The wall between us (Joe)

di JemiPerSempre
(/viewuser.php?uid=113993)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1 ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3 ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4 ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 5 ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 6 ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 7 ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 8 ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO 9 ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO 1 ***


CAPITOLO 1

Guidavo in autostrada con la mia ragazza seduta accanto. Ero stato assunto come insegnante di musica alla West High School di Los Angeles. I miei genitori ci avevano comprato una villa a Toluka Lake, un paesino vicino la grande città.
Mi voltai e sorrisi nel vederla in tutta la sua bellezza. Si chiamava Ashley Greene. Era una ragazza fiera di sé, sempre sorridente e aspirava a diventare una grande attrice. Ecco non era proprio triste di lasciare i suoi parenti: stavamo andando dove il mondo del cinema regna. Avrebbe fatto da lì a breve un provino per frequentare l’Hollywood Cinema Acadamy. Ero contento per lei: stava per bruciare una tappa del suo grande sogno, non come me che quelli li conservavo chiusi a chiave in un cassetto.
-Perché mi guardi così?- mi domandò sorridendo.
-Perché sei bellisima.- le risposi. Ma lei già lo sapeva e sapeva che tante ragazze avrebbero pagato per essere come lei. Era orgogliosa di sé stessa e non credevo facesse male avere un po’ di autostima, ma a molti questo non piaceva. “Invidiosi!” pensavo.
-Credi sarà bella la casa?- chiese lei.
-Beh si! Mia madre avrà messo in croce mio padre: sai che non le piace fare brutte figure.- risposi. Lei emise una piccola risata e poi mi diede un bacio sulla guancia.
-Tutto qui? Le mie labbra stanno piangendo.- dissi mettendo il broncio e poi lei affermò: -Non voglio distrarti: ti devi concentrare a guidare. Arrivati te ne darò quanti ne vorrai.-. Acconsentii ancora imbronciato come un bimbo.
 
Arrivati, aprimmo il cancello e parcheggiammo l’auto. Si notava il verde che circondava l’abitazione. Entrammo in essa: vi era una TV enorme sul muro ben visibile dal divano bianco con dei cuscini azzurri posati su di esso che riprendevano il colore della parete. Salimmo la scala a chiocciola e apparve davanti agli occhi una vetrata che mostrava la piscina nella parte posteriore del giardino ed il lago del paesino circondato da un vasto prato con alberi sparsi. Dinanzi a ciò vi erano due poltroncine dello stesso stile del salotto ed un tavolino in legno. Alle nostre spalle vi era un corridoio dalle pareti bianche con tre porte. Aprimmo la prima: doveva essere la nostra camera. Anch’essa era chiara riprendendo lo schienale in pelle del letto. La coperta, che copriva anche i cuscini, era a fantasia rossa e bianca. A terra vi era un parquet color ciliegio che riprendeva i comodini un po’ anticheggianti su cui erano posati dei lumi dallo stesso stile. Non vi era un’armadio ma un’altra porticina che dava al bagno. La seconda porta vista nel corridoio portava alla camera degli ospiti ed accanto ad essa un secondo bagno. Tornati in salotto proseguimmo verso la cucina dai mobili il legno chiaro come le sedie intorno al tavolo di un color verdino come la parete. Da qui si accedeva alla stanza della musica, quella che preferivo per potermi dedicare a tutto ciò che amavo di più allontanandomi dal resto del mondo.
-E’ bellissima amore mio, non credi?- domandò Ashley.
-Si si… La nostra casetta! Ma tu non dimentichi qualcosa?- le chiesi con un sorrisetto malizioso. Lei inizialmente fece finta di niente ma poi mi baciò. Ovviamente non seppe resistermi.
 
Il giorno dopo mi svegliai presto: primo giorno a lavoro e non potevo fare tardi. Non si era ancora svegliata Ashley quando uscii da casa. Ero un po’ nervoso, credevo di non essere all’altezza del compito, ma infondo dovevo solo parlare con dei ragazzi non molto più piccoli di me. Entrai nell’edificio e mi sembrava di tornare un adolescente percorrendo i corridoi pieni di armadietti, di ragazze che sbavavano dietro i giocatori di basket accompagnati dalle cheerleaders, di amici che scherzavano tra loro e di secchioni che si affrettavano a raggiungere le classi. Andando verso la presidenza notai una ragazza dai capelli castani, con la pelle dorata dai raggi del sole estivi e con delle labbra bellissime. Mi sentivo strano, come se qualcosa mi stesse incitando ad andare verso di lei, ma non lo feci. Voltai l’angolo e proseguii per la mia strada. Bussai alla porta e, avuto il permesso, entrai.
-Buongiorno signor preside. Sono il nuovo insegnante di musica-. Egli m’interruppe alzandosi e dicendo: -Lei è Joseph! Mia figlia, Miley, è rimasta colpita dalla sua “audizione”. Molto piacere, Billy Ray Cyrus.-. Mi strinse la mano ed io affermai: -Per me è un onore: sua figlia è una cantante di fama mondiale!-.
-Beh si, la mia piccola Miley…- disse sovrappensiero. Dopo pochi secondi mi diede un foglio riprendendo il discorso coscientemente: -Questo è l’orario delle lezioni di tutti i docenti, lei compreso. L’aula di musica è la numero tre. I nostri allievi sono tutti molto validi e credo si troverà bene. Buon lavoro!-. Ci salutammo e andai in classe. Tutti mi fissavano e certe ragazze bisbigliavano qualcosa tra loro. Iniziai a presentarmi ma ad un tratto notai una ragazza al penultimo banco con gli occhi chiusi e con delle cuffie nelle orecchie. Era la ragazza di prima! Così decisi di riprenderla, ma era una scusa per parlarle. Raggiunsi il suo banco, le tolsi le cuffie e finalmente potetti guardarla negli occhi. Le dissi: -Buongiorno signorina! Io sono Joseph Adam Jonas, il nuovo professore di musica. Credevo si fosse addormentata!-. Ella si giustificò: -Ehm no… stavo solo… ascoltando un po’ di musica così… per ispirazione!-. Ispirazione? E così mi venne in mente una bell’idea. Affermai: -Beh speriamo che ciò abbia dato i suoi frutti! Perché non ci canta qualcosa così… per inaugurare il nuovo anno?!-. Ella cercò di giustificarsi in ogni modo possibile, ma era troppo il desiderio di ascoltarla. L’accompagnai alla cattedra ed ella iniziò.

Before I fall too fast,
Kiss me quick, but make it last
So I can see how badly this will hurt me
when you say good bye.
Keep it sweet, keep it slow,
Let the future pass and dont let go,
but tonight I could fall to soon
into this beautiful moonlight.
But you’re so hypnotising
You’ve got me laughing while I sing,
You’ve got me similing in my sleep
And I can see this unravelling
And your love is where I’m falling
But please dont catch me.

Ero semplicemente incantato dalla sua voce melodiosa, a volte graffiante ed emaneva qualcosa di speciale. Sarei rimasto ancora lì a fissarla in tutto il suo splendore se la campanella non fosse suonata. Lei andò via senza dire niente, ma non potevo lasciarmela sfuggire così…
Un messaggio allontanò i pensieri dalla mia mente. Era Ashley che mi diceva: “Mi è dispiaciuto non vederti accanto a me nel letto sta mattina… Oggi pomeriggio devi farti perdonare!”. Misi il cellulare a posto: non volevo rispondere, sapevo di sbagliare, ma volevo solo pensare a quella ragazza.

