Now I'll tell you what I've done for you...

di RaspberryLad
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tributo ai quattro grandi. I quattro chi? ***
Capitolo 2: *** Fase Uno: Operazione Gamma ***
Capitolo 3: *** Operazione Gamma (NXIV) ***
Capitolo 4: *** La disperazione prima o poi porta alla morte: OE (Parte I) ***
Capitolo 5: *** La disperazione prima o poi porta alla morte: OE (Parte II) ***
Capitolo 6: *** Anche i migliori sbagliano (Parte I) ***



Capitolo 1
*** Tributo ai quattro grandi. I quattro chi? ***


Salve a tutti! Lo so cosa state pensando..."per quale ca**o di motivo questo non aggiorna la fic precedente e ne scrive una nuova?" Semplice! Ho troppo da studiare e se scrivo una fic depressa mi butto dalla finestra...mi verrebbe troppo la tentazione. Invece questa fic è un po' diversa (e ciò non vuol dire tutto rose e fiori, scordatevelo)... quanto meno per i personaggi. Perchè sì, ci sono i personaggi dell'Organizzazione, ma non sono i personaggi principali, quanto meno non adesso. L'idea è nata da una foto che stavo photoshoppando (tanto non sei capace NdZexy) (Guarda che stai sbagliando fic, la tua fic è l'altra =_=''' NdMe) (Ops...piccolo errore XD NdZexy)e da una domanda...come fanno i Nobody a scegliere chi saranno i nuovi Nobody? Tutto questo nella prossima puntata...




Calmi sto scherzando XD... inizio a scrivere la storia. Vi presento i protagonisti:
Alessio Antonelli: 16 anni, 3A
Eleonora Martucci: 15 anni, 2B
Valerio Parti :16 anni, 2B (è stato bocciato NdMePerfido)
Giuseppe Stara: 17 anni, 4A

I personaggi (dai nomi molto comuni =_=) sono inventati da me...ed essendo miei ho il totale diritto di parlarne... (Quando fai così sembri egocentrico e te la tiri per le tue idee =_= NdDemy) (Ahò ma che èèè! Ma te e quell'altro me dovete rompere i cosiddetti a turno? NdMe) (Bè nell'altra mi hai eliminato, cosa vuoi? NdDemy) (Ma che ho fatto di male per meritarmi questo? *sbatte la testa contro il muro* NdMe). Detto ciò, buona lettura a tutti:D

Tributo ai quattro grandi. I quattro chi?!
Il Metallaro, L'Angelico, il Mod e la Dark

Un liceo della Capitale. Totale silenzio.

Fino a che... DRIIIIIIIN!
Campanella suonata. Ancora mezzo minuto di quiete completa. Un leggero vento autunnale smuove le foglie dal marciapiede. E poi...
IL DELIRIO!
Una folla di oltre 1000 studenti inizia a uscire dalla porta d'ingresso della scuola, ininterrottamente. Se qualcuno dovesse cercare una persona tra le altre, sarebbe impossibile. Infatti le persone in quella scuola sono tutte uguali. Tutti i maschi coi capelli castani. Tutti coi jeans a vita bassa. Tutti colle mutande D&G. Tutti con magliette molto truzze, rosa naturalmente. Questo è il tipico maschio del liceo scientifico "Eugenio Pacioli". Le femmine tutte bionde. Se non sono bionde sono delle cozze. Stivali da mignotta per tutte. Mini perizoma leopardato sotto a gonne la cui lunghezza è paragonabile allo spessore di un sopracciglio. Magliette rosa, o meglio top rosa, con scollatura più estesa possibile. Trucco pesantissimo: due chili di fondotinta, matita per coprire le occhiaie dovute allo svegliarsi un ora e mezza prima per potersi truccare e rossetto rosso che solitamente viene usato di solito la notte sulla Colombo. Però se devi cercare uno dei quattro non ci metti niente. I quattro chi?! Gli unici quattro che hanno un briciolo di stile in più rispetto agli altri in quella scuola. Incutono timore. Se rivolgono la parola a qualcuno, quel qualcuno sviene dall'emozione. Eppure chi li conosce lo può dire che sono persone normalissime, e molto solari. Ma in quella scuola vengono trattati come dei. La gente a volte può essere parecchio idiota... Il primo di questi quattro ragazzi è Alessio. Fan di Laura Pausini, amante della musica metal, (E vabbè non c'entrano niente ma che ve posso fare? NdMe) intelligente e brillante, maniaco dello shopping,nonchè genio a scuola. Un ragazzo che potrebbe piacere alle persone tutto sommato, se non fosse per i suoi difetti: è parecchio schivo con chi non conosce, si affeziona però facilmente alle persone a cui tiene ed è parecchio testardo. Ma attenzione: guai a chiamarlo testardo, se non vuoi cercare morte psicologica certa. Lui non si definisce testardo, bensì determinato, dato che secondo lui la testardaggine è un difetto, mentre la determinazione un pregio. Tende molto spesso a vestirsi di viola e nero, a mettere parecchia matita nera e ad andare in giro con le borchie. In più porta i capelli neri coi riflessi blu, nonchè un lungo ciuffo. Potremmo definirlo un incrocio tra un emo e un metallaro. Il secondo ragazzo è Valerio. Famoso in tutta la scuola per il suo viso angelico e il carattere diabolico. Si veste sempre con colori molto chiari, colla prelidizione del celeste e del bianco. Persino i suoi jeans sono bianchi! In più, con i capelli biondi e gli occhi azzurri, sembra davvero un angelo. Ma lo sembra solo a una distanza non inferiore ai due metri. Infatti, i ragazzi non si avvicinano perchè lo trovano eccessivamente eccentrico, mentre le ragazze restano traumatizzate a vita, osando avvicinarsi. Infatti, Valerio è oggettivamente un ragazzo molto bello e uno dei più bramati dall'intera scuola. Purtroppo ha un enorme difetto, che poi secondo i suoi amici è un grande pregio: odia tutte le ragazzine oche di etnia truzza. TUTTE! Non ne risparmia una! Ogni volta che si avvicina una ragazza la caccia via coprendola d'insulti. E' anche vero che le ragazze in questione, essendo parecchio stupide, se la vanno a cercare. Infatti il dolce e candido Valerio è bisessuale, e anche tendente maggiormente ai ragazzi. La domanda che si fa tutti i giorni il nostro povero Valerio è: "Ma se sanno che mi piacciono i ragazzi, per quale cazzo di motivo mi devono assillare in questa maniera indecente?". Tanto più che la sua vita sentimentale è parecchio vociferata in tutta scuola, pensando che anche il suo migliore amico(Ovvero ME! *_* NdAlessio *Non Si Tratta Dell'Autore*) è omosessuale dichiarato. In molti pensano che tra i due ci sia qualcosa, ma nessuno dei due ha mai affermato l'esistenza di una storia.
Poi c'è Giuseppe. Giuseppe è un ragazzo con uno stile molto mod e che ascolta molto rock. (La descrizione del modo di vestire di Giuseppe è parecchio approssimativa, dato che mi baso su quello che dicono le mie compagne di classe NdA) Indossa molto spesso una camicia di vari colori con sopra un maglietta o un maglioncino, con un immancabile borsa a tracolla con sopra spillette varie di natura mod. Caratterialmente è una persona molto simpatica, aperta mentalmente ed è un po' la mamma del gruppo, dato che Alessio e Valerio si divertono a fare gli idioti e a dare spettacolo. E poi naturalmente c'è Eleonora. Secondo voi, una ragazza che praticamente convive con tre maschi può essere dolce e angelica? Sicuramente no. Ha dei lunghi capelli castani e si veste soprattutto di nero, e anche lei convive con le borchie. Il trucco che usa è solitamente scuro e il suo modo di vestire è tale soprattutto per tenere lontano le ragazzine idiote. E se non bastasse ciò per farlo capire...basta pensare che è un amante dei film di azione e di quelli di arti marziali, ed è violenta come pochi. Anche se è una donna, è lei che fa capire a tutti che non si possono permettere di trattare male Alessio o Valerio solo perchè con gusti sessuali differenti. E' rimasta nella storia una litigata epocale tra lei e una certa Daniela Fanti del 5C. La ragazza di cui sopra aveva insultato i suoi due amici, e per altro l'aveva chiamata zecca di merda. Troppo per non perdere la pazienza, anche per una persona assai ponderata. Senza particolareggiare la rissa, si può solo dire che Daniela ne ha prese parecchie e inoltre si è ritrovata con un occhio nero. Alessio e Valerio continuano a prenderla in giro per questo motivo, perchè "Ci sarebbe stato molto più gusto a vedere due donne che si ammazzavano di botte!", sottolineando gli atteggiamenti aggressivi dell'amica. Dopodiche la ragazza mette regolarmente il broncio per sembrare offesa e Alessio la va a baciare. Sì, perchè conoscendosi da una vita, queste effusioni le considerano quasi normali. Infatti, l'unica ragazza mai baciata da Alessio, in quanto omosessuale, è proprio la sua amica del cuore. Comunque, quel pomeriggio i quattro ragazzi (tre ragazzi e una ragazza pardon NdEle) si erano messi d'accordo per andare prima a mangiare fuori e poi per fare un giro al laghetto e studiare, cioè non fare assolutamente nulla. Pessima idea. Come ogni santo giorno nella loro dannata scuola, tutti si giravano a guardarli. Alessio, in particolare, sembrava parecchio infastidito da questa situazione, tanto che dopo venti minuti di occhi fissi puntati su di lui e sui suoi amici chiese, urlando, cosa cazzo c'era da guardare. Sentendo la voce tuonare, tutti si girarono di scatto e ripresero a mangiare. Tutti tranne uno, che seduto al tavolo accanto continuava a osservare Alessio con grande interesse. Quest'ultimo non se ne rese conto. Dopo aver mangiato, si sedettero sul prato del laghetto nel loro solito posto. Era un posto quasi sacro. Si ricorda ancora l'ultima volta che un gruppo di truzzi aveva occupato la loro zona. Diciamo solo che due hanno perso la loro voce "cavernosa" (per quanto un truzzo possa avere una voce CAVERNOSA! NdMe), per dar posto a una vocina molto più flebile. Anche se si erano spostati all'aperto, gli sguardi continuavano a essere calamitati su di loro. Anzi, la situazione era peggiorata dall'arrivo di una mandria degli esseri più petulanti della Terra. Le fangirl yaoi! Una persecuzione. Due poveri ragazzi con tendenze bisex o omo non potevano andare in giro senza essere inseguiti da queste strane bestie (Si scoprì che l'autore e molti altri iscritti a questo sito erano in mezzo alle altre fangirl xD NdA). Valerio e Alessio si guardavano negli occhi intanto, chiedendosi se farle contente in modo che poi li avrebbero lasciati in pace e MAGARI sarebbero svenute tutte, oppure se ignorarle. Alessio, stanco dopo aver sbroccato a pranzo, mise su gli occhi dolci, per convincere il suo amichetto a farsi baciare per far allontanare quelle matte assatanate. Valerio fece il sostenuto, ma poi cedette e baciò il suo amico. Con la lingua. Questo rituale che si scambiavano era quasi di norma, e diciamolo: essendo amici, nei loro momenti di vuoto si divertivano anche assieme. Erano entrambi vergini dietro, dato che pensavano che quello sarebbe stato un onore riservato solo a una persona davvero speciale, ma diciamo che nel ruolo di attivi si erano divertiti con altri ragazzi parecchio...e tra di loro...bè non si può raccontare. Fatto sta che i due si baciarono, e le fangirl urlarono e scapparono eccitate. Probabilmente una o due rimasero svenute per terra. Nascosto dietro ad un albero, lo stesso ragazzo che stava scrutando Alessio precedentemente, continuava a osservarlo, assai compiaciuto. Valerio stava sovrappensiero, pensando alle dolci labbra di Alessio e a come baciarle nuovamente. Si ricordò della cioccolata calda che aveva bevuto prima quindi...
-Ale, sai che hai della cioccolata sulle labbra?
-Ma davvero? Aspetta che la lecco via...
-Eh? No ragazzo. La cioccolata me la prendo io
Molto maliziosamente, Alessio si passa la lingua sulle labbra, e l'amico ne approfitta per baciarlo. Giuseppe li guarda, dicendo che bambini che abbiamo qua, sottolineando particolarmente il BAMBINI.
-Peppe stai zitto che sei capace solo a rosicare.
-Io non ho bisogno di soddisfare i miei bisogni sessuali davanti a tutti e sempre.
-Ma infatti chi li sta soddisfando? Io volevo solo la cioccolata!
-Bravo Valerio eh! *mette su una faccia depressa*
-Dai Ale! Lo sai che io ti voglio bene come se fossi il mio fratellino!
-Sei un buffone! Hai un mese più di me, non puoi chiamarmi fratellino. Ora dovrai fare qualcosa di enorme per farti perdonare.
-Un altro bacio basta?
-No, voglio anche delle coccole.
-Ma no Ale dai! Quelle cose le facciamo solo a casa.
-Ok dai...ti ho perdonato senza bacio *risata perfida*
-Sei un infameee...io ti volevo baciare *mette su faccia da cane bastonato*
-A parte che con le vostre urla superate il volume della canzone che sto ascoltando, le vostre smancerie ve le fate a casa.
Eleonora ricordava ancora quando aveva trovato i suoi due amici in intimità. Diciamo che Valerio non era molto vestito, e stavano amoreggiando sul letto. Il solo pensiero della faccia di Valerio quando era entrata la faceva ridere. A distanza di un anno.
-Ele, non pensare ancora a quella volta! Ti si legge in faccia che stai per sbottare a ridere!
-Ma no dai, cosa dici? Io non rido mai.
-Infatti te stanno venendo le lacrime agli occhi!
Dopo poco, come aveva previsto Valerio, Eleonora scoppia a ridere.
-Mi pareva strano. Dovevo dire tre bambini!
-Ma quanto sei gentile! E comunque se mi devi dare della bimba almeno mettimi al femminile!
-Si va bene! Pardon, dovevo dire due bambini e una bambina! (Cosa ho fatto di male a meritarmi amici così?=_= NdPeppe)
-Ecco bravo! Hai capito che bisogna distinguere che sono una femmina. Anche se alle volte anche QUALCUN altro si comporta da femmina.
-Non cogliamo la sottile provocazione. Vero Vale?
-Giustissimo

Intanto, la figura che stava osservando Alessio era scomparso, e si era recato nuovamente nella sua "casa", anche se lui non amava definirla casa. Andò quindi nella sala principale, dove lo stava aspettando il Superiore.
-Ne ho trovato uno, se non tutti e quattro.
-Bene, verrai ricompensato per il tuo aiuto.
"Si vabbè... ricompensato per modo di dire" pensò il ragazzo
-Ora, torna nella città per scoprire chi è il più vulnerabile e chi è il più facile da attaccare.
-Subito, o Superiore.

Note dell'Autore!
Salve a tutti! Eccomi ritornato nello spazio migliore del web...quello dei miei commenti a fine capitolo! (il Superiore mi sta prendendo in giro lo prevedo Nd****). Credo si capisca chi siano il superiore e l'altro ragazzo e che cosa stanno pensando, ma può essere che i loro pensieri possono essere un po' più difficili da capire. Sono contento di come ho scritto questo primo capitolo, mi piace molto di più del quarto capitolo di "Chissà dove t'addormenterai stasera", che è molto confusionario. Invece qua credo di aver descritto abbastanza bene i personaggi e soprattutto credo che il risultato sarà migliore dell'altra fic. Bè, si dice che sbagliando si impara xD. Inoltre non sono caduto nella trappola dei flashback questa volta!
Comunque commentate in tanti che i vostri commenti mi sostengono. See you soon!
Specifico: la canzone che si sta sentendo Eleonora quando rimprovera Alessio e Valerio (Sì, quando quella CATTIVONA ci tratta male NdAle e Vale) è  Hit The Floor de Bullet for My Valentine, canzone che vi consiglio di ascoltare! Bye!

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Capitolo 2
*** Fase Uno: Operazione Gamma ***


Salve a tutti! Eccomi ritornato per il secondo capitolo! Sta storia mi sta prendendo tantissimo, e mi sto anche DEPRIMENDO perchè qua nessuno commenta! :| Mi auguro che presto qualcuno abbia la brillante idea di RECENSIRE! (E dire che la sezione di Kingdom Hearts è piena di lettori =_= NdMe)(Si, ma questo perchè non ci sta la mitica Organizzazione XIII! Muahahah NdXemnas) (Bene, almenio qua me sò liberato di quei due permalosi di Demyx e Zexion NdMe) (SOPRESAAAAA! NdZexyEDemy) (NOOOOOOOO! *prende la valigia e fugge in australia con la sua fic* NdMe)
Vi auguro una buona lettura e RECENSITE. Non mi pare un attività così difficile. (Soprattutto fatelo per NOI! PER PIACERE! NdAleValeElePeppe)
P.S: Per Lucifero_91: Massi io sono una fangirl...non lo sapevi? *risata malefica*. Io non sono un emo, e Zexy resta sempre al suo posto. Non ti confondere, le sue travagliate storie sentimentali stanno sull'altra fic xD

Fase uno: Operazione Gamma

Detto questo, Alessio, Valerio, Eleonora e Giuseppe erano andati a casa di Eleonora che era vuota come sempre, dato che i suoi genitori viaggiavano molto per lavoro. E proprio per questo fatto era diventato un po' il luogo di ritrovo per i tre ragazzi e la ragazza (Bravo hai imparato! NdEle). Una sorta di bunker dove non potevano essere spiati. O almeno lo pensavano. Infatti, fuori dal balcone della camera di Eleonora, un ragazzo dai capelli in parte blu e in parte argentati con un lungo ciuffo. Stava ascoltando le voci dei ragazzi che parlavano del più e del meno.
-Allora ragazzi, domani come facciamo? Dovevamo vederci perchè mi serviva una mano con arte.
-Vale, te lo sai che domani siamo tutti impegnati. Io ho il coro per affinare ulteriormente la mia voce...
-Si certo, per usarla come arma di tortura.
-Idiota! *Gli tira uno schiaffo, anche se piano* Comunque dicevo, io ho il coro, Peppe va a far servizio dai Vigili del Fuoco e Eleonora ha scout. E nessuno può mancare questa volta.
-Si infatti. Se Marco mi trova un altra volta assente da scout è la volta buona che mi ammazza!
-E come faccio?
-Bè metti su il tuo bellissimo visino angelico. Tanto sappiamo tutti quanti che la professoressa Palazzi ha un debole per te. Ti troverà un gran figo anche a te!
-Sappiate che vi odio! E comunque io non mi metto ai servizi de quella. E se vuole fare il sadomaso su di me? Ho PAURA!
-Ma sti pensieri assurdi? Te li suggerisce qualcuno vero?
-Ele sei di una simpatia unica.
-Grazie ne sono consapevolissima... GIUSEPPE COSA CAZZO STAI COMBINANDO?
-Ele sai che ha le manie di essere un piccolo piromane!
-Si ma non può fare il piccolo piromane dentro casa mia e bruciare le mie povere tende.
-Bè cara, c'è anche da dire che le tue tende con le bambole sono orrende!
-Si Ale, ma me le hanno regalate per il mio compleanno!
-Si quando hai fatto 5 anni!
-E' sempre un regalo di compleanno!
-Ho capito che non si può discutere sulle tue tende.
-Ecco, e poi Peppe spiegame na cosa. Se fai il piccolo piromane perchè dovresti andare a fare servizio dai pompieri?
-Ma Ele! Sappiamo benissimo che Peppe lo fa per sentirsi utile e perchè nel suo cuore è un eroe e non vuole che qualcuno muoia in un incendio in particolare.
-Pure quello è vero...
Il ragazzo dai capelli grigio-blu capì che aveva sentito abbastanza. Sparì nuovamente come era scomparso la prima volta, e come la prima volta si ritrovò nella sua "casa".

