Nothing Like Us

di Zar59
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hope ***
Capitolo 2: *** I'm working, fuck ***
Capitolo 3: *** Hi Womanizer ***
Capitolo 4: *** The Bottle ***
Capitolo 5: *** Fucking Ocean ***
Capitolo 6: *** Scusate... ***



Capitolo 1
*** Hope ***


Capitolo 1.

Non ero la solita ragazza.

Ero diversa dalle altre e forse questa è la cosa che odio più di me.
Mi chiamo Hope, ho diciassette anni e ho avuto solo un ragazzo, grande errore.
Ma perché ero tanto diversa? Beh, sicuramente per il mio solito abbigliamento casual, il mio carattere scherzoso e a volte anche un po’ aggressivo.
Forse è per questo motivo che non piaccio a nessun ragazzo.
A loro interessano le ragazze alla moda, pettegole e che facilmente aprono le gambe.
Le papere, insomma.
Io ero tutt’altra cosa.
E a mio fratello piace che io sia così: è sempre stato molto protettivo nei miei confronti, nonché molto geloso.
Mio fratello è la mia unica famiglia, la mia unica forza, il mio tutto.
Sì, lui è la mia unica famiglia.
I nostri genitori sono morti quando lui aveva 15 anni, io appena 11.
Ricordo ancora quel giorno, il giorno in cui spesi tutte le mie lacrime, che persi il mio sorriso, che persi l’amore di una famiglia unita, che persi padre e madre.
 
*flashback* 
Quei due ragazzi tornavano da scuola come al solito, a piedi, un po’ distanti fra loro.
Sino ad allora non erano mai stati tanto uniti.
Lui giocava con le pietruzze che si trovavano sull’asfalto, lei stava ascoltando la musica con le cuffiette.
Arrivarono a casa, suonarono, ma nessuno aprì. Così il ragazzo prese la sua scorta di chiavi e aprì la porta.
Lì, sul tavolino, trovarono un foglio. Subito riconobbero la scrittura familiare della madre:
“Ragazzi, io e papà siamo andati fuori da Doncaster per lavoro. Torniamo verso le 4 p.m. Mamma xx”
 
I ragazzi andarono nelle loro stanze.
Arrivarono le 4, ma passarono, le 5, ma superarono anche quelle.
Dal piano terra si sentì un rumore: era il telefono.
Il ragazzo prese la cornetta: pronto?
Una voce sconosciuta gli rispose: casa Tomlinson?
Lui non sapeva che dire, ma annuì: sì.

Quella voce rispose ancora: i signori Tomlinson hanno avuto un incidente stradale.
Il ragazzo rimase stupito, non sapeva cosa fare, così attaccò il telefono, andò dalla sorella e l’abbracciò forte, anche se questa non capiva il perché di tanta dolcezza.
Poco dopo arrivò la loro zia, che raccontò tutto e li portò nell’ospedale dove i loro genitori erano ricoverati, in coma.
Passarono i giorni, fino a quando, quel tragico martedì mattina, mentre la piccola stava con la mamma, da quella macchina si sentì una specie di fischio.
Lei non capiva, non capiva che la mamma stava morendo sotto i suoi occhi.
Dopo pochi giorni successe anche al padre.
Non ce l’avevano fatta entrambi, il loro cuore aveva smesso di battere, si era arreso.
Ora erano entrambi in paradiso, forse il mondo migliore di tutti, dove non potrai mai essere giudicato, dove non ci sarà differenza fra un bianco e un nero, fra un uomo e una donna, perché lì non esiste cattiveria, non esiste razzismo.
Passarono gli anni.
Alla maggior età, con l’aiuto dei loro parenti, Louis affittò una casa a Londra, nella quale abita ancora con la sorella.

*fine flashback*

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Capitolo 2
*** I'm working, fuck ***


CAPITOLO 2

Driin… driin… driin
“Stupida sveglia!” – penso tra me e me.
I primi raggi di sole della giornata entrano dai buchetti della tapparella.
Richiudo gli occhi.
Ammettiamolo: nessuno vorrebbe andare a lavoro in una calda giornata d’agosto.
Però le urla di mio fratello mi costringono ad alzarmi, a lavarmi e a vestirmi.
Ovviamente non riesco a resistere e mangio un muffin al cioccolato che si trovava in una bustina sul tavolo.
Dovrei benedire Lou, che li compra ogni mattina.
Dopo che sono pronta, scendo le scale fino ad arrivare alla porta d’ingresso, dove mio fratello aspetta ansioso.

Louis: sei arrivata giusto in tempo: se non ti muovevi te ne andavi da sola! – mi rimprovera.

Faccio una smorfietta e mi avvio verso la macchina.
Mi siedo accanto al mio fratellino, prendo l'mp3 e premo play.
La prima canzone è "Give Me Love" di Ed Sheeran.
Continuo ad ascoltarlo per tutto il tragitto e ancora non riesco a capacitarmi della bravura di quel ragazzo così giovane.
Dicono che noi adolescenti siamo superficiali, invece sono proprio quelli che lo pensano ad esserlo.
Ci prendono per dei bambinetti, eppure non sapete cosa proviamo, non sapete prendiamo delle decisioni che ci possono far male, ma ci rendono forti.
E purtroppo una delle tante decisioni è "preferisco amare o essere felice?".
Io ho scelto la seconda opportunità, ho già sofferto tanto, forse troppo, per dei ragazzi insensibili, e di certo non succederà di nuovo.

