It could be you

di cathyjett
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** You're too possesive for me! ***
Capitolo 2: *** One day it's fine, the next day's black... ***
Capitolo 3: *** I just want to be with you right here, with you, just like this... ***
Capitolo 4: *** Truth or dare? ***
Capitolo 5: *** Happy New Year (1) ***
Capitolo 6: *** Happy New Year (2) ***
Capitolo 7: *** Start over... ? ***
Capitolo 8: *** Incinta!!! ***
Capitolo 9: *** Hello daddy.... ***
Capitolo 10: *** Triple sorpresa! ***
Capitolo 11: *** Crazy little thing called love... ***
Capitolo 12: *** Steven breaks down.... ***
Capitolo 13: *** David Lee Roth comes back! ***
Capitolo 14: *** Say I do! ***
Capitolo 15: *** William, Michelle, Steven. ***
Capitolo 16: *** Mr. and Mrs. Adler! ***
Capitolo 17: *** Sex, Drugs, Kids, Wife, Rock N' Roll... Too much is too much! ***
Capitolo 18: *** Time goes on.... ***
Capitolo 19: *** The truth about Michelle... ends it all! ***



Capitolo 1
*** You're too possesive for me! ***


 -Questa volta ti spacco la faccia cazzo!
-Ah sì? Dai su, ubriaco del cazzo! Tanto ormai, lei è andata a letto con me!
-ZITTO COGLIONE!
Con queste parole, Duff si scagliò su Axl e cominciò a prendere il rosso a pugni. Axl cercava di spingerlo, senza successo: l’altezza di uno batteva la forza dell’altro. Per fortuna. Steven saltò sulla schiena di Duff, Izzy e Slash presero Axl.
-Lasciami Steven! Non ho finito con quel idiota!
A tutto questo, arrivò il motivo della discussione, una ragazza. Era alta, snella, mora, curve ben formate. Puttana? Non esattamente, no. Indossava la sua minigonna, le sue calze, i suoi stivali, una maglietta fine dei Van Halen e la sua giacca che arrivava a metà schiena
-Duff… ne possiamo parlare?
-Con te ho chiuso.
La ragazza sembrava offesa, stava per piangere. Così, si giro, e se ne andò.
-Duff, di coglioni in sta casa ne basta uno. Vai da lei. Ora. –disse Steven.
-Ah sì, e scusa, cosa dobbiamo chiarire noi due? I dettagli della relazione sessuale che ha avuto con Axl ieri? No grazie.
-Duff, ho detto ora, non fare lo stronzo.

Duff guardò Steven, li arruffò i capelli, prese il suo chiodo, e uscì di casa. Trovò la ragazza proprio all’angolo della strada.

-Jackie…
-Ha, hai riaperto?
-Non sono io quello che è andato a letto con un’altra.
-Ammetto la mia colpa, si, ok. Ma senti, era una cosa… non so come spiegartelo. Eravamo da soli nell’appartamento, quello ha fatto le sue mosse, uno due tre, e…
-E siete finiti a letto. Che bel finale.
-Duff, senti, ora non fare l’angioletto eh! Anche te ti fai le groupie, di qua e di là, anche io per una volta mi faccio i fottuti cazzi miei!
-Ah bene, bene, facciamoci i cazzi nostri dormendo con il cantante del gruppo dove suona il tuo ragazzo.
-Mio ragazzo? Hey, abbiamo deciso di non definirci così da un po’ eh!
-Beh, eri la mia ragazza!
-Si, si, lo ero, allora? Ora noi stiamo insieme, però non dobbiamo mantenere nessuna promessa fra di noi! Quindi, o la smetti di fare il geloso possessivo, o sai una cosa, me ne vado McKagan! Torno a casa mia in Pasadena! Torno in California!
-Sai una cosa, sono sicuro che a Pasadena te eri la ragazza o l’ex di David Lee Roth e andavi a letto con Eddie Van Halen!
-Se ti interessa coglione, si, sono andata a letto con David Lee Roth, avevo 15 anni!
In quel momento, Steven uscì dall’appartamento e vide quei due litigare.
-Beh, ancora non avete chiarito?
-Vattene Steven! –urlò Duff.
-Resta Steven. Sai che il tuo amichetto qui è un geloso possessivo? E non li va a genio che io abbia dei rapporti con altri uomini?
Steven trattene una risata.
-Ragazzi, fate la pace dai!
-Se lei non chiede scusa per quello che ha fatto, no. Io faccio del mio meglio per non avere relazioni con altre donne. Quando la smetti di avere rapporti con altri uomini?
-Sai una cosa, non la smetto proprio idiota!
Con questo, Jackie si avvicinò a Steven e lo baciò. Poi, guardò Duff negli occhi, e se ne andò.

Steven resto perplesso, confuso, sbalordito.
-Wow, non me l’aspettavo. Bacia bene comunque.
-Ecco, ora ti ci metti pure te. Vai a cagare Steven.
-Hey hey amico, calmati, guarda che io non volevo che quella mi baciasse, è lei che è piombata su di me, senza preavviso.
-Vero vero, te non hai colpa, resta Steven.
-Senti, ragazze come quelle, te non le puoi tenere a guinzaglio, quelle vogliono essere libere, vogliono avere il diritto di fare quello che vogliono con chi e quando vogliono. Non dimenticarti che Jackie era diciamo così una delle tante groupie dei Van Halen quando David Lee Roth cantava nella band…
-Lo so lo so che era una groupie. Ed io l’ho trovata un anno fa nel backstage.
-Me lo ricordo, nel 1985. Vi siete messi insieme, la cosa durò un anno… e non state insieme da quanto?
-Cazzi tuoi no eh? Conosci tutta la nostra storia. Non stiamo insieme da 3 mesi.
-Senti, quella in fondo in fondo è quello che è stata da quando aveva 14-15 anni, una groupie, una puttana….
-Ora, non chiamarla così chiaro? È una ragazza con poca fortuna, ecco.
-Si sì, a chi prendi in giro. Ok, non discutiamo. Andiamo a fare un giro eh? Chiarire le idee….
-Seh, con te chiarire le idee è n’a parola…
-Aww, perché, non ti piace avere l’amico Popcorn come psicoanalista?
-Stai zitto e andiamo monello.

I due amici si incamminarono per una via di Los Angeles. Jackie nel frattempo era andata a vagare per la città, senza una metà. Si era sfogata troppo con Duff, si sentiva in colpa. E poi, ora che aveva litigato con lui, non aveva più un tetto. Prima poteva stare nella casa dei Guns, loro pagavano, lei contribuiva un po’, ma ora, doveva trovare qualche altro gruppo a qui agganciarsi. Non sarebbe stato facile: Già alla fine del 1984, quando David Lee Roth aveva lasciato i Van Halen, lei aveva perso il suo posto da groupie, quindi stop ai viaggi internazionali, al cibo e agli alloggi gratis, etc. Però, nel 1985, aggancio i Guns N’ Roses, e diventò la ragazza di Duff, ma dopo un anno, le cose non andavano alla grande, si erano mollati. Ed ora, lei si trovava di nuovo senza casa. Stava pensando a quale gruppo poteva agganciarsi: Poison? Motley Crue? RATT? KISS? Def Leppard? Di gruppi c’è n’erano, era lei che non voleva andare da nessuno. I Guns per lei erano i ragazzi top, i ragazzi perfetti, voleva troppo bene a quei 5… Che fare? Dove andare?

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Capitolo 2
*** One day it's fine, the next day's black... ***


La sera, Jackie si trovo senza tetto e senza un soldo.
“Bene, ora devo mettermi su Sunset Boulevard e fare la puttana. Ole!” –penso Jackie fra se e se, sbottonando la sua giacca.

Proprio in quel momento, spuntato dal nulla, appare Axl con una bottiglia in mano. “Probabilmente a caccia di una puttana”, penso Jackie.

-Hey bella, che fai qui? –chiese Axl vedendo Jackie.
-Visto che ho litigato con Duff, sono qui, a cercare un cliente per la notte.
-Puoi venire con me.
-Scherzi? Dovrei vedere Duff e tutto? No no!
-Dai tesoro, sei mia per stanotte, e se mi va per altri notti pure. Lo vuoi o non lo vuoi un posto dove stare con tanto di cibo e tutto gratis?
Jackie guardo il pavimento e tiro un lungo sospiro sulla sua sigaretta.
-Andiamo.
-Vedi, quando vuoi riesci a fare la brava.
Axl mise il suo braccio attorno la vita di Jackie e i due si incamminarono.

Arrivati nell’appartamento, Jackie era sorpresa di non ritrovare Steven, Duff, Izzy e Slash.
-Beh, dove sono andati a finire tutti quanti?
-Stanno ancora facendo quello che io ho appena fatto, cioè, prendersi dell’alcool e trovarsi una ragazza per la sera.
-Alla faccia di Duff che oggi faceva il geloso.
-Sai, Steven ci ha raccontato quello che è successo, il bacio che li hai dato….
-Era stato solamente per far vedere a Duff che io bacio chi voglio, che non devo chiedergli un permesso speciale. Non sono la sua bambola.
-Ma come cazzo sei potuta stare con i Van Halen per 7 anni???
-La situazione era differente. Vedi, David era il mio amico, e poi vabbè, lui era entrato a far parte della band, ed io ero già andata a letto varie volte con Eddie, e poi con David, poi con Alex, poi con Michael…. Così, quando loro erano sfondati, David conoscendo la mia situazione, mi ha proposto di seguirli, così ho fatto. Però loro mi permettevano di andare a letto con Gene Simmons per esempio, non si incazzavano come Duff.
-Sei n’a gnocca te.
-No tesoro, sono una ragazza con una famiglia poco adatta, che ama la musica e le rockstar, soprattutto a letto.
-Mi piaci così.

Axl si avvicinò a Jackie, e lentamente, cominciò a baciarla. Lei non lo respinse: uno, baciava bene, due, se voleva un tetto sopra la testa, doveva lasciarsi andare, che poi non le dispiaceva. Jackie mise le sue braccia attorno il collo d’Axl, mentre che lui cominciava a “vagare” con le sue mani per il corpo di Jackie. Con una mano, le sfilò la maglietta dei Van Halen, e sganciò i ganci del suo reggiseno. Ormai il gioco era quasi fatto. La buttò sul suo letto, e introdusse le sue mani fra le gambe della ragazza. Un piccolo gemito provenne da Jackie. Axl le sfilo la gonna e tutto il resto. Era fatta.

Un paio d’ore dopo, rientrarono i ragazzi. Erano le 3, forse 4, di mattina.
-Axl, amico, siamo a casa.
Axl e Jackie erano a letto. I vestiti erano sparsi per la stanza, Jackie era mezza coperta solamente da una coperta fine, appoggiava la sua testa sul petto di Axl. Axl era mezzo assonato, teneva fra le sue braccia la ragazza. Ovviamente, chi è che va a controllare per primo la stanza di Axl? Duff, accompagnato da Slash.

-Ma lo fa apposta o che??? –esclamò Duff vedendo la scena.
-Duff, rassegnati, ormai lei è sua.
-Sua un corno. Lui la usa. Non vale. Io le voglio bene. Ora vado a chiarire le cose.
Duff fece per avvicinarsi al letto, ma Slash riuscì a fermarlo in tempo.
-Amico, sei ubriaco, anzi, siamo ubriachi, andiamo a letto su.
-A proposito di letto, quelle due ragazze che abbiamo lasciato in albergo…
-Rassegnati amico. Andiamo su.
Slash trascinò Duff fuori dalla stanza di Axl e chiuse la porta.

La mattina dopo, Jackie e Axl furono gli ultimi a svegliarsi. Axl aveva un paio di pantaloncini, Jackie aveva soltanto la sua maglietta dei Van Halen e le sue mutandine.
Quando entrarono nel salotto, dove gli altri stavano o guardando la tv o mangiando, sembrava che era entrato Giuda in chiesa. Tutti si girarono a guardarli. Duff diede uno sguardo gelido a Jackie e Axl, Steven arricciò le labbra, Slash guardo i due con un’aria di avversione, e Izzy come al solito, sembrava indifferente.

-Beh, che c’è che non va? Siete voi che non date tetto alle ragazze, le lasciate negli hotel, io invece, do una casa alle ragazze.
Nessuno disse niente. Jackie, troppo assonata, visto la nottata che aveva avuto con Axl e tutto l’alcool che si erano scollati, andò verso il frigo, ignorando tutti gli sguardi che le davano i ragazzi. Prese due fette di pane, il burro, dello zucchero, e del latte. Si preparò un panino burro + zuccherò e si servì il latte in una tazza. Poi, si buttò sul divano accanto a Steven, ignorando sempre tutti quanti.
-Axl, ha la tua stessa attitudine sai. –commentò Izzy.
-Avrò la attitudine di Axl, ma non sono sorda Stradlin. –disse Jackie.
 -Jackie, posso parlarti un attimo? –disse Duff alzandosi dal divano.
-Oh, ma che vuoi ora, non vedi che sto mangiando? Aspetta no? Finisco di mangiare, vado a lavarmi, mi vesto a poi parliamo, aspettami fuori.

Duff, ormai un po’ abituato all’atteggiamento del cazzo della ragazza, uscì dall’appartamento. Jackie fece tutto quello che aveva detto che doveva fare, diede un baciò sulla guancia a tutti quanti, prese le chiavi extra della casa, e uscì. Duff era seduto sul pavimento.
-Che, ti metti a mendicare ora?
-Voglio parlati.
-Se vuoi parlarmi, alzati.
Duff si alzò, senza protestare. Già, proprio un caratteraccio Jackie, però, sotto sotto, quella ragazza era sensibile.
-Possiamo sederci da qualche parte? Tipo quella panchina laggiù.
-Se proprio vuoi.
I due andarono verso una panchina mezza rotta e si sedettero.
-Jackie, voglio sapere se lo fai apposta?
-Apposta cosa?
-Stare con Axl. Che c’è, ti ho fatto qualcosa di male, vuoi punirmi? Non so, non ti capisco.
-Faccio quel che posso per sopravvivere. Ero su Sunset Boulevard, stavo cercando di agganciare qualcuno, se no la notte dormivo per strada. E Axl passava di lì, mi ha vista, ed ecco che ora ho un tetto sopra la testa per un po’. Contento?
-Non è più facile se facciamo la pace? Tanto sai che te sei sempre benvenuta da noi.
-Duff, oggi mi hanno fulminato con delle occhiate. Non credere che non vi ho visti. Mi odiate tutti.
-Non dire stupidaggini. Steven ti adora! Sei stra simpatica ad Izzy e Slash. E te sai che io ti voglio bene.
-Abbiamo rotto Duff, l’hai capita sì o no? Noi conviviamo insieme, siamo amici, fine.
-Non cambia i miei sentimenti per te.
Jackie abbassò lo sguardo, prese una sigaretta dalla tasca della sua giacca. Proprio quando voleva ficcarsela in bocca, Duff le abbassa il braccio, si avvicina a Jackie, e la bacia. Si staccarono quasi subito.
-Duff, che ti prende?
-Se solo lo saprei.
Jackie si mise a piangere.
-Scusa Duff, sai, il problema è che io ora sono persa, sono confusa. Un giorno siamo in pace, l’altro discutiamo, poi te mi piombi addosso… Sono persa ecco. E poi, ho paura. Tanta paura.
-Perché hai paura?
-Non ho una casa, non ho un tetto. Sai da quanto tempo mi guadagno da vivere facendo quello che faccio? Da nove anni. Nove fottuti anni. Io non ho mai avuto un ragazzo. Persino David per me era sempre un amico, il mio amico con dei benefici ecco, stesso valeva per tutti i membri dei Van Halen. Te sei stato il mio primo ragazzo. Sono arrivata all’età di 21 anni per avere il mio primo ragazzo. Faccio pena. Non avrò mai una famiglia. Finirò i miei giorni su Sunset Boulevard. I miei avevano ragione.
-Non ne hai colpa. I tuoi ti facevano del male, ti buttavano fuori di casa, non ti hanno mai dato un soldo.
Jackie continuava a piangere. Duff le porse la sua sciarpa.
-Sei pazzo? La tua sciarpa no, te la bagno tutto!
-Shh, prendila.
Jackie si asciugo la faccia.
-Duff, sei un amico. Non so come fai a volere bene a una stronza come me. Non merito un uomo come te.
-Te ti meriti qualcuno che ti ama davvero e molto altro ancora.

Duff avvolse Jackie in un abbraccio. Perché, perché lei non poteva amarlo come lui l’amava?

*****angolo dell' autrice*****
Ringrazio chi ha letto la storia, chi l'ha recensita, chi l'ha seguita e chi l'ha aggiunta fra le preferite! xxCathyxx

 

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Capitolo 3
*** I just want to be with you right here, with you, just like this... ***


-Senti, vuoi fare un giro per la città? –propose Duff vedendo che Jackie si era ripresa un po’.
-Sssi, si dai andiamo.

I due presero una strada a caso e cominciarono a camminare. Si ricordavano dei vecchi tempi, si ricordavano della prima volta che si sono conosciuti, Jackie raccontava scherzi sui Van Halen di quando lei stava con loro, Duff raccontava cazzate varie che i Guns facevano.

-Jackie, senti, ma sti stivali non è che siano un po’ vecchi?
Jackie guardò i suoi stivali color argento. Già, non erano nel miglior stato. Li teneva su con una spilla, la pelle dei stivali si era un po’ rovinata. Quei stivali erano stati presi a New York, glie li aveva presi David Lee Roth una mattina dopo un concerto, come un regalo.
-Un po’, un po’. Avranno boh, 4 anni. Hanno visto di tutto sai: Neve, pioggia, sabbia, pavimenti rotti, concerti…
-Dovresti prenderti dei stivali nuovi.
-Ah, se è per questo, dovrei rinnovare tutto il mio guardaroba, quasi tutta la mia roba è vecchia di 4-5 anni, vedi di più, e la metà delle mie magliette sono dei Van Halen. Quelle me le regalavano gratis.
-Immagino. Vuoi fare shopping?
-Se non ho un soldo!
-Io ho dei soldi. Dai su, andiamo.
-Duff, non spendere i tuoi soldi su di me….
-Ci tengo.

Così, finirono per andare in un negozio di scarpe, dove Jackie trovò dei stivali identici a quelli di Duff, e costavano relativamente poco. Poi, andarono in un negozio di abbigliamento, dove Duff trovò per Jackie due paia di jeans stile Joe Elliott e delle camicie da donna.
Usciti dai negozi, Jackie diede un bacio a Duff.

-Grazie Duff. Sei il migliore!
-Non c’è di che. Almeno ora hai qualcos’altro da metterti tranne le tue gonne, le tue calze e le tue magliette.
-Grazie Duff. Ora però sono in debito. Dai su, cosa vuoi?
-Jackie, non hai un soldo.
-Ah sì?
Jackie mise la sua mano dentro il suo stivale sinistro (non aveva ancora avuto il tempo di mettersi gli stivali nuovi) e ne estrasse venti dollari.
-I miei risparmi. Questi sarebbero gli ultimi soldi che ho, ve li dovrei dare per la casa, però….
-Jackie, non andrai a spendere soldi per me dai.
-Ora, non fare il bambinone e dimmi cosa vuoi.
-Da quand’è che io sono un bambinone scusa?
-Dal momento che io sono 2 anni più grande di te!
-Va bene mamma, allora, ti dico una cosa: Rimetti i tuoi soldi da dove gli hai presi, dammi la mano, e seguimi.
-Questo cosa vuol dire?
-Vuol dire che ti dirò cosa voglio quando arriviamo ad un posto.
-La psiche dei bambini.
Duff prese la mano di Jackie, e la portò in macchina.
-Non vorrai mica riportarmi a casa in Pasadena??
-Non c’è l’hai neanche una casa!
-Posso sempre mendicare alla famiglia Van Halen o a quella di David Lee Roth o mi puoi portare a casa di Lita Ford, eravamo amiche da giovani.
-Beh, ma te sei amica con tutte le rockstar californiane?
-Più o meno. Sono cresciuta con tutta quella gente. Ora, ti decidi a premere l’acceleratore? Sono impaziente.
-Calma calma.

Duff allacciò la cintura, e premette sull’acceleratore. I due “viaggiarono” per una oretta. Infine, Duff parcheggiò la macchina. Erano arrivati a Mount Lee, dove c’è la grande scritta “HOLLYWOOD”. Jackie si era addormentata in macchina. L’alcool dell’altra sera le faceva ancora un po’ d’effetto, poi le canne che si era fumata non aiutavano la sua situazione. Duff aprì lo sportello di Jackie, e prese la ragazza fra le sue braccia.

-Dufffffff. –mugugnò Jackie, assonata.
-Shh, siamo arrivati.
Duff appoggiò Jackie sull’erba. La ragazza si svegliò e si stiracchiò.
-M’hai portata qui la prima volta che siamo usciti insieme, me lo ricordo. Abbiamo passato la notte qua su.
-Per questo che ti ho portata qui.
-Hmm, eroe, per mangiare, non hai un boccone?
Duff prese dalla macchina degli hamburger.
-Mago. Quando cazzo hai avuto il tempo di prenderli?
-Mentre che dormivi, mi son fermato a prendere qualcosa da mangiare. Hai sempre fame te.
-Grazie. Senza legumi per me vero?
-Si, senza. Me lo ricordo sai.
Jackie sorrise, prese l’hamburger, e affondo i suoi denti dentro al pane.
-Grazie Duff.
-Non c’è di che.
I due mangiarono, silenziosi. Alla fine, Duff estrasse due bottiglie di birra.
-Ma che, è la macchina di Mary Poppins? C’è di tutto la dentro!
-Beh, sai com’è, se devo fare qualcosa, preferisco farlo bene.

Jackie prese la bottiglia di birra con un sorso.
-Dove hai imparato a berla così in fretta, d’un sorso, senza sforzo, così?
-Sai, quando io ero con i Van Halen, molte volte ci sedevamo nel backstage, io ero in groppa a David normalmente, e giocavamo a chi riusciva a bere la birra d’un sorso, senza storie. Era una gara. Normalmente vinceva o Eddie o io. David vinceva quando giocavamo a bere il whisky. David riuscì a bere di fila qualcosa tipo 30 shots di fila. Io ero mezza morta sui 15.
-Bella vita eh.
-Senti chi parla, il re delle birre! Quante ne bevi al giorno? 50?
-Non lo so, ma tante, tante!

