Misunderstandings.

di kiyomizu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte 1 - Ritorno al passato. ***
Capitolo 2: *** Parte 2 - I sentimenti non cambiano. ***



Capitolo 1
*** Parte 1 - Ritorno al passato. ***


« Buon giorno a tutti
Dunque, spero che la mia storia sia di vostro gradimento; potrebbero esser presenti errori di vario genere, per questo mi scuso in anticipo.
La dedico a tutte le fan di Free!, ma soprattutto a chi ama la coppia Reigisa, che personalmente adoro. 
Per questa one-shot ho preso degli spunti da un sito di ff inglese, quindi non tutta la storia è farina del mio sacco!
Buona lettura-! » 

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M i s u n d e r s t a n d i n g s
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Parte 1 - Ritorno al passato.

 

Ormai non poteva andare diversamente, no?
Per l'ennesima volta Rei stava cercando di trattenersi, mentre Nagisa come al solito stava esagerando nel prendersi gioco di lui. I due si trovavano nel soggiorno di Haruka, seduti intorno ad un tavolo, in attesa dell'arrivo degli altri membri del club di nuoto. Haruka e Makoto erano stati interpellati urgentemente da Gou, a quanto pare c'era qualcosa da modificare nel piano degli allenamenti settimanali.
Nel frattempo il biondino, come al solito, aveva trovato un altro buon modo per importunare il povero Rei: il divertimento che provava sembrava non finire mai. Ogni occasione era ottima per farlo arrabbiare, soprattutto quando c'era un paio di occhiali da vista in questione. Non capiva come il piccoletto fosse tanto ossessionato dai suoi occhiali, sperava solamente che lo scherzo durasse poco. Rei però non era mai stato tanto fortunato da sfuggire dagli scherzi di Nagisa con tanta facilità. Il suo umore, inoltre, non era dei migliori. I risultati dell'allenamento non si vedevano e sicuramente l'ultima cosa che voleva era sentirsi preso in giro, anche se si trattava degli scherzi dell'innocuo, piccolo Nagisa. Il morale era a terra e difficilmente avrebbe sopportato la situazione.
I suoi nervi ormai erano a fior di pelle.

Makoto e Haruka nel frattempo erano già sulla via del ritorno e dopo una dozzina di minuti arrivarono a destinazione. Haruka fece strada, dirigendosi poi assieme al compagno nel soggiorno. Poteva ben udire gli schiamazzi di Nagisa, probabilmente stava torturando il povero Rei come di consuetudine; aveva permesso loro di precederli, del resto non poteva sapere quanto si sarebbero dovuti trattenere nell'edificio scolastico.
Improvvisamente però Haruka sentì dei passi pesanti avvicinarsi dalla piccola stanza e prima di chiedersi il motivo di tanta confusione si ritrovò Rei di fronte, con un'espressione corrucciata in volto.

