Now I'll tell you what I've done for you... di RaspberryLad (/viewuser.php?uid=35223)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tributo ai quattro grandi. I quattro chi? ***
Capitolo 2: *** Fase Uno: Operazione Gamma ***
Capitolo 3: *** Operazione Gamma (NXIV) ***
Capitolo 4: *** La disperazione prima o poi porta alla morte: OE (Parte I) ***
Capitolo 5: *** La disperazione prima o poi porta alla morte: OE (Parte II) ***
Capitolo 6: *** Anche i migliori sbagliano (Parte I) ***
Capitolo 1 *** Tributo ai quattro grandi. I quattro chi? ***
Salve a tutti!
Lo so cosa state pensando..."per quale ca**o di motivo questo non
aggiorna la fic precedente e ne scrive una nuova?" Semplice! Ho troppo
da studiare e se scrivo una fic depressa mi butto dalla finestra...mi
verrebbe troppo la tentazione. Invece questa fic è un po'
diversa (e ciò non vuol dire tutto rose e fiori,
scordatevelo)... quanto meno per i personaggi. Perchè
sì, ci sono i personaggi dell'Organizzazione, ma non sono i
personaggi principali, quanto meno non adesso. L'idea è nata
da una foto che stavo photoshoppando (tanto non sei capace NdZexy)
(Guarda che stai sbagliando fic, la tua fic è l'altra =_='''
NdMe) (Ops...piccolo errore XD NdZexy)e da una domanda...come fanno i
Nobody a scegliere chi saranno i nuovi Nobody? Tutto questo nella
prossima puntata...
Calmi sto
scherzando XD... inizio a scrivere la storia. Vi presento i
protagonisti:
Alessio
Antonelli: 16 anni, 3A
Eleonora
Martucci: 15 anni, 2B
Valerio Parti
:16 anni, 2B (è stato bocciato NdMePerfido)
Giuseppe Stara:
17 anni, 4A
I personaggi
(dai nomi molto comuni =_=) sono inventati da me...ed essendo miei ho
il totale diritto di parlarne... (Quando fai così sembri
egocentrico e te la tiri per le tue idee =_= NdDemy) (Ahò ma
che èèè! Ma te e quell'altro me dovete
rompere i cosiddetti a turno? NdMe) (Bè nell'altra mi hai
eliminato, cosa vuoi? NdDemy) (Ma che ho fatto di male per meritarmi
questo? *sbatte la testa contro il muro* NdMe). Detto ciò,
buona lettura a tutti:D
Tributo ai quattro grandi. I
quattro chi?!
Il Metallaro, L'Angelico,
il Mod e la Dark
Un liceo della Capitale. Totale silenzio.
Fino a che... DRIIIIIIIN!
Campanella suonata. Ancora mezzo minuto di quiete completa. Un leggero
vento autunnale smuove le foglie dal marciapiede. E poi...
IL DELIRIO!
Una folla di oltre 1000 studenti inizia a uscire dalla porta d'ingresso
della scuola, ininterrottamente. Se qualcuno dovesse cercare una
persona tra le altre, sarebbe impossibile. Infatti le persone in quella
scuola sono tutte uguali. Tutti i maschi coi capelli castani. Tutti coi
jeans a vita bassa. Tutti colle mutande D&G. Tutti con
magliette molto truzze, rosa naturalmente. Questo è il
tipico maschio del liceo scientifico "Eugenio Pacioli". Le femmine
tutte bionde. Se non sono bionde sono delle cozze. Stivali da mignotta
per tutte. Mini perizoma leopardato sotto a gonne la cui lunghezza
è paragonabile allo spessore di un sopracciglio. Magliette
rosa, o meglio top rosa, con scollatura più estesa
possibile. Trucco pesantissimo: due chili di fondotinta, matita per
coprire le occhiaie dovute allo svegliarsi un ora e mezza prima per
potersi truccare e rossetto rosso che solitamente viene usato di solito
la notte sulla Colombo. Però se devi cercare uno dei quattro
non ci metti niente. I quattro chi?! Gli unici quattro che hanno un
briciolo di stile in più rispetto agli altri in quella
scuola. Incutono timore. Se rivolgono la parola a qualcuno, quel
qualcuno sviene dall'emozione. Eppure chi li conosce lo può
dire che sono persone normalissime, e molto solari. Ma in quella scuola
vengono trattati come dei. La gente a volte può essere
parecchio idiota... Il primo di questi quattro ragazzi è
Alessio. Fan di Laura Pausini, amante della musica metal, (E
vabbè non c'entrano niente ma che ve posso fare? NdMe)
intelligente e brillante, maniaco dello shopping,nonchè
genio a scuola. Un ragazzo che potrebbe piacere alle persone tutto
sommato, se non fosse per i suoi difetti: è parecchio schivo
con chi non conosce, si affeziona però facilmente alle
persone a cui tiene ed è parecchio testardo. Ma attenzione:
guai a chiamarlo testardo, se non vuoi cercare morte psicologica certa.
Lui non si definisce testardo, bensì determinato, dato che
secondo lui la testardaggine è un difetto, mentre la
determinazione un pregio. Tende molto spesso a vestirsi di viola e
nero, a mettere parecchia matita nera e ad andare in giro con le
borchie. In più porta i capelli neri coi riflessi blu,
nonchè un lungo ciuffo. Potremmo definirlo un incrocio tra
un emo e un metallaro. Il secondo ragazzo è Valerio. Famoso
in tutta la scuola per il suo viso angelico e il carattere diabolico.
Si veste sempre con colori molto chiari, colla prelidizione del celeste
e del bianco. Persino i suoi jeans sono bianchi! In più, con
i capelli biondi e gli occhi azzurri, sembra davvero un angelo. Ma lo
sembra solo a una distanza non inferiore ai due metri. Infatti, i
ragazzi non si avvicinano perchè lo trovano eccessivamente
eccentrico, mentre le ragazze restano traumatizzate a vita, osando
avvicinarsi. Infatti, Valerio è oggettivamente un ragazzo
molto bello e uno dei più bramati dall'intera scuola.
Purtroppo ha un enorme difetto, che poi secondo i suoi amici
è un grande pregio: odia tutte le ragazzine oche di etnia
truzza. TUTTE! Non ne risparmia una! Ogni volta che si avvicina una
ragazza la caccia via coprendola d'insulti. E' anche vero che le
ragazze in questione, essendo parecchio stupide, se la vanno a cercare.
Infatti il dolce e candido Valerio è bisessuale, e anche
tendente maggiormente ai ragazzi. La domanda che si fa tutti i giorni
il nostro povero Valerio è: "Ma se sanno che mi piacciono i
ragazzi, per quale cazzo di motivo mi devono assillare in questa
maniera indecente?". Tanto più che la sua vita sentimentale
è parecchio vociferata in tutta scuola, pensando che anche
il suo migliore amico(Ovvero ME! *_* NdAlessio *Non Si Tratta
Dell'Autore*) è omosessuale dichiarato. In molti pensano che
tra i due ci sia qualcosa, ma nessuno dei due ha mai affermato
l'esistenza di una storia.
Poi c'è Giuseppe. Giuseppe è un ragazzo con uno
stile molto mod e che ascolta molto rock. (La descrizione del modo di
vestire di Giuseppe è parecchio approssimativa, dato che mi
baso su quello che dicono le mie compagne di classe NdA) Indossa molto
spesso una camicia di vari colori con sopra un maglietta o un
maglioncino, con un immancabile borsa a tracolla con sopra spillette
varie di natura mod. Caratterialmente è una persona molto
simpatica, aperta mentalmente ed è un po' la mamma del
gruppo, dato che Alessio e Valerio si divertono a fare gli idioti e a
dare spettacolo. E poi naturalmente c'è Eleonora. Secondo
voi, una ragazza che praticamente convive con tre maschi può
essere dolce e angelica? Sicuramente no. Ha dei lunghi capelli castani
e si veste soprattutto di nero, e anche lei convive con le borchie. Il
trucco che usa è solitamente scuro e il suo modo di vestire
è tale soprattutto per tenere lontano le ragazzine idiote. E
se non bastasse ciò per farlo capire...basta pensare che
è un amante dei film di azione e di quelli di arti marziali,
ed è violenta come pochi. Anche se è una donna,
è lei che fa capire a tutti che non si possono permettere di
trattare male Alessio o Valerio solo perchè con gusti
sessuali differenti. E' rimasta nella storia una litigata epocale tra
lei e una certa Daniela Fanti del 5C. La ragazza di cui sopra aveva
insultato i suoi due amici, e per altro l'aveva chiamata zecca di
merda. Troppo per non perdere la pazienza, anche per una persona assai
ponderata. Senza particolareggiare la rissa, si può solo
dire che Daniela ne ha prese parecchie e inoltre si è
ritrovata con un occhio nero. Alessio e Valerio continuano a prenderla
in giro per questo motivo, perchè "Ci sarebbe stato molto
più gusto a vedere due donne che si ammazzavano di botte!",
sottolineando gli atteggiamenti aggressivi dell'amica. Dopodiche la
ragazza mette regolarmente il broncio per sembrare offesa e Alessio la
va a baciare. Sì, perchè conoscendosi da una
vita, queste effusioni le considerano quasi normali. Infatti, l'unica
ragazza mai baciata da Alessio, in quanto omosessuale, è
proprio la sua amica del cuore. Comunque, quel pomeriggio i quattro
ragazzi (tre ragazzi e una ragazza pardon NdEle) si erano messi
d'accordo per andare prima a mangiare fuori e poi per fare un giro al
laghetto e studiare, cioè non fare assolutamente nulla.
Pessima idea. Come ogni santo giorno nella loro dannata scuola, tutti
si giravano a guardarli. Alessio, in particolare, sembrava parecchio
infastidito da questa situazione, tanto che dopo venti minuti di occhi
fissi puntati su di lui e sui suoi amici chiese, urlando, cosa cazzo
c'era da guardare. Sentendo la voce tuonare, tutti si girarono di
scatto e ripresero a mangiare. Tutti tranne uno, che seduto al tavolo
accanto continuava a osservare Alessio con grande interesse.
Quest'ultimo non se ne rese conto. Dopo aver mangiato, si sedettero sul
prato del laghetto nel loro solito posto. Era un posto quasi sacro. Si
ricorda ancora l'ultima volta che un gruppo di truzzi aveva occupato la
loro zona. Diciamo solo che due hanno perso la loro voce "cavernosa"
(per quanto un truzzo possa avere una voce CAVERNOSA! NdMe), per dar
posto a una vocina molto più flebile. Anche se si erano
spostati all'aperto, gli sguardi continuavano a essere calamitati su di
loro. Anzi, la situazione era peggiorata dall'arrivo di una mandria
degli esseri più petulanti della Terra. Le fangirl yaoi! Una
persecuzione. Due poveri ragazzi con tendenze bisex o omo non potevano
andare in giro senza essere inseguiti da queste strane bestie (Si
scoprì che l'autore e molti altri iscritti a questo sito
erano in mezzo alle altre fangirl xD NdA). Valerio e Alessio si
guardavano negli occhi intanto, chiedendosi se farle contente in modo
che poi li avrebbero lasciati in pace e MAGARI sarebbero svenute tutte,
oppure se ignorarle. Alessio, stanco dopo aver sbroccato a pranzo, mise
su gli occhi dolci, per convincere il suo amichetto a farsi baciare per
far allontanare quelle matte assatanate. Valerio fece il sostenuto, ma
poi cedette e baciò il suo amico. Con la lingua. Questo
rituale che si scambiavano era quasi di norma, e diciamolo: essendo
amici, nei loro momenti di vuoto si divertivano anche assieme. Erano
entrambi vergini dietro, dato che pensavano che quello sarebbe stato un
onore riservato solo a una persona davvero speciale, ma diciamo che nel
ruolo di attivi si erano divertiti con altri ragazzi parecchio...e tra
di loro...bè non si può raccontare. Fatto sta che
i due si baciarono, e le fangirl urlarono e scapparono eccitate.
Probabilmente una o due rimasero svenute per terra. Nascosto dietro ad
un albero, lo stesso ragazzo che stava scrutando Alessio
precedentemente, continuava a osservarlo, assai compiaciuto. Valerio
stava sovrappensiero, pensando alle dolci labbra di Alessio e a come
baciarle nuovamente. Si ricordò della cioccolata calda che
aveva bevuto prima quindi...
-Ale, sai che hai della cioccolata sulle labbra?
-Ma davvero? Aspetta che la lecco via...
-Eh? No ragazzo. La cioccolata me la prendo io
Molto maliziosamente, Alessio si passa la lingua sulle labbra, e
l'amico ne approfitta per baciarlo. Giuseppe li guarda, dicendo che
bambini che abbiamo qua, sottolineando particolarmente il BAMBINI.
-Peppe stai zitto che sei capace solo a rosicare.
-Io non ho bisogno di soddisfare i miei bisogni sessuali davanti a
tutti e sempre.
-Ma infatti chi li sta soddisfando? Io volevo solo la cioccolata!
-Bravo Valerio eh! *mette su una faccia depressa*
-Dai Ale! Lo sai che io ti voglio bene come se fossi il mio fratellino!
-Sei un buffone! Hai un mese più di me, non puoi chiamarmi
fratellino. Ora dovrai fare qualcosa di enorme per farti perdonare.
-Un altro bacio basta?
-No, voglio anche delle coccole.
-Ma no Ale dai! Quelle cose le facciamo solo a casa.
-Ok dai...ti ho perdonato senza bacio *risata perfida*
-Sei un infameee...io ti volevo baciare *mette su faccia da cane
bastonato*
-A parte che con le vostre urla superate il volume della canzone che
sto ascoltando, le vostre smancerie ve le fate a casa.
Eleonora ricordava ancora quando aveva trovato i suoi due amici in
intimità. Diciamo che Valerio non era molto vestito, e
stavano amoreggiando sul letto. Il solo pensiero della faccia di
Valerio quando era entrata la faceva ridere. A distanza di un anno.
-Ele, non pensare ancora a quella volta! Ti si legge in faccia che stai
per sbottare a ridere!
-Ma no dai, cosa dici? Io non rido mai.
-Infatti te stanno venendo le lacrime agli occhi!
Dopo poco, come aveva previsto Valerio, Eleonora scoppia a ridere.
-Mi pareva strano. Dovevo dire tre bambini!
-Ma quanto sei gentile! E comunque se mi devi dare della bimba almeno
mettimi al femminile!
-Si va bene! Pardon, dovevo dire due bambini e una bambina! (Cosa ho
fatto di male a meritarmi amici così?=_= NdPeppe)
-Ecco bravo! Hai capito che bisogna distinguere che sono una femmina.
Anche se alle volte anche QUALCUN altro si comporta da femmina.
-Non cogliamo la sottile provocazione. Vero Vale?
-Giustissimo
Intanto, la figura che stava osservando Alessio era scomparso, e si era
recato nuovamente nella sua "casa", anche se lui non amava definirla
casa. Andò quindi nella sala principale, dove lo stava
aspettando il Superiore.
-Ne ho trovato uno, se non tutti e quattro.
-Bene, verrai ricompensato per il tuo aiuto.
"Si vabbè... ricompensato per modo di dire" pensò
il ragazzo
-Ora, torna nella città per scoprire chi è il
più vulnerabile e chi è il più facile
da attaccare.
-Subito, o Superiore.
Note dell'Autore!
Salve a tutti!
Eccomi ritornato nello spazio migliore del web...quello dei miei
commenti a fine capitolo! (il Superiore mi sta prendendo in giro lo
prevedo Nd****). Credo si capisca chi siano il superiore e l'altro
ragazzo e che cosa stanno pensando, ma può essere che i loro
pensieri possono essere un po' più difficili da capire. Sono
contento di come ho scritto questo primo capitolo, mi piace molto di
più del quarto capitolo di "Chissà dove
t'addormenterai stasera", che è molto confusionario. Invece
qua credo di aver descritto abbastanza bene i personaggi e soprattutto
credo che il risultato sarà migliore dell'altra fic.
Bè, si dice che sbagliando si impara xD. Inoltre non sono
caduto nella trappola dei flashback questa volta!
Comunque
commentate in tanti che i vostri commenti mi sostengono. See you soon!
Specifico: la canzone che si sta sentendo Eleonora quando rimprovera
Alessio e Valerio (Sì, quando quella CATTIVONA ci tratta
male NdAle e Vale) è Hit The Floor de Bullet for
My Valentine, canzone che vi consiglio di ascoltare! Bye!
|
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Capitolo 2 *** Fase Uno: Operazione Gamma ***
Salve a tutti!
Eccomi ritornato per il secondo capitolo! Sta storia mi sta prendendo
tantissimo, e mi sto anche DEPRIMENDO perchè qua nessuno
commenta! :| Mi auguro che presto qualcuno abbia la brillante idea di
RECENSIRE! (E dire che la sezione di Kingdom Hearts è piena
di lettori =_= NdMe)(Si, ma questo perchè non ci sta la
mitica Organizzazione XIII! Muahahah NdXemnas) (Bene, almenio qua me
sò liberato di quei due permalosi di Demyx e Zexion NdMe)
(SOPRESAAAAA! NdZexyEDemy) (NOOOOOOOO! *prende la valigia e fugge in
australia con la sua fic* NdMe)
Vi auguro una
buona lettura e RECENSITE. Non mi pare un attività
così difficile. (Soprattutto fatelo per NOI! PER PIACERE!
NdAleValeElePeppe)
P.S: Per
Lucifero_91: Massi io sono una fangirl...non lo sapevi? *risata
malefica*. Io non sono un emo, e Zexy resta sempre al suo posto. Non ti
confondere, le sue travagliate storie sentimentali stanno sull'altra
fic xD
Fase uno: Operazione Gamma
Detto questo, Alessio, Valerio, Eleonora e Giuseppe erano andati a casa
di Eleonora che era vuota come sempre, dato che i suoi genitori
viaggiavano molto per lavoro. E proprio per questo fatto era diventato
un po' il luogo di ritrovo per i tre ragazzi e la ragazza (Bravo hai
imparato! NdEle). Una sorta di bunker dove non potevano essere spiati.
O almeno lo pensavano. Infatti, fuori dal balcone della camera di
Eleonora, un ragazzo dai capelli in parte blu e in parte argentati con
un lungo ciuffo. Stava ascoltando le voci dei ragazzi che parlavano del
più e del meno.
-Allora ragazzi, domani come facciamo? Dovevamo vederci
perchè mi serviva una mano con arte.
-Vale, te lo sai che domani siamo tutti impegnati. Io ho il coro per
affinare ulteriormente la mia voce...
-Si certo, per usarla come arma di tortura.
-Idiota! *Gli tira uno schiaffo, anche se piano* Comunque dicevo, io ho
il coro, Peppe va a far servizio dai Vigili del Fuoco e Eleonora ha
scout. E nessuno può mancare questa volta.
-Si infatti. Se Marco mi trova un altra volta assente da scout
è la volta buona che mi ammazza!
