Maria zibang! di Cesichan (/viewuser.php?uid=496190)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ritardo ***
Capitolo 2: *** Una nuova amicizia...anzi,due... ***
Capitolo 3: *** Amore e verità... o quasi. ***
Capitolo 4: *** La breccia nel tempo ***
Capitolo 5: *** Il folletto del tempo ***
Capitolo 1 *** Ritardo ***
"Buongiorno,
Mirmo..." mormorò Camilla stiracchiandosi, mentre si metteva
a sedere sul bordo del letto e sbadigliava, stanca.
"Mmmh...Lasciami
dormire un altro pò..." rispose Mirmo assonnato senza aprire
gli occhi, piuttosto si limitò a rigirarsi nelle coperte in
cerca di una posizione più comoda.
"Mirmo,
mi sa tanto che dimentichi che giorno è oggi..." disse
Camilla infilando le ciabatte e alzandosi dal letto, ancora mezza
addormentata "oggi arriva un nuovo compagno...te ne eri forse
dimenticato?" continuò dirigendosi verso la porta della
cameretta, "Vieni a fare colazione, dormiglione. Mi trovi in cucina."
"Oh,
è vero!! Arrivo subito, aspettami!" esclamò d'un
tratto il folletto come se si fosse svegliato da un pezzo,
già bello e pimpante. Svolazzando si diresse verso la cucina
e si fermò sulla spalla di Camilla.
-"Buongiorno,
mamma."
-"Oh,
buongiorno Camilla. Stamattina vado via presto, sbrigati a fare
colazione. Ci vediamo stasera."
-"Bhè...
va bene. A stasera, allora!"
Detto
questo la mamma di Camilla sorrise prima di aprire la porta e
sparì chiudendosela dietro. Camilla rimase qualche sencondo
a fissare la porta prima di iniziare a parlare con il suo folletto:
"Allora, facciamo colazione?" esclamò sorridente.
"Certamente!" annuì il piccolo principe e, svolazzando, si
diresse sul tavolo dove iniziò a divorare cioccolatini in
quantità. "Attento a non mangiarne troppi, altrimenti dopo
ti sentirai male!" lo avvertì la padroncina terrestre, ma
niente, Mirmo continuava ad ingozzarsi senza nemmeno rispondere. "Sei
il solito golosone" sorrise Camilla quando vide il suo folletto con le
guancie così piene che non riusciva a masticare i
cioccolatini. "mmh-mmmh-mmhmhhhmm!!"
diceva il folletto mentre correva per il tavolo, cercando di ingoiare i
cioccolatini. "Mirmo!" disse Camilla prima di scoppiare in una
fragorosa e contagiosa risata. Mirmo ingoiò tutta la
cioccolata solo per rimproverare Camilla:"Cosa
c'è da ridere?!?"
la giovane smise di ridere e sul suo viso restava solo un sorriso
smagliante. "Bhè, perlomeno hai ingoiato tutta quella
cioccolata grazie alle mie risate!" rispose Camilla. I due si fissarono
prima di scoppiare a ridere affettuosamente.
"Caspita,
Mirmo! Abbiamo fatto tardi!" urlava Camilla correndo sui marciapiedi.
Mirmo faceva fatica a starle dietro: "Camilla, rallenta!!" le
urlò, ma niente, svoltato l'angolo in tutta fretta non si
accorse nemmeno che qualcuno camminava verso di lei e, con un sonoro "BAM!",
si ritrovò per terra. "Ahi... ma chi è..."
tentò di dire Camilla, quando:
-"TU!"
esclamarono i due malcapitati all'unisono. "Cosa ci fai tu qui, lurida
ragazzina!" urlava una ragazza dai capelli scuri. "Cosa ci fai tu qui!!"
rispose Camilla andando su tutte le furie. Alessia, la sua
peggior nemica e sua rivale in amore, era una ragazza piuttosto
malefica e anche lei aveva un folletto. Le due si fulminarono con lo
sguardo.
"Spostati!!"
disse una voce alquanto squillante. "Eh?" le due ragazze si calmarono.
Ora si guardavano intorno. Mirmo, invece, era svenuto accanto a
Camilla. "Oh, Mirmo! Su, vieni qui sulla mia spalla..." gli disse
Camilla quando lo notò, prendendolo delicatamente. "Aiutooo!! Non
respiro!!" urlava la stessa vocina di prima, così Alessia
si spostò leggermente. Un piccolo folletto vestito
di rosso dai capelli neri come la pece e mezzo intontito
traballò per qualche secondo prima di perdere l'equilibrio.
"Yacky, allora eri tu...piccolo
insolente alzati subito!!"
gli urlò contro Alessia. Il piccolo folletto volò
ancora stordito verso la spalla della padroncina: "Eh non sono certo io
quello che ti ha
schiacciata!"
Una
botta sonora irruppe nel cortile della scuola: "Come
osi, insolente!!!"
Alessia aveva appena tirato un giornale arrotolato addosso al
piccolo folletto che non osò più replicare.