Il Castello Dell'Oblio.

Nella sua stanza, il Superiore stava sorseggiando una tazza di tè, in attesa di notizie da parte del Numero VI. Dopo la scoperta che aveva fatto nel mondo degli umani, lo aveva prima incaricato di trovare quattro umani che rispondessero ad alcune caratteristiche che gli aveva detto, e poi di spiarli per trovare il punto debole di ciascuno. Sperava che li trovasse in un tempo piuttosto breve, perchè era convinto che la guerra finale contro Sora sarebbe iniziata molto presto e aveva bisogno sia di nuovi membri sia di nuovi poteri. Mentre era immerso in questi pensieri, il Numero VI, Zexion, si presentò nella stanza del Superiore.
-Xemnas, ho delle novità.
-Hai trovato il punto debole di questo ragazzo di cui mi hai parlato?
-No, il suo non ancora. Ma lo ho trovato di un suo amico che segue i criteri che mi hai detto.
-Ho fatto bene a fidarmi di te Zexion. Sei così minuzioso...e il tuo essere così precisino ti rende anche incredibilmente sexy...
-Guarda Xemnas. Si sta avvicinando Saix, e non credo che sarebbe contento di sentire queste cose.
-Va bene. Comunque, lasciami il tuo rapporto su quello che hai scoperto su questo ragazzo. Ti manderò a richiamare più tardi.
...Più tardi. Sì certo, perchè in quel luogo si riusciva a definire un unità di tempo. Nella loro inutile esistenza di Nessuno, neanche potevano scandire il tempo, dato che vivevano nella notte eterna. Quando era stato nel mondo degli umani, e quando aveva visto quei quattro ragazzi, aveva provato molta...invidia, gelosia. Vivevano in un mondo dove almeno avevano la luce solare, avevano degli amici, potevano amare e provare emozioni... cosa che lui non poteva provare. E come lui, neanche gli altri Nessuno. Sarebbe davvero riuscito Xemnas a trovare un cuore per tutti loro? Zexion decise quindi di tornare nella sua camera e di prendere la sua amica lametta, tanto non poteva più provare dolore nel tagliarsi...

- Ragazzi volete un tè?
-Si Peppe, grazie mille.
Alessio si continuava a domandare come avrebbero potuto vivere senza Peppe, che gli faceva da mamma a tutti e tre. Si ricordava quando aveva conosciuto Peppe, una delle varie volte che i genitori lo avevano picchiato e cacciato di casa. A soli 7 anni.
Era solo, sotto la pioggia, senza un ombrello, seduto su una panchina. Voleva piangere, ma ormai già da due anni aveva smesso di piangere per le percosse subite dai genitori. Chiamiamola forza dell'abitudine. Fatto sta che gli si avvicinò un bambino di 8 anni sotto un ombrellino azzurro. Sì, a distanza di anni ricordava addirittura il colore dell'ombrello! Il bambino gli chiese se voleva venire sotto il suo ombrello. Alessio non rispondeva, quindi Giuseppe decise di sedersi vicino a lui coprendolo con l'ombrello. Fu così che iniziò la loro amicizia..
-Ecco il vostro tè! Alessio, ovviamente per te c'è il tè Earl Grey al limone.
-Ti adoro Peppe! Come farei senza di te che mi vizi!
-Impareresti a sgobbare un po', povero cucciolo!
-Valerio, vaffanculo!
Alessio si riabbuiò per la battuta di Valerio. Sapeva benissimo che in passato si era fatto un culo così (chiedo scusa per il termine, ma c'è un perchè NdMe)per poter continuare a sopravvivere.
-Ale...scusami non ci avevo pensato...
-...
-Perdonami per piacere...mi sto sentendo in colpa...
Valerio, realmente pentito per il suo comportamento, si sedette accanto a lui, poggiò le tazzine di entrambi, prese Alessio in braccio, mettendogli la testa nell'incavo tra il suo collo e la sua spalla.
-Fratellino mio, mi dispiace davvero troppo..
-Dai non ti preoccupare così tanto. Ci sono abituato, anche se non a sentirlo da te. E mi sono accorto che non l'hai fatto apposta, sei un libro aperto per me fratellone...
Detto questo, stampò a Valerio un candido bacio sulla guancia. Ma nonostante ciò, dopo aver posato nuovamente la testa sulla spalla del suo amico, iniziò a piangere lacrime amare. Le stesse lacrime bagnavano il collo di Valerio e la sua maglietta bianca come le nuvole. Proprio come le nuvole. Eleonora e Giuseppe guardavano da lontano, osservando quanto potesse essere dolce quella scena. Ormai si stava facendo sera, e nessuno dei due accennava a smettere di piangere. Infatti anche Valerio aveva iniziato a piangere. Giuseppe si indirizzò in cucina per iniziare a preparare la cena per tutti e quattro. Le sue ottime crepes. Eleonora decise di non rimanere lì sola, sentendosi di troppo, ed andò ad aiutare Giuseppe.  Lì, iniziarono a parlare del più e del meno...
-Io ero completamente convinta che fosse riuscito a superare quel trauma. Sono passati così tanti anni...
-Una cosa del genere non si può dimenticare così. E' un ragazzo forte, generoso, ma tutti i fatti che si sono avvicendati in passato hanno seriamente compromesso la sua dignità... Poverino, mi sentirei male anch'io...e non ci poteva neanche avvisare, che era estate ed eravamo tutti in vacanza!
-Lo so. Quando me lo sono ritrovato due settimane dopo sotto casa in quelle condizioni, mi sono pentita di essere partita.
-Ci siamo pentiti tutti Ele. Perchè secondo te da allora vive a casa di Valerio? Ed esce solo assieme a lui da casa? Perchè ha paura di essere lasciato da solo? Mi dispiace davvero tanto per lui...
Intanto, nell'altra stanza, Valerio e Alessio non accennavano a una fine del loro pianto.
-Cucciolo dai, calmati per piacere che mi fai star male anche a me...smetti di piangere ti prego, ti voglio davvero bene e sai che io ti vedo giù piango con te. Calmati Ale per piacere...
-Vale, ti prego, giurami che non mi abbandonerai mai... se non ci fossero Eleonora e Peppe starei davvero malissimo, ma se mi abbandonassi te morirei. Ti prego Vale, giuramelo.
-Si fratellino, te lo giuro. Ma ora non piangere più per piacere.
-Va bene...
Alessio si asciugò le lacrime per dimostrare che non stava più piangendo.
-Fratellino, ti voglio bene quanto la mia vita. Non credere MAI che io ti abbandonerò senza motivo, e neanche con un motivo! Ci sarò sempre, e se Dio vuole, anche dopo che saremo morti.
Gli posò un leggerissimo bacio sulle labbra. Al sapore di sale.

Nello stesso momento, per quanto nel Mondo Che Non Esiste tutti i momenti sono uguali, Xemnas stava finendo di leggere il rapporto redatto da Zexion. Stava pensando che finalmente sarebbero riusciti ad ottenere i cuori che gli occorrevano, secondo lo studio che aveva affrontato lui stesso nella Biblioteca e del quale non era stato reso partecipe nessuno.
Solo, in parte, Zexion. Lui sì che era un Nessuno fidato con il suo comportamento minuzioso e preciso, e oltretutto era anche ligio alle regole. Ma Xemnas sapeva che questa missione non la poteva affidare a lui. Sentendo Saix che si avvicinava con il suo solito passo felpato, lo fece entrare e gli chiese di andare a chiamare Zexion e Axel.
Quando Saix bussò alla porta della camera del Numero VI, Zexion si stava disinfettando le ferite che si era fatto tagliandosi. Sentendo arrivare Saix in anticipo, grazie al suo olfatto, Zexion ebbe tutto il tempo di coprirsi le ferite, mettersi il cappotto dell'Organizzazione e aspettare l'arrivo di Saix.
-Xemnas ti aspetta.
-Vado subito dal Superiore.
Zexion si diresse così nella stanza di Xemnas, e rimase alquanto perplesso di ritrovare nella stessa stanza anche il numero VIII, Axel. Detestava Axel con tutto il cuore. Il suo comportamento non lo ispirava affatto e soprattutto lo rendeva indisponente. Era seccato dal pensiero di dover affrontare la missione assieme ad un tale arrogante. Xemnas iniziò a parlare, smuovendolo dai suoi pensieri.
-Zexion, ho letto tutto il tuo rapporto e devo farti i miei complimenti. E' davvero dettagliato e molto utile per la nostra missione.
-Troppo gentile Superiore.
"Si, e allora cosa ci fa quest'arrogante qua se ho fatto un buon lavoro?"
-Però ho deciso proprio sulla base di questo rapporto di non mandare te in missione, bensì Axel.
Sostituito da Axel? Era una cosa a dir poco sconvolgente. Come poteva Zexion essere sostituito da un ragazzo inferiore come grado e arrogante?
-Grazie Superiore, vedrà che non la deluderò.
-Si Axel. Il fatto è che devi aspettare domani pomeriggio per agire. Zexion intanto continuerà a controllare il ragazzo. Questo ragazzo lo riconoscerai subito, perchè Zexion te lo mostrerà. Per il resto, leggi le istruzioni per la missione. Tienile.
-Va bene Superiore. Me ne vado allora.
-Sì, grazie Axel.
Dopo l'uscita di Axel, Zexion riprese a parlare.
-Perchè non ti sei fidato a lasciare a me la missione?
-Zexion, te in questo momento mi servi per tenere sotto controllo i quattro ragazzi. Sei troppo prezioso per rischiare in una missione del genere. E poi fidati, ho bisogno di te e Demyx dopo.
-Il Numero IX?
-Si, lui. Infatti domani devi portartelo dietro, che deve studiare con te i quattro ragazzi.
-Va bene Xemnas, lo farò.
-Con quest'aria da secchioncello sei più sexy del solito sai?
-Si, ma io torno nel mondo degli umani per sorvegliare il ragazzo e acquisire nuove informazioni.
-Va bene, ma sappi che sono dispiaciuto che tu debba andare
-Si lo so. Tornerò presto.
-Va bene.
In realtà non vuole tornare presto. Vuole stare più lontano possibile da quel pervertito, e vuole vedere la gioia degli umani, che ha perso e che vorrebbe riavere...

A casa di Giuseppe

-Ale, Vale! E' pronta la cena!
Nessuna risposta.
-Ele, fai piano e vai a vedere che stanno facendo.
Eleonora aprì la porta per vedere cosa stava succedendo. Vide Alessio addormentato, con il pollice in bocca, sul grembo di Valerio, che lo osservava con un'aria da mamma.
-E dicono a me che sembro un angelo! Non ti hanno mai visto a te, fratellino mio.
Dopodichè vide Eleonora, che gli disse che la cena era pronta, quindi svegliarono Alessio e andarono tutti a cenare.
Giuseppe aveva cucinato la pasta al sugo con il tonno (Che è anche una delle mie specialità NdMe), sapendo che Eleonora e Valerio la apprezzavano tanto.
-Ohi, ma sono già le nove! Volete tornare a casa o restate a dormire da me?
In casa di Eleonora c'erano tre letti. Uno matrimoniale nella camera dei genitori, e due nella camera accanto, quello suo e quello di un'eventuale amica. Anche se in tanti anni non c'aveva mai dormito una ragazza su quel letto.
-Bè dipende se mia madre dice che io e Ale possiamo restare.
-Chiamala allora!
Valerio prese il telefono e chiamò a casa sua.
Tuuu...Tuuu...
-Pronto?
-Ciao mamma, sono Valerio!
-Ciao tesoro! Che succede?
-Dato che è tardi, posso rimanere a dormire a casa di Eleonora.
-Ci sta anche Alessio?
-Ovviamente, non lo lascio da solo!
-Va bene, potete restare. Ci vediamo domani pomeriggio allora.
-Va bene mamma. Grazie mille!
-Di nulla! Buona serata.
-Anche a te. Ciao ciao!
Dopo aver attaccato il telefono, e dopo aver annunciato che potevano restare, decisero tutti e quattro di divertirsi almeno per un po'. Decise allora di tirare fuori il Twister, davanti agli sguardi shockati di Alessio e Valerio. Eleonora soffocò una risata. Ricordava, e molto sadicamente lo ricordava anche ai suoi due amici, che l'ultima volta che avevano giocato a Twister, Alessio si era ritrovato i gioielli di famiglia di Valerio, che fortunatamente era vestito, davanti alla sua faccia! La cosa grave era che nessuno dei due voleva perdere, quindi si ritrovarono in questa posizione equivoca per 2-3 minuti, sotto gli sguardi divertiti e, perchè no, eccitati dei presenti. Anche loro amavano lo yaoi a quanto pare. Il particolare che però ricordava meglio e soprattutto con più piacere, proprio da vera SADICA, era il rossore sulle guance per tutta la sera, con la difficoltà di guardarsi negli occhi.
-E dai ragazzi! E' passato un anno e mezzo, non è possibile che abbiate ancora PAURA di giocare a Twister!
-Non abbiamo paura, semplicemente non abbiamo voglia!
-E dai. Ammettete di avere paura e basta.
-Non abbiamo paura!
-Dimostratemelo!
-A me fa male un ginocchio, non reggo più di tanto.
-Ok Ale ci sto. Allora giochiamo a poker.
Alessio iniziava a capire a che gioco stava giocando Eleonora. Voleva vederli NUDI E IMBARAZZATI! Solo che non si poteva tirare indietro dal poker, era un gioco che adorava.
-Ci sto.
-Peppe, Vale? Voi giocate.
-Io gioco sicuramente. E voglio fare il mazziere!
-Ok Peppe! Io gioco comunque, giusto per il gusto di giocare.
Santa Madonna! Valerio non aveva capito a che gioco in realtà volesse giocare. Eleonora se ne era accorta e capì che il gioco era fatto.
-Bene, allora Peppe, dai le carte.
-Ah! Alessio, Valerio, ricordate le regole dello strip poker?
-Ovvio!
Valerio si accorse che si era fatto fregare una volta per tutte.

Non sapevano se le carte fossero state truccate da Eleonora e Peppe, o se fosse stata solo sfortuna, ma in 5 mani erano rimasti sia Alessio che Valerio in mutande, Eleonora era rimasta senza scarpe e senza maglietta, Peppe solo senza maglietta. Alessio e Valerio decisero di andare in bagno prima della sesta mano.
-Vale, Eleonora ci ha incastrato. Ci vuole vedere imbarazzati! E' proprio sadica quella ragazza.
-Bè Ale, ci sarebbe un modo per non rimanere imbarazzati e lasciare entrambi sotto shock.
-Spara!
-Bè...
Dopo aver sentito l'idea malefica dell'amico, Alessio decise di giocare l'ultima mano assieme a Valerio. Naturalmente, entrambi la persero, e rimasero entrambi nudi.
-Vale...sei così eccitante sai?
-Davvero Ale?
Alessio si chinò sul capezzolo di Valerio, presumibilmente per morderlo, ma prese dei cuscini per tirarli addosso a Peppe e a Eleonora, che non si aspettavano questo scherzo, prendendoli direttamente in faccia. Alessio e Valerio riuscirono quindi a rivestirsi.
-Volevate fregarci? E invece abbiamo fregato voi stavolta!
-Va bene Ale, lo ammetto, stavolta mi hai stupita. Non mi aspettavo questa risposta!
-Daje Valeeeee! *Si battono il cinque*
-Dopodichè, io andrei a nanna che è tardi! E ci dovremmo andare tutti quanti.
-Va bene!
-Peppe, te ti fidi a lasciare Ale e Vale in camera insieme?
Per risposta, ricevette due cuscinate dai due ragazzi.
-Dai stavo scherzando! Buonanotte a tutti e due.
-Notte Peppe, notte Ele.

Da fuori la finestra, Zexion continuava a osservare lo strano comportamento dei quattro ragazzi. Li vedeva divertirsi... una cosa che lui non faceva da molto tempo. Aveva solo frammenti di ricordi, nei quali si divertiva con i suoi amici. Forse era per questo che Xemnas aveva affidato la missione a lui. Perchè lui aveva ancora dei ricordi. Sembrava quasi... dispiacersi per la fine che gli stava imponendo. Sapeva che la sua scelta lo avrebbe tormentato a vita.

-Avremo fatto bene a lasciarli in stanza da soli? Non vorrei ritrovarmi il letto dei miei sfasciato o con le coperte da cambiare perchè si sono sfogati lì sopra!
-Non sono due bambini Ele. Sono sicuro che si baceranno e si faranno un po' di coccole. Hanno la concezione del proprio e di quello che appartiene agli altri. Soprattutto Alessio.
-Lo spero.

Nell'altra stanza...