Ormai il livello di sopportazione aveva raggiunto il suo limite, purtroppo Rei non era più in grado di trattenersi oltre e per un po', a pugni serrati, se ne rimase zitto.
Rei-chan? A cosa stai pensando?”
Per un attimo Nagisa smise di fare le proprie imitazioni e si rivolse incuriosito all'amico, sorridendo dall'altra parte del tavolo. Sollevando appena il capo, Rei riprese i propri occhiali, risistemandoseli. Schiarendosi la voce, rispose con tono piatto alla domanda. “Nulla, ero sovrapensiero."
Ah, stai sempre a pensare...dovresti rilassarti e divertirti di più, Rei-chan!” Disse Nagisa sorridendo e agitando le mani.
Quindi era così, il biondino aveva ragione. Rei schioccò le labbra, tornando poi a fissare il pavimento. Pensava davvero troppo. Forse era per questo motivo che inevitabilmente, sin dall'infanzia, fungeva da calamita a tutte le persone che volevano prendersi gioco di lui. Nonostante questo, non poteva farci nulla. Lui crebbe vedendo il mondo da un'altra prospettiva, usando solamente la logica per spiegarsi ogni situazione. Forse per ragioni come questa le persone si burlavano di lui. Per tutta la sua carriera scolastica era stato soggetto a scherzi per i suoi voti eccellenti, per la sua natura introversa, per il suo trovarsi a proprio agio con i libri anziché con le altre persone. Lui sapeva che studiando non poteva fallire e proprio nello studio aveva trovato la sua valvola di sfogo.
Quando arrivò alla Iwatobi, Rei sperò di ricominciare con il piede giusto. Le persone sembravano tutte così gentili con lui, riuscì anche ad iscriversi al club di atletica. Grazie ai suoi duri allenamenti era riuscito a creare delle ottime aspettative su di sé e ben presto relazionarsi con gli altri non sembrò più impossibile. Finalmente cominciava a pensare che quel periodo infernale della sua vita fosse terminato...fino a che non conobbe Nagisa.
Ovviamente i suoi scherzi non erano nulla paragonati a ciò che subiva in passato e notò immediatamente che era una sua indole naturale. Faceva lo stesso anche con Haruka e Makoto, anche se i due sembravano non curarsene troppo. Evidentemente perchè erano amici d'infanzia.
Non ci voleva un genio, tuttavia, per capire che Nagisa trovava più soddisfazione a prendersi gioco di Rei. Nel suo modo infantile di fare, il piccoletto adorava vederlo perdere le staffe, ma la povera vittima non riusciva a comprenderne il motivo. Forse perchè sembrava instabile? O peggio, debole? Probabilmente non era questo il motivo, dato che apparentemente la sua corporatura dava l'idea contraria. Forse perchè non aveva perso l'abitudine di passare il suo tempo tra i libri? Nemmeno questo, a pensarci bene: Nagisa non sembrava il tipo da catalogare le persone a seconda delle proprie passioni.
...Forse perchè non gli piaceva abbastanza? Magari non lo considerava un compagno al pari di Haruka e Makoto. Loro tre si conoscevano da molto più tempo e sembrano un gruppo molto unito, insieme a Rin Matsuoka. Effettivamente Rei non poteva affermare di sentirsi appartenente a quel gruppo, non ancora. Forse il modo di agire di Nagisa era per comunicargli che la realtà era proprio quella: Rei era ancora un estraneo per loro.
Rei-chan, tra un po' ci saranno gli esami! Potremmo trovarci a studiare insieme, che ne dici? Reeei-chan?”
Sobbalzando nel sentire il proprio nome, Rei si alzò di scatto. Vedendo il biondino fissarlo con preoccupazione, provò una sensazione di disagio. Si diresse verso l'uscita dell'abitazione senza proferire parola, quando andò a sbattere accidentalmente contro Haruka, il quale, insieme a Makoto, lo stava fissando sorpreso. I tre ragazzi continuarono a fissare l'amico, non riuscivano a spiegarsi quell'atteggiamento, tanto meno Nagisa. Non appena Rei se ne rese conto iniziò a sudare, odiava essere al centro dell'attenzione. L'ha sempre odiato. Imbarazzato riuscì a fare l'unica cosa che sapeva fare bene: scappare.
Raccogliendo le sue cose corse in direzione della stazione; il sole stava tramontando, faceva ancora in tempo a tornare a casa vedendo la strada. Ormai lontano riuscì a sentire ancora le voci dei suoi compagni chiamarlo. Si sentiva così patetico.
Sbuffando, Nagisa tornò a sedersi. “Cosa c'è che non va in Rei-chan? Gli ho solo chiesto se voleva unirsi nello studio...”
Makoto, pensieroso, si sedette accanto al biondino. “Sembrava arrabbiato. Non l'avevo mai visto così prima d'ora...è abbastanza strano.”
Perchè dovrebbe essere arrabbiato? Non gli abbiamo fatto nulla...” Ribattè Nagisa, poggiando il capo sul tavolo. Annuendo, Makoto guardò poi Haruka: sembrava immerso nei suoi pensieri.
C'è qualcosa che non va, Haru?”
Haruka fece scivolare il suo sguardo da Makoto a Nagisa e dopo un lungo silenzio disse la sua, ricordando ciò che udì non appena entrò in casa sua qualche minuto prima. “Penso che Rei non apprezzi essere sempre vittima dei tuoi scherzi, Nagisa.” Disse semplicemente, dirigendosi poi in cucina.
Sia Makoto che Nagisa fissarono Haruka andarsene, non dicendo una parola. Su entrambi poi calò un silenzio di tomba. Makoto capì perfettamente le parole di Haruka, ma Nagisa...
Penso che Rei non apprezzi essere sempre vittima dei tuoi scherzi, Nagisa.
Cosa significava? Il biondino non riusciva a comprendere.