Camilla e Mirmo avevano un espressione del tipo "Non
cambierà mai."
che Alessia notò con disapprovazione: "E voi, cosa avete da
guardare in quel modo?!?" Camilla e il suo folletto non ci pensarono
due volte a rispondere: "Ehm, no, assolutamente niente!" dissero
allontanandosi cercando di non dare nell' occhio e poi fuggendo verso
l'entrata della scuola. Erano in superitardo.
"Questa
volta il professore me la farà pagare, me lo sento!"
Ciao
a tutti! Sono Cesichan, e la mia mente contorta ha ideato questo
scempio T-T spero che il capitolo possa piacervi. Leggete il prossimo e
saprete cosa accadrà :) al prossimo capitolo!
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Capitolo 2 *** Una nuova amicizia...anzi,due... ***
"Mariaa!!
Forza, sbrigati, dobbiamo andare a scuola!!" una ragazza dai capelli
biondi e gli occhi azzurri chiamava ad alta voce qualcuno che sembrava
chiamarsi Maria.
-"Eccomi,
arrivo padroncina!!"
una
folletta svolazzante apparve ad un tratto da una tazza d'argento.
"Scusami, ma papà mi ha fatto un sacco di raccomandazioni...
dice che da piccolo era pasticcione e molto difficile da convincere, ma
ci riusciremo lo stesso, Sara!" la folletta aveva lunghi capelli lisci
e castani e sulle guancie, dei cuori. Vestita di arancio indossava un
cappello alla babbo natale, solo che arancione e, al posto del pon pon
bianco e morbido, c'era un grazioso cuoricino rosso.
-"Già...
la mamma invece mi ha detto di stare attenta a non combinare guai e che
lei da piccola era una credulona!"
sorrise
Sara.
"D'accordo,
Maria, procedi!"
la
folletta prese un flauto irlandese e iniziò a suonare una
dolce melodia, mentre Sara, con il Microfono, cantava: "Maria, Maria,
curi curi cù, ti prego, aiutaci!" la magia
circondò la folletta all'istante che, staccando le labbra
dal flauto, intonò la formula magica: "Maria, Maria, Maria zibang!"
*
"Buongiorno,
scusate il ritardo!" Camilla apparve sulla soglia della porta ansimando
per la lunga corsa fatta. Il professore e tutti i compagni la
fissavano. "Camilla, come pensi di giustificare il tuo ritardo? La
lezione è iniziata mezz'ora fa." la rimproverò il
professore.
-"Mi
scusi, ho avuto un piccolo incidente..."
-"Che
tipo di incidente? Non sei riuscita ad alzarti dal letto?"
Alcune
risatine si sparsero nella classe di Camilla, mentre le sue guancie
acquisirono un colorito bordeaux.
Camilla
tentò ancora una volta di giustificarsi: "No, sono...ehm...
sono..."
"Scusi
il ritardo!" in classe entrò anche Alessia.
-"Ma
insomma, come
mai avete fatto tardi?! Vi
rendete conto di che ora sono?" le rimproverò il prof.
"Mi
scusi tanto, professore, ma stamattina sono andata in ospedale per
faccende personali." si giustificò mentendo Alessia, "Ah,
bene, non preoccuparti allora, vai pure a sederti." rispose il
professore sorridendole, mentre la ragazza abbozzò un lieve
sogghigno maligno guardando la sua rivale.
"Maledetta
racchia! E ora? Cosa faccio? Non posso dire che sono caduta, altrimenti
farò una figuraccia... soprattutto con Fabrizio e io non ho
abbastanza tempo per trovare una scu..."
"Camilla,
sono stufo! Cosa fai, sogni ad occhi aperti?! Và a sederti e
perlomeno segui la lezione!" la sgridò il professore.
Camilla rispose un debole "sì"
e corse a prendere posto accanto a Fabrizio. La poverina non aveva
nemmeno il coraggio di guardarlo in faccia.
"Camilla,
cosa è successo? Come mai hai fatto tardi?" chiese
premurosamente il ragazzo dagli occhi azzurri. "Niente, non devi
preoccuparti..." cercò di tagliare corto Camilla. Non voleva
assolutamente parlare dell'imbarazzante caduta che aveva preso quella
mattina nel cortile della scuola.
"Buongiorno.
Mi spiace di aver fatto ritardo."
tutti si voltarono verso la porta. Sulla soglia, c'era una ragazza
molto bella, alta e slanciata. "Oh, tu devi essere la nuova alunna...
entra pure senza timore!" la accolse il professore, come se la rabbia
di un attimo prima fosse sparita. La giovane ragazza sembrava fissare
Fabrizio. Fabrizio arrossì terribilmente, mentre la bella
ragazza sorrise affettuosamente. Camilla era completamente sopraffatta
dalla rabbia:"Come
ha osato fissare Fabrizio?!?!"
"Bene,
presentati alla classe." i ragazzi la fissavano ammaliati, le ragazze
sdegnate.
