Addict to you.

di lollipop 2013
(/viewuser.php?uid=382413)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***



Capitolo 1.
 
Chapter – Nieves.
 
Per anni il mio nome ha caratterizzato il mio carattere... Nieves, fredda come la neve.
Sono vittima di bullismo vengo additata con appellativi poco signorili.
Mai una lacrima ha rigato il mio viso, mai una ferita ha lacerato il mio cuore,
mai la rabbia è diventata padrone di me.
Sempre calma, sempre fredda e distaccata... come la neve.
Ogni sopportazione però ha un limite... sono forte,
ma ho la consapevolezza di non poter più tornare in quella scuola.
Dopo svariate suppliche i miei genitori hanno acconsentito ad iscrivermi in una nuova scuola,
un collegio con precisione.
Una struttura privata alle porte di Oviedo, tipica città agricola spagnola.
Non ne sono felice, essere rinchiusa non è il massimo,
ma farei tutto pur di non tornare nelle mani dei mie bulli.
Insulti, minacce, estorsioni e anche lesioni fisiche non mi hanno mai fatta indietreggiare,
non mi sono mai sottomessa a loro, fino a quando non hanno iniziato a farmi paura…
Il cielo sull’ Escuela Superior Cuenta di Madrid, era scuro, un feroce mal tempo era all’orizzonte.
Quel giorno respiravo nell’aria qualcosa di strano, tutto era calmo, i corridoi erano deserti,
il vento invernale accarezzava la mia pelle, facendomi rabbrividire.
Quella calma e il temporale in arrivo, mi rendevano inquieta.
Dopo svariate ore di lezioni soporifere accompagnate dal cielo grigio e da tuoni che risuonavano
come rimbombi di tamburi tra le mura dell’aula,
finalmente la campanella che sancisce l’inizio dell’intervallo, suonò.
Tutti si recarono nel confortevole cortile interno,
coperto da una cupola di vetro che lascia intravedere tutto, troppo.
Io come al mio solito, mi rifugiai nella toilette delle signore.
Seduta sul davanzale leggevo uno dei miei tanti libri,
William Shakespeare e Stephen King i miei autori preferiti.
La finestra del bagno affaccia sul cortile interno,
schiamazzi mi distrassero dalla mia lettura,
scostai la tenta color panna e sporsi la testa,
la curiosità di vedere i volti di coloro che disturbavano i miei pochi minuti di pace, era troppa.
Avevo gli occhi fissi sulla cupola che teneva ben rinchiusi i miei compagni di scuola,
abbozzai un sorriso,
sembrava di guardare un acquario.
La porta alle mie spalle si aprì, ma io non me ne accorsi,
ero troppo impegnata a beffarmi dei miei coetanei.
Senza rendermene conto mi ritrovai scaraventata sul pavimento
 circondata da un gruppetto di quattro ragazzi.
Ero frastornata, sentii la mia camicetta sbottonarsi e di seguito anche i pantaloni della mia uniforme scolastica,
qualcuno mi infilò una mano negli slip. 
Solo allora iniziai ad urlare, invocando aiuto.
Capii finalmente cosa mi stava accadendo…
Alcuno udiva la mia voce, tiravo calci, pugni e continuavo a sbraitare.
Nessuno dei quattro si preoccupava di tapparmi la bocca,
erano troppo sicuri di loro stessi e troppo impegnati ad insultarmi.
Qualcuno però, aveva urgente bisogno del wc, la porta del bagno si aprì,
una ragazza con delle enormi cuffiette alle orecchie entrò,
quasi non si accorse di ciò che stava accadendo.
I ragazzi mi lasciarono seminuda e spaventata sul pavimento e corsero via.
Non riuscirono a violentarmi, ma non ho alcuna intenzione di ritentare.
Giurai a me stessa di non mettere più piede in quella scuola.
Non ho mai raccontato questa storia a nessuno, nemmeno ai miei genitori.
Voglio solo dimenticare e voltare pagina, lo Switz College sarà il mio nuovo inizio.
Appena atterrata nel mio nuovo mondo.
Scendo dalla BMW dei miei e mi soffermo a guardare il maestoso cancello marrone arrugginito,
dietro al quale si innalza in tutta la sua bellezza lo Switz College,
il collegio per i ricconi figli di papà.
Varco la soglia del cancello, trascinandomi dietro il mio trolley blue,
tempestato di adesivi, ci sono teschi,
bandiere delle varie nazioni del mondo, il simbolo della pace e qualche delfino.
Adoro i delfini, amo la loro semplicità e il loro modo di essere liberi.
 Entro nel cortile del collegio,
mi guardo intorno e vedo decine e decine di ragazzi e ragazze che abbracciano i propri cari per un ultimo saluto.
L'estate é appena trascorsa e per tutti è arrivato il momento di tornare sui banchi di scuola.
Ragazzine dall'aria altezzosa mi passano d'avanti sculettando,
sono stritolate nelle loro divise striminzite...
<< Anch'io dovrò indossare quella cosa? >>
Mi volto verso mia madre che svogliatamente mi segue e con lei mio padre,
in cerca di una sua negazione, anche solo con un cenno della testa ma ahimè essa non arriva.
Mi toccherà indossare quella ridicola minigonna che più che coprirle le scopre le studentesse.
Che razza di collegio!


NIEVES.


Anche se un po' in ritardo vi allego il link del video fatto fa foreverwithyou apposta per la storia.

Cliccate qui per vederlo.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***




Capitolo 2.
 
Chapter - Martin.

Passeggio su e giù per i corridoi di questo carcere arredato con mobili antichi.
Le lezioni sono iniziate da due giorni,
volti nuovi e vecchi amici accompagnano il mio studio, l
a mia mente però pensa ancora a quest'estate appena trascorsa.
L'estate peggiore della mia vita!
Una palla da basket rimbalza sul parquet dell'ingresso,
i suoi rimbalzi risuonano in tutto l'edificio...
La fermo con le mani e alzo lo sguardo,
sull'enorme gradinata che presiede l'ingresso c'è il mio riccioluto amico francese...
<< Hey Martin, andiamo a fare due tiri... >>
<< Non ne ho voglia Pierre. >>
rilancio la palla, facendola rimbalzare sui gradoni e mi allontano dai ragazzi.
I miei compagni di stanza sono tutti pronti a godersi l'ora ricreativa sul campo da basket, io ho altro a cui pensare.
Mi dirigo alla biblioteca con la testa ancora attanagliata dai pensieri,
volto l'angolo pronto ad immergermi nella lettura,
nella speranza che almeno essa possa aiutarmi a dimenticare...
<< Accidenti... >>
mi imbatto in una ragazza,
il nostro forte scontro è tale da farci perdere l'equilibrio.
Il gran tonfo dei nostri corpi caduti a terra,
attira l'attenzione di tutti...
<< Perché non guardi dove vai... >>
non ho mai visto questa ragazza prima d'ora, o forse si...
La guardo meglio e mi accorgo che é la nuova studentessa della mia classe.
Mi alzo e spolvero i miei pantaloni, strofinandoci sopra le mani.
Mi volto verso la ragazza e la ritrovo inginocchiata a terra
intenta a raccogliere i suoi libri, cadutigli nello scontro.
I suoi capelli ondulati, castano scuro le pendono d'avanti, coprendole il volto,
riesco però ad intravedere alcuni dei suoi lineamenti...
Ha il viso rotondo, un po’ paffuto...
Le labbra carnose ed occhi grandi e profondi color nocciola.
La ragazza finisce di raccogliere l'ultimo libro e poi si alza,
aggrappandosi allo stipite della porta per aiutarsi...
<< Non ti scomodare, non ho bisogno di una mano... >>
mi raggela con un finto mezzo sorriso e va via voltandomi le spalle,
faccio una smorfia accompagnata dal mio dito medio.
Quanta sfrontataggine, forse si aspettava che le dessi una mano a rialzarsi.
Illusa, è a causa della sua distrazione che siamo caduti.

Mi volta le spalle con area altezzosa, accompagnata dal mio dito medio…

La guardo salire le scale, 
seguo i suoi passi e l'andamento della gonna che ad ogni movimento lascia intravedere sempre di più.
Ammiro il suo corpo burroso, dalle curve rotonde e generose...
Niente a che vedere con le bambole gonfiate che girano in questo collegio,
il suo sembra essere un vero corpo.
Distolgo lo sguardo solo quando vedo la sua figura imboccare il corridoio che porta al dormitorio.
Per una manciata di minuti sono riuscito a non pensare ai miei problemi
e al dolore che mi rimorde l'anima.
Sarà stata la botta presa durante la caduta a distrarmi o forse i miei ormoni,
che sono impazziti alla visione di quelle curve.
È stata lei a distrarmi, quella ragazza e la sua area conturbante...
Mi distendo sul mio letto in cerca di relax,
cerco di approfittare dei pochi minuti di solitudine prima del rientro in camera dei tre moschettieri.
Faccio per mettere le cuffie alle orecchie per ascoltare un po’ di musica,
quando sento bussare alla porta della camera...
Questi non sono i ragazzi, loro non busserebbero.
<< Signorina Graciela, prego si accomodi.>>
in tutto il suo splendore mi si presenta sulla porta l'assistente della preside,
una cinquantenne zitella che vive per inibire ai ragazzi qualsiasi piacere della vita.
La parola sesso per lei é una bestemmia.
Poveraccia, non sa cosa si perde.
<< Buon pomeriggio signorino Gomez, la preside mi ha chiesto di darle questo... >>
sfoglio il bigliettino ripiegato in modo maniacale su se stesso,
all'interno vi sono segnati solo date e orari...
<< Sono i giorni in cui la signorina Ramos, la psicologa del collegio, può riceverti.
Visti i recenti avvenimenti che ti hanno colpito, la preside e tuo padre credono che sia opportuno per te seguire una terapia.
>>
furioso e disgustato, liquido Graciela e prendo in mano il mio cellulare,
compongo il numero di mio padre, ma come al solito mi risponde la segreteria.
Che uomo ignobile, come può farmi questo...
È lui quello che dovrebbe seguire una terapia,
dovrebbe essere rinchiuso direttamente in un sanatorio.
Getto il bigliettino nel cestino, infilo la tuta ed esco dalla camera.
Riesco a sentire il sangue pulsarmi nelle vene, devo scaricare la rabbia.
Raggiungo i miei compagni al campo di basket,
ora mi servono quei tiri a canestro propostimi da Pierre.

