedi sembravano non toccare il pavimento. Si stese sul suo grande letto, le braccia aperte, cercando di controllare il respiro.

 

E quando ripensò a quello che era successo, sorrise mentre una lacrima di felicità cadeva dai suoi occhi…

 

 

###

 

 

“Tu mi nascondi qualcosa, sorella. Avanti, sputa il rospo!”

 

Gabriella si voltò verso Taylor: “Come, scusa?”

 

L’amica sbuffò: “Ecco, vedi, non mi stai neanche ascoltando! Guarda che sto cominciando a preoccuparmi! Mi vuoi spiegare cos’è successo?”

 

Lei sorrise: “Oh, Tay, sapessi! Non mi sono mai sentita così! Ieri…” arrossì “Ieri Troy mi ha detto che mi ama…”

 

Taylor l’abbracciò di scatto: “Davvero! Sono felicissima per te! Ecco perché hai la testa tra le nuvole! Certo che ce ne ha messo di tempo… raccontami tutto!”

 

E mentre Gabriella iniziava il resoconto di quel magico pomeriggio, qualche banco più indietro si stava svolgendo una scena simile.

 

“Forza, amico, cos’hai oggi? È la terza volta in dieci minuti che ti becco a pensare a qualcos’altro!” stava infatti esclamando Chad “E’ successo qualcosa con Gabriella? Eppure non mi sembra triste o arrabbiata…”

 

Troy sorrise sotto i baffi: “In effetti, Chad qualcosa è successo… non nel senso che intendi tu!” si affrettò ad aggiungere, notando l’espressione che aveva assunto l’amico “Semplicemente… le ho detto che la amo…”

 

Chad ci mise un po’ ad assimilare quell’informazione, poi gli assestò una gran pacca sulle spalle: “E bravo il capitano!” scherzò contento “Scommetto che si è sciolta come burro!”

 

Il playmaker arrossì leggermente: “Già…” mormorò, e guardò verso la sua ragazza. Nel medesimo istante, lei si girò e i loro occhi s’incrociarono, facendo nascere ad entrambi un sorriso.

 

L’amico assistette alla scena soddisfatto: “Eh… mi sa proprio che da oggi aumenteranno i momenti melensi…” ironizzò.

 

“Ehi!” scattò Troy “Parla per te! Vi abbiamo visti ieri, in classe, tu e Taylor! Non eravate da meno! E sbaglio, o ieri avete passato tutto il pomeriggio assieme?”

 

Le guance scure di Chad si tinsero di rosa: “Va bene, colpito. Comunque sì, abbiamo preso un gelato e abbiamo chiacchierato di tutto quello che ci veniva in mente…”

 

“E chissà quante cose carine e dolci le hai detto…” lo prese in giro l’amico.

 

Chad gli diede una spinta con il pugno chiuso: “Piantala, non è divertente…”

 

Troy invece scoppiò a ridere: “Oh, credimi, amico, vederti innamorato è una delle cose più divertenti del mondo!”

 

Il castano borbottò qualcosa d’incomprensibile, facendo l’offeso, ed entrambi rimasero in silenzio fino alla fine dell’ora, perché il professore -notate le loro continue chiacchiere- aveva deciso di continuare a spiegare stando in piedi proprio davanti al loro banco.

 

Quando finalmente la campanella suonò, annunciando l’ora di pranzo, Troy si alzò subito in piedi e raggiunse Gabriella e Taylor.

 

Quest’ultima, un secondo prima che l’amico arrivasse, aveva alzato gli occhi al cielo e mormorato ironica: “Gabry, sta arrivando il tuo innamorato, e siccome non ho voglia di assistere a romanticherie proprio prima di pranzo, sarà meglio che me ne vada…”

 

Per cui, quando il Wildcat arrivò, le due ragazze stavano ridendo di gusto: “Cosa state architettando, voi due?”

 

“Niente, discorsi di donne! Ci vediamo in mensa…” salutò Taylor, e si unì a Chad che l’aspettava sulla porta.

 

Gabriella infilò un libro nella borsa: “Di cosa stavate discutendo tu e Chad prima, tanto che il professore è venuto lì da voi per farvi smettere?”

 

Troy fece spallucce: “Mi stava raccontando del suo pomeriggio…” le prese la borsa e le diede la mano “Hai fame?”

 

Lei sorrise: “Abbastanza!”

 

Le circondò le spalle con le braccia, baciandole una guancia, e così abbracciati entrarono nella mensa bianca e rossa.

 

Molte persone si girarono a guardarli: nonostante stessero insieme da più di un anno, ancora non erano abituati a vedere la genietta di chimica e il capitano dei Wildcat così innamorati e felici. Senza contare che quasi tutte le cheerleader, e molte altre ragazze della scuola, contavano sempre di poter conquistare il cuore di Troy.

 

La coppia si unì al tavolo dei loro amici, dove li accolsero scherzando.

 

“Vi prego, non da subito, fatemi mangiare in pace!” ironizzò Ryan, con in mano un bel panino e una lattina di Coca “Hanno già iniziato Chad e Taylor, voi almeno risparmiateci!”

Per tutta risposta, il vice-capitano della squadra di basket gli abbassò la visiera del cappello che portava: “Ecco, così non vedi e non rompi!”

Tutti scoppiarono a ridere, e in quel momento la voce di Sharpay risuonò sopra le altre: “Ragazzi!”

 

Corse su per le scale fino a loro, perfettamente in equilibrio sui tacchi, e appoggiò alcuni fogli sul tavolo rotondo: “Queste sono le vostre canzoni!” cinguettò.

 

Troy afferrò dubbioso gli spartiti: “Sharpay… sono cinque canzoni!”

 

Lei annuì: “Bravo, Troy, vedo che sai contare.”

 

Ignorando gli sghignazzi degli amici, il ragazzo continuò: “Ma… non ti sembrano un po’ troppe?”

 

Sharpay sbuffò: “Oh, non lamentarti troppo, cerca piuttosto di impararle! Ryan, tra cinque minuti in teatro!”

 

Il fratello cercò di opporsi: “Shar, lasciami almeno finire di mangiare!”

 

Ma la biondina gli lanciò un’occhiata di fuoco: “Scattare!” e corse via, seguita da alcuni membri del Drama Club.

 

Ryan sospirò e ripose il suo panino a metà nel sacchetto: “Perché le prove sempre ad ora di pranzo? Ci vediamo dopo, ragazzi!”

 

Tutti lo salutarono e ricominciarono a mangiare.

 

“Io l’avevo detto, Troy, che avresti cinguettato anche questa volta!” esclamò Jason.

 

 Troy alzò gli occhi al cielo e decise che, per una buona volta, non avrebbe ribattuto, perché tanto di lì a poco il suo amico sarebbe stato impegnato a conquistare Kelsie.

 

Come infatti, cinque secondi dopo, accadde…

 

 

 

 

 

Ooh, anche questo è stato un capitolo molto dolce!! Mi vengono così, ultimamente!!

 

Spero che siate state contente della ‘dichiarazione’ di Troy!! E Chad, fortunatamente, ce l’ha fatta! Come non avrebbe potuto, sarei stata troppo cattiva!

 

E ora grazie a:

 

Kalix: povera Sharpay, nessuno capisce il suo amore per i musical!! Anch’io mi sono divertita a scriverla, sono contenta che abbia ottenuto l’effetto sperato! Spero che continuerai a recensirmi, grazie di tutto!

 

Tay_: No, mi dispiace ma a me non convince la coppia Sharpay/Troy, e dubito che scriverò mai fic su di loro… ecco, ti farò comparire nella fic come fidanzata di Ryan, eheh!! Grazie, un bacio!

 

Romanticgirl: Gabriella e Troy che si lasciano?? Mai!! Anche se… ma non te lo posso dire!! Eheh… un bacio!

 

Ciokina14: ecco qui! Spero che anche questo capitolo abbia soddisfatto la tua curiosità!! Grazie per tutti i complimenti che mi fai ogni volta! Baci

 

Herm90: io adoro Troy… e Zac Efron, quindi… sto cercando di prendere tutte le sue foto da internet, eheh!! Ma naturalmente, non disprezzo nemmeno Chad/Corbin, anzi!! È più bello nel secondo, però…

Comunque, diciamo che questa è un po’ la… pace prima della tempesta!! Bacioni!!

 

Armony_93: tranquilla, le scene Chaylor arriveranno… anche in questo capitolo ce n’era una!! Però penso di essere più brava a scrivere di Troy e Gabriella, non so perché.. alla prossima, baci!

 

CrazyLara: prima di tutto, benvenuta e grazie per leggere la mia fic!! Sono contenta di saper descrivere bene le scene. Di solito è il mio problema principale, perché me le immagino ma non sono mai sicura al 100% di riuscire a metterle nero su bianco nel modo corretto. Tranquilla, la suspance arriverà… in molte altre mie fic (non su HSM) mi divertivo a lasciare i lettori con un po’ di amaro in bocca per non sapere come finiva… è un po’ sadico, non trovi?? Un bacio e grazie, spero di risentirti!!

 

 

Ringrazio anche ericucciola84 che mi ha aggiunta tra i suoi autori preferiti!!

 

 

Grazie ancora a tutte voi!!

 

Un bacione, vi aspetto nel prossimo capitolo!!

Hypnotic Poison

 

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Capitolo 7
*** 7. Tempo di prove ***


7

7. Tempo di prove

 

“Non posso credere che manchino solo tre settimane, Tay!” Gabriella spostò un altro vestito dall’appendiabiti che aveva davanti “E io, naturalmente, non ho idea di che vestito indossare!”

 

L’amica le lanciò un’occhiata torva: “Sembri una cheerleader, sorella! Siamo qui per questo, no? Trovare i vestiti per il diploma!”

 

La mora ne prese uno: “Che ne dici di questo?”

 

Taylor lo osservò con aria critica: “Non so… c’è qualcosa che non mi convince… prova a guardare dall’altro lato!”

 

Gabriella si spostò, passando con gli occhi sopra ogni abito: “Mia mamma ha invitato anche mio papà alla cerimonia…”

 

“E’ tuo padre, Gab, non può perdersi il tuo diploma!”

 

“Non è quello il problema… non vorrei che litigassero come fanno sempre ogni volta che si rivedono, anche solo per cinque minuti…”

 

Taylor la guardò da sopra l’asta di vestiti: “Sanno entrambi che è un’occasione speciale per te, e non vorranno certo rovinartela. Abbi fiducia! E ora, andiamo a provarci questi!”

 

Le due ragazze s’infilarono nei camerini, e quando ne uscirono si guardarono l’un l’altra.

 

“Wow, Tay!” esclamò Gabriella, girandole intorno “Aspetta solo che Chad ti veda con questo addosso!”

 

Lei arrossì, e si osservò nello specchio: “Dici che gli piacerà? Certo, starà per la maggior parte del tempo sotto la toga, però alla festa la tolgo…”

 

“Devi assolutamente prenderlo! È perfetto, quel rosso ti sta da Dio!” insistette l’amica.

 

Taylor guardò il cartellino che penzolava e sbiancò leggermente: “Dovrò dar fondo a tre quarti dei miei risparmi, ma sembra che ne valga la pena…”

 

“Certo che ne vale la pena!” Gabriella la spinse dentro al camerino “Forza, andiamo alla cassa!”

 

Qualche minuto dopo, uscirono dal negozio con i loro pacchetti e il portafoglio parecchio più leggero.

 

“Come mai Sharpay non è venuta con noi? Di solito non resiste al richiamo dello shopping!” osservò Taylor.

 

Gabriella sorrise: “Aveva un richiamo più irresistibile… ha addirittura cancellato le prove!”

 

“Cioè? Spiegati, sorella, non giocare agli indovinelli!”

 

“E’ uscita con Zeke… loro due, da soli!”

 

Taylor alzò gli occhi al cielo: “Alla buon’ora! Sinceramente, mi ero stufata di fare loro da chaperon! Chissà cosa staranno facendo…”

 

 

###

 

 

“Okay, Sharpay, questa è la prova decisiva!”

 

La biondina annuì: “Concordo!”

 

“Se non riesce adesso, giuro che cambio lavoro! Mi do al giardinaggio!” Zeke s’inginocchiò davanti al forno, controllando la cottura della creme brûle “E’ la quarta volta che proviamo, oggi pomeriggio!”

 

Sharpay s’inginocchiò di fianco a lui: “Sono sicura che questa sarà la volta buona! Forza, è ora di assaggiarla!”

 

Spense il forno e, munitasi del guanto da cucina, prese fuori la piccola ciotolina di terracotta con il dolce fumante.

 

Zeke prese un cucchiaino e ruppe delicatamente la crosta sottile: “Sii sincera, Sharpay!”

 

Raccolse un po’ di crema e indirizzò il cucchiaino verso di lei, che aprì la bocca e assaggiò il dolce.

 

Lo assaporò per qualche secondo con aria esperta, poi sorrise e fissò il ragazzo negli occhi: “Perfetta! È buonissima, mi piace da impazzire!”

 

Anche Zeke sorrise: “E a me piaci da impazzire tu, Sharpay…”

 

La ragazza arrossì di botto, impreparata a quelle parole: “Co-come scusa?” boccheggiò.

 

Ma invece di risponderle, il Wildcat si chinò su di lei e la baciò.

 

Sharpay trasalì per la sorpresa, ma non ci mise molto a ricambiare, passandogli le braccia intorno al collo, in un bacio che sapeva di crema e caramello…

 

 

###

 

 

Ryan uscì dalla doccia, passandosi un asciugamano tra i corti capelli biondi.

 

Annusò leggermente l’aria: sbagliava o c’era odore di qualcosa di dolce?

 

-Caramello…- pensò stupito –Da quando a casa mia qualcuno che non sono io mangia caramello?- In fondo, erano tutti patiti per la dieta…

 

Si rivestì in fretta, e scese le scale fischiettando.

 

Andò quindi in cucina, dove il profumo era più forte, ma quando aprì la porta si trovò davanti tutto tranne la cuoca che cucinava.

 

Quando, un secondo dopo, focalizzò bene la situazione, puntò lo sguardo a terra e si schiarì la voce: “Avete finito, ragazzi?”

 

Sharpay e Zeke si separarono con un salto, spaventati; però la biondina ritrovò subito la grinta e la sua innata faccia tosta: “Ti serve qualcosa, Ryan?”

 

Il fratello sospirò: “Non in cucina, almeno! È un luogo in cui si mangia, non dove si spargono ormoni!”

 

Zeke divenne rosso pomodoro, mentre Sharpay sorrise sarcastica: “Ahah, bella battuta. Ora perché non te ne vai a ripassare la coreografia per lo spettacolo?”

 

Il povero Ryan alzò le mani in segno di resa: “Messaggio ricevuto. Ma la prossima volta chiudetevi dentro, cosìcchè io non debba più assistere a queste scene! Buon proseguimento!” e si eclissò dalla stanza.

 

“Ehm… pensi che tuo fratello mi ammazzerà?” domandò timidamente Zeke.

 

Lei scrollò le spalle: “Noo… anche perché altrimenti lo ammazzerei io!” sorrise e lo afferrò per il colletto della maglia “Dove eravamo rimasti?”

 

 

###

 

 

“Sharpay, adesso tu ci devi dire cosa è successo ieri pomeriggio!”

 

Gabriella e Taylor bloccarono l’uscita dalle quinte all’amica, che scosse la testa divertita: “Niente!”

 

Taylor mise minacciosamente le mani sui fianchi: “Non può non essere successo niente! Prima i ballerini non sapevano la coreografia, Troy ha sbagliato una canzone, Ryan continua ad inserire il Jazz Square e tu non dici niente! O non sei Sharpay Evans, ma una sua copia venuta da Marte, oppure hai altri pensieri nella testa!”

 

La bionda scoppiò a ridere: “Ragazze, davvero… comunque, Gabriella, perché non vai la fuori, visto che il tuo fidanzato deve cantare?”

 

“Non cambiare discorso, Sharpay!” rise la mora “Allora hai davvero fatto qualcosa con Zeke!”

 

Ma Sharpay le prese entrambe per un braccio e le portò fuori, sul palco: “Non fate le cheerleader!” le ammonì tra le risate, poi ritornò a coordinare il suo spettacolo.

 

Le altre due si guardarono e sospirarono sconsolate, scendendo in platea.

 

“Tanto lo scopriremo presto… a costo di chiederlo a Ryan!” esclamò Taylor “…ma secondo sembriamo davvero delle cheerleader?”

 

“Un po’…” Gabriella scrollò le spalle con un sorriso “Ma lo facciamo per il suo bene!”

 

“Forza, ragazzi!” Sharpay, dal centro del palco, richiamò la loro attenzione “Si riprende! Troy, tocca a te!”

 

Il ragazzo si alzò dalla sedia sui cui si era accomodato, vicino a tutti i suoi amici, e sospirò, guardando la sua ragazza che gli sorrise incoraggiante.

 

“Prima d’incantarti, vieni un attimo con me!” la richiamò Taylor “Dobbiamo finire il discorso per il diploma!”

 

L’amica cercò di opporsi: “Ma-ma io voglio… c’è Troy che canta e…”

 

Taylor la prese per mano: “Forza, lo sentirai sempre cantare, per un minuto non muori!”

 

Gabriella si girò verso il palco, dove il suo ragazzo stava per iniziare, però poi si lasciò trasportare dalla sua amica fino al laboratorio di chimica.

 

“Non l’avevamo già finito?” si lamentò.

 

“Manca la frase finale, quella di grande effetto! E solo tu la puoi scrivere, lo sai! Quindi datti da fare, se vuoi sentire cantare il tuo amore!”

 

La mora afferrò sbuffando la penna e rilesse il loro discorso, correggendolo di tanto in tanto.

 

Tendeva le orecchie, tentando di catturare l’eco lontano della musica, ma il laboratorio era troppo lontano perché si sentisse.

 

“Ecco fatto!” esclamò, mettendo il punto alla fine della frase “Ora posso andare?”

 

Taylor prese il foglio scuotendo la testa: “D’accordo, d’accordo!”

 

Percorsero quasi di corsa i corridoi deserti dell’East High, che man mano che si avvicinavano all’auditorium, si riempivano dei grandi manifesti colorati dei musical: decine di Sharpay sorridevano a chi passava di lì, ricordando loro che sarebbe rimasta per sempre la Reginetta.

 

Gabriella rallentò e prese fiato, ma quando entrò nel teatro rimase delusa: la canzone di Troy era finita in quel momento.

 

Si voltò critica verso Taylor, che alzò le spalle: “Non è mica la fine del mondo!”

 

Lei sbuffò e raggiunse Troy, che stava scendendo i gradini del palco.

 

“Scusa!” esclamò dispiaciuta “Io volevo sentirti, ma Tay mi ha fatto scrivere la conclusione del discorso e…” il ragazzo interruppe quel fiume di parole con un dolce bacio, stringendola tra le braccia.

 

“Guarda te… prima mi costringi a partecipare, poi non ci sei nemmeno alle mie prove… dovrei proprio essere arrabbiato…” la prese in giro, dandole un buffetto sul naso.

 

Gabriella sorrise, tenendosi stretta a lui: “Che cosa stavi provando, comunque?”

 

Anche Troy sorrise, e avvicinò la bocca al suo orecchio, sussurrandole la canzone: “I'm so glad I found an angel, someone who was there when all my hopes fell, I wanna fly looking in your eyes… because you live, girl, my world has twice as many stars in the sky…

La ragazza avvertì un brivido lungo tutta la schiena, e lo abbracciò estasiata: “Dimmelo di nuovo…”

 

Il Wildcat la strinse di più a sé, sfiorandole la pelle del collo con le labbra, annusando il suo profumo di pesca: “Ti amo, Gab… e tu?”

 

Con un ultimo tremito, Gabriella si spostò per poterlo guardare negli occhi, e gli prese il viso tra le mani: “Da morire…” e lo baciò.

 

“Che arietta, ragazzi…” ironizzò Zeke, passando davanti a loro con le mani in tasca “L’atmosfera comincia a farsi elettrica…”

 

Troy si staccò dalla sua ragazza, senza però smettere di abbracciarla, e ribattè: “Faresti meglio a tacere, amico! Chissà gli ormoni, ieri nella cucina di Sharpay, eh?”

 

Gabriella si voltò di scatto verso la sua amica, che si stava avvicinando di soppiatto all’uscita: “SHARPAY EVANS!!” gridò ridendo, e la rincorse.

 

Il playmaker si scambiò uno sguardo d’intesa con l’amico, poi guardò le due ragazze giocare tra le poltrone del teatro.

 

Si osservò il palmo della mano: quando Gabriella l’aveva lasciata, aveva sentito di nuovo una scossa, e poi un senso di vuoto.

 

Fissò di nuovo la ragazza che amava, senza smettere di pensare a quanto fosse bella… capì, che qualcosa stava davvero cambiando tra loro due…

 

 

 

 

 

Ooh, ed anche Zeke e Sharpay hanno avuto il loro momento!! Povero Ryan, mi è un po’ dispiaciuto fargli avere quello “shock”!

 

Cosa starà cambiando tra Troy e Gabry? Ehh, chissà… XD Ah, comunque, la canzone che stava cantando Troy era “Because you live” di Jesse McCartney.

 

E ora passiamo a voi:

 

hEiLig FuR ImMeR: ti prego, dimmi che mi posso risparmiare le lettere diverse!! ^^’’’ Posso chiederti cosa significa il tuo nick?? Beh, hai mai avuto notizie di un musical di Sharpay finito male?!? XDXD Baci!

 

Herm90: W i Wildcats innamorati!! Ehi, sembra un titolo da fanfiction!! XD La tempesta arriverà tra qualche capitolo (per adesso ne ho scritti 14 ed ho iniziato il 15!! XD) e sarà un chi… ehehe…

 

Romanticgirl: no, non preoccuparti… non sarò poi così cattiva… però XDXD! Anch’io invidio Gabriella… o comunque Vanessa nella vita reale… voglio anche io uno Zac per meee!!

 

Ciokina14: Troyella per sempre!! Ma mi merito davvero tutti questi complimenti?!? *Me arrossisce* Finchè ho capitoli, aggiorno!!

 

Armony_93: sorry se c’era poco Chaylor qui, però c’erano Sharpay e Zeke!! Devo trovare qualcosa per i signori Danforth… mi ci metterò d’impegno!! Baci

 

CrazyLara: sì, ogni tanto ci vuole un po’ di miele colante in giro, no?! Dai, non ti è piaciuta la dichiarazione di Troy?? Io non so che darei per averne una così (mi basterebbe anche un ragazzo, tra parentesi… eheh)!! L’ansia arriverà, come ho detto a Herm90… suspance!! XD

 

Tay_: sto già elaborando la futura fidanzata di Ryan!! In arrivo anche capitoli dolci, tranquilla!! Bacioni!!

 

 

Grazie ancora a tutte! Ora vado a salvare qualche fic da leggere più tardi!! Bacioni

 

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Capitolo 8
*** 8. Notti prima degli esami ***


8

8. Notti prima degli esami

 

Nessuno era mai stato così attento ad una lezione della Darbus.

 

Ma c’era una ragione, e ben precisa: la professoressa era sull’orlo delle lacrime.

 

Per la loro classe, infatti, quella era l’ultima ora, dell’ultimo giorno, dell’ultimo anno lì alla East High di Albuquerque. E credetemi se vi dico che quello dell’insegnante non era il solo cuore spezzato all’idea che se ne andassero.

 

Sharpay si guardò intorno, nell’aula che più aveva amato. La “sua” aula, perché era piena delle foto sue e di Ryan durante i loro spettacoli.

 

E beh, certo, anche quelle di Troy e Gabriella in Twinkle Town.

 

Le dispiaceva terribilmente, tanto che per molti istanti ebbe paura di scoppiare a piangere pure lei. Certo, il college sarebbe stata una grande avventura, e non vedeva l’ora che iniziasse, ma quella era l’East High dei Wildcats, e sarebbe per sempre rimasta nel suo cuore. Anche se solo fino all’anno prima non l’avrebbe mai ammesso.

 

Gli stessi pensieri passavano per la mente dei giocatori di basket: loro, i Wildcats, le Linci di Albuquerque.

 

Avrebbero per sempre indossato con onore la loro maglia bianca e rossa, ovunque fossero andati e chiunque sarebbero diventati.

 

Se qualcuno di loro avrebbe raggiunto un’importante squadra, come i Red Hawks di Chad e Troy, beh, probabilmente sotto quella divisa avrebbe avuto posto anche il profilo bianco del Gatto Selvaggio.

 

Per Gabriella, invece, la separazione sarebbe stata un po’ meno dolorosa: in fondo, v’era stata abituata sin da piccola. Però, quella scuola aveva anche per lei un significato particolare. Lì aveva imparato a tirare fuori il carattere, aveva dominato la sua paura del pubblico… e lì aveva imparato cosa significasse amare sul serio una persona.

 

È così incredibile come una semplice struttura di cemento armato e mattoni possa esprimere tante emozioni… ma per quei ragazzi così normali, ma tuttavia così speciali, il liceo della loro città sarebbe sempre stato una seconda casa; i suoi bei ricordi un luogo sicuro dove rifugiarsi nei momenti brutti.

 

Furono queste le ultime parole che la Darbus pronunciò, prima di tirare vistosamente su con il naso e sospirare: “Perciò, ragazzi miei, vi auguro tutto il bene che possiate trovare. E ricordatevi di questa scuola, quando sarete adulti e felici.”

 

La campanella suonò, ma nessuno tra loro accennò ad andarsene; anzi, mentre nei corridoi le altri classi rumoreggiavano felici, loro si alzarono in piedi e a turno abbracciarono quella loro professoressa così stramba.

 

“Ci vediamo per gli esami… e naturalmente, per lo spettacolo di questa sera!” esclamò infine.

 

Chad saltò in piedi sul banco, alzò un pugno in aria e gridò: “Chi vince?!?”

 

E tutta la classe, gioiosamente, urlò in risposta: “Wildcats!”

 

E lentamente, cominciarono a separarsi, mentre le lacrime iniziavano a scorrere sul serio, tra abbracci e strette di mano, foto e firme sull’annuario.

 

Troy e Gabriella uscirono insieme, abbracciati, in silenzio, seguiti poco dopo dai loro amici.

 

“Mi sembra incredibile che sia finita…” mormorò lei.

 

Il ragazzo le sorrise: “Magari inizierà qualcosa di nuovo e ugualmente bello, no?”

 

Mentre si asciugava le ultime lacrime, Gabriella si soffermò sulle sue parole: inizierà qualcosa di nuovo.

 

Sorrise tra sé. E lei stava così bene insieme a lui…

 

Stavano per varcare il grande portone, e lo fermò: “Ehi, aspetta. Questo è il tuo ultimo passo come capitano dei Wildcats!”

 

Troy sorrise tristemente, e si girò verso Chad: “Già… ma solo formalmente!”

 

L’amico annuì: “Per sempre.” e insieme passarono la soglia.

 

 

###

 

 

“Ragazze, siete pronte? Dieci minuti e tocca a voi!”

 

“Quasi, professoressa! Giusto gli ultimi ritocchi…” Sharpay si aggiustò i lunghi capelli biondi con un colpo di spazzola.

 

Il suo ultimo musical alla East High. Era emozionata come non mai.

 

Per quell’occasione, aveva indossato un vestito bianco sopra al ginocchio, senza spalline, e un paio di tacchi bianchi.

 

Si girò e sorrise a Gabriella, intenta ad osservarsi l’ultima volta nello specchio: “Sei perfetta, forza, andiamo!”

 

La mora indossava un vestito rosso lungo fino ai piedi, molto semplice, con le spalline a treccia e la scollatura a V; aveva tirato su i capelli nel suo amato chignon boccoloso, e si era truccata giusto il necessario. Ai piedi portava un paio di tacchi dello stesso colore del vestito.

 

Le due ragazze uscirono dal camerino, aspettando dietro le quinte il loro turno.

 

“Agitata?” domandò Sharpay.

 

Gabriella sorrise nervosamente: “Terrorizzata… ogni volta è come la prima… ho sempre paura di sbagliare tutto!”

 

L’amica le mise una mano sulla spalla: “Non succederà! Sei bravissima, Gabriella, e lo sai! Quindi non capisco perché ti debba preoccupare così tanto!”

 

Gabriella prese un grande respiro: “Va bene. Sono pronta!”

 

Sharpay fece un gesto alla Darbus, per farle capire che potevano entrare, e la professoressa prese il microfono: “E ora, i nostri numeri più importanti! Fate un grande applauso agli alunni del nostro ultimo anno!”

 

Gabriella alzò lo sguardo e incontrò quello di Troy, dall’altra parte del palco. Si sorrisero nel momento stesso in cui le luci si spensero, tranne un unico faro circolare che illuminava il centro.

 

Sharpay la prese per mano, e il loro ultimo spettacolo ebbe inizio.

 

 

###

 

 

“E’ stato un successo!” strillò Sharpay, saltellando per le quinte.

 

“Quale dei tuoi spettacoli non lo è stato?” la rimbeccò ironico Chad, che era appena arrivato insieme a Taylor per congratularsi con loro.

 

Gabriella giunse in quel momento, e saltò gioiosa in braccio a Troy, che la fece girare in turbinio di seta rossa, poi la baciò.

 

Gli altri distolsero lo sguardo con un sospiro, e la bionda propose: “Perché non andiamo a festeggiare in discoteca? Domani è domenica, manca ancora una settimana agli esami!”

 

Troy, fatta scendere la sua ragazza, guardò l’orologio che portava al polso: “Non è poi così tardi…”

 

“Si!!!” Sharpay battè le mani e saltellò sul posto, poi prese per mano Zeke e lo trascinò fuori.

 

Chad sospirò e passò un braccio attorno alle spalle di Taylor: “Andiamo…”

 

Salutando varie persone man mano che uscivano dalla scuola, arrivarono al parcheggio, dove la macchina rosa li aspettava già con il motore acceso.

 

Non appena le altre due auto le si accodarono, la bionda partì velocemente, alla volta della loro discoteca preferita.

 

“Sei stata bravissima…” si complimentò Troy con Gabriella, seduta al suo fianco.

 

Lei arrossì: “Grazie… anche tu… c’erano un sacco di cheerleader sul punto di avere un infarto quando eri sul palco!”

 

Il ragazzo sorrise e le prese una mano: “Eri gelosa?”

 

“No… solo infastidita…”

 

Il sorriso di Troy non si cancellò, anzi, e le strinse più forte la mano mentre iniziava a parcheggiare.

 

“E’ pieno, stasera!” esclamò Chad quando si riunirono “Ci sarà un sacco di calca!”

Entrarono tentando di non perdersi in mezzo alla folla, e fortunatamente trovarono un tavolo con dei divanetti libero.

 

“Andiamo a ballare, dai!” Sharpay portò Zeke in mezzo alla pista da ballo, e ben presto scomparvero alla vista dei loro amici.

 

“Non bevete troppo, ragazze…” le ammonì Chad “L’altra volta avete retto poco!”

 

Gabriella rise e si alzò: “Scusatemi un attimo, devo andare in bagno!”

 

Troy si voltò verso di lei: “Non da sola, fatti accompagnar da Tay!”

 

Lei scosse la testa: “Non vedi che è impegnata?” rise osservando la sua amica ‘coccolare’ Chad “Tranquillo, Troy, ci metto due minuti!”

 

“Sicura?”

 

“Sì, sì…” il ragazzo la guardò allontanarsi, e bevve un sorso dalla bottiglia di birra.

 

“Dai, ragazzi, smettetela un po’!” si lamentò con i due amici.

 

Chad si staccò un attimo da Taylor: “Ehi amico, tu non fai altro che sbaciucchiarti con Gabriella, quindi lasciamelo fare per un po’!”

 

Troy scosse la testa e fissò il punto da cui sarebbe dovuto arrivare la sua ragazza; perché non era tornata? Ci stava mettendo troppo.

 

“Vado a cercare Gabriella!” avvisò Chad dandogli una pacca sulla spalla quando furono passati dieci minuti.

 

Con molta fatica, e tante sgomitate, riuscì a farsi spazio e raggiungere il bagno. Con un brivido di orrore, notò che Gabriella non c’era.

 

Tornò indietro, chiamandola, ma la musica era troppa alta perché lo sentisse.

 

Poi, all’improvviso, la vide a ridosso di un muro, con quattro ragazzi attorno a lei che le impedivano di allontanarsi.

 

Avvertì una scarica di rabbia passargli per tutto il corpo, e si diresse a passo di marcia verso di loro, stringendo i pugni.

 

“Ehi!” gridò “Lasciate stare la mia ragazza!”

 

Tutti e cinque si voltarono verso di lui, e uno dei ragazzi ghignò malignò: “E tu chi saresti?”

 

Troy gli si avvicinò ancora di più: “Uno che ti spacca la faccia se non la lasci subito!”

 

“Ohoh, è arrivato il principe azzurro! Tu saresti il ragazzo di questo schianto?” il ragazzo alzò il viso di Gabriela, che stava cercando di sgattaiolare via “E’ vero, dolcezza?”

 

Lei impaurita, annuì, e l’altro continuò: “Davvero? E sai anche come si chiama, quindi…”

 

“Troy… Troy Bolton…”

 

Il quartetto si girò meravigliato verso Troy, e quello che evidentemente era il capo, ancora con la mano sul viso di Gabriella, esclamò: “Guarda, guarda, l’ultimo capitano dei Wildcats! Bene, vediamo se il basket ti è servito a qualcosa!”

 

Veloce come un fulmine, tirò il braccio indietro e caricò per mollare un pugno fortissimo a Troy; lui, per un secondo, lo schivò con un balzo, avvertito dall’urlo di Gabriella.

 

Reagì subito, d’istinto, lanciandosi su di lui e buttandolo a terra.

 

“TROY!” gridò ancora Gabriella spaventata, cercando di raggiungerlo, ma un altro di quei ragazzi la fermò per un braccio: “Calmati, dolcezza…”

 

Lei non potè far altro che guardarli menarsi, cercando di non piangere per lo spavento e l’apprensione, anche se il Wildcat sembrava, dopotutto, avere la meglio.

 

Troy riuscì infatti ad alzarsi in piedi, ed afferrò il suo ‘rivale’ per il colletto della camicia, sbattendolo contro il muro: “E’ servito, allora?!” lo scimmiottò.

 

Alzò il braccio per dargli ancora un altro pugno, ma la sua ragazza si liberò proprio in quel momento e lo fermò: “No, Troy, non farlo! Non ne vale la pena!”

 

Lui sbuffò e ritirò il braccio, aprì la mano facendo cadere a terra l’altro: “Devi solo ringraziarla… e guai a te se ci riprovi!” passò un braccio attorno alla vita di Gabriella, e la portò via.

 

Trovarono un angolino lontano dalla folla, e si fermarono: “Come stai?” domandò apprensivo lui.

 

La ragazza sorrise: “Non mi hanno fatto niente, tranquillo. Tu invece… guarda, qui ti verrà un livido… non farlo mai più!” mormorò dispiaciuta, passandogli le dita fresche sullo zigomo arrossato.

 

Troy l’abbracciò di scatto, stringendola forte: “Non osare tu a rifarmi uno scherzo del genere! La prossima volta la pipì la fai dietro la macchina…”

 

Gabriella rise e lo baciò dolcemente: “Va bene… scusa…”

 

Lui ricambiò il bacio, e dopo qualche secondo si accorsero entrambi che era diverso. C’era qualcosa di nuovo, che non avevano mai provato prima. Più urgente, più intenso, più travolgente.

 

Troy strinse più forte la sua ragazza, e lei passò le mani prima sulla sua schiena, poi sul petto muscoloso. E all’improvviso si riscosse, quando sentì le labbra del ragazzo scendere lungo il suo collo.

 

“Troy… basta…” sussurrò col fiatone.

 

Lui sussultò, e si separò da lei. Rimasero a guardarsi, ansimanti per le emozioni che quel bacio aveva dato loro.

 

“Scusa… non dovevo…” disse il playmaker, senza guardarla negli occhi.

 

Gabriella sorrise: “Non è colpa di nessuno…” gli si avvicinò e poggiò la fronte alla sua “Che cos’è successo?”

 

Troy intrecciò le mani con le sue: “Niente di preoccupante… hai sentito Chad, non reggi l’alcol! Che dici, torniamo dagli altri?”

 

Lei annuì e ritornarono al loro divanetto; quando li vide, Taylor scattò in piedi arrabbiata: “Eccovi qui! Eravamo preoccupatissimi, siete stati via mezz’ora, nessuno sapeva dove eravate!”

 

“Scusaci, Tay, abbiamo avuto un piccolo… contrattempo!” spiegò la sua amica, sedendosi e finalmente rilassandosi.

 

“Cos’è successo?” s’incuriosì Chad “Ehi, fratello, perché hai uno zigomo rosso e le nocche peste?”

 

Troy sospirò e guardò Gabriella, che gli fece cenno di sì, così raccontò all’amico la loro disavventura.

 

“Stai bene, vero?” domandò apprensiva Taylor quando ebbe terminato.

 

Gabriella la rassicurò, ma l’amica volle controllare lo stesso che non avesse lividi o tagli.

 

“Va bene, per stasera abbiamo già avuto troppe emozioni! Recuperiamo Zeke ed Evans, ed andiamocene a casa!” esclamò Chad alzandosi.

 

Tutti furono assolutamente d’accordo con lui, e aguzzarono la vista per cercare la nuova coppia in mezzo alle decine di persone.

 

Per fortuna, furono proprio Sharpay e Zeke a trovare loro per primi, e tutti si avviarono alle rispettive abitazioni.

 

Troy si fermò davanti alla villetta Montez, e accompagnò Gabriella fino alla porta.

 

“Grazie… di tutto.” Mormorò lei prima di entrare.

 

Lui le mise una mano sul viso, accarezzandole una guancia: “Ehi. Per te, questo ed altro. Ti amo, e lo sai.”

 

Gabriella arrossì e lo baciò piano, a stampo: “Anche io ti amo, Wildcat…”

 

“Buonanotte, Gab…” le diede un ultimo bacio sulla fronte, e la guardò entrare.

 

Salutò con un gesto della mano la signora Montez –ancora sveglia ad aspettare la figlia- e poi fece ritorno alla sua auto.

 

 

###

 

 

Gabriella e Taylor erano a casa di quest’ultima, sedute sul letto, e benchè fuori il Sole estivo splendesse allegramente, loro due erano impegnate a ripassare in vista degli esami.

 

O meglio, Taylor ripassava, perché Gabriella era fissa da mezz’ora sulla stessa parola del libro, immersa nei suoi pensieri.

 

L’amica la guardò di soppiatto: si rigirava distrattamente la penna tra le dita, con l’espressione concentrata.

 

Sbuffò, e chiuse il libro con uno scatto: “Senti, sorella, così non va! È tutto il giorno che pensi ad altro! Cos’è successo?”

 

Gabriella alzò gli occhi, poi li riabbassò subito: “Niente, Tay, davvero…”

 

Lei le si avvicinò e la costrinse a guardarla: “Non mi inganni. È un sacco di tempo che non vedo i tuoi occhioni così tristi. È capitato qualcosa con Troy?”

 

La mora scosse i boccoli: “No! Cioè… sì, ma…”

 

Taylor alzò un sopracciglio: “Gab, io non ci ho capito niente.”

 

“E’ che…” Gabriella sospirò sconsolata “Non lo so, Tay, sta cambiando tutto!”

 

“In che senso sta cambiando? Mi avevi detto che lo amavi!”

 

“Ed è così, infatti! Non è cambiato ciò che provo, sono cambiata io!” cercò di spiegare gesticolando “E’ come se non… non mi bastasse più!”

 

“Non basta più, Chad.” esclamò Troy in quello stesso momento, sdraiato sul letto con un pallone da basket di gomma piuma in mano.

 

“Cosa vuoi dire, amico?” domandò l’altro, posando la penna.

 

Troy si sedette, poggiando i piedi a terra: “Beh, per esempio… ieri ci siamo spinti oltre il nostro solito…”

 

Chad sgranò gli occhi: “Ooh. Capito. Però non avete…?”

 

“No, no. Comunque il punto è quello. Non so neanche io perché l’ho fatto, è successo e basta!”

 

L’amico si rilassò sulla sedia: “Sei un uomo, Troy, comincia ad essere normale, in fondo.”

 

Il capitano gli lanciò la palla: “Parli da uomo vissuto che non sei!” lo prese in giro “Tuttavia non voglio costringerla assolutamente!”

 

“…e io non so se sono pronta!” terminò Gabriella a qualche isolato di distanza, agitando le mani “Anche se ieri… beh, in fondo non era per niente male…”

 

Taylor rise del suo rossore e le passò un braccio attorno alle spalle: “E’ tutto nella norma, tesoro. Capita a tutti, prima o poi. Vedrai che troverete il momento giusto!”

 

L’amica abbozzò ad un sorriso: “Tua sorella non ha qualche regola anche per questo?”

 

“No, non penso!” le due ragazze scoppiarono a ridere, e dentro di sé Gabriella si sentì più sollevata.

 

 

 

Allora, vi è piaciuto?? Vi confesso che mi è venuto da piangere nello scrivere la prima parte!! È così triste quando si lascia un posto in cui si è vissuto per tanto!

 

Il musical di Sharpay è andato bene, Troy si è scazzottato per Gabriella, e sull’ultima parte… non dico niente!! XDXD Voi che ne pensate?? ^____^

 

Ah, a proposito, il vestito di Gabriella è quella meraviglia che indossava Vanessa alla World Premiere di HSM2 a Disneyland!!

 

Grazie a:

 

Herm90: guarda, ora che sono al 18° capitolo posso dirti che i chi sono addirittura due!! Extrapanico!! XD Ryan è un mito, io non so come avrei reagito ad una scena del genere!!

 

Tay_: ci ho messa tutta me stessa tra Zeke e Sharpay! Insomma, non trovavo altro modo per farli dichiarare!! Dai, adesso hai capito cos’è cambiato, no?!? ^_-

 

Ciokina14: Troy è taaanto tenero… ma anche un po’ marpione, eheh… il cambiamento è svelato qui, no?? Dividerli?? Mai!! Anche se… XD!!

 

Ilaria1204: grazie ed intanto benvenuta in EFP, sezione HSM!! Sono contenta che la mia fic ti piaccia, e spero di risentirti anche nei prossimi capitoli!! Un bacio

 

Romanticgirl: et-voilà, cambiamento svelato, no?? Spero che non ti disturbi troppo, ma ormai hanno diciotto anni pure loro!!

 

Heilig Fur Immer: al fatto che era tedesco ci ero arrivata, eheh!! Molto bello, comunque, e sicuro più “profondo” del mio!! Sharpay un omicidio?? Lei arriverebbe a tirare una bomba sull’intera città!! Eheh!! No, Ryan è un uomo forte… al limite si ritira in bagno e vomita!!! XDXD

 

CrazyLara: il “mistero” dei piccioncini è svelato… Ryan forse è il fratello perfetto! Baci!!

 

Armoni_93: qui c’era un po’ di Chaylor… e più avanti sempre di più!!

 

 

Vi prego, ditemi che avete capito in che consiste il cambiamento, non fatemelo spiegare a voce!! *Me si vergogna leggermente, in fondo in fondo*

 

Spero che non cambi il vostro parere sulla fic!!

 

Al prossimo capitolo, intitolato La cerimonia (che non è una nuziale, purtroppo XD) e che sarà il capitolo tranquillo prima… beh, prima!!

 

Bacioni!!

 

Hypnotic Poison

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** 9. La cerimonia ***


9

9. La cerimonia

 

“Sharpay, respira, non ti servirà a niente rimanere in apnea!”

 

Zeke ammonì così la sua nuova ragazza mentre percorrevano insieme ai loro amici i corridoi della loro ex-scuola per scoprire se si erano diplomati o no.

 

La bionda scosse la testa, quasi in preda al panico: tutto il suo futuro dipendeva da delle stupide domande.

 

Il gruppo arrivò davanti ai tabelloni dei risultati, dove si era già radunata una folla più o meno esultante.

 

“Allora… chi guarda?” domandò Kelsie, torturandosi le mani.

 

Tutti si scambiarono un’occhiata: nessuno aveva quel coraggio!

 

“Coraggio, uno di voi uomini forti!” Taylor spinse avanti Chad, che però fece subito un passo indietro.

 

“Va bene, ho capito, ci penso io!” Gabriella si fece largo in mezzo a loro, e raggiunse i quadri.

 

Tutti la fissarono con il fiato in gola, mentre lei percorreva i fogli con un dito, cercando ogni nome.

 

Sharpay congiunse le mani mormorando vari Ti prego, Jason incrociò le dita, Kelsie si mordeva il labbro inferiore, Taylor si torturava una ciocca di capelli, Ryan massacrava il suo cappello.

 

Dopo quelli che sembravano secoli, Gabriella si girò sorridendo, e corse fino a loro, saltando in braccio a Troy.

 

“Tutti promossi!!” gridò felice “Domani sera avremo il diploma!!”

 

Il gruppetto cominciò a urlare e saltellare di gioia, le coppie si baciarono e, incredibilmente, Jason prese il viso di Kelsie tra le mani e la baciò con fervore.

 

Gli amici si bloccarono, increduli, anche perché quei due non accennavano a staccarsi.

 

Quando, finalmente, ebbero bisogno di prendere aria, arrossirono entrambi.

 

“Ehm… ecco…” balbettò Jason imbarazzato.

 

Ma Chad risolse la situazione, mollandogli una sonora pacca sulla spalla: “Complimenti, amico! Ci siamo decisi, eh? Forza, andiamo a festeggiare! Chi ha voglia di un gelato?!?”

 

Risposero tutti di sì, e si diressero alla gelateria più vicina.

 

“Al diavolo la dieta!” esclamò Sharpay “Una coppa Millegusti, per favore, con un po’ di panna montata!”

 

Trovarono un tavolo all’ombra, e si fiondarono sui loro bicchieroni ricolmi.

 

“Diplomati…” sospirò Martha “Metà del lavoro è finito!”

 

Taylor sorrise: “Già, però ci aspetta la metà più dura!”

 

“Ehi, ehi, basta parlarne!” Troy interruppe la replica di Kelsie “Adesso godiamoci l’estate! Abbiamo tre mesi davanti prima del college, cerchiamo di non rovinarli!”

 

“Ben detto! E allora sapete che faccio? Cameriere!” Sharpay sventolò in aria la mano per attirare l’attenzione del ragazzo “Un’altra coppa Millegusti!”

 

Tutti scoppiarono a ridere, ma la suoneria del cellulare di Gabriella l’interruppe.

 

La ragazza cercò affannosamente il telefono nella borsa, e rispose appena in tempo: “Pronto? Ciao, mamma! Ah… okay, arrivo subito. Sì, ciao…” chiuse la telefonata e si alzò con un sospiro: “Devo andare a casa… mio papà è arrivato!”

 

Anche il suo ragazzo si alzò: “Ti accompagno!”

 

Salutarono i loro amici, e s’incamminarono verso casa della ragazza, tenendosi per mano.

 

“Perché sei così tesa?” le domandò, notando quanto stringesse e che continuava a sfregare il pollice sul dorso della sua mano.

 

Gabriella fece spallucce: “E’ tanto che non vedo mio papà, e ogni volta litiga con mia mamma anche per una sciocchezza. Tutto qui… ho solo paura che ricomincino anche questa volta.”

 

Troy l’avvolse con un braccio e la strinse al suo fianco: “Non succederà, vedrai. È la festa del tuo diploma, non vorranno rovinartela. Tranquilla.”

 

Continuarono a camminare in silenzio, godendosi quel contatto, finchè non arrivarono davanti alla villetta.

 

“E’ quella la sua macchina?” chiese il ragazzo, indicando un’elegante automobile nera tirata a lucido “Però, si tratta bene…”

 

Gabriella sorrise, e suonò il campanello; pochi istanti dopo, la signora Montez venne ad aprire: “Ciao, tesoro… oh, ci sei anche tu, Troy… entrate, su!”

 

“Disturbo, signora?”

 

“No, certo che no!” rispose lei sorridendo. Ma anche se la risposta fosse stata diversa, lui non sarebbe potuto andarsene, perché Gabriella si era letteralmente attaccata alla sua mano.

 

Lo condusse fino in salotto, dove un uomo dai capelli e gli occhi scuri stava seduto sul divano con una tazza di the in mano.

 

“Gabriella, tesoro! Come sei cresciuta!” esclamò non appena la vide, e si alzò per abbracciarla.

 

La figlia fu molto più fredda, si limitò ad abbracciarlo e a mormorare: “Ciao, papà…”

 

Troy rimase sulla porta, leggermente imbarazzato, guardandosi le scarpe blu.

 

“Vorrei presentarti Troy, papà…” Gabriella lo prese per mano e li fece avvicinare.

 

Il signor Montez lo squadrò per qualche secondo, poi gli tese la mano: “Piacere, Troy. Tu quindi saresti…?”

 

Il ragazzo gliela strinse, con un sorriso impacciato: “Ehm… il ragazzo di Gabriella, sì…”

 

Avvertì una specie di ostilità provenire dall’uomo: forse aveva paura che gli potesse portare via la figlia… o forse era semplice gelosia paterna.

 

La madre di Gabriella entrò in quel momento: “Il pranzo è pronto! Vuoi fermarti con noi, caro?” chiese al Wildcat.

 

Fu proprio la figlia a rispondere per lui: “Sì, mamma, Troy rimane!”

 

Troy la guardò stranito, chiedendole con gli occhi il perché. Lei si limitò a scuotere la testa ed ad andare in sala da pranzo.

 

Così, non potè far altro che seguirla, e si sedette di fronte a lei, mentre gli ex-coniugi Montez si accomodarono ai capitavola.

 

“Allora, Troy, rimarrai qui ad Albuquerque per il college?” chiese il padre di Gabriella nel bel mezzo del secondo.

 

“Sì, signore. Ho vinto una borsa di studio per i Red Hawks.”

 

“Ooh, giochi a basket, allora.”

 

“Troy è stato il capitano e playmaker della squadra della scuola, papà, i Wildcats.” puntualizzò Gabriella, con una nota di dolcezza nella voce “Ed è stato votato MVP per le ultime due stagioni…”

 

Troy represse un sorrisetto, ed ebbe anche una piccola sensazione di déjà-vu: quella frase l’aveva pronunciata anche Sharpay l’anno prima. Ma la preferiva detta dalla sua ragazza in quel contesto, piuttosto che dalla bionda per ingraziarselo e cantare con lui al Talent Show.

 

“Complimenti davvero, ragazzo. Anche se io, a dirla tutta, preferisco rilassarmi leggendo un bel libro, magari di storia…” commentò il signor Montez.

 

“Beh, ho appena preso il massimo dei voti all’esame orale di storia, quindi non penso ci siano problemi…”

 

Questa volta fu Gabriella a nascondere un sorriso soddisfatto.

 

-Touché…- pensò divertita.

 

Il pranzo terminò in fretta, e Troy salutò nuovamente il signor Montez con la stretta di mano.

 

“Dici che tuo padre se l’è presa?” domandò a Gabriella quando furono soli davanti alla porta.

 

“No, tranquillo!” lo rassicurò “Anzi, penso che gli sia piaciuto il fatto che hai saputo tenergli testa. Ora sa che sei degno di me!” scherzò.

 

“Ah, questo è sicuro…” il ragazzo si abbassò e la baciò dolcemente “Esci stasera?”

 

Gabriella scosse la testa: “Rimango con mio papà, dobbiamo andare fuori a cena. Ho spostato la data apposta, così domani sono libera!”

 

“Okay, a domani allora.” Troy la baciò di nuovo, ma quando sentirono i passi del padre della ragazza avvicinarsi, uscì con un ultimo sorriso.

 

Gabriella rimase a guardarlo dalla finestra, sorridendo imbambolata, e trasalì quando la mano del padre si posò sulla sua spalla: “Sai, mi piace quel ragazzo. È intelligente, e poi si vede che state bene. Sono contento per te.” le baciò una tempia, e lei lo abbracciò.

 

Sì, suo padre aveva decisamente ragione.

 

 

###

 

 

“Taylor, sbrigati, siamo in ritardo!”

 

Taylor afferrò il suo cappello da laureanda, poggiato sul letto, e si ricontrollò un’ultima volta allo specchio.

 

“TAYLOR!” l’urlo di sua madre la fece sobbalzare, prese la borsa e corse all’ingresso, dove i suoi genitori e la sorella maggiore l’aspettavano.

 

“Vuoi arrivare tardi alla serata del tuo diploma?” la sgridò la madre, spegnendo la luce.

 

Lei alzò gli occhi al cielo, troppo tesa per rispondere: aveva paura che avrebbe vomitato, se solo avesse aperto bocca.

 

Salirono in macchina, e raggiunsero la scuola in pochi minuti.

 

Il piazzale era pieno di auto e persone, tanto che faticarono parecchio a trovare un parcheggio.

 

“Se fossimo arrivati prima, avremmo trovato posto subito!” insistette la madre.

 

Taylor neanche l’ascoltò, si limitò a sistemarsi le pieghe della toga. Sua mamma si preoccupava troppo, questo era il fatto. Era una maniaca dell’orario…

 

Il padre si accodò dietro ad una fila di auto impegnate nella caccia del parcheggio: “Tesoro, tu scendi qui, noi arriviamo dopo.”

La figlia annuì e li salutò, poi corse dentro la scuola.

 

Percorse il più velocemente i corridoi per raggiungere l’auditorium, dove si sarebbe svolta la cerimonia della consegna dei diplomi.

 

-Possibile che ci sia così tanta gente?- pensò scocciata, quando fu costretta a fermarsi per l’ennesima volta a causa del capannello di familiari ansiosi ed eccitati.

 

All’improvviso, si sentì tirare per un braccio: “Tay, eccoti qui!”

 

Si girò con il batticuore, ed incontrò il sorriso splendente di Chad, che le fece l’occhiolino: “In ritardo anche tu, eh?”

 

Taylor sorrise: “Capita anche ai migliori, a volte!” scherzò. La sensazione di nausea era passata non appena l’aveva visto.

 

“Dai, andiamo.” Chad la prese per mano e si districarono attraverso le decine di persone ammassate da ogni parte.

 

Finalmente arrivarono in teatro, dove la segretaria del preside Matsui li intercettò subito: “Forza, ragazzi, spicciatevi! Dovete sedervi nelle prime file!” e li spinse bruscamente.

 

“No, non vicini!” li trattenne per le maniche dei vestiti non appena accennarono ad accomodarsi sulle sedie vuote “In ordine alfabetico!” e allungò loro un bigliettino con un numero.

 

I due ragazzi sospirarono e si scambiarono un lieve bacio: “Ci vediamo dopo!” salutò Chad.

 

Taylor s’insinuò tra le poltroncine fino a raggiungere il posto segnato sul biglietto, tra Manfield Clara e McKenzie Jacob.

 

“Gabriella!” chiamò, notando la chioma scura dell’amica cinque posti più in là.

 

Lei si girò e le sorrise: “Ciao, Tay! Come ti senti?”

 

“Sono un fascio di nervi! Rischio di vomitare!”

Gabriella rise: “A chi lo dici! In effetti, mi sento meglio sul palco!”

 

Taylor fece per rispondere, ma la voce del preside li fece voltare tutti verso il palco: “Vi preghiamo di sistemarvi ai vostri posti. La cerimonia dei diplomati sta per iniziare!”

 

Un mormorio felice si diffuse per il grande teatro gremito di studenti, parenti e amici; tutti gli insegnanti erano seduti sul palco, dietro il banchetto del preside.

 

“Bene,” iniziò quest’ultimo quando la sala si fu calmata “Anche quest’anno sono veramente orgoglioso di presentare gli alunni uscenti da questa scuola. Alunni che sono stati davvero speciali e che, beh, possiamo dirlo, hanno apportato qualche sconvolgimento!”

 

Tutti risero e Troy, seduto nelle prime file, scambiò uno sguardo d’intesa con gli altri.

 

“Sono i diplomati che ci hanno condotto alla vittoria nel basket per ben due volte, e così nel Decathlon scientifico, e hanno realizzato spettacoli fantastici. Facciamo loro un bell’applauso!”

 

Mentre le persone applaudivano, la segretaria entrò spingendo un elegante carrello sopra cui erano appoggiate le decine di diplomi fermati da un nastro rosso.

 

I ragazzi si alzarono in piedi e si disposero in ordine vicino alla scaletta, pronti per essere chiamati.

 

Troy guardò suo padre, sopra il palco, che lo guardava fiero, e sorrise: quello era uno dei giorni che non avrebbe dimenticato mai. Sarebbe entrato nella top five! Il primo posto? Beh, era certo: la sera di San Lorenzo, quando aveva baciato Gabriella!

 

“Baylor Zeke!”

Il nome dell’amico lo fece risvegliare: lo guardò salire con un sorrisone, afferrare il diploma e quasi inciampare per l’emozione mentre scendeva.

 

La persona davanti a lui si mosse, e l’ex Wildcat fece un passo avanti, mentre Blair Angelina prendeva il suo diploma.

 

Troy chiuse gli occhi, e inspirò: -Calmati…- si ripetè.

 

“Bolton, Troy!”

 

Un boato di applausi e grida si levò dagli spettatori, e iniziò un coretto: “Capitano, capitano, capitano!”

 

Troy sorrise e strinse la mano al preside: “Complimenti, ragazzo.”

 

Sventolò in aria quel cilindro di carta come per salutare la platea, poi cercò con gli occhi Gabriella, che gli sorrise orgogliosa.

 

La cerimonia proseguì per un’altra mezz’ora, durante la quale si divertirono tutti, anche per ciò che accadeva sul palco: tutti erano come ansiosi di salutare i loro Wildcats al meglio. 

 

Per esempio, quando Chad salì, le cheerleader cominciarono a far così tanto rumore che dovettero aspettare qualche minuto prima di proseguire (e Taylor non gradì affatto la cosa…), e naturalmente, ci fu pari esultanza quando fu il turno di Sharpay, tanto che volarono addirittura delle rose sul palco.

 

Gabriella e Taylor lessero il loro commovente discorso (Sharpay non l’avrebbe mai ammesso, ma qualche lacrima le era scesa, ed era stata prontamente soffocata dal fazzoletto di seta) e ricevettero anche un premio speciale per essere state le due alunne più brave di quell’anno.

 

E infine, il preside Matsui riprese in mano il microfono: “E anche per quest’anno, la cerimonia si conclude qui. Spero che non dimenticherete gli anni passati qui alla East High School. Anche se mi dispiace dovervi lasciare andare, sono fiero di annunciare che siete ufficialmente diplomati!”

 

Un urlo si sollevò dalle poltrone, e i cappelli blu saltarono in aria. Ci furono abbracci, baci, lacrime e sorrisi: più nessun gruppo sociale, nessuna distinzione. Solo centinaia di ragazzi felici, riuniti per una cosa comune, con le porte del futuro spalancate davanti.

 

 

 

 

 

Allora, vi è piaciuto questo capitolo?? C’è stata il momento di Kelsie e Jason, Troy ha conosciuto suo ‘suocero’ e si sono diplomati tutti!!

 

Ora passo ai ringraziamenti per lo scorso capitolo:

 

romanticgirl: se in HSM 3 la Darbus parla in quel modo, io piango davvero!! X3 Figurati se accade qualcosa a Gabriella, c’è sempre Troy a proteggerla!! Sono contenta che ti vada bene il cambiamento… meglio questo che una separazione, no?!? Grazie di tutto, comunque!! Baci

 

Heilig fur Immer: il mio cucciolo Troy, così bellino, rovinato dai pugni, nooo!! XDXD davvero hai pianto anche tu?!? Il ‘cucciolo’ è l’uomo perfetto… almeno per me!! Un bacione e grazie!!

 

Armony_93: ti prometto un po’ di Chaylor in più, giuro! Grazie per i complimenti, tvb!!

 

Ciokina14: addirittura ‘ottimo’ il cambiamento?!? Fai la felicità di Troy!! Eheh… però ti sbagli, perché non è stato alla notte prima degli esami!! Devi pazientare ancora un po’… Ehm… povero il tuo computer… (e qui, ho detto tutto… però!) Un bacione!!!

 

Tay_: spero che ti vada bene, in fondo! Ho aggiornato presto, no?!? Un bacione!!

 

Herm90: sono fiera di me stessa per avertelo fatto dire!! Dai, per una volta non muori!! XDXD Già, già, proprio due!! Eehh… ed il primo arriverà già dal prossimo capitolo!! X3X3

 

Titty90: che bello che sei tornata!! Guarda, non parliamo di scuola!! XD W Troy per sempre, l’ha ammesso anche Herm90, che gioia!!! Beh, non sono proprio obbligata a scriverlo (anche perché diverrebbe una storia NC17!!), posso farvelo capire con delle, ehm, metafore!! Ma aspetta e vedrai!! XD Spero di sentirti presto, un bacio!! Tvtb

 

 

 

Grazie ancora a tutte!! Tra qualche giorno posterò il nuovo capitolo… che non sarà così calmo!! Suspance… ma visto che sono buona –ma in questo caso anche un po’ perfida- vi lascio un’anticipazione:

 

§§ Fu come se qualcuno gli avesse gettato una secchiata di acqua gelata in testa. Che cosa aveva detto Gabriella?! Stava forse scherzando?

Fece per rincorrerla, ma si accorse che la signora Montez era seduta in cucina con l’aria triste, e decise che sarebbe stato meglio chiedere a lei. Anche perché gli era appena sorto un dubbio.

 

“Si-signora Montez…” balbettò “Che-che succede?”

 

La donna lo osservò un attimo, poi ritornò a fissare la tazza di caffè che stringeva: “Forse è meglio se ti siedi, Troy.” §§

 

 

Eeeh, chissà… XDXDXD Dovete pazientare!!

 

Un bacione

 

Hypnotic Poison

 

Ps: avete visto quanto è figa la locandina di HSM 3??! Cercatela su google!!!

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Capitolo 10
*** 10. Aria di guai ***


10

10. Aria di guai

 

Era passata una settimana dalla cerimonia della consegna dei diplomi, e i nostri amici si stavano godendo la loro estate: facevano grandi gite fuori porta, picnic, sfide a gavettoni e tuffi nella piscina comunale.

 

Di lì a tre giorni sarebbero poi andati tutti a Lava Spring, ospiti questa volta di Sharpay e Ryan.

 

Troy cambiò canzone nell’ iPod, diretto verso casa di Gabriella.

 

La ragazza lo aveva invitato quella sera a cena perfarsi perdonare’ del fatto che non erano rimasti tanto da soli loro due, perché il signor Montez era ancora ad Albuquerque e sarebbe partito solo lo stesso giorno della loro partenza per il country club.

 

Canticchiò le ultime note dei Linkin Park e suonò il campanello d’ottone.

 

All’improvviso, si accigliò: sentiva degli strani rumori all’interno della casa. Gabriella stava urlando.

 

La porta si aprì di scatto, e si ritrovò Gabriella in lacrime davanti a lui.

 

Sbiancò nel vederlo, ricordando il loro appuntamento: “Troy…”

 

Lui entrò spaventato: “Gabby, cos’è successo?”

 

La ragazza fissò il pavimento e cercò di scacciare i singhiozzi: “Noi… noi dobbiamo lasciarci, Troy. Mi… mi dispiace…” e corse via su per le scale.

 

Fu come se qualcuno gli avesse gettato una secchiata di acqua gelata in testa. Che cosa aveva detto Gabriella?! Stava forse scherzando?

Fece per rincorrerla, ma si accorse che la signora Montez era seduta in cucina con l’aria triste, e decise che sarebbe stato meglio chiedere a lei. Anche perché gli era appena sorto un dubbio.

 

Si-signora Montez…” balbettò “Che-che succede?”

 

La donna lo osservò un attimo, poi ritornò a fissare la tazza di caffè che stringeva: “Forse è meglio se ti siedi, Troy.

 

Lui ubbidì come un automa, così lei riprese: “Ecco… vedi… tu sai che il lavoro che faccio mi costringe a cambiare spesso città, e ora che Gabriella ha ottenuto il diploma… dobbiamo trasferirci. In Europa.

 

La sedia cadde a terra con un gran rumore, perché Troy era balzato in piedi: “Che cosa?!? Sta scherzando?”

 

“No, Troy, mi dispiace. Partiamo tra due settimane.”

“Lei… lei non può farlo! Insomma, la vita di Gabriella è qui ormai! Ha i suoi amici, il college… ha me!”

 

La signora Montez lo guardò truce: “Sì che posso farlo, Troy. Lei è mia figlia, non essendo ancora maggiorenne è sotto la mia responsabilità e potestà! Gabriella viene a Londra con me!”

 

“E INVECE NO!” Troy battè il pugno sopra il tavolo di legno, facendo traballare la tazza “IO AMO SUA FIGLIA, SIGNORA MONTEZ, E NON ME LA PORTERA’ VIA COSI’!”

 

“Siete minorenni, Troy, non siete ancora in grado di assumervi tali responsabilità!” anche la madre di Gabriella aveva alzato la voce “Chi mi assicura che questo tuo amore non svanirà tra qualche mese? In fondo, mi è sembrato che l’estate scorsa tu non ti sia comportato proprio come un innamorato! Io so cosa vuol dire pensare di amare una persona. Ma so anche che prima o poi tutto finisce.

 

“Non è vero, signora Montez.” Troy scosse il capo “L’amore vero non finisce, e io sono certo di amare Gabriella. Sono cambiato da quest’estate, non rifarò i miei stessi errori. Solo per la sua esperienza personale non vuol dire che ci deve essere per forza una brutta fine. I miei genitori si sono conosciuti alla nostra età, e stanno ancora insieme.

 

“Hai sentito mia figlia, Troy. Lei l’ha capito. Ora tocca a te. Mi dispiace.”

Il ragazzo scosse la testa: “No…” si allontanò dal tavolo, le diede le spalle e corse fino in camera di Gabriella.

 

Provò ad aprire la porta, ma era chiusa a chiave.

 

“Gab… ti prego, apri…” implorò bussando.

 

Non ottenne nessuna risposta, continuò: “Per favore… voglio solo parlarti, ti prego…”

 

Sentì i singhiozzi della ragazza dall’altra parte, ma la porta rimase chiusa.

 

“Gabriella, per l’amore del cielo!” gridò, battendo un colpo sul legno “Io ti amo, non puoi lasciarmi così! Non ti puoi arrendere! APRI!”

 

Non si accorse nemmeno di essere riuscito nel suo intento, perché all’improvviso lei gli si buttò addosso, abbracciandolo piangente: “Perché devi sempre rendere tutto più difficile?”

 

Troy chiuse la porta, le alzò delicatamente il viso con due dita: “Non ho intenzione di rinunciare a te così facilmente, Gabriella. Io ti amo. E tu non te ne vai.

 

Lei si allontanò: “Non è possibile, Troy! Lo sapevi che mi sarei dovuta trasferire dopo il diploma, e così sarà! Forse non è destino che noi stiamo insieme! Se questa è la mia via, io devo seguirla!”

 

“A te… a te non frega niente, allora, giusto?”

 

“Sai benissimo che non è vero!”

 

Il ragazzo le prese il viso tra le mani, cercando di asciugarle le lacrime: “Allora possiamo provarci, Gabriella! Possiamo trovare un modo!”

 

Gabriella scosse la testa: “Come, Troy? Come?!?

 

Lui la strinse forte: “Vedrai… insieme troveremo una soluzione…”

 

La mora ricominciò a piangere più forte: “Per favore non mi lasciare… non lasciarmi da sola…” cominciò a tirargli su la maglietta rossa che indossava, ma Troy la fermò: “Gabby… fermati… ascolta, non dobbiamo sprecare la nostra prima volta quando tu sei così sconvolta. Ti giuro che arriverà il momento giusto, ma non oggi, d’accordo?”

 

Lei annuì, e lui continuò: “Ma non ti lascio, rimango qui con te, okay?”

 

La portò verso il letto, e si sedette appoggiandosi alla testata, mentre lei si stendeva e si accoccolava contro di lui, senza aver smesso di piangere.

 

Troy le accarezzava i capelli neri e la fronte, mormorandole piano di calmarsi e di addormentarsi.

 

Pian piano Gabriella si andava tranquillizzando, e il sonno si stava lentamente impadronendo di lei.

 

Troy si avvicinò al suo orecchio e le cantò a bassa voce: “I don't wanna close my eyes, I don't wanna fall asleep 'coz I'd miss you baby, and I don't wanna miss a thing, 'coz even when I dream of you, the sweetest dream would never do I'd still miss you baby and I don't wanna miss a thing…

 

Quelle furono le ultime parole che sentì, perché poi chiuse gli occhi e si lasciò andare.

 

 

 

 

Ehm… penso che ora parecchie di voi mi vorranno uccidere.. ^^’’’ Però l’avevo detto che arrivavano i guai!!!

 

In ogni caso, scusatemi per questo mini-capitolo, ma l’ho fatto così corto apposta… per farvi penare!!! La canzone che canta Troy è I don’t want to miss a thing degli Aerosmith.

 

Ringrazio:

 

romanticgirl: ehm, sì, effettivamente farai bene a preoccuparti.. ^^’’’’ XD

 

CrazyLara: già, già, sono proprio perfida!! Probabilmente dopo questo capitolo mi odierete tutte!!

 

Tay_: no, ti prego, non mi uccidere!!! Ryan si dà una mossa nel capitolo 19… devi pazientare!! Baci

 

Heilig fur Immer: ecco, cosa succede!! Sì, Chad è bello, simpatico e bravo, ma io preferisco Troy!! Così carino e dolce… cucciolo!!

 

ciokina14: sì, è proprio accaduto ciò che tu non volevi che accadesse, anche se non hai indovinato! Però forse è peggio, adesso! Ma non rimanere sveglia per me, prometto che non finirà male!! Un bacio!

 

Herm90: contenta?? Spero di sì… sono felice che ti sia piaciuta la scena dei diplomi.. a me ha fatto ridere!! Bacio!

 

 

 

 

Grazie ancora per i vostri commenti, che mi riempiono sempre di felicità, e me ne serve in questo periodo!!!

 

Facciamo così, per ringraziarvi di do un’anticipazione anche questa volta!!

 

Bacioni!!

 

Hypnotic Poison

 

 

§§ La mora rimase seduta, stordita, e li fissò tutti. Non sapeva cosa fare.

 

Troy le offrì la mano, facendole l’occhiolino: “Siamo una squadra, no?”

 

E Gabriella si sciolse in un sorriso, accettandola ed alzandosi.

 

Il ragazzo la tirò verso di sé, unendo le loro labbra in un bacio, con il romantico sottofondo dei sospiri dei loro amici.

 

“Ragazzi, non scocciate…” mormorò divertito Troy, a due millimetri dalla sua ragazza “Voi non siete da meno!”

 

In quel momento, il cellulare di Gabriella trillò allegramente. Lei lo prese fuori dalla tasca e controllò chi fosse sul display; un’espressione cupa si dipinse sul suo viso. §§

 

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Capitolo 11
*** 11. Forse c'è la soluzione ***


11

11. Forse c’è la soluzione

 

L’allarme insistente della sveglia lo fece destare; Troy aprì gli occhi impastati di sonno, e notò con disappunto che erano solo le nove del mattino. Evidentemente Gabriella si era dimenticata di togliere la sveglia, oppure le piaceva alzarsi a quell’ora.

 

Allungò stancamente una mano e la spense, stropicciandosi poi gli occhi.

 

Non era certo stato comodissimo, quella notte: aveva dormito mezzo seduto, con la ragazza appoggiata a lui che non aveva fatto altro che agitarsi e anche piangere.

 

Guardò Gabriella: era bellissima anche così.

 

Si mosse lentamente, stando attento a non svegliarla. Voleva che almeno lei si riposasse un po’ di più.

 

Tirò fuori il cellulare dalla tasca dei jeans e trasalì: 54 chiamate senza risposta, di cui 48 da Chad, due da casa sua e quattro da Taylor.

 

-Oh, merda! L’avevo dimenticato in silenzioso!- pensò.

 

Proprio in quel momento, il display s’illuminò di nuovo: Chad lo stava chiamando.

 

“Pronto?” borbottò, nonostante tutto ancora assonnato.

 

Hai un nanosecondo per inventarti una balla che ti serva a spiegarmi perché ho dovuto mentire a tuo padre. Dove diavolo sei finito?!?

 

“Chad…” sorrise, si spostò i capelli dalla fronte “Non è un po’ troppo presto per te?”

 

“Non ho dormito stanotte, Bolton, ero più impegnato a cercarti! Mi vuoi dire dove caspita sei?”

 

Troy sospirò: “Sono da Gabriella. Ci sono stati dei problemi.”

 

La voce di Chad parve calmarsi: “Abbiamo chiamato anche lei, ma non rispondeva. Comunque, che genere di problemi?”

 

“Te lo spiego dopo con più calma. Cosa hai detto a mio padre?”

 

“Che dormivi da me ed eri senza credito nel cellulare. Ora sei mio debitore per la vita!”

 

“Grazie, fratello. Ehi, ci sentiamo dopo, va bene?”

 

Chad sbuffò: “Okay. Mi raccomando! Ma non prima di mezzogiorno, vorrei dormire un po’… a dopo!”

 

Il castano chiuse la telefonata, e lanciò il cellulare sul cuscino.

 

Gabriella si mosse piano sopra di lui, mugolando qualcosa.

 

“Buongiorno…” le sussurrò pochi secondi dopo, quando si svegliò definitivamente.

 

Lei spalancò gli occhi, sorpresa: “Allora sei rimasto sul serio!”

 

“Dove dovevo andare?!?” scherzò lui, stringendola.

 

La mora rise e lo baciò: “Grazie… come hai fatto con i tuoi?”

 

Troy fece spallucce: “Per fortuna ci ha pensato Chad, mi ha appena chiamato. In verità, mi ha chiamato altre quarantotto volte, ma è un particolare discutibile. Comunque, la prossima volta ricordati di staccare la sveglia delle nove!”

“Ops! Me n’ero dimenticata… l’avevo puntata ieri perché stamattina mi sarei dovuta alzare presto per uscire con mio papà…”

 

“Allora sarà meglio che vada…” il ragazzo fece per alzarsi, ma Gabriella lo bloccò: “No, perché?”

 

“Gab… cosa credi penserebbe tuo padre se mi vedesse uscire dalla tua camera alle nove del mattino?” le domandò con un sopracciglio alzato.

 

“Papà arriva alle dieci,” lo rimbeccò lei “E comunque, oggi non ho voglia di stare con lui. Voglio uscire con voi… dobbiamo dirlo agli altri, giusto?”

 

Troy si accigliò: “No. Dobbiamo chiedere agli altri una mano. Tu non vai da nessuna parte.”

 

Gabriella alzò gli occhi al cielo, però era contenta: “Okay, come vuoi. Ora, se mi dai dieci minuti mi faccio una doccia e mi cambio. Poi puoi farla tu. Posso prestarti degli abiti di mio papà, dovrebbero andarti…”

 

Si alzò e si sgranchì un po’, alzando le braccia verso l’alto, seguita poco dopo dal suo fidanzato.

 

“E tua madre?” chiese quest’ultimo apprensivo.

 

“E’ andata via alle sette, continua a lavorare.” Gabriella si avvicinò alla porta e tolse il giro di chiave “Aspettami qui!” sorrise e andò in bagno.

 

Il wildcat sentì la doccia aprirsi, cominciò a gironzolare per la camera.

 

Osservò la pila di CD di fianco allo stereo (con anche le musiche di Twinkle Town e le canzoni che Kelsie aveva composto per loro per il Talent Show), il portatile, alcuni peluche e l’ultimo annuario scolastico.

 

Sorrise, e lo prese in mano, sfogliandolo pagina per pagina.

 

C’erano parecchie foto di Sharpay, nominata come al solito reginetta (e la dedica della stessa, che recitava Che mondo sarebbe, senza di me?). C’era la squadra di Decathlon al completo, con Taylor che reggeva il trofeo della vittoria; una foto dei Wildcat autografata da ogni giocatore; e poi, in fondo, quella sorpresa: una loro immagine, scattata a tradimento da chissà chi, che li dipingeva come “Miglior coppia dell’East High.”

 

Troy sorrise e lesse divertito la dedica che le aveva lasciato: Lo sai che ti amo, vero? aveva scritto (beccandosi poi parecchie battutine da parte di Chad e Ryan). Nell’annuario che aveva lui in camera, invece, Gabriella gli aveva risposto con Sì, perché ti amo anch’io.

 

Lo rimise a posto, e continuò la sua ‘perlustrazione’, passeggiando con le mani in tasca.

 

La sua ragazza aveva proprio la mania delle foto: aveva dedicato loro un intero comodino!

 

Non ne trovò molte delle città in cui aveva precedentemente abitato, la maggior parte riguardava Albuquerque e i loro amici.

 

Sfiorò una cornice con le dita: la foto conservata dentro mostrava Gabriella, Taylor e Chad durante la festa del diploma.

 

“L’hai scattata tu quella. Sei stato bravo, è venuta bene.”

 

La voce della ragazza lo fece sobbalzare: “Ehi! Non ti avevo sentito!”

Gabriella sorrise: “Scusa. Hai il cuore troppo debole, Wildcat!”

 

Anche Troy rise a quella battuta, e la fissò per un attimo: indossava solo un accappatoio bianco, i capelli erano stretti in una coda.

 

“Ehm, Troy?” attirò la sua attenzione sventolandogli una mano davanti al naso “Puoi andare in bagno, se vuoi. Io dovrei cambiarmi.”

 

“Oh, ehm, certo! Sicuro!” arrossì leggermente e si grattò la nuca, imbarazzato “Ti aspetto giù quando sei pronta.”

 

“I vestiti sono appoggiati sopra il mobile blu!” lo informò con un sorriso.

 

Il ragazzo annuì, uscì dalla stanza e si chiuse la porta dietro di sé.

 

“Uff!” sospirò.

 

Scosse la testa, ed andò in bagno.

 

 

###

 

 

Troy si sistemò il ciuffo di capelli davanti allo specchio dell’entrata: “Gabry, sei pronta?”

 

Aveva preso solo una camicia bianca ed una canottiera dai vestiti del signor Montez, visto che i jeans gli stavano un po’ corti. In dieci minuti era già pronto.

 

Gabriella, invece, come tutte le ragazze che conosceva, non aveva ancora finito.

 

“Dai che sono le dieci e un quarto! Gli altri ci stanno aspettando al parco!” la incitò.

 

“Eccomi, eccomi!” la mora scese di corsa le scale, reggendo il cellulare in una mano e i manici della borsa nell’altra.

 

Si fermò anche lei dallo specchio, dandosi gli ultimi ritocchi ai vestiti: “Okay, ci sono!”

 

Troy la prese per mano e insieme si diressero verso il loro solito luogo di incontro con gli amici, il parchetto poco distante dalla scuola.

 

Scherzarono lungo tutto il tragitto, anche se il ragazzo avvertiva la tensione da parte di Gabriella.

 

“Ehi, è arrivato Mister Scusatemi-se-scompaio-senza-avvertire!” li salutò Chad non appena arrivarono.

 

“Ma non dovevi dormire fino a mezzogiorno?!” Troy gli diede il cinque, trascinandolo giù dallo skateboard.

 

L’amico alzò gli occhi al cielo: “Tay…” sospirò. Poi lo prese da parte, lontano dagli altri: “Allora, mi vuoi spiegare cos’è successo?”

 

Il castano scosse la testa: “Credo che sia meglio lasciarlo spiegare a Gabriella. Ma dove sono Ryan e Sharpay?”

 

“Sono già andati nella loro residenza estiva…” spiegò Chad con uno sbuffo ironico.

 

Troy sorrise, e insieme raggiunsero il resto del gruppo, seduto un po’ sulle altalene e un po’ sullo scivolo.

 

Tutti si voltarono silenziosamente verso di lui, che a sua volta guardò Gabriella, pallida.

 

Lei si schiarì la voce ed iniziò: “Ragazzi… devo dirvi una cosa…”

 

Non li guardò in faccia, si limitò a fissare le mani strette: “La…la compagnia di mia madre ha mantenuto la sua parola. Non mi sono più trasferita fino al diploma. Ora però il diploma è passato… e io devo trasferirmi in Europa…”

 

“COSA?!?” gridarono tutti contemporaneamente “Stai scherzando, vero Gabriella?”

 

“No, mi dispiace. Vorrei tanto anch’io che fosse uno scherzo. Ma devo partire.”

 

“E invece no, Gab, te l’ho già detto!” ribadì arrabbiato il suo fidanzato “Tu rimani ad Albuquerque con noi.”

 

“Sì, Troy ha ragione!” lo sostenne Zeke “Non te ne puoi andare!”

 

Gabriella sorrise tristemente: “Ragazzi, ma non capite che è praticamente impossibile?”

 

“Anche che un Wildcat e una secchiona s’innamorassero, eppure è successo per ben due volte.” osservò tranquillamente Chad.

 

Taylor le passò un braccio attorno alle spalle: “Abbiamo evitato così tante catastrofi, tesoro. Vedrai che riusciremo a superare anche questa. Basta rimanere uniti, no?”

 

Tutti gli altri annuirono, e finalmente anche Gabriella parve rinfrancata, anche se dentro di lei sapeva che sarebbe stato davvero duro.

 

All’improvviso, Kelsie si battè una mano sulla fronte: “Ma certo! Tuo padre, Gabby!”

 

Lei la guardò interrogativa: “Mio padre cosa?”

 

“Potresti vivere qui con tuo padre, no? Lui che lavoro fa?”

 

“I-il notaio…”

 

La pianista sorrise: “Perfetto! Non ha problemi di spostamento! Può benissimo trovare lavoro qui ad Albuquerque e permetterti di rimanere! Giusto?”

 

“Certo! Andiamo a parlare con tuo padre, Gabry!” esclamò Martha alzandosi in piedi.

 

La mora rimase seduta, stordita, e li fissò tutti. Non sapeva cosa fare.

 

Troy le offrì la mano, facendole l’occhiolino: “Siamo una squadra, no?”

 

E Gabriella si sciolse in un sorriso, accettandola ed alzandosi.

 

Il ragazzo la tirò verso di sé, unendo le loro labbra in un bacio, con il romantico sottofondo dei sospiri dei loro amici.

 

“Ragazzi, non scocciate…” mormorò divertito Troy, a due millimetri dalla sua ragazza “Voi non siete da meno!”

 

In quel momento, il cellulare di Gabriella trillò allegramente. Lei lo prese fuori dalla tasca e controllò chi fosse sul display; un’espressione cupa si dipinse sul suo viso.

 

“Ciao, papà. Scusami se non ti ho chiamato… no, sto bene, sono al parco con gli altri.” si allontanò dai suoi amici, accostandosi con la schiena ad un albero.

 

Rimase lì parecchi minuti, sotto lo sguardo vigile e ansioso di Troy e degli altri, a rigirarsi una ciocca di capelli tra le dita mentre parlava con suo padre.

 

Finalmente, chiuse la telefonata e si avviò lentamente verso di loro; li guardò negli occhi e rivelò: “Papà ha accettato. Adesso bisogna parlare con la mamma.”

 

 

 

 

Eee, chissà… chissà cosa dirà la signora Montez… mistero!!! Eheh… poi non dite che non metto la suspance!! XDXD No, scherzo… meglio che passi ai ringraziamenti, va là…

 

Tay_: ehm… in realtà non sarebbe il mio desiderio principale!! XD E adesso aspetta e vedrai…!! Baci

 

Heilig fur Immer: si, lo so, la signora Montez  è scema… ma è solo il primo chi della fic! Il modo l’han trovato… devi vedere se va in porto!! Suspance… baci!

 

Ciokina14: ecco, anche il tuo computer si ribella alle mie trovate!! Beh, se scrivi una fic così, dopo mi sa che quei due devono finire in prigione… e siccome non voglio…! Vedrai, vedrai… baci!

