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Era una fredda giornata d’inverno, a Mountaincity nevicava spesso e in
quei periodi le scuole venivano chiuse per via della ne
Era una fredda giornata d’inverno, a Mountaincity nevicava
spesso e in quei periodi le scuole venivano chiuse per via della neve,
impossibile da abbattere. In quei giorni, che potevano diventare settimane, i
ragazzi del Mountain Hig School si divertivano sulla montagna che sovrastava la
città. Molti si recavano sulla sua punta più alta e da questa di lanciavano
come schegge impazzite con i loro snowboard, abbattendo la legge di gravità:
con salti acrobatici e dribbling d’eccellenza, volavano spingendosi oltre la
paura, oltre il rischio, oltre il pericolo…
Una voce maschile gridò nella confusione:
-Mi raccomando figliolo, metticela tutta! Fagli vedere chi sei
veramente!
Andrew si voltò istintivamente
e vide suo padre: molto tempo prima di lui, Jack aveva provato a sorvolare il
mondo, a conquistare la vittoria per sentirsi finalmente “qualcuno” nellavita, ma non ce l’aveva fatta…
Andrew sapeva quanto ci tenesse il padre a vederlo
vincere, a vedergli conquistare una vittoria che un tempo poteva essere sua…
così molte cose sarebbero cambiate… Sulla soglia della partenza decise di non
deluderlo:
-Ti prometto papà, che al termine di questa gara sarai
orgoglioso di tuo figlio!
Andrew credette di
urlare al vento quelle parole, perché il padre sembrava non averle ascoltate,
ma Jack aveva sentito fin troppo bene… tanto da avvertire un nodo allo stomaco…
ma non riusciva a comprenderne il motivo… suo figlio stava per diventare un
campione… Come mai una parte di se stesso avrebbe voluto fermarlo all’istante?
Jack pensò di avvertire solo ansia per il figlio, quell’ansia che lui stesso
aveva provato e che si era concretizzata nella sua peggior paura… la perdita di
quell’occasione sembrava avergli distrutto la vita ma suo figlio stava per
rimediare al suo stesso errore… e comunque non potè esprimere ciò che provò…
-PARTITI! La voce del cronista sovrastava le grida entusiaste
del pubblico.
-I MIGLIORI SNOWBORDISTI DELLA CITTA’ SFRECCIANO ORA AD UNA
VELOCITA’ FOLLE PER CONQUISTARE IL TITOLO DI CAMPIONI MONDIALI! In questo
percorso sono stati inseriti numerosi ostacoli che daranno filo da torcere ai
partecipanti! Ovviamente il pubblico di Mountaincity tifa per il Ragazzo
Prodigio che si sta dimostrando eccezionale… Ora è in testa e sembra deciso a
non farsi superare! Il cronista urla eccitato quanto gli altri nell’assistere
agli spettacoli acrobatici che Andrew esegue per conseguire una vittoria
strabiliante… Gli stessi partecipanti sembrano allibiti dalla sua bravura, ma
non demordono…
-Ehi, moccioso, togliti di mezzo questa vittoria sarà mia!
Andrew viene sbattuto contro un albero e tutti gli altri hanno il tempo per
superarlo…
-Ci vediamo al traguardo ragazzino!
“Mai per nessun motivo al mondo
rinuncerò a questa vittoria, che Dio mi guardi per ciò che sono!” Andrew pensò
con intensa ferocia a tutte le umiliazioni che aveva dovuto sopportare e questa
era la sua unica possibilità di abbattere il suo malinconico Destino…
-La vittoria sarà mia!
Riprese la sua
corsa contro il tempo, contro gli altri, per vincere un futuro migliore… anche
per il suo fratellino… “Non subirà le stesse ingiustizie che io ho dovuto
sopportare!” Andrew era infuriato con Dio, con la vita che aveva subito…
Sfrecciava più del vento… aveva il traguardo davanti a sé…
-Ehi ragazzino dove vai?
Un tragico errore…
-Ti ho detto che vincerò io!