Dopo una mezz’ora siamo arrivati.
Louis mi da un bacio sulla guancia, affettuoso come al solito.
Louis:  ti vengo a prendere alle 2 p.m. – mi avvisa.
Annuisco.
Scendo dalla macchina e corro verso il bar dove lavoro.
Vado nei camerini e mi metto la mia divisa.
Sto per uscire, ma qualcuno mi ferma.
X: Hope, Hope… perché sei sempre in ritardo? – mi rimprovera.
Il mio capo, Paul.
Faccio la mia solita faccia dispiaciuta, anche se non lo sono per niente.
Paul: corri a lavare i piatti! – quasi grida.
Quando se ne va,  faccio una smorfia come per prenderlo in giro.
Comincio a fare il mio lavoro.
Piatti.
Bleah, che schifo, dove magari ci sputano i clienti.
Una lavastoviglie è fuori moda?
Purtroppo per lui sì.
Nei minuti liberi trovo un po’ di tempo per me.
Esco un attimo e vado a fumare una sigaretta.
Sì, fumo, ma solo poche volte e soprattutto all’insaputa di mio fratello, che è molto severo a riguardo.
O forse è sempre stato severo su tutto.
Dalla scuola alle amicizie, dalle amicizie ai ragazzi.
Dire che è protettivo è troppo poco.
Ma dopotutto lo ammiro.
Così giovane si è preso questa responsabilità, cioè di mantenermi, educarmi e proteggermi, senza arrendersi mai.
Credo che sia davvero forte, nessun ragazzino ci sarebbe riuscito.

Ritorno dentro e ricomincio a fare il mio dovere.
Sono le 2 p.m. e, visto che da poco è finito il mese di Luglio, vado a ritirare la mia busta paga, con la quale aiuto Louis nell’affitto e varie cose.
Poi scappo come al solito da quel bar di ubriaconi.
Aspetto Louis al solito posto, finchè non sento il rumore della sua macchina.
Mi ci infilo dentro e torniamo a casa.
Durante il tragitto noto il suo solito sorriso.
Non era un sorriso finto, no, lui è sempre di buon umore ed è questo che mi piace più di lui.
Arrivati, corro in camera mia e mi butto sul letto e, aspettando il pranzo che Louis ha ordinato, mi metto le mie amate cuffie e faccio partire una canzone a caso.

Cuffiette:
“as long as you love me…
as long as you love me…
as long as you love me.
I’m under pressure
Seven billion people in the world
Trying to fit in…”

Wow, ho sempre amato questa canzone.
Senza nemmeno accorgermene mi addormento con la musica nelle orecchie, come al solito, dunque.
 
Cos’è?
Oh, è Lou che gioca alla play.
E meno male che ha quasi 22 anni.
Scendo giù di mala voglia.
Louis: ehi capelli arruffati! – mi saluta.
Io: mh… ciao… - rispondo con un minimo di voce.
Louis: in cucina c’è il tuo pranzo, anche se ormai sarà la tua cena. – mi avvisa.
Io: okay. – annuisco.
Vado in cucina, metto la pasta al forno dentro al fornotto e aspetto.
Dopo che è pronta, comincio a mangiarla con avidità… amo il cibo.
Quando finisco torno in salone e vedo che Louis è ancora attaccato alla play: ma non si stancherà mai?

Louis: ehi Hope! Vieni a vedere la tv con me! – mi chiama.

Mi siedo sul divano affianco a lui, che mi abbraccia.
Siamo sempre stati molto attaccati da quando i nostri genitori sono morti.
Appoggio la mia fronte sul suo caldo petto, tanto da sentirmi protetta.
Ed ecco che un’altra giornata finisce; io mi addormento fra le sue braccia e lui fra le mie.
 
Mi risveglio grazie a quella stupida e odiosa sveglia che un giorno o l’altro lancerò fuori dalla finestra.
Mi ritrovo nel mio letto: come al solito Louis mi porta sempre su.
Scendo di sotto e all’ingresso trovo un suo bigliettino.
“Piccola, mi hanno chiamato dal lavoro: devo andare prima. Oggi vai da sola al bar. Chiamami quando arrivi. Ti voglio bene. Boobear. Xx”
Boobear… così lo chiamava la mamma.
Una lacrima riga il mio viso e mi affretto ad asciugarla.
Non voglio sembrare ed essere una tipa troppo debole.
Mi vado a vestire e a lavarmi.
Pantaloncini di jeans e maglietta bianca con una scritta "Forever Young".
Amo quella canzone, è la canzone mia e di mio fratello, ci siamo promessi che nonostante le difficoltà che arrivernno in futuro, dobbiamo sempre essere pronti a divertirci e ad essere felici.

Così, esco di casa.
Cosa c’era di meglio che una diciassettenne girasse da sola per le strade della grande e amata Londra? Tutto, credo.
Mi affrettai ad oltrepassare le strade isolate e un po’  buie nonostante un sole che spaccava le pietre.
Stare lì sola mi spaventava.
Sì, potevo sembrare una dura, ma anche le dure hanno una paura nascosta: la mia era girare da sola ed essere aggredita.
Tenevo il cellulare in mano e, ogni volta che passava qualcuno, lo portavo all’orecchio.
Passo il semaforo, il parco, il centro commerciale e vari negozi di periferia.
Finalmente arrivo in centro e mi sento più tranquilla.
Arrivo al bar, caccio il telefono dalla tasca e chiamo Lou.

Louis: ehi Hope! – esclama.

Io: ciao Lou sono arrivata. – lo avviso.

Louis: okay. non aspettarmi alle 2! – mi disse.

