alla ricerca della felicità

di debbie08
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** cap-1 ***
Capitolo 2: *** cap-2 ***



Capitolo 1
*** cap-1 ***


1h

Driiiiiiiinnnnnn…..

Sento la sveglia suonare ma cerco con tutte le mie forze di far finta di niente, anche questa notte il mio sonno è stato agitato, sogni strani, immagini che si sovrappongono a luoghi che sono certa di non aver mai visto, voci che non conosco continuano a tormentarmi ma non riesco a capire che cosa dicono, cosa vogliono da me. Mi rannicchio sotto le coperte ma il suono di quell’orribile sveglia non vuole proprio cessare, allungo una mano verso il comodino ma in vece di spegnerla la faccio cadere a terra, con rammarico mi siedo sul letto e guardo quell’orribile oggetto che continua a suonare. Mi alzo a fatica e rimpiango immediatamente il calore delle mie coperte, ormai sono completamente sveglia, apro le persiane della mia stanza e noto con disappunto che sta ancora piovendo, sono parecchi giorni ormai che non splende più il sole e questo brutto tempo non fa altro che peggiorare il mio umore.
Mi posiziono davanti allo specchio e rimango disgustata dalla mia stessa immagine, il mio viso è pallido bianco come un lenzuolo, le profonde occhiaie sono la dimostrazione di un’ennesima notte passata insonne, i capelli arruffati….mi precipito in bagno con la speranza che una doccia possa rimettermi in sesto, sento l’acqua calda scorrere velocemente sul mio corpo è una sensazione divina, sento i muscoli rilassarsi, le forze piano piano tornare.
Ritorno nella mia stanza il mio corpo avvolto in un telo di spugna caldo e soffice, mi siedo sul letto e rivolgo il mio sguardo sul comodino, con mano tremante afferro la lettera che vi è posata sopra, ripenso al contenuto che vi è all’interno, sensazioni diverse mi avvolgono, gioia e dolore, felicità è disperazione.
Poche righe scritte su di un pezzo di carta così grosso….

-Siamo tornate, vorremmo incontrarti- queste le brevi e semplici parole che mi hanno devastato l’anima.

Dopo essermi preparata mi faccio forza ed esco di casa, piove sempre più forte, sento il vento gelido sferzarmi il viso facendomi rabbrividire, prendo l’ombrello ed incomincio ad incamminarmi.
Le strade della città sono quasi deserte, la poca gente che incontro cammina velocemente, mi affretto anch’io so di essere in ritardo.
Arrivo davanti al locale, rimango impalata per qualche istante ad osservare la porta d’entrata, mi faccio coraggio e mi decido ad entrare, le vedo subito sedute ad un tavolino, anche se sono passati parecchi anni non sono cambiate moltissimo, almeno questa è la mia impressione vedendole da lontano….  Prendo coraggio ed avanzo verso di loro, non faccio nemmeno in tempo a fare due passi che le vedo alzarsi e corrermi incontro, sento le loro braccia circondarmi e gli occhi pizzicare ma faccio di tutto per ricacciare indietro le lacrime.
Sento il mio corpo rigido, potrei essere scambiata per una statua in questo momento, non so per quanto tempo siamo rimaste in quella posizione, ho la sensazione di avere tutti gli occhi delle persone puntati addosso ma la cosa non mi tocca minimamente, piano piano cerchiamo di ricomporci e ci avviamo verso il tavolo dove poco prima loro erano sedute, ci sediamo e continuiamo a fissarci in un profondo silenzio fino a quando…..

- Otto anni….-

Guardo la mia amica e rimango scioccata nel vedere la profonda tristezza insinuata nei suoi profondi occhi verdi, Ora che la guardo più da vicino posso notare com’è cambiata in questi lunghi anni, i capelli lunghi le ondeggiano fin sotto al seno, i lineamenti del viso sono diventati più fini, più maturi, è veramente bellissima…..