MARTIN.


Ciao a tutte,grazie per aver letto e recensito in tanti il primo capitolo,spero possa piacervi anche il secondo.
Vi lascio nuovamente il link del video creato per la storia
dalla mitica foreverwithyou.

Cliccate qui per vederlo.
Un abbraccio a venerdì con un nuovo capitolo.


 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***




Capitolo 3.
Chapter – Nieves.
 
Sono da una settimana rinchiusa in questo collegio
e non ho ancora scambiato alcuna parola con nessuno,
tanto meno con quella snob della mia compagna di stanza.
Cerco di tenere un profilo basso…
Me ne resto seduta su di una panca nel sottoscala,
 con la testa infilata nel mondo magico creato da Shakespeare
in Sogno di una notte di mezz’estate,
la mia lettura viene disturbata da una voce ansimante e furiosa,
proveniente dalla biblioteca.
Sono le 21.00 a quest’ora sono tutti nelle loro camere,
 tranne me sbattuta fuori dal vociferare e dalla frastornante musica
della mia vicina di letto.
Chi altro può esserci in giro a quest’ora?
Poggio il libro sulla panca ed in punta di piedi mi avvicino alla sfarzosa porta
che da alla biblioteca.
Mi affaccio all’interno e vedo un ragazzo gesticolare animatamente mentre parla al cellulare,
senza volerlo, seppur ad una cospicua distanza,
riesco a sentire qualche stralcio della sua conversazione…
<< Vuoi davvero mandarmi da una psicologa… E’ colpa tua se ho vissuto una situazione traumatica...
Si, certo che è colpa tua papà, la mamma è morta e tu non c’eri… ero solo.
 >>
Ascoltando le sue parole resto immobile sullo stipite della porta,
la voce rauca e dolorosa di quel ragazzo mi fa rabbrividire,
riesco quasi a percepire il suo dolore.
Senza che me ne accorga, il ragazzo si volta e mi vede,
stacca il cellulare e con veemenza si avvicina a me…
<< Che fai origli la mia conversazione? >>
Il tizio è un tantino arrabbiato, si avventa su di me spintonandomi ripetutamente...
Ho un déjà vu!
Mi sembra di essere tornata nella mia vecchia scuola.
<< Non volevo origliare e comunque non ho sentito niente di compromettente, giuro. >>
 << Ma qualcosa hai sentito, insulsa ragazzina... >>
Lo vedo ad un palmo da me, sento i suoi denti digrignare, i suoi occhi diventare rossi...
è davvero furioso!
Inizia ad urlarmi contro, di conseguenza inizio ad urlare anch'io.
Le nostre grida risuonano in tutto l'edificio,
tanto da attirare l'attenzione dei pochi insegnanti rimasti nei loro uffici.
 << Signor Gomez, signorina Valente cosa sta succedendo... >>
Nessuno dei due proferisce parola, ci limitiamo a lanciarci occhiatacce.
<< É tardi rientrate nelle vostre camere, domani la preside prenderà provvedimenti. >>
Risaliamo le scale che conducono ai dormitori a testa china,
imbocchiamo il corridoio dove, una accanto all'altra,
sono poste le varie camere di noi studenti.
Resto sorpresa nel vedere il ragazzo soffermarsi sulla porta di fronte alla mia.
Perfetto, abbiamo anche le camere a distanza di pochi metri.
<< Sei una disgrazia, ultimamente ti incontro ovunque... >>
Mi volto verso di lui...
Ho già incontrato questo ragazzo prima?
Lo guardo meglio, anzi lo scruto e lo riconosco.
E’ il tizio che mi ha scaraventata sul pavimento qualche giorno fa...
<< Se io sono una disgrazia, tu per me sei una sciagura. >>
<< Tu origli di nascosto le mie conversazioni, ed'io sarei una sciagura? >>
Questo ragazzino viziato inizia a spazientirmi.
Evito di rispondergli, entro in camera mia chiudendogli la porta sulla faccia.
Mi distendo sul letto e stranamente mi torna in mente la conversazione telefonica che ho
accidentalmente ascoltato, comincio a provare pietà per quel ragazzo,
non deve essere stato facile per lui assistere alla morte di sua madre.
Credo che dovrei porgergli le mie scusa, infondo,
 se pur non volendo, ho invaso la sua privacy.
Di primo mattino vengo convocata nell'ufficio della preside.
Ottimo sono in questo collegio da solo una settimana e già mi ritrovo in presidenza...
Indosso la mia divisa scolastica e mi dirigo nella presidenza, imbattendomi,
 sull'uscio di essa, nel ragazzo della sera prima.
Entriamo nell'ufficio, la preside Roman ci accoglie con un bel sorriso.
Ci accomodiamo sulle sue comode poltroncine rosse in posizione retta,
quasi come se fossimo sull'attendi d'avanti ad un colonnello.
<< Mi hanno informata del vostro litigio notturno, cosa avete da dirmi in merito signor Gomez,
signorina Valente... 
>>
Ci giustifichiamo con la preside, porgendo a lei le nostre scusa ma, come c’era da aspettarsi,
io ed il signorotto finiamo in punizione.
Ci tocca ripulire da capo a piedi l’intera biblioteca.
Un intero pomeriggio tra: polvere, strofinacci e il signor Gomez.
Finite le lezioni mi reco in biblioteca per scontare la mia “pena”.
La signorina Graciela mi porge il secchio e lo strofinaccio,
dopo pochi secondi anche il bel imbusto ci raggiunge.
Senza rifiatare ci mettiamo a lavoro.
Nella mia testa continua a riproporsi la conversazione che avevo casualmente ascoltato.
Devo proprio porgere le mie scuse al bimbo viziato!
<< Mi dispiace aver ascoltato la tua conversazione telefonica, giuro che non era nelle mie intenzioni. >>
Mi guarda vagamente disgustato.
Lo vedo avvicinarsi a me mentre stringe tra le mani la scopa, ha un’aria minacciosa.
<< Cosa hai sentito della mia conversazione? >>
Gli racconto dei pochi stralci uditi quella sera…
<< Mi dispiace per la morte di tua madre. >>
Di scatto si volta verso di me, sembra arrabbiato.
Perché non sto mai zitta?!?


Martin & Nieves.


Salve a tutti, grazie infinite per aver letto e commentato positivamente i primi due capitoli di Addict To You,
spero vivamente che anche il terzo capitolo possa essere di vostro gradimento, attendo qualche vostra recensione... sapere cosa ne pensate mi farebbe molto piacere.
Vi saluto lasciandovi con il link del video creato per la mia storia dalla bravissima foreverwithyou.
Cliccate quì per vederlo.

Ci ritroviamo domenica con un nuovo capitolo.
Kiss-Kiss. lollipop 2013 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***




Capitolo 4.
 
Chapter - Martin.
 
<< Mi dispiace per la morte di tua madre. >>
Mi volto di scatto verso di lei, questa tizia inizia ad innervosirmi.
<< Tieniti per te le cose che hai sentito della mia conversazione. >>
La ragazza annuisce, faccio per voltarle le spalle quando lei ritorna a mormorare…
 << Credo che siamo partiti col piede sbagliato, io sono Nieves… >>
Vorrei inveire contro di lei ed urlare che non mi importa di come si chiama,
ma qualcosa dentro di me mi impedisce di trattarla male, forse è il suo tono di voce,
così gentile e mansueto.
Mi avvicino a lei tenendo il suo sguardo, i suoi profondi occhi castani
con quella leggera venatura di verde,
così simili ai miei, mi penetrano nell’anima.
E’ come se riuscisse a sentire il mio dolore.
<< Martin. >>
Continuo a guardarla, sento il mio corpo fremere ad ogni suo sguardo,
al modo in cui ha di scostarsi dal viso la ciocca di capelli
che perennemente gli pende d’avanti.
<< Non voglio intromettermi nella tua vita, ma credo che tu debba condividere il tuo dolore con qualcuno, altrimenti non cesserà mai di tormentarti.
Lo dico per esperienza personale.
>>
Come può questa ragazza capire così tanto di me pur non conoscendomi,
come fa a sapere come mi sento e il dolore che provo?
Ho assistito alla malattia di mia madre, ero lì a curarla giorno dopo giorno,
mentre guardavo impotente il cancro logorarla e portarla via da me.
Un vena di tristezza raggiunge i miei occhi, facendoli riempire di lacrime.
<< Non volevo farti sentire peggio con le mie parole. >>
Ritorno a sostenere lo sguardo della ficcanaso.
I ricordi di quest’estate però sono più vividi che mai…
<< La conversazione che hai ascoltato era una solita litigata fra me e mio padre.
Vuole mandarmi da una psicologa, dice che ho vissuto un esperienza traumatica…
Chissà di chi è la colpa.
>>
La rabbia ritorna a pulsarmi nelle vene, parlare di mio padre mi fa questo effetto.
<< Ha preferito trascorrere gli ultimi mesi di vita di mia madre rinchiuso nel suo ufficio a lavorare, lasciando ricadere sulle mie spalle l’incombenza di assistere agli ultimi respiri esalati da ella. Ora pretende che segua una terapia, è solo colpa sua se ho dovuto prendermi cura di mia madre da solo e da solo assistere  alla sua morte.  >>
L’aria compassionevole di Nieves mi fa rinsanire,
odio quando le persone provano dispiacere per me.
Mi asciugo gli occhi, ormai gonfi per le lacrime versate e mi ricompongo.
Ritorno ad essere il solito Martin, indifferente e distaccato verso tutto.
<< Basta chiacchiere, rimettiamoci a lavoro. >>
Stringo la scopa più forte nel mio pugno, volto le spalle ad un inerme Nieves
e mi reco nel centro dell’enorme biblioteca.
Mi schiarisco gli occhi, ancora umidi e oscurati da quella leggera venatura
lasciata dalle lacrime e mi rimetto a pulire.
Ci manca solo che Graciela mi infligga un’altra punizione.