ANGOLO AUTRICE:
Ciao a tutti :)
Per chi non abbia seguito fin'ora la storia (in corso) postata nella sezione "Demi Lovato", questa è la versione, che ho promesso a coloro che seguono la storia, dal punto di vista di Joe dato che l'altra è scritta, ovviamente, dal punto di vista di Demi. Quindi adesso sapete il nome della ragazza a cui Joe "vorrebbe saltare addosso". :D Quindi spero vi piaccia e vi invito a seguire la storia anche nell'altra sezione.
Per chi, invece, ha seguito la fanfiction dall'inizio ho finalmente postato questo capitolo! Mi sono scervellata un pò per capire come descrivere la casa e un pò per capire come inserire Miley nella storia, come richiesto da Ella. <3 Spero vi piaccia perché se vi deludessi sarei più dispiaciuta io di voi!
Recensite, vi mando un bacione come sempre,
Lara <3

P.S: Vado a scrivere l'altro capitolo per l'altra sezione e spero di finirlo stasera così vi faccio contente! :)

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** CAPITOLO 2 ***


CAPITOLO 2

Suonò la campanella: ora di pranzo.
-Bene ragazzi: la prossima volta ricordatevi di portare un vostro pezzo.- dissi alla classe. Tutti sembravano non ascoltarmi: erano troppo impegnati ad andare in mensa. Presi le mie cose e mi avviai in giardino per la pausa. Incontrai la ragazza seduta accanto a quella dalla voce da angelo. La chiamai: -Signorina!-. Non sapevo come si chiamasse, si voltò e rispose: -Dice a me?! Sono Selena Gomez! Mi dica!-. Notai il suo sguardo triste, ma prima le chiesi: -Mi può dire il nome della sua amica? Quella seduta accanto a lei sta mattina!-. Lei rispose: -Il nome completo è Demetria Devonne Lovato, ma tutti la chiamano Demi.-. Continuava ad essere triste e le domandai: -Grazie, ma… si sente bene? Ha qualche problema?-. La ragazza abbozzò un sorriso guardandomi negli occhi e mi disse: -Un ragazzo, niente di che, non si preoccupi… Grazie!-.
-Si ricordi: sono i ragazzi che devono correre dietro le ragazze, non il contrario! Se questo ragazzo le ha fatto del male non sia triste: si accorgerà di aver sbagliato e se così non fosse ci saranno tanti altri ragazzi per rendere felice una bella ragazza come lei.-.
-Lei è davvero gentile. La ringrazio! Adesso vado, a presto.-. Mi sorrise e andò via.
 
La campanella suonò nuovamente ed io ero in aula. Sarei dovuto andar via ma decisi di parlare con quella ragazza: -Signorina Lovato posso rubarle qualche minuto?-. Ella si voltò e mi raggiunse.
-Mi chiedevo se oggi pomeriggio fosse disposta ad incontrarci a casa mia.-. Domanda ambigua e perciò chiarii: -Non fraintenda: per la scuola.-. Le sorrisi: ero così contento di poter sentire di nuovo la sua voce.
-Ehm non credo sia il caso…- rispose. No, non potevo assolutamente accettare un no ed insistetti: -Vede… Prima ascoltavo attentamente la sua voce e ne sono rimasto incantato, credo che lei abbia un dono e una vocazione per il canto. Mi ha rabbrividito.-. Ella arrossì, ma forse la rendeva ancora più bella. Vi fu uno scambio di sguardi interrotto dalla professoressa di fisica che domandò alla ragazza: -Signorina Lovato mi può spiegare cosa ci fa nell’aula di musica durante la mia ora?-. Speravo non iniziasse con una delle sue ramanzine: mi dissero che fosse una rompiscatole, detto in parole povere. Non volevo comunque che la colpa ricadesse su Demi dato che, in fondo, ero stato io a chiamarla e quindi la difesi: -Professoressa mi scusi, è stata colpa mia: mi sono permesso di chiamare la ragazza per riferirle alcune cose sul suo conto.-.
-E non poteva aspettare il termine dell’orario scolastico?- domandò infastidita.
-Era una cosa importante! Come lei ben sa oggi il mio orario è ridotto e quindi sarei uscito prima!- risposi.
-Avrebbe dovuto attendere!-. Come non detto: voleva solo litigare. Mi saltarono i nervi e affermai: -Oh bene… Ecco come li accogliete i nuovi membri in questa scuola!-.
-Attento Jonas! Io non perdo niente a lamentarmi con il preside del suo comportamento inaccettabile e non credo che egli preferisca un “nuovo membro” come dice lei ad una professoressa come me.-. Mi stetti zitto per non peggiorare la situazione, ma nella mia mente le stavo già spaccando quella faccia da perfettina che aveva avuto il coraggio di portare nella mia classe.
-Signorina Lovato con me in classe, interrogata su tutto il programma dello scorso anno. A presto Joseph!- riprese lei con un sorriso finto che ricambiai. “Adesso Demi mi odierà a morte!” pensai, ma non dovevo disperare.
Presi il cellulare: Ashley mi aveva chiesto di stare con lei nel pomeriggio e forse potevo sembrare un egoista ad aver chiesto ad una mia allieva di stare con me al posto suo, ma avremmo avuto tutto il tempo necessario di sera. Così la chiamai e le spiegai tutto.
 
Al termine dell’orario uscii da scuola e vidi Demi e Selena con un altro ragazzo. Mi avvicinai deciso e mi schiarii la voce. Tutti e tre si voltarono e lei sfoggiava sempre quel sorriso raggiante: non credo di aver mai visto un sorriso così bello. Ero imbarazzato e timidamente dissi: -Ehm… Scusate il disturbo. Demi, vieni con me?-. Ella annuì e raggiungemmo insieme la macchina. Guardavo dritto davanti a me: non volevo distrarmi a guardarla. Per tutto il tragitto pensai al perché mi comportassi così… Non facevo altro che pensare quanto fosse bella e quanto mi piacesse la sua voce, ma io ero anche fidanzato e sapevo di sbagliare. Arrivati, parcheggiamo l’auto per poi entrare in casa. Le due si presentarono e mi affrettai a portare Demi nella stanza della musica. Ashley non era molto contenta: è sempre stata gelosa e volevo evitare spiacevoli inconvenienti.Ci sedemmo sugli sgabelli e mi domandò: -Prof, adesso mi può spiegare il motivo di questo incontro?-. Ed io risposi sorridendo: -Per iniziare, dammi del tu. Per te sono Joe. Non siamo a scuola e comunque non mi piace molto l’idea di farmi parlare in quel modo freddo da ragazzi poco più piccoli di me… Il motivo di tutto ciò è che io credo che tu debba sfruttare la tua voce, il dono che Dio ti ha mandato. Potresti fare carriera ed io voglio aiutarti!-. Ero sincero e speravo mi credesse.
Ella rispose: -Uhm professore…-. La guardai con un sopracciglio alzato e poi riprese: -Joe… Io non credo di avere questa gran voce. Ok, so canticchiare e buttare giù qualche parola su un foglio ma-. Quella ragazza aveva scarsa autostima. Dovevo farle capire che si stesse sbagliando e le dissi tutto d’un fiato: -Demi tu non sai canticchiare! Su hai una voce meravigliosa, devi ammetterlo ed essere sicura di te stessa… E quelle parole non sono semplici “parole buttate su un foglio” ma sono parole profonde.-. Qualche secondo di silenzio.         Non si era ancora convinta e ripresi: -Sta mattina stavo per commuovermi e avrei voluto sentirti ancora, forse per ore, giorni! Demi fidati di me!-. Incrociammo lo sguardo quando appoggiai la mia mano sulla sua. Non potevo continuare a perdermi nei suoi occhi: un giorno sarei impazzito, avrei mandato tutto all’aria fregandomene di tutto e di tutti e l’avrei baciata con tutti i sentimenti che potevo provare. Gioia, amore, dolore, passione, sofferenza, paura… Tutti insieme!
 
