Amore sbocciato al mare

di Shadows_alien
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Vacanze iniziate ***
Capitolo 3: *** strani incontri ***
Capitolo 4: *** una triste storia ***
Capitolo 5: *** Ti voglio bene papà ***
Capitolo 6: *** capitolo 5 Addio ***
Capitolo 7: *** capitolo 6 Buon ferragosto ***
Capitolo 8: *** capitolo 7 una cattiva giornata ***
Capitolo 9: *** ti odio ***
Capitolo 10: *** Sono sposato ***
Capitolo 11: *** capitolo 10 Giornata in famiglia ***
Capitolo 12: *** capitolo 11 fine vacanze estive ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 Fine delle vacanze ***
Capitolo 14: *** capitolo 13 a casa ***
Capitolo 15: *** capitolo 14 da zio ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 amo due donne ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 cinque mesi libera ***
Capitolo 18: *** capitolo 17 giornata con Alessandro ***
Capitolo 19: *** capitolo 18 Litigata con Lucas e papà ***
Capitolo 20: *** capitolo 19 colazione insieme ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 discussione padre e figlia ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 discussione in ufficio ***
Capitolo 23: *** A Verona con la febbre capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 Una chiacchierata con lo zio. ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 Shopping di Natale ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25 tra le buone notizie ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26 il compleanno del mio uomo ***
Capitolo 28: *** Capitolo 27 discussione al cellulare ***
Capitolo 29: *** capitolo 28 Germania ***
Capitolo 30: *** capitolo 29 pace fatta ***
Capitolo 31: *** capitolo 30 giornata padre figlia ***
Capitolo 32: *** capitolo 31 lite tra papà e Flavia ***
Capitolo 33: *** capitolo 32 da casa al lavoro ***
Capitolo 34: *** capitolo 33 tutto si può riparare ***
Capitolo 35: *** Capitolo 34 siamo genitori ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

Mi chiamo Laura Kaulitz e sono la figlia di Bill Kaulitz. Sono abbastanza alta, ma confronto a mio padre sono bassa.
I miei capelli sono neri, con qualche ciocca verde, sono lunghi e mossi ma li stiro quasi sempre con la piastra.

Ho 20 anni, e vivo ad Amburgo con mio papà, Flavia la mia matrigna, Lucas il mio fratellastro, mio zio e i miei cugini.

Purtroppo mia madre è morta quando avevo 5 anni e non ricordo niente di lei.

I miei nonni vivono poco distanti da noi e vengono spesso a trovarci.

Io lavoro con mio padre ho studiato per diventare segretaria e così ho iniziato a lavorare con lui e la sua Band lavoro con loro da almeno 3 anni ho iniziato a 17 anni a lavorare anche se andavo a scuola. 

Quando avevo 12 anni ho iniziato a imparare l'italiano per provare una nuova lingua, anche perché volevo fare sempre le vacanze in Italia e magari anche viverci un giorno.





*spazio me* 
Spero davvero che questa storia vi piaccia
e che vi abbia incuriosito un pochino
al prossimo capitolo.

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Capitolo 2
*** Vacanze iniziate ***


Vacanze iniziate

 

-Vacanze iniziate- pensai mettendo l'ultima valigia in macchina, per poi salirci e partire.

Il mio navigatore lo avevo impostato la sera prima.

Mi aspettavano almeno 3 ore di viaggio, ma per fortuna ero già in Italia e non ancora in Germania, ci avrei messo secoli ad arrivare.

Ricevetti un messaggio da Lara. Diceva che era già arrivata.

Io ero partita da due ore ed ero già davanti al campeggio, dove avrei trascorso 4 settimane di vacanza con Lara e Giada.

Stavo aspettando che mi dicessero dove mettere la macchina per prendere il pass per entrare in campeggio stava arrivando un ragazzo quando lo vidi abbassai il finestrino.

“Signorina parcheggi avanti ed entri a prendere il pass” disse il ragazzo indicandomi dove metterla. Il cellulare mi squillò senza guardare risposi “pronto?” dissi mentre mettevo il viva-voce “ciao Laura dove sei??” mi chiese la mia amica “davanti all'entrata del campeggio sto andando a ritirare il pass per entrare. E te dove sei?” chiesi anche se l'avevo vista “sono in spiaggia. No dai scherzo ti vedo ma dove stai andando?” mi chiese.

“sto andando vicino all'entrata che mi devono dare il pass” dissi parcheggiando accanto alla sbarra di apertura “scusi devo entrare per prendere il pass o me lo date voi?” chiesi uscendo dalla mia macchina “la porto io alla reception” disse un ragazzo giovane “ok grazie” dissi spegnendo il motore e prendendo la chiave con me.

Appena superammo la sbarra d'entrata vidi degli animatore a dare il benvenuto con costumi bizzarri scoppiai a ridere come una pazza “oh mio dio soffoco” dissi in tedesco purtroppo da quanto ridevo non ero riuscita a dirlo in italiano “ma sei tedesca?” mi chiese il ragazzo che mi stava accompagnando “si, ma so anche l'italiano. Vengo qui da 5 anni e ho iniziato a studiarlo quando avevo 13 anni e ora ne ho 20 lo so bene ma lo sto studiando ancora.” Dissi guardandolo attentamente. Arrivati alla reception mi guardarono da testa a piedi “salve ho prenotato per 4 settimane sono Laura Kaulitz” dissi tornando seria “oh si salve signorina Kaulitz le diamo il braccialetto che non dovrà mai togliere, mi dia la sua carta d'identità” disse guardandomi io stavo andando un attimo nel panico perché non avevo preso con me la borsa “scusi io ho dimenticato la mia borsa in macchina e dentro ho la carta d'identità potrei andarla a prendere?” chiesi guardando la signora “certo le do il braccialetto appena entra venga qui che le do le chiavi” disse mettendomi il braccialetto “ok” dissi andando verso la mia macchina.

Uscii dal campeggio e andai in macchina per prendere il portafogli appena lo recuperai tornai alla reception “eccomi con il portafogli e la carta d'identità” dissi tirandola fuori e porgendola alla signora la guardò e poi guardò me “ok signorina ora può portare tranquillamente la macchina dentro, questa è la chiave del suo bungalow” disse porgendomela. Io andai in macchina e mi avviai per entrare dentro “signorina a quale bungalow deve andare?” mi chiese io gli feci vedere il numero che c'era scritto e mi passò d'avanti per seguirlo.

Lo seguii fino a quando non si fermò “ecco qui parcheggi pure li affianco” disse sorridendo “grazie mille” dissi parcheggiando -questo non è un bungalow è una casa- pensai appena spensi il motore e scesi dalla macchina.

“Finalmente ti ho trovata” disse Lara “oh dio mio Lara come mi sei mancata moltissimo” dissi abbracciandola “si anche te mi sei mancata moltissimo tesoro” disse stringendomi ancora.

Il mio italiano era peggiorato, non lo studiavo da due mesi per il troppo lavoro anche perché sarà stato almeno un anno che non andavo in Italia “andiamo in spiaggia?” mi chiese “ok ma prima svuoto la macchina e porto tutto dentro” dissi aprendo il bagagliaio “ti aiuto e poi andiamo in spiaggia” disse prendendo il beauty-case e lo zaino dove avevo il computer “Lara non prendere quello zaino lascialo a me che lo metto via per bene” dissi prendendo lo zaino e prendendo una delle due valigie che mi sono portata per fare le 4 settimane di vacanze meritate “Lara tieni la chiave così apri la porta e mettiamo dentro le valigie” dissi dandogli le chiavi “ok” rispose prendendole.

Andò ad aprire la porta e tornò da me per prendere altri 2 bauty che mi sono portata “Laura porto dentro anche questo?” mi chiese mostrandomi la mia trousse dove tengo tutti i trucchi “si” dissi mettendo a terra la seconda valigia.

Portai le valigie e lo zaino che avevo sulle spalle in casa appoggiandolo un attimo sul tavolo. Le valigie le appoggiai nell'armadio della 'mia camera' e iniziai a svuotarle in fretta “Lara chiudi il bagagliaio della mia macchina?” le chiesi sistemando l'ultima maglietta della prima valigia “fatto” disse venendo in camera mia “andiamo” dissi chiudendo l'anta dell'armadio.

Il costume lo avevo già messo prima di partire “faccio un messaggio a mio papà che se no si preoccupa” dissi tirando fuori il cellulare iniziai a digitare il messaggio ma non feci in tempo che mi chiamò lui “papà sono arrivata” dissi chiudendo la porta a chiave “ok mi raccomando divertiti, non fumare, non drogarti, non farti i rasta, non farti altri piercing o tatuaggi” disse “papà sei paranoico e poi lo sai che non fumo e non mi drogo” dissi iniziando a camminare per andare in spiaggia con Lara “Laura sono solo preoccupato che potresti prendere quel vizio” disse. A quelle parole sbuffai “va beh io sto andando in spiaggia con Lara ti saluto ci sentiamo stasera” dissi riattacando.

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Capitolo 3
*** strani incontri ***


Capitolo 2

 

Strani incontri al mare.

 

Arrivate in spiaggia io e Lara andammo al bar per prendere un paio di bottigliette d'acqua “ciao ragazze io sono Alessandro” disse un ragazzo dietro di noi “ciao io sono Laura” dissi porgendogli la mano “a me conosci già” disse Lara secca “ragazzi non iniziate a litigare” dissi io tra i due “hai ragione Laura inutile perdere tempo con lui andiamo” disse uscendo dal bar “Laura sei tu?” disse una voce che conoscevo bene “zio che ci fai qui?” chiesi andando ad abbracciarlo “tesoro io sono in ferie piuttosto che ci fai tu qui?” mi chiese staccandosi “pure io sono in ferie 4 settimane qui e la quinta a casa e poi si ritorna in ufficio a lavorare per voi” dissi abbracciandolo “ti è mancata l'Italia vero? Ne parlavi ogni giorno” disse scompigliandomi i capelli “si molto. Aspetta che prendo l'acqua e arrivo” dissi prendendo due bottigliette d'acqua naturale, mostrandole alla cassiera “sono 2€” disse facendomi lo scontrino. Tirai fuori dal portafogli due monete da 1€ e gliele diedi e andai fuori con mio zio “ma da quanto è che sei qui?” gli chiesi guardandolo “ieri pomeriggio” disse iniziando a camminare per andare al suo ombrellone “wow ok dai ci vediamo in giro ora vado da Lara” dissi fermandomi “ok ci vediamo ciao piccola” disse andando avanti.

Io girai appena vidi Lara “Lara vieni un attimo” dissi facendole il segno di venire verso me “dimmi” disse guardandomi “devo farmi i rasta ma non posso mio zio è qui” dissi innervosita.

Andammo all'ombrellone senza fare niente il mio cellulare iniziò a squillare ma lo ignorai “non rispondi?” mi chiese Lara “eh? Come? Oh si adesso rispondo” dissi alzandomi dalla sdraio, e prendendo il cellulare dalla borsa. Appena vidi il numero deglutii “pronto” dissi con voce tremante “ti vedo Laura. Sono in spiaggia pure io sai? Ho voglia di te” disse Dylan “cosa vuoi da me?” dissi in preda al panico “io voglio te tesoro, non so se sono stato chiaro” disse il ragazzo con cui stavo parlando.

Riattaccai subito e rimisi il cellulare nella borsa “chi era?” mi chiese Lara “oh nessuno tranquilla” dissi facendo un respiro profondo.

 

Un mese prima.

 

Uscii di casa alle 22.30 per andare in discoteca con una mia amica, giusto per passare il venerdì sera un po' diversamente.

Quando arrivammo in discoteca io e Nena vedemmo un ragazzo vicino all'entrata non era un buttafuori si capiva, ci stava o meglio mi stava guardando in modo strano, non saprei definire il suo sguardo era malvagio e mi stava mettendo un pochino a disagio.

Il buttafuori ci fece entrare subito saltando la fila. Purtroppo non fece entrare solo noi ma anche il ragazzo che mi stava fissando in modo strano ma non gli diedi peso.

Decisi di andare al bancone per bere qualche cocktail decisi di prendere una birra per non bere pesantemente "hey piccola" mi disse il ragazzo che era all'entrata "non sono la tua piccola e ora evapora" dissi secca, "io sono Dylan, e sono italiano tu chi sei?" Mi chiese sorridendo "sono Laura Kaulitz" dissi in italiano “sei la figlia di Bill Kaulitz il manager dei Tokio Hotel?” chiese spalancando la bocca “si sono proprio io. Ora però sparisci o ti faccio sparire io” dissi cercando di allontanarmi da lui “sei una cattiva ragazza, mi piacciono cattive” disse stringendomi a se per poi baciarmi “porco” dissi tirandogli uno schiaffo.

Uscii dal pub e iniziai a camminare veloce. Purtroppo sono andata nella direzione sbagliata, ovvero nel quartiere malfamato di Amburgo me ne ero accorta solo dopo mezz'ora, -devo chiamare mio padre- pensai tirando fuori il cellulare ma ci ripensai subito.

Tornai indietro e appena vidi Dylan iniziai a correre anche se avevo stivali con il tacco sentii i suoi passi. Inutile dire che mi raggiunse in fretta “hey tu non fare la furba” disse prendendomi di forza “smettila ti denuncio se non la smetti” dissi tirandogli un calcio per tornare con i piedi per terra.

Appena mollò la presa gli diedi un pugno, che purtroppo qualcuno fotografò.

Iniziai a correre verso casa. Appena arrivai aprii la porta per poi entrare e chiudere subito “Laura che succede?” chiese Flavia “chiama mio padre” dissi secca andando in cucina “Bill, scendi Laura è tornata a casa” urlò dal salotto.