Martin.


Chiedo scusa a tutti voi che seguite Addict to you,
avrei dovuto pubblicare ieri questo capitolo ma non c'è l'ho fatta.
Scusatemi!
Spero comunque, nonostante l'attesa che anche questo capitolo possa piacervi.
Aspetto i vostri commenti...
Un abbraccio.

 
Kiss-Kiss. lollipop 2013

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***




Capitolo 5.
 
Chapter – Nieves.
 
 Rannicchiata sul mio letto cerco di studiare il corpo umano
per il compito della signorina Perez.
La quiete che tanto bramo viene costantemente disturbata da Julia,
la mia rumorosa compagna di stanza,
che entra ed esce dalla stanza di continuo,
 seguita dalle oche delle sue amiche.
<< Julia, io starei cercando di studiare. >>
Si volta verso di me con la sua area da snob,
 scuotendo i suoi lunghi capelli nero pece,
si tocca la fronte sulla quale poggia la sua folta frangia
che incornicia il suo tondo viso dal quale spuntano quegli inquietanti
e rotondi occhi azzurri.
<< Per studiare esiste la biblioteca, dove potrai trovare tutta la quiete
e la tranquillità che cerchi. Perchè non vai lí...
>>
 Si volta senza attendere una mia risposta
ed inizia a cinguettare con le sue amiche.
Raccolgo le mie cose dal letto e vado via,
l'ora di cena è passata da circa mezz'ora.
Tutti gli studenti sono nelle loro camere o sotto le docce.
Vago sola nei lunghi e desolati corridoi del collegio,
la penombra ed il fruscio degli alberi che si muovono col vento fuori
dalla finestra,mettono i brividi.
Scendo le scale con la testa tra le nuvole.
Ho il naso all'insù ad ammirare i dipinti architettonici che riempiono il soffitto,
la mia sbadataggine mi fa inciampare nei gradoni di legno.
Perdo l'equilibrio e casco tra le braccia di qualcuno, apro gli occhi,
 precedentemente serrati per la troppa paura.
<< Martin. >>
 Il sorriso malizioso e lo sguardo da furbetto di Martin,
 mi lasciano inerme fra le sue braccia.
Dopo pochi secondi mi accorgo che nel prendermi il baldo giovane
mi aveva stretta a se, cingendomi il seno con un braccio,
 anzi a dir il vero stringe uno dei miei seni in una mano.
Lo spingo via urlando.
<< Sei disgustoso. >>
Continuo ad urlargli contro.
Martin mi tappa la bocca con una mano.
<< Shh, vuoi che qualcuno ti senta? >>
Da lontano sentiamo avvicinarsi dei passi.
<< Chi c'è là... >>
 La voce di Graciela risuona come un tuono spaventoso in tutto il collegio.
 Martin afferra la mia mano e mi trascina via, sbattendomi nella dispensa.
<< Cosa fai? >>
<< Zitta, vuoi beccarti un'altra punizione? >>
Nella penombra intravedo a malapena il viso di Martin.
 All'interno della dispensa sento diversi profumi.
A cena come a pranzo e colazione, mangiamo quel che viene servito alla mensa,
per tutti è lo stesso e le porzioni sono davvero striminzite.
Il mio stomaco non si è ancora abituato a queste simili razioni di cibo.
<< Sento l’odore delle fragole. >>
Martin accende la luce della fioca lampadine che pende sulle nostre teste.
<< Quí c'è di tutto. >>
Martin si mette a scavare tra gli scaffali colmi di cibo.
<< Ho trovato le fragole. >>
 Con il suo irresistibile ghigno, Martin mi porge una fragola,
dopo averla strofinata sulla manica della sua felpa, per pulirla.
Addento la fragola,
mentre Martin scava alla ricerca di qualcosa che possa soddisfare le sue voglie.
Una dopo l'altra addento le fragole, era da tanto che non le mangiavo.
Mia madre è fissata con la dieta e il mio corpo burroso non rientra nei suoi gusti.
Mi tiene costantemente a stecchetto e le fragole sono uno dei cibi a me proibiti.
Un'altro morso alla fragola e sento colare al lato delle mie labbra il sugo di essa,
faccio per ripulirmi con la manica della giacca della mia divisa ma poi mi fermo,
quando rammendo che il sugo delle fragole macchia.
Non posso rovinare la mia divisa, finirei in punizione.
Mi guardo intorno in cerca di qualcosa con cui ripulirmi.
 Martin si avvicina a me, stringe in una mano un pezzo di carta.
Mi sorride con quel suo sorriso che ferma il respiro e anche il cuore.
Porta il tovagliolo alla mia bocca e la ripulisce.
I nostri occhi si incontrano, quasi si uniscono.
Deglutisco, non riesco a proferire parola.
Vedo Martin avvicinarsi, il suo viso è ad un palmo dal mio...
Qualcosa mi dice di respingerlo ma il mio corpo non vuole saperne.
 << Grazie. >>
Quelle parole mi straniscono, perchè Martin mi sta ringraziando?
<< Per cosa mi ringrazi? >>
<< Per le parole che mi hai detto l'altro giorno... >>
 Gli accenno un mezzo sorriso, faccio per rispondergli ma le mie labbra
sono immobilizzate da quelle di Martin.
Senza che me ne accorga sento la sua bocca muoversi sulla mia,
le sue mani mi afferrano i fianchi, i nostri corpi combaciano.
Sento il suo petto spingere contro il mio seno,
pochi secondi e poi lui si stacca da me.
Ci guardiamo per qualche istante poi vedo comparire sul suo viso il suo solito sorriso. Martin si fionda sulla porta della dispensa,
tira fuori la testa, da un'occhiata e poi si volta verso di me.
 << Via libera, possiamo andare. >>
Mi prende la mano e mi trascina via,
senza che me ne accorga mi ritrovo fuori alla porta della mia camera da letto.
<< Buonanotte Nieves. >>
Guardo Martin mentre sparisce dietro alla porta della sua stanza,
provo a rientrare nella mia camera,
 il vociferare di Julia e delle sue amiche mi bloccano sull'uscio.
Mi siedo fuori dalla porta ed inizio a leggere uno dei miei libri.
La mia lettura però viene costantemente interrotta dall'immagine del bacio di Martin
che mi si ripropone d'avanti agli occhi.
Perchè quel tizio mi ha baciato?
 E perchè il pensiero di quel bacio non cessa di far battere il mio cuore?


Nieves & Martin.


Salve gente ecco a voi il quinto capitolo di Addict to you,
spero sia di vostro gradimento.
Ringrazio tutti coloro che leggono ed hanno inserito la storia tra le:
seguite/ricordate/preferite.
Attendo i vostri commenti, voglio davvero sapere cosa ne pensate.
A venerdì con un nuovo capitolo... Un abbraccio virtuale a tutti voi.
Vi posto di seguito il link del video creato da Foreverwithyou per la storia:
Cliccate quì per vederlo.

 
Kiss-Kiss. lollipop 2013

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***




Capitolo 6.
 
Chapter – Nieves.
 