E questo significava che?
Che dovevo tornarmene a casa da sola.
Perfetto.
Comincio a lavorare: inizio col lavare i piatti… dio, ripeto, fanno letteralmente schifo!
Dopo scaldo i cornetti, preparo caffè e, ovviamente, ne bevo uno.
Presa dalla fame, senza farmi vedere, mangio un cornetto alla nutella.
Svelta svelta, se qualcuno mi vedeva poteva scambiarmi per un panda cuccioloso mentre lo mangiavo con avidità.
Comincio a servire i primi clienti, perlopiù anziani pensionati o uomini e donne che prima di andare a lavoro facevano una piccola colazione.
A volte penso a me da grande, dopo aver finito quest'ultimo anno di scuola, che dovo cominciare tra 1 mese e mezzo circa.
Chissà cosa succederà in un anno...

Finalmente arriva la fine del mio turno.
Me ne vado via di lì, come se fosse un carcere.
Comincio ad attraversare le grandi strade, fino a che non arrivo in un luogo più tranquillo, discretamente affollato.
C’è un piccolo parco affianco e la strada più corta per arrivare a casa è attraversarlo dal centro.
Prendo una sigaretta ed inizio a fumare.
Mentre cammino comincio a rilassarmi,
Troppo.
Così vado a sbattere contro qualcosa, o meglio, qualcuno.
Nel farlo, mi cade la sigaretta.

Io: dio, sta attento! – grido.

Sollevo gli occhi e…


SPAZIO PER ME!

okay ragazze so che in poche seguite la mia storia, comunque il capitolo più o meno uguale a questo faceva letteralmente cagare e l'ho eliminato!

VI PREGO SE VI E' PIACIUTO E SE VOLETE CHE CONTINUI LASCIATE QUALCHE RECENZIONE!

baci xx

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Capitolo 3
*** Hi Womanizer ***


CAPITOLO 3


… e vedo un ragazzo sui 20 dai capelli più scuri del cielo in una serata d’inverno, occhi color cioccolato, una leggera barbetta che gli copriva quei lineamenti perfetti e delle labbra rosse e carnose che tenevano una sigaretta accesa… okay, ma che cazzo dico?

Ragazzo: ma stai attenta tu! – mi squadra dalla testa ai piedi.

Ragazzo: uhm… però sei davvero carina, eh… - continua.

Io: sì, e tu sei un puttaniere! – quasi sussurro.

Ragazzo: ehi, vacci piano, eh! – mi rimprovera.

Io: guarda, mi hai fatto cadere anche la sigaretta! Era l’ultima! – mi lamento.

Ragazzo: per questo non c’è problema. – dice.

Dalla tasca del suo giubbotto di pelle estrae un pacchetto, fa uscire una sigaretta e me la infila in bocca con delicatezza.
Poi prende l’accendino, lo pone sulla punta e l’accende.

Io: mh… - sussurro piuttosto sorpresa.

Il ragazzo si avvicina a me e mi sussurra nell’orecchio: non si fuma alla tua età, piccola.

Poi mi morde il lobo.
Gli do uno schiaffo sulla guancia, che subito si arrossa.

Io: non ci provare mai più! – gli urlo.

Ragazzo: so che ti è piaciuto. – afferma.

Con la mano scende, scende lungo i miei fianchi, fino ad arrivare al fondoschiena.

Io: Ne vuoi un altro? – esclamo avvertendolo.

Ragazzo: non è questo il mio obbiettivo. – dice.

Sento che mi infila qualcosa in tasca.

Ragazzo: il mio numero. Chiama. – fa un sorriso malizioso.

Non ci penso due volte, prendo il fogliettino, lo spezzo e glielo ridò in mano.

Io: non attacchi con me, sciupa femmine, mi spiace  – dico ironica.

Chi se ne frega di quel ragazzo… tanto non l’avrei più visto… meglio così.
Siamo nella generazione delle puttane e dei puttanieri, delle storielle di una settimana, delle relazioni che iniziano sui social network, dei ragazzi che pensano di innamorarsi di una ragazza solo guardando delle maledette foto, già, in questa generazione conta l’aspetto fisico, non il carattere.
Continuo per la mia via fino ad arrivare a casa.
Dopo essermi tolta le scarpe ed averle infilate nella scarpiera, vado in cucina per  scaldare il riso e, dopo averlo mangiato, vado in camera mia.
Cerco di addormentarmi con la mia amata musica nelle orecchie, ma il rumore delle chiave della porta mi fa sussultare.

Louis: sono a casa! – urla da sotto.

Dio, non ho niente contro mio fratello, anzi, ma per un giorno volevo avere la casa tutta per me, volevo avere un po’ di privacy!
La mia porta si apre e lui si stende affianco a me.
Lo guardo nei suoi occhi color oceano, che tanto mi fanno impazzire, per poi rifugiarmi tra le sue braccia.
Non sempre mi accorgo di quanto io lo ami e di quanto lui sia essenziale per me, ma lo è e questo è l’importante.
Rimaniamo così tutto il pomeriggio, come dei bambini stanchi dopo aver giocato tanto al parco.
Verso le 5 mi sveglio e lui è ancora affianco a me, che dorme come un gattino.
Mi fa tenerezza… le sue labbra socchiuse, la barbetta un po’ qua e là, il suo corpo grande ma in quel momento piccolo e fragile.
Resterei a guardarlo per ore…

Domani finalmente è sabato: giornata libera.
Dopo aver passato la maggior parte della nottata su internet o ad ascoltare la musica, verso le tre i miei occhi crollano.