-E come faccio?
-Bè metti su il tuo bellissimo visino angelico. Tanto
sappiamo tutti quanti che la professoressa Palazzi ha un debole per te.
Ti troverà un gran figo anche a te!
-Sappiate che vi odio! E comunque io non mi metto ai servizi de quella.
E se vuole fare il sadomaso su di me? Ho PAURA!
-Ma sti pensieri assurdi? Te li suggerisce qualcuno vero?
-Ele sei di una simpatia unica.
-Grazie ne sono consapevolissima... GIUSEPPE COSA CAZZO STAI COMBINANDO?
-Ele sai che ha le manie di essere un piccolo piromane!
-Si ma non può fare il piccolo piromane dentro casa mia e
bruciare le mie povere tende.
-Bè cara, c'è anche da dire che le tue tende con
le bambole sono orrende!
-Si Ale, ma me le hanno regalate per il mio compleanno!
-Si quando hai fatto 5 anni!
-E' sempre un regalo di compleanno!
-Ho capito che non si può discutere sulle tue tende.
-Ecco, e poi Peppe spiegame na cosa. Se fai il piccolo piromane
perchè dovresti andare a fare servizio dai pompieri?
-Ma Ele! Sappiamo benissimo che Peppe lo fa per sentirsi utile e
perchè nel suo cuore è un eroe e non vuole che
qualcuno muoia in un incendio in particolare.
-Pure quello è vero...
Il ragazzo dai capelli grigio-blu capì che aveva sentito
abbastanza. Sparì nuovamente come era scomparso la prima
volta, e come la prima volta si ritrovò nella sua "casa".
Il Castello Dell'Oblio.
Nella sua stanza, il Superiore stava sorseggiando una tazza di
tè, in attesa di notizie da parte del Numero VI. Dopo la
scoperta che aveva fatto nel mondo degli umani, lo aveva prima
incaricato di trovare quattro umani che rispondessero ad alcune
caratteristiche che gli aveva detto, e poi di spiarli per trovare il
punto debole di ciascuno. Sperava che li trovasse in un tempo piuttosto
breve, perchè era convinto che la guerra finale contro Sora
sarebbe iniziata molto presto e aveva bisogno sia di nuovi membri sia
di nuovi poteri. Mentre era immerso in questi pensieri, il Numero VI,
Zexion, si presentò nella stanza del Superiore.
-Xemnas, ho delle novità.
-Hai trovato il punto debole di questo ragazzo di cui mi hai parlato?
-No, il suo non ancora. Ma lo ho trovato di un suo amico che segue i
criteri che mi hai detto.
-Ho fatto bene a fidarmi di te Zexion. Sei così
minuzioso...e il tuo essere così precisino ti rende anche
incredibilmente sexy...
-Guarda Xemnas. Si sta avvicinando Saix, e non credo che sarebbe
contento di sentire queste cose.
-Va bene. Comunque, lasciami il tuo rapporto su quello che hai scoperto
su questo ragazzo. Ti manderò a richiamare più
tardi.
...Più tardi. Sì certo, perchè in quel
luogo si riusciva a definire un unità di tempo. Nella loro
inutile esistenza di Nessuno, neanche potevano scandire il tempo, dato
che vivevano nella notte eterna. Quando era stato nel mondo degli
umani, e quando aveva visto quei quattro ragazzi, aveva provato
molta...invidia, gelosia. Vivevano in un mondo dove almeno avevano la
luce solare, avevano degli amici, potevano amare e provare emozioni...
cosa che lui non poteva provare. E come lui, neanche gli altri Nessuno.
Sarebbe davvero riuscito Xemnas a trovare un cuore per tutti loro?
Zexion decise quindi di tornare nella sua camera e di prendere la sua
amica lametta, tanto non poteva più provare dolore nel
tagliarsi...
- Ragazzi volete un tè?
-Si Peppe, grazie mille.
Alessio si continuava a domandare come avrebbero potuto vivere senza
Peppe, che gli faceva da mamma a tutti e tre. Si ricordava quando aveva
conosciuto Peppe, una delle varie volte che i genitori lo avevano
picchiato e cacciato di casa. A soli 7 anni.
Era solo, sotto la pioggia, senza un ombrello, seduto su una panchina.
Voleva piangere, ma ormai già da due anni aveva smesso di
piangere per le percosse subite dai genitori. Chiamiamola forza
dell'abitudine. Fatto sta che gli si avvicinò un bambino di
8 anni sotto un ombrellino azzurro. Sì, a distanza di anni
ricordava addirittura il colore dell'ombrello! Il bambino gli chiese se
voleva venire sotto il suo ombrello. Alessio non rispondeva, quindi
Giuseppe decise di sedersi vicino a lui coprendolo con l'ombrello. Fu
così che iniziò la loro amicizia..
-Ecco il vostro tè! Alessio, ovviamente per te
c'è il tè Earl Grey al limone.
-Ti adoro Peppe! Come farei senza di te che mi vizi!
-Impareresti a sgobbare un po', povero cucciolo!
-Valerio, vaffanculo!
Alessio si riabbuiò per la battuta di Valerio. Sapeva
benissimo che in passato si era fatto un culo così (chiedo
scusa per il termine, ma c'è un perchè NdMe)per
poter continuare a sopravvivere.
-Ale...scusami non ci avevo pensato...
-...
-Perdonami per piacere...mi sto sentendo in colpa...
Valerio, realmente pentito per il suo comportamento, si sedette accanto
a lui, poggiò le tazzine di entrambi, prese Alessio in
braccio, mettendogli la testa nell'incavo tra il suo collo e la sua
spalla.
-Fratellino mio, mi dispiace davvero troppo..
-Dai non ti preoccupare così tanto. Ci sono abituato, anche
se non a sentirlo da te. E mi sono accorto che non l'hai fatto apposta,
sei un libro aperto per me fratellone...
Detto questo, stampò a Valerio un candido bacio sulla
guancia. Ma nonostante ciò, dopo aver posato nuovamente la
testa sulla spalla del suo amico, iniziò a piangere lacrime
amare. Le stesse lacrime bagnavano il collo di Valerio e la sua
maglietta bianca come le nuvole. Proprio come le nuvole. Eleonora e
Giuseppe guardavano da lontano, osservando quanto potesse essere dolce
quella scena. Ormai si stava facendo sera, e nessuno dei due accennava
a smettere di piangere. Infatti anche Valerio aveva iniziato a
piangere. Giuseppe si indirizzò in cucina per iniziare a
preparare la cena per tutti e quattro. Le sue ottime crepes. Eleonora
decise di non rimanere lì sola, sentendosi di troppo, ed
andò ad aiutare Giuseppe. Lì,
iniziarono a parlare del più e del meno...
-Io ero completamente convinta che fosse riuscito a superare quel
trauma. Sono passati così tanti anni...
-Una cosa del genere non si può dimenticare così.
E' un ragazzo forte, generoso, ma tutti i fatti che si sono avvicendati
in passato hanno seriamente compromesso la sua dignità...
Poverino, mi sentirei male anch'io...e non ci poteva neanche avvisare,
che era estate ed eravamo tutti in vacanza!
-Lo so. Quando me lo sono ritrovato due settimane dopo sotto casa in
quelle condizioni, mi sono pentita di essere partita.
-Ci siamo pentiti tutti Ele. Perchè secondo te da allora
vive a casa di Valerio? Ed esce solo assieme a lui da casa?
Perchè ha paura di essere lasciato da solo? Mi dispiace
davvero tanto per lui...
Intanto, nell'altra stanza, Valerio e Alessio non accennavano a una
fine del loro pianto.
-Cucciolo dai, calmati per piacere che mi fai star male anche a
me...smetti di piangere ti prego, ti voglio davvero bene e sai che io
ti vedo giù piango con te. Calmati Ale per piacere...
-Vale, ti prego, giurami che non mi abbandonerai mai... se non ci
fossero Eleonora e Peppe starei davvero malissimo, ma se mi
abbandonassi te morirei. Ti prego Vale, giuramelo.
-Si fratellino, te lo giuro. Ma ora non piangere più per
piacere.
-Va bene...
Alessio si asciugò le lacrime per dimostrare che non stava
più piangendo.
-Fratellino, ti voglio bene quanto la mia vita. Non credere MAI che io
ti abbandonerò senza motivo, e neanche con un motivo! Ci
sarò sempre, e se Dio vuole, anche dopo che saremo morti.
Gli posò un leggerissimo bacio sulle labbra. Al sapore di
sale.
Nello stesso momento, per quanto nel Mondo Che Non Esiste tutti i
momenti sono uguali, Xemnas stava finendo di leggere il rapporto
redatto da Zexion. Stava pensando che finalmente sarebbero riusciti ad
ottenere i cuori che gli occorrevano, secondo lo studio che aveva
affrontato lui stesso nella Biblioteca e del quale non era stato reso
partecipe nessuno.
Solo, in parte, Zexion. Lui sì che era un Nessuno fidato con
il suo comportamento minuzioso e preciso, e oltretutto era anche ligio
alle regole. Ma Xemnas sapeva che questa missione non la poteva
affidare a lui. Sentendo Saix che si avvicinava con il suo solito passo
felpato, lo fece entrare e gli chiese di andare a chiamare Zexion e
Axel.
Quando Saix bussò alla porta della camera del Numero VI,
Zexion si stava disinfettando le ferite che si era fatto tagliandosi.
Sentendo arrivare Saix in anticipo, grazie al suo olfatto, Zexion ebbe
tutto il tempo di coprirsi le ferite, mettersi il cappotto
dell'Organizzazione e aspettare l'arrivo di Saix.
-Xemnas ti aspetta.
-Vado subito dal Superiore.
Zexion si diresse così nella stanza di Xemnas, e rimase
alquanto perplesso di ritrovare nella stessa stanza anche il numero
VIII, Axel. Detestava Axel con tutto il cuore. Il suo comportamento non
lo ispirava affatto e soprattutto lo rendeva indisponente. Era seccato
dal pensiero di dover affrontare la missione assieme ad un tale
arrogante. Xemnas iniziò a parlare, smuovendolo dai suoi
pensieri.
-Zexion, ho letto tutto il tuo rapporto e devo farti i miei
complimenti. E' davvero dettagliato e molto utile per la nostra
missione.
-Troppo gentile Superiore.
"Si, e allora cosa ci fa quest'arrogante qua se ho fatto un buon
lavoro?"
-Però ho deciso proprio sulla base di questo rapporto di non
mandare te in missione, bensì Axel.
Sostituito da Axel? Era una cosa a dir poco sconvolgente. Come poteva
Zexion essere sostituito da un ragazzo inferiore come grado e arrogante?
-Grazie Superiore, vedrà che non la deluderò.
-Si Axel. Il fatto è che devi aspettare domani pomeriggio
per agire. Zexion intanto continuerà a controllare il
ragazzo. Questo ragazzo lo riconoscerai subito, perchè
Zexion te lo mostrerà. Per il resto, leggi le istruzioni per
la missione. Tienile.
-Va bene Superiore. Me ne vado allora.
-Sì, grazie Axel.
Dopo l'uscita di Axel, Zexion riprese a parlare.
-Perchè non ti sei fidato a lasciare a me la missione?
-Zexion, te in questo momento mi servi per tenere sotto controllo i
quattro ragazzi. Sei troppo prezioso per rischiare in una missione del
genere. E poi fidati, ho bisogno di te e Demyx dopo.
-Il Numero IX?
-Si, lui. Infatti domani devi portartelo dietro, che deve studiare con
te i quattro ragazzi.
-Va bene Xemnas, lo farò.
-Con quest'aria da secchioncello sei più sexy del solito sai?
-Si, ma io torno nel mondo degli umani per sorvegliare il ragazzo e
acquisire nuove informazioni.
-Va bene, ma sappi che sono dispiaciuto che tu debba andare
-Si lo so. Tornerò presto.
-Va bene.
In realtà non vuole tornare presto. Vuole stare
più lontano possibile da quel pervertito, e vuole vedere la
gioia degli umani, che ha perso e che vorrebbe riavere...
A casa di Giuseppe
-Ale, Vale! E' pronta la cena!
Nessuna risposta.
-Ele, fai piano e vai a vedere che stanno facendo.
Eleonora aprì la porta per vedere cosa stava succedendo.
Vide Alessio addormentato, con il pollice in bocca, sul grembo di
Valerio, che lo osservava con un'aria da mamma.
-E dicono a me che sembro un angelo! Non ti hanno mai visto a te,
fratellino mio.
Dopodichè vide Eleonora, che gli disse che la cena era
pronta, quindi svegliarono Alessio e andarono tutti a cenare.
Giuseppe aveva cucinato la pasta al sugo con il tonno (Che è
anche una delle mie specialità NdMe), sapendo che Eleonora e
Valerio la apprezzavano tanto.
-Ohi, ma sono già le nove! Volete tornare a casa o restate a
dormire da me?
In casa di Eleonora c'erano tre letti. Uno matrimoniale nella camera
dei genitori, e due nella camera accanto, quello suo e quello di
un'eventuale amica. Anche se in tanti anni non c'aveva mai dormito una
ragazza su quel letto.
-Bè dipende se mia madre dice che io e Ale possiamo restare.
-Chiamala allora!
Valerio prese il telefono e chiamò a casa sua.
Tuuu...Tuuu...
-Pronto?
-Ciao mamma, sono Valerio!
-Ciao tesoro! Che succede?
-Dato che è tardi, posso rimanere a dormire a casa di
Eleonora.
-Ci sta anche Alessio?
-Ovviamente, non lo lascio da solo!
-Va bene, potete restare. Ci vediamo domani pomeriggio allora.
-Va bene mamma. Grazie mille!
-Di nulla! Buona serata.
-Anche a te. Ciao ciao!
Dopo aver attaccato il telefono, e dopo aver annunciato che potevano
restare, decisero tutti e quattro di divertirsi almeno per un po'.
Decise allora di tirare fuori il Twister, davanti agli sguardi shockati
di Alessio e Valerio. Eleonora soffocò una risata.
Ricordava, e molto sadicamente lo ricordava anche ai suoi due amici,
che l'ultima volta che avevano giocato a Twister, Alessio si era
ritrovato i gioielli di famiglia di Valerio, che fortunatamente era
vestito, davanti alla sua faccia! La cosa grave era che nessuno dei due
voleva perdere, quindi si ritrovarono in questa posizione equivoca per
2-3 minuti, sotto gli sguardi divertiti e, perchè no,
eccitati dei presenti. Anche loro amavano lo yaoi a quanto pare. Il
particolare che però ricordava meglio e soprattutto con
più piacere, proprio da vera SADICA, era il rossore sulle
guance per tutta la sera, con la difficoltà di guardarsi
negli occhi.
-E dai ragazzi! E' passato un anno e mezzo, non è possibile
che abbiate ancora PAURA di giocare a Twister!
-Non abbiamo paura, semplicemente non abbiamo voglia!
-E dai. Ammettete di avere paura e basta.
-Non abbiamo paura!
-Dimostratemelo!
-A me fa male un ginocchio, non reggo più di tanto.
-Ok Ale ci sto. Allora giochiamo a poker.
Alessio iniziava a capire a che gioco stava giocando Eleonora. Voleva
vederli NUDI E IMBARAZZATI! Solo che non si poteva tirare indietro dal
poker, era un gioco che adorava.
-Ci sto.
-Peppe, Vale? Voi giocate.
-Io gioco sicuramente. E voglio fare il mazziere!
-Ok Peppe! Io gioco comunque, giusto per il gusto di giocare.
Santa Madonna! Valerio non aveva capito a che gioco in
realtà volesse giocare. Eleonora se ne era accorta e
capì che il gioco era fatto.
-Bene, allora Peppe, dai le carte.
-Ah! Alessio, Valerio, ricordate le regole dello strip poker?
-Ovvio!
Valerio si accorse che si era fatto fregare una volta per tutte.
Non sapevano se le carte fossero state truccate da Eleonora e Peppe, o
se fosse stata solo sfortuna, ma in 5 mani erano rimasti sia Alessio
che Valerio in mutande, Eleonora era rimasta senza scarpe e senza
maglietta, Peppe solo senza maglietta. Alessio e Valerio decisero di
andare in bagno prima della sesta mano.
-Vale, Eleonora ci ha incastrato. Ci vuole vedere imbarazzati! E'
proprio sadica quella ragazza.
-Bè Ale, ci sarebbe un modo per non rimanere imbarazzati e
lasciare entrambi sotto shock.
-Spara!
-Bè...
Dopo aver sentito l'idea malefica dell'amico, Alessio decise di giocare
l'ultima mano assieme a Valerio. Naturalmente, entrambi la persero, e
rimasero entrambi nudi.
-Vale...sei così eccitante sai?
-Davvero Ale?
Alessio si chinò sul capezzolo di Valerio, presumibilmente
per morderlo, ma prese dei cuscini per tirarli addosso a Peppe e a
Eleonora, che non si aspettavano questo scherzo, prendendoli
direttamente in faccia. Alessio e Valerio riuscirono quindi a
rivestirsi.
-Volevate fregarci? E invece abbiamo fregato voi stavolta!
-Va bene Ale, lo ammetto, stavolta mi hai stupita. Non mi aspettavo
questa risposta!
-Daje Valeeeee! *Si battono il cinque*
-Dopodichè, io andrei a nanna che è tardi! E ci
dovremmo andare tutti quanti.
-Va bene!
-Peppe, te ti fidi a lasciare Ale e Vale in camera insieme?
Per risposta, ricevette due cuscinate dai due ragazzi.
-Dai stavo scherzando! Buonanotte a tutti e due.
-Notte Peppe, notte Ele.
Da fuori la finestra, Zexion continuava a osservare lo strano
comportamento dei quattro ragazzi. Li vedeva divertirsi... una cosa che
lui non faceva da molto tempo. Aveva solo frammenti di ricordi, nei
quali si divertiva con i suoi amici. Forse era per questo che Xemnas
aveva affidato la missione a lui. Perchè lui aveva ancora
dei ricordi. Sembrava quasi... dispiacersi per la fine che gli stava
imponendo. Sapeva che la sua scelta lo avrebbe tormentato a vita.
-Avremo fatto bene a lasciarli in stanza da soli? Non vorrei ritrovarmi
il letto dei miei sfasciato o con le coperte da cambiare
perchè si sono sfogati lì sopra!
-Non sono due bambini Ele. Sono sicuro che si baceranno e si faranno un
po' di coccole. Hanno la concezione del proprio e di quello che
appartiene agli altri. Soprattutto Alessio.
-Lo spero.
Nell'altra stanza...
-Fratellone, come dormiamo? In mutande?
-Ovvio! Lo facciamo tutte le notti che stiamo a casa!
-Si lo so. Ma questa non è casa nostra.
-Infatti dormiremo semplicemente vicini. Anche se avessi voglia, non lo
farei sicuramente qua.
-Ok...però un bacino prima di dormire fratellone?