-Finalmente ci siamo ritrovate-

Ora il mio sguardo si sposta verso la ragazza seduta alla mia destra, noto con sorpresa ora che la guardo meglio che anche lei è cambiata moltissimo, mi rendo conto solo in questo preciso momento che le tre ragazzine di allora non esistono più, le tre ragazzine che un tempo erano state su quel magico pianeta, che avevano combattuto rischiando la loro stessa vita per gli abitanti di quel mondo lontano, le stesse tre ragazzine che un tempo più che amiche erano diventate tre sorelle, dove la loro amicizia era così forte che l’avrebbero potuta sentire oltre i confini dell’universo ora non erano altro che tre donne che facevano a malapena fatica a riconoscersi.
Rimango in silenzio assorta nei miei pensieri, lo sguardo rivolto all’enorme vetrata del locale dove la poggia continua ad abbattersi violentemente, sento una mano appoggiarsi delicatamente su una spalla, mi volto lentamente ed i mie occhi incrociano nuovamente  lo sguardo blu ed intenso di Umi

-Hikaru ora siamo di nuovo insieme non devi essere triste-

Mi volto verso Fuu e noto un leggero sorriso incresparle le labbra, mi sforzo per far uscire le parole dalla mia bocca

-Voi non potete capire…..-

Mi accorgo che la mia voce è spenta priva di qualsiasi entusiasmo, Fuu abbassa lo sguardo e noto una lacrima caderle lungo il viso

-Mi dispiace Hikaru non volevamo abbandonarti, ma non potevamo neanche rimanere, sarebbe stata troppo dura per noi, non siamo state forti abbastanza…….. perdonaci-
-Cosa vuoi dire? Spiegati meglio per favore!!!-

Questa volta la mia voce è diventata sarcastica, dura.

-Vuole semplicemente dire che non siamo state forti come te!!!-

La voce di Umi arriva alle mie orecchie dandomi come la sensazione di aver ricevuto un pugno nello stomaco, stringo forte le mani e sento le unghie conficcarsi nella carne e dei brividi lungo la colonna vertebrale segno che la mia tensione è arrivata alle stelle.

-Ma cosa diavolo ne sapete voi? Non potete minimamente immaginare che cosa ho passato in questi anni, la solitudine, la mancanza d’affetto, non avevo nessuno con cui parlare, con cui confidarmi…. Voi non potete neanche immaginare cosa si prova a perdere la persona che ami e contemporaneamente le tue uniche amiche in un colpo solo!!!-

Mi rendo subito conto di aver alzato troppo la voce, sento di nuovo le lacrime spingere per uscire ma le ricaccio indietro con forza. Non posso piangere me lo sono promessa, l’ho giurato a me stessa ben otto anni fa quando il mondo mi è crollato addosso e tutto quello in cui credevo non esisteva più.

-Ti prego Hikaru perdonaci, l’ultima cosa che volevamo era farti soffrire-
-Ma cosa credevate? Di tornare e risolvere tutto con un abbraccio ed un sorriso? Come potete pretendere di ricucire insieme in dieci minuti la distanza che si è creata fra noi in tutto questo tempo? Mi dispiace Umi non è così che funziona.-
-Veramente noi lo speravamo sinceramente….-

Sento le parole uscire dalla bocca di Fuu come sussurrate al vento, ma in questo momento sono troppo stanca, arrabbiata per continuare la discussione, so che potrei dire cose di cui poi mi pentirei…. Con uno scatto secco mi alzo dalla sedia ed infilo il cappotto, mi incammino verso l’uscita ma mi giro un ultima volta verso di loro che sono ancora sedute -sbagliavate- dissi quell’ultima parola con voce tremante per poi riprendere la via verso l’uscita.
Appena uscita dal locale sento l’aria gelida invadermi in tutto il corpo, rimpiango immediatamente il calore che vi era all’interno, recupero il mio ombrello e facendomi coraggio mi butto sotto la pioggia…. Faccio qualche passo ed ho come l’impressione di essere osservata ma questa cessa subito appena svolto l’angolo.

 

 

                                

 

 

 

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Capitolo 2
*** cap-2 ***


2

Arrivata finalmente a casa  mi precipito nella mia stanza, ho un bisogno assoluto di solitudine, di tranquillità. Mi accorgo solo in questo momento che sono bagnata fradicia e sto tremando anche se non riesco a capire se per il freddo o per la tremenda agitazione per il pomeriggio appena trascorso.
Comunque sia mi levo i vestiti bagnati sostituendoli con indumenti più asciutti e confortevoli, mi sdraio sul letto e rimango a fissare il soffitto cercando di tranquillizzarmi ma nonostante gli sforzi è veramente impossibile, così mi rimetto in piedi e mi dirigo verso la grande finestra della mia stanza, il panorama sarebbe veramente stupefacente se non fosse incupito dall'orribile tempo di questi ultimi giorni.
Appoggio la fronte contro il vetro gelido e chiudo istintivamente gli occhi, nella mia mente scorrono immagini lontane, immagini che in questi ultimi anni avevo rilegato nell’ angolo più profondo del mio cuore.

