Red - IN SOSPESO

di Harrysvoice_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***



                         




 



RED

Loving him is like driving a new Maserati down a dead end street
Faster than the wind
Passionate as sin, ended so suddenly
Loving him is like trying to change your mind
Once you’re already flying through the free fall
Like the colors in autumn
So bright just before they lose it all
Losing him was blue like I’d never known
Missing him was dark grey all alone
Forgetting him was like trying to know somebody you've never met
But loving him was red
Loving him was red







CAPITOLO UNO.

Caro diario, è tanto che non ti scrivo. Sono almeno quattro anni. Ricordi l’ultima volta? Ero solo una bambina, piccola e innocente. Ora ho 17 anni, sono quasi maggiorenne. Non ti ricordi di me vero? Sono alta e magra, ho i capelli biondi e sono parecchio timida, ma nello stesso tempo mi ritengo simpatica. Vivo con mio fratello Louis adesso, e frequentiamo insieme lo stesso Liceo, qui in Florida. Mamma e papà mi mancano molto. Li vedo circa ogni week-end. A mio fratello invece, non sembra interessare. Ha i suoi amici ora, e non ha più tempo per nulla e nessuno. A volte torna a casa, coperto di lividi, o tutto sballato. Sono stati i suoi amici a ridurlo così. Lo hanno portato sulla cattiva strada, non è più il dolce ragazzo di tanto tempo fa, che mi proteggeva, e mi voleva tanto bene. Ora è tutto diverso. Sai, caro diario, una volta credevo nei sogni, ma poi ho capito che non ci sono principi azzurri che vengono a salvarti, devi cavartela da sola. Xoxo tua Lottie

Chiusi il mio diario segreto, che ormai non toccavo da anni. Era rovinato sulla copertina, pieno di scritte e scarabocchi, e alcune pagine erano strappate dal centro. Lo riposi nello scaffale accanto al mio letto, in una scatola rosa decorata con volant e pizzetti dorati. Era qui che da piccola nascondevo i miei giocattoli e appunto il mio diario, così che mio fratello non potesse trovarlo e portarmelo via. Dentro c’erano tutti i miei segreti più grandi, dalla prima cotta al primo bacio.

Mi buttai sul letto, tra le morbide coperte color panna, e i piccoli cuscini rosa acceso e allungai la mano sul comodino, sempre color panna, con delle decorazioni ovviamente in rosa, intenta a prendere il mio cellulare. Sul display c’erano segnate le 15:30. Alle 16 in punto, sarebbero arrivate le mie migliori amiche a farmi visita: Hope e Sophie.
Hope era una ragazza bellissima, magra, alta, con un fisico da urlo. Era bionda, e aveva gli occhi color ghiaccio, che riuscivano a conquistarti con un solo sguardo. Era simpatica, intelligente e schietta, senza peli sulla lingua, cosa che a volte poteva risultare un difetto. Era abbastanza timida con gli sconosciuti, ma dopo averci parlato, diventava aperta ed estroversa. La sua passione era la pallavolo, e spesso io e Sophie eravamo costrette a seguire le sue partite.
Sophie invece era l’esatto contrario di Hope. Era molto alta e magra. Aveva i capelli mori e riccissimi e gli occhi neri come la notte, ma dolci come miele. Era estroversa, schietta, e non aveva paura a criticare per sino gli estranei. Era molto simpatica, ma all’inizio aveva un temperamento da tipica stronza. La sua passione era la moda, amava tutti i capi e le tendenze del momento, al contrario di Hope che amava vestirsi in modo semplice e sportivo. Spesso ci trascinava nei centri commerciali per essere la prima a comprare un nuovo capo appena uscito. La sua era praticamente un ossessione, ma a noi andava bene così.

D’un tratto decisi di alzarmi dal letto, per scendere in cucina e bere qualcosa di fresco. Era giugno inoltrato, e la scuola stava per finire. Mancava davvero poco, e poi avremmo potuto tornare a casa, per goderci le nostre vacanze e vedere le nostre famiglie. Mi alzai dal letto e mi legai i capelli in una coda scompigliata ma carina. Poi, aprii la porta della stanza e trascinai giù fino al piano inferiore le mie povere gambe, stanche a causa dell’intensa ora di educazione fisica fatta a scuola questa mattina.

Scesi lentamente, scalino per scalino, fino ad arrivare al salotto, che ospitava al suo interno la cucina. Tirai fuori dal frigorifero un paio di arance, e poi afferrando lo spremi-agrumi, iniziai a prepararmi una fresca spremuta. Pensai di chiamare mio fratello, e chiedergli se per caso volesse qualcosa da bere. Lo chiamai ad alta voce, ma nessuno mi rispose. Capii che forse stava dormendo, oppure stava nella sua stanza con la sua recente ragazza: Jessica. Avevo ormai smesso di contare quante ragazze avesse avuto. Aveva iniziato a soli 14 anni, e ogni settimana circa portava a casa una ragazza diversa. Con tutte le sue ex insieme, avrei potuto formare per sino un esercito.

Nonostante tutto provavo per mio fratello un amore immenso, cosa che lui ricambiava per me. Certo, forse non era lo stesso bambino che amava giocare con me, o chiamarmi principessa, ma in fondo non era cambiato, era solamente cresciuto e maturato, anche se maturo non lo era proprio. Louis aveva solo due anni più di me. Stava per compiere 19 anni, e ormai non aveva quasi più tempo, ne per me, ne per i nostri genitori. Vivevamo insieme, ma alla fine ci vedevamo solo pochi giorni alla settimana. Usciva tutte le sere, e spesso tornava tutto pieno di lividi dopo una rissa, drogato o con un nuovo tatuaggio per la sua collezione. Tutto a causa della gente che frequentava. Lui e i suoi amici erano considerati i ‘bulli della scuola’. Non si separavano mai, e insieme amavano fare scherzi cattivi, rubare, spacciare e cercare risse in cui infilarsi. Odiavo profondamente tutti i suoi amici. Lo avevano portato sulla cattiva strada, lo avevano reso quel Louis oscuro, misterioso e duro che era ora.

Afferrai il bicchiere, in cui avevo versato la fresca e dolce spremuta, e la portai con me sul grande divano color panna, su cui mi buttai letteralmente. Appoggiai la bevanda sul tavolino, di fronte al sofà, e afferrando il telecomando accesi la televisione.
Ripresi la mia bibita e iniziai a sorseggiarla lentamente, osservando l’ambiente intorno a me.
Vivevo in Florida, in questa casa con mio fratello, da ormai due anni. Ce l’avevano comprata i nostri genitori, proprio perché qui avremmo potuto essere più vicini al liceo che avremmo dovuto frequentare. Avevo una famiglia a cui i soldi non mancavano, possedevamo questa casa, una casa per le vacanze a Londra ed una a New York. Mia madre faceva l’avvocato, mentre mio padre aveva un grande emporio di mobili moderni e usati. In casa nostra avevamo un grande salotto al piano inferiore, con una cucina abbastanza grande inclusa. Avevamo al piano superiore un lungo corridoio, con due bagni e tre camere da letto. Era grande e spaziosa per sole due persone, ma i nostri genitori non avrebbero voluto farci mancare nulla. Amavo casa mia, era calda ed accogliente.

Riappoggiai il bicchiere, ormai vuoto, sul tavolino di fronte al sofà e afferrando il telecomando della tv, girai su MTV, canale dove spesso facevano la musica e le mie canzoni preferite.
Trovai sul canale, proprio la mia canzone preferita, ovvero Red, di Taylor Swift.
Taylor era decisamente la mia cantante preferita, amavo le sue canzoni e il suo stile country, e sapevo praticamente tutto di lei. Le mie amiche mi ritenevano quasi ossessionata e a volte parlavo di musica così tanto che alla gente prendeva una sorta di panico da vomito. A volte riuscivo a spaventarmi da sola. Hope aveva la pallavolo e Sophie la moda, mentre la mia passione era appunto la musica. Passavo il mio tempo libero ad ascoltare musica, informarmi su nuove notizie dei cantanti e collezionare nuovi cd. A volte la gente mi prendeva per pazza, ma a me stava bene così.

driiiiin driiin” suonò ripetutamente il campanello ad un certo punto. Capii subito dell’arrivo delle mie migliori amiche, così mi alzai dal divano e non esitai ad andare ad aprire.
Aprii leggermente la porta, in modo da poter sbirciare chi fosse. Fuori ad aspettarmi c’erano appunto Hope e Sophie, le mie migliori amiche. Aprii del tutto la porta in modo che potessero entrare, e senza che le dessi il consenso, Hope mi scostò con una spalla, entrando in casa mia come se fosse la sua, seguita dalle riprese di Sophie e dalle mie risatine sommesse.
Feci senno alla mia amica, ancora fuori dalla porta, di entrare in casa, e questa senza farsi troppi problemi corse sul divano, buttandosi letteralmente sulla biondina Hope.
“Ragazze, siete arrivate” ridacchiai, visibilmente felice di vederle.
“Su Lottie, ammettilo che avevi bisogno di noi per animare la tua giornata”  esclamò Hope in tono ovvio, afferrando il telecomando e cambiando canale.
“Okay ammetto, mi mancavate davvero tanto. Insomma, come potrei vivere senza voi?” sorrisi ironica, correndo verso il divano e scaraventandomi sulle mie amiche.
“Vediamo, cosa offre oggi la casa Tomlinson per merenda?” disse Sophie alzandosi diretta alla cucina, dove iniziò a spulciare ogni singolo cassetto.
Tornò dopo pochi minuti con delle fette di pane e nutella, dei succhi di frutta e delle patatine.
“Su Lottie raccontaci, come va con Josh?” chiese Hope afferrando un succo dalle mani di Sophie, che intanto si stava divorando il suo panino.
“Ragazze, lo sapete che Josh non mi è mai piaciuto” risposi scettica, spegnendo ogni loro aspettativa.
“Charlotte, dovresti farci un pensierino. E’ bello, è il ragazzo più popolare a scuola, è intelligente e anche simpatico, in più gli piaci. Cosa vuoi di più?” domandò Sophie, chiamandomi col mio vero nome, cosa che faceva solo quando doveva riprendermi o appuntarmi qualcosa.
“Sapete che vi dico? A me non dice nulla. Non mi piace e non me lo farò piacere, punto” dissi seria, sorseggiando il mio succo.
“Trovo che ci sia troppa serietà in questa stanza. E’ l’ora del solletico per Lottie!” esclamò Hope ironica saltandomi addosso seguita da Sophie.
Le mie amiche iniziarono ad urlare e saltarmi addosso, facendomi il solletico in ogni parte del corpo.
“Basta…ragazze” balbettai fra una risata e l’altra.
“Vediamo…Fammici pensare? No!” esclamò ridendo Sophie accelerando le raffiche di solletico.
Essendo le mie migliori amiche conoscevano meglio di chiunque altro ogni mio punto debole. Il mio tallone d’Achille era sicuramente il solletico sotto le costole. E questo Hope e Sophie lo sapevano meglio di me. Iniziarono a concentrare il solletico proprio in quel punto, ed io iniziai a ridere come una matta, a tal punto da farmi mancare il respiro.
“Ragazze, davvero basta” urlai ridendo, con quanto più fiato avessi nei polmoni.
Le mie amiche capirono di aver raggiunto il limite così si fermarono e sdraiandosi ai miei lati iniziarono a ridere come matte, come se non ci fosse stato un domani.
“Sapete una cosa?” chiese d’un tratto Sophie “Vi voglio bene” disse sorridendo, contagiandoci con la sua dolcezza.
“Anche io ragazze” sospirai guardando le mie amiche.
“Sapete cosa? Questa estate dovrà essere la migliore di sempre. Dovremo trovare un ragazzo tutte e tre e dovremo divertirci ed uscire la sera. Ma facciamoci una promessa, rimarremo sempre unite” propose Hope parlando stranamente in tono serio.
“Io prometto” fece Sophie allungando la mano verso di noi.
“Lo prometto anche io” disse allora Hope allungando la mano su quella della riccia.
“E tu Lottie? Prometti?” mi chiese Sophie in tono speranzoso osservandomi.
“Ovvio che si, prometto.” Dissi allora mettendo la mano sopra quella delle mie amiche.
“L’estate sta arrivandoooo!” urlammo all’unisono ridendo come stupide, alzando le mani in aria.

 

Spazioo autriicee, babee.

Ed ecco la mia nuova Fan Fiction: Red c:
Perchè? Perchè questa fan fiction si ispira alla canzone Red di Taylor Swift.
Mi presento, my name is Viola e sono ovviamente l'autrice di questa ff *^*
Questos ès solos il primos capitolos (?) ok, lasciamo perdere lo spagnolo lolz.
Va beh, non fatevi spaventare dalla mia pazzia c:
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, perchè io sono abbastanza soddisfatta!
Come avrete capito la protagonista di questa ff è Lottie Tomlinson, la sorella di Louis, che non è esattamente il dolce Lou della realtà ;)
Insomma, ho già parlato fin troppo c:
Spero di ricevere tante recensioni, ci spero e conto su di voi lol.
Se volete potete contattarmi su twitah (?) sono @xxniallshugs_
P.s. ringrazio Corinna, una delle mie migliori amiche che mi ha ispirata per il personaggio di Hope **
Xoxo Viola.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


 

CAPITOLO DUE

LOTTIE’S POV.

La campanella che suonava per annunciare la fine delle lezioni non tardò a suonare.
Afferrai lo zaino e corsi fuori dall’aula insieme a quell’ondata di studenti in delirio, che si stava dirigendo verso il cortile del liceo.
Corsi fino al grande atrio, sgomitando e scalpitando per farmi strada in mezzo a tutti quei ragazzi urlanti e vogliosi di estate, e iniziai a cercare con lo sguardo le mie amiche scrutando ogni singola persona. Notai d’un tratto Hope e presi a sbracciarmi per farmi vedere dalla biondina, la quale ridendo si accorse di me, e facendosi strada fra la folla mi venne in contro. Mi fece segno di seguirla e si diresse verso il grande albero, nel bel mezzo del giardino, dove ogni giorno con le mie amiche ci davamo appuntamento dopo la scuola. Una volta arrivate sotto il poderoso acero aspettammo l’arrivo della nostra amica Sophie, che arrivò dopo pochi minuti.

“Wow ragazze, avete visto che casino oggi?” fece la riccia, venendo verso di me e Hope.
“Cavolo si, c’è davvero un sacco di gente” confermò la bionda sbuffando.
“Tutti non vedono l’ora che la scuola finisca e alla fine delle lezioni schizzano fuori dalle aule più veloci della luce” esclamai io, fissando il verde prato sotto i nostri piedi.
“A proposito Lotte, oggi non mi pare di avere visto né tuo fratello Louis né i suoi amici” mi fece notare d’un tratto la mia amica Sophie.
“Avrà saltato la scuola anche oggi, quello stupido” le spiegai io.
“A volte proprio tuo fratello non lo capisco” fece Hope, gesticolando.
Ci furono alcuni attimi di silenzio, poi Sophie prese parola.
“Allora, che dite se ora torniamo a casa?” domandò.

Io e Hope annuimmo zitte, e così ci alzammo dall’ampio prato della scuola e ci incamminammo verso casa.
Avevo la fortuna di fare la stessa strada e di abitare non lontano dalle mie amiche, che avevo così la possibilità di vedere quando volevo. Sophie abitava in una casetta a schiera a pochi isolati da me, mentre Hope viveva in una villa bella e maestosa, proprio davanti a casa mia, sull’altro lato della strada. La casa della bionda era di sicuro la più bella di tutto il quartiere, ci viveva con i suoi genitori e con la sua sorellina Michelle. Spesso organizzava feste in piscina, o party di ogni tipo, a cui io e Sophie eravamo ovviamente invitate.

La strada dalla nostra scuola, fino a casa, era parecchio breve, così dopo solo pochi minuti io e le mie amiche ci salutammo, dividendoci e arrivando ognuna nella propria abitazione.
Mi avviai verso il grande giardino di casa mia e una volta arrivata alla porta d’ingresso la aprii senza ripensarci due volte.
Poggiai il mio zaino nell’atrio, subito dietro la porta, e poi delle voci mi attirarono verso il salotto.
“Lottie, ben arrivata.” Esclamò mio fratello vedendomi arrivare.
Louis se ne stava buttato sul divano con la sua ragazza Jessica sulle gambe, ed in parte a lui riconobbi alcuni dei suoi amici: il moro Zayn ed il riccio Harry.
Non avrei mai e poi mai voluto vedere gli amici di mio fratello, perché passavano il tempo a prendermi in giro o a parlare di me poco simpaticamente. Vivevamo in mondi completamente diversi, loro parevano dei duri, dei bulli, mentre io ero la tipica ragazza studiosa, che seguiva le regole e prendeva buoni voti a scuola.
Con Zayn avevo un rapporto più che disastroso; era stato il mio ex ed ora ci parlavamo a malapena. Mentre con Harry le cose non andavano meglio. Ci odiavamo da sempre, e ogni volta ci prendevamo in giro o rischiavamo di litigare. Jessica al contrario mi stava quasi simpatica. Voleva davvero bene a mio fratello, e mi trattava come se fossi stata una delle sue amiche.
“Buongiorno nanetta secchiona.” Mi accolse poco gentilmente il ricciolo.
“Buongiorno stupido imbecille” gli risposi a tono, provocando così le risate dei ragazzi.
“Ciao Lottie, tutto bene a scuola?” mi chiese invece in tono gentile Jessica.
“Si, grazie.” Le risposi facendo un falso sorriso e dirigendomi verso la cucina.

Come sempre mio fratello non aveva pensato al pranzo, e mi sarei dovuta arrangiare ancora una volta.
Presi a spulciare il frigorifero in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti, ma trovai solo un pacchetto aperto di crackers del giorno precedente.
Stufa, stanca e a stomaco chiuso decisi di salire in camera mia e saltare il pasto.
Uscii dalla cucina e passando per il salotto mi diressi verso le scale, che portavano alla mia stanza. Corsi al piano superiore ed entrai in camera sbattendo rumorosamente la porta.

Afferrai il cellulare, poggiato sul comodino, e composi il numero della mia amica Hope.

Salvami” feci non appena la mia amica rispose.
Che hai?” mi domandò.
Dopo ti spiego tutto, posso venire da te?” chiesi speranzosa.
E come potrei dirti di no?”
“Quindi quando vengo?”          
“Facciamo…subito?” chiese la mia amica ridendo.
“Okay, arrivo.” Dissi attaccando.

Allora infilai il cellulare in tasca, mi legai i capelli in una coda scompigliata e poi corsi al piano inferiore.
Arrivai nell’atrio, proprio accanto alla porta quando qualcuno mi arrivò alle spalle facendomi sobbalzare.
“Ehilà, Charlotte” fece la voce alle mie spalle. Odiavo quando la gente mi chiamava con il mio vero nome.
“Harry, stammi lontano” risposi io, girandomi verso il riccio, scocciata.
“Suscettibile oggi eh” disse il ragazzo ridendo.
“Devo andare, lasciami stare” gli risposi, con lo sguardo fisso al pavimento.
“Oh, devi andare a studiare come le brave ragazze?” chiese Harry ironico.
“Ciao Styles” feci sbattendogli la porta in faccia, uscendo.
Quel ragazzo mi irritava e mi faceva innervosire altamente ogni volta che lo vedevo.

Attraversai la strada, diretta verso casa di Hope. Entrai nell’ampio giardino della sua casa e poi suonai il campanello. Ad aprirmi fu la sua sorellina, Michelle, che mi salutò pronunciando qualcosa di incomprensibile.
“Ciao piccolina!” esclamai prendendola in braccio e mangiandola di baci.
“Lottie!” pronunciò allora la bambina ridendo.
“Michelle, dove è tua sorella?” le chiesi in tono dolce.
“Eccomiii.” Disse una voce, che proveniva dal salotto.
Mi diressi verso la stanza, ancora con la sorellina della mia amica in braccio.
“Ciao tesoro” mi salutò la biondina, che sedeva sul sofà.
“Hope, grazie per avermi salvata” la ringraziai felice sospirando.
“Di nulla, qual’era il problema?” chiese mentre io appoggiai sul pavimento la sua sorellina.
“Indovina un po’” feci in tono ovvio.
“Ancora gli amici di tuo fratello?” mi domandò.
“Esatto.” Feci sbuffando.
“Si, direi che ti ho decisamente salvata allora” esclamò, alzando le sopracciglia.
“Ti devo un favore” le dissi sorridendole grata.
“Ho già un idea” fece la mia amica, procurando la mia preoccupazione.
“E, sarebbe?” domandai dubbiosa.
“Stasera verrai con me e Sophie alla festa di un certo Liam.” Mi propose entusiasta.
“Oh no, un altro degli amici di mio fratello!” esclamai esasperata solo al pensiero.
“Su Lottie, è la festa dell’anno e ci sarà così tanta gente che Louis e i suoi amici non ti noteranno di certo” mi rassicurò in tono più che sicuro.
“Uffa. E va bene, accetto solo  perché ti devo un favore” risposi sottolineando la parola “solo”.
“Evviva! Sarà una festa in stile Halloween!” esclamò entusiasta.
“Okay, credo che potrebbe piacermi allora” dissi sorridendo.