-Sicuro... *Lo bacia sulla guancia e si fa baciare sulla guancia*
-Buonanotte fratellone!
-Buonanotte fratellino! *Spegne la luce* Ah, sappi che quando dormi
sembri un angelo..
-Non farmi arrossire dai!
-Buonanotte...
Zexion, dopo aver visto che tutti erano andati a dormire,
tornò nel Mondo Che Non Esiste, per riposare un po' prima
della missione. Che sarebbe stata portata a termine Axel. Pensava di
essere scarsamente considerato. (In realtà volevo scrivere
"Si sentiva scarsamente considerato", ma poi ho pensato che non poteva
sentirselo, non provando sensazioni NdMe)
*** Il giorno dopo...***
Campagna
di Promozione Sociale - Messaggio No Profit:
Dona l’8‰ del tuo tempo alla causa pro recensioni.
Farai felice milioni di scrittori.
(Chiunque voglia aderire
al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede)
Note dell'Autore:
Salve a tutti
cari lettori/lettrici! Rieccoci qua alla fine di questo capitolo!
Incredibilmente, in queste vacanze di Pasqua ho scritto come un matto,
ma la cosa tragica è che per la prima volta ho dovuto
dividere il capitolo. Stavo solo a metà! Mi sono perso nel
descrivere le varie situazioni dei ragazzi e a dargli una reale
caratterizzazione. Cosa che, devo dire, mi è riuscita anche
abbastanza bene. Poi ho la sensazione di aver presentato Zexion
abbastanza IC (ed è tutto dire, non avendo mai giocato al
gioco) e mi pare più "bello e dannato" xD. Sì, so
di essere matto. Un'altra cosa divertente è l'aver scritto
"la sua amica lametta", non perchè faccia ridere, ma
perchè l'ho scritto in contemporanea su entrambe le fic e me
ne sono accorto solo dopo averle rilette xD. Capita xD. La cosa
peggiore è che ho dovuto modificare il titolo per non
anticipare nulla...e la cosa che mi deprime era che volevo scrivere di
due giornate (e quindi far accadere gli eventi il dopodomani), ma ho
dovuto accorciarlo, che sennò mi veniva troppo lungo...e mi
sa che ho anche causato un paradosso, ma spero di no, altrimenti
aggiusterò la fic. Lemon e yaoi per ora non se ne vede, ma
in futuro non si sa muahahah xD. Alla prossima cari lettori/lettrici!
P.S:
L'aggiornamento probabilmente sarà abbastanza veloce (credo
meno di un mese) perchè il capitolo lo ho già
nella mente. Il problema potrebbe saltare fuori con i miei vari
progetti, una one shot su KH, una su Death Note e soprattutto, il
problema è con l'altra fic, Chissà dove
t'addormenterai stasera, perchè sto in un momento di stallo
e appena avrò l'ispirazione lascerò tutto il
resto. See you soon!
|
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Capitolo 3 *** Operazione Gamma (NXIV) ***
Haloaaaaa! In
attesa del caldo vi saluto così o giovani lettori e
lettrici. Mi sono messo subito a scrivere questo capitolo subito dopo
aver pubblicato l'altro...voglio accorciare i tempi di aggiornamento
delle mie fic. (E lo fai perchè sennò tutti hanno
paura che mi stupra Xemnas ç___ç NdZexy)
(Nuuuuuuu! Piuttosto ti faccio diventare a te il capo
dell'Organizzazione XIII NdMe) (*risata malefica* NdZexy) Detto
ciò, vi aspetta la seconda parte del capitolo. Ma prima,
spazio alle risposte per le recensioni!
Per Isuzu: Oh
grazie carissima. Questo studio si
svilupperà...pressocchè adesso xD... Zexy ha
deciso di mandarti un bacio dato che tutte le odiano e te lo difendi
(Lo faccio anche ioooo NdMe) (Si, ma se ti bacio si crea dello yaoi xD
NdZexy) (*chiama un chirurgo plastico* NdMe).
Per otsuru: Che
bello sei venuta a commentare anche quaaa! Sì, forse sono i
personaggi originali il problema delle recensioni in minimo numero xD.
Sono contenta che ti piaccia e ho deciso che picchierò
Xemnas assieme a te! Ora leggerai il seguito :P
Ora, buona
lettura a tutti!
Fase Uno: Operazione Gamma (NXIV)
***Il giorno dopo...***
Cosa c'è di peggio di una sveglia che suona? QUATTRO sveglie
che suonano contemporaneamente.
-Spegnete quelle cazzo di svegliee!
Valerio, ancora in fase rem, strabuzza gli occhi e cerca di
stiracchiarsi, andando alla ricerca della sveglia perduta. Dopo averla
spenta, e dopo essere state spente anche le altre, Alessio lo chiama
con tono supplichevole:
-Per piacere, mi fai compagnia nel letto ancora due minuti?
-Ma dovremmo andare a scuola, sennò facciamo tardi!
-Eddai fratellone...
-Va bene, tanto due minuti in più che saranno mai!
Si risdraia sul letto accanto ad Alessio, quando il cellulare
dell'amico suona (Alessio ha come suoneria End of All Hope dei
Nightwish NdMe). Appena finisce di suonare, Alessio guarda sul
cellulare chi lo ha chiamato, sotto gli ochci infuriati di Valerio.
-E' Eleonora.
-Io a quella maledetta la ammazzo! *si dirige in fretta verso la porta*
-Valerio fermati! Ti dimentichi che stai in mutande e che è
sicuramente una tr..
Troppo tardi. Valerio aveva già abboccato. Giuseppe e
Eleonora si erano nascosti pronti dietro la porta con dei cuscini, e
appena lo videro arrivare, Valerio si prese molte cuscinate dai due
amici, sotto lo sguardo divertito di Alessio.
-Ma stai rosicando perchè per una volta te l'ho fatta
pagare, amica infame?
-Sì, ci sto rosicando. E allora?
-Sei una buffona!
-Scusate se m'intrometto, ma sarebbe meglio se iniziassimo a far
colazione, che dobbiamo andare a scuola.
-Ale, sei la solita secchia!
-Non colgo la provocazione.
Dopo questo ricco scambio di opinioni (._____________. NdMe), andarono
tutti a mangiare la colazione preparata da Giuseppe, andarono in bagno
a lavarsi a turno, Alessio e Eleonora si truccarono anche, e si
vestirono in separata sede (E io con Ale *_* NdVale), naturalmente con
Alessio e Valerio che osservavano costantemente la porta con la paura
di trovarsi davanti Eleonora con una macchinetta fotografica mentre
erano mezzi nudi. Presero il 778 e quindi arrivarono a scuola come
tutte le mattine. Erano le 8 e 10, quindi erano in leggero anticipo (ho
messo l'orario classico di entrata di un liceo di Roma NdMe), e
decisero di aspettare accanto al cancello che suonasse la campana. Ma
non erano soli. Zexion infatti era tornato nel mondo degli umani
assieme a Axel e Demyx, per quanto gli scocciasse portarli per
completare la SUA missione. Xemnas però era stato molto
chiaro. Almeno in quella missione doveva studiare le mosse dei quattro
ragazzi e lasciare la parte più importante a Axel. In
più doveva mostrare a Demyx gli altri tre ragazzi. Demyx,
Zexion e Axel si avvicinarono ai quattro ragazzi.
-Scusa hai una sigaretta?
-Se ti vanno bene le Chesterfield rosse va bene. In tanti le trovano
troppo pesanti.
-Non ti preoccupare, va benissimo così. Ah, e hai anche
l'accendino? Scusami.
-Tieni non ti preoccupare.
Alessio aveva capito che non era qualcuno di scuola. Oltre ad aver
notato i capelli azzurri, aveva notato anche il vestiario, fatto da un
lungo cappotto nero, e nessuno in quella scuola si era mai vestito
così oltre a lui, neanche a Carnevale. Sospettava che ci
sarebbero stati presto guai nell'aria, anche se non sapeva di quale
entità. Nel frattempo Demyx aveva studiato molto bene i visi
e la corporatura di base dei quattro ragazzi, non avrebbe avuto nessun
problema a continuare la sua missione.
-Ora dobbiamo andare, grazie della sigaretta. Ciao!
-Ciao ciao.
Poco lontano...
-Axel hai capito chi è?
-Si l'ho capito! Non quello con cui stavi parlando, e neanche quello
con gli occhi azzurri.
-Esatto. Oggi lo devi pedinare, so che andrà a fare servizio
dai vigili del fuoco. Poi dovrai...
-Non pensate che il biondino ci stava scrutando?
-Si mi era sembrato, ma non vorrei essermi sbagliata.
-Sentivo qualcosa di strano in loro... sapete sicuramente non erano di
questa scuola...*fa un tiro alla sigaretta*
-Speriamo sia una sensazione sbagliata.
-Già.
Alle 8 e 20 esatte la campanella suonò per permettere agli
alunni di entrare a scuola, anche se controvoglia. Valerio e Eleonora
si fermarono al piano terra, mentre Alessio e Giuseppe salirono al
piano superiore.
-Ohi Vale, ci vediamo a ricreazione eh!
-Sicuro! A dopo.
Dopo che Valerio e Eleonora si sono diretti nella loro classe:
-Peppe, c'hai filosofia adesso?
-Sì c'ho la Marini.
-Se non c'è mi avvisi vero?
-Ovvio. A dopo!
-Ciao!
Solo Peppe aveva passato bene le tre ore prima della ricreazione. Peppe
aveva avuto un'ora di filosofia, ma la professoressa Marini aveva
interrogato Katia, una sua compagna di classe, quindi avevano avuto
un'intera ora di pace. Poi aveva avuto un'ora di buco perchè
mancava la professoressa Costantini, professoressa di italiano e poi in
terza ora aveva avuto il professor Mausoleo, professore di arte (Toh,
ma che strano! Nome strano per un prof di arte xD NdMe). Alessio invece
aveva avuto prima un'ora di matematica con il professor Modena che
aveva riportato il compito, dove aveva preso 6, fortunatamente, e due
ore di compito di filosofia. Eleonora e Valerio avevano avuto invece in
prima ora inglese, in seconda il compito di matematica e in terza
latino. A ricreazione scesero in cortile e si sedettero sulle scalette,
Alessio e Valerio con una sigaretta in mano, Eleonora con una pizzetta
comprata al bar e Giuseppe con una bottiglietta d'acqua in mano.
-Finalmente quindici minuti di pace! Che avete dopo? (Sta parlando
Alessio NdMe)
-Io ho religione.
-Io e Valerio invece abbiamo diritto, ma credo che il pappagallo non ci
sia.
-Ah probabile, quella non ci sta mai a scuola.
-Ecco...Ele ma alla fine col compito di arte come facciamo?
-Non saprei, Valeria mi ha detto che ha già i bigliettini
pronti e quindi io ho risolto (Valeria e Eleonora sono compagne di
banco NdMe), che non ho tempo di studiare. Semmai vai da lei e fatti
aiutare.
-COSA? Te lo sai che quella ragazza è una ninfomane! Non
è la prima volta che ci prova spudoratamente con me!
-... cosa? Chi è sta vacca da monta? (Definizione gentile
per una ragazza truzza, libertina o meno NdMe)
-Una di classe mia. Mi adora, come gran parte delle ragazze di questa
scuola. Ma cosa ho fatto per avere un visino da angelo?
-Si, da angelo impuro...
Driin!
La campanella infame, sfortunatamente, non suona due volte. Alessio,
oltretutto, doveva correre in classe perchè aveva inglese, e
la professoressa Brunetti era famosa in tutta scuola per la sua ferocia
contro i ritardatari, e, fortunatamente per lui, non la aveva mai in
prima ora. Arrivato in classe, vide la porta spalancata. Rimase
abbastanza stupito, considerando che la Brunetti chiudeva la porta
appena arrivava in classe, ovvero prima della fine della ricreazione.
Entrò in classe e vide che in realtà la
professoressa non c'era. Rimase ancora più perplesso,
considerando che aveva l'ora prima in quinto. Andò in
quinto, sapendo che in quell'ora mancava italiano anche a loro.
-Ohi Sabrì, ma manca la Brunetti?
-Sì! E' un miracolo! Spero vivamente che non si annuvoli il
cielo, devo uscire col mio ragazzo.
-Dai che non piove, che la fortuna sia con te! (Con il senno del poi,
Alessio si pentì di aver detto questa frase NdMe)
-Grazie, buona ora di buco! (xD NdMe)
-Anche a te, ciao!
Alessio aveva deciso di scendere al piano di sotto a vedere se Valerio
e Eleonora stavano facendo lezione o meno. Mentre scendeva le scale,
aveva capito che non stavano facendo lezione e che si sarebbe potuto
giocare il fegato. Perchè? Perchè le urla si
alzavano in maniera assurda, e le urla potevano provenire solo dalla
loro classe per due motivi. Il primo, c'erano solo altre tre classi in
quell'ala ma due erano in gita. Il secondo, perchè era stata
definita la classe con maggiori problemi di comportamento di tutta la
scuola. Va bene che i professori tendono ad esagerare facendo questi
discorsi, ma Alessio non riusciva a dargli tutti i torti.
-Vale ridammi il cellulare cavolo!
-Ele è la mia vendetta per stamattina, così non
chiamerai più Alessio e non ci sveglieremo col suo cellulare
che suona!
-Ahem, ahem!
-Oh, ciao Ale *si ferma di colpo*
-Ciao Vale! Intuivo bene, manca il pappagallo e avete buco!
-Eh già.
-Andiamo a fumarci una sigaretta?
-Lo farei volentieri, se non ci fosse quella grandissima baldracca con
gli stivali fosforescenti della preside. (Ahahah la mia ha dei stivali
catarifrangenti, je servono di notte per due cose: A: per battere, B:
per cambiare le gomme alla macchina ed essere vista senza il giubbotto
xD NdMe)
-E andiamo allora al bagno al piano di sopra no?
-Andiamo allora!
Dopo aver acceso una sigaretta e dopo aver iniziato a fumare,
iniziarono a parlare.
-Vale, ma te eri sincero ieri sera?
-Cosa ti ho detto in particolare? Ho detto tante cose...
-Che non mi abbandonerai mai...
-Ero sincero, ti pare che non lo fossi? Ti conosco da anni, abitiamo
insieme, praticamente conviviamo tutto il giorno! Come faccio a non
volerti bene fratellino? Con che coraggio potrei abbandonarti?
-Grazie fratellone...
Si abbracciarono, con le sigarette in mano che ormai si stavano
consumando. Un abbraccio pieno di calore.
Pieno di quel calore che una donna non può dare. (Scusatemi,
leggendo una cosa un po' di tempo fa mi è venuta questa
frase molto poetica. Non intendo offendere le donne, oltretutto le
leggono solo le donne ste fic xD. NdMe)
-Cavolo, si sta facendo tardi Ale! Tra poco suona ed è
meglio che torni sotto.
-Va bene vai, ci vediamo dopo. Ciao ciao!
Ore 13:29. Zexion, Axel e Demyx si trovano davanti al liceo Pacioli,
come alle 8 e 10 della stessa mattina. A momenti avrebbe suonato la
campanella e Giuseppe sarebbe uscito. Si trattava solo di controllare
le sue mosse per tutto il pomeriggio, per poi completare la missione.
Zexion avrebbe seguito Alessio per impedirgli di nuocere, Demyx avrebbe
controllato Eleonora e Saix avrebbe controllato che Valerio restasse a
casa. Dispiegamento di forze non indifferente, ma Xemnas stava giocando
il tutto per tutto per questa missione.
Driiin!
Esattamente come il giorno prima, iniziò a uscire una folla
a più ondate dal cancello principale della scuola. Alessio,
Valerio, Eleonora e Giuseppe uscirono e andarono tutti e quattro a
mangiare un pezzo di pizza alla pizzeria davanti alla scuola.
-Allora, un pezzo di margherita, un pezzo di quella coi pachino, un
pezzo di pizza con le patate e un pezzo di quella coi wurstel, grazie.
-Prego, te la dò subito.
Dopo aver preso la pizza, si sederono sulla panchina in mezzo agli
alberi, mangiando tranquillamente tra uno scherzo e l'altro.
-Ragazzi, io devo scappare a casa perchè devo studiare arte.
Preferisco studiarmela da solo che entrare nella tana del lupo, ovvero
dentro casa di Valeria.
-Va bene Vale, ci sentiamo dopo! Io tanto devo andare a scout tra non
molto!
- Ok Ele. Ci sentiamo stasera su msn magari!
-Ohi Vale aspetta, devo passare anche io a casa che devo lasciare lo
zaino e poi andare a canto.
-Ok Ale, andiamo!
-Ok ragazzi, ciaociao!
-A stasera!
Eleonora accompagnò Giuseppe a casa sua, che tanto era molto
vicina alla sua sede scout, perchè gli faceva piacere
passare un po' di tempo da sola con lui. Lungo la strada si fermarono a
mangiare un gelato, Eleonora uno all'after eight, Giuseppe uno a
nocciola e panna.
-Ele, vuoi salire un momento in casa?
-Sì, grazie, tanto sono in leggero anticipo.
Salirono le scale ed entrarono dentro casa di Giuseppe. La casa di
Giuseppe era formata da sei stanze. C'era una cucina, una
sala da pranzo, un salone, con i libri di Giuseppe sparsi sul
divano, il bagno, la camera dei genitori e la sua camera.
Eleonora e Giuseppe si sederono sul letto a parlare, fino a che
Eleonora vide che si stava facendo tardi e disse che doveva andare. Ma
prima di andare... si baciarono. Era il primo bacio per i due, al quale
magari ne sarebbero seguiti tanti altri. Eleonora arrossì
violentemente, probabilmente non si aspettava questo bacio.
-Ehm, Ele, mi sa che dobbiamo andare. Io devo andare alla caserma dei
vigili del fuoco a fare servizio.
-Sì, ed io devo correre a scout.
-Ci vediamo stasera Ele. Ti voglio bene...
-Anche io ti voglio bene.
Uscirono di casa e andarono ciascuno per la sua strada, convinti di
trovarsi la sera. Nello stesso momento, Alessio stava sull'autobus per
andare a canto. Non si era però accorto che qualche posto
dietro di lui si era seduto Zexion per controllarlo. Axel invece stava
pedinando Giuseppe, aspettando il momento migliore. Demyx stava davanti
alla stazione Laurentina per controllare che Eleonora stesse a scout,
Saix invece stava sul balcone della camera di Valerio controllando che
studiasse.
Una decina di minuti dopo, quando Alessio era arrivato a canto e
Giuseppe alla caserma dei vigili del fuoco.
-Bene, è ora di attuare il piano. Devo recarmi alle case
davanti al laghetto e incendiare un palazzo.