"Buongiorno.
Sono Sara, piacere di conoscervi." si presentò la ragazza
sfrontata.
-"Ehi,
Camilla..."
-"Cosa
c'è? Dov'eri quando avevo bisogno di aiuto?!"
mormorò Camilla al piccolo Mirmo,
-"Scusami...
mi ero addormentato."
-"Ah,
si? E' così che quando..."
"Buongiorno.
Piacere di conoscerti, Camilla." Sara, la nuova arrivata, si era seduta
accanto a Camilla. "Ehm...ciao...ma...tu come fai a conoscere il mio
nome? E quello...ma..."
-"La
folletta, dici?" chiese sorridendo Sara.
-"Piacere
Sara,io sono...ma anche tu hai una folletta?" chiese Fabrizio stupito.
Mirmo
e la piccola folletta, mettendosi in volo, si posero l'uno davanti
all'altro e si fissarono. "Oh, com'è carino il mio
papà da piccolo!" sorrise la dolce folletta.
"Papà? Io non sono tuo padre!" ribattè Mirmo
incrociando le braccia,offeso da quell'affermazione. "Sono giovane,
ancora!"
"Oh,
ma non era un'offesa...piacere,Mirmo.Mi chiamo Maria."
-"Eh?
Come conosci il mio nome?" chiese Mirmo allibito.
-"Oh,ciao,Rima!!"
sorrise Maria alla folletta di Fabrizio,ignorando lo stupore di
Mirmo."C-come? Conosci anche il mio nome?"
-"Ciao,
Fabrizio. Contenta di conoscerti,finalmente." affermò Maria
salutando Fabrizio.
-"Come
fate a conoscere tutti il mio nome?!?!" chiese Fabrizio che non capiva
più nulla.
-"Quando
usciamo da scuola...ve lo spiegherò dopo." concluse Sara.
Maria, che guardava Mirmo con interesse, si sedette sulla spalla della
sua padroncina.
"Come?!?
Hai visto come quella Maria fissava Mirmo?!?! Già non la
sopporto..." si innervosì Rima. "Calmati, ci pensiamo
all'uscita da scuola..." cercò di calmarla Fabrizio.
"Rrrrh...Come vuoi..." Rima si calmò e si mise a sedere
sulla spalla di Fabrizio, fissando Maria in cagnesco. Camilla invece,
anche se cercava di nasconderlo, era gelosa per il suo amato Fabrizio. "Quella
piccola serpe, chi si crede di essere? Non le permetterò di
rubarmi Fabrizio...mai!"
Ciao
a tutti, o miei cari lettori! Grazie per aver continuato a leggere lo
scempio T-T ma chi è questa Maria? E che dire di quella sara?
Perchè fissano Mirmo e Fabrizio con aria interessata? tutto
questo nel prossimo capitolo, che spero di poter aggiornare presto...
ci vediamo al prossimo capitolo,
Cesichan.
Ricordo che fanart
sono ben accette dai lettori.Ne verrà pubblicata una ogni
capitolo.Grazie.
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Capitolo 3 *** Amore e verità... o quasi. ***
La giornata filò liscia come l'olio e tra Rima,
Maria, Sara e Camilla ci furono solo piccoli sguardi di gelosia. Del
resto, la giornata sembrò passare in fretta.
"Bene ragazzi, la lezione è finita."
"Arrivederci!"
I ragazzi uscirono da scuola. Ormai nel cortile della scuola non
c'erano che pochi ragazzi e Fabrizio, Camilla, Sara e i loro piccoli
folletti.
"Bene, ora esigo spiegazioni." chiese dura Camilla, ancora arrabbiata
con Sara per gli sguardi regalati al suo caro Fabrizio.
"Io vorrei capire come fate a conoscere i nostri nomi... qualcuno ve li
ha già detti?" chiese Fabrizio, che non capiva
più nulla.
"Bhè... ecco... noi... noi... vi conosciamo
perchè..." tentò di dire Sara. La ragazza pensava
di creare problemi dicendo loro la verità, problemi anche
gravi. Ricordava le parole di suo padre: "[...] ma la cosa più
importante, è stare attenta a non rivelare chi sei, potresti
non esistere più". Sara era preoccupata, molto
preoccupata, il cuore le batteva a mille, così
inventò la prima scusa che le venisse in mente:
"...perchè ci sono stati detti i vostri nomi dalla preside
della scuola, che voleva aiutarmi a fare amicizia perchè io,
sai, sono straniera." disse Sara tutto d'un fiato. I presenti la
guardavano sbalorditi, Maria in particolare. "Ma... parli molto bene il
giapponese."
"Ma che stà succedendo lì? Ho appena sentito la
voce di Fabrizio!!"
"Ah, la tua è una malattia incurabile..."
"Stà zitto,
Yacky!!" esclamò nervosamente Alessia,
lanciando una pietra in testa al piccolo folletto.
"Ahi..." si lamentò Yacky portando una mano alla testa.
