Love is in London

di Keyra96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** How it all started ***
Capitolo 2: *** Finally London ***
Capitolo 3: *** New life ***
Capitolo 4: *** Here I am and my best friends ***
Capitolo 5: *** New job and a day with my cousin ***
Capitolo 6: *** The upside of love ***
Capitolo 7: *** Fright Night ***
Capitolo 8: *** Forget everything! ***
Capitolo 9: *** I do not know what to do! ***
Capitolo 10: *** Peace ***
Capitolo 11: *** Can I come into your heart? ***
Capitolo 12: *** Despair ***
Capitolo 13: *** Preparations ***
Capitolo 14: *** Birthday party ***
Capitolo 15: *** The night of memories ***
Capitolo 16: *** Secrets revealed ***
Capitolo 17: *** Shopping for the gala ***
Capitolo 18: *** Galà ***
Capitolo 19: *** Little secrets ***
Capitolo 20: *** Confusion ***
Capitolo 21: *** Concert ***
Capitolo 22: *** Heart ***
Capitolo 23: *** Alliance ***
Capitolo 24: *** Travel ***
Capitolo 25: *** Family quarrels ***
Capitolo 26: *** Confide ***
Capitolo 27: *** A mistake by not re-do ***
Capitolo 28: *** Wedding ***



Capitolo 1
*** How it all started ***


Guardai fuori dal finestrino, notando che ci stavamo avvicinando alla pista d’
atterraggio.
I passeggeri sono pregati di allacciare le cinture di sicurezza, ci stiamo preparando all’atterraggio – Comunicò il comandante dall’alto parlante. Feci come aveva detto e mi allacciai la cintura di sicurezza e con le mani mi attaccai al sedile chiudendo gli occhi. Quando sentii le ruote dell’aereo strisciare sul suolo, riaprii gli occhi voltandomi alla mia sinistra vedendo la pista d’atterraggio dell’aereoporto di Roma. Vidi
tutti i passeggeri alzarsi, e li seguii anch’io prendendo la mia borsa ed inforcando gli occhiali da sole.
- Speriamo che abbiate viaggiato bene signori e vi ringraziamo per aver scelto la nostra compagnia – dissero in coro le hostess con un falso sorriso sul volto. Salutai cordiale e scesi dall’aereo. Attesi vicino al nastro trasportatore di vedere i miei bagagli quando mi sentii abbracciare da dietro. Mi voltai trovandovi Giorgia e Ivan che mi guardavano un po’ tristi. Feci finta di non notare le loro espressioni e mostrai un sorriso falsissimo mentre li abbracciavo.
- Dio mio quanto mi siete mancati – mi strinsi ai due
- Amy – sussurrò Giorgia carezzandomi i capelli. Sentivo gli occhi bruciare e le lacrime pronte ad uscire ma non volevo piangere ancora, non per uno come lui. Ivan sciolse l’abbraccio e recuperò i miei bagagli, mentre io mi staccavo da Giorgia piantando i miei occhi castani nei suoi.
- Stai bene? – mi chiese lei. Annuii con vemenza, abbassando poi il capo poiché la vista mi si era offuscata.
- Oh Amy vieni qui – mi strinse di nuovo a se.
- Piccola, non ne vale la pena, lui non ti merita, non sa nemmeno cosa si sta perdendo – mi disse Ivan carezzandomi la schiena.
- Ivan ha ragione, non sprecare lacrime per lui, il mondo è pieno di ragazzi più belli, e certamente migliori di lui – lo assecondò Giorgia.
- Se ti volti ne puoi vedere uno – mi picchiettò sulla spalla Ivan. Mi voltai trovandolo in una posizione, che lui considerava sexy. Gli scoppiai a ridere in faccia e lui fece finta di demoralizzarsi.
- Mi trovi buffo? – chiese con la faccia da cucciolo.
- Assolutamente si, sei il mio buffone preferito – sorrisi.
- Vieni qui – mi strinse a lui quasi stritolandomi
- Dai torniamo a casa sarai stanca – disse Giorgia. Mi asciugai le lacrime ed annuii.
- Sono distrutta –
- I tuoi sanno che sei tornata? – domandò Ivan
- No! –
- Allora è meglio che ti ricomponi un po’ prima di tornare a casa casomai si fanno sospettosi – mi consigliò Giorgia
- Hai ragione, l’ultima cosa che voglio è sorbirmi il terzo grado dei miei – dissi continuandomi ad asciugare le lacrime. Andammo a casa di Ivan che era vuota, e li mi ricomposi, provai dieci volte la parte che dovevo interpretare con i miei e poi tornai a casa.
 
Erano passate due settimane dal mio rientro da Londra e non riuscivo a levarmelo dalla testa. Tutto mi ricordava lui, per non parlare poi delle pubblicità che facevano in tv, dei cartelloni in mezzo alla strada e delle ragazzine che ne parlavano tutto il tempo.
- Allora, avete deciso che facoltà prenderete? – ci chiese Ivan dopo aver spento la tv, per disperazione dato che stavano parlando ancora di loro.
- Penso qualcosa che riguardi l’ambito della medicina, ma voglia di mettermi a studiare per sei anni più la specialistica non ne ho….. mamma mi aveva proposto di provare infermieristica – risposi annoiata
- Io invece frequenterò la scuola di recitazione – disse Giorgia
- E tuo padre che dice? – chiedemmo io e Ivan
- Mio padre, vuole che vada all’università ma sa che tanto è una battaglia persa in partenza per cui non si oppone nemmeno - ci rispose
- Amy ma per i provini? – chiesero i ragazzi
- Ci ho rinunciato, sia mamma che papà pensano che sia solo una stronzata –
- Ma tuo cugino ci è riuscito – mi fecero notare dimenticandosi per un attimo che l’argomento “cugino” era off-limits per me.
- Evidentemente non credono abbastanza nelle mie qualità – sbuffai.
- Ragazzi ma dobbiamo passare il sabato sera chiusi in casa? – domandò Giorgia mettendo fine a quel discorso.
- Sono troppo stanco per poter scarrozzare voi due in giro – sbadigliò Ivan stendendosi sul divano.
- Ma come sei gentile – gli lanciò un cuscino in faccia Giorgia.
- Ahio mi ha fatto male – protestò lui.
- Oh povero bambino – disse lei
- Ragazzi dai smettetela, anche a me non mi va di uscire, che ne dite se ci vediamo un film? – proposi mettendomi in mezzo a loro due.
- Per me va bene – annuì Ivan
- Okay tanto sono sola contro voi due – si buttò sul divano Giorgia.
- Che ci vediamo? – chiese poi
- Film horror, vi prego la volta scorsa ci siamo visti un film deprimente non anche oggi –
- Coglione io e Marley non è deprimente – disse Giorgia
- No, certo che no, non sono stato mica io quello che ha pianto per due giorni interi – ci prese in giro lui
- Ivan non rompere siamo ragazze e siamo fatte così, comunque anche io sono d’accordo per il film horror – dissi
- No, ti prego Amy sai che li detesto mi mettono troppa paura –
- Dai Giò se ti fa paura copriti gli occhi – disse Ivan
- Vi detesto – rispose mettendo il broncio
- Va bene, allora io vado a prendere il film e ordino le pizze – disse Ivan prendendo le chiavi della macchina.
- Okay noi prepariamo i pop corn – risposi
- Ordino sempre le solite piazze? – ci chiese
- Si! –
- Okay – detto questo uscì di casa e ci lasciò da sole a parlottare tra di noi. Ci alzammo dal divano ed andammo a preparare i pop corn.
- Amy, non voglio darti fastidio ma…. Sei sicura di stare bene? – mi chiese Giorgia dopo un po’.
- L’ho dimenticato sta tranquilla Giò – risposi non guardandola negli occhi.
- Non è vero altrimenti mi avresti risposto in tutt’altro modo Amy –
- Che vuoi che ti dica Giò, che sto bene, che non so nemmeno di chi tu stia parlando? Beh non è così io lo amo, lo amo da impazzire e non riesco a togliermelo dalla testa – dissi scoppiando in lacrime. Un rumore proveniente da fuori ci fece sobbalzare.
- Cos’è stato? – chiesi
- Non ne ho idea – rispose Giorgia. Ci guardammo negli occhi impaurite ed un altro rumore ci fece spaventare. Prendemmo due mestoli di legno dalla credenza ed una attaccata all’altra uscimmo fuori.
- Se è Ivan ti giuro che questa volta lo faccio secco – mi sussurrò Giorgia. Sentimmo di nuovo un rumore e ci voltammo in quella direzione.
- Da quando Ivan si divide in cinque persone? – chiese Giorgia impaurita. Cercai di capire chi erano quei cinque che stavano vicino alla finestra della casa. Poi li riconobbi.
- Non può essere – sussurrai
- Che diavolo ci fate voi qui? – alzai il tono di voce attirando l’attenzione dei ragazzi.
- Amy – disse lui abbozzando un sorriso.
 
Okay dunque, non ci state capendo niente vero? Beh si vi posso biasimare anche perché sto iniziando a raccontare la storia praticamente dalla fine. Forse la cosa migliore è se torniamo indietro giusto di tre mesi, praticamente tutta l’estate così capirete meglio la mia storia.
 
TRE MESI PRIMA
 
Amy alzati che fai tardi all’aereoporto – urlò mia madre dalla cucina. Quella mattina ero particolarmente eccitata, non avevo dormito per tutta la notte. Ero felicissima, sarei partita per Londra ed avrei passato l’intera estate lì con il mio adorato cugino. 



Angolo autrice

 
Eccomi tornata con una nuova storia.... vi avverto questa storia la completerò :D state sicure anche perchè l'ho già quasi scritta tutta :D Per prima cosa devo ringraziare una delle mie migliori amiche Giorgia, che è anche presente nella storia. Lei mi ha spronato a continuare questa storia, dice che è molto bella e spero che piaccia anche a voi :D se tutto va bene e riceverà qualche recensione nel pomeriggio sul tardi dovrei pubblicare già il secondo capitolo, così per far capire qualcosa di più sulla storia..... Beh ora vi lascio, vado a continuare a scrivere... spero che il banner vi piaccia e spero vediate il trailer (http://www.youtube.com/watch?v=fds_3cYFSjg) che gentilmente una mia amica ha realizzato (LightBlue99Stylessopportandomi ahaahahah xD passate da lei.. scrive delle storie bellissime.... ora scappo e vi lascio le foto di Amy, Giorgia e Ivan.

Amy


Giorgia



Ivan 

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Capitolo 2
*** Finally London ***



TRE MESI PRIMA
 
Amy alzati che fai tardi all’aereoporto – urlò mia madre dalla cucina. Quella mattina ero particolarmente eccitata, non avevo dormito per tutta la notte. Ero felicissima, sarei partita per Londra ed avrei passato l’intera estate lì con il mio adorato cugino. Scesi dal letto in fretta e in furia e corsi in cucina sedendomi al mio posto.
- Non ti vedo particolarmente dispiaciuta di dover partire senza di noi – disse sarcastico mio padre.
- Scherzi papà, mi mancherete un casino – risposi alzandomi e schioccandoli un rumoroso bacio sulla guancia.
- Amy ricordati che a Londra non ci stai andando solo per divertirti, mi hai capita? –
- Si mamma sta tranquilla, prenderò informazioni per l’università e mi metterò alla ricerca di qualche appartamento non troppo costoso – le dissi. Lei mi sorrise e mi diede un bacio sulla fronte.
- Dai siediti e mangia che si fa tardi – mi diede una pacca sulla spalla. Mi sedetti feci colazione e dopo di che mi andai a cambiare. Una volta pronta presi le valige e aiutata da papà le portai in macchina. Andammo all’aereoporto arrivando due ore prima dell’imbarco, ci sedemmo ad aspettare la chiamata dell’aereo e l’arrivo dei miei due pazzi migliori amici che erano in ritardo. Mancava poco ormai. Mi alzai dalla sedia e presi la mia borsa.
- Fa attenzione lì a Londra e non ti divertire troppo – mi strinse mia madre a se con le lacrime agli occhi.
- Sta tranquilla mamma, e poi mica parto per la guerra – dissi sarcastica. Mi staccai da lei e salutai mio padre. Mi voltai verso il check-in quando una voce inconfondibile mi fece voltare.
Amy – urlò quella pazza di Giorgia facendo voltare l’intero aereoporto
- Ce l’avete fatta finalmente – dissi avvicinandomi a lei e a Ivan.
- Scusa colpa del coglione qui accanto – mi rispose lei
- Se una certa persona non avesse perso tempo a scegliere quali scarpe adatte mettersi saremmo arrivati in tempo – mise il broncio lui.
- Ehi la smettete per un secondo di litigare? – chiesi sorridendo.
- Hai ragione – mi abbracciò Ivan
- Fa attenzione piccola – mi sussurrò all’orecchio.
- Non combinare guai – disse Giorgia abbracciandomi di nuovo. I miei migliori amici erano come gatto e cane ma in realtà si volevano un mondo di bene. Li salutai ancora una volta e poi mi diressi al gate pronta a partire per Londra. Una volta nell’aereo aspettai il decollo e poi infilai le cuffie iniziando ad ascoltare il mio adorato Tiziano Ferro. La stanchezza della notte insonne si fece sentire così sulle note di “salutandoti affogo” chiusi gli occhi e sprofondai nel sonno.
 
- Signorina, signorina si svegli – qualcuno mi continuava a scuotere la spalla gentilmente. Stropicciai gli occhi prima di aprirli completamente. Mi voltai verso la donna seduta accanto a me, che mi sorrise.
- Mi dispiace averla svegliata, ma il pilota ha detto che stanno per avviare le procedure di atterraggio, per cui si deve allacciare la cintura di sicurezza – m’informò gentilmente la donna
- La ringrazio – dissi con la voce ancora impastata dal sonno. Feci come la donna aveva detto e mi allacciai la cintura. Vidi dal finestrino che l’aereo stava iniziando ad inclinarsi, così mi aggrappai forte al sedile. Quella era la cosa che odiavo di più del volare, l’atterraggio, avevo sempre paura che qualcosa andasse storto. Ad ogni modo, l’aereo atterrò senza troppi intoppi ed io schizzai letteralmente fuori. Corsi al nastro trasportatore per recuperare le mie valige e poi mi misi a cercare con lo sguardo mio cugino. Non riuscivo a vederlo, forze si era dovuto travestire per non farsi riconoscere. Provai a chiamarlo ma il telefono risultava spento. Provai ancora sperando di aver sbagliato il numero, ma niente era staccato.
- Cavolo Lou non ti sarai dimenticato del mio arrivo? – dissi contro il telefono. Mi guardai ancora una volta in giro, ma non c’era nessuno che dava cenno di conoscermi. Sbuffai, scoprendo che mio cugino non era cambiato per niente dall’ultima volta che lo avevo visto. È rimasto il solito deficiente! Pensai tra me e me mentre uscivo dall’aereoporto. Neanche a farla apposta un tuono squarciò il cielo dando l’inizio ad un tremendo acquazzone.Perfetto! Sbuffai ancora.
- Come arrivo a Londra, non è uno dei migliori – borbottai da sola.
Taxi – urlai sbracciandomi attirando l’attenzione dei passanti. Due tentativi dopo, un taxi si fermò d’avanti a me.
- Aspetti le do’ una mano – disse l’autista scendendo dall’auto.
- Oh la ringrazio molto – sorrisi all’uomo. Dopo aver sistemato i bagagli salii sul taxi.
- Mi scusi se le bagno i sedili – mi scusai con l’uomo che fece segno di non preoccuparmi.
- Dove la porto? – chiese poi mentre si allontanava dall’aereoporto.
- Sinceramente non lo so, io sono italiana e sarebbe dovuto venire mio cugino a prendermi, ma evidentemente se n’è dimenticato – mi confidai con l’uomo. Lui mi lanciò uno sguardo misto tra il divertito e l’apprensivo. Gli sorrisi cordiale e provai a richiamare quello stupido senza memoria. Il suo telefono dava segni di vita e dopo poco mi rispose la sua voce tranquilla.
Pronto? – rispose
- Oh finalmente rispondi – dissi sarcastica
Ah ciao Amy, ahahah dai Harry sono al telefono aspetta ahahah – lo sentii ridere assieme ai suoi amici.
- Oh vedo che ti diverti molto – continuai il mio gioco.
Si tu che fai? – mi chiese lui tranquillo
- Sono su un taxi londinese senza sapere nemmeno dove andare – risposi tranquillamente.
Su un taxi londi….. Oh cacchio non dirmi che era oggi che dovevi venire?– urlò dall’altro capo del telefono prima di sentire un tonfo.
- Si idiota era oggi che arrivavo – dissi alzando gli occhi al cielo.
Arrivo subito all’aereoporto – urlò ancora stonandomi l’orecchio
- Sta pure fermo, dimmi solamente dove ti trovi –
Fatti portare alla Syco, sono li assieme agli altri – disse
- D’accordo arrivo – riattaccai il telefono senza sentire nemmeno cosa mi stava dicendo.
- Abbiamo la meta, mi porti alla Syco per favore – dissi all’autista
- Signorina, per arrivare ora alla Syco ci vorrebbe un giro enorme, a causa dei diversi divieti che hanno messo a casaccio. Penso che ce la farebbe prima a piedi, vede basta che svolti quell’angolo, poi deve girare a sinistra vada sempre dritto e deve girare alla seconda a destra, ed è arrivata – m’indicò la strada
- Okay allora vado a piedi non si preoccupi – sorrisi
- Quanto le devo? –
- 10 sterline –
- Ecco a lei – diedi i soldi e poi scesi dal taxi, l’uomo mi aiutò con le valige e dopo averlo salutato m’incamminai per la Syco. Per fortuna aveva smesso di piovere. Stavo camminando quando il telefono incominciò a squillare. Vidi il display e lessi il nome Giorgia. Faticai un po’ per cercare di rispondere, non so come diavolo feci, ma scivolai trovandomi di colpo a terra, oh meglio in una pozzanghera.
Aaaaaah – urlai forse più per esasperazione che per lo spavento della caduta. Mi tirai su in piedi ammirando lo stato pietoso in cui ero poi mi voltai sentendo il clacson di una macchina, la vidi arrivare e spalancai subito gli occhi quando vidi quant’era vicina.
Attenta! – urlò qualcuno dietro di me. Di nuovo non ci capii niente e di colpo mi ritrovai aggrappata alla maglia di un tizio che mi teneva stretta a se. Dopo poco sembrò come se un maremoto ci avesse investito, ed entrambi ci ritrovammo zuppi.
Come se non fossi già abbastanza bagnata! – urlai contro l’autista di quell’auto che stava per investirmi.
- Tutto a posto? – mi chiese il ragazzo che mi stringeva ancora a se. Alzai il volto incontrando degli occhi color cioccolato semplicemente stupendi.
- Ehi tutto bene? – chiese ancora il ragazzo con voce divertita. Purtroppo non riuscivo a vederlo bene in viso anche perché era completamente coperto, si vedevano solo gli occhi. Cavolo e meno male che siamo in estate! Pensai vedendo l’abbigliamento del ragazzo. Portava un cappellino, un giubbotto ed una scarpa che lo copriva fino al naso.
- Ehm ehm – si schiarì la voce il ragazzo.
- Eh, uh s-si s-sto bene – risposi scostandomi un po’ dal ragazzo.
- Sicura? – chiese ancora. Annuii col capo continuandolo a fissare. Perché mi sembra così famigliare?
- Hai la pelle d’oca – mi fece notare
- Vorrei vedere te, tutto bagnato fradicio solo con dei pantaloncini di jeans ed un canotta – borbottai.
- Prendi questo – mi porse il suo giubbino
- No sta tranquillo – rifiutai
- Dai insisto –
- No, altrimenti non potrei mai restituirtelo, e poi sono quasi arrivata, fra poco incontrerò mio cugino per cui non preoccuparti –
- Sicura, non è una bugia per non accettare il giubbotto? – mi chiese.
- No, tranquillo – ridacchiai
- Beh allora ciao…. –
- Amy – gli suggerii
- Amy, io sono Liam – mi strinse la mano e sentii come una scarica elettrica invadermi tutto il corpo.
- Ciao Liam – lo salutai
- Ciao – mi sorrise e poi proseguì per la sua strada svoltando a sinistra.
- Allora dov’è che mi aveva detto che dovevo girare l’autista? – iniziai a guardarmi in giro cercando di ricordarmi dove andare, ma in mente avevo solo quegli occhi così profondi. Scossi la testa cercando di rimuovere i suoi occhi dalla mia mente. Recuperai le valige e fermai un passante e chiesi informazioni per la Synco. Il signore mi diede le indicazioni e dopo di che, mi incamminai continuando a pensare a quel ragazzo. Chissà se era carino!? Pensai fra a me e me. Dopo un po’ che camminavo vidi la scritta enorme della Syco, e sorrisi felice di esserci arrivata. Entrai nella hall di quell’enorme palazzo e mi avvicinai a quella che doveva essere la reception. Trovai lì una donna sulla trentina, con i capelli biondi raccolti in uno chignon perfetto e fasciata da un tailleur grigio.
- Ehm ehm – mi schiarii la voce per attirare l’attenzione.
- Posso esserle utile – mi chiese la donna con uno sguardo un po’ scioccato dovuto al mio aspetto di sicuro. Beh non potevo che biasimarla, se anch’io mi fossi trovata d’avanti una ragazza completamente zuppa dalla testa ai piedi e tutta scombinata con il trucco colato, penserei subito che abbia preso parte alla terza guerra mondiale.
- Scusi il disturbo ma dovrei vedere Louis Tomlinson – dissi con un sorriso
- Come prego? – fece una faccia strana quasi divertita.
- Ho detto che dovrei vedere Louis Tomlinson, sono sua cugina, può dirmi dov’è? – chiesi cordialmente.
- Si certo ed io sono la nipote della regina Elisabetta – rispose sarcastica
- Guardi che io sono seria – dissi un po’ stizzita. Odiavo quando la gente non mi prendeva sul serio.
- Signorina glielo dirò gentilmente esca di qui altrimenti sarò costretta a chiamare la sicurezza, molte altre fan hanno provato, ma la tattica non attacca –
- Senta, io sono veramente la cugina di Louis Tomlinson per cui le chiedo ancora una volta di dirmi dov’è – risposi guardandola in cagnesco, venendo ricambiata.
-Sicurezza – urlò la donna.
- Ma che diavolo….? – degli uomini enormi e vestiti di nero si stavano avvicinando a me quando le porte dell’ascensore si aprirono, facendo uscire cinque ragazzi e due uomini, fra questi mio cugino.
Louis – urlai attirando la sua attenzione
Amy – urlò anche lui venendomi incontro seguito dagli altri.
- Che succede? – chiese facendosi vicino
- Non credono che sono tua cugina - spiegai guardando male la donna
- Allison lei è veramente mia cugina – disse Lou sorridendo
- Oh signor Tomlinson io non lo sapevo le chiedo scusa – rispose lei
- Non si preoccupi è stato solo un malinteso – sorrise lui. Parla per te cugino a me succede sempre. Gli uomini della sicurezza tornarono al loro posto e la signorina Allison si scusò ancora una volta.
- Amy che bello vederti, anche se non ti aspettavo proprio in queste condizioni, ma che ti è successo? – chiese Lou sorridendomi.
- Non ti azzardare sai, tutto questo è colpa tua, se tu non ti fossi dimenticato che arrivavo oggi, forse io sarei in condizioni più accettabili, non mi sarei bagnata fuori dall’aereoporto, non sarei scivolata su una pozzanghera e non avrei rischiato di essere investita, per fortuna che mi ha salvato un ragazzo, e soprattutto non sarei stata quasi sbattuta fuori di qui a calci nel sedere – dissi tutto d’un fiato.
- Scusa – rispose lui semplicemente facendomi saltare ancora di più i nervi
Io rischio la vita e tutto quello che sai dire tu è scusa? – urlai quasi. Lou mi guardò terrorizzato e poi mi stritolò tra le sue braccia.
- Scusa, scusa, scusa, perdonami e che sono molto impegnato con la band e me ne sono completamente dimenticato – si scusò. Sospirai alzando gli occhi al cielo e poi ricambiai l’abbraccio.
- Sei il solito deficiente di sempre, ma io ti preferisco così – dissi poi scoccandogli un bacio sulla guancia facendolo sorridere.
- Ehm ehm – si schiarì la voce qualcuno. Ci voltammo trovandovi quattro ragazzi e due uomini che ci fissavano un po’ imbarazzati.
- Ah si giusto, ragazzi vi presento mia cugina Amy – mi presentò tutto sorridente Lou.
- Ciao – sorrisi cordiale.
- Ma tu sei la ragazza di prima – disse quello che se non ricordo male doveva essere Liam. Ora che lo guardavo meglio, aveva l’abbigliamento dello stesso ragazzo di prima solo che non aveva la sciarpa e poi era bagnato fradicio anche lui.
- Tu sei quello che mi ha salvata? – chiesi sbalordita.
- A quanto pare si – sorrise. Cavolo quant’è bello. Arrossii di botto per quello che avevo appena pensato.
- Vedo che Liam lo conosci già – disse Louis felice
- Beh, allora ti presento gli altri, loro sono Harry, Niall e Zayn i miei compagni di band. Lui è Paul il nostro bodyguard, e lui è… -
- Simon Cowell si lo conosco – sorrisi all’uomo.
- Io sono Amanda Grimaldi ma potete chiamarmi Amy, scusate per le mie impresentabili condizioni, ma ho avuto qualche problemino –
- Abbiamo sentito – disse Zayn con un sorriso
- Io credo che l’intero palazzo abbia sentito – lo corresse Harry facendomi arrossire di più.
- Dai ragazzi non mettetela in imbarazzo – li diede delle gomitate Niall. Gli sorrisi venendo subito ricambiata.
- Etchu – starnutii di colpo. No vi prego il raffreddore a giugno no!
- Forse è meglio se andiamo a casa – disse Lou.
 
Una volta che Lou e gli altri finirono di parlare, molto velocemente, con Simon e Paul, andammo a casa. Salii sull’auto di mio cugino assieme e Liam e a Zayn, mentre Harry e Niall andarono con la macchina di quest’ultimo. I vestiti stavano incominciando ad asciugarsi, ed io incominciavo a sentire più freddo, con le mani iniziai a sfregare contro le braccia, per far un po’ di calore.
- Scommetto che hai freddo – disse Liam con un sorrisetto.
- No, giura? – feci sarcastica.
- Tieni – mi porse di nuovo la sua giacca. Ero indecisa se accettarla o no e lui vedendo la mia decisione, me la posò sulle spalle sorridendomi semplicemente. Com’è dolce! Arrossii continuandolo a fissare e osservando ogni suoi particolare. Era veramente un bel ragazzo, i capelli castani erano rasati ai lati ed alzati in una piccola cresta. Gli occhi erano color del cioccolato. Occhi comuni direste, ma io penso che nessuno abbia occhi comuni perché sono sempre diversi per ogni persona. I suoi brillavano ed erano fantastici. Il naso era dritto un po’ all’insù, le labbra erano carnose e rosee, la mascella squadrata e sul collo aveva una graziosa voglia. Il suo viso era il ritratto della dolcezza.
- Se continui a fissarmi finisce che mi consumi – sussurrò per poi voltarsi verso di me e sorridermi.
- Scusami – abbassai il volto puntando i miei occhi sulle mie gambe nude color del latte, mentre un eccessivo rossore si diffondeva dalle mie gote per tutto il viso, facendomi assomigliare ad un pomodoro maturo. La macchina si arrestò di colpo e mi convinsi ad alzare lo sguardo voltandomi, però, verso il finestrino beandomi della vista di una magnifica villa inglese, che troneggiava su un enorme distesa verde.
- Eccoci arrivati alla nostra umile dimora cugina – disse Louis con tono divertito probabilmente vedendo la mia faccia che aveva assunto un’espressione a dir poco esterrefatta.
- Tu… tu questa la chiami umile dimora? – chiesi a mio cugino mentre mi apprestavo a scendere dall’auto. Lui non mi rispose, continuando ad avere un’espressione divertita, accompagnato naturalmente dai suoi amici.
- Vogliamo entrare oppure rimanere qui a fissare la casa? – domandò Louis avvicinandosi a me e mettendomi una mano sulla spalla. Annuii senza riuscire ad articolare una frase corretta. Seguii Louis e gli altri continuandomi a guardare intorno. Il giardino era verdissimo e curatissimo c’erano dei magnifici fiori che lo riempivano di colori, rose, gigli, fresie e chi più ne ha più ne metta.
- Wow questo si che è un giardino – dissi
- Tutto merito di Call e Isabelle sono loro che se ne occupano – mi spiegò Harry sorridente. Salimmo le scale arrestandoci di fronte alla porta di ingresso. Louis estrasse le chiavi ed aprì la porta.
- Prego, prima le signore – fece finta d’inchinarsi. Non me lo feci ripetere due volte ed entrai in casa, rimanendo ancora più stupita. Di fronte a me c’era un’enorme ingresso, di fronte delle scale in marmo che portavano al piano di sopra. Alla mia destra c’era un salone magnifico ed enorme tutto in stile moderno, con due divani a “L” un tavolino al centro, qualche mobile per adornare la stanza ed un enorme schermo al plasma. Mi voltai a sinistra trovando invece la sala da pranzo. Anch’essa enorme con un tavolo da dieci posti in vetro, con al centro un magnifico vaso contenente un mazzo di fiori appena colti, se ne poteva sentire il profumo. Al centro della sala c’era un’enorme lampadario di cristalli. E anche lì c’era uno schermo al plasma appeso alla parete. Nella stanza c’erano anche due porte, una era quella per accedere al giardino, mentre l’altra penso fosse quella per la cucina. Entrai anche in quella stanza, scoprendo una cucina enorme, modernissima e con l’isola, la stanza era ben illuminata, grazie anche alla presenza di molte finestre e della portafinestra che faceva accedere al retro della casa. Aprii quella porta uscendo all’aria aperta, svoltai a destra seguendo il vialetto e mi trovai d’avanti ad un’enorme piscina, comprendente anche l’idromassaggio.
- Oh mio Dio, ma è magnifica – dissi con gli occhi fuori dalle orbite.
- E non è finita qui c’è ancora il piano superiore da visitare – disse Niall. Gli sorrisi e mi feci portare di sopra.
- Pronta per vedere la tua stanza? – chiese Louis
- Spero non l’abbia preparata tu Louis – sperai. Lui fece una smorfia e si apprestò ad aprire la porta della camera, ed io chiusi gli occhi fingendo un’espressione terrorizzata.
- E invece, per tua fortuna la tua stanza l’ho preparata io – disse una voce femminile che riconobbi subito. Aprii gli occhi rimanendo a bocca aperta. Al centro della stanza c’era una ragazza alta magra, con i capelli mossi e lunghi fino al fondo schiena che mi sorrideva e teneva le braccia aperte per invitarmi ad abbracciarla.
Eleanor – urlai correndo ad abbracciarla
- Ciao Amy – mi strinse a lei.
- È bello vederti – disse dopo esserci separate.
- Già è vero – sorrisi
- Beh che ne dici della tua stanza? – mi chiese. Mi guardai intorno constatando, che era più grande del salotto di casa mia. Alla parete alla mia destra c’era un magnifico letto matrimoniale ricoperto da cuscini e un copriletto color glicine. Le pareti erano di un rosa molto chiaro, di fronte al letto c’era un enorme armadio bianco che faceva angolo e accanto ad esso un porta bianca.
- Quello è il bagno – mi spiegò Louis. Annuii andando ad aprire la porta. Il bagno era abbastanza grande con la doccia. Le mattonelle alle pareti erano color glicine, il mio colore preferito.
- Mio Dio Louis la vostra casa è magnifica - dissi dopo essere uscita dal bagno.
- Grazie – ringraziarono in coro i ragazzi.
- E El grazie per esserti occupata della mia stanza –
- Tranquilla è stato un piacere e indovina un po’? Per farti compagnia con questi cinque scimmioni vengo a vivere qui – disse sorridendomi.
- Davvero? – chiesi sbalordita. Lei annuì ed io le saltai addosso.
- Amy, credo che tu abbia bisogno di una doccia – disse Lou
- Altro che e sto pure morendo di fame – risposi, mettendomi una mano sullo stomaco che brontolava.
- Va bene allora noi ti lasciamo sola se è qualcosa siamo giù –
- Okay grazie –
- Di niente, a dopo – mi salutarono e sparirono chiudendosi la porta alle spalle. Dopo essermi guardata ancora una volta intorno mi avvicinai alle valigie e le aprii prendendo un cambio di robe pulite. Controllai il cellulare trovandovi 5 messaggi da parte di Giorgia, 3 da Ivan, 7 da mia madre e mio padre, 8 chiamate perse da mio padre, e 10 da parte dei miei amici. Inviai un messaggio a tutti dicendo che li avrei chiamati dopo e che li avrei spiegato tutto con calma dopo essermi fatta una doccia. Misi il cellulare sotto carica e mi chiusi in bagno aprendo il getto dell’acqua calda. Mi tolsi la giacca da dosso. Mi ero dimenticata di portarla. La annusai facendomi invadere dal suo fantastico profumo. Non riuscivo a capire quale fosse, ma sapevo solo che era stupendo, aveva un non so che di dolce. Ritornai in camera posandolo con cura sul letto e poi tornai in bagno spogliandomi e mettendo le robe nel cesto per poi infilarmi sotto il getto bollente.


Angolo autrice....

Eccomi qui con il secondo capitolo.... il primo ha ricevuto solo 3 recensioni... ma non mi lamento anche perchè in realtà il primo capitolo non diceva niente di che..... spero che questo riceva più recensioni.... Ho visto che ià qualcuno ha inserito la storia tra le seguite e le ricordate, grazie mille a chi lo ha fatto :)
Beh che dire di questo cap.... conosciamo un po' tutti i personaggi... che ne dite del traumatico arrivo di Amy a Londra? E di Louis? E dell'incontro con Liam?.... se vi va di dirmi cosa ne pensate lasciatemi una recensione (se volete) accetto anche le critiche purchè siano costruttive.... ora vado ci sentiamo al prossimo capitolo vi lascio con le immagini dei nostri protagonisti :D

      


Ora scappo.... questo è il trailer della storia se volesse vederlo.... http://www.youtube.com/watch?v=fds_3cYFSjg

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Capitolo 3
*** New life ***




Liam

 
- Certo che tua cugina è davvero bella, complimenti Louis – disse Harry mentre scendevamo le scale.
- Beh, ovviamente è mia cugina – si vantò Louis. Alzai gli occhi al cielo, mentre Niall e gli altri scoppiarono a ridere.
- Io quasi, quasi un pensierino ce lo farei – disse Harry, mentre apriva il frigorifero per prendere dell’acqua.
- Sei sempre il solito – rise Zayn
- Che vuoi da me, se mi piacciono le belle ragazze – rispose Hazza con tono malizioso.
- Potresti per una volta pensare con il cervello e non con il tuo amico dei piani bassi? – sbottai io, ricevendo uno sguardo strano da parte di tutti.
- Voglio dire, ogni volta che incontri una bella ragazza pensi subito a portartela a letto, Amy vivrà con noi, e non penso che sia il caso che questa cosa accada, perché sappiamo tutti come sei fatto e potresti crearle disagio – mi spiegai meglio. Non riuscivo a capire nemmeno io perché avevo fatto quell’uscita.
- Liam ha ragione! – sospirò Louis.
- Okay, adesso statemi a sentire – richiamò la nostra attenzione.
- Amy per me è molto importante, è come se fosse una sorella non una cugina, ci tengo molto, e so anche che ha sofferto a causa di un ragazzo, per cui voi tre – indicò Niall, Harry e Zayn.
- Se solo provate a sfiorare mia cugina, solo per una stupida scopata e poi farla soffrire, vi giuro che ve lo stacco il vostro amico – li minacciò
- Mi avete capito? Soprattutto tu Harry vedi di fare molta attenzione – lanciò uno sguardo truce al riccio
- Okay, okay ho capito! – rispose Harry, portandosi le mani ai pantaloni.
- Bene! –
- Una domanda – intervenne Zayn
- Dimmi – gli diede la parola Louis.
- Perché non lo fai anche a Liam questo discorso? – disse indicandomi
- Perché lui è fidanzato Zayn, e non è il tipo di ragazzo che tradirebbe la sua fidanzata, ed ha la testa sulle spalle, a differenza tua e di Harry. Infatti ho sbagliato ad includere Niall nel discorso, ma comunque fate tutti e quattro attenzione perché vi tengo d’occhio – ci guardò tutti. Annuimmo e a me scappò un sorriso. Non avevo mai visto questo lato iperprotettivo di Louis. Doveva tenerci veramente tanto ad Amy. Amy. Harry aveva ragione era d’avvero una bella ragazza. Quando l’avevo vista prima, tutta bagnata come un pulcino, mi aveva fatto d’avvero tenerezza. 
- Perché sorridi con faccia sognante? – mi chiese Niall prima di addentare il suo panino. Divenni rosso all’istante, chinando il capo per l’imbarazzo.
- Ho capito, di la verità era un pensiero a luci rosse su Danielle eh? – mi diede una gomitata sfottendomi.
Niaaaall – urlai diventando tutto rosso. Tutti scoppiarono a ridere, tranne io naturalmente.
- Perché ridete? – la voce di Amy giunse alle nostre orecchie e tutti ci voltammo verso la porta della cucina, dove la trovammo appoggiata. Era completamente diversa da prima. Genio ora è asciutta e ha le robe pulite, ci credo che è diversa! Mi rimproverò la voce della mia coscienza. Nella sua semplicità, era una ragazza bellissima. Portava un paio di bermuda stretti con qualche strass sulla coscia, una camicetta azzurra a maniche corte a quadri, sopra una canotta bianca. Non era truccata in modo esagerato, solo un po’ di matita sugli occhi e i capelli castano chiari con i riflessi biondi, le cadevano lisci sulle spalle con il ciuffo tenuto fermo dai ferrettini. E ai piedi delle converse bianche basse. Ci guardava sorridendo mentre entrava in cucina.
- Allora perché stavate ridendo? – chiese ancora.
- Perché Liam stava facendo un pensiero perverso sulla sua ragazza – rispose ridendo Louis. Vidi l’espressione di Amy passare dal sorridente all’imbarazzata tentando di abbozzare un sorriso. Che strano!
- Bene Amy lasciamo i maschi a fare i loro pensieri perversi, vieni ti do una mano a sistemare la tua roba – intervenne Eleanor, facendola tornare a sorridere. Perché quella reazione? Non le piacerò mica? Nah Liam ma che pensieri vai facendo? Sarà di sicuro impegnata con qualcuno in Italia e non ha il tempo di pensare a te. Mi convinsi di quell’idea e mi concentrai sulla risposta da dare a Danielle. Non mi andava molto di uscire con lei, ma se non lo avessi fatto avrebbe alzato su una polemica e mi avrebbe tenuto il muso per chissà quanto tempo. Ultimamente Dani era cambiata. Non era più la dolce e simpatica ragazza che avevo conosciuto tre anni prima. Ora era diventata tutta schizzinosa, acida e si comportava da ragazza con la puzza sotto al naso. Ma l’amavo e non riuscivo a pensare di poterla lasciare. Ne avrebbe sofferto troppo e anche io.
Ti passo a prendere alle 20.00 – le scrissi. Subito dopo mi arrivò la risposta.
Okay amore, ci vediamo più tardi – scrisse. Sorrisi un po’ forzatamente e poi prestai attenzione alla conversazione dei ragazzi. Non riuscendo a togliermi dalla testa, però, l’espressione di Amy di poco prima.
 
Amy
 
Stavamo sistemando la mia roba nell’armadio, ed io non riuscivo a trattenermi più, volevo fare quella domanda a Eleanor ma avevo paura di sembrare un’impicciona.
- El…. Posso farti una domanda? – le chiesi. Lei subito mi sorrise annuendo col capo, continuando a sistemare i vestiti.
- Toglimi una curiosità…. Com’è la ragazza di Liam? – chiesi un po’ titubante, diventando rossa. Eleanor si fermò di colpo, per poi fissarmi intensamente negli occhi.
- Amy non dirmi che ti sei presa una cotta per Liam? – sembrò quasi un rimprovero.
- Ma che… sono solo curiosa, El lo conosco da due ore al massimo non posso essermi presa una cotta non credi? – le dissi. Lei mi guardo con sospetto come se non ci credesse ma poi si arrese.
- Va beh ti credo… comunque Danielle – fece una smorfia storcendo il naso.
- Non so come possa piacere a Liam, per carità è una bella ragazza, ma il carattere fa veramente schifo – disse.
- Cioè? –
- È vanitosa, superficiale, schizzinosa, un’oca di prima categoria e soprattutto una strega – storse il naso
- Credimi non so davvero come Liam faccia a sopportarla, ti confesso che quando l’ho conosciuta non era così, anzi, era una ragazza simpatica, dolce poi d’improvviso è cambiato tutto – mi spiegò El.
- Forse la troppa fama le ha dato alla testa? – ipotizzai.
- Sarà – rispose El facendo spallucce ricominciando a sistemare.
- Ragazze è pronto – urlò Louis dalle scale.
- Dai andiamo – disse Eleanor posando i vestiti nell’armadio. La seguii in silenzio rimuginando sui miei pensieri.
- Mmmh che buon odorino – disse El entrando in cucina.
- Ha cucinato Harry – spiegò Zayn
- Bene allora il pranzo è salvo – ironizzò la ragazza, ricevendo occhiatacce da parte degli altri ragazzi.
- Amy, stavo pensando, che ne dici di festeggiare il tuo arrivo qui a Londra? – mi strappò dai miei pensieri mio cugino.
- Ma no non disturbarti Lou –
- Dai per me è un piacere, andiamo a ballare, voi che ne dite ragazzi? – propose con un sorriso.
- Per me va bene –
- Anche per me –
- Sai che non dico mai di no ad una serata fratello – rispose Harry.
- Perché al posto di andare in discoteca non facciamo una bella festa in piscina? È estate e fa caldo ragazzi, andarsi a chiudere in un locale non è una grande idea – disse El.
- Eleanor ha ragione! – l’appoggiò Niall.
- E allora festa in piscina sia – disse Lou tutto felice.
- Quando la facciamo? – chiesi anch’io abbastanza entusiasta.
- Questa sera – risposero ovvi i ragazzi.
- E riuscirai ad organizzare tutto in tempo? – chiesi sconvolta.
- Hai d’avanti a te il mago delle feste mia cara cugina – si vantò Louis
- Lascia fare tutto a noi, tu riposati e rilassati che hai affrontato un viaggio lungo –
- Lou tre ore non penso sia un lunghissimo arco di tempo –
- Sono comunque stancati per cui non obbiettare – mi fece accomodare sulla sedia.
- Ah Liam ma dov’eri finito? Abbiamo una festa da organizzare su mangia in fretta – disse Louis facendo sedere anche lui.
- Una festa? – domandò stranito.
- Si questa sera daremo una festa di benvenuto per Amy, per cui ci serve una mano. Ragazzi scrivete un post su twitter a tutti i nostri amici, io chiamo qualcuno per la roba da mangiare e poi vado a comprare da bere, El amore tu mi aiuterai con la spesa, ragazzi voi pulite il giardino e la piscina, Zayn tu sarai il dj – distribuì gli incarichi ad ognuno.
- Ed io? – chiesi pulendomi le labbra dal sugo con il tovagliolo. Cavolo, Harry si che sapeva cucinare!
- Tu non farai niente –
- Ma Louis… -
Non voglio sentire obbiezioni, Niall controlla che non faccia niente ci vediamo dopo ragazzi – disse urlando dall’ingresso prima di chiudersi la porta alle spalle.
- Ma perché ho un cugino tutto matto? – chiesi retoricamente in italiano sbattendo la testa sul tavolo.
- Che hai detto? – mi domandarono straniti i ragazzi
- Uh, eh, cosa? –
- Hai detto non so che cosa – mi fece notare Niall.
- Ah si, ho parlato in italiano, lasciate stare – sorrisi ingenuamente.
 
Il pomeriggio passò in fretta, vedevo i ragazzi faticare a destra e a sinistra eccetto Niall che aveva l’arduo compito di non farmi fare niente. Così tra sospiri e sbuffi di noia arrivò la sera e tutti ci andammo a preparare. Sotto consiglio di El misi un costume rosso a due pezzi, il pezzo di sopra non aveva le spalline ed era intrecciato al centro. Indossai un prendisole a strisce bianche e rosso che si allacciava dietro il collo e delle ballerine rosse. Eleanor decise invece di indossare un costume nero con i pois bianchi, il pezzo di sopra era come il mio, intrecciato solo che il suo aveva un fiocco, di sopra mise un prendisole nero con corpetto a pois bianchi e delle ballerine bianche. Sentii il campanello suonare e man mano delle voci arrivare sino alla mia camera. Mi affacciai dal terrazzino che avevo in stanza e potei vedere che il giardino cominciava a riempirsi. Zayn dopo aver salutato alcuni invitati andò a mettersi alla console e cominciò ad alzare il volume delle casse. Louis, Harry e Niall invece accoglievano gli ospiti.
- Scendiamo? – mi chiese El infilandosi le ballerine.
- Certo – sorrisi.
- Ho visto i ragazzi tranne Liam – dissi ad El mentre scendevamo.
- Doveva uscire con Danielle e sua maestà non voleva venire alla festa in piscina – mi spiegò facendo una smorfia. Rimasi un po’ delusa, ma che potevo farci io, lui aveva una ragazza e nel pomeriggio avevo fatto qualche ricerca su di lei, constatando che era davvero bella e che io non potevo competere con una come lei. Annuii col capo e feci un finto sorriso ad El, prima di uscire in giardino. La musica era a palla ed il giardino era pieno di ragazzi che ballavano strusciandosi l’uno addosso all’altro, altri che cercavano di rimorchiare e altri che parlavano. Già qualcuno aveva deciso di buttarsi in piscina. Scorsi Niall parlare con qualche amico, Harry accerchiato da ragazze tutte bionde con vestiti cortissimi e con almeno una quarta di seno. Louis invece scherzava con dei ragazzi e appena ci vide ci fece segno di raggiungerlo.
- Ragazzi, vi presento mia cugina Amy – mi presentò Lou a due ragazzi. Uno era castano scuro, un fisico un po’ gracilino, mi sorrideva e mi dava l’aria di essere un ragazzo timido ma simpatico. L’altro invece era biondo, con la barbetta, un fisico da paura e molto molto attraente. Mi sorrise e mi tese la mano.
- Piacere io sono Lucas – mi tese la mano
- A-Amy – gliela strinsi quasi in trans.
- C-ciao io sono Ben – si presentò l’altro.
- Molto piacere Amy – strinsi la mano anche a lui.
- Ragazzi chi di voi due si offre per fare da accompagnatore alla mia cuginetta? – chiese Louis dando delle pacche sulla spalla ai due ragazzi.
- Io – si propose Lucas
- Sempre se per te non è un problema – disse poi
- N-no anzi mi f-fa piacere – risposi portandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio e chinando il capo per l’imbarazzo. Lui mi sorrise e poi si affiancò a me al posto di Eleanor. Vidi lei e Louis allontanarsi e l’altro ragazzo Ben parlare assieme ad una ragazza.
- Allora Louis mi ha detto che sei italiana – incominciò il discorso Lucas.
- Beh tecnicamente sono anglo-italiana, ma italiana va bene lo stesso – risposi sorridendo un po’rossa in viso.
- Okay – rise lui.
- E tu sei inglese oppure… - lasciai in sospeso la frase.
- Inglese, inglese – mi rispose.
- Capito – dissi chinando il capo. Dio che imbarazzo. Ti prego di qualcosa perché io non so cosa fare. Lo implorai mentalmente di parlare.
- Bene, mmh ti va di bere qualcosa? – chiese indicando il tavolo con gli alcolici.
- Ehm… si perché no – sorrisi. Ci avvicinammo al tavolo dove c’era un ragazzo che si occupava di preparare i drink.
- Cosa prendi? – mi chiese Lucas.
- Ehm… un pesca-lemon –
- Per me un mojito invece – ordinò
- Arrivano subito – disse il ragazzo.
- Allora, parlami un po’di te – mi spronò a parlare.
- Beh, ho 18 anni, fra poco ne compirò 19, mi sono diplomata con 90 alla scuola più tosta della mia città, ah giusto vivo a Taranto. Mia madre è la sorella del padre di Louis, ho due migliori amici che mi fanno impazzire, perché litigano sempre, ma li voglio bene e sono single – dissi tutto con il sorriso sulle labbra.
- Strano – fece lui
- Cosa? – domandai stranita.
- Che tu non abbia un ragazzo, voglio dire sei una ragazza molto bella e simpatica –
- Per favore non tocchiamo questo argomento –
- Tasto dolente? – mi chiese. Annuii solamente incominciando a sorseggiare il mio drink.
- Okay scusa –
- Non ti preoccupare, non potevi saperlo – risposi sorridendo. Lui annuì e poi incominciò a raccontarmi della sua vita. Lucas era davvero simpatico e divertente. Mi aveva raccontato molti aneddoti divertenti sulla sua famiglia e mi aveva fatto ridere per tutto il tempo. Stavamo ballando quando scorsi sulla porta del soggiorno Liam, assieme ad una ragazza che aveva l’aria non proprio felice. Dopo averla messa a fuoco capii che si trattava di Danielle.
- Senti, Lucas mi fanno male i piedi, avrei bisogno di sedermi un po’ – gli dissi, urlando per via della musica.
- Okay andiamo – mi sorrise. Ricambiai ed incominciai a farmi strada verso la casa, dove si trovava ancora Liam.
- Ehi Liam –dissi una volta che gli fui vicino.
- Ciao Amy – mi sorrise lui.
- Ciao – salutò dopo Lucas che mi aveva affiancato.
- Amy, lei è Danielle la mia ragazza – la presentò Liam. Non c’è bisogno che lo specifichi, lo so!
- Molto piacere io sono Amy, la cugina di Louis – le sorrisi tendendole la mano, non ottenendo risposta però. Danielle guardò prima la mia mano, poi me, poi guardò Liam e alla fine se ne andò verso il tavolo degli alcolici.
- Ma com’è simpatica – dissi sarcastica, mentre Lucas tratteneva una risata.
- Scusala è un po’ nervosa – mi rispose Liam.
- Non fa niente, andiamo Lucas – salutai Liam e mi andai a sedere accanto ad Eleanor.
- Che è successo? – mi chiese lei
- Ho conosciuto la ragazza di Liam, hai ragione si da tante arie, c’è bisogno che qualcuno la sgonfi a quella mongolfiera – risposi facendo un smorfia mentre Louis e Lucas ridevano.
- Ma come fa Liam a sopportarla, ci sono stata insieme si e no due minuti e già la porto sulle palle – dissi continuandoli a fissare mentre discutevano in mezzo alla pista da ballo.
- Avrà qualcosa che Liam ama e per questo è restio a lasciarla – spiegò la sua ipotesi El
- Sarà brava a letto – disse Lou fissandola, prendendosi uno schiaffo dietro la nuca da parte della sua ragazza.
- Ahio ma che ho detto? – mi chiese vedendo El alzarsi ed andarsene via.
- Ma quand’è che maturerai cugino eh? – gli domandai prima di alzarmi e seguire El.
- Aspetta – mi sentii bloccare il polso, mi voltai e vidi Lucas.
- Dimmi –
- Mi dai il tuo numero, così dopo questa festa possiamo tenerci in contatto – disse
- Okay va bene – acconsentii. Gli lascai il numero e lui mi diede il suo, e poi andai da Eleanor che stava sorseggiando un drink.
- Sei arrabbiata? – le chiesi.
- Naaaah, ormai lo conosco, Louis è fatto così ed è anche per questo che lo amo – mi rispose.
- E allora perché te ne sei andata? – domandai
- Mi piace vederlo impegnarsi per farsi perdonare – mi fece l’occhiolino, per poi scoppiare a ridere. Mi unii a lei, ma la mia risata si fermò non appena vidi Liam e Danielle ballare insieme e baciarsi. Mi dava fastidio, tanto fastidio. Mi veniva un nodo allo stomaco. Spostai lo sguardo su qualcos’altro per evitare di farmi salire ancora di più il nervoso.
- Allora che mi dici di Lucas? – parlò El
- È davvero un ragazzo carino e simpatico, mi ha fatto ridere molto e penso che possa essere un grande amico – risposi convinta
- Solo un amico? – mi stuzzicò con voce maliziosa Eleanor.
- Si, solo un amico – risposi ridendo. La serata trascorse così. Tra risate, nuove conoscenze, drink e musica a palla. Verso le due e mezza qualche ospite incominciò and andare via e per le tre la casa era completamente vuota. Di Liam non c’era traccia, forse aveva portato la sua ragazza a casa, chissà. Stremata, diedi la buonanotte ai ragazzi e mi trascinai su per le scale ed arrivai alla mia stanza. Mi spogliai in fretta e mi buttai a letto. Per fortuna che non avevo fatto il bagno, perché voglia di mettermi sotto al doccia alle 03.15 del mattino non ne avevo. Sprofondai fra i cuscini del mio enorme letto e mi addormentai.
 
Aprii gli occhi svegliata dai raggi del sole che entravano dalla finestra che la notte scorsa avevo dimenticato di chiudere. Controllai l’orario constatando che erano appena le 08.30 del mattino. Mi stiracchiai per bene e poi mi diressi in bagno. Aprii il rubinetto con l’acqua fresca e mi sciacquai il volto svegliandomi per bene. Tornai in camera e aprii l’armadio, presi dei pantaloncini blu scuro a righe nere e una canotta rossa. Mi cambiai e poi scesi giù notando che nessuno dei ragazzi si era alzato. Sentii lo stomaco brontolarmi, così mi avvicinai al frigorifero lo aprii cercando la busta del latte. La presi e dopo di che andai alla ricerca di una tazza e dei biscotti. Aprii tutti gli stipetti e finalmente dopo un’ardua ricerca riuscii a trovare un pacco di biscotti al cioccolato. Presi una tazza e cominciai a mangiare. Finito di fare colazione, lavai le stoviglie e mi andai a lavare i denti. Scesi di nuovo in cucina e da una delle finestre che si affacciava in giardino notai che la fuori c’era un casino. Uscii vedendo di tutto e di più, bicchieri di carta e mozziconi di sigaretta buttati per terra, bottiglie di birra sparse un po’ ovunque e anche del cibo.
- Mettiamoci al lavoro! – dissi sbuffando. Tornai in casa munendomi di scopa, paletta, secchio dell’acqua, detersivo e soprattutto guanti. Una volta in giardino cominciai a spazzare e per consolarmi un po’ incominciai a canticchiare a bassa voce.
- Sai la gente è matta, forse troppo insoddisfatta, segue il mondo cecamente…. Quando la moda cambia lei pure cambia, continuamente, scioccamente …. –


Angolo autrice

Salve genteeee.... bene ecco a voi il terzo capitolo... come vedete ho scritto anche dal punto di vista di Liam... in seguito scriverò anceh dal punto di vista degli altri personaggi poichè si la storia parla principalmente di Amy e Liam ma ho voluto dare spazio anche agli altri.... ora che ne dite di questo capitolo??? Sero vi piaccia... entra in scena Lucas che darà del filo da torcere a Liam.....:) ora vado a continuare a scrivere... spero voi lasciate qualche recensione, accetto anche le critiche... inoltre vi chiederei di passare dalla mia nuova One shot
 I'm in love with you... Se v'interessa faccio i banner per la storia, e se qualcuna/o di voi ne ha bisogno chiedete pure :) Bene ora vado ci sentiamo genteeeeeeeeeee.... Vi lascio con qualche foto dei personaggi :)
   
             ah volevo dirvi di non ammazzarmi se faccio fare la parte della strega a Danielle.... io adoro quella ragazza se devo dirvi la verità preferisco Danielle a Sophia.... beh ora vadoooo ciaoooo....

 

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Capitolo 4
*** Here I am and my best friends ***



Liam

 
Mi svegliai per via del sole che entrava in stanza. Dopo aver strizzato gli occhi due tre volte, riuscii ad aprirli completamente. La notte scorsa aveva fatto davvero tardi, mi ero trattenuto da Danielle ed ero tornato a casa alle 04.30 del mattino. Mi tirai su, mettendomi seduto sul letto, quando sentii qualcuno cantare. Non capivo bene le parole della canzone, mi alzai dal letto avvicinandomi alla finestra. Notai che in giardino c’era Amy che stava mettendo in ordine.
- Tu… tu che sei diverso, almeno tu nell’universo, non cambierai, dimmi che per sempre sarai sincero e che mi amerai davvero di più… - stava cantando e ben che non capissi le parole della canzone la sua voce era bellissima.Wow… è semplicemente fantastica! Forse è meglio se scendo a darle una mano. Mi fiondai in bagno dandomi una sciacquata e dopo essermi sistemato scesi di sotto. Presi una brioche e inizia a mangiarla dirigendomi in giardino. Quando uscii fuori Amy stava ancora cantando. Rimasi in silenzio ad ascoltarla beandomi di quella meravigliosa voce. Quando la canzone finì, la colsi di sorpresa cominciando a battere le mani.
- Wow, complimenti! – dissi avvicinandomi a lei. Si girò di scatto spaventata, ma quando mi vide si tranquillizzò.
- Buongiorno Liam – mi sorrise.
- ‘Giorno, hai una gran bella voce lo sai? – le dissi mentre mi sedevo su un sdraio lì vicina.
- Naaah è una voce comune – si minimizzò lei
- Ehi, io ho orecchio per certe cose e non scherzo se ti dico che è bellissima –
- Ti stai per caso vantando Payne? – mi chiese lei
- No, dico solo che sono esperto, mi faresti sentire una canzone inglese? – domandai, implorandola con lo sguardo.
- Non saprei io… - disse imbarazzata.
- Dai ti prego –
- O-okay che vuoi sentire? – chiese
- Non so decidi tu, per me va bene qualsiasi cosa, basta che sia inglese così ci capisco qualcosa – ironizzai.
- D’accordo… mmh vediamo un po’ – iniziò a pensare
- Si c’è l’ho – disse poi tutta sorridente. Si voltò verso di me e poi prese a cantare.
- I was waiting for so long, for a miracle to come, everyone told me to be strong, hold on and don't shed a tear. Through the darkness and good times I knew I'd make it through, and the world thought, I had it all, but I was waiting for you…. Hush now I see a light in the sky Oh, it's almost blinding me I can't believe I've been touched by an angel with love Let the rain come down and wash away my tears Let it fill my soul and drown my fears Let it shatter the walls for a new, new sun. A new day has... come, a new day has… come – la sua voce era qualcosa di assolutamente fantastico. Chiusi gli occhi continuando a bearmi di quella dolce melodia, sino a quando non finì.
- Bravissima, lo dico sul serio, sei molto molto brava Amy – mi congratulai con lei alzandomi in piedi, sovrastandola di qualche centimetro. Era così bassina. Mi venne da ridere un po’.
- G-grazie – rispose imbarazzata.
- Dai ora mettiamoci a lavoro, c’è un bel po’ da fare – dissi per toglierla dall’imbarazzo. E tra risate, scherzi e battute, pulimmo tutto il giardino. Quando tornammo in casa trovammo tutti svegli, per modo di dire. Niall era l’unico arzillo che faceva colazione. Harry aveva la testa poggiata sul tavolo e stava russando, usava le braccia come cuscino e dalla sua bocca usciva della bava. Zayn guardava in continuazione la sua tazza di caffè, sbattendo continuamente le palpebre senza riuscire a tenerle aperte per più di due minuti. Louis aveva la fronte poggiata sulla spalla di Eleanor e anche lui russava. Mentre la ragazza si continuava a stropicciare gli occhi con le mani. Controllai l’orologio notando che erano le 10.30 e alle 11.30 avevamo un appuntamento con i manager. Guardai Amy e un’idea mi balenò in testa mi avvicinai al suo orecchio e le sussurrai la mia idea che la fece ridacchiare. Annuì convinta ed insieme prendemmo una grande boccata d’aria.
Buongiorno ragazziiiiiiiiiiiiiiiiiii! – urlammo insieme. Zayn saltò sulla sedia voltandosi verso di noi. Niall si fermò dall’ingurgitare il suo cornetto.
Sono sveglio mamma – urlò Harry drizzandosi sul posto. Louis invece cadde rovinosamente a terra urlando come un pazzo.
Aaaaaah ci attaccanoooo! – urlò. Eleanor invece ci guardò come per chiederci se fossimo impazziti. Io e Amy scoppiammo a ridere di gusto d’avanti a quella scena.
- Ahahahahah Lou alzati non ci sta attaccando nessuno – disse Amy tendendo la mano al cugino.
- Voi siete pazzi, ma sono modi questi? – ci fece la predica Louis drizzandosi sul posto.
- Si certo, la predica dopo Louis, ora muovetevi che alle 11.30 abbiamo un appuntamento con Paul e gli altri – gli informai salendo le scale per andarmi a fare una doccia, mentre tra i miei pensieri si insinuava il volto di Amy e la sua dolce risata.
 