 

romanticgirl: era il papà… il possibile salvatore!! Lo so, ho adorato far fare quella scenata a Troy! Molto stile cavaliere… il mio povero cucciolo!! Ah, ho letto una tua fic molto bellina, “A Rose for you”… quando l’aggiorni?!?! XDXD Bacioni!!

 

Titty90: ecco, ti aggiungi pure tu al club “uccidiamo Hypnotic”!! Beh, almeno muoio dopo aver saputo che anche tu odi Jacob Black, e questa è una soddisfazione!! Beh, ormai credo che la signora Montez sia fatta per quello, no? Spero che ti sia piaciuto!! A presto, un bacione, tvttb

 

CrazyLara: eccone un’altra che si unisce al club sopra citato!! XD Lo confesso, i miei personaggi sono abituati a ricevere smacchi… il fatto è che non sempre riesco a scrivere cose felici (non in questa sezione, per fortuna!)! Chi mi legge nella sezione di Tokyo Mew Mew lo sa bene… comunque Troy e Gabriella sono stupendi insieme!!! Baci bella, a presto!!

 

 

Grazie ancora a tutte!! Vi lascio l’anticipazione e vi saluto, voi in cambio lasciatemi qualche commentino!! Un bacione!!!

 

Hypnotic Poison

 

 

§§ “Chi si tuffa?” chiese Troy, togliendosi la maglietta blu.

 

I suoi compagni di squadra lo seguirono senza esitare, e si buttarono sollevando maree di schizzi, che naturalmente colpirono le ragazze.

 

“Razza di scemi…” si lamentò Martha, scrollandosi la maglietta.

 

Gabriella sorrise divertita, si tolse la gonna, e si sdraiò su una sdraio di fianco a quella dell’amica bionda.

 

E mentre guardava il suo ragazzo e i suoi amici divertirsi in acqua, in qualche modo seppe che quell’estate sarebbe stata ancora migliore della precedente. §§

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Capitolo 12
*** 12. Tempo al tempo ***


Questo capitolo è dedicato a Titty90, perché succederà una cosa che entrambe abbiamo inserito nelle nostre fic senza saperlo, e perché mi sono presa la libertà di citare una sua fic (spero che non me ne vorrai…) in una frase

Questo capitolo è dedicato a Titty90, perché succederà una cosa che entrambe abbiamo inserito nelle nostre fic senza saperlo, e perché mi sono presa la libertà di citare una sua fic (spero che non me ne vorrai…) in una frase. Buona lettura a tutti!

 

 

 

12. Tempo al tempo

 

“Non posso credere che andremo in tribunale.”

 

Troy si girò verso la sua ragazza, staccando per un secondo gli occhi dalla strada: “Non so se questo ti può consolare, ma almeno tua madre ha accettato. Pensavo sarebbe stata molto più difficile.”

 

Gabriella scosse la testa: “Troy, io penso seriamente che mia madre mi potrà odiare per questo.”

 

Lui sorrise: “Odia più me, amore. E comunque, proprio perché è tua madre, non ti può odiare. Deve capire che sei grande abbastanza per fare le tue scelte. Non può tenerti sempre chiusa nel nido, sotto le sue ali.”

 

La mora rimase in silenzio, a fissare la strada davanti a sé; il ragazzo, allora, tolse una mano dal volante e l’intrecciò con la sua: “Gabby, tranquilla. Adesso pensiamo a goderci queste vacanze con gli altri, d’accordo? Siamo pur sempre al Lava Spring!”

 

“Sarebbe la prima vera vacanza che facciamo insieme!” sorrise Gabriella, mentre Troy si apprestava a parcheggiare “Senza lavori vari, intendo.”

 

Scesero insieme dall’auto, e furono incredibilmente accolti dal signor Fulton: “Signor Bolton! Signorina Montez! È un piacere rivedervi anche quest’anno!”

 

Troy gli strinse una mano: “E’ un piacere anche per noi. Ma… lo sa vero che siamo ospiti di Ryan?”

 

Il direttore agitò una mano davanti al viso: “Ah, ma certo! Vi abbiamo anche riservato la camera vicino a quella del signorino Evans! Siete soci a tutti gli effetti, ora!”

 

Gabriella si accigliò: “Mi scusi, signor Fulton. Per caso ha detto… la camera?”

 

“Sì, perché? La signorina Sharpay mi ha riferito che l’avete chiesto voi.”

 

I due si scambiarono uno sguardo stranito: “Ah. Sharpay.” mormorò la mora.

 

“Venite, allora!” Fulton li guidò all’interno di quel club che conoscevano così bene, accompagnandoli fino alla stanza numero 120 “Ecco qui. I vostri bagagli arriveranno a momenti. Tutti voi Wildcats siete su questo piano. Se avete bisogno, non esitate a chiamarmi. Arrivederci!”

 

Troy prese la chiave e guardò la sua ragazza: “Ehm… allora che facciamo? Possiamo fare cambio con qualcuno, se vuoi… Possiamo chiedere a Tay se viene qui, e io vado da lei.”

 

Ma Gabriella scosse la testa interrompendolo: “Troy, va bene così. Non… non significa che dobbiamo fare qualcosa per forza, no?”

 

Lui sorrise: “Certo. Tempo al tempo.” infilò la chiave nella toppa e spalancò la porta.

 

“Accidenti…” mormorarono estasiati.

 

La camera era gigantesca, dipinta di un tenue azzurro, con una grande finestra che dava sulle colline del campo da golf. Al centro troneggiava un enorme letto matrimoniale, con le lenzuola azzurre e blu.

 

Troy andò a curiosare in bagno: “Ohoh, l’idromassaggio! Lo voglio provare!” commentò.

 

Gabriella rise e si lanciò a pancia in su sopra il lettone: “Mi sembra un sogno!”

 

Il ragazzo la raggiunse e avvicinò il viso al suo: “Allora vedi di non svegliarti…”

 

Si abbassò un po’ e la baciò dolcemente.

 

Ma ad interrompere quel magico e romantico momento arrivarono dei colpi alla porta: qualcuno stava bussando.

 

Troy sbuffò contrariato e, dopo aver aiutato la sua fidanzata ad alzarsi, andarono ad aprire.

 

“Salve!” li salutò allegramente Taylor, con Chad stretto al suo fianco “Avete anche voi una camera doppia?”

 

“Non dirmi che Sharpay ha fatto questo scherzo anche a voi!” rise Gabriella.

 

Chad alzò un sopracciglio malizioso: “Oh, beh, sarebbe una delle poche cose per cui la ringrazierei!”

 

Taylor spalancò gli occhi, divertita, e gli tirò una gomitata nelle costole.

 

“Ahia! Ma che ho detto di male?” si lamentò lui, massaggiandosi la parte colpita.

 

Lei lo ignorò: “Kelsie e Jason sono nella stessa situazione. La reginetta, invece, è nella sua camera superlusso, interamente rosa, al piano di sopra.”

 

“Povero Zeke!” ironizzò Troy, ricevendo un pizzico da Gabriella e un occhiolino da Chad.

 

“Allora, andiamo a farci un bagno in piscina?”

 

Tutti furono d’accordo alla richiesta di Gabriella, e si diedero appuntamento nella hall un quarto d’ora dopo.

 

“Ragazzi!” cinguettò allegramente Sharpay, avvolta in una nuvola fucsia, non appena li vide.

 

“Siete arrivati, finalmente!” commentò Kelsie. Poi abbassò un po’ la voce: “Camere matrimoniali, eh?”

 

I quattro annuirono, un po’ divertiti, e raggiunsero i gemelli e Zeke.

 

“Vi siete sistemati per bene?” domandò la bionda, accomodandosi i boccoli.

 

Chad sorrise: “Certo, Evans, benissimo.”

 

Le ragazze si guardarono e alzarono gli occhi al cielo.

 

-Se lo può anche scordare…- pensò Taylor innervosita. D’accordo, Chad era pur sempre Chad, ma alcune volte esagerava!

 

“Chi si tuffa?” chiese Troy, togliendosi la maglietta blu.

 

I suoi compagni di squadra lo seguirono senza esitare, e si buttarono sollevando maree di schizzi, che naturalmente colpirono le ragazze.

 

“Razza di scemi…” si lamentò Martha, scrollandosi la maglietta.

 

Gabriella sorrise divertita, si tolse la gonna, e si sdraiò su una sdraio di fianco a quella dell’amica bionda.

 

E mentre guardava il suo ragazzo e i suoi amici divertirsi in acqua, in qualche modo seppe che quell’estate sarebbe stata ancora migliore della precedente.

 

 

###

 

 

Chad lasciò cadere la forchetta sul piattino: “Basta, non ne posso più!”

 

“Non mi ricordavo si mangiasse così bene, qui!” sospirò Kelsie, tenendosi una mano sulla pancia gonfia per il troppo mangiare “Da domani, dieta!”

 

Tutti gli altri risero, forse a voce un po’ troppo alta, perché gli altri ospiti del Club lanciarono loro occhiatine non troppo amichevoli.

 

“Siete a posto?” Ryan gli aveva raggiunti e si era appoggiato alle sedie di Taylor e Jason “Avete voglia di fare una partita? Basta accendere le luci.”

 

“No, no, grazie!” rise Troy “Io sono satollo e non rischio a muovermi, e poi si è già fatto un po’ tardi. Rimandiamo a domattina!”

 

“Sono d’accordo. Allora io vado a dormire. Buonanotte, ragazzi!” Ryan li salutò, diede la buonanotte anche ai suoi genitori e sua sorella, e si ritirò.

 

Jason si alzò lentamente, strisciando la sedia a terra: “Seguo Ryan, non riesco a tenere gli occhi aperti! Buonanotte a tutti.”

 

“Jason, aspettami! A domani, ragazzi!” Kelsie si alzò e lo seguì, prendendolo per mano.

 

Gli altri sei si guardarono e alzarono le spalle: “Andiamo anche noi!”

 

“Io rimango ad aspettare Sharpay.” disse Zeke “Buonanotte.”

 

Gli altri ricambiarono con delle pacche sulle spalle, salutarono la tavolata degli Evans e si trascinarono lungo le scale.

 

“Ma un ascensore no, eh?” si lamentò Chad.

 

Gabriella prese la mano di Troy e si appoggiò a lui: “C’è, ma è dall’altra parte rispetto alle camere…”

 

Taylor prese dalla tasca la chiave: “Buonanotte, ragazzi. Domattina svegliatevi tardi!”

 

Si salutarono ed entrarono nelle rispettive stanze.

 

Gabriella si lanciò, come poche ore prima, sul grande letto: “Sono sfinita…”

 

Troy sorrise dolcemente e aprì la sua valigia: “Mi cambio io, che dici?”

 

Lei annuì, e lo guardò entrare nel bagno.

 

Senza una ragione precisa, arrossì di botto. Solo in quel momento realizzò sul serio. Lei. Troy. In camera insieme. Da soli.

 

-Oh, mamma…- pensò. Forse avrebbe fatto meglio a stare in camera con Tay, almeno dopo quello che era già successo in discoteca, e qualche sera prima.

 

-Oh mio Dio… l’altra sera stavo per spogliare Troy!- riflettè sconvolta –No, calmati, Gabriella! Avete già chiarito. Tempo al tempo!-

 

“Amore, stai bene?”

 

Alzò la testa di scatto alla domanda di Troy: “Sì, sì, certo! Ehm… mi cambio io!”

 

Scese dal letto e afferrò il pigiama azzurro dalla valigia, chiudendosi a chiave in bagno.

 

Il ragazzo guardò la porta chiusa. Lui. Gabriella. In camera insieme. Da soli.

 

-Buono, Troy. Non succederà niente. Non finché non sarà pronta.- si ripetè –In fondo, anche tu…-

 

Scosse la testa: -Tempo al tempo!-

 

Gabriella uscì in quel momento, e lo guardò, arrossendo un poco.

 

-Bene, perfetto. Come pigiama Troy usa i boxer e la canottiera!-

 

“Ehm… da che parte vuoi stare?” le chiese.

 

Lei fece spallucce: “Posso dormire a destra?”

 

“Certo!” Troy alzò le coperte e si mise dal lato opposto. Notando che lei rimaneva ferma, tentò di sorridere: “Tempo al tempo, Gab. Tranquilla, non ti mangio.”

 

La mora rise e si stese anche lei, spense la luce e lo guardò negli occhi: “Allora buonanotte, Wildcat.”

 

Il ragazzo le baciò la fronte: “Buonanotte, mia piccola Einstein.”

 

 

 

Ecco qui il nuovo capitolo!! Allora, che ne pensate?!? Già, proprio in tribunale! Ma meglio che non dica niente sull’ultima parte, no?!? XD

 

Un mare di grazie a:

 

ciokina14: ecco cosa ha risposto la signora Montez!! È cattiva, nella mia fic… ma ti avviso che non è lei che dovrà ragionare!! Baci

 

Tay_: Spero che ti abbia soddisfatta XD Bacione

 

Titty90: Edward&Bella e Troy&Gabriella per sempre!! Uhm… mi scuso per averti “rubato” un titolo di ficcy senza avertelo chiesto!! Ma ci stava tanto bene…!! Comunque, mi fai troppi complimenti!! *Me felice* Quando aggiorni “Più che puoi”, mia cara sfaticata?!? Un bacione!!

 

Heilig fur Immer: Per adesso, non li lascia… bisogna aspettare l’udienza!! E lì si deciderà!! Un bacio

 

Romanticgirl: accidenti, addirittura mi minacci la signora Montez XDXD *Me ride* La tua storia mi piaceva, spero che ti ritorni in fretta l’ispirazione (anche se io so cosa vuol dire non aggiornare per mesi X3). Tanti baci

 

Herm90: ti perdono! Mi ero preoccupata, in effetti, di non sentirti… temevo non ti fosse piaciuto! Per fortuna ora so che non è così… beh, dai, in fondo non è un fatto così raro, ho letto molte fic su quell’argomento (è inutile, io mi devo sempre ‘scusare’ è più forte di me…). Bacioni!!

 

Armony_93: giuro, un giorno ti scriverò una chaylor tutta per te!! E nel prossimo capitolo ci sarà! E magari anche in quelli che scriverò più avanti… anche perché, stando in camera assieme… beh, baci!!

 

CrazyLara: beh, se la signora Montez capisse veramente la figlia, allora non farebbe tutto questo, no? Chad in effetti si arrabbia poco, ma quando la fa è terribile!! Un bacio anche a te, baby, a presto!

 

 

Grazie ancora a tutte, siete fantastiche!! Adoro leggere i vostri commenti, che mi fanno morire dal ridere e arrossire un po’!!

 

Al prossimo capitolo!!

 

Kiss, la vostra

 

Hypnotic Poison

 

 

§§ La ragazza rispose con un sorriso e raggiunse il suo ragazzo: “Tutto solo oggi?”

 

Lui sbuffò: “Beh, Troy è con Gabriella chissà dove, Kelsie con Jason, Zeke con Sharpay, Ryan ha yoga e Martha è nella beauty-farm.”

 

Taylor gli si avvicinò e intrecciò le dita con le sue: “Bene, adesso ci sono io!”

 

Chad sorrise, si abbassò e la baciò dolcemente.

 

“Perché non ci facciamo un giretto in città?” propose lui “Magari mangiamo un boccone da qualche parte. Poi torniamo per la cena.”

 

“Va bene. Anche perché oggi…”

 

Il ragazzo si accigliò: “Oggi cosa?” §§

 

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Capitolo 13
*** 13. Regali ***


13

13. Regali

 

“Chad, non puoi aver incasinato la stanza solo dopo un giorno che siamo qui!”

 

Il moro fissò la sua ragazza, colpevole: “Andiamo, Tay, per qualche maglietta in giro…”

 

“Qualche maglietta?!?” esclamò lei “Hai tirato fuori tutta la tua valigia! Ma cosa cercavi?!

 

“Ehm… il mio cappello da baseball…” confessò “Poi mi sono ricordato che era nella tua borsa, e stavo per mettere a posto, però sei arrivata e non ho fatto in tempo.

 

Taylor sospirò: “Sei un disastro… forza, andiamo a fare colazione. Gabriella e Troy?”

 

Chad si mise il suo adorato cappello da basket rosso: “Stanno ancora dormendo. Non li svegliare, o Troy sarà di cattivo umore per tutto il resto della giornata.

 

“Va bene. Al limite non troveranno più brioche!” si presero per mano ed uscirono dalla loro camera.

 

In quello stesso momento, due stanze più in là, Gabriella aprì lentamente gli occhi.

 

Per fortuna le tende erano chiuse, perciò la luce del Sole non l’assalì d’impatto.

 

Ma non appena riuscì a mettere bene a fuoco, trasalì, sentendosi stretta da due braccia forti ben conosciute.

 

Guardò in alto, e vide il viso di Troy, coperto dal ciuffo castano chiaro.

 

-Oh, no!- pensò. Evidentemente, durante la notte era rotolata verso il ragazzo, che l’aveva abbracciata.

 

Dovette però ammettere che stava davvero bene, stretta a lui. Si sentiva come se non potesse accaderle niente di male.

 

Sorrise dolcemente, e con gli passò l’indice sulla guancia: “Troy… è ora di svegliarsi…” mormorò.

 

Il ragazzo mugolò qualcosa e scosse la testa; Gabriella scoppiò a ridere e lo scosse per una spalla: “Forza, pigrone, gli altri saranno già tutti svegli!”

 

“Dai, mamma, ancora cinque minuti…” borbottò lui, voltandosi dall’altra parte.

 

La mora, libera, si mise a sedere sul letto e gli tolse le coperte con un colpo solo: “Non sono la tua mamma, Troy, ma so essere ancora più cattiva!” scherzò.

 

“Ehi!” finalmente Troy alzò la testa, contrariato “Perché l’hai fatto?”

 

“Era l’unico modo per svegliarti!”

 

Lui sbuffò e si nascose sotto il cuscino: “E’ ancora presto…”

 

Gabriella gli strappò via anche quello, ridendo: “Troy! Sono le undici, forza!”

 

“Va bene, va bene, mi alzo!” Troy si girò sulla schiena, sgranchendosi le braccia “Fortuna che siamo in vacanza!”

 

La ragazza rise e prese il suo beauty case: “Non lamentarti troppo. Quando esco voglio vederti pronto!”

 

Il castano annuì ma, non appena la porta del bagno fu chiusa, afferrò il cuscino e ritornò a dormire.

 

 

###

 

 

“Gran bella partita, Evans. Se vuoi oggi pomeriggio ti concedo la rivincita!” Chad si scambiò un cinque con Ryan, che sorrise: “Mi dispiace, Danforth, ma oggi ho la mia lezione di yoga!”

 

Il moro alzò gli occhi al cielo, passandosi la palla da una mano all’altra: “Facciamo domani!”

 

Il biondo alzò una mano in segno di saluto, e si avviò verso il club.

 

“Ciao, Tay!” salutò quando la incontrò sulla porta “Ci vediamo dopo!”

 

La ragazza rispose con un sorriso e raggiunse il suo ragazzo: “Tutto solo oggi?”

 

Lui sbuffò: “Beh, Troy è con Gabriella chissà dove, Kelsie con Jason, Zeke con Sharpay, Ryan ha yoga e Martha è nella beauty-farm.

 

Taylor gli si avvicinò e intrecciò le dita con le sue: “Bene, adesso ci sono io!”

 

Chad sorrise, si abbassò e la baciò dolcemente.

 

“Perché non ci facciamo un giretto in città?” propose lui “Magari mangiamo un boccone da qualche parte. Poi torniamo per la cena.

 

“Va bene. Anche perché oggi…”

 

Il ragazzo si accigliò: “Oggi cosa?”

 

Taylor mise le mani sui fianchi: “Chad Danforth, te lo sei dimenticato… di nuovo?”

 

Il moro sorrise divertito: “Credevi, eh, Tay? Guarda che me lo ricordo benissimo che oggi facciamo due mesi!”

 

“Ma allora lo fai apposta!” la ragazza si alzò in punta di piedi e lo baciò “Sei proprio scemo!”

 

Lui l’abbracciò e approfondì il loro contatto.

 

Quando si staccarono –diversi attimi dopo-, Chad la prese per mano: “Andiamo, dai. Così torniamo presto!”

 

 

###

 

 

“Dai, dai, facci vedere il regalo che ti preso!”

 

Taylor acconsentì alle richieste delle sue amiche, prese fuori la borsa e mostrò la maglia che il fidanzato le aveva comprato.

 

“L’ho vista in vetrina, ho fatto solo in tempo a dire che mi piaceva che siamo entrati e me l’ha comprata!” rivelò.

 

Sharpay la prese in mano e la osservò: “Beh, mi piace, Taylor. Hai buon gusto.”

 

Tutte le ragazze scoppiarono a ridere, stese sui lettini della piscina, illuminata dalla luna.

 

“E’ la prima volta che Chad mi fa un regalo, che non sia di compleanno o feste varie…” la voce di Taylor si addolcì, mentre piegava la maglietta nera e dorata “Il mese scorso se l’è scordato…”

 

Kelsie le mise una mano sulla spalla: “C’erano gli esami, un mese fa. L’importante è che se lo ricordi le prossime volte!”

 

Taylor incrociò le dita per scherzo, poi si voltò verso Gabriella: era seduta più lontana di tutte, fissava la cascata della piscina, le ginocchia strette al petto.

 

“Scusate…” la ragazza di colore si alzò e raggiunse l’amica “Ehi, Gabry. Tutto a posto?”

 

Lei trasalì e sorrise: “Ciao, Tay. Non è niente, tranquilla. Bella maglia, comunque, sono felice per te.

 

“E’ per l’udienza di domani, vero?”

 

Gabriella ritornò a fissare l’acqua: “Già… ho paura che possa finire male…”

 

Taylor l’abbracciò: “Non succederà, vedrai.

 

In quel momento, un rumoroso vociferare annunciò il ritorno dei ragazzi dalla loro partita notturna di basket.

 

“Buonasera, bellezze! Vi siamo mancati?” ironizzò Zeke, sedendosi vicino a Sharpay e circondandole la vita con un braccio.

 

Lei fece una smorfia: “Vi preferiamo asciutti e puliti, piuttosto che reduci dal correre dietro una palla!”

 

“Ma se è il nostro lato migliore!” esclamò Jason, vicino a Kelsie.

 

Tutti scoppiarono a ridere, tranne Taylor che sbadigliò sonoramente: “Io mi ritiro. È mezzanotte passata, ormai. Chi mi ama, mi segua!”

“Ai suoi ordini, maestà!” Chad fu il primo ad alzarsi, seguito poi a ruota dai loro amici.

 

Tutti tranne Troy, che si avvicinò alla sua ragazza in silenzio.

 

Lei sorrise appena, senza parlare, così lui domandò: “Vieni a dormire? Domani è una giornata impegnativa.

 

Gabriella si strinse a lui, appoggiando la guancia al suo petto: “Ho tanta paura, Troy. Non ne ho mai avuta così tanta. Ho paura di partire, ho paura di lasciare tutto. Ho paura di perderti.

 

Il castano le sollevò il viso con due dita: “Non mi perderai mai, capito, Gabriella? Qualunque cosa accada. Andiamo, ora, su.”

 

La prese per mano, e andarono in silenzio verso la loro camera, ognuno perso nei propri pensieri.

 

“Vai prima tu in bagno, io mi faccio dopo la doccia. disse il ragazzo.

 

Ma quando si girò verso Gabriella, dato che lei era rimasta zitta, la vide ferma in mezzo alla stanza, con lo sguardo rivolto a terra.

 

“Gab, che c’è?” domandò, accarezzandole una guancia.

 

Lei sollevò il viso e prese un grande respiro: “Troy… se l’udienza di domani dovesse decidere che devo rimanere con mia madre, non potremo vederci più. E-e io non voglio partire senza… senza essere stata tua…”

 

Il ragazzo la guardò, scioccato: “Ga-Gabriella, sei sicura? Insomma, non è detto che…”

 

Gabriella lo interruppe, scuotendo la testa: “No, Troy. Io ti amo, e non c’è altro ragazzo con cui lo vorrei fare. Ti prego, fammi questo regalo. Non lasciarmi sola.

 

Troy le prese il viso tra le mani, baciandola con passione. Un bacio diverso, come quella sera in discoteca. Un bacio che racchiudeva tutte le emozioni, i sentimenti dei loro animi.

 

Si distesero lentamente sul letto, rimbalzando sulle molle, e si lasciarono andare. A quel sentimento così grande chiamato Amore.

 

 

 

 

Ragazze, le vacanze sono ufficialmente iniziate!! Che bello, da adesso si può dormire fino a tardi! Per festeggiare, mi sono sia tagliata i capelli (come Gabriella in HSM2, quando li ha ricci: avete presente quando Troy le chiede di andare nel campo da golf?) e vi posto anche il capitolo 13!

 

Sull’ultima parte io non mi pronuncio, ma… visto, Titty, che sono riuscita a descriverlo senza descriverlo?!?! XDXD

 

Tay_: Sharpay è un mito, solo lei può pensare certe cose. Poca Chaylor, però c’era!! Bacini

 

Titty90: Eccola,  Colei che non riconosce le sue fic… ti ho “fregato” nell’ultima frase del capitolo, quando Troy chiama Gabriella “Piccola Einstein.” Ti ricorda niente?!? XDXD Aspetto con ansia sia “Più che puoi” sia dicembre 2008!! Baci ti voglio bene

 

Armony_93: un po’ di Chaylor qui, un po’ di là, così sei contenta! Guarda, sto anche scrivendo il secondo seguito di “Prova di coraggio” (quindi il seguito di “La mia migliore amica”), che è Chaylor!! Prometto, te la dedico!! Baci!

 

Heilig fur Immer: sei una Chaylorista anche tu, eh?!? “Oggi” era il loro mesiversario!! Visto che galante, Chad? Baci!!

 

romanticgirl: yes, dritti in tribunale! Sarà una dura battaglia…anche perché io avevo ben due versioni per come farla andare a finire!! E non dico altro… comunque, Troyella è la mia coppia preferita! Non si era capito, eh? Bacione!

 

ciokina14: tu chi pensi debba ragionare?? Magari ci prendi!! Dimmelo, poi confronta con il prossimo chappy!! Sì, la signora Montez ha accettato di combattere… ma di lasciare la figlia?!? Ti lascio con questa domanda!! Bacioni!

 

 

 

Grazie a tutte, ci risentiamo al prossimo capitolo, dove si deciderà il futuro di Gabriella!! Vi lascio col fiato sospeso… baci!!

 

 

Hypnotic Poison

 

 

§§ Raggiunsero l’aula dove si sarebbe svolta la causa per decidere l’affidamento di Gabriella, che si era già seduta nella prima fila di sedie dopo il banco di destra.

 

La madre, invece, era sul lato opposto, intenta a parlare con quello che doveva essere il suo avvocato.

 

Tutto il gruppo dei Wildcats si accomodò vicino all’amica, tranne Troy che fu trattenuto dal signor Montez: “Troy… tu ci tieni così tanto a mia figlia?”

 

Il castano lo guardò dritto negli occhi, senza timore: “La amo più di ogni altra cosa al mondo, signore. È per questo che spero che verrà affidata a lei. Così non la perderò.”

 

L’uomo sorrise, e gli strinse le spalle: “Allora vediamo di vincere questa causa.

 

Un trillo di campanello annunciò l’entrata del giudice, tutti si alzarono in piedi.

 

Gabriella afferrò la mano del suo ragazzo, e con l’altra quella di Martha, di fianco a lei. La loro battaglia stava incominciando. §§

 

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Capitolo 14
*** 14. L'udienza ***


14

14. L’udienza 

 

La luce della Luna filtrava dalle tende socchiuse, mosse da una brezza leggera.

 

Gabriella rabbrividì quando il soffio fresco le toccò la pelle nuda e calda che non era a contatto con quella di Troy.

 

“Hai freddo?” le domandò il ragazzo, notando la pelle d’oca.

 

Lei scosse la testa: “No… che ore sono?”

 

“L’una e mezza. Forse dovresti dormire, Gab.

 

La ragazza rimase in silenzio, e lui cominciò a preoccuparsi: “Va… va tutto bene?”

 

Gabriella sospirò, stringendosi di più al suo fidanzato: “Ho solo paura che questo possa essere il nostro ultimo momento insieme… che non potrò più essere felice come lo sono adesso…”

 

Troy l’abbracciò forte: “Non dirlo più, Gabriella. Nessuno ti porterà via da me. Te lo giuro.

 

Sentì qualcosa di bagnato cadergli sul torace, e si accorse che lei stava piangendo. Le baciò la fronte, le scostò una ciocca nera di boccoli ed iniziò a sussurrarle una canzone all’orecchio, per farla addormentare.

 

Together we’ll be running somewhere new, and nothing can hold me back from you…

 

 

###

 

 

Chad bussò piano alla porta della stanza 120.

 

Qualche secondo dopo, Troy gli andò ad aprire, con indosso solo l’accappatoio bianco e asciugandosi i capelli con un asciugamano.

 

“Ehi!” lo salutò “Che ore sono?”

 

Chad guadò l’orologio che portava al polso: “Le undici e mezza. Ci conviene partire tra un’oretta, magari mangiamo in città. Ma Gabriella dorme ancora?”

 

“Ehm… già…” il moro guardò stranito il suo amico, che non lo faceva nemmeno entrare nella camera buia.

 

“Troy… che hai combinato?” domandò sospettoso.

 

“Io? Niente!” si difese il castano.

 

Chad alzò un sopracciglio, scettico, e fece per entrare, ma Troy appoggiò il braccio allo stipite e gli bloccò l’entrata: “Ehm… Taylor dov’è?”

 

“Sono qui, Troy! Siete pronti?” la ragazza si aggiunse a loro con un sorriso.

 

Anche il castano sorrise: “Ciao, mi dispiace ma Gabriella sta ancora dormendo.”

 

“Ancora? Di solito è sempre una delle prime a svegliarsi!”

 

Troy fece spallucce: “Sai com’è… d’estate, ieri abbiamo fatto un po’ tardi… poi è preoccupata per oggi pomeriggio…”

 

“In che senso avete fatto tardi?” domandò Chad “Perché io una mezza idea ce l’avrei…”

 

Approfittando della distrazione del suo amico, sgusciò dentro la camera, e sorrise: “E bravo il nostro Troy…”

 

Taylor si accigliò, mentre il povero playmaker si batteva una mano sulla faccia. Seguì il suo ragazzo ed avvertì un brivido lungo la spina dorsale nel capire il perché Gabriella stesse dormendo così a lungo.

 

La ragazza, infatti, era addormentata a pancia in giù nel bel mezzo del letto, coperta solo dal lenzuolo, con i lunghi capelli neri che le scendevano lungo la schiena nuda.

 

Si girò verso il suo amico: “Troy… non dirmi che…”

 

Lui si grattò la nuca, imbarazzato: “Sì, Tay. È… è successo, basta.

 

Ma lei sorrise: “Tranquillo, Troy! Non spetta certo a me giudicarvi! Sono solo un po’ sorpresa di trovarla così, ecco! Comunque ora dovresti svegliarla, dobbiamo andare.

 

Il castano annuì: “Certo. Tra mezz’ora ci troviamo nella hall.

 

Gli altri due acconsentirono, e ritornarono nella loro camera per prepararsi.

 

Troy chiuse la porta e vi si appoggiò contro, sospirando. E anche quella era fatta.

 

Raggiunse il letto e posò una mano sulla schiena di Gabriella: “Amore… è ora di svegliarsi… dobbiamo andare in città…”

 

Le baciò una guancia, chiamandola piano finchè lei non aprì gli occhi: “Mmh… Troy… che ora è?”

 

“Le undici e quaranta. Tra venti minuti gli altri ci aspettano giù. Ci sono anche già venuti a chiamare Chad e Taylor, visto che non siamo scesi nemmeno a colazione.

 

Gabriella si tirò su di scatto, coprendosi con il lenzuolo azzurro: “Oddio! Come le undici e quaranta? È tardi!!

 

Afferrò la sua biancheria, sparsa vicino al comodino, ed iniziò a rivestirsi in fretta.

 

“Muoviti, dai!” incitò il suo ragazzo, lanciandogli i pantaloni.

 

Aprì l’armadio e scorse velocemente i vestiti fino ad arrivare all’abito che aveva scelto per il tribunale. Nero, lungo fino al ginocchio, con le mezze maniche, da abbinare ad un paio di ballerine, nere anch’esse.

 

Sharpay aveva disapprovato quel vestito. Aveva detto che sembrava più da funerale.

 

Si legò i capelli in una coda e si truccò appena, con un filo di matita e del lucidalabbra.

 

“Calmati, Gabriella, andrà tutto bene!” parlò con il suo riflesso nello specchio, una Gabriella dal viso terrorizzato.

 

“Sei pronto?” domandò a Troy dopo che fu uscita dal bagno.

 

“Prontissimo.” il ragazzo chiuse l’anta dell’armadio e fece un giro su stesso, aprendo le braccia “Allora, come ti sembro?!”

 

Lei rise, rinfrancata dal suo tentativo di farla stare allegra: “Oh, sei molto affascinante, signor Bolton!”

 

Troy aveva indossato un completo nero, con la camicia bianca e la cravatta nera. L’unica cosa che ‘stonava’ da quell’abbigliamento elegante erano le scarpe: le inseparabili All Stars nere.

 

“E tu sei bellissima.” la prese per mano, la tirò a sé e la baciò.

 

Puah, Gab, lucidalabbra!” si lamentò poi.

 

Gabriella gli diede un pizzicotto: “Che scemo che sei… andiamo, forza.

 

Chiusero a chiave la porta della camera, e scesero velocemente le scale, raggiungendo la sala dove tutti i loro amici li stavano già aspettando.

 

“Ragazzi, siete sempre gli ultimi!” li rimproverò scherzosamente Martha.

 

Troy alzò gli occhi al cielo e si diresse al bancone per prendere le chiavi della sua macchina e lasciare quelle della stanza.

 

Gabriella raggiunse invece le altre ragazze, tutte vestite con seri completi eleganti.

 

“Ciao…” sussurrò “Grazie per accompagnarmi, ma ve lo ripeto, non dovete. È una così bella giornata…”

 

Kelsie l’interruppe, scuotendo la testa: “Gabriella, non importa se fuori c’è il Sole o sta piovendo a dirotto. Noi vogliamo venire in tribunale con te. E basta!”

 

“Siamo una squadra, giusto?” concordò Ryan, che le aveva raggiunte “Tutti per uno, e uno per tutti.”

 

Lei sorrise, con gli occhi lucidi, e li abbracciò tutti.

 

“Forza, andiamo!” Sharpay la prese per mano, trascinandola fuori fino alla sua decappottabile rosa “Albuquerque, arriviamo!”

 

 

###

 

 

Gabriella scese dall’auto appariscente e si avvicinò ai suoi genitori, fermi davanti alle porte del tribunale.

 

“Ciao mamma, ciao papà.” li salutò imbarazzata.

 

Ciao, piccola.” il padre la abbracciò e le baciò la testa.

 

La signora Montez, invece, si limitò a sorriderle, forse un po’ più freddamente di quanto entrambe avrebbero voluto.

 

“Entriamo, che ne dite?” il signor Montez si fece da parte e fece passare l’ex moglie e la figlia, mettendole una mano dietro la schiena come per spingerla.

 

“Ciao, Troy.” lo salutò con un sorriso.

 

Il ragazzo contraccambiò, un po’ imbarazzato: “Salve, signore. Questi sono i nostri amici: Ryan Evans e sua sorella Sharpay, Zeke Baylor, Chad Danforth e Taylor McKessie, Kelsie Nielsen e Jason Cross, e Martha Cox.

 

Il padre di Gabriella strinse la mano a tutti loro, senza smettere di sorridere. In qualche modo sembrava felice.

 

“Forza, andiamo anche noi. Le ragazze saranno già in aula. lo seguirono in silenzio per i corridoi grigi del tribunale di Albuquerque, incrociando ogni tanto qualche poliziotto.

 

Taylor strinse forte la mano a Chad, che la guardò e le sorrise leggermente, come per dirle Tranquilla, non succederà niente.

 

Raggiunsero l’aula dove si sarebbe svolta la causa per decidere l’affidamento di Gabriella, che si era già seduta nella prima fila di sedie dopo il banco di destra.

 

La madre, invece, era sul lato opposto, intenta a parlare con quello che doveva essere il suo avvocato.

 

Tutto il gruppo dei Wildcats si accomodò vicino all’amica, tranne Troy che fu trattenuto dal signor Montez: “Troy… tu ci tieni così tanto a mia figlia?”

 

Il castano lo guardò dritto negli occhi, senza timore: “La amo più di ogni altra cosa al mondo, signore. È per questo che spero che verrà affidata a lei. Così non la perderò.”

 

L’uomo sorrise, e gli strinse le spalle: “Allora vediamo di vincere questa causa.

 

Un trillo di campanello annunciò l’entrata del giudice, tutti si alzarono in piedi.

 

Gabriella afferrò la mano del suo ragazzo, e con l’altra quella di Martha, di fianco a lei. La loro battaglia stava incominciando.

 

 

###

 

 

Chad prese la mano di Taylor tra le sue per impedirle di continuare a mangiarsi le unghie.

 

“Se fai così ti taglierai tutta!” le bisbigliò all’orecchio.

 

Lei scosse la testa: “Devo trovare un modo per sfogare lo stress!”

 

Era ormai un’ora e mezza che erano seduti nell’aula, e il caldo estivo sembrava entrare da ogni parte nonostante i condizionatori.

 

I due ex coniugi Montez avevano parlato, ed esposto le loro ragioni per avere l’affidamento della figlia.

 

Il giudice, anzi, la giudice, aveva ascoltato con attenzione entrambe le parti, e ora stava ricontrollando alcune carte che aveva davanti.

 

Si schiarì la voce e si tolse gli occhiali da vista, lasciandoli penzolare dalla catenella cui erano appesi: “Ho avuto molti casi come questo, signori Montez, ma di norma i figli non superavano i dieci anni. Dovevo quindi agire nel modo per loro più giusto, ritenendo inoltre che non potevano certo scegliere loro. Ma oggi, con voi, è diverso. Vostra figlia ha diciotto anni, ed è in pieno possesso di ogni sua volontà, credo. Quindi vorrei sentire cosa pensa lei.

 

Gabriella deglutì e si alzò in piedi, avanzando fino davanti alla cattedra del giudice.

 

“Dimmi, Gabriella. Perché hai chiesto a tuo padre di prenderti con sé?”

 

La ragazza si schiarì la gola, tentando di controllare il tremolio della voce e di tutto il corpo: “Io… io mi sono sempre trasferita più volte nel corso anche solo di un anno, vostro onore, per il lavoro di mia madre. E per qualche tempo questo mi è andato bene, sapevo che era giusto così. Poi, un anno e mezzo fa, siamo arrivate qui ad Albuquerque, con la promessa che non ci saremmo più trasferite fino al mio diploma. E qui è cambiato tutto. Ho trovato la mia vita. Amici veri, che mi volevano bene. Una squadra di Decathlon, e un musical scolastico. La prima, vera estate di tutta la mia vita. E…” Gabriella prese fiato “E mi sono innamorata. Del ragazzo più fantastico e speciale che potessi mai desiderare. Finalmente posso essere me stessa, in ogni situazione. Per questo non posso abbandonare questa città, signora. Sarebbe come uccidermi. Anzi… forse sarebbe peggio.

 

Il magistrato annuì, inforcando nuovamente gli occhiali: “Tu sei sicura, Gabriella, che rimarrai felice di questa tua scelta, almeno finchè non avrai compiuto ventun’anni? Sappiamo bene quanto sia labile il cuore di un adolescente…”

 

Lei scosse la testa, facendo ondeggiare la coda boccolosa: “No, signora. Tante, troppe volte ho sentito questo discorso, ma io sento che non è così. E se, per un caso che non credo avverrà mai, questo amore finisse, so che rimarrebbe per sempre un affetto infinito. Avrò sempre i miei amici accanto, qui. In Europa dovrei ricominciare tutto, e so che non ce la farei.

 

Ci fu un attimo di pausa, poi il giudice sospirò: “La mia scelta, in ogni caso, non potrà essere indolore. Qualcuno ne uscirà ferito, come sempre accade. Ho ben compreso la situazione, e credetemi se vi dico che non c’è altro modo di agire. La scelta spetta a te, Gabriella. Tua madre, il suo lavoro, l’Europa, oppure tuo padre, Albuquerque, il tuo amore ed i tuoi amici. La prima può essere una scelta più solida, la seconda più, beh, romantica e sognatrice. Scegli tu, io mi limiterò a dare il consenso.

 

Nell’aula cadde il silenzio, rotto solo dal ronzio dei condizionatori.

 

Gabriella guardò alla sua sinistra, sua madre che nonostante tutto le sorrideva. Il dolce sorriso che l’aveva sempre accompagnata, che non aveva mai smesso di esserci, anche quando era svenuta prima dell’assolo nel coro della chiesa, anche in quel momento in cui le stava voltando le spalle.

 

Poi guardò alla sua destra, suo padre. Un sorriso, una figura che doveva ancora imparare a conoscere, ma cui si sentiva incredibilmente affine. Che anche se l’aveva lasciata, era pronto a tutto pur di renderla felice.

 

Ed infine, incontrò quegli occhi. A volte blu come il mare, a volte azzurri come il cielo, altre volte inspiegabilmente verdi. Quegli occhi che l’avevano rapita, che le provocavano brividi lungo la schiena. Che le trasmettevano una sicurezza infinita in ogni luogo si trovasse, persino su un palco con davanti centinaia di spettatori. Che l’avrebbero capita, sempre e comunque. Come all’asilo.

 

-Mamma… papà…- pensò –Per favore, chi non verrà scelto, non mi odi…-

 

Chiuse gli occhi, prese un grande respiro, e si girò nuovamente verso il giudice.

 

 

 

 

Ta-dan!! E adesso?? Come minimo mi vorrete uccidere!! Bene, bene… chi sceglierà Gabriella? Badate bene, è proprio lei a dover scegliere!! Non il giudice! Chissà… seguirà il cuore o la mente?? Io non ve lo dico, dovrete aspettare il prossimo capitolo!! Sono cattiva, lo so! Ah, e vi avverto: non sarà affatto un capitolo tranquillo!!

 

Adesso invece passo a ringraziarvi:

 

romanticgirl: se sei stata in ansia per il capitolo 13, allora che ne dici d questo?!?

 

ciokina14: hanno concluso eccome!! Ecco, scoperto chi deve ragionare! Solo ed esclusivamente Gabby! W Troyella per sempre! Bacione

 

Titty90: Per fortuna è finita anche la scuola! Io un genio?? Ma va …thanks of all, kisses!! Tvttb

Tay_: eeh, chissà se vincerà la causa! Il futuro è nelle mani di Gabriella! Buone vacanze anche a te, baci!

 

CrazyLara: Intuisco che ti è piaciuta la scena “hot” dei signori Bolton XD! Anch’io vorrei trovare qualcuno come Chad o Troy, ma più mi guardo in giro più capisco che è impossibile! Siamo nate per soffrire!! Bacio!

 

Armony_93: io manterrò la mia promessa! Appena la finisco la pubblico, sono a buon punto! In ogni caso, più vai avanti più ci sarà Chaylor! Grazie del complimento enorme, ti voglio bene!

 

 

Colgo anche l’occasione per ringraziare chi ha commentato l’ultimo capitolo di “Buon compleanno…”:

 

Tay_: un seguito? Beh, ci posso pensare… tu come lo immagini? Comunque mamma Sharpay la troverai anche nel seguito de “La mia migliore amica”, che sto già scrivendo! Bacione

 

Ciokina14: grazie mille! Mai avrei lasciato Kay con Troy! Però, diciamo che Kay del gusto ce l’ha: ha scelto uno come Troy!! Ma Sharpay è il massimo nello stile… anche se è un po’ troppo rosa! Baci

 

Romanticgirl: sono felice che ti abbia emozionato! Ci speravo, non ne ero sicura! Grazie, bacioni.

 

 

 

Grazie ancora. Spero che non andrete in vacanza prima di scoprire cosa succederà!!

 

Ah, quasi mi dimenticavo: la canzone che Troy accenna è Monsoon dei Tokio Hotel.

 

Un bacione a tutte voi, vi voglio bene

 

Hypnotic

 

 

§§ Chad bloccò Taylor contro il muro, chiudendola tra le sue braccia: “Adesso mi ascolti, Taylor. Smettila di fare la bambina testarda, per una volta.

 

Lei deglutì, rossa in viso. La sua vicinanza le faceva ancora quell’effetto: “Io non sono una bambina, tantomeno testarda!”

 

Il ragazzo rise, avvicinando ancora di più il viso al suo: “Oh, sì che lo sei. Ma sei anche estremamente intelligente, pungente e con uno spiccato senso dell’umorismo che fa concorrenza al mio. E poi sei bella.”

 

Il cuore della ragazza battè mille volte più forte: “Se credi che questo basti a farti perdonare, Chad Danforth, caschi male. Sono davvero arrabbiata con te.” §§

 

 

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Capitolo 15
*** 15. Stiamo esagerando! ***


15

15. Stiamo esagerando!

 

“Troy, per favore, aspetta!”

 

“No, Gabriella, non voglio sentire perché hai scelto così!”

Gabriella raggiunse il ragazzo e lo afferrò per un braccio: “Ma… ascolta, so che è la cosa migliore da fare!”

 

Troy sospirò, le prese il viso tra le mani: “Ti amo tanto, Gab, ma non riuscirò mai a capire cos’hai in quel tuo cervellino per convincerti a partecipare, di nuovo, al Talent Show!”

 

Lei sorrise: “Dai… canta con noi… sai benissimo che alla fine ti divertirai! Magari riusciamo anche a vincere lo Star Dazzle Award, sempre che il signor Fulton sia un giudice corretto. E poi…” si alzò in punta di piedi e gli mormorò qualcosa all’orecchio.

 

Il castano sbarrò gli occhi: “Ehi! Non puoi ricattarmi con quello!”

 

La ragazza scoppiò a ridere e lo baciò dolcemente: “So che funziona… allora, canti con noi?”

 

“E va bene. Ma sia chiaro: questa volta, sul serio, tutti insieme!”

 

Gabriella annuì felice, e si avvicinò per baciarlo di nuovo, ma qualcuno li interruppe: “Ehm… scusate?”

 

Troy si girò e s’immobilizzò sul posto, incredulo: davanti a lui stava una delle ragazze più carine che avesse mai visto. Alta, con lunghi capelli rossi e gli occhi verde smeraldo, e (parecchie) curve al posto giusto.

 

“Ehm… ciao… sapreste indicarmi dov’è la reception? Sapete, sono nuova…” balbettò lei.

 

Il castano deglutì rumorosamente: “Certo, basta che segui questo sentiero ed entri dalla porta a vetri.

 

La rossa sorrise: “Grazie. Comunque, mi chiamo Abby. Cioè, mi chiamerei Rebecca, ma preferisco Abby.

 

Gabriella allungò la mano prima del suo ragazzo: “Gabriella. sibilò.

 

“Io sono Troy, piacere.” si presentò lui con un sorriso.

 

Abby ricambiò la stretta: “Beh, adesso devo proprio andare. Magari ci vediamo in giro. Ciao!”

 

La mora la guardò allontanarsi, fissandola con aria truce: -Non ci contare, Rebecca. Non ci contare proprio.-

 

 

###

 

 

Il Sole si rifletteva sulla piscina dall’acqua cristallina.

 

Quattro ragazze erano sedute sulle loro sdraio, con le braccia incrociate e il viso corrugato in un’espressione furente.

 

Il perché? Molto semplice.

 

I loro ragazzi avevano fatto la conoscenza di questa Rebecca, ed erano stati semplicemente incantati dal suo bel visino, dal suo fisico, e soprattutto dal fatto che era leggermente svampita, cosa che mandava in visibilio qualunque maschio. E a loro questo non andava affatto.

 

E da un quarto d’ora li tenevano d’occhio da lontano, controllando ogni minima mossa.

 

“Giuro, sto per compiere un omicidio.” ringhiò Taylor, guardando come Chad rideva alle battute di quella.

 

“Ti seguo a ruota, sorella.” affermò Sharpay.

 

Gabriella sbuffò: “Io vado là. Vediamo se hanno il coraggio di continuare così.

 

Si alzò di scatto dalla sdraio, si dipinse in volto un sorriso falso e raggiunse gli altri: “Ciao! Vi state divertendo?”

 

Tutti sobbalzarono e si schiarirono la voce, come pernascondere’ ciò che stavano facendo.

 

“Ehm… Gabby… che ci fai qui?” domandò Chad nervosamente.

 

Lei gli lanciò un’occhiataccia: “Perché, non posso forse?”

 

Il riccioluto non provò nemmeno a rispondere, e chinò subito la testa, come un bambino quando viene sgridato.

 

“Ci chiedevamo, Abby, perché non vieni a fare due chiacchiere con noi.” esclamò allegra, guardando la nuova arrivata.

 

Questa sorrise e saltò giù dalla sdraio dove si era accomodata: “Certo!”

 

Tornarono dalle altre, e subito Sharpay si stampò il suo famoso sorriso assassino: “Allora, Rebecca…”

 

“Abby.” l’interruppe la rossa con disagio.

 

“Rebecca,” continuò imperturbabile la Reginetta dell’East High, facendo sorridere le altre tre “Come mai sei venuta qui al mio country club?”

 

“Beh… io d’estate sono sempre stata abituata a viaggiare molto. Sapete, Europa, Asia, Sud America… tutti posti molto belli! Però quest’anno i miei genitori non potevano partire, perché stanno aprendo una nuova azienda, e così hanno deciso di mandarmi qui. È abbastanza lontano da casa, ma è sempre in America! Ne avevamo sentito parlare da amici, così abbiamo deciso subito. Sapete, io vengo da Los Angeles!” rivelò tutto d’un fiato “Voi da quanto venite qui?”

 

“Da quando sono nata.” sibilò la bionda “Questo club è dei miei genitori.”

 

“Noi dall’anno scorso.” borbottò Taylor.

 

Abby sorrise: “Come sei fortunata, Sharpay. Un po’ t’invidio!”

 

Sharpay sbuffò e ridacchiò: “E perché non dovresti?”

 

Taylor, Gabriella e Kelsie si scambiarono un’occhiata: ecco la terribile Regina di Ghiaccio che partiva alla carica. Era un bel po’ che non la vedevano così.

 

Ma Abby sembrò non accorgersi della sua cattiveria così poco celata, e continuò: “I vostri amici sono così simpatici! Sono stati tutti molto gentili con me!”

 

“Fin troppo…” mugugnò Gabriella a bassa voce, tracciando dei cerchi con un dito sopra l’asciugamano.

 

Non era mai stata gelosa di Troy, nemmeno delle cheerleader. Anzi, spesso era il contrario. Ma aveva notato il comportamento del suo ragazzo davanti a lei, e non le era piaciuto.

 

Lei, che era sempre stata disponibile ad avere nuove amiche, desiderava in quel momento che Rebecca sparisse dalla faccia della Terra. O, almeno, dai dintorni di Albuquerque.

 

“…e adoro leggere poesie, soprattutto quelle dei poeti italiani! Conosco Dante, Foscolo, Leopardi, D’Annunzio. Però non mi dispiacciono neppure quelli inglesi! Ma non sopporto i libri gialli, o di paura. Non leggerei mai Edgar Allan Poe. E poi…” la nuova arrivata continuava a parlare e raccontarsi, noncurante del fatto che le altre nemmeno la ascoltavano.

 

Kelsie guardò distrattamente l’orologio: -Mannaggia a Martha che non si deve sorbire tutto questo!- pensò.

 

All’improvviso, Sharpay alzò i suoi grandi occhiali da sole rosa e guardò Abby dritto negli occhi: “Ti piace l’arte teatrale, Rebecca?”

 

Lei spalancò i suoi occhioni verdi: “Perché me lo chiedi? In ogni caso, non sono particolarmente portata. Forse so cantare, un pochino…”

 

La bionda ghignò: “Perché qui, in questo club, teniamo particolarmente al teatro. Io stessa ero la vicepresidentessa del Drama Club al liceo. E facciamo uno spettacolo ogni estate. Qui tutti, per qualche strana coincidenza, sappiamo cantare e ballare. Kelsie è anche la nostra compositrice ufficiale. Non è vero, ragazze?”

 

Le altre la guardarono stranite: da quando Sharpay Evans si vantava così degli altri??

 

“Allora verrò a vedervi! Non vedo l’ora!” trillò allegramente Abby con un sorriso.

 

Sharpay alzò gli occhi al cielo, rituffandosi nel suo the freddo. Stava per scoppiare.

 

Ma in quel momento, arrivarono tutti i ragazzi.

 

Gabriella fissò Troy dritto negli occhi, ma lui, incredibilmente, evitò il suo sguardo, sedendosi dalla parte opposta a lei.

 

“Allora, che ne dite se andiamo a mangiare?” propose Ryan, l’unico che non doveva sentirsi troppo colpevole di qualcosa.

 

Taylor scosse la testa: “Scusate, ma io vado in camera. Ho mal di testa. A dopo.”

 

Si alzò dalla sdraio e si allontanò, senza nemmeno salutare Chad. Lui, dal canto suo, avvertiva un senso di fastidio alla bocca dello stomaco. Taylor era arrabbiata.

 

Kelsie la seguì poco dopo, e così Sharpay.

 

Gabriella rimase ultima, e siccome non aveva la minima voglia di passare altro tempo con loro, si tirò su dalla sdraio: “Neanche io ho fame. Ci vediamo.”

 

A testa bassa, si fece largo tra i ragazzi ed entrò nel country club, con una fitta all’altezza del cuore.

 

Stava per salire le scale, quando sentì chiamare il suo nome.

 

Si girò e vide Troy correrle incontro: “Gab, aspetta!”

 

La raggiunse e riprese un attimo fiato: “Perché sei andata via così?”

 

Lei sbuffò: “Secondo te?”

 

“I-io non riesco a capire, Gab.”

 

La mora allargò le braccia: “E’ il tuo comportamento, Troy! Ti ricordo che io, ho una settimana fa, ho detto al giudice che volevo vivere con mio padre per te! E adesso, arriva la prima ragazza svampita e tu cambi completamente! Le sei stato attorno tutta la mattina, Troy! Come credi che mi sia sentita? Ho visto come la guardavi, e ho anche visto che non hai avuto il coraggio di guardarmi negli occhi! Perché lo sapevi che era sbagliato, ma te ne sei fregato!”

“Non posso avere delle amiche, adesso? Eppure non fai queste storie quando sto con Taylor, o Sharpay, o Kelsie!” esclamò lui.

 

“Loro sono amiche mie, e non farebbero niente per farmi stare male. Loro hanno i loro ragazzi. E tu non guardi Taylor, Sharpay o Kelsie come hai guardato Abby. rispose Gabriella.

 

Troy la guardò scioccato: “E come l’avrei guardata, sentiamo.

 

“Come se fosse un bonbon al cioccolato. L’hai guardata come se non avessi mai visto una donna in vita tua. Con uno sguardo che diceva Cavoli, questa me la farei subito!”

 

Il castano si accigliò: “Sai benissimo che non è così.

 

Gabriella iniziò a salire i gradini, senza smettere di fissarlo: “No Troy, non lo so.

 

Gli diede le spalle e corse su, trattenendo le lacrime.

 

Troy diede un calcio ad una poltrona di pelle: “Dannazione!” ringhiò.

 

Perché, perché ogni volta che entrava in quel dannato country club, finiva sempre a litigare con Gabriella?!?

 

 

###

 

 

Chad bloccò Taylor contro il muro, chiudendola tra le sue braccia: “Adesso mi ascolti, Taylor. Smettila di fare la bambina testarda, per una volta.

 

Lei deglutì, rossa in viso. La sua vicinanza le faceva ancora quell’effetto: “Io non sono una bambina, tantomeno testarda!”

 

Il ragazzo rise, avvicinando ancora di più il viso al suo: “Oh, sì che lo sei. Ma sei anche estremamente intelligente, pungente e con uno spiccato senso dell’umorismo che fa concorrenza al mio. E poi sei bella.”

 

Il cuore della ragazza battè mille volte più forte: “Se credi che questo basti a farti perdonare, Chad Danforth, caschi male. Sono davvero arrabbiata con te.”

 

“Sbagli. O almeno, sbagli in parte. D’accordo, ho passato tutta la mattina a fare il cretino con Abby. Ma non puoi negare che sia davvero carina. Certo, non come te!” si affrettò ad aggiungere, notando lo sguardo della sua ragazza “Però lo sai che per una come lei non proverei mai niente. È come una cheerleader. A me invece piacciono le geniette…”

 

Posò le labbra sopra quelle di Taylor, che però si staccò dopo pochi secondi: “Stai barando, Chad…”

 

Lui rise: “Perdonami, Tay. Non posso pensare che sei arrabbiata con me. Sono troppo figo per meritarmi questo!”

 

Taylor cedette, e scoppiò a ridere: “Sei un cretino!”

 

Gli lanciò le braccia al collo e lo baciò con slancio, lui le prese la vita e la fece girare per la stanza, finchè non caddero sulla poltrona carica di magliette del ragazzo.

 

All’improvviso, qualcuno bussò alla porta.

 

Taylor sospirò, si alzò dalle ginocchia del suo ragazzo ed andò ad aprire: “Gabby! Che succede?” esclamò preoccupata, notando la sua amica in lacrime.

 

Gabriella entrò nella stanza e si sedette sul grande letto: “Ho litigato con Troy. E tutto per colpa di quella… quella… quell’oca!” gridò, lanciando una maglietta di Chad per terra.

 

“Ehi, ehi, calma!” esclamò il proprietario dell’indumento “Non è una tragedia, poi!”

“Oh, sta’ zitto!” inveì anche contro di lui, facendolo sobbalzare “Anche tu ti sei comportato esattamente come lui! Sempre dietro ai vostri ormoni! Non pensate ad altro!”

 

Taylor fece per replicare, quando qualcun altro bussò di nuovo alla porta.

 

“Chad, sono Troy. Ho bisogno di parlarti, apri per favore!”

 

Chad e Taylor si guardarono inorriditi; la ragazza prese Gabriella per un braccio –tappandole tra l’altro la bocca per impedirle di urlare- e la trascinò in bagno.

 

Quando Chad fu certo che si fossero ben chiuse, andò ad aprire: “Ehm… che è successo?”

 

Troy fece lo stesso percorso della sua ragazza, sedendosi sul letto: “Ho litigato con Gabriella. Tutto perché è gelosa di Abby. Dice che la guardo come se fosse un bonbon al cioccolato!”

 

L’amico alzò un sopracciglio: “Ho appena chiarito con Tay per lo stesso motivo. Ma… è vero?”

 

“No! Cioè, non del tutto! Va bene, non l’ho considerata, e non nego che Abby sia carina, e parecchio, ma io amo Gabriella! Non m’interessa lei, non so neanche perché ci sono stato tanto!” si difese il castano.

 

All’improvviso, si sentì un urlo furioso. I due amici si guardarono negli occhi ed affermarono all’unisono: “Sharpay.

 

Cinque secondi dopo, l’ennesima persona venne davanti alla sua porta: “Chad, ti chiedo asilo. sentirono esclamare dalla voce di Zeke “Sharpay è furente, l’hai sentita anche tu, no? Ho bisogno di aiuto!”

Il riccioluto sospirò, incredulo della piega che stava prendendo quella situazione, e lo fece entrare.

 

“Oh, ci sei anche tu, Troy! Problemi con Gabriella?” domandò il moretto.

 

“Indovinato…” sbuffò lui, stendendosi sul letto “Scommetto che la colpa è di Abby.

 

“Grande intuito. Pay non vuole ascoltarmi, mi ha accusato di essere un vile maschilista!” raccontò sconsolato.

 

“TAYYYYLOOOOOOR!” un altro urlo fece tremare i vetri delle finestre.

 

“Oh, merda!” si lasciò scappare Chad. Sharpay era scesa dalla sua suite rosa, e stava davanti alla porta!

 

“Presto, nascondetevi!” gridò ai due amici, che subito si lanciarono sotto il letto.

 

“Dov’è Tay, o Gabriella? Devo parlare con una donna, non con una sottospecie di ameba che usa il cervello più in basso!” ringhiò la bionda non appena vide Chad aprirle.

 

Lui quasi si spaventò per la sua furia, si dimenticò di Troy nascosto sotto il letto e rivelò: “Ehm… in bagno…”

 

Sharpay attraversò la stanza a grandi passi e spalancò la porta: “Quella deve morire!” gridò.

 

Taylor sussultò, mentre Gabriella le diede ragione, ed entrambe iniziarono ad urlare dolci epiteti ad Abby.

 

In quel momento, l’ex capitano dei Wildcats sgusciò da sotto al letto, incredulo di trovare lì la sua ragazza, subito seguito da Zeke.

 

Non appena le due cantanti li videro, cominciarono ad urlare loro addosso, che risposero più o meno a pieni polmoni.

 

Gli unici due non litiganti si scambiarono un’occhiata sconsolata.

 

“Dimmi che è un incubo…” mormorò Taylor.

 

“Lo vorrei tanto. Come facciamo a farli smettere?” domandò Chad, grattandosi la testa.

 

Ma una risposta non venne, anzi, la situazione peggiorò ulteriormente quando, dalla porta rimasta aperta, entrarono anche due litigiosi Kelsie e Jason.

 

Il riccioluto si battè una mano sulla fronte. Con il rumore che stavano facendo, si meravigliava che l’intero country club non si fosse risvegliato dalla sua pennichella post-pranzo.

 

“Chad, fai qualcosa!” implorò Taylor, tirandolo per una manica.

 

Lui la guardò con gli occhi sgranati: “E cosa?! Mi servirebbe un megafono solo per riuscire a parlare con loro!”

 

“CHE STA SUCCEDENDO QUI? NON VI SEMBRA DI ESAGERARE?!?” la voce tonante del signor Fulton li fece voltare entrambi.

 

“Problemi di coppie, signor Fulton. Non riusciamo a farli ragionare, e Sharpay non intende smettere di urlare. spiegò concisa e senza speranze Taylor.

 

Lui annuì: “C’è solo un rimedio per questo genere di cose. Ritorno tra un secondo.”

 

Andò al terzo piano, aprì una porta con il passepartout, prese ciò che gli serviva e ritornò nella camera dove si stava consumando quella tragedia.

 

“Anni e anni di esperienza in direzione di un country club. Non potete neanche immaginare quante volte ho usato questo metodo!” spiegò ai due ragazzi che lo guardavano attoniti.

 

Oltrepassando il gruppetto urlante, si recò in bagno e riempì il secchio che aveva preso di acqua fredda, gelata.

 

“Signor Danforth, signorina McKessie, allontanatevi.

 

I due non se lo fecero ripetere due volte e si appiccicarono contro il muro, il più lontano possibile da lui.

 

Il signor Fulton portò indietro il secchio, e con un solo e preciso lancio buttò tutta l’acqua addosso ai ragazzi.

 

Dopo lo splash, nella stanza cadde il silenzio. Le ragazze si guardarono i capelli e i vestiti fradici, incredule.

 

Sharpay scoccò un’occhiata di fuoco al signor Fulton: “Ma… ma… è matto, per caso?!

 

“Signorina Evans, soprassederò su questo avvenimento ed eviterò di riferirlo ai suoi genitori, che certo non ne sarebbero contenti. La pregherei inoltre di cercare di contenere la sua splendida voce, quando è arrabbiata, o perlomeno di sfogarsi lontano da qui, in modo da non disturbare i nostri clienti. Ed ora filate tutti nelle vostre camere, hop hop!” ordinò, ruotando la mano nel suo solito gesto.

 

Le tre coppie non osarono disobbedire e, seppur ancora in lotta, ritornarono tremanti e gocciolanti nelle loro camere.

 

 

 

Bene, bene. Che ne pensate di questa svolta?? Vi prego, non uccidetemi! Vi confesso che all’inizio volevo che Gabriella scegliesse di stare con sua madre e per questo poi litigasse con Troy eccetera. Poi però ho pensato che mi piaceva di più così! Sarà peggio o meglio?!?

 

Comunque, vi siete preoccupate un po’ per le prime battute del capitolo? Le ho scritte apposta, eheh!! Ah, e ho puntualizzato che la “new entry” Rebecca/Abby (che immagino avrà subito club contro di lei) è alta, perché tutte le ragazze di HSM sono basse!! Avete mai notato quanto Gabriella sia piccolina rispetto a Troy? E nemmeno lui è una pertica (179 cm di puro fascino, mie care!)

 

Ma ora meglio che passi ai ringraziamenti:

 

Armony_93: Eh no, Gabry ha scelto l’amore! Qui Chad e Taylor sono stati l’unica coppia “normale”, credo! Per quanto riguarda le tue fic, ho letto L’amore fisico e Ricordami (tutte Chaylor XDXD!) e devo farti i complimenti, perché scrivi davvero bene! Soprattutto Ricordami mi ha scioccata, mi hai ucciso Chaddino!! Un bacione, ti voglio bene

 

romanticgirl: sei stata l’unica ad azzeccarci! Beh, nessuno può negare che gli occhi d Troy siano belli (anche se molte mie amiche dicono che è strabico… uff…)! bacione tvb

 

ciokina14: deve decidere Gabriella perché il giudice crede che ormai sia matura per scegliere da sola, e perché in fondo il giudice è donna e non vuole dividere una coppia così bellina!! X3 Chissà… magari è proprio questa scelta il peggio, no? Guarda già cos’è successo!! Ma non aggiungo altro! Baci tvb

 

Tay_: “Fortunatamente” hai sbagliato… sì, lo so che sono diabolica!! Visto cosa ho combinato?? Ehehe… sì, mi hai dato l’idea giusta… magari lo faccio un seguito! Pieno di casini, d’accordo!! XDXD Ti farò adorare le Troyella!! Baci tvttb

 

Kikka93: grazie e benvenuta, allora spero che continuerai a recensire! Un bacione

 

 

 

Grazie ancora a tutte. Credo che aggiornerò sabato, perché poi parto per una settimana!!!

 

Baci baci a tutte e buone vacanze anche a voi!

 

 

Hypnotic

 

 

§§ Non c’era mai stato tanto silenzio in una tavolata dei Wildcat.

 

Ognuno mangiava senza dire una parola, lo sguardo fisso sul proprio piatto. L’unica a ridere, raramente, era Sharpay, a tavola con la sua famiglia e i suoi genitori.

 

Le pietanze scorrevano veloci, e nessuno fiatava nemmeno per chiedere la caraffa d’acqua.

 

Arrivarono così fino al dolce, momento in cui Chad mollò malamente la forchetta sul piatto e sbottò: “Sentite, adesso basta! Qualcuno dica qualcosa, o rischio d’impazzire!”

 

Martha e Taylor si scambiarono un’occhiata: di cosa avrebbero potuto parlare, nella situazione in cui erano? §§

 

 

 

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Capitolo 16
*** 16. Quanto fa male la gelosia... ***


16

16. Quanto fa male la gelosia...

 

Troy aprì furiosamente la porta ed entrò senza nemmeno dire una parola a Gabriella che lo seguiva, non che lei avesse tanta voglia di parlare.

 

Il ragazzo si tolse la maglietta fradicia e fece per gettarla, ma la voce glaciale della ragazza gli intimò: “Non ti azzardare a buttarla per terra.

 

Lui la guardò e ghignò: “Perché, altrimenti cosa fai? Ti fai venire una crisi isterica come quella di poco fa?!

 

Non ebbe il tempo di finire la frase, che dovette abbassarsi di scatto per evitare la scarpa che lei gli aveva tirato: “Sei un bastardo!” gridò.

 

Troy la prese per i polsi, evitando di essere così colpito dai suoi pugni, mentre le continuava ad urlare: “Se mi amassi veramente come dici non mi tratteresti come se fossi una pezza per pulirsi i piedi!”

 

Lui sbarrò gli occhi: “Gabriella, hai idea di tutto quello che ho affrontato per stare con te?!

 

“Balle! Sono tutte cretinate! Io sono quella che ha sofferto! Io quella che ti ha visto nel computer a dire che non ero importante, io ad aspettarti per ore mentre tu provavi con Sharpay la nostra canzone, io a tornare tutte le sante volte, io, io, sempre io!” strillò tra le lacrime Gabriella.

 

Il ragazzo, scioccato, abbassò le braccia, lasciandola libera: “Tu sei sempre rimasto ad aspettare, Troy. Non hai mai fatto sacrifici grandi come i miei. E vengo ricompensata così. Messa da parte per la nuova arrivata. Grazie, davvero.

 

“E’ questo che pensi, allora? Che io sia senza cuore, che non abbia mai fatto niente per te?” domandò lui a bassa voce.

 

La ragazza singhiozzò: “Sì, Troy. Adesso, sto pensando proprio questo.

 

Troy si allontanò da lei di qualche passo: “Bene. Allora, se ti faccio soffrire e faticare così tanto, tolgo il disturbo. Da ora non sarò più un peso per te. Ci vediamo.

 

Attraversò la stanza, ed uscì sbattendo la porta.

 

Gabriella rimase immobile nel bel mezzo della camera incasinata. Non era riuscita a fermarlo, l’aveva colta troppo di sorpresa. Non avrebbe voluto quella fine, non era sua intenzione lasciarlo. E invece, l’aveva lasciata lui, solo perché era stata gelosa. Troppo.

 

Si accasciò su se stessa e ricominciò a piangere.

 

 

###

 

 

Chad entrò nella camera a testa bassa: “Troy e Gabriella si sono lasciati.

 

Taylor, seduta sul letto a leggere un libro, alzò di scatto lo sguardo: “COSA?!?

 

Lui annuì: “L’ha lasciata Troy. Mi ha raccontato che Gabriella gli ha rivelato cosa pensa davvero di lui, ed ha deciso così. Dice che è meglio, perché non vuole essere un peso per lei. Adesso è giù nella palestra ad ammazzarsi di addominali.

 

“In che senso ‘cosa pensa davvero di lui’?”

 

Il riccioluto fece spallucce: “Gli ha detto che pensa che lui non abbia mai fatto niente per lei, e che lei sia sempre stata quella a soffrire e a farsi il culo per loro due.

 

“Chad!” lo rimproverò per la volgarità con cui si era espresso “Non posso credere che sia vero!”

 

Si alzò dal letto, uscì dalla sua camera ed andò a bussare qualche porta più in là: “Gabby, sono Tay… aprimi, per favore!”

 

Non udì alcuna risposta, così provò ad abbassare la maniglia, e fortunatamente questa aprì la porta.

 

“Gabriella?” la mora entrò nella stanza lentamente, cercando l’amica con lo sguardo.

 

L’ingresso era però vuoto; controllò in bagno, ma anche lì Gabriella non c’era.

 

-Ma dov’è finita?- pensò preoccupata. Non era da lei sparire in quel modo! Certo, non era da lei nemmeno arrabbiarsi così tanto…

 

Prese il cellulare dalla tasca dei pantaloncini e la chiamò.

 

Fu solamente al sesto squillo che l’amica rispose: “Tay… per favore, vorrei stare sola…”

 

“Volevo solo sapere come stavi. Mi hai fatto preoccupare!”

 

Mi dispiace… senti, magari vi raggiungo dopo in piscina, d’accordo?”

 

Taylor sospirò: “D’accordo. Ma non fare cretinate, okay?” la salutò e riattaccò.

 

Ritornò nella sua stanza, e si accovacciò sul letto vicino a Chad, intento a giocare con la Playstation portatile.

 

“Dov’è? Sta bene?” le domandò lui.

 

“Ha detto che vuole restare sola e che forse viene dopo in piscina. Però non so dove sia…”

 

Chad l’abbracciò: “Vedrai che passerà… quei due non sono fatti per stare lontani.

 

La ragazza appoggiò la testa al suo petto e chiuse gli occhi.

 

C’era un solo modo per risolvere tutta quella situazione: Abby doveva andarsene.

 

 

###

 

 

Sharpay affondò maggiormente la cannuccia rosa nel suo bicchiere di the ricolmo di ghiaccio.

 

Non ne poteva più. Quell’ochetta senza cervello di Rebecca stava parlando senza sosta, di cose inutili come la sua vita ed i suoi viaggi. Cosa voleva che le importasse?!

 

-Fosse per me, saresti già morta, mia cara…- pensò feroce, bevendo un sorso. La rabbia di poche ore prima non era ancora sparita, anzi.

 

“…e di sicuro una delle città che più mi piace è Parigi! Tu ci sei mai stata, Kelsie?”

 

La pianista si riscosse in quel momento: “Eh? Ah, no, mai…”

 

Abby fece spallucce: “Oh, che peccato, non sai che meraviglia ti perdi! Ehi, Gabriella, eccoti qui! Ero preoccupata che non venissi più!”

 

Tutte le ragazze si voltarono sorprese verso la loro amica, che lentamente avanzava verso di loro.

 

“Tesoro, stai bene?” le mormorò Taylor quando le si sedette vicina.

 

Gabriella fece un sorriso triste e semplicemente annuì.

 

La rossa le si avvicinò allegra: “Sai, non l’avevo notata prima, ma tu hai una collana davvero carina! È una T… ma… è la T di Troy?”

 

La mora portò automaticamente la mano la ciondolo, e confermò con un cenno del capo.

 

Abby sgranò gli occhi: “Ooh! Ma allora voi due state insieme!”

Gabriella sentì gli occhi riempirsi di lacrime, voltò il viso verso il terreno per non farsi vedere dalle altre.

 

“Sarete davvero carini insieme! Sapete, io non ce l’ho un ragazzo adesso! Prima l’ho avuto, certo, ed è stato davvero romantico e…” la sua ‘nemica’ riprese a parlare, ma lei non le dava più ascolto.

 

Alzò lo sguardo, e scorse tutti i ragazzi seduti a bordo piscina. Anche lui, che rideva come sempre.

 

Avvertì una fitta al cuore, e dovette lottare con tutte le sue forze per non piangere.

 

Qualcuno le toccò una spalla, rialzò gli occhi e vide Sharpay che le sorrideva dolcemente, in un modo che non aveva mai fatto con lei.

 

“Passerà…” le sussurrò “Tornerà tutto come prima. Appena trovo il modo di ucciderla!”

 

Gabriella rise di cuore per quella battuta, e scacciò le lacrime.

 

Il Sole lentamente si nascose dietro l’orizzonte, e la piscina rimase illuminata solo dalla luce artificiale.

 

Tutti si alzarono, per andare a prepararsi per la cena. Gabriella si accodò a Chad e Taylor, temendo di poter rimanere sola con Troy.

 

Sharpay, invece, intercettò subito Fulton e lo fermò: “Faccia in modo che quella Rebecca non sieda né al mio tavolo né a quello degli altri! Anzi, la ficchi nell’angolo più lontano! Sono stata chiara?!?

 

Il responsabile del club si riaggiustò gli occhiali: “T-trasparente, signorina Evans.

 

Lei sorrise soddisfatta, girò sui tacchi e andò a prepararsi.

 

 

###

 

 

Non c’era mai stato tanto silenzio in una tavolata dei Wildcat.

 

Ognuno mangiava senza dire una parola, lo sguardo fisso sul proprio piatto. L’unica a ridere, raramente, era Sharpay, a tavola con la sua famiglia e i suoi genitori.

 

Le pietanze scorrevano veloci, e nessuno fiatava nemmeno per chiedere la caraffa d’acqua.

 

Arrivarono così fino al dolce, momento in cui Chad mollò malamente la forchetta sul piatto e sbottò: “Sentite, adesso basta! Qualcuno dica qualcosa, o rischio d’impazzire!”

 

Martha e Taylor si scambiarono un’occhiata: di cosa avrebbero potuto parlare, nella situazione in cui erano?

 

“Ehm… come la mettiamo con il Talent Show?” tentò Kelsie titubante “Volete ancora farlo?”

 

Nessuno fiatò; la compositrice guardò prima Gabriella e poi Troy, ma entrambi fissavano il loro bicchiere d’acqua.

 

Ci rinunciò, e continuarono in silenzio. La sala si svuotò pian piano, e all’improvviso Abby piombò tra di loro: “Ottima cena, vero? Ora, chi ha voglia di giocare a Monopoli?!

 

Gabriella si allontanò dal tavolo, strisciando la sedia a terra: “Giocate voi.

 

Corse via dalla sala da pranzo, corse senza guardare dove stava andando, si fermò solo quando ebbe bisogno di riprendere fiato.

 

E trasalì. Ancora, di nuovo, quel maledetto ponte. Non l’aveva fatto apposta, erano state le sue gambe a portarla lì.

 

Si prese la testa tra le mani, scivolando contro la balaustrata in ferro battuto. Il cuore le faceva così male che quasi non riusciva a respirare.

 

Iniziò a piangere, ma senza singhiozzi. Semplicemente lacrime che le correvano lungo le guance, con in sottofondo il dolce rumore della fontana.

 

Prese il cellulare dalla tasca, guardò le foto che si scattavano tutti i giorni, ricordi le assalirono la memoria.

 

E cominciò a cantare, a bassa voce: “These feeling’s like no other, I want you to know I’ve never had someone that knows me like you do, the way you do… I’ve never had someone as good for me as you, no one like you… so lonely before, I finally found what I’ve been looking for…”

 

 

 

 

 

Va bene, l’ho fatto. Ho diviso Troy e Gabriella, nooo!! Sono sconvolta da me stessa, non è un buon segno XD.

Comunque, credo che abbiate riconosciuto tutte la canzone che canta Gabby alla fine, ma per coloro che non l’hanno fatto rammento che è What I’ve been looking for di HSM 1.

 

Bene, ora passo a ringraziare per i commenti sempre piacevoli e da me adorati:

 

kikka93:  ehm… coppia appena scoppiata!! Sono molto sorry… XD Rebecca a me sta simpatica, invece: un po’ logorroica, del tutto svampita… per lei mi sono ispirata a Giselle, la protagonista di “Come d’incanto”! non trovi che un po’ ci assomigli?? bacioni

 

Titty90: prego, per le iscrizioni al club Anti-Rebecca rivolgersi a te, vero?!? X3 Tranquilla, ti perdono sempre! Fulton E’ un mito!! Bacio, ti voglio bene

 

ciokina14: wow, che effetto che ha su di te la povera Rebecca… non so cosa farai dopo aver letto questo capitolo!! Baci tvb

 

romanticgirl: non ci sono miei storie senza problemi: e infatti ecco cos’è successo tra Troy e Gabry… io l’ho usato, il metodo di Fulton: al posto del secchio ho usato dei cubetti di ghiaccio, ma siamo lì, giusto? baci

 

ciaiciai: ciao! È la prima volta che recensisci me, vero? Però ho visto che hai recensito anche Verba Volant, Scripta Manent della mia sister Izayoi007 nella sezione di TMM! Sono contenta che sei passata anche da me, spero di rivederti!! Grazie di tutto, baci.

 

Armony_93: aah, c’era Chaylor, ecco perché eri così felice! Prego, le tue fic erano davvero belle! Spero di leggerne altre così (anche se tu propendi per le Tropay e io nn le posso sopportare XDXD). Io combino spesso casini, my darling! Ma così la fic è più avvincente, no?? Bacioni!

 

Tay_: i know, era mia intenzione farvi spaventare!! Sorry X3 Abby è già guardata a vista dai marines per scongiurare la sua morte XDXD Bacio

 

 

Questo è l’ultimo aggiornamento di giugno, visto che domani parto e sto via una settimana!! Ci risentiamo a luglio, spero proprio di ritrovarvi tutte quante! Già, vi lascio con questo dubbio: cosa succederà adesso tra Troy e Gabriella?!?

 

Ah, e vi do anche un consiglio pazzo: compratevi i libri di HSM! Io ho preso i numeri 1, 2 e 4 ed ho scoperto un sacco di cose interessanti! Per esempio: qualcuno di voi sapeva che Sharpay è un’esperta cavallerizza?!?

 

Un bacione forte ed un abbraccio

 

La vostra

 

Hypnotic Poison

 

 

 

§§ Sbuffò: “Chad, ti ho raccontato quello che mi ha detto. Se sono un peso, meglio così! Credimi, l’ho fatto solo per lei.

 

Chad gli si avvicinò, spazientito: “Troy, eravate arrabbiati tutti e due, lo sai benissimo. Il fatto è che tu hai un orgoglio troppo smisurato per poter ammettere determinate cose. Forse Gabriella si è dimostrata eccessivamente gelosa, però perché tutti noi abbiamo fatto pace e solo voi due no?”

 

Troy allargò le braccia: “Senti, Chad, è andata così, va bene? È sempre stato tutto… complicato! Se un motivo c’è, è semplicemente quello che non siamo fatti per stare insieme, dopotutto. E siccome so che le colpe sono sempre state mie, mi faccio da parte.

 

L’amico gli si piantò davanti, fissandolo dritto negli occhi: “Dimmi che non la ami più.

 

Troy si riconcentrò sul canestro e si preparò a tirare, ma in quel momento arrivò Taylor di corsa: “Ragazzi…” ansimò “Gabriella è tornata a casa. §§

 

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Capitolo 17
*** 17. Sono nata per renderti felice... ***


17

17. Sono nata per renderti felice

 

Troy si rigirò nel letto, senza riuscire a prendere sonno.

 

Allungò una mano e premette un tasto della sveglia: l’ora 1.45 fu proiettata sul soffitto.

 

Gabriella non era ancora tornata. Era sparita tre ore e mezza prima, a fine cena, e nessuno l’aveva più vista.

 

E lui era terribilmente preoccupato; temeva che avesse fatto qualcosa di sbagliato, forse per colpa sua.

 

Si era pentito di quello che aveva fatto, non aveva ragionato, ma le parole della ragazza lo avevano ferito nel profondo.

 

Sbuffò, si tirò a sedere ed accese la luce. Decise di andare a cercarla.

 

S’infilò una maglietta dei Wildcats, dei pantaloni di una tuta ed uscì dalla stanza.

 

Ma non appena ebbe raggiunto le scale, notò che Gabriella le stava salendo proprio in quel momento.

 

Lei trasalì, del tutto impreparata a trovarselo di fronte, perdipiù a quell’ora: “Che… che ci fai qui?”

 

Lui fece un gesto vago con la mano, imbarazzato: “Stavo venendo a cercarti. Non arrivavi più, ero preoccupato.

 

La mora evitò di specchiarsi nei suoi occhi azzurri: “Da quando ti preoccupi per me?”

 

Troy scosse la testa e ritornò sui suoi passi: “Me ne vado a letto… sono troppo stanco per rispondere a domande così stupide…”

 

Aprì la porta, si tolse la maglietta e si buttò di peso sul letto.

 

Gabriella lo seguì in silenzio, non potendosi trattenere dal lanciare un’occhiata veloce alla sua schiena muscolosa e perfetta.

 

Si diede mentalmente della stupida, e afferrò due cuscini dalla poltrona, gli asciugamani dal bagno e i libri che si era portata, e iniziò ad ammucchiarli sul letto.

 

Il ragazzo la osservò stupito: “Che stai facendo?!?

 

Lei mise tutti gli oggetti in fila, nel bel mezzo del materasso: “Questa è la mia parte, quella la tua.

 

-Così non si ripeterà lo scherzo di ogni notte!- pensò, ricordandosi di quando, tutte le mattine, si svegliava abbracciata a lui.

 

Troy rimase in silenzio qualche secondo, poi scoppiò a ridere: “Cos’è, hai paura di me?”

 

La mora non rispose, si limitò a togliersi il vestito, indossare il pigiama e infilarsi sotto le coperte.

 

“Buonanotte, Bolton.” salutò spegnendo la luce.

 

Lui fece una smorfia nell’oscurità: “’Notte, Montez.

 

 

###

 

 

“Da uno a dieci, quanto sei cretino, fratello?”

 

Troy prese la palla che Chad gli aveva lanciato: “Che cosa vuoi dire?”

 

L’amico si fermò, le mani sui fianchi: “Esattamente questo. Sei un cretino.”