 

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Era una bellissima mattina di primavera, il sole splendeva alto nel cielo ed io Umi e Fuu avevamo deciso di incontrarci quello stesso pomeriggio alla torre per ritentare per l’ennesima volta ad aprire le porte che ci avrebbero spalancato il passaggio per il nostro mondo lontano.
Era passato più di un anno dal nostro ritorno da Sephiro e la voglia di rivedere i nostri amici era immensa, ma tutti i nostri tentativi erano sempre stati vani.
Così mi alzai molto presto quella mattina sentivo dentro di me una sensazione strana, ero felice ma allo stesso tempo molto irrequieta, avevo lo strano presentimento che quel giorno sarebbe successo qualcosa di spiacevole, ma ricacciai subito indietro quei brutti pensieri.
Feci una doccia molto veloce, mi preparai ed uscii da casa. Dal caldo che faceva sembrava già una giornata di piena estate, i raggi del sole illuminavano tutto quello che riuscivano a toccare, ed io li sentivo carezzarmi delicatamente il viso, era veramente una bella sensazione.
Camminai molto lentamente per le vie del centro ammirando le vetrine dei negozi fino a quando attraverso ad una di queste notai esposti dei piccoli portafortuna che attirarono notevolmente la mia attenzione.
Decisi così di entrare e la commessa vedendomi mi venne subito incontro chiedendomi se avevo bisogno di qualcosa in particolare. Le dissi dei portafortuna che avevo notato attraverso la vetrina cosicché lei ne tirò fuori una quantità infinita di ogni genere forma e colore. Erano veramente tantissimi ed io non sapevo proprio quale scegliere…
-Mi dica signorina è un regalo per il suo fidanzato?-
A quella domanda sentii le guance infiammarsi e tra me immaginai a cosa avrebbe pensato se le avessi risposto che la persona di cui ero innamorata abitava su un mondo magico e lontano. Increspai le labbra in un sorriso pensando che mi avrebbe sicuramente presa per matta. Quando mi ridestai dai miei pensieri notai che la signora mi guardava intensamente, forse cercando una risposta alla sua domanda.
-No, mi servono per delle mie amiche-  risposi velocemente
-Sono amiche speciali?-  
-Molto-
-Allora ho proprio quello che fa per te-  mi disse sorridendomi

Fra tutti i porta fortuna ne prese due, avevano una strana forma, li presi in mano e mi misi a fissarli
-Sono due simboli molto antichi-  mi disse fissandomi seriamente -Si dice che la loro creazione risalga a prima di tutti i tempi, quando il nostro mondo era dominato dalla magia e da enormi forze misteriose. La leggenda narra che questi simboli donati a persone a cui teniamo veramente sanciscono in modo indefinibile il legame tra di loro rendendolo forte ed indissolubile. Sto parlando della vera amicizia naturalmente, tu per prima ci devi credere.-
-Li prendo-  dissi senza nemmeno pensarci ulteriormente