Amy
 
I ragazzi erano appena usciti per andare all’incontro con i loro manager. Io ed El invece ci stavamo preparando per uscire, le sarebbe dovuta andare all’University College London mentre io sarei dovuta andare ad Oxford, per vedere che corso frequentare a settembre. Da lì sarei andata alla ricerca di un appartamento adatto a me e poi a trovare un lavoro per contribuire con le spese.
- Amy sei pronta? – mi chiese El entrando in stanza.
- Si eccomi – risposi uscendo dal bagno.
- Bene allora andiamo – mi disse con il sorriso sulle labbra. Presi la borsa che avevo posato sul letto, inforcai gli occhiali e poi uscimmo di casa. Ci dirigemmo a piedi verso la fermata dell’autobus più vicina. Attendemmo che il bus arrivasse chiacchierando, ridendo e scherzando. El era una ragazza fantastica, era dolce, allegra e sempre disposta a darti una mano. Louis è davvero fortunato ad averla incontrata e spero con tutto il cuore che non se la lasci scappare! L’autobus arrivò salimmo su e dopo qualche fermata El scese, dandomi le indicazione per la fermata dove sarei dovuta scendere io. Dopo cinque o sei fermate, l’autobus arrivò al capolinea ovvero l’università di Oxford. Salutai l’autista con quale avevo avuto un’allegra chiacchierata e proseguii per il cancello dell’università. Mamma mi aveva detto che era grande, ma non immaginavo tanto. Era enorme e completamente diversa dalle università italiane. L’edificio doveva essere stato costruito attorno agli anni 1000, assomigliava tanto al castello di Hogwarts.Chissà forse l’ha dentro ci saranno Harry Potter e Silente. Rimasi imbambolata ancora per un po’, prima di riprendermi dallo stato di trans in cui ero caduta e muovere qualche passo verso l’entrata dell’università. Attraversai il giardino, continuandomi a guardare intorno. C’erano molti ragazzi, chi seduto sul l’erba a studiare, chi passeggiava per il campus con gli amici e chi parlava a telefono. Non guardai bene dove stavo mettendo i piedi e finii a dosso ad una ragazza. Cascammo tutte e due a terra e alcuni fogli caddero sulle nostre teste.
- Ahio che botta – si lamentò la ragazza.
- Scusami non stavo guardando, mi dispiace – mi scusai alzandomi da terra e dando una mano alla poveretta.
- Oh non ti preoccupare, anche io ero distratta – si giustificò lei un volta in piedi.
- Comunque piacere io sono Lena – mi porse la mano presentandosi. Era una ragazza bassina come me, magra, con i capelli mossi corti e gli occhiali da vista a tartaruga che nascondevano un paio di occhioni azzurrissimi.
- Amanda, ma tutti mi chiamano Amy – le risposi. La ragazza continuò a guardarmi con un sorriso e poi si chinò a raccogliere i libri e i fogli caduti.
- Aspetta, ti do una mano – dissi piegandomi anch’io.
- Grazie, sei nuova vero? Non ti ho mai vista in giro per il campus –
- Si, sono italiana, ma mia madre vuole che frequenti la stessa università dove si è laureata lei, per cui eccomi qui –
- Capito, ma come mai tua madre è in Italia? – domandò rialzandosi con i libri in mano.
- Si trasferì in Italia per il lavoro, lei ha sempre amato l’Italia, poi sul lavorò incontrò mio padre, scoccò la scintilla si sposarono e decisero di rimanere in Italia –
- Io invece, sono nata e cresciuta qui a Londra, anche se non ti nascondo che vorrei tanto viaggiare per il Mondo, visitare posti magnifici e cambiare la solita routine della mia noiosa vita – disse sorridendomi.
- Senti, scusa la domanda, non è che potresti accompagnarmi in segreteria? Vorrei vedere i corsi che fanno qui, ma ho paura di perdermi –
- Okay, tanto anch’io dovevo andare in segreteria, se vuoi dopo posso farti fare il giro del campus? –
- Grazie mille Lena –
- Niente, su andiamo –
Insieme ci avviammo in segreteria, notai che c’erano migliaia di corsi, ma per la scuola che avevo fatto, era più opportuno se sceglievo dei corsi come medicina e quella roba lì. Uscite dalla segreteria andammo in giro per il campus. Era veramente enorme, ma anche molto bello. Più lo guardavo e più mi dava l’idea di essere nel castello di Harry Potter. Finito il giro turistico, mi fermai d’avanti una bacheca dove erano affissi alcuni avvisi, di appartamenti liberi per gli studenti. Presi qualche indirizzo e numero decidendo di andarci a fare un salto nel pomeriggio. Dopo aver salutato Lena, uscii dall’università ed andai alla ricerca di un lavoro. Incominciai a vagare per le vie di Londra. Mi giravo intorno cercando di capire dove fossi, poi alla mia destra vidi l’insegna di un ristorante, sulla vetrata era affisso un foglio. Mi avvicinai per leggere meglio.
“ Cercasi cameriera” così citava il foglio. Speriamo non abbiano già preso qualcuno! Pensai mentre aprivo la porta del ristorante. All’interno notai essere ben arredato. Era un ristorante lussuoso e moderno. Potei notare che era abbastanza pieno. Vidi che molti camerieri erano ragazzi più o meno della mia età, di sicuro dovevano pagare la retta universitaria. Una testa bionda attirò la mia attenzione. Mi sembrava di averlo già visto quel ragazzo. Quando si voltò notai che era Lucas.
- Signorina ha bisogno di qualcosa? – mi si avvicinò un uomo sulla cinquantina e più di anni, che mi sorrideva.
- Ehm… si ho letto il cartello e mi chiedevo se il posto era stato già occupato –
- Ah è qui per il lavoro, attenda un attimo che chiamo il proprietario – l’uomo si girò e se ne andò. Io mi andai a sedere agli sgabelli del bar e poco dopo un cameriere mi affiancò.
- Amy? – mi sentii chiamare. Mi voltai vedendo Lucas.
- Ehi ciao – lo abbracciai dandogli un bacio sulla guancia, prontamente ricambiato.
- Che fai qui? – mi chiese
- Cerco lavoro – spiegai.
- Capito – annuì. In quel momento arrivò il cameriere di prima, assieme ad un uomo vestito molto elegante che mi sorrideva. Era alto con la barba un po’ grigia tendente al bianco, con i capelli brizzolati ancora neri.
- Salve io sono il proprietario, John Winchester lei è? – mi chiese l’uomo.
- Amanda Grimaldi, ma può chiamarmi Amy – strinsi la mano.
- E tu chiamami John e dammi del tu, non sono così vecchio – disse ridendo.
- D’accordo – risposi con un sorriso.
- Bene Amy, allora facciamo così, vieni questa sera alle 19.00 che facciamo una serata di prova, se vai bene sei assunta – m’informò John.
- Okay allora ci vediamo questa sera –
- Si, Bobby dalle la divisa! – disse John all’uomo che gli stava accanto.
- Lucas c’è un tavolo da servire, perché sei qui imbambolato? – chiese John al ragazzo.
- Scusa John vado subito, Amy ci vediamo questa sera ciao – mi salutò con un bacio sulla guancia per poi sparire in mezzo ai tavoli.
- Vi conoscete? – domandò John
- Siamo amici – spiegai.
- Hai detto Amanda Grimaldi giusto? Sei italiana? –
- Mio padre è italiano e mia madre è inglese. Sono qui perché mia madre vuole che frequenti la stessa università dove si è laureata lei, ovvero Oxford – dissi.
- Capito – disse John. Subito comparve Bobby con la divisa.
- Ecco tieni – me la porse.
- Grazie, ci vediamo questa sera – salutai
- A stasera Amy – mi salutarono i due. Uscii dal locale con la busta della divisa in mano. Girai a sinistra e cominciai a camminare. Dopo un po’ mi accorsi che non avevo la minima idea di dove andare. Mi voltai a destra e sinistra cercando di capire dove fossi. Posso chiedere informazioni per arrivare a casa dei ragazzi? Un momento qual’ era la via dei ragazzi? Ma perché non mi porto una cartina a presso? Se chiedessi in giro “mi scusi mi può dire dove abitino i One Direction, sa devo tornare a casa io vivo lì” mi prenderebbero per pazza. Va beh dai chiamo Louis.Presi il cellulare e composi il numero di Lou lo portai all’orecchio ed una voce metallica mi disse che “il cliente da lei chiamato è irraggiungibile” Naturalmente, può mai tenere il cellulare acceso Louis? Certo che no! Anche se mi dispiaceva disturbare El, chiamai lei.
Pronto? – mi ripose al terzo squillo.
- El, scusa se ti rompo, sono Amy –
- Oh ciao Amy dimmi –
- Mi sono persa e non so come tornare a casa – dissi
- Dimmi dove sei –
- Eeeehm…. – mi guardai intorno alla ricerca del nome della via.
- Sono a Downing Street – dissi
- Okay, allora io non posso muovermi perché ho lezione, ora contatto uno dei ragazzi e ti mando a prendere –
- Okay, El, Louis ha il telefono staccato –
- Ci avrei giurato – disse lei sarcastica.
- Provo a contattare gli altri – fece dopo.
- Okay, e El scusa il disturbo –
- Non ti preoccupare ci vediamo dopo ciao –
- Ciao – attaccai il telefono e mi andai a sedere su una panchina. Iniziai a tamburellare con le dita prima sulla coscia e poi sulla panchina. Sbuffavo ogni cinque minuti, nell’attesa che arrivasse qualcuno. Dopo una ventina di minuti passati a sbuffare e a cambiare posizione ogni due secondi, un’auto enorme nera targata  Range Rover si fermò d’avanti a me. Aveva i vetri oscurati e non riuscivo a vedere chi la guidasse. Il finestrino si abbassò e una ragazzo castano con i capelli alzai in una cresta, gli occhiali da sole e un sorriso stampato sulle labbra, era seduto al posto di guida.
- Signorina si è persa, ha bisogno d’aiuto per caso? – mi chiese.
- Grazie, ma non si preoccupi, sto aspettando un amico – stetti al gioco.
- Dai salta su – disse Liam togliendosi gli occhiali e allargando il sorriso. Sorrisi anch’io e poi salii in macchina schioccandogli un bacio sulla guancia.
- Mi hai salvata – dissi
- Di nuovo – fece lui con un sorriso sulle labbra.
- Già – risposi imbarazzata.
- Ti porto a casa –
- Come mai sei venuto tu? – chiesi
- Ero l’unico che avesse il telefono acceso e che non era particolarmente occupato, anzi avevo finito e stavo tornando a casa –
- Capito –
- Cos’è, ti da fastidio che sia venuto io? – mi chiese
- No, no anzi mi fa piacere – sorrisi imbarazzata. Alla radio mandarono una canzone tra le mie preferite “ I don’t wanna miss a thing “ degli Aerosmith.
- Adoro questa canzone – dissi alzando il volume della radio. Okay lo ammetto, l’ho fatto anche per togliermi dall’imbarazzo del momento. Il cantante Steve Tyler cominciò a cantare ed io insieme a lui, arrivata al ritornello, venni interrotta dall’irruzione di Liam che cominciò a cantare al posto mio. Avevo ascoltato molte volte le loro canzoni, ma sentita dal vivo la sua voce era ancora più bella. Sentii la macchina arrestarsi e mi accorsi che eravamo arrivati dinanzi a casa. Mi ripresi da quello stato di trans e scesi di corsa dall’auto. Cavolo non posso prendermi una cotta per Liam lui è fidanzato!
- Amy tutto okay? – mi chiese Liam affiancandomi.
- Eh.. si si e che ho fretta di provare la mia nuova divisa da lavoro – inventai mostrandogli la busta che avevo in mano. Lui fece una faccia strana e poi aprì la porta. Io entrai velocemente, ed andai al piano superiore. Feci come avevo detto a Liam e provai la divisa, che consisteva in una camicia bianca a maniche lunghe, una gonna nera fino al ginocchio ed un paio di scarpe col tacco a spillo. Tacco a spillo? No voglio dire John sta scherzando vero!? Io non posso mica servire ai tavoli e correre da una parte all’altra con i tacchi a spillo. Sbuffai spogliandomi dalla divisa e mettendomi un paio di bermuda e una canotta nera, infilai le infradito e scesi giù. Trovai Liam in cucina concentrato in una conversazione telefonica. Non lo disturbai e mi diressi alla dispensa prendendo un bicchiere, e poi prendendo dal frigo una caraffa di succo all’arancia. Ne versai un po’ nel bicchiere incominciando a sorseggiare.
- Non è come dici sempre tu! – disse Liam, probabilmente alla persona con cui stava parlando a telefono. Io mi diedi la spinta e mi sedetti sul tavolo in cucina, divertendomi a vedere Liam fare avanti e indietro per la stanza, alzando gli occhi al cielo, sbuffando e mimando qualche imprecazione.
- Si, va bene ciao – disse chiudendo il telefono.
- Dio non c’è la faccio più – sospiro appoggiandosi al muro.
- Perché voi ragazze siete così complicate? – mi chiese. Alzai le spalle, non capendo nemmeno il senso della sua domanda. Evidentemente aveva litigato con Danielle.
- Lascia stare, c’è ancora un po’ di succo? – mi domandò
- È in frigo – risposi. Sentii il telefono vibrarmi in tasca, lo presi notando un messaggio da parte di Giorgia.
 Ehi bella videochiamata?” citava il messaggio
“Fammi accendere il computer” le risposi saltando giù dal tavolo.
“ Okay” salii di corsa in camera mia prendendo il computer e accendendolo mentre riscendevo le scale e mi sedevo sul divano in soggiorno. Appena il computer diede segno di poter essere utilizzato, aprii la finestra di internet andando su facebook, aprii la chat di Giorgia e premetti il tasto per avviare la video chiamata. Dopo poco lo schermo si fece blu e due secondi dopo le facce dei due migliori amici comparvero sullo schermo.
Ciaooooooooooo! – urlarono loro muovendo le mani in segno di saluto
Weiiiiiiiiiiiiiiiii! – salutai anch’io
- Come stai bella? – mi chiese Giorgia. Ah finalmente qualcuno che sapeva parlare la mia lingua.
- Bene bene, voi? – domandai
- Si tira avanti, anche se non ti perdono il fatto che tu mi abbia lasciata sola, con questo merluzzo qui – disse lei indicando Ivan.
- Ehi il merluzzo sarai tu – protestò lui.
- Ma stai zitto… - incominciarono a litigare gridandosi anche qualche parola in dialetto. Possibile che non cambino mai!?
- Ragazzi.. raga…. Ragazzi smettetela! - urlai facendoli calmare.
- Riusciamo a fare una videochiamata decente, senza che voi vi mettiate a litigare per la più stupida puttanata? – chiesi incrociando le braccia al petto.
- Ma ha iniziato lei – si lamentò Ivan, indicando Giorgia con l’indice.
- Non m’interessa chi ha iniziato state buoni –
- Ma… - provarono a protestare.
A cuccia – urlai come si fa con i cani, per farli stare fermi.
- Okay, okay stiamo buoni –
- Beh com’è Londra? – chiese Ivan
- Enorme – risposi.
- Grazie al cavolo Amy, vogliamo dire è bella come nelle foto oppure no? –
- Ah non ne ho idea non l’ho visitata, oggi ero in giro per la città e mi sono persa, meno male che Liam mi è venuto a prendere altrimenti non saprei davvero come avrei fatto. Contare su mio cugino, è come aspettare che Ravelli torni a sentire di nuovo – feci riferimento al mio prof di Biologia. I ragazzi scoppiarono a ridere ricordando il buon Ravelli.
- Dai raga sotto con le domande – dissi io.
- Beh sei stata da Tiffany e co? E hai visitato tutti i negozi di scarpe, vestiti, borse, profumerie? E soprattutto le case cosmetiche, lì puoi trovare di tutto e di più a poco prezzo sorella e poi…. – Giorgia continuava a parlare ed io avevo assunto la faccia da “Are you kidding me?”
Ti prego sta zittaaaaa! – urlò Ivan bloccandola
- Esci immediatamente da questo corpo – continuò lui
- Ma che sei coglione? – gli chiese Giorgia. Ivan si mise le mani in faccia, cacciando un urlo di esasperazione.
- Idiota, comunque allora le hai viste queste cose? – domandò lei.
- Giorgia, ma se ti ho detto nemmeno cinque minuti fa che oggi mi sono persa per Londra, come ho potuto vedere queste cose? – le chiesi
- Ehm….. Bene, prima hai nominato un certo Liam, chi è? – domandò con sguardo malizioso.
- Ma come chi è? Non lo consci? –
- Certo che lo conosco, ho la camera di mia sorella tappezzata da sue foto, so chi è intendevo dire com’è dal vivo? –
- Beh ecco lui…. – venni interrotta da lei che ricomincio a parlare a ruota libera.
- Allora se siete in un negozio e te stai vedendo qualcosa e lui sta zitto è tirchio quindi non va bene... se invece legge il prezzo con te è perfetto, in questo caso devi lasciarlo alla sottoscritta, il tempo di prosciugargli il portafoglio ed è di nuovo tuo – rise
- Amy, perché hai quella faccia? – mi chiese calmando la sua risata. Vidi Ivan spiaccicarsi una mano sul viso negando col capo.
- Mi convinco sempre di più che tu non sei normale – dissi alla mia amica.
- Comunque dicevo, prima che tu m’interrompessi che Liam e beh lui è… carino e… -
Ahahahahhah ti piace il bel cantante – urlò quella pazza degenerata.
- Ma che dici –
- La verità mia cara, guarda sei perfino diventata rossa –
- Non è vero è lo schermo che mi fa rossa  e poi oggi ho preso un po’ di sole – mi giustifica invano.
- Amy non dire stronzate, Giorgia ha ragione –
- Oh ma te da che parte stai scemo? – me la presi con Ivan
- A me non piace Liam lui è…. –
- Stai parlando di me per caso? – Liam mi comparve all’improvviso alle spalle.
Aaaaaaaaaaaaah – urlai cadendo rovinosamente a terra, assieme al PC.
- Tutto bene? – mi chiese Liam porgendomi la mano.
- Ahia ahia ahi, il mio povero fondoschiena – mi lamentai.
- Ti sei fatta male? – domandò preoccupato
Amy? Che è successo? Amy? – urlava Giorgia dall’altra parte del Pc. Mi ricomposi rimettendomi sul divano.
- Sto bene, sto bene – dissi.
- Ma che è successo? – chiese Ivan.
- Niente non preoccupatevi, allora dicevamo? – chiesi schiarendomi la voce.
- Dicevamo di Liam babe, quel figaccione che ti ha raccolta da terra, visto che sei caduta come un salame – rispose Giorgia ridendo, facendomi diventare più rossa di un pomodoro maturo.
- Sshhhh Giò evita di parlare di lui vuoi che ti senta? Se non te ne sei accorta si è seduto di fianco a me –
- Allora ti piace sul serio Amy – disse Ivan con un sorrisetto malizioso.
- Ma certo, è ovvio intelligentone non la vedi che è diventata bordeaux –
- Ma la volte smettere…. Comunque ehm… Liam loro sono Giorgia e Ivan miei migliori amici italiani – li presentai
- Ciao, molto piacere io sono Liam –
- E l’avevamo capito – rispose Giorgia in italiano.
- Come scusa? – chiese lui non avendo capito
- Molto piacere io sono Giorgia – disse lei con un sorriso sbagliante.
- E io Ivan –
- Vado un attimo in cucina – disse Liam alzandosi dal divano. Non appena scomparve dalla mia vista Giorgia attaccò a parlare di nuovo.
- Comunque, a me sembra un bravo ragazzo –
- Lo è credimi – le dissi
- Beh lo scopriremo quando verr…. Aaaaah il mio piede – urlò di colpo Ivan alzandosi dalla sedia e cominciando a saltellare a destra e a manca per tutta la stanza.
- Ma che gl’è successo? – chiesi
- Ha sbattuto il piede il coglione – spiegò Giorgia.
Ma se sei stata tu – urlò lui.
Ma come ti permetti di darmi la colpa se tu sei un coglione decerebrato la colpa non è la mia… - ricominciarono a litigare urlandosi a dosso. Io stufa incrociai le braccia al petto aspettando che si calmassero, quando la porta di casa si aprì.
Ciao siamo a casa – urlò El dall’ingresso. Hallelujah! Qualcuno è venuto a salvarmi!
Ciao El – ricambiai
Dove sei Amy? –
In salotto – risposi continuando a vedere la lotta di quei due. Quasi quasi vado a  farmi dei pop corn.
- Ciao – Louis mi salutò con un bacio sulla guancia.
- Ciao cugino – dissi senza staccare gli occhi dallo schermo.
- Ma che ti stai vedendo un film d’azione? – mi chiese lui sedendosi accanto a me.
- No, sono i miei migliori amici che stanno litigando – spigai. Poco dopo ci raggiunsero anche gli altri.
- Ciao ragazzi – salutai
- Ciao – ricambiarono loro mettendosi vicino a me.
- Che film è? – chiese Harry sbirciando dallo schermo.
- Nessuno, sono solo quei pazzi dei miei amici che litigano – dissi di nuovo
- Si vogliono molto bene devo dire – sorrise El, sedendosi alla mia sinistra.
- Già vanno proprio d’amore e d’accordo – ironizzò Louis.
- Ma stanno insieme? – domandò Zayn
- No! Per fortuna no – risposi
- Capito –
- Forse sarebbe il  caso di fermarli, non vorrei che si uccidessero – disse preoccupata El.
- Naaah stai tranquilla, fanno così praticamente la maggior parte del tempo che stanno insieme – spiegai
- E sono amici? – chiese Niall stranito mentre ingoiava un pezzo di panino.
- Migliori amici, per loro questi comportamenti sono normali, si sfottono, litigano, si ammazzano, ma poi quando uno ha bisogno dell’altro corrono subito – dissi sorridendo
- Ci conosciamo sin da piccoli, abitavamo tutti vicini, siamo andati all’asilo, alle elementari, alle medie e persino alle superiori insieme. Io e Giorgia abbiamo la stessa età, mentre Ivan è due anni più grande di noi. Lui è sempre stato il nostro fratello maggiore, quello da cui correre se qualche bambino ci prendeva in giro quando eravamo piccole. Anche se Giorgia si è sempre saputa difendere da sola. Io invece no. Se avevo qualche problema correvo sempre da loro per farmi aiutare. Sono i miei angeli custodi, senza di loro non saprei proprio come fare. Non riesco ad immaginare una vita senza averli accanto, ormai siamo inseparabili – spiegai mentre fissavo lo schermo, omettendo però la mancanza di una persona. Mi voltai verso Louis e gi sorrisi. Lui sapeva tutto, ovviamente.
- Deve essere una gran bella amicizia la vostra – disse El con il sorriso sulle labbra.
- Puoi dirlo forte – sorrisi.
- È un po’ come la nostra, anche se noi ci siamo conosciuti all’età di 16 anni, comunque la nostra esperienza di vita ci ha portati a legarci molto li uni con li altri – disse Liam.
- Già, chissà cosa sarebbe successo se ci avessero preso tutti singolarmente e non avessero formato un gruppo!? – si chiese Louis
- Di sicuro non ci sarebbe stato tutto questo, e poi penso che sarebbe stato noioso viaggiare per il mondo da solo, senza nessuno con cui condividere tutte le cose belle – disse Harry.
- Harry ha ragione. Non oso immaginare come sarebbe se voi non ci foste ragazzi – fece Zayn
- Okay basta così mi fate commuovere – disse Lou facendo finta di asciugarsi una lacrima e poi soffiarsi il naso con la maglietta.
- Ahahahahahaahahah – scoppiammo a ridere tutti.
- Che succede che ci siamo persi? – chiese Giorgia risedendosi al suo posto.
- A vedo che vi siete calmati alla fine, ma dov’è Ivan? – domandai non vedendolo
- È andato in bagno –
- Okay, va beh allora Giorgia ti presento mio cugino Louis, Eleanor la sua ragazza, Niall, Liam lo hai già conosciuto e poi Harry e Zayn – dissi facendo girare il computer in mano ai ragazzi in modo che si presentassero. Una volta che il pc fu nelle mani di Harry e Zayn, sentii la mia amica incominciare a dare di matto sbraitando in dialetto.
- Ma che sta dicendo? – chiesero sotto voce i ragazzi.
- Eheh… no, niente fate finta di non sentirla, anzi passatemi il pc –
- Oh mio Dio, oh mio Dio…. – continuava a ripetere quella matta.
- Giorgia cerca di ricomporti, stai facendo la figura della pazza isterica –
- Ehm… sorry non volevo – fece un sorrisetto lei.
- Ehm…. Amy è appena tornata mia sorella mi lasceresti un attimo con i ragazzi, che la faccio salutare? – domandò Giò.
- Okay, okay tanto io dovevo andare a prendermi un bicchiere di acqua –
- Okay grazie…. Sara vieni che ti devo far vedere una cosa – urlò alla sorella. Lasciai il computer in mano ad El e poi andai in cucina.
 
 
Giorgia

 
- Che vuoi? – chiese mia sorella entrando in stanza.
- Ciao Ivan come stai tutto bene? – continuò poi diventando tutt’un tratto dolce e gentile.
- Ciao Sara, tutto bene tu? – sorrise Ivan.
- T…tutto  b.. bene – balbettò arrossendo. Non riuscivo a credere che quella pazza di mia sorella avesse una cotta per quell’idiota del mio migliore amico, non ce li vedevo proprio insieme. E poi Sara era troppo piccola.
- Bene, se avete finito io avrei da farti vedere una cosa – dissi mettendomi d’avanti al pc per evitare di rovinarle la sorpresa.
- Me muoviti che ho da fare –
- Se non te la smetti di fare l’acida, non ti faccio vedere proprio niente –
- Okay okay, di che si tratta? –
- Prima promettimi di non urlare e di non farmi fare brutta figura – dissi. Lei per tutta risposta mi guardò interrogativa, per poi annuire poco convinta.
- Senti chi parla quella che faceva “oh mio Dio, oh mio Dio, non ci credo, non ci credo” – disse Ivan cercando di imitare la mia voce.
- Ahahahahah – scoppiò a ridere quella demente che ho per sorella.
- Credi di far ridere? – chiesi a Ivan. Lui annuì con veemenza.
- Ma perché sono circondata da dei celebrolesi!? – mi chiesi retoricamente.
- Beh non ti muovi a farmi vedere sta cosa – mi richiamò Sara
- Si si, sei pronta? Bene Sara ti presento i…. One direction – gridai scoprendo lo schermo del computer.
Aaaaaaah oh mio Dio, non ci credo sono loro aaaaaaaaaaaaaah – continuava a urlare.
- E meno male che ti avevo detto di non gridare –
- Ti ricordo che siete sorelle, per cui… - fischiettò Ivan
- Ciao – salutarono loro con un sorriso.
- Bene ora che li ha visti smamma, che dobbiamo parlare di cose importanti –
- Col cavolo che me ne vado –
- Sara vedi di andartene e subito pure –
- No! –
- Minchia che rompi palle che sei oh –
- Ehm ehm… prima che ritorni Amy parliamo di sta cosa con i ragazzi? – ci interruppe Ivan.
- Zitto tu, che stavi per far saltare tutta la sorpresa – lo rimproverai.
- Ehm ehm – si schiarirono la voce i ragazzi.
- Scusate, e che sti due mi fanno esaurire, comunque, dovevo chiedervi un altro favore oltre a salutare mia sorella – dissi riprendendo posto sulla sedia.
- Dicci pure – mi diede la parola Harry. Quant’è bello!
- Si, allora, come tu ben sai Louis, Amy il 16 luglio compie 19 anni – dissi, ma venni interrotta dalla faccia di Louis.
- Non dirmi che ti eri scordato il compleanno di Amy –
- Ehm ma certo che no ahahahaha, dai su continua – disse, poi vidi la sua ragazza tirargli uno schiaffetto dietro la testa.
- Vai sorella – dissi facendoli ridere.
- Dai veloce che Amy tra un po’ torna – mi mise fretta Ivan.
- Beh si dunque, io volevo farle una festa a sorpresa voi che ne pensate? Non ne ha mai avuta una e io muoio dalla voglia di organizzarla -
- Certo che si può fare - parlò per prima Eleanor.
- Io ci sto – disse Harry seguito poi dagli altri, che fecero dei versi di approvazione.
- Bene, allora organizziamoci, per prima cosa dovremmo scambiarci i numeri di telefono in modo tale da riuscire a sentirci senza che Amy scopra niente, poi secondo dovremmo già incominciare a buttare giù qualche idea per la festa. Terza cosa noi arriveremo la mattina del 16 a Londra, però ovviamente Amy non lo sa –
- Già lei sa che io sono in viaggio con gli amici e che lei è in Puglia dai parenti –disse Ivan.
- Esatto, il coso qua di fianco ha detto bene…. Per cui ragazzi acqua in bocca che se Amy scopre qualcosa vi ammazzo quando vengo a Londra e vi giuro che lo faccio – minacciai i ragazzi. Loro alzarono le mani in segno di resa e poi scoppiarono a ridere.
- Vedete che sono seria –
- Okay ti crediamo – disse Niall ancora ridendo.
- Ehi ragazzi, Amy sta tornando – ci avvertì El                                                                                                     
- Allora avete conosciuto la sorella di Giorgia? –  sentii la voce di Amy
- Si, si molto simpatica – inventarono i ragazzi.
- Ciao Amy – salutò Sara
- Ehi ciao Sara, tutto a posto? – chiese Amy.
- Si, tutto okay te? –
- Tutto bene, mi sto trovando bene qui – sorrise
- E ti credo – rispose mia sorella. Mentre le due continuavano a parlare io mi crepavo dalle risate per le espressioni dei ragazzi che si trovavano alle spalle della mia amica. Sono sicura al cento per cento, che non stessero capendo nemmeno una virgola di quello che si stavano dicendo e questo era un bene, almeno per Amy altrimenti si sarebbe sotterrata viva.
- Beh Amy noi adesso dobbiamo andare, ci sentiamo più tardi o altrimenti domani – dissi
- Okay Giò. Vi voglio bene, mi raccomando non combinate guai in mia assenza e soprattutto non litigate troppo tu e Ivan – ci disse.
- No, tranquilla amore che tanto io dopo domani parto, sto una settimana fuori – disse Ivan
- E dove vai? – chiese lei curiosa.
- Salgo su a Napoli, vado a dare una mano a mio fratello Fabio – spiegò lui.
- Si una settimana di completa libertà, ho casa tutta libera – esultai io
- Casa libera?- domandò stranita Amy.
- Si, mamma, papà e Sara partono domani per la Cina – spiegai
- E tu non vai? –
- No, non mi piace la Cina e lo sai –
- Me perché non vai?  Magari ti diverti – m’incoraggiò Amy
- Che cazzo devo andare a fare? E poi i cinesi mi stanno pure sulle palle, sono tutti uguali, pare che c’hanno fatto la fotocopia al primo che è nato – mi lamentai facendo scoppiare a ridere tutti e quattro.
- Va beh, va beh, mo’ fammi andare pure a me ci sentiamo amori miei – ci salutò Amy
- Ciao cuore mio – dissi io
- Ciao Amy – salutò mia sorella.
- Ciao Amy, I love you – disse Ivan.
- Stavi aspettando che partisse per l’Inghilterra per confessarti? – sfottei Ivan.
- Ti fai un pacco di cazzo tuoi, io e Amy ci amiamo – fece il finto offeso.
- Sbrigati ad andartene così si depura l’aria – dissi facendogli la linguaccia.
- Ah guarda non vedo l’ora di andarmene, così non ti sopporto più sto’ – mi rispose lui.
- Ragazzi smettetela – ci riprese Amy
- Comunque I love you too Ivan – rispose a Ivan.
- Lo so, lo so – disse lui
- Si va beh ciao Amy – chiusi la finestra della chat e poi tutti insieme andammo a mangiare.
 
Amy
 
Dopo aver chiuso la finestra della chat spensi definitivamente il computer posandolo sul tavolino di vetro del soggiorno.
- Simpatica la tua amica – disse Harry con un sorriso.
- Un po’ pazza ma simpatica – lo appoggiò Niall
- Io più che pazza direi isterica e acida – fece Zayn, facendo scoppiare a ridere tutti.
- Giorgia all’inizio può sembrare acida, isterica, un po’ pazza e strana, ma quando la conosci meglio, e lei ti permette di entrare nel suo cuore, scopri quale persona meravigliosa, pronta a dare tutto per le persone che ama, si cela dentro di lei –
- Le vuoi molto bene vero? – mi chiese Lou
- Assolutamente si – risposi con un sorriso smagliante. Per la mente mi passarono tutti i ricordi che ho con Giorgia e Ivan, le risate, i pianti, gli scherzi, le litigate, le feste insieme e soprattutto ciò che abbiamo affrontato insieme nell’ultimo anno. Nella stanza era calato il silenzio, tutti pensavano a qualcosa quando Niall interruppe il flusso dei nostri pensieri
- Ragazzi non vorrei interrompere questo intenso momento di riflessione, ma io ho fame – disse facendo un sorriso timido.
- Ma allora è vero che sei un pozzo senza fondo figlio mio – dissi assumendo una faccia sconvolta causando così l’ilarità di tutti.
- Non hai la minima idea di quanto possa mangiare – disse Harry.
- Credo che lo scoprirò molto presto –
- Ah prima che me ne dimentico visto che si parla di cibo, Amy noi questa sera siamo stati invitati a una cena con i manager vengono anche El e Danielle, tu vieni con noi o rimani tutta sola in questa enorme casa, in balia degli assassini e dei ladri cuginetta? –
- Dio come la fai tragica Lou, comunque io questa sera lavoro, per cui mi dispiace ma non posso venire – risposi
- Lavori, ma se sei arrivata solo ieri come fai ad avere già un lavoro? –
- Semplice, non mi chiamo Louis Tomlinson – gli feci l’occhiolino facendo ridere tutti mentre mi alzavo per andare in cucina.
- E questo cosa significa? – chiese Louis
Che io non sono una scansa fatiche come te cugino caro – urlai dalla cucina sentendo altre risate. I ragazzi mi raggiunsero in fretta ed io e El ci mettemmo a cucinare mentre loro apparecchiavano. Liam era strano, da quando avevo chiuso la videochiamata non aveva spiccicato parola. Chissà cos’aveva sembrava molto pensieroso. 



Angolo autrice

Ehi bellezze sono tornata =) Vi piace questo capitolo?? Come vi avevo accennato avrei fatto i pov degli altri personaggi, in questo vediamo quello di Giorgia :) Ah a proposito... Giorgia nella realtà è veramente la pazza isterica di questo capitolo ahahhahahah... ma è anche per questo che le voglio un mondo di bene ed è una delle mie migliori amiche :)..... Bene volevo ringraziare coloro che hanno mesos la storia tra seguite, preferite e ricordate e soprattutto chi la recensisce... spero che man mano che vada avanti al storia abbia molte recensioni :)
Ora....Avete visto il film?????? Io siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii ed è stato assolutamente stupendo... anche se non ve en frega niente in questo momento sto ascoltando What makes you beautiful e oddio quanto erano piccoliiiiiiiiii.... ahahahahah okay sclero time..... ora vado vi lascio con qualche foto e stranamente metto anche la mia O.o... ahahah


Giorgia... :)
     questa sarei io (ho cercato di mettere la foto in cui ero meno brutta)

Amy (che nella storia mi presta il volto :) )  

sono ufficialmente morta ahahahhah
 Ivan :)

 
e non potevano mancare loro tutti insemeeeeeeeeeeeee... volevo avvertirvi che nel precendete capitolo ho midificato il fatto che Amy è figlia unica, in realtà non è così... poi lo scoprirete più in la :) ciaoooooo

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Capitolo 5
*** New job and a day with my cousin ***


Dopo pranzo andai a riposarmi un po’, ero ancora stanca per via di tutto il trambusto di ieri. Mi alzai verso le 17.30 per fortuna. Avevo un’ora e mezza prima di dover andare a lavoro ma per non arrivare in ritardo già dal primo giorno mi incominciai a preparare subito. Dopo aver indossato la divisa mi feci una coda morbida ai capelli e mi truccai appena. Completata l’opera, presi le scarpe e le infilai nella borsa indossando delle ballerine nere. I tacchi gli avrei infilati direttamente lì. Scesi le scale andando in cucina, dove trovai solo El con un vestito blu notte a spalline con delle strass sul corpetto, ai piedi delle decoltè nere, con un trucco blu non troppo eccessivo sugli occhi.
- I ragazzi? – chiesi non vedendoli
- Sono andati a prepararsi – mi rispose mentre beveva un po’ d’acqua.
- Sei bellissima El – le feci i complimenti
- Anche tu stai bene Amy –
- Andiamo è solo la divisa di lavoro –
- Molto elegante devo dire –
- Si come il ristorante, va beh io ora vado –
- Non vuoi essere accompagnata? Caso mai succede come oggi –
- No, non ti preoccupare la strada per il ristorante la conosco – sorrisi sistemandomi meglio la borsa sulla spalla.
- D’accordo allora –
- Ci vediamo se mai questa sera sul tardi, salutami i ragazzi e buona cena – salutai El e poi uscii fuori di casa dirigendomi verso la fermata dell’autobus. Una volta scesa vicino Oxford, ripercorsi il tragitto della mattina arrivando poi al ristorante in perfetto orario.
- Buona sera – salutai cordiale gli altri dipendenti. Vidi John appoggiato al bancone del bar che parlava con Bobby, così mi avvicinai ai due.
- Ciao – salutai
- Oh Amy, sei in perfetto orario complimenti, la divisa ti sta anche molto bene ma le scarpe? – chiese John
- Le ho in borsa, sai non me la sentivo di farmi tutta la strada con i trampoli ai piedi. Volevo risparmiare ancora per un po’ i miei piedi – dissi sorridendo. John e Bobby risero, per poi dirmi che dovevo incominciare  a prepararmi perché fra un po’ avrebbero aperto e la serata sarebbe stata molto impegnativa. Nel pomeriggio avevano ricevuto molte prenotazioni, soprattutto da persone molto famose. Feci come detto, ed andai negli spogliatoi riservati al personale femminile, cambiandomi le scarpe e facendo conoscenza con Jenny, una ragazza poco più grande di me che si mise a mia completa disposizione, dicendomi che se avessi avuto problemi, non avrei dovuto esitare nel chiederle aiuto. Uscite dallo spogliatoio ci dirigemmo da John, che ci aveva riuniti tutti facendomi fare la conoscenza di tutto il personale.
- Preparatevi ragazzi, fra un po’ cominceranno ad arrivare i clienti. Amy sappi che ti tengo d’occhio – fece con un sorriso John, che prontamente ricambiai. Appena John ci diede la possibilità di rompere le file, Lucas si avvicinò a me con un sorriso smagliante.
- Ciao nuova collega – mi salutò raggiante.
- Ciao – sorrisi io.
- Pronta ad una serata molto impegnativa? – domandò
- Spero di si – dissi sincera.
- Per qualunque cosa, io sono in giro a servire tavoli – mi fece l’occhiolino. In quel momento i primi clienti incominciarono ad occupare i tavoli del ristorante.
- Lucas smettila di blaterale e muovi il sedere – sussurrò John passandoci accanto.
- Comunque, volevo dirti che la divisa ti dona molto – mi sussurrò all’orecchio, prima di prendere il blocchetto delle ordinazioni, ed andare a servire uno dei tavoli.
- Amy, sono arrivate delle persone importanti, affido a te il loro tavolo mi raccomando. Bobby li ha fatti accomodare al numero 25. Ricordati di sorridere sempre e di dare ragione al cliente. -
- Okay John fidati, ho esperienza. Gli feci l’occhiolino. Presi un respiro profondo e mi diressi al tavolo 25. Appena arrivai al tavolo, rimasi sorpresa riconoscendo quelle sei teste molto famigliari, ben che fossero di spalle. Un piccolo sorriso mi spuntò sulle labbra, prima di schiarirmi la voce e farmi notare dai “clienti”.
- Salve, io sarò la vostra cameriera per questa sera, per qualsiasi cosa potete chiedere a me. Sapete già cosa ordinare? – chiesi con un sorriso smagliante. Incontrai lo sguardo dei ragazzi, che era piuttosto esterrefatto.
- Allora voi avete deciso ragazzi? – chiese un uomo pelato alla destra di Zayn.
- Ehm, no io ancora no – rispose Harry.
- Io sono molto indeciso – disse Niall facendo scoppiare a ridere tutti, divenendo poi rosso.
- Allora io prendo un insalata con poco olio, poco aceto e soprattutto poco sale – ordinò Danielle per poi voltarsi nella mia direzione con un sorriso falso stampato in faccia.
- Oh ma tu sei la cugina di Louis, non sapevo che di professione facessi la cameriera – disse col sorriso.
- È una cosa temporanea – risposi con il sorriso, mentre vidi Liam schiarirsi la voce, immergendo la testa nel menù.
- Io prendo una costata di maiale, con contorno di purè di patate e funghi – ordinò lui per poi accennarmi un sorriso. Segnai la sua ordinazione e poi di conseguenza le altre.
- Da bere cosa vi porto? – chiesi.
- Due bottiglie di vino rosso e di vino bianco, due di acqua naturale e due di acqua minerale – ordinò l’uomo, che se non sbaglio doveva chiamarsi Paul.
- Anche due bottiglie di birra – disse Louis.
- Da litro o da 75 ml? – domandai
- Da litro – confermò mio cugino.
- Vi porto subito le bibite e qualche cesta di pane per smorzare l’attesa dei piatti. Buona serata – dissi cordiale per poi andare in cucina e consegnare le ordinazioni a Darryl, lo chef. Uscita dalla cucina mi scontrai con John.
- Allora come sto andando? –
- Molto bene, i One direction vengono a mangiare spesso qui, ma per caso li conosci ho visto degli strani sguardi? –
- Louis Tomilnson è mio cugino e io vivo a casa con i ragazzi – risposi sorridendo
- Ah capito, bene ora vai agli altri tavoli – mi ordinò
- Agli ordini capo – sorrisi, ed andai a servi gli altri tavoli. Ogni tanto mi scambiavo qualche sorriso con Lucas e Jenny. I piedi cominciavano a fare male e mentalmente imprecavo contro le scarpe. Darryl mi avvertì che le ordinazioni per il tavolo dei ragazzi erano pronte, così presi i piatti e li portai. Ne presi quattro e ne misi tre sul braccio sinistro e uno nella mano destra. John mi guardava esterrefatto. I due anni di lavoro come cameriera in Italia erano serviti a qualcosa. I piatti erano comunque troppi, così Lucas decise di darmi una mano, dato che le sue ordinazioni non erano ancora pronte. Aiutata da lui, portai i piatti al tavolo.
- L’insalata per lei – posai il piatto dinanzi al naso di Danielle.
- Il salmone per lei – consegnai il piatto a Eleanor.
- Bistecca in crema di carote per lei – diedi il piatto a Louis.
- E la costata di maiale per lei – posai il piatto d’avanti a Liam che mi sorrise. Il mio cuore feci un tuffo, ma non gli diedi retta.
- Le altre ordinazioni arrivano subito – dicemmo io e Lucas insieme, una volta finito di consegnare i primi piatti. Così ordinazione dopo ordinazione passai la serata, a  correre da un tavolo all’altro senza sosta. Quando trovai un attimo di riposo mi sentii picchiettare sulla spalla sinistra.
- Cameriera mi scusi – mi voltai incontrando due occhi color caramello così profondi, che mi guardavano divertiti.
- Mi dica – risposi, nascondendo un sorriso.
- Sono venuto a salutarti stiamo tronando a casa, tu quando stacchi? – domandò Liam
- A dir la verità non ne ho idea, ma penso fra poco. Il locale sta iniziando a sfollare – risposi.
- Se vuoi ti aspettiamo e torniamo a casa insieme – propose.
- No, non ti preoccupare voi tornate a casa –
- E come torni poi, autobus dopo le dieci non ce ne sono più e sono già le undici e mazza –
- Lucas si è proposto di riaccompagnarmi – sorrisi.
- Ah, capito. Va beh allora ci vediamo più tardi a casa ciao –
- Buona notte – salutai per poi tornare al loro tavolo e cominciare a sparecchiare. Verso le due e mezza chiudemmo il ristornate ed io salii in macchina di Lucas.
- Beh è andata bene – mi disse lui una volta aver fatto partire l’auto.
- Si, ma sono completamente distrutta non mi sento le gambe guarda –
- Beh una cosa positiva c’è. John da i turni, per cui tecnicamente domani è la tua giornata libera e puoi riposarti quanto ti pare. Lui alterna i giorni. Un giorno si e un girono no, dato che la maggior parte di noi sono studenti universitari –
- Capisco, quell’uomo è da fare santo. Fortunata la donna che lo ha come marito – vidi Lucas rabbuiarsi.
- Ho detto qualcosa che non va? –
- In realtà John è vedovo, sua moglie Mary è morta 22 anni fa – rispose
- Oh, non lo sapevo –
- Già, lui non ama  molto parlarne – fece un’alzata di spalle.
- Beh siamo arrivati – disse indicando col capo la villa dei ragazzi. Meno male che avevo una copia delle chiavi, non avevo proprio voglia di svegliare i ragazzi.
- Grazie per il passaggio, buona notte Lucas – gli diedi un bacio sulla guancia.
- È stato un piacere, non preoccuparti – mi sorrise. Stavo per aprire la portella quando lui mi bloccò.
- Amy ti andrebbe se qualche volta uscissimo insieme? – mi domandò
- Ma certo perché no – sorrisi
- Okay allora magari ti chiamo così ci mettiamo d’accordo –
- Va bene, ora vado. Buona notte – uscii fuori dalla macchina.
- Buona notte – mi salutò per poi andare via.  Mi diressi al cancello presi le chiavi di casa e lo aprii. Attraversai il giardino giungendo al portone. Aprii lentamente, per evitare di fare rumore e richiusi altrettanto dolcemente. Come pensavo i ragazzi erano già a letto. Mi tolsi le ballerine, e il giacchettino che mi ero portata. Sbottonai qualche bottone della camicia e poi mi buttai a peso morto sul divano di pelle color crema. Chiusi gli occhi per due secondi e poi sprofondai letteralmente nel sonno profondo.
 
Liam
 
Aprii lentamente gli occhi, avevo la gola secca e una sete tremenda. Controllai l’ora, segnava le 03:10 del mattino. Attento a non svegliare Danielle, la scostai dolcemente dal mio petto per poi scendere le scale e andarmi a prende un bicchiere d’acqua. Andai in cucina e dopo aver bevuto due bicchieroni di acqua fresca, misi tutto a posto e mi diressi alle scale. Stavo salendo il primo scalino quando sentii un tonfo sordo, provenire dal soggiorno. Era il rumore di qualcosa che cadeva. Temendo fosse un ladro presi dal ripostiglio una mazza da baseball. Tornai in soggiorno lentamente, cercando di non far nessun rumore, in modo tale da non farmi sentire dal ladro e coglierlo alle spalle. Voltai l’angolo che divideva il soggiorno dal corridoio portando con velocità la mazza in avanti. Nella stanza non vi era la presenza di nessun ladro, ma solo di una ragazza innocua, sdraiata sul divano che dormiva profondamente. Ciò che aveva causato il rumore che avevo sentito, era il telefono di Amy che era caduto a terra. Posai la mazza sull’altro divano e poi mi sedetti a gambe incrociate sul pavimento, di fronte a Amy, che continuava a dormire beatamente. La osservai in ogni suo minimo particolare, diventando rosso non appena vidi la sua camicetta aperta che lasciava intravedere il suo seno, fortunatamente coperto dall’intimo. Continuai a contemplarla per diversi minuti. Le labbra a cuore carnose, la pelle chiara come quella di una bambola di porcellana. Il naso piccolino e dritto, le ciglia lunghe. I capelli le ricadevano dolcemente lungo la spalla sinistra, formando delle delicate onde. Le mani affusolate, il fisico snello e le gambe lunghe. Era davvero una bella ragazza. Allungai una mano e le carezzai dolcemente la guancia sinistra, lei si mosse poco poco mugolando nel sonno, ma non si svegliò. Un sorriso mi uscì spontaneo. Continuando a guardarla sentivo una morsa allo stomaco, la stessa che provavo i primi tempi che uscivo con Danielle, solo molto più forte. Ma non poteva piacermi Amy, la conoscevo da soli due giorni, non sapevo niente di lei, solo che era la cugina di Louis e che viveva in Italia. Il resto mi era tutto nascosto, non sapevo il suo colore, cibo, film, cantante preferito. Nulla, eppure quella strana sensazione che mi attanagliava lo stomaco, non se ne andava.
- Che stai facendo? – sentii alle mie spalle. Mi voltai di scatto ritirando la mano. Cazzo è Louis! E ora che gli dico?
- Ehm niente perché? – risposi in agitazione
- E secondo te, stare seduto lì a terra con un sorriso da ebete, mentre fissi mia cugina sarebbe niente? Avanti sputa il rospo Liam –
- In realtà stavo raccogliendo i pezzi del suo telefono, muovendosi le deve essere caduto e si è aperto – inventai sul momento raccogliendo i pezzi e mostrandogli. Louis fece una faccia strana, per poi chinare il capo e cacciare un sospiro.
- Va bene ora la porto a letto, dammi il telefono lo ricompongo io – disse poi.
- Okay – mi alzai e gli andai incontro lasciando i pezzi del cellulare in mano per poi sorpassarlo, venendo bloccato dalla sua voce, sulla soglia della porta.
- Liam – mi chiamò. Io non mi mossi, rimasi fermo dandogli le spalle.
- Quel discorso adesso vale anche per te – mi disse in tono freddo.
- Buona notte Louis – salutai
- Buona notte – ricambiò per poi avvicinarsi a lei. Salii le scale lentamente, ripensando alle parole di Louis. “Quel discorso adesso vale anche per te”. Continuai a rimuginare a lungo su quelle parole. Una volta a letto, mi voltai verso Danielle. Era voltata dalla mia parte e dormiva tranquillamente. Perché se la osservavo, non sentivo le stesse emozioni di una volta? Perché sentivo come se il cuore mi si gelasse, tutte le volte che incontravo i suoi occhi? Perché non riuscivo più a vederla come una volta? Troppe domande affollavano la mia mente, conducendomi ad un atroce mal di testa. Dovevo smetterla di pensare a tutte quelle cose e convincermi del fatto che io ero il fidanzato di Danielle, io l’amavo. Perché la amo giusto?
 
Amy
 
Mi stiracchiai per bene, scoprendo di non essere sdraiata sul divano come ricordavo, ma ben sì nel mio letto. Ma come ci sono arrivata qui? Forse qualcuno mi ha portata su!? Feci spallucce e mi alzai dirigendomi in bagno. Mi sciacqua la faccia e poi dopo essermi messa in pigiama, scesi giù in cucina.
- Buon giorno – salutai solamente Louis, dato che degli altri nemmeno l’ombra.
- Ma dove sono tutti? – chiesi rubandogli una fetta di pane tostato e portandomela alla bocca.
- Ehi quella era mia – fece il finto broncio.
- Scusa cugino – dissi facendo un sorrisino.
- Ah fa niente, comunque gli altri sono già tutti usciti – mi rispose inserendo un’altra fetta di pane, nel tostapane.
- Capito – mi sedetti su una sedia e mi riempii il bicchiere di spremuta continuando a mangiare il mio toast.
- Ieri sera sei tornata tardi – disse Lou sedendosi di fronte a me.
- Si alle 02.45, ero talmente stanca che non ricordo di essere arrivata in stanza  – risposi
- Ti ci ho portata io, eri crollata sul divano – mi sorrise lui.
- Ah, beh grazie –
- Di niente –
- Lou hai da fare oggi? – chiesi
- No è la nostra giornata libera perché? –
- Ho voglia di passare un po’ di tempo con il mio cugino preferito, ti andrebbe di accompagnarmi in visita per la città? – domandai con occhi dolci.
- Finisci di fare colazione e poi va a cambiarti, io ti aspetto qui – mi rispose con un sorriso.
- Vado subito a preparami – scattai in piedi pimpante.
- Finisci prima di mangiare –
- Ho finito –
- Amy era troppo poco – mi disse severo Louis.
- Per me andava bene – sorrisi, per poi correre su per le scale non sentendo le sue lamentele. Infilai un paio di pantaloncini di jeans non troppo corti, una maglietta a maniche corte e le superga. Misi un filo di matita sugli occhi e un po’di mascara. Mi pettinai i capelli e poi dopo aver preso la tracolla con dentro gli occhiali da sole, cellulare e soprattutto la macchina fotografica scesi giù, dove trovai Louis che smanettava al cellulare.
- Sono pronta – annunciai facendomi vicina a lui.
- Bene allora andiamo – disse prendendo le chiavi della macchina. Dopo un breve tratto di strada Louis parcheggiò e scese dalla macchina.
- Da qui in poi proseguiremo a piedi – mi disse con un enorme sorriso sul viso. Felice scesi anch’io dall’auto affiancandolo e cominciando a camminare per le vie di quell’enorme città. Arrivammo a Piccadilly Circus, una delle piazze più celebri di Londra. Incominciai a scattare foto a più non posso. Qualsiasi cosa vedevo, la immortalavo. Louis si fingeva una guida turistica, inventando storie e date che non penso esistessero realmente. Ci scattammo qualche foto. Di colpo si avvicinò a noi un branco di ragazze urlanti.
- Louis, Louis fammi un autografo ti prego
- Louis sei bellissimo
- Ti prego sposami – Ognuna urlava una frase diversa che mi faceva ridere. Qualcuna mi guardò anche male, chiedendomi chi fossi. Ma tutte si calmarono non appena Louis mi presentò a loro come “la sua adorabile cuginetta italiana”. Una volta che si fu liberato delle fans, proseguimmo la nostra passeggiata. Mi portò d’avanti alla cattedrale di Westminster. Rimasi incantata di fronte a tanta bellezza.
- Qui è dove si sono sposati tutti i reali inglesi – mi disse Louis, sentendosi saputello. Come se non lo sapessi!
- È molto bella, le foto non le rendono giustizia – dissi con la bocca aperta. Anche qui scattai decine e decine di foto. Dopo Louis mi portò a Buckingham Palace, al Big Bang, al London Eye, dove mi fece fare un giro e poi lungo le sponde del Tamigi. Ci fermammo in una zona di Londra dove vi erano tante bancarelle, una diversa dalle altre. Incominciammo a visitarle tutte. C’era quella che vendeva dischi d’epoca, un’altra che vendeva occhiali da sole dalle forme strambe, braccialetti e collane. Feci una foto a Louis con degli occhiali enormi e davvero strani, che poi lui comprò. Ridemmo e scherzammo per tutto il tempo. Poi sfiniti per il troppo camminare andammo in un parco. Io mi sedetti sulla panchina mentre Louis andò a prendere due gelati.
- Beh allora ti sei divertita? – mi chiese una volta che mi ebbe raggiunto.
- Tantissimo, era da tanto che non passavamo un po’ di tempo insieme io e te – sorrisi afferrando il gelato che mi stava porgendo.
- Sono felice – si sedette accanto a me.
- Queste foto le invierò in Italia – dissi mentre rivedevo gli scatti che avevo fatto. La maggior parte ritraevano me e Louis, soprattutto lui, in pose e facce strane.
- Credo proprio che quest’estate sarà una delle migliori, peccato che non ci siano Giorgia e Ivan –
- Beh potrebbero venire a farti una visita che ne sai? –
- Boh lo spero tanto Louis –
- Cavolo com’è tardi sono già le 14.00, di sicuro gli altri saranno preoccupati. Non abbiamo lasciato nemmeno un foglietto per avvertirli – mi fece notare Lou
- Credo che dovremmo rientrare – dissi.
- E subito pure, chi lo sente Niall, non sai come si incazza quando non mette qualcosa nello stomaco – disse fingendo una faccia terrorizzata. Scoppiai in una risata fragorosa, mentre raccoglievo tutti i regali che avevo comprato per i ragazzi, per ringraziarli dell’ospitalità che mi stavano offrendo.
 
- Ma dove diavolo eravate finiti? Stavo morendo di fame – ci urlò Niall, sbucando dal nulla con un cucchiaio di legno sporco di sugo, sbattendocelo in faccia schizzandoci appena.
- Eravamo in giro – rispose Lou, indietreggiando appena per via dell’arma nelle mani di Niall. In quel preciso istante la porta di casa si aprì ed una El, tutta contenta e pimpante, entrò con un sorriso sbagliante.
- Oggi si festeggia gente – urlò saltando in braccio a Louis.
- Cosa è successo? – chiesero gli altri, sbucando dalla cucina.
- Ho passato l’esame – rispose contenta Eleanor.
- Congratulazioni – dicemmo tutti assieme
- Finalmente me lo sono lasciato alle spalle – sorrise baciando dolcemente Louis.
- Sta sera festeggiamo io e te, ti porto fuori – disse lui carezzandole la guancia. Le annuì contenta, per poi andare in cucina, cacciando poco dopo un urlo di terrore. Accorremmo velocemente, per vedere cosa fosse successo. Io e Lou assumemmo un espressione terrorizzata. La cucina sembrava essere diventata un cavallo di battaglia.
- Ma che diavolo? – domandò Louis
- Ma c’avete fatto la terza guerra mondiale qua dentro? – chiesi io in italiano.
- Come scusa? – si voltarono tutti straniti.
- Lasciate perdere, è inutile tanto – sospirai.
- Ora voi pulite e noi cuciniamo, non vi si può lasciare un attimo da soli a voi maschi, dovete combinare sempre danni – disse El
- Noi vorrai far fare le pulizie anche a me vero, io per una vota non c’entro niente e poi sono distrutto, abbiamo camminato tutta la mattinata a piedi per farle vedere la città – m’indicò Louis.
- Ma se sei stato tu a dire, che avremmo fatto tutto a piedi – mi lamentai io.
- Lou prendi la scopa e non discutere – lo riprese El.
- Aspettate un attimo, prima di incominciare a fare le pulizie volevo darvi alcune cose che ho comprato in giro – dissi uscendo i pacchettini dalla borsa.
- Amy non dovevi disturbarti – disse Niall
- L’irlandese ha ragione – lo assecondò Harry con un sorriso
- Volevo solo ringraziarvi per l’ospitalità e il modo in cui mi state trattando ragazzi – dissi imbarazzata.
- Ma dai, siamo felici di conoscere qualcuno che nonostante sia parente di Louis, sia intelligente – rispose Zayn facendomi l’occhiolino.
- Che stai insinuando scusa? – chiese Lou fintamente irritato.
- Nulla amico, nulla – rispose il moro alzando le mani come per difendersi facendo scoppiare a ridere tutti. Consegnai i regali ai ragazzi, i quali ne furono contenti.
- Vi confesso che ho avuto bisogno del suo aiuto per scegliere, purtroppo non vi conosco tanto bene, devo confessarvi che nonostante Lou sia mio cugino, in realtà io non sono una vostra grandissima fan. So solo il minimo e indispensabile – dissi imbarazzata.
- Non preoccuparti, non sentirti in imbarazzo e poi con il tempo che passeremo insieme, avremo modo di conoscerci meglio – rispose Liam sorridente. Rimasi a fissarlo, sentendo il cuore aumentare leggermente i battiti e sentendo le mie guance diventare bollenti. Può una persona piacerti dopo solo tre giorni che la conosci? Con Marco è stato diverso, c’è voluto un po’ prima di capire che mi piacesse, due anni prima che ci mettessimo insieme per poi finirla nel peggiore dei modi. Meglio che scacci via i brutti pensieri altrimenti mi rovino la giornata.
- Amy tutto okay? – chiese El
- Si… mmh… - mi schiarii la voce sentendola rauca.
- Perché? – chiesi poi.
- Stai piangendo – mi fece notare. Mi toccai le guance trovandole bagnate, da delle lacrime che nemmeno mi ero accorta di essermi lasciata scappare. Me le asciugai in fretta.
- Stai bene? – domandò Louis avvicinandosi a me, visibilmente preoccupato per il mio sguardo triste. Anche gli altri mi osservarono per cercare di capire cosa avessi.
- Ma si si, sto bene, è solo allergia – tirai sul col naso.
- D’estate mi viene sempre, forse è meglio se vado a stendermi un po’, visto che mi sta girando anche un po’ la testa – dissi alzandomi e dirigendomi verso le scale.
- Amy ma… -
- Non preoccupatevi, ve l’ho detto è una stupida allergia – sentii le lacrime pronte ad uscire di nuovo. Perché l’amore fa così male?
- Ci vediamo dopo, mangiate senza di me, non ho molta fame – dissi per poi salire di fretta le scale e rintanarmi in camera. Scivolai lungo la porta portandomi le ginocchia al petto e dando via libera alle lacrime, di scendere lungo le guance. Faceva ancora male, nonostante provassi ad odiarlo, sentivo la ferita ancora fresca dentro di me, che bruciava forte al suo solo ricordo. Dovevo chiamare Ivan, lui fu quello che mi difese quando successe tutto il casino con Marco, lui fu quello che si beccò un occhio nero per me, lui fu quello che inventò una scusa con i miei pur di farmi rimanere a dormire a casa sua e passare la notte insonne con me, immerso tra milioni di fazzoletti usati. Presi il telefono dalla tasca e cercai il numero in rubrica e una volta trovato feci partire la chiamata, portando il cellulare all’orecchio. Uno, due, dopo il terzo squillo sentii la sua voce allegra.
- Ciao bellissima – gridò. M’immagina il suo viso contratto in un sorriso enorme, mentre faceva girare tutte le persone che gli erano accanto e che lo avevano sentito gridare.
- C…ciao – balbettai con voce rauca.
- Amy è tutto apposto? – chiese preoccupato.  Chinai il capo sulle ginocchia poggiandovi la fronte, facendo uscire qualche lacrime non proprio silenziosa e facendo un sorriso amaro.
- Amore perché piangi?
- Perché non riesco a levarmelo dalla testa – risposi singhiozzando. Mi alzai dal pavimento andando verso il letto e buttandomici sopra. Sentii Ivan dall’altro capo del telefono sospirare.
- Ti prego non farmi la predica, non ho bisogno di questo adesso – dissi tirando su col naso.
- Sai che non ti farò alcuna predica, Amy non è nel mio stile, quello è compito di Giorgia – fece lui. Abbozzai un sorriso dando ragione al mio amico.
- Giusto –
- Scommetto che sono riuscito a farti sorridere
- Può essere – risposi. Sentii le lacrime smettere di bagnarmi il volto. Come sempre Ivan era riuscito a consolarmi, con pochissime parole.
- Va meglio adesso? - domandò
- Molto - risposi
- Mi manchi piccola – disse poi
- Anche tu –
- Come sta andando con il bel cantante? – chiese poi.
- Ancora con questa storia? Ma quando la smetterete? – feci una smorfia, pur essendo consapevole che un minimo di ragione l’avevano.
- Oh, credimi tesoro abbiamo appena cominciato – rise
- Bastardi –
- Ti voglio bene anch’io Amy – rise ancora, trascinando anche me.
- Starei molto volentieri a parlare con te piccola, ma devo tornare a lavoro – disse, ricordandomi che non aveva molto tempo.
- Giusto, scusa se ti ho rotto con i miei piagnistei – mi scusai.
- Tranquilla, sai che puoi chiamarmi tutte le volte che vuoi, anche di notte
- Vorrei che foste qui con me -
-  Se fosse per me, sarei già su un aereo diretto a Londra, per venire da te e stringerti per consolarti e lo stesso vale per Giorgia. Ma per ora non possiamo
- Lo so –
- Beh dai, scaccia via i brutti pensieri e pensa solo a divertirti. Questa sera, truccati, vestiti bene, fatti più bella di quanto già non lo sia ed esci fuori a divertirti e manda a fanculo tutti quei coglioni, che preferiscono perderti. Vuol dire solo che non ti meritano e che non sanno quanto tu valga veramente amore – disse e quelle parole, mi fecero scendere una lacrima di gioia. Loro due erano veramente i migliori amici che si potessero desiderare.
- Sei il migliore amico di sempre Ivan –
- Lo so, me lo dicono tutti – rise ed io feci lo stesso.
- Ora devo andare ci sentiamo presto, e mi raccomando questa sera esci
- Okay, va bene ti adoro –
- Anch’io ciao  tesoro
- Ciao amore – salutai e poi chiusi la chiamata. Aprii il cassetto alla mia destra e ne estrassi le cuffie, le attaccai al telefono e me le misi alle orecchie, cliccai la riproduzione casuale e chiusi gli occhi attendendo di ascoltare le prime note di una qualsiasi canzone. “Ricordi” dei Finley si fece strada nelle mie orecchie riportandomi alla mente tantissimi ricordi, tutti che comprendevano lui. La chiamata con Ivan era riuscita a calmarmi un po’, ma non aveva estinto del tutto il dolore che provavo dentro. Una delle cose più brutte che ti possa accadere, era l’essere tradita da una delle persone che più ami al mondo. Lui sapeva tutto di me, conosceva la mia famiglia ed io conoscevo la sua, sono sempre stata trattata bene dai suoi genitori e dalle sue sorelle e lo stesso lui. Cosa diavolo lo aveva spinto a tradirmi? Forse non lo amavo come avrebbe voluto? Forse ero troppo oppressiva? Eppure lo lasciavo libero di fare quello che voleva, non mi dava fastidio se usciva con i suoi amici e a lui non dava fastidio se io uscivo con le mie amiche. Il gruppo d’uscita era lo stesso per tutti e due per cui capitava che alcune serate decidevamo di dividerci in ragazzi e ragazze. Perché lo aveva fatto? Con Ornella poi, che tra l’altro era anche mia cugina. Se si era innamorato di lei poteva dirmelo, evitando di tradirmi. Ho sempre detto “qualunque cosa accada, è bene parlarne!”. Tutte parole al vento. La canzone finì e in quel momento sentii qualcuno bussare alla porta.
- Avanti – dissi.
- Scusa il disturbo, ma volevo sapere come stavi – la testa di Niall sbucò appena da dietro la porta. Gli sorrisi e gli feci segno di entrare, mentre io mi mettevo seduta sul letto. Lui aprì di più la porta ed entrò, con in mano un enorme vassoio pieno di tanta roba da mangiare.
- Niall non dovevi –
- Tu ci hai portato i regali, io ti porto il pranzo – sorrise lui facendomi l’occhiolino. Si sedette di fronte a me sul letto, posandovi il vassoio.
- Allora, come si chiama la tua allergia? – chiese
- Cosa? – domandai confusa
- Qual è il nome della tua allergia? – domandò piegando la testa da un lato sorridendomi.
- Oh beh ecco…. – e adesso che gli dico? Pensa Amy, pensa, cosa ti puoi inventare?
- Andiamo Amy, non scervellarti lo abbiamo capito che si tratta di un ragazzo. Se vuoi dirmelo così ti sfoghi un po’ è bene, se no fa niente. Potrebbe anche essere un modo per conoscerci meglio no? – sorrise ancora.
- M..Marco – balbettai imbarazzata chinando il capo.
- Come? –
- Si chiama Marco. È il mio ex – dissi incominciando a torturarmi le mani.
- Oh e stai male perché vi siete lasciati? – chiese lui facendosi più vicino. Annuii con veemenza sentendo gli occhi pizzicarmi ancora una volta.
- Lui mi ha tradita, con mia cugina – spiegai in fretta.
- Che grandissimo bastardo – si lasciò sfuggire.
- Toglimi una curiosità, ma tu lo ami ancora? – domandò
- Non lo so, da una parte vorrei prenderlo a pugni, dall’altra farmi spiegare il perché lo ha fatto – dissi alzando gli occhi e incontrando lo sguardo color del mare di Niall. Aveva uno sguardo tenero.
- Non piangere Amy, non sprecare il tuo tempo con uno come lui, se lo ha fatto vuol dire che non ti amava veramente – disse Niall avvicinandosi di più e prendendomi tra le braccia, dove ricominciai a piangere.
- É che fa male Niall, tanto male. Ho sempre detto che alla nostra età non è mai amore, ma quando io e Marco ci siamo messi insieme, mi sentivo felicissima. Mi sembrava di vivere in una bolla di sapone. Peccato che questa si è rotta e l’idea dell’amore che mi ero fatta, mi ha lasciato delusa. – risposi singhiozzando sulla sua spalla, sentendo la sua maglietta farsi umida.
- Piccola – disse solamente lui. Mi allontanai asciugandomi gli occhi.
- Cavolo ti ho bagnato tutta la maglia – gli indicai il punto.
- Non preoccuparti, è solo acqua – mi fece l’occhiolino.
- Sai che con il trucco colato e gli occhi rossi sembri un tenero panda da coccolare? – disse facendomi arrossire.
- Così mi metti in imbarazzo scemo – gli diedi un pugno giocoso sulla spalla, facendolo ridere. La sua risata era troppo contaggiosa, tanto che non potei far a meno di ridere anch’io.
- Su ora mangia – m’incitò.
- Va bene, grazie Niall – dissi schioccandogli un bacio sulla guancia.
- Beh io vado dagli altri ci vediamo più tardi, ciao Amy – si richiuse la porta alle spalle, lasciandomi sola. Guardai il vassoio, che mi aveva portato, per più di cinque minuti per poi cominciare a mangiare molto lentamente. Niall era stato così dolce, era davvero un buon amico. Sorrisi all’idea che quell’estate sarebbe stata una delle migliori di tutta la mia vita. Finito di mangiare posai il vassoio sul pavimento e poi andai a chiudere la finestra per riposarmi un po’. Ero distrutta dopo la mattinata passata con Lou. Così mi accucciai sotto il lenzuolo, e dopo nemmeno due minuti che avevo chiuso gli occhi mi addormentai, mentre le immagini del passato mi scorrevano d’avanti agli occhi come in un film.


Angolo autrice

Salve genteeeeeeeeeeeee.... ecco a voi il nuovo capitolo....che ne pensate??? Volevo chiedervi una cosa, se per voi i cpaitoli sono troppo lunghi e noiosi, ditemelo che cercherò di accorciarli.... Come vedete le cose iniziano ad evolversi. Liam inizia ad essere incerto sui sentimenti per Danielle e Amy inizia a provare qualcosa, ma nessuno dei due vuole ammetterlo..... Bene se volte scoprire qualcosa di più dovete essere in molti a recensire il capitolo.... nel prossimo ne vedremo delle belle ahahahahah... e poi cosa ne pensate del cuginetto iperprotettivo??? Il nostro Louis ne farà passare delle bella al povero Liam ahahahha... volevo inoltre dirvi che Marco esiste veramente, purtroppo per me :(.... aaaaah l'amour.... beh vi lascio come sempre con le foto dei personaggi ci si vedeeeeeeeeeeee...


          lui è John :)..... bene ci si vede al prossimo cap :)

 

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Capitolo 6
*** The upside of love ***



- Amy, sveglia, su svegliati – diceva qualcuno, mentre mi scrollava dolcemente la spalla.  Mugolai qualcosa di incomprensibile, mentre aprivo gli occhi. Vidi El sorridermi dolcemente.
- Ti sei svegliata finalmente, pensavo fossi finita in coma – disse mio cugino entrando in camera, sorridendo assieme a Liam.
- Ma che ore sono? – domandai mentre mi stropicciavo gli occhi e mi mettevo a sedere.
- Circa le 18.30 – disse El, mostrandomi la sveglia.
- Cavolo ho dormito tantissimo –risposi spalancando gli occhi.
- Te l’ho detto che mi stavi facendo preoccupare – rise Louis seguito dagli altri due.
- Comunque Amy alzati e scendi di corsa giù, perché c’è un bel fusto che ti attende – m’informò El.
- E chi sarebbe mo’ questo? – domandò Louis.
- Non dirmi che hai già fatto conquiste dopo soli tre giorni? – fece Liam stupito.
- Ma che andate dicendo voi due, è solo uno scherzo vero El? –
- Se lo credi tanto uno scherzo, affacciati nelle scale e vedrai con i tuoi occhi – disse El indicandomi la porta. Curiosa com’ero feci come mi aveva detto. Mi alzai e seguita dai tre, uscii dalla stanza avviandomi alle scale, dove sentivo le voci dei ragazzi più una molto famigliare. Scesi lentamente e silenziosamente le scale, sino a quando non potei vedere che El aveva ragione.
- Cavolo ma quello è Lucas – dissi girandomi verso gli altri. El sorrise, mentre Liam e Louis fecero una strana faccia.
- Ah-ah ed è qui per te tesoro, quindi va da lui – mi spinse giù per le scale El. Rischiando quasi di cadere, arrivai al piano inferiore schiarendomi la voce.
- Ciao Amy – mi salutò Lucas avvicinandosi.
- Eeeehi, ma che sorpresa – sorrisi dandogli due baci sulle guance.
- Come mai qui? – domandai ingenuamente.
- Sono venuto a prenderti – mi rispose sorridente.
- A prendermi? –
- A prenderla? – domandarono i ragazzi tutti assieme.
- Si, ti porto a cena fuori. Per cui va a cambiarti – mi spinse verso le scale facendomi l’occhiolino.
- Ma cosa…. –
- Ti do una mano io, vieni con me Amy – El mi prese sotto braccio, riportandomi al piano di sopra, chiudendosi la porta della mia stanza alle spalle.
- Vuole portarmi a cena fuori, mio Dio –
- È cotto di te – disse El entusiasta.
- Tu dici? –
- Dico, dico. Ma non vedi come ti guarda? – domandò. Negai col capo.
- Beh su non perdiamoci in chiacchiere, vatti a fare una doccia super veloce, che io ti scelgo i vestiti da indossare – mi spinse verso il bagno. Feci come detto, entrai subito in doccia imprecando per via dell’acqua congelata. Feci il più veloce possibile. Appena uscii, lasciai i capelli liberi per far si che incominciassero ad asciugarsi da soli e mi incominciai a truccare. Tornai in stanza. E indossai le robe che El aveva scelto per me. Una maglia mono-spalla bianca e nera, un pantalone a vita bassa nero aderente, e un paio di scarpe col tacco col cinturino alla caviglia. Finita di vestirmi corsi in bagno, per quel che mi era possibile con quei trampoli ai piedi e mi ravvivai i capelli lasciandoli sciolti e mossi lungo le spalle. Mi guardai allo specchio, felice per l’opera compiuta. Presi una boccata d’aria e poi uscii dalla stanza, con El al seguito.
- Eccomi, sono pronta – dissi scendendo l’ultimo gradino attirando l’attenzione dei ragazzi.
- Sei bellissima Amy – si avvicinò a me Lucas, con un sorriso mozzafiato.
- Grazie - risposi arrossendo e chinando il capo.
- Su andiamo, che si fa tardi – mi disse, prendendomi per mano.
- Non fate troppo tardi e mi raccomando a voi – fece Louis con fare autoritario.
- Certo papà – gli feci la linguaccia, facendolo ridere. Ci chiudemmo la porta alle spalle e da vero gentiluomo, Lucas mi aprì la portiera della macchina.
- Prego – mi disse inchinandosi.
- Grazie mio cavaliere – risposi, facendo ridere entrambi. Dopo aver chiuso la mia portiera, fece il giro e si andò a sedere al posto di guida, mettendo in moto.
- Questa sera sei molto bella Amy – disse Lucas spezzando il silenzio
- Ti prego basta dirlo, mi metti in imbarazzo – lo feci ridere.
- Ho detto solo la verità, che c’è di male – sorrise
- Anche tu stai molto bene – dissi indicando il suo abbigliamento. Jeans scuri, camicia bianca e giacca nera.
- Grazie – mi sorrise. Mi sentivo molto in imbarazzo e non vedevo l’ora di arrivare al ristorante. Fortunatamente le mie preghiere vennero esaudite e dopo una diecina di minuti arrivammo al ristorante. Lucas scese in fretta dalla macchina per venire ad aprirmi la portella. Era così dolce. Mi aprì persino la porta del ristorante. Appena entrai nel locale, mi guardai intorno. Era molto elegante, proprio come il locale dove lavoravamo noi. Continuai a guardarmi intorno con la bocca aperta, quando un cameriere si parò d’avanti a noi.
- Buona sera, voi siete? – chiese cortesemente.
- Ho prenotato il tavolo questo pomeriggio, sono Lucas Wright –
- Oh si, da questa parte seguitemi – disse il cameriere, portandoci ad un tavolo, un po’ più appartato rispetto agli altri. Il cameriere, che da quanto avevo letto sul cartellino si chiamava Derek, mi stava scostando la sedia dal tavolo, quando Lucas lo fermò.
- Me ne occupo io – sorrise gentilmente.
- D’accordo, allora io vado a prendervi i Menù – disse il ragazzo, scomparendo dalla nostra vista. Lucas mi scostò gentilmente la sedia.
- Prego Mademoiselle – disse con un sorriso.
- Grazie Monsieur – risposi io ridendo.
- Non sapevo parlassi francese – dissi appena si sedette al suo posto, difronte al mio.
- Sono tante le cose che non conosci di me – fece con voce sensuale.
- Mmmh allora raccontamele – dissi con lo stesso tono di voce, sporgendomi sul tavolo. Mi sentivo una cretina, ma la cosa mi divertiva.
- Perché non scoprirle col tempo? – si sporse anche lui, con un sorriso sul volto.
- Sono una tipa molto curiosa, non riuscirei a resistere a lungo – sorrisi anch’io. Lo vidi sporsi ancora un po’ verso di me e farsi sempre più serio.
- Ma guarda chi si vede – disse una voce alle mie spalle. Mi voltai di scatto vedendo Liam, mano nella mano con la sua ragazza. Mi soffermai sulla sua espressione che non sapevo definire sembrava, arrabbiato o infastidito, non riuscivo proprio a decifrarlo.
- Ciao ragazzi – salutò cordiale Lucas, sorridendo un po’ in imbarazzo.
- Ciao – ricambiò, con un sorriso di plastica Danielle.
- Anche voi qui? – chiese Liam
- Beh come puoi vedere – risposi io con tono ovvio. Non mi spiegherò mai, perché al mondo esistano delle domande davvero ridicole.
- Giusto – disse lui annuendo e poi facendo un sorriso tirato. Oh almeno così mi era sembrato. D’un tratto tra di noi calò un silenzio davvero imbarazzante.
- Beh perché non vi unite a noi? – chiese Lucas spezzando l’imbarazzo.
- Mmh se non vi siamo di disturbo - fece Liam alzando le spalle. Vidi Danielle fare un’espressione scocciata, prima di fingere un altro sorriso.
- Cameriere – chiamò Lucas alzandosi in piedi.
- Si mi dica – si avvicinò di nuovo il ragazzo di prima, Derek.
- Potreste, gentilmente, aggiungere due sedie al nostro tavolo? – chiese con un sorriso Lucas.
- Certo, le aggiungo subito – rispose il ragazzo e Lucas tornò al tavolo attendendo le due sedie, prima di sedersi di nuovo. Una volta che le altre sedie arrivarono, prendemmo posto, Lucas si spostò alla mia sinistra, mentre a destra avevo Liam e difronte Danielle. Ma che bella vista!
- Quindi, voi due siete fidanzati? – domandò Danielle spezzando il silenzio
- Ehm.. no, no – risposi io diventando rossa.
- Ecco a voi i menù – disse Derek, spuntando di colpo e posando i menù sul tavolo.
- Grazie – dicemmo assieme.
- Per adesso siamo solo amici – rispose invece Lucas sorridendomi.
- Già amici – sussurrai io, perdendomi nei suoi occhi verdi.
- Per adesso? Per cui punti a qualcosa di più Lucas? – chiese Liam attirando l’attenzione su di se. Ci voltammo nella sua direzione, trovandolo a scrutare il menù. Rimasi sbigottita dalla domanda che aveva posto e soprattutto dal suo tono.
- Si, c’è no… non  lo so, dipende da come andranno le cose – rispose imbarazzato Lucas. Continuai a scrutare Liam, che fece un segno d’assenso, non capii bene per che cosa. Dopo chiuse il menù e si voltò verso Danielle.
- Amore tu hai deciso? – chiese, ignorando completamente la risposta di Lucas, che mi lanciò uno sguardo stranito, al quale risposi con un sorriso tirato.
- Mmmmh, si tesoro tu? – fece lei. Ma che bella coppietta innamorata, vi prego fateli sparire altrimenti vomito subito e mi sale il diabete.
- Si, voi avete deciso? – ci chiese, voltandosi nella nostra direzione.
- Ehm, no ancora no, vediamo un po’ cosa c’è – dissi prendendo il menù e incominciando a fissare i vari pasti, senza sapere cosa scegliere.
- Buona sera, siete pronti per ordinare? – chiese Derek, con un sorriso prendendo il block notes.
- Si, io prendo del Roast Beef con Yorkshire Pudding – ordinò Liam
- Io del filetto alla Wellington, grazie – dissi
- Ne porti due – fece Lucas sorridendomi
- Bene, due filetti alla Wellington, del Roast Beef con Yorkshire Pudding e per lei signorina? – domandò Derek, a Danielle.
- Un insalata di pollo con poco sale, poco olio e aceto – rispose richiudendo il menù. Ma questa campa solo di insalate?
- Fintanto che preparano i piatti, vi porto qualcos’altro? –
- Si, ci porti un po’ di antipasti della casa – disse Lucas
- D’accordo, da bere? –
- Due bottiglie d’acqua, di cui una minerale e della birra – fece Liam
- Arrivano subito –
- Beh, come ti stai trovando qui Emily? – domandò Danielle
- Amy, mi chiamo Amy. Comunque molto bene, i ragazzi sono veramente simpatici, vivere con loro non è male, per mia fortuna non ho ancora avuto modo di vivere momenti imbarazzanti. I ragazzi certe volte sono molto buffi e non mi fanno smettere di ridere, inoltre sono tutti molto dolci con me e la cosa mi fa piacere, perché significa che gli sto simpatica. Il più tenero di tutti a mio parere è Niall, oggi pomeriggio mi ha saputa consolare dato che stavo male per un mio problema, lui è venuto e ha ascoltato i miei piagnistei. É veramente adorabile, anche se quando mangia non sembra neanche lui. Mi chiedo come faccia a mangiare così tanto cibo e a non ingrassare di nemmeno un etto –
- A differenza tua – disse flebilmente, ma io la sentii ugualmente. Amy sta calma, fa finta di non aver sentito! Respirai profondamente, mentre notai che anche i due ragazzi avevano udito benissimo, infatti Liam si era pietrificato sul posto. Poi si schiarì la voce e si voltò nella mia direzione, abbozzando un sorriso. Stava per parlare, ma venne interrotto dall’arrivo di Derek, con gli antipasti e le bibite. Incominciammo a mangiare tutti e tre, tranne Danielle che ci guardava disgustata. Incominciai a sentirmi a disagio sotto il suo sguardo, così non facendocela più, mi alzai per andare in bagno. Mi guardai allo specchio e mi stavo sentendo seriamente male. Ero pallida e mi tremavano le mani. Aprii il getto di acqua fresca e ci passai i polsi sotto per calmarmi. Sentii la porta aprirsi e mi voltai trovandovi Danielle.
- Tutto bene? – chiese ingenuamente. È inutile che fai la santa, tanto lo so che sei solo una strega con la puzza sotto al naso! Stetti al suo gioco, abbozzando un sorrisetto.
- Si grazie, non preoccuparti – risposi cordialmente.
- Bene ragazzina, togliti quella maschera da santarellina che hai, cosa credi che non ti ho scoperta? – disse appoggiandosi al marmo del lavandino. Ma che vuole questa?
- Non ho idea di cosa tu stia parlando – incrociai le braccia al petto.
- Non fare la finta tonta, ho visto come guardi Liam. Te lo mangi con gli occhi. Ma forse non hai ben capito che lui è mio –
- Ti vorrei far presente, che Liam non è un oggetto ma una persona e che ancora non ho visto il tuo marchio a fuoco su di lui. Poi mia cara se forse non te ne sei resa conto, io sono qui con Lucas e di Liam non me ne frega niente – risposi stizzita
- Ah certo, perché tu pensi che me la beva? Sei una vera stupida, se credi che io ascolti le tue stupidaggini, ora capisco perché sei una parente di Tomlinson. Avete lo stesso identico cervello, anzi ho i miei dubbi che ne possediate uno – disse strafottente, facendo un ghigno. Ma come si permette di insultare Louis!?
- Adesso basta, con quale diritto ti permetti di insultare mio cugino, vecchia gallina spennacchiata mangia insalate. Tu non sei nessuno per poterti prendere il lusso di parlare male di lui, mi hai capito bene? Devi sciacquarti la bocca quando ti riferisci a Louis, tu non hai idea di chi sia veramente! –
- Ma certo che lo so, un povero idiota senza cervello, che si crede ancora un bambino di tre anni. La sua fortuna è essere famoso, anche se questo lo deve al mio Liam, perché lui lo ha portato alla gloria altrimenti sarebbe rimasto un lurido pezzente, come gli altri del resto. Grazie a Liam può avere tutto quello che vuole, donne e soldi a volontà. Peccato che sprechi il suo tempo a stare con quella sciatta e grassona della Calder –
- Adesso hai passato veramente il segno, te lo faccio vedere io chi è l’idiota senza cervello – dissi avvicinandomi sempre di più a lei e tirandole un sonoro schiaffo sulla guancia, lasciandole il segno rosso.
 