Jackie si stese sull’erba, ridendo. Duff adorava quando vedeva quella ragazza ridere. Aveva vissuto tanta di quella merda nella sua vita, vedere una ragazza così sorridere, ridere di gioia per Duff era una meraviglia. Li faceva pensare che nonostante tutta la merda nella vita, la gente riesce a trovare della felicità. Duff si stese vicino la ragazza.

-Duff, cosa farei senza di te? Sono sicura che se non ti avrei trovato nel backstage quella sera, sarei su Sunset Boulevard, o forse starei con un altro gruppo… Ma voi, i Guns N’ Roses, siete il migliore gruppo con il quale sono stata. Persino meglio dei Van Halen, perché loro discutevano fra di loro, voi invece, siete amici, amici davvero, amici per la pelle. Vi voglio bene.
-Anche noi ti vogliamo bene Jackie. Forse però, io ti voglio bene più di tutti gli altri.
Jackie voleva cambiare subito la direzione della conversazione. Non voleva cominciare a parlare ora dei loro sentimenti ecc.
-Senti, mi hai portata qui perché mi avevi detto che in sto posto, mi dirai cosa vuoi…
-Non tutto quello che vuoi, lo devi comperare.
-Cioè?
-Cioè, che certe cose, come la felicità, il vero amore, una persona, te non puoi andare al negozio e comperarle.
-Puoi comperare una persona, e l’amore, non quello vero, però puoi comperare l’amore. Credimi Duff, io la so lunga, visto che io sono quella che si definisce n’a “donna pubblica”.
-Me ne frego! Io ti voglio bene, me ne frego che lavoro fai, cosa hai fatto nel passato, me ne frego! Io sono felice quando sto con te, tu mi rendi felice.
Jackie sorrise, e si avvicinò a Duff. Appoggiò la sua testa sul petto di Duff. Delle lacrime bagnavano i suoi occhi.
-Duff, sei il primo uomo nella mia vita che non mi tratta come quello che sono, sei il primo. Duff, nonostante tutto, nonostante tutte le cazzate, ti voglio bene sai. Non ho ancora imparato ad amare, non so ancora cosa sia il vero amore, però quando lo saprò, quando l’imparerò, te lo prometto, non ti lascerò mai. Ti voglio bene.

Duff sorrise, diede un bacio alla ragazza, e i due restarono accoccolati, così.

**Angolo dell'autrice** - grazie a tutti quelli che leggono la storia, che la recensiscono, che la seguono, che l'hanno messa fra le preferite... Sapere che alla gente piace quello che scrivo mi da ispirazione =) grazie!!

 

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Capitolo 4
*** Truth or dare? ***


Un mese passò da quella giornata dove Duff e Jackie erano andati su Mount Lee. Jackie era tornata a vivere nella casa dei Guns, senza dover dormire con Axl per poter stare là. Jackie aveva cercato di trovarsi un lavoro, stava “lavorando” in un bar, come cameriera, le pagavano poco, però la ragazza doveva comunque guadagnarsi qualche spicciò.

Domenica 14 settembre 1986.
Tutti quanti erano nell’appartamento. Chi si fumava una canna in pace, chi guardava la tivù, chi beveva. Tutti si annoiavano a morte.
-Sentite, e se facciamo qualcosa di bello? –propose Jackie.
-Del tipo? –chiese Izzy.
-Beh, possiamo giocare, tipo a… ecco, a azione o verità!
-Ci sto! –disse Steven.
-O dio mio, sembra di ritornare a scuola…. Va bene, ci sto anch’io. –disse Slash.
-Contateci tutti dentro va. –disse Axl.
Tutti quanti si sedettero in cerchio, sul pavimento.
-Chi comincia? –chiese Axl.
-Io! –esclamò Duff. – Jackie, azione o verità?
-Azione baby.
-Suona una canzone sulla chitarra – devi anche cantare.
-Ma che cazz? No dai su!
Troppo tardi, Slash si era già alzato a prendere la chitarra acustica.
-Uh. Va bene, suonerò una canzone dei Beatles.
-Oh, pensavo che suoneresti qualcosa tipo Fra martino, campanaro… -rise Slash.
-Zitto riccio. Devo concentrarmi.

Era Eddie Van Halen ad averle insegnato a suonare la chitarra a Jackie. Lui le voleva insegnare roba pesante, tipo quella dei Van Halen, ma Jackie, pur essendo amante del rock duro, della musica pesante, preferiva suonare sulla chitarra roba “soft”, tipo i Beatles. Cominciò a suonare Yesterday, poi cominciò a cantare. Aveva una voce molto soffice, delicata.

-“Yesterday, all my troubles seemed so far away, now it looks as though they’re here to stay, oh I believe, in yesterday…”
Jackie guardava Duff mentre che cantava. Stava pensando a lui mentre che cantava. Quello era stato il primo ragazzo con il quale aveva avuto una vera relazione. Quello era stato il primo ragazzo per il quale aveva dei sentimenti che andavano oltre all’amicizia. Perché l’aveva lasciato?
-“Why she had to go I don’t know, she wouldn’t say… I said, something wrong now I long, for yesterday, yesterday…”
Durante questa parte della canzone, Duff cominciò a cantare con Jackie, vedendo che la ragazza sembrava essere da un’altra parte con la testa. Finalmente, la canzone finì.
-Brava! –urlò Steven, urlando e applaudendo come se stesse cantando Joan Baez davanti a lui.
Urla e fischi echeggiarono per la stanza.
-Ragazzi, così mi mettete in imbarazzo!!
-Perché non fai una carriera musicale?
-Perché quello che so suonare è roba di vent’anni fa, nessuna mi cagherebbe. E poi, non riesco a cantare davanti la gente.
-Sei riuscita a cantare davanti a noi.
-Voi per me siete come una famiglia. Bene, procediamo… hmm… Slash, azione o verità?
-Hmm… azione!
-Ok… dai un bacio a Axl!
-Questa me la paghi mora! Non se ne parla neanche che sta bestia mi baci! –disse Axl.
-Hey, se Slash non esegue l’azione, allora abbiamo tutti diritto di prenderlo per il culo, e poi lui sarebbe un codardo… quindi, rosso, lascialo fare, perché se no, anche te sei un codardo! –disse Jackie.
Slash si avvicinò a Axl.
-Con la lingua?
-Hm… ma si, buttaci un po’ di lingua dai.
-Me la pagherai. Vedrai, te la farò pagare.
-Seh seh. Smettila di parlare e bacia il rosso dai.
-Scusa amico.
-Fai in fretta gorilla, puzzi.
In un lampo, Slash si avvicinò ad Axl e lo baciò. Si staccarono in men che non si dica.
-Bleh. Mai più nella mia vita. –disse Axl.
-Bene, ora tocca a me. Vediamo… –disse Slash, guardandosi attorno. Come farla pagare a Jackie? Beh, usando la sua stessa mossa, ovvio.
-Steven! Azione o verità? –chiese Slash.
-Azione azione. –disse Steven con una bottiglia fra le mani.
-Bacia Jackie! Con tanto di lingua e palpate! –disse Slash.
-Ehi, vacci piano oh! –disse Duff.
-McKagan, non fare il geloso, la tua amichetta me la deve pagare cara.
-Slash, non ti immagini cosa ti farò…
-Non aspetto altro tesoro. A che ora?  -rispose Slash con uno sguardo malizioso.
-Coglione. –rispose Jackie scacciando il suo sguardo.
-Beh, questo bacio, quando cazzo arriva? –chiese Izzy.
-Infatti, muovetevi su! Vi voglio cronometrare, dovete fare minimo un minuto. –disse Axl guardando l’orologio appeso sul muro.
-Sei pazzo?! La mia prima relazione sessuale è durata circa un minuto! –esclamò Steven.
-Esatto idiota. Muoviti ora. –disse Slash.
-Ragazzi, ste cose non si fanno così! Bisogna essere rilassati, non si fanno con 8 paia di occhi tirati addosso! –disse Jackie.

Mentre che Jackie parlava però, Steven le si avvicinò, la prese fra le sue braccia, mise un dito sulle labbra della ragazza per zittirla, e avvinò le sue labbra a quelle rosse della ragazza. Si baciavano con passione. Le mani di Steven, in modo che sembrava istintivo, cominciarono a palpare la ragazza.  Per Duff, quella scena era troppo. Si alzò, con la scusa che doveva cercare della birra nel frigo. Duff era infuriato. Perché i suoi migliori amici li dovevano fare questo? Era la seconda volta poi, che Steven baciava la ragazza. Per Duff era troppo. Anche se lui e la ragazza non avevano niente di serio, erano in un certo senso legati. Tornò dopo circa 2 minuti. Steven e Jackie avevano appena finito.

-Niente male, niente male. Ora sono soddisfatto. –disse Slash.
Duff lanciò una birra nuova a Steven e porse a Jackie una. Poi, si sedette vicino alla ragazza. Jackie, vedendo che Duff era furibondo, si era avvicinata al biondo e appoggiò la sua testa sulla sua spalla. Duff fece un mezzo sorriso.
-Bene, ora… Izzy, azione o verità? –chiese Steven.
-Verità. –rispose Izzy.
-Aww, non fare il monaco Izzy! Che c’è, hai paura? –disse Axl.
-Mi hanno dato la scelta, ed io ho scelto no? Non stiamo mica giocando ad azione o azione- rispose Izzy.
-Pfft, e va bene… Cazzo… che ti potrei chiedere? Vediamo… ecco: Cosa pensi veramente di Jackie e di Duff? –chiese Steven.
-Ma perché sono io quella che deve subire tutte le vostre cazzate oggi? –esclamò Jackie.
-Bene, ecco, io penso che Duff sia ancora innamorato di Jackie, ma che Jackie “rifiuta” in un certo senso il suo amore, preferisce averlo solo come amico, anche se credo che in fondo, lei abbia dei sentimenti per lui, ma non lo vuol far vedere. Il perché che lei non esita a stare con altri uomini e così via. Vuol far vedere che è indipendente quando in verità, sotto sotto lei è legata a Duff. Ecco cosa penso di Jackie e Duff. –disse Izzy, filosoficamente, fumando la sua sigaretta.
-Io vado a fare due passi. –disse Jackie, tutta rossa in faccia.  Si alzò e andò nella stanza di Duff per mettersi qualcosa addosso. Uscì subito dopo nei jeans che li aveva preso Duff, una maglietta dei Van Halen (come al solito), una sciarpa di Duff e la sua giacca. Si mise i suoi stivali, prese le chiavi, e uscì. Tutti quanti restarono lì, a guardarla.
-Parli troppo Jeff. –disse Slash.
-Dico solo la verità. –disse Izzy.
-Vado a vedere come sta. Vieni Duff? –disse Steven.
-Non credo che a lei piacerebbe vedermi ora. –disse Duff, ritirandosi nella sua stanza.
Steven acchiappò la sua giacca e uscì quasi di corsa. Trovo Jackie seduta sotto un albero, con una sigaretta in mano, e delle foto.
-Ciao. –disse Steven, sedendosi vicino a Jackie.

Jackie non disse niente e continuò a guardare le foto. Erano foto scattate nella fine degli anni settanta, inizi anni 80. Jackie rideva, sorrideva. C’era una foto di lei con Lita Ford e Eddie Van Halen, nel 1977. Altre dove Jackie era abbracciata con David Lee Roth, altre dove lei faceva delle pose assurde, comiche, con il resto dei Van Halen, c’erano persino foto di Jackie con i gruppi che aveva conosciuto: i Ramones, gli Sex Pistols, le Runaways, i Blondie, i KISS….
-Vorrei tornare indietro nel tempo Steven. Erano bei tempi sai. Io ero felice, mi divertivo, non avevo preoccupazioni. Ora, mi sento confusa, persa…
Jackie cominciò a piangere un’altra volta, e si appoggiò su Steven. Piangeva così forte che li mancava il respiro. Steven si trovava in una situazione complicata, non sapeva cosa fare, così, diede un abbracciò alla ragazza e poggiò la sua testa su quella mora di Jackie. I due volevano che Duff fosse lì in quel momento. Duff sapeva cosa fare, Duff aiutava tutti quanti.
 
**angolo dell'autrice** Eh si, aggiorno quando posso ragazzi! sperò che questo capitolo vi piaccia, aspetto le vostre recensioni! xxCathyxx
 

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Capitolo 5
*** Happy New Year (1) ***


I mesi passarono. Jackie lavorava al bar ora come barista. Si era fatta delle mèche rosse e blu, come quando lei aveva 12 anni. Sulla sua pelle bianca si trovavano ora due nuovi tatuaggi: sul braccio destro, un po’ sotto il tatuaggio dei Van Halen, una rosa e un fucile, e poi, sul braccio sinistro, c’era la frase di una canzone dei Def Leppard.  In quei mesi, Jackie si era in un certo senso “affezionata” a Steven, erano diventati buoni amici.

-It’s the final countdown, we’re living together oooh…

Jackie cantava a squarciagola gli Europe, pensando di essere da sola a casa il giorno di capodanno. I ragazzi erano usciti molto presto e non si erano fatti vedere. Jackie aveva deciso di ordinarsi una pizza. Mentre che aspettava, ascoltava il vinile che gli avevano regalato Duff e Steven per capodanno. Proprio in quel momento, arrivò Steven.

-Jackie, son felice che ti piace il nostro regalo, ma se potresti non urlare?
Jackie abbassò il volume e smise di cantare.
-Arrivi sempre nel momento giusto te eh? Che cazzo hai comperato? Che c’è dentro quelle buste?
-Alcool baby. E poi, due o tre cose da mangiare.
-Ho ordinato una pizza. Vuoi che ne ordini un’altra?
-Hm... sì dai. Offri te?
-Beh, fai conto che sia il mio regalo per te, per finire bene l’anno.  
-Bene dai.
Jackie andò al telefono e ordinò una pizza col prosciutto.
-Grazie. Vuoi una birra? Quelle le offriamo noi.
-Me le offrite sempre. Progetti per il 1987?
-Per domani? Allora, dormire, dormire, mangiare, bere, dormire, ragazza, fumare…. Hm… cos’altro? Ah sì, suonare. –disse Steven estraendo due birre dal frigo.
-Voglio dire per tutto l’anno.
-Te l’ho appena detto! –disse Steven buttandosi vicino a Jackie sul pavimento.
-Scemo. Intendo dire, un album, che ne so, farete qualcosa di produttivo sì o no?
-Baby, capisco che te sei abituata ai Van Halen ecc., ma devi capire che non tutte le band hanno un contratto in men che non si dica. Ti prometto però che noi avremo un contratto per l’anno prossimo.
-Seh seh.
In quel momento, qualcuno suonò al citofono. Jackie andò a vedere chi era.
-Pizza man.
-Scendo. Le devo?
-4 dollari.
Jackie afferrò un biglietto di 5 e uscì di casa. Ritornò con le 2 pizze in mano.
-Sfaticato, un aiutino no eh?
Steven prese le pizze dalle mani della ragazza e le mise sul tavolino davanti la tv. Quel tavolino era unto di birra, alcool, aveva chicche di sigarette.
-Un giorno mi metto a pulire sta casa. –disse Jackie, sedendosi accanto a Steven. Accese la tv. C’erano i Van Halen sul MTV.
-Cazzo, mi perseguitano! –disse Jackie alzando il volume.
-Groupies. Adorano la musica della band e i membri della band. –disse Steven, prendendo un pezzo della sua pizza.
-Come cazzo fai a non amare i Van Halen?! Guardali, guarda! –disse Jackie puntando a Eddie, poi a David che faceva n’a capriola.
-Non ho mai detto che non mi piacciono. Senti, ti vuoi unire a noi per la festa di capodanno?
-Si dai. Chi verrà?
-Boh. Delle ragazza immagino, poi degli amici. Anche te puoi invitare chi vuoi, tanto, saremo stretti qua dentro sì o sì.
-Non ho amici.
-Non dire cazzate Jackie.
-Beh, sì che ne ho, vediamo, Lita Ford, Joan Jett, Cherie Currie, Vicki Blue, Sandy West, Jackie Fox, brave ragazze sai. Ti suonano famigliari i nomi vero? Poi ci sarebbe Eddie Van Halen, Michael Anthony, David Lee Roth, Alex Van Halen, Gene Simmons……
-Afferrato il concetto ragazza. Ma ci parli con loro?
-Beh, mantengo il contatto con i Van Halen, mi hanno spedito il loro nuovo album, te lo ricordi?
-Si sì. E con gli altri?
-Così, sai.
L’attenzione di Jackie fu immediatamente rivolta però verso la tv, dove avevano messo Photograph dei Def Leppard, un altro gruppo che lei adorava.
-I am out of luck, out of love, got a photograph, picture of…
Jackie cantava con la bocca mezza piena, muovendosi al ritmo della musica. Steven stava ridendo.
-Ah, Jackie, proprio non resisti alla musica eh?
-No. E poi, guarda che belli che sono i Def Leppard! Soprattutto il chitarrista……
-Cominciamo. Tesoro, tengo a precisarti, che anche noi, i Guns N’ Roses, siamo dei ragazzi niente male, e che noi viviamo con te, quindi, faresti meglio a fantasticare con noi, non con le rockstar che vedi alla tv…
-Popcorn, zitto. Ho già avuto abbastanza relazioni con voi Guns.
-Solo con Duff e Axl.
-E mezza relazione con te.
-Cioè?
-Ci siamo baciati 2 volte, una delle quali se eravamo in privacy, finivamo a letto senza problemi.
-Vuoi provarci? –disse Steven avvicinandosi alla ragazza.
-Giù le mani biondo. Uno, sto mangiando, due, sto ascoltando i Def Leppard, e tre…
-Tre?
-Nah, niente. Finiamo di mangiare poi facciamo un giro ok?
-Ok ok. Mamma mia, sei un dittatore come Axl…
-Hey, dai non fare così….
Jackie si buttò su Steven. Stavano entrambi mangiando l’ultima fetta delle loro pizze.
-Mangi come una bambina di 5 anni. –disse Steven sorridendo verso Jackie.
-Papa! –disse Jackie ingoiando l’ultima fetta.
-Seh, io come papa, ma mi ci vedi?
-Hmmm… sì dai, con tanti bambini biondi attorno a te, che mangiano i tuoi capelli urlando popcorn!
Jackie stava ridendo così forte, che Steven doveva sostenerla per che lei non cascasse dal divano. Quando Jackie e Steven si ripresero dalle risate, i due si ritrovarono vicini… troppo vicini. In quel momento, arrivò Duff, con delle buste piene di alcool.

-Ahem. Salve sale e pepe.
Steven e Jackie si staccarono subito.
-Ciao Duff. Anche te arrivi con l’alcool? –disse Jackie.
-Si. Che facevate di bello? –disse Duff
-Abbiamo mangiato una pizza, guardavamo MTV, e poi Jackie stava dicendo come sarei da papa… e abbiamo cominciato a ridere, e poi sei arrivato te.
-Oh, scusate se vi ho interrotto mentre che pianificavate la vostra futura famiglia…
A Duff sta cose che Jackie e Steven erano diventati buoni amici non li andava proprio a genio, soprattutto perché lui voleva essere l’unico amico di Jackie, voleva essere l’unica persona sulla quale lei poteva contare in quella casa. Jackie si alzò dal divano per prendere Duff, che se ne voleva andare.
-Duffff! Non fare lo sciocco, non stavamo parlando di avere una nostra famiglia, stavamo parlando così, a caso. Poi te sai, che io non sarei mai incinta, perché mi rovinerebbe la mia carriera.
Duff si fece trascinare sul divano. Jackie si stese su Steven e Duff: aveva la testa appoggiata sulle gambe di Duff, le sue gambe erano stese su Steven.
-Steven, te come credi che saranno i bimbi di Duff? –disse Jackie.
-Io credo che il re delle birre finirà per mettere un giorno dentro al biberon della birra! –disse Steven.
A Duff ste cazzate facevano ridere poco se lui non era ubriaco, ma non è che non li piacevano le cazzate, era che non li piacevano quando si trattava di bambini. In un certo senso, lui voleva essere un padre, avere responsabilità e tutto il resto, sentiva che l’avrebbe reso una persona migliore.
-Duff, te come pensi che saranno i tuoi bambini?
-Avrò una femminuccia. Avrà dei capelli neri, dei bellissimi occhi verdi, e una pelle bianca come la neve. –disse Duff guardando Jackie. In effetti, aveva detto le 3 caratteristiche della ragazza.
-Beh, non si sa mai, troverai forse una ragazza con quelle caratteristiche. –disse Jackie, guardando ora verso Steven.
-Steven, dimmi un po’, ma te vuoi dei figli?
-Umm… beh, i bambini sono carini, mi piacciono, ma non ne vorrei con la vita che faccio.
-Ragazzi, non siamo un po’ giovani per parlare di ste cose? –disse Duff all’improvviso.
-Beh Duff, te compi 23 anni a Febbraio! Steven 22 a Gennaio! Si, mi pare che io sono l’unica vecchia qui, ne faccio 25 a Giugno!
-Ecco, allora, nonnina, cambiamo discorso eh. Io intanto, vado a mettere la roba dentro il frigo. –disse Steven alzandosi.
-Duff, stasera alla festa, ci saranno delle ragazze? –chiese Jackie.
-Ovvio.
-Bene. Io non devo mischiarmi con quelle puttanelle di Sunset Boulevard no?
-No. Anzi, meglio se le eviti. Racconteremo che te sei la sorella di Jeff e che vivi con noi.
-Perché di Jeff?
-Perché avete i capelli neri.
-Mah, ok. Ho il diritto però di fare quel cazzo che mi pare?
-Te hai sempre quel diritto. –disse Duff. Dentro di se, voleva che la ragazza non avesse sempre quel diritto. Lui voleva che la ragazza li appartenesse un po’ di più in un certo senso.
-Duff, prima che l’anno finisca, sai, volevo fare un’ultima cosa con te – un’ultima cosa.
-Cosa?
-Mi porti su Mount Lee?
Duff sorrise. Jackie prese quel sorriso come un sì, si alzò di scatto, e corse verso la camera di Duff per mettersi su qualcosa. Si mise i jeans che li aveva comperato Duff, gli stivali che gli aveva comperato Duff, una maglietta dei Ramones (regalo di Duff), e un pullover blu a righe bianche. Era pronta in un batter d’occhio.
-Beh, hai fretta rebel! –disse Duff. Da quando Jackie si era fatta le mèche blu e rosse, lui ogni tanto la chiamava “rebel”, facendo riferimento alla canzone di David Bowie, “Rebel Rebel”.
-Abbiamo poco tempo. E poi, non ho voglia di perdere tempo! Dai su, andiamo! –disse Jackie prendendo una giacca vecchia di Duff, che ormai lui non usava più.

