When I'm with you, it's all right..

di simogeras
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 01 ***
Capitolo 2: *** 02 ***
Capitolo 3: *** 03 ***
Capitolo 4: *** 04 ***
Capitolo 5: *** 05 ***
Capitolo 6: *** 06 ***
Capitolo 7: *** 07 ***
Capitolo 8: *** 08 ***
Capitolo 9: *** 09 ***



Capitolo 1
*** 01 ***


Capitolo I
 
‘’Albus, svegliati è ora!”
Albus Severus Potter aprì gli occhi al richiamo della madre. Si mise a sedere sul letto e realizzò di che giorno si trattava. Quel giorno sarebbe tornato ad Hogwarts, la prestigiosa scuola di magia e stregoneria che frequentavano i maghi inglesi.
Al si chiese come aveva potuto addormentarsi, dopo aver atteso per un mese quel momento. Si alzò di corsa e, veloce come una scheggia, si infilò i vestiti che si era preparato la sera prima. Indossò una paio di jeans ed una semplice maglietta bianca, voleva viaggiare comodo! Cercò di fare più in fretta possibile, non vedeva l’ora di tornare a scuola. Era stato felice di passare qualche settimana con la propria famiglia, ma dopo poco tempo il vecchio castello aveva iniziato a mancargli immensamente. Gli mancava la polverosa biblioteca, dove passava intere giornate a studiare con sua cugina, nonché la sua migliore amica Rose Weasley, gli mancavano alcuni suoi compagni Serpeverde, gli mancava perfino Hagrid, il vecchio custode mezzo gigante del castello.
Dopo essersi pettinato accuratamente i capelli neri, come quelli del padre, Albus scese di sotto, dove lo aspettava, seduta intorno al tavolo, tutta la sua famiglia. Mentre scendeva le scale lo raggiunse il profumo dei croissant appena sfornati da sua madre e subito gli venne l’acquolina in bocca.
‘’Buongiorno Al’’ disse in coro la sua famiglia quando prese posto accanto al fratello.
Suo fratello, maggiore di lui di un anno, stava programmando con la sorella il modo di spaventare i ragazzi del primo anno e stava spiegando a Lily Luna come utilizzare la polvere Buio pesto peruviana che gli aveva regalato suo zio Ronald.
‘’E tu Al, pensi di essere dei nostri oggi?” chiese James lanciandogli un pacchettino di polvere.
“Non credo proprio James, ho già dei programmi con Rose!” rispose Al rilanciando al fratello il pacchettino.
‘’E per ‘programmi con Rose’ intendi forse il passare tutto il viaggio leggendo i nuovi libri di testo?!” si intromise sua sorella.
“Lily, lascia in pace tuo fratello e vai a finire di preparare il tuo baule!’’ la ammoni Harry, loro padre.
‘È veramente insopportabile’ pensò Al. Sua sorella e suo fratello erano molto in sintonia, ma erano anche esattamente l’opposto di Albus, sia caratterialmente che fisicamente. I suoi fratelli, infatti erano dei pestiferi con i capelli rossi e gli occhi azzurri, caratteristica tipica dei  Weasley, la famiglia di Ginny, loro madre. Albus invece aveva preso i capelli corvini e ribelli di suo padre e anche gli stessi occhi, verdi smeraldo. Caratterialmente Albus era un ragazzo tranquillo che amava la solitudine e la compagnia di sua cugina. Non amava stare in luoghi pieni di persone e aveva una passione per la lettura e l’apprendimento di qualsiasi cosa servisse ad accrescere la sua cultura.
Dopo aver caricato i bauli in macchina, sistemata con un apposito incantesimo espansivo irriconoscibile, applicato da Hermione, per far si che tutti i bauli potessero essere messi nel bagagliaio, si avviarono tutti verso la stazione di  king's cross, dove i tre Potter avrebbero preso il treno verso la scuola.
Trovarono ad aspettarli, davanti all’entrata del binario 9 e tre quarti, la famiglia Weasley.
“Oh Rose, non sai che sollievo vederti, dobbiamo assolutamente trovarci un vagone il più lontano possibile da quello di James, Lily ed Hugo, o credo che avremo seri problemi con quella polvere che tuo papà gli ha regalato” esclamò Albus, lieto di vedere la cugina.
Dopo essere passati attraverso il binario fu il momento di salutare i genitori.
“Mi raccomando Al, fa il bravo e scrivimi tutte le settimane, e mi raccomando, tenete d’occhio i ragazzi!” disse Ginny al figlio e alla nipote. Dopo aver salutato il padre, la zia e lo zio, Rose e Albus si avviarono alla ricerca di un vagone ancora vuoto.
Mentre camminava per il corridoio Al finì addosso ad un ragazzo che andava di fretta. “Stai attento a dove metti i piedi Potter!”.
“Malfoy chiudi quella maledetta boccaccia..’’ intervenne Rose
‘’O cosa Weasley? ci stai forse minacciando? Sentite ragazzi la mezzosangue Weasley che mi minaccia!” la interruppe un energumeno di fianco a Malfoy.
“Chiamala ancora mezzosangue Gregor e in meno di un secondo ti troverai fuori da un finestrino!” intervenne Al.
“Li avate sentiti ragazzi? Forse è meglio se gli insegniamo il rispetto!”
“Avanti Al, lasciamoli perdere e adiamocene, sono solo degli immaturi” suggerì Rose tirando il cugino per un baraccio.
“Andatevene cagasotto, che vi conviene!” disse Gregor mentre i due ragazzi si allontanavano.
“Malfoy è veramente un idiota, lui e pure quei due idioti che si porta sempre dietro. Ha ragione mio padre quandi dice che i serpe verde sono tutti dei palloni gonfiati, tranne te ovviamente! Non capisco come fai a rimanere nella sua stessa casa!” sbuffò Rose.
“E che altro potrei fare, dovrei forse chiedere al appello parlante di cambiarmi casa? E poi per la maggior parte del tempo si comporta come se non esistessi e quindi non è un gran fastidio. Fa il gradasso solo con quelli più piccoli, tanto per divertirsi a vedere le loro facce terrorizzate. Quando è da solo non sembra poi così cattivo. Spesso se ne sta sulla poltrona davanti al fuoco e fissa le fiamme per momenti interminabili. Poi quando è stufo, si alza e se ne va a cercare i due idioti.”
“Non starai difendendolo spero? È una serpe, così come quel mostro della sua ragazza che si diverte a far piangere quelle del primo anno!” esclamò sdegnata Rose.
“Aliserias? È solo una stupida ragazza viziata!” concluse Albus.
Trovarono posto in uno scompartimento occupato da un paio di ragazze Corvonero, amiche di Rose e passarono buona parte del viaggio leggendo tomi di storia della magia e spettegolando sul professor Ruf, il fantasma che insegnava storia della magia.
Il cielo stava assumendo una tonalità con diverse sfumature di arancione, ed il sole, che stava sparendo dietro all’orizzonte illuminava lo scomparto con gli ultimi tenui raggi, quando di colpo nello scompartimento scese il buio.
“Tranquille è solo polvere buio pesto, sono mio fratello e mia sorella che si divertono a dare fatidio!” esclamò Albus per tranquillizzare le amiche di Rose le quali avevano lanciato dei gridolini di spavento non appena era calato il buio. “E’ meglio che li trovi e gli dica di smetterla, aspettami qui Rose, torno subito”. Così dicendo Al usci a tentoni dallo scompartimento e imboccò il corridoio spiegando ai ragazzini spaventati che non era successo niente di grave.
“E così è opera dei tuoi fratelli Potter?”. Al sobbalzò riconoscendo la voce di Scorpius Malfoy.
“Em, si sono stati loro, si divertono em a dare fastidio hai em, a quelli del primo anno..” balbettò senza capire da che perte si trovasse Malfoy.
“Girati, sono dietro di te!”
“Ah, em, scusa io.. Em non si vede ancora molto bene..”
“Sono forti i tuoi fratelli, pur essendo dei Potter! Se non ci fossero loro toccherebbe a me l’ingrato compito di terrorizzare i nuovi arrivati!”. Così dicendo diede una pacca amichevole sulla spalla del compagno e se ne  andò, lasciando Al inebetito per l’inaspettato comportamento civile ed amichevole.
Trovò sua sorella e suo cugino Hugo che cercavano di vendere caramelle marinare ad un gruppo di Tassorosso, e quando Albus li sorprese i due si giustificarono dicendo che cercavano di far pubblicità al negozio di loro zio George. Dopo averli minacciati di mandare un gufo a casa Lily e Hugo furono costretti ad andare nel loro scompartimento. “E dite a James che la cosa vale anche per lui!”
Quando tornò nel suo scomparto Rose lo informò che erano quasi arrivati e che avrebbe fatto bene ad indossare la divisa. 

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Capitolo 2
*** 02 ***


Capitolo II
 
Quando scesero dall'espresso per Hogwarts era già calata la sera. Nonostante il buoi Albus poté chiaramente distinguere il grande castello in lontananza. Le luci si specchiavano sul lago nero dando un aria magica a tutto l'ambiente. Il battello per Hogwarts era fermo al piccolo porticciolo e attendeva che i ragazzi del primo anno si imbarcassero.
“I ragazzi del primo anno si avvicinino, forza non abbiate paura, avvicinatevi!''. Al distinse chiaramente la voce di Hagrid, il mezzo gigante che era un ottimo amico dei suoi genitori. Rose e Albus fecero un cenno di saluto al loro professore e poi si avviarono verso le carrozze che li avrebbero portati a scuola.
Prima che la carrozza partisse si unirono a loro James, Lily e Hugo. 
''Allora Jamie, che programmi hai per quest'anno?'' chiese la cugina.
''Be quest'anno ho i G.U.F.O., quindi dovrò impegnarmi seriamente... Ma credo che dedicherò un po' di tempo anche all'esplorazione del sesto piano. La mappa del malandrino non segna tutti i posti segreti del castello, l'anno scorso infatti ho trovato una stanza segreta al secondo piano piena di manoscritti, scritti usando antiche rune e in lingue che non conosco..''
''Davvero? Devi assolutamente portarmici Jamie, promettimelo!'' esclamò piena di sorpresa Rose.
''Certo! Porta anche il libro di antiche rune, magari riusciamo a decifrare qualcosa'' promise il cugino.
Raggiunsero il castello qualche minuto dopo e si diressero nella Sala Grande per assistere alla cerimonia dello smistamento. Il soffitto magico era di un blu intenso, che ricordava il cielo notturno, cosparso da centinaia di piccole luci simili a stelle. Altrettante candele galleggiavano nell'aria illuminando l'enorme sala. Albus salutò la cugina e si diresse al tavolo dei serpeverde dove prese posto vicino ad Alex, un suo amico.
Il richiamo della preside salvò Al da una noiosa conversazione con l’amico su come avessero passato le vacanze.
“Buonasera ragazzi. Sta per iniziare un nuovo anno scolastico, e come tutti gli anni nuovi ragazzi si uniranno a noi in questa scuola. Vi prego di pazientare qualche minuto ancora e dopo lo smistamento potrete abbuffarvi a volontà!” disse la professoressa McGranitt. Albus guardò l’anziana preside. Indossava una lunga veste con i colori della sua casa, il rosso e l’oro e un cappello a punta dai medesimi colori. Lunghi capelli argentati scendevano oltre le spalle. La preside, agitò debolmente la bacchetta e il grande portone in legno della Sala Grande si aprì. Dietro ad esso c’erano una ventina di ragazzini che aspettavano di essere smistati. “Avanti ragazzi, non abbiate paura. Avvicinatevi!” esclamò la preside girando intorno al tavolo degli insegnanti e mettendosi dietro allo sgabello sul quale era riposto il cappello parlante. “Ora leggerò ad uno ad uno i vostri nomi e quando sarà il vostro turno vi siederete sullo sgabello. Io porrò sul vostro capo il cappello parlante e, dopo che vi avrà smistati, vi alzerete e andrete al giusto tavolo”. 
“Adrian Adams” chiamò la preside. Un ragazzino basso e leggermente tarchiato si fece timidamente largo tra i suoi compagni e si sedette sullo sgabello. Come aveva spiegato la preside mise il cappello parlante sul capo del ragazzo, ma prima ancora che fosse correttamente posizionato questi aveva già urlato “Tassorosso!”. Un boato proveniente dal tavolo dei Tassorosso accompagnò l’avanzare del ragazzo tarchiato.
“Dylan MecCroy!” 
“Corvonero!”
“Derek Rooney!”
“Serpeverde!”. Grida e applausi si levarono dal tavolo di Al e lui non poté che unirsi ai suoi compagni.
Lo smistamento proseguì per alcuni minuti e, dopo che il cappello parlante ebbe smistato l’ultimo ragazzo in Grifondoro, la preside annunciò l’inizio della cena. I piatti d’oro sui tavoli si riempirono magicamente di pietanze deliziose e i ragazzi, affamati, iniziarono a cenare. 
Dopo la cena la preside diede alcune veloci indicazioni agli studenti, raccomandandosi che nessuno andasse da solo e senza permesso nella foresta proibita, ricordando il divieto di accede alla biblioteca proibita e dando informazioni generali riguardo alle lezioni. Dopodiché congedò i ragazzi e li lasciò liberi di andare nei rispettivi dormitori. Albus lanciò uno sguardo a Rose che gli fece un rapido cenno di saluto, poi si incamminò verso i sotterranei seguito da Alex. 
Giunsero davanti al famigliare muro e, dopo aver pronunciato la parola d’ordine che Alex si era fatto riferire da un prefetto, entrarono nell’altrettanto famigliare Sala Comune. Albus si era affezionato al sotterraneo, con il suo soffitto basso e le sue lampade verdastre di ferro battuto che calavano illuminando tutta la sala.  
Dopo essersi guardato intorno con aria soddisfatta Albus seguì l’amico nel dormitorio. 
“Guarda che si vede, Potter! Cosa farai ora che non c’è la ragazzina Weasley a difenderti?” lo canzonò lo stesso ragazzo che al mattino aveva dato della mezzosangue a Rose.
“Piantala Greg, lascialo in pace, l’intelligenza di una persona conta decisamente di più della purezza del sangue!” lo richiamò Scorpius. Sbuffano per essere stato sgridato dal suo amico Greg se ne andò con la coda tra le gambe. 
“Perdonalo Potter, ha il cervello di uno scoiattolo e il cuore di una vipera!” continuò il biondo. 
“Non-non c-c’è problema, g-grazie” balbettò Al. 
Sempre più stupito per il comportamento sempre più gentile del compagno, Albus si mise a sistemare i suoi effetti personali che gli elfi avevano portato nei dormitori. 
“Si può sapere perché tutte le volte che parli con Scoprius inizi a balbettare come uno scemo? Non avrai paura di lui, spero!” esclamò Alex dopo essersi accertato che ne Scorpius ne i suoi scagnozzi fossero in camera. 
“Io paura di lui? Non Dire fesserie Tarly! È solo che il suo comportamento mi lascia sempre più basito! Non è da lui difendermi e oggi ha perfino detto che i miei fratelli sono forti!”
“Be, magari il sole estivo l’ha fatto maturare, ho sentito che è stato in vacanza ai caraibi” esclamò ironicamente Alex.
“Davvero? Be non si direbbe, non è per niente abbronzato” affermò il giovane Potter. 
“Sarà il suo sangue puro a proteggerlo dai raggi solari!” buttò li l’amico.
“Oppure è a causa del fatto che non mi sono mai mosso da sotto l’ombrellone!” disse Malfoy entrando all’improvviso nel dormitorio e facendo sussultare i due amici. Colto di sorpresa ed imbarazzato per essere stato scoperto Albus diede la buonanotte all’amico e tirò le tende del letto a baldacchino poi si infilò sotto le coperte e cadde in un profondo sonno. 
Al fu svegliato da due suoi compagni che chiacchieravano con la voce un po’ troppo alta e, dopo essersi preparato, andò in Sala Grande per la colazione. Quella mattina avrebbe avuto due ore di pozioni con i tassorosso e due di difesa contro le arti oscure con i corvonero. Poi avrebbe avuto il pomeriggio libero, per cui decise che sarebbe passato da Hagrid per prendere un tè in compagnia di Rose. 
Stava per andare a lezione quando fu fermato da suo fratello che gli comunicò che l’indomani avrebbe portato la cugina a vedere quella stanza colma di libri che aveva scoperto l’anno precedente. Arrivò in classe che ormai era tardi, si scusò con il professore, Abel Pulvis, un anziano signore con il naso aquilino e che, pur essendo quasi completamente calvo, aveva una lunga barba nera con parecchi filamenti bianchi e si guardò in giro per cercare un posto libero. 
Alex si era già seduto vicino ad un altro serpe verde e quando incrociò lo sguardo con Albus mormorò un sommesso ‘scusa’. 
“Potter, la prego, si sieda vicino al signor Malfoy e apra il libro a pagina 12” ingiunse il professore. 
Albus vide che Malfoy era al tavolo da solo e se ne meravigliò. ‘Chissà come mai non se ne sta vicino ad uno dei suoi scagnozzi’ pensò Al prendendo posto e aprendo il libro.
“Oggi prepareremo la pozione Erbaverde, una pozione che è in grado di far crescere l’erba perfino nel posto più arido della terra. Al termine della lezione assegnerò quindici punti alla coppia che avrà preparato la pozione migliore. Buon lavoro a tutti!” concluse il professor Pulvis.
“Avanti Potter, vediamo di guadagnarci i nostri punti!” sussurrò Scopius, “passami lo sciroppo di elleboro e l’artemisia”. 
Continuarono a preparare la pozione per la mezz’ora successiva, poi fu il momento di aspettare che bollisse. Scorpius prese l’incarico di continuare a mescolarla in senso antiorario, così Albus non avendo niente da fare si ritrovò con il fissare l’amico intento a lavorare. Osservandolo bene, Al si rese conto che un po’ si notava l’abbronzatura. Notò inoltre che i suoi capelli erano diventati ancora più chiari dell’anno precedente e gli sembrò che durante l’estate il compagno dovesse essere cresciuto di una buona decina di  centimetri. Sul labro superiore e sul mento di Malfoy inoltre, poté vedere Al, stavano spuntando i primi pelucchi biondi. 
Quando si accorse che anche Scorpius lo stava fissando Al distolse rapidamente lo sguardo, ma era troppo tardi. “Che guardi Potter, non hai mai visto nessuno mescolare una pozione?” scherzò Scorpius. 
“N-No, cioè Si, ma io..” balbettò l’altro il risposta, prima di girarsi e mettersi a leggere il libro Pozioni.
Arrivò la fine dell’ora e il professore premiò una coppia di tasso rosso, ma nonostante ciò si congratulò comunque con Albus e Scorpius per il distinto successo della pozione e assegnò loro 5 punti. 
Al passò il resto della mattinata a difesa contro le arti oscure e dopo pranzo si trovò con Rose per studiare. 
Andarono in biblioteca, ma nonostante la buona volontà Albus non riuscì a concentrarsi. Continuava a pensare a Scorpius, al modo in cui gli parlava, a volte serio e duro, altre volte allegro e scherzoso, al suo sorriso e alla sera prima, quando l’avevo difeso da quello sbruffone di Gregor.
“Al, sto parlando con te! Ci sei?” chiese Rose.
“Scusa ero un po’ sovrappensiero, dicevi?” rispose Albus tornando a prestare la sua attenzione alla cugina.
“Dicevo che se non la smetti di stare con la testa tra le nuvole  non capirai niente di quello che stai leggendo. Sono 5 minuti che fissi la stessa riga!” sentenziò la cugina.
“ Ah già, perdonami, sono un po’ sovrappensiero”
“A che pensi?” domandò Rose
“A nulla, cioè, c’entra Scorpius, si comporta in modo strano ultimamente, pensavo che forse sta tramando qualcosa”.
“Lascia perdere è un Malfoy, è da quando lo conosco che passa le giornate ad escogitare qualcosa. Lascia perdere e non fasciarti la testa con queste stupidate!” suggerì la giovane Weasley. 
“Sì, forse hai ragione. Vieni andiamo da Hagrid, ci starà aspettando”. Detto questo i due ragazzi si avviarono verso la capanna al margine della foresta proibita. 
Giunsero alla capanna che era pomeriggio inoltrato, bussarono più volte alla porta dell’abitazione senza che  nessuno gli rispondesse, decisero quindi di fare un giro nei dintorni per trovare Hagrid. Lo trovarono verso il limitare del bosco intento a chiacchierare con un centauro che Albus riconobbe come Fiorenzo, un vecchio amico di suo padre. Quando Hagrid vide i due ragazzi salutò bruscamente il centauro e si avviò verso di loro. “Ciao ragazzi, che ci fate qui?” domando il mezzo gigante.
“Ciao Hagrid, siamo venuti per un tè, ma se hai da fare possiamo tornare un'altra volta” rispose garbatamente Rose.
“Oh, non preoccupatevi, via entrate entrate ora ve la metto su subito una buona tazza di tè. Ho preparato anche dei biscotti seguendo una ricetta pubblicata sulla Gazzetta del Profeta!”.
“Che aveva Fiorenzo? Pareva parecchio rabbuiato!” chiese Albus a bruciapelo.
“Non sono cose che dovrei dire a due marmocchi come voi queste, affari di Hogwarts! Anche se so che se non ve lo dicessi cerchereste da soli la risposta, per cui vi facilito il lavoro” esclamò Hagrid mentre preparava il tè. “I centauri sono molto irrequieti ultimamente, due di loro sono stati trovati morti”.
“Oh Hagrid, mi dispiace molto li conoscevi?” chiese cortesemente Rose.
“No, non li conoscevo, non sono tipi molto socievoli i centauri! Fiorenzo è uno dei pochi che mi parla”.
“Ma Hagrid, di che sono morti i centauri?” domandò Al, interessato all’argomento.
“Il modo in cui sono morti è proprio quello che ci preoccupa me e Fiorenzo. È come si gli fosse stata succhiata via l’anima, erano come pietrificati, pur non essendolo. I loro occhi erano completamente bianchi. Una cosa spaventosa!”
“Non può trattarsi dell’opera di un dissennatore?” ipotizzò Rose, “Essi quando danno il bacio della morte risucchiano l’anima delle persone!”.
“Risucchiano l’anima, ma lasciano il corpo vivo. E poi i dissennatori sono stati allontanati da Azkaban subito dopo la seconda guerra contro Voi-sapete-chi, e da allora sono tenuti lontani dalle persone, figuriamoci se un dissennatore riuscirebbe mai ad entrare nei luoghi di Hogwarts fopo tutte le protezioni e gli incantesimi imposti dalla preside e dagli altri professori!” sentenziò il mezzo gigante.
“E allora cosa potrebbe essere?”
“Purtroppo non lo sappiamo, stasera parlerò con la preside vedremo come agire. Sarà necessaria una ricognizione nella foresta!”
“Oh, non invidio affatto chi andrà in ricognizione!” disse Rose scherzando, ma non troppo. 
Finita la conversazione Rose ed Al bevvero l’amarognolo tè di Hagrid, gli fecero qualche complimento per i biscotti mezzo carbonizzati e salirono in Sala Grande per cena. 
Più tardi nella Sala Comune Al incontrò Alex, che gli chiese più volte scusa per averlo abbandonato tra le grinfie di Malfoy. “Non ti preoccupare, non fa niente” lo rassicurò Al, pensando che non gli dispiaceva affatto passare le ore di pozioni accanto a Scorpius. 
 