Liam
 
Era da un po’ che Amy e Danielle erano rinchiuse in bagno e non so perché, un brutto presentimento mi attanagliava lo stomaco. Avevo notato gli sguardi che le lanciava Danielle e avevo paura che in bagno stessero litigando di brutto. Scossi la testa, scacciando via quei brutti pensieri. Forse staranno facendo amicizia? Si credo proprio di si! Concentriamoci sul biondino qua, che è meglio. Devo riuscire a capire le intenzioni che ha con Amy!
- Ci stanno mettendo molto devo dire – spezzò il silenzio creatosi, sorridendomi gentilmente. Quanto odio quel suo sorrisino, vorrei prenderlo a pugni!
- Si sa come sono le donne, quando vanno in bagno e come se si perdessero, cominciano a chiacchierare tra di loro e non si accorgono del tempo che passa – risposi.
- Si ma si dovrebbero sbrigare, i piatti sono arrivati e se non si sbrigano mangeranno tutto freddo – disse
- Non penso che per Danielle ci siano problemi – buttai un occhiata alla sua ennesima insalata. Il silenzio tornò tra di noi fino a quando non lo ruppi io.
- Posso farti una domanda? – feci incuriosito.
- Certo dimmi pure –
- Ti piace Amy? – domandai senza giri di parole. Lo vidi arrossire e abbassare il capo facendo un sorriso.
- Beh in realtà si! Ecco vorrei provare a conquistarla. È una bella ragazza, ed è molto simpatica e dolce. Mi piace molto, per cui vorrei provarci con lei – mi rispose, ma non ne ero del tutto convinto.
- Che intenzioni hai con lei? –
- In che senso? – domando stranito
- Hai intenzione di portartela al letto e poi lasciarla dopo un notte e fare come hai fatto con le altre ragazze? – chiesi con sguardo truce.
- N..no ovvio che no – rispose lui balbettante.
- Chissà perché non ti credo –
- A me Amy piace sul serio! –
- Andiamo Lucas, ci conosciamo da due anni, so come sei fatto. Sei un puttaniere di prima categoria, peggio di Harry e Zayn –
- Con Amy è diverso, non voglio trattarla come le altre Liam. Lei è diversa, è speciale – rispose convinto
- Quante volete e a quante ragazze, hai ripetuto questa frase? Lo sai bene che il lupo perde il pelo, ma non il vizio – dissi sprezzante.
- Ma a te cosa interessa, non sei mica suo padre o suo fratello. Posso accettare un comportamento del genere da parte di Louis, che è suo cugino, ma da te non so d’avvero spiegarmelo –
- Idiota, mi ci sto affezionando e non voglio che lei soffra per un tipo come te –
- Affezionando? Liam non è che per caso ti piace? – chiese con un sorrisetto. Mi sentii avvampare.
- Ma smettila, Amy la conosco da tre giorni come può piacermi? E poi sono fidanzato con Danielle –
- Cosa centra anche io la conosco da tre giorni, ma mi piace comunque. Ammettilo che ti piace e che ti rode il fatto che lei sia uscita con me questa sera –
- Niente affatto, voglio solo evitare che tu la faccia soffrire – dissi sbattendo le mani sul tavolo ed alzandomi in piedi.
- Tu sei geloso – ribattè, alzandosi come me.
- Signori vi chiedo scusa per il disturbo, ma sono le vostre ragazze quelle due che sono chiuse in bagno a litigare? – domandò una cameriera avvicinandosi a noi.
- A litigare? – domandammo in coro noi. Lei fece cenno di si.
- Seguitemi – disse. Ci condusse al bagno delle donne, dove aprì la porta. Trovammo Danielle che stava tirando i capelli a Amy mentre quest’ultima urlava dal dolore, tirando a sua volta i capelli della riccia. Io e Lucas ci guardammo, prima di correre a separare le due. Lui prese Amy e la tirò via, mentre io presi Danielle dalla vita, sollevandola un po’ mentre continuava a dimenarsi.
- Calmati Danielle! – dissi mettendomi d’avanti a lei, per non farla avventare di nuovo su Amy.
- Io le strappo tutti i capelli a quella ragazzina lì, vieni se hai il coraggio stronza – disse lei, non dando ascolto a ciò che le avevo detto.
- Ti faccio vedere io chi è la stronza – le rispose Amy, che stava per riavvicinarsi ma fu bloccata da Lucas.
- Andiamo Amy, cerca di calmarti – le disse lui
- Avanti vieni, vieni se hai il coraggio – la istigava Danielle.
- Basta, smettila adesso! – quasi urlai. Lei mi guardò furiosa.
- Adesso la difendi anche? Voglio farti presente che mi ha tirato uno schiaffo –
- Danielle non m’interessa, calmati! –
- Calmarmi!? Lei mi picchia e dovrei calmarmi? – ribattè furiosa lei
- Sai bene per quale motivo l’ho fatto, non fare l’ingenua – le disse Amy. Mi voltai a guardarla e aveva il labbro rotto dal quale le usciva un po’ di sangue.
- Io ho detto solo la verità e comunque sei tu che hai iniziato –
- Non m’interessa chi ha iniziato, chi ha detto cosa. Adesso calmatevi e ricomponetevi –
- Grazie per l’aiuto Liam, sei proprio un magnifico fidanzato – disse Danielle, riprendendo la sua borsetta e uscendo dal bagno.
- Danielle aspetta! – la seguii fuori dal ristorante dove vidi che fermò un taxi.
- Danielle! – la bloccai mentre stava aprendo la portella. Lei scansò in modo brusco il mio braccio, guardandomi con sguardo furioso.
- Lasciami in pace – disse salendo sul taxi e andando via. Guardai il taxi allontanarsi, ma stranamente non provavo niente. Assolutamente niente, come se la cosa per me non facesse alcun effetto e questo non andava bene. Scherzi Liam, non va per niente bene che la tua ragazza se ne vada infuriata e tu pensi all’altra ragazza che si trova nel bagno, tra le braccia di quel biondino!  Scossi la testa e mi voltai sentendo la porta del ristorante aprirsi. Vidi Amy abbracciata a Lucas, con la sua giacca sulla spalla.
- Liam, io la porto a casa – disse Lucas, riferendosi ad Amy che aveva lo sguardo basso.
- Lasciala a me, tanto anch’io devo tornare a casa – risposi avvicinandomi ad Amy e sfiorandole la mano. Lei non si muoveva teneva lo sguardo basso, come a nascondersi. Incontrai gli occhi verdi di Lucas e li trovai freddi e a lanciarmi uno sguardo truce, prontamente ricambiato.
- Okay – rispose poi rassegnato.
- Amy, ti chiamo domani okay? – chiese, alzando il volto della ragazza. Lei annuì accennando un sorriso, poi lui le lasciò un bacio sulla guancia. Sentii una stretta allo stomaco, che non seppi spiegarmi. Poi Amy mi affiancò e in silenzio raggiungemmo la mia auto. Le aprii la portella e sempre in silenzio entrò in macchina. Chiusi lo sportello e feci il giro, andandomi a sedere al posto di guida. Misi in moto e per dieci minuti, in macchina si sentiva solo il volume basso della radio. Mi voltai verso Amy e la trovai assorta a guardare fuori.
- Mmmh, stai bene? – domandai schiarendomi la voce. Si voltò verso di me e potei notare, che il sangue sul labbro si era incrostato.
- Dovresti preoccuparti per la tua ragazza – rispose un po’ acida. Sospirai tornando a guardare la strada. Aveva ragione, avrei dovuto preoccuparmi per Danielle.
- Perché sati accompagnando me e non lei? – domandò
- Perché lei non voleva, ha preferito prendere un taxi – risposi
- E perché non l’hai seguita e fermata? –
- Non lo so – dissi sinceramente. Il silenzio calò di nuovo in macchina e lei tornò a guardare fuori.
- Si può sapere cosa è successo? Danielle non è mai stata violenta – dissi in cerca di una spiegazione.
- Devo dire che la conosci veramente poco – rispose Amy.
- Cosa vuoi dire, che lei non è quello che dimostra di essere? – domandai. Danielle non può essere così! Pensai.
- Hai fatto centro a quanto vedo – rispose ironicamente.
- Amy, Danielle è una ragazza dolce e altruista perché devi dire il contrario –
- Non è quello che mi ha dimostrato questa sera Liam – rispose lei alterandosi.
- Bisogna vedere cosa le hai detto – alzai le spalle.
- Io non le ho detto proprio niente, è lei che ha fatto tutto e sinceramente lo schiaffo che le ho dato, per me non era abbastanza – disse furiosa.
- Come? Ma se vi stavate strappando i capelli? E comunque Danielle quando è venuta in bagno, lo ha fatto perché si stava preoccupando non vedendoti tornare – feci mentre fermavo la macchina nel vialetto di casa.
- Oh ma che cuore nobile, peccato che com’è entrata non ha fatto che darmi addosso. Non so cosa ti faccia credere Liam, ma tra me, che ho un labbro rotto e dei lividi sulle braccia e te che sei fidanzato con lei, penso onestamente che quello che sta messo realmente male, sei tu! – rispose aprendo la portella e scendendo dall’auto.
- Ah e un’altra cosa, grazie per il passaggio ma la prossima volta, preferire tornarmene con Lucas. Almeno non devo sentirmi giudicata – disse per poi andare verso la porta di casa e sbattersela alle spalle. Rimasi cinque minuti buoni in macchina a fissare la porta di casa. Poi mi risvegliai da quello stato di trance e scesi dall’auto dirigendomi alla porta di casa. Feci girare la chiave nella toppa, aprii la porta e non feci in tempo a richiudermela alle spalle, che venni sbattuto al muro con forza. Riconobbi gli occhi di Louis. Erano furiosi.
- Che cazzo è successo a Amy? So che è rientrata con te, che cosa ci facevate insieme? – domandò a denti stretti.
- Calmati e ti spiego – dissi
- Non voglio calmarmi, è entrata furiosa e in lacrime, con il labbro rotto. Voglio sapere immediatamente che cazzo è successo Liam! – disse furibondo.
- Louis, lascialo andare! – fece El, poggiandogli una mano sulla spalla. Lui l’ascoltò e mi lasciò andare, continuando ancora a guardarmi truce.
- Allora? – sbatteva il piede a terra.
- Ci siamo incontrati al ristorante, io ero con Danielle e lei con Lucas, ci siamo seduti allo stesso tavolo e abbiamo iniziato a parlare normalmente. Poi lei si è alzata ed è andata in bagno. Danielle l’ha raggiunta dopo una diecina di minuti, non vedendola tornare. Sono rimaste chiuse in bagno per un bel po’ di tempo, mentre io e Lucas eravamo al tavolo a parlare – dissi, omettendo la mia litigata con il biondo. Louis annuì continuandomi a fissare.
- Continua – disse
- Dopo un po’ una cameriera si è avvicinata e ci ha chiesto, se le ragazze che erano in bagno a litigare, erano le nostre. Noi siamo andati a vedere e le abbiamo viste prendersi per capelli. Abbiamo cercato di calmarle, poi io ho litigato con Danielle e lei se n’è andata. Ho detto a Lucas che avrei riaccompagnato io Amy a casa e così è stato. Non so cosa sia successo in quel bagno, non ho la minima idea del perché stessero litigando e di cosa si fossero dette –
- E cosa è successo in macchina? – chiese. Chinai un attimo il capo, deglutendo rumorosamente.
- Liam, cosa è successo in macchina? – scandì bene le parole.
- Noi, abbiamo litigato – dissi
- Perché? Che le hai detto? –
- Io, ho difeso Danielle –
- Le hai dato la colpa dunque –
- No, ce io volevo sapere del perché Danielle si fosse comportata così, perché non è da lei prendere a schiaffi qualcuno -
- D’accordo ho capito – annuì col capo per poi girarsi e andarsene. Mi voltai verso El, trovandola a fissarmi con sguardo sconsolato.
- Che c’è? – le chiesi. Le sospirò, per poi abbassare il capo negando.
- Niente Liam, buona notte – disse per poi salire le scale.
Ma si può sapere che diavolo gli prende a tutti?

Angolo autrice...
Buona sera... sono decisamente distrutta ed è il mio penultimo giorno di scuola :(.... Voglio tornare all'asiloooooooooooooooooooo.... va beh non ve ne frega un cazzo.... comunque parlando del capitolo.... che litigata ragazzi ahahahahah arrivano persino alle mani ahahahahah... che ne pensate??? Rispetto agli altri questo cap è più corto.... :) spero vi piaccia ora devo scappare xkè sto morendo di sonno..... vi lascio con le solite foto :)


     

questo è il completo di Amy sero vi piaccia: 
http://www.polyvore.com/resturant/set?id=89766175

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Capitolo 7
*** Fright Night ***



Amy
 
Erano passati quattro giorni da quella maledetta sera. Io e Liam non ci parlavamo e non ci guardavamo nemmeno e la cosa mi faceva parecchio male. Con Lucas mi sentivo solo per telefono, fino a quando la situazione non si sarebbe sistemata, non mi andava di fare niente. Ma cazzo, Liam non sapeva le cose che mi aveva detto quella vipera, eppure la difendeva. Mi faceva salire un tale nervoso. Sbattei nervosamente il pugno sul tavolo, facendomi male.
- Oh ma che ti prende scema? – chiese Giorgia dall’altra parte del computer.
- Niente, niente, stavi dicendo? – deviai il discorso.
- Stai ancora pensando a Liam – sospirò
- No, non lo sto pensando affatto – risposi
- Guarda che non era una domanda, genia – disse.
- E che mi fa venire i nervi tutta questa storia – feci innervosendomi.
- Questo è perché ti piace -        
- Giorgia, non mi piace, quante volte ancora devo ripetertelo? Lo conosco appena –
- Una settimana può bastare a far scattare la scintilla – disse con fare da “ io ne so qualcosa ”
- Parli come se tu lo avessi provato –
- Infatti! – incrociò le braccia al petto. Sospirai guardando l’orario.
- Giò io devo andare a cucinare, ci sentiamo okay? –
- Va bene un bacio, e non ti arrabbiare troppo
- D’accordo, salutami Ivan ciao –
- Okay ciao
Chiusi la finestra della chat e spensi il computer, per poi scendere giù in cucina ed andare a preparare qualcosa. I ragazzi erano agli studi, mentre El all’università, così ero sola soletta in casa. Ritornai in camera mia andando a prendere uno dei miei cd, scesi in salotto e lo inserii nel lettore dvd. Premetti il tasto play e feci partire. Riconobbi le note di “ How will I know “ di Withney Houston e mentre mi dirigevo in cucina presi a cantare. Aprii il frigorifero, prendendo tutti gli ingredienti che avevo comprato la mattina, per fare la pasta alla campagnola. Presi il tagliere e il coltello, lavai con cura i peperoni gialli e rossi, due zucchine e due melenzane. Iniziai a tagliare le verdure continuando a canticchiare quando sentii la porta di casa chiudersi. Alzai il capo in direzione della porta della cucina, dove vidi sbucare Liam con ancora le chiavi in mano.
- Ciao – disse
- Ciao - risposi atona, ricominciando a tagliare la melanzana a strisce, mentre la musica ricopriva il silenzio intorno a noi.
- Amy avrei bisogno di parlarti – disse Liam. Smisi di affettare le verdure e posai il coltello, pulendomi le mani con uno strofinaccio.
- Dimmi – gli prestai attenzione.
- Ecco io ho parlato con Danielle – si gratto il collo con fare nervoso.
- E quindi? –
- Beh vedi lei mi ha detto che tu l’hai insultata pesantemente -
- Ah perché per lei “vecchia gallina spennacchiata mangia insalate” è un grosso insulto, giusto Liam? – incrociai le braccia al petto incominciandomi ad innervosire di nuovo.
- Lei n..non mi ha detto questo – rispose un po’ sorpreso.
- E sentiamo cosa ti ha detto? –
- Beh dice che le hai dato della tr.. –
- Della troia? – continuai la frase. Lui annuì.
- Assolutamente no, però lei ha esagerato molto – dissi
- Mi puoi dire cosa ti ha detto –
- No, prima voglio sapere che ha detto lei –
- Dopo che l’hai insultata, ha detto che le hai tirato lo schiaffo  e lei si è solo difesa – spiegò. Scoppiai in una risata isterica riprendendo a tagliare le verdure con più forza e decisamente con meno concentrazione.
- Sai come sono invece andate le cose? La tua cara Danielle oltre ad insultare me, si è presa il lusso di insultare mio cugino ed Eleanor, le ricordo ancora bene le parole. Ha detto esattamente così: “sei una vera idiota se credi che io ascolti le tue stupidaggini, ora capisco perché sei una parente di Tomlinson avete lo stesso identico cervello, anzi ho i miei dubbi che ne possediate uno” poi ha continuato dicendo “ Louis è un povero idiota senza cervello, che si crede ancora un bambino di tre anni, la sua fortuna è essere famoso, anche se questo lo deve al mio Liam, perché lui lo ha portato alla gloria, altrimenti sarebbe rimasto un lurido pezzente, come gli altri del resto. Grazie a Liam può avere tutto quello che vuole, donne e soldi a volontà, peccato che sprechi il suo tempo a stare con quella sciatta e grassona della Calder “ Dalla sua bocca sono uscite testuali parole e se c’è una cosa che io odio, è che la gente per fare del male a me, debba prendersela con le persone a me più care. In quel momento non ci ho visto più e le sono letteralmente saltata addosso. Sono pronta a chiederle scusa pur che lei faccia lo stesso e soprattutto sia la prima a farlo – dissi mentre alzavo lo sguardo su Liam che era letteralmente sconvolto.
- Non ci credo, Danielle non può aver detto queste cose –
- Mi stai dando della bugiarda? – lo fissai mentre tagliavo la zucchina e maledetta a me che in quel momento non avevo posato il coltello. Sentii un fitta lancinante al dito indice sinistro.
- Aaaah – gemetti portando lo sguardo al dito, trovandolo tagliato e grondante di sangue.
- Cavolo dovevi stare attenta – disse Liam avvicinandosi a me facendomi mettere il dito sotto l’acqua fredda.
- Tienilo ancora un po’, va meglio? – mi chiese chiudendo il rubinetto. Annuii, mentre mi perdevo ad osservare i suoi occhi dolci e i suoi movimenti. Lo osservavo attentamente, mentre si muoveva da una parte all’altra della stanza. I lineamenti del viso, di quel ragazzino che avevo visto una volta su internet, stavano via via lasciando posto a quelli di un uomo. Un uomo stupendo a parere mio. Tornò verso di me e prese a trafficare con la mia mano, sentii il dito bruciarmi e mi ridestai dallo stato di trance riprendendo coscienza. Stringeva tra le dita dell’ovatta sporca di sangue e disinfettante, mentre ripuliva il dito. Dopo ci posò con delicatezza un cerotto e i suoi occhi incontrarono i miei. Rimanemmo immobili a fissarci, nessuno dei due che accennava a muoversi. Lo vidi esitare un po’, prima di incominciare ad avvicinarsi lentamente. Oh cavolo vuole baciarmi per caso? Cavolo, cavolo si! Sta per farlo! Chiusi gli occhi, in attesa di bearmi di quel contatto, mancava poco, sentivo il suo respiro sul viso.
- Amyyyy siamo a casa! – urlò, dall’ingresso, la voce di Louis. Entrambi scattammo come molle e ci allontanammo. Io imbarazzata più che mai, ripresi a tagliare la salsiccia per il condimento della pasta, mentre Liam accendeva la tv, facendo finta di seguire un notiziario.
- Ciao – disse Niall entrando in cucina
- Ehi bentornati – feci un sorriso, mentre mettevo la pentola con l’olio sul gas.
- Ah Liam sei già arrivato! – constatò Louis, entrando nella stanza seguito dagli altri che mi salutarono.
- Si giusto cinque minuti fa – rispose lui, ritornando a seguire il notiziario, dove stavano parlando giusto di loro e del prossimo video “Best song ever”.
- Che ci cucini di buono Amy? – chiese Niall, afferrando una striscia di peperone tagliato e portandola alla bocca.
- Ehi biondo giù le zampe, questi servono per il condimento della pasta – dissi, tirandogli un leggero schiaffo sulla mano.
- Comunque è un piatto italiano –
- Okay mi fido – sorrise per poi andarsi a sedere.
- L’hai accesa tu la radio? – chiese El, indicando con il pollice il soggiorno, dal quale proveniva la musica.
- Si, ora vado a spegnerla –
- No, non da fastidio – disse Zayn
- Già, anche se non capiamo una parola, sembra bella. Chi è il cantante? – domandò Harry
- È Tiziano Ferro – risposi, ritornando a cucinare e canticchiando la canzone.
- Ah si, ho sentito le sue canzoni in versione inglese – disse El tutta contenta
- Questa dovrebbe essere…. –
- Ti scatterò una foto – l’anticipai
- Giusto – sorrise mentre io tornai a cantare a bassa voce. Dopo aver messo l’acqua della pasta, andai a spegnere la radio e finii di cucinare.
 
- Questa sera vi va di uscire? – domandò Harry dopo aver mandato giù il boccone di pasta.
- Onestamente no, sono troppo stanco – disse Zayn
- Sono d’accordo con lui – fece Niall, mentre si andava a riempire di nuovo il piatto.
- Perché non restiamo a casa e ci vediamo un film tutti insieme? – propose Eleanor.
- L’idea non è male, però il film lo scegliamo noi – disse Louis. El mi guardò e sbuffò per poi annuire.
- Io ho già in mente quale, Tommo – sorrise Zayn
- Stai pensando a quello che sto pensando io, Malik? – fece Lou, con un sorriso al quanto inquietante.
- Mi sto prendendo paura – dissi scherzando
- Che film è? – domandò Niall
- Lo scoprirete questa sera – fecero assieme Zayn e Louis, mentre continuavano a sorridersi. Okay quei due mi fanno paura realmente adesso.
 
- Le pizze sono arrivate – urlò Niall dall’ingresso. Io ed El scendemmo le scale andando in soggiorno, trovando sul tavolino, patatine, pop corn, pizze e bibite.
- Allora adesso ci dite di che film si tratta? – domandai sedendomi sul divano e mangiucchiando qualche patatina.
- Lo scoprirete presto, beh Zayn spegni la luce che io premo play – disse Louis, mentre gli altri prendevano posto. Mi ritrovai seduta in mezzo tra Louis e Liam. Sfiga o fortuna? Pensai. Zayn, prese posto accanto a Niall sul pavimento e Louis premette play. Lo schermo si fece nero e poi apparvero le prime scritte, tra le quali il titolo del film ovvero “ESP Fenomeni Paranormali”.
- Louis è per caso un film  horror? – domandò El, con voce tremante.
- Forse – sorrise lui innocente.
- Sai che ti odio vero? – fece lei tirandogli addosso un cuscino.
- Ti amo anch’io e poi ci sono io qui amore, non ti preoccupare è solo un film – si giustificò
- Te la farò pagare cara – disse lei
- Tu hai paura Amy? – mi chiese Harry
- Beh in realtà si, però riesco a guardarli. La paura mi viene dopo, quando devo andare a dormire. Lì si che ho una vera fifa – risposi sorridendo. Gli altri risero, ma poi si zittirono per vedere il film. Prestai attenzione anch’io, concentrandomi su un unico pensiero. È solo un film! La pellicola andava avanti e le scene diventavano sempre più paurose. El si lasciava sfuggire continuamente degli urletti di terrore, io invece mi limitavo a mordermi la lingua e a stringere la mia mano a non so che cosa. Okay, film di paura ne avevo visti
molti, ma nessuno di quelli poteva essere paragonato a quello che stavamo vedendo. Voltai lo sguardo e vidi che anche le facce dei ragazzi non erano del tutto normali, Niall aveva persino smesso di mangiare. Gli unici che sembravano tranquilli erano Zayn e Louis. Quando arrivò una scena orribile, forse la più brutta io ed El scattammo in piedi.
- Okay adesso basta, non ce la faccio più – disse Eleanor, spegnendo il televisore.
- Noooo! – protestarono insieme Louis e Zayn
- Non rompete, questo film era al di là delle mie possibilità di guardarlo –
- Concordo con El, era decisamente orribile – dissi stringendo le braccia al petto, sentendo un brivido di freddo e cominciando a guardarmi in torno. Detestavo il buio.
- P…potete accendere la luce? – chiesi stringendomi nelle spalle.
- Hai paura cugina? – mi sfottè Louis
- Accendi la luce idiota – m’innervosii. Di colpo la luce si accese e mi sentii sollevata, nel poter constatare che nella stanza oltre noi non c’era nessun’altro.
- Io direi di andare a dormire – disse Harry controllando l’orologio
- Che ore sono? – domandò Niall
- Mezzanotte passata – rispose il riccio.
- Cavolo, beh allora buona notte – disse Niall, alzandosi dal pavimento e avviandosi alle scale.
- Vado anch’io -  lo seguì Harry.
- Buona notte – salutammo noi.
- Vado a mettermi il pigiama e poi scendo a sistemare qui – disse El
- Vengo con te, così poi ti do una mano – sorrisi e la seguii su per le scale, mentre sentivo i passi dei ragazzi dietro di noi.
- Ci date una mano? – si voltò El verso Louis e Zayn, che stavano confabulando dietro di noi. I due scattarono come colti alla sprovvista, per poi ridere con fare nervoso.
- Come tesoro? – domandò Lou grattandosi la testa.
- Cosa state confabulando? – chiesi
- Assolutamente niente, come siete sospettose voi donne – rispose Zayn
- Non so perché ma ho uno strano presentimento – disse El guardandoli storti.
- Comunque vi avevo chiesto se ci davate una mano a sistemare giù –
- Sono troppo stanco – rispose Lou fingendo uno sbadiglio
- Già anche io – lo assecondò Zayn.
- Si certo come no. Uomini sempre uguali – si lamentò El
- Se volete posso darvi io una mano? – s’intromise Liam
- Non ti preoccupare, grazie comunque – rispose la ragazza.
- Okay – lui alzò le spalle, ed entrò in camera sua.
- Arrivo subito El – dissi io entrando in camera mia, per mettermi il pigiama. Accesi la luce e controllai la stanza. Ci siamo ora incominciamo con la fifa post-film. Sta calma Amy, era solo uno stupidissimo film!  Feci un sospiro e poi mi avviai in bagno a darmi una sciacquata. Dopo essermi infilata il pigiama, rientrai in camera per posare le robe sulla sedia, quando ad un tratto la luce se ne andò. Che cazzo è successo mo’? Sbriciai fuori dalla finestra e notai che la strada e le altre case erano illuminate, tranne la nostra. Un brivido di terrore mi percorse la spina dorsale. Mi feci coraggio e uscii dalla stanza. Il corridoio era buio e la cosa non mi piaceva. Odio il buio, lo odio con tutta me stessa porca miseria! Mi avvicinai alle scale e sentii dei rumori provenire dal soggiorno. Lentamente e non so con quale coraggio scesi le scale, entrando nella stanza.
- El sei tu vero? – chiesi alla figura china sul divano.
- Si Amy – mi rispose lei, facendosi luce con l’Iphone
- Menomale – tirai un sospiro di sollievo.
- Con il cellulare non riesco a vedere, fai così nello sgabuzzino ci deve essere una torcia. Se puoi andarla  a prendere, così poi andiamo al contatore a vedere cosa è successo – disse.
- Okay – risposi. Mi voltai e mi diressi allo sgabuzzino. Notai la porta di quello aperta e mi spaventai. Chi diavolo sarà? Andai in cucina a prendere un qualcosa da tirargli in testa. Presi il mattarello e tornai allo stanzino vedendovi ancora la porta aperta. Mi avvicinai lentamente e scorsi una figura di spalle intenta a trafficare con qualcosa. Alzai il braccio, pronta a tirargli un botta in testa. La figura si girò di colpo. Stavo per cacciare un urlo, quando quella mi mise una mano sulla bocca, tirandomi nello sgabuzzino e chiudendosi la porta alle spalle. 


Angolo autrice

Salve ragazze.. sono tornata... voi come state??? Io uno schifo ho litigato con i miei perchè non mi volgiono mandare al concerto :( comunque... che ne pensate di questo capitolo? Del quasi bacio? E poi chi ci sarà nello sgabuzzino? Vi avverto che il prossimo cap è molto interessante.... beh io vado... un'ultima cosa??? Ma voi il banner lo vedete? Perchè a me non lo da.... Vi lascio ciaooo....

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Capitolo 8
*** Forget everything! ***


Incominciai a dimenarmi e a cercare di gridare.
- Sta calma – mi sussurrò quello. Non lo ascoltai e gli morsi la mano.
- Aaah, cavolo Amy non ti è bastato stritolarmela durante il film? – si lamentò. Aspetta un momento, ma io questa voce la conosco.
- Ti sei calmata adesso? – domandò lui, accendendo la torcia e illuminandosi il viso.
- Liam!?  Ma dico volevi farmi morire d’infarto? Perché non me lo hai detto prima che eri tu? E poi cosa diavolo ci fai qui dentro? – incominciai a parlare a raffica.
- Amy, Amy calma. Uno non volevo farti morire d’infarto, mi dispiacerebbe –
- Ma come siamo spiritosi – incrociai le braccia al petto, mentre lui rise.
- Comunque, due sarei riuscito a dirti che ero io, se tu non avessi preso a dimenarti come una pazza. Tre, ero qui dentro perché cercavo la torcia. Volevo andare a controllare cosa cavolo è successo al contatore – disse.
- Capito – chinai il capo sul pavimento leggermente imbarazzata. Feci per parlare di nuovo, quando un rumore mi zittì di colpo. Era il rumore di un vetro che andava in frantumi. Mi gelai sul posto guardando Liam. Lui spense subito la torcia, poiché sentimmo il rumore di passi, venire verso lo stanzino. Liam mi mise di nuovo una mano sulla bocca e mi fece segno di non respirare nemmeno, poi mi strinse a se. Una figura nera si fermò d’avanti allo stanzino, potemmo vederla poiché la porta era a persiane e queste erano leggermente aperte. La figura mise una mano sulla maniglia della porta con l’intento di aprirla. Entrambi smettemmo di respirare e la fissammo. La porta stava per aprirsi ed io iniziai a sudare freddo, stringendomi di più a Liam. Lo guardai per un momento. I miei occhi si erano abituati al buio, riuscii a distinguere le sue forme e il suo viso. Aveva la mascella contratta e i muscoli tirati, lo sentivo dal modo con cui mi stringeva e per un attimo mi dimenticai di quello che c’era al di là della porta. Poi sentii un rumore che mi fece scattare, mi girai verso la porta notando, che alla figura inziale se n’era aggiunta un’altra. Questa tirò la prima e la portò via con se. Tirai un sospiro di sollievo, quando quelle due ombre scomparvero e mi voltai verso Liam sorprendendolo a fissarmi. Eravamo molto vicini e sentivo il suo fiato sul collo, che mi causava brividi.
- Va tutto bene? – sussurrò. Annuii solamente, spostando lo  sguardo dai suoi occhi alle sue labbra. Deglutii cercando di reprimere la voglia di baciarlo.
- Amy – mi chiamò. Rialzai lo sguardo puntandolo sui suoi occhi. Mi guardò un attimo prendendomi il mento fra le mani. Si avvicinò ancora un po’. Pochi centimetri ci dividevano, potevano essere due o tre. Amy cazzo, siete così vicini e tu pensi a quanti possono essere i centimetri che vi separano? Ma goditi il momento deficiente! La mia coscienza aveva perfettamente ragione e come era accaduto la mattina chiusi gli occhi attendendo un contatto. Lo sentii respirare in modo irregolare.
- Non devo, ma non ci riesco – sussurrò, prima di sentire le sue labbra premere dolcemente sulle mie. La sua mano dal mio mento, si spostò alla mia guancia carezzandola dolcemente, mentre quel lieve contatto tra le nostre labbra si faceva più intenso. Le mie mani presero a carezzargli la schiena mentre premevo le mie labbra contro le sue. Ci staccammo un secondo, per poi riunire le labbra. Sentii la punta della sua lingua toccare lievemente il mio labbro inferiore, in una silenziosa richiesta. Lo accontentai schiudendo le labbra, facendo sì che quel bacio diventasse qualcosa di più profondo. Non era frettoloso, ma lento. Non era passionale, ma dolce. Non era volgare, ma sensuale. Era un bacio che non ricevevo da tempo e che agognavo da troppo. Le labbra s’incastravano perfettamente, come se fossero fatte a posta. La sue mani si spostarono sui miei fianchi e dolcemente mi attirava al suo corpo, stringendomi a lui come a farmi intuire che non voleva lasciarmi andare. Mi spinse dolcemente al muro. Sorrisi sulle sue labbra, quando sentii il contatto con la parete. Continuammo a baciarci, a tenere qual contatto a lungo. Non volevo staccarmi, no! Per nessuna ragione al mondo lo avrei fatto. Ma avevo bisogno di respirare ed anche lui e per questo unico motivo, ponemmo fine a quel magnifico bacio, senza però perdere il contatto visivo. Ero sicuramente diventata rossa, lo sentivo dalle guance che mi bruciavano, quasi avessi la febbre. Liam continuava a fissarmi. Aprii la bocca per parlare, per riuscire a dire qualcosa ma lui mi precedette.
- Mi dispiace, è stato uno sbaglio. Dimenticalo! – disse per poi aprire la porta dello stanzino e andarsene lasciandomi lì come una deficiente. Impalata a rimuginare sulle sue parole.  Rabbia, solo rabbia provavo adesso. Strinsi le mani a pugno cercando di frenare la mia voglia di urlare e piangere. È stato uno sbaglio, dimenticalo! Erano quelle le parole, che mi rimbombavano in testa. Stronzo! Gli occhi mi pizzicavano terribilmente, ma non dovevo piangere. Basta sprecare lacrime per chi non mi merita!
- Amy? Ma l‘hai trovata o no questa torcia? – chiese El sbucando alle spalle, facendomi prendere un colpo.
- Cavolo El mi hai fatto venire un infarto – dissi
- Scusa, ma la torcia? –
- Non l’ho trovata – mentii
- Strano – fece lei
- El, c’è qualcuno in casa – dissi ricordandomi di quelle due figure.
- C..come? –
- Ho visto due persone in casa – dissi risentendo i brividi percorrermi la spina dorsale.
- Amy se stai scherzando ti giuro che… -
- Non sto scherzando El, sono serissima – la bloccai. Sentimmo un rumore provenire dal soggiorno. Di nuovo il suono di qualcosa che si rompeva. Scattammo entrambe prese dallo spavento.
- Dovremmo andare a chiamare i ragazzi –
- Dobbiamo comunque passare per il soggiorno – le feci presente. Ci guardammo e poi deglutimmo a fatica.
- Va bene andiamo – disse per poi accedere la luce dell’Iphone e incominciare a farsi strada verso il soggiorno. Ci tenevamo strette l’una all’altra mentre tremavamo dalla paura. Entrammo in soggiorno e vedemmo una figura di spalle accanto alla finestra.
- C…chi è que…ello – fece El balbettando
- No..non lo so – dissi io
- Chi s…sei? – domandò Eleanor a voce più alta. La figura non si mosse.
- Se è un scherzo ti giuro che ti ammazzo. Louis se sei tu tieniti pronto a fare le valige – disse El. Io e Eleanor ci guardammo un attimo impaurite, per poi tornare a guardare all’angolo. L’ombra non c’era più, era scomparsa.
- Ma che diavolo? – ci guardammo. Poi sentimmo qualcosa alle nostre spalle. Spalancammo gli occhi e lentamente ci voltammo.
- Aaaaaaaaaaaaaaaaaah – urlammo insieme, nel momento esatto in cui la luce tornò e potemmo riconoscere, i due dementi che ridevano sguaiatamente di fronte alle nostre facce terrorizzate.
- Che succede? – disse Harry, sbucando dalle scale senza maglia del pigiama, in soli boxer mentre si guardava in torno spaesato. Accanto a lui comparve Niall con la maglia al rovescio e i capelli scompigliati.
- Chi ha urlato? – chiese Il biondo. Dalla cucina comparve Liam con la torcia in mano tutto trafelato e affannato mentre si dirigeva in soggiorno.
- Cosa è successo? Perché avete gridato? – chiese a me e ad El senza però guardarmi negli occhi. Louis e Zayn intanto continuavano a ridere, battendosi il cinque.
- Siamo stati grandi fratello ahahahahha – disse Louis.
- Io vi ammazzo – urlammo insieme io ed El, prendendo a lanciargli i cuscini in faccia e a tirargli qualche schiaffo o pugno, mentre i due cercavano di proteggersi tra le risate degli altri.
- Voi non siete normali – dissi
- Ma come vi è saltato in testa, volevate vederci morte? – domandò Eleanor
- Andiamo ragazze era solo uno scherzo –
- Solo uno scherzo? Solo uno scherzo? Ve lo facciamo vedere noi cosa significa solo uno scherzo - riprendemmo a lanciargli la roba.
- Ora miei cari, pulite tutto questo macello da soli – disse Eleanor.
- Ma… -
- Niente ma. Muovetevi! –
- Ah e scordati che questa sera io dorma con te – fece El contro Louis
- Amore dai –
- No! Niente amore dai –
- El se vuoi puoi venire a dormire da me – proposi
- Okay, buona notte –
- E se domani il soggiorno non è pulito e splendente, ve lo facciamo pulire con gli spazzolini per denti – li minacciò la castana. Ridemmo prendendoci sotto braccio e salendo le scale.
- Non saremmo state troppo crudeli? – chiesi
- Mmmmh… naaaaaaa – disse El, per poi scoppiare a ridere mentre entravamo in stanza. Subito un’idea mi balenò in testa.
- Mi è venuta una splendida idea, per fargliela pagare cara a quei due – dissi con sguardo da perfida.
- E cioè –
- Diamoli pan per focaccia. Ovvero organizziamoli uno scherzo, da fargliela fare addosso –
- Ci sto sorella – rispose battendomi il cinque.
- Però dobbiamo coinvolgere anche gli altri – disse lei
- Okay – risposi mentre mi stendevo sul letto.
- Adesso ho capito perché non avevi trovato la torcia – disse El di punto in bianco.
- Cioè? –
- C’è l’aveva Liam, non te ne sei accorta? Di sicuro l’avrà presa per andare a controllare il contatore. Quel ragazzo è d’avvero fantastico –
- Si certo come no, talmente fantastico che vorrei prenderlo a pugni – dissi stizzita
- Come mai? Sempre per la storia di Danielle? – mi domandò curiosa alzandosi sui gomiti. Sospirai tirandomi su anche io.
- In realtà non è che non l’ho trovata la torcia. Quando sono andata nello sgabuzzino ho incontrato Liam e beh lì noi… ecco noi…. ci siamo baciati – dissi chiudendo gli occhi. Ne aprii uno per sbirciare vedendo l’espressione di El. Era completamente scioccata, al bocca spalancata a formare una “O” e gli occhi fuori dalle orbite.
- V..voi due vi s..siete baciati? Mi stai dicendo che Liam Payne, quel Liam Payne ti ha baciato tradendo Danielle? – chiese stupefatta. Annuii, per poi buttarmi a peso morto sul cuscino.
- E poi? Dopo il bacio che è successo? – domandò
- È scappato, dicendomi di dimenticarlo perché è stato uno sbaglio – risposi chiudendo gli occhi
- Ahi ahi, questo non va a suo favore –
- Già –
- Cavolo non me lo sarei mai aspettata da Liam. Questo vuol dire una sola cosa – fece con un sorrisetto
- E cioè? –
- Che gli piaci Amy –
- Il caldo ha colpito anche te…. Va beh ora dormiamo – dissi girandomi.
- Tu non vuoi ammettere che lui ti piace e molto anche – fece lei
- El ti prego l’ultima cosa che voglio adesso, è innamorarmi o prendermi una stupida cotta per uno stupido ragazzo, soprattutto se è famoso! – mi voltai verso di lei.
- Ma a te piace Amy, te lo leggo negli occhi – disse
- Ma che cavolo, siete diventati improvvisamente tutti maghi? Tu me lo leggi negli occhi, Ivan me lo sente nella voce, Giorgia lo capisce da come mi comporto. Diamine! – fissai Eleanor. Lei mi guardò per poi scoppiare a ridere di gusto. La fissai come se fosse diventata matta, per poi seguirla a ruota ricevendo una cuscinata in pieno viso. Incominciammo una vera e propria lotta, fino a quando, stremate non ci fermammo senza fiato.
- Okay, forse è meglio se andiamo a dormire – dissi
- Concordo perfettamente –
- Domani mattina, dobbiamo inventarci qualcosa per fargliela pagare a quei due – feci agguerrita
- Oh puoi giurarlo sorella – ci battemmo il cinque e poi ci sdraiammo. El si addormentò dopo poco, io invece non riuscivo a prendere sonno. In testa mi risuonava sempre la stessa frase “È stato uno sbaglio, dimenticalo!”. No dico, ma mi ha presa per una scema? Per una con cui giocare? Farsi una storiella estiva, per scoprire il brivido del tradire la propria ragazza? Questa non l’avrei fatta passare liscia. Lo giuro su me stessa! Fu l’ultima cosa che pensai prima di addormentarmi e sognare quel magnifico bacio.

 
Liam
 
- Voi ci state dicendo che con uno scherzo, volete farla pagare a Louis e Zayn? – chiese Niall alle due ragazze che ci stavano di fronte. Loro annuirono convinte.
- Pft non ci riuscirete mai. Louis e Zayn non si spaventano facilmente – rispose Harry.
- Fossi in te non ne sarei sicuro Styles – disse El, sorridendo ad Amy. Amy, bacio. Amy, bacio, Danielle. Amy, bacio. Bacio. Bacio. Bacio…
- Liam? – qualcuno mi chiamò, sventolandomi una mano d’avanti agli occhi. Sobbalzai sbattendo le palpebre ritornando al presente.
- Uh, eh, cosa? Cosa c’è? – domandai
- Tu che dici, le aiutiamo? – mi chiese Niall, indicando le ragazze alle sue spalle.
- Fossi in voi, io non mi metterei mai contro a due ragazze che hanno sete di vendetta – fece Amy, mentre si guardava le unghie.
- Ma come siamo minacciose – disse Harry con tono malizioso.
- Attento Styles, sono molto arrabbiata ultimamente e posso essere molto cattiva – assottigliò gli occhi lei.
- Mmmmh mi piacciono le ragazze cattive – fece con voce roca il riccio. Dio che fastidio che mi sta dando Harry! Strinsi il pugno sulle ginocchia, fino a farmi diventare le nocche bianche. Mi da un così tale fastidio! Ma è sbagliato, perché? Perché penso queste cose su di lei? Perché ieri sera l’ho baciata? Perché non me ne sento affatto pentito, anzi lo rifarei cento volte! Perché diamine, perché?
- Okay cosa dobbiamo fare? – chiesi interrompendo la conversazione di quei due.
- Allora questo è il piano… - iniziarono a spiegarci cosa avrebbero fatto, e cosa avremmo dovuto fare noi. Gli Altri ascoltarono attentamente, mentre io mi persi a fissare Amy, non dando molto peso al discorso. I suoi occhi, erano magnetici per i miei e le sue labbra, oh quelle labbra che avevo avuto la possibilità di assaggiare. Quel bacio, quel maledettissimo bellissimo bacio, lo desideravo ancora. Ero stato tutta la notte sveglio a ripensarci e a desiderarlo ancora, ancora e ancora. Ma tutto questo era sbagliato. Io stavo con Danielle, lei era la mia ragazza, la donna che amavo. E allora perché quando penso a chi voglio al mio fianco la mattina quando mi sveglio, l’immagine di Amy si fa strada prepotentemente dentro la mia mente? È passata una dannatissima settimana da quando è arrivata. Non ci si può innamorare in così poco tempo, è una cosa impossibile. Potrebbe essere una cotta passeggera. Ma le emozioni che provo, non possono essere associate ad una stupida cotta adolescenziale. Cavolo mi sembra di essere ritornato a quattro anni fa!
- Avete capito tutto allora? – ci chiese El riportandomi alla realtà. Annuii distrattamente, consapevole del fatto che poi avrei dovuto chiedere ad Harry e Niall di ripetermi ciò che le due avevano detto.
- Bene, allora tenetevi pronti ragazzi – sorrise Amy. Una strana luce, le brillava negli occhi.
- D’accordo – risposero i due al mio fianco. Io annuii ancora. Se continuo così mi verrà il dolore al collo!
- Allora noi andiamo, Amy  vieni – disse El mettendosi la borsa in spalla e dirigendosi alla porta d’ingresso.
- Arrivo – rispose lei mentre prendeva una mela rossa e se la portava alle labbra.
- Amy, aspetta – la seguii bloccandola per un braccio. Le si girò mentre stava morsicando un pezzetto di mela.
- Cosa? – chiese un po’ fredda.
- Ecco io volevo parlarti di ieri sera – dissi nervoso grattandomi la testa. Si scansò dalla mia presa e si girò.
- Ho da fare, adesso non ho tempo. Mi dispiace ciao – disse con tono piatto dirigendosi all’entrata e chiudendosi la porta di casa alle spalle, lasciandomi lì impalato a fissare il punto in cui era sparita, come un povero deficiente. Complimenti Liam, sei riuscito a rovinare quel poco di amicizia che avevate. Davvero molto bravo! Strinsi i pugni lungo i fianchi. Stupido coglione!
- Dove sono andate le ragazza? – chiese Lou scendendo le scale, seguito da Zayn che si grattava la testa sbadigliando. Boccheggiai non sapendo che risposta dare, dato che non lo sapevo nemmeno io.
- A fare shopping – mi venne in soccorso Harry, lanciandomi un sguardo d’intesa.
- Giusto, sai come sono le ragazze no? Sono pazze per lo shopping – feci una risata isterica, grattandomi la guancia.
- Mmmh strano, Amy non è una patita dello shopping – disse Lou poco convinto della nostra scusa.
- Mah, chi le capisce le donne – disse poi facendo un’alzata di spalle, ed entrando in cucina a fare colazione.
- Vuoi far saltare il piano. Vedi che poi quelle, due ce la fanno pagare cara anche a noi – mi diede una gomitata Harry.
- Paura di due ragazze Styles? – chiese Niall sfottendolo.
- Credimi biondo, sono cresciuto con due donne e quando sono arrabbiate e complottano per vendicarsi e meglio tenerle buone e assecondarle se vuoi tenere salva la pelle – rispose il riccio
- Liam, ma tu hai una vaga idea di quello che devi fare? – domandò Harry.
- Eeehm… -
- Non dirmi, che non hai sentito nulla di ciò che hanno detto? – fece stupito Niall
- Era troppo concentrato a contemplare Amy, per interessarsi al discorso – gli rispose, al posto mio, il riccio. Diventai completamente rosso a quelle parole.
- Ma che ti salta in mente Harry? Io non contemplavo Amy, sono fidanzato se non te lo ricordi – dissi nervoso.
- Mi prendi in giro Liam? Guarda che ti ho visto come la fissavi assorto, eri proprio andato bello – fece lui
- Ti ripeto che io non la fissavo, sono solo un po’ stanco per via della notte insonne e quindi non ho prestato molta attenzione – arrancai una scusa.
- Si certo, va a prendere in giro qualcun altro. Ma ti do un consiglio amico, fa attenzione a come ti comporti. Perché se sbagli, dovrai vedertela con Louis – mi mise in guardia.
- Già con Amy è molto protettivo – confermò Niall.
- Beh io vado a farmi la doccia – disse Harry avviandosi alle scale.
- Io vado a fare colazione – fece Niall
- Ma se l’hai appena finita – dicemmo inorriditi io e Harry
- Ho fame – rispose con un’alzata di spalle il biondo. Io e Harry ci guardammo sconsolati, poi il riccio salì le scale mentre io andai i soggiorno a sedermi sul divano. Accesi la tv su un canale a caso aspettando che i ragazzi si sbrigassero, per poi poter andare agli studi. Continuavo a fissare la tv senza guardarla veramente. Dovevo chiarire la storia con Amy e soprattutto mettere un po’ di ordine al casino che avevo in testa. Una cosa era certa, Danielle non avrebbe mai dovuto scoprirlo altrimenti potevo ritenermi morto stecchito. Mi sentivo un mostro, non avevo mai nascosto niente a Danielle, ma questa volta avrei dovuto farlo. Dovevo convincermi che quel bacio era solo un sbaglio e che non si sarebbe dovuto ripetere per nessun motivo al mondo. Dovevo scordarmi Amy e vederla come una semplice amica e cugina del mio migliore amico.



Salve genteeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee........
Ecco a voi l'ottavo capitolooooooooooooooo..... Colpo di scena, fra i due.. c'è un bacio!! O.O
Che ne pensate??? Quante se lo aspettavano???? E lo scherzo di Louis e Zayn... sappiate che le nostre El e Amy gliela faranno pagare carissima muahahahahaah (risata malefica) Okay sto male e lo so ma abbiate pietà di me ho avuto una stupenda notizia xD Comunque lasciando stare la mia vita... volevo dirvi che mi sono accorta che la storia non piace a molti... per cui se non vi piace più di tanto, posso anche cancellarla... basta che me lo diciate anche se a me non mi va di eliminarla :( però se non piace che ci posso fare??? Okay ora vi lascio con qualche fotina ciaoooo.....


  
Ciaooooooooooooooo....

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Capitolo 9
*** I do not know what to do! ***


- No, no no! Liam non ci sei per niente oggi. Ma che ti prende ragazzo? – mi chiese il produttore.
- Mi scusi, è che sono un po’ stanco tutto qui – risposi.
- Va bene, facciamo una pausa – disse lui. Sospirai per poi seguire gli altri in camerino. Mi stesi sul divanetto che c’era nella stanza e chiusi gli occhi.
- Che ti prende oggi Liam? Ti vedo strano – disse Zayn
- L’ho detto prima, sono solo stanco. Questa notte non ho dormito molto –
- Sicuro che non ci sia qualcosa che ti turba? – fece uno sguardo da indagatore. Mi guardai in giro. Louis e Harry ridevano e scherzavano tra di loro, mentre Niall si mangiava uno dei suoi tanti pacchi di patatine. A qualcuno devo pur dirlo, altrimenti divento pazzo!
- Okay c’è qualcosa che non va, ma non posso dirtela  qui – bisbigliai, indicando con lo sguardo Louis.
- Cetra Amy non è vero? – domandò in un sussurro. Chiusi gli occhi e annuii, passandomi entrambe le mani sugli occhi.
- Ci avrei giurato – sorrise lui. Lo guardai torvo.
- Usciamo fuori, così mi racconti tutto –
- Va bene – risposi tirandomi su.
- Io vado a prendere una boccata d’aria – dissi agli altri.
- Aspettami, vengo con te che mi fumo una sigaretta – disse Zayn, prendendo il pacchetto dalla tasca della giacca.
- Non state fuori troppo, che tra un po’ dobbiamo rientrare – fece Harry indicandomi l’orologio, ricordandomi che fra poco avrebbe chiamato Amy. Annuimmo e poi uscimmo. Percorremmo i corridoi degli studi, per poi arrivare ad un piccolo giardinetto. Ci sedemmo su un panchina e Zayn si accese la sigaretta, mentre io mi guardavo accuratamente intorno, sperando di non trovare nessuno che potesse origliare.
- Allora… - mi diede una gomitata Zayn. Controllai ancora una volta e poi presi un respiro profondo.
- Ieri sera ho baciato Amy – dissi tutto d’un fiato, non facendogli capire niente a quant’è.
- Cosa? – chiese lui. Ecco appunto, non c’ha capito niente.
- Ieri sera io ho… -
- L’ho capito, non sono idiota – sbottò lui
- Scusa – abbassai il capo
- Eh com’ è successo, perché lo hai fatto? – domandò
- Non lo so, so solo che ci siamo trovati ad un tratto, troppo vicini e non c’ho capito più niente. Volevo solo baciarla e l’ho fatto – dissi
- Cazzo! E dopo che hai fatto? –
- Me ne sono andato lasciandola lì, dicendole che era uno sbaglio e che doveva dimenticarlo – sospirai
- Amico – mi chiamò Zayn. Mi voltai a guardarlo, lui mi mise un braccio sulla spalla e mi guardò intensamente.
- Sei un perfetto idiota – disse. Rimasi a fissarlo per svariati minuti.
- Lo so – risposi, per poi mettermi le mani nei capelli.
- Non puoi baciare una ragazza e poi dirle che è tutto uno sbaglio. Sai cosa comporta questo? – mi domandò. Negai.
- Guerra, Liam. Guerra. Se tu illudi una ragazza di piacergli e poi ti comporti come hai fatto tu, beh sei fregato amico. Farà di tutto pur di vendicarsi –
- Amy non è così –
- Credimi tutte le ragazze lo sono. Feriscile e sei morto! – disse
- Questa mattina, mi è sembrata un po’ fredda – ammisi
- Bene, allora preparati alla vendetta – fece lui. Zayn credo che quello in pericolo sia tu!
- Cosa hai intenzione di fare? – domandò
- Cercare di chiarire questa situazione, spiegandole che è stato un momento di debolezza e che non volevo illuderla di nulla, perché amo Danielle – risposi. Zayn annuì per poi sospirare.
- Liam, ma tu l’ami Danielle? –
- Ma che razza di domande fai Zayn? Certo che la amo – risposi, alzandomi dalla panchina sbraitando.
- Non mi sembri tanto convinto – disse lui. Ci furono diversi minuti di silenzio, in cui ci guardammo senza sapere cosa dire.
- Dimmi la verità, sei confuso vero? – disse. Lo fissai, per poi sospirare sconfitto. Guardai altrove e poi strinsi gli occhi, annuendo con veemenza.
- È che non riesco a capire come sia potuto succedere. Sai che non credo all’amore a prima vista e quelle robe la ma… non riesco a spiegarmi, come in una settimana mi sia ritrovato a pensare a lei costantemente, a desiderarla, a volerla accanto a me. Una settimana Zayn, una misera, stupidissima settimana. Ti rendi conto? –
- Amico, non te lo so spiegare con precisione, ma credo che tu ti sia preso più di una sbandata, per la bella cuginetta di Lou – disse alzandosi dalla panchina e venendomi incontro, poggiando un braccio sulla spalla. Sospirai spostando la sguardo da lui, al sole che stava tramontando, lasciando posto alla sera.
- Forse è meglio rientrare, altrimenti ci danno per dispersi – disse Zayn con un sorriso prima di voltarsi e dirigersi verso la porta.
- Zayn, ti prego non una parola con gli altri, soprattutto con Louis – lo implorai. Lui mi sorrise facendo l’occhiolino.
- Tranquillo, ora andiamo – mi fece il segno col capo. Ricambiai il sorriso e lo seguii. Quando rientrammo in camerino trovammo ancora lì i ragazzi, proprio come li avevamo lasciati.
- Di un po’ Niall – fece Zayn avvicinandosi al biondo, infilando una mano nel pacco di patatine che stava mangiando.
- Quanti pacchi ti sei divorato? – chiese, portandosi la manciata di patatine alla bocca.
- Tre – sputacchiò Niall.
- Ma voi che fine avevate fatto? – domandò Louis mentre scherzava con Harry.
- Mi ha tenuto compagnia, mentre mi fumavo una sigaretta – rispose Zayn alzando le spalle, mentre io sorrisi. Mi sedetti sul divano e controllai il telefono. 5 chiamate perse da parte di Danielle, e 4 messaggi sempre mandati da lei. Le avrei risposto più tardi, adesso non mi andava di sentirla. Chiusi gli occhi poggiando il capo sullo schienale del divano, quando il cellulare di Harry cominciò a suonare. Aprii un occhio e fissai Niall che aveva smesso di mangiare, mentre Harry rispondeva.
- Pronto Amy, dimmi – fece lui.
- Aspetta che glielo chiedo, Lou il telefono? – chiese Harry. Louis per tutta risposta, si sbattè una mano sulla fronte.
- Si, Amy ce lo ha spento come sempre – sospirò Harry. Però sa recitare bene!
- Cosa? – si alzò in piedi di scatto. Vidi Zayn aggrottare la fronte e Louis assumere uno sguardo spaventato. Mi veniva da ridere ma dovetti trattenermi e lo stesso per Niall.
- Che è successo, Harry che cazzo sta succedendo – sbraitava Louis, mentre il riccio gli faceva segno di rimanere zitto.
- Ma sei sola, oppure c’è Eleanor lì con te? – chiese Harry.
- È sola! Eleanor l’ho portata io all’università – sbottò nervoso Lou.
- Ho capito, sta calma, prendi qualcosa. Non so nello sgabuzzino c’è una mazza da baseball. La usiamo per questo motivo, prendila e tienila con te, fra poco arriviamo. Sta tranquilla  e non ti agitare. Qualsiasi rumore senti, chiamami immediatamente – disse Harry. Il suo comportamento mi stava dando ai nervi, cavolo dovevo calmarmi.
- Ciao a tra poco – chiuse la chiamata e si voltò verso di noi.
- Che diavolo è successo? – chiese dubito Louis.
- Ha detto che qualcuno è entrato in casa. Ha sentito dei rumori provenire dal piano di sopra. E poi in soggiorno a trovato un vaso rotto –
- Cazzo, dobbiamo tornare immediatamente – disse Lou, incominciando a togliersi gli abiti di scena. Zayn e Niall lo seguirono, mentre io e Harry, ci scambiammo un sorriso divertito.
 
Arrivammo a casa dopo all’incirca dieci minuti, Louis stava guidando come un pazzo. Era bello il modo in cui teneva ad Amy, ma onestamente in questo momento non volevo essere nei suoi panni. Scendemmo in fretta e furia dalla macchina, fingendoci preoccupati quanto Zayn e Louis. Talmente la fretta e la paura che non riusciva nemmeno a trovare la chiave del portoncino. Harry lo scostò e aprì casa e fu letteralmente investito da Lou, che entrò come un uragano.
- Amy dove sei? – aveva urlato, appena entrato.
- In salotto – rispose lei con voce tremante. La trovammo accovacciata sul divano, mentre si stringeva le ginocchia al petto, con aria terrorizzata e la mazza da baseball alla sua destra.
- Che è successo? Chi è entrato in casa? – le chiese Lou
- Non lo so, ho solo sentito dei rumori provenire dal piano superiore e ho trovato quel vaso rotto – indicò Il vaso per terra.
- E poi, ho cercato di salire le scale ma a metà rampa ho visto un’ombra, ma non mi sembrava un uomo – disse. Louis annuì per poi prendere la mazza, mentre Zayn andò in cucina a prendere il mattarello e Harry una padella.
- Però, si sente un buon odorino – ci fece notare Niall. Effettivamente si sentiva un buon odore, ma non capivo che cosa fosse.
- Stavo cucinando, quando ho sentito i rumori – spiegò Amy
- Okay, ma adesso non pensiamo al cibo – disse Louis. Sentimmo dei rumori provenire dal piano superiore e poi la luce se ne andò. Amy scattò in piedi aggrappandosi a Niall, che le stava vicino.
- Porca miseria, Zayn fa luce col telefono – disse Lou. Tutti insieme ci avviammo verso le scale.
- Harry mettiti dietro Amy, Niall tu stalle accanto e Liam tu mettiti d’avanti a lei, tenetevi pronti ragazzi – fece Louis mentre salivamo. Mi voltai verso Amy, che assieme a Niall ed Harry, stringeva le labbra per non ridere. Sorrisi anch’io per poi voltarmi verso Zayn, che mi stava d’avanti. Una volta saliti, i rumori si facevano più forti.
- Zayn illumina un attimo qui! – ordinò Louis, indicandogli il pavimento. Zayn illuminò delle orme di un piede scalzo, sporco di terra. Però l’hanno architettato bene lo scherzo!
- Che diavolo è questa roba? – disse Zayn, deglutendo nervosamente. Il rumore di qualcosa che si rompe, ci fece alzare il capo in direzione della stanza di Louis e Eleanor. Ci guardammo tutti negli occhi, per poi avvicinarci cautamente. La porta era socchiusa e si sentivano strani rumori da dentro. Lou la spinse facendo luce nella stanza ma non trovando nessuno al suo interno.
- Che cazzo… - di colpo un figura ci comparve d’avanti e tutti urlammo per lo spavento.
- Aaaaaaaaaaaaaaaaah – Lou e Zayn continuavano a gridare mentre io, Amy, Niall, Harry ed El, per poco non stramazzavamo al suolo per le risate.
- Ahahahahahahahahaahahah – ridemmo ancora più forte quando Louis e Zayn ci guardarono come impazziti, ed illuminarono il viso del finto fantasma.
- Eleanor? – chiese stranito Zayn. La ragazza annuì, mentre continuava a ridere.
- Ma che diavolo ti è saltato in mente? Volevi farmi morire d’infarto? – chiese Lou arrabbiato
- Vendettaaaaaaaaaaaa! – urlarono assieme le ragazze. Louis si voltò verso Amy. La luce tornò illuminando il corridoio e tutti potemmo vedere lo stato di El. I capelli erano arruffati, il viso cereo e sporco di terra e finto sangue, lo stesso la camicia da notte bianca che indossava e il resto del suo corpo.
- Cavolo ragazze siete state davvero brave, non ci avrei mai scommesso – disse Harry salendo le scale.
- Per cui voi tre sapevate tutto? – domandò Zayn. Noi annuimmo, riprendendo a ridere.
- Traditori – dissero all’unisono, i malcapitati. Le ragazze si sorrisero e si batterono il cinque, per poi voltarsi verso noi maschi.
- E che vi serva da lezione, a tutti e cinque – disse El
- Mai mettersi contro le donne. Vi fareste solo del male – fece Amy con sguardo maligno, per poi scoppiare in una fragorosa risata seguita da El. Poi il suo telefono prese a squillare.
- Pronto? – rispose.
- Arrivo subito, il tempo di prendere la borsa – rispose al suo interlocutore.
- Dove te ne vai cuginetta? – chiese Lou, con finto tono autoritario e arrabbiato.
- Esco con Lucas – rispose. Colpo al cuore! In effetti ora che la guardavo meglio si era cambiata da stamattina, si era truccata diversamente e aveva alcune ciocche di capelli ancora bagnate. Indossava dei pantaloncini bianchi, una maglia color carne e delle converse bianche borchiate ai piedi. È troppo bella!
- E dove ve ne andate? – domandò il cugino, mentre la seguivamo giù per le scale.
- Non so, in giro per la città – rispose con un alzata di spalle, prendendo la borsa. Si diresse verso la porta, dove trovammo d’avanti un Lucas un po’ spettinato, con un giubbotto di pelle e due caschi fra le mani. Dietro di lui una bellissima Honda nera tirata a lucido.
- Ciao – lo salutò lei dandogli un bacio sulla guancia, mentre lui la stringeva. Che nervoso! Strinsi il pugno.
- Ehi, ciao bellissima – disse lui sorridendole. Bastardo!
- Ciao ragazzi – ci salutò.
- Ehi Lucas dove la porti la mia cuginetta? – domandò Louis.
- In giro per la città – sorrise porgendo ad Amy il casco, poi lo ritirò.
- Amy forse è meglio se ti prendi una giacca, sulla moto fa freddo – le disse.
- Okay, arrivo subito – rispose rientrando in casa. Tornò poco dopo, con addosso un giubbotto di pelle marroncino chiaro.
- Bene, allora andiamo – disse Lucas. Lei sorrise e prese dalle mani di lui, il casco che le stava porgendo. Poi salirono entrambi sulla moto e lui l’accese.
- Non guidare troppo veloce, fa attenzione a lei – disse Louis
- Va bene paparino – sorrise Lucas.
- Stringiti forte Amy – le disse. Lei si aggrappò alla sua vita più forte che potette, mentre lui dava gas, salutandoci con la mano. Vaffanculo coglione! Rientrai dentro casa, salendo in camera mia. Farmi una doccia ghiacciata, forse mi avrebbe calmato. Entrai in bagno ed aprii l’acqua, per poi rientrare in camera. Avevo lasciato il telefono sul letto e quando mi avvicinai lo vidi illuminarsi.
- Pronto Danielle – risposi alla chiamata.
- Finalmente mi rispondi, si può sapere che ti è preso? – chiese lei, quasi stonandomi l’orecchio.
- Scusa, ma ho avuto da fare con il video e non ho potuto risponderti prima – inventai una mezza scusa.
- Si va beh. Allora usciamo questa sera? – domandò.
- In realtà sono molto stanco e non mi va molto – dissi mentre mi preparavo mentalmente, ad una sua scenata.
- Naturalmente, sei troppo impegnato o troppo stanco per passare un po’ di tempo con me, quand’è stata l’ultima volte che siamo stati un po’ insieme io e te eh Liam? – domandò con tono melodrammatico
- Danielle è stato ieri mattina, ricordi l’altra notte ho dormito da te e poi siamo stati insieme sino a quando non sono andato a lavorare? – dissi.
- E con questo cosa vuoi dirmi? Che sto diventando troppo oppressiva? Troppo esigente eh Liam? – iniziò a sbraitare dall’altro capo del telefono, ripetendo sempre la solita tiritera. Alzai gli occhi al cielo, mentre la sentivo lamentarsi, del fatto che non la considerassi più come una volta e cose così.
- Danielle senti veramente non c’è la faccio più, mi sta scoppiando la testa! Ti prego smettila di urlare, usciremo un’altra volta, questa sera non ce la faccio –
- Vaffanculo Liam! – disse chiudendomi il telefono in faccia. Lanciai il telefono sul letto e poi mi ci fiondai pure io sopra. Chiusi gli occhi massaggiandomi le tempie. L’immagine di Amy assieme a Lucas, si fece spazio prepotentemente nei miei pensieri.
- Basta! Devo smetterla con questa storia! – mi alzai dal letto, ed andai in bagno a farmi quella benedettissima doccia. Una volta sotto il getto dell’acqua fredda, mi rilassai. Sentii i nervi distendersi e mi sentii come sollevato. Non pensai a nient’altro, che non fosse la mia famiglia. Mi mancavano e forse sarei dovuto andare a fare un salto a Wolverhampton. Un weekend nella mia vecchia cittadina, mi avrebbe fatto solamente bene. Ho deciso! Chiamerò Paul e gli chiederò se posso allontanarmi per un weekend!
 