Dopo 5 minuti vidi mio padre arrivare “sei già a casa?” disse perplesso sedendosi davanti a me “non uscirò mai più da questa casa” dissi fissando il vuoto “Laura che succede?” mi chiese prendendomi le mani “ha tentato di stuprarmi” dissi con voce tremante “chi? Chi ha tentato di stuprarti?” chiese preoccupato “uno che si chiama Dylan, è italiano” dissi.

 

2 giorni prima di partire

 

Il mio cellulare squillò e risposi subito “pronto” dissi felice e contenta “ciao cucciola come va? Ti ricordi di me? Sono Dylan” disse “che vuoi da me?” dissi con voce tremante “non lo hai ancora capito? Io voglio te piccola” disse ridendo “approposito so dove vai” continuò. Io riattaccai subito impaurita da quello che aveva detto.

 

“Lara accompagnami all'ombrellone di mio zio gli devo dire una cosa urgente” dissi iniziando a camminare velocemente “si arrivo” disse alzandosi e seguendomi.

Appena vidi mio zio corsi da lui “zio, ti devo dire una cosa urgente!” dissi prendendogli le mani “cosa tesoro mi stai facendo preoccupare” disse guardandomi in faccia “lui è qui zio è qui. Dylan è qui e io non so che fare. Ho paura, troppa paura” dissi in preda al panico “ehi calmati un attimo. Come sai che è qui? Gli hai dato il tuo numero? Gli hai detto dove saresti andata in vacanza?” mi chiese guardandomi “mi ha chiamata al cellulare, io non gli ho dato il mio numero ma qualcuno che mi conosce glielo deve aver dato, e gli deve aver detto dove sarei stata in vacanza. Io non so più che fare ho davvero tanta paura” dissi coprendomi il volto con le mani “cucciola andrà tutto bene” disse accarezzandomi la schiena.

Tornai all'ombrellone e presi il cellulare, lo portai a mio zio e gli feci vedere cosa mi scriveva “ok è pericoloso, tu stai tranquilla e non agitarti” disse ridandomi il cellulare “ok zio ma come faccio ho paura di ritrovarmelo in casa” dissi giocherellando con il cellulare “tranquilla ora vai a riposarti sotto il sole” disse sorridendo.

“Ciao Laura” disse un ragazzo passandomi vicino “zio è lui” dissi a bassa voce “Dylan” urlò, Dylan lo sentì e si girò e venne da noi “si?” disse con un sorriso da ebete, guardandomi il pezzo sopra del costume “smettila di molestare mia nipote fallo ancora e ti denuncio” disse mio zio stritolandogli la spalla “signor Kaulitz ma io non molesto sua nipote. Non lo farei mai è la figlia di uno dei miei idoli” disse con uno sguardo strano “non fare il lecca cazzo” dissi in italiano “ma non lo sto facendo ho buoni gusti musicali” disse guardando il mio seno.

Dopo quella discussione io e Lara tornammo al nostro ombrellone “lo odio cazzo” urlai in preda alla rabbia “Laura calmati così non risolvi nulla” disse Lara facendomi il segno di sedermi accanto a lei “Lara non riesco mi mette paura quel tipo li mio zio non mi aiuta nemmeno ci fa amicizia” dissi sbattendo il piede a terra. Presi il portafogli e il cellulare della borsa e andai al bar da sola senza Lara “un caffè per favore” dissi tirando fuori un euro “ecco a lei” disse un ragazzo con la cresta.

Lo bevvi velocemente e andai all'ombrellone per prendere la mia borsa “vuoi la tua borsa?” disse Lara passandomela “grazie ci vediamo dopo” dissi.

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Capitolo 4
*** una triste storia ***


CAPITOLO 3.

 

Una triste storia

 

Ero tornata al mio appartamento per pranzare.

Aprii il frigo e guardai cosa mi ero portata -quanta roba- pensai prendendo l'insalata.

Tirai fuori una vaschetta per mettere dentro l'insalata, ma fui interrotta dalla suoneria del mio cellulare, era mio padre che mi stava chiamando risposi subito appena vidi la sua foto “ciao papà” dissi mettendo il vivavoce “ciao Laura come stai?” mi chiese mentre condivo l'insalata “bene ma devo dirti una cosa importante” dissi mangiando una foglia d'insalata “si lo so cosa è successo Tom mi ha detto tutto e mi ha detto che ha la situazione sotto controllo tu ora stai tranquilla e non preoccuparti, tuo zio so io com'è fatto goditi le vacanze e divertiti” disse velocemente.

Io continuavo a condire l'insalata tranquillamente “papà tu dove farai le vacanze?” gli domandai “le faccio nel campeggio dove stai tu ora mi faccio l'ultima settimana di ferie li e poi torno a casa” disse “cosa? Papà no io qui ho un reputazione mi rovineresti” dissi a voce alta “Laura Kaulitz calmati” urlò di tutta risposta. Dalla rabbia riattaccai e finii di preparare l'insalata per poi metterla a tavola e mangiarmela.

Quando finii di mangiare lavai i piatti e accesi il mio computer e guardai le mie e-mail ci avevo messo 10 minuti.

Presi la mia borsa da mare e mi avviai per la spiaggia “Laura” sentii urlare dietro di me “ehi ciao Alessandro” dissi fermandomi “andiamo insieme?” mi chiese fermandosi “certo” dissi iniziando a camminare “come va?” disse camminando accanto a me “bene grazie te?” dissi abbassando lo sguardo “bene” disse sorridendo “è successo qualcosa?” mi chiese vedendomi sovra pensiero “ho avuto una lite con mio padre” dissi “uh spero che passi tutto, mi dispiace” disse fermandosi “arrivati. Ti fermi un po' qui con me?” mi chiese “ok” dissi sedendomi “da quanto vieni qui?” mi chiese “da quando ho 15 anni. E tu da quanto sei animatore?” chiesi giocherellando con le mani “da quest'anno” disse sorridendomi “sono fighi i tuoi dread. Li aveva anche mio zio qualche anno fa, me li vorrei fare ma mio padre mi caccia di casa se me li faccio li so fare però” dissi tirando fuori il cellulare “tuo padre è severo. Parlami un po' di te e della tua famiglia” mi disse sorridente “ho solo mio padre, la mia matrigna con il mio fratellastro, mio zio con i suoi tre figli, e i miei nonni mia madre è morta quando avevo appena 5 anni in un incidente stradale” dissi diventando triste “oh capisco” disse.

Dopo mezz'ora me ne andai al mio ombrellone “ciao Laura” disse Dylan davanti a me -no ti prego vattene via io mi voglio godere le vacanze non scappare da uno stupratore- pensai ignorandolo totalmente. Decisi di prendere la borsa e andarmene al bar della spiaggia “ciao Ale” dissi rimanendo in piedi “ehi vai già?” mi chiese “no rimango qui mi devo nascondere da uno che mi perseguita da un mese” dissi “cosa?! Dimmi chi è che lo sistemo io” disse “no, no, no ci pensa già mio zio a lui solo che mi tormenta ancora” dissi abbassando lo sguardo “tranquilla vedo di farlo cacciare” disse sorridendo “grazie” dissi abbracciandolo.

 

 

Passò una settimana.

 

Mio zio tornò in Germania e io ero rimasta sola con le mie amiche, Dylan e Alessandro in questa settimana conobbi meglio Alessandro “sai Ale ora che non c'è mio zio vorrei farmi i dread” dissi sorridendo “te li faccio se vuoi” disse sorridendo “se me li vuoi fare, fammene due dietro non mi interessa di cosa mi dirà mio padre quando torno e me li vede io ho 20 anni e devo essere indipendente” dissi decisa “hai ragione Laura. Tu hai qui un uncinetto?” mi chiese guardandomi “ si certo adesso lo prendo” dissi tirandolo fuori dalla mia borsa “perfetto grazie mille” disse prendendolo in mano “bei capelli mi piacciono molto” disse “grazie mille” risposi sorridendo.

Mentre lui mi faceva i dread io gli parlavo ancora un po' di me anche se sapeva già tutto.

 

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Capitolo 5
*** Ti voglio bene papà ***


Capitolo 4

 

Ti voglio bene papà.

 

Appena finì di farmi i dread venne davanti a me "grazie" dissi a bassa voce "e di che?! L'ho fatto con piacere e ora dimmi una cosa" disse guardando i miei occhi castani "cosa?" Chiesi curiosa quasi come una bambina "ti da ancora fastidio quel tipo li? Laura non mentire" disse guardandomi.

Io abbassai lo sguardo "lo sapevo. Vieni con me andiamo alla reception" disse prendendomi per mano e alzandomi.

Arrivati alla reception disse tutto quanto e mi guardarono "chi è signorina Kaulitz?" Mi chiese la signora "Dylan Leo" dissi "oh si lo manderemo via e faremo denuncia" disse guardandomi "grazie" dissi allontanandomi "torniamo in spiaggia" disse Alessandro "ok" dissi camminando accanto a lui.

Arrivati in spiaggia andai al mio ombrellone “ehi Laura come va?” mi chiese Giada “ciao Giadi bene dai te?” dissi bevendo “bene. Alessandro ti da fastidio?” mi chiese “no, no anzi credo che gli sto dando io fastidio” dissi prendendo la bottiglietta d'acqua dalla mia borsa “impossibile. Vedo che quando sei al bar viene sempre da te per parlarti” disse “si andiamo molto d'accordo è gentilissimo” dissi sorridendo “ti sei innamorata?” mi chiese “no, che dici?! Sei matta tu io non mi sono innamorata” dissi alzando le spalle più volte “lo so che menti ti sei innamorata di Alessandro” urlò iniziando a ridere “scema cosa dici non è affatto vero” dissi sorridendo “stai mentendo Laura si vede che sei innamorata” disse scoppiando a ridere “e dai Giada” dissi abbassando le braccia “in certi momenti ho voglia di prenderti e buttarti in acqua ma poi mi ricordo perché non lo faccio. Sei una montagna” disse per poi scoppiare a ridere “hai paura di me?” le chiesi indicandomi “solo quando t'arrabbi so come fai quando ti arrabbi” disse sorridendo “ beh con te non riesco ad arrabbiarmi” dissi abbracciandola. Feci passare un'ora per andare al bar "ciao" dissi avvicinandomi agli animatori "ciao. Tutto ok?" Mi chiese Mattia "per il momento si ma ho un po' di problemi con mio padre non ci parliamo da un po' di tempo e sono preoccupata ho paura che sia ancora furioso da quella lite non voglio litigare con lui solo che certe volte mi fa infuriare" dissi abbassando lo sguardo "da quanto è che non vi parlate?" Mi chiese Alessandro "da una settimana" dissi "no ok non va bene non volete risolvere?" Disse Lorena "risolveremo quando torno a casa non posso più continuare così" dissi quasi ad alta voce. 

Passai un'ora in loro compagnia e poi andai al mio ombrellone per prendere le mie cose e tornare all'appartamento "Laura" sentii urlare da Dylan "cosa vuoi? Vattene via ti denuncio se non la smetti" dissi facendolo indietreggiare. 

Iniziai a camminare velocemente per andare al bar e salutare i ragazzi "ciao io vado già via che stasera devo uscire presto e ci metto molto per prepararmi ah si ehm ora non può più entrare nel campeggio giusto?" Chiesi prima di andarmene "giusto rimarrà fuori e quindi ti conviene stare attenta quando esci dal campeggio" rispose Alessandro.

Io annuii e me ne andai al mio appartamento "Laura parlarmi ti prego dai non ti darò più fastidio me ne vado" disse Dylan "vattene via non devi parlarmi non ne posso più cazzo. Tu non la smetterai mai di tormentarmi. Dici che non mi infastidirai ma non è così" gli urlai contro per poi spingerlo fuori dal mio spazio "cosa sono queste urla?" Urlò la sicurezza "senta ho un problema venga per favore" urlai.
Vidi arrivare due ragazzi della sicurezza "che sta succedendo?" Mi chiese il primo "sto tipo qui mi tormenta da quando sono in Germania e ora mi perseguita a anche qui in Italia non ne posso più" dissi "deve andarsene dal campeggio signore" disse il più alto tra i due.

Passò mezz'ora da quando lo avevano cacciato definitivamente dal campeggio finalmente ero libera non mi preoccupavo più di uscire nel campeggio potevo andare a vedere cosa si faceva in spiaggia.

Decisi di farmi una doccia calda e andare in spiaggia a guardare cosa si faceva.

Quando finii di farmi la doccia mi vestii subito e mi asciugai bene i capelli. Il cellulare iniziò a squillare non guardai chi era risposi subito “pronto” dissi secca “ciao Laura sono Papà” disse “ciao papà” dissi con la voce spezzata “piccola voglio fare pace con te” disse con la voce bassa “papà anche io ma so già che finiremo per litigare ancora è passata una settimana e non ci siamo parlati e ora mi chiami per chiedermi scusa. Papà ora sarò sincera perché dovrei perdonarti?! Sai che ti perdono sempre tu sei il mio papà l'uomo più importante” dissi con la voce abbastanza alta “piccola mia io non voglio litigare con te solo che a volte sei cocciuta. Proprio come me” disse per poi scoppiare a ridere “ti voglio bene papà” dissi sorridendo “anche io Laura” disse.

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Capitolo 6
*** capitolo 5 Addio ***


@memy881 carissima dedico questo capitolo a te grazie mille per l'idea e per tutte le tue recensioni sei davvero dolce


Capitolo 5

 

Addio.

 

15 anni prima.

 

*Bill*

La sveglia di Nena suonò alle 6:30 ma invece che svegliarsi lei mi svegliai io “Nena svegliati che se no fai tardi al lavoro” dissi scuotendola “si ho sentito adesso mi alzo” disse girandosi verso di me “buongiorno amore” dissi baciandole le labbra “buongiorno Bill” rispose sorridendo.