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Capitolo 3
*** 03 ***


Capitolo III
 
Anche il secondo giorno di lezioni era passato e fortunatamente Al non aveva ancora compiti da fare. La mattina avevano fatto Erbologia con i Grifondoro. In quella lezione dovevano sfamare i cavoli carnivori cinesi, stando attenti ai loro lunghissimi denti affilati. Un Grifondoro parecchio sbruffone non aveva indossato i guanti di pelle di drago e il cavolo l’aveva morso profondamente facendogli uscire una cascata di sangue, così Neville Paciock, il professore fu costretto ad abbandonare i ragazzi per assicurarsi che il giovane venisse curato. Ora il ragazzo si trovava in infermeria e nell’arco di due giorni sarebbe stato come nuovo.
Dopo Erbologia aveva avuto Storia della Magia, con il professor Cuthbert Rüf, unico professore fantasma. Sebbene fosse la sua materia preferita, Albus spesso si distraeva, poiché il professore spiegava la materia in modo noioso e non molto coinvolgente.
Finito il pranzo aveva avuto un ora libera e poi un ora di Trasfigurazione con l‘ormai anziana professoressa McGranitt che, nonostante fosse la preside della scuola, aveva voluto mantenere la sua cattedra e continuare ad insegnare ai ragazzi. Nonostante l’età ormai avanzata, Albus era del parere che la McGranitt fosse la migliore professoressa della scuola. Pur avendo numerosi acciacchi, la donna riusciva ancora a trasfigurarsi perfettamente in un gatto.
Conclusa la cena Al raggiunse al secondo piano James che lo aspettava insieme a Lily e ad Hugo. Poi attesero Rose che non tardò molto ad arrivare.
“Allora come raggiungiamo questa famosa stanza?” chiese Lily impaziente.
“Abbi pazienza sorella e a suo tempo lo saprai!” rispose seccamente il fratello.
Passarono davanti all’aula di Incantesimi, proseguendo dritti fino a che non si trovarono davanti ad un muro coperto da un arazzo. James spostò l’arazzo e vi ci si infilò sotto, seguito dai cugini e dai fratelli. Poi estrasse la bacchetta e la picchiettò su alcuni mattoni.
“Ecco a voi, funziona esattamente come il muro del paiolo magico, quello per entrare in Diagon Alley” disse il ragazzo compiaciuto.
I mattoni si fecero da parte lasciando libero l’accesso. Rose e Lily, le più curiose, entrarono di corsa nella stanza. Nel momento in cui varcarono la soglia numerose torce allineate al muro si accesero magicamente mostrando ai ragazzi il contenuto della stanza. Era una stanza enorme, grande almeno quanto la sala comune dei Serpeverde, rifletté Albus. Al centro della sala vi era un enorme tavolo in legno massiccio, contornato da una decina di seggiole. Tutto intorno, seguendo il percorso delle pareti, vi erano scaffali pieni di tomi che arrivavano fino al soffitto e per ogni parete c’era una scala che poteva essere spostata e permetteva di raggiungere gli scaffali più alti. Di fronte a dove erano entrati c’era un enorme camino con il fuoco che scoppiettava proiettando strane ombre. Posizionato davanti al camino c’era un soffice divano, sufficiente perché vi si sedessero due o al massimo tre persone.  I ragazzi, rimasti incantati dallo spettacolo, si lanciarono verso gli scaffali più vicini. Il muro che si era aperto per farli passare si era richiuso separando la stanza del resto del castello. Nonostante la totale assenza di finestre le torce illuminavano a tal punto da far credere ai ragazzi che da qualche parte ci fosse una finestra nascosta dalla quale entrava un perenne sole di mezzogiorno.
“Wow, chissà chi ha fatto costruire questa stanza!” esclamò Rose tutta eccitata. Nessuno le rispose, erano tutti troppo intenti sfogliare i numerosi libri che riempivano la stanza.
Passarono quasi un ora a sfogliare i volumi ricchi di immagini dipinte e di vecchie rune indecifrabili. I libri però non erano tutti scritti in lingue irriconoscibili, molti di essi infatti erano scritti nella lingua comune, seppur un po’ più arcaica. Quando si fu stancato di sfogliare pagine Albus si sedette accanto a James sul divanetto e si mise a contemplare il fuoco.
“Credo che questo sia la stanza segreta di Priscilla Corvonero!” disse all’improvviso James.
“Che cosa te lo fa credere?” chiese Al fissando il fratello.
“Guardate bene il camino” esclamò James alzandosi e indicando una figura che ornava il marmo superiore del caminetto, “vedete? È lo stemma di Corvonero!” continuò attirando l’attenzione degli altri ragazzi.
“È vero!” urlò Rose, “Pensateci bene, se Salazar Serpeverde si era creato una stanza segreta, perché mai gli altri non avrebbero dovuto fare lo stesso? Forse Priscilla voleva un luogo dove poter continuare indisturbata ad accrescere il suo sapere, e perché no, dove magari potersi riposare senza che nessuno la disturbasse!” sentenziò la giovane Corvonero soddisfatta nel vedere gli accenni di assenso dei parenti.
Si era ormai fatto tardi ed i ragazzi furono costretti ad abbandonare la ‘’Stanza del Sapere”, come l’avevano ribattezzata, per raggiungere i propri dormitori.
Quando Al entrò nella propria Sala Comune, la trovò vuota, fatta eccezione per Scorpius e Aliserias che , seduti sul divano davanti al fuoco, erano intenti a sbaciucchiarsi. Quando gli passò accanto Malfoy gli fece un cenno di saluto e poi tornò ad occuparsi della sua ragazza.
“Come mai sei rientrato così tardi ieri sera?” domandò Scorpius sfoggiano un ghigno malizioso. Si trovavano nell’aula di pozioni. Quel giorno, il professor Abel, aveva incaricato i ragazzi di preparare una pozione rivitalizzante per fiori che stavano appassendo.
“Avanti, confidati con me! C’entra per caso una ragazza?” continuò Malfoy.
“No, non c’entra alcuna ragazza. Ho avuto da fare..” buttò li Al.
“E che genere di cosa ti ha tenuto fuori fino a quell’ora di notte?”
“Non sono fatti tuoi Malfoy! Ho avuto da fare con la mia famiglia!” rispose secco il moro.
“Va bene, se proprio è una cosa così segreta tienila pure tutta per te!” si arrese l’altro tornando a tagliuzzare gli ingredienti da versare nella pozione. Quel giorno i vapori nel sotterraneo erano più intensi del solito e facevano lacrimare gli occhi di Al.
“E tu perché non te ne stai più con i tuoi scagnozzi? Sono due giorni che non ti vedo con loro e la cosa è sospetta!” rispose Albus, alzando la testa dal suo volume di pozioni e facendo un cenno verso Roger e Gregor.
“Non sono i miei scagnozzi, o per lo meno non lo sono più. Sono due stupidi gorilla, me li sono levati dai piedi. Ora sono un’anima solitaria!” affermò il biondo ridacchiando.
“Capito, finalmente te ne sei accorto! Ad ogni modo, li sai tenere i segreti?” domandò Al mordicchiandosi nervosamente il labbro.
“Certo, sono muto come un sarcofago!” rispose l’altro.
“Be crediamo, io, James e Rose, di aver scoperto la stanza segreta di Priscilla Corvonero. James suppone che come Salazar Serpeverde aveva una stanza segreta, lo stesso potesse valere anche per gli altri.”
Per un momento Scorpius non rispose e Al pensò di aver fatto uno sbaglio enorme a confidarsi con il compagno.
 “E quando mi porti a vedere questa famosa stanza segreta?” disse infine sfoggiando quel sorriso che provocava ad Albus un brivido nello stomaco.
“Non so, potrei portatrici anche stasera, sempre se non hai impegni con Aliserias..” propose Al.
“D’accordo, se cosciente però del fatto che dopo le nove è vietato girovagare per il castello?”
“Vorrà dire che faremo attenzione” concluse il moro facendo un occhiolino all’amico. Perché ormai, dopo aver confidato il suo segreto a Scorpius, Albus non poteva che considerarlo un amico.
“Sei completamente impazzito?!” esclamarono in coro James e Rose quella sera a cena, quando Al li informò del fatto che aveva detto il loro segreto a Malfoy.
“Ora lo saprà tutta la scuola e così noi non potremo più passarci i pomeriggi in pace a studiare e non avremo più un posto segreto tutto nostro!” continuò Rose indignata. Quando si arrabbiava, la faccia le diventava rossa come un calzino di natale, cosa che Al trovava molto buffa.
“Avanti ragazzi, non preoccupatevi, non lo dirà a nessuno, me lo ha promesso!” cercò di spiegare al fratello e alla cugina che non avevano preso di buon grado la sua decisione.
“È un Malfoy, da quando ci possiamo fidare della loro parola? E se anche lui non lo dicesse in giro chi ci garantisce che non lo farà la sua ragazza? Perché ci scommetto che a quella serpe lo dirà di sicuro. Presto troveremo tutta la scuola in coda nel corridoio del secondo piano che attende di poter dare una sbirciata alla “Stanza del Sapere! Sei stato uno stupido Al, e poi perché dirlo a Malfoy? Con tutte le persone a cui avresti potuto dirlo perché proprio a lui?” si sfogò esasperata Rose.
“Perché voi non lo conoscete. Lui non è quel genere di persona che immaginate. Mi ha promesso che non lo dirà a nessuno, quindi non avete di che preoccuparvi!”
“Ma guardatelo! Sembri una ragazzina innamorata! Malfoy è una canaglia, così come lo è stato suo padre e suo nonno prima di lui. Appena troverà il modo userà la stanza per il proprio tornaconto e se ne fregherà di quello che ti ha promesso!” esclamò James arrabbiato almeno quanto la cugina.
“Ti conviene aver ragione, se troverò anche una sola persona alla ricerca della nostra stanza per te saranno guai, dovessi venire io stessa a tirarti fuori da quelle segrete che voi chiamate ‘casa’!” urlò Rose ancora più rossa in viso. Detto ciò la ragazza se ne andò al suo tavolo imitata dal cugino, lasciando Al con il dubbio di aver sbagliato qualcosa. Finì velocemente di cenare, ormai gli era passata la fame, e poi raggiunse la Sala Comune nei sotterranei dove lo attendeva Scorpius.
“Allora quando partiamo?” chiese il ragazzo vedendo l’amico entrare dal buco nel muro.
“Ora! Basta solo che facciamo attenzione a non essere visti.” Detto ciò i due ragazzi partirono e in men che non si dica raggiunsero il secondo piano.  Dopo essersi assicurati che nessuno avrebbe potuto vederli, si infilarono sotto all’arazzo. Albus estrasse la bacchetta e la picchiettò sui mattoni come aveva visto fare la sera precedente al fratello. Dopo che il muro si fu spostato Al entrò seguito da Scorpius e accompagnati dal rapido infiammarsi delle torce appese alle pareti e del caminetto.
“Wow” fu tutto quello che riuscì a dire  Scorpius guardandosi introno meravigliato. “È veramente magnifico questo posto Potter!”.
“Albus, mi chiamo Albus non Potter!” lo corresse l’altro.
“È veramente magnifico questo posto Albus!” disse ridendo il biondo. Vedere quel sorriso così raro causò ad Al un’altra fitta allo stomaco. Passarono parecchio tempo come Al aveva fatto la sera precedente, sfogliando libri e commentando immagini relative a draghi, sirene ed altri animali magici. Fu solo dopo un ora abbondante che Scorpius si sedette sfinito sul divano davanti al fuoco.
“È veramente un bel posto, ti ringrazio per avermici portato” disse Scorpius fissando le fiamme guizzare allegre nel focolare. “Immagino che i tuoi fratelli e i tuoi cugini non l’abbiamo presa molto bene per il fatto che mi hai portato qui” continuò.
“No, non erano molto felici che io portassi qui un Malfoy, ma non so perché mi fido di te e sono sicuro che manterrai il segreto!” lo rincuorò Albus.
“Sai Al, io non sono il genere di persona che pensano tutti. Io non sono come mio padre, ok, ammetto che in questi ultimi tre anni ho fatto di tutto per assomigliargli, ma ora sono stufo! Non amo prendermela con la gente per qualsiasi cosa, non sopporto di girare con quegli idioti sempre appiccicati e soprattutto non odio affatto te o la tua famiglia semplicemente perché siete dei Potter!”.
“Perché mi stai dicendo questo?” domandò Albus con aria interrogativa.
“Perché sento che anche tu non se come gli altri. È dal primo anno che ti osservo. All’inizio ti avevo preso per uno strano, te ne stavi sempre isolato da tutti a leggere una montagna di libri e non ti è mai interessato quello che la gente pensa o dice di te, ma ora credo di aver capito come sei realmente. E mi piaci AL, sei forte!” disse il biondo con calma continuando a mantenere lo sguardo dritto nelle fiamme.
“Grazie Scorp, anche io non ti odio perché sei un Malfoy, e anche tu sei forte!” rispose Albus girandosi verso l’amico. Anche Scorpius si girò e i suoi perfetti occhi grigi, incontrarono quelli verde smeraldo di Al. Un brivido mai provato prima percorse la spina dorsale del ragazzo moro. Quando si accorse che stava avvampando disse all’amico che si era fatto tardi e che forse era meglio se fossero tornati nel dormitorio.
Uscirono guardinghi dalla stanza cercando di fare il minor rumore possibile. Il guardiano, difatti, era sempre in agguato. Raggiunsero senza problemi il primo piano, riuscendo ad evitare cambiamenti di percorso dovuti al fatto che le scale si muovono. Ad attenderli al primo piano però c’era Pix il poltergeist nascosto dietro ad una statua. Nel vederli arrivare si mise a strillare con quella voce acuta che si ritrovava: “STUDENTI FUORI DAI DORMITORIIIIII, STUDENTI IN GIRO PER IL CASTELLOOOOO, AEROOON, AEROOOON!”.
“Zitto Pix, ti prego non gridare” lo supplicò Albus.
“Chiamerò il Barone Sanguinario se non chiudi quella maledetta boccaccia” lo minacciò Scorpius.
A nulla valsero suppliche e minacce, Pix non fece altro che alzare la voce e gridare ancora più forte.
“Forza scappiamo Al” disse Scoprius tirando l’amico per il braccio. Di corsa i due ragazzi corsero verso la scala che scendeva nei sotterranei, ma Pix li inseguì proseguendo nel suo intento di far scoprire i ragazzi.
“Voi due, fermatevi immediatamente se non volete che vi schianti entrambi con una fattura!” disse una voce alle spalle dei ragazzi. Al maledisse Pix e si voltò per vedere in faccia il suo interlocutore. Si trattava di Aeron Vetus, il custode. Era un mago piuttosto avanti con l’età. Pelato e con un paio di baffoni bianchi. Indossava una vestaglia blu notte ed un paio di pantofole del medesimo colore. Teneva in braccio destro, con il quale impugnava la bacchetta, teso in avanti illuminando con l’incantesimo ‘Lumos’ tutto l’ambiente.
“Che ci fate fuori dai vostri letti a quest’ora?” chiese il guardiano.
“N-Noi, em n-no stavamo em, stavamo..” balbettò Albus.
“Stavamo andando in infermeria perché non mi sento molto in forma e Albus mi stava accompagnando” prese prontamente la parola Scoprius salvando l’amico.
“L’infermeria non si trova dalla parte da cui venivate voi, come è andata veramente Pix?” chiese Vetus al poltergeist, non credendo alla storia raccontatagli da Malfoy.
“Non come dicono loro, Signore. Loro due scendevano chiacchierando sottovoce dal secondo piano, Signore. Pix crede che i due monelli volevano fare qualche scherzo a qualcuno, o forse volevano farsi una passeggiata notturna!” disse mollemente Pix muovendo infantilmente il capo a desta e sinistra.
“Bene, piccoli bugiardi venite con me. Chi infrange il regolamento merita una punizione, su muovetevi, prima finiamo prima potrò tornare a letto. Con tutto il rumore che avete fatto avrete svegliato metà castello!” continuò a borbottare il custode.
I due giovani furono condotti in uno sgabuzzino che Vetus chiamava impropriamente ufficio. Una volta li il custode gli disse di aspettare e disse che sarebbe andato a chiamare il direttore della loro casa, Pulvis. Ad Al tornò in mente quello che suo padre gli aveva raccontato riguardo a quella stanza, in cui era finito un paio di volte, e si rese conto che la descrizione coincideva alla perfezione. Appesi alle pareti della stanza numerosi scaffali contenevano fascicoli elencanti tutte le punizioni assegnate a coloro che avevano trasgredito al regolamento da molti anni a quella parte.
“Non preoccuparti, Pulvis non è cattivo, ce la caveremo con 2 o 3 punti sottratti a testa” disse Scorpius cercando di rassicurare l’amico.
“Non sono preoccupato, sono con Scorpius Malfoy!” scherzò Albus.
Vetus arrivò qualche minuto dopo seguito da un assonnato Pulvis. Guardò per un lungo attimo i ragazzi, come se volesse ricordarsi il loro nome, e poi disse: “Cosa ci facevate in giro per il castello ragazzi”.
“Siamo dispiaciuti professore, noi non avevamo sonno e volevamo fare una passeggiata per stancarci un po’. Non era nostra intenzione fare guai e svegliarla” rispose Scorpius che nell’attesa aveva pensato ad una scusa.
“So che siete due bravi ragazzi Malfoy, ma le regole sono regole, e voi le avete infrante. Non ho intenzione di togliere punti alla nostra casa, dio solo sa come facciamo ad essere già ultimi al terzo giorno di scuola, quindi Vetus si riserva di trovarvi un compito utile. Quando l’avrà trovato ve lo comunicherà cosicché possiate farvi perdonare per questa piccola trasgressione” stabilì il direttore della casa Serpeverde; “Detto questo, io me ne torno a letto e voi fareste meglio a seguire il mio esempio. Ricordate: molti di noi quando erano studenti si sono fatti un giro nel castello di notte, ma questo non deve diventare un’abitudine. Se sarete sorpresi nuovamente in giro non ve la caverete con così poco! Buonanotte” esclamò il professore prima di girare le spalle ai ragazzi ed andarsene.
“Lo avete sentito? Andatevene a dormire. Vi chiamerò quando deciderò cosa farvi fare”.
“È andata molto meglio del previsto, non ti pare?” Disse Scorpius, “dal momento che non ci sono stati tolti punti nessuno saprà della nostra piccola avventure e così non dovremo inventarci delle scusa”.
Arrivati nel dormitorio i due ragazzi si diedero la buona notte e si infilarono nel rispettivo letto.
Al non riusciva a prendere sonno. Continuava ad essere stupito per il cambiamento che Scorpius aveva avuto ed era felice di aver trovato un amico. Gli tornava alla mente, nitido come una diapositiva proiettata conto un muro bianco, il sorriso dell’amico e ripensò al formicolio dietro la schiena e alle farfalle nello stomaco che aveva provato durante quella giornata a causa di Scorp. Di che genere di sentimenti si trattasse Al non riuscì a capirlo, neanche dopo che ci ebbe pensato tutta la notte. Una voce dentro di lui però gli disse che in tutto quello c’era qualcosa di sbagliato, che non avrebbe dovuto pensare in quel modo all’amico e che non era naturale che si fosse affezionato in quel modo e così rapidamente al ragazzo.
 
