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Capitolo 1 *** 1.Una normale giornata di scuola ***
1.Una normale giornata di scuola
1. Una normale giornata di scuola
“Troy! È
la quinta volta che ti chiamo! Sei in ritardo!”
Il
ragazzo aprì gli occhi alle urla della madre e gettò un’occhiata alla sveglia.
“Oddio!”
esclamò, buttandosi giù dal letto, nel vedere che erano già le otto e tre
quarti del mattino.
“Alla
buon’ora! Cos’hai fatto stamattina, che non ti svegliavano nemmeno le
cannonate?” ironizzò pungente la signora Bolton mentre il figlio saettava per
la cucina.
“Ci
vediamo dopo!” gridò correndo in garage.
Accese il
motore dell’auto che il padre gli aveva regalato l’estate precedente e guidò
veloce verso la scuola.
Fortunatamente
trovò subito un parcheggio, perciò corse attraverso l’atrio semideserto per
l’ora tarda.
“Signor
Bolton! Ha intenzione di terminare l’anno scolastico con qualche oretta in
detenzione?” lo riprese la signora Darbus quando lo vide ansimante davanti alla
porta della sua classe.
Troy
prese fiato: “No, professoressa. Mi scusi per il ritardo!”
Lei gli
lanciò un’occhiataccia e riprese a decantare le sue tragedie.
Si
sedette al suo solito posto in prima fila, sospirando. Sarebbe stato un
miracolo se fosse riuscito a rimanere sveglio per tutta la giornata. La sera
prima lui e i suoi amici avevano fatto un po’ troppo tardi…
Si voltò
a guardare Chad con una smorfia divertita: il ragazzo era accasciato sul fedele
pallone da basket, gli occhi chiusi e la bocca aperta. Era nel mondo dei sogni!
Un
bigliettino volò improvvisamente sul suo banco, e lo aprì curioso.
“Dormito poco, Wildcat?” c’era scritto nell’ordinata
grafia di Gabriella.
Si girò
sorridente verso la sua ragazza, che gli fece l’occhiolino. Anche lei,
dopotutto, non sembrava molto sveglia…
Troy
ritornò a guardare la signora Darbus, senza però prestarle attenzione; la sua
mente era ancora impegnata nei bei ricordi della sera precedente…
§§§ “Ma ci pensate? Due mesi e
finiremo la scuola!” esclamò felicemente Chad, inondando di ketchup le sue
patatine fritte.
Si erano dati tutti appuntamento
al fast food, quella sera, e naturalmente il discorso era andato a cadere sulla
fine della scuola.
“Diplomati, finalmente! È quasi un
sogno!” aggiunse Kelsie “Potrò dedicarmi tutto il giorno alla musica… sempre se
riesco ad entrare al college, naturalmente…”
“Certo che ce la farai, Kelsie!
Una pianista brava come te! Insomma, come potranno non sceglierti?” la rincuorò
Taylor.
“Intanto, le borse di studio non
sono ancora arrivate…” bofonchiò Troy, girando la cannuccia nel suo frappè al
cioccolato.
Gabriella gli scompigliò i capelli
con fare materno: “Andiamo, Wildcat! Lo sai benissimo che sia tu che Chad
entrerete al college senza problemi! Le lettere di accettazione devono arrivare
in questi giorni, no? E il signor Evans vi ha comunque promesso una mano,
quando eravamo a Lava Springs!”
“A proposito, dov’è Sharpay?”
chiese Zeke voltandosi verso Ryan “Aveva detto che sarebbe venuta!”
Il biondo sorrise: “Arriverà,
tranquillo. Solo, con due ore di ritardo, come le star!”
Tutti scoppiarono a ridere a
quella battuta.
“Chi è che pronuncia il mio nome
invano?”
La Reginetta dei Musical
comparve proprio in quel momento, sfavillante nel suo top di paillette dorate.
“Ciao, Sharpay!” la salutarono
tutti in coro. Lei sorrise di rimando, ma il sorriso più grande lo rivolse
proprio a Zeke, cui sedette vicino.
“E tu, Taylor? Ti è arrivata la
risposta alla tua lettera per il college?” domandò Martha.
La brunetta annuì: “Mi hanno
accettata! L’ho aperta proprio stamattina, prima di venire a scuola!”
“Perfetto, così se io o Troy ci
facciamo male durante una partita con i Red Hawks, sapremo che dottoressa
chiamare!” esclamò Chad, facendola arrossire di piacere.
Troy sorrise, passando un braccio
attorno alle spalle di Gabriella. Le cose, dopo l’estate, erano migliorate
sempre di più tra tutti loro, e non sarebbero potute andare meglio. Persino la
signorina Cuore-di-Ghiaccio Evans si era perfettamente ambientata.
“Allora, verrete a lavorare anche
quest’estate al mio country club, vero?” chiese con noncuranza quest’ultima.
Quando poi vide le facce atterrite dei suoi amici, scoppiò a ridere:
“Scherzavo!”
“Sinceramente, Sharpay, ho altri
programmi per quest’estate!” rivelò Chad, appoggiandosi allo schienale della
sua sedia “Voglio soltanto dormire, mangiare e giocare a baseball!”
“E magari, nel tempo libero,
prepararti per vincere il Talent Show!” scherzò Ryan “Te lo ripeto, Troy,
avresti dovuto esserci alle prove, l’anno scorso. Il nostro amico Danforth
sembrava un ballerino nato!”
Si scatenarono di nuovo le risate,
poi Martha si alzò in piedi: “Ragazzi, a proposito di ballerini, perché non
andiamo a fare quattro salti in discoteca?”
Taylor guardò l’orologio: “Ma sono
già le undici e un quarto! Arriveremo là a mezzanotte!”
Chad le fece l’occhiolino: “Non
dovevate dormire da Gabriella, ragazze? Mi risulta che sua mamma sia fuori per
lavoro…”
“So già che domattina non riuscirò
a svegliarmi…” borbottò Kelsie alzandosi, seguita subito dai due gemelli Evans
e da Zeke (che le provava tutte per conquistare finalmente la bella Sharpay).
“Siete dei nostri?” domandò il
moro ai tre rimasti seduti.
Gabriella guardò Taylor e sorrise:
“Tanto dormi da me!” §§§
“Signor
Danforth, le sembra il momento di dormire questo?!?”
Troy fu
riportato alla realtà dall’urlo della Darbus, che aveva sbattuto il suo
secchiello per la raccolta dei cellulari sopra il banco di Chad, svegliandolo
di soprassalto.
“Eh,
cosa? No, professoressa, non stavo dormendo… stavo solo, ehm, meditando sulle
sue parole!” cercò di scusarsi lui tra le risatine dei compagni.
L’insegnante
stava per prendere fiato e gridare l’odiata parola detenzione, quando fortunatamente suonò la campanella, e Chad ne
approfittò per sgusciare fuori.
Gabriella
raggiunse Troy e si sedette sul suo banco con un sorriso: “Da quando hai
recitato in Twinkle Townla Darbus è più gentile con
te. Le hai sciolto il cuore!”
“Già,
come no! Avrebbe dovuto vedermi quest’estate, allora. Mi avrebbe amato!”
Ridendo,
uscirono tenendosi per mano e raggiunsero gli amici che li aspettavano dagli
armadietti.
“Tay, ti
prego, dimmi cosa devo fare perché tu mi suggerisca nel compito di chimica
oggi!” stava implorando Chad.
“Invitarla
a cena, magari?” propose Sharpay guardandosi interessata le unghie in quello
che secondo lei doveva essere un sussurro.
La mora
divenne color peperone e si affrettò a nascondere il viso nell’armadietto,
fingendo di cercare qualcosa.
Chad si
grattò imbarazzato la testa. Dopo tutto quel tempo, non aveva ancora trovato il
coraggio di dichiararsi apertamente alla ragazza.
“Beh, non
è una brutta idea. Che ne dici, Tay? Una cena io e te in cambio di qualche
formula!”
Taylor
sospirò e chiuse con un colpo secco l’anta dell’armadietto: “A volte vorrei
davvero che nessuno ti suggerisse quello che devi fare. Comunque d’accordo.”
Gabriella
la raggiunse e la prese a braccetto, mormorandole qualcosa nell’orecchio che la
fece ridere, ed insieme si avviarono verso l’aula di chimica.
“Prego,
Danforth, non c’è di che…” esclamò Sharpay sorpassandolo.
“Ah, sì,
grazie, Sharpay!” balbettò Chad, preso alla sprovvista.
Troy gli
diede una pacca sulle spalle, ridendo, e l’amico sorrise imbarazzato: “Ho fatto
la figura del cretino, vero?”
“Solo un
po’, amico!” si sedettero nel bancone dietro le ragazze, che stavano sfogliando
gli ultimi appunti.
“Gab…”
chiamò Troy, e quando lei si girò, le fece una smorfia da cucciolo bastonato
che significava ti prego aiutami.
Lei rise
e alzò gli occhi al cielo, ritornando al suo quaderno.
“Perché
per te è così facile farti aiutare?” bisbigliò Chad al suo fianco.
Il
playmaker dei Wildcats sorrise e si concentrò sulla professoressa appena
entrata.
###
Kelsie
guardò l’orologio appeso vicino alla lavagna. Mancavano ancora quindici minuti
alla consegna del compito.
-Posso
finire l’ultima domanda!- si disse per convincersi.
Quella
verifica era maledettamente difficile, e, cosa più importante, era necessaria
per il voto finale in chimica che le sarebbe servito per il college.
Sbirciò
nei tavoli alla sua sinistra: Taylor e Gabriella avevano già terminato, e
cercavano di suggerire a Troy e Chad.
Represse
un sorriso, e tornò alla sua domanda.
Un quarto
d’ora, la campanella suonò provocando mormorii di disappunto tra gli studenti
che non erano riusciti a terminare in tempo.
Si alzò e
consegnò il suo foglio completato, seguita da Chad.
“Posso
aspettarmi almeno una B questa volta, signor Danforth?” esclamò acida la
professoressa “Le servirebbe molto, lo sa!”
Il
ragazzo sorrise nervosamente e si dileguò.
“Quella
mi odia!” sospirò poi quando non fu più a portata dell’udito dell’insegnante
“Certo che oggi è proprio una giornataccia! Prima la Darbus, poi lei!”
“Su con
la vita! Dopotutto, oggi uscirai con la donna dei tuoi sogni!” lo prese in giro
Ryan, indicando Taylor alle loro spalle.
“Evans…”
lo ammonì il moro con tono di voce minaccioso, ma riuscì soltanto a far aumentare
le risate degli amici.
Le
ragazze, intanto, li seguivano poco distanti, chiacchierando allegramente tra
di loro.
Taylor
lanciò un’occhiata un po’ triste a Chad, che non sfuggì alla sua migliore
amica, che le diede un buffetto sul braccio: “Ehi, tutto a posto?”
“Sì,
certo, non ti preoccupare!”
Gabriella
non fu convinta dal tono di voce di quella risposta: “Qual è il problema?
Dopotutto, andrete a cena fuori! Non prendertela se l’invito non è partito da
lui… è pur sempre Chad!”
L’amica
scoppiò a ridere per quella battuta, rincuorata dalla capacità di Gabriella di
trovare sempre qualcosa di buono in tutto.
###
Un fiume
di studenti si riversò fuori dalle grandi porte della East High dopo che anche
l’ultima campanella pomeridiana ebbe suonato.
“Taylor,
ti passo a prendere alle otto, allora!” gridò Chad correndo verso la sua auto.
La
ragazza gli rispose con un sorriso e lo salutò con un gesto della mano.
Nonostante quella punta di delusione per l’invito un po’ forzato, non stava
nella pelle a pensare a ciò che sarebbe successo quella sera. Chissà dove
l’avrebbe portata…
Gabriella
le diede un bacio sulla guancia: “Poi domani mi racconterai tutto! Buon
divertimento!” e s’incamminò velocemente lungo il marciapiede.
Mentre
andava verso casa, immersa nei suoi pensieri, il clacson di una macchina che si
affiancava la fece sobbalzare.
“Serve un
passaggio, signorina?”
Un largo
sorriso le si dipinse sul bel volto: “Con molto piacere!”
Aprì la
portiera della macchina nera di Troy e si sedette dal lato del passeggero:
“Come mai l’auto, oggi?”
Il
ragazzo scrollò le spalle: “Avevo un po’ di fretta, stamattina…”
Lei rise
divertita e si appoggiò allo schienale, mentre il giocatore di basket le
prendeva una mano e la intrecciava con la sua.
Dopo
pochi minuti frenò davanti all’elegante villetta Montez.
“Pizza e
cinema, stasera?” le domandò.
“Perfetto…”
Gabriella si sporse e gli diede un dolce bacio sulle labbra “Ci vediamo dopo!”
Troy
rimase a guardarla imbambolato finché la porta di casa non si chiuse dietro di
lei.
Okay,
l’ho fatto. Ho pubblicato la mia prima fic su quella fantastica cosa che è High
School Musical. Per me è un genere totalmente nuovo, anche se dire che lo adoro
è poco.
Spero
che vi piaccia… per farmelo sapere, non vi resta che lasciarmi un commentino
anche piiiccolo!
Capitolo 2 *** 2.Inseguimento al chiaro di luna ***
2
2. Inseguimento al chiaro di luna
Gabriella
si sistemò l’ultimo tocco di ombretto e controllò il suo riflesso nello
specchio: i capelli erano di nuovo lunghi e a boccoli, ma quella sera li aveva
raccolti in una specie di chignon da cui cadevano alcune ciocche.
Gli occhi
color cioccolata erano marcati dal segno della matita nera, e le ciglia
infoltite dal mascara.
In quel
momento, sentì lo squillo del campanello; afferrò la borsetta e la giacca di
jeans e corse giù per le scale.
“Ciao
mamma, io vado!” avvertì.
“Come,
esci anche stasera? Ma sono tornata solo stamattina da un viaggio di una
settimana, pensavo che saremmo state un po’ assieme!” si lamentò la signora
Montez dalla cucina.
La figlia
sospirò: “Mamma… è Troy!”
“Ah, beh,
se è Troy…” fu la risposta divertita della madre “D’accordo, ma non fate troppo
tardi!”
Gabriella
aprì la porta… e il suo cuore perse un battito.
Troy era
lì davanti a lei, sorridente, e bellissimo come sempre.
“Ciao!” la
salutò “Sei pronta?”
Lei annuì,
e insieme si avviarono verso la auto del ragazzo.
“Prego,
signorina!” le aprì lo sportello con un piccolo inchino, facendola ridere, poi
aggirò la vettura e si sedette al volante.
“Il
pagamento di questa corsa speciale è anticipato!” ironizzò.
Gabriella
alzò un sopracciglio, divertita: “E quale sarebbe il prezzo?”
“Un bacio
ora che la mamma non ci vede…”
La ragazza
sorrise e unì le labbra con le sue.
Dopo
qualche secondo, ebbero entrambi bisogno di riprendere fiato, e Troy mise in
moto.
“Notizie
dal college?”
Lo sguardo
azzurro del ragazzo si fece più cupo: “Ancora niente. Sto veramente iniziando a
perdere le speranze.”
Gabriella
lo guardò male: “Non dire cretinate, Troy Bolton! Non possono non accettarvi,
avete anche vinto di nuovo il campionato! Sei stato nominato miglior giocatore,
o sbaglio?”
Il Wildcat
sorrise per la grinta della sua ragazza: “Non sbagli, Gab. È solo che… mi fanno
stare maledettamente in ansia!”
Lei fece
spallucce: “Mia mamma dice che l’attesa della risposta dei college è un altro
passo verso la maturità. Ma non è la macchina di Chad quella?”
Troy
lanciò un’occhiata dal finestrino ed inchiodò: “Accidenti! Questo… questo è uno
dei migliori ristoranti di Albuquerque!”
Gabriella
si girò stupita verso di lui: “Hai capito Chad… se Taylor non è contenta ora!
Ma cosa stai facendo?” domandò poi, quando lo vide spegnere il motore e
scendere dall’auto.
“Vieni!”
le disse, aprendole di nuovo lo sportello e prendendola per mano.
“Ma che
intenzioni hai?!?”
Il
biondino le fece segno di tacere, e si avvicinò furtivamente al ristorante.
Le pareti
della struttura erano tutte in vetro, perciò chi stava all’esterno poteva
tranquillamente osservare la situazione interna. Ed era proprio questo ciò che
Troy aveva intenzione di fare.
Tenendo
Gabriella per mano, si acquattò dietro dei cespugli, e con l’indice le indicò
qualcosa.
Lei seguì
l’indicazione e vide i loro due amici, seduti ad un tavolino nell’angolo, con
una candela accesa e un mazzo di rose poste sopra.
“Troy
Bolton!” lo chiamò con nome e cognome per la seconda volta nell’arco di dieci
minuti “Non ho nessuna tendenza a spiare
Taylor e Chad!”
Lui
sorrise: “Non li stiamo spiando! Stiamo solo… controllando la situazione!
Guarda Chad com’è elegante… in giacca e cravatta l’ho visto solo a Lava
Springs…”
Gabriella
alzò gli occhi al cielo e si sedette sul suo giubbotto di jeans per non
sporcarsi i pantaloni: “Sono molto, molto
arrabbiata con te.”
“Perché?”
“Dovevamo
andare al cinema e poi a mangiare una pizza, non stare qui a spiare i nostri
amici!”
Troy fece
la smorfia da cucciolo abbandonato a cui era praticamente impossibile
resistere: “Dai, Gab, non pensi sia molto meglio del cinema? Per poco, te lo
giuro, poi andiamo a mangiare!”
La ragazza
incrociò le braccia al petto: “Cinque minuti.”
E invece,
un’ora dopo erano ancora lì, nascosti dietro i cespugli, giocando ad indovinare
ciò che Taylor e Chad si dicevano.
“Stanno
andando via!” esclamò Gabriella.
“Giù!”
Troy la prese per mano e la strinse contro di sé, per evitare che li
scoprissero “Aspettiamo che vadano in macchina!”
La ragazza
chiuse gli occhi tra le risate, godendosi quel contatto. Erano incredibili le
cretinate che facevano loro due insieme. Sembravano dei bambini.
All’improvviso,
un rumore sospetto la fece sobbalzare.
“Scusa…”
mormorò Troy “Ho un po’ di fame…”
Lo guardò
allusiva e lui sospirò: “Hai ragione, andiamo.”
L’aiutò ad
alzarsi e salirono in macchina.
“Per le
mie modeste finanze, Gab, posso offrirti solo una pizza!” scherzò.
“Va bene,
vuol dire che la prossima volta mi farò invitare da Chad!” ribattè Gabriella
ridendo.
“Ahah,
divertente…” la rimbeccò lui, fingendo di essersi offeso.
Parcheggiò
davanti alla loro pizzeria preferita e si sedettero al loro solito tavolo per
due.
“Pensi che
finalmente quei due si metteranno insieme?” domandò Gabriella mentre
aspettavano la loro cena.
Troy le
prese la mano e sorrise: “Beh, mi sembrava la serata giusta. Tutta
quell’eleganza, il ristorante…”
“Speriamo
solo che Chad non abbia portato Taylor al campo di basket, dopo!”
Scoppiarono
a ridere, e in quel momento arrivò la pizza che avevano ordinato.
###
Taylor
rise all’ennesima battuta di Chad.
Ancora non
poteva credere a dove l’avesse portata. Quando si erano accordati per la cena,
aveva pensato che avrebbero passato la serata in pizzeria, o al limite in
qualche ristorante carino. Ma non certo lì,
nel miglior ristorante di tutta la città.
Fortuna
che aveva scelto di essere elegante!
Ripensò
alla sorpresa che aveva avuto quando l’aveva visto in giacca e cravatta davanti
alla sua porta, una visione davvero rara.
Il
cameriere le servì il dolce, una piccola coppetta di creme brulée.
Chad
sorrise: “Wow, il sogno di Zeke. Chissà se un giorno la preparerà come questa!”
“L’anno
prossimo studierà insieme a dei grandi chef… quindi non vedo perché non dargli
fiducia.” rispose lei.
Terminarono
il dessert, e continuarono piacevolmente a chiacchierare finchè Chad non le
domandò: “Andiamo a fare un giro?”
Taylor
annuì con un sorriso, e insieme si alzarono da quel tavolino così romantico.
“Chad…
grazie.” mormorò quando furono usciti “E’ stata davvero una bellissima serata!”
Il moro
arrossì un po’: “Ehi… non è ancora finita!”
La ragazza
rise soddisfatta e si sedette in auto: “Dove andiamo?”
Chad fissò
la strada davanti a sé: “Ehm… hai qualche idea?”
“Uhm… un
gelato?”
“Andata!”
Chad accese il motore.
Un
imbarazzante silenzio cadde tra loro due, interrotto solo dal rumore del motore
e delle altre auto che passavano a fianco.
Taylor si
guardava le mani in grembo, tormentandosele per la tensione, mentre il ragazzo
fissava concentrato la strada.
-Forza,
Chad, dì qualcosa!- pensò -Non potete rimanere in silenzio per tutto il resto
della sera! Già, ma che le dico?-
Ma
all’improvviso, qualcosa catturò la sua attenzione.
“Guarda,
Taylor: quella è la macchina di Troy, vero?”
Lei fissò
l’auto parcheggiata: “Sì, è proprio la sua. Scommetto che è fuori a cena con
Gabriella!”
Chad
rallentò fino a fermarsi: “Che dici, andiamo a scocciarli un po’?”
“Chad!” lo
rimproverò lei “Non puoi disturbare un appuntamento! Soprattutto se è quello
del tuo migliore amico!”
Lui
sorrise: “Oh, proprio perché è Troy che posso! Solo cinque minuti, un salutino!
Adoro prenderlo in giro davanti a
Gabriella!”
Taylor
scoppiò suo malgrado a ridere, e lo seguì fin dentro la pizzeria, dove
effettivamente videro i loro amici appartati nel solito tavolino nell’angolo.
“Buonasera!
Disturbiamo, forse?” ironizzò Chad quando li raggiunsero.
“Ehi!”
esclamò Troy, allontanandosi di qualche centimetro dalla sua ragazza “Tempismo
perfetto, non c’è che dire! Ma non dovevate essere a cena fuori, voi due?”
“E che
cena, amico! Non ho mai mangiato così bene in tutta la mia vita!”
Gabriella
intercettò lo sguardo di Taylor, che le sorrise soddisfatta: “Dove siete
andati?”
Quando
risposero con il nome di quel famoso ristorante, i due furono davvero bravi a
fingersi sorpresi.
“Complimenti,
amico, non ti facevo così galante!” ironizzò Troy, ricevendo in risposta una
botta dal compagno di squadra.
“Bene,
adesso vi lasciamo soli a godervi la vostra seratina romantica…” esclamò Chad
“Ci vediamo domani!” e, presa per mano Taylor (che divenne di un bel colorito
pomodoro), uscirono insieme dal locale.
Il destino
voleva che la pizzeria sorgesse lungo una strada molto carina e piena di
negozietti, quindi i due ragazzi incominciarono a passeggiare.
“Non c’è
che dire, anzi, fino a quest’estate non l’avrei mai detto, ma Troy e Gabriella
stanno davvero bene assieme…” sospirò Taylor, guardando il cielo trapuntato di
stelle.
Chad
sorrise: “Già, hai ragione. Ma sai una cosa?” domandò fermandosi.
La ragazza
si voltò verso di lui, che le si avvicinò: “Penso che… neanche noi due staremmo
tanto malaccio insieme…”
Il cuore
della mora perse un battito al suono di quelle parole. Le aveva sentite sul
serio? Non stava sognando? Ed erano davvero le labbra di Chad a posarsi sulle
sue?!?
Incrociò
le braccia intorno al suo collo e rispose al bacio; dopo parecchi secondi -causa carenza d’ossigeno- si separarono, e Chad
appoggiò la fronte contro quella della ragazza, sorridendo: “Era una risposta
affermativa, forse?”
Anche
Taylor sorrise, mentre le guance le si imporporavano: “Assolutamente sì.”
Ed
ecco qui il secondo capitolo! Penso che le fan di Chaylor non possano essere
più contente di così!
Sono
contenta, perché il primo vi è piaciuto molto!! Grazie, grazie davvero!!
Step up: spero che anche
questo capitolo ti sia piaciuto quanto il primo! Grazie ancora!
Romanticgirl: Ti piace come scrivo?
^//^ Grazie!! Ho soddisfatto la tua curiosità? Spero che continuerai a
commentarmi!!
Titty90: Te l’ho detto, se mi
ritorna la voglia continuerò a scrivere!! Dimmele pure, le cose che so già,
perché è sempre bello sentirle!! Scherzo, comunque grazie di tutto!! Baci!!
Sinfony: Non potrei mai e poi
mai dividere Gabriella e Troy, Chad e Taylor!! Grazie per il tuo commento!!
LizDream: Anche a te piace come
scrivo, che bello!! Come ho detto a Sinfony, non dividerò mai Troy e Gabriella! Spero di
aver aggiornato abbastanza presto, grazie e ti aspetto!!
Armony_93: Addirittura
magnifico, grazie!! Un bacione!!
Herm90: spero che tu sia
soddisfatta dal seguito! Grazie del tuo commento!
Ciokina14: ho aggiornato
abbastanza presto, no? Finchè ho l’ispirazione… ti ringrazio, un bacio!
Vi
ringrazio ancora, e spero di risentirvi tutte!!
Il biondo
scosse la testa: “Stavo soltanto passando qui davanti e vi ho sentite urlare,
così sono entrato per vedere cos’era successo. Va tutto bene?”
Gabriella
sorrise: “Oh, sì, va tutto alla perfezione!”
Ryan
ricambiò il sorriso: “Sono felice per voi. Ci vediamo!” e le salutò con un
gesto della mano.
“Ora sarà
meglio andare, tra un po’ la ricreazione finisce, e non ho intenzione di arrivare
in ritardo alla lezione della Darbus!” affermò Taylor.
Tenendosi
per mano, le amiche uscirono dall’aula, continuando a scambiarsi aneddoti sulla
serata trascorsa, quando un ragazzo si parò davanti a loro.
Taylor
alzò lo sguardo ed arrossì vistosamente: “Ciao, Chad…”
Lui
sorrise: “Ciao, Taylor.”
Gabriella
fece una smorfia soddisfatta e sciolse la presa dell’amica: “Vi aspetto in
classe!”
Quando
furono soli, passò qualche secondo di silenzio, poi fu Chad a prendere la
parola: “Come va?”
“Bene,
grazie. Tu?”
Lui annuì,
e piombò di nuovo il silenzio.
Infine,
Taylor prese un grande respiro e domandò: “Senti, Chad… cosa facciamo? Insomma,
io credo che…”
“Vuoi
stare con me?” la interruppe di botto, sparando quelle quattro parole così in
fretta che per un attimo temette che la ragazza non le potesse capire.
Lei
trasalì per la sorpresa, e arrossì tantissimo: “S-sì…” balbettò.
“Bene…”
Chad si abbassò e la baciò, lì davanti a tutti. Un bacio che fu presto
ricambiato.
“Beh, che
novità è questa?” la voce ironica e squillante di Sharpay li separò con un
salto.
“Evans…
tempismo perfetto…” mormorò Chad.
Lei lo
squadrò con un sopracciglio alzato: “Ti sei deciso, allora, Danforth. Pensavo
che avremmo dovuto aspettare il diluvio universale prima che voi due vi metteste
insieme!”
Taylor
sospirò. Per quanto, pian piano, Sharpay diventasse più simpatica, non riusciva
proprio a perdere la sua naturale… ironia pungente.
La
biondina sorrise, volgendosi verso Kelsie al suo fianco: “Ormai mancate tu e
Jason! E anche mio fratello, ma lui è senza speranza…” scherzò.
La povera
pianista arrossì di botto, ma fortunatamente per lei comparve Ryan: “E tu,
sorellina? Che mi dici?”
Sharpay
boccheggiò: “Co-cosa vuoi dire?”
Taylor
rise maliziosa: “Parliamo di un aspirante pasticciere di nostra conoscenza…”
Una
delicata sfumatura rosata colorò le guance perfette della Reginetta della Est
High, e non era certo il fard: “Andate a quel paese, tutti…” mormorò, entrando
nell’aula della Darbus per scappare alle risate dei suoi amici.
Kelsie si
voltò verso la nuova coppia: “State insieme, adesso! Sono felice per voi!”
Sia Chad
che Taylor sorrisero, e la mano del ragazzo s’intrecciò alla sua, provocandole
una strana sensazione di calore alla bocca dello stomaco.
Si
avviarono tutti insieme in aula, e presero posto ognuno al proprio banco.
Troy
guardò stupito il suo amico e richiamò la sua attenzione; per tutta risposta,
Chad gli fece l’occhiolino e il segno dell’okay con le dita.
Lo sguardo
azzurro si spostò fino a Taylor, e ritornò sul ragazzo, che annuì. Così, avendo
capito, anche il playmaker sorrise contento per quella bella notizia.
Fece per
alzarsi e andare a parlargli, quando l’entrata in scena della professoressa di
Teatro gli fece cambiare idea…
###
Troy aprì
la porta di casa e gettò malamente il borsone rosso dei Wildcats per terra. Ci
avrebbe pensato dopo a metterlo a posto, anche se sapeva che sua madre gli
avrebbe urlato dietro non appena l’avesse visto.
“Ciao!”
gridò al silenzio della casa. Come previsto, non ottenne nessuna risposta, se
non quella alla sua domanda mentale. Sì, si ricordava bene: la madre era da una
parente e il padre alla riunione degli insegnati del liceo.
Si
trascinò fino in cucina, e aprì il frigo per prendere il contenitore del latte.
Cercò anche un paio di biscotti per accompagnarlo, ma trovò solo quelli
dietetici della madre, e non gli sembravano una buona idea.
Poi,
qualcosa attirò la sua attenzione. Poggiata di fianco al lavandino, vicino alla
cesta della frutta, c’era una pila di buste bianche e di volantini
pubblicitari. La posta.
Con un
tuffo al cuore, prese in mano le lettere, sfogliandole una ad una. Bollette
indirizzate a suo padre, una lettera di un’amica della madre, l’invito per un
nuovo negozio appena aperto… e il suo nome, scritto a caratteri neri.
Prese
fiato, e ruppe la busta. Conteneva un foglio scritto al computer, su carta
intestata. Università di Albuquerque. Alias probabile borsa di studio. Alias
probabili Red Hawks. Alias probabile aiuto da parte del signor Evans. Alias sentimento
di debito nei suoi confronti.
-Se mi
hanno preso, giuro che canto con Sharpay la canzone del vulcano…(*)- pensò,
ricordando quella strana esibizione dell’estate passata a Lava Springs.
Si fece
coraggio, ed iniziò a leggere le molte righe: “Caro signor Bolton… valutato la sua proposta… ottime referenze… grande
talento… e per questo siamo LIETI DI ACCETTARLA CON LA BORSA DI STUDIO! SIIIII!!!”
la voce del ragazzo andò sempre più in crescendo finchè non urlò di gioia,
iniziando a saltare per la cucina.
“Evvai!
Sììììì!!!!” afferrò il cellulare e compose il numero di Gabriella.
Uno, due,
tre squilli, mentre lui continuava a fremere e gioire.
“Mi hanno
preso!!” urlò nell’apparecchio non appena udì la voce della ragazza “Ho avuto
la borsa di studio!”
Gabriella
si unì alla sua gioia, contraccambiando gli urli.
Al loro
schiamazzo, si mischiò poco dopo lo squillo del telefono fisso.
“Aspetta
un attimo.” disse alla ragazza, correndo a rispondere.
“Vado all’Università di Albuquerque, amico, e
giuro che non dirò mai più che Sharpay è antipatica!” la voce di Chad era
piena di felicità “E tu, capitano?”
Troy
sorrise e sospirò: “Mi dispiace, Chad…”
“Cosa? Oddio, non ti hanno preso?
Troy?!?” esclamò
preoccupato l’altro.
“…ma mi
dovrai sopportare per altri cinque anni!”
Chad
scoppiò a ridere liberato: “Ehi, mi stavi
facendo venire un infarto! Ora sì che sto meglio. Ho letto la lettera e ti ho
chiamato subito per sapere di te… ma perché accidenti il tuo cellulare è
occupato? Ma no, non rispondere, so già che stai parlando con Gabriella! Vi
lascio soli, piccioncini, chiamo
Taylor! Ci vediamo!!”
“Ciao,
Chad…” sospirò Troy divertito, e si riappoggiò il cellulare vicino all’orecchi:
“Ci sei ancora?”
“Certo! Allora,
cosa ti hanno scritto?”
Il ragazzo
lesse tutto il contenuto della lettera alla sua ragazza, che si complimentò
ridendo: “Grande talento, eh Wildcat?”
“Sicuro!
Per chi mi hai preso?!”
Troy andò
in camera sua, chiudendosi la porta alle spalle. Ora, i suoi unici pensieri
erano il college… e la voce melodiosa di Gabriella…
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“I don’t ask for much, all I want is love… someone to
see, that’s all I need… somebody to be, somebody to be, somebody to be… good to
me, good to me, can you be good to me… good to me, please…” (**)
Sharpay eradistesa a pancia
in giù su suo letto, il diario aperto davanti, e cantava a bassa voce facendo
disegnini astratti sulle pagine rosate.
Quella canzone l’aveva scritta lei stessa, su una melodia che aveva
chiesto in gran segreto a Kelsie di comporre. Le piaceva molto; e poteva andare
fiera del suo talento ancora di più!
All’improvviso, il suo cellulare trillò e vibrò vicino a lei.
Con uno sbuffo, lo prese e rispose senza neanche guardare chi la stesse
chiamando: “Pronto?”
“Ciao,
Sharpay! Ti disturbo?”
La bionda sorrise: “Zeke… non ti preoccupare, non stavo facendo niente!
Ti serve qualcosa?”
“Ehm…
volevo chiederti se domani vuoi venire con me all’inaugurazione di una nuova
pasticceria…” balbettò il ragazzo così in fretta che Sharpay ebbe
qualche difficoltà a capirlo.
Il suo cuore battè più velocemente: “Oh. Non vedo perché no! Vieni…
vieni qui a prendermi?”
Dall’altra parte della cornetta, Zeke fece un gesto di vittoria: “Certo! Facciamo le quattro?”
“Bene. Allora a domani, Zeke.”
“A domani, Sharpay.”
La ragazza terminò la chiamata, senza accorgersi del sorriso che le
illuminava il volto.
Scosse la testa per cancellare un po’ quella sensazione da ebete che
sentiva in tutto il corpo. E ebbe un tuffo al cuore quando notò che non aveva
fatto altro che scarabocchiare tante piccole “Z” sul suo diario…
(*) Troy
si riferisce alla canzone Humuhumunukunukuapua’a!!
(**) E’ “Be good to me” proprio di Ashley Tisdale
Ce
l’ho fatta, il mio computer è ritornato in vita, e per festeggiare, ecco a voi
il nuovo capitolo!!
Molto
romantico, che dite? Nel prossimo saremo tutti in pasticceria, giusto per
aumentare la circonferenza del girovita!! Ehehe…
E
ora grazie a:
Herm90: anch’io sono molto
orgogliosa di Chad! Mi è sempre piaciuta l’idea di vestirlo molto elegante…
così è ancora più bello!! Grazie per i complimenti, spero di continuare bene!
Step up: sono felice!! Scusa
il ritardo, ma mi si era fritto il computer!! Un bacione!!
Tay_: che bello, tu sei nuova!! Sono contenta, sì sì!! Spero di ritrovarti sempre!! Baci e grazie!
Ciokina14: eeeeh, chissà come
andrà a finire… *suspance* ^__^ Ti ringrazio, bacione!
Romanticgirl: addirittura
stupendo!! Ma grazie!! *arrossisce* Spero di non aver deluso le tue
aspettative! Un abbraccio
Armony_93: e chi vuole che mi
lasci?!!? Quanti complimenti che mi fai, sarò io a volerti sempre!! Grazie
davvero di tutto!! Un bacio!!
LizDream: eh, sì, Chad elegante
riscuote davvero molto successo! Magari in HSM 3 lo vedremo in giacca e
cravatta! W Troy e Gabriella!! Grazie della recensione, baci baci!!
Titty90: Tranquilla, io sono
una ritardataria nata! XD Chaylor è nata, e rimarrà per sempre!! Ops, spoiler…
bacio!!
“Ti prego,
amico, non puoi farmi questo! È l’ultimo favore che ti chiedo!”
Chad
guardò Zeke come se fosse matto: “Zeke, non puoi chiedermi di accompagnarti al tuo appuntamento con Sharpay!”
“Ma sarai
con Taylor! Ti prego, non ho il coraggi di andarci
tutto da solo!” lo implorò l’amico.
“Qual è il
problema?” Troy si sedette in mezzo a loro al tavolo della mensa “Perché vi siete messi qui da soli? Venite con noi!”
“Il nostro
amico, qui, ha una richiesta alquanto particolare…” rivelò Chad, tirando una
patatina in fronte a Zeke “Forza, diglielo!”
Il Wildcat
prese fiato: “Ho chiesto a Sharpay di uscire con me, oggi pomeriggio, ma non
voglio andarci da solo, quindi vorrei che Chad e Taylor venissero con noi. Una
specie di uscita a quattro, ecco!”
“E dov’è
il dilemma?”
Chad
rivolse lo stesso sguardo stupito anche al suo migliore amico: “Ma dico, siete
impazziti tutti? Per quanto possa essere migliorata,
Sharpay è sempre Sharpay! Io la posso sopportare qui a scuola e ogni tanto fuori,
ma solo perché non le devo rivolgere la parola per forza!”
“Eddai,
amico, non fare il pesante! Verremo anche io e Gabriella,
va bene Zeke?” domandò il capitano.
Zeke
sorrise sollevato: “Grazie, Troy!”
I tre si
alzarono dal loro tavolo e raggiunsero gli altri, impegnati a mangiare e
scherzare.
Il
playmaker si sedette di fianco a Gabriella, passandole un braccio attorno alle
spalle e baciandola teneramente.
“Ragazzi,
per favore, sto pranzando!” sbottò ironico Ryan, facendoli ridere tutti.
Gabriella
arrossì leggermente, mentre Troy gli tirò il sacchetto accartocciato di un
panino finito.
“RYAAAAN!”
Sharpay stava salendo le scale che l’avrebbero portata
al ‘secondo piano’ della mensa “In teatro, subito!”
gridò.
Il
fratello alzò le spalle, rassegnato: “L’ultimo musical estivo della sua vita…”
giustificò con un sorriso.
“Hai
intenzione di cinguettare di nuovo, Troy?” lo prese in giro Jason.
Il
capitano gli lanciò un’occhiataccia, rimanendo zitto.
“Magari lo
tengono in considerazione al college… il primo playmaker canterino dei Red
Hawks!” continuò così l’amico.
“E basta!”
rise Troy e gli lanciò l’acqua dalla sua bottiglietta, bagnandoli il viso, i
capelli e buona parte della maglietta.
“Ohoh…”
Gabriella sgusciò via dalla presa del suo ragazzo e si allontanò velocemente
dal tavolo, conscia di quello che sarebbe successo di lì a poco.
Kelsie e
Taylor la seguirono subito, condividendo il suo stesso timore.
E infatti, dopo l’inizio del capitano, tutta la tavolata dei
Wildcats iniziò a tirarsi addosso pezzi di cibo e acqua.
“Che
bambini…” commentò Taylor a braccia incrociate, guardandoli con aria schifata
“Possibile che si divertano in questo modo barbaro?”
Kelsie
fece spallucce: “Consideralo una sorta di… gavettoni
alternativo!”
Taylor
sbuffò e se ne andò. Gabriella rivolse alla giovane pianista uno sguardo tra il
divertito e l’esasperato, e insieme raggiunsero la mora.
###
Sharpay si
controllò un’ultima volta davanti allo specchio.
Non capiva
perché fosse così nervosa: insomma, lei era sempre perfetta, in ogni
situazione! Perché non avrebbe dovuto esserlo anche in quell’occasione?
Però, il
pensiero del giocatore di basket vicino a lei le procurava
una strana sensazione… un formicolio piacevole alla bocca dello stomaco, e
calore sulle guance.
Il
campanello suonò, e la fece sobbalzare per lo spavento.
Prese la
borsetta e di diresse alla porta; prese un grande
respiro, proprio come quelli che faceva prima di entrare in scena, e la
spalancò.
Rimase un attimo interdetta per la sorpresa: sì, c’era Zeke… ma
c’erano anche Chad, Taylor, Gabriella e Troy.
-Mi
dev’essere sfuggito un passaggio…- pensò, mentre
sorrideva per salutarli.
Lei annuì,
e si avvicinò a Gabriella, che le sorrise maliziosa:
“Non mi avevi detto che uscivi con Zeke…”
Sharpay
arrossì, e svicolò subito: “Ma voi che ci fate qui?”
La mora
fece spallucce, divertita: “Da quel che mi ha detto Troy, Zeke ha chiesto il
nostro aiuto per quest’uscita. Temo che fosse un po’,
ehm, spaventato all’idea di uscire da solo con te!”
La bionda
alzò sopracciglia: “Non mangio mica…”
L’amica
rise: “Non in quel senso, Sharpay! Lo sai anche tu che Zeke è un po’ timido…
sicuramente lo è più di Chad o Troy, e loro ci hanno messo mesi per farsi avanti!”
Ma in quel
momento sopraggiunse Troy, che prese la sua ragazza per mano e la portò avanti
con lui, permettendo così che Sharpay e Zeke rimanessero da soli.
“Dici che
sarà la volta buona?” domandò Gabriella voltandosi verso di lui.
Troy le
sorrise: “Spero di sì… soprattutto perché Zeke non potrà sperare che Chad lo
accompagni un’altra volta!”
Ridendo e
scherzando, giunsero infine a quella nuova pasticceria.
Gli occhi
delle ragazze scintillarono: ovunque si poteva trovare cioccolata dall’aspetto
estremamente invitante, e ogni genere di dolce immaginabile.
“Se entro
qui dentro, dovrò stare a dieta un anno intero!”
sussurrò Taylor.
Tutti
risero alla sua battuta, ed entrarono nel negozio.
“Buon
pomeriggio!” salutò Troy, rivoltò alla commessa che stava dietro la cassa.
Questa, per tutta risposta, rovesciò per la sorpresa la tazza portapenne che
aveva davanti.
“B-buong-giorno…” rispose, lanciando un’occhiata incredula
anche a Chad “Pot-potete assaggiare tutto q-quanto…”
I due
Wildcat si scambiarono uno sguardo divertito, e iniziarono a girare per la
pasticceria, provando ogni tanto un dolcetto diverso.
All’improvviso,
un ragazzo uscì dalla cucina con un blocchetto in mano, e si avvicinò a
Sharpay, intenta a farsi spiegare da Zeke la ricetta della
cremebrûle: “Scusa…” mormorò “Tu sei Sharpay
Evans, vero?”
La ragazza
si girò verso di lui con aria di superiorità: “Sì, perché?”
Lui
arrossì leggermente: “Beh… mi chiedevo… non è che potresti farmi un autografo?
Sai, vengo anch’io all’East High, e ti ho sempre seguita in ogni musical…”
La bionda sorrise e firmò la pagina bianca del blocchetto: “Ecco qui.
Ciao!” e ritornò a parlare con uno Zeke entusiasta per tutte quelle attenzioni.
Il ragazzo
ritornò un po’ mogio, ma contento, alla cassa, dove la
prima cassiera ed un’altra stavano bisbigliando sui due giocatori di basket
presenti all’inaugurazione.
Uno di
questi commenti arrivò all’orecchio di Gabriella, che non ne fu troppo
contenta, e per questo strinse di più la mano del suo ragazzo.
“Quand’è
che la smettono?” domandò poi a Taylor, che le si era
appena avvicinata.
L’amica
alzò gli occhi al cielo: “Soltanto quando non potranno più vederli!”
“Siete
gelose, dolcezze?” chiese beffardo Chad mettendosi in mezzo a loro.
La sua
ragazza sbuffò e gli diede una leggera spinta, facendolo ghignare ancora di
più.
Anche Troy
sorrise, leggermente compiaciuto, e prese da un contenitore un cioccolatino a
forma di cuore, chiuso da un nastrino, e lo offrì a Gabriella: “Per la mia
gelosa preferita…” sussurrò scherzoso.
La mora
gli fece una linguaccia, ma accettò lo stesso il dolcetto, scartandolo e
mangiandolo subito.
In quel
momento, li raggiunsero anche Sharpay e Zeke.
“Avete
trovato qualcosa di particolarmente irresistibile?” chiese quest’ultimo.
Troy rise:
“Beh, Chad si sta mangiando mezzo negozio, quindi direi che tutto è molto
buono!”
“Ehi!”
ribattè l’amico offeso, posando però subito il terzo bignè che aveva agguantato “Non è colpa mia se devo mangiare per
crescere! Sono ancora in età di sviluppo!”
“Seee, come
no!” tutti scoppiarono a ridere per la serietà con cui l’aveva detto, e con la
quale continuava ad insistere.
Sharpay
guardò l’orologio rosa che portava al polso e sospirò: “Ragazzi, sono le sei,
ed io devo andare. Sapete, le prove del musical…”
“Ti
riaccompagno io!” si offrì subito Zeke.
La bionda sorrise, ed uscirono insieme dal locale.
“Se non la
bacia oggi, giuro che lo strozzo!” esclamò Chad mentre
li guardava allontanarsi.
Taylor gli
diede una leggera gomitata: “Parla per te, Mister Indecisione!”
Il moro
arrossì un po’, dichiarandosi colpevole, e fece ridere tutti i suoi amici.
###
“Ecco,
siamo arrivati!”
Zeke e
Sharpay si fermarono davanti alla casa della ragazza, imbarazzati. Nonostante
entrambi si fossero sforzati di chiacchierare, ogni tanto erano precipitati in
silenzi pesanti.
“Ehm…
grazie per il bel pomeriggio!” esclamò la bionda titubante. Ma che diavolo, era
un’ottima attrice, perché non riusciva a calmare il tremito della sua voce?!?
“Figurati;
spero solo che ti sia divertita quanto me…” rispose Zeke fissandosi la punta
delle scarpe da tennis.
“Allora
ciao, Zeke. Ci vediamo domani!” Sharpay sorrise, poi si sollevò in punta di
piedi e gli diede un bacio leggero sulla guancia.
Poi si
girò e corse dentro casa, chiudendo subito la porta.
Il ragazzo
si portò una mano sul punto dove le labbra morbide della ragazza si erano
posate, come in trance.
“Ciao
Sharpay…” mormorò alla porta bianca.
Che
carino che è Zeke, vero?!? Mentre Troy mi ricorda
tanto un cupido!! E a voi?
Grazie
a:
Armony_93: sono contenta che non
mi abbandonerai mai!! Anch’io ti voglio bene!!Bacione!!
Tay_: Manca poco a Jason e Kelsie, eheh… Ho aggiornato
prestissimo!! Baci
Herm90: Sì, ammetto che ci
sono parecchi colpi di scena.. ma forse è meglio, no?
Baci e grazie!!
Romanticgirl: ecco qui, soddisfatta?? Tutto Sharpay e Zeke!!
Bacio
Ciokina14: mi piace l’aggettivo
stupendo!! ^^ e questo lo era?!?
Un bacio!!
E
ora, come mi ha chiesto Tay_, ho un problema! Con chi metto Ryan?!? Nelle altre
fic stava con Martha, però… voi che dite??
“Ti prego,
ti prego, ti prego, dimmi che l’hai baciata!” Chad congiunse le mani davanti al
viso di Zeke.
Lui
sospirò: “No, Chad. Solo un bacio sulla guancia.”
L’amico
sbuffò arrabbiato e si risedette sul proprio banco: “Non è possibile!”
Taylor gli
lanciò un’occhiataccia, e diede qualche pacca confortante sulle spalle di Zeke:
“Coraggio, non ti disperare! È già un passo avanti; non stare ad ascoltare cosa
dice quel testone!”
Il ragazzo
sorrise tristemente, e Taylor si voltò verso la sua migliore amica, seduta
compostamente al suo banco intenta a ripassare la lezione di storia:
“Gabriella, dov’è Troy?”
La mora
alzò gli occhi dai suoi appunti: “Non lo so. Di solito a quest’ora è già
arrivato. Dici che devo preoccuparmi?”
Ma proprio
in quel momento il Wildcat comparve sulla porta: “No, Sharpay, quando è no, è
no!”
La Reginetta dei Musical lo rincorse
inviperita: “Ma perché no? Cosa ti costa?!?”
Gli amici
osservarono increduli la scena che si stava presentando. Sharpay Evans che rincorreva
un ragazzo insistendo perché facesse qualcosa non era proprio una scena comune.
Di solito le bastava un urlo per mettere tutto a posto.
“Ehm… cosa
sta succedendo?” domandò timidamente Gabriella.
“Troy ha
detto di no alla sua richiesta di cantare nel musical estivo.” spiegò
tranquillo Ryan, sedendosi al suo posto “E naturalmente, la mia sorellina non
ha gradito la cosa!”
“Ma perché
l’ha chiesto a Troy?” chiese Taylor.
“Due
iscritti al Drama Club hanno deciso che l’arte non è la loro strada, e si sono
ritirati, lasciando scoperto il loro numero. Così Sharpay ha pensato subito a
Troy… e te!”
Gabriella
sgranò gli occhi: “Me?! Di nuovo?”
Ryan alzò
le spalle: “Hai fatto furore in Twinkle
Town e al Talent Show, Gabriella.”
“Dimmi che
ci sarai, Gabriella!” Sharpay sbattè le mani sul suo banco, facendola
sobbalzare per lo spavento: “Ma-ma io non so le parti, le canzoni…”
“Hai due
mesi per prepararti, ce la fai benissimo! Allora partecipi, vero?” insistette
la bionda.
Gabriella
guardò Troy, che ricambiò con uno sguardo truce e scosse la testa
negativamente. Poi si girò verso Sharpay, che la guardava piena di speranza ma
anche con una luce assassina negli occhi castani.
Deglutì
rumorosamente, poi sospirò: “Qual è la canzone?”
###
“Non posso
credere che l’hai fatto sul serio!”
Gabriella
lo guardò colpevole: “Eddai, Troy! Non c’è due senza tre, no? Ci divertiremo
come abbiamo sempre fatto!”
Troy
assunse un’aria cupa: “Per quanto mi ricordo, i musical hanno sempre portato
male. L’anno scorso abbiamo resettato mezza scuola, e quest’estate… beh, è
stata quest’estate…”
La ragazza
s’intristì: “Io pensavo che ti avrebbe fatto piacere cantare con me, ma
evidentemente non è così. Va bene, vado a dire a Sharpay che non lo facciamo
più…”
Il
playmaker sospirò e l’afferrò per un braccio, impedendole di uscire dall’aula:
“No, Gab, aspetta, non fare così. Canto, okay? Ma solo perché me l’hai chiesto
tu!”
Lei
sorrise dolcemente: “Grazie…” e per premiarlo lo baciò.
Troy le
mise le mani sulla vita e la strinse a sé, approfondendo quel contatto.
“Ragazzi,
non vorrei interrompere, ma la campanella è suonata da un pezzo, e stiamo
aspettando solo voi!”
La voce
ironica di Chad li fece sobbalzare e separare.
Il suo
migliore amico sorrise: “Messaggio ricevuto, arriviamo!”. Prese per mano
Gabriella e raggiunsero tutti e tre il resto dei loro amici.
“Alle tre
a casa mia, okay?” stava cinguettando Sharpay.
“Sharpay,
dovremmo anche studiare per gli esami oltre che fare le prove per lo
spettacolo!” osservò Taylor.
La bionda
la scrutò per un secondo: “Va bene. Portate anche i libri. Studio generale! Poi
le prove! Saluti!” e con un frivolo movimento delle dita si avviò verso la sua
macchina rosa.
###
“Possibile
che una ragazza possa vivere in una casa del genere?”
Taylor si
girò verso il suo ragazzo: “Quante persone conosci che possiedono un intero
Country Club, Chad?”
Lui alzò
le spalle: “Va bene, va bene. Qui il genio sei tu…” e schiacciò il campanello.
“Arrivo!”
la voce di Sharpay riecheggiò per il porticato sotto cui erano raccolti. Si
sentì il rumore dei suoi tacchi sugli scalini, ed infine comparve raggiante
alla porta: “Ciao! Entrate pure!”
I Wildcats
e le loro ragazze entrarono un po’ in soggezione per quella casa così grande e
lussuosa.
“Possiamo
andare a studiare in biblioteca, lì non ci disturberà nessuno e possiamo
metterci comodi!” esclamò la padrona di casa precedendoli.
“Ciao,
Ryan!” salutò Troy quando vide il biondo unirsi a loro “Partecipi anche tu alla
studiata più pro…” la sua frase si mozzò a metà quando vide in che stanza erano
arrivati.
D’accordo,
Sharpay aveva parlato di biblioteca,
ma nessuno avrebbe mai pensato che fosse così!
Era una
stanza circolare, immensa, alle cui pareti erano attaccate grandi librerie di
legno scuro gremite di libri e alte fino al soffitto.
Al centro,
c’era un lungo tavolo antico, qualche sedia e anche delle poltrone dall’aspetto
molto comodo.
Gabriella
si guardò intorno estasiata; quello era il paradiso, per lei.
“Caspita,
Sharpay…” mormorò “Ma tu quanti ne hai letti?”
“Meglio se
cambi argomento, Gabriella!” rispose ironico Ryan.
La sorella
gli fece una smorfia: “Parla per te, Signor Jazz Square! Allora, sediamoci
tutti e iniziamo! Prima finiamo, prima potremmo dedicarci alle prove!”
Tutti
sospirarono e si accomodarono attorno al tavolo, prendendo libri e quaderni
dalle loro borse.
“Iniziamo
da questa relazione!” disse a voce alta Kelsie leggendo dal suo diario “Storia
contemporanea: Come ha cambiato l’aspetto mondiale la Guerra Fredda?
Elenca le sue caratteristiche, le sue conseguenze e le sue cause.”
Ryan
depose sul tavolo una pila di libri impolverati: “Qui potremo trovare ciò che
ci serve! Al lavoro, Wildcats!”
Da quel
momento, non si udirono altri suoni se non quello delle pagine che venivano
girate e delle penne contro la carta.
Ogni tanto
qualcuno borbottava una data a mezza voce, oppure chiedeva consiglio agli
amici, ma erano tutti concentratissimi. Un altro di quei voti che avrebbe
accresciuto la loro media per il college.
Troy fu il
primo a chiudere il libro; gli era sempre piaciuta la storia, ed in più la
professoressa era una tifosa accanita dei Wildcats.
“Sharpay,
dov’è il bagno?” domandò.
La bionda
non alzò nemmeno gli occhi dalla sua relazione (ordinatamente scritta su un
foglio rosa di carta intestata): “Quarta porta a sinistra, oppure sali le scale
ed è la terza a destra, altrimenti esci dalla porta a sinistra, giri a destra
ed è la stanza davanti a te, oppure…”
“Va bene,
va bene, ho capito!” divertito, uscì dalla biblioteca e ripetè mentalmente le
istruzioni che la ragazza gli aveva dato.
Gli ci
volle un bel quarto d’ora per trovare il bagno, e anche lì fu stupito dalla sua
grandezza. Non era da tutti avere un bagno turco al pianterreno…
Uscì, e
fece dietrofront per ritornare dai suoi amici; non appena ebbe girato l’angolo,
si scontrò con qualcuno.
“Signor
Bolton! Che piacevole sorpresa! Cosa ci fa lei qui?”
Troy alzò
lo sguardo verso il signor Evans: “Oh, salve, signor Evans! È un piacere anche
per me! Siamo tutti nella sua, ehm, biblioteca a studiare!”
Il padre
di Sharpay sorrise: “Esami, eh? Bene, sono contento che tutti quei libri siano
usati da qualcuno! Allora, figliolo, come vanno le cose?”
“Bene,
grazie. Senta, signor Evans… io volevo ringraziarla per la borsa di studio che
ha dato a me e Chad…”
L’uomo gli
battè una mano sulla spalla: “Di niente, ragazzo. Voi siete il futuro! Molte
delle nostre speranze sono riposte in voi, e allora perché non affidarvi ad una
delle migliori università?”
Anche Troy
sorrise, un po’ imbarazzato: “Già… beh, adesso devo andare, mi staranno
aspettando! Arrivederci, signor Evans, e grazie ancora!”
Quando
ritornò in biblioteca, anche gli altri avevano terminato la relazione, e
stavano parlando dei possibili risultati della verifica di chimica.
“Devo avere una B!” stava esclamando Chad
“Sennò chissà come mi riduce la professoressa!”
“Con la
fatica che ho fatto a suggerirti, dovresti aver preso almeno A!” ribattè
ironica Taylor.
Kelsie
giocherellò con la matita che aveva tra le dita: “Io non sono sicura della
seconda parte della terza domanda, quella che parlava dei materiali lapidei…
qual era la formula della weddellite?”
“Puoi
ripetere, scusa?” domandò Sharpay stupita “Davvero, Gabriella, non so come fai
a tenerti a mente tutte quelle formule! Mi sono dovuta scrivere un intero
bigliettino per passare questo test! Io non vado più in là di H2O,
ma tu…!”
La mora
arrossì leggermente e sorrise, fissandosi le mani. Non le piaceva ancora molto
quando si lodavano le sue doti di genietto matematico.
“Sono le
nostre Einstein di Albuquerque, e meno male che ci sono!” rispose Chad,
passando un braccio attorno alle spalle della sua ragazza “In ogni caso, domani
avremo la risposta!”
Sharpay
sorrise raggiante e saltò su dalla sedia: “Allora adesso… si prova!”
Troy
sospirò e guardò Gabriella, che ricambiò un po’ colpevole ma divertita. Lui
scosse la testa, ma un sorriso nacque anche sulle sue labbra.
Già, Chad
aveva ragione. Per fortuna che esisteva la sua Einstein di Albuquerque…
Non
ci posso fare niente, adoro un Troy Bolton dolce dolce..
Allora,
contente anche di questo capitolo? Ebbene sì, Troy “cinguetterà” di nuovo!! E
Chad, sarà riuscito a superare la verifica di chimica?? Lo scoprirete nel
prossimo capitolo (ehe!!)
Ora
passiamo ai ringraziamenti:
Tay_: Zeke è dolce come la
sua creme brule!!! Adesso per Ryan ci penso, magari salta
fuori qualcuna durante le vacanze.. Bacione
Romanticgirl: nella mia città ci
sono due pasticcerie un po’ così… un sogno!! L’estate scorsa ci passavo
sempre.. Martha e Jason, dici?? Ma adesso non posso far lasciare Kelsie e il
Wildcat, visto che nemmeno stanno insieme (per adesso, eheh…). Magari per Ryan
qualche amica delle ragazze, che dici?? Un bacione grande!
Herm90: Zeke è carino
proprio perché è timido!! Ma sono così tutti i maschi di HSM, in fondo… povero
Ryan, è proprio un problema “accoppiarlo” XDXD! Tranquilla che arriveranno
altri colpi di scena… baci!!
Ciokina14: i tuoi complimenti mi
accrescono l’ego, già grande di suo in questo periodo! Mi piace, sì!! Grazie di
tutto.. l’aggiornamento, come vedi, arriva presto!! Volevo dirti che ho letto
“Mio padre- Mia figlia” e mi è piaciuta molto!! Fortuna era Troyella!!Bacio
Kalix: ciao! Tu sei una
nuova recensitrice, che bello!! Spero di risentirti anche nei prossimi
capitoli, allora. Davvero è divertente? Sono contenta!! Grazie e un abbraccio!
Chad
sbattè il pallone da basket sul banco, facendo rimbalzare così forte che andò a
finire dall’altra parte della classe.
“Per
l’amor del cielo, Chad, calmati!” lo rimbeccò Taylor “Rilassati!”
“Non mi
rilasserò finchè non saprò che voto ho preso in quella maledetta verifica!”
ribattè lui, ripescando la palla dal cestino per la carta.
La sua
ragazza sospirò e gli si avvicinò, prendendogli il viso tra le mani: “E’ andata
bene, d’accordo? Stai tranquillo. Le cose più o meno le sapevi, e ti ho aiutato
un sacco! Avrai la tua B, se non di più! Ora calmati!”
Chad
sorrise: “Va bene…” poi cancellò la distanza tra le loro labbra.
Anche
Taylor rise, e gli circondò il collo con le braccia, permettendogli di
approfondire quel contatto. Non gli interessava se metà classe li stava
guardando (l’altra metà era impegnata ad osservare Troy e Gabriella, intenti a
coccolarsi tranquillamente), a loro bastava stare insieme.
“Signor
Danforth, potrebbe cortesemente placare i suoi bollenti ardori? La signorina McKessie
mi serve viva fino alla fine dell’anno!” la professoressa era appena entrata in
classe, e aveva richiamato la loro attenzione con quella battutina pungente.
I due si
separarono di scatto, arrossendo: “Sì professoressa, certo…” mormorò il
ragazzo, sedendosi.
L’insegnante
lo guardò con un sorriso, e prese fuori dalla sua borsa un plico di fogli: “Ho
qui le vostre verifiche, ragazzi. Devo dire che sarebbero potute andare molto
meglio…” il cuore di Chad si fermò per un secondo “…ma ci sono state anche
piacevoli sorprese!”
La donna
iniziò a girare tra i banchi, consegnando i compiti: “Signora McKessie, mi
dispiace che non esista voto più alto di A+. Neanche un errore, come al
solito…” Taylor sorrise e guardò il suo foglio, privo di segni rossi “Signorina
Montez, questo vale anche per lei!” Gabriella arrossì di piacere.
Chad,
intanto, era sul punto di avere un infarto. Mancava solo lui, a tutti i suoi
amici era già stato consegnato il test, e tutti erano andati bene. Come al
solito, quindi. Era sempre lui a prendere C, o anche delle D. Persino Sharpay
aveva strappato una B in quell’ultimo compito.
Finalmente,
la professoressa si fermò davanti a lui: “E questo è il tuo, Chad.”
Il ragazzo
deglutì rumorosamente e prese la sua verifica, con la punta delle dita. La girò
lentamente, con gli occhi semichiusi, ansioso per il suo voto.
-Ti prego,
ti prego, ti prego!- pensò
disperatamente.
Spalancò
gli occhi e guardò in faccia alla realtà.
- O. Mio.
Dio.-
“Ho preso
A!! HO PRESO A!! DIO, TI RINGRAZIO!!!” saltò in piedi, rovesciando la sedia, e
gridò tutta la sua felicità.
Tutta la
classe scoppiò a ridere e persino ad applaudire, e anche la professoressa si
sciolse in un sorriso divertito: “Sono contenta, signor Danforth. Ora, potrebbe
cortesemente risedersi?”
Chad
raccolse la sedia e vi si accasciò sopra: “Adoro la chimica…”
La classe
rise di nuovo, e finalmente la lezione potè incominciare.
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Dlin dlon
La signora
Montez si alzò con un sospiro dal divano e si diresse alla porta.
“Salve,
signora Montez!” la salutò Troy non appena la aprì “C’è Gabriella?”
La donna
sorrise: “Ciao Troy! Vieni, entra pure… adesso la chiamo.”
Andò fino
ai piedi delle scale ed esclamò a voce alta: “Gabriella, scendi, c’è Troy!”
Si sentì
una porta aprirsi e chiudersi di scatto, poi la ragazza comparve lungo i
gradini e si lanciò sul suo ragazzo, baciandolo.
“Come mai
questa sorpresa?” gli domandò felice, tenendo le braccia incrociate dietro al
suo collo, mentre la madre si eclissava in cucina.
Troy
sorrise: “Niente allenamento, si festeggia il voto di Chad! E visto che lui è
andato da Taylor, ho pensato di venire da te…”
Gabriella
lo baciò di nuovo dolcemente: “Grazie… allora, cosa vuoi fare? Se hai fame, mia
mamma ha appena finito una torta!”
Il ragazzo
sorrise: “Vada per la torta!”
Si presero
per mano ed andarono in cucina, dove la signora Montez li guardò sorridendo,
anche se, come tutte le madri, preferiva che evitassero troppe effusioni in sua
presenza.
“Allora,
Troy, Gabriella mi ha detto che ti hanno accettato all’Università con la borsa
di studio!” iniziò.
“Sì,
esatto. Ho ricevuto la lettera tre giorni fa.”
“Immagino che i tuoi genitori siano stati
molto orgogliosi di te. Dopo tutto quello che hai fatto per conquistarla…”
“Mamma!”
Gabriella interruppe la madre arrabbiata, mentre Troy abbassava gli occhi.
Evidentemente, non gli aveva ancora perdonato ciò che aveva fatto alla figlia
l’anno prima.
“Sì, sono
stati molto contenti…” mormorò, continuando a fissare le piastrelle del
pavimento.
La sua
ragazza lo prese per un braccio e lo portò fuori dalla stanza, su per le scale
ed infine in camera sua, dove chiuse la porta.
“Devi
scusarla…” sussurrò, appoggiando il suo piatto sul comodino “Sai come sono le
mamme…”
Troy si
sedette sul letto, giocherellando con la fetta di torta: “Non che abbia tutti i
torti…”
Gabriella
sospirò e si inginocchiò davanti a lui, togliendoli il piatto dalle mani: “E’
passato, va bene, Troy? Non importa più.” gli appoggiò una mano sulla guancia
“Abbiamo imparato qualcosa da quell’esperienza, è tutto quello che ci serve
sapere ora. Non serve a nulla rivangare il passato. Adesso ci siamo solo io e
te, con il nostro futuro. E basta.”
Il ragazzo
sorrise, e la fissò negli occhi: “Ti amo, Gabriella.”
Anche lei
sorrise ed arrossì, mentre il suo cuore prima perdeva un battito, e poi pulsava
sempre più velocemente. Non gliel’aveva mai detto, mai così esplicitamente.
Gliel’aveva dimostrato in tanti modi, ma quelle due parole non erano mai state
pronunciate.
E in quel
momento, lei si rese conto che non esistevano parole più belle.
Si allungò
fino ad incontrare le sue labbra, e lo baciò con quanto più sentimento era
possibile, abbracciandolo forte.
Diversi
minuti dopo, quando si staccarono, erano entrambi ansimanti per la carenza
d’ossigeno e per quello che il bacio aveva trasmesso loro.
Troy
appoggiò la fronte contro la sua, sorridendo: “Ricordami di dirtelo più spesso,
se il ringraziamento è questo!” scherzò.
Gabriella
gli diede una leggera spinta: “Stupido…” rise.
Lui la
baciò ancora leggermente, poi le accarezzò una guancia: “Ora devo andare… ci
vediamo domani a scuola…” mormorò.
La ragazza
annuì e ricambiò il bacio: “A domani…”
Si alzò
per farlo passare, e gli tenne la mano finchè lui non uscì dalla sua camera;
poi rimase a guardarlo dalla cima delle scale fino a quando non si chiuse la
porta d’ingresso alle spalle.
“Gabriella,
tra mezz’ora è pronto!” l’avvertì la madre dalla cucina.
“Sì,
mamma…” mormorò con voce evanescente, così bassa che nessuno avrebbe potuto
sentirla.
Si sentiva
come su una nuvola. I piedi sembravano non toccare il pavimento. Si stese sul
suo grande letto, le braccia aperte, cercando di controllare il respiro.
E quando
ripensò a quello che era successo, sorrise mentre una lacrima di felicità
cadeva dai suoi occhi…
###
“Tu mi
nascondi qualcosa, sorella. Avanti, sputa il rospo!”
Gabriella
si voltò verso Taylor: “Come, scusa?”
L’amica
sbuffò: “Ecco, vedi, non mi stai neanche ascoltando! Guarda che sto cominciando
a preoccuparmi! Mi vuoi spiegare cos’è successo?”
Lei
sorrise: “Oh, Tay, sapessi! Non mi sono mai sentita così! Ieri…” arrossì “Ieri
Troy mi ha detto che mi ama…”
Taylor
l’abbracciò di scatto: “Davvero! Sono felicissima per te! Ecco perché hai la
testa tra le nuvole! Certo che ce ne ha messo di tempo… raccontami tutto!”
E mentre
Gabriella iniziava il resoconto di quel magico pomeriggio, qualche banco più
indietro si stava svolgendo una scena simile.
“Forza,
amico, cos’hai oggi? È la terza volta in dieci minuti che ti becco a pensare a
qualcos’altro!” stava infatti esclamando Chad “E’ successo qualcosa con
Gabriella? Eppure non mi sembra triste o arrabbiata…”
Troy
sorrise sotto i baffi: “In effetti, Chad qualcosa è successo… non nel senso che
intendi tu!” si affrettò ad aggiungere, notando l’espressione che aveva assunto
l’amico “Semplicemente… le ho detto che la amo…”
Chad ci
mise un po’ ad assimilare quell’informazione, poi gli assestò una gran pacca
sulle spalle: “E bravo il capitano!” scherzò contento “Scommetto che si è
sciolta come burro!”
Il playmaker
arrossì leggermente: “Già…” mormorò, e guardò verso la sua ragazza. Nel
medesimo istante, lei si girò e i loro occhi s’incrociarono, facendo nascere ad
entrambi un sorriso.
L’amico
assistette alla scena soddisfatto: “Eh… mi sa proprio che da oggi aumenteranno
i momenti melensi…” ironizzò.
“Ehi!”
scattò Troy “Parla per te! Vi abbiamo visti ieri, in classe, tu e Taylor! Non
eravate da meno! E sbaglio, o ieri avete passato tutto il pomeriggio assieme?”
Le guance
scure di Chad si tinsero di rosa: “Va bene, colpito. Comunque sì, abbiamo preso
un gelato e abbiamo chiacchierato di tutto quello che ci veniva in mente…”
“E chissà
quante cose carine e dolci le hai detto…” lo prese in giro l’amico.
Chad gli
diede una spinta con il pugno chiuso: “Piantala, non è divertente…”
Troy
invece scoppiò a ridere: “Oh, credimi, amico, vederti innamorato è una delle
cose più divertenti del mondo!”
Il castano
borbottò qualcosa d’incomprensibile, facendo l’offeso, ed entrambi rimasero in
silenzio fino alla fine dell’ora, perché il professore -notate le loro continue
chiacchiere- aveva deciso di continuare a spiegare stando in piedi proprio
davanti al loro banco.
Quando
finalmente la campanella suonò, annunciando l’ora di pranzo, Troy si alzò
subito in piedi e raggiunse Gabriella e Taylor.
Quest’ultima,
un secondo prima che l’amico arrivasse, aveva alzato gli occhi al cielo e
mormorato ironica: “Gabry, sta arrivando il tuo innamorato, e siccome non ho
voglia di assistere a romanticherie proprio prima di pranzo, sarà meglio che me
ne vada…”
Per cui,
quando il Wildcat arrivò, le due ragazze stavano ridendo di gusto: “Cosa state
architettando, voi due?”
“Niente,
discorsi di donne! Ci vediamo in mensa…” salutò Taylor, e si unì a Chad che
l’aspettava sulla porta.
Gabriella
infilò un libro nella borsa: “Di cosa stavate discutendo tu e Chad prima, tanto
che il professore è venuto lì da voi per farvi smettere?”
Troy fece
spallucce: “Mi stava raccontando del suo pomeriggio…” le prese la borsa e le
diede la mano “Hai fame?”
Lei
sorrise: “Abbastanza!”
Le
circondò le spalle con le braccia, baciandole una guancia, e così abbracciati
entrarono nella mensa bianca e rossa.
Molte
persone si girarono a guardarli: nonostante stessero insieme da più di un anno,
ancora non erano abituati a vedere la genietta di chimica e il capitano dei
Wildcat così innamorati e felici. Senza contare che quasi tutte le cheerleader,
e molte altre ragazze della scuola, contavano sempre di poter conquistare il
cuore di Troy.
La coppia
si unì al tavolo dei loro amici, dove li accolsero scherzando.
“Vi prego,
non da subito, fatemi mangiare in pace!” ironizzò Ryan, con in mano un bel
panino e una lattina di Coca “Hanno già iniziato Chad e Taylor, voi almeno
risparmiateci!”
Per tutta
risposta, il vice-capitano della squadra di basket gli abbassò la visiera del
cappello che portava: “Ecco, così non vedi e non rompi!”
Tutti
scoppiarono a ridere, e in quel momento la voce di Sharpay risuonò sopra le
altre: “Ragazzi!”
Corse su
per le scale fino a loro, perfettamente in equilibrio sui tacchi, e appoggiò
alcuni fogli sul tavolo rotondo: “Queste sono le vostre canzoni!” cinguettò.
Troy
afferrò dubbioso gli spartiti: “Sharpay… sono cinque canzoni!”
Lei annuì:
“Bravo, Troy, vedo che sai contare.”
Ignorando
gli sghignazzi degli amici, il ragazzo continuò: “Ma… non ti sembrano un po’
troppe?”
Sharpay
sbuffò: “Oh, non lamentarti troppo, cerca piuttosto di impararle! Ryan, tra
cinque minuti in teatro!”
Il
fratello cercò di opporsi: “Shar, lasciami almeno finire di mangiare!”
Ma la
biondina gli lanciò un’occhiata di fuoco: “Scattare!” e corse via, seguita da
alcuni membri del Drama Club.
Ryan
sospirò e ripose il suo panino a metà nel sacchetto: “Perché le prove sempre ad
ora di pranzo? Ci vediamo dopo, ragazzi!”
Tutti lo
salutarono e ricominciarono a mangiare.
“Io
l’avevo detto, Troy, che avresti cinguettato
anche questa volta!” esclamò Jason.
Troy alzò gli occhi al cielo e decise che, per
una buona volta, non avrebbe ribattuto, perché tanto di lì a poco il suo amico
sarebbe stato impegnato a conquistare Kelsie.
Come
infatti, cinque secondi dopo, accadde…
Ooh,
anche questo è stato un capitolo molto dolce!! Mi vengono così, ultimamente!!
Spero
che siate state contente della ‘dichiarazione’ di Troy!! E Chad,
fortunatamente, ce l’ha fatta! Come non avrebbe potuto, sarei stata troppo
cattiva!
E
ora grazie a:
Kalix: povera Sharpay,
nessuno capisce il suo amore per i musical!! Anch’io mi sono divertita a
scriverla, sono contenta che abbia ottenuto l’effetto sperato! Spero che
continuerai a recensirmi, grazie di tutto!
Tay_: No, mi dispiace ma
a me non convince la coppia Sharpay/Troy, e dubito che scriverò mai fic su di
loro… ecco, ti farò comparire nella fic come fidanzata di Ryan, eheh!! Grazie,
un bacio!
Romanticgirl: Gabriella e Troy che
si lasciano?? Mai!! Anche se… ma non te lo posso dire!! Eheh… un bacio!
Ciokina14: ecco qui! Spero che
anche questo capitolo abbia soddisfatto la tua curiosità!! Grazie per tutti i
complimenti che mi fai ogni volta! Baci
Herm90: io adoro Troy… e Zac Efron, quindi… sto
cercando di prendere tutte le sue foto da internet, eheh!! Ma naturalmente, non
disprezzo nemmeno Chad/Corbin, anzi!! È più bello nel secondo, però…
Comunque,
diciamo che questa è un po’ la… pace prima della tempesta!! Bacioni!!
Armony_93: tranquilla, le scene
Chaylor arriveranno… anche in questo capitolo ce n’era una!! Però penso di
essere più brava a scrivere di Troy e Gabriella, non so perché.. alla prossima,
baci!
CrazyLara: prima di tutto,
benvenuta e grazie per leggere la mia fic!! Sono contenta di saper descrivere
bene le scene. Di solito è il mio problema principale, perché me le immagino ma
non sono mai sicura al 100% di riuscire a metterle nero su bianco nel modo
corretto. Tranquilla, la suspance arriverà… in molte altre mie fic (non su HSM)
mi divertivo a lasciare i lettori con un po’ di amaro in bocca per non sapere
come finiva… è un po’ sadico, non trovi?? Un bacio e grazie, spero di
risentirti!!
Ringrazio
anche ericucciola84 che mi ha
aggiunta tra i suoi autori preferiti!!
“Non posso
credere che manchino solo tre settimane, Tay!” Gabriella spostò un altro
vestito dall’appendiabiti che aveva davanti “E io, naturalmente, non ho idea di che vestito indossare!”
L’amica le
lanciò un’occhiata torva: “Sembri una cheerleader, sorella! Siamo qui per
questo, no? Trovare i vestiti per il diploma!”
La mora ne
prese uno: “Che ne dici di questo?”
Taylor lo
osservò con aria critica: “Non so… c’è qualcosa che non mi convince… prova a
guardare dall’altro lato!”
Gabriella
si spostò, passando con gli occhi sopra ogni abito: “Mia
mamma ha invitato anche mio papà alla cerimonia…”
“E’ tuo
padre, Gab, non può perdersi il tuo diploma!”
“Non è
quello il problema… non vorrei che litigassero come fanno sempre ogni volta che
si rivedono, anche solo per cinque minuti…”
Taylor la
guardò da sopra l’asta di vestiti: “Sanno entrambi che è un’occasione speciale
per te, e non vorranno certo rovinartela. Abbi fiducia! E ora, andiamo a
provarci questi!”
Le due
ragazze s’infilarono nei camerini, e quando ne uscirono si guardarono l’un l’altra.
“Wow,
Tay!” esclamò Gabriella, girandole intorno “Aspetta solo che Chad ti veda con
questo addosso!”
Lei
arrossì, e si osservò nello specchio: “Dici che gli piacerà? Certo, starà per
la maggior parte del tempo sotto la toga, però alla festa la tolgo…”
“Devi
assolutamente prenderlo! È perfetto, quel rosso ti sta da Dio!” insistette
l’amica.
Taylor
guardò il cartellino che penzolava e sbiancò leggermente: “Dovrò dar fondo a
tre quarti dei miei risparmi, ma sembra che ne valga la pena…”
“Certo che
ne vale la pena!” Gabriella la spinse dentro al camerino “Forza, andiamo alla
cassa!”
Qualche
minuto dopo, uscirono dal negozio con i loro pacchetti e il portafoglio
parecchio più leggero.
“Come mai Sharpay non è venuta con
noi? Di solito non resiste al richiamo dello shopping!” osservò Taylor.
Gabriella
sorrise: “Aveva un richiamo più irresistibile… ha addirittura cancellato le
prove!”
“Cioè?
Spiegati, sorella, non giocare agli indovinelli!”
“E’ uscita
con Zeke… loro due, da soli!”
Taylor
alzò gli occhi al cielo: “Alla buon’ora! Sinceramente, mi ero stufata di fare
loro da chaperon! Chissà cosa
staranno facendo…”
###
“Okay,
Sharpay, questa è la prova decisiva!”
La
biondina annuì: “Concordo!”
“Se non
riesce adesso, giuro che cambio lavoro! Mi do al giardinaggio!” Zeke
s’inginocchiò davanti al forno, controllando la cottura della
creme brûle “E’ la quarta volta che proviamo, oggi pomeriggio!”
Sharpay
s’inginocchiò di fianco a lui: “Sono sicura che questa sarà la volta buona!
Forza, è ora di assaggiarla!”
Spense il
forno e, munitasi del guanto da cucina, prese fuori la piccola ciotolina di
terracotta con il dolce fumante.
Zeke prese
un cucchiaino e ruppe delicatamente la crosta sottile: “Sii sincera, Sharpay!”
Raccolse
un po’ di crema e indirizzò il cucchiaino verso di lei, che aprì la bocca e
assaggiò il dolce.
Lo
assaporò per qualche secondo con aria esperta, poi sorrise e fissò il ragazzo
negli occhi: “Perfetta! È buonissima, mi piace da impazzire!”
Anche Zeke
sorrise: “E a me piaci da impazzire tu, Sharpay…”
La ragazza
arrossì di botto, impreparata a quelle parole:
“Co-come scusa?” boccheggiò.
Ma invece
di risponderle, il Wildcat si chinò su di lei e la baciò.
Sharpay
trasalì per la sorpresa, ma non ci mise molto a ricambiare, passandogli le
braccia intorno al collo, in un bacio che sapeva di crema e caramello…
###
Ryan uscì
dalla doccia, passandosi un asciugamano tra i corti capelli biondi.
Annusò
leggermente l’aria: sbagliava o c’era odore di qualcosa di dolce?
-Caramello…-
pensò stupito –Da quando a casa mia qualcuno che non
sono io mangia caramello?- In fondo, erano tutti patiti per la dieta…
Si rivestì
in fretta, e scese le scale fischiettando.
Andò
quindi in cucina, dove il profumo era più forte, ma quando aprì la porta si
trovò davanti tutto tranne la cuoca che cucinava.
Quando, un
secondo dopo, focalizzò bene la situazione, puntò lo sguardo a terra e si
schiarì la voce: “Avete finito, ragazzi?”
Sharpay e
Zeke si separarono con un salto, spaventati; però la biondina ritrovò subito la
grinta e la sua innata faccia tosta: “Ti serve qualcosa, Ryan?”
Il
fratello sospirò: “Non in cucina, almeno! È un luogo in cui si mangia, non dove
si spargono ormoni!”
Zeke
divenne rosso pomodoro, mentre Sharpay sorrise sarcastica:
“Ahah, bella battuta. Ora perché non te ne vai a ripassare la coreografia per
lo spettacolo?”
Il povero
Ryan alzò le mani in segno di resa: “Messaggio ricevuto. Ma la prossima volta
chiudetevi dentro, cosìcchè io non debba più assistere a queste scene! Buon
proseguimento!” e si eclissò dalla stanza.
“Ehm…
pensi che tuo fratello mi ammazzerà?” domandò timidamente Zeke.
Lei
scrollò le spalle: “Noo… anche perché altrimenti lo ammazzerei io!” sorrise e
lo afferrò per il colletto della maglia “Dove eravamo rimasti?”
###
“Sharpay,
adesso tu ci devi dire cosa è successo ieri pomeriggio!”
Gabriella
e Taylor bloccarono l’uscita dalle quinte all’amica, che scosse la testa
divertita: “Niente!”
Taylor
mise minacciosamente le mani sui fianchi: “Non può non essere successo niente!
Prima i ballerini non sapevano la coreografia, Troy ha sbagliato una canzone,
Ryan continua ad inserire il Jazz Square e tu non dici
niente! O non sei Sharpay Evans, ma una sua copia venuta da Marte, oppure hai
altri pensieri nella testa!”
La bionda
scoppiò a ridere: “Ragazze, davvero… comunque, Gabriella, perché non vai la
fuori, visto che il tuo fidanzato deve cantare?”
“Non
cambiare discorso, Sharpay!” rise la mora “Allora hai davvero fatto qualcosa
con Zeke!”
Ma Sharpay
le prese entrambe per un braccio e le portò fuori, sul palco: “Non fate le
cheerleader!” le ammonì tra le risate, poi ritornò a coordinare il suo
spettacolo.
Le altre
due si guardarono e sospirarono sconsolate, scendendo in platea.
“Tanto lo
scopriremo presto… a costo di chiederlo a Ryan!” esclamò Taylor
“…ma secondo sembriamo davvero delle cheerleader?”
“Un po’…”
Gabriella scrollò le spalle con un sorriso “Ma lo
facciamo per il suo bene!”
“Forza,
ragazzi!” Sharpay, dal centro del palco, richiamò la loro attenzione “Si
riprende! Troy, tocca a te!”
Il ragazzo
si alzò dalla sedia sui cui si era accomodato, vicino a tutti i suoi amici, e
sospirò, guardando la sua ragazza che gli sorrise
incoraggiante.
“Prima
d’incantarti, vieni un attimo con me!” la richiamò Taylor “Dobbiamo finire il
discorso per il diploma!”
L’amica
cercò di opporsi: “Ma-ma io voglio… c’è Troy che canta e…”
Taylor la
prese per mano: “Forza, lo sentirai sempre cantare, per un minuto non muori!”
Gabriella
si girò verso il palco, dove il suo ragazzo stava per iniziare, però poi si
lasciò trasportare dalla sua amica fino al laboratorio di chimica.
“Non
l’avevamo già finito?” si lamentò.
“Manca la
frase finale, quella di grande effetto! E solo tu la puoi scrivere, lo sai!
Quindi datti da fare, se vuoi sentire cantare il tuo amore!”
La mora
afferrò sbuffando la penna e rilesse il loro discorso, correggendolo di tanto
in tanto.
Tendeva le
orecchie, tentando di catturare l’eco lontano della musica, ma il laboratorio
era troppo lontano perché si sentisse.
“Ecco
fatto!” esclamò, mettendo il punto alla fine della frase “Ora posso andare?”
Taylor
prese il foglio scuotendo la testa: “D’accordo, d’accordo!”
Percorsero
quasi di corsa i corridoi deserti dell’East High, che man mano che si
avvicinavano all’auditorium, si riempivano dei grandi manifesti colorati dei
musical: decine di Sharpay sorridevano a chi passava di lì, ricordando loro che
sarebbe rimasta per sempre la
Reginetta.
Gabriella
rallentò e prese fiato, ma quando entrò nel teatro rimase delusa: la canzone di
Troy era finita in quel momento.
Si voltò
critica verso Taylor, che alzò le spalle: “Non è mica la fine del mondo!”
Lei sbuffò
e raggiunse Troy, che stava scendendo i gradini del palco.
“Scusa!” esclamò
dispiaciuta “Io volevo sentirti, ma Tay mi ha fatto scrivere la conclusione del
discorso e…” il ragazzo interruppe quel fiume di parole con un dolce bacio,
stringendola tra le braccia.
“Guarda
te… prima mi costringi a partecipare, poi non ci sei nemmeno alle mie prove…
dovrei proprio essere arrabbiato…” la prese in giro, dandole un buffetto sul
naso.
Gabriella
sorrise, tenendosi stretta a lui: “Che cosa stavi provando, comunque?”
Anche Troy
sorrise, e avvicinò la bocca al suo orecchio, sussurrandole la canzone:
“I'm so glad I found an angel, someone
who was there when all my hopes fell, I wanna fly looking in your eyes… because
you live, girl, my world has twice as many stars in the sky…”
La ragazza
avvertì un brivido lungo tutta la schiena, e lo
abbracciò estasiata: “Dimmelo di nuovo…”
Il Wildcat
la strinse di più a sé, sfiorandole la pelle del collo con le labbra, annusando
il suo profumo di pesca: “Ti amo, Gab… e tu?”
Con un
ultimo tremito, Gabriella si spostò per poterlo guardare negli occhi, e gli
prese il viso tra le mani: “Da morire…” e lo baciò.
“Che
arietta, ragazzi…” ironizzò Zeke, passando davanti a loro con le mani in tasca
“L’atmosfera comincia a farsi elettrica…”
Troy si
staccò dalla sua ragazza, senza però smettere di abbracciarla, e ribattè:
“Faresti meglio a tacere, amico! Chissà gli ormoni, ieri nella cucina di
Sharpay, eh?”
Gabriella
si voltò di scatto verso la sua amica, che si stava avvicinando di soppiatto
all’uscita: “SHARPAY EVANS!!” gridò ridendo, e la
rincorse.
Il playmaker
si scambiò uno sguardo d’intesa con l’amico, poi guardò le due ragazze giocare
tra le poltrone del teatro.
Si osservò
il palmo della mano: quando Gabriella l’aveva lasciata, aveva sentito di nuovo
una scossa, e poi un senso di vuoto.
Fissò di
nuovo la ragazza che amava, senza smettere di pensare a quanto fosse bella…
capì, che qualcosa stava davvero cambiando tra loro due…
Ooh,
ed anche Zeke e Sharpay hanno avuto il loro momento!!
Povero Ryan, mi è un po’ dispiaciuto fargli avere quello “shock”!
Cosa
starà cambiando tra Troy e Gabry? Ehh, chissà… XD Ah, comunque, la canzone che
stava cantando Troy era “Because you live”
di Jesse McCartney.
E
ora passiamo a voi:
hEiLigFuR ImMeR: ti prego, dimmi che
mi posso risparmiare le lettere diverse!! ^^’’’ Posso chiederti cosa significa
il tuo nick?? Beh, hai mai avuto notizie di un musical
di Sharpay finito male?!? XDXD Baci!
Herm90: W i Wildcats
innamorati!! Ehi, sembra un titolo da fanfiction!! XD La tempesta arriverà tra qualche capitolo (per adesso
ne ho scritti 14 ed ho iniziato il 15!! XD) e sarà un chi… ehehe…
Romanticgirl: no, non preoccuparti…
non sarò poi così cattiva… però XDXD!
Anch’io invidio Gabriella… o comunque Vanessa nella vita reale… voglio anche io
uno Zac per meee!!
Ciokina14: Troyella per sempre!! Ma mi merito davvero tutti questi complimenti?!? *Me arrossisce* Finchè ho
capitoli, aggiorno!!
Armony_93: sorry se c’era poco
Chaylor qui, però c’erano Sharpay e Zeke!! Devo
trovare qualcosa per i signori Danforth… mi ci metterò d’impegno!! Baci
CrazyLara: sì, ogni tanto ci
vuole un po’ di miele colante in giro, no?! Dai, non
ti è piaciuta la dichiarazione di Troy?? Io non so che
darei per averne una così (mi basterebbe anche un ragazzo, tra parentesi… eheh)!! L’ansia arriverà, come ho detto a Herm90… suspance!! XD
Tay_: sto già elaborando
la futura fidanzata di Ryan!! In arrivo anche capitoli
dolci, tranquilla!! Bacioni!!
Grazie
ancora a tutte! Ora vado a salvare qualche fic da leggere
più tardi!! Bacioni
Nessuno
era mai stato così attento ad una lezione della Darbus.
Ma c’era
una ragione, e ben precisa: la professoressa era sull’orlo delle lacrime.
Per la
loro classe, infatti, quella era l’ultima ora, dell’ultimo giorno, dell’ultimo
anno lì alla East High di Albuquerque. E credetemi se vi dico che quello
dell’insegnante non era il solo cuore spezzato all’idea che se ne andassero.
Sharpay si
guardò intorno, nell’aula che più aveva amato. La “sua” aula, perché era piena
delle foto sue e di Ryan durante i loro spettacoli.
E beh,
certo, anche quelle di Troy e Gabriella in Twinkle
Town.
Le
dispiaceva terribilmente, tanto che per molti istanti ebbe paura di scoppiare a
piangere pure lei. Certo, il college sarebbe stata una grande avventura, e non
vedeva l’ora che iniziasse, ma quella era l’East High dei Wildcats, e sarebbe
per sempre rimasta nel suo cuore. Anche se solo fino all’anno prima non
l’avrebbe mai ammesso.
Gli stessi
pensieri passavano per la mente dei giocatori di basket: loro, i Wildcats, le
Linci di Albuquerque.
Avrebbero
per sempre indossato con onore la loro maglia bianca e rossa, ovunque fossero
andati e chiunque sarebbero diventati.
Se
qualcuno di loro avrebbe raggiunto un’importante squadra, come i Red Hawks di
Chad e Troy, beh, probabilmente sotto quella divisa avrebbe avuto posto anche
il profilo bianco del Gatto Selvaggio.