-Fratellone, come dormiamo? In mutande?
-Ovvio! Lo facciamo tutte le notti che stiamo a casa!
-Si lo so. Ma questa non è casa nostra.
-Infatti dormiremo semplicemente vicini. Anche se avessi voglia, non lo farei sicuramente qua.
-Ok...però un bacino prima di dormire fratellone?
-Sicuro... *Lo bacia sulla guancia e si fa baciare sulla guancia*
-Buonanotte fratellone!
-Buonanotte fratellino! *Spegne la luce* Ah, sappi che quando dormi sembri un angelo..
-Non farmi arrossire dai!
-Buonanotte...

Zexion, dopo aver visto che tutti erano andati a dormire, tornò nel Mondo Che Non Esiste, per riposare un po' prima della missione. Che sarebbe stata portata a termine Axel. Pensava di essere scarsamente considerato. (In realtà volevo scrivere "Si sentiva scarsamente considerato", ma poi ho pensato che non poteva sentirselo, non provando sensazioni NdMe)

*** Il giorno dopo...***

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Note dell'Autore:
Salve a tutti cari lettori/lettrici! Rieccoci qua alla fine di questo capitolo! Incredibilmente, in queste vacanze di Pasqua ho scritto come un matto, ma la cosa tragica è che per la prima volta ho dovuto dividere il capitolo. Stavo solo a metà! Mi sono perso nel descrivere le varie situazioni dei ragazzi e a dargli una reale caratterizzazione. Cosa che, devo dire, mi è riuscita anche abbastanza bene. Poi ho la sensazione di aver presentato Zexion abbastanza IC (ed è tutto dire, non avendo mai giocato al gioco) e mi pare più "bello e dannato" xD. Sì, so di essere matto. Un'altra cosa divertente è l'aver scritto "la sua amica lametta", non perchè faccia ridere, ma perchè l'ho scritto in contemporanea su entrambe le fic e me ne sono accorto solo dopo averle rilette xD. Capita xD. La cosa peggiore è che ho dovuto modificare il titolo per non anticipare nulla...e la cosa che mi deprime era che volevo scrivere di due giornate (e quindi far accadere gli eventi il dopodomani), ma ho dovuto accorciarlo, che sennò mi veniva troppo lungo...e mi sa che ho anche causato un paradosso, ma spero di no, altrimenti aggiusterò la fic. Lemon e yaoi per ora non se ne vede, ma in futuro non si sa muahahah xD. Alla prossima cari lettori/lettrici!
P.S: L'aggiornamento probabilmente sarà abbastanza veloce (credo meno di un mese) perchè il capitolo lo ho già nella mente. Il problema potrebbe saltare fuori con i miei vari progetti, una one shot su KH, una su Death Note e soprattutto, il problema è con l'altra fic, Chissà dove t'addormenterai stasera, perchè sto in un momento di stallo e appena avrò l'ispirazione lascerò tutto il resto. See you soon!

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Capitolo 3
*** Operazione Gamma (NXIV) ***


Haloaaaaa! In attesa del caldo vi saluto così o giovani lettori e lettrici. Mi sono messo subito a scrivere questo capitolo subito dopo aver pubblicato l'altro...voglio accorciare i tempi di aggiornamento delle mie fic. (E lo fai perchè sennò tutti hanno paura che mi stupra Xemnas ç___ç NdZexy) (Nuuuuuuu! Piuttosto ti faccio diventare a te il capo dell'Organizzazione XIII NdMe) (*risata malefica* NdZexy) Detto ciò, vi aspetta la seconda parte del capitolo. Ma prima, spazio alle risposte per le recensioni!
Per Isuzu: Oh grazie carissima. Questo studio si svilupperà...pressocchè adesso xD... Zexy ha deciso di mandarti un bacio dato che tutte le odiano e te lo difendi (Lo faccio anche ioooo NdMe) (Si, ma se ti bacio si crea dello yaoi xD NdZexy) (*chiama un chirurgo plastico* NdMe).
Per otsuru: Che bello sei venuta a commentare anche quaaa! Sì, forse sono i personaggi originali il problema delle recensioni in minimo numero xD. Sono contenta che ti piaccia e ho deciso che picchierò Xemnas assieme a te! Ora leggerai il seguito :P
Ora, buona lettura a tutti!

Fase Uno: Operazione Gamma (NXIV)

***Il giorno dopo...***

Cosa c'è di peggio di una sveglia che suona? QUATTRO sveglie che suonano contemporaneamente.
-Spegnete quelle cazzo di svegliee!
Valerio, ancora in fase rem, strabuzza gli occhi e cerca di stiracchiarsi, andando alla ricerca della sveglia perduta. Dopo averla spenta, e dopo essere state spente anche le altre, Alessio lo chiama con tono supplichevole:
-Per piacere, mi fai compagnia nel letto ancora due minuti?
-Ma dovremmo andare a scuola, sennò facciamo tardi!
-Eddai fratellone...
-Va bene, tanto due minuti in più che saranno mai!
Si risdraia sul letto accanto ad Alessio, quando il cellulare dell'amico suona (Alessio ha come suoneria End of All Hope dei Nightwish NdMe). Appena finisce di suonare, Alessio guarda sul cellulare chi lo ha chiamato, sotto gli ochci infuriati di Valerio.
-E' Eleonora.
-Io a quella maledetta la ammazzo! *si dirige in fretta verso la porta*
-Valerio fermati! Ti dimentichi che stai in mutande e che è sicuramente una tr..
Troppo tardi. Valerio aveva già abboccato. Giuseppe e Eleonora si erano nascosti pronti dietro la porta con dei cuscini, e appena lo videro arrivare, Valerio si prese molte cuscinate dai due amici, sotto lo sguardo divertito di Alessio.
-Ma stai rosicando perchè per una volta te l'ho fatta pagare, amica infame?
-Sì, ci sto rosicando. E allora?
-Sei una buffona!
-Scusate se m'intrometto, ma sarebbe meglio se iniziassimo a far colazione, che dobbiamo andare a scuola.
-Ale, sei la solita secchia!
-Non colgo la provocazione.
Dopo questo ricco scambio di opinioni (._____________. NdMe), andarono tutti a mangiare la colazione preparata da Giuseppe, andarono in bagno a lavarsi a turno, Alessio e Eleonora si truccarono anche, e si vestirono in separata sede (E io con Ale *_* NdVale), naturalmente con Alessio e Valerio che osservavano costantemente la porta con la paura di trovarsi davanti Eleonora con una macchinetta fotografica mentre erano mezzi nudi. Presero il 778 e quindi arrivarono a scuola come tutte le mattine. Erano le 8 e 10, quindi erano in leggero anticipo (ho messo l'orario classico di entrata di un liceo di Roma NdMe), e decisero di aspettare accanto al cancello che suonasse la campana. Ma non erano soli. Zexion infatti era tornato nel mondo degli umani assieme a Axel e Demyx, per quanto gli scocciasse portarli per completare la SUA missione. Xemnas però era stato molto chiaro. Almeno in quella missione doveva studiare le mosse dei quattro ragazzi e lasciare la parte più importante a Axel. In più doveva mostrare a Demyx gli altri tre ragazzi. Demyx, Zexion e Axel si avvicinarono ai quattro ragazzi.
-Scusa hai una sigaretta?
-Se ti vanno bene le Chesterfield rosse va bene. In tanti le trovano troppo pesanti.
-Non ti preoccupare, va benissimo così. Ah, e hai anche l'accendino? Scusami.
-Tieni non ti preoccupare.
Alessio aveva capito che non era qualcuno di scuola. Oltre ad aver notato i capelli azzurri, aveva notato anche il vestiario, fatto da un lungo cappotto nero, e nessuno in quella scuola si era mai vestito così oltre a lui, neanche a Carnevale. Sospettava che ci sarebbero stati presto guai nell'aria, anche se non sapeva di quale entità. Nel frattempo Demyx aveva studiato molto bene i visi e la corporatura di base dei quattro ragazzi, non avrebbe avuto nessun problema a continuare la sua missione.
-Ora dobbiamo andare, grazie della sigaretta. Ciao!
-Ciao ciao.
Poco lontano...
-Axel hai capito chi è?
-Si l'ho capito! Non quello con cui stavi parlando, e neanche quello con gli occhi azzurri.
-Esatto. Oggi lo devi pedinare, so che andrà a fare servizio dai vigili del fuoco. Poi dovrai...

-Non pensate che il biondino ci stava scrutando?
-Si mi era sembrato, ma non vorrei essermi sbagliata.
-Sentivo qualcosa di strano in loro... sapete sicuramente non erano di questa scuola...*fa un tiro alla sigaretta*
-Speriamo sia una sensazione sbagliata.
-Già.

Alle 8 e 20 esatte la campanella suonò per permettere agli alunni di entrare a scuola, anche se controvoglia. Valerio e Eleonora si fermarono al piano terra, mentre Alessio e Giuseppe salirono al piano superiore.
-Ohi Vale, ci vediamo a ricreazione eh!
-Sicuro! A dopo.
Dopo che Valerio e Eleonora si sono diretti nella loro classe:
-Peppe, c'hai filosofia adesso?
-Sì c'ho la Marini.
-Se non c'è mi avvisi vero?
-Ovvio. A dopo!
-Ciao!

Solo Peppe aveva passato bene le tre ore prima della ricreazione. Peppe aveva avuto un'ora di filosofia, ma la professoressa Marini aveva interrogato Katia, una sua compagna di classe, quindi avevano avuto un'intera ora di pace. Poi aveva avuto un'ora di buco perchè mancava la professoressa Costantini, professoressa di italiano e poi in terza ora aveva avuto il professor Mausoleo, professore di arte (Toh, ma che strano! Nome strano per un prof di arte xD NdMe). Alessio invece aveva avuto prima un'ora di matematica con il professor Modena che aveva riportato il compito, dove aveva preso 6, fortunatamente, e due ore di compito di filosofia. Eleonora e Valerio avevano avuto invece in prima ora inglese, in seconda il compito di matematica e in terza latino. A ricreazione scesero in cortile e si sedettero sulle scalette, Alessio e Valerio con una sigaretta in mano, Eleonora con una pizzetta comprata al bar e Giuseppe con una bottiglietta d'acqua in mano.
-Finalmente quindici minuti di pace! Che avete dopo? (Sta parlando Alessio NdMe)
-Io ho religione.
-Io e Valerio invece abbiamo diritto, ma credo che il pappagallo non ci sia.
-Ah probabile, quella non ci sta mai a scuola.
-Ecco...Ele ma alla fine col compito di arte come facciamo?
-Non saprei, Valeria mi ha detto che ha già i bigliettini pronti e quindi io ho risolto (Valeria e Eleonora sono compagne di banco NdMe), che non ho tempo di studiare. Semmai vai da lei e fatti aiutare.
-COSA? Te lo sai che quella ragazza è una ninfomane! Non è la prima volta che ci prova spudoratamente con me!
-... cosa? Chi è sta vacca da monta? (Definizione gentile per una ragazza truzza, libertina o meno NdMe)
-Una di classe mia. Mi adora, come gran parte delle ragazze di questa scuola. Ma cosa ho fatto per avere un visino da angelo?
-Si, da angelo impuro...

Driin!
La campanella infame, sfortunatamente, non suona due volte. Alessio, oltretutto, doveva correre in classe perchè aveva inglese, e la professoressa Brunetti era famosa in tutta scuola per la sua ferocia contro i ritardatari, e, fortunatamente per lui, non la aveva mai in prima ora. Arrivato in classe, vide la porta spalancata. Rimase abbastanza stupito, considerando che la Brunetti chiudeva la porta appena arrivava in classe, ovvero prima della fine della ricreazione. Entrò in classe e vide che in realtà la professoressa non c'era. Rimase ancora più perplesso, considerando che aveva l'ora prima in quinto. Andò in quinto, sapendo che in quell'ora mancava italiano anche a loro.
-Ohi Sabrì, ma manca la Brunetti?
-Sì! E' un miracolo! Spero vivamente che non si annuvoli il cielo, devo uscire col mio ragazzo.
-Dai che non piove, che la fortuna sia con te! (Con il senno del poi, Alessio si pentì di aver detto questa frase NdMe)
-Grazie, buona ora di buco! (xD NdMe)
-Anche a te, ciao!

Alessio aveva deciso di scendere al piano di sotto a vedere se Valerio e Eleonora stavano facendo lezione o meno. Mentre scendeva le scale, aveva capito che non stavano facendo lezione e che si sarebbe potuto giocare il fegato. Perchè? Perchè le urla si alzavano in maniera assurda, e le urla potevano provenire solo dalla loro classe per due motivi. Il primo, c'erano solo altre tre classi in quell'ala ma due erano in gita. Il secondo, perchè era stata definita la classe con maggiori problemi di comportamento di tutta la scuola. Va bene che i professori tendono ad esagerare facendo questi discorsi, ma Alessio non riusciva a dargli tutti i torti.
-Vale ridammi il cellulare cavolo!
-Ele è la mia vendetta per stamattina, così non chiamerai più Alessio e non ci sveglieremo col suo cellulare che suona!
-Ahem, ahem!
-Oh, ciao Ale *si ferma di colpo*
-Ciao Vale! Intuivo bene, manca il pappagallo e avete buco!
-Eh già.
-Andiamo a fumarci una sigaretta?
-Lo farei volentieri, se non ci fosse quella grandissima baldracca con gli stivali fosforescenti della preside. (Ahahah la mia ha dei stivali catarifrangenti, je servono di notte per due cose: A: per battere, B: per cambiare le gomme alla macchina ed essere vista senza il giubbotto xD NdMe)
-E andiamo allora al bagno al piano di sopra no?
-Andiamo allora!
Dopo aver acceso una sigaretta e dopo aver iniziato a fumare, iniziarono a parlare.
-Vale, ma te eri sincero ieri sera?
-Cosa ti ho detto in particolare? Ho detto tante cose...
-Che non mi abbandonerai mai...
-Ero sincero, ti pare che non lo fossi? Ti conosco da anni, abitiamo insieme, praticamente conviviamo tutto il giorno! Come faccio a non volerti bene fratellino? Con che coraggio potrei abbandonarti?
-Grazie fratellone...
Si abbracciarono, con le sigarette in mano che ormai si stavano consumando. Un abbraccio pieno di calore.
Pieno di quel calore che una donna non può dare. (Scusatemi, leggendo una cosa un po' di tempo fa mi è venuta questa frase molto poetica. Non intendo offendere le donne, oltretutto le leggono solo le donne ste fic xD. NdMe)
-Cavolo, si sta facendo tardi Ale! Tra poco suona ed è meglio che torni sotto.
-Va bene vai, ci vediamo dopo. Ciao ciao!

Ore 13:29. Zexion, Axel e Demyx si trovano davanti al liceo Pacioli, come alle 8 e 10 della stessa mattina. A momenti avrebbe suonato la campanella e Giuseppe sarebbe uscito. Si trattava solo di controllare le sue mosse per tutto il pomeriggio, per poi completare la missione. Zexion avrebbe seguito Alessio per impedirgli di nuocere, Demyx avrebbe controllato Eleonora e Saix avrebbe controllato che Valerio restasse a casa. Dispiegamento di forze non indifferente, ma Xemnas stava giocando il tutto per tutto per questa missione.

Driiin!
Esattamente come il giorno prima, iniziò a uscire una folla a più ondate dal cancello principale della scuola. Alessio, Valerio, Eleonora e Giuseppe uscirono e andarono tutti e quattro a mangiare un pezzo di pizza alla pizzeria davanti alla scuola.
-Allora, un pezzo di margherita, un pezzo di quella coi pachino, un pezzo di pizza con le patate e un pezzo di quella coi wurstel, grazie.
-Prego, te la dò subito.
Dopo aver preso la pizza, si sederono sulla panchina in mezzo agli alberi, mangiando tranquillamente tra uno scherzo e l'altro.
-Ragazzi, io devo scappare a casa perchè devo studiare arte. Preferisco studiarmela da solo che entrare nella tana del lupo, ovvero dentro casa di Valeria.
-Va bene Vale, ci sentiamo dopo! Io tanto devo andare a scout tra non molto!
- Ok Ele. Ci sentiamo stasera su msn magari!
-Ohi Vale aspetta, devo passare anche io a casa che devo lasciare lo zaino e poi andare a canto.
-Ok Ale, andiamo!
-Ok ragazzi, ciaociao!
-A stasera!

Eleonora accompagnò Giuseppe a casa sua, che tanto era molto vicina alla sua sede scout, perchè gli faceva piacere passare un po' di tempo da sola con lui. Lungo la strada si fermarono a mangiare un gelato, Eleonora uno all'after eight, Giuseppe uno a nocciola e panna.
-Ele, vuoi salire un momento in casa?
-Sì, grazie, tanto sono in leggero anticipo.
Salirono le scale ed entrarono dentro casa di Giuseppe. La casa di Giuseppe era formata da  sei stanze. C'era una cucina, una sala da pranzo, un salone, con i libri di Giuseppe sparsi sul divano,  il bagno, la camera dei genitori e la sua camera. Eleonora e Giuseppe si sederono sul letto a parlare, fino a che Eleonora vide che si stava facendo tardi e disse che doveva andare. Ma prima di andare... si baciarono. Era il primo bacio per i due, al quale magari ne sarebbero seguiti tanti altri. Eleonora arrossì violentemente, probabilmente non si aspettava questo bacio.
-Ehm, Ele, mi sa che dobbiamo andare. Io devo andare alla caserma dei vigili del fuoco a fare servizio.
-Sì, ed io devo correre a scout.
-Ci vediamo stasera Ele. Ti voglio bene...
-Anche io ti voglio bene.
Uscirono di casa e andarono ciascuno per la sua strada, convinti di trovarsi la sera. Nello stesso momento, Alessio stava sull'autobus per andare a canto. Non si era però accorto che qualche posto dietro di lui si era seduto Zexion per controllarlo. Axel invece stava pedinando Giuseppe, aspettando il momento migliore. Demyx stava davanti alla stazione Laurentina per controllare che Eleonora stesse a scout, Saix invece stava sul balcone della camera di Valerio controllando che studiasse.
Una decina di minuti dopo, quando Alessio era arrivato a canto e Giuseppe alla caserma dei vigili del fuoco.
-Bene, è ora di attuare il piano. Devo recarmi alle case davanti al laghetto e incendiare un palazzo.
Dopo che Axel aveva appiccato il fuoco nel palazzo, nella caserma si era scatenata una forte agitazione. Giuseppe aveva indossato la tuta da pompiere e poi era salito sul camion dei pompieri. Arrivati a viale America, scesero e videro l'incendio. Sentirono una voce di bambino che gridava all'interno. Giuseppe non pensò due volte e avvisò che sarebbe entrato subito da solo a salvare il bambino e di far entrare qualcuno solo due o tre minuti dopo.