 Ma mo chi cazzo è?
La sveglia no, perché il rumore che mi ha svegliato proviene dal salotto.
Ad un certo punto entra Louis in camera mia, avvicina la sua bocca al mio orecchio e mi sussurra: ehi puzzola, di sotto ci sono i miei amici. 

Io: perché mi chiami puzzola? – chiedo.

Louis: perché puzzi! – e detto questo scoppia in una delle sue risate angeliche.

Alzo il braccio e porto il mio naso contro la mia ascella: bleah, per una volta quel nano fesso ha ragione.

Vado in bagno e mi ci chiudo dentro.
In mezz’ora mi faccio la doccia e mi lavo i capelli.
Esco dal bagno con il mio accappatoio e in un lampo entro in camera mia per non farmi vedere da nessuno.
Mi metto dei pantaloncini di jeans e la prima maglia che trovo: bianca, con sopra disegnata Minnie e con… una macchia di sugo? Eh si.
La metto nel cestino dei panni sporchi e ne cerco un’altra.
Prendo il phon e con l’aiuto della spazzola li asciugo.
Purtroppo devo asciugarmeli anche d’estate, col caldo che c’è, se no i capelli vengono mossi e non mi piacciono tanto, li preferisco lisci!
Finalmente, tutta sudata, finisco e corro ad abbracciare il mio amato ventilatore.
Volevo proprio conoscere questi nuovi amici di mio fratello.
Quelli precedenti gli avevano solo portato delusioni.
Scendo per le scale sperando che questi siano diversi.
Appena arrivo in salotto, vedo cinque teste sul divano, ovvio una di mio fratello.
Giocavano alla FIFA e lui stava di gran lunga vincendo.
Ovvio, è un campione. 
Quando mi vede si alza e a ruota anche i suoi amici.
No, non ci posso credere.
Tra loro c’è un viso familiare… il ragazzo della sigaretta.
Sì, proprio lui.
Appena mi nota mi guarda dalla testa ai piedi, come se non mi conoscesse.

Louis: ragazzi, questa è Hope, mia sorella. – spiega.

Il ragazzo della sigaretta sorride, ancora.

Louis: lui è Harry… - comincia da sinistra a farmi conoscere  i ragazzi, così mi indica uno riccio, dagli occhi verdi smeraldo e che un enorme sorriso gli formava due fossette deliziose.

Louis: lui è Niall… - continua a indicarmi un biondino dagli occhi color ghiaccio e delle guanciotte rosse da irlandese. Sembrava dolce e… tenero.

Louis: poi c’è Liam… - un ragazzo con una piccola crestolina, degli occhi color nocciola e un viso da orsacchiotto.

Louis: e infine Zayn. – quel ragazzo mi stava altamente antipatico.
Sembra il solito sciupa femmine che non perde un attimo per venirti dietro, solo per un obbiettivo.
Louis: raga vi va una birra? – non mancano mai in casa.
 
I ragazzi sorridono e lo seguono in cucina, tranne il moro.

Di nascosto mi fa l’occhiolino, ma io gli spiego: non ci casco. 

Così mi sussurra nell’orecchio: tanto prima o poi sarai mia.

Io: MAI. – gli dico ferma.

Nel frattempo si gira Naiall… no, Handry, o Herry… insomma, quello con i ricci.

Harry: tutto apposto bro? – chiede, anche se ha capito tutto.

Zayn: sì. – risponde allontanandosi e lasciandomi sola.

Io: mh… - mi lamento.

Louis: tutto ok piccola? – avvicinandosi a me.

Io: pff… sìsì… ma quelli quando se ne vanno? – chiedo.

Louis: non chiamarli “quelli” che sono miei amici. Comunque, passiamo la giornata insieme e rimarranno qui anche la notte. Tanto tu lo fai sempre con le tue amiche, no? Dove sta il problema? – si difende.

Non rispondo, ma salgo in camera mia.
Sono le 10 a.m. e quelli già rompono le palle.
Mi butto a peso morto sul letto, prendo l’mp3 e metto la musica al massimo volume.
Visto che è mattina non sarei riuscita a dormire, ma almeno a chiudere gli occhi e non pensare a quel ragazzo che mi dava fastidio.
Così mi giro dalla parte del muro e socchiudo le palpebre, per poi chiuderle completamente.
Poteva una persona sconosciuta starti così antipatica? Beh, se c’è per l’amore, ci sarà anche l’odio a prima vista!
Sento un po’ di rumori, ma mi tranquillizzo subito sapendo che sono quei 5 idioti di sotto.
Dopo un po’, sento qualcuno togliermi le cuffie.
Ovvio che è mio fratello, che odia quando parla ma non lo ascolto per via della musica.
Così mi giro sull’altro lato per sentirlo.

SPAZIO PER ME!

okay bellissime, spero che questo capitolo vi sia piaciuto :)
Lasciate qualche recensione, così magari miglioro :)
Grazie a tutte per averlo letto! <3

(Non continuo se non arrivo ad almeno un paio di recensioni eh ): )

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Capitolo 4
*** The Bottle ***


CAPITOLO 4


Ma non è lui, il mio fratellone.
No, è  Zayn.

Io: che vuoi? – chiedo acida.

Zayn: niente, volevo vederti e darti questo. – mi da un bacio sulla guancia, prima di andarsene chiudendo delicatamente la porta.

Rimango quasi immobilizzata.
Forse per il suo profumo, per il suo bacio… macchè!
È un brutto stronzo merdoso!
Probabilmente questa mossa la fa con tutte!
Quel ragazzo lo odiavo tanto, ma non so per quale motivo mi faceva provare uno strano effetto ogni volta che lo vedevo.
Un leggero brivido attraversò la mia pelle… chissà, forse faceva troppo freddo?
Provavo ad autoconvincermi, ma io sapevo che lui, solo lui era la causa di tutto, e nemmeno sapevo il perché.
 