Dopo che Axel aveva appiccato il fuoco nel palazzo, nella caserma si
era scatenata una forte agitazione. Giuseppe aveva indossato la tuta da
pompiere e poi era salito sul camion dei pompieri. Arrivati a viale
America, scesero e videro l'incendio. Sentirono una voce di bambino che
gridava all'interno. Giuseppe non pensò due volte e
avvisò che sarebbe entrato subito da solo a salvare il
bambino e di far entrare qualcuno solo due o tre minuti dopo.
Un flash. Quando Giuseppe era arrivato davanti al palazzo in fiamme,
Alessio, Valerio ed Eleonora avevano avuto un flash. Sarà
stata la loro amicizia così forte che li aveva fatti
sospettare che Giuseppe stava per entrare.
-Mamma corriamo a prendere la macchina. Peppe è in pericolo.
-E te come fai a saperlo?
-Non mi fare domande e prendiamo subito la macchina.
Alla sede scout la stessa scena.
-Marco hai la macchina qua vero?
-Sì.
-Prendila per piacere. Ho il grande sospetto che Giuseppe sia in
pericolo!
-Ok andiamo.
Alla lezione di canto successe la medesima cosa.
-Monica, prendi il motorino e accompagnami subito a viale America.
Peppe è in pericolo, me lo sento.
-Ok andiamo.
Giuseppe stava entrando in quel momento dentro al palazzo in fiamme. Il
bambino che stava piangendo si trovava al terzo piano.
Iniziò a salire le scale, ben attento ad evitare le macerie
che piano piano stavano cadendo. Arrivato al terzo piano, vide il
bambino in mano ad un ragazzo con un cappotto nero, con i capelli rossi
sparati che lanciava fiamme a destra e a manca.
-Bene ragazzo, ti stavo aspettando.
-Scusa? Chi sei? Cosa vuoi da me? E perchè stai incendiando
questo palazzo?
-Non ti deve interessare nulla di questo. Sappi solo che non usciranno
due persone vive in questo palazzo. O te, o il bambino.
-Scordatelo, riuscirò a portare fuori entrambi.
-Non mi sfidare.
Fuori, erano arrivati Alessio, Valerio ed Eleonora quasi in
contemporanea. Alessio corse a chiedere ai pompieri dove fosse il
ragazzo che era andato a fare servizio da loro. Gli risposero che era
entrato. Iniziavano a temere il peggio.
-Riuscirò a scappare col bambino e a salvarlo, pazzo
piromane!
-Oh che carino. Fai il piccolo eroe?
-Non sono un eroe, sono un normale ragazzo.
-Errore, un normale ragazzo morto.
Un urlo disumano squarciò il cielo. Eleonora riconobbe
subito la voce e urlò in risposta.
- NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!
Dopo aver urlato, la ragazza cadde a terra. I pompieri corsero
all'interno del palazzo, dove trovarono il bambino nel lettino e il
ragazzo entrato per soccorrerlo per terra. Presero entrambi e
scapparono fuori, prima che le macerie li coprissero. Appena uscirono,
la ragazza si rialzò e si avventò su di loro
assieme ad Alessio e a Valerio.
-Come sta?
-Sta morendo... Ha ferite troppo gravi e non si capisce provocate da
cosa. Avrà la forza di sopravvivere per massimo due minuti.
-Allora fateci stare con lui questo tempo.
-Ma...
-PER PIACERE!
- Va bene.
Alessio, Valerio ed Eleonora si sedettero attorno al ragazzo in fin di
vita, osservandolo.
-Ragazzi...
-PEPPE!
-Ragazzi...sto morendo, sto cercando di oppormi più
possibile ma non ce la faccio. Voglio salutarvi come vi meritate, poi
mi lascerò andare. Ale, sei stato un amico preziosissimo.
Non dimenticherò mai di averti conosciuto sotto la pioggia,
che piangevi da solo. Mi mancherai...
Alessio stava piangendo.
-Vale... tu sei la persona più forte di tutti e tre. Vedi di
prenderti cura di Alessio e Eleonora quando io non sarò
più con voi. Sono molto felice di aver potuto passare tanto
tempo con te.
Anche Valerio iniziò a piangere.
-ed Ele... te sei la persona che mi dispiace di più
abbandonare. Sei stata l'amica perfetta, sei sempre stata con me. Non
dimenticherò mai il nostro bacio cucciola. Ti prego non
piangere, ricorda solo i momenti belli che abbiamo avuto insieme. *Le
stringe la mano* Ti voglio bene... Ora sto andando ragazzi, salutatemi
tutti quanti. Non dimenticatemi...addio...
Così morì, attorno alle persone che gli erano
sempre state vicine nella loro vita. Eleonora urlò
nuovamente tutto il suo dolore, piangendo e stringendo ancora la mano
di Giuseppe. Poco dopo i tre ragazzi si alzarono e si abbracciarono,
piangendo tutti e tre lacrime amare.
Giuseppe, intanto, era uscito definitivamente dal suo corpo. La sua
anima stava scendendo verso l'inferno, ma si fermò prima. Si
fermò nell'antinferno, dove c'era un ragazzo che sembrava lo
stesse aspettando.
-Ciao Giuseppe.
-E tu come fai a conoscere il mio nome?
-Sono una specie di guardiano. Il mio nome è Zexion. Ti
posso dare due opportunità, dato che sei un ragazzo
speciale. Puoi o finire direttamente nell'aldilà, oppure ti
posso dare l'opportunità di ricongiungerti con i tuoi amici.
-Non mi fido.
-Bè, allora te lo posso mostrare.
Zexion prese il suo libro e lo aprì, mostrando da una parte
l'oltretomba e dall'altra una finestra dove c'erano Alessio, Valerio e
Eleonora. O almeno secondo Giuseppe erano così. In
realtà erano le copie d'acqua dei tre ragazzi fatte da
Demyx, ma Giuseppe non lo sapeva.
-Allora voglio tornare dai miei amici.
-Quello che desideri.
Zexion aprì un varco e portò Giuseppe non nel suo
mondo reale, bensì nel Mondo Che Non Esiste.
-Dove sono i miei amici?
-Mi dispiace...non sono qua, erano copie. Ho dovuto ingannarti.
-Perchè?
-Perchè così ha ordinato il superiore. Benvenuto
nell'Organizzazione XIII.
-Perchè non riesco a provare emozioni? Eppure ricordo le
emozioni!
-In questo mondo non si provano emozioni. E' già tanto che
hai dei ricordi, io ne ho pochissimi.
-Come?
-A proposito, tu non ti chiami più Giuseppe. Qua nel Mondo
che Non Esiste verrai chiamato in un altro modo.
-Come?
-Pegex. O anche numero XIV. (Pegex è l'anagramma di Geppe,
diminutivo di Giuseppe, anche se manca una p per ragioni di suono NdMe)
Ora vieni, andiamo dal Superiore, ti spiegherà tutto lui.
*Nella stanza del superiore...*
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Farai felice milioni di scrittori.
(Chiunque voglia aderire
al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede)
Note dell'autore!
Rieccoci alla
fine del capitolo. Abbastanza tragico questo chap non trovate? Per il
nome, ho avuto grossi problemi a sceglierlo. Se vi viene in mente un
nome migliore per piacere segnalatemelo. Comunque deve essere un
anagramma di Giuseppe o di un diminutivo, NON pino che odio come nome.
Ok, detto ciò non ho altre cose da dire, credo di essermi
espresso abbastanza nel capitolo. Al prossimo chap, see you soon!
P.S: Per
l'aggiornamento, mi servirà più dell'altra volta.
Devo aggiornare l'altra fic, devo completare una one shot su Death Note
e mi piacerebbe scriverne una su Kingdom Hearts. Ma non disperate.
Ciaociao, e RECENSITE!
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Capitolo 4 *** La disperazione prima o poi porta alla morte: OE (Parte I) ***
Salve
a tutti i lettori e le lettrici! Finalmente sono arrivato a un numero
quasi decente di recensioni. Mi complimento con me stesso e con chi
recensisce! Ergo: ecco le risposte alle vostre recensioni:
Per Isuzu: Si
povero Giuseppe ç___ç, mi è toccato
ucciderlo! Grazie per avermi detto che Pegex è un nome
carino ^^. Sì, Axel è uno che fa le cose in
grande! Poveri amici di Giuseppe... ora vedremo come se la caveranno
senza di lui.
Per otsuru:
ZIAA! XD. Vabbè, il numero dell'autobus ha creato scompenso,
ma capita xD. Si, è morto...poveri tutti *piange e si
dispera*. Axel fa le cose in grande, così supera Zexyno xD.
Sì infatti, Zexion è cattivo in questa fic. Molto
xD.Ecco il seguito!
Per Nezu: grazie
anche per le recensioni passate xD. Comunque, l'autobus de sto numero
passa solo qua a quanto pare XD. Guarda che teoricamente a Roma si
entra alle 8 e 20 e escono alle 12 e 30 o alle 13 e 30 :|. Scuola mia
fa dalle 8 alle due e mezza, povero me xD. Meglio il falco, comunque
non ne so nulla di Lilight Wars °__°.. Si uccidiamo
Axellll muahahah (ora ho trovato anche a chi ispirarmi per Eleonora
magari xD). Xemnas pervertito ok XD.
Per gaeshi: Su
Xemnas e Zexino, nessuno spoiler u.u Su quello che farà Zexy
di Peppe, lo vedrai molto presto :D. Visto che gli scout sono ovunque?
;)
Buona lettura a
tutte! ^^
La disperazione prima o poi porta
alla morte: OE (Parte I)
*Nella stanza del Superiore..*
-Benvenuto numero XIV.
-Il mio nome è GIUSEPPE!
-Non più. Adesso il tuo nome è Pegex o numero
XIV. Il numero VI non te l'ha detto?
-Sì, gliel'ho detto Superiore, ma mi sembra alquanto
ostinato. Forse è meglio se ci parla Lei da solo.
-Forse è meglio. Grazie Zexion, puoi andare.
Zexion uscì dalla stanza del Superiore e chiuse la porta.
Forse sapeva cosa sarebbe successo ad aver lasciato il Superiore da
solo con il ragazzo. Era certo di non avergli fatto un favore al numero
XIV.
-Allora ragazzo, qua ti dovremo spiegare un po' di cose. Adesso ti
trovi nel Mondo Che Non Esiste, in un universo "parallelo" rispetto a
quello in cui hai vissuto fin adesso. Sei un Nessuno, quindi sei come
un essere umano fisicamente, ma non hai il cuore. Non puoi quindi
provare emozioni. Hai però un vantaggio che nessun altro di
noi ha. Hai dei ricordi della tua "vita precedente". La nostra missione
è riuscire a recuperare dei cuori per poter riaverne uno per
noi e tornare quindi a vivere realmente.
-Capisco. Ma perchè avete scelto di uccidermi e quindi farmi
entrare in questa Organizzazione? Perché avete scelto me?
-Mi dispiace, ma non te lo posso dire. Comunque, oltre a te ci sono
altri tredici membri. Io sono il numero I. Tra stasera e domani dovrai
affrontare una prova, in modo che possiamo scoprire qual'è
il tuo potere. Ora puoi andare, cerca il numero III, Xaldin, e digli
che ho ordinato di mostrarti il castello.
-Va bene, Superiore.
-Vedo che hai capito, meglio per te.
-Arrivederci.
Giuseppe inizia a cercare il Numero III in giro per il castello, e lo
trova fortunatamente molto presto nella cucina, mentre sminuzzava delle
verdure presumibilmente per il pranzo.
-Chiedo scusa.
-Chi sei?
-Sono Pegex, il Numero XIV. Il Superiore mi ha pregato di venire da te
per chiederti di mostrarmi il castello.
-Proprio ora che stavo preparando il pranzo! Vabbè, gli
ordini del Superiore non si discutono. Andiamo, sbrigati!
Xaldin mostrò a Pegex gli ambienti principali: prima la sala
da pranzo, poi una specie di sala riunioni dove adesso si trovavano
quattordici seggi, la biblioteca ed altri eventuali ambieni raramente
usati dall'intera Organizzazione ma solo dalle singole persone, fino a
che non arrivarono fino alla stanza del Numero XIV.
-Numero XIV, questa è la tua stanza. Puoi provare ad
ambientarti un pochino e poi ti conviene fare un giro per il castello
per conoscere gli altri dell'Organizzazione.
-In caso di bisogno chi dovrei chiamare?
-Bè, se hai bisogno di aiuto per quanto riguarda il posto e
le regole, ti conviene chiedere a me o al Superiore. Gli altri spesso
non vedono di buon occhio i nuovi arrivati, quindi meglio se non poni
domande inopportune.
-Grazie mille, Numero III.
-Comunque ti avviso, potresti ritrovarti qualcuno davanti
all'improvviso. Sappiamo aprire dei varchi e ci possiamo muovere
così. Giusto per non farti prendere alla sprovvista. Ora
torno a cucinare.
-Va bene, grazie mille ancora.
Pegex entrò nella sua stanza e la osservò. C'era
solo un cassettone con sopra alcuni vestiti della sua taglia,
rigorosamente neri, e il cappotto dell' Organizzazione, un letto, una
finestra e una porta che dava sul bagno. La stanza era completamente
bianca. Ma non il bianco sporco del cemento, o il bianco dei denti
puliti (Perdonate la metafora XDD NdMe). Un bianco molto acceso,
accecante, come il bianco della luce del sole. Il bianco incuteva
inquietudine in Pegex, o meglio, la incuteva a Giuseppe, quando era
ancora vivo.
Nel mondo reale, la situazione non era cambiata di un
granchè. I tre ragazzi erano tornati a casa di Valerio
insieme, dove avrebbe dormito anche Eleonora per non lasciarla da sola.
A distanza di due ore, la ragazza non aveva ancora smesso di piangere,
nonostante Alessio cercasse di consolarla. Non sapevano più
che fare i due ragazzi, se lasciarla sola o restarle accanto. Anche
loro stavano molto male per la morte di Giuseppe, anche se cercavano di
non darlo a vedere. Era stato un duro colpo, e vederlo morire tra le
loro braccia non aveva contribuito minimamente a farli stare meglio.
-Vuoi che ti lasciamo sola?
-Sì, per piacere...solo una decina di minuti, non ho voglia
di parlare con nessuno.
-Va bene.
Alessio e Valerio si sedettero al tavolo e si guardarono. Negli occhi
azzurri di Valerio e in quelli castani di Alessio si vedeva una
tristezza infinita. Erano occhi spenti, privi di qualsiasi speranza di
un buon futuro.
-Cosa facciamo Vale? Sono così confuso...non ho la minima
idea di cosa dovrei fare per Eleonora, per te, per me stesso.
-Non lo so Ale... è la prima volta che sono così
confuso.
-Non ho mai affrontato una cosa del genere. E' proprio vero che non
c'è mai fine al peggio...
Il moro iniziò a piangere lacrime amare dai suoi occhi
nocciola ormai diventati opachi. Senza Giuseppe aveva perso una ragione
di vita. Il ragazzo che lo aveva accolto sotto il suo ombrello quando
aveva sette anni, il ragazzo che aveva fatto conoscere ad un Alessio di
otto anni timidissimo Valerio ed Eleonora mentre giocavano tutti
insieme al parco giochi, il ragazzo che gli aveva salvato la vita tre
anni dopo dalla morte in un incendio (fatalità, sarebbe poi
successo a lui), il ragazzo che poi gli avrebbe ridato la speranza
altri tre anni dopo, dopo che era stato stuprato dall'amante della
madre, era morto ormai. Tutte le speranze che gli aveva infuso stavano
crollando, come un castello di carte. Il destino, beffardo ed
ineluttabile, stava facendo il suo corso. Aveva stravolto ancora una
volta la sua vita. Era tentato dal prendere a pugni il muro,
fino a farsi dolere le nocche e a farsi uscire il sangue dalle mani. La
madre di Valerio intanto, la gentilissima Donatella, che ormai era
diventata anche la madre di Alessio praticamente, stava osservando
molto preoccupata sia la ragazza che piangeva sdraiata sul letto di
Valerio colla testa nel cuscino per non farsi vedere, sia per i due
ragazzi seduti al tavolo, che si guardavano a loro volta. Donatella
vide che Valerio era forse la persona che la stava prendendo meglio e
che sarebbe riuscito a tenere su col morale i due ragazzi e gli
parlò un attimo.
-Vale, so che anche tu stai soffrendo davvero tanto.. ma ti prego,
cerca di far star meglio tutti e due. Sono davvero distrutti.
-Mamma non so come comportarmi per la prima volta nella mia vita.
-Lo so, però so anche che tu non hai intenzione di lasciarli
piangere così. O sbaglio?
-Non sbagli.
-E allora prova. Prova. E riprova se non basta. Se uno di voi tre sta
male state male tutti no? Siete unitissimi, per cui il vostro umore
segue quello degli altri due.
-Hai ragione mamma, ora ci proverò. Grazie mille.
-Prego. Ora cerca di farli stare meglio.
Valerio si diresse da Alessio per cercare di consolarlo, ma questi gli
alzò gli occhi nocciola e gli disse con estrema pazienza che
doveva prima occuparsi di Eleonora che di lui, perchè
avrebbe superato anche questa da solo.
-Io sono abituato fratellone, posso resistere un po'. Occupati di Ele
che è sicuramente più in difficoltà di
me.
-Forse hai ragione Ale...
-Vai su!
Valerio andò quindi da Eleonora per consolarla. Eleonora
piangeva ancora, soffocando le lacrime e la sua disperazione in quel
cuscino ormai macchiato dal trucco sbavato.
-Ele dai non piangere..
La ragazza alzò la testa con gli occhi arrossati dal gran
numero di lacrime e iniziò a gridare contro al ragazzo.
- Non puoi dirmi di non piangere Valerio. PORCA TROIA! Sai benissimo
che sto male, mi ero appena accorta di essermi innamorata di lui!
-Lo so Ele. Ma sò benissimo che se lui ti vedesse
preferirebbe vederti felice anche senza di lui, non credi?
-Sì, ma dimentichi che lui non può vedermi!
-Ti sbagli. Quando è morta nonna Laura sono sicuro che in
qualche modo mi potesse vedere. Ho sognato lei che mi rimproverava per
il mio comportamento e di essere felice nella mia vita.
-Ma era tua nonna! E magari ti sarai autosuggestionato!
- No Ele. Era troppo reale per essermi autosuggestionato. E poi io
dimentico sempre i sogni, tranne questo. Un motivo ci sarà.
Poi io con nonna avevo un bel rapporto, ma con Giuseppe avevamo tutti e
tre un rapporto molto forte. Potrebbe essere che stanotte lo sogniamo
sai?
-Lo spero...magari così riuscirò a stare meglio.
-Ora però smettila di piangere cavolo!
-Sì *si asciuga le lacrime*...comunque grazie mille Vale
-Di nulla. Ora però vorrei andare un attimo da Alessio.
-Vai dai. Vado ad aiutare tua madre a preparare la cena.
-Grazie mille.
