She's not afraid

di FedeeSii95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1:

Amber si svegliò ancora scombussolata dopo che sua madre, per la quarta volta, le aveva intimato di alzarsi.
“Questo è perché vai sempre a dormire tardi” si lamentava come suo solito quest’ultima.
 La ragazza non ci badò, aveva imparato col tempo che con i genitori a volte è meglio mordersi la lingua e fargli intendere di aver ragione piuttosto che rispondere e peggiorare la situazione.
”Giuro che se non ti muovi vado a lavoro e ti lascio qui” continuò Megan.
Finalmente Amber trovò la forza di lasciare il suo caldo e accogliente letto per dirigersi verso il bagno. Dopo essersi lavata e vestita si guardò allo specchio per passarsi la spazzola fra i suoi lunghi e sottili capelli castani che stava, ormai da qualche mese, cercando di far crescere.
 “A che punto sei?” disse all’improvviso la voce acuta della madre facendola spaventare.
“Ho quasi finito” rispose passandosi intorno agli occhi color cioccolato una matita nera per sottolinearne la forma. “Sono pronta” urlò Amber appena uscì dal bagno.
“Era ora” la rimproverò Megan.
La ragazza si mise la borsa a tracolla e prese in mano il libro di matematica.
 
“Da domani andrai a scuola da sola, non è possibile che ogni giorno arrivi in ritardo a lavoro per colpa tua” disse sua madre davanti al grande cancello della Greenford High School. Amber annuì, stanca di essere considerata sempre la causa di tutti i suoi problemi. Scese dalla macchina e raggiunse la sua migliore amica nel giardino della scuola con uno dei suoi soliti sorrisi.
“Ciao Amber” disse Candice abbracciandola.
“Daphne non è ancora arrivata?” le chiese Amber.
“Lo sai che arriva sempre in ritardo! Più che altro guarda cosa ho comprato ieri” disse Candice indicando i suoi orecchini blu a forma di rosa.
“Belli…” rispose Amber poco entusiasta.
Candice era quel tipo di persona sempre sorridente, calma e assolutamente innamorata dello shopping e della moda. Aveva i capelli e occhi castani, corporatura magra e statura media.
“Che cosa hai oggi?” chiese Candice vedendo l’amica immersa nei suoi pensieri.
“Odio la scuola” disse Amber sbuffando.
“Tu non odi la scuola, tu odi…”
La frase venne interrotta dall’arrivo di una terza ragazza che, tutta sorridente, correva nella loro direzione.
“Daphne rallenta” le urlò Candice ma la ragazza non le diede ascolto e inciampò su una delle tante radici che fuoriuscivano dal terreno a pochi passi da loro.
Daphne era la ragazza più imbranata del mondo: era solita procurarsi da sola alcuni lividi dalle numerose cadute e botte che prendeva in qualunque posto si trovasse. Ogni giorno aveva qualche nuovo livido che le segnava la pelle candida ma in compenso era molto simpatica e buona. Dimostrava meno dei suoi diciassette anni in confronto alle altre due sue amiche. Era formosa e abbastanza bassa; aveva i capelli castano chiaro tendenti al biondo e due splendidi occhi di colore verde smeraldo. Daphne si alzò da terra senza preoccuparsi della zona in cui aveva preso il colpo da quanto ormai era abituata. Ovviamente le risate dei vari ragazzi che avevano visto la scena non mancarono ad arrivare.
“Ma quanto siete infantili? Che avete da ridere, smettetela!” urlò Amber a chi ancora continuava a sghignazzare.
“Oh lasciali perdere, loro non sono stati sorrisi pochi minuti fa dal ragazzo più bello che Dio potesse fare” disse Daphne con sguardo sognante.
“Hai incontrato Brad Pitt?” disse Amber facendo ridere Candice la quale venne bloccata dallo sguardo assassino di Daphne.
“Ah-ah-ah-ah molto divertente. Lo sapete di chi parlo: Louis Tomlinson”
A quelle parole Amber sentì accapponare la pelle: odiava lui e tutto il suo gruppetto di amici e odiava il fatto che la sua amica si fosse perdutamente innamorata di uno dei ragazzi più idioti di tutta Londra.
“Sai dovresti togliertelo dalla testa” disse Candice incrociando le braccia all’altezza del petto.
“Assolutamente si. E’ immaturo, stupido, egocentrico, viziato e soprattutto fa parte di un gruppo formato dai più stronzi della scuola. Dovrebbe bastare per farti capire che non è adatto a te” continuò Amber.
Daphne conosceva a memoria quel discorso: era dall’inizio della scuola, ovvero quasi due mesi, che sentiva ogni genere di commenti negativi su Louis, eppure a lei non importava. L’aveva visto varie volte camminare nei corridoi mano nella mano con tante ragazze diverse ma questo non significava necessariamente che fosse un cattivo ragazzo. Si era convinta che lui si comportasse così perché non aveva ancora trovato la ragazza giusta. Inoltre non poteva dimenticare quanto fosse stato gentile il secondo giorno di scuola quando lei a geografia, l’unico corso che avevano in comune, aveva sbattuto contro un banco facendo sparpagliare i vari fogli che teneva in mano. Louis in realtà non si era degnato di raccoglierglieli ma si era semplicemente avvicinato per dirle in modo brusco: “ehi cerca di stare più attenta”. Ma, una volta incontrato i suoi occhi azzurri con striature verdi, la sua voce le era sembrata tanto dolce e pacata che non era più riuscita a toglierselo dalla testa.
“Come può un ragazzo con un sorriso così smagliante essere quel tipo di persona che descrivete?” chiese Daphne con la testa fra le nuvole.
“Quel ragazzo di bello ha solo il sedere” disse Candice.
“Molto profondo” rispose Daphne tornando con i piedi per terra.
“Ti devo ricordare che il tuo principe azzurro insieme ai suoi amici prende in giro in continuazione il nostro migliore amico James?” disse Amber scocciata per il fatto che la sua amica non volesse aprire gli occhi davanti alla realtà.
Daphne però non fece in tempo a rispondere perché venne interrotta dal suono della campanella. Così le tre ragazze si incamminarono dentro i bianchi corridoi della scuola.
“Quanto vorrei fare il vostro stesso corso di matematica” disse Daphne sospirando.
“Fidati preferirei mille volte te a quei quattro idioti e le loro amichette” rispose Amber prima di salutare l’amica.
“Oggi giuro che riuscirò a sopportare ben poco le loro battutine” borbottò la ragazza a Candice mentre salivano al terzo piano per raggiungere la loro aula.
“Perché non capisci che li devi lasciar perdere! Ti potrebbero prendere di mira come con James e Karen”.
Amber sapeva che reagire alle loro provocazioni le avrebbe solo procurato dei guai ma era stanca dell’omertà dei suoi compagni. Dall’inizio della scuola Louis e i suoi amici Harry, Zayn e Liam avevano preso il controllo su tutti quelli del corso di matematica perché nessuno, tra studenti e professori, riusciva a contrastarli. La situazione col tempo era peggiorata: al loro gruppo si erano unite due ragazze bionde che si credevano le reginette della scuola e trascorrevano i loro giorni a insultare chiunque si trovasse nel loro raggio d’azione come a voler dimostrare di essere superiori. A poco a poco la loro popolarità si era sparsa in tutta la scuola e questa, ovviamente, non aveva giovato il loro comportamento. Page e Samantha avevano iniziato a prendere di mira Karen, una ragazza che si era trasferita a Londra da poco. Forse per l’eccessiva timidezza o forse perché nessuno aveva cercato di parlarle, era sempre da sola, senza amici, e questo motivo la rendeva una perfetta preda per ogni genere di scherzi o atti di bullismo. Nessuno interveniva in suo soccorso, non tanto per quelle due ragazze che alla fine di pericoloso avevano ben poche ma per il gruppo di Liam che le proteggevano da qualunque attacco esterno, maschile o femminile. James e due suoi amici, Benjamin e Carter, avevano cercato di intervenire ma alla fine erano diventati loro stessi vittime di bullismo. Dopo di loro nessuno aveva più cercato di sfidarli.
Candice guardò l’amica preoccupata: Amber era sempre stata istintiva e non riusciva mai a stare zitta davanti alle ingiustizie, ma doveva capire che non era un gioco e per il suo bene non doveva mettersi in mezzo.
“Promettimi che non farai e dirai niente” disse Candice fermandola di colpo nel bel mezzo del corridoio.
“Io…” sussurrò lei poco convinta.
“Prometti” ripeté Candice.
“Ok, ok. Giuro che me ne starò zitta” disse Amber di malavoglia.
Così le due ragazze raggiunsero la loro aula trovando come al solito Zayn e Harry appoggiati alle ante della porta.
“Sto aspettando” disse quest’ultimo in modo freddo verso due loro compagne che volevano entrare dentro la stanza.
“Noi siamo delle nullità di fronte a voi, vi prego fateci passare” dissero in coro quelle due sperando che accontentandoli le avrebbero lasciate in pace.
“Zayn tu hai sentito?” chiese Harry rivolto all’amico.
“No, per niente. Che ne dite di ripeterlo ballando per noi?” disse l’altro strafottente.
Le due ragazze iniziarono a improvvisare alcuni movimenti sapendo di non avere altra scelta.
“Ora basta” disse Amber intromettendosi in quella situazione “smettetela di fare gli idioti e fatele entrare, è un loro diritto” aggiunse indicando le due ragazze che stavano per avere una crisi di pianto.
Harry e Zayn posarono il loro sguardo duro e severo sul corpo della ragazza e dopo essersi sorrisi a vicenda lasciarono finalmente passare le due ragazze. Poi ritornarono a fare una barriera tra l’aula e il corridoio.
“Bene, bene guarda chi abbiamo qui” disse Harry incrociando le braccia.
“Forse dovremo far capire alla signorina Evans e alla sua amica Cooper” disse Zayn passando poi le iridi castane su Candice la quale era rimasta ferma e silenziosa, “che non hanno davanti a loro il piccolo e dolce James con i suoi amici nerd” continuò.
“Ti dovresti lavare la bocca con il sapone prima di parlare male di James” lo sfidò Amber lasciando perdere la promessa fatta a Candice pochi minuti prima.
Zayn si stupì: nessuno aveva mai osato sfidarlo e, anche se si era infastidito non poco, era allo stesso tempo divertito dalla situazione. La ragazza non sapeva di cosa era capace Zayn Malik.
“Scusa non volevo insultare il tuo amico gay” continuò lui imperterrito.
“Si hai ragione, poi però ha visto te ed è ridiventato eterosessuale” rispose Amber a tono.
“Te lo faccio vedere io se sono eterosessuale o no” disse lui sbattendola poco delicatamente sul muro.
Candice cercò di intervenire in favore dell'amica ma Harry, più veloce di lei, la raggiunse e la bloccò.
“Sai non mi piace quando qualcuno mette in dubbio la mia virilità” disse infilando la sua mano sotto la maglietta della ragazza. Amber sentì le sue dita fredde toccarle la pancia e, trovandosi bloccata dal corpo di Zayn, l’unica cosa che riuscì a fare fu quello di dargli un calcio nelle parti basse. Approfittò di quel momento per scappare da lui che, nel frattempo, gemeva per il dolore. Ma dopo pochi secondi il moro la raggiunse facendola cadere sul pavimento e mettendosi sopra di lei.
“Malik, Evans, che state combinando?” urlò all’improvviso il loro professore di matematica.
“Nulla che a lei interessi!” rispose Zayn alzando la testa verso di lui e facendo un sorrisino strafottente.
“Forse a lei invece interesserà sapere che oggi passerà, con la signorina Evans, una piacevole serata in detenzione” rispose il signor Watson. “E si sposti” aggiunse notando ancora la posizione equivoca dei due.
“Mi dispiace doverla deludere professore ma dovrò mancare a questo adorabile appuntamento; stasera mi aspetta una giornata di puro se…”
“Studio” si affrettò ad aggiungere Harry.
“Si certo” borbottò Amber alzandosi dal pavimento.
“Che c’è? Vuoi partecipare anche tu alla serata?” sussurrò Zayn maliziosamente.
“Te lo puoi scordare idiota”rispose lei con odio.
Per fortuna il professore non sentì nulla dello scambio di battute tra i due per cui si rivolse di nuovo a Zayn.
“Allora dovrà rimandare la sua serata”
“Non credo proprio” continuò lui prepotente.
“Facciamo due giorni, signor Malik?”
“Io ho una vita sociale rispetto alla sua professore!”
“Saliamo a tre!” ribatté il signor Watson.
“Vuoi starti zitto? Non hai capito che stai peggiorando la situazione con il tuo modo da bulletto o hai bisogno dei sottotitoli? So che il tuo cervello è composto da pochi neuroni, ma almeno falli funzionare” disse Amber, questa volta a voce alta.
“Dovrebbe darle ascolto” confermò il professore.
“Ed ora entrate in classe in silenzio; anche voi signor Styles e signorina Cooper” aggiunse subito dopo indicando l’aula.
Così i quattro si avviarono verso la stanza seguiti a pochi passi dal professor Watson. Harry e Zayn si sedettero agli ultimi banchi mentre Amber e Candice presero posto in terza fila. La classe era nel caos più totale: le voci di tutte le venticinque persone di quel corso erano sovrastate dalle risate stridule di Samantha e Page.
“Silenzio!” urlò il professore sbattendo la mano sopra la cattedra e attirando così l’attenzione di tutta la classe.
“Peterson, Sanders, tornate subito al vostro posto” continuò il signor Watson.
Samantha , sentendosi chiamata in causa, sbuffò e mandando un bacio volante a Zayn, scese dal banco di Liam, dove era accuratamente seduta, e raggiunse il proprio posto badando bene di sculettare come meglio poteva. Page vedendo l’amica, cercò di fare la stessa cosa, ma inciampò su una penna sparsa sul pavimento. La classe scoppiò a ridere. La ragazza tentò di ricomporsi, abbassandosi la minigonna e sistemandosi i capelli in avanti; ma vedendo che i suoi compagni stavano ancora sghignazzando per la sua brutta figura, si avvicinò al primo banco, dove era seduta da sola Karen. Page la guardò malignamente prima di prendere la sua borsa e buttarla a terra con forza.
“Come osi ridere di me Karen? Ma ti sei vista? Sei così brutta e soggetta che nessuna ti vuole come amica! Io piangerei per la tua situazione al posto di divertirmi” aggiunse subito dopo, mortificandola come era solita fare.
“Sanders come si permette di mancare di rispetto a una sua compagna di classe!” pronunciò il professore sbattendo di nuovo la mano sulla cattedra. “Raccolga immediatamente la borsa che le ha buttato a terra” continuò.
“Non credo proprio! E’ quello che si merita” rispose Page tornando al suo posto.
“E lei si merita un bel pomeriggio in detenzione con i suoi due compagni Malik e Evans. Imparerete mai un po’ di educazione?” disse il signor Watson sedendosi e aprendo il grande registro.
Karen, con gli occhi lucidi, si abbassò sul pavimento per raccogliere le sue cose che si erano sparse, fuoriuscendo dalla sua borsa. Non si aspettava che qualcuno la aiutasse: da quando si era trasferita in quella scuola nessuno le aveva mostrato amicizia a parte James, ed ora lui, per quel motivo, era diventato a sua volta vittima di bullismo. Dopo di lui nessuno aveva più osato parlarle, e Karen lo capiva. Perché rischiare di essere preso di mira per lei? Era una ragazza semplice e comune, di quelle che rimangono sempre nell’ombra, troppo timida per farsi conoscere davvero.
Stava rimettendo l’astuccio dentro la borsa quando si accorse che una ragazza dai capelli castani le si era avvicinata. Si stupì ancora di più quando riconobbe Amber. L’aveva sempre invidiata: oltre ad essere una bella ragazza era una di quelle decise, che sapeva il fatto suo. Inoltre era circondata da molti amici e soprattutto era sempre sorridente.
“Tieni Karen” disse Amber porgendole un quaderno.
“G-grazie” balbettò la ragazza velocemente prendendolo dalle sue mani.
“Mi dispiace per Page, è davvero insopportabile” le sussurrò poi Amber rialzandosi.
“Non preoccuparti” le rispose Karen allontanandosi da lei; l’ultima cosa che voleva era crearle dei problemi.
Ritornò di nuovo al suo posto in silenzio. Amber la guardò stupita: certo, non si aspettava un dialogo ampio e ben strutturato con lei ma si era dimostrata troppo distante e spaventata.
“Ehi Evans vuoi unire quella soggetta al tuo gruppo di idiote? Sei così disperata?” le urlò Samantha facendola girare.
“E tu sei sempre così oca? Smettila di starnazzare e chiudi il becco qualche volta” le rispose la ragazza tornando al suo banco e ottenendo una risata generale dai suoi compagni.
“Silenzio!” urlò di nuovo il professore prima di dirigersi davanti alla lavagna per scrivere su di essa una lunga disequazione.
“Non riesci a stare zitta vero?” sussurrò Candice rimproverando l’amica.
Amber abbassò lo sguardo aspettandosi la solita ramanzina.
“Ma sei stata grande!” continuò Candice sorridendole.
 