Il pomeriggio passò in fretta: facemmo davvero un buon lavoro. Insistetti poi per accompagnarla a casa: non avrei mai potuto mandarla da sola… Poteva succederle qualcosa, qualcuno l’avrebbe potuta infastidire perché beh… è una ragazza che si nota. Quindi, accompagnata davanti al cancello aspettai che entrasse per poi andar via e tornare a casa dove un’altra ragazza, la mia fidanzata, mi attendeva.


ANGOLO AUTRICE:
Ecco il secondo capitolo! :) Chissà che altro combinerà Joe con Ashley! Recensite e fatemi sapere cosa ne pensate. ;D
A presto con il prossimo capitolo,
Lara <3

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** CAPITOLO 3 ***


CAPITOLO 3

Chiusi la porta dietro di me e raggiunsi la cucina. Era spenta, illuminata da due candele rosse sul tavolo e da altre sparse per il luogo. Lei mi si avvicinò e mi baciò poggiando la mano sul mio petto. Chiusi gli occhi e quando si staccò li riaprii.
-Finalmente un po’ di tempo per noi!- esclamò sorridendomi. Capii di aver sbagliato a pensare a Demi per  tutta la giornata. L’aria del nuovo mi aveva dato al cervello. Lei aveva fatto tutto questo per me ed io non avevo fatto altro che allontanarla. Che stupido che sono stato!
-Non dici niente amore?- mi chiese risvegliandomi dai miei pensieri.
-Stavo pensando a tutto questo: che meraviglia… e tu sei bellissima come sempre!- affermai. Mi diede un altro bacio a stampo e ci sedemmo intorno al tavolo. Facemmo un brindisi guardandoci negli occhi. Poi iniziammo a mangiare: aveva preparato dei crostini con il salmone.
-Quella ragazza è molto carina!- affermò Ashley. Rimasi spiazzato e dissi incerto: -Ehm… Si.-.
Ad Ashley è sempre piaciuto cucinare, in particolare piatti italiani e le riuscivano anche molto bene. Così riempì i piatti di tubettini con le cozze e disse: -Ti guarda in modo strano per essere solo un’allieva.-. Poggiò i piatti sul tavolo.
-In che senso?- chiesi assaggiando la pietanza.
Emise un risolino e poi rispose: -Sembra come che si sia presa una cotta per te!-. Quasi mi strozzavo ed iniziai a tossire.
-Ma no…- dissi e lei mi raccontò: -Quando ti guarda le si illuminano gli occhi… ma in fondo è normale per una ragazzina!-. Detto ciò, dei fleshback di me e lei apparvero nella mia mente: volevo capire se quello che diceva Ashley fosse vero o solo una sua impressione.
-Ma tu non eri quella gelosa? Sembra come se la stessi difendendo!- affermai.
-Beh si ma non credo che tu possa essere così sciocco da infatuarti di una bambina mentre hai accanto una donna… Isomma, credo di essere migliore di lei!- disse. Questa cosa mi dava tremendamente fastidio, non riuscivo a capire il perché e le dissi adirato: -Non ti permetto! Sei più grande di lei ma non è una bambina: è una ragazza dolce, sincera e responsabile e poi… l’età non conta, non nell’amore!-.
-Adesso sei tu che la stai difendendo!- affermò.
-Tu hai iniziato questo discorso senza senso!- urlai. Poi, dopo qualche secondo, continuai più pacato: -Volevi tanto passare un po’ di tempo da sola con me, mi hai urlato al telefono prima rinfacciandomi tutto e ora che fai? Ti metti a parlare di lei!-. Venne dietro di me, mi mise le mani sul petto e mi baciò la guancia.
-Hai ragione amore mio…- si scusò e poi riprese: -Adesso non pensiamoci più.-. Mi alzai e andando via affermai freddo: -Sono stanco, vado a dormire. Buona notte.-. Salii le scale ed andai in camera. Indossai il pigiama e mi stesi con le mani sotto il capo: fissavo il soffitto e le immagini di Demi apparvero nella mia mente, le immagini di quando sorrideva, di quando arrossiva e di quando mi guardava negli occhi. Sorrisi inconsciamente. Presi il cellulare e le mandai un messaggio: “E’ stato un pomeriggio bellissimo… Verrai anche domani, vero?”. Il giorno dopo Ashley non ci sarebbe stata perché doveva fare il provino all’accademia: avrei potuto evitare di dirglielo. Aspettai la risposta.
1 minuto… 2 minuti… 3 minuti… Niente!
Sentivo solo i passi di Ashley salire le scale, così decisi di infilarmi sotto le coperte e fingere di dormire: non volevo fare altre storie. Entrò in camera pronunciando il mio nome, si accorse che stessi dormendo e si zittì. Sentivo solo qualche rumore, segno che si stesse cambiando, e poi si mise sotto le coperte. Aprii gli occhi fissando il buio. Mi chiedevo cosa mi stesse succedendo: prima di arrivare in quella città ero sicuro di avere tutto quello che mi potesse servire… Avevo una donna bellissima, desiderata da tutti e da lì a poco sarebbe diventata un’attrice. Io, un insegnante, mi credevo l’uomo più fortunato del mondo… eppure quando scrivevo, quando suonavo e cantavo era tutto così diverso. Scrivevo dell’amore: quello dolce, quello passionale, quello che tutti sognano. Ed io? Avevo trovato l’amore? Ero così felice da voler rimanere tutta la vita con lei come dicono gli innamorati? Era tutto un punto interrogativo senza risposta! “Se solo non avessi accettato l’incarico, se solo non fossi partito, se solo non l’avessi incontrata… adesso tutto sarebbe diverso!” pensai. Forse avevo fatto tanti errori fino a quel momento, ma se l’errore fosse stato innamorarmi del mio angelo della musica allora sarebbe stato l’errore più bello della mia vita.