Valerio tornò in salone dove Alessio stava seduto con i
gomiti appoggiati sul tavolo e la testa bassa. Si avvicinò a
lui, lo prese per mano e lo portò in camera con lui. Si
sedette prima Valerio e poi in braccio a lui Alessio ed iniziarono a
parlare.
-Ale dai... so che sei abituato al dolore, comunque credo che tu abbia
bisogno di aiuto.
-Lo so Vale...ma anche te ne hai bisogno non credi?
-Lo so. Ma tu sai anche bene che se tu stai bene io sto bene. Tu sei il
mio fratellino e tu sei il mio mondo Ale. Tu sei la ragione della mia
vita. Ti reputo realmente mio fratello. Sei il mio mondo, sei tutto per
me. Come posso essere felice se tu non lo sei? La capacità
di sorridere me la dai tu con la tua semplicità e il tuo
essermi vicino. Non lo capisci?
Alessio scoppiò a piangere. Si abbandonò sulla
spalla del suo amico/fratello e gli bagnò tutta la maglietta
di lacrime. In parte lacrime amare per la morte di Peppe, in parte
lacrime di commozione per le bellissime parole di Valerio.
-Fratellone mio... grazie di tutto. Non saprei cosa fare senza di te.
Starò sicuramente male per la morte di Peppe, ma non so che
sarà fiero di noi...e soprattutto di te. Hai preso la parte
di mamma lo sai? Pare che Peppe dal posto dove si trova adesso abbia
deciso di lasciare questo ruolo in eredità a te. Siine
onorato.
-Potrebbe essere in effetti. Anche se non sarò mai come lui,
fortunatamente... PER LUI! *sorride*. Ora, da bravo fratellino, andiamo
ad aiutare mamma e Ele di là.
-Va bene! *gli dà un bacio sulla guancia* E grazie
mille...di esistere. Di essermi accanto sempre.
-Non ti preoccupare, senza di te sarei io smarrito.
Andarono quindi ad aiutare Donatella a cucinare e ad apparecchiare il
tavolo, dopodichè andarono tutti e tre a dormire, distrutti
dalla giornata appena passata.
Nel Castello dell'Oblio, dopo aver cenato, gli ormai quattordici membri
dell'Organizzazione si sedettero sui troni dell'omonima sala. Xemnas
iniziò a parlare.
-Dò quindi il benvenuto nell'Organizzazione al Numero XIV,
Pegex.
Tutti si girarono a guardare il nuovo arrivato. Se avesse ancora potuto
avere emozioni, era sicuro che sarebbe diventato viola dalla vergogna.
Un colorito rossastro però si dovette scorgere sulle guance
del Nessuno, a notare le facce sorprese degli undici membri (ad
eccezione di Xemnas e Zexion).
-Bene, dopo aver quindi dato il benvenuto al Numero XIV, direi che
dovremmo testare i suoi poteri. Chi si offre volontario per combattere
contro di lui?
Silenzio di tomba.
-Avete paura? Scegliete o sarò io costretto a scegliere uno
tra voi.
-Vado io, Sir.
-Va bene Saix, ma cerca di moderarti. Pegex, dovrai difenderti ed
attaccare Saix. Possibilmente non colpirlo.
-Sì, Superiore.
Iniziò così il combattimento tra Saix e Pegex. In
molti pensavano che il nuovo arrivato non ce l'avrebbe fatta a
sconfiggere Saix, dato che tutti sapevano che era un ottimo
combattente. In effetti, almeno inizialmente, non si sbagliavano.
Infatti il Numero XIV era in seria difficoltà, spiazzato
dall'abilità di combattimento del Numero VII. Proprio quando
era ormai dato per scontato che non avrebbe battuto Saix,
riuscì a scoprire dentro di sè quale fosse il suo
potere. Iniziò a sdoppiarsi, circondando Saix con le copie
di se stesso. Mentre Saix si innervosiva, cercando di distruggere le
innumerevoli copie del Numero XIV che lo circondavano, Pegex
riuscì a alzarsi in aria, fino a far uscire un raggio giallo
di luce dal posto dove un tempo c'era il suo cuore. Il raggio si
scagliò a terra molto vicino a Saix accecando tutti gli
altri membri dell'Organizzazione. Xemnas iniziò a temere per
il peggio. Dopo cinque minuti vide che in realtà il raggio
non aveva colpito il Numero VII che però era solo in stato
confusionale. Pegex era atterrato e aveva preso sulla spalla il Numero
VII. Tutta la sala rimase in silenzio, spiazzata dalla fine del
combattimento. Era forse per questo suo potere che Xemnas lo aveva
scelto? Si guardavano negli occhi perplessi, tutti tranne Xemnas. Non
si aspettava questo potere da parte del ragazzo, ma sapeva che sarebbe
stato molto utile.
-Chiedo scusa, o Superiore, ma mi sento molto stanco...posso andare a
dormire?
-Sì, certo. Comunque complimenti per la vittoria. Nessuno
avrebbe scommesso su di te.
-Grazie.
***La mattina dopo, nel mondo degli umani***
I tre ragazzi si alzarono dal letto senza la minima voglia per andare a
scuola. Il colpo era stato davvero troppo forte e l'allegria dei tre
ragazzi si era ormai spenta. Si salutarono con un flebile ciao, per poi
rinchiudersi ciascuno nei propri pensieri. Eleonora faceva pensieri
molto depressi.
"Sono una persona inutile... potevo impedire che Peppe si andasse a
suicidare. (Tecnicamente se Eleonora lo avesse fermato non sarebbe
morto NdMe) Che senso ha la mia vita? Nessuno..."
Alessio invece guardava nel vuoto, sotto shock. Non aveva pensato
all'eventualità della morte dell'amico e la sua morte
appunto lo aveva svuotato.
Valerio invece restava pensieroso a guardare gli altri due, chiedendosi
cosa avrebbe potuto fare per aiutarli e alleviare il loro dolore.
Presero l'autobus e si recarono velocemente a scuola, scambiando
più o meno tre parole. Eleonora aveva deciso di chiudersi
con la sua musica, mettendo canzoni abbastanza deprimenti (For My
Fallen Angel dei My Dying Bride NdMe), mentre Alessio aveva adottato la
tattica del Non-Esisto, rimanendo con occhi vacui ad osservare il
paesaggio. Valerio tenta di abbracciare l'amico, ma questi lo caccia.
Valerio abbassò gli occhi, ferito dal suo comportamento.
Decise di chiudersi anche lui nei suoi pensieri, notando che per la
prima volta nella sua vita le sue attenzioni non erano gradite. E
capì anche che non sarebbe mai stato all'altezza di Peppe.
Decise di scendere dall'autobus prima e fare un pezzo a piedi, e
Alessio e Eleonora neanche se ne accorsero della sua assenza. Alessio
scese alla fermata dopo per comprare le sigarette, dato che era molto
nervoso e aveva molto bisogno di fumare. Comprò tre
pacchetti di sigarette, sicuro che li avrebbe finiti entro due giorni.
La giornata era iniziata male ed era continuata peggio. Un'orda di
gente che diceva le proprie condoglianze ai tre ragazzi, anche se ben
poche erano parole sincere e pensate. Alessio pensava che il dire
condoglianze fosse una cosa altamente ipocrita. Era solo una questione
di educazione e buone maniere. Per lo stesso motivo ai funerali le
persone vestivano di nero e portavano gli occhiali neri. Per non far
vedere che non piangevano. Il buonismo era sempre stata una cosa che lo
aveva fatto incazzare come una bestia. Infatti evitava di rispondere a
chi gli diceva condoglianze, e nel novanta per cento dei casi fulminava
con lo sguardo la persona che parlava. Inoltre i suoi professori non
tentavano di alleviare la sua pena interiore, ma semplicemente
aumentavano la sua arrabbiatura. La professoressa Costantini, quella di
italiano, si era ostinata col volerlo interrogare. Per quella mattina,
Alessio non aveva studiato minimamente italiano, dato che era stato
troppo occupato a piangere.
-Antonelli, hai studiato?
-No professoressa.
-Come no! Antonelli bisogna studiare sempre!
-Professoressa non ho avuto tempo ieri sera.
-Non c'è nulla di più importante dello studio, lo
sai vero?
-Si professoressa, mi dispiace *inizia ad urlare* ma ieri sera ero
troppo occupato a vedermi morire davanti una persona a cui tengo
tantissimo per studiare italiano. Lei non rientra sempre nei miei
pensieri, sa?
-Antonelli, mentire con la morte di una persona è veramente
triste, lo sai?
-Se le posso dimostrare che la persona è realmente morta, mi
giustificherà?
-Sì, anche se sono certa che stai mentendo per coprire
qualcosa.
-E' morto Stara del quarto. Lo sanno tutti in questa classe e in
quarto. Anche i professori. *inizia a piangere* E se non le dispiace,
adesso esco e vado al bagno. *esce chiudendo la porta e correndo via*
-Ma sta scherzando vero?
-No professoressa. Se lei per una volta ascoltasse gli altri, magari
scoprirebbe tante cose. (Parla una tale Michela NdMe)
-Co...come ti permetti Barba?
-Ho detto solo la verità.
-Barba, in presidenza. E vai a recuperare anche Antonelli e lo porti
con te.
-Non creda che non ci andremo tutti noi (la classe che parla NdMe)
-Andate tutti in presidenza allora. DI CORSA!
Nel frattempo Alessio era corso al piano terra a chiamare Valerio ed
Eleonora per cercare un po' di conforto.
-Professoressa, possono uscire Martucci e Parti?
-Veramente...
-PER PIACERE!
-Va bene, ma cinque minuti, non di più.
-Grazie mille.
-Ale...cosa succede?
-Ragazzi... *scoppia a piangere*
-Ale... non piangere dai...
-No-non ce la faccio.
-Cos'è successo?
-No-non avevo studiato italiano e ho spiegato a-alla Co-costantini cosa
era successo e non mi ha creduto..
-CHE ZOCCOLA!
-Ale...scusa se ti disturbo, ma in classe ti abbiamo difeso (Riparla
Michela NdMe), e dobbiamo andare tutti in presidenza. Ti accompagno.
-Sì, grazie Michi. Scusate, ma devo andare a difendermi. Ci
sentiamo dopo.
-Sì Ale, e stai calmo!
In presidenza...
-Allora ragazzi, mi è stato riferito che vi siete ribellati
alla professoressa Costantini senza un apparente motivo.
-Signora Preside, chiedo scusa, ma la professoressa Costantini non mi
ha ascoltato quando le ho spiegato perchè oggi non ho
studiato e dato che era un motivo abbastanza serio sono scappato dalla
classe con le lacrime agli occhi. Il resto della classe mi ha quindi
difeso.
-Vedo... cos'è questo motivo così serio? (lo nota
perchè gli si era sbavato il poco trucco che si era messo la
mattina NdMe)
-E' morto un mio amico a cui tenevo tanto... che era anche studente in
questa scuola.
-Stara del IV A?
-Sì...
-Va bene Antonelli, puoi tornare in classe con i tuoi compagni. Appena
tornate in classe riferite alla professoressa Costantini che la voglio
qui in presidenza.
-Grazie mille Signora Preside.
-Arrivederci.
La professoressa Costantini fu richiamata in presidenza e la preside
decise di allontanarla temporaneamente da scuola, dato che volendo i
genitori di Alessio, ignorando la professoressa che viveva a casa
Parti, avrebbero potuto sporgere denuncia contro la professoressa. Per
il resto la giornata continuò normalmente, o almeno in una
maniera sopportabile calcolando il dolore che bruciava dentro i tre
ragazzi. All'uscita ricominciarono a parlarsi, consapevoli sia Alessio
che Eleonora di essere diventati un po' schivi durante la giornata.
-Scusaci Vale, ci siamo comportati in maniera incivile. Non ce
l'avevamo con te, volevamo solo restare soli..
-Non vi preoccupate, va bene così *sorride*.
Tornati a casa, i tre ragazzi si ritrovarono Donatella in cucina con un
telefono in mano, mentre stava cucinando la carne panata. Aveva una
faccia alquanto enigmatica. Cercava di parlare con un tono abbastanza
disteso e calmo, ma in realtà qualcosa all'interno la stava
sconvolgendo. Attaccato il telefono, si sedette sulla sedia, sconsolata.
-Ragazzi... domani non andate a scuola. La madre di Giuseppe mi ha
chiamata e ci sono i funerali alle 10.
-Ah...grazie per avercelo detto mamma...
-Prego...
Capirono che la giornata successiva sarebbe stata davvero molto lunga.
Nel Castello dell'Oblio, Pegex si stava svegliando in preda agli
incubi. Se il buongiorno si vedesse dal mattino, non era veramente una
bella giornata per il Numero XIV. Decise di alzarsi da quel letto
scomodissimo e di andare a sciacquarsi la faccia, magari per
riprendersi un attimo dall'incubo. Aveva deciso che nella giornata
avrebbe continuato a visitare il castello per conoscere meglio i suoi
spazi e magari trovarsene uno tutto suo. Iniziò a girare per
i corridoi, guardando nelle piccole stanzette a volte vuote e a volte
occupate da qualcuno. Incontrò infatti Demyx mentre suonava,
con Axel che lo ascoltava. Continuò a camminare fino alla
fine di un corridoio, dove trovo una sola stanzetta con la porta
accostata di colore rosa. Era abbastanza stupito di trovare del colore
dentro al castello, che era stato fin adesso assente. Entrò
nella piccola stanza dove, seduta ad un tavolo, si trovava una bambina
dai capelli biondi.
-Ciao, come ti chiami?
-Ciao, io sono Naminè. E tu chi sei? Non ti ho mai visto
neanche una volta qui in giro.
-Io sono Pegex. Sono appena entrato nell'Organizzazione.
-Ah, sei quello di cui parlava Marluxia!
-Chi scusa?
-Il ragazzo coi capelli rosa.
-Ah, era un ragazzo?
-*ride*
-Ehm, non andare a dirglielo però!
-No, non ti preoccupare, basta che non ti fai trovare qua! Altrimenti
mi riempirà di domande su di te.
-Ok, grazie mille Naminè! Tornerò presto a
salutarti e a parlare, va bene?
-Sì, grazie mille.
-Comunque disegni benissimo.
-Grazie *arrossisce*, però ora è meglio che vai.
A presto!
-Ciao!
Pegex si diresse nella Sala principale, dopo trovò Zexion
che aveva bisogno di parlare con lui.
...TBC...
Campagna
di Promozione Sociale - Messaggio No Profit:
Dona l’8‰ del tuo tempo alla causa pro recensioni.
Farai felice milioni di scrittori.
(Chiunque voglia aderire
al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede)
Note dell'autore!
Salve a tutti! E
finalmente sono riuscito ad aggiornareeeee! Sono così
contento, è stato difficilissimo scrivere questo capitolo e
non sono molto contento del risultato, ma pace XD. Per quanto riguarda
questa fic, l'aver spezzato anche questo capitolo (che sarebbe stato il
doppio) crea abbastanza problemi, considerando la mia lentezza nello
scrivere. Se questo è il quarto capitolo, ce ne sono altri
cinque già scritti nella mia mente (e quindi stiamo a nove)
e credo che poi ci saranno altri 15-16 capitoli. Ergo, la fanfic si
dovrebbe fermare tra il 22° e il 30° capitolo. Non vi
libererete di me così facilmente!
Per quanto
riguarda il prossimo aggiornamento, quasi certamente lo avrete a
metà luglio perchè mi aspetta una bella
vacanzetta in Germania dal 22 Giugno al 12 luglio. E devo prima finire
un altro capitolo di Chissa dove t'addormenterai stasera e forse
termino del tutto May it...NO! (Manca un capitolo + epilogo). Poi, oggi
auguro a tutti buone vacanze e mi raccomando... NON studiate ;).
Ciao ciao, alla
prossima! ^^
|
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Capitolo 5 *** La disperazione prima o poi porta alla morte: OE (Parte II) ***
Hi
miei amati lettori! Avviso già che il capitolo è
stato scritto quasi integralmente mentre stavo in Germania a parlare
inglese e tedesco...ergo, sono certo che sarà pieno di
errori T___T perdonatemi. Diciamo che questo è un capitolo
abbastanza importante nella storia della fanfic, quindi invito tutti
quanti a leggerlo attentamente. Come stile di scrittura, credo che non
abbia particolari analogie coi capitoli precedenti. Sarà
anche determinato dall'argomento del capitolo. Comunque stop. Ora,
prima di farvi leggere il capitolo, rispondo alle vostre recensioni.
Per Lucifero_91:
Massi, grazieee! Grazie mille dei complimenti, ma sei più
bravo tu!
Per Isuzu:
Meglio tardi che mai, sono riuscito a riscrivere! Spero il capitolo ti
piaccia ^^.
Per gaeshi: Ok,
diciamo che alla fine sono tutti un po' truzzi. Ma io come descrizione
di classe mi baso sulla mia, dove siamo tutti una grande famiglia unita
e ci aiutiamo a vicenda...anche le truzze schifose =D. Sì,
Xaldin è troppo gentile. E comunque no, scout: costruiti
intorno a te XD. (mi chiedo come ti sia uscita a te XD)
Per Nezu: Ma
suvvia, ci sta la zia e anche la nonna XDDD Siamo una grande famigghhia
XD. Sì, Alessio diciamo che non riesce a sfogarsi in maniera
distruttiva, purtroppo e per fortuna. Anch'io l'avrei uccisa a quella
baldracca XD. Le avances...The Eh He...
Per NekoRika:
Che bello, recensisci anche qua! Sì, probabilmente le cose
si chiariscono,a nche se non troppo. Sì, i My Dying Bride
sono deleteri...ho difficoltà a sentirli anche quando sono
di buon umore O___O''. Ma l'esame come ti è andato alal
fine?^^. Ah, e grazie per i complimenti sul potere di Pegex.
Ah ecco, prima
del rpossimo capitolo, preferisco fare un brevissimo riassunto.
Alessio si
è trasferito da parecchio tempo a casa di Valerio, ma non
sono fratelli. Alessio è più piccolo e quindi
chiama Valerio fratellone e viceversa.
Donatella
è la madre di Valerio, quindi se qualcuno si rivolge a lei
chiamandola mamma è Valerio.
Eleonora
momentaneamente sta a casa di Valerio perchè non si fidano a
lasciarla da sola, dato che la famiglia è in viaggio.
Pegex
è la versione Nessuno di Giuseppe, io uso il nome Giuseppe
quando parlano i tre ragazzi e il nome Pegex quando invece siamo nel
Mondo che Non Esiste.
Ed ecco a voi,
il quinto capitolo, buona lettura!
La disperazione prima o poi porta
alla morte (OE): Parte II
I tre ragazzi passarono una giornata molto simile a quella precedente.