Le due ore di matematica trascorsero come al solito: Liam, Louis, Harry e Zayn utilizzarono ogni mezzo per disturbare la lezione che il professore stava tentando di fare. Ovviamente erano supportati dalla maggior parte dei loro compagni che cercavano in questo modo di entrare nelle loro grazie.
 
“Ho un mal di testa assurdo” si lamentò Amber con le sue amiche, appoggiandosi con la schiena al suo armadietto dopo che si era conclusa quella mattinata di lezioni.
“Perché?” le domandò Daphne guardando accuratamente il corridoio.
“Per colpa del tuo fidanzato e dei suoi amici! Non hai idea del caos che hanno fatto”
“Capisco” le rispose la ragazza distratta.
“Daphne mi stai ascoltando?” la richiamò Amber schioccandole le dita davanti.
“Lasciala stare, sai che sta aspettando Louis” disse Candice prima di sospirare.
“Io non sto aspettando nessuno” si difese Daphne spostando finalmente lo sguardo sulle sue amiche.
“Si e io sono babbo natale” scherzò Amber, “comunque è ormai ora di pranzo, che ne dite di andare a mangiare?” continuò spostandosi dalla sua posizione.
“Voi andate, io vi raggiungo fra poco” rispose Daphne con tono vago.
“Cosa devi fare?” le domandò Candice in tono malizioso.
“Salutare un'amica”
“Ceeeerto, l’amica…” concluse Amber avviandosi nella sala da pranzo con Candice affianco.
Arrivate a destinazione presero un vassoio a testa e si misero in fila per ricevere il cibo del giorno.
“Giuro che a volte non capisco Daphne, so che è strana ma non pensavo così tanto” disse Amber nel mentre che prendeva posto al loro solito tavolo.
“E’ semplicemente innamorata”
“Non è innamorata, è ossessionata! E in più quel ragazzo è un idiota”
“Si ma non ci possiamo fare niente e a dir la verità a tutte piacciono gli idioti”
“A me no, assolutamente! Ti fanno solo soffrire e…”
“Ciao ragazze” le interruppe James sedendosi vicino ad Amber.
“Ciao” risposero loro in coro sorridendo.
“Di cosa stavate parlando?”
“Di Daphne e la sua ossessione: Louis” rispose Amber tagliando un pezzo di pane.
“Ancora non le è passata?”
“No, è convinta che possa cambiare se trova una ragazza che lo ami. Che scemenza vero? Le persone non cambiano” continuò Amber animandosi.
Nel mentre che loro parlavano di lei, Daphne comparve nella sala da pranzo completamente rossa in volto. Prese solo un po’ di patatine fritte e una fettina impanata prima di avvicinarsi al tavolo. Era così emozionata che quasi non inciampò sulla sedia rischiando di far finire il cibo a terra.
“L’ho visto, l’ho visto!” urlò Daphne sedendosi tutta sorridente di fronte a James.
“Chi?” chiese lui istintivamente.
“Come chi? Lou!” rispose lei cercando di reprimere degli urletti strozzati.
“Ma non dovevi parlare con un’amica?” domandò Amber dopo aver bevuto un sorso d’acqua.
“Be, si… Infatti l’ho visto mentre ero con lei…” mentì Daphne facendo ridere tutti.
“Che ne dite di venire a casa mia oggi a vedere un film?” propose Candice una volta finito di mangiare.
“Io non posso, ho promesso di uscire a Benjamin e Carter” rispose James.
“E nemmeno io posso ricordi? Sono in detenzione con Malik e Sanders” disse Amber con tono infastidito.
“Facciamo un altro giorno ok?” disse James allontanandosi dopo averle salutate.
“A proposito di Malik…” riprese Candice rivolgendosi a Amber “è tutto il pranzo che ti fissa. Ha fatto arrabbiare anche Samantha perché non la stava calcolando”.
Amber allora spostò lo sguardo verso Zayn e non si stupì affatto quando, come anche lui la guardò, ebbe la faccia tosta di leccarsi lentamente le labbra dischiuse.
“E’ proprio un idiota! Non ci posso ancora credere che dovrò passare il pomeriggio con lui e la sua cara amichetta” si lamentò Amber infilzando un pezzo di carne con la forchetta.
“Ti sta ancora guardando!” fu l’unica risposta di Candice.
A quelle parole Daphne si girò nella direzione di Zayn, osservandolo.
“Ma che fai! Girati subito, non fargli capire che gli stiamo dando importanza” la sgridò Amber.
“Ehm… troppo tardi… sta venendo qua!” rispose l’amica.
Zayn, infatti, si era alzato dal suo tavolo, dove si trovava con i suoi amici e si stava avvicinando a loro con il suo solito sorriso sghembo.
“Ehi” salutò lui appoggiando le braccia sullo schienale della sedia di fronte a Amber, trovandosi a pochi centimetri dal suo viso.
“Che vuoi Malik? Noi non ci parliamo ricordi?” rispose la ragazza guardandolo senza timore negli occhi.
“Volevo solo farti sapere che aspetto con ansia il pomeriggio”disse lui ampliando il sorriso.
Poi, dopo averle fatto l’occhiolino e senza aspettare risposta si allontanò, mettendo le mani dentro le tasche dei suoi pantaloni neri.
“Quanto lo odio!” sbuffò Amber guardandolo.
Daphne e Candice rimasero in silenzio, non sapendo cosa dire. Zayn era sempre stato forte,deciso, sicuro di sé e incontentabile ma anche Amber era fatta della sua stessa pasta. Sarebbe stata una bella sfida vedere chi avrebbe sopraffatto l’altro.
**********
Ciao a tutti quelli che sono arrivati fin qua :)
Spero che questa fanfiction sia scritta bene e che piaccia a qualcuno visto che è qualcosa a cui mi sono dedicata da un pò.
Vi lascio il link dell'altra mia fanfiction che cercherò di continuare al più presto:  
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1364812&i=1
Ora vado, a presto ;)