Un flash. Quando Giuseppe era arrivato davanti al palazzo in fiamme, Alessio, Valerio ed Eleonora avevano avuto un flash. Sarà stata la loro amicizia così forte che li aveva fatti sospettare che Giuseppe stava per entrare.
-Mamma corriamo a prendere la macchina. Peppe è in pericolo.
-E te come fai a saperlo?
-Non mi fare domande e prendiamo subito la macchina.
Alla sede scout la stessa scena.
-Marco hai la macchina qua vero?
-Sì.
-Prendila per piacere. Ho il grande sospetto che Giuseppe sia in pericolo!
-Ok andiamo.
Alla lezione di canto successe la medesima cosa.
-Monica, prendi il motorino e accompagnami subito a viale America. Peppe è in pericolo, me lo sento.
-Ok andiamo.

Giuseppe stava entrando in quel momento dentro al palazzo in fiamme. Il bambino che stava piangendo si trovava al terzo piano. Iniziò a salire le scale, ben attento ad evitare le macerie che piano piano stavano cadendo. Arrivato al terzo piano, vide il bambino in mano ad un ragazzo con un cappotto nero, con i capelli rossi sparati che lanciava fiamme a destra e a manca.
-Bene ragazzo, ti stavo aspettando.
-Scusa? Chi sei? Cosa vuoi da me? E perchè stai incendiando questo palazzo?
-Non ti deve interessare nulla di questo. Sappi solo che non usciranno due persone vive in questo palazzo. O te, o il bambino.
-Scordatelo, riuscirò a portare fuori entrambi.
-Non mi sfidare.

Fuori, erano arrivati Alessio, Valerio ed Eleonora quasi in contemporanea. Alessio corse a chiedere ai pompieri dove fosse il ragazzo che era andato a fare servizio da loro. Gli risposero che era entrato. Iniziavano a temere il peggio.

-Riuscirò a scappare col bambino e a salvarlo, pazzo piromane!
-Oh che carino. Fai il piccolo eroe?
-Non sono un eroe, sono un normale ragazzo.
-Errore, un normale ragazzo morto.


Un urlo disumano squarciò il cielo. Eleonora riconobbe subito la voce e urlò in risposta.
- NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!
Dopo aver urlato, la ragazza cadde a terra. I pompieri corsero all'interno del palazzo, dove trovarono il bambino nel lettino e il ragazzo entrato per soccorrerlo per terra. Presero entrambi e scapparono fuori, prima che le macerie li coprissero. Appena uscirono, la ragazza si rialzò e si avventò su di loro assieme ad Alessio e a Valerio.
-Come sta?
-Sta morendo... Ha ferite troppo gravi e non si capisce provocate da cosa. Avrà la forza di sopravvivere per massimo due minuti.
-Allora fateci stare con lui questo tempo.
-Ma...
-PER PIACERE!
- Va bene.

Alessio, Valerio ed Eleonora si sedettero attorno al ragazzo in fin di vita, osservandolo.
-Ragazzi...
-PEPPE!
-Ragazzi...sto morendo, sto cercando di oppormi più possibile ma non ce la faccio. Voglio salutarvi come vi meritate, poi mi lascerò andare. Ale, sei stato un amico preziosissimo. Non dimenticherò mai di averti conosciuto sotto la pioggia, che piangevi da solo. Mi mancherai...
Alessio stava piangendo.
-Vale... tu sei la persona più forte di tutti e tre. Vedi di prenderti cura di Alessio e Eleonora quando io non sarò più con voi. Sono molto felice di aver potuto passare tanto tempo con te.
Anche Valerio iniziò a piangere.
-ed Ele... te sei la persona che mi dispiace di più abbandonare. Sei stata l'amica perfetta, sei sempre stata con me. Non dimenticherò mai il nostro bacio cucciola. Ti prego non piangere, ricorda solo i momenti belli che abbiamo avuto insieme. *Le stringe la mano* Ti voglio bene... Ora sto andando ragazzi, salutatemi tutti quanti. Non dimenticatemi...addio...
Così morì, attorno alle persone che gli erano sempre state vicine nella loro vita. Eleonora urlò nuovamente tutto il suo dolore, piangendo e stringendo ancora la mano di Giuseppe. Poco dopo i tre ragazzi si alzarono e si abbracciarono, piangendo tutti e tre lacrime amare.

Giuseppe, intanto, era uscito definitivamente dal suo corpo. La sua anima stava scendendo verso l'inferno, ma si fermò prima. Si fermò nell'antinferno, dove c'era un ragazzo che sembrava lo stesse aspettando.
-Ciao Giuseppe.
-E tu come fai a conoscere il mio nome?
-Sono una specie di guardiano. Il mio nome è Zexion. Ti posso dare due opportunità, dato che sei un ragazzo speciale. Puoi o finire direttamente nell'aldilà, oppure ti posso dare l'opportunità di ricongiungerti con i tuoi amici.
-Non mi fido.
-Bè, allora te lo posso mostrare.
Zexion prese il suo libro e lo aprì, mostrando da una parte l'oltretomba e dall'altra una finestra dove c'erano Alessio, Valerio e Eleonora. O almeno secondo Giuseppe erano così. In realtà erano le copie d'acqua dei tre ragazzi fatte da Demyx, ma Giuseppe non lo sapeva.
-Allora voglio tornare dai miei amici.
-Quello che desideri.
Zexion aprì un varco e portò Giuseppe non nel suo mondo reale, bensì nel Mondo Che Non Esiste.
-Dove sono i miei amici?
-Mi dispiace...non sono qua, erano copie. Ho dovuto ingannarti.
-Perchè?
-Perchè così ha ordinato il superiore. Benvenuto nell'Organizzazione XIII.
-Perchè non riesco a provare emozioni? Eppure ricordo le emozioni!
-In questo mondo non si provano emozioni. E' già tanto che hai dei ricordi, io ne ho pochissimi.
-Come?
-A proposito, tu non ti chiami più Giuseppe. Qua nel Mondo che Non Esiste verrai chiamato in un altro modo.
-Come?
-Pegex. O anche numero XIV. (Pegex è l'anagramma di Geppe, diminutivo di Giuseppe, anche se manca una p per ragioni di suono NdMe) Ora vieni, andiamo dal Superiore, ti spiegherà tutto lui.

*Nella stanza del superiore...*

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Note dell'autore!
Rieccoci alla fine del capitolo. Abbastanza tragico questo chap non trovate? Per il nome, ho avuto grossi problemi a sceglierlo. Se vi viene in mente un nome migliore per piacere segnalatemelo. Comunque deve essere un anagramma di Giuseppe o di un diminutivo, NON pino che odio come nome. Ok, detto ciò non ho altre cose da dire, credo di essermi espresso abbastanza nel capitolo. Al prossimo chap, see you soon!
P.S: Per l'aggiornamento, mi servirà più dell'altra volta. Devo aggiornare l'altra fic, devo completare una one shot su Death Note e mi piacerebbe scriverne una su Kingdom Hearts. Ma non disperate. Ciaociao, e RECENSITE!

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Capitolo 4
*** La disperazione prima o poi porta alla morte: OE (Parte I) ***


Salve a tutti i lettori e le lettrici! Finalmente sono arrivato a un numero quasi decente di recensioni. Mi complimento con me stesso e con chi recensisce! Ergo: ecco le risposte alle vostre recensioni:
Per Isuzu: Si povero Giuseppe ç___ç, mi è toccato ucciderlo! Grazie per avermi detto che Pegex è un nome carino ^^. Sì, Axel è uno che fa le cose in grande! Poveri amici di Giuseppe... ora vedremo come se la caveranno senza di lui.
Per otsuru: ZIAA! XD. Vabbè, il numero dell'autobus ha creato scompenso, ma capita xD. Si, è morto...poveri tutti *piange e si dispera*. Axel fa le cose in grande, così supera Zexyno xD. Sì infatti, Zexion è cattivo in questa fic. Molto xD.Ecco il seguito!
Per Nezu: grazie anche per le recensioni passate xD. Comunque, l'autobus de sto numero passa solo qua a quanto pare XD. Guarda che teoricamente a Roma si entra alle 8 e 20 e escono alle 12 e 30 o alle 13 e 30 :|. Scuola mia fa dalle 8 alle due e mezza, povero me xD. Meglio il falco, comunque non ne so nulla di Lilight Wars °__°.. Si uccidiamo Axellll muahahah (ora ho trovato anche a chi ispirarmi per Eleonora magari xD). Xemnas pervertito ok XD.
Per gaeshi: Su Xemnas e Zexino, nessuno spoiler u.u Su quello che farà Zexy di Peppe, lo vedrai molto presto :D. Visto che gli scout sono ovunque? ;)
Buona lettura a tutte! ^^

La disperazione prima o poi porta alla morte: OE (Parte I)

*Nella stanza del Superiore..*
-Benvenuto numero XIV.
-Il mio nome è GIUSEPPE!
-Non più. Adesso il tuo nome è Pegex o numero XIV. Il numero VI non te l'ha detto?
-Sì, gliel'ho detto Superiore, ma mi sembra alquanto ostinato. Forse è meglio se ci parla Lei da solo.
-Forse è meglio. Grazie Zexion, puoi andare.
Zexion uscì dalla stanza del Superiore e chiuse la porta. Forse sapeva cosa sarebbe successo ad aver lasciato il Superiore da solo con il ragazzo. Era certo di non avergli fatto un favore al numero XIV.
-Allora ragazzo, qua ti dovremo spiegare un po' di cose. Adesso ti trovi nel Mondo Che Non Esiste, in un universo "parallelo" rispetto a quello in cui hai vissuto fin adesso. Sei un Nessuno, quindi sei come un essere umano fisicamente, ma non hai il cuore. Non puoi quindi provare emozioni. Hai però un vantaggio che nessun altro di noi ha. Hai dei ricordi della tua "vita precedente". La nostra missione è riuscire a recuperare dei cuori per poter riaverne uno per noi e tornare quindi a vivere realmente.
-Capisco. Ma perchè avete scelto di uccidermi e quindi farmi entrare in questa Organizzazione? Perché avete scelto me?
-Mi dispiace, ma non te lo posso dire. Comunque, oltre a te ci sono altri tredici membri. Io sono il numero I. Tra stasera e domani dovrai affrontare una prova, in modo che possiamo scoprire qual'è il tuo potere. Ora puoi andare, cerca il numero III, Xaldin, e digli che ho ordinato di mostrarti il castello.
-Va bene, Superiore.
-Vedo che hai capito, meglio per te.
-Arrivederci.
Giuseppe inizia a cercare il Numero III in giro per il castello, e lo trova fortunatamente molto presto nella cucina, mentre sminuzzava delle verdure presumibilmente per il pranzo.
-Chiedo scusa.
-Chi sei?
-Sono Pegex, il Numero XIV. Il Superiore mi ha pregato di venire da te per chiederti di mostrarmi il castello.
-Proprio ora che stavo preparando il pranzo! Vabbè, gli ordini del Superiore non si discutono. Andiamo, sbrigati!
Xaldin mostrò a Pegex gli ambienti principali: prima la sala da pranzo, poi una specie di sala riunioni dove adesso si trovavano quattordici seggi, la biblioteca ed altri eventuali ambieni raramente usati dall'intera Organizzazione ma solo dalle singole persone, fino a che non arrivarono fino alla stanza del Numero XIV.
-Numero XIV, questa è la tua stanza. Puoi provare ad ambientarti un pochino e poi ti conviene fare un giro per il castello per conoscere gli altri dell'Organizzazione.
-In caso di bisogno chi dovrei chiamare?
-Bè, se hai bisogno di aiuto per quanto riguarda il posto e le regole, ti conviene chiedere a me o al Superiore. Gli altri spesso non vedono di buon occhio i nuovi arrivati, quindi meglio se non poni domande inopportune.
-Grazie mille, Numero III.
-Comunque ti avviso, potresti ritrovarti qualcuno davanti all'improvviso. Sappiamo aprire dei varchi e ci possiamo muovere così. Giusto per non farti prendere alla sprovvista. Ora torno a cucinare.
-Va bene, grazie mille ancora.
Pegex entrò nella sua stanza e la osservò. C'era solo un cassettone con sopra alcuni vestiti della sua taglia, rigorosamente neri, e il cappotto dell' Organizzazione, un letto, una finestra e una porta che dava sul bagno. La stanza era completamente bianca. Ma non il bianco sporco del cemento, o il bianco dei denti puliti (Perdonate la metafora XDD NdMe). Un bianco molto acceso, accecante, come il bianco della luce del sole. Il bianco incuteva inquietudine in Pegex, o meglio, la incuteva a Giuseppe, quando era ancora vivo.

Nel mondo reale, la situazione non era cambiata di un granchè. I tre ragazzi erano tornati a casa di Valerio insieme, dove avrebbe dormito anche Eleonora per non lasciarla da sola. A distanza di due ore, la ragazza non aveva ancora smesso di piangere, nonostante Alessio cercasse di consolarla. Non sapevano più che fare i due ragazzi, se lasciarla sola o restarle accanto. Anche loro stavano molto male per la morte di Giuseppe, anche se cercavano di non darlo a vedere. Era stato un duro colpo, e vederlo morire tra le loro braccia non aveva contribuito minimamente a farli stare meglio.
-Vuoi che ti lasciamo sola?
-Sì, per piacere...solo una decina di minuti, non ho voglia di parlare con nessuno.
-Va bene.
Alessio e Valerio si sedettero al tavolo e si guardarono. Negli occhi azzurri di Valerio e in quelli castani di Alessio si vedeva una tristezza infinita. Erano occhi spenti, privi di qualsiasi speranza di un buon futuro.
-Cosa facciamo Vale? Sono così confuso...non ho la minima idea di cosa dovrei fare per Eleonora, per te, per me stesso.
-Non lo so Ale... è la prima volta che sono così confuso.
-Non ho mai affrontato una cosa del genere. E' proprio vero che non c'è mai fine al peggio...
Il moro iniziò a piangere lacrime amare dai suoi occhi nocciola ormai diventati opachi. Senza Giuseppe aveva perso una ragione di vita. Il ragazzo che lo aveva accolto sotto il suo ombrello quando aveva sette anni, il ragazzo che aveva fatto conoscere ad un Alessio di otto anni timidissimo Valerio ed Eleonora mentre giocavano tutti insieme al parco giochi, il ragazzo che gli aveva salvato la vita tre anni dopo dalla morte in un incendio (fatalità, sarebbe poi successo a lui), il ragazzo che poi gli avrebbe ridato la speranza altri tre anni dopo, dopo che era stato stuprato dall'amante della madre, era morto ormai. Tutte le speranze che gli aveva infuso stavano crollando, come un castello di carte. Il destino, beffardo ed ineluttabile, stava facendo il suo corso. Aveva stravolto ancora una volta la sua vita.  Era tentato dal prendere a pugni il muro, fino a farsi dolere le nocche e a farsi uscire il sangue dalle mani. La madre di Valerio intanto, la gentilissima Donatella, che ormai era diventata anche la madre di Alessio praticamente, stava osservando molto preoccupata sia la ragazza che piangeva sdraiata sul letto di Valerio colla testa nel cuscino per non farsi vedere, sia per i due ragazzi seduti al tavolo, che si guardavano a loro volta. Donatella vide che Valerio era forse la persona che la stava prendendo meglio e che sarebbe riuscito a tenere su col morale i due ragazzi e gli parlò un attimo.
-Vale, so che anche tu stai soffrendo davvero tanto.. ma ti prego, cerca di far star meglio tutti e due. Sono davvero distrutti.
-Mamma non so come comportarmi per la prima volta nella mia vita.
-Lo so, però so anche che tu non hai intenzione di lasciarli piangere così. O sbaglio?
-Non sbagli.
-E allora prova. Prova. E riprova se non basta. Se uno di voi tre sta male state male tutti no? Siete unitissimi, per cui il vostro umore segue quello degli altri due.
-Hai ragione mamma, ora ci proverò. Grazie mille.
-Prego. Ora cerca di farli stare meglio.
Valerio si diresse da Alessio per cercare di consolarlo, ma questi gli alzò gli occhi nocciola e gli disse con estrema pazienza che doveva prima occuparsi di Eleonora che di lui, perchè avrebbe superato anche questa da solo.
-Io sono abituato fratellone, posso resistere un po'. Occupati di Ele che è sicuramente più in difficoltà di me.
-Forse hai ragione Ale...
-Vai su!
Valerio andò quindi da Eleonora per consolarla. Eleonora piangeva ancora, soffocando le lacrime e la sua disperazione in quel cuscino ormai macchiato dal trucco sbavato.
-Ele dai non piangere..
La ragazza alzò la testa con gli occhi arrossati dal gran numero di lacrime e iniziò a gridare contro al ragazzo.
- Non puoi dirmi di non piangere Valerio. PORCA TROIA! Sai benissimo che sto male, mi ero appena accorta di essermi innamorata di lui!
-Lo so Ele. Ma sò benissimo che se lui ti vedesse preferirebbe vederti felice anche senza di lui, non credi?
-Sì, ma dimentichi che lui non può vedermi!
-Ti sbagli. Quando è morta nonna Laura sono sicuro che in qualche modo mi potesse vedere. Ho sognato lei che mi rimproverava per il mio comportamento e di essere felice nella mia vita.
-Ma era tua nonna! E magari ti sarai autosuggestionato!
- No Ele. Era troppo reale per essermi autosuggestionato. E poi io dimentico sempre i sogni, tranne questo. Un motivo ci sarà. Poi io con nonna avevo un bel rapporto, ma con Giuseppe avevamo tutti e tre un rapporto molto forte. Potrebbe essere che stanotte lo sogniamo sai?
-Lo spero...magari così riuscirò a stare meglio.
-Ora però smettila di piangere cavolo!
-Sì *si asciuga le lacrime*...comunque grazie mille Vale
-Di nulla. Ora però vorrei andare un attimo da Alessio.
-Vai dai. Vado ad aiutare tua madre a preparare la cena.
-Grazie mille.
Valerio tornò in salone dove Alessio stava seduto con i gomiti appoggiati sul tavolo e la testa bassa. Si avvicinò a lui, lo prese per mano e lo portò in camera con lui. Si sedette prima Valerio e poi in braccio a lui Alessio ed iniziarono a parlare.
-Ale dai... so che sei abituato al dolore, comunque credo che tu abbia bisogno di aiuto.
-Lo so Vale...ma anche te ne hai bisogno non credi?
-Lo so. Ma tu sai anche bene che se tu stai bene io sto bene. Tu sei il mio fratellino e tu sei il mio mondo Ale. Tu sei la ragione della mia vita. Ti reputo realmente mio fratello. Sei il mio mondo, sei tutto per me. Come posso essere felice se tu non lo sei? La capacità di sorridere me la dai tu con la tua semplicità e il tuo essermi vicino. Non lo capisci?
Alessio scoppiò a piangere. Si abbandonò sulla spalla del suo amico/fratello e gli bagnò tutta la maglietta di lacrime. In parte lacrime amare per la morte di Peppe, in parte lacrime di commozione per le bellissime parole di Valerio.
-Fratellone mio... grazie di tutto. Non saprei cosa fare senza di te. Starò sicuramente male per la morte di Peppe, ma non so che sarà fiero di noi...e soprattutto di te. Hai preso la parte di mamma lo sai? Pare che Peppe dal posto dove si trova adesso abbia deciso di lasciare questo ruolo in eredità a te. Siine onorato.
-Potrebbe essere in effetti. Anche se non sarò mai come lui, fortunatamente... PER LUI! *sorride*. Ora, da bravo fratellino, andiamo ad aiutare mamma e Ele di là.
-Va bene! *gli dà un bacio sulla guancia* E grazie mille...di esistere. Di essermi accanto sempre.
-Non ti preoccupare, senza di te sarei io smarrito.
Andarono quindi ad aiutare Donatella a cucinare e ad apparecchiare il tavolo, dopodichè andarono tutti e tre a dormire, distrutti dalla giornata appena passata.