Per
Gabriella, invece, la separazione sarebbe stata un po’ meno dolorosa: in fondo,
v’era stata abituata sin da piccola. Però, quella scuola aveva anche per lei un
significato particolare. Lì aveva imparato a tirare fuori il carattere, aveva
dominato la sua paura del pubblico… e lì aveva imparato cosa significasse amare
sul serio una persona.
È così
incredibile come una semplice struttura di cemento armato e mattoni possa
esprimere tante emozioni… ma per quei ragazzi così normali, ma tuttavia così
speciali, il liceo della loro città sarebbe sempre stato una seconda casa; i
suoi bei ricordi un luogo sicuro dove rifugiarsi nei momenti brutti.
Furono
queste le ultime parole che la Darbus pronunciò, prima di tirare vistosamente
su con il naso e sospirare: “Perciò, ragazzi miei, vi auguro tutto il bene che
possiate trovare. E ricordatevi di questa scuola, quando sarete adulti e
felici.”
La campanella
suonò, ma nessuno tra loro accennò ad andarsene; anzi, mentre nei corridoi le
altri classi rumoreggiavano felici, loro si alzarono in piedi e a turno
abbracciarono quella loro professoressa così stramba.
“Ci
vediamo per gli esami… e naturalmente, per lo spettacolo di questa sera!”
esclamò infine.
Chad saltò
in piedi sul banco, alzò un pugno in aria e gridò: “Chi vince?!?”
E tutta la
classe, gioiosamente, urlò in risposta: “Wildcats!”
E
lentamente, cominciarono a separarsi, mentre le lacrime iniziavano a scorrere
sul serio, tra abbracci e strette di mano, foto e firme sull’annuario.
Troy e
Gabriella uscirono insieme, abbracciati, in silenzio, seguiti poco dopo dai
loro amici.
“Mi sembra
incredibile che sia finita…” mormorò lei.
Il ragazzo
le sorrise: “Magari inizierà qualcosa di nuovo e ugualmente bello, no?”
Mentre si
asciugava le ultime lacrime, Gabriella si soffermò sulle sue parole: inizierà qualcosa di nuovo.
Sorrise
tra sé. E lei stava così bene insieme a
lui…
Stavano
per varcare il grande portone, e lo fermò: “Ehi, aspetta. Questo è il tuo
ultimo passo come capitano dei Wildcats!”
Troy
sorrise tristemente, e si girò verso Chad: “Già… ma solo formalmente!”
L’amico
annuì: “Per sempre.” e insieme passarono la soglia.
###
“Ragazze,
siete pronte? Dieci minuti e tocca a voi!”
“Quasi,
professoressa! Giusto gli ultimi ritocchi…” Sharpay si aggiustò i lunghi
capelli biondi con un colpo di spazzola.
Il suo
ultimo musical alla East High. Era emozionata come non mai.
Per
quell’occasione, aveva indossato un vestito bianco sopra al ginocchio, senza
spalline, e un paio di tacchi bianchi.
Si girò e
sorrise a Gabriella, intenta ad osservarsi l’ultima volta nello specchio: “Sei
perfetta, forza, andiamo!”
La mora
indossava un vestito rosso lungo fino ai piedi, molto semplice, con le spalline
a treccia e la scollatura a V; aveva tirato su i capelli nel suo amato chignon
boccoloso, e si era truccata giusto il necessario. Ai piedi portava un paio di
tacchi dello stesso colore del vestito.
Le due ragazze
uscirono dal camerino, aspettando dietro le quinte il loro turno.
“Agitata?”
domandò Sharpay.
Gabriella
sorrise nervosamente: “Terrorizzata… ogni volta è come la prima… ho sempre
paura di sbagliare tutto!”
L’amica le
mise una mano sulla spalla: “Non succederà! Sei bravissima, Gabriella, e lo
sai! Quindi non capisco perché ti debba preoccupare così tanto!”
Gabriella
prese un grande respiro: “Va bene. Sono pronta!”
Sharpay
fece un gesto alla Darbus, per farle capire che potevano entrare, e la professoressa
prese il microfono: “E ora, i nostri numeri più importanti! Fate un grande
applauso agli alunni del nostro ultimo anno!”
Gabriella
alzò lo sguardo e incontrò quello di Troy, dall’altra parte del palco. Si
sorrisero nel momento stesso in cui le luci si spensero, tranne un unico faro
circolare che illuminava il centro.
Sharpay la
prese per mano, e il loro ultimo spettacolo ebbe inizio.
###
“E’ stato
un successo!” strillò Sharpay, saltellando per le quinte.
“Quale dei
tuoi spettacoli non lo è stato?” la rimbeccò ironico Chad, che era appena
arrivato insieme a Taylor per congratularsi con loro.
Gabriella
giunse in quel momento, e saltò gioiosa in braccio a Troy, che la fece girare
in turbinio di seta rossa, poi la baciò.
Gli altri
distolsero lo sguardo con un sospiro, e la bionda propose: “Perché non andiamo
a festeggiare in discoteca? Domani è domenica, manca ancora una settimana agli
esami!”
Troy,
fatta scendere la sua ragazza, guardò l’orologio che portava al polso: “Non è
poi così tardi…”
“Si!!!”
Sharpay battè le mani e saltellò sul posto, poi prese per mano Zeke e lo
trascinò fuori.
Chad
sospirò e passò un braccio attorno alle spalle di Taylor: “Andiamo…”
Salutando
varie persone man mano che uscivano dalla scuola, arrivarono al parcheggio,
dove la macchina rosa li aspettava già con il motore acceso.
Non appena
le altre due auto le si accodarono, la bionda partì velocemente, alla volta
della loro discoteca preferita.
“Sei stata
bravissima…” si complimentò Troy con Gabriella, seduta al suo fianco.
Lei
arrossì: “Grazie… anche tu… c’erano un sacco di cheerleader sul punto di avere
un infarto quando eri sul palco!”
Il ragazzo
sorrise e le prese una mano: “Eri gelosa?”
“No… solo
infastidita…”
Il sorriso
di Troy non si cancellò, anzi, e le strinse più forte la mano mentre iniziava a
parcheggiare.
“E’ pieno,
stasera!” esclamò Chad quando si riunirono “Ci sarà un sacco di calca!”
Entrarono
tentando di non perdersi in mezzo alla folla, e fortunatamente trovarono un
tavolo con dei divanetti libero.
“Andiamo a
ballare, dai!” Sharpay portò Zeke in mezzo alla pista da ballo, e ben presto
scomparvero alla vista dei loro amici.
“Non
bevete troppo, ragazze…” le ammonì Chad “L’altra volta avete retto poco!”
Gabriella
rise e si alzò: “Scusatemi un attimo, devo andare in bagno!”
Troy si
voltò verso di lei: “Non da sola, fatti accompagnar da Tay!”
Lei scosse
la testa: “Non vedi che è impegnata?” rise osservando la sua amica ‘coccolare’
Chad “Tranquillo, Troy, ci metto due minuti!”
“Sicura?”
“Sì, sì…”
il ragazzo la guardò allontanarsi, e bevve un sorso dalla bottiglia di birra.
“Dai,
ragazzi, smettetela un po’!” si lamentò con i due amici.
Chad si
staccò un attimo da Taylor: “Ehi amico, tu non fai altro che sbaciucchiarti con
Gabriella, quindi lasciamelo fare per un po’!”
Troy
scosse la testa e fissò il punto da cui sarebbe dovuto arrivare la sua ragazza;
perché non era tornata? Ci stava mettendo troppo.
“Vado a
cercare Gabriella!” avvisò Chad dandogli una pacca sulla spalla quando furono
passati dieci minuti.
Con molta
fatica, e tante sgomitate, riuscì a farsi spazio e raggiungere il bagno. Con un
brivido di orrore, notò che Gabriella non c’era.
Tornò
indietro, chiamandola, ma la musica era troppa alta perché lo sentisse.
Poi,
all’improvviso, la vide a ridosso di un muro, con quattro ragazzi attorno a lei
che le impedivano di allontanarsi.
Avvertì
una scarica di rabbia passargli per tutto il corpo, e si diresse a passo di
marcia verso di loro, stringendo i pugni.
“Ehi!”
gridò “Lasciate stare la mia ragazza!”
Tutti e
cinque si voltarono verso di lui, e uno dei ragazzi ghignò malignò: “E tu chi
saresti?”
Troy gli
si avvicinò ancora di più: “Uno che ti spacca la faccia se non la lasci
subito!”
“Ohoh, è
arrivato il principe azzurro! Tu saresti il ragazzo di questo schianto?” il
ragazzo alzò il viso di Gabriela, che stava cercando di sgattaiolare via “E’
vero, dolcezza?”
Lei
impaurita, annuì, e l’altro continuò: “Davvero? E sai anche come si chiama,
quindi…”
“Troy…
Troy Bolton…”
Il
quartetto si girò meravigliato verso Troy, e quello che evidentemente era il
capo, ancora con la mano sul viso di Gabriella, esclamò: “Guarda, guarda,
l’ultimo capitano dei Wildcats! Bene, vediamo se il basket ti è servito a
qualcosa!”
Veloce
come un fulmine, tirò il braccio indietro e caricò per mollare un pugno
fortissimo a Troy; lui, per un secondo, lo schivò con un balzo, avvertito
dall’urlo di Gabriella.
Reagì
subito, d’istinto, lanciandosi su di lui e buttandolo a terra.
“TROY!”
gridò ancora Gabriella spaventata, cercando di raggiungerlo, ma un altro di
quei ragazzi la fermò per un braccio: “Calmati, dolcezza…”
Lei non
potè far altro che guardarli menarsi, cercando di non piangere per lo spavento
e l’apprensione, anche se il Wildcat sembrava, dopotutto, avere la meglio.
Troy
riuscì infatti ad alzarsi in piedi, ed afferrò il suo ‘rivale’ per il colletto
della camicia, sbattendolo contro il muro: “E’ servito, allora?!” lo
scimmiottò.
Alzò il
braccio per dargli ancora un altro pugno, ma la sua ragazza si liberò proprio
in quel momento e lo fermò: “No, Troy, non farlo! Non ne vale la pena!”
Lui sbuffò
e ritirò il braccio, aprì la mano facendo cadere a terra l’altro: “Devi solo
ringraziarla… e guai a te se ci riprovi!” passò un braccio attorno alla vita di
Gabriella, e la portò via.
Trovarono
un angolino lontano dalla folla, e si fermarono: “Come stai?” domandò
apprensivo lui.
La ragazza
sorrise: “Non mi hanno fatto niente, tranquillo. Tu invece… guarda, qui ti
verrà un livido… non farlo mai più!” mormorò dispiaciuta, passandogli le dita
fresche sullo zigomo arrossato.
Troy
l’abbracciò di scatto, stringendola forte: “Non osare tu a rifarmi uno scherzo
del genere! La prossima volta la pipì la fai dietro la macchina…”
Gabriella
rise e lo baciò dolcemente: “Va bene… scusa…”
Lui
ricambiò il bacio, e dopo qualche secondo si accorsero entrambi che era
diverso. C’era qualcosa di nuovo, che non avevano mai provato prima. Più
urgente, più intenso, più travolgente.
Troy
strinse più forte la sua ragazza, e lei passò le mani prima sulla sua schiena,
poi sul petto muscoloso. E all’improvviso si riscosse, quando sentì le labbra
del ragazzo scendere lungo il suo collo.
“Troy…
basta…” sussurrò col fiatone.
Lui
sussultò, e si separò da lei. Rimasero a guardarsi, ansimanti per le emozioni
che quel bacio aveva dato loro.
“Scusa…
non dovevo…” disse il playmaker, senza guardarla negli occhi.
Gabriella
sorrise: “Non è colpa di nessuno…” gli si avvicinò e poggiò la fronte alla sua
“Che cos’è successo?”
Troy
intrecciò le mani con le sue: “Niente di preoccupante… hai sentito Chad, non
reggi l’alcol! Che dici, torniamo dagli altri?”
Lei annuì
e ritornarono al loro divanetto; quando li vide, Taylor scattò in piedi
arrabbiata: “Eccovi qui! Eravamo preoccupatissimi, siete stati via mezz’ora,
nessuno sapeva dove eravate!”
“Scusaci,
Tay, abbiamo avuto un piccolo… contrattempo!” spiegò la sua amica, sedendosi e
finalmente rilassandosi.
“Cos’è
successo?” s’incuriosì Chad “Ehi, fratello, perché hai uno zigomo rosso e le
nocche peste?”
Troy
sospirò e guardò Gabriella, che gli fece cenno di sì, così raccontò all’amico
la loro disavventura.
“Stai
bene, vero?” domandò apprensiva Taylor quando ebbe terminato.
Gabriella
la rassicurò, ma l’amica volle controllare lo stesso che non avesse lividi o
tagli.
“Va bene,
per stasera abbiamo già avuto troppe emozioni! Recuperiamo Zeke ed Evans, ed
andiamocene a casa!” esclamò Chad alzandosi.
Tutti
furono assolutamente d’accordo con lui, e aguzzarono la vista per cercare la
nuova coppia in mezzo alle decine di persone.
Per
fortuna, furono proprio Sharpay e Zeke a trovare loro per primi, e tutti si
avviarono alle rispettive abitazioni.
Troy si
fermò davanti alla villetta Montez, e accompagnò Gabriella fino alla porta.
“Grazie…
di tutto.” Mormorò lei prima di entrare.
Lui le
mise una mano sul viso, accarezzandole una guancia: “Ehi. Per te, questo ed
altro. Ti amo, e lo sai.”
Gabriella
arrossì e lo baciò piano, a stampo: “Anche io ti amo, Wildcat…”
“Buonanotte,
Gab…” le diede un ultimo bacio sulla fronte, e la guardò entrare.
Salutò con
un gesto della mano la signora Montez –ancora sveglia ad aspettare la figlia- e
poi fece ritorno alla sua auto.
###
Gabriella
e Taylor erano a casa di quest’ultima, sedute sul letto, e benchè fuori il Sole
estivo splendesse allegramente, loro due erano impegnate a ripassare in vista
degli esami.
O meglio,
Taylor ripassava, perché Gabriella era fissa da mezz’ora sulla stessa parola
del libro, immersa nei suoi pensieri.
L’amica la
guardò di soppiatto: si rigirava distrattamente la penna tra le dita, con
l’espressione concentrata.
Sbuffò, e
chiuse il libro con uno scatto: “Senti, sorella, così non va! È tutto il giorno
che pensi ad altro! Cos’è successo?”
Gabriella
alzò gli occhi, poi li riabbassò subito: “Niente, Tay, davvero…”
Lei le si
avvicinò e la costrinse a guardarla: “Non mi inganni. È un sacco di tempo che
non vedo i tuoi occhioni così tristi. È capitato qualcosa con Troy?”
La mora
scosse i boccoli: “No! Cioè… sì, ma…”
Taylor
alzò un sopracciglio: “Gab, io non ci ho capito niente.”
“E’ che…”
Gabriella sospirò sconsolata “Non lo so, Tay, sta cambiando tutto!”
“In che
senso sta cambiando? Mi avevi detto che lo amavi!”
“Ed è
così, infatti! Non è cambiato ciò che provo, sono cambiata io!” cercò di spiegare
gesticolando “E’ come se non… non mi bastasse più!”
“Non basta
più, Chad.” esclamò Troy in quello stesso momento, sdraiato sul letto con un
pallone da basket di gomma piuma in mano.
“Cosa vuoi
dire, amico?” domandò l’altro, posando la penna.
Troy si
sedette, poggiando i piedi a terra: “Beh, per esempio… ieri ci siamo spinti oltre il nostro solito…”
Chad
sgranò gli occhi: “Ooh. Capito. Però non avete…?”
“No, no.
Comunque il punto è quello. Non so neanche io perché l’ho fatto, è successo e
basta!”
L’amico si
rilassò sulla sedia: “Sei un uomo, Troy, comincia ad essere normale, in fondo.”
Il
capitano gli lanciò la palla: “Parli da uomo vissuto che non sei!” lo prese in
giro “Tuttavia non voglio costringerla assolutamente!”
“…e io non
so se sono pronta!” terminò Gabriella a qualche isolato di distanza, agitando
le mani “Anche se ieri… beh, in fondo non era per niente male…”
Taylor
rise del suo rossore e le passò un braccio attorno alle spalle: “E’ tutto nella
norma, tesoro. Capita a tutti, prima o poi. Vedrai che troverete il momento
giusto!”
L’amica
abbozzò ad un sorriso: “Tua sorella non ha qualche regola anche per questo?”
“No, non
penso!” le due ragazze scoppiarono a ridere, e dentro di sé Gabriella si sentì
più sollevata.
Allora,
vi è piaciuto?? Vi confesso che mi è venuto da piangere nello scrivere la prima
parte!! È così triste quando si lascia un posto in cui si è vissuto per tanto!
Il
musical di Sharpay è andato bene, Troy si è scazzottato per Gabriella, e
sull’ultima parte… non dico niente!! XDXD Voi che ne pensate?? ^____^
Ah,
a proposito, il vestito di Gabriella è quella meraviglia che indossava Vanessa
alla World Premiere di HSM2 a Disneyland!!
Grazie
a:
Herm90: guarda, ora che
sono al 18° capitolo posso dirti che i chi
sono addirittura due!! Extrapanico!! XD Ryan è un mito, io non so come avrei
reagito ad una scena del genere!!
Tay_: ci ho messa tutta me
stessa tra Zeke e Sharpay! Insomma, non trovavo altro modo per farli
dichiarare!! Dai, adesso hai capito cos’è cambiato, no?!? ^_-
Ciokina14: Troy è taaanto
tenero… ma anche un po’ marpione, eheh… il cambiamento è svelato qui, no??
Dividerli?? Mai!! Anche se… XD!!
Ilaria1204: grazie ed intanto
benvenuta in EFP, sezione HSM!! Sono contenta che la mia fic ti piaccia, e
spero di risentirti anche nei prossimi capitoli!! Un bacio
Romanticgirl: et-voilà, cambiamento
svelato, no?? Spero che non ti disturbi troppo, ma ormai hanno diciotto anni
pure loro!!
Heilig Fur Immer: al fatto che era
tedesco ci ero arrivata, eheh!! Molto bello, comunque, e sicuro più “profondo”
del mio!! Sharpay un omicidio?? Lei arriverebbe a tirare una bomba sull’intera
città!! Eheh!! No, Ryan è un uomo forte… al limite si ritira in bagno e
vomita!!! XDXD
CrazyLara: il “mistero” dei
piccioncini è svelato… Ryan forse è il fratello perfetto! Baci!!
Armoni_93: qui c’era un po’ di
Chaylor… e più avanti sempre di più!!
Vi
prego, ditemi che avete capito in che consiste il cambiamento, non fatemelo
spiegare a voce!! *Me si vergogna leggermente, in fondo in fondo*
Spero
che non cambi il vostro parere sulla fic!!
Al
prossimo capitolo, intitolato La
cerimonia (che non è una nuziale, purtroppo XD) e che sarà il capitolo
tranquillo prima… beh, prima!!
“Sharpay,
respira, non ti servirà a niente rimanere in apnea!”
Zeke
ammonì così la sua nuova ragazza mentre percorrevano insieme ai loro amici i
corridoi della loro ex-scuola per scoprire se si erano diplomati o no.
La bionda
scosse la testa, quasi in preda al panico: tutto il suo futuro dipendeva da
delle stupide domande.
Il gruppo
arrivò davanti ai tabelloni dei risultati, dove si era già radunata una folla
più o meno esultante.
“Allora…
chi guarda?” domandò Kelsie, torturandosi le mani.
Tutti si
scambiarono un’occhiata: nessuno aveva quel coraggio!
“Coraggio,
uno di voi uomini forti!” Taylor spinse avanti Chad, che però fece subito un
passo indietro.
“Va bene,
ho capito, ci penso io!” Gabriella si fece largo in mezzo a loro, e raggiunse i
quadri.
Tutti la
fissarono con il fiato in gola, mentre lei percorreva i fogli con un dito,
cercando ogni nome.
Sharpay
congiunse le mani mormorando vari Ti
prego, Jason incrociò le dita, Kelsie si mordeva il labbro inferiore,
Taylor si torturava una ciocca di capelli, Ryan massacrava il suo cappello.
Dopo
quelli che sembravano secoli, Gabriella si girò sorridendo, e corse fino a
loro, saltando in braccio a Troy.
“Tutti
promossi!!” gridò felice “Domani sera avremo il diploma!!”
Il
gruppetto cominciò a urlare e saltellare di gioia, le coppie si baciarono e,
incredibilmente, Jason prese il viso di Kelsie tra le mani e la baciò con
fervore.
Gli amici
si bloccarono, increduli, anche perché quei due non accennavano a staccarsi.
Quando,
finalmente, ebbero bisogno di prendere aria, arrossirono entrambi.
“Ehm…
ecco…” balbettò Jason imbarazzato.
Ma Chad
risolse la situazione, mollandogli una sonora pacca sulla spalla: “Complimenti,
amico! Ci siamo decisi, eh? Forza, andiamo a festeggiare! Chi ha voglia di un
gelato?!?”
Risposero
tutti di sì, e si diressero alla gelateria più vicina.
“Al
diavolo la dieta!” esclamò Sharpay “Una coppa Millegusti, per favore, con un
po’ di panna montata!”
Trovarono
un tavolo all’ombra, e si fiondarono sui loro bicchieroni ricolmi.
“Diplomati…”
sospirò Martha “Metà del lavoro è finito!”
Taylor
sorrise: “Già, però ci aspetta la metà più dura!”
“Ehi, ehi,
basta parlarne!” Troy interruppe la replica di Kelsie “Adesso godiamoci
l’estate! Abbiamo tre mesi davanti prima del college, cerchiamo di non
rovinarli!”
“Ben
detto! E allora sapete che faccio? Cameriere!” Sharpay sventolò in aria la mano
per attirare l’attenzione del ragazzo “Un’altra coppa Millegusti!”
Tutti
scoppiarono a ridere, ma la suoneria del cellulare di Gabriella l’interruppe.
La ragazza
cercò affannosamente il telefono nella borsa, e rispose appena in tempo:
“Pronto? Ciao, mamma! Ah… okay, arrivo subito. Sì, ciao…” chiuse la telefonata
e si alzò con un sospiro: “Devo andare a casa… mio papà è arrivato!”
Anche il
suo ragazzo si alzò: “Ti accompagno!”
Salutarono
i loro amici, e s’incamminarono verso casa della ragazza, tenendosi per mano.
“Perché
sei così tesa?” le domandò, notando quanto stringesse e che continuava a
sfregare il pollice sul dorso della sua mano.
Gabriella
fece spallucce: “E’ tanto che non vedo mio papà, e ogni volta litiga con mia
mamma anche per una sciocchezza. Tutto qui… ho solo paura che ricomincino anche
questa volta.”
Troy
l’avvolse con un braccio e la strinse al suo fianco: “Non succederà, vedrai. È
la festa del tuo diploma, non vorranno rovinartela. Tranquilla.”
Continuarono
a camminare in silenzio, godendosi quel contatto, finchè non arrivarono davanti
alla villetta.
“E’ quella
la sua macchina?” chiese il ragazzo, indicando un’elegante automobile nera
tirata a lucido “Però, si tratta bene…”
Gabriella
sorrise, e suonò il campanello; pochi istanti dopo, la signora Montez venne ad
aprire: “Ciao, tesoro… oh, ci sei anche tu, Troy… entrate, su!”
“Disturbo,
signora?”
“No, certo
che no!” rispose lei sorridendo. Ma anche se la risposta fosse stata diversa,
lui non sarebbe potuto andarsene, perché Gabriella si era letteralmente
attaccata alla sua mano.
Lo
condusse fino in salotto, dove un uomo dai capelli e gli occhi scuri stava seduto
sul divano con una tazza di the in mano.
“Gabriella,
tesoro! Come sei cresciuta!” esclamò non appena la vide, e si alzò per
abbracciarla.
La figlia
fu molto più fredda, si limitò ad abbracciarlo e a mormorare: “Ciao, papà…”
Troy
rimase sulla porta, leggermente imbarazzato, guardandosi le scarpe blu.
“Vorrei
presentarti Troy, papà…” Gabriella lo prese per mano e li fece avvicinare.
Il signor
Montez lo squadrò per qualche secondo, poi gli tese la mano: “Piacere, Troy. Tu
quindi saresti…?”
Il ragazzo
gliela strinse, con un sorriso impacciato: “Ehm… il ragazzo di Gabriella, sì…”
Avvertì
una specie di ostilità provenire dall’uomo: forse aveva paura che gli potesse
portare via la figlia… o forse era semplice gelosia paterna.
La madre
di Gabriella entrò in quel momento: “Il pranzo è pronto! Vuoi fermarti con noi,
caro?” chiese al Wildcat.
Fu proprio
la figlia a rispondere per lui: “Sì, mamma, Troy rimane!”
Troy la
guardò stranito, chiedendole con gli occhi il perché. Lei si limitò a scuotere
la testa ed ad andare in sala da pranzo.
Così, non
potè far altro che seguirla, e si sedette di fronte a lei, mentre gli
ex-coniugi Montez si accomodarono ai capitavola.
“Allora,
Troy, rimarrai qui ad Albuquerque per il college?” chiese il padre di Gabriella
nel bel mezzo del secondo.
“Sì,
signore. Ho vinto una borsa di studio per i Red Hawks.”
“Ooh,
giochi a basket, allora.”
“Troy è
stato il capitano e playmaker della squadra della scuola, papà, i Wildcats.”
puntualizzò Gabriella, con una nota di dolcezza nella voce “Ed è stato votato
MVP per le ultime due stagioni…”
Troy
represse un sorrisetto, ed ebbe anche una piccola sensazione di déjà-vu: quella
frase l’aveva pronunciata anche Sharpay l’anno prima. Ma la preferiva detta
dalla sua ragazza in quel contesto, piuttosto che dalla bionda per
ingraziarselo e cantare con lui al Talent Show.
“Complimenti
davvero, ragazzo. Anche se io, a dirla tutta, preferisco rilassarmi leggendo un
bel libro, magari di storia…” commentò il signor Montez.
“Beh, ho
appena preso il massimo dei voti all’esame orale di storia, quindi non penso ci
siano problemi…”
Questa
volta fu Gabriella a nascondere un sorriso soddisfatto.
-Touché…- pensò divertita.
Il pranzo
terminò in fretta, e Troy salutò nuovamente il signor Montez con la stretta di
mano.
“Dici che
tuo padre se l’è presa?” domandò a Gabriella quando furono soli davanti alla
porta.
“No,
tranquillo!” lo rassicurò “Anzi, penso che gli sia piaciuto il fatto che hai
saputo tenergli testa. Ora sa che sei
degno di me!” scherzò.
“Ah,
questo è sicuro…” il ragazzo si abbassò e la baciò dolcemente “Esci stasera?”
Gabriella
scosse la testa: “Rimango con mio papà, dobbiamo andare fuori a cena. Ho
spostato la data apposta, così domani sono libera!”
“Okay, a
domani allora.” Troy la baciò di nuovo, ma quando sentirono i passi del padre
della ragazza avvicinarsi, uscì con un ultimo sorriso.
Gabriella
rimase a guardarlo dalla finestra, sorridendo imbambolata, e trasalì quando la
mano del padre si posò sulla sua spalla: “Sai, mi piace quel ragazzo. È
intelligente, e poi si vede che state bene. Sono contento per te.” le baciò una
tempia, e lei lo abbracciò.
Sì, suo
padre aveva decisamente ragione.
###
“Taylor,
sbrigati, siamo in ritardo!”
Taylor
afferrò il suo cappello da laureanda, poggiato sul letto, e si ricontrollò
un’ultima volta allo specchio.
“TAYLOR!”
l’urlo di sua madre la fece sobbalzare, prese la borsa e corse all’ingresso,
dove i suoi genitori e la sorella maggiore l’aspettavano.
“Vuoi
arrivare tardi alla serata del tuo diploma?” la sgridò la madre, spegnendo la
luce.
Lei alzò
gli occhi al cielo, troppo tesa per rispondere: aveva paura che avrebbe
vomitato, se solo avesse aperto bocca.
Salirono
in macchina, e raggiunsero la scuola in pochi minuti.
Il
piazzale era pieno di auto e persone, tanto che faticarono parecchio a trovare
un parcheggio.
“Se
fossimo arrivati prima, avremmo trovato posto subito!” insistette la madre.
Taylor
neanche l’ascoltò, si limitò a sistemarsi le pieghe della toga. Sua mamma si
preoccupava troppo, questo era il fatto. Era una maniaca dell’orario…
Il padre
si accodò dietro ad una fila di auto impegnate nella caccia del parcheggio:
“Tesoro, tu scendi qui, noi arriviamo dopo.”
La figlia
annuì e li salutò, poi corse dentro la scuola.
Percorse
il più velocemente i corridoi per raggiungere l’auditorium, dove si sarebbe
svolta la cerimonia della consegna dei diplomi.
-Possibile
che ci sia così tanta gente?- pensò scocciata, quando fu costretta a fermarsi
per l’ennesima volta a causa del capannello di familiari ansiosi ed eccitati.
All’improvviso,
si sentì tirare per un braccio: “Tay, eccoti qui!”
Si girò
con il batticuore, ed incontrò il sorriso splendente di Chad, che le fece
l’occhiolino: “In ritardo anche tu, eh?”
Taylor
sorrise: “Capita anche ai migliori, a volte!” scherzò. La sensazione di nausea
era passata non appena l’aveva visto.
“Dai,
andiamo.” Chad la prese per mano e si districarono attraverso le decine di
persone ammassate da ogni parte.
Finalmente
arrivarono in teatro, dove la segretaria del preside Matsui li intercettò
subito: “Forza, ragazzi, spicciatevi! Dovete sedervi nelle prime file!” e li
spinse bruscamente.
“No, non
vicini!” li trattenne per le maniche dei vestiti non appena accennarono ad
accomodarsi sulle sedie vuote “In ordine alfabetico!” e allungò loro un
bigliettino con un numero.
I due
ragazzi sospirarono e si scambiarono un lieve bacio: “Ci vediamo dopo!” salutò
Chad.
Taylor
s’insinuò tra le poltroncine fino a raggiungere il posto segnato sul biglietto,
tra Manfield Clara e McKenzie Jacob.
“Gabriella!”
chiamò, notando la chioma scura dell’amica cinque posti più in là.
Lei si
girò e le sorrise: “Ciao, Tay! Come ti senti?”
“Sono un
fascio di nervi! Rischio di vomitare!”
Gabriella
rise: “A chi lo dici! In effetti, mi sento meglio sul palco!”
Taylor
fece per rispondere, ma la voce del preside li fece voltare tutti verso il
palco: “Vi preghiamo di sistemarvi ai vostri posti. La cerimonia dei diplomati
sta per iniziare!”
Un
mormorio felice si diffuse per il grande teatro gremito di studenti, parenti e
amici; tutti gli insegnanti erano seduti sul palco, dietro il banchetto del
preside.
“Bene,”
iniziò quest’ultimo quando la sala si fu calmata “Anche quest’anno sono
veramente orgoglioso di presentare gli alunni uscenti da questa scuola. Alunni
che sono stati davvero speciali e che, beh, possiamo dirlo, hanno apportato
qualche sconvolgimento!”
Tutti
risero e Troy, seduto nelle prime file, scambiò uno sguardo d’intesa con gli
altri.
“Sono i
diplomati che ci hanno condotto alla vittoria nel basket per ben due volte, e
così nel Decathlon scientifico, e hanno realizzato spettacoli fantastici.
Facciamo loro un bell’applauso!”
Mentre le
persone applaudivano, la segretaria entrò spingendo un elegante carrello sopra
cui erano appoggiate le decine di diplomi fermati da un nastro rosso.
I ragazzi
si alzarono in piedi e si disposero in ordine vicino alla scaletta, pronti per
essere chiamati.
Troy
guardò suo padre, sopra il palco, che lo guardava fiero, e sorrise: quello era
uno dei giorni che non avrebbe dimenticato mai. Sarebbe entrato nella top five!
Il primo posto? Beh, era certo: la sera di San Lorenzo, quando aveva baciato
Gabriella!
“Baylor
Zeke!”
Il nome
dell’amico lo fece risvegliare: lo guardò salire con un sorrisone, afferrare il
diploma e quasi inciampare per l’emozione mentre scendeva.
La persona
davanti a lui si mosse, e l’ex Wildcat fece un passo avanti, mentre Blair
Angelina prendeva il suo diploma.
Troy
chiuse gli occhi, e inspirò: -Calmati…- si ripetè.
“Bolton,
Troy!”
Un boato
di applausi e grida si levò dagli spettatori, e iniziò un coretto: “Capitano,
capitano, capitano!”
Troy
sorrise e strinse la mano al preside: “Complimenti, ragazzo.”
Sventolò
in aria quel cilindro di carta come per salutare la platea, poi cercò con gli
occhi Gabriella, che gli sorrise orgogliosa.
La
cerimonia proseguì per un’altra mezz’ora, durante la quale si divertirono
tutti, anche per ciò che accadeva sul palco: tutti erano come ansiosi di
salutare i loro Wildcats al meglio.
Per esempio,
quando Chad salì, le cheerleader cominciarono a far così tanto rumore che
dovettero aspettare qualche minuto prima di proseguire (e Taylor non gradì
affatto la cosa…), e naturalmente, ci fu pari esultanza quando fu il turno di
Sharpay, tanto che volarono addirittura delle rose sul palco.
Gabriella
e Taylor lessero il loro commovente discorso (Sharpay non l’avrebbe mai
ammesso, ma qualche lacrima le era scesa, ed era stata prontamente soffocata
dal fazzoletto di seta) e ricevettero anche un premio speciale per essere state
le due alunne più brave di quell’anno.
E infine,
il preside Matsui riprese in mano il microfono: “E anche per quest’anno, la
cerimonia si conclude qui. Spero che non dimenticherete gli anni passati qui
alla East High School. Anche se mi dispiace dovervi lasciare andare, sono fiero
di annunciare che siete ufficialmente diplomati!”
Un urlo si
sollevò dalle poltrone, e i cappelli blu saltarono in aria. Ci furono abbracci,
baci, lacrime e sorrisi: più nessun gruppo sociale, nessuna distinzione. Solo
centinaia di ragazzi felici, riuniti per una cosa comune, con le porte del
futuro spalancate davanti.
Allora,
vi è piaciuto questo capitolo?? C’è stata il momento di Kelsie e Jason, Troy ha
conosciuto suo ‘suocero’ e si sono diplomati tutti!!
Ora
passo ai ringraziamenti per lo scorso capitolo:
romanticgirl: se in HSM 3 la Darbus
parla in quel modo, io piango davvero!! X3 Figurati se accade qualcosa a
Gabriella, c’è sempre Troy a proteggerla!! Sono contenta che ti vada bene il
cambiamento… meglio questo che una separazione, no?!? Grazie di tutto,
comunque!! Baci
Heilig fur Immer: il mio cucciolo Troy,
così bellino, rovinato dai pugni, nooo!! XDXD davvero hai pianto anche tu?!? Il
‘cucciolo’ è l’uomo perfetto… almeno per me!! Un bacione e grazie!!
Armony_93: ti prometto un po’ di
Chaylor in più, giuro! Grazie per i complimenti, tvb!!
Ciokina14: addirittura ‘ottimo’
il cambiamento?!? Fai la felicità di Troy!! Eheh… però ti sbagli, perché non è
stato alla notte prima degli esami!! Devi pazientare ancora un po’… Ehm… povero
il tuo computer… (e qui, ho detto tutto… però!) Un bacione!!!
Tay_: spero che ti vada
bene, in fondo! Ho aggiornato presto, no?!? Un bacione!!
Herm90: sono fiera di me
stessa per avertelo fatto dire!! Dai, per una volta non muori!! XDXD Già, già,
proprio due!! Eehh… ed il primo arriverà già dal prossimo capitolo!! X3X3
Titty90: che bello che sei
tornata!! Guarda, non parliamo di scuola!! XD W Troy per sempre, l’ha ammesso
anche Herm90, che gioia!!! Beh, non sono proprio obbligata a scriverlo (anche perché diverrebbe una storia NC17!!),
posso farvelo capire con delle, ehm,
metafore!! Ma aspetta e vedrai!! XD Spero di sentirti presto, un bacio!! Tvtb
Grazie
ancora a tutte!! Tra qualche giorno posterò il nuovo capitolo… che non sarà
così calmo!! Suspance… ma visto che sono buona –ma in questo caso anche un po’
perfida- vi lascio un’anticipazione:
§§ Fu come se
qualcuno gli avesse gettato una secchiata di acqua gelata in testa. Che cosa
aveva detto Gabriella?! Stava forse scherzando?
Fece per rincorrerla,
ma si accorse che la signora Montez era seduta in cucina con l’aria triste, e
decise che sarebbe stato meglio chiedere a lei. Anche perché gli era appena
sorto un dubbio.
“Si-signora Montez…”
balbettò “Che-che succede?”
La donna lo osservò
un attimo, poi ritornò a fissare la tazza di caffè che stringeva: “Forse è
meglio se ti siedi, Troy.” §§
Eeeh,
chissà… XDXDXD Dovete pazientare!!
Un
bacione
Hypnotic Poison
Ps:
avete visto quanto è figa la locandina di HSM 3??! Cercatela su google!!!
Era
passata una settimana dalla cerimonia della consegna dei diplomi, e i nostri
amici si stavano godendo la loro estate: facevano grandi gite fuori porta,
picnic, sfide a gavettoni e tuffi nella piscina comunale.
Di lì a
tre giorni sarebbero poi andati tutti a Lava Spring, ospiti questa volta di
Sharpay e Ryan.
Troy
cambiò canzone nell’ iPod,
diretto verso casa di Gabriella.
La ragazza
lo aveva invitato quella sera a cena per ‘farsi perdonare’ del fatto che non erano rimasti tanto da soli
loro due, perché il signor Montez era ancora ad Albuquerque e sarebbe partito
solo lo stesso giorno della loro partenza per il country club.
Canticchiò
le ultime note dei Linkin Park e suonò il campanello d’ottone.
All’improvviso,
si accigliò: sentiva degli strani rumori all’interno della casa. Gabriella
stava urlando.
La porta
si aprì di scatto, e si ritrovò Gabriella in lacrime davanti a lui.
Sbiancò
nel vederlo, ricordando il loro appuntamento: “Troy…”
Lui entrò
spaventato: “Gabby, cos’è successo?”
La ragazza
fissò il pavimento e cercò di scacciare i singhiozzi: “Noi… noi dobbiamo
lasciarci, Troy. Mi… mi dispiace…” e corse via su per le scale.
Fu come se
qualcuno gli avesse gettato una secchiata di acqua gelata in testa. Che cosa
aveva detto Gabriella?! Stava forse scherzando?
Fece per
rincorrerla, ma si accorse che la signora Montez era seduta in cucina con
l’aria triste, e decise che sarebbe stato meglio chiedere a lei. Anche perché
gli era appena sorto un dubbio.
“Si-signora Montez…” balbettò “Che-che succede?”
La donna
lo osservò un attimo, poi ritornò a fissare la tazza di caffè che stringeva:
“Forse è meglio se ti siedi, Troy.”
Lui ubbidì
come un automa, così lei riprese: “Ecco… vedi… tu sai che il lavoro che faccio
mi costringe a cambiare spesso città, e ora che Gabriella ha ottenuto il
diploma… dobbiamo trasferirci. In Europa.”
La sedia
cadde a terra con un gran rumore, perché Troy era balzato in piedi: “Che cosa?!? Sta scherzando?”
“No, Troy,
mi dispiace. Partiamo tra due settimane.”
“Lei… lei
non può farlo! Insomma, la vita di Gabriella è qui ormai! Ha i suoi amici, il
college… ha me!”
La signora
Montez lo guardò truce: “Sì che posso farlo, Troy. Lei è mia figlia, non
essendo ancora maggiorenne è sotto la mia responsabilità e potestà! Gabriella
viene a Londra con me!”
“E INVECE
NO!” Troy battè il pugno sopra il tavolo di legno, facendo traballare la tazza
“IO AMO SUA FIGLIA, SIGNORA MONTEZ, E NON ME LA PORTERA’ VIA COSI’!”
“Siete
minorenni, Troy, non siete ancora in grado di assumervi tali responsabilità!”
anche la madre di Gabriella aveva alzato la voce “Chi mi assicura che questo
tuo amore non svanirà tra qualche
mese? In fondo, mi è sembrato che l’estate scorsa tu non ti sia
comportato proprio come un innamorato! Io so cosa vuol dire pensare di amare
una persona. Ma so anche che prima o poi tutto finisce.”
“Non è
vero, signora Montez.” Troy scosse il capo “L’amore vero non finisce, e io sono
certo di amare Gabriella. Sono cambiato da quest’estate, non rifarò i miei
stessi errori. Solo per la sua esperienza personale non vuol dire che ci deve
essere per forza una brutta fine. I miei genitori si sono conosciuti alla
nostra età, e stanno ancora insieme.”
“Hai
sentito mia figlia, Troy. Lei l’ha capito. Ora tocca a te. Mi dispiace.”
Il ragazzo
scosse la testa: “No…” si allontanò dal tavolo, le diede le spalle e corse fino
in camera di Gabriella.
Provò ad
aprire la porta, ma era chiusa a chiave.
“Gab… ti
prego, apri…” implorò bussando.
Non
ottenne nessuna risposta, continuò: “Per favore… voglio solo parlarti, ti
prego…”
Sentì i
singhiozzi della ragazza dall’altra parte, ma la porta rimase chiusa.
“Gabriella,
per l’amore del cielo!” gridò, battendo un colpo sul legno “Io ti amo, non puoi
lasciarmi così! Non ti puoi arrendere! APRI!”
Non si
accorse nemmeno di essere riuscito nel suo intento, perché all’improvviso lei
gli si buttò addosso, abbracciandolo piangente: “Perché devi sempre rendere
tutto più difficile?”
Troy
chiuse la porta, le alzò delicatamente il viso con due dita: “Non ho intenzione
di rinunciare a te così facilmente, Gabriella. Io ti amo. E tu non te ne vai.”
Lei si
allontanò: “Non è possibile, Troy! Lo sapevi che mi sarei dovuta trasferire
dopo il diploma, e così sarà! Forse non è destino che noi stiamo insieme! Se
questa è la mia via, io devo seguirla!”
“A te… a
te non frega niente, allora, giusto?”
“Sai
benissimo che non è vero!”
Il ragazzo
le prese il viso tra le mani, cercando di asciugarle le lacrime: “Allora
possiamo provarci, Gabriella! Possiamo trovare un modo!”
Gabriella
scosse la testa: “Come, Troy? Come?!?”
Lui la
strinse forte: “Vedrai… insieme troveremo una soluzione…”
La mora
ricominciò a piangere più forte: “Per favore non mi lasciare… non lasciarmi da
sola…” cominciò a tirargli su la maglietta rossa che indossava, ma Troy la
fermò: “Gabby… fermati… ascolta, non dobbiamo sprecare la nostra prima volta quando tu sei così sconvolta. Ti giuro che arriverà il
momento giusto, ma non oggi, d’accordo?”
Lei annuì,
e lui continuò: “Ma non ti lascio, rimango qui con te, okay?”
La portò
verso il letto, e si sedette appoggiandosi alla testata, mentre lei si stendeva
e si accoccolava contro di lui, senza aver smesso di piangere.
Troy le
accarezzava i capelli neri e la fronte, mormorandole piano di calmarsi e di
addormentarsi.
Pian piano Gabriella si andava tranquillizzando, e il sonno si
stava lentamente impadronendo di lei.
Troy siavvicinò
al suoorecchio e le cantò a bassa voce: “I don't wanna
close my eyes, I don't wanna fall asleep 'coz I'd
miss you baby, and I don't wanna miss a thing, 'coz
even when I dream of you, the sweetest dream would never do I'd still miss you
baby and I don't wanna miss a thing…”
Quelle
furono le ultime parole che sentì, perché poi chiuse gli occhi e si lasciò
andare.
Ehm…
penso che ora parecchie di voi mi vorranno uccidere..
^^’’’ Però l’avevo detto che arrivavano i guai!!!
In
ogni caso, scusatemi per questo mini-capitolo, ma l’ho fatto così corto
apposta… per farvi penare!!! La canzone che canta Troy
è I don’t want to miss a thingdegli Aerosmith.
Ringrazio:
romanticgirl: ehm, sì, effettivamente farai bene a preoccuparti..
^^’’’’ XD
CrazyLara: già, già, sono
proprio perfida!! Probabilmente dopo questo capitolo
mi odierete tutte!!
Tay_: no, ti prego, non mi
uccidere!!! Ryan si dà una mossa nel capitolo 19… devi
pazientare!! Baci
Heilig fur Immer: ecco, cosa succede!! Sì, Chad è bello, simpatico e bravo, ma io preferisco
Troy!! Così carino e dolce… cucciolo!!
ciokina14: sì, è proprio accaduto ciò che tu non volevi che
accadesse, anche se non hai indovinato! Però forse è peggio, adesso! Ma non
rimanere sveglia per me, prometto che non finirà male!!
Un bacio!
Herm90: contenta?? Spero di sì… sono felice che ti sia piaciuta la scena dei
diplomi.. a me ha fatto ridere!! Bacio!
Grazie
ancora per i vostri commenti, che mi riempiono sempre di felicità, e me ne
serve in questo periodo!!!
Facciamo
così, per ringraziarvi di do un’anticipazione anche questa volta!!
Bacioni!!
Hypnotic Poison
§§ La mora rimase seduta,
stordita, e li fissò tutti. Non sapeva cosa fare.
Troy le offrì la
mano, facendole l’occhiolino: “Siamo una squadra, no?”
E Gabriella si
sciolse in un sorriso, accettandola ed alzandosi.
Il ragazzo la tirò
verso di sé, unendo le loro labbra in un bacio, con il romantico sottofondo dei
sospiri dei loro amici.
“Ragazzi, non
scocciate…” mormorò divertito Troy, a due millimetri dalla sua ragazza “Voi non
siete da meno!”
In quel momento, il
cellulare di Gabriella trillò allegramente. Lei lo prese fuori
dalla tasca e controllò chi fosse sul display; un’espressione cupa si
dipinse sul suo viso. §§
L’allarme
insistente della sveglia lo fece destare; Troy aprì gli occhi impastati di
sonno, e notò con disappunto che erano solo le nove del mattino. Evidentemente
Gabriella si era dimenticata di togliere la sveglia, oppure le piaceva alzarsi
a quell’ora.
Allungò
stancamente una mano e la spense, stropicciandosi poi gli occhi.
Non era
certo stato comodissimo, quella notte: aveva dormito mezzo seduto, con la
ragazza appoggiata a lui che non aveva fatto altro che agitarsi e anche
piangere.
Guardò
Gabriella: era bellissima anche così.
Si mosse
lentamente, stando attento a non svegliarla. Voleva che almeno lei si riposasse
un po’ di più.
Tirò fuori
il cellulare dalla tasca dei jeans e trasalì: 54 chiamate senza risposta, di
cui 48 da Chad, due da casa sua e quattro da Taylor.
-Oh,
merda! L’avevo dimenticato in silenzioso!- pensò.
Proprio in
quel momento, il display s’illuminò di nuovo: Chad lo stava chiamando.
“Pronto?”
borbottò, nonostante tutto ancora assonnato.
“Hai un nanosecondo per inventarti una balla
che ti serva a spiegarmi perché ho dovuto mentire a tuo padre. Dove diavolo sei
finito?!?”
“Chad…”
sorrise, si spostò i capelli dalla fronte “Non è un po’ troppo presto per te?”
“Non ho dormito stanotte, Bolton,
ero più impegnato a cercarti! Mi vuoi dire dove caspita sei?”
Troy
sospirò: “Sono da Gabriella. Ci sono stati dei problemi.”
La voce di
Chad parve calmarsi: “Abbiamo chiamato
anche lei, ma non rispondeva. Comunque, che genere di problemi?”
“Te lo
spiego dopo con più calma. Cosa hai detto a mio padre?”
“Che dormivi da me ed eri senza
credito nel cellulare. Ora sei mio debitore per la vita!”
“Grazie,
fratello. Ehi, ci sentiamo dopo, va bene?”
Chad
sbuffò: “Okay. Mi raccomando! Ma non
prima di mezzogiorno, vorrei dormire un po’… a dopo!”
Il castano
chiuse la telefonata, e lanciò il cellulare sul cuscino.
Gabriella
si mosse piano sopra di lui, mugolando qualcosa.
“Buongiorno…”
le sussurrò pochi secondi dopo, quando si svegliò definitivamente.
Lei
spalancò gli occhi, sorpresa: “Allora sei rimasto sul serio!”
“Dove
dovevo andare?!?” scherzò lui, stringendola.
La mora
rise e lo baciò: “Grazie… come hai fatto con i tuoi?”
Troy fece
spallucce: “Per fortuna ci ha pensato Chad, mi ha appena chiamato. In verità,
mi ha chiamato altre quarantotto volte, ma è un particolare discutibile.
Comunque, la prossima volta ricordati di staccare la sveglia delle nove!”
“Ops! Me
n’ero dimenticata… l’avevo puntata ieri perché stamattina mi sarei dovuta
alzare presto per uscire con mio papà…”
“Allora
sarà meglio che vada…” il ragazzo fece per alzarsi, ma Gabriella lo bloccò:
“No, perché?”
“Gab… cosa
credi penserebbe tuo padre se mi vedesse uscire dalla tua camera alle nove del
mattino?” le domandò con un sopracciglio alzato.
“Papà
arriva alle dieci,” lo rimbeccò lei “E comunque, oggi non ho voglia di stare
con lui. Voglio uscire con voi… dobbiamo dirlo agli altri, giusto?”
Troy si
accigliò: “No. Dobbiamo chiedere agli altri una mano. Tu non vai da nessuna
parte.”
Gabriella
alzò gli occhi al cielo, però era contenta: “Okay, come vuoi. Ora, se mi dai
dieci minuti mi faccio una doccia e mi cambio. Poi puoi farla tu. Posso
prestarti degli abiti di mio papà, dovrebbero andarti…”
Si alzò e
si sgranchì un po’, alzando le braccia verso l’alto, seguita poco dopo dal suo
fidanzato.
“E tua
madre?” chiese quest’ultimo apprensivo.
“E’ andata
via alle sette, continua a lavorare.” Gabriella si avvicinò alla porta e tolse
il giro di chiave “Aspettami qui!” sorrise e andò in bagno.
Il wildcat
sentì la doccia aprirsi, cominciò a gironzolare per la camera.
Osservò la
pila di CD di fianco allo stereo (con anche le musiche di Twinkle Town e le canzoni che Kelsie aveva composto per loro per il
Talent Show), il portatile, alcuni peluche e l’ultimo annuario scolastico.
Sorrise, e
lo prese in mano, sfogliandolo pagina per pagina.
C’erano
parecchie foto di Sharpay, nominata come al solito reginetta (e la dedica della
stessa, che recitava Che mondo sarebbe,
senza di me?). C’era la squadra di Decathlon al completo, con Taylor che
reggeva il trofeo della vittoria; una foto dei Wildcat autografata da ogni
giocatore; e poi, in fondo, quella sorpresa: una loro immagine, scattata a
tradimento da chissà chi, che li dipingeva come “Miglior coppia dell’East High.”
Troy
sorrise e lesse divertito la dedica che le aveva lasciato: Lo sai che ti amo, vero? aveva scritto (beccandosi poi parecchie
battutine da parte di Chad e Ryan). Nell’annuario che aveva lui in camera,
invece, Gabriella gli aveva risposto con Sì,
perché ti amo anch’io.
Lo rimise
a posto, e continuò la sua ‘perlustrazione’, passeggiando con le mani in tasca.
La sua
ragazza aveva proprio la mania delle foto: aveva dedicato loro un intero
comodino!
Non ne
trovò molte delle città in cui aveva precedentemente abitato, la maggior parte
riguardava Albuquerque e i loro amici.
Sfiorò una
cornice con le dita: la foto conservata dentro mostrava Gabriella, Taylor e
Chad durante la festa del diploma.
“L’hai
scattata tu quella. Sei stato bravo, è venuta bene.”
La voce
della ragazza lo fece sobbalzare: “Ehi! Non ti avevo sentito!”
Gabriella
sorrise: “Scusa. Hai il cuore troppo debole, Wildcat!”
Anche Troy
rise a quella battuta, e la fissò per un attimo: indossava solo un accappatoio
bianco, i capelli erano stretti in una coda.
“Ehm,
Troy?” attirò la sua attenzione sventolandogli una mano davanti al naso “Puoi
andare in bagno, se vuoi. Io dovrei cambiarmi.”
“Oh, ehm,
certo! Sicuro!” arrossì leggermente e si grattò la nuca, imbarazzato “Ti
aspetto giù quando sei pronta.”
“I vestiti
sono appoggiati sopra il mobile blu!” lo informò con un sorriso.
Il ragazzo
annuì, uscì dalla stanza e si chiuse la porta dietro di sé.
“Uff!”
sospirò.
Scosse la
testa, ed andò in bagno.
###
Troy si
sistemò il ciuffo di capelli davanti allo specchio dell’entrata: “Gabry, sei
pronta?”
Aveva
preso solo una camicia bianca ed una canottiera dai vestiti del signor Montez,
visto che i jeans gli stavano un po’ corti. In dieci minuti era già pronto.
Gabriella,
invece, come tutte le ragazze che conosceva, non aveva ancora finito.
“Dai che
sono le dieci e un quarto! Gli altri ci stanno aspettando al parco!” la incitò.
“Eccomi,
eccomi!” la mora scese di corsa le scale, reggendo il cellulare in una mano e i
manici della borsa nell’altra.
Si fermò
anche lei dallo specchio, dandosi gli ultimi ritocchi ai vestiti: “Okay, ci
sono!”
Troy la
prese per mano e insieme si diressero verso il loro solito luogo di incontro
con gli amici, il parchetto poco distante dalla scuola.
Scherzarono
lungo tutto il tragitto, anche se il ragazzo avvertiva la tensione da parte di
Gabriella.
“Ehi, è
arrivato Mister Scusatemi-se-scompaio-senza-avvertire!” li salutò Chad non
appena arrivarono.
“Ma non
dovevi dormire fino a mezzogiorno?!” Troy gli diede il cinque, trascinandolo
giù dallo skateboard.
L’amico
alzò gli occhi al cielo: “Tay…” sospirò. Poi lo prese da parte, lontano dagli
altri: “Allora, mi vuoi spiegare cos’è successo?”
Il castano
scosse la testa: “Credo che sia meglio lasciarlo spiegare a Gabriella. Ma dove
sono Ryan e Sharpay?”
“Sono già
andati nella loro residenza estiva…” spiegò Chad con uno sbuffo ironico.
Troy
sorrise, e insieme raggiunsero il resto del gruppo, seduto un po’ sulle
altalene e un po’ sullo scivolo.
Tutti si
voltarono silenziosamente verso di lui, che a sua volta guardò Gabriella,
pallida.
Lei si
schiarì la voce ed iniziò: “Ragazzi… devo dirvi una cosa…”
Non li
guardò in faccia, si limitò a fissare le mani strette: “La…la compagnia di mia
madre ha mantenuto la sua parola. Non mi sono più trasferita fino al diploma.
Ora però il diploma è passato… e io devo trasferirmi in Europa…”
“COSA?!?”
gridarono tutti contemporaneamente “Stai scherzando, vero Gabriella?”
“No, mi
dispiace. Vorrei tanto anch’io che fosse uno scherzo. Ma devo partire.”
“E invece
no, Gab, te l’ho già detto!” ribadì arrabbiato il suo fidanzato “Tu rimani ad
Albuquerque con noi.”
“Sì, Troy
ha ragione!” lo sostenne Zeke “Non te ne puoi andare!”
Gabriella
sorrise tristemente: “Ragazzi, ma non capite che è praticamente impossibile?”
“Anche che
un Wildcat e una secchiona s’innamorassero, eppure è successo per ben due
volte.” osservò tranquillamente Chad.
Taylor le
passò un braccio attorno alle spalle: “Abbiamo evitato così tante catastrofi,
tesoro. Vedrai che riusciremo a superare anche questa. Basta rimanere uniti,
no?”
Tutti gli
altri annuirono, e finalmente anche Gabriella parve rinfrancata, anche se
dentro di lei sapeva che sarebbe stato davvero duro.
All’improvviso,
Kelsie si battè una mano sulla fronte: “Ma certo! Tuo padre, Gabby!”
Lei la
guardò interrogativa: “Mio padre cosa?”
“Potresti
vivere qui con tuo padre, no? Lui che lavoro fa?”
“I-il
notaio…”
La
pianista sorrise: “Perfetto! Non ha problemi di spostamento! Può benissimo
trovare lavoro qui ad Albuquerque e permetterti di rimanere! Giusto?”
“Certo!
Andiamo a parlare con tuo padre, Gabry!” esclamò Martha alzandosi in piedi.
La mora
rimase seduta, stordita, e li fissò tutti. Non sapeva cosa fare.
Troy le
offrì la mano, facendole l’occhiolino: “Siamo una squadra, no?”
E
Gabriella si sciolse in un sorriso, accettandola ed alzandosi.
Il ragazzo
la tirò verso di sé, unendo le loro labbra in un bacio, con il romantico sottofondo dei sospiri dei
loro amici.
“Ragazzi,
non scocciate…” mormorò divertito Troy, a due millimetri dalla sua ragazza “Voi
non siete da meno!”
In quel
momento, il cellulare di Gabriella trillò allegramente. Lei lo prese fuori
dalla tasca e controllò chi fosse sul display; un’espressione cupa si dipinse
sul suo viso.
“Ciao,
papà. Scusami se non ti ho chiamato… no, sto bene, sono al parco con gli
altri.” si allontanò dai suoi amici, accostandosi con la schiena ad un albero.
Rimase lì
parecchi minuti, sotto lo sguardo vigile e ansioso di Troy e degli altri, a
rigirarsi una ciocca di capelli tra le dita mentre parlava con suo padre.
Finalmente,
chiuse la telefonata e si avviò lentamente verso di loro; li guardò negli occhi
e rivelò: “Papà ha accettato. Adesso bisogna parlare con la mamma.”
Eee,
chissà… chissà cosa dirà la signora Montez… mistero!!! Eheh… poi non dite che
non metto la suspance!! XDXD No, scherzo… meglio che passi ai ringraziamenti,
va là…
Tay_: ehm… in realtà non
sarebbe il mio desiderio principale!! XD E adesso aspetta e vedrai…!! Baci
Heilig fur Immer: si, lo so, la signora
Montezè scema… ma è solo il primo chi della fic! Il modo l’han trovato…
devi vedere se va in porto!! Suspance… baci!
Ciokina14: ecco, anche il tuo
computer si ribella alle mie trovate!! Beh, se scrivi una fic così, dopo mi sa
che quei due devono finire in prigione… e siccome non voglio…! Vedrai, vedrai…
baci!
romanticgirl: era il papà… il
possibile salvatore!! Lo so, ho adorato far fare quella scenata a Troy! Molto
stile cavaliere… il mio povero cucciolo!! Ah, ho letto una tua fic molto
bellina, “A Rose for you”… quando l’aggiorni?!?! XDXD Bacioni!!
Titty90: ecco, ti aggiungi pure
tu al club “uccidiamo Hypnotic”!! Beh, almeno muoio dopo aver saputo che anche
tu odi Jacob Black, e questa è una soddisfazione!! Beh, ormai credo che la
signora Montez sia fatta per quello, no? Spero che ti sia piaciuto!! A presto,
un bacione, tvttb
CrazyLara: eccone un’altra che
si unisce al club sopra citato!! XD Lo confesso, i miei personaggi sono
abituati a ricevere smacchi… il fatto è che non sempre riesco a scrivere cose
felici (non in questa sezione, per fortuna!)! Chi mi legge nella sezione di
Tokyo Mew Mew lo sa bene… comunque Troy e Gabriella sono stupendi insieme!!!
Baci bella, a presto!!
Grazie
ancora a tutte!! Vi lascio l’anticipazione e vi saluto, voi in cambio
lasciatemi qualche commentino!! Un bacione!!!
Hypnotic Poison
§§ “Chi si tuffa?”
chiese Troy, togliendosi la maglietta blu.
I suoi compagni di
squadra lo seguirono senza esitare, e si buttarono sollevando maree di schizzi,
che naturalmente colpirono le ragazze.
“Razza di scemi…” si
lamentò Martha, scrollandosi la maglietta.
Gabriella sorrise
divertita, si tolse la gonna, e si sdraiò su una sdraio di fianco a quella
dell’amica bionda.
E mentre guardava il
suo ragazzo e i suoi amici divertirsi in acqua, in qualche modo seppe che
quell’estate sarebbe stata ancora migliore della precedente. §§
Questo capitolo è dedicato a Titty90, perché succederà una cosa che
entrambe abbiamo inserito nelle nostre fic senza saperlo, e perché mi sono
presa la libertà di citare una sua fic (spero che non me ne vorrai…) in una
frase
Questo capitolo è
dedicato a Titty90, perché succederà una cosa che entrambe abbiamo inserito
nelle nostre fic senza saperlo, e perché mi sono presa la libertà di citare una
sua fic (spero che non me ne vorrai…) in una frase. Buona lettura a tutti!
12. Tempo al tempo
“Non posso
credere che andremo in tribunale.”
Troy si
girò verso la sua ragazza, staccando per un secondo gli occhi dalla strada:
“Non so se questo ti può consolare, ma almeno tua madre ha accettato. Pensavo
sarebbe stata molto più difficile.”
Gabriella
scosse la testa: “Troy, io penso seriamente che mia madre mi potrà odiare per
questo.”
Lui
sorrise: “Odia più me, amore. E comunque, proprio perché è tua madre, non ti
può odiare. Deve capire che sei grande abbastanza per fare le tue scelte. Non
può tenerti sempre chiusa nel nido, sotto le sue ali.”
La mora
rimase in silenzio, a fissare la strada davanti a sé; il ragazzo, allora, tolse
una mano dal volante e l’intrecciò con la sua: “Gabby, tranquilla. Adesso
pensiamo a goderci queste vacanze con gli altri, d’accordo? Siamo pur sempre al
Lava Spring!”
“Sarebbe
la prima vera vacanza che facciamo insieme!” sorrise Gabriella, mentre Troy si
apprestava a parcheggiare “Senza lavori vari, intendo.”
Scesero
insieme dall’auto, e furono incredibilmente accolti dal signor Fulton: “Signor
Bolton! Signorina Montez! È un piacere rivedervi anche quest’anno!”
Troy gli
strinse una mano: “E’ un piacere anche per noi. Ma… lo sa vero che siamo ospiti
di Ryan?”
Il
direttore agitò una mano davanti al viso: “Ah, ma certo! Vi abbiamo anche
riservato la camera vicino a quella del signorino Evans! Siete soci a tutti gli
effetti, ora!”
Gabriella
si accigliò: “Mi scusi, signor Fulton. Per caso ha detto… la camera?”
“Sì,
perché? La signorina Sharpay mi ha riferito che l’avete chiesto voi.”
I due si
scambiarono uno sguardo stranito: “Ah. Sharpay.” mormorò la mora.
“Venite,
allora!” Fulton li guidò all’interno di quel club che conoscevano così bene,
accompagnandoli fino alla stanza numero 120 “Ecco qui. I vostri bagagli
arriveranno a momenti. Tutti voi Wildcats siete su questo piano. Se avete
bisogno, non esitate a chiamarmi. Arrivederci!”
Troy prese
la chiave e guardò la sua ragazza: “Ehm… allora che facciamo? Possiamo fare
cambio con qualcuno, se vuoi… Possiamo chiedere a Tay se viene qui, e io vado
da lei.”
Ma
Gabriella scosse la testa interrompendolo: “Troy, va bene così. Non… non
significa che dobbiamo fare qualcosa per forza, no?”
Lui
sorrise: “Certo. Tempo al tempo.” infilò la chiave nella toppa e spalancò la
porta.
“Accidenti…”
mormorarono estasiati.
La camera
era gigantesca, dipinta di un tenue azzurro, con una grande finestra che dava
sulle colline del campo da golf. Al centro troneggiava un enorme letto
matrimoniale, con le lenzuola azzurre e blu.
Troy andò
a curiosare in bagno: “Ohoh, l’idromassaggio! Lo voglio provare!” commentò.
Gabriella
rise e si lanciò a pancia in su sopra il lettone: “Mi sembra un sogno!”
Il ragazzo
la raggiunse e avvicinò il viso al suo: “Allora vedi di non svegliarti…”
Si abbassò
un po’ e la baciò dolcemente.
Ma ad
interrompere quel magico e romantico momento arrivarono dei colpi alla porta:
qualcuno stava bussando.
Troy
sbuffò contrariato e, dopo aver aiutato la sua fidanzata ad alzarsi, andarono
ad aprire.
“Salve!”
li salutò allegramente Taylor, con Chad stretto al suo fianco “Avete anche voi
una camera doppia?”
“Non dirmi
che Sharpay ha fatto questo scherzo anche a voi!” rise Gabriella.
Chad alzò
un sopracciglio malizioso: “Oh, beh, sarebbe una delle poche cose per cui la
ringrazierei!”
Taylor
spalancò gli occhi, divertita, e gli tirò una gomitata nelle costole.
“Ahia! Ma
che ho detto di male?” si lamentò lui, massaggiandosi la parte colpita.
Lei lo
ignorò: “Kelsie e Jason sono nella stessa situazione. La reginetta, invece, è
nella sua camera superlusso, interamente rosa, al piano di sopra.”
“Povero
Zeke!” ironizzò Troy, ricevendo un pizzico da Gabriella e un occhiolino da
Chad.
“Allora,
andiamo a farci un bagno in piscina?”
Tutti
furono d’accordo alla richiesta di Gabriella, e si diedero appuntamento nella
hall un quarto d’ora dopo.
“Ragazzi!”
cinguettò allegramente Sharpay, avvolta in una nuvola fucsia, non appena li
vide.
“Siete
arrivati, finalmente!” commentò Kelsie. Poi abbassò un po’ la voce: “Camere matrimoniali,
eh?”
I quattro
annuirono, un po’ divertiti, e raggiunsero i gemelli e Zeke.
“Vi siete
sistemati per bene?” domandò la bionda, accomodandosi i boccoli.
Chad
sorrise: “Certo, Evans, benissimo.”
Le ragazze
si guardarono e alzarono gli occhi al cielo.
-Se lo può
anche scordare…- pensò Taylor innervosita. D’accordo, Chad era pur sempre Chad,
ma alcune volte esagerava!
“Chi si
tuffa?” chiese Troy, togliendosi la maglietta blu.
I suoi
compagni di squadra lo seguirono senza esitare, e si buttarono sollevando maree
di schizzi, che naturalmente colpirono le ragazze.
“Razza di
scemi…” si lamentò Martha, scrollandosi la maglietta.
Gabriella
sorrise divertita, si tolse la gonna, e si sdraiò su una sdraio di fianco a
quella dell’amica bionda.
E mentre
guardava il suo ragazzo e i suoi amici divertirsi in acqua, in qualche modo
seppe che quell’estate sarebbe stata ancora migliore della precedente.
###
Chad
lasciò cadere la forchetta sul piattino: “Basta, non ne posso più!”
“Non mi
ricordavo si mangiasse così bene, qui!” sospirò Kelsie, tenendosi una mano
sulla pancia gonfia per il troppo mangiare “Da domani, dieta!”
Tutti gli
altri risero, forse a voce un po’ troppo alta, perché gli altri ospiti del Club
lanciarono loro occhiatine non troppo amichevoli.
“Siete a
posto?” Ryan gli aveva raggiunti e si era appoggiato alle sedie di Taylor e
Jason “Avete voglia di fare una partita? Basta accendere le luci.”
“No, no,
grazie!” rise Troy “Io sono satollo e non rischio a muovermi, e poi si è già
fatto un po’ tardi. Rimandiamo a domattina!”
“Sono
d’accordo. Allora io vado a dormire. Buonanotte, ragazzi!” Ryan li salutò,
diede la buonanotte anche ai suoi genitori e sua sorella, e si ritirò.
Jason si
alzò lentamente, strisciando la sedia a terra: “Seguo Ryan, non riesco a tenere
gli occhi aperti! Buonanotte a tutti.”
“Jason,
aspettami! A domani, ragazzi!” Kelsie si alzò e lo seguì, prendendolo per mano.
Gli altri
sei si guardarono e alzarono le spalle: “Andiamo anche noi!”
“Io
rimango ad aspettare Sharpay.” disse Zeke “Buonanotte.”
Gli altri
ricambiarono con delle pacche sulle spalle, salutarono la tavolata degli Evans
e si trascinarono lungo le scale.
“Ma un
ascensore no, eh?” si lamentò Chad.
Gabriella
prese la mano di Troy e si appoggiò a lui: “C’è, ma è dall’altra parte rispetto
alle camere…”
Taylor
prese dalla tasca la chiave: “Buonanotte, ragazzi. Domattina svegliatevi
tardi!”
Si
salutarono ed entrarono nelle rispettive stanze.
Gabriella
si lanciò, come poche ore prima, sul grande letto: “Sono sfinita…”
Troy
sorrise dolcemente e aprì la sua valigia: “Mi cambio io, che dici?”
Lei annuì,
e lo guardò entrare nel bagno.
Senza una
ragione precisa, arrossì di botto. Solo in quel momento realizzò sul serio.
Lei. Troy. In camera insieme. Da soli.
-Oh, mamma…-
pensò. Forse avrebbe fatto meglio a stare in camera con Tay, almeno dopo quello
che era già successo in discoteca, e qualche sera prima.
-Oh mio
Dio… l’altra sera stavo per spogliare
Troy!- riflettè sconvolta –No, calmati, Gabriella! Avete già chiarito.
Tempo al tempo!-
“Amore,
stai bene?”
Alzò la
testa di scatto alla domanda di Troy: “Sì, sì, certo! Ehm… mi cambio io!”
Scese dal
letto e afferrò il pigiama azzurro dalla valigia, chiudendosi a chiave in
bagno.
Il ragazzo
guardò la porta chiusa. Lui. Gabriella. In camera insieme. Da soli.
-Buono,
Troy. Non succederà niente. Non finché non sarà pronta.- si ripetè –In fondo,
anche tu…-
Scosse la
testa: -Tempo al tempo!-
Gabriella
uscì in quel momento, e lo guardò, arrossendo un poco.
-Bene, perfetto.
Come pigiama Troy usa i boxer e la canottiera!-
“Ehm… da
che parte vuoi stare?” le chiese.
Lei fece
spallucce: “Posso dormire a destra?”
“Certo!”
Troy alzò le coperte e si mise dal lato opposto. Notando che lei rimaneva
ferma, tentò di sorridere: “Tempo al tempo, Gab. Tranquilla, non ti mangio.”
La mora
rise e si stese anche lei, spense la luce e lo guardò negli occhi: “Allora
buonanotte, Wildcat.”
Il ragazzo
le baciò la fronte: “Buonanotte, mia piccola Einstein.”
Ecco
qui il nuovo capitolo!! Allora, che ne pensate?!? Già, proprio in tribunale! Ma
meglio che non dica niente sull’ultima parte, no?!? XD
Un
mare di grazie a:
ciokina14: ecco cosa ha risposto
la signora Montez!! È cattiva, nella mia fic… ma ti avviso che non è lei che
dovrà ragionare!! Baci
Tay_: Spero che ti abbia
soddisfatta XD Bacione
Titty90: Edward&Bella e
Troy&Gabriella per sempre!! Uhm… mi scuso per averti “rubato” un titolo di
ficcy senza avertelo chiesto!! Ma ci stava tanto bene…!! Comunque, mi fai
troppi complimenti!! *Me felice* Quando aggiorni “Più che puoi”, mia cara
sfaticata?!? Un bacione!!
Heilig fur Immer: Per adesso, non li
lascia… bisogna aspettare l’udienza!! E lì si deciderà!! Un bacio
Romanticgirl: accidenti,
addirittura mi minacci la signora Montez XDXD *Me ride* La tua storia mi
piaceva, spero che ti ritorni in fretta l’ispirazione (anche se io so cosa vuol
dire non aggiornare per mesi X3). Tanti baci
Herm90: ti perdono! Mi ero
preoccupata, in effetti, di non sentirti… temevo non ti fosse piaciuto! Per
fortuna ora so che non è così… beh, dai, in fondo non è un fatto così raro, ho
letto molte fic su quell’argomento (è inutile, io mi devo sempre ‘scusare’ è
più forte di me…). Bacioni!!
Armony_93: giuro, un giorno ti
scriverò una chaylor tutta per te!! E nel prossimo capitolo ci sarà! E magari
anche in quelli che scriverò più avanti… anche perché, stando in camera
assieme… beh, baci!!
CrazyLara: beh, se la signora
Montez capisse veramente la figlia, allora non farebbe tutto questo, no? Chad
in effetti si arrabbia poco, ma quando la fa è terribile!! Un bacio anche a te,
baby, a presto!
Grazie
ancora a tutte, siete fantastiche!! Adoro leggere i vostri commenti, che mi
fanno morire dal ridere e arrossire un po’!!
Al
prossimo capitolo!!
Kiss,
la vostra
Hypnotic Poison
§§ La ragazza rispose
con un sorriso e raggiunse il suo ragazzo: “Tutto solo oggi?”
Lui sbuffò: “Beh,
Troy è con Gabriella chissà dove, Kelsie con Jason, Zeke con Sharpay, Ryan ha
yoga e Martha è nella beauty-farm.”
Taylor gli si avvicinò
e intrecciò le dita con le sue: “Bene, adesso ci sono io!”
Chad sorrise, si
abbassò e la baciò dolcemente.
“Perché non ci
facciamo un giretto in città?” propose lui “Magari mangiamo un boccone da
qualche parte. Poi torniamo per la cena.”
“Chad, non
puoi aver incasinato la stanza solo dopo un giorno che siamo qui!”
Il moro
fissò la sua ragazza, colpevole: “Andiamo, Tay, per qualche maglietta in giro…”
“Qualche
maglietta?!?” esclamò lei “Hai tirato fuori tutta la
tua valigia! Ma cosa cercavi?!”
“Ehm… il
mio cappello da baseball…” confessò “Poi mi sono ricordato che era nella tua
borsa, e stavo per mettere a posto, però sei arrivata e non ho fatto in tempo.”
Taylor
sospirò: “Sei un disastro… forza, andiamo a fare colazione. Gabriella e Troy?”
Chad si
mise il suo adorato cappello da basket rosso: “Stanno ancora dormendo. Non li
svegliare, o Troy sarà di cattivo umore per tutto il resto della giornata.”
“Va bene.
Al limite non troveranno più brioche!” si presero per mano ed uscirono dalla
loro camera.
In quello
stesso momento, due stanze più in là, Gabriella aprì lentamente gli occhi.
Per
fortuna le tende erano chiuse, perciò la luce del Sole non l’assalì d’impatto.
Ma non
appena riuscì a mettere bene a fuoco, trasalì, sentendosi stretta da due
braccia forti ben conosciute.
Guardò in
alto, e vide il viso di Troy, coperto dal ciuffo castano chiaro.
-Oh, no!-
pensò. Evidentemente, durante la notte era rotolata verso il ragazzo, che
l’aveva abbracciata.
Dovette
però ammettere che stava davvero bene, stretta a lui.
Si sentiva come se non potesse accaderle niente di male.
Sorrise
dolcemente, e con gli passò l’indice sulla guancia:
“Troy… è ora di svegliarsi…” mormorò.
Il ragazzo
mugolò qualcosa e scosse la testa; Gabriella scoppiò a ridere e lo scosse per
una spalla: “Forza, pigrone, gli altri saranno già tutti svegli!”
“Dai,
mamma, ancora cinque minuti…” borbottò lui, voltandosi dall’altra parte.
La mora,
libera, si mise a sedere sul letto e gli tolse le coperte con un colpo solo:
“Non sono la tua mamma, Troy, ma so essere ancora più cattiva!” scherzò.
“Ehi!”
finalmente Troy alzò la testa, contrariato “Perché l’hai
fatto?”
“Era
l’unico modo per svegliarti!”
Lui sbuffò
e si nascose sotto il cuscino: “E’ ancora presto…”
Gabriella
gli strappò via anche quello, ridendo: “Troy! Sono le undici, forza!”
“Va bene,
va bene, mi alzo!” Troy si girò sulla schiena, sgranchendosi le braccia
“Fortuna che siamo in vacanza!”
La ragazza
rise e prese il suo beauty case: “Non lamentarti troppo. Quando esco voglio
vederti pronto!”
Il castano
annuì ma, non appena la porta del bagno fu chiusa, afferrò il cuscino e ritornò
a dormire.
###
“Gran
bella partita, Evans. Se vuoi oggi pomeriggio ti concedo la rivincita!” Chad si
scambiò un cinque con Ryan, che sorrise: “Mi dispiace, Danforth,
ma oggi ho la mia lezione di yoga!”
Il moro
alzò gli occhi al cielo, passandosi la palla da una mano all’altra: “Facciamo
domani!”
Il biondo
alzò una mano in segno di saluto, e si avviò verso il club.
“Ciao,
Tay!” salutò quando la incontrò sulla porta “Ci
vediamo dopo!”
La ragazza
rispose con un sorriso e raggiunse il suo ragazzo: “Tutto solo oggi?”
Lui
sbuffò: “Beh, Troy è con Gabriella chissà dove, Kelsie con Jason, Zeke con
Sharpay, Ryan ha yoga e Martha è nella beauty-farm.”
Taylor gli
si avvicinò e intrecciò le dita con le sue: “Bene, adesso ci sono io!”
Chad
sorrise, si abbassò e la baciò dolcemente.
“Perché
non ci facciamo un giretto in città?” propose lui “Magari mangiamo un boccone
da qualche parte. Poi torniamo per la cena.”
“Va bene.
Anche perché oggi…”
Il ragazzo
si accigliò: “Oggi cosa?”
Taylor
mise le mani sui fianchi: “Chad Danforth, te lo sei
dimenticato… di nuovo?”
Il moro
sorrise divertito: “Credevi, eh, Tay? Guarda che me lo ricordo benissimo che
oggi facciamo due mesi!”
“Ma allora
lo fai apposta!” la ragazza si alzò in punta di piedi e lo baciò “Sei proprio scemo!”
Lui
l’abbracciò e approfondì il loro contatto.
Quando si
staccarono –diversi attimi dopo-, Chad la prese per mano: “Andiamo, dai. Così
torniamo presto!”
###
“Dai, dai,
facci vedere il regalo che ti preso!”
Taylor
acconsentì alle richieste delle sue amiche, prese fuori la borsa e mostrò la
maglia che il fidanzato le aveva comprato.
“L’ho
vista in vetrina, ho fatto solo in tempo a dire che mi piaceva che siamo
entrati e me l’ha comprata!” rivelò.
Sharpay la
prese in mano e la osservò: “Beh, mi piace, Taylor. Hai buon gusto.”
Tutte le
ragazze scoppiarono a ridere, stese sui lettini della piscina, illuminata dalla
luna.
“E’ la
prima volta che Chad mi fa un regalo, che non sia di compleanno o feste varie…”
la voce di Taylor si addolcì, mentre piegava la maglietta nera e dorata “Il
mese scorso se l’è scordato…”
Kelsie le
mise una mano sulla spalla: “C’erano gli esami, un mese fa. L’importante è che
se lo ricordi le prossime volte!”
Taylor
incrociò le dita per scherzo, poi si voltò verso Gabriella: era seduta più
lontana di tutte, fissava la cascata della piscina, le ginocchia strette al
petto.
“Scusate…”
la ragazza di colore si alzò e raggiunse l’amica “Ehi, Gabry. Tutto a posto?”
Lei
trasalì e sorrise: “Ciao, Tay. Non è niente, tranquilla. Bella maglia,
comunque, sono felice per te.”
“E’ per
l’udienza di domani, vero?”
Gabriella
ritornò a fissare l’acqua: “Già… ho paura che possa finire male…”
Taylor
l’abbracciò: “Non succederà, vedrai.”
In quel
momento, un rumoroso vociferare annunciò il ritorno dei ragazzi dalla loro
partita notturna di basket.
“Buonasera,
bellezze! Vi siamo mancati?” ironizzò Zeke, sedendosi vicino
a Sharpay e circondandole la vita con un braccio.
Lei fece
una smorfia: “Vi preferiamo asciutti e puliti, piuttosto che reduci dal correre
dietro una palla!”
“Ma se è
il nostro lato migliore!” esclamò Jason, vicino a
Kelsie.
Tutti
scoppiarono a ridere, tranne Taylor che sbadigliò sonoramente: “Io mi ritiro. È
mezzanotte passata, ormai. Chi mi ama, mi segua!”
“Ai suoi
ordini, maestà!” Chad fu il primo ad alzarsi, seguito poi a ruota dai loro
amici.
Tutti
tranne Troy, che si avvicinò alla sua ragazza in silenzio.
Lei
sorrise appena, senza parlare, così lui domandò: “Vieni a dormire? Domani è una
giornata impegnativa.”
Gabriella
si strinse a lui, appoggiando la guancia al suo petto: “Ho tanta paura, Troy.
Non ne ho mai avuta così tanta. Ho paura di partire, ho paura di lasciare
tutto. Ho paura di perderti.”
Il castano
le sollevò il viso con due dita: “Non mi perderai mai, capito,
Gabriella? Qualunque cosa accada. Andiamo, ora, su.”
La prese
per mano, e andarono in silenzio verso la loro camera, ognuno perso nei propri
pensieri.
“Vai prima
tu in bagno, io mi faccio dopo la doccia.”disse il ragazzo.
Ma quando
si girò verso Gabriella, dato che lei era rimasta zitta, la vide ferma in mezzo
alla stanza, con lo sguardo rivolto a terra.
“Gab, che
c’è?” domandò, accarezzandole una guancia.
Lei
sollevò il viso e prese un grande respiro: “Troy… se l’udienza di domani
dovesse decidere che devo rimanere con mia madre, non potremo vederci più. E-e io non voglio partire senza… senza essere stata tua…”
Il ragazzo
la guardò, scioccato: “Ga-Gabriella, sei sicura?
Insomma, non è detto che…”
Gabriella
lo interruppe, scuotendo la testa: “No, Troy. Io ti amo, e non c’è altro
ragazzo con cui lo vorrei fare. Ti prego, fammi questo regalo. Non lasciarmi
sola.”
Troy le
prese il viso tra le mani, baciandola con passione. Un bacio diverso, come
quella sera in discoteca. Un bacio che racchiudeva tutte le emozioni, i
sentimenti dei loro animi.
Si
distesero lentamente sul letto, rimbalzando sulle molle, e si lasciarono andare.
A quel sentimento così grande chiamato Amore.
Ragazze,
le vacanze sono ufficialmente iniziate!! Che bello, da
adesso si può dormire fino a tardi! Per festeggiare, mi sono sia tagliata i
capelli (come Gabriella in HSM2, quando li ha ricci: avete presente
quando Troy le chiede di andare nel campo da golf?) e vi posto anche il
capitolo 13!
Sull’ultima
parte io non mi pronuncio, ma… visto, Titty, che sono
riuscita a descriverlo senza descriverlo?!?! XDXD
Tay_: Sharpay è un mito,
solo lei può pensare certe cose. Poca Chaylor, però c’era!!
Bacini
Titty90: Eccola,Colei che non
riconosce le sue fic… ti ho “fregato” nell’ultima frase del capitolo, quando
Troy chiama Gabriella “Piccola Einstein.” Ti ricorda niente?!?
XDXD Aspetto con ansia sia “Più che puoi” sia dicembre 2008!!
Baci ti voglio bene
Armony_93: un po’ di Chaylor
qui, un po’ di là, così sei contenta! Guarda, sto anche scrivendo il secondo
seguito di “Prova di coraggio” (quindi il seguito di “La mia migliore amica”),
che è Chaylor!! Prometto, te la dedico!! Baci!
Heilig fur Immer: sei una Chaylorista anche tu, eh?!? “Oggi”
era il loro mesiversario!!
Visto che galante, Chad? Baci!!
romanticgirl: yes, dritti in tribunale! Sarà una dura battaglia…anche
perché io avevo ben due versioni per come farla andare
a finire!! E non dico altro… comunque, Troyella è la mia coppia preferita! Non
si era capito, eh? Bacione!
ciokina14: tu chi pensi debba ragionare?? Magari ci
prendi!! Dimmelo, poi confronta con il prossimo chappy!! Sì, la signora Montez ha accettato di combattere… ma di
lasciare la figlia?!? Ti lascio con questa domanda!! Bacioni!
Grazie
a tutte, ci risentiamo al prossimo capitolo, dove si deciderà il futuro di
Gabriella!! Vi lascio col fiato sospeso… baci!!
Hypnotic Poison
§§ Raggiunsero l’aula
dove si sarebbe svolta la causa per decidere l’affidamento di Gabriella, che si
era già seduta nella prima fila di sedie dopo il banco di destra.
La madre, invece, era
sul lato opposto, intenta a parlare con quello che doveva essere il suo
avvocato.
Tutto il gruppo dei
Wildcats si accomodò vicino all’amica, tranne Troy che fu trattenuto dal signor
Montez: “Troy… tu ci tieni così tanto a mia figlia?”
Il castano lo guardò
dritto negli occhi, senza timore: “La amo più di ogni altra cosa al mondo,
signore. È per questo che spero che verrà affidata a
lei. Così non la perderò.”
L’uomo sorrise, e gli
strinse le spalle: “Allora vediamo di vincere questa causa.”
Un trillo di
campanello annunciò l’entrata del giudice, tutti si alzarono in piedi.
Gabriella afferrò la
mano del suo ragazzo, e con l’altra quella di Martha, di fianco a lei. La loro
battaglia stava incominciando. §§
La luce
della Luna filtrava dalle tende socchiuse, mosse da una brezza leggera.
Gabriella rabbrividì quando il soffio fresco le toccò la pelle nuda e
calda che non era a contatto con quella di Troy.
“Hai
freddo?” le domandò il ragazzo, notando la pelle d’oca.
Lei scosse
la testa: “No… che ore sono?”
“L’una e
mezza. Forse dovresti dormire, Gab.”
La ragazza
rimase in silenzio, e lui cominciò a preoccuparsi: “Va… va tutto bene?”
Gabriella
sospirò, stringendosi di più al suo fidanzato: “Ho solo paura che questo possa
essere il nostro ultimo momento insieme… che non potrò più essere felice come
lo sono adesso…”
Troy
l’abbracciò forte: “Non dirlo più, Gabriella. Nessuno ti porterà via da me. Te
lo giuro.”
Sentì
qualcosa di bagnato cadergli sul torace, e si accorse che lei stava piangendo.
Le baciò la fronte, le scostò una ciocca nera di boccoli ed iniziò a
sussurrarle una canzone all’orecchio, per farla addormentare.
“Together
we’ll be running somewhere new, and nothing can hold me back from you…”
###
Chad bussò
piano alla porta della stanza 120.
Qualche
secondo dopo, Troy gli andò ad aprire, con indosso solo l’accappatoio bianco e
asciugandosi i capelli con un asciugamano.
“Ehi!” lo
salutò “Che ore sono?”
Chad guadò
l’orologio che portava al polso: “Le undici e mezza. Ci conviene partire tra
un’oretta, magari mangiamo in città. Ma Gabriella dorme ancora?”
“Ehm…
già…” il moro guardò stranito il suo amico, che non lo faceva nemmeno entrare
nella camera buia.
“Troy… che
hai combinato?” domandò sospettoso.
“Io?
Niente!” si difese il castano.
Chad alzò
un sopracciglio, scettico, e fece per entrare, ma Troy appoggiò il braccio allo
stipite e gli bloccò l’entrata: “Ehm… Taylor dov’è?”
“Sono qui,
Troy! Siete pronti?” la ragazza si aggiunse a loro con un sorriso.
Anche il castano sorrise: “Ciao, mi dispiace ma Gabriella sta
ancora dormendo.”
“Ancora?
Di solito è sempre una delle prime a svegliarsi!”
Troy fece
spallucce: “Sai com’è… d’estate, ieri abbiamo fatto un po’ tardi… poi è preoccupata
per oggi pomeriggio…”
“In che
senso avete fatto tardi?” domandò
Chad “Perché io una mezza idea ce l’avrei…”
Approfittando
della distrazione del suo amico, sgusciò dentro la camera, e sorrise: “E bravo
il nostro Troy…”
Taylor si
accigliò, mentre il povero playmaker si batteva una mano sulla faccia. Seguì il
suo ragazzo ed avvertì un brivido lungo la spina dorsale nel capire il perché Gabriella
stesse dormendo così a lungo.
La
ragazza, infatti, era addormentata a pancia in giù nel bel mezzo del letto,
coperta solo dal lenzuolo, con i lunghi capelli neri che le scendevano lungo la
schiena nuda.
Si girò
verso il suo amico: “Troy… non dirmi che…”
Lui si
grattò la nuca, imbarazzato: “Sì, Tay. È… è successo, basta.”
Ma lei
sorrise: “Tranquillo, Troy! Non spetta certo a me giudicarvi! Sono solo un po’
sorpresa di trovarla così, ecco!
Comunque ora dovresti svegliarla, dobbiamo andare.”
Il castano
annuì: “Certo. Tra mezz’ora ci troviamo nella hall.”
Gli altri
due acconsentirono, e ritornarono nella loro camera per prepararsi.
Troy
chiuse la porta e vi si appoggiò contro, sospirando. E anche quella era fatta.
Raggiunse
il letto e posò una mano sulla schiena di Gabriella: “Amore… è ora di
svegliarsi… dobbiamo andare in città…”
Le baciò
una guancia, chiamandola piano finchè lei non aprì gli occhi: “Mmh… Troy… che ora è?”
“Le undici
e quaranta. Tra venti minuti gli altri ci aspettano giù. Ci sono anche già
venuti a chiamare Chad e Taylor, visto che non siamo scesi nemmeno a colazione.”
Gabriella
si tirò su di scatto, coprendosi con il lenzuolo azzurro: “Oddio! Come le
undici e quaranta? È tardi!!”
Afferrò la
sua biancheria, sparsa vicino al comodino, ed iniziò a rivestirsi in fretta.
“Muoviti,
dai!” incitò il suo ragazzo, lanciandogli i pantaloni.
Aprì
l’armadio e scorse velocemente i vestiti fino ad arrivare all’abito che aveva
scelto per il tribunale. Nero, lungo fino al ginocchio, con le mezze maniche,
da abbinare ad un paio di ballerine, nere anch’esse.
Sharpay
aveva disapprovato quel vestito. Aveva detto che sembrava più da funerale.
Si legò i
capelli in una coda e si truccò appena, con un filo di matita e del lucidalabbra.
“Calmati,
Gabriella, andrà tutto bene!” parlò con il suo riflesso nello specchio, una
Gabriella dal viso terrorizzato.
“Sei
pronto?” domandò a Troy dopo che fu uscita dal bagno.
“Prontissimo.”
il ragazzo chiuse l’anta dell’armadio e fece un giro
su stesso, aprendo le braccia “Allora, come ti sembro?!”
Lei rise,
rinfrancata dal suo tentativo di farla stare allegra: “Oh, sei molto
affascinante, signor Bolton!”