I due uscirono di casa, Jackie mezza saltellante, Duff sorridendo e tenendo la ragazza per mano.

**angolo dell'autrice** - salve a tutti! Allora, questo capitolo è diviso in 2 parti, visto che è un po' lungo... =) spero che sia di vostro gradimento! Aspetto le vostre recensioni!! xxCathyxx
 
 

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Capitolo 6
*** Happy New Year (2) ***


-Ehì, ragazza, calma! Perché sei cosi eccitata di andare su Mount Lee oggi? –chiese Duff salendo in macchina con Jackie.
-Perché sarà l’ultima volta che lo farò con te nel 1986!
-E come mai ci tieni tanto? –disse Duff, cercando di trovare una stazione radio adatta.
-Meglio se metta una cassetta dei Ramones – beh, ci tengo perché quello è stato il primo posto dove mi hai portata la prima volta che siamo usciti insieme, poi, abbiamo passato dei bei momenti lì, quest’anno e negli anni passati. Quando siamo là su, tutto è così bello, ti dimentichi dei tuoi problemi sai?
-Beh, devo ammettere che per noi quel posto ha significanza, già.
I due rimasero a parlare di argomenti a caso, fino ad arrivare alla loro destinazione.
-Signorina. –disse Duff aprendo lo sportello di Jackie.
-Grazie. Ma non fa mica tanto freddo sai! –disse Jackie togliendosi il pullover e lasciandosi la giacca.
-Come mai ti piace tanto la mia giacca? È stra vecchia!
-Beh, mi piace perché è tua!
Jackie abbracciò Duff.
-Duff, grazie. Grazie di avermi portata qui, e grazie per essere sempre disponibile, grazie che fai sempre qualunque cosa io voglia che tu faccia…
-Prego piccola, è il minimo. Sai che io per te farei di tutto.
Con questo, Duff prese Jackie fra le sue braccia, a mo’ di sposo che piglia la sposa.
-Duff!
-Ecco, per capodanno, ti regalo Los Angeles. Guarda che bella.
In effetti, la vista era magnifica. 
-Vista da questa altezza, è veramente molto più bella! Grazie giraffetta!
--Prego piccola rebel.
-Per quanto tempo credi di tenermi così?
Jackie mise le sue braccia attorno al collo di Duff, e appoggiò la sua testa sulla sua spalla. Duff le diede un bacio sulla guancia.
-Duff, perché si sta così bene con te? Con te, mi dimentico dei miei problemi… Non lo so, sei speciale Duff.
Eh, a questo punto, Duff sentiva che doveva fare la cosa più giusta ecco. Cioè, baciare Jackie. Poteva essere l’ultima volta che lo faceva in quel anno. Doveva farlo. Duff poso un bacio sulla labbra di Jackie, la ragazza, si lasciò trascinare dalla passione, e i due restarono a baciarsi per un bel po’.
-Duff, potrebbe essere l’ultima volta quest’anno che te lo posso dire, quindi te lo dico ora. Ti voglio bene.
-Io di più.

Vedendo però che si faceva tardi, Duff riportò Jackie in macchina, (già, la teneva ancora in braccia), e i due si avviarono verso casa. Quando erano arrivati, tutti quanti li stavano aspettando. Tutti quanti, cioè: Axl, Steven, Slash e Izzy.
-Ehi piccioncini. Duff, le hai spiegato no, il piano? –disse Slash.
-Quale piano? –disse Jackie, togliendosi la giacca.
-Il piano per fare in modo che le ragazze che saranno qui oggi non diventino gelose di te e che loro non ti facciano del male. Te devi far finta di essere la cugina di Izzy, vieni dall’Indiana, sei venuta qui per le vacanze. Te non hai relazioni con noi, ok? –disse Axl.
-Credevo che dovevo essere sua sorella.
-Non ti ci vedo come mia sorella. –disse Izzy.
-Perché?
-Non credo che mia sorella avrebbe fatto la vita che fai te.
-Ah già, la sorella di Jeffrey sarebbe passiva, calma, indifferente come il fratello, vero. –disse Jackie offrendo una birra a Duff e Steven.
-Ragazzi, non litigate su, non c’è motivo! Dai che è la fine dell’anno! –disse Steven.
-Popcorn, come al solito. –disse Slash.
-Ehi, io vado a prendere la gente. Chi viene con me?
-Tutti, tranne Steven. –disse Izzy.
-Come mai lasciamo Steven? –disse Duff.
-Perché quello con le ragazze comincia a fare lo sdolcinato e poi restano tutte attaccate su di lui mentre che lui racconta la triste storia della sua vita. Nah, non voglio che lui annoi le ragazze subito. –disse Izzy.
-Cattivo Stradlin! Va bene, resto qui con Jackie, facciamo un po’ d’ordine Ziggy?
-Da quando in qua mi chiamo Ziggy?
-Boh, mi è venuta oggi l’idea di chiamarti Ziggy, visto i tuoi capelli.
-A scuola mi chiamavano Ziggy, quando avevo 12 anni. –disse Jackie, aiutando Steven a mettere in ordine le camere da letto.

Finirono di sistemare tutti i letti, Jackie si spogliò e si buttò sul “suo” letto (che sarebbe poi il letto di Duff). Steven la vide, e, come buon uomo davanti una bella ragazza mezza nuda, che poi quella ragazza li piaceva parecchio, non si trattene.
In un paio di minuti, dei gemiti si udirono per tutta la casa. Già, Jackie si era lasciata andare. Con sta cosa di capodanno, nel suo cervello, qualsiasi cosa che lei faceva, lei pensava: “l’ultima e unica volta che potrò farlo nel 1986”. Così, lei non si trattenne davanti il suo amico, si lasciò andare. Poi, non è che qualcuno lo doveva sapere, vero? Era una cosa fra lei e Steven, ecco.

Steven e Jackie si sbrigarono comunque, la cosa duro più o meno una mezz’oretta, perché poi, Jackie si doveva ancora preparare, e la gente doveva arrivare in qualsiasi momento. I due andarono a farsi una doccia in fretta, poi Steven si cambiò in una camicia blu scura e un pantalone-jeans nero. Jackie invece, si era data da fare: aveva rimesso a posto i suoi capelli conciati à la Ziggy Stardust, si era messa i suoi vecchi stivali argentati, una minigonna nera, così mini che qualche centimetro in meno e il suo sedere era scoperto. Sopra, aveva scelto il suo reggiseno coi pizzi, e si era messa il suo gilet smanicato di pelle. Aveva chiuso la cerniera a ¾. Come trucco, scelse un rossetto rosso scarlatto, aveva scelto un ombretto blu con lievi sfumature rosse qua e là, mascara, e matita. Quando uscì dalla camera, Steven stava per prendere un infarto.

-Sei bellissima baby.
-Grazie bello.
Steven stava per baciarla, però i due udirono dei passi che si avvicinavano.
-Troppo tardi Popcorn. Ci siamo divertiti comunque.
-Si dolcezza, eccome!
Subito dopo, Duff aprì la porta. Dietro di lui, si vedeva una folla enorme.
-Ciao Jackie. –Duff posò un bacio sulla guancia di Jackie.

Quando tutta la gente entrò, l’alcool cominciò a scorrere, subito. Erano le 8 di sera. Duff accese la musica. C’era gente sul divano, tranquilla a bere, altri che erano rinchiusi in bagno a farsi delle iniezioni, altri che mangiavano qualche boccone, altri che ballavano. Jackie era seduta vicino a Steven. Proprio in quel momento, spunta Axl.
-Ste ragazze mi paiono tutte noiose. Fra tutte le groupie, te sei la migliore che ho conosciuto. –disse Axl, spingendo Steven e sedendosi accanto a Jackie.
-Vediamo, con quante ragazze hai usato questa frase oggi? –disse Jackie.
-Solo con te tesoro.

Proprio in quel momento, si udì ben bene Honky Tonk Women, dei Rolling Stones. Come vuole la tradizione, al suono di quella canzone, tutte le ragazze entrano in scena per ballare, inclusa Jackie. Axl le diede il suo tipico sorriso malizioso, vedendo la ragazza entrare in scena. Jackie li rispose dandoli un sorriso. In fondo, lei non considerava Axl come un pericolo. Durante il ritornello della canzone, li uomini si unirono alle ragazze. Jackie vide dalla coda dell’occhio Duff ballare con una biondina. Quella ragazza avrà avuto 18 anni. Jackie senti un nodo in gola. Subito però, senti delle braccia che l’avvolgevano da dietro mentre che lei ballava. Jackie si girò, per trovarsi Axl. “In fondo, che cazzo ho da perdere? Duff va con le puttanelle bionde, buon per lui. Io, faccio i cazzi miei, buon per me. Jackie avvicino il suo corpo a quello di Axl e combaciò il suo bacino a quello del ragazzo. Axl le sorrise, e cominciò a baciare la ragazza, con tanta, tanta lingua. Quando si staccarono, Axl prese il braccio di Jackie e la trascinò nella sua stanza. Chiuse la porta a chiave, e fu fatto. Axl e Jackie ebbero del buon, sano, sesso. Tanto, nessuno li aveva notato. Duff era occupato con la biondina, Izzy con una bruna, Steven con una rossa, e Slash con ben due ragazze.

Axl e Jackie uscirono verso le undici e mezza dalla camera. Duff aveva cominciato a preoccuparsi, non sapeva dove si era cacciata Jackie. Quando vide Jackie e Axl scambiarsi un ultimo bacio prima di andare in direzioni diverse, cominciò a bollire da dentro. Andò verso Jackie, spingendosi fra la folla.
-Jackie!
-Oh, ciao Duff! Che fai di bello?
-No, te lo chiedo io, te lo chiedo io cosa hai appena fatto di bello con Axl! –disse Duff prendendo il braccio di Jackie con una presa firme.
-Lasciami, mi fai male cazzo! E te con quella biondina eh? Sai, io ti ho cercato, ma quando ho visto che eri con quella biondina adolescente, bene, ho fatto i cazzi miei. A proposito, la cerniera dei tuoi pantaloni, alzala.
-Merda. Jackie, perché non possiamo stare insieme?
-Perché non riusciamo ad essere fedeli fra di noi, ecco perché. A proposito, te mi urli perché io sono andata con Axl, ma la tua cerniera non mi dice che te sei restato puro oggi. Sai una cosa Duff, o la smetti di fare il geloso possessivo e smetti di fare il finto monaco che non va a letto con altre ragazze, o io con te non parlo più.

Jackie si libero dalla presa di Duff e andò a bere del whiskey. Prese direttamente la bottiglia di Jack Daniels, e cominciò a bere a grandi sorsi, à la David Lee Roth. Un tipo le offrì una sigaretta, lei l’accettò. Duff era congelato, continuava a guardare la ragazza. Stava per perderla. Se lui non cambiava atteggiamento, lui finiva per perdere la persona che amava di più al mondo.

Le 23:55 erano arrivate. Il volume della musica si abbassò un po’. Un tipo faceva un annuncio a proposito di capodanno ecc. Duff corse letteralmente verso Jackie, che stava finendo la sua bottiglia di Jack.
-Jackie!
-Che vuoi spilungone?
-Ho capito tutto nella vita.
-Quanto hai bevuto Duff?
-Non ho bevuto – cioè si, prima, ma non ora – ah, che importa! Quello che voglio dirti è, che ti amo. Ho capito che sono stato un idiota. Nonostante tutto, io ti voglio un mondo di bene, e chiedo il tuo perdono. Senti, senza di te, io… Io non posso vivere ecco!  Tu per me sei il sole, la luna, l’aria che respiro ecco. Senza di te, la mia vita non ha senso. Non voglio perderti. Ti amo.
Jackie restò guardando fissa il ragazza. La bottiglia di Jack stava per cascarle dalle mani. I suoi occhi si stavano riempendo di lacrime.
-Duff, è la cosa più bella che abbia mai sentito nella mia vita, e viene… da te!
Nel sottofondo, si udì ben bene il conto alla rovescia. Duff sorrise, e baciò Jackie. Così, i due ricevettero l’anno nuovo, il 1987, baciandosi. Quando si staccarono, erano ricoperti da coriandoli e cose simili.
-Buon anno nuovo Jackie.
-Buon anno nuovo Duff.
-Ti prometto che da oggi, si comincia da capo. Buttiamoci il passato alle spalle, ok?
-Si. Duff – Ti amo.
Duff baciò di nuovo la ragazza. 

**Angolo dell'autrice** bene, ecco la seconda parte del capitolo "Happy New Year" =) seconda e ultima ecco! bene, allora, ho notato che in questa storia ed in un'altra storia che ho scritto, la gente mi ha detto che il mio livello di grammatica non è il top... beh, scusatemi =\ punto è, che ecco, io non sono 100% italiana =| quindi scusate i miei errori! Spero che vi piaccia questo capitolo =) come sempre, aspetto le vostre recensioni! xxCathyxx

 

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Capitolo 7
*** Start over... ? ***


1 Gennaio 1987.

Jackie si svegliò verso le 11 per vomitare. Aveva decisamente bevuto troppo, anche se lei non si ricordava niente della serata scorsa. Dopo aver fatto i suoi comodi, aveva deciso di farsi una doccia. Quando era rientrata nella camera di Duff, trovò il ragazzo… nudo. E vide dei vestiti sparsi sul pavimento.
-Cazzo. Proprio a me devono capitare ste cose? –disse Jackie cercando qualcosa da mettersi. Avevano tolto di mezzo gli invitati alle 3 di mattina, e i Guns erano andati a dormire un po’ più tardi. Però, lei e Duff, ben ubriachi, avevano inaugurato l’anno nuovo a modo loro.
-Giorno Jackie.
-Ciao Duff.

Duff diede un bacio sulla guancia a Jackie, e poi andò in bagno. Jackie si sedette sul letto. Non ci poteva ancora credere. Si era fatta 3 uomini in quanto, 8, 9 ore? Le parole di sua madre le erano ritornate in mente: “te sei una puttana Jacqueline, ecco cosa sei. Non farti più vedere a casa, vai a vivere con quei stupidi Van Halen”. Aveva 15 anni quando l’avevano cacciata di casa, che poi a lei non dispiaceva – sua madre l’insultava sempre e beveva, suo padre le faceva del male fisicamente. Però, nonostante tutto, le parole che le aveva detto sua madre le tornavano sempre in mente.
Duff torno in 5 minuti, e si mise addosso delle mutande. Poi, si sedette vicino a Jackie, intenta a pettinarsi i capelli.

-Come stai? –chiese Duff.
-Da cani, grazie pertica. Ho vomitato, e ora mi gira la testa.
-Beh, dopo tutto quel Jack Daniels che ti sei scolata… Per non parlare delle canne che ti sei fumata.
-Senti, possiamo dimenticarci quella che è successo alla festa? Non mi va di pensarci.
“Ecco, ora ridiventa cazzuta. Quanto stra cazzo la devo amare per poter sopportarla?” –penso Duff.
-Senti, vuoi andare a fare la colazione?
-Nah, restiamo qui va. Mangio un toast e del caffè. E poi, mi metto a pulire un po’ sta casa – sembra un bordello.
-Beh, ieri più o meno, lo era. –disse Duff andando in cucina. Mise il pane dentro la tostatrice e cominciò a bollire l’acqua per il caffè istantaneo.
-Grazie. –disse Jackie, prendendo un grande sacchetto plastico nero e cominciando a buttarci dentro l’immondizia. Siringhe, bottiglie, cicche di sigaretta, e… preservativi. “MERDA!” – penso Jackie. Li venne appena in mente che ieri, in tutti e tre dei suoi rapporti sessuali, non aveva usato la protezione… Le cominciò a girare la testa.
-Hey Jackie, stai bene? Forse è meglio se mangi un boccone prima di pulire la casa, così ti posso aiutare. Dai, vieni a fare colazione. –disse Duff dando la sua mano alla ragazza.
-Eh sì sì… grazie Duff…
-Che c’è che non va Jackie?
-Niente, mi era venuta in mente una cosa… lascia perdere guarda. Prima facciamo colazione, meglio è, così possiamo pulire sta casa.
-Ok, come vuoi piccola.

I due fecero colazione in silenzio. Nella mente di Jackie, mille pensieri erano venuti in mente. Alla fine, riuscì a organizzare i suoi pensieri: Se fai sesso senza protezione, rischi di rimanere incinta. Essere incinta è una brutta storia, soprattutto se…. Soprattutto se non sai da chi sei rimasta incinta. Ma poi, lei non sapeva mica se era incinta o no. Voleva comunque andare dal dottore fra una settimana.
Finita la colazione, Duff e Jackie pulirono tutto il salotto, la cucina, e il bagno. Quando uscirono dall’appartamento per buttare l’immondizia, avevano tipo 5 enormi sacchetti neri in mano. La gente li guardava in modo strano, Jackie per risposta, tirava fuori la lingua a tutti quanti. Duff rise. Quella ragazza era selvaggia. Rientrati in casa, Jackie si lavò ben bene le mani, e si sedette sul divano, a guardare la tv.

-Jackie, ti posso fare una domanda…
-Fai pure.
-Cos’è che ti turba tanto?
“Merda. Perché quello la sa tutto di me? Che, hai degli occhi a raggi x? Bah, tanto vale che li racconti tutto, così la faccio finita.” –pensò Jackie.
-Bene, allora, siediti qui vicino a me. Vieni su.
Duff obbedì.
-Allora, questa cosa te la devo dire d’un soffio, quindi non interrompermi. Ieri, mentre che voi eravate andati a prendere la gente, io e Steven abbiamo fatto sesso. Senza protezione. Poi, durante la festa, come hai visto, io e Axl abbiamo fatto sesso – senza protezione. Poi, nelle prime ore di quest’anno, io e te abbiamo fatto sesso – senza protezione. Io ho paura che con tutto questo sesso senza protezione, uno di voi mi abbia messo incinta. È soltanto una paura che ho, un dubbio, però, per essere certa, voglio andare dal dottore la settimana prossima. È tutto.

Jackie era rossa in faccia. Si era abbracciata le ginocchia, il suo respiro si era fatto profondo. Duff la guardava. Non sapeva cosa dire.

-Steven. Non me l’aspettavo. Axl, me l’aspettavo, comprensibile, ma Steven?
-Puoi dire che ti faccio schifo sai, così tagli corto il tuo discorso. –disse Jackie, alzandosi e prendendo la giacca di Duff, quella che usava lei.
-Dove vai Jackie?
-A lavorare.
-Non fare la scema, oggi non lavori, ti hanno dato giorno libero.
-Beh, io vado a lavorare comunque. Al bar saranno felici. Almeno lì, saranno felici di vedermi.

Jackie scappò. Si sentiva vergognata davanti a Duff. Cominciò a correre per la strada, verso il bar. Duff però, uscì subito di casa, e proprio quando era uscito di corsa dall’appartamento, vide la ragazza correre. Duff cominciò a correre alla velocità della luce. Jackie non poteva correre velocemente, correre coi tacchi non era facile, soprattutto a gennaio. Duff riuscì ad acchiappare Jackie proprio prima che lei potesse attraversare la strada.

-Jackie, perché sei scappata?
-Duff, mi vergogno di quello che ho fatto. Mi… mi faccio schifo ecco. Dopo un po’, sta vita ti stanca. Non c’è la faccio più. Forse è tempo che io cresca ecco, che io abbia una vita. Che trovi un solo uomo nella mia vita, che me lo sposi, viviamo felici e contenti, fine della storia. Duff, ho fatto 3 uomini in 9 ore. Che cazzo sto facendo della mia vita? Ora probabilmente dentro di me si sta formando una nuova vita. E io non ho la più pallida idea chi ne è il padre. Forse te, o Steven, o Axl.
-Piccola, stai tranquilla. Senti, io me ne frego quanti uomini ti sei fatta! Capisco, ok?  Avere una vita non vuol dire fare la vita anni 50, sposarsi avere tanti figli e rinchiudersi in casa. Devi vivere la tua vita. Ognuno vive la sua vita come può. Te non hai nessuna colpa. E senti, se è che te sei incinta, io mi prendo la responsabilità, capito? Axl probabilmente girerà dall’altra parte, quindi ci saremo solo io e Steven. Jackie, io ci sarò sempre per te. Tu puoi dormire con 1000 uomini, me ne frego, perché io ti voglio bene. Te l’ho già detto mille volta, ma te lo ripeto.

Tutto questa accadeva davanti un semaforo. Duff teneva stretta Jackie, le aveva preso le spalle, la stringeva forte. Jackie stava piangendo. I suoi capelli le erano andati tutti in faccia. Duff le scosto i capelli dal viso, e la strinse forte. Jackie era scoppiata in lacrime. Stava tremando, se Duff non la stringeva, se Duff non l’abbracciava, lei poteva cascare in qualsiasi momento. I due restarono abbracciati davanti quell’incrocio, mentre che la gente passava accanto a loro. Ma loro erano come avvolti da una sfera, se ne fregavano se c’era altra gente o meno. Erano insieme, e questo, sia per Jackie che per Duff, bastava per far fermare il tempo, per far volare via qualsiasi sentimento negativo.
 

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Capitolo 8
*** Incinta!!! ***


7 Gennaio 1987.

Erano le 8 di mattina. Stranamente, nella casa dei Guns, tutti erano svegli, a fare la colazione.