Il ragazzo spinse Andrew verso un ostacolo, e la sua punta
d’acciaio gli si conficcò nello stomaco…
Il dolore che Andrew provò fu indescrivibile, ma niente e
nessuno avrebbero potuto fermarlo…
Continuò la sua corsa grondando sangue e con il fianco
lacerato…
Nessuno avrebbe potuto vederlo se non al traguardo…
Due secondi prima di tagliare il punto d’arrivo Andrew
esalò il suo ultimo respiro…
“Ho battuto il mio Destino e ho salvato la mia famiglia…
Vi voglio bene e ve ne vorrò per sempre…” Le sue ultime parole.
-VITTORIA! Andrew Gallagher vince il Campionato del Mondo di
Snowboard…
I medici tentarono l’impossibile ma evidentemente il suo
Destino era quello… Forse Andrew l’aveva solo affrontato, non l’aveva battuto…
l’aveva affrontato perché aveva un conto in sospeso con la vita che lo aveva
soltanto disprezzato…aveva vinto per
il bene che voleva ai suoi genitori, a suo padre… aveva vinto soprattutto per
augurare una vita migliore al suo fratellino… un bambino talmente piccolo
allora, che non poteva capire il dolore della sua famiglia e del Mondo Intero…
del resto, lui, il suo fratellone, di cui tutti parlavano con tanto onore e
rispetto, neanche l’aveva conosciuto…
Dopo la sua morte mai più nessuno varcò la soglia della
montagna e nessuno praticò lo snowboard. Jack e sua moglie con un figlio nato
da poco, decisero di trasferirsi per dare il tempo alla loro ferita di sanarsi…
In quella città così piccola ogni minima cosa ricordava loro la morte di
Andrew…
- Ciao ragazzi… Riusciva a stento a riconoscere la sua voce…
- Ciao ragazzi…
Riusciva a stento a riconoscere la sua voce…
Tremava…
-Ciao tu chi sei? Non ti abbiamo mai visto qui… Tutti lo
guardavano con curiosità, aspettando una risposta.
-Vengo da Miami, mi chiamo Andrew Gallagher…
Dopo la pronuncia di quelle parole sapeva cosa sarebbe
successo… E infatti…
-Oh… Fu l’esclamazione di una ragazza con i capelli neri.
-Incredibile… Un ragazzo con capelli color nocciola lo guardò
come se stesse vedendo qualcosa di soprannaturale…
-Siamo onorati di conoscerti… Davvero, tuo fratello per noi è
stato eccezionale…
Le parole di quella ragazza bionda lo stupirono…
Qualche minuto prima neanche l’aveva notata, ma ora la
vedeva in tutto il suo splendore…
Con biondi capelli mossi dal vento e scintillanti ancor di
più sotto la luce del sole, magnifici occhi verdi… magiche pagliuzze che
esprimevano gioia e felicità per quel momento, ma anche dolore e onore per il
passato… occhi così limpidi, in cui ci si poteva specchiare, e così splendenti,
in cui ci si poteva perdere…
Così grandi e luminosi…
-Ancora oggi tutta la città lo onora… solo noi però abbiamo
ripreso a praticare lo snowboard dopo tutto questo tempo… nessuno lo fa più
ormai, oltre noi.
Andrew stava ancora fissando quella meravigliosa ragazza,
ma fu costretto a riportare bruscamente i piedi per terra al suono di quelle
parole…
-Si, lo so. Io a Miami adoravo il surf ma qui, non potendolo
praticare, mi piacerebbe imparare a “volare”… come fece mio fratello…
conquistando i cuori di tutti, e vorrei che le persone tornassero in questo luogo
meraviglioso…
-Beh, molto probabilmente noi possiamo aiutarti, ci farebbe
molto piacere insegnarti “l’arte del volo”, come la chiamiamo… che ne dici?
-Ma certo!Andrew era
entusiasta: non solo aveva trovato qualcuno che l’aiutasse, ma probabilmente aveva
appena trovato degli amici!
-Magnifico! Cominciamo con le presentazioni allora…
Un ragazzo molto abbronzato,
nonostante nevicasse il quel periodo, gli rivolse la parola, presentandosi con
le altre due ragazze.