Troy aveva
indossato un completo nero, con la camicia bianca e la cravatta nera. L’unica
cosa che ‘stonava’ da quell’abbigliamento elegante erano le scarpe: le
inseparabili All Stars nere.
“E tu sei
bellissima.” la prese per mano, la tirò a sé e la
baciò.
“Puah, Gab, lucidalabbra!” si lamentò poi.
Gabriella
gli diede un pizzicotto: “Che scemo che sei… andiamo, forza.”
Chiusero a
chiave la porta della camera, e scesero velocemente le scale, raggiungendo la
sala dove tutti i loro amici li stavano già aspettando.
“Ragazzi,
siete sempre gli ultimi!” li rimproverò scherzosamente Martha.
Troy alzò
gli occhi al cielo e si diresse al bancone per prendere le chiavi della sua
macchina e lasciare quelle della stanza.
Gabriella
raggiunse invece le altre ragazze, tutte vestite con
seri completi eleganti.
“Ciao…”
sussurrò “Grazie per accompagnarmi, ma ve lo ripeto, non dovete. È una così
bella giornata…”
Kelsie
l’interruppe, scuotendo la testa: “Gabriella, non importa se fuori c’è il Sole
o sta piovendo a dirotto. Noi vogliamo venire in tribunale con te. E basta!”
“Siamo una
squadra, giusto?” concordò Ryan, che le aveva raggiunte “Tutti per uno, e uno per tutti.”
Lei
sorrise, con gli occhi lucidi, e li abbracciò tutti.
“Forza,
andiamo!” Sharpay la prese per mano, trascinandola fuori fino alla sua
decappottabile rosa “Albuquerque, arriviamo!”
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Gabriella
scese dall’auto appariscente e si avvicinò ai suoi genitori, fermi davanti alle
porte del tribunale.
“Ciao
mamma, ciao papà.” li salutò imbarazzata.
“Ciao, piccola.” il padre la
abbracciò e le baciò la testa.
La signora
Montez, invece, si limitò a sorriderle, forse un po’ più freddamente di quanto
entrambe avrebbero voluto.
“Entriamo,
che ne dite?” il signor Montez si fece da parte e fece passare l’ex moglie e la
figlia, mettendole una mano dietro la schiena come per spingerla.
“Ciao,
Troy.” lo salutò con un sorriso.
Il ragazzo
contraccambiò, un po’ imbarazzato: “Salve, signore. Questi sono i nostri amici:
Ryan Evans e sua sorella Sharpay, Zeke Baylor, Chad Danforth e Taylor McKessie,
Kelsie Nielsen e Jason Cross, e Martha Cox.”
Il padre
di Gabriella strinse la mano a tutti loro, senza smettere di sorridere. In
qualche modo sembrava felice.
“Forza,
andiamo anche noi. Le ragazze saranno già in aula.”lo seguirono in silenzio per i corridoi grigi del tribunale
di Albuquerque, incrociando ogni tanto qualche poliziotto.
Taylor
strinse forte la mano a Chad, che la guardò e le sorrise leggermente, come per
dirle Tranquilla, non succederà niente.
Raggiunsero
l’aula dove si sarebbe svolta la causa per decidere l’affidamento di Gabriella,
che si era già seduta nella prima fila di sedie dopo il banco di destra.
La madre,
invece, era sul lato opposto, intenta a parlare con quello che doveva essere il
suo avvocato.
Tutto il
gruppo dei Wildcats si accomodò vicino all’amica, tranne Troy che fu trattenuto
dal signor Montez: “Troy… tu ci tieni così tanto a mia figlia?”
Il castano
lo guardò dritto negli occhi, senza timore: “La amo più di ogni altra cosa al
mondo, signore. È per questo che spero che verrà
affidata a lei. Così non la perderò.”
L’uomo
sorrise, e gli strinse le spalle: “Allora vediamo di vincere questa causa.”
Un trillo
di campanello annunciò l’entrata del giudice, tutti si alzarono in piedi.
Gabriella
afferrò la mano del suo ragazzo, e con l’altra quella di Martha, di fianco a
lei. La loro battaglia stava incominciando.
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Chad prese
la mano di Taylor tra le sue per impedirle di continuare a mangiarsi le unghie.
“Se fai
così ti taglierai tutta!” le bisbigliò all’orecchio.
Lei scosse
la testa: “Devo trovare un modo per sfogare lo stress!”
Era ormai
un’ora e mezza che erano seduti nell’aula, e il caldo estivo sembrava entrare
da ogni parte nonostante i condizionatori.
I due ex
coniugi Montez avevano parlato, ed esposto le loro ragioni per avere
l’affidamento della figlia.
Il
giudice, anzi, la giudice, aveva ascoltato con attenzione
entrambe le parti, e ora stava ricontrollando alcune carte che aveva davanti.
Si schiarì
la voce e si tolse gli occhiali da vista, lasciandoli penzolare dalla catenella
cui erano appesi: “Ho avuto molti casi come questo, signori Montez, ma di norma
i figli non superavano i dieci anni. Dovevo quindi agire nel modo per loro più
giusto, ritenendo inoltre che non potevano certo
scegliere loro. Ma oggi, con voi, è diverso. Vostra figlia ha diciotto anni, ed
è in pieno possesso di ogni sua volontà, credo. Quindi vorrei sentire cosa
pensa lei.”
Gabriella
deglutì e si alzò in piedi, avanzando fino davanti alla cattedra del giudice.
“Dimmi,
Gabriella. Perché hai chiesto a tuo padre di prenderti con sé?”
La ragazza
si schiarì la gola, tentando di controllare il tremolio della voce e di tutto
il corpo: “Io… io mi sono sempre trasferita più volte nel corso anche solo di
un anno, vostro onore, per il lavoro di mia madre. E per qualche tempo questo
mi è andato bene, sapevo che era giusto così. Poi, un anno e mezzo fa, siamo
arrivate qui ad Albuquerque, con la promessa che non
ci saremmo più trasferite fino al mio diploma. E qui è cambiato tutto. Ho
trovato la mia vita. Amici veri, che mi volevano bene. Una squadra di
Decathlon, e un musical scolastico. La prima,
vera estate di tutta la mia vita. E…” Gabriella prese fiato “E mi sono
innamorata. Del ragazzo più fantastico e speciale che potessi mai desiderare.
Finalmente posso essere me stessa, in ogni situazione. Per questo non posso
abbandonare questa città, signora. Sarebbe come uccidermi. Anzi… forse sarebbe
peggio.”
Il
magistrato annuì, inforcando nuovamente gli occhiali: “Tu sei sicura,
Gabriella, che rimarrai felice di questa tua scelta, almeno finchè non avrai
compiuto ventun’anni? Sappiamo bene quanto sia labile il cuore di un adolescente…”
Lei scosse
la testa, facendo ondeggiare la coda boccolosa: “No,
signora. Tante, troppe volte ho sentito questo discorso, ma io sento che non è
così. E se, per un caso che non credo avverrà mai, questo amore finisse, so che rimarrebbe per sempre un affetto infinito.
Avrò sempre i miei amici accanto, qui. In Europa dovrei ricominciare tutto, e
so che non ce la farei.”
Ci fu un
attimo di pausa, poi il giudice sospirò: “La mia scelta, in ogni caso, non
potrà essere indolore. Qualcuno ne uscirà ferito, come sempre accade. Ho ben
compreso la situazione, e credetemi se vi dico che non c’è altro modo di agire.
La scelta spetta a te, Gabriella. Tua madre, il suo lavoro, l’Europa, oppure
tuo padre, Albuquerque, il tuo amore ed i tuoi amici. La prima può essere una
scelta più solida, la seconda più, beh, romantica e sognatrice. Scegli tu, io
mi limiterò a dare il consenso.”
Nell’aula
cadde il silenzio, rotto solo dal ronzio dei condizionatori.
Gabriella
guardò alla sua sinistra, sua madre che nonostante tutto le sorrideva. Il dolce
sorriso che l’aveva sempre accompagnata, che non aveva mai smesso di esserci,
anche quando era svenuta prima dell’assolo nel coro della chiesa, anche in quel
momento in cui le stava voltando le spalle.
Poi guardò
alla sua destra, suo padre. Un sorriso, una figura che doveva ancora imparare a
conoscere, ma cui si sentiva incredibilmente affine. Che anche se l’aveva
lasciata, era pronto a tutto pur di renderla felice.
Ed infine,
incontrò quegli occhi. A volte blu come il mare, a volte azzurri come il cielo,
altre volte inspiegabilmente verdi. Quegli occhi che l’avevano rapita, che le
provocavano brividi lungo la schiena. Che le trasmettevano una sicurezza
infinita in ogni luogo si trovasse, persino su un
palco con davanti centinaia di spettatori. Che l’avrebbero capita, sempre e comunque.
Come all’asilo.
-Mamma…
papà…- pensò –Per favore, chi non verrà scelto, non mi
odi…-
Chiuse gli
occhi, prese un grande respiro, e si girò nuovamente verso il giudice.
Ta-dan!! E adesso?? Come
minimo mi vorrete uccidere!! Bene, bene… chi sceglierà
Gabriella? Badate bene, è proprio lei a dover scegliere!!
Non il giudice! Chissà… seguirà il cuore o la mente??
Io non ve lo dico, dovrete aspettare il prossimo capitolo!!
Sono cattiva, lo so! Ah, e vi avverto: non sarà affatto un capitolo tranquillo!!
Adesso
invece passo a ringraziarvi:
romanticgirl: se sei stata in ansia per il capitolo 13, allora che ne
dici d questo?!?
ciokina14: hanno concluso eccome!! Ecco, scoperto chi
deve ragionare! Solo ed esclusivamente Gabby! W Troyella per sempre! Bacione
Titty90: Per fortuna è finita
anche la scuola! Io un genio??Ma valà…thanks of all, kisses!! Tvttb
Tay_: eeh, chissà se
vincerà la causa! Il futuro è nelle mani di Gabriella! Buone vacanze anche a
te, baci!
CrazyLara: Intuisco che ti è
piaciuta la scena “hot” dei signori Bolton XD! Anch’io vorrei trovare qualcuno
come Chad o Troy, ma più mi guardo in giro più capisco che è impossibile! Siamo
nate per soffrire!! Bacio!
Armony_93: io manterrò la mia promessa!
Appena la finisco la pubblico, sono a buon punto! In
ogni caso, più vai avanti più ci sarà Chaylor! Grazie del complimento enorme,
ti voglio bene!
Colgo
anche l’occasione per ringraziare chi ha commentato l’ultimo capitolo di “Buon compleanno…”:
Tay_: un seguito? Beh, ci
posso pensare… tu come lo immagini? Comunque mamma Sharpay la troverai anche
nel seguito de “La mia migliore amica”, che
sto già scrivendo! Bacione
Ciokina14: grazie mille! Mai
avrei lasciato Kay con Troy! Però, diciamo che Kay del gusto ce l’ha: ha scelto
uno come Troy!! Ma Sharpay è il massimo nello stile… anche se
è un po’ troppo rosa! Baci
Romanticgirl: sono felice che ti
abbia emozionato! Ci speravo, non ne ero sicura! Grazie, bacioni.
Grazie
ancora. Spero che non andrete in vacanza prima di scoprire cosa succederà!!
Ah,
quasi mi dimenticavo: la canzone che Troy accenna è Monsoondei Tokio Hotel.
Un
bacione a tutte voi, vi voglio bene
Hypnotic
§§ Chad bloccò Taylor
contro il muro, chiudendola tra le sue braccia: “Adesso mi ascolti, Taylor.
Smettila di fare la bambina testarda, per una volta.”
Lei deglutì, rossa in
viso. La sua vicinanza le faceva ancora quell’effetto: “Io non sono una
bambina, tantomeno testarda!”
Il ragazzo rise,
avvicinando ancora di più il viso al suo: “Oh, sì che lo sei.
Ma sei anche estremamente intelligente, pungente e con
uno spiccato senso dell’umorismo che fa concorrenza al mio. E poi sei bella.”
Il cuore della
ragazza battè mille volte più forte: “Se credi che questo
basti a farti perdonare, Chad Danforth, caschi male. Sono davvero
arrabbiata con te.” §§
“No,
Gabriella, non voglio sentire perché hai scelto così!”
Gabriella
raggiunse il ragazzo e lo afferrò per un braccio: “Ma… ascolta, so che è la
cosa migliore da fare!”
Troy
sospirò, le prese il viso tra le mani: “Ti amo tanto, Gab, ma non riuscirò mai
a capire cos’hai in quel tuo cervellino per convincerti a partecipare, di nuovo, al Talent Show!”
Lei
sorrise: “Dai… canta con noi… sai benissimo che alla fine ti divertirai! Magari
riusciamo anche a vincere lo Star Dazzle Award, sempre che il signor Fulton sia
un giudice corretto. E poi…” si alzò in punta di piedi e gli mormorò qualcosa
all’orecchio.
Il castano
sbarrò gli occhi: “Ehi! Non puoi ricattarmi con quello!”
La ragazza
scoppiò a ridere e lo baciò dolcemente: “So che funziona… allora, canti con
noi?”
“E va
bene. Ma sia chiaro: questa volta, sul serio, tutti insieme!”
Gabriella
annuì felice, e si avvicinò per baciarlo di nuovo, ma qualcuno li interruppe:
“Ehm… scusate?”
Troy si
girò e s’immobilizzò sul posto, incredulo: davanti a lui stava una delle
ragazze più carine che avesse mai visto. Alta, con lunghi capelli rossi e gli
occhi verde smeraldo, e (parecchie) curve al posto giusto.
“Ehm…
ciao… sapreste indicarmi dov’è la reception? Sapete, sono nuova…” balbettò lei.
Il castano
deglutì rumorosamente: “Certo, basta che segui questo sentiero ed entri dalla
porta a vetri.”
La rossa sorrise: “Grazie. Comunque, mi chiamo Abby. Cioè, mi chiamerei Rebecca, ma
preferisco Abby.”
Gabriella
allungò la mano prima del suo ragazzo: “Gabriella.”
sibilò.
“Io sono
Troy, piacere.” si presentò lui con un sorriso.
Abby
ricambiò la stretta: “Beh, adesso devo proprio andare. Magari ci vediamo in
giro. Ciao!”
La mora la
guardò allontanarsi, fissandola con aria truce: -Non ci contare, Rebecca. Non
ci contare proprio.-
###
Il Sole si
rifletteva sulla piscina dall’acqua cristallina.
Quattro
ragazze erano sedute sulle loro sdraio, con le braccia
incrociate e il viso corrugato in un’espressione furente.
Il perché?
Molto semplice.
I loro
ragazzi avevano fatto la conoscenza di questa Rebecca,
ed erano stati semplicemente incantati dal
suo bel visino, dal suo fisico, e soprattutto dal fatto che era leggermente svampita, cosa che mandava
in visibilio qualunque maschio. E a loro questo non andava affatto.
E da un
quarto d’ora li tenevano d’occhio da lontano, controllando ogni minima mossa.
“Giuro,
sto per compiere un omicidio.” ringhiò Taylor,
guardando come Chad rideva alle battute di quella.
“Ti seguo
a ruota, sorella.” affermò Sharpay.
Gabriella
sbuffò: “Io vado là. Vediamo se hanno il coraggio di continuare così.”
Si alzò di
scatto dalla sdraio, si dipinse in volto un sorriso
falso e raggiunse gli altri: “Ciao! Vi state divertendo?”
Tutti
sobbalzarono e si schiarirono la voce, come per ‘nascondere’
ciò che stavano facendo.
“Ehm…
Gabby… che ci fai qui?” domandò Chad nervosamente.
Lei gli
lanciò un’occhiataccia: “Perché, non posso forse?”
Il
riccioluto non provò nemmeno a rispondere, e chinò subito la testa, come un bambino quando viene sgridato.
“Ci
chiedevamo, Abby, perché non vieni a fare due
chiacchiere con noi.” esclamò allegra, guardando la
nuova arrivata.
Questa
sorrise e saltò giù dalla sdraio dove si era
accomodata: “Certo!”
Tornarono
dalle altre, e subito Sharpay si stampò il suo famoso sorriso assassino:
“Allora, Rebecca…”
“Abby.” l’interruppe la rossa con disagio.
“Rebecca,” continuò imperturbabile la Reginetta dell’East
High, facendo sorridere le altre tre “Come mai sei venuta qui al mio country club?”
“Beh… io
d’estate sono sempre stata abituata a viaggiare molto. Sapete, Europa, Asia,
Sud America… tutti posti molto belli! Però quest’anno i miei genitori non
potevano partire, perché stanno aprendo una nuova azienda, e così hanno deciso
di mandarmi qui. È abbastanza lontano da casa, ma è
sempre in America! Ne avevamo sentito parlare da amici, così abbiamo deciso
subito. Sapete, io vengo da Los Angeles!” rivelò tutto d’un fiato “Voi da
quanto venite qui?”
“Da quando
sono nata.” sibilò la bionda “Questo club è dei miei
genitori.”
“Noi
dall’anno scorso.” borbottò Taylor.
Abby
sorrise: “Come sei fortunata, Sharpay. Un po’ t’invidio!”
Sharpay
sbuffò e ridacchiò: “E perché non dovresti?”
Taylor,
Gabriella e Kelsie si scambiarono un’occhiata: ecco la terribile Regina di
Ghiaccio che partiva alla carica. Era un bel po’ che non la vedevano così.
Ma Abby
sembrò non accorgersi della sua cattiveria così poco
celata, e continuò: “I vostri amici sono così simpatici! Sono stati tutti molto
gentili con me!”
“Fin
troppo…” mugugnò Gabriella a bassa voce, tracciando dei cerchi con un dito
sopra l’asciugamano.
Non era
mai stata gelosa di Troy, nemmeno delle cheerleader. Anzi, spesso era il
contrario. Ma aveva notato il comportamento del suo ragazzo davanti a lei, e
non le era piaciuto.
Lei, che
era sempre stata disponibile ad avere nuove amiche, desiderava in quel momento
che Rebecca sparisse dalla faccia della Terra. O, almeno, dai dintorni di
Albuquerque.
“…e adoro
leggere poesie, soprattutto quelle dei poeti italiani! Conosco Dante, Foscolo,
Leopardi, D’Annunzio. Però non mi dispiacciono neppure quelli inglesi! Ma non
sopporto i libri gialli, o di paura. Non leggerei mai EdgarAllan Poe. E poi…” la nuova arrivata
continuava a parlare e raccontarsi, noncurante del fatto che le altre nemmeno
la ascoltavano.
Kelsie
guardò distrattamente l’orologio: -Mannaggia a Martha che non si deve sorbire
tutto questo!- pensò.
All’improvviso,
Sharpay alzò i suoi grandi occhiali da sole rosa e guardò Abby dritto negli
occhi: “Ti piace l’arte teatrale, Rebecca?”
Lei
spalancò i suoi occhioni verdi: “Perché me lo chiedi? In ogni caso, non sono
particolarmente portata. Forse so cantare, un pochino…”
La bionda
ghignò: “Perché qui, in questo club, teniamo particolarmente al teatro. Io
stessa ero la vicepresidentessa del Drama Club al liceo. E facciamo uno
spettacolo ogni estate. Qui tutti, per qualche strana coincidenza, sappiamo
cantare e ballare. Kelsie è anche la nostra compositrice ufficiale. Non è vero,
ragazze?”
Le altre
la guardarono stranite: da quando Sharpay Evans si vantava così degli altri??
“Allora
verrò a vedervi! Non vedo l’ora!” trillò allegramente Abby con un sorriso.
Sharpay
alzò gli occhi al cielo, rituffandosi nel suo the freddo. Stava per scoppiare.
Ma in quel
momento, arrivarono tutti i ragazzi.
Gabriella
fissò Troy dritto negli occhi, ma lui, incredibilmente, evitò il suo sguardo,
sedendosi dalla parte opposta a lei.
“Allora,
che ne dite se andiamo a mangiare?” propose Ryan, l’unico che non doveva
sentirsi troppo colpevole di qualcosa.
Taylor
scosse la testa: “Scusate, ma io vado in camera. Ho mal di testa. A dopo.”
Si alzò dalla sdraio e si allontanò, senza nemmeno salutare Chad.
Lui, dal canto suo, avvertiva un senso di fastidio alla bocca dello stomaco.
Taylor era arrabbiata.
Kelsie la
seguì poco dopo, e così Sharpay.
Gabriella
rimase ultima, e siccome non aveva la minima voglia di passare altro tempo con
loro, si tirò su dalla sdraio: “Neanche io ho fame. Ci
vediamo.”
A testa
bassa, si fece largo tra i ragazzi ed entrò nel country club, con una fitta
all’altezza del cuore.
Stava per
salire le scale, quando sentì chiamare il suo nome.
Si girò e
vide Troy correrle incontro: “Gab, aspetta!”
La
raggiunse e riprese un attimo fiato: “Perché sei andata via così?”
Lei
sbuffò: “Secondo te?”
“I-io non
riesco a capire, Gab.”
La mora
allargò le braccia: “E’ il tuo comportamento, Troy! Ti ricordo che io, ho una
settimana fa, ho detto al giudice che volevo vivere con mio padre per te! E adesso, arriva la prima
ragazza svampita e tu cambi completamente! Le sei stato attorno
tutta la mattina, Troy! Come credi che mi sia sentita? Ho visto come la
guardavi, e ho anche visto che non hai avuto il coraggio di guardarmi negli
occhi! Perché lo sapevi che era sbagliato, ma te ne sei fregato!”
“Non posso
avere delle amiche, adesso? Eppure non fai queste storie
quando sto con Taylor, o Sharpay, o Kelsie!” esclamò lui.
“Loro sono
amiche mie, e non farebbero niente per farmi stare male. Loro hanno i loro ragazzi.
E tu non guardi Taylor, Sharpay o Kelsie come hai guardato Abby.”rispose Gabriella.
Troy la
guardò scioccato: “E come l’avrei guardata, sentiamo.”
“Come se
fosse un bonbon al cioccolato. L’hai guardata come se non avessi mai visto una
donna in vita tua. Con uno sguardo che dicevaCavoli, questa me la farei subito!”
Il castano
si accigliò: “Sai benissimo che non è così.”
Gabriella
iniziò a salire i gradini, senza smettere di fissarlo: “No Troy, non lo so.”
Gli diede
le spalle e corse su, trattenendo le lacrime.
Troy diede
un calcio ad una poltrona di pelle: “Dannazione!” ringhiò.
Perché,
perché ogni volta che entrava in quel dannato country club, finiva sempre a
litigare con Gabriella?!?
###
Chad
bloccò Taylor contro il muro, chiudendola tra le sue braccia: “Adesso mi
ascolti, Taylor. Smettila di fare la bambina testarda, per una volta.”
Lei
deglutì, rossa in viso. La sua vicinanza le faceva ancora quell’effetto: “Io
non sono una bambina, tantomeno testarda!”
Il ragazzo
rise, avvicinando ancora di più il viso al suo: “Oh, sì che lo sei. Ma sei anche estremamente
intelligente, pungente e con uno spiccato senso dell’umorismo che fa
concorrenza al mio. E poi sei bella.”
Il cuore
della ragazza battè mille volte più forte: “Se credi che questo
basti a farti perdonare, Chad Danforth, caschi male. Sono davvero
arrabbiata con te.”
“Sbagli. O
almeno, sbagli in parte. D’accordo, ho passato tutta la mattina a fare il
cretino con Abby. Ma non puoi negare che sia davvero carina. Certo, non come te!” si affrettò ad aggiungere,
notando lo sguardo della sua ragazza “Però lo sai che
per una come lei non proverei mai niente. È come una cheerleader. A me invece
piacciono le geniette…”
Posò le
labbra sopra quelle di Taylor, che però si staccò dopo
pochi secondi: “Stai barando, Chad…”
Lui rise:
“Perdonami, Tay. Non posso pensare che sei arrabbiata con me. Sono troppo figo
per meritarmi questo!”
Taylor
cedette, e scoppiò a ridere: “Sei un cretino!”
Gli lanciò
le braccia al collo e lo baciò con slancio, lui le prese la vita e la fece
girare per la stanza, finchè non caddero sulla poltrona carica di magliette del
ragazzo.
All’improvviso,
qualcuno bussò alla porta.
Taylor
sospirò, si alzò dalle ginocchia del suo ragazzo ed andò ad aprire: “Gabby! Che
succede?” esclamò preoccupata, notando la sua amica in
lacrime.
Gabriella
entrò nella stanza e si sedette sul grande letto: “Ho litigato con Troy. E
tutto per colpa di quella… quella… quell’oca!”
gridò, lanciando una maglietta di Chad per terra.
“Ehi, ehi,
calma!” esclamò il proprietario dell’indumento “Non è una tragedia, poi!”
“Oh, sta’
zitto!” inveì anche contro di lui, facendolo sobbalzare “Anche tu ti sei
comportato esattamente come lui! Sempre dietro ai vostri ormoni! Non pensate ad
altro!”
Taylor
fece per replicare, quando qualcun altro bussò di nuovo alla porta.
“Chad,
sono Troy. Ho bisogno di parlarti, apri per favore!”
Chad e
Taylor si guardarono inorriditi; la ragazza prese Gabriella per un braccio
–tappandole tra l’altro la bocca per impedirle di urlare- e la trascinò in
bagno.
Quando
Chad fu certo che si fossero ben chiuse, andò ad aprire: “Ehm… che è successo?”
Troy fece
lo stesso percorso della sua ragazza, sedendosi sul letto: “Ho litigato con
Gabriella. Tutto perché è gelosa di Abby. Dice che la guardo come se fosse un bonbon al cioccolato!”
L’amico
alzò un sopracciglio: “Ho appena chiarito con Tay per lo stesso motivo. Ma… è
vero?”
“No! Cioè,
non del tutto! Va bene, non l’ho considerata, e non nego che Abby sia carina, e
parecchio, ma io amo Gabriella! Non
m’interessa lei, non so neanche perché ci sono stato tanto!” si difese il
castano.
All’improvviso,
si sentì un urlo furioso. I due amici si guardarono negli occhi ed affermarono
all’unisono: “Sharpay.”
Cinque
secondi dopo, l’ennesima persona venne davanti alla sua porta: “Chad, ti chiedo
asilo.”sentirono esclamare
dalla voce di Zeke “Sharpay è furente, l’hai sentita anche tu, no? Ho bisogno
di aiuto!”
Il
riccioluto sospirò, incredulo della piega che stava prendendo quella
situazione, e lo fece entrare.
“Oh, ci
sei anche tu, Troy! Problemi con Gabriella?” domandò il moretto.
“Indovinato…”
sbuffò lui, stendendosi sul letto “Scommetto che la colpa è di Abby.”
“Grande
intuito. Pay non vuole ascoltarmi, mi ha accusato di essere un vile maschilista!” raccontò sconsolato.
“TAYYYYLOOOOOOR!”
un altro urlo fece tremare i vetri delle finestre.
“Oh,
merda!” si lasciò scappare Chad. Sharpay era scesa dalla sua suite rosa, e
stava davanti alla porta!
“Presto,
nascondetevi!” gridò ai due amici, che subito si lanciarono sotto il letto.
“Dov’è
Tay, o Gabriella? Devo parlare con una donna, non con una sottospecie di ameba
che usa il cervello più in basso!” ringhiò la bionda non appena vide Chad
aprirle.
Lui quasi
si spaventò per la sua furia, si dimenticò di Troy nascosto sotto il letto e
rivelò: “Ehm… in bagno…”
Sharpay
attraversò la stanza a grandi passi e spalancò la porta: “Quella deve morire!”
gridò.
Taylor
sussultò, mentre Gabriella le diede ragione, ed entrambe iniziarono ad urlare dolci epiteti ad Abby.
In quel
momento, l’ex capitano dei Wildcats sgusciò da sotto al letto, incredulo di
trovare lì la sua ragazza, subito seguito da Zeke.
Non appena
le due cantanti li videro, cominciarono ad urlare loro addosso, che risposero
più o meno a pieni polmoni.
Gli unici
due non litiganti si scambiarono un’occhiata sconsolata.
“Dimmi che
è un incubo…” mormorò Taylor.
“Lo vorrei
tanto. Come facciamo a farli smettere?” domandò Chad, grattandosi la testa.
Ma una
risposta non venne, anzi, la situazione peggiorò ulteriormente
quando, dalla porta rimasta aperta, entrarono anche due litigiosi Kelsie
e Jason.
Il
riccioluto si battè una mano sulla fronte. Con il rumore che stavano
facendo, si meravigliava che l’intero country club non si fosse risvegliato
dalla sua pennichella post-pranzo.
“Chad, fai
qualcosa!” implorò Taylor, tirandolo per una manica.
Lui la
guardò con gli occhi sgranati: “E cosa?! Mi servirebbe
un megafono solo per riuscire a parlare con loro!”
“CHE STA
SUCCEDENDO QUI? NON VI SEMBRA DI ESAGERARE?!?” la voce
tonante del signor Fulton li fece voltare entrambi.
“Problemi
di coppie, signor Fulton. Non riusciamo a farli ragionare, e Sharpay non
intende smettere di urlare.”spiegò
concisa e senza speranze Taylor.
Lui annuì:
“C’è solo un rimedio per questo genere di cose. Ritorno tra un secondo.”
Andò al
terzo piano, aprì una porta con il passepartout, prese ciò che gli serviva e
ritornò nella camera dove si stava consumando quella tragedia.
“Anni e
anni di esperienza in direzione di un country club. Non potete neanche
immaginare quante volte ho usato questo metodo!” spiegò ai due ragazzi che lo
guardavano attoniti.
Oltrepassando
il gruppetto urlante, si recò in bagno e riempì il secchio che aveva preso di
acqua fredda, gelata.
I due non
se lo fecero ripetere due volte e si appiccicarono contro il muro, il più
lontano possibile da lui.
Il signor
Fulton portò indietro il secchio, e con un solo e preciso lancio buttò tutta
l’acqua addosso ai ragazzi.
Dopo lo splash, nella stanza cadde il silenzio.
Le ragazze si guardarono i capelli e i vestiti fradici, incredule.
Sharpay
scoccò un’occhiata di fuoco al signor Fulton: “Ma… ma… è matto, per caso?!”
“Signorina
Evans, soprassederò su questo avvenimento ed eviterò di riferirlo ai suoi
genitori, che certo non ne sarebbero contenti. La
pregherei inoltre di cercare di contenere la sua splendida voce, quando è
arrabbiata, o perlomeno di sfogarsi lontano da qui, in modo da non disturbare i
nostri clienti. Ed ora filate tutti nelle vostre camere, hop hop!” ordinò, ruotando la mano nel suo solito gesto.
Le tre
coppie non osarono disobbedire e, seppur ancora in lotta, ritornarono tremanti
e gocciolanti nelle loro camere.
Bene,
bene. Che ne pensate di questa svolta?? Vi prego, non
uccidetemi! Vi confesso che all’inizio volevo che Gabriella scegliesse di stare
con sua madre e per questo poi litigasse con Troy eccetera. Poi però ho pensato
che mi piaceva di più così! Sarà peggio o meglio?!?
Comunque,
vi siete preoccupate un po’ per le prime battute del capitolo? Le ho scritte
apposta, eheh!! Ah, e ho puntualizzato che la “new
entry” Rebecca/Abby (che immagino avrà subito club contro di lei) è alta,
perché tutte le ragazze di HSM sono basse!! Avete mai
notato quanto Gabriella sia piccolina rispetto a Troy?
E nemmeno lui è una pertica (179
cm di puro fascino, mie care!)
Ma
ora meglio che passi ai ringraziamenti:
Armony_93: Eh no, Gabry ha
scelto l’amore! Qui Chad e Taylor sono stati l’unica coppia “normale”, credo!
Per quanto riguarda le tue fic, ho letto L’amore
fisico e Ricordami (tutte Chaylor
XDXD!) e devo farti i complimenti, perché scrivi davvero bene! Soprattutto Ricordami mi ha scioccata, mi hai ucciso
Chaddino!! Un bacione, ti voglio bene
romanticgirl: sei stata l’unica ad azzeccarci! Beh, nessuno può negare
che gli occhi d Troy siano belli (anche se molte mie
amiche dicono che è strabico… uff…)! bacione tvb
ciokina14: deve decidere Gabriella perché il giudice crede che ormai
sia matura per scegliere da sola, e perché in fondo il giudice è donna e non
vuole dividere una coppia così bellina!! X3 Chissà… magari è proprio questa
scelta il peggio, no? Guarda già cos’è successo!! Ma
non aggiungo altro! Baci tvb
Tay_: “Fortunatamente” hai
sbagliato… sì, lo so che sono diabolica!! Visto cosa
ho combinato?? Ehehe… sì, mi hai dato l’idea giusta…
magari lo faccio un seguito! Pieno di casini, d’accordo!!
XDXD Ti farò adorare le Troyella!! Baci tvttb
Kikka93: grazie e benvenuta,
allora spero che continuerai a recensire! Un bacione
Grazie
ancora a tutte. Credo che aggiornerò sabato, perché poi parto per una settimana!!!
Baci
baci a tutte e buone vacanze anche a voi!
Hypnotic
§§ Non c’era mai
stato tanto silenzio in una tavolata dei Wildcat.
Ognuno mangiava senza
dire una parola, lo sguardo fisso sul proprio piatto. L’unica a ridere,
raramente, era Sharpay, a tavola con la sua famiglia e i suoi genitori.
Le pietanze
scorrevano veloci, e nessuno fiatava nemmeno per chiedere la caraffa d’acqua.
Arrivarono così fino
al dolce, momento in cui Chad mollò malamente la
forchetta sul piatto e sbottò: “Sentite, adesso basta! Qualcuno dica qualcosa,
o rischio d’impazzire!”
Martha e Taylor si
scambiarono un’occhiata: di cosa avrebbero potuto parlare, nella situazione in
cui erano? §§
Capitolo 16 *** 16. Quanto fa male la gelosia... ***
16
16. Quanto fa male la gelosia...
Troy aprì
furiosamente la porta ed entrò senza nemmeno dire una parola a Gabriella che lo
seguiva, non che lei avesse tanta voglia di parlare.
Il ragazzo
si tolse la maglietta fradicia e fece per gettarla, ma la voce glaciale della
ragazza gli intimò: “Non ti azzardare a buttarla per terra.”
Lui la
guardò e ghignò: “Perché, altrimenti cosa fai? Ti fai venire una crisi isterica
come quella di poco fa?!”
Non ebbe
il tempo di finire la frase, che dovette abbassarsi di scatto per evitare la
scarpa che lei gli aveva tirato: “Sei un bastardo!” gridò.
Troy la
prese per i polsi, evitando di essere così colpito dai suoi pugni, mentre le
continuava ad urlare: “Se mi amassi veramente come dici non mi tratteresti come
se fossi una pezza per pulirsi i piedi!”
Lui sbarrò
gli occhi: “Gabriella, hai idea di tutto quello che ho affrontato per stare con
te?!”
“Balle!
Sono tutte cretinate! Io sono quella
che ha sofferto! Io quella che ti ha visto nel computer a dire che non ero importante, io ad aspettarti per ore mentre tu
provavi con Sharpay la nostra
canzone, io a tornare tutte le sante
volte, io, io, sempre io!” strillò
tra le lacrime Gabriella.
Il
ragazzo, scioccato, abbassò le braccia, lasciandola libera: “Tu sei sempre
rimasto ad aspettare, Troy. Non hai mai fatto sacrifici grandi come i miei. E vengo ricompensata così. Messa da parte per la nuova
arrivata. Grazie, davvero.”
“E’ questo
che pensi, allora? Che io sia senza cuore, che non
abbia mai fatto niente per te?” domandò lui a bassa voce.
La ragazza
singhiozzò: “Sì, Troy. Adesso, sto pensando proprio questo.”
Troy si
allontanò da lei di qualche passo: “Bene. Allora, se ti faccio soffrire e
faticare così tanto, tolgo il disturbo. Da ora non sarò più un peso per te. Ci
vediamo.”
Attraversò
la stanza, ed uscì sbattendo la porta.
Gabriella
rimase immobile nel bel mezzo della camera incasinata. Non era riuscita a
fermarlo, l’aveva colta troppo di sorpresa. Non avrebbe voluto quella fine, non
era sua intenzione lasciarlo. E invece, l’aveva lasciata lui, solo perché era
stata gelosa. Troppo.
Si
accasciò su se stessa e ricominciò a piangere.
###
Chad entrò
nella camera a testa bassa: “Troy e Gabriella si sono lasciati.”
Taylor,
seduta sul letto a leggere un libro, alzò di scatto lo sguardo: “COSA?!?”
Lui annuì:
“L’ha lasciata Troy. Mi ha raccontato che Gabriella gli ha rivelato cosa pensa
davvero di lui, ed ha deciso così. Dice che è meglio, perché non vuole essere
un peso per lei. Adesso è giù nella palestra ad ammazzarsi di addominali.”
“In che
senso ‘cosa pensa davvero di lui’?”
Il
riccioluto fece spallucce: “Gli ha detto che pensa che lui non abbia mai fatto
niente per lei, e che lei sia sempre stata quella a soffrire e a farsi il culo
per loro due.”
“Chad!” lo
rimproverò per la volgarità con cui si era espresso “Non posso credere che sia
vero!”
Si alzò
dal letto, uscì dalla sua camera ed andò a bussare qualche porta più in là:
“Gabby, sono Tay… aprimi, per favore!”
Non udì
alcuna risposta, così provò ad abbassare la maniglia, e fortunatamente questa
aprì la porta.
“Gabriella?”
la mora entrò nella stanza lentamente, cercando l’amica con lo sguardo.
L’ingresso
era però vuoto; controllò in bagno, ma anche lì
Gabriella non c’era.
-Ma dov’è
finita?- pensò preoccupata. Non era da lei sparire in quel modo! Certo, non era
da lei nemmeno arrabbiarsi così tanto…
Prese il
cellulare dalla tasca dei pantaloncini e la chiamò.
Fu
solamente al sesto squillo che l’amica rispose: “Tay… per favore, vorrei stare sola…”
“Volevo
solo sapere come stavi. Mi hai fatto preoccupare!”
“Mi dispiace… senti, magari vi raggiungo dopo
in piscina, d’accordo?”
Taylor
sospirò: “D’accordo. Ma non fare cretinate, okay?” la salutò e riattaccò.
Ritornò
nella sua stanza, e si accovacciò sul letto vicino a
Chad, intento a giocare con la
Playstation portatile.
“Dov’è?
Sta bene?” le domandò lui.
“Ha detto
che vuole restare sola e che forse viene dopo in piscina. Però non so dove
sia…”
Chad
l’abbracciò: “Vedrai che passerà… quei due non sono fatti per stare lontani.”
La ragazza
appoggiò la testa al suo petto e chiuse gli occhi.
C’era un
solo modo per risolvere tutta quella situazione: Abby doveva andarsene.
###
Sharpay
affondò maggiormente la cannuccia rosa nel suo bicchiere di the ricolmo di
ghiaccio.
Non ne
poteva più. Quell’ochetta senza cervello di Rebecca stava parlando senza sosta,
di cose inutili come la sua vita ed i suoi viaggi. Cosa voleva che le
importasse?!
-Fosse
per me, saresti già morta, mia cara…- pensò feroce, bevendo un sorso. La rabbia
di poche ore prima non era ancora sparita, anzi.
“…e di
sicuro una delle città che più mi piace è Parigi! Tu ci sei mai stata, Kelsie?”
La
pianista si riscosse in quel momento: “Eh? Ah, no, mai…”
Abby fece
spallucce: “Oh, che peccato, non sai che meraviglia ti perdi! Ehi, Gabriella,
eccoti qui! Ero preoccupata che non venissi più!”
Tutte le
ragazze si voltarono sorprese verso la loro amica, che lentamente avanzava
verso di loro.
“Tesoro,
stai bene?” le mormorò Taylor quando le si sedette
vicina.
Gabriella
fece un sorriso triste e semplicemente annuì.
La rossa le si avvicinò allegra: “Sai, non l’avevo notata prima, ma
tu hai una collana davvero carina! È una T… ma… è la T di Troy?”
La mora
portò automaticamente la mano la ciondolo, e confermò con un cenno del capo.
Abby
sgranò gli occhi: “Ooh! Ma allora voi due state insieme!”
Gabriella
sentì gli occhi riempirsi di lacrime, voltò il viso verso il terreno per non
farsi vedere dalle altre.
“Sarete
davvero carini insieme! Sapete, io non ce l’ho un ragazzo adesso! Prima l’ho avuto, certo, ed è
stato davvero romantico e…” la sua ‘nemica’ riprese a parlare, ma lei non le
dava più ascolto.
Alzò lo
sguardo, e scorse tutti i ragazzi seduti a bordo piscina. Anche lui, che rideva
come sempre.
Avvertì una
fitta al cuore, e dovette lottare con tutte le sue forze per non piangere.
Qualcuno
le toccò una spalla, rialzò gli occhi e vide Sharpay che le sorrideva
dolcemente, in un modo che non aveva mai fatto con lei.
“Passerà…”
le sussurrò “Tornerà tutto come prima. Appena trovo il modo di ucciderla!”
Gabriella
rise di cuore per quella battuta, e scacciò le lacrime.
Il Sole
lentamente si nascose dietro l’orizzonte, e la piscina rimase illuminata solo
dalla luce artificiale.
Tutti si
alzarono, per andare a prepararsi per la cena. Gabriella si accodò a Chad e
Taylor, temendo di poter rimanere sola con Troy.
Sharpay,
invece, intercettò subito Fulton e lo fermò: “Faccia in modo che quella Rebecca non sieda né al mio tavolo né a quello degli
altri! Anzi, la ficchi nell’angolo più lontano! Sono stata chiara?!?”
Il
responsabile del club si riaggiustò gli occhiali: “T-trasparente, signorina
Evans.”
Lei
sorrise soddisfatta, girò sui tacchi e andò a prepararsi.
###
Non c’era
mai stato tanto silenzio in una tavolata dei Wildcat.
Ognuno
mangiava senza dire una parola, lo sguardo fisso sul proprio piatto. L’unica a
ridere, raramente, era Sharpay, a tavola con la sua famiglia e i suoi genitori.
Le
pietanze scorrevano veloci, e nessuno fiatava nemmeno per chiedere la caraffa
d’acqua.
Arrivarono
così fino al dolce, momento in cui Chad mollò malamente
la forchetta sul piatto e sbottò: “Sentite, adesso basta! Qualcuno dica
qualcosa, o rischio d’impazzire!”
Martha e
Taylor si scambiarono un’occhiata: di cosa avrebbero potuto parlare, nella
situazione in cui erano?
“Ehm… come
la mettiamo con il Talent Show?” tentò Kelsie titubante “Volete ancora farlo?”
Nessuno
fiatò; la compositrice guardò prima Gabriella e poi Troy, ma entrambi fissavano
il loro bicchiere d’acqua.
Ci
rinunciò, e continuarono in silenzio. La sala si svuotò pian piano, e
all’improvviso Abby piombò tra di loro: “Ottima cena,
vero? Ora, chi ha voglia di giocare a Monopoli?!”
Gabriella
si allontanò dal tavolo, strisciando la sedia a terra: “Giocate voi.”
Corse via
dalla sala da pranzo, corse senza guardare dove stava andando, si fermò solo quando ebbe bisogno di riprendere fiato.
E trasalì.
Ancora, di nuovo, quel maledetto ponte.
Non l’aveva fatto apposta, erano state le sue gambe a portarla lì.
Si prese
la testa tra le mani, scivolando contro la balaustrata in
ferro battuto. Il cuore le faceva così male che quasi non riusciva a respirare.
Iniziò a
piangere, ma senza singhiozzi. Semplicemente lacrime che le correvano lungo le
guance, con in sottofondo il dolce rumore della
fontana.
Prese il
cellulare dalla tasca, guardò le foto che si scattavano tutti i giorni, ricordi
le assalirono la memoria.
E cominciò a cantare, a bassa voce: “These feeling’s like no other, I want you to know I’ve
never had someone that knows me like you do, the way you do… I’ve never had
someone as good for me as you, no one like you… so lonely before, I finally
found what I’ve been looking for…”
Va
bene, l’ho fatto. Ho diviso Troy e Gabriella, nooo!!
Sono sconvolta da me stessa, non è un buon segno XD.
Comunque,
credo che abbiate riconosciuto tutte la canzone che
canta Gabby alla fine, ma per coloro che non l’hanno fatto rammento che è What I’ve beenlooking for di HSM 1.
Bene,
ora passo a ringraziare per i commenti sempre piacevoli e da me adorati:
kikka93:ehm… coppia appena
scoppiata!! Sono molto sorry… XD Rebecca a me sta simpatica, invece: un po’
logorroica, del tutto svampita… per lei mi sono
ispirata a Giselle, la protagonista di “Come d’incanto”! non
trovi che un po’ ci assomigli?? bacioni
Titty90: prego, per le
iscrizioni al club Anti-Rebecca rivolgersi a te, vero?!? X3 Tranquilla, ti perdono sempre! Fulton E’ un mito!! Bacio, ti voglio bene
ciokina14: wow, che effetto che ha su di te la povera Rebecca… non
so cosa farai dopo aver letto questo capitolo!! Baci tvb
romanticgirl: non ci sono miei storie senza problemi: e infatti ecco
cos’è successo tra Troy e Gabry… io l’ho usato, il metodo di Fulton: al posto
del secchio ho usato dei cubetti di ghiaccio, ma siamo lì, giusto? baci
ciaiciai: ciao! È la prima volta che recensisci me, vero? Però ho
visto che hai recensito anche Verba Volant, ScriptaManent della mia sister Izayoi007 nella sezione di TMM!
Sono contenta che sei passata anche da me, spero di
rivederti!! Grazie di tutto, baci.
Armony_93: aah, c’era Chaylor,
ecco perché eri così felice! Prego, le tue fic erano davvero belle! Spero di
leggerne altre così (anche se tu propendi per le Tropay e io nn le posso
sopportare XDXD). Io combino spesso casini, my darling! Ma così la fic è più
avvincente, no?? Bacioni!
Tay_: i know, era mia intenzione
farvi spaventare!!Sorry X3 Abby è già guardata a vista dai marines
per scongiurare la sua morte XDXD Bacio
Questo
è l’ultimo aggiornamento di giugno, visto che domani parto e sto via una
settimana!! Ci risentiamo a luglio, spero proprio di
ritrovarvi tutte quante! Già, vi lascio con questo dubbio: cosa succederà
adesso tra Troy e Gabriella?!?
Ah,
e vi do anche un consiglio pazzo: compratevi i libri di HSM! Io ho preso i
numeri 1, 2 e 4 ed ho scoperto un sacco di cose interessanti! Per esempio:
qualcuno di voi sapeva che Sharpay è un’esperta
cavallerizza?!?
Un
bacione forte ed un abbraccio
La
vostra
Hypnotic Poison
§§ Sbuffò: “Chad, ti
ho raccontato quello che mi ha detto. Se sono un peso, meglio così! Credimi,
l’ho fatto solo per lei.”
Chad gli si avvicinò,
spazientito: “Troy, eravate arrabbiati tutti e due, lo sai benissimo. Il fatto
è che tu hai un orgoglio troppo smisurato per poter ammettere determinate cose.
Forse Gabriella si è dimostrata eccessivamente gelosa, però perché tutti noi
abbiamo fatto pace e solo voi due no?”
Troy allargò le
braccia: “Senti, Chad, è andata così, va bene? È sempre stato tutto… complicato! Se un motivo c’è, è semplicemente quello
che non siamo fatti per stare insieme, dopotutto. E siccome so che le colpe
sono sempre state mie, mi faccio da parte.”
L’amico gli si piantò
davanti, fissandolo dritto negli occhi: “Dimmi che non la ami più.”
Troy si riconcentrò
sul canestro e si preparò a tirare, ma in quel momento arrivò Taylor di corsa:
“Ragazzi…” ansimò “Gabriella è tornata a casa.” §§
Capitolo 17 *** 17. Sono nata per renderti felice... ***
17
17. Sono nata per renderti felice
Troy si
rigirò nel letto, senza riuscire a prendere sonno.
Allungò
una mano e premette un tasto della sveglia: l’ora 1.45 fu proiettata sul
soffitto.
Gabriella
non era ancora tornata. Era sparita tre ore e mezza prima, a fine cena, e
nessuno l’aveva più vista.
E lui era
terribilmente preoccupato; temeva che avesse fatto qualcosa di sbagliato, forse
per colpa sua.
Si era
pentito di quello che aveva fatto, non aveva ragionato, ma le parole della
ragazza lo avevano ferito nel profondo.
Sbuffò, si
tirò a sedere ed accese la luce. Decise di andare a cercarla.
S’infilò
una maglietta dei Wildcats, dei pantaloni di una tuta ed uscì dalla stanza.
Ma non
appena ebbe raggiunto le scale, notò che Gabriella le stava salendo proprio in
quel momento.
Lei
trasalì, del tutto impreparata a trovarselo di fronte,
perdipiù a quell’ora: “Che… che ci fai qui?”
Lui fece
un gesto vago con la mano, imbarazzato: “Stavo venendo a cercarti. Non arrivavi
più, ero preoccupato.”
La mora
evitò di specchiarsi nei suoi occhi azzurri: “Da quando ti preoccupi per me?”
Troy
scosse la testa e ritornò sui suoi passi: “Me ne vado a letto… sono troppo
stanco per rispondere a domande così stupide…”
Aprì la
porta, si tolse la maglietta e si buttò di peso sul letto.
Gabriella
lo seguì in silenzio, non potendosi trattenere dal lanciare un’occhiata veloce
alla sua schiena muscolosa e perfetta.
Si diede
mentalmente della stupida, e afferrò due cuscini dalla poltrona, gli
asciugamani dal bagno e i libri che si era portata, e iniziò ad ammucchiarli
sul letto.
Il ragazzo
la osservò stupito: “Che stai facendo?!?”
Lei mise
tutti gli oggetti in fila, nel bel mezzo del materasso: “Questa è la mia parte,
quella la tua.”
-Così non
si ripeterà lo scherzo di ogni notte!- pensò, ricordandosi di
quando, tutte le mattine, si svegliava abbracciata a lui.
Troy
rimase in silenzio qualche secondo, poi scoppiò a ridere: “Cos’è, hai paura di
me?”
La mora
non rispose, si limitò a togliersi il vestito, indossare il pigiama e infilarsi
sotto le coperte.
“Buonanotte,
Bolton.” salutò spegnendo la luce.
Lui fece
una smorfia nell’oscurità: “’Notte, Montez.”
###
“Da uno a
dieci, quanto sei cretino, fratello?”
Troy prese
la palla che Chad gli aveva lanciato: “Che cosa vuoi dire?”
L’amico si
fermò, le mani sui fianchi: “Esattamente questo. Sei un cretino.”
Il castano
tirò la palla verso il canestro; questa rimbalzò sul tabellone, fece un giro
sul bordo del cesto e cadde a terra.
“Vedi,
anche il canestro mi dà ragione.” commentò Chad,
prendendola a ridandogliela.
Troy
cominciò a giocherellarci: “Ti riferisci a Gabriella?”
L’altro
alzò gli occhi al cielo: “E a chi, sennò? Lo vedi che sei cretino? Ascolta,
Gabriella è bella, simpatica, intelligente, pazza di te, e tu che fai? La
lasci!”
“Allora
perché non ti ci metti tu con lei?!” Troy riprovò a
fare punto, ma anche questa volta fallì.
“Non è
questo il problema, amico. Il problema è che tu te la sei fatta scappare. E non
riesci nemmeno a fare a meno di lei! Guardati, ti sei messo addirittura i
calzini diversi!”
Il castano
abbassò gli occhi sulle scarpe, ed effettivamente notò che la calza destra
aveva una riga rossa, mentre quella sinistra una riga verde.
Sbuffò:
“Chad, ti ho raccontato quello che mi ha detto. Se sono un peso, meglio così!
Credimi, l’ho fatto solo per lei.”
Chad gli
si avvicinò, spazientito: “Troy, eravate arrabbiati tutti e due, lo sai
benissimo. Il fatto è che tu hai un orgoglio troppo smisurato per poter ammettere determinate cose. Forse
Gabriella si è dimostrata eccessivamente gelosa, però perché tutti noi abbiamo
fatto pace e solo voi due no?”
Troy
allargò le braccia: “Senti, Chad, è andata così, va bene? È sempre stato tutto…
complicato! Se un motivo c’è, è
semplicemente quello che non siamo fatti per stare insieme, dopotutto. E
siccome so che le colpe sono sempre state mie, mi faccio da parte.”
L’amico
gli si piantò davanti, fissandolo dritto negli occhi: “Dimmi che non la ami
più.”
“E’
proprio perché la amo che l’ho lasciata.”
Il
riccioluto scosse la testa: “Per favore, fratello, risparmiati queste scene
shakespiriane! Sappiamo benissimo entrambi che non resisterai per molto.”incrociò le braccia con fare
scettico “Ti conosco abbastanza bene per sapere che, presto o tardi, cadrai in
ginocchio cantandole che non puoi vivere senza di lei.”
Troy si
riconcentrò sul canestro e si preparò a tirare, ma in quel momento arrivò
Taylor di corsa: “Ragazzi…” ansimò “Gabriella è tornata a casa.”
###
Gabriella
si chiuse la porta alle spalle.
La casa
era vuota e silenziosa, suo padre era probabilmente
ancora al lavoro.
Aveva
resistito tre giorni, vicino a lui, e poi non ce l’aveva
piu fatta. Era scappata, come una codarda…
La
tormentava il pensiero di essersi arresa ad Abby. Non appena Sharpay lo avrebbe
saputo, si sarebbe arrabbiata da morire!
Prese la
sua valigia e salì le scale, chiudendosi in camera sua. Si sentì finalmente
accolta e protetta, dopo tanto tempo.
Si diresse
allo stereo, lo accese e lo sintonizzò sulla sua stazione preferita, sedendosi
poi sul letto.
Oh my love
Sentì,
dopo qualche sketch pubblicitario, le note di una canzone che conosceva bene. E le venne quasi dasorridere.
I'm
sitting here alone up in my room And thinking about the times that we've been through
(oh my love)
Scosse la
testa, ed unì la sua voce a quella della cantante.
I'm
looking at a picture in my hand Trying my best to understand
Prese dal
suo comodino una cornice, con dentro una foto che ritraeva lei e Troy alla
festa di compleanno di Sharpay: il ragazzo la stava abbracciando da dietro, e
aveva poggiato la guancia contro la sua. La sfiorò con undito,
continuando a cantare.
I
really want to know what we did wrong With a love that felt so strong
Avrebbe
davvero voluto sapere perchè la loro storia era finita in quel modo. Perché il
sentimento che entrambi provavano non era bastato a tenerli uniti.
If
only you were here tonight
I know that we could make it right
Se
soltanto non fosse scappata, se soltanto Troy fosse stato lì con lei, forse
avrebbero potuto chiarire tutto, e ritornare insieme. I
don't know how to live without your love
I was born to make you happy
Iniziò a
piangere senza quasi rendersene conto. Il suo cuore era spezzato, forse la sua
intera vita lo era. Si sentiva come se non fosse più in grado di vivere senza
di lui.
'Cause you're the only one within my heart
I was born to make you happy
Perchè
sapeva che non ci sarebbe stato nessun’altro dopo Troy. Nessuno sarebbe stato
in grado di farle provare le stesse emozioni che lui le aveva regalato.
Always and forever you and me That's the way our life should be
Aveva
sempre pensato che sarebbero rimasti insieme per sempre. Sapeva che era un
sogno da bambina, ma era il suo
sogno. Vivere per sempre, innamoratapersa, con lui.
I don't know how to live without your love
I was born to make you happy
Asciugò
una lacrima caduta sul vetro della cornice. Da quel giorno sarebbe stato tutto
più difficile, senza Troy.
I
know I've been a fool since you've been gone
I'd better give it up and carry on (oh my love)
Era stata
una stupida a scappare, dopo la loro rottura. Era stata una stupida anche nei
due giorni in cui era rimasta a Lava Spring: non aveva parlato con nessuno,
aveva mangiato pochissimo, era sempre stata scorbutica. Era andata via solo
perché doveva dimenticarlo, e andare avanti.
'Cause living in a dream of you and me Is not the way my life should be
Perchè non
voleva vivere nel sogno ormai impossibile di loro due. Non era fatta per vivere
d’illusioni, no. Servivano solo a distruggere le persone. Lei voleva vivere la
realtà, anche se troppo dura da sopportare.
I don't want to cry a tear for you So forgive me if I do
Cercò di
frenare le lacrime che imperterrite scorrevano lungo le sue guance. Non avrebbe
voluto piangere più per lui, che tanto l’aveva fatto soffrire, ma non ci
riusciva.
If only you were here tonight
I know that we could make it right
Nascose il
volto tra le ginocchia, soffocando lacrime e parole contro la pelle.
I
don't know how to live without your love
I was born to make you happy
-Non ce la
faccio senza di te…- pensò, continuando a cantare tra i singhiozzi.
'Cause you're the only one within my heart
I was born to make you happy
Invidiava
così tanto Taylor, in quel momento. Lei aveva fatto pace con Chad, era felice.
Invece lei teneva nel cuore il ragazzo che l’aveva lasciata perché era stata
gelosa, e aveva detto parole in cui non credeva.
Always and forever you and me That's the way our life should be
I don't know how to live without your love
I was born to make you happy
-Sono nata
per renderti felice, Troy… perché non lo capisci?!?-
I'd do anything, I'd give you my world
I'd wait forever, to be your girl
Si alzò
dal letto, passandosi le mani sulle guance per asciugarle. Guardò fuori dalla finestra: il Sole stava tramontando lentamente,
portandosi via la luce. La notte le faceva paura, ora che non c’era lui accanto
a lei. Ma l’avrebbeaspettato, per sempre.
Just call out my name, and I will be there
Just to show you how much I care
I
was born to make you happy
Era colpa
sua, e lei era pronta a perdonarlo per tutto. Pronta a rituffarsi tra le sue
braccia, a sentire il suo sapore sulle labbra, ad amarlo con tutta sé stessa.
Avrebbe aspettato fino al suo richiamo, e sarebbe ritornata subito.
I
don't know how to live without your love
I was born to make you happy
'Cause you're the only one within my heart
I was born to make you happy Always and forever you and me
That's the way our life should be
Cantò con
tutto il cuore e tutta la voce che aveva le ultime strofe, guardando il Sole
scendere e le stelle spuntare nel cielo azzurro. Lei e Troy per sempre, era
così che doveva andare la loro vita.
I don't know how to live without your love
I was born to make you happy
I
was born to make you happy
Always
and forever you and me That's the way our life should be
I
don't know how to live without your love
I was born to make you happy
La musica
lentamente svanì, e lei spense lo stereo, proprio mentre
sentiva la macchina di suo padre fermarsi sul vialetto.
Cercò di
ricomporsi davanti allo specchio, cancellando con le dita le tracce del trucco
colato, poi scese le scale.
-Sono nata
per renderti felice, Troy… e quando mi rivorrai, tornerò subito da te…-
Eccomi
qui, tornata ed abbronzata!! Vi sono mancata?! XD
Bene,
la canzone che canta Gabriella è Born to make you happy di Britney Spears, che io ritengo una
delle più belle che abbia mai cantato.
Siete
più rilassate, adesso che si è aperta una prospettiva per far ritornare insieme
quei due? Dovete solo aspettare il prossimo capitolo per vedere cosa succederà..
Grazie
a:
armony_93: ti faccio un ringraziamento speciale perché il tuo
commento è il numero 100! Ehi, Troy non è un babbuino! I babbuini sono brutti,
lui è meraviglioso!! Io invece sono profondamente
Troyella.. ed infatti ho già letto la tua Batticuore. Quando la aggiorni?? E mi metti un po’più di Troyella come faccio io per te
con Chaylor?? Grazie perché i tuoi commenti mi fanno sempre ridere! Baci, la
tua combina-disastri personale!
kikka93: ci sono buone possibilità che tornino insieme, ma non te
lo posso svelare!! Dai, ti anticipo che io adoro Troyella, quindi…! La storia
deve appassionare, altrimenti è solo una brodaglia di parole senza senso! Un bacio
Heilig fur Immer: ohilà, sei tornata!
Sono contenta! Davvero ti sei commossa?? Bene, ho
colto nel segno! Un bacione grande, non sparire più che poi mi manchi!
Titty90: tu deve recensire me!! Tu essere Colei che mi ha aperto la strada alle fic di
HSM!! E comunque, non vale, tu adesso sai già tutto.
Mi hai comprata (con una fic che tra l’altro finisce male. Sgrunf.)!!! Però ti voglio bene lo stesso, tanto. Bacione.
ciokina14: a quanto ammonta la taglia per Rebecca?!? X3 Beh, meglio
un po’ gelosi che troppo accomodanti, dopo le persone ti scappano più
facilmente. E Troy è stato più cattivo in HSM2, secondo me.
Anche se tra i due è il film che preferisco! XD Kiss
Tay_: si, forse sto impazzendo… mi sono anche venute altre idee
un po’ strane..,beh, si vedrà!! Sono contenta che in
questa fic tifi Troyella!! Tanti baci, tvttb
Satine93: ciao! Sono contenta
di avere una nuova commentatrice!! Tornerai, vero?? Baci
Un
bacione grande anche alla mia sister Izayoi007 che, benchè sotto ricatto, ha
commentato almeno I miei regali di Natale.
Con
questo concludo, e vado a leggere gli ultimi aggiornamenti! Baci a tutte
Hypnotic Poison
§§ Troy sedeva sul
palco dove ogni anno si teneva il Talent Show, e lanciava pezzi di pane a degli
uccellini un po’ nottambuli.
Aveva un chiodo fisso
in testa: Gabriella. Gabriella che era tornata a casa, Gabriella che non era lì
con loro, Gabriella che molto probabilmente era andata via per colpa sua. Di
nuovo.
Strappò un pezzo più
grande e lo lanciò lontano, con rabbia.
“Rischi di ucciderli,
così, quegli uccellini.”si
girò di scatto e vide Sharpay, a braccia conserte, avanzare verso di lui.
“Ciao, Sharpay…” la
salutò con poca convinzione “Ti serve qualcosa?”
La bionda gli si
sedette accanto con un sorriso: “Oh, no. A te serve qualcosa. Anzi, qualcuno.”
Troy sbuffò
scocciato: “Senti, se sei venuta per farmi anche tu una predica su Gabriella,
ti avverto che non è il momento giusto.” §§
Capitolo 18 *** 18. Non andrò a casa senza di te ***
18
18. Non andrò a casa senza di te
Il signor
Montez girò la chiave nella toppa ed entrò nella sua nuova casa.
“Ciao
papà!” lo salutò allegra Gabriella, scendendo le scale.
Lui la
guardò stupito: “Tesoro! Che ci fai qui? Non dovevi tornare solo a fine estate?”
La figlia
fece spallucce: “Ho deciso di passare un po’ di tempo a casa…”
Il padre
posò la valigetta per terra: “Cos’è successo?”
La mora
sgranò gli occhi, con un tuffo al cuore: “Niente, papà! Perché?”
“Non
saresti mai tornata a casa, avendo la possibilità di passare l’intera estate
con i tuoi amici. Forza, confidati con il tuo vecchio. Hai forse litigato con
Troy?”
Gabriella
trasalì, ma scosse convinta la testa: “Assolutamente! Solo che…” cercò il più
in fretta possibile una scusa decente “Beh, dopo quello che hai fatto per me
non mi sembrava giusto lasciarti solo tutta l’estate! Così ho pensato di
venirti a trovare…”
Il signor
Montez la guardò un po’ scettico, poi però sorrise: “Grazie, tesoro. È un
pensiero davvero gentile. Allora che ne dici se andiamo a cena fuori?”
###
Troy
sedeva sul palco dove ogni anno si teneva il Talent Show, e lanciava pezzi di
pane a degli uccellini un po’ nottambuli.
Aveva un
chiodo fisso in testa: Gabriella. Gabriella che era tornata a casa, Gabriella
che non era lì con loro, Gabriella che molto probabilmente era andata via per
colpa sua. Di nuovo.
Strappò un
pezzo più grande e lo lanciò lontano, con rabbia.
“Rischi di
ucciderli, così, quegli uccellini.” si girò di scatto e vide Sharpay, a braccia
conserte, avanzare verso di lui.
“Ciao,
Sharpay…” la salutò con poca convinzione “Ti serve qualcosa?”
La bionda
gli si sedette accanto con un sorriso: “Oh, no. A te serve qualcosa. Anzi, qualcuno.”
Troy
sbuffò scocciato: “Senti, se sei venuta per farmi anche tu una predica su
Gabriella, ti avverto che non è il momento giusto.”
“Ma io non
sono venuta per una predica. Sono venuta per un…consiglio.” seguì un attimo di silenzio, e poi lei riprese: “Troy…
te lo ricordi quel film che abbiamo visto tutti insieme a casa di Gabriella,
due settimane prima degli esami?”
Il ragazzo
scosse la testa: “Non credo di averlo guardato molto. Sai… ero un po’ impegnato!”
Sharpay
rise, e continuò: “Non voglio sapere! Comunque, in quel film c’era una canzone
molto bella, e vuoi sapere cosa diceva?”
“Tanto me
lo diresti lo stesso.”
“Senza amore la vita è come le stagioni senza
l’estate, come il rock ‘n roll senza batteria. Senza amore la vita è come un
ritmo che non puoi seguire, come Doris Day al teatro Apollo.
Senza amore la vita è come una
festa a cui non siamo invitati, come avere il mio grande debutto con la
laringite.” la
bionda gli diede una scherzosa spinta, e lui rise.
“E’ come una settimana di soli lunedì, come
avere solo ghiaccioli e niente gelati, come un cerchio senza centro, come una
porta con su scritto ‘non entrare’. Così sarà la
tua vita se non ti vai a riprendere Gabriella.”
Troy
rimase in silenzio, guardandosi le mani intrecciate, perso nei suoi pensieri.
“Lo sai
che è la cosa giusta. E io so anche che lei non aspetta altro.” Sharpay gli
mise una mano su una spalla e gli sorrise “Muoviti, Bolton. Il mondo aspetta
solo me, non te!”
Il ragazzo
scoppiò a ridere, e la guardò: “Grazie, Sharpay.”
Lei gli
fece l’occhiolino: “A buon rendere!”
Il castano
saltò giù dal palco e si avviò verso il club, ma si fermò e si girò verso di
lei: “Sai una cosa? Zeke ha fatto proprio bene ad innamorarsi di te.
Buonanotte!”
La ragazza
lo salutò con un gesto del capo, poi si rilassò a fissare le stelle.
###
Troy corse
nel parcheggio e salì sulla sua macchina.
Infilò la
chiave e la girò, facendo rombare il motore. Ma l’auto non partì.
-Forza,
forza!- pensò arrabbiato, riprovando. Anche questa volta, però, tutto rimase
fermo.
“Accidenti!”
sbottò, battendo le mani sul volante. Era rimasto senza benzina.
Si passò
una mano tra i capelli biondo cenere: proprio in quel momento doveva rimanere a
secco??
All’improvviso,
guardò distrattamente nel sedile posteriore, e qualcosa catturò la sua
attenzione.
Si sporse
dal sedile e afferrò ciò che lo aveva distratto: Mister Momo, l’orsetto di
peluche di Gabriella. Gliel’aveva regalato proprio lui, per uno dei loro ‘mesiversari’. Quando l’aveva visto in vetrina, così beige e
col musetto simpatico, aveva pensato subito a lei e gliel’aveva comprato. E da
quel momento, la ragazza non aveva mai smesso di portarselo dietro.
“Come ci
sei finito tu qui, eh?” gli chiese, guardandolo negli occhi neri di plastica.
Con un
sospiro, scese dall’auto e filò alla reception, dove sperava avrebbe trovato la
persona che gli serviva.
“Signor
Fulton!” gridò fermandolo quando lo vide al banco “Ho bisogno di benzina!”
L’uomo lo
squadrò, soffermandosi sul pupazzo stretto nelle sue mani: “Signor Bolton, cosa
le serve della benzina alle undici e mezza di sera?”
“Per l’auto,
no? Sono rimasto a secco, e devo tornare in città! Per favore!”
Fulton
sospirò: “Va bene. Vediamo cosa possiamo fare.”
Dieci
minuti dopo, Troy stava sfrecciando per le strade buie tra le montagne, ben al
di sopra dei limiti di velocità. Confidava che a quell’ora ci fossero ben pochi
poliziotti, visto anche il luogo.
Lanciò
un’occhiata all’orologio digitale sul cruscotto, che segnava le undici e tre
quarti. Sarebbe arrivato ad Albuquerque in mezz’ora, a quell’andatura.
Effettivamente, presentarsi a casa di Gabriella a quell’ora sarebbe stato un
po’ sconveniente, ora che abitava con
suo padre, ma lui avrebbe utilizzato il solito, vecchio trucco del balcone.
Premette
ancora sull’acceleratore, inserendo gli abbaglianti.
-Aspettami,
Gabby… sto venendo a prenderti…-
###
Gabriella
si versò un bicchiere d’acqua fresca, e già con il pigiama andò a salutare suo
papà, seduto in salotto a guardare il notiziario sportivo.
“Buonanotte,
papà. Si è fatto tardi!”
Il signor
Montez si girò con un sorriso: “Buonanotte, tesoro. Ah, senti, domattina esco
presto, devo finire alcune pratiche per il nuovo studio. Conto sul fatto che
pranziamo insieme, vero?”
Anche lei
sorrise: “Certo, papi. A domani.”
Salì
lentamente le scale, e si chiuse in camera sua con un giro di chiave. Le sembrò
di sentire un’auto che si fermava poco lontano, ma scosse la testa.
-Che
stupida che sono…- pensò con un sorriso triste –Per un attimo ho pensato che
fosse Troy..-
Appoggiò
il bicchiere sul comodino e s’infilo sotto le coperte.
Sbuffò
arrabbiata: si era dimenticata chissà dove il suo peluche. Lo stringeva sempre
quando era triste, o aveva bisogno di un po’ di calore. Ma le avrebbe solo
ricordato Troy, quindi forse aveva fatto bene.
Spense la
luce e chiuse gli occhi, cercando di dormire, visto il sonno scarso delle notti
precedenti, causato dalla scomodità di dormire con degli asciugamani e dei
libri di fianco.
Ma ad
illuminare la stanza buia arrivò la luce intermittente del cellulare. Lo cercò
a tastoni, e rispose senza nemmeno guardare il numero: “Pronto?”
“Se ti dicessi che sono un cretino che ha
sbagliato tutto ma che non può fare a meno di te, cosa risponderesti?”
Gabriella
scattò a sedere: “Troy…” mormorò mentre gli occhi le si riempivano di lacrime.
“Posso, Gabby?”
Lei si accigliò,
con il cuore che batteva a mille: “Che vuoi dire?”
All’improvviso,
sentì qualcosa picchiettare contro il vetro della finestra; alzò la testa di
scatto, e lo vide lì, sul balcone, con il cellulare in mano.
Le si
mozzò il respiro, e corse ad aprire: “Co-cosa ci fai qui?”
“Ti prego,
perdonami se puoi, Gabby. Non ho fatto una cosa sola giusta, se non innamorarmi
di te. La persona più speciale che abbia mai conosciuto, che mi fa sentire
davvero me stesso.” snocciolò Troy senza quasi respirare, poi le prese il viso
tra le mani “Non ce la faccio a stare senza di te, Gabriella.”
La ragazza
rimase zitta, fissandolo negli occhi.
Troy
s’inginocchio e prese qualcosa da terra, sorridendo: “E neanche Mister Momo può
stare senza di te.”
Gabriella
sorrise e afferrò il peluche: “Ce l’avevi tu…”
“L’avevi
lasciato in auto.”
Accarezzò
lentamente le orecchiette morbide del pupazzo, ricordando il giorno in cui
l’aveva scartato.
Il ragazzo
le sollevò il viso dal mento: “Ti scongiuro, Gab… torna da me, torna a casa con
me.”
Lei gli
sfiorò una guancia, ripensando alla melodia del pomeriggio: -Non so come vivere senza il tuo amore… sono
nata per renderti felice…-
Ma proprio in quelmomento, un’altramelodiasi diffuse daunamacchinachepassava lentamente nellastrada sotto diloro: “It’s not over tonight, just give me one more chance to make it right, I
may not make it through the night, I won’t go home without you.”
Troy
sorrise: “L’ultima possibilità, Gab. Tanto a casa senza di te non ci vado.”
Gabriella
lo abbracciò di scatto, posando la testa contro il suo petto: “Non lasciarmi
mai più, Troy Bolton.”
Il suo
sorriso crebbe, poi le prese il viso tra le mani e la baciò.
Senza
staccarsi dalle sue labbra, la mora arretrò di qualche passo, portandoli
all’interno della sua camera.
Troy
sorrise malizioso: “Non è che tuo padre ci sente?”
Lei, per
tutta risposta, iniziò a sbottonargli la camicia bianca che indossava:
“Figurati… russa quasi quanto te!”
Il ragazzo
iniziò a farle il solletico: “Ehi! Io non russo!”
Gabriella
scoppiò a ridere, gli passò un braccio intorno al collo e li fece cadere
entrambi sul suo letto, pronta a riaverlo indietro.
Contente?!?
XD come avete solo potuto pensare che io dividessi per sempre Troy e
Gabriella?!? Malfidate!!
Allora,
informazioni generali sul capitolo: la canzone di cui parla Sharpay con Troy è Without love del film Hairspray, da moi personalmente
tradotta; Mister Momo è l’orsetto che nella realtà Vanessa Hudgens si porta
sempre dietro (il nome però gliel’ho dato io, da uno dei miei orsi di peluche
XD); la canzone che sentono Troy e Gabriella in terrazza e da cui proviene il
titolo del capitolo è Won’t go home without you dei Maroon 5.
Wow,
sono più lunghe le note del capitolo. Ma ora passiamo ai ringraziamenti:
armony_93: Grazie dei
complimenti ^^ Nono, Troy è bellissimo, intelligentissimo, bravissimo, fighissimo!! Guarda come è stato bravo! Non si capisce che
lo adoro? XDXD Da questo momento Chad sarà il Piccolo uomo saggio (anche se non
so quanto gli possa piacere il “piccolo uomo” eheh X3) Certo che mi siete
mancate! Una settimana senza di voi è troppa!! A presto, bacione!
Titty90: Sì, fai
l’indifferente, mia cara ammazza-Troy. Già già, sono ancora arrabbiata. Come hai potuuutoooo??
T_T Mi raccomando le Troyella, eh!! Comunque, non sai cosa succede nel prossimo
^^ *me fa risata malefica*. Thanks, mia cara.
Bacioni, ti voglio bene. E t manda un bacio anche il tuo adorato Mister Momo X3
Kikka93: poco soddisfatta
dallo scorso capitolo?? Nuuuuu… *me si dispiace*. Certo che si amano, hai visto in questo?? Caro
il mio Troy… io sono Troyella 4ever, ed anche Chaylor, anche se smanio un po’
di meno. Ma sono le coppie che non si devono toccare. Sacre! Bacioni
Satine93: Errori rimediati, non
credi?!? XD Invece Gabby ha fatto bene, in fondo Troy non è perfetto… (aaargh, cosa mi hai fatto direeee!!).
Però si sono perdonati. Adesso è di nuovo in vantaggio lui, essendo tornato! Un
bacione
romanticgirl: “qualcosa” è successo,
no? Ma il Talent Show è tra 4 capitoli, nel numero 22 (adesso sono al 24 XD).
Ma in mezzo ci saranno altre cose… ehehe…
Ryan
percorse lentamente il tragitto che lo avrebbe portato in camera della sorella.
Si sentiva
come un condannato a morte che andava verso il patibolo. Luigi XVI alla
ghigliottina.
Deglutì,
facendo un po’ di respirazione yoga per calmarsi.
-Andrà tutto bene!- pensò –Sharpay capirà!-
Si fermò
davanti alla porta della sorella, prese ancora una volta un grosso respiro, e
bussò piano.
“Avanti!”
trillò Sharpay, intenta ad osservare davanti ad un enorme specchio come le
stava un abitino nuovo.
“Ehm…
Shar, posso parlarti un attimo?” esclamò titubante il fratello.
Lei si
sistemò una ciocca di capelli: “Certo, dimmi tutto!”
Ryan
ringraziò mentalmente che si fosse messa con Zeke: era
molto più spesso di buon umore.
Cercò di
parlare, ma si sentiva la gola secca.
“Ryan, ti
vuoi muovere?!?” il biondo cancellò immediatamente il
pensiero di prima, e prese di nuovo fiato.
“Sorellina…
se ti chiedo di non arrabbiarti?” implorò.
Sharpay
alzò un sopracciglio: “Andiamo, Ryan, cosa avrai mai fatto? Sicuramente niente
di peggio di, che so… aver baciato quell’oca di Rebecca!”
Lei rise,
contenta della sua battuta, ma Ryan rimase in
silenzio.
La sorella
alzò lo sguardo, stranita che non ridesse anche lui, e lo fissò scioccata.
###
Troy
posteggiò nel parcheggiò del Lava Spring, ridendo
insieme a Gabriella.
Scesero
dall’auto, lui la prese per mano e la tirò verso di sé: “Ti amo…” mormorò prima
di baciarla.
La mora
sorrise felice, specchiandosi nei suoi occhi blu: “Andiamo? Ho come
l’impressione che dovrò rimettere a posto il disordine che hai lasciato in
camera!”
Il ragazzo
le avvolse le spalle con un braccio: “Io disordinato!?!
Ma cosa dici?!?”
Ma in quel
preciso istante, l’urlo più forte mai concepito da orecchio umano si spanse per tutto il Lava Spring e le montagne circostanti.
La coppia
si guardò spaventata, mentre un unico nome correva nelle loro menti.
Troy prese
la sua fidanzata per mano e cominciò a correre: “Vieni, andiamo a vedere cos’è
successo!”
Attraversarono
di corsa tutto il country club, e arrivarono ansimanti
al secondo piano, dove incontrarono tutti i loro amici.
“Gabriella!
Sei tornata!” esclamò felicemente Kelsie, abbracciandola.
Chad si
scambiò un’occhiata ironica con il suo migliore amico, poi gli fece un
occhiolino che significava Te l’avevo
detto.
Zeke, dopo
aver salutato l’amica, si fece largo tra il gruppo, preoccupato per la sua
ragazza dalla voce così potente, ma prima che riuscisse a raggiungere la sua
camera, la porta rosa si aprì e Ryan vi fu letteralmente
catapultato fuori.
“Brutto
traditore che non sei altro!” stava urlando la sorella “Come hai potuto?!?”
Prese la
sua spazzola rosa e gliela tirò in testa, mentre il povero Ryan cercava invano
di proteggersi.
Sharpay
afferrò poi un cuscino ed iniziò a menarlo con quello, senza pietà.
Dopo un
primo momento di incertezza, fortunatamente intervennero i Wildcats, che
afferrarono il biondo per la maglietta e lo trascinarono lontano, mentre Zeke
fermava la ragazza.
“Ma
insomma, che succede?!?” domandò affaticato, tentando
di tenerla ferma.
“LUI!”
gridò Sharpay, puntando un dito laccato d’argento contro il fratello “Ci ha
traditi!!”
I ragazzi
si guardarono, cercando di capire: “Ehm… potresti spiegarti meglio, Evans?”
domandò Chad.
“Quel
verme schifoso ha osato baciare quella
gallina idiota di Rebecca!!!” strillò lei.
Gabriella
s’irrigidì al suono di quel nome, e si voltò scioccata verso l’amico steso a
terra.
Chad,
invece, scoppiò a ridere: “Hai capito Ryan! Faceva tanto l’indifferente, e
invece ci ha fregati tutti!”
La bionda
lanciò un altro urlo isterico, battendo un piede a terra, poi ritornò nella sua
camera sbattendo la porta.
Zeke aiutò
Ryan ad alzarsi: “Mi dispiace, amico, ma sai meglio di me com’è fatta.”
Lui alzò
le spalle: “Sapevo che sarebbe finita così. Non è una ragazza facile da
accontentare.”
“Ma… Ryan…
ci puoi spiegare come è successo?” chiese timidamente Kelsie.
“Beh,
Kelsie, come vuoi che sia andata. Ieri sera eravate tutti andati via, lei era
un po’ triste così mi sono avvicinato per fare due chiacchiere. Ad un certo
punto, dopo, che so, dieci minuti, mi ha detto –Oh, Ryan, tu sei davvero il
ragazzo più dolce che abbia mai conosciuto!- e… e mi ha
baciato!”
Taylor
sollevò un sopracciglio, sarcastica: “E tu, naturalmente, non sei stato in grado
di staccarti, no. Troppo difficile, capisco.”
“Andiamo,
Tay!” esclamò invece il suo ragazzo “Ora che finalmente Ryan si è dato una mossa con una, tu ti lamenti?!”
Tutti
scoppiarono a ridere, e il povero Ryan arrossì: “Beh, adesso il peggio è che
mia sorella è furiosa, e penso che non le passerà tanto in fretta.”
Martha
fece spallucce: “Beh, Sharpay arrabbiata non è una novità. Il problema è cosa farà quando incontrerà Abby!”
Troy
sorrise: “Meglio tenerle lontane, allora. Si potrebbe scatenare una rissa!”
Ryan rise
ed indicò la porta con un cenno: “Intanto adesso è chiusa in…” s’interruppe di colpo e sbiancò “…camera…”
“Ehi,
amico, che hai?” Zeke lo scosse per una spalla.
Il biondo
si voltò verso di lui con gli occhi sbarrati: “Sharpay ha un’altra porta. Ci esce quando non vuole essere trovata da Fulton o dai nostri
genitori. Porta sul corridoio… per la piscina.”
Si
scambiarono un’occhiata disperata: tutti sapevano che a quell’ora Abby era
sempre in acqua.
“Presto!”
esclamò Jason “Dobbiamo salvare Abby, o Sharpay la uccide sul serio!”
Tutti
iniziarono a correre giù per le scale, cercando di evitare gli altri ospiti che
salivano a prepararsi per il pranzo, e arrivarono senza fiato in piscina.
Appena in
tempo, per fortuna: Sharpay stava già marciando in perfetto equilibrio sui suoi
tacchi verso la ‘nemica’.
“Shar!” la
richiamò terrorizzato Zeke, ma lei lo ignorò e puntò l’indice verso Rebecca:
“TU!”
Lei si
girò, guardandola con i suoi occhioni ingenui: “Sì?”
“COME HAI
OSATO?!?”
Rebecca
sbattè più volte le palpebre: “Non ti capisco, Sharpay. E poi, potresti
cortesemente smetterla di urlare?”
“IO URLO
QUANTO MI PARE E PIACE!!” ribattè la bionda, battendo
un piede a terra “E ora rispondi alla mia domanda: come hai osato baciare mio
fratello?!?”
Tutta la
zona era come congelata, nessuno fiatava, tutti fissavano increduli la scena.
La rossa
divenne del colore dei suoi capelli, ed incominciò a balbettare: “Oh, ehm… beh,
vedi…”
Sharpay si
piegò sulle ginocchia e l’afferrò per il salvagente che aveva: “Prima sei
piombata nelle nostre vite senza essere invitata, poi ci hai fatto litigare con
i ragazzi, poi hai fatto lasciare
Troy e Gabriella e ora baci anche mio
fratello?!? Hai capito male, Rebecca Vattelapesca!”
Rebecca
spalancò la bocca: “Da-davvero pensate ch-che sia
tutta colpa mia?”
“Sì.” la bionda si voltò verso il suo gruppo “Vero, ragazze?”
Gabriella
deglutì. Sì, era vero, ma non le sembrava giusto dirglielo così in faccia e in
quella situazione, dopotutto.
Sharpay le
incitò con un movimento della testa: “Allora?!?”
Le ragazze
annuirono con poca convinzione, ma ciò bastò a Rebecca, ormai con gli occhi
lucidi: “Va bene. Grazie per avermelo detto. Allora tolgo subito il disturbo.
Comunque, Sharpay, il mio cognome è Adams.”
Uscì dalla
piscina, raccolse le sue cose sotto il sorriso soddisfatto della bionda e gli
sguardi un po’ tristi e colpevoli degli altri.
“Ciao,
Ryan…” mormorò quando gli passò accanto. Il ragazzo
fece per fermarla, ma lei corse via.
“Sei
contenta, ora?!” esclamò acido rivolto alla sorella,
che trasalì: “Andiamo, Ryan, lo sai benissimo che non sarebbe mai entrata nel
gruppo, non così!”
“Perché,
tu sei davvero sicura di essere nel
gruppo, Evans?” domandò con rabbia Chad, prima di prendere per mano Taylor
e portarla via.
Sharpay
guardò scioccata i suoi amici che lentamente se ne andavano, quando furono
rimasti soli si rivolse a Zeke, che scosse la testa: “Le persone hanno un
cuore, Pay. Non è bello calpestarlo così.”
###
Gabriella
si stava godendo le rilassanti bollicine dell’idromassaggio, ad occhi chiusi,
mentre ripensava a ciò che era successo qualche ora prima.
Sharpay
era ritornata per un attimo quella che aveva conosciuto, la ragazza pronta a
mordere non appena qualcuno invadeva anche solo di un millimetro il suo spazio.
Ed era
stata davvero cattiva, sia nei confronti di Abby, sia in quelli di Ryan. In
fondo, aveva appena separato una possibile coppia!
Il bussare
alla porta la risvegliò dai suoi pensieri, e quando aprì gli occhi vide Troy
entrare in bagno.
“Scusa il
disturbo, vado via subito.” la informò il ragazzo,
dirigendosi verso l’armadietto che conteneva medicinali, creme e spazzole “Hai
per caso visto la mia bandana?”
“L’hai
lasciata ieri sera sul tavolino dei fiori…” rispose lei, facendo delle bolle di
sapone.
“Okay,
grazie.” Troy fece per uscire, ma lei lo fermò: “Ehi, dove vai così di fretta?”
“Ehm… io,
Chad, Jason e Zeke stiamo cercando di scoprire dove sia
finita Abby. Sai, per Ryan…” spiegò titubante.
“Oh…
capisco…” Gabriella fissò l’acqua, mentre un senso di disagio s’impossessava
del suo stomaco “E… tu ci devi proprio andare?”
Il ragazzo
si grattò la nuca: “Beh… non credo di essere indispensabile, se vuoi che
rimanga non c’è problema.”
“No, no,
vai pure…” la mora scosse la testa bagnata “Solo… beh, sta’ attento, ecco.”
Lui rise,
si abbassò alla sua altezza e le prese il viso tra le mani: “Gabby… pensavo ne
avessimo già parlato. Lo sai che non c’è nulla da temere! Non vado mica al
fronte a combattere!”
“Lo so,
però… insomma, con lei non sono tranquilla,
punto.”
Troy la
baciò dolcemente: “Impara a fidarti di me, signorina Montez… e ora è meglio che
vada, prima di… beh, lasciamo perdere.”
Gabriella
rise: “Signor Bolton, non la facevo così malizioso!”
Lui si
alzò in piedi, spazzolandosi i jeans: “Ahah,
divertente. Sul serio, Gab, devi ringraziare la mia grande forza di volontà!”
Fece per
allontanarsi, ma la ragazza lo prese per un polso e
fece una smorfia che era un misto tra maliziosa e quella da cucciolo bastonato
tipica del suo ragazzo: “Ma se devi faticare così tanto…”
Il cuore
del castano battè più rapidamente, mentre lei sorrideva: “Dieci minuti…”
###
“Ma dov’è
Troy?” Jason guardò l’orologio che portava al polso “Avrebbe dovuto essere qui
dieci minuti fa!”
Chad
scosse la cascata di ricci che aveva: “La carne è debole, amico!”
Zeke si
accigliò: “Scusa?”
“Ma sì, lo
sai anche tu come è fatto Troy!” insistette il moro, guardando se il suo amico stava arrivando.
“Chad, io
non ti seguo.” borbottò Jason con sguardo
interrogativo.
Lui alzò
gli occhi al cielo: “Ragazzi, forza! Ma non capite? Troy starà trom…”
“Non ti
azzardare a finire quella frase, Chad.” Troy comparve
sul vialetto con aria omicida.
Il suo
migliore amico ghignò nel vederlo con i capelli bagnati e la camicia
abbottonata storta: “Alla buon’ora! Forza, dobbiamo cercare Abby!”
Cominciarono
a chiamare il suo nome ad alta voce per tutto il Lava
Springs, finchè il signor Fulton non li raggiunse, arrabbiato: “Insomma,
signori! Vi sembra il modo?”
“Ci scusi,
signor Fulton, signore.” borbottò Chad, passandosi una
mano tra i capelli “Però lei ci può aiutare.”
“Giusto!
Saprebbe per caso dirci dov’è Abby?” domandò Zeke.
L’uomo si
aggiustò gli occhiali: “La signorina Rebecca Adams,
volete dire? Beh, mi dispiace per voi, ma ha consegnato le chiavi della sua
camera dieci minuti fa. È in partenza.”
I quattro
ragazzi si scambiarono un’occhiata disperata ed incredula, poi corsero tutti insieme fino al parcheggio, sperando di trovarla lì.
Fortunatamente,
lei ed il suo autista stavano caricando le valigie in auto.
“Abby!
Abby, aspetta!”
La ragazza
si girò sorpresa: “Troy! Chad! Jason! Zeke! Che ci fate voi qui?”
“Siamo
venuti a chiederti di non partire. Devi scusare Sharpay, lei è fatta così, ma
non è cattiva, in fondo!” spiegò Zeke “Ha soltanto un po’ di manie di
protagonismo! Ma comunque tu devi restare! Almeno… per Ryan.”
Abby
scosse la testa: “Siete molto gentili, ma non dovete preoccuparvi per me.
Sapete, mi capita spesso di litigare con le mie amiche. Dicono tutte che cerco
di rubare loro i fidanzati, ma non è così! Che colpa ne ho io se voi siete
particolarmente sensibili ad una quarta piuttosto che una terza?”
I ragazzi
risero, un po’ imbarazzati, e lei riprese: “Davvero, non dovete. Sarei partita
comunque tra quattro giorni. Ho solo anticipato!”
“E… Ryan?”
domandò Jason.
Lei lo
guardò con un sorriso: “Ryan immagino che capirà. Lo sapeva anche lui che sarei
partita. E poi, si vede lontano un miglio che lui piace a Martha!”
“Cosa?!?” esclamarono in coro i maschi.
Rebecca
rise: “Ma sì! Hanno in comune molte cose, d’altronde. Anche per questo ho
deciso di partire prima, così le ragazze non avranno un’altra ragione per non
sopportarmi! Ma apprezzo molto il vostro tentativo. Ora, però, devo proprio
andare.”
Li baciò
tutti su una guancia, poi salì sulla sua auto: “Spero di rivedervi! Ciao a
tutti!”
Troy,
Jason, Zeke e Chad la salutarono con la mano, un po’ spaesati: quella ragazza
era davvero particolare.
“Beh…
immagino che Sharpay sarà contenta, ora.”sentenziò Zeke
Tutti gli
altri risero, e ritornarono dentro il country club.