Un’altra settimana è giunta al termine.
La campanella che scandisce la fine delle lezioni finalmente risuona.
Mi fiondo nella mia camera con l’intento di studiare,
non ho intenzione di trascorrere il fine settimana con la testa china sui libri.
Arrivo sull’uscio della mia stanza e ad accogliermi odo l’assordante musica di Julia.
Mi fiondo nella camera, spalanco la porta…
Ho tutta l’intenzione di urlare contro Julia.
Entro in camera restando sorpresa di non trovarvi nessuno.
Quella sciagurata è uscita lasciando lo stereo acceso.
Sfilo via il cd con quell’assordante chiasso che qui chiamano musica e lo lancio via.
Non ho mai avuto una buona mira e per poco il cd non vola fuori dalla finestra aperta.
Per mia fortuna si ferma in tempo, atterrando sul davanzale.
Pericolo scampato!
Lo lascio lì ed inizio ad immergermi nello studio.
Dopo ore china a mo’ di gobbo di Notre Dame,
finalmente termino il mio studio.
Giusto il tempo di chiudere i libri che sento la porta alle mie spalle aprirsi,
mi volto e vedo Julia e la sua gang entrate.
Addio pace e tranquillità.
Le quattro ridono e scherzano tra di loro,
quasi non si accorgono della mia presenza.
Mentre sistemo i miei libri tra gli scaffali della libreria,
sento Julia andare su e giù per la camera.
Un urlo improvviso mi fa sobbalzare,
mi volto e vedo Julia appoggiata alla finestra,
stringe in mano il cd e mi guarda col suo, più minaccioso sguardo.
<< Sei stata tu… >>
Mi punta il dito contro, cosa ho fatto?
<< Io, che ti ho fatto? >>
Chiedo quasi con aria incredula.
<< Hai messo il nostro cd al sole ed esso si è smagnetizzato,
conteneva i brani per il nostro saggio di danza… Maledetta
>>
Oh cavolo, come ho fatto a non pensarci.
Esposti al sole i cd si smagnetizzano, cancellando ogni traccia di musica da esso.
<< Mi dispiace tanto Julia, non l’ho fatto apposta…
 Come posso rimediare? >>
Guardo Julia, nella speranza che lei trovi una soluzione al problema.
Attendo una qualche sua idea,
mentre mi ritrovo circondata da lei e dalle sue tre amiche.
Sostengo lo sguardo di Julia mentre vedo la sua faccia cambiare colore.
Il suo viso diventa di un rosso intenso
e le sue guance assumono un colorito quasi violaceo.
Provo a porgere nuovamente le mie scuse a Julia ma lei non me ne da il tempo.
Afferra i miei capelli e mi trascina via fuori dalla camera.
Urlo e mi dimeno mentre tengo la mia testa stretta tra le mie mani.
<< Ti prego Julia lasciami… >>
Vengo trascinata giù per le scale, ho il cuoio capelluto in fiamme,
temo che la ciocca, che Julia tiene ben stretta nella sua mano,
possa staccarsi dalla radice.
Arriviamo ai bagni dove gruppi di ragazze e ragazzi attendono il loro turno per le docce.
Julia mi scaraventa a terra,
nel cadere sbatto la testa contro il calorifero che dimora sulla parete.
Mi massaggio il capo con una mano mentre orme di ragazzi si accalcano alla porta del bagno, pronti ad assistere allo spettacolo.
Mi sembra di essere tornata indietro nel tempo.
Mi guardo intorno e tra la folla di ragazzi in accappatoio
riesco a riconoscere un volto familiare,
quello di Martin, lo guardo per un istante,
la mia attenzione però torna subito a posarsi su Julia e
sulle cattiverie indirizzate nei miei confronti.
Se hai intenzione di litigare con qualcuno in questa scuola,
il bagno è il luogo migliore dove farlo.
Qui insegnanti e staff non mettono piede e questo Julia lo sa bene.
Julia mi gira intorno seguita dalle tre oche e mi punge con la sua lingua biforcuta.
<< Nieves, sei solo una lurida mendicante… Guardati sei così goffa e sovrappeso,i rotoli di cicca fuoriescono dalla divisa. Povera… sei così invidiosa di me che faresti di tutto per sabotarmi. Sei ridicola. >>
I miei occhi iniziano a riempirsi di lacrime,
alzo il capo ancora dolorante,
cerco lo sguardo di Martin tra la folla, in cerca del suo aiuto.
Incrocio i suoi occhi per un istante.
Martin china il capo distogliendo il suo sguardo dal mio,
si fa spazio tra la folla e voltandomi le spalle se ne va via,
lasciandomi alla mercè di questa pazza.
Da lontano sento risuonare una voce nel corridoio…
<< Ragazzi cosa succede, che fate tutti accalcati sulla porta del bagno? >>
E’ la voce di Maria, la custode della palestra.
Sento i suoi passi avvicinarsi, i ragazzi scappano nessuno vuole farsi trovare lì
rischiando di beccarsi una punizione.
Anche Julia fa per andarsene ma l’immagine di me che cerco di rialzarmi
aggrappandomi alla parete, sembra infastidirla.
Si sofferma a guardarmi per qualche secondo,
poi mi sputa addosso il suo veleno,
colpendomi con la sua saliva.
Gira i tacchi e va via.
Dopo una manciata di secondi Maria entra nel bagno e mi aiuta a rialzarmi,
mi porta in palestra e chiude la porta dietro di se,
in modo tale che nessun altro possa entrarvi.
Con il viso rigato dalle lacrime guardo Maria che con cura e dolcezza,
 ripulisce i miei capelli dalla saliva di Julia.
<< Allora piccola, ti va di dirmi cosa è successo? >>
La sua dolcezza e i suoi modi di fare così materni mi permettono di aprirmi e di raccontargli l’accaduto.
<< Non posso tornare in quella camera Maria, puoi aiutarmi? >>
Distesa sul letto, offertomi da Maria nella sua camera,
penso e ripenso all’accaduto.
Mi odio per non aver reagito
e per aver mostrato a quei bulli la mia debolezza, piangendo.
I miei pensieri si posano su Martin,
perché è andato via, perché mi ha voltato le spalle
senza degnarmi neanche di una parola, di uno sguardo?
  Con tutto quello che mi è capitato oggi io penso a Martin.
Che stupida che sono!

Nieves.


Ecco a voi il sesto capitolo di Addict to you,
spero possa essere di vostro gradimento,
si entra sempre di più nel vivo della storia.
Attendo i vostri commenti,
intanto vi lascio con il link del video creato per la storia
dalla fantastica foreverwithyou:
Cliccate qui per vederlo.
Al prossimo capitolo.
 
Kiss-Kiss. lollipop 2013

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***




Capitolo 7.
 
Chapter – Martin.
 
Il fine settimana con mio padre è stato un vero massacro,
ore ed ore a guardarlo parlare al telefono,
costanti chiamate di lavoro lo tengono lontano da me.
Non è poi così male stare lontano da lui.
E’ lunedì e l’argomento di interesse comune,
di cui si vocifera nei corridoi è il litigio fra Julia e Nieves.
Ascolto le loro parole e mi sembrano assurde,
tutti a criticare Nieves, sembra essere lei la colpevole di tutto.
Ignoro le loro voci e proseguo dritto.
Imbocco il corridoio che da alla palestra e la vedo… Nieves,
è seduta su un banchetto e chiacchiera amichevolmente con la custode,
la signora Maria.
Sorrido e mi avvicino a lei,
Nieves mi vede, lascia il suo posto e va via,
 mi passa accanto senza neanche guardarmi.
La seguo per qualche metro, caspita ha il passo veloce.
Arriviamo agli armadietti e lì riesco ad afferrare il suo braccio,
frenandole così la corsa.
<< Hey, che ti succede… Perché scappi? >>
Mi guarda con sguardo inquisitorio.
Fa per riprendere la sua “corsa” ma ho il suo braccio ben stretto nella mia mano.
<< Sei arrabbiata con me per qualcosa? >>
Mi fa un mezzo sorriso schifato mentre scuote il capo in modo frenetico.
<< Sei un idiota, lasciami. >>
Sfila via il suo braccio dalla mia morsa…
<< Ok, spiegami cosa ho fatto… >>
Mi guarda,
anzi mi scruta con i suoi profondi occhi marroni, tendenti al verde.
<< Speravo che almeno tu mi aiutassi, anche solo a rialzarmi da terra ed invece te ne sei fregato, mi ha voltato le spalle, come hanno fatto tutti gli altri. >>
Mi rammendo di venerdì e capisco che si riferisce al suo litigio con Julia.
Sorrido, cosa si aspettava che facessi.
<< Avrei dovuto mettermi contro quella iena di Julia,
mi dispiace ma non posso.

 Lei fa parte del gruppo di “privilegiati”, non posso oppormi. >>
<< Fa parte del tuo gruppo… >>
Mi dice con voce disgustata, le faccio cenno di si col capo accennandogli un sorriso.
Mi avvicino a lei e gli sussurro in un orecchio:
<< Tu mi piaci Nieves ma non posso aggiustare i tuoi casini,
 oltretutto mettendomi contro i miei amici.
>>
<< Non puoi aiutarmi ma ti senti libero di baciarmi vero? >>
Sorrido nel vedere la sua faccia nauseata.
<< Mi sembra che il mio bacio non ti sia dispiaciuto… >>
Mi avvicino nuovamente a lei, al suo orecchio…
<< Ammettilo, sei attratta da me… Potrei farti qualsiasi cosa e tu non mi respingeresti. >>
Mi allontano e la guardo, forse ho esagerato… Sembra essere davvero furiosa.
Il suo disprezzo nei miei confronti non tarda a farsi sentire,
Nieves mi molla uno schiaffo così forte che risuona nel corridoio.
Tutti si voltano a guardare quella scena.
<< Non so con chi sei abituato a rapportarti ma io sono diversa.
Non azzardarti mai più a rivolgerti a me in questo modo. >>
Gira i tacchi e va via, lasciandomi lì immobile come un ebete.
Sono furioso nessuno si è mai permesso di trattarmi in questo modo.
La campanella suona è arrivato il momento di rientrare in classe,
percorro il corridoio che porta all’aula di letteratura.
Le persone hanno cambiato argomento,
ora sparlano di me e dello schiaffo mollatomi da Nieves.
Detesto sentir spettegolare su di me.
Entro in classe adirato,
tutti guardano il mio ingresso nell’aula,
vedo Nieves… mi guarda con la coda dell’occhio.
Preso dall’ira stringo il mio libro tra le mani,
a mo’ di rotolo.
Entro e mi incammino verso il mio banco.
Vedo Nieves, ha la testa dritta, fissa a guardare la lavagna d’avanti a se.
Mi avvicino al suo banco e con disprezzo sbatto su di esso il libro arrotolato,
facendola sobbalzare.
Nessuno può permettersi di schiaffeggiarmi!

