UNINTENDED

di Persefone3
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***
Capitolo 5: *** Capitolo V ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII ***
Capitolo 8: *** Capitolo VIII ***
Capitolo 9: *** Capitolo IX ***
Capitolo 10: *** Capitolo X ***
Capitolo 11: *** Capitolo XI ***
Capitolo 12: *** Capitolo XII ***
Capitolo 13: *** Capitolo XIII ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


- Cerco la Dottoressa Foster, è in Ufficio?
Chiese la bella ragazza, una mattina al Lightman Group. Sara, la segretaria, non l’aveva mai vista prima,  ma non era una cliente. Non c’erano appuntamenti per quel giorno.

- La Dottoressa Foster non è in ufficio in questo momento, vuole parlare con il Dottor Lightman?
- No, no voglio solo la Dottoressa Foster. La posso aspettare qui?

Cosa cosa cosa??????? Da quando in qua qualcuno cercava Gillian e non batteva ciglio nel sentire il suo nome? Cal Lightman capì che doveva tenere in mente quella faccia.
Si incrociarono nel corridoio, la scrutò. La ragazza rispose al suo sguardo con altrettanta alterigia e si diresse nello studio della sua socia. Una volta seduta sulla poltrona gli accennò un sorriso come se lo conoscesse. Lui, invece non aveva la più pallida idea di chi lei fosse. Da quando in qua Gillian gli teneva nascosto qualcosa? Non era da lei. Anzi, era lui il cinico egoista che aveva un mucchio di segreti, anche se per non troppo tempo. Doveva sapere chi era quella ragazza e perché voleva parlare con Gillian.
Cal si diresse allora verso Sara.

- Chi è quella donna? – chiese alla segretaria con tono sornione e non curante, o almeno lo sperava.
- Non mi ha detto chi è, vuole parlare con la Dottoressa Foster. Non è una cliente comunque perché non ci sono appuntamenti in agenda.

Cal prese la strada del suo ufficio mentre rimuginava. Se quella donna non era una cliente, allora faceva parte della vita di Gillian: e lui non ne sapeva niente. Per la prima volta avvertì una strana sensazione. Che Foster avesse un segreto con lui, lo turbò stranamente. Perché? Non poteva ancora avercela con lui per la faccenda Whallosky……. Aveva fatto capire a Gill che non erano sullo stesso piano ……. O forse non era bastato? ….
Gillian stava tornando in ufficio. Da un po’ di tempo a questa parte non aveva molta voglia di andare a lavoro. Intendiamoci adorava il suo mestiere, ma l’atmosfera con il suo socio cominciava ad essere pesante. Troppa complicità ed intimità per essere semplici amici, ma non avevano ancora deciso di scavalcare gli steccati e gettare le maschere. Non che lei non volesse, ma lui si sottraeva distraendosi con la donna di turno, provocandole tanto di quel dolore che le sue scuse ormai non bastavano più. Evidentemente il suo destino era fare l’amica e mai l’amante. A questo pensava Foster mentre camminava, voleva parlare con qualcuno, sfogarsi, ma era troppo riservata per chiedere aiuto.
Appena varcò l’ingresso dell’ufficio fu intercettata da Sara.

- Dottoressa Foster, c’è una visita per lei, l’ho fatta accomodare nel suo ufficio.
- Grazie Sara, vado subito a riceverla.

E chi poteva essere? Non aspettava nessuno… mentre pensava queste cose Gill si diresse verso il suo ufficio, ma fu fermata anche da Cal.

- Tesoro tutto bene?
- Si Cal, grazie. Ho una persona che aspetta nel mio ufficio, se non ti dispiace vado a vedere perché è qui.

Cal inclinò leggermente la testa, questa volta sarebbe riuscito a leggerla, doveva riuscirci. Voleva sapere. Gillian capì immediatamente.

- Non so chi mi sta aspettando. Se avrai pazienza, dopo ti dirò tutto.
-Ah come vuoi tesoro, mi trovi nel mio ufficio.

Niente non ci era riuscito neanche questa volta, ma aveva letto in quei bellissimi occhi blu un moto di impazienza verso di lui. Non poteva essere, non la sua Gill.
Non appena la dottoressa Foster varcò la soglia della sua stanza non riuscì a credere ai propri occhi: Anna era lì.

- Anna, oh mio Dio! Che ci fai qui?! – le corse incontro e l’abbracciò forte.
- Gillian cara! Sono a DC di passaggio e sono venuta a trovarti!
- Hai fatto benissimo! Sono così contenta di vederti!

Anna era la sua migliore amica, una sorella in pratica. Era qualche anno più giovane di lei e si erano conosciute al campus universitario. Avevano legato subito. Oltre Cal era la persona di cui più si fidava. Il forte e saldo legame tra le due donne era stato forgiato non solo dalla complicità, ma anche dai dolori della vita. Gillian aveva avuto cura di Anna dopo che era tornata dalla Cecenia ed Anna era stata la prima a sapere di Alec e dei sentimenti che la sua amica provava per il suo socio.

- Ho incontrato l’uomo che ti rifiuti di legare a te. Capisco perché ci hai perso la testa…..
- Smettila ti prego, non voglio parlare di lui, è solo in pausa tra una fiamma ed un’altra… e neanche mi guarda…..
- Io non ne sarei così convinta……. Ci sta fissando, e per fortuna sono una donna. Se c’era un uomo ad aspettarti, cosa faceva, entrava con un uzi?

Le donne risero complici. Cal le fissava e non capiva. Perché Gill non era più così rilassata anche in sua compagnia? Chi era quella donna che era venuta a sconvolgere i loro equilibri? Di una cosa era sicuro, nascondeva qualcosa.

- Anna come stai? Vedo che ti sei ripresa bene e so che sei  tornata a lavorare! Ricevere le tue mail è sempre un grande conforto.
- Mi fa piacere…..ma…… hai un visetto che la dice lunga sul tuo stato. Sarcasmo a parte, stai soffrendo, te lo leggo in faccia, e non sono un’esperta di microespressioni! Einstein se ne è accorto, o fa finta di non -accorgersene? Lo conosco da un minuto ma se vuoi vado  lì e gliele suono di santa ragione!
- Be’ non posso dire di stare bene è vero, ma non ho voglia di parlarne qui.
- Ho capito qui serve una serata tra donne, confidenze e gelato, come ai vecchi tempi, che ne dici?
- Magari……
- Dimmi dove e quando allora!
- Anna, se ho capito bene, ti fermi qualche giorno, perché non vieni a stare da me? Ti mostro la mia nuova casa e così potremmo passare un po’ di tempo insieme.
- Se non disturbo accetto volentieri!
- Allora è andata! Ci vediamo stasera verso le 20:30?
- Benissimo, allora ci vediamo da te!
- Ecco il mio indirizzo, ciao!

Anna uscì dall’ufficio dell’amica e guardò il dottor Lightman dritto negli occhi, con uno sguardo di sfida. Non voleva più vedere la sua amica soffrire per quell’uomo! Per un periodo aveva tifato per lui, ma ora stava esagerando. Doveva decidersi così come Gill del resto.
Appena Foster rimase da sola, Cal entrò nell’ufficio della collega.

- Allora, ci sono problemi?
- No, assolutamente, era la mia amica Anna.
- Anna? Non me ne hai mai parlato… come mai?
- Insomma Cal!! Non sono tenuta a dirti tutto! Anna è la mia amica più cara, è sempre stata al mio fianco, anche…
- Anche….?
- Anche quando tu avevi la testa, chiamiamola così, occupata, dietro ad altre cose
- Tesoro, perché mi parli così?

Cal stentava a riconoscere la sua socia. Anna stava tentando di convincere Gill a lasciarlo, qualunque cosa volesse dire? E perché?

- Scusa, non volevo essere aggressiva. Comunque lasciala in pace!
- Da quanto vi conoscete?
- Dall’università, e poi mi sono occupata di lei quando è tornata dalla Cecenia.
- Cecenia? E che diavolo ci faceva?
- Anna segue delle missioni internazionali di pace, è una negoziatrice
- Oh una tipa tosta….. comunque ti nasconde qualcosa. L’ho visto!
- Si molto coraggiosa e smettila di scrutarla! Durante la missione in Cecenia, il suo fidanzato di allora è rimasto ucciso in un attentato e lei è stata coinvolta nel sequestro di una sede internazionale
- C’è dell’altro ti dico, quella donna nasconde qualcosa… non ti ha detto qualcosa!
- Cal smettila! Non è così!
- Va bene tesoro, ma non ti ha detto tutto!

Gillian lo guardò uscire con aria interrogativa. Qualcosa lo preoccupava. Decise di non farci caso.
 

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Capitolo 2
*** Capitolo II ***


Carissimi, ecco a voi il II Capitolo. Conosciamo un po' meglio Anna e la sua amicizia con Gillian! Spero vi piaccia!! Buona lettura
Persefone
II.
Mentre si recava a casa di Gillian, Anna non riusciva a smettere di pensare al dolore dipinto sul viso della sua più cara amica. Ma come poteva quell’uomo trattarla così? Perché Gillian non lo piantava e cercava di essere felice?  Almeno avrebbe potuto rimettere insieme i cocci dei suoi sentimenti! Doveva farsene una ragione. L’avrebbe convinta ad allontanarsi da quell’orso di Cal e rifarsi una vita. Non sarebbe certo stata una cattiva idea avere una psicologa della levatura della dottoressa Foster nella sua squadra. Ecco le avrebbe chiesto di entrare nel suo staff e poi c’era anche Rob che era ancora cotto di lei!

Le due amiche si ritrovarono davanti ad una grossa vaschetta di gelato. Dopo aver rivangato un po’ il passato, il volto di Gillian si velò di malinconia. Anna capì che l’amica aveva voglia di sfogarsi. Come sempre aveva fatto, non si sarebbe tirata indietro.

- Gill ti ricordi quando sono tornata dalla Cecenia?
- Si mi ricordo eri molto provata…..
- Già e tu mi sei stata vicino, vorrei poter ricambiare il favore

Seguì un momento di silenzio, Anna percepì che Gillian stava per straripare come un fiume in piena.

- Da dove vuoi che cominci? Dal fatto che sono innamorata di un uomo che non mi degna di uno sguardo?
- Gill non esagerare, non è proprio così…..
- Allora che si accorge di me a tratti! Invade i miei spazi prepotentemente. Non vuole che nessuno mi stia vicino, ma allo stesso tempo si circonda di donne. Io non so più cosa fare o pensare. Vorrei dare una svolta a questa situazione, nel bene o nel male. Invece mi ritrovo inchiodata qui, incapace di muovermi e di andare avanti.
- Gill, hai mai pensato a cambiare aria per un po’? Perché non ti muovi e non conosci altra gente, prenditi un po’ di tempo. Promettimi che imparerai ad amarti un po’ di più
- Hai ragione, basta immobilismo
- Questa è la Gill che conosco! Non ti sei mai arresa, non avvilirti ora. Coraggio, se è destino non potrai fare altro che arrenderti.
Squillò il cellulare di Anna, che rispose:
- Ehi Rob, ciao! Indovina con chi sono? Già proprio con la nostra cara Gill! Se ci fossi anche tu sarebbe proprio come ai vecchi tempi! Si, non preoccuparti! Te la saluto!  e riattaccò.
- Ma era proprio il nostro Rob?
- Si Gill! Lavora con me nella mia squadra. Anzi, perché non molli quel cinico di Cal qualche volta e collabori con il mio gruppo? Sai, sto formando in seno all’organizzazione una sezione dedicata al recupero specifico di donne e bambini vittime della guerra. La tua esperienza sarebbe un fantastico contributo!
Gill distolse lo sguardo. Pensò a Cal e poi le chiese:
- Anna, pensi ancora a Mat?
- Vuoi la verità?
-Certo
- Io penso al mio amato Mat ogni singolo giorno. Lo sento sempre qui con me. Questo non mi ha impedito di andare avanti. Il mio compito è stato quello di vivere per tutti e due. L’ho fatto e lo sto facendo ancora. Ma lui mi manca. Mi manca sempre. Però non ho rimpianti: se tornassi indietro rifarei tutto da capo, senza remore.

Sorrideva Anna, ma Gill aveva imparato molte cose da Cal e sul viso della sua amica vedeva una lacerante tristezza. Povera Anna, Gill non poteva dimenticare le sue sedute dopo la Cecenia. Ne era uscita devastata e non solo per la perdita di Mat. Non poteva dimenticare gli occhi della sua amica in quel periodo. Rob aveva insistito molto affinché Anna intraprendesse un percorso terapeutico e si era rivolto a Gill, che aveva immediatamente raccolto il segnale di aiuto.
La prima volta che rivide Anna ebbe una forte sensazione di inquietudine. Ricordava gli occhi di Anna come gli occhi più espressivi del mondo. Per Cal sarebbero stati un libro aperto, anche perché Anna non faceva nulla per nascondere le proprie emozioni. Ora invece erano totalmente vuoti, vacui, come annebbiati dalla droga. Solo un’altra volta aveva avuto la stessa sensazione di inquietudine. Ma quando? Ah si, quando aveva conosciuto Cal, lo stesso vuoto, gli stessi traumi.
Dopo innumerevoli sedute era riuscita a sfondare gli impenetrabili muri di Anna, proprio come avrebbe fatto qualche anno dopo con Cal. Ricordava bene quel momento:

- Anna, ti prego, non tenerti tutto dentro, sei addolorata per la morte di Mat, ma c’è dell’altro. Lo so. Non lasciare che ti consumi
- Gill ti prego, non farmi questo. Non posso dirti tutto quello che è successo. Mi fa troppo male, perché dovrei riviverlo?
- Perché parlarne ti aiuterà a stare meglio
- Non voglio caricarti del mio fardello …….
- Sono una terapista, è il mio lavoro caricarmi dei fardelli altrui
- Ok mi arrendo

Gill capì di avercela fatta. Anna finalmente si stava aprendo.