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2:

"Quindi mi lasciate così? Una piccola e dolce fanciulla delicata in balia della bestia assassina?" piagnucolò Amber mentre accompagnava le sue amiche al cancello della scuola per salutarle.
"Ti ricordo che sei in punizione e che non ti puoi definire per niente delicata" le rispose Candice abbracciandola.
"Già, sei la ragazza più forte e testarda che io abbia mai conosciuto" si aggiunse Daphne calciando alcune pietroline del giardino.
"Giusto, basterà non considerarlo come mio solito. Di cosa mi devo preoccupare alla fine?" chiese retorica la mora accompagnando la frase con una risata nervosa.
"Tu ignoralo e andrà tutto bene. Ora però vado ragazze, ci vediamo domani" disse Candice prima di salire su una macchina nera parcheggiata nel vialetto di fronte alla scuola.
"Vado anche io Amber, buona detenzione" fece Daphne allontanandosi anch'essa da lei, lasciandola sola vicino al cancello mentre tutti i ragazzi di quella scuola uscivano, contenti di aver finito per quel giorno le lezioni.
Amber si guardò intorno non sapendo come trascorrere quei pochi minuti prima della detenzione, fino a quando si sentì osservata insistentemente dalla zona dei parcheggi riservato ai motorini. Non si stupì affatto di trovare la banda di Zayn intenta a sparlare e a fumare sopra i mezzi degli altri.
"Quindi è lei!" capì Amber leggendo il labiale di Harry.
Zayn annuì prima di scoppiare a ridere e buttare fuori il fumo inalato dalla sigaretta. La ragazza alzò gli occhi al cielo e, stanca di quei continui sguardi, decise di allontanarsi e iniziare a prendere posto dentro "l'aula detenzione".
La scuola ormai era deserta, e i pochi rimasti stavano appoggiati al muro del corridoio: chi per attendere qualcuno che lo venisse a prendere e chi per aspettare un amico. Amber si avvicinò al suo armadietto e sbuffando estrasse da esso il quaderno di matematica dove aveva segnato gli esercizi assegnati a casa per il giorno dopo. Poi, dopo esserselo portato al petto, si incamminò verso l'aula detenzione. Conosceva già dove essa fosse collocata perché l'anno scorso era stata punita due volte per avere risposto in modo acido e scorbutico ad un professore che l'aveva presa di mira. Ovviamente si era arrabbiata non poco per quelle punizioni così ingiuste ma niente poteva essere confrontato con il nervosismo che aveva in quel momento: odiava il fatto di dover passare il pomeriggio rinchiusa a scuola per colpa della persona più insopportabile del mondo, Zayn Malik. Dall'inizio della scuola aveva cercato di stargli alla larga, certamente non per paura, ma perché era insofferente verso i tipi come lui: belli ma estremamente sicuri di sé e incuranti del benessere collettivo, egoisti e senza cervello con l'unico intento di divertirsi il più possibile. Ma per un motivo o per l'altro, si erano sempre scontrati. Erano come due forze della natura contrapposte che, per quanto totalmente diverse, si incontrano inevitabilmente, come il giorno che diradandosi prima di diventare notte, da forma a un favoloso crepuscolo.
La ragazza pensava che se Zayn avesse trovato qualcuno che lo ostacolasse avrebbe smesso di comportarsi in quel modo, o come minimo, si sarebbe dato una calmata; invece era come se Amber fosse la benzina che alimentasse ancora di più la forza distruttrice del suo fuoco interiore. Per quanto però lei non lo sopportasse, ammetteva a sé stessa di non conoscere per niente quel ragazzo così misterioso. Si era sempre chiesta cosa nascondessero i suoi occhi cupi e profondi, quale fosse la sua storia e il perché del suo comportamento. Ancora non aveva trovato le risposte alle sue domande e quel giorno, proprio per la rabbia che aveva in corpo, era ben lontano dal cercarle.
 
Una volta arrivata all’aula prese posto nel penultimo banco vicino alla finestra. Poggiò la borsa e il quaderno sopra di esso prima di stendersi con il volto rivolto verso il cielo limpido. Non poté fare a meno di pensare a cosa avrebbe potuto fare se non fosse stata costretta a stare lì per quel pomeriggio. Sbuffò per l’ennesima volta prima di voltare il suo viso verso l’aula per vedere chi era nella sua stessa situazione. Non si stupì affatto di riconoscere Rachelle, una ragazza mora che vestiva in modo mascolino e che amava mettersi nei guai, Harry Styles, uno degli amici del cuore di Malik, seduto al terzo banco, Jason, il ragazzo supertecnologico che riparava oggetti a pagamento, Manuel, casinista ma simpatico, Lucy, nota per le risposte acide ai professori e con dei principi rivoluzionari e altri tre o quattro ragazzi che non conosceva.
Amber sospirò due volte come a voler trasmettere a sé stessa un po’ di tranquillità. Ma essa scomparve come sentì il rumore dei tacchi appartenenti a Page percorrere l’aula fino a fermarsi di fianco a Harry. Poi la ragazza con una mano prese i suoi capelli biondi e li poggiò sulla spalla destra lasciando la parte del collo scoperta al lato del ragazzo. Si abbassò la minigonna prima di sedersi affianco a lui facendogli un occhiolino.
Era palese l’interesse di lei nei suoi confronti tanto che lo stesso Harry lo aveva notato e, per quanto non ricambiasse quei sentimenti, non la respingeva, forse per avere sempre un’amica con cui divertirsi. Amber li guardò con disgusto: non riusciva a concepire il comportamento di Page; lei non si sarebbe mai lasciata trattare come un oggetto di poco conto.
Ma i suoi pensieri furono interrotti dall’arrivo di Zayn. Il ragazzo fece qualche passo prima di scrutare attentamente tutti coloro che riempivano quella stanza. Sorrise e fece un cenno con il capo quando i suoi occhi si fermarono su Harry, poi portò una mano ai capelli muovendoli leggermente. In seguito, come le sue irridi nocciole si spostarono su Amber, sul suo viso comparve un sorriso soddisfatto. Non passarono che pochi secondi prima che le si avvicinasse come se fosse la cosa più naturale del mondo.
“Ehy” disse lui con la sua voce bassa e profonda.
“Che vuoi Malik? Mi hai già rovinato la giornata e il mio livello di sopportazione è basso, soprattutto nei tuoi confronti, perciò lasciami in pace” rispose Amber girando di nuovo la testa verso la finestra.
“Va bene” fece lui prendendo posto accanto a lei.
“Forse non ci siamo capiti…” quasi sbraitò la ragazza drizzando la schiena.
“No, sei tu che non capisci, quello che dici mi è totalmente indifferente che neanche lo ascolto” ribatté lui guardandola negli occhi.
Amber poté giurare di poter scorgere un lampo di sfida sotto quelle ciglia lunghe.
“Allora che ci fai qui vicino a me?”
“Mi piace farti innervosire” rispose lui sogghignando.
“Oh, io non lo farei se fossi in te, l’amica della tua “ragazza” ci sta tenendo sotto controllo e potrebbe rovinare il tuo rapporto con lei, se quello che avete si può definire tale” disse Amber con un tono leggermente acido.
“Non preoccuparti di questo: 1° non siamo fidanzati, sia perché non potrei precludermi a tante belle ragazze e sia perché siamo soltanto… be… buoni amici” esclamò Zayn facendo comparire una smorfia sul viso di Amber “ e 2° anche se si arrabbiasse so benissimo come farmi perdonare e così la riavrei con un semplice schiocco di dita” continuò imitando il gesto di cui stava parlando.
“Non so se sei più disgustoso o penoso, nel dubbio direi entrambi” fece la ragazza alzando gli occhi al cielo.
Zayn stava per rispondere prima di essere interrotto dal vocione del professore che li avrebbe dovuti controllare per quel pomeriggio. I due quasi si spaventarono nell’udire quel suono: erano così intenti a discutere che non si erano neanche accorti della sua presenza.
“Ehy voi due in fondo ne avete ancora per molto? Vi ricordo che siete in punizione!” li richiamò infatti il docente.
“Mi scusi” gli rispose Amber prima di dare un colpo alla gamba di Zayn. “Smettila di mettermi nei guai” sussurrò subito dopo lanciandogli uno sguardo di fuoco che non lo intimorì per niente, anzi, con il suo solito sorriso sghembo si avvicinò al viso della ragazza dicendole: “potrei portarti sulla cattiva strada e da noiosa passeresti ad essere un po’ più affascinante”.
Quelle parole pronunciate con una tale vicinanza all’orecchio di Amber le fecero accapponare la pelle. Poteva sentire il respiro caldo di Zayn sul lobo destro e il calore delle sue labbra a pochi centimetri dalla sua pelle. Un piccolo brivido percorse la sua schiena.
“Levati!” quasì urlò lei come quelle sensazioni così estranee furono scomparse.
Tutta la classe si girò verso di loro per capire il motivo di tanto vociare. Il professore che prima leggeva il giornale dello sport alla cattedra si alzò per avvicinarsi a quei ragazzi tanto irrispettosi.
“Visto che non riuscite a stare fermi qui dentro andate a mettere in ordine la palestra, magari vi renderete utili in qualcosa oggi. E ricordatevi di aspettare la fine dell’allenamento di basket” concluse indicando la porta dell’aula.
“Sta scherzando? Chi siamo dei servi? Ci sono i bidelli per quello!” si impose Zayn alzandosi dalla sedia.
“Non ammetto discussioni, andate se non volete passare tutti i pomeriggi dell’intero semestre in detenzione” rispose a tono il professore sbattendo la mano cicciottella sul banco.
Allora Amber si alzò, stanca di quelle continue discussioni, e si allontanò da quell’aula senza aspettare Zayn.
Sapeva benissimo che era inutile contrapporsi a “coloro che hanno il coltello dalla parte del manico”. In più aveva bisogno di ritornare lucida senza avere la presenza di quel ragazzo che riusciva sempre a metterla nei guai. Voleva dimenticare anche quelle sensazioni così indesiderate e inaspettate, ma le sue parole continuavano a rimanere vivide nella sua testa.
“Potrei portarti sulla cattiva strada…” pronunciarono per l’ennesima volta le labbra piene di Zayn nella sua mente mentre la ragazza riponeva il quaderno nell’armadietto. Infatti, poteva vedere quasi chiaramente quelle assumere la forma necessaria a formulare la frase di poco prima e poteva sentire di nuovo il suo respiro solleticarle la pelle del volto. Un altro brivido le scosse la schiena prima di chiudere violentemente l’armadietto dal nervoso. Poi si girò, pronta per andare in palestra come aveva ordinato chiaramente il professore, ma venne bloccata da due braccia che si ritrovò ai lati della testa.
“Potevi aspettarmi Evans, in fondo è colpa tua se ora dobbiamo fare gli schiavetti” disse Zayn in tono duro a pochi centimetri dalla ragazza.
“Non è un lavoro di gruppo Malik” esclamò Amber poggiando le mani sul suo petto e spingendolo lontano dal suo corpo.
Ma Zayn non si spostò nemmeno di qualche passo avendo una forza ben superiore a quella di lei.
“Forse non hai ancora capito che io faccio ciò che voglio e se mi voglio avvicinare a te lo faccio con o senza il tuo consenso” disse lui attaccandosi ancora di più al suo corpo una volta che le ebbe prese le mani e alzate sopra la testa. Amber vedendosi in difficoltà iniziò a muoversi per cercare di liberarsi da quella presa che la faceva sentire troppo esposta.
“Lasciami!” urlò come vide che i suoi sforzi per svincolarsi erano inutili.
“Stai ferma” ordinò invece Zayn spostando una mano con la quale teneva le braccia della ragazza alla sua bocca per evitare di farla di nuovo gridare.
Poi avvicinò la testa all’incavo del suo collo e, dopo averle dato un fugace bacio su di esso, le sussurrò all’orecchio: “sai, sarà alquanto divertente cercare di domarti”.
A quelle parole Amber sgranò gli occhi e, forse per la rabbia mista a un lieve spavento, diede uno strattone più forte che le consentì di liberarsi.
“Ehy asp…” riuscì a sentire Zayn nel mentre che correva a perdifiato fino alla palestra.
Si catapultò dentro con l’intenzione di sfuggire il più velocemente possibile alle grinfie di quel ragazzo moro. Fece in tempo solo a lasciarsi uscire un sospiro prima di rendersi conto di avere puntato addosso tutti gli occhi maschili dei giocatori di basket. Si era completamente dimenticata del loro allenamento!
La ragazza rossa in volto, desiderò diventare invisibile dopo quella brutta figuraccia. Per quanto fosse più forte e tenace delle sue coetanee si imbarazzava anche lei se, da sola, doveva affrontare un gruppo di ragazzi che la fissavano. Cercò di tranquillizzarsi guardando il pavimento, badando bene di non ricambiare alcun’occhiata. Oltrepassò quella moltitudine di ragazzi in divisa per scappare negli spogliatoi femminili, lontana da occhi indiscreti.
Una volta al sicuro riprese a respirare normalmente e sentì finalmente il rossore delle sue guance scemare all’improvviso. Odiava stare al centro dell’attenzione, soprattutto senza le sue amiche. Si sedette pensierosa su una panchina della stanza mentre il palleggiare delle palle sul suolo risuonava ben evidente in tutta la palestra. Ma la ragazza non aspettò molto la fine dell’allenamento visto che qualche minuto dopo le innumerevoli voci maschili divennero sempre più vicine fino a disperdersi nello spogliatoio dei maschi accompagnate dallo scorrere delle docce. Sbuffò spazientita sapendo che dall’altra parte della parete almeno venti giocatori di basket nudi si stavano cambiando.
“Ehy ragazza mora” urlò una voce fuori dallo spogliatoio femminile.
Amber si alzò, pronta a sopportare la ramanzina per aver interrotto quello stupido allenamento ma si stupì quando vide davanti a sé un ragazzo dai capelli castano chiaro sorriderle amichevolmente con solo un sottile asciugamano a coprirlo in vita.
“Cosa vuoi?” gli rispose acidamente alzando gli occhi al cielo.
Se pensava di poterla ammaliare con quegli addominali scolpiti si sbagliava di grosso: odiava gli egocentrici vanitosi.
“Volevo solo sapere se era tutto apposto… Sai ti ho vista catapultarti all’interno della palestra e mi sono preoccupato”
“Oh tranquillo, non siamo tutte donzelle in pericolo” lo prese in giro sprezzante, ma il ragazzo scoppiò a ridere divertito portandosi una mano ai capelli bagnati.
“Sei davvero buffa” commentò infine porgendole la mano, “io sono Ian comunque”
“Amber” rispose la ragazza stringendogliela.
“Be ci vediamo in giro allora, ora devo finire di prepararmi”
“Già, sarebbe il caso non girare nudo per la palestra, soprattutto per il freddo che sta facendo” aggiunse lei con tono ironico.
Ian riprese a ridere mentre si dirigeva verso gli spogliatoi maschili.
Ora che non aveva più davanti a sé Ian vedeva il ragazzo moro dal quale stava scappando precedentemente appoggiato alla porta della palestra con una spalla, le braccia conserte e il suo fastidiosissimo sorriso di scherno a incorniciargli il viso, proprio di fronte a lei in lontananza. Restò in attesa che Zayn si avvicinasse senza osare retrocedere di un passo, non gli avrebbe dato la soddisfazione di vederla impaurita.
“Evans, Evans, Evans, ora ci provi anche con gli sportivi?” scherzò lui arrivando a due metri dalla ragazza.
“Qual è il tuo problema Malik? Non hai qualcun altro da importunare?”
“Ti ricordo che sono stato mandato in punizione qui con te”
“E da quando un ragazzo così idiota ascolta ciò che gli dicono i professori?”
Zayn sorrise: si divertiva un mondo a battibeccare con Amber anche se a volte metteva a dura prova la sua pazienza. Se fossero stati soli l’avrebbe sbattuta al muro per farla stare zitta e poi l’avrebbe ammaliata in qualche modo rendendola mansueta. Certo doveva ammettere a sé stesso che era una delle ragazze più testarde che avesse mai conosciuto, ma era proprio questo a renderla un tipetto abbastanza affascinante. La consapevolezza che non si sarebbe mai venduta a lui così facilmente solo per orgoglio lo eccitava da morire, ma sapeva che era solo questione di tempo: anche lei sarebbe caduta nelle sue grinfie. Doveva solo lavorarci, non sarebbe stato troppo difficile anche perché non gli erano sfuggite le reazioni del suo corpo a un suo semplice tocco. L’aveva vista diventare rossa quando le aveva posato un leggero bacio sul collo e aveva sentito la sua pelle soffice irrigidirsi. Ciò dimostrava chiaramente che alla fine non gli era totalmente indifferente.