Nieves & Martin.


Chiedo scusa a tutti voi per l'attesa ma problemi familiari mi hanno proibito
di pubblicare prima questo capitolo,
spero comunque che l'attesa non abbia scemato il vostro interesse verso i due giovani

Martin & Nieves.
Attendo i vostri commenti. Un abbraccio.

 
Kiss-Kiss. lollipop 2013
 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***




Capitolo 8.
 
Chapter - Martin.
Ormai da diversi giorni trascorro notti inquiete e prive di sonno.
Mi giro e rigiro nel mio piccolo e scricchiolante letto,
infastidendo il sonno dei miei compagni di stanza.
<< Martin, sta un po’ fermo e dormi. >>
Pierre mi urla contro, ha ragione.
 Ultimamente con la mia insofferenza tengo svegli tutti.
 Sgrano gli occhi ed inizio a pensare a questa folle settimana appena trascorsa,
allo scontro con Nieves, alla nuova discussione con mio padre.
Evito di infastidire ulteriormente i miei vicini di letto,
privo di sonno lascio il mio letto e vago pensieroso per i desolati corridoi del collegio.
Un ombra lontana per un attimo mi fa sussultare,
strofino gli occhi e la guardo meglio,
 riconosco i suoi lunghi capelli ondulati e la sua andatura lenta e sensuale.
Stretta nella sua veste da notte in un color verde tenue,
Nieves vaga solitaria nel collegio.
La seguo per un po’,
sono curioso di vedere cosa fa in giro a quest'ora della notte.
La vedo scendere nelle cucine,
cammina in punta di piedi per non farsi sentire.
Seguo il suo passo in modo che ne lei,
ne nessun altro possa udirmi.
Vedo Nieves sgattaiolare come una ladra nella dispensa,
un sorriso spontaneo illumina le mie labbra.
Questa ragazzina,
vaga in piena notte per il collegio,
in silenzio come una ladra,
in cerca di qualcosa che possa riempire il suo stomaco.
Entro nella dispensa,
Nieves è di spalle, rovista tra gli scaffali,
non si è accorta della mia presenza dietro di lei.
Cammino lentamente sino ad arrivare alle sue spalle…
<< Heila… >>
Gli sussurro in un orecchio facendola sobbalzare,
Nieves sgrana gli occhi, si volta verso di me e fa per urlare,
gli tappo la bocca, prima che essa non possa emettere alcun suono.
Non ho intenzione di farmi scoprire e finire in punizione.
Nieves riconosce il mio volto, sfila via la mia mano dalla sua bocca…
<< Sei un idiota, mi hai spaventata. Che ci fai qui? >>
<< Ti ho seguita. >>
Le sorrido ma il suo sguardo accigliato mi suggerisce che è ancora arrabbiata con me,
ragionandoci, non posso darle torto ma neanche io dimentico il suo schiaffo.
Nieves mi volta le spalle e fa per andarsene…
<< Aspetta, vorrei parlare con te. >>
La blocco sulla porta,
accendo la fioca luce in modo da osservare bene il suo viso.
<< Ti chiedo scusa per le mie parole e per il modo in cui ti ho trattata negli ultimi giorni, sono stato uno stupido. >>
<< Almeno ne sei consapevole. >>
sghignazza Nieves, fiera di udire le mie scuse.
<< Tu non hai niente da dirmi? >>
Le chiedo, nella speranza di sentire le sue scuse.
Scuote il capo divertita…
<< No, meritavi quello schiaffo. Ho fatto bene a dartelo! >>
Rido divertito.
La mia risata è seguita da quella di Nieves,
guardo il suo volto gioioso e mi rimorde la coscienza nel ripensare al suo visto triste
e speranzoso di aiuto, quando Julia abusava di lei e della sua fragilità.
Una vena di malinconia si dipinge sul mio volto.
<< Martin, stai bene? >>
Nieves se ne accorge,
questa ragazza sembra capire sempre ogni mia espressione,
ogni mio stato d’animo.
Guardo i suoi profondi occhi,
occhi speranzosi e pieni di pietà verso tutto e tutti.
Sento il mio cuore battere e il mio corpo pulsare.
Nieves si mordicchia le labbra, lo fa sempre quando è in imbarazzo
ed il mio sguardo la imbarazza sempre.
Le sue labbra, il suo sguardo, la trasparenza della sua camicia da notte
che lascia intravedere il suo corpo burroso e le sue curve che mi danno alla testa,
questa ragazza mi eccita come nessuna è mai riuscita a farlo prima.
Mi avvicino a lei,
le sfioro il viso fermando la ciocca ribelle di capelli dietro al suo orecchio.
Le cingo i fianchi in modo da far aderire il suo corpo perfettamente al mio.
<< Martin… >>
Nieves cerca di fermarmi, la zittisco avvicinando le mie labbra alle sue,
le sfioro per un istante per poi morderle,
ed infine farle mie in un lungo e appassionato bacio
che di certo Nieves non disdegna.
Rientriamo nelle nostre camere senza rifiatare.
Accompagno Nieves ,
ci fermiamo sull’uscio della porta della sua nuova camera,
ultima stanza a destra nel corridoio.
Senza proferire parola, stampo un delicato bacio sulla fronte di Nieves.
La vedo chiudere la sua porta mentre mi lancia un ultimo imbarazzante sguardo.
Rientro nella mia camera e tranquillo,
con la testa sgombra da incessanti pensieri,
mi infilo nel mio letto col sorriso sulle labbra.
Morfeo sembra finalmente, essersi ricordato di me.
Sarà che ho espiato le mie colpe o forse è grazie al dolce bacio di Nieves che tanto bramavo,
riesco finalmente a ritrovare pace e sonno.

Nieves & Martin.


Clicca qui' per il video.
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto.
Manca poco alla fine,
spero in vostri commenti per sapere cosa ne pensate.
A presto. Un abbraccio...
 
Kiss-Kiss. lollipop 2013

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***




Capitolo 9
 
Chapter - Nieves.
 
Cammino per i corridoi con stretto tra le mani il mio libro preferito.
Ho la testa china tra le pagine ingiallite,
il profumo tipico dei libri mi inebria.
Ho il viso coperto dai folti e ribelli capelli che mi pendono d'avanti.
L'ora ricreativa è scoccata da ormai una decina di minuti,
onde di ragazzi vagano senza una meta per i lunghi corridoi,
 in cerca di un posto dove rintanarsi prima che le lezioni riprendano.
 Mi appoggio al mio armadietto per sorreggermi durante la lettura,
 ad un tratto sento stringermi i fianchi,
sobbalzo e lascio cadere il mio libro,
non faccio in tempo a voltarmi che sento
delle labbra umide sfiorare dolcemente la mia guancia.
<< Ciao ficcanaso... >>
 Riconosco quella voce... Stupido Martin!
<< Cosa fai? >>
<< Saluto un amica. >>
Mi sorride col suo ghigno malefico che tanto odio.
<< E da quando noi due siamo amici? >>
 Gli sorrido schifata, per poi dargli le spalle e andare via.
Lo sento correre dietro di me, cerca di raggiungermi e ci riesce...
<< Cos altro c'è? >>
 Mi porge il libro che mi era scivolato dalle mani,
lo prendo e ringrazio Martin con un sorriso.
 Il tizio sembra intuire i miei pensieri.
Penso di andare via ma prima che possa fare qualsiasi movimento,
Martin afferra il mio braccio, avvicinando i nostri corpi.
 << Siamo amici da quando ci siamo baciati... >>
 Sgrano gli occhi, ora due che si baciano sono amici?
 E poi è stato lui a baciare me.
Martin sorride mentre osserva il mio sguardo sconcertato,
 mi stampa un leggero bacio sulle labbra e poi svanisce
nella mandria di studenti che si affrettano a tornare nelle loro aule.
 L'intervallo è finito.
 Tolgo l'espressione da ebete dalla mia faccia e ritorno anch'io nella mia aula.
 È notte fonda Emily la mia nuova compagna di stanza dorme profondamente,
lei è molto diversa da Julia, è schiva e solitaria proprio come me.
 Maria, la custode della palestra,
 è stata molto carina ad occuparsi di me e
ad intercedere col preside per permettermi di cambiare camera
 e così liberarmi della perfida Julia.
Mi giro e rigiro nel letto, stanotte proprio non riesco a prendere sonno.
 Vago nei corridoi, una passeggiata potrebbe aiutare la mia insonnia.
Mi guardo intorno in cerca di qualcosa o meglio di qualcuno.
 Continuo a pensare a Martin, vorrei che lui fosse qui.
 È strano ma lui è l unica persona con cui riesco a parlare qui dentro.
 Arrivo al mio armadietto,
senza farmi sentire lo apro e tiro fuori uno dei miei tanti libri.
Mi reco nel sottoscala e accendo la fioca luce,
 mi distendo e apro il libro alla ricerca della pagina piegata
che mi ricordi il punto in cui la mia lettura si era fermata.
Leggo per un po’, forse trascorre un ora quando sento dei passi,
 sobbalzo ed il mio cuore inizia a palpitare.
Se vengo beccata in giro nel cuore della notte finirò in un eterna punizione.
 Spengo la luce e trattengo il respiro.
Le mie orecchie sono tappate, non riesco più ad udire nessun suono,
nessun rumore.
Mi alzo e mi guardo intorno, ad un tratto sento afferrarmi i fianchi da dietro
e tapparmi la bocca da una mano che sembra essere quella di un uomo.
Sgrano gli occhi e mi volto terrorizzata,
dopo un primo momento di titubanza,
riesco a riconoscere quel volto…
<< Martin >>
sibilo con la bocca ancora tappata, lui sorride.
Sfila via la mano dalle mie labbra,
non faccio in tempo a parlare che mi ritrovo la bocca nuovamente bloccata,
 questa volta però, dalle dolci e carnose labbra di Martin.
Si stacca da me per un istante, interrompendo il nostro focoso bacio.
Mi guarda dolcemente negli occhi per poi fiondarsi sul mio collo,
riempiendolo di dolci e piccoli baci che sembrano quasi delle carezze.
A suon di baci arriva al mio orecchio,
scosta i capelli, mordicchia il lobo per poi sussurrarmi:
<< Sei bellissima… Ti desidero >>
Quelle parole, la sua voce calda e sensuale,
mi lasciano priva di sensi tra le braccia di Martin.
Ormai sono alla sua mercè!
Con lenti movimenti all’indietro, senza mai staccarci l’uno dall’altro,
rientriamo nel sottoscala.
Delicatamente Martin mi distende sulla panca,
si sveste della sua canotta e chinandosi verso di me mi bacia,
accarezzando le mie gambe nude,
scoperte dalla sottoveste di seta che mi fa da pigiama.
Pochi istanti e siamo uniti da una passione che va ben oltre l’attrazione fisica.
E’ la mia prima volta e stranamente non sono spaventata,
non sento dolore.
Mi lascio andare a Martin,
senza provare alcun pudore ed imbarazzo neanche per il sangue
che lentamente accompagna la mia fanciullezza lontana da me,
lasciando spazio ad una Nieves ormai donna.
Movimenti lenti e sensuali accompagnano lo scorrere della notte,
ormai è l’alba.
Dormo accoccolata tra le braccia di Martin,
lo sento osservarmi, respirarmi addosso
ed accarezzarmi come solo un uomo felice ed innamorato sa fare.
Il mio cuore batte all’impazzata,
credo di essermi innamorata.