Nel Castello dell'Oblio, dopo aver cenato, gli ormai quattordici membri dell'Organizzazione si sedettero sui troni dell'omonima sala. Xemnas iniziò a parlare.
-Dò quindi il benvenuto nell'Organizzazione al Numero XIV, Pegex.
Tutti si girarono a guardare il nuovo arrivato. Se avesse ancora potuto avere emozioni, era sicuro che sarebbe diventato viola dalla vergogna. Un colorito rossastro però si dovette scorgere sulle guance del Nessuno, a notare le facce sorprese degli undici membri (ad eccezione di Xemnas e Zexion).
-Bene, dopo aver quindi dato il benvenuto al Numero XIV, direi che dovremmo testare i suoi poteri. Chi si offre volontario per combattere contro di lui?
Silenzio di tomba.
-Avete paura? Scegliete o sarò io costretto a scegliere uno tra voi.
-Vado io, Sir.
-Va bene Saix, ma cerca di moderarti. Pegex, dovrai difenderti ed attaccare Saix. Possibilmente non colpirlo.
-Sì, Superiore.
Iniziò così il combattimento tra Saix e Pegex. In molti pensavano che il nuovo arrivato non ce l'avrebbe fatta a sconfiggere Saix, dato che tutti sapevano che era un ottimo combattente. In effetti, almeno inizialmente, non si sbagliavano. Infatti il Numero XIV era in seria difficoltà, spiazzato dall'abilità di combattimento del Numero VII. Proprio quando era ormai dato per scontato che non avrebbe battuto Saix, riuscì a scoprire dentro di sè quale fosse il suo potere. Iniziò a sdoppiarsi, circondando Saix con le copie di se stesso. Mentre Saix si innervosiva, cercando di distruggere le innumerevoli copie del Numero XIV che lo circondavano, Pegex riuscì a alzarsi in aria, fino a far uscire un raggio giallo di luce dal posto dove un tempo c'era il suo cuore. Il raggio si scagliò a terra molto vicino a Saix accecando tutti gli altri membri dell'Organizzazione. Xemnas iniziò a temere per il peggio. Dopo cinque minuti vide che in realtà il raggio non aveva colpito il Numero VII che però era solo in stato confusionale. Pegex era atterrato e aveva preso sulla spalla il Numero VII. Tutta la sala rimase in silenzio, spiazzata dalla fine del combattimento. Era forse per questo suo potere che Xemnas lo aveva scelto? Si guardavano negli occhi perplessi, tutti tranne Xemnas. Non si aspettava questo potere da parte del ragazzo, ma sapeva che sarebbe stato molto utile.
-Chiedo scusa, o Superiore, ma mi sento molto stanco...posso andare a dormire?
-Sì, certo. Comunque complimenti per la vittoria. Nessuno avrebbe scommesso su di te.
-Grazie.

***La mattina dopo, nel mondo degli umani***

I tre ragazzi si alzarono dal letto senza la minima voglia per andare a scuola. Il colpo era stato davvero troppo forte e l'allegria dei tre ragazzi si era ormai spenta. Si salutarono con un flebile ciao, per poi rinchiudersi ciascuno nei propri pensieri. Eleonora faceva pensieri molto depressi.
"Sono una persona inutile... potevo impedire che Peppe si andasse a suicidare. (Tecnicamente se Eleonora lo avesse fermato non sarebbe morto NdMe) Che senso ha la mia vita? Nessuno..."
Alessio invece guardava nel vuoto, sotto shock. Non aveva pensato all'eventualità della morte dell'amico e la sua morte appunto lo aveva svuotato.
Valerio invece restava pensieroso a guardare gli altri due, chiedendosi cosa avrebbe potuto fare per aiutarli e alleviare il loro dolore.
Presero l'autobus e si recarono velocemente a scuola, scambiando più o meno tre parole. Eleonora aveva deciso di chiudersi con la sua musica, mettendo canzoni abbastanza deprimenti (For My Fallen Angel dei My Dying Bride NdMe), mentre Alessio aveva adottato la tattica del Non-Esisto, rimanendo con occhi vacui ad osservare il paesaggio. Valerio tenta di abbracciare l'amico, ma questi lo caccia. Valerio abbassò gli occhi, ferito dal suo comportamento. Decise di chiudersi anche lui nei suoi pensieri, notando che per la prima volta nella sua vita le sue attenzioni non erano gradite. E capì anche che non sarebbe mai stato all'altezza di Peppe. Decise di scendere dall'autobus prima e fare un pezzo a piedi, e Alessio e Eleonora neanche se ne accorsero della sua assenza. Alessio scese alla fermata dopo per comprare le sigarette, dato che era molto nervoso e aveva molto bisogno di fumare. Comprò tre pacchetti di sigarette, sicuro che li avrebbe finiti entro due giorni.
La giornata era iniziata male ed era continuata peggio. Un'orda di gente che diceva le proprie condoglianze ai tre ragazzi, anche se ben poche erano parole sincere e pensate. Alessio pensava che il dire condoglianze fosse una cosa altamente ipocrita. Era solo una questione di educazione e buone maniere. Per lo stesso motivo ai funerali le persone vestivano di nero e portavano gli occhiali neri. Per non far vedere che non piangevano. Il buonismo era sempre stata una cosa che lo aveva fatto incazzare come una bestia. Infatti evitava di rispondere a chi gli diceva condoglianze, e nel novanta per cento dei casi fulminava con lo sguardo la persona che parlava. Inoltre i suoi professori non tentavano di alleviare la sua pena interiore, ma semplicemente aumentavano la sua arrabbiatura. La professoressa Costantini, quella di italiano, si era ostinata col volerlo interrogare. Per quella mattina, Alessio non aveva studiato minimamente italiano, dato che era stato troppo occupato a piangere.
-Antonelli, hai studiato?
-No professoressa.
-Come no! Antonelli bisogna studiare sempre!
-Professoressa non ho avuto tempo ieri sera.
-Non c'è nulla di più importante dello studio, lo sai vero?
-Si professoressa, mi dispiace *inizia ad urlare* ma ieri sera ero troppo occupato a vedermi morire davanti una persona a cui tengo tantissimo per studiare italiano. Lei non rientra sempre nei miei pensieri, sa?
-Antonelli, mentire con la morte di una persona è veramente triste, lo sai?
-Se le posso dimostrare che la persona è realmente morta, mi giustificherà?
-Sì, anche se sono certa che stai mentendo per coprire qualcosa.
-E' morto Stara del quarto. Lo sanno tutti in questa classe e in quarto. Anche i professori. *inizia a piangere* E se non le dispiace, adesso esco e vado al bagno. *esce chiudendo la porta e correndo via*
-Ma sta scherzando vero?
-No professoressa. Se lei per una volta ascoltasse gli altri, magari scoprirebbe tante cose. (Parla una tale Michela NdMe)
-Co...come ti permetti Barba?
-Ho detto solo la verità.
-Barba, in presidenza. E vai a recuperare anche Antonelli e lo porti con te.
-Non creda che non ci andremo tutti noi (la classe che parla NdMe)
-Andate tutti in presidenza allora. DI CORSA!
Nel frattempo Alessio era corso al piano terra a chiamare Valerio ed Eleonora per cercare un po' di conforto.
-Professoressa, possono uscire Martucci e Parti?
-Veramente...
-PER PIACERE!
-Va bene, ma cinque minuti, non di più.
-Grazie mille.

-Ale...cosa succede?
-Ragazzi... *scoppia a piangere*
-Ale... non piangere dai...
-No-non ce la faccio.
-Cos'è successo?
-No-non avevo studiato italiano e ho spiegato a-alla Co-costantini cosa era successo e non mi ha creduto..
-CHE ZOCCOLA!
-Ale...scusa se ti disturbo, ma in classe ti abbiamo difeso (Riparla Michela NdMe), e dobbiamo andare tutti in presidenza. Ti accompagno.
-Sì, grazie Michi. Scusate, ma devo andare a difendermi. Ci sentiamo dopo.
-Sì Ale, e stai calmo!
In presidenza...
-Allora ragazzi, mi è stato riferito che vi siete ribellati alla professoressa Costantini senza un apparente motivo.
-Signora Preside, chiedo scusa, ma la professoressa Costantini non mi ha ascoltato quando le ho spiegato perchè oggi non ho studiato e dato che era un motivo abbastanza serio sono scappato dalla classe con le lacrime agli occhi. Il resto della classe mi ha quindi difeso.
-Vedo... cos'è questo motivo così serio? (lo nota perchè gli si era sbavato il poco trucco che si era messo la mattina NdMe)
-E' morto un mio amico a cui tenevo tanto... che era anche studente in questa scuola.
-Stara del IV A?
-Sì...
-Va bene Antonelli, puoi tornare in classe con i tuoi compagni. Appena tornate in classe riferite alla professoressa Costantini che la voglio qui in presidenza.
-Grazie mille Signora Preside.
-Arrivederci.
La professoressa Costantini fu richiamata in presidenza e la preside decise di allontanarla temporaneamente da scuola, dato che volendo i genitori di Alessio, ignorando la professoressa che viveva a casa Parti, avrebbero potuto sporgere denuncia contro la professoressa. Per il resto la giornata continuò normalmente, o almeno in una maniera sopportabile calcolando il dolore che bruciava dentro i tre ragazzi. All'uscita ricominciarono a parlarsi, consapevoli sia Alessio che Eleonora di essere diventati un po' schivi durante la giornata.
-Scusaci Vale, ci siamo comportati in maniera incivile. Non ce l'avevamo con te, volevamo solo restare soli..
-Non vi preoccupate, va bene così *sorride*.
Tornati a casa, i tre ragazzi si ritrovarono Donatella in cucina con un telefono in mano, mentre stava cucinando la carne panata. Aveva una faccia alquanto enigmatica. Cercava di parlare con un tono abbastanza disteso e calmo, ma in realtà qualcosa all'interno la stava sconvolgendo. Attaccato il telefono, si sedette sulla sedia, sconsolata.
-Ragazzi... domani non andate a scuola. La madre di Giuseppe mi ha chiamata e ci sono i funerali alle 10.
-Ah...grazie per avercelo detto mamma...
-Prego...
Capirono che la giornata successiva sarebbe stata davvero molto lunga.

Nel Castello dell'Oblio, Pegex si stava svegliando in preda agli incubi. Se il buongiorno si vedesse dal mattino, non era veramente una bella giornata per il Numero XIV. Decise di alzarsi da quel letto scomodissimo e di andare a sciacquarsi la faccia, magari per riprendersi un attimo dall'incubo. Aveva deciso che nella giornata avrebbe continuato a visitare il castello per conoscere meglio i suoi spazi e magari trovarsene uno tutto suo. Iniziò a girare per i corridoi, guardando nelle piccole stanzette a volte vuote e a volte occupate da qualcuno. Incontrò infatti Demyx mentre suonava, con Axel che lo ascoltava. Continuò a camminare fino alla fine di un corridoio, dove trovo una sola stanzetta con la porta accostata di colore rosa. Era abbastanza stupito di trovare del colore dentro al castello, che era stato fin adesso assente. Entrò nella piccola stanza dove, seduta ad un tavolo, si trovava una bambina dai capelli biondi.
-Ciao, come ti chiami?
-Ciao, io sono Naminè. E tu chi sei? Non ti ho mai visto neanche una volta qui in giro.
-Io sono Pegex. Sono appena entrato nell'Organizzazione.
-Ah, sei quello di cui parlava Marluxia!
-Chi scusa?
-Il ragazzo coi capelli rosa.
-Ah, era un ragazzo?
-*ride*
-Ehm, non andare a dirglielo però!
-No, non ti preoccupare, basta che non ti fai trovare qua! Altrimenti mi riempirà di domande su di te.
-Ok, grazie mille Naminè! Tornerò presto a salutarti e a parlare, va bene?
-Sì, grazie mille.
-Comunque disegni benissimo.
-Grazie *arrossisce*, però ora è meglio che vai. A presto!
-Ciao!

Pegex si diresse nella Sala principale, dopo trovò Zexion che aveva bisogno di parlare con lui.

...TBC...
 
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Farai felice milioni di scrittori.
(Chiunque voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede)


Note dell'autore!
Salve a tutti! E finalmente sono riuscito ad aggiornareeeee! Sono così contento, è stato difficilissimo scrivere questo capitolo e non sono molto contento del risultato, ma pace XD. Per quanto riguarda questa fic, l'aver spezzato anche questo capitolo (che sarebbe stato il doppio) crea abbastanza problemi, considerando la mia lentezza nello scrivere. Se questo è il quarto capitolo, ce ne sono altri cinque già scritti nella mia mente (e quindi stiamo a nove) e credo che poi ci saranno altri 15-16 capitoli. Ergo, la fanfic si dovrebbe fermare tra il 22° e il 30° capitolo. Non vi libererete di me così facilmente!
Per quanto riguarda il prossimo aggiornamento, quasi certamente lo avrete a metà luglio perchè mi aspetta una bella vacanzetta in Germania dal 22 Giugno al 12 luglio. E devo prima finire un altro capitolo di Chissa dove t'addormenterai stasera e forse termino del tutto May it...NO! (Manca un capitolo + epilogo). Poi, oggi auguro a tutti buone vacanze e mi raccomando... NON studiate ;).
Ciao ciao, alla prossima! ^^

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Capitolo 5
*** La disperazione prima o poi porta alla morte: OE (Parte II) ***


Hi miei amati lettori! Avviso già che il capitolo è stato scritto quasi integralmente mentre stavo in Germania a parlare inglese e tedesco...ergo, sono certo che sarà pieno di errori T___T perdonatemi. Diciamo che questo è un capitolo abbastanza importante nella storia della fanfic, quindi invito tutti quanti a leggerlo attentamente. Come stile di scrittura, credo che non abbia particolari analogie coi capitoli precedenti. Sarà anche determinato dall'argomento del capitolo. Comunque stop. Ora, prima di farvi leggere il capitolo, rispondo alle vostre recensioni.
Per Lucifero_91: Massi, grazieee! Grazie mille dei complimenti, ma sei più bravo tu!
Per Isuzu: Meglio tardi che mai, sono riuscito a riscrivere! Spero il capitolo ti piaccia ^^.
Per gaeshi: Ok, diciamo che alla fine sono tutti un po' truzzi. Ma io come descrizione di classe mi baso sulla mia, dove siamo tutti una grande famiglia unita e ci aiutiamo a vicenda...anche le truzze schifose =D. Sì, Xaldin è troppo gentile. E comunque no, scout: costruiti intorno a te XD. (mi chiedo come ti sia uscita a te XD)
Per Nezu: Ma suvvia, ci sta la zia e anche la nonna XDDD Siamo una grande famigghhia XD. Sì, Alessio diciamo che non riesce a sfogarsi in maniera distruttiva, purtroppo e per fortuna. Anch'io l'avrei uccisa a quella baldracca XD. Le avances...The Eh He...
Per NekoRika: Che bello, recensisci anche qua! Sì, probabilmente le cose si chiariscono,a nche se non troppo. Sì, i My Dying Bride sono deleteri...ho difficoltà a sentirli anche quando sono di buon umore O___O''. Ma l'esame come ti è andato alal fine?^^. Ah, e grazie per i complimenti sul potere di Pegex.
Ah ecco, prima del rpossimo capitolo, preferisco fare un brevissimo riassunto.
Alessio si è trasferito da parecchio tempo a casa di Valerio, ma non sono fratelli. Alessio è più piccolo e quindi chiama Valerio fratellone e viceversa.
Donatella è la madre di Valerio, quindi se qualcuno si rivolge a lei chiamandola mamma è Valerio.
Eleonora momentaneamente sta a casa di Valerio perchè non si fidano a lasciarla da sola, dato che la famiglia è in viaggio.
Pegex è la versione Nessuno di Giuseppe, io uso il nome Giuseppe quando parlano i tre ragazzi e il nome Pegex quando invece siamo nel Mondo che Non Esiste.
Ed ecco a voi, il quinto capitolo, buona lettura!

La disperazione prima o poi porta alla morte (OE): Parte II

I tre ragazzi passarono una giornata molto simile a quella precedente. Fortunatamente la professoressa Costantini era in licenza (ergo: era stata momentaneamente rimossa dall'incarico) e così Alessio ebbe due ore buche, sicuramente tra le più tristi della sua vita. Non parlava con nessuno, era seduto in un angolo sentendo canzoni molto tristi (al livello dei My Dying Bride NdMe), se non depresse e non riusciva neanche a mangiare nulla. Un nodo nello stomaco, un'inquietudine interiore che lo lacerava da dentro. Tutti erano certi che il suo umore fosse determinato semplicemente dalla morte di Giuseppe. Ma si sbagliavano, eccome se si sbagliavano.