Io amavo Halloween, trovavo che fosse una festa divertente e allo stesso tempo molto bella. Non c’era nulla di più sexy dei ragazzi travestiti da vampiri e nulla di più divertente di travestirsi e truccarsi in modo buffo. Inoltre adoravo caramelle e dolcetti di ogni tipo, e ogni anno ad Halloween facevo una ricarica di zuccheri.

“Pensavo che potremmo vestirci da vampire, che ne pensi?” propose la mia amica contenta.
“Trovo che sia perfetto.” Dissi allora io, assecondandola.

HARRY’POV.

“Allora Styles, manterrai il patto?” mi domandò Zayn ansioso.
“Ovvio. Io mantengo sempre le promesse.” Risposi sicuro e orgoglioso.
“Se vincerai la scommessa, i soldi saranno tuoi” fece Zayn, mostrandomi il bottino.
“Io non perdo mai.” Feci grintoso.
“Ragazzi, state attenti o vi spacco la faccia” disse d’un tratto Louis.
“Tranquillo Tommo, andrà tutto per il meglio” lo rassicurò Zayn “Sai Harry, non è una tipa facile” continuò il ragazzo.
“Oh, Malik, forse non mi conosci abbastanza bene. Diventerà così pazza di me che cadrà letteralmente ai miei piedi.” Risposi accennando un ghigno malefico.
“Certo, staremo a vedere” rispose Zayn, in tono di sfida.
“Io me ne vado, ci si vede stasera alla festa di Liam” esclamai alzandomi dal divano di casa Tomlinson scompigliandomi i ricci ribelli.
“Io ci sarò.” Disse Zayn.
“Oh anche io. Non mi perderò certo la festa dell’anno.” Esclamò Louis sorridendo.
“Sarà il miglior party di tutti i tempi” dissi io entusiasta.
“Ovviamente Styles.” Mi rispose Louis accennando un sorrisetto.
 
 

Angolo autriicee lolz. 

Ciao polpette (?)
Ecco qui, come mi avevate richiesto, un nuovo capitolo di questa ff *^*
Di che si tratterà la scommessa fra Harry e Zayn? Riguarderà la nostra protagonista? 
Spero che vi sia piaciuto, e che vi abbia invogliate ad andare avanti con la lettura c:
Fatemi zapere cosa ne penzate lasciando una recenzione, lol c;
Ho deciso che aggiornerò quando il capitolo arriverà a 5 recensionuccie (?)
Ringrazio le persone che hanno messo la mia storia nelle seguite, le 70 persone che l’hanno letta (OMG, siete fantastiche) e le 7 persone che hanno recensito il primo capitolo, AI LOV IU BEIBY (?) LOL.
In ogni caso io sono @xxniallshugs su twitter belle c:
P.s. Ringrazio davvero tutti c: Wow, davvero.
GRAZIE A TUTTEEE **

Xoxo Viola. 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***




Se volete uno sfondo musicale per questa storia, ecco qui: Parte 1 http://www.youtube.com/watch?v=DNHiz_nNF0M

CAPITOLO TRE

LOTTIE’S POV

Il display del mio cellulare segnava le ore 20:00. Tra solo un’oretta sarebbe cominciata la festa di Liam, a cui io, Sophie e Hope eravamo praticamente obbligate ad andare, nonostante fosse la festa dell’anno.
Tra una sola mezzora sarebbero arrivate le mie migliori amiche, con tutti i vestiti ed i trucchi per la festa, in stile Halloween. Avevamo deciso di vestirci da vampire, come ogni anno facevamo.
Intanto gli amici di mio fratello se n’erano tornati a casa loro, ed io ero finalmente libera di girare in casa mia senza che mi affiliassero nomignoli poco simpatici. O meglio, senza che Styles mi affiliasse nomignoli poco simpatici. Quel ragazzo mi provocava scatti d’ira e nervosismo in tutto il corpo. Era stupido, squallido e terribilmente…sexy. “No, Lottie torna alla realtà” pensai “è soltanto uno squallido spacciatore che si diverte con una nuova ragazza ogni notte” cercai di convincermi.
Certo, resistere a quegli occhi color verde smeraldo, e a quei vaporosi ricci che gli incorniciavano il viso, non era semplice. Ma ormai c’erano cascate già in troppe, quel corpo era già stato toccato e “usato” da troppe ragazze. Quel falso aspetto da angelo che conquistava un sacco di ragazze a me pareva proprio banale. Era troppo semplice farsi piacere, o addirittura innamorarsi di uno così. L’unico suo pregio? Era misterioso, trasgressivo e tutto ciò lo rendeva ancora più interessante. Ma certo, più che pregi non erano altro che difetti. Ma forse questi suoi “difetti” mi incuriosivano, mi attraevano. “Ferma, basta pensare a lui” mi ripetei “devi starci alla larga, Charlotte” mi rimproverai. Il mio subconscio aveva ragione, dovevo
smetterla di pensare a queste cose, e dovevo cercare di stargli lontana il più possibile.

Immersa nei pensieri non mi accorsi della voce di mio fratello, che mi stava chiamando dal piano inferiore. Così infilai un paio di ciabatte, mi alzai dal letto e corsi giù per le scale, diretta verso il salotto.
“Verrai alla festa stasera?” mi domandò Louis non appena arrivai in sala.
“Si, verrò. Ci saremo io, Sophie e anche Hope” gli spiegai guardandolo.
“Lottie, sarebbe meglio che voi steste a casa” mi raccomandò premuroso.
“Lou, non mi perderò la festa dell’anno” gli risposi scettica.
“Okay, ma promettimi che starai attenta” 
“Te lo prometto.” Lo rassicurai.
Ma di cosa dovevo aver timore? Da cosa dovevo star lontana? Perché avrei dovuto stare attenta? Forse si riferiva al fatto che alla festa ci sarebbero stati alcool e droga. In fondo era mio fratello, era protettivo nei miei confronti, ed era giusta un po’ di preoccupazione. Ma cavolo, avevo quasi 18 anni, non ero una bambina. Chissà, magari si riferiva ai ragazzi, al fatto che di ubriachi pervertiti ce ne sarebbero stati.
Feci per andarmene, girando le spalle, ma Louis mi fermò tirandomi per un polso.
“Lottie, io…ti voglio bene, ricordatelo” mi disse tirandomi a se e abbracciandomi.
“A-anche io Lou” balbettai stranita, avvinghiata al suo torace. Cos’era ora tutta questa dolcezza?

“driiiin, driiin” suonò d’un tratto il campanello.
Pensai subito alle mie amiche e staccandomi lentamente dal caldo abbraccio di mio fratello andai ad aprire.
Davanti a me c’erano le mie amiche, e Sophie aveva montagne di vestiti e trucchi sulle braccia. Accennò un “ciao” e poi entrò in casa mia, facendosi strada verso camera mia.
Rimasi un attimo nell’atrio, davanti alla porta, con Hope che mi chiese insistente un bicchiere d’acqua.
Mi avviai verso la cucina, seguita dalla mia amica e avvicinandomi a mio fratello, che stava accanto al frigorifero, tirai fuori una brocca d’acqua ed un bicchiere, che poi diedi alla biondina.
“Ciao Hope” fece Louis, girato verso la ragazza.
“C-c-ciao Louis” rispose la mia amica arrossendo e gonfiando le guance.
“Su, ora andiamo a prepararci” feci alla mia amica, che stava fissando mio fratello, tirandola per un braccio.

Corsi su per le scale diretta verso la mia stanza, seguita da Hope e non appena entrai rimasi sconvolta.
“Sophie!” esclamai mentre Hope scoppiò a ridere davanti a quel casino.
Il mio letto, il pavimento e la mia scrivania erano ricoperti di vestiti, trucchi e accessori. Lo dicevo che quella della mia amica era un’ossessione per la moda ed i capi.
“Su, svelte! E’ ora di vestirci” esclamò la moretta divertita.
Allora io e Hope ci avvicinammo all’ammasso di roba sopra al mio letto, e iniziammo a spulciare ogni singolo vestito, per trovare quello perfetto.
Dopo lunghi minuti di ricerche interminabili io trovai un costume da vampira, formato da un corpetto rosso fuoco e aderente e una gonna nera come la notte e svolazzante; Hope trovò invece un fantastico vestito nero e stretto, che le risaltava le forme, facendola sembrare una vampira decisamente sexy. Mentre Sophie trovò invece un abitino viola, con il corpetto stretto e la scollatura a cuore, e la gonna più ampia e morbida. Io completai l’opera aggiungendo al mio look dell’eyeliner nero come la pece sugli occhi, del rossetto rosso cremisi, del finto sangue intorno alle labbra e un paio di corna rosse in stile diavolo sulla testa. Così fecero anche le mie amiche. Una volta terminata la preparazione ci guardammo allo specchio soddisfatte. Calzammo dei tacchi 12 neri e ci ritenemmo pronte a partire.
L’orologio in camera mia segnava le 21 in punto, orario della festa. Afferrammo le borsette e ci mettemmo dentro tutto l’indispensabile per la festa: cellulare, rossetto, eyeliner e fazzoletti.
Uscimmo dalla camera, scendendo le scale in stile Hollywood, purtroppo però senza spettatori dato che mio fratello era già partito verso la festa.

Decidemmo di chiamare un taxi, il quale arrivò dopo pochi minuti per portarci a destinazione.

Il viaggio fu breve, e dopo aver indicato il luogo della festa all’autista arrivammo subito.
Scendemmo dal veicolo, pagando gentilmente il taxista soddisfatto. Poi ci dirigemmo verso la porta della villa di Liam. Da fuori si potevano sentire le grida dei ragazzi e la musica a tutto volume, il che ci rendeva ancora più eccitate e frementi di entrare.
Suonammo il campanello, e ad aprirci fu Liam, che ci accolse con un “ciao belle”.
Lo salutammo con un gesto del capo, e poi decidemmo di entrare. C’erano ragazzi e ragazze travestiti di ogni età, banchetti con cibo e alcolici e alcune coppie intente a pomiciare sul grande divano. Eravamo meravigliate alla vista di tutto quel casino e di tutta quella gente, ma ci piaceva.

“Andiamo!” ci urlò Hope per sovrastare il forte suono della musica a palla.
Io e Sophie la seguimmo, e lei ci portò sul retro della casa, in giardino, dove c’era la grande piscina con idromassaggio. Dentro c’erano ragazzi con drink, coppie intente a baciarsi tanto altro genere di cose.
Hope accennò un urletto, notando in lontananza il ragazzo che da tempo mi seguiva e ci provava con me: Josh.
“Su vai, è li tutto solo” mi spinse Hope.
Finii dritta in direzione del ragazzo, così decisi di andare a parlarci.
“Hey piccola” fece Josh vedendomi arrivare.
“Ciao Josh” risposi io timida.
“Anche tu qui eh” mi fece lui, avvicinandosi sempre di più.
“Eh, già” risposi girandomi verso le mie amiche, e lanciandogli occhiatacce.
“Ti va di ballare?” mi chiese sorridendo.
“Beh io, ecco…insomma” balbettai. Non avevo la minima voglia di passare la serata con Josh. Certo, era molto carino, intelligente e popolare, ma a me non piaceva per nulla. Mi pareva troppo semplice e banale. Preferivo i ragazzi più misteriosi, con cui c’era il gusto di provarci e magari essere rifiutata.
“Su dai, vieni con me” fece il ragazzo cercando di portarmi con lui, verso l’interno della casa.
“Josh, io non…” cercai di svicolare.
“Lei non è libera” fece una voce profonda dalle mie spalle, facendomi sobbalzare.
“Styles?” fece Josh guardandomi.
“Si, lei sta con me. Scusa, ma ora dobbiamo andare” disse il riccio, trascinandomi verso il grande salotto della villa di Liam.
“Che stai facendo? Lasciami subito” esclamai divincolandomi dalla presa del ragazzo, che mi stava tirando per un braccio.
“Ti sto salvando il culo, stupida” odiavo essere chiamata stupida, e odiavo quel ragazzo.
“Avrei preferito finire a letto con lui, che ballare con te” risposi cinica.
“Oh, sai perfettamente che non è così” boccheggiò, iniziando a ballare.

In effetti non aveva tutti i torti. Non sarei mai e poi mai andata a letto con quello stupido di Josh, avrei piuttosto preferito una serata con Harry.
Iniziai a ballare, contagiata dalla sua allegria. D’un tratto notai Zayn e mio fratello Louis seduti accanto al tavolo del cibo, intenti a guardare me e Styles.
Forse dovevo ripensare alle parole di mio fratello, e stare attenta. Harry iniziò ad avvicinarsi a me sempre di più, con quello sguardo beffardo che lo contraddistingueva.
Dovevo stare attenta, stare lontana da quel ragazzo. Così, prima che potesse essere tanto vicino a me da appoggiare le sue carnose labbra sulle mie, scappai. Me la diedi a gambe levate, e mi diressi verso la piscina. Cercavo le mie amiche, che sembravano sparite. Tornai al salotto, ma anche mio fratello, Harry e i suoi amici parevano scomparsi. Iniziai a rilassarmi, a non pensarci e a divertirmi. Bevvi qualche drink, feci amicizia con qualche ragazzo, così per passare il tempo. Intanto delle mie amiche e dei ragazzi, nessuna traccia. Passò un po’ di tempo, circa una mezzoretta, e poi decisi di continuare le mie ricerche. Esplorai praticamente tutta la grande villa, e poi decisi di controllare al piano superiore. Salii per le scale, diretta alle camere da letto. Non appena arrivai nel lungo corridoio notai la porta del bagno aperta, e corsi fino al wc per assicurarmi che le mie amiche non fossero li dentro. Entrai e fortunatamente notai due ragazze di spalle, che riconobbi essere Hope e Sophie.

(Sfondo musicale, parte 2: 
http://www.youtube.com/watch?v=D3h-lLj3xv4)

“Ragazze finalmen…” Hope non mi fece finire la frase, girandosi in lacrime, col trucco sbavato e gli occhi rossi.
“Hope, cosa è successo?” feci avvicinandomi preoccupata, scostandole una ciocca di capelli dal viso e notando un livido viola e dei graffi sullo zigomo “Chi è stato, Hope dimmelo!” esclamai furiosa.
“Lottie ferma, non fare cavolate ti prego” mi implorò Sophie.
“Sono stati…loro.” Riuscì a spiegare Hope in lacrime. Capii subito di chi si trattava. Parlava forse degli amici di Louis?
“E cosa ti hanno fatto?” le chiesi, corrucciando la fronte.
“L’hanno portata sul retro della casa, e quando sono tornata l’ho trovata accasciata per terra, in lacrime” disse Sophie. A quelle parole mi si gelò il cuore.
“Dimmi Hope, ti hanno…violentata?” dissi sempre più furiosa.
“S-s-si” balbettò la bionda, scoppiando in lacrime.
“Ora mi sentono, quei bastardi!” urlai uscendo dalla stanza, rossa dalla rabbia.

Scesi freneticamente le scale, fino ad arrivare al grande salotto pieno di gente. Poi uscii dalla stanza, diretta verso il giardino. Notai subito Styles, che se ne stava con Zayn, Liam e un certo Niall appoggiato alla parete del retro della casa, accanto alla piscina. Fortunatamente mio fratello non c’era, era tornato a casa prima.

“Tu, lurido bastardo” urlai furiosa, riferendomi a Harry.
“Ehy, calmati nanetta” esclamò Zayn, causando le risate del resto dei ragazzi.
“Siete stati voi, vero?” domandai, rivolta verso Liam.
“Noi? A fare cosa?” esclamò il biondino Niall.
“Ti stai forse riferendo alla tua amichetta?” ridacchio maleficamente Styles.
“Siete solo dei luridi e schifosi puttanieri, non toccatela più.” Urlai, con gli occhi pieni di ardore.
“Oh, come la fai grave. Ci abbiamo solo giocato un po’” disse Liam, con un ghigno malefico.
“Stronzi, bastardi!” urlai, mentre una lacrima mi solcò il viso.
“Oh, la piccoletta si sta arrabbiando” gesticolò Harry, prendendomi in giro.
Mi avvicinai al riccio e lo guardai nelle palline degli occhi. Lo odiavo, profondamente. Mi faceva schifo, era squallido.
“Tu, prima ci provi con me e poi torni ad essere lo stesso schifoso Styles di sempre? CHE SCHIFO.” Sottolineai.
I ragazzi iniziarono a ridere, prendendomi in giro. Allora diventai completamente furiosa, totalmente rabbiosa e schifata nello stesso tempo.
“Bastardi!” urlai, avvicinandomi a Styles e tirandogli un calcio nelle parti basse. Il ragazzo si piegò in due, tenendosi l’intimità con le mani.
“Fermati Zayn, è solo una ragazza” disse Niall fermando Zayn, che si stava alzando intenzionato a picchiarmi.
Allora mi morsi il labbro inferiore e me ne andai, sussurrando un “che schifo” e ritornando all’interno della casa.

Trovai le mie amiche accanto alla porta d’ingresso e mi avvicinai, scalpitando per passare fra la folla.
“Dobbiamo andarcene” urlai per sovrastare la forte musica.
Sophie e Hope annuirono con un gesto del capo, e aprendo la porta uscimmo dalla villa di Liam.
Chiamammo un taxi, che arrivò dopo poco portandoci a casa. Il viaggio fu silenzioso e assolutamente interminabile.
Una volta arrivate a casa salutai le mie amiche, e dopo aver riaccompagnato Hope a casa, per non lasciarla sola, mi diressi verso casa mia. Superai l’ampio giardino e poi entrai.

Sbattei la porta, nervosa e notai mio fratello, seduto sugli scalini ad aspettarmi.
“Finalmente” esclamò alzandosi dalle scale, venendomi in contro.
“Che ci fai sveglio?” chiesi acida.
“Beh, ti aspettavo.” Esclamò cercando di darmi un abbraccio che io evitai “Che c’è Lottie?” mi chiese allora.
“Sono stati i tuoi amici” esclamai, fissando il pavimento.
“Lottie, cosa ti hanno fatto?” mi domandò Lou preoccupato.
“Hanno v-violentato Hope” balbettai, scoppiando in lacrime.
“Quegli stupidi, saranno stati ubriachi marci” fece Louis stavolta riuscendo ad abbracciarmi.
Mi strinsi forte al suo torace, mentre le mie lacrime gli bagnavano la maglia.
Ero triste, schifata e arrabbiata. Avevo bisogno di sfogarmi.
Avrebbero potuto fare tutto, ma non avrebbero potuto toccare la mia migliore amica, questo no.
Ecco un motivo in più per odiare quello stupido di Styles.
La maglietta di mio fratello diventava sempre più umida, e i miei singhiozzi sempre più forti e insistenti. Mi aggrappai al suo collo, stringendolo con forza.
Non avrei mai più parlato con quegli stupidi.

LOUIS’S POV

Sentivo mia sorella piangere rabbiosa fra le mie braccia.
La sentivo stringere i miei lembi di pelle, e bagnare la mia maglietta.
Tutto a causa di quegli stupidi bastardi. Certo, eravamo amici ma questa non l’avrebbero passata liscia.
Strinsi Lottie ancora più forte al mio torace, mentre i suoi singhiozzi aumentavano.
Ripensavo a Styles, a Malik, alla scommessa.
Quella fottuta scommessa. Come avevo potuto permettere un patto del genere?
Una scommessa sulla mia amata sorella, sulla mia piccola Lottie. Che stupido ero stato a dare il mio consenso.
Ricordavo le parole di Zayn, i soldi, gli sguardi beffardi di Harry.
Perché Louis? Perché hai acconsentito? E poi perché quella scommessa? Perché proprio Lottie?
Che stupido Louis, che imbecille.