- Prima che Mat morisse per salvarmi, mi trovavo in un villaggio della campagna per portare acqua e cibo. Stavo parlando con le donne e le ragazze, quando piombò su di noi una pattuglia di soldati russi completamente ubriachi. Si è scatenato l’inferno. Ci hanno rinchiuso in una stalla. Ho cercato di fare il mio lavoro, negoziare il nostro rilascio. In un primo momento credevo di esserci riuscita, ma c’era qualcosa che non mi convinceva. Avevo una brutta sensazione. Dopo circa un’ora di trattativa con il comandante della pattuglia, questo si è stancato, ha chiesto della vodka e ha distribuito ai suoi soldati della droga. Quando furono strafatti, il capo ordinò a due uomini di legarmi alla sedia e bendarmi. Ho avuto paura. Ho pensato a Mat con tutte le mie forze. Ha poi fatto radunare tutte le altre al centro della stalla. Si stavano scegliendo la merce. Le prendevano e le violentavano nella maniera più brutale possibile. Le grida di terrore di quelle ragazze me le ricordo perfettamente ancora oggi, mi crepano il cervello durante la notte. Le sento continuamente. Dopo aver soddisfatto i loro brutali istinti primordiali, le uccidevano senza pietà e tra atroci sofferenze. Io ero lì impotente. Non potevo fare niente. Mi sentivo inerme e completamente in balia loro. Pensavo che prima o poi sarebbe toccato anche a me. L’idea che uno solo di loro mi potesse mettere una mano addosso, negli stessi punti in cui Mat mi accarezzava, mi fece venire il voltastomaco. Quando non rimasi che io, il comandante disse che delle cecene potevano fare quello che volevano, ma non voleva certo rischiare con un’occidentale. Mi slegarono e mi scaricarono davanti alla sede della mia organizzazione. Mat fu il primo a trovarmi, da quel giorno non mi ha mai più lasciata e guarda che fine ha fatto…

 - Non è stata colpa tua, lo sai
- Lo so. Ma la cosa non mi è di nessun conforto

Quando Anna pronunciò quelle parole, Gill aveva visto il dolore crescere ed esplodere nella sua amica violentemente come una bomba devastante.
 
- Gill, ehi dove sei, a cosa stai pensando?
- Niente, oddio come è tardi e io domani devo andare a lavoro.
- Senti io in mattinata devo fare delle commissioni ma sono libera per pranzo, mangiamo insieme?
 - Ci sto!!E con quella promessa e una buona tazza di tè andarono a dormire.
 
Cal, sdraiato nel suo letto,  non riusciva a capacitarsi. C’era qualcosa di diverso nella sua socia e la colpa era di quella donna. Perché Gill non gli aveva parlato di lei? Aveva qualcosa in mente, doveva scoprire che cosa nascondeva. Non si sarebbe mica fatto fregare così. Domani avrebbe portato Gill a pranzo fuori per  capirci qualcosa in più. Nonostante questi buoni propositi non riuscì a chiudere occhio.

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Capitolo 3
*** Capitolo III ***


Carissimi, grazie a chi mi ha lasciato una recensione e a chi mi segue. A voi il terzo capitolo. Vi anticipo che nel prossio capitolo cominciamo ad entrare nel vivo della storia!  Buona lettura!!!!! e grazie della vostra attenzione!! Persefone
 


III.
La mattina dopo quando arrivò al Lightman Group, la sua socia era già in ufficio. I corridoi erano vuoti e quello era il momento giusto.

- Buongiorno tesoro, dormito bene? – la testa di Cal si inclinò nuovamente
- Cal buongiorno! Ho passato una piacevole serata, grazie. Anna dorme da me finché è qui a DC

Riecco Anna tra di loro ancora una volta, per fortuna non c’era un uomo di mezzo, o non ancora?

- Volevo chiederti se avevi impegni per pranzo. Ci mangiamo un boccone insieme, che ne pensi?
- Oh grazie Cal, ma Anna mi raggiunge per pranzo. Vuoi unirti a noi?
- No grazie, immagino che avrete ancora molte cose da dirvi – disse in tono sarcastico

Il dottor Lightman aveva deciso che era arrivato il momento di fare quattro chiacchiere con questa dannata Anna. Aveva in mente di rifilare alla “sua” Foster un nuovo fidanzato?
Gill guardò Cal uscire, non capiva perché era così elettrico nei confronti della sua amica. È vero, non le aveva mai parlato di lei, ma non era un buon motivo per una scenata di quel genere. Nonostante i rapporti un po’ tesi, non voleva che la situazione precipitasse ulteriormente, quindi decise di fare un passo distensivo verso di lui. Non ci riusciva proprio a vederlo così irrequieto.
Fece passare alcuni minuti e si alzò dalla sua scrivania. Andò alla porta di Cal, bussò ed entrò.
 
- Tesoro che succede?
- Cal, che ne dici di un caffè e ti racconto di Anna e Rob?

Rob? Chi diavolo è ora questo Rob? Lo sapevo, me la vuole portare via!! Questo frullò nella testa di Cal, che decise però di darsi un contegno.

- Si tesoro, sono molto curioso di scoprire questa parte di te
 
Prese la giacca ed uscirono. Fuori era autunno e la temperatura era ancora calda. Da quanto tempo non aveva Gill così vicina. Gill, dal canto suo, era contenta di questa tacita tregua tra loro. Ordinarono i caffè e si sedettero ad un tavolino.

- Spara tesoro, sono tutto orecchie
- Dunque, Anna Rob ed io, eravamo compagni di università
- Scommetto che soprattutto tu e Rob eravate compagni …-  disse in tono sprezzante.
- Cal smettila di fare ironia! O non ti racconto più niente!
- Scusami tesoro, sai come sono fatto, non riesco a trattenermi….. va’avanti!!
- Si, all’epoca io e Rob ci frequentavamo…… lo sento ancora e siamo in ottimi rapporti…

Cal si irrigidì, una fitta di gelata gelosia lo investì a freddo. Gill vedeva un uomo……

- Quindi vi frequentate……..
- Cal non puoi essere geloso del passato no? Comunque non lo vedo da anni, ci mandiamo regolarmente mail così come con Anna del resto! Insomma noi al campus eravamo un trio inseparabile. Anna era la mia migliore amica, la mia confidente, un po’ come te.

A Lightman quel paragone non piacque proprio, voleva monopolizzare l’attenzione di Gill e non voleva distrazioni. Non sapeva resistere a quegli occhi blu. Gill riprese il racconto.

- Anna, come ti ho detto, è una negoziatrice, mentre Rob è un ufficiale dell’esercito
- Mi sarebbe piaciuto vederti al campus: la futura dottoressa Foster quando ancora era una studentessa – disse ridendo
 
Gill si sciolse in uno di quei sorrisi dolcissimi che facevano breccia nella dura scorsa del suo collega. Bevvero il loro caffè serenamente, come non succedeva da tempo.

Dietro di loro, vicino alla vetrina, Anna, passando, vide tutta la scena. Conosceva bene quegli sguardi e capì quanto era stato stupido pensare di spingere di nuovo Gill nelle braccia di Rob. Quei due però dovevano fare progressi. Gill, Gill……Decise di lasciar fare al destino, lei ormai…. non aveva più tempo. Continuò a camminare sul marciapiede sorridendo.

Quando Cal tornò alla sua scrivania si sentì un po' più sollevato, ma non completamente. Primo doveva parlare con quella Anna e secondo doveva impedire a quel Bob o Rob  di andare oltre le mail. Ormai non riusciva più a pensare a quella compagnia senza Gill, cosa sarebbe successo? Meglio prendere tutte le precauzioni del caso, meglio non correre rischi.

Verso l'ora di pranzo il Dottor Lightman si appostò. Voleva parlare con Anna. La vide entrare con disinvoltura. Le si parò davanti.

- Anna giusto? Non abbiamo avuto il piacere di presentarci, sono Cal Lightman, socio della sua amica Gillian Foster
- Salve Dottor Llightman, sono Anna Hope, piacere di conoscerla. La mia squadra è una sua grande fan, sa?
- Ohhhhh ma davvero?? – Cal la stava già scrutando
- Oh cielo, sono già finita sotto la lente d'ingrandimento! Comunque Gill mi ha parlato molto di lei, praticamente la conosco per inter posta persona! – rise serenamente

Lightman vide sul volto di quella donna una sincerità disarmante. Non stava fingendo o nascondendo qualcosa, stava parlando in assoluta e piena libertà.

- Bene, io, invece, ho saputo chi sei solo stamattina davanti a una tazza di caffè
- Oh accidenti, vedo che la cosa, la disturba alquanto – lo stava sfidando….
- So che nascondi qualcosa!..... – Cal colse un'impercettibile cenno di disagio nel volto della donna – Ci ho preso, come sempre…… riguarda Gill???
- No – Cal vide che non stava mentendo
- Un certo Rob?
- No- anche stavolta era sincera…
- A che gioco stai giocando? Perché piombi qui e vuoi parlare con Gillian?
- Cal, io non sto giocando a nessun gioco. Sono semplicemente un'amica di Gillian che è passata a trovarla, niente di più. Se poi ci vuole vedere chissà quale complotto ai suoi danni, liberissimo di farlo! – stava sostenendo il suo sguardo.

Anna riprese a parlare

- Per il bene di Gillian, dovrebbe smettere di trattarmi come una nemica. Le assicuro che il suo posto nel cuore della dottoressa Foster è più che al sicuro.
- La vuole convincere ad andarsene da qui?
- Confesso di averle fatto una proposta, che però Gill ha garbatamente rifiutato, come solo lei sa fare. Quindi godiamoci la nostra amica con serenità
 
Gli sorrise in maniera disarmante. Cal decise di sotterrare l'ascia di guerra per ora. In quel momento soggiunse Gillian

- Anna sei arrivata!!!!  Ti stava torchiando????? – Guardò Cal interrogativa
- No tranquilla, stavamo solo facendo le presentazioni.. a proposito Cal perché non si unisce a noi per pranzo
- Oh si dai Cal, mi farebbe molto piacere
- Ok tesoro, sai che non riesco a dirti di no! Ad un patto, che Anna mi dia del tu
 
Le porse la mano. Anna la strinse ed andarono tutti e tre a mangiare.
Cal sapeva che Anna nascondeva qualcosa. Se non riguardava Gill o quel Rob, allora riguardava lei stessa. Era di passaggio a DC, ma per andare dove? Decise di accantonare tutte queste domande in un angolo del cervello.
Il pranzo fu piuttosto piacevole, le due amiche ridevano e lo coinvolgevano in tutta una serie di aneddoti divertenti. Gill era felice di vedere seduti alla stessa tavola due punti focali della sua vita e sperava che andassero d'accordo.
Finito il pasto si salutarono

- Gill, domani pomeriggio parto. Stasera ti faccio una sorpresa e cucino io!
- Ma come, devi già ripartire????????? – si rivolse a Cal – se per Anna non ci sono problemi, perché non ti unisci a noi?
- Non posso stasera torna Emily e voglio stare a casa – colse uno sguardo interrogativo sul volto di Anna e continuò – Emily è mia figlia
- Ahh, non intendo assolutamente intromettermi nel delicato rapporto padre-figlia… allora Gill hai desideri?
- No, fai tu,mi fido completamente di te.
 
Anna si avviò verso casa di Gill per preparare i bagagli mentre Gillian e Cal si avviarono verso i loro uffici.

- Eri raggiante a pranzo, al contrario dei giorni passati, merito di Anna? Hai accettato di andare a lavorare da lei? – la stava provocando volontariamente

Gillian si girò di scatto e lo fissò in maniera penetrante.

- Cal Lightman pensi davvero che possa farti una cosa del genere?
- Assolutamente no…..ma sei strana in questi giorni

Gill non voleva dare troppo a vedere il suo disagio

- No, Cal. Sono solo un po' stanca
- Meglio così, non sopporterei di vederti andare via

Quello sprazzo di sincerità pietrificò Gill

- Buono a sapersi, allora……
 
Cal stava per prenderle la mano, ma si bloccò. No, non poteva superare gli steccati. Fece un movimento brusco che Gillian fraintese come un rifiuto nei suoi confronti. Le si velò il viso e proseguì verso gli uffici. Cal si maledisse.

- Gill non perdere il buonumore, per favore….

La richiesta era sincera ed accorata. Le difese di Gill vacillarono per l'ennesima volta.

- Va bene Cal, hai vinto……

La pace sembrava fatta. In realtà era la quiete prima della tempesta, o meglio di un uragano.
 
La sera, quando Gillian tornò a casa, trovò Anna dietro i fornelli, intenta a cucinare

- Gill, sei già qui! Volevo farti trovare tutto pronto!
 
Gill fu colpita dalla musica di sottofondo.

You could be my unintended/ Choice to live my life extended/ You could be the one, I'll always love/ You could be the one who listens/ To my deepest inquisitions/ I'll be there as soon as I can/ But I'm busy mending broken/ Pieces of the life, I had before/ First there was the one who challenged/ All my dreams and all my balance/ She could never be as good as you…..