 

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Capitolo 4
*** 04 ***


 
Capitolo IV
 
I giorni ad Hogwarts passavano rapidamente, tra le lezioni, i numerosi compiti e le ore passate a sfogliare libri nella Stanza del Sapere. Albus, che era ormai diventato un buon amico di Scorpius, cercava di passare con lui più tempo possibile. Mentre Rose, James, Lily e Hugo, passavano i pomeriggi di studio in tranquillità nella Stanza del Sapere, Albus li passava in biblioteca in compagnia di Scorp. Rose e James non lo avevano ancora del tutto perdonato per aver rivelato il loro segreto, per cui Al cercava di evitarli il più possibile. L’accesso alla stanza segreta era interdetto a Scorpius, in quanto Albus voleva evitare che cugina e fratello lo vedessero là dentro.
Quel pomeriggio non si sarebbero svolte le lezioni, poiché ci sarebbero stati i provini di Quidditch. Albus non aveva alcuna intenzione di parteciparvi dal momento che con lo sport era negato. Sarebbe sceso fino al campo però per supportare Scorpius che avrebbe fatto i provini come cacciatore. Pure James avrebbe partecipato ai provini di Grifondoro per cercare di ottenere il ruolo di cercatore, come suo padre prima di lui.
Scese con Scorpius verso le quattro del pomeriggio, dopo che i provini dei Corvonero e dei Tassorosso erano già finiti. Di li a poco sarebbe toccato ai Grifondoro e successivamente ai Serpeverde.
Arrivati al campo i due giovani si salutarono. Uno si diresse verso lo spogliatoio, mentre l’altro salì in tribuna dove raggiunse Alex.
I provini dei Grifondoro erano appena cominciati. L’allenatore, un certo Salomon Fletcher, battitore dal secondo anno, stava facendo fare dei voli di prova a tutti i partecipanti per effettuare una prima cernita. Di circa una ventina di ragazzi e ragazze che si erano presentati solo la metà passò alla fase successiva.
Il mancante ruolo di battitore fu assegnato ad un ragazzo di corporatura molto muscolosa che aveva, stampato in viso, un ghigno spaventoso.
“Non vorrei affatto trovarmi a giocare contro di lui!” esclamò Alex rivolto ad Al, “se dovesse colpirmi un bolide scagliato da lui, credo che rimarrei in coma per parecchio tempo!” aggiunse pensieroso.
Il ruolo di portiere fu assegnato ad un ragazzo piuttosto grasso, ma che non avrebbe avuto problemi ad evitare che la pluffa entrasse negli anelli. Come cacciatori furono confermati due ragazzi dell’anno precedente e fu scelta una ragazza alta, con i capelli castani che gli scendevano fino alla vita e che causò molte grida di approvazione da parte dei Grifondoro e non solo.
“Certo che se ci fosse una ragazza del genere in Serpeverde, non esiterei un momento a fare i provini!” fu l’affermazione di Alex.
Toccò poi ai cercatori. Oltre a James erano arrivati alla fase finale anche due ragazzi che sembravano essere più piccoli di un paio d’anni. Fu liberato il boccino e il primo che lo avesse catturato avrebbe ottenuto il posto. All’inizio, i cercatori si limitarono a girare intorno al campo. Ogni tanto qualcuno di loro partiva di scatto per poi accorgersi che quello che aveva visto era un luccichio di qualche orecchino delle ragazze che osservavano dagli spalti. Dopo dieci minuti ancora nessuno aveva avvistato il boccino e gli spettatori parevano annoiarsi. Albus si mise a chiacchierare con Alex della sua squadra di Quidditch preferita, gli Irish International. Ad un tratto sentì intorno a lui delle grida in segno di vittoria. Quando si voltò si rese conto che era il fratello ad  emettere tutto quel chiasso. Se ne svolazzava avanti ed indietro sulla tribuna, mostrando a tutti, con il suo sorriso smagliante, il boccino che teneva in mano.
Quando James ebbe finito di esultare, fu il momento dei Serpeverde. Il capitano Adrian Warrington, portiere da tre anni, chiarì che sapeva già chi voleva che fosse nella sua squadra, quindi assegnò senza provini il posto di cercatore ad un ragazzo dell’ultimo anno,  i ruoli di battitori ad altri due ragazzi corpulenti e poi iniziò le selezioni esclusivamente per i cacciatori. Questa scelta dell’allenatore causò molti scontenti tra coloro che volevano partecipare a dei provini regolari, anche Albus trovò ingiusto e scorretto il comportamento di Warrington e si lamentò animatamente dalla tribuna. Alex lo rassicurò, garantendogli che con la squadra che Adrian aveva formato, avrebbero di sicuro vinto la coppa. Nonostante la rassicurazione Albus continuò comunque a pensare che non fosse una cosa giusta privare i ragazzi di dell’opportunità di mostrare le loro capacità.
 Finalmente fu il momento di scegliere i cacciatori. Al teneva le dita incrociate, sperando che Scoprius ce la facesse ad essere preso. I cinque canditati iniziali divennero in quattordici, poiché un buon numero di coloro che non aveva potuto fare i provini per gli altri ruoli, decisero di fare un ultimo tentativo di entrare nella squadra. L’allenatore fu così costretto ad organizzare diverse fasi per la selezione. All’inizio fece volare da una parte all’altra del campo tutti i cacciatori ed eliminò quattro di essi che, volando meno veloci, arrivarono ultimi. Fece poi volare i restanti dieci candidati attraverso il campo , mentre i battitori cercavano di disarcionarli dalla scopa con i bolidi. Tre di loro non riuscirono ad evitare in tempo i bolidi e quindi vennero colpiti ed eliminati dalla selezione. Scorpius se la stava cavando alla grande, pensò Al. Era stato tra i primi ad arrivare dall’altra parte del campo nella prima fase e nella fase successiva riuscì, con una serie di acrobazie, ad evitare tutti i bolidi che gli furono scagliati contro.
Fu poi il momento della terza ed ultima fase, i cacciatori dovevano cercare di mandare la pluffa negli anelli, facendo attenzione che il portiere, Warrington in persona, non parasse la palla. I tre che avessero fatto più centri avrebbero avuto il posto.  Il primo ragazzo non riuscì a centrare gli anelli in nessuno dei sei tiri disponibili. Il secondo  fece due centri, il terzo ne fece cinque, il quarto ne fece uno, il quinto ne fece tre ed il sesto riuscì a farli tutti e sei. Toccò infine a Scorpius. Il cuore di Albus batteva a mille, tanto era agitato per l’amico. Sarebbe bastato più di un errore e il giovane Malfoy avrebbe potuto dire addio al posto.
Al vide L’amico afferrare la pluffa e salire sulla scopa. Si posizionò di fronte agli anelli, alla distanza stabilita. Scorpius attese un attimo, poi si raccolse sulla scopa e si posizionò come se volesse lanciare la palla nell’anello di sinistra. Tirò la pluffa con una velocità spaventosa ed il portiere, sicuro che il ragazzo avrebbe tirato la palla a sinistra, si lanciò di lato, lanciando poi un imprecazione quando si accorse che era stato fregato dal biondo il quale aveva lanciato la palla nell’anello centrale. Albus scattò in piedi applaudendo e lanciando grida di incoraggiamento all’amico.
Malfoy fece anche il secondo centro, poi il terzo ed il quarto. Al quinto tiro, il portiere, che ormai aveva intuito la tecnica dell’avversario, riuscì a intercettare la pluffa, in modo che non entrasse nell’anello. Il cuore di Al martellò ancora più forte immaginando la tensione che certamente provava il biondo.
Prima di scagliare l’ultimo tiro Scorpius restò immobile a mezz’aria riflettendo. Poi, improvvisamente, senza che Warrington avesse il tempo di accorgersene tirò la pluffa verso l’anello di destra. Il portiere reagì leggermente in ritardo e poi si lanciò nella direzione della palla. La sfiorò appena con la punta delle dita, ma quella riuscì comunque ad entrare nell’anello.
Urla di gioia e applausi partirono dagli spalti e pure dai membri della squadra. Scorpius planò verso i suoi nuovi compagni di squadra che lo abbracciarono, gli strinsero a mano e gli diedero il benvenuto nella squadra.
“Certo che è forte quel Malfoy, non c’è una cosa che non gli riesca bene!” affermò Alex, con una nota di gelosia.
“No, non c’è” concluse Albus con un sorriso a trentadue denti.
Al aspettò che Scorpius si cambiasse e lo raggiungesse fuori dallo spogliatoio. Quando l’amico lo raggiunse si strinsero in un abbraccio amichevole.
“Sei stato grande, il migliore di tutti!” si complimentò il moro.
“Macché, è stata pura fortuna, e poi c’è stato Flitt che ha fatto tutti e sei i centri, decisamente meglio di me” rispose il biondo.
“Secondo me era d’accordo con Warrington, due dei lanci che h fatto li avrebbe presi anche un ragazzino bendato. Ad ogni modo la fortuna non c’entra, è stato tutto merito tuo” continuò l’amico, “Alex è morto d’invidia, probabilmente pensa che tu sia una specie di drogato di Felix Felicis”.
“Mi farebbe comodo la Felix Felicis, ma per scopi ben diversi dal Quidditch!” buttò li Malfoy.
“E per che genere di scopi ti servirebbe?” domandò maliziosamente l’altro.
“Forse un giorno te lo rivelerò” rispose il biondo facendogli l’occhiolino.
Continuarono la salita al castello parlando dei provini. Quando entrarono dal massiccio portone di legno, videro venirgli incontro il vecchio custode.
“Eccovi finalmente, è tutto il giorno che vi cerco!” disse Vetus inferocito. “Volevo avvisarvi che è venuto il momento di saldare il vostro debito. Domani pomeriggio, subito dopo la lezione di Cura delle Creature Magiche, vi recherete nella capanna del guardiacaccia e lo accompagnerete nella foresta a raccogliere informazioni riguardo la creatura che ha ucciso i due centauri”.
“M-ma la foresta è, è pericolosa e con quella creatura in giro, ecco, potrebbe succederci qualcosa di brutto” teorizzò Albus non riuscendo a nascondere del tutto la paura. Al si era sempre ritenuto un tipo che le avventure le legge nei libri, non uno che le vive in prima persona. Non sarebbe mai stato in grado di eguagliare suo padre, forse James sì, ma lui no di certo!
“Vorrà dire che vi converrà tenere la bacchetta alta e non allontanarvi troppo dalla sottana di Hagrid. Buona giornata!” disse infine, prima di girare i tacchi ed andarsene di tutta fretta.
“Avanti Potter non temere ci sarò io a difenderti” scherzò Scorpius.
“Non ho bisogno di nessuno che mi difenda, sono grande abbastanza per farlo da solo” sentenziò Albus non sopportando di fare la figura del fifone.
Quando raggiunsero la Sala Grande Al si trovò davanti al fratello ed alla cugina. Quando videro che con lui c’era Scorpiu Malfoy gli girarono le spalle e finsero di non averlo visto. Questo atteggiamento mandò il moro su tutte le furie, tanto che per poco non si accorse che stava per andare a sbattere contro un ignaro Tassorosso.
A cena non mangiò molto, continuava a pensare allo sciocco comportamento dei suoi famigliari. Quando ebbero finito di mangiare e stavano dirigendosi verso il sotterraneo ad Albus venne un’idea. Prese Scorpius per il braccio e gli disse di seguirlo.
“Si può sapere dove mi stai trascinando così di fretta Potter” chiese stizzito il biondo.
“Seguimi e vedrai Malfoy” rispose seccamente l’altro. Scorpius non poté far altro che seguire l’altro in silenzio, cercando di immaginare cosa gli passasse per la testa.
“Aspetta, non staremo andando dove credo io” chiese sorpreso Malfoy quando imboccarono in corridoio del secondo piano.
“È esattamente lì che stiamo andando!”
“Sei sicuro che non ci siano James e gli altri?”
“No, non lo sono. Spero proprio che ci siano tutti”.
Si infilarono dietro l’arazzo e Albus aprì il muro. Proprio come sperava nella stanza c’erano i due Potter ed i due Weasley, intenti a terminare i compiti per l’indomani. Nel vedere chi era entrato, Rose divenne subito paonazza e aprì la bocca per dire  qualcosa. Fu, però, subito fermata dal cugino che con la mano le fece segno di tacere.
“Basta! Sono stufo marcio del vostro comportamento da bambini” disse guardando prima James e poi Rose. “Scorpius è mio amico, mi ha promesso che non avrebbe detto a nessuno di questo posto e così è stato. Non lo ha detto nemmeno alla sua ragazza! Da questo momento pretendo che la smettiate di guardarlo come e fosse un mangia morte della peggior specie, quello che hanno fatto i suoi antenati non mi interessa e non dovrebbe importare neppure a voi. Rose, sei la mia migliore amica, ti sembra normale non rivolgermi la parola perché ho confidato un segreto ad un amico? E Tu James, sei il più grande qui dentro e ti comporti come un bambino. Volete comportarvi come persone normali, civili ed educate?” disse Albus tutto ad un fiato.
Per qualche secondo nessuno parlò, poi Lily disse:”Avanti Scoprius vieni a sederti, io sono la sorella minore di Al, e lui è mio cugino Hugo”. Scorpius andò verso di loro e perfetto come al solito strinse la mano ad entrambi.
“Hai ragione Al, scusa. Sono stato un cretino. Ciao Scorpius, io sono James. Complimenti per il provino di oggi, sei stato forte” disse l’altro Potter.
“E tu Rose, non hai niente da dire?” chiese Albus alla cugina. Lei lo guardò carica di rabbia. Per un momento sembrò sul punto di scoppiare, poi dai suoi occhi sgorgarono sottili lacrime. La ragazza si mise le mani davanti al viso e scappò via di corsa. Nell’uscire diede una spallata ad Albus lasciandolo di stucco per quella reazione così inaspettata. Lily salutò Scorpius e si affrettò ad inseguire la cugina.
“Non farci caso, sono donne” disse James notando lo sguardo un po’ confuso di Malfoy. “In men che non si dica le passerà. È arrabbiata con Albus perché si sente la regina di questa stanza e vuole poter decidere lei chi può entrarci o no” spiegò.
Passarono il resto della serata a finire i compiti. James rivolgeva, di tanto in tanto, domande a Scorpius su come avesse fatto a tirare la pluffa così velocemente o su come fosse riuscito a fare i cinque centri. Arrivò perfino a congratularsi con il biondo per avere una ragazza così carina. Il biondo rispose educatamente che sì, era fortunato.
Non passò molto prima che James decise di tornarsene nel proprio dormitorio, accompagnato da Hugo.
“Tieni, se avete intenzione di fermarvi ancora un po’ è meglio se lo usate. Sono venuto casualmente a sapere che vi siete imbattuti nel custode qualche sera fa!” disse James allungando un lungo mantello vero il fratello.
“Buonanotte” dissero lui e Hugo e in pochi secondi attraversarono il buco nel muro e lasciarono da soli i due Serpeverde.
“A che cosa potrebbe mai servirci quel vecchio mantello?” domandò curioso Scorpius.
“Questo non è un mantello normale, questo è il mantello dell’invisibilità!” rispose orgoglioso Albus. “È davvero raro che mio fratello lo ceda a qualcun altro, di solito se lo tiene stretto”.
“Aspetta, vuoi dire che è proprio quel mantello?”
“Proprio quello! Ovviamente anche questo, è segreto!” lo ammonì Albus.
“Non ci posso credere” disse Scorpius  prendendo il mantello tra le mani, “sto stringendo tra le mie mani uno dei Doni della Morte” esclamò estasiato il biondo.
Albus si sedette sul divano e il biondo lo raggiunse, continuando a fare domande sui Doni della Morte. Più tardi, quando Al ebbe finito di istruire l’amico, entrambi si misero a fissare il fuoco, fantasticando su chissà cosa. 
Albus si addormentò poco dopo, riscaldato dalle lingue di fuoco che si muovevano sinuosamente nel camino, e finì per appoggiare la testa sulla spalla dell’altro. Scorpius, allungò la mano dietro le spalle dell’amico e lo strine a se. Lo fissò per qualche minuto, poi gli spostò una ciocca di capelli che gli era cascata davanti al viso. Gli occhi smeraldo del ragazzo si aprirono, incontrando quelli grigi dell’altro. Senza che Albus capisse cosa stava succedendo, la testa dell’amico si avvicinò alla sua. Al poté sentire chiaramente il profumo dolce e delicato dell’altro. Sentiva sul viso il caldo respiro di Scorpius, e sentì le sue labbra così maledettamente vicine alle sue. Quando queste si incontrarono il cervello del moro andò in conto circuito. Una serie di sensazioni travolgenti lo invasero. Sentì un brivido lungo la schiena, qualcosa nel suo stomaco si contorse mozzandogli il respiro. Il suo cuore aumentò i battiti, che diventarono così forti e veloci che quasi poteva udirli. Sentì la lingua dell’altro farsi strada nella sua bocca e cercare la sua. Queste si incontrarono ed iniziarono a stuzzicarsi. Scorpius si mosse, abbracciò completamente il corpo dell’altro e lo strinse forte a se, in modo che i loro petti si incontrassero. Albus, in seguito, non avrebbe saputo dire  per quanto tempo rimasero così, stretti l’uno all’altro, scambiandosi carezze e baci, felici come mai potevano esserlo stati prima, quando l’uno era senza l’altro. Dopo un periodo di tempo indefinito, che avrebbe potuto essere durato un giorno intero, oppure un anno o addirittura un secolo, i due giovani amanti si alzarono e mano nella mano si infilarono sotto il mantello dell’invisibilità sgattaiolando fino ai sotterranei, senza che nessuno li vedesse. Ancora sotto il mantello, giunti infine nel dormitorio, dove gli altri ragazzi dormivano profondamente, si scambiarono altri baci romantici, tenendosi stretti. Poi, senza ricordare come, Albus si trovò nel proprio letto, pronto a scivolare nel dolce abbraccio di Morfeo.