Mi rigirai nel letto per la millesima volta, da quando mi ci ero steso. Controllai la sveglia, segnava le 02.45. Mi alzai sbuffando e scesi giù in cucina, a prendermi un bicchiere d’acqua. Sulle scale sentii il rumore della televisione accesa. Sicuramente è Louis. Scesi gli ultimi scalini dirigendomi in salotto, confermando i miei pensieri. Louis era seduto a gambe incrociate sul divano, mentre cambiava continuamente canale.
- Ehi – lo chiamai. Lui si voltò e mi sorrise, per poi sbadigliare.
- Non è ancora rientrata vero? – domandai, sedendomi accanto a lui.
- Già e sono quasi le tre, ah ma mi sente – disse, girandosi di nuovo verso la tv.
- E tu perché non dormi? – chiese.
- Troppi pensieri per la testa – risposi facendo spallucce.
- Va tutto bene con Danielle? – chiese lasciando perdere la televisione.
- In realtà non molto. È cambiata da quando l’ho conosciuta, è diventata superficiale, egoista e vanitosa. Tutte cose che io non sopporto in una persona – spiegai, buttando la testa indietro.
- In realtà lo è sempre stata solo che, tu eri troppo accecato dal suo essere gentile e dolce, solo con te! – disse Louis.
- Davvero? –
- Non te ne sei mai accorto? – domandò stupito. Negai col capo, rimanendo sbalordito.
- Stai proprio messo male amico – scherzò lui.
- Perché non vi prendete una pausa di riflessione? – mi propose.
- Sarebbe come dire “è finita, ma non voglio ammetterlo per feriti” è una cosa stupida Lou –
- Giusto! –
- In realtà stavo pensando di staccare un po’ la spina, andare per un weekend a trovare i miei –
- Non sarebbe male  dovremmo farlo tutti –
- Già ma ho parlato con Paul e mi ha detto che potrò solo verso la fine di luglio –
- Cavolo, mi dispiace –
- Anche a me – dissi. Rimanemmo un attimo in silenzio e sentimmo un rumore di moto e poi la porta di casa aprirsi.
- Ahahahah, dai non fare lo scemo – fu Amy a parlare.
- Non sarà mica sbronza – sussurrò Louis. Alzai le spalle, non sapendo che dirgli.
- Oh se lo è, può scordarsi di uscire di nuovo con quel tipo – sussurrò ancora, per poi mettersi ad ascoltare la loro conversazione. So che è da bastardi egoisti, ma ti prego Dio fa che sia sbronza, ti supplico. La moto si era spenta per cui, deducemmo che Lucas si fosse fermato a parlare con lei.
- Beh, ti sei divertita questa sera? – domandò lui. Io e Louis ci alzammo  cautamente dal divano e ci dirigemmo all’ingresso mettendoci a spiare i due, da dietro la tenda. Erano seduti sugli scalini del porticato.
- Si molto, è stata una serata fantastica, grazie – rispose lei sorridendogli.
- Di sicuro meglio della prima – fece lui. Ma che spiritoso.
- Ahahahah, ti prego non ricordarmela, è stato un vero disastro e non ti ho ancora chiesto scusa, per via della sceneggiata nel bagno – si mise una mano d’avanti al volto lei, quasi a volersi nascondere.
- Ti confesso, che è sempre stato un mio desiderio, vedere due ragazze che si picchiano – rispose lui per sdrammatizzare.
- Ma va idiota – gli diede una spinta giocosa lei.
- È la verità, se non vuoi credermi affari tuoi – fece il finto offeso lui.
- Ahahahah che scemo – rise lei, seguita da lui.
- Beh forse è meglio che io rientri, se Lou scopre che ho fatto così tardi sono morta – disse. Vidi Louis fare una faccia da padre severo, era buffo.
- Ci tiene molto a te vero? –
- Tantissimo e non immagini quanto io tenga a lui. Per me è come un fratello maggiore. Lui e il mio migliore amico hanno riempito quel posto e senza di loro non so davvero come avrei potuto fare – spiegò lei e vidi con la coda Louis addolcirsi e far finta di asciugarsi una lacrima, ma anche assumere uno strano sguardo, quasi triste.
- È bello sapere, che hai questo rapporto con lui – sorrise Lucas.
- Già, beh si è fatto tardi. Meglio che vada – disse lei alzandosi aiutata da lui. Erano troppo vicini, fin troppo. So bene come vanno queste cose, è la tattica per poter baciare. Guardai Louis come a dirgli “ti prego fa qualcosa” ma lui era già alla porta aprendola di scatto, facendo sobbalzare i due.
- Mmmh, non credete sia ora di andare a letto? – fece Lou, con tono autoritario. Mi trattenni dal ridere, mentre osservavo le facce imbarazzate di Amy e Lucas.
- Si, beh allora ehm… buona notte Amy – la salutò lui, con un veloce bacio sulla guancia.
- Buona notte – sorrise lei mentre, lui risaliva sulla moto. Ripartì velocemente, mentre noi rimanevamo a fissare Amy.
- Siete peggio di mio padre voi due – disse stizzita rientrando in casa.
- Ti sei divertita? – domandò Louis chiudendo la porta.
- Si, ma ora vado a letto, sono stanca e domani devo andare a lavoro, ciao - salutò mentre saliva le scale.
- Beh vado a letto anche io, sono stanco morto – si avviò alle scale Lou. Lo seguii anch’io e arrivato d’avanti alla porta della stanza gli diedi la buona notte. Entrai in camera e mi buttai sul letto. Dovevo assolutamente trovare un modo per farmi perdonare da Amy, non c’è la facevo più, anche se era passata solo una settimana dal nostro incontro. Eppure la sentivo così importante. Mi buttai il cuscino in faccia. Cosa cazzo m’invento? Di parlare non è cosa, mi sbatterebbe di sicuro la porta in faccia! Pensa Liam, pensa porca miseria! Mi voltai verso il comodino, dove vidi il telefono. Ma certo! Posso usare il telefono! Presi il cellulare e lo fissai, cercando le parole adatte da scriverle, sperando con tutto me stesso che mi avrebbe risposto.


Angolo autrice

Bene ragazzi eccomi tornata, dopo non so quanto tempo con il nono capitolo? Credo... comunque, scusate se non ho aggiornato prima, ma non sono e non sto tanto bene mi dispiace per il ritardo..... Ci tengo a ringraziare tutti quelli, che leggono, recensiscono, seguono, ricordano e preferiscono questa storia... davvero grazie mille.... Spero che anche questo capitolo riceva qualche recensione :) comunque tornando alla sotria, che ne dite dello scherzo??? Ammetto che a me non convinceva molto quando l'ho scritto, ma Giorgia, la mia critica personale, ha detto che era magnifico e che non mi doveva azzardare a cambiare nemmeno una virgola..... Cosa pensate succederà fra Amy e Leeyum?? Lo scoprirete nel prossimo capitolo.... ora vado ciao a tuttiiiiiiiiii.....


 

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Capitolo 10
*** Peace ***



Amy
 
Ero appoggiata con la spalla alla testiera del letto, non riuscivo a prendere sonno. Dio quel bacio mi stava facendo diventare pazza. Cavolo Liam sei proprio un coglione! Perché i maschi sono così deficienti?
- Aaaaaaaaah – sospirai frustrata. Eppure mi è sembrato parecchio dispiaciuto oggi. Forse, si sente in colpa per come mi ha trattata? Eppure, eppure cavolo io quel bacio lo desideravo ancora. Non posso innamorarmi di lui, è solo una settimana. Non può essere possibile! E poi l’amore non esiste, è solo una parola futile al giorno d’oggi. Il telefono sul comodino s’illuminò, avvertendomi dell’arrivo di un messaggio. Chi cavolo manda messaggi alle 03.10 del mattino? Presi in  mano il cellulare e sbloccai lo schermo leggendo il nome. Non può essere. Di sicuro avrà sbagliato numero. Ma cosa? Con le mani un po’ tremanti, aprii il messaggio leggendo attentamente.
- Mi perdoni? -  questo c’era scritto. Sospirai, ero indecisa se rispondergli oppure no. E poi non potevo scrivere si, anche se con questo messaggio mi aveva fatto capire che forse, qualcosa di me gl’importava. Teniamolo un po’ sulle spine!
- Perché dovrei farlo? – scrissi ed inviai. La risposta non tardò ad arrivare.
- Perché sono un coglione e perché tu per me sei importante
- Alla prima ti do ragione, la seconda mi sembra un po’ impossibile! – risposi
- -.-“ perché mai dici che è impossibile? – scrisse. Mi venne da ridere per la faccina.
- Perché ci conosciamo da solo una settimana
- E cosa significa? Se uno si affeziona ad una persona, non è detto che debbano passare prima mesi o anni!
- Quindi ci tieni a me?
- Più di quanto tu possa immaginare! – quella risposta m’incuriosì.
- In che senso? – inviai. Questa volta passarono all’incirca dieci minuti, prima che mi potesse rispondere. Tamburellai con le dita sulla gamba nell’attesa, fissando impaziente lo schermo del cellulare. Poi finalmente il telefono vibrò e non aspettai un secondo ad aprire il messaggio.
- Nel senso che per me sei come una sorella da proteggere, ti voglio molto bene, che tu lo creda o meno!
- E le sorelle si baciano?
- No! Ti chiedo mille volte scusa Amy, quel bacio non sarebbe mai dovuto succedere
- Però è successo!
- Lo so, ed è stato uno sbaglio, io sono fidanzato ed amo Danielle, non so cosa mi sia preso mi dispiace molto! – rilessi tre volte quel messaggio. Io sono fidanzato ed amo Danielle! E certo te la ami, però non ti fai problemi ad andare in giro a baciare altre ragazze, illudendole che forse ti interessano. Aaaaaaaaaaah uomini tutti uguali!
- Ti supplico perdonami – scrisse di nuovo. Non risposi, quelle parole mi avevano fatto troppo male. Vaffanculo vivi nel rimorso coglione! Ripoggiai il telefono sul comodino, stendendomi e girandomi dall’altro lato. Lo sentii vibrare altre tre volte, ma non me ne curai. Dopo un po’, sentii qualcosa  picchiettare contro il vetro della porta finestra, mi girai e accesi la luce del comodino, vedendo Liam sul terrazzino che mi guardava triste e mi faceva segno di uscire. Rimasi un attimo interdetta, non sapendo cosa fare, ma quello sguardo da cucciolo pentito e bastonato, che stava facendo, mi fece balzare letteralmente giù dal letto. Corsi alla finestra e la spalancai.
- Dico ma ti sei impazzito. Sono le 03.30 del mattino e tu ti metti… - mi bloccai poiché mi tirò dal braccio, facendomi scontrare con il suo petto, stringendomi forte a se. La mia testa era poggiata contro il petto e sentivo il suo cuore battere forte, all’unisono con il mio.
- Mi dispiace, mi dispiace tantissimo, sono un vero e proprio coglione. Ti prego perdonami, perdonami perché non voglio rovinare il nostro rapporto e se l’ho rovinato voglio rimediare – disse mentre mi teneva stretta. Io rimasi lì immobile, senza nemmeno abbracciarlo, sentivo solo le lacrime rigarmi silenziose il volto. Lentamente mossi le braccia e mi ritrovai a stingerlo forte, mentre quelle gocce salate continuavano a solcarmi il viso. Stupida ingenua, ti sei presa una bella cotta! Come farai adesso eh? Lui è fidanzato! Ripeteva la vocina nella mia testa. Merda, sono fregata!
- Ti perdono! – dissi staccandomi da lui. Mi sorrise, ma poi si accorse delle lacrime.
- Perché piangi? – domandò preoccupato. Feci un’alzata di spalle.
- Non è niente, non preoccuparti – risposi.
- Su adesso è meglio se andiamo a dormire, entrambi dobbiamo lavorare domattina – lo spinsi verso la finestra.
- Giusto, beh allora pace? – chiese
- Pace – risposi annuendo con un sorriso.
- Allora buona notte – si chinò a darmi un bacio sulla guancia. Arrossii di botto.
- B..buona notte Liam – dissi. Si voltò per rientrare nella sua stanza.
- Ah Amy? – mi chiamò sbucando da dietro la finestra della sua stanza.
- Si? –
- Ti voglio bene – disse. Oddio, colpo al cuore!
- Anche io – risposi. Lui sorrise e poi si chiuse la porta alle spalle. Mi voltai a guardare le stelle e sospirai. Devo trovare un modo per dimenticarmi di lui. Devo assolutamente farlo adesso che sono ancora in tempo. Oh almeno spero di esserlo! Guardai ancora una volta la finestra della sua stanza e poi rientrai nella mia, con mille problemi per la testa e nessuna soluzione da attribuirvi. Sarà una lunga notte! Pensai, distendendomi sul letto, con una scarsa percentuale di riuscire a prendere sonno.
 
- Holaaaaaa bellaaaaa – urlò Giorgia, non appena la finestra della videochiamata, si fu aperta
- Ciao – salutai con un sorriso un po’ finto.
- Ehi bellissima che hai? – chiese Ivan preoccupato.
- Devo dirvi una cosa – feci.
- Sputa il rospo bella, che hai combinato? – domandò Giorgia
- Beh ecco… l’altra sera… beh vedete – non riuscivo a parlare, senza diventare rossa per l’imbarazzo e far battere il mio cuore a mille.
- Andiamo che è successo? – chiesero insieme, con un punta di curiosità. Presi un grande respiro prima di parlare.
- Okay. Io e Liam ci siamo baciati – dissi con gli occhi chiusi.
- Cooooosa? – fecero scioccati.
- Avete sentito io e Liam ci siamo baciati – ripetei
- Aaaaaaaaaaah – Giorgia iniziò ad urlare, stonando l’orecchio al povero Ivan, che le stava accanto e persino a me.
- Io lo sapevo, io lo sapevo e… e adesso state insieme vero? – domandò nel pieno della sua euforia.
- No! – dissi sconfortata
- Come no. È impossibile, assolutamente impossibile voglio dire, vi siete baciati cazzo
- Lo so, allora aspetta che ti racconto tutto… - incominciai a raccontare quello che era successo, dalla sera dello scherzo di Lou e Zayn, alla notte scorsa. Le loro facce erano un misto di stupore, rabbia, incredulità e tutto il resto.
- Quindi adesso siete dei semplici amici – disse Ivan
- Si – sospirai affranta
- E tu sei cotta di lui – fece ancora
- Si – affermai ancora.
- Ma lui è innamorato della sua ragazza
- Esatto –
- Io non ci credo – esordì Giorgia.
- A cosa? – domandammo insieme io e Ivan
- Che lui ami Danielle e che per te non prova niente – spiegò. Alzai gli occhi al cielo.
- Giò non iniziare con le tue ipotesi, io a lui non interesso è innamorato della sua ragazza e insieme sono felici – dissi
- Ma io credo che non sia così. Uno se ama la propria fidanzata, non la tradirebbe mai. E non dire che non l’ha tradita, perché anche solo un bacio può essere un tradimento. Io penso che lui provi davvero qualcosa per te e solo che ha paura dei suoi sentimenti. Anche io reagire come lui, se la settimana prima mi sento felice con il mio ragazzo e la settimana dopo, invece, nella testa ne ho un altro, che è piombato così da un giorno all’altro – disse. Qualcuno bussò alla porta.
- Avanti – dissi, voltandomi verso la porta.
- Ehi, disturbo? – domandò Liam, entrando in stanza.
- No, no vieni – sorrisi, facendogli segno di venire.
- Che facevi? – chiese vedendo il computer aperto.
- Ero in videochiamata con i miei amici –
- Ciao – li salutò. Ivan ricambiò il saluto, mentre Giorgia fece un faccia alla tipo “Te lo faccio vedere io il ciao”, per poi continuare in un serie di insulti.
- Ehm, beh io dovevo andare a prepararmi per tornare a lavoro per cui, ci sentiamo ragazzi? – dissi. Ivan capì il mio intento e rispose in fretta e in furia.
- Ah-ah poi ci sentiamo ciao bellezza – salutò dando una gomita a Giorgia.
- Ciao – fece lei imbronciata. Chiusi la videochiamata e poi spensi il computer, voltandomi in direzione di Liam, che si era seduto sul mio letto.
- Ti serviva qualcosa? – domandai
- In realtà volevo chiederti, se un giorno ti andava di fare una passeggiata insieme… magari domenica mattina? – chiese. Un appuntamento? No Amy, un’uscita da amici, lui è fidanzato!
- V-va bene – sorrisi emozionata
- Okay. Beh, allora ti lascio preparare ciao – si alzò dal letto e poi uscì dalla stanza, lasciandomi lì imbambolata a fissare la porta. Poi mi ridestai da quello stato catatonico e presi il cellulare inviando un messaggio a Giorgia, mentre correvo in bagno a farmi una doccia.
 
Per tutto il resto della settimana, non pesai ad altro che non fosse l’uscita. Oltre ad averlo detto a Giorgia e Ivan, lo dissi anche ad Eleanor che si offrì di aiutarmi a preparami.  Dire che ero oltre i tre metri sopra il cielo, era un eufemismo.  Il sabato sera io e El ci ritrovammo in camera mia, i ragazzi ancora non erano tornati dagli studi, per cui in casa eravamo sole.
- Allora, mi raccomando non devi fargli capire che ti piace – disse El
- Già cerca di essere il più naturale possibile e non sparare stronzate a raffica – mi suggerì Giorgia, da dietro al computer.
- Io non sparo stronzate a raffica – m’imbronciai.
- Oh credimi tesoro, quando sei nervosa si – ribattette Giò, facendo scoppiare a ridere El.
- Va bene, forse un pochino. Comunque riuscirò a mantenere il controllo – dissi decisa.
- Mmmmh perché, non lo stuzzichi un po’? – fece Giorgia.
- Già ha ragione – le diede manforte El.
- In che senso scusate? –
- Oh signore Amy, stuzzicarlo nel senso prova a farlo ingelosire – disse Giò
- Si, che so fai apprezzamenti su qualche ragazzo carino, oppure parlagli di Lucas di come ti trovi bene con lui, del fatto che forze tra di voi potrebbe nascere qualcosa –
- Brava Eleanor, tu si che mi capisci subito – le sorrise Giorgia.
- Ma voi siete pazze, non ho alcuna intenzione di fare tutto questo! –
- Ma cavolo Amy, devi venirne a capo del perché ti ha baciata o no? – chiese Giorgia
- Ragazze è stato solo un momento di debolezza per entrambi, è una storia chiusa –
- Aridaje co sto’ momento di debolezza – bofonchiò in italiano Giorgia.
- Che ha detto? – chiese El
- Niente lascia stare –
- Okay, comunque io penso che Giorgia ha ragione, se uno ama veramente non tradirebbe mai – disse El
- Vedi, come siamo sulla stessa lunghezza d’onda noi due? – fece Giorgia.
- Uff… voi dite, che dovrei provare a vedere quanto ci tiene a me? – chiesi titubante.
- Se si comporta in maniera strana, appena tu cominci a parlare di Lucas e ti chiede di cambiare discorso, allora è cotto – spiegò El
- E poi? – domandai
- E poi cerchi di fare in modo, che lui faccia la prima mossa – disse Giorgia.
- Cioè? – le guardai confusa. Loro si scambiarono un’occhiata e si annuirono prima di rivolgersi a me.
- Seducilo! –
- Voi siete completamente uscite di senno… - presi a sbraitare, ma venni interrotta da bussare alla porta.
- Avanti – dicemmo tutte e tre insieme
- Ragazze siamo tornati e sono arrivate le pizze – la testa di Lou fece capolino dalla porta e sfoderò uno dei suoi migliori sorrisi.
- Amore – disse El alzandosi dal letto e andandogli incontro, lasciandogli un bacio a fior di labbra.
- Scendiamo, altrimenti Niall non ci farà trovare niente – disse Louis
- Okay spengo il computer e vengo – feci io
- Ti raggiungo subito, il tempo di salutare Giorgia – disse El ritornando sul mio letto.
- Okay vi aspettiamo giù – fece Louis, richiudendosi la porta alle spalle.
- Beh Giò, noi dobbiamo andare a mangiare, sono arrivati i ragazzi –
- Okay, Amy ricordati ciò che ti abbiamo detto – disse Giorgia
- Se va beh –
- Amy devi farlo, Eleanor conto su di te – si rivolse alla castana accanto a me.
- Sta tranquilla la terrò d’occhio, ora dobbiamo andare, ciao Giò – la salutò
- Ciao
- Ciao pazza – salutai io per poi chiudere la chat e seguire El giù in cucina dagli altri.

Angolo autrice...

Giorno genteeeeeeeeeeeeeeeee... comment allez-vous?? A me male... infatti non so perchè scrivo in francese visto che lo odio.... comunque dopo non so quanti giorni ho aggiornato, dovete scusarmi per il ritardo, ma sono completamente impegnata con la scuola... un vero strazio non vedo l'ora che arrivino già le vacanze di Natale... ma lasciamo stare... che ne dite del capitolo??? Volevo dirvi che se riuscite a farlo arrivare entro questa sera almeno a 4 recensioni, potrei anche postare l'altro cap... spetta solo a voi..... beh io ora vi lascio visto che per domani non so per quale grazia non ho niente da studiare... mi vado a vedere Grey's anatomy byeeeeeeeeeeeeee..


 

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Capitolo 11
*** Can I come into your heart? ***


Liam
 
La mattina avevo messo la sveglia alle 08.30 e appena suonò, scattai in piedi correndo in bagno a farmi una doccia. Per tutta la settimana, non avevo fatto altro che aspettare con impazienza ed eccitazione questo giorno. Non vedevo l’ora di uscire con Amy. Mi ero fatto mille piani per la testa e uno di questo era provare a vedere, se le interessavo veramente. Dopo essermi lavato, uscii dal bagno andando in camera, indossai un paio di jeans a vita bassa, una maglia bianca e dopo aver infilato le scarpe andai in camera di Amy, per svegliarla. Entrai cauto, nella stanza entrava la luce grazie alla porta finestra. Lei era stesa sul letto, mentre dormiva tranquillamente. Aveva un’espressione tenera, tanto che mi stava passando la voglia di chiamarla per uscire e rimanere qui a contemplarla. Drin drin, campanello dall’allarme. Idiota ricordati di Danielle! Mi risvegliai dallo stato di trance e la scossi dolcemente.
- Amy, ehi su sveglia piccola – la chiamai. La sentii mugolare qualcosa di indefinito, prima di stropicciarsi gli occhi e aprirli definitivamente.
- Liam ma che ci fai qui? – chiese, con la voce ancora impastata dal sonno.
- Sono venuto a chiamarti. Ricordi oggi usciamo insieme, dai preparati che ti aspetto di sotto – dissi
- Giusto l’uscita – si sbattè una mano sulla fronte, facendomi sorridere.
- Ti aspetto giù in cucina – dissi, prima di uscire dalla stanza, ed andare di sotto. Mi sedetti al tavolo e accesi la tv. In quel momento un programma di gossip, stava parlando proprio di noi, così alzai il volume per sentire meglio.
- Anche la coppia Liam-Danielle, sembra funzionare bene. I due sono affiatatissimi e sembra che il problema “fan” abbia abbandonato completamente la mente della giovane ballerina, che sorride serenamente assieme al suo partner – disse la giornalista. Sospira cambiando canale, non avevo intenzione di rovinarmi la giornata pensando a Danielle, che quando scoprirà di questa uscita darà di matto. È una semplice uscita da amici Liam, non agitarti!
- Eccomi – disse Amy entrando in cucina, mentre finiva si sistemarsi capelli. Indossava una maglia grigia con le maniche a pipistrello e una cintura nera poco sotto il seno. Dei leggins neri e ai piedi delle vans grigie.
- H-ho qualcosa che non va? – chiese d’un tratto
- No, sei stupenda – dissi senza accorgermene. Entrambi diventammo rossi per l’imbarazzo.
- Beh andiamo? – domandai
- Ma non facciamo colazione? – chiese lei
- La facciamo fuori – le sorrisi.
- Allora andiamo – disse ricambiando il sorriso. Lasciai un biglietto a Louis e agli altri dove gli dicevo, che molto probabilmente non saremo tornati per pranzo, dopo di che raggiunsi Amy fuori in giardino e prendemmo l’auto. Dopo una diecina di minuti, parcheggiai poco distante dall’entrata dello Starbucks. Scendemmo dall’auto, ed entrammo nel locale. Sperai con tutto me stesso, che non ci fossero fan urlanti pronte a saltarmi addosso. Non perché temevo di essere scoperto con Amy, più che altro non volevo che la giornata si rovinasse. Per fortuna in giro non c’erano ancora ragazze, ma solo uomini e donne adulti che facevano colazione, prima di andare a lavoro. Ci sedemmo ad un tavolino e attendemmo, che qualcuno venisse a prendere i nostri ordini.
- Sai già cosa prendere? – le chiesi, per spezzare il silenzio che c’era tra di noi, da quando eravamo usciti di casa.
- In realtà no, tu cosa mi consigli? – domandò con un sorriso.
- Direi, beh il frappuccino al cioccolato è ottimo e anche le ciambelline e le varie torte. In realtà qui è tutto buono – risposi ridendo. Okay sono decisamente nervoso!
- Mmh allora prenderò il frappuccino al cioccolato e due ciambelline fritte – disse lei.
- Okay – annuii. Cerca di stare calmo, cerca di stare calmo! Mi ripetevo nella testa.
- Salve cosa posso portarvi? – chiese una cameriera avvicinandosi al tavolo.
- Due frappuccini al cioccolato, due ciambelline fritte e una crostata alla marmellata di ciliegie – ordinai.
- Arrivano subito – la ragazza ci sorrise cordialmente e poi andò in cucina a portare le ordinazioni.
- Allora, mmh, beh come… come va con Lucas? – domandai. Merda! Mi sono messo nei casini da solo!
- Mmh, abbastanza bene, siamo ottimi amici – rispose lei con un sorriso
- Amici – sorrisi vittorioso.
- Anche, se… beh si lui mi piace – disse lei chinando un po’ il capo.
- Ti piace e quanto? – chiesi, con un tono leggermente allarmato. Calmo Liam, non farle capire che ti interessa, mantieniti cauto! Con questa uscita, devi capire se hai speranze con lei oppure no!
- Beh abbastanza, ma credo di non piacergli. Voglio dire, lui è bello, affascinante, divertente, simpatico e io non so se fidarmi di tutto questo! –
- Come mai? – domandai, scavandomi ancora di più la fossa.
- Diciamo che ho avuto una bella batosta in amore e sono molto restia ad innamorarmi di nuovo, anche se sento il cuore che mi batte a mille, le farfalle nello stomaco e quel senso di beatitudine, faccio finta di non notare queste emozioni. Le accantono in un angolino, dentro di me. – spiegò. Le ordinazioni arrivarono e dopo aver ringraziato la cameriera, iniziammo a mangiare, continuando il discorso.
- Sbagli, non bisogna mai ignorare l’amore. Voglio dire che ne sai tu se le emozioni che provi per lui, non siano un segnale che forse sia quello giusto? – dissi bevendo un sorso di frappuccino. Vai Liam continua così, spingila a mettersi con quel biondino! Sei un vero idiota!
- Liam ti sembrerà che stia parlando come una di quarant’anni, ma credimi che ho smesso di credere nell’amore nel momento in cui, ho scoperto che il mio ragazzo mi tradiva con mia cugina. Mia cugina ti rendi conto? Lei per me era come una sorella e lui lo amavo tantissimo, è stato un duro colpo. Forse avrei reagito diversamente se mi avesse tradita con un’altra che non conoscevo, si ci sarei stata male, ma non mi sarei sentita tradita, anche da colei che consideravo mia sorella! –
- Deve essere stato un duro colpo – dissi. Coglione te lo ha appena detto!
- Non immagini nemmeno quanto e la cosa peggiore, è che adesso loro due aspettano un bambino. Un bambino. Quando l’ho saputo ho sentito il mondo crollarmi addosso, per la seconda volta. Dopo che il bambino sarà nato si sposeranno e indovina un po’, sarò di sicuro invitata al matrimonio – finse di essere allegra.
- Mi dispiace molto – abbassai un attimo lo sguardo.
- Per questo motivo ho smesso di fidarmi degli uomini e catalizzarli tutti come degli stronzi! Forse sbaglio perché non si deve fare di tutta l’erba un fascio, ma prova a metterti nei miei panni. Ho 19 anni e l’unica cosa che voglio fare, è divertirmi. Con questo non intendo dire, che me ne faccio uno a notte, comportandomi come una poco di buono. Intendo solo dire che per il momento, non ho intenzione di avere relazioni serie e che durino a lungo. Mi sto sentendo con Lucas adesso? Bene vediamo come vanno le cose, se ci metteremo insieme, allora proverò a rivedere le mie priorità sulla faccenda amore! – concluse prendendo un sorso dal suo frappuccino, per poi morsicare una ciambella. Quindi non vuole impegnarsi, Perché fa male? Alzò lo sguardo verso di me, per poi scoppiare a ridere.
- Che c’è? – domandai
- Hai del cioccolato sulla punta del naso – mi rispose ridendo ancora. Risi anch’io, pulendomi con il fazzoletto.
- Mi dispiace di averti annoiato, con la mia concezione dell’amore – disse poi, tornando seria.
- Non ti preoccupare, è bello conoscere i vari punti di vista di una persona. In questo modo provi a comprenderla meglio e a capire i suoi pensieri. Tutta via, anche se non sono propriamente d’accordo con te, ognuno ha il suo modo di vedere le cose – sorrisi
- D’accordo, ora però potremmo cambiare argomento sai com’è, non voglio perdermi nei brutti ricordi – disse, morsicando un altro pezzo di ciambellina.
- Giusto non deprimiamoci – dissi, per poi bere un sorso di frappuccino. Una volta finito di fare colazione uscimmo fuori dal locale, discutendo un po’.
- Ma non è giusto dai, almeno potevi farmi pagare quello che avevo preso io – protestò ancora lei.
- Ascolta mi ha fatto piacere va bene, la prossima volta pagherai tu – le  dissi.
- Va bene – rispose lei. Sembrava un bambina piccola e mi faceva venire da ridere.
- Adesso che facciamo? – domandò
- Cosa ti va di fare? – le chiesi.
- Non so – alzò le spalle.
- Dai andiamoci a fare un giro – la incitai.
- Ti farò vedere molte cose belle – sorrisi. Lei ricambiò sfoderando un sorriso magnifico. Iniziammo a percorrere le vie della città ridendo e scherzando e finalmente, incominciando a conoscerci meglio.
- Qual è il tuo colore preferito? – le domandai.
- In realtà non è uno solo, i miei colori preferiti sono le diverse sfumature del blu, del viola e del nero – rispose
- E odi qualche colore in particolare? –
- Il rosa shocking, lo detesto con tutto il cuore – rispose, facendomi scoppiare a ridere.
- E il tuo colore preferito? – mi chiese
- Il viola – le sorrisi
- Abbiamo una cosa in comune – rise.
- Film preferito? – le domandai
- Mmmh qui ci devo pensare su…. In realtà ne ho molti, ma credo che sia Io e Marley. Si è proprio quello – sorrise soddisfatta della sua risposta.
- E il tuo? – mi domandò
- Non ridere…. è Toy story – risposi. Lei rise un po’ e io feci finta di mettere il broncio.
- È una cosa… tenera – disse facendomi tornare il sorriso sul viso.
- Mmmh vediamo un po’….. di cosa hai paura? – chiesi
- Del buio – rispose
- Mi terrorizza rimanere al buio, anche se sono in compagnia di qualcuno – continuò
- Beh meglio della mia paura è – dissi
- Cioè? Cosa ti terrorizza? – fece curiosa.
- Oh beh sono sicuro che crederai ti stia prendendo in giro, ma ho paura dei cucchiai – risposi. Fece un faccia strana.
- Sono strano lo so, ma quando vado nei ristoranti non riesco ad usare i cucchiai, perché non so cosa hanno fatto prima, per cui ho paura – spiegai
- Ma anche le altre posate…. – disse lei
- Si lo so, ma sono fatto così – dissi. Lei mi sorrise e continuò a camminare.
- Cibo preferito? – ricominciai a bombardarla di domande, ma volevo sapere tutto di lei.
- Anche qui ho una vasta scelta, che va dalle lasagne alla pizza – sorrise
- Se dovessi scegliere, tra un’insalata e un cheeseburger quale mangeresti? – domandai
- Ovvio, il cheeseburger – rispose.
- Guarderesti mai la partita di calcio col tuo ragazzo? –
- Certo che si, mi piace il calcio – disse. È ufficiale, l’adoro!
- Fiore preferito? –
- Giglio – sorrise.
- Mmmh cos’altro posso chiederti? -  domandai più a me stesso, che a lei.
- Oh mio Dio – fece lei
- Cosa c’è? – chiesi preoccupato.
- Ma è bellissimo – sbottò sorpassandomi. Ti prego fa che non sia un vestito o un paio di scarpe all’ultima moda! Quando mi voltai la trovai con il viso incollato al vetro del negozio di animali, mentre guardava un piccolo cucciolo di cane.
- Ma è un amore – fece voltandosi verso di me.
- Hai ragione è bellissimo –
- Ti prego possiamo entrare? – chiese con fare da bambina piccola. Annuii sorridendole e subito corse dentro il negozio, andando ad accarezzare il cucciolo. La seguii poco dopo, trovandola intenta a giocare con il piccolo cagnolino. Anche a Danielle piacevano gli animali. Per mia fortuna! Forse questa è l’unica cosa che hanno in comune. Mi chinai anche io ad accarezzare la testa del cucciolo.
- Lo sai che sei stupendo eh? Sei un cagnolino stupendo – disse lei prendendolo in braccio, mentre il cucciolo le laccava la mano.
- Sono felice che le piaccia signorina, ma purtroppo non è in vendita – un uomo anziano si avvicinò a noi. Aveva un folta barba bianca e sorrideva felice mentre accarezzava la testa del suo cane.
- Oh, capito – fece un po’ triste lei.
- Mi dispiace molto, ma questo cucciolotto lo devo regalare a mia figlia per il suo compleanno. Ma se vuole ci sono molti altri tipi di razze – fece l’uomo. Un momento ha detto compleanno?
- Oh ma noi non siamo entrati per comprare un’animale, in realtà io ho visto dalla vetrina questo cucciolotto e non ho resistito alla voglia di accarezzarlo! – spiegò lei
- Ho capito – fece l’uomo.
- Beh allora andiamo? – chiese lei a me. Annuii e lei posò il cucciolo fra le braccia del padrone e insieme uscimmo fuori dal negozietto.
- E così, ho scoperto che ti piacciono gli animali –
- Io gli adoro – fece lei. Ridemmo insieme, ma poi ci bloccammo quando sentii urlare il mio nome da diverse persone. Ci voltammo e trovammo una decina di fan che mi corsero incontro. Incominciarono a farmi mille domande sulla band, sul nuovo singolo, urlavano diverse cose e riuscii a sentire un “chi è quella?” rivolto a Amy. Mi affrettai a spiegare.
- Ragazze vi presento Amy, la cugina di Louis e mia amica – spiegai. Le ragazze parvero tranquillizzarsi ma non del tutto. Poi iniziarono ad aumentare e iniziava a mancare l’aria.
- Al mio tre scappiamo – sussurrai ad Amy che annuì.
- Uno – le presi la mano.
- Tre! – iniziai a correre e me la trascinai dietro venendo inseguiti dalle fan. Incominciammo a correre a più non posso e a ridere come pazzi. Ad un certo punto guardai indietro e le fan erano abbastanza distanti così svoltai l’angolo e subito mi nascosi in un vicolo alla mia sinistra. Spinsi Amy contro al muro e mi misi d’avanti a lei, avvicinandomi molto stringendola a me in un abbraccio. Mi alzai il cappuccio della felpa che mi ero portato a presso, in caso ci fossi imbattuti in qualche fan.
- Sta ferma e non muoverti, fa finta di abbracciarmi così non ci noteranno – le sussurrai all’orecchio. Lei strinse le braccia attorno alla mia vita e sentivo il suo petto, come il mio, alzarsi e abbassarsi con affanno per via della corsa. Sentimmo delle urla sorpassare il vicoletto e farsi sempre più lontane. Quando fui certo che le fan se ne erano andate, mi staccai di poco da Amy. Come l’altra volta ci ritrovammo con i visi particolarmente vicini e la voglia di baciarla si faceva sempre più grande. Chiusi gli occhi sentendo il suo respiro, che man mano si faceva più regolare, sbattere contro il mio viso.
- Dovremmo allontanarci – disse lei in un sussurro.
- Già dovremmo – risposi, ma non ero del tutto convinto di volerlo fare. Un rumore forte proveniente dalla fine del vicolo ci fece sobbalzare e allontanare, ci voltammo per scoprire la causa del motivo e notammo che fosse stato un piccolo gattino a fare rumore. Lo fissammo per poi tornare a guardarci  negli occhi.
- Mmmh andiamo? – dissi, schiarendomi la voce.
- S-si – balbettò imbarazzata lei. Uscimmo dal vicolo ma evitai di togliermi il cappuccio della felpa da sopra il viso, sino a quando non fummo lontani dal vicolo. Passammo la maggior parte del tempo in silenzio e la cosa mi stava iniziando a dare sui nervi, perché avevo l’impressione di aver rovinato l’uscita. Mi schiarii la voce cercando di dire qualcosa.
- Tutto bene? – le domandai. Mi voltai a guardarla e la vidi annuire col capo. Cosa diavolo faccio adesso?!? Sei un vero  COGLIONE Liam!!! Improvvisamente sentimmo la suoneria di un telefono e la vidi affrettarsi a cercarlo nella borsa. Una volta recuperato il telefono, sorrise nel leggere il mittente della chiamata.
- Ehi ciao – rispose. Chissà chi era adesso. Mi stavo mangiando la testa, perché pensavo potesse essere Lucas, ma fortunatamente sentii le urla, di quella che doveva essere la sua amica Giorgia mi pare si chiamasse. Un po’ svitata ma senza offesa. Infatti in quel momento l’amavo, se fosse stato Lucas lo avrei ammazzato perché quella era la nostra uscita. Non riuscivo a capire niente di quello che si stessero dicendo, perché stavano parlando in italiano. Poi d’un tratto Amy si scostò il telefono dall’orecchio e si girò verso di me con una faccia tra il divertito e lo scocciato.
- Liam, puoi dirmi dove si trova il negozio di Tiffany? – mi chiese. La guardai stranito.
- In che senso? – le domandai. Lei mi guardò e poi fissò il suo telefono.
- Senti, ti passo Giorgia e ci parli tu con lei -  disse porgendomi il telefono.
- Va bene – lo presi in mano e lo portai all’orecchio sinistro.
- Pronto? –
- Ciao cognatino – disse. Non capii niente.
- Come scusa? Non capisco se parli in italiano – risposi.
- Si giusto, hai ragione – si scusò
- Allora volevo sapere dove si trova il negozio di Tiffany e anche quello dove ci sono i modelli in bichini – spiegò
- E perché mai? – domandai
- Amy deve fare delle foto per me e in più è un modo per farle vedere bei ragazzi. Senza offesa eh – fece lei. Questa è tutta pazza!
- Ehm… oookay ti passo Amy – le dissi salutandola. Porsi il telefono a Amy, che mi guardò preoccupata a giudicare dalla mia faccia sconvolta.
- Giò ma che gli hai detto, ha una faccia!!! - fece Amy. Poi sospirò e alzò il capo nella mia direzione chiudendo la chiamata.
-Ehm Liam cosa ti ha detto?- mi domandò. Deglutii prima di rispondere.
- Devo proprio dirtelo!- feci con fare nervoso.
- Si, vorrei capire perché hai quella faccia.- disse
-Mi ha chiesto di portarti al negozi di Tiffany e a un negozi dove ci sono fuori dei tizi in costume, che non ho idea di dove si trovi – La vidi sospirare e alzare gli occhi al cielo, prima di scoppiare a ridere ed io insieme a lei. Ringraziai mentalmente Giorgia non so ancora bene per quale motivo, ma sentivo che dovevo farlo.
- Ci conviene andare altrimenti, mi assillerà per tutto il tempo, se non lo faccio – disse calmando la sua risata.
- Beh potrebbe andarci quando ci viene – borbottai.
- Come scusa? – mi guardò con gli occhi spalancati. Liam non sei un coglione, di più!
- No pensavo, metti che lei venga qui a Londra potrebbe anche andarseli a vedere lei – cercai di aggiustare il danno.
- Mmh va beh andiamo –fece poco convinta, iniziando a camminare.
- Idiota, idiota, idiota – sussurrai sbattendomi la mano in fronte.
- Liam? Ti senti bene? – mi chiese Amy, guardandomi come se fossi uscito pazzo.
- Si, si benissimo solo che mi sono ricordato una cosa importantissima che dovevo fare - inventai sul momento.
- Un momento – fece lei
- Cosa? –
- Oggi è domenica –
- Giusto e quindi? – domandai non capendo dove voleva arrivare.
- I negozi non sono chiusi qui? – domandò
- Ehm no, chiudono a mezzo giorno … quindi andiamo - dissi prendendo a camminare. Mentre camminavamo mi venne la strana voglia di prenderla per mano, infatti la sfiorai più di qualche volta senza mai prenderla davvero. Arrivammo da Tiffany e Amy prese a fare tantissime foto per Giorgia.
- Vuoi entrare ?- chiesi. Negò col capo, poi sospirò osservando il telefono.
- Cosa c’è? – domandai
- Giorgia vuole le foto dei modelli -
- Non ho idea di dove sia, mi spiace.- feci scrollando le spalle.
- Ok allora continuiamo la nostra passeggiata - mi disse. Credo che un enorme sorriso, si sia formato sulla mia faccia perché lei prese a ridere. Ignorai la sua risata anche se era troppo bella.
- Io ho voglia di un gelato - dissi
- Io di un ENORME gelato, però questa volta pago io - disse
- Puoi scordartelo oggi pago tutto io -
- Non se ne parla nemmeno, non rompere Mr macho, ma ho paura dei cucchiai -
- Come mi hai chiamato scusa?-
- Mr macho ma ho paura dei cucchiai, perché non ci senti? -
- Oh oh oh… cara Tomlinson inizia a correre … -
Iniziammo a correre nel parco e a nasconderci dietro molti cespugli, sembravamo due bambini di 5 anni. Inoltre sembrava che quello che stesse per succedere nel vicolo, fosse stato dimenticato da entrambi.
Ad un certo punto lei era così intenta ad osservare una bambina a giocare con il suo cagnolino, che ne approfittai e le piombai da dietro facendola sobbalzare. Cacciò un urlo che mi spaccò quasi un timpano. Senza volerlo le caddi a dosso e… oddio mi sembrava di rivivere la scena dello sgabuzzino… Dio Liam resisti… resisti… resisti. Ma che resisti oddio sto scoppiando dentro. Amy mi spinse via e l’aiutai ad alzarsi e decidemmo di prendere questo benedetto gelato . Restammo un altro po’ di tempo a parlare e poi decidemmo di ritornare a casa. Appena varcammo la soglia stavamo ridendo a crepapelle e involontariamente abbracciai Amy,  inaspettatamente ci trovammo le teste di quei quattro rimbecilliti che ci guardavano sottecchi e Louis che mi mandava sguardi di fuoco. Senza farci caso iniziammo a preparare il pranzo. Dopo aver pranzato e messo tutto a posto decisi di andare a fare un risposino ne avevo davvero bisogno, visto che quelli sfaticati avevano deciso di starsene con le mani nelle mani sul divano. 


Angolo autrice....

Buona sera... come state? Io sto male, ho l'influenza e la febbre... e visto che non avevo niente da fare ho modificato il banner della storia e pubblicato il capitolo... che ne dite?? Come vedete nel banner ho aggiunto un bambino... si scoprirà più avanti chi è per ora vi dico solo il nome, ovvero Charlie e che avrà un ruolo molto importante nella vita dei ragazzi soprattutto di Amy e Liam. :) Beh io vi saluto perchè sto veramente male, spero lasciate qualche recensione alla storia :) Buona notte :*

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Capitolo 12
*** Despair ***



Amy
 
Erano ormai passate tre settimane dal mio arrivo a Londra e mi ero ambientata piuttosto bene, ero riuscita a memorizzare alcune strade della città e con i ragazzi mi trovavo bene, anche se mi mancava la mia famiglia e i miei amici. Con Liam le cose andavano abbastanza bene, era diventato il mio migliore amico, in un certo senso. Avevo deciso di seppellire quello che provavo per lui e concentrarmi esclusivamente sul mio rapporto con Lucas. Oramai avevo capito che a Liam non interessavo, per cui avevo lasciato perdere quello che mi dicevano le ragazze. Di Lucas non mi potevo lamentare, era un bravo ragazzo e anche molto bello. Ero certa di provare qualcosa per lui, mi piaceva e molto anche, la nostra non era ancora una relazione vera e propria, in realtà non c’era stato ancora un bacio, ma per me andava bene così, volevo fare le cose con calma e prima di mettermi con lui volevo conoscerlo meglio. Non volevo ricapitare come con Marco, dopo una settimana di conoscenza già stavamo assieme, ed eravamo arrivati al punto di essere già andati a letto insieme. Di una cosa ero certa, di sicuro Lucas non sarebbe stato l’amore della mia vita. Lo sentivo dentro, che lui non era esattamente quello che volevo realmente. Colui che in realtà m’interessava sul serio, era impegnato e molto innamorato della sua ragazza. Mi voltai a guardare Liam, che rideva e scherzava con i ragazzi giocando a calcio, mentre io e El eravamo sedute sull’erba a vederli giocare.
- Non riesco a capire il perché del tuo comportamento – fece El interrompendo il silenzio tra di noi.
- Quale comportamento? – domandai non capendo.
- Andiamo Amy, non fare la finta tonta. Sai perfettamente di che comportamento sto parlando – disse lei, voltandosi completamente verso di me.
- El, ti ho detto come la penso, non voglio riprendere questo discorso – feci scocciata, continuando a guardare i ragazzi giocare.
- Amy guardami! – ordinò lei. Mi voltai scocciata a guardarla.
- Si vede lontano un miglio che vi piacete o forse qualcosa di più, dovete darvi una mossa – disse
- El forse ti darò ragione sul fatto che mi piace o forse qualcosa di più, ma per lui non sono più di un’amica –
- Cavolo Amy ma perché non ti accorgi del modo in cui si comporta con te? Lo abbiamo notato tutti, persino Louis. Tutte quelle uscite insieme da soli, al parco, a cena, al luna park, i regali e le attenzioni che ti dedica –
- Sono uscite da amici –
- No! Non è vero, un amico non si comporta così come fa lui – obbiettò
- Anche Ivan si comporta così con me – dissi
- Non ci credo, ne adesso ne mai – fece lei.
- El ascoltami, è una relazione a senso unico, lui ama Danielle. Chiudiamo il discorso ti prego – la implorai
- Ma… - la bloccai poiché il telefono prese a suonarmi.
- Scusa è mia madre – dissi alzandomi e rispondendo alla chiamata.
- Ciao mamma – salutai
- Tesoro, ciao, tutto bene? – domandò
- Si si, voi tutto bene? –
- Tiriamo avanti, come sempre – rise
- Beh che mi racconti di bello? – domandai.
- Oggi è arrivata posta – iniziò
- Di che tipo? –
- È arrivata la partecipazione di nozze di tua cugina Ornella – disse
- Che faccia tosta – mi lasciai scappare
- Tesoro il matrimonio è il 25 Luglio, puoi scendere il 20 tu? – mi domandò
- Cosa? Non mi starai mica chiedendo di venire al matrimonio vero? –
- Beh si
- Mamma se è uno scherzo, non è divertente – dissi
- Tesoro dobbiamo farlo, è pur sempre tua cugina
- Ah certo adesso è mia cugina, quando ha fatto la troia con il mio ragazzo non lo era mamma? – dissi
- Modera i termini signorina, so che non vuoi farlo ma è un obbligo nei confronti di tuo padre
- Non me ne frega niente e lo sai bene, quella parte della famiglia ci ha sempre trattati male e con disprezzo, credevo che l’unica che si salvasse fosse Ornella, ma a quanto pare mi sono dovuta ricredere –
- Tesoro non farmi litigare con tuo padre, sai quanto ci tiene
- Ma come potete chiedermi una cosa del genere, sai come mi potrei sentire io? –
- Amy… -
- Amy niente mamma, io non verrò a quel dannatissimo matrimonio fattene una ragione! – le chiusi il telefono in faccia. Mi voltai notando che i ragazzi si erano andati a sedere vicino ad El e ridevano e scherzavano tranquillamente. Mi era montata una tale rabbia dentro. Come poteva mia madre chiedermi una cosa del genere? Non lo avrei mai fatto, nemmeno se me lo avessero chiesto in ginocchio. Tornai dai ragazzi e mi sedetti strappando un ciuffo d’erba dal terreno, con rabbia.
- Ehi va tutto bene? – mi chiese Louis
- No! – risposi furiosa. Ho voglia di prendere a pugni qualcuno!
- Chi era al telefono? – domandò Lou, mentre gli altri mi guardavano incuriositi.
- Mia madre – sputai nervosa.
- Cosa ti ha detto per farti infuriare così tanto? – fece Harry.
- Niente lasciate perdere, ho bisogno di stare da sola scusate – mi alzai, recuperai la mia borsa e mi diressi non so dove, sapevo solo che volevo sfogarmi. Camminai nervosamente fino ad arrivare a casa, aprii la porta e la sbattei un volta entrata. Corsi in camera mia e sbattei anche quella porta, buttai la borsa a casaccio facendo cadere alcuni libri dalla scrivania. Presi il cellulare ed inviai un messaggio a Giorgia e Ivan. Accesi il computer e aspettai che i ragazzi si collegassero su skype, per far partire la video chiamata.
- Che succede Amy? – domandò preoccupata Giorgia.
- Indovina un po’, che tipo di posta è arrivata a casa dei miei stamattina? – dissi
- Aspetta ti è arrivata già? – domandò Ivan
- Non dirmi che l’ha invitata anche a voi? – feci stupita. Loro annuirono con fare scocciato.
- Quella grandissima stronza –
- Io fossi in te ci andrei, però mi porterei un ragazzo come accompagnatore – propose Giorgia.
- Ma va. Col cavolo che ci vado, mi devo far prendere in giro secondo te? – domandai con stizza.
- Amo se non ci vai, fai pensare che ancora ci stai sotto a quel coglione – disse Ivan.
- Ma chi se lo caca più quello, io ormai ho altro per la testa. A me da fastidio il gesto che ha fatto, che dopo tutto quello che è successo se ne esce che m’invita al matrimonio. Ci manca solo che mi chiede di farle da testimone, quella stronza –
- Va beh, ma te lo saresti dovuto anche aspettare, perché sei la cugina diretta – disse Giorgia
- Ho capito, ma se io mi fossi comportata come lei, non avrei mai avuto la faccia tosta di fare un gesto del genere, se proprio proprio dovevi invitare i miei, andavi a casa e dicevi zio vuoi venire la matrimonio? Quella si deve solo andare a sotterrare viva –
- Amy ma lo sai come sono fatti in quella famiglia – fece Ivan. Qualcuno bussò alla porta.
- Una attimo ragà. Avanti – dissi. La porta si aprì e tutti i ragazzi entrarono in camera.
- Ci puoi dire che t’è preso? – chiese Lou sedendosi assieme agli altri, sul letto.
- Mia cugina Ornella si sposa e mi ha invitata al matrimonio – sbuffai
- Cazzo! – disse Lou
- Bel problema – fece El
- Che hai intenzione di fare? – domandò Liam
- Non ci vado – risposi
- Aridaje, amo vacci e falli schiattare – disse Giorgia.
- Avanti, se a te lui non t’interessa più, vacci e fottitene – l’assecondo Ivan
- Qualunque cosa stiano dicendo io sono d’accordo con loro – fece Louis
- E perché mai? – domandai
- Perché secondo me la tua amica dice sempre cose giuste e credo che questa volta, dato che non stanno litigando, sono d’accordo sulla stessa idea – rispose indicandoli, ricevendo un segno d’assenso da parte di tutti.
- Comunque, io non ci vado! –
- Mado Amy, ma che te ne frega vai, tanto ci saremo pure noi a farti compagnia
- No! Non voglio vedere le loro facce di cazzo va bene! –
- Ascoltami, ma tu a lui ci tieni ancora? – mi chiese Liam
- Ovvio che no! – risposi sincera.
- E allora vacci e fallo pentire di essersi comportato di merda, falli vedere che meravigliosa, bellissima, sorprendete ragazza si è lasciato scappare – disse fissandomi negli occhi. Nel suo sguardo cera qualcosa di strano, tutto attorno a noi parve scomparire, via i ragazzi, il matrimonio, le preoccupazioni, via Lucas e Danielle, c’eravamo solo noi.
- Mmmmh, okay allora cosa hai deciso? – c’interruppe Louis mettendosi in mezzo.
- Ehm non lo so, devo rifletterci su – dissi
- Va beh io scendo di sotto, chi viene con me a farsi una partita alla play? – domandò Louis
- Io – urlarono Zayn, Niall e Harry.
- Andiamo allora – tutti e quattro uscirono dalla stanza.
- Io devo andare da Danielle, non torno a cena ci vediamo direttamente domani mattina – disse Liam alzandosi. Perché mi sento trafitta da mille lame? Si chinò e mi lasciò un bacio sulla guancia e poi salutò El.
- Ci vediamo domani ciao – si fermò sulla soglia della porta per salutarci. Mi veniva da piangere.
- Ehi tutto okay? – mi chiesero El, Giorgia e Ivan contemporaneamente.
- No, questa si che è una vera e propria giornata di merda! – dissi buttandomi tra le braccia di El.
- Dai non fare così –
- Odio la mia vita – dissi facendo ridere tutti e tre.
- Eleanor vieni un attimo giù? – urlò Louis dal salone.
- Arrivo! – gli urlò di rimando lei.
- Tra un po’ risalgo – disse avviandosi alla porta.
- Okay – salutai, rivoltandomi poi verso il computer.
- Ohi dai facci un sorriso – disse Ivan. Lo guardai storto.
- Pensa a qualcosa di bello – fece Giorgia sorridendo.
- Tipo? – domandai
- Tipo che domani è il tuo compleanno! – urlarono facendomi sorridere.
- Già, peccato che non ci sarete voi – feci con sorriso malinconico.
- Oh dai, non ti preoccupare ci rifaremo – si guardarono ridendo.
- Va boh ma te domani fai qualcosa? –
- No, ho il turno di lavoro – dissi
- I ragazzi lo sanno? – chiese Ivan
- No, a parte Louis, anche se penso che se ne sarà completamente dimenticato –
- Io non credo – fece Ivan
- In che senso? – domandai stranita.
- Lascialo stare, lo sai che spara cazzate in continuazione. Amy noi ora dobbiamo andare, sta sera usciamo con Alessio, Gabriele e gli altri – disse Giorgia.
- Okay salutatemeli – dissi
- Okay, ciao un bacio ci sentiamo domani – mi salutarono. Chiusi il computer e mi buttai a peso morto sul letto. Avevo troppi pensieri per la testa, che questa aveva preso a scoppiarmi. Mi alzai andando in bagno a prendere un analgesico per poi ributtarmi sul letto e sprofondare nel sonno.
 
Il mattino seguente mi svegliai al suono della sveglia, anche se la notte precedente non avevo dormito molto a causa della moltitudine di problemi che affollava la mente. Mi alzai stiracchiandomi un po’ e facendo un lungo sbadiglio. Poi mi avviai al piano di sotto a fare colazione.
- Buongiorno – salutai i ragazzi seduti al tavolo, a fare colazione. C’erano tutti tranne Liam. Evidentemente è ancora con Danielle!? Quel pensiero mi fece venire il nervoso e mi si strinse lo stomaco.
- Buongiorno – salutarono Zayn e Harry.
- Buof..fiorno – disse Niall con la bocca piena facendomi ridere.
- Buongiorno cuginetta – fece Louis lasciandomi un bacio sulla guancia.
- Giorno Amy – sorrise El. Ricambiai il sorriso e mi sedetti a tavola.
- Che giorno è oggi ragazzi? – chiese Harry.
- Il 16 luglio – rispose Zayn guardando sul suo cellulare. Mi voltai verso di Louis, lui mi guardò e mi sorrise. Andiamo Lou non te ne sarai dimenticato di nuovo.
- Amy – mi chiamò Louis.
- Si? – risposi entusiasta.
- Mi passeresti lo zucchero? – m’indicò il barattolo al mio fianco. Lo guardai leggermente storto, ma poi gli passai lo zucchero. Poi controllai il cellulare, sperando di trovare un messaggio da parte dei miei amici. Niente, nemmeno una chiamata dai miei genitori. Sbuffai sbattendo il telefono sul tavolo.
- C’è qualcosa che non va? – chiese El con un sorriso.
- No, tranquilla – risposi guardando l’orologio, erano le otto. Quasi, quasi mi vado a fare una corsetta prima di andare a lavoro. Mi alzai dalla sedia prendendo una brioche al cioccolato, portandomela alla bocca.
- Vai già a prepararti per il lavoro? – domandò Harry.
- No, vado a fare una corsa al parco – dissi
- Okay – rispose lui tornando a guardare la tv. Salii le scale e mi andai a cambiare. Una volta pronta mi legai i capelli in una coda alta e scesi le scale.
- Io vado ciao – mi affacciai in cucina salutando i ragazzi.
- Ciao – risposero loro in coro. Aprii la porta di casa, scontrandomi con Liam che la stava aprendo nel mio stesso momento.
- Oh ciao Amy – mi sorrise.
- Ciao – risposi un po’ fredda.
- Dove vai? – domandò
- A correre ciao – lo sorpassai infilandomi le cuffiette e una volta uscita dal cancello di casa presi a fare una corsa leggera. Nelle orecchie avevo la canzone “la gelosia” dei Modà e di Bianca Atzei. Beh era indicata proprio per me. La gelosia nei confronti di Danielle, mi stava mangiando viva. Cavolo che nervi! Iniziai ad aumentare la velocità della corsa, non più così tanto leggera. Perché tutte a me? Era inutile, l’amore non faceva proprio al caso mio. Perché non riesco a concentrarmi completamente su Lucas? Lui è così perfetto. No Amy lui non è perfetto, Liam lo è! Nessuno è perfetto coscienza del cazzo! Ma posso a diciannove anni avere ancora discorsi con la mia coscienza? La risposta è no! Scossi la testa come a scacciare tutti i pensieri e mi concentrai sulla corsa.
 
Dopo una doccia fredda andai a lavoro. Avevo voglia di parlare con Lucas. Quando arrivai al ristorante John mi disse che Lucas si era preso una giornata poiché aveva avuto un problema. Che giornata di merda, senza contare che è il mio compleanno! Pensai mentre mi mettevo la divisa. Andai in sala a servire i pochi clienti che quel martedì pomeriggio occupavano cinque o sei tavoli. Passai la mattinata ad annoiarmi come il resto dei ragazzi che lavoravano con me. Controllavo ogni dieci minuti il cellulare. Non un messaggio, da parte di nessuno. E meno male che ieri sono stati loro a dire che oggi sarebbe stato il mio compleanno! Secondo me c’è qualcosa sotto, non possono essersene dimenticati da un giorno all’altro. Va bene Louis che è un eterno smemorato, ma non Giorgia e Ivan. La cosa mi puzza. Mi voltai di scatto sentendo la porta del locale aprirsi.
- Salve – salutò El entrando nel ristorante. Mi diressi verso di lei stranita.
- Che ci fai qui El? – domandai
- I ragazzi sono andati a fare un set fotografico e da sola mi annoiavo, in più mi scocciava cucinare. Così mi sono detta “perché non vai a prendere Amy a lavoro e pranzate fuori?” Ecco perché sono qui – spiegò con un sorriso. Ricambiai ridendo.
- Aspetta che mi cambio e sono da te – dissi dirigendomi verso lo spogliatoio. Controllai un’ultima volta il cellulare e mi era arrivato un solo messaggio. Era da parte della compagnia telefonica, che mi avvertiva di avermi rinnovato la promozione. Così, per non dare di matto decisi di spegnere il telefono e di mandare a quel paese tutti quanti. Tornai da El e la trovai a chiacchierare con John. Appena mi avvicinai smisero subito di parlare.
- Di che stavate parlando? – domandai
- Oh niente di che sta tranquilla – disse Eleanor. La cosa non mi convinceva molto. Lascia perdere e dopo aver salutato John io ed El andammo a pranzo da Nando’s. Parlammo del più e del meno ed evitai in tutti i modi di prendere il discorso “Liam”. Dopo pranzo andammo a farci una passeggiata, andammo a prenderci un gelato al parco, poi facemmo un po’ di compere e verso le 17.00 El mi riaccompagnò a lavoro.
- Beh io torno a casa a sistemare questa roba – indicò le buste tra le mani
- Okay, la mia roba mettila in camera mia – le dissi.
- Va bene ci sentiamo questa sera –
- Ah Amy devo dirti una cosa – ci raggiunse John.
- Dimmi –
- Questa sera puoi staccare verso le 19.00 anche perché abbiamo controllato il registro delle prenotazioni e ce ne sono solamente cinque, Carter e Lilian se ne posso occupare tranquillamente da soli – disse
- Oh, okay d’accordo –
- Beh io vado ciao Amy, ciao John – salutò El
- Ciao – salutammo insieme io e l’uomo. Dopo che El se ne fu andata tornai a lavorare, mangiandomi la testa sul perché nessuno si fosse ricordato del mio compleanno. Che mi stessero facendo una sorpresa? Non penso, eppure…
- Amy, tra un po’ lo consumi il tavolo a furia di strofinarlo – disse Carter sorridendomi.
- Hai ragione scusa, è che sono sovrappensiero – spiegai.
- John mi ha detto che puoi andare a cambiarti e tornare a casa, qui staremo io e Lilian per ciò vai – m’indicò lo spogliatoio.
- Okay, grazie, ciao Carter – salutai e mi andai di nuovo a cambiare. Quella sera non ero particolarmente stanca, ma avevo solo voglia di buttarmi a letto e risvegliarmi la mattina seguente. M’incamminai verso la fermata del pullman e attesi che questo arrivasse, con le cuffie alle orecchie e Tiziano Ferro che mi consolava con “il regalo più grande”.


Angolo autrice

I'm hereeeeeeeeeeeee... salve ragazze e ragazzi che seguite la mia storia... dopo non so quanto ho aggiornato... sono rimasta un po' delusa dallo scorso capitolo... solo due recensioni... ripeto se non vi piace la storia, ditemelo che la cancello...sarebbe inutile scrivere una storia che non piace quasi a nessuno... se invece non volete che la cancelli mi scrivete almeno 4 recensioni?? Fatelo per una povera invalida... ehm si mi sono rotta la gamba.. sono proprio sfigata... comunque non vi rompo più le palle e me ne vado... spero di ricevere più recensioni a questo cap... povera Amy, una giornata peggiore non poteva esserci... o forse si?? Ora scappo byeeeeee..