Anna vide che qualcosa era scattato nell'amica

- Ti piace questa canzone?
- È molto bella, non la conoscevo
- Sai mentre cucinavo, la ascoltavo. Sai chi mi è venuto in mente?
- Chi???
- Tu e Cal!! Questa canzone sembra scritta per voi due
- Anna ti prego…..
- Scusami, scusami non mi impiccio, ma dovevo dirtelo. Sotto la scorsa cinica e arrogante si cela un uomo per bene. Non vuole farlo emergere, ma c’è. L’ho capito da come ti guarda dolcemente.
- Non è vero!
- Oh si che è vero, non smette mai di tenerti gli occhi addosso. Ti ha praticamente avvolta  in un abbraccio e quando lo guardavi dritto negli occhi, l’animale che c’è in lui sembrava accarezzato dai tuoi sguardi….
- Anna, vorrei crederti, ma non riesco a venirne fuori
- Ci riuscirai Gill ed anche lui sta praticamente per esplodere
- Anna si mise a ridere. Prese coraggio e pronunciò la frase che da due giorni doveva dire alla sua amica. Lo fece tutto d’un fiato.
- Gill….. domani…….domani parto per l’Inguscezia…..
- Inguscezia?? Anna non so se sia indicato nel tuo caso!
- L’ho chiesto io
- Ho capito. Me lo fai un favore? Cerca di tornare sana e salva e di stare attenta
- Cercherò di fare del mio meglio. Al mio ritorno spero di trovare te e Cal sotto lo stesso tetto
- Anna cosa ti ho detto??????? Su ora mangiamo che si raffredda tutto!
 
Quando Cal mise piede in ufficio, la mattina seguente, notò una Gillian stranamente taciturna e chiusa nel suo mondo. Le si avvicinò.
- Tesoro, cos’hai?
- Anna parte oggi in missione. Avevi ragione…….
- No, non avevo ragione. Sono solo uno ossessionato dalla verità. Asciuga quelle lacrime. La rivedrai presto.

Le porse un fazzoletto e l’aiutò ad alzarsi. Erano finalmente tornati loro: Cal e Gillian, qualunque cosa volesse dire.

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Capitolo 4
*** Capitolo IV ***


 
Ecco a voi il quarto capitolo. I nostri eroi stanno per salire sulle montagne russe!!! Buona lettura e spero vi piaccia! Persefone

IV.

Passarono alcune settimane nella più completa tranquillità. Cal e Gill erano quelli di sempre. Poi arrivò quel maledetto giorno.

Un uomo stava parlando con Sara.
- Cerco la Dottoressa Foster, sono un funzionario del Dipartimento di Stato
- Un momento, per favore

Sara compose il numero dell’ufficio di Foster, ma non rispose nessuno. Vide il Dottor Lightman.
- Dottor Lightman, mi scusi, questo signore cerca la Dottoressa Foster…. Nel suo ufficio non risponde, sa per caso dove sia?
- Sono Bill Rossman, Dipartimento Esteri

Cal guardò l’uomo con sospetto.
- Sono Cal Lightman. La Dottoressa Foster si sarà allontanata un momento. Con il suo permesso vado a cercarla

Cal si allontanò, ma era preoccupato. Sul volto di quell’uomo aveva letto ansia. Era successo qualcosa, doveva trovare Foster.
- Tesoro, dove eri finita?
- Cal, avevi bisogno di me? Cosa succede? Perché sei così agitato?
- Devi venire con me, qualcuno ti sta cercando
- Va bene, ma così mi preoccupi

Gillian seguì Cal fuori dalla stanza.
 
- Sono la Dottoressa Foster
- Piacere, mi chiamo Bill Rossman, sono un funzionario del Dipartimento Esteri. Conosce Anna Hope?
- Certo Anna Hope, é una mia carissima amica, perché? – Cercò lo sguardo di Cal.
- Dottoressa, le devo purtroppo comunicare che la sua amica è rimasta uccisa questa notte durante dei disordini in Inguscezia
Gillian vacillò per un momento. Cal come sempre la sorresse e la strinse forte. La donna era come paralizzata.
- Ma come…….è successo??? Perché…… - le lacrime le solcarono le guance. Si appoggiò alla spalla di Cal
- Mi dispiace, per il momento non posso dirle altro. Prima di partire, la signorina Hope ci ha fornito le sue generalità in caso di emergenza. Sa, dovrà venire per il riconoscimento ufficiale e le pratiche di routine. Tra l’altro l’ha nominata sua erede insieme a Rob Thompson.

Gill si coprì il volto con entrambe le mani. Stava piangendo violentemente.
- Anna, Anna, me lo avevi promesso…….

Intervenne Cal con risolutezza
- La ringrazio signor Rossman, porto la Dottoressa Foster in un posto più tranquillo. Se ha altre comunicazioni le lasci a Sara. E Sara, dagli anche il mio numero per qualunque evenienza. Quando hai finito portaci due tè da Foster.
- Certo Dottor Lightman

Cal si voltò verso Gillian
- Coraggio tesoro, andiamo da te, non rimaniamo qui in corridoio. Tranquilla ci penso io a tutto il resto
- Oh Cal la mia Anna – e si strinse ancora di più a lui.

Cal non se lo aspettava, ma la percepì così indifesa in quel momento che non riuscì a trattenersi dallo stringerla con ancora più dolcezza. Non l’avrebbe mai lasciata.
-  Gillian! Gillian!! Cerco Gillian Foster!!
Un uomo ero appena entrato come una furia. Gill si voltò e riconobbe Rob.
- Rob! Rob sono qua!
Si sciolse dall’abbraccio di Cal e andò verso Rob. Cal fu colto alla sprovvista, mai Gillian si era sciolta così da un suo abbraccio. Lanciò verso l’uomo uno sguardo infuocato di sfida.
- Gillian, l’hai già saputo! Volevo essere io a dirtelo, ma a quanto pare non ho fatto in tempo – la abbracciò.
Sapeva che il momento non era opportuno, ma Il sangue ribolliva nelle vene di Cal.
- Oh Rob, la nostra Anna, come è potuto succedere?
- Non lo so, le avevo detto di non partire, ma sai come è fatta! Non ha voluto sentire ragioni – le accarezzò i capelli con quella dolcezza che solo gli uomini riconoscono.
Cal capì che doveva intervenire. Si avvicinò ai due.
- Salve, sono Cal Lightman – gli porse la mano
I due si sciolsero dall’abbraccio e Cal attirò a sé Gillian come per marcare il territorio. La fece appoggiare alla sua spalla
- Si mi scusi, ha ragione. Sono Rob Thompson. Sono un amico di Gill e sono, anzi, ero amica di Anna. Gill mi ha parlato molto di lei.
- Tesoro, come ti dicevo, andiamo da te…..signor Thompson….
- La prego mi chiami Rob
- Ok Rob, ci segua se vuole, tesoro stai tranquilla, vieni, tranquilla.
La strinse a sé ancora di più e la condusse verso il suo ufficio seguito da Rob.

Entrarono nell’ufficio di Foster, Cal adagiò dolcemente la donna sul divano e le si sedette accanto. Gill singhiozzava ininterrottamente. Cal capì che non sarebbe riuscito a calmarla e quindi la lasciò sfogare. Rob prese una sedia e si sedette di fronte a quei due. Non capiva l’atteggiamento del Dottor Lightman.
-Tesoro, ascoltami sei molto scossa…. Ti accompagno a casa, ti preparo qualcosa da mangiare e poi ti lascio tranquilla
- No Cal, come facciamo qui? Non posso mollarti su due piedi così…..
- Tesoro il lavoro non conta in questo momento. E poi se mi allontano un paio d’ore spero che Torres e Locker non facciano crollare l’edificio!
- Cal ti prego, a dir la verità non voglio rimanere sola…..
Rob colse la palla al balzo
- Gillian ha ragione Dottor Lightman, non può lasciare così il lavoro. Mi offro di accompagnare Gill a casa e di tenerle compagnia. Sono anni che non ci vediamo.
Ma tu guarda questo, cosa crede di fare? Lightman era furibondo con l’uomo.
- Si Rob, forse hai ragione……. Cal non preoccuparti per me, qui servi….
- Tesoro, lo sai che quando si tratta di te non c’è impegno che tenga – voleva lanciare un chiaro segnale a Rob.
- Grazie Cal, credimi ma farmi accompagnare da Rob è la soluzione migliore.
- Se è quello che vuoi, non ho nulla da obiettare, a patto che possa venire a vedere come stai dopo l’orario di chiusura
 
Gill lo guardò negli occhi. Avrebbe voluto averlo con sé, ma c’erano delle priorità. Rob capì che riconquistare Gillian non sarebbe stata cosa semplice, quell’uomo era un ostacolo.
Entrò Sara con i tè.
- Oh Sara, era ora!! Pensavo stessi raccogliendo a mano ogni singola foglia…..
- Mi scusi ma il signor Rossman mi ha trattenuto. Ha detto che la salma e gli effetti personali della signorina Hope  sono già in viaggio. Domani alle 10 vi aspetta per il riconoscimento ufficiale e tutto il resto
- Bene, controlla la mia agenda.  Se ho appuntamenti per domani disdici tutto. Accompagno la Dottoressa Foster
- Oh Cal grazie ma non dovevi disturbarti
- Disturbarmi??? Tesoro, ma che dici?!
La abbracciò forte e guardò Rob dritto negli occhi. Gill era sua e sua soltanto. Rob non si scoraggiò.
- Bevi il tuo tè e vai. Rob, mi raccomando la affido a lei.
- Si, stia tranquillo. Con me Gill è in ottime mani.
Rob aspettò che Gill finisse di bere il suo tè e le porse il braccio. Con dolcezza fece alzare Gillian, le fece infilare il cappotto e la condusse fuori.
Cal non voleva lasciare Gill con quell’uomo, ma per il momento non poteva fare altro.
Il resto della giornata passò nel torpore. La testa di Cal era completamente assorbita dal pensiero di Gillian. Aveva provata a chiamarla un paio di volte, ma era stato sempre Rob a rispondere, anche al cellulare e non le aveva mai passato Foster. Non voleva che i due si parlassero. Non vedeva l’ora di passare da lei.
 
Finalmente arrivò l’ora della chiusura e Cal si precipitò a casa di Gillian. Quando fu arrivato bussò. Fu Rob ad aprire la porta.
- Cal!
- Per te sono il Dottor Lightman..
- Scusi……. Dottor Lightman che tempismo, stavamo per metterci a tavola, entri
Brutto idiota, credi di potermi dare il permesso per entrare in casa di Gill? Ma falla finita!
- Bene, come sta Gillian?
- Insomma si è un po’ calmata, ma ha pianto tutto il giorno.
Entrarono in salotto.
- Cal ciao…. Vieni siediti e mangia con noi
- Si tesoro, come va?
- Insomma, mi sento molto spossata ma non riesco a dormire. E poi non ho neanche fame
- Eh no qualcosa devi mangiare, coraggio
Rob non sopportava la confidenza che c’era tra quei due. Sapeva che non avevano una relazione, Gill stessa glielo aveva detto, eppure non si sarebbe detto dai loro atteggiamenti.
 
Finito il pasto, Gill era talmente stanca da volersi andare a sdraiare.
- Tesoro, domani mattina dobbiamo essere presto da Rossman. Se per te non è un problema, mi fermo qui stanotte. Non voglio che tu rimanga sola e poi così domani sono già qui per accompagnarti.
Rob ebbe un fremito di rabbia e Cal seppe di aver  fatto centro. Lo aveva fregato ed anticipato
- Grazie Cal sei molto gentile. Certo che puoi rimanere…..
Cal 1 – Rob 0. Ma Rob passò subito al contrattacco
- Bene Gill, comunque hai il mio numero di cellulare ed il mio numero di albergo. Per qualunque cosa, non farti scrupoli e chiamami
E a cosa diavolo dovrebbero servirle? Pensò Cal.
 
Come Gill fu andata sopra Rob affrontò  Lightman
- Cal, non creda che non sappia come stiano le cose
- Quali cose? – Ancora si ostina a chiamarmi Cal??, pesò.
- Le cose tra voi due……
- Fammi capire bene, vuoi approfittarti di Gillian in questo momento di dolore? Ma che razza d’uomo sei?
- Sicuramente migliore di uno che la ignora o la usa!
- E chi sarebbe questo grande genio?
- Cal le ricordo che Gill si confidava con me e con Anna. So molte più cose di quanto crede
- Staremo a vedere. Ed ora smettila di gridare che disturbi Gillian. Ci vediamo domani.
- Non finisce qui!
- Ciao Romeo, ci vediamo domani!
 
Ora che Rob era andato via, salì nella stanza di Gillian. Vide che si era già addormentata, grazie anche ad un paio di sonniferi. Si fermò a guardarla per un momento. Nonostante la dura giornata era sempre molto bella. Le accarezzò il volto. Gill si mosse lievemente.
- Che succede……. Cal?
- Niente tesoro, ero solo venuto a vedere se era tutto a posto. Ora vado giù a sdraiarmi. Buonanotte
- Notte……. – si riaddormentò
Trascorse ancora una buona mezz’ora prima che Cal lasciasse la stanza di Gill. Era così bella nel sonno che non riusciva a smettere di guardarla. Quando fu sicuro che dormisse profondamente, scese.
Finalmente quella maledetta giornata era finita.

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Capitolo 5
*** Capitolo V ***


 
Breve capitolo di passaggio.... ma tranquilli le sorprese e le emozioni non sono ancora finite :3 !!! Buona lettura e fatemi sapere le vostre impressioni sulla storia! Baci Persefone


V.
Alle 9.30 Gill e Cal erano in una caffetteria davanti agli uffici del Dipartimento Esteri. Cal vide che lo sguardo di Gillian era ancora vuoto. La sofferenza era molto forte. Si sentì impotente.
 