 

Spazio autriceee c:

Ecco qui un nuovo capitolo, lolz.
E si parla ancora della scommessa fra Zayn e Harry, sulla nostra protagonista.
Ma perché Zayn avrebbe proposto a Styles questa scommessa?
Perché Harry avrebbe bisogno di quei soldi?
E soprattutto, di che si tratta?
Non vi dico più nulla c: se avrete voglia continuerete la lettura ehehe.
Vizto che ho mezo anche gli zfondi muzicali (?) u.u
Ringrazio tutte le visite che ho ricevuto alla storia, e chi l’ha aggiunta fra le preferite/seguite/ricordate ** VI AMO, SIETE SPLENDIDE POLPETTUCCIE (?) lolz.
Continuerò la storia a 5 recensioni c:
In ogni caso io sono @xxniallshugs_ su twitah (?) c;
Xoxo Viola

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***



CAPITOLO QUATTRO

LOTTIE’S POV

La luce che filtrava dalle tapparelle della finestra della mia stanza da letto mi colpiva perfettamente gli occhi. Mugugnai. Poi aprii leggermente le palpebre, il minimo necessario per poter vedere l’ambiente intorno a me. Ero stanca e assonnata, dato che questa notte non ero riuscita a dormire. Avevo ripensato a Hope, ai ragazzi, alla festa. E avevo pianto senza sosta, tutta la notte. Quei maledettissimi bastardi.

Mi misi seduta sul letto, stiracchiandomi e stropicciandomi gli occhi.

Afferrai il cellulare e guardai l’orario. Segnava le 9:40, ma fortunatamente quella era una domenica, e non sarei dovuta andare a scuola.
Mi ributtai fra le morbide e soffici coperte del mio letto, ma poi mi decisi ad alzarmi.

Mi guardai allo specchio, notando i capelli scompigliati, gli occhi gonfi e la faccia smunta. Facevo letteralmente schifo. Forse perché mi sentivo uno schifo dentro, per non essere riuscita a fare abbastanza per la mia amica, per non essere stata lì nel momento del bisogno, per non essere riuscita a farla pagare a quei bastardi e anche per non essere stata con lei. Se fossi rimasta li, insieme a Hope, non sarebbe successo nulla. Ne sono sicura. Ma ormai il danno è fatto, e non si può tornare indietro. Purtroppo.

Mi feci un classico cuco spettinato e scesi per fare colazione.
Arrivai in cucina e notai mio fratello Louis intento a preparare del latte caldo. Lo sorpresi da dietro, e gli saltai addosso, avvinghiando le mie braccia al suo collo.
“Ehi” fece girandosi verso di me e dandomi un lungo abbraccio, tenero e caldo.
“Ciao.” Riuscii a pronunciare io.

Non avevo voglia di parlare quella mattina, anche se infondo non servivano parole in quel momento. Louis si staccò da me, lasciandomi un grande e umido bacio sulla fronte. Mi piaceva questo suo comportamento paterno con me. Nonostante fosse un bullo, un duro e talvolta un classico puttaniere le cose con me, la sua amata sorellina, non erano cambiate.
Afferrò due tazze dallo scaffale e versando del latte caldo in esse me ne porse una.
Lo ringraziai porgendogli un sorriso, al quale lui ricambiò gentilmente. Era vero, non servivano parole.
Sorseggiai la mia bibita lentamente, assaporando il sapore dolce del miele al suo interno, sentendomi la lingua bruciare. Era una sensazione strana ma piacevole.
Riappoggiai la tazza vuota sul tavolo della cucina, e dando un veloce sguardo a mio fratello, me ne tornai in camera mia.

Avevo voglia di uscire, fare una passeggiata e pensare per conto mio. Così, una volta entrata nella mia stanza m’infilai un semplice paio di jeans, una maglietta rossa tinta unita e le mie amate vans. Afferrai il cellulare e lo infilai in tasca, poi scesi freneticamente le scale, e sbattendo la porta uscii di casa.

Uscii dall’ampio giardino che circondava casa mia, e una volta arrivata sulla strada, iniziai a camminare senza meta accompagnata dal mio inseparabile mp3. Misi una canzone della mia amata Taylor Swift: Back to December. Parlava di una ragazza, a cui manca il suo innamorato, e vorrebbe tornare indietro, al mese di dicembre.

“And I go back to December all the time.
Turns out freedom ain't nothing but missing you,
Wishing that I realized what I had when you were mine.
I go back to December, turn around and make it all right.
I go back to December all the time.”
 
Così recitava la canzone. Era molto bella, emozionante, triste allo stesso tempo. Era sicuramente una delle canzoni che amavo di più.
Continuai a camminare, ascoltando la musica sempre più forte e assaporando il sapore dei fiori appena sbocciati. Mi sentivo libera e potente in un certo senso. Chiusi gli occhi e iniziai a fantasticare, come una bambina. Immaginavo di essere ad un grande concerto, di essere notata dal mio idolo e di salire sul palco a cantare con lei. Che stupida, chissà se sarebbe mai successo.
D’un tratto vidi una panchina in lontananza, accanto ad un piccolo parco. La raggiunsi e mi sedetti in fretta. Iniziai ad osservare i bambini felici, giocare nell’erba verde e fresca, tra i fiori profumati. L’estate mi metteva sempre allegria.

Le canzoni iniziarono a scorrere e le ascoltai tutte una per una. La musica mi faceva sentire meglio, mi sollevava e c’era sempre, in ogni caso, anche quando gli amici non erano lì pronti per te. Amavo la musica, era la mia grande passione. Amavo anche cantare, nonostante non fossi troppo brava.

Ripensavo alla sera precedente, e allo stupido comportamento di Styles. Stupido? Che dico, stupidissimo, incoerente, persino depravato, senza coscienza. Mi sembrava che quel ragazzo non avesse un cuore. Ci aveva provato con me e poi si era permesso di abusare della mia migliore amica. “Si, è assolutamente senza un minimo di dignità” pensai “senza un minimo di cuore” mi ripetei.

D’un tratto qualcuno si sedette accanto a me, sfilandomi le cuffiette dall’orecchio e facendomi così spaventare.
“Che ascolti?” mi domandò la voce, alle mie spalle.
Mi girai e notai un ragazzo biondo, con gli occhi color caffè, la pelle caramellata ed un bellissimo sorriso.
“E’ T-taylor Swift, l-la mia cantante p-preferita” boccheggiai balbettando, stupita da quanto quel ragazzo potesse essere bello e attraente.
“Davvero ti piace?” mi domandò scettico.
“Beh, s-si.” Pronunciai stranita.
“Cavolo, anche io la adoro” mi fece sorridere “Io sono Cody, piacere.” Si presentò, allungando la mano verso di me.
“Piacere, io sono Lottie. Charlotte, in realtà” dissi io ridendo, stringendogli la mano.
“Sai, è un po’ che ti osservo” a quelle parole rimasi stordita. Non era forse uno stalker, un pervertito o qualcosa di simile?
“Te ne stai qui tutta sola, con i tuoi auricolari. Mi sarebbe piaciuto chiederti da un po’ cosa stessi ascoltando.” Continuò provocando la mia risata. Allora non era un maniaco, che stupida ero stata a pensarlo.
“Beh, ecco qui. Io amo Taylor Swift e la musica è la mia grande passione” sputai tutto d’un fiato.
“Davvero? Pensa che io studio canto e amo la musica” rispose lui sorridendomi.
“Wow, a me piacerebbe davvero diventare una cantante. Ma non so se ne sarei in grado” dissi timidamente. E infondo era vero, non sapevo cantare a parere mio, ma diventare una cantante mi sarebbe piaciuto un sacco.
“Ti va di farmi sentire qualcosa?” mi domandò con quei grandi occhioni dolci.
Accettai, presi fiato e iniziai a cantare una canzone ritmata e carina. Cody sorrise, e iniziò a battere le mani. Mi sentivo stupida, ma felice allo stesso tempo. Ridevo mentre cantavo e mentre il biondo mi sorrideva. Finii la canzone, mimando un inchino, seguita dagli applausi del ragazzo.
“Wow, io non pensavo che tu fossi così brava” esclamò soddisfatto.
“Oh, non credo proprio di essere brava, ma cantare mi rende felice” risposi modesta.
“Come vuoi. Secondo me sei molto brava Charlotte, complimenti” disse ridendo.
“Lottie, chiamami così” gli appuntai. Odiavo profondamente essere chiamata con il mio vero nome.
“Okay, Lottie. Ti va di andare a prendere un gelato?” chiese speranzoso.
Guardai il display del cellulare, che segnava le 10:30.
“Certo, va bene” gli sorrisi.
“Evviva!” esclamò il ragazzo, mimando gesti di vittoria.
Mi faceva ridere e stare bene. Era simpatico, aveva le mie stesse passioni e mi capiva perfettamente.

Ci alzammo dalla panchina, e ci incamminammo verso una gelateria li vicino.
Ordinammo due gelati, uno al cioccolato per me e uno alla frutta per il biondino. Poi ci sedemmo accanto al bancone, su un piccolo muretto.
“Parlami di te” chiese il ragazzo d’un tratto.
“Oh, dunque. Vivo con mio fratello Louis, tra un mese avrò 18 anni, frequento un liceo non lontano da qui e sono una stupida, che vorrebbe realizzare il suo sogno, ovvero quello di cantare” sputai tutto d’un fiato “Ora, dimmi di te” continuai, leccando il mio gelato.
“Bene, ho 18 anni compiuti, anche io frequento un liceo qui vicino e anche io vorrei realizzare il mio sogno, ecco tutto. Oh, vivo da solo, a pochi isolati da qui” mi raccontò.
“Aspetta, qual è il liceo che frequenti?” domandai curiosa.
“Il Princeton, tu?” mi chiese. Oddio, frequentava davvero il mio stesso liceo. Chissà come mai non lo avevo mai visto. Eppure un tipo così terribilmente carino non avrebbe potuto passare inosservato.
“Beh, sarai stupito ma… è la mia stessa scuola!” esclamai scoppiando a ridere.
“D-d-davvero?” balbettò il ragazzo “Non ci siamo mai…”
“Visti? Già.” Terminai la sua frase incompiuta.
“Dunque Lottie, ti va di darmi il tuo numero di cellulare?” 
Ci riflettei un po’ su. Ma come avrei potuto rifiutare? Era così bello, così simpatico e attraente. Mi faceva davvero dimenticare tutto. Mi tornò d’un tratto in mente la mia amica Hope, chissà come doveva sentirsi in questo momento. Dettai il mio numero al ragazzo e ne approfittai per mandare un messaggio alla mia amica in cui le scrivevo come si sentiva. Speravo tanto che mi avrebbe risposto.
“I-io ora devo andare” balbettai con sguardo freddo “Ci vediamo” feci alzandomi e lasciando il ragazzo nel dubbio.

HOPE’S POV

Mi svegliai di soprassalto e cercai di capire da dove provenisse quel rumore leggermente soffocato. Frugai tra le lenzuola fino a raggiungere il mio cellulare che si trovava ai piedi del letto.
Scoprii di avere un messaggio dalla mia migliore amica Lottie “Ehi. Come ti senti questa mattina? xx Lottie.”
Non avevo, stranamente, la minima voglia di risponderle.

Mi sentivo male, dentro. Mi sentivo spoglia, come nuda. Mi avevano privato della mia purezza in modo così brutale.
Mi avevano usata, toccata solo per divertimento. Come se fossi stata una stupidissima bambola di pezza. Mi sentivo uno schifo, non ero nemmeno riuscita a difendermi, mi ero solo limitata a singhiozzare ininterrottamente.
Decisi di alzarmi dal letto, con gli occhi ancora lucidi, il cuscino ancora bagnato e dei grandi lividi sul corpo.
Entrai nel bagno di camera mia, e iniziai a piangere davanti allo specchio.
Mi guardavo, col trucco sbavato, i graffi sullo zigomo. E singhiozzavo, ancora e ancora, senza fermarmi.
Mi strinsi forte la testa, che mi pulsava, facendomi un male incredibile, insopportabile.
Notai d’un tratto una piccola lametta attaccata al rasoietto che usavo per depilarmi.
La staccai con forza e poi, tremando, me la appoggiai sul polso. Poi premetti, procurando così dei piccoli tagli lungo tutta la lunghezza del mio braccio.
Un taglio per non essermi ribellata.
Un taglio per essere stata usata.
Un taglio per essere stata privata della mia purezza.
Un taglio per essere stata picchiata.
Un taglio per essermi sentita uno schifo.
Un taglio perché mi stavo facendo del male e invece avrei solo dovuto essere consolata.
Un’ultima ferita per non aver fatto altro che piangere.
Staccai d’un tratto la lametta dal mio polso, su cui notai dei lunghi tagli, sanguinanti, che mi provocavano bruciore su tutto l’arto.
Allora iniziai a piangere, sempre più forte, cercando però di trattenermi.
Afferrai della garza e alcune fasce dall’armadietto accanto al lavandino e iniziai ad avvolgermi il polso e l’avambraccio, pieni di sangue e ferite. Coprii tutto, per non suscitare le domande o la curiosità delle mie amiche, dei miei familiari. Come se nulla fosse successo. Ora, mi sentivo ancora più male, per far finta che non fosse successo nulla.

HARRY’S POV

Quel giorno decisi di fare una piccola fermata a casa del mio vecchio amico Louis.
Avevo bisogno di chiedergli dei soldi, ero finito ancora nei casini e non avevo tempo di aspettare la fine della scommessa con Zayn. “La scommessa, me ne ero quasi dimenticato” pensai sogghignando.
Mi incamminai a piedi, con le mani dentro le tasche, fino a casa di Tommo.
Una volta arrivato a casa sua entrai senza nemmeno bussare, e lo trovai steso sul divano.
“Da quando in qua non si bussa più?” fece il moro, guardandomi.
“Lou senti, io sono finito nei casini.” Sputai d’un fiato.
“Ancora? Sai che non ti aiuterò questa volta” fece fissando la televisione.
“Louis per favore, io… Noi siamo sempre stati amici”
“Si, certo. Trova altre scuse.” Mi rispose scettico.
“Insomma Tommo, che hai? Mi hai sempre aiutato?” lo implorai.
“Che ho? Mi stai davvero facendo questa domanda?” mi domandò alzandosi e avvicinandosi a me.
“E’ tutta colpa tua. Tua e dei ragazzi. Avete abusato di Hope, Lottie mi ha detto tutto” continuò ghiacciandomi con lo sguardo.
“Louis, non le abbiamo fatto nulla…” 
“Nulla? Ti pare che violentare una ragazzina sia nulla?” sottolineò la parola nulla.
“Ehi amico, noi facciamo molto peggio. Tu compreso. Non ricordi? Spacciamo ad esempio, e non mi pare che tu ti sia mai lamentato” gli feci notare.
“Quanto ti serve?” fece sospirando. Lo avevo convinto, ce l’avevo fatta.
“100 dollari, non di più” dissi a bassa voce.
Il mio amico mise le mani nelle tasche, tirando fuori il portafoglio ed estraendo da esso i soldi da me richiesti.
“Grazie amico” lo ringraziai con una pacca sulla spalla ed un sorriso beffardo.
Louis sospirò lanciandomi un occhiataccia, e rimproverandomi come sempre che la prossima volta non mi avrebbe aiutato. Io annuii e girandomi verso la porta decisi di andarmene.

Nel preciso momento in cui afferrai la maniglia della porta, qualcuno da fuori cercò di entrare in casa. La porta si aprì verso di me, accogliendo una testa di capelli dorati, che guardava verso il basso.
Alzò la testa e ci riconoscemmo a vicenda. Lottie stava li davanti a me, guardandomi silenziosa con occhi pieni di rabbia. Ci guardammo, per un solo e veloce attimo. La fissai dritta nelle palline degli occhi, azzurri come il mare, come quell’oceano che ci divideva da sempre. Mi persi in quello sguardo, rabbioso e cupo al di fuori, ma dolce e brillante dentro. Avrei voluto che quel momento non finisse mai. “Torna alla realtà, Harry” pensai tra me e me “Ricordati della scommessa” mi ripetei. Lei scappò via per le scale, ma ebbi il tempo di guardarla negli occhi ancora una volta, e in quell’istante realizzai di non avere più via di scampo.
        
 
 

Spazio dell’autricee.

Ciao a todos (?)
Dunque, ecco qui che la nostra protagonista conosce Cody (Cody Simpson) che è praticamente il ragazzo perfetto *^*
Intanto però le cose non sembrano andare meglio per Hope e per Harry, che si accorge di quanto Lottie sia bella, finalmente!
Va beh, non vi dico più nulla c: lolz.
Volevo ringraziare tutti quelli che hanno recensito sia in modo positivo che in modo critico alla storia, perché infondo è dagli errori che si impara! Ringrazio anche chi ha aggiunto la mia ff fra le preferite/seguite/da ricordare, e tutti quelli che hanno visitato questa storia (siete più di 200 visitatori OMG **) Beh che dire, io VI AMO.
In ogni caso sono @xxniallshugs_ su twitter c:
Mi aspetto tante recensioni eh, conto su di voi c: anche perché se volete che la storia continui questo capitolo dovrà avere almeno 5 recensioni!
Ciauu Polpettucciole mie (?)
Xoxo Viola                            

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***



CAPITOLO CINQUE

“Evvivaaa!” urlò la mia amica Sophie, saltandomi addosso.
“Calmati Sop, che c’è?” domandai incuriosita, passeggiando per il lungo e freddo corridoio della scuola intenta a cercare un’aula in cui andare, a causa di un’ora buca.
“Ma come, non hai letto i volantini appesi in tutta la scuola?” domandò stranita.
“Beh, in realtà…no” feci abbassando lo sguardo al pavimento.
“Charlotte, sempre la solita!” la fulminai con lo sguardo “Su, leggi qui” continuò indicando un piccolo manifesto appeso sulla parete del corridoio.

“Carissimi alunni!
Dato che questa sarà l’ultima settimana, 
annunciamo come sempre Il ballo scolastico!
Il regolamento prevede l’entrata a sole coppie miste!
Il ballo si terrà il 5 di Giugno, nella palestra, dalle 9 alle 11,
Vi aspettiamo numerosi!
La direttrice”
 

“Cavolo, il ballo scolastico! Quasi me ne ero scordata!” ripensai fra me e me.
“Hai letto? Hai letto?” continuava Sophie, martellandomi nelle orecchie la sua voce squillante.
“Oh, aspetta. Quando è il 5 di giugno?” chiesi mentre la mia amica tirava fuori il cellulare dalle tasche.
“L-L-Lottie” Mi guardò con gli occhi sbarrati “E’… Stasera!” continuò disperata.
“Domani sera? Cavolo e ora?” 
“E ora? Dobbiamo trovare un abito, un cavaliere e un trucco adatto” sputò tutto d’un fiato.
“Oh, cavolo!” esclamammo all’unisono.
“Signorina Tomlinson e Signorina Day, volete darvi una mossa?” esclamò d’un tratto la bidella, scocciata dalla nostra presenza, mentre stava girando a pulire i corridoi.
“Si, ci scusi” le rispondemmo ridacchiando.
“A proposito, Hope?” mi sussurrò all’orecchio Sophie.
“Io oggi non l’ho vista. Non credo sia venuta a scuola” risposi a bassa voce.
Un secondo richiamo della bidella ci fece sobbalzare, così decidemmo entrambe di scegliere una classe. Io scelsi l’aula dritta davanti a me, mentre la mia amica decise per quella a destra della mia.

Bussai alla porta, e venne calorosamente ad aprirmi un vecchio professore, sulla sessantina circa, dai capelli grigi e stempiati, e due occhiali da intellettuale che gli ricadevano sul naso.
“Buongiorno Signorina” mi accolse “può accomodarsi accanto a…Simpson” continuò, indicando un banco libero accanto a quello del ragazzo. Mi fiondai verso la seduta, con gli sguardi della classe addosso, e mi sedetti fissando il pavimento.