Quei cinque sono ancora di sotto.
Forse stanno cenando, forse stanno giocando alla play, boh.
Una cosa però è certa: la noia mi distrugge.
Decido di chiamare la mia amica, Samantha, chiamata da tutti Sam.

Tu tu… tu tu…

Sam: abbellaaaaaaa  - rispose dopo qualche squillo.

Io: ehi Sam! Mi sto annoiando a morte, vieni a farmi compagnia stanotte? – le chiedo.

Sam: dammi un po’ di tempo e sono lì. – disse.

Okay, ora che facevo?
Oh certo, dovevo mettere a posto tutta casa, che non era una casa, no, era un porcile dal quale ci erano passati mammut, dinosauri e cavernicoli.
Comincio con camera mia.
Ci sono tipo 20 maglie e 10 pantaloncini sul letto, così li prendo, li appallottolo e li butto dentro l’armadio, dove nessuno li verdà.
Idea geniale, vero? Yess baby.
Il bagno diciamo che è in ordine.
E adesso manca il top del top: il salotto.
I ragazzi hanno combinato un casino porca paletta!
Pop corn sul divano, giacche sparse ovunque, patatine per terra e… la puzza di un topo bagnato morto!
Ecco il brutto di avere un fratello maggiore.
Vado a prendere il mio profumo, preso dalla casa del detersivo, modestamente.
Lo spruzzo un po’ ovunque per togliere quell’odore.
Prendo tutto il cibo e lo infilo sotto il divano.
In cucina ci stanno i ragazzi quindi lascio fare a loro, vabbè.
Mi siedo sul divano aspettando la mia amica.

Tic, tic, tic…

“ALEEEEEE”

Sti coglioni.
Cinque ragazzi entrano in salotto urlando dalla cucina, con una birra ciascuno in mano e una busta di patatine.

Lou: piccola, vai di la che noi adesso guarderemo la partita sul divano– mi ordina.

Io: pff okay ma voi non mettete tutto in disordine per favore che ora viene Sam – gli supplico.

Niall: waaw, ma dove sono finiti tutti i pop corn e le patatine?- dice deluso.

Io: Ehm… non guardate sotto il divano aha – quasi ridevo.

Dling dlong.

Io: è Sam. Vado io! – esclamo.

Zayn: ma chi è Sam? – chiede incuriosito.

Io: è Sam sono cazzi miei. Non ti impicciare. – dio, quanto è odioso…

Zayn: antipatica la ragazza… - aggiunge ridendo.

Io: ma come ti permetti? Pensa alla tua di antipatia brutto stronzo di mer… - comincio ad arrabbiarmi sul serio.

Louis: basta! Cazzo Hope vai ad aprire la porta e tu Zayn smettila di fare il bambino! – così interrompe il nostro battibecchi.

Vado ad aprire e subito entra Sam.
In fretta e furia le presento i ragazzi e poi saliamo di sopra a vedere Oliver Twist mangiando la nutella.
Già, la nutella, l’unica cosa che ti capirà  e consolerà, sempre e comunque.
Quando finiamo, da sotto sentiamo le urla dei ragazzi che ci chiamano.
Scendiamo giù per le scale.

Liam: volete fare il gioco della bottiglia? – ci chiede.

Io: no… o almeno, io no! - odio quel gioco.

Zayn: eh no, se no la bimba potrebbe rimanere scandalizzata! – mi prende in giro, ridendo.

Ma come si permette?

Io: no Liam, ho cambiato idea… gioco! – mai gliela darò vinta.

Niall: e tu Sam? – le chiede, e lei annuisce.

Sam: ehi, tutto apposto con quel ragazzo? – mi sussurra.

Io annuisco non tanto convinta.
Ci sediamo in cerchio.
La prima volta la fa girare Louis e capita su Harry.
La rigira e capita su Niall.

Niall: nonono ti prego nonono! – supplica come un bambino.

Louis: allora… facciamo così? Insieme ballate questa musica. – e fa partire una specie di tango.

All’inizio sono un po’ impacciati, ma dopo cominciano a ballare, se così si può dire.
Sembravano delle scimmie che si arrampicavano su un albero con le gambe legate, mano nella mano.
Diciamo che avete un’idea.
E alla fine Harry fa anche fare il caschè a Niall.
Liam si mette a fischiare e Zayn applaude soffocato dalle risate.
Niall rigira la bottiglia.
Tadadaaaaaa… si ferma su Sam.

Sam : non siate cattivi! – implora.

La bottiglia rigira e capita su Liam.

Harry: dai tra maschi e femmine un bacio ci va per forza! – esclama.

Si avvicinano e si danno un bacetto a stampo, niente di che.
Adesso è Sam che la fa girare.
Gira gira gira… si ferma… su di me.

Io: oddio nonono! – mi nascondo dietro di Sam.

Zayn: paura? – chiede con il suo sorriso da ebete.

Avrei voluto strozzarlo… peccato che in Inghilterra, o meglio, in tutto il mondo sia illegale commettere un omicidio.
Louis rigira la bottiglia e capita proprio su Zayn.

Io: noooo! – esclamo.

Harry: e invece sì! Ora voi vi baciate, ma dico, baciate, per 30 secondi! Non come il finto bacio di quei due! – con gli occhi indica Liam e Sam -E li conto! – ci impone.