La nostra Laura dormiva beata nella sua cameretta, era la mia bambina, la mia piccolina “Papà” sentii urlare dalla camera di Laura mi alzai di colpo e corsi subito nella sua cameretta. Appena vidi che stava ancora dormendo tirai un sospiro di sollievo “che è successo?” sentii sussurrare alle mie spalle “nulla Laura stava avendo un incubo però non si è svegliata” dissi avvicinandomi a lei “povera piccola” disse appoggiandosi alla mia spalla “ti amo Nena” dissi baciandole la guancia “ti amo anche io Bill. Dai vado a lavarmi che tra un'ora devo andare a lavorare” disse staccandosi “ok”.

 

*Nena*

 

Appena finii di lavarmi mi vestii in fretta e mi truccai “Bill io torno alle 8:30 di stasera” dissi mettendomi le scarpe “ok a stasera amore” disse baciandomi.

Appena uscii dal box con la macchina andai direttamente a fare benzina per evitare di rimanere a piedi. Appena pagai mi avviai per andare a lavorare

 

 

*Bill*

Nena era appena uscita di casa per andare al lavoro e io iniziai a scrivere delle canzoni e una di quelle era dedicata a Laura alla mia bambina.

Dopo 10 minuti il mio cellulare squillò risposi non appena sentii la suoneria "pronto" disse schiarendomi la voce "signor Kaulitz?" mi chiese l'uomo dall'altra parte "sono io perché?" chiesi "sua moglie ha avuto un incidente ed è in grave condizioni all'ospedale di Lipsia" disse l'uomo dall'altra parte riattaccai e andai a prendere Laura per portarla con me.

appena arrivammo in ospedale chiesi subito della mia donna mi indicarono dove andare e quale stanza dove stava. Non appena entrammo la vidi con tagli da tutte le parti, vidi la linea dei battiti del cuore diventare dritta capii che era finita. 

Nena era morta, avevo perso mia moglie una parte di me. Non so come ma Laura capì che Nena era morta, era scoppiata in lacrime come me in preda alla disperazione io e mia figlia abbiamo perso la nostra donna. 

"Mamma no non te ne andare ti prego resta con me e papà non ci lasciare" urlò tra le lacrime "piccola mia non lascerò mai non voglio perdere un'altra donna che mi ha fatto sorridere sei tu vita mia sei tu Laura" dissi guardandola negli occhi "papà io l'ho sognato lo sapevo che sarebbe morta la mamma ma non pensavo che sarebbe successo oggi" disse strofinandosi gli occhi "piccolina mia era solo un brutto sogno è stato il destino a portare via la mamma non il tuo incubo è solo una cosa che succede vita mia. Vedrai che andrà tutto bene qualsiasi cosa succeda io ti proteggerò sempre" dissi abbracciandola.

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Capitolo 7
*** capitolo 6 Buon ferragosto ***


Scusate se ho pubblicato in ritardo ma a scuola hanno iniziato a darmi i compiti e iniziano ad essere sempre più difficili spero che vi piaccia il capitolo buona lettura ^^

Capitolo 6

 

Buon Ferragosto.

 

Passarono circa 3 giorni da quando io e mio padre eravamo tornati a volerci bene. Ero davvero stanca quel sabato pomeriggio così decisi di andare a riposare in spiaggia per prendere anche un po' di sole.

Arrivata in spiaggia andai al mio ombrellone e poggiai sulla sabbia sotto il sole cocente il mio asciugamano e mi misi in costume e mi sdraiai tranquilla sul mio asciugamano a pancia in giù e chiusi gli occhi “Laura” sentii urlare “chiunque tu sia sparisci che sto cercando di riposare e prendere il sole” dissi ad alta voce “sono Alessandro. Vieni al bar a fare dei giochi?” disse “scusa ma non ho voglia ho un sonno pazzesco e poi stasera è ferragosto e devo stare fuori fino a tardi con Lara e Giada” dissi alzando lo sguardo “e dove andate di bello?” mi chiese “in centro penso se no veniamo qui in spiaggia” dissi alzandomi “ehm ok fammi sapere” disse per poi andarsene.

Mi stesi di nuovo sotto il sole e mi addormentai “Laura svegliati sono le cinque del pomeriggio” mi disse Lara “come sono già le cinque del pomeriggio?” chiesi “si” mi disse.

Mi alzai e andai verso la mia borsa per prendere dei soldi “dove vai?” mi chiese Lara “vado bere un caffè vieni?” le proposi ma la vidi andarsene così feci spallucce e me ne andai al bar della spiaggia “ciao Lau” disse Dylan. Io lo ignorai totalmente e andai dentro per bere il caffè “ciao” mi sentii dire da dietro “ciao come va?” chiesi sedendo “bene grazie hai riposato bene?” mi chiese per poi ridere “hahaha si grazie andiamo ai tavoli” dissi uscendo “dai allora stasera che fai? Vieni in spiaggia o vai in centro con Lara e Giada?” mi chiese Mattia “ti ha detto tutto il tuo collega” dissi sorridendo “dai vieni ti prego” mi chiese facendo gli occhi dolci “ok, ok vengo ma non dovete farmi cantare" dissi incrociando le braccia. "Perché dovremmo farti cantare?" Mi chiese "Mattia il mio cognome è Kaulitz non ti ricorda nessuno che ha questo cognome?!" Dissi sarcastica "ah già come va con tuo padre e tuo zio?" Mi chiese sorridendo "con mio padre va non bene ma va. Con mio zio normale" dissi "povera piccola e lo stalker ti da ancora fastidio?" Mi chiese "si ed è proprio li" dissi indicandolo "tranquilla se corri al campeggio non può entrare" disse sorridendomi.

-il problema rimane- pensai "lo so questo ma rimane sempre il problema esco dal campeggio mi stupra" dissi "lo so spero che non succeda niente se esci dal campeggio al massimo stai in compagnia" disse appoggiando i gomiti "porca troia c'è mio padre" dissi appena lo vidi con Flavia "e allora?" Chiese. Io non risposi "signori Kaulitz" urlò Mattia " vaffanculo no cazzo non voglio che venga qui" dissi nascondendomi "ciao Laura" dissero mio padre e Lucas "porca puttana. Mattia ci vediamo dopo" dissi in italiano "ok a dopo bella" disse mentre mi alzai "seguitemi" dissi in tedesco "ciao tesoro" disse mio padre "ti ho detto di non venire cazzo e tu sei venuto. Perché mi rovini la vita" urlai contro a mio padre "sono tuo padre Laura non ti azzardare a parlarmi ancora così" disse ad alta voce "non me ne fotte un cazzo mi hai rovinato le vacanze" urlai in preda ad una crisi isterica per poi correre al mio ombrellone "Laura che hai?" Mi chiese Giady "mio padre è qui eppure gli ho detto di non venire e lui è venuto qui lo stesso" dissi prendendo la mia borsa "ma Laura che c'è di male" disse "non potresti capire" dissi mettendo tutto nella borsa per poi andarmene in campeggio "hey dove vai?" mi sentii urlare da Alessandro che ignorai totalmente.

 

Appena arrivai al mio appartamento entrai e andai a farmi la doccia, appena finii mi rivestii e mi truccai leggermente per la festa in spiaggia "c'è qualcuno?" sentii urlare in tedesco fuori dall'appartamento dove stavo io "chi sei?" urlai "sono Bill posso entrare?" chiese "ok tanto tu sei il mio capo" urlai “ehi si può sapere che hai?” mi chiese mio padre “ti ho detto di non venire e tu non mi hai ascoltata sei venuto eppure lo sapevi meglio di me” ringhiai tra i denti “perché non sarei dovuto venire?” mi chiese venendo in camera mia "non mi dai fiducia e poi non posso fare quello che voglio io" dissi prendendo il computer "cos'hai dietro ai capelli?" Mi chiese "nulla non ho nulla" dissi alzando le spalle "Laura quelli sono rasta. Non ci posso credere tu ti sei fatta i rasta vuoi per caso drogarti? Ti ho proibito di farteli e tu hai disubbidito sei incredibile Laura" mi urlò contro "ne ho fatti tre e tu ti incazzi solo per tre piccoli dreadlocks ho 20 anni papà sono una donna ormai e sono indipendente ma tu non lo vuoi accettare ed è per questo che mi continuo a ribellare tu non riesci accettare che riesco andare avanti anche senza di te" gli urlai contro avvicinandomi fin troppo a lui "Laura io sono tuo padre cazzo e mi devi sempre rispettare ma invece no preferisci urlarmi contro e farmi sentire uno schifo tu non riesci andare avanti senza di me lavori per me e la mia band da quando hai 17 anni" mi urlò contro a sua volta "sai cosa papà mi sono rotta i coglioni di fare la brava ragazza sotto i tuoi occhi io sono sempre stata buona e brava ti ho sempre rispettato ma da quando sono venuta qui in questo campeggio non hai fatto altro che controllare quello che facevo anche se te ne stavi in Germania. Ti ricordo anche il mio tatuaggio sul braccio che mi sono fatta quando avevo 16 anni mi hai cacciato fuori di casa una settimana" gli urlai contro per poi girarmi "Laura io lo faccio per il tuo bene lo sai che sei la mia vita e poi io mi devo prendere cura di te sono tuo padre non una persona chiunque io sono Bill Kaulitz tuo padre e sono anche responsabile se ti accade qualcosa io sono responsabile sono io il tuo capo” disse abbassando la voce “non sei il mio capo sei solo mio padre anche al lavoro e poi io sono responsabile di me stessa lo sai meglio di me” ringhiai tra i denti “ora vattene dal campeggio, non ti voglio tra i piedi, non voglio farmi le vacanze con te sempre in mezzo” dissi prendendo il computer in mano

aspettando che se ne andasse. “Ok me ne vado hai vinto tu Laura non mi vuoi qui? Me ne vado ma sappi che se ti accade qualcosa di negativo come uno stupro da parte di Dylan io me ne fregherò” disse per poi andarsene.

Come poteva dirmi quelle cose a me. Sono sua figlia e dovrebbe proteggermi e non fregarsene.

Me ne stetti nell'appartamento per un bel po' di ore erano già le 22:00 e io decisi praticamente di non uscire per niente anzi di starmene nell'appartamento a guardare se il mio migliore amico era in linea su Facebook ma non c'era così decisi di chiudere la sua chat e guardare le novità ma come il solito non ce ne stavano visto che tutti erano fuori a divertirsi tranne io che ero chiusa dentro ad un appartamento sdraiata sul letto con il cellulare vicino che improvvisamente iniziò a squillare e il numero non lo conoscevo così deglutii e risposi “si pronto” dissi tremando “Laura dove sei? Avevi detto che saresti venuta ma non ci sei perché?” mi chiese Alessandro che non riconobbi nemmeno “chi sei?” chiesi ignorando le domande “sono Alessandro.” disse “oh ehm si scusa sono a casa ma non in Germania qui in campeggio non ho voglia di uscire” dissi sedendomi “e dai vieni qui in spiaggia c'è una festa ti vengo a prendere che appartamento è?” chiese io roteai gli occhi e sospiri “il 5” dissi per poi riattaccare.

*Dopo 10 minuti*

“Laura vieni?” urlò Alessandro fuori dall'appartamento “eccomi” dissi mettendomi la maglietta “andiamo” disse guardandomi.

Appena arrivammo in spiaggia vedemmo un casino pazzesco c'era da tutte le parti schiuma “ora si che mi divertirò” urlai per colpa della musica troppo alta “già dai balliamo” urlò per rispondermi.

Andammo in mezzo alla gente e iniziammo a ballare dovevo ammettere che era una serata davvero stupenda piena di divertimento fino a quando mi sentii picchiettare sulla spalla così mi girai e vidi Dylan io lo ignorai quando lo vidi decisi di continuare a ballare e allontanarmi sempre di più da lui “Ti stai divertendo?” mi chiese urlando Mattia “si moltissimo Dylan è qui solo che lo sto ignorando” urlai rispondendogli “brava Laura dopo entriamo tutti insieme in campeggio” urlò “perfetto. Vado a vedere se le ragazze sono al bar” urlai allontanandomi “ragazze venite dai che ci divertiamo” urlai facendo a loro il segno di venire.

La serata finì, ma anche se era passata in fretta mi sono divertita parecchio.

Il giorno seguente.

“c'era anche Dylan ma me ne sono fregata io mi allontanavo sempre” raccontai “grande. Quando torni in Germania?” mi chiese Lara “il 1 settembre devo tornare in Germania io non ho più voglia di vivere in quella casa. Mio padre mi sta facendo impazzire non ne posso proprio più” dissi sedendomi a un tavolo “povera dai che ci possiamo sempre vedere in video chat” disse sorridendomi “non voglio vedervi in video chat io voglio abbracciarvi nella vita reale e poi non potrei usare quasi mai il computer visto che lavoro 24 ore su 24” dissi tirando fuori il cellulare “tuo padre ti rompe sempre le scatole con il lavoro?” mi chiese “si io non lo sopporto più” dissi poggiando il cellulare sul tavolo “ehi ragazze come state?” disse Alessandro poggiandosi al tavolo “ehi Ale bene grazie te?” dissi sorridendo “bene grazie stasera avete qualcosa da fare?” chiese “si andremo in centro giusto per curiosare in giro” dissi.

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Capitolo 8
*** capitolo 7 una cattiva giornata ***


Capitolo 7

 

Una cattiva giornata.

 

Erano le 10:00 del mattino io e Lara stavamo già in spiaggia ai tavolini a parlare con Alessandro “Laura” urlò mio padre -che vuole sto qua mi ha rotto le scatole non se ne doveva andare a casa?- pensai roteando gli occhi “che c'è Bill” dissi secca “ehi sono tuo padre e portami rispetto” disse standomi vicino “un padre non dovrebbe fare come stai facendo tu non dovrebbe controllare sempre la propria figlia e ora vattene” dissi alzandomi prendendo la borsa.