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Rei se ne stava fermo ad attendere l'arrivo della metropolitana. Guardando poi l'orologio notò che aveva ancora cinque minuti a disposizione prima dell'arrivo del mezzo pubblico. Sbuffò annoiato, sistemandosi poi la montatura degli occhiali.
Rei-chan! Rei-chan!”
Riconoscendo una voce familiare Rei si voltò in direzione della persona in questione, notando il suo solito sorriso smagliante. Fu proprio quel sorriso a metterlo a disagio, facendolo sobbalzare appena. Non prestando troppa attenzione a Nagisa che si avvicinava sempre maggiormente, Rei tornò a fissare l'orologio.
Buon giorno, Nagisa-kun.” Bisbigliò, sviando lo sguardo innocente del biondino. Difatti non notò la confusione sul volto del piccoletto, il quale con un sorriso rimpiazzò le proprie preoccupazioni.
Perchè ieri te ne sei andato all'improvviso?”
Non mi sentivo bene, tutto qui.” Rispose prontamente Rei.
Con fare curioso Nagisa diede un'occhiata più da vicino al compagno, fissandolo e squadrandolo per un po'. Rei si sentì un po' troppo al centro dell'attenzione, la cosa lo infastidiva. Si allontanò di un passo dal biondino, non incrociando mai il suo sguardo. Solamente si ripeteva di rimanere calmo, qualunque cosa accadesse.
Hmm. Non sembri essere ammalato...” Confermò Nagisa, girandogli intorno lentamente, con passo felpato. “Rei-chan non si dicono le bugie!”
Rei, tormentato ancora una volta dal piccoletto che si aggrappò alla sua uniforme scolastica, si divincolò malamente dalla stretta, andandosene poi in direzione dell'uscita della stazione. Non aveva proprio voglia di stare a sentirlo, tanto meno di essere letto tanto a fondo da Nagisa. Più passava il tempo più si sentiva irritato. Non solo dal biondino, anche da sé stesso. Si sentiva così impotente in queste situazioni e l'unica cosa che gli riusciva meglio era fuggire.

Non prestando troppa attenzione al comportamento di Rei, Nagisa continuò a caricarlo di domande, non smettendo un attimo di assalirlo. Rei ormai era al limite della sopportazione di nuovo, chissà cosa sarebbe successo questa volta.
Sai, Rei-chan, ormai stanno arrivando gli esami...ieri volevo chiederti se ti andava di aiutarci con lo studio. Passi davvero molte ore sui libri

Vuoi chiudere quella bocca per un po', Nagisa?! Puoi studiare benissimo con gli altri, lasciami in pace!! Posso tornarti comodo solo se si tratta dello studio? Non fai altro che prendermi in giro tutto il tempo! Me ne vado.”
Rivolse al biondino tutta la sua rabbia repressa, urlandogli quelle parole dritte in faccia.

Il piccoletto indietreggiò esterrefatto da quell'atteggiamento, i suoi occhi sgranati fissavano ancora il compagno. Rei fece altrettanto, avviandosi poi di corsa nella solita direzione. Quella mattina avrebbe fatto più strada del solito, ma del resto non voleva vedere per un po' la faccia di Nagisa. Non in quel momento, che si sentiva pienamente soddisfatto di quello che era finalmente riuscito a dire dopo anni e anni. Tuttavia, allo stesso tempo iniziò a provare un profondo rimorso dentro di sé. Forse Nagisa non se lo meritava. 




Continua nel capitolo 2...


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(*) N/A: Date le pochissime fonti trovate riguardanti l'infanzia e la pre-adolescenza di Rei, mi sono limitata a scrivere come secondo me potevano essere quei tempi, considerando il suo carattere attuale. Quindi non è detto che Rei subisse maltrattamenti da altri bambini, poteva benissimo essere anche il più figo e ammirato della scuola, LOL. Non è dato a sapersi.(?)
Quindi...avvisati signori
~

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Capitolo 2
*** Parte 2 - I sentimenti non cambiano. ***


M i s u n d e r s t a n d i n g s
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Parte 2 - I sentimenti non cambiano.
 