Il professore continuò la lezione, e mentre ero intenta a prendere i miei libri dallo zaino, una mano calda e familiare sulla mia schiena mi fece sobbalzare.
“Cos’è? Ora non si saluta più?” sussurrò la voce accanto a me.
Mi girai di scatto, riconoscendo solo ora il mio compagno di banco. Era lo stesso ragazzo dagli occhi color caramello, dalla carnagione calda e i capelli biondi, sempre in piedi in un ciuffo disordinato che il giorno prima avevo incontrato.
“Cody?” dissi a bassa voce, con occhi sbarrati.
“Già, sono proprio io. Finalmente ci siamo visti a scuola, eh!” esclamò il ragazzo gesticolando.
“S-s-si, finalmente” balbettai ammaliata da tale bellezza.
Iniziai a perdermi nei suoi occhi color miele, nelle sue labbra rosse e carnose che avrei tanto voluto sentire sulla mia pelle. Cercavo di non guardarlo, ma per me era quasi impossibile. Era così bello.
“Dai, seguiamo la lezione ora” cercai di svicolare da quella situazione, cercando di tenere l’attenzione su qualcosa che non fosse il biondo.
Cercai varie volte di seguire le parole del professore, ma i miei occhi andavano sempre e comunque a posarsi sul corpo scolpito di Cody, sui suoi pettorali, e poi salivano su, fino alla bocca. Quella dannata bocca, così sexy, accentuata da una piccola cicatrice sul labbro inferiore che lo rendeva ancora più attraente.
Il mio cervello era in litigio con il mio cuore.
I miei occhi cercavano il ragazzo, mentre le mie orecchie tentavano di seguire la lezione.
Il mio corpo era un miscuglio di controsensi in quel momento.

D’un tratto sentii la voce dell’anziano professore nominare il cognome Simpson, il quale si alzò in piedi ed iniziò a recitare ciò che l’uomo aveva precedentemente spiegato.
Aveva una voce terribilmente dolce, sexy, ipnotizzava come i suoi dannati occhi e la sua dannatissima bocca. D’un tratto si risedette al suo posto, e proprio in quel momento la campanella suonò, annunciando la fine delle lezioni.
Iniziai a riporre i miei libri nella borsa, quando qualcuno si alzò per aiutarmi.
Alzai lo sguardo e vidi un sorriso, a trentadue denti, da parte del ragazzo biondo.
Una volta finito lo vidi uscire dall’aula facendo segno di seguirlo. Arrivammo nel lungo corridoio quando il ragazzo prese parola.
“Lottie, finalmente hai notato la mia classe” esclamò ridendo.
“Oh beh io…” boccheggiai qualcosa di incomprensibile.
 Il ragazzo scoppiò in una risata somessa “Sei così bella quando sei insicura” sussurrò in modo tale che il mio infallibile udito potesse sentirlo.
“Allora, con chi andrai al ballo questa sera?” domandai facendo finta di nulla, camminando verso l’uscita.
“Oh, in realtà non credo di andarci. Non c’è nessuna ragazza che vorrei invitare” disse in tono insicuro il ragazzo.
Non c’era davvero qualcuna che volesse invitare? Insomma, con tutte le belle ragazze che gli saranno girate intorno come potrebbe non trovarne nemmeno una?
“Scherzi? Con tutte le ragazze che vorrebbero averti come accompagnatore!” mi lasciai sfuggire, tappandomi subito la bocca con le mani.
“In realtà ci sarebbe una ragazza che inviterei volentieri” fece girandosi a guardarmi, fermandosi.
“Oh, e si può sapere perché non la inviti?” domandai con un po’ di delusione.
“Dici che dovrei?” mi chiese un consiglio.
“Assolutamente. Su, va da lei” accennai un piccolo sorrisetto, falso.
“Beh, ce l’ho già qui davanti in realtà” disse abbassando lo sguardo.
A quelle parole tutta la mia insicurezza scomparve. Gonfiai le gote rosee e strinsi i pugni, cercando di trattenere un grande sorriso che stava affiorando sul mio viso. Allora quella ragazze ero davvero io?
“Lottie, ti va di venire al ballo con me?” domandò il ragazzo, porgendomi un sorriso a sessanta denti.
“Beh, non negherò che sono sorpresa ma…” 
“M-ma?” 
“Ma certo che vorrei venire con te al ballo!” esclamai.
Il ragazzo, felice, inizio a correre e saltare, urlando ad ogni passante che la sottoscritta aveva accettato di fargli da accompagnatrice per il ballo. Poi si avvicinò a me e prendendomi in braccio mi fece girare come una trottola. Quando mi mise a terra scoppiammo entrambi in una sonora risata.
“Evvai, Yuppy!” esclamò il ragazzo, ridendo ancora.
Notai la mia amica Sophie, che mi stava osservando stranita dal grande acero dove ogni giorno ci davamo appuntamento.
“Scusa Cody, devo andare. Ci vediamo stasera allora” 
“Oh, certo. Se mi scrivi l’indirizzo in un sms, passo da te alle 9 in punto”

Annuii convinta stampando un umido bacio sulla guancia al ragazzo, che arrossì di colpo. Poi mi diressi verso la mia amica Sophie, che mi stava aspettando.

Prima che potessi arrivare dalla mia amica qualcuno, tirandomi per un polso, mi trascinò verso il retro della scuola.
“Vuoi spiegarmi chi diavolo è quello?” esclamò Styles, a tre centimetri dal mio viso.
“Un ragazzo, sai com’è” risposi sarcastica. Ma come ero simpatica oggi.
“Che ragazzo? Non dirmi che esci con quello?” 
“Da quando ti interessi della mia vita?” domandai lasciando il riccio spiazzato.
Non rispose. Ci fu un attimo di silenzio ed io cercai di liberarmi dalla presa del ragazzo, che però non mi lasciò andare.
“Lasciami.” Esclamai strattonandolo e riuscendo così a liberarmi.
Corsi via, verso Sophie, che mi stava ancora aspettando. Cos’era tutta quella preoccupazione da parte di Styles? In fondo non gli era mai importato di me, ben sì ci eravamo sempre odiati.

“Allora? Chi era quello?” mi domandò Sop, una volta che io fui arrivata sotto il grande albero.
“Oh, ti ci metti anche tu?” feci avviandomi verso casa, seguita dalla moretta che chiedeva spiegazioni.
“Anche io? Chi ti ha fatto domande? Chi era quello? Che ti ha detto? Uscite insieme?” mi tormentò la mia amica fin quando non gli spiegai di Cody, del ballo e di Styles.
“Uuuh, Styles è geloso! Styles è geloso e Lottie ha un appuntamento!” iniziò a saltellare emanando piccoli urletti.
“Smettila Sop!” esclamai ridendo “Dimmi un po’ , tu con chi andrai al ballo?” domandai.
“In realtà ancora nessuno me lo ha chiesto, credo che alla fine sarò io a fare la proposta” ridacchiò.
“Credo che sia meglio così” sopirai.
“Ehi, a proposito del ballo, come facciamo con i vestiti?” domandò la mora.
“Credo che oggi ci aspetterà una lunga giornata di shopping!” esclamai sapendo perfettamente della grande passione di Sophie per la moda.
“Evviva!” esultò “Ora, che dici se andiamo a tirare fuori di casa la nostra Hope?” domandò una volta che fummo arrivate davanti a casa della nostra amica.
“Concordo, andiamo!” esclamai dirigendomi verso casa Johnson.

Superammo il grande giardino e una volta arrivate all’ingresso suonammo il campanello.
Ad aprirci fu la signora Johnson, che ci accolse calorosamente, facendoci segno di raggiungere sua figlia Hope in camera da letto.
Salimmo velocemente le scale, arrivammo al lungo corridoio senza fine e poi ci dirigemmo verso la stanza da letto della nostra migliore amica.
Bussammo un paio di volte, ma l’unica reazione che ricevemmo fu un mugugnio sommesso, decidemmo così di entrare senza il permesso di Hope.
Una volta dentro notammo la nostra amica, avvolta fra le morbide coperte, intenta a dormicchiare.
“Hey, dormigliona! Sono le 12:30!” tentai di svegliarla, invano.
“Su Hope, muovi il culo e alzati da quel letto” provò Sophie con tono autoritario, ricevendo soltanto del silenzio in cambio.
Allora decisi di avvicinarmi al letto della bionda, e accarezzandole i capelli iniziai a parlare.
“Hope, su alzati. Sappiamo tutti quanti cosa è successo, ma è ora di uscire di casa. Così dimostri soltanto di essere debole, e tu non lo sei per niente.” Sentii il corpo di Hope contrarsi.
“Io n-non sono debole” mugugnò. Come il mio punto debole era il solletico il suo era il fatto dell’essere forte. Se qualcuno la chiamava debole si arrabbiava come nessun’altro, diventava una furia.
“Dimostramelo, alzati dal letto e dimostra a quei bastardi che sei forte” gli esclamai.
 Sentii la ragazza alzarsi a fatica e sedersi sul letto. La mia tattica aveva funzionato.
Io e Sophie avvolgemmo la nostra amica in un lungo e tenero abbraccio, rassicurandola e facendola stare meglio.
“Grazie ragazze, come farei senza voi” esclamò.
“Dunque cara Hope, lo sai che c’è questa sera?” domandò Sophie.
“Il ballo della scuola!” esclamammo all’unisono.
“E sai che ci aspetta oggi?” domandai io.
“Un intenso pomeriggio di folle shopping!” urlò Sophie eccitata solo al pensiero.
“M-m-ma io non…non ho un accompagnatore” balbettò triste la biondina.
D’un tratto un lampo di genio mi travolse i pensieri.
“Oh, ho un accompagnatore perfetto per te!” sottolineai la parola ‘perfetto’.
“E chi sarebbe?” domandarono le ragazze, stranite.
“Beh, lo vedrete. Su, ora che ne dite se ce ne andiamo a casa mia e poi ci facciamo accompagnare da mio fratello Louis in centro?” proposi.
Le ragazze annuirono contente, e tutte insieme decidemmo di dirigerci verso casa mia.

Hope avrebbe dovuto alzarsi per vestirsi, ma qualcosa la tratteneva.
“Hei bionda? Ti decidi a vestirti?” esclamai guardandola, ancora sotto le coperte.
“Io vi raggiungo di sotto” disse accennando un piccolo sorrisetto.
“Hope, che c’è?” domandò Sophie dubbiosa.
“Nulla, solo che mi vergogno a…” 
“Oh Hope, ti sei sempre vestita davanti a noi” la interruppi.
“Su, scendi da questo letto!” esclamò Sophie, scoprendola dalle coperte.
Fu in quel preciso momento che mi si gelò il cuore. Il braccio della mia amica era ricoperto di piccoli taglietti e cicatrici, che mi fecero letteralmente tremare.
“Hope, che significa questo?” chiese Sophie incredula.
La bionda non rispose, scoppiando in un silenzioso pianto liberatorio.
Non potevo crederci. La mia migliore amica autolesionista? Era uno scherzo, vero? No, non poteva essere.
“Scusate ragazze, sarà la prima e l’ultima volta” disse la ragazza, fra un singhiozzo e l’altro.
Una lacrima solcò il mio viso. Mi avvicinai a Hope e la strinsi ancora più forte a me, seguita da Sophie.
“Sappi che per te noi ci saremo, sempre” gli sussurrammo.
La bionda si asciugò le lacrime e poi accennò un piccolo “grazie” seguito da un sorriso sincero.
In quel momento aveva solo bisogno di noi e del nostro supporto.
Certo, mi pareva strana questa situazione dato che Hope era sempre stata quella forte del gruppo, qella quasi insensibile, in senso buono ovvio.
Ci sciogliemmo da quel secondo abbraccio, e la bionda decise finalmente di prepararsi. Indosso una felpa larga, a maniche lunghe, intenta a coprire i graffi sul braccio e un paio di semplici jeans. Scendemmo le scale e avvisando la signora Johnson uscimmo di casa, dirette verso la mia.


“Louis siamo a casa!” esclamai non appena entrammo in casa mia. Buttammo lo zaino nell’atrio accanto alla porta e poi ci dirigemmo verso il salotto.
“Lottie, Hope, Sophie! Ben tornate da scuola” esclamò mio fratello, che dalla cucina era venuto verso di me.
“Senti Lou, tu hai saputo del ballo, no?” domandai speranzosa, seguita dagli sguardi straniti delle ragazze.
Mio fratello annuì con un gesto del capo.
“Bene, dunque… Ti andrebbe di andarci con Hope?” tutti rimasero a bocca aperta a quell’affermazione.
“Quindi era tuo fratello il ‘cavaliere’ perfetto!” disse Sophie facendo arrossire la bionda ancora di più.
“Beh, se accetti Hope sarei lieto di venire al ballo con te” fece mio fratello avvicinandosi alla ragazza.
“O-o-okay” balbettò la ragazza seguita dai nostri urletti.
“Dunque rimarrò l’unica senza accompagnatore” ridacchiò Sophie. “Sarò costretta a fare la proposta al mio cagnolino” ridacchiò facendoci scoppiare in una sonora risata.
“Senti Lou, non è che magari potresti accompagnarci a fare compere in centro questo pomeriggio?” domandai speranzosa.
“Certo, fatevi trovare pronte per le tre!” 

*alcune ore dopo*


Come Lou ci aveva detto io e le ragazze ci eravamo fatte trovare pronte, vestite e truccate alla perfezione per le tre in punto. Mio fratello ci aveva dunque accompagnate fino in centro e ora io e le mie migliori amiche eravamo intente a girovagare per negozi senza una meta ben precisa.
“Che ne dite se entriamo qui?” fece Sop, indicando un negozietto sull’angolo della strada.
Io e Hope annuimmo e ci dirigemmo verso il negozio.
Una volta entrate notammo colori sgargianti, abiti lunghi e corti di ogni tipo appesi ovunque. Eravamo capitate esattamente nel negozio giusto, merito dell’infallibile gusto per la moda di Sophie.
Iniziammo a girare fra i vari reparti dell’ampio negozio. Era davvero lussuoso, e ispirava matrimoni e ricevimenti. I pavimenti e gli arredi erano di un panna lucido, gli abiti esposti erano risaltati da piccole lucine sul soffitto, che illuminavano l’ambiente. Vari commessi in smoking giravano per il negozio indaffarati. Avvistammo subito il reparto “abiti da ricevimento” e ci entrammo senza ripensarci due volte.
Notai subito, in lontananza, un dolce abitino color verde acqua, e decisi senza guardare altro di provarlo sparendo in camerino, mentre le mie amiche erano ancora intente a cercare un vestito adatto.
Sentii d’un tratto i due camerini ai mei lati aprirsi, segno che le mie amiche erano appena entrate per provare qualcosa.
Dopo pochi minuti uscimmo tutte e tre insieme, e rimanemmo a bocca aperta. Eravamo tutte bellissime.
Sophie aveva un abitino corto e rosso fuoco, con delle decorazioni in pizzo sulle spalle.
Hope aveva un abitino dal corpetto di pizzo bianco e la gonna più morbida color rosa chiaro.
Io avevo un abito color verde acqua, più corto davanti e più lungo dietro, con piccoli dettagli in nero.
Ci guardammo soddisfatte lanciando piccole urla di gioia. Avevamo già trovato i vestiti perfetti, ora mancava solamente il trucco, le scarpe e saremmo state prontissime per il ballo.

Spazio dell’autriceee, babee.

Eccomi quiii, sono ancora io c:
Cioè, boh. Fa schifo, lo so. Scusatemi ma ero di fretta lol.
Comunque, dato che siamo arrivati a 5 recensioni nello scorso capitolo ho aggiornato **
Devo scappare ma sappiate che ringrazio davvero tutte e che siete FANTASTICHE.
La prossima volta metto anche le foto degli abiti e degli accessori delle ragazze, che ho creato appositamente c;
Come sempre metto il prossimo capitolo a 5 recensionI!
Un bacio polpette (?) sapete che potete trovarmi su twitter col nick di @xxniallshugs_!
Xoxo Viola.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***



CAPITOLO SEI

Tornammo a casa dal pomeriggio di shopping per le 19:30, e solo alle 21:00 ci sarebbe stato il ballo scolastico, al quale sarei andata con Cody. Hope sarebbe andata con mio fratello Louis, mentre Sophie aveva rimediato un invito via sms da un suo vecchio amico: Ashton.
Eravamo nella mia stanza da letto e ci stavamo preparando alla grande serata.
Tirammo fuori dalle borsine del negozio i nostri fantastici abiti, e li riguardammo soddisfatte. Li indossammo velocemente, poi aggiungemmo una borsa, dei tacchi, dei gioielli e un filo di trucco per accentuare questo look davvero stupendo.

Io indossavo l’abitino verde acqua dal corpetto in pizzo nero, più lungo dietro e più corto davanti, un paio di tacchi neri come la notte, una pochette nera, un grande bracciale dorato e degli orecchini abbinati, che a parola di Sophie “accentuavano la luminosità del mio viso”. Avevo anche lo smalto color del vestito sulle unghie e per completare il tutto Sop mi aveva fatto i boccoli ai capelli, che ricadevano leggeri sulle mie spalle e mi aveva anche messo un filo di ombretto color tortora sugli occhi (http://www.polyvore.com/lottie/set?id=96330373 ) .

Sophie aveva un abitino molto carino color rosso fuoco, con dei dettagli in pizzo nero. Indossava anche dei tacchi e una pochette nera, un bracciale sempre nero adornato con una catenina color oro, aveva i capelli mori mossi e sciolti al naturale, e per rendere il tutto più aggressivo sfoggiava una manicure nera come la pece e delle labbra rossissime ed intense (http://www.polyvore.com/sophie/set?id=96330044 )

Hope, al contrario di Sophie, aveva un look molto delicato. Indossava un abitino dal corpetto in pizzo color panna e dalla gonna di un rosa pastello molto carino. Indossava un paio di tacchi color carne ed una pochette bianca con delle decorazioni in oro, che riprendevano il colore del grande bracciale che portava al polso. Per completare il tutto Sophie le aveva messo un filo di eyeliner sugli occhi, le aveva acconciato i capelli in uno chignone intrecciato, molto carino e le aveva messo una mano leggera di smalto color rosa sulle unghie (http://www.polyvore.com/hope/set?id=96330565 )

Ci stringemmo tutte e tre in un piccolo semicerchio e ci guardammo allo specchio. Eravamo carinissime, tutte e quante. Quegli abiti risaltavano i pregi dei nostri corpi, e quel trucco la lucentezza dei nostri visi.
“Ragazze, siamo bellissime” esclamai io quasi commossa.
“Già, sembriamo delle principesse” confermò Hope.
“Il tutto grazie a me, la stilista Sophie” disse sghignazzando la ragazza.
“Oh si, sei FA-VO-LO-SA tesoro” la canzonò Hope, mentre io scoppiai in una sonora risata.
“E comunque sono sicura, cara Hope, che ti divertirai molto con mio fratello” la rassicurai.
“Già, e poi siete così carini insieme!” esclamò Sophie, ridendo sommessamente.
“Sop!” disse allora Hope in tono di ripresa. Se volevi far arrossire la biondina, questo era il modo perfetto.
Mi astenetti per un secondo alla conversazione, guardando il display del cellulare che segnava le 21:00; Cody sarebbe arrivato a minuti.
Sentimmo d’un tratto qualcuno bussare alla porta, chiedendo di entrare.
Era mio fratello Louis, che implorava di vederci vestite e truccate per l’occasione.
Gli rispondemmo con un “aspettaci giù” e una volta infilato lo stretto necessario nella borsetta, uscimmo dalla stanza e scendemmo le scale in stile Red Carpet.
Riuscii a sentire Louis boccheggiare qualcosa di simile ad un “wow” e poi lo vidi arrivare verso di noi, sorridente.
“Siete splendide, ragazze” fece stupito e compiaciuto.
Anche mio fratello stava benissimo, indossava uno smoking nero, con sotto una semplice camicia bianca ed aveva i capelli stranamente acconciati in modo impeccabile.
“Anche tu Lou” feci andando verso di lui e stampandogli un umido bacio sullo zigomo.
Mio fratello sorrise, e poi si avvicinò a Hope, che stava diventando sempre più rossa di vergogna.
“Andiamo principessa?” le domandò scherzando, notando le sue gote sempre più rosee.
“C-c-certo” riuscì a balbettare la bionda.
Louis prese la sua accompagnatrice a braccetto e insieme sparirono dietro la porta.
Ora toccava a me e Sophie aspettare Cody e Ashton, che sarebbero arrivati a minuti.

Sentimmo il campanello suonare dopo poco, e l’accompagnatore di Sophie si fece spazio in casa mia, per poi uscirsene con la mia amica diretti verso il ballo.

Rimasi l’ultima in casa, da sola, aspettando il mio “cavaliere”. Il tempo scorreva lentamente, sembrava quasi non passare mai.
I minuti correvano, il tempo proseguiva, le lancette dell’orologio scattavano ripetutamente sul grande orologio situato in salotto.
Finalmente, dopo attimi interminabili, qualcuno bussò alla porta.

