Zanna di Lupo

di Red_Hot_Holly_Berries
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Risveglio ***
Capitolo 2: *** Quotidianità...? ***
Capitolo 3: *** Riflessioni notturne ***



Capitolo 1
*** Risveglio ***


La Zanna del Lupo - Una storia del Branco

Risveglio:

Questa non è una storia come le altre.
È una storia vera.
Per anni è stata tramandata nel Branco e tra i Solitari, ma ora è giunto il tempo che anche i Dormienti la conoscano, in modo che sia un insegnamento per tutti.
Perché bisogna capire che il Destino non si può cambiare.
Questa è una storia che narra di amore e i lealtà, di odio e di morte.
È una storia dove nulla è certo e tutto ha un lato nascosto, diverso da quello che conosciamo… nel bene e nel male.

Un ragazzo dai lunghi capelli neri e dalla carnagione pallida su cui gli occhi neri risaltavano come ossidiana, si svegliò lentamente, sbattendo confuso gli occhi appannati dal sonno ed alzando piano la testa.
E ciò che vide lo inquietò, come puntualmente gli succedeva ormai tutte le mattine: non si trovava nel suo letto.
Anzi, non si trovava neanche nella sua camera, ma in una stanza che, a giudicare dalla confusione dei mobili accatastati e oggetti vari, doveva essere usata come magazzino.
Sasuke si alzò svogliatamente in piedi, constatando una volta di più di essere nudo. [visione celestiale!! ndA con la bava alla bocca (ma insomma!! torna alla narrazione e non ti distrarre!! ndSasu è.é ) ]
La scoperta, più che imbarazzarlo, lo irritò oltre ogni dire.
Erano quasi due settimane che gli capitava ogni mattina di svegliarsi in posti diversi da quello in cui si addormentava, e per di più nudo.
Con cautela il giovane sia affacciò dalla porta scorrevole e sbirciò il corridoio, tirando poi un profondo respiro di sollievo: riconosceva il luogo, si trovava sicuramente nell’ala est di casa sua, la grande Villa Uchiha, abitazione della famiglia di banchieri tra le più ricche del Giappone.
Con un gemito, Sasuke si avviò verso l’ala nord, dove si trovava la sua camera.
Occhio e croce, misurando l’intensità della luce che giungeva dalle finestre, dovevano essere più o meno le 5,30 del mattino.
Grazie al cielo la servitù a quell’ora non era ancora in giro in quella zona della casa…
Raggiunta in fretta la relativa sicurezza della sua camera, Sasuke procedette rapidamente a vestirsi e si mise alla ricerca del pigiama che la sera prima era sicuro di avere indossato prima di addormentarsi.
Il ritrovamento dell’indumento appallottolato in un angolo sembrò poi confermare ulteriormente la sua teoria: quella del sonnambulismo.
A suo parere, quella era l’unica spiegazione logica del mistero: era chiaro che di notte lui si alzava e vagava (per la casa o per il giardino, a giudicare dal fango sotto i piedi), senza però ricordare nulla al risveglio.
“Bè, vediamola con filosofia” si disse, gettandosi a peso morto sul letto.
“Meglio sonnambulo che pervertito come mio fratello.”
Itachi Uchiha, più grande di lui di svariati anni, era un ragazzo dagli ottimi voti e dalla condotta apparentemente irreprensibile, sempre un gradino (o di più) sopra di lui.
I loro genitori lo definivano “talmente brillante da non avere bisogno di compagnia”, Sasuke semplicemente “talmente pieno di sé da non essere sopportato da nessuno”.
Ma in realtà lui sapeva una cosa sul fratello maggiore di cui nessun altro era a conoscenza: Itachi custodiva un segreto, nascosto a tutto e a tutti, tranne che a lui.
Il ragazzo non era riuscito ancora a capire di cosa si trattasse, se non che era una cosa importante…e che Itachi sapeva che lui sapeva.
Fantasticando una volta di più sul mistero, Sasuke si sporse per agguantare da terra un libro, con un lupo ringhiante in copertina e il titolo in lettere iridescenti: “Il richiamo del Sangue”.
Come sfiorando le ali di una farfalla, il ragazzo fece scorrere le pagine fino a trovare il segnalibro e si mise a leggere, sdraiato sul letto.
Sebbene l’ora di andare a scuola fosse ancora lontana e lui fosse stanco morto, sapeva per esperienza che tanto non sarebbe riuscito a dormire…non con quello sogno in mente.
Perché in quelle notti di vuoti di memoria, c’era un sogno che lo tormentava, sempre uguale. Ed ogni volta era così dettagliato da fa credere che fosse più un ricordo che un’invenzione onirica, così realistico da sembrare vero, così eccitante…

Correva.
Correva veloce nella foresta, schivando gli alberi con movimenti fluidi.
Il suo passo era così silenzioso e agile che pareva che le sue zampe non si posassero nemmeno al suolo, limitandosi a sfioralo senza lasciare traccia.
Si fermò in cima a una collinetta da cui poteva vedere tutto il suo territorio, ed ergendosi fiero e maestoso nella sua forza si stagliò contro il mantello nero della notte, trapunto di miriadi di stelle.
Ringhiò, e la sua voce possente echeggiò a lungo tra gli alberi della piccola valle, proclamando la sua infinita potenza.
Quello era il suo dominio, e lui ne era il padrone incontrastato, invincibile…