-Ragazzi, cazzo, perché ci siamo svegliati a quest’ora? Ho la visita dal medico alle 10! –protesto Jackie mordendo un panino burro + zucchero + cioccolata.
-Infatti baby. Non ti immagini il traffico per arrivare all’ospedale. –disse Steven.
-Beh, possiamo anche prendere il metro sapete. –disse Duff.
-Vuoi portare una signorina che forse è incinta nel metro? Ma che cavolo di sei fumato McKagan? –disse Axl.
-Hey hey ragazzi calma, Duff forse ha ragione. Intanto, non sappiamo ancora se sono incinta o meno, devo fare le analisi oggi, e poi, anche se sarei incinta, mentre che non ho il pancione, posso ancora prendere il metro senza occupare lo spazio d’un elefante. –disse Jackie.
-Hm. Come vuoi Jackie. –disse Axl.
-Ragazzi, possiamo venire con voi? –disse Slash.
-Beh, non mi pare che la faccenda vi riguardi… -disse Axl.
-No, ma la faccenda riguarda i nostri migliori amici, che forse diventeranno tutti “papa” –disse Izzy, appena uscito dal bagno, ancora in mutande.
-Un minimo di decoro no eh Izzy? Dico, ora c’è una ragazza che vive con noi.
-Steven, si dà il caso che Jackie non sia una monaca e ha passato metà della sua vita vedendo uomini in mutande, quindi, non vedo il perché dovrei coprirmi. –disse Izzy sedendosi vicino a Jackie attorno al tavolo.
-Ragazzi, se vogliamo pigliare il metro, meglio vestirci e uscire. –disse Duff alzandosi.
-Calmo spilungone, calmo. Io mi vesto in 2 minuti sai. –disse Axl.

Finalmente, dopo mezz’ora, tutti quanti erano riusciti a prepararsi. Erano arrivati giusto a tempo per prendere il metro che li porterebbe fino all’ospedale. Erano arrivati in 6: 1 donna e 5 uomini.
Quando erano arrivati in ospedale, l’infermiera non voleva neanche far passarli tutti quanti, insisteva che per fare il test di gravidanza, la ragazza si poteva far accompagnare solo da una persona. Riuscì a convincere l’infermiera che suo fratello Izzy doveva assolutamente accompagnarla, cosi come suo cugino Axl, e poi disse che Duff era il suo ragazzo, lui lo doveva portare sì o si, e poi Steven era il fratello di Duff, anche lui voleva presenziare. Restava solo Slash: lui, non si poteva imparentare con nessuno, così, si disse semplicemente che era un amico di famiglia, e l’infermiera, che aveva già le scatole piene delle supplicazioni di Jackie e dei Guns, lasciò passare tutti quanti.

Dopo un quarto d’ora, un’infermiera chiamo Jackie. Mezz’ora dopo, forse un po’ di più, l’infermiera venne a chiamare i 5 ragazzi, che aspettavano impazienti. Steven era attaccato a Duff, che a suo volta, stava saltellando di qua e di là. Axl sembrava in pensiero, Izzy e Slash invece, visto che la faccenda in effetti non li riguardava così tanto, si divertivano a guardare la gente. 

-Umm… allora, vediamo un po’… relativi della signorina Jacqueline Delclos vero? –chiese l’infermiera ai ragazzi.
-Si si siamo noi. –disse Duff.
-Seguitemi.

I 5 seguirono ubidienti l’infermiera. L’infermiera portò i 5 in una piccola sala, dove c’era Jackie e un dottore che teneva in mano i risultati delle analisi che aveva fatto.

-Accomodatevi prego.
Izzy e Slash si sedettero, mentre che Steven, Axl e ovviamente Duff, si miserò attorno a Jackie.
-Allora… vi devo annunciare che gli esami sono positivi. Congratulazioni signorina, lei è incinta!
A Jackie stava per venire un colpo. Sentiva che stava per crollare. Steven, Axl e Duff ebbero la stessa reazione. Jackie cascò letteralmente indietro, proprio su Duff. Duff l’acchiappò per miracolo.
-Ripeta per piacere? –disse Steven.
-La signorina Jacqueline Delclos è incinta! –disse il dottore, che stava per scoppiare dalle risate. Di ragazze che stavano per svenire a quella notizia, ne vedeva un sacco ogni giorno.
-Congratulazioni! –disse Slash, andando verso i due biondi e il rosso. Izzy fece altrettanto.
-Ah sì, però le devo dire una cosa signorina Delclos.
-Eh? Come scusi? –disse Jackie appena riprendendosi dal suo stato di shock.
-Le devo dire che abbiamo analizzato tracce di alcool nel suo sangue… Le vorrei dire che visto che ora lei è incinta, dovrebbe smettere con le cattive abitudini. L’alcool, le droghe….
-Si sì dottore, capisco capisco. Grazie tante. Quand’è che devo tornare?
-Vediamo… Torni fra 10 settimane, le va bene? Le faremo la sua prima ecografia. Ecco il biglietto d’appuntamento. –il dottore porse un bigliettino a Jackie.
-Ok grazie dottore. –disse Jackie stringendo la mano al signore. I Guns fecero uguale.
Una volta usciti dall’ospedale, i ragazzi lanciarono urla gioia. Tutti tranne… Axl.
-Cazzo Jackie, diventerai una mamma! Ma ci credi? –disse Steven abbracciando la ragazza.
-Guarda, sono ancora sotto shock. Ma che c’hai Axl? –chiese Jackie.
-Niente… stavo pensando… che quella creatura potrebbe essere mia.
-Potrebbe essere tua tanto quanto mia o di Duff. –disse Steven.
-Vuol dire che ve lo dividerete! –disse Izzy.
-E se nascessero dei gemelli? –disse Slash.
-Ohi, gorilla, vacci piano eh! Per me già il pensiero di un figlio o di una figlia è troppo. –disse Jackie.

Tutti e 6 ritornarono a casa con il metro. Duff era così emozionato che aveva persino pianto un po’. Teneva Jackie abbracciata tutto il tempo. Steven era stra contento, Axl invece, rimaneva sempre dubbioso…  Izzy e Slash, loro erano felici per i loro amici ecco. Tornati a casa però, Jackie cominciò ad essere dubbiosa.

-Jackie, piccola, che c’è che non va? –chiese Duff stappando una bottiglia di birra per festeggiare.
-I miei genitori. Lo so lo so, sono 10 anni che non li vedo, che non parlo con loro, eppure, credo… credo che sia il momento che io cresca. Che io diventi un’adulta ecco. Devo andare dai miei genitori come una persona nuova, cresciuta, con la sua propria vita, e devo dirgli che… che diventerò a mia volta madre, e che avrò una famiglia mia.
-Jackie… ne sei sicura?
-Si. Ne sono più che sicura. Ragazzi, chi mi vuol accompagnare fino a Pasadena?
-IO! –urlò Steven che era in camera sua.
-Visto che io sono per un terzo padre, vengo pure io va. –disse Axl.
-Beh, io guido la macchina, quindi logico che vengo. –disse Duff.
-Ok, c’è posto per un’altra persona ancora. Slash, Izzy? –chiese Jackie.
-Lasciò venire con voi Izzy. Non sono pronto per lasciare la vita di Hollywood. –disse Slash.
-Ok. Ragazzi, dai su, andiamo! –disse Jackie.

La ciurma uscì di casa ed entrò in macchina. Durante tutto il viaggio, Jackie dovette raccontare la sua vita ai ragazzi. Non la sua vita a partire di 15 anni, quella la conoscevano bene. La sua vita, cioè, le sue origini, etc. Poiché il padre di Jackie era francese, sua madre era un’immigrata francese che viveva in California da quando era piccola. Da piccola, Jackie parlava francese e inglese. Poteva ancora parlare il francese. Sua madre dette a luce Jackie all’età di 18 anni, ciò la portò a bere, ad essere un’alcolista, e suo padre, giovane anche lui, era diventato violento. Jackie era scappata coi Van Halen quando aveva 15 anni.

Arrivati a Pasadena, Jackie indicò a Duff dove parcheggiare la macchina. Avrebbero dovuto camminare un po’ per arrivare a casa di Jackie. Il cuore di Jackie batteva forte. Prima di svoltare verso la sua strada d’infanzia, si fermò un attimo.

-Ragazzi…
-Che c’è? Hey, se non te la senti, non farlo… -disse Izzy.
-No no. Lo faccio. Mi date la buona fortuna?
-Siamo tutti con te! –disse Duff.

Il quintetto girò l’angolo della strada, camminarono qualche metro, ed arrivarono davanti la casa di Jackie. C’era suo padre, Thomas Delclos, seduto sulla veranda, fumando la sua pippa. Jackie, col cuore in gola, si diresse verso la casa.

-Ciao pa’. –disse Jackie in francese per farsi riconoscere.
-Jacqueline?
Al uomo era cascata la pippa dalle mani. Si alzò, e si avvicinò verso la ragazza.
-Figlia mia… sei te? –disse l’uomo poggiando le sue mani sulle spalle della ragazza.
-Si papà, si, sono io… –disse Jackie, con le lacrime agli occhi.

L’uomo strinse la ragazza a se. Jackie mise le sue braccia attorno suo padre. Erano 10 anni che non si vedevano, che non si erano parlati… 10 anni.
Duff, Steven, Axl e Izzy erano commossi davanti la scena. Certo, la conversazione si era svolta in francese, però i ragazzi avevano capito comunque il senso della conversazione. Vedendo Jackie e suo padre abbracciarsi aveva portato in certi di loro, un vuoto. Steven per esempio, che di suo padre non aveva un granché di memoria, e se ne aveva, erano memorie negative. Anche Axl non aveva delle belle memorie. Però, vedere che Jackie, che anche lei fino a quel momento non aveva buone memorie del padre, vedere quella ragazza abbracciare suo padre significava tantissimo.

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Capitolo 9
*** Hello daddy.... ***


-Figlia mia, sono così felice di rivederti. Per 10 anni eri scomparsa.
-Scusa papà, scusa. Ero un’adolescente, avevo i miei folli piani. Ma ora torno da te come un’adulta, ed infatti per questo sono venuta qui… Ma aspetta, ti presento i miei amici.
Al suono della parola “amici”, Duff, Steven, Axl e Izzy si avvicinarono verso Jackie.
-Allora pa’, il ragazzo più alto, il biondo, è Duff. L’altro biondo è Steven, il rosso è Axl, e il moro è Izzy.
Il padre di Jackie fece un cenno con la mano.
-Musicisti?
-Si. Ma non facciamo tournée mondiali ancora, siamo fissi diciamo, a Hollywood… -disse Izzy.
-Mhm. Capito. Entrate ragazzi, su.
Tutti e 5 entrarono dentro la casa di Jackie. Era piena di foto della madre di Jackie e di Jackie. Era una casa molto standard: salotto, cucina, bagno al primo piano, al secondo, due camere da letto e un bagno.
-Accomodatevi. –disse il signore Delclos.
Jackie si sedette su una sedia.
-Papà… dov’è mamma?
Il padre di Jackie restò silenzioso per qualche minuto.
-Tua madre… è… è morta. 5 anni fa. Aveva avuto un infarto, io non ero a casa, ero a San Francisco per lavoro….
-Mi… mi dispiace pa’….
-Non hai colpa.
-Un po’ sì.
-In che senso Jackie?
-Se io non sarei nata, forse mamma non avrebbe bevuto così tanto…
-Jackie, non pensare nemmeno a ste cose! Quella che conta è il presente. Infatti, dimmi, perché sei tornata a casa? Non è che mi dispiaccia di rivederti, però, vieni così, senza avviso…
-Ehm… ecco papà… è una cosa difficile da spiegare… Ecco, te… diventerai un nonno ecco.
Gli occhi di Thomas Delclos diventarono due grandi o. Guardava sua figlia Jackie con incredulità. Sua figlia, Jackie, una beh, groupie, avrebbe avuto una famiglia? Sua figlia? Non ci poteva credere.
-Jackie… non ci posso credere! Congratulazioni figlia mia!  - Il signor Delclos si alzò e diede un abbraccio a sua figlia. Jackie stava per piangere di gioia. Era felice che suo padre aveva preso la notizia con entusiasmo.
-Dimmi Jackie, chi sarebbe il padre di questa futura creatura?
Duff, Steven e Axl si guardarono a vicenda. Quale dei tre doveva rendersi responsabile? Jackie però, che non aveva paura di dire la verità a suo padre, si fece avanti.
-Non lo so papà sai. Diciamo che la scelta è fra due biondi e un rosso. Lascia perdere, credo che ti sei fatto un’idea.
-Me la son fatta sì la mia idea. Allora Jackie, cosa pensi di fare? Vuoi tornare qui a Pasadena?
-Non… non saprei… pensavo di restare a Hollywood sai. Quando entrerò nel mio 3 mese di gravidanza, andrò a vivere da una amica… La vita dei miei amici e quella di una donna incinta non combaciano sai.
-A proposito, ho ricevuto delle lettere per te. –disse il padre di Jackie, alzandosi e andando verso un cassetto.
-Lettere? Per me? Nessuno sa che io vivo qui.
-Nessuno? Davvero Jackie? Dimmi, Van Halen, ti suona famigliare?
-COME? Eddie mi ha cercata?
-No, quel altro ragazzo, quello che era il cantante, quello che è arrivato quando ormai eri adolescente… eh il figlio dei dottori…
-DAVID?
-Si quello. –disse il padre di Jackie estraendo una lettera e porgendola alla ragazza. Poi, si rivolse verso Duff e gli altri. –Da bere ragazzi?
-Si grazie signore. –rispose Izzy. Per non fare brutta figura con maniere sgarbate, Izzy era il portavoce del gruppetto. Il ragazzo si era messo ad analizzare la situazione fra il padre di Jackie e Jackie. Non erano proprio padre-figlia, ma piuttosto amici. Non amici che si dicono tutto, che parlano tutto il tempo. Erano piuttosto… amici freddi ecco. Ma poi, se non si parlano 10 anni e prima quello mollava sberle alla figlia, beh, non possono essere molto amichevoli fra di loro.

-Tenete ragazzi. –disse il signor Delclos porgendo delle birre ai ragazzi.
-Grazie signore. –disse Izzy. Gli altri sorrisero.
-Chiamatemi Thomas, o meglio, Tom. –ripose il signore sedendosi vicino a Jackie.
-Jackie, perché piangi? –chiese Duff all’improvviso.
-Oh se arriviamo a sto punto ragazzo, lei piange facilmente sai. È molto emotiva Jacqueline.
-Papà… dai non prendere l’atteggiamento di un padre con me ora. No niente Duff, sono le foto che mi ha inviato David, e poi la lettera che ha scritto…. E poi mi ha inviato 50 dollari. –disse Jackie asciugandosi le lacrime e facendo vedere a tutti il contenuto della lettera.
Steven stava per sputare la birra.
-50 dollari?! –chiese Steven.
-Si popcorn, 50. –disse Jackie.
-E le foto? Fammele vedere. –disse Tom.
-Falle passare poi a Duff e ai altri. –disse Jackie.

Le foto erano state scattate a Parigi, durante la tournée europea dei Van Halen. Jackie e David davanti la Torre Eiffel facendo smorfie varie, Jackie in braccia a David sotto l’Arca di Trionfo e altre varie foto nello stesso stile, tutte di David e Jackie a Parigi.

-Almeno ti divertivi. –disse Tom dando le foto a Duff.
-Si, devo ammettere, mi sono divertita un sacco a vedere il mondo. Se non avrei fatto la vita che ho fatto pa’, credo che sarei rimasta tutta la vita a Pasadena…
-Vorrei andare a Parigi. –disse Izzy.
-Se, te servirebbe bello, così forse impari a vestirti. –disse Axl putando ai pantaloni gialli senape del moro.
-A me piacciono. –disse Steven.
-Steven, lasciamo perdere va. –disse Axl.

Jackie, che non voleva che i ragazzi cominciassero a fare i loro discorsi poco “adulti” e “maturi” davanti a suo padre, si intromise:
-Ragazzi, avete piani? Restate qui a Pasadena o tornate a Hollywood?
-Se volete, potete restare qui. Siete rockstar no? Dormire sui divani non è un problema per voi vero? –disse Thomas.
-Siete sicuro? Non vogliamo intrometterci… -disse Steven.
-Restate pure. Jackie, fai vedere la tua stanza ai ragazzi.
-Ok! Venite, vi faccio vedere la mia stanza d’infanzia, dove ho dormito per 15-16 anni….

La stanza di Jackie era bastanza grande. Avevo un letto matrimoniale, un tavolo e una sedia, un armadio e… un divano! Tutta la stanza era tappezzata con vari poster. C’erano poster di David Bowie, dei Led Zeppelin, dei Rolling Stones, dei Beatles, dei AC/DC, delle Runaways, dei Black Sabbath, dei Ramones e tanti altri ancora... C’era anche un piccolo spazio con delle fotografie. Le fotografie erano soprattutto quelle di Jackie e i suoi amici. Sul tavolo invece, c’era un mucchio di roba: trucco, pettini, lingerie, bottiglie vuote di birra, …

-Beh, bella la tua stanza! Posso dormire sul divano? –disse Axl.
-Ti stai prenotando eh? Comunque grazie. Questo era il posto dove mi rifugiavo sempre. –rispose Jackie buttandosi sul letto.
-Tanta stima per i tuoi poster. Ah sì, e anche per la tua lingerie. –disse Steven sdraiandosi vicino a Jackie.
-Scemo! Da qua! –disse Jackie prendendo dalle mani di Steven un reggiseno.
-Jackie, non sei cambiata per niente. Sul serio! Nel 1974 avevi gli stessi capelli che ora… No però fisicamente sei cambiata, te son cresciute le tette e il culo… -rise Duff squadrando una foto di Jackie con un ragazzo, scattata appunto nel 1974. Duff sapeva che era il 1974 perché era scritto sulla foto.
-Siete uno più idiota dell’altro!! –disse Jackie facendo posto per Duff sul letto.
-Tuo padre non sembra male comunque. –disse Izzy.
-Diciamo che quando ero adolescente ecco, lui perdeva controllo mi sa un po’ perché soffriva per lo stato di mamma, un po’ perché i miei atteggiamenti non erano… ideali.
-Rebel rebel, you’ve torn your dress, rebel, your face is a mess! –cantò Duff.
-Rebel rebel, how could they know! –rispose Izzy.
-Hot tramp, I love you so! –risposerò Steven e Axl in coro.
-Doo doo doo do do do do do…. –cantecchiò Jackie.

In quel momento, il padre di Jackie bussò alla porta.
-Ragazzi, fra un’ora ordino delle pizze. Preferenze? –chiese Thomas.
-Prosciutto! –disse Steven.
-4 formaggi! –disse Jackie.
-Margherita. –disse Izzy.
-4 formaggi! –disse Duff.
-Bah, a questo punto, sostengo Steven col prosciutto. –disse Axl.
-Va bene. Ma voi intanto, andate a passeggiare un po’ no? O avete paura del buio? –disse Thomas uscendo dalla camera.
-Il vecchio ha ragione…. Andiamo ragazzi dai. –disse Axl.

Così, Duff, Steven, Axl, Izzy e Jackie uscirono a fare un giro in Pasadena. Jackie faceva vedere i suoi vari posti d’infanzia, dove giocava, o dove le avevano dato la prima volta della droga, eccetera eccetera. Izzy si sentiva bene, ma gli altri ragazzi… Erano nervosi! Come comportarsi davanti il padre di Jackie? In fondo, forse loro lo avrebbero dovuto considerare come un padre…………
 

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Capitolo 10
*** Triple sorpresa! ***


I ragazzi ebbero una cena piacevole con il padre di Jackie. Lui raccontava storie varie dell’infanzia di Jackie, tutti scherzavano, ridevano, erano tutti in sintonia. La notte, Axl dormì sul divano nella stanza di Jackie, Izzy nel divano nel salotto, mentre Duff e Steven dormirono con Jackie. Inutile dire che Steven cascava ogni tanto dal letto, visto che Jackie quando dormiva, si metteva in posizioni strane.

La mattina seguente, tutti ripartirono per Hollywood. Jackie promise a suo padre di andare a trovarlo prima della sua prima ecografia.
Tornati a Hollywood, tutti urlarono dalla felicità.
-Siamo in città ragazzi! Siamo nella civilizzazione! Siamo nel posto più figo di Los Angeles! –esclamò Steven uscito dalla macchina.
-Anche Pasadena non era male, era più calma… -disse Izzy.

I giorni passarono velocemente. Jackie era andata a vivere con Judy, la sua amica che lavorava con lei al bar. Viveva a 10 minuti della casa dei Guns. Finalmente, arrivò il grande giorno, il giorno della prima ecografia. Il padre di Jackie era arrivato il giorno prima a Hollywood, Duff era andato a prenderlo a Pasadena. Alle 9 di mattina, Jackie stava aspettando che i uomini escano di casa. Come al solito, erano in ritardo. Finalmente, Steven uscì per primo.

-Jackie, tesoro! –esclamo Steven.
-Ah! Alla buon’ora! Siete 5 minuti in ritardo! –disse Jackie stampando un bacio a Steven. Steven era diventato molto premuroso, e se Jackie aveva bisogno d’aiuto, lui cercava di aiutarla sempre. La pancia di Jackie ormai stava cominciando la crescita.
-Piccola! Come stai? –chiese Duff dando un abbraccio a Jackie.
-Bene dai. Sono nervosissima!
Axl arrivò con Izzy, Slash e Thomas. Izzy e Slash stavano parlando con il padre di Jackie a proposito di… donne.
-Baby, allora, oggi è il grande giorno eh? –disse Axl scambiandosi due baci con Jackie.
-Grande giorno per me e per te! – disse Jackie. Poi, si rivolse verso suo padre e i chitarristi.
-Izzy, Slash, basta ubriacare mio padre con le vostre chiacchere! Ha una certa età il pover uomo! –disse Jackie.
-Figliola, guarda che ho 45 anni! E poi, lasciami parlare con sti giovanotti eh? –disse Thomas.
-Parlare di cosa?
-Cose di uomini. Ora, fai la brava ragazzina, e vai. –disse Thomas dando una pacca a Izzy.
Jackie fece la ragazzina offesa e andò da Duff, che stava ridendo con Axl e Steven a proposito della scena.
-Voi uomini! Certe volte, ho una voglia enorme di mollarvi delle sberle!
-Jackie, non fare l’offesa! Andiamo dai, se no non pigliamo il metro! –disse Duff abbracciando Jackie.
Il viaggio nel metro fu una scena: Jackie era circondata da ora 6 uomini: suo padre, ogni volta che qualcuno la spingeva, cominciava a innervosirsi, e diceva di fare attenzione con le donne incinta ai passanti. Steven, Duff e Axl facevano le bodyguard, in modo che nessuno potesse avvicinarsi alla ragazza, Izzy e Slash li aiutavano.