"Piuttosto, andiamo a spiare cosa stà succedendo!" disse
Alessia senza far caso ai lamenti del piccolo amico.
"B-bhè, direi di si... sono ormai due anni che vivo in
Giappone." Sara stava inventando tutto, e i suoi amici la guardavano in
modo strano.
"Ah, adesso capisco
tutto!" disse Fabrizio annullando l'atmosfera di tensione
che si era creata poco prima.
"Si..." Sara abbozzò un sorriso forzato. La ragazza si era
accorta benissimo che Camilla era gelosa, per questo voleva rivelare la
verità. Anche Maria si era accorta della gelosia di Rima, ma
la sua padrona, all'ultimo momento, ci aveva ripensato.
"Scusate, di
cosa state parlando?"
"Alessia! Che ci fai qui?!"
Camilla era in preda ad una crisi di nervi. Prima Sara, poi anche
Alessia... per un attimo, pensò si fossero alleate per
portarle via Fabrizio.
"Niente, passavo" rispose tranquilla Alessia.
Camilla era infastidita dal comportamento insolente della
rivale.
Alessia e Camilla si guardavano in cagnesco, e nessuno si accorse che
Yacky e Maria si osservavano faccia a faccia.
"Ma tu da dove sbuchi fuori?"
I ragazzi smisero di litigare. Ora fissavano i due folletti che,
entrambi rossi in volto, si fissavano. "Oh. Io sono la folletta di
Sara. Piacere di conoscerti. Mi chiamo Maria." Maria era completamente
rossa. I ragazzi pensavano fossero addirittura innamorati, ma Sara
invece sapeva il motivo di quegli sguardi.
"Ma...Maria?" Yacky era completamente rosso in volto, dopo di che
abbassò lo sguardo e sussurrò: "caspita, come sei
carina."
"AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!"
Maria svolazzava avanti e indietro, completamente
rossa, prima di rifugiarsi sulla spalla della padroncina.
Anche Sara era rossa in volto. Non poteva credere ai suoi occhi.
"B-bhè, si è fatto tardi. I miei genitori mi
aspettano. A domani, io vado." Sara raccolse in fretta la cartella e
corse via, seguita dalla folletta.
"Che tipo strano..." affermò Alessia, ancora con gli occhi
sgranati.
"Che tipo fantastico..." affermò invece Yacky, riferendosi
alla piccola Maria.
"Smettila, idiota!"
Alessia, ancora una volta, lo aveva malmenato. Questa volta, un bel
libro di storia di 400 pagine sulla testa di un piccolo folletto.
"Sara, non ci credo!! Yacky si è innamorato... di me!"
Maria arrossiva all'idea.
"Incredibile..." Sara entrò camminando e guardandosi intorno
in un parco, dopo andò a sedersi su una panchina, posta
affianco a una piccola fontana ovale, dove l'acqua schizzava verso
l'alto.
"Ma... io... non... non sono innamorata di Yacky... non ci posso
credere." Maria si sedette sullo schienale della panchina.
"La cosa divertente è che tu sei invece innamorata di suo
figlio... è assurdo." Sara levò dal suo zaino due
sandwich, e ne porse uno alla folletta. "Ne vuoi un pò?"
"Si, grazie."
Ciao miei cari
lettori!
Innanzitutto, vi ringrazio per aver seguito la mia storia. Grazie,
grazie davvero. Spero che il capitolo possa piacervi :)
Al prossimo capitolo :)
Ringraziamenti ai
recensori
_Suzume_Shizuku_
marti15_98
Shora
Teateatea
Saryna22
kaede93
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Capitolo 4 *** La breccia nel tempo ***
Sara e Maria, appena finiti i sandwich, raccolsero i loro
oggetti e dedicarono il pomeriggio ad esplorare la loro
città di 20 anni prima. Nonostante non fossero
così tanti 20 anni, tutto era molto diverso... il bar
nell'angolo, la piccola casetta dietro il parco, il negozio di
fumetti... nel futuro, trasformati in palazzi di vetro e discoteche
all'ultima tecnologia. Nonostante le ragazze vivevano proprio nei
palazzi e passavano i sabato sera in discoteche con gli amici,
preferivano di gran lunga il mondo del passato.
"Wow, Sara, è meraviglioso poter visitare il proprio
mondo... 20 anni prima! E' tutto... così bello..."
"E tutto... molto semplice. Non è complicato farsi degli
amici, qui. Anche se sono i nostri genitori, per quei ragazzi noi non
siamo che amici."
"Sai, hai ragione. A proposito, chissà perchè la
mamma non era con Fabrizio...?"
"Già, bella domanda. Magari, però, si
stà preparando per corteggiare Mirmo..."
"...O magari è malata..."
"Dai, Maria, non essere così pessimista!"
"...di sicuro sopravvive, se poi nel futuro io sono sua figlia."
"Mariaa!!