ANGOLO AUTRICE:
E' un pò tardi per postare il capitolo ma ho avuto problemi con la rete e non sono riuscita a far prima.
A VOI LA PAROLA :D RECENSITE!
A presto,
Lara <3

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** CAPITOLO 4 ***


CAPITOLO 4
Mi svegliai ed Ashley dormiva ancora. Meglio così. Presi il cellulare dal comodino e controllai se Demi avesse risposto al mio messaggio, ma niente. Sospirai pensando che forse non provasse quello che provavo io per lei, che forse mi pensasse solo come un professore. Mi alzai, bevvi il caffè velocemente e mi preparai: dovevo capire, dovevo vederla. Così presi la macchina dal giardino e sfrecciai verso la scuola. Fui uno dei primi ad entrare e lei non era ancora arrivata. Approfittai per sistemare le mie cose in aula, ritornai nel corridoio e la vidi armeggiare con il suo cellulare. Chissà con chi stesse parlando. Strinsi i pugni, ma d’un tratto vidi che si stesse avviando nella mia direzione e mi nascosi dietro un angolo. Le afferrai un braccio e la portai di fronte a me. Non volevo che qualcuno ci guardasse e pensasse a male. Le dissi guardando altrove: -Sai, dovresti rispondere ai messaggi!-.
-Sai, i professori non si dovrebbero comportare così!- affermò mettendo le mani sui fianchi. “Quel titolo di cavolo! E’ il muro che ci divide.” pensai. Ero nervoso, troppo nervoso, avrei potuto spaccare il muro e dissi fissandola negli occhi: -Ok, signorina Lovato, se preferisce essere chiamata così l’accontenterò.-. E lei tranquillamente rispose: -Bene, ci vediamo all’uscita. Buon lavoro prof!-. Andò via. Stavo per impazzire. Respirai profondamente chiudendo gli occhi e mi calmai. Voltai l’angolo e tornai in aula.
 
Passeggiavo nel corridoio all’ora di pranzo e lei camminava poco più distante da me. Sorrisi a vederla. Avrei voluto raggiungerla ma avrei avuto tutto il tempo che volevo per starle accanto quel pomeriggio. Già sognavo un nostro bacio: intenso, passionale e altrettanto dolce… Un bacio che non finisse mai…
 
L’aspettavo appoggiato alla mia auto. Camminava con il vento che le scompigliava i capelli castani, quella chioma morbida in cui avrei voluto affondare la mia mano. Mi sorrise, ma deciso a mantenere il gioco entrai in macchina senza ricambiare.
-Com’è andata a scuola?- chiesi.
-Bene direi…- rispose.
-Sei stata interrogata?- domandai ancora.
-No, fortunatamente non tutti i professori sono come quella di fisica.- disse ridacchiando.
-Beh… Bisogna sempre essere pronti e prendere voti alti!- affermai.
-Oh si, certo.- disse disinteressata. Qualche minuto in silenzio e arrivammo a casa. Andammo in cucina e mi domandò retoricamente: -Finiamo questa commedia della studentessa e del professore?-. Emisi una risata accennata e dissi: -Ok, Demi. Sai Ashley è gelosa!-. Posai il bicchiere nel lavandino e lei chiese uscendo dal retro: -Ha paura che una diciassettenne le rubi il ragazzo?-.
-Beh sono un uomo!- risposi raggiungendola. Spalancai gli occhi: si stava spogliando di spalle. Non riuscivo a staccarle gli occhi da quel corpo così invitante… Dovevo riuscire a tenere a bada i miei istinti maschili.
-D-demi, c-che stai facendo?- chiesi. Si tolse la maglia e si buttò in piscina. No, non potevo farcela.
-Un tuffo!- rispose riemersa.
Per quanto non volessi dovevo evitare certe cose e dissi: -Demi, ti ho appena detto che-
-Dai, che vuoi che sia? Ci divertiamo da… amici!- affermò dopo avermi interrotto. Beh in fondo aveva ragione: che male c’era nel divertirsi un po’. Mi tolsi le scarpe, i pantaloni e la maglia.
-Ok, sto letteralmente sbavando!- disse fissandomi. Mi tuffai. La situazione iniziava a piacermi, così quando tornai a galla mi avvicinai con fare malizioso fino ad incastrarla tra le mie braccia a bordo piscina.
-Non credevo di farti quest’effetto!- confessai.
-Beh sono una ragazza! E quale ragazza non farebbe effetto trovarsi davanti il proprio professore se ben dotato?-. “E così le piaccio…” pensai, ma mentre riflettevo su cosa fare apparvero dei graffi davanti al mio sguardo. Erano sul suo collo e preoccupato le chiesi: -C-cosa sono quelli?-.  Mi spostai leggermente. Ella uscì velocemente dalla vasca per poi entrare in casa. Ero sconvolto. Volevo sapere assolutamente cosa le fosse capitato, chi le avesse fatto del male. Non potevo capacitarmene. Rientrai in casa, mi feci la doccia e, dopo essermi avvolto la vita con l’asciugamano, tornai in camera mia per scegliere cosa indossare. Demi entrò nella mia stanza ed io con lo sguardo basso tornai in bagno. Mi cambiai e andai da lei. Le domandai sedendomi accanto sul letto: -Chi ti ha fatto quei graffi sul collo?-. Mi raccontò: -Tempo fa mio padre era il capo di un’azienda, un’azienda che fallì. Pensava di non servire a niente. Iniziò a bere, a fumare e a frequentare posti poco raccomandabili. E’ diventato pazzo e, come se non bastasse, hanno diagnosticato a mia madre il cancro. Non avevamo molti soldi ed il problema di mio padre la faceva stare sempre peggio. Morì ed erano ormai quattro anni che vivevo con mio padre: mi picchiava e, a volte, mi ha violentata… Così ieri mi accompagnasti a tua insaputa a casa di Sel e tornai in quel postaccio. Si arrabbiò per l’orario, era ubriaco e ha tentato di strozzarmi. Sono riuscita a liberarmi di lui ma mi ha fatto questi graffi e quando è uscito di casa sono scappata via: non mi verrà a cercare.-.
-Perché non l’hai denunciato?- le chiesi.
-Non potevo…-. D’istinto l’abbracciai: non volevo che stesse male e sapere tutto ciò che aveva passato mi pugnalava il cuore.
-Non lasciarmi!- mi disse e la strinsi ancora più forte.
-Adesso è tutto finito: devi pensare a te e a divertirti.- affermai sciogliendo l’abbraccio per guardandola negli occhi e poi le dissi sorridendo: -Come prima con me.-.
-E’ stato un po’ imbarazzante!- affermò ridendo. Che bella che era! Vederla ridere in quella maniera mi faceva sentire bene, ero felice. D’un tratto smise e le chiesi: -Fallo ancora!-. Dopo qualche secondo mi feci forza e le confessai: -Ridi ancora, perché sei bellissima quando lo fai.-. Il cuore mi batteva a mille avvicinandomi sempre più al suo viso. Pochi centimetri e le nostre labbra si sarebbero incontrate, sarebbe terminata quell’agonia insopportabile… ma lei andò via. D’un tratto la gioia che mi riempiva il cuore era stata schiacciata, mi era crollato addosso il mondo. Una lacrima rigò il mio viso e dissi tra me e me: “Che stupido sono stato a pensare che avesse potuto provare anche solo un millesimo di quello che provo io! Non sarei mai dovuto venire qui, MAI!”.