Et-voilà,
è andato anche questo capitolo. Ho anche aggiornato prima del previsto XD.
Immagino che sarete tutte molto contente del
fatto che Abby se ne sia andata. Per sempre? Chissà…!!
Però
povero Ryan. Sedotto e abbandonato. Ma rimedierò… forse. XD
Ho
adorato descrivere l’ultima parte del capitolo, quando Jason, Chad e Zeke
aspettano Troy. non ho potuto fare a meno di far dire
quelle cose a Chad!!
Ma
ora meglio passare ai ringraziamenti:
Kikka93: grazie ^///^ Sono
felice di essere tra i tuoi preferiti! Per la gioia di tutte, ultimamente sto
scrivendo molti capitoli Chaylor! Pazienta, succederanno tante cose!! Bacioni
Satine93: anche per te è il tuo
capitolo preferito!? Sono commossa! Sharpay E’ un
mito, guarda cosa combina in questo capitolo! Basta però che non stia con Troy
XD Baci
armony_93: guarda cosa ha combinato il tuo piccolo uomo saggio in
questo!! E sarà parte fondamentale anche del prossimo (ops, spoiler!) Eheh.. Troy non sarà mai più un babbuino, promesso! Baci! Ps:
dimenticavo, ho letto l’ultimo cap di Batticuore
e, beh, che dire.. mi sono emozionata anche io!!
ciokina14: attenzione, Troyella all’attacco! Beh, allora auguri,
anche se un po’ in ritardo! XD Sono contenta di averti fatto questo regalo! Un
bacione
romanticgirl: svelato il terribile segreto di Ryan. Come ci sei rimasta?!?Ahaha XDXD Gabriella e Troy
non si lasceranno più! O almeno credo… X3 Bacioni
LizDream: perdonata, tranquilla, dopo tutti quei complimenti
^/////^ Ecco che cosa ha fatto Ryan. Ha “tradito” sua
sorella, eheh. Spero che tornerai, bacioni.
Tay_: accidenti che memoria, brava!! E infatti si è visto! Spero che tu abbia passato delle buone
vacanze, un bacio.
Credo
che aggiornerò verso il 12, anche perché poi il 16 parto e sto via fino ad
inizio agosto, ma forse riuscirò ad usare Internet!!
Vi
lascio con un capitolo felice, in attesa del prossimo,
davvero poco tranquillo!! Per adesso gustatevi l’anticipazione XD
Bacioni
grandi a tutte e buone vacanze
Hypnotic Poison
§§ “Adesso io non mi
fermo finchè non mi dite cosa state combinando.”
Taylor alzò gli occhi
al cielo, mentre i primi palazzi di Albuquerque sfrecciavano alla sua destra:
“Niente, Chad, tranquillo. Avevamo solo bisogno di un passaggio.”
Chad scosse la testa:
“No, ragazze, voi non avete mai bisogno di un passaggio, perché vi regolate
sempre per andare in giro con Evans! Qui c’è qualcosa che non va, e non ho
voglia di incasinarmi nei vostri affari!”
Gabriella si sporse
dal sedile posteriore: “Chad, sul serio, è tutto okay. Potresti solo lasciarci
qui? Ti aspettiamo tra venti minuti davanti alla scuola, d’accordo?”
“Ho detto di no,
Gabby. Voi state tramando qualcosa, lo so. Cos’è, uno scherzo per Troy o
qualcosa del genere?”
“Beh, diciamo che
Troy c’entra, ma non nel senso che intendi tu…” borbottò la sua ragazza tra sé
e sé. §§
Kelsie
corse fino alla sala prove del Lava Springs, dove
erano riuniti tutti gli altri.
Si
appoggiò alla colonna senza fiato, stringendo in mano uno spartito: “Ho… la
canzone… per il Talent… Show…!” boccheggiò.
Sharpay
s’illuminò: “Oh, davvero? Perfetto!”
Si alzò in
piedi e le prese i fogli, studiandoli attentamente: “A te.”lesse ad
alta voce “Sei voci: Troy, Gabriella,
Sharpay, Zeke, Chad e Taylor.”
Il riccio
alzò di scatto la testa: “Cosa?!? Io una voce
principale? Ma stai scherzando?”
La
compositrice fece spallucce: “No. La canzone è stata scritta apposta per voi,
l’avete promesso!”
“E tu,
Ryan?” Gabriella si girò verso l’amico, che sollevò le mani: “Per quest’anno,
passo! Mi posso occupare del dietro le
quinte, come le coreografie!”
Chad alzò
gli occhi al cielo: “Io non ballo, Evans.”
Tutti
scoppiarono a ridere, e Sharpay tirò in piedi Zeke prendendolo per mano:
“Forza, andiamo a provare, allora! Il Talent Show è solo tra tre settimane, e
non ho intenzione di perdere!”
###
Sul palco
del club si stava svolgendo una scena molto comica: Ryan stava tentando di
convincere Chad a fare un giro di valzer con Taylor al ritmo della melodia di
Kelsie, ma il moro non aveva alcuna voglia di mettersi in ridicolo con balli da vecchi, almeno citando le sue
parole.
“Non sono
balli da vecchi!” replicò il biondo “E’ un ballo estremamente elegante, e poi
tu non devi nemmeno fare valzer! Solo… prova a ballare un lento con Tay!”
Gabriella,
che gli osservava seduta su una sedia, rise di nascosto.
In quel
momento, la raggiunse Sharpay, che si accomodò vicino a lei: “Allora… come va
con Troy?”
Lei
sorrise: “Bene, grazie. E con Zeke?”
“Oh, tutto
a posto. Ma non è quello che m’interessava sapere…”
La mora
arrossì: “Sharpay, ti prego, non incominciare.”
La bionda
scoppiò a ridere: “Oh, non fare tanto la santarellina, Gabby! Ormai dovresti
farci delle lezioni!”
Gabriella
divenne color peperone fino alla punta dei capelli, e non potè fare di meglio
che guardarsi le mani in grembo.
“E… hai
controllato il calendario, vero?”
Alzò lo
sguardo a quella domanda: “Cosa intendi, Shar?”
Sharpay si
buttò indietro una ciocca di capelli: “Beh, Gabri, lo sai meglio di me come
funzionano queste cose, no? E se facciamo un po’ di conti… hai detto che la
prima volta è stata la notte prima dell’udienza, giusto? Ed io non credo assolutamente che sia stata l’ultima… in
ogni caso, dall’udienza è passato un mese ed una settimana… ormai dovrebbe
essere il periodo…”
L’amica
sgranò gli occhi da cerbiatta, afferrò di scatto la borsa e ci frugò dentro
alla ricerca del suo diario, in cui segnava tutto, dalla lista della spesa ai
compleanni.
Lo aprì e
scorse con un dito il calendario di giugno e luglio… poi sbiancò: “Merda, Pay…
sono in ritardo di quattro giorni…”
Anche la
bionda perse parecchio colore: “Calma, Gabby, non vuol dire niente. Ma… ci
siete stati attenti?”
Gabriella
si prese il viso tra le mani: “Sì! Cioè… non sempre. La-la prima volta n-no,
non e-era programmata, diciamo… e-e anche quando è venuto a ca-casa
mia, dopo la storia di Abby… e forse nella vasca…”
Ad ogni
momento che lei elencava, Sharpay alzava un sopracciglio: “Beh, allora Bolton
se li cerca, i casini!” commentò, ricevendo in cambio un’occhiataccia.
“Quali
casini?” la voce di Troy le fece voltare spaventate.
Sharpay
scosse la mano: “Oh, niente, tranquillo… affari di donne!”
Lui le
guardò accigliato, poi scrollò le spalle: “Dobbiamo provare la canzone, visto
che voi ci tenete tanto, al Talent
Show…”
Le due
ragazze si alzarono, Gabriella sospirò preoccupata. Ci mancava solo quello.
###
“Che dici,
devo dirlo a Troy?”
Taylor
guardò la sua amica, seduta su una poltrona con le mani nei capelli: “Non lo
so, tesoro. Non possiamo essere sicure di niente. Credo che l’unica cosa da
fare sia andare in città, comprare un test e vedere.”
Gabriella
si spostò una ciocca di capelli dal viso: “E chi ci accompagna ad Albuquerque?”
“Beh, può
farlo Sharpay, se non vuoi uno dei ragazzi.”
La mora
scosse la testa: “No, Sharpay è impegnata con Zeke, oggi. E non ho molta
intenzione di aspettare altro tempo!”
Taylor
guardò l’orologio che portava al polso: “Sono solo le due. Se partiamo tra
mezz’ora, arriviamo quando i negozi sono già aperti.
Per le cinque siamo a casa, o anche prima.”
L’amica
prese la sua borsa: “D’accordo. Chiediamo a Chad!”
“Sei
sicura che sia una buona idea?” le chiese l’altra seguendola giù per le scale.
“E’
l’unico di cui mi posso fidare, e forse
non sono tenuta a spiegargli il perché. Non posso certo chiederlo a Troy,
s’insospettirebbe subito. Ryan non ha la macchina, Jason è con Kelsie. Quindi…”
“Se lo
dici tu…” percorsero velocemente il club, ed uscirono dalla porta che dava sul
campetto da basket.
Sfortunatamente,
oltre a Chad, c’era anche il suo migliore amico.
“Guarda
chi ha portato il vento!” esclamò il riccio con un sorriso.
Troy si
avvicinò a Gabriella, le prese il viso tra le mani e la baciò dolcemente: “Ciao, piccola…”
Lei
sorrise, specchiandosi nei suoi occhi blu e sperando che lui non leggesse la
paura e l’apprensione nei suoi.
“Chad, hai
da fare adesso?” domandò Taylor, stretta a lui.
Il ragazzo
scosse la testa: “Volevo fare una partita, ma questo ingrato deve accompagnare
sua madre dalla nonna!”
Gabriella
s’illuminò, voltandosi verso il suo ragazzo: “Davvero?!?”
Il castano
annuì: “Sì, mi ha chiamato mezz’ora fa dicendo che stava arrivando e non voleva
sentire scuse. Mi dispiace, io volevo passare il pomeriggio con te e magari
andare al cinema, ma…”
“No, Troy,
tranquillo!” lo interruppe lei “Tua mamma ha ragione, non
vedi mai tua nonna! Vai da lei e salutamela, non è un problema. Ci vediamo
stasera, no?”
Troy
sorrise sollevato, ma anche un po’ stupito per tutta quella disponibilità:
“Okay. Perfetto, nessun problema. Allora vado. A dopo!”
Le diede
un ultimo bacio, salutò il suo migliore amico con un leggero pugno ed entrò nel
club.
“Noi che
facciamo, allora?” chiese Chad.
La mora lo
guardò dritto negli occhi: “Adesso, per
favore, ci porti in città.”
###
“Adesso io
non mi fermo finchè non mi dite cosa state combinando.”
Taylor
alzò gli occhi al cielo, mentre i primi palazzi di Albuquerque sfrecciavano
alla sua destra: “Niente, Chad, tranquillo. Avevamo solo bisogno di un
passaggio.”
Chad
scosse la testa: “No, ragazze, voi non avete mai bisogno di un passaggio, perché vi regolate sempre per andare
in giro con Evans! Qui c’è qualcosa che non va, e non ho voglia di incasinarmi
nei vostri affari!”
Gabriella
si sporse dal sedile posteriore: “Chad, sul serio, è tutto okay. Potresti solo
lasciarci qui? Ti aspettiamo tra venti minuti davanti alla scuola, d’accordo?”
“Ho detto
di no, Gabby. Voi state tramando qualcosa, lo so. Cos’è, uno scherzo per Troy o
qualcosa del genere?”
“Beh,
diciamo che Troy c’entra, ma non nel senso che intendi tu…” borbottò la sua
ragazza tra sé e sé.
Purtroppo,
anche gli altri la sentirono, e l’amica le diede un pizzicotto sul braccio;
Chad, invece, non capiva: “E in quale altro senso è implicato Troy in questa
storia?”
“In
nessuno!” si affrettò a rispondere la mora, a voce troppo alta però “Proprio
niente!”
All’improvviso,
Chad inchiodò in mezzo alla strada –fortuna volle che non ci fosse nessun
altro- e si girò verso l’amica: “Oh, no.”
Gabriella
si morse un labbro, pregando che non avesse capito.
“Oh, no.” ripetè il ragazzo “Tu sei… incinta!”
“NO, NON
E’ VERO!” a realizzare quella parola per la prima volta, la mora fu presa dal
panico “No, Chad, ti prego, non dirlo!”
“Ma… ma
come?” chiese disperato lui “E… e dove stiamo andando, adesso?”
Taylor gli
mise una mano sul braccio: “Non ne siamo sicure, Chad. Stiamo andando in
farmacia per comprare un test e… e verificare.”
Il riccio
si abbandonò sul volante, nascondendo la testa tra le braccia: “Vi prego…
ditemi che questa vacanza è un incubo e che tra cinque minuti suona la sveglia
e sono in ritardo per la lezione della Darbus…”
La sua
ragazza gli posò una mano sulla spalla: “Non dirlo a Troy, d’accordo?”
“Oh, certo
che no!” ironizzò lui “Diventerà padre, e non glielo devo dire!”
“Troy non diventerà padre, Chad, o almeno non
adesso!” puntualizzò arrabbiata Gabriella “Possiamo sbrigarci, per favore?”
Chad
sospirò e riaccese il motore: “Voi siete pazze…”
Guidò
velocemente fino alla prima farmacia che trovò e si fermò lì davanti.
Le due
ragazze scesero con il cuore in gola, ed entrarono titubanti.
“Ehm… buon
pomeriggio…” salutò timidamente Gabriella la farmacista al banco.
“Salve,
ragazze. Ditemi pure.” rispose cordiale lei, con un
sorriso.
“Beh,
ecco… io avrei… avrei bisogno di… di…” la mora chiuse gli occhi e fece un
respiro profondo “Di un test di gravidanza…”
La donna
le lanciò un’occhiata indecifrabile e si girò verso lo scaffale alle sue
spalle.
Taylor
prese la mano della sua amica e la strinse forte, sorridendole.
“Ecco,
tieni. E questi sono per la prossima volta.” la
farmacista le allungò due scatoline, digitando alcuni tasti sulla cassa.
Gabriella
pagò, ringraziò a voce bassa ed uscì dal negozio, vergognandosi come una ladra.
“Cosa ti
ha dato?” domandò l’amica quando furono fuori.
Lei aprì
il sacchetto e prese il pacchettino in ‘regalo’. Lo
osservarono un attimo, e poi scoppiarono a ridere.
Tan tan taaan!! E ora?? Eeh, adesso dovrete
aspettare il prossimo capitolo per sapere se arriverà un piccolo Bolton o no!! Sono perfidaaa, lo so!! XDXD
Ma
non mi esprimo sul ‘regalo’ della farmacista. Siete
abbastanza grandi e vaccinate per capirlo da sole ^^’’’’
OMG!
Chi di voi ha guardato l’Anteprima di HSM3 ieri (domenica) su DisneyChannel?!?
Io sììì!! Mi è venuta la
pelle d’oca solo a guardarla, riuscirò ad aspettare il 7 novembre?!? Non credo… anche perché nel trailer hanno fatto vedere
Gabriella che dice a Troy “Sono più brava di te a dire addio…” e questo non mi piace!!!
Speriamo bene… mi credete se vi dico che tremavo dall’emozione mentre lo
guardavo?!? Me lo sono anche registrato, così me lo
riguardo sempre!! XDXDXD
Ehm
ehm, passiamo ai vostri commenti ora, leggendoli mi
sono stupita che quasi tutte voi siano state
dispiaciute che Rebecca se ne fosse andata. Allora forse la ricaccerò dentro. Forse.
Tay_: mi conosci bene, vi
ho lasciate senza risposta. Ma ci riuscirò, al mare dovrei avere la linea… e tu
avrai la risposta!! Non morire, però! Bacioni
armony_93: vuoi davvero che faccia litigare Chaylor?!? O.O Spero di
no, sto preparando un sacco di scenette romantiche (la più bella è nel capitolo 22). Tu non ti sei dispiaciuta della partenza
di Abby, povera stellina. Chad qui invece ha capito tutto, è un genio incompreso. Bacioni ti lovvo!!
Kikka93: è stato abbastanza
emozionante?!? Troyella adesso resiste… ma dopo?!? XDXD
Lovely_fairy: ciao, grazie per
avermi commentata!! Grazie per tutti
i complimenti, e benvenuta tra le registrate. È sempre bello che c sia
qualcuno di nuovo, dobbiamo allargare la sezione!!
Bacioni e spero di risentirti.
ciokina14: ti ho presa alla sprovvista, eh?! Come ho detto sopra, forse tornerà. Ma non ci ho ancora
pensato. XDXD W Chaddino che è il grande dell’umorismo. Bacioni
LizDream: poveri Zeke e Jason,
che ne sanno loro?!? XDXD boh, voi adesso andate
all’incontrario, prima volevate che Rebecca morisse e adesso la rivolete tutte indietro. Dovrò sul serio lavorarci. Ah, sto
leggendo la tua “Una speranza nel cuore”,
l’ho letta tutta in una volta. Non devi preoccuparti, sei brava, e la fic è
scritta bene!! Bacioni!!
romanticgirl: anche a te non è dispiaciuto della partenza di Abby, poveretta. Ecco cosa tramavano Gabry e Tay!! Bacioni
Voglio
anche ringraziare armony_93, baby_Mary, ciokina14, CrazyLara, feda94, Ginevra Jane Lovegood, Keletta, kikka93,
Lav93, romanticgirl, soloio, SoSo,
step up, Tay_ e wertyper aver aggiunto questa storia tra le
loro preferite!
Spero
di aggiornare il più presto possibile, o almeno di poter usare Internet in
vacanza. Altrimenti, mie care, rimarrete in dubbio fino ad agosto, muahahaha!! *risata maligna* Come indizio, avrete solo
l’anticipazione!
Buone
vacanze a tutte, un bacione
La
vostra
Hypnotic Poison
§§ “Capitano!” Troy
si girò a questo grido, e vide Chad venirgli incontro: “Ho un regalo per te!”
Gli porse un
pacchetto blu con un sorriso, che il suo migliore amico prese con un po’ di
timore: “Ma… perché?”
Chad fece spallucce:
“Tu aprilo!”
Il castano scartò
lentamente il pacco, rivelando una maglietta rossa con una scritta, identica a
quella che aveva anche il suo migliore amico.
“He did it.” lesse a voce alta “Chad!”
Lui rise: “Oh,
andiamo, non ti scandalizzerai per così poco! In fondo è vero… e poi ce l’ho anch’io così, non vuol mica dire niente!”
Chad si
chiuse la porta alle spalle, dandole anche un giro di chiave.
“Forza,”
esclamò “Facciamo in fretta, prima che torni Troy.”
Gabriella
sospirò ed andò in bagno, mentre Taylor si sedeva sul letto vicino al suo
ragazzo.
Qualche istante
dopo, la mora uscì dalla stanza con in mano il blister e li raggiunse: “Servono
novanta secondi.”
Lo
appoggiò sul comodino, si sedette vicino a Taylor e si prese la testa tra le
mani.
Nella
stanza c’era il silenzio più assoluto, e le sembrava di poter sentire il
battito del suo cuore rimbombare.
Lanciò
un’occhiata alla sveglia elettronica di Troy, e vide che il tempo era passato.
“Chad… per
favore…” implorò, non aveva il coraggio di farlo da sola.
Il ragazzo
prese un grande respiro ed allungò la mano. Schiuse le dita ed osservò il
colore della lineetta comparsa.
“E’…
rosa…” borbottò.
Taylor
afferrò subito la scatola con le istruzioni e le lesse velocemente: “Se compare una linea blu, il risultato sarà
positivo. La nostra è rosa, quindi…!”
Gabriella
lanciò un grido di felicità, scattò in piedi e l’abbracciò: “Sììì! Non sono
incinta, evvai!”
Cominciarono
a saltellare per la stanza, sotto lo sguardo divertito e sollevato di Chad,
quando all’improvviso la maniglia si abbassò.
I tre si
zittirono e la fissarono; la porta, però, non si aprì, e loro sentirono la voce
di Troy: “Gab, sei tu? Perché hai chiuso da dentro?”
“Ehm… sì,
sono io! Ti apro subito!” gesticolò a Taylor di nascondere il test, e prima di
aprire si assicurò che non fosse più visibile.
“Tutto a
posto?” domandò subito Troy.
Gabriella
sorrise: “Tutto alla perfezione!” poi si alzò in punta di piedi e lo baciò.
###
“Capitano!”
Troy si girò a questo grido, e vide Chad venirgli incontro: “Ho un regalo per
te!”
Gli porse
un pacchetto blu con un sorriso, che il suo migliore amico prese con un po’ di
timore: “Ma… perché?”
Chad fece
spallucce: “Tu aprilo!”
Il castano
scartò lentamente il pacco, rivelando una maglietta rossa con una scritta,
identica a quella che aveva anche il suo migliore amico.
“He did it.”
lesse a voce alta “Chad!”
Lui rise:
“Oh, andiamo, non ti scandalizzerai per così poco! In fondo è vero… e poi ce
l’ho anch’io così, non vuol mica dire niente!”
Troy la
piegò: “Già, come no…” borbottò.
“Oh, su
con la vita, fratello! Pensa a divertirti, ogni tanto, goditi la vita! Senti,
facciamo così, una sera di queste prendiamo la macchina, andiamo in città e ci
facciamo una serata tra soli uomini, d’accordo?”
L’amico
ghignò: “Certo, ti ci vedo molto a dire a Taylor che vuoi fare una serata tra soli uomini!”
Chad gli
tirò un pugno leggero su una spalla: “Che fai, sfotti anche?!”
I due
scoppiarono a ridere, pensando al cipiglio che avrebbe potuto mettere su Taylor
a quella notizia. Poi Troy decise di ‘divertirsi’ ancora un po’.
“Allora…
preoccupato per il Talent Show di domani?”
L’amico
gli scoccò un’occhiata gelida: “Non attacca, Bolton. Non risponderò a queste
tue provocazioni maligne!”
“Andiamo,
lo so benissimo che non vedi l’ora di salire sul palco!”
Il riccio
gli tirò il pallone da basket, mancandolo per un pelo: “E basta!”
Troy
scoppiò a ridere, piegandosi in due, e il povero Chad non faceva altro che
guardarlo con le guance tinte di rosa.
“Bell’amico,
complimenti…” borbottò.
Ma in quel
momento sopraggiunse Gabriella, con il cellulare in mano: “Ragazzi!” chiamò.
Il castano
cercò di ricomporsi, respirando profondamente: “Oddio, sto male… ehi, Gab!”
“Ciao,”
sorrise la mora “Posso parlarvi un attimo?”
“Spara.”
rispose Chad.
“Ha appena
chiamato mio padre, ha detto che vuole venire domani per vedere il Talent Show,
dato che è tantissimo tempo che non mi sente cantare.” spiegò lei.
“Bene, non
c’è problema.” assicurò Troy, che nutriva grande simpatia nei confronti del
‘suocero’.
“Oh no, un
problema c’è, invece.” lo contraddisse Gabriella “Devo cambiare camera per un
paio di notti, tesoro. Quindi io vado da Taylor, e Chad viene da te.
D’accordo?”
Chad si
accigliò: “Perché, scusa?”
La ragazza
sospirò: “Come pensi reagirebbe mio padre nel sapere che dormo in camera con Troy?”
“Ah,
giusto!” sorrise l’amico, grattandosi la nuca “Se poi contiamo anche che non è
che dormiate proprio…”
“CHAD!!”
lo ripresero all’unisono i due, diventando rossi.
Lui rise
soddisfatto: “Comunque, facciamo che Taylor viene da te, e Troy in camera mia,
visto che non ho nessuna intenzione di dormire nel letto dove voi due tentate
di ingrandire la specie umana…”
“CHAD!!!!”
gridarono di nuovo Troy e Gabriella, ormai color pomodoro maturo.
“Che ho
detto?!?” rise lui, divertendosi come non mai.
###
“Possibile
che voi donne abbiate bisogno di così tante cose?”
Chad si
sedette sul letto, sfinito: “Insomma, Tay, per passare due notti in camera di
Gabriella mi hai fatto spostare tutto l’armadio!”
Taylor
alzò gli occhi al cielo: “Non essere sciocco, erano solo i vestiti per domani!”
Lui
sbuffò: “Uff… poi mi scoccia fare questo cambio. Insomma, non mi dispiace fare
un favore ai ragazzi, anzi, però… devo ammettere che dormire con te è mille
volte meglio che farlo con Troy… anche perché lui russa!”
“E
PIANTATELA CON QUESTA STORIA!!!” gridò Troy arrabbiato dal bagno, dove stava
sistemando alcune cose per il ‘trasloco’ “IO NON RUSSO!!”
Loro due
risero, e Taylor s’inginocchio davanti al suo ragazzo: “Dai, è solo per due
notti!”
Poi gli
accarezzò una guancia: “Lo sai che sei carino quando fai questa faccia triste?”
Subito
Chad ghignò: “Io sono sempre carino,
bellezza!” e si chinò a baciarla.
“Eh-ehm.”
la finta tosse di Troy, appoggiato allo stipite del bagno con un libro davanti
al volto, li separò “Scusate l’interruzione, ma mi servirebbe Taylor per
decidere cosa deve spostare, in modo che io possa mettere le mie cose.”
La ragazza
sorrise e diede un buffetto sul naso del riccio: “Torno subito. Aiuta Gabby,
intanto.”
Lui sbuffò
ancora, si alzò e andò nella stanza dell’amica, intenta a piegare alcune
magliette.
“Oh, ciao
Chad. Tutto a posto, di là?”
“Tutto
sotto controllo, tranquilla. Quando hai detto che arriva, tuo padre?”
Gabriella
controllò l’orologio: “Dovrebbe essere qui a momenti.”
Chad scosse
la testa: “Se penso che anche lui mi vedrà cantare…”
La mora
sorrise: “Lo sai che sei bravo, fai poco il ritroso! E poi, detto in confidenza
tra noi, balli molto meglio di Troy!”
Anche il
riccio rise: “Beh, è già una consolazione!”
Il trillo
allegro del cellulare di Gabriella riempì la stanza, e lei si affrettò a
rispondere: “Pronto? Ciao papà! Sei arrivato? Allora faccio scendere Troy, così
ti porta qui da me! Okay? Ciao!”
Chiuse la
telefonata, si affacciò alla porta e gridò: “Troy! Puoi andare giù a prendere
papà?”
Il castano
uscì dalla sua stanza temporanea, seguito da Taylor: “Vado subito!” e scese le
scale.
Taylor
diede uno sguardo alla camera, per cancellare possibili tracce di Troy: “Sembra
tutto a posto, tuo papà non sospetterà nulla!”
“Già,
siamo piuttosto bravi a nascondere le cose…” borbottò cupo Chad, ricordando ciò
che avevano passato qualche giorno prima.
“Non
ricordarmelo, per favore…” mormorò Gabriella, proprio nel momento in cui Troy e
il signor Montez arrivavano.
“Tesoro!”
la mora andò sorridente ad abbracciare il padre “Ma che bel posticino in cui
passate le vacanze. Se non fossi così impegnato ci starei un po’ di più
anch’io!”
I due
Wildcat si scambiarono uno sguardo d’intesa, ringraziando gli impegni
lavorativi dell’uomo.
“Questa è
la tua stanza?” domandò il signor Montez, entrando nella camera luminosa.
“Sì, ci
dormiamo io e Taylor.” spiegò la figlia, con le dita incrociate.
“Si vede
che è abitata da due donne, è troppo in ordine!” tutti e quattro risero “Però
mi sarei aspettato che tu dormissi con Troy.”
Gabriella
divenne color peperone, e così il ragazzo: “P-perché?”
Il padre
si girò verso di loro: “Beh, ragazzi, avete diciotto anni, ormai! Santo Cielo,
devo proprio spiegarvi tutto?!”
Chad
sorrise sotto i baffi. Sì, il signor Montez gli stava decisamente simpatico.
Collegata
in diretta dal mare, ho aggiornato con il capitolo 21! Nel prossimo, il Talent
Show!!
Ci
avevate creduto, eh, che Gabriella fosse incinta?!? E invece NO, vi ho stupite
tutte!! XDXD
Ah,
la maglietta che Chad regala a Troy è quella che lui indossa alla fine di HSM2,
dopo il Talent Show, quando sono sulle colline del campo da golf!
Thanks
to:
ciokina14: naa, sbagliato, non
aspetta un bambino! Mi dispiace, sarà per un’altra volta XD. Come ti sei rifiutata?!?!? Come hai potuto??! Scherzo,
dai. Guarda, si capisce pochissimo (penso che vincano una partita di basket
molto importante, con una grande coppa), ma è bellissima. Spero solo che il
film finisca bene e che Troy e Gabriella non si lascino. Altrimenti andiamo in
massa alla Disney e facciamo una strage, d’accordo?! Bacioni!
Lovely_fairy: Niente piccolo/a
Bolton, I’m sorry. Forse più avanti, chissà. Per msn ti ho già spedito una mail
^^. Bacioni!
armony_93: Mwahaha, sono perfida
^____^. Sìì, la scena Chaylor del trailer è bellissima!! *Me saltella per la
stanza* però la scena che mi piace di più è quando Gabriella si alza tra gli
spalti e canta con Troy. Sìì, la canzone ce l’ho anche io!! E’ bellissima,
anche se manca l’urlo di Gabriella!! Qui c’era un po’di Chaylor, ma nel prossimo capitolo ancora
di più!! Bacioni
Tay_: riesco ad aggiornare
anche da qui, visto?! Non vi lascio sole fino ad agosto! Il trailer era
semplicemente, per dirla alla Sharpay, favoloso! Sono in disaccordo con te:
Gabry e Troy non si devono lasciare mai perché loro due sono la coppia perfetta
XD. Bacio!
Kikka93: tu tifavi contro i
figli, dovresti essere contenta! Anche io sto morendo dalla curiosità,
aiutooo!! Devo sapere!! Tu hai msn? Se sì, farò la stessa cosa che farei con
armony_93. E spaccio in giro il video del trailer! Bacioni
Titty90: alla fine ho ceduto.
Lo sapevi già ^^. Ora te la puoi riguardare quando vuoi, l’anteprima (chissà
chi è stata quella dolce fatina che te l’ha regalata XD ^^’’’’)! Ed io mi
ascolto la canzone XD Bacione, a presto
romanticgirl: visto, niente piccolo
Bolton! Anche a me piacciono i bambini… finchè non hanno quattro o cinque anni.
Da lì, possono sloggiare tutti XD. Curiosità soddisfatta? Bacioni!
LizDream: ecco, nessun bebè in
arrivo! Come ho già detto, ci penserò per il futuro! Vi ha proprio sconvolte
questa notizia ^__^ Come si fa a scaricare da Youtube?? Dovete insegnarmi XD Un
bacione grande e continua presto la tua storia!
Satine93: allura, grazie per i
commenti sia nel capitolo 19 che nel 20!! Sharpay è perfida, egocentrica e
viziata, ma io l’adoro lo stesso. Mi fa morire dal ridere XD A Ryan ci penso,
tranquilla. Certo che Troy e Gabriella non hanno pace! Altrimenti sarebbe una
storiella poco interessante, no?? Grazie anche per averla aggiunta ai
preferiti! Bacioni tvttb
Ok,
allora annuncio generale: se qualcuna di voi volesse contattarmi per msn, può
per favore scrivere nelle recensioni il suo contatto?? Poi penserò io ad
aggiungerle (ho dei problemi con l’account di posta registrato in EFP e non lo
uso, quindi le email che eventualmente mi mandate lì non le leggo!). Grazie
mille!
Spero
di risentirvi tutte, un bacione grande e buone vacanze! Al prossimo capitolo
(molto Chaylor, ve lo dico!)
La vostra
Hypnotic Poison (in
trepidante attesa per HSM3 XD)
§§ “Allora, signor
Danforth, è pronto per rispettare la sua scommessa?”
Chad alzò gli occhi
al cielo mentre infilava la chiave nella toppa della loro camera: “Qualcuno mi
aiuti…”
Ma Taylor gli agitò
l’indice davanti al naso: “Eh no, adesso ti tocca! Così impari a sfidare Taylor
McKessie!”
Lui sbuffò: “Uffa,
adesso ci si mette anche la porta! Non si apre!” §§
Sharpay, Zeke,Tutti i ragazzi, Tutte
le ragazze, Tutti
“Ciao, piccola…”
Taylor
sobbalzò per lo spavento: “Chad! Mi hai fatto prendere un colpo!” esclamò
portandosi una mano al cuore.
Lui rise,
le passò un braccio attorno alla vita e unì le loro labbra.
Quando si
staccarono, la ragazza gli accarezzò una guancia: “Sei strano… cos’hai?”
Chad
scosse la testa: “Niente, perché?”
Lei
corrugò le sopracciglia: “Tu hai paura! Oddio, non ci credo! Sei emozionato per
il Talent Show!”
Il ragazzo
arrossì di botto mentre la sua fidanzata incominciava
a ridere: “Non è vero…”
Taylor lo
guardò con aria scettica, e lui borbottò: “Solo che… tutta quella canzone
d’amore, e la gente che ci guarda, e Troy e Gabriella che non faranno altro che
tubare sul palco…”
“E allora?
A te che importa? Ci sono anch’io, no?” lei gli scompigliò i capelli ribelli, e
Chad rise: “Uh, allora la sfido, signorina McKessie!”
“Ah sì? E
in cosa mi sfida, signor Danforth?”
Lui
sorrise malizioso: “La sfido a darmi un bacio sul palco, davanti a tutti!”
Taylor
ammutolì, ed il riccio iniziò a ridacchiare, conoscendo la timidezza della ragazza quando si trattava di effusioni.
“D’accordo!”
ribattè però lei “E se lo faccio, cosa vinco?”
Chad rise:
“Vediamo… se lo fai, porto te, Gabriella ed Evans a fare shopping. Se non lo
fai, giochi a basket con me, Troy, Zeke e Jason!”
La ragazza
gli tese la mano: “Affare fatto, Wildcat!”
Lui la
strinse, poi la tirò verso di sé e la baciò di nuovo.
###
“Allora,
siete pronti?”
Kelsie
aprì le tende che chiudevano il camerino di Sharpay, occupato dai sei cantanti
che sarebbero dovuti salire sul palco di lì a poco.
Chad si
lisciò la camicia, agitato: “Quanto manca, Kels?”
Lei lanciò
un’occhiata al palco: “Direi che dopo la signora Meyer e le sue imitazioni,
tocca a voi.”
Il riccio
cominciò a saltellare sul posto, per darsi un po’ di coraggio e al tempo stesso
per scaricare la tensione.
Gabriella,
Sharpay e Taylor uscirono in quel momento da dietro un appendiabiti colmo,
nervose tutte e tre.
Chad non
potè far a meno di rimanere immobile alla vista della sua ragazza, con i
capelli raccolti in una treccia arrotolata sulla nuca e qualche ciocca riccia
che le sfuggiva.
Lei se ne
accorse ed arrossì di botto: “Che c’è?”
Il ragazzo
si riscosse: “Ehm… niente!”
Gabriella
sorrise appena, soddisfatta del suo lavoro: “Dov’è Troy? Tocca a noi!”
“Eccomi,
eccomi!” il ragazzo li raggiunse, aggiustandosi i polsini della camicia.
Sharpay lo
guardò, sospirò e si voltò verso la sua amica mora: “Posso, vero, Gabby?”
Quest’ultima
si accigliò: “Puoi cosa, Shar?”
La bionda
indicò Troy: “Posso sistemargli la cravatta, questa sconosciuta? Bolton non ha
ancora imparato come si fa!”
Tutti
risero, tranne naturalmente il diretto interessato, che si lasciò sistemare
docilmente.
Il signor
Fulton arrivò in quel momento, spalancando le tende con fervore: “Kelsie, al
piano! È il vostro turno, signorina Evans.”
I tre
ragazzi si scambiarono uno sguardo terrorizzato, sospirando uscirono tutti insieme e aspettarono che il direttore li chiamasse
sul palco.
“Ed ora,
ecco a voi l’ultimo numero della serata,” stava
infatti dicendo in quel momento “Signore e signori, vi presento Sharpay Evans,
Troy Bolton, Gabriella Montez, Chad Danforth, Taylor McKessie e Zeke Baylor!”
Sharpay
spinse avanti Troy: “Muoviti!” sibilò, minacciandolo con il microfono.
Il castano
prese fiato e salì sul palco, mentre Kelsie iniziava a suonare le prime note,
subito seguito dai suoi cinque compagni.
Si voltò
poi verso Gabriella, e cominciò a cantare:
A te che sei l’unica al mondo
L’unica ragione per arrivare fino in fondo
Ad ogni mio respiro
Quando ti guardo
Dopo un giorno pieno di parole
Senza che tu mi dica niente
Tutto si fa chiaro
Lei sorrise dolcemente e gli prese la mano, mentre entrambi guardavano
Chad, pallido, che aspettava il suo momento.
A te che mi hai trovato All’ angolo coi pugni chiusi
Con le mie spalle contro il muro
Pronto a difendermi
Il ragazzo non osò guardare verso il pubblico, ma cercò coraggio nei
profondi occhi di Taylor, che gli sorrideva.
Con gli occhi bassi
Stavo in fila
Con i disillusi
Tu mi hai raccolto come un gatto
E mi hai portato con te
Attaccò Zeke, che stringeva una Sharpay dalle guance rosa per
l’emozione, perché la loro storia era iniziata proprio così.
A te io canto una canzone
Perché non ho altro
Gabriella scosse dolcemente la testa, intonando quelle parole con voce
dolce, specchiandosi negli occhi blu del suo ragazzo.
Niente di meglio da
offrirti
Di tutto quello che ho
Sharpay sorrise; tutto ciò che poteva dare a Zeke erano lei e la musica,
perché il resto, in fondo, non contava niente.
Prendi il mio
tempo
E la magia
Che con un solo salto
Ci fa volare dentro all’aria
Come bollicine
Taylor cantò davanti al pubblico, stringendo la mano di Chad. Non sapeva
come Kelsie avesse potuto intuire il suo stato d’animo, ma
quella strofa la rispecchiava in pieno: quando stava con lui, si sentiva
leggera come una bollicina, felice e senza pensieri.
A te che sei
Semplicemente sei
Sostanza dei giorni miei
Sostanza dei giorni miei
Tutti cantarono insieme, in un’armonia perfetta sulle note di Kelsie,
facendo emozionare il pubblico che non credeva a quanto quei sei ragazzi
potessero esprimere così tanto.
A te che sei il mio grande amore
Ed il mio amore grande
Troy sorrise malizioso a
Gabriella, dopo che la paura iniziale era scomparsa, lasciando il posto alla
meravigliosa sensazione di poter cantare insieme a tutti i suoi amici.
A te che hai preso la mia vita
E ne hai fatto molto di più
Chad fece l’occhiolino a Taylor, dandole un buffetto sul naso. Era lei,
ormai, la ragione per cui lui era così. Perché era davvero Chad.
A te che hai dato senso al tempo
Senza misurarlo
Zeke fece fare una giravolta alla sua ragazza, che rideva lontano dal
microfono per non disturbarli.
A te che sei il
mio amore grande
Ed il mio grande amore
I tre ragazzi cantarono insieme, due di loro parole che mai avevano
pronunciato, ma che già sentivano nel cuore.
A te che io
Ti ho visto piangere nella mia mano
Fragile che potevo ucciderti
Stringendoti un po’
Troy carezzò la guancia di Gabriella, sorridendole dolcemente, mentre
entrambi ricordavano quei momenti tristi passati insieme, per farsi coraggio a
vicenda.
E poi ti ho visto
Con la forza di un aeroplano
Prendere in mano la tua vita
E trascinarla in salvo
Le loro voci si unirono, si mescolarono perfettamente nell’unico duetto
della canzone.
A te che mi hai insegnato i sogni
E l’arte dell’avventura
Gabriella rispose al suo sorriso, come per ringraziarlo per i momenti in
cui le era sempre stato vicino, e le aveva insegnato a sognare, come all’asilo.
A te che credi
nel coraggio
E anche nella paura
Taylor prese un po’ in giro Chad con quelle parole, ripensando a quando parlava di coraggio, e poi si faceva prendere dal
panico per la più piccola cosa.
A te che sei la
miglior cosa
Che mi sia successa
Sharpay fece spallucce, mentre una verità mai rivelata veniva a galla.
A te che cambi tutti i giorni
E resti sempre la stessa
Zeke ghignò divertito, ricordando i mille e mille cambiamenti della
bionda.
A te che sei
Semplicemente sei
Sostanza dei giorni miei
Sostanza dei sogni miei
Taylor sorrise imbarazzata, la
mano stretta in quella del suo ragazzo.
A te che sei
Essenzialmente sei
Sostanza dei sogni miei
Sostanza dei giorni miei
Sharpay riprese il ritornello, ballando lentamente con Zeke.
A te che non ti piacimai
E sei una meraviglia
Taylor arrossì a quelle parole di Chad, che la guardava sorridendo ma con gli occhi seri, segno che credeva
veramente in quella frase.
Le forze della
natura si concentrano in te
Che sei una roccia sei una pianta sei un uragano
Sei l’orizzonte che mi accoglie quando mi allontano
Zeke continuò a ridere, immaginandosi Kelsie scrivere quella strofa sul
carattere di Sharpay.
A te che sei l’unica amica
Che io posso avere
L’unico amore che vorrei
Se io non ti avessi con me
Troy prese la mano di Gabriella e la mise sul suo
cuore, come l’anno prima. Non c’era altra donna che avrebbe mai potuto
amare, se non lei.
A te che hai reso la mia vita bella da morire,
Che riesci a render la fatica un immenso piacere,
Taylor sollevò un sopracciglio, divertita. Quella parte l’aveva scritta
lei insieme a Kelsie, per ricordare quei lunghi pomeriggi passati a studiare
chimica, ma così speciali.
A te che sei il mio grande amore
Ed il mio amore grande,
Gabriella non tolse la mano dal petto del suo ragazzo, e cantò quelle
parole che tanto spesso gli ripeteva, ma che ogni volta avevano il loro valore.
A te che hai preso
la mia vita
E ne hai fatto molto di più, A te che hai dato senso al tempo senza misurarlo,
Sharpay cantò di nuovo, stringendosi a Zeke e sorridendogli nel modo più
dolce.
A te che sei il mio amore grande
Ed il mio grande amore
Gabriella guardò Troy negli occhi, felice, e li vide brillare sopra il
sorriso che significava le stesse parole.
A te che sei, semplicemente sei
Sostanza dei giorni miei, sostanza dei sogni miei...
Le tre ragazze cantarono insieme, perfette, quasi facendo venire la
pelle d’oca a spettatori e compagni.
E a te che sei,
semplicemente sei,
Compagna dei giorni miei...sostanza dei sogni miei...
Mentre le
note sfumavano, si acquietavano anche le voci di Chad, Troy e Zeke.
Quando la
musica finì, i sei ragazzi continuarono a guardarsi negli occhi, increduli per
le tante emozioni.
E a
risvegliarli furono gli applausi entusiasti degli ospiti del club, che si erano
alzati tutti in piedi.
Troy si
abbassò e baciò dolcemente Gabriella; Chad guardò Taylor con una luce maliziosa
negli occhi. Lei si alzò in punta di piedi e lo rese contento
(anche se il pensiero di dover adempiere alla scommessa lo faceva star
male).
Così,
rimasti gli unici, Zeke si voltò speranzoso verso Sharpay, stretta al suo
fianco. La bionda dapprima scosse la testa, orripilata. Poi, però, vedendo quel
adorabile sorriso e il pallido tentativo d’imitare la faccia da cucciolo
bastonato di Troy, si arrese e si lasciò baciare.
“Bravissimi,
bravissimi! Complimenti a tutti voi!” la voce del signor Fulton li fece
separare “Siamo ora arrivati al momento del nostro premio, lo Star Dazzle
Award!”
I ragazzi
si abbracciarono tutti, aspettando in silenzio.
“Sono
lieto di annunciare che, anche quest’anno, il premio è assegnato alla signorina
Sharpay Evans,” gli altri cinque alzarono gli occhi al
cielo “E al suo gruppo di Wildcats!”
Partirono
altri applausi, mentre il direttore consegnava il trofeo nelle mani di Taylor.
Loro
gridarono contenti, scambiandosi cinque e abbracci.
Gabriella
cercò con gli occhi suo padre, nella folla, e lo trovò in uno dei tavolini in
seconda fila, che le sorrideva ed applaudiva orgoglioso e felice.
Qualche
istante dopo li raggiunsero sul palco anche Martha,
Kelsie, Jason e Ryan, che si congratularono con loro.
Scesero
poi dal palco, e corsero sulle colline del campo da golf.
Il cielo
era illuminato da miriadi di stelle, tutti aspettavano però gli astri cadenti a cui affidare i loro desideri.
“Questa è
la notte di San Lorenzo, ragazzi!” esclamò Sharpay “Quali sogni volete far avverare?”
Kelsie
rise, stretta a Jason: “Ehi, se si rivelano poi non si avverano!”
Una
meteora passò proprio in quel momento; Gabriella si strinse a Troy, poggiando
la guancia sul suo petto e desiderando che la sua vita fosse felice come lo era
in quel momento.
Rimasero
sul campo ancora qualche ora, finchè lentamente il sonno e le emozioni della
sera non li convinsero a ritornare in camera.
Mentre camminavano su e giù per il campo, Taylor si girò verso Troy e
Gabriella e disse: “Ah, dimenticavo: auguri!”
Il castano
sorrise, prese la mano della sua ragazza e la fermò, facendoli così rimanere
ultimi.
Lei lo
guardò interrogativamente, ma col sorriso sulle
labbra rosse.
“Tanti
auguri, piccola…” le sussurrò dolcemente.
Gabriella
arrossì, si alzò in punta di piedi e lo baciò.
Poi Troy
la prese di nuovo per mano, conducendola attraverso il prato.
“Ma dove
stiamo andando?” domandò lei ridendo.
Lui si
girò e le fece l’occhiolino: “Sorpresa!”
Camminarono
illuminati dalle stelle ancora per qualche metro, poi il ragazzo all’improvviso
si fermò: “Ora chiudi gli occhi!”
La mora
rise, ma fece come le aveva detto; Troy le si mise
dietro e poggiò le mani sui suoi occhi. Poi la spinse leggermente, facendola avanzare.
“Ecco, ora
fermati.” le sussurrò dopo pochi passi “Puoi
guardare…”
Tolse le
mani, lei aprì gli occhi e rimase stupefatta: davanti a lei c’era un tavolo con
due sedie, illuminato da alcune candele, colmo di piatti dall’aspetto squisito.
Sentì formarsi
le lacrime: “Oh, Troy, non ci credo!”
Lui si
grattò la nuca, imbarazzato: “Era il minimo, Gabby… comunque, hanno cucinato
tutto Zeke e lo chef Micheal, penso sia ottimo!”
Gabriella
lo fissò, trattenendo le lacrime di gioia: “Grazie, grazie davvero! Io non so… ma-ma come hai fatto?!”
Troy fece
spallucce: “Beh, non è stato difficile convincere Fulton. Gli ho soltanto
promesso che dopo avrei rimesso a posto tutto!”
La ragazza
si accigliò: “Io però non ho nessun regalo…”
Lui scosse
la testa, accarezzandole una guancia: “Sei tu il regalo, Gab. Mi basta quello.”
poi rise malizioso “E diciamo qualcos’altro dopo
cena!”
La mora
gli diede una spinta scherzosa, ridendo: “Eddai!”
“Forza,
mangiamo ora.”
Si
sedettero a quel tavolo così romantico, scoprendo ad uno ad uno
i vassoi, mentre sopra di loro tante stelle portavano altrettanti
desideri.
###
“Allora,
signor Danforth, è pronto per rispettare la sua scommessa?”
Chad alzò
gli occhi al cielo mentre infilava la chiave nella
toppa della loro camera: “Qualcuno mi aiuti…”
Ma Taylor
gli agitò l’indice davanti al naso: “Eh no, adesso ti tocca! Così impari a
sfidare Taylor McKessie!”
Lui
sbuffò: “Uffa, adesso ci si mette anche la porta! Non si apre!”
La sua
ragazza roteò gli occhi e gli prese la chiave dalle mani, facendolo spostare.
“Per forza
non si apre,” borbottò dopo un po’ “Questa non è la
nostra chiave, ma quella di Troy e Gabriella! Ce l’avevo
io perché dormo con lei, ti sei dimenticato?”
Il riccio
si battè una mano sulla fronte: “E la mia ce l’ha
Troy… che facciamo? Non posso certo stare qui ad aspettare che mi apra! Senza
contare che dopo vorrà stare con Gabriella, visto che oggi è il loro
anniversario!”
Taylor lo
abbracciò per consolarlo: “Non so che dirti… se vuoi possiamo aspettare in
camera loro…”
Chad
inspirò il profumo dei suoi capelli, poi all’improvviso gli venne in mente una
cosa.
“Aspetta!”
esclamò “Ho un’idea!”
Prima che
la ragazza potesse chiedergli spiegazioni, la prese
per mano e la trascinò giù per le scale, fino al parcheggio.
“Ma cosa
vuoi fare?” domandò lei senza fiato.
Lui le
fece l’occhiolino, aprendo la portiera della sua macchina: “Ti porto in un
posto magnifico. Sali, coraggio!”
La castana
non fece più domande, si sedette dal lato del passeggero; Chad accese il motore
e partì per quell’ignota destinazione.
Taylor
aprì il finestrino, godendosi il vento fresco della sera: “Sta finendo
l’estate…” osservò triste dopo un po’.
Lui
sorrise: “Non ci pensare. Goditi gli ultimi giorni che rimangono, Tay.”
Lei annuì,
fissando la strada che scorreva veloce: “Mi dici dove stiamo andando?”
“Aspetta e
vedrai.”
Alzò gli
occhi al cielo, divertita, ma sobbalzò quando il suo
ragazzo uscì dalla strada principale per immettersi in un sentiero poco
visibile.
Lo
percorsero per qualche chilometro, poi Chad si fermò e spense il motore:
“Eccoci arrivati.”
Scese
prima di lei, aggirò l’auto e poi le aprì la portiera, offrendole la mano.
Taylor
l’accettò, non appena mise piede a terra dovette spalancare la bocca per la
meraviglia.
Il ragazzo
le passò un braccio attorno alla vita: “Ti piace?”
La castana
non potè far altro che annuire, guardando estasiata il panorama.
Chad
l’aveva portata in una piana isolata, circondata dalle montagne rosse,
sovrastata da un cielo sfolgorante di stelle: tante tutte insieme non le aveva
mai viste.
Sorrise
come una bambina, si voltò verso il ragazzo che si era seduto sul cofano: “E’
meraviglioso!”
Lui fece
spallucce, imbarazzato: “L’ho scoperto per caso l’estate scorsa. Sai, quella
sera che ero andato a casa dei miei per la festa di
mio cugino. Ecco, ho sbagliato strada e sono finito qui.”
Taylor lo
raggiunse, il suo ragazzo l’aiutò a salire e finì distesa sopra di lui.
“Grazie…”
mormorò prima di baciarlo.
Qualche
attimo dopo, quando si staccarono, rimase accoccolata sul suo petto, circondata
da quelle braccia forti ma gentili, ad ascoltare il suo cuore battere.
“Tay?” la
chiamò dopo un po’.
“Mhm?”
rispose lei, vicina all’addormentarsi.
“Sai… non
mi va che solo Troy e Gabriella abbiano qualcosa da
festeggiare in una notte così bella.” spiegò.
Taylor
alzò il viso, andando ad incrociare i suoi occhi: “Quindi?”
Chad
sorrise, avvicinando i volti: “Ti amo, Taylor McKessie.”
Lei
spalancò gli occhi, incredula: “Di-dici sul serio?”
“Ho mai
scherzato sulle cose importanti?”
La castana
ci pensò un attimo su: “Sì!”
Il ragazzo
arrossì, imbarazzato: “Ehm… d’accordo. Ma stavolta sono sincero.”
Taylor
sorrise dolcemente: “Ti amo anch’io, Chad…”
Il
riccioluto si abbassò e la baciò, mentre lei intrecciava le braccia dietro il
suo collo. Presi da quella situazione, Chad si mise sopra di lei per essere più
comodo.
Sfortunatamente,
il cofano della macchina non era piano, ed entrambi scivolarono di scatto giù,
finendo a terra.
Si
guardarono un attimo e scoppiarono a ridere.
“Sarà
meglio tornare!” esclamò poi Chad, aiutando la sua ragazza ad alzarsi.
Taylor si
ripulì un po’ la gonna, salì in auto e lo fissò sorridendogli: “Sai una cosa,
Chad? Penso proprio che tu abbia mantenuto già così la tua promessa.”
Oh,
eccoci qua. Capitolo lunghissimo XD che a me personalmente non fa impazzire, ma
Titty90 dice che sono pazza a pensarla così…
Spero
che a voi sia piaciuto! La canzone che cantano penso l’abbiate riconosciuta, è A te di Jovanotti.
Ringraziamenti:
armony_93: eccomi eccomi, ho fatto
prestissimo! Anche perché il 2 parto di nuovo e non ho Internet (nuuu…) hai visto quanta Chaylor??
Si sono detti che si amano!! Devi essere contenta! Mi
dispiace per il collasso che ti ho quasi creato ^^Sono felice che tu sia così pazza
di questa fic, mi rende fiera. Baci
lovely_fairy: ecco, tu tifi per un
piccolo Bolton. D’accordo, ci penserò. L’email
riprovo io, perché non è arrivata! Altrimenti scrivimi il tuo contatto nelle
recensioni… baci!
Ciokina14: doppietta per chi
spera in un piccolo Bolton. Ok, mi ci metto d’impegno ^^anche io mi sono
commossa guardando l’anteprima, sapevo che non potevi resistere! XD W il signor
Montez! Baci
LizDream: grazie per
aggiungermi tra i preferiti *me è molto riconoscente*. La tua storia non è banale, tranquilla. Non
capitano spesso due colpi di scena come Gabriella sulla sedia a rotelle e una
sorella ritrovata!! Sono curiosa di sapere il resto…
kiss!
Titty90: no, basta. Non cederò
più ai tuoi ricatti (“Seee, e chi ci crede?” NdTitty)
sob sob, in rovina mi manda
XD bacioni a presto (e molto probabilmente farò quello che dice il labiale
dell’emoticon di zac, anche se tu non vuoi, mwahaha!!!)
Satine93: uhm, la reazione di
Troy… sì, ci lavorerò quando (e se) deciderò d inserire un Bolton junior ^^.
Troyella non starà tranquilla eheh… kissoni!
Kikka93: sono arrivata al capitolo 26 adesso, e non ho molta voglia di fermarmi XD
Chad ha vinto la sua scommessa X3 Io ho messo il trailer anche sul mio blog XD Aggiunta
a msn! Baci
Romanticgirl: Il padre di Gabry è
proprio il vostro mito ^^ Incinta per
adesso (me l’avete chiesto in tanti XD) no ^^ Baci
Tay_: io sono uno zombie in questi giorni, visto che torno
tardi e sto su msn fino all’1 di notte!! Ti ho aggiunto a msn! ^^ baci
Grazie
ancora a tutti, ci risentiamo verso il 9 o 10 agosto! Baci
La
vostra
Vacanziera Hypnotic
Poison
§§ La pioggia batteva
fragorosamente contro i vetri della sala del Lava
Springs.
Tutti gli ospiti
erano lì riuniti, sotto la luce elettrica, impossibilitati a muoversi vista la
bufera.
E anche dieci ragazzi
di nostra conoscenza si stavano più o meno annoiando in quell’orribile giorno.
Kelsie suonava
qualche nota al pianoforte, con Jason accanto che cercava d’imparare; Ryan e
Martha parlavano di danza e nuovi passi; Sharpay si faceva la manicure
chiacchierando con Taylor; Chad e Zeke discutevano sui nuovi acquisti delle
squadre di basket; ed infine Troy era seduto su una poltrona in un angolo, con
Gabriella stesa sulle ginocchia, i piedi penzoloni da un bracciolo e la testa
sull’altro, e ridevano e scherzavano tra un bacio e l’altro.
“Uff!” esclamò
scocciato Chad dopo un po’ “Possibile che l’ultimo giorno che stiamo qui debba venire giù il diluvio?” §§
La pioggia
batteva fragorosamente contro i vetri della sala del Lava
Springs.
Tutti gli
ospiti erano lì riuniti, sotto la luce elettrica, impossibilitati a muoversi
vista la bufera.
E anche
dieci ragazzi di nostra conoscenza si stavano più o meno annoiando in
quell’orribile giorno.
Kelsie suonava qualche nota al pianoforte, con Jason accanto che
cercava d’imparare; Ryan e Martha parlavano di danza e nuovi passi; Sharpay si
faceva la manicure chiacchierando con Taylor; Chad e Zeke discutevano sui nuovi
acquisti delle squadre di basket; ed infine Troy era seduto su una poltrona in
un angolo, con Gabriella stesa sulle ginocchia, i piedi penzoloni da un
bracciolo e la testa sull’altro, e ridevano e scherzavano tra un bacio e l’altro.
“Uff!”
esclamò scocciato Chad dopo un po’ “Possibile che l’ultimo giorno che stiamo
qui debba venire giù il diluvio?”
“Beh, non
è piovuta una sola goccia tutta l’estate, era anche ora!” osservò tranquilla
Kelsie.
Il signor
Fulton fece la sua comparsa in quel momento: “Signore e signori, la sala da
pranzo è già aperta.”
Ryan si
alzò, sistemandosi il cappello: “Beh, io propongo di mangiare, fare le valigie
e tornare in città. Tanto ormai stare qui non serve a niente!”
“Forza,
Wildcat, in piedi…” borbottò Chad, di pessimo umore.
Lanciò
un’occhiataccia al suo migliore amico e gli toccò una spalla: “Troy, andiamo.”
“Eh,
cosa?” Troy alzò lo sguardo, distratto “Dicevi, amico?”
Il
riccioluto sospirò stizzito: “Andiamo a pranzo. Forza, muoviti.”
Gabriella, quasi intimorita, scese dalle gambe del suo ragazzo in
silenzio e raggiunse Taylor, con una muta domanda nello sguardo; l’amica, per
tutta risposta, scrollò le spalle. Nemmeno lei sapeva la causa di quell’umoraccio.
“Ehi,
fratello, ma che hai?” domandò il castano fermandolo.
“Niente,
Troy, d’accordo? Sto benissimo!” sbottò l’altro. Poi procedette marciando verso
il loro tavolo e si sedette rabbiosamente.
Troy si
girò verso le due ragazze e fece spallucce; loro scossero la testa e poi
scoppiarono a ridere.
###
L’auto di
Troy precedeva lentamente lungo le strade allagate di Albuquerque, i
tergicristalli che lavoravano furiosamente sotto la pioggia battente.
Gabriella
si sporse in avanti, cercando di guardare fuori dal
parabrezza: “Ma è normale un temporale così in New Messico?” domandò.
Troy
sorrise, rallentando ancora: “Sìì… una volta ogni
dieci anni!”
“Troy!”
esclamò divertita la mora, dandogli una leggera pacca “Non prendermi in giro!”
“Io?!” ribattè il ragazzo, sgranando gli occhi “Non lo farei
mai!”
Continuarono
a ridere e scherzare finchè non raggiunsero casa di Gabriella.
“Aspetta
prima di scendere,” disse il castano, tirandosi sulla
testa il cappuccio della felpa “Ti prendo l’ombrello da dentro.”
Lei annuì,
Troy aprì lo sportello e scese in strada. E si ritrovò con l’acqua alle
ginocchia.
Gabriella
lo guardò per qualche secondo e poi scoppiò a ridere.
“Non è
affatto divertente…” borbottò il castano, che ormai si stava bagnando anche
sopra.
Sguazzò
nell’acqua piovana, aprì il cofano e prese un ombrello giallo, aggirò la
macchina ed spalancò lo sportello di destra: “Forza,
scendi!” intimò alla sua ragazza.
Ma lei
scosse la testa, ridendo: “Non penserai che io entri lì dentro!”
“E allora
cosa vuoi fare?”
La mora
sorrise maliziosa; il povero Troy sospirò e mise da parte l’ombrello, sul
sedile. Poi le passò un braccio attorno la vita, uno
sotto le gambe e la prese in braccio.
“Ecco,
signorina, servizio di trasporto fino a casa!” ironizzò, percorrendo il breve
tragitto tra la strada ed il portico asciutto.
Gabriella
strillò ridendo quando si bagnò, aggrappata al suo
collo: “Sbrigati!”
Il signor
Montez aprì in quel momento la porta e sollevò un sopracciglio: “Accidenti,
Troy, sei già arrivato a questo punto?”
Il ragazzo
sorrise, poggiando a terra e all’asciutto la sua ragazza: “Cosa vuole, signore… non poteva certo bagnarsi i piedini!”
La mora
gli diede un pizzicotto, mentre i due uomini scoppiavano a ridere.
“Beh, vado
a prenderti le valigie, Gab.” Troy si rimise il cappuccio e velocemente prese i
bagagli della ragazza, per poi ritornare sotto il portico.
In
quell’istante, un tuono fortissimo rimbombò nell’aria, e la mora sobbalzò
impaurita.
“Troy,
forse è meglio se rimani qui. Non è prudente girare per le strade adesso, sono
completamente allagate. Aspetta che passi la tempesta.”offrì il padre di Gabriella “Ti fai una doccia, ti
cambi. Tanto hai i vestiti, giusto? Forza, non fare i complimenti!”
Il ragazzo
sorrise: “Certo, grazie. Allora, prendo le mie valigie.”
Qualche
istante dopo, entrarono tutti in casa, al caldo e all’asciutto.
“Fatti una
doccia, sei tutto fradicio! Ti ammali se rimani così!” consigliò preoccupata
Gabriella.
Il castano
annuì: “Vado subito. Intanto avverto i miei. Ancora grazie, signor Montez!”
“Di
niente, figliolo.” rispose l’uomo, mentre lo guardava
salire le scale e dirigersi in bagno.
La mora si
girò verso il padre, ondeggiando le braccia imbarazzata:
“Beh… allora vado su a cambiarmi anche io…”
Fece per
correre al piano di sopra, ma il signor Montez la fermò: “Aspetta, tesoro.”
Lei si
fermò sul secondo gradino, deglutendo: “Sì, papà?”
Lui la
fissò, poi scosse la testa: “Niente. Sono in salotto a vedere la partita di
baseball, okay?”
“Certo,
papà. Ciao!” tornando a respirare, Gabriella si eclissò al piano di sopra,
pronta a rintanarsi in camera sua.
Ma non
appena passò davanti alla porta del bagno, cambiò idea.
Spinta da
qualcosa che nemmeno lei sapeva con certezza cosa fosse, bussò delicatamente
contro il legno marrone, sperando che il padre non si accorgesse di niente.
Troy aprì,
coperto solo dalla vita in giù da un asciugamano bianco: “Gab! Cosa ci fai
qui?”
“Shh!” lo
zittì lei, mettendo un dito davanti alla bocca. Poi lo guardò ed ammise: “In
realtà… non lo so.”
Il ragazzo
rise e aprì di più la porta: “Forza, entra.”
“Tu sei
matta!” esclamò divertito qualche istante dopo, assicurandosi che la porta
fosse ben chiusa “E se ci becca tuo padre?”
La mora
sorrise imbarazzata, fissando lo specchio che si appannava velocemente per il
calore della doccia già aperta.
Un altro
tuono rimbombò nella casa, e Gabriella si spaventò così tanto che si aggrappò a
Troy: “Odio i temporali…” bisbigliò contro il suo petto.
“Sì, lo
so!” rise lui, accarezzandole i capelli neri.
Lei
rabbrividì: “Troy, sei gelido!”
Il ragazzo
alzò un sopracciglio, malizioso: “Che dici, allora, facciamo una doccia?”
“Signor
Bolton, si approfitta sempre delle povere ragazze indifese?” lo prese in giro
la mora.
Troy
sorrise, le prese il viso tra le mani e sussurrò: “Non penso ti dispiaccia…”
Gabriella
scoppiò a ridere e si affretto a cancellare la distanza tra le loro labbra.
###
Chad
sbattè la porta della sua camera e con un gesto rabbioso si tolse la felpa e la
gettò per terra.
Era
bagnato fradicio, era di pessimo umore e quello era l’ultimo giorno di vacanze!
Si tolse
anche i pantaloni ed indossò una tuta dei Wildcat grigia, calda e comoda.
Toc toc. Qualcuno aveva bussato timidamente
alla porta.
“Che c’è?”
ringhiò.
“Tesoro,
c’è Taylor al telefono.” rispose sua madre aldilà del
legno.
Si alzò
dal letto e aprì la porta: “Grazie.”mugugnò, poi prese il cordless e si richiuse dentro
“Pronto?”
“Hai una spiegazione per il tuo malumore che
ti ha indotto a comportarti come una scimmia e a trattarci tutti, me compresa,
malissimo?”
Si passò
una mano tra i capelli indomabili: “Non si può essere di cattivo umore?”
Taylor
sospirò: “Il problema è che tu non sei
mai di cattivo umore, Chad! Insomma, ci siamo anche un po’ preoccupati!”
“Beh,
avete fatto male. Io sto benissimo!” sbottò il riccioluto.
“Ascoltami bene, Chad Danforth, io non ho
nessuna intenzione di essere trattata così, d’accordo? Richiamami quando ti sarai calmato. In ogni caso, ci vediamo domani mattina,
andiamo al college tutti insieme. E accendi il
cellulare, ti ho chiamato dieci volte ed era sempre staccato. Ciao.” la ragazza gli riattaccò in faccia, arrabbiato.
“Ma cosa…?
Tay? Tay!” Chad guardò il telefono, ormai muto.
Emise un
suono contrariato e lo scagliò sul letto.
Poi
spalancò la porta, scese le scale pestando i piedi ad ogni gradino ed entrò in
cucina, dove sua madre era intenta a lavare le carote per la cena.
“Tutto a
posto, tesoro?” gli domandò.
Il figlio
non rispose, si limitò ad aprire il frigorifero –dove ancora campeggiava la
foto di Micheal Crawford- e a prendere del pane, maionese, lattuga, pomodoro e
prosciutto.
Si preparò
così un enorme panino, prese una Coca Cola e raggiunse suo padre in salotto.
“Però,
devi avere proprio molta fame!” ironizzò lui, osservando la ‘merenda’.
Chad
l’ignorò: “I risultati del basket?”
“I Red
Hawks hanno perso contro i New YorkKnicks.”
“MA
INSOMMA!!” il riccioluto si tirò su di scatto,
arrabbiato, e ritornò in camera sua, borbottando qualcosa d’incomprensibile.
Il signor
Danforth si girò con un sorrisetto verso la moglie, che aveva osservato la
scena preoccupata, e commentò: “Meteoropatico…”
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Sharpay
spalancò il suo grande, anzi, immenso armadio dalle ante rosa e cominciò a
buttare sul letto tutti i vestiti che pensava
sarebbero andati bene per il suo primo giorno al college.
“Devi
andare a una sfilata, sorellina?” la prese in giro Ryan, comparendo sulla
soglia.
Lei gli
lanciò un’occhiataccia glaciale: “Molto divertente, Ryan. Non hai nient’altro
di meglio da fare? Perché non vai un po’ in giardino, a giocare sotto la
pioggia?”
Il biondo
alzò gli occhi al cielo: “Mi raccomando, sii sempre gentile. Ero solo venuto a
dirti che c’è Zeke che ti cerca.”
Lo sguardo
della sorella s’illumino leggermente mentre osservava
un completino color pesca: “Beh, allora digli che venga su!”
“Ai suoi
ordini, maestà!” Ryan si girò e andò ad accogliere l’amico al piano di sotto,
mentre Sharpay si sistemava i capelli e il vestito che indossava.
Diventava
sempre leggermente nervosa quando doveva incontrarsi
con Zeke, anche se sapeva che il suo ragazzo non le avrebbe mai criticato il
look.
Sentì
bussare alla porta, ed esclamò: “Avanti!”
Zeke entrò
timidamente, con un gran sorriso in volto: “Ciao. Ti ho portato questi!”
Sharpay
corse da lui e prese il sacchettino che le porgeva: “I miei biscotti! Grazie!”
Si alzò
sulle punte e gli diede un leggero bacio sulle labbra.
Aprì il
sacchetto e tirò fuori un dolcetto: erano biscotti a forma di S, con la parte
superiore ricoperta di cioccolata. Bianco e nero, proprio come loro due, buoni
da soli ma perfetti insieme.
La
biondina lo spezzò a metà e gli diede la parte bianca, mangiando subito dopo quella più golosa.
“Vedo che
ti stai preparando.” osservò ironicamente il ragazzo.
Lei
arrossì un poco: “Beh, bisogna essere perfette il primo giorno al college!”
“Tu non ne
hai bisogno,” mormorò Zeke, prendendola per mano e
avvicinandola ancora di più “Lo sei sempre…”
La sua
ragazza sorrise mentre gli circondava la vita con le braccia: “L’hai detto,
Baylor…”
Lentamente,
andarono ad unire le loro labbra, in uno dei loro baci che sempre sapevano di
dolce.
###
Kelsie
suonava dolcemente al pianoforte nello studio di casa sua.
I suoi
genitori erano partiti qualche ora prima per un romantico viaggetto a Boston, come
l’avevano chiamato, e lei era rimasta sola.
Le
piaceva, però, avere la casa tutta per sé. Si sentiva libera di fare quello che
voleva, di poter stare da sola con i suoi pensieri. E soprattutto, le si liberava la fantasia. Infatti, aveva scritto You are the music in me, l’anno prima, in una giornata da
sola.
All’improvviso,
il trillo del cellulare si sovrappose alle note di Mozart.
Lo prese
dalla tasca e con un sorriso lesse sul display il nome di Jason.
“Pronto?”
“Ehi, Kels.
Disturbo?”
“No, no,
figurati. Dimmi tutto!”
“Beh, ecco, pensavo… ti andrebbe di
uscire?”
La ragazza
si morse un labbro: “Mi piacerebbe ma… fuori diluvia…”
La voce di
Jason si fece più triste: “Ah, giusto…”
Kelsie si
pentì immediatamente delle sue parole, così propose: “Senti, perché non vieni qui da me? I miei sono andati via, mi faresti un po’ di
compagnia. Magari guardiamo un film, poi possiamo mangiare una pizza!”
Jason,
aldilà della cornetta, sorrise felice: “Certo,
arrivo subito! Prendo io il film? Ti va bene l’ultimo di James Bond?”
“Perfetto.
Allora a tra poco. Ciao.”
Sorrise e
chiuse la comunicazione.
Poi corse
su per le scale, si cambiò i vestiti, si pettinò i morbidi boccoli castani e si
mise appena un po’ di mascara.
Appena in
tempo per andare ad aprire al ragazzo, che aveva suonato.
“Ciao!”
sorrise ed arrossì contemporaneamente quando se lo
trovò davanti.
“Ciao,” rispose Jason, abbassandosi e dandole un bacio sulla
guancia “Posso entrare?”
“Certo!”
Kelsie si fece da parte e lo lasciò passare. Si diressero insieme in salotto e
misero su il DVD.
Il ragazzo
si mise poi seduto per terra, con la schiena appoggiata al divano, e lei gli si
accoccolò di fianco, subito circondata sulle spalle dal suo braccio.
###
“Allora
non ti ha più richiamata?” Gabriella si sistemò i capelli allo specchio del
bagno, il cellulare fermo tra la spalla e la guancia.
“No,” sospirò
Taylor, all’altro capo della cornetta “E
il cellulare è ancora staccato. Mi fa saltare i nervi quando
fa così! È insopportabile!”
La mora
rise: “Se ti può consolare, è solo meteoropatia. Qui ad Albuquerque non vengono
mai tempeste di questo genere, quindi sarà un caso raro. Sei fortunata che non
vivi a New York!”
“Meteoropatia o no, è sempre un
grandissimo cafone.”
“Te lo sei scelto tu, Tay. Hai voluto la bicicletta, ora
pedali!”
“Grazie, mi sei molto d’aiuto…” Gabriella rise ed uscì dal bagno,
fermandosi sul pianerottolo “Ed il tuo
principe azzurro è ancora lì?”
“Sì, con
mio papà. Stanno guardando i risultati del basket, e siccome i Red Hawks hanno
perso, è di cattivo umore –anche lui. Se poi aggiungi che mio papà tifa per i BostonCeltics…”
Taylor
rise: “Anche tu non sei messa meglio,
sorella. Dai, ti lascio a salvare il tuo Troy. Io provo a richiamare lo
zoticone. A domani mattina!”
“A domani,
Tay. Buonanotte!” chiuse la comunicazione e scese in salotto, dove trovò il suo
fidanzato e suo padre piegati in due dalle risate.
“Cosa c’è
di tanto divertente?” domandò curiosa, sedendosi sul bracciolo della poltrona
occupata da Troy.
“Oh,
niente,” rispose quest’ultimo, con le lacrime agli
occhi “Tuo padre mi stava solo raccontando di quando, da piccola, ti sei fatta
la pipì addosso ad una partita dei Celtics!”
I due
uomini ripresero a ridere, mentre la povera Gabriella divenne bordeaux.
“Non c’è
niente da ridere…” borbottò offesa ed imbarazzata.
“E quindi,
nel bel mezzo dell’incontro, quando mancavano due minuti alla fine e stavamo
perdendo di un solo punto, mi sono dovuto alzare e portarla in bagno!” terminò
tra le risate il signor Montez.
“Papà,
piantala!” gridò la figlia, le braccia incrociate al petto.
“Oh,
scusami tesoro, ma è stata una scena epica.”si battè le mani sulle ginocchia e si alzò “Vi lascio soli,
vado di là a controllare alcune carte.”
Dopo che
il padre di Gabriella ebbe lasciato il salotto, cadde il silenzio, rotto solo
dagli inutili sforzi di Troy per contenere le risate.
“Smettila.”
ordinò la sua ragazza, arrabbiata.
“Eddai,
Gab, in fondo non è la fine del mondo. Capita a tutti di fare una figura del
genere, da bambini!” la consolò lui, accarezzandole la schiena con una mano.
“Non è
divertente lo stesso. La prossima volta che incontro tuo padre, mi ricorderò di
farmi raccontare una tua disavventura!”
Il castano
sorrise ironico e sgranò gli occhi: “Ah, ti vuoi vendicare, eh? Piccola
birichina…” la spostò sulle sue ginocchia ed iniziò a farle il solletico.
“No, Troy,
smettila!” boccheggiò la mora, contorcendosi e ridendo.
Il ragazzo
obbedì e sfregò il naso contro quello di lei: “Lo sai
che sei bellissima quando ridi?”
Gabriella
arrossì sorridendo: “Perché, quando non lo faccio?”
Anche il
suo ragazzo sorrise: “Sei stupenda…”
Lei
ridacchiò, intrecciando le braccia dietro al suo collo. Decise di stuzzicarlo
un po’, di divertirsi: “E quando piango?”
Troy fece
correre l’indice lungo la sua guancia: “Sei meravigliosa anche quando piangi.
Ma io non voglio più vederti piangere, mai più. Ti concedo solo le lacrime di
felicità, nient’altro. Nessuno è degno di farti stare male, Gabriella,
tantomeno io. Ricordatelo.”
E a quelle
parole, una piccola lacrima di gioia cadde dagli occhi da cerbiatta: “Ti amo…”
gli sussurrò.
Il ragazzo
sorrise, tuffò una mano nei suoi capelli profumati e la baciò: “Ti amo…”
Tornata!!
Mi è mancato Internet in questa settimana ^^
Mi
scuso x le Chayloriste, ma non vi preoccupate, quei
due faranno pace ^^
Ringraziamenti:
lovely_fairy: anche io adoro A
te, per questo l’ho messa! A me non è arrivato niente, ti ho mandato l’email all’indirizzo di gmail, ti
è arrivata?? Ah, mannaggia a questo Internet XDXD Baci
armony_93: lo sapevo che ti sarebbe piaciuto ^^ Magari mancassi a
tutti ^//^ Io sono fissata in generale con HSM, sono senza speranza. Un bacio
enorme
Alexia379: grazie per averla
aggiunta ai preferiti, spero continuerai anche a commentare! Baci
Ciokina14: t ho lasciata senza
parole eh? XD Esatto, la notte di San Lorenzo è il loro anniversario ^^ Baci
Satine93: io non faccio altro
che pensare a loro ^//^ Siamo malate XD Aggiunta su msn!baci
Romanticgirl: ti ha divertito
questo capitolo?? A me sìì,
povero Chaddino!! XD un bacione
Kikka93: alura, un po’ di anno
scolastico c’è. E poi devo decidere. Ma non anticipo ^__^ Baci
Titty90: con te non c’è gusto.
Sai troppe cose. E, come ti ho già detto, molto probabilmente lo farò. Mwahaha. E non è finita, per
loro. L’hai visto, mwahahahahah. Ti voglio bene, kiss.
Tay_: grazie per avere
inserito moi nei preferiti *me gongola per la stanza* No, non finirà tanto presto.
Spero. Kisses
Step up: grazie dei
complimenti, davvero. Mi fanno stare bene. XD Cerca di resistere XD Baci
LizDream: eccoci qui. Spero che ti
sia piaciuto ^^ Baci
Bene,
allora a presto. Si ricomincia coi guai, dal prossimo capitolo. Mwahahah, segreto.
Ah,
vi avverto che, siccome stiamo raggiungendo la quota dei capitoli che ho
scritto, probabilmente aggiornerò con un po’ più di lentezza. Perché se rimango
senza capitoli, siamo rovinate XDXD
Buon
San Lorenzo a tutte, cercate di catturare quante più stelle cadenti possibili!
Un
bacioneee!!
Hypnotic Poison
§§ In quel momento,
un diffuso mormorio si levò dalla folla femminile, ed una ragazza dal caschetto
nero vicino a loro diede di gomito all’amica che le stava accanto ed esclamò:
“Accidenti, Vicky, guarda là! Chi è quel figo da paura?”
Gabriella, Sharpay ed
anche Ryan, incuriositi, si girarono nella direzione che stava indicando, e
videro un ragazzo alto, castano, con gli occhi coperti da dei Rayban scuri a
goccia, una maglietta blu e dei jeans scuri.
La mora lo osservò,
ed il suo cuore perse un battito. §§
Chad si
svegliò ancora prima che suonasse la sveglia, puntata alle ore sette e mezza.
La
disattivò direttamente e si stiracchiò; il Sole entrava dalla finestra, e lui
non si era mai sentito così allegro.
Si alzò
dal letto, osservò il quartiere: benchè lungo le strade scorresse ancora più
acqua del dovuto, si stava tutto lentamente asciugando, ed in cielo non c’era
nemmeno una nuvola.
Fischiettando
allegro, si vestì e poi scese in cucina a fare colazione.
-Mamma e
papà saranno ancora a letto,- constatò infilando i toast nel tostapane –Oggi è
straordinariamente presto! Magari passo a prendere Taylor, così le faccio una
sorpresa.-
Mangiò
tranquillamente la sua colazione, leggendosi le notizie sportive del giornale,
poi prese una borsa con un quaderno, il suo fedele pallone da basket e qualche
penna, ed uscì di casa.
Il tutto,
senza smettere un solo attimo di canticchiare.
Tirata
fuori la macchina dal garage, guidò fino a casa della sua ragazza, con la
musica a palla e i finestrini abbassati e braccio sinistro fuori che batteva
sull’auto a tempo di musica.
Scese ed
andò a suonare alla porta; qualche istante dopo, Taylor gli andò ad aprire, con
i capelli arruffati ed il pigiama.
“Ciao,
piccola! Ancora così?” la salutò allegramente.
“Chad,
sono le sette e mezza, che ci fai qui? Dovevamo vederci al college tra due ore,
ed io avevo intenzione di dormire un’altra ora!” brontolò lei, passandosi una
mano tra i capelli.
“Beh, mi
sono svegliato presto e ho deciso di passare a prenderti. Posso entrare?” la
ragazza lo fece passare e chiuse la porta, borbottando qualcosa sulla
meteoropatia.
“I tuoi
genitori?” domandò Chad, con le mani in tasca.
Taylor lo
osservò per un secondo, gli occhi ancora semichiusi: sembrava un bambino il
giorno di Natale.
“Sono
usciti dieci minuti prima che arrivassi tu. Di sopra c’è solo mia sorella
Teresa, ma sta dormendo.”
“Bene!” si
guardarono un attimo, in silenzio, poi la ragazza battè le mani: “Beh, senti,
magari mi vado a preparare, d’accordo? Tu fai pure come se fossi a casa tua,
tanto qui ci sei già stato. Non ci metto molto.”
Chad
sorrise: “Okay, ti aspetto qui.”
Lei annuì
e corse su per le scale, mentre un pensiero la colpiva: -Mio Dio, mi ha vista con il pigiamone a righe, che vergogna!-
Il
ragazzo, invece, si sedette sul divano ed accese la TV.
Ma
quell’alzataccia non gli calzava poi così a pennello, e in poco tempo si
addormentò.
E fu in
quella posizione, con il telecomando in mano e la bocca semi-aperta, che Taylor
lo trovò quando scese.
Sorrise
intenerita, lo scosse piano chiamandolo: “Chad! Chad, svegliati!”
“Eh,
cosa?” si tirò su di scatto, scuotendo la testa “Ah… mi sono addormentato…” la
sua ragazza rise e lui si stropicciò gli occhi: “Ma che ore sono?”
“Le otto.”
rispose la ragazza, sedendogli accanto.
“Per
fortuna che ci dovevi mettere poco, è passata mezz’ora…” brontolò lui,
passandole un braccio intorno alle spalle.
“Ehi! Zeke
aspetta Sharpay delle ore senza mai lamentarsi!” Taylor lo spintonò
leggermente, per scherzo.
Chad
sorrise: “Mmm, è vero…” alzò la testa dallo schienale e la baciò sulle labbra.
“Allora,
signorina McKessie, abbiamo un’ora e mezza tutta per noi. Come la passiamo?”
La ragazza
rise e intrecciò le braccia dietro il suo collo, inginocchiandosi sul divano
per essere più comoda: “Oh, io avrei un’idea…”
Si
baciarono di nuovo, ridendo, e il ricciolino la strinse forte a sé.
“Eh-ehm. Non vi sembra un po’ presto per iniziare a
pomiciare?”
Questa
voce ironica li fece separare di scatto.
“Oh, Tess, per favore, non ti ci mettere pure tu!” sbuffò
Taylor, con una mano sul cuore per la paura che si era presa.
“Ciao
Terry, come stai?” salutò Chad.
“Bene,
grazie.” rispose Teresa, la sorella ventiduenne della sua ragazza.
Era sulle
scale, già vestita. Assomigliava molto a Taylor, anche se era più alta e più
magra, con i capelli fino a metà schiena e due grandi occhi.
Il ragazzo
l’aveva vista solo due o tre volte, visto che studiava ad Atlanta.
“Iniziate
il college oggi, vero? E a questo proposito, avrei una domanda.” si appoggiò
con le braccia incrociate alla ringhiera e li fissò “Perché tutti voi
‘Wildcats’ avete deciso di rimanere in casa?”
Chad si
accigliò: “In che senso, scusa?”
Teresa
sbuffò e scese le scale: “Perché non siete andati ad abitare al college?
Capisco che è qui in città –ed anche questa è una scelta molto strana, a mio
parere- ma almeno sareste usciti di casa. Autonomi e felici, hai presente?”
“Tess, non ricominciare, d’accordo?” l’ammonì la sorella.
“Invece lo
voglio sapere, Tay. Insomma, se non vi sbrigate adesso, non lo farete mai più!”
“In un
certo senso hai ragione, Terry,” replicò Chad “Però, sai, il college costa
tanto, anche con la borsa di studio, e quindi non sarebbe stato molto
conveniente andare a viverci. E poi, come hai detto tu, noi siamo in città,
quindi perché non lasciare le camere a qualcun altro?”
La ragazza
incrociò le braccia ed alzò un sopracciglio: “E perché siete rimasti tutti in
questo buco di città? Non vi è mai venuta voglia di andarvene per conto
vostro?”
“Beh,
molto spesso.” ammise il riccioluto “Però, vedi, a me e a Troy è stata offerta
una borsa di studio che non potevamo rifiutare, questo è il nostro motivo. Gli
altri, beh, credo sia stato per rimanere tutti vicini.”
“D’accordo,
d’accordo. Colpita e affondata. Ora, se non vi dispiace, ritorno su e faccio la
valigia. Alle dieci ho l’aereo per Atlanta.” raggiunse il divano e salutò la
sorella con un bacio sulla guancia: “Ciao, sorellina. Comportati bene!”
“Ciao
Terry, torna a trovarci presto!” rispose lei, abbracciandola.
Teresa e
Chad si salutarono con una stretta di mano, poi quando fu ritornata in camera
sua, il ragazzo si voltò verso la ragazza: “Certo che tua sorella è un tipo
tosto.”
“E’ una
caratteristica di famiglia, no?” scherzò lei.
“Giusto!”
Chad rise e si rituffò tra le sue labbra.
###
“Ciao
papà, io vado!”
Gabriella
prese la sua tracolla azzurra e scese di corsa le scale.
“Ciao
tesoro, ci vediamo stasera!” la raggiunse la voce del padre dalla cucina.
Uscì di
casa e corse fino alla fermata dell’autobus che l’avrebbe portata a soli 500 metri dal college.
Era
eccitatissima, felice, non come i suoi altri primi giorni di scuola. Non vedeva
l’ora di entrare in classe, e di raccontare poi tutto ai suoi amici.
Sedette
vicino al finestrino ed infilò le cuffiette dell’Ipod,
respirando forte per cercare di calmarsi.
All’improvviso,
sentì il suo cellulare squillare dentro la tasca della borsa. Lo tirò fuori e
con un sorriso lesse il messaggio di Troy: Buongiorno
bellezza. Sei già in autobus? Credo di aver dimenticato una maglietta lì da te!
Ci vediamo tra poco. Ti amo.
Digitò in
risposta: La maglietta te la sto
riportando, smemorato! Tra dieci minuti arrivo. Ti amo., e chiuse gli
occhi, concentrandosi sulla musica.
Ma il
suono di un clacson interruppe il suo relax; aprì gli occhi e vide una
cabriolet rosa fiammante sfrecciarle accanto, e Sharpay -con un foulard azzurro
in testa- e Ryan salutarla con la mano.
Scoppiò a
ridere e ricambiò il saluto, lasciando l’amica libera di sorpassare l’autobus,
troppo lento per i suoi gusti.
Dieci
minuti dopo, alle nove e dieci, scese alla sua fermata e si diresse velocemente
fino al grande piazzale davanti all’Università di Albuquerque, già pieno di
matricole e studenti più anziani.
Cercò con
lo sguardo gli altri, e trovò Sharpay e Ryan seduti su una panchina, intenti a
parlare.
La bionda
era, come al solito, magnifica: indossava una corta gonna di cotone marrone,
che faceva un po’ di pieghe. Sopra aveva una maglietta a maniche corte rosa
antico, scollata, con sotto una canottiera bianca. Ai piedi, dei sandali con un
po’ di tacco dello stesso colore della maglietta.
“Ciao
ragazzi!” salutò Gabriella, sedendosi accanto a loro “Siete pronti?”
“Oh, Gabry
sono così emozionata!” cinguettò l’amica, portandosi indietro una ciocca di
capelli biondi, che le correvano a boccoli fino a metà schiena “Ci pensi, non
farò altro che recitare, cantare e ballare tutto il giorno!”
“Sorellina,
ti ricordo che dovrai anche studiare, ogni tanto!” la prese in giro Ryan,
facendo ridere Gabriella.
Ma Sharpay
scosse una mano: “Non rovinarmi la festa, Ryan!”
Lui e la
mora si guardarono negli occhi, e scoppiarono a ridere insieme.
In quel
momento, un diffuso mormorio si levò dalla folla femminile, ed una ragazza dal
caschetto nero vicino a loro diede di gomito all’amica che le stava accanto ed
esclamò: “Accidenti, Vicky, guarda là! Chi è quel figo da paura?”
Gabriella,
Sharpay ed anche Ryan, incuriositi, si girarono nella direzione che stava
indicando, e videro un ragazzo alto, castano, con gli occhi coperti da dei
Rayban scuri a goccia, una maglietta blu e dei jeans scuri.
La mora lo
osservò, ed il suo cuore perse un battito.
“Oh mio
Dio, Vicky, sta venendo qui!” mormorò eccitata la ragazza dal caschetto,
aggrappandosi al braccio di Vicky.
“Stai calma,
Betty, vediamo cosa fa…” sussurrò lei, aggiustandosi
i capelli biondi e riccissimi.
Betty
sorrise in modo seducente quando fu a trenta centimetri da lei, ma il ragazzo
la ignorò e si fermò giusto un passo dietro di loro.
“Ciao,”
esclamò “Non sono in ritardo, vero?”
Gabriella
lanciò un’occhiata veloce a Betty e Vicky, che si
erano girate incredule, e si alzò dalla panchina: “No, sei arrivato addirittura
prima di Taylor!”
Si alzò
sulla punta e gli diede un bacio tenero, ma passionale allo stesso tempo. Un
po’ per indicare a quelle due che sì,
Troy il figo da paura era proprio il suo ragazzo.
“Hai già
riscosso successi, Bolton, almeno quanto me!” ironizzò Sharpay, ghiacciando con
lo sguardo un ragazzo che si era fermato un po’ troppo ad osservare le sue
gambe perfette.
“Sei
sempre modesta, Sharpay. E comunque, ho già conquistato la ragazza che
m’interessa!” rispose sorridendo, circondando le spalle di Gabriella con un
braccio e stringendola a sé.
La bionda
alzò gli occhi al cielo, leggermente disgustata alla vista delle loro
smancerie: “Oh, grazie al cielo sei qui, Kelsie!” esclamò, non appena la
pianista fu comparsa da loro.
“Ciao a
tutti!” sorrise “Di cosa hai bisogno, Sharpay?”
“Beh, io e
te frequentiamo Musica assieme, giusto?” Kelsie annuì “Bene, allora dovresti
dirmi l’orario. Penso di averlo perso!”
Tutti
sospirarono esasperati e divertiti, e proprio in quel momento li raggiunsero
anche Chad e Taylor, teneramente mano nella mano.
“La colpa
del mio ritardo è Chad!” esordì subito la ragazza.
“Ehi! Ma
se sono arrivato da te alle sette e mezza!” protestò lui.
“Appunto!
Dopo tu e il tuo fascino l’avete distratta!” scherzò Ryan.
Chad alzò
un sopracciglio e lo indicò: “Su questo ci puoi giurare, amico!”
Risero
tutti, e Troy fece cozzare il pugno contro quello di suo fratello: “Allora, passato il malumore?”
“Non so di
cosa tu stia parlando…” mentì il ricciolino, scatenando nuovamente delle risa
“Piuttosto, Evans, dov’è Zeke?”
Lei
scrollò le spalle: “Dovrebbe essere qui a momenti. E comunque, Danforth, il mio nome è Sharpay.”