Pegex era sdraiato sul suo letto, osservando il soffitto bianco e pensando. Sforzandosi di ricordare le sue emozioni, le emozioni che provava con e per Eleonora. Non sapeva cosa sentisse o provasse, e ancora meglio non sapeva cosa fosse.
Qualcuno bussò alla porta.
-Chi è?
-Pegex, il Superiore mi ha detto di venirti a chiamare perchè ti vuole parlare.
-Va bene, vado subito.
*Nella stanza del Superiore*
-Numero XIV, ti ho mandato a chiamare perchè ti devo affidare un lavoro. Il numero VI sarà occupato per un po' di tempo per una missione. Devi andare da lui, farti dire l'argomento dello studio a cui sta lavorando e continuare il suo lavoro. Sono sicuro che tu ne abbia le capacità.
-Va bene. Superiore. Zexion si trova in biblioteca in questo momento?
-Sì, si trova là, anche se tra poco deve partire per la missione. Vai, di corsa!


-Ale, mi spieghi cos'hai?
-Non ho nulla Ele, sono solo un po' triste, ma non è nulla di strano. Stavo pensando a tante cose risalenti a quando ero piccolo, quindi non posso minimamente essere contento.
-Ale, non dev pansare al passato. Il passato non deve esistere, e non esiste, più, al presente è meglio se non ci pensi e devi concentrarti solamente sul futuro.
-Sai bene che sono abituato a pensare al mio passato per non fare gli stessi identici errori in futuro.
-Vabbè...
Si sedettero al tavolo con Valerio, tutti e tre con la testa bassa, aspettando che Donatella finisse la cena.
-Ragazzi, domani c'è il funerale di Giuseppe. Volete che vi accompagni oppure no?
-Mamma, se hai voglia di venirci va bene, altrimenti non ci sono problemi e andiamo da soli.
-Certo che voglio venire, volevo solo sapere se vi dava fastidio che ci fossi anche io.
-Non ti preoccupare, grazie del pensiero.
Dopo non molto andarono tutti e tre a dormire, immaginando la pessima giornata che avrebbero passato l'indomani.

*Intanto, nel Castello dell'Oblio*

Pegex si trovava nella biblioteca, lavorando come gli era stato richiesto da Xemnas. Il progetto, lo studio a cui stava lavorando Zexion era particolarmente difficile, ostico in alcuni punti anche per la pessima calligrafia del Numero VI.
"Se ci fosse stato Alessio qui...- pensava - NO! Non ci devo pensare cavolo! Loro stanno ancora vivendo e non posso essere felice per loro, nè tantomeno essere triste per me. Allora perchè ho questo maledetto peso sullo stomaco?"
Pegex sentì aprire la porta, vedendone sbucare fuori Axel.
-Ciao Pegex, ho aperto la porta perchè pensavo che Roxas fosse qui.
-Non c'è problema.
Troppo stanco dopo aver capito solamente a grandi linee lo studio di Zexion, Pegex decise che avrebbe continuato il giorno dopo e intanto che sarebbe andato a fare un po' visita a Naminè, possibilmente evitando quel rosato del Numero XI. Arrivato nella stanza totalmente colorata, vide la piccola ragazza bionda intenta a disegnare, esattamente come il giorno prima.
-Ciao Naminè!
-Ciao Pegex!
-Marluxia non è ancora passato qua, oggi?
-Sì, giusto poco fa...o almeno creo.
-Neanche il suo compare della compagnia dei travestiti?
-No, lui non viene mai qua...
-Meglio per te, ti risparmi una pessima visione *Naminè ride*. Comunque cos'hai fatto oggi?
-Nulla, ho disegnato un pochino. Non succede mai nulla qua.
-Immagino...
-Come mai sei tornato qua?
-Bè, volevo stare un po' in compagnia con te.
-Ah...perchè?
-Non so...
-Ah..
-Senti, è tardi e sono molto stanco. Va bene se torno domani?
-Sì, sì, ok.
-Buonanotte.
-Notte.
Pegex si chiedeva, mentre stava tornando nella sua camera, cosa stesse pensando di fare. Non poteva fare cose umane. Non poteva volere una ragazza. Se avesse voluto una ragazza, sarebbe stato probabilmente alla ricerca disperata di Eleonora. Invece no. Cosa stava succedendo, allora?


Il giorno dopo, i tre ragazzi, si svegliarono, forse consapevoli di quello che stava per succedere. Nessuno aveva voglia, o forse coraggio, di parlare con gli altri. Non faceva del bene a nessuno dei tre. Così ciascuno rimaneva chiuso nei suoi problemi, nei suoi pensieri e nelle sue preoccupazioni. Eleonora continuava a essere scossa, insicura e indecisa su molte, troppe cose. Valerio dal canto suo non stava meglio: cercava di badare ad entrambi i due amici, essendo il più forte dei tre, ma in realtà era attanagliato dai rimorsi per essere arrivato troppo tardi e dalla paura di non essere all'altezza della situazione. Ansia da prestazione, la chiamano. Anche se in realtà quello che stava peggio era Alessio. Pallido come un cencio, girava per la casa come se fosse un fantasma. Per la prima volta nella sua vita il suo volto non trascendeva un'emozione. Imperscrutabile. Persino Valerio, che era sempre stato capace di capire i suoi sbalzi d'umore, il suo nascondere le proprie emozioni, i suoi occhi spenti con un vago lampo di luce, non riusciva proprio a capire cosa gli stava succedendo. Alessio aveva un bruttissimo, pessimo presentimento e non voleva in alcun modo spaventare Valerio ed Eleonora. Intanto egli aveva molta difficoltà a mangiare e a dormire. Valerio capiva che c'era qualcosa di grave che bloccava Alessio e sapeva anche quanto era difficile aprire una breccia nel muro che stava ponendo davanti a tutti.
-Ehi fratellino.
-Ciao Vale.
Valerio non si sarebbe mai immaginato una risposta così fredda da lui.
-Alessio, vieni di là con me, per piacere?
Tono perentorio, che non ammetteva risposta negativa. Ed Alessio se ne accorse.
-Va ebene Vale.
-Mi spieghi cos'hai?
-Nulla.
Sempre lo stesso tono freddo e distaccato.
-Per piacere fratellino. Dimmi la verità. Per la prima volta non posso scoprirla da solo...
-Non ho nulla, ti giuro.
-Ti prego...
-Ti ripeto che non ho nulla.
Ma a Valerio venne un lampo di genio.
-Baciami.
-Cosa?
-Hai capito bene fratellino. Baciami. Se non hai nulla non puoi avere problemi a baciarmi, o no?
-Va bene.
I due ragazzi così si baciarono. Da parte di Valerio era un bacio sofferto, pieno di emozioni contrastanti, come preoccupazione e gioia. Da parte di Alessio era un bacio senza emozioni, come se non fosse in realtà un bacio.
-Ale, perchè non provi nulla?
-Cosa?
-Non fare il finto tonto. Non provi emozioni al momento, cos'hai?
-Nulla.
-Ti prego, fratellino... *Scoppia a piangere* Ti prego...
Qualcosa si dovettte sbloccare nel corpo di Alessio, perchè gli occhi ripresero quel barlume di luce, si avvicinò a Valerio ed iniziò ad abbracciarlo per consolarlo.
-Ale, ho paura di noon essere all'altezza della situazione, sono troppo debole ed emotivo...
-Silenzio! Tu stai facendo un lavoro perfetto, sei bravissimo e non affiderei la mia vita a qualcun altro diverso da te. Ti voglio bene fratellone..
-Ale...
Si baciarono nuovamente, con molta più passione e con molte più lacrime da parte di entrambi.
-Dai vestiamoci che dobbiamo andare.
-Sì, fratellone.. e grazie. Grazie di esistere.
-No, grazie di esistere te.
I ragazzi si vestirono bene, completamente in nero. Eleonora indossava una splendida camicetta nera che le aveva regalato Giuseppe, una gonna nera molto lunga, i capelli che le cadevano sciolti sulle spalle e pochissimo trucco. Nessuno l'aveva mai vista così bella.
-Andiamo allora?
-Sì mamma, andiamo.
I tre ragazzi salirono nella macchina di Donatella e si recarono in chiesa per assistere al funerale. Il prete sembrava totalmente distaccato dalla cerimonia, come se in realtà non gliene importasse nulla. Dei presenti solo pochi erano davvero interessati. Molte persone portavano occhiali neri, per mascherare la totale assenza di lacrime in quell'occasione. Altre persone erano vestite in maniera per nulla adeguata alla situazione, vestitini colorati, mini gonne, magliette scollate. Alessio era totalmente sconvolto e scandalizzato da questo: avrebbe volentieri iniziato ad urlare contro tutti, ma in realtà lui ci teneva a rispettare la cerimonia funebre di Giuseppe. Il prete continuò la cerimonia per almeno un'altra ora, fino ad arrivare al momento peggiore. Il saluto alla bara. Molti passarono solo guardando e toccando, quasi come per scaramanzia. A chiudere la fila c'erano Alessio, Valerio, Eleonora e Donatella. Donatella rimase un po' a guardare fino ad iniziare a piangere, mentre i tre veri amici della vita di Giuseppe si sedettero per terra e poggiarono la testa sulla bara, piangendo. Sulla bara erano incise, in una targhetta d'ottone, queste parole:
Giuseppe Maria Stara 15/8/90 - 22/11/08


Non riusciva a dormire, Pegex. Immaginava cosa stesse succedendo sulla Terra. Aveva intuito che in quel momento si stava tenendo il suo funerale. Ne fu veramente certo quando ebbe un flash e vide i tre amici piangenti sulla bara. Pegex era sicuro che anche se era morto, i suoi amici tenevano ancora molto a lui. Vedendo che non c'era nulla da fare, Pegex si alzò e iniziò a girare per il castello, cercando qualcuno con cui parlare un po'. Il castello era vuoto, probabilmente la maggior parte dei membri si trovava in missione o a dormire. Decise allora di girare per Crepuscopoli. In cima ad un campanile Pegex vide un ragazzo coi capelli rossi dal viso conosciuto e un ragazzo coi capelli biondo cenere. Salì quindi sul campanile per ascoltare il loro discorso, tanto non aveva nulla da fare.
-Roxas.
-Sì?
-Voglio scoparti.
-Qui?
-Sì, qui, tanto dormono tutti ancora.
Pegex vide il loro modo di fare sesso e rimase completamente senza parole. Non c'era un emozione, era solo desiderio fisico. Non era neanche sesso, sembrava uno stupro vero e proprio. Axel non si preoccupava, e comunque non avrebbe potuto farlo, di ciò che faceva a Roxas. Sicuramente quest'ultimo perdeva anche sangue da dietro, a rapporto consumato. Pegex cercò analogie tra questa visione e un ricordo precedente di Alessio e Valerio che facevano sesso orale. Non esistevano. Axel e Roxas lo facevano brutalmente per godere, non per provare emozioni. Il rapporto tra Alessio e Valerio era molto diverso: ognuno voleva il bene dell'altro, ognuno si preoccupava dell'altro più che di sè stesso. Era amore, fraterno ma sempre e comunque amore. Questo no. Pegex capì di essere diverso da tutti gli altri Nessuno. Aveva dei ricordi, e ciò comportava la presenza di alcune emozioni. Poteva essere triste, imbarazzato o sentirsi solo. Non poteva amare, quello no, ma era comunque nettamente diverso dagli altri Nessuno. E Xemnas e Zexion lo sapevano.
-ORA ho capito perchè! Ho capito lo studio di Zexion. Ho capito perchè sono diverso dagli altri nessuno!
Scese dal campanile e tornò al castello, intenzionato a parlare col Superiore.


Salutarono la bara, Alessio, Valerio ed Eleonora, ma decisero di seguirla per scoprire dove sarebbe stato seppellito il loro amico. Videro la posizione della tomba nel colossale cimitero di Prima Porta e poi decisero di tornare a casa, abbacchiati e stanchi.
Alessio e Valerio si recarono subito nella loro camera e si sedettero sul loro letto.
-Vale, fratellone mio...
-Cosa c'è fratellio?
-Ti amo.
-Cosa?
-Non hai idea di quanto ti ami. E' amore fraterno, ma amore fortissimo quello che provo per te.
-Ale, anche io ti amo. Davvero. (Tengo a ricordare che non sono realmente fratelli NdMe)
Si baciarono ancora sul letto, quel letto che aveva visto parte della loro vita passare.
-Ragazzi?!
-Ele, che succede?
-Devo andare a scout stasera.
-Cosa? Da sola?
-Guarda che non è tanta strada.
-Ele, preferirei accompagnarti.
-Ma dai Ale, mi fa bene fare due passi da sola. Non ti preoccupare.
-Va bene, se ne sei convinta..
-Adesso però andiamo a pranzo che ho fame.
-Sissignora!- risposero i due maschi in coro.

*Nel Castello dell'Oblio, nella stanza del Superiore*

-Sir, Marluxia ha detto che ci sono novità interessanti nel mondo degli umani.
-Ti ha detto anche a chi è riferita questa novità?
-Sì, è riferita a... *mostra un foglietto con su scritto un nome*.
-Perfetto. Richiama Marluxia e poi chiama Larxene e Demyx. Voi tre dovete andare nel mondo degli umani, perchè Zexion mi serve qui.
-Va bene, Sir.
*Pochi minuti dopo*
-Lo sapevi che non sarei mai diventato un Nessuno come tutti gli altri.
-Certo che lo sapevo, e sicuramente me ne sarei accorto adesso. Sei livido dalla rabbia.
-Co-cosa?
-Sì, stai provando rabbia. E non avevo dubbi che saresti diventato un Nessuno un po' particolare.
Il tono distaccato del Superiore irritava parecchio Pegex.
-Ti spiego meglio, numero XIV. Un particolare tipo di emozioni le puoi provare. Le emozioni impulsive, come la rabbia.
-Ma io quando sono arrivato in questo castello non ci sono riuscito a provare rabbia.
-Credi che ti avrei lasciato distruggere il castello impunemente? Zexion, attraverso l'illusione, è riuscito anche a bloccarti le emozioni per un po' di tempo. Fino a che non fossi stato TU a sbloccarle, attraverso un emozione molto forte.
-A-allora Zexion non è andato in missione.
-Sapevo che eri intelligente. Ti ho lasciato seguire il lavoro di Zexion solo per farti sbloccare le emozioni.
-Ma perchè?
-Non puoi capire. Comunque ti posso spiegare ancora meglio. In realtà, tutti noi Nessuno potremmo provare quel tipo di emozioni, se potessimo ricordarle. Tu hai legami troppo potenti con il mondo reale per essere spezzati o dimenticati. Puoi quindi provare queste emozioni perchè le ricordi e involontariamente le fai uscire. Comunque non importa, adesso puoi continuare a girare per la città e per il castello.
-Vado, che è meglio.


Dopo aver pranzato, i tre ragazzi tornarono a riposare. Eleonora andò subito nella sua stanza, mentre gli altri due aspettarono un poco e poi entrarono anche loro nella propria. Si stesero nel loro letto, nella stanza che giaceva in penombra. La serranda era semiabbassata, in modo che entrasse pochissima luce.
-Fratellone, sono stanchissimo.
-Anche io fratellino.
-Senti, io non mi fido a lasciar andare Eleonora da sola a scout.
-Ricorda che non puoi toglierle la vita.
-Ho paura fratellone. Ho paura per la sua incolumità. Non voglio vedere morire anche lei.
-Ale, calmo. Non avere paura. Per piacere, pensa sempre positivo, che è meglio.
-Va bene fratellone. Ti amo.
-Ale, perchè me lo ripeti così spesso.
-Per ricordarti due cose: che la mia vita dipende da te e che ti seguo ciecamente.
-Ti amo anch'io, fratellino.
-Ho sonno.
-Anche io.
-Dormiamo due orette, ok?
-Ok!
Si abbracciarono, e poco dopo si addormentarono, l'uno nelle braccia dell'altro.


-Zexion.
-Sì?
-Vaffanculo.
-Pegex, cosa ti prende?
-Sei un pezzo di merda, te e quell'altro mi avete ingannato.
-Sì, ma prova a vedere le cose da un'altra prospettiva.
-Cosa?
-Prova a metterti nei nostri panni e pensa a perchè abbiamo DOVUTO ingannarti. Sei una persona intelligente, puoi scoprirlo facilmente.
-Ma..
-Adesso devo tornare a lavorare. Al massimo a dopo.
Pegex decise di andare a cercare Naminè, sperando di riuscire a calmarsi. Entrato nella stanza colorata, Naminè si girò spaventata.
-Pegex, è successo qualcosa?
-Diciamo di sì, perchè me lo chiedi?
-Perchè non sei pallido come tutti i nessuno. Sei viola.
-Ah... si, in effetti sono un po' arrabbiato.
-Cos'è la rabbia, Pegex?
-Un sentimento... che voi Nessuno fortunatamente non potete provare. Non è bello essere arrabbiati.
-Immagino, cioè...non posso, ma posso leggerti negli occhi cosa hai.
-Davvero?
-Sì...
Qualcuno bussa alla porta.
-Ciao Pegex. - Era Marluxia, il fiorellone, il Numero XI. - C'è riunione tra un po' nella sala dei troni.
-Va bene grazie.


Eleonora si era svegliata di soprassalto. In preda ad un incubo. Aveva sognato i suoi genitori morti in una sparatoria. Sperò che non dovesse mai succedere, non sapeva cosa avrebbe mai fatto da sola in casa. Prese il cellulare, vedendo che ore fossero. Le sei e quaranta. Doveva iniziare a prepararsi, dato che alle sette e un quarto aveva riunione in sede scout. Aveva dormito abbastanza, quasi tre ore (i ragazzi erano andati a dormire attorno alle quattro NdMe).  Eleonora si alzò, si cambiò i vestiti e uscì dalla stanza, volendo mangiare qualcosa prima di uscire. Trovò una barretta di cioccolato e ne staccò un pezzo, degustandola (ogni riferimento a Mello è puramente casuale, è una cosa che io faccio spesso quando ho voglia di mangiare qualcosa tipo oggi NdMe). Prese la borsa e andò un attimo a vedere se Alessio e Valerio fossero svegli. Entrambi dormivano, però decise di svegliarli, calcolando che era tardi e che se non si fossero svegliati non avrebbero dormito poi la notte.
-Ale, Vale, svegliatevi.
-Ele, cosa c'è?
-Sono quasi le sette, devo andare a scout.
-Ah, va bene! Ci vediamo per cena, no?
-Sicuro, a dopo ragazzi!
-Ciao Ele! (in coro, che carini NdZexion)(Le note le metto solo io! NdMe)
Eleonora iniziò a camminare, sola, nel tragitto tra casa e la sede scout. Purtroppo, i lampioni di Viale Africa avevano perso la luce, quindi lei andava avanti, non vedendo bene se ci fosse qualcuno o meno.