 

“Davvero Rei ha detto una cosa del genere?!” Chiese Makoto scioccato, sedendosi poi accanto a Nagisa per consolarlo. Serrando le labbra, il biondino annuì, volgendo poi altrove il suo sguardo carico di tristezza. Cercò di nascondere una piccola lacrima che, inutilmente, stava trattenendo da un po'.
“Non so perchè abbia detto quelle cose, i-io non mi stavo prendendo gioco di lui...”
Tornando pensieroso, Makoto rivolse un'occhiata interrogativa ad Haruka, che nel frattempo si era messo a sedere al suo posto. Come al solito non si poteva interpretare ciò a cui stava pensando ma, seguendo il proprio istinto, Makoto provò a chiedere un parere.
“Haru tu che ne pensi?”
“E' stanco di essere preso in giro, tutto qui.” Haruka diede la stessa risposta del giorno prima, semplicemente. Nagisa afferrò improvvisamente una manica di Haruka, fissando il ragazzo con i suoi occhi ancora umidi. “Cosa significa?! Non ho mai fatto nulla del genere...”
“Sì, invece.” Haruka rispose di rimando. “Forse non te ne sei mai accorto perchè è un'abitudine che hai da molto tempo, ma spesso prendi in giro le persone,
soprattutto Rei.”

Nagisa a quelle parole rimase in silenzio per un po' insieme a Makoto. Haruka nel frattempo volse il suo sguardo fuori dalla finestra. “A lui non piace, soprattutto da un amico come te.”

Ripensando alle parole del compagno, Nagisa chinò il capo, tornando a fissare le proprie mani strette sulla camicia. Aveva veramente fatto tutto questo da quando aveva conosciuto Rei? Ovviamente non se ne era mai accorto, era così naturale e divertente per il biondino. In più Rei non aveva mai accennato nulla in proposito. Nagisa non avrebbe mai voluto metterlo a disagio, anzi, sarebbe stata l'ultima cosa che avrebbe avuto intenzione di fare. Alla fine, però, era andata proprio così.

Con questi pensieri in testa, il biondino si alzò di scatto, asciugandosi gli occhi umidi. Avrebbe dovuto fare qualcosa per Rei, per dimostrargli che ci teneva davvero a lui, prima di perderlo definitivamente.

 

Spesso Rei si recava sul tetto della scuola quando voleva riposarsi o, semplicemente, staccare tra una lezione e l'altra. Questa volta, però, pensò che fosse il luogo migliore per poter riflettere in pace. Avrebbe voluto farsi una dormita e dimenticare tutto quello che era successo quella mattinata. Ripensandoci bene, però, sarebbe stato impossibile. Non avrebbe mai potuto dimenticarsi di Nagisa.
Lo faceva sempre arrabbiare, certo, ma non era come gli altri. In passato sarebbe bastato dimenticare le loro voci, le loro facce e voltare la pagina. Con Nagisa però non sarebbe stato così semplice: il suo volto, la sua voce, i suoi modi di fare, il modo in cui sorride ogni volta che gli rivolge uno sguardo...No!
Non poteva pensare a questo lato di Nagisa, non in quel momento; infatti, era la parte di lui che gli faceva battere il cuore. Se si fosse lasciato abbindolare da quei modi gentili si sarebbe fatto ancora più male. Rei considerava Nagisa una persona davvero importante, ma il ragazzino secondo il suo parere non ricambiava i propri sentimenti, non doveva scordarselo. Se non si fosse dato una regolata subito si sarebbe lasciato trasportare ancora e ancora, sopportando senza dire nulla, ed era l'ultima cosa che avrebbe voluto.
Immerso nei suoi pensieri, Rei non si era reso conto che la porta che conduceva alle scale per il pano inferiore era aperta. Realizzò ancora prima di voltarsi che non era l'unico su quel tetto.


Nagisa non aveva intenzione di cercare Rei. Pensava di poterlo fare una volta finita la scuola, prima che iniziassero le attività del club. L'intera situazione gli causò un bel po' di stress, tanto che decise di recarsi sul tetto dell'istituto a prendere una boccata d'aria. Non avrebbe mai potuto immaginare di trovare la persona in questione nello stesso luogo.
A quel punto, cosa avrebbe dovuto fare? Scappare non era la cosa migliore, avrebbe solamente peggiorato le cose. Continuando a riflettere, Nagisa fissò la figura alta e slanciata di Rei, richiudendo poi lentamente la porta dietro di sé. Provando a fare un passo verso di lui, il suo intero corpo si immobilizzò all'istante. Non aveva pensato a cosa potesse dire, a come scusarsi, a come farsi perdonare. Un velo di terrore si fece largo sul piccolo volto del biondino, il quale impallidì all'istante.