 

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Capitolo 13
*** Preparations ***


Giorgia
 
Una volta che l’aereo fu atterrato, io ed Ivan scendemmo da questo ed andammo a prendere i nostri bagagli al nastro trasportatore.
- Chissà come l’ha presa Amy stamattina – fece una risata Ivan.
- Di sicuro sarà incavolata nera! – risi anch’io.
- Saranno arrivati secondo te? – mi chiese guardandosi intorno.
- Non so, ora provo a chiamare El – presi in mano il telefono.
- Sai che per alcune cose tu ed Amy dovrete farmi da traduttore vero? – domandò per la millesima volta.
- Si Ivan, si me lo hai ripetuto come minimo cento volte – risposi portandomi il telefono all’orecchio.
- Pronto? – mi rispose la voce di Eleanor.
- El sono Giorgia, ciao, noi siamo arrivati, siamo di fianco al nastro trasportatore, voi dove siete? – domandai
- Ehi ciao Giò, noi siamo all’entrata dell’aereoporto siamo i tizi tutti imbacuccati – rise
- Okay arriviamo – dissi ridendo
- Va bene veloce che stiamo morendo di caldo – rispose prima di riagganciare. Riposi il telefono in tasca e feci segno a Ivan di seguirmi. Arrivati all’entrata dell’aereoporto incominciai a guardarmi intorno. Notai una ragazza che si sbracciava e mi faceva segno di avvicinarmi. Le andai in contro con Ivan al seguito.
- Ehi finalmente ci incontriamo – disse El stringendomi a se.
- Già, veramente – ricambiai l’abbraccio, mentre vedevo gli altri sorridere e presentarsi con Ivan. Quando El mi lasciò andare, mi voltai verso gli altri.
- Ciao – salutai. Loro ricambiarono sorridendomi e abbracciandomi. Ero completamente imbarazzata. Cavolo io imbarazzata? Questa è bella! Continuavo a fissare i ragazzi, mentre parlavano tra di loro. Beh in realtà ne fissavo uno solo. Dal vivo era ancora più bello, la pelle ambrata, coperta da un po’ di barbetta, gli occhi castano scuro da cerbiatto, le labbra carnose, che ogni tanto stringeva fra i denti mentre parlava. I denti bianchissimi, da contrasto con i suoi capelli nero pece, tenuti su con non so quanta gelatina e lacca.
- Giorgia ti sei incantata? – mi domandò Ivan scuotendomi appena, facendomi ridestare dallo strato di trance.
- No, no ma cosa dici –
- Si certo come no – rise
- Vedi che non mi ero incantata, stavo solo pensando ad Amy – dissi diventando leggermente rossa.
- A noi sembrava che stessi fissando Zayn – fece Louis scoppiando a ridere, seguito dagli altri.
- Oh puoi fermarti a guardarmi quanto ti pare piccola. So di essere bello e irresistibile – rispose Zayn ammiccando.
- Senti un po’ bello, io non ti stavo cagando proprio. Quelli come te, arroganti, stupidi e senza un cervello li porto sulle palle, per cui se vuoi rimanere intero e se ci tieni al tuo dannatissimo ciuffo, stammi alla larga, non rompermi e soprattutto non chiamarmi piccola! – gli puntai un dito contro ad un palmo dal suo naso. Tutti si zittirono e ci guardarono. Per tutta risposta mi lanciò uno sguardo truce, prontamente ricambiato.
- Ehm, va bene ora che ci siamo conosciuti meglio, che ne dite se andiamo a casa a preparare il tutto? – domandò Eleanor distraendoci tutti. Annuimmo e ci avviamo verso casa cercando di prende un altro discorso e lasciarci l’accaduto alle spalle. Quando arrivammo a casa io e Ivan avevamo gli occhi fuori dalle orbite. Alla faccia dell’è un po’ grande di Amy!
- Ho come la sensazione che la casa vi piaccia – fece Harry
- Beh direi – disse Ivan
- È molto bella – risposi io sorridendo ai ragazzi, eccetto a Malik.
- Bene entriamo così vi faccio vedere le vostre stanze – disse Eleanor.
- Una perfetta donna di casa la mia ragazza – si vantò Louis. Tutti scoppiammo a ridere mentre entravamo in casa.
- Andiamo di sopra – fece El
- Aspè queste dammele a me – disse Ivan prendendomi le valige e porgendomi le borse più leggere.
- Grazie, come mai tutta questa gentilezza? –
- Per lo più voglio evitarti una colossale figura di merda, non vorrei che cadessi sommersa dal peso delle valigie – disse scoppiando a ridere.
- Tu sei un coglione! – feci continuando a salire le scale.
- Cosa ha detto? – domandò El
- Niente lascia perdere, è un deficiente – dissi. Lei rise per poi arrestarsi di fronte ad una porta.
- Ivan questa sarà la tua stanza – disse aprendo la porta. Ivan entrò guardandosi intorno, rimanendo a bocca aperta. La stanza era sui toni del bianco e del nero ben arredata molto grande. Al suo interno vi erano due letti uno matrimoniale, un da una piazza e mezza.
- Condivideremo la stanza – s’intromise Zayn.
- Bene due celebrolesi in una stanza sola, questa si che è una bella accoppiata – mi lasciai sfuggire.
- Come prego? – mi domandò il moro in un misto tra l’incomprensione e la rabbia, mentre Ivan mi guardava rassegnato. Sapeva che con lui scherzavo sempre.
- Ti ho dato del celebroleso, che per caso sei sordo? – chiesi. Lui strinse i pugni e mi guardò truce prima di girare i tacchi e scendere giù in salotto.
- Giorgia 2, Zayn 0 – dissi sorridente, mentre gli altri ridevano.
- Beh vieni Giorgia ti mostro la stanza di Amy, dove dormirai – fece El uscendo dalla stanza, ed andando un po’ più avanti nel corridoio. Avevo già visto la stanza di Amy attraverso il computer ma dal vivo era tutt’altra cosa.
- Ragazzi vi lasciamo sistemarvi un po’ e se volete rinfrescarvi fatevi pure un doccia, noi siamo di giù che iniziamo a vedere cosa fare okay? –
- Va bene El, ciao – dissi.
- Ohi Giò io mi vado a fare una doccia, te? – chiese Ivan, quando se ne furono andati i ragazzi.
- Penso anche io – rispose.
- Beh ci vediamo dopo – disse uscendo dalla stanza. Aprii la valigia prendendo un cambio di robe pulite e  mi diressi verso il bagno.
 
- Bene allora io direi di incominciare a vedere, come fare questa festa – dissi
- Noi avevamo pensato di farla in giardino perché chiuderci in casa, farebbe troppo caldo – spiegò Louis
- Mmmh si hai ragione, quante persone avete invitato? – chiesi
- Ovviamente tutte quelle che consce Amy. In questo mese le abbiamo fatto conoscere molte persone, quindi sarà piuttosto affollato sta sera – disse Liam. Mi concentrai a guardarlo, mi stava sorridendo, ma io non ricambiavo, anche se aveva fatto soffrire Amy, ero più che sicura che lui fosse adatto a lei. Mi serviva un piano per quei due.
- Bene, allora mettiamoci a lavoro, dobbiamo decorare il giardino in modo impeccabile, deve essere tutto perfetto per questa sera, si ballerà, si canterà e soprattutto Amy si dovrà divertire come non mai, quindi muoversi – dissi alzandomi in piedi.
- El tu sarai il mio braccio destro per cui, tre ragazzi seguiranno me e gli altri tre seguiranno Eleanor –
- Ehm… possiamo scegliere con chi stare? – domandò Niall
- Harry, Liam e Ivan verrete con me, mentre Louis, tu Niall e il celebroleso starete con El – spiegai gesticolando. Il biondo mi parve sollevato ma non ci diedi molto peso.
- Modalità pazza, isterica, comanda tutti on – disse Ivan incrociando le braccia al petto.
- Mio caro, non ti conviene fare così con me e lo sai bene come va a finire – gli puntai un dito contro, guardandolo truce.
- Okay ragazzi per la salvezza di tutti obbediamo ai suoi ordini, se no siamo tutti fottuti – spiegò Ivan, facendo scoppiare tutti a ridere.
- Ah-ah fossi in voi lo ascolterei – lanciai uno sguardo di fuoco a tutti facendoli zittire.
- Ora a lavoro su sbrigatevi – alzai di qualche ottava la voce. Per il resto del pomeriggio i ragazzi eseguirono gli ordini miei e di El. Avevamo decorato il giardino con palloncini festoni e anche alcuni cartelloni che avevamo portato noi dall’Italia fatti dai nostri amici per Amy, avevamo montato due tavoli e ne mancavano ancora molti.
- Che ne dite se iniziamo a provare la musica? – domandò Niall. Tutti annuimmo
- Aspetta Niall, qui ci sono i balli di gruppo e anche alcune canzoni per la serata – gli porsi una chiavetta.
- E qui invece c’è il programma del karaoke italiano da installare sul computer – gliene porsi un’altra
- Oh bene, ma non devi darle a me, è Zayn che si occupa della musica. Lui fa il dj – disse lui indicandolo. Il moro si avvicinò a me porgendomi la mano, dove vi lasciai cadere le chiavette. Lui senza dire niente si girò e si avvicinò al palchetto, dove avevano montato la strumentazione per la musica. Intanto che lui provava noi continuammo a montare i tavolini.
- Ciao ragazzi come sta andando? – ci chiese Eleanor che era appena rientrata.
- Qui abbastanza bene, mentre Amy? – domandai.
- Amy sta dando di matto anche se non lo fa vedere. Era molto nervosa, ho parlato con John e ha detto che Amy potrà staccare alle 19.00 – spiegò
- Ah meno male, non resisto più, non vedo l’ora di riabbracciarla – disse Ivan
- Posso farti una domanda? – domandò Harry facendo fermare tutti.
- Sì, dimmi pure – disse Ivan.
- Ma tu sei innamorato di Amy? – chiese Harry. Un tonfo ci fece voltare tutti in direzione di Liam. Lo vidi indaffarato a risistemare la gamba del tavolo, che gli era caduta dalle mani. Quella scena mi fece ridere, si vedeva lontano un miglio che voleva fare di tutto per non sentire la risposta. A interrompere i miei pensieri, fu la risata di Ivan.
- Io innamorato di Amy? Aahahah no, per me Amy è come un sorellina, come anche questa pazza che ho di fianco. Loro sono le mie piccole e guai a chi le tocca. Noi non siamo mai stati separati così a lungo e quindi, non vedo l’ora di rivederla – spiegò lui. Ciò che disse mi fece sorridere teneramente.
- Aaaw – mi lasciai sfuggire, facendo puntare tutti gli occhi su di me.
- Che c’è anche io ho un cuore e anche se litighiamo, quello è pur sempre il mio migliore amico – indicai Ivan. Lui per tutta risposta mi venne vicino e mi abbracciò. Ad interromperci fu Zayn.
- Io questa roba non la metto. Nemmeno fra un milione di anni – disse
- Cosa c’è che non va nella musica? –
- Non la capisco –
- Sono le canzoni italiane preferite da Amy idiota –
- Ah! – rimase come un pesce lesso.
- Ragazzi su muoviamoci che sono le 17.20 e Amy torna fra meno di due ore, il buffet arriverà fra meno di una e non abbiamo ancora sistemato tutto – richiamò la nostra attenzione Eleanor.
- Cavolo! – urlai.
- Cosa? – domandarono tutti insieme.
- Non abbiamo la torta – constatai. Tutti avevano il volto paonazzo.
- Okay ho bisogno di qualcuno che sappia cucinare – dissi
- Io – alzò la mano Harry.
- Bene allora vieni con me in cucina e mettiamoci a lavorare, voi invece sbrigatevi qui – mi rivolsi agli altri. Tutti annuirono, mentre io e Harry ci dirigemmo in cucina iniziando a prendere tutta la roba necessaria.
- Allora, beh ehm… tu e Amy vi conoscete da molto? – mi domandò Harry con un velo d’imbarazzo
- Da quando siamo nate – risposi con un sorriso mentre leggevo sul telefono, una ricetta di una torta che piaceva tanto ad Amy.
- Ah si giusto, ce lo aveva detto lei – disse lui, mentre sistemava le varie cose sul bancone della cucina.
- Di un po’, stai cercando un modo per fare conversazione? – feci un mezzo sorriso divertito, mentre prendevo la coppa e le uova. Lui sorrise accentuando il suo rossore.
- Che mi racconti di Amy, secondo te come si trova qui? – dissi per toglierlo dall’imbarazzo.
- Lei è fantastica, è una santa perché per sopportarci tutti e cinque ci vuole fegato – rise delle sue stesse parole.
- Parla molto di te e Ivan, si vede lontano un miglio che le mancate e che vi vuole un mondo di bene – disse
- Credimi è lo stesso –
- Lo so! – sorrise. Il silenzio tornò tra di noi, gli unici rumori che si sentivano erano le grida degli altri che erano fuori e di me che sbattevo le uova.
- Puoi pesarmi la farina, lo zucchero e il cacao? – chiesi a Harry controllando la ricetta.
- Cosa vuoi preparare? – mi domandò lui mentre faceva quello che gli avevo chiesto.
- Il ripieno del kinder pinguì, solo che al posto di ricoprilo di nutella lo ricoprirò di pasta di zucchero e lo decorerò così – dissi, mostrandogli la foto della torta.
- Woow sembra un lavoraccio –
- Naah se ci impegniamo, sono sicura che verrà bene – dissi aggiungendo la farina e lo zucchero all’impasto di uova e latte. Di nuovo silenzio.
- Harry posso farti una domanda? – chiesi smettendo d’impastare.
- Dimmi pure – si fermò anche lui.
- Che impressione vi ho fatto? Sono davvero così orribile? – domandai.
-Sarò sincero, inizialmente mi sei sembrata una pazza isterica, ma mi fai ridere. Nella tua pazzia, sei simpaticissima – sorrise lui.
- Davvero? –
- Ovvio, lascia perdere ciò che dice Zayn io so perché lo fa –
- Sta tranquillo, io non do peso alle stronzate che spara quel deficiente –
- Ah no e come mai me lo ho hai chiesto? –
- Così per sapere il tuo parere – feci un’alzata di spalle tornando ad impastare.
- Sono convinto che a te Zayn piaccia – disse Harry. Lo guardai torva, avvertendolo di non continuare.
- Ti conviene non continuare questo discorso Styles – lo avvertii
- Ah si, dai non nasconderlo un po’ ti attrae. Non puoi certo dirmi che Zayn è brutto – fece retorico.
- La bellezza esteriore non è tutto, è quello che c’è dentro che conta realmente. E secondo me lì dentro non c’è niente – dissi continuando a preparare la torta.
- Non bisogna mai giudicare un libro dalla copertina – ribattè lui
- Sei passato dall’essere cantante a filosofo? – domandai con un mezzo sorriso
- Se Zayn con te si sta comportando così, ci sarà un valido motivo – disse lui.
- Va beh cambiamo discorso? – chiesi
- Cos’è ti brucia? – mi guardò malizioso.
- Styles non mi sfidare – sorrisi.
- Ahahah ti ho colpita nel vivo –
- Non continua… - rimasi a bocca aperta mentre un manciata di farina mi arrivava dritta in faccia.
- Questo non dovevi farlo – dissi prima di lanciargli un pugno di cacao. E fu così che iniziò una agguerrita lotta. Farina e cacao che volavano da tutte le parti mentre di sottofondo c’erano le nostre risate.
- Che diavolo è successo qui? – domandò la voce stridula di Louis. Io ed Harry ci bloccammo voltandoci verso la porta della cucina, dove c’erano tutti i ragazzi con faccia sconvolta.
- Ehm noi… ecco.. – cercai di dire qualcosa.
- Dovevate preparare la torta porca miseria, è tardissimo – sbraitò Louis
- Okay okay, sta calmo, tanto dovevamo solo infornarla – dissi cercando di calmarlo.
- E le decorazioni? – domandò stizzito.
- Ora ci mettiamo e le facciamo – sbuffai. Mi voltai riprendendo in mano il cellulare e leggendo la ricetta, per fare le farfalle di ghiaccia reale colorata.
- Merda! – dissi
- Che succede? – mi domandarono tutti insieme.
- Mi mancano la pasta di zucchero per rivestire la torta e i coloranti per fare le farfalle – spiegai.
- Vado a comprarli io, devo uscire per andare a prendere il regalo a Amy – si propose Liam
- Ancora non lo hai comprato? – chiedemmo tutti in coro.
- Calma, certo che l’ho comprato solo che devo andarlo a ritirare – spiegò
- E cos’è? – domandai curiosa.
- Sorpresa, comunque quanti coloranti ti servono? – domandò Liam
- Allora mi serve il viola, l’azzurro, il verde, giallo, arancione e un rosa tendente quasi al rosso – dissi
- O-okay – rispose lui segnadoselo sul cellulare
- A e prendi anche delle perline colorate vedi così – dissi mostrandogli la foto della torta.
- Woow okay allora vado –
- Fa una cosa, portami prima queste cose e poi vai a prendere il regalo – dissi
- No, faccio un solo viaggio tanto non ci metto molto tranquilla –
- Prendi anche due panetti di pasta di zucchero – gli ricordai.
- C’è nient’altro? –
- No è tutto –
- Okay –
- Poi ti ridarò i soldi – urlai ,dato che era già uscito dalla stanza.
- Neanche per sogno – urlò lui dall’ingresso sbattendosi la porta alle spalle.
- Bene allora sistemiamo questo disastro – fece El scoraggiata
- Scusateci – dicemmo assieme io ed Harry.
- No dai, fa niente, su tu prepara la ghiaccia per le farfalle che noi intanto sistemiamo – disse El
- Vuoi aiutarmi tu? – domandai
- Okay – sorrise ed insieme, mentre i ragazzi ripulivano, ci mettemmo a preparare la ghiaccia.
 
- Ecco fatto – dissi posizionando l’ultima farfalla.
- È meravigliosa – si congratulò El.
- Fantastica, complimenti – disse Lou mentre gli altri alzavano il pollice in su.
- Spero sia buona, quanto bella – fece Zayn.
- Certo che è buona, idiota – dissi
- Se fatta da te ne dubito – mi sfottè
- Fanculo coglione – sbottai.
- Spero tu non sia fidanzata altrimenti, lo mandi in esaurimento nervoso il tuo ragazzo – disse. Questo non doveva dirlo quel coglione! Non sapevo cosa rispondere, sentivo solo le lacrime pronte a scendere.
- Vado a controllare gli addobbi in giardino – dissi avviandomi fuori.
- Adesso non parli più vero, ti ho punta nel vivo – disse lui facendomi bloccare sulla porta.
- Zayn forse è meglio se tu stia zitto – lo ammonì Ivan
- Perché? – chiese lui
- Sta zitto e basta – disse in modo freddo Ivan. Grazie amico mio! Lasciai perdere tutti e mi avviai in giardino sedendomi su una sdraio. Volevo solo stare sola.
- Giò, stanno incominciando ad arrivare gli invitati, e sono le 18.50 andiamo dentro – mi chiamò El
- Okay arrivo –
- C’è qualcosa che non va? – domandò
- No tranquilla, entriamo – dissi avviandomi in casa. Gli ospiti erano arrivati quasi tutti e pian piano stavo, dimenticando le parole di Zayn. Verso le 19.20 Louis chiamò Amy per sapere dove fosse e per avvertirla che, tutti i ragazzi sarebbero usciti per una cena di lavoro. Chiusa la chiamata Lou ci disse che era quasi al cancello di casa, così ci nascondemmo tutti e spegnemmo le luci, pronti per la sorpresa.


Angolo autrice

Ciaoooooooooooooo...... come va?? Io malissimo -_-
Mi sono fatta male alla gamba una settimana fa ed ho dovuto portare un fasciatura... ve lo dico perchè questa sera torno in ospedale per dei controlli e se mi trovano qualcosa che non va dovranno ricoverarmi ed eventualmente operarmi ai legamenti.... Che sfiga!!! Per cui non so quando potrò aggiornare di nuovo!
Comunque, come vi avevo detto tempo fa, alcuni capitoli sarebbero stati descritti dagli altri personaggi della storia, questo è descritto da Giorgia, e c'è ne saranno molti altri :D. Come vedete fervono i preparativi della festa, tra Giorgia e Zayn non scorre proprio buon sangue, ed inoltre la ragazza ci rimane male quando lui parla di un suo ipotetico fidanzato. Questa cosa riguarda anche Amy e si scoprirà nei capitoli a venire. Spero il cap e l'intera storia vi piacciano :) Vi lascio con qualche immagine, il banner non lo metterò più dato che a quanto pare EFP dopo un po' di giorni non legge più il link :(... se volete contattarmi per sapere qualcosa sulla storia, vi lascio il mio account Twitter e Facebook
@MirianaMarinell (https://twitter.com/MirianaMarinell) Miriana Marinelli (https://www.facebook.com/miriana.marinelli)
               

E..... questa è la torta preparata da Harry e Giorgia :D
 Beh ora vado spero che le immagini si veda byeeeeeeeeeee..

 

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Capitolo 14
*** Birthday party ***


Amy
 
Ero rimasta veramente delusa da Louis e da i miei amici, è vero che non avevo la testa per festeggiare il mio compleanno, ma almeno gli auguri potevano farmeli. Tanto il nervoso, che mi stavano quasi scendendo le lacrime e non riuscivo ad inserire le chiavi nella toppa del cancelletto. Quando ci riuscii lo chiusi con violenza alle mie spalle. Attraversai velocemente e con nervosismo il giardino di casa, salendo le scale e litigando ancora una volta con le chiavi. Lanciai un sospiro di frustrazione e alzai la testa al cielo guardando le stelle. Una luminosa attirò la mia attenzione.
- Tu non te ne saresti mai dimenticato – dissi rivolta alla stella. Mi sembrò quasi che quella prendesse a brillare di più. Sospirai calmandomi un po’ e asciugandomi una piccola lacrima scappata dagli occhi. Con più tranquillità riuscii ad inserire la chiave nella toppa e ad aprire la porta, chiudendomela alle spalle con meno impeto di prima. Lasciai le chiavi nel piatto che c’era sul mobile accanto alla porta e sospira portandomi le mani ai capelli stringendoli nervosamente.
- Ahio – sentii dire da qualcuno a bassa voce. Chi diavolo c’è in casa, non sarà mica un ladro?! Ci manca solo questo!
- Devi andartene da qui – di nuovo la stessa voce, con tono più alto. Perché la voce mi sembra quella di..
- Giorgia?! –
- Sopresaaaaaaa!!! – le luci si accesero di botto e più o meno una cinquantina di persone saltò fuori da non so dove, urlandomi addosso.
- Ma che diavolo?! –
- Buon compleanno – urlarono tutti assieme. Mi portai una mano alla bocca, mentre le lacrime cominciarono a scendere sulle guance. Vidi Giorgia e Ivan corrermi in contro e stringermi in un forte abbraccio, mentre io e la ragazza sembravamo un fiume in piena. Appena l’abbraccio si sciolse tutti li invitati vennero a darmi gli auguri. C’erano tutti quelli che avevo conosciuto, persino Simon Cowell. Suonarono alla porta e ad aprire fui io, ritrovandomi d’avanti John e i ragazzi del ristorante.
- Buon compleanno Amy – mi dissero uno ad uno, dandomi dei baci sulle guance. Qualcuno mi picchiettò sulla spalla, voltandomi trovai Lucas con un sorriso enorme sul volto. Non ci pensai due volte e gli saltai addosso abbracciandolo.
- Tanti auguri – mi sussurrò all’orecchio.
- Ehm, ehm – si schiarì la voce Louis. Lucas si staccò da me e subito venni travolta da Louis e dai ragazzi.
- Questa volta non me ne sono dimenticato – disse mio cugino facendomi ridere.
- Bene ora lasciatela a noi donne, che la portiamo a farsi bella – disse Giorgia tirandomi via, assieme ad El. Mi trascinarono su per le scale, fino alla mia stanza dove ci chiudemmo dentro.
- Bene ora ti prepariamo noi – disse Giorgia.
- Cavolo Giò, nella confusione non ho avuto modo di dirti, che con questo abito sei una bomba – dissi indicandola. Il suo corpo era fasciato da un abito nero in pizzo e con qualche strass, ai piedi delle decoltè che la slanciavano.
- Grazie Amy, ma ora tocca a noi renderti una bomba. Vedrai come Liam ti cadrà ai piedi questa sera – rise seguita da El. Alzai gli occhi al cielo.
- Non vi arrenderete mai vero? – dissi
- Ovvio che no – risposero in coro
- Ora siediti El ti trucca, io ti faccio i capelli –
- Aspettate devo decidere cosa indossare –
- Indosserai questo – disse Giorgia indicando una custodia sul mio letto.
- Cos’è? –
- Il regalo dei tuoi – rispose aprendo la custodia mostrandomi l’abito in pizzo nero aderente con le maniche corte a farfalla e delle scarpe anch’esse nere in pizzo.
- Mio Dio – mi portai una mano alla bocca.
- Bello eh? Ora facci lavorare – disse venendomi incontro e facendomi voltare verso lo specchio, iniziando ad armeggiare entrambe con trucchi e spazzole.
 
- Okay ora scendiamo – disse Giorgia.
- Un attimo che faccio segno a Zayn – fece El affacciandosi dalla finestra, dove chiamò il ragazzo.
- Okay andiamo – disse dopo. Uscimmo dalla stanza e ci avviammo alle scale dove si sentiva da fuori che Zayn aveva messo “Love me again” di John Newman. Uscimmo fuori e di nuovo tutti mi vennero a fare gli auguri, notai che la gente era di più rispetto a prima. Ivan mi si avvicinò porgendomi la mano, invitandomi a ballare, cosa che fece Louis con El e Harry con Giorgia. Quando vidi Styles con la mia amica, la guardai in cerca di spiegazioni e lei mi sorrise facendomi segno di parlare dopo. Annuii ed iniziai a ballare con il mio migliore amico. Vidi che vicino alla console c’era Liam che parlava con Zayn e constatai che la sua simpaticcissima ragazza non c’era.
- Mi sei mancata moltissimo tesoro – disse Ivan.
- Anche tu – lo strinsi forte.
- Ho conosciuto Lucas, non male come ragazzo. È seria come cosa? – mi domandò
- Non stiamo insieme, mi piace ma non è ancora successo nulla, per cui non so dirti – feci spallucce mentre ballavo.
- Giorgia ha già buttato sentenze – rise
- Perché – risi anch’io.
- Preferisce Liam, ha detto – disse. Scoppiammo entrambi a ridere.
- Ti piace la serata? – mi domandò
- È quasi tutto perfetto – sorrisi un po’ amaramente, cosa che fece anche lui, capendo in pieno le mie parole. Mi lasciò ripetutamente dei baci sulla guancia.
- Sta sera niente lacrime solo risate – disse mentre ci prendemmo a scatenare sulle note di Wake me up di Avicii.
- Buona sera – disse Lou avvicinandosi a me assieme a El, Giorgia, Harry, Liam, Niall e Zayn che aveva lasciato la console.
- Ti diverti? – mi urlò Giorgia
- Moltissimo grazie mille – le urlai di rimando abbracciandola.
- Ehi anche noi abbiamo collaborato – fece il finto offeso Niall
- Grazie mille a tutti ragazzi – li abbracciai.
- Possiamo dire allora che tutto è perfetto – fece Harry.
- Già – dissi lanciando un’occhiata a Giorgia, Ivan e Louis.
- Su scateniamoci woooooooow – urlò Giorgia. Dopo una mezzoretta passata a ballare i miei piedi chiedevano pietà, così mi andai a sedere al tavolo con i miei amici mentre Zayn lasciava posto all’animatore della serata.
- Amy, qualcuno mi ha detto che sai cantare – fece il ragazzo che si chiamava Thomas. Io subito trucidai con lo sguardo i miei amici. Che fecero finta di guardare altrove.
- Allora è vero? – domandò Tom poggiandomi una mano sulla spalla.
- Me la cavicchio – risposi diventando rossa.
- Non è vero – urlarono Giorgia, Ivan, Louis e Liam.
- Vieni con me – mi porse la mano Tom. Rossa in viso mi alzai e lo seguii sul piccolo palchetto della console.
- Aspetta, la canzone la scelgo io! – disse Giorgia raggiungendomi.
- Cosa hai intenzione di mettere? – la guardai terrorizzata.
- Tu non preoccuparti – mi sorrise porgendomi il microfono facendo partire la base della canzone che riconobbi essere There you’ll be di Faith Hill.
- Ti odio – dissi mentre mi portavo il microfono vicino alle labbra iniziando a cantare, mentre gli altri alzavano i telefono iniziando a scattare foto e fare video. Proprio questa dovevi scegliere? Pensai mentre cantavo. Aprii un attimo gli occhi per guardare la mia amica con le lacrime agli occhi, mentre si stringeva a Ivan. Solo noi tre sapevamo perché quelle lacrime, solo noi sapevamo del perché la festa fosse “quasi” perfetta, solo noi sapevamo perché il cuore con questa canzone ci si stringeva nel petto provocandoci dolore e tristezza. Era la nostra canzone, la canzone dei nostri ricordi e della nostra infanzia e adolescenza. Quando la canzone finì mi accorsi che anche io ero in lacrime. Corsi ad abbracciare i mie amici, facendo scendere altre lacrime.
- Un applauso ad Amy, complimenti – disse Tom mentre tutti battevano le mani. Dopo esserci calmati un po’ Louis si diresse da Tom e cantò anche lui una canzone, dando così il via al karaoke. C’erano canzoni inglesi e italiane. Mi divertii a vedere i ragazzi tentare di cantare in italiano sbagliando tutte le parole e facendo sbraitare Giorgia sul fatto che stessero rovinando una canzone di Tiziano Ferro. Dal karaoke passammo ai balli di gruppo, combinandone di tutti i colori. Poi arrivò il momento di scartare i regali. Giorgia mi regalò un microfono personalizzato, avvolto da dei brillantini argentati e con dei diamantini blu scritto il nome Amy sopra.
- È bellissimo – dissi abbracciandola.
- Questo lo userai ad X-factor e poi ai tuoi concerti – rispose ricambiando l’abbraccio. Scoppiai a ridere seguita da lei. Poi scartai il regalo di Ivan un paio di orecchini lunghi con dei diamantini e con all’estremità delle perle bianche.
- Tu sei pazzo! – dissi osservando la scatola della gioielleria.
- Se essere pazzi vuol dire volere bene ad una persona tanto da rischiare la vita per lei, allora si, sono pazzo per voi due – disse abbracciando me e Giorgia facendoci venire le lacrime agli occhi. Dopo esserci staccati Niall mi porse una busta.
- Questo è il regalo mio, di Harry e Zayn – sorrise. Aprii la busta e poi scartai lo scatolo che vi era all’interno leggendo la scritta I-phone e vedendo l’immagine.
- O mio Dio – mi sfuggì. Aprii la scatola vedendo un meraviglioso I-phone 5s bianco.
- È stupendo ragazzi, ma non dovevate impegnarvi così tanto – dissi abbracciandoli.
- È il minimo per te, che ci sopporti ogni giorno assieme ad El. Siete due sante – dissero in coro facendomi ridere.
- Amy questo è da parte di Alessio, Giovanni, Andrea, Gabrile, Bea, Imma  e Laura– mi porsero un’enorme busta, Ivan e Giorgia. La scartai scoprendo una meravigliosa borsa della Liu Jo, ultimo modello color cammello.
- No, mamma mia è bellissima – sorrisi.
- Dopo li chiamo e li ringrazio – dissi mentre leggevo il biglietto di auguri.
- Ora è il nostro turno – fece Louis porgendomi una busta di carta.
- Cosa sono, soldi? Ahahah – risi
- Molto meglio – disse El incuriosendomi. Aprii velocemente la busta per poi urlare di gioia e saltare addosso a mio cugino e Eleanor.
- Vedo che ti piace – disse Louis stringendomi.
- Cos’è Amy? – chiese Giorgia curiosa.
- I biglietti ed il pass per il backstage del concerto di Tiziano Ferro, fra due giorni – quasi urlai entusiasta iniziando a saltellare con lei.
- Ah e di sopra ci sono i biglietti anche per noi – fece Louis facendo esultare di più Giorgia. Dopo esserci calmate scartai il regalo di Lucas. Una splendida collana della Brosway con due cuori incatenati uno blu e l’altro rosa.
- È  magnifica, dico sul serio – lo abbracciai.
- Dopo vorrei parlarti un attimo in privato – mi sussurrò all’orecchio. Annuii lasciandogli un bacio sulla guancia. Dopo di che scartai i regali degli altri invitati. Avevo fatto il pieno di bracciali, collane, borse, qualche camicia, due o tre profumi. Una volta scartati tutti i regali, constatai che Liam non mi aveva regalato niente. Ci rimasi un po’ male, ma non volli darlo a vedere. Quando Zayn riprese il ruolo di dj mi avvicinai a Lucas, tirandolo in casa. Ero curiosa di sapere cosa mi volesse dire.
- Grazie ancora per il regalo – dissi mentre mi sedevo sul divano.
- Sono contento che ti sia piaciuto – rispose, mi sembrò piuttosto in imbarazzo.
- Questa sera sei più bella che mai –
- G-grazie – balbettai rossa in viso. Il silenzio scese nella stanza, mentre l’unica fonte di rumore proveniva dal giardino dove la festa si svolgeva tranquillamente.
- Amy devo dirti una cosa, molto importante – sbottò lui voltandosi completamente verso di me.
- D-dimmi –
- Tu mi piaci e molto anche. Non riesco più a vederti come amica – confessò. Rimasi un po’ schioccata da ciò che disse.
- L-Lucas io… beh si anche tu mi piaci – dissi chinando il capo.
- Ti va se proviamo a vedere se funziona tra di noi? – mi domandò facendomi alzare il capo, avvicinandosi di più a me. Annuii facendo un mezzo sorriso. Pian piano il suo viso si fece più vicino, fino ad annullare la distanza tra di noi. Era un bacio timido ma comunque bello. Di certo però non erano le labbra di Liam, non era il suo sapore di cioccolato che assaporavo, ma quello di miele delle labbra di Lucas. Pian piano il bacio si trasformò in qualcosa di più spinto, le nostre lingue s’incontrarono assaporandosi a vicenda. Il rumore di qualcosa che sbatteva ci fece allontanare.
- Scusate non volevo interrompervi – disse Liam con tono freddo.
- Ehi Liam andiamo? – nella stanza entrò Andy il suo migliore amico.
- Si andiamo – rispose Liam
- Dove andate? – chiesi
- A prendere una cosa – rispose duro il ragazzo, prima di girarsi di spalle e andare via. Non puoi esserci rimasto male, lo hai detto tu che ami Danielle! Avevo gli occhi un po’ lucidi.
- Torniamo alla festa? – domandai a Lucas che annuì. Ci alzammo dal divano e lui mi prese per mano ed assieme uscimmo fuori. Quando Giorgia mi vide strabuzzò gli occhi, ed io le feci segno che le avrei raccontato dopo tutto. Con Lucas ci mettemmo a ballare sulle note di Wake me up di Avicii. Dopo una mezzoretta vidi uscire in giardino Liam e Andy.
- Siamo in tempo per la torta? – chiese Andy avvicinandosi a noi che ballavamo. Annuii sorridendogli. Infatti poco dopo Zayn mise la solita canzoncina degli auguri, mentre Giorgia ed El uscivano fuori con in mano un torta semplicemente stupenda. Ricoperta da pasta di zucchero e decorata con delle farfalle di ghiaccia reale colorate, disposte a formare un arcobaleno. Soffiai sulle candeline del numero diciannove, mentre gli altri applaudivano. Poi fu la volta delle foto. A furia di sorridere mi si stava bloccando la mascella. Feci una foto con Simon Cowell, con le Little Mix, con Paul e i ragazzi della band di mio cugino. Poi feci una foto con gli One Direction al completo, una con Louis ed El, una singola con i quattro ragazzi. Quando fu il turno di Liam sentivo che non c’era qualcosa che non andava, era molto teso e quello che mostrava non era il suo sorriso. Feci una foto con El e Giorgia, una solo con la mia Giò, poi con Ivan e una tutti e tre insieme anche se noi sapevamo che quella foto non era del tutto completa. Feci diverse foto con Lucas, qualcuna in cui ci abbracciavamo, altre in cui ci baciavamo o sorridevamo semplicemente. Dopo una foto di gruppo e alcuni balli dopo, la festa finì precisamente verso le 03.30.
- Woow ragazzi è stato fantastico grazie mille – dissi mentre mi toglievo i tacchi e mi sedevo sul tappeto del pavimento al centro tra Lucas e Ivan.
- Cavolo che male ai piedi, però n’è valsa la pena – disse Giorgia sedendosi anche lei.
- Merito anche del dj che ha saputo mettere buona musica – si vantò Zayn.
- Mmmmh dj perché non metti un po’ di musica rilassante? – domandai poggiando il capo sulla spalla di Lucas.
- Arrivo subito – rispose correndo fuori a prendere il computer.
- Io devo ancora darti il mio regalo – disse Liam alzandosi in piedi. Tutti lo guardammo straniti.
- Scommetto che pensavi non te ne avessi fatto vero? – domandò scoppiando a ridere.
- Non ti muovere – disse prima di sparire al piano di sopra.
- Eccomi allora che musica vuoi? – chiese Zayn poggiando il computer sul tavolino del soggiorno.
- Qualcosa di tranquillo scegli tu – risposi. Lui annuì iniziando a trafficare con il computer. Dopo un po’ arrivò anche Liam.
- Amy chiudi gli occhi – disse prima di entrare nella stanza. Feci come detto e con il sorriso sulle labbra chiusi gli occhi.
- Oh mamma mia – sentii dire da Giorgia.
- Woow – fecero in coro Niall e Harry.
- Mio Dio, ma è stupendo – disse El.
- Ti prego Liam, posso aprire gli occhi? – lo pregai.
- Ora si – mi diede il permesso. Lentamente aprii gli occhi, rimanendo poi a bocca aperta.
- Ma, ma è un … -
- Un cane – 

Angolo autrice

Salve genteeeeeeeeeeeeeee.... sono riuscita ad aggiornare prima di quanto mi aspettassi :)
Allora che ne dite della festa???? Non immaginate cosa accadrà nel prossimo capitolo eheh.... spero di avervi incuriosito :) scappo via perchè sono stanca morta e vado a dormire  un po'.... vi lascio con delle foto :)


regalo di Ivan                                regalo Harry, Zayn e Niall                            
            

regalo Lucas                                  regalo amici italiani
     

regalo Liam... non pè stupendo <3 <3 per me è tenerissimo :)


Vestito Amy: 
http://www.polyvore.com/amy_birthday/set?id=85604570
Vestito Giò: http://www.polyvore.com/giorgia_for_amy_birthday/set?id=85714690
Vestito El: http://www.polyvore.com/new_collection/set?id=83776005
Ora vado ciaoooooooooooooo....

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Capitolo 15
*** The night of memories ***


- Un cane – sbottò Giorgia con voce terrorizzata. D’avanti a me avevo un cucciolo di Jack Russell, che mi guardava con degli occhietti dolcissimi. Liam me lo porse e non esitai un attimo a prenderlo in braccio.
- Ti piace? – mi domandò.
- È magnifico! – dissi dando il cane in braccio a Ivan, per poter saltare addosso a Liam e stringerlo forte. Lui rise attirandomi a se.
- Sono contento – mi sussurrò all’orecchio.
- Ho trovato la canzone – disse Zayn entusiasta.
- Allora come hai intenzione di chiamarlo? – domandò Louis, mentre Zayn trafficava con le casse. Al posto di una canzone però partì un video.
- Ahahahah dove scappi ahahah, vieni qui. Vedi che ti prendo – quella voce, quella risata. Mi pietrificai all’istante.
- Oh ma allora un ragazzo c’è l’hai – disse Zayn ridendo guardando Giorgia e poi lo schermo del computer. Lei dal canto suo non si muoveva, era diventata una statua di pietra. Io e Ivan ci scambiammo un’occhiata terrorizzata.
- Z-Zayn, ti prego togli il video – dissi
- Un attimo, mi sto divertendo – rise ancora lui. Vidi Giorgia alzarsi di colpo e andargli in contro.
- Cos’è ti da… - iniziò a parlare il moro, ma fu bloccato dal sonoro schiaffo, che la mia migliore amica gli diede. Il silenzio calò nella stanza, tutti si erano gelati.
- Ma che diavolo ti prende –  urlò Zayn
- Tu, pezzo di merda, come ti sei permesso di aprire cose che non ti riguardavano – disse lei con le lacrime agli occhi.
- Non dovevi permetterti! – urlò prima di spingerlo, ed uscire di corsa fuori.
- Giorgia – urlammo io e Ivan per bloccarla, ma lei non ci ascoltò. Le lacrime iniziarono a farsi sentire anche per me.
- Ti prego Zayn, togli il video– dissi
- Ma… -
- Per favore – lo bloccai.
- Amy – Ivan mi si avvicinò.
- No! – lo scansai
- Vado da Giorgia – gli dissi, sorpassandolo e uscendo fuori. La vidi in piedi con lo sguardo rivolto al cielo, le braccia lunghe sui fianchi e le mani strette a pugno. Mi avvicinai lentamente abbracciandola da dietro. La sentii sussultare ma non si mosse, anzi trasformò il suo silenzioso pianto in qualcosa di più straziante.
- Ti odio! – disse guardando la stessa stella, che avevo fissato io alcune ore prima.
- Giorgia – la chiamai.
- Lo detesto, lo aveva promesso. Aveva promesso che non mi avrebbe mai abbandonata. È un bugiardo un grandissimo bugiardo! – disse mentre piangeva più forte, ed io con lei facendo aumentare anche i miei singhiozzi.
- Non lo rivedrò più, non lo rivedrò mai più – pianse, liberando tutto il dolore. Non lo rivedremo più! Era tutto ciò che riuscivo a pensare e tutto ciò che lei riusciva a dire. Mi sentii abbracciare da dietro e riconobbi il profumo inconfondibile di Ivan.
- Vi prego basta, non riesco a vedervi così – disse lui.
- Mi manca troppo – riuscii a dire tra i singhiozzi, mentre mi voltavo verso il mio migliore amico, facendomi stringere a lui.
- Anche a me piccola, anche a me – si lasciò sfuggire una lacrima.  Da dietro la spalla di Ivan scorsi i ragazzi, che ci guardavo con sguardo triste, mentre Louis si faceva stringere da Eleanor.
- Tu hai detto... –
- Si io e Louis, abbiamo detto qualcosa – disse Ivan.
- Giorgia – la chiamammo assieme.
- Vi prego, lasciatemi sola – singhiozzò.
- Ma… -
- Ho bisogno di rimanere sola – disse voltandosi verso di noi, con il trucco colato sul viso. Ci sorpassò e rientrò in casa, dove Zayn la bloccò e la implorò con lo sguardo di perdonarlo. Lei si liberò dalla sua presa e salì al piano di sopra.
- Sono un coglione! – disse il moro.
- Non potevi saperlo – lo consolai.
- Mi dispiace Amy, io non… -
- Sta tranquillo –
- Forse è meglio che io vada – disse Lucas. Io annuii e lo accompagnai alla porta.
- Mi dispiace –
- Già anche a me – dissi. Lui mi abbracciò e poi mi lasciò un bacio sulle labbra, per poi andare via. Mi chiusi la porta alle spalle. Chiusi gli occhi ed un fiume di ricordi mi attraversò la mente. Avevo perso mio fratello, Ivan il suo migliore amico e Giorgia il suo amore.
- Stai bene? – Liam mi si avvicinò con in braccio il cane.
- Sono stata meglio – sussurrai carezzando la testa del cucciolo.
- Mi dispiace molto, Ivan ci ha detto… –
- Ti prego – dissi solamente, guardandolo negli occhi. Lui annuì per poi carezzare assieme a me, il cucciolotto.
- Questo piccolo ha bisogno di un nome – disse
- Già… -
- Hai in mente qualcosa? – domandò
- Mmmh credo che lo chiamerò… Woody – sorrisi.
- Woody, come il cowboy di Toy Story? – chiese
- Si, era il cartone animato preferito di mio fratello Alex – spiegai.
- Anche il mio – esultò lui, facendomi sorridere.
Andammo in salotto, dove erano seduti gli altri e io mi posizionai tra Liam e Louis.
- Amy ma com’è successo? – chiese Niall, beccandosi una gomitata da Harry.
- Non preoccuparti Harry, è normale che lui voglia sapere dopo la reazione di Giorgia - dissi e così iniziai a raccontare.
- Allora mmmh… era il 10 agosto. Ci trovavamo tutti e quattro, io, Ivan, Giorgia e Alex al mare. Lì in Italia si festeggia san Lorenzo e per tradizione si guardano le stelle cadenti. Eravamo andati in spiaggia come ogni anno a vedere le stelle, dato che in città non si poteva per via delle luci… -
 
Flashback
- Anche  quest’anno niente stelle cadenti – disse Giorgia.
- Uff, un altro viaggio a vuoto, come sempre – sbuffarono Ivan e Alex.
- Ma dai non rompete, almeno abbiamo passato la serata – tirai una gomitata a mio fratello.
- Si bellissima come no, passare tre ore con il naso all’insù sono sicuro mi verrà il torcicollo – si lamentò lui.
- Ao, ma come rompi te e dai Alex – fece Giorgia spingendolo scherzosamente.
- A nana, non ti permettere più di spingermi – la minacciò lui
- Perché sennò che mi fai? – lo provocò lei
- Vieni qui che te lo faccio vedere –
- Prova a prendermi – disse lei incominciando a correre su per la passerella, che portava dalla spiaggia alla strada. Lui la inseguì e noi da dietro. Si sentivano le loro risate. Io e Ivan li raggiungemmo trovandoli abbracciati, che si baciavano in mezzo alla strada.
- Ehi voi, vi conviene spostarvi non si sa mai fate come i birilli a bowling – ironizzò Ivan.
- Non rompere le palle Ivan e trovati una ragazza, amico – disse Alex senza staccarsi da Giorgia. La strada era buia e di colpo due fari la illuminarono. Io e Ivan ci voltammo nella direzione della macchina, era molto veloce e si stava avvicinando troppo in fretta ai ragazzi.
- Alex, Giorgia toglietevi dalla strada subito! – urlammo io e Ivan. Alex si scansò da Giorgia voltandosi verso la macchina, come la vide si rivoltò verso Giorgia spingendola via, facendola cadere a terra….
Fine flashback
 
- …. Lui non riuscì a fare in tempo a spostarsi… - le parole mi morirono in gola. Alzai lo sguardo asciugandomi gli occhi e le guance, bagnate dalle lacrime. Vidi Eleanor stringersi a Niall, mentre Louis mi prese tra le braccia. Ivan si lasciava sfuggire diversi sospiri, faceva così tutte le volte che cercava di trattenere le lacrime.
- Ora sapete perché sono andato via per una settimana, circa dieci mesi fa – rispose Louis sfregando la mano sul mio braccio e lasciandomi qualche bacio tra i capelli.
- Mi dispiace, io non avrei dovuto chiederti di raccontarlo – disse Niall con gli occhi lucidi.
- Non preoccuparti, è un anno che evitiamo il discorso. Prima o poi sarebbe capitato di parlarne. Non si può fingere per tutta la vita –
- Io… io devo chiedere scusa a Giorgia, mi sono comportato come un vero stronzo – disse Zayn
- Non credo, che sia una buona idea andare adesso – fece Ivan
- Ha bisogno di sfogarsi, non lo ha fatto per un anno, si è tenuta tutto dentro – dissi
- Perché lo ha fatto? – domandò Harry tirando su col naso.
- Lei è fatta così. Si sente in colpa, quando ci fu il funerale tra lei ed una statua, non c’era differenza. Non ha versato neanche una lacrima. Si è limitata a rimanere in silenzio per due mesi interi. Non parlava con nessuno, non mangiava. Temevamo tutti per la sua salute. Poi per fortuna si riprese, dopo averla presa per capelli –
- In che senso? – chiese Liam
- Nel senso che per la depressione, ebbe un malore e la ricoverammo d’urgenza – risposi. Nella stanza calò il silenzio, si sentiva solo il respiro affannato di Woody che si stava facendo coccolare da me e da Liam.
- Forse è meglio andare a dormire – disse Harry.
- Si sono distrutta – dissi alzandomi e prendendo tra le braccia il cucciolo.
- Beh allora buona notte – salutò Ivan
- Buona notte – dicemmo tutti in coro. Io e il ragazzo salimmo al piano superiore e ci bloccammo d’avanti alla mia stanza.
- Vuoi che entri anch’io? – domandò Ivan
- No, no sta tranquillo, va a dormire, sarai stanco –
- Okay, domani mattina ne riparliamo –
- Notte – gli lasciai un bacio sulla guancia. Lui ricambiò e poi carezzo Woody.
- Come si chiama? –
- Woody – sorrisi dando un bacio alla testolina del cane. Ivan sorrise amaramente per poi girarsi, ed entrare in camera di Zayn. Entrai in stanza e vidi Giorgia sdraiata a pancia in giù, con la faccia spiaccicata nel cuscino in modo tale da riuscire a soffocare i singhiozzi. Mi avvicinai a lei accarezzandole la schiena
- Vattene e lasciami sola – sbottò. Senza opporre resistenza, feci come mi aveva detto e mi diressi in bagno per andarmi a cambiare e struccare. Mi portai Woody, caso mai al mio rientro in  camera non lo avrei trovato. Causa Giorgia. Mi tolsi il vestito e mi voltai a guardare il mio riflesso nello specchio. Il trucco era colato, sicuramente per via delle lacrime. Woody mugolò e mi voltai a guardarlo. I suoi occhioni erano tristi, come se anche lui avesse capito quello che era successo e che non c’era più l’aria di festa. Mi chinai ad accarezzargli la testolina e lui si sedette per poi stendersi a pancia in su, reclamando le coccole. Mi lasciai sfuggire un sorriso, mentre mi sedevo sul freddo pavimento, appoggiando la schiena al muro, con Woody che mi era salito sulle gambe e mi guardava con quegli occhioni tenerissimi.
- Sono sicura che se lui fosse qui, ti avrebbe adorato tantissimo – dissi carezzando il mio cucciolo. Altre lacrime minacciavano di uscire. Ero preoccupata per la mia Giorgia, non volevo ricadesse di nuovo in depressione, ricordavo bene quei maledettissimi mesi.
 
Flashback
- Giò ti prego apri la porta – Ivan bussò di nuovo sul legno. Nessuna risposta, ancora nessuna risposta.
- Tesoro devi pur mangiare qualcosa, sono due giorni che non lo fai – le disse preoccupata la madre.
- Giorgia, non puoi chiuderti in te stessa, Amy ha bisogno di te, tutti abbiamo bisogno di te, ti prego esci – tentò ancora Ivan.
- Fa provare me – lo feci scostare. Picchiettai con il pugno sulla porta, prima di schiarirmi la voce e parlare.
- Tesoro, ti prego apri almeno a me. So perfettamente come ti senti, però sai benissimo che lui non avrebbe voluto che tu facessi così! – mi bloccai poiché la mia voce s’incrinò.
- Se non vuoi farlo per noi, fallo almeno per Alex, per l’amore che provi per lui – conclusi. Attesi qualche minuto, ma la porta non si aprì. Chinai il capo e poi mi voltai verso gli altri scoraggiata. Lessi sul volto di Mariagrazia e Marcello, i suoi genitori, tutto il dolore che provavano per la perdita di Alex, per me, ma soprattutto per la figlia, rinchiusa da tre giorni in una stanza. I giorni passarono e con essi anche i mesi. Giorgia si era rinchiusa in se stessa, non parlava con nessuno. Eravamo riusciti a farla uscire da quella maledetta stanza, ma non era migliorata di molto. Mangiava poco, era dimagrita parecchio, gli occhi erano continuamente cerchiati da delle occhiaie violacee, il viso pallido e stanco. Dov’era finita la mia migliore amica?
- Cazzo Giò ora mi sono veramente rotto. Riprenditi porca miseria! Che diavolo di fine ha fatto la mia migliore amica? Quella pazza isterica con cui ci litigavo sempre? Quella che mi picchiava se dicevo stronzate, quella che urlava senza un motivo, quella con cui sono cresciuto? – Sbottò Ivan prendendola per le spalle e scrollandola.
- Cazzo rispondi! – urlò.
- Semplicemente, è morta il 10 agosto assieme ad Alex – rispose con voce, piatta e roca. Quelle parole mi fecero spezzare il cuore. Rimanemmo tutti basiti. Ivan aveva gli occhi lucidi, come tutti d’altronde.
- Adesso basta – fui io a parlare. Tutti si voltarono verso di me.
- Sono stanca di questo tuo comportamento. Che fine ha fatto la nostra promessa eh? Te la ricordi ancora oppure no? Io credo proprio di no! Con questo stai mandando tutto a puttane. Ho già perso mio fratello, voglia di perdere anche te non ne ho! Dimmi che non ti ho persa, dimmi che ti riprenderai perché io non ti riconosco più. Sfogati Giò, urla, piangi, spacca tutto come ho fatto io, ma basta con questo silenzio. Fa una cosa, quando ti ricorderai la nostra promessa e avrai intenzione di tornare quella di una volta, chiamami, perché non ho intenzioni di stare accanto ad uno zombie! – dissi in lacrime prima di voltarmi e andare via. Alcuni giorni dopo mi ritrovai nella sala d’aspetto di un ospedale, ancora una volta, poiché Giorgia aveva avuto un malore.
- È tutto dovuto alla depressione – disse il dottore.
- Ha bisogno che le stiate vicino – continuò poi, cercando di tranquillizzare i genitori. Presa dalla rabbia entrai nella stanza di Giorgia, ero pronta ad una sfuriata, peggio della prima. Mi bloccai non appena lei alzò il suo volto verso di me. Aveva gli occhi lucidi e stava piangendo. Per la prima volta dopo due mesi, stava piangendo.
- Mi dispiace, mi dispiace tanto – diceva tra i singhiozzi. Mi avvicinai al letto e la strinsi a me, stando attenta alla flebo.
- Sssh, l’importante che adesso stai bene – le sussurrai anch’io con la voce rotta dal pianto.
- Ti voglio bene Amy, mi dispiace, è stata tutta colpa mia… se io non avessi.. –
- No! Non dirlo neanche per scherzo. Giorgia è stato un incidente, un fottutissimo, maledettissimo incidente, tu non c’entri, poteva capitare a chiunque – le dissi prendendole il volto fra le mani. Lei annuì per poi rifiondarsi tra le mie braccia, piangendo insieme.
Fine flashback
 
Sospirai prima di riportare il mio sguardo su Woody, che si era accoccolato fra le mie braccia. Lo feci scendere da sopra le gambe e finii di prepararmi. Una volta indossato il pigiama tornai in camera, mettendomi nel letto con Woody accanto. Fissai Giorgia sentendo il suo respiro regolare, segno che si fosse addormentata. Sentii il mio telefono vibrare. Lo presi e notai ci fossero due messaggi. Uno era da parte di Lucas.
Buona notte amore mio <3” aveva scritto all’incirca una ventina di minuti prima. Risposi e poi passai all’altro messaggio.
Buona notte Amy, spero tu possa stare meglio e che Woody faccia il bravo” aveva scritto Liam. Che dolce ch’era stato. Sentii lo stomaco contorcersi, mentre rileggevo il messaggio. Sospirai voltandomi verso Woody.
- Perché deve essere sempre così complicato? – domandai al cane, che girò la testa guardandomi curioso.
- Che faccio gli rispondo o no? – chiesi sempre a Woody. Lui si fece strada sul letto arrivando a me leccandomi il braccio, per poi farsi spazio in mezzo alle gambe.
- È un si o un no? – domandai. Okay sono letteralmente uscita di senno, sto davvero chiedendo consigli amorosi al mio cane? Sto messa veramente male! Forse dovrei rispondergli. Era stato così carino. Ma ch’è lui è sempre carino con me! Okay ora gli rispondo. Infondo è solo un messaggio.
“Buona notte Liam, grazie ancora per il bellissimo regalo e poi si sta tranquillo, sto meglio. Il peggio già l’ho passato :)”  Inviai mordicchiandomi la pellicina del pollice, sperando che lui mi rispondesse. Il telefono mi vibrò di nuovo.
“Bene, sono felice che adesso stai meglio, ora non ti disturbo più ti lascio dormire” scrisse.
“Ma che, tu non mi disturbi mai, anzi :)” inviai subito. Un momento, che cazzo gli ho scritto!? Così può capire che mi piace! Cogliona, cogliona, cogliona!  Mi sbattei la mano sulla fronte non so quante volte. Quando il telefono mi vibrò, lo presi ed aprii velocemente il messaggio.
Ah d’accordo allora :)…. Giorgia come sta?”  chiese. Tirai un sospiro di sollievo prima di rispondere al messaggio.
“A pezzi, non ha voluto parlare, spero solo non ricada in depressione :(“ scrissi, sedendomi a gambe incrociate sul letto, con Woody che continuava a fissarmi. Il telefono vibrò ancora.
“Mi dispiace moltissimo per lei, se dovessi perdere la ragazza che amo, non saprei davvero come reagire :(….posso farti una domanda?” lessi per bene quel messaggio. Se dovessi perdere la ragazza che amo, non saprei davvero come reagire! Già se perdesse Danielle starebbe malissimo. Ci misi un po’ prima di rispondere, poi con mani tremanti scrissi.
Dimmi pure” inviai. Nell’attesa che Liam mi rispondesse, intrapresi un discorso con Woody.
- Ti rendi conto? Io mi sto innamorando di questo demente qui, che alle 04.00 del mattino si preoccupa di come io possa stare. Porca miseria Woody, tu che faresti al posto mio? Io adesso sono fidanzata con Lucas, non posso pensare a Liam in quel senso, voglio dire… - venni interrotta dalla suoneria del telefono.
“Tu e Lucas adesso state insieme?” lessi, ci aveva messo un po’ a scriverlo, che gli desse per caso fastidio? Scaccia quel pensiero e risposi.
Si! Come mai questa domanda?” incalzai. Vediamo cosa mi rispondi Payne! La risposta non tardò ad arrivare, rispetto al messaggio precedente.
Così, ho visto baciarvi “  non si volle sbilanciare il ragazzo. Sa giocare bene a quanto pare!
“Ho capito!” inviai. Dopo un po’ il telefono mi vibrò di nuovo
“Amy, spero davvero che Lucas non ti faccia soffrire. Meriti di essere felice, se ti farà soffrire ti prego di dirmelo!” strabuzzai gli occhi. Perché era così protettivo?
Okay :) ma come mai tutta questa preoccupazione?” volevo metterlo alle strette, volevo capire cosa gli passava per la testa.
“Sento che mi sto affezionando molto a te, forse anche troppo!”  rimasi bloccata con la bocca aperta a fissare il telefono. Woody mugolò facendomi ritornare alla realtà.
“Cosa significa quel ‘anche troppo’?” inviai. Sentivo il cuore battere a mille.
- Oh Woody, tu pensi che forse gli interesso più di quanto voglia farmi credere? Che forse gli piaccio? –  presi in braccio Woody e lo alzai in aria. Il telefono vibrò e mi catapultai ad aprire il messaggio.
“Che ormai ti considero come una sorella, ed ho paura che tu possa soffrire, so quello che hai passato. Sai ci tengo davvero molto alle mie sorelline Ruth e Nicole, ed anche a te :)” Illusa. Mi ero solo illusa. Scoraggiata risposi al messaggio.
“Capito, grazie mille, ma non preoccuparti per me. Pensa a Danielle piuttosto. Ora vado sono le 04.30 del mattino e sono stanca. Buona notte” inviai. Forse ero stata un po’ troppo fredda e acida. Ma che mi era preso?! Pensare che forse, gli potessi interessare. Che provasse qualcosa per me. Me lo aveva già detto una volta, che per lui ero come un sorella, fu quando mi chiese di perdonarlo per il bacio. Già il bacio! Posai il telefono sul comodino e mi stesi sul letto. Woody zampettò vicino a me e poi si stese per lungo. Io mi voltai verso di lui e chiusi gli occhi cercando di prendere sonno e ignorando il telefono che vibrava.

Angolo autrice...
Okay, spero che il capitolo vi abbia commosse... non so davvero da dove mi sia uscita sta cosa del fratello morto, ma mi piace perchè tenderà a rafforzare ancora di più il legame fra Liam- Amy e anche se non sembra fra Giorgia-Zayn.... non ho molto tempo volevo solo chiedervi una cosa... a qualcuno di voi piacciono le Cronache di Narnia, perchè sto inziando a scrivere una storia su questo argomento e volevo sapere se vi andava di leggerla.... va beh ora vi lascio spero veramente che il capitolo vi piaccia...
P.S: ecco a voi Alex il fratello di Amy
 ora scappo ciaooooooooooooooooo.....

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Capitolo 16
*** Secrets revealed ***