Louis: nono! Questo non lo permetterò mai! – odia quando sto con un ragazzo.

Io: ecco, bravi seguite cosa dice Lou! – dico convinta.

Harry: bacio, bacio, bacio! – urla.

Liam comincia a fischiare.
Mi alzo e così anche Zayn.
Ci portiamo al centro del cerchio.

Zayn: attenta piccola… so che è il tuo primo bacio… - fa finta di rassicurarmi prendendomi in giro.

Io: ma questa sarà la prima volta che parli così vicino con una ragazza!- e così lo stendo.

Harry: basta chiacchiere! Bacio! – grida.

Intanto Louis si copre le mani con gli occhi.
Zayn mi prende per i fianchi e in un attimo le mie labbra sono premute sulle sue.
Ha un sapore strano… un mix tra fumo e menta.
Erano così dolci e baciabili, che mai avrei voluto staccarmi.
Harry: meno cinque, meno quattro, meno tre, meno due, meno uno… ok stoop! – grida ancora.
Mi stacco da lui pulendomi le labbra, apparendo schifata, mentre a lui sembra essere piaciuto.

Louis: posso guardare? È tutto finito? – chiede sbirciando.

Io: tranquilla piccolo, sono tutta tua! – grido saltandogli addosso.

Continuiamo a giocare ed io fortunatamente non sono più uscita.
Così, verso le due, io e Sam ce ne andiamo a dormire in camera mia, mentre i ragazzi si sarebbero accampati in camera di Lou.
Infilo il mio adorato pigiama e mi metto nel letto con la mia amica.

Io: Sam te hai sonno? – le chiedo.

Sam: ma anche no! – esclama.

Comincio a parlare e, come non detto, si addormenta dopo dieci minuti.
Ci rimango piuttosto male, ma fa niente dai…
Chiudo gli occhi provando a dormire.
Brrrr…
Il telefono, l’ho messo in vibrazione.
Mi arriva un messaggio: Louis.

“piaciuto il bacio baby? Z XX”

Bene, avrà rubato il cellulare di mio fratello per messaggiarmi…

“no.”

“invece sì e scommetto che ti piacerebbe anche venire a letto con me.”

“bleah, che schifezza! Con te poi!”

“e dai, vienici… tanto una volta non ti costa nulla, no?”

Ma che puttaniere!

“Ma che ti salta in testa? MAI.”

“perché? Hai paura?”

“ma avrai paura tu!”

“allora vediamo… chi è pauroso… scendi ora in salotto.”

Guardo l’ora: 2.07.
Sono stanca ma non voglio darla vinta a quello.
Così faccio quello che mi ha detto… lui sta già lì, con una canottiera e dei pantaloncini.
Si gira e lui mi fissa: ero anche io in pigiama, con dei pantaloncini estivi e una canotta scollata.
Perfetto, nemmeno me ne ero accorta.

Io: che vuoi? – chiedo secca.

Zayn: nulla… volevo solo vedere se avevi il coraggio di venire giù. – risponde sorridente.

In un attimo, senza che me l’aspettavo, lui mi prende delicatamente ma molto velocemente per le braccia e mi butta sul divano.
Così ci ritroviamo uno sopra l’altro.

Io: togliti! – gli ordino.

Zayn: non te l’aspettavi eh? – e aveva ragione.

Si avvicinò a me, o meglio, le sue labbra alle mie, ma invece di un mio bacio, ebbe un altro schiaffo.

Zayn: aia cazzo! – esclama.

Io: non ci provare mai più, capito? – urlo.

Lui fa una smorfia mentre io salgo sopra: Sam si è svegliata.

Sam: cosa erano le urla? – chiede.

Io: nulla, nulla, ora dormiamo. – la tranquillizzo.

Come si era permesso a fare quello che aveva fatto?
Cazzo è uno sconosciuto e di lui so a malapena il nome.
Però mi faceva uno strano effetto, cavolo, cos'era?



YEEEEEEEEEE
scusate il ritardo ragazze! Ho avuto da fare e poi non arrivavamo a due recensioni :(

vaaaaaabbbè, che altro vi posso dire? ah si, vi è piaciuto il bacio tra Hope e Zayn? Quest'idea mi è venuta quando Perrie ha detto che il primo bacio tra zayn e lei è stato così ahahahahah vabbè!
Continuerò se arriveremo a 2 recensioni almeno, scusate ma in pochissimi la seguono questa storia :(
Alla prossima! <3



twitter: @Ineedyourhug59
facebook : Gloria Ricchi :)

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Capitolo 5
*** Fucking Ocean ***


CAPITOLO 5

Mi risveglio per colpa di quella pazza che salta sul mio letto.

Sam: la scemaa! Svegliati! È domenicaa! – grida.

Io: appunto, voglio dormire! – mormoro.

Sam: non con me bella! – detto questo mi toglie le coperte di dosso, mi prende per il braccio e mi alza.

Stronza. Semplicemente stronza.
La dovrei denunciare per violenza e allontanamento dai propri cari! Io e il letto ci amiamo, non lo capisce?

Sam: dai andiamo giù, che i ragazzi ci aspettano per colazione! – mi dice.

Io: uff – sbuffo.

Vado un attimo in bagno per sistemarmi.
Aggiusto i capelli i capelli con il phone, pulisco gli occhi dal trucco colato ed esco.

Io: okay, scendiamo? – le dico.

Ma lei scoppia a ridere.
La guardo male, non capendo il motivo per cui si stesse sbellicando dalle risate.

Io: che c’è? – chiedo incuriosita.