Lui
ghignò: “Oh, lo so, Evans. Sarebbe
difficile dimenticare un nome del genere!”
Prima che
la bionda potesse ribattere, Gabriella si mise tra loro due con le braccia
aperte: “Buoni, buoni. Cerchiamo di mantenere la calma, okay? Pay, tu ignora
Chad, e Chad, smettila di fare il cretino. D’accordo?”
“D’accordo…”
borbottarono loro due.
“Ciao
Martha!” salutò Kelsie l’amica che si era appena avvicinata.
Lei
sorrise a tutti in risposta. Lei e Ryan avrebbero frequentato gli stessi corsi
di danza, e il biondo in più avrebbe frequentato anche musica, canto e
recitazione. Kelsie aveva deciso di dedicarsi solo alla musica, mentre Sharpay
li avrebbe seguiti addirittura tutti.
Cosa non
avrebbe fatto per amore dell’arte… o per diventare famosa!
Gabriella,
invece, aveva scelto la facoltà di giornalismo. L’aveva sempre affascinato quel
mondo: intervistare le persone, scrivere a tutti il suo parere, poter scoprire
loschi traffici. Il suo senso della giustizia era davvero innato.
Per questo
era stata indecisa tra giornalismo e Legge; non le sarebbe dispiaciuto poter
punire i cattivi ed aiutare gli indifesi.
Ma quando
Sharpay le aveva detto che era troppo buona per poter mandare qualcuno in
carcere, ed anche per difendere un delinquente, aveva deciso di lasciare
perdere e di seguire la sua prima passione.
“Eccoci,
eccoci! Scusate il ritardo!” Zeke e Jason arrivarono di corsa, affannati, e
salutarono con un bacio le loro ragazze.
“Mi si è
fermata la macchina, così ho dovuto chiedere un passaggio a Jason, che è
tornato indietro a prendermi!” spiegò Zeke, che invece avrebbe seguito i corsi
di cucina tenuti da un famoso chef.
Per
ultimo, Jason che, sorprendendo tutti, aveva deciso di diventare professore,
perciò avrebbe seguito Storia e Lettere.
“Okay,
sono le nove e venticinque, che dite, entriamo?” domandò Troy, sistemando gli
occhiali nella borsa a tracolla nera.
“Certo.
Coraggio, andiamo.” Gabriella lo prese per mano, e si avviò per prima verso
l’entrata.
Arrivarono
in un grande atrio, dove centinaia di studenti si accalcavano davanti alle
bacheche per scoprire in quale aula si sarebbe tenuta la loro prima lezione.
“Io e
Jason iniziamo con Inglese,” lesse la mora “Aula 24. Allora ci vediamo dopo. In
bocca al lupo a tutti!”
Salutarono
i loro amici ed insieme si diressero verso la loro classe.
“Emozionata?”
domandò Jason. Lei annuì, sentendo quella familiare sensazione di vuoto allo
stomaco, e il ragazzo sorrise “Io di più.”
Quando
entrarono, la classe era già quasi tutta occupata da ragazzi della loro età,
tra cui alcuni volti noti della East High che salutarono con un sorriso.
Gabriella
trovò un posto libero nella terza fila e si accomodò, mentre Jason si sedette
qualche fila più in alto.
Tirò fuori
ordinatamente dalla sua tracolla azzurra un quaderno, una penna e spense il
cellulare, mandando prima un messaggio divertente a Taylor.
Qualche
minuto dopo, arrivò il professore, e catturò tutta la sua attenzione.
###
Troy uscì
dalla sua ultima lezione salutando Chad, che stava andando a prendere Taylor.
Attraversò
i larghi corridoi dell’Università, ignorando le occhiate di ogni studentessa,
diretto all’aula 24.
Vi entrò,
cercò con gli occhi Gabriella. E la trovò in piedi vicino alla cattedra, che
parlava e rideva con un ragazzo sconosciuto.
Dopo che
uno strano brivido gli ebbe percorso il corpo, la raggiunse e le mise un
braccio attorno alle spalle: “Ciao. Come è andato il primo giorno?”
Lei gli
sorrise: “Benissimo, grazie. Troy, ti presento Jacob White. Jacob, lui è Troy.”
Jacob gli
tese la mano: “Ciao. Sei il fratello di Gabriella?”
Il castano
alzò un sopracciglio: “Ti sembro suo fratello?”
L’altro
alzò le spalle e rise: “Suo cugino, allora?”
Troy lo
squadrò, stringendo più a sé la ragazza: “Sono il suo ragazzo.”
“Ah,
certo!” Jacob ritirò la mano in tasca e sorrise a Gabriella, che pur divertita
da quella scenetta, si sentiva un po’ a disagio.
Il suo
ragazzo continuò a fissare Jacob: era poco più basso di lui, con occhi e
capelli neri.
Sentì
Gabriella ridere al suo fianco, e capì che quello
aveva fatto una battuta che evidentemente lui si era perso.
“Andiamo,
Gab? Chad e Taylor ci stanno aspettando, dobbiamo andare a pranzo con gli
altri.” le ricordò.
“Certo.
Allora ciao, Jacob. Ci si vede!” salutò allegra lei.
“Arrivederci
Gabriella, è stato un piacere.”
I due
uomini si fissarono negli occhi, in silenzio, e poi Troy si affrettò ad uscire
dall’aula.
“E’
simpatico, vero?” domandò la sua ragazza, passandogli un braccio attorno alla
vita.
“Già,
simpatico.” mugugnò lui.
Jacob
continuò a fissarli finchè la folla non li inghiottì, poi si girò e scosse la
testa con un sorriso.
-Gabriella…-
Ecco
qui i vostri guai eheh. Chissà che vi combino XD Muahahaha. Sarò una tomba.
Forse
qualcuna di voi ha già individuato a chi si ispira Jacob, vero Titty??
Ah,
comunque il ragazzo che tanto vi ha preoccupato era Troy! Scherzetto!! XD
Vedete di preoccuparvi di più per Jake. Mwahahahah
Ringraziamenti:
armony_93: io amo Chad!!! Ma lo
sai che preferisco Troy ^^ Meteoropatico significa che il suo umore cambia a
seconda del tempo: se c’è il Sole è felice, se piove è triste e di malumore.
Eeh, ormai quei due si danno da fare, anche con il signor Montez nei paraggi
XD. Comunque no, Chad e Taylor non sono ancora stati insieme in quel senso. Ma
aspetta e vedrai XD. Baci.
Tay_: ahahaha, ecco i
guai!! E non è ancora finita mwahaha. Scrivo, scrivo, non mi fermo più!! Ora
sono al capitolo 32! Sigh, non mi togliere dai preferitiii
ti preeegoooo!! T_T Un bacione grande
Step up: thank you XD. Con me succedono solo
casini, siete avvertite. XD. Baci
Satine93: io li adoro in
versione mielosa!! Grazie di tutto, baci.
Titty90: e non hai letto il
resto. Mwahaha. Salutami il tuo fidanzato Joe e digli
che è solo perché è tuo che non me lo prendo XD Ma sappi che considero Zac (il
mio amante, of course) più figo. Baci, ti voglio bene.
lovely_fairy: se li avesse beccati?
Uhm… forse Troy sarebbe morto XD Aggiunta a msn! A presto, kiss.
Kikka93: non posso dirlo. Sarò
una tomba. Il segreto verrà con me finchè non leggerete coi vostri occhi.
Fidatevi, solo questo posso dirvi. Mwahaha. Baci!!
Alexia379: anche a me piace Chaddy in versione meteoropatico, magari lo ripesco XD
Visto, hanno già fatto pace! Non mi collassare, tesoro!! Bacione
romanticgirl: Chaylor è già ok,
quei due non possono lasciarsi! XD spero che anche questo ti sia piaciuto.
Bacio.
ciokina14: come hai detto tu
prima su msn, meglio tardi che mai! Chad e Taylor sono già in pace ^^ Baci
Grazie
ancora a tutte. Chiedo umilmente di non uccidermi XD
Al
prossimo capitolo, un bacione a tutte, vi voglio bene!
Hypnotic Poison
§§ Passeggiarono
ancora per qualche minuto lungo la strada alberata, quando all’improvviso
Sharpay –in fondo al gruppo per la sua mania di osservare sempre ogni vetrina-
si sentì toccare una spalla.
Si girò scocciata e
sbarrò gli occhi con terrore.
“Ehi, che sorpresa
incontrarvi! Il mondo è proprio piccolo, vero?” §§
Chad fissò
il suo migliore amico, preoccupato. Era rimasto in silenzio per quasi tutta la
durata del pranzo al loro fast food preferito, non aveva voluto prendere come
al solito il loro Mega Burger da sette strati, limitandosi a quello normale, ed
anche in quel momento in cui le ragazze si dedicavano allo shopping e i ragazzi
le controllavano qualche passo indietro, stava zitto.
Così gli
mise una mano sulla spalla: “Ehi, fratello, che hai? Non ti senti bene?”
Troy
sembrò risvegliarsi dai suoi pensieri: “Cosa? No, tranquillo, sto bene.”
“A me non
sembra…” osservò con un sopracciglio alzato.
“Scusa,
sono solo stanco, tutto qui.”
Chad annuì
e lasciò perdere; a volte Troy era un rebus anche per lui, e sapeva che aveva
bisogno di stare un po’ da solo con le sue meditazioni.
Il castano
alzò lo sguardo ed osservò Gabriella che guardava le vetrine insieme alle sue
amiche. Era bella, bellissima, anche troppo.
Aveva
visto come quel Jacob la guardava, la
mangiava con gli occhi. Lei era troppo ingenua per accorgersene, e lui troppo
geloso per non farlo.
Già,
perché Troy era maledettamente geloso della sua ragazza. Doveva proteggerla a
qualsiasi costo, impedirle che qualcuno le facesse del male. O che qualcuno la
portasse via da lui.
Per
esempio, tutte le volte che passeggiavano al centro commerciale, e qualche
gruppetto di ragazzi la guardava e lanciava apprezzamenti, la stringeva al suo
fianco e la portava il più presto possibile lontano da lì.
Sospirò e
strinse i pugni. Avrebbe solo dovuto provarci con Gabriella, quell’essere, e avrebbe assaggiato la
furia di Troy Bolton.
Seguì i
suoi amici dentro un negozio e si appoggiò al muro, aspettando che le ragazze
uscissero dai camerini.
“Certo che
è un vero strazio!” commentò sconsolato Jason, a braccia incrociate.
“Credimi,
amico, questo è niente in confronto a camminare per l’intera New York a caccia
di scarpe con mia sorella!” replicò Ryan, rabbrividendo al solo ricordo.
“Ti ho
sentito!” lo rimproverò aspra Sharpay dal camerino, facendoli ridere.
La prima
ad uscire fu Taylor, che si avvicinò a Chad con indosso un paio di jeans
chiari: “Che ne pensi?” domandò, osservandosi da diverse angolature in uno
specchio.
Il
riccioluto sospirò e l’abbracciò da dietro: “Penso che ti facciano un sedere
fantastico…” le sussurrò all’orecchio.
Lei
arrossì, pregando che gli altri non avessero sentito, e sorrise: “D’accordo,
allora li compro.”
“Troy…” il
ragazzo si girò quando venne chiamato “Mi serve un consiglio!”
Raggiunse
Gabriella, che si stava guardando nello specchio dentro il camerino: “Dimmi.”
“Ti
piacciono questi?” chiese incerta, alludendo alla canottiera blu con le
spalline larghe e alla minigonna di jeans che aveva scelto.
“Certo,
perché?”
“Così,
volevo solo esserne sicura.” si girò e gli sorrise “Ora puoi anche uscire dal
camerino, mi devo cambiare.”
Troy
sorrise malizioso: “Ma io ho già visto tutto quello che c’è da vedere…”
Lei lo
spinse fuori ridendo: “Vai, scemo!”
Il ragazzo
raggiunse ridendo i suoi amici: “Ecco tornato tra noi il piccolo pensatore!” lo
accolse Chad.
Il suo
migliore amico gli diede uno scherzoso pugno sul braccio, poi scoppiarono a
ridere insieme. Il ricciolino si sentì sollevato: suo fratello era tornato quello di sempre.
“Okay, ci
sono, andiamo alla cassa!” Sharpay uscì dallo spogliatoio con sei grucce in
mano, traboccanti di rosa e blu corallo.
I ragazzi
alzarono gli occhi al cielo e sospirarono, accompagnandole.
“Oh,
accidenti…” mormorò dispiaciuta Gabriella quando fu il suo turno, guardando nel
portafoglio bianco e azzurro “Non ho abbastanza soldi. Mi scusi, ma lascio qui
la gonna!”
“No, no,
ferma!” Troy colse la palla al balzo “Facciamo che te la regalo io, d’accordo?”
“Cosa? No,
aspetta!” la sua ragazza protestò, prendendogli la mano che già stringeva il
portafoglio di pelle nera “Troy, davvero. Non c’è bisogno!”
“Gab, io voglio regalarti la gonna, capito?
Lasciami fare, per una volta!” e porse i soldi mancanti alla commessa.
“Ma tu mi
regali già tante cose!” provò di nuovo a rifiutare. Lui, per tutta risposta, le
lanciò un’occhiata eloquente e le porse il sacchetto del negozio.
La mora
allora sospirò e sorrise: “Allora… grazie.”
“Di
niente, piccola.” il castano si abbassò e la baciò dolcemente.
Taylor
sospirò a quella scenetta: “Aaah… lui sì che è un uomo galante.”
“Ehi!”
reclamò Chad “Sbaglio o prima ti ho offerto il pranzo?”
La sua
ragazza alzò gli occhi al cielo, ed uscì seguita da tutti i suoi amici in preda
alle risate.
Passeggiarono
ancora per qualche minuto lungo la strada alberata, quando all’improvviso
Sharpay –in fondo al gruppo per la sua mania di osservare sempre ogni vetrina-
si sentì toccare una spalla.
Si girò
scocciata e sbarrò gli occhi con terrore.
“Ehi, che
sorpresa incontrarvi! Il mondo è proprio piccolo, vero?”
###
“Sharpay!
Sharpay, tesoro, riprenditi!” Zeke sventolava forsennatamente il suo fazzoletto
davanti al viso della ragazza.
Era
riuscito ad afferrarla un attimo prima che cadesse a terra, svenuta, dopo che
aveva cacciato uno degli urli più acuti. Ma ancora non dava segno di
risvegliarsi.
Chad, al
fianco dell’amico, piegato ad osservarla con le mani sulle ginocchia, alzò un
sopracciglio: “Non c’è che dire, Abby. L’hai proprio stesa.”
Rebecca
Adams sbattè gli occhioni verdi: “Io non pensavo avrebbe reagito così! Ho fatto
male a salutarla?”
Ryan le
sorrise: “Tranquilla, la mia sorellina è sempre esagerata.”
“Non
potete sapere quanto sia felice di rivedervi! Sapevo che abitavate ad
Albuquerque, ma non pensavo proprio di potervi incontrare! Sapete, sono venuta
qui a fare uno po’ di shopping, visto che avevo un po’ di tempo libero!” spiegò
allegramente.
Gabriella,
attaccata al braccio di Troy, si accigliò: “Ma… ma tu non frequenti
l’Università qui, vero?”
C’era
stata una strana reazione tra le ragazze, non appena avevano visto chi aveva
fatto la sua comparsa. Tutte quante, beh, Sharpay esclusa, si erano subito
avvicinate ai corrispettivi ragazzi, come per non farli scappare più.
“Oh, no,
no,” Abby scosse i capelli rossi, magistralmente acconciati in grandi boccoli
“In effetti ci avevo pensato, ma poi ho deciso di continuare a studiare da
privatista. Sapete, un giorno vorrei entrare ad Harvard!”
Taylor la
guardò scioccata: Rebecca ad Harvard era come una divisa da cheerleader nel suo
armadio. Non c’entrava proprio niente.
Proprio in
quel momento, Sharpay cominciò a rinvenire.
Sbattè un
paio di volte le palpebre e guardò all’insù, verso Zeke: “Ooh… cos’è successo?
Credo di aver avuto un’allucinazione!”
Il ragazzo
sospirò: “Mi dispiace, Pay, ma è tutto vero.”
Lei si
voltò rabbiosamente verso la sua ‘nemica’, scattò in piedi con un’agilità
inaspettata per una che era appena svenuta e le si parò contro.
“TU!”
gridò “PENSAVO CHE AVESSI IMPARATO LA LEZIONE! TI AVEVO DETTO DI N-MPFFHHH!” Zeke le
mise una mano davanti alla bocca per impedirle di dire altro: “Adesso andiamo a
casa, Sharpay, d’accordo? Ciao a tutti!” e lottando contro la sua ragazza che
scalciava e si dimenava, si allontanò.
“Perdonala,”
Jason le mise una mano sulla spalla “Non sa quello che fa.”
La rossa
fece spallucce: “Dovrebbe bere un po’ di camomilla, mi sembra molto stressata.”
Kelsie
ridacchiò, coprendosi la mano con la bocca. Povera Rebecca, non avrebbe mai
capito.
“Beh, ora
che siamo qui, cosa facciamo?” domandò Troy, mano a mano con la sua ragazza.
Gabriella,
senza volerlo, gliela strinse di più, schiarendosi la gola.
Il castano
fece finta di niente, reprimendo un sorrisetto.
Chad
guardò l’orologio al polso: “Sono le quattro, il pomeriggio è ancora lungo.”
poi alzò il viso e si rivolse a Ryan “Perché non accompagni Abby un po’ in
giro?”
“Già,
tanto tua sorella è fuori gioco!” scherzò Jason, dando di gomito a Troy.
Il biondo
arrossì sulle guance, ma guardò la ragazza: “Ti va?”
Abby
sorrise eccitata, saltellando sul posto: “Certo! Andiamo! Ciao a tutti!” lo
prese a braccetto e se ne andarono saltellando.
Gabriella
appoggiò la testa alla spalla di Troy, guardandoli con un sorriso e sospirando
tra sé, sollevata.
Il ragazzo
la guardò e le sorrise: “E lei cosa vuole fare, signorina Montez?”
Lei
sorrise: “Mi accompagni alla nuova libreria?”
“Ai suoi
ordini, maestà!” la circondò le spalle con un braccio e continuarono
placidamente a passeggiare.
###
Sharpay
lanciò un’altra spazzola –rosa- attraverso la stanza.
“PERCHE’?!?!!?”
gridò fumando di rabbia “Perché quella ricompare
sempre!?!?”
Zeke si
abbassò e schivò una scarpa col tacco: “Shar, così ti distruggi il guardaroba!”
Per tutta
risposta, lei urlò di nuovo e fece di un semplice barattolo di crema idratante
un proiettile mortale.
All’improvviso,
qualcuno bussò alla porta.
“Avanti!”
sbraitò la bionda.
“Tesoro,
vestiti elegante, questa sera abbiamo ospiti a cena!” la signora Evans era
entrata sorridendo.
La figlia
si accigliò (lei era sempre
elegante), ma sembrò calmarsi: “Chi c’è? Qualche collega di papi?”
“Oh, no,
cara. Ryan ha portato un’amica. Mi raccomando, puntuale alle sette e mezza!”
Sharpay
cominciò a boccheggiare, come un pesce fuor d’acqua che ha bisogno
disperatamente di respirare.
Il suo
ragazzo le si avvicinò e le prese una mano: “Sharpay, adesso calmati.”
“Calmarmi?!
CALMARMI!?!? Quella stupida oca sta circoscrivendo mio fratello, ed io dovrei
stare calma?!?” gridò, agitando le mani in aria.
Zeke alzò
un sopracciglio: “Si dice circuendo,
Shar.”
“E’
UGUALE!” strillò lei.
Poi si
zittì e si sedette triste sul letto: “Perché deve sempre spuntare fuori a
rovinarmi la vita?”
Zeke
sospirò e le si mise accanto: “Dai, Sharpay, in fondo se la conosci è anche
simpatica!”
Ma
l’occhiataccia raggelante che lei gli lanciò gli fece rimangiare le sue parole:
“Ehm, d’accordo, forse per voi ragazze non è il massimo, ma provaci almeno!”
“Tu dici?”
“Sì, lo
dico.”
Sharpay
sospirò: “D’accooordooo…”
Il ragazzo
le diede un buffetto sul naso: “Mi raccomando! Ora io devo andare, ci vediamo
domani mattina. E comportati bene!”
Lei
sorrise e lo baciò dolcemente: “A domani.”
###
“E quindi
hai cenato con Abby.”
Sharpay
annuì all’affermazione di Taylor: “Ed è stato durissimo! Insomma, non faceva altro che parlare di lei, della sua
vita, dei suoi viaggi, dei suo acquisti in città e bla-bla-bla!”
Kelsie
sorrise, di nascosto. Quella descrizione sarebbe calzata a pennello anche alla
biondina.
“Ma la
cosa peggiore era che i miei genitori, e Ryan,
pendevano dalle sue labbra! Vi rendete conto?!? Mi hanno ignorata tutta la
serata, senza nemmeno chiedermi com’era andato il primo giorno di college!”
Le cinque
ragazze erano sedute all’ombra di un albero del giardino dell’Università, in
pausa.
“E adesso
Abby dov’è?” domandò Martha.
Sharpay
fece una smorfia: “E’ lì che sta arrivando con quel rincitrullito del mio
gemello. Dato che studia da privatista, lei,
può gestirsi le lezioni come le pare e piace, ed ha deciso di passare un po’ di
tempo qui…”
Effettivamente,
Ryan ed Abby li stavano raggiungendo, entrambi con un grande sorriso in volto.
“Ciao
ragazze!” trillò la rossa, raggiunte “Come state?”
“Bene,
bene, grazie…” risposero più o meno in coro.
Si sedette
vicino a Sharpay e le sorrise: “Volevo ringraziarti ancora, Sharpay, per la
magnifica serata di ieri sera! Mi sono davvero divertita molto!”
La bionda
sorrise nervosamente: “Ehm… certo, certo.”
“Ciao,
Gabriella!”
La mora si
girò al richiamo e sorrise sorpresa: “Oh, ciao, Jacob!”
Taylor
squadrò quel ragazzo moro che si accomodava vicino alla sua amica con un
sorriso. Chissà per quale ragione, ma non le ispirava fiducia.
“Ragazzi,
lui è Jacob, frequenta il mio corso di Inglese. Jacob, loro sono Martha,
Taylor, Kelsie, Sharpay, Abby e Ryan.” presentò.
Il ragazzo
alzò una mano in segno di saluto: “Piacere di conoscervi.”
“Il
piacere è tutto nostro,” ricambiò sospettosa la ragazza di colore “Gabby, dove
sono Troy e Chad?”
Gabriella
fece spallucce: “Dovrebbero arrivare tra poco, perché?”
La sua
amica scosse la testa: “Oh, niente…”
Osservò
sospettosa Jacob che si faceva sempre più vicino a Gabriella, chiacchierando
solo con lei.
E la sua
povera amica, così ingenua, che non si accorgeva che ci stava provando con lei.
“Ryan,”
esclamò all’improvviso Sharpay “Hai spedito le nostre foto e i nostri curriculum
per quel casting?”
Ma prima
che suo fratello potesse rispondere, intervenne Rebecca: “Oh, Sharpay, perché
fai sempre fare tutto a Ryan? Non potresti farlo tu?”
La bionda
sgranò gli occhi: “Scusami?”
Kelsie e
Martha si scambiarono un’occhiata preoccupata. Ohoh. Guai in vista.
“Il povero
Ryan non può sempre fare tutto! Dovresti imparare a fare le cose da sola!”
continuò la rossa con nonchalance.
Sharpay
sorrise con sguardo omicida: “Senti, carina,
io ho sempre fatto tutto da sola! E sicuramente le so anche fare meglio di
te!”
“Okay,
okay, adesso basta!” il soggetto della discussione si frappose tra le due
“Sorellina, respira. E, Abby, io faccio solo dei favori a Sharpay, favori che
poi serviranno anche a me. Non mi pesano assolutamente! È sempre mia sorella,
in fondo!”
Abby
scrollò le spalle: “Come vuoi. Chi ha voglia di un gelato? Fa davvero caldo,
qui ad Albuquerque!”
“Sai
com’è, siamo in New Messico…” borbottò la bionda, scostandosi i capelli.
“Gabriella,
andiamo a prenderci un caffè freddo?” domandò Jacob, alzandosi in piedi e
tendendole la mano.
“Veramente
Gabriella dovrebbe aspettare Troy, il suo ragazzo.” Puntualizzò Taylor, facendo
finta di rassettarsi la gonna.
Lei si
mise una ciocca dietro i capelli dietro l’orecchio: “Ehm, già.”
Il moro le
sorrise: “Allora aspetteremo poco, visto che sta arrivando!”
Le ragazze
si voltarono verso l’uscita della palestra, da dove il gruppo di Wildcats stava
uscendo.
Troy alzò
lo sguardo e notò quello là in piedi
vicino alla sua Gabriella, e strinse
i pugni.
“Forza,
andiamo.” diede una pacca sulla spalla di Chad ed aumentò il passo.
“Ehi,
amico, rallenta! Ma che hai!” gli domandò il suo migliore amico.
Il castano
gli fece un cenno con la testa, e il riccioluto capì immediatamente, e si
velocizzò pure lui.
“Ehi,
bellezze!” esclamò Chad, sedendosi di fianco a Taylor e stringendola a sé.
Troy
aggirò gli amici e raggiunse la sua ragazza, senza degnare di uno sguardo
Jacob, e l’abbracciò da dietro.
Gabriella
ridacchiò e lo baciò su una guancia: “Ciao Wildcat!”
Il ragazzo
sorrise e si sedette, facendola appoggiare al suo petto: “Tutto a posto?”
Lei annuì,
godendosi il suo abbraccio, e rilassandosi completamente contro di lui.
Taylor
lanciò un’occhiata a Jacob, sorrise soddisfatta, notando che ormai nessuno si
curava più di lui.
“Vabbè,
allora vado…” balbettò a disagio, cercando di farsi notare.
Troy lo
guardò e gli fece un sorriso finto: “Saluti!”
Il moro
ricambiò la smorfia, girò i tacchi e se ne andò.
Eheh..
la vendetta di Troy.. non vi sembrava molto Sharpay in quell’ultima frase??
Bene,
spero che questo capitolo vi sia piaciuto. A me personalmente soddisfa molto ^^
La
vostra adorata Rebecca è tornate,
avete visto? Ma tranquille. Non combinerà niente ^^ Farà solo arrabbiare un po’
Sharpay.
Piuttosto,
povero Jake. Lo odiate tutte! Fate pure XD
Passo
ai ringraziamenti:
Titty90: devi dirlo che mi
adori. Che ti dico sempre tutto. Che un giorno morirò con una settimana
d’anticipo xke ti ho rivelato ciò che accade. E studia, lazzarona!! XDXD
Salutami Joe XD e io ti saluto Zac XD Abbasso Jacob, un bacio. Ps: I love you
XD (te lo ripeterò finchè campo, mi sa) PPS: Troyella, Troyella, Troyella,
Troyella!!!
Tay_: esatto, viene da
Twilight (se io fossi la Meyer,
sarebbe morto e sepolto. Ucciso da me, muahahaha!). I veri casini devono ancora
arrivare, tesoro. E ci hai preso, era Abby. Un bacione
ciokina14: te l’ho detto che non
avrei rivelato niente!! XD gemello no, diciamo che gli assomiglia molto XD ci
sentiamo su msn! Com’è andata Parigi?? E la sfilata di HSM?? Baci
Alexia379: all’infinito? Ci si
può provare XD. No, beh, adesso sto scrivendo il capitolo 33. Jacob ci pensa,
comunque XD. Bacio
romanticgirl: E’ tornata Rebecca!!
Povero Jacob, non avrà vita facile XD Baciotti
Kikka93: per il club contro
Jacob bisogna rivolgersi a Titty90, si è autoproclamata presidentessa XD grazie
e un bacione
Satine93: eheh, scherzetto XD.
Jacob semplicemente$%”(“O=£)”=(“/”=////(&%/!/”I@@j. Capito?!? Ci speravo in quella
scenetta! XDDDD Un bacio
Fefy88: grazie! Sono felice
di avere una lettrice e commentatrice in più! Dimmi che sei una Troyella
convinta e mi farai ancora più contenta ^^ Comunque, chi non farebbe quei
commenti?!? ^^ Spero di risentirti! Besos
HOLLYWOOD: beh, intanto grazie
per aver letto e commentato la mia storia, spero che continuerai a farlo XD
Jacob è mooolto ispirato a quello di
Twilight XD Povera Rebecca, non è così malvagia in fondo XD Grazie di tutto!
armony_93: lo sapevo che la
scena Chaylor ti sarebbe piaciuta ^^ Era tutta per te XD Ti dico una cosa:
capitolo 31. E tu dovresti capire XD Jacob lo puoi castrare non subito che mi
serve, tra un po’ XD. E Troy… Troy… Troy. XD Vedrai!! Baci tesoro!
lovely_fairy: qualche guaio?? Eheh…
sapessi.. XD Ma non posso dirvelo!!Bacio
LizDream: meglio tardi che mai,
tranquilla ^^ Il club anti-Jacob c’è, capitanato da Titty90! Come ho detto ad
HOLLYWOOD, mi sono ispirata a Jacob Black XD In ogni caso, Troy è sempre e
comunque un figo da paura! Bacio
Già
che sono qui, ringrazio anche per i commenti a Non ti scordar mai di me:
Lally_the best: acci, addirittura
piangere?!? Non lo pensavo, davvero! Grazie mille!
Kikka93: grazie. Non so se la
continuo. Mi piace così! Troyella for ever. E grazie per averla aggiunta ai
preferiti!
HOLLIWOOD: è già il secondo
“meravigliosa”, grazie davvero. se ti piacciono le troyella e le fic tristi,
allora andremo d’accordo XD
Tay_: ahah, l’hai ammesso!!
*me saltella per la stanza: ad Amy incominciano a piacere le Troyella* Lo
sapevo, un giorno o l’altro vi porterò tutti dalla parte Troyellosa XD Il
seguito di La mia migliore amica lo
sto scrivendo, e probabilmente farò anche un ultima quarta fic di quella serie,
mentre per quello di Buon compleannosto ancora organizzando le idee. Ma ce le ho.
Bacione
Armony_93: perché non ti piace
la canzone?? Per me è meravigliosa, l’ascolto sempre!! In realtà Troy ama
Sharpay, anche se non è detto chiaramente. O almeno un poco. Sennò non sarebbe
rimasto tutti quegli anni con lei. Ma Gabriella è Gabriella. E poi, lo sai che
io non potrei mai commettere una simile eresia scrivendo una vera Tropay. XD grazie e un bacio.
Satine93: lo so, una vera Tropay non posso scriverla. Dai,
Sharpay non è matta!! È solo molto… Sharpay XD grazie mille, baci
lovely_fairy: non perdere la
speranza, magari mi viene un estro creativo e faccio il seguito ^^ A me Sharpay
invece sta simpatica, la maggior parte delle volte. Basta che non rompa tra
Troy e Gabriella. XD bacio
romanticgirl: ci penso al seguito,
d’accordo? Me lo state chiedendo tutte XD grazie davvero e baci
ciokina14: ehi, ehi, piano con
le offese verso il mio amato!! XDXD Piuttosto, brutto idiota di uno Zac se ha
fatto davvero quello di cui parlavamo l’ultima volta su msn! Grazie di tutto, a
presto e baci
Vi
aspetto al prossimo capitolo, ragazze. Voglio bene a tutte voi, e tanto!
Bacioni
Hypnotic Poison
§§ Tutto il gruppo
del Wildcats, eccetto Gabriella ma con Abby (che per tormento di Sharpay non
era ancora ripartita), era riunito nel cortile dell’Università, sollevato dalla
fine delle lezioni.
“Zeke, mi accompagni
in centro dopo? Ho visto un vestitino molto, molto carino che voglio comprare,
ma ho finito la benzina!” supplicò Sharpay (se quella si poteva chiamare
supplica, visto che in fondo c’era una velata minaccia del tipo
Prova-a-dirmi-di-no-e-vedrai-che-ti-succede.)
Zeke alzò gli occhi
al cielo: “D’accordo, come vuoi!”
La bionda battè le
mani e rise soddisfatta, agganciandosi poi al suo braccio.
Chad e Troy si
scambiarono un’allusiva occhiata e risero di nascosto.
“Ohoh,” mormorò
Taylor in quel momento “Guai in vista.” §§
La sveglia
suonò puntuale alle sette e mezza, e una mano elegante si affrettò a spegnerla.
Quella
stessa mano, qualche secondo dopo, si appoggiò alla fronte, che scottava.
Gabriella
si mise seduta e mugolò: la stanza girava, la testa era pesante e la gola le
faceva male.
-Perfetto,- pensò –Ho l’influenza…-
Si
ridistese, tirandosi il lenzuolo sopra la testa, e chiamò: “Papà… papà?”
Aspettò
qualche minuto, ed il signor Montez entrò in camera: “Dimmi, tesoro, che hai?”
“Ho la
febbre…” mugugnò “Non posso andare al college oggi…”
Lui rise:
“Oh, dolcezza, non muore nessuno se salta un giorno di scuola! Adesso stai a letto e riposati. Io vado in ufficio, ci vediamo per
cena!”
“Va bene…
ciao…” le diede un bacio sulla fronte bollente ed uscì di casa.
La mora
gemette e prese dal comodino il suo palmare, componendo poi un numero ben
conosciuto.
“Pronto?” risposero dopo qualche squillo.
“Sono
ammalata…” si lamentò piagnucolando.
Troy,
dall’altra parte, scoppiò a ridere: “Ehi,
Gab, sembra che tu venga dall’oltretomba! Ma che cos’hai?”
“L’influenza,
credo… sto malissimo…”
Lui rise
di nuovo: “Senti, devo andare adesso. Ti
vengo a trovare più tardi, d’accordo?”
Gabriella
mormorò per assentire, e il ragazzo continuò: “Riposati, Gab. Ci vediamo dopo. Ti amo.”
“Anche
io…” sussurrò, prima di chiudere la telefonata.
Si
appoggiò al cuscino, gli occhi chiusi, quando avvertì un certo malessere.
Scattò in
piedi e corse verso il bagno, dato che anche il suo stomaco aveva deciso di
rovinarle la giornata.
###
Troy uscì
dal college e percorse il viale affollato di studenti, pronto a raggiungere
l’uscita e andare da Gabriella.
“Troy!
Ehi, aspetta!” si girò verso il luogo cui proveniva la voce e vide Jacob che
gli correva incontro.
“Che cosa
c’è?” lo accolse bruscamente.
Il moro
prese fiato: “Dov’è Gabriella?”
Il castano
alzò un sopracciglio: “E’ a casa, con l’influenza.”
“Oh,
capito. Beh, visto che non c’era, ho preso appunti per lei. Glieli potresti
dare tu, per favore?” gli allungò un quaderno dalla copertina blu.
Troy lo prese con aria diffidente: “Certo.”
Jacob
sorrise: “Grazie. E salutamela. Ci si vede!” veloce come era arrivato, se ne
andò, con gli occhi blu del Wildcat puntati alla schiena.
“Quel
ragazzo non mi piace.”si
girò verso Taylor, che era appena comparsa al suo fianco.
“Già,” concordò “Sta troppo appiccicato a Gabriella.”
Chad si
unì a loro: “Secondo me invece vuol solo essere
gentile.”
La sua
ragazza lo guardò e poi alzò gli occhi al cielo: “Senza speranze…” borbottò.
Troy rise,
diede una pacca sulla schiena del suo amico: “Ora vado da Gabby, ci sentiamo
più tardi!”
Corse
lungo il viale e raggiunse la sua macchina, buttando malamente
nei sedili posteriori il quaderno con gli appunti.
“Ho preso appunti per lei, glieli potresti dare?”
scimmiottò sarcastico, scuotendo la testa con rabbia “E magari a te do
anche due pugni…”
Parcheggiò
davanti alla casa e suonò il campanello, aspettando.
Ma invece
di aprirsi la porta, gli arrivò un messaggio: Non ho la forza di scendere, sali dal balcone.
Sorrise
divertito e si apprestò a scalare l’albero che ormai conosceva così bene.
“Ehi,
bellezza! Come va?” domandò non appena fu entrato.
Gabriella
mugolò e si tirò il lenzuolo fin sotto il mento: “Malissimo…”
Lui rise,
si sedette di fianco a lei: “Ti ho portato questo.”
La ragazza
prese il quaderno blu: “Che cos’è?”
“Jacob,
siccome tu non c’eri, ha preso appunti per te e me li ha dati per fare da fattorino.”
“Ooh,
com’è stato gentile. Ricordami di ringraziarlo appena guarisco.”appoggiò il fascicolo sul
comodino e prese la mano di Troy: “Ho la testa che mi scoppia.”
Troy
l’accarezzò: “Cosa posso fare?”
Lei
sorrise: “Sai fare un the?”
Lui alzò
un sopracciglio: “Certo! Per chi mi hai preso?”
La mora
rise: “Giù in cucina, nel terzo scaffale a destra, ci sono bollitore e bustine.
Grazie.”
“Prego.” scese le scale ed andò a preparare il the.
Gabriella
riprese in mano il quaderno di Jacob e lo aprì, sfogliando le pagine fitte di
appunti scritti con un’ordinata calligrafia.
Sorrise
nel pensare a quanto fosse stato gentile a fare quello per lei.
-E questo cos’è?- si domandò, dato che un foglietto bianco le
era appena caduto in grembo.
Lo aprì e
lesse ciò che il ragazzo vi aveva scritto: Spero
di averti fatto un piacere! Così non ti sei persa una lezione per una sciocca
malattia, giusto? Che ne dici se, quando ti sarai ripresa, noi due ci prendiamo
quel famoso caffè freddo? A presto, Jake.
Inconsciamente,
le spuntò un sorriso sulle labbra, ma si affrettò ad accartocciare il biglietto
e nasconderlo sotto il cuscino non appena vide Troy tornare con un vassoio.
“Ecco qui
il the per la malata,” scherzò lui, appoggiandole il
cabaret sulle sue gambe “The caldo, latte, zucchero e limone. Non sapevo cosa prendi, quindi te li ho portati tutti.”
“Grazie
mille.” Gabriella si versò una tazza e ci aggiunse qualche goccia di limone e
due cucchiaini di zucchero “Ne vuoi un po’ anche tu?
Lui scosse
la testa: “No, grazie, non mi piace il the. Preferisco il caffè.”
“Ce n’è
giù, se lo vuoi.”
“Tranquilla,
sono a posto così. Pronto per servirvi, madame.”
La ragazza
rise: “Uh, molto galante, signor Bolton.”
Troy si
appoggiò con una mano al letto, osservandola bere lentamente.
Lei se ne
accorse ed arrossì: “Che c’è?”
Il castano
sorrise: “Ti amo.”
Gabriella,
se possibile, divenne ancora più rossa, e gli donò un meraviglioso sorriso:
“Anche io ti amo, Troy.”
“Ma non
aspettarti un bacio. Non ci tengo ad avere l’influenza!” scherzò.
La ragazza
strabuzzò gli occhi e, con le poche forze che aveva, gli lanciò addosso un cuscino: “Sei un cretino!”
###
“Io non
capisco perché tu e Troy vi ostiniate tanto contro quel Jacob!”
Taylor e
Chad stavano passeggiando per il parco mano nella
mano, godendosi i raggi del Sole di settembre [W i Finley!! Scusate ^^ Nda].
La ragazza
sospirò: “Perché sia io che Troy abbiamo l’impressione che ci stia provando con
Gabriella!”
Il
ricciolino la guardò ad occhi sbarrati: “Dici sul serio?”
Taylor
alzò gli occhi al cielo: “Chad, pronto? Svegliati! Non vedi come si comporta?
Le prende appunti, si siede vicino a lei, la invita al bar!”
“E non
potrebbe essere solo gentilezza, proveniente da qualcosa che si chiama amicizia?”
“Non
credo, no. È semplicemente troppo gentile.”
Chad
sorrise: “Comunque, Troy è davvero geloso, e non ha bisogno che tu dia credito alle sue teorie.”
Taylor si
fermò, con le mani sui fianchi: “Tu come reagiresti se Jacob si comportasse
così con me?”
Lui ci
riflettè qualche secondo: “Lo ucciderei con le mie stesse mani.”
La sua
ragazza alzò un sopracciglio, allusiva, e il ragazzo alzò le mani in segno di
resa: “Va bene, d’accordo, hai sempre ragione. Sei tu il genietto!”
“Appunto.”
si alzò in punta di piedi e gli diede un bacio, che
Chad non tardò ad approfondire.
Rimasero
così, abbracciati, finchè una vecchietta non inveì contro di loro: “Ma insomma!
Vi sembrano cose da fare nel bel mezzo della strada?”
La coppia
si separò di scatto, arrossendo.
La signora
agitò il bastone: “Ai miei tempi non si facevano certe sconcezze!”
“D’accordo,
ci scusi.” Chad prese per man la sua ragazza e la portò lontana dal sentiero,
sull’erba “Ma ai tempi suoi c’erano ancora i
dinosauri…” borbottò scocciato ora che l’anziana non poteva più sentirlo.
“Chad!” lo
riprese ridendo Taylor.
Lui rise e
le mise le mani sui fianchi, stringendola a sé: “Dove eravamo rimasti?”
###
Tutto il
gruppo del Wildcats, eccetto Gabriella ma con Abby (che per tormento di Sharpay
non era ancora ripartita), era riunito nel cortile dell’Università, sollevato
dalla fine delle lezioni.
“Zeke, mi
accompagni in centro dopo? Ho visto un vestitino molto, molto carino che voglio
comprare, ma ho finito la benzina!” supplicò Sharpay (se quella si poteva
chiamare supplica, visto che in fondo c’era una velata minaccia del tipo Prova-a-dirmi-di-no-e-vedrai-che-ti-succede.)
Zeke alzò
gli occhi al cielo: “D’accordo, come vuoi!”
La bionda
battè le mani e rise soddisfatta, agganciandosi poi al suo braccio.
Chad e
Troy si scambiarono un’allusiva occhiata e risero di nascosto.
“Ohoh,” mormorò Taylor in quel momento “Guai in vista.”
“Perché?”
le domandò il castano.
Lei si
limitò ad indicargli un punto tra la folla con un gesto della testa; Troy seguì
la direzione indicatagli e vide quel Jacob
correre verso di loro.
In un
gesto quasi involontario, strinse i pugni ed una specie di ringhio gli uscì
profondo dal petto.
Tutti i
suoi amici si bloccarono, spaventati, e Chad gli mise una mano sulla spalla
come per calmarlo e trattenerlo.
“Ciao,” esordì Jacob, con un sorriso smagliante “Gabriella?”
“E’ a
casa, non sta ancora bene.” gli rispose Kelsie, dopo
aver atteso vanamente che lo facesse Troy. Ma quest’ultimo era troppo impegnato
a squadrare con odio il suo ‘rivale’.
“Ah, va
bene. Potete dirle che la saluto?”
La
pianista fece di sì con la testa, osservando l’ex capitano dei Wildcats con
timore: “Sì, certo.”
Jacob sorrise raggiante: “Grazie. Ci vediamo!”
Ma prima
che potesse allontanarlo, Troy si scostò dalla presa di Chad e gli andò in
contro, parandosi a pochi centimetri da lui: “Possiamo parlare un attimo, Jacob?”
Il moro
scosse le spalle: “Certo.”
Il castano
lo prese per un braccio e lo portò un po’ più in là,
lontano dalle orecchie indiscrete dei suoi amici ma non dai loro occhi, che li
osservavano preoccupati.
“Io non so
che intenzioni hai con Gabriella, ma lei è la mia ragazza, d’accordo?” gli spiegò cercando di controllare la
rabbia nella voce.
Jacob
sbattè più volte le palpebre: “E allora?”
“E allora vorrei che la smettessi di
girarle intorno!”
“Non
sembra che a Gabella dia fastidio.”
Troy
strinse i pugni: “Gabriella è troppo ingenua e gentile anche solo per scacciare
una mosca, non ti direbbe mai che preferirebbe che tu la lasciassi in pace.”
L’altro sorrise e fece spallucce: “Beh, allora finchè non me lo sentirò dire da lei,
continuerò a frequentarla. Hai forse paura che te la porti via? Dovresti
fidarti di lei, se la ami come dici.”
Il castano
gli puntò il dito contro: “Non provarci nemmeno, White. Non ci provare.”
Il sorriso
non cadde dal viso di Jacob: “Ci si vede in giro, Bolton. E saluta Gabriella.”
###
Gabriella
sgranò gli occhi all’ultima affermazione di Taylor: “Stai scherzando, vero?”
L’amica,
seduta sul letto accanto a lei, scosse la testa: “No, tesoro. Solo tu non te ne
sei accorta, ma è così.”
“No, dai.
Vuole solo essere gentile!” replicò giocherellando con le coperte.
Taylor la
fissò duramente: “Credimi, Gabriella. Jacob ci sta provando con te.”
“Perché
dovrebbe?” la mora scossa la testa e girò i palmi delle mani verso l’alto
“Insomma, lo sa che sto con Troy e che non lo lascerei per niente al mondo!”
“E’ un
uomo, sorella, ragiona con il cervello più in basso. Evidentemente non gli
importa che Troy ci sia o meno. E tu dovresti
smetterla di dargli corda.”
Gli
occhioni di Gabriella si spalancarono ancor di più: “Cosa faccio io?!”
Taylor
sospirò con un sorriso: “Non fraintendere adesso. Il fatto è che tu lo tratti
troppo gentilmente, e lui coglie questo fatto come un invito a provarci con te.
Dovresti semplicemente frequentarlo meno. Limitarti a salutarlo quando lo
incontri e basta, non fermarti a parlarci per minuti!”
“Ma non
vorrei che dopo si offendesse…”
La ragazza
di colore posò la mano su quella dell’amica: “E’ questo il problema, Gabby. Sei
troppo buona.”
Si
guardarono un attimo e poi scoppiarono a ridere tutte e due.
E
Gabriella avrebbe fatto meglio a decidere subito di ascoltare la sua migliore
amica.
Dan
dandaaan!!
Eheh. Sono perfida, lo so XD
Beh,
questo capitolo è intenso, no? Scena Chaylor, guerra tra Troy e Jacob, suspance
finale. Sento già addosso il vostro desiderio di
uccidermi ^^
Allora,
annuncio: il 2 parto di nuovo, quindi non troverete aggiornamenti fino al
10-11! Perdono XD
Ringraziamenti:
Kikka93: povero il mio Troy gelosooo ^__^ Grazie, allora non mi sono sbagliata
quando ho detto che ero soddisfatta del capitolo XD Un bacio
lovely_fairy: Troy spopola eheh XD Rebecca rimarrà ancora per un po’ XD
Baci!
armony_93: ahah, lo sapevo che anche quella ti sarebbe piaciuta!!
XDXD Qui purtroppo è arrivata la vecchietta XD Visto, anche Tay ha messo in guardia
Gabby per quanto riguarda “l’uomo castrato”. Il tuo piccolo uomo saggio anche
lui non si accorge del castrato XDXD Un bacione!!
Satine93: Povera Gabriella, lo
dicono tutti, è troppo buona! Troy per sempre XD Baci
romanticgirl: fai bene a non fidarti di Jacob
XD Abituati a Rebecca, rimane ancora XD Bacione
Tay_: noo, adesso il
“licantropo” mi serve XD Vedrai che ti farò cambiare idea X3 Un bacio e grazie
anche per aver fatto da “Postina!”
Alexia379: ahah, “Il ritorno
degli scocciatori ambulanti”!! Hai proprio ragione XD
Beh, tutti i ragazzi ci provano, indipendentemente se una è occupata o meno,
giusto? La cavalleria è rara in questi giorni U.U fortuna che abbiamo Troy! Un
bacione
ciokina14: wow che papiro!! Mi piace XD Adesso appena ci sentiamo su
msn mi devi raccontare TUTTO!!
E poi mi mandi quella news di Vanessa XDUn bacione
grande!!
Ah,
e ringrazio anche per i commenti a Il
mondo è mio:
kikka93: basta crederci, in fondo ^_^ Grazie davvero
Satine93: giusto, per sempre
nei nostri cuori XD Un bacione
Fefy88: tranquilla, neanche
io sono tanto normale XD E’ bello se una fic toglie le parole di bocca, no?? XD
Romanticgirl: mille grazie ^^
Lovely_fairy: guarda meglio la prossima volta XD Non ti devi perdere le
mie Troyellose storie zuccherose, tesora! XD Un bacio
e grazie
E
infine anche Titty90, che su msn mi
ha detto che ha letto anche se non ha commentato
perché deve studiare (e se non passi l’esame mi arrabbio ^_______^).
Grazie
a tutte, ci risentiamo a settembre!!(Oddio, la scuola… O.O)
La
vostra terribile
Hypnotic Poison
§§ “Troy, non c’è
bisogno di scortarmi fino in classe!” rise Gabriella.
Il suo ragazzo scosse
la testa: “Non ti sto scortando. Ti accompagno.” replicò,
stringendo la presa attorno ai suoi fianchi.
In realtà, la mora ci
aveva preso: Troy aveva deciso di portarla fino in classe per lasciare a Jacob
meno tempo per stare con lei.
“Eccoci qui.” annunciò quando raggiunsero la porta della classe.
Gabriella sorrise,
mettendosi di fronte a lui: “Grazie, mio cavaliere!” §§
“Troy, non
c’è bisogno di scortarmi fino in classe!” rise Gabriella.
Il suo
ragazzo scosse la testa: “Non ti sto scortando. Ti accompagno.”replicò,
stringendo la presa attorno ai suoi fianchi.
In realtà,
la mora ci aveva preso: Troy aveva deciso di portarla fino in classe per
lasciare a Jacob meno tempo per stare con lei.
“Eccoci
qui.” annunciò quando raggiunsero la porta della
classe.
Gabriella
sorrise, mettendosi di fronte a lui: “Grazie, mio cavaliere!”
Il castano
sposto entrambe le mani sui fianchi morbidi della ragazza: “Di niente, mia
dolce principessa.”
Lei
scoppiò a ridere e lo baciò dolcemente, lasciando a lui il compito -ed il
piacere- di approfondirlo, senza vergogna davanti ad un’intera aula.
“Ragazzi,
per favore, non metteteci in imbarazzo.”scherzò Jason passando di fianco a loro.
Ma loro
due lo ignorarono, e continuarono tranquillamente tra baci e risate in modalità
siamo-innamorati-e-non-ci-importa-niente-di-quelli-che-ci-circondano.
All’improvviso,
però, qualcuno urtò violentemente la schiena di Troy, facendolo separare dalle
labbra della sua ragazza.
“Ehi! Ma
che!” si girò furioso e strinse gli occhi “Ah, White, sei tu.”
Jacob
sorrise: “Buongiorno, Gabriella. Tutto bene?”
Gabriella
arrossì e sorrise: “Sì, grazie Jacob.”
“Bene.
Allora vado a sedermi. Dovresti sbrigarti, tra cinque minuti inizia la lezione.”ed andò a prendere posto.
Troy lo
seguì con lo sguardo, stringendo possessivamente la mora a sé, finchè lei non
lo richiamò: “Ehm, Troy?”
“Cosa?” ribattè
lui, senza staccare gli occhi da Jacob.
“Ehm, mi
stai perforando i fianchi a stringermi così…”
Il ragazzo
si girò di scatto verso di lei: “Oddio, scusa! Stai bene?”
“Sì,
tranquillo. Ora però devo proprio andare. Il professore sta arrivando!”
Lui
l’abbracciò: “Ci vediamo a pranzo, d’accordo?”
“Certo,” Gabriella lo baciò un’ultima volta sulle labbra “Ti amo,
Wildcat.”
“Ti amo
anche io, piccola Einstein. [Liberamente ispirato
da Titty90 XD] A dopo.”
La mora lo
salutò con la mano mentre si allontanava, poi corse a
sedersi nel momento in cui il professore entrava e chiudeva la porta, con un
ultimo sorriso in risposta a quello di Jacob.
###
Taylor
sedeva all’ombra di un grande albero, nel giardino del college, e sfogliava le
pagine colme di appunti di anatomia.
La sua
lezione di quella mattina era stata rimandata, perciò lei si era trovata con
un’ora buca e ne aveva approfittato per ripassare.
Sospirò
stanca, e si appoggiò alla corteccia rugosa, chiudendo gli occhi.
“Ciao!”
Aprì solo
l’occhio sinistro: “Ehi, Abby. Come mai da queste parti?”
Rebecca
fece spallucce: “Ryan è a lezione, e ho già girato tutta la città, quindi sono
tornata qui, ti ho visto seduta e ho pensato di raggiungerti. Posso, vero?”
“Certo,
certo. Stavo solo ripassando.”
Chiuse il
quaderno e si rivolse completamente alla sua ‘amica’: “Allora, come va con
Ryan?”
“Oh, ma
noi due non stiamo insieme! Non potrei fare questo torto a Martha!” rispose la
rossa, sgranando i suoi occhioni.
“Beh,
sembrerebbe di sì visto quanto tempo passate assieme.”
osservò Taylor.
Ma Abby
scosse la testa: “No, no, lui è solo molto gentile con me, ma me l’ha anche
confessato che a lui piace Martha! Solo che è troppo timido per dirglielo… e
non credo che Sharpay gli darà una mano.”
La castana
sbuffò piano. Sharpay era troppo presa da se stessa per occuparsi anche dei
problemi sentimentali di suo fratello.
“Allora
vorrei aiutarli io, ma non so proprio come fare!”
Taylor
scrollò le spalle: “La prossima volta che andiamo da qualche
parte tutti insieme, fai in modo di lasciarli soli per esempio.”
“Dici che
potrebbe funzionare?” domandò ingenuamente Abby.
“Intanto è
un inizio…” borbottò l’altra, giocherellando con l’erba verde del prato.
“E tu e
Chad?” la castana sobbalzò a quella domanda. Da quando Rebecca s’interessava di
lei?
“Insomma,
mi sembrate una bella coppia. Anche se devo dire che a volte Chad è davvero
strano…” continuò la rossa.
Taylor
alzò un sopracciglio: “In che senso strano?”
“Beh, sì,
insomma… a volte non sembra nemmeno che ti ami! Non si comporta con te come si
comporta Troy con Gabriella. E mi sembra che a volte sia più interessato al
basket che a te!” spiegò docilmente Abby.
Quelle
parole colpirono Taylor dritte al cuore, e le provocarono una strana sensazione
all’altezza dello stomaco: “D-dici sul serio?”
Lei scosse
i lunghi capelli rossi: “Sì, e si vede! Sempre in giro con la sua palla da
basket, che non fa altro che parlare di basket, dei Red Hawks, di ShaquilleO’Neal, eccetera,
eccetera, eccetera. Ma se piace a te…”
In quel
momento, una fiumana di studenti si riversò in giardino, e tra questi si
riconobbe visibilmente la chioma ribelle di Chad.
Taylor si
alzò di scatto, raccogliendo i suoi quaderni: “Scusami, Abby, ma devo andare.”
“D’accordo,
ciao ciao!” cinguettò lei.
Giusto
mentre la ragazza scompariva tra la folla, arrivava il suo ragazzo: “Ciao Abby.
Ma Taylor non era qui con te?”
“Sì sì,” rispose la rossa,
controllandosi un’unghia “Ma ha detto che doveva andare.”
“Ah.” Chad
ci era rimasto male, di solito Taylor lo aspettava sempre, anche quando aveva
cose urgenti da sbrigare “Beh, comunque come va?”
###
Taylor
camminava velocemente tra la folla dei corridoi della scuola, con un solo
pensiero: trovare Gabriella.
Aveva
bisogno della sua migliore amica, per una volta doveva essere lei a chiedere un
consiglio sugli uomini.
Raggiunse
finalmente l’aula dove Gabriella aveva lezione di scrittura creativa e cercò
con lo sguardo la sua amica.
La trovò
nell’ultima fila in alto, seduta che rideva e parlava con Jacob.
Il suo
primo pensiero fu: -Ma non frequentavano insieme solo Inglese?-, poi però salì di corsa i gradini.
“Gabriella!”
chiamò, facendola voltare “Ho bisogno di parlare con te!”
La mora scese dal banco su cui sedeva: “Certo, andiamo! Ciao, Jake!”
Il ragazzo
la salutò con un gesto della mano, e le due ragazze uscirono insieme.
“Da quando
lo chiami Jake?” domandò pungente
Taylor.
Gabriella
sospirò: “Oh, insomma, Tay! Me l’ha chiesto lui, d’accordo? E lui mi chiama
ancora Gabriella, se lo vuoi sapere. Non si permette ancora di chiamarmi coi
soprannomi che usate voi! Allora, di che volevi parlarmi?”
La castana
prese fiato ed iniziò a raccontarle della conversazione di qualche minuto prima
con Abby.
Quando ebbe finito, Gabriella era piegata in due dal ridere: “Oh,
Taylor, non dirmi che dai retta a quello che dice Abby!”
Le guance
di Taylor si tinsero di rosa: “Insomma… lei mi ha detto quelle cose che non
sono proprio false, quindi…”
“Taylor,” esordì l’amica, mettendole una mano sulla spalla “E’
vero, Chad è fissato con il basket, non fa altro che girare con la palla, ma
ciò non toglie che ti ama. Ve lo siete detti, no? E sai meglio di me che non te
l’avrebbe mai detto se non fosse stato vero. Perciò,
tranquilla, d’accordo? Rebecca parla sempre a vanvera. Chad ti ama, e tu ami
lui. Siete perfetti.”
Alla fine
di questo lungo discorso, Taylor sorrise: “Grazie, Gabby. Sei sempre la
migliore.”
Gabriella
l’abbracciò: “Di niente, tesoro. Ora devo proprio andare, inizia la lezione di
letteratura.”
“A dopo. E
grazie ancora.”
La mora
corse via verso la sua lezione, sorridendo felice.
In quel
momento, sentì vibrare nella tasca dei suo jeans il
cellulare. Pensando che fosse Troy, lo prese subito
fuori, ma con sorpresa vide che si trattava di un messaggio di Jacob: Guarda che
dicevo sul serio per l’invito all’acquario! Allora, ci stai? Oggi pomeriggio
alle quattro! Jake.
Si fermò
davanti alla porta dell’aula, mordendosi il labbro. In fondo, per quel
pomeriggio, non aveva nulla da fare. Troy era agli allenamenti pomeridiani, ed
era abbastanza avanti con lo studio. Un giro con un amico non le avrebbe fatto
male.
Perciò
digitò la risposta: D’accordo, oggi alle
quattro. Ci vediamo là! A dopo, Gabriella.
###
“Gabriella!!!” la voce squillante di Sharpay percorse tutto il viale
del giardino, arrivando dritto verso la sua amica che stava aspettando
l’autobus.
“Ehi,
Shar. Dimmi tutto!” la salutò la mora con un sorriso.
La bionda
le prese le mani: “Ti prego ti prego ti prego dimmi che almeno tu verrai a fare
shopping con me!”
Gabriella
sorrise: “Certo. Quando vogliamo andare? Domani?”
“Oh, no!”
Sharpay scosse la chioma perfettamente liscia “Oggi pomeriggio! Ti passo a
prendere alle tre, okay?”
“Aspetta,
Shar.” l'amica si morse un labbro “Ehm… vedi, oggi
proprio non posso.”
Lei alzò
un sopracciglio: “E perché non puoi? Non c’è nemmeno Troy con cui cercare di
ingrandire la specie umana!”
La mora
arrossì: “No, Shar. È che oggi devo proprio… studiare per un saggio che devo
consegnare.”
Il viso di
Sharpay si fece deluso: “Uffa… e va bene, solo per questa volta però. Allora ci
vediamo domani.”
“Ciao Pay.
E ti prometto che andremo a fare shopping!” Gabriella la salutò con una mano e
salì sull’autobus.
###
L’acquario
aveva sempre affascinato Gabriella. Le erano sempre piaciuti i pesci,
soprattutto quelli colorati.
Ne aveva
anche parlato con Jacob di quella passione, e lui
aveva subito colto la palla al balzo.
Ed ora la
guardava girare affascinata davanti alle vasche, ridendo come un bambina alle sue battute.
E chissà
perché, Gabriella in quel momento si sentiva benissimo, le sembrava la prima
volta che era lì, nonostante fosse venuta tante altre volte insieme a Troy e
gli altri.
I due
ragazzi arrivarono davanti ad una vasca verticale piena di grandi pesci, e la
mora s’incantò a guardare come nuotavano.
“Non è
bellissimo?” mormorò.
Jacob,
dietro di lei, annuì: “Sono molto eleganti.”
“Mi
sarebbe piaciuto essere un pesciolino, in un’altra vita. Anzi, non proprio un
pesce, ma un delfino. A te no?” domandò Gabriella.
“Non sono
brutti animali!” concordò lui.
La ragazza
scosse la testa: “Sono intelligentissimi, e sembra che sorridano sempre.”
“Un po’
come te.” si girò a quell’affermazione, con un
sorriso: “Sei molto gentile, Jacob.”
Lui fece
spallucce: “Sei una ragazza davvero particolare, Gabriella. Sono felice di
averti incontrata.”
Lei
arrossì, con una strana sensazione sulla pelle, ed indietreggiò finchè non
incontrò la sbarra di metallo che separava la vasca dal pubblico.
“G-grazie…”
mormorò.
Jacoble si avvicinò sorridendo, e Gabriella deglutì
rumorosamente.
E lì, nel
buio dell’acquario, Jacob posò delicatamente le
labbra sulle sue.
La mora lo
respinse quasi subito, ma qualcuno, in un angolo, aveva visto abbastanza.
*Me
si ripara dietro al tavolo*
Salve
ragazze!! Avete voglia di uccidermi, lo so!! Chi sarà mai la persona che ha assistito alla scena
all’acquario?? Lo scoprirete nella prossima puntata!!
Ringraziamenti
veloci prima di essere scuoiata:
lovely_fairy: aah non so cosa gli farai adesso (e cosa farai a me!!) W
Troyella e Chaylor XD
Tay_: ok, forse non
cambierai idea su Shar, ma vedrai che ti farò amare anche Troyella XD Jacob l’hai condannato definitivamente a morte con questo
capitolo, eh?? Bacioni!
ciokina14: mi sa che Gabby non l’ha ascoltata molto Tay XD Commento
letto, mille grazie!! Bene, ora sono molto più sollevata ora che abbiamo
constatato che è tutto a posto!! Grazie per le pagine
di Internet XD Ne ho alcune io da darti XD A presto,
baci!
romanticgirl: hai fatto bene a non fidarti di Jake XD Bacioni
Kikka93: povero Chad,
interrotto dalla vecchia XD Ehm.. non ti prometto
niente! Paura della scuola no solo… tristezza, sob.
Oddio, paura della profe di mate, quella sì!! Bacioni
Alexia379: Gabriella è un po’
tonta XD Ho idea che ucciderai sul serio lo scocciatore ambulante number 1, adesso ^^ Non ti preoccupare, anche se ti ripeti
a me non dà fastidio, grazie ^^ Baci
armony_93: niente, mi basta sapere che ci sei! Bacio
Satine93: Ecco cos’è successo.. lo so, ora mi odi XD Un bacione
Ancora
grazie a Titty90, non hai recensito ma so che hai letto e che mi vuoi morta, e mi devi
dire come è andato il tuo esame!!!
Grazie
anche ai commenti per What hurts the most:
Titty90: sei la prima, machere. Farò il seguito!! Intanto però aiutami con il titolo dell’altra!! Un bacione!
Tay_: tranquilla, non sarai
mai ne ripetitiva ne rompiballe!! Adesso mi sblocco
con WF, promesso!! Bacioni
Fefy88: la canzone è stupenda
XD Mah, se due come Chad e Troy andassero a LA, forse
ci andrei pure io XD Besos
Romanticgirl: okay, okay, seguito
pensato XD Bacione e grazie
Lovely_fairy: visto che hai resistito fino al dieci!!
X3X3 Grazie e baci
Ciokina14: Ci vuole un po’ di
tristezza ogni tanto X3 Comunque sì, sto facendo il seguito di Buon compleanno! Ma ancora non ho
scritto niente, sto organizzando le idee.. grazie e
bacio!
Sinfony: eheh, d’accordo, farò
sapere che succede! Bacione, grazie!
Minny: ciao!! Grazie e sìì, farò un seguitooo d’accordo!! XD Baci
Kikka93: non è Troyella!? *me rilegge velocemente,
spaventata* ah, giusto, c’è Alice! Però daaii è Troyella. Tanto adesso faccio il seguito, ho deciso.
Davvero sono anche troppo brava?? Ma Grazie!! Un bacione
Il
prossimo aggiornamento non so quando arriverà, perché
tra 5 giorni inizia la scuola (Oh Dio No!!) e devo finire i compiti!! ^^
Un
bacione grande!
Hypnotic Poison
§§ “Ciao Gabby, come
va?” rispose la castana che, all’insaputa dell’amica, stava parlando in vivavoce circondata dagli altri.
“Bene, bene, grazie.
Ho finito il saggio.”
“Che ne dici, stasera
ci vediamo?”
“Guarda, Tay, non ti offendere ma sono un po’ stanca. Preferirei rimanere a
casa.”
Taylor si scambiò uno
sguardo con i suoi amici: “Tesoro, sei sicura di star bene? Hai una voce così
strana.”
Gabriella fece un
respiro profondo: “Sì, sì, tranquilla, te l’ho detto. Sono solo… stanca. Ma è
tutto perfettamente a posto. Anzi, penso che mi farò un riposino adesso.”
“Allora,
Ryan, si può sapere perché ci hai convocati qui in tutta fretta?” sbottò
Sharpay, di pessimo umore. Il fratello le aveva interrotto il suo massaggio
quotidiano.
“E con
l’ordine di non dire niente a Troy e Gabriella, per di più.”rincarò Chad “Avanti, sputa il rospo.”
Ryan
sospirò: “Va bene. Allora, Chad, tu e Troy ieri avevate l’allenamento
pomeridiano, giusto?”
Il
ricciolino annuì senza capire, così il biondo si rivolse alla sorella: “E Shar,
avevi invitato Gabriella a fare shopping, ma lei ha detto che doveva studiare,
giusto?”
“Sì,
esatto, e quindi?” lo spronò impaziente lei.
Ryan prese
un grosso respiro: “Beh, a meno che non dovesse studiare i pesci, Gabriella ci
ha mentito. Ieri l’ho vista all’acquario, con Jacob.
E lui l’ha baciata.”
“CHE COSA?!?” esclamarono in coro Taylor, Chad, Zeke, Sharpay,
Kelsie, Martha e Jason.
Lui annuì
con aria lugubre: “Avete sentito bene. Jacob ha
baciato Gabriella.”
“E cosa
c’è di strano?” domandò Abby, giocherellando con la sua collana “E’ normale
baciarsi, no?”
Tutti la
ignorarono, ancora sconvolti.
“Non posso
crederci…” balbettò Kelsie “Lei è Gabriella, la ragazza follemente innamorata
di Troy, che può passare ore solo a sorridergli!”
“E perché
non ce l’ha detto?” mormorò delusa Taylor “Insomma,
avremmo potuto trovare una soluzione!”
Ryan si
accasciò sulla poltrona: “Io vi ho solo detto quello che ho visto, ragazzi. E
penso che dovremo fare qualcosa. Almeno per il bene di Troy.”
Taylor
prese il cellulare: “Provo a chiamarla, d’accordo? Sentiamo cosa dice.”
###
Gabriella
era seduta sul letto, le gambe contro il petto, e si mordeva le unghie.
Quella
notte non aveva dormito, afflitta dai sensi di colpa. Aveva pure pianto, anche
per colpa della rabbia.
Come aveva
potuto essere così stupida da non capire ciò che realmente voleva Jacob? Come aveva fatto a farsi manovrare in quel modo,
incantata dalle sue buone e gentili maniere?
Prese un
cuscino e lo scagliò dall’altra parte della stanza, si prese la testa tra le
mani singhiozzando.
-E adesso
cosa faccio?- si domandò –Non posso mentire a Troy e agli altri! Ma non so se
riuscirò a dire ciò che è successo! Oh, perché non ho ascoltato Taylor?!?-
All’improvviso,
il suo palmare trillò nel silenzio della casa vuota.
Con paura,
vide che si trattava di Troy.
Chiuse gli
occhi, deglutì e finalmente rispose: “Pronto?”
“Ehi, piccola, come va?”
“Tutto
bene, tu?”
“Sono appena uscito dalla palestra,
sono in macchina. Penso che andrò a casa a farmi una doccia e una bella
dormita. Tu hai finito di studiare per quel saggio?”
Gabriella
annuì. Anche se il saggio era pronto da settimane: “Sì, l’ho finito.”
Troy rise:
“Brava piccola. Ora ti saluto, ci
sentiamo più tardi, ok? Ah, Gab?”
“Dimmi.”
“Ti amo.”
Gabriella
sentì il senso di colpa opprimerla ancora di più: “Sì, anche io. Ci sentiamo
dopo.”
Chiuse la
telefonata e si accasciò contro la testata del letto.
E il
telefono squillò di nuovo.
“Ehi,
Taylor…” esclamò poco convinta al secondo squillo.
“Ciao Gabby, come va?” rispose la castana che,
all’insaputa dell’amica, stava parlando in vivavoce
circondata dagli altri.
“Bene,
bene, grazie. Ho finito il saggio.”
“Che ne dici, stasera ci vediamo?”
“Guarda,
Tay, non ti offendere ma sono un po’ stanca.
Preferirei rimanere a casa.”
Taylor si
scambiò uno sguardo con i suoi amici: “Tesoro,
sei sicura di star bene? Hai una voce così strana.”
Gabriella
fece un respiro profondo: “Sì, sì, tranquilla, te l’ho detto. Sono solo…
stanca. Ma è tutto perfettamente a posto. Anzi, penso che mi farò un riposino
adesso.”
“D’accordo, tesoro. Buon riposo
allora.”
“Ciao,
Tay.”
La mora si
lasciò scivolare lungo il letto, distrutta.
Il
silenzio della casa l’avvolse. Suo padre non c’era, era andato ad Atlanta per
una riunione importante e sarebbe tornato solo due giorni dopo.
E in quel
momento, Gabriella ebbe paura. Di che cosa non lo sapeva, era abituata a stare
in casa da sola, ma ora in quel momento aveva bisogno di qualcuno.
Perciò
riprese il cellulare e compose velocemente il numero di Troy, pregando in silenzio
perché rispondesse.
Finalmente
al quinto squillo: “Ehi, Gab, ero sotto
la doccia. Che è successo?”
“T-Troy,
puoi venire qui da me? N-non
mi piace stare da sola.”
“Certo, certo, arrivo subito! Il
tempo di vestirmi e sono da te.”
“Grazie.
Ciao.”
Appoggiò
il palmare sul comodino e aspettò impaziente, mordendosi le unghie e torcendosi
le mani.
Fu un sollievo quando il campanello suonò.
Si
precipitò giù per le scale ed aprì la porta di scatto, trovando il suo ragazzo
con un’espressione preoccupata sul bel viso.
Lo
abbracciò d’impulso, senza nemmeno salutarlo prima, e lui ricambiò titubante.
“Gabriella,
ti senti bene?”
Lei annuì
contro il suo petto: “Avevo solo paura a stare a casa
da sola.”
Troy le
accarezzò i capelli neri: “Ci sono io adesso, tranquilla…”
###
Sharpay si
scostò una ciocca di capelli da davanti al viso: “O Gabriella è una grande
attrice, oppure davvero non le importa ciò che ha fatto.”
“Io non la
penso così,” replicò Kelsie “Non avete sentito che
voce aveva? Sembrava un pulcino davanti ad una volpe!”
Tutti gli
altri concordarono con un mormorio, tranne la solita Rebecca
che aveva trovato molto divertente la similitudine di Kelsie e per questo
rideva.
“Cosa
possiamo fare?” domandò Martha.
“Noi
niente! Gabriella ha voluto tenerci all’oscuro di quello che stava facendo e
ora se la deve cavare da sola!” sentenziò Sharpay.
“E Troy?”
chiese Chad “Non… non possiamo non dirglielo! Insomma, mettete che lo venga a sapere in un altro modo!”
Ma la
bionda scosse la sua chioma: “Non possiamo sempre pensare a quei due, ragazzi.
È ora che imparino ad affrontare i problemi da soli.”
###
Gabriella
sedeva sul bordo del letto, lo sguardo fisso contro il muro.
Troy
dormiva placidamente accanto a lei, ignaro dei pensieri che le affollavano la
mente e il cuore.
Chiuse gli
occhi, mentre i ricordi del giorno prima le scorrevano veloci davanti.
§§§ Jacoble si avvicinò sorridendo, e Gabriella deglutì
rumorosamente.
E lì, nel buio dell’acquario, Jacob posò delicatamente le labbra sulle sue.
La mora lo respinse quasi subito:
“Ma che fai, sei impazzito?”
Il ragazzo sorrise: “Andiamo, lo so
che anche tu lo vuoi. Non avresti accettato il mio invito altrimenti, giusto?”
La bloccò tra la sbarra ed il suo
corpo. Pur essendo più basso e più magro di Troy, lei non riusciva a smuoverlo,
aveva troppa forza.
E Jacob
la baciò di nuovo, con più urgenza, non accontentandosi solo delle sue labbra.
§§§
Gabriella
aprì gli occhi di scatto, con un respiro profondo.
Poteva
ancora sentire il sapore di quel ragazzo nella sua bocca, e la disgustava.
All’improvviso,
il display del suo palmare s’illuminò, segno che era arrivato
un messaggio.
Con le
mani tremanti, lo prese e lo lesse: Cara
Gabriella, vieni al college alle quattro, in camera mia. Così potremo passare
un po’ di tempo insieme. Se non lo farai, informerò il tuo caro Troy su di noi
e su ciò che abbiamo fatto. Ti aspetto, un bacio, Jacob.
Gabriella
chiuse con rabbia l’sms, mentre sentiva le lacrime
pungerle gli occhi.
-No, Troy
non lo può sapere…- pensò –Devo andare da lui e convincerlo a lasciarmi stare.-
L’orologio
digitale segnava le tre e mezza, lei si alzò per prepararsi.
Si vestì,
si truccò leggermente e poi lasciò un biglietto per Troy, scrivendogli che
andava in biblioteca e che sarebbe tornata tardi.
Glielo
mise sul cuscino e lo baciò dolcemente, con il cuore gonfio di lacrime.
Senza far
rumore, uscì di casa e s’incamminò.
###
La
suoneria del cellulare risuonò nella strada buia.
“P-pronto?”
“Gabriella, finalmente, è tutto il
pomeriggio che ti cerco!” sbottò arrabbiata la voce di Troy “D’accordo che sul biglietto avevi detto che avresti fatto tardi, ma
ormai sono le dieci!”
Gabriella
prese fiato: “Lo so, scusa, ma il tempo è volato e non me ne sono accorta. Co-comunque ora sto tornando a casa.”
Sentì Troy
tirare un sospiro: “Mi hai fatto
preoccupare, Gab. Il tuo telefono era anche spento!”
Lei si
sforzò di ridere: “Ehi, lo sai che in biblioteca ci vuole silenzio!”
Anche il
ragazzo rise: “Ti aspetto a casa,
genietta, d’accordo?”
“Okay,
adesso arrivo.” chiuse il telefono e, come un colpo,
si rese conto che per la prima volta in una chiamata non si erano detti che si
amavano.
Forse Troy
era davvero arrabbiato. O forse si aspettava che lo dicesse lei.
Scosse la
testa. Di una cosa sola era certa: la situazione le stava sfuggendo di
mano.
###
Troy si
rilassò sul letto di Gabriella, incrociando le braccia dietro la testa.
Era più tranquillo ora che l’aveva sentita, anche se avvertiva una
strana sensazione nell’aria. C’era qualcosa di strano, di diverso. Anche lei
gli era sembrata lontana e distratta.
Scosse la
testa, forse era solo una sua impressione. Probabilmente era lo stress di quei
primi due mesi di università.
Prese da
terra i suoi pantaloni della tuta grigia dei Wildcats e l’infilò,
stiracchiandosi un po’ le braccia.
Decise di
scendere in cucina a prendersi un bicchiere d’acqua, ma quando passò davanti
alla scrivania azzurra, qualcosa attirò la sua attenzione.
Ritornò
sui suoi passi e cercò ciò che l’aveva distratto.
Sotto un
quaderno, vide spuntare un angolo di carta blu e bianco, che gli ricordava
qualcosa. Sapendo che Gabriella non si sarebbe arrabbiata, spostò il libro.
Sgranò gli
occhi: l’angolo di carta apparteneva ad un biglietto dell’acquario, che ne
nascondeva un altro. Ma la cosa che l’aveva colpito, era che la data sul
biglietto era quella del giorno prima.
Si sedette
sul letto, stringendo in mano i due ticket. Lui sicuramente non era andato
all’acquario. E Gabriella gli aveva detto che lei doveva studiare.
-Forse…
forse l’ha accompagnata uno dei ragazzi… ma perché non dirmelo?-
Afferrò il
cellulare e compose il numero di Chad.
“Pronto?” rispose dopo qualche squillo.
“Ehi,
Chad, devo chiederti una cosa.” esclamò Troy.
“Certo amico, dimmi tutto!”
Il castano
prese fiato: “Con chi è andata Gabriella ieri all’acquario?”
Tantantaaan!! Chad rivelerà a Troy cos’è
realmente successo?? Oppure proteggerà Gabriella? E
Hypnotic, sarà uccisa dalle sue lettrici/commentatrici??
Ahah,
lo so mi, odiate molto. Ma aspettate il prossimo capitolo per sfogarvi XD Anche
perché ho aggiornato solo dopo quattro giorni (regalo prima della scuola XD)
Grazie
a:
lovely_fairy: scusa, non volevo farti venire l’infarto XD Comunque non
potevo farlo cadere nella vasca degli squali, mi serve XD No, Rebecca è brava e
buona! Lei non combinerà casini! Un bacione
armony_93: Tesoro, mi dispiace di averti rovinato di più la
giornata!! Noo, povera Abby, è solo tonta! Chad è molto lusingato dall’amore
che provi per lui!! Ma se ti faccio comparire, mia
cara, dove la metto Taylor?! XD Però, quella cosa
dalla brutta parola è inizia domani (oddioo sto già male..), che ci
possiamo fare.. un bacione ti voglio bene! Ps. Sai che forse tu hai fatto la
200 recensione?? Ma grazie!
ciokina14: vedi, tu ti fai piacere Jake e questi sono i risultati XD
Abby non riflette mai.. sennò non
sarebbe Abby! Perdonami daiii non essere furiosa con
me!!(anche perché non so
cosa sarai dopo questo capitolo..) Bacio ci sentiamo su msn!! TVB
Tay_: vai, tu fai una strage:
Jacob, Rebecca e la sottoscritta autrice. Aiuto!! XD Baci baci!
Angels4ever: ciao! Grazie di aver
letto e commentato, spero di trovarti ancora! Per le tue domande: 1, io adoro Twilight ed
Edward e Bella e grazie a Lovely_fairy ora so che
succede anche in Breaking down; 2,
non posso rispondere XD Sarebbe uno spoiler troppo grande, sorry. Ma ti basta
leggere!! XD Baci
Titty90: tesoro mio, sei un
mito, un genio assoluto! Ora dritto fino al diploma!!
Comunque, ricomincia a scrivere adesso!! E che siano
Troyella!! *Me ti sorride minacciosa* Un bacione a
presto, ti voglio bene anche se sei cattiva con me!
romanticgirl: nuu, sbagliato, è stato Ryan XD Jake e Rebecca?? Uhm.. ci penso! Un bacione grande!
Kikka93: no, Taylor e Chad sono più forti che
mai XD Ryan li ha visti.. e
non sei l’unica che vuole uccidere Jake.. XD Porinoluiii… XD Un bacione
Grazie
ancora! La scuola mi distruggerà, ma prometto che aggiornerò presto. Anche
perché non posso tenervi troppo sulle spine, giusto? XD
Bacioni
a tutte!!
Hypnotic Poison
§§ Taylor scoppiò a
ridere: “Dai, scemo, siamo arrivati.”
Chad osservò la casa
buia: “E’ tutto spento, non ci sono i tuoi?”
Mentre apriva la
porta, la ragazza rispose: “No, sono andati a trovare mia zia Peggy e i suoi figli. Tornano domani pomeriggio.”
“Oh. Capito.” mormorò lui “Allora buonanotte.”
Taylor lo fissò nel
buio, le guance tinte di rosa: “Vuoi… ehm… vuoi entrare un attimo? Giusto per…
una coca, ecco.”
Gabriella
infilò le chiavi nella toppa ed aprì la porta con mani tremanti.
“Troy!”
chiamò cercando di essere allegra.
“Sono in
cucina, piccola…” rispose lui.
Lei entrò
e lo vide seduto al tavolo, le mani incrociate a pugno e poggiate sul legno, la
testa bassa.
Sorrise e
gli accarezzò i capelli mentre andava dal frigorifero e prendeva una
bottiglietta d’acqua: “Tutto okay?”
Troy alzò
lo sguardo e la guardò mentre beveva. Era così bella che il cuore gli faceva
male.
Fece un
respiro profondo: “Possiamo… possiamo parlare un attimo, Gab?”
Gabriella
annuì, sentendo il cuore che faceva una capriola: “Certo. An-andiamo
in salotto?”
“No,
siediti qui, per favore.” lei obbedì, e Troy le prese le mani tra le sue.
“Gabby…
noi stiamo insieme da un anno e due mesi, giusto?” la mora annuì, così lui
continuò “Quindi… è normale che dopo tanto tempo che due persone stanno
insieme, soprattutto alla nostra età, abbiano bisogno di… non so, cambiare
aria, provare nuove esperienze. Ed è giusto, lo posso capire. E… e se tu non
sei più sicura di noi due, basta che me lo dici, non mi arrabbio.”
“Troy,
Troy, Troy che stai dicendo?” esclamò Gabriella in panico “Io… io non riesco a
capire!”
Gli occhi
blu si piantarono nei suoi, e lei vi lesse una tristezza infinita: “Gabby…
Chad… Chad mi ha raccontato che… che ieri sei andata all’acquario con Jacob… c’era anche Ryan e… e ha visto tutto…”
La mora
sentì le forze mancarle; distolse immediatamente lo sguardo, posandolo sul
tavolo, strinse i pugni: “Tu… tu non dovevi saperlo così…”
Troy si
alzò: “E… e dopo che mi ha detto questo, ho chiamato la biblioteca. E tu oggi
non c’eri. Quindi, mi sembra palese dire che eri con Jacob.”
Le lacrime
cominciarono a scendere sulle guance di Gabriella: “Troy… io…”
“Non c’è
bisogno di dire niente, Gabriella. È giusto, lo capisco. Siamo troppo giovani
per pensare che le storie durino per sempre. Avrei soltanto voluto che tu me
l’avessi detto. Io… io ti amo, sappilo.” il ragazzo prese un profondo respiro
“Spero che tu sia felice con Jacob.”
Fece per
uscire, ma la ragazza lo bloccò: “No, Troy, io non voglio stare con Jacob! Io amo te! è stato lui a baciarmi ieri, io non lo
volevo! E… e se sono andata da lui oggi, era perché altrimenti ti avrebbe
raccontato tutto e… e io non volevo che lo sapessi da lui…”
Troy si
girò verso di lei, le alzò il viso e la guardò duramente: “Ci sei andata a
letto, Gab?”
Gabriella
boccheggiò, e lui ripetè a voce più alta: “Ci sei andata a letto, Gabriella?”
La mora
non rispose. Si limitò a spostare lo sguardo colmo di lacrime.
Il castano
annuì e rimise la mano in tasca: “D’accordo. Allora ciao, Gabriella. Ci si vede
in giro.”
Attraversò
a grandi passi l’ingresso ed uscì, chiudendo la porta lentamente. Gabriella si
accasciò sul pavimento e scoppiò in singhiozzi.
###
Il Sole
brillava alto nel cielo di Albuquerque, irradiando felicità.
Una
felicità che però non toccava i cuori di dieci persone.
Gabriella
scese dall’autobus, stringendosi i libri al petto. Aveva nascosto gli occhi
gonfi dietro un paio di occhiali scuri, i capelli erano legati disordinatamente
in una crocchia.
Mentre
passava per il viale pieno di studenti, vide tutti i suoi amici raccolti in
cerchio, che ridevano.
E c’era
anche lui, bello come sempre con la camicia a mezze maniche azzurra e i jeans.
In quel
momento, Taylor si girò verso di lei. Gabriella fece per raggiungerla, ma lei
si voltò di nuovo, ignorandola.
Per la
mora fu come un colpo al cuore, si volse e scappò via.
Anche
Kelsie l’aveva vista, e aveva fatto per correrle dietro, ma Sharpay l’aveva
fermata per un braccio dicendole: “No.”
Chad
osservò il suo migliore amico, gli mise una mano sul braccio: “Ehi.”
Troy lo
guardo, gli sorrise mesto: “Ehi.”
“Andiamo
in palestra, che ne dici?”
“Sì. Anche
se non so come giocherò.”
Il riccio
gli strinse il braccio per fargli coraggio: “Forza, campione. Devi diventare
capitano anche qui, capito? Non lo sopporto quel George!”
Il castano
rise leggermente, poi salutarono gli altri e si avviarono.
Quando
furono abbastanza lontani, Sharpay commentò: “Troy è distrutto. Secondo me Chad
ha fatto male a dirglielo.”
“Invece
no. L’avrebbe scoperto in un modo o nell’altro, e sarebbe stato peggio.”
ribattè Taylor.
La bionda
alzò gli occhi al cielo: “D’accordo, d’accordo. Guai a chi ti tocca il
fidanzato…” aggiunse poi a voce più bassa.
“Dite che
si rimetteranno insieme?” domandò dispiaciuta Kelsie.
“Questa
volta non lo so…” confessò Taylor.
###
“Troy ti
ha detto qualcosa?” domandò Taylor.
Lei e Chad
stavano passeggiando per le strade del centro, mano nella mano, dopo essere
andati fuori a cena.
“No,”
scosse la testa il ricciolino “Non ne vuole parlare. Tu hai visto Gabriella?”
“E’ venuta
alla mia lezione della terza ora, ma sono uscita parlando con un’altra ragazza.
Mi è costato tantissimo vedere la faccia che ha fatto, ma mi ha delusa a non
parlare con me di quello che stava facendo con Jacob.”
raccontò lei.
“Tay…”
esordì Chad “Prometti che mi dirai tutto quello che ti passa per la testa su di
noi? Prometti che non mi nasconderai niente? È questo il motivo per cui ho
detto a Troy ciò che era successo. Non vorrei scoprire le cose dagli altri,
vorrei che me le dicessi tu.”
La ragazza
si fermò e lo guardò: “Te lo prometto, Chad. Anche perché non ho mai avuto
intenzione di nasconderti niente. E tu?”
“Te lo
prometto, Tay.”
Si
baciarono dolcemente, per poi riprendere la strada verso casa della ragazza.
“Credo che
dovremmo attuare un nuovo piano.” esclamò lei dopo un po’.
“Che cosa
intendi dire?” domandò Chad.
“Beh, per
Troy e Gabriella. L’ultima volta ci ha pensato Sharpay, ma questa volta è una
cosa più grossa.” spiegò Taylor “Non voglio che soffrano. Anche se Gabriella
dovrebbe imparare la lezione.”
“Troy è
troppo testardo, Tay. Non ci starà. E proprio perché Gabriella deve imparare la
lezione, se lo ama sul serio farà tutto da sola. Giusto?”
La ragazza
lo guardò ammirevole: “Giusto. Complimenti Chad. La mia influenza si fa
sentire!”
“Ehi! A
volte posso essere saggio anche io!” il ricciolino le diede un buffetto sul
braccio.
Taylor
scoppiò a ridere: “Dai, scemo, siamo arrivati.”
Chad
osservò la casa buia: “E’ tutto spento, non ci sono i tuoi?”
Mentre
apriva la porta, la ragazza rispose: “No, sono andati a trovare mia zia Peggy e i suoi figli. Tornano domani pomeriggio.”
“Oh.
Capito.” mormorò lui “Allora buonanotte.”
Taylor lo
fissò nel buio, le guance tinte di rosa: “Vuoi… ehm… vuoi entrare un attimo?
Giusto per… una coca, ecco.”
Chad si
schiarì la gola: “Volentieri, certo.”
Lei lo
fece passare, poi chiuse la porta e si recarono insieme in cucina.
Senza
accendere le luci, il ragazzo prese dal frigo due coche e quando si girò, si
scontrò con la sua ragazza.
“Oops,
scusa.” mormorò.
“Di
niente…” ribattè lei, senza però staccarsi da lui.
Stava
giocherellando con il bordo della sua camicia, era persa nei suoi pensieri,
perciò Chad le sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio: “Ehi… che c’è?”
La castana
lo guardò negli occhi: “C-Chad… i-io…”
Prese
fiato, ed era sul punto di continuare, quando il campanello si mise a trillare.
I due
ragazzi sobbalzarono, e Taylor si ricompose: “Ehm… meglio andare a vedere chi
è.”
“Arrivo,
arrivo, arrivo!” esclamò scocciata nel vedere che continuavano a suonare.
Aprì la
porta di scatto e rimase paralizzata.
“Ehm… ciao, Tay. Ciao, Chad.”
###
Un
bell’esempio di ‘aria tesa’ poteva essere preso a
casa McKessie.
Infatti,
quella sera alle dieci e mezza, tre persone erano riunite in salotto,
squadrandosi abbastanza male: Chad e Taylor sul divano, e Gabriella sulla
poltrona, gli occhi puntati sulle mani strette in grembo.
“Allora,
Gabriella, perché sei qui?” domandò dopo un po’ Chad.
Lei
sospirò: “Perché siete gli unici con cui possa parlare e spiegare tutto.”
“Avanti,
allora.” insistette acida Taylor.
Gabriella
prese fiato: “Mi dispiace di non avervi detto che andavo all’acquario. Solo… ho
pensato che siccome lui vi stava
antipatico, avreste fatto di tutto per non farmi andare, mentre a me non
dispiaceva una visita con un amico. Io non sapevo che sarebbe successo quel che
è successo!”
La sua
amica sbuffò: “Detesto dirlo, ma io ti avevo avvisato. Comunque, vai avanti.”
“E se sono
andata da lui il giorno dopo è stato solo per proteggere Troy. Lui mi aveva mandato un messaggio con
scritto che se non fossi andata da lui, gli avrebbe raccontato tutto. E io non
volevo…”
Chad alzò
un sopracciglio: “E come ci sei finita nel suo letto, Gabby? Così hai fatto
molto più male a Troy che non se avesse saputo del semplice bacio.”
La mora
iniziò a piangere: “Lo so, Chad! Ma… ma mi ci ha costretto lui…”
Taylor
scattò subito in piedi: “Ti ha… ti ha fatto del male, Gabby?”
Lei non
potè far altro che annuire, e l’amica l’avvolse subito in un caldo abbraccio:
“Oh, tesoro…”
Chad si
alzò in piedi e si avviò a grandi passi verso la porta.
“Dove vai?”
gli domandò la sua ragazza, sempre abbracciando Gabriella.