- Ti ho detto che Anna aveva un fidanzato?
Cal capì che Gill voleva parlare a seguire i suoi pensieri. La lasciò vagare tra i ricordi.
 - No, non me lo avevi detto
- Ad un certo punto siamo diventate due coppie. Io e Rob e Anna con Mat. Sai ad Anna ho invidiato una sola cosa: l’aver trovato l’amore. Con Mat si sono amati fino alla fine e anche dopo. Anna non si è mai rassegnata del tutto alla loro separazione. Per un periodo passavo le mie serate al telefono con lei. Mi ricordo che Alec pensò che avessi una relazione extraconiugale.
- Ma dai?? Perché non me ne hai mai parlato?
- Sinceramente non lo so. Questa era una cosa mia. Lei per me c’era sempre stata. Anche quando era in Cecenia ed io stavo divorziando. Mi ha chiamato praticamente tutte le sere. Ed ora non sentirò più la sua voce………
- Gill, voglio che tu sappia che io ci sarò se avrai bisogno di me
- Grazie Cal, ma mi costerà uno sforzo enorme abituarmi alla sua assenza
 
In quel momento furono raggiunti da Rob
- Gillian, come ti senti stamattina?
- Uno straccio come puoi vedere
- Buongiorno Lightman – disse brusco
- Buongiorno dolce Romeo – disse sarcasticamente
Gillian lo guardò interrogativo e Cal fece finta di niente.
- Tesoro sono quasi le 10, muoviamoci
 
Il riconoscimento fu straziante per Gill. Non c’erano più dubbi: Anna era morta davvero. Mentre mostravano il corpo a Foster, Ligthman non riuscì a non notare come l’ultima espressione sul viso di Anna fosse sollievo. Perché era sollevata?
Vide Rob e Gill nel corridoio, lui la stava consolando, cosa che infastidì non poco Cal.
- Tesoro credimi, è morta serena, compatibilmente con la situazione……..
- Lo spero per lei. Ora devo occuparmi del funerale e a sistemare le sue cose. Vorrei seppellirla vicino a Mat….. che ne dici Rob? In fondo queste decisioni le dobbiamo prendere insieme
- Sono d’accordo Gill, riportiamola a casa, vicino a Mat. Poi bisognerà occuparsi delle sue cose
- Hai ragione…, Cal credo che mi servirà qualche giorno per sistemare il tutto.
- Certo tesoro, tutto quello che vuoi
Arrivò Rossman
- Dottoressa Foster, eccomi qui, i miei colleghi mi hanno detto che ha già fatto il riconoscimento, mentre ero impegnato. Bene dovrebbe venire di là a firmare dei moduli e a ritirare gli effetti personali della signorina Anna
- Va bene la seguo – disse mestamente – voi aspettatemi qui per favore
Rob cercò di seguire di Gillian, ma fu fermato da Cal
- Fermo qua. Non vedi che non vuole essere seguita. Lasciala respirare….
- Senti da che pulpito viene la predica
- Rilassati…. Mica sono come te….
 
Gillian entrò nell’ufficio di Rossman  e riempì un’infinità di moduli.
- Dottoressa Foster, questo è tutto quello che Anna aveva con sé – le porse una scatola
 
Uscì dall’ufficio e tornò verso i due
- Tesoro, vieni, che c’è in questa scatola?
- Gli effetti personali di Anna
- Ohhhhhh vuoi che li porto io?
- No, ti prego accompagnami a casa. Rob, ti telefono per metterci d’accordo quando partire per riportare Anna da Mat
- Bene, tranquilla. Ci sentiamo più tardi.
Arrivarono davanti alla porta di casa di Gillian, quando la donna si fermò.
- Cal posso…… posso chiederti un favore?
- Tutto quello che vuoi
- Lasciami sola, ho bisogno di un po’ di tempo per elaborare la cosa. Non è carino chiedertelo dopo tutto quello che hai fatto per me, ma ho bisogno di stare un po’ con me ora
- Va bene, non insisto, ma ti prego non esitare a chiamarmi qualunque cosa ti serva
- Va bene, te lo prometto
Lo abbracciò forte ma entrò in casa sola con lo scatolone di Anna. Cal la guardò varcare la soglia e chiudere la porta. Se le cose stavano così, tanto valeva tornare a casa ed aspettare una sua telefonata.

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Capitolo 6
*** Capitolo VI ***


Carissimi, a voi il sesto capitolo!! Anche questo è venuto un po' più breve, ma, isieme al prossimo, sono i due capitoli che hanno avuto una lunga gestazione! Spero vi piacciano come sempre!!! Buona lettura e grazie della vostra attenzione! Commenti, suggerimenti e recensioni sono sempre ben accette!!  Persefone :3

VI.
 
Gillian chiuse la porta dietro di sé. Una parte di lei voleva aggrapparsi a Cal con tutte le sue forze, ma l’altra sapeva che doveva affrontare questa cosa da sola. Non poteva più lasciare che le cose andassero così, doveva cercare di andare avanti.  Sì, lui ci sarebbe stato come amico. Ma niente di più. Non aveva più senso torturarsi in questo modo.
Andò in cucina per prepararsi un caffè. Mise il bollitore sul fuoco e in quel momento le vibrò al cellulare. Per un attimo il suo cuore sussultò. Era Rob, doveva immaginarlo. Rispose al messaggio, prese il caffè, fece un bel respiro e tolse il coperchio alla scatola.
La prima cosa che tirò fuori fu un foulard rosa a fiori. Era stata lei a regalarglielo. Anna lo portava sempre intorno al collo, ora non lo avrebbe più messo. Poi tirò fuori un paio di vestiti. Lasciò cadere tutto ai piedi del divano. Poi tirò fuori l’iPod, mise le cuffiette. Era proprio la musica che piaceva ad Anna. Tirò fuori un paio di libri. Li aprì e sapeva che quelli con la data erano quelli letti, decise di tenerli. Poi fu la volta di un quaderno con pochi appunti sparsi. Li mise sul divano. Seguì una cartellina verde con su scritto Mat. Erano un paio di suoi schizzi e avevano tutti un solo soggetto: Anna. Aveva dimenticato che Mat aveva la passione del disegno. Era così che aveva corteggiato la sua amica, inviandole un disegno dei suoi occhi per convincerla a posare per lui. Dopo un mese Anna aveva ceduto, non solo aveva posato, ma si era lasciata vincere dall’amore. Quanti bei ricordi….
Nella scatola c’era ancora una cosa: un pc. Gill non sapeva bene cosa fare. Le sembrava di frugare tra le cose di Anna, ma alla fine lo aprì: voleva sapere qualcosa in più. Fu subito colpita da una cartellina, sul desktop, con scritto il suo nome. Ne rimase molto colpita. L’aprì. Si visualizzarono una serie di video registrati con quello stesso computer. Selezionò il primo: comparve Anna seduta ad una scrivania di sera. Sembrava stanca.
 
“Ehi Gill, ti ricordi cosa mi dicesti quando ero in terapia da te? Quando sei in una situazione stressante e ti senti al limite, tieni un diario e racconta le tue emozioni. Be’ ho deciso di farlo e di scegliere te come destinataria. Perciò cominciamo a fare le cose per bene.
Cara Gillian mi trovo in ufficio e sto lavorando sodo. Le attività sono impegnative, ma so di stare facendo la cosa giusta………”
 
A Gillian mancò il respiro, un diario solo per lei.
Dei tanti video fu colpita da uno: era stato girato il giorno prima che morisse. Lo aprì: Anna sembrava molto più provata.
“ Cara Gillian,
qui la situazione sta precipitando di ora in ora. Non so quanto potremmo resistere. Le scorribande dei militari si fanno sempre più volente ed efferate. Ho paura, come quando ero in Cecenia, ma qui non c’è Mat a proteggermi, perciò mi rivolgo a te. Sai, visto che siamo in vena di sincerità ci sono due cose che non ti ho mai detto. La prima riguarda le nostre sedute dopo la Cecenia. Io non ti ho mai raccontato i dettagli della morte di Mat e tu non hai mai insistito per saperli. Ho sempre letto ciò come un gesto di grande discrezione e delicatezza. Ora mi sento pronta a condividere quel momento. Sai che Mat è morto durante un attacco armato. Mi ha fatto scudo con il suo corpo. Non potrò mai dimenticare quello che mi disse mentre mi moriva tra le braccia. Mi fece promettere che sarei andata avanti con la mia vita, che mi sarei innamorata di nuovo all’occasione, che avrei gioito o pianto a seconda dei casi della vita. Mi chiese solo una cosa. Mi fece promettere che, se anche avessi trovato un altro uomo, un’infinitesima parte del mio cuore sarebbe appartenuta solo a lui, a Mat. «Chiudimi lì ed io da lì veglierò sempre sulla tua felicità e sulla tua vita», furono le sue esatte parole. Non le ho mai dimenticate. La cosa mi toccò particolarmente. Mat non voleva essere dimenticato. Io ho cercato di vivere la mia vita e non l’ho dimenticato. Vive qui.
Ora veniamo a noi. Gill vorrei che tu potessi vivere a pieno, in maniera felice e serena e non incastrata in uno strano tipo di vita che ormai è evidente ti procura sofferenza. Non glielo permettere, tu meriti tanto e di meglio. Devo però dare atto al tuo geloso socio, che anche questa volta ci ha preso. Quando sono venuta a DC, una cosa te l’ho effettivamente nascosta. Mi….. mi hanno diagnosticato un male incurabile, per cui mi resta all’incirca un anno di vita. Appresa la notizia, dopo il terrore iniziale, mi sono chiesta come volessi usare questo tempo. Per prima cosa ti ho voluto rivedere, per salutarti a modo mio.
Non volevo avessi un ricordo di sofferenza, per cui ho preferito che tu mi ricordassi sana e in forze. La seconda cosa che ho voluto fare è stato prendere in mano il mio destino. Se tanto dovevo morire, volevo andarmene facendo la cosa che amo di più: il mio lavoro. Gill se tornassi indietro rifarei tutto fino all’ultimo. Ho però un desiderio da esprimere e che ti riguarda. Promettimi che farai di tutto per essere felice, qualunque strada la felicità ti farà imboccare percorrila fino in fondo senza paura. Taglia ponti o costruisci strade, ma goditi la vita. Fallo anche per me ora. Sei la sorella che non ho mai avuto, cammina con forza e determinazione sulle tue gambe. Io sarò sempre al tuo fianco, qualunque cosa mi accada.
Ti voglio bene. Anna”.
 
Gill proruppe in un pianto dirompente. Alzò il telefono.
 
Cal era sdraiato sul divano con un bicchiere di scotch e pensava a Gillian e al suo dolore, a come lo stava affrontando. Sentì il telefono suonare e corse a rispondere.
 
- Lightman
- Cal sono io….
- Tesoro, che succede? Perché questa voce? Sembri sconvolta
- Be’ in un certo senso lo sono…… senti in barba a quello che ti ho detto prima, potresti venire qui da me? Non ce la faccio più, ho bisogno di qualcuno, ho bisogno di te…….
Cal non se lo fece ripetere due volte
- È come se fossi già lì. Mentre mi aspetti, metti su un po’ di acqua per il tè
- Ok Cal, ti aspetto. Grazie come sempre – riattaccò.
In meno di cinque minuti si era preparato e si era messo in macchina.
 

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Capitolo 7
*** Capitolo VII ***


Carissimo, a voi il VII capitolo, è stato un parto, ma alla fine ne sono uscita vincitrice!! Siamo entrati nel girone di ritorno :3. come sempre commenti, recensioni e chiarimenti sono i benvenuti!! Buona Lettura!! Persefone

VII.
 
Cal bussò alla sua porta esattamente dopo 20 minuti. Lei aprì. Aveva il viso stravolto e gli occhi gonfi.
 
- Gillian…… tesoro……..così mi fai preoccupare
- Scusami, – si strofinò il viso – sto cercando di darmi una calmata, ma non ci riesco
- E io non sono qui per questo? – la vide tremare – Non rimaniamo sulla porta, ti stai congelando
- Si, hai ragione……entra……
 
Cal entrò in casa e vide sul tavolo della cucina due tazze di tè fumanti.
 
-Oh bene! Avevo proprio voglia di una cosa calda
 
Gillian accennò un lieve sorriso.
Cal non poté fare a meno di notare il caos in soggiorno. Gill aveva chiaramente aperto la scatola, ecco il motivo della sua inquietudine. C’erano dei vestiti per terra, un computer e una cartellina verde. Mentre Gill andava a prendere le tazze, Cal non riuscì a fare a meno di aprirla. C’erano molti disegni che avevano quasi un unico soggetto: Anna.
 
- Sono molto belli, vero? – Gill gli porse una delle tazze
- Già e fatti a mano. Questo Mat era proprio innamorato della tua amica!
- Pensa che per corteggiarla le ha spedito per un mese dei particolari del suo viso. Anna ha ceduto alla fine
Cal alzò lo sguardo sulla parete del camino. Quei schizzi gli avevano richiamato alla memoria un disegno che Gillian aveva appeso proprio lì. La donna notò la curiosità del socio e capì.
- Si, anche quel disegno – indicò un ritratto suo e di Anna – è di Mat. Me lo ha regalato dopo che ero riuscita a farli riappacificare. Mi disse che Anna non poteva trovare migliore amica di me……. Si sbagliava…. Non sono riuscita a starle accanto come avrei dovuto………
- Gillian non puoi colpevolizzarti per quello che è successo. Lei ha scelto liberamente di recarsi in quel luogo. Sapeva i rischi, era il suo lavoro…..
- Non mi riferivo a quello……. Mi riferisco al fatto che tu Cal, come sempre hai visto qualcosa e io no….
- Io? Tesoro, stai esagerando e ti stai fustigando per niente
- Cal…. Anna era malata, molto malata
- Come lo hai saputo? Te lo ha detto il tuo amico?
 