Fortunatamente la professoressa Costantini era in licenza (ergo: era
stata momentaneamente rimossa dall'incarico) e così Alessio
ebbe due ore buche, sicuramente tra le più tristi della sua
vita. Non parlava con nessuno, era seduto in un angolo sentendo canzoni
molto tristi (al livello dei My Dying Bride NdMe), se non depresse e
non riusciva neanche a mangiare nulla. Un nodo nello stomaco,
un'inquietudine interiore che lo lacerava da dentro. Tutti erano certi
che il suo umore fosse determinato semplicemente dalla morte di
Giuseppe. Ma si sbagliavano, eccome se si sbagliavano.
Pegex era sdraiato sul suo letto, osservando il soffitto bianco e
pensando. Sforzandosi di ricordare le sue emozioni, le emozioni che
provava con e per Eleonora. Non sapeva cosa sentisse o provasse, e
ancora meglio non sapeva cosa fosse.
Qualcuno bussò alla porta.
-Chi è?
-Pegex, il Superiore mi ha detto di venirti a chiamare
perchè ti vuole parlare.
-Va bene, vado subito.
*Nella stanza del Superiore*
-Numero XIV, ti ho mandato a chiamare perchè ti devo
affidare un lavoro. Il numero VI sarà occupato per un po' di
tempo per una missione. Devi andare da lui, farti dire l'argomento
dello studio a cui sta lavorando e continuare il suo lavoro. Sono
sicuro che tu ne abbia le capacità.
-Va bene. Superiore. Zexion si trova in biblioteca in questo momento?
-Sì, si trova là, anche se tra poco deve partire
per la missione. Vai, di corsa!
-Ale, mi spieghi cos'hai?
-Non ho nulla Ele, sono solo un po' triste, ma non è nulla
di strano. Stavo pensando a tante cose risalenti a quando ero piccolo,
quindi non posso minimamente essere contento.
-Ale, non dev pansare al passato. Il passato non deve esistere, e non
esiste, più, al presente è meglio se non ci pensi
e devi concentrarti solamente sul futuro.
-Sai bene che sono abituato a pensare al mio passato per non fare gli
stessi identici errori in futuro.
-Vabbè...
Si sedettero al tavolo con Valerio, tutti e tre con la testa bassa,
aspettando che Donatella finisse la cena.
-Ragazzi, domani c'è il funerale di Giuseppe. Volete che vi
accompagni oppure no?
-Mamma, se hai voglia di venirci va bene, altrimenti non ci sono
problemi e andiamo da soli.
-Certo che voglio venire, volevo solo sapere se vi dava fastidio che ci
fossi anche io.
-Non ti preoccupare, grazie del pensiero.
Dopo non molto andarono tutti e tre a dormire, immaginando la pessima
giornata che avrebbero passato l'indomani.
*Intanto, nel Castello dell'Oblio*
Pegex si trovava nella biblioteca, lavorando come gli era stato
richiesto da Xemnas. Il progetto, lo studio a cui stava lavorando
Zexion era particolarmente difficile, ostico in alcuni punti anche per
la pessima calligrafia del Numero VI.
"Se ci fosse stato Alessio qui...- pensava - NO! Non ci devo pensare
cavolo! Loro stanno ancora vivendo e non posso essere felice per loro,
nè tantomeno essere triste per me. Allora perchè
ho questo maledetto peso sullo stomaco?"
Pegex sentì aprire la porta, vedendone sbucare fuori Axel.
-Ciao Pegex, ho aperto la porta perchè pensavo che Roxas
fosse qui.
-Non c'è problema.
Troppo stanco dopo aver capito solamente a grandi linee lo studio di
Zexion, Pegex decise che avrebbe continuato il giorno dopo e intanto
che sarebbe andato a fare un po' visita a Naminè,
possibilmente evitando quel rosato del Numero XI. Arrivato nella stanza
totalmente colorata, vide la piccola ragazza bionda intenta a
disegnare, esattamente come il giorno prima.
-Ciao Naminè!
-Ciao Pegex!
-Marluxia non è ancora passato qua, oggi?
-Sì, giusto poco fa...o almeno creo.
-Neanche il suo compare della compagnia dei travestiti?
-No, lui non viene mai qua...
-Meglio per te, ti risparmi una pessima visione *Naminè
ride*. Comunque cos'hai fatto oggi?
-Nulla, ho disegnato un pochino. Non succede mai nulla qua.
-Immagino...
-Come mai sei tornato qua?
-Bè, volevo stare un po' in compagnia con te.
-Ah...perchè?
-Non so...
-Ah..
-Senti, è tardi e sono molto stanco. Va bene se torno domani?
-Sì, sì, ok.
-Buonanotte.
-Notte.
Pegex si chiedeva, mentre stava tornando nella sua camera, cosa stesse
pensando di fare. Non poteva fare cose umane. Non poteva volere una
ragazza. Se avesse voluto una ragazza, sarebbe stato probabilmente alla
ricerca disperata di Eleonora. Invece no. Cosa stava succedendo, allora?
Il giorno dopo, i tre ragazzi, si svegliarono, forse consapevoli di
quello che stava per succedere. Nessuno aveva voglia, o forse coraggio,
di parlare con gli altri. Non faceva del bene a nessuno dei tre.
Così ciascuno rimaneva chiuso nei suoi problemi, nei suoi
pensieri e nelle sue preoccupazioni. Eleonora continuava a essere
scossa, insicura e indecisa su molte, troppe cose. Valerio dal canto
suo non stava meglio: cercava di badare ad entrambi i due amici,
essendo il più forte dei tre, ma in realtà era
attanagliato dai rimorsi per essere arrivato troppo tardi e dalla paura
di non essere all'altezza della situazione. Ansia da prestazione, la
chiamano. Anche se in realtà quello che stava peggio era
Alessio. Pallido come un cencio, girava per la casa come se fosse un
fantasma. Per la prima volta nella sua vita il suo volto non
trascendeva un'emozione. Imperscrutabile. Persino Valerio, che era
sempre stato capace di capire i suoi sbalzi d'umore, il suo nascondere
le proprie emozioni, i suoi occhi spenti con un vago lampo di luce, non
riusciva proprio a capire cosa gli stava succedendo. Alessio aveva un
bruttissimo, pessimo presentimento e non voleva in alcun modo
spaventare Valerio ed Eleonora. Intanto egli aveva molta
difficoltà a mangiare e a dormire. Valerio capiva che c'era
qualcosa di grave che bloccava Alessio e sapeva anche quanto era
difficile aprire una breccia nel muro che stava ponendo davanti a tutti.
-Ehi fratellino.
-Ciao Vale.
Valerio non si sarebbe mai immaginato una risposta così
fredda da lui.
-Alessio, vieni di là con me, per piacere?
Tono perentorio, che non ammetteva risposta negativa. Ed Alessio se ne
accorse.
-Va ebene Vale.
-Mi spieghi cos'hai?
-Nulla.
Sempre lo stesso tono freddo e distaccato.
-Per piacere fratellino. Dimmi la verità. Per la prima volta
non posso scoprirla da solo...
-Non ho nulla, ti giuro.
-Ti prego...
-Ti ripeto che non ho nulla.
Ma a Valerio venne un lampo di genio.
-Baciami.
-Cosa?
-Hai capito bene fratellino. Baciami. Se non hai nulla non puoi avere
problemi a baciarmi, o no?
-Va bene.
I due ragazzi così si baciarono. Da parte di Valerio era un
bacio sofferto, pieno di emozioni contrastanti, come preoccupazione e
gioia. Da parte di Alessio era un bacio senza emozioni, come se non
fosse in realtà un bacio.
-Ale, perchè non provi nulla?
-Cosa?
-Non fare il finto tonto. Non provi emozioni al momento, cos'hai?
-Nulla.
-Ti prego, fratellino... *Scoppia a piangere* Ti prego...
Qualcosa si dovettte sbloccare nel corpo di Alessio, perchè
gli occhi ripresero quel barlume di luce, si avvicinò a
Valerio ed iniziò ad abbracciarlo per consolarlo.
-Ale, ho paura di noon essere all'altezza della situazione, sono troppo
debole ed emotivo...
-Silenzio! Tu stai facendo un lavoro perfetto, sei bravissimo e non
affiderei la mia vita a qualcun altro diverso da te. Ti voglio bene
fratellone..
-Ale...
Si baciarono nuovamente, con molta più passione e con molte
più lacrime da parte di entrambi.
-Dai vestiamoci che dobbiamo andare.
-Sì, fratellone.. e grazie. Grazie di esistere.
-No, grazie di esistere te.
I ragazzi si vestirono bene, completamente in nero. Eleonora indossava
una splendida camicetta nera che le aveva regalato Giuseppe, una gonna
nera molto lunga, i capelli che le cadevano sciolti sulle spalle e
pochissimo trucco. Nessuno l'aveva mai vista così bella.
-Andiamo allora?
-Sì mamma, andiamo.
I tre ragazzi salirono nella macchina di Donatella e si recarono in
chiesa per assistere al funerale. Il prete sembrava totalmente
distaccato dalla cerimonia, come se in realtà non gliene
importasse nulla. Dei presenti solo pochi erano davvero interessati.
Molte persone portavano occhiali neri, per mascherare la totale assenza
di lacrime in quell'occasione. Altre persone erano vestite in maniera
per nulla adeguata alla situazione, vestitini colorati, mini gonne,
magliette scollate. Alessio era totalmente sconvolto e scandalizzato da
questo: avrebbe volentieri iniziato ad urlare contro tutti, ma in
realtà lui ci teneva a rispettare la cerimonia funebre di
Giuseppe. Il prete continuò la cerimonia per almeno un'altra
ora, fino ad arrivare al momento peggiore. Il saluto alla bara. Molti
passarono solo guardando e toccando, quasi come per scaramanzia. A
chiudere la fila c'erano Alessio, Valerio, Eleonora e Donatella.
Donatella rimase un po' a guardare fino ad iniziare a piangere, mentre
i tre veri amici della vita di Giuseppe si sedettero per terra e
poggiarono la testa sulla bara, piangendo. Sulla bara erano incise, in
una targhetta d'ottone, queste parole:
Giuseppe Maria Stara 15/8/90 - 22/11/08
Non riusciva a dormire, Pegex. Immaginava cosa stesse succedendo sulla
Terra. Aveva intuito che in quel momento si stava tenendo il suo
funerale. Ne fu veramente certo quando ebbe un flash e vide i tre amici
piangenti sulla bara. Pegex era sicuro che anche se era morto, i suoi
amici tenevano ancora molto a lui. Vedendo che non c'era nulla da fare,
Pegex si alzò e iniziò a girare per il castello,
cercando qualcuno con cui parlare un po'. Il castello era vuoto,
probabilmente la maggior parte dei membri si trovava in missione o a
dormire. Decise allora di girare per Crepuscopoli. In cima ad un
campanile Pegex vide un ragazzo coi capelli rossi dal viso conosciuto e
un ragazzo coi capelli biondo cenere. Salì quindi sul
campanile per ascoltare il loro discorso, tanto non aveva nulla da
fare.
-Roxas.
-Sì?
-Voglio scoparti.
-Qui?
-Sì, qui, tanto dormono tutti ancora.
Pegex vide il loro modo di fare sesso e rimase completamente senza
parole. Non c'era un emozione, era solo desiderio fisico. Non era
neanche sesso, sembrava uno stupro vero e proprio. Axel non si
preoccupava, e comunque non avrebbe potuto farlo, di ciò che
faceva a Roxas. Sicuramente quest'ultimo perdeva anche sangue da
dietro, a rapporto consumato. Pegex cercò analogie tra
questa visione e un ricordo precedente di Alessio e Valerio che
facevano sesso orale. Non esistevano. Axel e Roxas lo facevano
brutalmente per godere, non per provare emozioni. Il rapporto tra
Alessio e Valerio era molto diverso: ognuno voleva il bene dell'altro,
ognuno si preoccupava dell'altro più che di sè
stesso. Era amore, fraterno ma sempre e comunque amore. Questo no.
Pegex capì di essere diverso da tutti gli altri Nessuno.
Aveva dei ricordi, e ciò comportava la presenza di alcune
emozioni. Poteva essere triste, imbarazzato o sentirsi solo. Non poteva
amare, quello no, ma era comunque nettamente diverso dagli altri
Nessuno. E Xemnas e Zexion lo sapevano.
-ORA ho capito perchè! Ho capito lo studio di Zexion. Ho
capito perchè sono diverso dagli altri nessuno!
Scese dal campanile e tornò al castello, intenzionato a
parlare col Superiore.
Salutarono la bara, Alessio, Valerio ed Eleonora, ma decisero di
seguirla per scoprire dove sarebbe stato seppellito il loro amico.
Videro la posizione della tomba nel colossale cimitero di Prima Porta e
poi decisero di tornare a casa, abbacchiati e stanchi.
Alessio e Valerio si recarono subito nella loro camera e si sedettero
sul loro letto.
-Vale, fratellone mio...
-Cosa c'è fratellio?
-Ti amo.
-Cosa?
-Non hai idea di quanto ti ami. E' amore fraterno, ma amore fortissimo
quello che provo per te.
-Ale, anche io ti amo. Davvero. (Tengo a ricordare che non sono
realmente fratelli NdMe)
Si baciarono ancora sul letto, quel letto che aveva visto parte della
loro vita passare.
-Ragazzi?!
-Ele, che succede?
-Devo andare a scout stasera.
-Cosa? Da sola?
-Guarda che non è tanta strada.
-Ele, preferirei accompagnarti.
-Ma dai Ale, mi fa bene fare due passi da sola. Non ti preoccupare.
-Va bene, se ne sei convinta..
-Adesso però andiamo a pranzo che ho fame.
-Sissignora!- risposero i due maschi in coro.
*Nel Castello dell'Oblio, nella stanza del Superiore*
-Sir, Marluxia ha detto che ci sono novità interessanti nel
mondo degli umani.
-Ti ha detto anche a chi è riferita questa novità?
-Sì, è riferita a... *mostra un foglietto con su
scritto un nome*.
-Perfetto. Richiama Marluxia e poi chiama Larxene e Demyx. Voi tre
dovete andare nel mondo degli umani, perchè Zexion mi serve
qui.
-Va bene, Sir.
*Pochi minuti dopo*
-Lo sapevi che non sarei mai diventato un Nessuno come tutti gli altri.
-Certo che lo sapevo, e sicuramente me ne sarei accorto adesso. Sei
livido dalla rabbia.
-Co-cosa?
-Sì, stai provando rabbia. E non avevo dubbi che saresti
diventato un Nessuno un po' particolare.
Il tono distaccato del Superiore irritava parecchio Pegex.
-Ti spiego meglio, numero XIV. Un particolare tipo di emozioni le puoi
provare. Le emozioni impulsive, come la rabbia.
-Ma io quando sono arrivato in questo castello non ci sono riuscito a
provare rabbia.
-Credi che ti avrei lasciato distruggere il castello impunemente?
Zexion, attraverso l'illusione, è riuscito anche a bloccarti
le emozioni per un po' di tempo. Fino a che non fossi stato TU a
sbloccarle, attraverso un emozione molto forte.
-A-allora Zexion non è andato in missione.
-Sapevo che eri intelligente. Ti ho lasciato seguire il lavoro di
Zexion solo per farti sbloccare le emozioni.
-Ma perchè?
-Non puoi capire. Comunque ti posso spiegare ancora meglio. In
realtà, tutti noi Nessuno potremmo provare quel tipo di
emozioni, se potessimo ricordarle. Tu hai legami troppo potenti con il
mondo reale per essere spezzati o dimenticati. Puoi quindi provare
queste emozioni perchè le ricordi e involontariamente le fai
uscire. Comunque non importa, adesso puoi continuare a girare per la
città e per il castello.
-Vado, che è meglio.
Dopo aver pranzato, i tre ragazzi tornarono a riposare. Eleonora
andò subito nella sua stanza, mentre gli altri due
aspettarono un poco e poi entrarono anche loro nella propria. Si
stesero nel loro letto, nella stanza che giaceva in penombra. La
serranda era semiabbassata, in modo che entrasse pochissima luce.
-Fratellone, sono stanchissimo.
-Anche io fratellino.
-Senti, io non mi fido a lasciar andare Eleonora da sola a scout.
-Ricorda che non puoi toglierle la vita.
-Ho paura fratellone. Ho paura per la sua incolumità. Non
voglio vedere morire anche lei.
-Ale, calmo. Non avere paura. Per piacere, pensa sempre positivo, che
è meglio.
-Va bene fratellone. Ti amo.
-Ale, perchè me lo ripeti così spesso.
-Per ricordarti due cose: che la mia vita dipende da te e che ti seguo
ciecamente.
-Ti amo anch'io, fratellino.
-Ho sonno.
-Anche io.
-Dormiamo due orette, ok?
-Ok!
Si abbracciarono, e poco dopo si addormentarono, l'uno nelle braccia
dell'altro.
-Zexion.
-Sì?
-Vaffanculo.
-Pegex, cosa ti prende?
-Sei un pezzo di merda, te e quell'altro mi avete ingannato.
-Sì, ma prova a vedere le cose da un'altra prospettiva.
-Cosa?
-Prova a metterti nei nostri panni e pensa a perchè abbiamo
DOVUTO ingannarti. Sei una persona intelligente, puoi scoprirlo
facilmente.
-Ma..
-Adesso devo tornare a lavorare. Al massimo a dopo.
Pegex decise di andare a cercare Naminè, sperando di
riuscire a calmarsi. Entrato nella stanza colorata, Naminè
si girò spaventata.
-Pegex, è successo qualcosa?
-Diciamo di sì, perchè me lo chiedi?
-Perchè non sei pallido come tutti i nessuno. Sei viola.
-Ah... si, in effetti sono un po' arrabbiato.
-Cos'è la rabbia, Pegex?
-Un sentimento... che voi Nessuno fortunatamente non potete provare.
Non è bello essere arrabbiati.
-Immagino, cioè...non posso, ma posso leggerti negli occhi
cosa hai.
-Davvero?
-Sì...
Qualcuno bussa alla porta.
-Ciao Pegex. - Era Marluxia, il fiorellone, il Numero XI. -
C'è riunione tra un po' nella sala dei troni.
-Va bene grazie.
Eleonora si era svegliata di soprassalto. In preda ad un incubo. Aveva
sognato i suoi genitori morti in una sparatoria. Sperò che
non dovesse mai succedere, non sapeva cosa avrebbe mai fatto da sola in
casa. Prese il cellulare, vedendo che ore fossero. Le sei e quaranta.
Doveva iniziare a prepararsi, dato che alle sette e un quarto aveva
riunione in sede scout. Aveva dormito abbastanza, quasi tre ore (i
ragazzi erano andati a dormire attorno alle quattro NdMe).
Eleonora si alzò, si cambiò i vestiti e
uscì dalla stanza, volendo mangiare qualcosa prima di
uscire. Trovò una barretta di cioccolato e ne
staccò un pezzo, degustandola (ogni riferimento a Mello
è puramente casuale, è una cosa che io faccio
spesso quando ho voglia di mangiare qualcosa tipo oggi NdMe). Prese la
borsa e andò un attimo a vedere se Alessio e Valerio fossero
svegli. Entrambi dormivano, però decise di svegliarli,
calcolando che era tardi e che se non si fossero svegliati non
avrebbero dormito poi la notte.