Arrivati all’ospedale, la stessa infermiera che accolse la prima volta la ciurma li accolse.
-Ah, ancora voi. Si si ok, non dovete raccontarmi un’altra volta le vostre parentele, il cugino il fratello del ragazzo bla bla bla. Seguitemi.
Izzy e Steven stavano per scoppiare dalle risate. L’infermiera portò il gruppetto nella sala dove Jackie doveva avere la sua prima ecografia. Dopo un po’, arrivò il dottore.
-Ah, signorina Delclos, bene bene! Vedo che questa volta ha portato anche suo padre! Bene, per favore, si stenda qui, con calma… è nervosa?
-Buongiorno dottore! Si, mio padre, viene da Pasadena. Beh, sa dottore, siamo tutti nervosi….
-Non si preoccupi. Signori, potete mettervi attorno la signorina, bene…
Duff, Steven, Axl e Thomas si avvicinarono subito. Izzy e Slash guardavano a distanza.
Dopo un po’, il dottore riuscì a catturare l’immagine dentro la pancia di Jackie.
-Hmm… strano…
-Che c’è? Che c’è che non va? –chiese subito Duff agitato.
-Si calmi signore, non è successo niente di cattivo… anzi, è successo qualcosa di bello, molto bello! Vedete tutti l’immagine, no? –chiese il dottori. Tutti quanti annuirono.
-Bene, allora… Jacqueline Delclos, lei avrà 3 bambini!
-Come? Cosa? Quanti? No no, lei si sbaglia…
-Su via, si calmi! Ne fa tre d’un colpo e poi non ne deve far più! Chi di voi è il padre? –chiese il dottore.
Duff, Steven e Axl alzarono simultaneamente la mano e si guardarono a vicenda.
-Ah… si, capisco. Signorina, la mia ipotesi è che voi siete stata fecondata da 3 spermi diversi, ciò forma...
-Si sì si ho capito, 3 spermi diversi, da 3 uomini diversi, danno 3 bambini, ciascuno appartiene a uno dei ragazzi. –disse Jackie quasi priva di forze. Duff e gli altri stavano per svenire. Ma cosa avevano combinato?
-Dottore, mi dica, ma mia figlia c’è la farà? Lei è sicuro che tutto vada bene là dentro? –chiese Thomas.
-Certo, basta che non si stanchi troppo. Deve cercare di essere... statica ecco signorina. Sa, avendo 3 bambini la dentro, deve fare molta attenzione.

Ma Jackie ascoltava il dottore a mala pena. Era persa. Per lei già il pensiero di avere un bambino era troppo, ma 3? 3 d’un colpo? Questo era troppo.

-Si sa se sono maschi o femmine? –chiese Izzy d’un colpo, per scongelare la situazione.
-No, è troppo presto ancora. Normalmente però, in questi casi, le combinazioni sono 2 maschi e una femmina o vice-versa. Vi stampo le foto dell’ecografia. Vada a lavarsi signorina.

Jackie si fece aiutare da Duff e Steven. Si sentiva priva di forze, stava per collassare. Duff e Steven l’aiutarono a lavarsi. Jackie tornò dal dottore bianca come un fantasma.

-Dottore, la prossima volta è?
-Stesso giorno del prossimo mese. Se si sentirà male per qualsiasi motivo, venga subito da me. Dovrà prendere congedo di maternità al più presto possibile. Le scriverò subito una lettera.
-Grazie grazie. –disse Jackie. La ragazzo andò verso suo padre e collassò fra le sue braccia. Suo padre era restato stupito dalla situazione.

Dopo mezz’ora, il gruppo uscì dall’ospedale. Nessuno riusciva a parlare.

-Beh, comunque Jackie, congratulazioni… -disse Izzy.
-Triple congratulazioni! –disse Slash.
-Grazie ragazzi. –riuscì a dire Jackie con un mezzo sorriso.
-Piccola, non fare così… diventerai madre di 3 bambini! –disse Slash.
-Si Slash, e chi è che deve partorirli? Io vero? Mica te!
-Jackie, dai, tutte le donne del mondo partoriscono, tutte le donne del mondo c’è la fanno, anche te c’è la farai! –disse Izzy.
-Normalmente le donne partoriscono un figlio alla volta non 3 Jeff. –disse Axl.
-Colpa mia. Se io e te non l’avremmo fatto… -disse Steven.
-Avrei dei gemelli. Steven, non gettarti la colpa addosso. Ragazzi, non dovete pensare che c’è l’ho con voi. Il problema è che sono preoccupata per me…
-Jackie, staremo tutti e 5 al tuo fianco, e ti aiuteremo sempre! –disse Duff.
-Fate 6. C’è anche il padre eh! –disse Thomas Delclos.
-Ma per piacere, se non potete badare a voi stessi, che cazzo andrete a badare a una donna incinta! –disse Jackie estraendo una Marlboro, che le venne tolta dalle mani da Duff.
-Jackie, io ci tengo che quelle creature nascano sane, quindi, non fumare. –disse Duff.
-Uffa. Ma perché sta cosa deve durare 9 fottuti mesi?
-Aia, ragazzi, quando Jacqueline diventa cazzuta, non è niente di buono. Normalmente faceva così quando aveva fame… -disse Thomas.
-Papà, non ti mettere! Anche se è vero che ho un po’ fame….
-Eh beh, devi mangiare per 4 ora! –disse Steven.
-Eh daiè! Potresti non ricordarmelo ogni 5 minuti che ora io ho 3 creature la dentro? Grazie. –disse Jackie.
-Propongo di andare a un ristorante no? –disse Izzy.
-E chi lo paga bello? Nah, ragazzi, si va a un fast food. –disse Jackie.

Così, tutti quanti si avviarono verso il McDonald’s più vicino. Questa sarebbe stata una delle poche volte in 9 mesi nelle quali Jackie poteva mangiare in un fast food senza vomitare…

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Capitolo 11
*** Crazy little thing called love... ***


Febbraio 17.

Steven e Jackie erano seduti sul divano, guardando il film Tootsie, con Dustin Hoffman alla TV. Duff, Slash e Izzy stavano improvvisando coi loro strumenti, Axl stava cercando di scrivere una canzone.

-Ragazzi, ma sul serio dovete guardare quel film? Sono sicuro che avrete l’occasione di guardarlo ancora una volta, la tv funzionerà sempre. –disse Duff che ormai stava sputtanando il suo basso perché non riusciva a suonare qualcosa di decente quel giorno.
-Ohi, pertica, non rompere, mica colpa mia se oggi non hai ispirazione! –disse Steven.
-Anche te dovresti fare un po’ di pratica eh. –disse Izzy.
-Hehe, vedete, la batteria non richiede tanta pratica, e poi, io pratico, ma quando c’è Jackie, preferisco stare con lei.
-Ma che premuroso il nostro Steven eh! Piccioncino! –disse Slash.
-Ragazzi, ci lasciate guardare sto film si o no orco can? –disse Jackie lanciando una bottiglia vuota di tè freddo verso Slash.
-Calma signora! Capisco i tuoi ormoni in eccitazione, ma calma eh! –disse Slash lanciando a Jackie la sua maglietta tutta sudata.
-Bleah! Ma che schifo Saul! –disse Jackie.
Steven si alzò, tolse la sua di maglietta, e la avvolse attorno a Slash, quasi quasi lo soffocava. Tutti quanti ridevano.
-Ecco, l’uomo che protegge la donna! –disse Izzy.

In quel momento, uscì Axl da camera sua, dove era rintanato.
-Ragazzi, non riesco a lavorare con tutto il chiasso che facete. Comunque, ecco qualche straccio di canzone che son riuscito a scrivere. Io esco. Chi viene con me? –disse Axl lanciando a Duff dei fogli.
-Io! –disse Izzy posando la sua chitarra.
-Anche io vengo, se Steven mi lascia in pace. Quando sto qua si innamora, diventa insopportabile. –disse Slash cercando di respingere Steven che lo teneva ancora. Steven finì per lasciarlo in pace e andò a abbracciare Jackie.
-E quando mai tu mi hai visto innamorato? –chiese Steven.
-Allora, quando eri adolescente ovvio. Te innamorato, facevi qualsiasi follia e cazzata per che la ragazza ti noti. Cazzo, sei te che mi hai raccontato quella volta, quando avevi 11 anni e hai fatto 5 touchdown in allenamento di football per impressionare una cheerleader sedicenne! –disse Slash prendendo una nuova maglietta dei Led Zeppelin e infilandosi la giacca di cuoio. Axl e Izzy lo stavano aspettando.
-Ma lo devi raccontare a tutti orco can? Comunque, non sto facendo così ora… –disse Steven.
-Ah no, ti pare! Dai su andiamo ragazzi. Duff, vieni? –chiese Izzy.
-Non saprei… -disse Duff.

D’un lato, Duff non voleva lasciare Steven e Jackie da soli. Nonostante tutto, lui continuava ad avere dei sentimenti per la ragazza, ma Jackie, come le era solito, andava di qua e di là coi ragazzi, anche se ultimamente, lei e Steven sembravano molto uniti…. Decise di uscire però, per rinfrescarsi le idee.
-Si ok vengo. Guardate il film in pace raga! –disse Duff posando il basso e prendendo il suo chiodo in pelle.

Quando tutti uscirono, Jackie tirò un sospiro di sollievo, si libero dalla presa di Steven e si buttò sul divano.
-Alleluia! Posso guardare il film in pace! –disse la ragazza buttandosi sul divano.
-Un piccolo spazio per me no eh? –chiese Steven prendendo del gelato al cioccolato e due cucchiai.
-Mi stai ricattando con il gelato eh? Dai su vieni.
Jackie alzò le sue gambe, Steven si sedette e Jackie lascio cadere la sue gambe su Steven.
-Massaggio? –disse Steven porgendo il gelato a Jackie.
-Ti adoro. Certe volte, credo che la vita non potrebbe essere meglio: guardi uno dei tuoi film preferiti, mangi gelato, te fanno massaggi…
-Comunque Dustin Hoffman sta meglio da uomo… -disse Steven guardando il film.
-Beh, ma fa una donna perfetta comunque! Un po’ esagerata ma vabbè, voglio dire, a nessuno verrebbe in mente di sospettare la sua vera identità!

Steven intanto massaggiava i piedi della ragazza e la guardava con la coda dell’occhio. Si vedeva già una piccola protuberanza nella pancia della ragazza. Due giorni fa, Lui e Duff erano andati a prendere dei vestiti per le donne incinta, come scorta per tutti i mesi. Adorava Jackie, per lui era la ragazza perfetta. E poi, era inutile negarlo ormai: lui era sempre stato un po’ geloso quando Duff e Jackie stavano insieme. Ma ora, lui aveva tutte le chance che Jackie diventasse sua!

-Hey, Popcorn, ci sei o sei sulla nuvola rosa? –disse Jackie sventolando un cucchiaio con del gelato. Steven sorrise, si avvicino alla ragazza, e lei li mise il cucchiaio in bocca.
-Ti stai allenando a dar da mangiare ai bambini? –rise Steven.
-Si, tu sei il mio grande bambinone, e ti voglio bene! –disse Jackie ingoiando a sua volta del gelato.

I due continuarono a guardare il film, scherzando, divertendosi. Già, si volevano un mondo di bene, anche se ogni tanto, Jackie ripensava a Duff. Non voleva ferirlo, però… Però la gente cambia, anche lei era un po’ cambiata dentro, infatti, aveva cominciato ad affezionarsi a Steven più che a Duff. E questo le faceva paura, tanta paura. Perché lei sapeva che Duff l’amava ancora, e non voleva ferirlo stando in una relazione con Steven.
La ciurma dei Guns tornò verso le 5 di sera. Steven e Jackie si erano addormentati sul divano. La vaschetta di gelato era vuota, la chitarra di Izzy era stranamente vicino al divano.

-Avrà suonato Jackie. –disse Duff dando un bacio sulla guancia della ragazza che però non si sveglio.
-Sperò, perché Steven non sa suonare manco morto! –disse Izzy prendendo la sua chitarra.
Steven aprì gli occhi e si stiracchio, alzò i piedi di Jackie e si alzò dal divano.
-Salve gente. Che ore sono?
-Le 5.
-Uffa! Devo svegliare Jackie!
-Dimmi, Jackie ha suonato la chitarra? –chiese Izzy.
-Si, ha suonato dei pezzi di Bowie, dei Van Halen e dei Def Leppard.
-Suona bene quella ragazza! –disse Slash.
Intanto, Jackie si stava già svegliando da sola. Era andata in bagno, nessuno l’aveva notata. Entro nel salotto con tutti i capelli scompigliati.
-Ziggy, dormito bene? –chiese Steven.
-Da dio. Ora devo andare a lavorare ma prima devo fare un salto a casa mia per cambiarmi. Chi mi vuole accompagnare per il mio ultimo giorno di lavoro, prima del congedo di maternità?
-Se mi prepari un drink micidiale baby, vengo con te fino al bar! –disse Axl.
-Ci puoi contare Rose. Andiamo allora! Steven, Duff, venite?
-Io vengo, te Duff? –chiese Steven mettendosi i suoi stivali e acchiappando la maglietta che aveva buttato prima.
-Ok, vengo pure io.

Così, il quartetto si incammino per le vie di Los Angeles. Jackie indossava un vestito di jeans a maniche lunghe, ornato da una sciarpa a pois bianca-nera, delle calze trasparenti e i suoi stivali ben amati. Nah, troppa briga mettersi dei jeans per fare due passi. Arrivata all’appartamento che divideva con Judy, fece accomodare i ragazzi in camera sua, che sarebbe a dire il vero la metà di una camera vera.

-Ehm… si beh, sedetevi sul letto ecco. Faccio presto.
Jackie si sfilò i vestiti, tanto i ragazzi l’avevano vista nuda più di una volta, e si infilò l’uniforme del bar. Poi, andò in bagno a sistemarsi i capelli. Era pronta in 10 minuti netti.
-Ok, su ragazzi andiamo!
-Hai fretta baby? Io sto benissimo sul tuo letto… -disse Axl che si era steso sul letto. Duff e Steven invece stava guardando fra i vari vinili che possedeva Jackie. Vinili dei Van Halen, The Runaways, David Bowie, Ramones, Europe, Def Leppard, Blondie e tanti altri ancora.
-Non vi posso lasciare da soli 5 minuti che voi già cominciate a frugare fra la mia roba e a dormire! Dio mio, siete dei bambini!
Duff si alzò e diede un abbraccio a Jackie.
-Rebel, non fare così daiii! –disse Duff.
-Sh, spilungone! –Jackie posò un bacio sulla guancia del biondo, poi fece segno a Steven e Axl che dovevano seguirla.
Jackie riuscì ad arrivare in tempo al lavoro, proprio quando Judy stava ormai partendo.
-Judy! Sono in ritardo?
-5 minuti in anticipo. L’appartamento non è in disordine? Perché oggi deve venire uno…
-Lasciamo indovinare: Mick?
-Si lui. Forse è meglio se vai a dormire dai tuoi amici… scusa sai. Hai dei vestiti a casa loro?
-Eh…. Si beh qualcosa da mettermi me lo trovo sai.
-Ok. A domani!
Judy uscì dal bar in fretta.
-Jackie, che vestiti ci avresti a casa nostra? –chiese Duff.
-I tuoi. Allora, il solito ragazzi? –disse Jackie.
-Il mio caricalo un po’ di più eh? –disse Axl.
-Ma certo rosso.

Steven, Duff e Axl passarono quasi tutta la notte in quel bar, a parlare con Jackie mentre che lei preparava tutta la notte dei drink micidiali per i clienti. Duff beveva più del solito. Ne aveva bisogno. Era confuso, non sapeva cosa fare, cosa pensare a proposito di Jackie. Quella ragazza stava con 2, vedi 3 uomini in un solo tempo, e le era facile! Ma poi, a pensarlo, lei non stava con nessuno. Lei e Steven non era ufficialmente fidanzati vero? Allora perché lui si doveva dare tanti problemi, visto che tanto, nemmeno lui era fidanzato con Jackie? Però, secondo lui, Jackie apparteneva sempre a lui….
Nel frattempo, Crazy Little Thing Called Love era in onda sulla radio.
 
 
“There goes my baby
She knows how to Rock'n'Roll
She drives me crazy
She gives me hot and cold fever
Then she leaves me in a cool cool sweat”
 
******angolo dell’autrice******* Salve a tutti! Allora, mi sa che Jackie vi sta confondendo tutti no? Beh, il fatto è che lei ora ha cambiato i suoi sentimenti per Duff. Ora, Duff è un caro amico, e Steven è il ragazzo che lei ama. In pratica, Duff e Steven hanno invertito ruoli nella vita di Jackie ecco. Axl invece ha sempre lo stesso ruolo di “seduttore” che non dura più di un paio di ore ecco…. 

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Capitolo 12
*** Steven breaks down.... ***


Aprile 21.

Era ormai arrivata la primavera, e il pancione di Jackie era cresciuto un bel po’. Jackie aveva deciso di passare un periodo calmo a Pasadena, in compagnia di suo padre. I ragazzi venivano a trovarla quando potevano, anche se erano diventati sempre più occupati con la loro carriera musicale.
Jackie era stesa sul suo letto, ascoltava i Beatles. Le note di Something risuonavano per la stanza.  Jackie aveva messo entrambi le sue mani sul suo pancione. Ogni tanto, poteva sentire quelle creature che si muovevano, e le facevano un male terribile. Stava pensando su come chiamare i suoi figli una volta che saranno nati. Se erano 3 maschi, dava a tutti quanti i nomi del padre rispettivo: William, Steven e Michael. Se erano femmine…: Michelle, Joan e Jane. D’un tratto, Thomas, il padre di Jackie, entrò in camera della ragazza.

-Jacqueline. Qualcuno ti cerca al telefono.
Jackie si fece aiutare dal padre per alzarsi dal letto e si avviò nel salotto, e prese la cornetta del telefono.
-Jacqueline Delclos.
-Jackie, ciao sono io, Judy.
-Judy!! Hey, perché mi chiami? Qualcosa che non va?
-Uno dei tuoi ragazzi, no si cioè vabbè quel biondo Steven, è finito in ospedale…
-COSA?
-Shh calmati, ricordati che non ti devi eccitare!! Si per un’overdose mi pare… Potresti venire a Hollywood? Vengo a prenderti se vuoi.
-Ma vieni subito, certo che vengo!
Jackie si precipitò in camera sua.
-Papà, Steven è in ospedale, ha fatto un’overdose!  Spegni la musica e vieni con me a Hollywood!
-Jacqueline, ora?
-Si papà, si, ora!

Thomas sapeva che quando sua figlia era agitata, meglio non contrariarla, specialmente ora che i suoi ormoni era rigirati come quelli di una ragazzine quindicenne. Così, l’uomo si mise una camicia e un jeans vecchio, e aiuto Jackie a mettersi un vestito XXXL (data la misura del pancione). Judy arrivò in 45 minuti netti.

-Veloce. –commento Thomas salendo in macchina dopo aver aiutato Jackie.
-Ho fatto del mio meglio, meno male che non mi hanno multato. Jackie, è stato Duff a chiamarmi… Steven è ricoverato all’ospedale centrale…
-Come sta? Overdose di cosa? Come?
-Non mi ha detto. Jackie, non agitarti troppo, sai che non ti fa bene.

Questa volta il tragitto Pasadena – Hollywood durò poco più di un’ora, visto che Judy non voleva accelerare troppo con una donna incinta in macchina. Appena la macchina fu parcheggiata, Jackie uscì di corsa e trovò Izzy che aspettava all’entrata.

-Jeff! O mio dio, come sta?
-Riprendendosi, gli hanno dato non so cosa in modo che ritorni fra noi viventi.
-Ragazzo, non parlare così che le fai venire un infarto a Jacqueline. –disse Thomas arrivando con Judy.
-Papà, risparmia i commenti! Izzy, portami da lui ti prego.
Izzy, senza discutere, butto a terra la cicca della sigaretta, e accompagno il gruppetto nel corridoio dove era situato Steven. Fuori dalla porta c’erano Duff, Slash e Axl.
-Jackie, sei arrivata! –disse Axl posando un bacio sulla guancia della ragazza.
-Axl. Si, Judy ha chiamato e le ho chiesto di venire a prendermi. Come sta Steven?
-Beh, potrebbe star meglio. –disse Duff dando a sua volta un bacio a Jackie. Slash si limito a salutare la ragazza con la mano.
Un’infermiera arrivò in un batter d’occhio.
-Voi sareste? –chiese l’infermiera puntando a Jackie, Thomas e Judy.
-Quel signore è mio padre, lei è mia sorella e sono venuta per vedere come sta il mio… ragazzo. –disse Jackie. Ora, si metteva a raccontare a mezzo ospedale le sue false relazioni parentali. Prima suo ragazzo è Duff, poi è Steven… già.
-Ah già, Jacqueline Delclos vero vero. Può restare con lui solo per 2 minuti.

L’infermiera lasciò entrare Jackie. Steven era steso sul lettino, aveva uno strano aggeggio attaccato al suo corpo. Riuscì appena ad alzare lo sguardo per vedere Jackie entrare.
-J-j-ackie… -disse Steven sorridendo.
-Steven! Ma come hai fatto? Sai che mi hai fatto venire un colpo… tesoro…
Jackie si avvicinò a Steven e si sedette sulla sedia accanto al letto. Poggiò una mano sulla fronte del ragazzo.
-L’eroina, sai Jackie, l’eroina… a volte mi fa brutti scherzi… a volte eccedo…
-Shh. Tranquillo. Fra un po’ starai meglio.
-Jackie… voglio… vivere serenamente. Voglio tornare ad essere felice senza l’eroina.
Jackie li strinse la mano. Il suo povero Steven! Il suo caro, piccolo, Steven!
-C’è la farai Steven, ne sono certa. Tu sei un ragazzo forte, hai vissuta tanta merda nella tua vita, c’è la farai a superare anche questa.
Jackie posò un bacio sulla fronte del ragazzo.
-Mi manchi Jackie. Un giorno vengo a vivere con te a Pasadena.