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Capitolo 5
*** 05 ***


 
Capitolo V
 
Quando si svegliò, Albus, penso di aver fatto il sogno più bello di sempre. Fu solo qualche secondo dopo che si rese conto che quello che era successo la sera prima non era affatto un sogno. Tutto quello che era avvenuto con Scorpius era realmente accaduto. Mentre ripensava a quei teneri baci, alle morbide labbra che avevano incontrato le sue, un senso di pace e beatitudine lo pervase. Si girò silenziosamente nel letto e spostò le tende. Il suo sguardo cadde sul letto del biondo. Scorp dormiva ancora beatamente, così Al poté contemplarlo senza essere disturbato. “Quanto maledettamente sei bello Malfoy” pensò il moro. Il biondo aprì gli occhi e si accorse che l’amico lo stava fissando.
“Buongiorno” disse sorridendo.
“Buongiorno anche a te!” rispose l’altro.
Il resto della mattinata trascorse come sempre, tra una lezione a l’altra. Albus sfruttava ogni momento in cui l’amico era distratto per contemplare la sua bellezza.
Mentre stavano andando a pranzo, Scorpius afferrò Al per il braccio e gli chiese: “Pensi che James, Rose e gli altri siano a pranzo?”
“Credo proprio di si, perché?” rispose perplesso Al.
“Allora vieni con me ora, ho dannatamente voglia di baciarti!”.
Scorp condusse Albus fino alla Stanza del Sapere, picchiettò con la bacchetta le solite pietre ed entrò di fretta nella stanza. Come aveva detto Al, gli altri erano a mangiare. Non appena il passaggio si chiuse alle spalle dei due giovani, Sorpius afferrò Al per le spalle e lo spinse contro il muro.
“Voglio assicurarmi di non avere sognato tutto quello che è accaduto ieri sera” disse Scorpius prima di baciare Al. Continuarono a baciarsi per qualche minuto, mentre le mani, prima di uno e poi dell’altro, scivolavano sotto le camicie, percorrendo per intero la forma dell’altro.
“Allora non è stato un sogno, è accaduto davvero!” esclamò Scorpius prima di riprendere a baciare l’amico.
“Che cosa stiamo facendo Scorp?” chiese Albus all’improvviso, interrompendo il bacio.
“In che senso?”
“Nel senso che non è una cosa normale quella che stiamo facendo! Noi siamo due ragazzi, tu stai con Aliserias e se qualcuno ci dovesse vedere..” lasciò in sospeso il moro.
“Non so cosa dirti Al, io ti voglio. Non so il motivo e non so come è successo, ma ieri sera, quando ci siamo baciati ho capito che eri tu tutto quello che volevo” concluse il biondo.
“Anche io ti voglio Scorp, è proprio questo il problema. Noi non dovremmo volerci così, non è una cosa normale, è da..”
“Avanti dillo, è da gay” continuò Scorpius vedendo l’esitazione dell’altro. “Se voler stare con te, se volere così ardentemente le tue labbra, il tuo corpo e te, significa essere gay, allora è quello che sono. E sono contento di esserlo, perché se non lo fossi non potrei fare questo” disse appoggiando le labbra se quelle di Al. Si spostarono sul divano di fronte al caminetto e se ne stettero lì, abbracciati, contemplando le fiamme. Al, si girò verso l’amico e iniziò a baciargli dolcemente il collo. Qualche minuto dopo Scorpis prese tra le mani il viso dell’altro e lo avvicinò al suo. Scrutò nei suoi magnifici occhi smeraldo e in lui si diffuse un profondo senso di pace. “Dimmi, cosa potrà mai esserci di sbagliato in tutto questo?” chiese infine.
“Niente Scorp” rispose Albus dopo un attimo, “siamo semplicemente Scorpius ed Albus e non c’è nessun errore”.
Quando raggiunsero la Sala Grande il cibo era quasi finito, per cui, i due ragazzi, decisero di fare un salto nelle cucine per elemosinare qualcosa da mettere sotto i denti. Gli elfi domestici, felici di vederli, gli offrirono pietanze a volontà. Pieni e soddisfatti si affrettarono ad andare a prendere i libri di Cura delle Creature Magiche nel dormitorio, poi raggiunsero il resto della classe fuori dalla capanna di Hagrid.
Passarono tutto il pomeriggio sfamando piccoli vermicelli verdastri che, una volta cresciuti, sarebbero andati in pasto ai Cavolo Carnivori dal professor Paciock.
Finita la lezione, mentre tutti se ne andarono, Hagrid chiese ad Al di andare un attimo nella sua capanna e così il ragazzo obbedì, mentre Scorpius lo attendeva appoggiato ad un albero in giardino.
“Si può sapere che ti è saltato in mente?” chiese il mezzo gigante al ragazzo una volta che ebbe chiuso la porta. “Farti trovare in giro per il castello di notte, in compagnia di un Malfoy per di più! Se lo sapesse tue padre andrebbe su tutte le furie e non gli potrei dare torto” continuò.
“Hagrid, Scorpius non è cattivo e noi, stavamo facendo solo due passi, non combinavamo niente di male!” ribatté Albus.
“Ieri è stata qui a bere del tè Rose, e ha pianto in continuazione dicendo che ormai te ne stai sempre in giro con quello Scorpius. Dovresti lasciarlo perdere e farti delle nuove amicizie. Rose pensa che tu sia cambiato, che non sei più lo stesso. Dice che ti vede sempre appiccicato a quel poco di buono, non è che ti minaccia o cose del genere? Perché se è così io vado dritto dalla preside e poi spezzo le ossa a quella specie di demonio biondo”
“Hagrid, non devi preoccuparti, io e Scorpius siamo buoni amici e Rose è una stupida se pensa davvero quello cose di me. Voi siete resi ciechi dai pregiudizi che avete nei confronti della sua famiglia e non vi accorgete di che genere di persona sia realmente Scorp” disse Al usando toni di voce piuttosto elevati.
 “Non giustificarlo Severus, quel ragazzo ti ha fatto prendere una punizione e ti ha fatto girare per il castello di notte. Chissà che idee aveva in mente, chissà cosa avrebbe potuto farti se Vetus non ti avesse trovato!”
“Non hai idea di cosa stai dicendo Hagrid, IO ho fatto vagare Scorp per i corridoi di notte, IO ci ho fatto prendere quella stupida punizione e IO scelgo le mie amicizie!” sentenziò Albus. “Tu non sei mio padre e non puoi dirmi ciò che devo fare!”.
“Non era mia intenzione darti degli ordini o dirti quello che devi fare, Al, sono solo preoccupato per te. Sai bene che se dovesse succederti qualcosa non me lo potrei mai perdonare. Scusami per quello che ho detto, vai a prepararti. Tra poco mi dovrete accompagnare nella foresta.” Senza rispondere Albus uscì dalla casa del guardiacaccia e raggiunse Scoprius in giardino.
“E così pensano che io ti stia portando fuori dalla retta via” sghignazzò Scorpius.
“Non scherzare, si sono fatti tutti un’idea completamente sbagliata di te e Rose me la pagherà per aver detto quelle cose ad Hagrid” concluse l’altro.
Salirono al castello per cambiarsi e lasciare giù i libri, poi tornarono dal guardiacaccia. Il sole stava ormai scomparendo dietro le cime che circondavano il castello.
Hagrid diede a Scorpius una lanterna, raccomandandosi di non farla cadere, poi disse ai due giovani di seguirlo e si inoltrarono nella foresta. Sotto le cime di quegli alberi secolari sembrava che fosse già piena notte.   C’era un forte odore di muffa e funghi che permeava tutto l’ambiente. Avanzarono per un tempo interminabile lungo sentieri già battuti, Scorpius in testa che sorreggeva la lanterna e Hagrid che faceva il chiudi fila. Albus chiese più volte all’amico se volesse cedere un po’ a lui il lume ma questi rifiutò educatamente. Il moro era piuttosto impacciato a camminare su quel terreno sconnesso e dissestato e più di una volta, mentre era in procinto di finire a terra, Hagrid lo salvò afferrandolo per il colletto della camicia. L’aria iniziava ad essere fredda ed Al si strinse il più possibile nel mantello.
Tutti poterono percepire che la foresta era viva e li stava osservando. Numerosi animali e non, avevano i loro occhi puntati attentamente sui tre forestieri. Ogni tanto un ululato o un verso faceva accapponare le pelle ai ragazzi.
Se Scorpuis avesse paura o no, Albus non l’avrebbe saputo dire. Certo era che lui aveva un terrore primordiale. Ogni fibra del suo corpo gli gridava di darsela a gambe filate ed uscire da lì il più presto possibile, ma non lo fece, sia perché non avrebbe voluto abbandonare Scorp, sia perché avrebbe avuto ancora più paura a tornarsene indietro da solo.
Un rumore improvviso di cespugli abbattuti e di zoccoli li fece voltare di colpo. Il cuore di Albus si mise a martellare a mille e il ragazzo credette che da un momento all’altro avrebbe potuto avere un infarto. I passi si avvicinarono sempre di più e Hagrid fu costretto a gridare “chiunque tu sia, sappi che siamo tre maghi e abbiamo con noi le bacchette, non costringerci ad usarle”. I passi furono sempre ed inesorabilmente più vicini. Una figura piuttosto alta apparve dal fondo della foresta.
“Hagrid, ti sembra forse questo il modo di accogliere un amico venuto in tuo soccorso?” domandò Fiorenzo spostandosi, infine, davanti alla lanterna e rendendosi visibile.
“Fiorenzo, non sai quanto sono felice di vederti, avevo temuto di essermi imbattuto in qualche creatura che pensa che non siamo i benvenuti!” esclamò visibilmente rincuorato il guardiacaccia.
“Sai bene che in questa foresta, e a quest’ora della notte, ben pochi ti ritengono il benvenuto! Temo che tu non abbia preso in considerazione il consiglio che ti diedi quando ci incontrammo l’ultima volta” esclamò desolato il centauro.
“Mi dispiace amico, ma gli ordini della preside sono chiari. Se c’è qualcosa in questa foresta che uccide i centauri la devo trovare, prima che possa avvicinarsi al territorio della scuola e fare del male ad uno studente” rispose.
“Non sei in grado di fermare quella creatura Hagrid, non hai nemmeno con te una bacchetta, come pensi di fare a renderla innocua?”
 “Il professor Pulvis, ha avvelenato le frecce di questa balestra” disse Hagrid estraendo da sotto il suo cappotto l’oggetto che tra le sue enormi mani pareva un giocattolo, “mi basterà colpirla anche solo di striscio e il veleno la paralizzerà nel giro di pochi secondi, uccidendola” concluse il mezzo gigante con aria soddisfatta.
“Sai, caro amico, non ci sono solo creature in carne ed ossa in questo posto, non andare, le stelle questa sera non promettono niente di nuovo”
“Mi dispiace Fiorenzo, gli ordini sono ordini: trovare la creatura e sistemarla per le feste. Le frecce non sono solo avvelenate, la professoressa McGranitt le ha stregate personalmente con ogni sorta di sigillo che conosceva. Qualsiasi cosa si aggiri per questi boschi domani non esisterà più”.
“Se è questa la tua decisione, allora potrai contare sul mio aiuto. Questi due giovani puledri mi sembravo stanchi, lascia che li porti io” disse educatamente il centauro voltandosi verso i due ragazzi. “Tu devi essere Albus Severus, hai gli stessi occhi di tuo padre. Io e lui ci conoscevamo un tempo. Questa sera mi ricorda molto una sera di parecchi anni fa. Tuo padre, e suppongo il padre di questo ragazzo, erano in punizione e si inoltrarono nella foresta. Trovarono qualcosa di molto peggio di ciò che cercate voi, anzi lui trovò loro. Nonostante ciò io intervenni e li aiutai, come questa sera aiuterò voi” concluse Fiorenzo chinando si in avanti e dicendo ai ragazzi di salirgli in groppa.
“Come ti chiami ragazzo?” domandò poi a Malfoy.
“Scorpius signore, Scorpius Malfoy” rispose quello.
“Scorpius” ripeté il centauro, “Questa sera, quella che voi chiamate costellazione dello scorpione, brilla come non mai. Tu porti il suo nome e sta notte anche tu riuscirai a brillare” sentenziò.
Proseguirono per un'altra ora intera, ormai doveva essersi fatta notte fuori da quella foresta.
“Hagrid, non l’abbiamo trovata, ti suggerisco di fermarti. Ti sei inoltrato troppo nella foresta, se deciderai di proseguire oltre non potrò più accompagnarvi. Ci sono luoghi nei quali pure a noi abitanti della foresta è vietato l’accesso”.
“Devo continuare, a cercare. Se non puoi proseguire aspettaci qui, nel ritorno avremo certamente bisogno di te” concluse il mezzo gigante, deciso a portare a termine la missione.
I due ragazzi smontarono dal dorso del centauro e si misero a camminare dietro ad Hagrid. Quella zona della foresta era terrificante. Il buio regnava sovrano, spessi banchi di nebbia spuntavano all’improvviso rendendo ancora più cechi i viaggiatori.
“Hagrid tutto questo è controproducente e sta diventando pericoloso, se dovesse accaderci qualcosa ti sentiresti in colpa per il resto della tua vita, portaci indietro” disse Scorpius, cercando di fare una breccia nella testardaggine dell’altro  puntando sul suo buon cuore.
“Hai ragione Malfoy, venite torniamo indietro. Dovrò certamente tornare a cercare un'altra notte, non posso permettere che la creatura si avvicini alla scuola” disse guardando prima Albus e poi Scorpius.
 I ragazzi si girarono ed iniziarono a percorrere il sentiero all’indietro. Al completamente paralizzato dal terrore si limitò a seguire l’amico.
Un urlo acuto, che sarebbe potuto appartenere alla creatura più infernale del mondo, venne dalle loro spalle. Per lo spavento Scorpius mollò la presa sulla lanterna che cadde e si frantumò, spegnendosi. L’oscurità avvolse Albus che non riuscì a muovere un muscolo. Drizzò le orecchie e spalancò gli occhi, cercando di capire da che parte veniva il pericolo. Al suo fianco, Malfoy sfoderò la bacchetta pronunciando la parola “lumos” e creando un globo di luce che illuminò tutt’intorno. La scena che si presentò ai loro occhi fece accapponare la pelle. Hagrid giaceva in avanti in una pozza di sangue, dietro di lui un enorme ombra, priva di alcuna forma e nera come la pece gli scivolò sopra e si diresse verso i due ragazzi.
“Stupeficum!” gridò a squarciagola Scorpius lanciandosi davanti ad Al. Il raggio di luce rossa che si sprigionò dalla bacchetta del biondo, trapassò l’ombra senza visibilmente ferirla. “Reducto!”, “Repello!”, “Petrificus Totalus!” continuò a gridare. Nessun incantesimo aveva effetto, tutti i raggi che partivano dalla bacchetta del ragazzo trapassavano l’essere, senza causargli alcun danno. “Albus, scappa! Io lo trattengo, tu vattene!” disse ad Al.
“ I-io non p-posso lasciarti qui” disse. Il coraggio si rimpossessò di Albus. Vedendo la mostruosa creatura avanzare verso Scorpius, disse a se stesso che doveva intervenire. Si ricordò ciò che Hagrid aveva detto della balestra così scattò correndo verso l’amico che giaceva a terra. Sorpresa dallo scatto del ragazzo l’ombra si girò verso di lui. Al sentì una forte energia scagliarsi contro di sé. Qualcosa di impalpabile e invisibile lo aveva accerchiato e lo stava sollevando in aria. Poi all’improvviso fu scagliato contro ad un tronco e tutto quello che sentì fu un dolore acuto che gli trapassava ogni parte del corpo.
“NOOOO” urlò Scorpius con tutto il fiato che aveva in gola, “EXPECTO PATRONUM” gridò sapendo che era l’ultimo tentativo che aveva a disposizione. Dalla punta della sua bacchetta fuoriuscì una calda palla di luce che si scagliò sull’ombra trapassandola. Malfoy pensò di aver fallito, disse a se stesso che sarebbero morti tutti quella notte e che niente avrebbe potuto salvarli, ma si sbagliava. Il suo patronus crebbe di dimensione e si avvolse intorno all’ombra, imprigionandola. Le urla del mostro divennero insopportabili per il ragazzo che fu costretto ad infilasi le dita nelle orecchie. L’essere tentò in tutti i modi di levarsi il patronus di dosso ma non ci riuscì. Iniziò ad arretrare emettendo gemiti di dolore e contorcendosi spasmodicamente. Sparì poi tra gli alberi e dopo qualche secondo con lui sparirono anche le grida. Stremato Scorpius corse verso Albus. Questi se ne stava sdraiato sulla schiena con gli occhi aperti. Un rivolo di sangue gli colava dall’estremità della bocca. “Ce l’hai fatta, se n’è andato” sussurrò all’amico.
“Sì, se n’è andato” rispose il biondo prima di alzare la bacchetta in aria, sparare una raffica di scintille rosse che esplosero nel celo come centinaia di fuochi d’artificio e di accasciarsi sfinito su petto di Albus.   