Rei non si mosse da lì, con un'espressione afflitta in volto. Più guardava Nagisa, più poteva sentire una fitta dopo l'altra al cuore. Il biondino non aveva intenzione di tornare indietro, quindi sarebbe stato lui a dover rompere il ghiaccio, in qualche modo.
“Rei-”
“Cosa vuoi, Nagisa-kun?”
Nagisa, ripescando l'ultima speranza rimastagli, si fece forza e proseguì passo dopo passo verso di lui, fino ad arrivargli di fronte. Fissando un punto vuoto del tetto, il piccoletto pensava a come risolvere al meglio la situazione: avrebbe voluto afferrare Rei, abbracciarlo e dirgli che non avrebbe mai avuto l'intenzione di ferirlo. Avrebbe voluto spiegargli il motivo per cui era sempre stato vittima dei suoi scherzi, il motivo per cui si divertiva di più con lui rispetto che con Haruka o Makoto. Avrebbe voluto confessargli che dal primo istante gli era piaciuto, e molto.
Lo sguardo di Nagisa si posò poi sulla mano di Rei e mandò giù un po' di saliva prima di tendere la propria verso la sua. Il suo piccolo corpo tremava come una foglia al solo pensiero, ma poi si fece forza e afferrò delicatamente la mano del ragazzo di fronte. Potè sentire immediatamente un sussulto da parte sua, insieme ai suoi muscoli che si irrigidirono. Ad ogni modo, Nagisa era ben intenzionato a non lasciarla per un po'. Alzò lo sguardo, e notò il volto di Rei senza alcuna emozione. “Nagisa-” disse lui, guardando il piccoletto con fare interrogativo.
Non prestando attenzione ai modi di Rei, Nagisa portò la sua mano più vicina alla propria faccia, stringendola con più forza. Il ragazzo guardò prima Nagisa, poi la propria mano tra quelle del piccoletto. Allarmato per quell'azione improvvisa, chiese al biondino di lasciar andare la sua mano. Nagisa però non lo ascoltò. Al contrario, questa volta portò la mano di Rei fino alla sue labbra, baciandola gentilmente. Non staccò i suoi occhi da quelli scuri di Rei neanche per un secondo. Notando poi la comparsa di un leggero rossore sulle gote del ragazzo, il più piccolo poggiò la fronte sul palmo della mano di Rei, sochiudendo gli occhi.
“Scusami.”