-Il mio nome è Brian, questa ragazza con i capelli d’oro
svolazzanti è Jiuly e- indicò l’altra ragazza con capelli corti nerissimi che
le affinavano il viso- lei è Emy.
-Allora Andrew, hai già visitato la città?Brian, con fare amichevole, gli rivolse
questa domanda.
-Purtroppo no, l’unico posto che conosco è questo, così questa
mattina sono venuto qui… A proposito ho saputo che le scuole sono chiuse, ma
come mai?
-Grazie alla neve! In certi periodi dell’anno diventa talmente
fitta che non è più possibile nemmeno camminare per le strade!Disse Emy, quasi ringraziando Dio per quegli
eventi fin troppo piacevoli per i ragazzi della città.
-Già. Da quando più nessuno mette piede sulla montagna, il
punto d’incontro di noi ragazzi sono proprio le scuole… Adesso però godiamoci
la vita… ti faremo vedere i posti più belli di questa piccola città di
provincia! Che ne dite ragazze?
-Sì certo! Non preoccuparti Andrew questa squallida visita
terminerà molto prima di quanto pensi… a Mountaincity non c’è praticamente
nulla di bello!Bastò pronunciare
queste parole a Jiuly, con un sorriso da favola, e ad Andrew sembrò tornare nel
mondo dei Sogni… ma come al solito i sogni durano sempre poco, e sempre sul più
bello, vengono interrotti…
-Allora, andiamo!
Sembrava più
entusiasta Brian di ciò che stavano per fare che Andrew. A lui importava solo
di stare con i suoi nuovi amici e di divertirsi con loro… a quanto pare infatti
non aveva capito cosa significasse visitare i “migliori” posti della città…
La prima sosta supermegagalattica fu ad un Fast Food
d’eccellenza, “il migliore nel giro di chilometri” gli aveva detto Brian con
fare da saputello…
Era ovvio che a lui piaceva scherzare e sembrava che
prendesse la vita stessa come uno scherzo…
Ordinarono ogni sorta di panini, patatine fritte e panzarotti…
Dopo essersi saziati a dovere, i tre condussero Andrew al
centro commerciale. Era da tempo che non ci andavano e sicuramente c’erano
molte novità…
Provarono diversi giochi per Playstation 2 e, mentre il
tempo passava, si divertivano come matti…
Con Final Fantasy X-II rimasero incollati allo schermo per
un po’, mentre le ragazze, ormai stufe di vedere i personaggi del gioco morire
in continuazione, si erano dedicate alle “pile” di libri che si trovavano nel
negozio accanto…
-Andrew sbrigati o non faremo in tempo a prendere il treno!
-Sì mamma aspetta solo un attimo, prendo le ultime cose e
scendo!
La stanza di Andrew era
completamente vuota: la sua famiglia si stava trasferendo perché suo padre
aveva accettato un miglior posto di lavoro in una piccola città dove spesso
nevicava…
Andrew non aveva mai visto la
neve anche se i suoi genitori gli avevano spesso raccontato che lui era nato in
questa città, ma giustamente era troppo piccolo per ricordare quando i suoi
genitori si erano trasferiti e per questo era molto contento…
Se forse anche per lui poteva
sembrare strano, in realtà lui si sentiva onorato di tornare nella città che
suo fratello conquistò… era onorato di avere il suo nome e ogni volta che
guardava la sua Coppa cercava di immaginare le sue gesta e allora si sentiva
travolgere da una folle emozione…
Correva in spiaggia e
sovrastava le onde: così si sentiva più vicino al suo fratellone, ma da adesso
in poi non avrebbe più potuto praticare il surf… aveva intenzione di imparare
lo sport di suo fratello per potersi sentire lui, per ripagarlo di tutto ciò
che aveva fatto per lui, per eguagliarlo senza trovare la morte di fronte a sé…
Verso le dieci di sera Andrew
entrò nella sua nuova casa: era talmente stanco che decise di andare subito a
dormire…
Quella notte però fece uno
strano sogno…
“Preparati fratello perché qui
imparerai a vivere!… Ti voglio Bene…”Quando la mattina si svegliò Andrew provò a ricordare il sogno e
soprattutto le sue parole… cosa aveva visto… o chi? Di certo aveva sognato
qualcosa che aveva parlato… Tutti i suoi sforzi purtroppo furono vani. Così
decise che avrebbe sfruttato quella domenica mattina per imparare a conoscere
la sua nuova città.