I ragazzi che uscivano dagli spogliatoi lo distrassero dai suoi pensieri, li vide allontanarsi dalla palestra ridendo e scherzando fra di loro, fino a quando il tipo di poco prima passando affianco a lui salutò Amber con un occhiolino. Un misto di rabbia e fastidio gli invase la mente: odiava quando le persone oltrepassavano il suo territorio. Amber era il suo giocattolino, nessuno le si doveva avvicinare, almeno fino a quando non si sarebbe stancato di lei. In quel momento la voglia di sbatterla davvero al muro e di toccarla per marcare ciò che gli era proprio era davvero alle stelle, ma sapeva che facendo così l'avrebbe solo allontanata. Zayn fece due profondi respiri per controllarsi: in fondo era una semplice ragazza, una fra le tante, non c'era bisogno di darsi tanta pena. Eppure non riusciva a starle alla larga, sentiva il bisogno di stuzzicarla, di animarla come meglio poteva.
"Hai proprio fatto colpo" commentò il ragazzo sprezzante "peccato che sia un novellino. Un idiota che non sa nemmeno cosa significa divertirsi".
"Paura della concorrenza Malik? Un ragazzo troppo bello per agire indisturbato?" ironizzò Amber pensando a quanto la banda di Liam avrebbe potuto rendere la vita di Ian un inferno.
"Ti prego!" rispose Zayn stizzito "io dovrei aver paura di quella specie di cosa? Andiamo, lo sappiamo tutti e due che non supera di bellezza il sottoscritto" concluse indicandosi in modo convinto il viso.
Amber sospirò: non sopportava proprio quel pallone gonfiato. Il solo stargli vicino la infastidiva infinitamente.
"Sai, per essere una bella persona non basta l'aspetto esteriore. Conta soprattutto il comportamento e il modo di approcciarsi agli altri. Puoi anche essere mister universo ma con questo tuo modo di fare non andrai da nessuna parte" rispose Amber convinta di aver colto nel segno, ma il ragazzo non parve essere turbato da quelle parole.
"Eppure ho la mia banda di amici e le ragazze di certo non mi mancano, cosa potrei desiderare di più?".
La mora si stupì di quanto Zayn fosse convinto di comportarsi in modo normale, come se lui fosse al centro dell'universo e tutto gli fosse dovuto.
"Questa risposta mostra benissimo quanto tu non capisca niente. Certo hai gli amichetti che la pensano come te ma sei davvero sicuro che ti resterebbero affianco quando tu avrai sul serio bisogno di loro? Sarebbero pronti ad ascoltarti e a supportarti anche quando non sarai più d'accordo con loro per qualcosa? Per quanto riguarda le ragazze magari riesci ad averle per una notte o due ma poi le faresti fuggire con il tuo comportamento. Chi vorrebbe avere una persona del genere al proprio fianco?" rispose dura, non riuscendo più a trattenere tutto il suo pensiero.
A quelle parole Zayn sentì la rabbia crescere a dismisura. Se gli avesse parlato così un ragazzo lo avrebbe senza dubbio preso a colpi per la mancanza di rispetto nei suoi confronti. Ma purtroppo aveva davanti una ragazza e, per quanto stentava a trattenersi, doveva far finta di rimanere indifferente di fronte a quelle accuse. Amber non sapeva niente della sua vita e di certo non aveva le conoscenze giuste per giudicare le sue azioni. Ora più che mai non vedeva l'ora di ridurla a brandelli, distruggere quell'orgoglio che lo contraddistingueva dalle altre. Farla soffrire internamente dove il dolore è più forte che mai, anche di quello fisico. L'avrebbe umiliata, cambiata, resa debole. In futuro non avrebbe più osato sfidarlo; avrebbe abbassato la testa e ammesso che lui era il più forte. Già pregustava la vittoria di quella sfida personale. Si sarebbe divertito a vederla chiedere scusa per come lo aveva trattato fino ad ora. Doveva solo portare pazienza e prima o poi avrebbe ottenuto ciò che desiderava. Perciò ingoiò quel boccone amaro cercando di darsi un contegno, anche se serrava le nocche con forza per evitare di sferrare un pugno al muro per la rabbia. Amber invece sorrise, contenta di averlo finalmente zittito. Non avrebbe mai ceduto alle sue provocazioni, per nulla al mondo.
I due si guardarono con astio prima che la bidella, incaricata di tenere pulita la palestra, li intimasse ad avvicinarsi. Poi porse una scopa, uno straccio e un secchio pieno d'acqua in modo scocciato.
"Cercate di fare un buon lavoro" disse la signora senza neanche guardarli negli occhi.
"Quindi non dobbiamo prendere esempio da lei" rispose Zayn strappandole di mano gli arnesi per buttarli a terra.
La bidella gli lanciò uno sguardo di fuoco prima di allontanarsi, lasciandoli di nuovo da soli. Amber prese velocemente ciò che le serviva non vedendo l'ora di starsene finalmente da sola, senza quegli occhi penetranti che ogni volta le facevano uscire il lato peggiore del suo carattere. Si spostò verso un lato della palestra con l'intento di finire il più velocemente possibile, in modo da tornarsene a casa e ritrovare quella serenità che dalla mattina le era stata tolta. Iniziò a passare la scopa trovando un'infinità di capelli e sporcizia. Abbastanza schifata continuò a lavorare fino a quando si sentì costantemente osservata alle spalle. Si girò e scoprì con dispiacere che Zayn si trovava nelle gradinate alte della palestra, comodamente seduto a guardarle il sedere.
"Brutto pervertito la vuoi smettere?" urlò infastidita.
"E perché? Non ti sto mica toccando" rispose con un sorriso divertito.
"E se invece di fare il maniaco scendessi a fare ciò per cui sei qui?" domandò ironica Amber continuando a passare la scopa, stavolta ben attenta a non dargli le spalle.
"Te lo puoi scordare! Nessuno può obbligarmi a pulire" esclamò portandosi le mani dietro la testa.
"Va al diavolo" concluse lei giurando a se stessa che gliel'avrebbe fatta pagare.
 