Me ne andai al mio ombrellone e spostai la sdraio sotto al sole “Laura perché hai trattato così tuo padre?” mi chiese Alessandro “non sai come mi tratta lui” dissi io iniziando a piangere “ehi, ehi stai tranquilla si sistemerà tutto vedrai ma ora goditi le vacanze e sorridi che sei bellissima” disse abbracciandomi “Ale lui è qui per rovinarmi le vacanze, io mi faccio in quattro ogni anno per avere pace e tranquillità in estate durante le ferie e lui mi rovina sempre le vacanze io ho sempre fatto finta di nulla ma adesso basta non ne posso più” dissi coprendomi il volto con le mai “poverina” disse stringendomi di più a se.

 

*La sera stessa*

 

mi stavo vestendo per andare in centro con Lara improvvisamente il mio cellulare iniziò a squillare io guardai ma il numero era nascosto così risposi “pronto” dissi con la voce tremante “ehi piccola so che fai stasera ci becchiamo in centro” disse “Dylan vai a fare in culo e non chiamarmi mai più” dissi per poi riattaccare e lanciare il cellulare sul letto.

Mi vestii e uscii dall'appartamento andando verso il bungalow di Lara “oh eccoti Laura andiamo” disse venendomi ad abbracciare.

Andammo al centro in cerca di una discoteca per svagarci un po'.

Appena vidi una discoteca trascinai con me Lara per vedere. Entrammo ma uscimmo subito non era bella "no ok questa non sembra una discoteca andiamo da un'altra parte" disse "non credo che ce ne siano altre o meglio se ci sono sono lontane" continuò guardandomi "hai ragione andiamo a farci un bel giretto" dissi. Il suo cellulare squillò e appena la vidi con la faccia triste capii che doveva andare "Laura devo andare che palle vieni al campeggio con me?" Mi chiese "no torno da sola vai tranquilla" dissi abbracciandola.

Andai per conto mio a guardare un po' in giro. Qualcuno mi prese da dietro e mi sollevò "chiunque tu sia mollami" dissi scalciando "amore ma io ti voglio sei mia!" disse Dylan "Dylan mollami non sono tua tu mi fai schifo sei un porco" urlai ma lui non mi lasciò anzi mi portò in un posto isolato e iniziò a togliermi i vestiti "aiuto" urlai "vi prego aiutatemi” urlai ancora.

Sentii dei passi avvicinarsi sempre di più e capii che mi avevano sentito “chiunque tu sia vattene” urlò Dylan “polizia siete circondati non fate alcun movimento” urlò un uomo “merda” disse a bassa voce Dylan “aiuto ho bisogno di aiuto” urlai ancora ma Dylan si abbassò per avvicinarsi a me e mi diede un pugno sul naso “ahi! Aiuto mi sta facendo del male” urlai ancora “arriviamo” urlò il poliziotto.

Il poliziotto venne verso di noi io ero rimasta solo in intimo i vestiti me li aveva tolti appena arrivammo in quel posto li "che hai fatto alla ragazza?" Chiese "niente" disse Dylan "perché c'è sangue a terra?" Chiese ancora una volta "mi ha dato un pugno ha tentato di stuprarmi" dissi rivestendomi "Signore l'arresto per tentato stupro e lei signorina aspetti l'ambulanza" disse dopo che mi rimisi la maglietta.

Dopo 10 minuti l'ambulanza arrivò e mi portò in ospedale dove mi fecero delle lastre al naso "signorina Kaulitz il suo naso è rotto ora deve rimanere qui per la nottata perché non si sa mai domani ritorna a casa" disse il medico "ok" dissi abbassando lo sguardo.

Presi il cellulare dalla borsa e mandai un messaggio a Lara che mi chiamò subito "Laura che è successo?" Mi chiese "nulla Dylan ha tentato di stuprarmi e la polizia lo ha sgamato e poi mi ha dato un pugno sul naso che me l'ha rotto" dissi "capisco torni stasera?" Mi chiese ancora "no Lara starò qui per la notte e domani torno in campeggio" dissi "ah ok dai a domani. Ciao tesoro" disse per poi riattaccare.

Decisi di chiamare mio padre anche se ero ancora incazzata nera con lui “pronto” disse con voce rauca “papà sono Laura” dissi a bassa voce “Laura dove sei?” mi chiese a quella domanda non volevo rispondere ma dovevo se no si arrabbiava “all'ospedale Dylan ha provato a stuprarmi non lo ha fatto solo che mi ha dato un pugno sul naso e me lo ha rotto e ora sono in ospedale” dissi tra i singhiozzi “Laura arrangiati io te lo avevo detto non farò niente” disse “sei il padre peggiore del mondo” urlai per poi riattaccare.

Il giorno seguente tornai al campeggio e appena entrai vidi Alessandro “we bella ieri sera dov'eri?” mi chiese “ehi Alessandro ma lascia stare che è meglio, vorrei tornare in Germania. Sono le vacanze peggiori di tutta la mia vita” dissi iniziando a camminare “perché? Che è successo?” mi chiese “ieri sera ho chiamato mio padre e gli ho detto che Dylan mi stava per stuprare e che ho il naso rotto e lui mi ha detto che se ne fregava io gli ho detto del padre peggiore del mondo io a sto punto non so più che fare” dissi girando nel vialetto di dove stavo io “capisco ci vediamo dopo in spiaggia” disse abbracciandomi -a dopo amore mio- pensai sorridendo.

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Capitolo 9
*** ti odio ***


Spero davvero che vi piaccia =) buona lettura ♥


 

Capitolo 8

 

Ti odio.

 

Andai in spiaggia per prendere il sole come ogni giorno ma quel lunedì ci andai da sola “Ehi Laura” urlò Alessandro per farmi andare da lui “ciao ragazzi” dissi sorridendo “come va?” mi chiese Mattia “bene credo voi?” dissi sorridendo “bene grazie” dissero tutti insieme “Laura”urlò ancora mio padre “ragazzi io scappo il menefreghista mi sta chiamando” dissi andandomene.

Andai al mio ombrellone e mi misi in costume da bagno "Laura vieni al bar" disse Giada "c'è mio padre e non voglio vederlo" dissi mettendo via la borsa "Laura ti deve dire una cosa importante e te la deve dire prima che parta" disse avvicinandosi di più "uffa ok vengo" dissi sbuffando.

Andammo al bar e mi guardai intorno in cerca di mio padre "Laura vieni" disse mio padre prendendomi dalla mano "mi hai delusa, mi hai abbandonata a me stessa e ora pretendi rispetto e che io moderi il linguaggio!?" gli urlai in tedesco "Laura io ti voglio bene ma sei tu che inizi sempre" disse giustificandosi "no papà sei tu che ti diverti a trattarmi uno schifo io ti dico di non preoccuparti e di non venire e tu vieni però non ti preoccupi se vengo stuprata da un italiano di merda" gli urlai contro spingendolo "Laura me ne sto andando, e mi sto scusando però tu mi tratti uno schifo che ti ho fatto di male?" chiese tenendomi dai polsi per evitare che lo spingessi ancora "papà tu non mi hai mai portato rispetto o almeno al lavoro non mi hai rispettata invece lo zio, Georg e Gustav mi rispettano sempre anche fuori dal lavoro quando siamo a casa tu mi ignori sempre perché te ne stai sempre con quella troia di tua moglie e con quello stronzo di Lucas ma non stai mai con me mi isoli è così da quando ho 14 anni se non prima mi hai sempre trattata come un'estranea o una schiava. Io sono tua figlia e lo sai ma lo vuoi nascondere io ti volevo bene ma adesso sei solo una delusione papà. Io ti odio, a te importa solo di stare con quella stronza li e di volere più bene a Lucas che a me tu non mi sembri un padre ma un uomo che non è fiero di avere una figlia come me" gli rinfacciai iniziando a piangere "tu sei mia figlia io ti voglio davvero bene e sono fiero di averti come figlia" disse abbracciandomi. "Non me lo dimostri però io ti volevo bene papà ma tu ignoravi tutto quello che facevo per fartelo notare mi hai sempre trattata male al lavoro o a casa mi ignoravi sempre e io stavo sempre male io quando avevo 15 anni mi tagliavo perché non ti sentivo vicino e dopo ogni nostra litigata mi tagliavo per farmi notare ma tu nulla mi allontanavi sempre più io adesso mi sono arresa tu non sei più mio padre sei uno sconosciuto che mi segue e tu non te ne sei mai accorto io ho fatto cazzate per riavere mio padre ma nulla mi hai sempre di più allontanata. Quando avevo 16 anni ed ero andata in discoteca con le mie amiche e sono tornata alle 3:30 del mattino a casa ubriaca marcia tu non mi hai calcolata mi hai lasciato fuori di casa al freddo a rimettere l'anima non mi volevi in casa non mi hai rivolto la parola per un mese io ogni sera mi addormentavo tra le lacrime tra le canzoni della tua band li mi parlavi. Tra quelle canzoni mi parlavi" dissi continuando a piangere "Laura lo sai che io ti voglio bene sei mia figlia cazzo. Io ti ho sempre voluto bene spero che non ti tagli più ma devi farmi vedere tutti i tuoi tagli io non sapevo che ti avevo fatto arrivare a tanto. Non mi ero mai immaginato che ti tagliavi per me, per attirare la mia attenzione, perché mi volevi vicino" disse guardandomi negli occhi che ormai erano diventati due oceani per le lacrime.

Mio padre mi continuava a fissare e mi strinse più a se "Laura io ci sono sempre stato mi potevi parlare in qualsiasi momento ma non lo hai mai fatto" disse con la voce spezzata "papà sei tu che mi dovevi parlare non dovevo venirti a cercare io. Anche perché ogni volta che cercavo di parlarti tu mi cacciavi per stare con Lucas e Flavia" dissi tirando su con il naso "Laura voglio riparare a questi errori" disse "è tardi. Ora ti prego vattene ci vediamo tra 2 settimane in Germania ciao papà" dissi staccandomi e andando a un tavolo qualsiasi dove poggiai le braccia e sopra di esse la testa per poi liberare tutte le lacrime "Laura tutto ok?" Chiese Alessandro "no sto uno schifo voglio morire in questo momento" dissi tra i singhiozzi "non posso vederti così vieni andiamo dagli altri" disse porgendomi la mano "Laura stai calma cerca di risolvere con tuo padre" disse Mattia "Tia lui è stronzo è da quando ho 14 anni che mi tratta male io basta non voglio più lottare per avvicinarmi a lui" dissi sedendomi vicino ad Alessandro "non hai più voglia di lottare per stare un po' con tuo padre?" Mi chiese sorpreso Alessandro "no Ale alzo bandiera bianca lo lascio a Flavia e Lucas la sua nuova famiglia" dissi poggiando la testa sulla sua spalla. Ale mi guardava e intanto mi accarezzava il viso "e poi Ale non ti ho detto tutta la verità su di me cioè io ti ho nascosto una cosa importante" dissi alzando la testa "cosa? Dimmelo sai che ti puoi fidare" disse guardandomi negli occhi "io a 15 anni mi tagliavo perché sentivo che mio padre ormai era lontano da me non mi era vicino mi aveva abbandonata" dissi abbassando lo sguardo "Laura tu sei arrivata a tagliarti perché tuo padre ti ignorava o ti trattava male?! Perché non me lo hai mai detto?" mi chiese alzandomi il viso con le dita "perché, non lo so perché non volevo dirtelo forse per questo" dissi riabbassando lo sguardo “Laura sei una ragazza davvero dolce ma non puoi nascondere cose del genere e poi se era per farti notare da tuo padre hai sbagliato tu dovevi mostrare coraggio io scommetto che qualcuno ti ha detto di smettere di fare così” disse abbracciandomi “no alla fine ho capito da sola che non ne valeva la pena quindi ho lasciato stare” dissi.

Lui sorrise a quelle parole sembrava fiero di me o forse lo era “poverina non voglio sapere che stai provando in questo momento” disse stringendomi a se “tranquillo ormai ci ho fatto l'abitudine ho sempre nascosto questi problemi fino adesso dovevo liberarmi per forza” dissi stringendolo un pochino “sei dolcissima” disse.

Mi staccai dall'abbraccio e mi alzai “io vado a prendere del sole ci vediamo pomeriggio” dissi salutandoli per poi andarmene all'ombrellone.

 

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Capitolo 10
*** Sono sposato ***


Capitolo 9

 

Sono sposato.

 

17 anni prima

 

*Bill*

 

Io, Tom, Georg e Gustav stavamo per andare a una festa organizzata da alcune fans “Tom muoviti stiamo aspettando solo te” urlai innervosito “Bill stai calmo cazzo non trovo le scarpe” urlò “sono qui alla porta, idiota!” gli urlai indicandogliele “uffa ma Bill io non voglio mettere quelle” disse sbuffando “Tom metti quelle e usciamo” disse Georg “va bene” disse mettendosele.

Uscimmo di casa e andammo in una discoteca che era pienissima “andiamo a bere qualcosa?” chiesi urlando a mio fratello “ok” rispose seguendomi “ehi tu sei Bill Kaulitz” urlò emozionata una ragazza “si come ti chiami?” chiesi alla donna “Flavia ho 19 anni. Ti adoro sei fantastico” disse quella ragazza appena conosciuta “grazie ma perché tutti questi complimenti?” chiesi incuriosito “non pensare male sei solo il mio idolo tutto qui” disse “comunque è il caso che porti tuo fratello fuori si è preso una bella sbronza” continuò indicandomelo “cazzo! Mi aiuteresti a portarlo fuori per favore?” chiesi “certo disse sorridendo.