“Ad
ucciderlo.” fu la feroce risposta del ricciolino.
“NO!”
gridò Gabriella “No, Chad, ti prego! Ha detto che non avrei dovuto dirlo a
nessuno!”
Il ragazzo
tornò indietro e s’inginocchiò alla sua altezza: “Gabby… quello… quello ti ha…
ti ha praticamente violentata…” ringhiò quella parola a denti stretti “Merita
molto di peggio che dei pugni.”
“Chad, non
mi sembra il modo migliore per risolvere la faccenda!” lo sgridò Taylor.
Lui
sbuffò: “Anche Troy la penserebbe così!”
“A
proposito di Troy…” la castana asciugò le lacrime dell’amica “Dolcezza,
dobbiamo dirglielo. Così voi due ritornerete insieme e nessuno ti farà più del
male.”
La mora
annuì, ma Chad le interruppe: “Ragazze, forse è meglio dirglielo domani. Se lo
chiamassimo a quest’ora, forse nemmeno risponderebbe. Lo conosco.”
“D’accordo.”
Taylor fece alzare Gabriella “Tesoro, ti va di dormire da me stanotte? Saremo
solo io e te, tranquilla.”
Ma la
ragazza rabbrividì: “Non è che Chad potrebbe rimanere con noi? Mi farebbe
sentire più sicura un uomo in casa…”
Lui
sorrise e l’abbracciò: “Ma certo, Gabby. Chiunque proverà a farvi del male se
la vedrà con me. Taylor, sto qui nel divano, che dici?”
Invece la
padrona di casa sorrise: “Puoi dormire al piano di sopra, in camera di Tess.”
“Okay,
grazie. Coraggio, mie donne, a letto!” e ridendo le spinse su per le scale.
###
Il mattino
dopo era la tanto agognata domenica.
Troy si
svegliò stranamente di buon’ora, ma solo per il fatto che aveva dormito male e
poco.
La prima
cosa che gli venne in mente fu che era ormai single. E quella parola gli faceva davvero schifo.
Sbuffando,
si vestì con una tuta e scese a fare colazione.
“Ciao,
pa’…” salutò quando entrò in cucina.
Jack
Bolton sgranò gli occhi da sopra la sua tazza di caffè: “Accidenti, Troy, da
quanto non ti svegli alle otto e mezza della domenica mattina?”
Il figlio
scosse le spalle con un brontolio, servendosi del latte freddo.
Il coach
osservò la larga e muscolosa schiena. Sapeva che c’era qualcosa di strano.
“Ehi,”
chiamò “Che è successo?”
Troy non
si girò: “Perché dovrebbe essere successo qualcosa?”
Lui
sospirò: “Ti conosco da diciotto anni, figliolo, penso di sapere quando ti è
successo qualcosa!”
“No, no…
niente…”
Jack gli si
avvicinò: “Si tratta di Gabriella, per caso?”
Il figlio
lo osservò stupito: “Come hai fatto a…?”
“Istinto
paterno.” scrollò le spalle “Allora, che è successo? Avete litigato?”
“Più o
meno…” fu la magra risposta del castano.
“Avanti,
Troy, che razza di risposta è più o meno?”
Troy
sospirò: “Ci siamo lasciati…”
“Che
cosa!?” Jack lo guardò come se fosse matto “Non posso crederci! Ma se fino
all’altro giorno tubavate in ogni angolo della casa! Ma come…?”
“Papà, non
ne voglio parlare, d’accordo?!” sbottò il figlio.
“Okay, non
ti agitare. Sono solo stupito, tutto qui.” il coach gli posò una mano sulla
spalla “Che ne dici se prendiamo la macchina e andiamo a pescare, io e te? Una
cosa da uomini, come ai vecchi tempi.”
Lui
sorrise. Magari l’avrebbe aiutato a distrarsi: “Sì, perché no.”
Anche il
padre sorrise: “Allora coraggio, vatti a vestire. Ti aspetto in auto tra un
quarto d’ora!”
###
Gabriella
scese le scale, avvolta in un pigiamone di Taylor, stropicciandosi gli occhi
con una mano.
Chad era
già in piedi, che si preparava del caffè, e le sorrise non appena la vide:
“Buongiorno principessa. Sono solo le dieci e mezza. Vuoi del caffè?”
Lei
sbadigliò: “Buongiorno Chad. No, grazie, bevo del latte.”
“Taylor
dorme ancora?”
“Mhm, sì.
Stanotte l’ho tenuta sveglia fino alle due perché piangevo. Lei cercava di
calmarmi, quindi non ha potuto addormentarsi…” spiegò lei, versandosi una tazza
di latte.
Il
ricciolino rise piano: “Sì, lo so. Vi ho sentite.”
Gabriella
arrossì: “Ah. Scusa.”
“Di
niente. Allora, sei pronta?”
Lei lo
guardò accigliata: “Per cosa?”
“Per
chiamare Troy, no?” Chad appoggiò la tazza nel lavello e guardò l’orologio “E’
abbastanza tardi perché ci risponda. E io direi di usare il mio cellulare, così
non ci sono problemi.”
La ragazza
sorrise: “Okay. Grazie, Chad.”
“Ehi. Per
la mia sorellina questo ed altro.” le aprì le braccia, e lei si lasciò
abbracciare, stringendolo forte.
“Chad,
devo iniziare ad essere gelosa. Con me non sei mai così gentile!” la voce
ironica di Taylor li fece voltare entrambi verso le scale.
Il ragazzo
rise, la raggiunse alla fine delle scale e s’inchinò: “Gradisce la colazione,
madame?”
Lei
sbuffò, arrossendo un po’: “Oh, non fare il cretino…”
Andò da
Gabriella e l’abbracciò: “Allora, chiamiamo Troy?”
La mora
annuì, e si affiancò a Chad che aveva tirato fuori il suo cellulare della tasca
e composto il numero del suo migliore amico.
Dopo
qualche istante, si accigliò: “E’ spento.”
La sua
ragazza fece spallucce: “Prova a chiamare casa.”
Chad
eseguì il numero e mise il viva voce. Gli squilli iniziarono a risuonare per la
cucina, finchè finalmente non rispose Lucille Bolton:
“Pronto?”
“Signora
Bolton, salve, sono Chad!”
“Oh, ciao, Chad. Dimmi tutto!”
“Dovrei
parlare con Troy, signora.”
I tre
ragazzi sentirono Lucille sospirare dispiaciuta: “Oh, Chad, mi dispiace ma Troy è partito
stamattina presto con suo padre per andare a pescare. Se vuoi ti faccio
richiamare stasera quando torna.”
“No, no,
non si preoccupi. Grazie comunque, arrivederci.” chiuse la telefonata e si
voltò verso Gabriella, che si stava mordendo il labbro inferiore “Mi dispiace,
Gabby.”
Lei scosse
le spalle, gli occhi lucidi: “Non fa niente. Ora scusate, vado a farmi una
doccia.”
I due
ragazzi la guardarono salire al piano di sopra con sguardo triste, Chad passò
un braccio attorno alle spalle di Taylor e la strinse forte: “Vedrai, tutto si
sistemerà.”
###
A Troy era
sempre piaciuto andare a pesca con suo padre. Lo aiutava a tenere la mente
lontana dai brutti pensieri.
“Allora,
figliolo, non è estremamente rilassante stare qui?” domandò Jack, rimettendo
l’amo dopo aver pescato il terzo pesce.
“Già,
molto. Ehi, che ne dici di una coca? Ho una gran sete!” si offrì il figlio “Ho
visto un distributore di fianco al ristorante!”
“Certo,
certo. Ti aspetto qui!”
Troy si
alzò, appoggiò la canna da pesca sul suo appoggio e corse fino al distributore,
occupato da una ragazza.
Mentre
aspettava, prese fuori il cellulare, notando che non c’era campo. Beh, così non
l’avrebbe disturbato nessuno.
“Oh, accidenti…”
l’esclamazione lo fece voltare verso la ragazza.
“Qualche
problema?” domandò gentilmente.
Lei lo
guardò: “Sì, non viene giù il sacchetto di patatine che ho scelto. Si è
bloccato contro il vetro.”
Troy
sorrise: “Ci penso io.” diede un colpo contro la parete trasparente, e le
patatine volarono giù “A scuola succedeva sempre.”
La ragazza
sorrise: “Grazie. Comunque, mi chiamo Eve.”
Lui prese
la mano che lei gli tendeva: “Troy. Piacere.”
Sorrisero
entrambi, e il ragazzo notò che era davvero carina. Aveva lunghi capelli neri,
lisci, e gli occhi azzurri.
Eve
distolse la mano, imbarazzata: “Ehm… sei qui per la pesca?”
“Sì, con
mio padre. Tu? Non mi sembri in tenuta da pescatrice!” scherzò, indicando la
gonna azzurra sopra il ginocchio e la camicia.
“No,
infatti,” rise lei “Sono la figlia del proprietario del ristorante.”
Il castano
sgranò gli occhi: “Davvero? Vengo qui da anni, non ti avevo mai vista!”
“Questo
perché prima abitavo a New York con mia madre. Lei però si è risposata, così ho
deciso di venire qui da mio padre.” spiegò.
“Ah, ho
capito. Vai già al college?”
Eve
annuì: “Primo anno, ad Albuquerque.”
Troy
sorrise: “Anche io! Allora ci vedremo là.”
La ragazza
arrossì: “Sicuramente. Ora devo scappare. È stato un piacere… Troy.”
Lui alzò
una mano in segno di saluto: “Anche per me Eve.
Ciao!”
*Me
è armata di scudo-padella, elmo-scolapasta e spada-mestolo*
Saaaalve
mie careee!! Come state?? A scuola?? Io sento che la
mia fine è vicina perché ho pubblicato questo capitolo XD
Quindi,
prima che un’orda di fan inferocite mi assalga, passo ai ringraziamenti:
Titty90: te l’ho detto che me
l’ero scordato XD E alla fine hai pure questo uff… Prometto che, un giorno, Jacob soffrirà atrocemente. Ma non so quando E non farmi pauraaa!!!! Bacio, ti voglio bene!!
Angels4ever: ogni tanto anche Ryan
ha i suoi “momenti di gloria” XD io detesto
con tutto il cuoreJacob di Twilight! XD Un
bacione grande
Tay_: O.O anche tu mi fai pauraa!! Mi sa che il filo l’hai tagliato XD E comunque,
noo, Chad ha preferito l’amicizia che nutre per Troy, anche perché Gabriella è
stata disonesta anche con lui XD A presto su msn! Baci
ciokina14: killer omicida, si
calmi please! Beh, anche Gabriella non è proprio una santa ^^’’’ Concordo con
tutti gli aggettivi che hai dato a Troy (voglio.il.tuo.cuscino.punto. XD) Non
fare stupidaggini! Ci sentiamo su msn! Bacione
Giorgy: ciao! Grazie di aver letto e aver lasciato un commento
così carino XD Spero di sentirti ancora! Bacione
Kikka93: Chad ha scelto Troy
(e ha fatto anche bene, credo!) Grazie davvero e un bacio!
Satine93: tranquilla! Compiti
delle vacanze? E chi li ha finiti?? Eheh X3 La tua paura era fondata, sorry XD
E la tua stessa domanda l’ha fatta Troy all’inizio del capitolo XD Baci
lovely_fairy: non coalizzatevi contro questa povera autrice! Gabby l’ha
rivelato ma forse non nel modo in cui tutti voi e Troy volevate XD Baciotti
romanticgirl: Chaylor sono tanto
carini XD Non è andata come speravi vero?? Un bacione
fefy88: *me ti guarda con gli
occhi lucidi* Un’altra che dice picci, l’ho trovataa!! E anche tu ti allei contro Jake XD Ma tanto si
sapeva X3 Grazie e baci!
armony_93: Che recensione
arrabbiata, wow XD
Alexia379: il permesso ce l’hai,
ma solo quando te lo dirò io che non mi servirà più! XD Povera Gabriella, cerca
di capirla! Anche a me Chad ispira molta sicurezza, mi farei consolare e
proteggere volentieri da lui XD Per il tuo “paio” di domande: 1) Ryan era lì
per puro caso (^__^), da solo a
guardarsi i pesci. Per sfortuna di Gabriella X3; 2) No, l’altra scocciatrice non ce la può fare XD; 3) Puoi guidare
quell’autobus, ma più avanti!
Spero
di non averti causato infarto ^^ Bacione
Ci
sentiamo al prossimo capitolo, un bacione a tutte!!
Hypnotic Poison
§§ “Chad, non è che
abbia molta voglia di andare in discoteca…”
Chad diede una pacca
sulla schiena del suo migliore amico: “Oh, Troy, forza! È una settimana che non
esci di casa se non per andare al college! Ormai non ti fermi nemmeno più con
noi.”
“Con voi c’è
Gabriella…” borbottò lui.
“Non puoi continuare
ad evitarla! Lei ti deve parlare di una cosa importante!”
Troy si fermò di
botto: “Ascolta, Chad, non m’interessa, d’accordo? Qualunque cosa vogliate
dirmi, non m’interessa.” §§
Capitolo 30 *** 30. E' troppo tardi per scusarsi ***
30
30. E’ troppo tardi per scusarsi
“Chad, non
è che abbia molta voglia di andare in discoteca…”
Chad diede
una pacca sulla schiena del suo migliore amico: “Oh, Troy, forza! È una
settimana che non esci di casa se non per andare al college! Ormai non ti fermi
nemmeno più con noi.”
“Con voi
c’è Gabriella…” borbottò lui.
“Non puoi
continuare ad evitarla! Lei ti deve parlare di una cosa importante!”
Troy si
fermò di botto: “Ascolta, Chad, non m’interessa, d’accordo? Qualunque cosa
vogliate dirmi, non m’interessa.”
Il suo
migliore amico incrociò le braccia al petto: “E se volessi dirti che lei non ci
è finita volontariamente nel letto di White?”
Il castano
boccheggiò un attimo, poi scosse la testa: “Andiamo? Prima raggiungiamo la
discoteca, prima potrò andarmene.”
Chad
sospirò e lo seguì. Se quei due non avessero parlato quella sera, allora non
l’avrebbero fatto più.
In pochi
minuti arrivarono al locale, nel cui ingresso stavano sostando tutti i loro
amici.
“Oh,
eccovi finalmente! Stavamo mettendo le radici qui fuori!” sbottò Sharpay.
Il
ricciolino si scambiò un cinque con Zeke: “Scusate, ma Troy ci ha messo una
vita.”
Gabriella,
in fondo al gruppo, afferrò il polso di Taylor non appena vide gli occhi blu
del ragazzo posarsi su di lei.
Fece per
salutarlo, ma lui si era già rivolto a Jason.
Sentì la
mano della sua amica stringere forte la sua, e sorrise mesta.
“Allora,
vogliamo entrare?” li spinse Sharpay “Comincia a fare freddo!”
“Ai suoi
ordini, principessa!” ridendo, Zeke le aprì la porta e la fece passare per
prima.
Subito
tutti gli altri li seguirono, entrando nel grande locale illuminato da luci
rosse, gialle e verdi.
“Adoro
questo posto!” esclamò Martha, guardandosi attorno estasiata.
Ryan si
fece avanti e la prese per mano: “Forza, andiamo a ballare!” ed insieme
scomparvero tra la folla.
La sorella
si girò verso il suo ragazzo e gli tese la mano: “Non accetto scuse, Baylor.
Stasera si balla!”
Lui
sospirò e lanciò un’occhiata divertita ai suoi amici: “Ci vediamo dopo… se sono
ancora vivo!”
Gabriella
rise, ancora attaccata a Taylor. Vide che anche Kelsie e Jason si erano buttati
nella mischia, e fu colta dal panico.
“Tay, ti
prego, balla con me!” gridò disperata cercando di sovrastare la musica “Non
lasciarmi sola!”
“Va bene,
va bene!” mise una mano sulla spalla di Chad e lo fece girare “Oggi ballo con
lei, d’accordo?”
Il ragazzo
annuì: “Certo, nessun problema. Tanto lo sai che dopo ci ritroviamo a ballare
tutti insieme!”
Taylor gli
diede un bacio: “Fai il bravo mentre non ci sono, d’accordo?” lo ammonì.
Lui rise e
fece il saluto militare: “Sissignora signora!”
Le due
ragazze sorrisero ed entrarono in pista.
Chad si
rivolse a Troy, che era rimasto fermo a fissare la schiena di Gabriella venire
inghiottita nella massa, e sospirò, dandogli una pacca nella schiena: “Andiamo,
amico.”
###
La musica
era altissima, la temperatura rovente, le luci ammalianti.
Gabriella,
Taylor, Martha e Sharpay erano scatenate come non mai, si erano ritrovate a
ballare tutte insieme in circolo, ridendo e schiamazzando.
E
attirando anche parecchi ragazzi attorno a loro. Per questa ragione, i loro
ragazzi le controllavano da poco lontano, seduti ai tavolini della zona bar.
“E dire
che sono sobrie.” osservò Zeke, notando quanta passione ci metteva la sua
ragazza a saltellare allegramente.
Chad prese
un sorso dalla bottiglia di birra: “Non oso immaginare cosa farebbero se
fossero ubriache.”
Troy rise:
“L’ultima volta che Sharpay si è ubriacata eravamo a Lava Springs, era
Ferragosto. È scappata sul campo da golf e si è buttata nel lago.”
Tutti
scoppiarono a ridere, e Zeke aggiunse: “Ci siamo dovuti buttare in tre per
ripescarla, perché non voleva uscire.”
Ryan posò
il suo bicchiere: “Ragazzi, torno a ballare. A dopo!”
“Vai e
conquista Martha!” gli urlò dietro Chad, alzando la bottiglia come per fare un
brindisi.
Troy
osservò Gabriella ballare. Un ragazzo le si era avvicinato, ma lei era stata
prontamente raggiunta da Sharpay che l’aveva portata più lontano con lei.
Bevve un
sorso, sbattendo poi la bottiglia sul tavolo, ormai vuota: “Ho vinto.”
“Cooosa?”
domandò stupito Chad, allargando le braccia “Ehi, non vale! Non stavamo nemmeno
facendo a gara!”
Lui
sorrise e si alzò: “L’hai detto tu, ogni volta è una gara. Il prossimo giro
offrite voi, ragazzi!”
Raggiunse
le ragazze e Ryan, iniziando a ballare insieme a loro.
In quel
momento, il dj fermò la musica e disse: “Ed ora, un ballo lento per tutte le
coppie innamorate! E chi non ha la coppia, se la trovi!”
Inserì un
cd e partirono le prime note di Apologize.
Troy
sorrise e scosse la testa, girandosi per uscire dalla pista. Ma
si scontrò con qualcuno.
I’m
holding on your rope
Got
me ten feet off the ground
“Scu-” si
bloccò non appena vide contro chi si era scontrato “Gabriella.”
Lei
abbassò gli occhi: “Ciao, Troy.”
Rimasero
in silenzio per qualche istante, immobili in mezzo agli altri che ballavano.
And
I’m hearing what you say
But
I just can’t make a sound
Infine
Gabriella prese fiato: “Po-posso parlarti un attimo?”
Lui annuì
semplicemente, lei continuò: “T-Troy… io non volevo che succedesse ciò che è
successo, mi capisci? Lo so, ho sbagliato a mentirti, mi odio per questo, ma io
credevo che saremmo usciti solo come amici! Come… come se fossi uscita con Ryan
o Zeke!”
Lo guardò
negli occhi, ma il castano rimase zitto, fissandola duramente.
You
tell me that you need me
Then
you go and cut me down
But wait…
“Io… io ho
bisogno di te, Troy.” mormorò tra le lacrime.
You
tell me that you’re sorry
Didn’t
think I’d turn around and say…
That
it’s too late to apologize
“Mi
dispiace per tutto quello che è successo. Non… non volevo…”
Troy la
guardò negli occhi, poi girò il volto: “Forse è un po’ troppo tardi per
scusarsi, Gabriella.”
It’s
too late
I
said it’s too late to apologize
It’s too late
Gabriella
boccheggiò: “Co-come?”
Lui rise
tristemente: “E’ tardi, Gabriella. È passata un’intera settimana senza che io
abbia mai ricevuto una sola chiamata, un messaggio da te. Gli unici che
volevano parlarmi erano Chad e Taylor. Evidentemente hai parlato con tutti
loro, tranne che con me. Quindi è tardi, ormai.”
I’d
take another chance
Take
a fall
Take
a shot for you
And
I need you like a heart needs a beat
But that’s nothing new
“Sai… sai
benissimo che, se fossi arrivata subito, ti avrei perdonata. Ma tu non sei
arrivata.”
Le lacrime
cominciarono a scorrere più veloci sulle guance pallide della ragazza: “T-Troy…
i-io… io n-non…”
“Tu cosa, Gabriella?” gridò lui, allargando
le braccia “Sai benissimo che avrei fatto qualsiasi cosa per te! Sai benissimo
che potrei anche prendermi un proiettile per proteggerti! Sai benissimo che ho
bisogno di te come un cuore ha bisogno di un battito! Eppure non sei venuta!
Non mi hai spiegato!”
I loved you with a fire
red
Now
it’s turning blue
And
you say
Sorry
like an angel, heaven’s not the thing for you
But
I’m afraid
It’s
too late to apologize
“E ora…”
Troy fece un respiro profondo per calmarsi “E ora sto tentando di
dimenticarti.”
Gabriella
si attaccò alla sua camicia: “Troy… mi dispiace, mi dispiace…”
Lui la guardò.
Sembrava un angelo anche mentre piangeva.
Scosse la
testa: “Dispiace a me, Gabriella… ma ho paura che sia troppo tardi per chiedere
scusa…”
It’s
too late
I
said it’s too late to apologize
It’s too late
“Ma io ti
amo…” singhiozzò lei contro il suo petto.
Troy sospirò: “Anche io…”
It’s
too late to apologize
It’s
too late
I
said it’s too late to apologize
It’s too late
“Ma questo
non cambia le cose.”
Gabriella
singhiozzò più forte, abbracciata a lui, mentre si muovevano a tempo di musica.
I
said it’s too late to apologize
I
said it’s too late to apologize
“Ti amo
con tutto il cuore, Gabriella… ma è troppo tardi per chiedere scusa…”
I’m
holding on your rope
Got
me ten feet off the ground…
Si
guardarono un’ultima volta negli occhi. Mare contro cioccolato. Lacrime contro
lacrime.
Troy le
accarezzò una guancia, mentre la musica svaniva e ripartiva l’house.
“Mi
dispiace…” sussurrò un’ultima volta Gabriella, prima di correre via.
Corse in
mezzo alla folla che si muoveva a ritmo di musica, cercando Taylor e le altre
ragazze.
E non
appena le vide, corse a rifugiarsi tra le braccia della sua migliore amica,
piangendo disperata.
Le ragazze
si guardarono negli occhi, trasmettendosi un messaggio uguale: non aveva
funzionato.
###
Chad si fece
largo tra la gente che ballava, il viso serio.
-Questo
posto è troppo pieno, maledizione…- pensò arrabbiata, guardandosi intorno.
Finalmente
trovò la persona che cercava, e la raggiunse.
“Ehi
Troy!” lo chiamò, mettendogli una mano sul braccio “Devi venire con me.”
Troy si
accigliò: “Chad, che c’è?”
Il suo
amico si avvicinò: “C’è una cosa che devi vedere.”
Lui
sbuffò: “Non vedi che sono impegnato? Ti presento Eve. Eve, lui è Chad, il mio
migliore amico.”
Il
ricciolino si voltò verso la ragazza mora con gli occhi azzurri che gli
sorrideva timidamente: “Ciao, piacere.” poi parlò nell’orecchio del suo amico
“Ma dove l’hai beccata?”
Troy
sorrise: “Una settimana fa quando sono andato a pescare con mio papà. Frequenta
il college qui in città. Me la sono trovata davanti adesso! Come ti sembra?”
Chad lo
fissò negli occhi: “Stai scherzando, vero?”
“No!”
rispose stupito lui “Perché dovrei?”
L’altro
agitò le mani: “Va beh, ora dobbiamo andare. Ci serve il tuo aiuto. Piacere di
averti conosciuta, Eve, ma ora dobbiamo proprio andare!” e lo trascinò via.
“Chad,
insomma!” gridò Troy cercando di liberarsi “Ma che cavolo succede?”
Il suo
amico si fermò e gli indicò i cubi davanti a loro. Troy seguì il suo dito e
sgranò gli occhi.
“M-ma… ma
che stanno facendo?” domandò incredulo.
Chad fece
spallucce: “Tecnicamente, stanno ballando. Oggettivamente, danno spettacolo.”
Troy
ritornò a fissare i cubi: su quello di mezzo, il più alto e grande, c’erano
Gabriella e Sharpay, che si dimenavano a tempo di musica, circondate dagli
altri cubisti ed acclamate dai ragazzi in pista.
“Sono
ubriache,” spiegò il ricciolino, incrociando le braccia “Tay mi ha raccontato
che hanno bevuto tipo sei drink a testa. Di quelli forti.”
“Ma
perché?” esclamò stupito il castano.
Chad sospirò:
“Gabriella ti ha visto ballare con Eve dopo che avete parlato, Sharpay si è
offerta di farle da spalla. E sono ridotte così. Il problema è che non
riusciamo a tirarle giù. Zeke ci prova da un quarto d’ora.”
Lui
guardò, ed effettivamente Zeke stava urlando qualcosa alla sua ragazza, che
però in risposta rideva e ricominciava a ballare dimenando sedere e capelli.
Drizzò
improvvisamente la schiena: “Ed io che dovrei fare, scusa?”
Il suo
amico gli diede una pacca: “Non fare lo scemo! È praticamente colpa tua, quindi
ci devi aiutare a farle scendere da lì prima che qualcuno se ne approfitti.”
Troy
sbuffò: “D’accordo.” con fatica, raggiunsero i cubi, dove era radunata tutta la
loro compagnia.
“Oh, Troy,
meno male che sei qui!” esclamò sollevato Zeke “Così almeno ho un aiuto in
più!”
“Tay, cosa
hanno bevuto?” domandò.
Lei
continuò a guardare la sua migliore amica: “Non me lo chiedere! Non ne ho la
più pallida idea. Credo che Sharpay abbia preso una vodka lemon, ma gli altri
cinque non li conosco!”
“SHARPAY
EVANS NON PROVARE A FARLO!” si girò improvvisamente verso Ryan e Zeke che
avevano urlato all’unisono, poi guardò Sharpay, che aveva iniziato a slacciarsi
la camicetta rosa che indossava.
“Troy, fai
qualcosa!” strillò Taylor, mentre un uomo completamente tatuato metteva le mani
sui fianchi di Gabriella ed iniziava a ballarci attaccato.
Sentì la
rabbia montargli in corpo. Con uno scatto salì anche lui sul cubo e li separò:
“Scusa, sai, amico!”
“Troy, ma
che fai?!” ridacchiò Gabriella indispettita.
Troy la
prese per un polso e la guardò: “Adesso scendi da qui, Gabriella, forza!”
“No!” le
si divincolò e si liberò “Ci stiamo divertendo! Vero Shar?”
La bionda
saltellò fino a loro, con ancora i due bottoni della camicia slacciati: “Certo!
Balla con noi, Troy!”
Gli prese
le mani e lo costrinse a saltellare insieme a lei: “Sharpay, calmati!”
“Falle
scendere, Troy!” gridò dal basso Jason.
“Ci. Sto.
Provando.” borbottò lui, visto che entrambe gli stavano saltando di fianco.
“Ehi,
amico, non è che potresti lasciarle anche a noi?” gli domandò un tipo con un
piercing nel labbro.
“No,
guarda, la bionda è la ragazza di un mio amico lì sotto e la mora… beh, la mora
sarebbe la mia…” spiegò al tizio.
“Io non
sono la tua ragazza, Troy…” rise Gabriella, agitandogli l’indice davanti al
naso “Mi hai appena mollata, ricordi?”
Lui
sospirò: “Sta’ zitta, Gabriella. E aspetta cinque minuti.” poi si girò verso
Sharpay “Scusa, Shar, ma devo farlo.”
Si piegò
sulle ginocchia e caricò la ragazza su una spalla.
“Ehi, ma
che fai?!?” strillò lei, scalciando.
“Zeke,
Chad, prendetela!” si abbassò e la consegnò ai due amici.
Si
risistemò la camicia, prese fiato e si preparò ad affrontare Gabriella.
Solo che
non era pronto ad affrontare ciò che gli si parò davanti agli occhi.
Il tipo
con i tatuaggi era ritornato a ballare con lei… ma stavolta la stava anche
baciando, e con molto impegno.
“Oh-oh.”
mormorò Chad nel vedere la faccia che aveva fatto il suo migliore amico.
Troy
infatti aveva stretto i pugni e si stava ripetendo mentalmente: -E’ single, è
ubriaca, è single, è ubriaca.- peccato che non stesse funzionando affatto.
Gabriella
si staccò da quel bacio, per riprendere aria, sempre ridendo come una scema.
Poi passò
anche il braccio sinistro attorno al collo del tizio e ricominciò a ballarci,
attaccata al suo corpo.
In quel
momento, il castano perse la pazienza e li raggiunse: “Amico, scusa per la
seconda volta.”
La ragazza
sbuffò: “Uffa, Troy! Ma si può sapere che vuoi?”
Lui le
prese le braccia: “Sì, portarti fuori da qui.”
Il tatuato
s’interpose tra loro: “Guarda che lei vuole rimanere qui!”
Troy lo
gelò con un’occhiataccia, ignorando la sua ex ragazza che faceva di sì con la
testa, si piegò si nuovo e caricò anche Gabriella sulle spalle.
Scese dal
cubo con lei che calciava e la depose a terra: “Ecco fatto.”
Taylor si
lanciò subito contro la sua migliore amica: “Ma dico, sei impazzita?!” le gridò
in faccia, mentre lei sbatteva gli occhioni e domandava: “Perché?”
Zeke mise
una mano sulla spalla di Troy: “Grazie, fratello.”
“Di
niente. Dov’è adesso Sharpay?”
“L’ha
portata a casa Ryan. Devono riuscire ad entrare senza farsi vedere dai
genitori.”
“Non puoi
ballare, tesoro, non ti reggi in piedi. Andiamo a casa!” la supplicò Taylor, ma
la ragazza pestò i piedi a terra e fece per correre via.
Fortunatamente
Troy l’afferrò per un braccio e la prese nuovamente in spalla: “Forza,
andiamocene.”
Sgomitando
tra la gente, riuscirono a raggiungere infine l’uscita e a respirare un po’
d’aria fresca.
Taylor
sospirò: “Troy… lo so che ti chiedo molto, ma potresti riaccompagnarla tu a
casa?”
Lui annuì,
ancora con Gabriella in braccio che ridacchiava e si lamentava, mormorando
qualcosa sui fuochi d’artificio che a parer suo scoppiavano tra le macchine:
“Buonanotte, ragazzi.”
“Ciao
amico.” Chad gli diede una botta amichevole sul braccio e si separarono per
andare alle macchine.
“Troy…”
trillò in quel momento la mora “Troy, mi sento male.”
Il ragazzo
la fece scendere, la tenne stretta perché non stava dritta: “Mi viene da
vomitare…”
“Vieni.”
la portò al limite del parcheggio, dove correva un fosso.
Gabriella
si piegò sulle ginocchia, iniziando a rimettere. Troy le si mise dietro, le
raccolse in capelli in una mano, poggiando l’altra sulla sua fronte per
aiutarla.
“Tranquilla…
non è niente…” le mormorava.
Quando
ebbe finito, le porse il fazzoletto che aveva in tasca.
“G-grazie…”
mormorò asciugandosi la bocca.
Lui scosse
le spalle: “Di niente. Come ti senti?”
La mora si
portò una mano alla testa: “Insomma… gira tutto…”
Troy rise:
“E’ soltanto una sbornia. Vieni, ti accompagno a casa.”
Gabriella
fece di no con la testa: “No, no, mi riaccompagna Taylor- un attimo. Dov’è
Taylor?”
“A casa.”
“Ah.
A-allora se-se non ti dispiace…”
“Vieni.”
il ragazzo la prese per mano e la condusse alla sua auto, le aprì lo sportello
e l’aiutò a sedersi.
Guidarono
in assoluto silenzio verso casa Montez, un po’ perché non sapevano cosa dirsi,
un po’ perché Gabriella temeva che avrebbe vomitato non appena avesse aperto
bocca.
In dieci
minuti, arrivarono davanti alla villetta.
Gabriella
si slacciò la cintura di sicurezza: “Beh… g-grazie di tutto, Troy.”
Lui
sorrise: “Di niente. Buonanotte, Gabriella.”
Scese
dall’auto e si morse il labbro inferiore, come per dire qualcosa. Ma alla fine
gli sussurrò solo: “Buonanotte, Troy.” e corse in casa.
Salve
a tutte! Incredibilmente, nonostante tutto, sono ancora viva ^^ E dopo una
settimana esatta dall’ultimo aggiornamento, anche dato che sono di ottimo
umore, ritorno!
Che
ne pensate di questo capitolo? Io ho riso come una scema mentre lo scrivevo, ma
so già che voi vi arrabbierete ancora di più perché Troy e Gabriella si sono
dati quello che sembra un addio definitivo XD
La
canzone è Apologize di Timbaland e
One Republic!
Ringraziamenti time:
lovely_fairy: Te l’’ho detto,
questo è il tuo regalo di compleanno da parte mia XD No, no, Troy è solo mio
mwahaha XD Scusa per i brutti colpi, penso che adesso vorrai uccidere anche Eve
^^ Un bacione!!
Giorgy: wow l’unica che non
si arrabbia perché quei due si lasciano ^^ Grazie, un bacio!
romanticgirl: per adesso Troy ha
scoperto solo mezza verità, ma non ci vuole credere. C’est la vie! Ma continua a sperare ;) Bacio
Satine93: ehm, c’era ancora
Eve.. perdono! La scuola è dura… bacione!
Tay_: oddio, quindi sono
morta! Eheh… Ma se Gabriella arrivava dopo, non ci sarebbe stata la scenetta
imbarazzata! Ha fatto così come il
mio povero piccolo Troy?Beh, non è
stato poi tanto grave quello che è
successo in discoteca, no? Un bacione!
ciokina14: punizione affrontata!
Ma ora metti via il bazooka ^^’’’ Non te la prendere con il cuscino!! Bacioni!
Kikka93: ehm, già, l’ho fatto
^__^ Ed è anche la seconda volta ^^’’’’’’’ Chad e Tay resistono fieri XD
Bacione
armony_93: ma che bella
recensione lunga e arrabbiata XD mi fai morire quando fai gli apprezzamenti su
Chad/Corbin (con cui concordo). Però ora calmati, respira, eh!! XD che bello,
sono contenta che almeno per adesso ti ho fatto passare dalla parte delle
Troyella XDXD Un bacione ti voglio bene!
fefy88: Picci, io vorrei un
Troy tutto per me XD Tu per fortuna con me non ti arrabbi, quindi doppio grazie
XD Un bacione
KissMe: ciao! Grazie di
tutto, spero che adesso leggerai e recensirai regolarmente (magari fossero
davvero infiniti i capitoli XD) Sigh, un’altra Tropay convinta? Eeh vabbè..
uhm, come descrivo Sharpay?? Il momento tra lei e Zeke c’è e ci saranno,
tranquilla. Spero di descriverla bene, perché mi piace molto come personaggio
(basta che stia lontana da Troy XD). Eeeeh l’ho capito perché ti stanno
simpatici Jake ed Eve, furbetta… XD A presto graziee!!
Angels4ever: Uhm, sento velate
minacce di morte provenire dal tuo commento ^^’’ Anche perché le cose non sono
affatto migliorate, sorry ^_^’’’Un
bacione!
E
ringraziamento a parte per Titty90,
che legge, mi minaccia ma non commenta perché “dice di non avere tempo”, sigh.
Grazie
ancora a tutte, al prossimo capitolo, che vi prometto, sarà pieno di sorprese!
Ma non è detto che siano belle muahahaha XD
Bacioni
Hypnotic Poison
§§ “Qualcuno ha
qualche idea?” domandò la bionda.
Tutti rimasero zitti,
guardandosi l’un l’altro, e lei sbuffò: “Allora?!?”
“Senti, Sharpay…”
Taylor fece un respiro profondo “Non penso che stavolta dovremo interferire.
Insomma… evidentemente quello tra Troy e Gabriella non è un amore che può
durare a lungo. L’hai visto anche tu.”
Sharpay la freddò con
lo sguardo: “Che cosa vorresti dire, Taylor?”
“Che probabilmente dovremmo
lasciare che la vita faccia il suo corso. Che Troy frequenti questa Eve e
dimentichi Gabriella, e che lei trovi qualcuno che possa prendere il posto di
Troy. Non possiamo costringerli a stare insieme!”
La bionda boccheggiò:
“Ma se non fanno altro che dirsi che si amano!”
Lei fece spallucce:
“Evidentemente non abbastanza. Forse quello non il loro vero amore. È solo
l’amore della giovinezza.” §§
Capitolo 31 *** 31. Il compleanno di Ryan e Sharpay ***
31
31. Il compleanno di Ryan e Sharpay
Sharpay e
Zeke passeggiavano tranquillamente per il centro commerciale, lei felice e
canticchiante, lui carico di sacchetti di vari negozi.
“Ancora
due o tre cosucce e possiamo andare!” lo informò, osservando la vetrina di un
negozio di scarpe.
Girarono
l’angolo, diretti al negozio di costumi da bagno, quando Sharpay si fermò di
botto, facendo scontrare Zeke contro di lei.
“Ehm… che
succede?” domandò lui, raccogliendo una borsa che gli era caduta.
Lei rimase
ferma, fissando il negozio di dischi, gli occhi ridotti a due fessure.
Il ragazzo
prima guardò lei, poi il punto che stava fissando.
“Oh.”
esclamò semplicemente dopo aver capito.
Ciò che
aveva fatto fermare la giovane Evans era stato vedere Troy, che allegramente
guardava dei CD… con una giovane signorina mora al suo fianco che non era Gabriella, ma bensì colei per
cui la sua amica si era ubriacata due giorni prima.
Zeke
sospirò. Conosceva bene quel lampo negli occhi della biondina, e sapeva che non
prometteva nulla di buono.
Infatti
Sharpay prese fuori il suo cellulare tempestato di strass e compose il numero
di suo fratello: “Jazz Square? Qui Ugola d’Oro. Abbiamo un problema.”
###
“Si chiama
Eve, Troy l’ha incontrata la domenica in cui è andato a pescare con suo padre.
Poi l’ha ritrovata due giorni fa in discoteca. Questo è tutto quello che so.”
Chad finì
la sua spiegazione e guardò i suoi amici. Dopo la chiamata di Sharpay, in dieci
minuti si erano riuniti di nuovo in casa Evans per una riunione straordinaria.
“Qualcuno
ha qualche idea?” domandò la bionda.
Tutti
rimasero zitti, guardandosi l’un l’altro, e lei sbuffò: “Allora?!?”
“Senti,
Sharpay…” Taylor fece un respiro profondo “Non penso che stavolta dovremo
interferire. Insomma… evidentemente quello tra Troy e Gabriella non è un amore
che può durare a lungo. L’hai visto anche tu.”
Sharpay la
freddò con lo sguardo: “Che cosa vorresti dire, Taylor?”
“Che
probabilmente dovremmo lasciare che la vita faccia il suo corso. Che Troy
frequenti questa Eve e dimentichi Gabriella, e che lei trovi qualcuno che possa
prendere il posto di Troy. Non possiamo costringerli a stare insieme!”
La bionda
boccheggiò: “Ma se non fanno altro che dirsi che si amano!”
Lei fece
spallucce: “Evidentemente non abbastanza. Forse quello non il loro vero amore. È solo l’amore della
giovinezza.”
“Amore non è amore se muta quando
scopre un mutamento o tende a svanire. Amore è un faro sempre fisso che
sovrasta la tempesta e non vacilla mai. Amore non muta in poche ore o settimane
ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio. Se questo è errore e mi
sarà provato, io non ho mai scritto e nessuno ha mai amato”
Tutti si
voltarono verso Ryan, che aveva appena pronunciato quelle parole. Lui sollevò
le mani in segno di resa: “Ehi! E’ Shakespeare! Ma voi non l’ascoltavate mai la
Darbus, eh?”
“NO!”
risposero in coro gli altri.
Poi
Sharpay tornò a rivolgersi a Taylor, arrotolandosi una ciocca di capelli
attorno al dito: “Tu pensala come vuoi, Tay. Ma sappi che Sharpay Evans non si
arrende mai.”
###
“Trooooyyyyy!!!”
Il
suddetto ragazzo si voltò al cinguettio
del suo nome, con un piede sul primo gradino delle scale di casa, e vide
Sharpay, con indosso un paio di enormi occhiali da sole rosa ed il suo
cagnolino in braccio, correre verso di lui.
Sorrise
tra sé e sé ed ancora una volta si domandò quanto dovesse amarla Zeke per
poterla sopportare. Non che non le volesse bene, solo che a volte era troppo…
troppo Sharpay.
“Ciao,
Sharpay. Qualche problema?”
“Oh, no,
no!” lei scosse i suoi lunghissimi capelli biondi “Avevo soltanto bisogno di
parlare con te.”
“Ah.” Troy
sentì la gola farglisi secca. Non sembrava una buona cosa “Dimmi pure.”
Sharpay
gli si avvicinò sorridendo: “Te lo ricordi, vero, che tra una settimana è il
mio compleanno?”
Lui annuì
sollevato: “Certo. Tuo e di Ryan.”
“Sì, sì,
certo,” agitò la mano in aria come per scacciare una mosca “Bene, sei
ufficialmente invitato alla mia festa! A casa mia alle nove. Dopotutto,
finalmente compio anche io diciotto anni! È così snervante essere nata a novembre!”
Il castano
rise: “Certo, capisco. Bene, non vedo l’ora.”
Lei
sorrise: “Favoloso! E mi aspetto un regalo, vero?”
“Contaci.
Ci vediamo domani. Salutami anche Ryan!”
“A presto,
Troy!” lo salutò con la mano, osservandolo entrare in casa.
Quando la
porta si chiuse, girò sui tacchi con un’espressione soddisfatta in volto:
-Missione compiuta.-
###
“Cosa si
regala ad una ragazza che ha praticamente già tutto??” esalò disperato Chad.
Lui,
Taylor, Troy e Kelsie stavano girando per i vari negozi del centro commerciale,
dopo aver passato il pomeriggio precedente a setacciare quelli del centro.
“Con Ryan
è anche facile, tutti noi gli regaliamo dei cappelli! Ma con lei, la principessina di Albuquerque!”
aggiunse.
“Gabriella
ha detto che le regala una borsa che hanno visto insieme, mentre a Ryan un CD
di Prince, dice che è uno dei suoi cantanti preferiti.” l'informò Taylor,
scorrendo una pila di vestiti.
“Gabriella
non ha idee di riserva anche per noi?” domandò il suo ragazzo, osservando con
terrore un appendiabiti pieno di gonne.
La castana
gli lanciò un’occhiataccia “Guarda che non è un pozzo da cui attingere. Penso
che tu abbia copiato abbastanza compiti da lei all’East High senza dirle
nemmeno grazie.”
“E questo
cosa c’entra?”
“Per dirti
che non puoi sempre sfruttare me o Gabriella!”
Chad alzò
gli occhi al cielo: “Ho solo chiesto se Gabriella per caso non ha qualche idea
per un regalo da fare ad Evans, non mi sembra la fine del mondo!”
“Perché
non provi a pensarci un po’ tu, visto che sei anche tu amico di Sharpay e non
puoi sempre contare su Gabriella?!” lo rimbeccò Taylor.
“RAGAZZI!”
gridò all’improvviso Troy, facendoli zittire “Volete per favore finirla? Ci
state facendo impazzire!”
Kelsie
rise sotto i baffi, nascondendo il viso in un vestito. In realtà, lei non li
stava nemmeno ascoltando. Il fatto era che quei due ripetevano troppo spesso un
certo nome.
“Scusa,
amico. Comunque, Tay, credo di aver trovato ciò che fa al caso nostro.”
I tre
amici gli si affiancarono e sbarrarono gli occhi, mentre Chad fece spallucce:
“E’ carino ed è rosa, anche se non so
come. Che ne dite?”
Taylor,
Kelsie e Troy si guardarono, poi esclamarono all’unisono: “Affare fatto!”
###
Gabriella
si diede un’ultima controllatina allo specchio nell’ingresso prima di aprire la
porta e raggiungere l’auto in cui Chad e Taylor l’aspettavano.
Siccome
Sharpay aveva ordinato che tutti si
vestissero eleganti per il suo compleanno, lei aveva scelto un abitino sopra al
ginocchio, con il corpetto nero senza spalline con un fiocco che lo chiudeva
sul dietro, e la gonna bianca un po’ larga con dei ricami floreali neri. Ai
piedi, un paio di scarpe col tacco allacciate alla caviglia. I capelli erano
sciolti, a boccoli.
Prese una
borsetta nera, il sacchetto del regalo ed uscì salutando ad alta voce il padre.
“Ciao
ragazzi!” esclamò aprendo la portiera “E scusate se vi scrocco sempre un
passaggio, ma sapete com’è…”
“Non c’è
problema, Gabby, tranquilla. È un onore faro lo chauffeur di così due belle ragazze!” scherzò Chad.
Taylor gli
diede un leggero pizzicotto, ridendo: “Forza, partiamo prima di essere in
ritardo!”
Per la
serata lei aveva scelto un semplicissimo abito rosa chiaro, sopra al ginocchio,
con le spalline sottili, dei tacchi neri e i capelli raccolti sulla nuca con
qualche ciocca dritta che le cadeva sul viso.
Chad,
invece, contro ogni previsione, era davvero elegante nel suo completo nero con
camicia grigia e cravatta. Perché anche lui, in fondo, temeva l’ira di Sharpay.
In pochi
minuti, arrivarono a villa Evans, ai cui cancelli erano appese ghirlande di
fiori.
“E ti
pareva,” borbottò Chad mentre entrava nel giardino per parcheggiare “Ci mancano
solo i palloncini.”
“Siamo
arrivati per ultimi,” valutò Taylor, osservando le auto di Troy e Jason “Sharpay
ci ucciderà.”
Gabriella
rise ed insieme scesero dalla vettura.
“Eccovi,
finalmente!” la festeggiata era comparsa sui gradini d’entrata, trillando
felice.
“Urgh,”
esclamò a bassa voce il ricciolino “Ma che cavolo s’è messa?”
Sharpay
infatti indossava un vestito rosa shocking, lungo fino ai piedi, che le
stringeva morbidamente le curve, modellandole il suo corpo perfetto.
“Auguri,
Shar!” disse Gabriella, baciandole una guancia “Dov’è Ryan che voglio farli
anche a lui?”
“Siamo in
sala, andiamo!” la prese per mano e corsero a raggiungere gli altri.
Ciò che
chiamava ‘sala’ in realtà era una stanza gigantesca, con divani, poltrone e un
grande camino. Nell’angolo troneggiava un tavolo pieno di viveri, lo stereo e
la pila di regali.
“Auguri
Ryan!” esclamarono in coro i tre non appena lo videro.
Anche lui
era elegantissimo: indossava un completo blu con camicia bianca ed una cravatta
rosa chiaro, in testa l’immancabile cappello, per la sera beige con una
striscia blu e rossa lungo la tesa.
Gli occhi di
Gabriella si posarono inevitabilmente su Troy, appoggiato allo schienale di una
poltrona di pelle, con in mano un bicchiere di coca.
Inutile
dire che era bellissimo, nel più classico degli abbigliamenti: un completo nero
con camicia bianca e cravatta nera.
Si
scambiarono solo un sorriso poco convinto, poi lei fu raggiunta da Kelsie, che
l’abbracciò.
“Ehi, sei
bellissima stasera!” osservò Gabriella.
La
compositrice arrossì: “Grazie, anche tu.”
Indossava
infatti un vestito nero, drappeggiato ai lati, con una sola spallina che
passava dietro al collo, e dei tacchi neri.
Di fianco
a Troy le fecero un saluto con la mano Jason e Zeke, entrambi in nero, il primo
con la cravatta rossa e camicia bianca, il secondo con camicia azzurra e
cravatta blu.
Infine
venne a salutarla Martha, in un abito verde chiaro con le spalline larghe, che
le stringeva la vita e si allargava nella gonna, creando un effetto ondulato.
“Bene, ora
che ci siamo tutti possiamo iniziare!” trillò entusiasta Sharpay.
Taylor si
accigliò: “Beh, Abby non viene?”
La bionda
mise minacciosamente le mani sui fianchi: “Pensavi davvero che l’avrei invitata
alla mia festa di compleanno?”
Ryan
tossì: “Alla nostra festa di
compleanno, sorellina.”
Lei scosse
i capelli, lasciati sciolti e mossi: “Ti ricordo che sono io la gemella più
grande, Ryan!”
Lui sbarrò
gli occhi: “Solo di un minuto!”
Sharpay lo
guardò minacciosa: “Un minuto e venti
secondi, prego.”
Il biondo
sospirò arrendevole, facendo ridere tutti gli invitati.
“Okay,
passiamo ad altro!” Troy alzò le mani “Che ne dite di aprire i regali?”
“Oh,
sììì!” Sharpay battè le mani e saltellò sul posto, correndo poi all’angolo dove
erano stipati tutti i pacchetti.
Mentre
Gabriella accendeva la musica, lei s’inginocchiò a terra e prese il primo: “Per Sharpay da Troy, Taylor, Chad, Martha,
Kelsie e Jason.” lesse nel bigliettino.
La scatola
era grande, quadrata, con un fiocco rosa in cima e dei buchi.
La prese
in mano e cacciò uno strillo: “Oddio, si muove!”
Chad rise:
“Coraggio, Evans, aprila!”
Un po’
titubante (pensava che quel cretino di Danforth avrebbe potuto anche regalarle
un topo), sciolse il fiocco e tolse il coperchio.
“Oh mio
Dio!” esalò guardando il contenuto “E’… è… è troppo carino!!!”
Mise le
mani nella scatola e tirò fuori un cucciolo di barboncino, con tutto il pelo
riccio e rosa: “Sei una meraviglia!”
I mittenti
del pacco sorrisero soddisfatti. Missione regalo computa!
“Vediamo,
che nome ti posso dare?” si chiese accarezzando il cagnolino “Ho Boi… potrei
chiamarti Girl!” il cucciolo abbaiò come per dare l’okay, e la sua nuova
proprietaria si sciolse in un sorriso “Assolutamente favoloso.”
Rimise
Girl nella sua scatola, lasciando che si affacciasse dal bordo, e passò agli
altri regali.
Strillò di
gioia nell’aprire quello di Gabriella (quella borsa aveva perseguitato i suoi
sogni per settimane), e quasi si mise a piangere (anche se non l’avrebbe mai
ammesso) a scoprire la collana di Zeke.
Fu poi il
momento di gloria di Ryan, che fu molto contento di ricevere: il famoso ed introvabile
CD di Prince che Gabriella si era fatta spedire da Londra da sua madre, tre
paia di nuovi cappelli dai colori improbabili da Zeke, Taylor, Chad, Troy,
Jason e Kelsie, e due DVD da Martha, uno sui più grandi musical di Broadway e
uno su un famoso coreografo da lui molto amato.
“Bene!”
cinguettò Sharpay quando tutto fu ordinato “Ora che ne dite di aprire le
danze?”
###
A
mezzanotte, la festa era nel vivo.
Alle dieci
erano arrivati gli altri innumerevoli invitati (i gemelli avevano voluto passare
la prima ora solo con i loro amici più cari), riempiendo la sala. Anche
Rebecca, per dispiacere di Sharpay.
Avevano
mangiato la squisita torta a tre piani preparata interamente da Zeke il
pomeriggio nella mega cucina Evans, avevano chiacchierato ed ora continuavano a
ballare.
Gabriella
non poteva far a meno di pensare che Troy aveva ballato a turno con tutte le
ragazze del loro gruppo, tranne che con lei.
Ed era
terrorizzata al pensiero che, nella compilation creata da Ryan e Kelsie,
potesse all’improvviso comparire un brano lento che avrebbe visto loro due soli
ai lati opposti della ‘pista’, a far finta di niente mentre i loro amici
ballavano abbracciati.
Ryan si
affacciò un attimo alla porta che dava sul corridoio, e quando ritornò dentro,
annunciò: “I vecchi sono a letto!” e con una mossa di piede aprì un armadietto
colmo di alcolici.
Taylor
rise: “Ma da dove vengono tutti questi?!?”
Sharpay le
fece l’occhiolino: “Diciamo che oggi mi sono offerta volontaria per andare a
fare la spesa!”
“Fate largo!”
Chad prese subito due bottiglie di birre, poi lanciò un’occhiataccia a
Gabriella e Sharpay “Vedete di andarci piano, voi due!”
Mentre la
musica saliva, cresceva anche l’allegria, aiutata dall’alcool.
Taylor, ad
un certo punto, vide la bionda sussurrare qualcosa all’orecchio di Chad, che
annuì e si diresse verso Troy.
“Ehi,
fratello!” gridò “Sfida?”
Il castano
sorrise: “Ci sto! Che vuoi fare?”
Chad
ghignò malevolo: “Venti birre. Una dopo l’altra. Chi crolla per primo, perde.”
Si
scambiarono un cinque: “Andata.”
Gabriella
guardò preoccupata la sua migliore amica. Non si aspettava niente di buono.
“Venite a
ballare, voi due!” la festeggiata le prese per mano e le fece ballare, mentre
la sfida iniziava.
La castana
le lanciò un’occhiataccia poco convinta, ma poi si lasciò trasportare dal
ritmo.
Intanto,
seduti a un tavolo l’uno di fronte all’altro, Troy e Chad stavano consumando la
loro sfida, ormai alla decima birra, incitati da parecchi ragazzi.
Il castano
iniziava a mostrare segni di cedimento, mentre il ricciolino sembrava fresco
come una rosa.
“Forza,
Troy, non mollare!” lo prese in giro, attaccandosi all’undicesima.
Zeke si
accigliò: “Non starete esagerando?”
Chad fece
di no: “Assolutamente no.”
Dieci
minuti dopo, quaranta bottiglie di birra vuote erano accatastate sul tavolo.
Chad
sorrideva vittorioso, mentre Troy era accasciato contro il legno.
“Hai
perso, amico.” ridacchiò il riccio.
Il castano
sbuffò: “Bah… vado in bagno…”
Si alzò a
fatica dalla sedia, barcollò fino all’uscita e raggiunse il bagno più vicino.
Mise la
mano sulla maniglia, fece per abbassarla ma la porta si aprì dall’interno e lui
si ritrovò faccia a faccia con Gabriella.
“Ops.
Ciao, Troy.” mormorò imbarazzata lei.
“Ehi,
Gabby,” rispose lui, biascicando “E’ un po’ che non ci parliamo, io e te.”
“Già…” la
ragazza lo guardò “Sei ubriaco.”
“Beh, mi
sono appena scolato venti birre per la sfida contro Chad. E poi anche tu hai
bevuto, ti ho vista!”
La mora
arrossì: “Io… io torno alla festa.”
Lo fece
entrare in bagno, si allontanò il più velocemente possibile e si appoggiò alla
porta chiusa della sala.
Chiuse gli
occhi, respirando lentamente. Era diventato così
difficile poter parlare con lui. Così maledettamente freddo.
Scosse la
testa e ritornò nel casino e divertimento della festa.
Sorrise
nel vedere Sharpay che ballava come una matta con Zeke, le luci che
confondevano i colori reali.
Si sentì
tirare per mano e vide Martha che le sorrideva, trascinandola, si lasciò
andare.
Troy entrò
qualche istante dopo, bloccandosi sull’entrata, osservandola.
Stava
ballando schiena contro schiena con Ryan, le mani in alto, i capelli che
seguivano i suoi movimenti.
Avvertì uno
strano movimento all’altezza del cuore. Come quando l’aveva sentita cantare la
prima volta accanto a lui. Come quando si erano baciati la prima volta.
Si fece
largo tra la folla assiepata, dirigendosi verso di lei, proprio mentre la
musica cambiava.
I still hear your voice when you sleep next to me
I still feel your touch in my dreams
Gabriella
lo guardò con gli occhi seri, senza smettere di ballare.
Troy le
prese una mano e la mise sulla sua spalla, mentre lei faceva lo stesso con
l’altra, per poi stringerle i fianchi.
Incominciarono
a ballare insieme, senza smettere di guardarsi, mentre un’ennesima canzone
riusciva a raccontare le loro emozioni.
Forgive me my weakness
But I don’t know why
Without you it’s hard to survive
-Senza di te è difficile sopravvivere…- pensarono
insieme, sembrava che le persone attorno a loro non ci fossero più, invece
tutti i loro amici li stavano osservando speranzosi.
‘Cause everytime we touch I get this feeling
And everytime we kiss I swear I can fly
Can’t you feel my heart beat fast
I want this to last
Need you by my side
La
sensazione dei loro corpi vicini era qualcosa che cercavano da troppo tempo.
Gabriella
si girò, ballandogli di schiena, sentendo il suo cuore che batteva contro le
sue spalle.
Troy chiuse
gli occhi, assaporando il profumo dei suoi capelli: -Vorrei che questo momento non finisse mai…-
‘Cause everytime we touch I feel the static
And everytime we kiss I reach for the sky
Can’t you hear my heat beat so
I can’t let you go
Want you in my life
Il
desiderio, la musica, l’alcool percorrevano le loro vene, rendendoli più
scatenati che mai.
Si
cercavano, si raggiungevano, ma senza avere il coraggio di arrivare al punto
che entrambi volevano.
Un
semplice bacio.
Ballavano
corpo contro corpo, fronte contro fronte, ma le labbra chissà perché rimanevano
lontane.
Your arms are my castle
Your heart is my sky
They wipe away tears that I cry
Gabriella
si perse nei suoi occhi blu, stretta nel suo abbraccio che sapeva l’avrebbe
sempre protetta.
Gli
circondò il collo con le braccia, stringendolo a sé sempre di più, ballando
forsennatamente.
The good and the bad times, we’ve been through them all
You make me rise when I fall
I ricordi
affollavano le loro menti. Tutti ciò che avevano passato insieme, perché
buttarlo via? Ogni momento era prezioso.
Non
esistevano l’una senza l’altro. Si aiutavano, si completavano a vicenda.
Peccato
non riuscissero a capirlo fino in fondo.
‘Cause everytime we touch I get this feeling
And everytime we kiss I swear I can fly
Can’t you feel my heart beat fast
I want this to last
Need you by my side
Troy la
strinse ancora di più a sé, respirando nel suo respiro.
La vide
sorridere dolcemente, ad occhi chiusi.
Spostò le
mani dalla sua vita al suo collo, sentendo le vene pulsare al ritmo del suo
cuore impazzito.
E
finalmente, la baciò, catturando le sue labbra in un bacio che entrambi
aspettavano da settimane.
Gabriella
sospirò, ricambiando, cercando di portarlo ancora più vicino. Si
sentiva volare.
‘Cause everytime we touch I feel the static
And everytime we kiss I reach for the sky
Can’t you hear my heat beat so
I can’t let you go
Want you in my life
Chad, che
stava ballando con Taylor, si girò proprio in quel momento e li vide.
Sorrise
soddisfatto e l’indicò alla sua ragazza, che saltellò soddisfatta.
“Poi mi
devi spiegare come avete fatto!” gli gridò nell’orecchio.
Lui le
fece l’occhiolino e annullò la distanza tra le loro labbra, senza smettere di
ballare.
‘Cause everytime we touch I get this feeling
And everytime we kiss I swear I can fly
Can’t you feel my heart beat fast
I want this to last
Need you by my side
Troy prese
in braccio Gabriella, senza staccarsi da lei, uscendo dalla pista.
La bloccò
tra il suo corpo ed il muro, le mani nei suoi capelli, le labbra sulle sue.
“Ti amo…”
le mormorò.
Lei buttò
la testa all’indietro non appena sentì le labbra sul suo collo.
Sorrise di
gioia: “Ti amo anche io…”
Il ragazzo
la strinse di più, baciandola con più foga, mentre qualcosa cresceva in loro.
“Dov’è che
ti avrebbe ospitato Sharpay?” le domandò tra un bacio e un altro.
Gabriella
sorrise, passando le mani tra i suoi capelli: “La camera degli ospiti al
secondo piano…” boccheggiò.
Sentì Troy
sorridere: “Perfetto.”
La prese
di nuovo in braccio, permettendo che allacciasse le gambe attorno alla sua
vita, ed uscì dalla sala, salendo velocemente le scale.
“Questa…
questa…” mormorò Gabriella non appena passarono davanti ad una porta di legno
scuro.
Troy
entrò, si chiuse la porta alle spalle e diede un giro di chiave.
###
“Oddio
sono distrutta!” esalò Sharpay lasciandosi cadere su una poltrona.
L’orologio
segnava le tre del mattino, e in sala erano rimasti solo lei, Ryan, Chad,
Taylor e Zeke.
Poi si
guardò intorno: “Martha, Kelsie e Jason?”
“Sono
andati a casa all’una e mezza.” rispose Taylor.
La bionda
sorrise furbescamente: “E Troy e Gabriella?”
Chad fece
il suo stesso ghigno: “Sono spariti un’ora fa. Dopo essersi baciati,
naturalmente.”
Sharpay
battè le mani, saltellando da seduta, e ridendo contenta.
Ryan
scosse la testa divertito: “Per la cronaca, sono nella camera degli ospiti
preparata per Gabby. Prima sono andato in bagno e, beh, diciamo che li ho
sentiti!”
Il riccio
alzò lo sguardo verso il soffitto e chiuse il pugno: “Vai così, fratello!”
Il biondo
rise e li salutò: “Io vado a letto. A domani!”
Un lampo
malizioso passò negli occhi caramellati della sorella: “Tay… la tua camera è al
secondo piano, di fianco a quella di Gabby. È una matrimoniale.”
L’amica
arrossì: “Grazie, Shar. Vado a dormire anche io. Buonanotte.” prese per mano
Chad ed uscì.
Zeke
scoppiò a ridere: “Dovresti fondare un’agenzia di cuori solitari, Shar.” le
prese le mani e l’aiutò ad alzarsi.
“Penso che
farei molti affari!” scherzò lei.
Poi
all’improvviso si fece seria. Ed arrossì.
Il suo
ragazzo l’accarezzò: “Ehi, cos’hai?”
Sharpay lo
guardò negli occhi: “Vieni con me!”
###
Taylor
fece entrare Chad e chiuse la porta, senza accendere la luce.
“Wow!”
sentì il suo ragazzo esclamare “E’ possibile che una camera da casa sia tanto
grande?”
Lei
sorrise e gli si avvicinò, torturandosi le mani: “C-Chad… ti ricordi quella
sera, quando è venuta Gabriella da me a parlarci?”
Lui annuì:
“Sì, perché?”
Taylor
arrossì come un peperone, ringraziando l’oscurità che la copriva: “E-ecco…
i-io… q-quella sera n-non c’erano i miei e c-così avevo p-pensato c-che…” si
diede mentalmente della stupida per non riuscire a finire quella frase, lei che
era sempre diretta con tutti.
Chad si
accigliò, non riusciva a capire dove volesse arrivare la sua ragazza.
“Oh,
insomma, dai!” sbottò lei “A-avrai capito, no?”
Ma lui
scosse la testa, affranto: “No.”
La castana
sbuffò, vergognandosi moltissimo mentre attraversava la stanza e lo
raggiungeva, prendendogli le mani: “C-Chad… i-io…” e proprio in quel momento,
tutto il coraggio che aveva accumulato svanì in un soffio “Io niente…”
Fece per
andarsene, ma si sentì afferrare per un braccio: “Tay, aspetta.” lei lo guardò
in quegli occhi che amava tanto.
Chad prese
fiato. Oh, sì che aveva capito. Finalmente.
“Tay tu…
tu vuoi… vuoi fare l’amore con me?” le domandò.
Mentre il
suo cuore batteva mille volte più velocemente del normale, la ragazza non
rispose, si limitò a baciarlo con quanta più passione fosse capace.
###
“Shar, che
ci facciamo in camera tua?” domandò Zeke, entrando in quell’antro rosato.
Lei scosse
i capelli biondi: “Niente… ehm, cioè… mi potresti aiutare con la lampo del
vestito? Io non ci riesco da sola.”
Il ragazzo
annuì, deglutendo rumorosamente, le spostò i capelli dalla schiena, tirando giù
lentamente la cerniera.
“G-grazie…”
sussurrò Sharpay quando ebbe finito.
“Di
niente…” mormorò lui.
La bionda
chiuse gli occhi, deglutendo. Raccolse tutto il coraggio che aveva e si girò,
mettendosi di fronte a lui: “Zeke… puoi farmi il regalo più grande di tutti?”
Zeke
annuì, Sharpay lasciò scivolare a terra il vestito e gli bisbigliò
all’orecchio: “Rimani con me stanotte…”
Lui sgranò
gli occhi, osservandola. Era bella, e dannatamente sensuale.
Passò il
dito sulla sua guancia arrossata, la strinse a sé e la baciò.
Contente,
ragazze mie, almeno per quanto riguarda Chad, Taylor, Zeke e Sharpay? Anche
perché ho aggiornato prestissimo, nonostante sia (di nuovo) un po’ bloccata
^^’’’’’’’
Beh,
invece per quanto riguarda Troy e Gabriella, chissà. Vi ricordo che sono
entrambi ubriachi!!! Mwahahah.
Sisi,
questo capitolo mi ha molto soddisfatta XD Ah, per la cronaca, i vestiti che
indossano sono quelli di uno dei cartelloni promozionali di HSM3, dovrebbero
essere quelli del ballo studentesco di fine anno! E la canzone è Everytime we touch di Cascada!
Ringraziamenti:
lovely_fairy: respira, my dear, respira. Hai visto quanto è arrivato presto??
XD Ma è ancora tutto da vedere. Spero sia contenta per questo chappy XD
Bacione!
fefy88: in realtà sei stata
preceduta da lovely_fairy XD Povera Eve XD Anche qui Gabby si è data da fare
con l’alcol XD Besitos picci!!
Titty90: brava la mia donna
studiosa X3 Sapevo che Sharpay e Gabriella ubriache ti sarebbero piaciute ^__^ E
dillo che anche questo chappy ti è piaciuto molto XDBaci ti voglio bene! Ps.
Dobbiamo usare di nuovo la webcam!
Kikka93: eeeh chissà, chissà. Hai
visto cosa hanno combinato qui, no? XD Spero che la sorpresa sia stata bella!
Bacio
romanticgirl: beh, sai, quando due
continuano a prendersi e lasciarsi.. povera Tay, ha detto solo quello che
pensava XD Piaciuto questo?? Bacione!
Satine93: io non svelo niente
^_________^ Per adesso sto scrivendo il capitolo 35 XD Anche io adoro
Troyella.. ma ho uno strano senso sadico, eheh! Bacione!
Giorgy: contavo sul fatto che
sarebbe stato divertente XD Grazie, e un bacio!
Angels4ever: Troy è testardo, lo
sappiamo tutti U_U Come dicevo a romanticgirl, Taylor non sa più cosa pensare,
poverina XD Un bacio!
ciokina14: NON prendere a pedate
quel povero cuscinoo!! Non piangere picci, non sei contenta di quello che è
successo in questo chappy??Un bacione!!
Ps. Io su msn ci sono sempre alla solita ora, sei tu che non ci sei mai!!!
Tay_: cariiiino, l’uomo
tatuato!! Ahah!! Eve è comparsa anche qui, I’m sorry XD Don’t kill me, please!
A presto, bacio
KissMe: allora anche la
Sharpay di questo capitolo ti sarà piaciuta, spero! X3 Sisi, il mio piano
malefico “Portiamo tutti dalla parte delle Troyella (anche solo per una volta)”
devo dire che dà i suoi frutti XD Un bacione e grazie!
armony_93: non ti preoccupare,
come ho sempre detto, meglio tardi che mai! Questo era il TUO capitolo Chaylor,
ma chere!! Contenta?? Penso di sì XD E’ meno brutta adesso la situazione?? X3
Baci!!!
Alexya379:waaa, mi hai scoperta!!! XDXDXD Affina,
affina ^__^ Povera Gabby, a volte Troy può davvero fare paura!! Bacioni!
Grazie
ancora a tutte!! Al prossimo capitolo!
Bacione
Hypnotic Poison
§§ “Solo del the, se
non ti dispiace.” rispose, per poi abbassarsi e baciare teneramente Chad sulle
labbra “Buongiorno.”
“Buongiorno piccola.”
contraccambiò lui con tono malizioso.
La padrona di casa
alzò gli occhi al cielo e sospirò. Di mattina e dopo la sbronza ci mancavano
solo quei due che si mettevano a tubare!
“Buongiorno a tutti!”
salutò Troy entrando.
Tutti quanti si
girarono verso di lui: “Buongiorno!!” esclamarono in coro con una nota
eloquente nella voce.
Lui li guardò
preoccupati: “Che c’è, che è successo?”
Fu la luce
del Sole da una tenda non chiusa bene a svegliarla.
Gabriella
aprì lentamente gli occhi, mentre già sentiva di avere mal di testa.
-Sto
veramente esagerando.- pensò sconsolata, quella era già la seconda sbornia in
pochi giorni.
Sentì una
stretta attorno alla sua vita, e un peso tra le sue gambe.
E
all’improvviso focalizzò.
Tirò su di
scatto la testa: Troy dormiva al suo fianco, abbracciato a lei, e le loro gambe
erano ancora incrociate.
“Oh Mio
Dio.” balbettò sconvolta. Dire che se lo ricordava era
troppo: le tornavano alla mente solo immagini confuse. La sua memoria arrivava
solo fino al loro bacio, mentre ballavano.
Si
riappoggiò al cuscino, incredula ma in fondo felice. Solo che non sapeva ciò
che sarebbe successo dopo.
Se fosse
stato per lei, sarebbe tornato tutto esattamente come prima. Ma per Troy?
Sospirò, e
il suo soffio mosse alcuni ciuffi della frangetta del ragazzo, che grugnì
lamentandosi.
Gabriella
ridacchiò, provando ad addormentarsi ancora per fare
scomparire quel mal di testa lancinante.
Ma già
cinque minuti sentì le mani di Troy muoversi lungo la sua schiena, e fu
costretta a riaprirli.
“Buongiorno.”
le sorrise lui.
Lei
arrossì: “Buongiorno.”
Il castano
si portò una mano agli occhi, stropicciandoseli, e si sdraiò sulla schiena:
“Accidenti, che mal di testa…”
“Già…” lo
osservò per qualche istante “Troy… cosa abbiamo fatto?”
Troy aprì
solo l’occhio sinistro: “Beh, non mi sembra una novità.”
Gabriella
si sedette, coprendosi col lenzuolo bianco: “Sì, ma… ecco, tu mi hai lasciata
due settimane fa!”
Il ragazzo
si mise su un fianco, appoggiando la testa alla mano: “Tu mi hai tradito due
settimane fa.”
Lei
distolse lo sguardo: “Posso spiegarti tutto. Sei tu che non vuoi ascoltare.”
Troy si
alzò sbuffando, alla ricerca dei suoi boxer: “Certo, sempre colpa mia.”
La mora lo
guardò: “Non ci sono finita volontariamente a letto con Jacob,
Troy.”
Vide la
schiena muscolosa immobilizzarsi: “Che vuoi dire?”
Gabriella
prese fiato: “Ha cercato di spiegartelo anche Chad. Lui aveva detto che mi avrebbe lasciata in pace se l’avessi fatto
con lui. Voleva solo quello. Altrimenti avrebbe continuato ad assillarmi. E ti
avrebbe raccontato cose false.”
Il ragazzo
non si girò: “Perché non me l’hai detto?”
“N-non pensavo di fare niente di male. Credevo potessimo
solo essere amici. E quando… quando sono andata da lui, mi ha fatto male.”
A quelle
parole, Troy la guardò: “In che senso ti
ha fatto male?”
Lei
sorrise tristemente: “Mi ha fatto male. Non… non è stato come quando siamo io e
te. Io non ho fatto altro che piangere e pensare a te. Si è… si è divertito solo lui.”
Il pugno
del ragazzo si contrasse: “Dovevi dirmelo subito.”
“Ci ho
provato,” Gabriella scosse le spalle “Ma non ci sono
riuscita. Non riuscivo a trovare il coraggio per venire da te. Sapevo solo che
ti avevo ferito, e questo mi faceva stare peggio. E quella sera in discoteca,
quando ti ho visto con quella ragazza… non ho capito più niente. So solo che
dopo stavo vomitando sul ciglio di un fosso con te che mi aiutavi.”un nuovo sorriso triste le
comparve sulle labbra “Ma tanto è troppo tardi per scusarsi, giusto?”
Troy si
sedette sul letto, le sistemò un boccolo dietro l’orecchio e le sorrise.
###
Dalla
cucina di casa Evans si levavano odorini meravigliosi, poiché Zeke era ai
fornelli.
“Oh,
amico, meno male che ci sei tu!” esclamò Chad, addentando l’ennesima, enorme
forchettata di frittelle.
Il cuoco
sorrise, controllando i muffin al cioccolato nel forno: “Dopo una sbronza,
niente di meglio che dei dolci!”
Sharpay
storse il naso, tenendosi la testa tra le mani: “Ma come fai a mangiare in quel
modo? Io ho la testa che scoppia, e se solo provo ad ingoiare qualcosa vomito!”
Il
ricciolino fece spallucce: “Sono più resistente e più abituato di te, biondina.”
Lei fece
solo un lamento, non aveva la forza per iniziare a litigare.
In quel
momento entrò Taylor, che posò un pacchetto sul tavolo: “Ecco qui, prendete una
pillola di questa con del caffè e il mal di testa passerà.”
Sharpay lo
scrutò sospettosa: “Che cos’è?”
“Tachipirina. Sto studiando medicina, Shar, potresti anche
fidarti.”
“Scusa,
scusa!” borbottò lei, afferrando la tazza di caffè che Zeke le porgeva.
Quest’ultimo
si rivolse poi alla ragazza di colore: “Ehi, Tay, vuoi qualcosa? Muffin,
frittelle, cialde appena fatte!”
“Solo del
the, se non ti dispiace.” rispose, per poi abbassarsi
e baciare teneramente Chad sulle labbra “Buongiorno.”
“Buongiorno piccola.” contraccambiò
lui con tono malizioso.
La padrona
di casa alzò gli occhi al cielo e sospirò. Di mattina e dopo la sbronza ci
mancavano solo quei due che si mettevano a tubare!
“Buongiorno
a tutti!” salutò Troy entrando.
Tutti
quanti si girarono verso di lui: “Buongiorno!!”
esclamarono in coro con una nota eloquente nella voce.
Lui li
guardò preoccupati: “Che c’è, che è successo?”
Chad
ghignò: “Forse dovresti dircelo tu!”
“In realtà
dovreste raccontare tutti qualcosa!” sbottò Ryan, appena entrato, con delle
grandi ombre sotto gli occhi “Avete fatto un casino, stanotte, non si dormiva!”
Gli altri
cinque arrossirono, poi il castano si voltò verso il suo migliore amico:
“Chad?”
Lui
scoppiò a ridere ed alzò la tazza di caffè che aveva come per fare un brindisi:
“Salute, fratello!”
Troy si
mise le mani sui fianchi: “C’è qualcosa che mi sfugge. Zeke?”
Taylor
arrossì ridendo sotto i baffi, e così Sharpay nascose la sua risata nella
tazza.
Zeke
scosse le spalle, allungandogli un piatto: “Mangia, è molto buono. Poi per il
mal di testa, caffè e tachipirina, consiglio della
nostra dottoressa qui presente!”
Il castano
prese il piatto sbalordito: “Ma mi state prendendo in giro?”
“Chi è che
prende in giro chi?” fece la sua comparsa Gabriella, legandosi i capelli in una
coda alta.
“Ciao
Gabby!” trillarono insieme Taylor e Sharpay.
“Oddio!”
scherzò lei “Cos’è tutta questa allegria? E non urlate, per favore, mi scoppia
la testa.”
Chad le
lanciò il pacchetto di medicine: “Una di queste ed un caffè, passa tutto.”
“Ah,
grazie.” la mora le prese al volo, poi si diresse
verso i fornelli per versarsi del caffè, passando davanti a Troy che,
appoggiato al frigorifero, mangiava dal piatto preparato da Zeke. Lei gli fece
un sorriso complice, e lui le rispose con un occhiolino.
Cosa che
non sfuggì a Taylor: “Avete qualcosa da raccontarci, voi due?”
Troy alzò
un sopracciglio: “Prima tocca a voi. Devo ancora capire che cosa mi state
nascondendo!”
“Perché,
che è successo?” domandò curiosa Gabriella, appoggiandosi al ripiano di marmo.
Sharpay
staccò un cornetto da una brioche: “Fattelo raccontare da Ryan!” rise.
Il
fratello, per tutta risposta, si abbassò la visiera del cappello che già
indossava: “Io mi astengo. Sono troppo stanco per rispondere a certe domande!”
“Hai
dormito male, Ryan?” chiese ancora la mora.
Lui le
lanciò un’occhiataccia: “Non ho dormito per niente, Gabby, grazie a voi sei!”
Lei si
accigliò: “Che mi sono persa?”
“Facciamo
così,” Chad appoggiò la tazza sul tavolo “Prima ci
raccontate voi due, poi noi quattro!”
Gabriella
e Troy si scambiarono uno sguardo divertito, e lui esclamò: “Che dobbiamo
raccontarvi?”
Sharpay
roteò gli occhi: “Cosa avete fatto dopo che siete spariti dalla festa!”
Il ragazzo
ghignò divertito e malizioso: “Non è una novità quello che abbiamo fatto.”
“Allora
siete tornati insieme?” chiese speranzosa Taylor.
Loro due
si guardarono, poi Troy attraversò la cucina e baciò la ragazza, che gli passò
un braccio attorno al collo ridendo felice.
“Vi basta
come risposta?” scherzò poi quando si staccarono.
Gli altri
proruppero in grida di gioia ed applausi.
“Ok, ora
tocca a voi!” ordinò Gabriella.
Taylor
arrossì fino alla punta dei capelli, Chad trovò molto interessante un disegno
nel legno, Zeke si stava concentrando sui suoi dolci.
Allora i
due si rivolsero solo a Sharpay: “Ehi, perché proprio io?!”
La mora
sollevò un sopracciglio, e lei sospirò: “E va bene, d’accordo. Diciamo che… noi
ieri sera abbiamo fatto quello che avete fatto voi due.”
Troy e
Gabriella sgranarono gli occhi: “Da-davvero?” mormorò
lei.
“Oh, sì
che è vero! Dovevi sentire il concerto!” li rimbeccò duramente Ryan, con la
faccia più cupa che mai.
La sorella
gli diede uno scappellotto nella nuca, e poi si lasciò abbracciare da
Gabriella: “Congratulazioni!” le sussurrò.
Si
spostarono tutti in salotto, ridendo e scherzando.
Poi
all’improvviso l’ex capitano dei Wildcats domandò: “Ehi… ma non è che l’avete
fatto tutti e quattro insieme? Sennò dovevate chiamare
anche noi!”
“CRETINO!”
gli gridarono all’unisono, e il povero Troy fu sepolto sotto una montagna di
cuscini.
###
“Allora,
mi vuoi spiegare che cosa avevate architettato ieri tu e Sharpay?” bisbigliò
Taylor a Chad mentre, nel giardino di casa Evans,
riportavano sulle macchine le loro borse e qualche dolcetto preparato da Zeke.
Il ragazzo
sorrise: “Una specie di piano per far ritornare insieme Troy e Gabriella!”
“Questo
l’avevo capito. Quello che mi sfugge è il come.”
“Bastava
soltanto una spinta in più per quei due. Un po’ di sbronza e via!” rise Chad.
“Wow,
molto romantico.” commentò la sua ragazza, chiudendo
la portiera “E dimmi, come hai fatto a bere 20 birre senza ubriacarti?”
“Semplice!”
il sorriso di Chad si allargò “Ho imbrogliato! Ho fatto finta di berne 20,
quando in realtà ne avrò bevute otto o nove! Le altre le ho rovesciate
mentre Troy beveva!”
Taylor
scosse la testa ridendo: “Tu sei scemo!”
“Santa
verità, Tay!” scherzò Troy passando accanto a loro, con in
mano il borsone di Gabriella.
“Permesso piccola!” esclamò poi, quando arrivò alla sua auto
e trovò Gabriella seduta nel bagagliaio che mangiava un muffin ai mirtilli.
Sistemò il
borsone, chiuse la portiera del bagagliaio, e sorrise alla sua ragazza, che per
tutta risposta lo baciò.
“Ti ho già
detto che ti amo, vero?” le sussurrò quando si
separarono.
Lei annuì,
sfregando il naso contro il suo.
“Sai,
Gabby, pensavo… non è giusto che tu te la cavi così… dovrai pure pagare pegno…”
borbottò lui ad un certo punto, sorridendo.
Gabriella
deglutì: “Che… che devo fare?”
Troy mise
le mani sul bagagliaio, bloccandola tra le sue braccia. Prima guardò a terra,
ridacchiando, poi piantò gli occhi blu nei suoi ed esclamò: “Sposami.”
La ragazza
si sentì mancare: “Co-cosa?”
“Non
intendo adesso, tra un mese o tra un anno. Non ho nemmeno un anello qui con me!
Voglio solo che tu mi prometta che un giorno mi sposerai.”spiegò, terribilmente serio.
La mora
sentì gli occhi riempirsi di lacrime. Sorrise e gli saltò al collo, gridando:
“Sì, sì!”
Il castano
l’abbracciò, la sollevò e cominciò a farla girare, ridendo.
“Ehi, ehi,
ehi, che succede qui?” Sharpay l’interruppe critica, le mani sui fianchi.
Gabriella
ritornò con i piedi per terra -in ogni senso- e si aggiustò i capelli: “Ehm…
niente.”
La bionda
alzò un sopracciglio, critica, poi però scrollò le
spalle: “Se lo dici tu.”
La coppia
si scambiò un sorriso, Troy intrecciò le dita di Gabriella con le sue e
domandò: “Promesso?”
Lei
sorrise ancora di più e lo abbracciò, guardandolo negli occhi: “Promesso.”
AHAH!!
L’HO FATTO!! Visto, Titty, te l’avevo detto che
l’avrei fatto e ho mantenuto la promessa!! Muahahaha!!!!!!!!!!!!!!
Credo
che sarete moooolto contente, vero?? mi aspetto molti
commenti belli, sisi XD
Ma
ora passiamo ai ringraziamenti per lo scorso capitolo, che mi hanno fatto
morire dal ridere:
Angels4ever:^//^ grazie a te cara
XD Un bacione
fefy88: Sharpay è una grande.. invece no, ricordano tutto XD
Baci!
lovely_fairy: w Cascada XD Invece l’alcol ha aiutato XD Ora sono fuorissimo pericolo, vero? Un bacio!
romanticgirl: anticipazione ingannevole ^^ In realtà non l’ho nemmeno
fatto apposta XD Un bacio!
Tay_:Chad ha rivelato il suo
trucchetto XD Invece il momento della riconciliazione
è stra-arrivato! Baci!
Giorgy: Beh, forse se non fossero stati ubriachi non sarebbe
finiti a letto insieme, giusto? XD Grazie, bacio!
KissMe: puccioso è la parola giusta ^^ Povera Gabster.. ^__^ Ti giuro che i cagnolini tinti così esistono! Ci
sono anche nel film “La carica dei 102!!” XD Bacione!
Alexya379: Povera
Rebecca, ogni tanto anche lei riesce a comportarsi bene! XD L’ok
arriverà tra poco, promesso! Kisses
armony_93: sapevo che saresti stata felice *me è molto fiera di me
stessa X3*Ma Chad non ne ha bevute 20,
eheh.. si è comportato da Piccolo uomo Saggio XD Visto come tubano? ^^ Problema
risolto, visto? Nemmeno io sono così crudele.. Non so
ancora quanto manca, comunque.. forse finirà verso il capitolo 37 o 38, ma
nulla è ancora certo! So solo che inserirò alcune canzoni di HSM3! ^^Sì, ho msn! Se mi lasci il tuo contatto nelle recensioni poi ti aggiungo!
Baci!
ciokina14: ammazza che papiro, ragazza mia! Me ne fai sempre così?? *me fa occhi da cucciolo* XDInvece quei due si ricordavano tutto
*me ghigna maligna* Conseguenze? Chissà…… io non faccio spoiler!! Anche delle mie amiche non sopportano Zac.. ma che ci possiamo fare, siamo nate per soffrire XD Su
msn ci sono alla sera verso le nove e mezza! C’è più gente a quell’ora XD Un
bacione!
Kikka93:è tutto merito di
Pay, in effetti ^^ Comunque quei due, anche se ubriachi, hanno risolto tutto,
eccome! Kiss!!!
Selphie: ciao! Se non mi sbaglio, tu sei nuova ^^ Grazie per aver
letto e recensito, allora ^^ Beh, nemmeno Kelsie e Jason hanno ancora concluso.. XD Però non è stato un brutto ‘dopofesta’,
no? XD Spero di risentirti!!
Satine93: ciao dear ^^ Sisi, Troy
e Gabriella si amano molto XD Sharpay è la salvatrice
cronica della situazione XD HSM3 esce il 31 ottobre, l’hanno anticipato!!!!! Un bacione grande!!
Spero
di aggiornare presto, anche se sono un po’ bloccata e non voglio rimanere senza
capitoli XD
Un
bacione a tutte!!
Hypnotic Poison
§§ Gabriella sorrise
maliziosa: “Io direi che i due che si sono più dati da fare sono stati Zeke e
Sharpay!”
La bionda spalancò
gli occhi: “Ehi!” le gridò lanciandole un pezzo di biscotto “Parla per te! Tu e
Troy non fate altro che pomiciare in ogni angolo!”
La mora
automaticamente arrossì, borbottando un non è vero,
mentre Troy si grattò imbarazzato la nuca.
“Ehi, ragazzi,” esclamò Chad dopo un po’, interrompendo un discorso di
Taylor sulle vacanze di Natale “Perché non ci facciamo una partita?”
Troy, Zeke e Ryan si
voltarono verso il campetto da basket di fianco al Palaghiaccio
ed annuirono, alzandosi.
“Non spettegolate in
nostra assenza!” le ammonì Zeke mentre si allontanavo,
e loro sorrisero.
Sharpay si rilassò
sulla sedia: “Oh, bene, finalmente sole.”
Gabriella ridacchiò,
intingendo un biscotto nella sua cioccolata. Mentre ascoltava ciò di cui
parlava la sua amica dai capelli biondi, alzò lo sguardo. §§
Sharpay
terminò di allacciarsi il pattino e si alzò in piedi: “Ryan, sei pronto?”
Il
fratello si sistemò il cappello e la raggiunse: “Sono pronto. Andiamo?”
Le prese
la mano e cominciarono a volteggiare insieme per la pista ghiacciata.
Già,
perché se i fratelli Evans sapevano cantare, ballare e recitare (anche
contemporaneamente), sapevano anche pattinare benissimo.
La bionda
chiuse gli occhi, lasciandosi andare alla musica diffusa dagli altoparlanti.
Il
Palaghiaccio apriva tutti gli anni nel periodo natalizio, e lei non perdeva
occasione per andarci.
Sorrise a
suo fratello e fece un salto, atterrando dolcemente sul piede sinistro.
Lui le
fece una linguaccia e fece lo stesso, togliendosi poi il cappello quando fu
atterrato e facendo un inchino.
“Sharpay!
Ryan!” i gemelli si girarono e videro Gabriella, Troy, Chad, Taylor e Zeke che
li salutavano dall’entrata della pista.
La bionda
si diresse velocemente verso di loro: “Alla buon’ora! Forza, mettetevi un paio
di pattini e venite dentro!”
Chad
sgranò gli occhi: “Hai capito male, Evans. Io lì dentro non ci vengo!”
Ma Sharpay
lo ignorò, e ritornò a pattinare.
Troy fermò
Gabriella per un braccio: “Non avrai intenzione di andarci, vero?”
“Certo che
sì! E tu verrai con me!” gli fece una linguaccia e corse al banco dove si
noleggiavano i pattini.
I due
ragazzi si scambiarono un’occhiata preoccupata. E chi aveva mai messo un paio
di pattini da ghiaccio?!?
Il
ricciolino si girò verso Zeke, che si era già infilato il pattino destro: “Ma
che vuoi fare?”
Lui
sorrise: “Ehi, ragazzi, io so pattinare! Mi ha insegnato mia madre da piccolo!”
“Vedrete,
non è difficile.” Taylor allungò due paia di pattini ai ragazzi “Ci riescono
tutti.”
Il suo
ragazzo sospirò: “Ti ricordo che se mi faccio male non posso giocare.”
La castana
alzò gli occhi al cielo: “Per favore. Fai i salti sullo skateboard, ed è molto
più difficile di questo. E poi, Chad, siamo in vacanza.”
Zeke si
alzò in piedi ed entrò in pista: “Coraggio, ragazzi. Ce la potete fare!”
I due
sospirarono e si tolsero le scarpe.
“Sei
sicura di quello che mi stai facendo fare?” borbottò Troy a Gabriella, che lo
aspettava già sul ghiaccio.
Lei
sorrise: “Sì, perché è una cosa molto facile ed anche incredibilmente
romantica.”
Lui rise e
scosse la testa, sistemandosi i jeans sopra i pattini: “D’accordo, sono pronto.
Ora che devo fare?”
“Pregare
di non romperti niente.” rispose tetro Chad comparendo al suo fianco.
Taylor gli
diede uno schiaffo sulla nuca: “Se non la pianti ti faccio cadere!”
“No, no,
per carità!” implorò il ragazzo.
Gabriella
rise e tese le mani a Troy: “Vieni. Ti tengo io.”
Lui prese
fiato, prese le sue mani e posò il primo piede sul ghiaccio.
“Coraggio,
Bolton! Sei o non sei un Wildcat?” lo prese in giro la ragazza.
“Shh, mi
devo concentrare!” scherzò, e mise anche il secondo piede sul ghiaccio.
“Ora cerca
solo di stare dritto. Ti tiro io!” Gabriella cominciò a muoversi all’indietro,
tirando il suo ragazzo con sé.
“Vai così,
Troy!” gli gridò Zeke, sfrecciando in quel momento poco lontano da loro.
Il castano
sorrise, osservandosi i piedi: “Wow. Sto pattinando.”
La mora
alzò un sopracciglio: “In realtà, io
sto pattinando. Tu ti stai facendo tirare!”
“Con
calma, signorina Montez. Invalido non le servo a nulla.”
“Giusto.”
Gabriella iniziò a pattinare più velocemente, e Troy alzò lo sguardo
spaventato: “Che fai?”
“Ci
supererebbe anche una tartaruga se continuassimo così. Tranquillo, non
succederà niente.”
Taylor e
Chad li raggiunsero: “Guardami, amico!” esclamò trionfante il ricciolino.
Ma il
castano scosse la testa: “No, devo guardare dove vanno i miei piedi!”
Le due
ragazze si scambiarono un’occhiata divertita: “Allora, Tay, li lasciamo qui?”