Gillian sedette sul divano, indicò il PC e poi proseguì.
- Ha registrato un diario e mi ha fatto questa confessione
- Dio, tesoro…. Mi dispiace…. Io a volte agisco d’impulso – ecco il perché del volto rilassato di Anna
- Mi ha detto che non le rimaneva molto, forse un anno. Non ha voluto dirmi niente perché voleva che mi ricordassi di lei nel pieno delle sue forze e poi è partita….
 
Cal si inginocchiò davanti a lei e la strinse a sé. In quel momento avrebbe fatto qualunque cosa per alleviare il dolore della sua socia.
- Accidenti Cal…… ti ho fatto precipitare qui in piena notte solo per sentirmi frignare
- Ma smettila! Anzi sai che facciamo? Ci guardiamo un film, così ti rilassi e magari dormi anche un po’.
Fece sdraiare Gillian sul divano. Le mise un paio di cuscini sotto la testa e la coprì con un plaid. Poi si diresse verso la libreria. Gillian lo seguì con lo sguardo.
 
- Allora tesoro, cosa ci vediamo? Le Iene? Pulp Fiction??
- Mi dovrei rilassare vedendo Tarantino?? Come potrei mai riuscirci?? – lo disse ridendo
 
Cal si voltò. I loro sguardi si incrociarono. Finalmente uno sprazzo di serenità in quei bellissimi occhi blu.
- Come vuoi….era solo un’idea…. Tra l’altro neanche ci sono. Mi devo ricordare di regalarteli……. E poi quell’attore biondo inglese è molto talentuoso…….
 
Prese il telecomando e si sedette accanto a Gillian. Accese il televisore, ma non c’era un gran che. All’improvviso Gillian si tirò su e scivolò tra le sue braccia, appoggiando la testa sul suo petto. Cal si irrigidì per un momento, il gesto della donna lo aveva spiazzato.
- Posso?......
- Certo…..- la fece sistemare meglio.
Le passò un braccio attorno alla vita e con l’altra mano la coprì meglio. La donna si strinse ancora un po’ a lui.  Rimasero così per un po’ senza parlare.
Tagliare i ponti o costruire strade: le parole di Anna tornarono in mente a Gillian. Capì che voleva fare chiarezza nel suo cuore.
Alzò la testa e poggiò il mento sulla mano che aveva sul petto del collega. Cal distolse lo sguardo dalla Tv e lo rivolse verso di lei. Si guardarono dritti negli occhi: Gillian fece la sua mossa. Si stava avvicinando al suo viso. Le sue intenzioni non lasciano adito a dubbi.
Cal non sapeva cosa fare: una parte di lui avrebbe voluto lasciarsi andare e stringerla con passione; l’altra gli ricordava la linea che si erano imposti per la paura di mettersi in gioco.
 
- No tesoro….. – scostò il viso – non così, non stasera e non in questo modo – la paura aveva vinto.
- Ah si, perdonami non so cosa mi abbia preso – Gillian era imbarazzatissima, quel rifiuto l’aveva ferita. Ora una certezza l’aveva: c’era un ponte da tagliare.
 
Cal in quel momento capì la portata del suo gesto. Gillian se ne stava andando dalle sue braccia. Cercò di trattenerla inutilmente.
 
- Tesoro aspetta forse non mi sono spiegato bene…….
-…….invece sei stato  cristallino – si asciugò una  lacrima
- No, no, no mi hai frainteso Gillian……. – Gill era seduta sul divano, rossa per la vergogna.
- Grazie di tutto Cal. È davvero molto tardi, non voglio trattenerti oltre.
- Gilla lascia che ti spieghi……..
- Cosa c’è da spiegare? – si alzò dal divano e lui fece lo stesso. La guardò ancora negli occhi. Per quella sera aveva combinato abbastanza guai. Optò per una ritirata strategica.
- Come vuoi tesoro, passa una buona notte – si avvicinò per baciarla, ma Gillian si fece indietro. Sì, l’aveva fatta grossa e aveva rovinato tutto, che imbecille!
 
Non appena Cal fu uscito dalla porta Gillian capì l’inutilità di tutto quel tempo passato insieme.
Stupida, cosa credevi, che ti avrebbe stretto a sé? Credevi che saresti stata diversa dalle altre? Tu non sei come le altre, tu non sei proprio! Aveva ragione Anna, devo lasciare perdere! Devo togliermelo dalla testa! Mi allontanerò qualche giorno, ecco cosa farò.
Salì in camera da letto e prese il telefono.
 
- Rob? Sono Gillian ……. Scusa per l’ora …..
- Gillian! Non scusarti affatto! Anzi sono felice di sentirti! Che succede? Hai bisogno di qualcosa?
- Niente di particolare, ascolta quando parti da DC?
- Fra un paio di giorni, perché?
- Domani avevo intenzione di organizzare i funerali di Anna. Chiamerò la ditta di pompe funebri per trasportare la salma a Philadelphia e seppellirla accanto a Mat. Mi faresti la cortesia di accompagnarmi?
- Ma certo! – il cuore di Rob esultava: non aveva chiesto niente a quel cinico di Cal. Aveva ancora una possibilità, non doveva sprecarla.
 
Mentre infilava la chiave nella toppa di casa sua, Cal si stava ancora maledicendo. Come aveva potuto tirarsi indietro! Cercò di giustificarsi cercando di negare cosa realmente provasse per Foster, ma ormai era troppo tardi. Nel momento esatto in cui Gillian aveva esplicitato i suoi sentimenti, Cal sapeva che erano ampiamente ricambiati, ma era prevalsa la paura. Paura di ferirla con il suo carattere ruvido, di imbarcarsi in una relazione stabile, ma più di tutto aveva paura dei sentimenti che provava. Ma la paura gli aveva fatto fare anche l’unica cosa che non voleva: farle credere che lei non contasse niente oltre la semplice amicizia. Che fare? Magari lasciando andare le cose per il loro corso, facendo finta di niente, tutto si sarebbe sistemato …. E lui avrebbe riavuto indietro la sua Foster. Con queste speranze si mise a dormire.

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Capitolo 8
*** Capitolo VIII ***


Carissimi, ecco a voi L'ottavo capitolo!!! la faccenda presnde una piega che vedrete!!! Spero vi piaccia e come sempre recensioni commenti suggerimenti e quant'altro non fatevi scrupoli, sparateli!! Buna lettura Persefone 
VIII.

 
Quella mattina Lightman si alzò di buon ora per arrivare presto in ufficio. Sperava di chiarirsi con Gillian e recuperare la situazione.
Erano quasi le 9:00 e di Foster neanche l’ombra. Cal iniziò a preoccuparsi. Era una cosa molto strana. Suonò il cellulare. Era lei.
- Foster! Tutto bene? Perché non sei ancora arrivata?
- Cal, sto facendo i bagagli. Oggi faccio trasportare la salma di Anna a Philadelphia per seppellirla nello stesso cimitero di Mat. Mi servono un paio di giorni per sbrigare tutte le cose. Parto nel pomeriggio – il suo tono era glaciale.
- Ohhh non ti preoccupare, se vuoi ti accomp………..
- Non disturbarti. Mi passa a prendere Rob e facciamo il viaggio insieme.
Bam! Un colpo di pistola avrebbe fatto meno male! Rob? Cosa c’entra Rob ora? Cal sentì esplodere violenta la gelosia.
- Cal????? Pronto, mi senti???
- Si scusami, mi era caduta una cosa…..hai prenotato l’albergo? Vorrei sapere dove sei…..sai per qualunque evenienza
- Non ho prenotato, prenderò alloggio quando arrivo. Rob mi ha detto che un suo amico ha una pensione
Rob, Rob, ora gli spacco la faccia a Rob!
- Ah ……..
- Ti lascio ora
- Gillian aspetta un momento …..
- Cal non posso più aspettare…… ho …… molte cose da fare prima di andare via
- Si hai ragione, però fammi sapere quando sei a Philadelphia
- D’accordo. Ciao

Non appena riattaccò Cal non sapeva cosa fare. E ora? Rob non avrebbe perso tempo e si sarebbe fatto avanti e gli avrebbe portato via Gillian. Ma cosa poteva fare? Come rimediare? Si sedette sconsolato sulla sua sedia con la testa tra le mani.
Nel frattempo Gillian dopo aver attaccato il telefono, tornò a fare i bagagli. Non voleva pensare a Cal. Aveva preso accordi per il trasporto del corpo di Anna e ora doveva solo prepararsi. Il pc era ancora sul tavolo e decise di portarlo con sé così come i vestiti che erano rimasti sul divano. Voleva tenere l’iPod, i libri e i disegni di Mat, come ricordo di Anna.
Nel pomeriggio Rob fu puntualissimo. Bussò alla porta.
- Gillian!! Sei pronta?
- Rob! Si sono pronta! Devo portare fuori solo un paio di borsoni. Oltre le mie cose, ci sono quelle di Anna
- Bene, c’è tanto posto in macchina, non ti preoccupare.
- Sono qui in corridoio. Vado a vedere se ho preso tutto, chiudo e partiamo
- Fai con calma. Io intanto porto tutto in auto

Non appena Gillian salì in macchina, le squillò il telefonino
- Pronto? Ciao Cal – Rob non poté fare a meno di sentire il tono freddo della donna. Allora qualcosa era davvero successo e andava tutto a suo favore….. – si, sono con Rob e stiamo per partire. Si, ti ho già detto che ti chiamo quando arrivo, ci sentiamo stasera…….
Rob non riuscì a tenere a freno la curiosità.
- Gillian, tutto bene?
- Si più o meno…
- Ne vuoi parlare?
- No …….
- Allora partiamo – ma perché non si era stato zitto?
Cal rimase a fissare il cellulare. Gillian aveva preso le distanze. E come poteva non averlo fatto se proprio lui aveva invocato la linea? Ma facendo ciò la stava perdendo inesorabilmente.
 
Il viaggio verso Philadelphia sarebbe durato all’incirca due ore e mezza. A Rob non sembrava vero di rimanere solo con Gillian per tutto quel tempo. La donna però sembrava strana. Aveva appoggiato la testa al vetro, pensierosa e triste.
- Gillian…..
- Oddio Rob!!!! Ti prego non ho proprio voglia di parlare
- D’accordo d’accordo
- Non voglio essere scortese…….. dammi solo un paio di minuti
- Prenditi tutto il tempo che vuoi
 
L’autostrada correva davanti a loro. Rob si girò e vide che Gillian si era assopita. Guidava da quasi tre quarti di ora e aveva voglia di un caffè. Decise di fermarsi ad un’autogrill. Come la macchina si fermò, Gillian si svegliò.
- Che succede?
- Tranquilla Gill, sono un po’ stanco e volevo un caffè. – le sorrise
- Ohhhh mi sono appisolata……. Quella del caffè mi pare un’ottima idea!- disse stiracchiandosi
- Bene allora cosa stiamo aspettando?
Uscirono dalla macchina e si avviarono verso la caffetteria
- Cosa ti posso offrire?
- Ma come sei gentile! Per me un caffè
- Bene allora vada per due caffè
Si sedettero a sorseggiarli e a parlare del passato
- Sai Gill, ricordo sempre con piacere i tempi in cui stavamo insieme
- Davvero? Sembra passata un’eternità
- Devo dirtelo …… sei rimasta bellissima
Gillian arrossì per il complimento.
- Grazie…… anche tu sei sempre lo stesso
- Ti confesso che quando ci siamo lasciati ci sono rimasto malissimo
- Mi ricordo che Anna provò a farmi cambiare idea
- Mi piaci davvero tanto quando sorridi, scommetto che così ne hai infranti di cuori…..
- Smettila Rob! Mi fai arrossire! A proposito vorrei chiamare il tuo amico per la stanza
- Lo chiamo io
Rob fece il numero, ma aveva in mente un piano. Fece finta di parlare con il suo amico.
- Gillian purtroppo tutte le stanze sono occupate
- Accidenti
- Ascolta, perché non dormi da me?
- Non saprei ….. non so se disturbo, se a tua moglie può dare fastidio un’estranea in casa all’improvviso, e poi non voglio essere d’impaccio a te
- Gillian…… io non sono sposato e vivo tutto solo in una casa enorme. Saresti più che benvenuta. Mi piacerebbe ospitarti.
- Non so cosa dire
- Dì di sì e basta
Gillian decise di accettare l’invito senza pensare troppo
- Bene Gill, allora continuiamo il viaggio
Uscirono dal caffè che era appena calata la sera e si era alzato il vento. Faceva piuttosto fresco. Uscendo Gill fu attraversata da un brivido di freddo. Rob le cinse le spalle per scaldarla e rimase così fino alla macchina. Gillian cominciò a sentirsi confusa. Ripresero il viaggio.
 
Cal era ancora in ufficio quando suonò il suo telefonino. Era Gillian.
- Tesoro, sei arrivata?
- Si Cal, proprio in questo momento
- Come è stato il viaggio? Guida bene Romeo?
- Si tutto a posto grazie, ma perché lo chiami Romeo??
- Sei già in albergo?
- A proposito ho deciso di approfittare dell’ospitalità di Rob e di fermarmi da lui
Bam, dopo la pistola un pugno in piena faccia, si stava allargando veramente troppo quel tizio!
- Ma come? Non era meglio l’albergo?
- Che ti importa dove dormo?
- Mi importa eccome! Voglio essere sicuro che tu stia bene
- Sto bene, smettila di preoccuparti
- Ci provo tesoro, ma non è semplice
- Ad ogni modo ho un lavoro in sospeso. Se telefona un cliente che mi cerca, dagli  l’indirizzo e il numero di telefono che ora ti detto. Hai carta e penna?
- Certo tesoro, dimmi tutto
Cal bruciava di gelosia. Come aveva fatto presto ad allargarsi il tipo e lui non poteva fare niente. Si mise il bigliettino in tasca e tornò a casa.