Andai ad aprire, socchiudendo leggermente la porta per poter sbirciare chi fosse.
“Che dici andiamo?” Cody, fuori dalla porta, scoppiò in una sonora risata.
“Oh si, io volevo solo…vedere chi…” mi zittì con l’indice sulla mia bocca.
“Dai principessa, salta in macchina” fece guardandomi con i suoi soliti occhi stupendamente ammalianti.
Allora io aprii la porta completamente, per permetterci di vederci a vicenda.
“L-L-Lottie sei…bellissima” balbettò il ragazzo.
“Anche tu stai molto bene” gli sorrisi. Indossava una semplice maglietta con lo scollo a v che gli risaltava i pettorali, con sopra una classica giacca nera. Aveva anche dei jeans ovviamente neri, sostenuti da una cintura con lo stemma americano.

Mi prese a braccetto e mi trascinò letteralmente fuori di casa, verso la sua auto.
Mi precedette e mi aprii la portiera da vero gentiluomo. Aveva una fuoristrada nera, con gli interni in pelle.
Il viaggio fu breve, ma pieno di sorrisi. Il nostro silenzio fu colmato dalla musica di Taylor Swift, che entrambi adoravamo.
Arrivammo in poco tempo a scuola e Cody parcheggiò la sua auto accanto alla palestra, che era agghindata con festoni e colori di ogni tipo.
Ci dirigemmo mano nella mano verso il bancone all’entrata, in cui ci chiesero i nostri nomi.
“Cody Simpson e Lottie Tomlinson” gli sorrisi io.
La ragazza ci diede il via libera per entrare, e appena dentro ci trovammo in un ambiente assolutamente indescrivibile. C’erano coppie intente a ballare un pezzo ritmato di Katy Perry ovunque. Tutte le ragazze erano davvero belle, per non parlare dei fighi pazzeschi che le accompagnavano! Wow.
Ai lati della sala c’erano dei banchetti con del cibo, e al centro, davanti alla pista da ballo, c’era un palco allestito su cui un dj stava facendo girare qualche disco.

Avvistai in lontananza la mia amica Hope con mio fratello Louis. Vidi anche Ashton e Sophie, intenti a scatenarsi al centro della pista.
E poi beh, c’era lui.
Quell’odioso ragazzo appiccicato a due millimetri ad una biondina, nemmeno tanto magra, che si strusciava bellamente su di lui.
Troia.
Anche Styles notò il mio sguardo, e mi guardò con sguardo beffardo, accennando un piccolo sorrisetto.
Non ci ripensai due volte; afferrai Cody per un braccio e iniziai a ballare incurante degli sguardi del ragazzo.
Mi girai di schiena, strusciandomi sul biondo e mandando uno sguardo di sfida a Styles, che intanto aveva appoggiato le mani sul fondoschiena della ragazza a lui appiccicata.
Lo guardai ancora, e feci scendere le mani di Cody fin sul mio sedere. Il biondo di certo non rifiutò l’offerta, e ridendo continuò a ballare.
Ormai era guerra.
Ci eravamo lanciati una sfida, e io come sempre avrei vinto.
“Charlotte!” pensai fra me e me “è solo uno stupido ragazzo con una stupida troietta ragazza” ripensai.
Così voltai il mio sguardo verso Cody, che mi stava fissando con quelle fantastiche iridi color miele che lo caratterizzavano.
Lo guardai sempre più intensamente, dritto nelle pupille, e come sempre mi persi nei suoi occhi caramello.
Il respiro iniziò a farsi pesante, mentre il ragazzo sembrava ballare tranquillissimo. Per evitare quell’imbarazzante situazione mi girai verso la folla, cercando le mie amiche con gli occhi.
Qualcosa però interruppe la mia ricerca.
“Ed ora ragazzi e ragazze è il momento in cui le coppie verranno capovolte. I ragazzi possono invitare chi vogliono, e le ragazze devono accettare al primo invito! E’ importante però non rimanere con il vostro accompagnatore!” annunciò qualcuno al microfono, facendo poi partire una canzone più lenta.
Mi girai verso Styles, che mi stava osservando insistentemente e lasciando Cody con un “a dopo” me ne corsi via, per evitare che il riccio potesse invitarmi a ballare.

Correvo e poi mi giravo, allungavo il passo e poi mi voltavo ancora. Quando sentii qualcuno afferrarmi per il braccio il mondo mi cadde addosso. Il passo svelto di Harry aveva avuto la meglio su di me.
“Cara Lottie, non puoi rifiutare” fece prendendomi e portandomi a se.
“E se lo facessi?” risposi guardandolo.
“Vuoi davvero scoprirlo?” domandò guardandomi beffardo.
Forse era meglio accettare. Sapevo che in seguito scappando avrei complicato le cose, così iniziai a ballare il lento, guardando Harry negli occhi color smeraldo.
“Dimmi, ti diverti con quel…coso?” mi fece riferendosi a Cody.
“Ti diverti con quella…puttanella?” mi lasciai scappare.
“Noto un filo di sarcasmo nella tua domanda” scherzò sorridendo.
“Noto un filo di antipatia …in te.” Ma come ero simpatica questa sera.
“Su, ammeti che in fondo sono un bravo ballerino” fece guardandomi dritto nelle pupille.
Diedi un veloce sguardo alle sue gambe, che si muovevano sinuosamente. In effetti aveva ragione, ma non lo avrei mai ammesso.
“Oh, non lo ammetterò. Non lo sei” gli risposi a tono.
“Quando hai finito di fare la simpatica fammi un fischio, nanetta” 
Gli pestai un piede col tacco, facendolo piegare in due dal dolore.
“Sono lieto di annunciarvi che potete tornare dai vostri partner!” esclamò la voce al microfono.
“Ciao Styles” lo salutai, in tono di sfida.

Avvistai Cody in lontananza, che mi sorrise abbassando lo sguardo. Corsi verso di lui, e prendendolo per mano ricominciammo a ballare.
Il dj fece d’un tratto partire un fantastico lento di Taylor Swift: Back To December. Era esattamente la canzone che stavo ascoltando il giorno in cui avevo conosciuto il biondo. Destino?
Io e Cody ci guardammo, come per dirci della canzone, e poi sorridemmo avendo capito che entrambi pensavamo proprio a quello.
Il mio ‘cavaliere’ mise le sue braccia sulla mia schiena, e io misi le mie attorno al suo collo.
“Lottie io…” mi sussurrò Cody, avvicinandosi al mio orecchio.
“Tu?” lo incitai a continuare.
“Insomma…io volevo…” 
“Allora?” ‘Dai, fammi la domanda tanto attesa Cody’ pensai fra me e me.
“Beh, volevo chiederti se ti va di uscire con me” lo zittii con l’indice sulla bocca.
“Certo che voglio” gli sorrisi, allontanandomi dal suo orecchio e assaporando quel fantastico ritornello.
Il ragazzo allora mi sorrise compiaciuto. Mi girai felice verso la folla, e notai Hope e Louis tutti intenti a sussurrarsi chissà cosa. Fatto sta che la mia amica pareva felice e se lo meritava. Girai lo sguardo e vidi anche Sophie e Ashton, che si guardavano nelle pupille, sorridendo.
Girai ancora lo sguardo e vidi Harry.
Harry e la biondina.
Harry e la biondina vicini.
Harry e la biondina troppo vicini.
Harry e la biondina troppo vicini intenti a baciarsi bellamente.
Un groppo alla gola e dei brividi lungo la schiena mi percorsero lasciandomi senza fiato. Il riccio si staccò dalla ragazza e mi guardò con occhi soddisfatti.
Si, era decisamente guerra.

Notando che mi stava ancora osservando gli lanciai un occhiata di sfida e mi rigirai verso Cody.
I suoi occhi insicuri percorsero lentamente ogni parte del mio corpo. Alzai lo sguardo e lo guardai dritto nelle iridi color miele. Sentii il respiro affannarsi e il cuore battere all’impazzata.
Poi finalmente accadde.
Accadde ciò che stavo aspettando da tutta la serata. Ciò che stavo sperando già da un po’.
Cody mi prese il viso, mi guardo un ultima volta e poi premette lentamente le sue labbra contro le mie.
Mi staccai accennando un sorrisetto, e notando con la coda dell’occhio lo sguardo attento di Styles su di me.
Presi fiato e poi mi fiondai letteralmente sulle carnose labbra del mio ‘cavaliere’ che ricambiò il mio bacio teneramente.
Le mie orecchie erano completamente avvolte dal suono di quella canzone, il mio cuore e i miei occhi avevano spazio e tempo solo per Cody.
La mia schiena era percorsa da brividi interminabili e le mie braccia erano ancora avvolte al collo del ragazzo.
Ci staccammo riprendendo fiato e sussurrai al biondo che avrei fatto un salto a prendere da bere.

Mi avvicinai al tavolo dei cibi, facendomi largo fra le coppiette innamorate.
Afferrai un bicchiere e ci versai della fresca bibita analcolica.
“Complimenti” qualcuno alle mie spalle mi fece sobbalzare.
“Sophie! Che spavento!” dissi girata verso la mia amica.
“Che fortuna che ti abbia baciata!” 
“Oddio Sophie, aspettavo questo momento da tutta la serata” 
“Ah, che carina. E poi vi sposerete e avrete una grande famiglia” fantasticò ridendo.
“Scema” le dissi spingendola con una leggera pacca sulla spalla.
“E ho anche visto il tuo ballo con Styles” fece girandomi intorno.
“Oddio, ti prego. Qualunque cosa tu pensi la risposta è no.” Marcai il no.
“Vuoi davvero dirmi che non ti è piaciuto?” rise la ragazza.
“Smettila, sai che non potevo rifiutare”
La ragazza annui dandomi ragione.
“A proposito, ho visto Hope tutta sola. Dove è tuo fratello?” mi chiese.
In effetti guardandomi in torno vedevo solo Hope, seduta in un angolo con le mani alle tempie, mentre di mio fratello nessuna traccia.
“Oh, sarà andato in bagno” la rassicurai.

HOPE’S POV

Me ne stavo seduta tutta sola su una sedia a bordo della pista. Louis era letteralmente scappato dopo ciò che era successo.

FLASHBACK

D’un tratto partì un lenta canzone di Taylor Swift. Al pensiero mi girai subito verso la mia migliore amica Lottie, sapevo che l’adorava.
Durante tutta la serata Louis era stato parecchio freddo con me. Certo, ogni tanto accennava qualche sorrisetto, ma per il resto si vedeva che si sentiva parecchio a disagio.
Lo sentivo strano, come se fosse insicuro. Avevo bisogno di sapere che cosa lo tratteneva.
D’un tratto sentii il suo corpo contrarsi e la sua presa su di me aumentare. Mi stringeva a se, ed io fra le sue braccia mi sentivo sicura, invulnerabile.
Sembrava felice, ma il suo corpo pareva ancora teso, duro, insicuro.
Avevo bisogno di sapere cosa provasse. D’un tratto mi abbracciò, appoggiando la sua testa sulla mia spalla.
Sentivo il suo pesante respiro pulsare sulla mia spalla scoperta, e le sue braccia stringermi a lui. Mi piaceva come sensazione.
Si allontanò, e tornò alla precedente posizione, facendo scendere le sue mani poco prima del mio fondoschiena. Lo guardai dritto nelle pupille, nere come la notte. Aveva delle vere e proprie pietre preziose incastonate al posto degli occhi. Le sue iridi erano azzurrissime, con delle leggere sfumature verdi. Passai poi a guardargli la bocca. Quella bocca terribilmente attraente. Louis si morse il labbro inferiore, facendomi sussultare.
Si, mi piaceva. Mi piacevano le sue labbra, i suoi occhi e il modo in cui mi guardava. Mi piacevano anche i suoi capelli, scompigliati a causa del calore.
“Louis io…” mi lasciai scappare, attirando il suo sguardo sulla mia bocca.
“Non dire nulla” mi zittì afferrandomi il mento con le mani, e portando il mio viso a se.
Appoggiò le sue labbra sulle mie, facendomi sentire le farfalle nello stomaco. Mille sensazioni mi attraversarono in quel momento. E quindi era questo ciò che si provava quando si era…innamorati?
Non lo sapevo. Non lo ero mai stata, ma Louis mi piaceva davvero.
In realtà mi piaceva da tempo e ricordavo tutte le volte in cui andavo a casa di Lottie, e suo fratello si avvicinava a me, mi parlava, mi sorrideva ed io mi scioglievo dentro.
D’un tratto Louis si staccò da me, con le sue mani sulle mie spalle.
“No” sussurrò lasciandomi nel dubbio.
“N-n-no cosa?” domandai.
“Io non posso”
“Perché?”
“Lo sai, ho una ragazza.”
Quelle parole mi fecero ricordare che era vero. Che noi appartenevamo a mondi diversi, che eravamo diversi. Che lui aveva una fidanzata e che per lui ero solo una bambina in preda alla sua prima cotta.
“Perché mi hai baciata?  E soprattutto qual è stato il problema questa sera?” sputai tuto d’un fiato.
“Il problema è che per me non sei solo la migliore amica di Lottie. Per me non sei solo una conoscente. Io non ti considero una bambina. Tu mi piaci, Hope, ecco il problema” disse fissando il pavimento, mentre io avevo ormai cessato di ballare.
“Scusa, devo andare” continuò scappando via.
Ma come? Mi aveva detto che gli piacevo e se ne era andato? Io trovavo le cose molto più semplici, non trovavo che avesse fatto la cosa giusta. Forse era vero, vedevo il mondo con gli occhi di una bambina.

FINE FLASHBACK

LOTTIE’S POV
D’un tratto notai la mia amica Hope afferrare il cellulare dalla borsetta, e scrivere un messaggio.
Quando ebbe finito sentii la borsa vibrare, e capì che stava scrivendo proprio a me.
Il testo del messaggio diceva “Dobbiamo parlare, raggiungimi qui fuori. xx Hope” .
Guardai stranita il display del telefonino e poi diedi un veloce sguardo a Sophie.
“Deve parlarmi” dissi stranita e lasciando Sophie sola, al banchetto dei cibi.
Corsi verso l’uscita, facendo cenno a Cody che stava ballando tutto solo in mezzo alla pista, di aspettarmi.
Mi catapultai fuori dalla palestra, e raggiusi la mia amica.
“Hope” la chiamai, vedendo una testa di capelli dorati girarsi verso di me.
“Lottie io…devi sapere” mi fece preoccupare.
Mi raccontò della serata, del bacio, della fuga di mio fratello e cosa ancora più sconvolgente: del fatto che Louis le piaceva da tempo, ma non me lo aveva mai detto per paura della mia reazione.
La prima cosa che mi venne istintiva fare fu abbracciarla. La strinsi forte tra le mie braccia, incurante di tutto il resto.
“Avresti potuto dirmelo, sarei soltanto stata felice” le sussurrai accarezzandole i capelli.
La ragazza si staccò da me e mi sorrise grata accennando un “grazie” sommesso.
“Ricordi la promessa?” Hope mi guardò storta.
“Sarebbe stata l’estate migliore di sempre. Su, andiamo dentro a divertirci!” esclamai tirandola per un braccio all’interno della palestra.
Raggiunsi Cody sulla pista da ballo e insieme a lui iniziai a ballare una canzone molto ritmata. Iniziai a scatenarmi seguita dal biondo che scoppiò in una sonora risata.
Girai lo sguardo verso le mie amiche e notai Hope intenta a ballare con un ragazzo. Meritava di divertirsi.
Avvistai anche Harry, che stava gesticolando freneticamente dicendo qualcosa di incomprensibile alle mie orecchie alla ragazza che lo aveva accompagnato tutta la sera. La ragazza gli tirò uno schiaffo e lui la lasciò andare.” O povero Styles, che peccato” pensai ironica.

La serata continuò tranquillamente, con balli lenti e scatenati di ogni tipo.

“Ragazzi e ragazze, la festa è quasi terminata” esclamò d’un tratto la voce del dj “manca solo il momento più atteso della serata, avete votato per la reginetta e il re del ballo e qui abbiamo il risultato!” continuò.
Sussultai. Quali voti? Quali ‘sovrani’ del ballo? Mi ero persa qualcosa.
“Ragazzi, accogliete con un bell’applauso i vincitori: Cody Simpson e Lottie Tomlinson” annunciò il dj.
Davvero avevamo vinto? Chi ci aveva votati?

Cody mi prese per mano e mi trascinò sul palco, dove venimmo incoronati vincitori del titolo.
Una valletta mi adornò con una fascia ed una corona, e poi mi consegnò un mazzo di fiori.
“Ragazzi diteci, siete per caso fidanzati?” domandò il dj, lasciando tutti in suspance.
Gli sguardi di tutti i ragazzi erano posati su di noi, compresi quelli delle mie amiche e quello di Styles.
Tutti aspettavano impazienti una risposta, per poi poter avere un nuovo gossip di cui parlare a scuola.
Afferrai con sorriso beffardo il microfono che la valletta mi stava gentilmente offrendo.
“Si, Cody ed io stiamo insieme” annunciai sorridendo lasciando tutti spiazzati.
Cody arrossì sorridendo felice, le mie amiche iniziarono ad applaudire e lanciare urletti di gioia mentre Styles mi guardò storto, contraendo la mascella.
Il motivo per cui lo avevo detto? La verità?
Cody era un bel ragazzo e di certo mi piaceva ma forse…uno tra i motivi era anche la sfida lanciatami dal riccio all’inizio della serata.
Mi sentivo realizzata avendolo fatto diventare geloso.
“Lottie, no.” Pensai d’un tratto “Sarebbe come prendere in giro Cody” continuai.
In fondo il biondo mi piaceva. Si, quel bacio, quello sguardo, era tutto fantastico.
Di Harry non mi importava proprio, avevo solo bisogno di vincere quella guerra che avevamo aperto. Anche se in fondo, se davvero non mi sarebbe importato, avrei lasciato perdere. Ero confusa.
Sapevo solo che in quel momento sentivo il bisogno di farlo innervosire.
Insomma, una piccola vendetta per tutte le volte in cui mi aveva presa in giro.
Solo una piccola vendetta.


 

Spazio dell’autrice c:

Boh.
No.
Fa schifo, lo so. Scusate.
Comunque devo correre anche perché oggi c’è il film dei ragazzi e devo SCAP-PA-RE!
Ricordate che siete fantastiche, che potete trovarmi su twitter col nome di @xxniallshugs_ e che VI AMO **
Ah, e anche che continuò la storia a 5 recensioni, come sempre c;
Ciau polpette (?) volo!
Xoxo Viola.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***



CAPITOLO SETTE

Sbattei rumorosamente la porta di casa e una volta buttato lo zaino dietro la porta corsi in camera mia, salendo freneticamente le scale. Arrivai davanti alla mia stanza e notai mio fratello Lou in corridoio. Lo guardai di sfuggita, senza avere il coraggio di dire nulla. Entrai in camera e mi buttai letteralmente sul mio letto, fra i piccoli cuscinetti rosa e le morbide coperte color panna.
Afferrai il mio cellulare, appoggiato sul piccolo comodino accanto a me. Lessi i miei contatti nella rubrica, fino ad arrivare al nome di ‘Cody’. Stritolai il cellulare fra le mani, torturandolo. Che avrei dovuto fare? Ripensai al bacio col biondo, ai suoi bellissimi occhi caramello, e realizzai che la cosa giusta sarebbe stato chiamarlo. Cliccai sul numero del ragazzo in questione e mi portai il cellulare all’orecchio. Squillava.
“Pronto?” chiese la voce dall’altro lato della cornetta.
“Cody? Sono Lottie” dissi decisa.
“Hey! Tutto bene?”
“S-si, certo” balbettai.
“Ti sei divertita ieri sera?” chiese speranzoso.
“Oh, moltissimo” mi fece arrossire.
“Scusa se le cose sono state un po’ affrettate ma…”
“Tranquillo, è stato perfetto” dissi senza lasciarlo finire.
“Bene allora, ti va di uscire questo pomeriggio?” mi chiese.
“Certo!” esclamai felice “Dove mi porti?” continuai.
“Sorpresa! Passo da te alle 3!” disse mandandomi un bacio e consecutivamente attaccando.
Si, lo ero. Ero felice di passare un pomeriggio con Cody. In fondo era solo questione di conoscerci meglio. Mi piaceva, mi faceva felice stare con lui. Mi capiva e aveva le mie stesse passioni, per non escludere che era anche un bellissimo ragazzo.
Guardai il display del cellulare, che segnava le 2:50. Cody sarebbe passato tra pochi minuti, dovevo darmi una mossa.