Amber ripose gli oggetti nel ripostiglio prima di uscire finalmente da quella palestra che le aveva solo provocato un gran mal di testa. Quando si trovò nel giardino della scuola non poté fare a meno di assaporare l'aria fresca di quel pomeriggio. Era frustrata, nervosa e irritata per il fatto che per tutto quel tempo aveva dovuto fare tutto da sola con lo sguardo del moro puntato addosso costantemente, e questo malessere non poté fare a meno che aumentare quando si trovò Zayn appoggiato al cancello, intento a fumarsi una sigaretta.
"Quanto sei lenta a pulire" ebbe il coraggio di dirle dopo aver aspirato un po' di fumo.
La ragazza si trattenne dal lanciargli addosso lo zaino, decisa per questa volta a ignorarlo. Non gli avrebbe dato importanza.
Era già pronta a incamminarsi verso casa quando una Range Rover nera si avvicinò a loro. Riconobbe subito il riccio alla guida mentre nei sedili posteriori due ragazze bionde erano intente a mettersi il mascara.
"Finalmente!" si lamentò Zayn buttando la sigaretta all'interno del giardino della scuola.
"Ciao Malik" disse tutta eccitata una delle due tipe.
"Sally, tesoro, continua a parlare con Sandy" rispose Harry alzando gli occhi al cielo.
"Veramente io sono Sandy e lei è Sally" esclamò offesa imbronciando le labbra.
"E' uguale" concluse il riccio prima di spostare l'attenzione su Amber che era rimasta a guardare quella scena ridicola, assolutamente imperdibile.
Si aprì in un sorriso divertito prima di squadrarla da capo a piedi.
"Qualcosa non va?" chiese allora acidamente la mora trovando alquanto fastidiosa quell'azione.
Harry rise: era proprio come l'aveva descritta Zayn, coraggiosa, forte, bella e affascinante. Niente a che vedere con le due bionde di dietro, fastidiosamente oche e pettegole. Sarebbe stato davvero divertente vedere come si sarebbe evoluta la vicenda e chi, fra lei e il suo amico, avrebbe avuto la meglio essendo tutti e due delle teste calde.
"Scusami... Amber giusto?" disse allora passandosi una mano fra i ricci.
"Già, e tu sei uno degli amici stronzi di Malik"
"Preferisco Harry" rispose lui facendole l'occhiolino.
La ragazza alzò gli occhi al cielo: perchè doveva sempre avere a che fare con gli idioti?
Zayn però interruppe quella discussione aprendo la portiera della macchina e salendoci sopra.
"Andiamo!" esclamò poi buttando la testa sul sedile, "oggi sono stato qui a scuola fin troppo".
Harry annuì prima di rivolgersi di nuovo a Amber: "vuoi un passaggio?".
A quelle parole Sally e Sandy si animarono, lasciandosi uscire delle lamentele sconnesse e leggeri grugniti di disapprovazione. La mora invece ragionò su quella proposta: era stanca e non aveva nessuna voglia di camminare fino a casa. Avrebbe sopportato anche gli sguardi di fuoco delle due ragazze bionde se questo significava arrivare prima alla propria abitazione. Stava quindi per rispondere di si quando la voce di Zayn la bloccò.
"Styles, capisco che tu voglia aiutare questa povera disperata, ma fino a quando non porterà un pò di rispetto al sottoscritto si può scordare queste comodità. Le farà bene una bella camminata, vero Evans?" disse sorridendo malignamente "e ora parti! Non vedo l'ora di tornare a casa e divertirmi un po' con Sally dopo questa orrenda giornata" continuò leccandosi le labbra.
"Sandy" lo corresse la ragazza sbuffando.
"E' uguale" esclamò in risposta facendo un segno di saluto a Amber che lo guardava con odio.
E mentre la macchina si allontanava da scuola, la mora non poté far altro che immaginare come avrebbe voluto uccidere quell'idiota di Zayn Malik.

**********
Finalmente sono riuscita a pubblicare il secondo capitolo.
So che è passato parecchio tempo ma sono stata davvero impegnata con la scuola essendo l'anno della maturità.
Ringrazio chi ha recensito la storia, siete state davvero gentilissime :) Spero che anche questo capitolo possa piacere.. A presto :)

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3:

Daphne corse a perdifiato per tutto il corridoio della scuola. Era in ritardo pazzesco per la lezione di geografia e non riusciva a darsi pace. Non che fosse sempre puntuale ma quel giorno aveva l’ora in comune con Louis e non poteva perdere tempo prezioso. Infatti non era preoccupata delle possibili conseguenze o delle ramanzine da parte del professore ma di non sfruttare pienamente quei minuti in cui avrebbe potuto osservare minuziosamente quel ragazzo dall’aspetto perfetto. La verità era che quella mattina aveva passato più tempo davanti allo specchio per cercare di sembrare più carina del solito. Si era piastrata i lunghi capelli castano chiaro che erano decisamente il suo punto forte insieme agli occhi color smeraldo, e aveva indossato oltre ai jeans una camicetta rossa aderente che metteva in risalto, essendo formosa, il suo seno abbondante. Aveva colorato le guance con un fard chiaro e aveva dato volume alle ciglia col mascara. Solo successivamente si era resa conto di essere in enorme ritardo per la scuola e, afferrato lo zaino al volo, si era catapultata fuori di casa. Daphne si maledisse mentalmente per non aver ancora preso la patente come invece aveva fatto la sua amica Candice. Se avesse avuto la macchina sicuramente avrebbe diminuito il ritardo e inoltre si sarebbe evitata la caduta imbarazzante vicino al cancello di scuola. Ma ben presto quel pensiero scomodo abbandonò la sua testa come si trovò di fronte all’aula del corso di geografia. Riuscì a stento a trattenere un gridolino dall’emozione: non vedeva l’ora di vedere il suo Louis, certamente bello come al solito. Era smaniosa di riconoscere il sorriso smagliante, i capelli scompigliati, la voce acuta e melodiosa, ma soprattutto gli occhi azzurri con sfumature verdi che lo rendevano ancora più affascinante. Si sistemò i capelli leggermente ribelli per la corsa appena fatta e bussò alla parte in attesa dell’”avanti” del professore che, veloce come un fulmine, non si fece attendere.
“Mi scusi professor Weasly per il ritardo” disse subito la ragazza una volta entrata dentro l’aula. “Signorina Parker forse dovrebbe smettere di scusarsi e dimostrare maggiormente con i fatti il suo impegno” la rimproverò però il docente stanco della sua poca puntualità.
“Non succederà più” aggiunse Daphne sperando di chiudere definitivamente l’argomento.
“Spero per lei, altrimenti mi costringerà a prendere provvedimenti. Ora entri in silenzio e senza disturbare la lezione”.
La ragazza non se lo fece ripetere due volte incamminandosi al proprio banco. Non riuscì a non dare un’occhiata tutto intorno con la speranza di incontrare quello sguardo che un giorno sperava venisse dedicato solo ed esclusivamente a lei. Ma quasi le venne un colpo al cuore quando vide il ragazzo dei suoi sogni seduto vicino a una ragazza del loro stesso corso. La conosceva già perché non era la prima volta che la vedeva con Louis. Li aveva osservati in altre situazioni scambiarsi effusioni in mezzo al corridoio e ogni volta che succedeva era una pugnalata allo stomaco. Certo Daphne sapeva che il ragazzo non faceva sul serio con Julia ma il solo pensare alle mani di Louis su un corpo che non fosse il suo le faceva venire il voltastomaco. La ragazza avrebbe fatto di tutto per avere quelle attenzioni anche se piuttosto superficiali. Quante volte si era addormentata immaginando le sue carezze, i suoi dolci baci, i suoi abbracci o le sue parole sussurrate piacevolmente all’orecchio. Eppure questo suo continuo illudersi le procurava solo dolore e angoscia ogni volta che vedeva quelle azioni rivolte a qualcun’altra. Daphne si portò una mano al petto sentendo un’enorme voragine nascerle dentro. Ogni giorno essa aumentava togliendole il respiro e ormai riusciva a stento a trattenere le lacrime. In poco tempo infatti sentì gli occhi inumidirsi e velocemente raggiunse il proprio banco per non lasciarsi scrutare da occhi indiscreti. Cercò di darsi una calmata guardando il panorama fuori dalla finestra ma la voce troppo acuta del professore non le permise più di tanto di allontanarsi con la mente da quelle quattro mura.
“Prima di riprendere con la spiegazione volevo farvi sapere che sono molto deluso da alcuni di voi. Metà della classe ha l’insufficienza nella mia materia per il poco impegno e questa situazione è inaccettabile; ma siccome molti di voi non hanno la volontà di rimediare ho deciso di assegnarvi un progetto da fare in coppia. Questa sarà composta da un bravo e un non bravo; spero così di ottenere qualche risultato” disse Weasly osservando l’intera classe.
Subito l’aula venne riempita da mormorii di disappunto soprattutto da parte dei più bravi che avrebbero dovuto controllare i propri compagni. Daphne si limitò a sbuffare: anche se arrivava spesso in ritardo, la geografia era una materia che adorava e che studiava volentieri; ma odiava farla in gruppo, soprattutto con persone che non avevano nessuna intenzione di impegnarsi. Weasly sbatté la mano sul primo banco per riportare la classe nel silenzio più totale.
“Inutile lamentarsi, ormai ho deciso. Le coppie le ho già formate io dopo attente riflessioni”.
Poi iniziò a nominarle una ad una leggendole da un foglio bianco stropicciato.
“… Infine le coppie Parker e Tomlinson” concluse lasciando la classe nel caos più totale.
Il cuore di Daphne iniziò a scoppiarle nel petto e quasi non riuscì a trattenere un gridolino di gioia. Sarebbe rimasta finalmente da sola con lui.
Ma la sua felicità vacillò quando Julia disse: “Professor Weasly non sono d’accordo! Dovrei stare io con Louis”.
Lui la guardò con aria di sufficienza prima di risponderle: “le coppie non si possono cambiare. Se ci sono altri problemi non inerenti alla formazione del gruppi potete parlarmene. In caso contrario non sono disposto a contrattare”.
Detto questo riprese la sua lezione lasciando un malcontento generale.
 