Nieves & Martin.



Clicca qui per il video.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, io lo adoro.  *___*
Vi aspetto nel prossimo capitolo,
intanto lasciatemi qualche commento, 
così che io possa sapere cosa ne pensate del capitolo 
e della storia in generale.
A presto. Un enorme abbraccio...

 
Kiss-Kiss. lollipop 2013

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***




Capitolo 10.
 
Chapter - Nieves.
 
Palline di carta umidicce colpiscono ripetutamente la mia testa,
le tiro via dai miei capelli con le punte delle dita.
 Evito di reagire affondando la testa tra i libri appoggiati sul banco
e coprendola con le braccia.
Al suono della campanella mi fiondo prima di tutti
fuori dall’aula,
 in modo che i miei bulli non possano tornare a tormentarmi.
Cerco Martin tra la folla in fermento che percorre il corridoio.
Qualcuno da dietro mi spinge ripetutamente…
 uno,due,tre volte,
poi uno spintone più forte mi fa cadere di soppiatto a terra.
Alzo il capo e mi ritrovo circondata dalle solite quattro galline,
 le stesse mie compagne di classe che si sono divertite
ad ungermi i capelli con la loro saliva
durante la lezione di filosofia,
tra di loro c'è anche Julia.
Mi guardano con sguardo accigliato.
Sono giorni che si comportano in questo modo,
 la notizia della storia tra me e Martin non sembra andar
a genio a nessuno.
Mi ritrovo nuovamente col sedere poggiato
sul vecchio e freddo pavimento,
circondata da gente che non smette di ingiuriarmi.
<< Hey, smettetela. >>
Martin mi vede e  si fionda come un falco sui miei "aguzzini,"
li spinge via lontano da me,
urlandogli contro.
Mi porge la mano e mi aiuta ad alzarmi,
 mi stringe a se facendomi da scudo umano col suo corpo.
 Nessuno prova ad affrontalo,
 la forte personalità ed il carattere da guerriero
di Martin intimoriscono tutti.
Aggrappata al suo braccio seguo Martin nella mia camera.
Emily è da qualche giorno costretta a riposare in infermeria,
la febbre forte le impedisce di curarsi da sola.
Mi siedo sul letto con l'aria affranta,
 essere nuovamente perseguitata non era nei miei piani.
E’ troppo da sopportare.
<< Hey, fammi un sorriso >>
 Martin accarezza delicatamente la mia testa,
come un padre fa con un figlio.
Prende il mio viso,
 rigato dalle lacrime,
tra le sue mani e mi bacia delicatamente.
 Sento il suo cuore pulsare ad ogni movimento delle nostre labbra.
Ricordi come dei flash ritornano nella mia mente,
 la mia prima volta,
 la prima volta tra me e Martin.
 Ricordo i suoi baci,
 il suo corpo caldo muoversi su di me.
 Ricordo la mia voglia di averlo e
la paura della prima volta che svaniva tra le braccia di Martin.
 In un attimo ci ritroviamo distesi sul mio letto,
 intenti a baciarci.
 I nostri corpi congiunti si avvolgono in un vortice di passione.

Siamo nudi,
coperti a malapena da un leggero lenzuolo bianco
che lascia intravedere tutto.
La nostra nudità è l’emblema della nostra passione.
<< Nieves >>
 La voce calda e roca di Martin mi distoglie dal mio assopimento.
Incrocio il suo sguardo dolce e premuroso,
con un gesto delicato della mano,
 Martin mi accarezza il viso e avvicina il suo volto
ad un palmo dal mio...
<< Nieves, io... >>
La sua voce tremante mi mette in agitazione,
lo guardo pietrificata.
Cosa vorrà dirmi…
<< Io... Credo di amarti. Anzi, ne sono sicuro.>>
La mia ansia svanisce,
per poi tornare subito dopo...
 Martin mi ama, mi ama sul serio.
Gli butto un braccio intorno al collo e lo bacio con passione...
<< Anch'io ti amo e credo di esserne sicura... >>
<< Credi? >>
sghignazza Martin...
<< Come credi? >>
Solletico e pizzicotti infastidiscono i miei fianchi
ed il mio ventre...
 << Smettila Martin>>
Spingo via le sue mani dal mio corpo,
 senza riuscirci.
<< Non la smetterò, fino a che non ammetterai di amarmi... >>
Lo scruto con sguardo accigliato.
 << Scodatelo!>>
 Gli volto le spalle mettendo il broncio.
 Martin mi abbraccia da dietro e mi bacia la guancia delicatamente.
<< Non merito di essere amato? >>
Mi volto verso di lui,
osservo il suo sguardo perso e triste.
Accenno un sorriso.
Gli accarezzo delicatamente il viso…
<< Tu meriti tutto l’amore di questo mondo. >>

Nieves & Martin.

 

Cliccate quì per il video.

Eccovi il 10° capitolo, spero sia di vostro gradimento.
A presto con un nuovo aggiornamento.
Mi raccomando, lasciate un segno del vostro passaggio.  ;)