Uscì presto nell’aria gelida e,
non conoscendo altro posto della città, andò sulla montagna, poco convinto di
trovarci qualcuno.
Come spaventato da ciò che
sarebbe successo se avesse varcato la staccionata, decise di rimanere al di là
di essa cercando nell’aria l’euforia di quel giorno…
Sembrò un’eternità che tenne
gli occhi chiusi, ghiacciandosi i polmoni ad ogni respiro…
Ad un tratto, come se la sua
immaginazione avesse preso vita, vide…
-Wow!!! E’ favoloso ragazzi!!!
La voce di una
ragazza trafisse quel tragico silenzio…
Andrew aprì gli
occhi e, per qualche millesimo di secondo gli sembrò di vedere suo fratello in
una delle sue acrobazie quel fatidico giorno…
Quando la ragazza scomparve fra la neve si rese conto
d’aver sognato ad occhi aperti…
“Peccato, sarebbe stato bello poterti vedere, almeno una
volta…” pensò malinconico.
Quel salto acrobatico si ripetè più di una volta però…
Andrew allora curioso, seguì quei ragazzi. Tutti si erano
fermati sotto un maestoso albero invaso dalla neve per riposarsi…
Andrew sapeva che nessuno aveva mai più praticato
snowboard da quando suo fratello era morto… Forse però, non era così…
-E’ stata una bellissima idea venire qui dopo tanto tempo…
-Andrew sarebbe stato un ottimo insegnante per i ragazzi della
nostra scuola…
-Già. Quel deficiente di Yuri non ottenne nulla neanche
uccidendolo… Andrew è stato grande…
“E’ incredibile! Dopo quindici anni, ancora pensano a ciò
che è successo!” Andrew non riusciva a credere a quelle parole…
Quella libreria era l’unica della città che vendeva libri Antichi:
raccontavano storie di Magia, di tempi Bui, in cui il Male
Quella libreria era l’unica della città che vendeva libri
Antichi: raccontavano storie di Magia, di tempi Bui, in cui il Male sovrastava
il Mondo…
Tempi realmente esistiti, nell’antichità, secondo alcuni
scienziati americani…
A Jiuly ed Emy piaceva curiosare in quel negozio,
speravano di trovarci novità ogni volta che ci tornavano… E infatti, sul
bancone videro…
-Ehi Emy, corri! Guarda cos’ho trovato! – Con gli occhi
splendenti d’entusiasmo, Jiuly mostrò all’amica un grosso libro con strane
scritte luminescenti…
-Strano però!! Non c’è scritto il prezzo! – Notò Emy…
-Beh, che t’importa, qui i libri costano talmente tanto che non
è minimamente consigliabile neanche saperlo il prezzo! –
Jiuly aveva ragione: soltanto i miliardari o i
collezionisti fanatici si azzardavano a spendere centinaia di euro per comprare
quei vecchi libri… Perché erano pur sempre vecchi libri, nonostante attirassero
tanto l’attenzione… Ma del resto, che cosa ci si voleva aspettare da libri che
raccontavano storie antiche di secoli, accadute realmente, e ritrovati chissà
in quali parti del Mondo?…
Come sempre le ragazze si dedicarono alla lettura di quel
libro misteriosamente affascinante… Anche non comprandolo, sarebbe piaciuto ad
entrambe sapere almeno parte di quella storia… magica… Ad un tratto però spuntò
dal retro il padrone del negozio, spaventandole due amiche, che si appartarono per non essere più disturbate e
continuarono la lettura di quel Mondo Fantastico… Il libro sembrava non finire
mai… Jiuly ed Emy avevano ormai superato le cento pagine, durante le quali
però, era stato raccontato solo il passato… Un Mondo parallelo in cui regnavano