ANGOLO AUTRICE:
Ecco il quarto capitolo! Dopo questo credo che posterò contemporaneamente capitoli sia da una sezione che dall'altra.
Sono curiosa di sapere il vostro parere, quindi vi prego RECENSITE! :)
Ovviamente ringrazio moltissimo DemiAndJoeLover la quale recensisce sempre! <3
Se ci sono cose che non vi piacciono ditemelo e provvederò!
Con affetto,
Lara <3

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** CAPITOLO 5 ***


CAPITOLO 5
Avevo già cenato e stavo guardando la TV quando Ashley entrò in casa. Appoggiò le mani sulle mie spalle e mi diede un bacio sulla guancia. Vicino l’orecchio chiese: -Ci mettiamo una pietra sopra?-. Si riferiva alla lite della sera precedente. Voltai leggermente il viso e la baciai: era meglio finirla lì. Durò qualche misero secondo e le domandai come fosse andata l’audizione. Mi sorrise. Come sempre era positiva, ma mi parve di vederla stanca. Infatti si cambiò ed in breve andò a dormire. Mi stesi s’un fianco accanto a lei e la guardavo pensieroso. Quant’era bella non meritava che la trattassi così. Non sapevo per quanto tempo dovesse continuare quella situazione, ma non potevo mandare all’aria un fidanzamento di tre anni per qualcosa di così improvviso ed incerto.
Indossai un paio di pantaloncini: era quello il mio pigiama fino all’arrivo di ottobre. Ritornai sul letto e chiusi gli occhi per un sonno profondo.
 
Mi svegliai, non trovai Ashley accanto a me, ma ero di buon umore. Non potevo star male per una ragazzina. E’ bellissima e anche molto dolce, ma forse ho vissuto solo un attimo di smarrimento.
-Buongiorno!- esclamò Ashley entrando in camera con un vassoio. Mi diede un bacio, si sedette sul bordo del letto e appoggiò il vassoio sulle mie gambe. Riprese: -Mi sono svegliata prima per farti la torta al cioccolato.-. Le sorrisi e la baciai. Poi diedi un morso a quella che stava lì sul piatto ad implorarmi di mangiarla.
-Buonissima.- affermai. Poi continuai: -In questi primi giorni non posso dire che sia filato tutto liscio, ma sento che d’ora in poi andrà tutto per il meglio.-.
-Ne sono convinta anch’io.- disse lei. Finii la colazione, mi preparai per andare a lavoro e, dopo essermi raccomandato di non finire tutta la torta, andai via.
 
Seconda ora. Classe di Demi. Dovevo parlarle.
-Buongiorno!-. Fu la prima ad entrare, così avremmo potuto parlare subito.
-Buongiorno a te!- dissi sorridendole. Dopo poco ripresi: -Ehm, ti devo delle scuse per ieri… Non so cosa mi sia preso.-. Annuì e le chiesi se sarebbe venuta a casa anche quel pomeriggio, ma rispose di no. “Pomeriggio libero con Ashley” pensai. Era il primo passo per migliorare la situazione.
E come si dice: “Lupus in fabula”, mi squillò il cellulare ed era lei. Mi scusai con Demi e le risposi.
-Amore, come va?- mi domandò.
-Tutto come deve. Oggi pomeriggio avremo tutto il tempo per noi.- risposi.
-E infatti avevo bisogno di un po’ di shopping.-. Spalancai gli occhi e dissi perplesso: -Ok… Avevo pensato a qualcosa di diverso, ma… va bene.-.
-Oh grazie, grazie, grazie!-. Era euforica.
Emisi una risatina e dissi: -Ok, ok, ok, ma sta calma! Ci vediamo dopo che devo fare lezione. Un bacio.-. Attaccai, feci prendere posto ed iniziai.
 
Tornai a casa e vidi Ashley prendere la borsa.
-Un attimo, Ash: dammi il tempo di arrivare!- dissi stremato.
-E’ che siamo a Los Angeles: ti immagini i negozi che possono esserci in centro?!-. “Come se in tutto il resto dell’America ci fossero negozi che non le piacessero… ma va bè, donne!” pensai appoggiando le mie cose sul divano. Ripresi le chiavi della macchina ed uscimmo dall’abitazione. “Fallo per migliorare la situazione, fallo per migliorare la situazione…” continuavo a ripetermi mentre continuavamo ad entrare ed uscire in tutti quei negozi. Erano tutti soldi sprecati: molte cose erano simili a quelle che già aveva… Ma in fondo erano soldi suoi, non m’importava così tanto. Per fortuna entrammo in una gelateria e ci sedemmo.
-Joe, sono così contenta di tutto quello che ho comprato!- disse entusiasta.
-Si, anch’io… Tutto ciò che provavi sembrava fatto per te.- le dissi. Poi guardai altrove attendendo il gelato.
 
Ashley si buttò sul letto ancora vestita ed affermò: -Sono esausta!-.
-Non eri tu a portare le buste.- risposi ridacchiando mentre mi toglievo le scarpe.
Alzai leggermente lo sguardo notando che si stesse abbassando la gonna, poi si tolse la maglia e mi si avvicinò. Iniziò a sbottonarmi i primi bottoni della cammicia e con voce sensuale disse guardandomi negli occhi: -Pensavo di darti una ricompensa…-. Mi allontanai sorridendo a sguardo basso e affermai: -Credo sia meglio un’altra volta… Sono stanco.-. Beh, poteva immaginarselo.
Pronto per dormire mi stesi sul letto fissando il soffitto e lei, seduta accanto a me, confessò: -Sai, inizio a pensare che tu sia gay!-. Spalacai gli occhi e mi misi seduto per guardarla negli occhi. Riprese: -Insomma, è da settimane che non lo facciamo più…-.
-Beh, non significa che, se non sono un pervertito, debba essere gay.- risposi.
Lei rise e poi disse: -Non dico di essere un pervertito, ma… fossi stata con un altro l’avremmo fatto più spesso.-.
-Beh, io non sono un altro e poi ho semplicemente detto che oggi sono stanco… Magari nel weekend…- dissi perplesso. Sospirò, mi baciò e, dopo aver indossato il pigiama, si stese accanto a me. Spense la luce.
“Gay! Io gay? Semplicemente non ho lo stimolo di farlo oggi con lei… non che lo voglia fare con qualcun altro, ma… insomma non mi va. Punto.” pensavo. Chiusi gli occhi e mi addormentai.