In quel momento, arrivò l’infermiera. I due minuti erano scaduti.
Jackie uscì. Trovò Judy in groppa a Izzy.
-Beh, questo cosa significa? Basta che io lascia Hollywood per un mese e te Izzy hai già una ragazza? –disse Jackie.
Izzy sorrise e posò un bacio sul collo di Judy.
-Come sta? –chiese Thomas.
-Come dice Duff, potrebbe star meglio. Sono sicura che si rimetterà presto. Ma anche voi ragazzi, potreste aiutarlo a non eccedere. –disse Jackie dando uno sguardo verso i Guns.
-Hey baby, ste questioni le risolvi con Slash e Izzy. Io, non uso quella merda. –disse Axl.
-Non mi pare il caso di discutere. Jackie, vivi fra rockstar da anni e anni, sai come sono ste cose. –disse Duff un po’ irritato.
-Duff, posso parlare con te un secondo fuori? –disse Jackie vedendo il ragazzo acido.

I due uscirono dall’ospedale. Duff tirò subito fuori una sigaretta.
-Ora, tu mi dici perché ultimamente sei così… freddo con me ecco.
-Te lo dovrei chiedere io.
-Che? Ma te pensi prima di aprire la bocca o no?
-Senti chi parla! Senti, a me sta sinceramente sulle palle che io sia innamorato di una ragazza che di me se ne frega. A me sta sulle palle che io ami una ragazza che è ovviamente interessata ad uno dei miei migliori amici. All’inizio dell’anno mi sembrava che noi due potessimo stare insieme, mi sembrava che te mi amavi e che finalmente potevamo restare insieme per sempre. Invece, te finisci per innamorarti del mio migliore amico. E te mi chiedi perché sono freddo con te.

Jackie annuì. Stava guardando Duff. Che dire, aveva i suoi motivi per essere amaro con lei. Tanto, lei sapeva che un giorno questa discussione sarebbe venuta fuori. Doveva dichiarare a Duff i suoi veri sentimenti, doveva chiarire tutta la situazione.

-Ok, si lo ammetto, io sono innamorata di Steven, si. Sai, i sentimenti delle persone cambiano. Voglio dire, se c’eravamo lasciati una volta, ci saranno stati dei motivi. Duff, io so bene che tu mi vuoi bene, però devi capire che io e te ormai siamo acqua passata. Nel fiume ora scorre acqua nuova. Io e Steven, Izzy e Judy, Axl e la sua ragazza Erin… Vedi, la gente cambia, tutti cambiano. Te per me resterai sempre una persona cuore, un amico, uno dei miei migliori amici. Io non voglio perderti come amico.
-Come minimo, siamo amici. Già tanto per me.
-Duff, non fare l’offeso su. Tanto te lo sapevi già prima che io te lo dicessi.
-Jackie…. Niente. Ti voglio bene.
Jackie sorrise, diede la mano a Duff e i due rientrarono dentro. Thomas stava parlando con Axl e Slash di musica, Izzy e Judy erano accoccolati sul piccolo divano nella sala d’attesa.
-Beh, ragazzi, che volete fare di bello? –chiese Axl a Jackie e Duff.
-Noi? Niente, tu? –disse Duff.
-Ragazzi, si sta facendo tardi, propongo di andare a mangiare da qualche parte. –disse Judy.
-Pizza? Ultimamente vado ghiotta per la pizza. –disse Jackie.
-Già mi immagino i tuoi figli mangiando pizza dalla mattina alla sera. –disse Slash.
-Comunque, pizza, buona idea. Dove? –disse Thomas.
-Beh, mangiamo la pizza per una volta in una pizzeria invece di mangiarla a casa buttati sul divano! –disse Izzy.
-Che sia. –disse Axl.

Così, tutti quanti uscirono dall’ospedale e si avviarono verso la pizzeria più vicina. Steven intanto, si stava riprendendo pian piano, anche se questa cosa delle overdose non andava a genio a nessuno. Un padre che fa’ delle overdose? No, non va bene per niente. Le cose dovevano cambiare…

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Capitolo 13
*** David Lee Roth comes back! ***


Inizio Giugno, Jackie era a Hollywood per la sua visita dal dottore. Passeggiando per le strade di Hollywood, lei non si poteva immaginare neanche minimamente di incontrare un vecchio amico… Bisogna considerare il numero di abitanti a Hollywood, e poi, le strade erano enormi e la gente che passava era sempre a migliaia. Nonostante tutto, passeggiando per una strada di Hollywood, davanti ad un negozio di musica, riconobbe una figura maschile. Avrebbe riconosciuto quel uomo a miglia di distanza.

-Dave? David, sei te?
L’uomo, riconoscendo la voce, quella voce che per 7 anni era sempre stata con lui, si volto verso la ragazza.
-Jackie? Piccola, ma sei proprio te!
David Lee Roth diede a Jackie un abbraccio.
-Ma che, non mi dire che sei incinta? In 7 anni con i Van Halen, non ti era mai successo!
-Beh, ste cose arrivano proprio quando non te le aspetti…. Ma te, che fai di bello?
-Senti, non è meglio se ci sediamo in un bar? Non mi va di parlare per la strada…. Troppa gente, poi te con sto pancione…. Ma quanti ne hai la dentro? 10?
-3. C’eri quasi.

I due si incamminarono verso un piccolo bar. Ordinarono 2 brioche e due caffè. I due cominciarono a parlare di quello che avevano fatto una volta che si erano separati. David ascoltava interessato la storia di Jackie.
-Ma senti, sti Guns N’ Roses allora fra poco diventeranno qualcosa di concreto?
-Beh, hanno un contratto con la Geffen mi sa. Ma suonano bene sai.
-Comunque, non posso crederci che te ti sei innamorata! Jackie, per una volta, avrai un unico uomo nella tua vita!
-Dave, non fantasticare…. Sono incinta da 3 uomini, mica uno…. E poi, te l’ho sempre detto, finché io non mi sposo, io sono la Jackie di tutti, io sono la ragazza di tutti quanti….
-Non sei cambiata per niente.
-Beh, manco te sai.
-Senti Jackie, volevo dirti, se mai hai bisogno di soldi o di qualcos’altro, chiamami a questo numero. O inviamo una lettera a questo indirizzo.
David scrisse su un foglio di carta che era sul tavolino del bar il suo numero e il suo indirizzo.
-Grazie David. Sei sempre stato un amico. Sempre. A proposito, se vuoi venire da me a Pasadena, vieni quando vuoi. Io mi ritrasferisco qui a Los Angeles solo per dare a luce queste 3 creature.
-Vorrei conoscere i padri di queste future creature. Tanto per sapere chi sono questi 3 uomini sai…
-Il solito, vuoi sempre sapere chi sono gli uomini che ho nella mia vita…
-Hey, mi preoccupo per te! Voglio che tu sii felice.
-Ah beh, allora, dovrei trovarmi uno che lavora in un ufficio roba del genere, non beve non si droga eccetera eccetera… punto è che quei tipi non mi appagano. Per niente.
David lasciò un biglietto di 20 dollari sul tavolo ed uscì con Jackie dal bar. I due si incamminarono verso la dimora dei Guns. Jackie stava per farsela addosso! Il suo amico d’adolescenza, nonché ex cantante dei Van Halen, stava per conoscere i Guns N’ Roses, stava per conoscere 3 dei uomini che le hanno cambiato la vita…
Arrivati a destinazione, Jackie bussò alla porta. Fu Duff in persona ad aprirla.
-Hey Duff… abbiamo visite. –disse Jackie entrando nell’appartamento è indicando David.
-Piacere Duff. Sono David…
Ma David Lee Roth ovviamente non ebbe tempo di finire la frase.
-David Lee Roth? In casa nostra?
Duff stava per svenire. David Lee Roth, ex cantante dei Van Halen, celebrità in assoluto, ex “amante” di Jackie, era venuto a casa sua?
-Posso entrare? –rise David.
-Ma certo! No ma che domande, ovvio! –disse Duff invitando David ad entrare.
Ormai nel salotto tutti i Guns erano riuniti.
-Beh Jackie, ci hai portato il tuo vecchio amico a casa eh? –disse Izzy.
-Jeffrey, lui è stato più di un amico, lui mi ha salvato la vita, senza lui, io non avrei fatto la vita che ho fatto. Ragazzi, vi presento David Lee Roth.
David fece un cenno con la mano. I Guns risposero con sorrisi e cenni.
-Signor Roth…. Ehm… che ci fa una celebrità del vostro rango in questo umile appartamento? –chiese Steven.
-Steven, risparmi il leccaculismo. –disse Axl.
-Beh, sono venuto per conoscere i futuri “padri” delle creature che crescono dentro il pancione di Jackie ecco… non preoccupatevi, Jackie mi ha raccontato tutto. Allora, Duff, ti ho conosciuto. Steven, il biondo vero? E Axl devi essere te, il rosso vero? –disse David puntando a ognuno dei ragazzi mentre che intuiva le loro identità.
-Esatto. –disse Steven sorridendo.
-E voi tutti suonate in una band che si chiama Guns N’ Roses, e avete un contratto con la Geffen…. Dovrei andare a sentirvi un giorno. –disse David.
-Sai tutto su noi! –disse Slash.
Jackie arrivò con delle birre per i ragazzi.
-Hey belli, non dovete aver paura di David, non vi mangia mica, siete amici miei – lui gli amici miei non gli ha mai toccati… -disse Jackie.
-Bella, per te è facile, te sei cresciuta con sto uomo e ci hai fatto dio solo sa quante altre cose, ma per noi David Lee Roth non è esattamente l’uomo che ti aspetti di incontrare senza preavviso in casa tua. Anche se non ci dispiace affatto. –disse Izzy.

Jackie si era seduta sul divano che stranamente non era stato ancora occupato da nessuno. David si sedette accanto a lei e mise un braccio attorno al collo della ragazza. Steven diede una gomitata a Duff e punto David con la testa, per dire “ma guarda un po’ sto qua! Le cose che si permette!”. Duff alzò le spalle. Ormai, era abituato a vedere Jackie con altri ragazzi. Certo, non li piaceva vederlo, però, non poteva evitare tutta la vita il fatto che Jackie ormai non era più innamorata di lui.
-Ragazzi, sentite… che ne so, volete andare a bere qualcosa? –propose David, vedendo i ragazzi stra timidi. Slash stava tenendo la mano a Izzy, Izzy a suo turno stava tenendo la mano a Axl. Axl stava sbranando coi occhi David, quel frontman stra sexy che tutte le ragazze adoravano, quello che faceva dei salti megagalattici… Duff e Steven si stavano mordendo le labbra.

-Si… sì sì, ma certo! Il problema è che Jackie non può venire con noi… –disse Duff.
-Ma che, tanto io devo tornare a Pasadena, mio padre mi aspetta… e poi la vita di Hollywood non fa per una donna incinta. Ragazzi, torno da voi il prossimo mese mi sa!  Chi mi accompagna verso la casa di Judy? –chiese Jackie. Come al solito, Judy portava Jackie a Pasadena.
-E se ti accompagniamo tutti quanti? –propose Axl.
-Ci sto. –disse Jackie. Si alzò e diede un bacio sulla guancia a tutti quanti.
-Hey Jacqueline, posso venire a trovarti uno di sti giorni a Pasadena? MI manca un po’ casa mi sa… -disse David.
-Ma certo Dave! Dai raga, andiamo!

Così, tutti quanti uscirono dall’appartamento. I ragazzi accompagnarono Jackie fino all’appartamento di Judy, poi andarono a divertirsi per le vie di Hollywood. Prima però, David preso in apparté Jackie.
-Hey Jacqueline… fra quei tre, preferisco quello col sorriso stampato in faccio…. Anche se il chilometro biondo mi sembra un buon tipo anche lui…. Il rosso mi pare uno snob.
-David, riesci sempre ad individuare tutti quanti!
-Lo so piccola, sono riuscito ad individuare te, figurati!

David diede un bacio a Jackie e poi raggiunse i Guns per la loro serata fra maschi. Dopo un po’, i Guns si abituarono a David Lee Roth – dopo tutto, anche lui era una persona, un umano. Non era un alieno, era semplicemente una persona famosa ecco. David aveva promesso di venire per quando Jackie doveva dare a luce le creature. Duff finì per trovare David simpatico, soprattutto considerando che David era un EX, ma veramente ex amante di Jackie, che ormai David non era più un “pericolo” amoroso per Jackie…

Ma Duff, come il resto dei Guns, si sentiva diminuito davanti al grande, sexy David Lee Roth.

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Capitolo 14
*** Say I do! ***


Luglio.

Los Angeles.

Nella casa dei Guns c’era grande movimento. David Lee Roth era venuto per preparare Steven per il grande momento della sua vita.
-Ragazzi, se dice di no? Me la sto facendo addosso! –disse Steven saltellando come un ragazzino.
-Dirà di sì, ti ama! –disse David cercando di aggiustare il colletto della camicia di Steven.
-Steven, fidati. Andrà tutto bene. –disse Slash dando una pacca al suo amico. Era fiero di quello che stava per fare Steven. Era il primo fra i Guns a farlo!
-Ragazzi…. Datemi una birra vi prego. Sto per crollare, sono troppo nervoso. –implorò Steven.
-Hey popcorn, vacci piano eh… ste cose non si fanno in stato di ubriachezza. –disse Axl lanciando la birra a Steven, che era piombato sul divano.
-Axl, ti informo che una birra per me è come un bicchiere d’acqua. –rispose Steven bevendo tutta la lattina letteralmente in un sorso.
-Izzy…. Hai preparato tutto per Steven? –chiese David cercando il moro.
-Si si David, son qua…. In camera mia.

Izzy uscì tenendo in mano ciò che servirebbe a Steven.
-Nascondilo ben bene eh? Lei non deve sospettare niente, non deve vedere niente… -disse David.
-Mamma mia Roth, ma sembra che te sei un esperto in ste cose! –disse Steven mettendo l’oggetto nella tasca posteriore dei pantaloni.

L’unico membro silenzioso in quella casa era Duff. Stava sorseggiando della birra e ascoltava i Ramones in camera sua (che divideva con Steven). Ormai, sapeva che fra un paio d’ore avrebbe definitivamente perso Jackie. Non che lui stava male, aveva una ragazza, stava bene, però, in un certo senso, Jackie era stata sempre nella sua mente…. Ma no, doveva dimenticarsi di lei…. Anche se non era facile, soprattutto perché avrebbe avuto un figlio da lei.
“McKagan, smettila di fare l’innamorato idiota!” –pensò Duff accendendo una sigaretta. Intanto, quasi per sostenere i suoi pensieri, “You Didn’t Mean Anything To Me” stava provenendo dal giradischi.
David però entrò nella camera di Duff.
-Hey, ossigenato, che c’è che non va?
-Niente… niente niente. Pensando.
-Sai che non puoi mentirmi. Tanto io so bene perché sei così.
-Se sai tutto David Lee Roth, allora, perché chiedermelo?
-Stai così per Jackie.
-Eh va bene! Si! Ma ti dico subito che non l’amo più!
-Aha. E tu vuoi che io la beva sta storia?
-Ho una ragazza. Ho voltato pagina.
-Sai, certe volte, puoi dirti che non ami più una persona, ma in fondo in fondo, qualcosa per quella persona resta sempre e comunque nel tuo cuore… Anche io avevo sta cosa per Jackie sai. Dicevo sempre a me stesso che lei è solo una groupie, che non mi devo innamorare, ma poi, avevo dei sentimenti per lei… ma ovviamente, non l’ho detto mai a nessuno, me lo son tenuto per me stesso. Neanche lei lo sa’ mi sa.
-Quella ragazza è… non so neanche spiegarlo! Ha qualcosa che ti attrae, non puoi sfuggirle ecco….
-Amico…. Se lei fra qualche ora non diventerebbe donna riservata a Steven, ti direi di andare da lei, ma visto che le cose stanno come stanno… rassegnati, come ho fatto io. Ora, che ne dici di venire con noi a Pasadena?
-Va… va bene. Aspetta, rimetto il disco a posto e vengo.

Duff rimise il disco a posto, si mise una maglietta dei Ramones, dei shorts (“ma si, tanto, chi se ne frega”, pensò il ragazzo), e uscì da camera sua.
-Beh Steven, che dire, sei davvero bello in camicia! –disse Duff sorridendo all’amico. Duff non sapeva cos’altro dire all’amico….
-Grazie Duff. Belli i pantaloncini. –rise Steven.

Dopo un paio di scherzi e gli ultimi preparativi, i Guns uscirono dall’appartamento e entrarono tutti in macchina – Izzy era in groppa a David. La situazione faceva ridere assai.

In tanto, a Pasadena, nella casa di Jackie.
Jackie e Judy erano sedute sul letto di Jackie. Guardano vecchie foto di Jackie e ascoltavano i KISS.
-Hey Jackie, senti, te ti sposeresti?
-Cioè? –chiese Jackie, un po’ sorpresa dalla domanda improvvisa.
-Cioè, se qualcuno chiedesse di sposarti, tu diresti di sì?
-Dipende chi me lo chiederebbe. E poi, io ho sempre detto, il giorno che mi sposo, avrò solo un uomo nella mia vita… sai com’è difficile per me pensare a sto fatto?
-Haha Jackie, ma dai!
-Sul serio Judy! A proposito, quand’è che i ragazzi vengono qui?
-Fra un’oretta dovrebbero arrivare mi sa. Ricordati che oggi si fa una cena qui a casa tua….
-Non capisco ancora il perché di sta cena….
-Pazienza Jackie, pazienza.

Dopo circa un’ora, i Guns e David arrivarono e uscirono dalla macchina.
-Izzy, quanto cazzo pesi….
-David, ma per favore, se riesci a tenere in groppa Jackie, tenere in groppa me non deve essere così straziante. –rispose Izzy stiracchiandosi. In effetti, il viaggio era stato molto incomodo… Però ormai erano arrivati, ed il grande momento per Steven stava per arrivare. Era questione di minuti ormai….
I ragazzi entrarono nella casa di Jackie. Thomas era venuto ad accoglierli. Sorrideva, specialmente a Steven. Quando tutti entrarono dentro la casa e si installarono nel salotto, Thomas prese in a parte Steven.
-Giovanotto… buona fortuna. Ricordati di trattare bene la mia Jackie, non farle del male, amarla, curarti di lei….
-Si signore Delclos, non si preoccupi. Voglio bene a sua figlia, non penserei neanche un attimo di farle del male.
-Quante volte ti ho detto di chiamarmi Thomas? Fra poco mi potrai chiamare papà. –rise l’uomo.
Steven ricambio la risata. Poi, andò verso tutti i suoi amici.
-Ragazzi… mi date la buona fortuna?
-Andrà tutto bene Steven. –disse Slash.
-C’è la farai! –dissero Izzy e Duff.
-In bocca al lupo! –li dissero gli altri.

Steven sorrise a tutti quanti e si avviò verso le scale, che portavano verso la stanza di Jackie. La porta era aperta. Le due ragazze non avevano sentito la gente arrivare in casa, la musica era troppo forte. Fu Jackie a notare Steven per prima. Judy lo vide subito dopo, sorrise, e uscì dalla camera. La ragazza ebbe cura di chiudere la porta dietro di se.
-KISS. Adoro quel gruppo. –disse Steven sedendosi sul letto accanto a Jackie.
-Lo so. Infatti, ogni volta che gli ascolto, mi vieni in mente.
Steven sorrise e diede un bacio sulla fronte di Jackie. Non sapeva proprio come dirlo alla ragazza, nei film are così facile, ma nella vita reale… “Ma si, buttati dentro! “, pensò Steven.
-Jackie…. Ti…. Ti devo chiedere qualcosa. Una cosa molto importante.
-Chiedi pure!
-Jackie…. Mi… mi vuoi… Mi vuoi sposare? –chiese Steven estraendo l’anello dalla sua tasca.
C’è l’aveva fatta. L’aveva detto! Aveva ufficialmente chiesto Jackie che lei diventasse sua moglie!
Jackie sorrise. Stava per piangere dall’emozione. Era così emozionata che a mala pena riuscì a mormorare la sua risposta.
-Si…. Si! Ti amo Steven.

Steven era al settimo cielo. Stava per urlare dalla gioia, dalla felicità. Se Jackie non sarebbe incinta, l’avrebbe presa fra le sue braccia. Invece, l’abbraccio, la stava riempiendo di baci. All’improvviso, la porta della camera di Jackie si aprì.

-CONGRATULAZIONI! –urlarono i Guns, David, Thomas e Judy.
Jackie stava ridendo e piangendo dalla felicità allo stesso tempo. Il gruppetto era entrato in camera di Jackie con un grande poster. C’era scritto Jackie + Steven, in rosso, con cuoricini dappertutto, e scritte del tipo “congratulazioni”, “sposi dell’anno”, “coppia più rock n’ roll di sempre”, “liquirizia + popcorn”, e tante altre.
-Ragazzi… grazie… grazie… vi voglio bene. Tutti quanti.
-Congratulazioni piccola. Quando leggerai il poster, sappi che “liquirizia + popcorn” l’ho scritto io. –rise Duff. In effetti, era felice di vedere Jackie e Steven felici. Ma si, tanto, anche lui pensava di sposarsi!  
Tutti quanti si erano messi a ridere. Erano tutti felici e contenti, sembravano una grande famiglia felice.

La cena era stata preparata da Jackie e Judy.
-Jackie, tu mi devi dire dove hai imparato a cucinare così bene. –disse Izzy.
-Ehm…. Ok ve lo dico. Quando ero coi Van Halen, non ero sempre in una delle camere dei ragazzi, molte volte la notte girovagavo per l’hotel… dicendo che facevo parte della ciurma dei Van Halen, mi lasciavano entrare un po’ dappertutto. Così, eravamo in un hotel a Parigi, ero andata in cucina una volta… Il cuoco era giovane, un bel biondo, francese…. Mi insegno a cucinare lui.
-Bella storia, me te non me la racconti giusta piccola, non sono sicuro che voi due avete solamente cucinato… -disse Axl maliziosamente.
-Rose, potresti risparmiarti ste battute? – disse Slash.