 

Il castano tirò la palla verso il canestro; questa rimbalzò sul tabellone, fece un giro sul bordo del cesto e cadde a terra.

 

“Vedi, anche il canestro mi dà ragione.” commentò Chad, prendendola a ridandogliela.

 

Troy cominciò a giocherellarci: “Ti riferisci a Gabriella?”

 

L’altro alzò gli occhi al cielo: “E a chi, sennò? Lo vedi che sei cretino? Ascolta, Gabriella è bella, simpatica, intelligente, pazza di te, e tu che fai? La lasci!”

 

“Allora perché non ti ci metti tu con lei?!” Troy riprovò a fare punto, ma anche questa volta fallì.

 

“Non è questo il problema, amico. Il problema è che tu te la sei fatta scappare. E non riesci nemmeno a fare a meno di lei! Guardati, ti sei messo addirittura i calzini diversi!”

Il castano abbassò gli occhi sulle scarpe, ed effettivamente notò che la calza destra aveva una riga rossa, mentre quella sinistra una riga verde.

 

Sbuffò: “Chad, ti ho raccontato quello che mi ha detto. Se sono un peso, meglio così! Credimi, l’ho fatto solo per lei.

 

Chad gli si avvicinò, spazientito: “Troy, eravate arrabbiati tutti e due, lo sai benissimo. Il fatto è che tu hai un orgoglio troppo smisurato per poter ammettere determinate cose. Forse Gabriella si è dimostrata eccessivamente gelosa, però perché tutti noi abbiamo fatto pace e solo voi due no?”

 

Troy allargò le braccia: “Senti, Chad, è andata così, va bene? È sempre stato tutto… complicato! Se un motivo c’è, è semplicemente quello che non siamo fatti per stare insieme, dopotutto. E siccome so che le colpe sono sempre state mie, mi faccio da parte.

 

L’amico gli si piantò davanti, fissandolo dritto negli occhi: “Dimmi che non la ami più.

 

“E’ proprio perché la amo che l’ho lasciata.

 

Il riccioluto scosse la testa: “Per favore, fratello, risparmiati queste scene shakespiriane! Sappiamo benissimo entrambi che non resisterai per molto. incrociò le braccia con fare scettico “Ti conosco abbastanza bene per sapere che, presto o tardi, cadrai in ginocchio cantandole che non puoi vivere senza di lei.”

 

Troy si riconcentrò sul canestro e si preparò a tirare, ma in quel momento arrivò Taylor di corsa: “Ragazzi…” ansimò “Gabriella è tornata a casa.

 

 

###

 

 

Gabriella si chiuse la porta alle spalle.

 

La casa era vuota e silenziosa, suo padre era probabilmente ancora al lavoro.

 

Aveva resistito tre giorni, vicino a lui, e poi non ce l’aveva piu fatta. Era scappata, come una codarda…

 

La tormentava il pensiero di essersi arresa ad Abby. Non appena Sharpay lo avrebbe saputo, si sarebbe arrabbiata da morire!

 

Prese la sua valigia e salì le scale, chiudendosi in camera sua. Si sentì finalmente accolta e protetta, dopo tanto tempo.

 

Si diresse allo stereo, lo accese e lo sintonizzò sulla sua stazione preferita, sedendosi poi sul letto.

 

Oh my love

 

Sentì, dopo qualche sketch pubblicitario, le note di una canzone che conosceva bene. E le venne quasi da sorridere.

 

I'm sitting here alone up in my room
And thinking about the times that we've been through (oh my love)

 

Scosse la testa, ed unì la sua voce a quella della cantante.

 

I'm looking at a picture in my hand
Trying my best to understand

Prese dal suo comodino una cornice, con dentro una foto che ritraeva lei e Troy alla festa di compleanno di Sharpay: il ragazzo la stava abbracciando da dietro, e aveva poggiato la guancia contro la sua. La sfiorò con un dito, continuando a cantare.

 

I really want to know what we did wrong
With a love that felt so strong

Avrebbe davvero voluto sapere perchè la loro storia era finita in quel modo. Perché il sentimento che entrambi provavano non era bastato a tenerli uniti.

 

If only you were here tonight
I know that we could make it right

 

Se soltanto non fosse scappata, se soltanto Troy fosse stato lì con lei, forse avrebbero potuto chiarire tutto, e ritornare insieme.
 
I don't know how to live without your love
I was born to make you happy

 

Iniziò a piangere senza quasi rendersene conto. Il suo cuore era spezzato, forse la sua intera vita lo era. Si sentiva come se non fosse più in grado di vivere senza di lui.


'Cause you're the only one within my heart
I was born to make you happy

 

Perchè sapeva che non ci sarebbe stato nessun’altro dopo Troy. Nessuno sarebbe stato in grado di farle provare le stesse emozioni che lui le aveva regalato.

 
Always and forever you and me
That's the way our life should be

 

Aveva sempre pensato che sarebbero rimasti insieme per sempre. Sapeva che era un sogno da bambina, ma era il suo sogno. Vivere per sempre, innamorata persa, con lui.


I don't know how to live without your love
I was born to make you happy

 

Asciugò una lacrima caduta sul vetro della cornice. Da quel giorno sarebbe stato tutto più difficile, senza Troy.

I know I've been a fool since you've been gone
I'd better give it up and carry on (oh my love)

 

Era stata una stupida a scappare, dopo la loro rottura. Era stata una stupida anche nei due giorni in cui era rimasta a Lava Spring: non aveva parlato con nessuno, aveva mangiato pochissimo, era sempre stata scorbutica. Era andata via solo perché doveva dimenticarlo, e andare avanti.


'Cause living in a dream of you and me
Is not the way my life should be

 

Perchè non voleva vivere nel sogno ormai impossibile di loro due. Non era fatta per vivere d’illusioni, no. Servivano solo a distruggere le persone. Lei voleva vivere la realtà, anche se troppo dura da sopportare.


I don't want to cry a tear for you
So forgive me if I do

 

Cercò di frenare le lacrime che imperterrite scorrevano lungo le sue guance. Non avrebbe voluto piangere più per lui, che tanto l’aveva fatto soffrire, ma non ci riusciva.


If only you were here tonight
I know that we could make it right

 

Nascose il volto tra le ginocchia, soffocando lacrime e parole contro la pelle.

I don't know how to live without your love
I was born to make you happy

 

-Non ce la faccio senza di te…- pensò, continuando a cantare tra i singhiozzi.


'Cause you're the only one within my heart
I was born to make you happy

 

Invidiava così tanto Taylor, in quel momento. Lei aveva fatto pace con Chad, era felice. Invece lei teneva nel cuore il ragazzo che l’aveva lasciata perché era stata gelosa, e aveva detto parole in cui non credeva.


Always and forever you and me
That's the way our life should be
I don't know how to live without your love
I was born to make you happy

-Sono nata per renderti felice, Troy… perché non lo capisci?!?-


I'd do anything, I'd give you my world
I'd wait forever, to be your girl

 

Si alzò dal letto, passandosi le mani sulle guance per asciugarle. Guardò fuori dalla finestra: il Sole stava tramontando lentamente, portandosi via la luce. La notte le faceva paura, ora che non c’era lui accanto a lei. Ma l’avrebbe aspettato, per sempre.


Just call out my name, and I will be there
Just to show you how much I care

I was born to make you happy

Era colpa sua, e lei era pronta a perdonarlo per tutto. Pronta a rituffarsi tra le sue braccia, a sentire il suo sapore sulle labbra, ad amarlo con tutta sé stessa. Avrebbe aspettato fino al suo richiamo, e sarebbe ritornata subito.

 

I don't know how to live without your love
I was born to make you happy
'Cause you're the only one within my heart
I was born to make you happy
Always and forever you and me
That's the way our life should be

 

Cantò con tutto il cuore e tutta la voce che aveva le ultime strofe, guardando il Sole scendere e le stelle spuntare nel cielo azzurro. Lei e Troy per sempre, era così che doveva andare la loro vita.


I don't know how to live without your love
I was born to make you happy

I was born to make you happy

Always and forever you and me
That's the way our life should be

I don't know how to live without your love
I was born to make you happy

 

La musica lentamente svanì, e lei spense lo stereo, proprio mentre sentiva la macchina di suo padre fermarsi sul vialetto.

 

Cercò di ricomporsi davanti allo specchio, cancellando con le dita le tracce del trucco colato, poi scese le scale.

 

-Sono nata per renderti felice, Troy… e quando mi rivorrai, tornerò subito da te…-

 

 

 

 

 

 

Eccomi qui, tornata ed abbronzata!! Vi sono mancata?! XD

 

Bene, la canzone che canta Gabriella è Born to make you happy di Britney Spears, che io ritengo una delle più belle che abbia mai cantato.

 

Siete più rilassate, adesso che si è aperta una prospettiva per far ritornare insieme quei due? Dovete solo aspettare il prossimo capitolo per vedere cosa succederà..

 

Grazie a:

 

armony_93: ti faccio un ringraziamento speciale perché il tuo commento è il numero 100! Ehi, Troy non è un babbuino! I babbuini sono brutti, lui è meraviglioso!! Io invece sono profondamente Troyella.. ed infatti ho già letto la tua Batticuore. Quando la aggiorni?? E mi metti un po’  più di Troyella come faccio io per te con Chaylor?? Grazie perché i tuoi commenti mi fanno sempre ridere! Baci, la tua combina-disastri personale!

 

kikka93: ci sono buone possibilità che tornino insieme, ma non te lo posso svelare!! Dai, ti anticipo che io adoro Troyella, quindi…! La storia deve appassionare, altrimenti è solo una brodaglia di parole senza senso! Un bacio

 

Heilig fur Immer: ohilà, sei tornata! Sono contenta! Davvero ti sei commossa?? Bene, ho colto nel segno! Un bacione grande, non sparire più che poi mi manchi!

 

Titty90: tu deve recensire me!! Tu essere Colei che mi ha aperto la strada alle fic di HSM!! E comunque, non vale, tu adesso sai già tutto. Mi hai comprata (con una fic che tra l’altro finisce male. Sgrunf.)!!! Però ti voglio bene lo stesso, tanto. Bacione.

 

romanticgirl: eeeh, chissà…ho già svelato abbastanza!! Pazienza, sorella, pazienza.. XDXD baci

 

ciokina14: a quanto ammonta la taglia per Rebecca?!? X3 Beh, meglio un po’ gelosi che troppo accomodanti, dopo le persone ti scappano più facilmente. E Troy è stato più cattivo in HSM2, secondo me. Anche se tra i due è il film che preferisco! XD Kiss

 

Tay_: si, forse sto impazzendo… mi sono anche venute altre idee un po’ strane..,beh, si vedrà!! Sono contenta che in questa fic tifi Troyella!! Tanti baci, tvttb

 

Satine93: ciao! Sono contenta di avere una nuova commentatrice!! Tornerai, vero?? Baci

 

 

 

 

Un bacione grande anche alla mia sister Izayoi007 che, benchè sotto ricatto, ha commentato almeno I miei regali di Natale.

 

Con questo concludo, e vado a leggere gli ultimi aggiornamenti! Baci a tutte

 

Hypnotic Poison

 

 

§§ Troy sedeva sul palco dove ogni anno si teneva il Talent Show, e lanciava pezzi di pane a degli uccellini un po’ nottambuli.

 

Aveva un chiodo fisso in testa: Gabriella. Gabriella che era tornata a casa, Gabriella che non era lì con loro, Gabriella che molto probabilmente era andata via per colpa sua. Di nuovo.

 

Strappò un pezzo più grande e lo lanciò lontano, con rabbia.

 

“Rischi di ucciderli, così, quegli uccellini. si girò di scatto e vide Sharpay, a braccia conserte, avanzare verso di lui.

 

“Ciao, Sharpay…” la salutò con poca convinzione “Ti serve qualcosa?”

 

La bionda gli si sedette accanto con un sorriso: “Oh, no. A te serve qualcosa. Anzi, qualcuno.

 

Troy sbuffò scocciato: “Senti, se sei venuta per farmi anche tu una predica su Gabriella, ti avverto che non è il momento giusto. §§

 

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Capitolo 18
*** 18. Non andrò a casa senza di te ***


18

18. Non andrò a casa senza di te

 

Il signor Montez girò la chiave nella toppa ed entrò nella sua nuova casa.

 

“Ciao papà!” lo salutò allegra Gabriella, scendendo le scale.

 

Lui la guardò stupito: “Tesoro! Che ci fai qui? Non dovevi tornare solo a fine estate?”

 

La figlia fece spallucce: “Ho deciso di passare un po’ di tempo a casa…”

 

Il padre posò la valigetta per terra: “Cos’è successo?”

 

La mora sgranò gli occhi, con un tuffo al cuore: “Niente, papà! Perché?”

 

“Non saresti mai tornata a casa, avendo la possibilità di passare l’intera estate con i tuoi amici. Forza, confidati con il tuo vecchio. Hai forse litigato con Troy?”

 

Gabriella trasalì, ma scosse convinta la testa: “Assolutamente! Solo che…” cercò il più in fretta possibile una scusa decente “Beh, dopo quello che hai fatto per me non mi sembrava giusto lasciarti solo tutta l’estate! Così ho pensato di venirti a trovare…”

 

Il signor Montez la guardò un po’ scettico, poi però sorrise: “Grazie, tesoro. È un pensiero davvero gentile. Allora che ne dici se andiamo a cena fuori?”

 

 

###

 

 

Troy sedeva sul palco dove ogni anno si teneva il Talent Show, e lanciava pezzi di pane a degli uccellini un po’ nottambuli.

 

Aveva un chiodo fisso in testa: Gabriella. Gabriella che era tornata a casa, Gabriella che non era lì con loro, Gabriella che molto probabilmente era andata via per colpa sua. Di nuovo.

 

Strappò un pezzo più grande e lo lanciò lontano, con rabbia.

 

“Rischi di ucciderli, così, quegli uccellini.” si girò di scatto e vide Sharpay, a braccia conserte, avanzare verso di lui.

 

“Ciao, Sharpay…” la salutò con poca convinzione “Ti serve qualcosa?”

 

La bionda gli si sedette accanto con un sorriso: “Oh, no. A te serve qualcosa. Anzi, qualcuno.”

 

Troy sbuffò scocciato: “Senti, se sei venuta per farmi anche tu una predica su Gabriella, ti avverto che non è il momento giusto.”

 

“Ma io non sono venuta per una predica. Sono venuta per un…consiglio.” seguì un attimo di silenzio, e poi lei riprese: “Troy… te lo ricordi quel film che abbiamo visto tutti insieme a casa di Gabriella, due settimane prima degli esami?”

 

Il ragazzo scosse la testa: “Non credo di averlo guardato molto. Sai… ero un po’ impegnato!”

 

Sharpay rise, e continuò: “Non voglio sapere! Comunque, in quel film c’era una canzone molto bella, e vuoi sapere cosa diceva?”

 

“Tanto me lo diresti lo stesso.”

 

Senza amore la vita è come le stagioni senza l’estate, come il rock ‘n roll senza batteria. Senza amore la vita è come un ritmo che non puoi seguire, come Doris Day al teatro Apollo.

Senza amore la vita è come una festa a cui non siamo invitati, come avere il mio grande debutto con la laringite.” la bionda gli diede una scherzosa spinta, e lui rise.

 

E’ come una settimana di soli lunedì, come avere solo ghiaccioli e niente gelati, come un cerchio senza centro, come una porta con su scritto ‘non entrare’. Così sarà la tua vita se non ti vai a riprendere Gabriella.”

 

Troy rimase in silenzio, guardandosi le mani intrecciate, perso nei suoi pensieri.

 

“Lo sai che è la cosa giusta. E io so anche che lei non aspetta altro.” Sharpay gli mise una mano su una spalla e gli sorrise “Muoviti, Bolton. Il mondo aspetta solo me, non te!”

 

Il ragazzo scoppiò a ridere, e la guardò: “Grazie, Sharpay.”

 

Lei gli fece l’occhiolino: “A buon rendere!”

 

Il castano saltò giù dal palco e si avviò verso il club, ma si fermò e si girò verso di lei: “Sai una cosa? Zeke ha fatto proprio bene ad innamorarsi di te. Buonanotte!”

 

La ragazza lo salutò con un gesto del capo, poi si rilassò a fissare le stelle.

 

 

###

 

 

Troy corse nel parcheggio e salì sulla sua macchina.

 

Infilò la chiave e la girò, facendo rombare il motore. Ma l’auto non partì.

 

-Forza, forza!- pensò arrabbiato, riprovando. Anche questa volta, però, tutto rimase fermo.

 

“Accidenti!” sbottò, battendo le mani sul volante. Era rimasto senza benzina.

 

Si passò una mano tra i capelli biondo cenere: proprio in quel momento doveva rimanere a secco??

 

All’improvviso, guardò distrattamente nel sedile posteriore, e qualcosa catturò la sua attenzione.

 

Si sporse dal sedile e afferrò ciò che lo aveva distratto: Mister Momo, l’orsetto di peluche di Gabriella. Gliel’aveva regalato proprio lui, per uno dei loro ‘mesiversari’. Quando l’aveva visto in vetrina, così beige e col musetto simpatico, aveva pensato subito a lei e gliel’aveva comprato. E da quel momento, la ragazza non aveva mai smesso di portarselo dietro.

 

“Come ci sei finito tu qui, eh?” gli chiese, guardandolo negli occhi neri di plastica.

 

Con un sospiro, scese dall’auto e filò alla reception, dove sperava avrebbe trovato la persona che gli serviva.

 

“Signor Fulton!” gridò fermandolo quando lo vide al banco “Ho bisogno di benzina!”

 

L’uomo lo squadrò, soffermandosi sul pupazzo stretto nelle sue mani: “Signor Bolton, cosa le serve della benzina alle undici e mezza di sera?”

 

“Per l’auto, no? Sono rimasto a secco, e devo tornare in città! Per favore!”

 

Fulton sospirò: “Va bene. Vediamo cosa possiamo fare.”

 

Dieci minuti dopo, Troy stava sfrecciando per le strade buie tra le montagne, ben al di sopra dei limiti di velocità. Confidava che a quell’ora ci fossero ben pochi poliziotti, visto anche il luogo.

 

Lanciò un’occhiata all’orologio digitale sul cruscotto, che segnava le undici e tre quarti. Sarebbe arrivato ad Albuquerque in mezz’ora, a quell’andatura. Effettivamente, presentarsi a casa di Gabriella a quell’ora sarebbe stato un po’ sconveniente, ora che abitava con suo padre, ma lui avrebbe utilizzato il solito, vecchio trucco del balcone.

 

Premette ancora sull’acceleratore, inserendo gli abbaglianti.

 

-Aspettami, Gabby… sto venendo a prenderti…-

 

 

###

 

 

Gabriella si versò un bicchiere d’acqua fresca, e già con il pigiama andò a salutare suo papà, seduto in salotto a guardare il notiziario sportivo.

 

“Buonanotte, papà. Si è fatto tardi!”

 

Il signor Montez si girò con un sorriso: “Buonanotte, tesoro. Ah, senti, domattina esco presto, devo finire alcune pratiche per il nuovo studio. Conto sul fatto che pranziamo insieme, vero?”

 

Anche lei sorrise: “Certo, papi. A domani.”

 

Salì lentamente le scale, e si chiuse in camera sua con un giro di chiave. Le sembrò di sentire un’auto che si fermava poco lontano, ma scosse la testa.

 

-Che stupida che sono…- pensò con un sorriso triste –Per un attimo ho pensato che fosse Troy..-

 

Appoggiò il bicchiere sul comodino e s’infilo sotto le coperte.

 

Sbuffò arrabbiata: si era dimenticata chissà dove il suo peluche. Lo stringeva sempre quando era triste, o aveva bisogno di un po’ di calore. Ma le avrebbe solo ricordato Troy, quindi forse aveva fatto bene.

 

Spense la luce e chiuse gli occhi, cercando di dormire, visto il sonno scarso delle notti precedenti, causato dalla scomodità di dormire con degli asciugamani e dei libri di fianco.

 

Ma ad illuminare la stanza buia arrivò la luce intermittente del cellulare. Lo cercò a tastoni, e rispose senza nemmeno guardare il numero: “Pronto?”

 

Se ti dicessi che sono un cretino che ha sbagliato tutto ma che non può fare a meno di te, cosa risponderesti?”

 

Gabriella scattò a sedere: “Troy…” mormorò mentre gli occhi le si riempivano di lacrime.

 

“Posso, Gabby?”

 

Lei si accigliò, con il cuore che batteva a mille: “Che vuoi dire?”

 

All’improvviso, sentì qualcosa picchiettare contro il vetro della finestra; alzò la testa di scatto, e lo vide lì, sul balcone, con il cellulare in mano.

 

Le si mozzò il respiro, e corse ad aprire: “Co-cosa ci fai qui?”

 

“Ti prego, perdonami se puoi, Gabby. Non ho fatto una cosa sola giusta, se non innamorarmi di te. La persona più speciale che abbia mai conosciuto, che mi fa sentire davvero me stesso.” snocciolò Troy senza quasi respirare, poi le prese il viso tra le mani “Non ce la faccio a stare senza di te, Gabriella.”

 

La ragazza rimase zitta, fissandolo negli occhi.

 

Troy s’inginocchio e prese qualcosa da terra, sorridendo: “E neanche Mister Momo può stare senza di te.”

 

Gabriella sorrise e afferrò il peluche: “Ce l’avevi tu…”

 

“L’avevi lasciato in auto.”

 

Accarezzò lentamente le orecchiette morbide del pupazzo, ricordando il giorno in cui l’aveva scartato.

 

Il ragazzo le sollevò il viso dal mento: “Ti scongiuro, Gab… torna da me, torna a casa con me.”

 

Lei gli sfiorò una guancia, ripensando alla melodia del pomeriggio: -Non so come vivere senza il tuo amore… sono nata per renderti felice…-

 

Ma proprio in quel momento, un’altra melodia si diffuse da una macchina che passava lentamente nella strada sotto di loro: “It’s not over tonight, just give me one more chance to make it right, I may not make it through the night, I won’t go home without you.

 

Troy sorrise: “L’ultima possibilità, Gab. Tanto a casa senza di te non ci vado.”

 

Gabriella lo abbracciò di scatto, posando la testa contro il suo petto: “Non lasciarmi mai più, Troy Bolton.”

 

Il suo sorriso crebbe, poi le prese il viso tra le mani e la baciò.

 

Senza staccarsi dalle sue labbra, la mora arretrò di qualche passo, portandoli all’interno della sua camera.

 

Troy sorrise malizioso: “Non è che tuo padre ci sente?”

 

Lei, per tutta risposta, iniziò a sbottonargli la camicia bianca che indossava: “Figurati… russa quasi quanto te!”

 

Il ragazzo iniziò a farle il solletico: “Ehi! Io non russo!”

 

Gabriella scoppiò a ridere, gli passò un braccio intorno al collo e li fece cadere entrambi sul suo letto, pronta a riaverlo indietro.

 

Contente?!? XD come avete solo potuto pensare che io dividessi per sempre Troy e Gabriella?!? Malfidate!!

 

Allora, informazioni generali sul capitolo: la canzone di cui parla Sharpay con Troy è Without love del film Hairspray, da moi personalmente tradotta; Mister Momo è l’orsetto che nella realtà Vanessa Hudgens si porta sempre dietro (il nome però gliel’ho dato io, da uno dei miei orsi di peluche XD); la canzone che sentono Troy e Gabriella in terrazza e da cui proviene il titolo del capitolo è Won’t go home without you dei Maroon 5.

 

Wow, sono più lunghe le note del capitolo. Ma ora passiamo ai ringraziamenti:

 

armony_93: Grazie dei complimenti ^^ Nono, Troy è bellissimo, intelligentissimo, bravissimo, fighissimo!! Guarda come è stato bravo! Non si capisce che lo adoro? XDXD Da questo momento Chad sarà il Piccolo uomo saggio (anche se non so quanto gli possa piacere il “piccolo uomo” eheh X3) Certo che mi siete mancate! Una settimana senza di voi è troppa!! A presto, bacione!

 

Titty90: Sì, fai l’indifferente, mia cara ammazza-Troy. Già già, sono ancora arrabbiata. Come hai potuuutoooo?? T_T Mi raccomando le Troyella, eh!! Comunque, non sai cosa succede nel prossimo ^^ *me fa risata malefica*. Thanks, mia cara. Bacioni, ti voglio bene. E t manda un bacio anche il tuo adorato Mister Momo X3

 

Kikka93: poco soddisfatta dallo scorso capitolo?? Nuuuuu… *me si dispiace*. Certo che si amano, hai visto in questo?? Caro il mio Troy… io sono Troyella 4ever, ed anche Chaylor, anche se smanio un po’ di meno. Ma sono le coppie che non si devono toccare. Sacre! Bacioni

 

Satine93: Errori rimediati, non credi?!? XD Invece Gabby ha fatto bene, in fondo Troy non è perfetto… (aaargh, cosa mi hai fatto direeee!!). Però si sono perdonati. Adesso è di nuovo in vantaggio lui, essendo tornato! Un bacione

 

romanticgirl: “qualcosa” è successo, no? Ma il Talent Show è tra 4 capitoli, nel numero 22 (adesso sono al 24 XD). Ma in mezzo ci saranno altre cose… ehehe…

 

ciokina14: preghiera esaudita XD Troyella 4ever! Baci

 

 

 

Okay, e anche per oggi ho finito. Credo che aggiornerò verso il 12 o il 13, visto che prima sono al mare!!

 

Un bacione a tutte voi, vi voglio bene

 

La vostra

 

Hypnotic Poison

 

 

§§ Ryan percorse lentamente il tragitto che lo avrebbe portato in camera della sorella.

 

Si sentiva come un condannato a morte che andava verso il patibolo. Luigi XVI alla ghigliottina.

 

Deglutì, facendo un po’ di respirazione yoga per calmarsi.

 

-Andrà tutto bene!- pensò –Sharpay capirà!-

 

Si fermò davanti alla porta della sorella, prese ancora una volta un grosso respiro, e bussò piano.

 

“Avanti!” trillò Sharpay, intenta ad osservare davanti ad un enorme specchio come le stava un abitino nuovo.

 

“Ehm… Shar, posso parlarti un attimo?” esclamò titubante il fratello.

 

Lei si sistemò una ciocca di capelli: “Certo, dimmi tutto!” §§

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Capitolo 19
*** 19. Dieci minuti ***


19

19. Dieci minuti

 

Ryan percorse lentamente il tragitto che lo avrebbe portato in camera della sorella.

 

Si sentiva come un condannato a morte che andava verso il patibolo. Luigi XVI alla ghigliottina.

 

Deglutì, facendo un po’ di respirazione yoga per calmarsi.

 

-Andrà tutto bene!- pensò –Sharpay capirà!-

 

Si fermò davanti alla porta della sorella, prese ancora una volta un grosso respiro, e bussò piano.

 

“Avanti!” trillò Sharpay, intenta ad osservare davanti ad un enorme specchio come le stava un abitino nuovo.

 

“Ehm… Shar, posso parlarti un attimo?” esclamò titubante il fratello.

 

Lei si sistemò una ciocca di capelli: “Certo, dimmi tutto!”

 

Ryan ringraziò mentalmente che si fosse messa con Zeke: era molto più spesso di buon umore.

 

Cercò di parlare, ma si sentiva la gola secca.

 

“Ryan, ti vuoi muovere?!?” il biondo cancellò immediatamente il pensiero di prima, e prese di nuovo fiato.

 

“Sorellina… se ti chiedo di non arrabbiarti?” implorò.

 

Sharpay alzò un sopracciglio: “Andiamo, Ryan, cosa avrai mai fatto? Sicuramente niente di peggio di, che so… aver baciato quell’oca di Rebecca!”

 

Lei rise, contenta della sua battuta, ma Ryan rimase in silenzio.

 

La sorella alzò lo sguardo, stranita che non ridesse anche lui, e lo fissò scioccata.

 

 

###

 

 

Troy posteggiò nel parcheggiò del Lava Spring, ridendo insieme a Gabriella.

 

Scesero dall’auto, lui la prese per mano e la tirò verso di sé: “Ti amo…” mormorò prima di baciarla.

 

La mora sorrise felice, specchiandosi nei suoi occhi blu: “Andiamo? Ho come l’impressione che dovrò rimettere a posto il disordine che hai lasciato in camera!”

 

Il ragazzo le avvolse le spalle con un braccio: “Io disordinato!?! Ma cosa dici?!?

Ma in quel preciso istante, l’urlo più forte mai concepito da orecchio umano si spanse per tutto il Lava Spring e le montagne circostanti.

 

La coppia si guardò spaventata, mentre un unico nome correva nelle loro menti.

 

Troy prese la sua fidanzata per mano e cominciò a correre: “Vieni, andiamo a vedere cos’è successo!”

 

Attraversarono di corsa tutto il country club, e arrivarono ansimanti al secondo piano, dove incontrarono tutti i loro amici.

 

“Gabriella! Sei tornata!” esclamò felicemente Kelsie, abbracciandola.

 

Chad si scambiò un’occhiata ironica con il suo migliore amico, poi gli fece un occhiolino che significava Te l’avevo detto.

 

Zeke, dopo aver salutato l’amica, si fece largo tra il gruppo, preoccupato per la sua ragazza dalla voce così potente, ma prima che riuscisse a raggiungere la sua camera, la porta rosa si aprì e Ryan vi fu letteralmente catapultato fuori.

 

“Brutto traditore che non sei altro!” stava urlando la sorella “Come hai potuto?!?

 

Prese la sua spazzola rosa e gliela tirò in testa, mentre il povero Ryan cercava invano di proteggersi.

 

Sharpay afferrò poi un cuscino ed iniziò a menarlo con quello, senza pietà.

 

Dopo un primo momento di incertezza, fortunatamente intervennero i Wildcats, che afferrarono il biondo per la maglietta e lo trascinarono lontano, mentre Zeke fermava la ragazza.

 

“Ma insomma, che succede?!?” domandò affaticato, tentando di tenerla ferma.

 

“LUI!” gridò Sharpay, puntando un dito laccato d’argento contro il fratello “Ci ha traditi!!

 

I ragazzi si guardarono, cercando di capire: “Ehm… potresti spiegarti meglio, Evans?” domandò Chad.

 

“Quel verme schifoso ha osato baciare quella gallina idiota di Rebecca!!!” strillò lei.

 

Gabriella s’irrigidì al suono di quel nome, e si voltò scioccata verso l’amico steso a terra.

 

Chad, invece, scoppiò a ridere: “Hai capito Ryan! Faceva tanto l’indifferente, e invece ci ha fregati tutti!”

 

La bionda lanciò un altro urlo isterico, battendo un piede a terra, poi ritornò nella sua camera sbattendo la porta.

 

Zeke aiutò Ryan ad alzarsi: “Mi dispiace, amico, ma sai meglio di me com’è fatta.

 

Lui alzò le spalle: “Sapevo che sarebbe finita così. Non è una ragazza facile da accontentare.

 

“Ma… Ryan… ci puoi spiegare come è successo?” chiese timidamente Kelsie.

 

“Beh, Kelsie, come vuoi che sia andata. Ieri sera eravate tutti andati via, lei era un po’ triste così mi sono avvicinato per fare due chiacchiere. Ad un certo punto, dopo, che so, dieci minuti, mi ha detto –Oh, Ryan, tu sei davvero il ragazzo più dolce che abbia mai conosciuto!- e… e mi ha baciato!”

 

Taylor sollevò un sopracciglio, sarcastica: “E tu, naturalmente, non sei stato in grado di staccarti, no. Troppo difficile, capisco.

 

“Andiamo, Tay!” esclamò invece il suo ragazzo “Ora che finalmente Ryan si è dato una mossa con una, tu ti lamenti?!”

 

Tutti scoppiarono a ridere, e il povero Ryan arrossì: “Beh, adesso il peggio è che mia sorella è furiosa, e penso che non le passerà tanto in fretta.

 

Martha fece spallucce: “Beh, Sharpay arrabbiata non è una novità. Il problema è cosa farà quando incontrerà Abby!”

 

Troy sorrise: “Meglio tenerle lontane, allora. Si potrebbe scatenare una rissa!”

 

Ryan rise ed indicò la porta con un cenno: “Intanto adesso è chiusa in…” s’interruppe di colpo e sbiancò “…camera…”

 

“Ehi, amico, che hai?” Zeke lo scosse per una spalla.

 

Il biondo si voltò verso di lui con gli occhi sbarrati: “Sharpay ha un’altra porta. Ci esce quando non vuole essere trovata da Fulton o dai nostri genitori. Porta sul corridoio… per la piscina.”

 

Si scambiarono un’occhiata disperata: tutti sapevano che a quell’ora Abby era sempre in acqua.

 

“Presto!” esclamò Jason “Dobbiamo salvare Abby, o Sharpay la uccide sul serio!”

 

Tutti iniziarono a correre giù per le scale, cercando di evitare gli altri ospiti che salivano a prepararsi per il pranzo, e arrivarono senza fiato in piscina.

 

Appena in tempo, per fortuna: Sharpay stava già marciando in perfetto equilibrio sui suoi tacchi verso la ‘nemica’.

 

“Shar!” la richiamò terrorizzato Zeke, ma lei lo ignorò e puntò l’indice verso Rebecca: “TU!”

 

Lei si girò, guardandola con i suoi occhioni ingenui: “Sì?”

 

“COME HAI OSATO?!?

 

Rebecca sbattè più volte le palpebre: “Non ti capisco, Sharpay. E poi, potresti cortesemente smetterla di urlare?”

 

“IO URLO QUANTO MI PARE E PIACE!!” ribattè la bionda, battendo un piede a terra “E ora rispondi alla mia domanda: come hai osato baciare mio fratello?!?”

 

Tutta la zona era come congelata, nessuno fiatava, tutti fissavano increduli la scena.

 

La rossa divenne del colore dei suoi capelli, ed incominciò a balbettare: “Oh, ehm… beh, vedi…”

 

Sharpay si piegò sulle ginocchia e l’afferrò per il salvagente che aveva: “Prima sei piombata nelle nostre vite senza essere invitata, poi ci hai fatto litigare con i ragazzi, poi hai fatto lasciare Troy e Gabriella e ora baci anche mio fratello?!? Hai capito male, Rebecca Vattelapesca!”

 

Rebecca spalancò la bocca: “Da-davvero pensate ch-che sia tutta colpa mia?”

 

“Sì.” la bionda si voltò verso il suo gruppo “Vero, ragazze?”

 

Gabriella deglutì. Sì, era vero, ma non le sembrava giusto dirglielo così in faccia e in quella situazione, dopotutto.

 

Sharpay le incitò con un movimento della testa: “Allora?!?

 

Le ragazze annuirono con poca convinzione, ma ciò bastò a Rebecca, ormai con gli occhi lucidi: “Va bene. Grazie per avermelo detto. Allora tolgo subito il disturbo. Comunque, Sharpay, il mio cognome è Adams.

 

Uscì dalla piscina, raccolse le sue cose sotto il sorriso soddisfatto della bionda e gli sguardi un po’ tristi e colpevoli degli altri.

 

“Ciao, Ryan…” mormorò quando gli passò accanto. Il ragazzo fece per fermarla, ma lei corse via.

 

“Sei contenta, ora?!” esclamò acido rivolto alla sorella, che trasalì: “Andiamo, Ryan, lo sai benissimo che non sarebbe mai entrata nel gruppo, non così!”

 

“Perché, tu sei davvero sicura di essere nel gruppo, Evans?” domandò con rabbia Chad, prima di prendere per mano Taylor e portarla via.

 

Sharpay guardò scioccata i suoi amici che lentamente se ne andavano, quando furono rimasti soli si rivolse a Zeke, che scosse la testa: “Le persone hanno un cuore, Pay. Non è bello calpestarlo così.”

 

 

###

 

 

Gabriella si stava godendo le rilassanti bollicine dell’idromassaggio, ad occhi chiusi, mentre ripensava a ciò che era successo qualche ora prima.

 

Sharpay era ritornata per un attimo quella che aveva conosciuto, la ragazza pronta a mordere non appena qualcuno invadeva anche solo di un millimetro il suo spazio.

 

Ed era stata davvero cattiva, sia nei confronti di Abby, sia in quelli di Ryan. In fondo, aveva appena separato una possibile coppia!

 

Il bussare alla porta la risvegliò dai suoi pensieri, e quando aprì gli occhi vide Troy entrare in bagno.

 

“Scusa il disturbo, vado via subito.” la informò il ragazzo, dirigendosi verso l’armadietto che conteneva medicinali, creme e spazzole “Hai per caso visto la mia bandana?”

 

“L’hai lasciata ieri sera sul tavolino dei fiori…” rispose lei, facendo delle bolle di sapone.

 

“Okay, grazie.” Troy fece per uscire, ma lei lo fermò: “Ehi, dove vai così di fretta?”

 

“Ehm… io, Chad, Jason e Zeke stiamo cercando di scoprire dove sia finita Abby. Sai, per Ryan…” spiegò titubante.

 

“Oh… capisco…” Gabriella fissò l’acqua, mentre un senso di disagio s’impossessava del suo stomaco “E… tu ci devi proprio andare?”

 

Il ragazzo si grattò la nuca: “Beh… non credo di essere indispensabile, se vuoi che rimanga non c’è problema.

 

“No, no, vai pure…” la mora scosse la testa bagnata “Solo… beh, sta’ attento, ecco.

 

Lui rise, si abbassò alla sua altezza e le prese il viso tra le mani: “Gabby… pensavo ne avessimo già parlato. Lo sai che non c’è nulla da temere! Non vado mica al fronte a combattere!”

 

“Lo so, però… insomma, con lei non sono tranquilla, punto.

 

Troy la baciò dolcemente: “Impara a fidarti di me, signorina Montez… e ora è meglio che vada, prima di… beh, lasciamo perdere.

 

Gabriella rise: “Signor Bolton, non la facevo così malizioso!”

 

Lui si alzò in piedi, spazzolandosi i jeans: “Ahah, divertente. Sul serio, Gab, devi ringraziare la mia grande forza di volontà!”

 

Fece per allontanarsi, ma la ragazza lo prese per un polso e fece una smorfia che era un misto tra maliziosa e quella da cucciolo bastonato tipica del suo ragazzo: “Ma se devi faticare così tanto…”

 

Il cuore del castano battè più rapidamente, mentre lei sorrideva: “Dieci minuti…”

 

 

###

 

 

“Ma dov’è Troy?” Jason guardò l’orologio che portava al polso “Avrebbe dovuto essere qui dieci minuti fa!”

 

Chad scosse la cascata di ricci che aveva: “La carne è debole, amico!”

 

Zeke si accigliò: “Scusa?”

 

“Ma sì, lo sai anche tu come è fatto Troy!” insistette il moro, guardando se il suo amico stava arrivando.

 

“Chad, io non ti seguo.” borbottò Jason con sguardo interrogativo.

 

Lui alzò gli occhi al cielo: “Ragazzi, forza! Ma non capite? Troy starà trom…”

 

“Non ti azzardare a finire quella frase, Chad. Troy comparve sul vialetto con aria omicida.

 

Il suo migliore amico ghignò nel vederlo con i capelli bagnati e la camicia abbottonata storta: “Alla buon’ora! Forza, dobbiamo cercare Abby!”

 

Cominciarono a chiamare il suo nome ad alta voce per tutto il Lava Springs, finchè il signor Fulton non li raggiunse, arrabbiato: “Insomma, signori! Vi sembra il modo?”

 

“Ci scusi, signor Fulton, signore.” borbottò Chad, passandosi una mano tra i capelli “Però lei ci può aiutare.”

 

“Giusto! Saprebbe per caso dirci dov’è Abby?” domandò Zeke.

 

L’uomo si aggiustò gli occhiali: “La signorina Rebecca Adams, volete dire? Beh, mi dispiace per voi, ma ha consegnato le chiavi della sua camera dieci minuti fa. È in partenza.”

 

I quattro ragazzi si scambiarono un’occhiata disperata ed incredula, poi corsero tutti insieme fino al parcheggio, sperando di trovarla lì.

 

Fortunatamente, lei ed il suo autista stavano caricando le valigie in auto.

 

“Abby! Abby, aspetta!”

 

La ragazza si girò sorpresa: “Troy! Chad! Jason! Zeke! Che ci fate voi qui?”

 

“Siamo venuti a chiederti di non partire. Devi scusare Sharpay, lei è fatta così, ma non è cattiva, in fondo!” spiegò Zeke “Ha soltanto un po’ di manie di protagonismo! Ma comunque tu devi restare! Almeno… per Ryan.”

 

Abby scosse la testa: “Siete molto gentili, ma non dovete preoccuparvi per me. Sapete, mi capita spesso di litigare con le mie amiche. Dicono tutte che cerco di rubare loro i fidanzati, ma non è così! Che colpa ne ho io se voi siete particolarmente sensibili ad una quarta piuttosto che una terza?”

 

I ragazzi risero, un po’ imbarazzati, e lei riprese: “Davvero, non dovete. Sarei partita comunque tra quattro giorni. Ho solo anticipato!”

 

“E… Ryan?” domandò Jason.

 

Lei lo guardò con un sorriso: “Ryan immagino che capirà. Lo sapeva anche lui che sarei partita. E poi, si vede lontano un miglio che lui piace a Martha!”

 

“Cosa?!?” esclamarono in coro i maschi.

 

Rebecca rise: “Ma sì! Hanno in comune molte cose, d’altronde. Anche per questo ho deciso di partire prima, così le ragazze non avranno un’altra ragione per non sopportarmi! Ma apprezzo molto il vostro tentativo. Ora, però, devo proprio andare.”

 

Li baciò tutti su una guancia, poi salì sulla sua auto: “Spero di rivedervi! Ciao a tutti!”

 

Troy, Jason, Zeke e Chad la salutarono con la mano, un po’ spaesati: quella ragazza era davvero particolare.

 

“Beh… immagino che Sharpay sarà contenta, ora. sentenziò Zeke

 

Tutti gli altri risero, e ritornarono dentro il country club.

 

 

 

 

Et-voilà, è andato anche questo capitolo. Ho anche aggiornato prima del previsto XD.

 

 Immagino che sarete tutte molto contente del fatto che Abby se ne sia andata. Per sempre? Chissà…!!

 

Però povero Ryan. Sedotto e abbandonato. Ma rimedierò… forse. XD

 

Ho adorato descrivere l’ultima parte del capitolo, quando Jason, Chad e Zeke aspettano Troy. non ho potuto fare a meno di far dire quelle cose a Chad!!

 

Ma ora meglio passare ai ringraziamenti:

 

Kikka93: grazie ^///^ Sono felice di essere tra i tuoi preferiti! Per la gioia di tutte, ultimamente sto scrivendo molti capitoli Chaylor! Pazienta, succederanno tante cose!! Bacioni

 

Satine93: anche per te è il tuo capitolo preferito!? Sono commossa! Sharpay E’ un mito, guarda cosa combina in questo capitolo! Basta però che non stia con Troy XD Baci

 

armony_93: guarda cosa ha combinato il tuo piccolo uomo saggio in questo!! E sarà parte fondamentale anche del prossimo (ops, spoiler!) Eheh.. Troy non sarà mai più un babbuino, promesso! Baci! Ps: dimenticavo, ho letto l’ultimo cap di Batticuore e, beh, che dire.. mi sono emozionata anche io!!

 

ciokina14: attenzione, Troyella all’attacco! Beh, allora auguri, anche se un po’ in ritardo! XD Sono contenta di averti fatto questo regalo! Un bacione

 

romanticgirl: svelato il terribile segreto di Ryan. Come ci sei rimasta?!? Ahaha XDXD Gabriella e Troy non si lasceranno più! O almeno credo… X3 Bacioni

 

LizDream: perdonata, tranquilla, dopo tutti quei complimenti ^/////^ Ecco che cosa ha fatto Ryan. Ha “tradito” sua sorella, eheh. Spero che tornerai, bacioni.

 

Tay_: accidenti che memoria, brava!! E infatti si è visto! Spero che tu abbia passato delle buone vacanze, un bacio.

 

 

Credo che aggiornerò verso il 12, anche perché poi il 16 parto e sto via fino ad inizio agosto, ma forse riuscirò ad usare Internet!!

 

Vi lascio con un capitolo felice, in attesa del prossimo, davvero poco tranquillo!! Per adesso gustatevi l’anticipazione XD

 

Bacioni grandi a tutte e buone vacanze

 

Hypnotic Poison

 

 

§§ “Adesso io non mi fermo finchè non mi dite cosa state combinando.

 

Taylor alzò gli occhi al cielo, mentre i primi palazzi di Albuquerque sfrecciavano alla sua destra: “Niente, Chad, tranquillo. Avevamo solo bisogno di un passaggio.”

 

Chad scosse la testa: “No, ragazze, voi non avete mai bisogno di un passaggio, perché vi regolate sempre per andare in giro con Evans! Qui c’è qualcosa che non va, e non ho voglia di incasinarmi nei vostri affari!”

 

Gabriella si sporse dal sedile posteriore: “Chad, sul serio, è tutto okay. Potresti solo lasciarci qui? Ti aspettiamo tra venti minuti davanti alla scuola, d’accordo?”

 

“Ho detto di no, Gabby. Voi state tramando qualcosa, lo so. Cos’è, uno scherzo per Troy o qualcosa del genere?”

 

“Beh, diciamo che Troy c’entra, ma non nel senso che intendi tu…” borbottò la sua ragazza tra sé e sé. §§

 

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Capitolo 20
*** 20. Vacanza da incubo ***


20

20. Vacanza da incubo

 

Kelsie corse fino alla sala prove del Lava Springs, dove erano riuniti tutti gli altri.

 

Si appoggiò alla colonna senza fiato, stringendo in mano uno spartito: “Ho… la canzone… per il Talent… Show…!” boccheggiò.

 

Sharpay s’illuminò: “Oh, davvero? Perfetto!”

 

Si alzò in piedi e le prese i fogli, studiandoli attentamente: “A te. lesse ad alta voce “Sei voci: Troy, Gabriella, Sharpay, Zeke, Chad e Taylor.”

 

Il riccio alzò di scatto la testa: “Cosa?!? Io una voce principale? Ma stai scherzando?”

 

La compositrice fece spallucce: “No. La canzone è stata scritta apposta per voi, l’avete promesso!”

 

“E tu, Ryan?” Gabriella si girò verso l’amico, che sollevò le mani: “Per quest’anno, passo! Mi posso occupare del dietro le quinte, come le coreografie!”

 

Chad alzò gli occhi al cielo: “Io non ballo, Evans.

 

Tutti scoppiarono a ridere, e Sharpay tirò in piedi Zeke prendendolo per mano: “Forza, andiamo a provare, allora! Il Talent Show è solo tra tre settimane, e non ho intenzione di perdere!”

 

 

###

 

 

Sul palco del club si stava svolgendo una scena molto comica: Ryan stava tentando di convincere Chad a fare un giro di valzer con Taylor al ritmo della melodia di Kelsie, ma il moro non aveva alcuna voglia di mettersi in ridicolo con balli da vecchi, almeno citando le sue parole.

 

“Non sono balli da vecchi!” replicò il biondo “E’ un ballo estremamente elegante, e poi tu non devi nemmeno fare valzer! Solo… prova a ballare un lento con Tay!”

 

Gabriella, che gli osservava seduta su una sedia, rise di nascosto.

 

In quel momento, la raggiunse Sharpay, che si accomodò vicino a lei: “Allora… come va con Troy?”

 

Lei sorrise: “Bene, grazie. E con Zeke?”

 

“Oh, tutto a posto. Ma non è quello che m’interessava sapere…”

 

La mora arrossì: “Sharpay, ti prego, non incominciare.

 

La bionda scoppiò a ridere: “Oh, non fare tanto la santarellina, Gabby! Ormai dovresti farci delle lezioni!”

 

Gabriella divenne color peperone fino alla punta dei capelli, e non potè fare di meglio che guardarsi le mani in grembo.

 

“E… hai controllato il calendario, vero?”

 

Alzò lo sguardo a quella domanda: “Cosa intendi, Shar?”

 

Sharpay si buttò indietro una ciocca di capelli: “Beh, Gabri, lo sai meglio di me come funzionano queste cose, no? E se facciamo un po’ di conti… hai detto che la prima volta è stata la notte prima dell’udienza, giusto? Ed io non credo assolutamente che sia stata l’ultima… in ogni caso, dall’udienza è passato un mese ed una settimana… ormai dovrebbe essere il periodo…”

 

L’amica sgranò gli occhi da cerbiatta, afferrò di scatto la borsa e ci frugò dentro alla ricerca del suo diario, in cui segnava tutto, dalla lista della spesa ai compleanni.

 

Lo aprì e scorse con un dito il calendario di giugno e luglio… poi sbiancò: “Merda, Pay… sono in ritardo di quattro giorni…”

 

Anche la bionda perse parecchio colore: “Calma, Gabby, non vuol dire niente. Ma… ci siete stati attenti?”

 

Gabriella si prese il viso tra le mani: “Sì! Cioè… non sempre. La-la prima volta n-no, non e-era programmata, diciamo… e-e anche quando è venuto a ca-casa mia, dopo la storia di Abby… e forse nella vasca…”

 

Ad ogni momento che lei elencava, Sharpay alzava un sopracciglio: “Beh, allora Bolton se li cerca, i casini!” commentò, ricevendo in cambio un’occhiataccia.   

 

“Quali casini?” la voce di Troy le fece voltare spaventate.

 

Sharpay scosse la mano: “Oh, niente, tranquillo… affari di donne!”

 

Lui le guardò accigliato, poi scrollò le spalle: “Dobbiamo provare la canzone, visto che voi ci tenete tanto, al Talent Show…”

 

Le due ragazze si alzarono, Gabriella sospirò preoccupata. Ci mancava solo quello.

 

 

###

 

 

“Che dici, devo dirlo a Troy?”

 

Taylor guardò la sua amica, seduta su una poltrona con le mani nei capelli: “Non lo so, tesoro. Non possiamo essere sicure di niente. Credo che l’unica cosa da fare sia andare in città, comprare un test e vedere.

 

Gabriella si spostò una ciocca di capelli dal viso: “E chi ci accompagna ad Albuquerque?” 

 

“Beh, può farlo Sharpay, se non vuoi uno dei ragazzi.

 

La mora scosse la testa: “No, Sharpay è impegnata con Zeke, oggi. E non ho molta intenzione di aspettare altro tempo!”

 

Taylor guardò l’orologio che portava al polso: “Sono solo le due. Se partiamo tra mezz’ora, arriviamo quando i negozi sono già aperti. Per le cinque siamo a casa, o anche prima.

 

L’amica prese la sua borsa: “D’accordo. Chiediamo a Chad!”

 

“Sei sicura che sia una buona idea?” le chiese l’altra seguendola giù per le scale.

 

“E’ l’unico di cui mi posso fidare, e forse non sono tenuta a spiegargli il perché. Non posso certo chiederlo a Troy, s’insospettirebbe subito. Ryan non ha la macchina, Jason è con Kelsie. Quindi…”

 

“Se lo dici tu…” percorsero velocemente il club, ed uscirono dalla porta che dava sul campetto da basket.

 

Sfortunatamente, oltre a Chad, c’era anche il suo migliore amico.

 

“Guarda chi ha portato il vento!” esclamò il riccio con un sorriso.

 

Troy si avvicinò a Gabriella, le prese il viso tra le mani e la baciò dolcemente: “Ciao, piccola…”

 

Lei sorrise, specchiandosi nei suoi occhi blu e sperando che lui non leggesse la paura e l’apprensione nei suoi.

 

“Chad, hai da fare adesso?” domandò Taylor, stretta a lui.

 

Il ragazzo scosse la testa: “Volevo fare una partita, ma questo ingrato deve accompagnare sua madre dalla nonna!”

 

Gabriella s’illuminò, voltandosi verso il suo ragazzo: “Davvero?!?

 

Il castano annuì: “Sì, mi ha chiamato mezz’ora fa dicendo che stava arrivando e non voleva sentire scuse. Mi dispiace, io volevo passare il pomeriggio con te e magari andare al cinema, ma…”

 

“No, Troy, tranquillo!” lo interruppe lei “Tua mamma ha ragione, non vedi mai tua nonna! Vai da lei e salutamela, non è un problema. Ci vediamo stasera, no?”

 

Troy sorrise sollevato, ma anche un po’ stupito per tutta quella disponibilità: “Okay. Perfetto, nessun problema. Allora vado. A dopo!”

 

Le diede un ultimo bacio, salutò il suo migliore amico con un leggero pugno ed entrò nel club.

 

“Noi che facciamo, allora?” chiese Chad.

 

La mora lo guardò dritto negli occhi: “Adesso, per favore, ci porti in città.

 

 

###

 

 

“Adesso io non mi fermo finchè non mi dite cosa state combinando.

 

Taylor alzò gli occhi al cielo, mentre i primi palazzi di Albuquerque sfrecciavano alla sua destra: “Niente, Chad, tranquillo. Avevamo solo bisogno di un passaggio.

 

Chad scosse la testa: “No, ragazze, voi non avete mai bisogno di un passaggio, perché vi regolate sempre per andare in giro con Evans! Qui c’è qualcosa che non va, e non ho voglia di incasinarmi nei vostri affari!”

 

Gabriella si sporse dal sedile posteriore: “Chad, sul serio, è tutto okay. Potresti solo lasciarci qui? Ti aspettiamo tra venti minuti davanti alla scuola, d’accordo?”

 

“Ho detto di no, Gabby. Voi state tramando qualcosa, lo so. Cos’è, uno scherzo per Troy o qualcosa del genere?”

 

“Beh, diciamo che Troy c’entra, ma non nel senso che intendi tu…” borbottò la sua ragazza tra sé e sé.

 

Purtroppo, anche gli altri la sentirono, e l’amica le diede un pizzicotto sul braccio; Chad, invece, non capiva: “E in quale altro senso è implicato Troy in questa storia?”

 

“In nessuno!” si affrettò a rispondere la mora, a voce troppo alta però “Proprio niente!”

 

All’improvviso, Chad inchiodò in mezzo alla strada –fortuna volle che non ci fosse nessun altro- e si girò verso l’amica: “Oh, no.”

 

Gabriella si morse un labbro, pregando che non avesse capito.

 

“Oh, no.” ripetè il ragazzo “Tu sei… incinta!”

 

“NO, NON E’ VERO!” a realizzare quella parola per la prima volta, la mora fu presa dal panico “No, Chad, ti prego, non dirlo!”

 

“Ma… ma come?” chiese disperato lui “E… e dove stiamo andando, adesso?”

 

Taylor gli mise una mano sul braccio: “Non ne siamo sicure, Chad. Stiamo andando in farmacia per comprare un test e… e verificare.

 

Il riccio si abbandonò sul volante, nascondendo la testa tra le braccia: “Vi prego… ditemi che questa vacanza è un incubo e che tra cinque minuti suona la sveglia e sono in ritardo per la lezione della Darbus…”

 

La sua ragazza gli posò una mano sulla spalla: “Non dirlo a Troy, d’accordo?”

 

“Oh, certo che no!” ironizzò lui “Diventerà padre, e non glielo devo dire!”

 

“Troy non diventerà padre, Chad, o almeno non adesso!” puntualizzò arrabbiata Gabriella “Possiamo sbrigarci, per favore?”

 

Chad sospirò e riaccese il motore: “Voi siete pazze…”

 

Guidò velocemente fino alla prima farmacia che trovò e si fermò lì davanti.

 

Le due ragazze scesero con il cuore in gola, ed entrarono titubanti.

 

“Ehm… buon pomeriggio…” salutò timidamente Gabriella la farmacista al banco.

 

“Salve, ragazze. Ditemi pure.” rispose cordiale lei, con un sorriso.

 

“Beh, ecco… io avrei… avrei bisogno di… di…” la mora chiuse gli occhi e fece un respiro profondo “Di un test di gravidanza…”

 

La donna le lanciò un’occhiata indecifrabile e si girò verso lo scaffale alle sue spalle.

 

Taylor prese la mano della sua amica e la strinse forte, sorridendole.

 

“Ecco, tieni. E questi sono per la prossima volta.” la farmacista le allungò due scatoline, digitando alcuni tasti sulla cassa.

 

Gabriella pagò, ringraziò a voce bassa ed uscì dal negozio, vergognandosi come una ladra.

 

“Cosa ti ha dato?” domandò l’amica quando furono fuori.

 

Lei aprì il sacchetto e prese il pacchettino inregalo’. Lo osservarono un attimo, e poi scoppiarono a ridere.

 

 

 

 

Tan tan taaan!! E ora?? Eeh, adesso dovrete aspettare il prossimo capitolo per sapere se arriverà un piccolo Bolton o no!! Sono perfidaaa, lo so!! XDXD

 

Ma non mi esprimo sulregalo’ della farmacista. Siete abbastanza grandi e vaccinate per capirlo da sole ^^’’’

 

OMG! Chi di voi ha guardato l’Anteprima di HSM3 ieri (domenica) su Disney Channel?!? Io sììì!! Mi è venuta la pelle d’oca solo a guardarla, riuscirò ad aspettare il 7 novembre?!? Non credo… anche perché nel trailer hanno fatto vedere Gabriella che dice a Troy “Sono più brava di te a dire addio…” e questo non mi piace!!! Speriamo bene… mi credete se vi dico che tremavo dall’emozione mentre lo guardavo?!? Me lo sono anche registrato, così me lo riguardo sempre!! XDXDXD

 

Ehm ehm, passiamo ai vostri commenti ora, leggendoli mi sono stupita che quasi tutte voi siano state dispiaciute che Rebecca se ne fosse andata. Allora forse la ricaccerò dentro. Forse.

 

Tay_: mi conosci bene, vi ho lasciate senza risposta. Ma ci riuscirò, al mare dovrei avere la linea… e tu avrai la risposta!! Non morire, però! Bacioni

 

armony_93: vuoi davvero che faccia litigare Chaylor?!? O.O Spero di no, sto preparando un sacco di scenette romantiche (la più bella è nel capitolo 22). Tu non ti sei dispiaciuta della partenza di Abby, povera stellina. Chad qui invece ha capito tutto, è un genio incompreso. Bacioni ti lovvo!!

 

Kikka93: è stato abbastanza emozionante?!? Troyella adesso resiste… ma dopo?!? XDXD

 

Lovely_fairy: ciao, grazie per avermi commentata!! Grazie per tutti i complimenti, e benvenuta tra le registrate. È sempre bello che c sia qualcuno di nuovo, dobbiamo allargare la sezione!! Bacioni e spero di risentirti.  

 

ciokina14: ti ho presa alla sprovvista, eh?! Come ho detto sopra, forse tornerà. Ma non ci ho ancora pensato. XDXD W Chaddino che è il grande dell’umorismo. Bacioni

 

LizDream: poveri Zeke e Jason, che ne sanno loro?!? XDXD boh, voi adesso andate all’incontrario, prima volevate che Rebecca morisse e adesso la rivolete tutte indietro. Dovrò sul serio lavorarci. Ah, sto leggendo la tua “Una speranza nel cuore”, l’ho letta tutta in una volta. Non devi preoccuparti, sei brava, e la fic è scritta bene!! Bacioni!! 

 

romanticgirl: anche a te non è dispiaciuto della partenza di Abby, poveretta. Ecco cosa tramavano Gabry e Tay!! Bacioni

 

 

Voglio anche ringraziare armony_93, baby_Mary, ciokina14, CrazyLara, feda94, Ginevra Jane Lovegood, Keletta, kikka93, Lav93, romanticgirl, soloio, SoSo, step up, Tay_ e werty per aver aggiunto questa storia tra le loro preferite!

 

Spero di aggiornare il più presto possibile, o almeno di poter usare Internet in vacanza. Altrimenti, mie care, rimarrete in dubbio fino ad agosto, muahahaha!! *risata maligna* Come indizio, avrete solo l’anticipazione!

 

Buone vacanze a tutte, un bacione

 

La vostra

 

Hypnotic Poison

 

 

§§ “Capitano!” Troy si girò a questo grido, e vide Chad venirgli incontro: “Ho un regalo per te!”

 

Gli porse un pacchetto blu con un sorriso, che il suo migliore amico prese con un po’ di timore: “Ma… perché?”

 

Chad fece spallucce: “Tu aprilo!”

 

Il castano scartò lentamente il pacco, rivelando una maglietta rossa con una scritta, identica a quella che aveva anche il suo migliore amico.

 

“He did it.” lesse a voce altaChad!”

 

Lui rise: “Oh, andiamo, non ti scandalizzerai per così poco! In fondo è vero… e poi ce l’ho anch’io così, non vuol mica dire niente!”

 

Troy la piegò: “Già, come no…” borbottò. §§

 

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Capitolo 21
*** 21. Trasferimento ***


21

21. Trasferimento

 

Chad si chiuse la porta alle spalle, dandole anche un giro di chiave.

 

“Forza,” esclamò “Facciamo in fretta, prima che torni Troy.”

 

Gabriella sospirò ed andò in bagno, mentre Taylor si sedeva sul letto vicino al suo ragazzo.

 

Qualche istante dopo, la mora uscì dalla stanza con in mano il blister e li raggiunse: “Servono novanta secondi.”

 

Lo appoggiò sul comodino, si sedette vicino a Taylor e si prese la testa tra le mani.

 

Nella stanza c’era il silenzio più assoluto, e le sembrava di poter sentire il battito del suo cuore rimbombare.

 

Lanciò un’occhiata alla sveglia elettronica di Troy, e vide che il tempo era passato.

 

“Chad… per favore…” implorò, non aveva il coraggio di farlo da sola.

 

Il ragazzo prese un grande respiro ed allungò la mano. Schiuse le dita ed osservò il colore della lineetta comparsa.

 

“E’… rosa…” borbottò.

 

Taylor afferrò subito la scatola con le istruzioni e le lesse velocemente: “Se compare una linea blu, il risultato sarà positivo. La nostra è rosa, quindi…!”

 

Gabriella lanciò un grido di felicità, scattò in piedi e l’abbracciò: “Sììì! Non sono incinta, evvai!”

 

Cominciarono a saltellare per la stanza, sotto lo sguardo divertito e sollevato di Chad, quando all’improvviso la maniglia si abbassò.

 

I tre si zittirono e la fissarono; la porta, però, non si aprì, e loro sentirono la voce di Troy: “Gab, sei tu? Perché hai chiuso da dentro?”

 

“Ehm… sì, sono io! Ti apro subito!” gesticolò a Taylor di nascondere il test, e prima di aprire si assicurò che non fosse più visibile.

 

“Tutto a posto?” domandò subito Troy.

 

Gabriella sorrise: “Tutto alla perfezione!” poi si alzò in punta di piedi e lo baciò.

 

 

###

 

 

“Capitano!” Troy si girò a questo grido, e vide Chad venirgli incontro: “Ho un regalo per te!”

 

Gli porse un pacchetto blu con un sorriso, che il suo migliore amico prese con un po’ di timore: “Ma… perché?”

 

Chad fece spallucce: “Tu aprilo!”

 

Il castano scartò lentamente il pacco, rivelando una maglietta rossa con una scritta, identica a quella che aveva anche il suo migliore amico.

 

He did it.” lesse a voce alta “Chad!”

 

Lui rise: “Oh, andiamo, non ti scandalizzerai per così poco! In fondo è vero… e poi ce l’ho anch’io così, non vuol mica dire niente!”

 

Troy la piegò: “Già, come no…” borbottò.

 

“Oh, su con la vita, fratello! Pensa a divertirti, ogni tanto, goditi la vita! Senti, facciamo così, una sera di queste prendiamo la macchina, andiamo in città e ci facciamo una serata tra soli uomini, d’accordo?”

 

L’amico ghignò: “Certo, ti ci vedo molto a dire a Taylor che vuoi fare una serata tra soli uomini!”

 

Chad gli tirò un pugno leggero su una spalla: “Che fai, sfotti anche?!”

 

I due scoppiarono a ridere, pensando al cipiglio che avrebbe potuto mettere su Taylor a quella notizia. Poi Troy decise di ‘divertirsi’ ancora un po’.

 

“Allora… preoccupato per il Talent Show di domani?”

 

L’amico gli scoccò un’occhiata gelida: “Non attacca, Bolton. Non risponderò a queste tue provocazioni maligne!”

 

“Andiamo, lo so benissimo che non vedi l’ora di salire sul palco!”

 

Il riccio gli tirò il pallone da basket, mancandolo per un pelo: “E basta!”

 

Troy scoppiò a ridere, piegandosi in due, e il povero Chad non faceva altro che guardarlo con le guance tinte di rosa.

 

“Bell’amico, complimenti…” borbottò.

 

Ma in quel momento sopraggiunse Gabriella, con il cellulare in mano: “Ragazzi!” chiamò.

 

Il castano cercò di ricomporsi, respirando profondamente: “Oddio, sto male… ehi, Gab!”

 

“Ciao,” sorrise la mora “Posso parlarvi un attimo?”

 

“Spara.” rispose Chad.

 

“Ha appena chiamato mio padre, ha detto che vuole venire domani per vedere il Talent Show, dato che è tantissimo tempo che non mi sente cantare.” spiegò lei.

 

“Bene, non c’è problema.” assicurò Troy, che nutriva grande simpatia nei confronti del ‘suocero’.

 

“Oh no, un problema c’è, invece.” lo contraddisse Gabriella “Devo cambiare camera per un paio di notti, tesoro. Quindi io vado da Taylor, e Chad viene da te. D’accordo?”

 

Chad si accigliò: “Perché, scusa?”

 

La ragazza sospirò: “Come pensi reagirebbe mio padre nel sapere che dormo in camera con Troy?”

 

“Ah, giusto!” sorrise l’amico, grattandosi la nuca “Se poi contiamo anche che non è che dormiate proprio…”

 

“CHAD!!” lo ripresero all’unisono i due, diventando rossi.

 

Lui rise soddisfatto: “Comunque, facciamo che Taylor viene da te, e Troy in camera mia, visto che non ho nessuna intenzione di dormire nel letto dove voi due tentate di ingrandire la specie umana…”

 

“CHAD!!!!” gridarono di nuovo Troy e Gabriella, ormai color pomodoro maturo.

 

“Che ho detto?!?” rise lui, divertendosi come non mai.

 

 

###

 

 

“Possibile che voi donne abbiate bisogno di così tante cose?”

 

Chad si sedette sul letto, sfinito: “Insomma, Tay, per passare due notti in camera di Gabriella mi hai fatto spostare tutto l’armadio!”

 

Taylor alzò gli occhi al cielo: “Non essere sciocco, erano solo i vestiti per domani!”

 

Lui sbuffò: “Uff… poi mi scoccia fare questo cambio. Insomma, non mi dispiace fare un favore ai ragazzi, anzi, però… devo ammettere che dormire con te è mille volte meglio che farlo con Troy… anche perché lui russa!”

 

“E PIANTATELA CON QUESTA STORIA!!!” gridò Troy arrabbiato dal bagno, dove stava sistemando alcune cose per il ‘trasloco’ “IO NON RUSSO!!”

 

Loro due risero, e Taylor s’inginocchio davanti al suo ragazzo: “Dai, è solo per due notti!”

 

Poi gli accarezzò una guancia: “Lo sai che sei carino quando fai questa faccia triste?”

 

Subito Chad ghignò: “Io sono sempre carino, bellezza!” e si chinò a baciarla.

 

“Eh-ehm.” la finta tosse di Troy, appoggiato allo stipite del bagno con un libro davanti al volto, li separò “Scusate l’interruzione, ma mi servirebbe Taylor per decidere cosa deve spostare, in modo che io possa mettere le mie cose.”

 

La ragazza sorrise e diede un buffetto sul naso del riccio: “Torno subito. Aiuta Gabby, intanto.”

 

Lui sbuffò ancora, si alzò e andò nella stanza dell’amica, intenta a piegare alcune magliette.

 

“Oh, ciao Chad. Tutto a posto, di là?”

 

“Tutto sotto controllo, tranquilla. Quando hai detto che arriva, tuo padre?”

 

Gabriella controllò l’orologio: “Dovrebbe essere qui a momenti.”

 

Chad scosse la testa: “Se penso che anche lui mi vedrà cantare…”

 

La mora sorrise: “Lo sai che sei bravo, fai poco il ritroso! E poi, detto in confidenza tra noi, balli molto meglio di Troy!”

 

Anche il riccio rise: “Beh, è già una consolazione!”

 

Il trillo allegro del cellulare di Gabriella riempì la stanza, e lei si affrettò a rispondere: “Pronto? Ciao papà! Sei arrivato? Allora faccio scendere Troy, così ti porta qui da me! Okay? Ciao!”

 

Chiuse la telefonata, si affacciò alla porta e gridò: “Troy! Puoi andare giù a prendere papà?”

 

Il castano uscì dalla sua stanza temporanea, seguito da Taylor: “Vado subito!” e scese le scale.

 

Taylor diede uno sguardo alla camera, per cancellare possibili tracce di Troy: “Sembra tutto a posto, tuo papà non sospetterà nulla!”

 

“Già, siamo piuttosto bravi a nascondere le cose…” borbottò cupo Chad, ricordando ciò che avevano passato qualche giorno prima.

 

“Non ricordarmelo, per favore…” mormorò Gabriella, proprio nel momento in cui Troy e il signor Montez arrivavano.

 

“Tesoro!” la mora andò sorridente ad abbracciare il padre “Ma che bel posticino in cui passate le vacanze. Se non fossi così impegnato ci starei un po’ di più anch’io!”

 

I due Wildcat si scambiarono uno sguardo d’intesa, ringraziando gli impegni lavorativi dell’uomo.

 

“Questa è la tua stanza?” domandò il signor Montez, entrando nella camera luminosa.

 

“Sì, ci dormiamo io e Taylor.” spiegò la figlia, con le dita incrociate.

 

“Si vede che è abitata da due donne, è troppo in ordine!” tutti e quattro risero “Però mi sarei aspettato che tu dormissi con Troy.”

 

Gabriella divenne color peperone, e così il ragazzo: “P-perché?”

 

Il padre si girò verso di loro: “Beh, ragazzi, avete diciotto anni, ormai! Santo Cielo, devo proprio spiegarvi tutto?!”

 

Chad sorrise sotto i baffi. Sì, il signor Montez gli stava decisamente simpatico.

 

 

 

 

Collegata in diretta dal mare, ho aggiornato con il capitolo 21! Nel prossimo, il Talent Show!!

 

Ci avevate creduto, eh, che Gabriella fosse incinta?!? E invece NO, vi ho stupite tutte!! XDXD

 

Ah, la maglietta che Chad regala a Troy è quella che lui indossa alla fine di HSM2, dopo il Talent Show, quando sono sulle colline del campo da golf!

 

Thanks to:

 

ciokina14: naa, sbagliato, non aspetta un bambino! Mi dispiace, sarà per un’altra volta XD. Come ti sei rifiutata?!?!? Come hai potuto??! Scherzo, dai. Guarda, si capisce pochissimo (penso che vincano una partita di basket molto importante, con una grande coppa), ma è bellissima. Spero solo che il film finisca bene e che Troy e Gabriella non si lascino. Altrimenti andiamo in massa alla Disney e facciamo una strage, d’accordo?! Bacioni!

 

Lovely_fairy: Niente piccolo/a Bolton, I’m sorry. Forse più avanti, chissà. Per msn ti ho già spedito una mail ^^. Bacioni!

 

armony_93: Mwahaha, sono perfida ^____^. Sìì, la scena Chaylor del trailer è bellissima!! *Me saltella per la stanza* però la scena che mi piace di più è quando Gabriella si alza tra gli spalti e canta con Troy. Sìì, la canzone ce l’ho anche io!! E’ bellissima, anche se manca l’urlo di Gabriella!! Qui c’era un po’  di Chaylor, ma nel prossimo capitolo ancora di più!! Bacioni

 

Tay_: riesco ad aggiornare anche da qui, visto?! Non vi lascio sole fino ad agosto! Il trailer era semplicemente, per dirla alla Sharpay, favoloso! Sono in disaccordo con te: Gabry e Troy non si devono lasciare mai perché loro due sono la coppia perfetta XD. Bacio!

 

Kikka93: tu tifavi contro i figli, dovresti essere contenta! Anche io sto morendo dalla curiosità, aiutooo!! Devo sapere!! Tu hai msn? Se sì, farò la stessa cosa che farei con armony_93. E spaccio in giro il video del trailer! Bacioni

 

Titty90: alla fine ho ceduto. Lo sapevi già ^^. Ora te la puoi riguardare quando vuoi, l’anteprima (chissà chi è stata quella dolce fatina che te l’ha regalata XD ^^’’’’)! Ed io mi ascolto la canzone XD Bacione, a presto

 

romanticgirl: visto, niente piccolo Bolton! Anche a me piacciono i bambini… finchè non hanno quattro o cinque anni. Da lì, possono sloggiare tutti XD. Curiosità soddisfatta? Bacioni!

 

LizDream: ecco, nessun bebè in arrivo! Come ho già detto, ci penserò per il futuro! Vi ha proprio sconvolte questa notizia ^__^ Come si fa a scaricare da Youtube?? Dovete insegnarmi XD Un bacione grande e continua presto la tua storia!

 

Satine93: allura, grazie per i commenti sia nel capitolo 19 che nel 20!! Sharpay è perfida, egocentrica e viziata, ma io l’adoro lo stesso. Mi fa morire dal ridere XD A Ryan ci penso, tranquilla. Certo che Troy e Gabriella non hanno pace! Altrimenti sarebbe una storiella poco interessante, no?? Grazie anche per averla aggiunta ai preferiti! Bacioni tvttb

 

 

Ok, allora annuncio generale: se qualcuna di voi volesse contattarmi per msn, può per favore scrivere nelle recensioni il suo contatto?? Poi penserò io ad aggiungerle (ho dei problemi con l’account di posta registrato in EFP e non lo uso, quindi le email che eventualmente mi mandate lì non le leggo!). Grazie mille!

 

Spero di risentirvi tutte, un bacione grande e buone vacanze! Al prossimo capitolo (molto Chaylor, ve lo dico!)

 

La vostra

 

Hypnotic Poison (in trepidante attesa per HSM3 XD)

 

 

§§ “Allora, signor Danforth, è pronto per rispettare la sua scommessa?”

 

Chad alzò gli occhi al cielo mentre infilava la chiave nella toppa della loro camera: “Qualcuno mi aiuti…”

 

Ma Taylor gli agitò l’indice davanti al naso: “Eh no, adesso ti tocca! Così impari a sfidare Taylor McKessie!”

 

Lui sbuffò: “Uffa, adesso ci si mette anche la porta! Non si apre!” §§

 

 

 

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Capitolo 22
*** 22. Polvere di stelle ***


22

22. Polvere di stelle

 

Troy, Gabriella, Troy&Gabriella, Chad, Taylor,

Sharpay, Zeke,Tutti i ragazzi, Tutte le ragazze, Tutti

 

Ciao, piccola…”

 

Taylor sobbalzò per lo spavento: “Chad! Mi hai fatto prendere un colpo!” esclamò portandosi una mano al cuore.

 

Lui rise, le passò un braccio attorno alla vita e unì le loro labbra.

 

Quando si staccarono, la ragazza gli accarezzò una guancia: “Sei strano… cos’hai?”

 

Chad scosse la testa: “Niente, perché?”

 

Lei corrugò le sopracciglia: “Tu hai paura! Oddio, non ci credo! Sei emozionato per il Talent Show!”

 

Il ragazzo arrossì di botto mentre la sua fidanzata incominciava a ridere: “Non è vero…”

 

Taylor lo guardò con aria scettica, e lui borbottò: “Solo che… tutta quella canzone d’amore, e la gente che ci guarda, e Troy e Gabriella che non faranno altro che tubare sul palco…”

 

“E allora? A te che importa? Ci sono anch’io, no?” lei gli scompigliò i capelli ribelli, e Chad rise: “Uh, allora la sfido, signorina McKessie!”

 

“Ah sì? E in cosa mi sfida, signor Danforth?”

 

Lui sorrise malizioso: “La sfido a darmi un bacio sul palco, davanti a tutti!”

 

Taylor ammutolì, ed il riccio iniziò a ridacchiare, conoscendo la timidezza della ragazza quando si trattava di effusioni.

 

“D’accordo!” ribattè però lei “E se lo faccio, cosa vinco?”

 

Chad rise: “Vediamo… se lo fai, porto te, Gabriella ed Evans a fare shopping. Se non lo fai, giochi a basket con me, Troy, Zeke e Jason!”

 

La ragazza gli tese la mano: “Affare fatto, Wildcat!”

 

Lui la strinse, poi la tirò verso di sé e la baciò di nuovo.

 

 

###

 

 

“Allora, siete pronti?”

 

Kelsie aprì le tende che chiudevano il camerino di Sharpay, occupato dai sei cantanti che sarebbero dovuti salire sul palco di lì a poco.

 

Chad si lisciò la camicia, agitato: “Quanto manca, Kels?”

 

Lei lanciò un’occhiata al palco: “Direi che dopo la signora Meyer e le sue imitazioni, tocca a voi.

 

Il riccio cominciò a saltellare sul posto, per darsi un po’ di coraggio e al tempo stesso per scaricare la tensione.

 

Gabriella, Sharpay e Taylor uscirono in quel momento da dietro un appendiabiti colmo, nervose tutte e tre.

 

Chad non potè far a meno di rimanere immobile alla vista della sua ragazza, con i capelli raccolti in una treccia arrotolata sulla nuca e qualche ciocca riccia che le sfuggiva.

 

Lei se ne accorse ed arrossì di botto: “Che c’è?”

 

Il ragazzo si riscosse: “Ehm… niente!”

 

Gabriella sorrise appena, soddisfatta del suo lavoro: “Dov’è Troy? Tocca a noi!”

 

“Eccomi, eccomi!” il ragazzo li raggiunse, aggiustandosi i polsini della camicia.

 

Sharpay lo guardò, sospirò e si voltò verso la sua amica mora: “Posso, vero, Gabby?”

 

Quest’ultima si accigliò: “Puoi cosa, Shar?”

 

La bionda indicò Troy: “Posso sistemargli la cravatta, questa sconosciuta? Bolton non ha ancora imparato come si fa!”

 

Tutti risero, tranne naturalmente il diretto interessato, che si lasciò sistemare docilmente.

 

Il signor Fulton arrivò in quel momento, spalancando le tende con fervore: “Kelsie, al piano! È il vostro turno, signorina Evans.

 

I tre ragazzi si scambiarono uno sguardo terrorizzato, sospirando uscirono tutti insieme e aspettarono che il direttore li chiamasse sul palco.

 

“Ed ora, ecco a voi l’ultimo numero della serata,” stava infatti dicendo in quel momento “Signore e signori, vi presento Sharpay Evans, Troy Bolton, Gabriella Montez, Chad Danforth, Taylor McKessie e Zeke Baylor!”

 

Sharpay spinse avanti Troy: “Muoviti!” sibilò, minacciandolo con il microfono.

 

Il castano prese fiato e salì sul palco, mentre Kelsie iniziava a suonare le prime note, subito seguito dai suoi cinque compagni.

 

Si voltò poi verso Gabriella, e cominciò a cantare:

 

A te che sei l’unica al mondo
L’unica ragione per arrivare fino in fondo
Ad ogni mio respiro
Quando
ti guardo
Dopo un giorno pieno di parole
Senza che tu mi dica niente
Tutto si fa chiaro

 

Lei sorrise dolcemente e gli prese la mano, mentre entrambi guardavano Chad, pallido, che aspettava il suo momento.

A te che mi hai trovato
All’ angolo coi pugni chiusi
Con le mie spalle contro il muro
Pronto a difendermi

 

Il ragazzo non osò guardare verso il pubblico, ma cercò coraggio nei profondi occhi di Taylor, che gli sorrideva.

 
Con gli occhi bassi
Stavo in fila
Con i disillusi
Tu mi hai raccolto come un gatto
E mi hai portato con te

 

Attaccò Zeke, che stringeva una Sharpay dalle guance rosa per l’emozione, perché la loro storia era iniziata proprio così.

A te io canto una canzone
Perché non ho altro

 

Gabriella scosse dolcemente la testa, intonando quelle parole con voce dolce, specchiandosi negli occhi blu del suo ragazzo.


Niente di meglio da offrirti
Di tutto quello che ho

 

Sharpay sorrise; tutto ciò che poteva dare a Zeke erano lei e la musica, perché il resto, in fondo, non contava niente.

 
Prendi il mio tempo
E la magia
Che con un solo salto
Ci fa volare dentro all’aria
Come bollicine

Taylor cantò davanti al pubblico, stringendo la mano di Chad. Non sapeva come Kelsie avesse potuto intuire il suo stato d’animo, ma quella strofa la rispecchiava in pieno: quando stava con lui, si sentiva leggera come una bollicina, felice e senza pensieri.

 

A te che sei
Semplicemente sei
Sostanza dei giorni miei
Sostanza dei giorni miei

Tutti cantarono insieme, in un’armonia perfetta sulle note di Kelsie, facendo emozionare il pubblico che non credeva a quanto quei sei ragazzi potessero esprimere così tanto.

 

A te che sei il mio grande amore
Ed il mio amore grande

 

Troy sorrise malizioso a Gabriella, dopo che la paura iniziale era scomparsa, lasciando il posto alla meravigliosa sensazione di poter cantare insieme a tutti i suoi amici.

 
A te che hai preso la mia vita
E ne hai fatto molto di più

 

Chad fece l’occhiolino a Taylor, dandole un buffetto sul naso. Era lei, ormai, la ragione per cui lui era così. Perché era davvero Chad.

 
A te che hai dato senso al tempo
Senza misurarlo

 

Zeke fece fare una giravolta alla sua ragazza, che rideva lontano dal microfono per non disturbarli.


A te che sei il mio amore grande
Ed il mio grande amore


I tre ragazzi cantarono insieme, due di loro parole che mai avevano pronunciato, ma che già sentivano nel cuore.

 

A te che io
Ti ho visto piangere nella mia mano
Fragile che potevo ucciderti
Stringendoti un po’

 

Troy carezzò la guancia di Gabriella, sorridendole dolcemente, mentre entrambi ricordavano quei momenti tristi passati insieme, per farsi coraggio a vicenda.

 
E poi ti ho visto
Con la forza di un aeroplano
Prendere in mano la tua vita
E trascinarla in salvo

Le loro voci si unirono, si mescolarono perfettamente nell’unico duetto della canzone.

 

A te che mi hai insegnato i sogni
E l’arte dell’avventura

 

Gabriella rispose al suo sorriso, come per ringraziarlo per i momenti in cui le era sempre stato vicino, e le aveva insegnato a sognare, come all’asilo.

 
A te che credi nel coraggio
E anche nella paura

 

Taylor prese un po’ in giro Chad con quelle parole, ripensando a quando parlava di coraggio, e poi si faceva prendere dal panico per la più piccola cosa.

 
A te che sei la miglior cosa
Che mi sia successa

 

Sharpay fece spallucce, mentre una verità mai rivelata veniva a galla.

A te che cambi tutti i giorni
E resti sempre la stessa

Zeke ghignò divertito, ricordando i mille e mille cambiamenti della bionda.

 

A te che sei
Semplicemente sei
Sostanza dei giorni miei
Sostanza dei sogni miei

 

Taylor sorrise imbarazzata, la mano stretta in quella del suo ragazzo.


A te che sei
Essenzialmente sei
Sostanza dei sogni miei
Sostanza dei giorni miei


Sharpay riprese il ritornello, ballando lentamente con Zeke.

 

A te che non ti piaci mai
E
sei una meraviglia

 

Taylor arrossì a quelle parole di Chad, che la guardava sorridendo ma con gli occhi seri, segno che credeva veramente in quella frase.

 
Le forze della natura si concentrano in te
Che sei una roccia sei una pianta sei un uragano
Sei l’orizzonte che mi accoglie quando mi allontano

Zeke continuò a ridere, immaginandosi Kelsie scrivere quella strofa sul carattere di Sharpay.