ANGOLO AUTRICE:
Come vedete Joe è totalmente confuso: prima pensa una cosa e poi un'altra... Chissà come andrà a finire. Speriamo non impazzisca!
Recensite ;)

Un bacione a tutti,
Lara <3

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** CAPITOLO 6 ***


CAPITOLO 6
Ero sempre più confuso. Il weekend era alle porte, ma niente era migliorato. Con Ashley non litigavo più, non avevo il tempo: di solito quando uscivo da scuola andavo in giro per distrarmi e tornavo a casa talmente stanco che mi buttavo subito sul letto. Se capitava parlavamo per poco. Due parole fredde, almeno da parte mia. Lei era sempre felice di vedermi, mi si buttava addosso, ma in fondo… sapevo che dietro quell’allegria ci fosse una tristezza infinita. E la colpa era mia, solo mia. Per tutta la settimana Demi mi aveva completamente ignorato. Capitava il saluto quando ci incontravamo a scuola, ma niente di più. Io la guardavo, da lontano la guardavo sempre e lei ogni tanto se ne accorgeva, incrociavamo per un attimo lo sguardo e poi lo distoglieva come se non le interessasse. Quanto mi faceva star male non potermi avvicinare a lei e non capivo il perché. In fondo neanche la conoscevo. E’ stato un solo attimo, un solo sguardo a travolgere tutto. Non me ne capacitavo. Forse un giorno quello sarebbe stato solo un ricordo, ma io avevo quel bisogno di star vicino a quella ragazza. Di Ashley non me ne importava più niente. Era una cosa brutta, lo sapevo, ma non potevo farci nulla. Ero io a sbagliare, ma non riuscivo a cancellare dalla mente quella figura. La figura di quella che avrei voluto stringere forte tra le mie braccia. Era più forte di me. E mi dispiaceva mandare all’aria tre anni di fidanzamento, ma dovevo. Non potevo continuare in quel modo. Facevo soffrire tutti: Ashley, me stesso e Demi… beh di Demi non potevo saperlo… Forse non le importava proprio nulla, forse per lei non ero nessuno… Ma non potevo continuare quella storia. Ne ero certo.
 
Sabato. Niente scuola, niente sveglia. Tutta la giornata con Ashley. La sera saremmo andati ad un ristorante sicuramente per trascorrere una bella serata.
Scesi le scale ed andai in cucina. Le baciai la guancia e le diedi il buongiorno. Ricambiò con un sorriso.
-Che facciamo sta mattina?- mi chiese.
-Io faccio un tuffo in piscina: fa un caldo! L’inverno è ancora lontano e il periodo delle mezze stagioni è finito.- risposi.
-Ok. Io faccio un giro in centro.- disse.
 
Pronti, entrammo in auto e andammo al ristorante. Era in cima ad un grattacielo. Molto carino. Ci sedemmo.
Non avrei mai potuto pensare di incontrare Demi accanto ad un uomo, lì. Mi si congelò lo sguardo appena li vidi entrare. “Come non detto: non gliene fregava un cazzo di me!” pensavo. Avevano il tavolo davanti a quello nostro. Si chiamava Wilmer, disse Demi. Un uomo appena conosciuto. Era una pazza ad uscirci insieme. Ed io ero verde, verde dalla gelosia.
Ashley iniziò a dire qualcosa che non seguivo. Avevo lo sguardo fisso su quel tizio. Mi faceva imbestialire il modo in cui la guardava: sembrava volesse mangiarla. E tutti quei complimenti pensati che le diceva… Glielo si leggeva in faccia quello che voleva. STRONZO.
-Pensavo di passare da casa mia- disse quell’idiota. Di scatto mi alzai dalla sedia e gli afferrai la maglia.
-Tu non la porti da nessuna parte, hai capito?- affermai adirato. Non avrei permesso che le mettesse le mani addosso. Quel porco. Solo il pensiero mi inorridiva, mi faceva imbestialire. Ero geloso che fosse uscita con lui, ero geloso che la potesse guardare con quegli occhi, ero maledettamente geloso e non avrei esitato un secondo a spaccargli la faccia.


ANGOLO AUTRICE:
E chissà cosa accadrà nel prossimo capitolo!
Un vostro parere?? :))
Lara <3

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** CAPITOLO 7 ***


CAPITOLO 7
-Pensavo di passare da casa mia- disse quell’idiota. Di scatto mi alzai dalla sedia e gli afferrai la maglia.
-Tu non la porti da nessuna parte, hai capito?- affermai adirato. In quel momento sentii i passi di Ashley verso l’uscita, ma prima avrei spaccato la faccia a quel coglione e poi avrei parlato con lei… magari il giorno dopo.
Demi mi toccò un braccio e mi disse: -Joe, per favore, calmati! Paghiamo e ne parliamo giù.-. Aveva ragione. In fretta feci il tutto e poi prendemmo l’ascensore. Mi trattenevo dal picchiarlo già lì dentro. Stringevo i pugni e gli mandavo delle occhiatacce. Così appena misi il piede fuori dal palazzo presi Wilmer e lo scaraventai contro il muro.
-Ma chi sei tu? Il padre, il fratello? Cazzo vuoi?- mi chiese.
-Sono quello che ti sta per spaccare la faccia.-. Gli diedi un pugno in viso e continuai: -Tu non la tocchi, capito? -.
-E’ vietato divertirsi un po’? Non dirmi che tu non l’hai mai fatto.- disse divertito. Mi stava facendo saltare i nervi. Forse non aveva capito di non dover neanche pensare di sfiorare Demi. Gli diedi un pugno dritto nello stomaco e Wilmer si piegò in due per il dolore. “Oh poverino! Si è fatto male… Almeno non avrà più quel sorrisetto da idiota in faccia.” pensavo.
-Joe, ti prego finiscila.- mi implorò Demi dietro di me.
-Sentito? Sa cavarsela da sola, non è una bambina. Falla divertire!- disse Wilmer. Gli diedi un altro pugno. Non aveva ancora imparato la lezione. Mi voltai verso di lei e le urlai: -Questo qui vuole solo portarti a letto.-. D’un tratto mi trovai a terra. Mi sarei alzato ancora più incazzato di prima se non avesse detto: -Non andrò all’ospedale per una ragazza.-. Se ne andò. “Bravo Wilmer.”. Lo seguivo con lo sguardo fin quando Demi mi si avvicinò e mi aiutò ad alzarmi. Ero a poca distanza da lei e mi scusai: -Mi dispiace per com’è finita la serata…-. Cercavo il suo sguardo. Sospirò, si fermò a guardare le mie labbra e mi disse premurosamente: -Andiamo, devo medicarti.-. Andammo a casa ed Ashley non c’era. “Sarà andata in qualche hotel. Domani le parlerò.” dissi tra me e me. Ovatta e disinfettante erano nel bagno superiore. Mi appoggiai al lavandino e Demi iniziò a tamponarmi le labbra. Avevo una voglia di baciarla che solo Dio poteva capire. Era così bella con quel vestito che le risaltava le curve. Solo a pensare che quello là le avesse messo gli occhi addosso mi faceva imbestialire… e se non fossi intervenuto io adesso avrebbe già le sue manacce sul suo corpo.
-Perché l’hai fatto?- mi domandò Demi cacciando i miei pensieri.
-Non volevo ti facesse del male…- risposi.
-Non sarebbe stato il primo…- disse con sguardo basso. Nella mente tornarono le parole che mi disse qualche giorno prima. Il padre. Era a lui che si riferiva. Non avrei più permesso a nessuno di farle del male a costo di rimetterci la mia vita. Avrei fatto di tutto per lei.
-Grazie.- disse a voce bassa. Le sorrisi leggermente.
-Perché Ashley se n’è andata?- domandò.
-Lei crede che tu mi piaccia!- risposi… ed era vero. Mi piaceva e anche tanto. Ma “piacere” era troppo poco per esprimere tutto quello che provavo e che provo tutt’oggi. Mi stavo innamorando di lei. Mi accorsi d’un tratto che lei non ci fosse più. Uscii nel corridoio e la vidi vicino la vetrata. Le presi delicatamente la mano e le chiesi: -Cantiamo qualcosa?-. Era di spalle a me.
Le sussurrai vicino l’orecchio sfiorandole le braccia con le dita quelle dolci parole:
Never knew I could feel like this 
Like I've never seen the sky before 
I want to vanish inside your kiss 
Every day I'm loving you more and more 
Listen to my heart, can you hear it sings 
Telling me to give you everything 
Seasons may change, winter to spring 
But I love you until the end of time
Come what may 
Come what may 
I will love you until my dying day
Mi fermai e la incitai: -Canta con me! Non dirmi che non sai le parole…-.
La convinsi e continuò la canzone con quella sua voce unica:
Suddenly the world seems such a perfect place 
Suddenly it moves with such a perfect grace 
Suddenly my life doesn't seem such a waste 
It all revolves around you 
Si voltò ed incrociammo lo sguardo pronunciando il ritornello:
And there's no mountain too high 
No river too wide 
Sing out this song I'll be there by your side 
Storm clouds may gather 
And stars may collide 
But I love you until the end of time.
Intrecciai le mie mani alle sue e le dissi: -Sei il mio angelo della musica.-. Mi avvicinavo e quella volta non l’avrei lasciata andare per nessun motivo al mondo. Volevo baciarla da troppo tempo. Era poca la distanza tra noi e finalmente poggiai le mie labbra sulle sue. Fu dolce, il più bello che avessi mai dato e da quel giorno gliene avrei dati tanti altri. Mi allontanai e lei distolse lo sguardo che era tutta rossa: bellissima. Dio quant’ero felice e sentivo gli occhi umidi dalla gioia.
-E’ tardi, devo tornare a casa…- disse sorridendo, ma non mi guardava. Era letteralmente imbarazzata e mi faceva tenerezza. Così le presi la mano e l’accompagnai a casa.
Arrivati sembrava volesse fuggire. Mi disse velocemente, ma sorridendo: -Notte!-. Uscì via e scappò verso il cancelletto.
-Dimentichi niente?- le domandai maliziosamente alle spalle. Si voltò di scatto per lo spavento.
 -No, non credo…- rispose. Faceva finta di non capire ma ero certo che volesse un altro bacio quanto lo volevo io.
-Io credo di si.-. Appoggiai una mano dietro la sua schiena e la baciai con passione. La strinsi a me, ero troppo preso. Poi si staccò, ci guardammo sorridendo ed entrò in casa. Io tornai alla mia. Salii di sopra, mi spogliai e presi il cellulare dal comodino. Avrei voluto scriverle un papiro, ma: “Buona notte bellissima!” sarebbe bastato per quella volta. Sapevo che non mi avrebbe risposto, ma non ci stavo male. Sapevo anche che avrei dovuto fare un bel po’ affinchè si fidasse di me, ma almeno non dovevo più nasconderle niente. Primo passo fatto. L’avrei corteggiata, ma non solo per averla… l’avrei corteggiata tutti i giorni, le avrei ripretuto insistentemente quanto fosse meravigliosa, quanto amassi la sua voce e quanto amassi LEI stessa.