Mi guardai velocemente allo specchio, notando un look molto semplice. Avevo una banale magliettina rosso fuoco con dei jeans e le mie amate vans. Non era di certo il massimo per uscire con un ragazzo.
Mi tolsi velocemente i vestiti, buttandoli sulla scrivania. Poi, cercai nell’armadio qualcosa di decente da mettere. Trovai una maglietta monospalla color azzurro intenso, poi indossai dei jeans stretti con qualche spacco e i miei amati tacchi, in pelle nera come la pece. Ultimai il mio look con un filo di eyeliner nero sugli occhi e del gloss sulle labbra. Lasciai i capelli sciolti, che mi ricadevano morbidamente sulle spalle.

D’un tratto qualcuno suonò al campanello.

Afferrai la mia grossa borsa in pelle nera, con delle piccole borchiette dorate a forma di teschio, e ci buttai dentro il cellulare.
Scesi le scale molto velocemente e mi diressi verso l’ingresso.
Spalancai la porta esclamando un “Hey!”  ma qualcosa d’un tratto mi fece bloccare.
Davanti ai miei occhi, al posto di un ragazzo biondo dagli occhi color miele, c’era un ragazzo alto, dai ricci mori e gli occhi color smeraldo. Non ci misi molto a riconoscerlo.
“Styles, che ci fai qui?” feci guardandolo dritto nelle verdi iridi.
“Sono passato per vedere Louis, che ti aspettavi?” accennò un piccolo sorrisetto beffardo.
“Non sei divertente” dissi abbassando lo sguardo, cosa che il riccio notò all’istante.
“Oh, non sarò divertente ma so quanto mi trovi affascinante” fece il ragazzo avvicinandosi a me.
“Sbagli. Ti trovo semplicemente stupido” risposi a tono.
“Quando smetterai di mentire a te stessa?” d’un tratto sentii un clacson suonare.
Riconobbi da lontano la macchina di Cody.
“Stammi lontano” feci allontanandomi dal ragazzo e dirigendomi verso la macchina del biondo.
Mi rigirai un attimo verso il riccio, che mi guardava beffardo. Aprii la portiera della macchina nera di Cody e mi ci fiondai dentro, salutando il biondo con un umido bacio sulla guancia.
Il veicolo partì e col finestrino abbassato guardai un ultima volta gli occhi verdi di Harry, contornati da quei ricci ribelli che gli incorniciavano il viso.
“Allora, pronta?” fece Cody distogliendomi dai pensieri.
“A che cosa?” dissi girandomi sorridente verso il ragazzo.
“Beh, lo vedrai” mi incuriosì.
Accese la radio, mettendo una fantastica canzone di John Mayer: Free Falling.
“Adoro questa canzone!” esclamai iniziando a cantare.
Cody scoppiò in una rumorosa risata, iniziando a cantare insieme a me. Formavamo un fantastico duetto.

Il viaggio non durò molto, e arrivammo ben presto in una piccola strada. Da lontano riconobbi una spiaggia davanti a noi.
Il ragazzo parcheggiò accanto ad un grande pino, e poi mi fece segno di scendere dall’auto.
“Su, vieni” mi disse tirandomi per un braccio verso di lui.
Mi lasciai trasportare, accennando piccoli sorrisi ogni tanto.
Cody mi guidò all’interno della spiaggia, completamente deserta.
Osservai il mare davanti ai miei occhi; l’acqua era di un azzurro intenso, simile alla mia maglietta, mentre la sabbia sotto i nostri piedi aveva il caldo colore del sole. Mi lasciai scompigliare i capelli dal leggero venticello, che rendeva più fresca l’atmosfera.
 “W-wow Cody, che bello” balbettai piacevolmente stupita.
“Sai, in genere vengo qui perché il mare è fantastico.” Spiegò portandomi più vicina alla riva “Sei pronta a fare il bagno?” mi sorrise.
“Bagno? Ma sei pazzo!” scoppiai in una falsissima risata. Bagno? Mi ero truccata ed acconciata e non avevo nemmeno un costume. Assolutamente no.
“Ma si, dai buttati!” fece togliendosi la maglietta.
Sussultai alla vista dei suoi pettorali. Cavolo, che fisico perfetto.
“I-io non ho nemmeno il costume” dissi stranita.
“Dai Lottie, fai come me” fece togliendosi i pantaloni. Poi lo vidi prendere la rincorsa e buttarsi dopo poco in mare, provocando così piccoli schizzi che evitai girando la testa.
“Su, che aspetti a venire!” esclamò riemergendo dall’acqua “Puoi sempre fare il bagno in intimo, no?” continuò accennando un piccolo sorrisetto.
“E se mi vede qualcuno?” 
“Lottie, siamo soli qui” sorrise.
Ci pensai su qualche secondo e poi accennai un “E va bene.” Sospirando e ricordandomi le parole delle mie amiche ‘dovrà essere l’estate migliore di sempre’.
Mi sfilai i tacchi, appoggiai la borsa sulla calda sabbia e poi mi spogliai velocemente, rimanendo in reggiseno e mutande davanti al ragazzo che mi guardava compiaciuto.
“Wow, direi una…terza?” disse riferendomi al mio seno in bella mostra.
“Scemo!” esclamai coprendomi.
“Allora, vieni o…” non lo lasciai finire, prendendo la rincorsa e tuffandomi con un rumoroso salto nell’acqua stranamente gelida del mare.
Riemersi sistemandomi i capelli e guardando negli occhi bruni il ragazzo davanti a me.
“Sai, in acqua sei ancora più bella” disse avvicinandosi a me e prendendomi con le braccia sotto il sedere, facendo si che potesse prendermi in braccio.
Avvinghiai le mie gambe attorno alle sue, e sporgendosi leggermente Cody mi baciò sulle labbra, facendo unire le nostre lingue in una sensualissima danza tra le nostre bocche.
Sentii il suo bacino avvicinarsi alla mia intimità. D’un tratto un calore nel basso ventre e dei brividi mi percorsero tutto il corpo. Che significava?
La sue erezione premette fra le mie gambe. Sussultai, ma poi mi lasciai andare, stringendolo a me sempre più forte e aumentando la pressione fra le nostre labbra.
Si staccò di scatto da me, e notai solo allora quella sua piccola cicatrice che lo rendeva dannatamente sexy.
Iniziò a scendere baciandomi tutto il collo e mordendomi dei lembi di pelle. Il mio respiro aumentò di velocità, insieme alle palpitazioni del mio cuore.
Sentivo ancora una volta quella strana sensazione nella parte più bassa del ventre che aumentava sempre di più.
Iniziai a giocare con i suoi capelli, arrotolandoli alle mie dita quasi a formare dei piccoli boccoli.
Si staccò velocemente dal mio collo, guardandomi intensamente negli occhi. Ancora una volta mi persi fra le sue iridi color del miele.
Intanto Cody mi sorrise, lasciandomi andare dalla sua forte presa.
Iniziai come un piccolo giochetto, scendendo sott’acqua e girando intorno al biondo, per poi riemergere e aggrapparmi al suo collo, quasi a cercare un appiglio.
“Dai, vediamo se riesci a prendermi!” esclamai inoltrandomi verso il largo.
Cody scoppiò a ridere accennando uno “Sto arrivando!” e iniziando a nuotarmi dietro.
Nuotai il più lontano possibile dalla riva, ma le possenti braccia di Cody ebbero la meglio su di me, afferrandomi e portandomi al suo torace.
Iniziai a ridere schizzandogli dell’acqua in faccia per scherzare e lui controbatté cercando di affogarmi per gioco.
Finii ben presto sott’acqua e poi, riemergendo, mi attaccai stanca al collo del biondo.
“Che ne dici di tornare a riva?” disse accennando un piccolo sorriso.
“Si, concordo” dissi iniziando a nuotare velocemente.
Arrivammo presto verso riva, e decidemmo allora di uscire dall’acqua.

Cody stese un lungo telo da mare che si era portato sulla sabbia, facendo spazio togliendo alcuni sassolini.
Si sdraiò sull’asciugamano, facendomi sdraiare accanto a lui.
“Sei bellissima” mi sussurrò a qualche centimetro dal mio viso, accarezzandolo col pollice.
Lo baciai quasi impulsivamente, sentendo le sue mani scendere verso il mio sedere. Sussultai, ancora una volta.
Il biondo si sdraiò sopra di me, e sentii il suo respiro confondersi col mio.
Ripete’ lo stesso giochetto di prima, iniziando a baciare il mio collo, mordicchiandomelo piacevolmente. Poi scese, iniziando a baciarmi il seno, facendomi gemere.
Allungò la sua mano verso la mia intimità, ma qualcosa mi fermò. Gli bloccai di scatto la mano.
“Cody io…” boccheggiai insicura.
“No, scusami. Mi sono lasciato prendere la mano” disse alzandosi, e infilandosi la maglietta.
Io rimasi sdraiata a guardarlo, mi piaceva quando si sentiva in imbarazzo. Gonfiava le guance, che diventavano sempre più rosse. Poi curvava in un modo particolare le sopracciglia e si mordeva lentamente le labbra.
“Forse ora è meglio tornare a casa” fece sorridendomi.
“No, aspetta” lo tirai a me, baciandolo ancora una volta “Siamo appena arrivati” continuai.
“E va bene, mi arrendo” esclamò buttandosi su di me e iniziando a farmi il solletico.
“No…Cody…Basta!” riuscii a dire fra una risata e l’altra. Ma il biondo non mi diede tregua, aumentando le raffiche di solletico.
“Assolutamente no” fece ridendo.
Si spostò d’un tratto con le mani sul mio ventre, continuando a farmi il solletico, che poco dopo divenne più lieve, fino a somigliare a delle piacevoli carezze.
Mi baciò lentamente, avvicinando piano i nostri visi l’uno all’altro e staccando finalmente le sue mani dal mio corpo.

Il tempo iniziò a scorrere e lo passammo parlando, ascoltando musica e ogni tanto dandoci qualche bacio.

Dopo un po’ decisi di guardare l’ora sul display del cellulare. Segnava già le 17:30.
“Che dici, meglio se andiamo?” feci mostrando al ragazzo l’orario sullo schermo del mio telefonino.
“Beh, direi di si” fece alzandosi e rimettendosi maglietta e pantaloni.
Mi alzai velocemente afferrando i vestiti e rivestendomi in fretta.
Una volta che fummo entrambi pronti afferrai la borsa, e ci dirigemmo verso la sua auto attraversando la spiaggia.
Entrammo nella fuoristrada nera, e ci dirigemmo verso casa.

***

Sdraiandomi sul letto mi tolsi i tacchi, massaggiando i miei poveri piedi sfiniti.
Afferrai il cellulare finendo ovviamente su twitter, intenta a guardare le mie notifiche.
Misi la musica a volume alto, e iniziai a cantare ad alta voce continuando ovviamente ad osservare il mio cellulare.
Iniziai a cantare sempre più forte, impersonificandomi perfettamente nel personaggio di una cantante. Mi facevo film mentali, pensando di essere una cantante al suo concerto di debutto. Che scema.
Buttai divertita il mio telefono sul comodino, e afferrando una spazzola a mo’ di microfono iniziai a saltare in ginocchio sul letto, cantando a squarciagola.
La canzone finì dopo pochi minuti, e alla fine accennai un piccolo inchino al mio ‘pubblico’ immaginario.
“Complimenti” sentii qualcuno battere le mani dal ciglio della porta.
“Styles, esci subito da camera mia!” esclamai arrossendo. Che vergogna.
MI avvicinai alla porta, spingendo il ragazzo fuori dalla mia stanza. Sentii Harry scoppiare in una sonora risata, e chiudendo accennai un piccolo ghigno sommesso.
“Dai, aprimi Lottie” fece il ragazzo.
“Assolutamente no” esclamai impassibile.
“So che muori dalla voglia di farmi entrare” esclamò in tono beffardo.
“Piantala. Vattene Harry” No, non era vero. Non volevo che se ne andasse, mi piaceva il fatto che ci provasse con me. Ma dovevo mantenere alto il mio orgoglio.
“E va bene, tanto prima o poi dovrai rivedermi” disse apparentemente allontanandosi da camera mia.
Che vergogna.
Che stupida.
Che figura.
Ero stata un’imbecille, ora chissà cosa penserà di me.
“Ferma Lottie” pensai “a te non interessa ciò che pensa lui, no?” continuai annuendo col capo.
No, non mi interessava il suo parere o cosa pensasse. Assolutamente no. Io avevo Cody, ed era il ragazzo perfetto; perché mai avrei dovuto preoccuparmi di Styles?

 

Angolo dell’autriceee c:

Ciao belle ;)
Come sempre devo scappare!
Ricordatevi che VI ADORO ** siete splendide c:
OMG, SIAMO ARRIVATI A PIU DI 300 VISITE AD OGNI CAPITOLO, QUANTO POTREI AMARVI IO?
Scusate se anche questo capitolo fa schifo :/ *chiede perdono*.
Ah, ovviamente aggiornerò solo quando arriveremo a 5 recensioni, e spero che arrivino in fretta c;
Ciauu polpette, un bacione (?)
xx Viola.
 
 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***



CAPITOLO OTTO 

Mi alzai a fatica dal tappeto della mia stanza, incamminandomi verso la scrivania. Presi il mio mac e lo portai con me sul letto, adagiandolo sopra le mie gambe.
Lo aprii e finii per andare su Skype, dove decisi di fare una veloce chiamata a mia madre.
“Ciao Tesoro mio” mi salutò mia madre non appena la chiamata fu avviata.
“Ciao mamma, tutto bene li?” domandai sorridendo.
“Oh, si! New York è fantastica come sempre!” ridacchio contenta.
“E papà? Dov’è?” chiesi turbata.
“Emh, l-lui è…uscito per una passeggiata” accennò un falso sorriso.
“Mamma, che c’è?” ero sicura che qualcosa non andasse.
“Niente tesoro, sta tranquilla” mi rassicurò “Dimmi, com’è li?” chiese cambiando dicorso.
“T-t-tutto bene qui. Ora devo chiudere” dissi ripensando a mio padre.
“Ci vediamo tra una settimana tesoro” 
“C-c-certo, ciao ma’ “
Chiusi il portatile e lo adagiai accanto a me. Un dubbio mi girava per la testa: cos’era successo a mio padre?
Probabilmente nulla di grave, o mia madre me lo avrebbe detto subito. Che avessero litigato? Forse, eppure per mia mamma ero la sua confidente numero uno, avrebbe spifferato tutto all’istante.
Immersa nel mare dei dubbi decisi di lasciare perdere ogni cosa, lo avrei comunque scoperto tra circa una settimana. Trascinai le mie povere gambe fuori dalla mia stanza e iniziai a scendere le scale, diretta verso il salotto.
D’un tratto qualcosa mi bloccò, mi fece rimanere come paralizzata.
Sentii mio fratello al telefono, aveva una voce strana e preoccupata ed io come una stupida mi fermai ad origliare la conversazione, seduta sugli scalini.
“Horan, se vuoi vacci pure, io non ci vengo” disse evidentemente parlando con quel suo amico di nome Niall.
“No, te l’ho detto. Non ci verrò mai” continuò sempre più ostile.
Ma dove non sarebbe andato? Qual’era questo posto che persino mio fratello cercava di evitare?
“Si, è una via pericolosa Niall. La Woodward Street è un brutto posto”.
La Woodward Street? Intendeva forse quella via accanto all’ospedale?
 Non ne avevo mai sentito parlare in questo modo. Perché avrebbe dovuto essere un posto così pericoloso?
“Ciao Horan, fa come credi, ma sappi che andrai da solo” fece mio fratello chiudendo la chiamata.
Ecco, complimenti! Ora avevo solo un dubbio in più per la mente. La curiosità di scoprire cosa ci fosse in quella via era davvero troppa.
Mi rialzai sistemandomi i jeans, e scesi le scale diretta verso il salotto. Mio fratello era disteso sul divano, col cellulare appoggiato sul tavolino.
Avvicinandomi a mio fratello mi sedetti sullo stipite del sofà.
“Louis che cosa…” mi feci coraggio e cercai di continuare.
“Che cosa c’è nella Woodward Street?” finii la frase.
“Non c’è nulla Lottie” ringhiò quasi con astio.
“Dimmelo Lou. Dimmelo o lo scoprirò da sola” lo ricattai facendogli immediatamente sbarrare gli occhi.
“Lottie, promettimi che non ci andrai mai” marcò il ‘mai’ con occhi speranzosi.
“Dimmi che cosa c’è in quella strada e ti prometto che non ci andrò” lo supplicai.
Lou si avvicinò a me, accarezzandomi una guancia rosea col pollice.
“E’ una strada dove spacciano, stuprano e soprattutto…uccidono, Lottie” disse guardandomi dritto nelle pupille.
“Ora promettimi che non ci andrai” continuò.
“I-io te lo prometto” feci abbassando lo sguardo.
Rimasi quasi scioccata da ciò che mi aveva detto. Uccidevano davvero in quella via? O era solo una diceria? Qualunque cosa fosse avrei dovuto scoprirlo, ma la promessa fatta a Louis mi ostacolava. Era mio fratello e mi aveva pregata di non andarci mai, non potevo deluderlo.
“Lo faccio per il tuo bene Lottie, ricordalo” disse abbracciandomi forte e stringendomi al suo torace.
Sospirai pesantemente prima di staccarmi dalla forte stretta di Louis.
Mi alzai dal divano, dirigendomi verso le scale. Le salii freneticamente e poi tornai in camera mia buttandomi sul letto.
Avevo fatto una promessa a mio fratello e di sicuro non avrei potuto infrangerla. In questo modo avrei tradito la fiducia di Louis e magari mi sarei anche cacciata nei guai. Non era decisamente il caso.
Eppure la curiosità era troppa, quasi irresistibile.
Afferrai il cellulare sul comodino e digitai subito il numero della mia amica Hope sulla tastiera. Squillava.
“Hope, ho bisogno di te, sei l’unica che può capirmi!” sputai tutto d’un fiato non appena la mia amica rispose.
“Lottie calmati, che succede?” domandò la bionda.
Le raccontai della strada misteriosa, della promessa fatta a Louis e anche di mio padre.
“Senti, per tuo padre non ti preoccupare” mi rassicurò.
“E per la Woodward Street, beh…se non dirai nulla a tuo fratello non succederà nulla” continuò beffarda.
“Tu dici?” domandai.
“Si ma, non so se sia davvero la cosa giusta. Insomma potreb-“ non la lasciai terminare.
“Grazie Hope, passa da me tra poco con la macchina” esclamai chiudendo.
Mi pentii subito di ciò che stavo per fare.
Mi stavo solo cacciando nei guai.
Che stupida.
Dopo pochissimi minuti il campanello suonò e scendendo velocemente le scale mi fiondai all’ingresso, aprendo alla mia amica.
“Su andiamo” fece lei timida rimanendo fuori dall’uscio.
Stavo per chiederle il perché non entrasse, ma poi me ne ricordai da sola. Questo motivo aveva un solo nome: Louis. Dopo la sua fuga al ballo della scuola fra loro era cambiata ogni cosa.
Sospirai e senza proferire parola uscii dalla porta di casa, salutando mio fratello con un cenno del capo.
Salii sulla mini rosso fuoco della mia amica. Chiusi la portiera e impostando il navigatore Hope fece partire la macchina.
Girammo un paio di isolati, e poi arrivammo proprio accanto all’ospedale.
“Dovrebbe essere qui vicino” fece la bionda con gli occhi puntati sulla strada.
Arrivammo d’un tratto davanti ad una lunga strada, buia e piena di spazzatura.
C’era un cartello sul muro, su cui c’era scritto: Woodward Street.
“Presumo che siamo arrivate” accennai.
“I-io ti aspetto in macchina Lottie” sussurrò la mia amica visibilmente spaventata.
La guardai un ultima volta e poi aprendo la portiera scesi decisa dall’auto.
Mi inoltrai nella stradina con un pizzico di paura.
Arrivai alla fine senza notare nulla di strano, poi girai l’angolo e in lontananza riconobbi un volto familiare.
Alto, magro, con solo un t-shirt molto scollata e dei jeans che lasciava scoperto praticamente tutte le mutande. Dei capelli ricci gli incorniciavano il viso e degli occhi verdi brillavano su di esso; che ci faceva Harry qui?
Mi nascosi dietro un cassonetto e iniziai a sbirciare ciò che il riccio era intento a fare.
Non era solo, era affiancato da un ragazzo leggermente più robusto, dai capelli neri come la pece.
Si scambiarono un piccolo sacchettino, contenente probabilmente dell’erba. Harry disse qualcosa di incomprensibile alle mie orecchie e dopo di ciò il suo ‘amico’ lo guardò negli occhi e lo prese per la gola.
Rimasi paralizzata davanti a quello che stava accadendo.
Harry cercò di liberarsi, ma il ragazzo prevalse su di lui e gli sferrò un destro dritto sul naso.
Il riccio si piegò a terra dal dolore e l’altro iniziò a tirargli dei calci sullo stomaco.
Mi portai la mano alla bocca, accennando una smorfia di dolore.
Quando fu sicuro che Harry rimase indifeso il ragazzo se ne scappò, estraendo dalle tasche del riccio il sacchetto che precedentemente gli aveva dato.
Senza esitazioni mi alzai dal mio posto da vedetta e corsi verso Styles, che si stringeva forte lo stomaco dal dolore.
“Harry!” esclamai abbassandomi alla sua altezza.
“L-lottie che ci fai qui?” domandò guardandomi sottecchi.
“Non importa ora, vieni con…” non mi lasciò terminare la frase.
“Vattene” sossurrò sempre più dolorante.
“Harry lasciati aiutare” lo guardai con occhi lucidi.
“Vattene ho detto! Scappa, corri via!” gridò con tutto il fiato che possedeva nei polmoni.
“Non finche’ tu rimarrai qui” gli sfiorai il naso, che perdeva sangue.
“Perché ti interessi a me?” 
In effetti non lo sapevo nemmeno io, non avevo idea del perché lo stessi aiutando. Ci eravamo sempre odiati, sempre. Ma vederlo accasciato indifeso mi faceva morire dentro.
“Vieni, ti prego” lo implorai.
Harry sospirò, lasciandosi fare. Cercai di alzarlo mettendo il mio braccio attorno al suo torace e poi lo portai piano fino all’auto della mia amica.
Aprii la portiera posteriore, facendolo sdraiare con la sua testa sulle mie gambe.
“Hope, portaci al pronto soccorso, veloce!” esclamai senza lasciare il tempo di riflettere alla mia amica.
Harry fece un sorrisetto beffardo quando sentì di avere la sua testa sopra la mia intimità.
Stranamente questa volta mi fece solo ridere e al posto di respingerlo accennai un sorriso divertito.
Iniziai ad accarezzargli la fronte, attorcigliando poi i suoi bellissimi ricci attorno alle mie dita.
“Vedrai, starai bene” gli sussurrai stampandogli un bacio sulla fronte.
Da quando ero così tenera, dolce e in un certo senso protettiva nei suoi confronti? Non lo sapevo nemmeno io. Forse volevo solo aiutarlo, perchè ero troppo buona. In fondo infrangere la promessa fatta a Louis era solo stato un bene.
“Grazie” balbettò il riccio prima di chiudere gli occhi stanco.