 
Kiss-Kiss. lollipop 2013

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***




Capitolo 11
Chapter - Martin.
Mancano pochi giorni al Natale,
rivedere mio padre e dover trascorrere intensi giorni con lui
 è l'ultimo dei miei desideri.
L'intera scuola è in fermento tutti sono ansiosi di tornare
a godere dei confort delle loro case.
Tutti tranne me e Nieves,
il nostro amore giovane non ha bisogno di separazioni.
<< Ciao >>
morbide ed umide labbra accarezzano la mia guancia,
 sorrido al volto luminoso e raggiante di Nieves che con fare amorevole
si siede sulle mie gambe
 e dolcemente mi accarezza il capo.
 << A cosa pensi? >>
<< A te, a cos’altro dovrei pensare... >>
Nieves sorride alle mie parole per poi baciarmi con passione,
senza inibizione,
sotto gli occhi indiscreti dei nostri compagni di scuola.
Stasera ci sono i festeggiamenti di fine anno.
Tutta la scuola, alunni, insegnanti e personale di servizio,
sono riuniti in un unica sala,
seduti agli enormi tavoli imbanditi di mille bontà.
Infilo il mio completo elegante per poi dirigermi
nella camera di Nieves,
è l'ultima sera che trascorreremo insieme prima delle feste
 e voglio passare ogni istante con lei.
Busso alla porta della sua camera,
 alle sue parole di consenso apro delicatamente la porta
e ritrovo Nieves intenta a truccarsi seduta alla scrivania.
Ammira la sua immensa bellezza in un piccolo specchio poggiato sul tavolo
e da esso vede la mia figura sognante appoggiata
 allo stipite della porta.
 << Che fai fermo li... Entra. >>
Scuoto il capo sorridendo.
<< Perchè entrare, da questa angolazione riesco ad ammirare meglio
la tua bellezza...
>>
La sento ridere e la vedo scuotere il capo.
Fasciata dal sul vestito rosso,
 Nieves lascia la sua postazione per dirigersi verso di me...
 << Sei un ruffiano lo sai... >>
 Le sorrido per poi baciarla con passione.
La cena scorre velocemente,
i brindisi ed il buon cibo rendono tutti allegri ed amabili.
Io e Nieves chiacchieriamo tra di noi e con quei pochi compagni
che non disdegnano la nostra compagnia.
<< Sai Martin, credo di essere un tantino brilla >>
Mentre tutti cantano cori natalizi io sostengo Nieves
mentre ci dirigiamo nella sua camera...
<< Credo sia impossibile ubriacarsi col solo consumo di acqua. >>
Scoppiamo a ridere per poi guardarci con occhi innamorati.
 Nieves apre la porta della sua silenziosa camera
per poi tirarmi all'interno...
<< Questo è per te. >>
Tiro fuori dal taschino della mia giacca un pacchetto
e lo porgo a Nieves.
<< Cosa, un regalo... Ma io per te non ho comprato nulla... >>
Sorrido alla sua espressione triste e delusa,
le accarezzo il viso per poi stringerlo tra le mie mani.
 Le sorrido maliziosamente e le bisbiglio in un orecchio...
<< Se mi lasci dormire con te, riceverò il regalo più bello
della mia vita.
>>
Mi guarda sconcertata poi incrocia gli occhi,
 cerca di incenerirmi con lo sguardo.
<< Dai scherzo, scarta il mio regalo. >>
Vedo i suoi occhi da bambina rallegrarsi mentre scarta
il pacchetto...
<< Un fermaglio? >>
Nieves sembra così sorpresa dal mio regalo...
<< I tuoi capelli hanno bisogno di un freno, sono stanco di doverteli scostare continuamente dal viso. >>
Nieves mi sorride per poi lasciarmi un leggero bacio sulle labbra.
<< Grazie, è un regalo stupendo. >>
Trascorro la notte con Nieves,
discorsi tra il futile ed il serio accompagnano le ore buie
sino al mattino.
<< E’ già l’alba. Non lasciarmi andare da mio padre ti prego…
tienimi con te.
>>
mi stringo a Nieves e le supplico di nascondermi nella sua valigia
e portarmi a Madrid con lei.
Nieves mi accarezza il capo e mi parla con fare amorevole…
<< Sai Martin,credo che tu debba tornare a casa e confrontarti con tuo padre. Questo vostro rapporto di odio-amore, nuoce solo alla vostra salute. Tuo padre ha sbagliato ma dovresti almeno sentire le sue ragioni prima di decidere se dichiarargli guerra.
Lui ora è tutta la tua famiglia.
>>
Ascolto le parole di Nieves e le faccio mie.
Questa ragazza sa sempre cosa dirmi e cosa voglio sentirmi dire,
riesce a leggermi dentro…
Forse è per questo che ho completamente perso la testa per lei
.

Martin & Nieves.

Cliccate quì per il video.

Eccoci gente a -2 dalla fine di un altra storia, 
cosa accdrà a Martin e a suo padre?
 Vi aspetto nel prossimo capitolo ( il penultimo).
Intanto lasciatemi qualche segno del vostro passaggio.
A presto. Un abbraccio a tutti voi.

 
P-S= Visto che è un pò che non la ringrazio lo faccio ora.
Mitica foreverwithyou, grazie per la copertina ed il video.
 
Kiss-Kiss. lollipop 2013
 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***





Capitolo 12
 
Chapter–Martin

Il primo natale senza mia madre si prospetta malinconico,
 la sua assenza si sente.
Guardo il vostro triste e gli occhi sofferenti di mio padre
mentre ammira le foto di famiglia
che riempiono il mobile-buffet
della sala da pranzo
e rammendo le parole di Nieves.
Devo affrontare mio padre!
 Mi avvicino a lui e lo distolgo dai suoi pensieri
poggiandogli una mano sulla spalla…
<< Papà, possiamo parlare? >>
Ci accomodiamo sul soffice salotto,
sprofondando tra i cuscini,
mia madre adorava riempire la casa di oggetti,
alcuni anche inutili ma per lei erano fondamentali
per sentire “l’odore di casa”,
erano queste le parole che ci ripeteva sempre.
<< Papà io ho bisogno di parlare della mamma
e di quello che è successo…
>>
Mio padre china il capo per un attimo facendosi trasportare dall’emozione.
Respira profondamente,
si schiarisce la voce per poi prendere
e stringere saldamente le mie mani nelle sue…
<< Martin, figliolo… Ti chiedo scusa per il male che ti ho fatto,
per averti obbligato a portare un tale peso sulle spalle.
Ti ho lasciato da solo in un momento difficile per entrambi,
tu hai mostrato forza e coraggio, molto più di me.
Hai affrontato la malattia di tua madre con gran carattere,
io non ci sarei mai riuscito… Ho preferito chiudermi in me stesso,
buttarmi nel lavoro, nell’alcool, stando sempre più lontano da casa.
Tua madre era la donna della mia vita.
E’ la donna della mia vita, un giorno anche tu incontrerai
una donna senza la quale non potrai vivere,
una donna capace di farti soffrire al sol vedere una lacrima rigare il suo volto…
Quel giorno Martin, quel giorno potrai capire il significato
di queste mie parole e capirai anche il perché delle mie azioni passate.
>>
Guardo mio padre e penso a Nieves,
il suo amore per la mamma era tale da non riuscire a sopportare
e a condividere il dolore che ella provava.
Ora riesco anche a capire mia madre ed il suo non provare rancore verso
l’uomo che l’aveva completamente abbandonata
nel momento del bisogno.
Il giorno delle nozze sull’altare,
il prete fa giurare ai futuri sposi di amarsi
e stare un accanto all’altro per il resto della vita,
in salute e in malattia,
finchè la morte non li separi… Mio padre non ci è riuscito.
La sofferenza di mia madre lo logorava
e credo che se lui le fosse stato accanto in quel terribile periodo
a quest’ora mi ritroverei ad essere un orfano.
Mio padre è un debole,
l’amore per mia madre lo ha trasformato,
come l’amore di Nieves sta trasformando me.
Abbraccio mio padre come un genitore fa con un figlio,
i ruoli si sono invertiti ora è lui ad aver bisogno di cure.
<< Mi dispiace essermela presa con te papà, perdonami…
La morte della mamma mi ha distrutto e dover assistere ai suoi ultimi
respiri mi ha ferito e fatto soffrire,
allo stesso tempo però questo mi ha aiutato a crescere e
a diventare un uomo migliore… Ricominciamo da capo papà, aiutiamoci a superare
il dolore, ricordiamo insieme gli anni felici vissuti con la mamma…
>>
Le braccia calde e forti di mio padre mi fanno sentire
di nuovo al sicuro e a casa.
Lacrime rigano i nostri volti tristi e addolorati,
il profumo di mia madre aleggia nell’aria,
mi sembra quasi di sentirla sorridere mentre ammira la scena
dell’amore sanguineo che lega me e mio padre.
Ceniamo e scartiamo i regali,
racconto a mio padre di Nieves e ho quasi la sensazione che anche mia madre
stia ascoltando le mie parole colme d’amore…
I giorni passano velocemente,
festeggio la fine dell’anno stretto nel braccio
accogliente di mio padre,
i nostri volti sono illuminati dai fuochi che si portano
via quest’ultimo incredibile anno,
segnato da dolore e gioia,
dalla perdita di mia madre,
all’arrivo di Nieves che come un uragano ha fatto
breccia nel mio cuore,
fino ad oggi, al rapporto ritrovato con mio padre.
<< Martin, perché non resti qui con me…
abbandona il collegio e torna a vivere in questa casa,
la mamma non c’è più ed io mi sento molto solo,
ho bisogno di te figliolo…
>>
E’ il momento di tornare a scuola
e la richiesta di mio padre continua a risuonami nella testa,
impedendomi di godere del momento in cui riabbraccerò Nieves.
Il cielo sullo Switz College è cupo e piovoso,
resto a fissare la vetrata della camera di Nieves
mentre cerco di trovare il coraggio per parlare con lei
e comunicarle la mia decisione.
La pioggia scende copiosa su di me,
ormai sono fradicio.
Nieves si accorge della mia presenza,
apre la finestra lasciandomi entrare…
<< Martin, cosa fai qui fuori, entra dentro… >>
Afferro la mano di Nieves ed entro nella sua camera,
la ammiro nella sua veste di seta bianca
che le fascia le sue curve vertiginose,
i lunghi capelli neri, lisci, sciolti e ribelli
le coprono il viso.
Mi fa accomodare sul letto e con un asciugamano,
con fare materno mi asciuga i capelli…
<< Ti va di parlare? >>
Nieves si accomoda al mio fianco
e mi invoglia a confidarmi con lei.
Gli racconto della chiacchierata fatta con mio padre,
del nostro chiarimento,
fino ad arrivare alla sua richiesta.
<< Capisco tuo padre, è giusto che voglia stare con te… Cosa hai deciso di fare? >>
Guardo gli occhi compassionevoli e comprensivi di Nieves…
<< Noi staremo comunque insieme… >>
Nieves mi fa cenno di si col capo sorridendomi,
per poi baciarmi dolcemente.
Aveva già capito la mia risposta.
Nieves sa sempre cosa voglio e cosa penso.
Ora ho bisogno di stare con mio padre,
di ricucire il nostro rapporto per aiutarci a vicenda
a superare la morte della mamma.
Nieves mi mancherà ma la lontananza non pregiudicherà
il nostro rapporto ed il nostro amore.
Mi addormento coccolato dal dolce cullare
delle braccia di Nieves.
Amo questa ragazza,
amo il suo modo di ascoltarmi,
di parlarmi e consigliarmi
ma soprattutto il suo modo di amarmi.
Sarà dura allontanarmi da lei!