Il mattino seguente mi svegliai con Woody che mi leccava la faccia.
- Buongiorno piccolo – dissi con la voce impastata dal sonno. Gli accarezzai la testolina. Poi mi guardai in giro per la stanza, scoprendo Giorgia ancora nel suo letto, che dormiva tranquillamente. Mi stiracchiai e poi presi il telefono controllando l’ora. Le 10.30. Notai che avevo un messaggio non ancora letto. Lo aprii.
“Buona notte e sogni d’oro” era da parte di Liam. Mi prese una fitta al cuore, così buttai il telefono sul letto e poi andai in bagno a lavarmi e cambiarmi, cercando di fare il meno rumore possibile. Come la sera precedente mi portai a presso Woody. Dopo essermi sistemata, presi il cucciolo in braccio e lentamente uscii dalla stanza. Posai il cane a terrà che zampettò fino alle scale, ed io lo seguii. Dalle scale si poteva sentire l’odore di pancakes. Scesi lentamente, uno scalino per volta, sino ad arrivare alla cucina, dove trovai tutti in piedi.
- Buongiorno – dissi.
- Buongiorno – risposero tutti assieme. Ivan si alzò dal suo posto e venne a darmi un bacio sulla guancia.
- ‘Giorno principessa – salutò. Gli sorrisi e mi sedetti accanto a lui.
- Amy, che cosa gli facciamo mangiare a Woody? Non abbiamo niente per lui – m’informò Eleanor, mentre coccolava il cucciolo.
- C’ho pensato io – rispose Liam, che si alzò ed uscì dalla cucina, rientrando poco dopo, con in mano due ciotole e un pacco di croccantini. Woody come li vide, scese in fretta e in furia dalle gambe di El e corse a scodinzolare da Liam, facendo ridere tutti. Si chinò a riempire le due ciotole di acqua e croccantini. Come si scostò, Woody si fiondò a mangiare.
- Povero, aveva fame – dissi, facendo ridere tutti. Liam si lavò le mani e poi tornò a sedersi, d’avanti a me sorridendomi. Ricambiai con un sorriso imbarazzato, per poi voltarmi verso Ivan.
- Come sta Giorgia? – mi chiese, cercando di non farsi sentire dagli altri.
- Sarò sincera. Ho paura che ricada in depressione – risposi sconsolata.
- No, dai non penso – fece incerto Ivan.
- Non lo so, ieri non ha voluto parlare nemmeno con me – dissi scoraggiata. Di colpo tutti si zittirono. Io e Ivan seguimmo lo sguardo degli altri, trovandoli a fissare Giorgia che era sulla soglia della porta.
- Buongiorno – sussurrò. Nessuno le rispose. Lei mosse qualche passo verso il tavolo, ma si fermò notando che l’ultimo posto libero, fosse quello accanto a Zayn. Tutti la osservavano con aria compassionevole. Una cosa che lei detestava.
- Vedete che la veglia l’abbiamo già fatta, siete un tantino in ritardo – rispose stizzita. I ragazzi rimasero visibilmente sconvolti, mentre Zayn teneva lo sguardo basso. A dire il vero, era da quando ero entrata in cucina che non parlava ne mangiava. Se ne stava seduto con il capo chino sulla sua tazza di caffè, girando in continuazione il cucchiaino.
- Giorgia – la rimproverò Ivan. Lei fece una faccia scocciata, per poi guardare prima me e poi il posto accanto a Zayn. Capii subito, così mi alzai guardandola severa, cercando di farle capire che stava esagerando. Lei ricambiò lo sguardo e poi si sedette al mio posto. Mi affiancai a Zayn e guardai El, chiedendole con lo sguardo di iniziare un qualsiasi discorso, anche futile per quel che poteva essere. Lei per fortuna capì.
- Allora, Giorgia meno male che sei scesa. Con i ragazzi stavamo pensando di portavi a fare un giro alla Syco. Che ne dici? – domandò El.
- Ah-ah – rispose Giorgia. El mi guardò disperata ed io sospirai.
- Ehi Giò ho scoperto dove si trova quel negozio che mi avevi chiesto di andare a vedere. Che ne dici se dopo essere andate alla Syco, ci andiamo a fare un giro – tentai io. Lei mi guardò ed accennò ad un sorriso. Gli altri ripresero normalmente i loro discorsi includendo anche Giorgia, che sembrava si stesse pian piano riprendendo. Soprattutto se parlava Harry. Mi voltai a guardare Zayn, trovandolo nella stessa posizione di prima.
- Guarda che lo zucchero si è sciolto da un pezzo ormai – gli sussurrai. Lui alzò il capo e mi guardò. Aveva gli occhi cerchiati da delle occhiaie, segno che questa notte non avesse dormito granché. Gli carezzai il braccio destro, aveva uno sguardo da cucciolo bastonato.
- Mi dispiace Amy – sussurrò a sua volta. Io negai col capo.
- Sta tranquillo – sorrisi ancora. Lui deglutì e poi si voltò verso Giorgia.
- Mi dispiace tantissimo – alzò la voce, facendo zittire tutti. I ragazzi si voltarono verso di lui tranne Giorgia, che rimase a guardare la sua tazza di latte.
- Io non volevo, non… -
- Ragazzi dovrete comprare uno schiacciamosche, c’è ne sono fin troppe secondo me! – lo interruppe Giorgia. Vidi Zayn rimanerci malissimo e tutti rimanere esterrefatti dal commento si Giorgia. Zayn chinò il capo e poi si alzò.
- Ragazzi ci vediamo agli studi, io inizio ad avviarmi – disse con tono atono, prima di uscire dalla stanza. Mi alzai anch’io seguendolo.
- Zayn aspetta! – dissi bloccandolo per un braccio.
- Amy, mi dispiace, sono un vero idiota e Giorgia ha ragione a trattarmi così –
- No, Zayn. Tu non potevi saperlo, lei è fatta così. Sono sicura che le passerà, ma adesso devi capirla –
- La capisco benissimo – chinò il capo
- Ti prego non rimanere male per ciò che dice –
- Sta tranquilla Amy, sono abituato agli insulti, persino peggiori di questo – rispose lui con un sorriso amaro. Mi si strinse il cuore a vederlo così.
- Io vado, ci vediamo più tardi – disse salendo in macchina.
- Okay ciao… ci vediamo più tardi – sorrisi, salutandolo con la mano. Rientrai in casa, con l’intento di fare una bella ramanzina a Giorgia. Entrai sbattendo la porta e urlando.
- Giorgia, noi due dobbiamo parlare! Ora! – gridai entrando in cucina, ricevendo delle strane occhiate dai ragazzi.
- Ma che t’è preso mo’? – domandò lei.
- Ma che cazzo ti salta in testa eh? Trattarlo così? Non ha fatto niente –
- Non mi ha fatto niente? Si è fatto i cazzi miei, cosa che doveva proprio evitarsi. Sai che odio quando qualcuno parla di lui e quell’insulso mollusco, non si doveva permettere! – urlò lei alzandosi in piedi.
- Ma ti ha chiesto  scusa. Non poteva saperlo, nessuno a parte Louis lo sapeva, si è scusato due volte e tu lo tratti così. Sta una merda per come ti stai comportando!
- È il minimo per quello che mi ha fatto lui! Non si deve sentire una merda, peggio
- Giorgia smettila, non lo sapeva, quante volte te lo devo ripetere? E dille qualcosa pure tu non startene fermo a guardare! – urlai contro Ivan.
- Non permetterti di metterti in mezzo tu eh. Fatti i cazzi tuoi – gli urlò lei. Lanciai un sguardo ad i ragazzi che ci guardavano impauriti.
- Perché ti comporti così? Perché?
- Perché sto male cazzo! Perché mi manca, perché vedo voi che riuscite ad andare avanti ed io no! –
Giorgia si sedette e iniziò a piangere prendendosi la testa fra le mani e tutti la fissarono mentre io, abbassai lo sguardo sul pavimento.
- Credi che io stia bene? – dissi con voce flebile.  Tutti si voltarono verso di me e io alzai lo sguardo verso Giorgia. Aveva le guance rigate dalle lacrime.
- Pensi davvero che sia riuscita ad andare avanti? Non lo capisci, che quella che indosso è solo una stupidissima maschera? – iniziai pian piano ad alzare la voce.
- Io sto male come te. Ho perso mio fratello. E non è facile tornare a casa e fingere che tutto vada bene, vedere tua madre disperarsi in camera sua. Fa male non vederlo girare per casa, fa male non sentirlo più ridere, non avercelo più a torno che ti rompe le scatole. E ogni santo giorno rimpiango di non avergli potuto chiedere scusa per tutte le litigate, di non essere stata una buona sorella, di non potergli più dire che anche se rompi palle, era davvero il fratello migliore del mondo. Sarei voluta morire io al suo posto. Per tutto questo tempo ho fatto la forte, fingendo di stare bene, consolando gli altri. Quando anch’io avevo bisogno di essere consolata. Quindi adesso basta. Penso che abbiamo pianto fin troppo. Smettila di prendertela con gli altri, è stato un maledettissimo incidente a portarcelo via. Non tornerà più, non puoi prendertela con gli altri! – urlai con le lacrime che mi rigavano il viso. Guardai tutti nella stanza che avevano una faccia tra il triste e lo scioccato. Poi scappai via, presi la mia borsa e corsi fuori.
- Amy aspetta! – qualcuno urlò. Mi voltai vedendo Louis corrermi incontro. Si avvicinò stringendomi forte, ed io scoppiai a piangere più forte.
- Sshh, tranquilla. Ci sono io – sussurrava carezzandomi i capelli.
- Mi manca, io.. – non riuscivo a formulare una frase di senso compiuto, tanto erano forti i singhiozzi del pianto.
- Era ora che scoppiassi, lo avevo immaginato sarebbe successo prima o poi – mi asciugò le lacrime con i pollici, per poi lasciarmi un bacio sulla fronte.
- Sfogati piccola, ti serve – disse ristringendomi a se.
- Louis – ci staccammo, vedendo Giorgia che ci guardava.
- Puoi lasciarci sole? – domandò. Lui sorrise e poi annuì, dandomi una bacio sulla guancia e dirigendosi verso l’entrata di casa, non prima di aver carezzato dolcemente il braccio di Giorgia. Io chinai il capo, fissando i ciottoli del vialetto, calciandone qualcuno.
- Mi dispiace – sussurrò. Alzai lo sguardo e la vidi cercare di trattenersi altre lacrime. Ci fissammo un po’, prima che io le sorridessi ed aprissi le braccia, invitandola ad abbracciarmi. Non se lo fece ripetere due volte. Si fiondò tra le mie braccia stringendosi a me.
- Mi dispiace, sono stata una pessima amica. Ho pensato solo al mio dolore, trascurandoti – diceva tra i singhiozzi.
- Non dire stupidaggini. Era normale che volessi stare da sola. Ora è tutto passato. Cerchiamo di ricordarci di lui, nel modo migliore possibile. Okay? Tu però Giorgia devi andare avanti – dissi, prendendole il viso fra le mani.
- Devi promettermelo, se lo fai a me è come se lo promettessi anche a lui – continuai. Mi sembrò un po’ titubante ma poi annuì.
- Te lo prometto –
- Un’altra cosa – dissi
- Tutto ciò che vuoi – mi sorrise asciugandosi le lacrime.
- Dovrai chiedere scusa a Zayn del tuo comportamento e perdonarlo –
- Ma.. –
- Niente ma! – la bloccai.
- Uff, va bene lo farò – sbuffò. Poi ci guardammo e scoppiammo a ridere.
- Su rientriamo e andiamo a finire di prepararci per uscire – la spintonai in direzione della casa. E ridendo e scherzando tornammo dentro, sotto lo sguardo esterrefatto di tutti, tranne quello di Ivan, che ormai era abituato. Salimmo al piano superiore andando a cambiarci. Indossai un jeans chiaro, a sigaretta, strappato un po’ sulle cosce e come maglia un blouse color carne. Giorgia, che sosteneva di avere freddo, indosso dei collant neri, con sopra un pantaloncino di jeans, una canotta nera e sopra la sua adorata versity, anch’essa nera. Contornò tutto con un cappello di lana. Quando la guardai rimasi schioccata.
- Che c’è? – domandò
- Pure il cappello di lana? – feci con voce terrorizzata.
- Ho freddo – rispose tranquillamente.
- Il 17 di luglio! Tu hai freddo il 17 di luglio! È vero che qui a Londra le temperature sono più basse rispetto all’Italia, ma pure tu, i collant e il cappello di lana. –
- Non rompere le palle Amy –
- Certo che tu e Harry potete andare benissimo a braccetto – risi seguita da lei.
- A proposito come mai ieri sera ballavate così vicini? – chiesi con voce maliziosa.
- Siamo amici, mi sta molto simpatico. Anche se non posso nasconderti che è molto sexy, anche fin troppo per i miei ormoni – scoppiò a ridere, ed io non potei fare a meno di seguirla a ruota. Qualcuno bussò alla porta e da essa fece capolino la testa di Eleanor.
- Si può? – domandò
- Certo vieni – dicemmo assieme io e Giò.
- Vi ho sentite ridere – sorrise chiudendosi la porta alle spalle.
- Cavolo El, la tua maglia è stupenda – disse Giorgia, avvicinandosi alla ragazza e mettendosi a contemplare la maglia.
- Grazie – rispose la mora.
- Giorgia ha ragione, comunque mia cara tu non me la conti giusta – mi riferii a Giorgia.
- Ti ho detto la verità – sbuffò lei.
- Si certo come no – ironizzai.
- Su cosa? Se posso permettermi ? -  disse El.
- Tu hai notato quanto fossero vicini Harry e Giorgia ieri sera? – domandai alla ragazza.
- Credimi lo sono stati per tutta la giornata – mi rispose lei
- Stronza non mi hai detto niente – lanciai un cuscino in faccia a Giorgia.
- Ehi, non è successo niente fra di noi e comunque, tu ancora devi raccontarmi cosa è successo fra te e Lucas –
- Oh beh, stiamo insieme – risposi tranquillamente, mentre mi sistemavo i capelli.
- E c’è lo dici così? – fecero assieme, le due.
- E come dovrei dirvelo –
- Figlia mia, forse con un po’ più di vivacità? – rispose Giorgia.
- Non sembra tu ne sia molto contenta – fece El.
- Ma si, invece. Sono felice, Lucas è un ragazzo dolcissimo, simpatico, mi fa ridere e… -
- E non è Liam – conclusero assieme loro due, facendomi diventare rossa.
- Ma la volete smettere con questa storia? – quasi urlai, lanciandogli addosso tutti i cuscini che avevo in stanza.
- È la veritàààààà – urlarono loro, venendo contro di me buttandomi sul letto e iniziando a farmi il solletico, mentre io urlavo di lasciarmi stare.
- Ma che diavolo succede qui? – la voce di Louis sovrastò le nostre. Ci alzammo dal letto vedendo i ragazzi fissarci.
- Niente, tranquilli – dissi io ansimante per via del solletico.
- Siete pronte così andiamo? – domandò Niall. Noi annuimmo scendendo dal letto. Ci rimettemmo in ordine, ridendo come delle sceme e poi raggiungemmo i ragazzi di sotto, pronte per andare alla Syco.
- Zayn mi ha mandato un messaggio. Dice che i produttori vogliono che rincidiamo They don’t know about us – disse Liam sulla soglia della porta.
- Okay – risposero gli altri tre. Dopo aver preso tutto uscimmo e salimmo in macchina. Harry, Liam e Niall andarono con quella del riccio, mentre noi altri salimmo sull’auto di Louis. In macchina parlammo del più e del meno, i ragazzi conobbero meglio Ivan e Giò e dopo un po’ di tempo, riuscimmo ad arrivare alla Syco. Quando entrammo ci accolse Allison, quella proprio non la sopportavo. Mi stava antipatica. Salutai per educazione e poi seguii gli altri in ascensore. Era la terza volta che entravo in quell’edificio, ma rimanevo comunque stupita, del lusso, del gran da far delle persone. Quando le porte dell’ascensore si aprirono, i ragazzi ci portarono nell’ufficio di Paul. Entrammo, trovandovi Zayn seduto su un divanetto. Ci salutò con un cenno del capo. I ragazzi presentarono Paul a Giorgia e Ivan.
- Bene ragazzi, come vi ha detto Zayn, i produttori, vogliono che incidiate di nuovo They don’t know about us, hanno detto di aver trovato alcune imperfezioni nella prima versione – disse Paul. Vidi i ragazzi sbuffare.
- Allora andiamo in sala prove? – domandò poi.
- Si ma loro? – chiese Harry indicandoci.
- Verranno con noi – sorrise Paul. Uscimmo tutti dalla stanza, ma io fermai Giorgia per un braccio.
- Che c’è – domandò lei.
- Zayn – dissi solamente, guardandola truce.
- Lo farò dopo la registrazione, promesso – rispose scocciata. La guardai un’ultima volta e poi le lasciai il braccio. Raggiungemmo gli altri in sala prove. Paul diede il segnale ai ragazzi di indossare le cuffie e a noi di stare in silenzio, mentre fece partire la base.
- Farete, una prova tutti assieme e poi una singola per tutti e cinque – disse l’uomo dando il via ai ragazzi.
- People say we shouldn’t be together. We’re too young to know about forever. But I say they don’t know what they talk talk talkin’ about… - Liam iniziò a cantare lasciandomi senza fiato. Molte volte avevo ascoltato la sua voce e ne rimanevo sempre stupita. Dopo di lui attaccò Harry e poi tutti assieme. Erano perfetti, semplicemente fantastici. Fissavo Liam, concentrato ad occhi chiusi, sulle parole della canzone. Poi gli aprì e lo vidi puntare lo sguardo nel mio. Quegli occhi, così dolci ma che avevano un non so che di triste, mi disarmavano, mi mettevano in soggezione come nessun altro prima. Attorno a me non c’era nient’altro se non lui e la sua voce. Lo guardavo e mi sentivo completa, sentivo il cuore martellarmi in petto, le guance andare a fuoco e le mani sudare. Un improvviso bisogno di averlo affianco, di sentirmi sua e di sentirlo mio. L’acuto di Zayn riportò alla realtà entrambi, interrompendo quel gioco di sguardi e ricordandomi che io non ero sua e che lui non era mio. Entrambi apparteniamo ad altri, io a Lucas, lui a Danielle e così doveva essere. So cosa significava soffrire per amore, e l’ultima cosa che volevo era far soffrire Lucas e Danielle. La canzone finì e fingendo un sorriso, applaudii assieme agli altri.
- Bene, questa era buona ragazzi, ma dobbiamo fare le parti singole adesso – disse Paul. Tutti gli altri uscirono tranne Liam che si rimise le cuffie attendendo che la base partisse. Io mi alzai ed uscii fuori, chiedendo ad Ivan di seguirmi. Ora volevo solo lui.
- È tutto okay? – domandò, una volta che fummo su uno dei tanti balconi dell’edificio.
- Ma si si, va tutto bene – cercai di sorridere, ma ero ancora un po’ scossa dagli occhi di Liam.
- Come se non ti conoscessi – mi diede una spallata giocosa.
- Ti dico che va tutto bene – ricambiai.
- Ma se ti ho visto che guardavi intensamente il bel cantante. Sembrava tipo la scena di un film ahahah – scoppiò a ridere come uno scemo.
- Ivan a volte dubito della tua sanità mentale, credimi – feci con faccia scioccata.
- Ehm, beh si okay. Ma dai non rompere l’abbiamo visto tutti che mancava poco e vi saltavate addosso. Infondo vi siete già baciati – disse lui, dopo essersi ricomposto.
- Ivan è sbagliato! – dissi tirando via una sigaretta dal suo pacchetto. Era parecchio che non fumavo e ne avevo un tremendo bisogno.
- Ma perché? – fece lui sbuffando.
- Perché lui sta con Danielle e io sto con Lucas – risposi dopo aver cacciato fuori dalla bocca, una nuvoletta di fumo.
- Aspetta, aspetta. Che mi sono perso? Da quando tu e il biondino state insieme? – domandò
- Da ieri sera, non te ne sei nemmeno accorto? –
- No! E comunque devo prima fargli il mio test! – aspirò la sigaretta.
- Che test scusa? – chiesi confusa.
- Il mio test! Quello per vedere se il ragazzo è adatto a voi! – fece con fare ovvio.
- Non voglio che ricapiti quello che è successo con quel coglione del tuo ex!- incrociò le braccia al petto.
- Aww ma quanto sei dolce – dissi con voce da bambina, abbracciandolo a mo’ di koala.
- Lo so, me lo dicono tutti – si vantò.
- Non ti allargare troppo – risi.
- Tornando seri Amy, secondo me dovreste provarci. Vi vedo bene insieme – fece un’espressione dolcissima, mentre mi accarezzava la guancia sinistra.
- Non lo so Ivan, non vorrei rimanere scottata di nuovo. E credo che questa volta sia più forte di quello che provavo per Marco –
- Io conosco una sola parola per descrivere quello che provi. Amore Amy, amore – disse
- Sai che non credo nell’amore a questa età –
- Amy, l’amore non ha un età. Arriva quando meno te lo aspetti e tu non puoi comandarlo. Devi accettarlo, non fuggire via, non puoi sapere quando ti capiterà ancora. Per amore ci si annulla, ci si dona completamente alla persona che ami, l’amore è bello perché ogni giorno ti fa provare cose nuove. Essere in due un’unica persona, è una delle cose che pochi riescono a scoprire realmente. E credo proprio che a te stia succedendo piccola –
- Parli come se lo avessi provato e tutto quello che ti ha portato è stato dolore – dissi guardandolo fisso negli occhi. Lui sospirò chiudendo gli occhi.
- Amy qui non stiamo parlando di me, ma di te –
- Ivan, tu sei stato innamorato di qualcuna. Te lo leggo negli occhi – dissi prendendogli il viso fra le mani.
- Amy… -
- Chi è? – lo bloccai.
- Io.. –
- Ivan chi è? – domandai con insistenza. Glielo leggevo negli occhi, quanto era difficile dirlo per lui. Sospirò prima di arrendersi e parlare.
- Giorgia! – disse ad occhi chiusi, mentre io spalancai i miei.
- Cosa? –
- I-io amavo Giorgia – fece imbarazzato.
- Amavi? – domandai. Lui annuì un po’ incerto.
- Ivan amavi o ami? – chiesi. Lui strinse i pugni.
- La ami ancora! – affermai a mezza voce. Ora capivo tutto, gli sguardi, le mosse che faceva, tutto. Lui si voltò e si affacciò al balcone.
- Sai, un po’ mi sento meglio. Tenersi tutto questo dentro per anni, è pesante! – si girò facendomi un mezzo sorriso.
- Come hai fatto? Lei è la tua migliore amica, la nostra. Era la ragazza di mio fratello, il tuo migliore amico – feci con voce sempre più allibita. Come aveva fatto a sopportare, i baci, le carezze, i ti amo? Come c’era riuscito? Per me era inspiegabile!
- Tuo fratello lo sapeva – rispose abbassando il capo.
- C-come? –
- Ricordi quella volta che lui tornò a casa con il labbro rotto, ed io il naso? Beh avevamo fatto a pugni –
- Ma v-voi, avevate detto che… -
- Balle Amy, erano solo balle – sbuffò. Mi sentivo in colpa, per non essere riuscita a scoprirlo prima.
- Sai, non mi sono mai fatto….. – si bloccò poiché la porta del terrazzo si aprì di colpo.
- Ah finalmente vi abbiamo trovati – disse Giorgia venendoci incontro, assieme agli altri. Io sbiancai completamente, mentre Ivan rimase immobile a fissarla.
- Di che parlavate? – ci chiese curiosa.
- D-di niente – balbettai. Odiavo balbettare.
- Sai che quando balbetti, menti. Quindi di cosa parlavate voi due? – ci indicò e assottigliò gli occhi. Iniziai a sudare freddo, cercando di trovare alla svelta una scusa efficace.
- Parlavamo di Lucas e Amy – rispose tranquillo Ivan. Deve essere abituato a mentirle ormai.
- E ci voleva così tanto per dirlo? – domandò lei.
- Sai che m’imbarazzo spesso – risi nervosa.
- Va beh, comunque stavo pensando di andarci a fare un giro, Harry e Louis hanno finito di registrare le loro parti, ma Niall, Liam e quel coso la, non ancora – disse indicando Zayn. Subito mi ricordai della sua promessa.
- Ehm.. Giorgia tu non dovevi fare una cosa? – le chiesi.
- Cosa? – domandò lei stranita.
- Quella cosa – feci a denti stretti indicando con la testa Zayn, che aveva lo sguardo basso sul suo telefono. Lei si voltò a guardarlo.
- No, non devo fare proprio niente – rispose.
- Giorgia – l’ammonii con sguardo di fuoco. Lei incrociò le braccia al petto infastidita.
- Devi farlo! – dissi dura.
- No! –
- Lo hai promesso! – strinsi il pugno.
- Non ci penso nemmeno –
- Non rompere e muoviti – mi spazientii e la spinsi addosso al ragazzo.
- Ma che? – fece lui stranito prendendo Giorgia. I loro occhi s’incontrarono e presero a fissarsi intensamente, l’un l’altro.
- Ehm, ehm – mi schiarii la voce, un po’ imbarazzata.
- E-ecco io v-volevo chiederti scusa per come mi ero comportata – disse Giorgia imbarazzata.
- Come? – fece Zayn non capendo.
- Giò devi dirlo nella sua lingua – la canzonò Ivan. Io mi voltai a fissarlo, aveva un sorriso dolce sul viso, nessun accenno alla gelosia o quant’altro. Giorgia si schiarì la voce prima di riformulare la frase in inglese.
- Mi dispiace per come mi sono comportata oggi e per lo schiaffo di ieri sera. Scusami – disse. Vidi gli occhi di Zayn illuminarsi.
- In realtà sono io ad aver sbagliato. Avevi tutti i diritti di trattarmi così, se non peggio – fece lui, con un sorriso imbarazzato.
- Okay, quindi si può dire che avete fatto pace? – domandò Niall. I due si guardarono, si sorrisero e annuirono. Giorgia si staccò da Zayn e si voltò verso di noi, ma poi si rigirò verso il moro.
- Anche se, mi stai comunque antipatico – gli fece la linguaccia.
- Siamo in due – rispose il moro. Ecco che riprendono a litigare! Sospirai roteando gli occhi al cielo.
- Bene, adesso cosa stavi dicendo prima Giò? – la interruppì dal rispondere a Zayn.
- Louis e Eleanor, hanno deciso di andarsi a fare una passeggiata, anche io e Harry. Tu e Ivan venite con noi o rimanete qui? – domandò
- Ehm, no preferiamo farci una passeggiata per conto nostro, sai vorrei passare un po’ di tempo da sola con lui – arrancai un mezza verità.
- Okay, come volte, beh noi andiamo. Ci vediamo a casa – salutò prima di andare via con Harry.
- È meglio se torniamo dentro a finire di registrare noi, se non vogliamo ridurci a questa sera alle 21.00 e passa – disse Liam rivolto a Niall e Zayn. Mi voltai verso di lui, perdendomi a guardare il suo profilo. Il cuore mi batteva forte nel petto, mentre lo vedevo gesticolare, parlando con i ragazzi.
- Finirai per consumarlo, se lo guardi sempre – mi sussurrò all’orecchio Ivan, facendomi sobbalzare a arrossire.
- Sei un coglione – gli dissi tirandogli un pugno al braccio e facendolo ridere.
- Su, andiamo a fare la nostra passeggiata? – mi porse la mano. Sospirai prima di ridere e annuire.
- Noi andiamo. Ci vediamo a casa? – domandai ai ragazzi.
- Ci vediamo lì per pranzo – sorrise Zayn. Annuii sorridendogli e poi a braccetto con Ivan, uscimmo dall’edificio dirigendoci a Piccadilly Circus.
- Allora, cosa stavamo dicendo? – dissi dopo un po’.
- Che il gelato italiano è migliore di questo? – domandò indicando il cono che aveva in mano. Sapevo che stava cercando di sviare il discorso. Risi dandogli ragione, ma tornai subito seria.
- No idiota, intendevo il discorso fatto agli studi – lo guardai torva. Lui sospirò guardandosi intorno prima di adocchiare una panchina all’ombra, dove si diresse, facendomi segno di seguirlo. Si sedette, ed io lo imitai rimanendo in silenzio attendendo che parlasse. Prese una grande boccata d’aria e poi si voltò verso di me.
- Dove eravamo rimasti? – mi domandò.
- Mi stavi dicendo il perché non ti fossi fatto avanti – spiegai. Lui annuì.
- Per prima cosa, perché lei amava Alex, secondo perché ero a conoscenza del fatto che per lei fossi solo il suo migliore amico e niente di più e se devo essere onesto, non mi è dispiaciuto poi così tanto occupare quel posto. Perché anche se non fossi stato il suo ragazzo, almeno in qualche modo facevo parte del suo cuore, riuscivo anch’io a farla sorridere, certo diversamente da Alex, ma ci riuscivo – rispose con il sorriso sulle labbra.
- La ami ancora? – domandai. Lui fece un’alzata di spalle.
- Col tempo ho imparato a vederla solo come la mia migliore amica e quando Alex è morto, non me la sono sentita di farmi avanti e dirle tutto, per cui ho fatto in modo di seppellire i miei sentimenti –
- Non fare giri di parole, sai che li detesto – risposi stizzita. Lui rise annuendo.
- La risposta è non più Amy –
- Ma se hai detto che l’amore è… -
- Amy, non è sempre eterno! L’amore può farti provare mille e più emozioni, ma non è detto che sia eterno e ciò dipende da te e da lui. Se veramente vi amate, allora potrebbe essere eterno. Ma se è un amore a senso unico come il mio, è normale che man mano il sentimento scompaia. Per cui se veramente ami Liam e se lui ama te, devi andare da lui e dirglielo non aspettare il momento giusto, come ho fatto io, perché non sarà mai il momento giusto, dovrai creartelo tu –
- Ma hai detto che il tuo era un amore a senso unico e che se veramente ci amiamo, potrebbe essere eterno. Potrebbe non è –
- Cavolo Amy, smettila di avere paura e buttati una buona volta, non puoi vivere gli anni migliori della tua vita riempiendoti la testa di se e ma, che non ti porteranno a nulla. Non devi mai pensare al futuro, perché non puoi prevederlo. Pensare al passato si, ma impararne qualcosa non fare come stai facendo tu, che dalle brutte esperienze non stai imparando niente e ti stai solo chiudendo a riccio. Devi vivere la vita per come viene, essere razionale va bene, ma bisogna essere anche un po’ pazzi per godersela a pieno – parlava, tenendomi stretta per le spalle.
- Il fatto è che non sono del tutto sicura dei miei sentimenti. Sento di provare qualcosa per Liam, qualcosa di molto forte che non so spiegarmi e che mi fa paura, ma allo stesso tempo provo qualcosa anche per Lucas. Meno forte di ciò che provo per Liam, ma è comunque qualcosa e sono confusa. Tremendamente confusa. Poi non so nemmeno cosa passa per la testa a Liam, mentre Lucas dice che gli piaccio molto, che vuole stare con me. È un gran casino – piagnucolai aggrappandomi a lui, come se fosse la mia ancora di salvezza.
- L’amore deve essere un casino Amy, altrimenti non c’è gusto ad essere innamorati, sarebbe come una normale routine giornaliera, più che una cosa che ti stravolge la vita – disse stringendomi a se, carezzandomi i capelli. Sentii la suoneria del telefono da dentro la borsa. Mi staccai da Ivan e presi il cellulare rispondendo a Eleanor.
- Pronto? –
- Pronto, ciao Amy, volevo dirti che noi siamo già tutti a casa, voi che fate ci raggiungete oppure pranzate fuori?
- Adesso arriviamo Eleanor, tranquilla –
- Okay, ah Amy, a pranzo c’è anche Danielle – abbassò la voce molto probabilmente per non farsi sentire dagli altri.
- Okay – sbuffai.
- Ci vediamo fra un po’ – disse lei
- A tra poco – riagganciai. Sbuffai guardando Ivan.
- Dobbiamo tornare a casa per pranzare e indovina un po’, c’è anche quella strega della sua fidanzata – dissi. Lui rise e si alzò dalla panchina.
- Sei snervante quando qualcuno è in depressione e tu gli ridi sempre in faccia – borbottai alzandomi, facendolo ridere ancora di più. Lo guardai male e presi a camminare più velocemente, avviandomi alla fermata del bus per arrivare a casa. 



Angolo autrice

Buon pomeriggiooooooooooooooooooooooo... finalmente ho aggiornato... dovete scusarmi ma sono sommersa dai compiti... infatti non so quando potrò aggiornare ancora, di sicuro non la prossima settimana :( Sorry guys....
Comunque tornando al capitolo... piccoli scherzi fra Giorgia, Amy e Zayn ma che alla fine si risolvono.... E che mi dite della rivelazione di Ivan?? Quanti credevano fosse innamorato della nostra pazza Giò??... E la coppia Amy-Liam... come si metteranno le cose ora che lei è fidanzata con Lucas??? Si scoprirà presto.... Rigranzio tutti coloro che leggono, recensiscono, mettono nelle seguite, preferite e ricordate la storia... Volevo chiedervi un piccolo favore... se c'è qualcuno fra voi che è fan de "Le Cronache di Narnia" può passare qui??
 Le cronache di Narnia: il leone, la strega e l'armadio vorrei tanto capire se la storia è bella oopure no :) è incentrata sulla coppia Peter-nuovo personaggio.. se v'interessa passate... beh io ora scappo ci sentiamo la prossima volta che riuscirò ad aggiornare... ciaooooooooooooooo...

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Capitolo 17
*** Shopping for the gala ***


- Siamo arrivati! – urlai per farmi sentire dai ragazzi.
- Siamo in giardino – gridò a sua volta El.
- Che ha detto? – mi chiese Ivan. Purtroppo lui non capiva l’inglese come me ed Giorgia, per cui la maggior parte delle volte eravamo costrette a fagli da traduttore.
- Ma quand’è che imparerai un po’ d’inglese tu? Comunque sono in giardino – dissi avviandomi per uscire fuori.
- Sai che non mi è mai andato a genio l’inglese – borbottò lui.
- No a te non è mai andata a genio la professoressa, il che è diverso – lo ripresi. Lui sbuffò ed io scoppiai a ridere.
- Ho capito, ti devo fare un corso intensivo di inglese – dissi ridendo. Lui mi guardò come se fossi impazzita.
- Scordatelo! –
- E no caro mio, lo facciamo eccome – feci con tono autoritario.
- Che succede? – si avvicinò Giorgia assieme ad Harry e Niall.
- Il signorino ha bisogno di imparare l’inglese, ma non vuole farlo – spiegai.
- Ivan ti conviene, altrimenti come farai quando Amy si sposerà con Liam e verremo a trovarli? – disse Giò, per mia fortuna in italiano. Diventai comunque rossa.
- Non dire stronzate tu –
- Ma se è la verità? – fece ingenuamente lei. Io guardai i ragazzi che ci fissavano, con fare curioso, senza  riuscire a capire niente.
- Comunque matrimonio o no, io non mi metterò a ristudiare inglese – s’intromise Ivan nel discorso.
- Tu lo farai! – dicemmo assieme io e Giorgia con fare autoritario.
- Ma perché? Odio quando fate così, mi mettete paura – piagnucolò.
- Dai, dai io lo faccio per te – dissi con voce da bambina. Lui sbuffò e poi mi fissò ancora.
- Detesto quando fai gli occhi da cucciolo bastonato. E va bene lo faremo, ma solo perché se no diventerei pazzo non riuscendo a capire la maggior parte dei discorsi – mise in chiaro.
- Okay, okay – dissi abbracciandolo entusiasta.
- Ehm ehm si può sapere che vi siete detti? – chiese Harry un po’ imbarazzato.
- Niente di che, tranquilli, come mai pranziamo in giardino? – domandai avvicinandomi al tavolo, dove vi erano El e Danielle che non si calcolavano proprio.
- Ciao – salutai in modo generale.
- A Louis è venuto in mente di fare un barbecue e così eccoci qua – spiegò Harry.
- Louis ti amo – urlai al mio cuginetto che stava uscendo da casa con in mano la carne.
- Lo so lo so – si vantò lui facendo ridere tutti, eccetto Danielle. Non sia mai che si sforzi quella! Dietro di Louis uscì Liam con in mano due buste di patatine e insalata e delle coppe in mano.
- Ragazze, potreste occuparvi voi dei contorni per la carne? – ci chiese Liam posando il tutto sul tavolo. Io, Giorgia e El, annuimmo sorridenti.  Danielle invece si alzò ed entrò in casa senza dire niente a nessuno. Liam sospirò abbassando lo sguardo.
- Torno subito – disse seguendo la ragazza in casa.
- Acida come sempre vedo – dissi seguendo con lo sguardo Liam.
- Non credo che potrà mai cambiare – fece El sbuffando.
- È peggio di come me l’avevi descritta – disse Giorgia.
- Sentite non voglio rovinarmi la giornata – dissi.
- Okay. Comunque credo che le patatine dovremmo andarle a cucinare dentro– rispose El prendendo in mano la busta di patatine congelate.
- Infatti, su andiamo – disse Giorgia, prendendo in mano, ciò che poco prima aveva posato Liam sul tavolo. Entrammo in casa dirette in cucina, quando sentimmo Liam e Danielle litigare.
- Ma cosa ti costa? – le chiese Liam.
- Potrai anche metterti in ginocchio, io non chiederò mai scusa a quella la – rispose lei.
- Credo stiano parlando di te – bisbigliò El al mio orecchio.
- Per quale motivo, Danielle lo sai anche tu quello che hai detto ed è giusto che le chiedi scusa –
- Non lo farò mai. Scordatelo! Lei ti vuole portare via da me, vuole distruggere il nostro amore lo capisci – disse lei con la voce spezzata dal pianto. Quei singhiozzi mi colpirono molto. Che mi sia sbagliata? Forse lei lo ama veramente, al di là della sua fama.
- Recita molto bene – sussurrò Giorgia. Sentimmo Liam sospirare.
- Danielle, io amo solo te! – le disse e sentii il cuore spezzarsi in mille pezzettini. Ero diventata un pezzo di marmo.
- Per me lei, non conta niente in confronto a te – disse ancora. Era ufficiale, nel mio petto non vi era più l’esistenza di un cuore, ma solo di mille schegge che facevano male, laceravano dentro i tessuti. Tutto in torno a me non aveva più un senso.
- Amy stai bene? – mi chiesero le due ragazze al mio fianco.
- Io, io non mi sento tanto bene – arrancai.
- Amy –
- Non preoccupatevi, è solo un giramento di testa. Oggi faceva piuttosto caldo. È meglio che mi vada a  stendere – dissi indietreggiando verso le scale cercando con tutta me stessa di reprimere le lacrime. Mi voltai verso la grande scala in marmo e presi a salirla il più in fretta possibile. Corsi verso la mia stanza e mi chiusi dentro. Mi lasciai scivolare sul pavimento portandomi le ginocchia al petto.  Cosa aveva detto Ivan? Che l’amore è bello? Se quello che provo per Liam è amore, preferisco di gran lunga sopprimere questo sentimento più che sperimentarlo e rimanerci male. Devo troncare questa storia finché sono in tempo. Io sto con Lucas. Liam, non conta niente. Proprio come aveva detto lui di me, io non contavo niente per lui e lui non doveva contare niente per me! Mi alzai dal pavimento e mi spogliai indossando un paio di pantaloncini e una canotta. La testa aveva preso a farmi male veramente e una dormita mi avrebbe fatto bene. Mi stesi sul letto e chiusi gli occhi cercando di dimenticare tutto e tutti.
 
- Amy, Amy. Su svegliati – mi sentii scrollare da una spalla. Mi voltai verso la persona che mi disturbava e grugnii qualcosa d’incomprensibile.
- Come ti senti? – mi domandò Giorgia.
- Ho ancora un forte mal di testa – biascicai portandomi una mano d’avanti agli occhi.
- Su alzati, rimanere coricata non ti farà bene. Mangia qualcosa e prenditi un analgesico. Dobbiamo uscire – disse tirandomi via il lenzuolo.
- E dove dobbiamo andare? – domandai piagnucolando.
- Te lo spiego quanto scendi, su muoviti – disse chiudendosi la porta della stanza alle spalle. Mi tirai su stiracchiandomi. Non avevo tanta voglia di uscire, ma nemmeno di rimanere chiusa in casa a fare la depressa. Controlla il cellulare ed avevo cinque chiamate perse, tre da mia madre e due la Lucas. Inviai un messaggio ad entrambi, dicendogli che gli avrei chiamati dopo. Poi Lucas mi rispose.
Sono di sotto in cucina con gli altri :)” così citava il messaggio. Sorrisi, mi andava di vederlo. Mi alzai in fretta andando in bagno a sciacquarmi il viso e a cambiarmi. Una volta pronta scesi al piano di sotto. Trovando tutti quanti seduti al tavolo che discutevano. C’era persino Danielle ancora, che come mi vide fece un smorfia e si apprestò a baciare il suo ragazzo.
- Ti sei svegliata, come stai? – mi chiese Louis. Gli sorrisi per dirgli che stavo bene, mentre mi avvicinavo a Lucas.
- Ciao – sussurrò lui chinandosi sulle mie labbra e baciandomi dolcemente.
- Ciao – risposi staccandomi dal bacio e sorridendo.
- Su mangia qualcosa se devi prenderti l’analgesico – disse Giorgia porgendomi un panino.
- Grazie – dissi prendendo il panino e addentandolo, mentre mi sedevo in braccio a Lucas e Woody veniva a farmi l’elemosina.
- Allora dove dobbiamo andare? – domandai curiosa.
- A fare shopping – rispose entusiasta Giorgia. Okay mi è passata la voglia di uscire.
- Non ne hai già abbastanza di vestiti? – dissi ricevendo il cinque da parte di Ivan.
- Louis spiega a tua cugina perché dobbiamo andare a fare shopping –
- Praticamente, noi domani sera abbiamo una serata di gala e quindi ci servono degli abiti da sera – sintetizzò Louis.
- E noi tre dovremmo venire con voi? – domandai
- Paul ha detto che andava bene – fece un’alzata di spalle.
- E come mai questo gala? – chiesi.
- È per beneficienza – rispose Harry.
- Il ricavo verrà donato al reparto di chirurgia infantile del London Grace Hospital, per riuscire a comprare nuove attrezzature per curare i bambini – disse Liam. Faticai a non guardarlo negli occhi. Mi voltai di scatto e diedi un pezzettino di pane a Woody, rendendolo felice.
- Bene, il tempo di lavarmi i denti e andiamo – saltai giù dalle gambe di Lucas.
- Tu vieni con noi? – chiesi al ragazzo.
- Mi piacerebbe ma non posso, ho da lavorare sia questa sera che domani. John ha bisogno di una mano ed io di soldi – rispose. Gli tesi la mano sorridendogli.
- Vieni su con me un attimo – dissi. Lui mi sorrise e afferrò la mia mano.
- Vi conviene fare i bravi altrimenti Lucas… - lasciò la frase in sospeso Louis passandosi una mano sul collo e facendo finta si stringerselo. Lucas deglutì e annuì mentre gli altri scoppiarono a ridere. Salimmo al piano di sopra, lui si sedette sul mio letto mentre io mi andai a lavare i denti. Tornai in camera e mi sedetti sulle sue gambe iniziando a baciarlo.
- Mmh amo i tuoi baci – sussurrò sulle mie labbra, prima di ricominciare a baciarmi. Intrecciai le mie braccia al suo collo e strinsi leggermente i suo capelli biondi fra le dita. Man mano che i minuti passavano, il bacio si faceva sempre più intenso.
- Amy ti vuoi muovere? Oh mio Dio scusate – urlò Giorgia entrando in camera e mettendosi una mano d’avanti agli occhi.
- Cavolo Giò, ma non puoi bussare? – domandai scendendo dalle gambe di Lucas, completamente rossa in viso.
- Ehm, mi dispiace, vi aspetto di sotto – fece una risata isterica, chiudendosi la porta alle spalle. Sospirai voltandomi verso Lucas.
- Mi dispiace – dissi imbarazzatissima, guardandomi la punta delle scarpe.
- Sta tranquilla, non è successo niente per fortuna – rise, alzandomi il capo. Lo guardai e sorrisi, alzandomi sulla punta dei piedi, per poterlo baciare.
- È meglio che tu vada, altrimenti rischiamo un’altra invasione – disse facendomi ridere. Mano nella mano scendemmo in salotto, dove ci aspettavano tutti.
- Finalmente – sbottò acida Danielle. Feci finta di non sentirla.
- Già finito? – disse Ivan, in italiano, facendo ridere Giorgia e diventare rossa me.
- Ehm, beh io vado a lavoro, che si sta facendo tardi – mi diede un bacio Lucas.
- Okay, ci sentiamo – lo salutai, accompagnandolo alla porta.
- Perché ci avete messo così tanto? – chiese con tono autoritario, Louis.
- Non stavamo facendo niente Louis –
- Oh si certo – rispose Giorgia, mentre io la fulminai.
- Ci stavamo solo baciando – sospirai prendendomi la tracolla.
- Si e sai cosa succede? Dal bacio si passa a fare sesso – disse Lou.
- Oh andiamo ti prego Louis, non farmi la paternale – sbuffai.
- Oh si che te la faccio, tu sei troppo piccola per certe cose! – rispose mentre uscivamo di casa e ci avvicinavamo alle macchine.
- Piccola? Ma se ho 19 anni – stava per cominciare una vera e propria litigata.
- Per me sei piccola – ribattè lui.
- Oh ma andiamo, Lou non rompere e poi so bene come funzionano certe cose non sono mica nata ieri, ci sono già passata – dissi aprendo la portella della macchina di Harry.
- Cosa vuoi dire con questo? – domandò stupito, mentre gli altri ci fissavano senza dire una parola e trattenevano le risate.
- Che ho perso la verginità tre anni fa – risposi salendo in macchina. Harry, Giò, Ivan e Niall mi seguirono, mentre El e Zayn salivano sulla macchina di Louis e Liam e la strega salivano sulla loro. L’unico che rimase fuori dall’auto con la bocca aperta a fissarmi incredulo, era Louis, che non accennava a muoversi.
- Lou amore si fa tardi, andiamo su – lo richiamò Eleanor dal suo stato di trance.
- Io ammazzò chi lo ha fatto, lo giuro – disse Lou furioso, mentre saliva in macchina, causando l’ilarità di tutti.
- Certo che è veramente strano, avvolte – disse Niall mentre Harry ingranava le marce per partire.
- Io non c’ho capito niente, ma la scena faceva ridere comunque – fece Ivan.
- È solo iperprotettivo, ed io lo adoro così com’è. Anche se a volte mi fa diventare pazza – risi.
- È il suo carattere – disse Harry alzando le spalle e sorridendo. Ci sorridemmo attraverso lo specchietto retrovisore. Gli altri, sino a quando non arrivammo al centro commerciale, chiacchierarono, mentre io mi lasciavo trasportare dai vari pensieri che mi affollavano la mente. Non ero sicura di star facendo la cosa giusta con Lucas, sapevo che era sbagliato. In questo momento ho bisogno di uno dei tuoi consigli fratellone! Pensai guardando il cielo, attraverso il vetro del finestrino. La macchina si arrestò nel parcheggio del centro commerciale. Scendemmo tutti e io subito mi diressi da Louis.
- Ehi sei ancora arrabbiato? – domandai affiancandolo. Lui girò la testa dall’altro lato, continuando a camminare.
- Dai Lou, è successo tempo fa – dissi. Lui continuò ad ignorarmi.
- Sai quando fai così, mi ricordi… Alex – mi fermai guardandolo. Lui si arrestò di colpo.
- Lou? – lo chiamai. Lui si girò di scatto, venendomi incontro.
- Sai per voi quando faccio così, potrò anche essere buffo, ma non lo faccio solo per scherzo. Io ci tengo veramente a te Amy. Ci tengo molto e da quando Alex non c’è più sento come il bisogno di fare il doppio di quello che dovrei fare normalmente. Sento che devo comportarmi di più di un solo cugino – disse tutto d’un fiato. Erano poche le volte che Louis faceva un discorso serio, dall’inizio alla fine, e questa era una di quelle volte. Sorrisi dolcemente avvicinandomi a lui.
- Louis a me fa piacere che tu ti preoccupi per me, ma certe volte, vorrei che tu mi lasciassi i miei spazi. Sono responsabile e so decidere da sola, so ciò che voglio. Per favore fidati di me –
- Ma io mi fido di te e degli altri che non mi fido – disse facendomi sorridere.
- Ad ogni modo cercherò di non essere troppo invasivo – sorrise. Lo abbracciai ringraziandolo.
- Oh come siete carini, ma abbiamo dello shopping da fare. Su su – disse Giorgia, facendoci ridere. Io e Lou ci staccammo, lui prese la mano di Eleanor, mentre io andai a braccetto con Ivan. Entrammo nel centro commerciale e subito i ragazzi ci bloccarono.
- Facciamo così, noi ragazzi andiamo per i fatti nostri e voi invece per i fatti vostri. Se no perdiamo tempo dietro di voi e non riusciamo a comprarci i vestiti per noi – disse Louis
- E con questo cosa vuoi dire che noi siamo lente? – domandò Eleanor
- No, intendo dire che siete molto indecise, quando si tratta di vestiti – rispose ridendo nervosamente.
- Non solo sui vestiti – disse Ivan, fingendo una tosse e guardandomi.
- Va bene faremo così! – feci io.
- Ehm, ehm scusate ma io e Liam ce ne andiamo per i fatti nostri. Ho bisogno del suo parere e lui del mio per decidere, per cui ci vediamo dopo. Bye bye – disse la strega prendendosi a braccetto il fidanzato e trascinandoselo via.
- Io avrei un problema. Come faccio a scegliere il vestito, se non capisco quello che dicono? – chiese Ivan.
- Questo si che è un problema –  risposi.
- Come facciamo? – mi voltai verso Giorgia.
- Vedi che devi imparare l’inglese? Tu non ci ascoltare mai Ivan, mi raccomando – lo rimproverò Giorgia.
- Va beh dai, tu verrai con noi. Troveremo prima un abito per te. Poi vedremo per noi – dissi
- D’accordo, tanto è l’unica soluzione – rispose Giò. Annuii voltandomi verso Louis.
- Lui viene con noi, ci sentiamo dopo – dissi per poi seguire El e Giò.
- Allora dobbiamo trovare uno smoking per lui giusto? – chiese El. Io e Giorgia annuimmo.
- Bene seguitemi, conosco un negozio adatto per questo e in più vendono anche abiti da sera per noi – sorrise, iniziando a camminare. Entrammo in una boutique, dirigendoci al reparto maschile alla ricerca di un abito per Ivan.
- Odio fare shopping con le donne – disse il poveretto, mentre noi gli sommergevamo le braccia di abiti di tutti i tipi e colori.
- Non lamentarti e va a provarli – lo spinse Giorgia, verso il camerino.
- Spero di finire in fretta – borbottò il ragazzo. Noi tre ci sedemmo a delle poltroncine di fronte al camerino, attendendo Ivan.
- Ma dico l’avete vista come ha fatto? – disse di punto in bianco Giorgia.
- Chi? – chiedemmo io e El contemporaneamente.
- Ma come chi, quella sottospecie di barboncino che il tuo ragazzo si porta a presso – rispose Giorgia. El scoppiò a ridere, mentre io diventai rossa.
- Non è lui il mio ragazzo, ma Lucas mettitelo in testa – dissi
- Si va beh. Ma dico l’avete sentita? “Io e Liam ce ne andiamo per i fatti nostri. Ho bisogno del suo parere e lui del mio per decidere, per cui ci vediamo dopo. Bye bye” – cercò d’imitarla facendo ridere di più El, mentre io cercai di trattenermi.
- Dai smettila, non è carino – la ripresi dandole un colpo sul braccio.
- Perché lei con te è stata carina? –
- Ehm ragazze sto per uscire – disse Ivan, aprendo la tenda del camerino. Ci voltammo tutte e tre a guardarlo. Indossava un completo blu elettrico.
- Ehm – incominciai io. El mi guardò cercando di non ridere, mentre Giorgia naturalmente non si risparmiava.
- Assolutamente no, va a toglierlo immediatamente! -  Ecco appunto! Ivan sbuffò ritornando nel camerino.
- Stavamo dicendo, lei è stata carina con te? – ripose la domanda Giorgia.
- Sentite, io sono diversa da lei d’accordo?! Facesse quello che vuole! Vuole fare la stronza, a me non scalfisce più di tanto – risposi alzando le spalle.
- Intanto però è con lei che Liam scopa –
- Giorgia! – la riprendemmo io e El.
- Ehi, è la verità. È con lei che passa la notte, mentre tu ti logori nella gelosia –
- Possiamo chiudere questo argomento una volta per tutte? Mettitelo in testa Liam sta con Danielle e io sto Lucas punto  e non ritorniamoci più. Non ho alcuna intenzione di rovinarmi la giornata –
- Allora ammetti che ti da fastidio parlare di loro due – mi puntigliò Giorgia. Sbuffai cercando di mantenere la calma.
- Sto uscendo di nuovo – ci avvertì Ivan. Questa volta indossava un completo nero, si addiceva di più al suo stile.
- Per me va bene – disse El, con un sorriso.
- Stai molto bene – sorrisi io.
- Si va bene  - fece Giorgia. Ivan sorrise vittorioso ed andò a cambiarsi, mentre noi portammo il completo alla cassa.
- Può mettercelo da parte. Non abbiamo ancora finito – sorrise cordiale El, alla commessa.
- Ma certo, avete bisogno di una mano per decidere –
- No grazie – rispose Giorgia con un sorriso.
- Bene – rispose la ragazza.
- Ora che facciamo? – chiese Ivan avvicinandosi a noi, mentre finiva di sistemarsi la maglia.
- Cerchiamo gli abiti per noi – fece tutta felice Giorgia. Vidi Ivan fare una faccia terrorizzata.
- Ehm io posso andare dai ragazzi –
- Ovvio che no, abbiamo bisogno del parere di qualcuno, per cui rimarrai qui – disse Giò mentre si dirigeva al reparto femminile, di abiti da sera.
- Amy, tu mi starai accanto vero? – domandò il ragazzo prendendomi per un polso. Gli sorrisi annuendo.
- Dai andiamo, sai che neanche io amo perdere molto tempo – alzai gli occhi al cielo. Lui annuì e assieme raggiungemmo le ragazze.
- Aaaaw, ma qui ce n’è sono migliaia di abiti come farò a decidere? Oh guardate questo e questo. Oh mio Dio – disse Giorgia mentre guardava i vestiti. Erano veramente tanti. Tutti con colori, stili e decorazioni diverse.
- Vediamo un po’ di trovare qualcosa – dissi avvicinandomi a El. Iniziai a vedere qualche vestito, sperando di trovarlo sui toni del blu o del viola. Ne presi qualcuno anche se non ero del tutto convinta. Mi diressi con le ragazze verso i camerini. Provai il primo abito. Era rosso carminio con delle strass sotto al seno. Uscii dal camerino seguita da El e Giò. El indossava un abito in pizzo bianco con scollo a cuore nero che formava un fiocco. Giorgia, invece, ne indossava uno color glicine, anche lei con scollo a cuore, ricoperto di strass.
- Allora? – chiesi a Ivan. Lui arricciò il naso e scosse a testa. Tutte e tre ritornammo nel camerino.
- Dite che li troveremo mai gli abiti? – domandai
- Dai Amy, ne abbiamo provato solo uno, col secondo andrà meglio – rispose Giò
- Già potrebbe avere ragione lei – diede man forte El.
- Ragazze ci sono gli altri – disse Ivan.
- Okay – rispondemmo in coro.
- Io sono pronta – dissi
- Anche io – fece El
- Idem – disse Giò. Aprimmo la tenda, incontrando lo sguardo dei ragazzi. Io indossavo un abito nero con le spalline e una scollatura un po’ troppo vertiginosa. Giorgia un abito a trapezio, con il corpetto rosso, la gonna nera e tra le due una cintura di strass. El invece un abito verde semplice.
- Ciao – salutai.
- Che ne pensate? – domandò El. Tutti i ragazzi tranne il barboncino, ehm Danielle dissero di no. Sbuffai, ritornando con le altre nel camerino. Ne provammo altri cinque tutti orribili. Iniziavo ad innervosirmi ne provai un atro color verde magenta, con le bretelle e scollo a cuore e sotto il seno una cintura di strass. Uscii assieme alle altre. Giorgia indossava un abito color glicine mono-spalla che era completamente ricoperta di strass e con lo scollo a cuore, che le stava d’incanto. El invece ne indossava un verde tipo il mio, stile sirena, con le rouche sul corpetto alcune delle quali erano ricoperte di strass. Le cadeva benissimo e le fasciava perfettamente il corpo snello.
- El, sei magnifica, è perfetto per te – disse Louis, facendo diventare rossa la ragazza. Anche gli altri approvarono.
- Giò questo abito è il migliore, è perfetto! – fece Ivan alzando in su i pollici, seguito da Harry e dagli altri.
- Amy, ancora non ci siamo – disse Giorgia.
- Non ce la faccio più - mi lamentai . Gli altri risero, mentre Liam comparve di colpo al mio fianco, con un abito in mano.
- Perché non provi questo? – domandò porgendomelo. Era un abito blu scuro, colo lo scollo a cuore, con un linea di strass e poi delle altre sparse qua e la sul tessuto. Sorrisi prendendo l’abito e andandolo a provare. Uscii poco dopo dal camerino sotto lo sguardo esterrefatto di tutti.
- È semplicemente perfetto – disse Ivan. Sorrisi guardando Liam.
- Ti sta d’incanto – mi fece arrossire.
- Grazie –
- Bene visto che abbiamo finito, proporrei di andare a mangiare qualcosa, io ho fame – disse Niall facendo ridere tutti.


Angolo autrice

Buona sabato a tutti..... finalmente questa settimana è finita... ringrazio infinitamente chi recensisce questa storia, chi la segue, chi la preferisce e chi la ricorda grazie mille :D
Che ne dite di questo cap... bello lungo eh?? Non ho molto da dirvi, tranne che adesso scappo a scrivere il continuo :D Ancora problemi fra Liam e Amy.. sono sicura starete pensando ma quando cacchio si mettono insieme sti due?? eeeeeh è ancora lunga la storia ahahahahah ci saranno molti colpi di scena... un nuovo arrivo che cambierà le vite di Amy, Liam e tutta la compagnia bella.... ora scappo sul serio... qui sotto ci sono i link dgli abiti di Amy, El e Giò... quello di Danielle lo metterò nel prossimo cap... ci sei vede ciauuu...


Giò: http://www.polyvore.com/party/set?id=85865407
El: http://www.polyvore.com/party3/set?id=85865527
Amy: http://www.polyvore.com/gala/set?id=92999055

Ciaoooooooooooooo <3...

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Capitolo 18
*** Galà ***



Dopo aver finito tutti gli acquisti, come promesso a Niall andammo a mangiare in una pizzeria. Tutti si divertivano tranquillamente, parlavano, scherzavano. Giorgia e Zayn battibeccavano in continuazione su qualsiasi cosa. Ivan poveretto non capiva l’80% del discorso, mentre io mi crogiolavo nei miei pensieri. Con la forchetta, giocavo con un’oliva della mia pizza, pensando e ripensando sempre alla stessa cosa o meglio, alla stessa persona.
- Amy, se non ti va posso mangiarla io? – quelle parole mi arrivarono confuse alle orecchie.
- Uh, cosa? – domandai alzando lo sguardo verso Niall che mi stava di fronte.
- Ho detto se non ti va, posso mangiarla io? – indico la pizza che era rimasta.
- Certo – sorrisi porgendogli il piatto.
- Amy, ti senti bene? – mi chiese Giorgia, sottovoce.
- Si perché? –
- Ti vedo sovrappensiero – alzò le spalle.
- Devo solo uscire un attimo – dissi alzandomi.
- Vuoi che ti accompagno? – domandò lei.
- No no, ne approfitto per fare una telefonata a mamma – sorrisi prendendo la borsa, ed uscendo fuori dal locale. L’aprii alla ricerca del mio telefono e del pacchetto di sigarette di Ivan. Preso il telefono composi il numero di mia madre, portai all’orecchio destro il cellulare reggendolo con la spalla, mentre cercavo di accendermi una sigaretta. Mia madre non rispondeva, così riposi il telefono e mi appoggiai al muro del locale abbassando gli occhi sul pavimento e cercando una volta per tutte di liberare la mente, chiusi gli occhi nel vano tentativo di riuscirci.
- Amy, tutto okay? – quella voce. La sua voce. Alzai di scatto la testa aprendo gli occhi, ritrovandomelo di fronte.
- Che ci fai qui Liam? – chiesi sorpresa. Lui arricciò il naso, facendo una smorfia.
- Avete già finito di mangiare? – cambiò discorso. Annuii, aspirando un tiro dalla sigaretta.
- Non sapevo che fumassi – disse poggiandosi al muro accanto a me.
- Lo faccio solo quando ho bisogno di scaricare i nervi e i pensieri – alzai le spalle senza guardarlo in faccia, puntando gli occhi sulla strada.
- Sei molto pensierosa o arrabbiata? – chiese.
- La prima – risposi aspirando ancora una volta.
- Siamo in due – sbuffò. Il silenzio calò tra di noi, si sentivano solo le voci dei passanti e i rumori delle macchine.
- C-come va con Lucas? – domandò dopo un po’.
- Stiamo insieme da nemmeno 24h, tutto sommato va bene –
- Giusto –
- Con Danielle? – chiesi io
- Alla grande – rispose con finto tono felice. Sorrisi amaramente, prima di spegnere la sigaretta.
- Io entro – dissi avviandomi alla porta del locale.
- Io invece torno a casa – fece lui voltandosi nella direzione opposta.
- Liam – lo chiamai. Lui si bloccò di colpo voltando il capo –
- Si? –
- G-grazie per il vestito – balbettai. Lui sorrise, alzando le spalle.
- Non c’è di che. È stato un piacere – rispose. Annuii, ingoiando uno strano groppo che mi si era formato in gola.
- Ci vediamo a casa allora – dissi.
- Ci vediamo a casa – rispose lui voltandosi e alzando la mano sinistra in segno di saluto. Rimasi a fissarlo sino a quando non svoltò l’angolo. Sentivo gli occhi lucidi, alzai lo sguardo al cielo. Le stelle non si vedevano per via delle luci della città, ma sapevo che lui era lì a guardarmi.
- Cosa devo fare Alex? – sussurrai, prima di rientrare dentro il locale, con aria rassegnata.
 
- Amy tu a che punto sei? – domandò Giorgia entrando in bagno seguita da Eleanor.
- Ho finito! – risposi, mettendo a posto il lucida labbra. Mi voltai verso le ragazze, che erano già pronte.
- Siete stupende – dissi sorridendo.
- Ehi, guarda che nemmeno tu scherzi – fece El.
- Già, dubito che Liam ti resisterà, questa sera – aggiunse Giorgia con sguardo malizioso. El scoppiò a ridere, mentre io alzai gli occhi al cielo. Ormai era inutile riprenderla, tanto continuava comunque.
- Su andiamo i ragazzi ci aspettano di sotto – dissi avanzando verso la porta della stanza.
- Liam e già all’hotel assieme a Danielle – mi avvertì Eleanor. Annuii distrattamente, mentre mi apprestavo a scendere le scale attenta a non far capitare il vestito sotto i tacchi.
- Oh ragazze siete meravigliose – disse Niall. Ivan mi sorrise porgendomi la mano, sarebbe stato lui il mio cavaliere. Stessa cosa fecero Louis e Harry, con El e Giò. Volsi lo sguardo verso Zayn, che fissava ammaliato Giorgia, mentre questa rideva e scherzava con Harry.
- La prossima volta, trova il coraggio di invitarla tu e così, non dovrai rimanere in disparte a guardarla – sussurrai all’orecchio del moro, per poi sorpassarlo e dirigermi alla porta di casa.
- Vogliamo andare Mademoiselle – fece Louis, prendendo sotto braccio la sua ragazza.
- Ma certo – rispose lei ridendo. Uscimmo di casa e ci avviammo all’hotel The May Fair, uno dei più lussuosi di Londra. Quando arrivammo, decine e decine di fotografi scattavano foto a tutti i personaggi, che entravano all’interno dell’hotel.
- Okay non fermatevi a parlare o a fare foto, dritti dentro – disse Zayn. Annuimmo e subito la porta della limousine venne aperta. Scese per primo Louis assieme a El, poi fu il turno di Zayn, Niall, Harry e Giorgia e poi io e Ivan. Come detto da Zayn ci avviammo subito all’interno dell’hotel. Appena fummo nella lussuosa hall tirai un sospiro di sollievo, detestavo essere al centro dell’attenzione.
- Ehi, ecco Liam – disse Niall, facendomi scattare nella direzione in cui stava guardando. Lo vidi chiacchierare allegramente con Simon, Paul e le Little Mix. Era terribilmente bello nel suo smoking nero. Accanto a lui vi era Danielle, in tutta la sua bellezza. Indossava un abito color oro, stile sirena tutto lavorato, che si sposava alla perfezione con la carnagione della sua pelle.
- Respira e chiudi la bocca, non è elegante sbavare – mi sussurrò Ivan con ironia. Gli tirai un leggero colpetto sul braccio e poi assieme, raggiungemmo gli altri.
- Buonasera ragazzi – ci salutò Simon.
- Buonasera – rispondemmo, assieme. Ero completamente rossa in viso, non riuscivo ad alzare lo sguardo su Liam, sentivo i suoi occhi addosso, che mi trafiggevano come mille lame.
- Siete magnifiche signorine – ci fece i complimenti Paul.
- Grazie, sussurrai diventando più rossa –
- Vi lasciamo parlare fra di voi – disse Simon, allontanandosi assieme a Paul.
- Simon mi ha detto che forse dovremmo esibirci – comunicò Liam.
- Cosa? Perché non ce lo ha detto prima? –
- È stata una cosa decisa all’ultimo momento – alzò le spalle Liam.
- E cosa dovremmo cantare? – domandò Niall.
- Penso sia più adatta Little Things – rispose. I ragazzi annuirono.
- Ma guarda un po’ chi si vede – disse qualcuno alle nostre spalle. Ci voltammo, vedendo cinque ragazzi che si avvicinavano a noi.
- I One Direction – fece il ragazzo pelato con un ghigno sul viso. Non mi piacciono! Vidi i ragazzi fare delle facce scocciate.
- Ancora non vi siete ritirati dalle scene? – domandò il ragazzo con i capelli ricci, anche lui con un ghigno.
- Almeno noi appariamo sulle scene McGuiness – rispose Louis con un sorriso, facendo innervosire gli altri cinque.
- Non per molto ancora – rispose quello che mi sembrava essere il più piccolo. Lo sguardo di uno dei cinque si posò su di me, mentre un altro fissò Giorgia.
- E queste belle ragazze chi sono? – chiese quello che mi fissava.
- Non provare nemmeno a guardarle Parker – rispose Harry sporgendosi in avanti.
- Facevo solo degli apprezzamenti Styles – disse quell’altro.
- Ragazze belle come voi, non dovrebbero essere in compagnia di questi cinque falliti – disse quello pelato.
- E in compagnia di chi dovremmo essere? – domandò Giorgia.
- La vostra per caso? Beh sapete cosa, preferisco restare con loro – dissi io, facendoli innervosire.
- Signori volete iniziare ad accomodarvi, stiamo per cominciare – ci avvertì un cameriere, interrompendoci.
- Andiamo su – mi tirò per un braccio Ivan, mentre continuavo a guardare in cagnesco quei palloni gonfiati.
- Ma si può sapere chi diavolo sono quei montati? – domandai, non appena ci sedemmo al nostro tavolo.
- I The Wanted – rispose con faccia disgustata Jade. Feci una smorfia, voltandomi poi in direzione di un uomo grassottello, alto, con la pelle scura, che parlava al microfono.
- Grazie a tutti per essere venuti qui, questa sera – disse.
- Chi è? – chiese Giorgia.
- Il primario di chirurgia, che ha organizzato questa beneficienza – rispose Harry, aggiustandosi il papillon. Annuimmo voltandoci verso l’uomo, che spiegava le condizioni dei bambini e del fondamentale bisogno delle nuove attrezzature. Vedere quei visi sorridenti dei piccoli mi faceva stringere il cuore, perché nonostante le loro malattie riuscivano ancora a sorridere.
- Dovete sapere, che alcuni di loro, o non hanno famiglie e sono orfani, oppure i genitori non sono in grado di pagare le spese mediche – disse il primario.
- Ringrazio in anticipo, coloro che doneranno qualcosa per questi bambini. Sono molto coraggiosi e forti, ma purtroppo hanno bisogno di molte cure. Grazie mille per essere qui – concluse il suo discorso. La sala si riempì di battiti di mani, anche se ero sicura che molti erano lì solo per figura, non per vero interesse.
- Quanto avete intenzione di donare? – domandai.
- Veramente, noi.. – Niall balbettava.
- Voi cosa? – li spronai a parlare.
- Noi non lo sappiamo, è la casa discografica che dona i soldi, noi ci mettiamo solo la faccia – rispose Zayn.
- Cosa? – feci stupefatta. Tutti abbassarono lo sguardo.
- Voi non potete starvene qui seduti con le mani in mano, mentre quei bambini muoiono –
- Noi… -
- Voi niente Louis, cavolo i soldi ce li avete, perché non lo fate –
- Non lo capisci che non dipende da loro ragazzina – disse Danielle sprezzante. Guardai tutti uno ad uno, tenevano il viso basso, guardai Louis e sapevo che si stava sentendo male. Lasciai il tovagliolo sul tavolo e mi alzai per uscire.
- Amy – mi chiamò Ivan
- Ho bisogno di uscire, non seguitemi! – dissi
- Amy – fu Giorgia a chiamarmi, ma la ignorai, dirigendomi verso il giardino dell’hotel. Appena fui fuori all’aria aperta mi sentii meglio. Quel senso di soffocamento era svanito. Mi appoggiai al muro, sentendomi improvvisamente la testa girare vorticosamente. Sentii la porta aprirsi di nuovo e cercai di ricompormi, per non dare l’aria di non essere una disperata sclerotica, in procinto di svenire.
- Stai bene? – riconobbi la voce di Giorgia. Girai il viso nella sua direzione.
- Certo che sto bene, mi sono solo innervosita un po’ – risposi spostando lo sguardo da un’altra parte.
- Ci stai ripensando di nuovo – disse.
- Io non sto ripensando proprio a nulla – sbottai nervosa.
- Si, che lo stai facendo –
- No, che lo sto facendo –
- Invece si –
- No – ribattei e da lì incominciò un vero e proprio battibeccare.
- Lo stai facendo –
- Non lo sto facendo –
- Si invece –
- Okay forse un po’ – la guardai per un attimo negli occhi.
- Forse più di un po’ – mi guardò di sbieco.
- Okay ci sto pensando, contenta? – mi arresi, alzando le braccia al cielo.
- No, che lo sono. Non lo sono per niente, perché vuol dire che tu non stai bene – rispose.
- Io sto benissimo –
- Tu non stai bene, avevi detto di essertene dimenticata –
- E l’ho fatto –
- Tu non lo hai fatto – mi prese per le spalle, scrollandomi un po’.
- Forse, perché è una cosa che non si può dimenticare così facilemte!? Io voglio… voglio solo che quei bambini stiano meglio, che non muoiano, io voglio… - mi strinsi a lei iniziando a piangere.
- Voglio che non muoiano – singhiozzavo.
- Sssh lo so, lo so. Va tutto bene okay? – mi scostò da se per guardarmi negli occhi. Annuii tentando di asciugarmi gli occhi senza rovinare il trucco.
- Spera di non esserti sbavata tutto il trucco, altrimenti dovrai dare una spiegazione plausibile agli altri – disse facendomi sorridere.
- Ma guarda un po’ chi c’è qui – una voce alle nostre spalle ci fece voltare. Erano due dei tizi di prima. Feci una smorfia nel trovarmeli di fronte.
- Come mai qui tutte sole? – chiese, quello con la pelle più chiara.
- Non sono affari che vi riguardano – risposi.
- Mmmh come siamo acide, lasciate che mi presenti. Io sono Tom, Tom Parker e lui è il mio amico Siva Kaneswaran. – rimase a fissarci con un mezzo sorriso sulla faccia, mentre il suo amico a destra si schiariva la voce imbarazzato.
- Tecnicamente dovreste presentarvi anche voi – disse Parker.
- Oh perché davvero ti aspetti che noi lo facciamo? – alzai le sopracciglia. È inutile, lo porto sulle palle! Lui alzò le spalle con fare ovvio.
- Ehm, io sono Giorgia Fanelli e lei è Amy Grimaldi – disse Giò, facendosi fulminare dai miei occhi.
- Oh quindi ti chiami Amy – fece il tizio.
- Ehm, per te sono Amanda caro –
- Sei un tipetto interessante – socchiuse gli occhi, credendo di essere più attraente.
- Mi dispiace per te, ma sono fidanzata – sorrisi beffarda.
- Ehm, scusate il comportamento di Tom, sapete lui a volte si lascia prendere la mano – disse il moro, con il nome strano.
- Comunque io sono Siva – allungò la mano nella nostra direzione.
- Lo sappiamo, lo ha detto lui prima – risposi acida, mentre Giorgia gli stringeva la mano sorridendogli.
- Sei sempre così acida, oppure sotto quella maschera, c’è una tenera e dolce ragazza – fece Parker, avvicinandosi più del dovuto.
- Non credo sia una cosa che ti interessi – dissi.
- Ah ma allora siete qui – riconobbi la voce di Zayn alle spalle dei due tizi.
- Che ci fate con loro –
- Chiacchieravamo Malik, cos’è non si può più fare? – rispose Giorgia, facendo ridere i due ragazzi.
- Sono loro che si sono avvicinati, e noi stavamo giusto per tornare dentro. Non è vero? – domandai voltandomi verso Giorgia, lanciandole uno sguardo assassino, prontamente ricambiato da uno scocciato.
- Si, stavamo rientrando – rispose atona.
- Ah bene, perché Louis stava dando di matto – sorrise Zayn.
- Bene ci vediamo allora – disse Giorgia salutando i due ragazzi, mentre io li sorpassai senza degnarli di uno sguardo.
- Se vuoi dopo possiamo prenderci qualcosa da bere? – domandò quello moro. Mi rifiutavo d’imparare i loro nomi!
- Ehm.. – tentò di parlare Giorgia ma fu interrotta da Zayn.
- No, non può mi dispiace – rispose Zayn trascinandoci dentro.
- Ma dico ti ha dato di volta il cervello? – io lo urlai a Giorgia e lei lo urlò a Zayn contemporaneamente.
- Perché? – risposero entrambi.
- Come perché? Quelli ci vengono a rompere le palle e tu fai tutta la carina? Ma dico che diavolo ti passa nella testa, a volte non ti capisco – risposi esasperata.
- Cercavo di essere gentile e tu la prossima volta prova a non fare l’acida. Malik, ma come diavolo ti sei permesso di rispondere a posto mio? Chi diavolo ti credi di essere eh? – inveì contro il ragazzo.
- Uno che cerca di non farti finire nei guai – rispose infuriato lui. Iniziarono a battibeccare come sempre, così io, esausta di sentirli me ne tornai al tavolo.
- Si può sapere che fine hai fatto? – domandò Louis non appena presi posto.
- Avevo bisogno di un po’ d’aria, tutto qui – risposi passandomi una mano sulla fronte, sentendo Ivan sospirare.
- Comunque giusto per dirtelo, abbiamo donato i soldi all’ospedale, in forma anonima però – disse Lou, fingendo di guardare da tutt’altra parte.
- Davvero? – domandai con gli occhi che brillavano. I ragazzi annuirono sorridenti. Mi alzai e stampai un bacio sulla guancia di tutti, eccetto a Liam, visto che la strega mi stava fulminando con lo sguardo.
- Dove sono finiti Giorgia e Zayn? – chiese Harry.
- Stanno litigando – risposi tornando al mio posto.
- E questa volta perché? –
- Uno di quei cinque di prima, le ha chiesto di bere qualcosa, lei voleva, ma Zayn ha risposto al posto suo, dicendo di no! – spiegai.
- Chi dei cinque? – domandò il riccio, molto interessato all’argomento.
- Quello con la pelle più scura, Siva se non sbaglio – risposi arricciando il naso.
- Si è lui – annuì Niall. D’un tratto la sedia accanto la mia si scostò bruscamente e una Giorgia furibonda si sedette non guardando in faccia nessuno. Stessa cosa fece Zayn. La serata sta prendendo una brutta piega!
- Ehm Zayn, fra un po’ noi ci dovremmo esibire – disse Louis cercando di attirare l’attenzione del moro, che continuava a fissare la mia amica, fulminandola con lo sguardo.
- Zayn hai capito? Zayn – lo richiamò Lou. Il ragazzo scattò sul posto, come risvegliato dal sonno voltandosi in direzione del castano.
- Cosa hai detto scusa? – si rivolse a Louis.
- Fra poco dobbiamo esibirci – rispose Liam. Mi voltai a guardarlo. Lo scoprii a sorridermi tranquillamente. Abbozzai un sorriso chinando il capo. Al tavolo si avvicinò Paul.
- Ragazzi tocca a voi – disse, poggiando una mano sulla spalla di Harry. I ragazzi annuirono alzandosi e seguendolo, dietro una porta.
- Che vi siete detti? – domandai a Giorgia, incurante del fatto che al tavolo con noi, c’erano anche le Little Mix, Eleanor e Danielle.
- Niente! – rispose acida.
- Scusate se mi intrometto, ma non è che potreste far capire anche a me qualcosa? – domandò Ivan.
- Perché non capisci? – chiesi.
- Se parlate inglese, non tanto – rispose.
- Scusa è la forza dell’abitudine – sorrisi.
- Allora? – indicò col capo Giorgia.
- Lo odio, lo detesto, farsi i fatti suoi no, vero? Deve mettersi in mezzo e rovinare tutto. Aaargh lo vorrei prendere a pugni – inizio a stropicciare con tutta la forza un povero tovagliolo, capitatole per sbaglio in mano. Guardai le ragazze presenti al tavolo, che la fissavano terrorizzate.
- Buonasera a tutti, come vi avevamo promesso, alcune band e cantanti,  questa sera si esibiranno per noi. Ecco a voi signore e signori, i One Direction – il tizio che conduceva la serata dall’iniziò, fece salire sul piccolo palchetto i ragazzi, che si sedettero attendendo l’inizio della base.
Riconobbi immediatamente, già dalle prime note, che si trattava di Little Things. Zayn prese fiato e cominciò a cantare. Vidi con la coda dell’occhio Giorgia, mollare il tovagliolo e perdersi a guardarlo cantare. Subito dopo Zayn, toccò a Liam e li non ci capii niente nemmeno io. Inizia a fissarlo, guardavo attentamente i movimenti delle sue labbra carnose, del suo viso e delle sue mani. Ero completamente rapita da lui, come se io fossi una calamita e lui il mio polo di attrazione. Stessa cosa valeva per Giorgia, eravamo imbambolate a fissare quei ragazzi, magnifici, bellissimi e talentuosi, che con ogni probabilità ci avevano rapito il cuore, senza darci modo di accorgercene. Man mano che la musica avanzava e che gli assoli cambiavano, sentivo il mondo scomparire attorno a me e crearne uno tutto mio, dove c’eravamo solo io e Liam. Lo vidi voltarsi nella mia direzione e come era successo il giorno prima in studio, i nostri occhi s’incatenarono. Ci fissavamo immobili, benché forse, la canzone fosse finita, nessuno dei due riusciva a distogliere lo sguardo. Fu quando Ivan mi pizzicò il bracciò, che sentii la magia svanire e la mia mente ritornare alla realtà. Spostai lo sguardo verso il mio amico alla mia destra mentre applaudivo distrattamente. Scontrai, poco dopo, il mio sguardo con quel presuntuoso di Parker, che si trovava due tavoli più avanti. Mi fissava socchiudendo gli occhi e sorridendo come un deficiente, mentre si alzava assieme alla sua combriccola e si avvicinava al palco. Probabilmente toccava a loro cantare. Sostituirono sul palco i ragazzi che invece tornarono a sedersi al tavolo.
- Siete stati magnifici – disse El, baciando dolcemente Louis.
- Complimenti – riuscii a dire, evitando lo sguardo di Liam.
- Amore sei stato semplicemente favoloso – fece con fare da gallina, Danielle baciando Liam cogliendolo alla sprovvista. Voltai lo sguardo verso il palco, fingendomi interessata all’imminente esibizione di quei cinque. Si sedettero anche loro sugli sgabelli e attesero che la base partisse. Anche la loro era una canzone lenta, quando iniziarono a cantare m’incuriosii. Non avevano un brutta voce, anzi erano molto bravi ed intonati. Ascoltai attentamente le parole della canzone. Avevo sempre adorato la musica, era la mia ancora di salvezza nei momenti bui. L’armonia che si era creata, fu rotta dalla sfacciataggine di quel Parker, che mi salutò con sguardo malizioso, ammiccando. Mi stizzii e spostai lo sguardo, tenendolo fisso su una colonnina alle spalle di Harry, sino alla fine dell’esibizione. Applaudii meccanicamente, come gli altri del resto, per non essere scortese. Dopo di loro si esibirono altri artisti. Ed Sheeran, le Little Mix, Adele e molti altri. La serata continuò senza intoppi, anche se io seguivo distrattamente i discorsi dei ragazzi. Ero chiusa in un mondo tutto mio, mi muovevo meccanicamente, seguendo gli altri, ma senza prestarvi molta attenzione. La mia mente era fissa sulla stessa cosa da ore, da quando la serata era cominciata. Il mio sguardo cadde sul primario di chirurgia che era seduto a pochi tavoli più avanti. Continuai a fissarlo per diversi minuti, se non ore. Solo un pensiero mi balenava in testa. D’un tratto mi sentii scuotere, dal braccio destro.
- Ehi, Amy ti sei incantata? – mi voltai verso Ivan che mi guardava dall’alto. Poi notai che tutti attorno a me si erano alzati.
- La serata è finita, dobbiamo andare a casa – mi tese la mano per farmi alzare. Afferrai la pochette e mi alzai, non curandomi dei ragazzi ed avvicinandomi velocemente al primario.
- Buonasera – dissi impacciata, interrompendo il discorso del primario con altre persone. Si voltarono tutti verso di me e mi sentii in completo imbarazzo.
- Buonasera signorina? – mi porse la mano
- Amanda, Amanda Grimaldi – strinsi la mano sorridendo goffamente.
- Molto piacere, io sono il dottor Webber – si presentò lui abbozzando un sorriso.
- In cosa posso esserle utile? – domandò
- Volevo farle alcune domande per quanto riguarda il suo ospedale e soprattutto i bambini che avete in cura – dissi cercando di riprendere il controllo di me stessa.
- Oh capisco, è un giornalista? –
- Oh, no no. Sono solo una ragazza indecisa su che facoltà prendere all’università e vorrei informarmi –
- Deve ancora iscriversi all’università? – chiese un ragazzo che gli stava accanto.
- Ehm, si. Vedete io non sono inglese, mia madre lo è, ma io vivo in Italia, o meglio ho vissuto in Italia fino ad ora – risposi. Cavolo Amy, stai dando l’impressione di essere una stupida!
- Capisco. Beh allora mi porga tutte le domande che vuole – sorrise il dottor Webber. Annuii felice come una Pasqua.
- Magari potremmo parlare meglio d’avanti ad un drink –
- Oh ecco, non saprei, io non sono da sola – risposi impacciata. Oddio non vorrà mica provarci con me?
- Avverta i suoi amici che tarderà un po’ e stia tranquilla signorina. Sono sposato ed innamoratissimo di mia moglie – scoppiò a ridere.
- D’accordo allora, può attendere un secondo qui? – domandai. Lui annuì ed io tornai dai ragazzi.
- Si può sapere perché cavolo te ne sei andata senza dire niente? – chiese Giorgia.
- Si scusatemi, ma non è che potreste lasciarmi qui per un altro po’? –
- E per quale motivo? – disse Louis.
- Quello è il dottor Webber, il primario di chirurgia del London Grace Hospital e mi ha appena invitato a bere qualcosa per rispondere alle mie domande –
- Quali domande? – fece Giò
- Voglio solo informarmi, sulla facoltà di medicina quanto dura, sulla specializzazione in chirurgia e sull’ospedale se si può fare tirocinio lì. Ecco tutto –
- Hai intenzione di prendere medicina? – domandò El
- Non lo so ancora, ma credo di si – sorrisi.
- Va bene, va bene. Ma non tornare troppo tardi okay? – disse Lou.
- No no, un’ora al massimo, quando ho finito chiamo un taxi – sorrisi
- Ci vediamo a casa – rispose El. Dopo che i ragazzi se ne furono andati, tornai dal dottor Webber ed assieme andammo a prenderci qualcosa da bere.
- Bene, può iniziare il suo interrogatorio – disse l’uomo facendomi ridere.
- Esattamente, quanto dura qui in Inghilterra medicina? –
- Il corso di laurea dura 4 anni poi naturalmente ci sarà la specializzazione che spetterà a lei decidere –
- In chirurgia quanti anni sono? – domandai
- Beh vede Amanda… -
- Mi chiami Amy – sorrisi.
- Amy, la chirurgia è molto complessa, qualsiasi branca di essa tu scelga. Che sia, chirurgia cardiotoracica, neurochirurgia, chirurgia ortopedica, chirurgia generale o chirurgia pediatrica. Tu hai il compito di salvare una vita. Quando ti trovi in una sala operatoria, con un bisturi in mano ed un paziente sul tavolo operatorio, non puoi fare nessuno sbaglio. Non esiste un margine di errore, perché tu per quel paziente sei come Dio, sei in grado di farlo vivere o di farlo morire. Spetta a te. Quando si entra in sala operatoria si lasciano tutti i problemi alle spalle, fuori dalla porta. La mente deve essere libera, la mano deve essere ferma, gli occhi o il corpo non devono essere stanchi. Come chirurgo ti dico, che il mio lavoro è splendido, ti da grosse scariche di adrenalina, la scoperta di nuove malattie, la possibilità di trovare una cura, salvare una vita umana è una cosa magnifica. Ma come uomo ti dico, che se non sei pronta a tutto questo, non conviene che tu intraprenda un percorso fatto di salite tortuose, molte sconfitte e molte difficoltà, perché un giorno tu te ne possa pentire. Essere chirurghi vuol dire amare il proprio lavoro, non sentirsi mai stanchi e non dover mai rimpiangere la scelta fatta – parlava del suo lavoro con entusiasmo. Facendomi appassionare sempre di più. Avere la possibilità di salvare una vita deve essere una cosa straordinaria, ed io sono sicura di volerlo fare. Ho visto troppe persone scomparire dalla mia vita senza che io potessi farci niente, senza che potessi contribuire a salvargli la vita. Ma non sarà più così.
- Dottor Webber, lei mi ha convinta. Ho intenzione di diventare un chirurgo – sorrisi fiera della mia risposta, facendo rimanere a bocca aperta l’uomo seduto di fronte a me. In seguito parlammo di molte cose, sino ad arrivare ai bambini, un argomento che mi rendeva fin troppo vulnerabile. 