ANGOLO AUTRICE:
Mi è piaciuto tanto scrivere questo capitolo ma... aspetto il vostro commento :D
Baci,
Lara <3

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** CAPITOLO 8 ***


CAPITOLO 8
Uscii dalla doccia canticchiando. Ero felice di quello che successe il giorno prima. Sarei andato a prendere Demi appena pronto e l’avrei portata al mare tutta la giornata. Sarebbe stato bellissimo.
D’un tratto sentii dei passi nel corridoio, mi voltai verso la porta e vidi Ashley.
-Hai niente da dirmi?- mi chiese. Abbassai lo sguardo e poi risposi: -Non ho potuto farne a meno.-. Lei aveva le lacrime agli occhi e disse: -Io ci tenevo a te. Dopo tre anni di fidanzamento avevo in mente un futuro tra noi ed invece hai mandato tutto all’aria per una ragazzina!-.
-Non parlare così di lei.- affermai.
-Adesso la difendi anche? Ma puoi pensare come mi possa sentire io?- mi domandò.
-Ashley, mi dispiace. Io non credevo dovesse succedere ma cosa posso farci? Ho cercato di metterci una pietra sopra ma non ci riuscivo e dormire con te, baciarti, mi faceva stare peggio perché non volevo che soffrissi anche tu.- risposi sinceramente.
-Prendo tutte le mie cose e torno nell’hotel. Quando saprò i risultati dell’accademia prenderò un appartamento. Solo una cosa: non mi cercare mai più.-  disse con gli occhi pieni di lacrime. Ero inerme. Non capiva. Prese una  valigia, ci mise tutte le cose e andò via. Ammetto di essermi dispiaciuto. La conoscevo da così tanto tempo, le volevo bene e non volevo che soffrisse per me. Poi pensai che sarei andato dalla ragazza più bella del mondo e la tristezza mi passò. Andai a prenderla. Suonai e aprì una signora.
-Ehm salve… Sono Joe Jonas, cerco Demi.- dissi sorridendo.
-La chiamo subito.- affermò e così fece. Che bella che era mentre scendeva le scale: aveva un pigiamino davvero tenero. Ma l’unica cosa che volevo era baciarla, ma mi limitai a risponderle sorridendo: -Sai, dovresti incominciare a rispondere ogni tanto ai messaggi che ti mandano!-.
-Tu dovresti pensare che magari non m’interessa quello che mi scrivono…- rispose. Non ci credevo, ma risposi: -Beh preferisco non pensarlo… perché se così fosse ci rimmarrei davvero male.-.
-Se ti cambi in due minuti ti porto sulla spiaggia.- le dissi. Corse a cambiarsi ed io entrai in casa. Mi sedetti sul divano con quelli che dovevano essere i genitori di Selena.
-Vuoi una fetta di crostata? Delle frittelle? Qualcosa?- mi chiese la madre.
-Oh no, grazie.- risposi sorridendo.
-Sicuro? Insisto!- disse ancora.
-Mamma ha detto di no, non insistere.- affermò Selena.
-E che cosa fai nella vita, Joe?- mi domandò dopo aver mandato un’occhiataccia alla figlia.
-Sono il professore di vostra figlia e di Demi.- risposi.
-Beh troppo giovane e bello per essere un professore!- affermò ancora la signora.
-Mamma, smettila!- esclamò Selena.
-Ma dai Sel, ho fatto solo un complimento!- disse ridendo. Quando fu pronta scese e andammo via. Parcheggiai la macchina davanti alla spiaggia e le chiesi: -Allora… non me lo vuoi dare un bacio?-.
-Vieni a prenderlo!- rispose ed iniziò a correre.
-Demi, sarò più vecchio di te, ma non mi sfuggi!- affermai e la inseguii. La raggiunsi e mi buttai addosso per fermarla. Rideva e si dimenava, ma un lungo bacio la fece calmare. Mise la lingua nella miaa bocca e mi stringeva a sè con le braccia intorno al suo collo.
-La prossima volta non sarò più io a baciarti… quindi regolati.- dissi dopo essermi staccato. Sorridevo.
-E se io non volessi?- domandò.
Mi avvicinai a lei e sussurrai sulle sue bellissime labbra: -Non credevo ti fosse dispiaciuto.-. Ed infatti avevo ragione: fu lei a baciarmi, poi rotolammo facendo sì che lei si sedesse a cavalcioni su di me. Si staccò sorridendo, poi si alzò e andò alla riva. La raggiunsi e misi le mie mani sui suoi fianchi e appoggiando la testa sulla mia spalla mi chiese: -Vuoi fare un bagno?-.
-Non ho il costume.- rispose ridendo.
-A casa mia non ti sei fatta problemi.- affermai. Così si tolse il vestito e camminò fino ad immergersi. Quel corpo era perfetto e mi incitava ad avvicinarmi. Solo il pensiero di sfiorare le sua pelle delicata mi rabbrividiva. Mi avvicinai e quando riemerse le dissi sorridendo: -Ti è colato un po’ di mascara.-. Era arrossita così passai un dito sotto gli occhi e le dissi: -Sei bellissima.-.
-E tu sei tremendamente sexy!.- affermò ridendo.
-Mi hai rovinato il momento!- esclamai e misi il broncio.
-Che romanticone!- dissi. D’un tratto iniziò a schizzarmi. Risposi amaramente e quando si voltò per i troppi schizzi l’alzai in aria e la ributtai in acqua. Riemersa cercava di affogarmi, ma più che vendetta a me sembrava un premio. Tornai a galla e affermai: -Sott’acqua non è brutta la visuale.-.
-Scemooo! Devi chiudere gli occhi.-.
-E che sono deficiente?- domandai retoricamente. Mi diede uno schiaffetto dietro la testa e andai verso la macchina per prendere gli asciugamani il cestino con delle cose da mangiare. Mi stesi e lei si sedette accanto a me. L’abbracciai con quanta più dolcezza potevo, ma rovinò il mometo domandando: -Ashley? L’hai sentita?-.
-E’ venuta a casa sta mattina presto, le ho spiegato tutto, ha preso le sue cose ed è andata via. Ha detto che sarebbe stata ancora qualche notte in un albergo e poi, iniziata l’Accademia, avrebbe preso un appartamento in affitto.- risposi guardando altrove.
-E’ finita per colpa mia… Sei sicuro di quello che stai facendo? Se vuoi dimentico tutto e faccio finta che non sia successo niente.- disse tutto d’un fiato.
Di scatto la guardai negli occhi dicendo: -Tu vuoi dimenticare? Ci riusciresti? Beh io no. Forse per te è stato tutto un divertimento ma per me no. So che forse può sembrarti tutto molto affrettato perché ci conosciamo appena, ma ti giuro: mi è bastato guardarti un attimo negli occhi per capire che tutto ciò che voglio sei tu.-. Mi sorrisi guardando in basso. Quelle parole le sentivo veramente, non erano frasi fatte.
-I-io non so se fidarmi di te… Sei più grande e con quello che ho passato mi è difficile farlo.- disse con le lacrime agli occhi. L’abbracciai forte e affermai: -Hei, non preoccuparti… So quanto per te sia dura, ma ti dimostrerò che non devi aver paura di me. Non ti farei mai del male, mai.-. Mi allontanò di poco e la baciai dolcemente. Mi sembrava un cucciolo impaurito ed indifeso, ma nessun’altro le avrebbe fatto del mare. L’avrei sempre protetta tra le mie braccia.