-E' l'ora di andare! Demyx, controlla che quelli non escano di casa e se lo fanno AVVISAMI.
-Si, Numero VII.
-Larxene, vai a fare quello che avevamo già stabilito.
-Sì, Numero VII.
-Muovetevi! Un'occasione così non ricapita facilmente.


-Vale, sono preoccupato.
-Stai calmo, dai.
-Non ci riesco...neanche il tempo riesce a tranquillizzarmi.
Infatti, il cielo mostrava un temporale in avvicinamento.


-Ciao dolcezza!
-Tu...tu chi sei?
-Non mi conosci? Ah, bè sì, sicuramente non mi puoi conoscere. Io sono Larxene, cara. E dovrai imparare il mio nome, ti servirà in futuro.
-Non capisco.
Eleonora iniziò a indietreggiare, temendo quello che stava per succedere.
-Non devi capire... devi solo MORIRE!
-Fermati!
Iniziò una lotta tra Larxene ed Eleonora. Larxene dovette riconoscere che Eleonora era abbastanza brava nel combattimento corpo a corpo, ma non al suo livello.


I due ragazzi ebbero un flash di cosa succedeva poco lontano da casa loro. Iniziarono a gridare.
-VALE!
-ALE!
-Corriamo a chiamare tua madre... DONATELLA!
-Cosa c'è?
-Andiamo di corsa in macchina, Eleonora è in pericolo!
-Oh no, corriamo!
Alessio, Valerio e Donatella salirono in macchina ed, arrivati a viale Africa, videro tutte le luci spente.
-Oddio no..non va bene.
-Chiama l'ambulanza, Ale.
-Vado.


-Basta giocare ragazzina.
-Non sto giocando.
-Per te è l'ora di MORIRE!
Larxene piantò un coltello nella spalla di Eleonora.
Eleonora urlò, accasciandosi a terra.


Alessio, Valerio e Donatella sentirono chiaramente l'urlo e corsero subito sul luogo dell'aggressione. Le luci si riaccesero di colpo e i ragazzi videro Eleonora sdraiata in mezzo alla strada, agonizzante.
-Il coltello era...avvelenato.
-ELE!
-Io adesso vi lascio...ma vi prego... promettetemi vendetta..e state attenti alla vostra vita. Ho capito che in realtà ce l'hanno con tutti e quattro. Vi voglio bene ragazzi, davvero tanto, e spero di rivedervi in un altro mondo.
-No...Ele...NOOOOOOOOOOOO!
-Ale, non piangere...pensa a vivere per quanto puoi ancora. Promettimelo.
-Te lo prometto Ele..
-E ricordate che questo non è un addio, bensì un arrivederci.
-Ciao Ele...
E Eleonora morì così, sotto gli occhi pieni di lacrime di Alessio e Valerio (con Donatella dietro) e sotto la luce ricomparsa nei lampioni. La luce che l'aveva abbandonata nel momento del bisogno.

*Al momento dell'aggressione, nel Castello dell'Oblio*

-Cosa stavamo dicendo, Naminè?
-Nulla di che, anche se Marluxia viene sempre a rompere le scatole.
-Infatti.
Pegex cadde a terra, fulminato quasi da un flash. Eleonora che moriva.
-Pegex, cos'hai? Pegex? PEGEX?
-E-eleonora... è morta.
-E chi è Eleonora?
-Una persona a cui tenevo tantissimo... scusami Nami, ma devo veramente andare che non vorrei svenire per questo.
-Non ti preoccupare, vai sul tuo letto.
-Grazie mille, piccola.
-Di nulla.
Pegex andò a stendersi sul suo letto, attendendo solo di essere richiamato da uno dei membri dell'Organizzazione.


-Benvenuta, Eleonora.
-Tu...chi sei? Come sai il mio nome?
-Mi chiamo Zexion e sono il guardiano di questo antinferno. So il tuo nome perchè so il nome di chiunque arriva qui.
-Ah ho capito.
-Senti, qua hai due possibilità. O l'Inferno...o questo.
Zexion aprì il libro e le mostrò Giuseppe mentre studiava.
-Lui...lui è... Giuseppe?
-Esattamente. Vuoi andare da lui?
-Si, lo voglio.
-Ti accontenterò subito.
-Dove siamo? Perchè non ho paura?
-Mi dispiace Eleonora...mi dispiace davvero.
-Cosa mi avete fatto?
-Ti abbiamo dovuta ingannare...benvenuta nell'Organizzazione, Lexel.
-Il mio nome è Eleonora.
-Qui purtroppo il tuo nome è Lexel, o Numero XV.
-Perchè?
-Non sarò io a spiegartelo. Dobbiamo andare dal Superiore.
Ed in quello stesso momento, Pegex si svegliò di soprassalto.


...TBC...
Campagna di Promozione Sociale - Messaggio No Profit:
Dona l’8‰ del tuo tempo alla causa pro recensioni.
Farai felice milioni di scrittori.
(Chiunque voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede)

Note dell'autore!
Salve a tutti. Purtroppo anche la seconda dei quattro ragazzi al momento ha fatto una brutta fine. E fidatevi, mi è dispiaciuto tantissimo. Per quanto riguarda lo sviluppo della storia, non è stato semplice. Ho seminato alcuni indizi un po' ovunque, indizi nascosti o meno, per farvi capire cosa è successo, cosa succederà e perchè. Uno in particolare è stato inserito, ma non vi dico quale ovviamente :D dovete capirlo voi. La difficoltà di questo capitolo è anche riuscire a parlare di Pegex da una parte e dall'altra dei tre ragazzi, non è stato per nulla facile bilanciare le parti. Bè, a me questo capitolo non piace per nulla, peggio ancora di quello precedente. Spero solo che piaccia a voi e al prossimo aggiornamento, un saluto a tutti!
P.S: Causa mancata voglia di scrivere, stage e campo scout, questo aggiornamento arriverà MOLTO probabilmente a settembre, in quanto devo ancora finire May it...NO!, devo continuare la fanfic comica colla mia collega Vane e Chissà dove t'addormenterai stasera. Ma non disperate, ci sarò! 

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Capitolo 6
*** Anche i migliori sbagliano (Parte I) ***


SONO VIVO! *Applausi*

Salve a tutti i miei cari lettori. Sto a pezzi, ho messo tantissimo a finire questo capitolo e sto a pezzi per il fantastico concerto degli Epica dell'altro ieri! Spero che qualcuno ci sia andato, meritavano davvero! Ora rispondo alle recensioni.
Per Isuzu:Grazie mille!^^. Sì, Ale e Vale sono così teneri ^^.E povera Ele, mò si vedrà come continueranno tra tutti quanti.
Per gaeshi: L'hanno lasciata andare sola perchè comunque Vale aveva fatto notare che le toglievano davvero la vita così. Non è bello essere seguiti a vista, non è bello vivere nel terrore. Ale e Vale non si aspettavano che succedesse quello che è successo semplicemente perchè le luci erano saltate, ed era una cosa imprevedibile. Comunque, tutti e tre hanno dimostrato coraggio. Lei nel cercare di affrontare Larxene (alla fine Pegex non è riuscito ad affrontare fisicamente Axel, se ricordi), loro nell'averla lasciata andare nonostante tutto. Probabilmente questo è stato il modo più grande di dimostrarle (da parte di entrambi) quanto ci tenevano a lei. I poteri, ora si vedranno, e tra Pegex e Lexel... credo tu abbia capito il ragionamento che ti ho fatto su msn ;). Questa è l'unica cosa che metto davvero in chiaro. Nè Ale nè Vale si suicideranno.
Per Lucifero_91: Ah si, sei te l'allegro insomma XD "tanto dovrà succedere a tutti", ma poverini! E il seguito lo leggerai ora, ciao Missi XD.
Per Nezu: Nuuuu povera Donatella! Comunque si vedrà come continuerà questa storia sisi XD

Allora, io cercherò di bilanciare le parti più possibile, fatemi notare se ci riesco o no eh! Buona lettura a tutti!


Anche i migliori sbagliano (Parte I)


-Pegex, cos'hai?
Demyx era entrato nella stanza del Numero XV dopo aver sentito l'urlo lanciato da Pegex. Lo guardò in faccia. Era bianco. Lo stesso colore maledetto che caratterizzava la loro triste vita. O meglio, non vita.
-Pegex, rispondi! PEGEX!
-Demyx, non urlare..
-Cosa succede?
-E' morta..
-Ma no, Larxene l'ho vista poco fa.
-Non Larxene...Eleonora.
-Eleonora? Chi è?
-La persona a cui tenevo di più, nel mondo degli umani. La mia ultima speranza di tornare in vita.
-Ah...
Demyx capì che non poteva capire il discorso di Pegex (chiedo scusa per la frase contorta NdMe). Lui non ricordava nulla della sua vita, non sapeva neanche se gli fosse mai importato di qualcuno. Non sapeva, questo bastava.
-Perchè è successo...PERCHE'?
Demyx guardò negli occhi Pegex, che emanavano dolore puro. Dovette distogliere subito lo sguardo, non riusciva a sopportare una visione del genere.
-Pegex, calmo.
-No, Demyx, non sto calmo. Per voi è facile, non avete emozioni. Non potete capirmi.
La frase di Pegex colpì molto Demyx, tanto che ebbe il tempo di pronunciare una sola frase...
-No, non ti posso capire.
...Prima di svenire.
Pegex si alzò, correndo a cercare qualcuno che potesse aiutare Demyx.

*Nello stesso momento, nella stanza del Superiore*
-Benvenuta, Lexel.
-Per...Perchè sono qua? Dove sono? COSA sono?
-Te lo spiego subito. Tu, come tutti noi dell'Organizzazione, sei una Nessuno. Non hai un cuore e di conseguenza non puoi provare emozioni.
-Nessuno? Cos'è un Nessuno? E come faccio ad aver perso il mio cuore?
-Posso solo dirti che non puoi provare emozioni, nulla di più. Ora devi andare nella sala principale a cercare qualcuno che ti mostri il castello, numero XV.
-Va bene..anche se...
-Non c'è un anche se. Fallo e basta.
-Va bene, Superiore.
Lexel aveva capito che controbattere non serviva a nulla, dato che non provava nè rabbia nè soddisfazione nel farlo.

-Zexion...Zexion!
-Pegex, cosa ci fai qua?
Ancora la freddezza bruciante del Numero VI gli si parava contro.
-Demyx...è svenuto!
-Portami da lui, risolvo tutto io.
Anche se in realtà, sembrava non gli importasse. Si recarono così nella camera del Numero XIV, dove Demyx giaceva a gambe e braccia aperte sul pavimento, svenuto. Zexion, con l'abilità degna di un medico, mise una mano tra il polmone sinistro e il diaframma, per capire se respirava o no. Demyx aprì di scatto gli occhi e si riprese, mentre Zexion perse la sua freddezza solo un attimo, quasi impercettebile.
-Cos'è successo?
-Sei svenuto, niente di che.
-Ah, capisco. Credo che me ne andrò a dormire, non riesco a stare in piedi.
-Meglio, vai Demyx. Ciao.
-Ciao Pegex, ciao Zexion.
Demyx uscì dalla stanza di Pegex, seguito poco dopo da Zexion che uscì senza salutare. Pegex sapeva che il Numero VI era un personaggio abbastanza strano, ma non riusciva proprio a capire il suo comportamento. O ancora meglio, se si trattasse di una maschera di facciata.

Alessio e Valerio rimasero un po' a vegliare attorno al corpo non più vivente della loro amica Eleonora. Non riuscivano a perdonarsi per averla lasciata andare da sola, avevano capito di avere fatto una cretinata. E per questo lei ci aveva rimesso la vita. Donatella notava la loro sofferenza, ma non osava avvicinarsi. Aveva capito che lei era solo un impiccio e che era un momento dove volevano restare soli con se stessi e con l'altro.
-Ale, sono un idiota. Avevi ragione tu. Non dovevamo lasciarla andare da sola.
-Silenzio, non è il luogo e non è il momento. Adesso è meglio stare qui in silenzio.
Alessio aveva bisogno di pensare, ma non a criticarsi per l'ingenuità che avevano dimostrato. Stava pensando ai rapporti con i due amici morti, a quello col suo fratellone, e soprattutto pensava a cosa stava succedendo. Stava cambiando qualcosa dentro di lui, se ne stava accorgendo. Ed era certo che la sua vita stava per finire. Se lo sentiva, un peso nello stomaco. La paura di morire, unita e superata dalla paura di lasciare la persona a cui teneva di più al mondo. Sapeva che la sensazione della morte non era una bella sensazione, ma aveva più paura di quello che sarebbe successo dopo. Perchè lo sapeva che sarebbe successo qualcosa.
Arrivò quindi l'ambulanza, che portò il corpo nell'ospedale, almeno per cercare di capire cosa fosse successo. Alessio e Valerio videro andare via l'ambulanza, rimanendo quasi impietriti ad aspettare. Guardarono ancora tre quattro minuti fissamente il luogo dell'aggressione, per poi salire in macchina e tornare in casa.
-Mamma, per piacere non prepararmi la cena.
-Neanche a me, Donatella. Mi dispiace, ma mi si è chiuso lo stomaco.
-Non vi preoccupate, non credo che mangerò neanche io. Anzi, per quanto mi riguarda credo che andrò a dormire prima possibile.
-Ma guarda che non disturbi mamma!
-Lo so, ma sono molto stanca stasera.
Salirono così a casa, e Donatella se ne andò immediatamente a letto, quasi sconsolata, salutando con un flebile buonanotte il figlio e il praticamente figliastro. Neanche lei era tranquilla, per nulla. Odiava questa situazione, le sembrava irreale che stesse succedendo tutto ciò. Ma purtroppo è la realtà, e molto spesso la realtà è più strana della fantasia.
-Buonanotte ragazzi.
-Buonanotte mamma.
-Buonanotte, Donatella.
-Ah, se volete domani potete anche non andare a scuola.
-Grazie mille, ci penseremo. Buona notte!
Dopo che Donatella si recò nella sua stanza, chiudendo la porta, i due ragazzi si sedettero sul divano, a gambe raccolte su un fianco, uno di fronte all'altro.
-Mamma è stravolta, Ale.
-Lo so... probabilmente sta molto peggio di noi, anche se non lo ammetterà mai.
-Ale...ho paura davvero.
-Cosa?
-Ho paura di morire, non voglio lasciarti solo. E d'altro canto ho paura di vederti morire, perchè vorrebbe dire che ti ho perso per sempre.
-Vale... non sai quanto mi costa dirlo, ma ormai è scontato dire che la nostra fine è vicinissima. Ce l'hanno con noi, si vede. Purtroppo siamo destinati a morire fratellone. Non possiamo davvero fare nulla..
-Ma...ma io non voglio perderti *scoppia a piangere*
-Vale, non devi aver paura... *lo abbraccia*. Dobbiamo restare calmi, e cercare di passare meglio possibile il tempo che ci è rimasto. Eleonora e Giuseppe non hanno avuto la possibilità, noi due si. Chiaro?
-S..sì..
-Bene, adesso meglio se andiamo a dormire che sono davvero a pezzi. Vieni con me, fratellone?
-Certo..
Si diressero verso la loro camera, quindi chiusero la porta e si sdraiarono sul loro letto, guardandosi a vicenda.
-Ale..ti amo.
-Anch'io ti amo... anch'io.
-Non so per quanto tempo potrò dirlo ancora, quindi adesso preferisco ripeterlo più possibile.
-Non serve fratellone... lo so bene, anche senza che tu me lo dica. Ed ora è meglio che ci mettiamo a dormire che è tardi.
-Va bene fratellino...però posso dormire abbracciato a te?
-Certo... buonanotte Vale.
-Notte Ale..                            

-Xemnas, dobbiamo parlare.
Zexion, dopo aver visto tutta la baraonda accaduta nella stanza del Numero XIV, decise di recarsi nella stanza del Superiore per discutere. Aveva l'impressione che in realtà la situazione gli stesse sfuggendo di mano. A entrambi.
-Zexion, come mai sei venuto qua? Hai intenzione di farmi eccit...
-No! Il problema è un altro. Ho l'impressione che la situazione ci stia sfuggendo di mano.
-Di cosa stai parlando?
-Prima nella stanza del Numero XIV è entrato il Numero IX e dopo che hanno parlato di qualcosa Demyx è svenuto.
-Non vedo il problema, guarda.
-Ho provato a vedere cosa potesse essere successo, ma ho messo accidentalmente una mano sul petto di Demyx..e ho sentito qualcosa battere una volta.
-Secondo me ti stai solo suggestionando, non credo sia un grande problema.
-Vabbè..
-Bè intanto che sei qua, potremmo...
-Preferirei di no, sento qualcuno in avvicinamento. Credo Saix.      
-Bè, allora sarà per la prossima volta.
-Sì certo - disse Zexion senza nascondere un alto livello di ironia- solo che adesso devo andare. A presto, Xemnas.
-Ci vedremo molto presto, Zexion.