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In un'altra parte della città un’altra persona si stava svegliando, molto irritata dell’interruzione indesiderata del suo sonno.
-Ma porca zozza, Neji!- protestò a gran voce la ragazza in questione, la voce imperiosa che contrastava in modo curiosa con i fini lineamenti del viso.
-La smetti di agitarti come una lucertola?- si lagnò lei sbuffando, sferrando un pugno non molto delicato al braccio del compagno di letto, colpevole di averla colpita con una spallata troppo energica.
-Non l’ho mica fatto apposta, Hinata!- si difese lui, massaggiandosi la parte lesa e scostandosi i lunghi capelli dal viso.
I due si assomigliavano molto, con la pelle candida e i capelli lunghi, lisci e neri, e gli occhi bianco latte, all’apparenza privi di iride e pupilla, che li identificavano subito come membri della nota Casata degli Hyuga, celebre famiglia di attori e personalità di spicco del mondo dello spettacolo.
-Il fatto che tu sia mio cugino non ti autorizza a buttarmi giù dal letto!- disse lei, fingendo un tono offeso ma ora parlando con un tono dolce mentre si sdraiava al fianco di Neji.
-Bè, considera che dopotutto questo è il mio letto…- ribatté lui, circondandole il collo con le braccia e attirandola su di sé, fremendo per il contatto con la sua nuda pelle di seta.
Lei non cercò di svincolarsi dalla sua presa, ma si sdraiò più comodamente su di lui, baciandolo con consumata esperienza.
-Con tutte le notti che ci ho passato, ormai è mio quanto tuo…a pensarci bene, sono settimane che non dormo nel mio!- constatò Hinata, stiracchiandosi pigramente.
-Vero…ma allora la cosa vale anche per quello di Gaara, no?- le fece notare Neji, baciandole la clavicola e il seno.
-Purtroppo no, e lo sai…non posso dormire tutte le notti fuori, o il vecchio mi ucciderebbe!- si lamentò lei, accarezzandogli con la punta delle dita il petto, leggera come il tocco di una farfalla. -Sai una cosa? Credo che Gaara sia geloso di te…-
Neji si irrigidì, rabbrividendo, e si scostò per vederla negli occhi -Sul serio? A Gaara non piace che io passi la notte con te?- chiese, seriamente preoccupato.
-A te non darebbe fastidio se la tua ragazza andasse a letto con un altro?-
-Sì, ma che c’entra…vai a letto anche con Naruto, e Gaara non ha mai avuta niente in contrario…-
-Con lui è diverso…è solo un amico per me…ma a te io tengo davvero tanto, e lui lo sa. Per me sei la persona più importante…dopo Gaara!- disse lei con voce decisa, abbracciandolo, ma vedendo che rimaneva rigido tra le sue braccia, aggiunse:
-Non gli permetterò di farti del male!- Neji allora, rassicurato, finalmente si rilassò e la abbracciò a sua volta, cullandola come la bambina che a volte gli sembrava.
L’atmosfera, da calda e passionale, si era temperata a un profondo e sincero affetto, e un arrivo inaspettato sulla scena dissipò anche l’ultima tensione.
Tre palle di pelo entrarono come dei piccoli tornado nella stanza, saltando sul letto e atterrando sui due ragazzi, colti di sorpresa.
I tre in questione erano dei giovani cagnolini, di una strana razza di husky, e a quanto pare erano degli abitanti fissi della casa, in quanto i due Hyuga li accolsero ridendo, coccolandoli e scompigliando loro il pelo con scherzoso affetto.
Il più grande aveva la groppa e la coda grigio e nero, mentre il ventre e le zampe erano bianchi.
La femmina aveva la dorso di una scura tonalità di rosso, i fianchi ramati e grigi e le zampe bianche come il fratello.
Il più piccolo, invece, era di un uniforme color crema, con le zampe e il muso appena più scuri, come anche la punta della coda e delle orecchie.
-Ash! Flame! Sand! Insomma! Lasciate in pace Neji!- li sgridò affettuosamente Hinata, togliendoli di dosso dal povero ragazzo assediato dagli esagitati cuccioli, e li prese in braccio, sfregando il viso nelle loro pellicce, emettendo bassi mugolii.
I piccoli smisero immediatamente di agitarsi e presero a leccarle freneticamente il viso con le loro piccole linguette rosee, facendole il solletico.
I cinque per un po’ giocarono alla lotta insieme, finché i due ragazzi non si lasciarono cadere sul letto ansimanti ma allegri.
-Che bel modo di iniziare la giornata!- commentò Hinata, circondando con un braccio Ash e con l’altro Flame, mentre Sand si era nel frattempo comodamente seduto sulla schiena di Neji.
-Verissimo…ma cosa vogliono, adesso?- domandò stupito quest’ultimo, vedendo che i piccoli si sfregavano e cozzavano insistentemente contro la ragazza, guaendo.
-Direi proprio che questi piccoli pozzi senza fondo hanno di nuovo fame- spiegò Hinata, alzandosi in piedi e stiracchiandosi come una gatta per l’intera lunghezza del suo androgeno corpo, i generosi seni messi in bella mostra con maliziosa per allettare il compagno.
Il ragazzo, infatti, accolse pronto l’invito a farsi avanti e si alzò pure lui, abbracciandola da dietro e massaggiandole sensuale i seni con le mani aperte.
-L’unico problema è che il latte è quasi finito…- si lamentò lei, reclinando all’indietro la testa e guidando le mani di Neji sul suo corpo voluttuoso.
Tuttavia i cuccioli non sembrarono gradire il ritardo del loro pasto e non ci pensarono due volte a farlo capire ai due, latrando tristi e facendo sfoggio della loro migliore espressione da cuccioli teneri e indifesi.
-Mi sa che noi due dovremo aspettare, Neji…- rise Hinata, prendendo in braccio il piccolo Sand mentre gli altri due si strofinavano contro le sue gambe.
-Temo proprio di sì, mi sentirei in colpa a divertirmi con questi piccoli che soffrono la fame…a proposito, hanno quasi tre mesi…non sarebbe ora di svezzarli?- disse Neji, facendo vagare lo sguardo per la camera alla ricerca dei suoi vestiti.
-Ci sto provando…ma non sono molto collaborativi!- sospirò lei, aprendo la porta.
-Lascia perdere i vestiti…ti preferisco così!- disse lei lanciandogli uno sguardo allusivo e incamminandosi per il corridoio, magnifica nella sua nudità che sfoggiava come un manto regale. Ma entrambi sapevano che quel comportamento era loro concesso solo perché in quella piccola dependance, separata dal resto della casa, venivano solo loro due.
-Se vuoi stamattina di do una mano a dar loro da mangiare.- si offrì lui, seguendola sbadigliando.
Lei si voltò e gli sorrise, e per lui fu come se il sole fosse sorto all’improvviso, abbagliandolo come un profano che avesse osato sollevato gli occhi verso quell’astro luminoso eppure così lontano.
-Ti ringrazio!-