Sam: ahah! Non ti sei mai guardata allo specchio! Dicevi sempre “che me ne frega di come sto!”. Ahah gatta ci cova! – mi spiega.

Un motivo c’è e voi lo sapete bene.
Scendiamo di sotto ed effettivamente i ragazzi stanno facendo colazione.
Mi soffermo a guardare Niall: mangia peggio di un porcellino, in un attimo ha già finito tutto, mentre gli altri stanno ancora iniziando.
Mi siedo accanto a Lou e gli do un bacio sulla guancia.

Quando siamo tutti riuniti, Louis chiede : ieri notte chi è stato a fare tanto casino?

Io guardo Zayn che a sua volta guarda me.

Io: boh – sussurro.

Liam: - non lo so. – dice pensieroso.

Sam mi guarda sospetta.

Sam: un attimo. – e detto questo mi prende per il polso e mi porta via, nel corridoio.

Mi guarda, ci guardiamo in silenzio.

Io: beh? – chiedo come se non sapessi nulla

Sam: come “beh”? Sai benissimo cosa voglio sapere da te! Insomma, sono la tua migliore amica e mi stai letteralmente prendendo per il culo. – mi fa notare.

Io: ah, e va bene. – sospiro.

Le racconto tutto: dal primo scontro a ieri sera.

Lei stava per urlare a tutto quello che le dicevo, ma Louis venne da noi.

Louis: ragazze, tutto ok? – chiede,

Io: sìsì… - mento.

Louis: allora venite a mangiare! – sorride.

Raggiungiamo gli altri e io comincio a mangiare non cacando per nulla Zayn, che, invece, fa di tutto per essere notato.

Zayn: Hope, mi passi i taralli?- mi chiede sperando io gli risponda.

Io: sono troppo lontani! Harry, glieli passi tu? – il riccio obbedisce.

Zayn arriccia il naso e abbassa gli occhi.

Minchia vole da me sto maniaco?
Finiamo la colazione e Sam va di sopra a prendere il borsone.
Mette tutte le cose dentro a casaccio e poi si avvicina a me per salutarmi.
L'abbraccio e le do un bacio sulla guancia.

Io: ciao bella, alla prossima! – la saluto sulla porta.

Sam: ciao a tutti! – gli altri ricambiano e così se ne va.

Ritorno in camera mia: non ho nulla da fare.
Così accendo il computer e mi connetto a facebook, twitter e metto un paio di canzoni su youtube.
La prima che metto è “first of the year” di Skrillex.
Poi “Never say never” di Justin, “Wrecking ball” di Miley e così via.
Stavo per appisolarmi, quando mi ricordo che di domenica mi sento sempre per webcam con la mia migliore amica a distanza.
Lei è americana, già, ci divide un oceano... sono milioni e miloni di chilometri.
Mi connetto su facebook e vedo che è online.

"amo" - le scrivo.

Un minuto.

Due minuti.

Tre minuti.

"Visualizzato alle 11.54"

"Sta scrivendo"

"Ehi tesoro!"

"Vieni su skype" le rispondo.

Mi connetto, la contatto e cominciamo la nostra chiacchierata.
Eccola lì.
Bella come sempre.
Capelli castano chiaro, occhi azzurri, sorriso smagliante.
Perchè non potevo vederla?
Perchè?
Fottuto oceano.
Se due persone si vogliono bene, perchè c'è sempre qualcosa che li ostacola?
Non l'avevo mai vista dal vivo.
L'avevo conosciuta su twitter, discutendo del più e del meno, siamo finite col fare amicizia... e ora è parte di me.

Io: Ehi Destiny! - le dico.

Des: Hope  bella come stai?

Io: bene te?

Destiny: bene! Amo ti devo raccontare tante cose!"

Annuisco per farla continuare.

Destiny: "Ricordi quel ragazzo di cui ti ho parlato? Marc?"

Ovvio, mi parla di lui venticinque ore su ventiquattro.

Destiny: "ieri sono uscita con lui e la sua comitivaa"

Comincia a rotolare sul letto su cui era seduta.
Manco fosse un'undicenne al primo fidanzato!
Continua a rotolare, non accorgendosi che sta per cadere dal letto.
E, come non detto, bodobom, si trova faccia a terra.
Dopo questo suo momento di sclero, ritorna a me.

Io: "ahahah amo sono felicissima per te!"

E lo ero. E' bello vedere una ragazza così felice per un ragazzo.

Destiny: e te? Non mi dici nulla? - continua.

Io: naah, niente di che - preferivo non parlarle di Zayn.

Non che non mi fidavo, ma non era niente per me, perchè avrei dovuto parlarlene?

Destiny: okay amo io vado che mamma mi chiama! Il pranzo è pronto: cotolette di pollo e patatine dioo mi mebra di esser tornata bambina! - continua a rotolarsi sul letto.

Altro che cotoletta, questo è l'amore.
Scoppio a ridere vedendola impazzire e, dopo averla salutata, spengo il computer.
Stavo per mettere le cuffie, quando Lou mi chiama.

Lou: piccola, scendi a salutare i ragazzi - mi dice.

See, cazzo se ne vanno finalmente.

Scendo giù e li vedo in salotto, vicino la porta, con dei borsoni vicino.
Il primo che si avvicina è Harry.

Harry: ciao Hope! E' stato bello averti conosciuta! - no, aspe, per lui è bello conoscere le ragazze, brutte grasse bone o stronze, basta che siano ragazze.

Mh vabue.
Gli do due bacetti sulla guancia e, dopo aver salutato gli altri ragazzi, esce di casa e si infila nella sua macchina, con la quale si allontana.