Tutti cominciarono a ridere. La serata continuò così, raccontando aneddoti, storie passate e scherzi vari. Si facevano anche piani per il matrimonio. Arrivò la sera: tutti quanti decisero di restare a dormire a casa di Jackie. Dormivano sui divani, sul pavimento. Steven e Jackie dormivano insieme nel letto di Jackie.

-Steven…… promettimi una cosa.
-Qualunque cosa piccola.
-Promettimi di non lasciarmi mai….
-Mai. Starò sempre con te. Sempre. Io e te, per sempre.

Jackie sorrise e allungo la mano verso il petto di Steven, e si addormentò, felice e sapendo che fra qualche mese, lei sarebbe stata finalmente sposata.  

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Capitolo 15
*** William, Michelle, Steven. ***


2 Settembre 1987.

Jackie era nell’appartamento dei Guns. I ragazzi stavano provando qualche brano. Sarebbero andati in tournée quell’estate con Alice Cooper, dovevano essere in forma.
All’improvviso però, Jackie si senti male... molto male.
Jackie stava urlando dal dolore, era piegata in due, aveva le mani sul pancione. I ragazzi smisero subito di suonare, e capirono che la ragazza aveva le convulsioni.  Duff e Steven la presero fra le loro braccia, anche se non era cosa facile, e la portarono in macchina. Axl e Slash andarono con loro. Izzy restò nell’appartamento per prendere i documenti e chiamare Judy, Thomas e David Lee Roth.

Appena arrivati all’ospedale, un gruppo d’infermiere era pronto per accogliere Jackie. La steserò su un lettino, e la portarono dentro. I ragazzi seguirono. Izzy e il resto della banda arrivarono un’ora dopo.
-Allora, come va la mia bimba? –chiese Thomas affannato.
-L’infermiera ha previsto la nascita fra qualche ora… -disse Axl.

In quel momento, arrivò Mandy, la ragazza di Duff. Non era una ragazza cattiva, però non andava a genio a Judy, Thomas, Dave e Jackie…
-Duff! –disse la ragazza arrivando di corsa.
-Mandy! Baby, che ci fai qui? –chiese Duff sorpreso di vederla in quel posto.
-McKagan, sono venuta a dirti che io non voglio che tu riconosco uno di quei figli come tuoi. Te lo impedisco. –disse Mandy. Dave e Thomas si guardarono. I due avevano una voglia enorme di picchiare quella ragazza.
-Mandy… ma… a che cavolo dici? Scusa, io ho messo incinta Jackie, è mio dovere riconoscere una delle 3 creature come mia….
-No! Rifiuto! Se noi due ci sposeremo, che, io me ne devo prendere cura? Non voglio poi che te abbi un figlio o una figlia da un’altra donna, sai come sarebbe imbarazzante per me? Duff, no!
Dave stava per perdere la pazienza. Judy, vedendo lo stato di Diamond Dave, li mise una mano sulla bocca, per trattenere i mille insulti che stavano per uscirne.
-Mandy, ti prego, devi fare sti scandali in pubblico, davanti tutta la gente? Senti, posso ben riconoscere la creatura, ma non vuol dire che la devo chiamare McKagan e me ne devo prendere cura io. Jackie si sposerà fra una settimana con Steven. Le creature prenderanno il nome del padre, tranne quella di Axl, perché lui ha concesso di dare il suo nome a suo figlio o figlia. Mandy, ti prego, non fare ste storie ok?
La ragazza scosse i capelli dalla faccia. Guardò la gente attorno a se. C’erano i Guns, il padre e la migliore amica di Jackie, che lei disprezzava e David Lee Roth, del quale lei era fan, però lui non la cagava affatto.
-Va bene Duff. Ora, intendi rimanere qui ad aspettare o vuoi fare due passi?
-Mandy… direi che non è il caso eh? Voglio esserci quando Jackie darà a luce….
-Ho capito. Io vado allora eh. Ci si vede. Salutatemi la francesina.

Mandy si girò e se ne andò.
-Duff, Non ti immagini quanto voglia strozzare la tua ragazza! –disse David Lee Roth.
-Hey hey, bello, calmati. Certe volte diventa così… poi le passa… -disse Duff sedendosi accanto a Steven. Il povero Popcorn si stava torcendo le dita, era stra nervoso.
-Duff, ammettilo, lei odia Jackie, odia me, odia Judy. –disse Thomas.
-Signor Delclos… eh cioè, Thomas…. Non è che tutti possono stare simpatici a tutti.
-Ragazzi, cambiamo discorso? Non credo che valga la pena di discutere ora a proposito della ragazza isterica di Duff. –disse Izzy mezzo incazzato.
-Ragazzi, qualcuno mi prende un caffè per favore? O un te, qualsiasi cosa… sto per morire. –disse Steven. In effetti, era diventato pallido.
-Shh, Adler, non sei te che deve dare a luce, rilassati. –disse Slash.
-Ho paura per Jackie. –disse Steven.
-Hey amico, anche io ho paura per lei, e anche Duff… ma c’è la farà, ne son certo…

Arrivò successivamente Erin, la ragazza di Axl. Lei per fortuna non odiava Jackie, la trovava simpatica, quindi restò ad aspettare con gli altri. Dopo 4 ore, un’infermiera uscì dalla stanza dove stava Jackie.
-Signori, e signore… stanno per nascere!
-Possiamo entrare tutti quanti? Per favore! –disse Duff.
-E…e va bene. Svelti, su! Signorine, non impressionatevi però. Non voglio sentirvi fiatare. Sarà un parto duro. –disse l’infermiera lasciando entrare le 9 persona nella sala parto.

Cari lettori, sapete come nascono i bambini, non credo che sia il caso di spiegarvi la fatidica procedura.
-Maschio! –urlò l’ostetrica.
Dopo un paio di minuti, uscì l’altra creatura.
-Femmina! –urlò di nuovo l’ostetrica.
Ancora un paio di minuti, e finalmente, Jackie si liberò dell’ultima creatura.
-Maschio! –urlò per l’ennesima volta l’ostetrica.
-Congratulazioni Signorina! Devo dire che siete stata veramente forte! –disse il dottore.
-Voglio vomitare… dio mio, sto per morire… -disse Jackie abbandonando la testa sul cuscino. Era sfinita, aveva un male lacerante fra le gambe.
-Su via, su via, sia positiva!
Intanto, le creature furono lavate e avvolte in coperte.

L’infermiera mostrò a Jackie il primo figlio. Aveva gli occhi chiusi, le mani attaccate al viso, e stava piangendo. Si poteva notare ben bene il suo ciuffo di capelli rossicci.
-Axl… -chiamò Jackie con una voce assai debole.
Axl si avvicino.
-Questo è tuo mi sa. Lo chiamerò William Bailey Rose.
-Grazie Jackie. Posso tenerlo? –chiese Axl.
-È tuo figlio Axl.
Axl prese la creatura fra le sue braccia. Il bambino smise subito di piangere. Erin si avvicinò. Quasi quasi, voleva avere un figlio anche lei…

L’infermiera si riavvicino verso Jackie, questa volta, teneva la femminuccia fra le sue braccia.
-Michelle. Michelle Delclos. Infermiera, questa creatura è del biondo, quello più alto. –disse Jackie.
Michelle era ovviamente la versione femminile di Michael, cioè, di Michael Andrew McKagan. La bambina aveva i capelli e gli occhi della madre.
Duff si avvicino all’infermiera e prese sua figlia fra le braccia. Era commosso. Una bambina, con gli occhi e i capelli di Jackie – quella che aveva sempre voluto. Però, non poteva tenersela per se… Poiché Mandy rifiutava che Duff accettasse quella creatura come sua figlia.

Finalmente, l’infermiera andò verso Jackie tenendo l’ultima creatura nata, un maschietto. Un maschietto biondo, con gli occhi spalancati, la bocca mezza aperta. Guardava tutto e tutti. Jackie sorrise vedendolo.
-Steven. Steven Adler Junior.
Steven si avvicinò verso Jackie e si mise a ginocchio accanto al letto dove era stesa la ragazza. L’infermiera porse il bambino a Steven.
-Jackie… grazie. Ti voglio bene.
Steven non riusciva a dire molto, perché stava piangendo – dalla felicità. Un po’ tutti in quella sala avevano lacrime agli occhi – Steven, Duff, Axl, Thomas, Judy, Jackie, e persino David Lee Roth.

-Congratulazioni figliola. –disse Thomas in francese avvicinandosi verso sua figlia.
-Grazie papà. –rispose Jackie altrettanto in francese.

-Jacqueline… Sono fiero di te. Sei grande piccola, l’ho sempre detto! –disse Dave sorridendo verso la ragazza.
-Hmm… mi sa che te lo hai sempre detto in un altro senso però... nel senso… beh, hai capito in quale senso. –disse Jackie.

Tutti scoppiarono a ridere dopo quella battuta.

Lasciamo per ora questa grande famiglia felice in ospedale… appuntamento alla prossima, per “le nozze del secolo”!
 
 

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Capitolo 16
*** Mr. and Mrs. Adler! ***


9 Settembre 1987.

Nel giardino della casa di Jackie a Pasadena, tutto era stato preparato per il matrimonio. Delle sedie erano state messe per tutti gli invitati, un tavolo dove il sindaco di Pasadena stava aspettando con tutti i documenti da firmare per il matrimonio. Visto che Steven e Jackie erano di religioni diverse, o meglio, visto che Steven era di famiglia ebrea, i due non potevano sposarsi in chiesa, quindi doveva essere un matrimonio civile. I testimoni sarebberò stati ovviamente il padre di Jackie, cioè Thomas, l’amico d’infanzia di Steven, cioè Slash, David Lee Roth, l’amico fedele di Jackie e infine, Judy.
Gli invitati erano tutti i Guns e le loro ragazze, cioè Mandy e Erin. Mandy era venuta solo per fare piacere a Duff. C’erano anche, ovviamente, i figli di Jackie, i 3 piccoli neonati. Michelle era fra le braccia di Duff, anche se Mandy guardava la piccola neonata e suo padre con disdegno. Il piccolo William era in braccio a Erin, visto che lei si era affezzionata al figlio di Axl e ogni tanto veniva a dare una mano a Jackie. Il piccolo Steven invece era in braccio con Izzy, visto che lui, fra tutti i Guns, era quello più “responsabile”. Tutti quanti erano seduti, tranne i testimoni, che erano in piedi, accanto allo sposo. Steven stava saltellando di qua e di là, stava aspettando impazientemente che arrivì Jackie con suo padre. Doveva uscire dalla porta di dietro, quella che dava sul giardino.

In tanto, dentro la casa, nella stanza di Jackie.
-Figlia mia, dai su, la gente sta aspettando! –disse Thomas in francese. Tutti i discorsi fra lui e sua figlia erano in francese.
-Ma papà, guardami, guarda! Ho le tette come le mammelle di una mucca! Ho la pancia! Dio mio, che schifo che sono! Ma perché?
-Tesoro, perché una settimana fa’ hai dato a luce 3 bambini. Vedrai, fa qualche mese sarai come nuova.
Jackie finì di aggiustare il suo vestito bianco, quello che si era messa sua madre per il suo di matrimonio (la taglia era esattamente quella di Jackie, visto che anche sua madre si era sposata subito dopo aver dato a luce). Il vestito non era “pesante”, cioè, era un vestito leggero, corto, diciamo moda anni ‘50. Non era il classico vestito da matrimonio. Jackie si diede un’ultima pettinata ai suoi capelli à la Ziggy Stardust, un’ultimo vela di trucco, e infine, si girò verso suo padre.
-Ok, sono pronta, andiamo.

Thomas sorrise a sua figlia, e la segui giù dalle scale. Le aprì la porta che dava sul giardino. Vedendo la sposa arrivare, tutti quanti si alzaronò e si giraronò verso la sposa e suo padre. Thomas diede il braccio a Jackie, e i due andavano, a passo lento, verso “l’altare”, cioè quell’arca messa in giardino specialmente per l’occasione. Finalmente, Jackie e Thomas arrivaronò fino all’altare. Jackie sorrise verso Steven.

Il sindaco cominciò a parlare, a dare il suo grande bel discorso sulla fiducia, l’amore, eccetera eccetera. Diede gli anelli infine, e pronunciò finalmente la domanda che tutti quanti stavano aspettando.
-Steven Adler, vuoi prendere Jacqueline Delclos come tua moglie?
-Sì, lo voglio. –disse Steven mettendo l’annello sul dito di Jackie.
Ormai, quasi tutti gli invitati stavano piangendo. I 3 neonati per fortuna stavano dormendo.
-Jacqueline Delclos, vuoi prendere Steven Adler come tuo marito?
Jackie stava per piangere dall’emozione, ma riuscì comunque a dare la sua risposta.
-Si, lo voglio.
-Allora, vi dichiaro marito e moglie! Siete ufficialmente Signore e Signora Adler!
Steven e Jackie, entrambi al settimo cielo, si scambiaronò un bel bacio. Poi, firmaronò i documenti che certificavano che erano sposati, i testimoni fecerò altrettanto, e infine, era fatto. Tutti quanti erano felici, andaronò a congratularsi con Jackie. Persino Mandy riuscì a sorriderle e a congratularla.

Finalmente, Jackie riprese i suoi figli fra le sue braccia. Steven prese Steven Adler Junior, Jackie invece prese Michelle, grande sollievo per Mandy. William invece era ancora con Erin e Axl.
-Hey Erin, non rubarmi il figlio eh! –rise Jackie.
-No no, non preoccuparti.
-Sposini cari, mi sa che è arrivato il momento di fare le foto.. quindi, affidatemi i vostri marmocchi, così, bravi... –disse Slash prendendo Steven Adler Junior in braccio e chiamando Judy per che lei prendesse Michelle in braccio.

Il sindaco scattò una foto di Jackie e Steven, poi fu scattata, da Duff, una foto dei sposi con il sindaco e i testimoni, infine, fu scattata una foto dei sposi con il loro figlio e con Duff, Axl, William e Michelle, ogni uomo tenendo rispettivamente suo figlio o suo figlia. Infine, arrivò il momento di mangiare e ballare. Prima, Jackie ballò con suo padre, poi, Jackie e Steven ballaronò, e infine, tutte le copie presenti si miserò a ballare, cioè : Duff e Mandy, Erin e Axl, Izzy e Judy, e ovviamente, i sposi, Steven e Jackie. Gli altri uomini guardavano le coppie ballare. Si ballava a suon di Elvis Presley, Beatles, Rolling Stones...

-Hudson, ma dimmi, te non c’è l’hai la ragazza? –chiese Thomas accendendo la sua pippa.
-Ehm.... Diciamo Thomas che ho delle ragazze, e non posso portarle tutto uno perché se una scopre che lei non è l’unica, mi picchia a morte mi sa, due, perché se dovrei portarle tutte qui, non ci sarebbe spazio nel vostro giardino...
Dave e Thomas riserò.
-Te invece, Dave? –chiese Thomas.
-Oh, io e le donne, sa, non dura normalmente più di una notte, o se dura di più, finisce sempre male... –disse Dave gioccherellando con la sua cravatta. Cosa avrebbe dato per poter togliersi la cravatta, e lo smoking in generale!

Ma Dave, dopo un po’, andò a ballare con Jackie sotto le note di Chuck Berry. Tutti quanti si divertivano, persino Mandy si era sciolta.

Il matrimonio finì la notte, tardi. Ovviamente, tutta la giornata non era solamente balli, mangiare e festa, poiché Jackie doveva anche fare il ruolo di madre, cioè, doveva andare allattare i suoi figli, doveva cambiare i pannolini, doveva cantare le ninna nanne... Meno male che Steven l’aiutava!

Erano le 2 di mattina. Jackie e Steven erano stesi sul letto di Jackie, stanchi della giornata, però più che felici.
-Meno male che si sono addormentati! –disse Steven.
-Non dirlo neanche, che se no, si svegliano di nuovo! –disse Jackie.

La coppia aveva avuto delle difficoltà con far addormentare i neonati, ma infine, c’era riuscita. La casa era deserta, visto che Thomas era andato a Hollywood per poter lasciare la casa libera per Jackie e Steven, per la loro prima notte di sposi.... Anche se non era per loro una notte da sposi veramente ideale, visto che i bambini si svegliavano ogni 3 ore per mangiare. Pazienza, i divertimenti dovevano essere rimandati finché i bambini crescano di qualche mese!
 

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Capitolo 17
*** Sex, Drugs, Kids, Wife, Rock N' Roll... Too much is too much! ***


Venice Beach, Ottobre.

La grande famiglia dei Guns aveva deciso di andare al mare coi neonati – non per nuotare, l’acqua per i piccini era troppo fredda, ma anche gli adulti non avevano voglia di sguazzare nell’acqua di ottobre.
-Steven, dove hai messo il ciuccio di Steven? –chiese Jackie cercando da tutte le parti quell’oggetto santo. In effetti, il piccolo Steven stava calmo solo con il ciuccio – ovviamente però, quando aveva fame, cominciava a strillare con tutta la forza che aveva nei polmoni.
-Qua Jackie – in tasca.

Steven estrasse il ciuccio a lo diede a Jackie. La ragazza, ormai quasi esperta a ficcare ciucci in bocca, lo mise, giocherellando, in bocca del piccolo Steven.
Intanto, vicino al mare, Axl e Erin giocavano con il figlio di Axl, William. Axl lo prendeva in aria e lo faceva girare – ovviamente, lentamente. Il bambino sorrideva, si divertiva un mondo. Michelle invece era con Judy e Izzy, e Duff…. Anche se ogni volta che Duff prendeva sua figlia fra le sue braccia e la stringeva a se, Mandy in un modo o nell’altro lo fermava. Mandy non voleva che Duff si affezioni troppo alla creatura. Così, Judy e Izzy giocavano con la piccola ragazza.

-Steven, andiamo un secondo da Michelle ok? –disse Jackie.
La coppia si alzò, prese tutte le cose che avevano (passeggino, borsa piena di biberon, pannolini, crema…) e andarono verso Michelle.
-Mich! Guarda chi c’è! Mamma! –disse Izzy porgendo lentamente la neonata alla madre.
-Piccola! –disse Jackie sorridendo a sua figlia. La bambina sorrideva a sua madre, e acchiappava i suoi capelli.
-Jackie, mi sa che le piace la tua chioma blu. – rise Slash che era appena arrivato. Era andato un attimo a prendere delle bibite per tutti quanti.
-Aia! Le piace un po’ troppo mi sa! Steven, staccala ti prego.
Steven venne in soccorso di Jackie e staccò le manine di Michelle dai capelli di sua moglie.

Proprio in quel momento arrivarono Axl e Erin con il piccolo William.
-Mamma… ha fame. –disse Axl.
-Ancora? Dio mio, si vede che è tuo figlio, ha proprio il tuo carattere già da piccolo! –disse Jackie sedendosi e togliendosi una manica della sua maglia per poter scoprire il suo seno sinistro e allattare il figlio.
Il piccolo William si aggrappò subito al seno della madre e cominciò a tettare con tutta la forza che aveva. 
-Devo dire però che è vero, fra tutti i 3, tuo figlio Axl è quello più rumoroso… mio figlio è un angelo, voglio dire, lui ormai abbiamo notato che la notte ha degli orari puntuali, come sua sorella: le 8 di sera, mezzanotte, 7 di mattina. –disse Steven.
-Alt, frena riccioli d’oro… ma non mangiano a intervalli regolari. –disse Judy.
-Infatti, mangiano di più a mezzanotte, così ci lasciano dormire almeno fino alle 7. –disse Jackie.
-Meno male che vi ho lasciato l’appartamento. –disse Judy. In effetti, lei era andata a vivere dai Guns, lasciando il suo appartamento a Jackie, Steven e i tre marmocchi.

Mandy, fregandosene assai della presenza di 3 neonati, accese una sigaretta. Judy le diede uno sguardo gelido. Mandy si alzò.
-Chi viene con me per fumare in pace? –disse Mandy.
-Vengo vengo. –disse Duff. Diede un bacio veloce a Michelle sulla testa e raggiunse la sua ragazza.
-Veniamo anche noi. –dissero Slash, Izzy, Axl, Erin e Judy. Steven e Jackie rimasero soli con i 3 bambini.
-Amore, come farai con sti 3 quando i Guns andranno in tournée? –chiese Steven tenendo Michelle e Steven. William ormai aveva finito di mangiare, era in braccio a Jackie.
-Beh, intanto, mio padre mi darà una mano, poi…. Beh, troverò un modo. Forse, se Erin non viene, lei mi potrà aiutare con William almeno… Judy invece, sperò che lei non vi segua….
-Judy viene con noi. Sai quanta erba gratis piglierà lei andando con noi nel backstage?
Jackie annuì. L’unico vizio di Judy era l’erba… beh, quello era il vizio di tutti, tranne Jackie – lei se ne era liberata. Apparentemente, anche Erin non fumava quella roba.
-Comunque, sai bene che io verrò a vedervi con Judy Erin e Mandy per la vostra prima tappa, cioè, Los Angeles… beh, diciamo che ci vado soprattutto per Alice Cooper, però…
-Simpatica, come al solito eh? –disse Steven mettendo Michelle in passeggino e sedendosi accanto a Jackie.
-Non lasciarla in passeggino, la povera gioia. Lei è quella che riceve meno attenzione mi sa….
Jackie porse il piccolo Steven a suo padre, e prese Michelle dal passeggino, e si sedette di nuovo.
-Ha i tuoi occhi. A dire il vero, è una coppia di te. Saresti te da neonata ecco. –disse Steven.
-Meno male che non ha le ciocche rosse e blu come me comunque! –rise Jackie.