Sveglia!! Stai fantasticando ad occhi aperti?! Non preoccuparti, nel
futuro saranno tutti vivi! Non farti tutti questi problemi! Siamo
venuti a prenderci una vacanza, no? Godiamocela!"
Sara era preoccupata per Maria. Sembrava farsi troppi problemi per...
un nonnulla, per niente.
Maria sembrò pensarci su, ma subito dopo sorrise.
"Hai ragione, godiamocela questa vacanza."
"Brava Mery, così ti voglio!"
Le due amiche si fecero una gran risata. Senza che Sara e Maria se ne
potessero accorgere, il sole stava già tramontando.
"Cavolo, è già buio. Il sole tramonta... un
pò presto."
"Hai ragione... andiamo a casa."
"D'accordo, padroncina."
Sara e Maria si avviarono verso il parco. Non appena entrarono, si
guardarono intorno.
"Ehi, Mery, c'è qualcuno quà intorno?"
"No, non preoccuparti. Rifugiamoci dietro quel salice, i suoi rami
cadenti ci nasconderanno!"
"Si, buona idea!"
Camminando a passo svelto arrivarono sotto il salice. Sara
tirò fuori il suo microfono, sicura di ciò che
stava facendo: "D'accordo. Apriremo una breccia nel tempo che ci
trasporti in camera nostra... la breccia non può essere
vista dagli umani senza folletti."
Maria, invece, era un pò scettica: "Ma allora Fabrizio,
Camilla, Alessia, e anche Tommy... potrebbero scoprire il nostro
segreto?"
A Sara vennero dei dubbi: "Mmmh... forse hai ragione... ma la mamma ci
ha raccomandate di venire a dormire a casa..."
"Ma anche di non farci scoprire." continuò Maria.
"E va bene. Allora apriremo la breccia temporale in un luogo che
dà meno nell' occhio. Un luogo che nessuno si immagina.
Che ne dici del fiume?"
"Ottima idea! Potremmo aprire la breccia nel bosco vicino il fiume."
"Brava Maria! Anche se è un pò tardi, ai genitori
si deve ubbidire. Coraggio, andiamo."
Maria e Sara si incamminarono e, in una mezz'oretta circa, erano al
fiume.
"Uff, quanta strada... non ce la faccio quasi più." si
lamentò Maria.
"Nemmeno io... però, ci siamo quasi. Coraggio, andiamo."
Sara e Maria si incamminarono nel bosco. C'erano alberi di ogni tipo,
tra ciliegi e quercie, castagni e salici. Dopo almeno un kilometro di
passeggiata, Maria e Sara si ritrovarono in una radura dove solo alcuni
spiragli di luce lunare passavano a fatica tra i rami degli alberi, che
oscuravano il cielo, già buio di suo. La radura era
circondata a cerchio da alcuni salici e alcune quercie. Proprio dietro
una quercia, un salice che non dava molto nell'occhio si nascondeva. Le
giovani furono subito attirate dal salice: "E' ben nascosto." "Proviamo
a vedere."
Le ragazze ispezionarono il salice da chioma a radici, e, proprio tra
quest'ultime, trovarono un buco, ben nascosto, che portava sottoterra.
"Perfetto!!"
dissero all'unisono le ragazze e si abbracciarono dalla gioia. Poi,
però, seppero contenersi e, tornate serie, entrarono con
coraggio nel buco. Appena arrivarono infondo, rimasero a bocca aperta:
era un rifugio bello grande, ma la cosa più strana era che
al centro del rifugio un tavolo antico in legno, dalla forma circolare,
un pò rovinato da alcune macchie di vino, riposava solenne
al centro della stanza. Le ragazze ci girarono intorno per un
pò, un tantino insicure, ma il tavolo appariva molto vecchio
e, a giudicare dalle macchie, forse qualche volta c'era stato un
ubriaco che se si fosse ritrovato nel futuro nemmeno se ne sarebbe
accorto. "Questo posto non viene usato da molto... guarda. E' pieno di
ragnatele... polvere... molta polvere..."
"Ma tu, Sara, sai bene che aprire una breccia temporale è
rischioso. Se non nascondiamo bene tutto, persone del futuro e persone
del passato si troveranno con i mondi invertiti."
"Ma tu, Maria, vedi bene che il luogo è sicuro. Ormai,
sarà dimenticato da tutti."
Maria, ancora un pò scettica, decise di cedere. Il luogo era
abbastanza abbandonato e poi si era fatto tardi, erano piuttosto
stanche e non potevano continuare le ricerche, nè tantomeno
potevano disubbidire ai genitori.
Sara così prese il microfono e si mise a cantare: "Maria,
Maria, curi curi cù, ti prego, aiutaci!" la magia
uscì più forte che mai dal microfono e
circondò Maria. La folletta prese il flauto irlandese e
intonò la melodia più dolce del mondo.
Suonò per qualche secondo, poi staccò le labbra
dal flauto e intonò: "Maria, Maria, Maria zibang!" la
sua magia, potenziata da quella della forza di volontà di
Sara, riuscì ad aprire una breccia nel tempo. "E' fatta!!"