Liam: okay ho preso tutto ciao ragazzi! - da un bacio sulla guancia a ognuno.

Liam: Zayn andiamo? - urla.

Zayn: e n'attimo! Non trovo la piastra! - grida da sopra.

Un uomo che si fa la piastra? ahah bella questa!

Scende, saluta Lou e Niall e si avvicina a me per salutarmi.

Prova a darmi due bacetti sulla guancia, ma non so se si possano definire così.
Avete presente il modo in cui London Tipton dava i bacetti alle sue amiche? Perfetto, intendevo proprio quello.
E anche loro se ne vanno.
Rimane Niall.

Lou: Niall che cerchi? - gli chiede.

Niall: ecco le patatine a forma di quadrifoglio! u che fighe! - esce una bustina da sotto il divano, ci saluta e se ne va.

Che ragazzi normali.

Si fanno le 7, l'ora di cena, e sento l'odore della pizza.

Io: pizzaaaaaa! – urlo felice.

Mangio in fretta senza nemmeno vedere Lou, che però stava sempre attaccato a quel fottuto cellulare.
Lo guardava senza tregua, dopo si sentiva un “bip bip” e cominciava a scrivere.
Mi faceva ridere, ma forse sbagliavo a ridere di un ragazzo innamorato.
Appena finisco di mangiare, vado sul mio letto e mi addormento, pronta per iniziare una nuova giornata di lavoro.

Mi risvegliai la mattina dopo, forse un po’ troppo presto: la sveglia non era ancora suonata.
Rimasi nel letto a godermi quei momenti, ma la sveglia suonò, facendomi bestemmiare contro quello stupido lavoro e del suo orario.
Rotolai letteralmente giù dal letto e mi diressi verso il bagno, per lavarmi e vestirmi.
Non appena finii di sistemarmi, scesi giù in cucina per un piccolo spuntino.
Lì vidi Louis, stranamente senza cellulare, che mangiava un... un... oh, un carciofo.
Uhm... Ehm... buono.

Io: scemo! -gli urlo.

Lo abbraccio da dietro e gli do un leggero bacio sulla guancia.

“bip bip”.

Louis prese il cellulare e si affrettò a rispondere al messaggio ricevuto.

Io: innamorato eh? – chiesi.

Louis alzò gli occhi per guardare i miei, e scoppiò a ridere.

Louis: si vede così tanto? – ammicca.

Io: no! - scherzai.

Io: il mio cucciolo sta crescendo! – dissi dolce.

Louis: tu invece resterai sempre la mia piccolina, vero? –
detto questo fece combaciare i nostri nasi, così da poterci guardare nei nostri occhioni blu oceano, semplicemente uguali.

Io: uhm… sì… e tu sempre il mio cucciolo? – chiesi ancora.

Louis: certo piccola. – mi prese per i fianchi e mi strinse forte a se.

Amavo i suoi abbracci, dolci e affettuosi.
Rimanemmo così finchè non girai il braccio che era dietro al suo collo, così da poter guardare l'orologio.

Io: merda! – urlai.

Mi staccai e in un batter d’occhio io e lui eravamo in macchina.
Lou mi portò a lavoro e mi avvisò che mi sarebbe venuto a prendere alle 2 p.m., come al solito.
Entrai nel bar e, per una volta, mi accorsi che ero puntuale.
Così andai a mettermi la mia divisa e poi andai dietro al bancone, cominciano a lavorare seriamente.
Verso le 10 il bar cominciò a svuotarsi: tutti erano a lavoro e c’erano giusto i due o tre disoccupati che non sapevano che fare la mattina, quindi venivano al bar a fare una chiacchierata con gli amici.
Cominciarono a leggere i giornali, quindi io ormai non sapevo più che fare: avevo lavato i piatti, spolverato tavoli e banconi, servito i clienti e, ora che non ce n’erano più, avevo finito.
Mi poggiai su una sedia, pronta ad alzarmi nel caso mi vedesse Paul.
Appoggiai il gomito sul bancone e la testa sulla mano, per godermi quei piccoli momenti di calma.


YEEEE

*scoppia a piangere*

Scusate se non ho aggiornato la storia per quasi due settimane scusate scusate scusaaaateeeeeeeeee *si inginocchia, speranzosa di perdono*

Vabbè bla bla bla.
Sono stata parecchio male... sapete, una cosa e l'altra e sbaglio sempre..
Poi non sono riuscita a predere i biglietti *nonneparliamo*
vabbè... e in più non arrivavamo a due recensioni! *sbatte la testa contro il muro*

VABBE, mi sto dilungando troppo.
Comunque...

QUESTO CAPITOLO LO DEDICO ALLA MIA MIGLIORE AMICA A DISTAZA, CI SEPARANO 923 KM, SIAMO LONTANISSIME! OGGI FACCIAMO UN MESE CHE CI CONOSCIAMO, E' POCO MA LE VOGLIO UN MONDO DI BENE <3 *nonvenefotteniente*

Vabbe bye bye alla prossima! <3

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Capitolo 6
*** Scusate... ***


Ehi raga... Come potete vedere in pochissime seguono la mia ff, nell'ultimo capitolo ho avuto una recensione in quasi due settimane, nell'ultimo zero.

Beh, non mi dilungo molto, forse l'avrete già capito, ma se non ho più recensioni e ragazze che seguono la mia ff, non continuerò.

Chiedo scusa a quelle pochissime che la seguono... la lascerò un'altra settimana, metterò un altro capitolo e se la storia non cambia la chiudo.

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