Quando la campanella della seconda ora suonò la maggior parte degli studenti si era già catapultata fuori dal corridoio mentre Daphne era rimasta al proprio banco con la testa fra le nuvole, intenta a fantasticare su ciò che questo progetto insieme a Louis avrebbe comportato. Dopo diversi minuti si accorse di essere una delle poche ancora rimaste dentro l’aula per cui iniziò a raccogliere le proprie cose dal banco, ma due mani prepotenti la fecero ricapitolare seduta sulla sedia.
“Parker noi due dobbiamo parlare. So che sbavi dietro Louis da mesi ma lascia che ti dia un consiglio amichevole: lascialo stare, lui è mio!” quasi urlò Julia con occhi freddi, facendo trasparire tutta la sua rabbia.
La ragazza spaventata rimase in silenzio, troppo paralizzata per parlare. Inoltre la presa stava diventando sempre più ferrea e le spalle iniziarono a farle male. Daphne era quasi arrivata al punto di gemere per il dolore quando Louis apparve all’improvviso affianco a Julia.
“Ehy ci lasceresti soli per favore” le domandò poi accompagnando la frase con uno dei suoi soliti dolci sorrisi.
“Sei sicuro?” chiese lei con voce isterica badando bene di mollare la presa sull’altra ragazza.
“Si certo” rispose semplicemente lui spostando lo sguardo su Daphne.
Julia grugnì dispiaciuta e nervosa sbatté i piedi sul pavimento prima di allontanarsi definitivamente. Come Daphne incontrò le iridi verdi di Louis sentì  le guance andarle a fuoco e cominciò a torturarsi le mani per l’ansia.
“Ciao piccola” iniziò lui guardandola in modo strano, quasi provocante, “non so se hai ascoltato il professore ma dobbiamo fare insieme il progetto di geografia”.
La ragazza rimase incantata ad ascoltarlo, senza osare interromperlo: amava troppo la sua voce. “Quindi volevo chiederti: quanto ci metterai a farlo? Sai sono molto impegnato ultimamente e non ho proprio tempo per queste cose”
“Come?” disse finalmente lei sperando di aver capito male.
“Ti sto chiedendo di fare da sola il progetto. Saprò farmi perdonare prima o poi”
“Oh… Cercherò di fare il possibile…” sussurrò Daphne delusa, vedendo tutti i suoi sogni distruggersi in un attimo.
“Sapevo avresti capito; grazie piccola, ci vediamo in giro” concluse facendole un occhiolino prima di incamminarsi verso il corridoio.
 
“Non potete capire cosa hanno fatto Zayn e i suoi amichetti bulletti oggi a matematica” disse Amber con l’intenzione di informare James e Daphne che non facevano parte del loro stesso corso, di ciò che era accaduto, ma quest’ultima sembrava totalmente assente.
Durante il pranzo non aveva neanche aperto bocca per parlare di Louis, come era solita fare ogni giorno, e guardava continuamente il suo purè di patate girandolo di tanto in tanto con la forchetta. “Daphne tutto bene?” domandò Candice non potendo più accettare di vedere la propria amica in quello stato.
Lei annuì continuando a muovere il cibo avanti e indietro.
“Cosa è successo?” insistette Amber allontanando il piatto dalla ragazza.
“Cosa ti hanno fatto? E’ stato Malik? Ora vado ad ucciderlo” continuò osservando il tavolo della banda che rideva tranquillamente.
“No Amber, non c’entra Zayn, è per Louis”
“Spiegati meglio Daphne” esplose James curiosa.
La ragazza sbuffò prima di rispondere: “il professore ci ha messo in coppia per un progetto di geografia e invece di decidere quando ci saremmo dovuti incontrare mi ha chiesto di farlo da sola perché lui non aveva tempo”
“Stai scherzando?” esclamò Amber attirando l’attenzione di alcuni ragazzi, “e tu cosa gli ha risposto?”
“Che avrei fatto il possibile”
“Vedi che sei stupida! Dovevi dirgli di no, che se voleva il suo nome sul pezzo di carta doveva partecipare anche lui”
“Non riuscivo ad essere scortese. Mi guardava con quei suoi occhietti irresistibili” piagnucolò Daphne portandosi le mani alle guance improvvisamente arrossite.
“E guarda cosa hai ottenuto… Hai perso la tua grande occasione”
“Dai Amber non infierire” cercò di intervenire Candice.
“No, ora Daphne tu parlerai con lui e gli dirai ciò che devi”
“Non ce la faccio Amber, davvero”
“Preparati” concluse la mora testarda alzandosi dal proprio posto.
Gli amici la seguirono e prima di riniziare le lezioni decisero di uscire insieme in giardino. Ben presto anche il gruppo di Liam fece lo stessa cosa posizionandosi però nella solita zona dei motorini.
“Daphne vieni con me” esclamò Amber dopo aver aspettato che quei ragazzi iniziassero a parlare, e insieme all’amica si avvicinò a loro.
“Ma guarda un po’ la piccola Evans con l’ingenua Parker, venute nella tana dei lupi” le prese in giro Zayn provocando le risate degli amici.
“Senti Malik, è da ieri che ti sopporto e purtroppo per me anche questo pomeriggio mi tocca avere a che fare con te; quindi non rompermi le scatole” rispose Amber con tono acido ottenendo diversi sguardi stupiti.
“Forse non ti sei resa conto che sei venuta tu da me e non viceversa”
“Ma non ti stanchi mai di metterti al centro dell’attenzione? Non ci sei solo tu qui”
“Sei davvero insopportabile”
“E tu sei un idiota”
“Ci vuoi dire cosa siete venute a fare?” interruppe il battibecco Harry alzandosi dal motorino e mettendosi in mezzo a loro.
“Styles ci sarei arrivata se il tuo amico non mi avesse interrotto” rispose spazientita, “vorrei che lasciaste la mia amica insieme a Louis, devono parlare del progetto di geografia”
“E secondo te noi facciamo quello che dici tu? Ma non farmi ridere” commentò Zayn prima di ricevere il cinque di Liam.
“Senti specie di modello di intimo fallito e senza cervello sono anche stata gentile, non farmi perdere la pazienza”
“Sai, questo non è il miglior modo per ottenere ciò che vuoi” rispose lui accendendosi una sigaretta. “Allora dimmi ciò che vuoi in cambio” lo sfidò Amber stanca dei suoi giochini.
“No Amber” sussurrò Daphne vedendo l’amica offrirsi al suo rivale per lei.
Zayn sorrise, stuzzicato da questa frase.
“Sai Evans ho un sacco di cose in mente, ti farò sapere” disse maliziosamente leccandosi le labbra “ma se oserai tirarti indietro sappi che potrebbe succedere qualcosa di spiacevole ai tuoi amici” “Malik, non sono tipo da tirarsi indietro”.
Zayn sorrise di nuovo, già eccitato per quella nuova proposta e prima di allontanarsi con i suoi amici andò incontro alla ragazza.
“Non sai quello che ti aspetta” le disse girando tra le mani una sua ciocca di capelli.
Infine si spostò da quella zona con il resto del gruppo senza nemmeno curarsi di chiedere a Louis se fosse d’accordo.
“Daphne, per favore, mi sono venduta al diavolo per te… Digli ora quello che davvero pensi” fu l’ultima raccomandazione di Amber prima di lasciare l’amica da sola mentre lei si allontanava con il dubbio di essere stata troppo precipitosa.
La ragazza si mise a cercare con la mente le parole esatte per esprimere al meglio il suo pensiero ma prima che potesse aprir bocca Louis disse: “Parker qual è il problema? Pensavo avessimo già risolto tutto per il progetto”.
Daphne si soffermò un attimo ad ascoltare il proprio cognome pronunciato da quelle labbra così carnose.
“Si ma volevo dirti che…” iniziò a parlare guardando l’erba sotto ai suoi piedi “… che non è giusto che faccia da sola il progetto; il professore ha affidato il compito a noi due, non solo a me”.
A quelle parole lui scoppiò a ridere divertito: “era questo il problema piccola? Perché non me l’hai detto subito? Mi hai fatto preoccupare!”
Daphne lo guardò incredula per quella inaspettata reazione.
“Facciamo che ci incontriamo fra due giorni allora, a casa mia o tua?” domandò poi lui.

“A casa mia va benissimo” esclamò la ragazza sorridendo, anche se all’interno del suo petto il cuore batteva già all’impazzata. 
**********
Ecco il terzo capitolo! Questo periodo è stato molto duto per me perchè quest'anno ho dato l'esame di maturità e mi ha tenuta molto occupata. Comunque sia sono riuscita a scrivere un pò e spero che questo capitolo possa piacere. Grazie per le recensioni, fanno sempre piacere :) a presto!

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4:

Amber sospirò, sollevata di aver concluso la punizione anche quel giorno. Stranamente in aula Zayn si era seduto distante da lei e non l’aveva stuzzicata più di tanto. Si era limitato a lanciarle parecchi sguardi provocatori e sorrisi di cui era difficile capirne la causa. La ragazza aveva cercato di lasciarlo perdere e dedicarsi ai compiti per casa, ma tutta la situazione la metteva in soggezione, per cui, come la campanella suonò, si catapultò fuori dall’aula per allontanarsi da quegli occhi scuri. Si avvicinò all’armadietto per recuperare i libri che le servivano e, dopo esserseli messi nello zaino, si incamminò finalmente verso il cancello di scuola. Era sul punto di oltrepassarlo quando due braccia la presero per i fianchi e la fecero indietreggiare con forza. Amber sentì la sua schiena aderire a un petto muscoloso. Per la sorpresa non fece in tempo a reagire e nel mentre delle labbra rosee le si affiancarono all’orecchio.
“Sai, ho ragionato molto sulla tua proposta” disse una voce decisamente sensuale solleticandole la pelle dal volto.
La ragazza sentì dei brividi percorrerle la schiena e le parole morirle in gola.
“Quindi basta che io ti tocchi per farti stare tranquilla? Buono a sapersi per il futuro” continuò Zayn ridendo divertito.
“Malik vedi di smetterla, e toglimi queste sudice mani dai fianchi” riuscì finalmente a esclamare Amber in risposta alla frase precedente.
”So che ti piace”
“Non farmi ridere, io ti odio”
“Davvero?” domandò il ragazzo prima di girarla velocemente facendo incontrare i loro occhi.
Così in un attimo Amber osservò le iridi castane del moro scorgendo in esse tante piccole sensazioni. Ammise a se stessa di avere davanti un tipo di sguardo davvero irresistibile e difficile da dimenticare; era affascinante il modo con cui riusciva ad ipnotizzarla con solo un piccolo cenno. Peccato però che proprio quegli occhi perfetti appartenessero al ragazzo che più odiava al mondo. Eppure non riusciva a staccarsene, era come se in quei piccoli pozzi di cioccolato si nascondesse la vera essenza del ragazzo. Tutta quella limpidezza, quella luminosità e quella veridicità dello sguardo contrastavano con il suo aspetto così curato nei dettagli, impertinente, sicuro di sé, testardo e provocatore. Nelle sue pupille al contrario, si leggeva una debolezza e una fragilità che all’apparenza sembravano essere lontano anni luce dalla sua persona.
Zayn invece negli occhi di Amber scorgeva dubbio, curiosità, sfida, forza e energia. Ecco perché cercava sempre di stuzzicarla e provocarla: negli occhi delle altre ragazze trovava soprattutto desiderio, passione e sottomissione ed erano proprio queste caratteristiche che le rendevano tutte così noiose e prevedibili. Invece Amber si dedicava a scoprire chi fosse il vero Zayn Malik, il perché si comportasse in quel modo e cosa lo avesse portato a essere così. Non si era fermata all’aspetto fisico come tutte le altre, cercava di indagare sulla sua vita, di cambiarlo e di rimproverarlo. E in un certo senso Zayn provava anche fastidio in questo suo comportamento perché non voleva mostrare chi davvero fosse, diventando debole ai suoi occhi. Aveva già promesso molto tempo fa che non avrebbe più avuto occasione di sentirsi indifeso. Doveva essere forte, soprattutto nella situazione in cui viveva . Eppure guardandola negli occhi provava un senso di sicurezza, come se lei non potesse mai tradirlo ma tenerlo sempre al sicuro.
“Zayn cosa vuoi?” esclamò la ragazza con un leggero di rossore sulle gote.
Lui sorrise divertito per aver finalmente sentito il proprio nome non più pronunciato con rabbia, acidità o con un tono provocatorio, ma con insicurezza e un pizzico di timore.
“Sono qui perché ho deciso cosa voglio”
“E sarebbe?”
“Ti passo a prendere alle 20, vestiti carina; andiamo ad una festa”
“Scordatelo! Non ho nessuna intenzione di andare insieme a te in un posto pieno di tuoi amici idioti”
 “Mmm, com’era la frase?” “Dimmi ciò vuoi in cambio” se non sbaglio” continuò Zayn sornione sapendo di averla in pugno.
“Ti odio”urlò Amber staccandosi finalmente da lui e dirigendosi con rabbia fuori dalla scuola; ma di nuovo la voce del ragazzo la bloccò poco fuori dal cancello.
“Quasi dimenticavo, è in maschera” rise divertito prima di salutarla con un occhiolino.
Amber non riuscì a trattenere un gridolino di disperazione mentre si avviava a piedi verso casa.
 