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* In inglese "Ash" vuol dire "Cenere", "Flame" significa "Fiamma" e "Sand" è "Sabbia."
dato che i piccoli sono Grigio, rosso e crema, mi è sembrato appropriato....

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Capitolo 2
*** Quotidianità...? ***


xSonny: in effetti, il tuo nick può dare luogo a fraintendimenti…XD anche tu fan di Hinata? mi sembra ovvio…e pure tu convivi con Adolf-genitori? io nn posso restare al pc x + d 4 h a giorno, ke tristezza…
xLaterrestrecrazyforvegeta: ciao! grazie di aver commentato…e il next chappy sarà postato prima, giuro!
xMart: anke io amo le hinaxsasu! ma ce ne sn così poke belle…Xd e modestamente la mia è una di quelle…XD t piace Hinata così?e dire ke molti la criticano (…) a me piace troppo…l’ho fatta molto simile a me!
xthenebra: se ti piace l’inizio, vedrai la fien..ihihihi! spero solo ti piacciano i finali tragici…
xLilian Kurapika: come osi criticare la MIA hinata? io mica ti critico Lilian,no? XD e nn è punk, è metallara!! W IL METALLO!
xmichan valentie: nooooo…nn vale!! mi hai rovinato la sospresa!! uffa…ma kissa perkè, ogni volta ke scrivo una ficcy con un mistero,qualcuno lo risolve sempre fin dai primi chappy…NN VALE!! XD XD XD ma ti perdono perkè hai detto ke ti piacciono i miei cuccioletti… ç.ç ^_^
xlaramao: booom?? nn saprei…ma credo sia stata apprezzatat!! XD XD E perché DITE JKE è UNA BUONA DONNA?? nn è vero…ueeee!!! XD

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singori e signori, un pò d'attenzione, prego: dato che purtroppo una mia lettrice ha già svelato il segreto della mia storia, mi delizio a fare il punto della situazione: in questo mio AU i licantropi sono reali... fin troppo, come Sasuke avrà modo di scoprire. immagino avrete già capito chi sono i licantropi della storia... e in che animale si trasformano, giusto? aspetto i vostri commenti!

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Capitolo 2°: Quotidianità…?

-Buongiorno, padre- salutò allegramente Hinata, entrando nella sala da pranzo di Casa Hyuga e sedendosi al suo posto, accanto a suo sorella e dalla parte opposta del tavolo rispetto al padre.
-‘ao…- biascicò Hanabi, sbadigliando fino a slogarsi le mascelle.
-Sveglia e arzilla come tutte le mattine, eh?- la prese in giro Hinata, scompigliandole affettuosamente i capelli e servendosi di tè caldo.
-Buongiorno, zio Hisashi- salutò educatamente Neji, arrivando e sedendosi con fare compunto accanto ad Hinata.
-E così alla fine te la sei messa, eh? Ti sta bene!-
sussurrò Neji alla cugina, alludendo alla maglietta dei Children Of Bodom che le aveva regalato il giorno prima, con l’immagine della copertina di “Follow The Reaper”.
-Già, grazie ancora! Ma tu non intenderai andare a scuola così, vero?- bisbigliò lei di rimando, indicando il suo orrendo felpino a strisce verdi e ocra.
-Certo che no!- rispose lui indignato, protendendosi sul tavolo per prendere il piatto dei biscotti in modo che il gilet gli si sollevasse e lei potesse vedere la maglietta dei Helloween che indossava sotto, quella di “The Dark Ride”.
-Perfetto!- commentò lei, dedicandosi poi con voracità alla sua colazione.
Perché loro due non erano liberi di fare quel che volevano, mettere quello che volevano o frequentare chi volevano: erano costretti a seguire le leggi imposte loro ha Hasashi Hyuga, poste a “preservare il decoro della famiglia”.
Ma nessuno dei due ragazzi era disposto a cedere, ed avevano elaborato una loro strategia, al fine anche di aiutare Neji.
Sebbene fossero entrambi appassionati di metal, solo Hinata si vestiva come tale, sempre in nero e con borchie e catene, sicura che la sua posizione di erede designata l’avrebbe preservata da punizioni troppo dure.
Neji, al contrario, in casa faceva sempre in modo di essere il figlio modello: ben vestito, educato, dagli ottimi voti… facendo parte della casata cadetta, lui non era destinato ad essere degno della stima del capofamiglia, ma il contrasto che si era creato tra i loro due modi di apparire lo aveva messo in buona luce agli occhi di Hisashi, che alla fine aveva accordato anche a Neji quelli che erano i privilegi della casata principale.
E così tutti i giorni i due giovani portavano avanti quella recita, interrompendola semplicemente fuori da casa, dove Neji poteva fare quel che voleva, purché non si cacciasse nei guai…quella era prerogativa assoluta di Hinata. [ke ragazzaccia…tzè tzè tzè…ndA (non è colpa mia!! non sono io a cercare i guai, sono loro che trovano me!! ndHina) bugiarda!! guarda che sono l’autrice, so tt di te…ndA U_U)