Ciao a tutti, sono un grandissimo fan della coppia Albus/Scorpius e questa è la mia prima fan fiction ^^
Spero che vi piaccia come piace a me! 
Se vi va lasciate delle recensioni, sono curioso di sapre cosa ne pensate!!
Il prima possibile pubblicherò il seguito, ci saranno delle importanti novità per la coppietta! 
A presto, baci :*

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Capitolo 6
*** 06 ***


Capitolo VI
 
C’erano un sacco di voci intorno a lui. Riconobbe subito la voce della sorella, poi quella del fratello ed infine quella della cugina. Dov’era? Cercò di aprire gli occhi per capirlo, ma c’era troppo chiaro e questi gli bruciavano troppo. Le voci intorno a lui tacquero. Poi  fu il momento della memoria. Si ricordò di aver provato una grande felicità, prima però c’era stato del dolore. Una dopo l’altra gli tornarono alla mente, a ritroso, tutte le immagini di ciò che era accaduto nella foresta. Poi si ricordò di lui, lui che aveva offerto la propria vita per salvare la sua, lui che lo aveva protetto ed infine salvato, lui che significava tutto.
“Scorpius?!” chiese ad alta voce, “Scorpius?!” ripeté sperando che qualcuno gli rispondesse. Si tirò a sedere e si sforzò di aprire gli occhi nonostante questi bruciassero maledettamente tanto.
“Calmati, Scorpius è qui e sta bene, sta solo dormendo. Madama Gwenn dice che ha solo bisogno di dormire e riprendersi così come ne hai bisogno tu”disse quella che gli sembrò essere la voce del fratello. Era vero, si sentiva stanco. Si rimise sdraiato e lasciò che il sonno lo baciasse.
Sentì qualcosa in una zona non troppo definita del suo corpo. Ecco di nuovo quella sensazione. ‘È la mia guancia’, pensò, ‘qualcuno mi sta accarezzando’. Aprì gli occhi e questa volta non gli bruciarono. Doveva essere notte. La prima cosa che vide, furono un paio di splendidi occhi grigi che lo fissavano.
“Stai bene?” domandò SCorpius con quella voce soave e splendida che il fato gli aveva donato.
“Mi hai salvato, come potrei non stare bene?” rispose Albus. Si tirò su a sedere. Il ragazzo gli stava stringendo la mano e lui ricambiò la stretta.
“Mi dispiace per quello che è successo” esclamò il biondo.
“Stai scherzando vero? Tu mi hai salvato, senza di te non sarei nemmeno qui, quindi per favore non dirmi più che ti dispiace!” . “Hagrid, lui em, lo hanno trovato?” chiese sentendo un nodo allo stomaco mentre ripensò al custode immerso nel suo stesso sangue.
“Non devi preoccuparti, lui sta benissimo. Aveva solo una taglio dietro la testa, ma si è rimarginato subito e ieri se n’è tornato a casa sua”.
Il nodo allo stomaco di Albus si sciolse nel sapere che il buon vecchio Hagrid se l’era cavata. “Ieri? Da quanto sono qui?” domandò allibito il moro.
“Da tre giorni. Hai preso una forte botta alla spina dorsale e Madama Gwenn ti ha fatto dormire in modo che non sentissi il dolore” precisò Scorpius.
“E tu, come stai?”
“Io sto benissimo, mai sentito meglio!” rispose sfoggiando il suo sorriso mozzafiato.
“Come hai fatto a cacciare quella cosa nel bosco?”
“Be, nessuno degli incantesimi che usavo funzionava perché quella cosa non aveva un corpo. Poi quando ho visto che ti sbatteva su contro l’albero ho pensato che forse con la luce sarei riuscito a fermarla. Conoscevo la formula, anche se non l’avevo mai usata e così ho provato, come ultima speranza. Non era un patronus potente, infatti non ha assunto nessuna forma, però per essere stata la prima volta non mi posso lamentare” disse mantenendo la modestia che aveva sempre fatto parte del suo carattere. “Sai come si evoca un patronus Al?”
“Credo di si, mio padre mi ha detto che bisogna avere un ricordo felice, il più felice possibile”
“Esatto, e sai a cosa ho pesato?”
“Al provino di Quidditch?” ipotizzò il moro.
“No scemo, ho pensato a te. Nel vederti finire conto quell’albero ho pensato che mai e poi mai avrei voluto perderti e mi è venuto in mente il primo bacio che ci siamo dati, quello nella Stanza del Sapere, ricordi?”
“Come potrei non ricordarlo?” rispose Al con gli occhi lucidi per ciò che gli aveva detto l’amico. “Scorp?”
“Sì?”
“Ti  amo”. Disse tutto ad un fiato. Il biondo lo fissò con un aria sorpresa, poi una sottile lacrima scese lungo la sua guancia.
“Anche io ti amo Al, non puoi nemmeno immaginare quanto! Se ti fosse successo qualcosa quella notte, se non fossi riuscito a salvarti, non mi sarei più dato pace”.
“Vieni qui” disse Albus prendendo il viso di Scorpius tra le mani. Avvicinò le sue labbra a quelle dell’altro e lasciò che le loro lingue si fondassero diventando un’unica cosa. Dopo quel bacio Al si spostò un po’ facendo segno a Malfoy di sdraiarsi accanto a lui. Passarono il resto della notte insieme abbracciati e grati l’uno all’altro per l’amore reciproco che entrambi provavano.
Fu il rumore di passi in lontananza a farli svegliare. Scorpius si alzò velocemente dal letto prima che la porta si aprisse e si sedette sulla seggiola lì di fianco.
“Buongiorno ragazzi” disse la preside mettendosi davanti al letto di Albus. “Signor Malfoy, non dovresti andarti a preparare per la lezione?” esclamò posando gli occhi sul biondo.
“Veramente professoressa speravo di poter restare a fare compagnia ad Albus” rispose.
“Mi sembra che questa licenza ti sia stata già concessa ieri ed il giorno prima. Oggi preferirei se andassi a lezione. Il signor Potter non si muoverà di qui, glielo posso garantire” concluse la preside.
“D’accordo” esclamò Scorpius visibilmente rattristito. “Ci vediamo dopo Al” disse incamminandosi verso l’uscita. Quando se ne fu andato la McGranitt prese posto sulla seggiola di fianco al letto. Vedendola così da vicino Albus pensò che dovesse essere piuttosto avanti con l’età. La pelle sul suo viso era raggrinzita e coperta da un mare di rughe. Le sopracciglia erano bianche proprio come i capelli e ricordarono ad Al la neve che in inverno ricopriva tutta la zona circostante al castello.
“Mi dispiace molto per quello che è accaduto nel bosco. Il professor Pulvis non avrebbe mai dovuto delegare la scelta della punizione a Vetus, e quest’ultimo non avrebbe mai e poi mai dovuto dirvi di accompagnare il professor Hagrid nella foresta, questi sono affari di Hogwarts e gli studenti non dovrebbero essere coinvolti” sospirò la vecchia professoressa. “Scoprius ti ha detto come siete arrivati in infermeria?” chiese infine.
“No, suppongo che Fiorenzo ci abbia trovati o che voi siate venuti a cercarci”
“No, non è andata così, o forse solo in parte. Malfoy ti ha salvato. Dopo aver respinto la creatura ha sparato in aria dei fuochi segnalatori. Metà scuola si è svegliata e si è affacciata alla finestra per vedere cosa stava succedendo. Dal centro della foresta salivano al cielo scintille che raggiunta una certa altezza esplodevano, così prima Fiorenzo e poi io ed un gruppo di professori siamo accorsi e vi abbiamo trovati. Devo proprio ammetterlo, quel Malfoy ha delle potenzialità magiche spaventose, creare un patrunus senza averlo mai fatto prima è una cosa lodevole, pure tuo padre ci mise del tempo per imparare. Deve aver avuto un ricordo di eccezionale bellezza” concluse. Albus sentì le sue guance avvampare così evitò lo sguardo della preside sperando che lei non notasse nulla.
“Ti devo confidare che all’inizio, quando vidi un ragazzo biondo entrare dalla porta della Sala Grande, quattro anni fa, temetti che fosse arrivato il degno erede di suo padre. Con il passare dei mesi mi accorsi che girava con due energumeni e quindi pensai che la mia ipotesi fosse convalidata, ma sebbene ciò, nessun professore o nessuno studente vennero mai al lamentarsi per percosse, insulti o altro, partiti da Scopius. Parlando con i professori essi mi confermarono che era un ragazzo particolarmente mite, piuttosto abile con gli incantesimi e che non dava fastidio a nessuno. Capii allora che il giudizio che mi ero fatta di lui era sbagliato. Un ulteriore conferma di che genere di persona sia realmente l’ho avuto qualche notte fa, quando ha salvato te ed un professore da una brutta fine” aggiunse.
“Sì professoressa, Scorpius è un bravo ragazzo ed un buon amico. Quello che dicono di lui la maggior parte delle persone è causato dai pregiudizi che hanno nei suoi confronti, ma lui non è come viene descritto” chiarì il moro.
“Sai Potter, sono vecchia e forse mi sbaglio, ma credo di saper riconoscere i germogli dell’amore quando li vedo e credo che tra di voi ci sia ben altro che amicizia” affermò rivolgendo al ragazzo un ampio sorriso. “Non ti devi preoccupare, questo sarà un segreto tra me e te” aggiunse nel vedere il viso preoccupato del ragazzo.
“Professoressa, posso sapere da cosa, em, come..”
“Come l’ho capito?” disse lei concludendo la frase del ragazzo. “È rimasto per due giorni e due notti su questa seggiola tenendoti la mano, ha chiesto il permesso di poter saltare le lezioni per essere qui nel caso ti fossi svegliato, non si è mosso neppure per mangiare e così mi è sorto il dubbio. Questo dubbio è diventato certezza quando ho visto come vi siete guardati quando se n’è andato e come ti si sono illuminati gli occhi quando ti ho parlato di come ti avesse salvato la vita” disse la McGranitt alzandosi dalla seggiola.
“Mi permetto di darti un consiglio, sai bene che ci sono ragazzi in questa scuola che, come dire, non approverebbero un certo comportamento, per cui, prima di esporti, cerca di essere sicuro di quello che senti e assicurati che lo sia anche il signor Malfoy. Se entrambi starete uniti nessuno potrà minare il vostro amore” garantì la preside. “Ora devo andare, ho affari urgenti da sbrigare con il ministero”. Fece un cenno di saluto e si avviò a grandi passi verso l’uscita. “Quasi dimenticavo” disse fermandosi ad un passo dalla porta, “ho avvisato la tua famiglia dell’accaduto. Saranno qui tutti per l’ora di pranzo”.
Ad Albus non rimase che ripensare alla parole della preside ed attendere l’arrivo dei suoi genitori.
Capì che erano arrivati quando giunse alle sue orecchie un forte ed intenso vociare seguitò da numerosi passi che attraversavano il corridoio prima dell’infermeria. Non appena si spalancò la porta entrarono tutti uno dietro l’altro e Al poté notare che non mancava proprio nessuno. I primi ad entrare furono i suoi genitori accompagnati da James e Lily, poi c’erano suo zio Ron e sua zia Hermione, accompagnati da Hugo e per ultimi suo nonno Arthur e sua nonna Molly.
“Oh Albus, come stai? Come hanno potuto permettere che andassi nella foresta?” domandò Ginny lanciandosi al collo del figlio e riempiendolo di baci.
“Su tesoro, non farne un caso di stato, Minerva si è già scusata a sufficienza e poi Albus sta bene” la tranquillizzò Harry dando un bacio al figlio.
Tutti lo riempirono di baci e continuarono a chiedergli come stesse. Sua nonna disse che lo vedeva pallido e mal nutrito così ebbe la scusa per tirare fuori dalla borsa, opportunamente stregata, piatti per tutti è una padella colma di pasticcio di pollo.  Vedendo però che mancava Rose, Albus chiese alla zia dove fosse e lei rispose che stava aspettando che loro se ne andassero perché doveva urgentemente parlargli.
Mentre mangiavano fu chiesto ad Al di raccontargli cosa fosse accaduto nel bosco, così il ragazzo gli accontentò.
“Non ci credo che è stato quel Malfoy a salvarti, tu dici così perché è stato lui a raccontarti la storia, per quel che ne sappiamo può anche essersela svignata ed essere tornato quando ormai il mostro se n’era andato” disse suo nonno accompagnato da cenni di assenso che venivano da suo zio.
“Non dite sciocchezze” esclamò stizzito Albus, “la McGranitt mi ha raccontato la stessa storia di Scorpius e mi ha detto che è stato lui a salvarci!”
“Be, la McGranitt è anziana, potrebbe esseri anche sbagliata su come sono andati i fatti” aggiunse Ron.
“Avanti Ron, pianta di dire cavolate! Minerva commetterà errori solo quando tu la smetterai con questi stupidi pregiudizi” sentenziò Hermione.
“Avanti facciamoci un giro, è da un po’ che non metto piede nel castello e muoio dalla voglia di esplorare tutti i luoghi della mi adolescenza” ordinò Molly, che si diresse verso l’uscita seguita da tutti fuorché da Ginny ed Harry. “Ovviamente Al ti mandano tanti saluti e abbracci tutti gli altri, George, Percy, Charlie e Bill”. Disse prima di scomparire al di là della porta.
“È andata veramente come vi ho detto io” chiarì Albus ai genitori.
“Ti crediamo Al” dissero contemporaneamente i suoi.   
Rimasero a parlare per un po’ di tempo, della scuola, dei professori, delle novità, fino a che non sentirono spalancarsi nuovamente la porta. Una chioma dorata fece il suo ingresso nella sala.
“Mamma, papà, lui è Scorpius” disse Albus presentando l’amico ai suoi.
“Salve” disse il biondo piuttosto imbarazzato, “passavo di qui solo per vedere se ad Al servisse qualcosa, mi dispiace, non era mia intenzione disturbarvi” aggiunse.
“Figurati non disturbi affatto, vieni pure” disse Ginny. “Non sai quanto ti sono grata per aver salvato mio figlio”.
“Abbiamo sentito che sei riuscito ad evocare un patronus senza averci mai provato prima, congratulazioni!” intervenne dicendo Harry.
“Oh non è stato niente di speciale, solo un colpo di fortuna” rispose ricorrendo alla sua solita modestia.
“Colpo di fortuna o no non è da tutti fare un incantesimo del genere, sei stato davvero bravo!” continuò Harry facendo diventare leggermente rosso in viso il ragazzo. “Che forma ha assunto?”
“Il mio patronus? A dire il vero non sono riuscito a fargli assumere nessuna forma” ammise Scoprius chinando il capo, quasi come se si vergognasse del fallimento.
“Bé non abbatterti, è tutta questione di esercizio, sono sicuro che se ti eserciterai non avrai problemi a farne uno completo. Tuo padre magari potrebbe aiutarti!”
“Mio padre non riesce a fare quest’incantesimo, dice che è colpa della bacchetta..” sussurrò Scorp, sapendo benissimo che il problema di suo padre non era la bacchetta. Chi era stato vicino alla magia oscura, difficilmente sarebbe riuscito a produrre un patronus, questo anche Scorpius lo sapeva.
Rendendosi conto del danno che aveva fatto Harry cercò di rimediare dicendo: “Potrei sempre insegnartelo io, che ne dici? Puoi venire a finire le vacanze di natale con noi questo inverno, che ne pensi?”.
La domanda inaspettata piacque anche ad Al che esibì un sorriso compiaciuto.
“Io verrei volentieri, grazie, ma non so se..” rispose lasciando cadere la frase.
“Se temi che tuo padre abbia qualcosa da dire non preoccuparti sarò io a domandarglielo” si offrì Harry.
“D’accordo allora, grazie” disse il biondo sorridendo.
Tutta la famiglia se ne andò nel pomeriggio, lasciando Albus e Scorpius da soli nella tranquillità dell’infermeria. La pace non durò molto, poiché presto iniziarono a venirlo a trovare alcuni Serpeverde, tra cui Alex, poi Hagrid ed infine Rose.
La ragazza entrò nella stanza con la testa bassa e le lacrime agli occhi e corse verso il cugino abbracciandolo forte. “Perdonami Albus, ti prego. Sono stata una stupida, mi sono comportata come una bambina e sono andata a dire un sacco di cose brutte su di voi ad Hagrid. Anche tu, Scoprius, ti imploro di perdonarmi!” disse tra i singhiozzi.
“Datti una calmate Rose, ti perdono, dopotutto sei mia cugina” la consolò Albus.
“Io è meglio che torni al mio dormitorio, buona notte a tutti e due” si intromise Scorpius che pensò che forse sarebbe stato meglio se avesse lasciato i due cugini liberi di parlare.
“Perché ti sei comportata così Rose? Scorpius non ti aveva fatto niente e neppure io, mi sono subito un’interminabile  predica da Hagrid per colpa tua!”
“Oh Al, non sai quanto mi dispiace, sono la peggior cugina del mondo. È che ero gelosa, tu prestavi tutta la tua attenzione a Scorpius e non a me, io ti parlavo e tu quasi non mi sentivi e poi ti ho iniziato a vedere sempre insieme a lui, dopo cena non venivi più al mio tavolo a parlare con me e poi hai detto a Scopr della Stanza del Sapere e ho pensato che non ti bastava più condividere i segreti con me..” disse la ragazza tutto d’un fiato.
“Non mi ero reso conto che era la mia amicizia con Scorp a rovinare la nostra. Avresti dovuto parlarmene e avremmo chiarito, sena bisogno di fare tutte le scene che hai fatto! Tu sei mia cugina e sei sempre stata la mia migliore amica, ma ora io non posso essere più esclusivamente tuo. Lui è mio amico ora e io voglio bene a lui come ne voglio a te! Abbiamo chiarito ora?”
“Si Al, abbiamo chiarito. Ti chiedo scusa ancora..” concluse la ragazza. Rimasero a parlare fino a tarda sera quando madama Gwenn, venne a dire loro che l’orario delle visite era finito e che l’indomani mattina Albus avrebbe potuto tornarsene nel suo dormitorio.
Si stava quasi per addormentare quando la porta dell’infermeria si aprì e si richiuse da sola. Albus si mise a sedere sul letto cercando di capire il motivo. Improvvisamente le lenzuola del letto di fianco al suo si misero a muoversi da sole. Albus sentì la paura invaderlo.
 “In questo momento dovresti vedere la tua faccia Al” disse Scoprius sbucando da sotto al mantello dell’invisibilità. “Spero non ti dispiaccia se l’ho preso in prestito, avevo visto dove lo avevi messo e così ho pensato di venire a farti compagnia..”.
“Sei uno stupido Scopr, avrei potuto avere un infarto” esclamò il moro lanciando il cuscino contro al ragazzo.
“E così vuoi la guerra?” disse il biondo saltando sul letto di Albus e sedendosi sul suo petto. Gli afferrò i polsi e spinse le sue mani dietro la testa, poi prese a baciarlo con forza, carico di desiderio.
Quando decisero che ne avevano avuto abbastanza, qualche minuto dopo, Scopius si sdraiò vicino al moro.
“Ti amo, te l’ho già detto?” sussurrò Al all’orecchio del biondo.
“Anche io ti amo. Prima ho incontrato Aliserias e ho colto l’occasione per lasciarla. Non se l’aspettava proprio, avresti dovuto vedere come gridava che sono uno stronzo e che sono stato con lei solo perché mi faceva comodo” raccontò Malfoy.
“Ha davvero detto questo? Bé allora è lei la stronza!” rispose Albus.
“No, non lo è perché in effetti è vero, sono rimasto con lei solo perché mi faceva comodo. Poi sei arrivato tu ed è cambiato tutto”.
“E quindi adesso stimo insieme io e te?” domandò il moro.
“Solo se tu lo vuoi” rispose il biondo.
“E me lo domandi?” rispose Al prima di rimettersi a baciare appassionatamente il suo ragazzo.
 