Lo portammo fuori dalla discoteca poggiandolo al muro “devo portarlo a casa mia sto cretino uffa” dissi prendendolo sulle spalle “ti do una mano?” mi chiese sorridendo “te ne sarei grato” dissi trascinandolo in macchina con Flavia.

Appena arrivammo a casa mia portai nella camera degli ospiti Tom e andai in salone.

Per fortuna Laura e Nena non erano in casa se no sarebbe successo il finimondo “vuoi qualcosa da bere o da mangiare?” chiesi “ehm no grazie” rispose sorridendo.

Dopo qualche minuto io e lei eravamo in sala a baciarci -cazzo no io sono sposato ho una figlia e non voglio rovinare tutto- pensai ritirandomi “è il caso che tu vada via io ho una figlia e sono anche sposato” dissi abbassando lo sguardo “oddio mio scusami non volevo perdonami” disse tirandosi indietro.

 

Il giorno dopo.

 

Mi svegliai presto e andai da mia madre a prendere Laura per riportarla a casa con me, mio fratello dormiva ancora quindi potevo fare tutto con calma e tranquillità.

Il mio cellulare iniziò a squillare così capii che era mia madre che mi chiamava per Laura risposi subito con il vivavoce “ciao mamma sto arrivando. Laura sta piangendo vero?” dissi “si, ehm si è appena svegliata. Comunque appena arrivi ti devo parlare” disse con tono severo per poi riagganciare.

Appena arrivai presi Laura in braccio e le diedi un bacio sulla guancia per poi guardarla negli occhi “Bill dobbiamo parlare quindi lascia giù Laura e vieni in cucina con me” disse.

La seguii in cucina e mi sedetti di fronte a lei “dimmi che succede” dissi “so che sei andato in discoteca ieri sera e io non lo accetto tu sei padre da 3 anni hai una figlia piccola e una moglie devi prenderti cura di loro due e non devi solo divertirti di sera devi anche guardare la tua famiglia quindi ora vai a prendere tua moglie all'aereo-porto con tua figlia e cura la tua famiglia come si deve” disse mia madre indicandomi la porta della cucina “si mamma hai ragione” dissi uscendo di casa con Laura per dirigermi verso la mia macchina per andare da mia moglie.

 

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Capitolo 11
*** capitolo 10 Giornata in famiglia ***


@memi881: tesoro mio grazie del tuo supporto ti adoro grazie davvero ne sono fiera =) un abbraccio ♥

Capitolo 10.

 

Una giornata in famiglia.

 

 

Io e Laura andammo a prendere Nena in aereo-porto per riportarla a casa.

Appena la vedemmo corremmo verso di lei per abbracciarla “mamma” urlò Laura prendendola dalle gambe “tesoro mio” disse lei prendendola in braccio “ciao amore mio mi sei mancata moltissimo com'è andata quella settimana in Austria?” chiesi baciandola “è stata stancante ma non importa dai a te com'è andata la settimana?” mi chiese “bene grazie stasera voglio uscire con te e Laura” dissi baciandola “certo tesoro” disse.

 

La sera stessa.

 

Io e Nena eravamo uno accanto all'altro e Laura era sulle mie gambe “vi voglio bene” dissi “pure io vi voglio bene” disse Nena.

Baciai la testolina di Laura e poi baciai Nena stringendola più forte.

Laura iniziò a tossire e a starnutire così Nena le toccò la fronte per capire se aveva la febbre oppure no “Bill è il caso che torniamo a casa” disse Nena “ciao Bill” sentii dire “ciao” dissi normalmente “Bill mi daresti le chiavi della macchina così torno a casa con Laura?” mi chiese Nena “no vengo con voi” dissi alzandomi con la bambina “Bill ehm David mi ha detto che devo fare una canzone con te e la tua band” disse Flavia “parliamone domani in studio così discutiamo meglio con i ragazzi.

Il giorno seguente, andai in studio per discutere con la band al completo, David e Flavia sulle canzoni. Era incredibile quanto andavamo d'accordo io e quella ragazza era bravissima e anche molto dolce.

Il nostro primo incontro è stato pazzesco in una discoteca piena di ubriachi che ballavano e poi a casa mia sul mio divano a baciarci.

Chi lo avrebbe mai detto?? Beh ero innamorato di due donne ma non potevo lasciare mia moglie amavo di certo più lei che una sconosciuta e ormai mia collega. 

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Capitolo 12
*** capitolo 11 fine vacanze estive ***


Capitolo 11 

Fine vacanze estive.

 

*Laura*

 

Le ultime due settimane passarono in fretta. Era già il penultimo giorno delle mie vacanze in quel campeggio.

Decisi di rimanere in spiaggia tutti il giorno con le mie amiche e gli animatori.

Stavamo sempre al bar per parlare con gli animatori "ragazzi cavolo domani torno in Germania" dissi abbassando lo sguardo "no, non te ne andare ti prego" disse Giada "non voglio andare via ma devo partire per tornare a casa e al lavoro" dissi guardando Lara "mi mancherai Laura spero che ci rivedremo presto" disse Lara "lo spero anche io mi mancherete ragazzi ma dai non piangiamo io parto domani mattina passo a salutarvi appena esco dal campeggio" dissi giocherellando con le Mani di Lara.

Alessandro e altri due animatori vennero da noi per parlare "ciao ragazze come state?" Chiese sedendosi "male" dissero Lara e Giada insieme "e tu Laura?" Chiese a me guardandomi "anche devo partire domani per tornare a casa" dissi abbassando lo sguardo "non fare così dai andrà bene e poi ci potremmo sentire tramite sms o tramite Facebook o Skype. Ci possiamo vedere anche ma tu devi pensare ad essere felice senza pensare alle cose negative" disse venendo da me e abbassandosi per guardarmi negli occhi "e come faccio ad essere felice dovrò soffrire ancora, io lavoro per mio padre ed è un inferno non so se riuscirò ad andare avanti" dissi spezzando la voce "cercate di risolvere" disse prendendo le mie mani nelle sue "è difficile e tanto" dissi con una lacrima che mi rigò il viso "Lau non è difficile devi affrontarlo" disse per poi abbracciarmi "dai non fare così non piangere" disse "Ale sto piangendo perché mi mancherete cioè io vi voglio bene ho passato 4 settimane uniche con voi" dissi stringendolo.

"Sei un tesoro spero che ci rivedremo presto” disse sollevandomi dai fianchi per prendermi in braccio “lo spero anche io. Anche perché mi sono affezionata a te e agli altri animatori” dissi sorridendo “sei dolcissima davvero.” disse dandomi un bacio sulla guancia.

 

La sera.

 

Ero appena arrivata in spiaggia con Lara e Giada e avevo il cellulare tra le mani perché mi scrivevo con il mio migliore amico “ciao Lau” disse Alessandro “ehi Ale come va?” chiese abbracciandolo “bene Forse è meglio che non ti chiedo come stai anche perché lo vedo dalla tua faccia che non stai bene” disse prendendomi la mano sinistra “già ma non importa tornerò il prossimo anno se il destino me la manda buona ci rivedremo” dissi continuando a camminare.

Io guardavo che facevano, e ridevo.

A fine della serata, quando tutti se ne erano andati ed eravamo rimasti soltanto io e Alessandro ci stavamo guardando negli occhi “e così domani mattina partirai per tornare in Germania dalla tua famiglia” disse guardandomi “purtroppo si, io non voglio tornare a casa per poi ricominciare la solita merda” dissi abbassando lo sguardo “Laura mi mancherai tantissimo e lo so che te l'ho già detto tante volte oggi ma purtroppo è la verità. Vorrei esserti vicino” disse abbracciandomi “si anche io vorrei esserti vicino mi sei stato d'aiuto durante queste quattro settimane ti voglio bene Ale mi mancherai moltissimo” dissi iniziando a piangere “anche io Laura spero che se verrò in Germania ci vedremo” disse “speriamo” dissi tenendo lo sguardo abbassato sorridendo “Laura vorrei averti sempre con me” disse abbracciandomi forte. 

Io e lui rimanemmo nel parchetto vicino alla spiaggia, sdraiati su un tavolo a guardare il cielo stellato. Io con la mia testa appoggiata sul petto e lui con la sua sul mio eravamo stanchi morti ma eravamo entrambi felici di passare la nostra ultima serata insieme "sai Laura io non ho mai sentito una storia come la tua. Cioè insomma è la prima volta che la sento e devo dire che tu sei davvero forte, coraggiosa e anche molto dolce" disse "grazie Ale tu mi sei stato accanto in queste quattro settimane e sei stato anche molto gentile con me" dissi alzandomi. 

Tirai fuori dalla borsa il cellulare per vedere che ore erano appena schiacciai il tasto del blocco e vidi 35 messaggi di mio padre e del mio migliore amico sbuffai per quanto ero stufa di ricevere sempre gli stessi messaggi "che ore sono?" Chiese Alessandro "le 2:30" dissi mandando in standby il cellulare "è il caso di andare si è fatto tardi" disse scendendo dal tavolo porgendomi la mano "grazie" dissi scendendo stringendola "ti accompagno al tuo appartamento" disse. 

Appena tornammo in campeggio ci salutammo e ci voltammo per andare ognuno al proprio accampamento "ehm Laura" sentii dire dietro di me "si?" Chiesi voltandomi "buonanotte ti voglio bene a domani" disse baciandomi le labbra "buonanotte anche a te Ale a domani mattina" dissi abbracciandolo. 

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 Fine delle vacanze ***


Scusate gli errori di ortografia buona lettura.  

capitolo 12

Fine delle vacanze

Il giorno seguente mi svegliai alle 7:00 per finire di preparare le mie cose e anche per truccarmi “Laura” sentii urlare fuori dall'appartamento “si” urlai controllandomi bene il viso “sono Giada” urlò la mia amica “vieni pure mi sto truccando” urlai chiudendo la trousse.

 

Appena la vidi sorrisi timidamente “Laura facciamo colazione insieme?” mi chiese Giada “certo dammi il tempo di mettere le ultime cose nella valigia e di mettere dentro la macchina la roba e andiamo a fare la nostra colazione insieme” dissi sorridendo.

 

Misi giusto, le ultime due cose nella valigia che misi in macchina “ti aiuto con le altre” disse prendendo il mio zaino “grazie” dissi caricando le ultime due valigie “finito” dissi soddisfatta.

 

Guardai Giada ma non sorrisi la guardai normale quasi triste “ehi, che hai?” mi chiese “mi mancherai Giady. Non voglio tornare a casa da mio padre o meglio dalla mia famiglia” dissi strizzando gli occhi per evitare di non piangere anche se ormai era troppo tardi “no Laura non piangere. Anche io non voglio che tu te ne vada mi manchi di già piccola” disse abbracciandomi “anche tu mi manchi già” dissi chiudendo gli occhi “dai andiamo a fare colazione e poi vai a pagare” disse chiudendo il baule della macchina “ho già pagato ieri devo levare il braccialetto e poi esco dal campeggio però vi vengo a salutare in spiaggia" dissi.

Guardai Giada una seconda volta poi mi decisi di prendere la mia borsa con il portafogli dentro "andiamo" dissi chiudendo la macchina. 

Andammo a fare colazione al bar e intanto ci stavamo facendo le foto -mancherai amica mia- pensai "Laura, Giada" sentimmo urlare io e la mia amica "ciao Dylan ti hanno liberato vedo" disse Giada preoccupata "Giada sono nella merda" gli sussurrai "chiama Ale e diglielo" mi rispose a bassa voce "ok mangia tu la mia brioche io vado a cercarlo" dissi a bassa voce  per poi alzarmi dalla sedia e andare a cercare Alessandro anche se era totalmente inutile visto che lo avevo vicino "Ale hai un attimo" dissi di corsa "dimmi. È successo qualcosa?" Mi chiese "si c'è qui Dylan lo hanno liberato" dissi a bassa voce nel suo orecchio "dov'è?" mi chiese "è li" dissi indicandoglielo "ok ci penso io ora ma tu vieni con me" disse prendendomi dal braccio per andare da lui per evitare che mi segua ancora "Dylan vattene subito" disse Alessandro con molta calma "come scusa?" chiese Dylan "non fare il finto tonto ti hanno cacciato dal campeggio, ti hanno messo in prigione che poi ti hanno quasi subito liberato e sei ritornato in questo campeggio per rovinare la vita a Laura" disse Alessandro mantenendo sempre la calma anche se io facevo esattamente l'opposto, tremando e tirando il braccio di Ale "io voglio lei e poi non le ho fatto ancora nulla" disse alzando le mani verso il mio petto "ti avviso la mia calma sta svanendo ora vedi di sparire dalla vita di Laura e dal campeggio" disse tra i denti.

Dylan quando vide che Alessandro si era arrabbiato si allontanò dal campeggio visto che lo seguii per vedere se andava via.
Tornai all'appartamento per prendere la mia macchina e portarla fuori. 

Quando portai la mia auto fuori, la parcheggiai e iniziai a camminare per andare al bar della spiaggia.

Arrivata al bar cercai Alessandro, Lara e Giada con lo sguardo ma non li vidi. Mi sentii picchiettare sulla spalla che mi fece prendere uno spavento facendomi girare "oddio Lara mi hai spaventata" dissi per poi ridere con lei "scusami Laura. È arrivato il momento a quanto pare" disse diventando triste "già. È il momento di salutarci, mi mancherai Lara, mi mancherai davvero tanto" dissi abbracciandola. Le lacrime stavano scendendo velocemente per la tristezza, non avevo mai pianto per tornare a casa non sapevo che mi aveva preso quella volta era davvero la prima volta che piansi per tornare a casa. 
Sciolsi l'abbraccio e guardai il mio aspetto com'era sul mio cellulare quando vidi che il trucco non si stava sciogliendo tirai un sospiro di sollievo,  mentre mi guardavo sul cellulare vidi dietro di me Ale che mi stava guardando "ciao Ale mi mancherai tantissimo, ti voglio bene" dissi abbracciandolo stretto a me "anche tu mi mancherai spero di rivederti" disse dandomi un bacio sulla guancia. 