  
Martin & Nieves.

Cliccate quì per il video.

- 1 alla fine.
Spero che questo capitolo vi sia piciuto,
ebbene si, Martin è andato via, 
cosa accadrà ora tra lui e Nieves?
Vi aspetto nel prossimo capitolo per il finale di un altra storia.
Intanto lasciatemi un segno del vostro passaggio.
A presto, un abbraccio.  ♥
Kiss-Kiss. lollipop 2013
 


 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***




Capitolo 13
 
Chapter-Nieves
 
Solo un mese mi separa dalla libertà.
Tra un mese esatto l'enorme cancello nero che separa
lo Switz College dal resto del mondo, si aprirà.
Io ed Emily siamo in fermento,
la voglia di voler assaporare la nostre estate è forte.
 La camera è già colma di libri e vestiti sparsi ovunque,
pronti per essere ben riposti nelle nostre valigie.
Io e Martin comunichiamo via lettera,
internet e cellulare,
quelle poche volte che ci permettono di usarlo...
Sono passati quattro mesi da quando ha lasciato il collegio
per dedicarsi alla salute di suo padre.
Mi manca, ma chiedergli di tornare è da egoisti,
 so quanto ha sofferto per la morte di sua madre
e quanto ha patito la lontananza di suo padre.
La sua famiglia si sta ricompiendo
ed il suo posto è accanto ad essa.
Tra test attitudinali,
compiti ed interrogazioni non ho tempo
per disperarmi per la mancanza di Martin.
Emily ha ragione quando mi dice:
se il dolore vuoi lenire la testa colma di pensieri devi avere,
e l'ansia per i voti finali riesce facilmente
a riempire la mia testa di ben altre preoccupazioni.
 Trascorrerò le mie vacanze a Madrid con la mia famiglia,
conto però di restare per poco con loro,
 voglio fare una sorpresa a Martin, raggiungendolo a Barcellona.
Spero che tutto fili liscio come programmato.
I giorni passano veloci e senza che me ne accorga
maggio sta volando via,
 manca solo una settimana alla fine dei corsi.
Inizio a riporre le mie cose nelle valigie,
sospiro e mi guardo intorno,
ammirando le cose e le persone che hanno fatto parte
di questo bizzarro anno scolastico.
Sembra strano ma una vena di tristezza traspare sul mio volto,
come posso essere triste di lasciare questo posto,
quì sono stata trattata male,
soggetta a persecuzioni ed ingiurie,
fisicamente e psicologicamente maltrattata e perseguitata.
L'unica cosa che lo Switz College è riuscito a darmi é Martin.
 Già, Martin, non vedo l'ora di incontrarlo.
L'ansia è padrona di me,
l'idea di rivederlo dopo svariati mesi mi terrorizza...
La distanza tende a separare le persone e poche righe su un foglio di carta
non garantiscono l'amore eterno.
E se Martin non mi amasse più come prima?
Scuoto il capo per scacciare i brutti pensiero dalla mia testa...
Tutti gli studenti sono riuniti in cortile,
c’è chi già parte,
chi invece resta per seguire i corsi estivi,
purtroppo non tutti sono dei geni come me!
Raggiungo Emily ed il resto dei miei compagni,
seguo i discorsi della preside che saluta noi villeggianti,
augurandoci una buona estate e rinnovandoci l’appuntamento a settembre,
per l’inizio di un nuovo anno scolastico.
Poi passa a presentare gli insegnanti che avranno l’arduo compito
di istruire in soli due mesi,
 coloro che in un intero anno non hanno capito il concetto fondamentale della parola studio.
Dopo pochi secondi una grossa auto scura costeggia il cancello,
qualcuno vi scende ma tra la folla che accalca il cortile
non riesco a vedere chi sia…
Una decina di ragazzi si distaccano dal gruppo dirigendosi verso
il cancello,
tra di loro scorgo la figura di Pierre…
<< Martin, amico… >>
Martin… ascolto pronunciare quel nome e quasi rabbrividisco,
alzo il capo per arrivare a guardare il cancello
ma non riesco a vedere nulla.
Mi faccio largo tra la folla che ancora ascolta i lunghi discorsi
propinatici dalla preside,
la sua voce però in questo momento mi sembra molto lontana.
Sento il mio cuore battere all’impazzata,
le mie gambe appesantirsi…
Vedo Pierre e gli altri circondare l’individuo misterioso,
nel profondo del mio cuore spero che sia Martin,
il mio Martin ma potrebbe anche essere un semplice omonimo…
Ingoio il magone che mi stringe la gola,
respiro affannosamente,
mentre il mio cuore sembra volermi uscire dal petto.
Il gruppetto si apre e finalmente riesco a vedere chi si nasconde tra di loro…
Le mie gambe tremano, quasi cedono,
pronte a farmi cadere…
<< M-M-Martin… >>
il tremolio della mia voce è l’emblema del mio stupore
misto a gioia,
 nel rivedere la sagoma ed i lineamenti del volto
perfetto di Martin.
Lo vedo sorridere nel suo solito modo malizioso,
poi avanza verso di me fermandosi a distanza di pochi metri…
<< Cosa ci fai qui? >>
Sono ancora incredula,
non capisco perché sia venuto e perché ha indosso la sua uniforme…
<< Se voglio frequentare l’ultimo anno qui a settembre devo seguire
i corsi estivi e superare l’esame finale…
>>
Seguire i corsi estivi e frequentare l’ultimo anno allo Switz College,
cosa si significa…
Martin è tornato, è tornato per restare?
<< Non capisco, torni al collegio… Perché? >>
Sorride e china il capo, quasi imbarazzato.
<< Per te. Mi sei mancata, molto. >>
Si avvicina a me, riesco a sentire il suo respiro sul mio viso.
Un brivido percorre la mia pelle,
sono mesi che non ho Martin così vicino a me,
avevo dimenticato i brividi che la sua presenza riesce
a farmi provare.
<< Perché non mi hai detto che saresti tornato? >>
<< Volevo farti una sorpresa… E’ per questo che nelle ultime settimane mi sono fatto sentire poco, avevo paura di rivelarti le mie intenzioni…>>
Mi accarezza il viso e un senso di colpa inizia
a mordermi lo stomaco.
<< Non devi tornare per me, torna a casa da tuo padre Martin,
è giusto che tu stia con lui.
>>
le parole che fuoriescono dalla mia bocca fanno più male a me
che a Martin,
chino il capo e una lacrima riga il mio volto,
le altre vengono prontamente frenate dalle mani calde ed accoglienti di Martin
che cingono il mio viso.
<< Con mio padre le cose ora vanno bene, ed io ho capito che il mio posto è qui con te, devo riprendermi la mia vita Nieves e devo riprendermi te, perché ti amo. >>
Salto al collo di Martin baciandogli ripetutamente la guancia…
per poi lanciarmi sulle sue labbra che tanto mi sono mancate.
<< Sono così felice di vederti, di sapere che resti e sono felice perché
so che il mio amore per te è contraccambiato, 
ti amo Martin. >>
Si può dire che questa sia una storia a lieto fine,
ho lasciato Madrid per rintanarmi allo Switz College
con il solo obiettivo di liberarmi dei miei bulli
e ritrovare la severità che merito,
ho incontrato svariate difficoltà,
ho rivissuto brutti momenti ma ne ho vissuti per la prima volta molti
altri belli che hanno segnato e cambiato la mia vita.
Sono felice e soddisfatta per come sono
e per tutto ciò che ho fatto.
Per anni ho pensato che ci fosse qualcosa di sbagliato in me,
qualcosa che spingesse il resto del mondo ad odiarmi.
Ero diventata fredda, tutti i sentimenti caldi,
buoni e puri che vivono in ogni essere umano,
in me si erano spenti.
Fino a che non mi sono scontrata con lui,
Martin mi ha ridato la vita,
ha sciolto il mio cuore,
rimarginato le mie ferite e curato la mia anima.
Ci siamo amati un po’ per gioco
e desiderati per pura attrazione fisica,
fino ad innamorarci e donarci a vicenda i nostri cuori.
Ora mi toccherà trascorrere l’estate in questo carcere arredato con mobili antichi,
poiché non ho alcuna intenzione di lasciare da solo Martin per altri tre mesi.

Nieves & Martin.


Cliccate quì per il video.
 FINE.


 

Eccoci giunti alla fine di una altra storia,
spero vivamente che vi sia piaciuta e che vi siate affezionati ai personaggi quanto me.
Ringrazio tutti coloro che hanno sempre letto e recensito la storia, Grazie!
Un ringraziamento speciale va a Foreverwithyou per aver creato copertina e video,
oltre ad aver sempre letto e commentato ogni singolo capitolo della storia.
Bene gente, grazie ancora vi aspetto numerosi nella mia prossima storia,
che sarà piuttosto breve e sarà un rifacimento della splendita storia di
Romeo & Giulietta.
A presto! Un abbraccio virtuale a tutti voi.

 
Kiss-Kiss. lollipop 2013
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2124222