 

A te che sei l’unica amica
Che io posso avere
L’unico amore che vorrei
Se io non ti avessi con me

 

Troy prese la mano di Gabriella e la mise sul suo cuore, come l’anno prima. Non c’era altra donna che avrebbe mai potuto amare, se non lei.

 
A te che hai reso la mia vita bella da morire,

Che riesci a render la fatica un immenso piacere,

Taylor sollevò un sopracciglio, divertita. Quella parte l’aveva scritta lei insieme a Kelsie, per ricordare quei lunghi pomeriggi passati a studiare chimica, ma così speciali.

 

A te che sei il mio grande amore

Ed il mio amore grande,

 

Gabriella non tolse la mano dal petto del suo ragazzo, e cantò quelle parole che tanto spesso gli ripeteva, ma che ogni volta avevano il loro valore.

 
A te che hai preso la mia vita

E ne hai fatto molto di più,
A te che hai dato senso al tempo senza misurarlo,

 

Sharpay cantò di nuovo, stringendosi a Zeke e sorridendogli nel modo più dolce.

 
A te che sei il mio amore grande

Ed il mio grande amore

 

Gabriella guardò Troy negli occhi, felice, e li vide brillare sopra il sorriso che significava le stesse parole.

A te che sei, semplicemente sei

Sostanza dei giorni miei, sostanza dei sogni miei...

 

Le tre ragazze cantarono insieme, perfette, quasi facendo venire la pelle d’oca a spettatori e compagni.


E a te che sei, semplicemente sei,

Compagna dei giorni miei...sostanza dei sogni miei...

 

Mentre le note sfumavano, si acquietavano anche le voci di Chad, Troy e Zeke.

 

Quando la musica finì, i sei ragazzi continuarono a guardarsi negli occhi, increduli per le tante emozioni.

 

E a risvegliarli furono gli applausi entusiasti degli ospiti del club, che si erano alzati tutti in piedi.

 

Troy si abbassò e baciò dolcemente Gabriella; Chad guardò Taylor con una luce maliziosa negli occhi. Lei si alzò in punta di piedi e lo rese contento (anche se il pensiero di dover adempiere alla scommessa lo faceva star male).

 

Così, rimasti gli unici, Zeke si voltò speranzoso verso Sharpay, stretta al suo fianco. La bionda dapprima scosse la testa, orripilata. Poi, però, vedendo quel adorabile sorriso e il pallido tentativo d’imitare la faccia da cucciolo bastonato di Troy, si arrese e si lasciò baciare.

 

“Bravissimi, bravissimi! Complimenti a tutti voi!” la voce del signor Fulton li fece separare “Siamo ora arrivati al momento del nostro premio, lo Star Dazzle Award!”

 

I ragazzi si abbracciarono tutti, aspettando in silenzio.

 

“Sono lieto di annunciare che, anche quest’anno, il premio è assegnato alla signorina Sharpay Evans,” gli altri cinque alzarono gli occhi al cielo “E al suo gruppo di Wildcats!”

 

Partirono altri applausi, mentre il direttore consegnava il trofeo nelle mani di Taylor.

 

Loro gridarono contenti, scambiandosi cinque e abbracci.

 

Gabriella cercò con gli occhi suo padre, nella folla, e lo trovò in uno dei tavolini in seconda fila, che le sorrideva ed applaudiva orgoglioso e felice.

 

Qualche istante dopo li raggiunsero sul palco anche Martha, Kelsie, Jason e Ryan, che si congratularono con loro.

 

Scesero poi dal palco, e corsero sulle colline del campo da golf.

 

Il cielo era illuminato da miriadi di stelle, tutti aspettavano però gli astri cadenti a cui affidare i loro desideri.

 

“Questa è la notte di San Lorenzo, ragazzi!” esclamò Sharpay “Quali sogni volete far avverare?”

 

Kelsie rise, stretta a Jason: “Ehi, se si rivelano poi non si avverano!”

 

Una meteora passò proprio in quel momento; Gabriella si strinse a Troy, poggiando la guancia sul suo petto e desiderando che la sua vita fosse felice come lo era in quel momento.

Rimasero sul campo ancora qualche ora, finchè lentamente il sonno e le emozioni della sera non li convinsero a ritornare in camera.

 

Mentre camminavano su e giù per il campo, Taylor si girò verso Troy e Gabriella e disse: “Ah, dimenticavo: auguri!”

 

Il castano sorrise, prese la mano della sua ragazza e la fermò, facendoli così rimanere ultimi.

 

Lei lo guardò interrogativamente, ma col sorriso sulle labbra rosse.

 

“Tanti auguri, piccola…” le sussurrò dolcemente.

 

Gabriella arrossì, si alzò in punta di piedi e lo baciò.

 

Poi Troy la prese di nuovo per mano, conducendola attraverso il prato.

 

“Ma dove stiamo andando?” domandò lei ridendo.

 

Lui si girò e le fece l’occhiolino: “Sorpresa!”

 

Camminarono illuminati dalle stelle ancora per qualche metro, poi il ragazzo all’improvviso si fermò: “Ora chiudi gli occhi!”

 

La mora rise, ma fece come le aveva detto; Troy le si mise dietro e poggiò le mani sui suoi occhi. Poi la spinse leggermente, facendola avanzare.

 

“Ecco, ora fermati.” le sussurrò dopo pochi passi “Puoi guardare…”

 

Tolse le mani, lei aprì gli occhi e rimase stupefatta: davanti a lei c’era un tavolo con due sedie, illuminato da alcune candele, colmo di piatti dall’aspetto squisito.

 

Sentì formarsi le lacrime: “Oh, Troy, non ci credo!”

 

Lui si grattò la nuca, imbarazzato: “Era il minimo, Gabby… comunque, hanno cucinato tutto Zeke e lo chef Micheal, penso sia ottimo!”

 

Gabriella lo fissò, trattenendo le lacrime di gioia: “Grazie, grazie davvero! Io non so… ma-ma come hai fatto?!

 

Troy fece spallucce: “Beh, non è stato difficile convincere Fulton. Gli ho soltanto promesso che dopo avrei rimesso a posto tutto!”

 

La ragazza si accigliò: “Io però non ho nessun regalo…”

 

Lui scosse la testa, accarezzandole una guancia: “Sei tu il regalo, Gab. Mi basta quello.” poi rise malizioso “E diciamo qualcos’altro dopo cena!”

 

La mora gli diede una spinta scherzosa, ridendo: “Eddai!”

 

“Forza, mangiamo ora.”

 

Si sedettero a quel tavolo così romantico, scoprendo ad uno ad uno i vassoi, mentre sopra di loro tante stelle portavano altrettanti desideri.

 

 

###

 

 

“Allora, signor Danforth, è pronto per rispettare la sua scommessa?”

 

Chad alzò gli occhi al cielo mentre infilava la chiave nella toppa della loro camera: “Qualcuno mi aiuti…”

 

Ma Taylor gli agitò l’indice davanti al naso: “Eh no, adesso ti tocca! Così impari a sfidare Taylor McKessie!”

 

Lui sbuffò: “Uffa, adesso ci si mette anche la porta! Non si apre!”

 

La sua ragazza roteò gli occhi e gli prese la chiave dalle mani, facendolo spostare.

 

“Per forza non si apre,” borbottò dopo un po’ “Questa non è la nostra chiave, ma quella di Troy e Gabriella! Ce l’avevo io perché dormo con lei, ti sei dimenticato?”

 

Il riccio si battè una mano sulla fronte: “E la mia ce l’ha Troy… che facciamo? Non posso certo stare qui ad aspettare che mi apra! Senza contare che dopo vorrà stare con Gabriella, visto che oggi è il loro anniversario!”

 

Taylor lo abbracciò per consolarlo: “Non so che dirti… se vuoi possiamo aspettare in camera loro…”

 

Chad inspirò il profumo dei suoi capelli, poi all’improvviso gli venne in mente una cosa.

 

“Aspetta!” esclamò “Ho un’idea!”

 

Prima che la ragazza potesse chiedergli spiegazioni, la prese per mano e la trascinò giù per le scale, fino al parcheggio.

 

“Ma cosa vuoi fare?” domandò lei senza fiato.

 

Lui le fece l’occhiolino, aprendo la portiera della sua macchina: “Ti porto in un posto magnifico. Sali, coraggio!”

 

La castana non fece più domande, si sedette dal lato del passeggero; Chad accese il motore e partì per quell’ignota destinazione.

 

Taylor aprì il finestrino, godendosi il vento fresco della sera: “Sta finendo l’estate…” osservò triste dopo un po’.

 

Lui sorrise: “Non ci pensare. Goditi gli ultimi giorni che rimangono, Tay.

 

Lei annuì, fissando la strada che scorreva veloce: “Mi dici dove stiamo andando?”

 

“Aspetta e vedrai.”

 

Alzò gli occhi al cielo, divertita, ma sobbalzò quando il suo ragazzo uscì dalla strada principale per immettersi in un sentiero poco visibile.

 

Lo percorsero per qualche chilometro, poi Chad si fermò e spense il motore: “Eccoci arrivati.

 

Scese prima di lei, aggirò l’auto e poi le aprì la portiera, offrendole la mano.

 

Taylor l’accettò, non appena mise piede a terra dovette spalancare la bocca per la meraviglia.

 

Il ragazzo le passò un braccio attorno alla vita: “Ti piace?”

 

La castana non potè far altro che annuire, guardando estasiata il panorama.

 

Chad l’aveva portata in una piana isolata, circondata dalle montagne rosse, sovrastata da un cielo sfolgorante di stelle: tante tutte insieme non le aveva mai viste.

 

Sorrise come una bambina, si voltò verso il ragazzo che si era seduto sul cofano: “E’ meraviglioso!”

 

Lui fece spallucce, imbarazzato: “L’ho scoperto per caso l’estate scorsa. Sai, quella sera che ero andato a casa dei miei per la festa di mio cugino. Ecco, ho sbagliato strada e sono finito qui.

 

Taylor lo raggiunse, il suo ragazzo l’aiutò a salire e finì distesa sopra di lui.

 

“Grazie…” mormorò prima di baciarlo.

 

Qualche attimo dopo, quando si staccarono, rimase accoccolata sul suo petto, circondata da quelle braccia forti ma gentili, ad ascoltare il suo cuore battere.

 

“Tay?” la chiamò dopo un po’.

 

“Mhm?” rispose lei, vicina all’addormentarsi.

 

“Sai… non mi va che solo Troy e Gabriella abbiano qualcosa da festeggiare in una notte così bella.” spiegò.

 

Taylor alzò il viso, andando ad incrociare i suoi occhi: “Quindi?”

 

Chad sorrise, avvicinando i volti: “Ti amo, Taylor McKessie.

 

Lei spalancò gli occhi, incredula: “Di-dici sul serio?”

 

“Ho mai scherzato sulle cose importanti?”

 

La castana ci pensò un attimo su: “Sì!”

 

Il ragazzo arrossì, imbarazzato: “Ehm… d’accordo. Ma stavolta sono sincero.”

 

Taylor sorrise dolcemente: “Ti amo anch’io, Chad…”

 

Il riccioluto si abbassò e la baciò, mentre lei intrecciava le braccia dietro il suo collo. Presi da quella situazione, Chad si mise sopra di lei per essere più comodo.

 

Sfortunatamente, il cofano della macchina non era piano, ed entrambi scivolarono di scatto giù, finendo a terra.

 

Si guardarono un attimo e scoppiarono a ridere.

 

“Sarà meglio tornare!” esclamò poi Chad, aiutando la sua ragazza ad alzarsi.

 

Taylor si ripulì un po’ la gonna, salì in auto e lo fissò sorridendogli: “Sai una cosa, Chad? Penso proprio che tu abbia mantenuto già così la tua promessa.

 

 

 

Oh, eccoci qua. Capitolo lunghissimo XD che a me personalmente non fa impazzire, ma Titty90 dice che sono pazza a pensarla così…

 

Spero che a voi sia piaciuto! La canzone che cantano penso l’abbiate riconosciuta, è A te di Jovanotti.

 

Ringraziamenti:

 

armony_93: eccomi eccomi, ho fatto prestissimo! Anche perché il 2 parto di nuovo e non ho Internet (nuuu…) hai visto quanta Chaylor?? Si sono detti che si amano!! Devi essere contenta! Mi dispiace per il collasso che ti ho quasi creato ^^Sono felice che tu sia così pazza di questa fic, mi rende fiera. Baci

 

lovely_fairy: ecco, tu tifi per un piccolo Bolton. D’accordo, ci penserò. L’email riprovo io, perché non è arrivata! Altrimenti scrivimi il tuo contatto nelle recensioni… baci!

 

Ciokina14: doppietta per chi spera in un piccolo Bolton. Ok, mi ci metto d’impegno ^^anche io mi sono commossa guardando l’anteprima, sapevo che non potevi resistere! XD W il signor Montez! Baci

 

LizDream: grazie per aggiungermi tra i preferiti *me è molto riconoscente*. La tua storia non è banale, tranquilla. Non capitano spesso due colpi di scena come Gabriella sulla sedia a rotelle e una sorella ritrovata!! Sono curiosa di sapere il resto… kiss!

 

Titty90: no, basta. Non cederò più ai tuoi ricatti (“Seee, e chi ci crede?” NdTitty) sob sob, in rovina mi manda XD bacioni a presto (e molto probabilmente farò quello che dice il labiale dell’emoticon di zac, anche se tu non vuoi, mwahaha!!!)

 

Satine93: uhm, la reazione di Troy… sì, ci lavorerò quando (e se) deciderò d inserire un Bolton junior ^^. Troyella non starà tranquilla eheh… kissoni!

 

Kikka93: sono arrivata al capitolo 26 adesso, e non ho molta voglia di fermarmi XD Chad ha vinto la sua scommessa X3 Io ho messo il trailer anche sul mio blog XD Aggiunta a msn! Baci

 

Romanticgirl: Il padre di Gabry è proprio il vostro mito ^^ Incinta per adesso (me l’avete chiesto in tanti XD) no ^^ Baci

 

Tay_: io sono uno zombie in questi giorni, visto che torno tardi e sto su msn fino all’1 di notte!! Ti ho aggiunto a msn! ^^ baci

 

 

Grazie ancora a tutti, ci risentiamo verso il 9 o 10 agosto! Baci

 

La vostra

 

Vacanziera Hypnotic Poison

 

 

§§ La pioggia batteva fragorosamente contro i vetri della sala del Lava Springs.

 

Tutti gli ospiti erano lì riuniti, sotto la luce elettrica, impossibilitati a muoversi vista la bufera.

 

E anche dieci ragazzi di nostra conoscenza si stavano più o meno annoiando in quell’orribile giorno.

 

Kelsie suonava qualche nota al pianoforte, con Jason accanto che cercava d’imparare; Ryan e Martha parlavano di danza e nuovi passi; Sharpay si faceva la manicure chiacchierando con Taylor; Chad e Zeke discutevano sui nuovi acquisti delle squadre di basket; ed infine Troy era seduto su una poltrona in un angolo, con Gabriella stesa sulle ginocchia, i piedi penzoloni da un bracciolo e la testa sull’altro, e ridevano e scherzavano tra un bacio e l’altro.

 

“Uff!” esclamò scocciato Chad dopo un po’ “Possibile che l’ultimo giorno che stiamo qui debba venire giù il diluvio?” §§

 

 

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Capitolo 23
*** 23. Ultimo giorno di vacanze ***


23

23. Ultimo giorno di vacanze

 

La pioggia batteva fragorosamente contro i vetri della sala del Lava Springs.

 

Tutti gli ospiti erano lì riuniti, sotto la luce elettrica, impossibilitati a muoversi vista la bufera.

 

E anche dieci ragazzi di nostra conoscenza si stavano più o meno annoiando in quell’orribile giorno.

 

Kelsie suonava qualche nota al pianoforte, con Jason accanto che cercava d’imparare; Ryan e Martha parlavano di danza e nuovi passi; Sharpay si faceva la manicure chiacchierando con Taylor; Chad e Zeke discutevano sui nuovi acquisti delle squadre di basket; ed infine Troy era seduto su una poltrona in un angolo, con Gabriella stesa sulle ginocchia, i piedi penzoloni da un bracciolo e la testa sull’altro, e ridevano e scherzavano tra un bacio e l’altro.

 

“Uff!” esclamò scocciato Chad dopo un po’ “Possibile che l’ultimo giorno che stiamo qui debba venire giù il diluvio?”

 

“Beh, non è piovuta una sola goccia tutta l’estate, era anche ora!” osservò tranquilla Kelsie.

 

Il signor Fulton fece la sua comparsa in quel momento: “Signore e signori, la sala da pranzo è già aperta.

 

Ryan si alzò, sistemandosi il cappello: “Beh, io propongo di mangiare, fare le valigie e tornare in città. Tanto ormai stare qui non serve a niente!”

 

“Forza, Wildcat, in piedi…” borbottò Chad, di pessimo umore.

 

Lanciò un’occhiataccia al suo migliore amico e gli toccò una spalla: “Troy, andiamo.

 

“Eh, cosa?” Troy alzò lo sguardo, distratto “Dicevi, amico?”

 

Il riccioluto sospirò stizzito: “Andiamo a pranzo. Forza, muoviti.

 

Gabriella, quasi intimorita, scese dalle gambe del suo ragazzo in silenzio e raggiunse Taylor, con una muta domanda nello sguardo; l’amica, per tutta risposta, scrollò le spalle. Nemmeno lei sapeva la causa di quell’umoraccio.

 

“Ehi, fratello, ma che hai?” domandò il castano fermandolo.

 

“Niente, Troy, d’accordo? Sto benissimo!” sbottò l’altro. Poi procedette marciando verso il loro tavolo e si sedette rabbiosamente.

 

Troy si girò verso le due ragazze e fece spallucce; loro scossero la testa e poi scoppiarono a ridere.

 

 

###

 

 

L’auto di Troy precedeva lentamente lungo le strade allagate di Albuquerque, i tergicristalli che lavoravano furiosamente sotto la pioggia battente.

 

Gabriella si sporse in avanti, cercando di guardare fuori dal parabrezza: “Ma è normale un temporale così in New Messico?” domandò.

 

Troy sorrise, rallentando ancora: “Sìì… una volta ogni dieci anni!”

 

“Troy!” esclamò divertita la mora, dandogli una leggera pacca “Non prendermi in giro!”

 

“Io?!” ribattè il ragazzo, sgranando gli occhi “Non lo farei mai!”

Continuarono a ridere e scherzare finchè non raggiunsero casa di Gabriella.

 

“Aspetta prima di scendere,” disse il castano, tirandosi sulla testa il cappuccio della felpa “Ti prendo l’ombrello da dentro.”

 

Lei annuì, Troy aprì lo sportello e scese in strada. E si ritrovò con l’acqua alle ginocchia.

 

Gabriella lo guardò per qualche secondo e poi scoppiò a ridere.

 

“Non è affatto divertente…” borbottò il castano, che ormai si stava bagnando anche sopra.

 

Sguazzò nell’acqua piovana, aprì il cofano e prese un ombrello giallo, aggirò la macchina ed spalancò lo sportello di destra: “Forza, scendi!” intimò alla sua ragazza.

 

Ma lei scosse la testa, ridendo: “Non penserai che io entri lì dentro!”

 

“E allora cosa vuoi fare?”

 

La mora sorrise maliziosa; il povero Troy sospirò e mise da parte l’ombrello, sul sedile. Poi le passò un braccio attorno la vita, uno sotto le gambe e la prese in braccio.

 

“Ecco, signorina, servizio di trasporto fino a casa!” ironizzò, percorrendo il breve tragitto tra la strada ed il portico asciutto.

 

Gabriella strillò ridendo quando si bagnò, aggrappata al suo collo: “Sbrigati!”

 

Il signor Montez aprì in quel momento la porta e sollevò un sopracciglio: “Accidenti, Troy, sei già arrivato a questo punto?”

 

Il ragazzo sorrise, poggiando a terra e all’asciutto la sua ragazza: “Cosa vuole, signore… non poteva certo bagnarsi i piedini!”

 

La mora gli diede un pizzicotto, mentre i due uomini scoppiavano a ridere.

 

“Beh, vado a prenderti le valigie, Gab.” Troy si rimise il cappuccio e velocemente prese i bagagli della ragazza, per poi ritornare sotto il portico.

 

In quell’istante, un tuono fortissimo rimbombò nell’aria, e la mora sobbalzò impaurita.

 

“Troy, forse è meglio se rimani qui. Non è prudente girare per le strade adesso, sono completamente allagate. Aspetta che passi la tempesta. offrì il padre di Gabriella “Ti fai una doccia, ti cambi. Tanto hai i vestiti, giusto? Forza, non fare i complimenti!”

 

Il ragazzo sorrise: “Certo, grazie. Allora, prendo le mie valigie.

 

Qualche istante dopo, entrarono tutti in casa, al caldo e all’asciutto.

 

“Fatti una doccia, sei tutto fradicio! Ti ammali se rimani così!” consigliò preoccupata Gabriella.

 

Il castano annuì: “Vado subito. Intanto avverto i miei. Ancora grazie, signor Montez!”

 

“Di niente, figliolo.” rispose l’uomo, mentre lo guardava salire le scale e dirigersi in bagno.

 

La mora si girò verso il padre, ondeggiando le braccia imbarazzata: “Beh… allora vado su a cambiarmi anche io…”

 

Fece per correre al piano di sopra, ma il signor Montez la fermò: “Aspetta, tesoro.

 

Lei si fermò sul secondo gradino, deglutendo: “Sì, papà?”

 

Lui la fissò, poi scosse la testa: “Niente. Sono in salotto a vedere la partita di baseball, okay?”

 

“Certo, papà. Ciao!” tornando a respirare, Gabriella si eclissò al piano di sopra, pronta a rintanarsi in camera sua.

 

Ma non appena passò davanti alla porta del bagno, cambiò idea.

 

Spinta da qualcosa che nemmeno lei sapeva con certezza cosa fosse, bussò delicatamente contro il legno marrone, sperando che il padre non si accorgesse di niente.

 

Troy aprì, coperto solo dalla vita in giù da un asciugamano bianco: “Gab! Cosa ci fai qui?”

 

“Shh!” lo zittì lei, mettendo un dito davanti alla bocca. Poi lo guardò ed ammise: “In realtà… non lo so.

 

Il ragazzo rise e aprì di più la porta: “Forza, entra.

 

“Tu sei matta!” esclamò divertito qualche istante dopo, assicurandosi che la porta fosse ben chiusa “E se ci becca tuo padre?”

 

La mora sorrise imbarazzata, fissando lo specchio che si appannava velocemente per il calore della doccia già aperta.

 

Un altro tuono rimbombò nella casa, e Gabriella si spaventò così tanto che si aggrappò a Troy: “Odio i temporali…” bisbigliò contro il suo petto.

 

“Sì, lo so!” rise lui, accarezzandole i capelli neri.

 

Lei rabbrividì: “Troy, sei gelido!”

 

Il ragazzo alzò un sopracciglio, malizioso: “Che dici, allora, facciamo una doccia?”

 

“Signor Bolton, si approfitta sempre delle povere ragazze indifese?” lo prese in giro la mora.

 

Troy sorrise, le prese il viso tra le mani e sussurrò: “Non penso ti dispiaccia…”

 

Gabriella scoppiò a ridere e si affretto a cancellare la distanza tra le loro labbra.

 

 

###

 

 

Chad sbattè la porta della sua camera e con un gesto rabbioso si tolse la felpa e la gettò per terra.

 

Era bagnato fradicio, era di pessimo umore e quello era l’ultimo giorno di vacanze!

 

Si tolse anche i pantaloni ed indossò una tuta dei Wildcat grigia, calda e comoda.

 

Toc toc. Qualcuno aveva bussato timidamente alla porta.

 

“Che c’è?” ringhiò.

 

“Tesoro, c’è Taylor al telefono.” rispose sua madre aldilà del legno.

 

Si alzò dal letto e aprì la porta: “Grazie. mugugnò, poi prese il cordless e si richiuse dentro “Pronto?”

 

Hai una spiegazione per il tuo malumore che ti ha indotto a comportarti come una scimmia e a trattarci tutti, me compresa, malissimo?”

 

Si passò una mano tra i capelli indomabili: “Non si può essere di cattivo umore?”

 

Taylor sospirò: “Il problema è che tu non sei mai di cattivo umore, Chad! Insomma, ci siamo anche un po’ preoccupati!”

 

“Beh, avete fatto male. Io sto benissimo!” sbottò il riccioluto.

 

Ascoltami bene, Chad Danforth, io non ho nessuna intenzione di essere trattata così, d’accordo? Richiamami quando ti sarai calmato. In ogni caso, ci vediamo domani mattina, andiamo al college tutti insieme. E accendi il cellulare, ti ho chiamato dieci volte ed era sempre staccato. Ciao.” la ragazza gli riattaccò in faccia, arrabbiato.

 

“Ma cosa…? Tay? Tay!” Chad guardò il telefono, ormai muto.

 

Emise un suono contrariato e lo scagliò sul letto.

 

Poi spalancò la porta, scese le scale pestando i piedi ad ogni gradino ed entrò in cucina, dove sua madre era intenta a lavare le carote per la cena.

 

“Tutto a posto, tesoro?” gli domandò.

 

Il figlio non rispose, si limitò ad aprire il frigorifero –dove ancora campeggiava la foto di Micheal Crawford- e a prendere del pane, maionese, lattuga, pomodoro e prosciutto.

 

Si preparò così un enorme panino, prese una Coca Cola e raggiunse suo padre in salotto.

 

“Però, devi avere proprio molta fame!” ironizzò lui, osservando la ‘merenda’.

 

Chad l’ignorò: “I risultati del basket?”

 

“I Red Hawks hanno perso contro i New York Knicks.”

 

“MA INSOMMA!!” il riccioluto si tirò su di scatto, arrabbiato, e ritornò in camera sua, borbottando qualcosa d’incomprensibile.

 

Il signor Danforth si girò con un sorrisetto verso la moglie, che aveva osservato la scena preoccupata, e commentò: “Meteoropatico…”

 

 

###

 

 

Sharpay spalancò il suo grande, anzi, immenso armadio dalle ante rosa e cominciò a buttare sul letto tutti i vestiti che pensava sarebbero andati bene per il suo primo giorno al college.

 

“Devi andare a una sfilata, sorellina?” la prese in giro Ryan, comparendo sulla soglia.

 

Lei gli lanciò un’occhiataccia glaciale: “Molto divertente, Ryan. Non hai nient’altro di meglio da fare? Perché non vai un po’ in giardino, a giocare sotto la pioggia?”

 

Il biondo alzò gli occhi al cielo: “Mi raccomando, sii sempre gentile. Ero solo venuto a dirti che c’è Zeke che ti cerca.

 

Lo sguardo della sorella s’illumino leggermente mentre osservava un completino color pesca: “Beh, allora digli che venga su!”

 

“Ai suoi ordini, maestà!” Ryan si girò e andò ad accogliere l’amico al piano di sotto, mentre Sharpay si sistemava i capelli e il vestito che indossava.

 

Diventava sempre leggermente nervosa quando doveva incontrarsi con Zeke, anche se sapeva che il suo ragazzo non le avrebbe mai criticato il look.

 

Sentì bussare alla porta, ed esclamò: “Avanti!”

 

Zeke entrò timidamente, con un gran sorriso in volto: “Ciao. Ti ho portato questi!”

 

Sharpay corse da lui e prese il sacchettino che le porgeva: “I miei biscotti! Grazie!”

 

Si alzò sulle punte e gli diede un leggero bacio sulle labbra.

 

Aprì il sacchetto e tirò fuori un dolcetto: erano biscotti a forma di S, con la parte superiore ricoperta di cioccolata. Bianco e nero, proprio come loro due, buoni da soli ma perfetti insieme.

 

La biondina lo spezzò a metà e gli diede la parte bianca, mangiando subito dopo quella più golosa.

 

“Vedo che ti stai preparando.” osservò ironicamente il ragazzo.

 

Lei arrossì un poco: “Beh, bisogna essere perfette il primo giorno al college!”

 

“Tu non ne hai bisogno,” mormorò Zeke, prendendola per mano e avvicinandola ancora di più “Lo sei sempre…”

 

La sua ragazza sorrise mentre gli circondava la vita con le braccia: “L’hai detto, Baylor…”

 

Lentamente, andarono ad unire le loro labbra, in uno dei loro baci che sempre sapevano di dolce.

 

 

###

 

 

Kelsie suonava dolcemente al pianoforte nello studio di casa sua.

 

I suoi genitori erano partiti qualche ora prima per un romantico viaggetto a Boston, come l’avevano chiamato, e lei era rimasta sola.

 

Le piaceva, però, avere la casa tutta per sé. Si sentiva libera di fare quello che voleva, di poter stare da sola con i suoi pensieri. E soprattutto, le si liberava la fantasia. Infatti, aveva scritto You are the music in me, l’anno prima, in una giornata da sola.

 

All’improvviso, il trillo del cellulare si sovrappose alle note di Mozart.

 

Lo prese dalla tasca e con un sorriso lesse sul display il nome di Jason.

 

“Pronto?”

 

“Ehi, Kels. Disturbo?”

 

“No, no, figurati. Dimmi tutto!”

 

“Beh, ecco, pensavo… ti andrebbe di uscire?”

 

La ragazza si morse un labbro: “Mi piacerebbe ma… fuori diluvia…”

 

La voce di Jason si fece più triste: “Ah, giusto…”

 

Kelsie si pentì immediatamente delle sue parole, così propose: “Senti, perché non vieni qui da me? I miei sono andati via, mi faresti un po’ di compagnia. Magari guardiamo un film, poi possiamo mangiare una pizza!”

Jason, aldilà della cornetta, sorrise felice: “Certo, arrivo subito! Prendo io il film? Ti va bene l’ultimo di James Bond?”

 

“Perfetto. Allora a tra poco. Ciao.”

 

Sorrise e chiuse la comunicazione.

 

Poi corse su per le scale, si cambiò i vestiti, si pettinò i morbidi boccoli castani e si mise appena un po’ di mascara.

 

Appena in tempo per andare ad aprire al ragazzo, che aveva suonato.

 

“Ciao!” sorrise ed arrossì contemporaneamente quando se lo trovò davanti.

 

“Ciao,” rispose Jason, abbassandosi e dandole un bacio sulla guancia “Posso entrare?”

 

“Certo!” Kelsie si fece da parte e lo lasciò passare. Si diressero insieme in salotto e misero su il DVD.

 

Il ragazzo si mise poi seduto per terra, con la schiena appoggiata al divano, e lei gli si accoccolò di fianco, subito circondata sulle spalle dal suo braccio.

 

 

###

 

 

“Allora non ti ha più richiamata?” Gabriella si sistemò i capelli allo specchio del bagno, il cellulare fermo tra la spalla e la guancia.

 

No, sospirò Taylor, all’altro capo della cornetta “E il cellulare è ancora staccato. Mi fa saltare i nervi quando fa così! È insopportabile!”

 

La mora rise: “Se ti può consolare, è solo meteoropatia. Qui ad Albuquerque non vengono mai tempeste di questo genere, quindi sarà un caso raro. Sei fortunata che non vivi a New York!”

 

“Meteoropatia o no, è sempre un grandissimo cafone.

 

“Te lo sei scelto tu, Tay. Hai voluto la bicicletta, ora pedali!”

 

“Grazie, mi sei molto d’aiuto…” Gabriella rise ed uscì dal bagno, fermandosi sul pianerottolo “Ed il tuo principe azzurro è ancora lì?”

 

“Sì, con mio papà. Stanno guardando i risultati del basket, e siccome i Red Hawks hanno perso, è di cattivo umore –anche lui. Se poi aggiungi che mio papà tifa per i Boston Celtics…”

 

Taylor rise: “Anche tu non sei messa meglio, sorella. Dai, ti lascio a salvare il tuo Troy. Io provo a richiamare lo zoticone. A domani mattina!”

 

“A domani, Tay. Buonanotte!” chiuse la comunicazione e scese in salotto, dove trovò il suo fidanzato e suo padre piegati in due dalle risate.

 

“Cosa c’è di tanto divertente?” domandò curiosa, sedendosi sul bracciolo della poltrona occupata da Troy.

 

“Oh, niente,” rispose quest’ultimo, con le lacrime agli occhi “Tuo padre mi stava solo raccontando di quando, da piccola, ti sei fatta la pipì addosso ad una partita dei Celtics!”

 

I due uomini ripresero a ridere, mentre la povera Gabriella divenne bordeaux.

 

“Non c’è niente da ridere…” borbottò offesa ed imbarazzata.

 

“E quindi, nel bel mezzo dell’incontro, quando mancavano due minuti alla fine e stavamo perdendo di un solo punto, mi sono dovuto alzare e portarla in bagno!” terminò tra le risate il signor Montez.

 

“Papà, piantala!” gridò la figlia, le braccia incrociate al petto.

 

“Oh, scusami tesoro, ma è stata una scena epica. si battè le mani sulle ginocchia e si alzò “Vi lascio soli, vado di là a controllare alcune carte.”

 

Dopo che il padre di Gabriella ebbe lasciato il salotto, cadde il silenzio, rotto solo dagli inutili sforzi di Troy per contenere le risate.

 

“Smettila.” ordinò la sua ragazza, arrabbiata.

 

“Eddai, Gab, in fondo non è la fine del mondo. Capita a tutti di fare una figura del genere, da bambini!” la consolò lui, accarezzandole la schiena con una mano.

 

“Non è divertente lo stesso. La prossima volta che incontro tuo padre, mi ricorderò di farmi raccontare una tua disavventura!”

Il castano sorrise ironico e sgranò gli occhi: “Ah, ti vuoi vendicare, eh? Piccola birichina…” la spostò sulle sue ginocchia ed iniziò a farle il solletico.

 

“No, Troy, smettila!” boccheggiò la mora, contorcendosi e ridendo.

 

Il ragazzo obbedì e sfregò il naso contro quello di lei: “Lo sai che sei bellissima quando ridi?”

 

Gabriella arrossì sorridendo: “Perché, quando non lo faccio?”

 

Anche il suo ragazzo sorrise: “Sei stupenda…”

 

Lei ridacchiò, intrecciando le braccia dietro al suo collo. Decise di stuzzicarlo un po’, di divertirsi: “E quando piango?”

 

Troy fece correre l’indice lungo la sua guancia: “Sei meravigliosa anche quando piangi. Ma io non voglio più vederti piangere, mai più. Ti concedo solo le lacrime di felicità, nient’altro. Nessuno è degno di farti stare male, Gabriella, tantomeno io. Ricordatelo.”

 

E a quelle parole, una piccola lacrima di gioia cadde dagli occhi da cerbiatta: “Ti amo…” gli sussurrò.

 

Il ragazzo sorrise, tuffò una mano nei suoi capelli profumati e la baciò: “Ti amo…”

 

 

 

Tornata!! Mi è mancato Internet in questa settimana ^^

 

Mi scuso x le Chayloriste, ma non vi preoccupate, quei due faranno pace ^^

 

Ringraziamenti:

 

lovely_fairy: anche io adoro A te, per questo l’ho messa! A me non è arrivato niente, ti ho mandato l’email all’indirizzo di gmail, ti è arrivata?? Ah, mannaggia a questo Internet XDXD Baci

 

armony_93: lo sapevo che ti sarebbe piaciuto ^^ Magari mancassi a tutti ^//^ Io sono fissata in generale con HSM, sono senza speranza. Un bacio enorme

 

Alexia379: grazie per averla aggiunta ai preferiti, spero continuerai anche a commentare! Baci

 

Ciokina14: t ho lasciata senza parole eh? XD Esatto, la notte di San Lorenzo è il loro anniversario ^^ Baci

 

Satine93: io non faccio altro che pensare a loro ^//^ Siamo malate XD Aggiunta su msn!baci

 

Romanticgirl: ti ha divertito questo capitolo?? A me sìì, povero Chaddino!! XD un bacione

 

Kikka93: alura, un po’ di anno scolastico c’è. E poi devo decidere. Ma non anticipo ^__^ Baci

 

Titty90: con te non c’è gusto. Sai troppe cose. E, come ti ho già detto, molto probabilmente lo farò. Mwahaha. E non è finita, per loro. L’hai visto, mwahahahahah. Ti voglio bene, kiss.

 

Tay_: grazie per avere inserito moi nei preferiti *me gongola per la stanza* No, non finirà tanto presto. Spero. Kisses

 

Step up: grazie dei complimenti, davvero. Mi fanno stare bene. XD Cerca di resistere XD Baci

 

LizDream: eccoci qui. Spero che ti sia piaciuto ^^ Baci

 

 

Bene, allora a presto. Si ricomincia coi guai, dal prossimo capitolo. Mwahahah, segreto.

 

Ah, vi avverto che, siccome stiamo raggiungendo la quota dei capitoli che ho scritto, probabilmente aggiornerò con un po’ più di lentezza. Perché se rimango senza capitoli, siamo rovinate XDXD

 

Buon San Lorenzo a tutte, cercate di catturare quante più stelle cadenti possibili!

 

Un bacioneee!!

 

Hypnotic Poison

 

 

§§ In quel momento, un diffuso mormorio si levò dalla folla femminile, ed una ragazza dal caschetto nero vicino a loro diede di gomito all’amica che le stava accanto ed esclamò: “Accidenti, Vicky, guarda là! Chi è quel figo da paura?”

 

Gabriella, Sharpay ed anche Ryan, incuriositi, si girarono nella direzione che stava indicando, e videro un ragazzo alto, castano, con gli occhi coperti da dei Rayban scuri a goccia, una maglietta blu e dei jeans scuri.

 

La mora lo osservò, ed il suo cuore perse un battito. §§

 

 

 

 

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Capitolo 24
*** 24. Al College ***


24

24. Al College

 

Chad si svegliò ancora prima che suonasse la sveglia, puntata alle ore sette e mezza.

 

La disattivò direttamente e si stiracchiò; il Sole entrava dalla finestra, e lui non si era mai sentito così allegro.

 

Si alzò dal letto, osservò il quartiere: benchè lungo le strade scorresse ancora più acqua del dovuto, si stava tutto lentamente asciugando, ed in cielo non c’era nemmeno una nuvola.

 

Fischiettando allegro, si vestì e poi scese in cucina a fare colazione.

 

-Mamma e papà saranno ancora a letto,- constatò infilando i toast nel tostapane –Oggi è straordinariamente presto! Magari passo a prendere Taylor, così le faccio una sorpresa.-

 

Mangiò tranquillamente la sua colazione, leggendosi le notizie sportive del giornale, poi prese una borsa con un quaderno, il suo fedele pallone da basket e qualche penna, ed uscì di casa.

 

Il tutto, senza smettere un solo attimo di canticchiare.

 

Tirata fuori la macchina dal garage, guidò fino a casa della sua ragazza, con la musica a palla e i finestrini abbassati e braccio sinistro fuori che batteva sull’auto a tempo di musica.

 

Scese ed andò a suonare alla porta; qualche istante dopo, Taylor gli andò ad aprire, con i capelli arruffati ed il pigiama.

 

“Ciao, piccola! Ancora così?” la salutò allegramente.

 

“Chad, sono le sette e mezza, che ci fai qui? Dovevamo vederci al college tra due ore, ed io avevo intenzione di dormire un’altra ora!” brontolò lei, passandosi una mano tra i capelli.

 

“Beh, mi sono svegliato presto e ho deciso di passare a prenderti. Posso entrare?” la ragazza lo fece passare e chiuse la porta, borbottando qualcosa sulla meteoropatia.

 

“I tuoi genitori?” domandò Chad, con le mani in tasca.

 

Taylor lo osservò per un secondo, gli occhi ancora semichiusi: sembrava un bambino il giorno di Natale.

 

“Sono usciti dieci minuti prima che arrivassi tu. Di sopra c’è solo mia sorella Teresa, ma sta dormendo.”

 

“Bene!” si guardarono un attimo, in silenzio, poi la ragazza battè le mani: “Beh, senti, magari mi vado a preparare, d’accordo? Tu fai pure come se fossi a casa tua, tanto qui ci sei già stato. Non ci metto molto.”

 

Chad sorrise: “Okay, ti aspetto qui.”

 

Lei annuì e corse su per le scale, mentre un pensiero la colpiva: -Mio Dio, mi ha vista con il pigiamone a righe, che vergogna!-

 

Il ragazzo, invece, si sedette sul divano ed accese la TV.

 

Ma quell’alzataccia non gli calzava poi così a pennello, e in poco tempo si addormentò.

 

E fu in quella posizione, con il telecomando in mano e la bocca semi-aperta, che Taylor lo trovò quando scese.

 

Sorrise intenerita, lo scosse piano chiamandolo: “Chad! Chad, svegliati!”

 

“Eh, cosa?” si tirò su di scatto, scuotendo la testa “Ah… mi sono addormentato…” la sua ragazza rise e lui si stropicciò gli occhi: “Ma che ore sono?”

 

“Le otto.” rispose la ragazza, sedendogli accanto.

 

“Per fortuna che ci dovevi mettere poco, è passata mezz’ora…” brontolò lui, passandole un braccio intorno alle spalle.

 

“Ehi! Zeke aspetta Sharpay delle ore senza mai lamentarsi!” Taylor lo spintonò leggermente, per scherzo.

 

Chad sorrise: “Mmm, è vero…” alzò la testa dallo schienale e la baciò sulle labbra.

 

“Allora, signorina McKessie, abbiamo un’ora e mezza tutta per noi. Come la passiamo?”

 

La ragazza rise e intrecciò le braccia dietro il suo collo, inginocchiandosi sul divano per essere più comoda: “Oh, io avrei un’idea…”

 

Si baciarono di nuovo, ridendo, e il ricciolino la strinse forte a sé.

 

Eh-ehm. Non vi sembra un po’ presto per iniziare a pomiciare?”

 

Questa voce ironica li fece separare di scatto.

 

“Oh, Tess, per favore, non ti ci mettere pure tu!” sbuffò Taylor, con una mano sul cuore per la paura che si era presa.

 

“Ciao Terry, come stai?” salutò Chad.

 

“Bene, grazie.” rispose Teresa, la sorella ventiduenne della sua ragazza.

 

Era sulle scale, già vestita. Assomigliava molto a Taylor, anche se era più alta e più magra, con i capelli fino a metà schiena e due grandi occhi.

 

Il ragazzo l’aveva vista solo due o tre volte, visto che studiava ad Atlanta.

 

“Iniziate il college oggi, vero? E a questo proposito, avrei una domanda.” si appoggiò con le braccia incrociate alla ringhiera e li fissò “Perché tutti voi ‘Wildcats’ avete deciso di rimanere in casa?”

 

Chad si accigliò: “In che senso, scusa?”

 

Teresa sbuffò e scese le scale: “Perché non siete andati ad abitare al college? Capisco che è qui in città –ed anche questa è una scelta molto strana, a mio parere- ma almeno sareste usciti di casa. Autonomi e felici, hai presente?”

 

Tess, non ricominciare, d’accordo?” l’ammonì la sorella.

 

“Invece lo voglio sapere, Tay. Insomma, se non vi sbrigate adesso, non lo farete mai più!”

 

“In un certo senso hai ragione, Terry,” replicò Chad “Però, sai, il college costa tanto, anche con la borsa di studio, e quindi non sarebbe stato molto conveniente andare a viverci. E poi, come hai detto tu, noi siamo in città, quindi perché non lasciare le camere a qualcun altro?”

 

La ragazza incrociò le braccia ed alzò un sopracciglio: “E perché siete rimasti tutti in questo buco di città? Non vi è mai venuta voglia di andarvene per conto vostro?”

 

“Beh, molto spesso.” ammise il riccioluto “Però, vedi, a me e a Troy è stata offerta una borsa di studio che non potevamo rifiutare, questo è il nostro motivo. Gli altri, beh, credo sia stato per rimanere tutti vicini.”

 

“D’accordo, d’accordo. Colpita e affondata. Ora, se non vi dispiace, ritorno su e faccio la valigia. Alle dieci ho l’aereo per Atlanta.” raggiunse il divano e salutò la sorella con un bacio sulla guancia: “Ciao, sorellina. Comportati bene!”

 

“Ciao Terry, torna a trovarci presto!” rispose lei, abbracciandola.

 

Teresa e Chad si salutarono con una stretta di mano, poi quando fu ritornata in camera sua, il ragazzo si voltò verso la ragazza: “Certo che tua sorella è un tipo tosto.”

 

“E’ una caratteristica di famiglia, no?” scherzò lei.

 

“Giusto!” Chad rise e si rituffò tra le sue labbra.

 

 

###

 

 

“Ciao papà, io vado!”

 

Gabriella prese la sua tracolla azzurra e scese di corsa le scale.

 

“Ciao tesoro, ci vediamo stasera!” la raggiunse la voce del padre dalla cucina.

 

Uscì di casa e corse fino alla fermata dell’autobus che l’avrebbe portata a soli 500 metri dal college.

 

Era eccitatissima, felice, non come i suoi altri primi giorni di scuola. Non vedeva l’ora di entrare in classe, e di raccontare poi tutto ai suoi amici.

 

Sedette vicino al finestrino ed infilò le cuffiette dell’Ipod, respirando forte per cercare di calmarsi.

 

All’improvviso, sentì il suo cellulare squillare dentro la tasca della borsa. Lo tirò fuori e con un sorriso lesse il messaggio di Troy: Buongiorno bellezza. Sei già in autobus? Credo di aver dimenticato una maglietta lì da te! Ci vediamo tra poco. Ti amo.

 

Digitò in risposta: La maglietta te la sto riportando, smemorato! Tra dieci minuti arrivo. Ti amo., e chiuse gli occhi, concentrandosi sulla musica.

 

Ma il suono di un clacson interruppe il suo relax; aprì gli occhi e vide una cabriolet rosa fiammante sfrecciarle accanto, e Sharpay -con un foulard azzurro in testa- e Ryan salutarla con la mano.

 

Scoppiò a ridere e ricambiò il saluto, lasciando l’amica libera di sorpassare l’autobus, troppo lento per i suoi gusti.

 

Dieci minuti dopo, alle nove e dieci, scese alla sua fermata e si diresse velocemente fino al grande piazzale davanti all’Università di Albuquerque, già pieno di matricole e studenti più anziani.

 

Cercò con lo sguardo gli altri, e trovò Sharpay e Ryan seduti su una panchina, intenti a parlare.

 

La bionda era, come al solito, magnifica: indossava una corta gonna di cotone marrone, che faceva un po’ di pieghe. Sopra aveva una maglietta a maniche corte rosa antico, scollata, con sotto una canottiera bianca. Ai piedi, dei sandali con un po’ di tacco dello stesso colore della maglietta.

 

“Ciao ragazzi!” salutò Gabriella, sedendosi accanto a loro “Siete pronti?”

 

“Oh, Gabry sono così emozionata!” cinguettò l’amica, portandosi indietro una ciocca di capelli biondi, che le correvano a boccoli fino a metà schiena “Ci pensi, non farò altro che recitare, cantare e ballare tutto il giorno!”

 

“Sorellina, ti ricordo che dovrai anche studiare, ogni tanto!” la prese in giro Ryan, facendo ridere Gabriella.

 

Ma Sharpay scosse una mano: “Non rovinarmi la festa, Ryan!”

 

Lui e la mora si guardarono negli occhi, e scoppiarono a ridere insieme.

 

In quel momento, un diffuso mormorio si levò dalla folla femminile, ed una ragazza dal caschetto nero vicino a loro diede di gomito all’amica che le stava accanto ed esclamò: “Accidenti, Vicky, guarda là! Chi è quel figo da paura?”

 

Gabriella, Sharpay ed anche Ryan, incuriositi, si girarono nella direzione che stava indicando, e videro un ragazzo alto, castano, con gli occhi coperti da dei Rayban scuri a goccia, una maglietta blu e dei jeans scuri.

 

La mora lo osservò, ed il suo cuore perse un battito.

 

“Oh mio Dio, Vicky, sta venendo qui!” mormorò eccitata la ragazza dal caschetto, aggrappandosi al braccio di Vicky.

 

“Stai calma, Betty, vediamo cosa fa…” sussurrò lei, aggiustandosi i capelli biondi e riccissimi.

 

Betty sorrise in modo seducente quando fu a trenta centimetri da lei, ma il ragazzo la ignorò e si fermò giusto un passo dietro di loro.

 

“Ciao,” esclamò “Non sono in ritardo, vero?”

 

Gabriella lanciò un’occhiata veloce a Betty e Vicky, che si erano girate incredule, e si alzò dalla panchina: “No, sei arrivato addirittura prima di Taylor!”

 

Si alzò sulla punta e gli diede un bacio tenero, ma passionale allo stesso tempo. Un po’ per indicare a quelle due che sì, Troy il figo da paura era proprio il suo ragazzo.

 

“Hai già riscosso successi, Bolton, almeno quanto me!” ironizzò Sharpay, ghiacciando con lo sguardo un ragazzo che si era fermato un po’ troppo ad osservare le sue gambe perfette.

 

“Sei sempre modesta, Sharpay. E comunque, ho già conquistato la ragazza che m’interessa!” rispose sorridendo, circondando le spalle di Gabriella con un braccio e stringendola a sé.

 

La bionda alzò gli occhi al cielo, leggermente disgustata alla vista delle loro smancerie: “Oh, grazie al cielo sei qui, Kelsie!” esclamò, non appena la pianista fu comparsa da loro.

 

“Ciao a tutti!” sorrise “Di cosa hai bisogno, Sharpay?”

 

“Beh, io e te frequentiamo Musica assieme, giusto?” Kelsie annuì “Bene, allora dovresti dirmi l’orario. Penso di averlo perso!”

 

Tutti sospirarono esasperati e divertiti, e proprio in quel momento li raggiunsero anche Chad e Taylor, teneramente mano nella mano.

 

“La colpa del mio ritardo è Chad!” esordì subito la ragazza.

 

“Ehi! Ma se sono arrivato da te alle sette e mezza!” protestò lui.

 

“Appunto! Dopo tu e il tuo fascino l’avete distratta!” scherzò Ryan.

 

Chad alzò un sopracciglio e lo indicò: “Su questo ci puoi giurare, amico!”

 

Risero tutti, e Troy fece cozzare il pugno contro quello di suo fratello: “Allora, passato il malumore?”

 

“Non so di cosa tu stia parlando…” mentì il ricciolino, scatenando nuovamente delle risa “Piuttosto, Evans, dov’è Zeke?”

 

Lei scrollò le spalle: “Dovrebbe essere qui a momenti. E comunque, Danforth, il mio nome è Sharpay.”

 

Lui ghignò: “Oh, lo so, Evans. Sarebbe difficile dimenticare un nome del genere!”

 

Prima che la bionda potesse ribattere, Gabriella si mise tra loro due con le braccia aperte: “Buoni, buoni. Cerchiamo di mantenere la calma, okay? Pay, tu ignora Chad, e Chad, smettila di fare il cretino. D’accordo?”

 

“D’accordo…” borbottarono loro due.

 

“Ciao Martha!” salutò Kelsie l’amica che si era appena avvicinata.

 

Lei sorrise a tutti in risposta. Lei e Ryan avrebbero frequentato gli stessi corsi di danza, e il biondo in più avrebbe frequentato anche musica, canto e recitazione. Kelsie aveva deciso di dedicarsi solo alla musica, mentre Sharpay li avrebbe seguiti addirittura tutti.

 

Cosa non avrebbe fatto per amore dell’arte… o per diventare famosa!

 

Gabriella, invece, aveva scelto la facoltà di giornalismo. L’aveva sempre affascinato quel mondo: intervistare le persone, scrivere a tutti il suo parere, poter scoprire loschi traffici. Il suo senso della giustizia era davvero innato.

 

Per questo era stata indecisa tra giornalismo e Legge; non le sarebbe dispiaciuto poter punire i cattivi ed aiutare gli indifesi.

 

Ma quando Sharpay le aveva detto che era troppo buona per poter mandare qualcuno in carcere, ed anche per difendere un delinquente, aveva deciso di lasciare perdere e di seguire la sua prima passione.

 

“Eccoci, eccoci! Scusate il ritardo!” Zeke e Jason arrivarono di corsa, affannati, e salutarono con un bacio le loro ragazze.

 

“Mi si è fermata la macchina, così ho dovuto chiedere un passaggio a Jason, che è tornato indietro a prendermi!” spiegò Zeke, che invece avrebbe seguito i corsi di cucina tenuti da un famoso chef.

 

Per ultimo, Jason che, sorprendendo tutti, aveva deciso di diventare professore, perciò avrebbe seguito Storia e Lettere.

 

“Okay, sono le nove e venticinque, che dite, entriamo?” domandò Troy, sistemando gli occhiali nella borsa a tracolla nera.

 

“Certo. Coraggio, andiamo.” Gabriella lo prese per mano, e si avviò per prima verso l’entrata.

 

Arrivarono in un grande atrio, dove centinaia di studenti si accalcavano davanti alle bacheche per scoprire in quale aula si sarebbe tenuta la loro prima lezione.

 

“Io e Jason iniziamo con Inglese,” lesse la mora “Aula 24. Allora ci vediamo dopo. In bocca al lupo a tutti!”

 

Salutarono i loro amici ed insieme si diressero verso la loro classe.

 

“Emozionata?” domandò Jason. Lei annuì, sentendo quella familiare sensazione di vuoto allo stomaco, e il ragazzo sorrise “Io di più.”

 

Quando entrarono, la classe era già quasi tutta occupata da ragazzi della loro età, tra cui alcuni volti noti della East High che salutarono con un sorriso.

 

Gabriella trovò un posto libero nella terza fila e si accomodò, mentre Jason si sedette qualche fila più in alto.

 

Tirò fuori ordinatamente dalla sua tracolla azzurra un quaderno, una penna e spense il cellulare, mandando prima un messaggio divertente a Taylor.

 

Qualche minuto dopo, arrivò il professore, e catturò tutta la sua attenzione.

 

 

###

 

 

Troy uscì dalla sua ultima lezione salutando Chad, che stava andando a prendere Taylor.

 

Attraversò i larghi corridoi dell’Università, ignorando le occhiate di ogni studentessa, diretto all’aula 24.

 

Vi entrò, cercò con gli occhi Gabriella. E la trovò in piedi vicino alla cattedra, che parlava e rideva con un ragazzo sconosciuto.

 

Dopo che uno strano brivido gli ebbe percorso il corpo, la raggiunse e le mise un braccio attorno alle spalle: “Ciao. Come è andato il primo giorno?”

 

Lei gli sorrise: “Benissimo, grazie. Troy, ti presento Jacob White. Jacob, lui è Troy.”

 

Jacob gli tese la mano: “Ciao. Sei il fratello di Gabriella?”

 

Il castano alzò un sopracciglio: “Ti sembro suo fratello?”

 

L’altro alzò le spalle e rise: “Suo cugino, allora?”

 

Troy lo squadrò, stringendo più a sé la ragazza: “Sono il suo ragazzo.”

 

“Ah, certo!” Jacob ritirò la mano in tasca e sorrise a Gabriella, che pur divertita da quella scenetta, si sentiva un po’ a disagio.

 

Il suo ragazzo continuò a fissare Jacob: era poco più basso di lui, con occhi e capelli neri.

 

Sentì Gabriella ridere al suo fianco, e capì che quello aveva fatto una battuta che evidentemente lui si era perso.

 

“Andiamo, Gab? Chad e Taylor ci stanno aspettando, dobbiamo andare a pranzo con gli altri.” le ricordò.

 

“Certo. Allora ciao, Jacob. Ci si vede!” salutò allegra lei.

 

“Arrivederci Gabriella, è stato un piacere.”

 

I due uomini si fissarono negli occhi, in silenzio, e poi Troy si affrettò ad uscire dall’aula.

 

“E’ simpatico, vero?” domandò la sua ragazza, passandogli un braccio attorno alla vita.

 

“Già, simpatico.” mugugnò lui.

 

Jacob continuò a fissarli finchè la folla non li inghiottì, poi si girò e scosse la testa con un sorriso.

 

-Gabriella…-

 

 

 

Ecco qui i vostri guai eheh. Chissà che vi combino XD Muahahaha. Sarò una tomba.

 

Forse qualcuna di voi ha già individuato a chi si ispira Jacob, vero Titty??

 

Ah, comunque il ragazzo che tanto vi ha preoccupato era Troy! Scherzetto!! XD Vedete di preoccuparvi di più per Jake. Mwahahahah

 

Ringraziamenti:

 

armony_93: io amo Chad!!! Ma lo sai che preferisco Troy ^^ Meteoropatico significa che il suo umore cambia a seconda del tempo: se c’è il Sole è felice, se piove è triste e di malumore. Eeh, ormai quei due si danno da fare, anche con il signor Montez nei paraggi XD. Comunque no, Chad e Taylor non sono ancora stati insieme in quel senso. Ma aspetta e vedrai XD. Baci.

 

Tay_: ahahaha, ecco i guai!! E non è ancora finita mwahaha. Scrivo, scrivo, non mi fermo più!! Ora sono al capitolo 32! Sigh, non mi togliere dai preferitiii ti preeegoooo!! T_T Un bacione grande

 

Step up: thank you XD. Con me succedono solo casini, siete avvertite. XD. Baci  

 

Satine93: io li adoro in versione mielosa!! Grazie di tutto, baci.

 

Titty90: e non hai letto il resto. Mwahaha. Salutami il tuo fidanzato Joe e digli che è solo perché è tuo che non me lo prendo XD Ma sappi che considero Zac (il mio amante, of course) più figo. Baci, ti voglio bene.

 

lovely_fairy: se li avesse beccati? Uhm… forse Troy sarebbe morto XD Aggiunta a msn! A presto, kiss.

 

Kikka93: non posso dirlo. Sarò una tomba. Il segreto verrà con me finchè non leggerete coi vostri occhi. Fidatevi, solo questo posso dirvi. Mwahaha. Baci!!

 

Alexia379: anche a me piace Chaddy in versione meteoropatico, magari lo ripesco XD Visto, hanno già fatto pace! Non mi collassare, tesoro!! Bacione

 

romanticgirl: Chaylor è già ok, quei due non possono lasciarsi! XD spero che anche questo ti sia piaciuto. Bacio.

 

ciokina14: come hai detto tu prima su msn, meglio tardi che mai! Chad e Taylor sono già in pace ^^ Baci

 

 

 

Grazie ancora a tutte. Chiedo umilmente di non uccidermi XD

 

Al prossimo capitolo, un bacione a tutte, vi voglio bene!

 

Hypnotic Poison

 

 

§§ Passeggiarono ancora per qualche minuto lungo la strada alberata, quando all’improvviso Sharpay –in fondo al gruppo per la sua mania di osservare sempre ogni vetrina- si sentì toccare una spalla.

 

Si girò scocciata e sbarrò gli occhi con terrore.

 

“Ehi, che sorpresa incontrarvi! Il mondo è proprio piccolo, vero?” §§

 

 

 

 

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Capitolo 25
*** 25. Nuovi arrivi ***


25

25. Nuovi arrivi

 

Chad fissò il suo migliore amico, preoccupato. Era rimasto in silenzio per quasi tutta la durata del pranzo al loro fast food preferito, non aveva voluto prendere come al solito il loro Mega Burger da sette strati, limitandosi a quello normale, ed anche in quel momento in cui le ragazze si dedicavano allo shopping e i ragazzi le controllavano qualche passo indietro, stava zitto.

 

Così gli mise una mano sulla spalla: “Ehi, fratello, che hai? Non ti senti bene?”

 

Troy sembrò risvegliarsi dai suoi pensieri: “Cosa? No, tranquillo, sto bene.”

 

“A me non sembra…” osservò con un sopracciglio alzato.

 

“Scusa, sono solo stanco, tutto qui.”

 

Chad annuì e lasciò perdere; a volte Troy era un rebus anche per lui, e sapeva che aveva bisogno di stare un po’ da solo con le sue meditazioni.

 

Il castano alzò lo sguardo ed osservò Gabriella che guardava le vetrine insieme alle sue amiche. Era bella, bellissima, anche troppo.

 

Aveva visto come quel Jacob la guardava, la mangiava con gli occhi. Lei era troppo ingenua per accorgersene, e lui troppo geloso per non farlo.

 

Già, perché Troy era maledettamente geloso della sua ragazza. Doveva proteggerla a qualsiasi costo, impedirle che qualcuno le facesse del male. O che qualcuno la portasse via da lui.

 

Per esempio, tutte le volte che passeggiavano al centro commerciale, e qualche gruppetto di ragazzi la guardava e lanciava apprezzamenti, la stringeva al suo fianco e la portava il più presto possibile lontano da lì.

 

Sospirò e strinse i pugni. Avrebbe solo dovuto provarci con Gabriella, quell’essere, e avrebbe assaggiato la furia di Troy Bolton.

 

Seguì i suoi amici dentro un negozio e si appoggiò al muro, aspettando che le ragazze uscissero dai camerini.

 

“Certo che è un vero strazio!” commentò sconsolato Jason, a braccia incrociate.

 

“Credimi, amico, questo è niente in confronto a camminare per l’intera New York a caccia di scarpe con mia sorella!” replicò Ryan, rabbrividendo al solo ricordo.

 

“Ti ho sentito!” lo rimproverò aspra Sharpay dal camerino, facendoli ridere.

 

La prima ad uscire fu Taylor, che si avvicinò a Chad con indosso un paio di jeans chiari: “Che ne pensi?” domandò, osservandosi da diverse angolature in uno specchio.

 

Il riccioluto sospirò e l’abbracciò da dietro: “Penso che ti facciano un sedere fantastico…” le sussurrò all’orecchio.

 

Lei arrossì, pregando che gli altri non avessero sentito, e sorrise: “D’accordo, allora li compro.”

 

“Troy…” il ragazzo si girò quando venne chiamato “Mi serve un consiglio!”

 

Raggiunse Gabriella, che si stava guardando nello specchio dentro il camerino: “Dimmi.”

 

“Ti piacciono questi?” chiese incerta, alludendo alla canottiera blu con le spalline larghe e alla minigonna di jeans che aveva scelto.

 

“Certo, perché?”

 

“Così, volevo solo esserne sicura.” si girò e gli sorrise “Ora puoi anche uscire dal camerino, mi devo cambiare.”

 

Troy sorrise malizioso: “Ma io ho già visto tutto quello che c’è da vedere…”

 

Lei lo spinse fuori ridendo: “Vai, scemo!”

 

Il ragazzo raggiunse ridendo i suoi amici: “Ecco tornato tra noi il piccolo pensatore!” lo accolse Chad.

 

Il suo migliore amico gli diede uno scherzoso pugno sul braccio, poi scoppiarono a ridere insieme. Il ricciolino si sentì sollevato: suo fratello era tornato quello di sempre.

 

“Okay, ci sono, andiamo alla cassa!” Sharpay uscì dallo spogliatoio con sei grucce in mano, traboccanti di rosa e blu corallo.

 

I ragazzi alzarono gli occhi al cielo e sospirarono, accompagnandole.

 

“Oh, accidenti…” mormorò dispiaciuta Gabriella quando fu il suo turno, guardando nel portafoglio bianco e azzurro “Non ho abbastanza soldi. Mi scusi, ma lascio qui la gonna!”

 

“No, no, ferma!” Troy colse la palla al balzo “Facciamo che te la regalo io, d’accordo?”

 

“Cosa? No, aspetta!” la sua ragazza protestò, prendendogli la mano che già stringeva il portafoglio di pelle nera “Troy, davvero. Non c’è bisogno!”

 

“Gab, io voglio regalarti la gonna, capito? Lasciami fare, per una volta!” e porse i soldi mancanti alla commessa.

 

“Ma tu mi regali già tante cose!” provò di nuovo a rifiutare. Lui, per tutta risposta, le lanciò un’occhiata eloquente e le porse il sacchetto del negozio.

 

La mora allora sospirò e sorrise: “Allora… grazie.”

 

“Di niente, piccola.” il castano si abbassò e la baciò dolcemente.

 

Taylor sospirò a quella scenetta: “Aaah… lui sì che è un uomo galante.”

 

“Ehi!” reclamò Chad “Sbaglio o prima ti ho offerto il pranzo?”

 

La sua ragazza alzò gli occhi al cielo, ed uscì seguita da tutti i suoi amici in preda alle risate.

 

Passeggiarono ancora per qualche minuto lungo la strada alberata, quando all’improvviso Sharpay –in fondo al gruppo per la sua mania di osservare sempre ogni vetrina- si sentì toccare una spalla.

 

Si girò scocciata e sbarrò gli occhi con terrore.

 

“Ehi, che sorpresa incontrarvi! Il mondo è proprio piccolo, vero?”

 

 

###

 

 

“Sharpay! Sharpay, tesoro, riprenditi!” Zeke sventolava forsennatamente il suo fazzoletto davanti al viso della ragazza.

 

Era riuscito ad afferrarla un attimo prima che cadesse a terra, svenuta, dopo che aveva cacciato uno degli urli più acuti. Ma ancora non dava segno di risvegliarsi.

 

Chad, al fianco dell’amico, piegato ad osservarla con le mani sulle ginocchia, alzò un sopracciglio: “Non c’è che dire, Abby. L’hai proprio stesa.”

 

Rebecca Adams sbattè gli occhioni verdi: “Io non pensavo avrebbe reagito così! Ho fatto male a salutarla?”

 

Ryan le sorrise: “Tranquilla, la mia sorellina è sempre esagerata.”

 

“Non potete sapere quanto sia felice di rivedervi! Sapevo che abitavate ad Albuquerque, ma non pensavo proprio di potervi incontrare! Sapete, sono venuta qui a fare uno po’ di shopping, visto che avevo un po’ di tempo libero!” spiegò allegramente.

 

Gabriella, attaccata al braccio di Troy, si accigliò: “Ma… ma tu non frequenti l’Università qui, vero?”

 

C’era stata una strana reazione tra le ragazze, non appena avevano visto chi aveva fatto la sua comparsa. Tutte quante, beh, Sharpay esclusa, si erano subito avvicinate ai corrispettivi ragazzi, come per non farli scappare più.

 

“Oh, no, no,” Abby scosse i capelli rossi, magistralmente acconciati in grandi boccoli “In effetti ci avevo pensato, ma poi ho deciso di continuare a studiare da privatista. Sapete, un giorno vorrei entrare ad Harvard!”

 

Taylor la guardò scioccata: Rebecca ad Harvard era come una divisa da cheerleader nel suo armadio. Non c’entrava proprio niente.

 

Proprio in quel momento, Sharpay cominciò a rinvenire.

 

Sbattè un paio di volte le palpebre e guardò all’insù, verso Zeke: “Ooh… cos’è successo? Credo di aver avuto un’allucinazione!”

 

Il ragazzo sospirò: “Mi dispiace, Pay, ma è tutto vero.”

 

Lei si voltò rabbiosamente verso la sua ‘nemica’, scattò in piedi con un’agilità inaspettata per una che era appena svenuta e le si parò contro.

 

“TU!” gridò “PENSAVO CHE AVESSI IMPARATO LA LEZIONE! TI AVEVO DETTO DI N-MPFFHHH!” Zeke le mise una mano davanti alla bocca per impedirle di dire altro: “Adesso andiamo a casa, Sharpay, d’accordo? Ciao a tutti!” e lottando contro la sua ragazza che scalciava e si dimenava, si allontanò.

 

“Perdonala,” Jason le mise una mano sulla spalla “Non sa quello che fa.”

 

La rossa fece spallucce: “Dovrebbe bere un po’ di camomilla, mi sembra molto stressata.”

 

Kelsie ridacchiò, coprendosi la mano con la bocca. Povera Rebecca, non avrebbe mai capito.

 

“Beh, ora che siamo qui, cosa facciamo?” domandò Troy, mano a mano con la sua ragazza.

 

Gabriella, senza volerlo, gliela strinse di più, schiarendosi la gola.

 

Il castano fece finta di niente, reprimendo un sorrisetto.

 

Chad guardò l’orologio al polso: “Sono le quattro, il pomeriggio è ancora lungo.” poi alzò il viso e si rivolse a Ryan “Perché non accompagni Abby un po’ in giro?”

 

“Già, tanto tua sorella è fuori gioco!” scherzò Jason, dando di gomito a Troy.

 

Il biondo arrossì sulle guance, ma guardò la ragazza: “Ti va?”

 

Abby sorrise eccitata, saltellando sul posto: “Certo! Andiamo! Ciao a tutti!” lo prese a braccetto e se ne andarono saltellando.

 

Gabriella appoggiò la testa alla spalla di Troy, guardandoli con un sorriso e sospirando tra sé, sollevata.

 

Il ragazzo la guardò e le sorrise: “E lei cosa vuole fare, signorina Montez?”

 

Lei sorrise: “Mi accompagni alla nuova libreria?”

 

“Ai suoi ordini, maestà!” la circondò le spalle con un braccio e continuarono placidamente a passeggiare.

 

 

###

 

 

Sharpay lanciò un’altra spazzola –rosa- attraverso la stanza.

 

“PERCHE’?!?!!?” gridò fumando di rabbia “Perché quella ricompare sempre!?!?”

 

Zeke si abbassò e schivò una scarpa col tacco: “Shar, così ti distruggi il guardaroba!”

 

Per tutta risposta, lei urlò di nuovo e fece di un semplice barattolo di crema idratante un proiettile mortale.

 

All’improvviso, qualcuno bussò alla porta.

 

“Avanti!” sbraitò la bionda.

 

“Tesoro, vestiti elegante, questa sera abbiamo ospiti a cena!” la signora Evans era entrata sorridendo.

 

La figlia si accigliò (lei era sempre elegante), ma sembrò calmarsi: “Chi c’è? Qualche collega di papi?”

 

“Oh, no, cara. Ryan ha portato un’amica. Mi raccomando, puntuale alle sette e mezza!”

Sharpay cominciò a boccheggiare, come un pesce fuor d’acqua che ha bisogno disperatamente di respirare.

 

Il suo ragazzo le si avvicinò e le prese una mano: “Sharpay, adesso calmati.”

 

“Calmarmi?! CALMARMI!?!? Quella stupida oca sta circoscrivendo mio fratello, ed io dovrei stare calma?!?” gridò, agitando le mani in aria.

 

Zeke alzò un sopracciglio: “Si dice circuendo, Shar.”

 

“E’ UGUALE!” strillò lei.

 

Poi si zittì e si sedette triste sul letto: “Perché deve sempre spuntare fuori a rovinarmi la vita?”

 

Zeke sospirò e le si mise accanto: “Dai, Sharpay, in fondo se la conosci è anche simpatica!”

 

Ma l’occhiataccia raggelante che lei gli lanciò gli fece rimangiare le sue parole: “Ehm, d’accordo, forse per voi ragazze non è il massimo, ma provaci almeno!”

 

“Tu dici?”

 

“Sì, lo dico.”

 

Sharpay sospirò: “D’accooordooo…”

 

Il ragazzo le diede un buffetto sul naso: “Mi raccomando! Ora io devo andare, ci vediamo domani mattina. E comportati bene!”

Lei sorrise e lo baciò dolcemente: “A domani.”

 

 

###

 

 

“E quindi hai cenato con Abby.”

 

Sharpay annuì all’affermazione di Taylor: “Ed è stato durissimo! Insomma, non faceva altro che parlare di lei, della sua vita, dei suoi viaggi, dei suo acquisti in città e bla-bla-bla!”

 

Kelsie sorrise, di nascosto. Quella descrizione sarebbe calzata a pennello anche alla biondina.

 

“Ma la cosa peggiore era che i miei genitori, e Ryan, pendevano dalle sue labbra! Vi rendete conto?!? Mi hanno ignorata tutta la serata, senza nemmeno chiedermi com’era andato il primo giorno di college!”

 

Le cinque ragazze erano sedute all’ombra di un albero del giardino dell’Università, in pausa.

 

“E adesso Abby dov’è?” domandò Martha.

 

Sharpay fece una smorfia: “E’ lì che sta arrivando con quel rincitrullito del mio gemello. Dato che studia da privatista, lei, può gestirsi le lezioni come le pare e piace, ed ha deciso di passare un po’ di tempo qui…”

 

Effettivamente, Ryan ed Abby li stavano raggiungendo, entrambi con un grande sorriso in volto.

 

“Ciao ragazze!” trillò la rossa, raggiunte “Come state?”

 

“Bene, bene, grazie…” risposero più o meno in coro.

 

Si sedette vicino a Sharpay e le sorrise: “Volevo ringraziarti ancora, Sharpay, per la magnifica serata di ieri sera! Mi sono davvero divertita molto!”

 

La bionda sorrise nervosamente: “Ehm… certo, certo.”

 

“Ciao, Gabriella!”

 

La mora si girò al richiamo e sorrise sorpresa: “Oh, ciao, Jacob!”

 

Taylor squadrò quel ragazzo moro che si accomodava vicino alla sua amica con un sorriso. Chissà per quale ragione, ma non le ispirava fiducia.

 

“Ragazzi, lui è Jacob, frequenta il mio corso di Inglese. Jacob, loro sono Martha, Taylor, Kelsie, Sharpay, Abby e Ryan.” presentò.

 

Il ragazzo alzò una mano in segno di saluto: “Piacere di conoscervi.”

 

“Il piacere è tutto nostro,” ricambiò sospettosa la ragazza di colore “Gabby, dove sono Troy e Chad?”

 

Gabriella fece spallucce: “Dovrebbero arrivare tra poco, perché?”

 

La sua amica scosse la testa: “Oh, niente…”

 

Osservò sospettosa Jacob che si faceva sempre più vicino a Gabriella, chiacchierando solo con lei.

 

E la sua povera amica, così ingenua, che non si accorgeva che ci stava provando con lei.

 

“Ryan,” esclamò all’improvviso Sharpay “Hai spedito le nostre foto e i nostri curriculum per quel casting?”

 

Ma prima che suo fratello potesse rispondere, intervenne Rebecca: “Oh, Sharpay, perché fai sempre fare tutto a Ryan? Non potresti farlo tu?”

 

La bionda sgranò gli occhi: “Scusami?”

 

Kelsie e Martha si scambiarono un’occhiata preoccupata. Ohoh. Guai in vista.

 

“Il povero Ryan non può sempre fare tutto! Dovresti imparare a fare le cose da sola!” continuò la rossa con nonchalance.

 

Sharpay sorrise con sguardo omicida: “Senti, carina, io ho sempre fatto tutto da sola! E sicuramente le so anche fare meglio di te!”

 

“Okay, okay, adesso basta!” il soggetto della discussione si frappose tra le due “Sorellina, respira. E, Abby, io faccio solo dei favori a Sharpay, favori che poi serviranno anche a me. Non mi pesano assolutamente! È sempre mia sorella, in fondo!”

 

Abby scrollò le spalle: “Come vuoi. Chi ha voglia di un gelato? Fa davvero caldo, qui ad Albuquerque!” 

 

“Sai com’è, siamo in New Messico…” borbottò la bionda, scostandosi i capelli.

 

“Gabriella, andiamo a prenderci un caffè freddo?” domandò Jacob, alzandosi in piedi e tendendole la mano.

 

“Veramente Gabriella dovrebbe aspettare Troy, il suo ragazzo.” Puntualizzò Taylor, facendo finta di rassettarsi la gonna.

 

Lei si mise una ciocca dietro i capelli dietro l’orecchio: “Ehm, già.”

 

Il moro le sorrise: “Allora aspetteremo poco, visto che sta arrivando!”

 

Le ragazze si voltarono verso l’uscita della palestra, da dove il gruppo di Wildcats stava uscendo.

 

Troy alzò lo sguardo e notò quello là in piedi vicino alla sua Gabriella, e strinse i pugni.

 

“Forza, andiamo.” diede una pacca sulla spalla di Chad ed aumentò il passo.

 

“Ehi, amico, rallenta! Ma che hai!” gli domandò il suo migliore amico.

 

Il castano gli fece un cenno con la testa, e il riccioluto capì immediatamente, e si velocizzò pure lui.

 

“Ehi, bellezze!” esclamò Chad, sedendosi di fianco a Taylor e stringendola a sé.

 

Troy aggirò gli amici e raggiunse la sua ragazza, senza degnare di uno sguardo Jacob, e l’abbracciò da dietro.

 

Gabriella ridacchiò e lo baciò su una guancia: “Ciao Wildcat!”

 

Il ragazzo sorrise e si sedette, facendola appoggiare al suo petto: “Tutto a posto?”

 

Lei annuì, godendosi il suo abbraccio, e rilassandosi completamente contro di lui.

 

Taylor lanciò un’occhiata a Jacob, sorrise soddisfatta, notando che ormai nessuno si curava più di lui.

 

“Vabbè, allora vado…” balbettò a disagio, cercando di farsi notare.

 

Troy lo guardò e gli fece un sorriso finto: “Saluti!”

 

Il moro ricambiò la smorfia, girò i tacchi e se ne andò. 

 

 

 

 

 

Eheh.. la vendetta di Troy.. non vi sembrava molto Sharpay in quell’ultima frase??

 

Bene, spero che questo capitolo vi sia piaciuto. A me personalmente soddisfa molto ^^

 

La vostra adorata Rebecca è tornate, avete visto? Ma tranquille. Non combinerà niente ^^ Farà solo arrabbiare un po’ Sharpay.

 

Piuttosto, povero Jake. Lo odiate tutte! Fate pure XD

 

Passo ai ringraziamenti:

 

Titty90: devi dirlo che mi adori. Che ti dico sempre tutto. Che un giorno morirò con una settimana d’anticipo xke ti ho rivelato ciò che accade. E studia, lazzarona!! XDXD Salutami Joe XD e io ti saluto Zac XD Abbasso Jacob, un bacio. Ps: I love you XD (te lo ripeterò finchè campo, mi sa) PPS: Troyella, Troyella, Troyella, Troyella!!!

 

Tay_: esatto, viene da Twilight (se io fossi la Meyer, sarebbe morto e sepolto. Ucciso da me, muahahaha!). I veri casini devono ancora arrivare, tesoro. E ci hai preso, era Abby. Un bacione

 

ciokina14: te l’ho detto che non avrei rivelato niente!! XD gemello no, diciamo che gli assomiglia molto XD ci sentiamo su msn! Com’è andata Parigi?? E la sfilata di HSM?? Baci

 

Alexia379: all’infinito? Ci si può provare XD. No, beh, adesso sto scrivendo il capitolo 33. Jacob ci pensa, comunque XD. Bacio

 

romanticgirl: E’ tornata Rebecca!! Povero Jacob, non avrà vita facile XD Baciotti

 

Kikka93: per il club contro Jacob bisogna rivolgersi a Titty90, si è autoproclamata presidentessa XD grazie e un bacione

 

Satine93: eheh, scherzetto XD. Jacob semplicemente  $%”(“O=£)”=(“/”=////(&%/!/”I@@j. Capito?!? Ci speravo in quella scenetta! XDDDD Un bacio

 

Fefy88: grazie! Sono felice di avere una lettrice e commentatrice in più! Dimmi che sei una Troyella convinta e mi farai ancora più contenta ^^ Comunque, chi non farebbe quei commenti?!? ^^ Spero di risentirti! Besos

 

HOLLYWOOD: beh, intanto grazie per aver letto e commentato la mia storia, spero che continuerai a farlo XD Jacob è mooolto ispirato a quello di Twilight XD Povera Rebecca, non è così malvagia in fondo XD Grazie di tutto!

 

armony_93: lo sapevo che la scena Chaylor ti sarebbe piaciuta ^^ Era tutta per te XD Ti dico una cosa: capitolo 31. E tu dovresti capire XD Jacob lo puoi castrare non subito che mi serve, tra un po’ XD. E Troy… Troy… Troy. XD Vedrai!! Baci tesoro!

 

lovely_fairy: qualche guaio?? Eheh… sapessi.. XD Ma non posso dirvelo!!  Bacio

 

LizDream: meglio tardi che mai, tranquilla ^^ Il club anti-Jacob c’è, capitanato da Titty90! Come ho detto ad HOLLYWOOD, mi sono ispirata a Jacob Black XD In ogni caso, Troy è sempre e comunque un figo da paura! Bacio

 

 

Già che sono qui, ringrazio anche per i commenti a Non ti scordar mai di me:

 

Lally_the best: acci, addirittura piangere?!? Non lo pensavo, davvero! Grazie mille!

 

Kikka93: grazie. Non so se la continuo. Mi piace così! Troyella for ever. E grazie per averla aggiunta ai preferiti!

 

HOLLIWOOD: è già il secondo “meravigliosa”, grazie davvero. se ti piacciono le troyella e le fic tristi, allora andremo d’accordo XD

 

Tay_: ahah, l’hai ammesso!! *me saltella per la stanza: ad Amy incominciano a piacere le Troyella* Lo sapevo, un giorno o l’altro vi porterò tutti dalla parte Troyellosa XD Il seguito di La mia migliore amica lo sto scrivendo, e probabilmente farò anche un ultima quarta fic di quella serie, mentre per quello di Buon compleanno  sto ancora organizzando le idee. Ma ce le ho. Bacione

 

Armony_93: perché non ti piace la canzone?? Per me è meravigliosa, l’ascolto sempre!! In realtà Troy ama Sharpay, anche se non è detto chiaramente. O almeno un poco. Sennò non sarebbe rimasto tutti quegli anni con lei. Ma Gabriella è Gabriella. E poi, lo sai che io non potrei mai commettere una simile eresia scrivendo una vera Tropay. XD grazie e un bacio.

 

Satine93: lo so, una vera Tropay non posso scriverla. Dai, Sharpay non è matta!! È solo molto… Sharpay XD grazie mille, baci

 

lovely_fairy: non perdere la speranza, magari mi viene un estro creativo e faccio il seguito ^^ A me Sharpay invece sta simpatica, la maggior parte delle volte. Basta che non rompa tra Troy e Gabriella. XD bacio

 

romanticgirl: ci penso al seguito, d’accordo? Me lo state chiedendo tutte XD grazie davvero e baci

 

ciokina14: ehi, ehi, piano con le offese verso il mio amato!! XDXD Piuttosto, brutto idiota di uno Zac se ha fatto davvero quello di cui parlavamo l’ultima volta su msn! Grazie di tutto, a presto e baci

 

 

Vi aspetto al prossimo capitolo, ragazze. Voglio bene a tutte voi, e tanto!

 

Bacioni

 

Hypnotic Poison

 

 

 

§§ Tutto il gruppo del Wildcats, eccetto Gabriella ma con Abby (che per tormento di Sharpay non era ancora ripartita), era riunito nel cortile dell’Università, sollevato dalla fine delle lezioni.

 

“Zeke, mi accompagni in centro dopo? Ho visto un vestitino molto, molto carino che voglio comprare, ma ho finito la benzina!” supplicò Sharpay (se quella si poteva chiamare supplica, visto che in fondo c’era una velata minaccia del tipo Prova-a-dirmi-di-no-e-vedrai-che-ti-succede.)

 

Zeke alzò gli occhi al cielo: “D’accordo, come vuoi!”

 

La bionda battè le mani e rise soddisfatta, agganciandosi poi al suo braccio.

 

Chad e Troy si scambiarono un’allusiva occhiata e risero di nascosto.

 

“Ohoh,” mormorò Taylor in quel momento “Guai in vista.” §§

 

 

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Capitolo 26
*** 26. Malattia ***


26

26. Malattia

 

La sveglia suonò puntuale alle sette e mezza, e una mano elegante si affrettò a spegnerla.

 

Quella stessa mano, qualche secondo dopo, si appoggiò alla fronte, che scottava.

 

Gabriella si mise seduta e mugolò: la stanza girava, la testa era pesante e la gola le faceva male.

 

-Perfetto,- pensò –Ho l’influenza…-

 

Si ridistese, tirandosi il lenzuolo sopra la testa, e chiamò: “Papà… papà?”

 

Aspettò qualche minuto, ed il signor Montez entrò in camera: “Dimmi, tesoro, che hai?”