Pace e Amore era stato sconvolto da un’improvvisa ondata di dolore, morte e
distruzione…
Come nella solita routine, qualcuno avrebbe sicuramente
riportato Ordine e Giustizia ma, appena girata la pagina,…
-Ehi, ma che diavolo succede? – Jiuly diede una rapida occhiata
alle pagine seguenti, ma notò con riluttanza che erano completamente bianche…
-Ci sarà un qualche errore, proviamo a chiedere al proprietario
se ne sa qualcosa – Fu il tentativo di spiegazione di Emy e, non sapendo
cos’altro fare, Jiuly la seguì verso il bancone…
Parlare con quel vecchio scorbutico di Mr. Johnson era
l’ultima cosa che avesse desiderato fare, ma preferì accontentare l’amica…
Lei però tenne la bocca chiusa: il vecchio bisbetico
poteva accusarti di furto anche quando prendevi un libro e te ne andavi girando
con questo per la libreria…
-Mi scusi, Mr. Johnson, volevo chiederle come mai in questo
libro ci sono innumerevoli pagine bianche – e, visto che Emy moriva dalla
voglia di saperlo, gli chiese anche come mai, sul retro della copertina, non
c’era scritto il prezzo…
“Oh-oh, forse era meglio non farlo…” si disse Jiuly,
guardando la faccia stralunata dell’uomo, appena Emy gli porse il libro…
-Ma che cosa diavolo vai dicendo ragazzina? Questo libro non è
mio, non l’ho mai visto qui! Tu e la tua amica farete meglio a non cercare di
prendermi in giro, altrimenti finirete in guai seri! Adesso riprendetevi il
vostro prezioso libro e sparite! Non voglio rivedervi mai più qui!!!
A quelle ingiuste parole, urlate peraltro sputacchiando da
tutte le parti, Emy non ebbe tempo né tanto meno voglia di ribattere, così le
due amiche filarono via, ridacchiando fra loro, con il libro in mano, pensando
che quell’uomo si fosse semplicemente dimenticato di avere un nuovo libro…
Raggiunsero i loro amici
ancora incollati
alla tv e, spinti dall’ora, (ormai era quasi mezzanotte), tutti rientrarono
ridendo e commentando l’accaduto sarcasticamente… Il libro però era ancora nelle
mani di Jiuly, quando cominciò ad emanare una strana luce dal marchio disegnato
sulla copertina in pelle…
-Certo che questa sera ne accadono di belle! – Disse Jiuly ad
alta voce, quasi senza pensarci…
-E questo cos’è? – Jiuly continuò a fissare quel marchio
stranamente illuminato ancora per un po’ finchè, apparte che metterle una
strana ansia addosso (roba da niente!), si accorse che non succedeva nulla e
alla fine si addormentò…
Quando si svegliò la mattina dopo, la ragazza fu alquanto
sollevata di notare che il libro era tornato normale e, con una voglia in più
di riprendere la scuola, si mise lo zaino in spalla con il pensiero che avrebbe
raccontato l’accaduto agli amici…
(Suono di un fischietto) Stoooop! – Dopo un buon quarto
d’ora di corsa, gli alunni della seconda B si fermarono stremati, mentre il
professore di educazione fisica andava a riprendere il malcapitato di turno che
aveva sbagliato l’esercizio.
Nel frattempo le ragazze ammiravano il loro muscoloso
professore, reso ancora più affascinante quando urlava…
Ma che hanno in testa le ragazze? Mentre Brian pensava
giustamente quelle parole, tutti notarono con intenso stupore che il prof. si
dirigeva verso la cancellata color grigio metallizzato, in parte aperta, dalla
quale stava entrando Andrew.