-Ciao!- salutò allegramente Hinata, agitando una mano all’indirizzo di un ragazzo dai capelli rosso fuoco, appoggiato indolente al muro di cinta del liceo.
-Come va, Gaara?- chiese ancora, fissandolo languida negli occhi turchesi, segnati da un tratto pesante di matita, colmi di una calda luce che si mostrava solo per lei.
-Benissimo, lupacchiotta mia.- rispose lui, abbracciandola e baciandola con gentilezza.
Lei, felice, gli si strusciò contro, mentre lui immergeva con un sospiro il viso nei suoi lunghi capelli neri, gli occhi tuttavia fissi su Neji, che si avvicinava cauto.
-Ciao, Gaara- disse lui pacato, controllando perfettamente il suo nervosismo.
Gaara rispose con un cenno del capo, allungando una mano aperta verso il ragazzo, mentre Hinata assisteva alla scena che si ripeteva tutte le mattine.
Neji avanzò ancora di un passo con le spalle leggermente ingobbite e la testa bassa, senza guardare in viso il rosso, finché la mano dell’altro non si posò sul suo capo.
I tre rimasero così per un attimo, immobili, poi Gaara tolse la mano e diede un’amichevole pacca sulla spalla al moro, sorridendo.
-Ciao Neji, come va? - chiese allegro, prendendo per mano la ragazza e facendo cenno di dirigersi verso l’ingresso della scuola.
-Benissimo, grazie- rispose Neji, sollevato che l’altro non fosse arrabbiato con lui.
Non ci teneva affatto a scontrarsi con Gaara, per un qualsivoglia motivo.
Hinata, che teneva l’altra mano sulla sua spalla, lo sentì rilassarsi e gli sorrise, come a dire: “Vedi? Non c’era di che preoccuparsi”
-Come stanno i piccoli?- chiese Gaara, premuroso -A Flame fa ancora male la zampa?-
-No, sta benissimo. Era solo una spina. Gliel’ho tolta e dopo pochi minuti non zoppicava già più.- rispose Hinata, e Neji confermò annuendo.
-Non era niente di grave. Sei tu che ti preoccupi sempre troppo!- scherzò lui, scompigliando con affetto i capelli alla cugina.
-Hei!- protestò lei, ridendo, coprendosi la testa con le mani -Ma ti rendi conto di quanto ci metto la mattina a pettinarmi? Non mi rovinare tutto il lavoro!- e scappò via dal suo aguzzino, mentre Gaara rideva come un bambino.
Neji fece per inseguirla, ma poi preferì dargliela vinta, e ridacchiando la osservò andare a salutare le sue compagne di classe Ino e Sakura.
-Gaara?- domandò un attimo dopo lui, accorgendosi di una cosa.
-Che c’è?- rispose lui, posando a terra la cartella e stiracchiandosi, attirando così un sacco di occhiate di apprezzamento dal pubblico femminile.
Neji ridacchiò ancora -Ti rendi conto, vero, che quasi tutte le ragazze della scuola ti salterebbero addosso, se potessero?-
-Vuol dire che hanno un ottimo gusto- rispose il rosso, strizzandogli l’occhio.
-Attento…sono pronto a scommettere che Hinata le sbranerebbe tutte…e te con loro!- completò il moro, alludendo al fatto che la ragazza poteva essere paziente e gentile finché si voleva, ma se sia arrabbiava diventava…una belva.
-Comunque, volevo chiederti dov’è Naruto. Ha bigiato anche oggi?- chiese il giovane Hyuga, facendo spaziare lo sguardo sulla folla, alla ricerca della ben nota chioma bionda.
-No, guarda: è lì, vicino all’Uchiha, sotto il ciliegio.- gli indicò Gaara, e Neji, aguzzando la vista, lo trovò: in effetti, intento a chiacchierare allegramente con Sasuke Uchiha e Shikamaru Nana, c’era Naruto Uzumaki.
E, come se anche a quella distanza li avesse sentiti parlare di lui, in quel momento il ragazzo voltò i suoi scintillanti occhi azzurri verso di loro e li salutò chinando rispettosamente la testa, sorridendo.
I due contraccambiarono con un cenno della mano e poi si diressero verso il portone.
-Cosa ci trova nell’Uchiha? Sembra un pezzo di pietra.- si domandò Neji.
-Naruto mi ha detto che anche se sembra freddo in realtà è un tipo molto interessante. Senza contare che vuole ancora capire come mai piace così tanto a Sakura…- rispose il rosso, scollando le spalle.
-Sakura? Pensavo che alla fine si fosse arreso all’evidenza dei fatti… lei non se lo filerà MAI finché ci sarà Sasuke in giro.- disse Neji, con tono tanto solenne da far sghignazzare Gaara.