 

 
Rieccomi con un nuovo capito, sono stato veloce non è vero?!  :)
Amo troppo questa storia e ormai le parole mi escono
come seavessero  vita propria.
Penso che Albus e Scorpius siano troppo teneri insieme **
Quel “Ti amo”, poi, ha detto tutto!
Su, se state leggendo questa fic,
(e so che state passando di qui, perché c’è il contatore delle visite!!!),
recensite, cosa vi costa? Non fatemi sentire un
foreveralone!
Voglio assolutamente sapere come la trovate!!
Per il prossimo capitolo mi sa che dovrete aspettare un pochettino,
perché sto iniziando ad essere un po’ a corto di idee e anche perché
devo studiare un po’ per la prossima settimana.
Ad ogni modo a presto, XoXo

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Capitolo 7
*** 07 ***


 
Capitolo VII
 
Con il passare delle settimane il tempo si faceva sempre peggiore. Piogge sempre più frequenti si abbattevano sulla scuola, il rombo dei tuoni rimbombava nelle segrete ed il chiarore dei lampi illuminava le torri. Il brutto tempo ed il freddo segnarono il passaggio dall’estate all’autunno. Le foglie degli alberi della foresta ingiallirono e poi iniziarono a cadere, cambiando drasticamente il volto del paesaggio.
Che l’autunno era ormai incominciato lo capirono anche gli studenti, che videro la mole di compiti e studio raddoppiarsi e dimenticarono ben presto le vacanze estive che avevano da poco terminato.
Il mese di settembre terminò lasciando il posto ad ottobre. Per Albus e Scorpius la vita continuava felicemente. Nonostante dovessero stare attenti a non farsi vedere, i due giovani approfittavano di ogni istante disponibile per stare insieme. Durante il giorno studiavano e facevano i compiti insieme a Rose e agli altri, che avevano ormai accettato la continua presenza di Scorpius e lo consideravano come una specie di altro cugino. Nonostante ciò, spesso, Albus ed il suo ragazzo si infilavano sotto il mantello dell’invisibilità e fuggivano nella Stanza del Sapere dove passavano le ore accoccolati davanti al fuoco, stringendosi le mani, baciandosi e beatificandosi del loro amore.
Quella giornata era già iniziata male per Albus, a colazione oltre ad essersi versato addosso la tazza di latte che stava bevendo, aveva completamente bagnato la pergamena con il tema che avrebbe dovuto consegnare sulle applicazioni dell’incantesimo ‘Gratta e Netta’, così fu costretto a tornare nei sotterranei per cambiarsi e di conseguenza arrivò tardi alla lezione di incantesimi, beccandosi cinque punti in meno per il ritardo e dei compiti di castigo per non aver consegnato il tema. Ciliegina sulla torta fu la risposta del professore quando lui cercò di spiegargli l’accaduto. “Se tu avessi studiato meglio e fatto realmente il compito, ti saresti ricordato di usare l’incantesimo ‘Gratta e Netta’, così, per lo meno, non saresti arrivato in ritardo” gli aveva detto sorridendo e facendolo infuriare ancora di più.
''Avanti Al, non prendertela troppo, ti aiuterò io a finire i temi di castigo, non preoccuparti'' disse Rose cercando di risollevare il morale al cugino. Erano in biblioteca da quasi un'ora e Albus non aveva smesso per un minuto di parlare di come la sfortuna lo avesse perseguitato quel giorno.
''Non è quello il punto, l'hai visto come sghignazzava? Come continuava a sostenere che non avevo fatto il compito?'' rispose Albus in preda alla collera.
''Cosa te ne importa? Che pensi quello che vuole'' concluse Rose.
''Sì, hai ragione. Non permetterò che sia lui a rovinarmi la giornata'' esclamò il moro a voce un po' troppo alta. Alcune studentesse lo guardarono con aria sdegnata.
''Si può sapere che diamine avete da guardare? Non avete mai visto qualcuno che parla?'' disse rivolto a quelle.
''Forse Al è meglio se te ne vai a fare un giro, così ti calmi un po''' propose Rose.
''Sì, è proprio quello che farò! Ci vediamo più tardi'' esclamò prima di andarsene accompagnato da Scorpius
che fino a quel momento era stato zitto al suo fianco.
''Dai, cerca di calmarti, si può sapere che hai? Non puoi farti rovinare così la giornata da uno stupido professore'' consigliò l'amico.
''Hai ragione, è solo che sta notte ho fatto un brutto sogno che non mi ha fatto dormire per cui oggi sono particolarmente suscettibile'' spiegò Albus.
''Si nota, in effetti, che sei piuttosto permaloso oggi!'' scherzò Scor.
''Perdonami, non è colpa mia se tu sei sempre così dannatamente perfetto e pensi che anche gli altri lo debbano essere. Mi spiace, ho una notiziona da darti non sono perfetto e la maggior parte delle persone ha dei giorni no ogni tanto!''
''Non ho mai detto di essere perfetto e non l'ho mai preteso neanche da te! Ora vedi di darti una calmata perché stai esagerando, ci stanno guardando tutti!'' fece notare il biondo indicando tutti i ragazzi fermi nel corridoio ed intenti a guardarli.
‘'Non darmi ordini Scorpius, sono stufo di controllarmi, stufo di dover sempre fare attenzione a quello che gli altri pensano, CAZZO!'' urlò Al dando un calcio al muro.
''Hai ragione, ma ora tranquillizzati. Facciamoci un giro’’ sentenziò il biondo afferrando per un braccio l'amico e tirandolo dietro di sé.
Giunsero nella Stanza del Sapere e Al si gettò sul divano tenendo le braccia incrociate al petto.
''Vuoi dirmi che hai? E non rifilarmi la storia del professore perché non me la bevo'' lo avvertì l'amico.
''La notte scorsa ho fatto un sogno che mi ha fatto pensare'' disse Albus
''Che genere di sogno?''
''Uno di quelli che ti lascia l'amaro in bocca perché ti fa capire come stanno realmente le cose. Ho sognato che ci stavamo baciando e che all'improvviso intorno a noi spuntavano centinaia di studenti. Non eravamo più solo io e te, eravamo in Sala Grande e c'erano tutti, professori compresi. E d'un tratto tutti iniziavano a ridere e ad indicarci, poi qualcuno si è messo a gridare 'froci' ed il sogno è finito'' terminò di raccontare.
''Era solo un sogno, staremo attenti e nessuno saprà di noi!'' lo rassicurò l'altro.
''Non è quello il punto. Non so se ho la forza di passare tutta la vita a nascondermi, a fingere di non provare per te quello che sento. Io ti amo Scorp, questo periodo che ho passato con te è stato il migliore della mia vita, ma..''
''Non mi starai lasciando Albus?'' chiese il biondo improvvisamente spaventato.
''No, non potrei mai farlo, voglio solo essere certo di quello che abbiamo, essere sicuro che tu non mi abbandonerai perché non sono perfetto, perché ho queste preoccupazioni. Voglio essere sicuro che anche tu sia pronto ad esporti, perché prima o poi qualcuno verrà a sapere di noi e io non voglio e non posso perderti'' disse Al facendo segno al ragazzo di sedersi accanto a lui.
''Non ti lascerò mai Al'' sussurrò Scoprius all'orecchio del ragazzo.
Le labbra di Scorpius si mossero e si appoggiarono sul collo dell'altro. Riecco quel brivido alla spina dorsale impossessarsi nuovamente del moro. I baci indugiarono per un po' sul collo di Albus. La lingua dell'altro disegnava sulla sua soffice pelle diverse forme geometriche e gli strappavano dei gemiti si piacere. Poi i baci iniziarono a scendere. La mano pallida di Scorpius iniziò a slacciare i bottoni della camicia del ragazzo, mentre con la lingua scese fino al capezzolo. Lo baciò piano piano, stuzzicandolo e mordendolo dolcemente. Albus, completamente estasiato, mise il volto nei capelli di Malfoy e inspirò il suo profumo. Sentì le labbra dell'altro scendere nuovamente di qualche centimetro e poi fermarsi mentre delle mani esperte gli slacciavano i pantaloni. Scorpius risalì accarezzando il petto del compagno, poi sfiorò con la lingua le labbra dell'altro e iniziò a baciarlo appassionatamente. I loro petti si unirono, le gambe lo gambe si incrociarono e le loro mani si strinsero. Poi toccò ad Al sfilare la camicia al ragazzo e lo aiutò a levarsi i pantaloni.
E poi si amarono, come non si erano mai amati prima. Il loro corpi nudi non sentivano il freddo e i loro gemiti di piacere coprivano il rombo della tempesta che imperversava fuori dalle mura. Continuarono ad amarsi per tutta la notte, baciandosi, abbracciandosi, stuzzicandosi a vicenda ed entrando reciprocamente l'uno nell'altro, fondendendosi, diventando un unica persona, un unica cosa.
''Perché piangi?'' chiese ad un certo punto Albus vedendo delle piccole lacrime colare lungo le guancie del suo amore.
''Perché sono pazzo di te, perché sei la cosa migliore che mi sia mai capitata in tutta la vita e perché ti amo maledettamente tanto!'' rispose l'altro prima di ricominciare a farlo suo.
 