“Sì,
perché no?” staccarono entrambe le mani e si allontanarono di pochissimo.
“NO!”
strillarono insieme i due ragazzi.
Il
ricciolino chiuse gli occhi, già pronto a sentire il ghiaccio contro il sedere [E io avrei voluto essere il ghiaccio XD
Nda], ma miracolosamente rimase in piedi.
“Allora,
come va?” Ryan si fermò vicino a loro.
Troy
rimase fermo con le braccia in avanti e le ginocchia piegate: “Non sono caduto,
e questo è un grande risultato.”
Il
biondino rise, poi lo osservò: “Certo che così non vi muoverete molto.”
“Sai
com’è, le due arpie ci hanno abbandonati!” puntualizzò Chad.
Le ragazze
risero, e il giovane Evans alzò gli occhi al cielo: “Coraggio, vi insegno io.
Arpie, potete andare!”
“Grazie!”
esclamarono in coro, e cominciarono a pattinare come si deve.
Anche
Gabriella era molto brava, l’aveva fatto sin da piccolina e non aveva paura a
girare e provare qualche piccolo salto. Taylor, invece, come sempre più
razionale, si azzardava solo a fare qualche giravolta ogni tanto.
Raggiunsero
Zeke e Sharpay, che fino a quel momento stavano sperimentando il pattinaggio col
bacio, ed iniziarono a pattinare tutti e quattro insieme.
Due ore
dopo, si ritrovarono tutti e sette esausti contro il bordo della pista.
“Basta!
Penso di aver vesciche in ogni singola parte del piede!” esalò Chad.
Sharpay
rise: “Che ne dite di andare a prendere qualcosa al bar qui davanti? Fuori è
anche più caldo di qua!”
Tutti
quanti annuirono e andarono a rimettersi le scarpe.
In dieci
minuti erano pronti, seduti attorno un tavolino con delle tazze di cioccolata
calda davanti.
“Allora,
commenti sulla vostra prima esperienza di pattinaggio?” domandò ironica Taylor,
stretta contro Chad.
“Chiedilo
al mio sedere!” ribattè lui, che era caduto ben due volte e tutte e due di
sedere.
Gli altri
sei scoppiarono a ridere, in mente l’immagine del loro amico ‘atterrato’.
Gabriella
sorrise maliziosa: “Io direi che i due che si sono più dati da fare sono stati
Zeke e Sharpay!”
La bionda
spalancò gli occhi: “Ehi!” le gridò lanciandole un pezzo di biscotto “Parla per
te! Tu e Troy non fate altro che pomiciare in ogni angolo!”
La mora
automaticamente arrossì, borbottando un non
è vero, mentre Troy si grattò imbarazzato la nuca.
“Ehi,
ragazzi,” esclamò Chad dopo un po’, interrompendo un discorso di Taylor sulle
vacanze di Natale “Perché non ci facciamo una partita?”
Troy, Zeke
e Ryan si voltarono verso il campetto da basket di fianco al Palaghiaccio ed
annuirono, alzandosi.
“Non
spettegolate in nostra assenza!” le ammonì Zeke mentre si allontanavo, e loro
sorrisero.
Sharpay si
rilassò sulla sedia: “Oh, bene, finalmente sole.”
Gabriella
ridacchiò, intingendo un biscotto nella sua cioccolata. Mentre ascoltava ciò di
cui parlava la sua amica dai capelli biondi, alzò lo sguardo.
Si sentì
mancare.
“Oh,
merda…” sussurrò. Si alzò velocemente in piedi e raccolse la sua borsa
“Ragazze, andiamo.”
Loro la
guardarono: “Perché?” domandò Taylor.
La mora
continuò a guardare avanti a lei: “Andiamo e basta, forza.”
Ma loro
due non resistettero alla curiosità e si voltarono.
“Oddio,”
mormorò Sharpay “Sì, andiamo via.”
Presero le
loro borse e si alzarono, ma riuscirono a fare solo pochi passi verso i ragazzi
che una voce le fermò: “Gabriella!”
Lei
s’immobilizzò, chiudendo gli occhi e soffocando una parolaccia.
Poi, molto
lentamente, si girò: “Ciao, Jacob.”
Jacob le raggiunse
sorridendo: “Che ci fate qui?”
“Siamo…
siamo venuti a pattinare.” mormorò Gabriella.
“Già,
certo. Divertite?”
Lei annuì:
“Ti serve qualcosa, Jacob?”
Il moro
scosse la testa: “No, volevo solo fare quattro chiacchiere. Tra amici si fa,
giusto?” aggiunse poi, fissando Sharpay.
Lei lo
gelò con lo sguardo, senza dire una parola.
In quel
momento, Taylor prese il cellulare e, senza farlo uscire dalla tasca, compose
il numero di Chad, ben sapendo che lui l’aveva con sé, stando attenta a non
farsi vedere.
Il
ricciolino, poco lontano, si accigliò quando vide che lo stava chiamando, e si
girò verso di lei per capirne la ragione.
-Cazzo!-
pensò, notando chi si era aggiunto alle ragazze.
“Troy!”
chiamò a bassa voce.
Il suo
migliore amico si voltò, lui gl’indico le ragazze, e dopo che ebbe visto
strinse i pugni. Eh no, quello era troppo.
“Venite!”
esclamò ai suoi amici, e si misero a correre.
“Ehi,
White,” disse con voce minacciosa non appena le ebbero raggiunte “Hai bisogno
di qualcosa?”
“Troy,
ragazzi, ci siete anche voi. Ma che bella sorpresa!” rispose allegramente
Jacob.
Troy si
parò davanti a Gabriella: “Non mi sembra tanto strano. Sono le nostre ragazze.”
L’altro
sorrise malevolo: “Giusto. Dovete prendervi cura di loro, in modo che nessuno
ve le porti via.”
Il castano
sentì la rabbia percorrergli le vene: “Esatto.”
Jacob
piegò la testa di lato, sorridendo ancor di più: “Peccato che tu non ci sei
riuscito, Troy.”
In una
frazione di secondo, prima che chiunque potesse trattenerlo, Troy era scattato
verso Jacob e l’aveva buttato a terra. Da lì a un secondo dopo, si stavano
picchiando.
“Troy,
no!” gridarono insieme Chad e Gabriella.
“Vai,
Troy, stendilo!” strillò invece Sharpay.
Nonostante
la forza e la velocità di Troy, dovuta anche grazie ad anni ed anni di basket,
non riusciva a contrastare pienamente Jacob. Il moro rispondeva a pieno ad ogni
suo colpo, nei pochi muscoli che aveva racchiudeva una forza straordinaria.
“Chad, fai
qualcosa!” esclamò preoccupata Taylor, stringendo un braccio del suo ragazzo.
Ma lui
davvero non sapeva cosa fare, aveva già tentato e fallito nel provare a
dividerli.
Gabriella
piangeva silenziosamente, disperata. Sapeva che per l’ennesima volta era colpa
sua, e non riusciva a darsi pace.
Perciò,
forse per la prima volta in vita sua, reagì d’istinto, senza ascoltare testa o
cuore: si lanciò su Jacob, che era girato di schiena, afferrandolo e cercando
di scostarlo da Troy, gridando: “Basta, lascialo stare!”
Il
ragazzo, però, si voltò proprio in quel momento, e per scrollarsela di dosso la
schiaffeggiò con il dorso della mano. Il colpo fu tanto forte che Gabriella
quasi volò contro il tavolino che avevano occupato da poco, rovesciando le
sedie.
“GABBY!”
strillarono preoccupati i suoi amici.
Quella fu
l’ultima che fece traboccare il vaso: Troy raccolse tutte le sue forze e
scaraventò il ‘nemico’ a terra, riempiendolo di pugni finchè vide che aveva
smesso di ridarglieli e si limitava a difendersi.
Si alzò e
lo lasciò così, a terra, con un ultimo calcio nella pancia, e corse da
Gabriella, già circondata dagli altri.
“Ti sei
completamente rincretinita?” la stava sgridando Taylor, mentre le controllava
un taglio sulla fronte “Che diavolo ti è saltato in mente?”
Lei fece
una smorfia di dolore: “Non lo so… ahia…”
Il castano
le s’inginocchio di fronte: “Dov’è che ti fa male?”
“Il polso
sinistro,” mugolò lei, lasciando che la sua migliore amica lo controllasse “Mio
Dio, Troy, come ti sei ridotto?”
Effettivamente,
il ragazzo aveva un occhio nero, diversi graffi in faccia, il labbro spaccato e
le nocche peste e sanguinanti.
Ma Troy la
ignorò, sfiorandole con la mano la guancia destra arrossata, dove già si stava
formando un livido: “Io quello lo uccido…”
“Hai già
fatto abbastanza, amico,” osservò Chad, guardando da sopra la spalla Jacob che
ancora a terra si lamentava dal dolore.
Gabriella
ridacchiò: “Meno male che avevi paura di farti male, Chad!”
Il
ricciolino incrociò le braccia: “Avete visto che avevo ragione? Il Palaghiaccio
è un posto pericoloso!”
Tutti
scoppiarono a ridere, finchè Taylor non ordinò: “Sentite, è meglio che ce ne
andiamo. Troy, possiamo venire a casa tua? Così ti disinfetti, ed io fascio il
polso slogato della nostra eroina qui presente.”
Troy si
alzò in piedi: “Certo! Vado a prendere la macchina.”
“Tu non
prendi proprio niente! Ci pensa Zeke a guidare la tua, tu e Gabby venite su con
noi! Hai appena preso troppi pugni per i miei gusti!” lo fermò la ragazza di
colore.
“Okay,
okay, d’accordo!” lanciò le chiavi all’amico ed aiutò la sua ragazza ad
alzarsi.
Passarono
tutti di fianco a Jacob senza degnarlo di uno sguardo, tranne Sharpay che gli
tirò un calcio nel sedere.
“Oh,
adesso sì che mi sento meglio!” cinguettò, portandosi dietro i capelli biondi.
Zeke
sorrise e le diede un bacio, salendo poi in macchina di Troy, mentre la bionda
e Ryan sulla decappottabile rosa e gli altri quattro su quella di Chad.
Troy e
Gabriella si accomodarono sul sedile posteriore, ed il castano subito le passò
un braccio attorno alle spalle e la strinse a sé.
“Quanta
altra gente dovrò menare per proteggere te, eh Gab?” scherzò.
Lei gli
diede un pugno fiacco: “Se ti sono anche venuta ad aiutare!”
Lo sguardo
azzurro si fece serio: “Appunto. Non ci provare mai più, Gabriella Montez. Ti
sei slogata un polso, tagliata la fronte, la tua guancia sembra un incrocio tra
un peperone e una melanzana, e inoltre ti ha anche spaccato il labbro.”
La mora
sorrise, appoggiandosi meglio a lui: “Sembriamo usciti da un film horror di
basso livello.”
Troy rise,
le diede un bacio sulla fronte sana e poi vi appoggiò la guancia contro, mentre
lei chiudeva gli occhi e sospirava.
“Siamo
arrivati.” informò Chad, fermandosi davanti a casa Bolton.
Scesero
tutti insieme e Troy suonò al suo campanello.
Qualche
istante dopo, andò ad aprire al gruppetto Jack Bolton, che sgranò gli occhi
alla vista del figlio e della sua ragazza: “Oddio, Troy, che avete fatto?”
“Ehm,
ecco…” il castano farfugliò, ma fortunatamente intervenne Sharpay, che spuntò
da sopra la sua spalla “Troy ha fatto a pugni con un idiota, signor Bolton, che
stava importunando Gabriella. Sfortunatamente ci è finita pure lei nel mezzo.”
“Possiamo
entrare, coach?” domandò Chad “Dobbiamo medicare i due piccioncini!”
“Certo,
certo.” ancora leggermente sconvolto, l’allenatore dei Wildcats si fece da
parte e li fece passare.
Si
accomodarono tutti in salotto, e Jack allungò loro la cassetta del pronto
soccorso che aveva preso in cucina.
“Non so
cosa diremo a tua madre, figliolo. Darà di matto non appena ti vedrà così!”
osservò poi.
Troy
sussultò quando il panno che avvolgeva il ghiaccio gli venne calato da Sharpay
sull’occhio: “Diciamo che sono caduto dalle scale?”
Taylor
alzò un sopracciglio, scettica, applicando un cerotto sul taglio di Gabriella:
“E le mani rovinate?”
Lui fece spallucce:
“Ho preso contro al muro mentre cadevo.”
“Se pensi
che possa funzionare…”
Gabriella
si toccò il polso fasciato: “E io che dico a mio padre? Mi farà il terzo grado
non appena mi vede entrare!”
Sharpay
scosse la chioma bionda, disinfettando le nocche del castano: “Raccontagli la
verità allora. Sono certa che adorerà Troy ancora più di quanto non faccia
già!”
Tutti
ridacchiarono, e il signor Bolton si alzò: “Vi porto qualcosa? Vado in cucina a
prendere il caffè che mi ero preparato.”
I ragazzi scossero
la testa, e quando fu scomparso in cucina, Chad mormorò: “Il coach è davvero
forte. Mio padre mi avrebbe fatto una mega predica infinita se fossi tornato a
casa ridotto così!”
Troy
sorrise e cercò di stringere la mano, che gli fece male.
“Ehm, Tay?”
iniziò preoccupato “Come faccio per il basket?”
Lei lo
guardò, mentre finiva di disinfettare il labbro di Gabriella: “In pochi giorni
guarirà, tranquillo. Prima della fine delle vacanze sarai come nuovo.”
Il castano
sospirò sollevato ed accese la televisione.
Gabriella,
medicata in ogni ferita, si accoccolò accanto a lui, allungando le gambe sul
divano.
Zeke si
sedette sulla poltrona, e Sharpay si sistemò tra le sue gambe.
Infine,
Taylor si sistemò a gambe incrociate sull’altro divano, e Chad si stese sopra
di lei, appoggiando la testa alle sue gambe.
E mentre
un film iniziava, Troy esclamò: “Ragazzi, giuro solennemente che non tornerò
più al Palaghiaccio.”
Salve
ragazze!! Quante di voi si sono compiaciute della scazzottata? Ammettetelo che
non vedevate l’ora XD
High
School Musical 3 si avvicina sempre più.. siete pronte?!?! Io non vedo l’ora!
Ma adesso meglio passare ai ringraziamenti:
armony_93: Vedi che non è
rimasto impunito?? Figurati se non vendicava Gabby!! Sii, penserò ad una
Chaylor.. ne ho una nella mia testolina bacata XD Aggiunta a msn! Baci
romanticgirl: anche questo credo ti
sia piaciuto molto, no?? Baci!
Ciokina14: sigh, voglio le
recensioni lunghe *me fa occhioni da Troy* Chissà per la tua conseguenza (io l’ho già capita XD) Il disgraziato è stato graziosamente rimesso al suo posto, e
credo che tu sia molto contenta ^^ Bacione a presto!
KissMe: non sei mai banale,
tranquilla ^^ Sai, quando la natura chiama… XD Un bacio!
Fefy88: sisi, tu sei molto
felice XD Besitos picci XD
Tay_: ehm, sì, sono un po’
ferma.. ma ho troppe cose a cui pensare adesso, quindi ho poco tempo e poca
voglia di scrivere. Per quella ficcy, se mi dici il titolo, vedo cosa posso
fare. Poi al limite te la traduco senza pubblicare.. anche se sai che detesto le Tropay ^^ Un bacio!!
Selphie: povero Ryan, lui se
le passa tutte XD Brava, hai indovinato chi ha visto Gabriella XD Besos
Satine93: addirittura due
recensioni, grazie ^^ La festa di Sharpay era la più adatta ad una cosa del
genere.. perdizione addirittura, esagerata XD Grazie a te, comunque^^ Kiss
Alexya379: calmati, tesoro XD
Micio, mi piace questo modo di dire XD Nono, è una cosa ultraseria, giuro! Beh,
Ryan ci passerà sopra… è grande, in fondo ^_^’’ Ah, adesso hai il permesso per
torturare l’essere immondo, anche se ne ha prese abbastanza XD Kisses
Giorgy: l’alcol fa miracoli
(e non ne parliamo XD) Grazie e bacino!!
Angels4ever: addirittura
commuovere?? *me gongola*Troy è
dolcissimooo!! *me sbava* Spero che anche questo ti sia piaciuto XD Per il tuo
secondo “non commento” XD, sì, sto già scrivendo il seguito de “La mia migliore
amica”. Il problema è che non mi piace ed ogni volta o mi blocco o riparto da
capo XD Adesso vedrò cosa posso fare, anche perché ho altri due seguiti in
attivo XD Bacioni cara!
Lovely_fairy: lo sooo che mi adori
:D Troy è perfetto!! Pensa, una bella cosa a sei!! Eheheheh… Ah, quando vai
all’anteprima, fai delle foto eh!!! Mi raccomando!! Poi le voglio!!! Altrimenti
ti scuoio!!! Baci, ti voglio bene ^^
Kikka93: Sharpay e Chad sono
una coppia di geni del crimine perfetta XD Jacob ha fatto la sua ricomparsa
qui.. e non dico che sia l’ultima XD Kiss
Grazie
ancora a tutte, spero di tornar presto!! A proposito, questo è il penultimo
capitolo che ho scritto: nel senso, il capitolo 34, che devo pubblicare, è
completo, mentre il 35 ancora no! Quindi poi dovrete pazientare di più, perché
tra la scuola, lo sport e gli amici non trovo più il tempo e la voglia di
scrivere ^^’’ Scusate, ma va così!
Giuro
però che non vi abbandonerò XD
La
vostra
Hypnotic Poison
§§ Chad
sbuffò e compose nuovamente il numero.
E ancora una volta
una cortese e metallica voce femminile lo informò che il cliente da lui
chiamato poteva essere spento o non raggiungibile.
“Uffa!!” buttò il
cellulare sul letto, vi si stese sopra anche lui, coprendosi gli occhi con il
dorso delle mani.
Non aveva trovato
nemmeno Zeke, e ciò significava che avrebbe dovuto passare il resto della
giornata da solo finchè sua madre non l’avrebbe chiamato per la quinta volta
strillandogli di alzarsi dal letto e fare la valigia. §§
Troy
guardò il padre con gli occhi da cucciolo bastonato, congiungendo le mani come
quando si prega.
Jack
Bolton sospirò e si girò verso la cucina: “Lucille!
Puoi venire qui un attimo?”
La moglie
uscì asciugandosi le mani in uno strofinaccio: “Che succede?”
“Troy
vorrebbe che noi gli lasciassimo la casa vuota la vigilia di Natale per
invitare Gabriella.” spiegò.
Lucille
alzò un sopracciglio: “E che ci vuoi fare con Gabriella la vigilia di Natale
con la casa vuota?”
Troy
arrossì vistosamente: “MAMMA! Voglio solo cenare con lei e darle il mio
regalo!”
La madre
incrociò le braccia al petto: “E quale sarebbe il tuo regalo?”
Il figlio
compì lo stesso gesto: “Non quello che stai pensando tu.”
I due genitori
si guardarono negli occhi: “Che facciamo?” domandò Lucille.
Jack fece
spallucce: “Io credo che dovremmo. Sono abbastanza grandi e responsabili. Noi potremmo andare a cena
fuori.”
“Perché
non andate dalla nonna?” propose invece il più giovane dei Bolton “In fondo, si
lamenta sempre che non l’andate mai a trovare! Fate la vostra cenetta romantica e poi andate da lei.”
Sua madre
gli lanciò un’occhiataccia: “Tua nonna abita abbastanza lontano, Troy.”
“Dai
mamma, ti scongiuro! Prometto che non faremo niente di male! L’ha detto anche
papà che siamo responsabili!”
“Già, così
responsabili che ancora ti sfracelli dalle scale come quando avevi cinque
anni!” lo riprese squadrandogli le ferite ancora non scomparse.
Il coach
Bolton si schiarì la gola: “Dai, Lucille, ha ragione.
Lasciamoli festeggiare. Anche noi l’abbiamo fatto quando avevamo la loro età!”
La moglie
sospirò: “Va bene, d’accordo. Ma vedete di non combinare disastri, d’accordo?
Me ne basta uno di bambino in arrivo!”
Troy
incrociò le braccia dietro la testa: “Ehi, voi avete deciso che ‘avevo bisogno’ di una sorellina, quindi non è colpa mia!”
scherzò, accennando al pancione di otto mesi che Lucille
sfoggiava contenta.
Loro gli
lanciarono un’occhiataccia ed uscirono dal salotto, lasciandolo solo a
festeggiare.
-Perfetto!-
pensò, improvvisando una specie di balletto –Ora devo solo convincere Zeke a
darmi una mano e per dopodomani sarà tutto a posto!-
Prese il
giubbotto di jeans abbandonato sulla sedia e gridò correndo verso la porta:
“Vado da Gabriella, torno per cena, ciao!”
S’infilò
nel suo furgone e partì velocemente, raggiungendo casa Montez in pochi minuti.
Fischiettando,
suonò il campanello ed aspettò che qualcuno gli andasse ad aprire.
Dopo
qualche istante, Gabriella comparve davanti a lui con un neonato in braccio.
“Whoa!” esclamò ridendo “Non è nostro, vero?”
La mora
rise, dandogli un veloce bacio sulle labbra: “No, scemo! È mia cugina Penelope,
la figlia del fratello di mio padre. Sono venuti a trovarci per le vacanze di
Natale.”
Si fece da
parte e lo fece entrare, portandolo poi in salotto dai suoi parenti: “Zio, zia,
lui è Troy.”
Un uomo
alto e molto simile al padre di Gabriella si alzò e gli tese la mano: “Piacere,
Pablo. Mio nipote ha parlato molto di te, nelle tre
ore da cui siamo qui.”
“Molto
piacere!” Troy sorrise, lanciando un’occhiatina divertita alla sua ragazza, che
era arrossita.
“Io sono
Carmen,” si presentò anche la zia di Gabriella “Però non ti ha reso abbastanza
giustizia. Tesoro, non mi avevi detto che era così bello!”
La mora
divenne color peperone, mentre il ragazzo rideva imbarazzato.
“Ragazzi,
perché non andate in cucina?” intervenne il signor Montez, salvandoli “Così
lasciate noi vecchi ai nostri discorsi noiosi!”
“Vecchio
sarai tu, Juan!” lo rimbeccò il fratello, scatenando
altre risate.
Gabriella
prese per mano Troy e si chiusero al sicuro nella cucina.
“Scusali,”
borbottò la ragazza “Ma tutti i miei parenti sono un po’ strani.”
“Di
niente.” il castano la osservò mentre cullava dolcemente Penelope “Quanto ha?”
“Un mese e
dieci giorni. È la prima volta che la vedo, anche perché i miei zii abitano a
Chicago.”
“Non ti
somiglia molto.”
Gabriella
rise: “Per forza, è solo mia cugina! Anche tu non assomigli a tuo cugino, vi ho
visti in foto.”
“Okay,
okay!” rise lui, alzando le mani “Allora… hai programmi per la vigilia? La
sera, intendo.”
La mora
cambiò la spalla sulla quale aveva appoggiato la cuginetta: “Beh, al mattino
sto con i miei zii, al pomeriggio pure. La sera dovrei essere libera. Perché?”
Troy
sorrise malizioso: “Perché avrei organizzato una cenetta io e te a casa mia.
Senza genitori e/o amici.”
“Mmm,
proposta allettante, signor Bolton.” gli si avvicinò e si baciarono dolcemente,
finchè la bambina non reclamò attenzione.
“Io dico
che deve essere cambiata.” constatò il ragazzo, arricciando il naso.
Gabriella
annuì: “La porto a mia zia!”
Rimasto
solo, Troy sentì il cellulare vibrargli in tasca, e lo prese fuori. Era
arrivato un messaggio di Chad: Uno contro
uno al campetto del parco, che ne dici?
Sorrise, e
digitò la risposta: Allora Taylor è
partita?
Piantala di sfottere, amico.
Comunque sì, è in montagna. Io vado domani. Allora vieni o no?
Il castano
si morse un labbro: Sono da Gabriella
adesso!
Gli sembrò
quasi di sentire il sospiro del suo migliore amico: Ma va?!? Va beh, chiedo a Zeke, tanto la Regina è in vacanza con la
famiglia. Ci si vede!
Rise
sommessamente, giusto in quel momento ritornò la sua ragazza con in mano un
sacchetto con dentro tanti pacchetti colorati.
“Questi
sono per te da parte di Tay, Sharpay, Ryan, Kelsie e Martha. Mi hanno detto di
darteli perché sicuramente ti avrei visto mentre loro non avrebbero fatto in
tempo. E di là io ho i miei da dare ai ragazzi.” spiegò porgendogli la busta
“Che cosa vuoi fare?”
Il ragazzo
ghignò: “Un’idea ce l’avrei…”
Gabriella
rise sentendo le sue labbra sul suo collo: “Che relazione intensa, un intero
pomeriggio passato a baciarci!”
“Ehi!”
Troy fece il finto offeso “Ci sono un sacco di ragazze che passerebbero
volentieri un pomeriggio del genere con me!”
“Beh, io
no!” tirò fuori le mani nascoste dietro la schiena e sorrise “Che ne dici?”
Lui alzò
gli occhi al cielo: “Ancora quel film? Gabby, l’avremo guardato centinaia di
volte!”
Ma lei
l’aveva già preso per mano e lo stava trascinando fuori dalla cucina verso la
sua camera: “Guarda che Hairspray è
un bellissimo musical! John Travolta è perfetto nella
parte di Edna! Per non parlare di Zac Efron, che è
semplicemente magnifico!”
Il castano
sbuffò, stendendosi sul letto ed incrociando le braccia dietro la testa: “Ma
per favore! Vuoi dire che quel bellimbusto è più bello di me?”
La mora
ridacchiò, accoccolandosi vicino a lui e facendo partire il dvd: “Se vi
assomigliate anche!”
Troy le
diede un buffetto: “Offendi poco, Montez. Io non assomiglio per niente a quello là! Sono molto,
molto, molto più bello!”
Gabriella
sorrise, appoggiò la guancia al suo petto, ed iniziarono a guardare il film.
###
Chad
sbuffò e compose nuovamente il numero.
E ancora
una volta una cortese e metallica voce femminile lo informò che il cliente da
lui chiamato poteva essere spento o non raggiungibile.
“Uffa!!”
buttò il cellulare sul letto, vi si stese sopra anche lui, coprendosi gli occhi
con il dorso delle mani.
Non aveva
trovato nemmeno Zeke, e ciò significava che avrebbe dovuto passare il resto
della giornata da solo finchè sua madre non l’avrebbe chiamato per la quinta
volta strillandogli di alzarsi dal letto e fare la valigia.
La realtà
era che quando non c’era Taylor, lui davvero non sapeva cosa fare. L’aveva
chiamata mezz’ora prima, ma erano stati poco al telefono perché poi Teresa
l’aveva avvertita che era ora di uscire per andare a sciare.
Fino a
pochi mesi prima l’idea di dipendere completamente da qualcun altro,
specialmente donna, lo aborriva. Ma
poi era arrivata Taylor, e gli aveva sconvolto il mondo.
Sospirò
triste, come un bambino a cui hanno negato il gelato: “Uffa.”
In quel
momento, qualcuno busso alla porta e qualche istante dopo comparve suo padre:
“Figliolo, sarebbe una buona idea che tu iniziassi a fare la valigia.”
“Sì,
papà.” rispose annoiato Chad, senza muoversi.
“Guarda
che tra dieci minuti torna la mamma, ed inizia a strillare.”
“Sì,
papà.”
“Lo dico
per il tuo bene, figliolo, e per i miei timpani.”
“Sì,
papà.”
Il signor
Danforth sospirò: “D’accordo allora.”
Si chiuse
la porta alle spalle e lanciò un’occhiata alla finestra del corridoio: il cielo
si stava rannuvolando.
Sorrise e
scosse la testa. Ci mancava solo il figlio meteoropatico… e disperatamente
innamorato.
###
“Noi
andiamo, Troy.”
Jack
Bolton comparve sulla porta della sala da pranzo, dove il figlio stava
allestendo un romantico tavolo per due con tanto di candele e petali di rosa.
“Va bene,
ciao.” lo liquidò Troy, controllando se i piatti erano perfettamente allineati.
“Torneremo
verso le due, d’accordo?” domandò Lucille,
affiancando il marito.
“Okay,
ciao mamma, ciao papà, ciao futura sorellina, buon divertimento e buon Natale.”
Troy si spostò dall’altra parte, osservando la perfetta simmetria.
I due genitori
sospirarono: “Comportatevi bene!” lo
avvisò ancora un’ultima volta la madre prima di uscire.
Il figlio
sorrise, guardò l’orologio che segnava le sette e mezza. Ancora trenta minuti e
Gabriella sarebbe arrivata.
Zeke uscì
in quel momento dalla cucina: “E’ tutto pronto, amico. Lascia le cose in forno
finchè non arriva Gabby così non si raffreddano.”
Troy gli
diede un cinque: “Grazie Zeke, per fortuna ci sei tu.”
Lui
sorrise: “Di niente. Ora è meglio che torni, i miei mi staranno aspettando.
Buon Natale, Troy!”
“Buon
Natale, amico.” lo accompagnò alla porta e lo salutò con un ultimo cenno della
mano.
Poi andò a
controllarsi davanti ad uno specchio, sistemandosi il ciuffo ribelle e il
colletto della camicia.
Controllò
ancora la tavola, e si sedette in salotto. Dopo un minuto era già in piedi, a
girare nervosamente per la stanza.
Sospirò
per calmarsi, passandosi una mano tra i capelli.
La causa
principale del suo nervosismo era il regalo che aveva scelto per Gabriella.
Aveva paura di fare la figura del cretino, o di sbagliare qualcosa, o che a lei
non piacesse.
Si sedette
di nuovo e accese la TV, per poi spegnerla dopo cinque secondi.
-Bolton,
sei un’idiota!- si disse –E’ solo un
regalo!-
Ma in quel
momento, il suono del campanello gli fece scoppiare il cuore a mille.
Scattò in
piedi, corse attraverso il salotto e si fermò in scivolata davanti alla porta
d’ingresso.
Fece la
respirazione yoga che gli aveva insegnato Ryan, si spostò il ciuffo e
finalmente aprì.
“Ciao
piccola…” salutò in tono malizioso quando si trovò Gabriella sorridente
davanti.
Si prese i
suoi secondi ad osservarla: indossava una camicia bianca a maniche corte a
sbuffo, una gonna a palloncino rossa e dei tacchi rossi, con una borsetta
bianca tra le mani.
“Ciao
Troy!” ridacchiò, notando come si soffermava sulle sue gambe e sulla scollatura
della camicetta.
“Colori
dei Wildcats, eh?” scherzò, prendendola per mano e baciandola dolcemente sulle
labbra.
Gabriella
sorrise: “No, colori di Natale!Ma ammetto che è opera di Sharpay…”
“Certo,
certo,” Troy la condusse in casa, chiudendosi la porta alle spalle “Spero che
tu abbia fame, perché davvero la cena è meravigliosa!”
“Hai
cucinato tu?” gli domandò ironica la sua ragazza, guardandolo con un sorrisino.
Il castano
le diede un pizzicotto scherzoso sul braccio: “Io ho apparecchiato!”
La mora si
fermò stupita e felice sulla soglia del salotto: “E’ bellissimo, davvero.”
“Vieni!”
il ragazzo le spostò la sedia e la fece accomodare, dandole poi un mazzo di
rose “Buon Natale, Gab.”
Gabriella
sorrise e annusò il profumo dei fiori: “Grazie, anche a te. Allora, che cosa ha
preparato Zeke?”
Troy
sgranò gli occhi: “Sono così prevedibile?”
Lei rise e
annuì, così lui ghignò: “Prometto che dopo ti stupirò!”
La mora
alzò un sopracciglio: “D’accordo…”
Iniziarono
tranquillamente a mangiare, ridendo e mandandosi languide occhiatine, proprio
in stile perfetti innamorati.
Ma più si
avvicinava il momento dei regali, più Troy cominciava a preoccuparsi.
E quel
momento arrivò più in fretta di quanto lui avesse previsto.
Sistemati
i piatti vuoti dei dessert, Gabriella sorrise: “Ora ci sono i regali, vero?”
Il
ragazzo, benchè nervosissimo, rise: “Certo, tranquilla. Forza, cosa mi ha
portato, signorina Montez?”
Lei ghignò
e gli porse un pacchetto avvolto in carta bordeaux con un fiocco blu: “Buon
Natale, signor Bolton.”
Troy prese
il pacchetto con curiosità, tastandolo: “Uhm… è morbido… è una maglietta?”
La mora
gli fece un cenno con il capo: “Tu aprilo.”
Lo scartò
e spalancò occhi e bocca: “Oh mio Dio. Gabriella, questa… questa è una maglia
autografata di Micheal Jordan, il miglior giocatore
di basket di tutti i tempi! Ma… ma come hai fatto? Sono anni che non gioca
più!”
Gabriella
rise e alzò le spalle: “Mio zio conosce l’amministratore delegato dei Chicago Bulls. Ha fatto qualche telefonata. Ti piace?”
Il ragazzo
se la mise davanti, appoggiandola al petto: “Se mi piace? C’è da chiederlo? È
semplicemente magnifica!”
“Sono
contenta! Ora però tocca a te!”
Troy si
alzò in piedi, la prese per mano: “Intanto, grazie.” le diede un morbido bacio
“Secondo, siediti sul divano, io arrivo subito.”
Lei annuì
e si accomodò, impaziente e curiosa. Pochi istanti dopo, vide il suo ragazzo
tornare con in mano la sua chitarra acustica.
“Troy?”
domandò senza capire.
Il castano
le sorrise, si sedette sul tavolino di legno davanti a lei e imbracciò la
chitarra: “So che forse non è il regalo che volevi, Gab, ma io ci tenevo, ecco.
È una canzone per te, l’ho scritta tutta da solo, lo giuro, e si chiama Più bella cosa.”
Ed iniziò
a cantare e suonare.
Com’è cominciata io non
saprei
La storia infinita con
te
Che sei diventata la mia
lei
Di tutta una vita per me
Troy
sorrise, guardandola arrossire e sorridere con gli occhi già un po’ lucidi.
Perché in
fondo se l’erano promesso, che un giorno sarebbero stati per sempre l’uno
dell’altra e viceversa.
Il loro
inizio era stato strano, romantico, magico, e così sarebbe continuata sempre.
Ci vuole passione con te
E un briciolo di pazzia
Ci vuole pensiero perciò
Lavoro di fantasia
Gabriella
sorrise. Forse davvero nemmeno lei era così facile da accontentare, romantica e
sognatrice com’era.
Ma per
fortuna Troy aveva abbastanza fantasia, pazzia e amore per farla divertire e
farla sentire a suo agio sempre e comunque.
Ricordi la volta che ti
cantai
Fu subito brivido sì
Si
guardarono negli occhi ridendo, mentre il ricordo di quel Capodanno così
speciale invadeva le loro menti, facendoli rabbrividire di piacere.
Ti dico una cosa se non
la sai
Per me vale ancora così
Troy le
fece l’occhiolino, facendola ridacchiare. Ogni volta che stava con Gabriella,
ogni volta che la vedeva, la toccava, la baciava, sentiva dei brividi lungo la
schiena, delle scariche elettriche che lo rendevano felice.
Ci vuole passione con te
Non deve mancare mai
Ci vuole mestiere perché
Lavoro di cuore, lo sai
I due
ragazzi si fissarono negli occhi, senza riuscire a smettere di sorridere.
Cantare d’amore non
basta mai
Ne servirà di più
Per dirtelo ancora
Per dirti che
Il ragazzo
si riconcentrò sulle corde della chitarra. Eccola, la parte che rappresentava
di più. Quella che gli era venuta più facile scrivere, ma forse anche la più
intensa.
Più bella cosa non c’è
Più bella cosa di te
Unica come sei
Immensa quando vuoi
Grazie di esistere
Gabriella sorrise
timidamente, sentendo altre piccole lacrime bagnarle le palpebre. Non riusciva
a credere che Troy l’avesse davvero scritta tutta per lei, con quelle parole
meravigliose.
Com’è che non passa con
gli anni miei
La voglia infinita di te
Il castano
ritornò a guardarla, con un sorriso imbarazzato. Sembrava che tutto stesse
andando per il meglio. Che davvero stesse riuscendo ad esprimerle tutti i suoi
sentimenti.
Cos’è quel mistero che
ancora sei
Che porto qui dentro di
me
Lui
conosceva Gabriella, ed era quasi certo che il suo regalo stesse avendo
successo. Anche se la sua ragazza molte volte ancora gli riservava delle
sorprese.
Saranno i momenti che ho
Quegli attimi che mi dai
Perché
ogni momento con lei era diverso, più bello, più magico. Con lei era sicuro di
non annoiarsi mai.
Saranno parole però
Lavoro di voce lo sai
Ed ogni
volta che sentiva il suo nome uscire dalle labbra rosee della ragazza, si
sentiva il ragazzo più fortunato del mondo. Specialmente quando il suo nome era
seguito da un meraviglioso Ti amo.
Cantare d’amore non
basta mai
Ne servirà di più
Per dirtelo ancora
Per dirti che
Più bella cosa non c’è
Più bella cosa di te
Unica come sei
Immensa quando vuoi
Grazie di esistere
Troy
sorrise di più, mettendo ancora più passione nel ritornello, mentre Gabriella
riusciva addirittura contemporaneamente a ridere, piangere ed arrossire.
Più bella cosa non c’è
Più bella cosa di te
Unica come sei
Immensa quando vuoi
Grazie di esistere
Era
davvero una delle cose più belle che mai le avessero dedicato. Ed il fatto che
provenisse dal ragazzo che amava con tutto il cuore la rendeva ancora più
speciale.
Grazie di esistere
Più bella cosa non c’è
di te
Grazie di esistere
Troy posò
la mano sulle corde e la canzone terminò nel più assoluto silenzio.
Si schiarì
la gola, grattandosi nervosamente la base del collo domandò: “Ehm… allora, ti è
piaciuto?”
Gabriella
si asciugò le lacrime con il dorso della mano: “Troy. E’ il regalo più bello
che qualcuno mi abbia mai fatto.”
“Davvero?”
Lei annuì
e si inginocchiò davanti a lui, prendendogli le mani: “Grazie. Davvero,
grazie.”
Il castano
posò a terra la chitarra, dalla tasca prese poi un cofanetto quadrato blu:
“Beh, non c’è solo questo, era troppo poco.” lo aprì, rivelando un bracciale
d’argento con attaccati sei ciondoli.
La ragazza
lo prese, la bocca spalancata, e Troy sorrise: “Guarda: ci sono una T e una G,
le nostre iniziali. Un cuore, perché ti amo da morire e non smetterò mai di
ripetertelo. Una palla da basket, così non ti scorderai di me. Una nota
musicale, perché è grazie alla musica se ci siamo incontrati, e una stella,
perché non c’è una stella in cielo che
non possiamo raggiungere.”
La mora lo
mise subito al polso: “E’ meraviglioso, Troy!”
Si
baciarono dolcemente, finchè Troy non la spinse di nuovo verso il divano.
Gabriella
ridacchiò: “Ma non tornano i tuoi?”
Lui scosse
la testa, sfregando il naso contro il suo: “Oh, tornano abbastanza tardi.”
Lei rise e
catturò ancora le sue labbra.
E
anche questo è andato. Vi avviso, da ora dovrete aspettare perché non ho più
capitoli XD
Domani
esce HSM3 ragazze. Siete pronte?? Io lo vedrò lunedì, molto probabilmente..
quindi non anticipatemi niente!!!
Ringraziamenti time:
KissMe: Ash è ritornata al suo colore, ma non mi fa impazzire. La
preferisco bionda XD Sharpay è una lottatrice nata XD Domani è il grande
giorno!!! Baci!
Selphie: va solo in vacanza, tranquilla XD Ogni tanto anche
Sharpay ha il suo momento dolce ^^ Kiss
Lovely_fairy: dai, Sharpay non è così male in fondo ^^ Peccato che non
ci sei andata sigh.. però almeno non c’erano Zac e Vanessa ^^ Sono contenta che
il capitolo ti sia piaciuto così tanto. Resisti per greco!! Baci tvb
Romanticgirl: hai ragione, forse
dovevo essere più cattiva ^_^ Ma chissà.. ^^ Chad va solo in vacanza, don’t
worry. Capitolo più romantico e tranquillo di così!!! XD Bacione!
Alexia379: mi piace la torturemobile, sisi XD Sharpay è andata davvero forte in
quel capitolo XD Eeeh, averlo un padre come il coach Bolton ^^ Bacione!
Kikk93: Chad e Sharpay sono i
geni del male XD In molte fic in inglese loro due stanno insieme, ma a me
piacciono solo come nemici-amici in combutta XD Kiss
Tay_: non è un problema
quella fic, giuro! Io ci vado il 3 novembre.. e Tropay non trionferà mai,nono!! TROYELLA 4 EVER!!! Ahah, ok,
calmiamoci XD A presto dear, baci!
Angels4ever: devo ancora finirlo
il seguito di “La mia migliore amica”. Anche perché poi foooorsec’è n’è anche un altro XD Ma si vedrà XD Kisses
Fefy88: salve picci XD io penso di essere imbranata come loro, non sono
mai andata a pattinare XD La vendetta a Jacob ci
stava, anche da parte di Sharpay ^^ Besitos
Armony_93: ripeto, Chad va
solamente a farsi una vacanzetta XD Per riprendersi
dal pattinaggio, eheh! Uhm.. basta far picchiare Troy, altrimenti si rovina il
suo bel visetto, e questo non va bene!! Baci!
Ciokina14: io AMO Troy Bolton!!
*me appende striscione fuori dalla finestra* Ti dirò, io a quella conseguenza
non ci avevo pensato, ma adesso… *me ghigna maligna* chissà che combino mwahahah. Nonononono, quei due non si lasciano. NON
possono!! Anche perché altrimenti come fanno a fare il 4? XD-sto
prendendo seriamente in considerazione l'idea di bandirlo dalle mie
"ancore di salvezza"- che cosa vuoi dire???? Non abbandonerai
mica HSM, vero?!? Bacione!!
Ora
vorrei anche ringraziare con tutto il cuore chi ha letto Tequila e lacrime di somewhereonlyiknow,
da me tradotta:
Angels4ever: grazie davvero XD
Baci
Angel_R: grazie anche a te XD
Tay_: su, dear, asciugati
le lacrime ^^ Prometto, Amy, ne ho tradotte altre
della stessa autrice (di prossima pubblicazione) che ti faranno morire dal
ridere XD Grazie e a presto! Bacio
Lovely_fairy: ti prego, lascia stare quell’amico tuo, valà XD I complimenti sono spediti all’autrice XD Bacione!
Faboulos95: è bella perché è
triste, credo ^^ Grazie davvero!
Naturalmente,
altre recensioni sono sempre accettatissime, perché il lavoro per questa
autrice è davvero uno a cui tengo molto!
Vi
lascio senza anticipazioni perché il chappy 35 non è ancora finito ^^ Sorry, vi
prego di pazientare XD
Capitolo 35 *** 35. Anno nuovo, vecchi Wildcats! ***
35
35. Anno nuovo, vecchi Wildcats!
Sharpay
era stesa sul suo enorme letto, rosa, piazzato nel centro della sua immensa
camera da letto, rosa, intenta a leggere una rivista di moda, mangiucchiando
nel frattempo qualche biscotto.
All’improvviso,
qualcuno bussò velocemente alla sua porta, rosa.
Sbuffò e
scese dal letto, sistemandosi velocemente la gonna, verde e rosa, e i capelli
raccolti in due trecce.
Aprì la
porta, e il sorriso che aveva fatto si tramutò in una smorfia di terrore:
“Rebecca?!”
“Ciao Sharpay!” strillò Abby felicemente.
La bionda
la osservò: indossava ancora un cappotto leggero, una sciarpa di cotone e un
cappello di cotone nero in testa. E si odiò mentalmente quando ammise a se
stessa che stava davvero bene.
“Che cosa
vuoi?” domandò acida.
Rebecca
sorrise: “Sono venuta a salutarti! Sai, i miei genitori hanno deciso che ormai
è tempo che ritorni a casa!”
“T-tu
parti?” boccheggiò l’altra incredula.
La rossa
annuì: “Sìsì, sto partendo proprio ora! Ho salutato Ryan, i tuoi genitori,
Troy, Gabriella, Chad e Taylor e poi sono venuta a salutare te!”
“Oh, molto
gentile!” Sharpay ghignò malefica “Allora arrivederci Rebecca, piacere di
averti conosciuta, ci sentiamo eh!” e senza attendere oltre, le sbattè la porta
in faccia.
Contò
silenziosamente fino a dieci, ascoltando i passi che si allontanavano lungo le
scale, la porta che si chiudeva, e poi iniziò a saltare e strillare di gioia
come una matta su letto.
“Che cosa
succede?” suo fratello entrò in quel momento, sul viso un’espressione curiosa.
“E’
partita!!” strillò la bionda, lanciando le braccia al cielo.
“Ah. Parli
di Rebecca.”
La sorella
scese dal letto, gli posò una mano sulla spalla e sorrise: “Oh, Ryan, non fare
quella faccia triste. Non è mica morto nessuno. Finalmente quella guastafeste è
ritornata a casa, e tu potrai occuparti a tempo pieno di Martha.”
Ryan le
lanciò un’occhiataccia: “Sharpay. Non era così male, e lo sai.”
Lei scosse
le spalle: “Che ci vuoi fare, io ho i miei gusti.” poi battè le mani “Sei
pronto per domani sera?”
Il biondo
si accigliò: “Che cosa?”
Sharpay
alzò gli occhi al cielo: “Domani è Capodanno, Ryan! Non penserai mica di
startene rintanato in casa a piangerti addosso, vero? Perché io di certo non ti
farò compagnia! Domani si fa a festeggiare!”
Il fratello
sospirò: “Temevo che avresti detto così.”
Lei rise:
“Sento che questo sarà un ottimo anno, fratellino. Proprio ottimo.”
###
“Domani
sarà ufficialmente il primo anno da non-Wildcat.” Troy e Chad camminavano per
il parco, una di quelle passeggiate tra uomini che non facevano da tanto.
Entrambi
tenevano le mani nelle tasche, e si passavano un sasso calciandolo con i piedi.
“Non dire
così, fratello,” replicò il ricciolino “Chi nasce Wildcat, rimane Wildcat. Per
sempre. Anche se gioca con la maglia dei Red Hawks.” [Licenza da HSM3!!! Nda XD]
Troy
sorrise, i capelli castani tenuti indietro da una bandana blu: “Giusto. Ehi, ma
sai che stai proprio diventando un poeta?”
Chad gli
diede una spinta scherzosa: “Parla per te! Taylor mi continua a guardare male
perchè non le ho fatto un regalo
romantico come quello che hai fatto tu a Gabriella! Lo sai che la tua
piccola Einstein non ha fatto altro che parlargliene per giorni?!”
Il castano
allargò le braccia: “Oh, lo so, sono il ragazzo perfetto! Chi non mi vorrebbe?”
Il suo
migliore amico scosse la testa: “Tu scherzi, ma ci sono decine e decine di
ragazze che vorrebbero uscire con te. Sia ancora alla East High, sia
all’università. Mi meraviglio che non ti sei montato la testa, Bolton.”
“Come
invece hai fatto tu, Danforth!”
“Ehi!” gli
diede una pacca sul bicipite muscoloso “Ero il secondo ragazzo più popolare
della scuola. Se avessi avuto anche io gli occhioni blu ti avrei battuto!”
“Già,
certo come no!” ripresero a camminare, costeggiando il laghetto “Chad… hai mai
fatto qualcosa solo perché te lo diceva l’istinto?”
Chad lo
guardò di sottecchi: “Beh, certo, alcune cose sì. Tipo tirare da fuori area
anche quando sei marcato da tre giocatori?”
“Sì, ma
non dico solo quello! Non pensare al basket. Pensa… pensa ad una richiesta, per
esempio! Ad una domanda che fai perché ti viene naturalmente fuori dalle
labbra!”
Il ragazzo
di colore si fermò: “Amico, mi sono perso. Che cosa vuoi dire?”
Troy fissò
lo sguardo a terra, muovendo nervosamente la gamba, poi prese fiato e rivelò:
“Ho chiesto a Gabriella di sposarmi, Chad.”
Il suo
migliore amico sgranò gli occhi: “COSA?!? Ma… ma quando?!”
“Il
mattino dopo la festa di Sharpay. Mentre caricavo le cose in macchina.”
Chad
sbuffò: “A parte che il tuo pick-up non è degno di essere chiamato macchina…
come ti è venuta in mente una cosa del genere?!”
Il castano
agitò le mani in aria: “Te l’ho detto, è stato l’istinto! Eravamo appena
tornati insieme dopo… beh, quella storia,
e mi è sembrata come se fosse l’unica possibilità per non lasciarla scappare
più.”
Il
ricciolino rimase a bocca aperta: “Wow. Non me lo sarei mai aspettato, o almeno
non adesso. E allora com’è che non vedo un bell’anello splendente al dito di
Gabry?”
“Beh,
perché quando gliel’ho chiesto un anello non l’avevo, perché avevo deciso di
chiederglielo solo cinque minuti prima di farlo. E poi, perché non è ancora una
cosa così ufficiale. Prima finiremo
il college e tutto.” spiegò lui.
L’altro
scoppiò a ridere, dandogli una pacca sulla spalla: “E bravo Troy! Però prometti
che io sarò il tuo testimone!”
Troy
arrossì: “Certo, sicuro. Però, mi raccomando, acqua in bocca, fratello!
Soprattutto con Taylor!”
Chad
allargò le braccia: “Ehi. Come se avessi mai rivelato un tuo segreto. Sarò una
tomba. Promesso.”
Gli tese
la mano, il castano la strinse e lo tirò a sé, nel loro saluto caratteristico,
spalla contro spalla.
Un saluto
da fratelli, che non sarebbe cambiato mai. Come la loro amicizia.
###
Gabriella
scorse velocemente il suo armadio, alla ricerca di qualcosa da mettere per la
serata.
Inutile,
essere amica di Sharpay ti portava anche a quello. Sorrise tra sé, ripensando
ai bei momenti in cui non aveva problemi su cosa indossare.
Beh, era
anche vero che a quei tempi non aveva Troy. Ci teneva ad essere sempre ben
vestita ed in ordine, ma quando c’era lui soprattutto.
Certo,
sapeva che l’amava anche quando girava con i suoi boxer e una maglia di cinque
taglie più grandi (anzi, sapeva che l’amava davvero molto quando girava con i suoi boxer), ma le piaceva vedere come la
osservava quando si metteva un vestito piuttosto che un altro.
Udì un
lieve bussare e si voltò verso la porta della sua camera, dove sostava suo papà
con un piatto in mano: “Crisi pre-festa?” ridacchiò.
La figlia
sorrise, ritornando a scorrere gli abiti: “No, solo un po’ di indecisione!”
Juan
entrò, allungandole il piatto: “Che ne dici di un bel panino? Sono già le
quattro e mezza, da piccola facevi sempre merenda a quest’ora.”
La mora
storse il naso: “No, grazie, papà, non ne ho molta voglia. Però puoi lasciarlo
sul comodino, se vuoi. Magari lo mangio prima di uscire.”
Lui le si
avvicinò: “Che hai fatto, piccola? Mangi così poco, ultimamente.”
Gabriella
scosse la testa: “La mamma lo chiama stress
da studio. Sono così impegnata con l’università che quasi mi viene la
nausea a pensare al cibo! Ma non ti preoccupare. C’è Zeke che mi rimpinza di
dolcetti!”
“Okay, va
bene. Che programmi hai per la serata?”
Lei si
strinse nelle spalle: “Si festeggia Capodanno. Siamo tutti alla mercè di
Sharpay, penso.”
“Mi è
simpatica, quella ragazza. E’ forte, anche se devo dire che la sua personalità
spicca davvero. Ti passa a prendere Troy, immagino.”
“Perché
sento il sarcasmo nella tua voce, papà?” ridacchiò la figlia, osservando un
vestitino bianco.
“Oh, niente…”
replicò Juan, uscendo con le mani in tasca “E’ solo che lo vediamo così poco,
quel ragazzo…”
Gabriella
rise, e scosse la testa.
Era ora di
prepararsi per festeggiare, anche se in fondo al suo cuore, per lei che non era
una festaiola e non amava troppo stare in mezzo alle persone, il Capodanno
perfetto risaliva a due anni prima…
###
“All you
need is love, all you need is love, all you need is love, love, love is all you
need!” Sharpay
alzò il pugno in aria mentre lei e Gabriella cantavano a squarciagola quella
canzone, barcollando a braccetto per le strade di Albuquerque.
Davanti a
loro, Kelsie e Jason si rincorrevano, cercando di bagnarsi con delle bottiglie
di birra.
Dietro di
loro, Troy e Zeke ridevano a crepapelle per qualche sconosciuta ragione, mentre
qualche metro più dietro Chad e Taylor si baciavano forsennatamente senza
smettere di camminare.
“We are living in a yellow submarine!” attaccò
Gabriella, proprio mentre Ryan e Martha sfrecciavano accanto a loro in preda
alle risate, su una bicicletta presa chissà dove.
Per farla
breve, era la notte di Capodanno (anzi, per essere più precisi, le quattro del
mattino) ed erano tutti e dieci sbronzi.
Erano
andati ad una festa organizzata da un loro vecchio amico e, ben sapendo che i
loro genitori sarebbero stati fuori anche loro, non avevano badato a quanto
bevevano, sentendosi liberi. Perfino Chad e Troy, i due che solitamente
resistevano di più, erano partiti.
Naturalmente,
l’input (o la minaccia) di andare a quella festa era partito da Sharpay. Perché
doveva ammettere che, per quanto inferiori
a lei potessero essere i suoi ex compagni di liceo, quando si trattava di
feste, sapevano fare eccome.
“Guardate!”
strillò improvvisamente Kelsie, che si era fermata per riprendere fiato “C’è
una mucca in mezzo alla strada!”
Ma la
mucca non era altro che una povera signora nottambula con il cane al
guinzaglio, che sentendo le risate da pazzi di quel gruppo, si allontanò il più
velocemente possibile.
Proprio in
quel momento, Jason raggiunse la sua ragazza e le versò la birra in testa,
provocando altre risate.
Taylor,
staccatasi dal Chad, raggiunse le due cantanti e si mise anche lei a braccetto,
partecipando al coretto.
Coretto
che poi si allargò quando tutti e dieci si unirono come una catena, cantando
dai maggiori successi dei Beatles alla sigla di Hanna Montana, passando per
l’inno americano e quello dei Wildcats.
Finalmente,
arrivarono a casa di Troy, buia e vuota, e si accalcarono tutti davanti
all’entrata.
“Non
riesco ad infilare la chiave…” ridacchiò il castano, che vedeva tripla
serratura e non trovava quella giusta.
Sharpay
gli strappò la chiave di mano e, tastando con le mani dalla perfetta manicure,
riuscì nel suo intento.
Aprì la
porta e Gabriella, che vi era appoggiata, cadde lunga distesa sul pavimento.
Seguirono
cinque secondi di silenzio, poi la mora iniziò di nuovo a ridere, subito
seguita dai suoi amici.
Si
trascinarono come una mandria su per le scale, tentando di raggiungere incolumi
la camera da letto, ma quando fecero per entrare, Troy spalancò le braccia e
gridò: “Alt! Il mio letto è troppo piccolo!”
E senza
aggiungere altro, si spostarono tutti verso la camera dei signori Bolton.
###
“Io dico
che erano tutti ubriachi.”
“Ah,
chissà quanto avevano bevuto a quella festa, senza ‘vecchi’ tra le scatole!”
“Avranno
fatto un sacco di casino.”
“Beh,
almeno sono a letto vestiti.”
I signori
Bolton erano in piedi nell’ingresso della loro camera, e commentavano
pacificamente la scena davanti ai loro occhi.
Erano
tornati cinque minuti prima dall’albergo in cui avevano passato il Capodanno
due anni prima e, entrati in casa, avevano seguito la strana scia di scarpe,
borse e persino un pallone da basket, fino in camera loro, dove avevano trovato
loro figlio e i suoi amici che dormivano pesantemente.
Lucille
guardò l’orologio: “Sono le due del pomeriggio. Dovremmo svegliarli, non
credi?”
Jack
ridacchiò: “Se ci riesci…”
Lei alzò
un sopracciglio: “Torno subito.”
Mentre la
moglie andava a cercare qualcosa nello sgabuzzino, il coach Bolton ritornò a
guardare i ragazzi, e gli scappò un sorrisetto.
Erano
teneri, a modo loro.
Chad era
nel bel mezzo del letto, con Taylor sul suo petto a destra e Gabriella a
sinistra.
Lei era
abbracciata da dietro da Troy, sulle cui gambe dormiva Ryan.
Martha
aveva appoggiato la testa sulla pancia del biondo, permettendo così a Kelsie e
Jason, abbracciati, di utilizzare le sue gambe come cuscini.
Infine
Sharpay, che dormiva accanto a Taylor, con Zeke alle sue gambe.
Lucille
ritornò in quel momento, brandendo una trombetta acustica [Avete presente quegli affari che si usano negli stadi per fare casino?
Oppure in barca? Ecco, quelle! Nda].
Jack la
guardò e sogghignò: “Però sei crudele!”
Lei rise:
“Credo che non ci sia altro modo!” e premette forte il pulsante rosso.
Il suono
acuto e fastidioso rimbombò per la casa, e i dieci ragazzi saltarono su come
molle, decisamente spaventati, strillando.
Così
bruscamente che Troy e Zeke caddero addirittura dal letto.
“Aaaaaah
che succede!?!” gridò Chad, temendo qualcosa tipo un attacco aereo.
“E’ ora di
svegliarsi, pigroni! Sono le due del pomeriggio!” esclamò ad alta voce Lucille.
Tutti i
ragazzi sospirarono esasperati, e si ridiscesero pesantemente.
“Mamma.”
ringhiò Troy, arrampicandosi faticosamente sulle coperte “Ti sembra questo il
modo si svegliare delle persone?! Non farlo mai più.”
La madre
scosse la mano: “Forza, vi voglio giù dal letto in un quarto d’ora! E niente
storie!”
Ryan si
passò una mano sugli occhi: “Non ho la forza di alzarmi. Ma cosa diavolo ci
avevano messo nel ponch?”
“Non è
stato solo il ponch, fratellino,” rispose Sharpay, mettendosi seduta sul letto
con il viso cadaverico “Sono state la vodka, la birra e quell’altra cosa di
colore rosso…”
Gabriella
si alzò in piedi barcollando: “Mai. Più. Piuttosto torno a fare il karaoke!”
Il suo
ragazzo ridacchiò, aggrappandosi ad un’anta dell’armadio per raggiungere
incolume il corridoio: “Come se ti fosse andata male!”
“Fermi,
voi due!” esclamò Chad “Non iniziate a tubare
ora o giuro che vomito qui!”
La mora
fece una smorfia: “Io sì, invece…” e corse verso il bagno.
“Allora,
volete scendere o devo venirvi a prendere io?” all’ennesimo richiamo di
Lucille, gemettero tutti e con fatica raggiunsero il piano di sotto.
“Ecco qua,
bevete.” Jack diede loro dei bicchieri colmi d’acqua “Facciamo che noi non
abbiamo visto niente, d’accordo?”
“Grazie,
coach,” borbottò Jason “Ci sarebbe mancata solo la sgridata dei nostri…”
“Gabriella,
cara, stai bene?” domandò preoccupata la signora Bolton vedendola entrare in
cucina pallida e stanca.
Lei annuì,
sedendosi vicino a Zeke: “Sì, è solo la nausea…”
La madre
di Troy scoccò un’occhiataccia a tutti loro: “Ragazzi, non vorrei sembrarvi la
solita matusa, però…!”
“Mamma, ti
prego!” la rimbeccò il figlio “Se non lo vuoi essere, allora niente predica!
Come se non avessi mai preso una sbronza a Capodanno da diciottenne…”
“Chissà
come sarà questo nuovo anno…” si chiese dopo qualche istante di silenzio
Taylor.
Kelsie
fece una smorfia: “Come inizio non è stato il massimo…”
“L’importante
è rimanere come siamo. Rimanere una squadra, nel bene e nel male.” tutti
annuirono al discorso di Troy “Siamo Wildcats, ricordatevelo.”
Chad tese
la mano al centro del tavolo: “Anno nuovo, vecchi Wildcats!”
Tutti
sorrisero e misero le mani sopra la sua: “Anno nuovo, vecchi Wildcats!”
Ecco
qui il nuovo capitolo di Wildcats forever!
Non vi ho nemmeno fatte aspettare molto, visto? Questo perché HSM3 mi ha ridato
la carica, come credo un po’ a tutte XD
Ma
non fatemi parlare del film che altrimenti non la smetto più ^^
Ringraziamenti:
Alexia379: ci contavo nel pezzo
in cui critica Zac, ho sempre sognato di metterlo XD Comunque ha torto marcio,
Zacchino è troooppo bello XD Bacioni
Romanticgirl: grazie davvero XD
HSM3 l’hai visto, vero? bacione!
Lovely_fairy: io a Natale spero di
avere HSM3 XD Così ho una specie di “regalo di Troy”, eheh XD Lucille pensa
male e fa benissimo X3 Un bacione
Ciokina14: lo sapevo che il
regalo di Troy ti sarebbe piaciuto, sisi ^^ Ci penso, alla conseguenza, ci
penso (mwahahahah) Bacione!
Tay_: io sono molto fiera
di te perché stai scrivendo una Troyella XD E loro due nel tre sono super XD
Adesso vedo per la fic! Kisses!
Angels4ever: non ti preoccupare,
meglio tardi che mai XD Noo, per l’anello è ancora presto XD Bacio!
Faboulos95: eeh peccato che non
si trovino dei ragazzi così ^^ Ecco perché scrivo di Troy, eheh ^^ Davvero la
storia sembra vera? Grazie!! Baci!
Armony_93: scusa per il collasso
X3 Visto, un bel pezzo tutto per te sull’amicizia tra Chad e Troy! ho pensato a
te e alla tua nuova ficcy mentre lo scrivevo XD Io sono riuscita a non
commuovermi, c’erano delle mie amiche che non lo apprezzano (bah), quindi mi
sono trattenuta ^//^ Ma è stato emozionantissimo! Risolto il problema msn!
Baci!
Kikka93: io l’ho visto subito,
il 31, appena è uscito!! Non ho potuto resistere.. è vero, Troy e Gabriella
sono davvero mooolto dolci XD Però
sono così cariiinii XD E’ inutile chiedermi se mi è piaciuto, perché l’ho
ADORATO. Ma devo rivederlo assolutamente, una volta sola non basta! Un
bacione!!
Grazie
anche a chi ha commentato Can’t buy me
love:lovely_fairy, romanticgirl,
Titty90, Angel_R, Tay_, lovejero.
Anche
stavolta mi dispiace lasciarvi senza anticipazioni e vi chiedo di avere
pazienza!
Spero che anche questo vi sia piaciuto XD Mi sa che però ci stiamo
avvicinando alla fine, oops XD
36. Ritorno alla East High
La casa
della famiglia Bolton, quel giorno, era stranamente rumorosa.
Non si
sentiva Lucille che canticchiava mentre preparava il pranzo, o la radio a basso
volume che teneva compagnia a Jack mentre studiava nuovi schemi per i Wildcats,
oppure i rumori di Troy che giocava a basket nel campetto.
No, quella
mattina, c’era un rumore che sovrastava tutti gli altri: il pianto disperato di
una bambina.
“Maddie,
Maddie, ti prego, stai buona…” pregò Troy, cullando la sorellina di una
settimana “MAMMA!”
“Arrivo,
arrivo! Non glielo puoi cambiare tu, il pannolone?”
Il castano
spalancò gli occhi terrorizzato: “NO! Non erano questi i patti!”
Gabriella,
che per la prima volta nella vita rimpiangeva di essere andata il sabato
mattina dal suo ragazzo, sbuffò e prese la bambina: “Faccio io!”
Appoggiò
Maddie sul fasciatoio e iniziò a cambiarla, sotto gli occhi disgustati del suo
ragazzo, cantandole una canzoncina per calmarla.
“Grazie al
cielo ci sei tu, Gabriella,” Lucille entrò in quel momento, con in mano un
biberon “Sei davvero un angelo!”
La mora
arrossì: “Si figuri, signora Bolton. Ho accudito mia cugina Penelope per tutto
il tempo in cui è stata qui, e poi mi piacciono i bambini. È un piacere
aiutarla.”
“La senti,
Troy? Altro che te e tuo padre! Tutti carini e gentili, invece nel momento del
bisogno fate le femminucce schizzinose!” sgridò suo figlio.
“Lucille,
ti prego, non ricominciare!” Jack Bolton entrò in quel momento, in testa un
cappellino dei Wildcats e la posta in mano “Ti prometto che il prossimo cambio
lo faccio io!”
Poi
allungò una busta al figlio: “Tieni, è per te!”
Troy la
prese e la rigirò tra le mani: “Viene dalla East High?” domandò stupito.
Il padre
annuì: “Te l’avrei voluto dire io, ma il Preside Matsui ha preferito che le
cose fossero più ufficiali.”
Il castano
l’aprì velocemente, ed iniziò a leggere il contenuto ad alta voce: “Caro signor Troy Bolton, il nostro consiglio
d’istituto ha organizzato una sorpresa che speriamo sia piacevole per i
maturandi dell’ultimo anno.
Visti i grandi successi nella
nostra scuola, abbiamo perciò stabilito con i Rettori delle vostre Università
che alcuni studenti dell’anno passato torneranno per due settimane nella nostra
scuola per insegnareai nostri allievi
attuali e partecipare ad alcune delle vostre vecchie lezioni.
In più, essendo lei stato il
capitano dei Wildcats, avrà l’opportunità di giocare una partita tra vecchie
glorie, contro i West High Knights.
Se accetterà la proposta, la
aspettiamo lunedì prossimo.
Con sincero affetto,
Dave Matsui.”
“Ce n’è
una anche per te, Gabriella.” spiegò sorridendo Jack quando Troy ebbe finito.
“Wow!”
esclamò il figlio, rileggendola velocemente “Non era mai successa una cosa del
genere, vero?”
Il coach
scosse le spalle: “Solo una volta, tanti anni fa. Tu eri ancora alle
elementari.”
“Chi altri
sono stati invitati?” domandò Gabriella.
“L’intera
squadra dei Wildcats dell’anno scorso, più Taylor McKessie, Kelsie Nielson,
Martha Cox e i gemelli Evans.” elencò il signor Bolton.
Troy si
voltò verso la sua ragazza, sorridendo: “Ci andiamo, vero?”
Lei
sorrise ed annuì: “Certo che sì!”
“Grande!
Chiamo Chad!”
###
“Wow. Non
è strano, trovarsi di nuovo qui?”
Tutta la
vecchia compagnia dei Wildcats stava davanti alla porta d’entrata della loro
vecchia scuola.
“E’
fantastico, invece!” esclamò Kelsie, osservando l’imponente costruzione con un
sorriso.
Taylor
lanciò un’occhiata al grande orologio: “Credo che sia ora di entrare, il
preside Matsui ci starà aspettando.”
Prese la
mano di Chad e tutti insieme varcarono la soglia, entrando nell’atrio affollato
di studenti.
Nonostante
la ressa che c’era, improvvisamente cadde il silenzio, poiché tutti si erano
fermati a guardarli.
“Ehm… che
sta succedendo?” bisbigliò Chad.
La
risposta si levò come un mormorio scioccato dalla folla: “Oh. Mio. Dio. Quello
è Troy Bolton!”
“E c’è
anche Chad Danforth!”
“Non ci
credo, lei è Sharpay Evans!”
Gabriella
strinse il braccio di Troy: “Penso che ci convenga andare prima che si mettano
ad inseguirci.” sussurrò.
Il castano
la prese per mano: “Di qua, forza.”
Sgusciarono
per un corridoio a destra, quasi correndo: “Mi ero dimenticato di questo
particolare,” ringhiò tra i denti “Non è passato abbastanza tempo?”
“No, se i
vostri poster giganti sono ancora appesi ai muri!” osservò critica Taylor.
Si
fermarono di botto davanti alla foto gigante dei vecchi Wildcats, scioccati.
“La
squadra di quest’anno non ha vinto il campionato. Anzi, diciamo che non si è
neppure avvicinata alla qualificazione.” continuò lei “Per questo vi
considerano delle specie di ‘eroi’. Ecco anche perché vi hanno proposto di fare
un’ultima, grande partita contro i West High Knights. Sperano che possiate dare
fiducia alla squadra.”
Il suo
ragazzo la guardò stranito: “Ma come fai a sapere tutte queste cose?”
Taylor si
incamminò di nuovo lungo il corridoio, scoccandogli un’occhiata da sopra la
spalla: “Io ragiono, Chad.”
“Ci
possiamo muovere, per favore?” esclamò nervoso Troy “Si stanno avvicinando, lo
sento.”
Sharpay
alzò gli occhi al cielo, mentre velocizzavano il passo: “Dio, Bolton, come sei
così preso da te. Non sono mica cavallette.”
Gabriella
ridacchiò, ben sapendo quanto Troy odiasse essere attorniato da una banda di
teenagers impazzite per il livello troppo elevato di ormoni.
Finalmente,
per una serie di vie traverse, raggiunsero incolumi l’ufficio del preside.
“Avanti,
avanti!” chiamò, dopo che ebbero bussato.
I dieci
ragazzi entrarono nello studio familiare, e furono accolti da un grande
sorriso: “Che piacere rivedervi, ragazzi!” esclamò il preside.
“Il
piacere è tutto nostro, Preside Matsui. Siamo davvero felici di essere di nuovo
qui.” rispose Martha sorridendo.
“Ne sono
compiaciuto. Ora, se volete sedervi, vi spiegherò per bene il motivo per cui
siete qui e cosa dovreste fare.”
I Wildcats
presero posto, Gabriella e Kelsie sedendosi rispettivamente sulle gambe di Troy
e Jason perché non c’erano più sedie, ed il preside riprese: “Come avrete letto
dalle lettere che vi sono arrivate, avete ottenuto un permesso speciale per
passare due settimane qui alla East High. Il motivo di questa scelta è
semplice: vogliamo che i nostri ragazzi abbiano in prima persona l’esperienza
di incontrare qualcuno che, uscita dalla nostra scuola, ha intrapreso la strada
del college. E, siccome voi siete abbastanza, come dire, famosi nel nostro istituto, abbiamo deciso di scegliervi. Ma non
nego che ci sia anche un altro problema.”
Matsui si
tolse gli occhiali e si strofinò le tempie, come afflitto da gravi pensieri:
“Sapete benissimo che la East High può, anzi, poteva vantare di tre grandi
gruppi che rendevano prestigioso il suo nome: la squadra di basket, la squadra
del Decathlon Scolastico ed il Drama Club. Ma, da quest’anno, per non si sa
quali motivi, questi tre gruppi stanno andando a rotoli. Ecco anche perché
abbiamo deciso di chiamarvi. Voi siete riusciti, in due anni, a vincere tutti i
premi che ci eravamo prefissati, ed ad alimentare lo spirito di squadra di
tutta la scuola. Ad unificare davvero
i Wildcats. Perciò, siamo convinti che in due settimane voi possiate far
riaffiorare questo spirito di squadra. Che ne pensate?”
Troy si
accigliò: “Mi scusi, signore, ma… esattamente, cos’è che dovremmo fare?”
“E’ molto
semplice, signor Bolton. Vi saranno assegnate delle materie da insegnare, in
più la partita di basket contro i West High Knights ed un aiuto nel teatro. Voi
dovete tirare fuori il coraggio e l’amicizia che c’era fino all’anno scorso. E
non crediate che non sappia che è stata solo per vostra iniziativa che la
scuola si è così unita.”
Il gruppo
ridacchiò, scambiandosi occhiatine felici: “I vostri compiti saranno questi.
Signorina Montez, lei insegnerà matematica. Signora McKessie, a lei tocca la
Chimica. Signorina Cox, a lei Scienze. Signori Evans, voi aiuterete la signora
Darbus durante l’ora di Teatro, mentre la signorina Nielsen si occuperà di
Musica. Per quanto riguarda voi, miei cari ragazzi, voi ritornerete in squadra
ed insegnerete ai ragazzi cosa significhi essere
una squadra. Avete capito tutti?”
Loro
annuirono: “Quando potremmo cominciare?” domandò entusiasta Taylor.
Il preside
lanciò un’occhiata all’orologio da polso, che segnava le nove esatte: “Da oggi
stesso, signorina McKessie. Credo di avervi detto tutto.”
Una
campanella suonò proprio in quel momento, ed i ragazzi si alzarono sorridendo.
Era tutto così strano, ma al tempo stesso perfetto.
“Grazie
davvero per questo privilegio, signore.” sorrise Troy, stringendo la mano di
Gabriella.
L’uomo
agitò una mano davanti al viso: “Oh, è tutto per la scuola, Troy. Piuttosto,
ragazzo mio, penso che tutto questo sia per lei.”
In
effetti, si era creato un rumoroso brusio davanti alla porta, e tra le
centinaia di voci si distinguevano alcune parole, tra cui Ti giuro, è lui!, Oddio, non
posso credere che sia qui, Signor
Preside, liberi Troy! e Quanto vorrei
che si togliesse la maglietta.
Il castano
sbarrò gli occhi terrorizzato. Merda.
All’improvviso,
si aprì una porticina laterale ed una voce forte e squillante esclamò: “Posso
intuire dal rumore che i ragazzi sono tornati.”
Il viso di
Sharpay si aprì in un sorriso luminoso: “Signora Darbus!”
Si alzò di
scatto dalla sua sedia e volò ad abbracciare la donna, che rise e
contraccambiò: “Mia cara, che piacere averti qui! Finalmente qualcuno che sa
cos’è il Teatro! Mi servirà tutto il tuo aiuto per lo spettacolo!”
Gli altri
Wildcats si guardarono interrogativi: “Quale
spettacolo?” sibilò Chad, temendo la risposta.
“Quello
che dovrete mettere in scena, naturalmente, signor Danforth, per far vedere ai
nostri alunni cosa sia la vera arte.
E naturalmente, per lo spirito di squadra.” si affrettò ad aggiungere notando
l’occhiata che il preside le aveva lanciato.
Troy alzò
le mani: “Oh, no, non ho nessuna voglia di saltellare di nuovo per un palco!”
“Oh, non
rompere, Bolton!” abbaiò Sharpay, radiosa come non mai “Faremo questo
spettacolo, voglia o non voglia! L’East High deve ricordarsi di me! Ehm, volevo
dire, di noi.”
“Ben
detto, signorina Evans!” Dave Matsui s’alzò in piedi e sorrise a tutti loro “E
ora potete andare, ragazzi. La prima è lei, signorina McKessie. La vostra
lezione di chimica vi aspetta. E… ben tornati alla East High!”
Il castano
si alzò e respirò a fondo: “Okay. Preferirei avere una guardia del corpo, ma
sono pronto ad uscire.”
Zeke gli
diede un’amichevole pacca sulla spalla: “Coraggio, amico, ti proteggeremo noi.”
Gabriella
rise e gli prese la mano: “Andiamo.”
Uscirono
dall’ufficio del preside e furono accolti da una massa di ragazzine (e
ragazzini) urlanti.
Chad e
Troy si scambiarono un’occhiata divertita, mentre si schiacciavano un po’
impauriti contro la porta: “Beh, i ragazzi sono tornati.”
###
“…Per
questo, se moltiplichiamo la prima equazione per due, potremmo effettuare il
metodo di riduzione, togliere così l’incognita z e risolvere il sistema. Avete capito?” Gabriella si girò per
fronteggiare la classe, stringendo il gesso in mano.
Era già il
secondo giorno alla East High, e tutto era semplicemente perfetto.
Si levò un
mormorio contento, perché tutti, grazie alla sua bravura nell’insegnare,
riuscivano a capirci qualcosa di più del solito.
Perfino
Chad e Jason erano riusciti a seguire senza troppa fatica.
Incrociò
lo sguardo soddisfatto di Taylor, che le strizzò l’occhio, poi iniziò a girare
per la classe, ricapitolando tutte le varie definizioni che aveva spiegato quel
giorno.
Si stava
divertendo tantissimo. Non l’avrebbe mai detto, ma era terribilmente facile
insegnare a quei ragazzi. Non la colpiva il panico, come spesso accadeva quando
doveva parlare in pubblico.
Si
appoggiò alla cattedra, osservando con un sorriso tutti gli studenti che
scrivevano sul quaderno.
Beh, tutti
tranne uno.
Troy era
appoggiato allo schienale della sua sedia, gli occhi fissi davanti a sé, e
giocherellava con la matita.
Gabriella
seguì quello sguardo azzurro, che terminava direttamente sulle sue gambe,
lasciate scoperte da una gonna che le arrivava un po’ sopra il ginocchio.
Sorrise
appena e cinguettò: “Signor Bolton?”
“Mhm?”
rispose lui, senza spostare la sua attenzione.
La mora
iniziò a camminare verso di lui, volutamente lenta: “Potrei vedere come ha
risolto le sue disequazioni?”
Il castano
parve riaversi, e la guardò negli occhi: “Ehm, uhm, non credo che sia così
giusta…”
Lei
ridacchiò e osservò il suo quaderno. Era bianco, tranne che per la data e
qualche numero a casaccio: “Bene, bene, signor Bolton. Vedo che è stato molto
attento.”
“Non sai
quanto, piccola…” mormorò a voce così bassa che lo udì solo lei.
Gabriella
avvampò ma sorrise maligna: “Penso proprio che lei aiuterà la signorina e il
signor Evans in teatro, per lo spettacolo.”
Troy
sbarrò gli occhi: “Cosa?!? No, non puoi farmi questo!”
“Oh, sì
che posso!” la campanella trillò in quel momento “Sharpay, Ryan, è tutto
vostro. Buon lavoro!”
La bionda
scattò in piedi ed afferrò il polso del castano: “Forza, Bolton, queste braccia
muscolose mi servono per sollevare la vernice!”
Il ragazzo
gemette, mentre veniva trascinato via, senza nemmeno provare ad opporre
resistenza.
Incrociò
per un secondo lo sguardo della sua ragazza. Oh, sì, Gabriella gliel’avrebbe
pagata cara. Molto cara.
Okay,
dopo più di un mese torno, per vostra grande felicità, a pubblicare Wildcats forever.
Dovete
ringraziare la colonna sonora di HSM3 in versione speciale che mi sono regalata
per Natale, eheh. L’ho ascoltata mentre finivo di scrivere, e mi ha dato la
carica per pubblicare (giuro, l’ho finito venti minuti fa!). Compratela, i
contenuti speciali sono emozionanti *me fa pubblicità alla Disney XD*
Spero che vi sia piaciuto XD Volevo inserirci The boys are back, ma non ce l’avrei fatta
XD Mi sa che però ci stiamo avvicinando alla fine, oops XD
Ringraziamenti:
ciaiciai: grazie davvero XD
Sorry, ma non posso fare spoiler ^^ Bacioni!
Lovely_fairy: prima moralmente, dai
XD Ryan si riprenderà, lui ha Martha da conquistare! Non lamentarti che ti ho
anche risposto, su msn U_U Chad con gli occhioni blu non sarebbe male ^^ Baci!
KissMe: Io l’ho sempre detto
che Sharpay è una grande. Comunque sì, HSM3 mi ha dato una scarica
d’adrenalina! E a chi non l’ha data, di noi pazze HSMusicoliane? XD Kiss
Angels4ever: niente spoiler ^^ Il
classico uccide, a volte X3 Besos
Ciokina14: allora, io penso di
aver capito. O forse no? Al limite me lo dici su msn! Perché lo so che non è il
matrimonio!! Per la tua ultima affermazione, mi associo completamente XD Un
bacio dear!
Armony_93: Una nuova long? Ci
penso XD Sono contenta che ti abbia fatto ridere così tanto ^__^ Un bacione, a
presto!
Tay_: ma che impazzita, vai
benissimo così! (mwahahahahah) No, io lo so che sarà la prima di una luuunga
serie XD Io amo Zac XD Bacione!
Kikka93: io lo rivedrei
milioni di volte.. devo convincere un mio amico a scaricarmelo XD Bacione!
Alexia379: perdonami, ma la
storia della mosca non l’ho capita ^^’’’ Me lo aspettavo con più colpi di
scena, vedendo il trailer. Sai, molto più “Oddio chissà adesso che succede”. Ma
è stato meraviglioso lo stesso XD Baci!
Faboulos95: sì, dai, sarà un
patto che manterranno XD Sono contenta che sia tra le preferite! Kisses
Romanticgirl: eeh, chissà, mia
cara.. io non farò spoiler!!
Il
prossimo è a buon punto, giuro. Però non so quando pubblicherò, con le vacanze
di mezzo XD spero di non farvi aspettare ancora così tanto!
Un
bacione grande a tutte voi che mi aspettate sempre!
Ed un altro capitolo è andato XD Spero che il vostro Natale sia passato
bene, e che vi si prospetti un bel Capodanno XD
37. Posso avere questo ballo?
“Signor
Bolton, è così bello rivederla in teatro… di
nuovo.”
Troy
lanciò un’occhiataccia alla signora Darbus, appena entrata nel grande teatro.
“Mi
compiaccio del fatto che si sta prodigando per il nostro spettacolo. Un aiuto
in teatro è sempre ben gradito, soprattutto dai nostri attori.”
Il castano
sbuffò, intingendo il pennello nella pittura dorata: “Signora Darbus, non le ho
ancora assicurato che parteciperò allo spettacolo.”
L’insegnante
agitò una mano: “Suvvia, signor Bolton, sappiamo benissimo entrambi quanto lei
sia a suo agio sul palco, e che sarete in prima linea, lei e la signorina
Montez.”
Lui alzò
gli occhi al cielo e Ryan, che stava già provando delle nuove coreografie,
ridacchiò: “Mai mettersi a discutere con la Darbus, amico.”
“E mai
mettersi a discutere con me, Bolton.” Sharpay gli piombò alle spalle, entrambe
le mani sui fianchi “Ti avevo detto che la vernice doveva essere oro
brillante.”
Troy la
guardò dal basso, ad occhi sgranati: “E’ oro brillante!”
Il
sopracciglio perfettamente depilato si sollevò: “Quello non è oro brillante, Bolton. Quello è un
semplice oro.”
Il ragazzo
scosse la testa: “Okay, e come dovrei fare per ottenere l’oro brillante?”
La bionda
ghignò maligna, tirandogli un altro barattolo: “Mescola.”
Lui
gemette esasperato, concentrandosi sul nuovo recipiente. Che incubo.
“Forza,
signor Bolton, non abbiamo tutto il tempo del mondo.” lo esortò con un sorriso
la Darbus.
“Darbus!”
Alzò la
testa al suono della voce di suo padre, che entrava a passo di marcia nel
teatro: “Possibile che debba sempre trovare Troy in teatro ogni volta che deve
giocare?”
La
professoressa si lanciò lo scialle violetto sulla spalla destra: “Questo è un
luogo di purificazione, Bolton, l’anima si rafforza e innalza leggera. Non come
nella vostra palestra puzzolente, dove si gareggia con la forza bruta. Per il
giovane Bolton è molto più salutare stare qui!”
Jack alzò
gli occhi al cielo: “Troy, muoviti, in palestra.”
Il figlio
mollò il pennello ed in cinque secondi stavano già dirigendosi verso la
palestra.
“Un giorno
mi spiegherai come fai a farti sempre mettere in detenzione con la Darbus…”
borbottò il coach dei Wildcats.
“E’ stata
Gabriella a mandarmi!” si difese il castano, aprendo il suo armadietto.
“Così la prossima
volta l’ascolterai mentre spiega invece di guardarle le gambe!”
Troy
divenne color pomodoro: “Co-come fai a saperlo?”
Il padre
lo guardò di sbieco: “Lei, Taylor e Kelsie sono sugli spalti. Le ho chiesto
dov’eri finito, e mi ha raccontato la storia.”
Il castano
sospirò, entrando nella palestra.
“Ehi,
capitano!” lo salutò Zeke “Pronto a giocare?”
Lui lanciò
un’occhiata alla ragazza sulle gradinate: “Certo.”
Afferrò la
palla e ghignò maligno.
Era il
momento della sua rivincita.
“Forza,
Wildcats, preparatevi!” gridò, battendo le mani.
Tutta la
squadra, sia di veterani che quella attuale, iniziò ad allenarsi, sotto i
comandi del numero 14.
Quasi
naturalmente, ogni membro riconosceva in lui il vero capo, il playmaker di
diritto, senza che nemmeno lui si fosse imposto. Era la sua carica che
influenzava tutti.
“Tira,
Chad!” gridò, dribblando un avversario.
Il
ricciolino saltò e segnò un canestro da tre punti, scambiandosi poi un cinque
con il suo migliore amico.
Taylor,
dalle tribune, sorrise: “Guarda come sono felici.”
Kelsie
piegò la testa di lato, osservando Jason: “L’abbiamo sempre saputo che questa è
la loro vera casa, qui i Wildcats si scatenano.”
All’improvviso,
Gabriella emise un gemito strozzato di stupore, dal profondo della gola, e le
due amiche si voltarono preoccupate e stupite verso di lei: “Che ti succede,
Gabby?” domandò gentilmente la compositrice.
La mora
arrossì di botto, senza rispondere e tenendo lo sguardo fisso sul campo da
gioco.
Allora
anche le altre due ragazze guardarono da quella parte e capirono tutto.
Troy si
era tolto la maglietta e stava giocando a petto nudo, sforzandosi al massimo,
in modo che ogni più piccolo muscolo fosse in movimento.
Ed oltre a
Gabriella, lo avevano notato pure le cheerleader, che da bordo campo
bisbigliavano e ridacchiavano eccitate.
Il castano
si fermò e agguantò una bottiglietta d’acqua, sorridendo sotto i baffi.
Chad si
accigliò e lo raggiunse: “Amico, che fai?”
L’amico
guardò con la coda dell’occhio gli spalti e fece un cenno minimo con la testa
in quella direzione.
Il numero
otto lanciò uno sguardo dove gli veniva indicato, osservando una Gabriella
bordeaux che faceva finta di parlare con Taylor, ma in realtà lanciava
occhiatine oblique al suo ragazzo.
“Ehm…”
temporeggiò “Qual è il senso di tutto ciò?”
Troy bevve
tutta l’acqua rimasta nella bottiglietta, poi l’accartocciò con la mano: “Lei
mi ha mandato a pitturare per Sharpay, ora la paga.”
Il
ricciolino alzò gli occhi al cielo, allontanandosi: “Voi due siete senza
speranza.”
Il castano
ghignò: “Perché non provi anche tu? A Taylor non dispiacerà.”
L’altro si
fermò e guardò si sbieco il suo migliore amico.
E cinque
secondi dopo, anche Taylor, sugli spalti, arrossì di botto.
Kelsie
osservò le sue due amiche e sospirò: “Ragazze, dai, contenetevi.”
Gabriella
si spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio: “Se non la smette, giuro che
me ne vado. Tutte quelle cheerleader sembrano tante galline.”
“Dovresti
esserci abituata.”
“Sì ma
adesso lui lo sta facendo apposta.”
“Esibizionista…”
borbottò a mezza voce Taylor, osservando cupa il suo ragazzo che si esibiva in
canestri e dribbling acrobatici.
“Cosa sta
facendo quella?” sibilò la mora,
stringendo gli occhi alla vista del nuovo capo delle cheerleader che si
avvicinava ancheggiando al suo
ragazzo e con un sorriso malizioso gli porgeva un’altra bottiglietta d’acqua.
“Okay,
ragazzi, potete andare!” la voce di Jack Bolton risuonò nella palestra.
La squadra
cominciò a ritirarsi verso gli spogliatoi, e Troy si scrollò di dosso la cheerleader
con un sorriso, incamminandosi poi lentamente verso le ragazze.
Gabriella
deglutì e si rivolse totalmente alla sua migliore amica, ignorando il capitano
di basket: “Piaciuto l’allenamento?”
Kelsie
alzò gli occhi al cielo: “Ti prego.”
Chad si
unì a loro con un ghigno: “Son rimaste scioccate, amico.”
Taylor gli
scoccò un’occhiataccia: “Oh, certo, scioccate dal vostro ridicolo teatrino.”
“Perché
non chiedete alle cheerleader che cosa ne hanno pensato?” borbottò la mora.
Troy
ghignò e le prese la mano: “Uuh, qui qualcuno è geloso o sbaglio?”
Lei
arrossì e tentò di non incrociare le due pozze blu d’oceano: “Uhm… no.”
Il sorriso
del ragazzo si allargò, e lui la tirò in piedi, stringendola a sé,
sussurrandole all’orecchio: “Invece lei è gelosa, signorina Montez.”
Gabriella
divenne ancora più rossa: “E’ la tua vendetta per la detenzione?”
Il castano
ridacchiò, soffocando un’imprecazione. A volte non era così comodo avere una
ragazza super intelligente.
Così,
invece di risponderle, le diede un bacio sulla guancia e le mormorò: “Sei la
professoressa di matematica più sexy che abbia mai avuto.”
Lei rise e
gli diede una scherzosa spinta sul petto: “E tu sei lo scemo più scemo che
abbia mai conosciuto.”
“Vado a
farmi una doccia. Ci vediamo qui.” le diede un altro bacio sulla guancia e
corse, scherzando, insieme a Chad negli spogliatoi.
“Scendi
dalle nuvole, Cenerentola.” ridacchiò Kelsie, mentre la sua amica si risiedeva
con un sorriso sognante.
“Eeh, io
la conoscevo quando ancora era una cara e timida studiosa con i piedi per
terra,” la sostenne Taylor “Ma purtroppo è stata ben presto catturata
dall’incantesimo di Bolton!”
“Ehi,
piantatela!” rise Gabriella “Anche voi non siete immuni al fascino dell’uomo
del basket!”
Continuarono
a ridere e prendersi affettuosamente in giro, finchè la squadra non ritornò,
lavata e vestita, nella palestra.
La mora
scese i gradini delle tribune e dall’ultimo si lanciò dritta nelle braccia di
Troy, che ridendo iniziò a farla girare, sotto lo sguardo maligno ed invidioso
delle cheerleader.
“Signor
Bolton, signorina Montez, sono molto contenta del fatto che anche in questo
luogo puzzolente si dia libero sfogo dei sentimenti, ma ora ci sono le prove
dello spettacolo, perciò muovetevi.”
abbaiò la signora Darbus dall’uscita “E questo vale per tutti voi!”
Il numero
quattordici alzò gli occhi al cielo: “Signora Darbus, le ripeto che non so se parteciperò allo spettacolo!”
Ma la
professoressa lo gelò con lo sguardo: “Mi contraddica ancora una volta, signor
Bolton, e passerà i prossimi giorni a pulire i retroscena del teatro. E mi
creda, è dal 1989 che nessuno li pulisce a fondo.”
Troy fece
una smorfia terrorizzata, prese per mano la sua ragazza e marciò dritto verso
il teatro, seguito dai suoi amici, sotto il sorriso soddisfatto
dell’insegnante.