“Uffa, non so cosa indossare” si lamentò ancora una volta Amber osservando delusa l’armadio.
“Ma se hai un sacco di vestiti” le rispose la madre dalla cucina.
“Non ho l’abito adatto per una festa in maschera… Basta non ci vado”
“E smettila Amber, il vestito nero ti sta bene”
“Vedi che non mi aiuti? Non devo andare ad un funerale”
“Quanto la fai difficile! Cosa ne pensi di quello rosso?”
“Lo fai apposta? Non va bene”
“Ti ricordo che mancano dieci minuti alle 20 e tu devi ancora decidere come vestirti”
 “Ok, non ci vado”
“Tu ci andrai, non vorrai far rimanere male il tuo ragazzo!”
“Guarda che non ho il ragazzo” esplose Amber, per niente a suo agio con quel discorso.
"Si, si, come vuoi. L'importante è che ti sbrighi" concluse Megan.
La ragazza sbuffò guardando l'orologio procedere continuamente mentre non aveva nessuna idea di cosa mettersi. Poi all'improvviso si ricordò di un vestito e, dopo averlo preso, scappò in bagno il più velocemente possibile. Per fortuna Zayn arrivò con qualche minuto di ritardo permettendo ad Amber un pò più di tempo per prepararsi. Quando finalmente la ragazza oltrepassò la porta principale lo lasciò senza parole. Non che Amber non fosse sempre bella, ma quella sera era sicuramente stupenda nel suo abito color oro. Il corpetto stretto metteva in risalto la sua vita e i fianchi sottili, fasciandole il corpo magro. La gonna a balzi scendeva delicata sulle gambe mentre le scarpe nere con tacco 12 rendevano il tutto assolutamente perfetto. Sui suoi lunghi capelli castano mossi si trovava un cerchietto nero con qualche brillante e il suo viso, di solito al naturale, era stato truccato con un pò di mascara e fard.
"Stai molto bene" si complimentò Zayn facendole fare una giravolta su se stessa, "anche se hai dimenticato la maschera"
"Cavolo è vero!"
"Non preoccuparti, ci ho pensato io, non ero sicuro che tu ne avessi"
"Beh, grazie" sussurrò lei nervosa.
Poi come alzò lo sguardo e osservò il ragazzo rimase piacevolmente stupita. Indossava i suoi soliti pantaloni neri stretti e una canotta bianca con sopra una giacca in pelle nera. I capelli, mantenuti in una cresta alta grazie al gel, erano leggermente spettinati. Era davvero bello e il foulard rosso intorno al collo gli dava un'aria ancora più sexy.
"Stai bene anche tu" disse Amber dopo averlo guardato ancora una volta.
"Oh andiamo, io sono bellissimo" esclamò lui facendole alzare gli occhi al cielo: in fondo rimaneva il solito Zayn Malik. "Conviene andare, si è fatto tardi" disse poi salendo sulla propria macchina senza neanche aprirle la portiera.
"Sei davvero un gentiluomo" ironizzò lei dopo essere salita a sua volta in auto.
"Lo so" rispose lui divertito mettendo in moto e accendendo la radio a tutto volume.
 
Come arrivarono a destinazione apparve subito ai loro occhi l'enorme villa da ricconi che avrebbe fatto da sfondo alla festa.
"Allora" la ammonì Zayn passandole la maschera prima di entrare, "stai attenta a non farti avvicinare da gente che ti sembra ubriaca o poco raccomandabile. Non farti versare niente nelle bevande e, ad essere sinceri, non parlare nemmeno"
"E perchè?"
"Fallo per me, la tua voce mi irrita non poco" continuò lui ridendo, bussando finalmente al portone principale.
Come esso venne aperto, le loro orecchie furono subito riempite dalla musica assordante. Lo spazio della casa era davvero grande, ma non abbastanza da contenere tutte quelle persone che si muovevano a ritmo. Anche le scale che portavano al piano superiore erano piene di ragazzi ubriachi: alcuni vomitavano, altri cercavano solo di trovare un pò di pace. Amber cercò di non pensare a come dovesse essere la situazione nelle camere da letto al piano superiore. Inoltre scoprì con stupore che almeno metà delle ragazze si era vestita in modo poco consono alla situazione e che invece lei, a casa, aveva perso un sacco di tempo per decidere cosa indossare.
"Ci sono i miei amici" esclamò Zayn afferrandola improvvisamente per una mano per trascinarla nel luogo che aveva indicato pochi istanti prima.
"Ehy amico" salutò Harry con la loro solita stretta di mano "come ci hai riconosciuti?"
"Caro Harry, non è difficile con la tua capigliatura" lo prese in giro il moro muovendogli i capelli in modo affettuoso.
"Comunque ciao Amber" disse poi il riccio rivolgendosi alla ragazza e avvicinandosi per darle due baci.
"Non osare Styles, la confidenza da un'altra parte" lo bloccò facendogli un sorrisino furbo e provocando ammirazione in Zayn.
Quella ragazza era proprio una forza della natura.
"Liam, Louis" disse poi facendo un veloce gesto con la mano.
Liam fece in tempo a rispondere "sera Amber", prima che Page e Samantha sbucassero alle loro spalle, esageratamente truccate.
"Ciao ragazzi" dissero in coro avvicinandosi ad ognuno di loro e avvinghiandoseli addosso per una manciata di secondi. Ma fu solo quando arrivarono a Zayn che Amber sentì un nodo allo stomaco. Strinse i denti e cercò di evitare quei brutti pensieri che le suggerivano di prenderle per i capelli e buttarle con forza a terra. Girò lo sguardo infastidita cercando di osservare qualcos'altro che non fossero le braccia di Page e Samantha sul corpo di Zayn. Il ragazzo però non si lasciò sfuggire quella strana reazione e divertito per ciò che avrebbe provocato in Amber, prese Samantha per un braccio e la trascinò sulla pista da ballo. La mora lo guardò con rabbia: perchè l'aveva invitata? Per lasciarla guardare mentre ci provava con ogni genere femminile? Se Zayn voleva giocare l'avrebbe accontentato; di certo non sarebbe rimasta lì senza fare niente. Senza pensarci due volte prese il braccio di Harry e lo trascinò in pista, proprio affianco a Zayn e Samantha. Amber iniziò a muoversi in modo provocante vicino al corpo del riccio, ballandoci intorno. Poi si fermò davanti a lui di spalle e si strusciò leggermente. Infine si girò e cinse le spalle del ragazzo, avvicinandosi ancora di più a lui. Harry intanto non aveva osato reagire perchè Zayn li guardava non molto contento a pochi passi da loro. Quando la canzone finì Amber aveva attirato non pochi ragazzi con il suo modo di fare per cui, scelse come nuovo cavaliere un altro giovane moro. Zayn intanto aveva perso ogni interesse per Samantha, troppo occupato a morire d'invidia per quella ragazza fin troppo provocante. Ma, a differenza del riccio quel tipo sconosciuto cercava di avvicinare il suo corpo a quello della ragazza, anche in modo arrogante. Se in quel momento Amber non fosse stata impegnata a far ingelosire Malik, avrebbe sicuramente messo fine a quei suoi comportamenti. Ma quando il braccio del ragazzo tentò di toccarle il sedere, Zayn intervenne allontanandolo di malo modo.
“Ora basta!” esclamò dopo averlo spinto “vai a cercarti qualcun altro con cui divertirti”.
Il ragazzo non rispose perché, conoscendo tutti i componenti della banda di Liam, sapeva che non era saggio farli arrabbiare. Amber invece si infastidì e scappò via dalla pista da ballo. Si rifugiò in bagno, sicura che lì non avrebbe osato cercarla e quasi subito si vergognò di ciò che aveva fatto, ma soprattutto del motivo che l’aveva spinta a comportarsi così. Si specchiò velocemente, cercando di ricomporsi un poco, e uscì dal bagno con la speranza di non incontrare gente sgradita. Era passata solo mezz’ora dall’inizio della festa e lei voleva già andarsene, ma di certo non avrebbe chiesto a Zayn di accompagnarla. Mentre stava pensando a come fare si scontrò contro qualcuno. Alzò lo sguardo e riconobbe Ian in giacca e cravatta, bello e affascinante.
“Amber ciao” la salutò lui con il suo solito sorriso amicante “che ci fai qui?”
“Ho accompagnato un’idiota alla festa” gli rispose sforzandosi di ricambiare il sorriso.
“Mi dispiace”
“Anche a me”
“Se ti può consolare sei bellissima stasera”
“Grazie mille” rispose lei arrossendo appena “anche tu stai molto bene”.
Ian la guardò, notando che anche se cercava di nasconderlo si stava comportando in modo abbastanza strano. “Tutto bene Amber?”
“Si tranquillo, ma adesso devo andare, ci vediamo a scuola” concluse lei salutandolo e avviandosi con passi veloci verso la porta principale.
Arrivò in giardino e iniziò a pensare seriamente a come tornare a casa, quando vide Zayn intento a fumarsi una sigaretta. Le si avvicinò subito mentre lei abbassò lo sguardo, in cerca di qualcosa da dirgli. Di certo non poteva esternare quello che davvero la preoccupava. La reazione che aveva avuto quando Zayn aveva iniziato a ballare con Samantha le aveva fatto perdere il controllo senza motivo, cambiando anche i suoi soliti modi di fare. Infatti lei non era tipo da buttarsi nelle mani di sconosciuti solo per fare un dispetto ad un ragazzo egocentrico e pieno di sé. Doveva allontanarsi al più presto dal suo mondo e dal moro stesso che la stava cambiando al peggio.
“Perché sei scappata?” chiese Zayn a pochi passi da Amber.
“Senti, io devo andare, questo non è posto per me, i tuoi amici non mi piacciono e tu sei davvero insopportabile. Voglio tornare a casa”
“Perché devi fare così? Perché non cerchi di stare un po’ nel mio mondo?”
“Per ottenere cosa Zayn? Non so nemmeno perché tu mi abbia invitata qui con te!”
“Senti io…”.
Zayn fece in tempo solo a dire qualche parola prima che due braccia femminili gli circondarono la vita.
“Dai Zayne andiamo a divertirci, mi hanno detto che alcune camere al piano superiore si sono liberate” disse Samantha con tono malizioso.
Di nuovo una nota di fastidio si presentò nella pancia di Amber: il solo immaginare certe cose fra lui e lei le faceva venire il voltastomaco. Più che mai voleva sapere perché l’aveva invitata a quella stupida festa! Se il suo intento era farsi odiare di più ci era riuscita perfettamente; o forse si era illusa lei, immaginando un altro tipo di serata.
“Be io vado, ci vediamo a scuola” disse la mora ad occhi bassi.
Fece una decina di passi prima di sentire un “no ferma!” e vedere Zayn correrle incontro.
“Ma che fai?” urlò stizzita Samantha, rossa in volto dalla rabbia.
“Non siamo fidanzati. Non voglio più avere quel genere di rapporto con te”
 “Stai scherzando Zayne, io ti sto offrendo tutta me stessa e mi ripaghi così?”
“Dovresti trovare un ragazzo che ti rispetti Sam”
“Non osare chiamarmi così. Non siamo mai stati amici e quando quella volgare ragazza ti spezzerà il cuoricino non venire a cercarmi Malik” concluse lei pestando i piedi sul terreno, poi si allontanò da loro entrando di nuovo nella casa.
Amber intanto era rimasta stupita da quello scambio di battute e non poteva nasconderlo, si sentiva sollevata che quel loro strano rapporto fosse finalmente finito e inoltre non sentiva più quel fastidioso peso sullo stomaco.
“Stai sorridendo” disse Zayn guardandola attentamente.
“Non è vero” negò lei cercando di trattenerlo ma non riuscendoci per niente.
“Si certo” rise lui, “dai torniamo alla festa”
“No Zayn”
 “Almeno avviciniamoci alla casa, voglio fare una cosa”.
 