Maria saltò sulla spalla della padrona e si fermò
ad osservare la breccia. Da lì si poteva vedere la camera da
letto. Le due ragazze, qualche secondo dopo, si gettarono nella
breccia... appena usciti dalla breccia, si ritrovarono a fare lo stesso
viaggio ad alta velocità che avevano compiuto quando erano
arrivate nel passato. Arrivarono in camera da letto ormai stordite.
"Eck! A questo punto, era meglio fare la stessa magia di viaggio nel
tempo che abbiamo fatto quando siam venute qui per la prima volta..."
sussurò Maria, mezza stordita.
"Nonono, fare una magia ogni mattina e ogni sera è troppo
stancante... non possiamo farlo!" Sara traballò un
pò prima di cadere con la schiena sul letto.
Voltò la testa verso l'armadio, aperto: dal fondo del
mobile, grazie alla breccia, si vedeva l'entrata del rifugio. "Ottimo!"
disse Sara mettendosi a sedere sul letto. "Così possiamo
vedere se arriva qualcuno."
"Già... e per fortuna... ma ora andiamo a riposare, sono
sfinita..."
"Si... la mamma dorme sicuramente, e anche il papà... meglio
non svegliarli."
"Si... anche papi e mami dormono, nella loro stanza reale... andiamo a
dormire anche noi."
Sara si alzò e andò a richiudere con cura
l'armadio, dopo tornò nel suo letto e si mise sotto le
coperte.
"Buonanotte, Maria..."
"Buonanotte, cara padroncina."
Ciao, cari! Ecco
un nuovo capitolo... spero possa piacervi. Vi ringrazio ancora per il
vostro tempo speso a leggere la mia storia su Mirmo. Ringrazio i nuovi
e vecchi recensori e vi saluto al prossimo capitolo ;)
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Capitolo 5 *** Il folletto del tempo ***
"Driiin! Driiiiiiiin!!" la sveglia di Sara
incominciò a suonare di buon'ora. Da sotto le coperte dalle
diverse tonalità di rosa, una mano sbucò fuori
lentamente e si poggiò sul comodino, in cerca della sveglia.
Ma la sveglia non era sul comodino.
"Sara, ti prego, spegni la sveglia, ho capito che devo alzarmi." si
lamentò Maria, mettendo le coperte fin sulla testa per non
sentire quel rumore assordante. Sara si levò con uno scatto
fulmineo le coperte di dosso e, una volta alzata, andò ad
aprire la luce della cameretta. Poi fece per tornarsene verso il letto,
ma le scappò un urlo. "Sara che succede?!" Maria si
alzò di scatto dal suo cuscino-letto e lanciò via
le coperte per lo spavento.
"S-Silver, cosa ci fai tu qui?!" balbettò Sara che, seduta
sul bordo del letto, si teneva una mano sul petto. "Mi hai fatto
prendere uno spavento!"
Un piccolo folletto, seduto per terra,
teneva la sveglia tra le manine. Il piccoletto salì sulla
sveglia e la spense con un colpo deciso.
"Buongiorno, Sara!!" la salutò con affetto, agitando piano
una mano e sorridendole.
Il piccolo folletto aveva gli stessi capelli di Mirmo, solo che, invece
di essere biondi, erano verdi. Indossava un copricapo azzurro e
rotondo, e ai lati di questo c'erano due piccole alette candide. Anche
il suo vestito era azzurro e indossava una bandana arancione legata
attorno al collo. Sulle guance, c'erano due ingranaggi blu.
"Fratellino! Buongiorno!" lo salutò affettuosamente Maria.
La folletta si mise a sedere sul cuscino, posto in un angolo della
scrivania di Sara. Sara, che stava mettendo la sveglia sul comodino,
chiese: "Silver, ma da dove salti fuori? Non eri a palazzo?" ma subito
dopo notò una tazza blu dalle strisce azzurre sulla sua
scrivania, proprio affianco a quella di Maria. "Si, ero a casa con
mamma e papà, solo che volevo vedervi. E' tanto tempo che
non ci sentiamo!" rispose il piccoletto sorridente. Sara fece per
aprire bocca, ma il folletto non la lasciò nemmeno parlare:
"La mamma mi ha detto che posso venire con voi nel passato."
"COSA?!"
Sara e Maria caddero quasi per terra. "Ma...ma tu sei troppo piccolo!
Hai solo sette anni, combinerai un sacco di guai!" tentò di
dire Maria, ma il folletto aveva la risposta pronta: "Questo lo dici
tu, non la mamma. Ha detto che voi due dovrete stare attenti a me.
Così non combinerò guai" sorrise con aria un
pò presuntuosa. "Sei come papà. Piccolo
dispettoso." disse Maria stando a braccia incrociate. Quanto a
Sara...bhè, lei aveva un espressione di disperazione, ma si
riprese poco dopo. "Va bene, ti porterò con me. Ma solo se
non ti allontanerai mai da me e da Maria." "D'accordo! Ma prima..."