Uscii dal negozio e con forte rammarico vidi in lontananza enormi nubi avanzare lentamente verso la città.
Ormai si era fatto tardi così decisi di incamminarmi verso la torre anche se sapevo che sarei arrivata in ritardo, come sempre del resto.
Arrivata in cima mi diressi verso il bar ma con enorme sorpresa notai che ancora non c’era nessuno, beh per una volta non ero io la ritardataria.
Stavo per andare a sedermi ma sentii una mano afferrarmi delicatamente il braccio, mi volsi di scatto e le vidi
-Finalmente siete arrivate-  dissi felice di non essere io quella arrivata per ultima
Umi si mise a ridere e dandomi una pacca sulla spalla… -Ma se sei appena arrivata- mi disse divertita
Abbassai lo sguardo come se fossi stata colta a fare qualcosa di sbagliato.
-Dai Hikaru non te la prendere, andiamo a sederci-  disse Fuu con un tono di voce alquanto strano
Ci sedemmo al nostro solito tavolino ed iniziammo a chiacchierare del più e del meno fino a quando il discorso immancabilmente arrivo su Sephiro e cosa avremmo fatto quel pomeriggio per riuscire ad aprire una volta per tutte quel maledetto passaggio. Io entusiasta come una bambina esponevo loro tutte le mie idee ma invece di rispondermi fissavano in modo insistente le due tazzine di caffè appoggiate sul tavolo
-Ma si può sapere cosa diavolo avete oggi?-  Dissi scrutandole attentamente
Umi alzò il viso e quando vidi i suoi occhi il fiato mi morì in gola. Erano vuoti, privi di qualsiasi emozione, solo un’infinita tristezza si poteva leggere in fondo a quello sguardo blu come il mare.
-Hikaru dobbiamo parlare-  mi disse Fuu quasi sul punto di scoppiare a piangere e rigirandosi fra le mani gli occhiali nervosamente
-Ma si può sapere cosa avete oggi? E’ successo qualcosa? Parlate per l’amor di dio-
Umi si riprese un pochino dallo stato di incoscienza in cui era quasi caduta. -Hikaru non ci sarà più nessuna prova, nessun Sephiro- disse con la voce rotta dal pianto.
-Ma cosa stai dicendo? Perché?- Gli chiesi sconvolta
-Non abbiamo più la forza, abbiamo perso completamente la speranza, ogni insuccesso per noi è stato come ricevere una pugnalata e sinceramente siamo stanche di soffrire-
-Ma cosa stai dicendo Fuu? Vuoi dirmi che hai perso ogni speranza di rivedere Ferio? Che non volete più lottare?-
-Proprio così-  sussurrò la mia amica
Le loro parole mi investirono come un treno in corsa, dentro di me qualcosa si era irrimediabilmente spezzato
-Cosa avete intenzione di fare allora?-  Chiesi con disperazione
-Abbiamo deciso di partire, di lasciare Tokyo per un po’di tempo-  disse Umi continuando a fissare quella maledetta tazzina
-Potreste guardarmi in faccia almeno mentre mi dite queste cose!!-  Urlai sbattendo un pugno sul tavolo
-Vieni anche tu con noi Hikaru, andiamocene via da qui, abbiamo tutti i diritti di rifarci una vita-
Guardai Fuu come se fosse un alieno -E si può sapere dove vorreste andare?- 
-In America-  mi rispose Umi, vogliamo cambiare radicalmente tutta la nostra vita
-Voi siete matte!! State solo scappando!! Siete delle codarde!!-  Dissi loro con tutta la rabbia e la disperazione che avevo in corpo. -Non verrò mai con voi! Io non scapperò mai!-
-Ti prego Hikaru pensaci bene-  mi implorò Fuu, mentre con una mano asciugava velocemente una lacrima

Guardai attentamente il viso della mia amica dove ormai calde lacrime le scivolavano lentamente lungo le guance, era straziante vederle in quello stato, ma io ero molto arrabbiata, e soprattutto delusa. Come potevano abbandonare tutto? Le guardavo, e più le fissavo e più mi rendevo conto che le due ragazze che mi stavano di fronte non erano più le mie grandi amiche ma delle perfette sconosciute.
Loro erano le spalle su cui potevo appoggiarmi nel momento del bisogno, su cui potevo piangere quando sentivo la disperazione invadermi nel profondo, senza di loro non sarei mai stata la guerriera che ero, non sarei mai diventata la persona che sono. E adesso? Vengono qui e mi dicono che vogliono scappare, scappare lontano sperando che il dolore non le insegua.
Mi resi improvvisamente conto che era tutto finito, ero sola, completamente sola
-Non posso-  dissi rivolta a Fuu. -Non posso scappare, non voglio perdere la speranza che un giorno lo possa rivedere-
Piangevo, sentivo le lacrime scendermi dagli occhi come un fiume in piena, mi alzai lentamente dalla sedia sulla quale ero seduta, sentivo le gambe tremare violentemente. Anche loro si alzarono e rimanemmo a fissarci per un tempo infinito.
-Ora è meglio che vada dissi in un sussurro-