 
 

Spazio dell’autriceee, belle.

Eccomi quiii c:
Dato che siamo arrivati a 5 recensioni nello scorso capitolo ho aggiornato **
Volevo ringraziare tutte quelle che hanno letto la storia, l’hanno recensita o aggiunta fra le seguite/ricordate/preferite, siete FANTASTICHE.
Come sempre metterò il prossimo capitolo a 5 recensioni, che spero arrivino presto c;
Aniway, sapete che potete trovarmi su twitter col nick di @xxniallshugs_!
Un bacione gigabnorme lettrici (?)
Viola.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***



CAPITOLO NOVE
 

Harry stava ad occhi chiusi sdraiato sulle mie gambe, con il sangue che usciva dal naso e dei grandi lividi sul viso. Gli accarezzai la fronte, mentre i suoi ricci ribelli mi solleticavano le dita.
Decidemmo alla fine di tornare a casa mia, al posto di portarlo in ospedale.
Nella mia testa c’era un punto di domanda fisso: chi era il ragazzo che aveva picchiato Harry? E perché Louis non voleva che andassi in quella via?
Tutto rimaneva ancora un mistero, ma la verità sarebbe uscita al più presto. La tentazione di sapere per me era troppa e ormai ero entrata in quella situazione fino al collo.
Fortunatamente casa mia era lontana solo pochi isolati dalla Woodward Street.
“Lottie, siamo arrivate” fece Hope alla guida, non appena arrivammo davanti a casa mia.
Nel momento in cui la macchina si fermò Harry aprì gli occhi, e alzandosi da me, uscì velocemente dalla portiera.
Presi il riccio con il braccio sotto il suo e così fece anche la mia amica aiutandomi a far arrivare il ragazzo in casa. Suonammo il campanello e Louis non tardò ad aprirci.
“Harry?” domandò mio fratello leggermente sconcertato.
“Lou, non è il momento per le spiegazioni” mi feci spazio per entrare in casa, diretta verso il bagno al piano superiore “Prendi del ghiaccio!” gli urlai attraversando il corridoio e finendo al wc con Styles e la mia amica Hope.
La bionda fece sedere il ragazzo sul bordo della vasca da bagno, mentre io cercavo disperatamente un cerotto e delle bende nell’armadietto.
“Ecco il ghiaccio.” Fece mio fratello non appena arrivò in soccorso.
“Amico, che hai fatto?” continuò avvicinandosi a Harry, che accennò soltanto una smorfia di dolore.
“Perché fate tutto questo per me?” domandò d’un tratto Harry, con voce roca e tremolante.
“Guarda come sei ridotto” gli rispose Louis a tono.
“Lasciatemi andare, devo tornare a casa” esclamò cercando di alzarsi, ma venne subito bloccato dalla forte presa di mio fratello.
“No, tu stai qui e ti lasci curare” feci allora io, avvicinandomi con alcune fasce e un tubetto di pomata.
Alzai i riccioli mori del ragazzo, ormai rassegnato, dalla sua fronte e iniziai a spalmargli un pizzico di crema sul grosso livido viola che ‘sfoggiava’.
Continuando a massaggiare la parte dolorante di Harry mi girai verso la mia amica Hope e mio fratello Louis, che in silenzio, si stavano scambiando delle occhiatine imbarazzate.
“Senti Hope, forse è meglio che tu vada a casa” accennò d’un tratto mio fratello.
“Ti accompagno.” Continuò. E così dicendo Louis e Hope sparirono fuori dalla porta, lasciando ovviamente me ed Harry tutti soli. Perché a me? Perché sarei dovuta rimanere qui da sola a curare un ragazzo che in fondo detestavo? Beh, in effetti in questa situazione c’ero entrata io ed io dovevo uscirne.
“T-ti fa ancora male?” domandai rompendo il silenzio riferendomi al livido che stavo massaggiando.
“Non più” accennò con lo sguardo fisso sul pavimento.
“Perché fai tutto ciò per me, Lottie?” domandò d’un tratto lasciandomi spiazzata.
“Io voglio solo aiutarti, Harry” risposi sincera. Ed era vero, volevo solo aiutarlo. Nonostante lo avessi sempre odiato mi faceva stare ,in un certo senso, male vederlo soffrire.
“Grazie, nessuno lo aveva mai fatto per me”. Mi guardò con gli occhioni stellati di un bambino a cui la mamma ha tolto il giocattolo preferito, a cui non ha fatto passare una bella infanzia. Dove era finito il cattivo, duro, depravato e pervertito Harry di sempre? Dov’era quello Styles che tanto odiavo? In quel momento vedevo solo un piccolo ragazzo tenero ed indifeso, che cercava riparo in qualcosa, o meglio qualcuno. In lui trovavo solo tanta dolcezza, che rivelava al suo interno un velo di malinconia.
Gli attaccai un grosso cerotto sulla fronte, che poi ricoprii con i ricci ribelli del ragazzo, che accennò una smorfia di dolore.
“H-Harry, perché non vai a casa dai tuoi?” domandai sciacquandomi le mani.
“Vivo da solo, i miei sono morti tre anni fa in un incidente” si aprì del tutto con me. Si lasciò andare, abbassando lo sguardo e portandosi la mano alla fronte.
“Mi dispiace tanto…” sossurrai sconvolta. Ecco cosa lo aveva portato a diventare ciò che era tutt’ora, ciò che aveva portato l’Harry di una volta a diventare lo Styles di adesso.
“Non importa” mentiva.
“Me ne andrò comunque, tranquilla” continuò accennando una risatina.
“Senti perché non resti ?” sputai tutto d’un fiato pentendomi subito di ciò che avevo detto. Come mi era passato per la mente di invitarlo a stare da noi? Ero completamente impazzita?
“Ma come, prima mi odi e poi mi inviti addirittura a stare da te?” mi guardò tornando ad avere la solita smorfia pervertita di sempre.
“Si, cioè no…io…” boccheggiai qualcosa cercando di rimediare.
“Ciao Tomlinson” fece il riccio alzandosi dal suo posto ed uscendo dal bagno.
Salvata. La fortuna oggi aveva giocato dalla mia parte. Come mi era saltata in mente una cavolata simile?
Scesi le scale, precipitandomi in cucina dove c’era mio fratello che mi aspettava con una bottiglietta di probabile birra in mano.
“Dove l’hai trovato, Lottie? Chi lo ha ridotto così?” fece tutto d’un fiato chiedendo spiegazioni.
“Beh, non so chi fosse quel ragazzo e io l’ho trovato per strada” mentii spudoratamente a Louis.
“Quale strada? Lottie dimmi la verità.” Si avvicinò. Sentivo l’odore di alcool provenire dalla sua bocca.
“Una qualunque, non so quale fosse” balbettai abbassando lo sguardo. Gli stavo mentendo ancora una volta, sapevo benissimo che strada fosse.
“Giuramelo” ecco la domanda fatidica.
“Io…” non potevo giurarglielo, mentendogli ancora una volta. Non se lo meritava.
“Ci sei andata, vero?” domandò facendomi sobbalzare.
“D-dove?” feci finta di non sapere nulla.
“Lo sai dove. Alla Woodward Street” dovevo dirgli la verità. Fallo Lottie, diglielo.
“Perché non dovrei andarci?” domandai senza rispondere alla domanda.
“Ci sono persone pericolose in quella strada Lottie, molto pericolose. Persone che sarebbero disposte a tutto, che hanno picchiato, stuprato, spacciato e persino…ucciso.” Rimasi spiazzata, e Louis lo notò nel momento in cui sbarrai gli occhi.
“Devi starci lontana” disse allontanandosi da me e andandosene verso le camere.
A chi si riferiva? A chi avrei dovuto stare lontana? Chi erano queste persone così pericolose da aver persino ucciso qualcuno?
Altri dubbi, altre domande, ma sempre e comunque nessuna risposta.
 
 ***

Il mattino dopo mi alzai di malavoglia per andare a scuola. Mi vestii, mi feci una veloce doccia calda e poi trascinai le mie povere gambe fino alla cucina, dove presi una bella tazza di latte che sorseggiai in piedi.
Afferrai lo zaino e salutando mio fratello Louis con un umido bacio sulla guancia uscii di casa.
Camminai velocemente, lasciando che la musica del mio mp3 mi riempisse le orecchie.
Arrivai a scuola dopo pochi minuti, e sfilandomi le cuffiette dalle orecchie venni avvolta da due forti braccia attorno al bacino.
Mi girai e vidi Cody, che non esitò baciandomi appassionatamente.
“Hey” sussurrai una volta sciolta dalla sua presa.
“Ciao amore” Mi baciò ancora. Come mi aveva chiamata? A-amore? Non pensavo che noi stessimo insieme. In realtà nemmeno io sapevo cosa fossimo io e Cody.
“Che c’è?” domandò vedendomi turbata.
“Nulla, tranquillo” accennai sorridendogli.
“Questa sera usciamo?” continuai.
“Certo che si” rispose in tono ovvio.
“Allora a stasera, ora io entro.” Mi avviai verso l’interno della scuola.
Mi incamminai nel lungo corridoio, fino ad arrivare al mio armadietto, dove riposi i libri che non mi sarebbero serviti quella mattina.
Non appena richiusi l’anta mi ritrovai davanti ad un gruppetto di ragazzi divertiti.
Li fissai per alcuni istanti, dopo di che fra loro riconobbi Josh, il capitano di football a cui piacevo fin dal primo anno.
“Allora? Che avete da guardare?” domandai accennando una smorfietta. Lottie, da quando questo coraggio?
“Dunque esci con quel coso?” domandarono riferendosi probabilmente a Cody.
Erano esattamente le stesse parole che mi aveva detto Styles, quel pomeriggio dopo scuola.
“Già, avete dei problemi a riguardo?” feci allontanandomi dai ragazzi.
“Oh si. Hai rifiutato Josh per uno del genere?” fece uno di loro.
“Non va proprio bene, Tomlinson” 
“Ora dovrai imparare che Josh è il meglio, qui” continuò un altro afferrandomi per un braccio.
“Lasciami!” esclamai cercando di divincolarmi. Dove erano le mie amiche quando servivano? Tra l’altro eravamo praticamente i soli ad essere in corridoio, che si era svuotato gia da un po’.
“Ah, si? E se dicessi di no?” disse Josh avvicinandosi a me e accennando un ghigno malefico.
Uno dei suoi amici mi si avvicinò, sfiorandomi la guancia  col pollice, dopo di che scese fino ad arrivare alla mia intimità. A quel punto sobbalzai, sempre piu spaventata. Se prima sembravo coraggiosa ora ero solo un piccolo agnellino nelle mani del lupo. La paura si stava impadronendo di me.
Provai a gridare qualche ‘aiuto’ ma le mani di Josh mi bloccavano fermamente la bocca, mentre i suoi amici continuavano a torturarmi ridendo maleficamente.
D’un tratto uno di loro tirò fuori un piccolo coltellino, e afferrandomi i poli me li tagliò premendo.
“Così farai anche la parte della disagiata” scoppiò in una sonora risata uno dei ragazzi.
“Bella mossa, Al!” si congratulò un altro.
Intanto il mio viso era rigato da lacrime e le gote erano completamente rosse.
“Ora basta ragazzi, andiamo” fece d’un tratto Josh, lasciandomi andare.
Si allontarono facendomi sospirare, ma poi uno di loro si rigirò verso di me.
“Prova a dire qualcosa e vedi come ti ritrovi, puttana” risero insieme, ancora una volta.
Mi rialzai a fatica, dall’armadietto dove mi ero accasciata e me ne corsi nel bagno più veloce possibile, singhiozzando rumorosamente.

 

Spazio dell’autriceee.

Eccomi ancora quiii c:
Come avete visto Harry è stato picchiato, ma non si sa da chi.
Lottie è stata tagliata da Josh e i suoi amici.
Rimangono delle domande: Che è successo al padre di Lottie? Perché Lou non voleva che la sorella andasse alla Woodward Street? Da chi Lottie deve star lontana?
Lo scoprirete solo leggendo ewe.
Beh, che dire…IO VI AMO, PUNTO **
Volevo ringraziare tutte quelle che hanno letto la storia, l’hanno recensita o aggiunta fra le seguite/ricordate/preferite, siete PER-FECT.
Come sempre metterò il prossimo capitolo a 5 recensioni, che spero arrivino presto c;
Aniway, sapete che potete trovarmi su twitter col nick di @xxniallshugs_!
Un bacione ragazze!
Viola.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***