 

 
Rieccomi, prima che mi diciate che il capitolo è brevissimo vi spiego il motivo.
Ho scritto queste brevi righe sta notte, dalle 2 alle 3 circa, in un momento di ispirazione.
Poi oggi ho dovuto studiare e tra pochissimo esco con il MIO vero Scorpius…  :D
Tornando a noi, non sono troppo teneri??? Lo hanno fatto per la prima volta!! **
E Poi si sono promessi di non lasciarsi mai!! J
Sono geloso della loro storia!!!!!!
Be non mi rimane che salutarvi e chiedervi di farmi sapere come avete trovato ‘sto capitoletto.
Pubblicherò il seguito il prima possibile, perché in teoria devo ancora scrivere la mia tesina...
Baci & Abbracci
(ed un ringraziamento speciale a
Lumamomo64 & a MaraMalfoy che non mi fanno sentire solo soletto!!)
XOXO
 

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Capitolo 8
*** 08 ***


Capitolo VIII
 
Dopo quella sera i due giovani ebbero poco tempo per stare da soli. Il sabato di due settimane dopo ci sarebbe stata la partita di Quidditch, Serpeverde conto Tassorosso, quindi gli allenamenti occupavano Scorpius due ore tutte le sere e quando questo tornava, era troppo stanco per andare con Albus nella Stanza del Sapere. I due si limitavano così a baci fuggiaschi, sempre attenti che nessuno li vedesse. Nonostante ciò, stavano sempre insieme. In classe sedevano uno di fianco all'altro, i pomeriggi li passavano insieme a Rose in biblioteca o nella loro stanza segreta e la sera, mentre il biondo era agli allenamenti, Albus scendeva, incurante del mal tempo e trascinandosi dietro una malinconica e brontolona cugina, fino alle tribune  per guardare il ragazzo mentre si allenava.
“Al, anche se non vedi Scorpius per due secondi, non muori! Su torniamocene al castello!'' continuava a ripetere la cugina, infreddolita e bagnata dalla pioggia.
''Rose, non è per Scorp che veniamo qui, te l'ho già detto! Mi sto appassionando di Quidditch e mi piace vedere le partite!'' disse Al esasperato dalle continue lamentele della cugina''.
Scorpius era diventato molto bravo, non che prima non lo fosse. Era il miglior cacciatore, sfrecciava da una parte all'altra del campo marcando gli altri cacciatori, e rubando la pluffa non appena poteva. Era bravissimo anche a schivare i bolidi. Riusciva ad accorgersi della palla che si stava avvicinando, anche se veniva dal dietro, e riusciva, con rapide ed abili acrobazie, ad evitarla.
Il capitano, Adrian, apprezzava molto il modo di giocare del biondo e spesso e volentieri si congratulava con lui per le splendide azioni, facendo però ingelosire gli altri cacciatori.
Solitamente, poco dopo che gli allenamenti erano terminati, Al raggiungeva lo spogliatoio dei ragazzi per far compagnia a Scorp mentre si rivestiva. Rose odiava dover rimanere da sola ad aspettare i due amici per interi minuti e più di una volta si era lamentata con Albus, ma aveva ottenuto come unico risultato quello di posticipare la fuga del cugino di qualche secondo. Le lamentele di Al, che usava come scusa il voler sentire le tattiche della squadra dato il suo recente interessamento allo sport, diventavano poi così insistenti che la povera Weasley era costretta a lasciarlo andare.
A peggiorare le cose con Rose, fu il fatto che i professori davano talmente tanti compiti, che un pomeriggio di due o tre ore non era più sufficiente, per cui la ragazza avrebbe preferito rimanere a studiare, piuttosto che accompagnare il cugino. Una sera, si arrabbiò a tal punto con Albus, perché aveva troppi compiti, che questi fu costretto a saltare la visione dell'allenamento per aiutarla a finirli tutti.
Il fatidico sabato della partita arrivò presto, accompagnato da una crescente gioia di Rose, perché dal lunedì successivo gli allenamenti sarebbero diminuiti a due giorni a settimana, e dall'aumentare dell'agitazione di Scorpius che si trasmetteva ad Al, come se anche lui avesse dovuto giocare la partita.
In Sala Grande, come al solito, la colazione era abbondante. Dolci di ogni genere imbandivano la tavola con i più disparati tipi di bevande: dal succo di zucca o di altri tipi di frutta, al latte e al tè.
Nonostante ciò Albus mangiò pochissimo e Scorpius non mangiò affatto. Si limitò a bere un po' di succo di frutta, sperando che gli desse almeno un po' di energia. Il nodo che aveva allo stomaco quasi gli impediva di respirare correttamente.
''Avanti Malfoy, mangia qualcosa, non vogliamo che il nostro miglior cacciatore svenga sulla scopa!'' lo rimproverò Warrington.
''Non credo di riuscirci, se mangiassi poi avrei sicuramente il mal d'aria!'' obbiettò il biondo, ricevendo per risposta dall'allenatore un mugugno incomprensibile.
''Ha ragione Scorp, avanti, tieni un toast con la marmellata'' disse Al passandoglielo. Scorpius diede solo un piccolo morso  poi ingurgitò del succo e mise nel piatto il resto.
''Non ce la faccio proprio''esclamò scoraggiato.
''Avanti, sei il nostro miglior cacciatore, non sbagli mai un centro, di che hai paura?'' domandò Alex che era seduto di fianco ad Al.
''Non lo so, ho paura di non riuscire a fare più neanche un goal, o i prendermi un bolide e cadere dalla scopa''
''Avanti, tieni le orecchie aperte che se qualcuno ti scaglierà un bolide te lo griderò!'' cerco di rassicurarlo Albus.
''Cercherò di tenerlo a mente'' bofonchiò il biondo per niente rassicurato.
Mentre scendevano fino al campo Scorpiuns non proferì parola e Albus capì che il livello di agitazione a cui l’amico doveva essere sottoposto, doveva essere molto alto.
Per le nove, tutta la scolaresca era sugli spalti, intorno al campo. Un sacco di ragazzi, notò Albus, erano armati di binocoli, per poter seguire meglio la partita. Al e Rose si unirono alle amiche Corvonero della ragazza, sulla gradinata più alta.
Nel frattempo Malfoy era negli spogliatoi, dove Warrington stava tenendo il discorso di incoraggiamento e avvertendo i compagni che chi avesse giocato male avrebbe dovuto vedersela con lui.
Ad arbitrare la partita sarebbe stata madama Butterfly, l’insegnante di volo che se ne stava in mezzo al campo, ritta ad attendere i giocatori.
“Sarò chiara con entrambe le squadre” disse quando sia i Serpeverde, con la loro divisa verde, che i Tassorosso, con la loro divisa gialla, la ebbero raggiunta. “Voglio una partita priva di scorrettezze. Chi ne commetterà una sola, verrà immediatamente squalificato”.
Le due squadre si misero in sella alle proprie scope e attesero silenziosamente il via. Anche sulle tribune era sceso il silenzio. Poi madama Butterfly soffiò nel fischietto ed i giocatori si alzarono in volo. La partita era iniziata.
Albus non tolse un attimo lo sguardo dall’amico, lo guardò prendere la pluffa che era stata lanciata  dall’arbitro e schizzare verso le porte avversarie.
Un ragazzo di Grifondoro faceva la telecronaca, mostrandosi molto bravo nel suo incarico. “…e la pluffa è stata immediatamente intercettata da Malfoy che si muove piuttosto velocemente. Oh no Roger di Tassorosso ha scagliato un forte bolide contro Scorpius.. oh il ragazzo è riuscito ad evitarla con un sorprendentemente scatto laterale, alcuni Tassorosso tentano di frapporsi tra lui e gli anelli ma lui riesce ad evitarli, eccolo mentre si lancia verso l’anello centrale, il portiere si butta ma.. SERPEVERDE SEGNA! Ottimo lavoro questo Malfoy, sempre meglio del padre!” disse il commentatore.
“Kurt!” esclamò la preside sdegnata.
“Scusi professoressa, non volevo”.
“Lo spero proprio” rispose lei.
Del boccino non c’era ancora stata traccia, i due cercatori continuavano a svolazzare avanti ed indietro dal campo senza però riuscire ad individuarlo.
“Il cacciatore di Tassorosso schiva due bolidi, la pluffa appartiene ai Serpeverde… Garret intercetta l’avanzata dell’avversario e prende la pluffa. Sta schizzando velocemente verso gli anelli, Warrington si butta riesce a parare miracolosamente la palla”.
Scorpius marcava stretto un altro cacciatore della squadra avversaria, ma questi era più veloce e spesso riusciva a lasciarselo alle spalle.  Rose se ne stava zitta zitta a guardare la partita, mentre Albus esultava ogni volta che Serpeverde faceva una buona azione e gridava rabbiosamente quando gli avversari si avvicinavano alla porta.
“Palla ai Tassorosso… Garret ha la pluffa… oltrepassa Scorpius… supera Flitt… schiva un bolide E TASSOROSSO SEGNA andando in pareggio con Serpeverde.
La partita continuò per un'altra ora circa, Tassorosso era in svantaggio di venti punti, ma se avessero trovato il boccino avrebbero potuto ancora vincere. Al, stanco di alzarsi e gridare se ne stava ormai seduto discutendo con la cugina su chi fosse il giocatore più forte. Ovviamente il moro credeva che fosse l’amico, mentre Rose si ostinava ad insistere sull’estrema bravura di Adrian Warrington in porta. Troppo intenti a discutere i due si accorsero che i cercatori erano scattati all’inseguimento del  boccino, solo dopo aver udito le grida di eccitazione provenire dagli studenti sugli spalti. Il cercatore di Tassorosso era più veloce e ben presto si posizionò davanti all’avversario. Quando fu ad un soffio del boccino si sporse per prenderlo, ma perse l’equilibrio e cadde dalla scopa. Prima che toccasse terra si trovò a volteggiare, salvato da un incantesimo lanciato dalla preside. Grida di profonda delusione ruppero il silenzio facendo arrossire il povero sfortunato.
Tyler, il cercatore di Serpeverde, colse l’opportunità per avvicinarsi al boccino e in men che non  si dica lo aveva preso, ponendo fine alla partita. Albus, Rose, e tutti i ragazzi di Serpeverde si alzarono gioendo per la vittoria ottenuta. Cori contro gli sconfitti preselo largo dalla tribuna dei vincitori, venendo però sedati ben presto dalla McGranitt.  
I giocatori rientrarono nei rispettivi spogliatoi mentre il resto degli studenti si avviò verso le proprie Case, chi per festeggiare e chi per criticare la propria squadra.
Al e la cugina, come sempre, si fermarono ad attendere l’amico.
“Scorp è stato veramente forte” disse fiero il suo ragazzo.
“Ha fatto solo due centri, mentre l’altro cacciatore, quello rosso, ne ha fatti quattro!”
“Anche Scorpius sarebbe riuscito a farne quattro se non avesse avuto come marcatore il più grosso dei Tassorosso!”
“È inutile parlare con te Al, tanto devi sempre aver ragione!”
“Io ho sempre ragione, ora se non ti dispiace vado a congratularmi con i giocatori” disse il moro allontanandosi dalla cugina.
“E io come al solito ti attenderò qui da sola” sbuffò la ragazza.
Incurante delle proteste di Rose, il giovane Potter raggiunse gli spogliatoi e si congratulò caldamente con i compagni per la vittoria. Ascoltò attentamente il racconto della partita che si scambiavano i giocatori, fino a che non rimasero solo lui ed il suo ragazzo.
“Sei stato grande Scorp!” esclamò Al mettendosi davanti all’amico seduto su di una panchina.
“No, per niente, due centri sono estremamente pochi!”
“Be sono comunque meglio degli zero goal di Zac!”
“E peggio dei quattro di Jim!” concluse il biondo.
“Non mi importa degli altri, tu, per me, sei il più bello ed il più bravo giocatore di sempre!”
Scorpius si alzò, guardò in giro assicurandosi che non ci fosse davvero più nessuno, poi tirò a se l’altro ed iniziò a baciarlo. L’eccitazione crebbe velocemente, il moro iniziò a passare le mani dietro alla nuca dell’altro, iniziando poi a scendere lungo la schiena per poi finire sulle natiche sode del compagno.
I due si strinsero, le loro erezioni vennero in contatto mentre i due continuavano a scambiarsi dolci baci appassionati. La lingua del moro iniziò a passare lungo i contorni delle labbra dell’altro facendo eccitare ulteriormente il biondo che poi morsicò teneramente il labbro di Albus.
Presi dalla passione non si accorsero che la porta dello spogliatoio si era aperta e che qualcuno stava entrandovi.
“Al, Scorp, si può sapere che fine…” disse Rose, prima di vedere i corpi dei due amici stretti l’uno nell’altro.
Nel sentire la voce della ragazza i due si voltarono di scatto allontanandosi e cercando di assumere uno sguardo disinvolto.
“Em.. ecco.. noi.. stavamo... cercò di rispondere Scorp, ma prima che potesse finire la frase la giovane Weasley, rossa in volto quanto lo era nei capelli, si girò e corse via.
Scorpius, intento a finire di vestirsi disse al moro: “Su che aspetti? Corri da lei!”.
Albus, che fino ad un attimo prima, era paralizzato in mezzo allo spogliatoio, ascoltò l’esortazione del biondo e si mise a correre dietro alla ragazza.
La trovò seduta sui gradini davanti al portone d’entrata che piangeva. Quando lo vide arrivare si alzò per fuggire nuovamente, ma il cugino fu più rapido e la afferrò per un braccio.
“Rose ti va di parlare?” chiese il moro.
“Oh e così adesso ti va di parlare? O forse temi solo che io lo dica in giro?” chiese lei sempre più rossa.
“Rose io non so cosa hai visto ma…”
“So bene cosa ho visto, non azzardarti a farmi passare per scema, tu e Scorpius stavate per… vi stavate baciando e se non fossi entrata chissà che altro avreste fatto!”. Albus non seppe cosa dire, così si limitò a lasciar andare il braccio della cugina ed a fissare per terra.
“Da quanto tempo va avanti”
“Dalla seconda metà di settembre circa”
“E tu in tutto questo tempo non mi hai detto niente? Perché Albus?”
“Ecco, io temevo che non avresti capito, avevo paura che altri lo sapessero” rispose Al iniziando a sentirsi in colpa per non aver mai considerato l’idea di dire della sua relazione alla cugina.
“Albus Severus Potter, davvero hai così poca fiducia in me? Davvero pensavi che io non avrei capito? Sono la tua migliore amica da quando eravamo in fasce, ho sempre tenuto tutti i tuoi segreti, perché non avrei dovuto fare lo stesso con questo?”
“Mi dispiace Rose” disse Al con gli occhi lucidi, avvicinandosi alla cugina per abbracciarla. “Mi fido di te ciecamente, mi dispiace di non averti detto niente di me e Scorp, ho avuto solo paura che qualcuno avesse potuto scoprirlo”.
“E cosa c’è tra te e lui?” domandò la ragazza sempre più curiosa.
“Noi, ecco... noi stiamo insieme e ci amiamo Rose e per quanto possa essere immorale e sbagliato io non ci posso fare niente, Scorp è tutta la mia vita ora” esclamò Albus.
Rose si sedette su un gradino e fece sedere il cugino di fianco a lei, poi gli prese la faccia tra le mani e lo fece girare verso di lei.
“Guardami negli occhi Al e cerca di non dimenticarti quello che ti sto per dire: l’amore non è mai sbagliato, non ascoltare quello che potrebbero dire gli altri, l’amore non ha sesso e non c’è nulla di male se ami un uomo come te, quindi se ami Scorpius stai con lui e non pentirtene mai!”.
“Grazie Rose, sei la migliore amica che avrei mai potuto desiderare, mi dispiace di non avertelo detto prima…” concluse il moro.
“Per questa volta sei perdonato, ma da ora in poi niente più segreti ok?”
“D’accordo, niente più segreti” rispose dandole un bacio sulla guancia.
“Ora si spiegano un sacco di cose ad ogni modo” disse pensierosa la ragazza.
“Che genere di cose?”
“Innanzitutto perché tu e Scorpius siete sempre così appiccicati, poi si spiegano tutte le volte che siamo scesi a vedere gli allenamenti, tutte le volte che all’ora di pranzo tu e lui sparivate, a proposito dove andavate? Aspetta non dirmelo, la Stanza del Sapere?” chiese la ragazza, ma non ci fu bisogno di rispondere. “Poi finalmente mi è chiaro il motivo per cui lui ha lasciato Aliseris e perché continuava a stare vicino a te in infermeria!”.
“Già, l’infermeria, anche la McGranitt se n’è accorta da quello..” sbuffò Albus.
“La preside lo sa? Avanti, raccontami tutto, voglio tutti i dettagli, quindi parti dall’inizio della vostra relazione!” disse Rose con un tono che non ammetteva obbiezioni. I due ragazzi passarono insieme tutto il pomeriggio, camminando per il parco e poi lungo la riva del lago nero.
Quella sera, Albus, dopo aver dato la buonanotte a Scorpius ed essersi infilato nel letto, pensò che quel giorno il legame con sua cugina si era intensificato come mai prima e che sarebbero rimasti amici per lungo tempo.  
 
 

Hey ragazzi, rieccomi!
Mi dispiace immensamente per non aver pubblicato niente
ne oggi ne ieri, ma ho avuto da fare con la scuola... 
 (non mi manca più molto per finire la tesina!)
Spero di essermi fatto perdonare con questo capitolo!!!
Vi avviso che mi è tornata l’ispirazione, per cui spero di riuscire a
scrive presto i prossimi capitoli!!
Rose è troppo dolce, il suo personaggio è ispirato ad una mia carissima amica
alla quale voglio molto bene e che mi da i consigli per andare avanti con questa fic!
Le parole che Rose ha detto ad Al, verso la fine, sono pressappoco quelle che
questa mia amica, disse a me tempo fa.
Quindi, sta volta, un ringraziamento speciale a “
S”!
E grazie anche a voi lettori che mi seguite! Un bacione
:*
XOXO
P.S. Ditemi come l'avete trovato!!!