 

“Ho la febbre…” mugugnò “Non posso andare al college oggi…”

 

Lui rise: “Oh, dolcezza, non muore nessuno se salta un giorno di scuola! Adesso stai a letto e riposati. Io vado in ufficio, ci vediamo per cena!”

 

“Va bene… ciao…” le diede un bacio sulla fronte bollente ed uscì di casa.

 

La mora gemette e prese dal comodino il suo palmare, componendo poi un numero ben conosciuto.

 

“Pronto?” risposero dopo qualche squillo.

 

“Sono ammalata…” si lamentò piagnucolando.

 

Troy, dall’altra parte, scoppiò a ridere: “Ehi, Gab, sembra che tu venga dall’oltretomba! Ma che cos’hai?”

 

“L’influenza, credo… sto malissimo…”

 

Lui rise di nuovo: “Senti, devo andare adesso. Ti vengo a trovare più tardi, d’accordo?”

 

Gabriella mormorò per assentire, e il ragazzo continuò: “Riposati, Gab. Ci vediamo dopo. Ti amo.”

 

“Anche io…” sussurrò, prima di chiudere la telefonata.

 

Si appoggiò al cuscino, gli occhi chiusi, quando avvertì un certo malessere.

 

Scattò in piedi e corse verso il bagno, dato che anche il suo stomaco aveva deciso di rovinarle la giornata.

 

 

###

 

 

Troy uscì dal college e percorse il viale affollato di studenti, pronto a raggiungere l’uscita e andare da Gabriella.

 

“Troy! Ehi, aspetta!” si girò verso il luogo cui proveniva la voce e vide Jacob che gli correva incontro.

 

“Che cosa c’è?” lo accolse bruscamente.

 

Il moro prese fiato: “Dov’è Gabriella?”

 

Il castano alzò un sopracciglio: “E’ a casa, con l’influenza.

 

“Oh, capito. Beh, visto che non c’era, ho preso appunti per lei. Glieli potresti dare tu, per favore?” gli allungò un quaderno dalla copertina blu.

 

Troy lo prese con aria diffidente: “Certo.”

 

Jacob sorrise: “Grazie. E salutamela. Ci si vede!” veloce come era arrivato, se ne andò, con gli occhi blu del Wildcat puntati alla schiena.

 

“Quel ragazzo non mi piace. si girò verso Taylor, che era appena comparsa al suo fianco.

 

“Già,” concordò “Sta troppo appiccicato a Gabriella.”

 

Chad si unì a loro: “Secondo me invece vuol solo essere gentile.”

 

La sua ragazza lo guardò e poi alzò gli occhi al cielo: “Senza speranze…” borbottò.

 

Troy rise, diede una pacca sulla schiena del suo amico: “Ora vado da Gabby, ci sentiamo più tardi!”

 

Corse lungo il viale e raggiunse la sua macchina, buttando malamente nei sedili posteriori il quaderno con gli appunti.

 

Ho preso appunti per lei, glieli potresti dare?” scimmiottò sarcastico, scuotendo la testa con rabbia “E magari a te do anche due pugni…”

 

Parcheggiò davanti alla casa e suonò il campanello, aspettando.

 

Ma invece di aprirsi la porta, gli arrivò un messaggio: Non ho la forza di scendere, sali dal balcone.

 

Sorrise divertito e si apprestò a scalare l’albero che ormai conosceva così bene.

 

“Ehi, bellezza! Come va?” domandò non appena fu entrato.

 

Gabriella mugolò e si tirò il lenzuolo fin sotto il mento: “Malissimo…”

 

Lui rise, si sedette di fianco a lei: “Ti ho portato questo.

 

La ragazza prese il quaderno blu: “Che cos’è?”

 

“Jacob, siccome tu non c’eri, ha preso appunti per te e me li ha dati per fare da fattorino.

 

“Ooh, com’è stato gentile. Ricordami di ringraziarlo appena guarisco. appoggiò il fascicolo sul comodino e prese la mano di Troy: “Ho la testa che mi scoppia.”

 

Troy l’accarezzò: “Cosa posso fare?”

 

Lei sorrise: “Sai fare un the?”

 

Lui alzò un sopracciglio: “Certo! Per chi mi hai preso?”

 

La mora rise: “Giù in cucina, nel terzo scaffale a destra, ci sono bollitore e bustine. Grazie.”

 

“Prego.” scese le scale ed andò a preparare il the.

 

Gabriella riprese in mano il quaderno di Jacob e lo aprì, sfogliando le pagine fitte di appunti scritti con un’ordinata calligrafia.

 

Sorrise nel pensare a quanto fosse stato gentile a fare quello per lei.

 

-E questo cos’è?- si domandò, dato che un foglietto bianco le era appena caduto in grembo.

 

Lo aprì e lesse ciò che il ragazzo vi aveva scritto: Spero di averti fatto un piacere! Così non ti sei persa una lezione per una sciocca malattia, giusto? Che ne dici se, quando ti sarai ripresa, noi due ci prendiamo quel famoso caffè freddo? A presto, Jake.

 

Inconsciamente, le spuntò un sorriso sulle labbra, ma si affrettò ad accartocciare il biglietto e nasconderlo sotto il cuscino non appena vide Troy tornare con un vassoio.

 

“Ecco qui il the per la malata,” scherzò lui, appoggiandole il cabaret sulle sue gambe “The caldo, latte, zucchero e limone. Non sapevo cosa prendi, quindi te li ho portati tutti.”

 

“Grazie mille.” Gabriella si versò una tazza e ci aggiunse qualche goccia di limone e due cucchiaini di zucchero “Ne vuoi un po’ anche tu?

 

Lui scosse la testa: “No, grazie, non mi piace il the. Preferisco il caffè.

 

“Ce n’è giù, se lo vuoi.”

 

“Tranquilla, sono a posto così. Pronto per servirvi, madame.

 

La ragazza rise: “Uh, molto galante, signor Bolton.

 

Troy si appoggiò con una mano al letto, osservandola bere lentamente.

 

Lei se ne accorse ed arrossì: “Che c’è?”

 

Il castano sorrise: “Ti amo.”

 

Gabriella, se possibile, divenne ancora più rossa, e gli donò un meraviglioso sorriso: “Anche io ti amo, Troy.

 

“Ma non aspettarti un bacio. Non ci tengo ad avere l’influenza!” scherzò.

 

La ragazza strabuzzò gli occhi e, con le poche forze che aveva, gli lanciò addosso un cuscino: “Sei un cretino!”

 

 

###

 

 

“Io non capisco perché tu e Troy vi ostiniate tanto contro quel Jacob!”

 

Taylor e Chad stavano passeggiando per il parco mano nella mano, godendosi i raggi del Sole di settembre [W i Finley!! Scusate ^^ Nda].

 

La ragazza sospirò: “Perché sia io che Troy abbiamo l’impressione che ci stia provando con Gabriella!”

 

Il ricciolino la guardò ad occhi sbarrati: “Dici sul serio?”

 

Taylor alzò gli occhi al cielo: “Chad, pronto? Svegliati! Non vedi come si comporta? Le prende appunti, si siede vicino a lei, la invita al bar!”

 

“E non potrebbe essere solo gentilezza, proveniente da qualcosa che si chiama amicizia?”

 

“Non credo, no. È semplicemente troppo gentile.

 

Chad sorrise: “Comunque, Troy è davvero geloso, e non ha bisogno che tu dia credito alle sue teorie.”

 

Taylor si fermò, con le mani sui fianchi: “Tu come reagiresti se Jacob si comportasse così con me?”

 

Lui ci riflettè qualche secondo: “Lo ucciderei con le mie stesse mani.

 

La sua ragazza alzò un sopracciglio, allusiva, e il ragazzo alzò le mani in segno di resa: “Va bene, d’accordo, hai sempre ragione. Sei tu il genietto!”

 

“Appunto.” si alzò in punta di piedi e gli diede un bacio, che Chad non tardò ad approfondire.

 

Rimasero così, abbracciati, finchè una vecchietta non inveì contro di loro: “Ma insomma! Vi sembrano cose da fare nel bel mezzo della strada?”

 

La coppia si separò di scatto, arrossendo.

 

La signora agitò il bastone: “Ai miei tempi non si facevano certe sconcezze!”

 

“D’accordo, ci scusi.” Chad prese per man la sua ragazza e la portò lontana dal sentiero, sull’erba “Ma ai tempi suoi c’erano ancora i dinosauri…” borbottò scocciato ora che l’anziana non poteva più sentirlo.

 

“Chad!” lo riprese ridendo Taylor.

 

Lui rise e le mise le mani sui fianchi, stringendola a sé: “Dove eravamo rimasti?”

 

 

###

 

 

Tutto il gruppo del Wildcats, eccetto Gabriella ma con Abby (che per tormento di Sharpay non era ancora ripartita), era riunito nel cortile dell’Università, sollevato dalla fine delle lezioni.

 

“Zeke, mi accompagni in centro dopo? Ho visto un vestitino molto, molto carino che voglio comprare, ma ho finito la benzina!” supplicò Sharpay (se quella si poteva chiamare supplica, visto che in fondo c’era una velata minaccia del tipo Prova-a-dirmi-di-no-e-vedrai-che-ti-succede.)

 

Zeke alzò gli occhi al cielo: “D’accordo, come vuoi!”

 

La bionda battè le mani e rise soddisfatta, agganciandosi poi al suo braccio.

 

Chad e Troy si scambiarono un’allusiva occhiata e risero di nascosto.

 

“Ohoh,” mormorò Taylor in quel momento “Guai in vista.”

 

“Perché?” le domandò il castano.

 

Lei si limitò ad indicargli un punto tra la folla con un gesto della testa; Troy seguì la direzione indicatagli e vide quel Jacob correre verso di loro.

 

In un gesto quasi involontario, strinse i pugni ed una specie di ringhio gli uscì profondo dal petto.

 

Tutti i suoi amici si bloccarono, spaventati, e Chad gli mise una mano sulla spalla come per calmarlo e trattenerlo.

 

“Ciao,” esordì Jacob, con un sorriso smagliante “Gabriella?”

 

“E’ a casa, non sta ancora bene.” gli rispose Kelsie, dopo aver atteso vanamente che lo facesse Troy. Ma quest’ultimo era troppo impegnato a squadrare con odio il suo ‘rivale’.

 

“Ah, va bene. Potete dirle che la saluto?”

 

La pianista fece di sì con la testa, osservando l’ex capitano dei Wildcats con timore: “Sì, certo.

 

Jacob sorrise raggiante: “Grazie. Ci vediamo!”

 

Ma prima che potesse allontanarlo, Troy si scostò dalla presa di Chad e gli andò in contro, parandosi a pochi centimetri da lui: “Possiamo parlare un attimo, Jacob?”

 

Il moro scosse le spalle: “Certo.”

 

Il castano lo prese per un braccio e lo portò un po’ più in là, lontano dalle orecchie indiscrete dei suoi amici ma non dai loro occhi, che li osservavano preoccupati.

 

“Io non so che intenzioni hai con Gabriella, ma lei è la mia ragazza, d’accordo?” gli spiegò cercando di controllare la rabbia nella voce.

 

Jacob sbattè più volte le palpebre: “E allora?”

 

E allora vorrei che la smettessi di girarle intorno!”

 

“Non sembra che a Gabella dia fastidio.”

 

Troy strinse i pugni: “Gabriella è troppo ingenua e gentile anche solo per scacciare una mosca, non ti direbbe mai che preferirebbe che tu la lasciassi in pace.

 

L’altro sorrise e fece spallucce: “Beh, allora finchè non me lo sentirò dire da lei, continuerò a frequentarla. Hai forse paura che te la porti via? Dovresti fidarti di lei, se la ami come dici.

 

Il castano gli puntò il dito contro: “Non provarci nemmeno, White. Non ci provare.

 

Il sorriso non cadde dal viso di Jacob: “Ci si vede in giro, Bolton. E saluta Gabriella.

 

 

###

 

 

Gabriella sgranò gli occhi all’ultima affermazione di Taylor: “Stai scherzando, vero?”

 

L’amica, seduta sul letto accanto a lei, scosse la testa: “No, tesoro. Solo tu non te ne sei accorta, ma è così.

 

“No, dai. Vuole solo essere gentile!” replicò giocherellando con le coperte.

 

Taylor la fissò duramente: “Credimi, Gabriella. Jacob ci sta provando con te.

 

“Perché dovrebbe?” la mora scossa la testa e girò i palmi delle mani verso l’alto “Insomma, lo sa che sto con Troy e che non lo lascerei per niente al mondo!”

 

“E’ un uomo, sorella, ragiona con il cervello più in basso. Evidentemente non gli importa che Troy ci sia o meno. E tu dovresti smetterla di dargli corda.”

 

Gli occhioni di Gabriella si spalancarono ancor di più: “Cosa faccio io?!

 

Taylor sospirò con un sorriso: “Non fraintendere adesso. Il fatto è che tu lo tratti troppo gentilmente, e lui coglie questo fatto come un invito a provarci con te. Dovresti semplicemente frequentarlo meno. Limitarti a salutarlo quando lo incontri e basta, non fermarti a parlarci per minuti!”

 

“Ma non vorrei che dopo si offendesse…”

 

La ragazza di colore posò la mano su quella dell’amica: “E’ questo il problema, Gabby. Sei troppo buona.

 

Si guardarono un attimo e poi scoppiarono a ridere tutte e due.

 

E Gabriella avrebbe fatto meglio a decidere subito di ascoltare la sua migliore amica.

 

 

 

 

Dan dan daaan!! Eheh. Sono perfida, lo so XD

 

Beh, questo capitolo è intenso, no? Scena Chaylor, guerra tra Troy e Jacob, suspance finale. Sento già addosso il vostro desiderio di uccidermi ^^

 

Allora, annuncio: il 2 parto di nuovo, quindi non troverete aggiornamenti fino al 10-11! Perdono XD

 

Ringraziamenti:

 

Kikka93: povero il mio Troy gelosooo ^__^ Grazie, allora non mi sono sbagliata quando ho detto che ero soddisfatta del capitolo XD Un bacio

 

lovely_fairy: Troy spopola eheh XD Rebecca rimarrà ancora per un po’ XD Baci!

 

armony_93: ahah, lo sapevo che anche quella ti sarebbe piaciuta!! XDXD Qui purtroppo è arrivata la vecchietta XD Visto, anche Tay ha messo in guardia Gabby per quanto riguarda “l’uomo castrato”. Il tuo piccolo uomo saggio anche lui non si accorge del castrato XDXD Un bacione!!

 

Satine93: Povera Gabriella, lo dicono tutti, è troppo buona! Troy per sempre XD Baci

 

romanticgirl: fai bene a non fidarti di Jacob XD Abituati a Rebecca, rimane ancora XD Bacione

 

Tay_: noo, adesso il “licantropo” mi serve XD Vedrai che ti farò cambiare idea X3 Un bacio e grazie anche per aver fatto da “Postina!”

 

Alexia379: ahah, “Il ritorno degli scocciatori ambulanti”!! Hai proprio ragione XD Beh, tutti i ragazzi ci provano, indipendentemente se una è occupata o meno, giusto? La cavalleria è rara in questi giorni U.U fortuna che abbiamo Troy! Un bacione

 

ciokina14: wow che papiro!! Mi piace XD Adesso appena ci sentiamo su msn mi devi raccontare TUTTO!! E poi mi mandi quella news di Vanessa XD  Un bacione grande!!

 

 

 

Ah, e ringrazio anche per i commenti a Il mondo è mio:

 

kikka93: basta crederci, in fondo ^_^ Grazie davvero

 

Satine93: giusto, per sempre nei nostri cuori XD Un bacione

 

Fefy88: tranquilla, neanche io sono tanto normale XD E’ bello se una fic toglie le parole di bocca, no?? XD

 

Romanticgirl: mille grazie ^^

 

Lovely_fairy: guarda meglio la prossima volta XD Non ti devi perdere le mie Troyellose storie zuccherose, tesora! XD Un bacio e grazie

 

 

E infine anche Titty90, che su msn mi ha detto che ha letto anche se non ha commentato perché deve studiare (e se non passi l’esame mi arrabbio ^_______^).

 

 

Grazie a tutte, ci risentiamo a settembre!! (Oddio, la scuola… O.O)

 

La vostra terribile

 

Hypnotic Poison

 

 

§§ “Troy, non c’è bisogno di scortarmi fino in classe!” rise Gabriella.

 

Il suo ragazzo scosse la testa: “Non ti sto scortando. Ti accompagno.” replicò, stringendo la presa attorno ai suoi fianchi.

 

In realtà, la mora ci aveva preso: Troy aveva deciso di portarla fino in classe per lasciare a Jacob meno tempo per stare con lei.

 

“Eccoci qui.” annunciò quando raggiunsero la porta della classe.

 

Gabriella sorrise, mettendosi di fronte a lui: “Grazie, mio cavaliere!” §§

 

 

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Capitolo 27
*** 27. Visita all'acquario ***


27

27. Visita all’acquario

 

“Troy, non c’è bisogno di scortarmi fino in classe!” rise Gabriella.

 

Il suo ragazzo scosse la testa: “Non ti sto scortando. Ti accompagno. replicò, stringendo la presa attorno ai suoi fianchi.

 

In realtà, la mora ci aveva preso: Troy aveva deciso di portarla fino in classe per lasciare a Jacob meno tempo per stare con lei.

 

“Eccoci qui.” annunciò quando raggiunsero la porta della classe.

 

Gabriella sorrise, mettendosi di fronte a lui: “Grazie, mio cavaliere!”

 

Il castano sposto entrambe le mani sui fianchi morbidi della ragazza: “Di niente, mia dolce principessa.

 

Lei scoppiò a ridere e lo baciò dolcemente, lasciando a lui il compito -ed il piacere- di approfondirlo, senza vergogna davanti ad un’intera aula.

 

“Ragazzi, per favore, non metteteci in imbarazzo. scherzò Jason passando di fianco a loro.

 

Ma loro due lo ignorarono, e continuarono tranquillamente tra baci e risate in modalità siamo-innamorati-e-non-ci-importa-niente-di-quelli-che-ci-circondano.

 

All’improvviso, però, qualcuno urtò violentemente la schiena di Troy, facendolo separare dalle labbra della sua ragazza.

 

“Ehi! Ma che!” si girò furioso e strinse gli occhi “Ah, White, sei tu.

 

Jacob sorrise: “Buongiorno, Gabriella. Tutto bene?”

 

Gabriella arrossì e sorrise: “Sì, grazie Jacob.

 

“Bene. Allora vado a sedermi. Dovresti sbrigarti, tra cinque minuti inizia la lezione. ed andò a prendere posto.

 

Troy lo seguì con lo sguardo, stringendo possessivamente la mora a sé, finchè lei non lo richiamò: “Ehm, Troy?”

 

“Cosa?” ribattè lui, senza staccare gli occhi da Jacob.

 

“Ehm, mi stai perforando i fianchi a stringermi così…”

 

Il ragazzo si girò di scatto verso di lei: “Oddio, scusa! Stai bene?”

 

“Sì, tranquillo. Ora però devo proprio andare. Il professore sta arrivando!”

 

Lui l’abbracciò: “Ci vediamo a pranzo, d’accordo?”

 

“Certo,” Gabriella lo baciò un’ultima volta sulle labbra “Ti amo, Wildcat.”

 

“Ti amo anche io, piccola Einstein. [Liberamente ispirato da Titty90 XD] A dopo.”

 

La mora lo salutò con la mano mentre si allontanava, poi corse a sedersi nel momento in cui il professore entrava e chiudeva la porta, con un ultimo sorriso in risposta a quello di Jacob.

 

 

###

 

 

Taylor sedeva all’ombra di un grande albero, nel giardino del college, e sfogliava le pagine colme di appunti di anatomia.

 

La sua lezione di quella mattina era stata rimandata, perciò lei si era trovata con un’ora buca e ne aveva approfittato per ripassare.

 

Sospirò stanca, e si appoggiò alla corteccia rugosa, chiudendo gli occhi.

 

“Ciao!”

 

Aprì solo l’occhio sinistro: “Ehi, Abby. Come mai da queste parti?”

 

Rebecca fece spallucce: “Ryan è a lezione, e ho già girato tutta la città, quindi sono tornata qui, ti ho visto seduta e ho pensato di raggiungerti. Posso, vero?”

 

“Certo, certo. Stavo solo ripassando.”

 

Chiuse il quaderno e si rivolse completamente alla sua ‘amica’: “Allora, come va con Ryan?”

 

“Oh, ma noi due non stiamo insieme! Non potrei fare questo torto a Martha!” rispose la rossa, sgranando i suoi occhioni.

 

“Beh, sembrerebbe di sì visto quanto tempo passate assieme.” osservò Taylor.

 

Ma Abby scosse la testa: “No, no, lui è solo molto gentile con me, ma me l’ha anche confessato che a lui piace Martha! Solo che è troppo timido per dirglielo… e non credo che Sharpay gli darà una mano.

 

La castana sbuffò piano. Sharpay era troppo presa da se stessa per occuparsi anche dei problemi sentimentali di suo fratello.

 

“Allora vorrei aiutarli io, ma non so proprio come fare!”

 

Taylor scrollò le spalle: “La prossima volta che andiamo da qualche parte tutti insieme, fai in modo di lasciarli soli per esempio.”

 

“Dici che potrebbe funzionare?” domandò ingenuamente Abby.

 

“Intanto è un inizio…” borbottò l’altra, giocherellando con l’erba verde del prato.

 

“E tu e Chad?” la castana sobbalzò a quella domanda. Da quando Rebecca s’interessava di lei?

 

“Insomma, mi sembrate una bella coppia. Anche se devo dire che a volte Chad è davvero strano…” continuò la rossa.

 

Taylor alzò un sopracciglio: “In che senso strano?”

 

“Beh, sì, insomma… a volte non sembra nemmeno che ti ami! Non si comporta con te come si comporta Troy con Gabriella. E mi sembra che a volte sia più interessato al basket che a te!” spiegò docilmente Abby.

 

Quelle parole colpirono Taylor dritte al cuore, e le provocarono una strana sensazione all’altezza dello stomaco: “D-dici sul serio?”

 

Lei scosse i lunghi capelli rossi: “Sì, e si vede! Sempre in giro con la sua palla da basket, che non fa altro che parlare di basket, dei Red Hawks, di Shaquille O’Neal, eccetera, eccetera, eccetera. Ma se piace a te…”

 

In quel momento, una fiumana di studenti si riversò in giardino, e tra questi si riconobbe visibilmente la chioma ribelle di Chad.

 

Taylor si alzò di scatto, raccogliendo i suoi quaderni: “Scusami, Abby, ma devo andare.

 

“D’accordo, ciao ciao!” cinguettò lei.

 

Giusto mentre la ragazza scompariva tra la folla, arrivava il suo ragazzo: “Ciao Abby. Ma Taylor non era qui con te?”

 

“Sì ,” rispose la rossa, controllandosi un’unghia “Ma ha detto che doveva andare.”

 

“Ah.” Chad ci era rimasto male, di solito Taylor lo aspettava sempre, anche quando aveva cose urgenti da sbrigare “Beh, comunque come va?”

 

 

###

 

 

Taylor camminava velocemente tra la folla dei corridoi della scuola, con un solo pensiero: trovare Gabriella.

 

Aveva bisogno della sua migliore amica, per una volta doveva essere lei a chiedere un consiglio sugli uomini.

 

Raggiunse finalmente l’aula dove Gabriella aveva lezione di scrittura creativa e cercò con lo sguardo la sua amica.

 

La trovò nell’ultima fila in alto, seduta che rideva e parlava con Jacob.

 

Il suo primo pensiero fu: -Ma non frequentavano insieme solo Inglese?-, poi però salì di corsa i gradini.

 

“Gabriella!” chiamò, facendola voltare “Ho bisogno di parlare con te!”

 

La mora scese dal banco su cui sedeva: “Certo, andiamo! Ciao, Jake!”

 

Il ragazzo la salutò con un gesto della mano, e le due ragazze uscirono insieme.

 

“Da quando lo chiami Jake?” domandò pungente Taylor.

 

Gabriella sospirò: “Oh, insomma, Tay! Me l’ha chiesto lui, d’accordo? E lui mi chiama ancora Gabriella, se lo vuoi sapere. Non si permette ancora di chiamarmi coi soprannomi che usate voi! Allora, di che volevi parlarmi?”

 

La castana prese fiato ed iniziò a raccontarle della conversazione di qualche minuto prima con Abby.

 

Quando ebbe finito, Gabriella era piegata in due dal ridere: “Oh, Taylor, non dirmi che dai retta a quello che dice Abby!”

 

Le guance di Taylor si tinsero di rosa: “Insomma… lei mi ha detto quelle cose che non sono proprio false, quindi…”

 

“Taylor,” esordì l’amica, mettendole una mano sulla spalla “E’ vero, Chad è fissato con il basket, non fa altro che girare con la palla, ma ciò non toglie che ti ama. Ve lo siete detti, no? E sai meglio di me che non te l’avrebbe mai detto se non fosse stato vero. Perciò, tranquilla, d’accordo? Rebecca parla sempre a vanvera. Chad ti ama, e tu ami lui. Siete perfetti.

 

Alla fine di questo lungo discorso, Taylor sorrise: “Grazie, Gabby. Sei sempre la migliore.

 

Gabriella l’abbracciò: “Di niente, tesoro. Ora devo proprio andare, inizia la lezione di letteratura.

 

“A dopo. E grazie ancora.”

 

La mora corse via verso la sua lezione, sorridendo felice.

 

In quel momento, sentì vibrare nella tasca dei suo jeans il cellulare. Pensando che fosse Troy, lo prese subito fuori, ma con sorpresa vide che si trattava di un messaggio di Jacob: Guarda che dicevo sul serio per l’invito all’acquario! Allora, ci stai? Oggi pomeriggio alle quattro! Jake.

 

Si fermò davanti alla porta dell’aula, mordendosi il labbro. In fondo, per quel pomeriggio, non aveva nulla da fare. Troy era agli allenamenti pomeridiani, ed era abbastanza avanti con lo studio. Un giro con un amico non le avrebbe fatto male.

 

Perciò digitò la risposta: D’accordo, oggi alle quattro. Ci vediamo là! A dopo, Gabriella.

 

 

###

 

 

“Gabriella!!!” la voce squillante di Sharpay percorse tutto il viale del giardino, arrivando dritto verso la sua amica che stava aspettando l’autobus.

 

“Ehi, Shar. Dimmi tutto!” la salutò la mora con un sorriso.

 

La bionda le prese le mani: “Ti prego ti prego ti prego dimmi che almeno tu verrai a fare shopping con me!”

 

Gabriella sorrise: “Certo. Quando vogliamo andare? Domani?”

 

“Oh, no!” Sharpay scosse la chioma perfettamente liscia “Oggi pomeriggio! Ti passo a prendere alle tre, okay?”

 

“Aspetta, Shar.” l'amica si morse un labbro “Ehm… vedi, oggi proprio non posso.”

 

Lei alzò un sopracciglio: “E perché non puoi? Non c’è nemmeno Troy con cui cercare di ingrandire la specie umana!”

 

La mora arrossì: “No, Shar. È che oggi devo proprio… studiare per un saggio che devo consegnare.

 

Il viso di Sharpay si fece deluso: “Uffa… e va bene, solo per questa volta però. Allora ci vediamo domani.

 

“Ciao Pay. E ti prometto che andremo a fare shopping!” Gabriella la salutò con una mano e salì sull’autobus.

 

 

###

 

 

L’acquario aveva sempre affascinato Gabriella. Le erano sempre piaciuti i pesci, soprattutto quelli colorati.

 

Ne aveva anche parlato con Jacob di quella passione, e lui aveva subito colto la palla al balzo.

 

Ed ora la guardava girare affascinata davanti alle vasche, ridendo come un bambina alle sue battute.

 

E chissà perché, Gabriella in quel momento si sentiva benissimo, le sembrava la prima volta che era lì, nonostante fosse venuta tante altre volte insieme a Troy e gli altri.

 

I due ragazzi arrivarono davanti ad una vasca verticale piena di grandi pesci, e la mora s’incantò a guardare come nuotavano.

 

“Non è bellissimo?” mormorò.

 

Jacob, dietro di lei, annuì: “Sono molto eleganti.

 

“Mi sarebbe piaciuto essere un pesciolino, in un’altra vita. Anzi, non proprio un pesce, ma un delfino. A te no?” domandò Gabriella.

 

“Non sono brutti animali!” concordò lui.

 

La ragazza scosse la testa: “Sono intelligentissimi, e sembra che sorridano sempre.

 

“Un po’ come te.” si girò a quell’affermazione, con un sorriso: “Sei molto gentile, Jacob.”

 

Lui fece spallucce: “Sei una ragazza davvero particolare, Gabriella. Sono felice di averti incontrata.

 

Lei arrossì, con una strana sensazione sulla pelle, ed indietreggiò finchè non incontrò la sbarra di metallo che separava la vasca dal pubblico.

 

“G-grazie…” mormorò.

 

Jacob le si avvicinò sorridendo, e Gabriella deglutì rumorosamente.

 

E lì, nel buio dell’acquario, Jacob posò delicatamente le labbra sulle sue.

 

La mora lo respinse quasi subito, ma qualcuno, in un angolo, aveva visto abbastanza.

 

 

 

 

*Me si ripara dietro al tavolo*

 

Salve ragazze!! Avete voglia di uccidermi, lo so!! Chi sarà mai la persona che ha assistito alla scena all’acquario?? Lo scoprirete nella prossima puntata!!

 

Ringraziamenti veloci prima di essere scuoiata:

 

lovely_fairy: aah non so cosa gli farai adesso (e cosa farai a me!!) W Troyella e Chaylor XD

 

Tay_: ok, forse non cambierai idea su Shar, ma vedrai che ti farò amare anche Troyella XD Jacob l’hai condannato definitivamente a morte con questo capitolo, eh?? Bacioni!

 

ciokina14: mi sa che Gabby non l’ha ascoltata molto Tay XD Commento letto, mille grazie!! Bene, ora sono molto più sollevata ora che abbiamo constatato che è tutto a posto!! Grazie per le pagine di Internet XD Ne ho alcune io da darti XD A presto, baci! 

 

romanticgirl: hai fatto bene a non fidarti di Jake XD Bacioni

 

Kikka93: povero Chad, interrotto dalla vecchia XD Ehm.. non ti prometto niente! Paura della scuola no solo… tristezza, sob. Oddio, paura della profe di mate, quella sì!! Bacioni

 

Alexia379: Gabriella è un po’ tonta XD Ho idea che ucciderai sul serio lo scocciatore ambulante number 1, adesso ^^ Non ti preoccupare, anche se ti ripeti a me non dà fastidio, grazie ^^ Baci

 

armony_93: niente, mi basta sapere che ci sei! Bacio

 

Satine93: Ecco cos’è successo.. lo so, ora mi odi XD Un bacione

 

 

Ancora grazie a Titty90, non hai recensito ma so che hai letto e che mi vuoi morta, e mi devi dire come è andato il tuo esame!!!

 

 

Grazie anche ai commenti per What hurts the most:

 

Titty90: sei la prima, ma chere. Farò il seguito!! Intanto però aiutami con il titolo dell’altra!! Un bacione!

 

Tay_: tranquilla, non sarai mai ne ripetitiva ne rompiballe!! Adesso mi sblocco con WF, promesso!! Bacioni

 

Fefy88: la canzone è stupenda XD Mah, se due come Chad e Troy andassero a LA, forse ci andrei pure io XD Besos

 

Romanticgirl: okay, okay, seguito pensato XD Bacione e grazie

 

Lovely_fairy: visto che hai resistito fino al dieci!! X3X3 Grazie e baci

 

Ciokina14: Ci vuole un po’ di tristezza ogni tanto X3 Comunque sì, sto facendo il seguito di Buon compleanno! Ma ancora non ho scritto niente, sto organizzando le idee.. grazie e bacio!

 

Sinfony: eheh, d’accordo, farò sapere che succede! Bacione, grazie!

 

Minny: ciao!! Grazie e sìì, farò un seguitooo d’accordo!! XD Baci

 

Kikka93: non è Troyella!? *me rilegge velocemente, spaventata* ah, giusto, c’è Alice! Però daaii è Troyella. Tanto adesso faccio il seguito, ho deciso. Davvero sono anche troppo brava?? Ma Grazie!! Un bacione

 

 

Il prossimo aggiornamento non so quando arriverà, perché tra 5 giorni inizia la scuola (Oh Dio No!!) e devo finire i compiti!! ^^

 

Un bacione grande!

 

Hypnotic Poison

 

 

§§ “Ciao Gabby, come va?” rispose la castana che, all’insaputa dell’amica, stava parlando in vivavoce circondata dagli altri.

 

“Bene, bene, grazie. Ho finito il saggio.

 

“Che ne dici, stasera ci vediamo?”

 

“Guarda, Tay, non ti offendere ma sono un po’ stanca. Preferirei rimanere a casa.”

 

Taylor si scambiò uno sguardo con i suoi amici: “Tesoro, sei sicura di star bene? Hai una voce così strana.

 

Gabriella fece un respiro profondo: “Sì, sì, tranquilla, te l’ho detto. Sono solo… stanca. Ma è tutto perfettamente a posto. Anzi, penso che mi farò un riposino adesso.

 

“D’accordo, tesoro. Buon riposo allora.” §§

 

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Capitolo 28
*** 28. Fuori controllo ***


28

28. Fuori controllo

 

“Allora, Ryan, si può sapere perché ci hai convocati qui in tutta fretta?” sbottò Sharpay, di pessimo umore. Il fratello le aveva interrotto il suo massaggio quotidiano.

 

“E con l’ordine di non dire niente a Troy e Gabriella, per di più. rincarò Chad “Avanti, sputa il rospo.”

 

Ryan sospirò: “Va bene. Allora, Chad, tu e Troy ieri avevate l’allenamento pomeridiano, giusto?”

 

Il ricciolino annuì senza capire, così il biondo si rivolse alla sorella: “E Shar, avevi invitato Gabriella a fare shopping, ma lei ha detto che doveva studiare, giusto?”

 

“Sì, esatto, e quindi?” lo spronò impaziente lei.

 

Ryan prese un grosso respiro: “Beh, a meno che non dovesse studiare i pesci, Gabriella ci ha mentito. Ieri l’ho vista all’acquario, con Jacob. E lui l’ha baciata.”

 

“CHE COSA?!?” esclamarono in coro Taylor, Chad, Zeke, Sharpay, Kelsie, Martha e Jason.

 

Lui annuì con aria lugubre: “Avete sentito bene. Jacob ha baciato Gabriella.”

 

“E cosa c’è di strano?” domandò Abby, giocherellando con la sua collana “E’ normale baciarsi, no?”

 

Tutti la ignorarono, ancora sconvolti.

 

“Non posso crederci…” balbettò Kelsie “Lei è Gabriella, la ragazza follemente innamorata di Troy, che può passare ore solo a sorridergli!”

 

“E perché non ce l’ha detto?” mormorò delusa Taylor “Insomma, avremmo potuto trovare una soluzione!”

 

Ryan si accasciò sulla poltrona: “Io vi ho solo detto quello che ho visto, ragazzi. E penso che dovremo fare qualcosa. Almeno per il bene di Troy.”

 

Taylor prese il cellulare: “Provo a chiamarla, d’accordo? Sentiamo cosa dice.”

 

 

###

 

 

Gabriella era seduta sul letto, le gambe contro il petto, e si mordeva le unghie.

 

Quella notte non aveva dormito, afflitta dai sensi di colpa. Aveva pure pianto, anche per colpa della rabbia.

 

Come aveva potuto essere così stupida da non capire ciò che realmente voleva Jacob? Come aveva fatto a farsi manovrare in quel modo, incantata dalle sue buone e gentili maniere?

 

Prese un cuscino e lo scagliò dall’altra parte della stanza, si prese la testa tra le mani singhiozzando.

 

-E adesso cosa faccio?- si domandò –Non posso mentire a Troy e agli altri! Ma non so se riuscirò a dire ciò che è successo! Oh, perché non ho ascoltato Taylor?!?-

 

All’improvviso, il suo palmare trillò nel silenzio della casa vuota.

 

Con paura, vide che si trattava di Troy.

 

Chiuse gli occhi, deglutì e finalmente rispose: “Pronto?”

 

“Ehi, piccola, come va?”

 

“Tutto bene, tu?”

 

“Sono appena uscito dalla palestra, sono in macchina. Penso che andrò a casa a farmi una doccia e una bella dormita. Tu hai finito di studiare per quel saggio?”

 

Gabriella annuì. Anche se il saggio era pronto da settimane: “Sì, l’ho finito.

 

Troy rise: “Brava piccola. Ora ti saluto, ci sentiamo più tardi, ok? Ah, Gab?”

 

“Dimmi.”

 

“Ti amo.”

 

Gabriella sentì il senso di colpa opprimerla ancora di più: “Sì, anche io. Ci sentiamo dopo.”

 

Chiuse la telefonata e si accasciò contro la testata del letto.

 

E il telefono squillò di nuovo.

 

“Ehi, Taylor…” esclamò poco convinta al secondo squillo.

 

“Ciao Gabby, come va?” rispose la castana che, all’insaputa dell’amica, stava parlando in vivavoce circondata dagli altri.

 

“Bene, bene, grazie. Ho finito il saggio.”

 

“Che ne dici, stasera ci vediamo?”

 

“Guarda, Tay, non ti offendere ma sono un po’ stanca. Preferirei rimanere a casa.”

 

Taylor si scambiò uno sguardo con i suoi amici: “Tesoro, sei sicura di star bene? Hai una voce così strana.”

 

Gabriella fece un respiro profondo: “Sì, sì, tranquilla, te l’ho detto. Sono solo… stanca. Ma è tutto perfettamente a posto. Anzi, penso che mi farò un riposino adesso.

 

“D’accordo, tesoro. Buon riposo allora.”

 

“Ciao, Tay.”

 

La mora si lasciò scivolare lungo il letto, distrutta.

 

Il silenzio della casa l’avvolse. Suo padre non c’era, era andato ad Atlanta per una riunione importante e sarebbe tornato solo due giorni dopo.

 

E in quel momento, Gabriella ebbe paura. Di che cosa non lo sapeva, era abituata a stare in casa da sola, ma ora in quel momento aveva bisogno di qualcuno.

 

Perciò riprese il cellulare e compose velocemente il numero di Troy, pregando in silenzio perché rispondesse.

 

Finalmente al quinto squillo: “Ehi, Gab, ero sotto la doccia. Che è successo?”

 

“T-Troy, puoi venire qui da me? N-non mi piace stare da sola.”

 

“Certo, certo, arrivo subito! Il tempo di vestirmi e sono da te.”

 

“Grazie. Ciao.”

 

Appoggiò il palmare sul comodino e aspettò impaziente, mordendosi le unghie e torcendosi le mani.

 

Fu un sollievo quando il campanello suonò.

 

Si precipitò giù per le scale ed aprì la porta di scatto, trovando il suo ragazzo con un’espressione preoccupata sul bel viso.

 

Lo abbracciò d’impulso, senza nemmeno salutarlo prima, e lui ricambiò titubante.

 

“Gabriella, ti senti bene?”

 

Lei annuì contro il suo petto: “Avevo solo paura a stare a casa da sola.”

 

Troy le accarezzò i capelli neri: “Ci sono io adesso, tranquilla…”

 

 

###

 

 

Sharpay si scostò una ciocca di capelli da davanti al viso: “O Gabriella è una grande attrice, oppure davvero non le importa ciò che ha fatto.

 

“Io non la penso così,” replicò Kelsie “Non avete sentito che voce aveva? Sembrava un pulcino davanti ad una volpe!”

 

Tutti gli altri concordarono con un mormorio, tranne la solita Rebecca che aveva trovato molto divertente la similitudine di Kelsie e per questo rideva.

 

“Cosa possiamo fare?” domandò Martha.

 

“Noi niente! Gabriella ha voluto tenerci all’oscuro di quello che stava facendo e ora se la deve cavare da sola!” sentenziò Sharpay.

 

“E Troy?” chiese Chad “Non… non possiamo non dirglielo! Insomma, mettete che lo venga a sapere in un altro modo!”

 

Ma la bionda scosse la sua chioma: “Non possiamo sempre pensare a quei due, ragazzi. È ora che imparino ad affrontare i problemi da soli.

 

 

###

 

 

Gabriella sedeva sul bordo del letto, lo sguardo fisso contro il muro.

 

Troy dormiva placidamente accanto a lei, ignaro dei pensieri che le affollavano la mente e il cuore.

 

Chiuse gli occhi, mentre i ricordi del giorno prima le scorrevano veloci davanti.

 

§§§ Jacob le si avvicinò sorridendo, e Gabriella deglutì rumorosamente.

 

E lì, nel buio dell’acquario, Jacob posò delicatamente le labbra sulle sue.

 

La mora lo respinse quasi subito: “Ma che fai, sei impazzito?”

 

Il ragazzo sorrise: “Andiamo, lo so che anche tu lo vuoi. Non avresti accettato il mio invito altrimenti, giusto?”

 

La bloccò tra la sbarra ed il suo corpo. Pur essendo più basso e più magro di Troy, lei non riusciva a smuoverlo, aveva troppa forza.

 

E Jacob la baciò di nuovo, con più urgenza, non accontentandosi solo delle sue labbra. §§§

 

Gabriella aprì gli occhi di scatto, con un respiro profondo.

 

Poteva ancora sentire il sapore di quel ragazzo nella sua bocca, e la disgustava.

 

All’improvviso, il display del suo palmare s’illuminò, segno che era arrivato un messaggio.

 

Con le mani tremanti, lo prese e lo lesse: Cara Gabriella, vieni al college alle quattro, in camera mia. Così potremo passare un po’ di tempo insieme. Se non lo farai, informerò il tuo caro Troy su di noi e su ciò che abbiamo fatto. Ti aspetto, un bacio, Jacob.

 

Gabriella chiuse con rabbia l’sms, mentre sentiva le lacrime pungerle gli occhi.

 

-No, Troy non lo può sapere…- pensò –Devo andare da lui e convincerlo a lasciarmi stare.-

 

L’orologio digitale segnava le tre e mezza, lei si alzò per prepararsi.

 

Si vestì, si truccò leggermente e poi lasciò un biglietto per Troy, scrivendogli che andava in biblioteca e che sarebbe tornata tardi.

 

Glielo mise sul cuscino e lo baciò dolcemente, con il cuore gonfio di lacrime.

 

Senza far rumore, uscì di casa e s’incamminò.

 

 

###

 

 

La suoneria del cellulare risuonò nella strada buia.

 

“P-pronto?”

 

“Gabriella, finalmente, è tutto il pomeriggio che ti cerco!” sbottò arrabbiata la voce di Troy “D’accordo che sul biglietto avevi detto che avresti fatto tardi, ma ormai sono le dieci!”

 

Gabriella prese fiato: “Lo so, scusa, ma il tempo è volato e non me ne sono accorta. Co-comunque ora sto tornando a casa.”

 

Sentì Troy tirare un sospiro: “Mi hai fatto preoccupare, Gab. Il tuo telefono era anche spento!”

 

Lei si sforzò di ridere: “Ehi, lo sai che in biblioteca ci vuole silenzio!”

 

Anche il ragazzo rise: “Ti aspetto a casa, genietta, d’accordo?”

 

“Okay, adesso arrivo.” chiuse il telefono e, come un colpo, si rese conto che per la prima volta in una chiamata non si erano detti che si amavano.

 

Forse Troy era davvero arrabbiato. O forse si aspettava che lo dicesse lei.

 

Scosse la testa. Di una cosa sola era certa: la situazione le stava sfuggendo di mano. 

 

 

###

 

 

Troy si rilassò sul letto di Gabriella, incrociando le braccia dietro la testa.

 

Era più tranquillo ora che l’aveva sentita, anche se avvertiva una strana sensazione nell’aria. C’era qualcosa di strano, di diverso. Anche lei gli era sembrata lontana e distratta.

 

Scosse la testa, forse era solo una sua impressione. Probabilmente era lo stress di quei primi due mesi di università.

 

Prese da terra i suoi pantaloni della tuta grigia dei Wildcats e l’infilò, stiracchiandosi un po’ le braccia.

 

Decise di scendere in cucina a prendersi un bicchiere d’acqua, ma quando passò davanti alla scrivania azzurra, qualcosa attirò la sua attenzione.

 

Ritornò sui suoi passi e cercò ciò che l’aveva distratto.

 

Sotto un quaderno, vide spuntare un angolo di carta blu e bianco, che gli ricordava qualcosa. Sapendo che Gabriella non si sarebbe arrabbiata, spostò il libro.

 

Sgranò gli occhi: l’angolo di carta apparteneva ad un biglietto dell’acquario, che ne nascondeva un altro. Ma la cosa che l’aveva colpito, era che la data sul biglietto era quella del giorno prima.

 

Si sedette sul letto, stringendo in mano i due ticket. Lui sicuramente non era andato all’acquario. E Gabriella gli aveva detto che lei doveva studiare.

 

-Forse… forse l’ha accompagnata uno dei ragazzi… ma perché non dirmelo?-

 

Afferrò il cellulare e compose il numero di Chad.

 

“Pronto?” rispose dopo qualche squillo.

 

“Ehi, Chad, devo chiederti una cosa.” esclamò Troy.

 

“Certo amico, dimmi tutto!”

 

Il castano prese fiato: “Con chi è andata Gabriella ieri all’acquario?”

 

 

 

 

 

Tan tan taaan!! Chad rivelerà a Troy cos’è realmente successo?? Oppure proteggerà Gabriella? E Hypnotic, sarà uccisa dalle sue lettrici/commentatrici??

 

Ahah, lo so mi, odiate molto. Ma aspettate il prossimo capitolo per sfogarvi XD Anche perché ho aggiornato solo dopo quattro giorni (regalo prima della scuola XD)

 

Grazie a:

 

lovely_fairy: scusa, non volevo farti venire l’infarto XD Comunque non potevo farlo cadere nella vasca degli squali, mi serve XD No, Rebecca è brava e buona! Lei non combinerà casini! Un bacione

 

armony_93: Tesoro, mi dispiace di averti rovinato di più la giornata!! Noo, povera Abby, è solo tonta! Chad è molto lusingato dall’amore che provi per lui!! Ma se ti faccio comparire, mia cara, dove la metto Taylor?! XD Però, quella cosa dalla brutta parola è inizia domani (oddioo sto già male..), che ci possiamo fare.. un bacione ti voglio bene! Ps. Sai che forse tu hai fatto la 200 recensione?? Ma grazie!

 

ciokina14: vedi, tu ti fai piacere Jake e questi sono i risultati XD Abby non riflette mai.. sennò non sarebbe Abby! Perdonami daiii non essere furiosa con me!! (anche perché non so cosa sarai dopo questo capitolo..) Bacio ci sentiamo su msn!! TVB

 

Tay_: vai, tu fai una strage: Jacob, Rebecca e la sottoscritta autrice. Aiuto!! XD Baci baci!

 

Angels4ever: ciao! Grazie di aver letto e commentato, spero di trovarti ancora! Per le tue domande: 1, io adoro Twilight ed Edward e Bella e grazie a Lovely_fairy ora so che succede anche in Breaking down; 2, non posso rispondere XD Sarebbe uno spoiler troppo grande, sorry. Ma ti basta leggere!! XD Baci

 

Titty90: tesoro mio, sei un mito, un genio assoluto! Ora dritto fino al diploma!! Comunque, ricomincia a scrivere adesso!! E che siano Troyella!! *Me ti sorride minacciosa* Un bacione a presto, ti voglio bene anche se sei cattiva con me!

 

romanticgirl: nuu, sbagliato, è stato Ryan XD Jake e Rebecca?? Uhm.. ci penso! Un bacione grande!

 

Kikka93: no, Taylor e Chad sono più forti che mai XD Ryan li ha visti.. e non sei l’unica che vuole uccidere Jake.. XD Porino luiii… XD Un bacione

 

 

Grazie ancora! La scuola mi distruggerà, ma prometto che aggiornerò presto. Anche perché non posso tenervi troppo sulle spine, giusto? XD

 

Bacioni a tutte!!

 

Hypnotic Poison

 

 

§§ Taylor scoppiò a ridere: “Dai, scemo, siamo arrivati.

 

Chad osservò la casa buia: “E’ tutto spento, non ci sono i tuoi?”

 

Mentre apriva la porta, la ragazza rispose: “No, sono andati a trovare mia zia Peggy e i suoi figli. Tornano domani pomeriggio.”

 

“Oh. Capito.” mormorò lui “Allora buonanotte.”

 

Taylor lo fissò nel buio, le guance tinte di rosa: “Vuoi… ehm… vuoi entrare un attimo? Giusto per… una coca, ecco.”

 

Chad si schiarì la gola: “Volentieri, certo. §§

 

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Capitolo 29
*** 29. Nuove esperienze ***


29

29. Nuove esperienze

 

Gabriella infilò le chiavi nella toppa ed aprì la porta con mani tremanti.

 

“Troy!” chiamò cercando di essere allegra.

 

“Sono in cucina, piccola…” rispose lui.

 

Lei entrò e lo vide seduto al tavolo, le mani incrociate a pugno e poggiate sul legno, la testa bassa.

 

Sorrise e gli accarezzò i capelli mentre andava dal frigorifero e prendeva una bottiglietta d’acqua: “Tutto okay?”

 

Troy alzò lo sguardo e la guardò mentre beveva. Era così bella che il cuore gli faceva male.

 

Fece un respiro profondo: “Possiamo… possiamo parlare un attimo, Gab?”

 

Gabriella annuì, sentendo il cuore che faceva una capriola: “Certo. An-andiamo in salotto?” 

 

“No, siediti qui, per favore.” lei obbedì, e Troy le prese le mani tra le sue.

 

“Gabby… noi stiamo insieme da un anno e due mesi, giusto?” la mora annuì, così lui continuò “Quindi… è normale che dopo tanto tempo che due persone stanno insieme, soprattutto alla nostra età, abbiano bisogno di… non so, cambiare aria, provare nuove esperienze. Ed è giusto, lo posso capire. E… e se tu non sei più sicura di noi due, basta che me lo dici, non mi arrabbio.”

 

“Troy, Troy, Troy che stai dicendo?” esclamò Gabriella in panico “Io… io non riesco a capire!”

 

Gli occhi blu si piantarono nei suoi, e lei vi lesse una tristezza infinita: “Gabby… Chad… Chad mi ha raccontato che… che ieri sei andata all’acquario con Jacob… c’era anche Ryan e… e ha visto tutto…”

 

La mora sentì le forze mancarle; distolse immediatamente lo sguardo, posandolo sul tavolo, strinse i pugni: “Tu… tu non dovevi saperlo così…”

 

Troy si alzò: “E… e dopo che mi ha detto questo, ho chiamato la biblioteca. E tu oggi non c’eri. Quindi, mi sembra palese dire che eri con Jacob.”

 

Le lacrime cominciarono a scendere sulle guance di Gabriella: “Troy… io…”

 

“Non c’è bisogno di dire niente, Gabriella. È giusto, lo capisco. Siamo troppo giovani per pensare che le storie durino per sempre. Avrei soltanto voluto che tu me l’avessi detto. Io… io ti amo, sappilo.” il ragazzo prese un profondo respiro “Spero che tu sia felice con Jacob.”

 

Fece per uscire, ma la ragazza lo bloccò: “No, Troy, io non voglio stare con Jacob! Io amo te! è stato lui a baciarmi ieri, io non lo volevo! E… e se sono andata da lui oggi, era perché altrimenti ti avrebbe raccontato tutto e… e io non volevo che lo sapessi da lui…”

 

Troy si girò verso di lei, le alzò il viso e la guardò duramente: “Ci sei andata a letto, Gab?”

 

Gabriella boccheggiò, e lui ripetè a voce più alta: “Ci sei andata a letto, Gabriella?”

 

La mora non rispose. Si limitò a spostare lo sguardo colmo di lacrime.

 

Il castano annuì e rimise la mano in tasca: “D’accordo. Allora ciao, Gabriella. Ci si vede in giro.”

 

Attraversò a grandi passi l’ingresso ed uscì, chiudendo la porta lentamente. Gabriella si accasciò sul pavimento e scoppiò in singhiozzi.

 

 

###

 

 

Il Sole brillava alto nel cielo di Albuquerque, irradiando felicità.

 

Una felicità che però non toccava i cuori di dieci persone.

 

Gabriella scese dall’autobus, stringendosi i libri al petto. Aveva nascosto gli occhi gonfi dietro un paio di occhiali scuri, i capelli erano legati disordinatamente in una crocchia.

 

Mentre passava per il viale pieno di studenti, vide tutti i suoi amici raccolti in cerchio, che ridevano.

 

E c’era anche lui, bello come sempre con la camicia a mezze maniche azzurra e i jeans.

 

In quel momento, Taylor si girò verso di lei. Gabriella fece per raggiungerla, ma lei si voltò di nuovo, ignorandola.

 

Per la mora fu come un colpo al cuore, si volse e scappò via.

 

Anche Kelsie l’aveva vista, e aveva fatto per correrle dietro, ma Sharpay l’aveva fermata per un braccio dicendole: “No.”

 

Chad osservò il suo migliore amico, gli mise una mano sul braccio: “Ehi.”

 

Troy lo guardo, gli sorrise mesto: “Ehi.”

 

“Andiamo in palestra, che ne dici?”

 

“Sì. Anche se non so come giocherò.”

 

Il riccio gli strinse il braccio per fargli coraggio: “Forza, campione. Devi diventare capitano anche qui, capito? Non lo sopporto quel George!”

 

Il castano rise leggermente, poi salutarono gli altri e si avviarono.

 

Quando furono abbastanza lontani, Sharpay commentò: “Troy è distrutto. Secondo me Chad ha fatto male a dirglielo.”

 

“Invece no. L’avrebbe scoperto in un modo o nell’altro, e sarebbe stato peggio.” ribattè Taylor.

 

La bionda alzò gli occhi al cielo: “D’accordo, d’accordo. Guai a chi ti tocca il fidanzato…” aggiunse poi a voce più bassa.

 

“Dite che si rimetteranno insieme?” domandò dispiaciuta Kelsie.

 

“Questa volta non lo so…” confessò Taylor.

 

 

###

 

 

“Troy ti ha detto qualcosa?” domandò Taylor.

 

Lei e Chad stavano passeggiando per le strade del centro, mano nella mano, dopo essere andati fuori a cena.

 

“No,” scosse la testa il ricciolino “Non ne vuole parlare. Tu hai visto Gabriella?”

 

“E’ venuta alla mia lezione della terza ora, ma sono uscita parlando con un’altra ragazza. Mi è costato tantissimo vedere la faccia che ha fatto, ma mi ha delusa a non parlare con me di quello che stava facendo con Jacob.” raccontò lei.

 

“Tay…” esordì Chad “Prometti che mi dirai tutto quello che ti passa per la testa su di noi? Prometti che non mi nasconderai niente? È questo il motivo per cui ho detto a Troy ciò che era successo. Non vorrei scoprire le cose dagli altri, vorrei che me le dicessi tu.”

 

La ragazza si fermò e lo guardò: “Te lo prometto, Chad. Anche perché non ho mai avuto intenzione di nasconderti niente. E tu?”

 

“Te lo prometto, Tay.”

 

Si baciarono dolcemente, per poi riprendere la strada verso casa della ragazza.

 

“Credo che dovremmo attuare un nuovo piano.” esclamò lei dopo un po’.

 

“Che cosa intendi dire?” domandò Chad.

 

“Beh, per Troy e Gabriella. L’ultima volta ci ha pensato Sharpay, ma questa volta è una cosa più grossa.” spiegò Taylor “Non voglio che soffrano. Anche se Gabriella dovrebbe imparare la lezione.”

 

“Troy è troppo testardo, Tay. Non ci starà. E proprio perché Gabriella deve imparare la lezione, se lo ama sul serio farà tutto da sola. Giusto?”

 

La ragazza lo guardò ammirevole: “Giusto. Complimenti Chad. La mia influenza si fa sentire!”

 

“Ehi! A volte posso essere saggio anche io!” il ricciolino le diede un buffetto sul braccio.

 

Taylor scoppiò a ridere: “Dai, scemo, siamo arrivati.”

 

Chad osservò la casa buia: “E’ tutto spento, non ci sono i tuoi?”

 

Mentre apriva la porta, la ragazza rispose: “No, sono andati a trovare mia zia Peggy e i suoi figli. Tornano domani pomeriggio.”

 

“Oh. Capito.” mormorò lui “Allora buonanotte.”

 

Taylor lo fissò nel buio, le guance tinte di rosa: “Vuoi… ehm… vuoi entrare un attimo? Giusto per… una coca, ecco.”

 

Chad si schiarì la gola: “Volentieri, certo.”

 

Lei lo fece passare, poi chiuse la porta e si recarono insieme in cucina.

 

Senza accendere le luci, il ragazzo prese dal frigo due coche e quando si girò, si scontrò con la sua ragazza.

 

“Oops, scusa.” mormorò.

 

“Di niente…” ribattè lei, senza però staccarsi da lui.

 

Stava giocherellando con il bordo della sua camicia, era persa nei suoi pensieri, perciò Chad le sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio: “Ehi… che c’è?”

 

La castana lo guardò negli occhi: “C-Chad… i-io…”

 

Prese fiato, ed era sul punto di continuare, quando il campanello si mise a trillare.

 

I due ragazzi sobbalzarono, e Taylor si ricompose: “Ehm… meglio andare a vedere chi è.”

 

“Arrivo, arrivo, arrivo!” esclamò scocciata nel vedere che continuavano a suonare.

 

Aprì la porta di scatto e rimase paralizzata.

 

Ehm… ciao, Tay. Ciao, Chad.”

 

 

###

 

 

 

Un bell’esempio di ‘aria tesa’ poteva essere preso a casa McKessie.

 

Infatti, quella sera alle dieci e mezza, tre persone erano riunite in salotto, squadrandosi abbastanza male: Chad e Taylor sul divano, e Gabriella sulla poltrona, gli occhi puntati sulle mani strette in grembo.

 

“Allora, Gabriella, perché sei qui?” domandò dopo un po’ Chad.

 

Lei sospirò: “Perché siete gli unici con cui possa parlare e spiegare tutto.”

 

“Avanti, allora.” insistette acida Taylor.

 

Gabriella prese fiato: “Mi dispiace di non avervi detto che andavo all’acquario. Solo… ho pensato che siccome lui vi stava antipatico, avreste fatto di tutto per non farmi andare, mentre a me non dispiaceva una visita con un amico. Io non sapevo che sarebbe successo quel che è successo!”

 

La sua amica sbuffò: “Detesto dirlo, ma io ti avevo avvisato. Comunque, vai avanti.”

 

“E se sono andata da lui il giorno dopo è stato solo per proteggere Troy. Lui mi aveva mandato un messaggio con scritto che se non fossi andata da lui, gli avrebbe raccontato tutto. E io non volevo…”

 

Chad alzò un sopracciglio: “E come ci sei finita nel suo letto, Gabby? Così hai fatto molto più male a Troy che non se avesse saputo del semplice bacio.”

 

La mora iniziò a piangere: “Lo so, Chad! Ma… ma mi ci ha costretto lui…”

 

Taylor scattò subito in piedi: “Ti ha… ti ha fatto del male, Gabby?”

 

Lei non potè far altro che annuire, e l’amica l’avvolse subito in un caldo abbraccio: “Oh, tesoro…”

 

Chad si alzò in piedi e si avviò a grandi passi verso la porta.

 

“Dove vai?” gli domandò la sua ragazza, sempre abbracciando Gabriella.

 

“Ad ucciderlo.” fu la feroce risposta del ricciolino.

 

“NO!” gridò Gabriella “No, Chad, ti prego! Ha detto che non avrei dovuto dirlo a nessuno!”

 

Il ragazzo tornò indietro e s’inginocchiò alla sua altezza: “Gabby… quello… quello ti ha… ti ha praticamente violentata…” ringhiò quella parola a denti stretti “Merita molto di peggio che dei pugni.”

 

“Chad, non mi sembra il modo migliore per risolvere la faccenda!” lo sgridò Taylor.

 

Lui sbuffò: “Anche Troy la penserebbe così!”

 

“A proposito di Troy…” la castana asciugò le lacrime dell’amica “Dolcezza, dobbiamo dirglielo. Così voi due ritornerete insieme e nessuno ti farà più del male.”

 

La mora annuì, ma Chad le interruppe: “Ragazze, forse è meglio dirglielo domani. Se lo chiamassimo a quest’ora, forse nemmeno risponderebbe. Lo conosco.”

 

“D’accordo.” Taylor fece alzare Gabriella “Tesoro, ti va di dormire da me stanotte? Saremo solo io e te, tranquilla.”

 

Ma la ragazza rabbrividì: “Non è che Chad potrebbe rimanere con noi? Mi farebbe sentire più sicura un uomo in casa…”

 

Lui sorrise e l’abbracciò: “Ma certo, Gabby. Chiunque proverà a farvi del male se la vedrà con me. Taylor, sto qui nel divano, che dici?”

 

Invece la padrona di casa sorrise: “Puoi dormire al piano di sopra, in camera di Tess.”

 

“Okay, grazie. Coraggio, mie donne, a letto!” e ridendo le spinse su per le scale.

 

 

###

 

 

Il mattino dopo era la tanto agognata domenica.

 

Troy si svegliò stranamente di buon’ora, ma solo per il fatto che aveva dormito male e poco.

 

La prima cosa che gli venne in mente fu che era ormai single. E quella parola gli faceva davvero schifo.

 

Sbuffando, si vestì con una tuta e scese a fare colazione.

 

“Ciao, pa’…” salutò quando entrò in cucina.

 

Jack Bolton sgranò gli occhi da sopra la sua tazza di caffè: “Accidenti, Troy, da quanto non ti svegli alle otto e mezza della domenica mattina?”

 

Il figlio scosse le spalle con un brontolio, servendosi del latte freddo.

 

Il coach osservò la larga e muscolosa schiena. Sapeva che c’era qualcosa di strano.

 

“Ehi,” chiamò “Che è successo?”

 

Troy non si girò: “Perché dovrebbe essere successo qualcosa?”

 

Lui sospirò: “Ti conosco da diciotto anni, figliolo, penso di sapere quando ti è successo qualcosa!”

 

“No, no… niente…”

 

Jack gli si avvicinò: “Si tratta di Gabriella, per caso?”

 

Il figlio lo osservò stupito: “Come hai fatto a…?”

 

“Istinto paterno.” scrollò le spalle “Allora, che è successo? Avete litigato?”

 

“Più o meno…” fu la magra risposta del castano.

 

“Avanti, Troy, che razza di risposta è più o meno?”

 

Troy sospirò: “Ci siamo lasciati…”

 

“Che cosa!?” Jack lo guardò come se fosse matto “Non posso crederci! Ma se fino all’altro giorno tubavate in ogni angolo della casa! Ma come…?”

 

“Papà, non ne voglio parlare, d’accordo?!” sbottò il figlio.

 

“Okay, non ti agitare. Sono solo stupito, tutto qui.” il coach gli posò una mano sulla spalla “Che ne dici se prendiamo la macchina e andiamo a pescare, io e te? Una cosa da uomini, come ai vecchi tempi.”

 

Lui sorrise. Magari l’avrebbe aiutato a distrarsi: “Sì, perché no.”

 

Anche il padre sorrise: “Allora coraggio, vatti a vestire. Ti aspetto in auto tra un quarto d’ora!”

 

 

###

 

 

Gabriella scese le scale, avvolta in un pigiamone di Taylor, stropicciandosi gli occhi con una mano.

 

Chad era già in piedi, che si preparava del caffè, e le sorrise non appena la vide: “Buongiorno principessa. Sono solo le dieci e mezza. Vuoi del caffè?”

 

Lei sbadigliò: “Buongiorno Chad. No, grazie, bevo del latte.”

 

“Taylor dorme ancora?”

 

“Mhm, sì. Stanotte l’ho tenuta sveglia fino alle due perché piangevo. Lei cercava di calmarmi, quindi non ha potuto addormentarsi…” spiegò lei, versandosi una tazza di latte.

 

Il ricciolino rise piano: “Sì, lo so. Vi ho sentite.”

 

Gabriella arrossì: “Ah. Scusa.”

 

“Di niente. Allora, sei pronta?”

 

Lei lo guardò accigliata: “Per cosa?”

 

“Per chiamare Troy, no?” Chad appoggiò la tazza nel lavello e guardò l’orologio “E’ abbastanza tardi perché ci risponda. E io direi di usare il mio cellulare, così non ci sono problemi.”

 

La ragazza sorrise: “Okay. Grazie, Chad.”

 

“Ehi. Per la mia sorellina questo ed altro.” le aprì le braccia, e lei si lasciò abbracciare, stringendolo forte.

 

“Chad, devo iniziare ad essere gelosa. Con me non sei mai così gentile!” la voce ironica di Taylor li fece voltare entrambi verso le scale.

 

Il ragazzo rise, la raggiunse alla fine delle scale e s’inchinò: “Gradisce la colazione, madame?”

 

Lei sbuffò, arrossendo un po’: “Oh, non fare il cretino…”

 

Andò da Gabriella e l’abbracciò: “Allora, chiamiamo Troy?”

 

La mora annuì, e si affiancò a Chad che aveva tirato fuori il suo cellulare della tasca e composto il numero del suo migliore amico.

 

Dopo qualche istante, si accigliò: “E’ spento.”

 

La sua ragazza fece spallucce: “Prova a chiamare casa.”

 

Chad eseguì il numero e mise il viva voce. Gli squilli iniziarono a risuonare per la cucina, finchè finalmente non rispose Lucille Bolton: “Pronto?”

 

“Signora Bolton, salve, sono Chad!”

 

“Oh, ciao, Chad. Dimmi tutto!”

 

“Dovrei parlare con Troy, signora.”

 

I tre ragazzi sentirono Lucille sospirare dispiaciuta: “Oh, Chad, mi dispiace ma Troy è partito stamattina presto con suo padre per andare a pescare. Se vuoi ti faccio richiamare stasera quando torna.”

 

“No, no, non si preoccupi. Grazie comunque, arrivederci.” chiuse la telefonata e si voltò verso Gabriella, che si stava mordendo il labbro inferiore “Mi dispiace, Gabby.”

 

Lei scosse le spalle, gli occhi lucidi: “Non fa niente. Ora scusate, vado a farmi una doccia.”

 

I due ragazzi la guardarono salire al piano di sopra con sguardo triste, Chad passò un braccio attorno alle spalle di Taylor e la strinse forte: “Vedrai, tutto si sistemerà.”

 

 

###

 

 

A Troy era sempre piaciuto andare a pesca con suo padre. Lo aiutava a tenere la mente lontana dai brutti pensieri.

 

“Allora, figliolo, non è estremamente rilassante stare qui?” domandò Jack, rimettendo l’amo dopo aver pescato il terzo pesce.

 

“Già, molto. Ehi, che ne dici di una coca? Ho una gran sete!” si offrì il figlio “Ho visto un distributore di fianco al ristorante!”

 

“Certo, certo. Ti aspetto qui!”

 

Troy si alzò, appoggiò la canna da pesca sul suo appoggio e corse fino al distributore, occupato da una ragazza.

 

Mentre aspettava, prese fuori il cellulare, notando che non c’era campo. Beh, così non l’avrebbe disturbato nessuno.

 

“Oh, accidenti…” l’esclamazione lo fece voltare verso la ragazza.

 

“Qualche problema?” domandò gentilmente.

 

Lei lo guardò: “Sì, non viene giù il sacchetto di patatine che ho scelto. Si è bloccato contro il vetro.”

 

Troy sorrise: “Ci penso io.” diede un colpo contro la parete trasparente, e le patatine volarono giù “A scuola succedeva sempre.”

 

La ragazza sorrise: “Grazie. Comunque, mi chiamo Eve.”

 

Lui prese la mano che lei gli tendeva: “Troy. Piacere.”

 

Sorrisero entrambi, e il ragazzo notò che era davvero carina. Aveva lunghi capelli neri, lisci, e gli occhi azzurri.

 

Eve distolse la mano, imbarazzata: “Ehm… sei qui per la pesca?”

 

“Sì, con mio padre. Tu? Non mi sembri in tenuta da pescatrice!” scherzò, indicando la gonna azzurra sopra il ginocchio e la camicia.

 

“No, infatti,” rise lei “Sono la figlia del proprietario del ristorante.”

 

Il castano sgranò gli occhi: “Davvero? Vengo qui da anni, non ti avevo mai vista!”

 

“Questo perché prima abitavo a New York con mia madre. Lei però si è risposata, così ho deciso di venire qui da mio padre.” spiegò.

 

“Ah, ho capito. Vai già al college?”

 

Eve annuì: “Primo anno, ad Albuquerque.”

 

Troy sorrise: “Anche io! Allora ci vedremo là.”

 

La ragazza arrossì: “Sicuramente. Ora devo scappare. È stato un piacere… Troy.”

 

Lui alzò una mano in segno di saluto: “Anche per me Eve. Ciao!”

 

 

 

 

*Me è armata di scudo-padella, elmo-scolapasta e spada-mestolo*

 

Saaaalve mie careee!! Come state?? A scuola?? Io sento che la mia fine è vicina perché ho pubblicato questo capitolo XD

 

Quindi, prima che un’orda di fan inferocite mi assalga, passo ai ringraziamenti:

 

Titty90: te l’ho detto che me l’ero scordato XD E alla fine hai pure questo uff… Prometto che, un giorno, Jacob soffrirà atrocemente. Ma non so quando E non farmi pauraaa!!!! Bacio, ti voglio bene!!

 

Angels4ever: ogni tanto anche Ryan ha i suoi “momenti di gloria” XD io detesto con tutto il cuore Jacob di Twilight! XD Un bacione grande

 

Tay_: O.O anche tu mi fai pauraa!! Mi sa che il filo l’hai tagliato XD E comunque, noo, Chad ha preferito l’amicizia che nutre per Troy, anche perché Gabriella è stata disonesta anche con lui XD A presto su msn! Baci

 

ciokina14: killer omicida, si calmi please! Beh, anche Gabriella non è proprio una santa ^^’’’ Concordo con tutti gli aggettivi che hai dato a Troy (voglio.il.tuo.cuscino.punto. XD) Non fare stupidaggini! Ci sentiamo su msn! Bacione

 

Giorgy: ciao! Grazie di aver letto e aver lasciato un commento così carino XD Spero di sentirti ancora! Bacione

 

Kikka93: Chad ha scelto Troy (e ha fatto anche bene, credo!) Grazie davvero e un bacio!

 

Satine93: tranquilla! Compiti delle vacanze? E chi li ha finiti?? Eheh X3 La tua paura era fondata, sorry XD E la tua stessa domanda l’ha fatta Troy all’inizio del capitolo XD Baci

 

lovely_fairy: non coalizzatevi contro questa povera autrice! Gabby l’ha rivelato ma forse non nel modo in cui tutti voi e Troy volevate XD Baciotti

 

romanticgirl: Chaylor sono tanto carini XD Non è andata come speravi vero?? Un bacione

 

fefy88: *me ti guarda con gli occhi lucidi* Un’altra che dice picci, l’ho trovataa!! E anche tu ti allei contro Jake XD Ma tanto si sapeva X3 Grazie e baci!

 

armony_93: Che recensione arrabbiata, wow XD

 

Alexia379: il permesso ce l’hai, ma solo quando te lo dirò io che non mi servirà più! XD Povera Gabriella, cerca di capirla! Anche a me Chad ispira molta sicurezza, mi farei consolare e proteggere volentieri da lui XD Per il tuo “paio” di domande: 1) Ryan era lì per puro caso (^__^), da solo a guardarsi i pesci. Per sfortuna di Gabriella X3; 2) No, l’altra scocciatrice non ce la può fare XD; 3) Puoi guidare quell’autobus, ma più avanti!

Spero di non averti causato infarto ^^ Bacione

 

 

 

Ci sentiamo al prossimo capitolo, un bacione a tutte!!

 

Hypnotic Poison

 

 

§§ “Chad, non è che abbia molta voglia di andare in discoteca…”

 

Chad diede una pacca sulla schiena del suo migliore amico: “Oh, Troy, forza! È una settimana che non esci di casa se non per andare al college! Ormai non ti fermi nemmeno più con noi.”

 

“Con voi c’è Gabriella…” borbottò lui.

 

“Non puoi continuare ad evitarla! Lei ti deve parlare di una cosa importante!”

 

Troy si fermò di botto: “Ascolta, Chad, non m’interessa, d’accordo? Qualunque cosa vogliate dirmi, non m’interessa.” §§

 

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Capitolo 30
*** 30. E' troppo tardi per scusarsi ***


30

30. E’ troppo tardi per scusarsi

 

“Chad, non è che abbia molta voglia di andare in discoteca…”

 

Chad diede una pacca sulla schiena del suo migliore amico: “Oh, Troy, forza! È una settimana che non esci di casa se non per andare al college! Ormai non ti fermi nemmeno più con noi.”

 

“Con voi c’è Gabriella…” borbottò lui.

 

“Non puoi continuare ad evitarla! Lei ti deve parlare di una cosa importante!”

 

Troy si fermò di botto: “Ascolta, Chad, non m’interessa, d’accordo? Qualunque cosa vogliate dirmi, non m’interessa.”

 

Il suo migliore amico incrociò le braccia al petto: “E se volessi dirti che lei non ci è finita volontariamente nel letto di White?”

 

Il castano boccheggiò un attimo, poi scosse la testa: “Andiamo? Prima raggiungiamo la discoteca, prima potrò andarmene.”

 

Chad sospirò e lo seguì. Se quei due non avessero parlato quella sera, allora non l’avrebbero fatto più.

 

In pochi minuti arrivarono al locale, nel cui ingresso stavano sostando tutti i loro amici.

 

“Oh, eccovi finalmente! Stavamo mettendo le radici qui fuori!” sbottò Sharpay.

 

Il ricciolino si scambiò un cinque con Zeke: “Scusate, ma Troy ci ha messo una vita.”

 

Gabriella, in fondo al gruppo, afferrò il polso di Taylor non appena vide gli occhi blu del ragazzo posarsi su di lei.

 

Fece per salutarlo, ma lui si era già rivolto a Jason.

 

Sentì la mano della sua amica stringere forte la sua, e sorrise mesta.

 

“Allora, vogliamo entrare?” li spinse Sharpay “Comincia a fare freddo!”

 

“Ai suoi ordini, principessa!” ridendo, Zeke le aprì la porta e la fece passare per prima.

 

Subito tutti gli altri li seguirono, entrando nel grande locale illuminato da luci rosse, gialle e verdi.

“Adoro questo posto!” esclamò Martha, guardandosi attorno estasiata.

 

Ryan si fece avanti e la prese per mano: “Forza, andiamo a ballare!” ed insieme scomparvero tra la folla.

 

La sorella si girò verso il suo ragazzo e gli tese la mano: “Non accetto scuse, Baylor. Stasera si balla!”

 

Lui sospirò e lanciò un’occhiata divertita ai suoi amici: “Ci vediamo dopo… se sono ancora vivo!”

 

Gabriella rise, ancora attaccata a Taylor. Vide che anche Kelsie e Jason si erano buttati nella mischia, e fu colta dal panico.

 

“Tay, ti prego, balla con me!” gridò disperata cercando di sovrastare la musica “Non lasciarmi sola!”

 

“Va bene, va bene!” mise una mano sulla spalla di Chad e lo fece girare “Oggi ballo con lei, d’accordo?”

 

Il ragazzo annuì: “Certo, nessun problema. Tanto lo sai che dopo ci ritroviamo a ballare tutti insieme!”

 

Taylor gli diede un bacio: “Fai il bravo mentre non ci sono, d’accordo?” lo ammonì.

 

Lui rise e fece il saluto militare: “Sissignora signora!”

 

Le due ragazze sorrisero ed entrarono in pista.

 

Chad si rivolse a Troy, che era rimasto fermo a fissare la schiena di Gabriella venire inghiottita nella massa, e sospirò, dandogli una pacca nella schiena: “Andiamo, amico.”

 

 

###

 

 

La musica era altissima, la temperatura rovente, le luci ammalianti.

 

Gabriella, Taylor, Martha e Sharpay erano scatenate come non mai, si erano ritrovate a ballare tutte insieme in circolo, ridendo e schiamazzando.

 

E attirando anche parecchi ragazzi attorno a loro. Per questa ragione, i loro ragazzi le controllavano da poco lontano, seduti ai tavolini della zona bar.

 

“E dire che sono sobrie.” osservò Zeke, notando quanta passione ci metteva la sua ragazza a saltellare allegramente.

 

Chad prese un sorso dalla bottiglia di birra: “Non oso immaginare cosa farebbero se fossero ubriache.”

 

Troy rise: “L’ultima volta che Sharpay si è ubriacata eravamo a Lava Springs, era Ferragosto. È scappata sul campo da golf e si è buttata nel lago.”

 

Tutti scoppiarono a ridere, e Zeke aggiunse: “Ci siamo dovuti buttare in tre per ripescarla, perché non voleva uscire.”

 

Ryan posò il suo bicchiere: “Ragazzi, torno a ballare. A dopo!”

 

“Vai e conquista Martha!” gli urlò dietro Chad, alzando la bottiglia come per fare un brindisi.

 

Troy osservò Gabriella ballare. Un ragazzo le si era avvicinato, ma lei era stata prontamente raggiunta da Sharpay che l’aveva portata più lontano con lei.

 

Bevve un sorso, sbattendo poi la bottiglia sul tavolo, ormai vuota: “Ho vinto.”

 

“Cooosa?” domandò stupito Chad, allargando le braccia “Ehi, non vale! Non stavamo nemmeno facendo a gara!”

 

Lui sorrise e si alzò: “L’hai detto tu, ogni volta è una gara. Il prossimo giro offrite voi, ragazzi!”

 

Raggiunse le ragazze e Ryan, iniziando a ballare insieme a loro.

 

In quel momento, il dj fermò la musica e disse: “Ed ora, un ballo lento per tutte le coppie innamorate! E chi non ha la coppia, se la trovi!”

 

Inserì un cd e partirono le prime note di Apologize.

 

Troy sorrise e scosse la testa, girandosi per uscire dalla pista. Ma si scontrò con qualcuno.

 

 

I’m holding on your rope

Got me ten feet off the ground

 

 

“Scu-” si bloccò non appena vide contro chi si era scontrato “Gabriella.”

 

Lei abbassò gli occhi: “Ciao, Troy.”

 

Rimasero in silenzio per qualche istante, immobili in mezzo agli altri che ballavano.

 

 

And I’m hearing what you say

But I just can’t make a sound

 

 

Infine Gabriella prese fiato: “Po-posso parlarti un attimo?”

 

Lui annuì semplicemente, lei continuò: “T-Troy… io non volevo che succedesse ciò che è successo, mi capisci? Lo so, ho sbagliato a mentirti, mi odio per questo, ma io credevo che saremmo usciti solo come amici! Come… come se fossi uscita con Ryan o Zeke!”

 

Lo guardò negli occhi, ma il castano rimase zitto, fissandola duramente.

 

 

You tell me that you need me

Then you go and cut me down

But wait…

 

 

“Io… io ho bisogno di te, Troy.” mormorò tra le lacrime.

 

 

You tell me that you’re sorry

Didn’t think I’d turn around and say…

That it’s too late to apologize

 

 

“Mi dispiace per tutto quello che è successo. Non… non volevo…”

 

Troy la guardò negli occhi, poi girò il volto: “Forse è un po’ troppo tardi per scusarsi, Gabriella.”

 

 

It’s too late

I said it’s too late to apologize

It’s too late

 

 

Gabriella boccheggiò: “Co-come?”

 

Lui rise tristemente: “E’ tardi, Gabriella. È passata un’intera settimana senza che io abbia mai ricevuto una sola chiamata, un messaggio da te. Gli unici che volevano parlarmi erano Chad e Taylor. Evidentemente hai parlato con tutti loro, tranne che con me. Quindi è tardi, ormai.”

 

 

I’d take another chance

Take a fall

Take a shot for you

And I need you like a heart needs a beat

But that’s nothing new

 

 

“Sai… sai benissimo che, se fossi arrivata subito, ti avrei perdonata. Ma tu non sei arrivata.”

 

Le lacrime cominciarono a scorrere più veloci sulle guance pallide della ragazza: “T-Troy… i-io… io n-non…”

 

“Tu cosa, Gabriella?” gridò lui, allargando le braccia “Sai benissimo che avrei fatto qualsiasi cosa per te! Sai benissimo che potrei anche prendermi un proiettile per proteggerti! Sai benissimo che ho bisogno di te come un cuore ha bisogno di un battito! Eppure non sei venuta! Non mi hai spiegato!”

 

 

I loved you with a fire red

Now it’s turning blue

And you say

Sorry like an angel, heaven’s not the thing for you

But I’m afraid

It’s too late to apologize

 

 

“E ora…” Troy fece un respiro profondo per calmarsi “E ora sto tentando di dimenticarti.”

 

Gabriella si attaccò alla sua camicia: “Troy… mi dispiace, mi dispiace…”

 

Lui la guardò. Sembrava un angelo anche mentre piangeva.

 

Scosse la testa: “Dispiace a me, Gabriella… ma ho paura che sia troppo tardi per chiedere scusa…”

 

 

It’s too late

I said it’s too late to apologize

It’s too late

 

 

“Ma io ti amo…” singhiozzò lei contro il suo petto.

 

Troy sospirò: “Anche io…”

 

 

It’s too late to apologize

It’s too late

I said it’s too late to apologize

It’s too late

 

 

“Ma questo non cambia le cose.”

 

Gabriella singhiozzò più forte, abbracciata a lui, mentre si muovevano a tempo di musica.

 

 

I said it’s too late to apologize

I said it’s too late to apologize

 

 

“Ti amo con tutto il cuore, Gabriella… ma è troppo tardi per chiedere scusa…”

 

 

I’m holding on your rope

Got me ten feet off the ground…

 

 

Si guardarono un’ultima volta negli occhi. Mare contro cioccolato. Lacrime contro lacrime.

 

Troy le accarezzò una guancia, mentre la musica svaniva e ripartiva l’house.

 

“Mi dispiace…” sussurrò un’ultima volta Gabriella, prima di correre via.

 

Corse in mezzo alla folla che si muoveva a ritmo di musica, cercando Taylor e le altre ragazze.

 

E non appena le vide, corse a rifugiarsi tra le braccia della sua migliore amica, piangendo disperata.

 

Le ragazze si guardarono negli occhi, trasmettendosi un messaggio uguale: non aveva funzionato.

 

 

###

 

 

Chad si fece largo tra la gente che ballava, il viso serio.

 

-Questo posto è troppo pieno, maledizione…- pensò arrabbiata, guardandosi intorno.

 

Finalmente trovò la persona che cercava, e la raggiunse.

 

“Ehi Troy!” lo chiamò, mettendogli una mano sul braccio “Devi venire con me.”

 

Troy si accigliò: “Chad, che c’è?”

 

Il suo amico si avvicinò: “C’è una cosa che devi vedere.”

 

Lui sbuffò: “Non vedi che sono impegnato? Ti presento Eve. Eve, lui è Chad, il mio migliore amico.”

 

Il ricciolino si voltò verso la ragazza mora con gli occhi azzurri che gli sorrideva timidamente: “Ciao, piacere.” poi parlò nell’orecchio del suo amico “Ma dove l’hai beccata?”

 

Troy sorrise: “Una settimana fa quando sono andato a pescare con mio papà. Frequenta il college qui in città. Me la sono trovata davanti adesso! Come ti sembra?”

 

Chad lo fissò negli occhi: “Stai scherzando, vero?”

 

“No!” rispose stupito lui “Perché dovrei?”

 

L’altro agitò le mani: “Va beh, ora dobbiamo andare. Ci serve il tuo aiuto. Piacere di averti conosciuta, Eve, ma ora dobbiamo proprio andare!” e lo trascinò via.

 

“Chad, insomma!” gridò Troy cercando di liberarsi “Ma che cavolo succede?”