CAPITOLO DIECI

Corsi in bagno, e sbattendo rumorosamente la porta mi accasciai sul muro accanto ai lavandini ed iniziai a piangere e singhiozzare sonoramente.
Quei ragazzi mi avevano maltratta e mi avevano persino tagliato i polsi. Che rabbia.
Mi alzai guardandomi allo specchio. Avevo il trucco sbavato, le guance rigate da lacrime e i polsi rossi e sanguinanti. Fortunatamente avevo solo dei piccoli taglietti e non bruciavano troppo.
Aprii l’acqua, il più fredda possibile, e ci misi sotto le parti doloranti abbassando la testa e tirando un sospiro.
Mi sentivo stupida, inutile e debole e non volevo apparire in questo modo.
Chiusi il rubinetto dell’acqua e poi mi asciugai le lacrime con il dorso della mano.
D’un tratto sobbalzai sentendo arrivare delle voci da lontano. Mi chiusi in bagno, mettendomi in piedi sul water per non farmi vedere. Come dalle mie previsioni due persone arrivarono nel bagno, ed io trattenni il respiro e feci finta di non esistere.
Avendo i bagni misti non capii se si trattasse di ragazzi o ragazze finche’ uno dei due non prese parola.
“Senti Louis…” sentii il primo. Riconobbi subito quella voce roca e profonda e anche la persona con cui stava parlando.
“Il fatto è che…” balbettò insicuro.
“Su, Harry sbrigati” lo incoraggio l’altro a continuare.
Ero più che sicura che si trattasse di mio fratello Louis e di Harry.
“Insomma, credo di provare qualcosa per lei” sputò il riccio tutto d’un fiato.
Ammutolii. Chi era questa? Davvero Harry provava qualcosa per lei? Non sapevo potesse davvero innamorarsi. Sicuramente sarà una delle puttanelle che girano qui a scuola.
“S-s-stai scherzando?” boccheggiò mio fratello a sentire quelle parole.
“No, anzi ne sono quasi sicuro. Quei capelli biondi, quella sua voce così dolce e quel suo modo di essere insicura, tutto mi piace di lei”” Rispose Harry.
Cavolo, dunque era una cosa seria. Era davvero…innamorato (?) impossibile. Styles non era mai stato davvero preso da una ragazza, forse doveva essere solo una cotta, una cosa passeggera. Ma da come ne parlava non sembrava proprio.
“E che mi dici della scommessa, eh?” lo riprese Louis.
“Io non…io non lo so, Louis” rispose.
Scommessa? Quale scommessa? No, altre domande no. E poi ancora non sapevo chi fosse questa ragazza.
“Quei soldi mi servono ma…” non terminò la frase.
Quali soldi? A che gli servivano?
“Senti Harry, se la fai soffrire io ti ammazzo” lo minacciò Louis.
D’un tratto un’idea mi balenò per la mente. Era forse una delle mie amiche? Magari Hope, dato che Louis era così protettivo nei suoi confronti. In più Harry aveva parlato di capelli biondi, voce dolce, modo di essere insicura. Cavolo, tutto corrispondeva alla mia amica.
“Ora torno a lezione, ma sta attento a quello che fai” fece mio fratello.
 Sentii Louis andarsene uscendo dal bagno con passo spedito.
Harry sospirò e dopo un secondo di silenzio iniziò a parlare da solo “Ah, se solo sapessi che ti amo. Se solo non mi odiassi” fece con tono triste ed abbattuto.
Ma certo, ero più che sicura ormai che parlasse di Hope.
Lei lo odiava, fin dalla sera in cui aveva abusato di lei. Si era persino tagliata per lui.
E Louis era molto apprensivo nei suoi confronti, perché infondo sapevo che gli piacesse.
Eppure non riuscivo a spiegarmi come Harry potesse essere perfino innamorato di lei; mi aspettavo una ragazza qualunque, ma non la mia migliore amica.
“Se solo sapessi che sto cambiando, solo per te. Se solo sapessi la verità” continuò il riccio, parlando fra se e se incoerente di essere ascoltato.
In effetti era vero, Harry stava cambiando negli ultimi tempi. Lo stava davvero facendo per Hope? Wow, era una cosa davvero seria allora. Non era certo una di quelle cotte passeggere.
“Maledetta droga, maledetta scommessa!” gridò tirando qualcosa simile ad un calcio al cestino.
Ancora questa storia, ancora questa scommessa.
Dovevo scoprire di più.
Dovevo correre dalla mia amica e uscire da quel bagno. Deve sapere tutta la verità. Dovevo raccontarle della scommessa, del fatto che Harry era innamorato di lei e del fatto che Louis aveva persino minacciato Styles per lei.
D’un tratto, come se qualcuno lassù mi avesse sentito, la campanella per la fine dell’ora suonò e sentii Harry uscire dal bagno con velocità.
Finalmente scesi da quel water e mi precipitai fuori, appoggiandomi al piano di marmo dei lavandini e sorridendo fra me e me allo specchio.
Corsi fuori, diretta verso il corridoio, e iniziai a cercare con lo sguardo le mie amiche Hope e Sophie.
Monitorai ogni cosa con gli occhi socchiusi e poi finalmente trovai le mie amiche.
Presi a sbracciare per farmi notare, e una volta che chiusero il loro armadietto vennero da me.
“Hope, che c’è?” domandò Sophie appena arrivarono.
“Io…tu…noi…Harry…” balbettai incerta senza sapere bene che dire.
“Io? Noi? Harry? Che c’entra Harry?” Hope rimase stranita.
“Dobbiamo andarcene” esclamai tutto d’un fiato.
“Ma noi abbiamo lezione, Lottie.” Mi rispose scettica Sophie.
“Già, e poi vuoi spiegarci che c’è?” mi canzonò la bionda.
“Non c’è tempo ora” negai con un cenno del capo.
Poi girai lo sguardo e vidi Harry, Louis e gli altri incamminarsi verso l’uscita della scuola.
“Correte! Dobbiamo seguirli”. Non fecero in tempo a chiedermi chi, come o perché che iniziai a correre, tirandole entrambe per un braccio.
Mi seguirono ormai rassegnate e iniziammo a seguire i ragazzi a passo spedito.
Arrivammo fuori da scuola, e vedendoli girarsi ci catapultammo dietro ad un cespuglio per non farci scoprire.
Scoppiamo in una risata rumorosa, dopo esserci guardate per qualche secondo.
Continuammo il nostro inseguimento, ridendo e scherzando come stupide ma senza essere mai notate.
Arrivammo fino ad un pub e li vedemmo entrare e sedersi ad un tavolino.
“E ora?” domandai sospirando.
“Non so voi, ma io ci ho preso gusto” Hope ci fece scoppiare in una risata rumorosa.
“Anche io, forse dovremmo entrare!” esclamò Sophie, con aria da detective.
“Si, ma come facciamo? Ci vedranno sicuro!” dissi io.
“Mhh è vero, dovremmo trovare un diversivo” escogitò la bionda.
“Concordo, ma prima Lottie devi spiegarci perché siamo qui” Le ragazze si girarono entrambe verso di me.
“Beh, ecco” mi fermai “Ho sentito Harry che confessava a Louis di essersi innamorato di una ragazza” sputai tutto d’un fiato.
Le mie amiche rimasero stranite.
“Styles si è innamorato?” fece Hope turbata.
“Non ci posso credere.” Continuò Sophie.
“Già, ma non è tutto” spifferai.
“Su, Lottie continua, non tenerci sulle spine” mi incitarono a continuare.
“Insomma…credo proprio che sia innamorato di Hope” ecco, lo avevo confessato.
“COSA?” risposero all’unisono sconvolte.
“Si, e pare anche una cosa seria” continuai.
“No, non può essere” la bionda abbassò lo sguardo arrossendo di botto.
“Già, anche io non ci credevo. In più c’è di mezzo una scommessa” Le risposi accennando una smorfia.
Hope ammutolì con gli occhi sbarrati. Si vedeva che era del tutto sconvolta. E in effetti chi se lo sarebbe aspettato.
“Su, entriamo! Dobbiamo sapere di più di questa storia!” esclamò Sophie. Adesso era lei che tirava me ed Hope verso l’interno del pub.
Dopo un attimo di esitazione nei confronti di Hope, ancora scettica e turbata, entrammo senza dare troppo nell’occhio e ci sedemmo in un tavolo abbastanza lontano dalla visuale dei ragazzi.
Ci coprimmo con il menù davanti alla faccia in modo che nessuno davanti a noi potesse vederci.
Scoppiai d’un tratto a ridere silenziosamente.
Sembravamo delle vere stalker!
Sophie mi riprese dandomi una gomitata, ed io zittii accennando una smorfietta.
Spiando i ragazzi da sopra le carte notammo Harry perso a guardare nel vuoto, come se non ci fosse stato un domani.
“Sta pensando a te” sussurrai all’orecchio di Hope, che arrossi ancora una volta.
D’un tratto un uomo che riconoscemmo essere il cameriere ci si avvicinò, come se volesse prendere ordini, e ovviamente i ragazzi si girarono verso di noi attirati dallo strano cappellino rosso fuoco che portava il serviente.
Sophie a vederlo scoppiò a ridere come una stupida e anche noi non riuscimmo a resistere alla vista di quello strano indumento.
“Volete ordinare?” chiese il cameriere guardandoci.
“Oh, i-io prendo una coca-cola” balbettai incerta sempre coperta dal menù.
“E per noi due panini” ordinò Hope per entrambe.
“Bene, se siete a posto potete darmi i menù” esclamò allora l’uomo.
Sussultai a quelle parole. No, il nostro piano sarebbe fallito ora! Mannaggia a noi che eravamo entrate! I ragazzi ci stavano guardando, non potevano toglierci la nostra copertura.
“Oh, beh ma…ci piace e quindi vorremmo tenerlo” inventò Sophie.
Io e Hope ci guardammo accennando una risatina sommessa, per poi sorridere annuendo.
“Oh ragazze, mi spiace ma…” non lo facemmo finire.
“E’ per caso in vendita?” domandai sorridendo mentre le mie amiche mi reggevano il gioco.
“I-il menù dice?” l’uomo mi diede del lei stranito a sentire quelle parole.
“Si, proprio quello. A quanto me lo vende?” cercavo di trattenere le risate.
“S-se tanto lo volete ve li vendo tutti e tre a 10 dollari!” esclamò convinto.
“Perfetto!” accennai tirando fuori dalla tasca il verdone tanto atteso.
Dopo averci ringraziate ed essersi allontanato con i soldi l’uomo ripose il bottino in cassa e sorrise soddisfatto.
Noi scoppiammo in una risata liberatoria, ma poi tornammo nella parte.
Dovevamo scoprire di più riguardo ad Harry.
“Ma come ti è venuto in mente di comprarli?” mi sussurrò Sophie riferendosi ai menù.
Tirai un sospiro senza risponderle, poi notai da lontano Harry e Liam alzarsi per uscire, probabilmente a fumare.
Girammo la testa dall’altro lato, per coprirci sia dai ragazzi davanti a noi che dal riccio e dal moro che erano ormai dietro di noi e stavano uscendo dalla porta d’ingresso.
Li vedemmo attraverso la finestra scomparire dietro il locale.
Intuimmo che fossero andati sul retro.
Ci guardammo annuendo, sapevamo cosa dovevamo fare.
Sempre coprendoci coi menù ci alzammo senza dare troppo nell’occhio (cosa abbastanza difficile) e ci catapultammo fuori dal pub.
Camminammo velocemente arrivando fino al retro ma ci fermammo prima, accanto alla parete laterale, quando sentimmo le voci dei due ragazzi.
“Ricordi la scommessa?” fece Harry parlando con Liam.
“Oh, certo. Dunque?” domandò l’altro.
Harry tirò un sospiro di fumo dalla sua sigaretta e poi continuò a parlare.
“Non sta andando tutto bene. C’è stato un inconveniente” fece.
“Che c’è, è vergine per caso?” Liam scoppiò a ridere mentre noi ci guardammo dubbiose.
“No, non è quello. E’ molto peggio” tirò altro fumo.
“Lo dico a te, amico” continuò con voce roca “ma se lo dici a Zayn, ti ammazzo”.
Zayn? E che c’entrava ora anche Zayn?
“Certo, starò zitto. Ora dimmi.” Lo incitò Liam.
“Mi sono innamorato di lei” a quelle parole sentii Liam tossire. Hope arrossì di colpo ed io e Sophie ci girammo di scatto verso la bionda.
“Scherzi vero?” fece Liam sbalordito.
“Purtroppo no. Vedi, lei è semplicemente bellissima. E’ tenera ma anche tenace, è insicura, è dolce, talvolta sa difendere se stessa e le sue amiche, è competitiva e molte altre cose. Per non parlare dell’aspetto fisico; è bionda, con quei bellissimi occhi color dell’oceano che mi hanno attirato fin dal primo giorno” Wow.
Ciò che Harry aveva appena detto portava ovviamente a Hope.
Forse era davvero cambiato, non era più il solito puttaniere depravato di sempre, o almeno così pareva.
Intanto la mia amica Hope si portò una mano alla fronte.
“Da quando sei così smielato, Styles? chiese Liam ancora più stranito “Stai cambiando” continuò.
“Liam, cerca di capirmi. Non mi sento più lo stesso” tirò dalla sigaretta per poi buttarne le ceneri.
“Ma…lei è di un altro e soprattutto mi odia” disse in tono apparentemente triste.
Io e le ragazze ci guardammo di scatto. Sapeva forse di Louis? Pareva molto strano, troppo.
Mio fratello non avrebbe mai raccontato di quella storia a nessuno avendo una ragazza.
C’era qualcosa che non quadrava. I conti non tornavano.
Hope mi guadò con aria interrogativa e io le feci segno di innocenza con le mani alzate.
“Sei uno dei miei migliori amici Harry, ma non so.” Disse Liam.
“Ormai il danno è fatto” Harry pareva ormai sconsolato.
“Sei sicuro di…” non riuscì a finire che il riccio continuò al suo posto.
“Si, mi sto innamorando di Lottie”.
A sentire quelle parole sbiancai completamente. Ebbi un colpo al cuore e mi mancò il respiro.
Sophie spalancò la bocca e si girò a guardarmi, mentre io mi accasciai desolata alla parete.
Non poteva essere, era sicuramente uno scherzo.
In effetti però ora tutto tornava. Capelli biondi, occhi azzurri, insicurezza, tenacità, capacita di proteggere le proprie amiche, e infine il fatto che “stavo” con Cody.
Dunque parlava di me.
Tutte quelle belle cose, quelle parole a vuoto nel bagno, quell’apprensione da parte di Louis. Ora tutto aveva preso più senso, più ‘sapore’.
Sbarrai gli occhi, mentre delle farfalle iniziarono a svolazzarmi nello stomaco e una serie di brividi mi percorse la schiena.
“Dunque eri tu quella ragazza, non io” Hope mi sussurrò tirando un sospiro di sollievo.
D’un tratto qualcosa mi fece preoccupare. Dunque la scommessa era su di me, non su Hope.
Cosa avrebbe dovuto succedermi ancora?
Questa sarebbe dovuta essere l’estate migliore di sempre eppure per ora stava andando terribilmente in discesa.
Mi portai le dita alle tempie e un groppo in gola si fece sentire.
Possibile che Harry Styles fosse innamorato…di me (?)

 

Angolo dell’autrice c:

Ed eccomi qui, sono ancora io SKS.
Finalmente scopriamo che Harry è innamorato di Lottie! Era destino ewe.
Ma non sappiamo ancora di questa scommessa, e lo scoprirete solo leggendo u.u
Intanto, ringrazio DAVVERO TUTTE per le 63 recensioni a questa storia, per averla aggiunte fra le preferite/seguite/da ricordare.
Devo dire che siete fantastiche e senza di voi questa storia non starebbe continuando.
Oh, ma sapete che sono fiera di voi? Siamo arrivate a 700 visite nei primi capitoli!
OMG, sono troppo felice :’)
In più avete visto il nuovo banner? Lo ha fatto Nyaz efp (è davvero fantastica **)
Va beh, vi lascio che già vi sarete stufate.
Un bacione e grazie a tutte, IO VI AMO, IT’S NOT A JOKE.
xx Viola.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***




CAPITOLO UNDICI

“Si, mi sto innamorando di Lottie” quelle parole mi martellavano in mente in continuazione.
Harry Styles, quel ragazzo duro, dall’apparenza di un bullo si stava innamorando. E non solo, si stava innamorando proprio di me.
Ero accasciata sulla parete esterna del locale con le mie amiche, che si guardavano e ridacchiavano incredule.
“Su, andiamocene” feci io d’un tratto, con lo sguardo fisso a terra.
Le mie amiche annuirono e senza farci sentire ce ne andammo, dirette verso casa.
 
Scesi dalle scale, trascinando le gambe stanche. Entrai in salotto e in seguito in cucina.
L’orologio appeso alla parete segnava le 16:00 del pomeriggio in punto.
Aprii il frigorifero, e afferrando il barattolo della mia inseparabile nutella me ne spalmai un po’ su una fetta di pane in cassetta.
Misi tanta crema, così da dimenticare ciò che avevo sentito questa mattina.
Affondai le labbra sulla mia merenda e chiusi gli occhi per assaporarla al meglio.
Cercai di puntare i miei pensieri su qualcosa che non fosse Harry, ma ovviamente non ci riuscii.
D’un tratto mi tornò alla mente il povero Cody, che di questa storia non sapeva nulla.
Avrebbe dovuto saperlo, dato che era il mio “ragazzo” (?)
In effetti, cosa eravamo io e Cody?
Amici? No, più di amici.
Fidanzati? No, non eravamo insieme.
Scopa-amici? No, non era mai successo.
E allora? Potevamo essere soltanto una via di mezzo fra l’essere amici, conoscenti e fidanzati, qualcosa di praticamente indefinibile.
D’un tratto qualcuno suonò al campanello, facendomi sobbalzare.
Aspettai un secondo, e quando capii che Louis era ancora fuori con i suoi amici mi decisi ad andare ad aprire.
Aprii leggermente la porta, tanto per sbirciare chi fosse.
Non riuscii a capirlo, quindi decisi di spalancare completamente la porta.
Arrossii di botto quando vidi chi avevo davanti.
Un ricciolo moro, dagli occhi color speranza e un grande sorriso sul volto era lì, sull’uscio di casa mia.
“H-harry” balbettai. Cavolo, ora che cercavo di pensare ad altro mi si presentava proprio sotto casa, mi volveva morta insomma.
“Ciao Lottie, posso entrare?” Chiese con occhi da cerbiatto.
“Certo, entra pure” gli feci spazio, spostandomi leggermente.
Harry entrando poggiò la sua giacca in pelle, tornita con delle borchie, che lo facevano apparire più duro di quanto non fosse, sul grande attaccapanni e poi si girò a guardarmi.
“Che ci fai qui?” chiesi schietta, senza fronzoli.
“B-beh io volevo solo parlarti”.
“Oh, ho poco tempo quindi…” cercavo di essere più fredda possibile, e di cambiare possibilmente argomento, dato che già prevedevo le serie parole che sarebbero uscite dalla sua bocca.
“Certo, ehm io…” si vedeva quanto fosse incerto in quel momento, quanto quella sua apparenza da duro faceva trasparire in  fondo un sottile velo di timidezza.
“Volevo solo sapere come va con Cody?” pronunciò finalmente quella frase; Ed io che già mi aspettavo il peggio!
“No, cioè…” Lo vidi accennare un sorrisetto.
“Non sono fatti tuoi, comunque” continuai abbassando lo sguardo, leggermente intimidita.
“Era solo per sapere” i suoi occhi si incupirono di colpo.
“Beh, non dovrebbe interessarti” d’un tratto mi incamminai verso la cucina, e iniziai a cercare qualcosa da fare. Mi sentivo strana, soggetta al suo sguardo di ghiaccio, capace di gelarti in un solo secondo.
Iniziai a cercare in frigorifero e trovai alla mia portata un tubetto di panna montata.
Lo aprii e me ne spruzzai un po’ in bocca senza ritegno.
D’un tratto qualcuno mi afferrò i fianchi da dietro facendomi sobbalzare.
Harry stava davanti a me, con un sorriso a trentadue denti e due occhi così brillanti e trasparenti da poterci vedere attraverso, e scorgere tutti i suoi più profondi sentimenti nei miei confronti. Non pareva proprio lo stesso, stupido Styles di sempre, che gli era successo?
Mi teneva stretta alla vita, e sembrava non avere assolutamente intenzione di lasciarmi andare.
Il riccio scoppiò in una risata frenetica, quasi, e stranamente, nervosa. Mi spinse poco più indietro al banco di marmo della cucina, costringendomi a rimanere ferma. Ormai ero bloccata, non avevo via di fuga.
“Perché sei qui? Cosa vuoi?” furono le prime parole che mi uscirono dalla bocca.
“Sei sporca qui” fece il ragazzo, ignorando la mia domanda. Poi alzò il dito e me lo passo sensualmente sulle labbra, con lo sguardo sempre più malizioso, la lingua fra i denti, bianchissimi.
Per un attimo rimasi ancora immobile, ammaliata e quasi ipnotizzata dai suoi occhi, dal suo viso, ma poi ripresi controllo di me stessa e decisi di ribellarmi, dimenandomi e cercando di andarmene.
“Mollami” gli sussurrai nervosa, infastidita e apparentemente scocciata.
“Perché dovrei?” Harry stava lentamente tornando al suo solito carattere, malizioso, pervertito, i suoi occhi avevano una scintilla all’interno, e non sembrava prevedere nulla di buono. Possibile che fosse capace di cambiare così radicalmente da un momento all’altro?
“Ho detto mollami” gli ripetei una seconda volta, scandendo ogni singola lettera ad alta voce.
Harry ebbe un attimo di esitazione, ma poi mi strinse ancora più forte di prima, incurante delle mie parole.
“Perché mi odi?” quasi ringhiò, contraendo la mascella e aggrottando le sopracciglia.
“Perché? Perché l’unica cosa che vorrei è odiarti, ma mi è impossibile. Mi hai reso la vita un inferno, eppure eccomi qui.” sputai tutto d’un fiato. Avrei dovuto odiarlo quasi a morte e invece ora stavo qui a tre centimetri dal suo viso cercando di opporre resistenza, senza risultati.
Harry rimase zitto, accennando solo una smorfietta più confusa che altro.
“Tutte le prese in giro, ciò che hai fatto ad Hope, tutte le volte in cui te ne sei altamente fregato di me, hai tirato nei casini anche mio fratello, lo hai portato sulla cattiva strada, tutte queste cose non hanno fatto altro che avvicinarmi a te, sempre di più. Avrei una lista di motivi per odiarti, e invece la cosa buffa è che stare qui con te ora mi fa quasi stare bene” confessai. Ed era vero, cercavo di nasconderlo ma ciò che sentivo in quel momento era qualcosa di indescrivibile. Mi piaceva che mi tenesse per i fianchi, la mia schiena era attraversata da milioni di brividi e la mia pancia era percossa da una marea di farfalle in volo. Non avevo idea di cosa mi stesse succedendo, ma in quel momento ero attratta dalle labbra di Harry, che mi parevano stranamente invitanti.
Forse la domanda non era che cosa stava succedendo a lui.
Forse la vera domanda era: cosa stava succedendo a me?
Arrossii di colpo, fra una riflessione e l’altra, poi non ebbi il coraggio di dire nient’altro.
A rompere quel silenzio, che ne io ne Harry avevamo osato dividere, fu il suono del mio cellulare.
Riuscii finalmente a divincolare dalle braccia tatuate e muscolose del riccio, e mi recai nel bagno più vicino per rispondere.
“Lottie!” la voce urlante dall’altra parte della cornetta pareva terribilmente ansiosa.
“Hope, che succede?” chiesi alla bionda.
“Dunque, mi ha appena chiamata il tuo quasi-ragazzo, e non dovrei parlartene, ma sai che ho la lingua lunga e io…ceh, lui…” balbettò insicura e tremante.
“LUI? COSA HOPE? SBRIGATI” iniziai a spazientirmi. Insomma, nell’altra stanza avevo un ragazzo a cui piacevo, a cui avevo appena sbattuto in faccia la situazione e con cui avrei dovuto parlare, cosa mai avrebbe dovuto dirmi di così importante?
“Beh insomma, mi ha chiesto un consiglio su…un anello, si insomma, si è deciso ad ufficializzare le cose, e chiederti seriamente di stare con lui” rabbrividii.
“c-cosa?” risposi strabuzzando gli occhi. Come sempre qualcosa avrebbe dovuto intralciare la mia vita sentimentale, già abbastanza complicata.
“Tu non sai niente, ok? Ah, e per quanto riguarda Harry che pensi di fare?” domandò, nel momento più inopportuno possibile.
“Ci sentiamo dopo” terminai così, riattaccando, incurante delle domande della mia amica.
Mi guardai allo specchio, rinfilando il cellulare nella tasca dei jeans e stringendomi il viso con le mani.
Poi, dopo un leggero sussulto, riaprii la porta del bagno, e mi recai dritta in salotto, pronta a terminare la conversazione precedente.
Quando arrivai in cucina però scoprii mio malgrado che il riccio era sparito, e mi aveva lasciata sola nel mare delle insicurezze.
Solo un biglietto scritto probabilmente in modo veloce, data la calligrafia, segnava la scomparsa del ragazzo.

“ciao principessa, ci vediamo presto.
H. xx”




 

 

Spazio autriceee 

Hola ragazze, DEVO CHIEDERVI PERDONO PER LA MIA ASSENZA!!
Comunque, eccomi qui con un nuovo capitolo, che spero vi piaccia.
Mi sono impegnata nonostante sia un po' corto, e mi piacerebbe che lasciaste delle recensioni.
Come sempre continuerò la storia quando avremo 5 recensioni c:

Ora scappo, scusatemi ancora.
Baci, Viola **

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