Nel frattempo la musica era diventata ancora più assordante e gli invitati erano aumentati a dismisura. Liam, Harry e Louis si erano trovati una ragazza a testa ed insieme a loro si stavano scatenando sulle note delle varie canzoni. Ma all’improvviso una ragazza, vestita in abito nero attillato e abbastanza corto, attirò l’attenzione di tutta la sala e anche dai tre amici che fino a poco tempo prima erano impegnanti con le proprie dame. La ragazza misteriosa, coperta da una maschera nera con altrettante piume di struzzo nere, si avvicinò alla pista da ballo. Sempre con tutti gli occhi puntati addosso iniziò a ballare da sola in modo provocante. I ragazzi persero l’attenzione verso le loro partner iniziando a pensare chi potesse essere quella ragazza così bella. Nessuna delle proprie conoscenti o campagne di scuola sembrava poter corrispondere ad una persona del genere. I capelli castani lisci, le ricadevano sulle spalle bianche come il latte, mentre le gambe lisce e assolutamente perfette, ballavano sotto lo sguardo attento di tutti quegli invitati. Ben presto però iniziarono a circolare voci malevoli riguardo l’identità della ragazza misteriosa, messe in giro da altre ragazze invidiose di cotanta bellezza e ammirazione. Ma fra tutti quei ragazzi Liam era quello più affascinato. Da quando ella si era mostrata non era riuscito a toglierle gli occhi di dosso e tutti i muscoli del suo corpo lo spingevano ad andare a parlarci, in fondo lui era il ragazzo più ammirato della scuola. Così lasciò la ragazza di mediocre bellezza che aveva conquistato circa dieci minuti prima, e si avvicinò a quella che gli interessava maggiormente.
“Ehy” la salutò cingendole la vita da dietro.
Lei si girò quasi subito senza mai abbandonare quel sorriso incantevole dal volto.
“Come ti chiami?” provò a domandarle Liam, sperando così di scoprire la sua vera identità.
Ma la ragazza si avvicinò il dito alle labbra facendogli il segno di non parlare e, a sua volta, avvinghiò le braccia al suo collo. Ora che erano a pochi passi l’uno dall’altra Liam poteva almeno osservare gli occhi della ragazza di un bel verde smeraldo e sentì di non potersene mai dimenticare. Avrebbe saputo riconoscere quelle iridi ovunque.
I due ragazzi attirarono subito l’attenzione su di loro visto che erano proprio una bella coppia. Liam infatti aveva da sempre un buon gusto nel vestire e, per quella festa, aveva scelto un completo in giacca e cravatta che lo rendevano assolutamente elegantissimo rispetto agli altri.
“Perché non mi vuoi dire chi sei?” provò di nuovo a domandarle il ragazzo speranzoso; ma ancora una volta lei gli fece segno di non parlare.
Come però la canzone finì, la ragazza si avvicinò delicatamente a lui, lo guardò per pochi istanti immergendosi nelle sue iridi castane, e infine posò le labbra sulle sue. Fu solo un leggero tocco ma in esso era racchiusa tutta la magia del momento. Poi la ragazza si staccò e prese a correre lontano da lui e da quella festa. Liam rimase impalato a fissarla non osando raggiungerla, ancora imbambolato per quel leggero bacio. Si toccò la bocca sentendo ancora il profumo dolce della ragazza e pensò che per quanto fosse stato solo un sfioramento di labbra, aveva sentito maggiormente quel contatto rispetto a tante altre situazioni. Ed ora che finalmente si rendeva conto della situazione era più che deciso a ritrovare quella ragazza, chiunque essa fosse e dovunque si trovasse.
 
Nel frattempo Zayn aveva trascinato Amber più vicino alla casa e le aveva preso entrambe le mani. “Che fai?” esclamò lei nervosa, anche se quell’azione le aveva provocato un leggero peso sullo stomaco.
“Mi devi concedere un ballo, e visto che non vuoi tornare alla festa possiamo farlo anche in giardino. In fondo con questa musica assordante si sente anche qui” rispose lui sorridendo.
“Tu sei fuori!” rispose semplicemente Amber senza però osare togliere le mani dalle sue.
“Riuscirai mai a fare silenzio?” le domandò, portando le braccia della ragazza a circondare il suo collo.
“Quando dirai qualcosa di sensato, cosa alquanto impossibile, allora smetterò di risponderti” rispose lei.
“Allora facciamo così” disse lui portando le mani ai fianchi di lei, “almeno per questo ballo non insultarmi”
 “Non è colpa mia se la tua faccia mi ispira tante cose brutte. Ed inoltre devi ammettere che ti comporti da idiota la maggior parte delle volte”
“Stiamo davvero discutendo abbracciati?” rise Zayn portandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“Dai però è divertente” rise lei, arrossendo un poco.
“E se per il prossimo ballo dimenticassimo di essere rivali? Solo per questi minuti, poi puoi tornare ad insultarmi”
“E mi riporterai a casa?” “
Certo Amber, prometto” fece in tempo a rispondere Zayn prima che la vecchia canzone finisse per iniziarne una ancora più lenta della precedente.
“Però per questi minuti guiderò io” esclamò il ragazzo spingendo la vita di Amber più vicino al suo corpo. “Guardami ora” le sussurrò poi sollevandole con una mano il viso.
 Ma lei stava evitando apposta lo sguardo di Zayn perché aveva uno strano effetto su di lei: avevano il potere di paralizzarla e di farle dimenticare tutto ciò che la circondava. E infatti, quando entrò in contatto con lui , la casa, il giardino e la musica assordante divennero un semplice ricordo. Le importava solo di loro due insieme, mentre si muovevano all’unisono in quel giardino, l’uno incatenato agli occhi dell’altra.
“Perché deve essere sempre così difficile avere un dialogo con te?” le chiese sospirando.
“Perché siamo diversi Zayn, apparteniamo a due mondi differenti e abbiamo dei limiti totalmente opposti. Ecco perché non riusciamo ad andare d’accordo: analizziamo e viviamo le situazioni in maniera discordante”.
Zayn la guardò più attentamente scorgendo in quel discorso un tono piuttosto amaro. Non era convinto che quella fosse la vera ragione; i loro vissuti e i loro mondi li separavano anni luce, ma non spiegava tutta quell’ostinazione che aveva percepito in quasi tutti i loro incontri. Magari un ruolo centrale era rivestito dal suo comportamento che, anche se piuttosto discutibile, non era diverso da quello di molti altri ragazzi della sua età. E’ vero, gli piaceva divertirsi, uscire con più ragazze contemporaneamente, essere lo scapolo più ambito della città, avere tutto e tutti ai suoi piedi ed essere considerato il ragazzo più bello, senza volersi mai rinnegare a qualcuna limitandosi a una sola fidanzata, ma non era l’unico a pensarla in questo modo. Zayn mostrava il suo essere alla luce del sole, non faceva finta di essere un bravo ragazzo per poi rivelarsi realmente. Lui era sempre stato limpido come l’acqua, e le ragazze potevano benissimo anche non accettarlo. Ma con Amber valeva maggiormente il suo comportamento che il suo aspetto fisico.
“Non stanotte” esclamò alla fine Zayn accarezzandole i lunghi capelli castani.
Era stanco di pensare razionalmente, per un momento voleva solo tenerla fra le braccia e sentire il suo cuore battere all’impazzata per lui. L’aveva invitata a quella festa per vedere come si sarebbe comportata fuori da un contesto scolastico e se realmente non lo sopportava così tanto come era solita affermare.
Amber intanto era arrossita: aveva davanti un altro Zayn Malik, maturo, razionale e inaspettato. Non aveva mai conosciuto quella parte di lui ed era affascinata dalle tante altre sfaccettature che quel ragazzo avrebbe potuto avere. Appoggiò la testa sulla sua spalla e chiuse gli occhi, lasciandosi cullare dalle sue forti braccia. Si sentiva protetta e desiderava che quella canzone non finisse mai, perché avrebbe significato ritornare alla vita di tutti i giorni, ai loro mondi differenti e all’astio che quella loro attrazione comportava.

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Ciao a tutte :) inizio ringraziando coloro che hanno messo la storia tra le preferite, le ricordate e le seguite. Sono molto contenta anche se mi piacerebbe leggere qualche vostra recensione. In questo capitolo il rapporto tra Amber e Zayn diventa sempre più chiaro e loro cercano di crearsi un piccolo momento lontano da tutti, lasciando perdere le differenze che li caratterizzano. Inoltre ho menzionato un personaggio nuovo: la ragazza misteriosa. Ovviamente avrà un ruolo fondamentale nella storia. Chi sarà?...
 

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