Dall’altro lato del cortile, una persona stava osservando con la coda dell’occhio i due amici, in qualche modo consapevole di essere l’oggetto della loro discussione.
Sasuke prestava poca attenzione al continuo chiacchiericcio di Naruto o ai mugugni di Shikamaru, concentrato com’era a cercare di risolvere i misteri di quei tipi.
Nonostante la reputazione di ragazzo freddo e calcolatore, sapeva benissimo di avere un punto debole: la curiosità.
“La curiosità ammazza il gatto.” pensò cupo, ma ciò nen fece altro che aumentare il suo desiderio di scoprire cosa nascondessero.
Che gusto c’è, senza un po’ di pericolo?
Le informazioni in suo possesso erano relativamente poche: il gruppo in questione era composto da Gaara no Sabaku, terzo figlio del proprietario di un ristorante;Hinata e Neji Hyuga, rampolli della famosa famiglia Hyuga; e Naruto Uzumaki, orfano che viveva con il nonno.
Osservandoli, inoltre, era riuscito a carpire alcuni piccoli dettagli: se chiaramente Gaara era a capo del gruppo, e qualunque cosa dicesse veniva eseguita, era altrettanto lampante che Naruto era al gradino più basso e doveva rendere conto a Neji.
Il ruolo di Hinata nel quartetto, invece, non gli era chiaro: era la ragazza di Gaara, era risaputo, ma aveva un comportamento molto espansivo anche con gli altri membri del gruppo, un’intimità che Sasuke istintivamente collegava agli amanti…considerando che spesso la vedeva strusciarsi contro Neji con ben più familiarità di quante che ce ne potesse essere tra due cugini…
Eppure non gli sembrava possibile che Gaara la condividesse…chissà perché, gli sembrava un tipo possessivo.
“Ma chiunque sarebbe possessivo, con una ragazza del genere” pensò poi il ragazzo, ammirando di sottecchi la ragazza in questione, come molti altri maschi nel cortile.
Vederla lì sulle scale, a chiacchierare con le sue amiche, gli diede una strana stretta al cuore.
Erano due anni che frequentavano la stessa classe, e ormai credeva di conoscerla bene, tanto da poter ammettere con se stesso (ma non con gli altri) che gli piaceva…anche se, di nuovo, era una cosa che coinvolgeva quasi tutti i maschi.
Dopotutto, quando si tratta di una ragazza del genere…!
Ma altrettanto sinceramente accettava il fatto di non aver alcuna speranza…erano troppo diversi [e poi hai paura di Gaara...dai ammettilo!! ndA XD (no ke nn ho paura di lui! ndSasu °////° contrariato) a me puoi dirlo… ndA maliziosa (TI DICO KE QUEL TIZIO MI FA UN BAFFO!! ndSasu è.é gasato) davvero? ndGaara -_-‘ ke appare dal nulla (hemm…ecco…ndSasu ke si fa piccolo piccolo) sgamato!! ndA che si rotola dalle risate].
Lei metallara e apertamente anticonformista, lui emo per convenienza e alla ricerca di una vita facile e comoda, priva di responsabilità.
-Cosa sogni, Sasuke?- gli chiese d’un tratto Naruto, riportandolo alla realtà con un sussulto.
-Niente che ti riguardi- disse scontroso lui, ma il biondo seguì il suo sguardo e fece un sorriso a 52 denti.
-Hinata?- rise sotto i baffi. -Lascia perdere, non fa per te!-
Sasuke si irritò oltre ogni limite al sentirselo dire da uno che di ragazze ci capiva quanto di fisica quantistica (traduzione: niente XD).
“Ma in fondo non mi basta Sakura?” si chiese, sbuffando annoiato allo squillo selvaggio della campanella.
In effetti, la ragazza dai capelli tinti di un rosa cicca era sempre stata innamorata di lui, per motivi mai ben chiariti, e gli era stata appiccicata come una cozza per anni, finché non gli si era dichiarata, l’anno prima.
E lui che poteva fare?
Le aveva detto di sì, se non altro per vedere come sarebbe andata a finire.
O forse perché era annoiato…