Quando sciolsi l'abbraccio da Alessandro, abbracciai Giada "ciao bella mia mi mancherai ti voglio bene" dissi stringendola "anche tu mi mancherai"  disse.

Andai verso Alessandro e gli diedi un bigliettini "mandami un messaggio ogni tanto" dissi sorridendo "lo farò" disse ricambiando il sorriso per poi riabbracciarmi "ti amo Laura" mi sussurrò "anche io" risposi a bassa voce. 

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Capitolo 14
*** capitolo 13 a casa ***


capitolo 13

 

A casa

 

Mi ero appena avviata per tornare in Germania.

Mi aspettavano 8 lunghe ore di viaggio, un lunghissimo viaggio per la Germania, la mia città, casa mia.

Il mio cellulare iniziò a squillare, e per mia fortuna il cellulare era collegato al vivavoce della mia auto.

Appena vidi che era mio padre non risposi anzi riattaccai e sbuffai.

Senza accorgermene iniziai a piangere, me ne accorsi dopo un'ora -che diavolo mi sta succedendo. Io devo essere felice devo andare avanti- pensai tirando su con il naso.

Mi fermai 10 minuti all'autogrill per bere un caffè per poi ripartire il cellulare ricominciò a squillare e questa volta non era mio padre era mio zio "ciao zio dimmi" dissi accendendo la macchina "ehi piccola stai tornando?" mi chiese "per mia sfortuna si zio sto tornando e credimi che appena vedo quello stronzo di mio padre lo strangolo" dissi secca "ehi calmati. Laura se non vuoi lavorare più con noi licenziati ma non incazzarti per qualsiasi cosa che ti dice tuo padre" mi urlò contro "zio io non mi incazzo per qualsiasi cosa dice papà, io mi sono davvero rotta i coglioni di rimanere li a fare tutto quello che vuole lui io mica sono la sua servetta. Le uniche persone che mi trattano bene in quell'ufficio sono i produttori, tu, Georg e Gustav. E mio padre che fa? Mi tratta una vera e propria merda cazzo e adesso basta zio mi sono sempre nascosta ma adesso basta mi scopro dal mio nascondiglio" dissi sfogandomi "tesoro ti capisco e lo vedo anche io come ti tratta quell'idiota di tuo padre e io so che ti fa soffrire non credere che io non me ne sia accorto anzi prima delle ferie si notava anche fin troppo ma ora è il caso che risolviate" disse mio zio con tono confortevole "io sinceramente mi sono arresa anche perché lui se ne è sempre fregato di me e della mia felicità" dissi spezzando la voce "a che ore arrivi?" Mi chiese "non lo so ancora 4 ore di viaggio mi aspettano fammi compagnia per favore sto piangendo ancora mi manca un italiano" dissi iniziando a piangere "tesoro mio non piangere sono triste per te" disse confortante "zio sinceramente io non ne posso più di essere la serva di papà io gli ho urlato contro ogni volta che mi controllava" dissi girando "lo so piccola ma come puoi odiare tuo padre?" Mi chiese "zio non mi apprezza più da quando ho 14 anni preferisce Lucas e Flavia a me. Io sono la sua prima famiglia non Flavia e Lucas io non ne posso più Lucas mi ha sempre messo nei casini e ogni volta che abbraccia papà mi guarda e tira fuori la lingua" dissi piangendo "amore non dire così e poi ricordati che casa mia è sempre pronta per accoglierti come lo siamo io e i bambini" disse mio zio.

Ero arrivata in Germania appena 3 ore dopo. Girai nel viale di casa e aprii il cancello per andare a mettere la macchina in box "zio sono a casa" dissi prendendo il cellulare "vuoi venire a dormire da me?" Mi chiese "zio sono appena arrivata non ho voglia di fare un altro viaggio non prendertela male io voglio venire volentieri però sono appena scesa dalla macchina" dissi aprendo il bagagliaio della mia auto "ti vengo a prendere io allora accetti?" Mi chiese "allora si accetto" dissi per poi scoppiare a ridere "ci vediamo dopo cucciola" disse "a dopo zietto" dissi per poi riattaccare. Presi tutte le valigie e le portai davanti alla porta di casa "papà sono a casa" urlai aprendo la porta portando dentro le valigie "Bentornato Bill" urlarono in coro molte persone uscendo dal loro nascondiglio "sono Laura" dissi spaventata "andiamo a nasconderci ancora ha rovinato tutto" borbottarono. Salii in camera mia con le valigie e misi via tutto quello che c'era dentro "perché la mia vita fa così schifo io non sono importante per nessuno, nessuno mi vuole" dissi iniziando a piangere per poi appoggiarmi alla porta e scendere lentamente.

Rimasi a terra per una mezz'ora fino a quando mi decisi di prendere in mano il computer e andare su Facebook per guardare un po' in giro appena vidi una richiesta d'amicizia guardai chi era appena vidi che era Alessandro accettai subito aprii la sua chat e iniziai a scrivergli rispose quasi subito.

Io spensi il pc e andai a sedermi sulle scale.

Sentivo le persone di sotto che urlavano e ascoltavano la musica con il volume al massimo, vidi la porta d'ingresso aprirsi e così vidi mio zio entrare.

Appena mi vide salì e si sedette vicino a me “amore che hai? Perché non vai a ballare con tutti gli ospiti” mi chiese “perché quando sono entrata in casa mi hanno detto che ho rovinato tutto era per mio padre tutto questo” dissi coprendomi gli occhi “ok questa è l'ultima goccia Laura vieni con me al piano di sotto” disse mio zio alzandosi per poi prendermi e alzare anche a me.

Scendemmo al piano di sotto insieme e mio zio spense la musica “no dai cazzo Tom che fai?” urlarono un po' di persone “quello che è più giusto per Laura mia nipote. Siete tutti delle merde come potete dire che Laura rovina tutto e che non merita niente?! Lei è una ragazza dolcissima e se non lo sapete non è mai stata accettata per quello che è. Lei non merita di essere criticata in un modo orribile da voi quindi ora l'accettate per quello che è realmente” urlò mio zio su un tavolo per farsi sentire “Tom ha ragione” urlò mio padre “Bill tu stai zitto perché è anche colpa tua. La tratti male anche al lavoro e lei merita di meglio tu non puoi preferire la tua seconda famiglia a lei tu non sai quanto lei soffra Laura sembra di più mia figlia non tua ora vedi di fare il padre come si deve e di proteggerla perché giuro che se le succede qualcosa ci penso io a te” urlò mio zio per poi scendere dal tavolo e venire da me “sali in camera tua e prendi quello che ti serve per venire da me a dormire” mi sussurrò all'orecchio “ok” dissi salendo per prendere i miei vestiti, i miei trucchi, e il mio computer.

Misi tutto in uno zaino e scesi al piano di sotto per andare da mio zio, c'era ancora il silenzio tombale che c'era durante la sfuriata di zio Tom “sono pronta possiamo andare” dissi avvicinandomi a mio zio “voi due non andate da nessuna parte. Laura tu rimani qui a casa” disse mio padre prendendomi dal polso “io vado da zio e tu non mi fermi” ringhiai tra i denti dalla rabbia “andiamo” disse mio zio spingendomi fuori di casa dalle spalle.

Salimmo sulla sua macchina e andammo a casa sua “scommetto che non hai mangiato nulla. Vuoi qualcosa di particolare da mangiare?” mi chiese aprendo la porta “ehm pizza se non ti dispiace” dissi entrando “tranquilla la vado a prenotare e poi la mangiamo di qua per terra” mi rispose andando in cucina.

Quando tornò in sala si sedette sul divano vicino a me “come sono andate le vacanze?” mi chiese “tralasciando che è venuto anche papà e mi stavano per stuprare bene perché c'era Alessandro” dissi sorridendo “ti è piaciuto allora stare con lui” disse “si zio non immagini quanto e poi la sera prima di partire quando ha finito di lavorare abbiamo passato un po' di tempo insieme solo io e lui al parco vicino alla spiaggia e quando stavamo andando ognuno al proprio appartamento è venuto dalla mia parte e ci siamo baciati” dissi sorridendo ancora “ti ha trattata come meriti è stato un vero cavaliere sono felice per te piccola mia” disse abbracciandomi.

 

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Capitolo 15
*** capitolo 14 da zio ***


Capitolo 14

 

Da zio

 

Le pizze erano appena arrivate. Lo zio le pagò e le portò in sala.

Ci mettemmo a terra in salotto con un po' di musica, per stare più comoda mi sdraiai a pancia in giù e iniziai a mangiarla con calma "la tua pizza deve essere deliziosa" disse lo zio guardandola "vuoi un pezzo?" Chiesi tagliandone uno piccolo "si piccola, te ne do un pezzo anche io" disse tagliando un pezzo della sua per poi darmelo "buonissima" disse sorridendomi "anche la tua è buonissima" dissi.

Quando finimmo di mangiare le pizze portammo le scatole in cucina e tornammo in sala sul divano, mi alzai dal divano e presi il mio computer dal mio zaino "zio ci facciamo delle foto dal mio computer?" chiesi andando verso di lui con il computer per poi sedermi "certo piccola mia poi mettile su Facebook dopo" disse sorridendomi "certo intanto mi daresti un bicchiere d'acqua?" chiesi "certo piccola" rispose alzandosi.

Mi portò l'acqua e si sedette vicino a me io bevvi in fretta per poi avviare la webcam del computer "con tuo papà non hai mai fatto le foto al computer?" Mi chiese. A quella domanda abbassai lo sguardo "no non ha mai voluto farle con me le ha sempre volute fare con Lucas" dissi "capisco dai fai un sorriso e facciamoci queste foto" disse mettendomi un braccio intorno al collo "piccola mia fai un sorriso bello bello" disse schiacciando sul mouse per scattare la foto "zio grazie di tutto ti voglio bene" dissi dandogli un bacio sulla guancia destra "di nulla piccola mia sei un tesoro e poi tuo padre è un coglione e io voglio che tu sia felice e che sorrida e non voglio che piangi perché tuo padre ti fa fare una vitaccia" disse abbracciandomi. A quelle parole iniziai a piangere per poi abbracciare mio zio "amore non piangere io ci sono" disse accarezzandomi la schiena "zio sinceramente mi è passata la voglia di fare le foto che ne dici se guardiamo un film sul mio computer?" chiesi chiudendo il programma della webcam "stasera non possiamo tra poco arrivano i bambini!" Disse guardandomi "però se vuoi parliamo" continuò mettendosi più comodo "certo inizi tu o io?" chiesi sorridendo "inizia tu voglio farti sfogare" disse prendendomi per le mani "zio che ti devo dire? mio padre è stronzo di natura gli ho voluto bene non mi rispetta mi tratta sempre male, anche peggio quando siamo in studio io piango spesso ma piango quando ve ne andate tutti via io ormai quando sono a casa gli rispondo male e gli urlo contro e non solo a lui ma anche a Flavia e a Lucas" dissi spegnendo il pc e posandolo sul tavolino "Laura tuo padre è un coglione lo sai anche te ma credimi che se ti urla contro è per il tuo bene" disse mio zio amorevolmente “zio lui non mi protegge mi fa piangere e di sera io prima di dormire. A 15 anni mi tagliavo perché avevo capito che mi aveva abbandonata” dissi guardandomi le gambe “amore tu sei forte è tuo padre che non lo vuole capire” disse stringendomi a se “zio grazie di tutto ti voglio tanto bene” dissi dandogli un bacio sulla guancia “anche io Laura Bill non sa cosa si perde del tuo amore ne dai tanto, tanto” disse per poi ridere “io il mio amore lo do solo a chi lo merita” dissi per poi scoppiare a ridere come mio zio “ti sta squillando il cellulare” disse sciogliendo l'abbraccio “lo so” dissi tirandolo fuori dalla tasca “si pronto” dissi “Laura ti prego torna in Italia mi manchi troppo io ti amo e ti voglio qui con me” sentii dire da Alessandro “Ale mio dio mi manchi molto anche tu e ti amo anche io ma non posso tornare in Italia qui io lavoro purtroppo” dissi in italiano.

Lo zio si alzò e andò in cucina “qui ci manchi tantissimo vorrei tanto vederti in questo momento” disse Alessandro “mi mancate molto anche voi non voglio stare qui in Germania voglio stare da voi e con voi” dissi “Laura facciamo la video chat dal computer che il cellulare è scarico” disse Alessandro “si ok lo accendo e la facciamo” dissi aprendo il computer per poi riaccenderlo “a dopo” dissi “a dopo” rispose per poi riattaccare.

Il computer era acceso così mi attaccai a Facebook per video chiamarlo anche se mi aveva preceduto “ciao Laura. Wow non ci vediamo da parecchie ore ma devo dire che sei più bella di quanto mi ricordassi” disse sorridendomi “grazie anche tu anzi lo sei di più. Mi manchi moltissimo Ale” dissi facendo la faccia triste “anche tu mi manchi Laura ti voglio qui con me, voglio abbracciarti ancora” disse sorridendo “anche io voglio riabbracciarti. Che ne dici se vieni qui in Germania quando finisci di lavorare? Stai a casa mia con me e il mio fratellastro tanto mio padre sarà in tour con la band e io sarò sola con quella peste di Lucas e i miei cugini” dissi torturandomi le mani “ok va bene. Bella mia io vado che il dovere chiama ci sentiamo domani mi manchi sempre di più ti amo!” disse passandomi un bacio virtuale “anche io ti amo e mi manchi anche tu buon lavoro a domani un bacio” dissi ricambiando il bacio virtuale.