Il teatro
era ancora occupato da Sharpay e Ryan, ma anche da alcuni studenti che
apparivano terrificati dalla bionda.
La signora
Darbus salì le scale e si mise al centro esatto del palco: “Bene, miei cari,
avete davanti a voi alcune delle stelle più fulgide dello spettacolo nella
storia della nostra scuola, che conoscete già, immagino.”
La giovane
Evans ghignò compiaciuta, portandosi una mano al petto e accennando ad un
piccolo inchino, mentre suo fratello la osservava e scuoteva la testa.
“Sono
lieta di annunciarvi Troy Bolton e Gabriella Montez!” sbarrò gli occhi a quelle
ultime parole della professoressa: “COSA?!” gridò.
La coppia
si bloccò sul primo gradino. Ohoh.
“Sono IO la stella più fulgida dello
spettacolo della scuola! Senza di me non avreste combinato un bel niente!” strillò, battendo un
piede a terra e stringendo i pugni “Senza offesa, naturalmente, ragazzi.”
puntualizzò voltandosi poi con un sorriso ‘dolce’ verso i due amici.
“N-no,
f-figurati.” pigolò Gabriella, atterrita, senza osare aggiungere altro.
“Shar,
calmati adesso.” Ryan le si avvicinò con le mani avanti “Sono certo che la
signora Darbus avrebbe parlato subito di te. Solo che non le hai dato tempo.”
“Ma certo,
mia cara!” s’intromise subito la professoressa “Sai benissimo che la tua
maestria non può essere offuscata da nessuno! Volevo solo annunciare chi
sarebbero stati i primi ad esibirsi alle prove quest’oggi. E in fondo, Sharpay
cara, non puoi negare che Bolton e la signorina Montez qui non abbiamo talento.”
Sharpay
pensò per un secondo: “Oh, beh…” poi fece spallucce “L’importante è che si sia
capito.”
“Si è
capito, tranquilla.” Ryan la prese per le spalle e l’allontanò dal centro del
palco.
“Forza,
salite, salite!” Gabriella e Troy obbedirono all’imperiosa esclamazione della
stramba insegnante, e titubanti le si affiancarono.
“Ehm…
signora Darbus, esattamente cosa dovremmo fare?” domandò il ragazzo,
disorientato.
La Darbus
si rivolse a loro con un sorriso maligno: “Improvvisare, signor Bolton. Dovete
far vedere a questi ragazzi come ci si comporta sul palcoscenico. Ah, e dovrete
ballare. Un valzer.”
“Improvvisare? Come improvvisare?” gemette la mora “Ma lei non ci ha mai insegnato ad
improvvisare!”
La
professoressa alzò gli occhi al cielo: “Per favore, come se si potesse davvero
insegnare. Date libero sfogo alla fantasia, signorina Montez. Voglio vedere
emozione!”
E con un
gesto della mano, diede segno di far partire la musica, scendendo poi dal
palcoscenico.
Troy e
Gabriella si guardarono spaventati, mentre partivano le prime note.
“Gabby… io
non so ballare il valzer!” sussurrò
lui in preda al panico.
Ma la
ragazza sorrise, gli tese la mano ed incominciò a cantare:
Take my hand, take a breath
Pull me close and take one step
Il ragazzo
fece come gli era stato detto, prendendole la mano e mettendole quella libera
sulla suo fianco, stringendola a sé, seppur titubante.
Keep your eyes locked on mine
And let the music be your guide
Iniziarono
a danzare lentamente al ritmo della musica, sotto lo sguardo compiaciuto della
professoressa e quello intenerito dei loro amici.
Won't you promise me(now won't you promise me, that you'll never
forget) We'll keep dancing(to
keep dancing) wherever we go next
Anche Troy
incominciò a cantare, sorridendole, e le loro voci si mischiarono in una sola.
It's
like catching lightning the chances of finding someone like you
It's one in a million the chances of feeling the way we do
Improvvisare
non era più un problema. Bastava soltanto che cantassero ciò che provavano
l’uno per l’altra, ed il gioco era fatto.
And with every step together, we just keep on getting better So can I have this dance(can I have this dance) Can I have this dance
Si
guardarono negli occhi, sorridendo, mentre la musica sfumava lentamente.
Un boato
di applausi eruppe dalla folla, la Darbus salì sul palco sorridendo: “Bravi,
bravi! Questo è lo spirito giusto, vede signor Bolton? Eseguirete questa
canzone anche nel nostro spettacolo, naturalmente una versione completa, e la
signorina Nielsen vi aiuterà a comporla!”
Kelsie
annuì, afferrando un foglio su cui aveva già riportato le parole cantate da
Troy e Gabriella.
La mora
guardò il suo ragazzo, sorridendo: “Sei nel musical, Wildcat.”
Il castano
le fece l’occhiolino: “In fondo, credo di non esserci mai uscito.”
Ed
un altro capitolo è andato, anche se la fine non mi soddisfa XD Spero che il
vostro Natale sia passato bene, e che vi si prospetti un bel Capodanno XD
La
canzone era, ovviamente, Can I have this
dance? dall’unico ed inimitabile
HSM3. Scusate se non l’ho messa tutta ma non ci stavo XD
Ehm,
il prossimo capitolo non è altro che una pagina bianca. Che non so quando e con
cosa sarà riempita, perché non voglio poi far finire questa storia tanto presto
XD Scusate XD In più ho finito questo capitolo giusto oggi pomeriggio, e ho
voluto pubblicare solo perché dopo non so quando l’avrei fatto XD
Ringraziamenti time:
lovely_fairy: sìì, Troy fratellone
è strafigo. Averlo, un fratello come lui ^^ Anche qui Gabriella e Troy mooolto
dolci ma anche maliziosi, che dici?? XD Taylor ci tiene alla sua vecchia scuola
X3 Un bacione grandee a presto!
Armony_93 (la mia
imbranata preferita XD): non ci sono mai parole per ringraziarti abbastanza dei
tuoi commenti. Però dai, non esagerare. C’è gente davvero molto più brava di me
XD comunque grazie, mia compagna di ripopolamento. E comunque, sì, ci hai
azzeccato: quasi me lo sogno di notte, Troy/Zac senza maglia. Per fortuna
esistono le foto di lui al mare XD Torna presto anche tu a scrivere, che ho
davvero bisogno di te. troyella, of course XD Bacio
Titty90: Mi sa che ti è
piaciuto sto capitolo, sister XD Sì, ma tanto lo so che leggi lo stesso anche
se non recensisci, mi fido ^^ Grazie dei regali!!! Un bacio a presto!
Ciokina14: prima o poi tutto
finisce. Purtroppo. XD Maddie, come Ashley in Zack e Cody al Grand Hotel XD
Rimango sempre in casa Disney XD beh, almeno su quel punto ci siamo chiarite XD Kiss
4everWITCH: ok, sbaglio o tu sei
nuova? Se è così, benvenuta e grazie! Spero di ritrovarti!
Angels4ever: surprise, era il mio
regalo di Natale. Penso che Troy si sia vendicato abbastanza XD Kiss
Faboulous95: ho aggiornato presto,
durante le vacanze ho scritto molto XD
Kikka93: il cd è magnifico, la
versione speciale soprattutto ^^ Sì, ma finisce tra un po’, non disperare
subito XD Kiss
Lore93: sono contenta che hai
sempre seguito XD E ancora più contenta nel vedere che adesso commenti anche XD
Grazie davvero!
Lovejero: wow che bella
recensione, grazie XD e comunque, mi fa piacere lo stesso sapere che leggi, e
che in ogni caso hai iniziato a recensire ora! Grazie sul serio XD
Tay_: il seguito?anf pant,
tesoro mio, quanto mi fai lavorare!! Beh, vedrò, già è lunga di suo, se ci
metto un seguito non finisce davvero più!! A presto su msn, d’accordo? Beso
Romanticgirl: qui c’era la vendetta
di Troy XD se si vendicasse così io sarei più che contenta, tu che dici? XD
Baci!
Alexia379: carino il paragone
con l’assassino XD Grazie davvero e sì, allora anche io vorrei essere una
mosca. Soprattutto quando Troy o Chad si fanno la doccia ^^ Bacio!
Okay,
già che ci sono ringrazio anche chi ha commentato (I hate) Everything about you: Angels4ever,
Faboulous95, lovely_fairy, Tay_, armony_93 e ciokina14.
Grazie
ancora a tutte, ci risentiamo nel 2009! (Fa impressione detto così XD)
Il casino
delle chiacchiere, la musica che fuoriusciva da alcuni stereo portatili, pezzi
di cibo che ogni tanto volavano. I loro cartelloni giganti che li fissavano.
Beh, ecco, quelli no. Non è proprio una bella sensazione sentirsi osservati da
una gigantografia di te stesso.
Troy
raggiunse il tavolo che aveva occupato per quattro anni, magicamente lasciato
vuoto dagli altri alunni, e si sedette tra Jason e Gabriella, avvolgendo poi con
un braccio la vita di quest’ultima.
“Terzo
giorno alla East High, ragazzi,” ricordò con un sorriso ai suoi amici “Come vi
sembra?”
Martha
sospirò, intingendo una patatina nel ketchup: “Vorrei non andarmene mai.”
“A chi lo
dici,” replicò Kelsie “Qui mi sembra di essere a casa.”
“La scuola
non è cambiata di una virgola,” ridacchiò Chad “Tranne che le cheerleader sono
più carine di quanto me le ricordassi.”
Taylor gli
lanciò un’occhiata di fuoco, e in un secondo la sua mano si schiantò con tutta
la forza possibile sulla nuca del ricciolino, scatenando delle risatine:
“Idiota…”
Il numero
otto si massaggiò la parte lesa: “Fa così, ma in realtà mi ama da impazzire!”
spiegò a due primini che si erano congelati a guardare la scena.
Gabriella
rise e si alzò in piedi: “Io devo andare, alla prossima ora ho una classe e
devo preparare la lezione.”
Troy la
guardò dal basso: “Vuoi che ti accompagni?”
Lei scosse
la testa e ridacchiò: “Conosco bene questa scuola, Wildcat, non mi perderò.” si
piegò e gli diede un leggero bacio sulle labbra “Ci vediamo dopo.”
Uscì dalla
mensa caotica e si ritrovò a camminare nei corridoi deserti e silenziosi della
scuola. Pace per le orecchie.
Pace che
però, sfortunatamente, durò ben poco, perché infatti all’improvviso due voci squillanti
le arrivarono alle orecchie. E non le ci volle molto per capire di cosa stavano
parlando.
Contrariamente
alle sue abitudini, si nascose dietro una sporgenza del muro e osservò le due
ragazze che, appoggiate agli armadietti, parlottavano e ridacchiavano. Le
riconobbe subito: erano Maggie e Alyssa, due cheerleader che frequentavano
l’ultimo anno ed erano nella squadra anche quando lei frequentava stabilmente
la East High. E, come ogni cheerleader, il loro argomento preferito era lui.
“Oddio,
non me lo ricordavo così bello!”
stava trillando Alyssa, capelli castano chiaro ed occhi verdi, agitando le mani
nell’aria.
“Oh, lo è
diventato ancora di più. E il suo sorriso,
mi fa morire ogni volta!” replicò Maggie, che aveva una matassa di riccioli
biondi e gli occhi azzurri.
“Io non
capisco come faccia a stare ancora con quella Montez.” sospirò la castana,
scotendo la testa “Non dico che non sia carina, ma non è assolutamente alla sua
altezza. Insomma, guardala. È così…
insignificante!”
Gabriella
strinse gli occhi, ma inevitabilmente avvertì anche una stretta all’altezza del
petto.
La bionda
annuì: “Potrebbe trovare quante ragazze vuole, e invece rimane appiccicato a
quella secchiona. Probabilmente lo aiuta con i compiti.”
Alyssa
sbuffò: “Già, in fondo lui deve allenarsi con il basket. Gli farà comodo una
ragazza che non pensa altro che allo studio. Credo che quella nemmeno sappia
cosa sia, il divertimento.”
“Quello
che più mi stupisce è che siano rimasti insieme per così tanto tempo. Sono
talmente diversi!”
Una
smorfia di cattiveria passò negli occhi verdi e sulle labbra dell’amica
cheerleader: “Non credere che tra loro due sia sempre stato rose e fiori! Hanno
avuto una crisi, poco tempo fa. E pesante, a quanto sembra!”
Maggie
sgranò gli occhi, e così fece Gabriella: “Ma come fai a saperlo?”
“Mia
cugina Eve lo ha conosciuto,” rivelò bisbigliando la castana “E ci è anche
uscita insieme un paio di volte. Ma poi la crisi è passata. Ma Eve ha fatto in
tempo a… approfondire la conoscenza.”
Gabriella
sentì lo stomaco farsi freddo. Eve. La ragazza della discoteca. La ragazza che
Troy aveva conosciuto quando si erano lasciati per colpa di Jake.
“Oh Mio
Dio,” esalò Maggie, mentre dietro la colonna la mora si sentiva morire “Ci è
andata a letto?”
La bionda
cheerleader scosse la testa: “No, quello no. Vedi, mia cugina non è proprio
sveglia, in questo genere di cose. Però l’ha baciato!”
Gabriella
tirò un sospiro di sollievo, mentre Maggie chiedeva esaltata: “Davvero?? E come
ha detto che bacia???”
Alyssa
sospirò: “Da. Dio. Ha detto che non è mai stata baciata meglio.”
“Aah, lo
sapevo! Uno come lui non può che baciare fantasticamente! Cavolo, non sai che
invidia! Che fortuna ha avuto tua cugina!”
“Puoi
dirlo forte. Quando mai le ricapiterà uno così?”
“Avrei tanto
voluto essere al suo posto. Ma qual è stata la causa della crisi?”
“Questo
non lo so. Ma non vuol dire che non ce ne possa essere un’altra!” e ridendo
maligne, le due cheerleader si avviarono a braccetto verso la palestra.
Gabriella
si appoggiò alla parete, respirando pesantemente. Sì, Troy le aveva raccontato
di Eve, dopo che avevano fatto la pace si erano raccontati tutto. Ma sentire i
discorsi di quelle due ragazze… senza un motivo preciso, l’avevano sconvolta.
La
campanella interruppe i suoi pensieri, e lei sospirò. Doveva andare a lezione.
###
Troy si
fece largo tra la folla di studenti che andavano nella direzione opposta ed
entrò nell’aula, dove Gabriella in piedi alla cattedra raccoglieva i suoi
appunti.
“Ehi,
professoressa sexy,” le esclamò ridendo abbracciandola da dietro “Com’è andata
la lezione?”
“Bene.”
non si accorse della freddezza della ragazza, o forse fece finta, ed invece
allungò una mano verso un foglio: “Wow, gli esercizi di chimica che ci ha dato
Taylor. Li hai già fatti, allora te li posso prendere che oggi ho allenamento?
Grazie!”
“Troy, no
dammeli!” Gabriella sbattè il quaderno sulla cattedra, si girò e cercò di
rimpossessarsi dei suoi compiti, ma il ragazzo li teneva in alto, lontano dalla
sua portata.
“Eddai, me
li hai sempre prestati, ti prometto che la prossima volta li faccio!”
“Ho detto
di no!” la mora quasi strillò, e il
ragazzo abbassò subito la mano, permettendole di recuperarli: “Okay, scusa,
scusa.”
Con
rabbia, lei li rimise a posto, ricominciando poi a sistemare le sue carte.
Troy la
osservò per un istante: “Gab, che c’è?”
“Niente.”
rispose in fretta lei, troppo in fretta, evitando di guardarlo ed arrossendo
appena.
Il castano
le sollevò il visto, tenendo due dita sotto il suo mento: “Gabby, sei una pessima
bugiarda, soprattutto quando parli con me. Allora?”
La ragazza
abbassò lo sguardo e scosse la testa: “N-niente, davvero.”
“Gabriella.”
Al suono
del suo nome intero, sospirò: “D’accordo. È solo che… ho sentito delle
cheerleader che parlavano e… e una raccontava di te e di sua cugina Eve. Quella Eve, Troy. E dicevano che secondo
loro tu stai con me solo perché sono una secchiona e ti faccio i compiti mentre
tu ti preoccupi del basket. E che comunque non capiscono perché stai con me, e
che io non sono assolutamente alla tua altezza, e che avremo altre crisi.”
Troy la
strinse tra le braccia, vedendo piccole lacrime spuntare dai suoi occhi:
“Gabby, ehi, tesoro. Dopo tutti questi anni credi ancora a quello che dicono le
cheerleader? Ascolti ancora i loro sciocchi discorsi?”
Gabriella
lo abbracciò, poggiando la guancia contro il suo petto caldo e muscoloso: “No,
ma… è che non c’ero più abituata, e sentirle parlare di Eve che raccontava
quanto baci bene…”
Il castano
ridacchiò: “Perché, tu non ne hai la conferma?”
Le strappò
una risatina ed un pizzicotto: “Scemo.”
La strinse
più forte, accarezzandole i boccoli neri: “Non devi ascoltare le loro
cattiverie, Gab. Sono solo gelose, lo sai meglio di me. Ma tu sei superiore a
loro. Ciò che conta siamo io e te, ed i nostri sentimenti. Io ti amo, lo sai.
Non me ne frega niente se sei una secchiona, una punk o una skater. Tu sei
Gabriella, la mia Gabriella, e questo
non cambierà mai.”
La mora
tirò su con il naso: “Ti amo tanto.”
Il
playmaker le diede un bacio sulla fronte: “Anche io, piccola, davvero. E
smettila di ascoltare quelle galline e le voci di corridoio. Anche se è
terribilmente vero che sono il re del bacio.”
Gabriella
rise, Troy le alzò il viso e la baciò dolcemente sulle labbra: “Andiamo ora. È
l’ora della mia materia preferita.”
Lei alzò
gli occhi al cielo mentre, mano nella mano, uscivano dall’aula: “Ah, già. L’ora
di educazione fisica. Come se non corressi abbastanza dietro ad una palla.”
Lui
ghignò: “Ciao, Sharpay.” salutò poi quando raggiunsero l’angolo rosa e
scintillante dell’armadietto della bionda.
Quest’ultima
si controllò le trecce nello specchio: “Ciao, Bolton. Ti sento elettrizzato per
questa insulsissima lezione.”
“Lo dici
solo perché ti potresti spettinare!” Chad spuntò all’improvviso, tirandole una
treccia.
Gabriella
s’interpose subito ridendo tra di loro: “Fermi, non cominciate! Abbiamo già
abbastanza guai tra gli studenti senza che vi ci mettiate anche voi due!” li
sgridò, lanciando un’occhiataccia poi a Maggie ed Alyssa, che stavano passando
senza risparmiarsi di ‘scannerizzare’ per bene il suo ragazzo.
Sharpay
sospirò: “Gabby ha ragione. Ma ciò non toglie che se provi un’altra volta a
toccarmi i capelli, Danforth, avrai seri problemi a far continuare la tua
dinastia.”
Si girò,
evitando quindi di vedere, per la fortuna del ragazzo, Chad che le faceva il
verso alle spalle.
Troy alzò
gli occhi al cielo e diede una manata sulla schiena del suo migliore amico:
“Muoviamoci, forza. È mio padre adesso che insegna ginnastica, e sapete che non
gli piace aspettare.”
I quattro
si separarono negli spogliatoi, Sharpay e Gabriella da una parte, Troy e Chad
nei loro soliti da Wildcats.
La mora
raggiunse Taylor, che si stava allacciando le scarpe: “Ehilà. Com’è andata la
lezione di Martha? Mi dispiace non averla potuta seguire.”
“Oh, è
stata brava. Penso che anche Chad abbia capito.” ridacchiò e si ravvivò i
capelli “Credo che adesso sia con Ryan a provare le coreografie per il
musical.”
“Volete
dire che quella balena secchiona ballerà sul palco?” la voce acuta e fastidiosa
di Corinne, la caposquadra delle cheerleader, la stessa che in palestra ci
aveva provato con un Troy senza maglietta, s’intromise tra di loro.
Gabriella
e Taylor la squadrarono incredule: “Come, scusa?”
Corinne
mise una mano sul fianco, facendo schioccare la lingua: “Starete scherzando,
spero. Farebbe sfigurare l’intera scuola. Non ha il fisico, lei. Per questo non l’abbiamo fatta entrare nella
coreografia per la partita.”
Alcune
cheerleader dietro di lei, tra cui le solite Maggie ed Alyssa, annuirono e
cominciarono a ridacchiare.
“Ma Martha
è una delle più brave ballerine della scuola!” protestò Gabriella.
La mora
cheerleader sorrise malefica: “E’ grassa.
Ed è una secchiona. Non merita il
ruolo che ha.”
“Perché,
tu lo meriti, forse?” Sharpay avanzò minacciosa, parandosi a pochi centimetri
dalla ragazza. La sovrastava di poco, quanto bastava perché si sentisse ancora
più potente.
Corinne
alzò il mento, improvvisamente agitata: “Certo. Mi sono sudata il mio titolo,
ho raggiunto la forma perfetta.”
“Martha
Cox ballerebbe meglio di te anche se avesse trenta chili di più. Per questo,
lei sarà nel mio spettacolo e nella mia coreografia per la partita.” sorrise
con finta sorpresa nel vedere la faccia scioccata della mora “Oh, non te
l’hanno detto? Sono io che curerò tutto l’aspetto artistico della gara.”
“Ma…ma non
puoi! Tu non fai parte delle cheerleader!”
Lo sguardo
nocciola della bionda si scurì: “Sono Sharpay Evans, tesoro. Me ne faccio un
baffo delle cheerleader. E ora sparisci, quell’orribile strato di fondotinta
per coprire le occhiaie mi dà sui nervi.”
La ragazza
la fissò per un istante, poi fece un verso sdegnato e girò sui tacchi,
dirigendosi in palestra seguita dalle sue compagne di squadra, mentre sugli
spogliatoi cadeva il silenzio.
“Sono Sharpay Evans, me ne faccio un baffo
delle cheerleader!” Taylor le fece il verso con voce profonda, ridendo.
Sharpay la
guardò con un sorriso: “Ripetilo finchè campi, sorella.”
Scoppiarono
le risate nella stanza bianca e rossa, e le ragazze cominciarono ad uscirci.
“Per
fortuna che dovremmo unire di nuovo
la scuola. A quanto pare stiamo facendo il contrario.” osservò Gabriella.
“Non è
colpa nostra se la gente è più stupida, quest’anno.” replicò Sharpay.
Ma l’amica
scosse la testa: “La verità è che manca qualcosa. Lo spirito Wildcat, ecco.”
La bionda
sollevò un sopracciglio, osservandola disgustata: “Spirito Wildcat? Oddio, Bolton ti ha davvero contagiata.”
“Hai
capito cosa intendo, Shar.”
“Sì, sì,
d’accordo,” alzò gli occhi al cielo “Fratellanza, nessun gruppo, tutti uguali, All you need is love.”
“Tanto
parlarne con te è inutile, Sharpay,” ridacchiò Taylor, posizionandosi al centro
della palestra e facendo un po’ di stretching “Se dovessimo essere tutti
uguali, tu dovresti avere un armadietto ed un camerino normali. E questo è praticamente impossibile.”
Sharpay si
portò una mano al petto e sospirò come una diva: “Tu sì che mi capisci, Tay.”
Le tre
ragazze risero ancora, ben presto furono interrotte dal fischietto di Jack
Bolton.
“Ehi,
Gabby,” sussurrò la bionda all’orecchio della sua amica “Mi ribello: tuo
suocero è il nostro insegnante, questo non è giusto!”
La mora
arrossì appena e le diede una spinta scherzosa che la fece ghignare, per poi
prestare attenzione alle parole del coach.
“Palle da
basket, sempre palle da basket,” si lamentò Taylor non appena fu spiegato
l’esercizio “Dici che è possibile diventarci allergiche?”
“Poi
dovresti diventare allergica anche al tuo ragazzo, McKessie,” ironizzò Sharpay,
afferrando un pallone con molta attenzione, per non rovinarsi la perfetta
manicure “Lui ha una palla da basket al posto del cervello.”
E,
all’improvviso, una palla di gommapiuma si scontrò con la sua testa.
La giovane
Evans si girò furiosa, per scoprire un Chad ghignante: “Smettila di offendere,
Evans. Ti ricordo che il tuo stesso ragazzo gioca a basket.”
“Chad,
Sharpay, smettetela subito e vedete di lavorare, piuttosto.” tuonò la voce del
coach Bolton “Forza, andate in un gruppo ed iniziate.”
Per
qualche istante, si udirono solo il rumore delle palle che rimbalzavano, gli
incitamenti di Jack e qualche commento dei ragazzi.
“Siamo
svantaggiati, però,” ironizzò dopo un po’ Taylor, rivolgendosi a Gabriella
“Nell’altro gruppo sono tutti giocatori, per forza stanno vincendo!”
“O forse è
solo che loro sono sportivi!” il
commento maligno di Corinne, che era stato pensato come un sussurro, ma che non
lo era affatto, fu subito udito dalle due ragazze.
“Che cosa
hai detto?” sibilò la castana, stringendo gli occhi.
“Chi, io?”
la cheerleader si portò una mano al petto, fingendo di essere sorpresa “Proprio
niente!”
“Hai
qualche problema, Corinne?” Gabriella fece un passo avanti.
L’altra
sorrise maligna, aggiustandosi i capelli neri perfettamente lisci: “No, ma
potresti averli tu, Montez.”
La mora si
accigliò: “Che vuoi dire?”
Corinne
sbuffò: “Che la tua aria da santarellina è semplicemente ridicola. Oh com’è
bella la Montez, com’è brava la Montez. Nessuno lo dice, ma qui tutti pensano
anche com’è idiota la Montez. Svegliati,
bella. Non siamo nel paese delle fate. Ben presto la tua dolce fiaba con Troy finirà. Lui si merita di meglio. Sei famosa
solo perché stai con lui, non per altro. Tu non vali niente.”
Gabriella
fece una risatina incredula: “Quindi il tuo problema è solo il fatto che io sto
con Troy, giusto? Cos’è, sei iscritta anche tu al club delle stronze gelose ed
invidiose?”
Un’ombra
oscurò gli occhi blu di Corinne, che all’improvviso diede una spinta alla sua
‘rivale’: “Chi hai chiamato stronza?”
“Ehi!”
Gabriella inciampò all’indietro, ma riuscì a rimanere in piedi “Che cavolo
fai?”
Corinne
alzò un sopracciglio: “Ti insegno le buone maniere, secchiona.”
Le si
avvicinò e la spinse di nuovo, questa volta riuscendo a farla cadere di sedere.
“O’Connors!”
rimbombò la voce di Jack Bolton “Cosa sta succedendo?”
Troy,
incuriosito, si girò verso la cheerleader, e non appena il suo cervello
registrò l’immagine della sua ragazza per terra con l’altra che la sovrastava,
corse subito da loro con sguardo omicida.
“Niente,
coach Bolton, Gabriella è solo inciampata ed io stavo per aiutarla,” chiocciò
lei con vocina dolce, sbattendo le ciglia “Vero, Gabriella?” aggiunse poi con
tono minaccioso.
Lei
incontrò gli occhi di Troy, già arrabbiati, e scosse la testa: “No che non è
vero! Mi hai spinta!”
Negli
occhi blu del capitano si accese un fuoco d’ira, che fece tremare persino lei
mentre accettava il suo aiuto per alzarsi.
“Io?” cinguettò Corinne fingendosi
sorpresa “Ma non è assolutamente vero! Giusto, ragazze?” le sue amiche
cominciarono a fare di sì con la testa, come dei tanti automi.
“Balle, ti
ho vista benissimo,” intervenne Taylor con rabbia “Hai spinto Gabriella solo
perché sei gelosa.”
Troy roteò
gli occhi: “Ancora con questa storia?” sbottò ad alta voce, facendoli trasalire
tutti “Non vi sembra un po’ infantile?”
“Troy ha
ragione,” Chad s’intromise avvicinandosi al gruppo “Litigare per questa
sciocchezza non vi porterà a niente, anzi.”
Il suo
migliore amico annuì: “Siamo una scuola, una squadra. Dovremmo essere tutti
uniti. Vincere insieme, perdere insieme. È per questo che il preside ci ha
chiesto di ritornare qui alla East High. Per far ritornare le cose com’erano
prima. Ma adesso non ci state aiutando.”
“Scusate,
scusate,” li interruppe Jack “Bel discorso, figliolo, ma mi manca solo un
passaggio: qual è il motivo per cui le ragazze litigano?”
“Troy.”
spiegò trillante Sharpay, osservandosi le unghie, mentre tutti si voltavano
verso di lei “L’avete fatto troppo bello, coach. Agita gli ormoni di tutte
quelle galline in divisa e pompom.”
Dal
gruppetto delle suddette si alzò un rumorio scioccato, e la bionda rivolse loro
un finto sorriso scintillante.
Troy
scosse la testa: “Dicevo sul serio. Squadra di basket o no, siamo tutti
Wildcats. Dov’è finito il vostro spirito di squadra?”
La giovane
Evans alzò gli occhi al cielo: “Se n’è andato al primo anno, non appena siete
usciti dal primo allenamento sudati come delle capre.”
Tutti
scoppiarono a ridere, tranne Chad che fu trattenuto da una Taylor incapace di
smetterla di ridacchiare.
“Evans,
non potresti essere seria per una volta nella vita?” ringhiò tra i denti.
Lei
ghignò: “Fammi diventare la socia di Manolo Blahnik, e allora forse lo
diventerò.”
“Con quei
due nella stessa stanza, sarà difficile che tu possa finire il tuo discorso.”
mormorò Gabriella a bassa voce a Troy, ancora stretta a lui.
“Ragazzi,
per favore, così non aiutate.” esclamò lui “E’ così difficile essere come
l’anno scorso, senza barriere, senza cretinate a dividerci?”
“Le cose
cambiano, Troy. E tu non puoi farci niente.” ribattè Corinne.
Il ragazzo
annuì: “Perfetto. Allora cambieranno anche questo. Non mi piace fare i
taglia-fuori, ma se tu non vuoi essere una Wildcat, Corinne, allora preparati a
rimanere sola.”
La
cheerleader lo guardò sprezzante, poi girò sui tacchi, in contemporanea al
suono della campanella.
Mentre gli
studenti sciamavano verso gli spogliatoi, Sharpay raggiunse Troy e Gabriella a
braccia conserte: “Spirito Wildcat, eh?”
Il
capitano sorrise, passando un braccio attorno alle spalle della sua ragazza:
“Sei la prima ad averlo, Shar.”
“Pfff,”
rise la bionda “Io non sono una lince. Io sono una tigre.” e mimando con la mano un’artigliata, si avviò a cambiarsi.
Sì,
lo so che non ci potete credere, ma questo è davvero il capitolo 38 di Wildcats forever. Lo so che non è un
gran che, è solo di transizione, ma volevo che Troy facesse questo discorso ^^
Consideratelo
il mio regalo di compleanno per voi (anche se manca ancora poco meno di una
settimana XD)
Grazie a Tay_, _troyellafan_, Lovely_fairy,
Faboulous95, Angels4ever, Romanticgirl, Alexia379,
Ciokina14, Lore93, Kikka93, Armony_93 e Lovejero
Non so quando arriverà il prossimo XD La mia vita è
un po’ incasinata, al momento ^^
Grazie a chi, pazientemente, mi segue e mi aspetta.
“Uno, due, passo, giro e… forza, ragazzi, metteteci più grinta!
Lo spettacolo è tra due giorni!” Ryan si tolse il cappello e sospirò,
scompigliandosi i capelli “Jason, cerca di seguire il ritmo della musica, Chad
non dimenticarti di alzare il braccio destro quando
fai il giro, e tu Sharpay, smettila di passare davanti!”
Sharpay
incrociò le braccia al petto, sbuffando: “Non capisco perché mi hai messa in terza fila.”
Il
fratello alzò gli occhi al cielo: “Perché questa è la canzone dei ragazzi! Voi dovete solo fare il
balletto di sfondo.”
“Appunto.
Io odio essere lo sfondo.”
“Va bene,
va bene, cinque minuti di pausa!” trillò la signora Darbus, salendo sul palco
con una tazza di the in mano “Poi riprendiamo da qui.”
Un mugolio
di sollievo si alzò dai ragazzi, che si sparpagliarono dietro le quinte e in
platea.
Gabriella
si sedette accanto a Troy, facendo ciondolare come lui le gambe giù dal palco:
“Ehi, Wildcat. Sei stanco?”
Troy
sorrise: “Già. A volte Ryan è anche peggio di Sharpay quando si parla di
coreografie.”
“Preoccupato
per lo spettacolo?”
“Naa.
Direi che ci ho fatto l’abitudine.”
La ragazza
sorrise: “Ma questo sarà speciale. Sarà il nostro ultimo
spettacolo tutti insieme. Dev’essere perfetto.”
Il
capitano la guardò ridendo: “Non farmi terrorismo, Montez, sai benissimo che a
cinque minuti dall’inizio sarai tu ad avere una crisi di panico.”
Lei rise e
appoggiò la testa contro la sua spalla: “Guarda quei due,”
aggiunse dopo un po’, osservando Zeke e Sharpay seduti sulle poltrone rosse
“Non avrei mai creduto che Sharpay sarebbe stata così tenera in pubblico.”
“E’ la
magia dei biscotti al cioccolato,” rise il castano
“Aspetta che rimetta piede su questo palco.”
Rimasero
ancora in silenzio, poi Gabriella sospirò, stringendogli il braccio: “Alla fine
ce l’hai fatta, Wildcat.”
Troy si
accigliò: “A fare cosa?”
“A riunire
tutta la scuola. A far ritornare le cose com’erano prima.”
“Sperando
che duri,” borbottò lui “Non possiamo sapere se,
appena ce ne saremo andati, non si ritornerà di nuovo allo status quo. Ci sono
dei soggetti ancora restii.” aggiunse, alludendo a Corinne e ad un paio di cheerleader che sostavano
all’entrata del teatro.
La mora
sbuffò: “Hanno capito la lezione. Credo che da ora in poi non ci saranno
problemi. E se lo spettacolo e la partita andranno bene…”
“Già, la
partita…” Troy prese un grande respiro “La sento ancora più soffocante della
finale del campionato. Come se tutto il peso della scuola fosse sulle mie
spalle. Che, in un certo senso, è proprio così. Un po’ come prima che arrivassi
tu.”
Gabriella
sorrise e gli diede un bacio sulla guancia: “Ce la farete. Voi siete i
Wildcats. Tutti per uno e uno per tutti, giusto? Non avere paura. Tra quattro
giorni, non vedrete l’ora di entrare in campo e stracciare i Knights. Pensa che
ci sarò anche io a guardarti, e che non me ne fregherà niente se vinci o perdi,
se giochi bene o male. Solo che tu ti diverta. Un po’ come all’asilo.”
Il ragazzo
sorrise: “Come all’asilo.”
Avvicinarono
i loro visi, e le labbra si stavano per incontrare, quando la voce della Darbus
li riportò alla realtà: “Forza, tutti sul palco, le prove ricominciano!”
###
“Okay,
okay, ora attenti!” Sharpay appoggiò il suo bicchiere di the freddo sul
comodino e alzò la mano per chiedere silenzio “Tocca a Ryan fare la domanda.”
Suo
fratello si schiarì platealmente la gola: “Pronti? Allora… quale assolo di
chitarra è stato votato come il migliore nella storia del rock?”
Chad
scattò in piedi, alzando la mano: “Io! Io la so!” strillò saltando sul posto “Quello
di Jimmy Page dei Led Zeppelin in Stairway to Heaven!”
“Esatto!”
Un
brontolio di scontentezza si levò nella stanza, mentre il Wildcat faceva una
specie di danza della vittoria: “Sììì, ho vinto!!”
Troy
scosse la testa con un sorriso: “Non vale, Ryan, hai fatto praticamente solo
domande sulla musica e sul cinema. Eravamo svantaggiati.”
“Ti
brucia, eh Bolton?” ridacchiò il suo migliore amico “La prossima volta, invece
di cercare di sedurre Gabriella, concentrati sul gioco.”
I due
interessati, seduti sul grande divano di Sharpay, arrossirono.
Taylor, in
compenso, sorrise e bevve un sorso dal suo bicchiere di aranciata:
“Riconoscigli questa vittoria, Troy. Non ne vedrà molte altre di cultura
generale.”
Gli altri
otto Wildcats scoppiarono a ridere, mentre il suo ragazzo le scoccò
un’occhiataccia: “Certo, ti amo anche io, McKessie.”
“Lo sai
che ti vogliamo bene per questo, Chad!” lo rincuorò Martha.
“Io non
vorrei fare il guastafeste, ma domani abbiamo lo spettacolo, e se mia sorella
non dorme per almeno otto ore, sarà assolutamente intrattabile.”
Sharpay
lanciò un cuscino rosa shocking a suo fratello: “Sei sempre carino, Ry. Comunque hai ragione, ho bisogno del mio sonno di
bellezza.”
Gabriella
s’inginocchiò sul divanetto bianco: “Okay, come dormiamo?”
La bionda
si spalmò sul letto, allargando braccia e gambe: “Io qui. Voi dove volete.”
“Scordatelo,
Evans. Te lo sogni di tenerti quel lettone tutto per te. Te lo godi già per
trecentosessantacinque giorni l’anno.”sbottò Troy.
“Non
pensare di dormirci tu, hai già imbrattato abbastanza il mio divano.”
Il
capitano dei Wildcats si accigliò: “Di cosa, scusa?”
Sharpay
alzò un sopracciglio: “Ormoni,
Bolton. Testosterone.”
“Sharpay!”
si lamentò scandalizzata Gabriella, mentre tutti i loro amici scoppiavano a
ridere e le guance del suo ragazzo si tingevano di rosso.
La bionda
alzò le mani allusiva, schivando poi un cuscino
azzurro lanciato dall’amica.
Kelsie si
tolse il cappello ridacchiando: “Ragazzi, dai, mettiamoci in qualche modo e
dormiamo, sono già abbastanza agitata per domani.”
“Ehi, è
assolutamente vietato parlare di panico da palcoscenico almeno fino a cinque
minuti prima dall’inizio dello spettacolo!” esclamò Taylor “L’ultima volta,
Gabriella è andata in iperventilazione e abbiamo dovuto farla respirare nel
sacchetto di patatine di Jase.”
“Allora
ditelo che ce l’avete con me stasera.” borbottò la mora incrociando le braccia e facendo il
broncio.
Troy
l’abbracciò da dietro e le sussurrò all’orecchio: “Io conoscerei un modo per
farti passare il malumore…”
“Assolutamente
no!” scattò Sharpay, che l’aveva udito benissimo “Abbiamo deciso che stasera si
dorme tutti insieme e così sarà!”
“Che
palle.” sbottò Chad, ricevendo subito uno schiaffo
sulla nuca da parte di Taylor.
“Va bene,
adesso basta, dormiamo sul serio,” sentenziò Ryan,
alzandosi per raggiungere l’interruttore “Appena spengo la luce, non voglio
sentire più un rumore, capito?”
“Sì
mamma.” rispose il ricciolino, accomodandosi sul
lettone.
“Okay,
allora uno… due… tre… buonanotte Wildcats!”
###
Jason
sbirciò da una fessura del sipario scarlatto: “E’ pieno, là fuori.”informò gli amici.
Taylor,
già con il suo costume di scena, gli lanciò un’occhiata supplichevole: “Ti
prego, Jase, non dire niente.”
“QUESTO E’
INACCETTABILE!” la voce poderosa di Sharpay risuonò tra le quinte.
La videro
sfrecciare sul retro del palco, seguita da Ryan che cercava di afferrarla:
“Sorellina, cerca di calmarti.”
“NO CHE
NON MI CALMO!” strillò più forte la bionda.
La castana
si accigliò: “Qual è il problema?”
Sharpay
incrociò le braccia al petto con uno sguardo assassino negli occhi caramello:
“Mancano dieci minuti all’entrata in scena, e qualcuno ha spostato tutti i miei
trucchi nel mio camerino, e adesso non trovo più il mio fondotinta! Nessuno ha
una tonalità di pelle chiara e delicata come la mia! Io ho bisogno del mio fondotinta!”
“Ehi,
Sharpay,” la richiamò Jason, sempre intento ad
osservare il pubblico “Indovina chi è venuto a vederti ed è seduto proprio in
prima fila.”
“Chi?”
Il ragazzo
la guardò con un ghigno: “Rebecca!”
“Aaaaargh!” Sharpay lanciò le braccia verso l’alto ed emise
un altro ruggito, scomparendo poi dietro una quinta.
Taylor
sospirò: “Bene, l’abbiamo persa.”
“Qualcuno
ha visto Gabriella?” anche Troy fece la sua comparsa nel dietro le quinte, con
aria preoccupata “Era con me fino a mezz’ora fa, poi sono andato a cambiarmi e
non l’ho più trovata.”
“Hai
controllato nel ripostiglio dei tecnici? L’ultima volta stava soffocando là
dentro.”
“Già
guardato, non c’è.”
Lei alzò
gli occhi al cielo: “Perfetto, vuol dire che è entrata in pieno nella fase in
cui comincia a farsi prendere dal panico prima di
entrare in scena. Andiamo a cercarla.”
“Non
sparpagliatevi troppo, tra otto minuti si va in scena!” li avvisò la signora
Darbus, fasciata da uno strano e vagamente esotico abito turchese, completato
dall’immancabile scialle.
“Sì
signora Darbus!” esclamarono in coro i due, incamminandosi nel retroscena.
“Hai
guardato nel camerino di Sharpay?” domandò Taylor, guardandosi attorno in cerca
dell’amica.
Troy fece
una smorfia: “Con lei che strilla perché le hanno rubato il fondotinta? No
grazie!”
L’altra
roteò gli occhi e bussò alla porta rosa: “Che
c’è ancora?” strillò da dentro la bionda spalancando la porta.
“Gabriella
è lì con te?” domandò il capitano dei Wildcats, cercando di sbirciarci.
Sharpay
sospirò: “Sì, è qui con me.” aprì del tutto la porta
per mostrare una stanza tinta di ogni tonalità possibile di rosa. Su un
divanetto fucsia, stava Gabriella, già pronta, con la testa tra le mani e i
gomiti sulle ginocchia, cercando di respirare. “La novellina sta andando in
iperventilazione. Per l’ennesima volta.”
La castana
le si inginocchiò accanto: “Gabriella. Ormai dovresti
essere abituata a stare sul palco!”
“Lo…lo
so!” ansimò Gabriella tra un respiro e l’altro “Ma non… non ci posso fare
niente.”
Sharpay,
seduta alla toeletta per gli ultimi ritocchi, sospirò: “Eeh, questi dilettanti.”
Troy le
scoccò un’occhiataccia, poi si avvicinò alla sua ragazza: “Gabriella, Gabby,
dobbiamo andare in scena tra poco. L’hai fatto milioni di volte. Non c’è niente
di cui preoccuparsi. Ci sarò io sul palco con te.”
“Certo, ci
sarà il tuo superuomo a proteggerti, yuppi.”borbottò la bionda con astio, stendendosi un fondotinta che
non era il suo.
Si udì bussare alla porta, e dopo un istante
la massa di ricci ribelli di Chad fece la sua comparsa: “Ah, ma allora siete
qui! La Darbus sta cominciando a dare di matto perché tra quattro minuti inizia
lo spettacolo e voi eravate spariti! Presto, dobbiamo
andare!”
“Oh no,
no, no, no, no.” esalò Gabriella.
“Oh sì,
invece.” Troy se la caricò di peso in spalla e la portò fuori
dal camerino “Mi ci hai infilato tu in questa storia dei musical.”
“Grazie al
cielo siete qui! Ma dove eravate finiti?!?” sbraitò la professoressa non appena raggiunsero le
quinte da cui dovevano entrare.
“Ci scusi
signora, problemi di panico.” spiegò Chad,
aggiustandosi il cappello che portava “Ma ora siamo pronti.”
“Sarà
meglio. Ai vostri posti, state pronti.”con un ultimo svolazzare di scialle, la Darbus andò a dare
il via al musical.
Troy e
Chad si scambiarono un cinque, poi il castano guardò la sua ragazza, che aveva
già riacquistato un po’ di colore, con un ghigno: “Che lo spettacolo abbia
inizio.”
Gabriella
gli fece una linguaccia: “Ti detesto.”
Lui
sorrise ancora di più, mentre una voce echeggiava nel teatro pieno: “Lo spettacolo sta per cominciare; si prega
ai gentili spettatori di occupare il proprio posto. Buon divertimento.”
La folla
cominciò ad applaudire allo spegnersi delle luci, intanto i ragazzi si
prepararono.
“Go Wildcats…” sussurrò Chad con un
sorriso; lampi di colore diverso si accesero sul palco, e la musica partì.
[Troy, Chad, Insieme]
Take
it back to the place
Where
you know it all began
La voce di
Troy riempì la sala, mentre entrava lentamente con Chad al suo fianco, sul
palco della scuola che aveva segnato la loro vita.
We
can be anything we wanna be
Il suo
migliore amico gli sorrise, aprendo le braccia e
facendo una giravolta; indossavano entrambi dei pantaloni larghi color
militare, coordinati ad una maglietta dello stesso colore. In testa, un
berretto con visiera a trattenere la coda di riccioli ribelli per Chad, e una
bandana nera per Troy. Sul viso erano state loro disegnate delle righe nere, a
ricordare un po’ gli indiani, un po’ delle macchie di grasso della macchina.
We
can tell by the noise
That
the boys are back again
Troy si
sporse verso la folla, che applaudiva e rumoreggiava per loro, che li aveva
riconosciuti, che li aveva amati.
Together makinghistory
Si
scambiarono un cinque in alto; già, loro due avevano contribuito a scrivere la
storia della East High, dei Wildcats. E per questo, forse non sarebbero mai
stati dimenticati.
It’s time to show how
To
be a super hero
Just
like a showdown
Will
Smith and Bobby de Niro
Iniziarono
a ballare, mentre da dietro le quinte caddero dei palloni da basket, che loro
prontamente afferrarono.
We’re
the best, no doubt
Doin’ like we used to do
Cominciarono
a palleggiare e passarsi la palla, compiendo acrobazie sulla scenografia da
strada che era stata allestita. Proprio
come avevanosemprefatto.
This
is our town
And
I’m telling you
Si
portarono la palla al petto, per poi lanciarsela alle spalle; a braccia aperte,
si avvicinarono al limite del palco, come parlando agli spettatori. Quello era illororegno.
The
boys are back, hey
The
boys are back
The
boys are back, gonna do it again
Gonna wake
up the neighborhood
Gli altri
ballerini entrarono, vestiti allo stesso modo. Erano loro, i Wildcats, che
erano tornati a far sentire il loro ruggito. Sotto un’esplosione di luci,
ballando la break-dance e facendo impazzire il
pubblico, ormai in piedi.
The
boys are back, yeah
The
boys are back
Climbing
up the walls, anytime we want
The
word is out, the boys are back
Anche le
ragazze, vestite degli stessi colori ma con dei top a fascia al posto delle
magliette e tutte con un cappellino sopra i capelli raccolti, si unirono al
resto del gruppo, donando ancora più energia allo spettacolo.
The
boys are back
Back
to save the day
The
boys are back, oh yeah
Erano
tornati tutti: per svelare ancora una volta la magia dell’essere uno,
dell’essere Wildcats, per salvare, in fondo, la scuola. A ritmo di un palleggio
e di una canzone.
Here to change the world
Troy
spalancò le braccia, mentre ragazze e ragazzi si mischiavano in un gruppo
unico.
To
solve a mystery, fight the battle
Chad fece
finta di cercare qualcosa, e poi di combattere contro Zeke.
Save the girl
Si misero
tutti a coppie, ognuno con la propria ragazza, e fecero loro fare un casqué, in
cui esse si tolsero i berretti, sciogliendo i capelli e facendoli scuotere
nell’aria, per poi rimetterseli e piroettando attorno ai ragazzi.
(No
one) No one can stop us now
We’re
the one who makes the rules
Oooh…
Iniziarono
una complicata coreografia interamente di hip hop e
break-dance, interamente composta da Ryan e, per la
prima volta, Chad, senza mai sbagliare un solo passo.
Poi, si
alzarono e gridarono tutti insieme, le braccia
spalancate, rivolti verso il cielo.
The
boys are back
Oooh, yeah
The
boys are back, hey
The
boys are back
The
boys are back, gonna do it again
Gonna wake
up the neighborhood
Ripresero
il ritornello, ballando con ancora più foga, come se tutto dipendesse da
quello.
The
boys are back, yeah
The
boys are back
Climbing
up the walls, anytime we want
Le ragazze
misero un piede sulle mani dei ragazzi, che le aiutarono a saltare. Poi corsero
tutti ad arrampicarsi sui muri di compensato della scenografia, scivolandoci
poi giù su un fianco.
No
need to worry ‘cause
The
boys are back, hey
The
boys are back,
Look
out now
The
boys are back, gonna do it again
And
we make it look good
Degli
effetti speciali in forma di scintille si svilupparono attraverso il palco,
avvolgendo i ballerini insieme al fumo che saliva dal basso.
The
boys are back, yeah
The
boys are back
Tearing
down the walls anytime we want
Fecero
cadere le scenografie, con salti e giravolte. Sharpay (che aveva voluto e
ottenuto un nanosecondo di visibilità) si mise al centro del palco e fece una rondata.
I’m
sure that you know by now
Corsero
tutti a fondo palco, mentre Chad e Troy fingevano di suonare delle
chitarre.
The boys are back!
Troy e
Chad corsero su una finta macchina, con tutti gli altri attorno a loro o sotto
di loro, rivolti verso il pubblico; incrociarono le braccia e si misero spalla
contro spalla. La musica terminò, le luci si spensero, e gli spettatori
impazzirono.
Ci fu
qualche istante di pausa, nel quale il pianoforte di Kelsie venne
innalzato dall’orchestra sottostante il palco, e lei faceva la sua comparsa,
inchinandosi al pubblico che ancora acclamava.
Vi ci
sedette e iniziò a suonare delle noti dolci, mentre da
due quinte diverse spuntarono Troy e Gabriella, cambiati in abiti da ballo, che
si guardavano sorridenti.
[Troy, Gabriella, Insieme]
Take
my hand
I’ll
take the lead
And
every turn will be safe with me
Troy le
tese la mano quando giunsero insieme al centro del
palco, e lei la accettò. Le fece fare una giravolta, per poi stringerla al suo
corpo.
Don’t
be afraid, afraid to fall
You
know I’ll catch you through it all
La fece
scendere dolcemente verso il basso, in un morbido casqué, spostandola verso
destra, e poi la tirò su di nuovo, con lei che continuava a sorridergli.
And
you can’t keep us apart(even a thousand miles can’t keep us apart)
‘Cause
my heart is(‘cause my heart is)
Wherever you are
La voce di
Gabriella si unì alla sua mentre iniziavano a ballare
a tempo di valzer, come quel giorno alle prove. Come se fossero solo loro, nelloro piccolo mondo.
It's
like catching lightning the chances of finding someone like you
It's one in a million the chances of feeling the way we do
And
with every step together, we just keep on getting better So can I have this dance(can
I have this dance) Can I have this dance
Insieme a loro entrarono anche Chad e Taylor, Zeke e Sharpay, Ryan e
Martha, tutti in eleganti abiti, e ballarono tutti sulle note della canzone,
cullati dalla voce dolce ma potente dei loro amici.
No mountain’s too high, no ocean’s too wide
‘Cause
together or not our dance won’t stop
Let it rain,let it pour
What
we have is worth fighting for
You
know I believe that we were meant to be
Cantarono
il loro amore, indistruttibile ed indivisibile anche a distanze remote. Avrebbero
continuato a danzare anche se lontani, come stavano
facendo in quel momento, al centro del palco, circondati da tutti i loro
compagni.
It's
like catching lightning the chances of finding someone like you (like you)
It's one in a million the chances of feeling the way we do
And
with every step together, we just keep on getting better So can I have this dance(can I have this dance) Can I have this dance
Una
pioggia di coriandoli e brillantini scese su di loro, insieme ad una brezza che aumentò il magico ondeggiare dei vestiti.
Sembrava quasi una favola, quel numero. Una favola destinata a non finire mai.
Can I have thisdance
Can
I have this dance
La musica
scemò lentamente, e Troy e Gabriella si ritrovarono ancora una volta a fissarsi
negli occhi, lui con le mani sui fianchi della ragazza, lei con le braccia
attorno al suo collo. Si sorrisero e poi fecero la cosa più naturale e
spontanea, tra di loro, che non era stata prefissata:
un semplice, ma dolcissimo bacio a stampo.
Tutta la
platea scoppiò in uno scroscio di applausi, ma loro parvero non udirli, e dopo
essersi staccati continuarono a guardarsi negli occhi, ignorando anche gli
sbuffi e le occhiate divertite dei loro amici.
Le luci si
spensero per permettere l’ultimo cambio di scenografia, e loro furono costretti
a lasciare il palco velocemente da una fremente Sharpay, ansiosa del suo numero
da solista che non sarebbe mai mancato.
Si
ritirarono tutti tra le quinte, ormai rilassati dall’idea di aver finito, e
pronti a godersi l’ultimo atto del musical. La musica di sottofondo tra una
pausa e l’altra ben presto sparì, e le luci si spensero di nuovo.
Kelsie si
mise al centro dell’orchestra, e cominciò a dirigerla, mentre improvvisamente
un enorme cuore rosa brillantinato si accese al centro esatto del palco, si
aprì e da lì fece la sua comparsa Sharpay, avvolta in una meravigliosa nuvola
fucsia, con una tiara di diamanti in testa, un collier simile e un paio di
guanti bianchi lunghi fino al gomito.
A kiss on the hand may be quite continental But diamonds are a girl's best friend
La sua
voce squillante e potente riempì il teatro, e lei iniziò a scendere le scale,
aiutata da una serie di ragazzi in abito nero, ognuno su un gradino diverso.
A kiss may be grand but it won't pay the rental On your humble flat, or help you feed your helpless
cat
Raggiunse
la fine delle scale e concesse un baciamano ad un ragazzo, per poi allontanarsi
ballando.
Men grow cold as girls grow old And we all lose our charms in the end
Si
avvicinò ad uno specchio a forma di cuore e si sistemò i capelli, facendo una
smorfia imbronciata.
But square-cut or pear-shaped These rocks don't lose their shape
Diamonds are a girl's best friend
Vi si
allontanò e si avvicinò ad un tavolino in cui erano contenuti tanti gioielli
brillanti, sorridendo gioiosa.
...Tiffany...Cartier...
Cominciò a
ballare con tutti i ragazzi, uno alla volta, cambiando
con delle giravolte.
‘Cause we are living in a material world And I am a material girl
Tutti i
ragazzi si inginocchiarono attorno a lei, offrendole ognuno un gioiello
diverso, e lei ne prese alcuni e li lanciò verso l’alto.
Smack, Ah
Come and get me, boys
Diede un
bacio al pubblico, poi si voltò verso i suoi partner e fece loro segno di
seguirla.
But diamonds are a girl's best friend
Una
pioggia brillante cadde dall’alto, investendola in pieno, mentre lei risaliva
le scale e si accomodava su una specie di trono rosa e argento, all’inizio dei
gradini.
Diamonds are a girl's best
Diamonds are a girls best
Diamonds are a girls best friend
Lanciò le
braccia verso l’alto, mentre dei fuochi artificiali dorati partivano accanto a
lei, e tenne un acuto degno di una grande star. Quello che poi, in fondo, lei
era davvero.
Il
pubblico fu entusiasta ancora, tanto da alzarsi in piedi ed acclamarla a gran
voce.
Sharpay si
alzò dalla sedia ridendo, si inchinò a destra e sinistra lanciando poi dei baci
verso la platea.
Pochi
istanti dopo salirono sul palco anche tutti gli altri, tenendosi per mano.
Formarono tutti una fila e si inchinarono di nuovo,
con gli applausi che non accennavano a diminuire.
Ce l’avevano
fatta, di nuovo. Erano riusciti a salire di nuovo su un palco tutti insieme e a
far vedere quanto, anche lì, valessero. Che erano
tutti una squadra. E lo sarebbero stati per sempre.
Sì,
lo so che non ci speravate più, ma invece ce l’ho
fatta, in un pomeriggio l’ho scritto quasi tutto ed ora sono qui che pubblico
il tanto sospirato capitolo 39. scusate l’immensa
attesa, ma fra un casino e l’altro e l’estate non ho più trovato il tempo di
aggiornare questa fanfiction.
Ora,
avviso importante: questo era il penultimo capitolo della fic. Quindi sì, mi
dispiace, ma Wildcats forever si
chiuderà al 40esimo capitolo. Che non mi sembra poco XD
Grazie a:lovely_fairy; Angels4ever; Romanticgirl;
Tay_; Alexya379; Kikka93; Ciokina14; Armony_93,Arydivinae jessikina03.
Non
so quando arriverà l’ultimo capitolo. Voi immagino lo
vogliate il più tardi possibile ^^ Sono immersa di compiti, non se nemmeno se
riuscirò a finire loro, quindi immaginatevi la fan fic!
Grazie
per la pazienza che tutte le volte mi concedete ;)
Capitolo 40 *** 40. Now or never - Wildcats forever ***
40
40. Now or never
– Wildcats forever
“Giurami
che non sei arrabbiato.” Troy e Gabriella erano stesi sul letto della ragazza,
lui a pancia in su e lei appoggiata al suo torace. La porta era aperta, e loro
erano sopra le coperte, come
espressamente richiesto dal signor Montez, intento a guardare il baseball in
salotto.
Troy
guardò in giù, giocherellando con un boccolo corvino: “Certo che non sono
arrabbiato. Solo che mi sarebbe piaciuto che tu ci fossi a questa partita.”
Gabriella
alzò lo testa: “Anche a me! Ma mia madre ha come giorni libero solo questo
weekend, ed è da un sacco di tempo che non mi vede! È colpa della sua cavolo di
compagnia…”
“Ehi,
tranquilla. Sai a quante altre mie partite potrai assistere? Non ho intenzione
di lasciarti molto presto, signorina Montez. Anzi, non ho proprio intenzione di
lasciarti.”
La mora
ridacchiò: “Ricambio, Bolton. Prometto che chiamerò sempre Tay o Kelsie per
farmi dire come sta andando!”
“D’accordo,
ti credo.” il ragazzo si sporse per incontrare le sue labbra “Ma dovrai
comunque farti perdonare.”
La ragazza
rise di nuovo e lo baciò a sua volta, stringendogli la maglietta per tirarlo
più vicino.
“Ragazzi!
Non sento le vostre voci!” giunse allegra dal piano di sotto la voce del signor
Montez.
La figlia
alzò gli occhi al cielo: “Promise I’ll be kind but I won’t stop until that boy is mine… sei contento, papà?”
“Molto
tesoro, grazie!”
Troy
sorrise: “Tuo padre è forte, lo sai? Non potrò mai ringraziarlo abbastanza per
averti fatto rimanere qui con me.”
Gabriella
si girò sulla pancia, stendendosi di più su di lui: “Beh, lui dice che per
adesso non vuole diventare nonno e vorrebbe che io mi diplomassi prima di
mettere su famiglia. Quindi mi sa che dovrai aspettare, signor Bolton.”
“Tutto il
tempo del mondo per te, Montez.”
Ricominciarono
a baciarsi dolcemente, fino a che non udirono un “Ragazzi!” provenire dal di sotto.
Si
staccarono di nuovo, con Gabriella che borbottò: “Meno male che è forte, vero?”
mentre si alzava e tirava il suo ragazzo per le mani “Forza, scendiamo anche
noi. Almeno sta più tranquillo.”
Il ragazzo
sbuffò: “Ma così non ti posso baciare.”
La mora
rise e scosse la testa: “Tanto non potresti farlo lo stesso, Wildcat.”
Troy fece
per rispondere, ma il suo cellulare squillò in quel momento; sbuffò, e lo prese
fuori dalla tasca: “E’ Chad,” bofonchiò guardando sul display “Pronto? No, sono
da Gabriella. Okay, dammi mezz’ora e… no,
Chad, cinque minuti no. Va bene, va bene, un quarto d’ora. Tra un quarto
d’ora sarò da voi, promesso. Ciao.” chiuse la telefonata e alzò gli occhi al
cielo “Devo andare al campetto nel parco. I ragazzi vogliono essere in forma
per la partita. Credo di non averli mai visti così fissati.”
La sua
ragazza rise e lo abbracciò, appoggiando una guancia al suo petto: “Mi
mancherai, Wildcat.”
Il castano
la cinse con un braccio: “Ehi, sono solo due giorni. Ci vediamo alla festa dopo
la partita, giusto? E’ anche la fine delle nostre due settimane alla East High.”
“Non me la
perderei per niente al mondo.” Gabriella strofinò il naso contro la maglietta
di lui, inebriandosi del suo profumo “Sarà anche la prima volta che l’intero
corpo studentesco andrà a scuola il sabato mattina.”
“Mmmh, che
cosa entusiasmante.” ridendo, Troy le alzò il viso con due dita ed unì le loro
labbra. Giusto per essere interrotti dall’ennesimo trillo del cellulare del
ragazzo “Questo è Chad che mi dice di spicciarmi. Eppure io non faccio così
quando lui è con Taylor.”
“Forse
dovresti iniziare.” la mora si alzò in punta di piedi e lo baciò ancora.
Il
capitano dei Wildcats ghignò e si staccò a malincuore: “Devo andare, Gab, o qui
finisce che non ti levo più le mani di dosso. Deve anche arrivare tua mamma tra
poco, giusto?”
La ragazza
annuì, improvvisamente con aria triste: “Mi chiamerai?”
“Così
tanto che alla fine ti stuferai di me!”
“Ah, io
non potrei mai stufarmi di te.” si scambiarono un ultimo bacio, poi Troy si
avviò alla porta e l’aprì: “Ci sentiamo dopo, Gab.”
Gabriella
sorrise dolcemente: “A dopo Wildcat.”
Di scatto,
il ragazzo le prese una mano, tirandola a sé, e stampandole un velocissimo
bacio sulle labbra: “Ti amo.”
Lei
scoppiò a ridere, spingendolo fuori: “Anche io ti amo, ma ora vai! Non voglio
aver un Chad arrabbiato sulla coscienza!”
Si
salutarono un’ultima volta con la mano, poi Gabriella chiuse la porta, e cercò
di far scomparire quell’allegro rossore sulle guance.
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“Ehi Tay!
Che ci fai qui?” domandò allegro Troy raggiunto il campetto e notando la
ragazza lì.
“Porto le
provviste per i nostri campioni,” alzò un cestino da picnic ricolmo di panini e
bottiglie “Gabby è partita?”
“Credo di
sì,” sospirò affranto il ragazzo “Quando l’ho lasciata sua madre stava per
arrivare.”
Taylor
ridacchiò, passandogli una bottiglietta d’acqua: “Coraggio, lover boy. La tua ragazza tornerà
presto.”
“Sì ma non
ci sarà alla partita.”
“Allora
vedi di concentrarti molto, perché io non voglio perdere!” Chad li raggiunse e
passò un braccio attorno alle spalle della sua ragazza “Quanta roba c’è da
mangiare?”
Taylor
alzò gli occhi al cielo: “Abbastanza per tutti. Cavolo, Danforth, a volte mi
stupisco di quanto tu sia un maiale. E poi, santo Cielo, puzzi!”
“Non è
puzza, è odore maschio. Denota la nostra mascolinità. La nostra forza.”
Troy e
Taylor si scambiarono un’occhiata: “Dì un po’, amico, sei stato con le tue
cuginette di recente?”
Chad si
accigliò: “Sì, perché?”
“Perché le
chance sono due. O hai guardato troppo Hannah
Montana, o troppi documentari sul Fantastico Mondo degli Animali.”
Il
ricciolino tirò il pallone al suo migliore amico: “Parla per te, Romeo. Come
farai ora che la tua Giulietta è partita? Rischierai di subire la punizione
capitale del tuo migliore amico se non pensi ad altro che a lei, oppure
rimetterai la testa sulle spalle e schiaccerai i Knights?”
Troy
incrociò le braccia ed alzò un sopracciglio, divertito: “Sai, questa tua
rielaborazione di Romeo e Giulietta è
interessante. Potresti proporla alla Darbus, chissà che non ne venga fuori un
bellissimo spettacolo.”
Chad
rivolse gli occhi al cielo: “Basta ci rinuncio. Bolton, quando avrai di nuovo
sale in zucca, ti aspetto in campo.”
Taylor e
Troy ridacchiarono: “Verrai alla partita?” domandò poi il ragazzo. La mora
annuì: “Io e Kelsie abbiamo già i biglietti. Direttamente sopra la panchina dei
Wildcats.” Gli fece l’occhiolino e continuò “Martha e Sharpay invece, come sai,
saranno tra le cheerleader, per la gioia di CorinneO’Connors.”
Troy
raccolse un pallone arancione da terra e lo fece roteare sopra l’indice: “Ho
capito male oppure sarà Ryan a fare da mascotte?”
La ragazza
rise: “No, è proprio vero. A quanto pare, Sharpay non si fidava della mascotte
attuale, ed ha, uhm, gentilmente chiesto
al fratello di prendere il suo posto.”
“Scusate,
volete continuare a fare salotto laggiù?” urlò Chad alzando un braccio,
sostenuto da Zeke e Jason, appena arrivati “Noi vorremmo giocare!”
Troy
sospirò: “Ci vediamo alla partita, Tay. Sempre se arrivo vivo, credo che Chad
abbia intenzione di massacrarmi.”
Lei
sorrise: “Buon allenamento, capitano. A sabato.”
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“Non ti vedo da sei ore. È troppo.
Il mio povero cuore non può reggere.”
Gabriella
ridacchiò, stringendo il cellulare: “Non è il tuo cuore a non reggere,
Wildcat.”
Lo sentì
fingere indignazione, all’altro capo della linea: “Ehi, Montez, cosa sono certe insinuazioni?”
“Oh, solo
banali osservazioni derivanti dal fatto che anche a scuola non mi togli mai le
mani di dosso.”
“Non è colpa mia se sei così
dannatamente sexy in versione professoressa di matematica.”
Gabriella
arrossì vistosamente, lanciando un’occhiata a sua madre che si stava pettinando
davanti allo specchio, canticchiando, nella loro camera d’albergo a Phoenix,
dove avevano deciso di passare il weekend: “Piantala.”
Troy rise:
“Ohoh, abbiamo toccato un tasto dolente
eh? O dovrei dire… godente?”
Se
possibile, la sfumatura di rosso sulle guance della ragazza si scurì ancora di
più: “Troy Bolton, se non vuoi che riattacchi immediatamente, smettila subito.”
“Va bene, va bene. Com’è Phoenix?”
“Bella, anche
se abbiamo girato solo un’oretta. Adesso stiamo per andare a cena. Tu come
stai?”
“Beh, se tralasciamo la stanchezza,
la fame ed il fatto che Chad mi ha massacrato perché non voleva ammettere la
sconfitta, direi bene. Ah, giusto, e la partita è dopodomani, e a quanto ne so
ci saranno anche degli osservatori dell’NBA.”
“Dici
davvero? E’ meraviglioso! Vorrei poterci essere anche io…”
“Ma tu ci sarai, piccola. Prometto
che ti dedicherò ogni canestro.”
Di nuovo,
un colore rosato si dipinse sulle guance di Gabriella: “Grazie. Ora devo
andare, mia mamma è pronta ad uscire. Ci sentiamo domani?”
“Certamente. Divertiti, mi
raccomando. Ti amo.”
“Anche
io…” Gabriella chiuse la comunicazione e sospirò, guadagnandosi un’occhiata
incuriosita da parte di sua madre: “Che succede, querida?”
Lei
scrollò le spalle: “Niente mamma. È solo che… beh, dopodomani c’è l’ultima
partita dei Wildcats e mi sarebbe piaciuto esserci. Troy è così teso… ma non fa
niente, la potrò sempre rivedere in DVD, Kelsie porterà la sua videocamera.”
Maria
Montez sorrise comprensiva e le mise una mano sulla spalla: “No te preocupes, querida. Vamonos, vale?”
###
Il rumore
della folla, dei tamburi e della banda era lontano, ma chiaro come non mai
negli spogliatoi bianchi e rossi. O forse, l’emozione di essere lì, di nuovo,
lo rendeva ancora più fragoroso, più presente, che schiacciava il silenzio
concentrato e teso.
Taylor era
appoggiata al muro appena fuori dagli spogliatoi. Mancava ancora più di
mezz’ora all’inizio della partita, eppure la palestra era già gremita di colori
rivali. Batteva impaziente la punta della sua ballerina bianca contro il
pavimento, scandendo i secondi che la separavano dall’incontrarsi con Chad.
Strano a dirsi, era agitata anche lei per la sfida incombente. Diede uno
sguardo distratto all’orologio che portava al polso e sbuffò, scostandosi i
capelli perfettamente lisci.
In quel
momento, una porta degli spogliatoi si aprì e ne uscì Chad, già con la divisa
addosso: “Ehi,” la chiamò “Siete già tutti qui?”
La ragazza
annuì e gli si avvicinò: “Noi e tutta la scuola. Non ho mai visto la palestra
così piena. Sharpay e le altre hanno già incominciato a trattenere il pubblico.
Non stupirti, è brava anche come cheerleader.”
Chad le
avvolse i fianchi e posò il mento sulla sommità della sua testa: “Sono
nervosissimo.”
Taylor lo
abbracciò ridendo: “Vedrai che andrà tutto bene. Siete i Wildcats, avete vinto
due campionati, il vostro segreto sta nell’essere una squadra. Non dovete avere
paura dei Knights.”
“Ehi, io
non ho paura!” rimbeccò il ragazzo, solleticandola “E’ solo che… beh, è tanto
che non giochiamo in questa palestra, davanti a questa gente. Se li deludiamo,
tutto quello che abbiamo cercato di insegnargli in queste due settimane andrà
all’inferno. E poi non mi è mai piaciuto essere battuto da quegli antipatici
della West High.”
La mora
alzò il viso e gli diede un bacio leggero: “Allora metticela tutta. Almeno
questo serve a darti un po’ di senso di responsabilità.”
“Io sono responsabile. Ma a volte le
responsabilità sono noiose.”
Taylor
rise: “Quindi io sarei noiosa?”
“No,”
scosse i riccioli ribelli “Tu sei la priorità, che è diverso.”
Le guance
della castana si tinsero di rosso: “Mmm, molto galante, signor Danforth. Non è
che hai qualcosa da farti perdonare?”
“Non posso
fare un complimento alla mia ragazza?” replicò lui, fingendosi offeso.
La ragazza
in questione gli diede un’amichevole pacca sul petto: “Vai, Don Giovanni,
ritorna nello spogliatoio. Sbaglio o il coach dice sempre che dovete
concentrarvi sulla partita?”
“Aspetta,”
Chad la tirò per una mano e la strinse a sé “Prima voglio il bacio
portafortuna.”
Taylor
rise e lo baciò teneramente, infilando una mano tra i suoi ricci selvaggi.
“Ragazzi,
per favore, siamo in un luogo pubblico.” la voce ironica di Sharpay li fece
separare di scatto. “Evans, che ci fai qui?”
La bionda,
in tenuta bianca e rossa da cheerleader [quella
del terzo film, avete presente? xD Nda], scosse le spalle: “Sono venuta a
cercare Zeke. E siccome non ho intenzione di entrare in quello spogliatoio
sporco e puzzolente, vammelo a chiamare.”
Il numero
otto roteò: “Ai suoi ordini, maestà.
Ci vediamo dopo.” dato un altro bacio a Taylor, corse negli spogliatoi, mentre
la sua ragazza si rivolgeva alla sua amica: “Stai benissimo, Sharpay.”
Questa
ultima sventolò una mano: “Naturalmente. Certo, se questa divisa fosse rosa… ma evidentemente in giro c’è
questa strana, mh, cosa del ‘non puoi
avere tutto dalla vita’, quindi… mi sono dovuta
accontentare.” si spazzolò della polvere invisibile dalla gonna a pieghe,
lanciando poi la sua magnifica chioma bionda, parte della quale raccolta da una
coda, oltre la spalla. “C’è anche quella
tra il pubblico?”
Taylor
alzò gli occhi al cielo, divertita: “Sì, c’è anche Rebecca, Ryan è riuscito a
trovarle un posto.”
Sharpay
sbuffò, mettendo le mani sui fianchi: “Perché mio fratello non usa il cervello
quando decide di fare una cosa? Anzi, perché non lo usa mai? Si vede che si è mischiato a quei… Wildcats!”
La mora
scoppiò a ridere: “Credo che tu gli abbia appena fatto un complimento, Shar.
Ora scusami, ma vado al mio posto. Ci vediamo dopo!”
“Riprendetemi
bene con la videocamera!” le gridò dietro “Ma quanto ci mette Zeke?”
“Eccomi,
eccomi, sono qui! Il coach ci stava dando le ultime istruzioni!” il ragazzo
entrò correndo nel corridoio che portava dagli spogliatoi alla palestra “Ma… tu
che ci fai qui?”
“Ehm…”
Sharpay spostò il peso da un piede all’altro, nervosa “Sono venuta per… dirti
in bocca al lupo per la partita.”
“Oh.” Il
numero trentadue dei Wildcats spalancò la bocca, stupito. “Wow. Cioè, volevo
dire, grazie, crepi!” le si avvicinò per darle un bacio, ma la bionda alzò una
mano, fermandolo: “Zeke. Il trucco.”
“Ops,
scusa.” si spostò all’ultimo momento, posandoglielo sulla fronte. “Farai il
tifo per me?”
Lei
sorrise e si girò, mostrandogli un bel numero 32 stampato sulla schiena della
sua maglietta rossa: “Giusto per farlo capire a tutte quelle galline.”
Zeke rise
e le fece l’occhiolino: “Ci vediamo dopo.”
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Gioco corretto e leale, aveva ricordato Jack Bolton prima
dell’inizio della partita tra East High Wildcats e West High Knights. Ma
quella, più che una partita, sembrava una battaglia all’ultimo sangue.
Il gioco
veniva interrotto ogni due secondi dall’arbitro a causa di falli, scorrettezze
e violenza in campo. Chad sfoggiava già un labbro spaccato, Jason aveva un
taglio all’altezza dello zigomo, Troy aveva perso la sensibilità al gomito a
forza di usarlo per spintonare gli avversari, e Zeke esibiva fiero un
bernoccolo sulla fronte esito di uno scontro con un avversario. E tutto questo
dopo solo dieci minuti di gioco.
Neanche
tra le cheerleader c’era pace; poco prima dell’inizio della partita, per cause
ancora sconosciute, c’era stato un vero e proprio scontro fisico tra le due
tifoserie. Ryan, in costume da mascotte, aveva dovuto portare via a forza sua
sorella, che stava rischiando di staccare il cuoio capelluto alla caposquadra
dei Knights.
Non c’era
bisogno di dire che, naturalmente, gli spettatori erano in delirio.
“Cretino
di un arbitro, non vedi che è fallo?!?” strepitò Taylor, in piedi come il resto
della folla “Ha fatto quarantamila passi con la palla in mano!!”
“Già,
mettiti gli occhiali!” la supportò Kelsie, che aveva il berretto tutto storto.
Una sirena
annunciò la fine del primo quarto d’ora di gioco, e le due squadre andarono a
ritirarsi negli spogliatoi, mentre le cheerleader occupavano il campo e
riprendevano a sfidarsi a colpi di coreografie.
“Avevo
detto di giocare pulito!” ruggì Jack Bolton non appena tutti i Wildcats si
furono seduti sulle panchine del loro spogliatoio, sbattendo la sua cartelletta
contro l’armadietto più vicino “Mi sembra di essere davanti ad un campo di
battaglia!”
“Noi ci
proviamo a giocare pulito, ma sono stati loro ad iniziare, papà!” replicò ad alta
voce Troy, così arrabbiato da dimenticarsi addirittura di chiamarlo ‘coach’ “Se
non vuoi che perdiamo come delle femminucce, allora dobbiamo fare il loro
stesso gioco!”
“E invece
no, Troy!” il tono di voce del coach li fece sobbalzare tutti quanti “Non è
questo che vi ho insegnato per quattro anni, non è questo che volete mostrare a
tutti quei ragazzi che vi stanno guardando e fanno il tifo per voi! Non dovete
abbassarvi al loro livello! Voi dovete far vedere che siete capace di batterli,
siete capaci di essere i migliori anche giocando nel modo corretto! E non
importa se alla fine non riuscirete a vincere, l’importante è aver dimostrato
che non volete barare a tutti i costi solo per ottenere ciò che volete. È
l’ultima volta che alcuni di voi indossano questa maglia, ragazzi. Fate vedere
qual è il vero spirito dei Wildcats.”
“Il coach
ha ragione,” Chad si alzò in piedi e guardò ad uno ad uno i suoi compagni di
squadra “Il modo in cui giochiamo stasera è ciò che ci lasciamo alle spalle. Il
ricordo di noi. E dipende da noi. E’
la nostra ultima occasione. Chi è con me?”
Il suo
migliore amico lo raggiunse e gli posò una mano sulla spalla: “E’ la nostra
ultima occasione per lasciare un segno. Quindi rendiamola indimenticabile.”
Il
ricciolino sorrise, mentre tutti gli altri annuivano: “Chi vince?”
“Wildcats!”
Uscirono
correndo, gridando e saltando dagli spogliatoi, ansiosi di ritornare in campo e
dimostrare il loro valore, accolti dalle urla degli spettatori.
Chad
catturò lo sguardo di Taylor nella folla, e le fece l’occhiolino, mentre si
posizionava al centro del campo, davanti al suo avversario giallo-blu. Il
fischio dell’arbitro segnò la ripresa del gioco.
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I corridoi
della East High erano deserti e silenziosi; le grida della partita erano solo
un ronzio lontano che si avvicinava sempre più nella sua corsa verso la
palestra. Il rumore delle sue ballerine bianche a contatto con il pavimento
rimbombava tra i muri, mentre il suo respiro affannoso le riempiva le orecchie.
Scivolò mentre girava un angolo, decidendo di tagliare per il corridoio ovest.
Sperava di essere ancora in tempo almeno per l’ultimo quarto di gioco. Si tirò
leggermente su l’orlo del vestito bianco per poter correre meglio, e finalmente
giunse in vista delle porte rosse della palestra. Già da lì, le grida erano
assordanti. Prese fiato e spinse le porte.
Una
moltitudine di rosso, bianco, giallo e blu le si parò davanti agli occhi,
mentre veniva circondata da ovazioni, fischi, cori di cheerleader e trombette.
Guardando verso il grande tabellone segnapunti, vide che mancavano ancora
dodici minuti alla fine della partita.
Sorrise, e
lo cercò con gli occhi tra le frecce che saettavano nel campo. Eccolo là,
sudato, i capelli appiccicati alla fronte, che cercava di intercettare un
passaggio dei suoi avversari. Sapendo di non poter rischiare di chiamarlo, per
non fargli perdere la concentrazione, si mise a tifare come tutti gli altri.
Ma ecco
che, proprio mentre riusciva a prendere la palla, uno dei Knights si lanciò
contro di lui e cozzarono l’uno contro l’altro.
Il colpo
fu così duro che Troy cadde a terra, con l’aria che gli uscì d’un colpo dai
polmoni. Gli sembrò che la scena rallentasse, che la palestra fosse
all’improvviso più silenziosa. Cominciò a tossire; era stanco, dolorante, sembrava
che i polmoni rifiutassero di accogliere l’aria al loro interno. Sentì Chad
chiamare il suo nome mentre si rialzava a fatica, appoggiandosi al pavimento
lucido; sentì suo padre che lo incitava, la folla che acclamava. E alla fine,
sentì lei. No, era impossibile,
Gabriella sarebbe dovuta arrivare dopo la partita! Aveva anche le
allucinazioni, adesso?
“Troy!” si
voltò verso la direzione da cui proveniva il suo nome. No, non era un sogno.
Gabriella era davvero lì, con indosso un vestito bianco stretto in vita da una
fascia rossa e il suo jersey con il numero 14 e il nome Bolton sulla schiena e
sulla manica, che lo guardava con aria preoccupata ma sorridente. Si sentì come
se avesse recuperato tutte le forze. Lei era lì, e lo stava guardando. Aveva
voglia di attraversare il campo di corsa per stringerla e baciarla, ma sapeva
che non era possibile.
Senza
staccare gli occhi dai suoi, si strinse in pugno la maglietta all’altezza del
cuore: “Faccio fatica a respirare…” mimò, ben sapendo che lei poteva capirlo.
Infatti,
la vide annuire: “Ce la puoi fare. Sappi solo che io ci credo.”
Era come
se le parole di lei, appena sussurrate, fossero le uniche che echeggiavano
nella palestra rumorosa. Era impossibile, lo sapeva, c’era troppo frastuono,
eppure lui le sentiva: “Ed è tutto quello che mi serve.”
Gabriella
sorrise: “Allora forza.”
Troy strinse
i pugni: “Rendimi forte.”
Chad lo
raggiunse e gli mise una mano sulla spalla: “Stai bene?”
Troy
annuì, continuando a guardare Gabriella, sorridente: “Andiamo.”
La scena
sembrò riprendere a scorrere a velocità normale, se non accelerata. “Mancano quattro
minuti.” lo avvisò il numero 8 mentre gli passava la palla per consentirgli di
eseguire i tiri liberi che gli spettavano per il fallo subito.
Il
capitano prese fiato e segnò un canestro dopo l’altro, ad occhi chiusi. Ogni
respiro, un punto, tutti dedicati a lei. Eppure, ancora non bastavano. I
Knights erano avanti di quattro punti, ed il tempo correva veloce.
“Forza
Wildcats!” strillarono le cheerleader, sostenute dalla banda, che
instancabilmente continuava a rullare i tamburi.
“Qual è il
piano, capitano?” chiese Zeke, avvicinandosi a Troy mentre aspettavano l’inizio
dell’azione.
Con un
occhio fisso al centro del campo, dove Chad aspettava che l’arbitro lanciasse
in aria la palla, Troy elaborò: “Marca il 23, Tibbits. Continua a fare falli
per allontanare Jason dal canestro. Se riusciamo a tirare da fuori area,
recuperiamo tre punti. Io cerco di tenere Dench lontano dal canestro; se sono
libero, passatela a me o a Chad. Dobbiamo vincere.”
Il fischio
dell’arbitrò risuonò nella palestra, e tutti i dieci giocatori scattarono. Chad
prese la palla e la passò a Robert, che scartando uno dei Knights riuscì a
farla arrivare fino a Jason, libero grazie a Zeke. Tirò, e il divario di tre
punti fu recuperato, con un gemito di disperazione dalla folla giallo-blu.
“Sì!”
esultò Troy “Forza, ragazzi, non molliamo!”
Corse
vicino al canestro, ma fuori dall’area dei due punti. Era pazzo, lo sapeva,
stava rischiando troppo, mancavano solo quarantacinque secondi, ma voleva un
tiro da tre. Voleva riuscire a batterli con due punti di vantaggio, come non
succedeva da due campionati. “Zeke!” chiamò, attirando l’attenzione del suo
amico che aveva il possesso palla “Passala a Chad!”
Il battito
del suo cuore gli rimbombava nelle orecchie, si scostò con un cenno della testa
i capelli dagli occhi. Il suo migliore amico si avvicinò, scartando con
un’ottima finta un avversario. Si guardarono negli occhi, capendosi in un
lampo. Troy scattò a destra, aggirando il capitano dei Knights; la palla volò
sopra quest’ultimo, e il numero 14 a prese al volo, si girò e senza quasi
mirare, tirò.
Il tempo,
di nuovo, sembrò rallentare; tutta la tribuna dei Wildcats trattenne il respiro,
osservando la traiettoria della sfera arancione che si avvicinava sempre di più
al canestro. Rimbalzò contro il tabellone, fece un giro contro l’anello
metallico, e poi, dopo un tempo che apparve infinito, entrò nel cesto, un
secondo prima che suonasse la sirena di fine partita.
Un boato
esplose dalle gradinate della scuola, che si rovesciarono i campo assieme alle
cheerleader. L’intera squadra sommerse Troy, si abbracciarono tutti, finchè la
spinta di centinaia di studenti non tolse ad ognuno il respiro. Jack Bolton
riuscì a farsi largo tra la folla, in mano la coppa, e la passò a suo figlio,
che fu caricato sulle spalle dei compagni. Altre urla nacquero quando essa fu
alzata in aria.
“Fatemi
scendere, ragazzi!” gridò, dopo aver scorto tra la folla una chioma corvina di
suo interesse. Lasciò la coppa a Chad, che iniziò a coccolarla come se fosse
sua figlia, e corse tra la gente finchè non trovò quel vestito bianco e quel
sorriso dolce.
La prese
tra le braccia e la fece girare: “Cosa ci fai qui? Pensavo arrivassi solo
stasera!”
Gabriella
ridacchiò, tenendo le braccia incrociate dietro al collo di lui anche quando
ritornò coi piedi per terra: “Diciamo che mia mamma si è intenerita e ha deciso
di riportarmi a casa subito. Non ho idea di come sia fatta Phoenix!”
Troy rise
e appoggiò la fronte contro quella di lei: “Non finirò mai di ringraziare tua
madre per averti portata qui, Montez.”
Lei
arrossì e chiuse il divario tra le loro labbra. “Sei sudato. E puzzi.” borbottò
dopo un po’.
“Ehi, ho
appena segnato il canestro del secolo, puoi concedermelo!”
La mora
rise e lo spinse via: “Vatti a lavare, ti aspetto fuori insieme agli altri.”
Il
capitano le strappò un altro bacio, poi corse insieme alla sua squadra negli
spogliatoi, mentre tutta la scuola sciamava fuori, in festa.
###
Il campo
da rugby della East High brillava sotto il Sole; là, dove c’era stata la
cerimonia dei diplomi, si stava scatenando la festa per la vittoria. Era un
tripudio di rosso e bianco, la musica era diffusa dalle casse che erano state,
ehm rubate dal teatro della Darbus. La squadra vincente arrivò nel campo,
mischiandosi ai loro compagni. Taylor corse verso Chad e gli saltò in braccio:
“Abbiamo vinto!!!”
“Ti amo,
piccola. Giuro, domani ti porto fuori e ti compro tutto quello che vuoi!”
Troy,
accanto a loro, rise e cercò Gabriella tra la folla; prima che potesse
raggiungerla, però, un uomo dall’aria simpatica gli si parò davanti: “Troy
Bolton?” annuì, e l’uomo continuò “Sono Kyle Matthews, osservatore dei Lakers.
Vengo da parte della UCLA di Los Angeles. Mi è piaciuto il suo modo di giocare.
Suo e del suo amico laggiù, Danforth, giusto?”
Boccheggiando
per lo stupore, il ragazzo si schiarì la gola: “Ehm, sì! Sì, grazie!”
Il signor
Matthews sorrise, accendendosi un sigaro: “Abbiamo avuto ottime notizie su di
voi, e venire a vedervi oggi me le ha confermate. Non ci dispiacerebbe avervi
nella nostra università, l’anno prossimo. Potrebbe aprirvi le porte per i
Lakers.”
“Da-davvero?
Wow! Cioè, volevo dire, sarebbe fantastico! Però… dovrei prima sentire i miei
genitori, e Chad…” e mentre diceva così, l’occhio gli cadde su Gabriella, che
poco distante rideva assieme a Martha.
“Oh, non
preoccuparti, ragazzo. Avete tutto il tempo per pensarci. Basta sapere la
vostra risposta entro il prossimo settembre. Ma, fossi in voi, ci penserei
bene. È una grande opportunità.” Matthews masticò il suo sigaro “Comunque, vi
arriverà una lettera. Spero di vedervi, l’anno prossimo. Arrivederci.”
Lasciando
uno spiazzato Troy nel mezzo del campo, se ne andò seguito da una scia di fumo
puzzolente. Il ragazzo, intanto, stava ancora metabolizzando la notizia. Lui,
Chad, Los Angeles, i Lakers… gli sembravano un sogno! E poi, davanti ai suoi
occhi, balenò l’immagine di una ragazza bruna dal sorriso più bello del mondo…
la stessa ragazza che in quel momento gli buttò le braccia al collo: “Ehi,
Wildcat! Sei nel mondo dei sogni?”
Troy le
sorrise: “No, scusa. Pensavo.”
Gabriella
si accigliò: “A cosa?”
“Niente di
importante,” scosse la testa e la prese per mano “Vieni, andiamo.”
Fece un cenno
a Chad, che gli fece l’occhiolino e gridò: “East High! Venite con me!”
Seguendolo,
si spostarono tutti nel cortile antistante l’entrata della scuola, senza
smettere di festeggiare.
Gabriella
si tenne stretta a Troy, per non rischiare di perderlo tra la folla; quando si
fermarono, salendo sul bordo della fontana, controllò che nella borsa aperta ci
fosse la busta bianca con lo stemma di Stanford che aveva trovato nella
buchetta delle lettere quella mattina.
“Guarda
lassù!” la istruì all’orecchio Troy, passandole un braccio attorno la vita e
stringendola a sé. Lei alzò lo sguardo verso il tetto della scuola, sopra
l’orologio: là stava Chad, che aveva steso un lenzuolo a mò di striscione con
scritto Wildcats forever e il loro
stemma.
Alzò le
braccia al cielo e gridò: “What team?”
E la
folla, unita, tutta insieme: “Wildcats!”
“What team?”
“Wildcats!”
“What team?”
“Wildcats!”
“Wildcats!
Get’cha head in the game! Forever!”
~
The end ~
Eh
già, ragazze, avete letto bene: Fine!! Dichiaro ufficialmente conclusa Wildcats forever!! Dopo ben un anno e
otto mesi di lavoro (sul mio computer è stata salvata l’8 febbraio 2008 ^^), è
finita!! L’ultimo capitolo era in lavorazione da un pezzo, e l’ho finito oggi a
scuola, tra filosofia e latino (sìì, certo, Hypnotic
Poison è sempre moooooolto
attenta alle lezioni ^^).
Ringrazio
sentitamente tutte coloro che hanno commentato il capitolo scorso: ciokina14, Angels4ever, lovely_fairy,
kikka93, romanticgirl, Armony_93 e Titty90;
a te, cara, ti ho lasciata per ultima perché questo capitolo è il tuo regalo di
compleanno un po’ in anticipo. Non smetterò mai di dirti che solo dopo aver
letto le tue ficcy ho avuto il coraggio di aprire quella pagina bianca di Word
e buttare giù una storia che al principio non doveva essere così lunga, e
nemmeno così sorprendentemente tanto amata. Perciò, grazie ancora e buon
compleanno ^^
Naturalmente,
ringrazio anche tutte/tutti coloro che mi hanno seguita fin dall’inizio e che
hanno commentato precedentemente; vorrei nominarvi tutti, ma siete davvero
troppi.
Prometto
che cercherò di non farmi attendere troppo con altre fic; finita questa, mi
tolgo un grave peso dalle spalle, ma la mia vita è abbastanza incasinata in
questo momento, e sono davvero rarissimi i momenti in cui riesco a scrivere. Per
questo mi sono sforzata così tanto di concludere con questo capitolo, che spero
vi abbia soddisfatto.