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BEEEEEEEEEEEEP!
Un clacson a 10 decibel fece vibrare i timpani a Sasuke, tanto che questi si premette le mani sulle orecchie nel tentativo di mitigare il fracasso.
-Stupido ragazzino! Stai attento!- gli urlò contro il guidatore delle macchina che aveva inchiodato vicinissimo a lui, mentre il moro attraversava soprappensiero la strada.
-S…scusi…- balbettò Sasuke, ansimando per lo spavento e sentendo il cuore battergli impazzito nel petto.
Ma l’uomo non stette ad ascoltare le sue scure e ripartì a tutto gas, inveendo contro Dio e parenti vari, lasciando Sasuke al tedioso compito di districarsi dai rami della siepe in cui era finito.
Perché, sfidando ogni legge della fisica, il giovane Uchiha, quando si era reso conto che quella macchina lo stava per investire, per riflesso aveva spiccato uno scatto per scansarsi, e in qualche modo il suo corpo aveva avuto riflessi fin troppo pronti, portandolo a fare un acrobatico salto di lato che lo aveva fatto finire in cima a una siepe alta un metro e mezzo…spinosa.
“Come è possibile che sia balzato così in alto? Durate l’ora di educazione fisica non ci riesco neanche col trampolino…” pensò stupitissimo, liberando la cartella dai rami di quelle piante malefiche.
“Come ho fatto?” si chiese ancora, lisciandosi la maglietta alla ricerca di qualche strappo e scoprendo con sollievo che era tutta intera...cosa che lui non aveva la fortuna di dire: aveva svariati graffi sulle braccia che gli bruciavano terribilmente.
Ma almeno la sua maglietta era salva, la sua preferita: quella del WWF col lupo che ululava alla luna, dal disegno davvero realistico.
Il suo animale preferito era da sempre il lupo: fiero, selvaggio, forte, bellissimo, astuto.
A Sasuke piaceva paragonarsi a un “lupo solitario”, che preferisce vivere da solo, sicuro di sé e della propria potenza.
Ma doveva ammettere che in quel momento non si sentiva tanto lupo: aveva un mal di testa feroce che gli martellava le tempie da due giorni, e non riusciva a farselo passare malgrado tutti gli Aulin che aveva preso.
-Ragazzo! Vieni qui!- fece una voce di donna, e lui di riflesso si voltò verso la sua fonte, salvo poi scoprire che la vecchia che aveva lanciato il richiamo, in fondo alla strada molto dietro di lui, si era rivolta al ragazzino che vendeva delle allegre margherite gialle in strada.
-Ma cosa…?- fece Sasuke basito: come era possibile che sentisse a quella distanza la nonnina contrattare il prezzo di uno dei quei profumatissimi fiori?
Fin troppo profumati…
“Quel profumo è finto” pensò senza quasi rendersene conto, per poi sbalordire ancora di più.
Sentiva…sentiva l’odore dei fiori?
Di nuovo…a quella distanza?
Ancora: come era possibile?
E poi…cos’era quell’altro aroma?
Era molto più vicino…
Sasuke alzò una mano per sfregarsi il naso e d’un tratto comprese: sangue!
Era il suo sangue, quello che colava dai tagli sul braccio sinistro, che aveva quell’odore così… buono…
Così…eccitante...
Senza nemmeno formulare un pensiero compiuto, per istinto, con un guizzo della lingua leccò via la poche gocce di sangue che macchiavano al sua pelle bianca, gustandone il sapore…
“Cosa sto facendo?” si chiese improvvisamente Sasuke, riavendosi dal suo stato di trance, scoprendo con sua stessa sorpresa di essersi afferrato il braccio sinistro con dita contratte come artigli e le unghie piantate nella carne, mentre succhiava il sangue dalla ferita con tanta foga da aver lasciato l’impronta dei denti e un succhiotto tanto scuro da sembrare un livido.
Confuso, arretrò fino a andare a sbattere contro un muro, e senza forze si lasciò scivolare a terra, prendendo ampie boccate d’aria.
“Cosa mi sta succedendo?” pensò atterrito Sasuke, cingendosi le ginocchia con le braccia.
Ma la cosa più strana era che lui era sempre stato nauseato dalla vista del sangue…
mentre in quel momento, anche sforzandosi, non riusciva proprio a provare disgusto per ciò che aveva fatto, anzi… Ne voleva ancora.
Per distrarsi da quei pensieri, concentrò tutta la sua attenzione sul cagnolino che giocava con una lattina vuota, a pochi metri da lui.
Era di una razza rara da quelle parti: un husky forse, o un cane lupo.
Aveva il corpo leggermente sproporzionato, con il musetto e le zampe troppo lunghe rispetto al corpo, ma probabilmente quest’ultimo si sarebbe adeguato durante la crescita.
Ciò che destò il suo interesse fu però il pelo: il cucciolo aveva la parte superiore del corpo (testa, schiena, coda) nera striata di grigio, i fianchi grigio fumo e la parte inferiore (gola, ventre, zampe) bianca.
Sembrava un piccolo lupo!
Il piccolo si divertiva a fare dei comici agguati alla lattina, per poi saltarle addosso o farla volare via con una zampata ben assestata, il tutto guaendo e abbaiando allegramente.
Nella foga del gioco il cagnolino si era avvicinato a Sasuke, che lo osservava bonario zampettare in mezzo alla strada, per fortuna vuota.
Vuota…?
Un rombo cupo cominciò a far vibrare le orecchie del giovane Uchiha, salendo rapidamente di forza.
Ma Sasuke non vi badò molto, credendo che fosse l’ennesimo scherzo del suo udito, finché non vide emergere a gran velocità un camion da dietro l’angolo della strada…
E andava dritto verso il cucciolo, che, preso com’era dalla sua attività, non si era accorto del pericolo! L’autista non si sarebbe mai accorto in tempo del cagnolino…
Nuovamente spinto dall’istinto, Sasuke scattò verso il piccolo buttandosi quasi sotto al veicolo, che cercò inutilmente di inchiodare con uno stridore di freni.
Ma per fortuna il ragazzo riuscì ad acchiappare il cucciolo e a buttarsi dall’altro lato della strada un attimo prima che le ruote del camion schiacciassero la lattina vuota, evitando per un pelo i due.
Tenendo stretto al petto la palla di pelo tremante, Sasuke capì che il cagnolino aveva capito quanto lui il terribile pericolo corso.
-Tutto bene, ragazzo?- gli chiese l’uomo alla guida del mezzo, sporgendosi dal finestrino.
-Si, grazie- rispose lui meccanicamente, e in silenzio restò ad ascoltare le concitare scuse del tizio, di come non avesse per nulla visto il cane.
“Ho rischiato di finire sotto una macchina due volte un 10 minuti” pensò tetro Sasuke, accarezzando distrattamente il cagnolino per tranquillizzarlo.
“È un record anche per me!” constatò esalando un respiro che non si era accorto di aver trattenuto.
-E adesso che ne faccio di te?- domandò ad alta voce, appena cosciente del rumore le camion che ripartiva.
Il cucciolo, a tutta risposta, guaì allegro e gli leccò il naso, facendolo scoppiare a ridere.
-Il tuo pelo è troppo pulito perché tu sia un randagio, dico bene? E poi non mi pare che tu corra il rischio di morire di fame…- scherzò, rovesciandolo sulla schiena e massaggiandogli la pancia simile a un barilotto, facendolo scodinzolare e abbaiare di nuovo.
-Ma sei senza collare…che ci fai qui fuori da solo senza la tua mamma?- chiese ancora, rialzandosi con il piccolo in braccio.
-Non posso portarti a casa perché mio fratello odia i cani…e poi non mi sembra giusto toglierti al tuo padrone…- rimuginò un attimo sulla questione, recuperando la cartella.
TIRI-TI-TI-TIRI-TI-TA-TA!
La suoneria del cellulare li fece sobbalzare, tanto che il cagnolino preferì scendere con un balzo a terra…almeno quella non tremava!
-Chi…- cominciò Sasuke, estraendo il cellulare, ma una voce infuriata lo interruppe.
-PORCA MISERIA, SASUKE? DOVE SEI?- urlò l’inconfondibile voce di suo fratello, a un tono così alto che il ragazzo dovette allontanate il telefono dall’orecchio per non diventare sorso.
-Cosa c’è, Itachi?- rispose sgarbato lui, tenendo per sicurezza il cellulare a mezzo metro da sé.
-COME “COSA C’È”? TI SEI DIMENTICATO CHE OGGI VENIVANO GLI HYUGA?- Sasuke gemette. Merda…
-PEZZO DI DEFICIENTE! TORNA SUBITO A CASA O…- Sasuke, che conosceva già a menadito tutte le minacce di morte atroce il fratello gli avrebbe lanciato, chiuse la comunicazione con un sospiro.
Aveva completamente dimenticato che avevano ospiti!
-Scusa, piccolo, devo scappare…ci vediamo!- disse al cagnolino, che lo guardava con aria sorpresa, ma che gli abbaiò quello che il giovane interpretò come un “Ciao”.
Dopodiché Sasuke partì a razzo verso casa sua, pregando con tutto se stesso di non arrivare in ritardo.