Dormii in camera dei miei cugini, in mezzo a loro due fino a quando non sentii mio zio che mi toccava la schiena “ancora un'ora papà” mugugnai “Laura sono Tom e poi svegliati che dobbiamo andare a lavorare” disse scuotendomi “zio io sono in ferie” mugugnai ancora una volta “Laura non lo sei più ora vieni con me” disse tirandomi dai piedi “ok, ok mi vado a lavare e vestire” dissi alzandomi dal pavimento.

Mi lavai, mi vestii e mi truccai come ogni volta che andavo a lavorare “zio lo zaino lo porto con me o lo lascio qui a casa tua?” chiesi indicandolo “portatelo dietro che poi ti riaccompagno a casa tua” disse andando verso la porta d'ingresso “zio i bambini?” chiesi indicando le scale “cazzo è vero tuo fratello deve fargli da baby sitter quindi li dobbiamo portare a casa tua” disse correndo verso le scale per andare al piano superiore “zio ci penso io. Li porto io in macchina” dissi salendo sulle scale per andare in camera dei bambini.

“Bambini svegliatevi ora dai su che dovrete passare una giornata intera con Lucas” urlai in camera “no non vogliamo” urlò Andrea il maggiore dei due “dai su” dissi mettendoli in piedi per poi vestirli velocemente “ora corriamo di sotto che il vostro papà ci aspetta in macchina prima che usciate di casa datemi la mano dissi mettendogli le scarpe.

Uscimmo di casa insieme e andammo la macchina di mio zio “eccoci” dissi mettendoli sui seggiolini e mettendogli la cintura per poi chiudere le portiere “zio è meglio che li tengo io non Lucas” dissi allacciandomi la cintura “li terrà Lucas” disse schiacciando l'acceleratore.

Andammo a casa mia e portai i bambini da Lucas e mollai anche lo zaino in camera mia chiudendola a chiave.

Tornai in macchina da mio zio e ci avviammo per andare in studio.

 

Allo studio.

 

Andai nel mio ufficio e accesi il mio computer per vedere le mail che erano arrivate “Laura dove cazzo sta il mio microfono” urlò mio padre in preda alla rabbia “iniziamo bene” dissi tra me e me.

La solita routine era iniziata e così anche la voglia di tornare in vacanza per il troppo lavoro “non lo so” urlai sedendomi sulla sedia davanti alla scrivania.

Passarono 5 ore e si sentivano solo le urla di mio padre “basta! Non ne posso più Bill smettila hai rotto il cazzo a tutti quanti e di più ancora a Laura a quella poveretta che sta 4 ore in più di noi ora datti una calmata cazzo non ne possiamo più” urlò mio zio rosso dalla rabbia.

Passai la giornata così a urlare contro mio padre e a sentire le sue urla isteriche, di sera tornai a casa con il mal di testa e andai in camera mia per chiamare Alessandro e raccontargli la giornataccia appena rispose sorrisi “ciao Laura come va?” mi disse “ciao Ale bene tranne che ho passato la giornata a urlare contro mio padre in studio ho iniziato a lavorare oggi. E tu come stai?” dissi sedendomi sul letto “bene grazie sono tornato a casa dal lavoro. Mi dispiace moltissimo stellina” disse con dispiacere “tranquillo ci sono abituata comunque devo scappare mi ha appena chiamato mio padre per cenare” dissi alzandomi dal letto e andando fuori dalla mia camera per andare in cucina “buon appetito e buonanotte per dopo stellina” disse per poi riattaccare “chi era?” mi chiese secco mio padre “Alessandro” risposi a tono “senti noi o meglio io e Flavia con il resto della band domani patiremo per il tour mondiale devi guardare Lucas e i tuoi cugini e devi andare in studio a lavorare” disse mio padre “quando partirete?” dissi con la bocca piena di pasta “Laura non parlare mentre mangi. Comunque partiremo domani mattina all'alba per 5 mesi” disse.

Io appena finii di cenare mandai un messaggio ad Alessandro con scritto: papà parte domani mattina all'alba per 5 mesi vieni pure a casa mia. Mi rispose 2 ore dopo con un messaggino pieno di cuoricini e di sorrisini con scritto: allora parto adesso voglio vederti domani mattina dammi l'indirizzo. Ti amo Laura.

Gli mandai la via di casa mia e dello studio per sicurezza nel caso che non ero a casa ma in studio.

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 amo due donne ***


Capitolo 15



Amo due donne

*Bill*

Ero rimasto solo con Flavia eravamo in studio a provare la canzone che dovevamo fare insieme “canti bene sia?!” dissi sorridendole “grazie non ho mai pensato di fare la cantante” disse avvicinandosi a me “Flavia ehm io sono sposato e poi ho anche una figlia di 3 anni io voglio bene ad entrambi anzi le amo da morire sono la mia famiglia, e ora sei arrivata tu e mi sono innamorato di te io non voglio deludere mia moglie non voglio lasciarla. Io voglio mettermi anche con te ma senza che nessuno lo sappia sono felice di lavorare con te e di starti vicino” dissi baciandola.

I giorni passavano veloci e ero sempre di più innamorato di mia moglie e di Flavia quel giovedì mi ero ammalato ma andai lo stesso in studio “ehi Bill che hai?” mi chiese Tom “ehi nulla ho la febbre” dissi “Bill pronto per finire di registrare il pezzo?” mi chiese Flavia “ciao Flavi ehm non posso oggi non voglio consumare tutta la voce anzi è il caso che torno a casa che ho la febbre” dissi andando verso la porta per tornare a casa “ciao” dissero in coro.

Tornai a casa da mia moglie e mia figlia la mia vita. Insieme passammo il resto della mattinata "papà io ti voglio tanto bene voglio rimanere sempre al tuo fianco" disse Laura "amore mio sei la mia bambina e sappi che per te ci sarò sempre" dissi baciandole la testolina. 

Passarono giorni, settimane, e mesi da quando io e Flavia stavamo insieme mi sentivo uno schifo stavo tradendo Nena e Laura la mia famiglia. La mia coscienza era sporca lurida non riuscivo a lasciare Flavia l'amavo troppo. 

In quei giorni che mancava mia moglie perché stava a Roma in Italia invitavo spesso Flavia quando Laura stava all'asilo. A volte provavamo altre volte stavamo in camera mia a farlo. 

*Dopo due anni*

 Era sabato mattina dovevo uscire con Flavia. 

Mia moglie uscì di casa e io rimasi tutta la mattinata a casa davanti al piano a scrivere una canzone per mia figlia fino a quando non mi chiamarono perché mia moglie era in ospedale in condizioni critiche e che poteva morire io corsi in ospedale con Laura anche se ormai era tardi mia moglie era morta appena arrivammo nella sua stanza. 

Mandai un messaggio a Flavia dove le dicevo che l'appuntamento era annullato per la morte di Nena mi rispose subito con scritto che le dispiaceva e le condoglianze. 

Io e Laura tornammo a casa "Laura ricordati che ci sono e che se ti allontano o ti abbandono affettuosamente mi puoi urlare contro" dissi baciandole la testa per poi piangere "papà io ti voglio bene mi manca la mamma vorrei che fosse qui" disse abbracciandomi. 

Dopo un paio d'ore portai Laura in camera sua e la feci addormentare per poi andarmene in salone. Sentii il campanello suonare e andai ad aprire "Flavia che ci fai qui?" Chiesi facendola entrare "amore sono qui per te" disse baciandomi. 

Eravamo saliti in camera mia a fare l'amore e quella sera rimanemmo insieme per tutto il tempo.  

Il giorno successivo. 

Ero uscito a comprare la colazione per Flavia e Laura, passai davanti a una gioielleria per vedere un po' entrai e chiesi il prezzo di uno che avevo appena adocchiato. 

Lo presi subito e poi andai a prendere la colazione a un bar vicino appena tornai a casa andai in camera mia da Flavia e mi inginocchiai davanti a Lei "Flavia vuoi diventare mia moglie e essere felice con me?" Chiesi sorridendo "oh Bill ovvio che voglio" disse baciandomi. Scendemmo in cucina insieme e presi il sacchettino dove stavano le brioche "papà" urlò Laura "vado a prendere la mia principessa arrivo" dissi tornando al piano superiore per prendere Laura "ma buongiorno principessina mia come va?" Dissi prendendola in braccio "papà voglio fare colazione" disse venendo in braccio da me.

Facemmo colazione tranquillamente e andammo al parco con Laura per farla distrarre un po'. 

Io e Flavia ci baciavamo e intanto guardavamo come Laura si divertiva "papà ti sei fidanzato ancora?" Chiese scioccata Laura dopo aver visto il bacio "amore è una storia complicata la amo e ci vogliamo sposare" spiegai tendendola dai polsi. 

Il giorno era arrivato e il momento pure mi ero risposato con Flavia  la  mia seconda donna. Non potevo crederci che mi ero appena risposato nonostante io amassi ancora Nena anche se era morta. 

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 cinque mesi libera ***


Capitolo 16

 

Libera per cinque mesi.

 

*Laura*

 

Accesi il mio computer e andai su Facebook per video chiamare Alessandro ma purtroppo non era online. Così presi in mano il cellulare e gli mandai un SMS con scritto: quando arrivi mandami un messaggino.

Non rispose così capii che era in viaggio "Laura"sentii urlare dal piano inferiore "che c'è?" Chiesi uscendo dalla camera "scendi" urlò mio padre.

 

Scesi e andai in cucina da lui "dimmi Bill" dissi appoggiandomi al tavolo "abbiamo deciso di partire stasera o meglio adesso" disse rimanendo fermo "ok portami le pesti" dissi "sono li" disse indicando i miei cugini "ok. Ciao Bill, ciao zio, ciao ragazzi ci vediamo tra 5 mesi" dissi prendendo per mano Andrea e Mattia per poi portarli di sopra in camera mia.

 

Portai i bambini nella camera per loro che era già pronta e li feci addormentare. Quando tornai in camera mia vidi Lucas davanti al mio computer stava guardando il profilo di Alessandro l'italiano conosciuto al mare di cui mi sono innamorata, lo stesso ragazzo che stava venendo da me, a casa mia "Lucas vai via fuori dalla mia camera, vai a dormire che è tardi e poi io domani mattina mi devo svegliare presto" dissi spingendolo fuori dalla mia camera.

 

Il giorno seguente mi svegliai alle 6:00 del mattino per aspettare Alessandro e per andare a lavorare.

Andai in cucina per bere e dopo di che andai in bagno per lavarmi, quando finii di fare tutto questo andai in camera mia e mi vestii.

Avevo scelto un leggins nero una maglietta a maniche lunghe blu, senza disegni, o brillantini, o altro, era vuota tornai in bagno e mi pettinai i capelli.

Tornai in camera mia e mi misi il deodorante.

Uscii di casa e andai a comprare 5 Brioche per colazione la quinta era per Alessandro che incontrai al ritorno "Ale ciao sei già qui?" Chiesi sorridendo "certo dai sali in macchina" disse facendomi segno di salire "ok spegni il navigatore ci sono io qui" dissi sorridente "oh si" disse spegnendolo.

Gli indicai la strada da seguire e dove fermarsi.

Scendemmo insieme dalla macchina "ed eccoci qui" disse guardando dall'alto in basso casa mia "ti piace?" Chiesi "è bellissima" rispose "dai andiamo dentro che devo svegliare i bambini e facciamo colazione insieme" dissi sorridendogli "si ok" mi rispose.

Andammo in casa al piano superiore "li svegliamo adesso?" Mi chiese "si devono andare a scuola oggi quindi li sveglio ora" dissi entrando in camera di Lucas “svegliati ora” gli urlai nell'orecchio per poi trascinarlo dal braccio fuori dal letto.

Andai in camera dei bambini e li svegliai delicatamente “piccolini oggi è il primo giorno d'asilo andiamo su svegliatevi se no facciamo tardi” sussurrai nell'orecchio. Per poi uscire e andare a fare colazione in cucina con Alessandro “Ale te l'ho presa vuota perché non sapevo come ti piaceva scusa” dissi “tranquilla io la prendo sempre vuota e poi me la riempio io come voglio” disse appoggiandosi accanto al lavabo “anche noi facciamo così

io con marmellata e nutella, mio fratello solo marmellata e i miei cugini entrambi solo nutella” dissi avvicinandomi a lui “wow golosi” disse per poi scoppiare a ridere “molto. Dai iniziamo a preparare la colazione così non facciamo tardi visto che devo portarli tutti a scuola, poi devo andare in studio e poi tornare a casa a riordinare” dissi prendendo la nutella e la marmellata “ti aiuto” disse prendendo in mano la marmellata e poi il sacchettino delle brioche “Lucas hai finito di prepararti?” urlai affacciandomi dalla cucina “Laura non rompere. Comunque si ho finito adesso arrivo” disse Lucas per poi sbattere la porta “vi scannate sempre voi due?” chiese Alessandro “tutti i giorni. Perché sto imbecille mi provoca” dissi spalmando la nutella nella brioche di Andrea “Ale guardami” dissi sorridendo.

Lui alzò lo sguardo verso me “ti amo” disse sorridendo “anche io” risposi dandogli un bacio “bleah se proprio dovete baciarvi evitate di farlo quando ci siamo noi” disse Andrea “ma vai va io lo bacio quanto voglio è il mio migliore amico” dissi ridendo “hai preparato la mia brioche?” mi chiese “non fattela da solo. Andrea tieni la tua brioche che è pronta” dissi dandogliela.

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Capitolo 18
*** capitolo 17 giornata con Alessandro ***


Capitolo 17

Giornata con Alessandro.