Angolo Autrice

Buonsalve a tutti :D..... beh che mi raccontate?? Avete visto i ragazzi ieri sera?? Io mi sono messa a piangere come una fontana oddio mio ahahhahahahah.... Ma parliamo del capitolo, ancora una volta Amy e Liam si avvicinano, ma quand'è che sti due la fanno finita??? vi chiederete ed è giusto... ma come detto in precendenza la fine è ancora lunga, e vi chiedo scusa se aggiorno sempre tardi, ma sono impegnata sia con a scuola che con la mia salute fisica -_- ( oltre quella mentale xD) comunque... Amy ha un segreto che scoprirete nel prossimo capitolo. Ne sono a conoscenza solo 4 persone, Giorgia, Ivan, Alex e...... Marco!!! Uuuuh neanche Louis lo sa e dubito fortemente che mai lo scoprirà... ma Liam invece si.... sarà Amy a confessarglielo nel capitolo a venire, liberandosi di un'enorme peso... credetemi è una cosa veramente grossa.... ma smettiamola con lo spoiler.... ora devo scappare a studiare per cui vi lascio... spero vi piaccia il nuovo banner (sperando sempre che si veda) ora vado sul serio.... ciaooooooooo

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Capitolo 19
*** Little secrets ***



Come promesso a Louis, dopo un’ora ero seduta sul sedile posteriore di un taxi, diretta a casa, con la testa piena di certezze, ma anche di ricordi. Ricordi che fanno male, ricordi che vorresti dimenticare, cancellare, rimuovere dalla mente, ma che purtroppo fanno parte di te. Che caratterizzano la persona che sei, ricordi che nessuno vorrebbe mai avere.
- Signorina siamo arrivati – fu il tassista a riscuotermi dai miei pensieri.
- Grazie, quanto le devo? –
- 20£ - rispose. Annuii aprendo il portafogli e consegnando i soldi all’uomo. Scesi dall’auto e mi avvicinai al cancello aprendolo, percorsi lentamente il giardino, continuando a rivivere nella mente ciò che era successo un anno prima. Tutto riaffiorava senza che io riuscissi ad impedire ai ricordi di devastarmi come un fiume in piena. Marco, Ornella, il bambino, Alex, Giorgia.  Tutto affollava la mia mente, procurandomi un grosso mal di testa.
 “Abbiamo dovuto operarla”
“Ci dispiace molto”
“non potevamo fare niente”
“Abbiamo fatto il possibile”
“Non devi dirlo a nessuno!”
“Io non ce la posso fare”
“Non volevo lo scoprissi così”
“Ci sposeremo molto probabilmente”
“La ragazza soffre di depressione”
“Avremmo voluto fare di più”
- Amy? – scattai appena sentii pronunciare il mio nome. Non mi ero accorta di essere arrivata in casa, ed essere persino entrata.
- Ti senti bene? – mi chiese Ivan. Lo guardai stralunata boccheggiando, non sapendo cosa dire.
- Ehm, i-io no-non ne s-sono sicura – balbettai incerta portandomi una mano alla testa. Tutti mi fissavano.
- Forse, forse è meglio se mi vada a stendere – abbozzai un sorriso dirigendomi alle scale. Salii al piano superiore entrando in camera mia. Mi misi al centro della stanza, non sapendo cosa fare. Fissavo il pavimento, ma senza guardarlo veramente.
- Amy? – mi voltai sentendo la voce di Giorgia e la vidi essere affiancata da El.
- Che ti succede? –
- Non è niente, per favore, aiutatemi ad uscire da questo vestito – Le ragazze si avvicinarono e armeggiarono con la zip. Quando sentii l’abito scivolarmi via di dosso, mi appoggia ad El, per togliermi le scarpe. Giorgia mi porse il pigiama. Ero come in trans. Eseguivo tutti i movimenti che loro mi chiedevano di fare, senza però riuscire a comandare il mio corpo.
- Okay, ora ti siedi e ci dici cosa ti succede – ordinò Giorgia spingendomi sul materasso.
- Io, non lo so, continuo a pensare a troppe cose, troppi ricordi non lo so perché non…. – scoppiai a piangere senza nemmeno saperne il motivo.
- Per favore uscite – singhiozzai con le mani in viso.
- Ma.. –
- Vi prego uscite voglio stare sola – mi rannicchiai sul letto in posizione fetale, nascondendo il viso nel cuscino. Piansi tutte le lacrime che non avevo pianto a tempo debito. Aver visto i volti di quei bambini, mi aveva riportato alla mente tutti quegli orrendi ricordi, quella sensazione di essere un mostro si era fatta più acuta dentro di me, il disprezzo per me stessa era tornato a farsi sentire. Sentii qualcuno accarezzarmi i capelli scattai di colpo pensando fosse Giorgia, ma in realtà trovai Liam.
- Ssssh sta tranquilla – disse. Lo guardai negli occhi, lui continuava a carezzarmi i capelli e ad asciugarmi le lacrime.
- Cos’hai? Non ti ho mai vista così Amy. Ti va di dirmi cosa non va? – chiese dolcemente. Rimasi a fissarlo, a scrutarlo attentamente, senza sapere davvero cosa fare. Ero indecisa se dirglielo o meno. Ero pronta a rivelarmi completamente a lui, a svelargli il mio più grande segreto, del quale non ne erano a conoscenza nemmeno i miei genitori? Solo mio fratello, ed i miei migliori amici. Neanche Louis lo sapeva e questa era l’altra cosa che mi faceva sentire male, il dover mentire alle persone che amo, solamente per evitare di essere giudicata, rimproverata per uno sbaglio, un errore. Ma siamo sicuri che sia stato uno stupido errore? Mi sentivo un mostro solo a pensare di poterlo definire uno sbaglio.
- Un anno fa… - avevo la voce rauca per via del pianto. La schiarii prima di ricominciare a parlare. Liam mi bloccò un attimo facendomi stendere sul letto e stendendosi accanto a me, prendendomi fra le braccia.
- Ti ascolto – disse dandomi un bacio fra i capelli.
- Un anno fa, io… io avevo scoperto di aspettare un bambino – lo sentii irrigidirsi un attimo, prima di riprendere a respirare normalmente.
- Ero indecisa su cosa fare, ero spaventata e Marco anche. Avevamo avuto diverse litigate, dovute allo stress di prendere una decisione, eravamo quasi arrivati a lasciarci. Poi decidemmo di tenerlo, anche se Marco non mi sembrava del tutto convinto. Ne parlai con Giorgia, Ivan e Alex. Loro mi diedero supporto e mi aiutarono a decidere. Avremmo dovuto dirlo ai nostri genitori, ma… - la voce mi si fermò in gola. Da quando era successo non ne avevo più parlato.
- Ma? –
- Ma, io ebbi un incidente domestico. Misi male un piede e caddi per le scale di casa mia – una lacrima mi solcò il viso.
- Alex mi portò in ospedale, ma non chiamò i nostri genitori. Mi fecero i controlli. Avevo riportato diverse ferite, fra le quali una gamba rotta, un polso slogato e… e la perdita del bambino – altre lacrime uscirono dagli occhi.
- Avevo appena accettato l’idea di diventare madre e il mio bambino non c’era più – singhiozzai.
- Se solo, fossi stata più attenta, se non fossi caduta, il mio bambino sarebbe qui ed io non lo avrei ucciso – piansi stringendomi di più a lui.
- Amy non è stata colpa tua, lo hai detto tu stessa. È stato un incidente – cercò di consolarmi.
- Sarebbe dovuto nascere e invece non c’è. Non c’è Liam, non c’è e sai qual è la cosa più brutta? Quando mi hanno detto che lo avevo perso mi ero sentita come sollevata, mi ero sentita meglio. Ti rendi conto, ero felice di averlo perso. Sono un mostro, un mostro e nient’altro. Sono arrabbiata con Marco, perché lui il suo bambino lo avrà lo stesso, ma il nostro? Il nostro è morto per colpa mia – quasi urlai.
- Ehi guardami, Amy guardami! – mi prese il viso fra le mani.
- Non è stata colpa tua, capito, è stato un incidente, gli incedenti capitano. Non è stata colpa tua! – mi baciò la fronte stringendomi di nuovo a se.
- Andrà tutto bene, ci sono io adesso piccola. Andrà tutto bene – sussurrava, baciandomi di tanto in tanto i capelli. Passammo la notte così, io a singhiozzare e lui a stringermi e a consolarmi, cullandomi dolcemente, sino a quando stremata ed esausta per il troppo piangere, mi addormentai sulla sua spalla.
 
Aprii gli occhi molto lentamente, mi voltai alla mia destra trovandovi Liam che dormiva beatamente. Sorrisi dolcemente nel vedere la sua espressione. Gli occhi chiusi, le ciglia lunghe, le labbra a cuore semischiuse m’invitavano a baciarlo. Un piccolo bacio non farà male a nessuno, specie se lui è incosciente no? Oddio non riesco a resistergli! Chiusi gli occhi un istante per poi riaprirli e continuare a fissarlo. È solo un piccolo sfizio che mi tolgo! Mi chinai lentamente, sentendo il suo respiro contro il viso. Erano pochi i centimetri che ci dividevano. Ancora un po’ ed era fatta. Posai delicatamente le labbra sulle sue. Rimasi così per un paio di minuti, per godermi al massimo quella sensazione di farfalle nello stomaco, il cuore che faceva salti assurdi. Mi scostai constatando con sollievo che non si era svegliato, per mia fortuna. Poi ricordai che insieme a me dormiva Giorgia. Mi voltai di scatto verso il suo letto, trovandolo immacolato. Segno che non avesse dormito lì la notte scorsa. Tirai un altro sospiro di sollievo, preoccupandomi poi, di dove avesse potuto dormire. Lentamente mi alzai dal letto ed uscii dalla stanza, alla ricerca di Giorgia. Dovevo raccontarle, tutto o quasi.


Angolo autrice

Ehm.... okay dopo questo orribilissimo capitolo io mi vado a nascondere e continuo a pulire casa xD... no sul serio devo scappare perchè domani è il mio compleanno ed ho tutte le mie amiche a pranzo (quasi tutte) quindi ho un sacco di cose da fare, ringraziando il cielo che non ho da studiare.... scappo sul serio ciaoooooooooooo.....

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Capitolo 20
*** Confusion ***


Liam
 

Aprii prima un occhio e poi l’altro controllando attentamente che Amy non fosse ancora nella stanza. Una volta certo che fosse uscita, mi tirai su a sedere. Era stato difficile, far finta di dormire e non aver potuto ricambiare quel bacio, ma avevo resistito. Il punto era, se stava con Lucas e mi vedeva come amico, perché mi baciava? Non faceva altro che confondermi, era come un tunnel senza via d’uscita. Prima si comportava d’amica e mi faceva intendere che non provava niente, poi la baciavo e ricambiava, facendomi così intuire che le interessavo. Poi s’incazzava perché io ero uno stupido e ci sta, facevamo pace e lei si fidanzava con quel biondino rompi coglioni, quindi in questo modo mi faceva capire che non le interessavo. Poi mi baciava di nascosto. Quella ragazza mi confondeva le idee, sul serio. In testa avevo solo una gran confusione, non riuscivo più a capire cosa provavo per Danielle, perché Amy, mi faceva battere il cuore più forte, perché mi destabilizzava con la sua voce, la sua risata, la sua sola presenza in una stanza, mi mandava in tilt.
- Cavolo Liam, sembri un quattordicenne alla prima cotta – dissi ad alta voce, portandomi le mani sul viso. Mi alzai dal letto e uscii dalla stanza, trovandovi Woody seduto sul pavimento di fronte alla porta.
- Ehi piccolino – mi chinai ad accarezzarlo e lui prese a leccarmi la mano. Si rotolò a pancia in su, reclamando qualche carezza.
- Ah ti sei alzato allora – mi voltai a sinistra, trovandovi Zayn appoggiato al muro con le braccia incrociate e un sorriso beffardo.
- Buongiorno – salutai alzandomi dal pavimento.
- Dormito bene? – domandò con fare malizioso. Alzai gli occhi al cielo, intuendo dove voleva andare a parare.
- Zayn, non iniziare, non è successo niente! – dissi, mentre entravo in camera mia per andarmi a cambiare e a lavare. Trovai il letto disfatto e guardai Zayn stranito.
- Ci ha dormito Giorgia, sai com’è non poteva mica disturbarvi – sghignazzò come un deficiente. Sbuffai dirigendomi all’armadio per prendere qualche vestito pulito.
- Allora, cosa è successo, siete arrivati subito al dunque, o vi siete limitati ai preliminari? No te lo chiedo perché non abbiamo sentito nulla. Siete stati parecchio silenziosi – rise ancora.
- Idiota, non avete sentito nulla, perché non è successo nulla! Abbiamo, dormito punto! – certe volte quando faceva così, Zayn mi faceva saltare i nervi.
- Vuoi dirmi, che non c’è stato niente? Niente di niente? Ce voi due, siete stati tutta la notte insieme ed avete solo dormito? –
- Esatto Zayn, nulla. Abbiamo parlato un po’ e poi ci siamo addormentati – dissi.
- Avete parlato? E di cosa? –
- Cose personali, affari di Amy – risposi continuando a frugare nell’armadio.
- E quindi si è confidata con te. Per caso ha a che fare con il suo comportamento strano di ieri? – domandò
- Si, Zayn. Ma scordati che te lo dirò – dissi esasperato prendendo i vestiti e dirigendomi in bagno, iniziando a spogliarmi per farmi una doccia. Possibilmente fredda.
- Per cui non c’è stato, nulla. Nemmeno un bacio? – chiese sbucando in bagno. Di colpo mi bloccai, non sapendo cosa fare.
- Ah ah, allora è successo qualcosa! Lo sapevo, tu non potevi nasconderlo al tuo migliore amico. Vi siete baciati e tu non volevi nemmeno dirmelo. Che cattivo ragazzo che sei Payne –
- Sta zitto, non urlalo ai quattro venti, lei non lo sa! – gli misi una mano sulla bocca, chiudendo poi la porta del bagno.
- Che vuoi dire con, lei non lo sa!? – domandò confuso. Sospirai, chiudendo l’acqua della doccia e appoggiandomi al lavandino.
- È stata Amy a baciarmi. L’ha fatto prima, credeva che stessi dormendo –
- E tu? Che hai fatto? – domandò
- Ho continuato a fingere di dormire, sino a quando non è uscita dalla stanza – risposi.
- Sei riuscito a resistere? Ma come cavolo hai fatto? –
- Non ne ho idea – dissi sinceramente.
- Hai capito la piccola Amy – fece Zayn dopo alcuni minuti di silenzio.
- Cosa farai adesso? – domandò
- Vuoi la verità? Non lo so. Sono solo più confuso di prima –
- Questo si che è un bel casino – rispose portandosi una mano al mento. Segno che stesse pensando a qualcosa, sperando non fosse un’idea stupida.
- Mi è venuta un’idea. So come puoi fare a scoprire se le piaci o meno – fece la sua faccia da “sono un genio e lo so”. Ecco ci siamo, ora ne spara una delle sue!
- Tu. Devi… -
- Si? –
- Sedurla! – urlò alzando le braccia al cielo. Che avevo detto? Ne ha sparata una delle sue! Credo che la mia faccia debba assomigliare a quella di un cartone animato in questo momento. Continuammo a fissarci entrambi nella stessa posizione. Lui con il sorriso e le braccia all’aria io con la faccia tipo tratto, punto, tratto.
- Tu. Sei… - feci come lui poco prima.
- Si? –
- Un idiota! – urlai alzando le braccia al cielo e fingendo un sorriso.
- Ah-ah, il tuo amico ti sta dando un consiglio e tu lo ripudi così. Sei proprio crudele – fece finta di essere offeso.
- D’accordo spiegami meglio questa idea – dissi sospirando e poggiandomi al lavello.
- Allora, tu dovrai semplicemente provocarla, in tutti i modi possibili, renderla gelosa quando c’è Danielle…. – iniziò a parlare a raffica, tutto entusiasta della sua genialata. Io rimasi immobile ad ascoltarlo, anche se mi sentivo un verme nei confronti di Danielle.
 
Dopo che mi fui fatto la doccia, scesi in cucina dagli altri, trovando Amy e Giò a telefono che ridevano come pazze.
- Che succede? – domandai ad Harry, mentre mi riempivo una tazza di caffè.
- Un loro amico dall’Italia – spiegò il riccio, per poi continuare a fissare la mora al telefono.
- Okay, aspetta un attimo – disse Amy voltandosi verso di noi.
- Zayn dov’è? –
- Sono qui, dimmi – fece la sua entrata nella stanza il moro appoggiandosi al tavolo.
- Allora ragazzi, un nostro amico, ci ha chiamate per chiederci una cosa – iniziò il discorso. Noi annuimmo un po’ incerti non capendo il discorso.
- Ecco vedete, ci ha chiesto se potevamo scendere in Italia per passare dieci giorni al mare, tutti assieme. Vedete noi lo facciamo da tre anni ormai. Ci riuniamo tutti alla casa al mare e ci divertiamo – sorrise alla fine della frase.
- Va bene, ma noi cosa centriamo? – domandò Niall.
- Beh, io vorrei che veniste anche voi – rispose.
- Oh, beh non sappiamo… - disse Harry.
- Andiamo ragazzi avete bisogno di un po’ di riposo. Cavolo lavorate in continuazione, fino a tardi, non  staccate quasi mai. So che il video e la canzone sono pronti, quindi penso che un po’ di pausa ve la possano concedere – ci guardò triste. Ci guardammo tutti e cinque, nessuno sapeva cosa rispondere.
- Il fatto è che non dipende da noi Amy – fece Zayn.
- Già, sono i manager e la casa discografica che decidono –continuò Louis facendo spallucce. Lei annuì e chinò il capo.
- Amy… -
- Non fa niente non preoccupatevi. Io ora devo andare un attimo da John per chiederli i dieci giorni liberi – fece un mezzo sorriso. Poi chiamò Giorgia, Ivan e El, ed uscirono lasciandoci soli in casa. Sospirai rumorosamente, mentre muovevo la gamba su e giù.
- Perché non proviamo a parlare con Paul? – disse Louis, attirando l’attenzione di tutti.
- Louis… - iniziò Harry, ma fu fermato.
- Provare non costa nulla no? In fondo Amy ha ragione, in questo periodo lavoriamo come pazzi al nuovo album, il video e la canzone sono pronti potremmo anche concederci un po’ di riposo – ci guardò tutti cercando un appoggio.
- Ma Louis, un album non è fatto solo da una canzone. E poi avevamo detto a discografici, che ci saremmo impegnati a scriverceli da soli i brani – disse Zayn e in quel momento un’idea m’invase la testa. Tutti erano zitti e pensierosi quando mi alzai dalla sedia urlando.
- Ho un’idea
 
- Mmmmh e voi siete sicuri che i discografici vi crederanno? – chiese incerto Paul.
- Si se noi poi gli portiamo qualcosa al ritorno – risposi entusiasta.
- Vuoi portargli un souvenir? – chiese Louis.
- No, un brano idiota. Noi gli chiediamo questi dieci giorni di riposo dicendogli, che a fine vacanza gli porteremo un brano per l’album – sorrisi soddisfatto della mia idea.
- Ma che vacanza è, se dovremmo lavorare lo stesso alla canzone? – domandò Niall.
- Di sicuro sarà molto più rilassante, lavorarci senza il peso e la presenza dei discografici attorno come avvoltoi – dissi. I ragazzi annuirono, facendo un sorriso, poi ci voltammo tutti speranzosi verso Paul.
- Okay vi darò una mano, ma mi raccomando il brano a fine vacanza ci deve essere! – disse. Noi annuimmo convinti.
- Ah Paul, possiamo far si che le fan non lo vengano a sapere in qualche modo? -  chiese Zayn. Paul annuì un po’ incerto. A volte le fan erano peggio dell’FBI. Tutti soddisfatti uscimmo dai camerini diretti in sala registrazione. Mentre Paul si occupava di tutto.

Angolo autrice

Salve a tutti e BUON ANNO!!! scusate l'enorme ritardo ma ho avuto un bel po' da fare con queste vacanze di Natale.... sapete ho saputo che fra 7 mesi diventerò zia e sto ancora digerendo la notizia ahahahah.... comunque parliamo del capitolo... che confusione questi due eh?? Ne combinano una ogni capitolo... Cosa pensate farà Liam? Accetterà i consigli di Zayn? Una cosa è sicura in vacanza in Italia ne vedremo delle belle ;) ora scappo... se v'interessa una storia sul sovrannaturale sto scrivendo una FF su Supenatural una serie TV che adoro... se vi piace passate.. ora vado sul serio ciaoooo

 

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Capitolo 21
*** Concert ***


Amy
 

- E così andrai in Italia, lasciandomi qui solo soletto – mise un finto broncio Lucas, facendomi ridere.
- Dai scemo, sono venuta qui, per chiederti di venire con me – gli sorrisi.
- Davvero? – chiese con la luce negli occhi. Annuii, mentre lui mi abbracciava e baciava.
- Quando si parte? – domandò
- Domani mattina, ho già parlato con John e ha detto che per lui va bene, ci potranno sostituire Jo e Stephan  - risposi. Il suo sorriso si allargò di più. Poi si rabbuiò.
- Che c’è che non va? – domandai.
- Beh vedi il fatto è che non posso stare più di quattro giorni. Il 24 mia madre si ricovera per un intervento e quindi devo tornare a casa –
- Oh capisco, beh se non vuoi venire… -
- No vengo, ma poi devo ripartire subito – disse
- D’accordo – gli sorrisi per poi baciarlo. Passammo la mattinata assieme, mentre Giorgia, Ivan ed El erano andati a fare shopping. Ci prendemmo un gelato al parco e poi passeggiamo lungo il Tamigi. Con  Lucas ero felice, ma non provavo tutte l’emozioni che sentivo con Liam. E la cosa era sbagliata, perché Liam era fidanzato, ed io non volevo che succedesse la stessa cosa che era successa fra Marco e Ornella. Sia Danielle che Lucas ne avrebbero sofferto troppo.
- Amore va tutto bene? – domandò Lucas, distraendomi dai miei pensieri.
- Eh, uh si si ero solo sovrappensiero – sorrisi nervosa.
- Che ore sono? – chiesi.
- Le 13.50 perché –
- Devo tornare a casa per pranzo e per preparare le valige. Ti va di venire da me? Così mangiamo insieme –
- Va bene – sorrise tendendomi la mano. Scesi dal muretto sul quale ero seduta e ci avviammo a casa con la sua moto.
- C’è nessuno? – urlai entrando in casa.
- Siamo in cucina – urlò in risposta Ivan. Entrai in cucina seguita da Lucas dove trovai Giorgia e Ivan che stavano apparecchiando, ed El che cucinava.
- Ciao – salutò cordiale Lucas, venendo ricambiato da tutti.
- Pranzi con noi? – domandò El. Lui annuì sorridente.
- Okay quindi apparecchio per dieci – disse Giorgia.
- Dieci? – chiesi curiosa.
- Sì, i ragazzi tornano per pranzo a quanto pare hanno una notizia da darci e quindi hanno staccato prima – rispose El.
- Ah ok – risposi avvicinandomi a lei, per vedere cosa cucinava. Sentimmo la porta aprirsi e degli schiamazzi provenire dal corridoio.
- Ciao a tutti.. oh ciao Lucas – disse Niall entrando.
- Ehi amico – salutò Zayn, seguito da Louis ed Harry. Liam appena vide Lucas, s’immobilizzò un istante.
- Va tutto bene? – domandò Giorgia, passandogli una mano d’avanti al volto.
- Si si. Ciao Lucas come mai qui? –
- Pranza con noi – risposi io. Liam annuì distrattamente, per poi andarsi a sedere accanto a Zayn.
- Allora cosa dovete dirci? – domandò El, mentre serviva la pasta.
- Abbiamo parlato con i manager e la casa discografica – iniziò il discorso Harry.
- Eh? – chiedemmo in coro noi ragazze, speranzose.
- Verremo in Italia con voi – urlò Louis alzando le braccia al cielo. Anche noi facemmo degli urletti di gioia.
- A patto che – bloccò il nostro entusiasmo Liam
- Che? – chiesi
- A patto che per la fine della settimana, gli portiamo un nuovo brano per l’album –
- Ah capito – sorrisi.
- Anche io devo dirvi una cosa – dissi. Attirando l’attenzione dei ragazzi.
- Lucas verrà con noi in vacanza – sorrisi. Quasi tutti furono entusiasti, tranne Giorgia che mi guardò truce e Liam, che si alzò ed uscì dalla stanza. Tornando dopo una diecina di minuti.
- Viene anche Danielle – disse sedendosi tranquillamente al suo posto. Tutti lo guardammo con gli occhi fuori dalle orbite.
- Ragazzi, vedete che casa di mio cugino non è mica una reggia eh – Giorgia fu l’unica a parlare, facendo ridere tutti. Io fissai di sottecchi Liam, che rideva assieme agli altri. Chissà perché l’idea che ci fosse pure la sua ragazza, non mi piaceva per niente. Lucas mi sfiorò la mano riportandomi alla realtà. Gli sorrisi per poi tornare a mangiare.
- Hai avvertito i tuoi? – mi chiese Giò. Annuii.
- Tu? –
- No, lo faccio dopo. Tu Ivan? –
- Si, ma i miei non ci sono. Stanno a Napoli da mio fratello. Sai com’è mamma, tutta ansiosa. Poi Chiara fra poco partorisce, per cui.. – spiegò
- Capito – annuii sorridendo.
- Oh ma tu ce lo vedi zio? – mi chiese Giò, indicandolo con la testa. Ci pensai un po’ su e poi annuii con veemenza, mentre trattenevo le risate per la faccia dei ragazzi. Come al solito non stavano capendo niente.
- Ahahaah povero bambino – scoppiò a ridere Giorgia.
- Perché? – fece il finto offeso lui.
- Che se sei un cavolo lesso scusa. Preghiamo a Gesù di farci una grazia e che il bambino non prenda nulla da te. Se no poveri a noi. Figlio mio, un altro soggetto come a te no. Basti tu – disse tutto in dialetto tarantino, facendomi scoppiare a ridere, sotto lo sguardo esterrefatto di tutti.
- Na è arrivata la scienziata. Perché tu sei meglio di me no!? Ma va va – rispose lui, parlando poi in Napoletano stretto.
- Che hai detto? – domandai con le lacrime agli occhi. Lui ripetè la parola.
- Significa stupida - 
- Aaaaah e non lo dici prima – scoppiai di nuovo a ridere, iniziando a parlare anch’io come loro. Era da un po’ che non lo facevo.
- Voi mi dovete far morire – dissi
- E devi vedere mo’ che andiamo in Italia, con quegli altri geni incompresi – fece Giorgia, tornando a mangiare. Buttai uno sguardo agli altri, trovandoli a fissarci spaventati. Scoppiai a ridere di nuovo, non riuscendo a trattenermi, erano troppo buffi.
- Che succede ora? – domandò Niall.
- Le vostre facce. Oh mio Dio sono epiche ahahahahah – risi tenendomi la pancia.
- Se fanno così adesso, non oso immaginare domani quando arriviamo – rise con me Giorgia, seguita da Ivan.
Finimmo di mangiare un po’ più con calma, parlando del viaggio ma soprattutto del concerto di Tiziano Ferro che si sarebbe tenuto nella sera. Io e Giorgia non eravamo più nella pelle, andavamo su e giù per la casa emozionatissime, non solo per via del concerto ma anche perché avremmo conosciuto Tiziano, ci avremmo parlato e ci saremmo fatte le foto. Solo a pensarci mi sentivo svenire, erano anni che desideravo andare ad un suo concerto e adesso non solo ci andavo, per di più ci parlavo anche. A volte fa comodo avere un cugino famoso. Pensai scoppiando a ridere subito dopo.
- Perché ridi? – mi chiese Giorgia, mentre finiva di sistemarsi i capelli.
- Niente, pensavo – feci spallucce. Le mi guardò corrucciando la fronte per poi continuare a sistemarsi. Mi guardai allo specchio, osservando la mia figura, indossavo un paio di jeans blu scuro, schiariti sulle cosce. Una canotta stile impero in pizzo, avana e le mie amate converse bianche ai piedi. Sorrisi soddisfatta guardando Giorgia, indossava un paio di pantaloncini di jeans e una maglietta a maniche corte nera con la scritta Nirvana, gialla e ai piedi un paio di superga gialle.
- Pronta? – chiesi con voce eccitata.
- Mi tremano le mani – fece mostrandomene una. Scoppiai a ridere e poi recuperai la tracolla e il cellulare. Scendemmo di sotto, dove trovammo i ragazzi a parlare fra di loro.
- Siete pronte? – domandò Louis. Annuimmo sorridenti. Sentii il telefono vibrarmi in mano. Aprii il messaggio che era da parte di Lucas.
“ Spero tu ti diverta al concerto. Un bacio <3 ” Sorrisi rispondendogli con un grazie. Quel ragazzo era fantastico, iniziavo a sospettare che fosse finto.
- Su andiamo che si fa tardi – disse Harry, prendendo le chiavi della macchina. Salimmo sulla sua auto, io, Giò, Ivan e Niall, mentre gli altri andarono con quella di Lou. Quando arrivammo alla Arena O2 di Londra, rimanemmo stupite dalle centinaia di fa che c’erano.
- Cavolo sarà difficile riuscire ad entrare – disse Giò.
- Non direi visto che noi entriamo prima, Louis ha preso i pacchetti – sorrise Niall.
- Amo tuo cugino – disse Giorgia, voltandosi in mia direzione. Le sorrisi, consapevole del fatto che avevo appena finito di pensare la stessa cosa. Scendemmo dall’auto e ci avvicinammo assieme agli altri al cancello d’entrata, mostrammo i biglietti e i bodyguard ci fecero passare assieme ad altre persone, che come noi avevamo il pacchetto. Una volta dentro l’arena rimasi stupefatta dalla grandezza. Era enorme! Io e Giorgia non perdemmo tempo e subito iniziammo a farci le foto. Non stavamo più nella pelle, i minuti passavano lentamente ed iniziavamo ad esaurire la pazienza.
- Cavolo diventano così le fan quando ci facciamo attendere?! – fece Zayn.
- Direi proprio di si – risposi scrocchiandomi le nocche delle mani. Dopo un quarto d’ora l’arena iniziò a riempiersi  segno che mancava poco all’inizio. Per far passare il tempo continuai a farmi foto assieme a Ivan, facendo le facce più buffe. Quando le luci si spensero e un grido si levò dall’arena tutta la mi attenzione si riversò sul palco. Le prime note di “ l’amore è una cosa semplice “ iniziarono a riempire l’aria e subito un altro urlo sovrastò la musica. Le luci e il ghiaccio secco lasciarono posto alla figura di Tiziano che subito iniziò a cantare e noi con lui. Tutti cantavano in inglese, tranne io, Giò e Ivan che urlavamo le parole della canzone in italiano. Tiziano ci guardò per un attimo e ci sorrise e sentii il cuore scoppiarmi in petto. Era una vita che sognavo di andare ad un suo concerto e ancora non mi sembrava vero che finalmente ero lì fra il pubblico con i miei migliori amici a cantare a squarcia gola le sue canzoni. Mancava solo Alex e poi tutto sarebbe stato perfetto.
- Ciao Londra!urlò non appena la canzone finì. Tutti urlammo al suono della sua voce. Iniziò un po’ a parlare con i fan prima di ricominciare a cantare. Era divertente vedere gli altri cantare in inglese, mentre io, Giò ed Ivan cantavamo rigorosamente in italiano, sgolandoci a più non posso. Cantò anche le canzoni degli album precedenti come Sere nere, Il regalo più grande, Ti scatterò un foto e Salutandoti affogo. Ma la canzone che più mi fece emozionare, quella che mi fece piangere lacrime amare sia a me che a Giorgia fu. Per dirti ciao. La mente fu invasa dai ricordi di me ed Alex da piccoli, lui e Giò felici insieme, il nostro gruppo di amici e l’estati passate insieme, con gli amici, seduti sulla spiaggia la sera a scherzare, ridere e cantare come stupidi. Con  le lacrime che sgorgavano senza ritegno cantai la parte che più faceva male.
-  E senza pace dentro al petto, so che non posso fare tutto.. ma se tornassi farei tutto e basta. E guardo fisso quella porta, perchè se entrassi un'altra volta vorrebbe dire che anche io son morto già e tornerei da te, per dirti ciao, ciao! Mio piccolo miracolo sceso dal cielo per amare me. Ciao... e cadono i ricordi e cade tutto l'universo e tu stai lì. La vita come tu te la ricordi, un giorno se ne andò con te. – sorrisi proiettando nella mia mente l’immagine di Alex che sorrideva felice. Ivan mi strinse a se, mentre io strinsi più forte che potevo la mano di Giorgia, che come me era diventata un fiume in piena. 

Angolo autrice

Buonaseraaaaaaaaaaaaa.... chiedo scusa per il ritardo di 14 giorni T.T scusate ero impegnata con la scuola e con mia sorella che non fa altro che vomitare... inoltre mi sono anche beccata l'influenza e sto cominciando ad odiare il mio letto >.< comunque in questo capitolo non parlo molto del rapporto tra Amy e Liam, ma più che altro tra Amy, Giorgia e Ivan... se non conoscete la canzone di Tiziano (cosa che dubito molto) andate ad ascoltarla perchè è favolosa... spero che vi sia piaciuta la parte dedicata ad Alex... sarà presente in molti capitoli, soprattutto adesso che si partirà per l'italia.. spero anche che la parte dove Giò e Ivan litigano in dialetto vi piaccia e che ci sia qualche lettrice tarantina che si possa immaginare per bene la scena, ho voluto comunque scrivere in italiano perchè non volevo complicare la lettura a nessuno... Ora devo scappare, vi avviso solo che nel prossimo capitolo o forse nell'altro ancora sarà una mezza bomba per quanto riguarda il rapporto fra i due protagonisti e vedremo anche un avvicinamento tra la coppia Giorgia-Zayn (spero ci sia qualche sostenitore ahahah) ora devo andare vi lascio con una foto mia e di Giò :D ciaoooo...

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Capitolo 22
*** Heart ***


Con” Indietro” chiuse il concerto e noi come le altre ragazze che avevano il pass per il backstage, non vedevamo l’ora di poterlo incontrare dal vivo. Ci mettemmo in fila aspettando il nostro turno.
- Piaciuto il regalo di compleanno cuginetta? – chiese Louis. Lo abbracciai stretto.
- Uno dei migliori che tu mi abbia fatto – gli baciai ripetutamente la guancia, mentre gli altri ridevano. Quando toccò a noi, iniziai ad avere le gambe molli e le mani che mi sudavano.
- Oddio, stiamo per incontrarlo – ripeteva in continuazione Giorgia, facendomi accelerare ancora di più il battito cardiaco, appena la porta si aprì, mi si fermò il cuore. L’attraversammo, d’avanti c’eravamo io e Giorgia, dietro di noi Ivan e i ragazzi. Lui era lì che ci sorrideva e teneva le braccia aperte.
- Ciao ragazze – salutò in inglese, mentre ci stringeva. Appena ci allontanammo, Giorgia fu la prima a parlare.
- Noi siamo italiane – fu la prima cosa che disse, facendomi mordere il labbro per non scoppiare a ridere. Ecco che si faceva riconoscere.
- Oh, davvero, ed avete fatto tutta questa strada per venire ad un mio concerto? – chiese stupito mentre, prendeva fra le mani le sue foto, per farci un autografo.
- In realtà io vivo qui da mio cugino – mi voltai indicando Louis.
- Oh si lo conosco, ah certo tu sei Amy e tu Giorgia giusto? – ci indicò sbagliando. Oddio sapeva i nostri nomi, che cavolo gli aveva detto Louis!?
- In realtà io sono Amy e lei è Giorgia – lo corressi.
- Scusatemi – scoppiò a ridere. Purtroppo non potevamo stare lì per molto, dato che vi erano altre fan dietro di noi, così dopo esserci fatti una foto e gli autografi, uscimmo fuori dalla stanza.
- Oddio il cuore mi è ripartito – dissi facendo ridere tutti.
- Beh che facciamo adesso? – chiese Harry, voltandosi verso i ragazzi.
- Che ne dite se andiamo a casa, ordiniamo una pizza e ci vediamo un film? – propose Zayn
- Ehm, in realtà io ho un appuntamento con Lucas – dissi
- Ed io con Danielle – rispose Liam.
- Vedete di non fare tardi, che domani mattina dobbiamo alzarci presto. Per cui massimo mezzanotte tutti nel proprio letto. Sono stata chiara? – fece Giorgia additandoci con il suo indice.
- Giusto, soprattutto sul fatto di ognuno nel proprio letto – l’affiancò Louis. Alzai gli occhi al cielo annuendo.
- Ci vediamo a casa – lo tirò El.
- D’accordo – dicemmo assieme io e Liam. I ragazzi se ne andarono lasciandoci lì.
- Facciamo un pezzo di strada assieme? – mi propose lui. Mi voltai nella sua direzione. Gli sorrisi annuendo.
- Tu dove devi andare? – domandai mentre cominciavamo a camminare.
- A Piccadilly Circus tu? –
- Anche – sorrisi con la testa bassa.
- Parlami un po’ del viaggio di domani – mi diede una leggera spinta con il gomito.
- Beh, innanzitutto devi sapere che i miei amici sono pazzi, letteralmente. Una volta Gabriele, uno dei ragazzi, stava dormendo, erano le tre del pomeriggio e non si era ancora alzato. Quei pazzi riempirono un secchio d’acqua gelata e glielo buttarono in faccia, bagnando tutto il letto. Fu assurdo, quel poveretto dovette dormire per terra in una sacco a pelo, sino a quando il materasso non si fosse asciugato – risi, seguita da lui.
- Poi i maschi sono negati in cucina, abbiamo rischiato più di qualche volta di mandare a fuoco la casa. Sono dei veri rompipalle, ma a parte tutto, sono divertenti e simpatici e puoi stare certo che con loro il divertimento è assicurato – mi fermai a guardarlo.
- Beh, non sono tanto diversi da noi allora – rise.
- Già, voglio proprio vedere cosa combinerete tutti assieme – risi di gusto.
- E poi cavolo, io e Giò dovremo lavorare per tutto il tempo – mi lagnai
- Lavorare? – domandò stranito
- Si, dovremo fare per tutto il tempo da traduttrici, perché nessuno di voi conosce la lingua degli altri – misi il broncio e le braccia conserte.
- Ahahahhahaha beh se proprio insisti vi pagheremo – rise di gusto.
- Tu non hai idea di quanto sarà stressante – continuai a tenere il broncio.
- Beh non sarete le uniche a lavorare – disse lui, sospirando.
- Per il brano vero? – domandai
- Oh così, oh niente vacanza – rispose fermandosi su una panchina. Il telefono mi vibrò, lo presi  e lessi il messaggio. Era Lucas che mi avvertiva che faceva ritardo.
- Chi è? – chiese curioso Liam
- Lucas, ha detto che fa ritardo –
- Mmmh neanche Danielle è arrivata – si guardò in torno.
- Comunque mi dispiace che tu e Giorgia dovrete stare tutto il tempo a tradurre – disse
- Fa niente, ormai c’ho fatto l’abitudine con Ivan e poi non sono così stupidi qualcosa dovrebbero pur riuscire a capirla – aggrottai le sopracciglia incerta su quel che avevo detto.
- La tua faccia non mi sembra tanto sicura – rise. Risi anch’io dandogli ragione.
- Amore – una voce stridula ci vece distrarre. Notammo subito Danielle che si avvicinava a noi con passo svelto. Si fiondò tra le braccia di Liam, baciandolo in maniera, ben lontana dall’essere casta. Portai il mio sguardo da tutt’altra parte, per evitare di mettermi a piangere come una ragazzina. Feci qualche passo per lasciarli da soli. Mi sentii prendere per i fianchi e sobbalzai per lo spavento.
- Come mai una bella ragazza come te è tutta sola? – riconobbi la voce di Lucas che mi sussurrava all’orecchio.
- Vuoi farmi morire per caso? – domandai sorridendogli e voltandomi verso di lui.
- Mi dispiacerebbe troppo – sorrise. Ricordai che quella frase me l’aveva detta anche Liam, la sera che ci siamo baciati. Arrossii chinando il capo.
- Tutto okay? – chiese preoccupato Lucas. Annui per poi lasciargli un bacio sulle labbra.
- Ehm, ehm, disturbiamo? – la voce di Danielle ci fece allontanare. Mi voltai nella sua direzione, ci guardava con un sorriso da pazza. Metteva i brividi, mentre si stringeva di più a Liam.
- Pensavo, che ne dite di fare un’uscita a quattro? – domandò tutta felice.
- Che finirà come l’ultima volta? – chiese scettico Lucas.
- Ovvio che no, io e Amy abbiamo fatto pace –
- Ah si? – domandai stranita. Non ricordo una cosa del genere.
- Certo, su dai andiamo altrimenti se facciamo troppo tardi chi si alza domani mattina ahahahah – mi mise i brividi con quella sua risata. Presi per mano Lucas e cominciammo a camminare.
- Allora, perché non ci racconti un po’ dell’Italia, dei tuoi amici e di ciò che faremo i prossimi dieci giorni? Sono così elettrizzata all’idea di passare un po’ di tempo con il mio Liam e i miei amici. Finalmente un po’ di riposo meritato – rideva continuamente. Okay è ufficiale, è andata fuori di testa non c’è dubbio! Liam la guardava leggermente spaventato, ed io non ero da meno. Lucas invece le sorrideva gentilmente. Ci dev’essere qualcosa sotto. Questo non è un comportamento normale da parte di Danielle! Mi sforzai di apparire il più gentile possibile. Odiavo quella sua risata da oca spennacchiata e tutti quei sui squittii. Quasi quasi la preferivo quando era una strega.  Le parlai dell’Italia e pensando a quello che i miei amici potrebbero combinarle mi veniva da ridere. Cercavo di soffocare le risate per non sembrare anch’io una pazza isterica, ma mi risultava un po’ difficile. Decidemmo di mangiarci un panino al Mcdonald e stranamente Danielle, non ordinò un’insalata e poi andammo al London Eye. Salirono solo Danielle e Liam, mentre io Lucas rimanemmo a terra.
- Che strana serata – commentò lui.
- Già – gli sorrisi.
- Dopo il giro sul London Eye sarebbe meglio tornare a casa, sono già le 23.30 – disse controllando l’orologio.
- Si altrimenti se saltiamo il coprifuoco chi li sente Lou e Giorgia – scoppiai a ridere. Lui si fermò a guardarmi.
- Che c’è? Ho qualcosa in faccia? – domandai cominciando a toccarmi il viso. Lui negò col capo e mi prese le mani avvicinandosi con il volto.
- Sei bellissima – sussurrò prima di baciarmi.
 
Liam
 
Scendemmo da London Eye giusto in tempo per vedere quei due baciarsi. Una stretta forte allo stomaco, ed una ancora più forte al cuore. Perché, deve andare così? Dannazione perché? 
- Sono carini, non trovi? – mi chiese Danielle posando la testa sulla mia spalla.
- Mmmh si – risposi forse in maniera un po’ troppo acida. Mi schiarii la voce, convinto che quel disgustoso spettacolo stesse durando troppo. I due si allontanarono, tenendosi comunque per mano. Amy chinò il capo, rossa in viso.
- Beh, credo sia ora di tornare a casa – dissi. Tutti annuirono e insieme decidemmo di accompagnare prima Danielle e Lucas e poi io ed Amy saremmo tornati a casa. Ci avviammo verso la casa di Lucas, dato che era la più vicina. Quando arrivammo d’avanti al grande e vecchio portone in legno, Danielle si fermò un po’ prima per lasciare quei due da soli. Mi costrinsi a seguirla per evitare inutili litigate, ma di sottecchi fissavo quei due scambiarsi tranquillamente effusioni. Quando finalmente si scollarono e Lucas fu entrato nel palazzo, Amy ci raggiunse. E quando la vidi con quel sorriso raggiante sul volto, il viso di Zayn e le sue parole di quella mattina mi tornarono in mente. Tu dovrai semplicemente provocarla, in tutti i modi possibili, renderla gelosa quando c’è Danielle…. Guardai Danielle negli occhi e mi sentii un verme, ma dovevo riuscire a capire che diavolo provavo per l’una e per l’altra? Porca miseria se non mi do una regolata, finirò al manicomio! Strinsi forte la mano di Danielle e cominciai a camminare, con la sua testa poggiata sulla spalla. Amy era dietro di noi, forse a disagio. Mi voltai e la trovai che camminava a testa bassa.
- Tutto bene? – domandai con fare naturale.
- Si, solo un po’ stanca – sorrise. Ecco che il cuore parte all’impazzata! Le sorrisi di rimando e poi mi voltai di nuovo verso Danielle. Gran parte del tragitto lo passammo in silenzio, fatta eccezione per qualche parola buttata a caso. Arrivammo a casa di Danielle e questa volta fu Amy a rimanere indietro.
- Perché non sali e stiamo io e te soli, soletti? – mi sussurrò provocatoria Danielle, e non sentii nulla di quello che sentivo le altre volte. Il gelo più completo.
- Domattina dobbiamo alzarci presto, non credo sia il caso – risposi guardando di soppiatto Amy, che si torturava le mani.
- Dai – mi pregò lei, strusciandosi addosso.
- Un’altra volta Danielle –
- Uff, va bene – si allontanò di scatto.
- Non fare così – l’attirai di nuovo a me, baciandola. Sei uno stronzo! Mi urlava la coscienza.
- Ti amo – mi sussurrò.
- Anch’io – risposi secco, come se non m’importasse.
- Ci vediamo domani – disse dandomi un leggero bacio a stampo. Si voltò ed entrò nel portone del palazzo, mentre io mi avvicinai ad Amy, che mi dava le spalle.
- Possiamo andare – richiamai la sua attenzione. Sussultò un po’ per poi annuire. Camminammo in silenzio per tutto il tempo, entrambi in completo imbarazzo. Lei aveva la testa china sulle sue scarpe. Una folata di vento  mi fece rabbrividire, poi mi voltai verso Amy e la vidi stringersi le braccia per il freddo. Mi tolsi la giacca e l’avvicinai a lei, che alzò lo sguardo stranita.
- Mettila – dissi con un sorriso.
- Non preoccuparti – mi rispose
- Su avanti, stai gelando! Indossala – la ignorai. Lei sospirò per poi indossare la giacca. Era buffa, le andava grande, le mani quasi non le si vedevano per quanto erano lunghe le maniche. Le sorrisi per poi ricominciare a camminare.
- Non vedo l’ora che sia domani – dissi per cercare di parlare un po’.
- Si anch’io – rispose arrotolandosi le maniche della giacca.
- In Italia la sera non fa così freddo, anzi – rise
- Già, scommetto che non avremo bisogno di giacche pesanti, come qui – sorrisi.
- Ne dubito, anche se a volte capitano serate fredde anche giù da noi, soprattutto se si sta in spiaggia. L’umidità ti entra nelle ossa – spiegò
- Sapete già come dormiremo? – chiesi di punto in bianco.
- No, ma suppongo a coppie, oppure i maschi con i maschi e le ragazze con le ragazze – disse.
- Ah okay –
- Perché? – domandò
- Così –
- Se tu vuoi dormire con Danielle, potrei parlare con Ale  e vedere di trovare una sistemazione – propose. Per risposta alzai le spalle. Si bloccò di colpo d’avanti al cancello di casa.
- Ho dimenticato le chiavi – rise. Mi toccai le tasche, estraendo le mie. Aprii il cancello e in silenzio attraversammo il giardino. Salimmo i tre scalini e dopo aver aperto la porta mi bloccai.
- Che c’è? – mi chiese. Lì con la luce della luna a illuminarle il viso, era stupenda, semplicemente magnifica. Non resistetti, avvicinandomi a lei.
- Liam che ti prende? – domandò balbettando e diventando rossa, le presi il viso tra le mani.
- Non ce la faccio – dissi prima di baciarla. 


Angolo autrice
Salve a tutti... scusate l'enorme ritardo, ma sono impegnatissima ultimamente. I miei mi hanno lasciata da sola a casa (tralasciando mia nonna che vive al piano sotto al mio) e devo occuparmi di gestire la casa, lo studio, il cane e il coniglio... sto uccisa praticamente. Inoltre sono uscita pazza perchè Giorgia, sabato festeggia i suoi 18 anni e on riuscivo a trovare le robe e il regalo adatto.... comunque che ne dite del capitolo?? Non avete idea di cosa accadrà nell'altro eheheheh.... il rapporto fra Amy e Liam comincia ad intesificarsi... vi dico solo che in vacanza ne vedremo delle belle e che si farà sentire anche la coppia Giorgia- Zayn <3.. ora devo andare a studiare che domani ho l'ennesimo compito di chimica -.- ciaoooo...

 

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Capitolo 23
*** Alliance ***


- Non ce la faccio – dissi prima di baciarla. La sentii pietrificarsi sul posto, ma poi le sue braccia furono sul mio collo e il bacio diventò più irruento. Feci leva sulle mie braccia e la presi in braccio, entrando in casa. Chiusi la porta con un braccio e senza staccarmi dalle sue labbra mi avvicinai alle scale. Iniziai a salire lentamente, evitando di fare rumore, se ci avessero scoperti sarebbe stata la fine. Appena arrivai in cima la lasciai a terra, e ripresi fiato, guardandola negli occhi, per poi riprendere a baciarla. La strinsi a me e incespicando nei nostri passi, arrivammo nella mia stanza. Le tolsi la mia giacca e lei mi tirò su la maglia. Le strinsi i fianchi, prima di buttarmi con lei addosso sul letto. Le arrotolai la maglietta, accarezzando la pelle calda e morbida delle anche, le tirai via la maglia, e iniziai a baciarle i collo inspirando il suo profumo.
- No! – disse allontanandosi da me.
- Amy, che cosa? –
- No! È sbagliato. Noi due siamo fidanzati e tutto questo è sbagliato. Il bacio, quello che stavamo per fare – parlava a raffica mentre cercava la sua maglietta. Se la rinfilò e si avvicinò di corsa alla porta. Si voltò verso di me e per un minuto sperai che ritornasse tra le mie braccia, ma quando vidi gli occhi colmi di lacrime, mi sentii uno schifo.
- Mi dispiace – sussurrò, per poi aprire la porta e andarsene. Ma che diavolo ho combinato? Mi portai le mani al viso coprendomi gli occhi e buttandomi all’indietro sui cuscini.
- Coglione, coglione, coglione ora non ti parlerà più –
- Ti prego Amy perdonami – sussurrai, mentre nella mente rivivevo gli istanti prima.
 
Giorgia
 
Finii di controllare le valige per essere sicura di non aver dimenticato nulla, visto che questo sarebbe stato il viaggio di ritorno per me e Ivan. Mi stesi sul letto con un braccio sugli occhi, era stata una faticosa giornata. Sentii la porta di casa sbattere e quella sottospecie di topo che aveva Amy, scese dal suo letto correndo alla porta della stanza, chiusa.
- Non fare rumore, ora arriva la tua padrona – cercai di calmarlo e di non farlo abbaiare. Passarono i minuti e di Amy neanche l’ombra, poi sentii la porta della stanza di Liam chiudersi e poggiai l’orecchio al muro confinante. Si sentivano lievi rumori, che non riuscivo a comprendere inizialmente, anche se una certa idea me l’ero già fatta. Sorrisi maliziosa, ed andai a prendere quel topo che non la smetteva più di graffiare la porta.
- Vieni con me, che quella svampita della tua padrona per stasera non torna – dissi. Mi sentivo una stupida a parlare con un cane, ma tanto non poteva vedermi nessuno. Presi di peso il cucciolo e lo portai sul letto di Amy.
- Se ti muovi, ti faccio volare dal balcone – lo minacciai, mentre fremevo nell’andarmi a lavare le mani. Aprii l’acqua fresca e nello stesso momento, sentii la porta della camera aprirsi e chiudersi in fretta.  Mi affacciai asciugandomi le mani e trovai Amy, seduta a terra con il viso nascosto tra le ginocchia, che piangeva.
- Ma che diamine è successo? – mi affrettai a raggiungerla.
- Amy, oh Amy! Calmati dimmi che è successo – cercavo di calmarla. Se quel coglione ha fatto qualcosa che non doveva, giuro che gli spacco la faccia. Poco me ne importa se gli rovino la carriera.
- Amy, mi stai facendo preoccupare e innervosire, che cazzo è successo? –
- Io e  Li-Liam stavam-stavamo p-per andare a l-letto insie-me – disse tra i singhiozzi.
- E cosa è successo poi? – domandai sedendomi accanto a lei.
- I-Io l’ho bloccato – rispose asciugandosi gli occhi.
- Perché? –
- Come perché? Giorgia siamo entrambi fidanzati – disse alzandosi in piedi ed andando verso il bagno. Aprì il rubinetto sciacquandosi il viso.
- E mi spieghi, per quale dannatissimo motivo ti sei messa con quel biondino del cazzo, se ami Liam? – domandai incazzata nera.
- Perché Liam ama Danielle, ed io non voglio che succeda la stessa cosa che è successa a me con Marco e Ornella – spiegò
- Ma ti stai comunque comportando male, usando Lucas – le feci notare.
- Io non lo uso, a me lui piace, non mi è indifferente, anzi – disse con il viso rosso.
- Resta comunque il fatto che tu ami Liam. E porca puttana, se stavate andando a letto insieme non credo che sia poi così tanto innamorato di quel barboncino che se porta a presso, scusa sa. Apri gli occhi Amy, anche lui ti ama –
- Forse, oppure mi usa solo per puro piacere, senza alcuno scopo sentimentale – disse sprezzante.
- Se va beh, andiamo a dormire, che domani dobbiamo partire – uscii dal bagno andandomi a buttare sul mio letto.
- E comunque, secondo me lui ti ama, solo che non ha le palle per dirtelo. O è solo un coglione indeciso – dissi girandomi dall’altra parte.
- Buona notte Giorgia – disse solamente.
- Notte – risposi. Devo escogitare qualcosa per capire cosa gli passa in testa a quel rincoglionito. Ma come posso fare? Un momento forse quello stupido pakistano sa qualcosa!? Ma si certo, domattina parlerò con lui. Durante questi dieci giorni quei due si dovranno mettere insieme, parola mia!
 
Appena la sveglia suonò, un altro po’ e sarei caduta giù dal letto per lo spavento.
- Giò è ora di alzarsi – disse Amy, con la voce impastata dal sonno, mentre si alzava ed andava in bagno.
- Mmmh, ancora cinque minuti – brontolai coprendomi gli occhi con il cuscino.
- Muoviti – urlò dal bagno. Sbuffai alzandomi e dirigendomi verso la sedia, dove avevo sistemato le robe per il viaggio. Bussai alla porta del bagno.
- Sbrigati che mi devo cambiare – dissi.
- Eccomi – rispose lei aprendo la porta e avvicinandosi all’armadio. Mentre io entrai in bagno cominciando a lavarmi. Indossai un paio di pantaloncini di jeans, una maglietta verde petrolio e le converse bianche. Quando uscii trovai anche Amy già cambiata con un paio di bermuda stretti, una maglia azzurra mono-spalla e anche lei le converse ai piedi.
- Andiamo a fare colazione – sorrise avviandosi fuori dalla stanza. Mi era bastato poco per notare le occhiaie sotto agli occhiuesta voltQ. Scendemmo trovando tutti giù, compresi il biondino e il barboncino.
- Buongiorno – disse sorridente Amy, andando dal suo ragazzo.
- Giorno a tutti – la seguii, sedendomi però accanto a El e riempiendomi la tazza di caffè.
- Giorno – mi salutò la ragazza accanto, seguita dagli altri.
- Allora avete tutto pronto? – chiese Harry. Annuimmo tutti.
- Io devo solo controllare alcune cose – rispose Zayn, finendo di bere la sua tazza di caffè e alzandosi. Questo è l’unico momento che ho per parlargli!
- Ehm anch’io devo controllare se ho preso tutto, sapete se mi dimentico qualcosa poi non so come poterla riprendere – risi nervosa, correndo dietro al moro.
- Ehi Zayn devo parlarti – lo chiamai bisbigliando. Lui si girò a guardarmi stupito.
- Che c’è? – gli chiesi
- Ti senti bene? – domandò mettendomi una mano sulla fronte. Non so perché ma arrossii di botto.
- Ma certo che sto bene, che diavolo ti salta in mente? – sbraitai togliendomi la sua mano dalla fronte.
- Sai com’è, è la prima volta che mi chiami per nome e mi parli senza essere forzata da qualcuno. Temevo avessi la febbre – spiegò. Alzai gli occhi al cielo, senza però ammettere che aveva ragione.
- Si va beh, posso parlarti testa di carciofo? – feci burbera. Lui sorrise scotendo la testa. Mi bloccai un attimo. Wow, sarà anche una testa di carciofo ma non è mica brutto! Giorgia concentrati!
- Che ridi idiota devo parlarti seriamente – dissi, dandogli una leggera spinta.
- Bene ti ascolto – incrociò le braccia al petto, guardandomi con il sorriso sulle labbra.
- Ti devo parlare di Amy e del tuo amico – bisbigliai. Lui aggrottò le sopracciglia, per poi spalancare la bocca.
- Qui non va bene, vieni – mi prese per mano e mi tirò in camera sua.
- Allora, dimmi tutto – disse.
- Io sono convinta che quei due si amino e che si stanno solo facendo del male a stare con il biondino e il barboncino – incrociai le braccia al petto.
- Quindi? – chiese
- È assolutamente necessario che io e te, collaboriamo senza litigare per nessun motivo al mondo. Liam è il tuo migliore amico, ed Amy è la mia migliore amica. Chi meglio di noi, li conosce e può aiutarli? Nessuno, solo io e te – dissi muovendo freneticamente le mani.
- Allora? Non ti seguo – fece stranito.
- Dio mio, ma sei proprio così bacato di cervello? Io e te, Al Qaeda dobbiamo trasformarci in una sorta di cupidi invisibili. Sai almeno chi è cupido vero? O devo spiegarti anche questo? –
- Si si, so chi è cupido – rispose burbero.
- Quindi la tua idea è di trasformarci in cupido? Invisibile? – domandò. Io annuii con veemenza.
- Anche se dubito che sarai all’altezza di essere invisibile e di non combinare casini. Per cui, vedi di non fare guai e di non rovinarmi l’impresa – dissi
- Perché altrimenti che cosa mi fai? – chiese scettico.
- Ti taglio il ciuffo Al Qaeda – lo minacciai.
- Calma calma tigre, io sono con te. Voglio la felicità del mio migliore amico e se per aiutarlo, dovrò allearmi con una pazza come te ... beh non ho scelta – rispose.
- Ehi così mi offendi ! –
- Dai lo sai che scherzo riccia… mi fa piacere aiutarti, forse così potremmo conoscerci meglio. Comunque per me va bene, ti aiuterò con quei due – sorrise.
- Ehi non prenderti tante arie, io voglio solo la felicità di Amy –
- Ed io quella di Liam – rispose sempre con quel suo sorriso. D’istinto, non so perché, mi avvicinai a lui e lo abbracciai. Lo sentii irrigidirsi, ma poi le su braccia mia avvolsero i fianchi, ed io mi sentii come se non ci fosse posto migliore. Il calore del corpo di Zayn, mi scaldava e mi faceva sentire bene. Mi sentii protetta, proprio come mi sentivo fra le braccia di Alex. Alex! Mi staccai di colpo chinando il capo per l’imbarazzo. Ma che diavolo mi è preso!?
- Se racconti a qualcuno di questo abbraccio, giuro che ti raso a zero i capelli e puoi dire addio al tuo amato ciuffo. Parola mia Al Qaeda – lo minacciai. Feci per andarmene, ma lui mi bloccò il braccio.
- Aspetta! Posso chiederti un favore? – domandò
- Dimmi –
- Ti prego di non chiamarmi mai più Al Qaeda – disse con sguardo triste.
- Perché? – sentii dentro di me come un senso di colpa.
- Beh vedi, come tutti i cantanti anche noi abbiamo delle persone che ci odiano e molte di queste m’insultano, chiamandomi terrorista. Alcune si sono anche presentate ai nostri concerti, con dei cartelloni pieni d’insulti di questo genere. Sostengono persino che sia colpa mia, la strage delle torri gemelle. Per cui se tu potessi evitare di chiamarmi così, mi faresti un favore. Sai fa molto male – spiegò con il capo chino. Mi sentii in colpa, un mostro, anche se non lo facevo con odio e disprezzo, ma mi sentivo in colpa. Sono una stupida! E proprio come era successo con l’abbraccio, d’istinto gli alzai il viso con le mani, trovandovi gli occhi lucidi. Mi alzai in punta di piedi e gli diedi un bacio sulla guancia.
- Mi dispiace – sussurrai, non appena mi allontanai. Poi presa dall’imbarazzo corsi via dalla stanza, rifugiandomi in camera di Amy.
- Stai bene? – mi chiese lei. Non mi ero accorta che fosse in camera.
- C-certo – risposi.
- Perché non dovrei? – domandai facendo un sorriso nervoso.
- Sei tutta rossa in viso – disse aggrottando le sopracciglia.
- Va tutto bene – risi istericamente.
- Vado in bagno – mi affrettai a chiudermi la porta alle spalle e a tirare un sospiro di sollievo. Quel pakistano mi fa decisamente male!