 

Il suo amico si fermò e gli indicò i cubi davanti a loro. Troy seguì il suo dito e sgranò gli occhi.

 

“M-ma… ma che stanno facendo?” domandò incredulo.

 

Chad fece spallucce: “Tecnicamente, stanno ballando. Oggettivamente, danno spettacolo.”

 

Troy ritornò a fissare i cubi: su quello di mezzo, il più alto e grande, c’erano Gabriella e Sharpay, che si dimenavano a tempo di musica, circondate dagli altri cubisti ed acclamate dai ragazzi in pista.

 

“Sono ubriache,” spiegò il ricciolino, incrociando le braccia “Tay mi ha raccontato che hanno bevuto tipo sei drink a testa. Di quelli forti.”

 

“Ma perché?” esclamò stupito il castano.

 

Chad sospirò: “Gabriella ti ha visto ballare con Eve dopo che avete parlato, Sharpay si è offerta di farle da spalla. E sono ridotte così. Il problema è che non riusciamo a tirarle giù. Zeke ci prova da un quarto d’ora.”

 

Lui guardò, ed effettivamente Zeke stava urlando qualcosa alla sua ragazza, che però in risposta rideva e ricominciava a ballare dimenando sedere e capelli.

 

Drizzò improvvisamente la schiena: “Ed io che dovrei fare, scusa?”

 

Il suo amico gli diede una pacca: “Non fare lo scemo! È praticamente colpa tua, quindi ci devi aiutare a farle scendere da lì prima che qualcuno se ne approfitti.”

 

Troy sbuffò: “D’accordo.” con fatica, raggiunsero i cubi, dove era radunata tutta la loro compagnia.

 

“Oh, Troy, meno male che sei qui!” esclamò sollevato Zeke “Così almeno ho un aiuto in più!”

 

“Tay, cosa hanno bevuto?” domandò.

 

Lei continuò a guardare la sua migliore amica: “Non me lo chiedere! Non ne ho la più pallida idea. Credo che Sharpay abbia preso una vodka lemon, ma gli altri cinque non li conosco!”

 

“SHARPAY EVANS NON PROVARE A FARLO!” si girò improvvisamente verso Ryan e Zeke che avevano urlato all’unisono, poi guardò Sharpay, che aveva iniziato a slacciarsi la camicetta rosa che indossava.

 

“Troy, fai qualcosa!” strillò Taylor, mentre un uomo completamente tatuato metteva le mani sui fianchi di Gabriella ed iniziava a ballarci attaccato.

 

Sentì la rabbia montargli in corpo. Con uno scatto salì anche lui sul cubo e li separò: “Scusa, sai, amico!”

 

“Troy, ma che fai?!” ridacchiò Gabriella indispettita.

 

Troy la prese per un polso e la guardò: “Adesso scendi da qui, Gabriella, forza!”

 

“No!” le si divincolò e si liberò “Ci stiamo divertendo! Vero Shar?”

 

La bionda saltellò fino a loro, con ancora i due bottoni della camicia slacciati: “Certo! Balla con noi, Troy!”

 

Gli prese le mani e lo costrinse a saltellare insieme a lei: “Sharpay, calmati!”

 

“Falle scendere, Troy!” gridò dal basso Jason.

 

“Ci. Sto. Provando.” borbottò lui, visto che entrambe gli stavano saltando di fianco.

 

“Ehi, amico, non è che potresti lasciarle anche a noi?” gli domandò un tipo con un piercing nel labbro.

 

“No, guarda, la bionda è la ragazza di un mio amico lì sotto e la mora… beh, la mora sarebbe la mia…” spiegò al tizio.

 

“Io non sono la tua ragazza, Troy…” rise Gabriella, agitandogli l’indice davanti al naso “Mi hai appena mollata, ricordi?”

 

Lui sospirò: “Sta’ zitta, Gabriella. E aspetta cinque minuti.” poi si girò verso Sharpay “Scusa, Shar, ma devo farlo.”

 

Si piegò sulle ginocchia e caricò la ragazza su una spalla.

 

“Ehi, ma che fai?!?” strillò lei, scalciando.

 

“Zeke, Chad, prendetela!” si abbassò e la consegnò ai due amici.

 

Si risistemò la camicia, prese fiato e si preparò ad affrontare Gabriella.

 

Solo che non era pronto ad affrontare ciò che gli si parò davanti agli occhi. 

 

Il tipo con i tatuaggi era ritornato a ballare con lei… ma stavolta la stava anche baciando, e con molto impegno.

 

“Oh-oh.” mormorò Chad nel vedere la faccia che aveva fatto il suo migliore amico.

 

Troy infatti aveva stretto i pugni e si stava ripetendo mentalmente: -E’ single, è ubriaca, è single, è ubriaca.- peccato che non stesse funzionando affatto.

 

Gabriella si staccò da quel bacio, per riprendere aria, sempre ridendo come una scema.

 

Poi passò anche il braccio sinistro attorno al collo del tizio e ricominciò a ballarci, attaccata al suo corpo.

 

In quel momento, il castano perse la pazienza e li raggiunse: “Amico, scusa per la seconda volta.”

 

La ragazza sbuffò: “Uffa, Troy! Ma si può sapere che vuoi?”

 

Lui le prese le braccia: “Sì, portarti fuori da qui.”

 

Il tatuato s’interpose tra loro: “Guarda che lei vuole rimanere qui!”

 

Troy lo gelò con un’occhiataccia, ignorando la sua ex ragazza che faceva di sì con la testa, si piegò si nuovo e caricò anche Gabriella sulle spalle.

 

Scese dal cubo con lei che calciava e la depose a terra: “Ecco fatto.”

 

Taylor si lanciò subito contro la sua migliore amica: “Ma dico, sei impazzita?!” le gridò in faccia, mentre lei sbatteva gli occhioni e domandava: “Perché?”

 

Zeke mise una mano sulla spalla di Troy: “Grazie, fratello.”

 

“Di niente. Dov’è adesso Sharpay?”

 

“L’ha portata a casa Ryan. Devono riuscire ad entrare senza farsi vedere dai genitori.”

 

Troy annuì: “Ora usciamo da qui, che ne dite?”

 

“NO!” strillò Gabriella, barcollando “Io voglio ballare ancora!”

 

“Non puoi ballare, tesoro, non ti reggi in piedi. Andiamo a casa!” la supplicò Taylor, ma la ragazza pestò i piedi a terra e fece per correre via.

 

Fortunatamente Troy l’afferrò per un braccio e la prese nuovamente in spalla: “Forza, andiamocene.”

 

Sgomitando tra la gente, riuscirono a raggiungere infine l’uscita e a respirare un po’ d’aria fresca.

 

Taylor sospirò: “Troy… lo so che ti chiedo molto, ma potresti riaccompagnarla tu a casa?”

 

Lui annuì, ancora con Gabriella in braccio che ridacchiava e si lamentava, mormorando qualcosa sui fuochi d’artificio che a parer suo scoppiavano tra le macchine: “Buonanotte, ragazzi.”

 

“Ciao amico.” Chad gli diede una botta amichevole sul braccio e si separarono per andare alle macchine.

 

“Troy…” trillò in quel momento la mora “Troy, mi sento male.”

 

Il ragazzo la fece scendere, la tenne stretta perché non stava dritta: “Mi viene da vomitare…”

 

“Vieni.” la portò al limite del parcheggio, dove correva un fosso.

 

Gabriella si piegò sulle ginocchia, iniziando a rimettere. Troy le si mise dietro, le raccolse in capelli in una mano, poggiando l’altra sulla sua fronte per aiutarla.

 

“Tranquilla… non è niente…” le mormorava.

 

Quando ebbe finito, le porse il fazzoletto che aveva in tasca.

 

“G-grazie…” mormorò asciugandosi la bocca.

 

Lui scosse le spalle: “Di niente. Come ti senti?”

 

La mora si portò una mano alla testa: “Insomma… gira tutto…”

 

Troy rise: “E’ soltanto una sbornia. Vieni, ti accompagno a casa.”

 

Gabriella fece di no con la testa: “No, no, mi riaccompagna Taylor- un attimo. Dov’è Taylor?”

 

“A casa.”

 

“Ah. A-allora se-se non ti dispiace…”

 

“Vieni.” il ragazzo la prese per mano e la condusse alla sua auto, le aprì lo sportello e l’aiutò a sedersi.

 

Guidarono in assoluto silenzio verso casa Montez, un po’ perché non sapevano cosa dirsi, un po’ perché Gabriella temeva che avrebbe vomitato non appena avesse aperto bocca.

 

In dieci minuti, arrivarono davanti alla villetta.

 

Gabriella si slacciò la cintura di sicurezza: “Beh… g-grazie di tutto, Troy.”

 

Lui sorrise: “Di niente. Buonanotte, Gabriella.”

 

Scese dall’auto e si morse il labbro inferiore, come per dire qualcosa. Ma alla fine gli sussurrò solo: “Buonanotte, Troy.” e corse in casa.

 

 

 

 

Salve a tutte! Incredibilmente, nonostante tutto, sono ancora viva ^^ E dopo una settimana esatta dall’ultimo aggiornamento, anche dato che sono di ottimo umore, ritorno!

 

Che ne pensate di questo capitolo? Io ho riso come una scema mentre lo scrivevo, ma so già che voi vi arrabbierete ancora di più perché Troy e Gabriella si sono dati quello che sembra un addio definitivo XD

 

La canzone è Apologize di Timbaland e One Republic!

 

Ringraziamenti time:

 

lovely_fairy: Te l’’ho detto, questo è il tuo regalo di compleanno da parte mia XD No, no, Troy è solo mio mwahaha XD Scusa per i brutti colpi, penso che adesso vorrai uccidere anche Eve ^^ Un bacione!!

 

Giorgy: wow l’unica che non si arrabbia perché quei due si lasciano ^^ Grazie, un bacio!

 

romanticgirl: per adesso Troy ha scoperto solo mezza verità, ma non ci vuole credere. C’est la vie! Ma continua a sperare ;) Bacio

 

Satine93: ehm, c’era ancora Eve.. perdono! La scuola è dura… bacione!

 

Tay_: oddio, quindi sono morta! Eheh… Ma se Gabriella arrivava dopo, non ci sarebbe stata la scenetta imbarazzata! Ha fatto così come il mio povero piccolo Troy?  Beh, non è stato poi tanto grave quello che è successo in discoteca, no? Un bacione!

 

ciokina14: punizione affrontata! Ma ora metti via il bazooka ^^’’’ Non te la prendere con il cuscino!! Bacioni!

 

Kikka93: ehm, già, l’ho fatto ^__^ Ed è anche la seconda volta ^^’’’’’’’ Chad e Tay resistono fieri XD Bacione

 

armony_93: ma che bella recensione lunga e arrabbiata XD mi fai morire quando fai gli apprezzamenti su Chad/Corbin (con cui concordo). Però ora calmati, respira, eh!! XD che bello, sono contenta che almeno per adesso ti ho fatto passare dalla parte delle Troyella XDXD Un bacione ti voglio bene!

 

fefy88: Picci, io vorrei un Troy tutto per me XD Tu per fortuna con me non ti arrabbi, quindi doppio grazie XD Un bacione

 

KissMe: ciao! Grazie di tutto, spero che adesso leggerai e recensirai regolarmente (magari fossero davvero infiniti i capitoli XD) Sigh, un’altra Tropay convinta? Eeh vabbè.. uhm, come descrivo Sharpay?? Il momento tra lei e Zeke c’è e ci saranno, tranquilla. Spero di descriverla bene, perché mi piace molto come personaggio (basta che stia lontana da Troy XD). Eeeeh l’ho capito perché ti stanno simpatici Jake ed Eve, furbetta… XD A presto graziee!!

 

Angels4ever: Uhm, sento velate minacce di morte provenire dal tuo commento ^^’’ Anche perché le cose non sono affatto migliorate, sorry ^_^’’’  Un bacione!

 

 

 

E ringraziamento a parte per Titty90, che legge, mi minaccia ma non commenta perché “dice di non avere tempo”, sigh.

 

 

Grazie ancora a tutte, al prossimo capitolo, che vi prometto, sarà pieno di sorprese! Ma non è detto che siano belle muahahaha XD

 

Bacioni

 

Hypnotic Poison

 

 

§§ “Qualcuno ha qualche idea?” domandò la bionda.

 

Tutti rimasero zitti, guardandosi l’un l’altro, e lei sbuffò: “Allora?!?”

 

“Senti, Sharpay…” Taylor fece un respiro profondo “Non penso che stavolta dovremo interferire. Insomma… evidentemente quello tra Troy e Gabriella non è un amore che può durare a lungo. L’hai visto anche tu.”

 

Sharpay la freddò con lo sguardo: “Che cosa vorresti dire, Taylor?”

 

“Che probabilmente dovremmo lasciare che la vita faccia il suo corso. Che Troy frequenti questa Eve e dimentichi Gabriella, e che lei trovi qualcuno che possa prendere il posto di Troy. Non possiamo costringerli a stare insieme!”

 

La bionda boccheggiò: “Ma se non fanno altro che dirsi che si amano!”

 

Lei fece spallucce: “Evidentemente non abbastanza. Forse quello non il loro vero amore. È solo l’amore della giovinezza.” §§

 

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Capitolo 31
*** 31. Il compleanno di Ryan e Sharpay ***


31

31. Il compleanno di Ryan e Sharpay

 

Sharpay e Zeke passeggiavano tranquillamente per il centro commerciale, lei felice e canticchiante, lui carico di sacchetti di vari negozi.

 

“Ancora due o tre cosucce e possiamo andare!” lo informò, osservando la vetrina di un negozio di scarpe.

 

Girarono l’angolo, diretti al negozio di costumi da bagno, quando Sharpay si fermò di botto, facendo scontrare Zeke contro di lei.

 

“Ehm… che succede?” domandò lui, raccogliendo una borsa che gli era caduta.

 

Lei rimase ferma, fissando il negozio di dischi, gli occhi ridotti a due fessure.

 

Il ragazzo prima guardò lei, poi il punto che stava fissando.

 

“Oh.” esclamò semplicemente dopo aver capito.

 

Ciò che aveva fatto fermare la giovane Evans era stato vedere Troy, che allegramente guardava dei CD… con una giovane signorina mora al suo fianco che non era Gabriella, ma bensì colei per cui la sua amica si era ubriacata due giorni prima.

 

Zeke sospirò. Conosceva bene quel lampo negli occhi della biondina, e sapeva che non prometteva nulla di buono.

 

Infatti Sharpay prese fuori il suo cellulare tempestato di strass e compose il numero di suo fratello: “Jazz Square? Qui Ugola d’Oro. Abbiamo un problema.”

 

 

###

 

 

“Si chiama Eve, Troy l’ha incontrata la domenica in cui è andato a pescare con suo padre. Poi l’ha ritrovata due giorni fa in discoteca. Questo è tutto quello che so.”

 

Chad finì la sua spiegazione e guardò i suoi amici. Dopo la chiamata di Sharpay, in dieci minuti si erano riuniti di nuovo in casa Evans per una riunione straordinaria.

 

“Qualcuno ha qualche idea?” domandò la bionda.

 

Tutti rimasero zitti, guardandosi l’un l’altro, e lei sbuffò: “Allora?!?”

 

“Senti, Sharpay…” Taylor fece un respiro profondo “Non penso che stavolta dovremo interferire. Insomma… evidentemente quello tra Troy e Gabriella non è un amore che può durare a lungo. L’hai visto anche tu.”

 

Sharpay la freddò con lo sguardo: “Che cosa vorresti dire, Taylor?”

 

“Che probabilmente dovremmo lasciare che la vita faccia il suo corso. Che Troy frequenti questa Eve e dimentichi Gabriella, e che lei trovi qualcuno che possa prendere il posto di Troy. Non possiamo costringerli a stare insieme!”

 

La bionda boccheggiò: “Ma se non fanno altro che dirsi che si amano!”

 

Lei fece spallucce: “Evidentemente non abbastanza. Forse quello non il loro vero amore. È solo l’amore della giovinezza.”

 

“Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire. Amore è un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai. Amore non muta in poche ore o settimane ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio. Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto e nessuno ha mai amato

 

Tutti si voltarono verso Ryan, che aveva appena pronunciato quelle parole. Lui sollevò le mani in segno di resa: “Ehi! E’ Shakespeare! Ma voi non l’ascoltavate mai la Darbus, eh?”

 

“NO!” risposero in coro gli altri.

 

Poi Sharpay tornò a rivolgersi a Taylor, arrotolandosi una ciocca di capelli attorno al dito: “Tu pensala come vuoi, Tay. Ma sappi che Sharpay Evans non si arrende mai.”

 

 

###

 

 

“Trooooyyyyy!!!”

 

Il suddetto ragazzo si voltò al cinguettio del suo nome, con un piede sul primo gradino delle scale di casa, e vide Sharpay, con indosso un paio di enormi occhiali da sole rosa ed il suo cagnolino in braccio, correre verso di lui.

 

Sorrise tra sé e sé ed ancora una volta si domandò quanto dovesse amarla Zeke per poterla sopportare. Non che non le volesse bene, solo che a volte era troppo… troppo Sharpay.

 

“Ciao, Sharpay. Qualche problema?”

 

“Oh, no, no!” lei scosse i suoi lunghissimi capelli biondi “Avevo soltanto bisogno di parlare con te.”

 

“Ah.” Troy sentì la gola farglisi secca. Non sembrava una buona cosa “Dimmi pure.”

 

Sharpay gli si avvicinò sorridendo: “Te lo ricordi, vero, che tra una settimana è il mio compleanno?”

 

Lui annuì sollevato: “Certo. Tuo e di Ryan.”

 

“Sì, sì, certo,” agitò la mano in aria come per scacciare una mosca “Bene, sei ufficialmente invitato alla mia festa! A casa mia alle nove. Dopotutto, finalmente compio anche io diciotto anni! È così snervante essere nata a novembre!”

 

Il castano rise: “Certo, capisco. Bene, non vedo l’ora.”

 

Lei sorrise: “Favoloso! E mi aspetto un regalo, vero?”

 

“Contaci. Ci vediamo domani. Salutami anche Ryan!”

 

“A presto, Troy!” lo salutò con la mano, osservandolo entrare in casa.

 

Quando la porta si chiuse, girò sui tacchi con un’espressione soddisfatta in volto: -Missione compiuta.-

 

 

###

 

 

“Cosa si regala ad una ragazza che ha praticamente già tutto??” esalò disperato Chad.

 

Lui, Taylor, Troy e Kelsie stavano girando per i vari negozi del centro commerciale, dopo aver passato il pomeriggio precedente a setacciare quelli del centro.

 

“Con Ryan è anche facile, tutti noi gli regaliamo dei cappelli! Ma con lei, la principessina di Albuquerque!” aggiunse.

 

“Gabriella ha detto che le regala una borsa che hanno visto insieme, mentre a Ryan un CD di Prince, dice che è uno dei suoi cantanti preferiti.” l'informò Taylor, scorrendo una pila di vestiti.

 

“Gabriella non ha idee di riserva anche per noi?” domandò il suo ragazzo, osservando con terrore un appendiabiti pieno di gonne.

 

La castana gli lanciò un’occhiataccia “Guarda che non è un pozzo da cui attingere. Penso che tu abbia copiato abbastanza compiti da lei all’East High senza dirle nemmeno grazie.”

 

“E questo cosa c’entra?”

 

“Per dirti che non puoi sempre sfruttare me o Gabriella!”

 

Chad alzò gli occhi al cielo: “Ho solo chiesto se Gabriella per caso non ha qualche idea per un regalo da fare ad Evans, non mi sembra la fine del mondo!”

 

“Perché non provi a pensarci un po’ tu, visto che sei anche tu amico di Sharpay e non puoi sempre contare su Gabriella?!” lo rimbeccò Taylor.

 

“RAGAZZI!” gridò all’improvviso Troy, facendoli zittire “Volete per favore finirla? Ci state facendo impazzire!”

 

Kelsie rise sotto i baffi, nascondendo il viso in un vestito. In realtà, lei non li stava nemmeno ascoltando. Il fatto era che quei due ripetevano troppo spesso un certo nome.

 

“Scusa, amico. Comunque, Tay, credo di aver trovato ciò che fa al caso nostro.”

 

I tre amici gli si affiancarono e sbarrarono gli occhi, mentre Chad fece spallucce: “E’ carino ed è rosa, anche se non so come. Che ne dite?”

 

Taylor, Kelsie e Troy si guardarono, poi esclamarono all’unisono: “Affare fatto!”

 

 

###

 

 

Gabriella si diede un’ultima controllatina allo specchio nell’ingresso prima di aprire la porta e raggiungere l’auto in cui Chad e Taylor l’aspettavano.

 

Siccome Sharpay aveva ordinato che tutti si vestissero eleganti per il suo compleanno, lei aveva scelto un abitino sopra al ginocchio, con il corpetto nero senza spalline con un fiocco che lo chiudeva sul dietro, e la gonna bianca un po’ larga con dei ricami floreali neri. Ai piedi, un paio di scarpe col tacco allacciate alla caviglia. I capelli erano sciolti, a boccoli.

 

Prese una borsetta nera, il sacchetto del regalo ed uscì salutando ad alta voce il padre.

 

“Ciao ragazzi!” esclamò aprendo la portiera “E scusate se vi scrocco sempre un passaggio, ma sapete com’è…”

 

“Non c’è problema, Gabby, tranquilla. È un onore faro lo chauffeur di così due belle ragazze!” scherzò Chad.

 

Taylor gli diede un leggero pizzicotto, ridendo: “Forza, partiamo prima di essere in ritardo!”

 

Per la serata lei aveva scelto un semplicissimo abito rosa chiaro, sopra al ginocchio, con le spalline sottili, dei tacchi neri e i capelli raccolti sulla nuca con qualche ciocca dritta che le cadeva sul viso.

 

Chad, invece, contro ogni previsione, era davvero elegante nel suo completo nero con camicia grigia e cravatta. Perché anche lui, in fondo, temeva l’ira di Sharpay.

 

In pochi minuti, arrivarono a villa Evans, ai cui cancelli erano appese ghirlande di fiori.

 

“E ti pareva,” borbottò Chad mentre entrava nel giardino per parcheggiare “Ci mancano solo i palloncini.”

 

“Siamo arrivati per ultimi,” valutò Taylor, osservando le auto di Troy e Jason “Sharpay ci ucciderà.”

 

Gabriella rise ed insieme scesero dalla vettura.

 

“Eccovi, finalmente!” la festeggiata era comparsa sui gradini d’entrata, trillando felice.

 

“Urgh,” esclamò a bassa voce il ricciolino “Ma che cavolo s’è messa?”

 

Sharpay infatti indossava un vestito rosa shocking, lungo fino ai piedi, che le stringeva morbidamente le curve, modellandole il suo corpo perfetto.

 

“Auguri, Shar!” disse Gabriella, baciandole una guancia “Dov’è Ryan che voglio farli anche a lui?”

 

“Siamo in sala, andiamo!” la prese per mano e corsero a raggiungere gli altri.

 

Ciò che chiamava ‘sala’ in realtà era una stanza gigantesca, con divani, poltrone e un grande camino. Nell’angolo troneggiava un tavolo pieno di viveri, lo stereo e la pila di regali.

 

“Auguri Ryan!” esclamarono in coro i tre non appena lo videro.

 

Anche lui era elegantissimo: indossava un completo blu con camicia bianca ed una cravatta rosa chiaro, in testa l’immancabile cappello, per la sera beige con una striscia blu e rossa lungo la tesa.

 

Gli occhi di Gabriella si posarono inevitabilmente su Troy, appoggiato allo schienale di una poltrona di pelle, con in mano un bicchiere di coca.

 

Inutile dire che era bellissimo, nel più classico degli abbigliamenti: un completo nero con camicia bianca e cravatta nera.

 

Si scambiarono solo un sorriso poco convinto, poi lei fu raggiunta da Kelsie, che l’abbracciò.

 

“Ehi, sei bellissima stasera!” osservò Gabriella.

 

La compositrice arrossì: “Grazie, anche tu.”

 

Indossava infatti un vestito nero, drappeggiato ai lati, con una sola spallina che passava dietro al collo, e dei tacchi neri.

 

Di fianco a Troy le fecero un saluto con la mano Jason e Zeke, entrambi in nero, il primo con la cravatta rossa e camicia bianca, il secondo con camicia azzurra e cravatta blu.

 

Infine venne a salutarla Martha, in un abito verde chiaro con le spalline larghe, che le stringeva la vita e si allargava nella gonna, creando un effetto ondulato.

 

“Bene, ora che ci siamo tutti possiamo iniziare!” trillò entusiasta Sharpay.

 

Taylor si accigliò: “Beh, Abby non viene?”

 

La bionda mise minacciosamente le mani sui fianchi: “Pensavi davvero che l’avrei invitata alla mia festa di compleanno?”

 

Ryan tossì: “Alla nostra festa di compleanno, sorellina.”

 

Lei scosse i capelli, lasciati sciolti e mossi: “Ti ricordo che sono io la gemella più grande, Ryan!”

 

Lui sbarrò gli occhi: “Solo di un minuto!”

 

Sharpay lo guardò minacciosa: “Un minuto e venti secondi, prego.”

 

Il biondo sospirò arrendevole, facendo ridere tutti gli invitati.

 

“Okay, passiamo ad altro!” Troy alzò le mani “Che ne dite di aprire i regali?”

 

“Oh, sììì!” Sharpay battè le mani e saltellò sul posto, correndo poi all’angolo dove erano stipati tutti i pacchetti.

 

Mentre Gabriella accendeva la musica, lei s’inginocchiò a terra e prese il primo: “Per Sharpay da Troy, Taylor, Chad, Martha, Kelsie e Jason.” lesse nel bigliettino.

 

La scatola era grande, quadrata, con un fiocco rosa in cima e dei buchi.

 

La prese in mano e cacciò uno strillo: “Oddio, si muove!”

 

Chad rise: “Coraggio, Evans, aprila!”

 

Un po’ titubante (pensava che quel cretino di Danforth avrebbe potuto anche regalarle un topo), sciolse il fiocco e tolse il coperchio.

 

“Oh mio Dio!” esalò guardando il contenuto “E’… è… è troppo carino!!!”

 

Mise le mani nella scatola e tirò fuori un cucciolo di barboncino, con tutto il pelo riccio e rosa: “Sei una meraviglia!”

 

I mittenti del pacco sorrisero soddisfatti. Missione regalo computa!

 

“Vediamo, che nome ti posso dare?” si chiese accarezzando il cagnolino “Ho Boi… potrei chiamarti Girl!” il cucciolo abbaiò come per dare l’okay, e la sua nuova proprietaria si sciolse in un sorriso “Assolutamente favoloso.”

 

Rimise Girl nella sua scatola, lasciando che si affacciasse dal bordo, e passò agli altri regali.

 

Strillò di gioia nell’aprire quello di Gabriella (quella borsa aveva perseguitato i suoi sogni per settimane), e quasi si mise a piangere (anche se non l’avrebbe mai ammesso) a scoprire la collana di Zeke.

 

Fu poi il momento di gloria di Ryan, che fu molto contento di ricevere: il famoso ed introvabile CD di Prince che Gabriella si era fatta spedire da Londra da sua madre, tre paia di nuovi cappelli dai colori improbabili da Zeke, Taylor, Chad, Troy, Jason e Kelsie, e due DVD da Martha, uno sui più grandi musical di Broadway e uno su un famoso coreografo da lui molto amato.

 

“Bene!” cinguettò Sharpay quando tutto fu ordinato “Ora che ne dite di aprire le danze?”

 

 

###

 

 

A mezzanotte, la festa era nel vivo.

 

Alle dieci erano arrivati gli altri innumerevoli invitati (i gemelli avevano voluto passare la prima ora solo con i loro amici più cari), riempiendo la sala. Anche Rebecca, per dispiacere di Sharpay.

 

Avevano mangiato la squisita torta a tre piani preparata interamente da Zeke il pomeriggio nella mega cucina Evans, avevano chiacchierato ed ora continuavano a ballare.

 

Gabriella non poteva far a meno di pensare che Troy aveva ballato a turno con tutte le ragazze del loro gruppo, tranne che con lei.

 

Ed era terrorizzata al pensiero che, nella compilation creata da Ryan e Kelsie, potesse all’improvviso comparire un brano lento che avrebbe visto loro due soli ai lati opposti della ‘pista’, a far finta di niente mentre i loro amici ballavano abbracciati.

 

Ryan si affacciò un attimo alla porta che dava sul corridoio, e quando ritornò dentro, annunciò: “I vecchi sono a letto!” e con una mossa di piede aprì un armadietto colmo di alcolici.

 

Taylor rise: “Ma da dove vengono tutti questi?!?”

 

Sharpay le fece l’occhiolino: “Diciamo che oggi mi sono offerta volontaria per andare a fare la spesa!”

 

“Fate largo!” Chad prese subito due bottiglie di birre, poi lanciò un’occhiataccia a Gabriella e Sharpay “Vedete di andarci piano, voi due!”

 

Mentre la musica saliva, cresceva anche l’allegria, aiutata dall’alcool.

 

Taylor, ad un certo punto, vide la bionda sussurrare qualcosa all’orecchio di Chad, che annuì e si diresse verso Troy.

 

“Ehi, fratello!” gridò “Sfida?”

 

Il castano sorrise: “Ci sto! Che vuoi fare?”

 

Chad ghignò malevolo: “Venti birre. Una dopo l’altra. Chi crolla per primo, perde.”

 

Si scambiarono un cinque: “Andata.”

 

Gabriella guardò preoccupata la sua migliore amica. Non si aspettava niente di buono.

 

“Venite a ballare, voi due!” la festeggiata le prese per mano e le fece ballare, mentre la sfida iniziava.

 

“Cosa stai architettando, Sharpay?” domandò all’orecchio Taylor.

 

Lei sorrise ingenua: “Io? Niente!”

 

La castana le lanciò un’occhiataccia poco convinta, ma poi si lasciò trasportare dal ritmo.

 

Intanto, seduti a un tavolo l’uno di fronte all’altro, Troy e Chad stavano consumando la loro sfida, ormai alla decima birra, incitati da parecchi ragazzi.

 

Il castano iniziava a mostrare segni di cedimento, mentre il ricciolino sembrava fresco come una rosa.

 

“Forza, Troy, non mollare!” lo prese in giro, attaccandosi all’undicesima.

 

Zeke si accigliò: “Non starete esagerando?”

 

Chad fece di no: “Assolutamente no.”

 

Dieci minuti dopo, quaranta bottiglie di birra vuote erano accatastate sul tavolo.

 

Chad sorrideva vittorioso, mentre Troy era accasciato contro il legno.

 

“Hai perso, amico.” ridacchiò il riccio.

 

Il castano sbuffò: “Bah… vado in bagno…”

 

Si alzò a fatica dalla sedia, barcollò fino all’uscita e raggiunse il bagno più vicino.

 

Mise la mano sulla maniglia, fece per abbassarla ma la porta si aprì dall’interno e lui si ritrovò faccia a faccia con Gabriella.

 

“Ops. Ciao, Troy.” mormorò imbarazzata lei.

 

“Ehi, Gabby,” rispose lui, biascicando “E’ un po’ che non ci parliamo, io e te.”

 

“Già…” la ragazza lo guardò “Sei ubriaco.”

 

“Beh, mi sono appena scolato venti birre per la sfida contro Chad. E poi anche tu hai bevuto, ti ho vista!”

 

La mora arrossì: “Io… io torno alla festa.”

 

Lo fece entrare in bagno, si allontanò il più velocemente possibile e si appoggiò alla porta chiusa della sala.

 

Chiuse gli occhi, respirando lentamente. Era diventato così difficile poter parlare con lui. Così maledettamente freddo.

 

Scosse la testa e ritornò nel casino e divertimento della festa.

 

Sorrise nel vedere Sharpay che ballava come una matta con Zeke, le luci che confondevano i colori reali.

 

Si sentì tirare per mano e vide Martha che le sorrideva, trascinandola, si lasciò andare.

 

Troy entrò qualche istante dopo, bloccandosi sull’entrata, osservandola.

 

Stava ballando schiena contro schiena con Ryan, le mani in alto, i capelli che seguivano i suoi movimenti.

 

Avvertì uno strano movimento all’altezza del cuore. Come quando l’aveva sentita cantare la prima volta accanto a lui. Come quando si erano baciati la prima volta.

 

Si fece largo tra la folla assiepata, dirigendosi verso di lei, proprio mentre la musica cambiava.

 

 

I still hear your voice when you sleep next to me

I still feel your touch in my dreams

 

 

Gabriella lo guardò con gli occhi seri, senza smettere di ballare.

 

Troy le prese una mano e la mise sulla sua spalla, mentre lei faceva lo stesso con l’altra, per poi stringerle i fianchi.

 

Incominciarono a ballare insieme, senza smettere di guardarsi, mentre un’ennesima canzone riusciva a raccontare le loro emozioni.

 

 

Forgive me my weakness

But I don’t know why

Without you it’s hard to survive

 

 

-Senza di te è difficile sopravvivere…- pensarono insieme, sembrava che le persone attorno a loro non ci fossero più, invece tutti i loro amici li stavano osservando speranzosi.

 

 

‘Cause everytime we touch I get this feeling

And everytime we kiss I swear I can fly

Can’t you feel my heart beat fast

I want this to last

Need you by my side

 

 

La sensazione dei loro corpi vicini era qualcosa che cercavano da troppo tempo.

 

Gabriella si girò, ballandogli di schiena, sentendo il suo cuore che batteva contro le sue spalle.

 

Troy chiuse gli occhi, assaporando il profumo dei suoi capelli: -Vorrei che questo momento non finisse mai…-

 

 

‘Cause everytime we touch I feel the static

And everytime we kiss I reach for the sky

Can’t you hear my heat beat so

I can’t let you go

Want you in my life

 

 

Il desiderio, la musica, l’alcool percorrevano le loro vene, rendendoli più scatenati che mai.

 

Si cercavano, si raggiungevano, ma senza avere il coraggio di arrivare al punto che entrambi volevano.

 

Un semplice bacio.

 

Ballavano corpo contro corpo, fronte contro fronte, ma le labbra chissà perché rimanevano lontane.

 

 

Your arms are my castle

Your heart is my sky

They wipe away tears that I cry

 

 

Gabriella si perse nei suoi occhi blu, stretta nel suo abbraccio che sapeva l’avrebbe sempre protetta.

 

Gli circondò il collo con le braccia, stringendolo a sé sempre di più, ballando forsennatamente.

 

 

The good and the bad times, we’ve been through them all

You make me rise when I fall

 

 

I ricordi affollavano le loro menti. Tutti ciò che avevano passato insieme, perché buttarlo via? Ogni momento era prezioso.

 

Non esistevano l’una senza l’altro. Si aiutavano, si completavano a vicenda.

 

Peccato non riuscissero a capirlo fino in fondo.

 

 

‘Cause everytime we touch I get this feeling

And everytime we kiss I swear I can fly

Can’t you feel my heart beat fast

I want this to last

Need you by my side

 

 

Troy la strinse ancora di più a sé, respirando nel suo respiro.

 

La vide sorridere dolcemente, ad occhi chiusi.

 

Spostò le mani dalla sua vita al suo collo, sentendo le vene pulsare al ritmo del suo cuore impazzito.

 

E finalmente, la baciò, catturando le sue labbra in un bacio che entrambi aspettavano da settimane.

 

Gabriella sospirò, ricambiando, cercando di portarlo ancora più vicino. Si sentiva volare.

 

 

‘Cause everytime we touch I feel the static

And everytime we kiss I reach for the sky

Can’t you hear my heat beat so

I can’t let you go

Want you in my life

 

 

Chad, che stava ballando con Taylor, si girò proprio in quel momento e li vide.

 

Sorrise soddisfatto e l’indicò alla sua ragazza, che saltellò soddisfatta.

 

“Poi mi devi spiegare come avete fatto!” gli gridò nell’orecchio.

 

Lui le fece l’occhiolino e annullò la distanza tra le loro labbra, senza smettere di ballare.

 

 

‘Cause everytime we touch I get this feeling

And everytime we kiss I swear I can fly

Can’t you feel my heart beat fast

I want this to last

Need you by my side

 

 

Troy prese in braccio Gabriella, senza staccarsi da lei, uscendo dalla pista.

 

La bloccò tra il suo corpo ed il muro, le mani nei suoi capelli, le labbra sulle sue.

 

“Ti amo…” le mormorò.

 

Lei buttò la testa all’indietro non appena sentì le labbra sul suo collo.

 

Sorrise di gioia: “Ti amo anche io…”

 

Il ragazzo la strinse di più, baciandola con più foga, mentre qualcosa cresceva in loro.

 

“Dov’è che ti avrebbe ospitato Sharpay?” le domandò tra un bacio e un altro.

 

Gabriella sorrise, passando le mani tra i suoi capelli: “La camera degli ospiti al secondo piano…” boccheggiò.

 

Sentì Troy sorridere: “Perfetto.”

 

La prese di nuovo in braccio, permettendo che allacciasse le gambe attorno alla sua vita, ed uscì dalla sala, salendo velocemente le scale.

 

“Questa… questa…” mormorò Gabriella non appena passarono davanti ad una porta di legno scuro.

 

Troy entrò, si chiuse la porta alle spalle e diede un giro di chiave.

 

 

###

 

 

“Oddio sono distrutta!” esalò Sharpay lasciandosi cadere su una poltrona.

 

L’orologio segnava le tre del mattino, e in sala erano rimasti solo lei, Ryan, Chad, Taylor e Zeke.

 

Poi si guardò intorno: “Martha, Kelsie e Jason?”

 

“Sono andati a casa all’una e mezza.” rispose Taylor.

 

La bionda sorrise furbescamente: “E Troy e Gabriella?”

 

Chad fece il suo stesso ghigno: “Sono spariti un’ora fa. Dopo essersi baciati, naturalmente.”

 

Sharpay battè le mani, saltellando da seduta, e ridendo contenta.

 

Ryan scosse la testa divertito: “Per la cronaca, sono nella camera degli ospiti preparata per Gabby. Prima sono andato in bagno e, beh, diciamo che li ho sentiti!”

 

Il riccio alzò lo sguardo verso il soffitto e chiuse il pugno: “Vai così, fratello!”

 

Il biondo rise e li salutò: “Io vado a letto. A domani!”

 

Un lampo malizioso passò negli occhi caramellati della sorella: “Tay… la tua camera è al secondo piano, di fianco a quella di Gabby. È una matrimoniale.”

 

L’amica arrossì: “Grazie, Shar. Vado a dormire anche io. Buonanotte.” prese per mano Chad ed uscì.

 

Zeke scoppiò a ridere: “Dovresti fondare un’agenzia di cuori solitari, Shar.” le prese le mani e l’aiutò ad alzarsi.

 

“Penso che farei molti affari!” scherzò lei.

 

Poi all’improvviso si fece seria. Ed arrossì.

 

Il suo ragazzo l’accarezzò: “Ehi, cos’hai?”

 

Sharpay lo guardò negli occhi: “Vieni con me!”

 

 

###

 

 

Taylor fece entrare Chad e chiuse la porta, senza accendere la luce.

 

“Wow!” sentì il suo ragazzo esclamare “E’ possibile che una camera da casa sia tanto grande?”

 

Lei sorrise e gli si avvicinò, torturandosi le mani: “C-Chad… ti ricordi quella sera, quando è venuta Gabriella da me a parlarci?”

 

Lui annuì: “Sì, perché?”

 

Taylor arrossì come un peperone, ringraziando l’oscurità che la copriva: “E-ecco… i-io… q-quella sera n-non c’erano i miei e c-così avevo p-pensato c-che…” si diede mentalmente della stupida per non riuscire a finire quella frase, lei che era sempre diretta con tutti.

 

Chad si accigliò, non riusciva a capire dove volesse arrivare la sua ragazza.

 

“Oh, insomma, dai!” sbottò lei “A-avrai capito, no?”

 

Ma lui scosse la testa, affranto: “No.”

 

La castana sbuffò, vergognandosi moltissimo mentre attraversava la stanza e lo raggiungeva, prendendogli le mani: “C-Chad… i-io…” e proprio in quel momento, tutto il coraggio che aveva accumulato svanì in un soffio “Io niente…”

 

Fece per andarsene, ma si sentì afferrare per un braccio: “Tay, aspetta.” lei lo guardò in quegli occhi che amava tanto.

 

Chad prese fiato. Oh, sì che aveva capito. Finalmente.

 

“Tay tu… tu vuoi… vuoi fare l’amore con me?” le domandò.

 

Mentre il suo cuore batteva mille volte più velocemente del normale, la ragazza non rispose, si limitò a baciarlo con quanta più passione fosse capace.

 

 

###

 

 

“Shar, che ci facciamo in camera tua?” domandò Zeke, entrando in quell’antro rosato.

 

Lei scosse i capelli biondi: “Niente… ehm, cioè… mi potresti aiutare con la lampo del vestito? Io non ci riesco da sola.”

 

Il ragazzo annuì, deglutendo rumorosamente, le spostò i capelli dalla schiena, tirando giù lentamente la cerniera.

 

“G-grazie…” sussurrò Sharpay quando ebbe finito.

 

“Di niente…” mormorò lui.

 

La bionda chiuse gli occhi, deglutendo. Raccolse tutto il coraggio che aveva e si girò, mettendosi di fronte a lui: “Zeke… puoi farmi il regalo più grande di tutti?”

 

Zeke annuì, Sharpay lasciò scivolare a terra il vestito e gli bisbigliò all’orecchio: “Rimani con me stanotte…”

 

Lui sgranò gli occhi, osservandola. Era bella, e dannatamente sensuale.

 

Passò il dito sulla sua guancia arrossata, la strinse a sé e la baciò.

 

 

 

 

Contente, ragazze mie, almeno per quanto riguarda Chad, Taylor, Zeke e Sharpay? Anche perché ho aggiornato prestissimo, nonostante sia (di nuovo) un po’ bloccata ^^’’’’’’’

 

Beh, invece per quanto riguarda Troy e Gabriella, chissà. Vi ricordo che sono entrambi ubriachi!!! Mwahahah.

 

Sisi, questo capitolo mi ha molto soddisfatta XD Ah, per la cronaca, i vestiti che indossano sono quelli di uno dei cartelloni promozionali di HSM3, dovrebbero essere quelli del ballo studentesco di fine anno! E la canzone è Everytime we touch di Cascada!

 

Ringraziamenti:

 

lovely_fairy: respira, my dear, respira. Hai visto quanto è arrivato presto?? XD Ma è ancora tutto da vedere. Spero sia contenta per questo chappy XD Bacione!

 

fefy88: in realtà sei stata preceduta da lovely_fairy XD Povera Eve XD Anche qui Gabby si è data da fare con l’alcol XD Besitos picci!!

 

Titty90: brava la mia donna studiosa X3 Sapevo che Sharpay e Gabriella ubriache ti sarebbero piaciute ^__^ E dillo che anche questo chappy ti è piaciuto molto XDBaci ti voglio bene! Ps. Dobbiamo usare di nuovo la webcam!

 

Kikka93: eeeh chissà, chissà. Hai visto cosa hanno combinato qui, no? XD Spero che la sorpresa sia stata bella! Bacio

 

romanticgirl: beh, sai, quando due continuano a prendersi e lasciarsi.. povera Tay, ha detto solo quello che pensava XD Piaciuto questo?? Bacione!

 

Satine93: io non svelo niente ^_________^ Per adesso sto scrivendo il capitolo 35 XD Anche io adoro Troyella.. ma ho uno strano senso sadico, eheh! Bacione!

 

Giorgy: contavo sul fatto che sarebbe stato divertente XD Grazie, e un bacio!

 

Angels4ever: Troy è testardo, lo sappiamo tutti U_U Come dicevo a romanticgirl, Taylor non sa più cosa pensare, poverina XD Un bacio!

 

ciokina14: NON prendere a pedate quel povero cuscinoo!! Non piangere picci, non sei contenta di quello che è successo in questo chappy??  Un bacione!! Ps. Io su msn ci sono sempre alla solita ora, sei tu che non ci sei mai!!!

 

Tay_: cariiiino, l’uomo tatuato!! Ahah!! Eve è comparsa anche qui, I’m sorry XD Don’t kill me, please! A presto, bacio

 

KissMe: allora anche la Sharpay di questo capitolo ti sarà piaciuta, spero! X3 Sisi, il mio piano malefico “Portiamo tutti dalla parte delle Troyella (anche solo per una volta)” devo dire che dà i suoi frutti XD Un bacione e grazie!

 

armony_93: non ti preoccupare, come ho sempre detto, meglio tardi che mai! Questo era il TUO capitolo Chaylor, ma chere!! Contenta?? Penso di sì XD E’ meno brutta adesso la situazione?? X3 Baci!!!

 

Alexya379:  waaa, mi hai scoperta!!! XDXDXD Affina, affina ^__^ Povera Gabby, a volte Troy può davvero fare paura!! Bacioni!

 

 

 

Grazie ancora a tutte!! Al prossimo capitolo!

 

Bacione

 

Hypnotic Poison

 

 

§§ “Solo del the, se non ti dispiace.” rispose, per poi abbassarsi e baciare teneramente Chad sulle labbra “Buongiorno.”

 

“Buongiorno piccola.” contraccambiò lui con tono malizioso.

 

La padrona di casa alzò gli occhi al cielo e sospirò. Di mattina e dopo la sbronza ci mancavano solo quei due che si mettevano a tubare!

 

“Buongiorno a tutti!” salutò Troy entrando.

 

Tutti quanti si girarono verso di lui: “Buongiorno!!” esclamarono in coro con una nota eloquente nella voce.

 

Lui li guardò preoccupati: “Che c’è, che è successo?”

 

Chad ghignò: “Forse dovresti dircelo tu!” §§

 

 

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Capitolo 32
*** 32. Risveglio ***


32

32. Risveglio

 

Fu la luce del Sole da una tenda non chiusa bene a svegliarla.

 

Gabriella aprì lentamente gli occhi, mentre già sentiva di avere mal di testa.

 

-Sto veramente esagerando.- pensò sconsolata, quella era già la seconda sbornia in pochi giorni.

 

Sentì una stretta attorno alla sua vita, e un peso tra le sue gambe.

 

E all’improvviso focalizzò.

 

Tirò su di scatto la testa: Troy dormiva al suo fianco, abbracciato a lei, e le loro gambe erano ancora incrociate.

 

“Oh Mio Dio.” balbettò sconvolta. Dire che se lo ricordava era troppo: le tornavano alla mente solo immagini confuse. La sua memoria arrivava solo fino al loro bacio, mentre ballavano.

 

Si riappoggiò al cuscino, incredula ma in fondo felice. Solo che non sapeva ciò che sarebbe successo dopo.

 

Se fosse stato per lei, sarebbe tornato tutto esattamente come prima. Ma per Troy?

 

Sospirò, e il suo soffio mosse alcuni ciuffi della frangetta del ragazzo, che grugnì lamentandosi.

 

Gabriella ridacchiò, provando ad addormentarsi ancora per fare scomparire quel mal di testa lancinante.

 

Ma già cinque minuti sentì le mani di Troy muoversi lungo la sua schiena, e fu costretta a riaprirli.

 

“Buongiorno.” le sorrise lui.

 

Lei arrossì: “Buongiorno.”

 

Il castano si portò una mano agli occhi, stropicciandoseli, e si sdraiò sulla schiena: “Accidenti, che mal di testa…”

 

“Già…” lo osservò per qualche istante “Troy… cosa abbiamo fatto?”

 

Troy aprì solo l’occhio sinistro: “Beh, non mi sembra una novità.

 

Gabriella si sedette, coprendosi col lenzuolo bianco: “Sì, ma… ecco, tu mi hai lasciata due settimane fa!”

 

Il ragazzo si mise su un fianco, appoggiando la testa alla mano: “Tu mi hai tradito due settimane fa.

 

Lei distolse lo sguardo: “Posso spiegarti tutto. Sei tu che non vuoi ascoltare.

 

Troy si alzò sbuffando, alla ricerca dei suoi boxer: “Certo, sempre colpa mia.

 

La mora lo guardò: “Non ci sono finita volontariamente a letto con Jacob, Troy.

 

Vide la schiena muscolosa immobilizzarsi: “Che vuoi dire?”

 

Gabriella prese fiato: “Ha cercato di spiegartelo anche Chad. Lui aveva detto che mi avrebbe lasciata in pace se l’avessi fatto con lui. Voleva solo quello. Altrimenti avrebbe continuato ad assillarmi. E ti avrebbe raccontato cose false.

 

Il ragazzo non si girò: “Perché non me l’hai detto?”

 

N-non pensavo di fare niente di male. Credevo potessimo solo essere amici. E quando… quando sono andata da lui, mi ha fatto male.

 

A quelle parole, Troy la guardò: “In che senso ti ha fatto male?”

 

Lei sorrise tristemente: “Mi ha fatto male. Non… non è stato come quando siamo io e te. Io non ho fatto altro che piangere e pensare a te. Si è… si è divertito solo lui.”

 

Il pugno del ragazzo si contrasse: “Dovevi dirmelo subito.

 

“Ci ho provato,” Gabriella scosse le spalle “Ma non ci sono riuscita. Non riuscivo a trovare il coraggio per venire da te. Sapevo solo che ti avevo ferito, e questo mi faceva stare peggio. E quella sera in discoteca, quando ti ho visto con quella ragazza… non ho capito più niente. So solo che dopo stavo vomitando sul ciglio di un fosso con te che mi aiutavi. un nuovo sorriso triste le comparve sulle labbra “Ma tanto è troppo tardi per scusarsi, giusto?”

 

Troy si sedette sul letto, le sistemò un boccolo dietro l’orecchio e le sorrise.

 

 

###

 

 

Dalla cucina di casa Evans si levavano odorini meravigliosi, poiché Zeke era ai fornelli.

 

“Oh, amico, meno male che ci sei tu!” esclamò Chad, addentando l’ennesima, enorme forchettata di frittelle.

 

Il cuoco sorrise, controllando i muffin al cioccolato nel forno: “Dopo una sbronza, niente di meglio che dei dolci!”

 

Sharpay storse il naso, tenendosi la testa tra le mani: “Ma come fai a mangiare in quel modo? Io ho la testa che scoppia, e se solo provo ad ingoiare qualcosa vomito!”

 

Il ricciolino fece spallucce: “Sono più resistente e più abituato di te, biondina.

 

Lei fece solo un lamento, non aveva la forza per iniziare a litigare.

 

In quel momento entrò Taylor, che posò un pacchetto sul tavolo: “Ecco qui, prendete una pillola di questa con del caffè e il mal di testa passerà.

 

Sharpay lo scrutò sospettosa: “Che cos’è?”

 

Tachipirina. Sto studiando medicina, Shar, potresti anche fidarti.

 

“Scusa, scusa!” borbottò lei, afferrando la tazza di caffè che Zeke le porgeva.

 

Quest’ultimo si rivolse poi alla ragazza di colore: “Ehi, Tay, vuoi qualcosa? Muffin, frittelle, cialde appena fatte!”

 

“Solo del the, se non ti dispiace.” rispose, per poi abbassarsi e baciare teneramente Chad sulle labbra “Buongiorno.”

 

Buongiorno piccola.” contraccambiò lui con tono malizioso.

 

La padrona di casa alzò gli occhi al cielo e sospirò. Di mattina e dopo la sbronza ci mancavano solo quei due che si mettevano a tubare!

 

“Buongiorno a tutti!” salutò Troy entrando.

 

Tutti quanti si girarono verso di lui: “Buongiorno!!” esclamarono in coro con una nota eloquente nella voce.

 

Lui li guardò preoccupati: “Che c’è, che è successo?”

 

Chad ghignò: “Forse dovresti dircelo tu!”

 

“In realtà dovreste raccontare tutti qualcosa!” sbottò Ryan, appena entrato, con delle grandi ombre sotto gli occhi “Avete fatto un casino, stanotte, non si dormiva!”

 

Gli altri cinque arrossirono, poi il castano si voltò verso il suo migliore amico: “Chad?”

 

Lui scoppiò a ridere ed alzò la tazza di caffè che aveva come per fare un brindisi: “Salute, fratello!”

 

Troy si mise le mani sui fianchi: “C’è qualcosa che mi sfugge. Zeke?”

 

Taylor arrossì ridendo sotto i baffi, e così Sharpay nascose la sua risata nella tazza.

 

Zeke scosse le spalle, allungandogli un piatto: “Mangia, è molto buono. Poi per il mal di testa, caffè e tachipirina, consiglio della nostra dottoressa qui presente!”

 

Il castano prese il piatto sbalordito: “Ma mi state prendendo in giro?”

 

“Chi è che prende in giro chi?” fece la sua comparsa Gabriella, legandosi i capelli in una coda alta.

 

“Ciao Gabby!” trillarono insieme Taylor e Sharpay.

 

“Oddio!” scherzò lei “Cos’è tutta questa allegria? E non urlate, per favore, mi scoppia la testa.

 

Chad le lanciò il pacchetto di medicine: “Una di queste ed un caffè, passa tutto.

 

“Ah, grazie.” la mora le prese al volo, poi si diresse verso i fornelli per versarsi del caffè, passando davanti a Troy che, appoggiato al frigorifero, mangiava dal piatto preparato da Zeke. Lei gli fece un sorriso complice, e lui le rispose con un occhiolino.

 

Cosa che non sfuggì a Taylor: “Avete qualcosa da raccontarci, voi due?”

 

Troy alzò un sopracciglio: “Prima tocca a voi. Devo ancora capire che cosa mi state nascondendo!”

 

“Perché, che è successo?” domandò curiosa Gabriella, appoggiandosi al ripiano di marmo.

 

Sharpay staccò un cornetto da una brioche: “Fattelo raccontare da Ryan!” rise.

 

Il fratello, per tutta risposta, si abbassò la visiera del cappello che già indossava: “Io mi astengo. Sono troppo stanco per rispondere a certe domande!”

“Hai dormito male, Ryan?” chiese ancora la mora.

 

Lui le lanciò un’occhiataccia: “Non ho dormito per niente, Gabby, grazie a voi sei!”

 

Lei si accigliò: “Che mi sono persa?”

 

“Facciamo così,” Chad appoggiò la tazza sul tavolo “Prima ci raccontate voi due, poi noi quattro!”

 

Gabriella e Troy si scambiarono uno sguardo divertito, e lui esclamò: “Che dobbiamo raccontarvi?”

 

Sharpay roteò gli occhi: “Cosa avete fatto dopo che siete spariti dalla festa!”

 

Il ragazzo ghignò divertito e malizioso: “Non è una novità quello che abbiamo fatto.

 

“Allora siete tornati insieme?” chiese speranzosa Taylor.

 

Loro due si guardarono, poi Troy attraversò la cucina e baciò la ragazza, che gli passò un braccio attorno al collo ridendo felice.

 

“Vi basta come risposta?” scherzò poi quando si staccarono.

 

Gli altri proruppero in grida di gioia ed applausi.

 

“Ok, ora tocca a voi!” ordinò Gabriella.

 

Taylor arrossì fino alla punta dei capelli, Chad trovò molto interessante un disegno nel legno, Zeke si stava concentrando sui suoi dolci.

 

Allora i due si rivolsero solo a Sharpay: “Ehi, perché proprio io?!

 

La mora sollevò un sopracciglio, e lei sospirò: “E va bene, d’accordo. Diciamo che… noi ieri sera abbiamo fatto quello che avete fatto voi due.

 

Troy e Gabriella sgranarono gli occhi: “Da-davvero?” mormorò lei.

 

“Oh, sì che è vero! Dovevi sentire il concerto!” li rimbeccò duramente Ryan, con la faccia più cupa che mai.

 

La sorella gli diede uno scappellotto nella nuca, e poi si lasciò abbracciare da Gabriella: “Congratulazioni!” le sussurrò.

 

Si spostarono tutti in salotto, ridendo e scherzando.

 

Poi all’improvviso l’ex capitano dei Wildcats domandò: “Ehi… ma non è che l’avete fatto tutti e quattro insieme? Sennò dovevate chiamare anche noi!”

 

“CRETINO!” gli gridarono all’unisono, e il povero Troy fu sepolto sotto una montagna di cuscini.

 

 

###

 

 

“Allora, mi vuoi spiegare che cosa avevate architettato ieri tu e Sharpay?” bisbigliò Taylor a Chad mentre, nel giardino di casa Evans, riportavano sulle macchine le loro borse e qualche dolcetto preparato da Zeke.

 

Il ragazzo sorrise: “Una specie di piano per far ritornare insieme Troy e Gabriella!”

 

“Questo l’avevo capito. Quello che mi sfugge è il come.

 

“Bastava soltanto una spinta in più per quei due. Un po’ di sbronza e via!” rise Chad.

 

“Wow, molto romantico.” commentò la sua ragazza, chiudendo la portiera “E dimmi, come hai fatto a bere 20 birre senza ubriacarti?”

 

“Semplice!” il sorriso di Chad si allargò “Ho imbrogliato! Ho fatto finta di berne 20, quando in realtà ne avrò bevute otto o nove! Le altre le ho rovesciate mentre Troy beveva!”

 

Taylor scosse la testa ridendo: “Tu sei scemo!”

 

“Santa verità, Tay!” scherzò Troy passando accanto a loro, con in mano il borsone di Gabriella.

 

Permesso piccola!” esclamò poi, quando arrivò alla sua auto e trovò Gabriella seduta nel bagagliaio che mangiava un muffin ai mirtilli.

 

Sistemò il borsone, chiuse la portiera del bagagliaio, e sorrise alla sua ragazza, che per tutta risposta lo baciò.

 

“Ti ho già detto che ti amo, vero?” le sussurrò quando si separarono.

 

Lei annuì, sfregando il naso contro il suo.

 

“Sai, Gabby, pensavo… non è giusto che tu te la cavi così… dovrai pure pagare pegno…” borbottò lui ad un certo punto, sorridendo.

 

Gabriella deglutì: “Che… che devo fare?”

 

Troy mise le mani sul bagagliaio, bloccandola tra le sue braccia. Prima guardò a terra, ridacchiando, poi piantò gli occhi blu nei suoi ed esclamò: “Sposami.

 

La ragazza si sentì mancare: “Co-cosa?”

 

“Non intendo adesso, tra un mese o tra un anno. Non ho nemmeno un anello qui con me! Voglio solo che tu mi prometta che un giorno mi sposerai. spiegò, terribilmente serio.

 

La mora sentì gli occhi riempirsi di lacrime. Sorrise e gli saltò al collo, gridando: “Sì, sì!”

 

Il castano l’abbracciò, la sollevò e cominciò a farla girare, ridendo.

 

“Ehi, ehi, ehi, che succede qui?” Sharpay l’interruppe critica, le mani sui fianchi.

 

Gabriella ritornò con i piedi per terra -in ogni senso- e si aggiustò i capelli: “Ehm… niente.

 

La bionda alzò un sopracciglio, critica, poi però scrollò le spalle: “Se lo dici tu.”

 

La coppia si scambiò un sorriso, Troy intrecciò le dita di Gabriella con le sue e domandò: “Promesso?”

 

Lei sorrise ancora di più e lo abbracciò, guardandolo negli occhi: “Promesso.

 

 

 

AHAH!! L’HO FATTO!! Visto, Titty, te l’avevo detto che l’avrei fatto e ho mantenuto la promessa!! Muahahaha!!!!!!!!!!!!!!

 

Credo che sarete moooolto contente, vero?? mi aspetto molti commenti belli, sisi XD

 

Ma ora passiamo ai ringraziamenti per lo scorso capitolo, che mi hanno fatto morire dal ridere:

 

Angels4ever:  ^//^ grazie a te cara XD Un bacione

fefy88: Sharpay è una grande.. invece no, ricordano tutto XD Baci!

 

lovely_fairy: w Cascada XD Invece l’alcol ha aiutato XD Ora sono fuorissimo pericolo, vero? Un bacio!

 

romanticgirl: anticipazione ingannevole ^^ In realtà non l’ho nemmeno fatto apposta XD Un bacio!

 

Tay_:  Chad ha rivelato il suo trucchetto XD Invece il momento della riconciliazione è stra-arrivato! Baci!

 

Giorgy: Beh, forse se non fossero stati ubriachi non sarebbe finiti a letto insieme, giusto? XD Grazie, bacio!

 

KissMe: puccioso è la parola giusta ^^ Povera Gabster.. ^__^ Ti giuro che i cagnolini tinti così esistono! Ci sono anche nel film “La carica dei 102!!” XD Bacione!

 

Alexya379: Povera Rebecca, ogni tanto anche lei riesce a comportarsi bene! XD L’ok arriverà tra poco, promesso! Kisses

 

armony_93: sapevo che saresti stata felice *me è molto fiera di me stessa X3*  Ma Chad non ne ha bevute 20, eheh.. si è comportato da Piccolo uomo Saggio XD Visto come tubano? ^^ Problema risolto, visto? Nemmeno io sono così crudele.. Non so ancora quanto manca, comunque.. forse finirà verso il capitolo 37 o 38, ma nulla è ancora certo! So solo che inserirò alcune canzoni di HSM3! ^^  Sì, ho msn! Se mi lasci il tuo contatto nelle recensioni poi ti aggiungo! Baci!

 

ciokina14: ammazza che papiro, ragazza mia! Me ne fai sempre così?? *me fa occhi da cucciolo* XD  Invece quei due si ricordavano tutto *me ghigna maligna* Conseguenze? Chissà…… io non faccio spoiler!! Anche delle mie amiche non sopportano Zac.. ma che ci possiamo fare, siamo nate per soffrire XD Su msn ci sono alla sera verso le nove e mezza! C’è più gente a quell’ora XD Un bacione!

 

Kikka93:  è tutto merito di Pay, in effetti ^^ Comunque quei due, anche se ubriachi, hanno risolto tutto, eccome! Kiss!!!

 

Selphie: ciao! Se non mi sbaglio, tu sei nuova ^^ Grazie per aver letto e recensito, allora ^^ Beh, nemmeno Kelsie e Jason hanno ancora concluso.. XD Però non è stato un brutto ‘dopofesta’, no? XD Spero di risentirti!!

 

Satine93: ciao dear ^^ Sisi, Troy e Gabriella si amano molto XD Sharpay è la salvatrice cronica della situazione XD HSM3 esce il 31 ottobre, l’hanno anticipato!!!!! Un bacione grande!!

 

 

 

Spero di aggiornare presto, anche se sono un po’ bloccata e non voglio rimanere senza capitoli XD

 

Un bacione a tutte!!

 

Hypnotic Poison

 

 

§§ Gabriella sorrise maliziosa: “Io direi che i due che si sono più dati da fare sono stati Zeke e Sharpay!”

 

La bionda spalancò gli occhi: “Ehi!” le gridò lanciandole un pezzo di biscotto “Parla per te! Tu e Troy non fate altro che pomiciare in ogni angolo!”

 

La mora automaticamente arrossì, borbottando un non è vero, mentre Troy si grattò imbarazzato la nuca.

 

“Ehi, ragazzi,” esclamò Chad dopo un po’, interrompendo un discorso di Taylor sulle vacanze di Natale “Perché non ci facciamo una partita?”

 

Troy, Zeke e Ryan si voltarono verso il campetto da basket di fianco al Palaghiaccio ed annuirono, alzandosi.

 

“Non spettegolate in nostra assenza!” le ammonì Zeke mentre si allontanavo, e loro sorrisero.

 

Sharpay si rilassò sulla sedia: “Oh, bene, finalmente sole.

 

Gabriella ridacchiò, intingendo un biscotto nella sua cioccolata. Mentre ascoltava ciò di cui parlava la sua amica dai capelli biondi, alzò lo sguardo.  §§

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 33
*** 33. Al Palaghiaccio ***


33

33. Al Palaghiaccio

 

Sharpay terminò di allacciarsi il pattino e si alzò in piedi: “Ryan, sei pronto?”

 

Il fratello si sistemò il cappello e la raggiunse: “Sono pronto. Andiamo?”

 

Le prese la mano e cominciarono a volteggiare insieme per la pista ghiacciata.

 

Già, perché se i fratelli Evans sapevano cantare, ballare e recitare (anche contemporaneamente), sapevano anche pattinare benissimo.

 

La bionda chiuse gli occhi, lasciandosi andare alla musica diffusa dagli altoparlanti.

 

Il Palaghiaccio apriva tutti gli anni nel periodo natalizio, e lei non perdeva occasione per andarci.

 

Sorrise a suo fratello e fece un salto, atterrando dolcemente sul piede sinistro.

 

Lui le fece una linguaccia e fece lo stesso, togliendosi poi il cappello quando fu atterrato e facendo un inchino.

 

“Sharpay! Ryan!” i gemelli si girarono e videro Gabriella, Troy, Chad, Taylor e Zeke che li salutavano dall’entrata della pista.

 

La bionda si diresse velocemente verso di loro: “Alla buon’ora! Forza, mettetevi un paio di pattini e venite dentro!”

 

Chad sgranò gli occhi: “Hai capito male, Evans. Io lì dentro non ci vengo!”

 

Ma Sharpay lo ignorò, e ritornò a pattinare.

 

Troy fermò Gabriella per un braccio: “Non avrai intenzione di andarci, vero?”

 

“Certo che sì! E tu verrai con me!” gli fece una linguaccia e corse al banco dove si noleggiavano i pattini.

 

I due ragazzi si scambiarono un’occhiata preoccupata. E chi aveva mai messo un paio di pattini da ghiaccio?!?

 

Il ricciolino si girò verso Zeke, che si era già infilato il pattino destro: “Ma che vuoi fare?”

 

Lui sorrise: “Ehi, ragazzi, io so pattinare! Mi ha insegnato mia madre da piccolo!”

 

“Vedrete, non è difficile.” Taylor allungò due paia di pattini ai ragazzi “Ci riescono tutti.”

 

Il suo ragazzo sospirò: “Ti ricordo che se mi faccio male non posso giocare.”

 

La castana alzò gli occhi al cielo: “Per favore. Fai i salti sullo skateboard, ed è molto più difficile di questo. E poi, Chad, siamo in vacanza.”

 

Zeke si alzò in piedi ed entrò in pista: “Coraggio, ragazzi. Ce la potete fare!”

 

I due sospirarono e si tolsero le scarpe.

 

“Sei sicura di quello che mi stai facendo fare?” borbottò Troy a Gabriella, che lo aspettava già sul ghiaccio.

 

Lei sorrise: “Sì, perché è una cosa molto facile ed anche incredibilmente romantica.”

 

Lui rise e scosse la testa, sistemandosi i jeans sopra i pattini: “D’accordo, sono pronto. Ora che devo fare?”

 

“Pregare di non romperti niente.” rispose tetro Chad comparendo al suo fianco.

 

Taylor gli diede uno schiaffo sulla nuca: “Se non la pianti ti faccio cadere!”

 

“No, no, per carità!” implorò il ragazzo.

 

Gabriella rise e tese le mani a Troy: “Vieni. Ti tengo io.”

 

Lui prese fiato, prese le sue mani e posò il primo piede sul ghiaccio.

 

“Coraggio, Bolton! Sei o non sei un Wildcat?” lo prese in giro la ragazza.

 

“Shh, mi devo concentrare!” scherzò, e mise anche il secondo piede sul ghiaccio.

 

“Ora cerca solo di stare dritto. Ti tiro io!” Gabriella cominciò a muoversi all’indietro, tirando il suo ragazzo con sé.

 

“Vai così, Troy!” gli gridò Zeke, sfrecciando in quel momento poco lontano da loro.

 

Il castano sorrise, osservandosi i piedi: “Wow. Sto pattinando.”

 

La mora alzò un sopracciglio: “In realtà, io sto pattinando. Tu ti stai facendo tirare!”

 

“Con calma, signorina Montez. Invalido non le servo a nulla.”

 

“Giusto.” Gabriella iniziò a pattinare più velocemente, e Troy alzò lo sguardo spaventato: “Che fai?”

 

“Ci supererebbe anche una tartaruga se continuassimo così. Tranquillo, non succederà niente.”

 

Taylor e Chad li raggiunsero: “Guardami, amico!” esclamò trionfante il ricciolino.

 

Ma il castano scosse la testa: “No, devo guardare dove vanno i miei piedi!”

 

Le due ragazze si scambiarono un’occhiata divertita: “Allora, Tay, li lasciamo qui?”

 

“Sì, perché no?” staccarono entrambe le mani e si allontanarono di pochissimo.

 

“NO!” strillarono insieme i due ragazzi.

 

Il ricciolino chiuse gli occhi, già pronto a sentire il ghiaccio contro il sedere [E io avrei voluto essere il ghiaccio XD Nda], ma miracolosamente rimase in piedi.

 

“Allora, come va?” Ryan si fermò vicino a loro.

 

Troy rimase fermo con le braccia in avanti e le ginocchia piegate: “Non sono caduto, e questo è un grande risultato.”

 

Il biondino rise, poi lo osservò: “Certo che così non vi muoverete molto.”

 

“Sai com’è, le due arpie ci hanno abbandonati!” puntualizzò Chad.

 

Le ragazze risero, e il giovane Evans alzò gli occhi al cielo: “Coraggio, vi insegno io. Arpie, potete andare!”

 

“Grazie!” esclamarono in coro, e cominciarono a pattinare come si deve.

 

Anche Gabriella era molto brava, l’aveva fatto sin da piccolina e non aveva paura a girare e provare qualche piccolo salto. Taylor, invece, come sempre più razionale, si azzardava solo a fare qualche giravolta ogni tanto.

 

Raggiunsero Zeke e Sharpay, che fino a quel momento stavano sperimentando il pattinaggio col bacio, ed iniziarono a pattinare tutti e quattro insieme.

 

Due ore dopo, si ritrovarono tutti e sette esausti contro il bordo della pista.

 

“Basta! Penso di aver vesciche in ogni singola parte del piede!” esalò Chad.

 

Sharpay rise: “Che ne dite di andare a prendere qualcosa al bar qui davanti? Fuori è anche più caldo di qua!”

 

Tutti quanti annuirono e andarono a rimettersi le scarpe.

 

In dieci minuti erano pronti, seduti attorno un tavolino con delle tazze di cioccolata calda davanti.

 

“Allora, commenti sulla vostra prima esperienza di pattinaggio?” domandò ironica Taylor, stretta contro Chad.

 

“Chiedilo al mio sedere!” ribattè lui, che era caduto ben due volte e tutte e due di sedere.

 

Gli altri sei scoppiarono a ridere, in mente l’immagine del loro amico ‘atterrato’.

 

Gabriella sorrise maliziosa: “Io direi che i due che si sono più dati da fare sono stati Zeke e Sharpay!”

 

La bionda spalancò gli occhi: “Ehi!” le gridò lanciandole un pezzo di biscotto “Parla per te! Tu e Troy non fate altro che pomiciare in ogni angolo!”

 

La mora automaticamente arrossì, borbottando un non è vero, mentre Troy si grattò imbarazzato la nuca.

 

“Ehi, ragazzi,” esclamò Chad dopo un po’, interrompendo un discorso di Taylor sulle vacanze di Natale “Perché non ci facciamo una partita?”

 

Troy, Zeke e Ryan si voltarono verso il campetto da basket di fianco al Palaghiaccio ed annuirono, alzandosi.

 

“Non spettegolate in nostra assenza!” le ammonì Zeke mentre si allontanavo, e loro sorrisero.

 

Sharpay si rilassò sulla sedia: “Oh, bene, finalmente sole.”

 

Gabriella ridacchiò, intingendo un biscotto nella sua cioccolata. Mentre ascoltava ciò di cui parlava la sua amica dai capelli biondi, alzò lo sguardo.

 

Si sentì mancare.

 

“Oh, merda…” sussurrò. Si alzò velocemente in piedi e raccolse la sua borsa “Ragazze, andiamo.”

 

Loro la guardarono: “Perché?” domandò Taylor.

 

La mora continuò a guardare avanti a lei: “Andiamo e basta, forza.”

 

Ma loro due non resistettero alla curiosità e si voltarono.

 

“Oddio,” mormorò Sharpay “Sì, andiamo via.”

 

Presero le loro borse e si alzarono, ma riuscirono a fare solo pochi passi verso i ragazzi che una voce le fermò: “Gabriella!”

 

Lei s’immobilizzò, chiudendo gli occhi e soffocando una parolaccia.

 

Poi, molto lentamente, si girò: “Ciao, Jacob.”

 

Jacob le raggiunse sorridendo: “Che ci fate qui?”

 

“Siamo… siamo venuti a pattinare.” mormorò Gabriella.

 

“Già, certo. Divertite?”

 

Lei annuì: “Ti serve qualcosa, Jacob?”

 

Il moro scosse la testa: “No, volevo solo fare quattro chiacchiere. Tra amici si fa, giusto?” aggiunse poi, fissando Sharpay.

 

Lei lo gelò con lo sguardo, senza dire una parola.

 

In quel momento, Taylor prese il cellulare e, senza farlo uscire dalla tasca, compose il numero di Chad, ben sapendo che lui l’aveva con sé, stando attenta a non farsi vedere.

 

Il ricciolino, poco lontano, si accigliò quando vide che lo stava chiamando, e si girò verso di lei per capirne la ragione.

 

-Cazzo!- pensò, notando chi si era aggiunto alle ragazze.

 

“Troy!” chiamò a bassa voce.

 

Il suo migliore amico si voltò, lui gl’indico le ragazze, e dopo che ebbe visto strinse i pugni. Eh no, quello era troppo.

 

“Venite!” esclamò ai suoi amici, e si misero a correre.

 

“Ehi, White,” disse con voce minacciosa non appena le ebbero raggiunte “Hai bisogno di qualcosa?”

 

“Troy, ragazzi, ci siete anche voi. Ma che bella sorpresa!” rispose allegramente Jacob.

 

Troy si parò davanti a Gabriella: “Non mi sembra tanto strano. Sono le nostre ragazze.”

 

L’altro sorrise malevolo: “Giusto. Dovete prendervi cura di loro, in modo che nessuno ve le porti via.”

 

Il castano sentì la rabbia percorrergli le vene: “Esatto.”

 

Jacob piegò la testa di lato, sorridendo ancor di più: “Peccato che tu non ci sei riuscito, Troy.”

 

In una frazione di secondo, prima che chiunque potesse trattenerlo, Troy era scattato verso Jacob e l’aveva buttato a terra. Da lì a un secondo dopo, si stavano picchiando.

 

“Troy, no!” gridarono insieme Chad e Gabriella.

 

“Vai, Troy, stendilo!” strillò invece Sharpay.

 

Nonostante la forza e la velocità di Troy, dovuta anche grazie ad anni ed anni di basket, non riusciva a contrastare pienamente Jacob. Il moro rispondeva a pieno ad ogni suo colpo, nei pochi muscoli che aveva racchiudeva una forza straordinaria.

 

“Chad, fai qualcosa!” esclamò preoccupata Taylor, stringendo un braccio del suo ragazzo.

 

Ma lui davvero non sapeva cosa fare, aveva già tentato e fallito nel provare a dividerli.

 

Gabriella piangeva silenziosamente, disperata. Sapeva che per l’ennesima volta era colpa sua, e non riusciva a darsi pace.

 

Perciò, forse per la prima volta in vita sua, reagì d’istinto, senza ascoltare testa o cuore: si lanciò su Jacob, che era girato di schiena, afferrandolo e cercando di scostarlo da Troy, gridando: “Basta, lascialo stare!”

 

Il ragazzo, però, si voltò proprio in quel momento, e per scrollarsela di dosso la schiaffeggiò con il dorso della mano. Il colpo fu tanto forte che Gabriella quasi volò contro il tavolino che avevano occupato da poco, rovesciando le sedie.

 

“GABBY!” strillarono preoccupati i suoi amici.

 

Quella fu l’ultima che fece traboccare il vaso: Troy raccolse tutte le sue forze e scaraventò il ‘nemico’ a terra, riempiendolo di pugni finchè vide che aveva smesso di ridarglieli e si limitava a difendersi.

 

Si alzò e lo lasciò così, a terra, con un ultimo calcio nella pancia, e corse da Gabriella, già circondata dagli altri.

 

“Ti sei completamente rincretinita?” la stava sgridando Taylor, mentre le controllava un taglio sulla fronte “Che diavolo ti è saltato in mente?”

 

Lei fece una smorfia di dolore: “Non lo so… ahia…”

 

Il castano le s’inginocchio di fronte: “Dov’è che ti fa male?”

 

“Il polso sinistro,” mugolò lei, lasciando che la sua migliore amica lo controllasse “Mio Dio, Troy, come ti sei ridotto?”

 

Effettivamente, il ragazzo aveva un occhio nero, diversi graffi in faccia, il labbro spaccato e le nocche peste e sanguinanti.

 

Ma Troy la ignorò, sfiorandole con la mano la guancia destra arrossata, dove già si stava formando un livido: “Io quello lo uccido…”

 

“Hai già fatto abbastanza, amico,” osservò Chad, guardando da sopra la spalla Jacob che ancora a terra si lamentava dal dolore.

 

Gabriella ridacchiò: “Meno male che avevi paura di farti male, Chad!”

 

Il ricciolino incrociò le braccia: “Avete visto che avevo ragione? Il Palaghiaccio è un posto pericoloso!”

 

Tutti scoppiarono a ridere, finchè Taylor non ordinò: “Sentite, è meglio che ce ne andiamo. Troy, possiamo venire a casa tua? Così ti disinfetti, ed io fascio il polso slogato della nostra eroina qui presente.”

 

Troy si alzò in piedi: “Certo! Vado a prendere la macchina.”

 

“Tu non prendi proprio niente! Ci pensa Zeke a guidare la tua, tu e Gabby venite su con noi! Hai appena preso troppi pugni per i miei gusti!” lo fermò la ragazza di colore.

 

“Okay, okay, d’accordo!” lanciò le chiavi all’amico ed aiutò la sua ragazza ad alzarsi.

 

Passarono tutti di fianco a Jacob senza degnarlo di uno sguardo, tranne Sharpay che gli tirò un calcio nel sedere.

 

“Oh, adesso sì che mi sento meglio!” cinguettò, portandosi dietro i capelli biondi.

 

Zeke sorrise e le diede un bacio, salendo poi in macchina di Troy, mentre la bionda e Ryan sulla decappottabile rosa e gli altri quattro su quella di Chad.

 

Troy e Gabriella si accomodarono sul sedile posteriore, ed il castano subito le passò un braccio attorno alle spalle e la strinse a sé.

 

“Quanta altra gente dovrò menare per proteggere te, eh Gab?” scherzò.

 

Lei gli diede un pugno fiacco: “Se ti sono anche venuta ad aiutare!”

 

Lo sguardo azzurro si fece serio: “Appunto. Non ci provare mai più, Gabriella Montez. Ti sei slogata un polso, tagliata la fronte, la tua guancia sembra un incrocio tra un peperone e una melanzana, e inoltre ti ha anche spaccato il labbro.”

 

La mora sorrise, appoggiandosi meglio a lui: “Sembriamo usciti da un film horror di basso livello.”

 

Troy rise, le diede un bacio sulla fronte sana e poi vi appoggiò la guancia contro, mentre lei chiudeva gli occhi e sospirava.

 

“Siamo arrivati.” informò Chad, fermandosi davanti a casa Bolton.

 

Scesero tutti insieme e Troy suonò al suo campanello.

 

Qualche istante dopo, andò ad aprire al gruppetto Jack Bolton, che sgranò gli occhi alla vista del figlio e della sua ragazza: “Oddio, Troy, che avete fatto?”

 

“Ehm, ecco…” il castano farfugliò, ma fortunatamente intervenne Sharpay, che spuntò da sopra la sua spalla “Troy ha fatto a pugni con un idiota, signor Bolton, che stava importunando Gabriella. Sfortunatamente ci è finita pure lei nel mezzo.”

 

“Possiamo entrare, coach?” domandò Chad “Dobbiamo medicare i due piccioncini!”

 

“Certo, certo.” ancora leggermente sconvolto, l’allenatore dei Wildcats si fece da parte e li fece passare.

 

Si accomodarono tutti in salotto, e Jack allungò loro la cassetta del pronto soccorso che aveva preso in cucina.

 

“Non so cosa diremo a tua madre, figliolo. Darà di matto non appena ti vedrà così!” osservò poi.

 

Troy sussultò quando il panno che avvolgeva il ghiaccio gli venne calato da Sharpay sull’occhio: “Diciamo che sono caduto dalle scale?”

 

Taylor alzò un sopracciglio, scettica, applicando un cerotto sul taglio di Gabriella: “E le mani rovinate?”

 

Lui fece spallucce: “Ho preso contro al muro mentre cadevo.”

 

“Se pensi che possa funzionare…”

 

Gabriella si toccò il polso fasciato: “E io che dico a mio padre? Mi farà il terzo grado non appena mi vede entrare!”

 

Sharpay scosse la chioma bionda, disinfettando le nocche del castano: “Raccontagli la verità allora. Sono certa che adorerà Troy ancora più di quanto non faccia già!”

 

Tutti ridacchiarono, e il signor Bolton si alzò: “Vi porto qualcosa? Vado in cucina a prendere il caffè che mi ero preparato.”

 

I ragazzi scossero la testa, e quando fu scomparso in cucina, Chad mormorò: “Il coach è davvero forte. Mio padre mi avrebbe fatto una mega predica infinita se fossi tornato a casa ridotto così!”

 

Troy sorrise e cercò di stringere la mano, che gli fece male.

 

“Ehm, Tay?” iniziò preoccupato “Come faccio per il basket?”

 

Lei lo guardò, mentre finiva di disinfettare il labbro di Gabriella: “In pochi giorni guarirà, tranquillo. Prima della fine delle vacanze sarai come nuovo.”

 

Il castano sospirò sollevato ed accese la televisione.

 

Gabriella, medicata in ogni ferita, si accoccolò accanto a lui, allungando le gambe sul divano.

 

Zeke si sedette sulla poltrona, e Sharpay si sistemò tra le sue gambe.

 

Infine, Taylor si sistemò a gambe incrociate sull’altro divano, e Chad si stese sopra di lei, appoggiando la testa alle sue gambe.

 

E mentre un film iniziava, Troy esclamò: “Ragazzi, giuro solennemente che non tornerò più al Palaghiaccio.”

 

 

 

Salve ragazze!! Quante di voi si sono compiaciute della scazzottata? Ammettetelo che non vedevate l’ora XD

 

High School Musical 3 si avvicina sempre più.. siete pronte?!?! Io non vedo l’ora! Ma adesso meglio passare ai ringraziamenti:

 

armony_93: Vedi che non è rimasto impunito?? Figurati se non vendicava Gabby!! Sii, penserò ad una Chaylor.. ne ho una nella mia testolina bacata XD Aggiunta a msn! Baci

 

romanticgirl: anche questo credo ti sia piaciuto molto, no?? Baci!

 

Ciokina14: sigh, voglio le recensioni lunghe *me fa occhioni da Troy* Chissà per la tua conseguenza (io l’ho già capita XD) Il disgraziato è stato graziosamente rimesso al suo posto, e credo che tu sia molto contenta ^^ Bacione a presto!

 

KissMe: non sei mai banale, tranquilla ^^ Sai, quando la natura chiama… XD Un bacio!

 

Fefy88: sisi, tu sei molto felice XD Besitos picci XD

 

Tay_: ehm, sì, sono un po’ ferma.. ma ho troppe cose a cui pensare adesso, quindi ho poco tempo e poca voglia di scrivere. Per quella ficcy, se mi dici il titolo, vedo cosa posso fare. Poi al limite te la traduco senza pubblicare.. anche se sai che detesto le Tropay ^^ Un bacio!!