*La mattina dopo, sulla Terra*

Alessio e Valerio decisero di alzarsi comunque di buon'ora per andare a scuola, nonostante tutto. Si svegliarono entrambi con due occhiaie enormi e un umore sotto terra.  
-Ciao Ale.
-Ciao Vale...ti consiglio di andarti a sciacquare la faccia in fretta, che sembri un cadavere.
In effetti con un colorito pallidognolo e le enormi occhiaie, Valerio non sembrava proprio nulla di diverso. Persino i suoi capelli biondi avevano perso lucentezza, sembrava che si fossero spenti. Tutto ciò preoccupava notevolmente Alessio, che si chiedeva cosa altro fosse successo in una sola notte.
-Oh, hai ragione! Adesso vado, grazie!
Dopo che i due ebbero fatto colazione e si furono vestiti, uscirono per andare a scuola. Per una volta a piedi, in quanto avevano bisogno entrambi di pensare, e quindi di camminare. Quando cammini, diceva sempre Alessio, la testa ti si svuota e sei più libero di pensare. Ecco perchè una persona confusa cammina molto. Arrivarono a scuola tranquillamente, scambiando poche parole tra di loro e andando per mano. Si trovavano entrambi in estrema difficoltà. Molte persone si girarono a guardarli,e non si capiva se fosse perchè si tenevano per mano, o per il reale aspetto di entrambi. Sembravano fantasmi, pallidi, gli occhi anche vagamente scavati e gonfi e sembrava che non toccassero terra coi piedi. Una compagna di Alessio cercò di chiamarlo, ma era così chiuso nei suoi pensieri che non la sentì. Alessio cercò il pacchetto di sigarette nello zaino, ma Valerio lo fermò.
-Ale, prima devi prendere qualcosa da mangiare. Sei troppo pallido.
-Ma mi sento bene...
-Ora entriamo dentro e compro una cioccolata calda. Per entrambi.
-Va bene..
Andarono alla macchinetta e comprarono due cioccolate calde. Entrambi i ragazzi ripresero il loro colore in quella fredda mattinata, e Alessio ebbe alla fine il permesso da parte dell'altro di fumare. Aveva bisogno di scaricare i nervi, e quello era uno dei modi. Dopo poco suonò la campanella e furono costretti ad entrare ed affrontare una giornata abbastanza pesante.
-Martucci Eleonora?
La professoressa di arte chiese, all'inizio della prima ora,  facendo l'appello dove fosse Eleonora. Nessuno sapeva rispondere, solo un Valerio triste e imbarazzatissimo.
-Ehm, professoressa... Martucci è...morta ieri sera..
La professoressa e tutta la classe spalancò gli occhi, puntandoli addosso a Valerio, aumentando l'enorme imbarazzo visibile sulle sue guance, contornate da due righe di lacrime.    

***Nel Mondo Che Non Esiste...***
Le due di notte. Lexel era quasi dotata di un orologio interno, persino in un posto completamente nuovo, diverso dal suo solito mondo. La pace sembrava essere finalmente calata nel castello, dove fino a poco prima era presente un gran trambusto per tutto il castello, soprattutto nella stanza accanto. Non aveva sonno, Lexel. Si trovava in uno stato di dormiveglia, particolarmente pensierosa su tutto ciò che era successo in quelle poche ore. Inoltre il Numero II, Xigbar, le aveva annunciato che la mattina dopo avrebbe dovuto sostenere una prova per entrare di fatto nell'Organizzazione, che sarebbe diventata Organizzazione XV.  Lexel non sapeva se le conveniva cercare di superare la prova oppure no. Ma si disse che la notte porta consiglio, perciò si girò nel letto cercando di dormire. Purtroppo, neanche il sonno la ascoltava in quel momento, così decise di vestirsi, con l'uniforme nera data dall'organizzazione, e di provare a girare per il castello. Vide una sola ombra molto circospetta girare da sola per il castello.
-Ehi, qualche problema?
Un ragazzo dai capelli biondi e dagli occhi azzurri si girò, guardando in faccia la ragazza che l'aveva chiamato.
-No, nessun problema. Non riesco a dormire. Tu, piuttosto, chi sei?
-Ehm...io sarei una... nuova arrivata. Mi chiamo Lexel.
-Ah, la ragazza che domani dovrà affrontare la prova.
-Ah, noto che la voce è girata.
-Bè, il Superiore avvisa sempre quando una persona deve sostenere una prova per essere ammessa all'Organizzazione.    
-Ma in cosa coinsiste?
-Mi dispiace, non posso dirtelo. Lo vedrai domattina.
-Perchè non puoi?
-Il Superiore ci ha vietato di parlarne, non vuole che una persona si prepari. Solitamente la prova viene affrontata la sera stessa, ma ieri era troppo tardi.   
-Ah, va bene non ti preoccupare. Hai qualche problema per il quale non riesci a dormire?
-Non lo so... prima sono svenuto e non mi sento molto bene adesso, pertanto non riesco a dormire.
-Ah... mi dispiace.
-Non ti preoccupare. Anzi, preferisco andare. Ciao.
-Ciao.
Lexel si ritrovò così a vagare sola per il castello, ignara di dove si stesse dirigendo. Per non perdersi, Lexel tornò nella sua stanza, sdraiandosi sul letto duro come la pietra. Finalmente, si addormentò.
Qualche ora dopo, Lexel si svegliò e si ritrovò davanti un altro di quei figuri dall'uniforme nera.
-Lexel, devi alzarti che stiamo per fare colazione. Mezz'ora dopo dovrai affrontare la prova.
-Ma..
Inutile. Lexel non riuscì a rispondere nulla, dato che il figuro era scomparso nel giro di pochi secondi.
Cercando di far collaborare le gambe e la testa, Lexel cercò di andare in bagno per sciacquarsi la faccia, e magari guardarsi allo specchio. Pessima idea. Dopo essersi vista, si dovette sedere su uno sgabello là accanto. Non si riusciva a riconoscere, Lexel. Sapeva solo che la persona nello specchio in realtà non era lei. La pelle era bianca pallida, quasi grigiastra. Proprio come le persone morte.
L'unica cosa che riuscì a fare, quasi meccanicamente, fu allontanarsi dallo specchio ed andare a fare colazione. Magari aveva solo una carenza di zuccheri. Mangiò due frittelle mezze bruciacchiate e un bicchiere di succo d'arancia, ma preferì non andare a vedersi allo specchio. Aveva paura del suo aspetto.
Dopo aver fatto colazione, non ebbe neanche il tempo di prepararsi psicologicamente che già la chiamarono nella sala dei troni, in attesa di affrontare la prova. Si guardò intorno nella sala dove era appena entrata. C'erano quattordici troni, già tutti interamente pieni, ed uno solo vuoto. Probabilmente quello dove si sarebbe seduta lei. Se avesse superato la prova.   
-Bene, eccoci tutti qua riuniti. Diamo il benvenuto tra noi a Lexel, anche se deve ancora sbrigare una piccola formalità. Dovrà affrontare uno dell'Organizzazione per dimostrarci se è degna di entrare a far parte dell'Organizzazione e per mostrarci i suoi poteri.
Pegex si dimostrava perplesso. Perchè a lui invece lo avevano ammesso ancor prima di essere stato sottoposto alla prova?
-Lexel affronterà Axel nella Prova.
Axel si lasciò andare a un sorriso strafottente. Demyx guardò la ragazza come se fosse preoccupato, Pegex pareva stesse stringendo i pugni.   
-Che la Prova inizi.
Lexel si dimostrava sin dall'inizio molto agile e probabilmente molto abile nel combattimento corpo a corpo. Molto intelligente, da parte di Xemnas, scegliere tra l'Organizzazione uno tra quelli che avrebbe impedito alla ragazza di avvicinarsi. Purtroppo, nonostante l'agilità, l'inesperienza rischiava di costare cara a Lexel, se non fosse che...        
Fu questione di un attimo. Lexel, trovando all'interno di sè la forza necessaria, riuscì a capire qual'era la sua particolarità. la velocità. In un attimo si trovo dietro ad Axel, bloccandogli un braccio e puntandogli il suo coltellino alla gola. Il coltellino che aveva sempre usato a scout, nella sua vita umana. Tutta l'Organizzazione, persino Xemnas, rimase sconcertata di fronte alla scena. Era già la seconda volta in pochi giorni che un membro dell'Organizzazione, oltre tutto tra i più forti, venisse umiliato da due misteriosi ragazzi. Xemnas si stava chiedendo se in realtà la sua idea fosse destinata ad andare in fumo.
-Bene, Lexel, benvenuta nell'Organizzazione. Puoi sederti sul quindicesimo trono. Ed ora, bisogna discutere di alcune cose del castello.
Passò così la mattinata, senza che Lexel e Pegex si accorgessero di essere le due persone che si erano dichiarate amore. Erano cambiati fisicamente, erano diventati pallidi. Non si erano ancora accorti di nulla. E chissà se lo avrebbero mai fatto.

-Vale, stai bene?
Alessio andò durante la ricreazione in classe di Valerio, per vedere se era già uscito o meno. In realtà era appoggiato su un lato del banco, abbandonato sentendo musica.
-Vale?
-Ale, cosa c'è?
-Vale... non mi piace che tu stia da solo qua, abbandonato a te stesso.
Valerio alzò il viso verso il ragazzo, mostrando gli occhi gonfi.
-Cos'è successo?
-Nulla..mi hanno chiesto di Eleonora e sono scoppiato a piangere.
Alessio si sedette accanto a Valerio e lo prese in braccio, mentre questi metteva la sua testa nell'incavo del collo bianco.
-Si, Vale, fratellone mio, ma se tu ti senti anche questa musica mi deprimi e finisci per tagliarti.
-Sì, però sai. Non è che mi importi tanto al momento sentire sta musica. Depresso lo sono già.
-Certo, ma cercherei di evitare di peggiorare la situazione. *lo bacia*. Ti amo fratellone.
-Ti amo anche io...
Suonò così la ricreazione. Alessio fu costretto a tornare in classe, mentre Valerio dovette cercare di riprendersi per affrontare altre due ore di lezione prima di vedere Alessio. E poi, con un pessimo stato d'animo, le due ore sembravano molto più lunghe di quanto in realtà fossero. Non si accorse nemmeno del suono della campanella, tanto che Alessio tornò a chiamarlo nuovamente in classe.     
-Fratellone, ti sei incantato?
-Ale, che ci fai qui? E' suonata?
-Sì, veramente è suonata.
-Oddio scusami! Ti ho fatto perdere la ricreazione!
-Zitto cretino! Non me ne frega niente della ricreazione.
-Riesci a stare senza fumare?
-Certo, Vale, ne avevi dubbi?
-Grazie...
-Di nulla!
Così continuò a passare la giornata, fino a che i due ragazzi uscirono da scuola, diretti a casa.

*Intanto, nel Mondo Che Non Esiste...*

-Molto brava, vero?
-In effetti se la cava.
-Cioè, per battere Axel deve essere brava per forza.
Lexel si trovava in una situazione che non le faceva piacere. Tutti la osservavano, quasi curiosi. Per sfuggire dal centro dell'attenzione, decise di tornare molto velocemente nella sua stanza. Se non fosse che...
Per la gran fretta, Lexel non si era accorta di aver sbagliato la stanza. In realtà era entrata nella stanza del Numero XII, Larxene.
-Si bussa prima di entrare eh. - Disse Larxene, senza rabbia, con una voce apatica.
-Ma... questa non è la mia stanza?
-No, mi sa che hai sbagliato.
-Ah, ok, me ne vado subito.
-Aspetta. Sei stata brava prima, con me non eri andata così bene.
-Ah.. grazie. Adesso vado.
Lexel entrò di corsa nella sua stanza, ben consapevole di aver fatto un'enorme figura di merda. E pure non provava imbarazzo. Non provava assolutamente nulla. E chissà quanto sarebbe continuata questa situazione.
Lexel uscì così dalla sua stanza, cercando per il castello uno spiraglio di colore differente dal nero e dal bianco che la accecavano.  
Girò per gran parte del castello fino a che non vide una strana costruzione, quasi a forma di serra. La ragazza, quasi speranzosa, era convinta di trovare del colore nella serra, in quanto molto spesso i fiori sono colorati. Ma appena dopo essere entrata là dentro, notò il suo errore. Era sì una serra, ma anche lì il bianco la perseguitava. C'erano molti mughetti e altrettante rose bianche, assieme anche a un praticello di margheritine. L'unica nota di colore era data da una piccola siepe di rose, gestite in quello stesso momento da una figura dai capelli rosa. Come i fiori che stava curando.  

-Ehi, ciao Naminè!
Pegex era tornato a far compagnia alla ragazza bionda, sempre immersa nei suoi disegni. Era quasi intenerito dal vederla così piccola mentre scribacchiava e disegnava nella sua stanzetta colorata.
-Oh, ciao Pegex. Sei tornato!   
-Si, hai visto? Sono stato di parola.
-Allora, cosa avete fatto stamattina?
-Ah, nulla, una delle solite inutili riunioni dell'Organizzazione. Xemnas a volte sembra che stia semplicemente bluffando e che la sua idea sia un'altra.
-Non so cosa dirti, ma è meglio non ribellarsi a Xemnas, nonostante Maru mi abbia sempre detto che non è adatto ad essere il capo dell'Organizzazione.
-Ah ho capito! E tu, cos'hai disegnato oggi?
-Niente, qualche schizzo sui pochi ricordi che ho della mia vita precedente.  
-Una spiaggia... questo bellissimo posto era dove abitavi tu?
-Non riesco a ricordare... mi dispiace. Può darsi che lo fosse, come può darsi che fosse un posto visto in un film.
-Ah, capisco.
-Senti, Pegex, scusami ma credo che Marluxia si stia avvicinando. Torni dopo?
-Certo Nami! A dopo!
Pegex, uscendo dalla stanza di Naminè, si sentiva come felice, nonostante se ne dovesse andare. Anche se Naminè si stava sbagliando, in quanto il Numero XI era occupato nella serra, osservato da Lexel.    

-Vale, ti senti bene?
Alessio, osservando la faccia dell'amico, sapeva che in realtà la sua domanda era semplicemente e puramente retorica. Valerio aveva delle occhiaie enormi e il suo aspetto, quel giorno, sembrava cadente e vecchio. Sembrava che fosse invecchiato di cinquant'anni tutti assieme. La luce negli occhi non brillava più. I vestiti parevano dimessi addosso a uno stato d'animo come quello. Sembrava un angelo decaduto.   
-No, Ale... cioè sì, mi sento bene, ma sto pensando un secondo... se mi dai qualche minuto magari mi riprendo.
-Sei sicuro? Non vuoi una mano?
-No, non ti preoccupare.          
-Vabbè...
Alessio era sempre più preoccupato per il comportamento dell'amico. Aveva paura che potesse allontanarsi dalla mente per brevi attimi, di perdersi in pensieri tutti suoi e morire investito da una macchina. Tanto sicuramente lo avrebbero, anzi LI avrebbero uccisi molto presto.
Arrivarono a casa, l'uno penserioso e l'altro con lo sguardo vacuo. Quasi non si accorsero di Donatella che andava loro incontro per abbracciarli.
- Ragazzi, il pranzo è pronto. Venite a mangiare?
-Certo Donatella, volentieri.
Alessio rispose a forza e dovette oltretutto risvegliare Valerio che era caduto nel suo stato di trance.                
-Sì, mamma, grazie mille.
Mangiarono in silenzio, Alessio con lo sguardo perso nel vuoto, Valerio osservando il pranzo e muovendo la forchetta senza in realtà fare nulla, Donatella osservando i due ragazzi più dispersi di quanto fosse stato con Giuseppe.
Finalmente, dopo aver finito di mangiare, Valerio si alzò e sembrò reagire, almeno un momento.
-Ale, possiamo andare a riposarci un po', per piacere?
-Certo, fratellone...
-Vale, cosa ti prende?
-Ale... ho appena constatato seriamente che non ci resta ancora molto da vivere. Almeno per uno di noi due.
-Sì, ma non capisco.
-Senti Ale...
Valerio iniziò a baciare l'amico, slacciandogli piano piano i bottoni della camicia, facendogliela scivolare via molto delicatamente ed attaccando il collo di Alessio, una zona che trovava molto sensibile.
-Vale, cosa... stai... tentando... di fare?...
-Stai in silenzio e concentrati su di me.
Valerio tracciava linee immaginarie sulla pelle di Alessio, cercando di risvegliare gli istinti di Alessio, così ben repressi in una situazione del genere. Dopodichè Valerio si tolse la felpa e la maglietta rimanendo a petto nudo, sdraiandosi sul petto di Alessio, rabbrividendo, poggiando semplicemente le labbra su quelle dell'amico-amante.
-Vale...
-Shhh!
Rimanendo in questa posizione, Valerio tolse prima le cinture, poi i pantaloni ed infine gli indumenti intimi di entrambi. Valerio si abbandonò su Alessio, la testa poggiata nell'incavo tra il collo e la spalla. Rimasero così per un po', quindi il biondo (Valerio NdMe) decise di giocare con la carne dell'altro con più parti del corpo.
-Vale, fermati!
-Ale, perchè mi chiedi di fermarmi?
-Perchè non capisco!
-Cosa?
-Non capisco perchè hai voglia di fare sesso con me.
-Io ho voglia di fare l'amore con te, Ale.
-Cosa?
Alessio si tirò su a sedere e alzò anche Valerio.
-Perchè vorresti fare l'amore con me, fratellone?
-Perchè ormai siamo destinati a morire...
-E allora? Potresti restare puro per l'eternità.
-Ma non voglio.
-Perchè, Vale?
-Per un semplice motivo. *Si avvicina ancora di più ad Alessio, quasi a sfiorargli le labbra* Perchè tu purtroppo non sei puro, ed è una cosa che mi rammarica tantissimo, e allora se devo morire preferisco morire impuro per poterti trovare ancora.
-Ma perchè io?
-Perchè sono certo che sto affidando la mia purezza e la mia verginità alla persona più buona e dolce che io conosca.
-Vale... Ti Amo!
-E allora esaudisci il mio desiderio, fammi diventare parte di te.
-E va bene.
Decise quindi di accontentare il suo amico, marchiandolo per sempre con il suo nome.
-Grazie Ale...ti amo.
-Grazie a te, ti amo tanto anche io...


Note dell'autore!
Cristo che parto! Devo dire che questo capitolo, prima di quest'ultima scena, era stato completato a fine settembre. Poi, per problemi miei sentimentali e una depressione dilagante, non sono davvero riuscito a scrivere nulla di quello che volevo. Fortunatamente, ieri sera ero così felice per le due giornate passate (il mio compleanno e il proseguio XD) che mi sono deciso a scrivere! E, nonostante come al solito non mi piaccia come ho scritto, sono soddisfatto di averlo finito. Orbene ordunque, voglio ringraziare chi mi recensirà dopo tutto sto tempo! Davvero, grazie a tutti! E adesso al prossimo capitolo!


Aggiungo di non dimenticare che la scena di amore tra Alessio e Valerio non è incesto, perchè loro non sono fratelli di sangue, ma si definiscono fratelli perchè vivono insieme da parecchio tempo. Se ci sono cose poco chiare, chiedete e in una sezione a parte del prossimo capitolo scriverò i chiarimenti. Grazie a mille e un bacio a tutti!

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