"Dimmi, cosa c'è Silver?"
Ci fu un attimo di silenzio. Poi Silver disse:"Sai, Sara, ho saputo che
hai una sorellina. E' nata da un mese e 23 giorni, se non erro."
Sara si mise una mano dietro la testa e sorrise:
"Bhè, si...ma tu come fai a saperlo? Doveva essere una
sorpresa." "(Wow, sa
esattamente da quanti giorni è nata.)"
"Bhè, cara Sara, me lo ha detto papà."
"(Caspita, Mirmo
è proprio un imbranato.)" "Ehm...va bene.
Bhè, andiamo di là. Ormai non è
più una sorpresa. Ti faccio conoscere Lidia. Venite."
Sara indossò le pantofole e si diresse verso la cucina.
Silver e Maria, invece, si posero sulla spalla di Sara.
"Buongiorno, mamma. Papà è già a
lavoro?" Sara salutò la mamma e si mise a sedere a tavola,
prendendo un toast e spalmandoci sopra della marmellata ai frutti di
bosco. "Buongiorno, Sara. Si, papà è
già andato a lavoro. Ohh, ma chi si rivede! Ciao, Silver!
Come stà Mirmo? E Rima?"
"Buongiorno Camilla! Oh, tutto bene. Ti mandano tanti saluti." rispose
Silver. "Oh, che gentili! Si ricordano di me, ogni tanto. Sai, da
giovani eravamo molto amici. Non che ora non lo siamo, eh!" si
affrettò ad aggiungere Camilla. "Sai, il papà e
la mamma mi hanno concesso di venire con Maria e Sara nel passato. Che
gioia, posso venire anch'io!" Silver aveva gli occhi che brillavano di
gioia e lo sguardo perso, a fantasticare su come potesse essere il
passato. "Come sono contenta" sorrise Camilla. "Ma fate attenzione."
aggiunse.
"Scusa, mamma" disse Sara masticando un boccone di toast, "Silver
vorrebbe vedere Lidia. E' di là?"
"Oh, ma non doveva essere una sorpresa?" chiese sospettosa la
mamma,premurosa.
"Si, ma Mirmo, almeno credo, ha rovinato tutto." Sara diede un altro
morso al toast, che gustò in silenzio.
"Quel pasticcione. Non cambierà mai. Va bene, andate pure.
Ma fate silenzio, Lidia stà dormendo nella sua culla. E'
nella mia stanza." sorrise e indicò a Silver la camera, che
si affacciava sul corridoio che conduceva alla camera di Sara.
"Va bene, grazie tante!" Silver e Maria si misero in volo, e Sara, con
la bocca piena, si alzò in fretta dal tavolo e
andò per raggiungerli: "A-asp..."
ingoiò tutto in fretta, non aveva masticato bene e il toast
grattava sulla gola. "Aspettatemi!"
"Sssh, fate silenzio."
"Va bene, va bene." disse Silver spazientito. Poi si posò
delicatamente sul bordo della culla. Lidia dormiva con il pollice nella
bocca, addormentata di lato. "Oooh, ma è dolcissima!"
sorrise Silver. Lidia aveva ancora pochi capelli castani. L'estate
stava finendo, ma in città faceva ancora caldo. Indossava
solo un body per neonato tutto rosa tappezzato di cuoricini rossi. La
bimba si girò: ora dormiva con la pancia verso l'alto e le
manine sul cuscino, vicino la testa. "E'...così carina...ho
deciso: quando sarà grande, lei diventerà la mia
padroncina." Silver era completamente ammaliato dalla piccola bambina.
"Ah, sono contenta che Lidia ti piaccia. Se proprio lo desideri, Lidia
sarà la tua padroncina, Silver." rispose sorridente Sara.
Poi lanciò lo sguardo per un attimo alla sveglia sul
comodino della mamma: segnava le 8:20. "Diamine! Maria, Silver,
dobbiamo superare tutta la foresta e un quartiere per arrivare a
scuola! Faremo ritardo... andiamo!"
Uscirono in fretta dalla stanza e andarono in cucina, mentre Sara corse
in bagno a vestirsi. Qualche minuto dopo, erano pronti, davanti
all'armadio, per partire. "Ciao mamma, ci vediamo stasera!" la
salutò Sara. "A stasera, e non fare tardi per la cena!"
Sara, Maria e Silver in un attimo erano nella breccia. In qualche
istante erano nel loro rifugio del passato.
"Cavolo corriamo! E' tardi, sono le 8:45...anzi, è tardissimo!!"
strillava Sara correndo per il bosco. Si intravedeva l'uscita, per
fortuna. "Ahimè, che figuraccia... faremo di nuovo tardi..."
Sara era piuttosto giù di morale.
"Non preoccuparti, ho la soluzione!" sorrise Silver. "Ora ci penso io.