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Capitolo 3
*** Riflessioni notturne ***


xthembra: certo ke si fanno interessanti..e se aspetti un paio di capitoli lo si farannoa ncora di più! garantito...
xnana89:hehehe..i licantropi piacciono davvero a tutti! e povero sauke...ne passerà delle belle! e non ti preoccupare, qst è una sasuxhina DOC! vedrai ke nn ti deluderò...anke se nn posso far mandare al diavolo glia ltri 3; mi servono!!
xSonny: solo un'ora!1 glab! condoglianze..^^ di dispiace averti rovinato i piani, ma qst è sl un chappy di collegamento, ed è davvero corto..I'm sorry! e... METALLO FOREVER! a morta gli emo e i truzzi (sasuke escluso, ovvio...mi serve!!!)
xLilian_Kurapika: in effetti...temo di averti rubacchiato unnpò l'idea...ma tanto è di moda! nn facciamo che scambiarci idee sulle ff...tra un pò finiremo per fanr euna uguale!1 glabb..speriamo di no!! ^_^ meno male ke hai cambiato idea su Hinata!1 sennò...muahah!! muahahah!
xmichan valentine:no, vabbè, skerzo, ci sn abituata! ma capisco il tipo...pure noi abbiamoe siliato Maria: non faceva ke rovinarci la sorpresa!! cn lei solo film da blockbuster...XD e no, Hanbi è sempre stato una femmina, ke io sappia...ma va detto ke il manga l'ho letto davvero poco....P.S. chi era l'assassino di Saw? nn me lo risordo...

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Capitolo 3°: Riflessioni notturne

Il rumore dell’accensione di una moto rupe il silenzio, e dopo un attimo i colpi di tosse si trasformarono in un rombo uniforme, simile alle fusa di un gigantesco gatto.
-Hai cambiato la marmitta?- chiese Hinata, allacciandosi il casco, nero con delle fiamme argentee.
-Si nota, eh? Solo il meglio per la mia piccola!- rispose fiero Neji, dando una pacca affettuosa al fianco della sua moto, dalle forme longilinee, tutta nera, cromature e stencil.
-E poi ti lamenti di essere sempre al verde…- sospirò la ragazza, chiudendo il cancello di Casa Hyuga dietro di sé e prendendo in braccio il piccolo Ash, che abbaiò felice, scodinzolando.
-Sarà pure così, ma nel frattempo tu continui a farti scarrozzare da me…- le fece notare Neji, montando sul sellino in pelle nera e dando gas.
-Dai, salta su!- la invitò, ma lei si stava già accomodando dietro di lui, cingendogli la vita con le braccia, il cucciolo al sicuro tra loro due.
-Andiamo! Gli altri ci stanno già aspettando!- lo incitò Hinata, e lui ubbidiente partì con una sgommata degna di un rally.
-Tanto sicuramente Naruto arriverà per ultimo, con quella sua carretta sgangherata che si ritrova!- commentò Neji alzando la voce per farsi sentire sopra la sibilo furioso del vento, alludendo allo scooter del biondo, famoso per essere tenuto insieme da un’abbondante dose di filo di ferro e scotch.
-Probabile- annuì lei -ma mi scoccia di aver dovuto aspettare che mio padre uscisse-
-In effetti devo ammettere che sei davvero una brava attrice!- commentò il ragazzo, ricordando la scena.
-Sembravi in punto di morte!- ridacchiò Neji.
-Ho dovuto fingermi malata per avere una scusa per andare a quella stupida cena…- Hinata si accigliò un attimo.
-Dov’è che eravamo invitati?- domandò poi al compagno, corrugando le sopracciglia.
-Dagli Uchiha- rispose lui, lesto.
-Già, è vero…a proposito, cosa ne pensi di Sasuke Uchiha?- gli chiese Hinata.
-Cos’è, cerchi un altro amante? Non ti bastiamo noi?- commentò Neji, ma si mise a pensare seriamente a una risposta quando lei lo colpì sulla testa, non troppo gentilmente.
-Non so che dirti, sinceramente. Devi chiedere a Naruto, è lui che suo amico, non io.-
-Appunto questo- disse Hinata -Naruto non ne ha parlato con te?- gli domandò, petulante.
-Parlato di cosa?- le chiese di rimando Neji, curioso.
-Mi ha detto che negli ultimi tempi ha cambiato odore. Di poco, ma si è modificato, e che se non lo conoscesse bene non l’avrebbe capito. Dice che è più…aspro.- spiegò lei.
Neji accolse le sue parole con un silenzio attonito, ma la sua mente lavorava a pieno regime.
-Dici che quel Sasuke potrebbe essere…?- domandò, per conferma ai suoi sospetti.
-Potrebbe. Come potrebbe essere un caso, certo.- lo avvertì Hinata, come a dirgli di non farsi troppe speranze, ma si capiva che anche lei era eccitata dalla prospettiva.
-Sarebbe interessante.- confermò Neji, la cui curiosità si era svegliata.
-Ma è strano…il Clan Uchiha è molto grande, e nessuno di loro si è Destato, giusto?-
Hinata assentì: le loro due menti seguivano lo stesso percorso.
-Insomma, ci saremmo accorti se qualcuno di loro fosse un Dormiente, no?- Neji si interruppe, confuso.
-Non è possibile che sia l’unico, infatti. Dovremo investigare.- confermò la ragazza.
-Ma allora perché non hai approfittato dell’invito a cena? Avresti potuto dare loro un’occhiata con comodo…- constatò l’altro mentre raggiungevano la loro destinazione, la foresta protetta appena fuori città.
-Lo so, ma preferivo prima parlarne con gli alti.- gli rispose Hinata, inspirando a pieni polmoni l’aria profumata di alberi e terra umida.
-Giusto. E…ah, guarda, ecco lì la moto di Gaara! Ciao!- salutò Neji.
E in effetti in una piazzola al limitare degli alberi c’era la moto rossa e oro del ragazzo, il quale era seduto su un tronco abbattuto mentre coccolava l’altro cucciolo, Flame.
-Naruto e Sand non sono ancora arrivati, o mi sbaglio?- disse la ragazza mora, guardandosi intorno mentre suo cugino fermava la moto e piazzava il cavalletto.
-Sembra di no- constatò Neji.
-Comunque, a proposito di prima, hai ragione tu: il possibile arrivo di un nuovo membro nel Branco deve essere studiato attentamente.-