-Ale, Vale, svegliatevi.
-Ele, cosa c'è?
-Sono quasi le sette, devo andare a scout.
-Ah, va bene! Ci vediamo per cena, no?
-Sicuro, a dopo ragazzi!
-Ciao Ele! (in coro, che carini NdZexion)(Le note le metto solo io!
NdMe)
Eleonora iniziò a camminare, sola, nel tragitto tra casa e
la sede scout. Purtroppo, i lampioni di Viale Africa avevano perso la
luce, quindi lei andava avanti, non vedendo bene se ci fosse qualcuno o
meno.
-E' l'ora di andare! Demyx, controlla che quelli non escano di casa e
se lo fanno AVVISAMI.
-Si, Numero VII.
-Larxene, vai a fare quello che avevamo già stabilito.
-Sì, Numero VII.
-Muovetevi! Un'occasione così non ricapita facilmente.
-Vale, sono preoccupato.
-Stai calmo, dai.
-Non ci riesco...neanche il tempo riesce a tranquillizzarmi.
Infatti, il cielo mostrava un temporale in avvicinamento.
-Ciao dolcezza!
-Tu...tu chi sei?
-Non mi conosci? Ah, bè sì, sicuramente non mi
puoi conoscere. Io sono Larxene, cara. E dovrai imparare il mio nome,
ti servirà in futuro.
-Non capisco.
Eleonora iniziò a indietreggiare, temendo quello che stava
per succedere.
-Non devi capire... devi solo MORIRE!
-Fermati!
Iniziò una lotta tra Larxene ed Eleonora. Larxene dovette
riconoscere che Eleonora era abbastanza brava nel combattimento corpo a
corpo, ma non al suo livello.
I due ragazzi ebbero un flash di cosa succedeva poco lontano da casa
loro. Iniziarono a gridare.
-VALE!
-ALE!
-Corriamo a chiamare tua madre... DONATELLA!
-Cosa c'è?
-Andiamo di corsa in macchina, Eleonora è in pericolo!
-Oh no, corriamo!
Alessio, Valerio e Donatella salirono in macchina ed, arrivati a viale
Africa, videro tutte le luci spente.
-Oddio no..non va bene.
-Chiama l'ambulanza, Ale.
-Vado.
-Basta giocare ragazzina.
-Non sto giocando.
-Per te è l'ora di MORIRE!
Larxene piantò un coltello nella spalla di Eleonora.
Eleonora urlò, accasciandosi a terra.
Alessio, Valerio e Donatella sentirono chiaramente l'urlo e corsero
subito sul luogo dell'aggressione. Le luci si riaccesero di colpo e i
ragazzi videro Eleonora sdraiata in mezzo alla strada, agonizzante.
-Il coltello era...avvelenato.
-ELE!
-Io adesso vi lascio...ma vi prego... promettetemi vendetta..e state
attenti alla vostra vita. Ho capito che in realtà ce l'hanno
con tutti e quattro. Vi voglio bene ragazzi, davvero tanto, e spero di
rivedervi in un altro mondo.
-No...Ele...NOOOOOOOOOOOO!
-Ale, non piangere...pensa a vivere per quanto puoi ancora.
Promettimelo.
-Te lo prometto Ele..
-E ricordate che questo non è un addio, bensì un
arrivederci.
-Ciao Ele...
E Eleonora morì così, sotto gli occhi pieni di
lacrime di Alessio e Valerio (con Donatella dietro) e sotto la luce
ricomparsa nei lampioni. La luce che l'aveva abbandonata nel momento
del bisogno.
*Al momento dell'aggressione, nel Castello dell'Oblio*
-Cosa stavamo dicendo, Naminè?
-Nulla di che, anche se Marluxia viene sempre a rompere le scatole.
-Infatti.
Pegex cadde a terra, fulminato quasi da un flash. Eleonora che moriva.
-Pegex, cos'hai? Pegex? PEGEX?
-E-eleonora... è morta.
-E chi è Eleonora?
-Una persona a cui tenevo tantissimo... scusami Nami, ma devo veramente
andare che non vorrei svenire per questo.
-Non ti preoccupare, vai sul tuo letto.
-Grazie mille, piccola.
-Di nulla.
Pegex andò a stendersi sul suo letto, attendendo solo di
essere richiamato da uno dei membri dell'Organizzazione.
-Benvenuta, Eleonora.
-Tu...chi sei? Come sai il mio nome?
-Mi chiamo Zexion e sono il guardiano di questo antinferno. So il tuo
nome perchè so il nome di chiunque arriva qui.
-Ah ho capito.
-Senti, qua hai due possibilità. O l'Inferno...o questo.
Zexion aprì il libro e le mostrò Giuseppe mentre
studiava.
-Lui...lui è... Giuseppe?
-Esattamente. Vuoi andare da lui?
-Si, lo voglio.
-Ti accontenterò subito.
-Dove siamo? Perchè non ho paura?
-Mi dispiace Eleonora...mi dispiace davvero.
-Cosa mi avete fatto?
-Ti abbiamo dovuta ingannare...benvenuta nell'Organizzazione, Lexel.
-Il mio nome è Eleonora.
-Qui purtroppo il tuo nome è Lexel, o Numero XV.
-Perchè?
-Non sarò io a spiegartelo. Dobbiamo andare dal Superiore.
Ed in quello stesso momento, Pegex si svegliò di soprassalto.
...TBC...
Campagna
di Promozione Sociale - Messaggio No Profit:
Dona l’8‰ del tuo tempo alla causa pro recensioni.
Farai felice milioni di scrittori.
(Chiunque voglia aderire
al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede)
Note dell'autore!
Salve a tutti.
Purtroppo anche la seconda dei quattro ragazzi al momento ha fatto una
brutta fine. E fidatevi, mi è dispiaciuto tantissimo. Per
quanto riguarda lo sviluppo della storia, non è stato
semplice. Ho seminato alcuni indizi un po' ovunque, indizi nascosti o
meno, per farvi capire cosa è successo, cosa
succederà e perchè. Uno in particolare
è stato inserito, ma non vi dico quale ovviamente :D dovete
capirlo voi. La difficoltà di questo capitolo è
anche riuscire a parlare di Pegex da una parte e dall'altra dei tre
ragazzi, non è stato per nulla facile bilanciare le parti.
Bè, a me questo capitolo non piace per nulla, peggio ancora
di quello precedente. Spero solo che piaccia a voi e al prossimo
aggiornamento, un saluto a tutti!
P.S: Causa
mancata voglia di scrivere, stage e campo scout, questo aggiornamento
arriverà MOLTO probabilmente a settembre, in quanto devo
ancora finire May it...NO!, devo continuare la fanfic comica colla mia
collega Vane e Chissà dove t'addormenterai stasera. Ma non
disperate, ci sarò!
|
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Capitolo 6 *** Anche i migliori sbagliano (Parte I) ***
SONO
VIVO! *Applausi*
Salve a tutti i
miei cari lettori. Sto a pezzi, ho messo tantissimo a finire questo
capitolo e sto a pezzi per il fantastico concerto degli Epica
dell'altro ieri! Spero che qualcuno ci sia andato, meritavano davvero!
Ora rispondo alle recensioni.
Per Isuzu:Grazie
mille!^^. Sì, Ale e Vale sono così teneri ^^.E
povera Ele, mò si vedrà come continueranno tra
tutti quanti.
Per gaeshi:
L'hanno lasciata andare sola perchè comunque Vale aveva
fatto notare che le toglievano davvero la vita così. Non
è bello essere seguiti a vista, non è bello
vivere nel terrore. Ale e Vale non si aspettavano che succedesse quello
che è successo semplicemente perchè le luci erano
saltate, ed era una cosa imprevedibile. Comunque, tutti e tre hanno
dimostrato coraggio. Lei nel cercare di affrontare Larxene (alla fine
Pegex non è riuscito ad affrontare fisicamente Axel, se
ricordi), loro nell'averla lasciata andare nonostante tutto.
Probabilmente questo è stato il modo più grande
di dimostrarle (da parte di entrambi) quanto ci tenevano a lei. I
poteri, ora si vedranno, e tra Pegex e Lexel... credo tu abbia capito
il ragionamento che ti ho fatto su msn ;). Questa è l'unica
cosa che metto davvero in chiaro. Nè Ale nè Vale
si suicideranno.
Per Lucifero_91:
Ah si, sei te l'allegro insomma XD "tanto dovrà succedere a
tutti", ma poverini! E il seguito lo leggerai ora, ciao Missi XD.
Per Nezu: Nuuuu povera Donatella! Comunque si vedrà come
continuerà questa storia sisi XD
Allora, io
cercherò di bilanciare le parti più possibile,
fatemi notare se ci riesco o no eh! Buona lettura a tutti!
Anche i migliori sbagliano (Parte
I)
-Pegex, cos'hai?
Demyx era entrato nella stanza del Numero XV dopo aver sentito l'urlo
lanciato da Pegex. Lo guardò in faccia. Era bianco. Lo
stesso colore maledetto che caratterizzava la loro triste vita. O
meglio, non vita.
-Pegex, rispondi! PEGEX!
-Demyx, non urlare..
-Cosa succede?
-E' morta..
-Ma no, Larxene l'ho vista poco fa.
-Non Larxene...Eleonora.
-Eleonora? Chi è?
-La persona a cui tenevo di più, nel mondo degli umani. La
mia ultima speranza di tornare in vita.
-Ah...
Demyx capì che non poteva capire il discorso di Pegex
(chiedo scusa per la frase contorta NdMe). Lui non ricordava nulla
della sua vita, non sapeva neanche se gli fosse mai importato di
qualcuno. Non sapeva, questo bastava.
-Perchè è successo...PERCHE'?
Demyx guardò negli occhi Pegex, che emanavano dolore puro.
Dovette distogliere subito lo sguardo, non riusciva a sopportare una
visione del genere.
-Pegex, calmo.
-No, Demyx, non sto calmo. Per voi è facile, non avete
emozioni. Non potete capirmi.
La frase di Pegex colpì molto Demyx, tanto che ebbe il tempo
di pronunciare una sola frase...
-No, non ti posso capire.
...Prima di svenire.
Pegex si alzò, correndo a cercare qualcuno che potesse
aiutare Demyx.
*Nello stesso momento, nella stanza del Superiore*
-Benvenuta, Lexel.
-Per...Perchè sono qua? Dove sono? COSA sono?
-Te lo spiego subito. Tu, come tutti noi dell'Organizzazione, sei una
Nessuno. Non hai un cuore e di conseguenza non puoi provare emozioni.
-Nessuno? Cos'è un Nessuno? E come faccio ad aver perso il
mio cuore?
-Posso solo dirti che non puoi provare emozioni, nulla di
più. Ora devi andare nella sala principale a cercare
qualcuno che ti mostri il castello, numero XV.
-Va bene..anche se...
-Non c'è un anche se. Fallo e basta.
-Va bene, Superiore.
Lexel aveva capito che controbattere non serviva a nulla, dato che non
provava nè rabbia nè soddisfazione nel farlo.
-Zexion...Zexion!
-Pegex, cosa ci fai qua?
Ancora la freddezza bruciante del Numero VI gli si parava contro.
-Demyx...è svenuto!
-Portami da lui, risolvo tutto io.
Anche se in realtà, sembrava non gli importasse. Si recarono
così nella camera del Numero XIV, dove Demyx giaceva a gambe
e braccia aperte sul pavimento, svenuto. Zexion, con
l'abilità degna di un medico, mise una mano tra il polmone
sinistro e il diaframma, per capire se respirava o no. Demyx
aprì di scatto gli occhi e si riprese, mentre Zexion perse
la sua freddezza solo un attimo, quasi impercettebile.
-Cos'è successo?
-Sei svenuto, niente di che.
-Ah, capisco. Credo che me ne andrò a dormire, non riesco a
stare in piedi.
-Meglio, vai Demyx. Ciao.
-Ciao Pegex, ciao Zexion.
Demyx uscì dalla stanza di Pegex, seguito poco dopo da
Zexion che uscì senza salutare. Pegex sapeva che il Numero
VI era un personaggio abbastanza strano, ma non riusciva proprio a
capire il suo comportamento. O ancora meglio, se si trattasse di una
maschera di facciata.
Alessio e Valerio rimasero un po' a vegliare attorno al corpo non
più vivente della loro amica Eleonora. Non riuscivano a
perdonarsi per averla lasciata andare da sola, avevano capito di avere
fatto una cretinata. E per questo lei ci aveva rimesso la vita.
Donatella notava la loro sofferenza, ma non osava avvicinarsi. Aveva
capito che lei era solo un impiccio e che era un momento dove volevano
restare soli con se stessi e con l'altro.
-Ale, sono un idiota. Avevi ragione tu. Non dovevamo lasciarla andare
da sola.
-Silenzio, non è il luogo e non è il momento.
Adesso è meglio stare qui in silenzio.
Alessio aveva bisogno di pensare, ma non a criticarsi per
l'ingenuità che avevano dimostrato. Stava pensando ai
rapporti con i due amici morti, a quello col suo fratellone, e
soprattutto pensava a cosa stava succedendo. Stava cambiando qualcosa
dentro di lui, se ne stava accorgendo. Ed era certo che la sua vita
stava per finire. Se lo sentiva, un peso nello stomaco. La paura di
morire, unita e superata dalla paura di lasciare la persona a cui
teneva di più al mondo. Sapeva che la sensazione della morte
non era una bella sensazione, ma aveva più paura di quello
che sarebbe successo dopo. Perchè lo sapeva che sarebbe
successo qualcosa.
Arrivò quindi l'ambulanza, che portò il corpo
nell'ospedale, almeno per cercare di capire cosa fosse successo.
Alessio e Valerio videro andare via l'ambulanza, rimanendo quasi
impietriti ad aspettare. Guardarono ancora tre quattro minuti
fissamente il luogo dell'aggressione, per poi salire in macchina e
tornare in casa.
-Mamma, per piacere non prepararmi la cena.
-Neanche a me, Donatella. Mi dispiace, ma mi si è chiuso lo
stomaco.
-Non vi preoccupate, non credo che mangerò neanche io. Anzi,
per quanto mi riguarda credo che andrò a dormire prima
possibile.
-Ma guarda che non disturbi mamma!
-Lo so, ma sono molto stanca stasera.
Salirono così a casa, e Donatella se ne andò
immediatamente a letto, quasi sconsolata, salutando con un flebile
buonanotte il figlio e il praticamente figliastro. Neanche lei era
tranquilla, per nulla. Odiava questa situazione, le sembrava irreale
che stesse succedendo tutto ciò. Ma purtroppo è
la realtà, e molto spesso la realtà è
più strana della fantasia.
-Buonanotte ragazzi.
-Buonanotte mamma.
-Buonanotte, Donatella.
-Ah, se volete domani potete anche non andare a scuola.
-Grazie mille, ci penseremo. Buona notte!
Dopo che Donatella si recò nella sua stanza, chiudendo la
porta, i due ragazzi si sedettero sul divano, a gambe raccolte su un
fianco, uno di fronte all'altro.
-Mamma è stravolta, Ale.
-Lo so... probabilmente sta molto peggio di noi, anche se non lo
ammetterà mai.
-Ale...ho paura davvero.
-Cosa?
-Ho paura di morire, non voglio lasciarti solo. E d'altro canto ho
paura di vederti morire, perchè vorrebbe dire che ti ho
perso per sempre.
-Vale... non sai quanto mi costa dirlo, ma ormai è scontato
dire che la nostra fine è vicinissima. Ce l'hanno con noi,
si vede. Purtroppo siamo destinati a morire fratellone. Non possiamo
davvero fare nulla..
-Ma...ma io non voglio perderti *scoppia a piangere*
-Vale, non devi aver paura... *lo abbraccia*. Dobbiamo restare calmi, e
cercare di passare meglio possibile il tempo che ci è
rimasto. Eleonora e Giuseppe non hanno avuto la possibilità,
noi due si. Chiaro?
-S..sì..
-Bene, adesso meglio se andiamo a dormire che sono davvero a pezzi.
Vieni con me, fratellone?
-Certo..
Si diressero verso la loro camera, quindi chiusero la porta e si
sdraiarono sul loro letto, guardandosi a vicenda.
-Ale..ti amo.
-Anch'io ti amo... anch'io.
-Non so per quanto tempo potrò dirlo ancora, quindi adesso
preferisco ripeterlo più possibile.
-Non serve fratellone... lo so bene, anche senza che tu me lo dica. Ed
ora è meglio che ci mettiamo a dormire che è
tardi.
-Va bene fratellino...però posso dormire abbracciato a te?
-Certo... buonanotte Vale.
-Notte
Ale..
-Xemnas, dobbiamo parlare.
Zexion, dopo aver visto tutta la baraonda accaduta nella stanza del
Numero XIV, decise di recarsi nella stanza del Superiore per discutere.
Aveva l'impressione che in realtà la situazione gli stesse
sfuggendo di mano. A entrambi.
-Zexion, come mai sei venuto qua? Hai intenzione di farmi eccit...
-No! Il problema è un altro. Ho l'impressione che la
situazione ci stia sfuggendo di mano.
-Di cosa stai parlando?
-Prima nella stanza del Numero XIV è entrato il Numero IX e
dopo che hanno parlato di qualcosa Demyx è svenuto.
-Non vedo il problema, guarda.
-Ho provato a vedere cosa potesse essere successo, ma ho messo
accidentalmente una mano sul petto di Demyx..e ho sentito qualcosa
battere una volta.
-Secondo me ti stai solo suggestionando, non credo sia un grande
problema.
-Vabbè..
-Bè intanto che sei qua, potremmo...
-Preferirei di no, sento qualcuno in avvicinamento. Credo
Saix.
-Bè, allora sarà per la prossima volta.
-Sì certo - disse Zexion senza nascondere un alto livello di
ironia- solo che adesso devo andare. A presto, Xemnas.
-Ci vedremo molto presto, Zexion.
*La mattina dopo, sulla Terra*
Alessio e Valerio decisero di alzarsi comunque di buon'ora per andare a
scuola, nonostante tutto. Si svegliarono entrambi con due occhiaie
enormi e un umore sotto terra.
-Ciao Ale.
-Ciao Vale...ti consiglio di andarti a sciacquare la faccia in fretta,
che sembri un cadavere.
In effetti con un colorito pallidognolo e le enormi occhiaie, Valerio
non sembrava proprio nulla di diverso. Persino i suoi capelli biondi
avevano perso lucentezza, sembrava che si fossero spenti. Tutto
ciò preoccupava notevolmente Alessio, che si chiedeva cosa
altro fosse successo in una sola notte.
-Oh, hai ragione! Adesso vado, grazie!