Mi girai ma le mani di Umi mi bloccarono prendendomi saldamente il gomito -Hikaru ti prego dimmi che quando torneremo tutto sarà come ora, dimmi che quando torneremo la nostra amicizia non avrà subito nessuna alterazione.- Mi girai appena e vidi con la coda dell’occhio che anche lei stava piangendo. -In questo momento non posso promettervi nulla-  risposi  piangendo.
Diedi un forte strattone al braccio bloccato dalla mia amica e appena mi liberai corsi via velocemente come se fossi inseguita dal diavolo.
-Hikaruuuuuu- sentii il mio nome urlato da entrambe le ragazze, ma non mi fermai, so che se l’avessi fatto non avrei avuto più la forza di lasciarle andare. E chi ero io per impedirglielo? Chi diavolo ero io per distruggere il loro sogni? La loro speranza di eliminare il dolore? Di rifarsi una vita lasciandosi alle spalle il passato?
Mi ritrovai in strada accorgendomi solo allora che il bel cielo del mattino era stato sostituito da nuvolosi neri come la pece dal quale cadeva una fittissima pioggia. Alzai gli occhi e sentii le lacrime confondersi con l’acqua che cadeva sul mio viso, ricominciai subito a correre, le vista appannata dalle lacrime, non sapevo dove stavo andando ma continuavo a correre, era l’unico modo in quel momento che conoscevo per scaricare la disperazione che mi struggeva l’anima.
Arrivai fino in cima ad una collina dalla quale si poteva ammirare la città, ed in lontananza la torre svettava in mezzo alle piccole case ed ai grandi centri commerciali quasi a sembrare che volesse toccare il cielo.
Mi piegai su me stessa cercando di riprendere fiato, sentivo il cuore martellarmi nel petto e le gambe tremare per l'enorme sforzo. Quando finalmente riuscii a riprendermi misi una mano sul collo all’interno del mio maglione dove vi era ancora allacciato il medaglione che mi aveva regalato lui, lo presi in mano e lo strinsi con tutte le mie forze…. Lantiiiiiisssss  gridai con tutta la voce e la disperazione che sentivo guardando il cielo, ma nessuna risposta arrivò nemmeno quella volta.
Misi le mani in tasca e tirai fuori i due portafortuna che avevo comperato per regalare ad Umi e Fuu, mentre guardavo i due oggetti fra le mie mani un sorriso ironico comparve sulle mie labbra, che strani scherzi che ci riservava a volte il destino, alzai il braccio e li lanciai lontano, ormai non servivano più.
Senza più forze mi diressi verso casa e quando vi arrivai mi precipitai nella mia stanza chiudendomi la porta alle spalle e appoggiando la schiena ad essa continuai a piangere.
Quando non ebbi più lacrime da versare lentamente mi tolsi il maglione bagnato fradicio e vidi la mia immagine riflessa nel grande specchio appeso alla parete, indirizzai lo sguardo al grosso medaglione agganciato al mio collo, lo slacciai e lo tenni di nuovo stretto fra le mani… -Anche tu mi hai abbandonata, anche tu mi hai lasciata sola, bugie, le tue parole erano solo bugie dette ad una stupida ragazzina innamorata! Ti odio! Vi odio tutti!!!- Dissi urlando alla persona che amavo più della mia stessa vita.
Aprii un cassetto e vi gettai all’interno il medaglione richiudendolo con un forte botto, andai di nuovo verso lo specchio ed asciugai le ultime lacrime giurando a me stessa che non avrei mai più pianto per niente e per nessuno. Giurai che sarei stata sempre forte e che più nessuno sarebbe di nuovo entrato nel mio cuore per poi farlo a pezzi.

 

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Riapro lentamente gli occhi e il vuoto invade di nuovo il mio spirito, erano otto lunghissimi anni che non ripensavo così dettagliatamente a quel giorno, quel maledetto giorno che mi ha cambiata per sempre.
Da allora la mia vita non é stata più la stessa, amici ne ho avuti certo ma fino ad un certo punto, sono uscita anche con qualche ragazzo ma appena vedevo che la cosa diventava piuttosto seria me ne andavo, scappavo via come una codarda, non ho più avuto legami seri e duraturi con nessuno, uso la gente a mio piacimento, mi sento uno schifo per questo ma non posso fare altrimenti.
Sento bussare alla porta e senza alcuna mia risposta vedo mio fratello entrare tenendo in una mano il telefono, ero talmente assorta nei miei pensieri che non l’ho nemmeno sentito suonare
-E per te- mi dice allungandolo in mia direzione, lo prendo e fisso mio fratello per fargli capire che ora può anche andarsene, sembra che lo capisca e facendomi un sorriso esce e si richiude la porta alle spalle.

-Pronto?-
Dall'altra parte nessun suono, nessuna voce. -Pronto?- Ripeto con voce seccata
-Ciao Hikaru……-
Dallo sciok nel sentire quella voce il telefono mi cade dalle mani, lo riprendo e lo appoggio delicatamente all'orecchio -Sei proprio tu?- Chiedo con voce incredula sperando con tutto il cuore che mi sto sbagliando.
-Si sono proprio io, e........... dobbiamo parlare-

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