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Capitolo 9
*** 09 ***


CAPITOLO IX
 
''Ehi bell'addormentato, sveglia!''
Albus aprì gli occhi al richiamo della voce di Scorpius. Il biondo stava seduto sul bordo del letto e guardava il ragazzo sorridendo.
''Sai che giorno è oggi Al?'' chiese Scorpius all'amico.
''Certo il 31 ottobre, e allora?'' rispose l'altro stropicciandosi gli occhi e mettedosi a sedere.
''Come e allora? Oggi è Halloween e stasera c'è la festa, sei l'unico della scuola a non aver ancora una maschera!''
''La festa, me ne ero proprio scordato'' disse il moro picchiandosi la mano sulla fronte, ''perché me lo dici solo ora? Avresti potuto ricordarmelo prima!''
''L'ho fatto 2 giorni fa e tu mi hai detto di non preoccuparmi perché avevi in mente un piano'' gli ricordò Scorpius.
''È vero, ma sono stato talmente preso che me ne sono proprio dimenticato. Scriverò un gufo a mamma e le chiederò di mandarmi qualcosa il prima possibile''
''Ti conviene farlo in fretta se non vuoi essere l'unico che parteciperà alla festa senza maschera!'' avvertì l'amico.
Dopo essersi vestiti e lavati i due giovani scesero in Sala Grande per la colazione. Come tutte le mattine arrivarono i gufi portado regali e lettere dalle famiglie e anche la Gazzetta del Profeta, il più noto quotidiano dell'inghilterra.
''Alex ripeti quello che hai appena detto!'' gridò Scorpius alzandosi di scatto dal tavolo per avvicinarsi all'amico.
''Stavo leggendo sulla Gazzetta. Il titolo di oggi dice: Terrore ad Hogwarts. Sembrerebbe che una creatura misteriosa si aggiri per il bosco confinante con la scuola mietendo vittime tra le creature che vi dimorano. Già quattro centauri, un unicorno e due Thesral sono stati trovati morti, pietrificati. La cosa più inquietante è il fatto che gli occhi dei cadaveri sono bianchi, come se l'anima fosse stata strappata via dal corpo delle vittime, lasciando di loro solo un guscio vuoto'' proseguì Alex. ''Il ministero della magia si è immediatamente messo in azione, mobilitando una squadra di esperti in creature magiche per fermare il mostro assassino''.
Tra i commensali che avevano udito la lettura della Gazzetta scese un attimo di silenzio, seguito da uno scoppio di gridolini fatti dalle ragazze più giovani.
''Se è nei boschi allora presto arriverà nella scuola'' disse spaventata una ragazza del secondo anno.
''È impossibile, Hogwarts è troppo ben protetto e controllata, nessuna creatura potrebbe mai entrare'' rispose fiducioso un ragazzo.
''Dev'essere per forza l'essere che ci ha attaccati Scorp'' disse Albus guardando l'amico, ''Se potesse entrare a scuola, credo  che l'avrebbe già fatto non credi?'' chiese poi.
''È proprio quello che pensavo Al, è il nostro mostro, ma non sappiamo bene cosa cerca e perché uccide''.
''Forse dovremmo chiedere informazioni a qualche professore'' propose Scorpius.
Continuarono fino alla fine della colazione a fare ipotesi sul mostro, ad Albus e Scorpius fu chiesto ripetutamente di raccontare la forma della creatura e di ripetere dettagli della notte in cui li aggredì.
Finita la colazione Al e il resto dei Serpeverde del suo anno si diressero a incantesimi e successivamente ad erbologia.
Quando arrivarono in Sala Grande per il pranzo notarono che la tavola non era ancora imbandiata, quindi si sedettero e guardarono fisso al tavolo dei professori, aspettando che qualcuno spiegasse loro il motivo per cui il banchetto non era ancora stato servito.
La Preside, quando tutti furono seduti, si alzò dal suo scranno ed attese che tutti facessero silenzio e volgessero verso di lei il loro sguardo.
''Alla luce di alcuni fatti che recentemente hanno interessato la nostra scuola, mi trovo costretta a fare una comunicazione e ad affrontare un argomento del quale non avrei voluto parlare, se solo il ministero mi avesse prestato ascolto e non avesse fatto pubblicare un certo articolo” incominciò la McGranitt. ''Come molti di voi avranno letto, nei boschi qui vicino si aggira un mostro che sta uccidendo creature magiche. Come alcuni di voi sanno la scuola ha già avuto a che fare con questo essere, quando due studenti ed un professore sono stati aggrediti il mese scorso'' mentre parlava il suo sguardo cadde prima su Albus e poi su Scorpius.
''Innanzitutto voglio assicurarvi che sia noi quanto il Ministero della Magia stiamo indagando per trovare il mostro e renderlo inoffensivo, in secondo luogo sono obbligata ad aggiungere nuove regole per garantire l'incolumità degli studenti di questa scuola''. Un brontolio sommesso si levò da una buona parte degli studenti che non apprezzavano l'imposizione di altre regole, ma bastò un gesto severo della Preside per far tornare il silenzio.
''Da quest'oggi le lezioni di Cura delle Creature Magiche verranno effettuate all'interno del castello e non più al limitare della foresta. La stanza che utilizzerete si trova al terzo piano alla fine del corridoio. Inoltre nessuno di voi uscirà dal castello  fino a che la creatura non sarà catturata. Le passeggiate per i parchi e sulle rive del Lago Nero sono dunque interdette. Inoltre per evitare che studenti decidano di infrangere le regole, il coprifuoco verrà abbassato alle ore venti, oltre le quali nessuno potrà uscire dal proprio dormitorio. I cancelli verranno sbarrati per evitare a qualsiasi cosa di entrare e a qualcuno di voi, che volesse tentare, di uscire. Per chi dovesse spedire lettere è pregato di consegnarle al professor Hagrid che provvederà alla loro spedizione in quanto è vietato anche uscire per recarsi alla guferia. Detto questo voglio che sappiate che non correte alcun pericolo reale e che queste sono solo precauzioni. Ora non mi resta che augurarvi buon pranzo” concluse la Preside tornando a sedersi.
''Dimenticavo'' aggiunse poi rialzandosi ''Stasera nella Sala Grande si terrà come di consueto la festa in maschera per celebrare Halloween, nessuno dovrà allontanarsi dalla sala senza un motivo valido o potrà girovagare liberamente per il castello. A mezzanotte la festa si concluderà e tutti saranno scortati dai propri Prefetti alla propria casa”. Avendo ricordato la festa, l'argomento mostro venne momentaneamente lasciato da parte e gli studenti chiacchierarono per lo più dei propri vestiti.
Qualcuno però, non si era dimenticato della discussione precedente. Rose Weasley, infatti, aveva estratto una pergamena dallo zaino e, dopo aver strappato alcuni biglietti, li mandò magicamente ai cugini, James ed Albus.
''Stasera andatevene dalla festa e fatevi trovare alle undici nella Stanza del Sapere, dobbiamo parlare'' lesse Albus. ''P.S. Al, porta anche Scorp'' era tutto  quello che c'era scritto nel biglietto. Dopo averlo passato al proprio ragazzo perché lo leggesse, Albus agitò debolmente la bacchetta e gli diede fuoco.
''Che avrà in mente Rose?'' chiese il biondo all'orecchio di Al.
''Sicuramente qualche idea folle'' rispose l'altro.
Il pomeriggio era stato concesso a tutti come tempo libero per prepararsi alla festa, anche se altri lo impiegavano giocando a scacchi oppure a portarsi avanti con lo studio. Non potendo uscire dal castello, ad ogni modo, erano ben pochi i passatempi disponibili.
Albus non aveva ricevuto alcuna risposta alla lettera inviata alla madre riguardo al suo vestito e una sensazione di ansia lo invase.
''Scorp, ho bisogno del tuo aiuto, non ho ancora un vestito, come faccio ora?'' domandò con aria disperata.
''Forse ho un'idea. Ti fidi di me?'' rispose l'altro.
''Certo che mi fido di te, spero solo tu non abbia in mente nulla di strano!'' esclamò Albus iniziando a preoccuparsi.
Con un ghigno in viso Malfoy afferrò per il braccio Albus e lo trascinò correndo fino al bagno più vicino, quello del secondo piano.
''Ehi voi due, questo è il bagno delle ragazze, non dovreste stare qui!'' disse una voce che fece sussultare i due giovani. Il fantasma di una ragazza passò sopra di loro andando a posarsi davanti ai due giovani.
''Chi siete e cosa ci fate nel mio bagno?'' domandò il fantasma.
''Ciao Mirtilla, io sono Scorpius Malfoy e lui è il mio amico, Albus Potter'' presentò il biondo.
''Ma guarda guarda, e così sei un Potter!'' esclamò sorpresa la giovane. ''Un tempo conobbi tuo padre sai? Eravamo buoni amici e veniva a trovarmi piuttosto spesso” continuò la ragazza con aria altezzosa.
''Mi ha parlato di te qualche volta, quando mi raccontò della pozione che vennero a fare al secondo anno'' rispose Albus ricordandosi di qualche storia in cui suo padre o suo zio la chiamavano Mirtilla Malcontenta.
''Non starete preparando anche vuoi una pozione spero?'' esclamò Mirtilla.
''Certo che no! Noi stiamo solo...'' rispose Al, ''..cosa ci facciamo noi qui Scorp'' chiese rivolgendosi con aria interrogativa all'amico.
''Be stavo per mostrarti come risolvere il problema della tua maschera!''
''E come lo risolviamo quindi il problema?''
''È chiaro!'' rispose Scorpius aprendo un gabinetto e iniziano a srotolare un lungo rotolo di carta igienica. ''Avanti apri la borsa, in questo bagno non viene mai nessuno, possiamo portar via tutta la carta che ci serve''
''Che ci serve per cosa?''
''Non ci arrivi davvero Al? Ti vestirai da mummia! Basterà arrotolarti bene con la carta igenica, qualche incantesimo fissante e sarai perfetto!'' spiegò all'altro.
Il sorriso di Albus si illuminò, ''Sei un genio Scorp'' disse sporgendosi in avanti e dando un lungo e sonoro bacio al proprio ragazzo.
''Che fate?'' fece Mirtilla. ''Sono disgustata, siete due ragazzi!'' esclamò sorpresa e con gli occhi fuori dalle orbita.
''E allora Mirtilla dov'è il problema? È forse illegale amare qualcun altro del proprio sesso?'' domandò Scorpius con aria di sfida.
''Oh ai miei tempi lo era di sicuro, se vi avessero scoperto vi avrebbero puniti a suon di frustate e vi avrebbero certamente espulso, o peggio'' disse con l'aria di chi la sa lunga. ''Come sono cambiati i tempi, una volta i ragazzi si sfidavano a duello per conquistare il cuore delle fanciulle, ora invece si baciano tra di loro'' continuò.
''Be almeno io ho qualcuno da baciare, tu hai mai baciato qualcuno Mirtilla?'' rispose acido Albus.
Il viso di Mirtilla si contorse in una smorfia mista tra odio e dolore.
''Sono morta, se non te ne sei accorto Potter, e prima di morire ero troppo giovane per baciare qualcuno!'' rispose secca prima di gettarsi di testa nel gabinetto alzando schizzi che riempirono i due giovani.
''Era davvero necessario trattarla così?'' chiese Scorpius guardando con aria severa Albus.
''Hai ragione, non avrei dovuto, ma odio chi insinua che il nostro amore non è normale''
''Capisco quello che provi, ma lei è solo un fantasma ed è vissuta quasi un secolo fa. All'epoca la pensavano diversamente su queste cose'' disse Scorpius cercando di difendere Mirtilla.
''Anche adesso le cose non sono cambiate di molto, come credi che reagirebbe la maggior parte della gente se sapesse di noi? Non tutti sono come Rose, la maggior parte della gente reagirebbe come Mirtilla'' esclamò il biondo.
''Non mi interessa quello che pensano gli altri, sono stufo di questi pregiudizzi. E se dicessimo a tutti che stiamo insieme? Potremmo farlo alla festa, che ne dici? Potremmo arrivare mano nella mano!''
''Stai scherzando vero? La nostra vita diventerebbe un inferno e poi i nostri genitori lo verrebbero a sapere in men che non si dica!'' esclamò chiaramente contrariato Scorpius.
''Non mi interessa cosa pensa la gente fino a che stiamo insieme niente può abbatterci e per quanto riguarda le nostre famiglie cosa ce ne importa le vite sono le nostre non credi?'' domandò Albus con crescente entusiasmo.
''Anche se riuscissimo a stare tranquilli a scuola, senza essere insultati o presi di mira, se i miei lo venissero a sapere in men che non si dica sarei ritirato dalla scuola e spedito in qualche centro di riabilitazione mentale, i miei non capirebbero mai Al!'' spiegò il biondo rattristandosi e vedendo l'eccitazione iniziale sparire dagli occhi del ragazzo.
''Un giorno, quando sarà il momento, ti prometto che lo dirò ai miei e se decideranno di non parlarmi poco importa, io e te ce ne andremo a vivere insieme, ti va?'' domandò cercando di far tornare il sorriso sulle labbra dell'altro.
''Certo che mi va Scorp'' disse Albus sfoderando il suo sorriso migliore, ''chissà come sarebbe vivere insieme? Aspetta, lo stiamo già facendo!'' ridacchio afferrando il viso di Malfoy ed avvicinando le sua labbra a quelle dell'altro.
Ad un ora dalla festa i due giovani se ne stavano nel proprio dormitorio ad indossare i costumi. Scoprius si era vestito da vampiro, i capelli biondi erano stati tirati all'indietro in una pettinatura anni sessanta. Il suo viso già pallido non aveva avuto bisogno di ritocchi, mentre i canini erano notevolmente cresciuti grazie ad un incantesimo perfettamente applicato poco prima da Rose. Indossava un lungo frac nero, e camminava portandosi dietro un bastone da passeggio del medesimo colore con un pomello d'argento che, a suo dire, era appartenuto al nonno molti anni addietro.
Albus, con l'aiuto di Scorp, si stava avvolgendo magicamente la carta igienica attorno al corpo, facendo in modo che assomigliasse il più possibile a delle bende. Furono soddisfatti del lavoro solo quando l'unica parte del corpo ad intravedersi tra le bende, furono i grandi occhi verdi smeraldo ereditati dal padre. 
Quella sera la Sala Grande era addobbata a tema. Grandi zucche con inquietanti volti intagliati galleggiavano per la stanza lanciando lunghe ombre danzanti.  Il soffitto incantato mostrava un limpido cielo illuminato da una miriade di stelle splendenti. Di tanto in tanto una stella cadente passava lasciandosi dietro una piccola scia color latte.
I ragazzi indossavano le maschere più disparate. Chi era vestito da spaventapasseri, chi da zombie, chi da spaventosa banshee e chi da troll. Scorpius scorse un altro paio di vampiri e fece qualche commento inacidito sul fatto che il suo costume era il migliore. Il costume che destava più curiosità in realtà era quello di Albus. Dopo aver dato una tonalità pergamena alla carta igienica e dopo aver sparso qua e la un po’ di sangue di drago, il lavoro era uscito eccellentemente. Rose li raggiunse vestita da angelo della morte, con tanto di falce e i ragazzi dovettero ammettere che era veramente paurosa. Dopo aver ricordato ad Al l’appuntamento di quella sera li lasciò e si diresse verso il tavolo dei Grifondoro.
Quando tutti gli studenti si furono seduti per la seconda volta quel giorno la preside si alzò a fatica e imponendo il silenzio disse: “Prima che inizi la festa ci tengo a raccomandarmi con voi ancora una volta. Dovrete lasciare la Sala Grande solo per raggiungere i vostri dormitori e non cercate in alcun modo di uscire dal castello. Mi fido di voi e spero che voi non mi facciate pentire di non aver annullato la festa. Buon appetito”.
I tavoli si riempirono delle pietanze più strane che i ragazzi conoscessero. Budini e creme rosso sangue, spiedini con finte dita e finti occhi, mele rosse caramellate e molto altro ancora.
Dopo la cena i tavoli vennero spostati conto i muri e ricoperti di dolci e bibite. Le luci furono abbassate e gli studenti del club della musica iniziarono ad intonare vecchi canti lugubri, mentre i restanti studenti si divertivano tra loro.
Al continuava a guardare l’ora e fissava l’uscita pensando a quale scusa avrebbe potuto inventarsi se Pulvis li avesse trovati ad aggirarsi vicino all’aula di incantesimi.
“Se stai così rigido qualcuno penserà di certo che stiamo tramando qualcosa. Avanti, bevi una burrobirra e divertiti!” lo incitò Scorpius.
“È che di solito abbiamo con noi il mantello di mio padre, oggi saremo senza e vestiti così non passeremo tanto inosservati. E poi hai sentito la McGranitt, se ci scoprisse sarebbe la fine!”
“Avanti, sono tutti mascherati, nessun professore si accorgerà di noi, te lo prometto! E poi, dopo la storia dell’infermeria gli stiamo decisamente più simpatici” disse il biondo ammiccando al ragazzo.
“D’accordo, vado a prendere da bere, tu vuoi qualcosa?”
“Quello che prendi tu” rispose scuotendo le spalle.
Albus si allontanò e si diresse verso uno dei tavoli contro il muro.
“Ei Al, ti piace il mio costume?” urlò James al fratello.
“Ti sei vestito da dissennatore? È così scontato!” disse ridendo.
“La tua è solo gelosia. Devo ammettere che te la sei cavata bene nonostante la tua lettera non sia mai giunta alla mamma” riprese il fratello sventolando una lettera tutta stropicciata.
“Sei stato tu? Brutto idiota, perché me l’hai intercettata?” domandò Albus sdegnato.
“Suvvia, era uno scherzo, ero curioso di vedere che cosa ti saresti inventato, ma sei stato bravo eh!” rispose James con un ghigno perfido.
“Non è stato uno scherzo divertente, non sei altro che un immaturo” sentenziò Al adirato con il fratello.
Prese le due burrobirre se ne andò alla ricerca di Scorpius con il fratello appiccicato che proferiva una marea di scuse per nulla sentite.
“Ei, ma Scorp non si era lasciato con Aliserias?” chiese ad un certo punto James.
“Certo, per quale…”. Albus rimase sconvolto da quello che aveva davanti, Scorpius, il suo Scorpius, il suo ragazzo, colui che amava più della sua stessa vita era al centro della stanza appiccicato alla sua ex ragazza, intento a baciarla. Il sangue gli si gelò nelle vene, rimase paralizzato per qualche secondo e lasciò cadere i due calici che teneva tra le mani che si infransero a terra. Attirati dal fracasso dei vetri frantumati tutti gli studenti  girarono la testa nella sua direzione, Scorpius compreso.
“Che cavolo ti è preso” domandò James cercando di levarsi la burrobirra dal costume.
Albus non capiva più niente, fissava inebetito il ragazzo e quando questi gli si avvicinò e lo prese per un braccio riuscì solo e staccarsi con forza e colto da una rabbia crescente gli sferrò un violento pugno in faccia. Malfoy si accasciò tenendosi il naso tra le mani. Inorridito dal sue gesto Al si girò e corse via, senza importarsi degli occhi che aveva addosso, del fatto che tutti si stavano chiedendo che diamine gli fosse preso, fregandosene pure della voce di Scorpius che lo supplicava di fermarsi.
Sconvolto per la scena a cui aveva assistito e non sapendo dove rifugiarsi si ricordò di uno dei passaggi segreti che sapeva portare fuori dalla scuola. Aveva bisogno di aria, si sentiva i polmoni compressi e la testa in fiamme. Quando arrivò nel giardino della scuola l’aria pungente si riempì di nuvolette di condensa a causa del sue fiato caldo. Albus corse, corse come mai in vita sua. I piedi scivolavano sull’erba coperta di brina, più di una volta cadde nel fango, ma non gli importava. Arrivò stremato al limitare della foresta, dove intravide qualcosa di bianco che brillava sotto la luce della luna. Si trattava della tomba bianca eretta in memoria di uno dei maghi più grandi che il mondo abbia mai conosciuto, Albus Silente, di cui lui portava il nome.
Arrivatovi davanti strappò le bende che lo avvolgevano e si lasciò cadere a terra piangendo e desiderando un suono che lo distraesse dal dolore del suo cuore spezzato.
 

Dopo tempo immemore ho deciso di tornare per cercare di completare questa FanFiction.
Mi spiace di aver fatto passare più di un anno prima di decidermi.
Come sempre fatemi sapere se vi piace anche questo capitolo ;)
XOXO

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