Rei sgranò le palpebre, mantenendo la bocca aperta in uno stato di shock. Immediatamente borbottò un “Cosa?!” scrutando poi il volto nascosto del biondino.
“Io...ho detto scusami. Per averti ferito.”
Ad ogni modo, Rei sembrava sempre più confuso (o sospettoso), perchè non aggiunse una parola o una singola reazione. Per questo motivo Nagisa si allontanò di un passo, facendo poi un respiro profondo. A quanto pare avrebbe dovuto spiegarsi per bene, anche se dire tutto ciò che pensava sarebbe stato abbastanza imbarazzante. A quel punto, però, non poteva tirarsi indietro, avrebbe dovuto far arrivare tutti i suoi sentimenti a Rei.
“Non immaginavo di averti ferito per tutto questo tempo. Ho sempre pensato che a te non importasse più di tanto. Cioè...intendo dire, sto per dirti cose parecchio imbarazzanti anche per me, quindi aspetta che mi concentro.” Facendo un altro respiro profondo, Nagisa tornò a fissare Rei dritto in volto, con l'espressione più sincera e convinta che potesse avere. “Ecco, io non volevo assolutamente metterti a disagio, o farti arrabbiare! E per questo mi scuso!”
Rei continuò a ricambiare lo sguardo di Nagisa, incapace di reagire per un paio di minuti. Cosa intendeva con "Non immaginavo di averti ferito per tutto questo tempo?" Non era sicuro di sentirsi sollevato o no a queste parole, semplicemente ancora non credeva al fatto che non se ne fosse mai accorto prima.
Ad ogni modo, considerò una domanda da porgergli.
“Se non te ne eri mai accorto prima, come hai fatto ad arrivare a questa conclusione?” Chiese con calma Rei, notando poi la reazione esitante di Nagisa. Cercò di nascondere un'espressione imbarazzata, volegendo altrove lo sguardo. “Me l'ha detto Haru-chan.”
“Haruka-senpai?!” Esclamò Rei scioccato. Fu davvero...inaspettato. Un ragazzo apparentemente senza emozioni ed interessi si accorse di una cosa che nemmeno lo riguardava. Rei rimase molto sorpreso, rivalutando l'incredibile sensibilità di Nanase.
Nagisa chinò il capo, sussurrando lentamente. “Mi ha detto di smetterla...perchè non ti piace essere preso in giro.”
Rei alzò un sopracciglio, senza dire nulla. Beh, questo era vero, in un certo senso. L'attenzione che si focalizzò sul biondino e su Haruka andò poi a spostarsi sulla sua mano, ancora stretta dal piccoletto, ma più delicatamente. Notando poi che si trovava ancora a pochi centimetri dalle sue labbra, arrossì di colpo, interrompendo Nagisa.
“Ehm, ora puoi lasciare la mia mano, Nagisa-kun?” Nagisa seguì la direzione del suo sguardo, arrivando poi a poggiare il proprio sulle proprie mani. Inclinò poi la testa di lato, incerto. “Perchè?”
“P-Perchè?! Perchè due ragazzi non si prendono per mano in questo modo! Haruka e Makoto, per esempio, non fanno queste cose!”
“Fosse solo questo ciò che fanno-” Disse Nagisa con tono sincero.
“EH?!” Esclamò Rei balzando via, in uno stato di confusione.
Seguendo Rei, Nagisa fece un veloce occhiolino, avvicinandosi nuovamente al ragazzo. “Perchè sei così sorpreso? Pensavo sapessi quanto fossero intimi Haru-chan e Mako-chan.” La verità era che Nagisa si stava nuovamente prendendo gioco di Rei. Ovviamente era solo uno scherzetto innocente, voleva solamente vedere le reazioni imbarazzate di Rei.
“No, non lo sapevo!”
Tornando ad afferrare saldamente la mano di Rei, il biondino questa volta era ben intenzionato a non lasciarla andare. Le gote del più grande, di risposta, arrossirono sempre più. Nagisa afferrò anche l'altra, assicurandosi di infilare bene le dita tra le sue. “N-Nagisa-”
“Tu mi piaci, Rei. Molto. E' per questo motivo che ti faccio parecchi scherzi o ti prendo in giro, molto più che non con Mako-chan o Haru-chan.” Spiegò Nagisa, tornando a guardare le proprie mani unite. “E pensavo di piacerti allo stesso modo, perchè non mi dicevi mai di smettere. E...per questo motivo spero che tu non cambia atteggiamento nei miei confronti. Vorrei tornare a piacerti ancora. Almeno come amico...” Disse il piccoletto, con un velo di tristezza sul suo volto.

Notando la particolare atmosfera di malinconia attorno a Nagisa, Rei sospirò a fondo. C'era ancora un leggero rossore tra le sue guance e le punte delle orecchie e sapeva benissimo che dopo aver fatto ciò che aveva in mente avrebbe peggiorato la situazione. Avrebbe dovuto farlo, però, se voleva dimenticare una volta per tutte tutti quei fraintendimenti. Quindi, ricambiando la stretta con le dita, Rei confessò a Nagisa i suoi sentimenti.
“Anche tu mi piaci, Nagisa-kun. Non amo molto quando ti prendi gioco di me, lo ammetto, ma nonostante tutto continui a piacermi.”
Entrambi non dissero nulla per un po' di secondi. Nagisa rimase incantato da Rei, mentre quest'ultimo guardava il pavimento molto più imbarazzato di prima. I due erano assaliti da miliardi di pensieri, ma la cosa più importante era che entrambi provavano gli stessi sentimenti l'uno per l'altro.
Senza alcun preavviso, Nagisa fece un balzo di felicità. Mantenendo una mano legata a quella di Rei si buttò tra le sue braccia con tutto il peso possibile. Incapace di mantenere l'equilibrio perchè colto alla sprovvista, Rei scivolò sul pavimento, causando un gran tonfo.
“Nagisa-kun, sei pesante!”
Il biondino, tuttavia, non lo ascoltò, dimenandosi senza sosta per la felicità. I due rimasero così fino al suono della campanella, per altri cinque minuti. Dopodiché si rialzarono e tornarono nelle loro classi. Le loro mani però erano ancora unite, formando un legame indissolubile.

 

Fine

 
 

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