Dopo che i due ebbero fatto colazione e si furono vestiti, uscirono per
andare a scuola. Per una volta a piedi, in quanto avevano bisogno
entrambi di pensare, e quindi di camminare. Quando cammini, diceva
sempre Alessio, la testa ti si svuota e sei più libero di
pensare. Ecco perchè una persona confusa cammina molto.
Arrivarono a scuola tranquillamente, scambiando poche parole tra di
loro e andando per mano. Si trovavano entrambi in estrema
difficoltà. Molte persone si girarono a guardarli,e non si
capiva se fosse perchè si tenevano per mano, o per il reale
aspetto di entrambi. Sembravano fantasmi, pallidi, gli occhi anche
vagamente scavati e gonfi e sembrava che non toccassero terra coi
piedi. Una compagna di Alessio cercò di chiamarlo, ma era
così chiuso nei suoi pensieri che non la sentì.
Alessio cercò il pacchetto di sigarette nello zaino, ma
Valerio lo fermò.
-Ale, prima devi prendere qualcosa da mangiare. Sei troppo pallido.
-Ma mi sento bene...
-Ora entriamo dentro e compro una cioccolata calda. Per entrambi.
-Va bene..
Andarono alla macchinetta e comprarono due cioccolate calde. Entrambi i
ragazzi ripresero il loro colore in quella fredda mattinata, e Alessio
ebbe alla fine il permesso da parte dell'altro di fumare. Aveva bisogno
di scaricare i nervi, e quello era uno dei modi. Dopo poco
suonò la campanella e furono costretti ad entrare ed
affrontare una giornata abbastanza pesante.
-Martucci Eleonora?
La professoressa di arte chiese, all'inizio della prima ora,
facendo l'appello dove fosse Eleonora. Nessuno sapeva rispondere, solo
un Valerio triste e imbarazzatissimo.
-Ehm, professoressa... Martucci è...morta ieri sera..
La professoressa e tutta la classe spalancò gli occhi,
puntandoli addosso a Valerio, aumentando l'enorme imbarazzo visibile
sulle sue guance, contornate da due righe di
lacrime.
***Nel Mondo Che Non Esiste...***
Le due di notte. Lexel era quasi dotata di un orologio interno, persino
in un posto completamente nuovo, diverso dal suo solito mondo. La pace
sembrava essere finalmente calata nel castello, dove fino a poco prima
era presente un gran trambusto per tutto il castello, soprattutto nella
stanza accanto. Non aveva sonno, Lexel. Si trovava in uno stato di
dormiveglia, particolarmente pensierosa su tutto ciò che era
successo in quelle poche ore. Inoltre il Numero II, Xigbar, le aveva
annunciato che la mattina dopo avrebbe dovuto sostenere una prova per
entrare di fatto nell'Organizzazione, che sarebbe diventata
Organizzazione XV. Lexel non sapeva se le conveniva cercare
di superare la prova oppure no. Ma si disse che la notte porta
consiglio, perciò si girò nel letto cercando di
dormire. Purtroppo, neanche il sonno la ascoltava in quel momento,
così decise di vestirsi, con l'uniforme nera data
dall'organizzazione, e di provare a girare per il castello. Vide una
sola ombra molto circospetta girare da sola per il castello.
-Ehi, qualche problema?
Un ragazzo dai capelli biondi e dagli occhi azzurri si girò,
guardando in faccia la ragazza che l'aveva chiamato.
-No, nessun problema. Non riesco a dormire. Tu, piuttosto, chi sei?
-Ehm...io sarei una... nuova arrivata. Mi chiamo Lexel.
-Ah, la ragazza che domani dovrà affrontare la prova.
-Ah, noto che la voce è girata.
-Bè, il Superiore avvisa sempre quando una persona deve
sostenere una prova per essere ammessa
all'Organizzazione.
-Ma in cosa coinsiste?
-Mi dispiace, non posso dirtelo. Lo vedrai domattina.
-Perchè non puoi?
-Il Superiore ci ha vietato di parlarne, non vuole che una persona si
prepari. Solitamente la prova viene affrontata la sera stessa, ma ieri
era troppo tardi.
-Ah, va bene non ti preoccupare. Hai qualche problema per il quale non
riesci a dormire?
-Non lo so... prima sono svenuto e non mi sento molto bene adesso,
pertanto non riesco a dormire.
-Ah... mi dispiace.
-Non ti preoccupare. Anzi, preferisco andare. Ciao.
-Ciao.
Lexel si ritrovò così a vagare sola per il
castello, ignara di dove si stesse dirigendo. Per non perdersi, Lexel
tornò nella sua stanza, sdraiandosi sul letto duro come la
pietra. Finalmente, si addormentò.
Qualche ora dopo, Lexel si svegliò e si ritrovò
davanti un altro di quei figuri dall'uniforme nera.
-Lexel, devi alzarti che stiamo per fare colazione. Mezz'ora dopo
dovrai affrontare la prova.
-Ma..
Inutile. Lexel non riuscì a rispondere nulla, dato che il
figuro era scomparso nel giro di pochi secondi.
Cercando di far collaborare le gambe e la testa, Lexel cercò
di andare in bagno per sciacquarsi la faccia, e magari guardarsi allo
specchio. Pessima idea. Dopo essersi vista, si dovette sedere su uno
sgabello là accanto. Non si riusciva a riconoscere, Lexel.
Sapeva solo che la persona nello specchio in realtà non era
lei. La pelle era bianca pallida, quasi grigiastra. Proprio come le
persone morte.
L'unica cosa che riuscì a fare, quasi meccanicamente, fu
allontanarsi dallo specchio ed andare a fare colazione. Magari aveva
solo una carenza di zuccheri. Mangiò due frittelle mezze
bruciacchiate e un bicchiere di succo d'arancia, ma preferì
non andare a vedersi allo specchio. Aveva paura del suo aspetto.
Dopo aver fatto colazione, non ebbe neanche il tempo di prepararsi
psicologicamente che già la chiamarono nella sala dei troni,
in attesa di affrontare la prova. Si guardò intorno nella
sala dove era appena entrata. C'erano quattordici troni, già
tutti interamente pieni, ed uno solo vuoto. Probabilmente quello dove
si sarebbe seduta lei. Se avesse superato la prova.
-Bene, eccoci tutti qua riuniti. Diamo il benvenuto tra noi a Lexel,
anche se deve ancora sbrigare una piccola formalità.
Dovrà affrontare uno dell'Organizzazione per dimostrarci se
è degna di entrare a far parte dell'Organizzazione e per
mostrarci i suoi poteri.
Pegex si dimostrava perplesso. Perchè a lui invece lo
avevano ammesso ancor prima di essere stato sottoposto alla prova?
-Lexel affronterà Axel nella Prova.
Axel si lasciò andare a un sorriso strafottente. Demyx
guardò la ragazza come se fosse preoccupato, Pegex pareva
stesse stringendo i pugni.
-Che la Prova inizi.
Lexel si dimostrava sin dall'inizio molto agile e probabilmente molto
abile nel combattimento corpo a corpo. Molto intelligente, da parte di
Xemnas, scegliere tra l'Organizzazione uno tra quelli che avrebbe
impedito alla ragazza di avvicinarsi. Purtroppo, nonostante
l'agilità, l'inesperienza rischiava di costare cara a Lexel,
se non fosse
che...
Fu questione di un attimo. Lexel, trovando all'interno di sè
la forza necessaria, riuscì a capire qual'era la sua
particolarità. la velocità. In un attimo si trovo
dietro ad Axel, bloccandogli un braccio e puntandogli il suo coltellino
alla gola. Il coltellino che aveva sempre usato a scout, nella sua vita
umana. Tutta l'Organizzazione, persino Xemnas, rimase sconcertata di
fronte alla scena. Era già la seconda volta in pochi giorni
che un membro dell'Organizzazione, oltre tutto tra i più
forti, venisse umiliato da due misteriosi ragazzi. Xemnas si stava
chiedendo se in realtà la sua idea fosse destinata ad andare
in fumo.
-Bene, Lexel, benvenuta nell'Organizzazione. Puoi sederti sul
quindicesimo trono. Ed ora, bisogna discutere di alcune cose del
castello.
Passò così la mattinata, senza che Lexel e Pegex
si accorgessero di essere le due persone che si erano dichiarate amore.
Erano cambiati fisicamente, erano diventati pallidi. Non si erano
ancora accorti di nulla. E chissà se lo avrebbero mai fatto.
-Vale, stai bene?
Alessio andò durante la ricreazione in classe di Valerio,
per vedere se era già uscito o meno. In realtà
era appoggiato su un lato del banco, abbandonato sentendo musica.
-Vale?
-Ale, cosa c'è?
-Vale... non mi piace che tu stia da solo qua, abbandonato a te stesso.
Valerio alzò il viso verso il ragazzo, mostrando gli occhi
gonfi.
-Cos'è successo?
-Nulla..mi hanno chiesto di Eleonora e sono scoppiato a piangere.
Alessio si sedette accanto a Valerio e lo prese in braccio, mentre
questi metteva la sua testa nell'incavo del collo bianco.
-Si, Vale, fratellone mio, ma se tu ti senti anche questa musica mi
deprimi e finisci per tagliarti.
-Sì, però sai. Non è che mi importi
tanto al momento sentire sta musica. Depresso lo sono già.
-Certo, ma cercherei di evitare di peggiorare la situazione. *lo
bacia*. Ti amo fratellone.
-Ti amo anche io...
Suonò così la ricreazione. Alessio fu costretto a
tornare in classe, mentre Valerio dovette cercare di riprendersi per
affrontare altre due ore di lezione prima di vedere Alessio. E poi, con
un pessimo stato d'animo, le due ore sembravano molto più
lunghe di quanto in realtà fossero. Non si accorse nemmeno
del suono della campanella, tanto che Alessio tornò a
chiamarlo nuovamente in classe.
-Fratellone, ti sei incantato?
-Ale, che ci fai qui? E' suonata?
-Sì, veramente è suonata.
-Oddio scusami! Ti ho fatto perdere la ricreazione!
-Zitto cretino! Non me ne frega niente della ricreazione.
-Riesci a stare senza fumare?
-Certo, Vale, ne avevi dubbi?
-Grazie...
-Di nulla!
Così continuò a passare la giornata, fino a che i
due ragazzi uscirono da scuola, diretti a casa.
*Intanto, nel Mondo Che Non Esiste...*
-Molto brava, vero?
-In effetti se la cava.
-Cioè, per battere Axel deve essere brava per forza.
Lexel si trovava in una situazione che non le faceva piacere. Tutti la
osservavano, quasi curiosi. Per sfuggire dal centro dell'attenzione,
decise di tornare molto velocemente nella sua stanza. Se non fosse
che...
Per la gran fretta, Lexel non si era accorta di aver sbagliato la
stanza. In realtà era entrata nella stanza del Numero XII,
Larxene.
-Si bussa prima di entrare eh. - Disse Larxene, senza rabbia, con una
voce apatica.
-Ma... questa non è la mia stanza?
-No, mi sa che hai sbagliato.
-Ah, ok, me ne vado subito.
-Aspetta. Sei stata brava prima, con me non eri andata così
bene.
-Ah.. grazie. Adesso vado.
Lexel entrò di corsa nella sua stanza, ben consapevole di
aver fatto un'enorme figura di merda. E pure non provava imbarazzo. Non
provava assolutamente nulla. E chissà quanto sarebbe
continuata questa situazione.
Lexel uscì così dalla sua stanza, cercando per il
castello uno spiraglio di colore differente dal nero e dal bianco che
la accecavano.
Girò per gran parte del castello fino a che non vide una
strana costruzione, quasi a forma di serra. La ragazza, quasi
speranzosa, era convinta di trovare del colore nella serra, in quanto
molto spesso i fiori sono colorati. Ma appena dopo essere entrata
là dentro, notò il suo errore. Era sì
una serra, ma anche lì il bianco la perseguitava. C'erano
molti mughetti e altrettante rose bianche, assieme anche a un
praticello di margheritine. L'unica nota di colore era data da una
piccola siepe di rose, gestite in quello stesso momento da una figura
dai capelli rosa. Come i fiori che stava curando.
-Ehi, ciao Naminè!
Pegex era tornato a far compagnia alla ragazza bionda, sempre immersa
nei suoi disegni. Era quasi intenerito dal vederla così
piccola mentre scribacchiava e disegnava nella sua stanzetta colorata.
-Oh, ciao Pegex. Sei tornato!
-Si, hai visto? Sono stato di parola.
-Allora, cosa avete fatto stamattina?
-Ah, nulla, una delle solite inutili riunioni dell'Organizzazione.
Xemnas a volte sembra che stia semplicemente bluffando e che la sua
idea sia un'altra.
-Non so cosa dirti, ma è meglio non ribellarsi a Xemnas,
nonostante Maru mi abbia sempre detto che non è adatto ad
essere il capo dell'Organizzazione.
-Ah ho capito! E tu, cos'hai disegnato oggi?
-Niente, qualche schizzo sui pochi ricordi che ho della mia vita
precedente.
-Una spiaggia... questo bellissimo posto era dove abitavi tu?
-Non riesco a ricordare... mi dispiace. Può darsi che lo
fosse, come può darsi che fosse un posto visto in un film.
-Ah, capisco.
-Senti, Pegex, scusami ma credo che Marluxia si stia avvicinando. Torni
dopo?
-Certo Nami! A dopo!
Pegex, uscendo dalla stanza di Naminè, si sentiva come
felice, nonostante se ne dovesse andare. Anche se Naminè si
stava sbagliando, in quanto il Numero XI era occupato nella serra,
osservato da Lexel.
-Vale, ti senti bene?
Alessio, osservando la faccia dell'amico, sapeva che in
realtà la sua domanda era semplicemente e puramente
retorica. Valerio aveva delle occhiaie enormi e il suo aspetto, quel
giorno, sembrava cadente e vecchio. Sembrava che fosse invecchiato di
cinquant'anni tutti assieme. La luce negli occhi non brillava
più. I vestiti parevano dimessi addosso a uno stato d'animo
come quello. Sembrava un angelo decaduto.
-No, Ale... cioè sì, mi sento bene, ma sto
pensando un secondo... se mi dai qualche minuto magari mi riprendo.
-Sei sicuro? Non vuoi una mano?
-No, non ti
preoccupare.
-Vabbè...
Alessio era sempre più preoccupato per il comportamento
dell'amico. Aveva paura che potesse allontanarsi dalla mente per brevi
attimi, di perdersi in pensieri tutti suoi e morire investito da una
macchina. Tanto sicuramente lo avrebbero, anzi LI avrebbero uccisi
molto presto.
Arrivarono a casa, l'uno penserioso e l'altro con lo sguardo vacuo.
Quasi non si accorsero di Donatella che andava loro incontro per
abbracciarli.
- Ragazzi, il pranzo è pronto. Venite a mangiare?
-Certo Donatella, volentieri.
Alessio rispose a forza e dovette oltretutto risvegliare Valerio che
era caduto nel suo stato di
trance.
-Sì, mamma, grazie mille.
Mangiarono in silenzio, Alessio con lo sguardo perso nel vuoto, Valerio
osservando il pranzo e muovendo la forchetta senza in realtà
fare nulla, Donatella osservando i due ragazzi più dispersi
di quanto fosse stato con Giuseppe.
Finalmente, dopo aver finito di mangiare, Valerio si alzò e
sembrò reagire, almeno un momento.
-Ale, possiamo andare a riposarci un po', per piacere?
-Certo, fratellone...
-Vale, cosa ti prende?
-Ale... ho appena constatato seriamente che non ci resta ancora molto
da vivere. Almeno per uno di noi due.
-Sì, ma non capisco.
-Senti Ale...
Valerio iniziò a baciare l'amico, slacciandogli piano piano
i bottoni della camicia, facendogliela scivolare via molto
delicatamente ed attaccando il collo di Alessio, una zona che trovava
molto sensibile.
-Vale, cosa... stai... tentando... di fare?...
-Stai in silenzio e concentrati su di me.
Valerio tracciava linee immaginarie sulla pelle di Alessio, cercando di
risvegliare gli istinti di Alessio, così ben repressi in una
situazione del genere. Dopodichè Valerio si tolse la felpa e
la maglietta rimanendo a petto nudo, sdraiandosi sul petto di Alessio,
rabbrividendo, poggiando semplicemente le labbra su quelle
dell'amico-amante.
-Vale...
-Shhh!
Rimanendo in questa posizione, Valerio tolse prima le cinture, poi i
pantaloni ed infine gli indumenti intimi di entrambi. Valerio si
abbandonò su Alessio, la testa poggiata nell'incavo tra il
collo e la spalla. Rimasero così per un po', quindi il
biondo (Valerio NdMe) decise di giocare con la carne dell'altro con
più parti del corpo.
-Vale, fermati!
-Ale, perchè mi chiedi di fermarmi?
-Perchè non capisco!
-Cosa?
-Non capisco perchè hai voglia di fare sesso con me.
-Io ho voglia di fare l'amore con te, Ale.
-Cosa?
Alessio si tirò su a sedere e alzò anche Valerio.
-Perchè vorresti fare l'amore con me, fratellone?
-Perchè ormai siamo destinati a morire...
-E allora? Potresti restare puro per l'eternità.
-Ma non voglio.
-Perchè, Vale?
-Per un semplice motivo. *Si avvicina ancora di più ad
Alessio, quasi a sfiorargli le labbra* Perchè tu purtroppo
non sei puro, ed è una cosa che mi rammarica tantissimo, e
allora se devo morire preferisco morire impuro per poterti trovare
ancora.
-Ma perchè io?
-Perchè sono certo che sto affidando la mia purezza e la mia
verginità alla persona più buona e dolce che io
conosca.
-Vale... Ti Amo!
-E allora esaudisci il mio desiderio, fammi diventare parte di te.
-E va bene.
Decise quindi di accontentare il suo amico, marchiandolo per sempre con
il suo nome.
-Grazie Ale...ti amo.
-Grazie a te, ti amo tanto anche io...
Note dell'autore!
Cristo che
parto! Devo dire che questo capitolo, prima di quest'ultima scena, era
stato completato a fine settembre. Poi, per problemi miei sentimentali
e una depressione dilagante, non sono davvero riuscito a scrivere nulla
di quello che volevo. Fortunatamente, ieri sera ero così
felice per le due giornate passate (il mio compleanno e il proseguio
XD) che mi sono deciso a scrivere! E, nonostante come al solito non mi
piaccia come ho scritto, sono soddisfatto di averlo finito. Orbene
ordunque, voglio ringraziare chi mi recensirà dopo tutto sto
tempo! Davvero, grazie a tutti! E adesso al prossimo capitolo!
Aggiungo di non
dimenticare che la scena di amore tra Alessio e Valerio non
è incesto, perchè loro non sono fratelli di
sangue, ma si definiscono fratelli perchè vivono insieme da
parecchio tempo. Se ci sono cose poco chiare, chiedete e in una sezione
a parte del prossimo capitolo scriverò i chiarimenti. Grazie
a mille e un bacio a tutti!
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