 

Selphie: povero Ryan, lui se le passa tutte XD Brava, hai indovinato chi ha visto Gabriella XD Besos

 

Satine93: addirittura due recensioni, grazie ^^ La festa di Sharpay era la più adatta ad una cosa del genere.. perdizione addirittura, esagerata XD Grazie a te, comunque^^ Kiss

 

Alexya379: calmati, tesoro XD Micio, mi piace questo modo di dire XD Nono, è una cosa ultraseria, giuro! Beh, Ryan ci passerà sopra… è grande, in fondo ^_^’’ Ah, adesso hai il permesso per torturare l’essere immondo, anche se ne ha prese abbastanza XD Kisses

 

Giorgy: l’alcol fa miracoli (e non ne parliamo XD) Grazie e bacino!!

 

Angels4ever: addirittura commuovere?? *me gongola*  Troy è dolcissimooo!! *me sbava* Spero che anche questo ti sia piaciuto XD Per il tuo secondo “non commento” XD, sì, sto già scrivendo il seguito de “La mia migliore amica”. Il problema è che non mi piace ed ogni volta o mi blocco o riparto da capo XD Adesso vedrò cosa posso fare, anche perché ho altri due seguiti in attivo XD Bacioni cara!

 

Lovely_fairy: lo sooo che mi adori :D Troy è perfetto!! Pensa, una bella cosa a sei!! Eheheheh… Ah, quando vai all’anteprima, fai delle foto eh!!! Mi raccomando!! Poi le voglio!!! Altrimenti ti scuoio!!! Baci, ti voglio bene ^^

 

Kikka93: Sharpay e Chad sono una coppia di geni del crimine perfetta XD Jacob ha fatto la sua ricomparsa qui.. e non dico che sia l’ultima XD Kiss

 

 

 

Grazie ancora a tutte, spero di tornar presto!! A proposito, questo è il penultimo capitolo che ho scritto: nel senso, il capitolo 34, che devo pubblicare, è completo, mentre il 35 ancora no! Quindi poi dovrete pazientare di più, perché tra la scuola, lo sport e gli amici non trovo più il tempo e la voglia di scrivere ^^’’ Scusate, ma va così!

 

Giuro però che non vi abbandonerò XD

 

La vostra

 

Hypnotic Poison

 

 

§§  Chad sbuffò e compose nuovamente il numero.

 

E ancora una volta una cortese e metallica voce femminile lo informò che il cliente da lui chiamato poteva essere spento o non raggiungibile.

 

“Uffa!!” buttò il cellulare sul letto, vi si stese sopra anche lui, coprendosi gli occhi con il dorso delle mani.

 

Non aveva trovato nemmeno Zeke, e ciò significava che avrebbe dovuto passare il resto della giornata da solo finchè sua madre non l’avrebbe chiamato per la quinta volta strillandogli di alzarsi dal letto e fare la valigia. §§

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Capitolo 34
*** 34. Più bella cosa ***


34

34. Più bella cosa

 

“Papà, ti prego, ti scongiuro!”

 

Troy guardò il padre con gli occhi da cucciolo bastonato, congiungendo le mani come quando si prega.

 

Jack Bolton sospirò e si girò verso la cucina: “Lucille! Puoi venire qui un attimo?”

 

La moglie uscì asciugandosi le mani in uno strofinaccio: “Che succede?”

 

“Troy vorrebbe che noi gli lasciassimo la casa vuota la vigilia di Natale per invitare Gabriella.” spiegò.

 

Lucille alzò un sopracciglio: “E che ci vuoi fare con Gabriella la vigilia di Natale con la casa vuota?”

 

Troy arrossì vistosamente: “MAMMA! Voglio solo cenare con lei e darle il mio regalo!”

 

La madre incrociò le braccia al petto: “E quale sarebbe il tuo regalo?”

 

Il figlio compì lo stesso gesto: “Non quello che stai pensando tu.”

 

I due genitori si guardarono negli occhi: “Che facciamo?” domandò Lucille.

 

Jack fece spallucce: “Io credo che dovremmo. Sono abbastanza grandi e responsabili. Noi potremmo andare a cena fuori.”

 

“Perché non andate dalla nonna?” propose invece il più giovane dei Bolton “In fondo, si lamenta sempre che non l’andate mai a trovare! Fate la vostra cenetta romantica e poi andate da lei.”

 

Sua madre gli lanciò un’occhiataccia: “Tua nonna abita abbastanza lontano, Troy.”

 

“Dai mamma, ti scongiuro! Prometto che non faremo niente di male! L’ha detto anche papà che siamo responsabili!”

 

“Già, così responsabili che ancora ti sfracelli dalle scale come quando avevi cinque anni!” lo riprese squadrandogli le ferite ancora non scomparse.

 

Il coach Bolton si schiarì la gola: “Dai, Lucille, ha ragione. Lasciamoli festeggiare. Anche noi l’abbiamo fatto quando avevamo la loro età!”

 

La moglie sospirò: “Va bene, d’accordo. Ma vedete di non combinare disastri, d’accordo? Me ne basta uno di bambino in arrivo!”

 

Troy incrociò le braccia dietro la testa: “Ehi, voi avete deciso che ‘avevo bisogno’ di una sorellina, quindi non è colpa mia!” scherzò, accennando al pancione di otto mesi che Lucille sfoggiava contenta.  

 

Loro gli lanciarono un’occhiataccia ed uscirono dal salotto, lasciandolo solo a festeggiare.

 

-Perfetto!- pensò, improvvisando una specie di balletto –Ora devo solo convincere Zeke a darmi una mano e per dopodomani sarà tutto a posto!-

 

Prese il giubbotto di jeans abbandonato sulla sedia e gridò correndo verso la porta: “Vado da Gabriella, torno per cena, ciao!”

 

S’infilò nel suo furgone e partì velocemente, raggiungendo casa Montez in pochi minuti.

 

Fischiettando, suonò il campanello ed aspettò che qualcuno gli andasse ad aprire.

 

Dopo qualche istante, Gabriella comparve davanti a lui con un neonato in braccio.

 

Whoa!” esclamò ridendo “Non è nostro, vero?”

 

La mora rise, dandogli un veloce bacio sulle labbra: “No, scemo! È mia cugina Penelope, la figlia del fratello di mio padre. Sono venuti a trovarci per le vacanze di Natale.”

 

Si fece da parte e lo fece entrare, portandolo poi in salotto dai suoi parenti: “Zio, zia, lui è Troy.”

 

Un uomo alto e molto simile al padre di Gabriella si alzò e gli tese la mano: “Piacere, Pablo. Mio nipote ha parlato molto di te, nelle tre ore da cui siamo qui.”

 

“Molto piacere!” Troy sorrise, lanciando un’occhiatina divertita alla sua ragazza, che era arrossita.

 

“Io sono Carmen,” si presentò anche la zia di Gabriella “Però non ti ha reso abbastanza giustizia. Tesoro, non mi avevi detto che era così bello!”

 

La mora divenne color peperone, mentre il ragazzo rideva imbarazzato.

 

“Ragazzi, perché non andate in cucina?” intervenne il signor Montez, salvandoli “Così lasciate noi vecchi ai nostri discorsi noiosi!”

 

“Vecchio sarai tu, Juan!” lo rimbeccò il fratello, scatenando altre risate.

 

Gabriella prese per mano Troy e si chiusero al sicuro nella cucina.

 

“Scusali,” borbottò la ragazza “Ma tutti i miei parenti sono un po’ strani.”

 

“Di niente.” il castano la osservò mentre cullava dolcemente Penelope “Quanto ha?”

 

“Un mese e dieci giorni. È la prima volta che la vedo, anche perché i miei zii abitano a Chicago.”

 

“Non ti somiglia molto.”

 

Gabriella rise: “Per forza, è solo mia cugina! Anche tu non assomigli a tuo cugino, vi ho visti in foto.”

 

“Okay, okay!” rise lui, alzando le mani “Allora… hai programmi per la vigilia? La sera, intendo.”

 

La mora cambiò la spalla sulla quale aveva appoggiato la cuginetta: “Beh, al mattino sto con i miei zii, al pomeriggio pure. La sera dovrei essere libera. Perché?”

 

Troy sorrise malizioso: “Perché avrei organizzato una cenetta io e te a casa mia. Senza genitori e/o amici.”

 

“Mmm, proposta allettante, signor Bolton.” gli si avvicinò e si baciarono dolcemente, finchè la bambina non reclamò attenzione.

 

“Io dico che deve essere cambiata.” constatò il ragazzo, arricciando il naso.

 

Gabriella annuì: “La porto a mia zia!”

 

Rimasto solo, Troy sentì il cellulare vibrargli in tasca, e lo prese fuori. Era arrivato un messaggio di Chad: Uno contro uno al campetto del parco, che ne dici?

 

Sorrise, e digitò la risposta: Allora Taylor è partita?

 

Piantala di sfottere, amico. Comunque sì, è in montagna. Io vado domani. Allora vieni o no?

 

Il castano si morse un labbro: Sono da Gabriella adesso!

 

Gli sembrò quasi di sentire il sospiro del suo migliore amico: Ma va?!? Va beh, chiedo a Zeke, tanto la Regina è in vacanza con la famiglia. Ci si vede!

 

Rise sommessamente, giusto in quel momento ritornò la sua ragazza con in mano un sacchetto con dentro tanti pacchetti colorati.

 

“Questi sono per te da parte di Tay, Sharpay, Ryan, Kelsie e Martha. Mi hanno detto di darteli perché sicuramente ti avrei visto mentre loro non avrebbero fatto in tempo. E di là io ho i miei da dare ai ragazzi.” spiegò porgendogli la busta “Che cosa vuoi fare?”

 

Il ragazzo ghignò: “Un’idea ce l’avrei…”

 

Gabriella rise sentendo le sue labbra sul suo collo: “Che relazione intensa, un intero pomeriggio passato a baciarci!”

 

“Ehi!” Troy fece il finto offeso “Ci sono un sacco di ragazze che passerebbero volentieri un pomeriggio del genere con me!”

 

“Beh, io no!” tirò fuori le mani nascoste dietro la schiena e sorrise “Che ne dici?”

 

Lui alzò gli occhi al cielo: “Ancora quel film? Gabby, l’avremo guardato centinaia di volte!”

 

Ma lei l’aveva già preso per mano e lo stava trascinando fuori dalla cucina verso la sua camera: “Guarda che Hairspray è un bellissimo musical! John Travolta è perfetto nella parte di Edna! Per non parlare di Zac Efron, che è semplicemente magnifico!”

Il castano sbuffò, stendendosi sul letto ed incrociando le braccia dietro la testa: “Ma per favore! Vuoi dire che quel bellimbusto è più bello di me?”

 

La mora ridacchiò, accoccolandosi vicino a lui e facendo partire il dvd: “Se vi assomigliate anche!”

 

Troy le diede un buffetto: “Offendi poco, Montez. Io non assomiglio per niente a quello là! Sono molto, molto, molto più bello!”

 

Gabriella sorrise, appoggiò la guancia al suo petto, ed iniziarono a guardare il film.

 

 

###

 

 

Chad sbuffò e compose nuovamente il numero.

 

E ancora una volta una cortese e metallica voce femminile lo informò che il cliente da lui chiamato poteva essere spento o non raggiungibile.

 

“Uffa!!” buttò il cellulare sul letto, vi si stese sopra anche lui, coprendosi gli occhi con il dorso delle mani.

 

Non aveva trovato nemmeno Zeke, e ciò significava che avrebbe dovuto passare il resto della giornata da solo finchè sua madre non l’avrebbe chiamato per la quinta volta strillandogli di alzarsi dal letto e fare la valigia.

 

La realtà era che quando non c’era Taylor, lui davvero non sapeva cosa fare. L’aveva chiamata mezz’ora prima, ma erano stati poco al telefono perché poi Teresa l’aveva avvertita che era ora di uscire per andare a sciare.

 

Fino a pochi mesi prima l’idea di dipendere completamente da qualcun altro, specialmente donna, lo aborriva. Ma poi era arrivata Taylor, e gli aveva sconvolto il mondo.

 

Sospirò triste, come un bambino a cui hanno negato il gelato: “Uffa.”

 

In quel momento, qualcuno busso alla porta e qualche istante dopo comparve suo padre: “Figliolo, sarebbe una buona idea che tu iniziassi a fare la valigia.”

 

“Sì, papà.” rispose annoiato Chad, senza muoversi.

 

“Guarda che tra dieci minuti torna la mamma, ed inizia a strillare.”

 

“Sì, papà.”

 

“Lo dico per il tuo bene, figliolo, e per i miei timpani.”

 

“Sì, papà.”

 

Il signor Danforth sospirò: “D’accordo allora.”

 

Si chiuse la porta alle spalle e lanciò un’occhiata alla finestra del corridoio: il cielo si stava rannuvolando.

 

Sorrise e scosse la testa. Ci mancava solo il figlio meteoropatico… e disperatamente innamorato.

 

 

###

 

 

“Noi andiamo, Troy.”

 

Jack Bolton comparve sulla porta della sala da pranzo, dove il figlio stava allestendo un romantico tavolo per due con tanto di candele e petali di rosa.

 

“Va bene, ciao.” lo liquidò Troy, controllando se i piatti erano perfettamente allineati.

 

“Torneremo verso le due, d’accordo?” domandò Lucille, affiancando il marito.

 

“Okay, ciao mamma, ciao papà, ciao futura sorellina, buon divertimento e buon Natale.” Troy si spostò dall’altra parte, osservando la perfetta simmetria.

 

I due genitori sospirarono: “Comportatevi bene!” lo avvisò ancora un’ultima volta la madre prima di uscire.

 

Il figlio sorrise, guardò l’orologio che segnava le sette e mezza. Ancora trenta minuti e Gabriella sarebbe arrivata.

 

Zeke uscì in quel momento dalla cucina: “E’ tutto pronto, amico. Lascia le cose in forno finchè non arriva Gabby così non si raffreddano.”

 

Troy gli diede un cinque: “Grazie Zeke, per fortuna ci sei tu.”

 

Lui sorrise: “Di niente. Ora è meglio che torni, i miei mi staranno aspettando. Buon Natale, Troy!”

 

“Buon Natale, amico.” lo accompagnò alla porta e lo salutò con un ultimo cenno della mano.

 

Poi andò a controllarsi davanti ad uno specchio, sistemandosi il ciuffo ribelle e il colletto della camicia.

 

Controllò ancora la tavola, e si sedette in salotto. Dopo un minuto era già in piedi, a girare nervosamente per la stanza.

 

Sospirò per calmarsi, passandosi una mano tra i capelli.

 

La causa principale del suo nervosismo era il regalo che aveva scelto per Gabriella. Aveva paura di fare la figura del cretino, o di sbagliare qualcosa, o che a lei non piacesse.

 

Si sedette di nuovo e accese la TV, per poi spegnerla dopo cinque secondi.

 

-Bolton, sei un’idiota!- si disse –E’ solo un regalo!-

 

Ma in quel momento, il suono del campanello gli fece scoppiare il cuore a mille.

 

Scattò in piedi, corse attraverso il salotto e si fermò in scivolata davanti alla porta d’ingresso.

 

Fece la respirazione yoga che gli aveva insegnato Ryan, si spostò il ciuffo e finalmente aprì.

 

“Ciao piccola…” salutò in tono malizioso quando si trovò Gabriella sorridente davanti.

 

Si prese i suoi secondi ad osservarla: indossava una camicia bianca a maniche corte a sbuffo, una gonna a palloncino rossa e dei tacchi rossi, con una borsetta bianca tra le mani.

 

“Ciao Troy!” ridacchiò, notando come si soffermava sulle sue gambe e sulla scollatura della camicetta.

 

“Colori dei Wildcats, eh?” scherzò, prendendola per mano e baciandola dolcemente sulle labbra.

 

Gabriella sorrise: “No, colori di Natale!Ma ammetto che è opera di Sharpay…”

 

“Certo, certo,” Troy la condusse in casa, chiudendosi la porta alle spalle “Spero che tu abbia fame, perché davvero la cena è meravigliosa!”

 

“Hai cucinato tu?” gli domandò ironica la sua ragazza, guardandolo con un sorrisino.

 

Il castano le diede un pizzicotto scherzoso sul braccio: “Io ho apparecchiato!”

 

La mora si fermò stupita e felice sulla soglia del salotto: “E’ bellissimo, davvero.”

 

“Vieni!” il ragazzo le spostò la sedia e la fece accomodare, dandole poi un mazzo di rose “Buon Natale, Gab.”

 

Gabriella sorrise e annusò il profumo dei fiori: “Grazie, anche a te. Allora, che cosa ha preparato Zeke?”

 

Troy sgranò gli occhi: “Sono così prevedibile?”

 

Lei rise e annuì, così lui ghignò: “Prometto che dopo ti stupirò!”

 

La mora alzò un sopracciglio: “D’accordo…”

 

Iniziarono tranquillamente a mangiare, ridendo e mandandosi languide occhiatine, proprio in stile perfetti innamorati.

 

Ma più si avvicinava il momento dei regali, più Troy cominciava a preoccuparsi.

 

E quel momento arrivò più in fretta di quanto lui avesse previsto.

 

Sistemati i piatti vuoti dei dessert, Gabriella sorrise: “Ora ci sono i regali, vero?”

 

Il ragazzo, benchè nervosissimo, rise: “Certo, tranquilla. Forza, cosa mi ha portato, signorina Montez?”

 

Lei ghignò e gli porse un pacchetto avvolto in carta bordeaux con un fiocco blu: “Buon Natale, signor Bolton.”

 

Troy prese il pacchetto con curiosità, tastandolo: “Uhm… è morbido… è una maglietta?”

 

La mora gli fece un cenno con il capo: “Tu aprilo.”

 

Lo scartò e spalancò occhi e bocca: “Oh mio Dio. Gabriella, questa… questa è una maglia autografata di Micheal Jordan, il miglior giocatore di basket di tutti i tempi! Ma… ma come hai fatto? Sono anni che non gioca più!”

 

Gabriella rise e alzò le spalle: “Mio zio conosce l’amministratore delegato dei Chicago Bulls. Ha fatto qualche telefonata. Ti piace?”

 

Il ragazzo se la mise davanti, appoggiandola al petto: “Se mi piace? C’è da chiederlo? È semplicemente magnifica!”

 

“Sono contenta! Ora però tocca a te!”

 

Troy si alzò in piedi, la prese per mano: “Intanto, grazie.” le diede un morbido bacio “Secondo, siediti sul divano, io arrivo subito.”

 

Lei annuì e si accomodò, impaziente e curiosa. Pochi istanti dopo, vide il suo ragazzo tornare con in mano la sua chitarra acustica.

 

“Troy?” domandò senza capire.

 

Il castano le sorrise, si sedette sul tavolino di legno davanti a lei e imbracciò la chitarra: “So che forse non è il regalo che volevi, Gab, ma io ci tenevo, ecco. È una canzone per te, l’ho scritta tutta da solo, lo giuro, e si chiama Più bella cosa.”

 

Ed iniziò a cantare e suonare.

 

Com’è cominciata io non saprei

La storia infinita con te

Che sei diventata la mia lei

Di tutta una vita per me

 

Troy sorrise, guardandola arrossire e sorridere con gli occhi già un po’ lucidi.

 

Perché in fondo se l’erano promesso, che un giorno sarebbero stati per sempre l’uno dell’altra e viceversa.

 

Il loro inizio era stato strano, romantico, magico, e così sarebbe continuata sempre.

 

Ci vuole passione con te

E un briciolo di pazzia

Ci vuole pensiero perciò

Lavoro di fantasia

 

Gabriella sorrise. Forse davvero nemmeno lei era così facile da accontentare, romantica e sognatrice com’era.

 

Ma per fortuna Troy aveva abbastanza fantasia, pazzia e amore per farla divertire e farla sentire a suo agio sempre e comunque.

 

Ricordi la volta che ti cantai

Fu subito brivido sì

 

Si guardarono negli occhi ridendo, mentre il ricordo di quel Capodanno così speciale invadeva le loro menti, facendoli rabbrividire di piacere.

 

Ti dico una cosa se non la sai

Per me vale ancora così

 

Troy le fece l’occhiolino, facendola ridacchiare. Ogni volta che stava con Gabriella, ogni volta che la vedeva, la toccava, la baciava, sentiva dei brividi lungo la schiena, delle scariche elettriche che lo rendevano felice.

 

Ci vuole passione con te

Non deve mancare mai

Ci vuole mestiere perché

Lavoro di cuore, lo sai

 

I due ragazzi si fissarono negli occhi, senza riuscire a smettere di sorridere.

 

Cantare d’amore non basta mai

Ne servirà di più

Per dirtelo ancora

Per dirti che

 

Il ragazzo si riconcentrò sulle corde della chitarra. Eccola, la parte che rappresentava di più. Quella che gli era venuta più facile scrivere, ma forse anche la più intensa.

 

Più bella cosa non c’è

Più bella cosa di te

Unica come sei

Immensa quando vuoi

Grazie di esistere

 

Gabriella sorrise timidamente, sentendo altre piccole lacrime bagnarle le palpebre. Non riusciva a credere che Troy l’avesse davvero scritta tutta per lei, con quelle parole meravigliose.

 

Com’è che non passa con gli anni miei

La voglia infinita di te

 

Il castano ritornò a guardarla, con un sorriso imbarazzato. Sembrava che tutto stesse andando per il meglio. Che davvero stesse riuscendo ad esprimerle tutti i suoi sentimenti.

 

Cos’è quel mistero che ancora sei

Che porto qui dentro di me

 

Lui conosceva Gabriella, ed era quasi certo che il suo regalo stesse avendo successo. Anche se la sua ragazza molte volte ancora gli riservava delle sorprese.

 

Saranno i momenti che ho

Quegli attimi che mi dai

 

Perché ogni momento con lei era diverso, più bello, più magico. Con lei era sicuro di non annoiarsi mai.

 

Saranno parole però

Lavoro di voce lo sai

 

Ed ogni volta che sentiva il suo nome uscire dalle labbra rosee della ragazza, si sentiva il ragazzo più fortunato del mondo. Specialmente quando il suo nome era seguito da un meraviglioso Ti amo.

 

Cantare d’amore non basta mai

Ne servirà di più

Per dirtelo ancora

Per dirti che

Più bella cosa non c’è

Più bella cosa di te

Unica come sei

Immensa quando vuoi

Grazie di esistere

 

Troy sorrise di più, mettendo ancora più passione nel ritornello, mentre Gabriella riusciva addirittura contemporaneamente a ridere, piangere ed arrossire.

 

Più bella cosa non c’è

Più bella cosa di te

Unica come sei

Immensa quando vuoi

Grazie di esistere

 

Era davvero una delle cose più belle che mai le avessero dedicato. Ed il fatto che provenisse dal ragazzo che amava con tutto il cuore la rendeva ancora più speciale.

 

Grazie di esistere

Più bella cosa non c’è di te

Grazie di esistere

 

Troy posò la mano sulle corde e la canzone terminò nel più assoluto silenzio.

 

Si schiarì la gola, grattandosi nervosamente la base del collo domandò: “Ehm… allora, ti è piaciuto?”

 

Gabriella si asciugò le lacrime con il dorso della mano: “Troy. E’ il regalo più bello che qualcuno mi abbia mai fatto.”

 

“Davvero?”

 

Lei annuì e si inginocchiò davanti a lui, prendendogli le mani: “Grazie. Davvero, grazie.”

 

Il castano posò a terra la chitarra, dalla tasca prese poi un cofanetto quadrato blu: “Beh, non c’è solo questo, era troppo poco.” lo aprì, rivelando un bracciale d’argento con attaccati sei ciondoli.

 

La ragazza lo prese, la bocca spalancata, e Troy sorrise: “Guarda: ci sono una T e una G, le nostre iniziali. Un cuore, perché ti amo da morire e non smetterò mai di ripetertelo. Una palla da basket, così non ti scorderai di me. Una nota musicale, perché è grazie alla musica se ci siamo incontrati, e una stella, perché non c’è una stella in cielo che non possiamo raggiungere.”

 

La mora lo mise subito al polso: “E’ meraviglioso, Troy!”

 

Si baciarono dolcemente, finchè Troy non la spinse di nuovo verso il divano.

 

Gabriella ridacchiò: “Ma non tornano i tuoi?”

 

Lui scosse la testa, sfregando il naso contro il suo: “Oh, tornano abbastanza tardi.”

 

Lei rise e catturò ancora le sue labbra.

 

 

 

 

E anche questo è andato. Vi avviso, da ora dovrete aspettare perché non ho più capitoli XD

 

Domani esce HSM3 ragazze. Siete pronte?? Io lo vedrò lunedì, molto probabilmente.. quindi non anticipatemi niente!!!

 

Ringraziamenti time:

 

KissMe: Ash è ritornata al suo colore, ma non mi fa impazzire. La preferisco bionda XD Sharpay è una lottatrice nata XD Domani è il grande giorno!!! Baci!

 

Selphie: va solo in vacanza, tranquilla XD Ogni tanto anche Sharpay ha il suo momento dolce ^^ Kiss

 

Lovely_fairy: dai, Sharpay non è così male in fondo ^^ Peccato che non ci sei andata sigh.. però almeno non c’erano Zac e Vanessa ^^ Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto così tanto. Resisti per greco!! Baci tvb

 

Romanticgirl: hai ragione, forse dovevo essere più cattiva ^_^ Ma chissà.. ^^ Chad va solo in vacanza, don’t worry. Capitolo più romantico e tranquillo di così!!! XD Bacione!

 

Alexia379: mi piace la torturemobile, sisi XD Sharpay è andata davvero forte in quel capitolo XD Eeeh, averlo un padre come il coach Bolton ^^ Bacione!

 

Kikk93: Chad e Sharpay sono i geni del male XD In molte fic in inglese loro due stanno insieme, ma a me piacciono solo come nemici-amici in combutta XD Kiss

 

Tay_: non è un problema quella fic, giuro! Io ci vado il 3 novembre.. e Tropay non trionferà mai,  nono!! TROYELLA 4 EVER!!! Ahah, ok, calmiamoci XD A presto dear, baci!

 

Angels4ever: devo ancora finirlo il seguito di “La mia migliore amica”. Anche perché poi foooorse c’è n’è anche un altro XD Ma si vedrà XD Kisses

 

Fefy88: salve picci XD io penso di essere imbranata come loro, non sono mai andata a pattinare XD La vendetta a Jacob ci stava, anche da parte di Sharpay ^^ Besitos

 

Armony_93: ripeto, Chad va solamente a farsi una vacanzetta XD Per riprendersi dal pattinaggio, eheh! Uhm.. basta far picchiare Troy, altrimenti si rovina il suo bel visetto, e questo non va bene!! Baci!

 

Ciokina14: io AMO Troy Bolton!! *me appende striscione fuori dalla finestra* Ti dirò, io a quella conseguenza non ci avevo pensato, ma adesso… *me ghigna maligna* chissà che combino mwahahah. Nonononono, quei due non si lasciano. NON possono!! Anche perché altrimenti come fanno a fare il 4? XD   -sto prendendo seriamente in considerazione l'idea di bandirlo dalle mie "ancore di salvezza"- che cosa vuoi dire???? Non abbandonerai mica HSM, vero?!? Bacione!!

 

 

 

Ora vorrei anche ringraziare con tutto il cuore chi ha letto Tequila e lacrime di somewhereonlyiknow, da me tradotta:

 

Angels4ever: grazie davvero XD Baci

 

Angel_R: grazie anche a te XD

 

Tay_: su, dear, asciugati le lacrime ^^ Prometto, Amy, ne ho tradotte altre della stessa autrice (di prossima pubblicazione) che ti faranno morire dal ridere XD Grazie e a presto! Bacio

 

Lovely_fairy: ti prego, lascia stare quell’amico tuo, valà XD I complimenti sono spediti all’autrice XD Bacione!

 

Faboulos95: è bella perché è triste, credo ^^ Grazie davvero!

 

 

Naturalmente, altre recensioni sono sempre accettatissime, perché il lavoro per questa autrice è davvero uno a cui tengo molto!

 

Vi lascio senza anticipazioni perché il chappy 35 non è ancora finito ^^ Sorry, vi prego di pazientare XD

 

Bacioni a tutte

 

Hypnotic Poison

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Capitolo 35
*** 35. Anno nuovo, vecchi Wildcats! ***


35

35. Anno nuovo, vecchi Wildcats!

 

Sharpay era stesa sul suo enorme letto, rosa, piazzato nel centro della sua immensa camera da letto, rosa, intenta a leggere una rivista di moda, mangiucchiando nel frattempo qualche biscotto.

 

All’improvviso, qualcuno bussò velocemente alla sua porta, rosa.

 

Sbuffò e scese dal letto, sistemandosi velocemente la gonna, verde e rosa, e i capelli raccolti in due trecce.

 

Aprì la porta, e il sorriso che aveva fatto si tramutò in una smorfia di terrore: “Rebecca?!”

 

“Ciao Sharpay!” strillò Abby felicemente.

 

La bionda la osservò: indossava ancora un cappotto leggero, una sciarpa di cotone e un cappello di cotone nero in testa. E si odiò mentalmente quando ammise a se stessa che stava davvero bene.

 

“Che cosa vuoi?” domandò acida.

 

Rebecca sorrise: “Sono venuta a salutarti! Sai, i miei genitori hanno deciso che ormai è tempo che ritorni a casa!”

 

“T-tu parti?” boccheggiò l’altra incredula.

 

La rossa annuì: “Sìsì, sto partendo proprio ora! Ho salutato Ryan, i tuoi genitori, Troy, Gabriella, Chad e Taylor e poi sono venuta a salutare te!”

 

“Oh, molto gentile!” Sharpay ghignò malefica “Allora arrivederci Rebecca, piacere di averti conosciuta, ci sentiamo eh!” e senza attendere oltre, le sbattè la porta in faccia.

 

Contò silenziosamente fino a dieci, ascoltando i passi che si allontanavano lungo le scale, la porta che si chiudeva, e poi iniziò a saltare e strillare di gioia come una matta su letto.

 

“Che cosa succede?” suo fratello entrò in quel momento, sul viso un’espressione curiosa.

 

“E’ partita!!” strillò la bionda, lanciando le braccia al cielo.

 

“Ah. Parli di Rebecca.”

 

La sorella scese dal letto, gli posò una mano sulla spalla e sorrise: “Oh, Ryan, non fare quella faccia triste. Non è mica morto nessuno. Finalmente quella guastafeste è ritornata a casa, e tu potrai occuparti a tempo pieno di Martha.”

 

Ryan le lanciò un’occhiataccia: “Sharpay. Non era così male, e lo sai.”

 

Lei scosse le spalle: “Che ci vuoi fare, io ho i miei gusti.” poi battè le mani “Sei pronto per domani sera?”

 

Il biondo si accigliò: “Che cosa?”

 

Sharpay alzò gli occhi al cielo: “Domani è Capodanno, Ryan! Non penserai mica di startene rintanato in casa a piangerti addosso, vero? Perché io di certo non ti farò compagnia! Domani si fa a festeggiare!”

 

Il fratello sospirò: “Temevo che avresti detto così.”

 

Lei rise: “Sento che questo sarà un ottimo anno, fratellino. Proprio ottimo.”

 

 

###

 

 

“Domani sarà ufficialmente il primo anno da non-Wildcat.” Troy e Chad camminavano per il parco, una di quelle passeggiate tra uomini che non facevano da tanto.

 

Entrambi tenevano le mani nelle tasche, e si passavano un sasso calciandolo con i piedi.

 

“Non dire così, fratello,” replicò il ricciolino “Chi nasce Wildcat, rimane Wildcat. Per sempre. Anche se gioca con la maglia dei Red Hawks.” [Licenza da HSM3!!! Nda XD]

 

Troy sorrise, i capelli castani tenuti indietro da una bandana blu: “Giusto. Ehi, ma sai che stai proprio diventando un poeta?”

 

Chad gli diede una spinta scherzosa: “Parla per te! Taylor mi continua a guardare male perchè non le ho fatto un regalo romantico come quello che hai fatto tu a Gabriella! Lo sai che la tua piccola Einstein non ha fatto altro che parlargliene per giorni?!”

 

Il castano allargò le braccia: “Oh, lo so, sono il ragazzo perfetto! Chi non mi vorrebbe?”

 

Il suo migliore amico scosse la testa: “Tu scherzi, ma ci sono decine e decine di ragazze che vorrebbero uscire con te. Sia ancora alla East High, sia all’università. Mi meraviglio che non ti sei montato la testa, Bolton.”

 

“Come invece hai fatto tu, Danforth!”

 

“Ehi!” gli diede una pacca sul bicipite muscoloso “Ero il secondo ragazzo più popolare della scuola. Se avessi avuto anche io gli occhioni blu ti avrei battuto!”

 

“Già, certo come no!” ripresero a camminare, costeggiando il laghetto “Chad… hai mai fatto qualcosa solo perché te lo diceva l’istinto?”

 

Chad lo guardò di sottecchi: “Beh, certo, alcune cose sì. Tipo tirare da fuori area anche quando sei marcato da tre giocatori?”

 

“Sì, ma non dico solo quello! Non pensare al basket. Pensa… pensa ad una richiesta, per esempio! Ad una domanda che fai perché ti viene naturalmente fuori dalle labbra!”

 

Il ragazzo di colore si fermò: “Amico, mi sono perso. Che cosa vuoi dire?”

 

Troy fissò lo sguardo a terra, muovendo nervosamente la gamba, poi prese fiato e rivelò: “Ho chiesto a Gabriella di sposarmi, Chad.”

 

Il suo migliore amico sgranò gli occhi: “COSA?!? Ma… ma quando?!”

 

“Il mattino dopo la festa di Sharpay. Mentre caricavo le cose in macchina.”

 

Chad sbuffò: “A parte che il tuo pick-up non è degno di essere chiamato macchina… come ti è venuta in mente una cosa del genere?!”

 

Il castano agitò le mani in aria: “Te l’ho detto, è stato l’istinto! Eravamo appena tornati insieme dopo… beh, quella storia, e mi è sembrata come se fosse l’unica possibilità per non lasciarla scappare più.”

 

Il ricciolino rimase a bocca aperta: “Wow. Non me lo sarei mai aspettato, o almeno non adesso. E allora com’è che non vedo un bell’anello splendente al dito di Gabry?”

 

“Beh, perché quando gliel’ho chiesto un anello non l’avevo, perché avevo deciso di chiederglielo solo cinque minuti prima di farlo. E poi, perché non è ancora una cosa così ufficiale. Prima finiremo il college e tutto.” spiegò lui.

 

L’altro scoppiò a ridere, dandogli una pacca sulla spalla: “E bravo Troy! Però prometti che io sarò il tuo testimone!”

 

Troy arrossì: “Certo, sicuro. Però, mi raccomando, acqua in bocca, fratello! Soprattutto con Taylor!”

 

Chad allargò le braccia: “Ehi. Come se avessi mai rivelato un tuo segreto. Sarò una tomba. Promesso.”

 

Gli tese la mano, il castano la strinse e lo tirò a sé, nel loro saluto caratteristico, spalla contro spalla.

 

Un saluto da fratelli, che non sarebbe cambiato mai. Come la loro amicizia.

 

 

###

 

 

Gabriella scorse velocemente il suo armadio, alla ricerca di qualcosa da mettere per la serata.

 

Inutile, essere amica di Sharpay ti portava anche a quello. Sorrise tra sé, ripensando ai bei momenti in cui non aveva problemi su cosa indossare.

 

Beh, era anche vero che a quei tempi non aveva Troy. Ci teneva ad essere sempre ben vestita ed in ordine, ma quando c’era lui soprattutto.

 

Certo, sapeva che l’amava anche quando girava con i suoi boxer e una maglia di cinque taglie più grandi (anzi, sapeva che l’amava davvero molto quando girava con i suoi boxer), ma le piaceva vedere come la osservava quando si metteva un vestito piuttosto che un altro.

 

Udì un lieve bussare e si voltò verso la porta della sua camera, dove sostava suo papà con un piatto in mano: “Crisi pre-festa?” ridacchiò.

 

La figlia sorrise, ritornando a scorrere gli abiti: “No, solo un po’ di indecisione!”

 

Juan entrò, allungandole il piatto: “Che ne dici di un bel panino? Sono già le quattro e mezza, da piccola facevi sempre merenda a quest’ora.”

 

La mora storse il naso: “No, grazie, papà, non ne ho molta voglia. Però puoi lasciarlo sul comodino, se vuoi. Magari lo mangio prima di uscire.”

Lui le si avvicinò: “Che hai fatto, piccola? Mangi così poco, ultimamente.”

 

Gabriella scosse la testa: “La mamma lo chiama stress da studio. Sono così impegnata con l’università che quasi mi viene la nausea a pensare al cibo! Ma non ti preoccupare. C’è Zeke che mi rimpinza di dolcetti!”

 

“Okay, va bene. Che programmi hai per la serata?”

 

Lei si strinse nelle spalle: “Si festeggia Capodanno. Siamo tutti alla mercè di Sharpay, penso.”

 

“Mi è simpatica, quella ragazza. E’ forte, anche se devo dire che la sua personalità spicca davvero. Ti passa a prendere Troy, immagino.”

 

“Perché sento il sarcasmo nella tua voce, papà?” ridacchiò la figlia, osservando un vestitino bianco.

 

“Oh, niente…” replicò Juan, uscendo con le mani in tasca “E’ solo che lo vediamo così poco, quel ragazzo…”

 

Gabriella rise, e scosse la testa.

 

Era ora di prepararsi per festeggiare, anche se in fondo al suo cuore, per lei che non era una festaiola e non amava troppo stare in mezzo alle persone, il Capodanno perfetto risaliva a due anni prima…

 

 

###

 

 

“All you need is love, all you need is love, all you need is love, love, love is all you need!” Sharpay alzò il pugno in aria mentre lei e Gabriella cantavano a squarciagola quella canzone, barcollando a braccetto per le strade di Albuquerque.

 

Davanti a loro, Kelsie e Jason si rincorrevano, cercando di bagnarsi con delle bottiglie di birra.

 

Dietro di loro, Troy e Zeke ridevano a crepapelle per qualche sconosciuta ragione, mentre qualche metro più dietro Chad e Taylor si baciavano forsennatamente senza smettere di camminare.

 

We are living in a yellow submarine!” attaccò Gabriella, proprio mentre Ryan e Martha sfrecciavano accanto a loro in preda alle risate, su una bicicletta presa chissà dove.

 

Per farla breve, era la notte di Capodanno (anzi, per essere più precisi, le quattro del mattino) ed erano tutti e dieci sbronzi.

 

Erano andati ad una festa organizzata da un loro vecchio amico e, ben sapendo che i loro genitori sarebbero stati fuori anche loro, non avevano badato a quanto bevevano, sentendosi liberi. Perfino Chad e Troy, i due che solitamente resistevano di più, erano partiti.

 

Naturalmente, l’input (o la minaccia) di andare a quella festa era partito da Sharpay. Perché doveva ammettere che, per quanto inferiori a lei potessero essere i suoi ex compagni di liceo, quando si trattava di feste, sapevano fare eccome.

 

“Guardate!” strillò improvvisamente Kelsie, che si era fermata per riprendere fiato “C’è una mucca in mezzo alla strada!”

 

Ma la mucca non era altro che una povera signora nottambula con il cane al guinzaglio, che sentendo le risate da pazzi di quel gruppo, si allontanò il più velocemente possibile.

 

Proprio in quel momento, Jason raggiunse la sua ragazza e le versò la birra in testa, provocando altre risate.

 

Taylor, staccatasi dal Chad, raggiunse le due cantanti e si mise anche lei a braccetto, partecipando al coretto.

 

Coretto che poi si allargò quando tutti e dieci si unirono come una catena, cantando dai maggiori successi dei Beatles alla sigla di Hanna Montana, passando per l’inno americano e quello dei Wildcats.

 

Finalmente, arrivarono a casa di Troy, buia e vuota, e si accalcarono tutti davanti all’entrata.

 

“Non riesco ad infilare la chiave…” ridacchiò il castano, che vedeva tripla serratura e non trovava quella giusta.

 

Sharpay gli strappò la chiave di mano e, tastando con le mani dalla perfetta manicure, riuscì nel suo intento.

 

Aprì la porta e Gabriella, che vi era appoggiata, cadde lunga distesa sul pavimento.

 

Seguirono cinque secondi di silenzio, poi la mora iniziò di nuovo a ridere, subito seguita dai suoi amici.

 

Si trascinarono come una mandria su per le scale, tentando di raggiungere incolumi la camera da letto, ma quando fecero per entrare, Troy spalancò le braccia e gridò: “Alt! Il mio letto è troppo piccolo!”

 

E senza aggiungere altro, si spostarono tutti verso la camera dei signori Bolton.

 

 

###

 

 

“Io dico che erano tutti ubriachi.”

 

“Ah, chissà quanto avevano bevuto a quella festa, senza ‘vecchi’ tra le scatole!”

 

“Avranno fatto un sacco di casino.”

 

“Beh, almeno sono a letto vestiti.”

 

I signori Bolton erano in piedi nell’ingresso della loro camera, e commentavano pacificamente la scena davanti ai loro occhi.

 

Erano tornati cinque minuti prima dall’albergo in cui avevano passato il Capodanno due anni prima e, entrati in casa, avevano seguito la strana scia di scarpe, borse e persino un pallone da basket, fino in camera loro, dove avevano trovato loro figlio e i suoi amici che dormivano pesantemente.

 

Lucille guardò l’orologio: “Sono le due del pomeriggio. Dovremmo svegliarli, non credi?”

 

Jack ridacchiò: “Se ci riesci…”

 

Lei alzò un sopracciglio: “Torno subito.”

 

Mentre la moglie andava a cercare qualcosa nello sgabuzzino, il coach Bolton ritornò a guardare i ragazzi, e gli scappò un sorrisetto.

 

Erano teneri, a modo loro.

 

Chad era nel bel mezzo del letto, con Taylor sul suo petto a destra e Gabriella a sinistra.

 

Lei era abbracciata da dietro da Troy, sulle cui gambe dormiva Ryan.

 

Martha aveva appoggiato la testa sulla pancia del biondo, permettendo così a Kelsie e Jason, abbracciati, di utilizzare le sue gambe come cuscini.

 

Infine Sharpay, che dormiva accanto a Taylor, con Zeke alle sue gambe.

 

Lucille ritornò in quel momento, brandendo una trombetta acustica [Avete presente quegli affari che si usano negli stadi per fare casino? Oppure in barca? Ecco, quelle! Nda].

 

Jack la guardò e sogghignò: “Però sei crudele!”

 

Lei rise: “Credo che non ci sia altro modo!” e premette forte il pulsante rosso.

 

Il suono acuto e fastidioso rimbombò per la casa, e i dieci ragazzi saltarono su come molle, decisamente spaventati, strillando.

 

Così bruscamente che Troy e Zeke caddero addirittura dal letto.

 

“Aaaaaah che succede!?!” gridò Chad, temendo qualcosa tipo un attacco aereo.

 

“E’ ora di svegliarsi, pigroni! Sono le due del pomeriggio!” esclamò ad alta voce Lucille.

 

Tutti i ragazzi sospirarono esasperati, e si ridiscesero pesantemente.

 

“Mamma.” ringhiò Troy, arrampicandosi faticosamente sulle coperte “Ti sembra questo il modo si svegliare delle persone?! Non farlo mai più.”

 

La madre scosse la mano: “Forza, vi voglio giù dal letto in un quarto d’ora! E niente storie!”

 

Ryan si passò una mano sugli occhi: “Non ho la forza di alzarmi. Ma cosa diavolo ci avevano messo nel ponch?”

 

“Non è stato solo il ponch, fratellino,” rispose Sharpay, mettendosi seduta sul letto con il viso cadaverico “Sono state la vodka, la birra e quell’altra cosa di colore rosso…”

 

Gabriella si alzò in piedi barcollando: “Mai. Più. Piuttosto torno a fare il karaoke!”

 

Il suo ragazzo ridacchiò, aggrappandosi ad un’anta dell’armadio per raggiungere incolume il corridoio: “Come se ti fosse andata male!”

 

“Fermi, voi due!” esclamò Chad “Non iniziate a tubare ora o giuro che vomito qui!”

 

La mora fece una smorfia: “Io sì, invece…” e corse verso il bagno.

 

“Allora, volete scendere o devo venirvi a prendere io?” all’ennesimo richiamo di Lucille, gemettero tutti e con fatica raggiunsero il piano di sotto.

 

“Ecco qua, bevete.” Jack diede loro dei bicchieri colmi d’acqua “Facciamo che noi non abbiamo visto niente, d’accordo?”

 

“Grazie, coach,” borbottò Jason “Ci sarebbe mancata solo la sgridata dei nostri…”

 

“Gabriella, cara, stai bene?” domandò preoccupata la signora Bolton vedendola entrare in cucina pallida e stanca.

 

Lei annuì, sedendosi vicino a Zeke: “Sì, è solo la nausea…”

 

La madre di Troy scoccò un’occhiataccia a tutti loro: “Ragazzi, non vorrei sembrarvi la solita matusa, però…!”

 

“Mamma, ti prego!” la rimbeccò il figlio “Se non lo vuoi essere, allora niente predica! Come se non avessi mai preso una sbronza a Capodanno da diciottenne…”

 

“Chissà come sarà questo nuovo anno…” si chiese dopo qualche istante di silenzio Taylor.

 

Kelsie fece una smorfia: “Come inizio non è stato il massimo…”

 

“L’importante è rimanere come siamo. Rimanere una squadra, nel bene e nel male.” tutti annuirono al discorso di Troy “Siamo Wildcats, ricordatevelo.”

 

Chad tese la mano al centro del tavolo: “Anno nuovo, vecchi Wildcats!”

 

Tutti sorrisero e misero le mani sopra la sua: “Anno nuovo, vecchi Wildcats!”

 

 

Ecco qui il nuovo capitolo di Wildcats forever! Non vi ho nemmeno fatte aspettare molto, visto? Questo perché HSM3 mi ha ridato la carica, come credo un po’ a tutte XD

 

Ma non fatemi parlare del film che altrimenti non la smetto più ^^

 

Ringraziamenti:

 

Alexia379: ci contavo nel pezzo in cui critica Zac, ho sempre sognato di metterlo XD Comunque ha torto marcio, Zacchino è troooppo bello XD Bacioni

 

Romanticgirl: grazie davvero XD HSM3 l’hai visto, vero? bacione!

 

Lovely_fairy: io a Natale spero di avere HSM3 XD Così ho una specie di “regalo di Troy”, eheh XD Lucille pensa male e fa benissimo X3 Un bacione

 

Ciokina14: lo sapevo che il regalo di Troy ti sarebbe piaciuto, sisi ^^ Ci penso, alla conseguenza, ci penso (mwahahahah) Bacione!

 

Tay_: io sono molto fiera di te perché stai scrivendo una Troyella XD E loro due nel tre sono super XD Adesso vedo per la fic! Kisses!

 

Angels4ever: non ti preoccupare, meglio tardi che mai XD Noo, per l’anello è ancora presto XD Bacio!

 

Faboulos95: eeh peccato che non si trovino dei ragazzi così ^^ Ecco perché scrivo di Troy, eheh ^^ Davvero la storia sembra vera? Grazie!! Baci!

 

Armony_93: scusa per il collasso X3 Visto, un bel pezzo tutto per te sull’amicizia tra Chad e Troy! ho pensato a te e alla tua nuova ficcy mentre lo scrivevo XD Io sono riuscita a non commuovermi, c’erano delle mie amiche che non lo apprezzano (bah), quindi mi sono trattenuta ^//^ Ma è stato emozionantissimo! Risolto il problema msn! Baci!

 

Kikka93: io l’ho visto subito, il 31, appena è uscito!! Non ho potuto resistere.. è vero, Troy e Gabriella sono davvero mooolto dolci XD Però sono così cariiinii XD E’ inutile chiedermi se mi è piaciuto, perché l’ho ADORATO. Ma devo rivederlo assolutamente, una volta sola non basta! Un bacione!!

 

 

Grazie anche a chi ha commentato Can’t buy me love: lovely_fairy, romanticgirl, Titty90, Angel_R, Tay_, lovejero.

 

Anche stavolta mi dispiace lasciarvi senza anticipazioni e vi chiedo di avere pazienza!

 

Un bacione

 

Hypnotic Poison

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Capitolo 36
*** 36. Ritorno alla East High ***


Spero che anche questo vi sia piaciuto XD Mi sa che però ci stiamo avvicinando alla fine, oops XD

36. Ritorno alla East High

 

La casa della famiglia Bolton, quel giorno, era stranamente rumorosa.

 

Non si sentiva Lucille che canticchiava mentre preparava il pranzo, o la radio a basso volume che teneva compagnia a Jack mentre studiava nuovi schemi per i Wildcats, oppure i rumori di Troy che giocava a basket nel campetto.

 

No, quella mattina, c’era un rumore che sovrastava tutti gli altri: il pianto disperato di una bambina.

 

“Maddie, Maddie, ti prego, stai buona…” pregò Troy, cullando la sorellina di una settimana “MAMMA!”

 

“Arrivo, arrivo! Non glielo puoi cambiare tu, il pannolone?”

 

Il castano spalancò gli occhi terrorizzato: “NO! Non erano questi i patti!”

 

Gabriella, che per la prima volta nella vita rimpiangeva di essere andata il sabato mattina dal suo ragazzo, sbuffò e prese la bambina: “Faccio io!”

 

Appoggiò Maddie sul fasciatoio e iniziò a cambiarla, sotto gli occhi disgustati del suo ragazzo, cantandole una canzoncina per calmarla.

 

“Grazie al cielo ci sei tu, Gabriella,” Lucille entrò in quel momento, con in mano un biberon “Sei davvero un angelo!”

 

La mora arrossì: “Si figuri, signora Bolton. Ho accudito mia cugina Penelope per tutto il tempo in cui è stata qui, e poi mi piacciono i bambini. È un piacere aiutarla.”

 

“La senti, Troy? Altro che te e tuo padre! Tutti carini e gentili, invece nel momento del bisogno fate le femminucce schizzinose!” sgridò suo figlio.

 

“Lucille, ti prego, non ricominciare!” Jack Bolton entrò in quel momento, in testa un cappellino dei Wildcats e la posta in mano “Ti prometto che il prossimo cambio lo faccio io!”

 

Poi allungò una busta al figlio: “Tieni, è per te!”

 

Troy la prese e la rigirò tra le mani: “Viene dalla East High?” domandò stupito.

 

Il padre annuì: “Te l’avrei voluto dire io, ma il Preside Matsui ha preferito che le cose fossero più ufficiali.”

 

Il castano l’aprì velocemente, ed iniziò a leggere il contenuto ad alta voce: “Caro signor Troy Bolton, il nostro consiglio d’istituto ha organizzato una sorpresa che speriamo sia piacevole per i maturandi dell’ultimo anno.

Visti i grandi successi nella nostra scuola, abbiamo perciò stabilito con i Rettori delle vostre Università che alcuni studenti dell’anno passato torneranno per due settimane nella nostra scuola per insegnare  ai nostri allievi attuali e partecipare ad alcune delle vostre vecchie lezioni.

In più, essendo lei stato il capitano dei Wildcats, avrà l’opportunità di giocare una partita tra vecchie glorie, contro i West High Knights.

Se accetterà la proposta, la aspettiamo lunedì prossimo.

Con sincero affetto,

Dave Matsui.

 

“Ce n’è una anche per te, Gabriella.” spiegò sorridendo Jack quando Troy ebbe finito.

 

“Wow!” esclamò il figlio, rileggendola velocemente “Non era mai successa una cosa del genere, vero?”

 

Il coach scosse le spalle: “Solo una volta, tanti anni fa. Tu eri ancora alle elementari.”

 

“Chi altri sono stati invitati?” domandò Gabriella.

 

“L’intera squadra dei Wildcats dell’anno scorso, più Taylor McKessie, Kelsie Nielson, Martha Cox e i gemelli Evans.” elencò il signor Bolton.

 

Troy si voltò verso la sua ragazza, sorridendo: “Ci andiamo, vero?”

 

Lei sorrise ed annuì: “Certo che sì!”

 

“Grande! Chiamo Chad!”

 

 

###

 

 

“Wow. Non è strano, trovarsi di nuovo qui?”

 

Tutta la vecchia compagnia dei Wildcats stava davanti alla porta d’entrata della loro vecchia scuola.

 

“E’ fantastico, invece!” esclamò Kelsie, osservando l’imponente costruzione con un sorriso.

 

Taylor lanciò un’occhiata al grande orologio: “Credo che sia ora di entrare, il preside Matsui ci starà aspettando.”

 

Prese la mano di Chad e tutti insieme varcarono la soglia, entrando nell’atrio affollato di studenti.

 

Nonostante la ressa che c’era, improvvisamente cadde il silenzio, poiché tutti si erano fermati a guardarli.

 

“Ehm… che sta succedendo?” bisbigliò Chad.

 

La risposta si levò come un mormorio scioccato dalla folla: “Oh. Mio. Dio. Quello è Troy Bolton!”

 

“E c’è anche Chad Danforth!”

 

“Non ci credo, lei è Sharpay Evans!”

 

Gabriella strinse il braccio di Troy: “Penso che ci convenga andare prima che si mettano ad inseguirci.” sussurrò.

 

Il castano la prese per mano: “Di qua, forza.”

 

Sgusciarono per un corridoio a destra, quasi correndo: “Mi ero dimenticato di questo particolare,” ringhiò tra i denti “Non è passato abbastanza tempo?”

 

“No, se i vostri poster giganti sono ancora appesi ai muri!” osservò critica Taylor.

 

Si fermarono di botto davanti alla foto gigante dei vecchi Wildcats, scioccati.

 

“La squadra di quest’anno non ha vinto il campionato. Anzi, diciamo che non si è neppure avvicinata alla qualificazione.” continuò lei “Per questo vi considerano delle specie di ‘eroi’. Ecco anche perché vi hanno proposto di fare un’ultima, grande partita contro i West High Knights. Sperano che possiate dare fiducia alla squadra.”

 

Il suo ragazzo la guardò stranito: “Ma come fai a sapere tutte queste cose?”

 

Taylor si incamminò di nuovo lungo il corridoio, scoccandogli un’occhiata da sopra la spalla: “Io ragiono, Chad.”

 

“Ci possiamo muovere, per favore?” esclamò nervoso Troy “Si stanno avvicinando, lo sento.”

 

Sharpay alzò gli occhi al cielo, mentre velocizzavano il passo: “Dio, Bolton, come sei così preso da te. Non sono mica cavallette.”

 

Gabriella ridacchiò, ben sapendo quanto Troy odiasse essere attorniato da una banda di teenagers impazzite per il livello troppo elevato di ormoni.

 

Finalmente, per una serie di vie traverse, raggiunsero incolumi l’ufficio del preside.

 

“Avanti, avanti!” chiamò, dopo che ebbero bussato.

 

I dieci ragazzi entrarono nello studio familiare, e furono accolti da un grande sorriso: “Che piacere rivedervi, ragazzi!” esclamò il preside.

 

“Il piacere è tutto nostro, Preside Matsui. Siamo davvero felici di essere di nuovo qui.” rispose Martha sorridendo.

 

“Ne sono compiaciuto. Ora, se volete sedervi, vi spiegherò per bene il motivo per cui siete qui e cosa dovreste fare.”

 

I Wildcats presero posto, Gabriella e Kelsie sedendosi rispettivamente sulle gambe di Troy e Jason perché non c’erano più sedie, ed il preside riprese: “Come avrete letto dalle lettere che vi sono arrivate, avete ottenuto un permesso speciale per passare due settimane qui alla East High. Il motivo di questa scelta è semplice: vogliamo che i nostri ragazzi abbiano in prima persona l’esperienza di incontrare qualcuno che, uscita dalla nostra scuola, ha intrapreso la strada del college. E, siccome voi siete abbastanza, come dire, famosi nel nostro istituto, abbiamo deciso di scegliervi. Ma non nego che ci sia anche un altro problema.”

 

Matsui si tolse gli occhiali e si strofinò le tempie, come afflitto da gravi pensieri: “Sapete benissimo che la East High può, anzi, poteva vantare di tre grandi gruppi che rendevano prestigioso il suo nome: la squadra di basket, la squadra del Decathlon Scolastico ed il Drama Club. Ma, da quest’anno, per non si sa quali motivi, questi tre gruppi stanno andando a rotoli. Ecco anche perché abbiamo deciso di chiamarvi. Voi siete riusciti, in due anni, a vincere tutti i premi che ci eravamo prefissati, ed ad alimentare lo spirito di squadra di tutta la scuola. Ad unificare davvero i Wildcats. Perciò, siamo convinti che in due settimane voi possiate far riaffiorare questo spirito di squadra. Che ne pensate?”

 

Troy si accigliò: “Mi scusi, signore, ma… esattamente, cos’è che dovremmo fare?”

 

“E’ molto semplice, signor Bolton. Vi saranno assegnate delle materie da insegnare, in più la partita di basket contro i West High Knights ed un aiuto nel teatro. Voi dovete tirare fuori il coraggio e l’amicizia che c’era fino all’anno scorso. E non crediate che non sappia che è stata solo per vostra iniziativa che la scuola si è così unita.”

 

Il gruppo ridacchiò, scambiandosi occhiatine felici: “I vostri compiti saranno questi. Signorina Montez, lei insegnerà matematica. Signora McKessie, a lei tocca la Chimica. Signorina Cox, a lei Scienze. Signori Evans, voi aiuterete la signora Darbus durante l’ora di Teatro, mentre la signorina Nielsen si occuperà di Musica. Per quanto riguarda voi, miei cari ragazzi, voi ritornerete in squadra ed insegnerete ai ragazzi cosa significhi essere una squadra. Avete capito tutti?”

 

Loro annuirono: “Quando potremmo cominciare?” domandò entusiasta Taylor.

 

Il preside lanciò un’occhiata all’orologio da polso, che segnava le nove esatte: “Da oggi stesso, signorina McKessie. Credo di avervi detto tutto.”

 

Una campanella suonò proprio in quel momento, ed i ragazzi si alzarono sorridendo. Era tutto così strano, ma al tempo stesso perfetto.

 

“Grazie davvero per questo privilegio, signore.” sorrise Troy, stringendo la mano di Gabriella.

 

L’uomo agitò una mano davanti al viso: “Oh, è tutto per la scuola, Troy. Piuttosto, ragazzo mio, penso che tutto questo sia per lei.”

 

In effetti, si era creato un rumoroso brusio davanti alla porta, e tra le centinaia di voci si distinguevano alcune parole, tra cui Ti giuro, è lui!, Oddio, non posso credere che sia qui, Signor Preside, liberi Troy! e Quanto vorrei che si togliesse la maglietta.

 

Il castano sbarrò gli occhi terrorizzato. Merda.

 

All’improvviso, si aprì una porticina laterale ed una voce forte e squillante esclamò: “Posso intuire dal rumore che i ragazzi sono tornati.”

 

Il viso di Sharpay si aprì in un sorriso luminoso: “Signora Darbus!”

 

Si alzò di scatto dalla sua sedia e volò ad abbracciare la donna, che rise e contraccambiò: “Mia cara, che piacere averti qui! Finalmente qualcuno che sa cos’è il Teatro! Mi servirà tutto il tuo aiuto per lo spettacolo!”

 

Gli altri Wildcats si guardarono interrogativi: “Quale spettacolo?” sibilò Chad, temendo la risposta.

 

“Quello che dovrete mettere in scena, naturalmente, signor Danforth, per far vedere ai nostri alunni cosa sia la vera arte. E naturalmente, per lo spirito di squadra.” si affrettò ad aggiungere notando l’occhiata che il preside le aveva lanciato.

 

Troy alzò le mani: “Oh, no, non ho nessuna voglia di saltellare di nuovo per un palco!”

 

“Oh, non rompere, Bolton!” abbaiò Sharpay, radiosa come non mai “Faremo questo spettacolo, voglia o non voglia! L’East High deve ricordarsi di me! Ehm, volevo dire, di noi.”

 

“Ben detto, signorina Evans!” Dave Matsui s’alzò in piedi e sorrise a tutti loro “E ora potete andare, ragazzi. La prima è lei, signorina McKessie. La vostra lezione di chimica vi aspetta. E… ben tornati alla East High!”

 

Il castano si alzò e respirò a fondo: “Okay. Preferirei avere una guardia del corpo, ma sono pronto ad uscire.”

 

Zeke gli diede un’amichevole pacca sulla spalla: “Coraggio, amico, ti proteggeremo noi.”

 

Gabriella rise e gli prese la mano: “Andiamo.”

 

Uscirono dall’ufficio del preside e furono accolti da una massa di ragazzine (e ragazzini) urlanti.

 

Chad e Troy si scambiarono un’occhiata divertita, mentre si schiacciavano un po’ impauriti contro la porta: “Beh, i ragazzi sono tornati.”

 

 

###

 

 

“…Per questo, se moltiplichiamo la prima equazione per due, potremmo effettuare il metodo di riduzione, togliere così l’incognita z e risolvere il sistema. Avete capito?” Gabriella si girò per fronteggiare la classe, stringendo il gesso in mano.

 

Era già il secondo giorno alla East High, e tutto era semplicemente perfetto.

 

Si levò un mormorio contento, perché tutti, grazie alla sua bravura nell’insegnare, riuscivano a capirci qualcosa di più del solito.

 

Perfino Chad e Jason erano riusciti a seguire senza troppa fatica.

 

Incrociò lo sguardo soddisfatto di Taylor, che le strizzò l’occhio, poi iniziò a girare per la classe, ricapitolando tutte le varie definizioni che aveva spiegato quel giorno.

 

Si stava divertendo tantissimo. Non l’avrebbe mai detto, ma era terribilmente facile insegnare a quei ragazzi. Non la colpiva il panico, come spesso accadeva quando doveva parlare in pubblico.

 

Si appoggiò alla cattedra, osservando con un sorriso tutti gli studenti che scrivevano sul quaderno.

 

Beh, tutti tranne uno.

 

Troy era appoggiato allo schienale della sua sedia, gli occhi fissi davanti a sé, e giocherellava con la matita.

 

Gabriella seguì quello sguardo azzurro, che terminava direttamente sulle sue gambe, lasciate scoperte da una gonna che le arrivava un po’ sopra il ginocchio.

 

Sorrise appena e cinguettò: “Signor Bolton?”

 

“Mhm?” rispose lui, senza spostare la sua attenzione.

 

La mora iniziò a camminare verso di lui, volutamente lenta: “Potrei vedere come ha risolto le sue disequazioni?”

 

Il castano parve riaversi, e la guardò negli occhi: “Ehm, uhm, non credo che sia così giusta…”

 

Lei ridacchiò e osservò il suo quaderno. Era bianco, tranne che per la data e qualche numero a casaccio: “Bene, bene, signor Bolton. Vedo che è stato molto attento.”

 

“Non sai quanto, piccola…” mormorò a voce così bassa che lo udì solo lei.

 

Gabriella avvampò ma sorrise maligna: “Penso proprio che lei aiuterà la signorina e il signor Evans in teatro, per lo spettacolo.”

 

Troy sbarrò gli occhi: “Cosa?!? No, non puoi farmi questo!”

 

“Oh, sì che posso!” la campanella trillò in quel momento “Sharpay, Ryan, è tutto vostro. Buon lavoro!”

 

La bionda scattò in piedi ed afferrò il polso del castano: “Forza, Bolton, queste braccia muscolose mi servono per sollevare la vernice!”

 

Il ragazzo gemette, mentre veniva trascinato via, senza nemmeno provare ad opporre resistenza.

 

Incrociò per un secondo lo sguardo della sua ragazza. Oh, sì, Gabriella gliel’avrebbe pagata cara. Molto cara.

 

 

 

Okay, dopo più di un mese torno, per vostra grande felicità, a pubblicare Wildcats forever.

 

Dovete ringraziare la colonna sonora di HSM3 in versione speciale che mi sono regalata per Natale, eheh. L’ho ascoltata mentre finivo di scrivere, e mi ha dato la carica per pubblicare (giuro, l’ho finito venti minuti fa!). Compratela, i contenuti speciali sono emozionanti *me fa pubblicità alla Disney XD*

 

 Spero che vi sia piaciuto XD Volevo inserirci The boys are back, ma non ce l’avrei fatta XD Mi sa che però ci stiamo avvicinando alla fine, oops XD

 

Ringraziamenti:

 

ciaiciai: grazie davvero XD Sorry, ma non posso fare spoiler ^^ Bacioni!

 

Lovely_fairy: prima moralmente, dai XD Ryan si riprenderà, lui ha Martha da conquistare! Non lamentarti che ti ho anche risposto, su msn U_U Chad con gli occhioni blu non sarebbe male ^^ Baci!

 

KissMe: Io l’ho sempre detto che Sharpay è una grande. Comunque sì, HSM3 mi ha dato una scarica d’adrenalina! E a chi non l’ha data, di noi pazze HSMusicoliane? XD Kiss

 

Angels4ever: niente spoiler ^^ Il classico uccide, a volte X3 Besos

 

Ciokina14: allora, io penso di aver capito. O forse no? Al limite me lo dici su msn! Perché lo so che non è il matrimonio!! Per la tua ultima affermazione, mi associo completamente XD Un bacio dear!

 

Armony_93: Una nuova long? Ci penso XD Sono contenta che ti abbia fatto ridere così tanto ^__^ Un bacione, a presto!

 

Tay_: ma che impazzita, vai benissimo così! (mwahahahahah) No, io lo so che sarà la prima di una luuunga serie XD Io amo Zac XD Bacione!

 

Kikka93: io lo rivedrei milioni di volte.. devo convincere un mio amico a scaricarmelo XD Bacione!

 

Alexia379: perdonami, ma la storia della mosca non l’ho capita ^^’’’ Me lo aspettavo con più colpi di scena, vedendo il trailer. Sai, molto più “Oddio chissà adesso che succede”. Ma è stato meraviglioso lo stesso XD Baci!

 

Faboulos95: sì, dai, sarà un patto che manterranno XD Sono contenta che sia tra le preferite! Kisses

 

Romanticgirl: eeh, chissà, mia cara.. io non farò spoiler!!

 

 

Il prossimo è a buon punto, giuro. Però non so quando pubblicherò, con le vacanze di mezzo XD spero di non farvi aspettare ancora così tanto!

 

Un bacione grande a tutte voi che mi aspettate sempre!

 

La vostra

 

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Capitolo 37
*** 37. Posso avere questo ballo? ***


Ed un altro capitolo è andato XD Spero che il vostro Natale sia passato bene, e che vi si prospetti un bel Capodanno XD

37. Posso avere questo ballo?

 

“Signor Bolton, è così bello rivederla in teatro… di nuovo.”

 

Troy lanciò un’occhiataccia alla signora Darbus, appena entrata nel grande teatro.

 

“Mi compiaccio del fatto che si sta prodigando per il nostro spettacolo. Un aiuto in teatro è sempre ben gradito, soprattutto dai nostri attori.”

 

Il castano sbuffò, intingendo il pennello nella pittura dorata: “Signora Darbus, non le ho ancora assicurato che parteciperò allo spettacolo.”

 

L’insegnante agitò una mano: “Suvvia, signor Bolton, sappiamo benissimo entrambi quanto lei sia a suo agio sul palco, e che sarete in prima linea, lei e la signorina Montez.”

 

Lui alzò gli occhi al cielo e Ryan, che stava già provando delle nuove coreografie, ridacchiò: “Mai mettersi a discutere con la Darbus, amico.”

 

“E mai mettersi a discutere con me, Bolton.” Sharpay gli piombò alle spalle, entrambe le mani sui fianchi “Ti avevo detto che la vernice doveva essere oro brillante.”

 

Troy la guardò dal basso, ad occhi sgranati: “E’ oro brillante!”

 

Il sopracciglio perfettamente depilato si sollevò: “Quello non è oro brillante, Bolton. Quello è un semplice oro.”

 

Il ragazzo scosse la testa: “Okay, e come dovrei fare per ottenere l’oro brillante?”

 

La bionda ghignò maligna, tirandogli un altro barattolo: “Mescola.

 

Lui gemette esasperato, concentrandosi sul nuovo recipiente. Che incubo.

 

“Forza, signor Bolton, non abbiamo tutto il tempo del mondo.” lo esortò con un sorriso la Darbus.

 

“Darbus!”

 

Alzò la testa al suono della voce di suo padre, che entrava a passo di marcia nel teatro: “Possibile che debba sempre trovare Troy in teatro ogni volta che deve giocare?”

 

La professoressa si lanciò lo scialle violetto sulla spalla destra: “Questo è un luogo di purificazione, Bolton, l’anima si rafforza e innalza leggera. Non come nella vostra palestra puzzolente, dove si gareggia con la forza bruta. Per il giovane Bolton è molto più salutare stare qui!”

 

Jack alzò gli occhi al cielo: “Troy, muoviti, in palestra.”

 

Il figlio mollò il pennello ed in cinque secondi stavano già dirigendosi verso la palestra.

 

“Un giorno mi spiegherai come fai a farti sempre mettere in detenzione con la Darbus…” borbottò il coach dei Wildcats.

 

“E’ stata Gabriella a mandarmi!” si difese il castano, aprendo il suo armadietto.

 

“Così la prossima volta l’ascolterai mentre spiega invece di guardarle le gambe!”

 

Troy divenne color pomodoro: “Co-come fai a saperlo?”

 

Il padre lo guardò di sbieco: “Lei, Taylor e Kelsie sono sugli spalti. Le ho chiesto dov’eri finito, e mi ha raccontato la storia.”

 

Il castano sospirò, entrando nella palestra.

 

“Ehi, capitano!” lo salutò Zeke “Pronto a giocare?”

 

Lui lanciò un’occhiata alla ragazza sulle gradinate: “Certo.”

 

Afferrò la palla e ghignò maligno.

 

Era il momento della sua rivincita.

 

“Forza, Wildcats, preparatevi!” gridò, battendo le mani.

 

Tutta la squadra, sia di veterani che quella attuale, iniziò ad allenarsi, sotto i comandi del numero 14.

 

Quasi naturalmente, ogni membro riconosceva in lui il vero capo, il playmaker di diritto, senza che nemmeno lui si fosse imposto. Era la sua carica che influenzava tutti.

 

“Tira, Chad!” gridò, dribblando un avversario.

 

Il ricciolino saltò e segnò un canestro da tre punti, scambiandosi poi un cinque con il suo migliore amico.

 

Taylor, dalle tribune, sorrise: “Guarda come sono felici.”

 

Kelsie piegò la testa di lato, osservando Jason: “L’abbiamo sempre saputo che questa è la loro vera casa, qui i Wildcats si scatenano.”

 

All’improvviso, Gabriella emise un gemito strozzato di stupore, dal profondo della gola, e le due amiche si voltarono preoccupate e stupite verso di lei: “Che ti succede, Gabby?” domandò gentilmente la compositrice.

 

La mora arrossì di botto, senza rispondere e tenendo lo sguardo fisso sul campo da gioco.

 

Allora anche le altre due ragazze guardarono da quella parte e capirono tutto.

 

Troy si era tolto la maglietta e stava giocando a petto nudo, sforzandosi al massimo, in modo che ogni più piccolo muscolo fosse in movimento.

 

Ed oltre a Gabriella, lo avevano notato pure le cheerleader, che da bordo campo bisbigliavano e ridacchiavano eccitate.

 

Il castano si fermò e agguantò una bottiglietta d’acqua, sorridendo sotto i baffi.

 

Chad si accigliò e lo raggiunse: “Amico, che fai?”

 

L’amico guardò con la coda dell’occhio gli spalti e fece un cenno minimo con la testa in quella direzione.

 

Il numero otto lanciò uno sguardo dove gli veniva indicato, osservando una Gabriella bordeaux che faceva finta di parlare con Taylor, ma in realtà lanciava occhiatine oblique al suo ragazzo.

 

“Ehm…” temporeggiò “Qual è il senso di tutto ciò?”

 

Troy bevve tutta l’acqua rimasta nella bottiglietta, poi l’accartocciò con la mano: “Lei mi ha mandato a pitturare per Sharpay, ora la paga.”

 

Il ricciolino alzò gli occhi al cielo, allontanandosi: “Voi due siete senza speranza.”

 

Il castano ghignò: “Perché non provi anche tu? A Taylor non dispiacerà.”

 

L’altro si fermò e guardò si sbieco il suo migliore amico.

 

E cinque secondi dopo, anche Taylor, sugli spalti, arrossì di botto.

 

Kelsie osservò le sue due amiche e sospirò: “Ragazze, dai, contenetevi.”

 

Gabriella si spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio: “Se non la smette, giuro che me ne vado. Tutte quelle cheerleader sembrano tante galline.”

 

“Dovresti esserci abituata.”

 

“Sì ma adesso lui lo sta facendo apposta.”

 

“Esibizionista…” borbottò a mezza voce Taylor, osservando cupa il suo ragazzo che si esibiva in canestri e dribbling acrobatici.

 

“Cosa sta facendo quella?” sibilò la mora, stringendo gli occhi alla vista del nuovo capo delle cheerleader che si avvicinava ancheggiando al suo ragazzo e con un sorriso malizioso gli porgeva un’altra bottiglietta d’acqua.

 

“Okay, ragazzi, potete andare!” la voce di Jack Bolton risuonò nella palestra.

 

La squadra cominciò a ritirarsi verso gli spogliatoi, e Troy si scrollò di dosso la cheerleader con un sorriso, incamminandosi poi lentamente verso le ragazze.

 

Gabriella deglutì e si rivolse totalmente alla sua migliore amica, ignorando il capitano di basket: “Piaciuto l’allenamento?”

 

Kelsie alzò gli occhi al cielo: “Ti prego.”

 

Chad si unì a loro con un ghigno: “Son rimaste scioccate, amico.”

 

Taylor gli scoccò un’occhiataccia: “Oh, certo, scioccate dal vostro ridicolo teatrino.”

 

“Perché non chiedete alle cheerleader che cosa ne hanno pensato?” borbottò la mora.

 

Troy ghignò e le prese la mano: “Uuh, qui qualcuno è geloso o sbaglio?”

 

Lei arrossì e tentò di non incrociare le due pozze blu d’oceano: “Uhm… no.”

 

Il sorriso del ragazzo si allargò, e lui la tirò in piedi, stringendola a sé, sussurrandole all’orecchio: “Invece lei è gelosa, signorina Montez.”

 

Gabriella divenne ancora più rossa: “E’ la tua vendetta per la detenzione?”

 

Il castano ridacchiò, soffocando un’imprecazione. A volte non era così comodo avere una ragazza super intelligente.

 

Così, invece di risponderle, le diede un bacio sulla guancia e le mormorò: “Sei la professoressa di matematica più sexy che abbia mai avuto.”

 

Lei rise e gli diede una scherzosa spinta sul petto: “E tu sei lo scemo più scemo che abbia mai conosciuto.”

 

“Vado a farmi una doccia. Ci vediamo qui.” le diede un altro bacio sulla guancia e corse, scherzando, insieme a Chad negli spogliatoi.

 

“Scendi dalle nuvole, Cenerentola.” ridacchiò Kelsie, mentre la sua amica si risiedeva con un sorriso sognante.

 

“Eeh, io la conoscevo quando ancora era una cara e timida studiosa con i piedi per terra,” la sostenne Taylor “Ma purtroppo è stata ben presto catturata dall’incantesimo di Bolton!”

 

“Ehi, piantatela!” rise Gabriella “Anche voi non siete immuni al fascino dell’uomo del basket!”

 

Continuarono a ridere e prendersi affettuosamente in giro, finchè la squadra non ritornò, lavata e vestita, nella palestra.

 

La mora scese i gradini delle tribune e dall’ultimo si lanciò dritta nelle braccia di Troy, che ridendo iniziò a farla girare, sotto lo sguardo maligno ed invidioso delle cheerleader.

 

“Signor Bolton, signorina Montez, sono molto contenta del fatto che anche in questo luogo puzzolente si dia libero sfogo dei sentimenti, ma ora ci sono le prove dello spettacolo, perciò muovetevi.” abbaiò la signora Darbus dall’uscita “E questo vale per tutti voi!”

 

Il numero quattordici alzò gli occhi al cielo: “Signora Darbus, le ripeto che non so se parteciperò allo spettacolo!”

 

Ma la professoressa lo gelò con lo sguardo: “Mi contraddica ancora una volta, signor Bolton, e passerà i prossimi giorni a pulire i retroscena del teatro. E mi creda, è dal 1989 che nessuno li pulisce a fondo.”

 

Troy fece una smorfia terrorizzata, prese per mano la sua ragazza e marciò dritto verso il teatro, seguito dai suoi amici, sotto il sorriso soddisfatto dell’insegnante.

 

Il teatro era ancora occupato da Sharpay e Ryan, ma anche da alcuni studenti che apparivano terrificati dalla bionda.

 

La signora Darbus salì le scale e si mise al centro esatto del palco: “Bene, miei cari, avete davanti a voi alcune delle stelle più fulgide dello spettacolo nella storia della nostra scuola, che conoscete già, immagino.”

 

La giovane Evans ghignò compiaciuta, portandosi una mano al petto e accennando ad un piccolo inchino, mentre suo fratello la osservava e scuoteva la testa.

 

“Sono lieta di annunciarvi Troy Bolton e Gabriella Montez!” sbarrò gli occhi a quelle ultime parole della professoressa: “COSA?!” gridò.

 

La coppia si bloccò sul primo gradino. Ohoh.

 

Sono IO la stella più fulgida dello spettacolo della scuola! Senza di me non avreste combinato un bel niente!” strillò, battendo un piede a terra e stringendo i pugni “Senza offesa, naturalmente, ragazzi.” puntualizzò voltandosi poi con un sorriso ‘dolce’ verso i due amici.

 

“N-no, f-figurati.” pigolò Gabriella, atterrita, senza osare aggiungere altro.

 

“Shar, calmati adesso.” Ryan le si avvicinò con le mani avanti “Sono certo che la signora Darbus avrebbe parlato subito di te. Solo che non le hai dato tempo.”

 

“Ma certo, mia cara!” s’intromise subito la professoressa “Sai benissimo che la tua maestria non può essere offuscata da nessuno! Volevo solo annunciare chi sarebbero stati i primi ad esibirsi alle prove quest’oggi. E in fondo, Sharpay cara, non puoi negare che Bolton e la signorina Montez qui non abbiamo talento.”

 

Sharpay pensò per un secondo: “Oh, beh…” poi fece spallucce “L’importante è che si sia capito.”

 

“Si è capito, tranquilla.” Ryan la prese per le spalle e l’allontanò dal centro del palco.

 

“Forza, salite, salite!” Gabriella e Troy obbedirono all’imperiosa esclamazione della stramba insegnante, e titubanti le si affiancarono.

 

“Ehm… signora Darbus, esattamente cosa dovremmo fare?” domandò il ragazzo, disorientato.

 

La Darbus si rivolse a loro con un sorriso maligno: “Improvvisare, signor Bolton. Dovete far vedere a questi ragazzi come ci si comporta sul palcoscenico. Ah, e dovrete ballare. Un valzer.”

 

Improvvisare? Come improvvisare?” gemette la mora “Ma lei non ci ha mai insegnato ad improvvisare!”

 

La professoressa alzò gli occhi al cielo: “Per favore, come se si potesse davvero insegnare. Date libero sfogo alla fantasia, signorina Montez. Voglio vedere emozione!”

 

E con un gesto della mano, diede segno di far partire la musica, scendendo poi dal palcoscenico.

 

Troy e Gabriella si guardarono spaventati, mentre partivano le prime note.

 

“Gabby… io non so ballare il valzer!” sussurrò lui in preda al panico.

 

Ma la ragazza sorrise, gli tese la mano ed incominciò a cantare:

 

Take my hand, take a breath
Pull me close and take one step

 

Il ragazzo fece come gli era stato detto, prendendole la mano e mettendole quella libera sulla suo fianco, stringendola a sé, seppur titubante.


Keep your eyes locked on mine
And let the music be your guide

 

Iniziarono a danzare lentamente al ritmo della musica, sotto lo sguardo compiaciuto della professoressa e quello intenerito dei loro amici.

Won't you promise me (now won't you promise me, that you'll never forget)
We'll keep dancing (to keep dancing) wherever we go next

 

Anche Troy incominciò a cantare, sorridendole, e le loro voci si mischiarono in una sola.

It's like catching lightning the chances of finding someone like you
It's one in a million the chances of feeling the way we do

 

Improvvisare non era più un problema. Bastava soltanto che cantassero ciò che provavano l’uno per l’altra, ed il gioco era fatto.


And with every step together, we just keep on getting better

So can I have this dance (can I have this dance)
Can I have this dance

 

Si guardarono negli occhi, sorridendo, mentre la musica sfumava lentamente.

 

Un boato di applausi eruppe dalla folla, la Darbus salì sul palco sorridendo: “Bravi, bravi! Questo è lo spirito giusto, vede signor Bolton? Eseguirete questa canzone anche nel nostro spettacolo, naturalmente una versione completa, e la signorina Nielsen vi aiuterà a comporla!”

 

Kelsie annuì, afferrando un foglio su cui aveva già riportato le parole cantate da Troy e Gabriella.

 

La mora guardò il suo ragazzo, sorridendo: “Sei nel musical, Wildcat.”

 

Il castano le fece l’occhiolino: “In fondo, credo di non esserci mai uscito.”



 

 

Ed un altro capitolo è andato, anche se la fine non mi soddisfa XD Spero che il vostro Natale sia passato bene, e che vi si prospetti un bel Capodanno XD

 

La canzone era, ovviamente, Can I have this dance?  dall’unico ed inimitabile HSM3. Scusate se non l’ho messa tutta ma non ci stavo XD

 

Ehm, il prossimo capitolo non è altro che una pagina bianca. Che non so quando e con cosa sarà riempita, perché non voglio poi far finire questa storia tanto presto XD Scusate XD In più ho finito questo capitolo giusto oggi pomeriggio, e ho voluto pubblicare solo perché dopo non so quando l’avrei fatto XD

 

Ringraziamenti time:

 

lovely_fairy: sìì, Troy fratellone è strafigo. Averlo, un fratello come lui ^^ Anche qui Gabriella e Troy mooolto dolci ma anche maliziosi, che dici?? XD Taylor ci tiene alla sua vecchia scuola X3 Un bacione grande  e a presto!

 

Armony_93 (la mia imbranata preferita XD): non ci sono mai parole per ringraziarti abbastanza dei tuoi commenti. Però dai, non esagerare. C’è gente davvero molto più brava di me XD comunque grazie, mia compagna di ripopolamento. E comunque, sì, ci hai azzeccato: quasi me lo sogno di notte, Troy/Zac senza maglia. Per fortuna esistono le foto di lui al mare XD Torna presto anche tu a scrivere, che ho davvero bisogno di te. troyella, of course XD Bacio

 

Titty90: Mi sa che ti è piaciuto sto capitolo, sister XD Sì, ma tanto lo so che leggi lo stesso anche se non recensisci, mi fido ^^ Grazie dei regali!!! Un bacio a presto!

 

Ciokina14: prima o poi tutto finisce. Purtroppo. XD Maddie, come Ashley in Zack e Cody al Grand Hotel XD Rimango sempre in casa Disney XD beh, almeno su quel punto ci siamo chiarite XD Kiss

 

4everWITCH: ok, sbaglio o tu sei nuova? Se è così, benvenuta e grazie! Spero di ritrovarti!

 

Angels4ever: surprise, era il mio regalo di Natale. Penso che Troy si sia vendicato abbastanza XD Kiss

 

Faboulous95: ho aggiornato presto, durante le vacanze ho scritto molto XD

 

Kikka93: il cd è magnifico, la versione speciale soprattutto ^^ Sì, ma finisce tra un po’, non disperare subito XD Kiss

 

Lore93: sono contenta che hai sempre seguito XD E ancora più contenta nel vedere che adesso commenti anche XD Grazie davvero!

 

Lovejero: wow che bella recensione, grazie XD e comunque, mi fa piacere lo stesso sapere che leggi, e che in ogni caso hai iniziato a recensire ora! Grazie sul serio XD

 

Tay_: il seguito?anf pant, tesoro mio, quanto mi fai lavorare!! Beh, vedrò, già è lunga di suo, se ci metto un seguito non finisce davvero più!! A presto su msn, d’accordo? Beso

 

Romanticgirl: qui c’era la vendetta di Troy XD se si vendicasse così io sarei più che contenta, tu che dici? XD Baci!