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Capitolo 24
*** Travel ***


Amy
 
Giorgia mi sembrava piuttosto strana, ma non ci diedi molto peso. Le urlai che io iniziavo a scendere e a mettere i bagagli in macchina. Una volta in giardino, Niall mi aiutò a mettere le valige in auto, mancavano solo quelle di Giorgia e poi saremmo potuti partire. Arrivò velocemente aiutata da Harry, ma quando il suo sguardo incontrò quello di Zayn, entrambi divennero più rossi della maglietta di Louis. Quei due non me la contano giusta! Assottigliai gli occhi, continuando a fissarli. È successo di sicuro qualcosa fra loro. Giorgia non si comporta così!
- Amy, su muoviti – la voce di Louis mi riportò alla realtà.
- Arrivo! – risposi salendo in macchina.
- Allacciatevi le cinture! – ci ordinò Lou, mentre faceva partire la macchina. Dopo all’incirca venti minuti arrivammo all’aereo-porto.
- Bene, possiamo fermarci per prendere qualcosa da mangiare – disse Niall controllando l’orologio. Risi di gusto, mentre vedevo i ragazzi che s’incappucciavano per bene.
- Mangerai sull’aereo, biondo. Ora dobbiamo muoverci! – disse Giorgia, che mi si avvicinò e mi circondò le spalle con un braccio saltandomi quasi addosso e facendomi spintonare Lucas al mio fianco. Sembrava essere tornata quella di sempre.
- Aaaah  non vedo l’ora di essere in Italia! – gridò.
- A chi lo dici. Quei pazzi mi sono mancati da morire – risi assieme a lei, mentre ci avvicinavamo al gate. Facemmo vedere i nostri biglietti, per poi passare tranquillamente.
- Che figata viaggiamo in prima classe. Ehi Payne grazie mille – disse Giò. Io mi voltai in direzione di Liam, non riuscendo però a sostenere il suo sguardo.
- Amore tutto bene? – mi domandò Lucas.
- Si, si tranquillo. Solo impaziente di rivedere i miei genitori e i miei amici – risposi mentre mi sedevo.
- Devono essere davvero simpatici – sorrise
- Oh si vedrai ti piaceranno subito – lo baciai.
- Signori vi preghiamo di allacciare le cinture, siamo pronti per le prime manovre di decollo e dovreste anche spegnere i telefoni. – disse l’hostess. Annuimmo tutti e ci allacciammo le cinture. Presi il telefono per spegnerlo e questo vibrò. Lessi il mittente. Era Liam! Faticai molto, nel non voltarmi nella sua direzione. Aprii il messaggio con un groppo in gola.
Fra cinque minuti alzati e vieni verso il bagno, devo parlarti!” Chiusi gli occhi e voltai leggermente la testa verso di lui. Mi stava guardando. Feci un leggero cenno del capo, per fargli capire che andava bene, mentre l’aereo cominciava a prendere velocità sulla pista. Una volta che fummo in volo, mi rilassai completamente. Il decollo e l’atterraggio erano le parti che detestavo di più, del volare. Mi voltai in direzione di Giorgia per dirle una cosa, ma la trovai a chiacchierare fitto fitto con Zayn. Ma che diavolo succede fra quei due? Mi rivoltai verso Liam che mi stava guardando. Lui si alzò e andò al bagno. Attesi cinque minuti come mi aveva detto e poi mi alzai anch’io.
- Vado un attimo in bagno – sussurrai a Lucas, che annuì debolmente. Quando fui d’avanti alla cabina del bagno bussai piano, sussurrando il nome Liam. La porta si aprì e stando attento a non farci vedere, lui mi tirò dentro chiudendola.
- Cosa volevi dirmi? – domandai.
- Amy, mi dispiace per quello che è successo ieri sera. Ti prego non essere arrabbiata con me. – mi supplicò
- Non sono arrabbiata! – dissi debolmente. Lui aggrottò la fronte.
- No? – domandò stranito
- No! È stato un errore di entrambi. Un momento di… debolezza – ingoiai un groppo di saliva prima di riuscire a dire la parola “debolezza”
- Sì, hai ragione. È stata di sicuro debolezza – rispose per poi aprire la porta ed uscire fuori, senza darmi modo di dire altro. Chiusi gli occhi, reprimendo le lacrime pronte ad uscire. Presi un respiro profondo e poi uscii, cercando di ritornare felice come una Pasqua. Queste saranno le tre ore più lunghe della mia vita! Pensai mentre prendevo posto.
 
Zayn
 
Osservai Liam e Amy, tornare a posto. Erano strani. Liam aveva lo sguardo infuriato e non prestava attenzione a Danielle, mentre Amy, sembrava sconsolata. C’è qualcosa che non va! Deve essere successo qualcosa! Bloccai Giorgia dal parlare, facendole osservare i nostri amici.
- Non trovi abbiano qualcosa di strano? – domandai.
- Sì, direi proprio di sì – annuì guardandomi. Poi si rigirò verso Amy.
- Amy, Amy – la chiamò sottovoce, lei si girò.
- Che hai? – domandò e l’unica risposta che diede Amy, fu un movimento della mano.
- Che ti ha detto? – chiesi.
- Che ne parliamo dopo – mi rispose Giorgia sbuffando. Però, quando non è acida è piuttosto carina!
- Sì, beh io vado a parlare adesso con Liam. Torno subito – dissi alzandomi e dirigendomi verso quello stupido.
- Ehi Danielle, non è che potresti alzarti un attimo, dovrei parlare di una cosa con Liam – feci il sorriso più convincete che conoscessi. Lei sbuffò, come sempre. Acida!
- Siediti, tanto dovevo andare in bagno – disse alzandosi e lasciandomi il posto.
- Che vuoi? – rispose brusco Liam, continuando a trafficare con il suo cellulare.
- Ma come siamo di buon umore questa mattina – dissi sarcastico. Lui sbuffò posando il telefono in tasca e voltandosi verso di me.
- Avanti  Zayn, che vuoi? – chiese scocciato.
- Che diavolo è successo tra te e Amy? – domandai serio.
- Nulla – rispose burbero, diventando rosso in viso e spostando lo sguardo verso le sue scarpe.
- Avanti non fare il coglione, che ti conosco. È da questa mattina che siete strani e adesso sei pure incazzato. Avanti puoi dirmi tutto, sono il tuo migliore amico! –
- E va bene. Ieri sera, quando siamo rientrati noi… - si bloccò guardandosi attorno per vedere cosa stessero facendo gli altri. Poi si avvicinò di più al mio orecchio.
- Noi, siamo quasi andati a letto insieme – sussurrò.
- Cosa? – urlai di getto, facendo girare tutti.
- Eh eh, scusate ragazzi continuate pure! – dissi grattandomi la testa.
- Che diavolo avete fatto? – chiesi a Liam cercando di non urlare.
- Siamo quasi finiti a letto insieme – ripeté lui
- Questo lo avevo capito, volevo dire come diavolo è successo e perché? –
- Perché non lo so, so soltanto che ad un certo punto non c’è l’ho fatta più e l’ho baciata di getto. Credevo mi rifiutasse e invece, abbiamo continuato, fino a quando non ci siamo ritrovati in camera mia senza maglie –
- E poi? – chiesi curioso.
- Beh poi lei si è bloccata, dicendo che non era giusto, che era tutto sbagliato nei confronti di Danielle e del biondino – fece una smorfia all’ultima parola.
- Tu sei innamorato amico mio – dissi.
- No, sono solo confuso – rispose.
- E quindi sei incazzato perché ti ha rifiutato. Oh cavolo, questo deve essere un duro colpo – lo presi in giro, per sdrammatizzare.
- No, sono incazzato perché dieci minuti fa, mi ha detto che è stato un momento di debolezza, che non sarebbe mai dovuto accadere. Ma quello che dico io è, che se fosse stato un semplice momento di debolezza lei non si sarebbe spinta fino a tanto. Si sarebbe bloccata al bacio, quando ci siamo allontanati! – gesticolò nervosamente con le mani.
- Si beh, hai ragione, ma è un po’ come la storia del bacio, giusto? – dissi. Lui aggrottò le sopracciglia.
- Tu l’hai baciata e poi sei scappato. Poi le hai detto che è stato un errore che non sarebbe mai dovuto accadere e lei se l’è presa, perché a parer mio le avevi dato qualche speranza di piacerti. Ora è successo il contrario, è stata lei a lasciare te, ed ad inventare una scusa per nascondere ciò che realmente sente. – lui si voltò verso Amy, che in quel momento stava ridendo assieme a Ivan e Lucas.
- Temo, però di averla persa – disse serio e con tono malinconico.
- Tu non l’hai persa. Lei è innamorata di te Liam e tu di lei. Perché non volete capirlo? –
- Il fatto è che io non  capisco più cosa provo. Mi piace stare con Danielle, ma amo anche stare con Amy. Amo la sua risata, i suoi occhi, il suo modo di parlare inglese con quel suo accento italiano. Amo vederla sorridere per qualcosa che ho fatto io. Amo la sua voce, amo il modo in cui pronuncia il mio nome. E chiamami egoista, ma amo anche vederla un po’ triste, perché così posso stringerla fra le braccia e consolarla, facendola tornare felice –
- Okay fermati, mi stai facendo salire il diabete – lo bloccai. Lui si girò verso di me con un sorriso accennato.
- Tu credi davvero che lei mi ami, e che io la ami –
- Liam non devo dirtelo io, devi essere tu a capirlo. Per me è così, poi potrò anche sbagliarmi, anche se ne dubito –
- Ma cosa devo fare per capirlo? –
- Corteggiala –
- Non  credo riuscirei a fare molto con Danielle al mio fianco –
- Beh tu non preoccuparti – gli feci l’occhiolino.
- In che senso. Mi guardò torvo –
- Oh beh, è probabile che tu riceva un piccolo aiuto – sorrisi voltandomi verso Giorgia. La trovai a ridere e scherzare con Harry e non capii perché, quello mi fece innervosire. Strinsi il pugno e mi alzai.
- Torno al mio posto – dissi atono, mentre mi avvicinavo a quei due.
- Mmmh mmh – mi schiarii la voce, attirando la loro attenzione.
- Si? – fece Giorgia, ma io mi voltai verso Harry.
- Questo è il mio posto – dissi. Lui mi sorrise per poi voltarsi verso Giorgia.
- Puoi tornare dopo, stavamo parlando di una cosa – disse
- E dove mi siedo, Danielle è tornata la suo posto –
- Mettiti al mio – suggerì tranquillamente.
- Ma… -
- A pakistano e non rompere, poi torni a sederti qui – disse Giorgia. Ecco che torna a fare l’acida e meno male che avevo detto che era carina. Beh ritiro tutto!
- Ti ricordo che anche noi abbiamo un discorso in sospeso – dissi tagliante, per poi andarmi a sedere accanto a Niall che si stava divorando un pacchetto di patatine.
- Vuoi un po’? – me ne offrì sputacchiando da tutte le parti.
- No, grazie – risposi ripulendomi la maglietta, mentre tornavo a fissare quei due, che mi sembravano fin troppo vicini. 

Angolo autrice

Buon pomeriggio lettoriiiiiiiiii.... scusate l'enorme ritardo, ma non sono stata un granchè bene e in più sono impegnatissima con la scuola... ormai siamo alla fine dell'anno e ho alcune materie da recuperare. In compenso ho notato che voi non siete stati tanto attivi, cos'è non vi piace più la storia? Fatemelo sapere eh così è inutile che io continui a scrivere comunque.... in questo capitolo vediamo Zayn versione cupido (che carino) in più le cose fra Amy e Liam si complicano sempre di più... sono un po' stronza a farli soffrire tanto lo so xD... secondo voi cosa accadrà in questa vacanza? Io vi dico tante tante cose, vedremo un Liam più audace, una Amy ancora più confusa, uno Zayn innamorato e una Giorgia quasi più confusa di Amy... ora devo scappare a studiare, spero recensirete ciaoooo :)
P.s chi ha sentito She looks so perfect dei 5sos, io l'adoro *-* ora scappo ciaoooo

 

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Capitolo 25
*** Family quarrels ***


Giorgia
 
Guardai gli altri che si erano addormentati, l’unica sveglia ero io. Questo è il momento perfetto per parlare con Amy! Mi alzai andando verso la mi amica che dormiva sulla spalla di Lucas. La chiamai piano.
- Amy, oh Amy svegliati! – lei aprì gli occhi fissandomi confusa.
- Che c’è? Siamo arrivati? – mi chiese strofinandosi gli occhi.
- Quasi, ma non è per questo che ti ho svegliata! – sussurrai.
- E perché allora? – sbadigliò.
- Perché noi due dobbiamo parlare! – dissi in tono che non ammetteva regole. Lei roteò gli occhi al cielo e si alzò.
- Vieni con me – disse iniziando a camminare verso il bagno. Si fermò e controllò che nessuno ci sentisse.
- Allora cosa vuoi sapere? – mi chiese incrociando le braccia al petto.
- Cosa è successo tra te e Liam? –
- Lo sai, te l’ho detto ieri sera! – rispose.
- Sì, quello lo so, cosa è successo in aereo, intendo –
- Praticamente abbiamo chiarito ciò che è successo la scorsa notte – disse chinando il capo.
- Dall’espressione tua e di Liam, non direi che avete chiarito molto. Cosa vi siete detti? –
- Gli ho detto che è stato un momento di debolezza e lui è stato d’accordo – rispose torturandosi le mani.
- Ed è stato per davvero un momento di debolezza? – chiesi.
- Non lo so – piagnucolò lei. Stava per ricominciare a parlare ma un’hostess ci avvertì di andarci a sedere poiché stavamo per atterrare. Svegliammo tutti gli altri, prima di tornare a sederci e allacciare le cinture.
 
Amy
 
Entrammo in aereoporto dirigendoci tutti al nastro trasportatore, per recuperare i bagagli. Appena presi le mie valigie mi alzai sulla punta dei piedi per riuscire a vedere i miei genitori. Scorsi i capelli neri brizzolati di mio padre. Le mie labbra si allargarono in un sorriso mentre lasciavo i bagagli e gli correvo in contro. Lo abbracciai stretto ispirando il suo profumo. Mi era mancato così tanto, sentii la sua risata cristallina riempirmi le orecchie mentre mi stringeva a se.
- Ehm, ehm ci sarei anch’io – borbottò mia madre mettendo un finto muso e incrociando le braccia al petto. Risi staccandomi da papà e abbracciando forte anche lei.
- Ciao mamma. Mi siete mancati tantissimo – dissi scostandomi da lei guardandola negli occhi. Li aveva un po’ lucidi.
- Amy potevi anche dirmelo che non ti andava di portarti da sola le valigie – sbucò alle mie spalle Ivan, con le mie e le sue borse. Mi scusai prendendo i miei bagagli.
- Zia Katy, zio Mino – urlò Louis, come suo solito, abbracciandoli forte. I miei risero di gusto, constatando che Lou non era affatto cambiato. Si avvicinarono a noi anche i genitori di Giorgia, che dopo aver salutato la figlia, mi strinsero in un abbraccio.
- Mamma, papà, Mariagrazia e Marcello, vi presento i ragazzi. Loro sono Harry, Niall, Zayn, Eleanor la fidanzata di Louis, Liam e la sua fidanzata Danielle – la mia voce s’incrinò un po’ prima di continuare
- E lui è Lucas, il mio ragazzo – sorrisi presentandolo.
- Molto piacere di conoscervi – rispose mio padre per tutti con un sorriso. Subito mi sentii pizzicare il fianco sinistro, da dietro. Mi voltai vedendo Alessio, il cugino di Giorgia sorridermi con l’aria di chi non aveva fatto nulla. Lasciai perdere abbracciandolo.
- Sempre il solito coglione tu eh? – scherzai stringendolo forte.
- E tu sempre la solita gentile vedo – rispose lui, lasciandomi un bacio sulla guancia.
- Ragazzi vi presento mio cugino – disse Giorgia.
- Ehm ciao – salutò lui.
- È una capra in inglese, perdonatelo – fece lei.
- Che ha detto? – chiese Alessio a me.
- Nulla – risi io.
- Sì va beh, ora che ne dite se andiamo? – ci chiese guardandoci tutti.
- Ci dobbiamo dividere nelle macchine – fece mio padre.
- Allora io, Lucas, Louis e Eleanor veniamo con voi papà – dissi
- Il pachistano e Niall vengono con me – fece Giorgia.
- Ivan, tu te ne vai con Alessio e con te vengono, Harry, il barbo ehm Danielle e Liam – continuò indicandoli.
- Va bene allora, dove andiamo? – chiese Alessio.
- Io devo passare un attimo da casa – dissi.
- Allora facciamo così Ale, voi venite a casa mia e poi Amy quando ti sbrighi vieni pure tu, che andiamo tutti insieme al mare! – organizzò Giorgia.
- Okay allora facciamo così ci vediamo per le 15.30 a casa tua – dissi. Ci salutammo e poi dopo esserci stretti nella macchina, andammo a casa mia. Papà dovette tornare a lavoro per cui pranzammo senza di lui. Tutto il tempo mia madre non fece altro che squadrare Lucas e fargli un sacco di domande, alcune davvero imbarazzanti. Innervosita dal  suo comportamento, la chiamai in soggiorno per parlarle.
- Mamma vieni un attimo di qua? - la chiamai in italiano.
- Che c'è tesoro? - venne da me tutta sorridente.
- Smettila immediatamente! - dissi trucidandola con lo sguardo.
- Di fare cosa? - domandò fingendo di non sapere.
- Sai cosa! -
- Ma dai gli sto facendo solo qualche domandina. Nulla di che. -
- Nulla di che? Gli stai facendo il terzo grado, poverino è imbarazzatissimo - cercai di non alzare la voce.
- Come sei esagerata, e poi scusa tanto se mi interesso della tua vita privata, dopo l'ultima volta! - incrociò le braccia al petto.
- Interessarsi sì, fare la mamma pazza no! - incrociai anch'io le braccia al petto.
- La madre pazza? Ah è così che mi definisci? Madre pazza? Ora una madre che s'interessa della figlia deve essere definita pazza! - iniziò ad alzare la voce.
- Non urlare che ci sono gli altri di la! - dissi.
- Questa è casa mia e urlo quanto mi pare - continuò ad alzare la voce. Si girò per andare in cucina, ed io inviai un messaggio a Giorgia. "Vieni che qua adesso succede il casino!" Inviai ed andai in cucina.
- Non mi hai più detto niente per il college, ti sei iscritta in facoltà? - domandò posando il vassoio con i biscotti e il caffè sul tavolo. Ora sì che, si scatena la terza guerra mondiale! Guardai Louis, come a dirgli di mettersi al riparo. Lui sapeva quanto alle volte, fosse complicato il rapporto fra me e mia madre. Prima c'era Alex che faceva da cuscinetto, ora invece...
- Allora? - mi guardò impaziente, tornando a parlare in inglese. Faceva paura quando ti fissava negli occhi con quello sguardo duro.
- Ancora no! - risposi, deglutendo un po' a fatica.
- E perché mai? Stai forse aspettando che arrivino i giorni dei test di ammissione? Guarda che devi prepararti a dovere - disse.
- In realtà io..... io ho preso una decisione diversa - abbassai gli occhi.
- E sarebbe? - già il suo tono di voce era cambiato.
- Guardami negli occhi! - disse in tono basso e duro.
- Amanda Marie Grimaldi, guardami negli occhi e parla! - sbatté una mano sul tavolo.
- Ho deciso di iscrivermi a Medicina e Chirurgia - sussurrai alzando lievemente gli occhi. In quel preciso istante suonò il citofono. Mia madre attese qualche istante, fissandomi truce quasi a volermi uccidere con gli occhi, per poi andare ad aprire. Due minuti dopo in casa entrarono tutti gli altri.
- Ciao - salutò Ivan, tranquillamente.
- Ciao - sussurrò Giorgia. Da quando era morto Alex, lei non riusciva più a guardare mia madre e mio padre negli occhi, si dava la colpa.
- Che è successo? - mi sussurrò Giorgia, tirandomi lievemente in disparte
- Vi conviene iniziare ad andare al mare senza di me, qua sta per scoppiare l'apocalisse - risposi.
- Per il fatto dell'università? - mi chiese. Annuii.
- Beh allora, andiamo? - fece Ivan, tutti annuirono.
- Io vi raggiungo dopo, adesso devo fare una cosa - risposi.
- Sicura? - domandò Alessio. Annuii.
- Va beh allora ci vediamo più tardi, la valigia tua la portiamo noi okay? - domandò Ivan.
- Sì, per favore -
- Okay allora ciao - mi salutarono con un bacio sulla guancia, quasi tutti. Lucas si avvicinò a me.
- Vuoi che rimanga con te? - mi chiese.
- No, non ti converrebbe - risposi.
- Va bene - mi diede un bacio. Lo abbracciai e poi gli accompagnai alla porta. Dopo che se ne furono andati. Mi voltai verso mia madre alle mie spalle. Eravamo sole in casa. Questo potrebbe essere il mio ultimo girono di vita! Pensai. Il silenzio ci circondava. Era così inquietante.
- Mamma… - feci per parlare ma lei mi bloccò con un gesto della mano.
- Cosa diavolo ti è saltato in mente? – mi chiese in una calma apparente.
- Io ho deciso di fare Medicina, non mi piace Giurisprudenza – risposi cercando anch’io di celare il nervosismo.
- Non ti piace Giurisprudenza? Non la pensavi così quando avevamo deciso che avresti studiato ad Oxoford, mi sembravi piuttosto felice di andare a Londra. Ora per quale diavolo di motivo hai cambiato idea
- Ti ricordo che hai deciso tutto tu! Io non volevo fare Giurisprudenza, non era a me che piaceva! – dissi alzando la voce.
- Questi erano gli accordi tu andavi ad Oxford a studiare Giurisprudenza. Ora non puoi cambiare i piani, sai quanto mi costano le tue spese estere? Ringrazia che abbiamo due stipendi su cui contare!
- Io non ero d’accordo sin dall’inizio e lo sapeva anche papà.
- E una volta che ti sei laureata in medicina cosa vuoi fare? Eh?
- Quello che mi piace, il chirurgo!
- Ma non hai capito che la vita non è fatta di sogni? Ora come ora non puoi metterti a fare quello che vuoi!
- Perché io non dovrei avere possibilità di scelta mentre tu sì?
- Dannazione Amy, sono finiti i tempi in cui potevi sognare ad occhi aperti, non sei più una bambina ma un’adulta. E da adulta devi saper prendere le decisioni migliori, che ti possano dare un futuro sicuro, non campato su castelli in aria!
- È La mia vita, e decido io! – urlai. In quel momento la porta di casa si aprì, e mio padre sbucò dal soggiorno.
- Cosa sta succedendo? – domandò togliendosi il cappello della divisa.
- Tua figlia ha deciso di mandare a monte i nostri piani –
- Non vuoi andare all’università? – domandò allarmato mio padre.
- Certo che voglio andare al college, solo che ho deciso di non iscrivermi a Giurisprudenza! –
- E cosa vorresti fare? – mi chiese
- Medicina! – risposi secca.
- Hai sentito, Medicina!
- Beh Katy, non è una brutta facoltà anzi –
- Ma non c’entra nulla con quello che avevamo stabilito noi. Quasi tutta la mia famiglia è formata da avvocati di successo, perché lei non dovrebbe continuare questa strada?
- Ma se non le piace – alzò le spalle mio padre.
- Solo perché il nonno ha costretto te a diventare avvocato, non è giusto che tu debba obbligare anche noi!
- Non ti permettere di prendere questo discorso! – mi additò.
- Oh invece sì che lo prendo, è questo il problema. Il nonno ti ha sempre programmato la vita, senza lasciarti possibilità di scegliere ed ora tu riversi la tua rabbia su di noi! Questa discussione l’hai fatta anche con Alex non scordartelo, solo che lui ha ceduto. Ti ha voluto tenere contenta, facendo qualcosa che non gli piaceva, ma ora che Alex è morto ti sfoghi solo su di me e.. – non riuscii a finire la frase perché mi schiaffeggiò. Il silenzio calò nella stanza. Ci fissavamo negli occhi.    
- Non azzardarti a parlare di tuo fratello! – sussurrò.
- E tu non azzardarti a rovinarmi la vita! – sussurrai, prima di prendere la mia borsa e uscire di casa.
- Amy! Amy! – mi chiamò mio padre. Mi fermai e mi voltai verso di lui.
- Aspetta, parliamone, non andare via – mi prese il braccio.
- Scusa papà, ma voglio stare da sola! – dissi.
- Ma… -
- Non preoccuparti, chiamo Ivan e mi faccio portare alla casa al mare, ti chiamo più tardi! – dissi voltandomi. 

Angolo autrice

Buonaseraaaaaaaaaaaaaaaaa, chiedo ancora scusa per il ritardo ma la scuola è alla fine e sto piena di compiti e interrogazioni. Oddio ma a che capitolo siamo arrivati?? Non me lo ricordo più xD comuqnue fra un po' le cose cambieranno e ne vedrete delle belle. Questa è una delle tante scene che succede a casa di tutti scommetto, chi non litiga con la madre? Io quasi tutti i giorni, ma le voglio un bene abnorme come direbbe la mia prof di mate... comuqnue, tenevo a ringraziare chi segue, recensisce, ricorda e preferisce questa storia, e soprattutto chi ha ancora pazienza a seguirla ahahahha volevo anceh consigliarvi una storia bellissima, scritta da una delle mie migliori amiche
 
They don't know about Isabelle. di Joliewithlove è su Louis ed è stupenda ve lo assicuro, passate perchè rendereste felici me, ma soprattutto la mia Jolie :D ora vado che non sto bene ciaooo e buon fine settimana a tutti :D

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Capitolo 26
*** Confide ***


Incominciai a camminare lasciandomelo alle spalle, quando svoltai l’angolo e fui sicura di non essere vista da nessuno, scoppiai in un pianto liberatorio. Presi il telefono dalla borsa e con la vista annebbiata dalle lacrime, cercai di comporre il numero di Ivan.
- Pronto?
- Ivan, s-sono Amy – dissi
- Amy che è successo? – mi chiese preoccupato.
- Per favore, puoi venirmi a prendere? – singhiozzai.
- Sì! Ma cosa è successo?
- Ho litigato con mia madre! – dissi
- Arrivo subito, dimmi dove sei?
- Vienimi a prendere all’entrata della villa comunale –
- Okay! Ci vediamo fra poco!
- Vieni solo, per favore – risposi. Stette un attimo in silenzio, prima di parlare di nuovo.
- Va bene – sospirò, prima di attaccare. Riposi il telefono in borsa e mi avviai alla villa.
 
GIORGIA 
 
Eravamo in cucina a preparare la cena, quando Ivan ricevette una telefonata.
- Chi è? – gli mimai con le labbra.
- Amy! – rispose. Lo vidi agitarsi e subito dopo prendere le chiavi della macchina.
- Okay, ci vediamo fra poco! – chiuse il telefono girandosi verso di me.
- Vado a prenderla – disse
- Che è successo? – domandai
- Ha litigato con la madre –
- Ah, ci vediamo dopo allora – lo vidi uscire e ripresi a cucinare con Imma. In cucina arrivarono gli altri, che erano appena saliti dal mare.
- Ivan? – chiese Gabbo.
- È andato a prendere Amy – risposi e mi voltai verso Hazza.
- Beh, com’era il mare? –
- Favoloso – rispose ridendo.
- Peccato che Zayn non si sia fatto neanche un bagno –
- Perché? – mi voltai verso il moro. Lui diventò rosso e chinò il capo.
- Perché non sa nuotare ahahahahaahahahaha – rispose Lou ridendo, ricevendo uno schiaffo sulla nuca da El. Scoppiai a ridere anche io, dando il cinque a Louis.
- Non ci posso credere! A 20 anni non sai ancora nuotare? –
- Non rompere stupida! – disse Pakistan.
- Come come come! Ripeti un po’ se hai le palle! –
- STUPIDA! – fece una linguaccia. Gli lanciai lo strofinaccio e poi gli tirai il ciuffo. Iniziammo a inseguirci per tutta la casa.
- Dai smettetela – disse El. Ma noi non l’ascoltammo, arrivammo fuori in giardino dove Alessio aveva montato una piscina gonfiabile, non tanto grande. Presi il moro e lo spinsi in acqua, ma quello stupido ebbe la prontezza di afferrare il mio braccio e trascinarmi giù con se. Urlai forte stonandogli un orecchio.
- Ma sei deficiente? – gli urlai ancora più forte.
- E tu hai deciso di farmi diventare sordo? – urlò di rimando.
- Guarda in che condizioni sto, tutta bagnata, con i capelli in disordine e il trucco sbavato. Aaaah ti detesto alle volte! – piagnucolai.
- Come se io fossi messo meglio! – borbottò lui alzandosi.
- Dai, dammi la mano – disse allungandomi il braccio destro.
- E secondo te, dopo quello che hai fatto, io mi faccio aiutare da te? No grazie, faccio da sola! – sputai velenosa, alzandomi in piedi.
- Se va beh, fa un po’ come ti pare – rispose acido girandosi e andandosene. Uscii dalla piscina sgocciolando a destra e a sinistra. Entrai in casa e salii al piano di sopra andando ad asciugarmi e cambiarmi, quando scesi cercai di non guardarlo in faccia a quel coso, altrimenti lo avrei strozzato. Così assieme alle altre ragazze, tranne quel barboncino spelacchiato di Danielle, apparecchiammo fuori in veranda, aspettando che rientrassero Amy e Ivan. Io mi misi sull’amaca e accanto a me si venne a mettere Alessio, gli altri si sedettero o sulle poltroncine o sul dondolo. Stavamo parlando del più e del meno quando vedemmo la macchina di Ivan fermarsi nel giardinetto della villa. Appena scesero dalla macchina, Woody che si trovava fra le bracca di Liam, saltò giù, correndo da Amy. Lei si chinò gli fece una carezza alla testa e proseguì dritta.
- Che è successo? – domandai quando la vidi. Aveva il trucco colato e gli occhi rossi.
- Niente! – rispose fredda, poi si voltò verso Lucas.
- Io sono stanca e andrei a dormire tu che fai? – domandò
- Salgo con te – sorrise il biondo. Amy annuì per poi voltarsi verso gli altri e salutarli.
- Che hai? – le chiese Imma.
- Nulla di che, solita lite con mamma – rispose facendo un mezzo sorriso. Impossibile, okay che con la madre litiga spesso, ma erano poche le volte che si ritrovava a piangere!  Pensai. Con la coda dell’occhio, notai Liam fissarla, con il viso contratto. Di sicuro si sta preoccupando, ma non vuole esporsi! Stupido orgoglio maschile! Dopo che Amy ebbe salutato tutti, andò a dormire assieme a riccioli d’oro, mentre io feci un cenno con il capo a Zayn per farlo entrare un attimo in casa.
- Cosa c’è? – mi chiese quando entrò in cucina.
- Il tuo amico si comporta in modo un po’ troppo strano – gli feci notare.
- Beh che cosa ti aspetti, da un ragazzo che è stato lasciato mezzo nudo sul letto, dalla ragazza che ama. È normale che sia arrabbiato! – lo giustificò.
- Se va beh, comunque dobbiamo escogitare qualcosa, ora no perché potrebbero scoprirci, domattina ti verrò a chiamare, presto, così potremo discutere senza che nessuno ci veda e ci senta. Intesi? – lo guardai non ammettendo repliche, fece una smorfia ma poi annuì.
 
La mattina dopo, attenta a non svegliare Alessio mi alzai e mi diressi in cucina.
- Finalmente, credevo non arrivassi più! – riconobbi la voce del pachistano. Alzai gli occhi e me lo trovai d’avanti con i capelli arruffati, la faccia stanca, con addosso solo dei semplici pantaloni della tuta e con le braccia incrociate sul petto nudo. Credo che tra un momento o l’altro finirò all’altro mondo! Pensai diventando rossa e attenta a non far colare la bava.
- Ti senti bene? – fece lui con un mezzo sorriso.
- C-certo, perché non dovrei –
- Mi sembrava che ti fossi incantata – rispose lo sbruffone.
- Sogna Malik, sogna – risposi sorpassandolo. Woody mi si avvicinò ed io indietreggia.
- A topo, vedi se te stai lontano da me – dissi con faccia disgustata. Lo schivai e mi diressi al mobiletto prendendo la caffettiera e incominciando a prepararla.
- Allora, tu hai in mente qualcosa per far mettere insieme quei due? – chiese il moro, sedendosi su una sedia e cominciando a giocare con il cane.
- Evita di fare casino, idiota o sveglierai tutti e poi no! Non mi è venuto niente, dobbiamo escogitare un piano per farli chiarire e mettere insieme. – dissi mentre accendevo il gas e mi sedevo anch’io al tavolo, prendendo a morsicare un biscotto.
- Aaaah se non fossero così testardi e orgogliosi quei due stupidi! –
- E soprattutto se non fossero fidanzati con quei due idioti che si portano a presso – continuai io.
- Voi quand’è che avete il matrimonio? – domandò
- Il 25 ma non sappiamo ancora cosa fare, se Amy non ci va è ovvio che io non vado. Perché questa domanda? – chiesi.
- È lo stesso giorno che parte Lucas per cui uno è fuori dalle palle, ma rimane Danielle. Quella è attaccata a Liam come un polpo, dobbiamo trovare un modo per staccarla da lui e far incontrare Amy e Liam da soli! – disse. Sentii l’odore del caffè che si espanse per tutta la cucina, così spensi il gas. Ma proprio in quel momento sentii la porta di casa aprirsi.
- Chi può essere a quest’ora – bisbiglio Zayn.
- Di sicuro è Amy, lei va sempre a correre la mattina, quando scendiamo alla casa al mare. Presto nascondiamoci! – dissi lasciando perdere il caffè e uscendo sulla veranda della cucina, chiudendo la porta.
- Cazzo! – imprecai.
- Che c’è? – chiese Zayn.
- Questa porta è difettosa e non si apre da fuori! – bisbigliai.
- Ma che gran genio che sei, complimenti! –
- Sta zitto arriva Amy, abbassati! – lo tirai giù per non farci vedere. La finestra della cucina era aperta per cui si sentiva tutto. Mi misi sotto, alzandomi appena per sbirciare Amy. Stava giocando con il topo.
- Aspetta che faccio colazione e poi ti porto fuori – disse. Oddio s’è rimbambita!  Vidi entrare in cucina anche Liam, solo che quella stupida non se n’era accorta. Si avvicinò alla caffettiera. Non la prendere è bollente, non la prendere stupida! Pensai.
- Buongiorno! – disse Liam. Amy sobbalzò nel momento esatto in cui toccò la caffettiera, che cadde a terra versando il caffè sul pavimento.
- Ahi! – gridò scottandosi la mano. Liam le si avvicinò in fretta, prendendole la mano e mettendola sotto il getto di acqua fredda.
- Va meglio? – le chiese. Lei annuì cercando di non guardarlo.
- Mi sembra di averla già vissuta questa scena – disse Liam. Erano molto vicini, se voleva quell’idiota poteva baciarla.
- Avanti Liam baciala – bisbiglia incoraggiandolo.
- Che succede, voglio vedere anche io! – fece Zayn appoggiandosi con il petto alla mia schiena. Io d’istinto gli tirai una gomitata facendolo indietreggiare. Il coglione mise una mano sul muro per reggersi, facendo cadere la scopa che vi era appoggiata, mi voltai guardandolo in cagnesco quando sentii la porta della cucina aprirsi.
- Che diavolo ci fate qua fuori voi due? – chiese Payne, ed io scoppiai  in una risata nervosa. Che cazzo m’invento adesso? Mi voltai verso Malik chiedendogli aiuto con gli occhi.
- Volevamo vedere l’alba – s’inventò il moro.
- Eh sì, volevamo vedere l’alba solo che questa porta è difettosa e non riuscivamo ad aprirla – aggiunsi io.
- Voi due volevate vedere l’alba? – chiese Amy non del tutto convinta. Noi annuimmo.
- Insieme? – aggiunse Liam alzando un sopracciglio.
- E beh che c’è di male? – chiesi io.
- Non vi sembra una cosa da coppie innamorate? – domandò Amy.
- Ehm – ci guardammo io e Zayn senza trovare risposta.
- Ma che, anche due amici possono, farlo. Perché tu e Ivan non andate insieme a vedere il tramonto sugli scogli? E pure non state insieme, siete solo amici! – dissi io.
- Sì ma io e Ivan, siamo migliori amici. Tu e Zayn… -
- Lo stiamo diventando – rispose il moro. I due si guardarono, per poi alzare gli occhi al cielo.
- Farò finta di credervi – disse Payne.
- Va beh, io vado a farmi una doccia e poi scendo in spiaggia. Tu che fai? – mi chiese Amy.
- Ehm, in realtà io devo andare un attimo in città a vedere una cosa – inventai.
- Okay, ci vediamo dopo – rispose rientrando in casa e salendo al piano di sopra. Io mi alzai lasciando i due ragazzi da soli e salendo in camera mia a prendermi le robe per cambiarmi. Incontrai Amy in corridoio e la bloccai.
- Amy, ricordati che dobbiamo ancora parlare del matrimonio – la guardai con sguardo di chi non voleva sentir repliche. Lei sbuffò per poi entrare in bagno. Entrai in camera sentendo mio cugino russare, alzai gli occhi al cielo e poi mi diressi alla valigia prendendo una maglia lunga fino alle ginocchia, nera e avorio con un cuore al centro con i colori inverti, presi le converse ed andai al bagno di sotto per cambiarmi. Una volta sistemata presi gli occhiali da sole e uscii in giardino, presi la macchina e andai via. Lungo la strada sentivo gli occhi pizzicarmi ma cercai a tutti i costi di trattenere le lacrime. Decisi di fermarmi ad un fioraio e prendere un mazzo di fiori. Arrivai d’avanti al cancello del cimitero e mi bloccai, indecisa se entrare o meno. Era forse la seconda volta che lo facevo, ma era comunque dura. Sentivo un’opprimente e dolorosa fitta al cuore, mentre prendevo un enorme boccata d’aria e varcavo quel cancello. Lentamente percorsi il viale fino ad arrivare a lui. Chiusi gli occhi, prima di incontrare i suoi azzurri. Ricordavo quella foto, era stata scattata al mare poche settimane prima che succedesse l’incidente. Era così bello! Non riuscii a trattenere le lacrime e scoppiai a piangere. Posai i fiori e cercai di calmarmi un po’. Ispirai ed espirai lentamente, prima di riprendere il controllo.
- Ciao Alex! – dissi. Un sorriso amaro mi venne spontaneo.
- Guarda che mi tocca fare idiota, parlare con una tua foto! – mi lamentai asciugandomi una lacrima.
- Sei sempre stato bravo a combinare guai, di sicuro questo è il più grosso che tu abbia mai fatto! – continuai mentre altre lacrime continuavano a scorrere.
- Perché? Mi chiedo, perché? D’accordo che non ero una brava fidanzata, ma potevi trovare un modo migliore per lasciarmi – risi della mia stupidaggine. Rimasi per un attimo in silenzio, ascoltando il cinguettio degli uccelli, a quell’ora della mattina era difficile trovare qualcuno di vivo là dentro.
- Okay basta fare la cogliona. Non so se tu puoi veramente sentirmi, lì dove sei ora. Ammesso che tu sia da qualche parte! Comunque, Amy dice che quando viene qui e ti parla si sente meglio per cui, vorrei provarci anche io! – presi una boccata d’aria.
- A proposito di tua sorella sta combinando un casino con quel ragazzo! Comunque Alex io, credo che mi piaccia un ragazzo. Non lo so, mi sento il cuore esplodere. È uno stronzo, che si crede di essere chissà chi, sbruffone e…. credo mi piaccia. Cosa devo fare, io ho come la sensazione di tradirti perché, io non ho smesso di amarti solo perché tu adesso non ci sei più. Se è possibile ti amo più di prima, ma sono così confusa. Cosa devo fare? – chiesi come una stupida. Come se lui potesse risponderti! Di colpo si alzò un po’ di vento, che mi scosse i capelli.
- Io credo che tu debba buttarti Giorgia! – una voce alle mie spalle mi fece sobbalzare. Mi girai di scatto trovando la mamma di Amy.
- Katy – sussurrai. Lei mi sorrise.
- Cosa ci fai qui? – domandai. Lei si tolse gli occhiali da sole, posando i fiori che aveva in mano.
- Vengo quasi sempre a trovarlo, anche se è difficile venire qui – rispose lei. Chinai il capo sentendomi a disagio.
- Giorgia io non ti do la colpa di quello che è successo, anzi, sono molto in pena per te. È stato un incidente, poteva andarci di mezzo chiunque. Sono arrabbiata con la vita, non con te e purtroppo riverso la mia rabbia su Amy. Perdere un figlio è come se venissi uccisa tu stessa. Non riesco ancora a rassegnarmi all’idea. Ogni mattina mi sveglio convinta di vederlo in giro per casa, ma poi i ricordi riaffiorano e lo stesso dolore che provavo il giorno prima si ripresenta, ancora più intenso e tutto perde di significato! – disse asciugandosi alcune lacrime, mentre continuava a fissare la foto del figlio.
- Io mi sento così in colpa – chinai il capo facendo scorrere le lacrime lungo il viso. Mi sentii abbracciare e da silenzioso, il pianto divenne più forte. Mi aggrappai alla maglia di Katy incominciando a singhiozzare, unendosi anche lei a me.
- Piangi e sfogati, ti assicuro che fa bene! – disse lei carezzandomi i capelli.
- Mi dispiace Katy, mi dispiace – singhiozzai. Katy aveva ragione, mi sentivo meglio dopo aver pianto, ma avevo comunque bisogno di stare da sola e dopo essermi calmata un po’, lasciai Katy e andai via, tornando a casa mia, trovandola vuota. Chiusi la porta alle mie spalle e ricominciai a piangere. Ora avevo bisogno solo di quello!  

Angolo autrice

Perdono, chiedo perdono per il mio ENORME ritardo..... ma come vi ho già detto sono impegnatissima con la scuola e con la mia rompi palle sorella incinta -.- non vedo l'ora che partorisca, non la sopporto più! Comunque, tornando alla storia, questo capitolo è incentrato molto su Giorgia, come potete vedere, anche lei sta inziando a provare qualcosa per il nostro adorato Pakistano :) ne vedremo delle belle anche con questa coppia hahahahaha. Volevo farvi una comunicazione speciale. Io, Giorgia e Marika (l'autrice di They don't know about Isabelle storia bellissima il link lo trovate nell'angolo autrice del capitolo 25) stiamo creando un video per questa storia, abbiamo passato tutta la giornata di ieri fino all'1 di notta e mezza mattinata di oggi e ancora non è finito. Spero lo vediate perchè è molto bello c'è anche Alex nel video :) ora però devo scappare, spero recensirete in molte, e vi prometto che da oggi in poi cercherò di aggiornare ogni due-tre giorni. ora vado un bacione a tutti ciaooooo <3

 

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Capitolo 27
*** A mistake by not re-do ***


AMY
 
Era si e no la quarantesima volta che provavamo a chiamare Giorgia e puntualmente scattava la segreteria. Giuro che la uccido, quando la vedo la uccido! Pensai fra me e me, sbuffando furiosa. Era l’ora di pranzo e ancora non era tornata.
- Allora? – mi chiese Niall sedendosi accanto a me.
- Nulla, ce l’ha ancora staccato! – risposi.
- Ma si può sapere dove si è cacciata? – domandò Alessio.
- Se lo sapessi te lo direi no!? – feci acida, ricevendo una boccaccia in risposta. Il telefono prese a squillarmi e lessi il nome di mia madre. Mi rabbuiai, ma poi risposi.
- Pronto – fui fredda.
- Ciao – disse lei.
- Ti serve qualcosa? – domandai, alzandomi e entrando in casa, mentre gli altri continuavano a mangiare.
- Volevo dirti che ho incontrato Giorgia – rispose.
- Dove? – cambiai tono.
- Da Alex – sentii il tono amaro di mia madre. Un fitta al petto, ecco cosa provai.
- Ho capito, grazie per avermelo detto, stavamo impazzendo non vedendola rientrare –
- D’accordo
- Ci sentiamo mamma – feci per chiudere, ma lei mi bloccò.
- Amy, aspetta, ti va se pomeriggio passo e ci facciamo una passeggiata? Vorrei parlarti – disse. Ci pensai un attimo, prima di rispondere.
- Va bene, vieni per le cinque –
- Okay, ci vediamo allora! – chiuse lei. Guardai un attimo il telefono prima di uscire in veranda dagli altri.
- Chi era? – chiese Ivan.
- Mia madre – risposi. Lui annuì non aggiungendo altro. Non dissi nulla di Giorgia, sapevo per certo che se non mi aveva detto dove andava, era perché voleva che nessuno lo sapesse. Finimmo di mangiare e mentre stavamo sparecchiando, vedemmo la macchina di Alessio fermarsi nel vialetto.
- Era ora! – disse Imma vedendo scendere dall’auto Giorgia.
- Scusate avevo da fare – rispose solamente.
- Beh potevi almeno rispondere alle duecento chiamate che ti abbiamo fatto! – la rimproverò Laura. Fece finta di niente, entrando in casa e salendo le scale.
- Vado io – dissi seguendola. Salii dietro di lei ed entrai nella sua stanza.
- Sei una stupida, ci hai fatto spaventare, hai idea di quanto fossimo in pensiero per te? –
- Amy non è il momento –
- So dove sei stata! – dissi e lei alzò lo sguardo verso di me.
- Me lo ha detto mia madre – risposi prima che lei potesse pormi la domanda.
- Perché non me lo hai detto? – chiesi cambiando tono.
- Non volevo, avevo bisogno di farlo, sentivo che dovevo andare da lui –
- C’entra Zayn? –
- N-no, non c’entra. Ora per favore mi puoi lasciare da sola? – domandò. La guardai incerta.
- Amy, sto bene ho bisogno solo di riposare, sono stanca! – disse
- Va bene, ci vediamo più tardi – risposi uscendo dalla stanza, tornando giù dagli altri.
- Che facciamo? – domandò Gabriele.
- Io vado a riposare sono distrutto! – disse Andrea, assecondato da Ivan.
- Noi intanto laviamo i piatti – rispose Alessio, guardando Imma.
- Anch’io vado a riposarmi – si aggiunse Laura. Io annuii avvicinandomi a Lucas, che parlava con i ragazzi.
- Voi che fate? – chiesi.
- Pensavamo di iniziare a buttare giù qualche idea per la canzone – rispose Harry, mentre Niall mostrò la chitarra.
- Okay, ma cercate di non fare troppo rumore, a quest’ora di solito le persone riposano – dissi.
- D’accordo – rispose il biondo.
- Noi? – chiese Lucas, prendendomi la mano.
- Qui vicino c’è una pineta, ti va di andare a fare una passeggiata? – domandai. Lui mi sorrise annuendo.
- Okay, allora ci vediamo dopo, ciao – salutai i ragazzi, prendendo il cellulare e gli occhiali da sole.  Woody, mi venne dietro incominciando a piangere e scodinzolare, con in bocca il guinzaglio.
- Ti dispiace se lo portiamo con noi? – chiesi a Lucas. Lui sorrise annuendo, Mi chinai ad agganciare il guinzaglio al cucciolo e poi mi avvicinai a Lucas. Mano nella mano incominciammo ad avviarci verso la pineta. Woody annusava a destra a sinistra mentre noi due parlavamo.
- Ti piace qui? – chiesi a Lucas.
- Sì è molto bello, sono sempre voluto venire in Italia. – rispose sorridendomi.
- Sono contenta –
- Con te poi, tutto è ancora più bello – mi fece voltare verso di lui, chinandosi a baciarmi. Quando ci staccammo mi guardò dritto negli occhi facendosi serio.
- Amy, so che è troppo presto, ma io sono convinto di amarti! – disse. Sentii il cuore bloccarsi. Oh no, e adesso che gli rispondo? Io non credo di amarlo, non so assolutamente cosa provo per lui, mi piace stare in sua compagnia, ma i miei pensieri volano sempre verso qualcun altro. Oh Lucas, perché mi metti in crisi. Mi detesto per questo!
- C’è qualcosa che non va? Non avrei dovuto dirtelo per caso? – iniziò a tempestarmi di domande.
- No è che sono confusa! – dissi allontanandomi da lui e guardando verso la linea del mare, che si vedeva dalla pineta.
- Confusa? – chiese. Liam! Pensai in quel momento
- Sì, sono confusa! – risposi prima di voltarmi verso di lui.
- In che senso? –
- Nel senso, che non so cosa provo veramente! – sospirai, lui corrucciò lo sguardo. Mi avvicinai a lui prendendogli le mani nelle mie.
- Lucas, non sono ancora sicura di ciò che provo per te. So che mi piaci, adoro stare in tua compagnia, mi fai ridere e mi rendi felice. Ma non sono ancora sicura di amarti – dissi sinceramente. Lui mi sorrise e mi abbracciò.
- Allora aspetterò – rispose. Sorrisi nel suo abbraccio e poi continuammo la nostra passeggiata.
 
I giorni passarono velocemente, fra una risata e l’altra. I ragazzi componevano quasi tutti i pomeriggi, ancora non sapevamo che tipo di canzone fosse. Il resto del tempo lo passavamo sulla spiaggia a giocare, scherzare e a fare gli scemi. Quasi tutte le sere uscivamo tutti insieme. Quella sera invece, io e Lucas uscimmo per i fatti nostri, così come anche Lou ed El e Liam e Danielle. Era l’ultima sera che passavamo insieme, poi Lucas, sarebbe tornato a Londra, così come anche Danielle. Aveva ricevuto un chiamata di lavoro e si doveva andare a preparare per uno spettacolo. Mi chiedo solo, cosa sarebbe successo fra me e Liam, con Lucas e Danielle lontani. Da quando eravamo arrivati in Italia non avevamo più parlato, ogni tanto mi capitava d’incontrare il suo sguardo, ma lo vedevo distante e questo mi faceva male. Mentre con Lucas passeggiavamo sul lungo mare, mano nella mano ripensavo a Liam e alla giornata di domani. Avevo accettato ad andare al matrimonio di Marco e Ornella, seppur riluttante. Saremmo andati tutti eccetto i ragazzi che sarebbero rimasti alla villa a completare la canzone.
- Amy, qualcosa non va? – mi chiese Lucas, bloccandomi per un braccio.
- Perché? – domandai.
- Ti vedo molto pensierosa e non mi stavi ascoltando – disse.
- Pensavo a domani. Al fatto che tu parti e…. –
- Al matrimonio! – concluse lui per me. Annuii chinando il capo.
- Dimmi la verità, provi ancora qualcosa per il tuo ex? – domandò. Alzai lo sguardo sbigottita.
- Certo che no! – risposi ovvia.
- E allora perché continui a pensarci? – chiese.
- Perché, diciamo che non sono ancora pronta a rivederlo – risposi con il capo chino.
- Sono sicura al cento per cento, di non provare più nulla per lui, ma sono anche sicura che rivederlo mi farà male e non voglio soffrire ancora una volta per lui. È stato il mio primo amore, il primo ragazzo a cui abbia detto ti amo, il primo per il quale abbia provato qualcosa di veramente forte, che non si poteva paragonare alle altre stupide storielle che ho avuto in passato! – mentre dicevo queste parole mi sentivo strana.
- Possiamo tornare a casa per favore? – dissi alzando lo sguardo e incontrando i suoi occhi. Mi sembrarono tristi.
- D’accordo! – annuì. Ci girammo e tornammo alla villa. Gli altri non erano rientrati. Salimmo in camera nostra mano nella mano. Lucas prese le sue cose ed andò nel bagno a cambiarsi, io invece mi buttai sul letto sospirando e guardando il soffitto.
- Questa sera fa d’avvero caldo! – disse rientrando in camera. Mi tirai su a sedere poggiandomi sui gomiti e fissandolo, arrossendo leggermente.
- Ti da fastidio se dormo così? – chiese, sorridendo leggermente. Era a petto nudo con addosso solo i bermuda.
- Ehm.. – provai a parlare ma non ci riuscii.
- Se vuoi posso mettermi una maglia –
- No, no tranquillo se hai caldo…. – alzai le spalle, spostando lo sguardo da un’altra parte. Avevamo dormito per quattro notti insieme, ma non avevamo mai combinato nulla, anche perché in casa c’erano gli altri e mi vergognavo anche troppo. Si stese accanto a me e mi lasciò un bacio sulle labbra. Un bacio che da semplice si trasformò in qualcosa di più spinto.  Si staccò da me e mi sorrise.
- Vado a cambiarmi anche io – dissi. Mi alzai ma lui mi bloccò per un braccio.
- Amy – mi chiamò. Mi voltai e lui si avvicinò a me.
- Fa l’amore con me – sussurrò ad soffio dal mio viso. Mi guardò supplichevole e poi mi baciò. Mi baciò con tanta passione e cedetti, cedetti ai suoi baci ritrovandomi distesa sul materasso, fra le sue braccia non capendo più niente, ma pensando costantemente a Liam e sentendomi in colpa nei suoi confronti. La mattina seguente mi alzai prima di tutti. Lucas dormiva ancora, mi vestii in fretta e scesi giù. Perché mi sentivo così male. Perché continuavo a pensare a Liam?
- Dannazione – sbattei un pugno sul tavolo.
- Che succede? – mi voltai trovando Liam a fissarmi stranito. Diventai rossa iniziando a sentirmi peggio di prima. Non riuscivo a guardarlo negli occhi.
- Ti senti bene Amy? – si avvicinò a me sfiorandomi il braccio ma io mi tirai indietro come scottata.
- Sto bene – dissi fissando il pavimento.
- Preparo il caffè – rispose facendo finta di niente. Mi sorpassò avvicinandosi alla cucina e iniziando a trafficare con la caffettiera e le tazze. Sentivo il cuore esplodere per il senso di colpa e chiudendo gli occhi parlai senza capirne il perché.
- Sono andata a letto con Lucas! – dissi tutto d’un fiato. Ci fu un silenzio glaciale, rotto dal rumore di un tazzina che s’infranse sul pavimento. Chiusi gli occhi facendo scorrere le lacrime sulle guance.
- Liam io… - provai a parlare ma fui bloccata dalla porta della cucina che sbatteva. Sobbalzai a quel rumore, cominciando a singhiozzare. Stupida! Stupida! Stupida!

Angolo autrice

Buon pomeriggio a tuttiiiiiiii... finalmente la scuola è finita... c'è qualcuno che ha gli esami quest anno?? Io ancora no per fortuna, ma manca poco e poi dovrò scegliere l'univeristà e addio al mio sogno di andare ad X-Factor :'( sigh.... ora però parlando del capitolo... ahia ahia sembra che Amy l'abbia fatta grossa questa volta... vi avviso che le cose stanno per cambiare radicalmente e ne scoprirete delle belle, spero che la storia continui a piacervi ora vado... buona giornata a tutti e al prossimo capitolo!!!

 

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Capitolo 28
*** Wedding ***


Angolo autrice
https://www.youtube.com/watch?v=75Dp_jpKkmY&feature=youtu.be Ragazze vedete questo video è della storia e mi farebbe piacere se lo vedeste perchè la mia amica ci ha messo tantissimo per farlo... spero lo vedrete ora vi lascio al capitolo :D

Continuavo a spazzolarmi i capelli e a cercare un modo per acconciarli decentemente, sbuffando e imprecando in continuazione.
- Amore, ma sei pronta vedi che facciamo tardi all’aeroporto se no – disse Lucas entrando in bagno.
- Sì, sono pronta e che questi dannati capelli proprio non ne vogliono sapere! – sbuffai, lanciando la spazzola sul lavandino.
- Ci rinuncio, è proprio destino che io a questo matrimonio non ci vada! – sbraitai, chinando il capo e cercando di lisciarmi pieghe immaginarie sul vestito. Lucas rise.
- Cosa ridi? –
- Sai quando sei nervosa, sei molto tenera ai miei occhi! – disse
- Tenera!? Questa si che è bella – sbottai facendo una smorfia.
- Come siamo permalose, questa mattina – rispose abbracciandomi da dietro e lasciandomi un bacio sul collo.
- Questa mattina non c’eri quando mi sono svegliato – fece con tono malinconico.
- Scusa e che mi sono svegliata presto e non riuscivo più a riprendere sonno. Così, sono andata sulla spiaggia a far passeggiare Woody – risposi, mentre i ricordi di quella mattina ritornavano prepotenti nella mia mente. Con Liam ci eravamo visti una volta sola in tutta la mattinata e lui non mi aveva degnata di uno sguardo. La cosa che più mi preoccupava era il fatto che sarebbe stato lui, che mi avrebbe portata al matrimonio, una volta lasciati Lucas e Danielle all’aeroporto. Suppongo che il viaggio in macchina sarà il più lungo e brutto della mia vita!
- Ti aspetto di sotto! – rispose Lucas dandomi un bacio. Qualcuno sulla soglia della porta, si schiarì la voce. Ci voltammo guardando Liam. Il suo sguardo era indecifrabile.
- Volevo sapere a che punto eravate! – rispose atono.
- Io sto scendendo – disse Lucas.
- Mi aggiusto i capelli e arrivo – feci io voltandomi verso lo specchio e optando per una semplice acconciatura morbida. Una volta pronta, m’infilai i tacchi e scesi giù dagli altri. Giorgia si doveva ancora cambiare, così come le altre ragazze.
- Ohi, allora ci vediamo in chiesa? – chiese Laura.
- Non so, dipende da quando arriviamo e se c’è traffico per strada, tenete conto che stiamo andando a Brindisi! – risposi.
- Okay, allora di sicuro ci troveremo al ristorante. Liam ti ho impostato il navigatore per andare all’aeroporto. Amy tu reimpostalo per il ristorante – disse Ivan. Io e Liam annuimmo, e dopo che Danielle e Lucas ebbero salutato tutti ci infilammo in macchina. Il tragitto fu lungo, l’unica cosa che interruppe il silenzio fu la radio accesa e qualche parola scambiata da Danielle e Lucas. Arrivammo all’aereoporto e ci separammo un attimo. Lucas mi abbracciò forte.
- Ci vediamo fra qualche giorno – rispose sorridendomi per poi baciarmi. Annuii e poi ci riavvicinammo a Liam e Danielle. Salutammo i due ed una volta che furono spariti fra la folla dell’aereoporto, decidemmo di andare via. In macchina il silenzio metteva quasi i brividi. Io mi limitavo a guardare fuori dal finestrino pensando alla giornata che mi aspettava.
- Perché? – disse ad un tratto, mentre ci trovavamo fermi ad un semaforo. Mi voltai come riscossa da uno stato di trans.
- Cosa? – domandai.
- Perché me lo hai detto? – chiese.
- Non lo so – chinai il capo.
- Sentivo che dovevo farlo – risposi dopo un attimo di silenzio.
- Perché, l’hai fatto? Perché ci sei andata a letto? – domandò stringendo forte il manubrio.
- Come perché? È il mio ragazzo, è normale che fra fidanzati certe cose succedano. Perché tu e Danielle non andate a letto insieme? – feci ovvia. Lui non rispose, deglutì voltando lo sguardo dall’altra parte.
- Non capisco perché tu sia così arrabbiato – sussurrai. Continuò a non rispondere, ma dopo un po’ lo vidi svoltare in una stradina di campagna.
- Cosa fai? È la strada sbagliata! – dissi guardando il navigatore. Spense la macchina, si staccò la cintura ed uscì fuori. Mi sporsi per vedere cosa diavolo stesse facendo. Lo vidi camminare avanti e indietro con il capo chino. Mi staccai la cintura e scesi anch’io, cercando di non spezzarmi una caviglia sullo sterrato. Mi avvicinai a lui, che quando mi vide alzò lo sguardo.
- Si può sapere che diavolo ti è preso? – domandai. Lo vidi contrarre la mascella e stringere i pugni, prima di muovere due passi incerti verso di me e poi fermarsi.
- Aaah, al diavolo! – disse ad un tratto.
- Liam ma che…. – non finii la frase, poiché lui con due falcate mi si parò d’avanti prendendomi il viso fra le mani e premendo le labbra contro le mie. Spalancai gli occhi, posando le mani contro il suo petto e spingendolo via.
- Cosa fai? – chiesi stupita, continuando a tenere le mani sul suo petto. Ci guardammo per un breve istante, prima che entrambi ci fiondassimo nelle braccia dell’altro prendendo a baciarci con foga. Mi spinse verso l’auto, facendomi poggiare ad essa, stringendomi per i fianchi, mentre io intrecciavo le mie mani ai suoi capelli. Si staccò, poggiando la sua fronte sulla mia. Teneva gli occhi chiusi mentre inspirava e respirava profondamente.
- Che diavolo stiamo facendo? – chiesi io, più a me stessa che a lui. Scosse la testa prima di aprire gli occhi e fissarmi.
- Non lo so, so solo che voglio baciarti ancora! – rispose. Improvvisamente il mio telefono prese a suonare da dentro la pochette, in auto.
- Devo rispondere – lo allontanai da me aprendo la portella della macchina. Presi il telefono, leggendo la scritta ‘papà’.
- Pronto? – dissi
- Amy dove sei? –rispose la voce di mia madre. Sospirai alzando gli occhi al cielo.
- Mamma devo venire tranquilla, abbiamo portato Danielle e Lucas all’aeroporto, adesso Liam mi porta al matrimonio. Ci siamo fermati un attimo a prendere un caffè – inventai l’ultima parte.
- D’accordo, ma non ce la fai a venire in chiesa?
- Suppongo di no – risposi.
- Va bene, allora ci vediamo al ristorante ciao – salutò.
- Ciao! – dissi prima di chiudere. Attesi due minuti buoni prima di voltarmi, completamente imbarazzata verso Liam.
- D-dovremmo andare – feci con sguardo chino. Rimase in silenzio, prima di sospirare.
- Andiamo – fece, sorpassandomi e tornando a sedersi al posto di guida. Sospirai prima di rientrare in macchina e lasciarmi andare al silenzio. Rimanemmo bloccati per circa venti minuti nel traffico della città, prima di riuscire ad arrivare al ristorante.
- Grazie – sussurrai staccandomi la cintura e aprendo la portella. Lui annuì col capo continuando a guardare fuori dal finestrino.
- Allora, ci vediamo questa sera – dissi, feci per chiudere la portella quando mi bloccò.
- Amy aspetta… - quasi gridò. Aprii di scatto la portella.
- Sì? – avevo il cuore a mille. Dimmi quello che voglio sentirmi dire e io mollo tutto!
- Nulla, ci vediamo questa sera – rispose. Idiota! Sia tu, che io!
- Okay – chiusi violentemente la portella e mi voltai verso l’entrata del ristorante. Ad attendermi, trovai Ivan, Giorgia e Alessio.
- Era ora, ma che cosa stavate combinando? – chiese Alessio.
- Lasciamo perdere – risposi facendo una smorfia.
- Amy finalmente sei arrivata – sentii la voce di mia madre alla mia destra.
- Scusa il ritardo, abbiamo trovato traffico – mi giustificai.
- Nulla, però ti sei persa la cerimonia e la foto con gli invitati! – disse. O povera me adesso mi strappo i capelli! pensai.
- Su entriamo che fra un po’ arrivano gli sposi – troncò il discorso mio padre. Ivan e Alessio spensero la sigaretta e poi a braccetto con Ivan entrai in sala, salutando i miei parenti.
- Signore e signori, sono lieto di annunciarvi la signora e il signor Russo – annunciarono. Tutti si alzarono in piedi battendo le mani felici e contenti. Ivan mi tirò su con  forza, intimandomi di fare almeno finta di essere felice, altrimenti sarei passata per la patetica ex che non si da pace. Quando vidi Marco, sentii una specie di fitta e tutti i ricordi tornarono a galla. Spostai lo sguardo su Ornella, che stringeva forte la mano di suo marito e con l’altra si accarezzava il pancione. Almeno, sono felici! Pensai risedendomi. I festeggiamenti iniziarono quasi subito. Io però continuavo a pensare a Liam e al bacio e poi a Lucas e alla notte scorsa. Passai l’intera giornata a scervellarmi su cosa dire a Liam, avremmo dovuto chiarire questa assurda situazione. Presi un bicchiere di spumante e mi alzai dal tavolo, mentre gli altri ballavano i pista. Mi diressi, sulla terrazza del ristorante, appoggiandomi alla ringhiera in marmo e soffermando a guardare il giardino e la fontana. Perché deve essere tutto così complicato? Pensai fra me e me, mentre giocherellavo con il bicchiere.
- Alla fine sei venuta – sentii alle mie spalle. Riconobbi quella voce, anche se non la sentivo da parecchio tempo. Mi gelai sul posto prima di voltarmi a guardarlo.
- Come? – feci finta di non aver sentito. Lui sorrise, capendo che lo prendevo in giro.
- Dubitavo fortemente che saresti venuta oggi – disse avvicinandosi di più a me.
- Diciamo che mi ci è voluta una spinta – risposi. Sorrise ancora, chinando il capo.
- È difficile per te stare qui? – chiese serio. Lo guardai un attimo prima di sospirare profondamente.
- Sai all’inizio pensavo di sì, ma mi devo ricredere. Ti ho dimenticato per cui, tutta questa situazione mi è indifferente – dissi. Rimanemmo in silenzio per qualche minuto prima che io lo rompessi.
- Vorrei solo sapere perché? – dissi tornando a fissarlo. Si strinse nelle spalle prima di rispondere.
- Non l’ho fatto a posta. Mi sono innamorato Amy! –
- Ho capito! – dissi chinando il capo e facendo qualche passo per rientrare.
- Con questo non voglio dire che ti ho illusa. Tutto ciò che ho provato per te, i ti amo erano veri. Io ero innamorato anche di te Amy, ma con Ornella, c’è qualcosa di più forte. Qualcosa che non so spiegarmi nemmeno io. L’unica cosa di cui sono certo e che non voglio nessun altra che non sia lei. Sono felice della mia scelta anche se ti ho fatto del male. Io non volevo e mi do dell’idiota per aver fatto soffrire una splendida ragazza come te Amy. – spiegò e di colpo fu come se mi svegliai da un sonno profondo. Di colpo capii cosa veramente provassi per Liam. Pensavo a lui, ai baci, alla voglia di abbracciarlo, al desiderio di avercelo accanto la mattina quando mi svegliavo.
- Non so se tu mi puoi capire, se ti è capitata mai una cosa del genere –
- Ti capisco – risposi. Lui mi sorrise appena.
- Ti capisco e ti perdono! – dissi muovendo un passo verso di lui.
- Grazie Amy – sorrise.
- Mi sento così stupida – chinai il capo voltandomi verso il giardino.
- Tu non sei stupida –
- Oh sì che lo sono invece! Vado predicando in giro che non si tradisce mai la persona che ti ama, perché le spezzi solo il cuore, quando io sono la prima che fa soffrire il ragazzo che le sta accanto! – parlavo più con me stessa che con Marco.
- Non avrei mai dovuto mettermi con Lucas ho finito per complicare la situazione. Ho accanto a me un ragazzo fantastico che mi ama, ed io non lo merito, perché innamorata di uno che non mi fa capire nulla. Se solo fossi sicura di ciò che Liam prova per me! Dio che confusione – mi presi la testa fra le mani.
- Non ho ancora capito se stai parlando con me o meno – rise Marco al mio fianco. Lo guardai per poi ridere anch’io.
- Non lo so nemmeno io. Sono terribilmente confusa in questo periodo – sospirai.
- Ascolta il tuo cuore, cosa ti dice? –
- Che sono una deficiente, perché sto facendo soffrire Lucas poiché sono innamorata di Liam – dissi per poi voltarmi completamente verso di lui.
- Grazie a te sono riuscita a capire cosa provo veramente. Sono proprio una stupida! – feci un mezzo sorriso.
- Dovresti andare da Liam e dirgli cosa provi –
- Vorrei ma lui è fidanzato e non capisco cosa prova veramente per me. Una volta mi bacia, un’altra volta mi tiene il muso. L’altra volta ancora si comporta come un semplice amico –
- Un bel casino! –
- Purtroppo sì! –
- Vuoi un consiglio, digli la verità. Non tenerti tutto dentro perché potrai pentirtene. Fidati di me, se non lo fai adesso potrai ritrovarti a quarant’anni nel letto con un ciccione che non ti fila di striscio, con i sensi di colpa pensando “ e se avessi detto a Liam che lo amavo come sarebbe andata a finire?” – disse. Una visione un tantino orribile!
- Hai ragione, ma prima di parlare con Liam devo sistemare le cose con Lucas! – feci decisa. Mi voltai verso la sala vedendo Ornella che ballava con gli ospiti.
- Dopotutto state davvero bene insieme – dissi per poi voltarmi verso di lui e sorridergli.
- Grazie – sorrise.
- Meglio che io vada ora, è stata una giornata piena di emozioni e sono stanca – mi avviai verso la porta quando lui mi bloccò per un braccio.
- Posso…. Abbracciarti un’ultima volta? – chiese imbarazzato. Ci riflettei per un secondo prima di annuire e stringermi a lui. Mi abbracciò proprio come faceva una volta. Tirandomi a lui per poi tenermi stretta dalla vita, carezzarmi la schiena con una mano e affondare il viso fra i miei capelli. Era un abbraccio di quelli che ti fanno stare meglio, un abbraccio d’amico.
- Mi sei mancata. Mi dispiace così tanto di averti fatta soffrire. Tu sei stata male con tutto quello che è successo ed io avrei dovuto starti accanto e invece…. – lo bloccai staccandomi da lui.
- Smettila di scusarti, è tutto passato ora! So come ti sei sentito, perché sto passando la stessa cosa adesso. Solo che per fortuna non ci sono di mezzo bambini – dissi chinando per un momento il capo.
- Sarai un gran padre Marco – gli sorrisi.
- Grazie mille Amy, per tutto – mi abbracciò ancora.
- Ti voglio bene – sussurrò al mio orecchio.
- Non credevo di poterlo dire ancora, ma anch’io Marco -  lo strinsi un po’ di più.
- Ora devo andare. Salutami Ornella – dissi staccandomi e dandogli un bacio sulla guancia.

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