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Capitolo 9
*** Capitolo IX ***


Carissimi, Ecco a voi il nono capitolo, ne mancano solo quattro alla fine di questa avventura, mi è uscita lunghetta lo so, ma non so proprio dove tagliare!! buon inizio di settimana a tutti!!!! Recensioni, commenti e curiosità saranno come sempre soddisfatti!! Baci Persefone

IX.
-Eccoci arrivati, benvenuta Gillian
-Ma quanto è carina questa casa!
-Grazie! Ti mostro la stanza degli ospiti, così puoi poggiare le tue cose.
L’appartamento di Rob era caldo e accogliente. Gillian era contenta di essere lì. Rob le faceva strada.
-Eccoci qua, quella porta dà su un bagno privato, così puoi avere un po’ di privacy. Mettiti comoda e fai una doccia se vuoi, io vado a vedere cosa fare per cena.
Mentre Rob usciva, Gillian cominciò a disfare i bagagli. Era molto stanca e decise di farsi una doccia calda. Prese accappatoio e beauty case. Entrò in doccia e lasciò scorrere l’acqua sul suo corpo  spossato. Rob era premuroso, ma Gillian pensava sempre e solo ad un’altra persona. Avrebbe voluto dimenticarlo, ma si insinuava continuamente tra le pieghe della sua anima. Perché non riesco a non pensare a te, nonostante tu mi abbia rifiutata l’altra sera?
Si insaponò con vigore, come se volesse togliere il pensiero di Cal dalla sua pelle.
 
-Oh eccoti! Bene, mettiamoci a mangiare!
Per tutta la cena continuarono a chiacchierare. Rob era dolcissimo con lei. Finito il pasto si accomodarono sul divano.
-Rob, sono un po’ stanca….. ti dispiace se vado a dormire?
-Assolutamente no! In effetti lo sono anche io….. ti accompagno…..
 
Si avviarono nella stanza degli ospiti. Si fermarono sulla porta.
-Buonanotte Gillian – si chinò e la baciò dolcemente sulle labbra
Gillian rimase immobile, allora Rob provava ancora qualcosa per lei…….. ma lei cosa provava?
-Rob…….
-Shhhhhhhhhhh non dire niente……… prendi questo bacio così come è venuto e basta…….. buonanotte….- si voltò e salì nella sua stanza, lasciando Gillian con questo dono. Rob era la strada da costruire, di cui parlava Anna?
 
Cal era nella sua cucina con un piatto di fagioli e pane tostato davanti. Non aveva fame e continuava a pensare a Gillian. Prese il telefono e le mandò un messaggio. In quel momento entrò Emily.
-Papà! Come va?
-Ciao Em, abbastanza bene
-Come sta Gillian? In questi giorni la vedo molto giù
-Così, il colpo è stato molto duro per lei
-Non passi da lei stasera?
-Non è DC. È partita oggi per Philadelphia con il suo amico Rob -  Emily non poté fare a meno di notare il tono sprezzante del padre nel pronunciare il nome di quell’uomo
-Perché non l’hai accompagnata tu?
-Non ha voluto….. ha preferito Rob……
-Perché non hai insistito?
Emily aveva notato in quei giorni la premura con cui il  padre si era preso cura di Gillian. Capiva, e non da ora, che quei due erano uniti da un fragile filo. Prese coraggio e pose al padre una domanda che voleva fargli da tempo.
-Ho una domanda – lo guardò intensamente
-Ohoh…. Perché mi guardi così?
-Gillian….. le vuoi bene?
-Certo che le voglio bene, le voglio molto bene
-No, intendevo se sei innamorato di lei?
Cal distolse lo sguardo da sua figlia per pudore e poi proseguì
-…….. Si…………..
-E allora cosa stai aspettando?
Cal esitò ancora una volta
-A questa domanda non so cosa rispondere, tesoro……
-Ma come? Papà hai visto come quel tizio l’ha abbracciata quel giorno?
-Si, ma io…..
-Non puoi lasciarla andare via così!
-Emily temo di averla proprio ferita questa volta, anche se involontariamente
-E con questo? Vai a Philadelphia a riprendertela! Non voglio vederti così affranto.
-Non so se posso dire a Gillian quello che provo, temo che non mi creda ormai ...
-Papà questo è il tuo problema! Non ti fidi delle persone e per questo rimarrai solo!
-Io non sono solo, ho te e …….
-E lei appunto! Legala a te papà, non lasciare che se ne vada
Cal guardò la figlia
-Per te non ci sarebbero problemi?
-Non usarmi come scudo o come alibi per le tue paure! Io voglio vederti felice! E se questo vuol dire Gillian tanto meglio! Lo sai che le voglio molto bene anche io…..
Cal era turbato per la piega che la conversazione aveva preso.
-Tesoro, è tardi e vai a dormire – Cal voleva troncare la questione
-Guarda che spedirmi a letto non cambierà le cose….
-Fila a letto!!
 
Mentre si girava nel letto, a notte fonda ripensava alle parole di Emily. “Non usarmi come alibi per le tue paure”. Non riusciva a togliersele dalla testa. Il problema con Gillian era solo la sua fottutissima paura? Era quello che l’aveva bloccato un attimo prima di giungere in paradiso l’altra sera? Lui avrebbe voluto baciarla e liberare i suoi sentimenti, ma aveva paura di soffrire.
“Papà io voglio vederti felice”. Non aveva fatto che torturarsi tutta la vita. Temeva di assomigliare a suo padre, ubriacone e violento, e aveva paura di finire suicida come la madre. Nascondeva la sua inquietudine dietro a quel fare scanzonato e spaccone. Eppure c’era una sola  persona che riusciva a scavalcare quel muro. Non Zoe, la sua ex moglie, anche se un tempo lo aveva creduto, ma proprio Gillian. Sin da quando l’aveva conosciuta otto anni fa al Pentagono, aveva trovato una grande sintonia, come mai gli era capitato prima. Ma questo era all’inizio, e sotto sotto, probabilmente, anche il motivo dei loro divorzi.  Da quando era sola aveva iniziato a vederla con occhi diversi, come una donna nella pienezza della sua femminilità: bella, sensuale, ostinata. Non sarebbe riuscito a dire con esattezza quando i suoi sentimenti erano cambiati: il giorno che aveva rischiato di morire a seguito di un sequestro? O la prima volta che l’aveva vista con un altro uomo? Sapeva però che aveva cercato di sotterrare questi sentimenti nel suo cuore, convincendosi e consolandosi tra le braccia di altre donne, ma erano tutte risultato un pallido palliativo. Negli ultimi tempi a stento riusciva a nascondere quello che provava per lei. E in più di un’occasione era stato frainteso. Si mise seduto sul letto.
Al diavolo tutto! Ormai non poteva più fare finta di niente. Il suo cuore si rifiutava di rispedire in cantina quello che provava per Foster, per Gillian. Ma quel maledetto Rob ora era in vantaggio. Quando si trattava di Gillian era spesso vittima del fuoco della gelosia, perché lui era molto, ma molto geloso quando si trattava di lei. No. Non avrebbe rinunciato senza provare. La sera prima Gillian, oltre all’indirizzo di Rob, gli aveva detto anche dove e a che ora era previsto il funerale. Guardò la sveglia sul comodino: le 4:30. Se riusciva a prepararsi in un’ora e a partire sarebbe giunto in tempo. Non ci pensò due volte, si fece una doccia e preparerò una borsa. Scese piano le scale e lasciò un bigliettino sul frigo per Emily, che ne sarebbe stata contenta. Poi mandò un messaggio a Locker dicendo che impegni lo portavano fuori città. Mentre usciva, dalla porta, l’alba portava con sé la nascita di un nuovo giorno. Cal respirò profondamente e si mise in macchina: destinazione Philadelphia.
 

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Capitolo 10
*** Capitolo X ***


 
Carissimi, ecco a voi il X capitolo, ne mancano solo 3 al traguardo....... è un po' un capitolo di passaggio necessario per arrivare al clou...... Recensioni, commenti o chiarimenti sono come sempre benvenuti.....! Buona Lettura!!! Persefone
 
X.
Quando Gillian aprì gli occhi erano le 4:30. Si stava rigirando nel letto furiosamente. Un presentimento l’aveva assalita. Si alzò ed andò e andò in bagno. Tornò al letto e vide che aveva lasciato il cellulare acceso. C’era un messaggio di Cal della sera prima. Si sarebbe scusata con lui in mattinata. Rispose frettolosamente e si rimise al letto.
Mentre stava per salire in macchina Cal sentì il cellulare vibrare nella tasca. La risposta di Gilian. Perché a quell’ora era sveglia? Cosa era successo? Premette sull’acceleratore, doveva raggiungere Philadelphia il prima possibile.
Gillian si svegliò verso le 7:30. Cercò ristoro con una doccia calda. Il bacio di Rob l’aveva completamente mandata in confusione. Come doveva comportarsi? Ne era lusingata, ma non era sicura dei suoi sentimenti.
Quando entrò in cucina, Rob aveva già preparato la colazione.
-Buongiorno Gillian – le diede un leggero bacio sulla guancia
-Buongiorno Rob – rispose imbarazzata
-Cosa ti preparo?
-Due uova per favore
-Considerale pronte
Seguì un imbarazzatissimo momento di silenzio
-Rob, ascolta a proposito di quello che è successo ieri sera…..
-Parli del bacio?
-Si di quello ecco io….
-Gillian, lo sai quello che provo io, il punto è quello che provi tu….
-Ecco io…. In questo momento non ho una risposta da darti….. sono molto confusa….. vorrei del tempo per chiarirmi dentro
-Prenditi tutto il tempo che vuoi
-Grazie
-Ecco le tue uova, buon appetito!   
 
Cal arrivò al cimitero proprio nel momento in cui stavano per seppellire la bara. Gillian portava un grosso paio di occhiali scuri e a meno di mezzo metro da lei c’era Rob. La stringeva a sé teneramente.
Si appoggiò ad un albero. Inclinò la testa da un lato e cominciò ad analizzare il volto di Rob. Il suo viso esprimeva dolore ma non appena il suo sguardo si posava su Gillian, subentrava una fugace espressione di gioia. Tra quei due era successo qualcosa, maledizione!
Aspettò che il rito fosse finito e poi si avvicinò. La donna come lo riconobbe rimase stupita e sul viso di Rob comparve del disappunto.
 
-Cal? Cosa ci fai qui?
-Ciao tesoro, volevo partecipare anche io al rito
-Ah, ieri al telefono non mi hai detto niente
-Lo so, ma volevo esserti vicino in questo momento - Cal la guardò con dolcezza, in un modo che Gillian non aveva mai notato prima.
-Salve Dottor Lightman
-Salve Rob, tutto bene? – gli lanciò uno sguardo di sfida
-Date le circostanze in qualche modo si – posò una mano sulla spalla di Gillian. Colse negli occhi di Cal un lampo
-Mi fa piacere
Al terzetto si avvicinò un uomo.
-Lei è la Dottoressa Foster vero?
-Si sono io, perché?
-Salve sono l’avvocato Andrew Jordan e mi occupo delle ultime volontà testamentarie della signorina Hope. Come saprà, lei rientra tra gli eredi della defunta.
-Si……
-Che ne dice di venire da me nel pomeriggio così le spiego la situazione nei dettagli? – le porse un bigliettino da visita.
-Certamente…..
-Bene, a oggi pomeriggio allora
Non appena l’uomo se ne fu andato il cellulare di Rob suonò.
-Pronto? Si sono io….. nel pomeriggio? Ma non…. Ho capito, va bene – riattaccò – Gillian non posso accompagnarti nel pomeriggio devo tornare a lavoro per un’emergenza
-Capisco…. – guardò timidamente Cal, non osava chiedergli di accompagnarla.
-Che problema c’è tesoro, ti accompagno io!
-Cal ma tu avrai da fare…. Non devi tornare a DC?
-No, non nell’immediato almeno, tranquilla
-Ne sei sicuro?
-Certo, ti accompagno io.
-Grazie allora
-Senti non so quanto starò via. Prendi le me chiavi, così puoi tornare a casa quando vuoi - intervenne Rob
-E tu come fai?
-Ho un mazzo di riserva in ufficio – le porse il mazzo
-Grazie allora
-Ora devo proprio scappare – stampò un altro bacio sulla guancia della donna. La mano di Cal si serrò a pugno, facendo diventare bianche le nocche
Rob si allontanò a malincuore.
-Tesoro che ne dici di mangiarci un boccone?
-Non ho molta fame, ma va bene
-Dai un buon pranzetto e una bella fetta di torta – la prese per la vita come sempre aveva fatto e la condusse all’auto
Durante il pranzo non avevano parlato molto. Gillian era evidentemente imbarazzata e Cal aveva paura di dire qualcosa che avrebbe solo peggiorato la situazione. Come uscire dall’impasse? Cal ebbe un’idea.
-Non credere che mi sia dimenticato….. scusi due fette di torta al cioccolato per favore
-Cal, ma tu non mangi dolci!
-Di solito, ma oggi voglio mangiarne con te….. in memoria di Anna – le sorrise.
 Gillian cominciava a superare il momento di imbarazzo e a tornare ad essere naturale.
 