Ricordi? Io e Maria, che siamo i figli del re, abbiamo poteri
particolari, tramandati di generazione in generazione. Io sono il
folletto del tempo. Ho il potere di saper manovrarlo piuttosto bene..."
"Ah...ah si? Allora fà presto, figuracce non ne voglio
fare!" rispose ansimante Sara. "D'accordo..." tra le manine di Silver
apparve un ocarina blu. Silver iniziò a suonare una
melodia...era bella, ma particolare. Poco dopo, staccò le
labbra dall'ocarina e intonò la formula magica: "Silver,
Silver, Silver zibang!"
una magia verde e blu uscì dall'ocarina. "Bhè,
cosa è successo di particolare?" chiese Sara. "Guarda
l'orologio." rispose Silver, con aria soddisfatta.
"Segna le 8:00. Che hai fatto, hai spostato le lancette di tutti gli
orologi del mondo?" chiese Sara.
"Nono. Il tempo è andato indietro. Non solo le lancette"
sorrise Silver. "Ora sbighiamoci, o faremo tardi comunque."
"Bravo, fratellino!" Maria abbracciò felicemente suo
fratello. I tre iniziarmono a camminare. Appena svoltato l'angolo
videro Camilla, Fabrizio, Alessia e Tommy che arrivavano dal lato
opposto della scuola. "Buongiorno, Camilla!" la salutò con
simpatia Sara, andandole incontro. "Ciao, Sara!" la salutò
amichevolmente Camilla, come se avesse dimenticato che l'ultima volta
era arrabbiatissima con lei per via di Fabrizio. "Ah, ciao." Sara si
accorse del ragazzo che camminava affianco a Camilla. "Ciao...e tu chi
sei?" chiese lui. "E' la nostra nuova compagna di classe. Si chiama
Sara." gli disse Camilla. "Oh ciao, io sono Tommy..." le guancie del
ragazzo arrossirono ad un tratto. "Sei...molto carina." Sara
arrossì terribilmente, ma poi gli sorrise: "Ahah, grazie
tante Tommy..." nel frattempo, Alessia stava appiccicata a Fabrizio.
Camilla se ne accorse:"Ehi!! Spostati subito!!" le disse nervosamente.
"Ah, ricominciano" si esasperò Tommy. "Ma chi è
quel coso verde?" chiese ingenuamente.
"Ehi, io non sono un coso, capito?! E poi ho solo i capelli verdi." gli
rispose a tono.
"Ah, non te lo avevo presentato... lui è Silver, il fratello
minore di Maria. Maria è la mia folletta." rispose Sara.
"Ah, e quindi quella folletta ha anche un fratello." disse Alessia,
senza staccarsi dal braccio di Fabrizio.
"Mollalo ho detto!" Camilla era innervosita.
"Io ho detto di no!!" le due si guardavano in cagnesco, mentre
Fabrizio, ignorando le due che gli stavano appiccicate, leggeva un
libro di storia.
"Cosa stai leggendo? Sembra interessante." chiese Sara avvicinandosi a
Fabrizio.
"Oh, niente, è solo un libro di storia. Anche a te piace
leggere?" rispose contento Fabrizio.
"Si, certamente! Bello... di cosa parla?" chiese Sara, che
attaccò a parlare con Fabrizio. Camilla e Alessia si
nascosero dietro loro due e iniziarono a parlare:"Quella è
proprio d'impiccio. Ce ne dobbiamo sbarazzare." disse Alessia,
completamente sopraffatta dalla gelosia. "Si... non ne posso proprio
più."
Nel frattempo, Mirmo, Murmo, Rima, Silver e Maria parlavano
tranquillamente tra di loro, ormai abituati ai litigi dei loro
padroni.
"Ma dov'è Yacky?" chiese Maria.
"E' sicuramente a casa a fare le pulizie. Alessia lo tratta come il suo
schiavetto personale." le rispose Mirmo.
"Ah...capisco. Poveretto." Maria era un pò in pena per il
folletto di Alessia.
"No, ormai ci è abituato. Coraggio, sbrighiamoci. Faranno
tardi per le lezioni se continuano a litigare." disse spazientito
Mirmo, riferendosi a Camilla e Alessia, che parlavano animatamente tra
di loro.
"D'accordo, pensaci tu, Mirmo." disse Rima.
"Va bene..."
"Ragazzi è
tardissimo sono quasi le 9:00!!" urlò Mirmo ai
ragazzi, facendo una sceneggiata da attore professionista. Ad un tratto
presero tutti a correre verso l'entrata della scuola, in una battaglia
contro il tempo.
Ciao a tutti,
ragazzi! Ecco un nuovo capitolo... Maria ha un fratellino con un potere
speciale, ma il piccolo dice che anche la sorella ne ha uno... di cosa
si tratta? E Tommy...è innamorato per caso anche di Sara,
adesso? Eheh, non spoilero nulla ;) al prossimo capitolo, e ringrazio
ancora i miei fedeli recensori! A presto ^^
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