ANGOLO AUTRICE:
Eccomi con l'ottavo capitolo! E' passato un pò di tempo ma credetemi ho avuto un sacco di cose da fare e poi è iniziata la scuola... Un macello ^^' Quindi mi scuso e credo proprio di postare almeno il prossimo nel P.D.V di Demi per farmi perdonare :)
Aspetto le vostre recensioni!!
Con affetto,
Lara <3

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** CAPITOLO 9 ***


CAPITOLO 9
Le accarezzavo i capelli morbidi. Con il rumore delle onde, il venticello ed i suoi occhi credevo di non poter stare meglio.
-Stavo pensando… Quanto altro tempo rimarrai a casa di Selena?- le chiesi rompendo il silenzio tra noi.
-Beh lei ha detto che posso restare quanto voglio, ma… voglio andar via quanto prima.- rispose.
-Vieni a vivere da me.- affermai sorridendo. Alzò la schiena per sedersi.
-Non posso!-.
-Perché no?- domandai. Ammetto, ero un po’ dispiaciuto…
-Pensa cosa direbbero gli alunni, i professori ed il preside.- risposi.
-A me non interessa quello che pensano e dicono.- affermai. Quello poteva essere l’ultimo dei miei pensieri.
-Fino a quando ti licenzierebbero!- disse.
-Beh faremo in modo che non lo sappiano.- dissi spostandole una ciocca dietro i capelli. Mi sorrise esclamando: -Tu sei pazzo!-.
-Di te sempre.-. La baciai e quando ci staccammo andammo a prendere le sue cose dalla casa di Sel. Tornammo da me ed era già sera. Andai in cucina per cucinare qualcosa. D’un tratto mi abbracciò da dietro affermando: -Non sapevo che cucinassi.-.
-Beh si, me la cavo.- ammisi ridacchiando. D’un tratto sentii il televisore parlare di Miley, la figlia del preside. Drogata? Cosa?
-Oh Dio! Pensa il preside adesso!- esclamai Joe.
-Ma perché rovinarsi la vita in questo modo?- domandai. Spegnemmo la TV e mangiammo. Andammo poi al piano superiore. Ero dietro di lei e mi accorsi che si stesse dirigendo verso la stanza degli ospiti e le chiesi: -Dove stai andando?-.
-In camera.- rispose. La presi in braccio in stile sposa e la portai in camera mia, la stesi sul letto e la baciai con passione accarezzandole la coscia. Dopo poco mi staccai e le dissi ridacchiando: -Tu dormi con me e non di discute.-.
-Basta che tieni a posto le tue mani!- affermò. Salii con la mano sottò i pantaloncini. Mi baciò alzando la schiena mi allontanò. Andò in bagno. Sapevo che non avrebbe voluto ma non m’importava. Poteva volerci tutto il tempo del mondo, io l’avrei aspettata sempre. Ci stendemmo, la baciai con dolcezza e ci addormentammo abbracciati. Stupendo!
 
Accostai la macchina ad un isolato prima della scuola per non farci vedere insieme.
-Tu dimmi come farò a resisterti in tutto questo tempo?!- le chiesi retoricamente. Rise, mi baciò e andò via. Fu davvero difficile! Così decisi di portarla nello sgabuzzino all’ora di pranzo: non ce la facevo più. La baciai a lungo e quando ci staccammo affannati andò a lezione. Ci saremmo rivisti a casa il pomeriggio.
Ero seduto sul divano che l’aspettavo ed il cellulare squillò. Selena.
-Pronto!- risposi stranito.
-Demi! L’ho vista che andava via con suo padre… Ti prego corri da lei!-. Avevo lo sguardo perso nel vuoto dopo aver sentito quelle parole. Avevo paura che le potesse succedere qualcosa! Dopo poco mi alzai di scatto e uscii da casa o sarebbe stato troppo tardi.

ANGOLO AUTRICE
Trovato il tempo, ecco il nuovo capitolo! Spero vi piaccia! Recensite ^^
Un bacione,

Lara <3

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2102958