Salirono in macchina per recarsi dall’avvocato Jordan. La tensione tra i due sembrava, se non proprio sparita, notevolmente attenuata.
-Salve sono Gillian Foster, ho un appuntamento con l’avvocato – disse alla segretaria
-Si signorina, attenda un momento che vedo se può riceverla – la segretaria si allontanò
Cal e Gillian si sedettero. Cal notò un po’ di nervosismo nella sua collega.
-Sei nervosa?
-Un po’…. Insomma non so niente di queste cose, Anna non me ne ha mai parlato…
-Capisco
-Cal entreresti con me?
-Certo, non ti lascio sola
Tornò la segretaria.
-L’avvocato può ricevervi, seguitemi
Entrarono nello studio dell’avvocato.
-Dottoressa Foster benvenuta
-Salve avvocato Jordan. Lui è Cal Lightman, se non ha nulla in contrario vorrei che fosse presente durante il nostro colloquio
- Ma certo, si figuri. Accomodatevi
I due si sedettero su delle poltroncine poste di fronte alla scrivania di Jordan.
-Bene cominciamo. Lei conosce la situazione patrimoniale della signorina Anna?
-Ho scoperto solo di recente che mi ha nominata sua erede
-Infatti Anna ha fatto testamento pochi giorni prima di partire per l’Inguscezia. In realtà aveva cominciato a pensarci da quando ha scoperto la sua malattia
-Capisco….
-Dunque, dal testamento risulta che Anna le ha lasciato il suo appartamento qui a Philadelphia e una somma di denaro
-Il suo appartamento?
-Si. Leggo testualmente: “Alla mia sorella putativa Gillian Foster lascio il mio appartamento a Philadelphia, possa per te essere un rifugio come lo è stato per me”
-Come procediamo avvocato? – chiese Gillian
-Ho preparato già i documenti. Mi firma le scartoffie burocratiche e una ricevuta per la consegna delle chiavi
-Bene
Un’ora dopo stavano uscendo dallo studio di Jordan
-Non pensavo che mi sarei ritrovata erede della casa
-Ti ha lasciato la parte più intima di sé
-Ascolta, mi accompagneresti da Rob?
No, non liquidarmi così, voglio stare ancora con te, pensò Cal. Gillian sembrò cogliere quel pensiero.
-Voglio prendere le mie cose e andare a vedere la casa. Ma tu hai già preso una stanza?
-No perché?
-Se ricordo bene, casa di Anna è molto grande, sicuramente ci sarà posto per tutti e due – sorrise
Il viso di Cal si illuminò. Non tutto era perduto. Accompagnò Gillian a casa di Rob e aspettò in macchina che ne uscisse con le sue cose. L’aiutò a caricarle in auto e si diressero verso casa di Anna.
Quando Rob mise piede in casa, pregustando la compagnia di Gillian, rimase grandemente deluso. Gillian non c’era. Sul tavolo erano poggiate le chiavi ed un messaggio.
Anna mi ha lasciato la sua casa. Vado a stare lì per un po’ così non approfitto della tua ospitalità. Grazie di tutto Gillian.” 

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Capitolo 11
*** Capitolo XI ***



Carissimi, a voi il terzultimo capitolo!!! Confesso che ci sono molto legata perchè mi sono divertita un mondo a scriverlo.......... Spero che sia di vostro gradimento, fatemi sapere cosa ne pensate!! Buona lettura!! Persefone


XI.
Fortuna che Cal aveva il navigatore in macchina! Di Philadelphia non conosceva proprio niente! La casa di Anna si trovava in un grazioso quartiere residenziale poco fuori il centro. Posteggiarono la macchina nel garage ed entrarono. In casa si sentiva ancora il profumo e la presenza di Anna.
-Tesoro, qui c’è la stanza degli ospiti, poso qui le mie cose
-Bene, io salgo
Gillian salì le scale. Al piano di sopra c’erano altre tre stanze. Due camere da letto e una biblioteca. Entrò in quella che era stata la camera di Anna. Tutto lì parlava di lei. In corridoio c’era l’armadio della biancheria. Prese due paia di lenzuoli puliti. Uno lo mise al suo letto, l’altro lo portò a Cal.
-Ecco, biancheria pulita
-Grazie tesoro
-Mi vado a fare un caffè, vuoi qualcosa?
-Tè grazie
-Non so se Anna ha l’Earl Gray….
-Non importa, mi prendo quello che c’è
Dopo aver sistemato il suo letto anche Cal andò in cucina.
-Perché mi guardi così – chiese Gillian
-Niente….
-Sei un po’ strano ultimamente – gli porse la tazza
-Oh non farci caso
-Ascolta, ovviamente Anna non ha lasciato niente, hai qualche preferenza per cena?
-No perché?
-Vado a fare un po’ di spesa
-Bene, ti spiace se  vado a sdraiarmi un po’?
-Certo che no, sarai stanco per il viaggio
-Tieni, prendi la macchina allora
 
Rob non riusciva a capacitarsi che Gillian se ne fosse andata. Era stato Lightman a convincerla. Doveva e voleva parlare con lei. Non avrebbe permesso a quello spaccone da quattro soldi di averla vinta. Uscì di casa come una furia.
 
Cal si era steso da pochi minuti sul divano, quando qualcuno suonò imperiosamente al campanello. Svogliatamente andò ad aprire.
-Guarda chi si vede, l’intrepido Romeo
- Lightman, lo sapevo che c’era il tuo zampino! Dov’è Gillian? Voglio parlare immediatamente con lei!
-Ehi, primo, datti una calmata, secondo, lei in questo momento non è in casa
-E dove è andata?? Dimmelo!!
-Torna subito, non ti scaldare….. perché mi guardi come se fossi il Paride che vuole sposare a tutti i costi la tua Giulietta?
-Lasciala in pace, hai capito? – gli diede una spinta
Cal fece un immenso sforzo per dominarsi
-Lasciarla in pace? Ma di cosa stai parlando? Ti ha dato di volta il cervello?
-Io non so cosa le hai detto per farti seguire qui, ma non me la lascio portare via da uno come te!
-Romeo, modera i termini, se perdo la pazienza sono guai. Per tua informazione Gillian è voluta venire qui di sua spontanea volontà e io l’ho solo accompagnata
-Come no, come se tu non c’entrassi niente, ma smettila arrogante che non sei altro! Devi smetterla di approfittarti di lei! Io non ti permetterò di farlo ancora, chiaro?
I due stavano litigando proprio davanti alla porta di casa
-Approfittare ancora? Tu sei completamente andato amico! Approfittare di che cosa?
-Non far finta di non aver capito! Con me non attacca! Scommetto che l’altra sera, quando sei rimasto a dormire da lei, ti sarai voluto togliere lo sfizio…
-Ma di che diavolo stai parlando? Quale sfizio? – Cal lesse sul viso di Rob un odio ed una rabbia nei suoi confronti esplosiva – ti avverto, bada a quello che dici!!
-Te lo dico io allora. Aggiungere Gillian alla tua collezione privata di conqu……. – Rob non fece in tempo a finire la frase che cadde a terra colpito da un pugno in faccia
-Senti per chi cazzo mi hai preso eh?
-Per la feccia che sei!
-Stronzetto, te lo dico chiaro e tondo. Voglio troppo bene a Gillian e nutro per lei talmente tanto rispetto che non le farei mai una cosa del genere! Non sono un mezzo uomo come te!!
-Ora vuoi farmi credere che sei un gentleman?
-Te lo ripeto, quando si tratta di Gillian io non scherzo mai. Non avrei mai sfruttato la sua fragilità per una banale notte di sesso!
-Allora non neghi che per lei provi qualcosa e che la vostra non è solo una semplice amicizia?
Gillian arrivò proprio in quel momento e ascoltò l’ultimo infuocato scambio di battute tra i due. Non riuscì però a intervenire perché le parole di Cal le avevano tolto il respiro. Capì che aveva completamente frainteso le sue intenzioni quella sera e che era frettolosamente giunta a conclusioni sbagliate! Arrossì. Vide che l’atmosfera era fin troppo esplosiva tra quei due e decise di intervenire.
-Ehi voi! Smettetela di litigare a voce così alta qua fuori!
Si interpose tra i due uomini. Rob non poté fare a meno di notare che Gillian era propensa verso Cal, non doveva essere un esperto di linguaggio del corpo per capire ciò che volesse dire. Decise di giocare la sua ultima carta. Afferrò Gillian per un braccio.
-Rob, che fai? Così mi fai male!
-Ehi! Hai sentito, lasciala subito!- intervenne Cal, pronto al secondo round
Rob non si fece intimidire
-Gillian ti prego, torna con me a casa. Non lo vedi che quel tizio ti sta svuotando? Come fai a non accorgertene? Quando avrà finito ti butterà via! Ti volterà le spalle dopo aver approfittato della tua generosità e ti pianterà in asso quando avrai più bisogno! È un miserabile!
Cal aveva raggiunto il massimo della sopportazione, stava per dargli il resto. Gillian fu più veloce di lui.
-Rob Thompson – Gillian si liberò dalla stretta dell’uomo – non ti permettere mai più di mettere in dubbio la buonafede e la lealtà di Cal Lightman. Sicuramente non è un uomo esente da difetti, ma quando ho avuto bisogno di lui, in questi 8 anni non si è mai tirato indietro, neanche una volta, tu, –indicandolo – puoi dire lo stesso di te? – lo stava fissando negli occhi in maniera molto determinata.
-Ho capito, non c’è bisogno che tu aggiunga altro. Questa è dunque la tua risposta
-Senti, - riprese Gillian – torna a casa e rilassati. Ne riparliamo domani
-Ora mi è tutto chiaro – si girò e se ne andò
-Ehi – intervenne Cal – potresti almeno chiederle scusa per la tua rudezza! – si stava muovendo verso Rob. Gillian lo fermò.
-Lascialo andare Cal, è solo un po’ scosso, ma non è cattivo
-Se lo dici tu tesoro – le circondò la vita con le braccia. Aveva visto che Rob li stava fissando. Lo stava provocando ancora.
Gillian capì che la situazione stava per degenerare e si staccò da Cal.
-Senti Cal, mi fai un favore? Mi porti le buste della spesa dentro?
-Come vuoi tesoro – prese le buste ed entrò in casa
Gillian aspettò che fosse dentro per girarsi e cercare Rob. L’uomo però era già andata via. Le vibrò il cellulare. Un messaggio.
 
“Gillian, scusami. Non so cosa mi abbia preso. Se in qualche modo ti ho offesa, ti prego di perdonarmi. Domani pomeriggio vado da Anna e Mat, verso le 17. Se vorrai, lì mi dirai la tua risposta. Ti amo Rob.”
 
Gillian sapeva che la resa dei conti stava per cominciare: doveva fare chiarezza nei suoi sentimenti. Ripensò alle parole di Anna: “Qualunque strada la felicità ti farà imboccare, percorrila fino in fondo senza paura”. Quella strada iniziava dopo quella porta, forse, la doveva solo attraversare e vedere dove l’avrebbe portata. Respirò profondamente ed entrò in casa.

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Capitolo 12
*** Capitolo XII ***


 
Bella Gente, ecco a voi il penultimo capitolo dell'intera faccenda!!! La resa dei conti è in atto, come ne usciranno i nostri eroi??? Basta leggere!! Fatemi sapere cosa ne pensate!! Buona lettura Persefone

XII
Gillian chiuse la porta dietro di lei. Cal la stava aspettando nell’ingresso con aria mortificata.
-Gillian mi dispiace…..
-Per cosa Cal?
-Per la scenata e …… ecco…… per la reazione che ho avuto
-Facciamo che non ci pensiamo più?
-Be’ ecco….
-Non pensiamoci più….. vado a preparare la cena – gli sorrise
Prima di andare in cucina Gillian prese il pc e l’iPod di Anna e portò tutto in cucina. Cal la osservava incuriosito.
-A che ti servono quelli? – indicò il pc e l’iPod
-Volevo mettere la musica di Anna. Probabilmente sarà l’ultima volta che risuona qui…. Per farmi compagnia mentre cucino….
-Ti spiace se rimango qui?
-Certo che no…. – era imbarazzatissimo
Gillian cominciò a tirare fuori il cibo dalle buste, arrivò alla vaschetta di gelato
-Ohhhhh vedo che non hai saputo resistere….
-….. ma non ho pensato solo a me…. – tirò fuori una bottiglia di scotch
Gillian in quel momento fece caso alla canzone che stava risuonando nella cucina.
 