Il professor “FicoxSempre”, come lo avevano denominato le
ragazze dell’Istituto, presentò il nuovo alunno di quella classe con parole a
dir poco meravigliose… In parte lo descrivevano come uno studente-modello per
molti dei suoi compagni, e in parte, quelle lodanti parole, continuavano a
farlo assomigliare a suo fratello… - Sicuramente Andrew sarà in grado di farci
rimontare in classifica!- aveva detto il professore, prima di lasciarlo andar
via…
“Adoro mio fratello, ma non sono lui!” mentre, con un
misto di rabbia e tristezza il ragazzo si dirigeva verso i suoi amici,
continuava a ripetersi queste parole, tanto la gente non capiva comunque…
Solo quando riuscì a cancellare questi brutti pensieri
dalla testa, Andrew si rese conto di essere guardato da migliaia di occhi
curiosi, e allora, un po’ innervosito, quasi con sguardo ipnotico, si diresse
verso gli amici che lo aspettavano, sorridenti.
--Immagino che tutta questa popolarità ti scompigli lo stomaco, giusto?-
Brian gli andò incontro, quasi riuscendo ad avvertire ciò che provava…
Ormai i due erano diventati talmente amici che erano
sicuri che mai nessuno sarebbe riuscito a rovinare quella bellissima amicizia…
--Più che altro mi rende nervoso… - L’amico lo abbracciò
affettuosamente e Andrew cercò quasi di rifugiarsi in
quell’abbraccio, tentando di scomparire, inutilmente…
I due andarono incontro alle ragazze e Andrew notò
nuovamente l’amica, Jiuly, splendente come sempre, una principessa.
Come sempre davanti a lei rimaneva ammutolito, senza
sapere cosa dire, per paura di dire qualcosa di sbagliato, per non attirare la
sua attenzione, altrimenti era convinto che sarebbe svenuto.
--Ehi, come mai tutti muti? Dovremmo divertirci, non essere dei pesci!-
Emy cercò di risollevare il morale,ma, apparte abbozzare un sorriso, le cose
non cambiarono molto.
Jiuly allora decise che era il momento buono per
raccontare lo strano episodio di quella notte.
Al termine della spiegazione, tutti rimasero piuttosto
interdetti e alle loro facce cupe Brian rispose con una battuta, poco
convincente… - Caspita ragazzi sembra roba fantasy!
Le ragazze però sembravano realmente preoccupate, e Andrew
propose a Jiuly di andare a casa sua per verificare la situazione.
Jiuly accettò contenta la proposta, “almeno Andrew mi
prende sul serio e soprattutto crede seriamente a ciò che dico” pensò
sorridente.
Al termine di una pesante giornata scolastica, il gruppo
andò a casa della ragazza e tutti si sedettero sul letto della stanzetta,
piuttosto piccola, ma tenuta “ordinatamente” (per quanto si possa definire
ordinata la camera di un’adolescente!): i muri tappezzati di poster di
personaggi tanto belli quanto muscolosi, quali Brad Pitt, Raoul Bova, Gabriel
Garko e molti altri!…
La scrivania e le ante degli armadi colmi di foto di
Jiuly, “nei momenti più belli della sua vita” pensò Andrew, attratto da quelle
foto… Sembrava che si perdesse in quelle immagini, poteva rimanere ore a
guardarle…
Quel magico incantesimo però fu rotto da una voce lontana,
sembrava stesse accadendo qualcosa di terribile e qualcuno tentava di salvare
una ragazza… Andrew, terrorizzato, si voltò…
Jiuly era avvolta in un’ aura di splendente luce bianca e
fissava il libro con occhi vuoti… Brian era a terra svenuto ed Emy,
terrorizzata anche lei, giaceva accanto al suo corpo…
-Ha
tentato di salvarla, ma una specie di scudo l’ha respinto!- piangeva disperata…
“Io non ho paura!”… Dopo pochi secondi Andrew era
abbracciato alla ragazza, anche lui avvolto da quell’aura misteriosa…
Anche lui cominciò a fissare il libro con occhi strani… ma
riuscì a capire… Erano occhi svuotati dall’odio, dal dolore e dalla sofferenza…
Ad un tratto tutto si dissolse, proprio come era apparso e
i due amici caddero a terra privi di sensi, legati ormai per sempre dalle loro
stesse vite…