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L’aria era pregna dell’odore del sangue.
In cielo i corvi gracchiavano arroganti, volteggiando sopra il predatore e la sua preda.
Ma lui non si curava di quegli uccelli approfittatori, che non mai avrebbero osato sfidare la sua forza, e perciò proseguiva il suo pasto in un lago si sangue.
Con il suo peso teneva ferma la carcassa, mentre in un lampeggiare di zanne strappava brandelli di carne sanguinolenti, rompendo le ossa con i denti.
Ancora eccitato per la caccia e l’uccisione appena compiuta, sferzava l’aria con la coda, alzando di tanto in tanto la testa verso il cielo stellato e ringhiando cupamente all’indirizzo della luna, che si rifletteva sulla sua lustra pelliccia nera e nei suoi occhi, simili a tenebrosi pozzi senza fondo, neri e selvaggi…

Sasuke si svegliò di scatto, sudato e ansimante, mettendosi seduto con la schiena appoggiata al muro, annaspando alla ricerca dell’interruttore.
La luce della lampadina squarciò le tenebre dalla stanza, ricacciandole negli angoli, accecando il ragazzo, ma non riuscì a scacciare l’oscurità che quello stramaledetto sogno si era lasciato dietro.
A disagio, Sasuke scalciò via le coperte, scese dal letto in punta di piedi e si avvicinò alla finestra, poggiando la fronte contro il vetro freddo.
“Di nuovo quel sogno” pensò angosciato il moro “Sto impazzendo?”
Non era normale che una persona sognasse cose del genere… Soprattutto se ci si ritrovava a essere una belva sanguinaria, provando ciò che provava lei, sentendo i suoi istinti come propri…giusto?
Si diceva che i sogni ci mostrano l’aspetto del nostro vero io…
No, doveva essere un’invenzione del mondo onirico, decisamente.
D’un tratto l’Uchiha si sentì soffocare, stretto da quelle oppressive pareti, e d’istinto aprì la finestra e la scavalcò con un balzo, ritrovandosi sul camminatoio coperto del giardino, a ridosso della casa vera e propria.
Silenzioso, Sasuke percorse il pergolato godendosi la notte, cogliendo il gorgoglio dell’acqua della fontana e del ruscello e lasciandosi avvolgere da un vento fresco che sapeva di fiori in sboccio, di piante verdi e di pioggia…
“Domani pioverà” pensò il moro, accettando senza riserve ciò che gli stava dicendo l’olfatto.
Ma improvvisamente una folata di vento contraria gli portò alle narici un odore sconosciuto: aspro, muschiato, ferino, infido…
“Pericolo!”
Un brivido gli fece drizzare i peli sulla nuca.
“Cosa…?” si chiese Sasuke nervoso, spaziando il giardino con lo sguardo , ma in quella zona non vi era illuminazione.
Un fruscio lo fece immobilizzare, come una lepre sorpresa sai fari di un’auto.
“Pericolo, pericolo!” continuava a dirgli il suo istinto, urlandogli di scappare.
Ma Sasuke con un certo sforzo riuscì a soffocarlo, e la sua forza di volontà fu ricompensata in modo inaspettato: in quel momento le nubi che oscuravano la luna quasi piena si diradarono e grazie a quell’inaspettata luminosità il moro vide qualcosa che si muoveva alla base del muro di cinta della proprietà.
All’improvviso un’ombra si staccò dalla fitta oscurità che ristagnava alla base del muro, prendendo l’aspetto di una scura figura a quattro zampe.
Ma prima che Sasuke potesse capire cosa fosse, questo con un balzo fluido saltò oltre il muro, sfiorandone appena la sommità.
Un battito di ciglia, e la sagome che si stagliava contro il cielo color inchiostro era sparita; e con essa l’odore selvatico, portato via dal vento profumato.
“Cosa diavolo era?” si domandò Sasuke, confuso.
Era un’animale, questo l’aveva intuito, dal pelo nero come il peccato.
Ma quale fiera di quella taglia sarebbe mai avuto potuta trovarsi nel suo giardino?
Di certo non era uno dei loro cani da guardia: quella bestia era almeno due volte più grande dei loro doberman.
Scosso, l’Uchiha tornò in camera sua, rannicchiandosi nel suo letto e tirandosi le coperte fino al collo, nell’infantile convinzione che se restava così nascosto nessun mostro sarebbe venuto a divorarlo.
Ma nonostante ciò, il moro non riusciva a togliersi dalla testa l’impressione che, un attimo prima di scendere dall’altro lato del muro, lo sguardo dell’animale avesse incontrato il suo, e che in quella frazione di secondo Sasuke avesse letto negli occhi dell’animale che quello in qualche modo l’aveva riconosciuto.

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