“You could be my unintended/ Choice to live my life extended/ You could be the one, I'll always love”
 
Il viso le si adombrò, cosa che non sfuggì a Cal.
-Tesoro, che succede? – le asciugò una lacrima
-Scusa è che l’ultima sera che Anna è stata da me ha messo proprio questa canzone. Mi ha detto che….. le ricordava la situazione di una sua amica – tentennò
-Capisco – evasivo – ti manca Anna? – Domanda banale!
-Si Cal e molto. Lei era come una sorella per me
-Ti va di parlarmi ancora un po’ di lei? Sai mentre prima eri fuori, ho visto che ci sono molte foto di voi due insieme
-Si lei era così. Aveva un coraggio enorme. Era testarda e impulsiva, ma anche generosa e sensibile. Buona. Aperta agli altri e al futuro. Non ha mai mollato. Anche dopo la Cecenia è riuscita a darsi un motivo per andare avanti
Non riuscì a continuare. Si girò verso i fornelli e continuò a cucinare. Cal si mise in un angolo
-Vuoi che ti aiuti?
-No, grazie, ma puoi apparecchiare se vuoi
Mentre cenavano, Cal aveva l’impressione di vedere Gillian per la prima volta. Si avvicinò un po’ con la sedia.
 Dopo aver rassettato la cucina, Gillian si ritrovò a pensare ad Anna, in quella cucina, mentre faceva le stesse cose con Mat.  Cal capì.
-Tesoro perché non ci sediamo sul divano e ci gustiamo il dessert?
Gillian sembrò destarsi di soprassalto. Preparò il gelato e lo scotch su un vassoio e portò il tutto in salotto. Si sedette sul divano accanto a lui. Gli porse il bicchiere e lei prese la sua coppa di gelato. A Gillian mancava il suo migliore amico e in quel momento ne aveva proprio bisogno. Ma poteva, ancora, considerarlo come tale? “Sii felice Gillian”. Anna te lo prometto.
-Voglio mostrarti una cosa – disse alzandosi – Gillian prese il pc e mostrò a Cal il diario di Anna. Con titubanza mostrò anche l’ultimo video – io ho scambiato il suo male per stanchezza…
-Tesoro comunque non avresti potuto fare niente….. perché me li hai voluti mostrare?
-Perché…. Sei la sola persona con cui non mi senta a disagio nel parlare di lei….
-E Rob allora? – lo disse con fare interrogativo
-Si eravamo e siamo amici, ma lui non mi capisce come…. – Gillian non riuscì a finire la frase
-…… come me?
-Si
Cal le fece una carezza. Gillian era in un angolo con le gambe rannicchiate, Cal si accomodò, si sposto in avanti appoggiando il gomito allo schienale del divano per posarci poi la testa, leggermente inclinata.
-Raccontami quello che vuoi…. Come vi siete conosciute?
-Ohhhhh vuoi davvero che te ne parli?
-Certamente! Spara!
-Allora……. Al campus un giorno….
Cal la guardava intensamente. Mentre parlava la donna era bella come mai aveva notato prima. Quando Gill finì di parlare, non seppe più governare il suo cuore. Si avvicinò e la baciò con passione. La prese tra le braccia senza troppi complimenti, stringendola nell’angolo del divano.
-Questo era quello che avrei voluto fare l’altra sera e invece non ho fatto
-E perché ora si e l’altra sera no? – disse con un leggero imbarazzo
-Perché sono un vigliacco per queste cose lo sai…..
-Per un bacio? Non mi pare che tu ti sia posto mai tanti problemi in altre circostanze – cercò di provocarlo
-Lo sai che non sei come le altre…..
-No, non lo so! Cosa vuol dire non essere come le altre?
-Vuol dire che…. Se con il mio carattere le ferisco non mi importa, io sono fatto così, ma se si tratta di te io non posso e non voglio correre questo rischio….
Gillian si irrigidì un momento
-Quindi non vuoi neanche provare?
-Non ho detto questo Gillian
-E allora cosa hai detto?
-Sto dicendo che…. – si sentiva impacciato
-Lo vedi… non ci riesci proprio…. – Gillian stava per alzarsi ma lui non lo permise, la fece rimanere dove era. Questa volta sarebbe arrivato fino in fondo per la miseria!
-Io ti amo Gillian, e per quanto questa cosa mi faccia paura, non ho intenzione di negarla ulteriormente a te né tanto meno a me stesso. Sono venuto qui per questo. Non sopportavo l’idea che quello ti ronzasse intorno, specialmente in un momento così. Allo stesso tempo non volevo che pensassi che mi stessi approfittando della tua fragilità – la  attirò a se ancora di più – lo sai che quando ci sei di mezzo tu perdo la lucidità e l’idea che qualcun altro potesse avere accesso a quel mondo meraviglioso che c’è in te non mi andava giù – non accennava a lasciarla
-Cal io…..
-Capisco che sei arrabbiata con me e che ti ho ferita, ma credimi non amo che te! Dopo il divorzio mi sono ripromesso che non avrei mai più avuto una relazione stabile, ma tu hai sconvolto tutti i miei piani, soprattutto dopo che hai divorziato anche tu e potevo averti tutta per me. Ma avevo paura che se fossi andato oltre avrei finito comunque per rovinare tutto.
-Cal ti credo e non sai quanto mi rende felice sentirtelo dire….
-Il problema è che non so cosa provi tu, tesoro..
-Secondo te? – rispose maliziosa
-Non lo so, lo voglio sentire da te
-Anche io ti amo Cal! – lo abbracciò forte – non riuscivo più a negarlo neanche io. Ho frainteso il tuo gesto perché ho visto quello che ho voluto vedere, senza pensare. Ma non sai quanto ero felice la sera che sei rimasto a dormire da me. Sarei voluta scendere e sdraiarmi accanto a te…. – Cal la baciò ancora una volta
-Basta non giochiamo a chi poteva fare di più – le scostò una ciocca di capelli dal viso, senza smettere di stringerla
Gillian si perse in quell’abbraccio e in quei baci così a lungo agognati, a quelle attenzioni tutte per lei. Era come ubriaca, inebriata, sembrava di mangiare l’ambrosia, il nettare degli dei……
-Sai, credo che possiamo rimediare a tutto quello che in questi giorni non abbiamo fatto….
-Ah si e come? – la guardò allusivo.
Gillian si alzò dal divano, lo prese per mano e lo condusse su per le scale verso la sua stanza. Non aveva intenzione di sprecare altro tempo e Cal fu grato a lei per questo. La notte era tutta per loro.
 

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Capitolo 13
*** Capitolo XIII ***


Carissimi, a voi l'ultimo capitolo che segna la fne di quest'avventura!! Lo dedico a tutti quelli che hanno avuto la pazienza di leggere fin qui per ringraziarli dell'attenzione e delle recensioni! le cose hanno tutte un inizio ed una fine, ma tranquilli, sto lavorando a qualcosa di nuovo e spero di tornare presto! Buona lettura :3 Persefone
 
XIII.
La mattina dopo, il risveglio insieme era stato molto piacevole. Per la prima volta, dopo molto tempo, ad entrambi non succedeva di essere così sereni, l’una nelle braccia dell’altro. Ebbero l’esatta percezione di non volersi trovare in nessun altro posto se non quello.
Si erano alzati, avevano fatto colazione e stavano preparando le valige per tornare a DC.
 
-Sai Cal, prima di andare via vorrei fare un ultimo giro qui in casa
-Vuoi prendere qualche altra cosa di Anna, oltre al computer?
-Si e poi avevo in mente anche un’altra idea, ma ogni cosa a tempo debito
Passarono l’intera mattinata a fare scatoloni. Raccolsero tutti gli effetti personali di Anna. Gillian decise di donare tutti gli abiti ad associazioni benefiche. Fu poi la volta delle librerie.
-Questi non riesco proprio a darli via…..
-Vedo che ad Anna piacevano i libri
-Tantissimo così come l’arte, la musica, il cinema, il teatro – si rattristò per un momento
-Portali con te allora!
-Stai scherzando??? Non entreremo mai in macchina!!
-Bhe allora impacchettiamo tutto e lo spediamo a casa tua allora!
-Mi sembra una buona idea!
Lavorarono alacremente. Dopo un veloce pranzo si sdraiarono abbracciati sul divano. Cal si accorse che Gillian era come assente.
-Tesoro….. a cosa stai pensando?
-Eh???? – sembrò risvegliarsi
-Ti ho chiesto a cosa stavi pensando, mi sembravi assente
Gillian si mise a sedere.
-Cal ascolta nel pomeriggio vorrei andare a portare un po’ di fiori ad Anna e poi alle 17 avrei un …..
-Avresti un ….. continua ….
-Insomma mi dovrei vedere lì alle 17 con Rob
-E per quale motivo???? – Gillian vide accendersi il suo compagno. Questo suo lato del carattere la divertiva molto
-  Mi ha chiesto una risposta …. – disse allusiva
-Una risposta a cosa????
-Lo vuoi proprio sapere con novizia di particolari?
-Ahhh ma allora dovevo finire davvero di spaccagli la faccia!!
Gilliar rise divertita
-Mi sembra che non dovresti avere più dubbi no?
-Uhm questo è vero, però….
-Ho in mente una cosa e vorrei metterlo al corrente di quello che voglio fare
-E …… cosa hai in mente?
-Stavo pensando di costituire una fondazione benefica dedicata al recupero di donne e bambini. La sede potrebbe essere proprio questa casa e vi investirei i soldi che Anna mi ha lasciato
-Hai pensato proprio a tutto vedo …. Ma Rob che c’entra?
-Cal io vivo e lavoro a Dc, come ben sai. Ho bisogno qui di una persona di cui posso fidarmi per aiutarmi a gestire la cosa
-Si, in effetti ….. ma ad una condizione …. – Gillian lo guardava interrogativo
-Sarebbe?
-Deve starti a più di 50 centimetri di distanza, sai la distanza di sicurezza tra uomo e donna ….
Entrambi risero allegramente nel salotto inondato di sole.
 
Arrivarono al cimitero e mano nella mano si stavano dirigendo davanti al tumulo di Anna. Gillian aveva comprato un mazzo di calle, uno dei fiori preferiti della sua amica. Li sistemò nell’apposito contenitore.
-Mi dispiace davvero sai …. – disse Cal
-Già, ma mi piace pensare che a modo suo Anna abbia voluto farmi un ultimo regalo – lo guardò.
-Hai ragione, in fondo se siamo qui è anche merito suo …. Senti, Romeo sarà qui tra poco. Onde evitare problemi ti aspetto lì ok? – indicò un albero poco lontano.
-Come vuoi …. Ma levami una curiosità, perché lo chiami così??
-Perché quel giorno quando è venuto in ufficio aveva l’aria dell’eroe romantico, per non parlare poi della scenata che mi ha fatto quella sera stessa ….
-Allora l’altra volta non era il primo battibecco?
-Lasciamo stare amore …. – Gillian trasalì
-Amore …. Mi ci devo ancora abituare!
-Ecco il nostro eroe, ci vediamo dove ti ho detto – le diede un bacio sulla guancia
Mentre Rob si avvicinava non poté fare a meno di notare che Gillian era con Cal e il bacio che l’uomo le diede prima di allontanarsi.
-Ciao Gillian
-Ciao Rob, come stai? – indicò la mandibola che Cal aveva colpito il giorno prima
-Bene, non ti preoccupare, vedo che è qui con te  e ci sta ….. anzi mi sta fissando torvo
-Ascolta devo dirti due cose
-Una la immagino purtroppo
-Si, come avrai capito, io sono innamorata di Cal e lui di me, quindi mi dispiace, ma per quanto i tuoi sentimenti mi lusinghino, capisci che non sono corrisposti.
-Ho capito, bene non abbiamo nient’altro da dirci – stava per andarsene. Gillian lo fermò.
-Rob, ti prego. Questo non vuol dire che non possiamo continuare ad essere amici no? E poi devo dirti un’altra cosa. Sai che Anna mi ha lasciato la casa e dei soldi. Vorrei creare una fondazione a nome di Anna e Mat. Mi chiedevo se la volessi gestire con me.
-Non so così su due piedi ….
-Ti prego, ci tengo e di te mi fido
-D’accordo, sarò con te in quest’avventura
Gillian fece segno a Cal di avvicinarsi e l’uomo lo fece. Quando raggiunse gli altri due la donna continuò.
-Ed ora per favore salutatevi in maniera civile
Cal capì che doveva essere lui a fare il primo passo.
-Ciao Rob, allora, credo che avremo altre occasioni per vederci – gli porse la mano
-Si Cal arrivederci, se adesso posso darti del tu – la strinse
-Va bene, ma non montarti troppo la testa
Poi Rob si rivolse a Gillian
-Promettimi che se non si comporta come si deve me lo dici: lo metto ko al terzo round – lo guardò dritto negli occhi
-Va bene, non ti preoccupare. Ora dobbiamo proprio andare – salutò Rob e prese per mano Cal per dirigersi alla macchina
Gillian non era mai stata così contenta. Sapeva che dietro le nuvole due occhi la stavano guardando soddisfatti. Grazie Anna, grazie di tutto
 
Entrarono in macchina e cominciarono il viaggio di ritorno.
-Amore, stasera Emily dorme da sua madre, perché non rimani da me?
-Certo Cal! – disse sorridendo al suo uomo e alla sua nuova vita.
 
FINE……….
 
 
 
…….DOPO I TITOLI DI CODA
Il sole filtrava dalle serrande quel tanto che bastava per svegliare Cal. Aprì gli occhi. Era nella sua camera ma c’era qualcosa di nuovo nell’aria. Si girò e vide il motivo della nuova atmosfera: Gillian dormiva beata. Era rivolta verso di lui. Si mise su un fianco e la strinse a sé, facendo attenzione a non svegliarla. Tutto quello che era successo a Philadelphia non era stato un sogno. Anche nella realtà, nella vita di tutti i giorni a DC, d’ora in poi sarebbero stati sempre insieme. Le diede un leggero bacio sulla fronte e la coprì meglio con il lenzuolo. Gillian cominciò a svegliarsi.
-Buongiorno tesoro …. Non volevo svegliarti ….
-Figurati, non mi hai svegliata, tanto dobbiamo alzarci per andare in ufficio – lo baciò sulle labbra
Cal aveva altri piani in mente, ma il dovere chiamava purtroppo.
-Un minuto ancora, tesoro, rimaniamo così solo un altro po’, amore mio, ti prego – la trattenne tra le sue braccia
-Ma si, cosa sarà mai un minuto in più?
-Ma non me lo dire, sono appena riuscito a corrompere l’integerrima Dottoressa Foster!
Gillian fece l’offesa, ma Cal le fece il solletico sotto le coperte. Vederla ridere era fantastico. Poi continuò
-Lo sai, mi piacerebbe addormentarmi e svegliarmi così tutti i giorni …..
-Ma non ti sembra di correre un po’ troppo? – disse Gill
-Tesoro, otto anni di preliminari non ti sembrano più che sufficienti? Cos’altro dobbiamo aspettare??
 
THE REALLY END
 

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