 

Alexia379: carino il paragone con l’assassino XD Grazie davvero e sì, allora anche io vorrei essere una mosca. Soprattutto quando Troy o Chad si fanno la doccia ^^ Bacio!

 

 

 

Okay, già che ci sono ringrazio anche chi ha commentato (I hate) Everything about you: Angels4ever, Faboulous95, lovely_fairy, Tay_, armony_93 e ciokina14.

 

 

Grazie ancora a tutte, ci risentiamo nel 2009! (Fa impressione detto così XD)

 

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Capitolo 38
*** 38. Spirito Wildcat ***


38

38. Spirito Wildcat

La mensa della East High. Quanto gli era mancata.

 

Il casino delle chiacchiere, la musica che fuoriusciva da alcuni stereo portatili, pezzi di cibo che ogni tanto volavano. I loro cartelloni giganti che li fissavano. Beh, ecco, quelli no. Non è proprio una bella sensazione sentirsi osservati da una gigantografia di te stesso.

 

Troy raggiunse il tavolo che aveva occupato per quattro anni, magicamente lasciato vuoto dagli altri alunni, e si sedette tra Jason e Gabriella, avvolgendo poi con un braccio la vita di quest’ultima.

 

“Terzo giorno alla East High, ragazzi,” ricordò con un sorriso ai suoi amici “Come vi sembra?”

 

Martha sospirò, intingendo una patatina nel ketchup: “Vorrei non andarmene mai.”

 

“A chi lo dici,” replicò Kelsie “Qui mi sembra di essere a casa.”

 

“La scuola non è cambiata di una virgola,” ridacchiò Chad “Tranne che le cheerleader sono più carine di quanto me le ricordassi.”

 

Taylor gli lanciò un’occhiata di fuoco, e in un secondo la sua mano si schiantò con tutta la forza possibile sulla nuca del ricciolino, scatenando delle risatine: “Idiota…”

 

Il numero otto si massaggiò la parte lesa: “Fa così, ma in realtà mi ama da impazzire!” spiegò a due primini che si erano congelati a guardare la scena.

 

Gabriella rise e si alzò in piedi: “Io devo andare, alla prossima ora ho una classe e devo preparare la lezione.”

 

Troy la guardò dal basso: “Vuoi che ti accompagni?”

 

Lei scosse la testa e ridacchiò: “Conosco bene questa scuola, Wildcat, non mi perderò.” si piegò e gli diede un leggero bacio sulle labbra “Ci vediamo dopo.”

 

Uscì dalla mensa caotica e si ritrovò a camminare nei corridoi deserti e silenziosi della scuola. Pace per le orecchie.

 

Pace che però, sfortunatamente, durò ben poco, perché infatti all’improvviso due voci squillanti le arrivarono alle orecchie. E non le ci volle molto per capire di cosa stavano parlando.

 

Contrariamente alle sue abitudini, si nascose dietro una sporgenza del muro e osservò le due ragazze che, appoggiate agli armadietti, parlottavano e ridacchiavano. Le riconobbe subito: erano Maggie e Alyssa, due cheerleader che frequentavano l’ultimo anno ed erano nella squadra anche quando lei frequentava stabilmente la East High. E, come ogni cheerleader, il loro argomento preferito era lui.

 

“Oddio, non me lo ricordavo così bello!” stava trillando Alyssa, capelli castano chiaro ed occhi verdi, agitando le mani nell’aria.

 

“Oh, lo è diventato ancora di più. E il suo sorriso, mi fa morire ogni volta!” replicò Maggie, che aveva una matassa di riccioli biondi e gli occhi azzurri.

 

“Io non capisco come faccia a stare ancora con quella Montez.” sospirò la castana, scotendo la testa “Non dico che non sia carina, ma non è assolutamente alla sua altezza. Insomma, guardala. È così… insignificante!”

 

Gabriella strinse gli occhi, ma inevitabilmente avvertì anche una stretta all’altezza del petto.

 

La bionda annuì: “Potrebbe trovare quante ragazze vuole, e invece rimane appiccicato a quella secchiona. Probabilmente lo aiuta con i compiti.”

 

Alyssa sbuffò: “Già, in fondo lui deve allenarsi con il basket. Gli farà comodo una ragazza che non pensa altro che allo studio. Credo che quella nemmeno sappia cosa sia, il divertimento.”

 

“Quello che più mi stupisce è che siano rimasti insieme per così tanto tempo. Sono talmente diversi!”

 

Una smorfia di cattiveria passò negli occhi verdi e sulle labbra dell’amica cheerleader: “Non credere che tra loro due sia sempre stato rose e fiori! Hanno avuto una crisi, poco tempo fa. E pesante, a quanto sembra!”

 

Maggie sgranò gli occhi, e così fece Gabriella: “Ma come fai a saperlo?”

 

“Mia cugina Eve lo ha conosciuto,” rivelò bisbigliando la castana “E ci è anche uscita insieme un paio di volte. Ma poi la crisi è passata. Ma Eve ha fatto in tempo a… approfondire la conoscenza.”

 

Gabriella sentì lo stomaco farsi freddo. Eve. La ragazza della discoteca. La ragazza che Troy aveva conosciuto quando si erano lasciati per colpa di Jake.

 

“Oh Mio Dio,” esalò Maggie, mentre dietro la colonna la mora si sentiva morire “Ci è andata a letto?”

 

La bionda cheerleader scosse la testa: “No, quello no. Vedi, mia cugina non è proprio sveglia, in questo genere di cose. Però l’ha baciato!”

 

Gabriella tirò un sospiro di sollievo, mentre Maggie chiedeva esaltata: “Davvero?? E come ha detto che bacia???”

 

Alyssa sospirò: “Da. Dio. Ha detto che non è mai stata baciata meglio.”

 

“Aah, lo sapevo! Uno come lui non può che baciare fantasticamente! Cavolo, non sai che invidia! Che fortuna ha avuto tua cugina!”

 

“Puoi dirlo forte. Quando mai le ricapiterà uno così?”

“Avrei tanto voluto essere al suo posto. Ma qual è stata la causa della crisi?”

 

“Questo non lo so. Ma non vuol dire che non ce ne possa essere un’altra!” e ridendo maligne, le due cheerleader si avviarono a braccetto verso la palestra.

 

Gabriella si appoggiò alla parete, respirando pesantemente. Sì, Troy le aveva raccontato di Eve, dopo che avevano fatto la pace si erano raccontati tutto. Ma sentire i discorsi di quelle due ragazze… senza un motivo preciso, l’avevano sconvolta.

 

La campanella interruppe i suoi pensieri, e lei sospirò. Doveva andare a lezione.

 

 

###

 

 

Troy si fece largo tra la folla di studenti che andavano nella direzione opposta ed entrò nell’aula, dove Gabriella in piedi alla cattedra raccoglieva i suoi appunti.

 

“Ehi, professoressa sexy,” le esclamò ridendo abbracciandola da dietro “Com’è andata la lezione?”

 

“Bene.” non si accorse della freddezza della ragazza, o forse fece finta, ed invece allungò una mano verso un foglio: “Wow, gli esercizi di chimica che ci ha dato Taylor. Li hai già fatti, allora te li posso prendere che oggi ho allenamento? Grazie!”

 

“Troy, no dammeli!” Gabriella sbattè il quaderno sulla cattedra, si girò e cercò di rimpossessarsi dei suoi compiti, ma il ragazzo li teneva in alto, lontano dalla sua portata.

 

“Eddai, me li hai sempre prestati, ti prometto che la prossima volta li faccio!”

 

“Ho detto di no!” la mora quasi strillò, e il ragazzo abbassò subito la mano, permettendole di recuperarli: “Okay, scusa, scusa.”

 

Con rabbia, lei li rimise a posto, ricominciando poi a sistemare le sue carte.

 

Troy la osservò per un istante: “Gab, che c’è?”

 

“Niente.” rispose in fretta lei, troppo in fretta, evitando di guardarlo ed arrossendo appena.

 

Il castano le sollevò il visto, tenendo due dita sotto il suo mento: “Gabby, sei una pessima bugiarda, soprattutto quando parli con me. Allora?”

 

La ragazza abbassò lo sguardo e scosse la testa: “N-niente, davvero.”

 

“Gabriella.”

 

Al suono del suo nome intero, sospirò: “D’accordo. È solo che… ho sentito delle cheerleader che parlavano e… e una raccontava di te e di sua cugina Eve. Quella Eve, Troy. E dicevano che secondo loro tu stai con me solo perché sono una secchiona e ti faccio i compiti mentre tu ti preoccupi del basket. E che comunque non capiscono perché stai con me, e che io non sono assolutamente alla tua altezza, e che avremo altre crisi.”

 

Troy la strinse tra le braccia, vedendo piccole lacrime spuntare dai suoi occhi: “Gabby, ehi, tesoro. Dopo tutti questi anni credi ancora a quello che dicono le cheerleader? Ascolti ancora i loro sciocchi discorsi?”

 

Gabriella lo abbracciò, poggiando la guancia contro il suo petto caldo e muscoloso: “No, ma… è che non c’ero più abituata, e sentirle parlare di Eve che raccontava quanto baci bene…”

 

Il castano ridacchiò: “Perché, tu non ne hai la conferma?”

 

Le strappò una risatina ed un pizzicotto: “Scemo.”

 

La strinse più forte, accarezzandole i boccoli neri: “Non devi ascoltare le loro cattiverie, Gab. Sono solo gelose, lo sai meglio di me. Ma tu sei superiore a loro. Ciò che conta siamo io e te, ed i nostri sentimenti. Io ti amo, lo sai. Non me ne frega niente se sei una secchiona, una punk o una skater. Tu sei Gabriella, la mia Gabriella, e questo non cambierà mai.”

 

La mora tirò su con il naso: “Ti amo tanto.”

 

Il playmaker le diede un bacio sulla fronte: “Anche io, piccola, davvero. E smettila di ascoltare quelle galline e le voci di corridoio. Anche se è terribilmente vero che sono il re del bacio.”

 

Gabriella rise, Troy le alzò il viso e la baciò dolcemente sulle labbra: “Andiamo ora. È l’ora della mia materia preferita.”

 

Lei alzò gli occhi al cielo mentre, mano nella mano, uscivano dall’aula: “Ah, già. L’ora di educazione fisica. Come se non corressi abbastanza dietro ad una palla.”

 

Lui ghignò: “Ciao, Sharpay.” salutò poi quando raggiunsero l’angolo rosa e scintillante dell’armadietto della bionda.

 

Quest’ultima si controllò le trecce nello specchio: “Ciao, Bolton. Ti sento elettrizzato per questa insulsissima lezione.”

 

“Lo dici solo perché ti potresti spettinare!” Chad spuntò all’improvviso, tirandole una treccia.

 

Gabriella s’interpose subito ridendo tra di loro: “Fermi, non cominciate! Abbiamo già abbastanza guai tra gli studenti senza che vi ci mettiate anche voi due!” li sgridò, lanciando un’occhiataccia poi a Maggie ed Alyssa, che stavano passando senza risparmiarsi di ‘scannerizzare’ per bene il suo ragazzo.

 

Sharpay sospirò: “Gabby ha ragione. Ma ciò non toglie che se provi un’altra volta a toccarmi i capelli, Danforth, avrai seri problemi a far continuare la tua dinastia.”

 

Si girò, evitando quindi di vedere, per la fortuna del ragazzo, Chad che le faceva il verso alle spalle.

 

Troy alzò gli occhi al cielo e diede una manata sulla schiena del suo migliore amico: “Muoviamoci, forza. È mio padre adesso che insegna ginnastica, e sapete che non gli piace aspettare.”

 

I quattro si separarono negli spogliatoi, Sharpay e Gabriella da una parte, Troy e Chad nei loro soliti da Wildcats.

 

La mora raggiunse Taylor, che si stava allacciando le scarpe: “Ehilà. Com’è andata la lezione di Martha? Mi dispiace non averla potuta seguire.”

 

“Oh, è stata brava. Penso che anche Chad abbia capito.” ridacchiò e si ravvivò i capelli “Credo che adesso sia con Ryan a provare le coreografie per il musical.”

 

“Volete dire che quella balena secchiona ballerà sul palco?” la voce acuta e fastidiosa di Corinne, la caposquadra delle cheerleader, la stessa che in palestra ci aveva provato con un Troy senza maglietta, s’intromise tra di loro.

 

Gabriella e Taylor la squadrarono incredule: “Come, scusa?”

 

Corinne mise una mano sul fianco, facendo schioccare la lingua: “Starete scherzando, spero. Farebbe sfigurare l’intera scuola. Non ha il fisico, lei. Per questo non l’abbiamo fatta entrare nella coreografia per la partita.”

 

Alcune cheerleader dietro di lei, tra cui le solite Maggie ed Alyssa, annuirono e cominciarono a ridacchiare.

 

“Ma Martha è una delle più brave ballerine della scuola!” protestò Gabriella.

 

La mora cheerleader sorrise malefica: “E’ grassa. Ed è una secchiona. Non merita il ruolo che ha.”

 

“Perché, tu lo meriti, forse?” Sharpay avanzò minacciosa, parandosi a pochi centimetri dalla ragazza. La sovrastava di poco, quanto bastava perché si sentisse ancora più potente.

 

Corinne alzò il mento, improvvisamente agitata: “Certo. Mi sono sudata il mio titolo, ho raggiunto la forma perfetta.”

 

“Martha Cox ballerebbe meglio di te anche se avesse trenta chili di più. Per questo, lei sarà nel mio spettacolo e nella mia coreografia per la partita.” sorrise con finta sorpresa nel vedere la faccia scioccata della mora “Oh, non te l’hanno detto? Sono io che curerò tutto l’aspetto artistico della gara.”

 

“Ma…ma non puoi! Tu non fai parte delle cheerleader!”

 

Lo sguardo nocciola della bionda si scurì: “Sono Sharpay Evans, tesoro. Me ne faccio un baffo delle cheerleader. E ora sparisci, quell’orribile strato di fondotinta per coprire le occhiaie mi dà sui nervi.”

 

La ragazza la fissò per un istante, poi fece un verso sdegnato e girò sui tacchi, dirigendosi in palestra seguita dalle sue compagne di squadra, mentre sugli spogliatoi cadeva il silenzio.

 

Sono Sharpay Evans, me ne faccio un baffo delle cheerleader!” Taylor le fece il verso con voce profonda, ridendo.

 

Sharpay la guardò con un sorriso: “Ripetilo finchè campi, sorella.”

 

Scoppiarono le risate nella stanza bianca e rossa, e le ragazze cominciarono ad uscirci.

 

“Per fortuna che dovremmo unire di nuovo la scuola. A quanto pare stiamo facendo il contrario.” osservò Gabriella.

 

“Non è colpa nostra se la gente è più stupida, quest’anno.” replicò Sharpay.

 

Ma l’amica scosse la testa: “La verità è che manca qualcosa. Lo spirito Wildcat, ecco.”

 

La bionda sollevò un sopracciglio, osservandola disgustata: “Spirito Wildcat? Oddio, Bolton ti ha davvero contagiata.”

 

“Hai capito cosa intendo, Shar.”

 

“Sì, sì, d’accordo,” alzò gli occhi al cielo “Fratellanza, nessun gruppo, tutti uguali, All you need is love.”

 

“Tanto parlarne con te è inutile, Sharpay,” ridacchiò Taylor, posizionandosi al centro della palestra e facendo un po’ di stretching “Se dovessimo essere tutti uguali, tu dovresti avere un armadietto ed un camerino normali. E questo è praticamente impossibile.”

 

Sharpay si portò una mano al petto e sospirò come una diva: “Tu sì che mi capisci, Tay.”

 

Le tre ragazze risero ancora, ben presto furono interrotte dal fischietto di Jack Bolton.

 

“Ehi, Gabby,” sussurrò la bionda all’orecchio della sua amica “Mi ribello: tuo suocero è il nostro insegnante, questo non è giusto!”

 

La mora arrossì appena e le diede una spinta scherzosa che la fece ghignare, per poi prestare attenzione alle parole del coach.

 

“Palle da basket, sempre palle da basket,” si lamentò Taylor non appena fu spiegato l’esercizio “Dici che è possibile diventarci allergiche?”

 

“Poi dovresti diventare allergica anche al tuo ragazzo, McKessie,” ironizzò Sharpay, afferrando un pallone con molta attenzione, per non rovinarsi la perfetta manicure “Lui ha una palla da basket al posto del cervello.”

 

E, all’improvviso, una palla di gommapiuma si scontrò con la sua testa.

 

La giovane Evans si girò furiosa, per scoprire un Chad ghignante: “Smettila di offendere, Evans. Ti ricordo che il tuo stesso ragazzo gioca a basket.”

 

“Chad, Sharpay, smettetela subito e vedete di lavorare, piuttosto.” tuonò la voce del coach Bolton “Forza, andate in un gruppo ed iniziate.”

 

Per qualche istante, si udirono solo il rumore delle palle che rimbalzavano, gli incitamenti di Jack e qualche commento dei ragazzi.

 

“Siamo svantaggiati, però,” ironizzò dopo un po’ Taylor, rivolgendosi a Gabriella “Nell’altro gruppo sono tutti giocatori, per forza stanno vincendo!”

 

“O forse è solo che loro sono sportivi!” il commento maligno di Corinne, che era stato pensato come un sussurro, ma che non lo era affatto, fu subito udito dalle due ragazze.

 

“Che cosa hai detto?” sibilò la castana, stringendo gli occhi.

 

“Chi, io?” la cheerleader si portò una mano al petto, fingendo di essere sorpresa “Proprio niente!”

 

“Hai qualche problema, Corinne?” Gabriella fece un passo avanti.

 

L’altra sorrise maligna, aggiustandosi i capelli neri perfettamente lisci: “No, ma potresti averli tu, Montez.”

 

La mora si accigliò: “Che vuoi dire?”

 

Corinne sbuffò: “Che la tua aria da santarellina è semplicemente ridicola. Oh com’è bella la Montez, com’è brava la Montez. Nessuno lo dice, ma qui tutti pensano anche com’è idiota la Montez. Svegliati, bella. Non siamo nel paese delle fate. Ben presto la tua dolce fiaba con Troy finirà. Lui si merita di meglio. Sei famosa solo perché stai con lui, non per altro. Tu non vali niente.”

 

Gabriella fece una risatina incredula: “Quindi il tuo problema è solo il fatto che io sto con Troy, giusto? Cos’è, sei iscritta anche tu al club delle stronze gelose ed invidiose?”

 

Un’ombra oscurò gli occhi blu di Corinne, che all’improvviso diede una spinta alla sua ‘rivale’: “Chi hai chiamato stronza?”

 

“Ehi!” Gabriella inciampò all’indietro, ma riuscì a rimanere in piedi “Che cavolo fai?”

 

Corinne alzò un sopracciglio: “Ti insegno le buone maniere, secchiona.”

 

Le si avvicinò e la spinse di nuovo, questa volta riuscendo a farla cadere di sedere.

 

“O’Connors!” rimbombò la voce di Jack Bolton “Cosa sta succedendo?”

 

Troy, incuriosito, si girò verso la cheerleader, e non appena il suo cervello registrò l’immagine della sua ragazza per terra con l’altra che la sovrastava, corse subito da loro con sguardo omicida.

 

“Niente, coach Bolton, Gabriella è solo inciampata ed io stavo per aiutarla,” chiocciò lei con vocina dolce, sbattendo le ciglia “Vero, Gabriella?” aggiunse poi con tono minaccioso.

 

Lei incontrò gli occhi di Troy, già arrabbiati, e scosse la testa: “No che non è vero! Mi hai spinta!”

 

Negli occhi blu del capitano si accese un fuoco d’ira, che fece tremare persino lei mentre accettava il suo aiuto per alzarsi.

 

Io?” cinguettò Corinne fingendosi sorpresa “Ma non è assolutamente vero! Giusto, ragazze?” le sue amiche cominciarono a fare di sì con la testa, come dei tanti automi.

 

“Balle, ti ho vista benissimo,” intervenne Taylor con rabbia “Hai spinto Gabriella solo perché sei gelosa.”

 

Troy roteò gli occhi: “Ancora con questa storia?” sbottò ad alta voce, facendoli trasalire tutti “Non vi sembra un po’ infantile?”

 

“Troy ha ragione,” Chad s’intromise avvicinandosi al gruppo “Litigare per questa sciocchezza non vi porterà a niente, anzi.”

 

Il suo migliore amico annuì: “Siamo una scuola, una squadra. Dovremmo essere tutti uniti. Vincere insieme, perdere insieme. È per questo che il preside ci ha chiesto di ritornare qui alla East High. Per far ritornare le cose com’erano prima. Ma adesso non ci state aiutando.”

 

“Scusate, scusate,” li interruppe Jack “Bel discorso, figliolo, ma mi manca solo un passaggio: qual è il motivo per cui le ragazze litigano?”

 

“Troy.” spiegò trillante Sharpay, osservandosi le unghie, mentre tutti si voltavano verso di lei “L’avete fatto troppo bello, coach. Agita gli ormoni di tutte quelle galline in divisa e pompom.”

 

Dal gruppetto delle suddette si alzò un rumorio scioccato, e la bionda rivolse loro un finto sorriso scintillante.

 

Troy scosse la testa: “Dicevo sul serio. Squadra di basket o no, siamo tutti Wildcats. Dov’è finito il vostro spirito di squadra?”

 

La giovane Evans alzò gli occhi al cielo: “Se n’è andato al primo anno, non appena siete usciti dal primo allenamento sudati come delle capre.”

 

Tutti scoppiarono a ridere, tranne Chad che fu trattenuto da una Taylor incapace di smetterla di ridacchiare.

 

“Evans, non potresti essere seria per una volta nella vita?” ringhiò tra i denti.

 

Lei ghignò: “Fammi diventare la socia di Manolo Blahnik, e allora forse lo diventerò.”

 

“Con quei due nella stessa stanza, sarà difficile che tu possa finire il tuo discorso.” mormorò Gabriella a bassa voce a Troy, ancora stretta a lui.

 

“Ragazzi, per favore, così non aiutate.” esclamò lui “E’ così difficile essere come l’anno scorso, senza barriere, senza cretinate a dividerci?”

 

“Le cose cambiano, Troy. E tu non puoi farci niente.” ribattè Corinne.

 

Il ragazzo annuì: “Perfetto. Allora cambieranno anche questo. Non mi piace fare i taglia-fuori, ma se tu non vuoi essere una Wildcat, Corinne, allora preparati a rimanere sola.”

 

La cheerleader lo guardò sprezzante, poi girò sui tacchi, in contemporanea al suono della campanella.

 

Mentre gli studenti sciamavano verso gli spogliatoi, Sharpay raggiunse Troy e Gabriella a braccia conserte: “Spirito Wildcat, eh?”

 

Il capitano sorrise, passando un braccio attorno alle spalle della sua ragazza: “Sei la prima ad averlo, Shar.”

 

“Pfff,” rise la bionda “Io non sono una lince. Io sono una tigre.” e mimando con la mano un’artigliata, si avviò a cambiarsi.

 

 

 

 

 

Sì, lo so che non ci potete credere, ma questo è davvero il capitolo 38 di Wildcats forever. Lo so che non è un gran che, è solo di transizione, ma volevo che Troy facesse questo discorso ^^

 

Consideratelo il mio regalo di compleanno per voi (anche se manca ancora poco meno di una settimana XD)

 

Grazie a Tay_, _troyellafan_, Lovely_fairy, Faboulous95, Angels4ever, Romanticgirl, Alexia379, Ciokina14, Lore93, Kikka93, Armony_93 e Lovejero

 

Non so quando arriverà il prossimo XD La mia vita è un po’ incasinata, al momento ^^

 

Grazie a chi, pazientemente, mi segue e mi aspetta.

 

Vi voglio bene!

 

Hypnotic Poison  

 

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Capitolo 39
*** 39. Show time ***


Ed anche lo spettacolo è finito

39. Show time

 

“Uno, due, passo, giro e… forza, ragazzi, metteteci più grinta! Lo spettacolo è tra due giorni!” Ryan si tolse il cappello e sospirò, scompigliandosi i capelli “Jason, cerca di seguire il ritmo della musica, Chad non dimenticarti di alzare il braccio destro quando fai il giro, e tu Sharpay, smettila di passare davanti!”

 

Sharpay incrociò le braccia al petto, sbuffando: “Non capisco perché mi hai messa in terza fila.”

 

Il fratello alzò gli occhi al cielo: “Perché questa è la canzone dei ragazzi! Voi dovete solo fare il balletto di sfondo.

 

“Appunto. Io odio essere lo sfondo.”

 

“Va bene, va bene, cinque minuti di pausa!” trillò la signora Darbus, salendo sul palco con una tazza di the in mano “Poi riprendiamo da qui.

 

Un mugolio di sollievo si alzò dai ragazzi, che si sparpagliarono dietro le quinte e in platea.

 

Gabriella si sedette accanto a Troy, facendo ciondolare come lui le gambe giù dal palco: “Ehi, Wildcat. Sei stanco?”

 

Troy sorrise: “Già. A volte Ryan è anche peggio di Sharpay quando si parla di coreografie.

 

“Preoccupato per lo spettacolo?”

 

“Naa. Direi che ci ho fatto l’abitudine.”

 

La ragazza sorrise: “Ma questo sarà speciale. Sarà il nostro ultimo spettacolo tutti insieme. Dev’essere perfetto.”

 

Il capitano la guardò ridendo: “Non farmi terrorismo, Montez, sai benissimo che a cinque minuti dall’inizio sarai tu ad avere una crisi di panico.

 

Lei rise e appoggiò la testa contro la sua spalla: “Guarda quei due,” aggiunse dopo un po’, osservando Zeke e Sharpay seduti sulle poltrone rosse “Non avrei mai creduto che Sharpay sarebbe stata così tenera in pubblico.”

 

“E’ la magia dei biscotti al cioccolato,” rise il castano “Aspetta che rimetta piede su questo palco.”

 

Rimasero ancora in silenzio, poi Gabriella sospirò, stringendogli il braccio: “Alla fine ce l’hai fatta, Wildcat.”

 

Troy si accigliò: “A fare cosa?”

 

“A riunire tutta la scuola. A far ritornare le cose com’erano prima.

 

“Sperando che duri,” borbottò lui “Non possiamo sapere se, appena ce ne saremo andati, non si ritornerà di nuovo allo status quo. Ci sono dei soggetti ancora restii.” aggiunse, alludendo a Corinne e ad un paio di cheerleader che sostavano all’entrata del teatro.

 

La mora sbuffò: “Hanno capito la lezione. Credo che da ora in poi non ci saranno problemi. E se lo spettacolo e la partita andranno bene…”

 

“Già, la partita…” Troy prese un grande respiro “La sento ancora più soffocante della finale del campionato. Come se tutto il peso della scuola fosse sulle mie spalle. Che, in un certo senso, è proprio così. Un po’ come prima che arrivassi tu.

 

Gabriella sorrise e gli diede un bacio sulla guancia: “Ce la farete. Voi siete i Wildcats. Tutti per uno e uno per tutti, giusto? Non avere paura. Tra quattro giorni, non vedrete l’ora di entrare in campo e stracciare i Knights. Pensa che ci sarò anche io a guardarti, e che non me ne fregherà niente se vinci o perdi, se giochi bene o male. Solo che tu ti diverta. Un po’ come all’asilo.

 

Il ragazzo sorrise: “Come all’asilo.”

 

Avvicinarono i loro visi, e le labbra si stavano per incontrare, quando la voce della Darbus li riportò alla realtà: “Forza, tutti sul palco, le prove ricominciano!”

 

 

###

 

 

“Okay, okay, ora attenti!” Sharpay appoggiò il suo bicchiere di the freddo sul comodino e alzò la mano per chiedere silenzio “Tocca a Ryan fare la domanda.

 

Suo fratello si schiarì platealmente la gola: “Pronti? Allora… quale assolo di chitarra è stato votato come il migliore nella storia del rock?”

 

Chad scattò in piedi, alzando la mano: “Io! Io la so!” strillò saltando sul posto “Quello di Jimmy Page dei Led Zeppelin in Stairway to Heaven!”

 

“Esatto!”

 

Un brontolio di scontentezza si levò nella stanza, mentre il Wildcat faceva una specie di danza della vittoria: “Sììì, ho vinto!!

 

Troy scosse la testa con un sorriso: “Non vale, Ryan, hai fatto praticamente solo domande sulla musica e sul cinema. Eravamo svantaggiati.

 

“Ti brucia, eh Bolton?” ridacchiò il suo migliore amico “La prossima volta, invece di cercare di sedurre Gabriella, concentrati sul gioco.

 

I due interessati, seduti sul grande divano di Sharpay, arrossirono.

 

Taylor, in compenso, sorrise e bevve un sorso dal suo bicchiere di aranciata: “Riconoscigli questa vittoria, Troy. Non ne vedrà molte altre di cultura generale.

 

Gli altri otto Wildcats scoppiarono a ridere, mentre il suo ragazzo le scoccò un’occhiataccia: “Certo, ti amo anche io, McKessie.

 

“Lo sai che ti vogliamo bene per questo, Chad!” lo rincuorò Martha.

 

“Io non vorrei fare il guastafeste, ma domani abbiamo lo spettacolo, e se mia sorella non dorme per almeno otto ore, sarà assolutamente intrattabile.

 

Sharpay lanciò un cuscino rosa shocking a suo fratello: “Sei sempre carino, Ry. Comunque hai ragione, ho bisogno del mio sonno di bellezza.

 

Gabriella s’inginocchiò sul divanetto bianco: “Okay, come dormiamo?”

 

La bionda si spalmò sul letto, allargando braccia e gambe: “Io qui. Voi dove volete.

 

“Scordatelo, Evans. Te lo sogni di tenerti quel lettone tutto per te. Te lo godi già per trecentosessantacinque giorni l’anno. sbottò Troy.

 

“Non pensare di dormirci tu, hai già imbrattato abbastanza il mio divano.

 

Il capitano dei Wildcats si accigliò: “Di cosa, scusa?”

 

Sharpay alzò un sopracciglio: “Ormoni, Bolton. Testosterone.”

 

“Sharpay!” si lamentò scandalizzata Gabriella, mentre tutti i loro amici scoppiavano a ridere e le guance del suo ragazzo si tingevano di rosso.

 

La bionda alzò le mani allusiva, schivando poi un cuscino azzurro lanciato dall’amica.

 

Kelsie si tolse il cappello ridacchiando: “Ragazzi, dai, mettiamoci in qualche modo e dormiamo, sono già abbastanza agitata per domani.

 

“Ehi, è assolutamente vietato parlare di panico da palcoscenico almeno fino a cinque minuti prima dall’inizio dello spettacolo!” esclamò Taylor “L’ultima volta, Gabriella è andata in iperventilazione e abbiamo dovuto farla respirare nel sacchetto di patatine di Jase.

 

“Allora ditelo che ce l’avete con me stasera.” borbottò la mora incrociando le braccia e facendo il broncio.

 

Troy l’abbracciò da dietro e le sussurrò all’orecchio: “Io conoscerei un modo per farti passare il malumore…”

 

“Assolutamente no!” scattò Sharpay, che l’aveva udito benissimo “Abbiamo deciso che stasera si dorme tutti insieme e così sarà!”

 

“Che palle.” sbottò Chad, ricevendo subito uno schiaffo sulla nuca da parte di Taylor.

 

“Va bene, adesso basta, dormiamo sul serio,” sentenziò Ryan, alzandosi per raggiungere l’interruttore “Appena spengo la luce, non voglio sentire più un rumore, capito?”

 

“Sì mamma.” rispose il ricciolino, accomodandosi sul lettone.

 

“Okay, allora uno… due… tre… buonanotte Wildcats!”

 

 

###

 

 

Jason sbirciò da una fessura del sipario scarlatto: “E’ pieno, là fuori. informò gli amici.

 

Taylor, già con il suo costume di scena, gli lanciò un’occhiata supplichevole: “Ti prego, Jase, non dire niente.

 

“QUESTO E’ INACCETTABILE!” la voce poderosa di Sharpay risuonò tra le quinte.

 

La videro sfrecciare sul retro del palco, seguita da Ryan che cercava di afferrarla: “Sorellina, cerca di calmarti.

 

“NO CHE NON MI CALMO!” strillò più forte la bionda.

 

La castana si accigliò: “Qual è il problema?”

 

Sharpay incrociò le braccia al petto con uno sguardo assassino negli occhi caramello: “Mancano dieci minuti all’entrata in scena, e qualcuno ha spostato tutti i miei trucchi nel mio camerino, e adesso non trovo più il mio fondotinta! Nessuno ha una tonalità di pelle chiara e delicata come la mia! Io ho bisogno del mio fondotinta!”

 

“Ehi, Sharpay,” la richiamò Jason, sempre intento ad osservare il pubblico “Indovina chi è venuto a vederti ed è seduto proprio in prima fila.”

 

“Chi?”

 

Il ragazzo la guardò con un ghigno: “Rebecca!”

 

Aaaaargh!” Sharpay lanciò le braccia verso l’alto ed emise un altro ruggito, scomparendo poi dietro una quinta.

 

Taylor sospirò: “Bene, l’abbiamo persa.”

 

“Qualcuno ha visto Gabriella?” anche Troy fece la sua comparsa nel dietro le quinte, con aria preoccupata “Era con me fino a mezz’ora fa, poi sono andato a cambiarmi e non l’ho più trovata.

 

“Hai controllato nel ripostiglio dei tecnici? L’ultima volta stava soffocando là dentro.

 

“Già guardato, non c’è.”

 

Lei alzò gli occhi al cielo: “Perfetto, vuol dire che è entrata in pieno nella fase in cui comincia a farsi prendere dal panico prima di entrare in scena. Andiamo a cercarla.”

 

“Non sparpagliatevi troppo, tra otto minuti si va in scena!” li avvisò la signora Darbus, fasciata da uno strano e vagamente esotico abito turchese, completato dall’immancabile scialle.

 

“Sì signora Darbus!” esclamarono in coro i due, incamminandosi nel retroscena.

 

“Hai guardato nel camerino di Sharpay?” domandò Taylor, guardandosi attorno in cerca dell’amica.

 

Troy fece una smorfia: “Con lei che strilla perché le hanno rubato il fondotinta? No grazie!”

 

L’altra roteò gli occhi e bussò alla porta rosa: “Che c’è ancora?” strillò da dentro la bionda spalancando la porta.

 

“Gabriella è lì con te?” domandò il capitano dei Wildcats, cercando di sbirciarci.

 

Sharpay sospirò: “Sì, è qui con me.” aprì del tutto la porta per mostrare una stanza tinta di ogni tonalità possibile di rosa. Su un divanetto fucsia, stava Gabriella, già pronta, con la testa tra le mani e i gomiti sulle ginocchia, cercando di respirare. “La novellina sta andando in iperventilazione. Per l’ennesima volta.

 

La castana le si inginocchiò accanto: “Gabriella. Ormai dovresti essere abituata a stare sul palco!”

 

“Lo…lo so!” ansimò Gabriella tra un respiro e l’altro “Ma non… non ci posso fare niente.

 

Sharpay, seduta alla toeletta per gli ultimi ritocchi, sospirò: “Eeh, questi dilettanti.

 

Troy le scoccò un’occhiataccia, poi si avvicinò alla sua ragazza: “Gabriella, Gabby, dobbiamo andare in scena tra poco. L’hai fatto milioni di volte. Non c’è niente di cui preoccuparsi. Ci sarò io sul palco con te.

 

“Certo, ci sarà il tuo superuomo a proteggerti, yuppi. borbottò la bionda con astio, stendendosi un fondotinta che non era il suo.

 

 Si udì bussare alla porta, e dopo un istante la massa di ricci ribelli di Chad fece la sua comparsa: “Ah, ma allora siete qui! La Darbus sta cominciando a dare di matto perché tra quattro minuti inizia lo spettacolo e voi eravate spariti! Presto, dobbiamo andare!”

 

“Oh no, no, no, no, no.” esalò Gabriella.

 

“Oh sì, invece.” Troy se la caricò di peso in spalla e la portò fuori dal camerino “Mi ci hai infilato tu in questa storia dei musical.”

 

“Grazie al cielo siete qui! Ma dove eravate finiti?!?” sbraitò la professoressa non appena raggiunsero le quinte da cui dovevano entrare.

 

“Ci scusi signora, problemi di panico.” spiegò Chad, aggiustandosi il cappello che portava “Ma ora siamo pronti.”

 

“Sarà meglio. Ai vostri posti, state pronti. con un ultimo svolazzare di scialle, la Darbus andò a dare il via al musical.

 

Troy e Chad si scambiarono un cinque, poi il castano guardò la sua ragazza, che aveva già riacquistato un po’ di colore, con un ghigno: “Che lo spettacolo abbia inizio.

 

Gabriella gli fece una linguaccia: “Ti detesto.

 

Lui sorrise ancora di più, mentre una voce echeggiava nel teatro pieno: “Lo spettacolo sta per cominciare; si prega ai gentili spettatori di occupare il proprio posto. Buon divertimento.

 

La folla cominciò ad applaudire allo spegnersi delle luci, intanto i ragazzi si prepararono.

 

Go Wildcats…” sussurrò Chad con un sorriso; lampi di colore diverso si accesero sul palco, e la musica partì.

 

[Troy, Chad, Insieme]

 

 

Take it back to the place

Where you know it all began

 

La voce di Troy riempì la sala, mentre entrava lentamente con Chad al suo fianco, sul palco della scuola che aveva segnato la loro vita.

 

We can be anything we wanna be

 

Il suo migliore amico gli sorrise, aprendo le braccia e facendo una giravolta; indossavano entrambi dei pantaloni larghi color militare, coordinati ad una maglietta dello stesso colore. In testa, un berretto con visiera a trattenere la coda di riccioli ribelli per Chad, e una bandana nera per Troy. Sul viso erano state loro disegnate delle righe nere, a ricordare un po’ gli indiani, un po’ delle macchie di grasso della macchina.

 

We can tell by the noise

That the boys are back again

 

Troy si sporse verso la folla, che applaudiva e rumoreggiava per loro, che li aveva riconosciuti, che li aveva amati.

 

Together making history

 

Si scambiarono un cinque in alto; già, loro due avevano contribuito a scrivere la storia della East High, dei Wildcats. E per questo, forse non sarebbero mai stati dimenticati.

 

It’s time to show how

To be a super hero

Just like a showdown

Will Smith and Bobby de Niro

 

Iniziarono a ballare, mentre da dietro le quinte caddero dei palloni da basket, che loro prontamente afferrarono.

 

We’re the best, no doubt

Doin’ like we used to do

 

Cominciarono a palleggiare e passarsi la palla, compiendo acrobazie sulla scenografia da strada che era stata allestita. Proprio come avevano sempre fatto.

 

This is our town

And I’m telling you

 

Si portarono la palla al petto, per poi lanciarsela alle spalle; a braccia aperte, si avvicinarono al limite del palco, come parlando agli spettatori. Quello era il loro regno.

 

The boys are back, hey

The boys are back

The boys are back, gonna do it again

Gonna wake up the neighborhood

 

Gli altri ballerini entrarono, vestiti allo stesso modo. Erano loro, i Wildcats, che erano tornati a far sentire il loro ruggito. Sotto un’esplosione di luci, ballando la break-dance e facendo impazzire il pubblico, ormai in piedi.

 

The boys are back, yeah

The boys are back

Climbing up the walls, anytime we want

The word is out, the boys are back

 

Anche le ragazze, vestite degli stessi colori ma con dei top a fascia al posto delle magliette e tutte con un cappellino sopra i capelli raccolti, si unirono al resto del gruppo, donando ancora più energia allo spettacolo.

 

The boys are back

Back to save the day

The boys are back, oh yeah

 

Erano tornati tutti: per svelare ancora una volta la magia dell’essere uno, dell’essere Wildcats, per salvare, in fondo, la scuola. A ritmo di un palleggio e di una canzone.

 

Here to change the world

 

Troy spalancò le braccia, mentre ragazze e ragazzi si mischiavano in un gruppo unico.

 

To solve a mystery, fight the battle

 

Chad fece finta di cercare qualcosa, e poi di combattere contro Zeke. 

 

Save the girl

 

Si misero tutti a coppie, ognuno con la propria ragazza, e fecero loro fare un casqué, in cui esse si tolsero i berretti, sciogliendo i capelli e facendoli scuotere nell’aria, per poi rimetterseli e piroettando attorno ai ragazzi.

 

(No one) No one can stop us now

We’re the one who makes the rules

Oooh…

 

Iniziarono una complicata coreografia interamente di hip hop e break-dance, interamente composta da Ryan e, per la prima volta, Chad, senza mai sbagliare un solo passo.

Poi, si alzarono e gridarono tutti insieme, le braccia spalancate, rivolti verso il cielo.

 

The boys are back

Oooh, yeah

The boys are back, hey

The boys are back

The boys are back, gonna do it again

Gonna wake up the neighborhood

 

Ripresero il ritornello, ballando con ancora più foga, come se tutto dipendesse da quello.

 

The boys are back, yeah

The boys are back

Climbing up the walls, anytime we want

 

Le ragazze misero un piede sulle mani dei ragazzi, che le aiutarono a saltare. Poi corsero tutti ad arrampicarsi sui muri di compensato della scenografia, scivolandoci poi giù su un fianco.

 

No need to worry ‘cause

The boys are back, hey

The boys are back,

Look out now

The boys are back, gonna do it again

And we make it look good

 

Degli effetti speciali in forma di scintille si svilupparono attraverso il palco, avvolgendo i ballerini insieme al fumo che saliva dal basso.

 

The boys are back, yeah

The boys are back

Tearing down the walls anytime we want

 

Fecero cadere le scenografie, con salti e giravolte. Sharpay (che aveva voluto e ottenuto un nanosecondo di visibilità) si mise al centro del palco e fece una rondata.

 

I’m sure that you know by now

 

Corsero tutti a fondo palco, mentre Chad e Troy fingevano di suonare delle chitarre. 

 

The boys are back!

 

Troy e Chad corsero su una finta macchina, con tutti gli altri attorno a loro o sotto di loro, rivolti verso il pubblico; incrociarono le braccia e si misero spalla contro spalla. La musica terminò, le luci si spensero, e gli spettatori impazzirono.

 

Ci fu qualche istante di pausa, nel quale il pianoforte di Kelsie venne innalzato dall’orchestra sottostante il palco, e lei faceva la sua comparsa, inchinandosi al pubblico che ancora acclamava.

 

Vi ci sedette e iniziò a suonare delle noti dolci, mentre da due quinte diverse spuntarono Troy e Gabriella, cambiati in abiti da ballo, che si guardavano sorridenti.

 

[Troy, Gabriella, Insieme]

 

Take my hand

I’ll take the lead

And every turn will be safe with me

 

Troy le tese la mano quando giunsero insieme al centro del palco, e lei la accettò. Le fece fare una giravolta, per poi stringerla al suo corpo.

 

Don’t be afraid, afraid to fall

You know I’ll catch you through it all

 

La fece scendere dolcemente verso il basso, in un morbido casqué, spostandola verso destra, e poi la tirò su di nuovo, con lei che continuava a sorridergli.

 

And you can’t keep us apart (even a thousand miles can’t keep us apart)

‘Cause my heart is (‘cause my heart is)

Wherever you are

 

La voce di Gabriella si unì alla sua mentre iniziavano a ballare a tempo di valzer, come quel giorno alle prove. Come se fossero solo loro, nel loro piccolo mondo.

 

It's like catching lightning the chances of finding someone like you
It's one in a million the chances of feeling the way we do

And with every step together, we just keep on getting better
So can I have this dance (can I have this dance)
Can I have this dance

 

Insieme a loro entrarono anche Chad e Taylor, Zeke e Sharpay, Ryan e Martha, tutti in eleganti abiti, e ballarono tutti sulle note della canzone, cullati dalla voce dolce ma potente dei loro amici.

 

No mountain’s too high, no ocean’s too wide

‘Cause together or not our dance won’t stop

Let it rain, let it pour

What we have is worth fighting for

You know I believe that we were meant to be

 

Cantarono il loro amore, indistruttibile ed indivisibile anche a distanze remote. Avrebbero continuato a danzare anche se lontani, come stavano facendo in quel momento, al centro del palco, circondati da tutti i loro compagni.

 

It's like catching lightning the chances of finding someone like you (like you)
It's one in a million the chances of feeling the way we do

And with every step together, we just keep on getting better
So can I have this dance (can I have this dance)
Can I have this dance

 

Una pioggia di coriandoli e brillantini scese su di loro, insieme ad una brezza che aumentò il magico ondeggiare dei vestiti. Sembrava quasi una favola, quel numero. Una favola destinata a non finire mai.

 

Can I have this dance

Can I have this dance

 

La musica scemò lentamente, e Troy e Gabriella si ritrovarono ancora una volta a fissarsi negli occhi, lui con le mani sui fianchi della ragazza, lei con le braccia attorno al suo collo. Si sorrisero e poi fecero la cosa più naturale e spontanea, tra di loro, che non era stata prefissata: un semplice, ma dolcissimo bacio a stampo.

 

Tutta la platea scoppiò in uno scroscio di applausi, ma loro parvero non udirli, e dopo essersi staccati continuarono a guardarsi negli occhi, ignorando anche gli sbuffi e le occhiate divertite dei loro amici.

 

Le luci si spensero per permettere l’ultimo cambio di scenografia, e loro furono costretti a lasciare il palco velocemente da una fremente Sharpay, ansiosa del suo numero da solista che non sarebbe mai mancato.

 

Si ritirarono tutti tra le quinte, ormai rilassati dall’idea di aver finito, e pronti a godersi l’ultimo atto del musical. La musica di sottofondo tra una pausa e l’altra ben presto sparì, e le luci si spensero di nuovo.

 

Kelsie si mise al centro dell’orchestra, e cominciò a dirigerla, mentre improvvisamente un enorme cuore rosa brillantinato si accese al centro esatto del palco, si aprì e da lì fece la sua comparsa Sharpay, avvolta in una meravigliosa nuvola fucsia, con una tiara di diamanti in testa, un collier simile e un paio di guanti bianchi lunghi fino al gomito.

 

A kiss on the hand may be quite continental
But diamonds are a girl's best friend

 

La sua voce squillante e potente riempì il teatro, e lei iniziò a scendere le scale, aiutata da una serie di ragazzi in abito nero, ognuno su un gradino diverso.


A kiss may be grand but it won't pay the rental
On your humble flat, or help you feed your helpless cat

 

Raggiunse la fine delle scale e concesse un baciamano ad un ragazzo, per poi allontanarsi ballando.

Men grow cold as girls grow old
And we all lose our charms in the end

 

Si avvicinò ad uno specchio a forma di cuore e si sistemò i capelli, facendo una smorfia imbronciata.


But square-cut or pear-shaped
These rocks don't lose their shape
Diamonds are a girl's best friend

Vi si allontanò e si avvicinò ad un tavolino in cui erano contenuti tanti gioielli brillanti, sorridendo gioiosa. 

 

...Tiffany...Cartier...

 

Cominciò a ballare con tutti i ragazzi, uno alla volta, cambiando con delle giravolte.

‘Cause we are living in a material world
And I am a material girl

Tutti i ragazzi si inginocchiarono attorno a lei, offrendole ognuno un gioiello diverso, e lei ne prese alcuni e li lanciò verso l’alto.

 

Smack, Ah
Come and get me, boys

 

Diede un bacio al pubblico, poi si voltò verso i suoi partner e fece loro segno di seguirla.

 

But diamonds are a girl's best friend

 

Una pioggia brillante cadde dall’alto, investendola in pieno, mentre lei risaliva le scale e si accomodava su una specie di trono rosa e argento, all’inizio dei gradini.

Diamonds are a girl's best
Diamonds are a girls best
Diamonds are a girls best friend

Lanciò le braccia verso l’alto, mentre dei fuochi artificiali dorati partivano accanto a lei, e tenne un acuto degno di una grande star. Quello che poi, in fondo, lei era davvero.

 

Il pubblico fu entusiasta ancora, tanto da alzarsi in piedi ed acclamarla a gran voce.

 

Sharpay si alzò dalla sedia ridendo, si inchinò a destra e sinistra lanciando poi dei baci verso la platea.

 

Pochi istanti dopo salirono sul palco anche tutti gli altri, tenendosi per mano. Formarono tutti una fila e si inchinarono di nuovo, con gli applausi che non accennavano a diminuire.

 

Ce l’avevano fatta, di nuovo. Erano riusciti a salire di nuovo su un palco tutti insieme e a far vedere quanto, anche lì, valessero. Che erano tutti una squadra. E lo sarebbero stati per sempre.

 

 

 

 

Sì, lo so che non ci speravate più, ma invece ce l’ho fatta, in un pomeriggio l’ho scritto quasi tutto ed ora sono qui che pubblico il tanto sospirato capitolo 39. scusate l’immensa attesa, ma fra un casino e l’altro e l’estate non ho più trovato il tempo di aggiornare questa fanfiction.

 

Ora, avviso importante: questo era il penultimo capitolo della fic. Quindi sì, mi dispiace, ma Wildcats forever si chiuderà al 40esimo capitolo. Che non mi sembra poco XD

 

Grazie a: lovely_fairy; Angels4ever; Romanticgirl; Tay_; Alexya379; Kikka93; Ciokina14; Armony_93, Arydivina e jessikina03.

 

Non so quando arriverà l’ultimo capitolo. Voi immagino lo vogliate il più tardi possibile ^^ Sono immersa di compiti, non se nemmeno se riuscirò a finire loro, quindi immaginatevi la fan fic!

 

Grazie per la pazienza che tutte le volte mi concedete ;)

 

Un bacione a tutte

 

Hypnotic Poison

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 40
*** 40. Now or never - Wildcats forever ***


40

40. Now or never – Wildcats forever

 

“Giurami che non sei arrabbiato.” Troy e Gabriella erano stesi sul letto della ragazza, lui a pancia in su e lei appoggiata al suo torace. La porta era aperta, e loro erano sopra le coperte, come espressamente richiesto dal signor Montez, intento a guardare il baseball in salotto.

 

Troy guardò in giù, giocherellando con un boccolo corvino: “Certo che non sono arrabbiato. Solo che mi sarebbe piaciuto che tu ci fossi a questa partita.”

 

Gabriella alzò lo testa: “Anche a me! Ma mia madre ha come giorni libero solo questo weekend, ed è da un sacco di tempo che non mi vede! È colpa della sua cavolo di compagnia…”

 

“Ehi, tranquilla. Sai a quante altre mie partite potrai assistere? Non ho intenzione di lasciarti molto presto, signorina Montez. Anzi, non ho proprio intenzione di lasciarti.”

 

La mora ridacchiò: “Ricambio, Bolton. Prometto che chiamerò sempre Tay o Kelsie per farmi dire come sta andando!”

 

“D’accordo, ti credo.” il ragazzo si sporse per incontrare le sue labbra “Ma dovrai comunque farti perdonare.”

 

La ragazza rise di nuovo e lo baciò a sua volta, stringendogli la maglietta per tirarlo più vicino.

 

“Ragazzi! Non sento le vostre voci!” giunse allegra dal piano di sotto la voce del signor Montez.

 

La figlia alzò gli occhi al cielo: “Promise I’ll be kind but I won’t stop until that boy is mine… sei contento, papà?”

 

“Molto tesoro, grazie!”

 

Troy sorrise: “Tuo padre è forte, lo sai? Non potrò mai ringraziarlo abbastanza per averti fatto rimanere qui con me.”

 

Gabriella si girò sulla pancia, stendendosi di più su di lui: “Beh, lui dice che per adesso non vuole diventare nonno e vorrebbe che io mi diplomassi prima di mettere su famiglia. Quindi mi sa che dovrai aspettare, signor Bolton.”

 

“Tutto il tempo del mondo per te, Montez.”

 

Ricominciarono a baciarsi dolcemente, fino a che non udirono un “Ragazzi!” provenire dal di sotto.

 

Si staccarono di nuovo, con Gabriella che borbottò: “Meno male che è forte, vero?” mentre si alzava e tirava il suo ragazzo per le mani “Forza, scendiamo anche noi. Almeno sta più tranquillo.”

 

Il ragazzo sbuffò: “Ma così non ti posso baciare.”

 

La mora rise e scosse la testa: “Tanto non potresti farlo lo stesso, Wildcat.”

 

Troy fece per rispondere, ma il suo cellulare squillò in quel momento; sbuffò, e lo prese fuori dalla tasca: “E’ Chad,” bofonchiò guardando sul display “Pronto? No, sono da Gabriella. Okay, dammi mezz’ora e… no, Chad, cinque minuti no. Va bene, va bene, un quarto d’ora. Tra un quarto d’ora sarò da voi, promesso. Ciao.” chiuse la telefonata e alzò gli occhi al cielo “Devo andare al campetto nel parco. I ragazzi vogliono essere in forma per la partita. Credo di non averli mai visti così fissati.”

 

La sua ragazza rise e lo abbracciò, appoggiando una guancia al suo petto: “Mi mancherai, Wildcat.”

 

Il castano la cinse con un braccio: “Ehi, sono solo due giorni. Ci vediamo alla festa dopo la partita, giusto? E’ anche la fine delle nostre due settimane alla East High.”

 

“Non me la perderei per niente al mondo.” Gabriella strofinò il naso contro la maglietta di lui, inebriandosi del suo profumo “Sarà anche la prima volta che l’intero corpo studentesco andrà a scuola il sabato mattina.”

 

“Mmmh, che cosa entusiasmante.” ridendo, Troy le alzò il viso con due dita ed unì le loro labbra. Giusto per essere interrotti dall’ennesimo trillo del cellulare del ragazzo “Questo è Chad che mi dice di spicciarmi. Eppure io non faccio così quando lui è con Taylor.”

 

“Forse dovresti iniziare.” la mora si alzò in punta di piedi e lo baciò ancora.

 

Il capitano dei Wildcats ghignò e si staccò a malincuore: “Devo andare, Gab, o qui finisce che non ti levo più le mani di dosso. Deve anche arrivare tua mamma tra poco, giusto?”

 

La ragazza annuì, improvvisamente con aria triste: “Mi chiamerai?”

 

“Così tanto che alla fine ti stuferai di me!”

 

“Ah, io non potrei mai stufarmi di te.” si scambiarono un ultimo bacio, poi Troy si avviò alla porta e l’aprì: “Ci sentiamo dopo, Gab.”

 

Gabriella sorrise dolcemente: “A dopo Wildcat.”

 

Di scatto, il ragazzo le prese una mano, tirandola a sé, e stampandole un velocissimo bacio sulle labbra: “Ti amo.”

 

Lei scoppiò a ridere, spingendolo fuori: “Anche io ti amo, ma ora vai! Non voglio aver un Chad arrabbiato sulla coscienza!”

 

Si salutarono un’ultima volta con la mano, poi Gabriella chiuse la porta, e cercò di far scomparire quell’allegro rossore sulle guance.

 

 

###

 

 

“Ehi Tay! Che ci fai qui?” domandò allegro Troy raggiunto il campetto e notando la ragazza lì.

 

“Porto le provviste per i nostri campioni,” alzò un cestino da picnic ricolmo di panini e bottiglie “Gabby è partita?”

 

“Credo di sì,” sospirò affranto il ragazzo “Quando l’ho lasciata sua madre stava per arrivare.”

 

Taylor ridacchiò, passandogli una bottiglietta d’acqua: “Coraggio, lover boy. La tua ragazza tornerà presto.”

 

“Sì ma non ci sarà alla partita.”

 

“Allora vedi di concentrarti molto, perché io non voglio perdere!” Chad li raggiunse e passò un braccio attorno alle spalle della sua ragazza “Quanta roba c’è da mangiare?”

 

Taylor alzò gli occhi al cielo: “Abbastanza per tutti. Cavolo, Danforth, a volte mi stupisco di quanto tu sia un maiale. E poi, santo Cielo, puzzi!”

 

“Non è puzza, è odore maschio. Denota la nostra mascolinità. La nostra forza.”

 

Troy e Taylor si scambiarono un’occhiata: “Dì un po’, amico, sei stato con le tue cuginette di recente?”

 

Chad si accigliò: “Sì, perché?”

 

“Perché le chance sono due. O hai guardato troppo Hannah Montana, o troppi documentari sul Fantastico Mondo degli Animali.”

 

Il ricciolino tirò il pallone al suo migliore amico: “Parla per te, Romeo. Come farai ora che la tua Giulietta è partita? Rischierai di subire la punizione capitale del tuo migliore amico se non pensi ad altro che a lei, oppure rimetterai la testa sulle spalle e schiaccerai i Knights?”

 

Troy incrociò le braccia ed alzò un sopracciglio, divertito: “Sai, questa tua rielaborazione di Romeo e Giulietta è interessante. Potresti proporla alla Darbus, chissà che non ne venga fuori un bellissimo spettacolo.”

 

Chad rivolse gli occhi al cielo: “Basta ci rinuncio. Bolton, quando avrai di nuovo sale in zucca, ti aspetto in campo.”

 

Taylor e Troy ridacchiarono: “Verrai alla partita?” domandò poi il ragazzo. La mora annuì: “Io e Kelsie abbiamo già i biglietti. Direttamente sopra la panchina dei Wildcats.” Gli fece l’occhiolino e continuò “Martha e Sharpay invece, come sai, saranno tra le cheerleader, per la gioia di Corinne O’Connors.”

 

Troy raccolse un pallone arancione da terra e lo fece roteare sopra l’indice: “Ho capito male oppure sarà Ryan a fare da mascotte?”

 

La ragazza rise: “No, è proprio vero. A quanto pare, Sharpay non si fidava della mascotte attuale, ed ha, uhm, gentilmente chiesto al fratello di prendere il suo posto.”

 

“Scusate, volete continuare a fare salotto laggiù?” urlò Chad alzando un braccio, sostenuto da Zeke e Jason, appena arrivati “Noi vorremmo giocare!”

 

Troy sospirò: “Ci vediamo alla partita, Tay. Sempre se arrivo vivo, credo che Chad abbia intenzione di massacrarmi.”

 

Lei sorrise: “Buon allenamento, capitano. A sabato.”

 

 

###

 

 

“Non ti vedo da sei ore. È troppo. Il mio povero cuore non può reggere.”

 

Gabriella ridacchiò, stringendo il cellulare: “Non è il tuo cuore a non reggere, Wildcat.”

 

Lo sentì fingere indignazione, all’altro capo della linea: “Ehi, Montez, cosa sono certe insinuazioni?”

 

“Oh, solo banali osservazioni derivanti dal fatto che anche a scuola non mi togli mai le mani di dosso.”

 

“Non è colpa mia se sei così dannatamente sexy in versione professoressa di matematica.”

 

Gabriella arrossì vistosamente, lanciando un’occhiata a sua madre che si stava pettinando davanti allo specchio, canticchiando, nella loro camera d’albergo a Phoenix, dove avevano deciso di passare il weekend: “Piantala.”

 

Troy rise: “Ohoh, abbiamo toccato un tasto dolente eh? O dovrei dire… godente?”

 

Se possibile, la sfumatura di rosso sulle guance della ragazza si scurì ancora di più: “Troy Bolton, se non vuoi che riattacchi immediatamente, smettila subito.”

 

“Va bene, va bene. Com’è Phoenix?”

 

“Bella, anche se abbiamo girato solo un’oretta. Adesso stiamo per andare a cena. Tu come stai?”

 

“Beh, se tralasciamo la stanchezza, la fame ed il fatto che Chad mi ha massacrato perché non voleva ammettere la sconfitta, direi bene. Ah, giusto, e la partita è dopodomani, e a quanto ne so ci saranno anche degli osservatori dell’NBA.”

 

“Dici davvero? E’ meraviglioso! Vorrei poterci essere anche io…”

 

“Ma tu ci sarai, piccola. Prometto che ti dedicherò ogni canestro.”

 

Di nuovo, un colore rosato si dipinse sulle guance di Gabriella: “Grazie. Ora devo andare, mia mamma è pronta ad uscire. Ci sentiamo domani?”

 

“Certamente. Divertiti, mi raccomando. Ti amo.”

 

“Anche io…” Gabriella chiuse la comunicazione e sospirò, guadagnandosi un’occhiata incuriosita da parte di sua madre: “Che succede, querida?”  

 

Lei scrollò le spalle: “Niente mamma. È solo che… beh, dopodomani c’è l’ultima partita dei Wildcats e mi sarebbe piaciuto esserci. Troy è così teso… ma non fa niente, la potrò sempre rivedere in DVD, Kelsie porterà la sua videocamera.”

 

Maria Montez sorrise comprensiva e le mise una mano sulla spalla: “No te preocupes, querida. Vamonos, vale?

 

 

###

 

 

Il rumore della folla, dei tamburi e della banda era lontano, ma chiaro come non mai negli spogliatoi bianchi e rossi. O forse, l’emozione di essere lì, di nuovo, lo rendeva ancora più fragoroso, più presente, che schiacciava il silenzio concentrato e teso.

 

Taylor era appoggiata al muro appena fuori dagli spogliatoi. Mancava ancora più di mezz’ora all’inizio della partita, eppure la palestra era già gremita di colori rivali. Batteva impaziente la punta della sua ballerina bianca contro il pavimento, scandendo i secondi che la separavano dall’incontrarsi con Chad. Strano a dirsi, era agitata anche lei per la sfida incombente. Diede uno sguardo distratto all’orologio che portava al polso e sbuffò, scostandosi i capelli perfettamente lisci.

 

In quel momento, una porta degli spogliatoi si aprì e ne uscì Chad, già con la divisa addosso: “Ehi,” la chiamò “Siete già tutti qui?”

 

La ragazza annuì e gli si avvicinò: “Noi e tutta la scuola. Non ho mai visto la palestra così piena. Sharpay e le altre hanno già incominciato a trattenere il pubblico. Non stupirti, è brava anche come cheerleader.”

 

Chad le avvolse i fianchi e posò il mento sulla sommità della sua testa: “Sono nervosissimo.”

 

Taylor lo abbracciò ridendo: “Vedrai che andrà tutto bene. Siete i Wildcats, avete vinto due campionati, il vostro segreto sta nell’essere una squadra. Non dovete avere paura dei Knights.”

 

“Ehi, io non ho paura!” rimbeccò il ragazzo, solleticandola “E’ solo che… beh, è tanto che non giochiamo in questa palestra, davanti a questa gente. Se li deludiamo, tutto quello che abbiamo cercato di insegnargli in queste due settimane andrà all’inferno. E poi non mi è mai piaciuto essere battuto da quegli antipatici della West High.”

 

La mora alzò il viso e gli diede un bacio leggero: “Allora metticela tutta. Almeno questo serve a darti un po’ di senso di responsabilità.”

 

“Io sono responsabile. Ma a volte le responsabilità sono noiose.”

 

Taylor rise: “Quindi io sarei noiosa?”

 

“No,” scosse i riccioli ribelli “Tu sei la priorità, che è diverso.”

 

Le guance della castana si tinsero di rosso: “Mmm, molto galante, signor Danforth. Non è che hai qualcosa da farti perdonare?”

 

“Non posso fare un complimento alla mia ragazza?” replicò lui, fingendosi offeso.

 

La ragazza in questione gli diede un’amichevole pacca sul petto: “Vai, Don Giovanni, ritorna nello spogliatoio. Sbaglio o il coach dice sempre che dovete concentrarvi sulla partita?”

 

“Aspetta,” Chad la tirò per una mano e la strinse a sé “Prima voglio il bacio portafortuna.”

 

Taylor rise e lo baciò teneramente, infilando una mano tra i suoi ricci selvaggi.

 

“Ragazzi, per favore, siamo in un luogo pubblico.” la voce ironica di Sharpay li fece separare di scatto. “Evans, che ci fai qui?”

 

La bionda, in tenuta bianca e rossa da cheerleader [quella del terzo film, avete presente? xD Nda], scosse le spalle: “Sono venuta a cercare Zeke. E siccome non ho intenzione di entrare in quello spogliatoio sporco e puzzolente, vammelo a chiamare.”

 

Il numero otto roteò: “Ai suoi ordini, maestà. Ci vediamo dopo.” dato un altro bacio a Taylor, corse negli spogliatoi, mentre la sua ragazza si rivolgeva alla sua amica: “Stai benissimo, Sharpay.”

 

Questa ultima sventolò una mano: “Naturalmente. Certo, se questa divisa fosse rosa… ma evidentemente in giro c’è questa strana, mh, cosa del ‘non puoi avere tutto dalla vita’, quindi… mi sono dovuta accontentare.” si spazzolò della polvere invisibile dalla gonna a pieghe, lanciando poi la sua magnifica chioma bionda, parte della quale raccolta da una coda, oltre la spalla. “C’è anche quella tra il pubblico?”

 

Taylor alzò gli occhi al cielo, divertita: “Sì, c’è anche Rebecca, Ryan è riuscito a trovarle un posto.”

 

Sharpay sbuffò, mettendo le mani sui fianchi: “Perché mio fratello non usa il cervello quando decide di fare una cosa? Anzi, perché non lo usa mai? Si vede che si è mischiato a quei… Wildcats!”

 

La mora scoppiò a ridere: “Credo che tu gli abbia appena fatto un complimento, Shar. Ora scusami, ma vado al mio posto. Ci vediamo dopo!”

 

“Riprendetemi bene con la videocamera!” le gridò dietro “Ma quanto ci mette Zeke?”

 

“Eccomi, eccomi, sono qui! Il coach ci stava dando le ultime istruzioni!” il ragazzo entrò correndo nel corridoio che portava dagli spogliatoi alla palestra “Ma… tu che ci fai qui?”

 

“Ehm…” Sharpay spostò il peso da un piede all’altro, nervosa “Sono venuta per… dirti in bocca al lupo per la partita.”

 

“Oh.” Il numero trentadue dei Wildcats spalancò la bocca, stupito. “Wow. Cioè, volevo dire, grazie, crepi!” le si avvicinò per darle un bacio, ma la bionda alzò una mano, fermandolo: “Zeke. Il trucco.”

 

“Ops, scusa.” si spostò all’ultimo momento, posandoglielo sulla fronte. “Farai il tifo per me?”

 

Lei sorrise e si girò, mostrandogli un bel numero 32 stampato sulla schiena della sua maglietta rossa: “Giusto per farlo capire a tutte quelle galline.”

 

Zeke rise e le fece l’occhiolino: “Ci vediamo dopo.”

 

 

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Gioco corretto e leale, aveva ricordato Jack Bolton prima dell’inizio della partita tra East High Wildcats e West High Knights. Ma quella, più che una partita, sembrava una battaglia all’ultimo sangue.

 

Il gioco veniva interrotto ogni due secondi dall’arbitro a causa di falli, scorrettezze e violenza in campo. Chad sfoggiava già un labbro spaccato, Jason aveva un taglio all’altezza dello zigomo, Troy aveva perso la sensibilità al gomito a forza di usarlo per spintonare gli avversari, e Zeke esibiva fiero un bernoccolo sulla fronte esito di uno scontro con un avversario. E tutto questo dopo solo dieci minuti di gioco.

 

Neanche tra le cheerleader c’era pace; poco prima dell’inizio della partita, per cause ancora sconosciute, c’era stato un vero e proprio scontro fisico tra le due tifoserie. Ryan, in costume da mascotte, aveva dovuto portare via a forza sua sorella, che stava rischiando di staccare il cuoio capelluto alla caposquadra dei Knights.

 

Non c’era bisogno di dire che, naturalmente, gli spettatori erano in delirio.

 

“Cretino di un arbitro, non vedi che è fallo?!?” strepitò Taylor, in piedi come il resto della folla “Ha fatto quarantamila passi con la palla in mano!!”

 

“Già, mettiti gli occhiali!” la supportò Kelsie, che aveva il berretto tutto storto.

 

Una sirena annunciò la fine del primo quarto d’ora di gioco, e le due squadre andarono a ritirarsi negli spogliatoi, mentre le cheerleader occupavano il campo e riprendevano a sfidarsi a colpi di coreografie.

 

“Avevo detto di giocare pulito!” ruggì Jack Bolton non appena tutti i Wildcats si furono seduti sulle panchine del loro spogliatoio, sbattendo la sua cartelletta contro l’armadietto più vicino “Mi sembra di essere davanti ad un campo di battaglia!”

 

“Noi ci proviamo a giocare pulito, ma sono stati loro ad iniziare, papà!” replicò ad alta voce Troy, così arrabbiato da dimenticarsi addirittura di chiamarlo ‘coach’ “Se non vuoi che perdiamo come delle femminucce, allora dobbiamo fare il loro stesso gioco!”

 

“E invece no, Troy!” il tono di voce del coach li fece sobbalzare tutti quanti “Non è questo che vi ho insegnato per quattro anni, non è questo che volete mostrare a tutti quei ragazzi che vi stanno guardando e fanno il tifo per voi! Non dovete abbassarvi al loro livello! Voi dovete far vedere che siete capace di batterli, siete capaci di essere i migliori anche giocando nel modo corretto! E non importa se alla fine non riuscirete a vincere, l’importante è aver dimostrato che non volete barare a tutti i costi solo per ottenere ciò che volete. È l’ultima volta che alcuni di voi indossano questa maglia, ragazzi. Fate vedere qual è il vero spirito dei Wildcats.”

 

“Il coach ha ragione,” Chad si alzò in piedi e guardò ad uno ad uno i suoi compagni di squadra “Il modo in cui giochiamo stasera è ciò che ci lasciamo alle spalle. Il ricordo di noi. E dipende da noi. E’ la nostra ultima occasione. Chi è con me?”

 

Il suo migliore amico lo raggiunse e gli posò una mano sulla spalla: “E’ la nostra ultima occasione per lasciare un segno. Quindi rendiamola indimenticabile.”

 

Il ricciolino sorrise, mentre tutti gli altri annuivano: “Chi vince?”

 

“Wildcats!”

 

Uscirono correndo, gridando e saltando dagli spogliatoi, ansiosi di ritornare in campo e dimostrare il loro valore, accolti dalle urla degli spettatori.

 

Chad catturò lo sguardo di Taylor nella folla, e le fece l’occhiolino, mentre si posizionava al centro del campo, davanti al suo avversario giallo-blu. Il fischio dell’arbitro segnò la ripresa del gioco.

 

 

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I corridoi della East High erano deserti e silenziosi; le grida della partita erano solo un ronzio lontano che si avvicinava sempre più nella sua corsa verso la palestra. Il rumore delle sue ballerine bianche a contatto con il pavimento rimbombava tra i muri, mentre il suo respiro affannoso le riempiva le orecchie. Scivolò mentre girava un angolo, decidendo di tagliare per il corridoio ovest. Sperava di essere ancora in tempo almeno per l’ultimo quarto di gioco. Si tirò leggermente su l’orlo del vestito bianco per poter correre meglio, e finalmente giunse in vista delle porte rosse della palestra. Già da lì, le grida erano assordanti. Prese fiato e spinse le porte.

 

Una moltitudine di rosso, bianco, giallo e blu le si parò davanti agli occhi, mentre veniva circondata da ovazioni, fischi, cori di cheerleader e trombette. Guardando verso il grande tabellone segnapunti, vide che mancavano ancora dodici minuti alla fine della partita.

 

Sorrise, e lo cercò con gli occhi tra le frecce che saettavano nel campo. Eccolo là, sudato, i capelli appiccicati alla fronte, che cercava di intercettare un passaggio dei suoi avversari. Sapendo di non poter rischiare di chiamarlo, per non fargli perdere la concentrazione, si mise a tifare come tutti gli altri.

 

Ma ecco che, proprio mentre riusciva a prendere la palla, uno dei Knights si lanciò contro di lui e cozzarono l’uno contro l’altro.

 

Il colpo fu così duro che Troy cadde a terra, con l’aria che gli uscì d’un colpo dai polmoni. Gli sembrò che la scena rallentasse, che la palestra fosse all’improvviso più silenziosa. Cominciò a tossire; era stanco, dolorante, sembrava che i polmoni rifiutassero di accogliere l’aria al loro interno. Sentì Chad chiamare il suo nome mentre si rialzava a fatica, appoggiandosi al pavimento lucido; sentì suo padre che lo incitava, la folla che acclamava. E alla fine, sentì lei. No, era impossibile, Gabriella sarebbe dovuta arrivare dopo la partita! Aveva anche le allucinazioni, adesso?

 

“Troy!” si voltò verso la direzione da cui proveniva il suo nome. No, non era un sogno. Gabriella era davvero lì, con indosso un vestito bianco stretto in vita da una fascia rossa e il suo jersey con il numero 14 e il nome Bolton sulla schiena e sulla manica, che lo guardava con aria preoccupata ma sorridente. Si sentì come se avesse recuperato tutte le forze. Lei era lì, e lo stava guardando. Aveva voglia di attraversare il campo di corsa per stringerla e baciarla, ma sapeva che non era possibile.

 

Senza staccare gli occhi dai suoi, si strinse in pugno la maglietta all’altezza del cuore: “Faccio fatica a respirare…” mimò, ben sapendo che lei poteva capirlo.

 

Infatti, la vide annuire: “Ce la puoi fare. Sappi solo che io ci credo.”

 

Era come se le parole di lei, appena sussurrate, fossero le uniche che echeggiavano nella palestra rumorosa. Era impossibile, lo sapeva, c’era troppo frastuono, eppure lui le sentiva: “Ed è tutto quello che mi serve.”

 

Gabriella sorrise: “Allora forza.”

 

Troy strinse i pugni: “Rendimi forte.”

 

Chad lo raggiunse e gli mise una mano sulla spalla: “Stai bene?”

 

Troy annuì, continuando a guardare Gabriella, sorridente: “Andiamo.”

 

La scena sembrò riprendere a scorrere a velocità normale, se non accelerata. “Mancano quattro minuti.” lo avvisò il numero 8 mentre gli passava la palla per consentirgli di eseguire i tiri liberi che gli spettavano per il fallo subito.

 

Il capitano prese fiato e segnò un canestro dopo l’altro, ad occhi chiusi. Ogni respiro, un punto, tutti dedicati a lei. Eppure, ancora non bastavano. I Knights erano avanti di quattro punti, ed il tempo correva veloce.

 

“Forza Wildcats!” strillarono le cheerleader, sostenute dalla banda, che instancabilmente continuava a rullare i tamburi.

 

“Qual è il piano, capitano?” chiese Zeke, avvicinandosi a Troy mentre aspettavano l’inizio dell’azione.

 

Con un occhio fisso al centro del campo, dove Chad aspettava che l’arbitro lanciasse in aria la palla, Troy elaborò: “Marca il 23, Tibbits. Continua a fare falli per allontanare Jason dal canestro. Se riusciamo a tirare da fuori area, recuperiamo tre punti. Io cerco di tenere Dench lontano dal canestro; se sono libero, passatela a me o a Chad. Dobbiamo vincere.”

 

Il fischio dell’arbitrò risuonò nella palestra, e tutti i dieci giocatori scattarono. Chad prese la palla e la passò a Robert, che scartando uno dei Knights riuscì a farla arrivare fino a Jason, libero grazie a Zeke. Tirò, e il divario di tre punti fu recuperato, con un gemito di disperazione dalla folla giallo-blu.

 

“Sì!” esultò Troy “Forza, ragazzi, non molliamo!”

 

Corse vicino al canestro, ma fuori dall’area dei due punti. Era pazzo, lo sapeva, stava rischiando troppo, mancavano solo quarantacinque secondi, ma voleva un tiro da tre. Voleva riuscire a batterli con due punti di vantaggio, come non succedeva da due campionati. “Zeke!” chiamò, attirando l’attenzione del suo amico che aveva il possesso palla “Passala a Chad!”

 

Il battito del suo cuore gli rimbombava nelle orecchie, si scostò con un cenno della testa i capelli dagli occhi. Il suo migliore amico si avvicinò, scartando con un’ottima finta un avversario. Si guardarono negli occhi, capendosi in un lampo. Troy scattò a destra, aggirando il capitano dei Knights; la palla volò sopra quest’ultimo, e il numero 14 a prese al volo, si girò e senza quasi mirare, tirò.

 

Il tempo, di nuovo, sembrò rallentare; tutta la tribuna dei Wildcats trattenne il respiro, osservando la traiettoria della sfera arancione che si avvicinava sempre di più al canestro. Rimbalzò contro il tabellone, fece un giro contro l’anello metallico, e poi, dopo un tempo che apparve infinito, entrò nel cesto, un secondo prima che suonasse la sirena di fine partita.

 

Un boato esplose dalle gradinate della scuola, che si rovesciarono i campo assieme alle cheerleader. L’intera squadra sommerse Troy, si abbracciarono tutti, finchè la spinta di centinaia di studenti non tolse ad ognuno il respiro. Jack Bolton riuscì a farsi largo tra la folla, in mano la coppa, e la passò a suo figlio, che fu caricato sulle spalle dei compagni. Altre urla nacquero quando essa fu alzata in aria.

 

“Fatemi scendere, ragazzi!” gridò, dopo aver scorto tra la folla una chioma corvina di suo interesse. Lasciò la coppa a Chad, che iniziò a coccolarla come se fosse sua figlia, e corse tra la gente finchè non trovò quel vestito bianco e quel sorriso dolce.

 

La prese tra le braccia e la fece girare: “Cosa ci fai qui? Pensavo arrivassi solo stasera!”

 

Gabriella ridacchiò, tenendo le braccia incrociate dietro al collo di lui anche quando ritornò coi piedi per terra: “Diciamo che mia mamma si è intenerita e ha deciso di riportarmi a casa subito. Non ho idea di come sia fatta Phoenix!”

 

Troy rise e appoggiò la fronte contro quella di lei: “Non finirò mai di ringraziare tua madre per averti portata qui, Montez.”

 

Lei arrossì e chiuse il divario tra le loro labbra. “Sei sudato. E puzzi.” borbottò dopo un po’.

 

“Ehi, ho appena segnato il canestro del secolo, puoi concedermelo!”

 

La mora rise e lo spinse via: “Vatti a lavare, ti aspetto fuori insieme agli altri.”

 

Il capitano le strappò un altro bacio, poi corse insieme alla sua squadra negli spogliatoi, mentre tutta la scuola sciamava fuori, in festa.

 

 

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Il campo da rugby della East High brillava sotto il Sole; là, dove c’era stata la cerimonia dei diplomi, si stava scatenando la festa per la vittoria. Era un tripudio di rosso e bianco, la musica era diffusa dalle casse che erano state, ehm rubate dal teatro della Darbus. La squadra vincente arrivò nel campo, mischiandosi ai loro compagni. Taylor corse verso Chad e gli saltò in braccio: “Abbiamo vinto!!!”

 

“Ti amo, piccola. Giuro, domani ti porto fuori e ti compro tutto quello che vuoi!”

 

Troy, accanto a loro, rise e cercò Gabriella tra la folla; prima che potesse raggiungerla, però, un uomo dall’aria simpatica gli si parò davanti: “Troy Bolton?” annuì, e l’uomo continuò “Sono Kyle Matthews, osservatore dei Lakers. Vengo da parte della UCLA di Los Angeles. Mi è piaciuto il suo modo di giocare. Suo e del suo amico laggiù, Danforth, giusto?”

 

Boccheggiando per lo stupore, il ragazzo si schiarì la gola: “Ehm, sì! Sì, grazie!”

 

Il signor Matthews sorrise, accendendosi un sigaro: “Abbiamo avuto ottime notizie su di voi, e venire a vedervi oggi me le ha confermate. Non ci dispiacerebbe avervi nella nostra università, l’anno prossimo. Potrebbe aprirvi le porte per i Lakers.”

 

“Da-davvero? Wow! Cioè, volevo dire, sarebbe fantastico! Però… dovrei prima sentire i miei genitori, e Chad…” e mentre diceva così, l’occhio gli cadde su Gabriella, che poco distante rideva assieme a Martha.

 

“Oh, non preoccuparti, ragazzo. Avete tutto il tempo per pensarci. Basta sapere la vostra risposta entro il prossimo settembre. Ma, fossi in voi, ci penserei bene. È una grande opportunità.” Matthews masticò il suo sigaro “Comunque, vi arriverà una lettera. Spero di vedervi, l’anno prossimo. Arrivederci.”

 

Lasciando uno spiazzato Troy nel mezzo del campo, se ne andò seguito da una scia di fumo puzzolente. Il ragazzo, intanto, stava ancora metabolizzando la notizia. Lui, Chad, Los Angeles, i Lakers… gli sembravano un sogno! E poi, davanti ai suoi occhi, balenò l’immagine di una ragazza bruna dal sorriso più bello del mondo… la stessa ragazza che in quel momento gli buttò le braccia al collo: “Ehi, Wildcat! Sei nel mondo dei sogni?”

 

Troy le sorrise: “No, scusa. Pensavo.”

 

Gabriella si accigliò: “A cosa?”

 

“Niente di importante,” scosse la testa e la prese per mano “Vieni, andiamo.”

 

Fece un cenno a Chad, che gli fece l’occhiolino e gridò: “East High! Venite con me!”

 

Seguendolo, si spostarono tutti nel cortile antistante l’entrata della scuola, senza smettere di festeggiare.

 

Gabriella si tenne stretta a Troy, per non rischiare di perderlo tra la folla; quando si fermarono, salendo sul bordo della fontana, controllò che nella borsa aperta ci fosse la busta bianca con lo stemma di Stanford che aveva trovato nella buchetta delle lettere quella mattina.

 

“Guarda lassù!” la istruì all’orecchio Troy, passandole un braccio attorno la vita e stringendola a sé. Lei alzò lo sguardo verso il tetto della scuola, sopra l’orologio: là stava Chad, che aveva steso un lenzuolo a mò di striscione con scritto Wildcats forever e il loro stemma.

 

Alzò le braccia al cielo e gridò: “What team?”

 

E la folla, unita, tutta insieme: “Wildcats!

 

What team?”

 

Wildcats!

 

What team?”

 

Wildcats!

 

Wildcats! Get’cha head in the game! Forever!”

 

 

 

 

~ The end ~

 

 

 

 

Eh già, ragazze, avete letto bene: Fine!! Dichiaro ufficialmente conclusa Wildcats forever!! Dopo ben un anno e otto mesi di lavoro (sul mio computer è stata salvata l’8 febbraio 2008 ^^), è finita!! L’ultimo capitolo era in lavorazione da un pezzo, e l’ho finito oggi a scuola, tra filosofia e latino (sìì, certo, Hypnotic Poison è sempre moooooolto attenta alle lezioni ^^).

 

Ringrazio sentitamente tutte coloro che hanno commentato il capitolo scorso: ciokina14, Angels4ever, lovely_fairy, kikka93, romanticgirl, Armony_93 e Titty90; a te, cara, ti ho lasciata per ultima perché questo capitolo è il tuo regalo di compleanno un po’ in anticipo. Non smetterò mai di dirti che solo dopo aver letto le tue ficcy ho avuto il coraggio di aprire quella pagina bianca di Word e buttare giù una storia che al principio non doveva essere così lunga, e nemmeno così sorprendentemente tanto amata. Perciò, grazie ancora e buon compleanno ^^

 

Naturalmente, ringrazio anche tutte/tutti coloro che mi hanno seguita fin dall’inizio e che hanno commentato precedentemente; vorrei nominarvi tutti, ma siete davvero troppi.

 

Prometto che cercherò di non farmi attendere troppo con altre fic; finita questa, mi tolgo un grave peso dalle spalle, ma la mia vita è abbastanza incasinata in questo momento, e sono davvero rarissimi i momenti in cui riesco a scrivere. Per questo mi sono sforzata così tanto di concludere con questo capitolo, che spero vi abbia soddisfatto.

 

Un bacione davvero, ed ancora mille grazie.

 

Your Wildcat forever,

 

Hypnotic Poison  

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