I piccoli però avevano sonno, infatti, Michelle diede una specie di sbadiglio, William stava piangendo e Steven si stava succhiando il pollice. Così, la famiglia cominciò a prepararsi. Quando finalmente Jackie e Steven riuscirono a mettere i 3 bambini dentro il passeggino doppio e quello singolo (Michelle e Steven in quello doppio, William in quello singolo), si incamminarono verso il gruppo dei “fumatori”.
-Ragazzi, i bambini hanno sonno, e visto che domani abbiamo la prima tappa di una lunga tournée… andiamo a casa. Veniamo domani da voi ok? –disse Steven.
-Con chi lascerete le bestiole? –disse Slash.
-Intanto, non chiamare così i miei figli ok riccio? Mio padre deve arrivare domani qui a Hollywood. –disse Jackie.
-Ok signora Adler, si calmi prego. –rise Slash.
-Slash, non provocarla eh? Ciao Jackie. Steven. –disse Duff.
-Ciao ragazzi, a domani! –salutarono i coniughi Adler.

La famiglia entrò in macchina (poiché Jackie aveva finalmente preso dal garage di suo padre la vecchia Ford anni 50), e si avviò verso il loro appartamento di Hollywood.
Jackie cominciò a pensare. Pensava a proposito la tournée che i Guns avrebbe fatto con Alice Cooper. La droga, l’alcool, le puttane… Aveva paura per Steven. Lei cercava di mantenerlo pulito, a quasi quasi ci riusciva pure, però, quando quello sarebbe andato in tournée, lei non poteva più controllare i consumi d’eroina di suo marito.
-Jackie, tutto bene? –chiese Steven guardando sua moglie. Jackie era alla guida, aveva un’espressione molto preoccupata sul viso. Guardava fissamente la strada.
-Steven… ti… ti devo pregare di fare una cosa. Se non vuoi farla per me, fallo almeno per i bambini….
-Jackie… che c’è che non va?
-Steven… ora, stai a sentirmi… Io ho fatto la groupie per 7 anni, quindi io so bene com’è la situazione in tournée. La droga arriva praticamente gratuita. L’alcool, te lo offrono sempre, o comunque, ci sarà sempre l’alcool. Ti prego, ti supplico… Non prendere la droga. Ti prego. E cerca di bere meno. Ti prego, cerca di cambiare – per me, e per la famiglia in generale.

Steven si era messa a guardare fuori dal finestrino, poi guardò i bambini dietro. Si erano addormentati, suo figlio si succhiava il pollice, come al solito. Come erano dolci! Adorava i bambini…
-Jackie, non prometto niente, però, farò del mio meglio. La droga… ok, guarda, veramente, ti dico che ormai da quando siamo sposati, non ho praticamente toccato niente, ma dico, niente… ok, tranne l’erba. L’erba posso fumarla?
-Meglio quella che l’eroina o la coca. –disse Jackie. Stava per piangere la ragazza, facevo uno sforzo enorme per non farlo vedere.
-Jackie… non fare così ti prego. Ok, ti prometto, solo erba! In quanto all’alcool... cercherò di essere moderato ok?
-Ok.

Erano arrivati a casa. Presero i passeggini e i bambini, ed entrarono in silenzio nell’appartamento. Jackie si mise subito a cucinare. Ormai, faceva la brava mogliettina – puliva la casa, cucinava, stirava, lavava… però, non rifiutava mai un buon concerto nella zona di Los Angeles.
Mangiarono, guardarono un po’ MTV music, poi andarono a dormire. Domani i Guns cominciavano la loro tournée con Alice Cooper, dovevano essere in forma…. Cosa impossibile per Steven, viste le urla dei bambini. La vita di un padre non era facile, soprattutto e sei un padre rockstar e amavi la droga e l’alcool. Steven stava cercando di centralizzarsi sul fatto che il suo amore per la droga e per l’alcool erano amori “impossibili” e doveva lasciar perderli. Se solo fosse così facile!
 
**angolo dell'autrice** salve ragazzi e ragazze! Allora, prossimo capitolo accelero un po' i tempi, infatti, si farà un salto nel 1991 e poi nel 1993.... il "colpo" di scena arriverà un po' dopo, fra 2-3 capitolo, cioè, la fine della storia.... =) xxCathyxx
PS. non so quanti capitoli scriverò ancora...

 

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Capitolo 18
*** Time goes on.... ***


Il concerto andò bene. A dire il vero, la tournée stava andando bene, finché Steven non si era rotto la mano. Jackie a quel punto capì che lui e l’alcool erano inseparabili, non potevano fare uno meno dell’altro.

E questo problema di alcool, mescolato sempre a un pizzico di droga, persistette durante tutta la fine dei anni 80 – neanche sotto minaccia di essere buttato fuori dalla band Steven smetteva.

Così, gli anni passarono, Steven fu buttato fuori. Jackie era rimasta molto inacidita dalla bruschezza dei Guns, la gente che Steven considerava dei fratelli. Per un anno, Jackie mantenne rapporto solo con Izzy, l’unico che aveva fiducia in Steven e voleva veramente che Steven restasse, ma Steven non riusciva a suonare. Se solo Izzy avrebbe parlato un po’ di più! Ma ormai era acqua passata….

Pasadena, 1991.

La famiglia Adler ormai viveva nella casa Delclos fissa da un anno. I bambini andavano all’asilo, così Jackie poteva andare a lavorare in un bar, per guadagnare qualche spicciò, poiché gran parte dei soldi guadagnati da Steven coi Guns erano spesi in Rehab. Quando Steven non era in Rehab, andava lui a prendere i bambini a scuola, insegnava ai bimbi come scrivere, l’alfabeto… si dedicava alla vita di un padre. Thomas ovviamente l’aiutava: tenere a bada un marmocchio è già un incarico di ferro, ma tenerne 3 era veramente troppo. Soprattutto perché il piccolo William usciva certe volte con frasi del tipo “Zio Steven, non sei mio padre, non puoi darmi ordini”. Steven ovviamente ci rimaneva male.

Stranamente, una mattina di dicembre, dove per una bella volta tutta la famiglia era riunita nella casa, qualcuno bussò alla porta. Jackie andò ad aprire, e quando vide la figura alta, bionda davanti a se, stava per svenire.
-Duff? Ma che ci fai qui?
-Signora Adler. Volevo vedere mia figlia. –disse semplicemente Duff. Aveva portato, per educazione, una scatola di cioccolatini al liquore per gli adulti, e per i bambini dei cioccolatini semplici.
-Entra entra. –Jackie prese i regali e andò a depositarli in cucina. Non poteva credere che Duff era veramente venuto per sua figlia. Non era in gran forma….
-Duff? Vieni in cucina un attimo. –urlò Jackie.
Duff arrivò.
-Duff, una cosa… Michelle chiama Steven papà. Ma chiama anche te papà. Abbiamo cercato di spiegarle che Steven e uno “zio”, però solo William ha afferrato il concetto.
-Figurati, è anche colpa mia che non sono mai potuto stare con lei.
Duff finì per passare tutta la giornata coi Adler. Steven e lui si parlavano più o meno, entrambi si sentivano un po’ strani dentro. Senno, Duff aveva un ottimo istinto paterno con Michelle. La piccola provava tanto affetto per Duff.
-Duff, senti… –disse Jackie.
-Dimmi! –disse Duff mettendo Michelle sulle sue spalle.
Jackie non ebbe la forza di dirlo a Duff, vedendolo così attaccato a Michelle. Così, sorrise e fece finta di niente.
-Niente niente, lascia perdere.
Invece, volevo dirlo. Voleva veramente dirlo a Duff che Michelle ovviamente non presentava nessun carattere del padre. Non aveva l’altezza, o almeno il naso, le orecchie del padre… niente. Vero, Michelle assomigliava tantissimo a Jackie da piccola, però, Michelle aveva il naso di… Steven. Anche il lobo delle orecchie era come quello di Steven, non come quello di Jackie o di Duff. Qualcosa non poteva andare bene in questa faccenda. Michelle era figlia di chi in fondo? ...

16 Dicembre 1993.

-Hey Steven, andiamo, se no non prendo l’aereo in tempo.  –disse Jackie tenendo per mano suo figlio William. Jackie e William, sotto richiesta di Axl, andavano a Lafayette per rendere visita al padre di William. Steven non veniva con loro, restava a Pasadena con Thomas, Steven Jr. E Michelle.
-Andiamo andiamo. –disse Steven uscendo di casa e caricando la valigia in macchina. Jackie e William sarebbero andati nell’Indiana per 4 giorni.

Il viaggio andò bene, tutto andò bene… soprattutto l’incontro all’aeroporto fra Axl, Jackie e William. Quando il ragazzino vide suo padre, c’era un lampo nei suoi occhi verdi. Cominciò a correre verso Axl urlando “papà”!

Fino a quel punto, l’ultimo incontro fisico fra William e Axl era 3 anni fa. Da allora, Jackie faceva vedere video clip dei Guns a William e diceva sempre “vedrai papà quando finirà di fare la rockstar”. Infatti, era stato così.
Axl sorrise e accolse suo figlio fra le sue braccia.
-Axl. Piacere di rivederti. –disse Jackie scambiando due baci sulle guance del rosso.
-Anche per me Jackie. Andiamo? Judy e Izzy ti stanno aspettando a casa mia….
Jackie sorrise. Sapeva che i due si erano sposati da un anno, e sapeva che Judy aveva avuto un bambino: un piccolo Stradlin.

La gita in auto fu piacevole. Jackie era già andata un paio di volte a Lafayette, quindi conosceva più o meno la città.
Arrivati davanti la casa di Axl, Judy e Izzy erano sulla veranda, seduti, sorseggiando del caffè (o forse del thè? – penso Jackie).
-Jackie! –urlò Judy quando vide l’amica. Si alzò subito e avvolse l’amica d’un abbraccio.
-Judy!! Come stai? Come sta tuo figlio?
-Oh, sai, Keith è un amore, è adorabile, davvero. Ha un ciuffo adorabile di capelli neri, ed ha gli occhi del padre. Quando entriamo in casa te lo faccio vedere.
Intanto Izzy si era avvicinato verso Jackie.
-Hey Signora Adler! Da quanto tempo che non ci vediamo? 2 anni eh?
-Esatto Signor Stradlin. Sai, non l’avrei mai detto, ma mi sei mancato. –disse Jackie ridendo.
-Lo ammetto, in fondo io ti volevo bene, nonostante la mia attitudine un po’ “fredda” …
-Acqua passata Jeff. Entriamo dentro eh? Qui fa più freddo che a Pasadena!

Nel frattempo, Axl e William erano entrati nella casa. William era eccitatissimo, era stra felice di essere con suo padre.
Tutto andò bene, e si potrebbe dire anche stranamente, visto che l’ultima volta che Jackie e Axl si erano visti, avevano avuto una lite enorme. Per fortuna, la situazione andò liscia. Jackie, Axl, Izzy, Judy, il piccolo Keith e William passarono un bel momento. Axl promise di andare un giorno a Pasadena a trovare suo figlio. Beh, che dire, almeno la situazione Axl – William era stata chiarita ed andava bene.

28 Agosto 1999, Seattle.

Tutti quanti erano riuniti per il matrimonio di Duff, era un’occasione da non perdere! Jackie era arrivata con Steven e i suoi 3 figli che ormai avevano 12 anni. C’erano poi Slash e degli altri amici. Duff aveva già avuto una figlia con Susan, sua moglie.
Si potrebbe dire che finalmente, tutto si era arrangiato, le famiglie si erano create… Ma rimaneva un “mistero”, una cosa che “tormentava” tutti: Michelle era veramente figlia di Duff? O forse era figlia di Axl o Steven? E Steven Jr. era veramente figlio di Steven, o forse era figlio di Duff? Nei primi anni di vita dei piccoli, questa cosa non preoccupava nessuno, ma poi, quando i piccoli avevano cominciato a crescere, persino loro si sono chiesti sta cosa….

Questo mistero doveva essere risolto...

**angolo dell'autrice* 
Ragazzi! Vorrei dirvi che questo è il penultimo capitolo... eh già, prima o poi dovevo concludere la storia! Volevo ringrazie tutte le persone che hanno seguito (e che seguono ancora!) la mia storia, la gente che l'ha messa tra le preferiti, e ovviamente, la gente che l'ha recensita! Voi tutti mi avete aiutato a scrivere questa storia =) xxCathyxx

 

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Capitolo 19
*** The truth about Michelle... ends it all! ***


Settembre 2005. Ospedale dove erano nati i figli di Jackie.

-Haha, William, che faccia di cazzo che c’hai in sta foto. –disse Steven Jr. mostrando una foto del ragazzo alla sorella. Era stata presa ieri ad una festa. William aveva una smorfia imbarazzante, con una birra in mano.
-Steven, coglione, non fare vedere ste foto di me a nostra sorella. –disse William.
-Oh, Will, figurati, ho visto te in situazioni più imbarazzanti. –rise Michelle. La ragazza si ricordava bene la festa di ieri. Aveva suonato coi suoi fratelli ieri un set di mezz’ora ad una festa, poi avevano finito per ubriacarsi ben bene.
I giovani erano seduti sulla panchine, parlavano in francese, fregandosene di tutta la gente attorno. Jackie era l’unica a capire quello che stavano dicendo.
-Ragazzi, vi prego, smettetela! Steven, per una volta, ascolta tuo fratello, ha ragione: vostra sorella è una signorina, certe cose meglio tenersela per voi.
-Ma! Michelle è una rocker, dai… -disse Steven con la voce di un bambino di 7 anni.
-Steven, non farmelo ripetere. Comportati da una persona matura, soprattutto in momenti come questi.
-Va bene ma. Sai che ti voglio bene ma? Scusa. –disse Steven Jr.. Michelle e William stavano trattenendo una risata. Loro fratello faceva sempre così se la mamma lo sgridava: prendeva quella voce da ragazzino offeso, e diceva a sua madre che l’amava.
-Anche io Steven. Ora ragazzi, vi prego, comportatevi bene, fra poco un grande mistero delle vostre origini sarà risolto.  –disse Jackie.

Steven sorrideva. Era abituato a vedere sua moglie discutere coi figli, e soprattutto, era abituato a vedere i ragazzi discutere. In fondo, erano tutti molto uniti. C’era anche Axl, che era “peggiorato” dal 1993, Thomas ormai sulla sessantina, ma in grande forma, Duff con la famiglia (Susan e le 2 figlie) e poi c’erano Izzy, Judy, e Keith. Keith aveva 12 anni, quindi lui per William, Steven Jr. e Michelle era troppo piccolo (i 2 fratelli e la sorella avevano 18 anni), ma ogni tanto Keith veniva per parlare di musica con i ragazzi.

Michelle era diventata una donna: alta, snella, capelli neri un po’ mossi, un po’ come quelli di Steven, occhi verdi come quelli della madre, una pelle chiarissima. Suonava la chitarra nella band che aveva coi suoi fratelli. Indossava un jeans attillato mezzo strappato sulle ginocchia, delle Converse nere, una maglietta dei Guns N’ Roses, bracciali molto “punk”, matita nera e un leggero gloss.

Steven Jr. era biondo come Steven Senior ed aveva lo stesso taglio di capelli, aveva gli occhi della madre, la quantità di pelli incredibile come suo padre. Suonava la batteria, come suo padre. Aveva quel bellissimo sorriso del padre e quel senso dell’umorismo identico. Anche lui aveva sempre mille ragazze che li correvano indietro. Indossava, come la sorella, Converse nere, jeans strappati e una maglietta dei Guns.

Infine, c’era William, il clone di Axl. Infatti, era tutto suo padre, tranne gli occhi, che erano della madre. Anche lui teneva i capelli lunghi come il padre negli anni ’80, erano d’un colore rosso scuro. Lui suonava il basso e cantava. Indossava, come la sorella ed il fratello, Converse nere, jeans strappati e una maglietta dei Guns. I 3 avevano fatto apposta di vestirsi uguale, per far capire a tutti quanti che erano gemelli e per confondere la gente.

-Jacqueline Adler, Michael Andrew McKagan, Steven Adler, Axl Rose, William Rose, Michelle Adler, Steven Adler Jr. Mi potete seguirmi per favore? Abbiamo i risultati del test D.N.A.

*Nota : Michelle era nata col nome di famiglia della madre, ma quando Jacqueline cambiò nome a Adler, anche Michelle cambiò nome di conseguenza, da Delclos a Adler.

Tutti quanti seguirono l’infermiera in una stanza.
-Allora, vi annuncio che… William Rose, nato a Hollywood, Los Angeles, il 2 Settembre 1987 risulta figlio di Axl Rose e Jacqueline Adler.
-Woohoo! Batti il cinque pa’! –disse William ridendo. Axl sorrise e batte il cinque con suo figlio. Tanto, tutti erano sicuri di quel risultato.
-Steven Adler Jr., nato a Hollywood, Los Angeles, il 2 Settembre 1987 risulta figlio di Steven Adler e Jacqueline Adler.
Meno un mistero! Fino a quel momento, si sospettava se Steven Jr. fosse figlio di Jackie e Duff o Jackie e Steven, finalmente, la supposizione dell’inizio era confermata.
Steven diede una pacca a suo figlio, Jackie sorrise.
-Infine, Michelle Adler, nata a Hollywood, Los Angeles, il 2 Settembre 1987 risulta figlia di…. Steven Adler e Jacqueline Adler.
Duff era sotto shock. Tutti lo erano.
-Mi scusi, può ripetere i genitori? –disse Jackie.
-Steven e Jacqueline Adler signora. –disse l’infermiera di un tono deciso.
Michelle guardava stupefatta. Infine, era Steven suo padre! Non che le dispiaceva, lei e Duff avevano un rapporto piuttosto amichevole, non padre-figlia, però, la scioccava assai, quando sua madre le raccontava tutte le pene che Duff ha passato per colpa sua a causa di Mandy, ecc.... Ed infine, per niente, poiché lei, Michelle Adler, era veramente una Adler!


-Vi lascio in privacy un minuto. –disse l’infermiera andandosene.
Steven mise un braccio attorno sua sorella. Lei li sorrise. Steven le era sempre stato più vicino di William, anche se fra lei e William c’era un rapporto perfetto. William la guardava e le sorrideva, cercando di darle un certo conforto.
-Ragazzi… beh, almeno questo risultato ci ha detto la verità. –disse Jackie.  Anche lei era rimasta scioccata – per 18 anni pensava di avere una figlia dalla parte di Duff, ed invece, la ragazza era sempre stata figlia di Steven.
-Possiamo comunque ammettere che fino a 10 minuti fa, eravamo in dubbio su chi fosse figlio figlia di chi, ed ora, è tutto risolto… -disse Steven.
-Zio Duff, spero comunque che il nostro rapporto non cambierà… –disse Michelle. Da piccola lo chiamava papa, poi, quando era andata al matrimonio di Duff nel 1999, cominciò a chiamare Duff zio. Beh, almeno ora sapeva che lo aveva fatto con un buon motivo.

Duff le sorrise e le diede un bacio sulla testa. Poi, ne diede uno a Jackie, salutò Axl e Steven, ed uscì. Era confuso il povero. Quindi, in fondo, lui non aveva mai avuto niente con Jackie? Neanche una figlia? Persino Axl che non l’aveva mai amata aveva avuto un figlio da Jackie, e lui, che aveva amato la ragazza, non aveva avuto niente da lei. “Pazienza, il tempo passa, io ora ho una vita mia.” Pensò Duff avviandosi verso Susan e le sue figlie.

-Gente, scusate eh, ma non mi sembra una grande tragedia, voglio dire, la tragedia sarebbe stata se Michelle fosse figlia di mio padre… Quindi, io credo che dobbiamo tagliar corto ste smorfie, e dobbiamo andare a festeggiare. –disse William.
-Ah, perché se io fossi figlia di tuo padre ti creerebbe un problema William? –disse Michelle.
-Sì! –le sorrise William.

Michelle andò addosso suo fratello per darli, giocando ovviamente, dei pugni amichevoli. William rispose subito attaccandola col solletico. Steven arrivò da dietro e mise le sue braccia attorno sua sorella, per salvarla da una caduta probabile.
-Ragazzi, contegno su! Avete 18 anni per l’amor del cielo, dovete sapere che ste cose non si fanno veramente in pubblico, soprattutto in un ospedale! William ha ragione. Son anni che sospettavo che Michelle fosse figlia di Stevie. Axl, ti va di festeggiare con noi? –disse Jackie.
-Ma si dai… Si dai vengo. –disse Axl. Intanto, i gemelli si erano staccati, Steven giocava coi capelli della sorella, William si scusava con la sorella e le rimetteva a posto la maglietta, e non esitava nel frattempo a dare delle “palpatine” a sua sorella. Michelle lo respingeva, ma tanto, tutti sapevano che lei e lui si erano baciati una volta, per bene, e se nessuno li fermava, finivano a letto. Ovviamente, erano ubriachi, però…

Tutti quanti uscirono, ed andarono al Canters Dell per festeggiare con una bella cenetta. Prima però, tutti si dovevano cambiare.  Michelle e i suoi fratelli insistevano, almeno per quella giornata, di vestirsi uguale. Per questo, i ragazzi si misero una camicia bianca, anche Michelle (Michelle aveva una di quelle camicie da “segretaria sexy”). Poi, Michelle si mise un pantalone di pelle aderente nero, i ragazzi si misero un pantalone nero. Infine, i tre si misero dei stivali anni 80, à la cowboy. Adoravano metterseli. Michelle aggiustò il suo trucco, rimise i suoi braccialetti punk, ed infine, i ragazzi erano pronti. Jackie si mise un bel vestito a righe nero – bianco, Steven era, come i suoi figli, in pantalone e camicia, pure Axl, pure Izzy, pure Duff, ed anche il buon vecchio Thomas. Susan avevano uno dei suoi vestiti da modella, Judy aveva un vestito nero. Una volta pronti, si avviarono in 3 macchine diverse, ma per riunirsi in un unico posto a festeggiare.

Jackie aveva formato la sua famiglia con Steven, avevano avuto due figli, Michelle e Steven Jr., Jackie era riuscita a restare finalmente con un solo uomo nella sua vita.. Duff aveva la sua di famiglia con Susan Holmes, Izzy aveva la sua di famiglia con Judy, ed infine Axl… beh, Axl viveva la vita da Axl. E Slash? Beh, lui era solo, solo soletto… ma tutto poteva cambiare!

Beh, tutto è ben quel che finisce bene no? Una grande famiglia felice!
The End.

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