Avevo appena finito di preparare la brioche di Mattia e poi iniziai a preparare la mia "oggi per voi inizia la scuola per me inizia la vacanza e il divertimento" dissi ridendo "amore mio ti ricordo che oggi devi lavorare anche te" disse Alessandro iniziando a ridere "ma io m faccio 2 ore in studio" dissi spalmandogli la nutella sulla mano destra "bene così passiamo la giornata insieme Ti amo" disse sporcandomi il naso di marmellata "anche io ti amo dai che da oggi passiamo le giornate insieme" dissi baciandolo "ancora basta" disse Lucas "dai muovetevi a mangiare che poi andiamo a scuola" dissi addentando la mia brioche "finito" disse Mattia "bravo amore vieni qui che ti pulisco il viso" dissi prendendo un tovagliolo.

Lo pulii per bene e mi alzai "muovetevi io intanto vado ad aprire la macchina e il box. Ale ci vediamo dopo se vuoi riposare vai pure in camera mia al piano superiore quarta porta a destra" dissi uscendo dalla porta della cucina "ok buona giornata bambini" disse alzandosi "ciao" dissero in coro.

Uscimmo solo io e i bambini, salimmo in macchina e ci avviammo. Prima portai Lucas a scuola e poi Andrea e Mattia “buona giornata piccoli” dissi salendo in macchina.

Appena tornai a casa, mi tolsi gli stivali e salii in camera mia per vedere se Alessandro stava dormendo e per stare un po' con lui.

Appena entrai lo vidi sdraiato sotto le mie coperte -è bello anche quando dorme- pensai rimanendo sulla porta a guardarlo, i miei pensieri furono interrotti dalla vibrazione del mio cellulare che era nelle mie tasche.

Appena vidi che era mio padre riattaccai come al solito. Sentii strani versi provenire da Alessandro come se si stesse svegliando.

Appena vidi che aveva aperto gli occhi e che si stava stiracchiando andai verso il mio armadio “ehi” disse “ciao scusa se ti ho disturbato” dissi smettendo di fare finta di cercare un vestito “cosa? Oh no tranquilla non mi hai svegliato te è stata la suoneria del mio cellulare” disse sorridendo “ma non si è sentito” dissi chiudendo l'armadio. 

Mi avvicinai a lui per dargli un buongiorno decente "ti amo" dissi dandogli un bacio "anche io" disse sorridendomi "devo pulire la casa cazzo non ho voglia però devo tenerla pulita" dissi sbuffando "ci sono io che ti aiuto" disse sedendosi "grazie amore" dissi dandogli un bacio sulla guancia. 

Iniziammo dalla camera dei miei cugini e poi continuammo con le altre camere. 

Quando finimmo ci buttammo a peso morto sul divano "che ore sono?" Chiesi "la 1" rispose Alessandro "vado a prendere Andrea e Mattia" dissi alzandomi per poi prendere le chiavi della macchina. 

Andai a prendere Andrea e Mattia e poi andai a prendere Lucas quando salì in macchina lo guardai attentamente "che diavolo hai fatto ai capelli?" Chiesi "li ho colorati" disse alzando le spalle "lo sai che quando papà ti vedrà conciato così mi ucciderà. Appena torniamo a casa ne parliamo meglio" dissi per poi guardare avanti e avviarmi per tornare a casa "c'è ancora quel cesso in casa?" Chiese "Ti dico una cosa sola quel cesso come dici tu sarà il mio ragazzo" dissi. 

Appena arrivammo a casa andammo in cucina "Alessandro sono a casa" urlai affacciandomi sulle scale "arrivo" urlò di risposta "ragazzi andate a lavarvi le mani che preparo da mangiare ora" dissi prendendo le pentole "ok" disse Mattia. 

Appena vidi che Alessandro era già sceso andai verso di lui "Laura posso chiederti una cosa?" mi chiese "certo non devi chiedermi il permesso" dissi prendendolo dal polso "vorrei che tu diventi la mia fidanzata" disse con aria timida come quella di un bambino imbarazzato "amore mio certo che voglio io ti amo da sempre" dissi baciandolo "anche io ma ho sempre avuto paura di rovinare tutto" disse prendendomi in braccio dal sedere "Ale io devo cucinare adesso che quelle pesti sono affamate" dissi guardandolo "oh no invece tu non cucini ho preparato tutto io" disse baciandomi "io ti amo, ti amo, ti amo, l'ho già detto ti amo?" dissi per poi scoppiare a ridere "anche io ti amo. Dai sfamiamoli" disse posandomi a terra.

Chiamai i bambini e Lucas, e li feci scendere in cucina per mangiare "com'è andato il primo giorno?" chiesi "molto bene" dissero in coro Andrea e Mattia "un trauma" disse Lucas "che è successo?" chiesi insospettita "tutti mi dicevano che io e te ci assomigliamo e che assomiglio molto di più a papà che a mamma" disse tutto d'un fiato "Lucas io e te non ci assomigliamo affatto e comunque è vero assomigli molto a Bill anche di carattere" dissi mettendo in bocca la pasta "che vorresti dire Laura?" mi chiese "siete due teste di cazzo" dissi per poi bere "Ale dopo ti insegno il tedesco così parli anche tu" dissi in Italiano "ok piccola" disse prendendomi la mano destra "andate di sopra bambini Lucas tu rimani qui a sparecchiare e lavare i piatti" dissi alzandomi "Ale andiamo di la qui ci pensa Lucas" dissi prendendolo per mano e andando in sala sul divano "che facciamo?" mi chiese "dormiamo un po'" dissi "certo" disse sdraiandosi dietro di me.
Ci addormentammo abbracciati faccia contro faccia petto contro petto. quando ci risvegliammo ci guardammo negli occhi io fissavo i suoi occhi azzurri come il cielo e lui i miei occhi castani "ti amo Ale" dissi dandogli un bacio sulle labbra.

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Capitolo 19
*** capitolo 18 Litigata con Lucas e papà ***


Capitolo 18.

 

Litigata con Lucas e Papà.

 

Arrivò il week-end e come il solito dovevo aiutare mio fratello con i compiti "Lucas i compiti?" Chiesi urlando dalla cucina "non ne ho" urlò da camera sua.

Per essere sicura controllai il suo diario "Lucas Kaulitz vieni qui ora!" Urlai sbattendo il diario sul tavolo.

Appena lo vidi gli feci segno di venire da me "non avevi compiti? Non avevi compiti? Ora mettiti sotto a fare quei cazzo di esercizi e se scopro che non li hai fatti non solo mi incazzo ma sarai in punizione per due settimane" urlai dalla rabbia "Laura calmati sono facili li posso fare in un attimo" disse tutto arzillo "vediamo prendi il quaderno il libro e fammi vedere" dissi appoggiandomi vicino al lavabo "che succede?" Mi domandò in tedesco Alessandro "non vuole fare i compiti Lucas" dissi tornando a pulire la cucina "dai amore consolati ci sono qui io il tuo fidanzato" disse abbracciandomi da dietro mentre mi accarezzava la pancia "te la cavi con il tedesco" dissi continuando a pulire "grazie imparo dalla migliore ragazza del mondo" disse staccandosi "amore così mi fai arrossire" dissi in italiano "io ti voglio fare arrossire perché ti meriti tutti i complimenti del mondo" disse baciandomi "ti devo ricordare che è successo ieri sera?!" Dissi fermandomi e sorridendogli "rinfrescami la memoria" disse con aria maliziosa "a furia di baciarci siamo arrivati al punto di fare l'amore in camera mia sotto le coperte" dissi sorridente "si ma è perché lo sapevamo entrambi" disse baciandomi "Ale ti amo ormai sei parte di me" dissi baciandolo "anche io ti amo Lau e anche tu sei parte di me" disse abbracciandomi.

Il mio cellulare squillò, appena vidi il numero di mio zio risposi subito "ciao zio" dissi felice "ciao Laura come va?" Mi chiese "bene te?" Dissi rimanendo appoggiata al petto di Alessandro "bene sei sola con i bambini?" Mi domandò "zio chi lo ha detto a papà che c'è anche Alessandro qui?" Dissi irritata "Lucas" disse "zio ti richiamo dopo" dissi per poi riattaccare e staccarmi da Alessandro, andai al piano superiore in camera di Lucas "stronzo. Lucas ti odio perché lo hai detto a Bill quando torna poi si incazza con me porca puttana io non vi sopporto più cazzo io ti ammazzerei di botte" urlai tirandogli uno schiaffo "sai cosa me ne frega a me" disse lui "sei un bastardo ti odio" urlai camminando velocemente verso le scale "tesoro che hai?" Mi chiese Alessandro "amore lo ha detto a papà tramite messaggio" dissi prendendo fiato "tranquilla piccola ci sono io per te sei la mia bambina" disse abbracciandomi "vado a letto che sono nervosa" dissi salendo e andando verso camera mia.

Andai a sdraiarmi sul letto e accesi il computer per video-chiamare mio padre, andai su Facebook per vedere se era connesso appena lo vidi in linea aprii la sua chat e lo video-chiamai “ciao piccola” disse mio padre “Bill non sono più la tua piccola tu per me sei solo il mio datore di lavoro” dissi secca “senti Laura Kaulitz io e te dobbiamo discutere di una cosa importante” urlò mio padre “lo so si tratta della storia che Alessandro sta qua e comunque si che ti dico? Ti dico vaffanculo Bill io me ne vado di casa quando tu torni dal tour me ne vado con il mio fidanzato Alessandro vado in Italia con lui sola con lui” urlai a squarcia gola per poi chiudere la video-chiamata e spegnere il computer.

Sentii dei passi pesanti avvicinarsi alla porta di camera mia “Laura tutto ok?” sentii urlare dall'altra parte “no non è ok. Mi fa tutto schifo, ti prego Ale entra non ho voglia di piangere da sola” dissi tra le lacrime accucciata sul letto.

Sentii la porta aprirsi e i passi avvicinarsi “amore non piangere, mi dispiace vederti così io ti amo e ogni volta che ti vedo piangere sto male per te” disse baciandomi delicatamente.

I suoi baci erano delicati e anche dolci inutile dire che il cuore mi si scioglieva.

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Capitolo 20
*** capitolo 19 colazione insieme ***


Capitolo 19.

 

Colazione insieme.

 

Erano già passati 3 mesi, da quando mio padre partì con la band per il tour. Come ogni mattina io e Alessandro andammo a prendere la colazione al solito bar dove andava mio padre o meglio il mio ex padre quando ero piccola "vieni qui topolina mia" disse Alessandro prendendomi dal polso portandomi verso se "ti amo" dissi baciandolo "anche io Laura" disse mettendomi un braccio sulla spalla sinistra.

Mi fermai e gli andai dietro per poi saltare sulle sue spalle "dai non riesco a stare in equilibrio con te sulle mie spalle" disse iniziando a ridere contagiando anche a me "ti prego non farmi ridere adesso" urlai scendendo dalle sue spalle.

Arrivati al bar, prendemmo le brioche e tornammo a casa "amore grazie" dissi baciandolo "di cosa?" Mi chiese sorridendo "beh ci sei e per questo ti ringrazio soprattutto perché ho passato periodi negativi" dissi abbracciandolo "amore io ci sono per te e poi io dovrei ringraziarti perché mi stai ospitando fino a quando tuo padre torna a casa" disse baciandomi.

Ci sedemmo a tavola e preparammo le brioche sia per noi che per i bambini "Laura" sentii urlare dal piano superiore "merda" dissi alzandomi e correndo al piano di sopra, capii che era Mattia. Appena entrai nella camera dei bambini trovai Mattia a terra "ehi, che hai fatto?" Chiesi piegandomi "sono caduto dal letto" disse tra i singhiozzi.

Lo presi in braccio e lo rimisi a letto “dormi che è sabato” dissi a bassa voce uscendo dalla camera “Laura” urlò Lucas “non urlare idiota, che vuoi?” dissi tirandogli uno schiaffo “e smettila. Mi dovevi svegliare mezz'ora fa cazzo” urlò “cretino la sveglia è suonata sei tu che l'hai spenta e ora muoviti” urlai schiacciandogli un piede.

Tornai in cucina e andai a sedermi sulle gambe di Alessandro “amore facciamo colazione?” chiesi “e i bambini non li aspettiamo?” mi chiese “i bambini oggi non vanno a scuola e quindi si svegliano tardi, e Lucas va a scuola ma non fa colazione quindi siamo solo io e te a fare colazione” dissi alzandomi e baciandolo appassionatamente “ti amo piccola” disse toccandomi i fianchi “mangiamo va” dissi prendendo la mia brioche e iniziandola a mangiare.

Mangiai e andai al piano superiore per vedere a che punto stava Lucas “muoviti che oggi vai in pullman” dissi fuori dal bagno.

Dopo 10 minuti uscì dal bagno e scese in salotto dove Alessandro e io ci stavamo abbracciando “ciao” disse uscendo di casa, io e Alessandro lo ignorammo.

Iniziai a fargli il solletico sul fianco sinistro “non iniziare Laura” disse tra le risate “i bambini dormono non facciamo casino” dissi fermandomi “ti amo Laura” disse “anche io amore mio” dissi salendo su di lui a cavalcioni “tesoro non ora” disse “io non voglio farlo ora voglio farlo stasera”dissi baciandolo.

Rimasi sdraiata su di lui, solo che la mia testa era sul suo petto, sul suo cuore sentivo ogni suo battito, ogni suo respiro “ti amo Laura” dissi “anche io Ale, anche io. Vorrei averti sempre vicino a me io ti amo particolarmente” dissi baciandolo “anche io piccola mia” disse baciandomi la testa.

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 discussione padre e figlia ***


Capitolo 20.

Discussione padre e figlia

Era il 22 dicembre e ormai era inverno pieno “sono a casa” sentii urlare dal piano inferiore “cazzo è mio padre” dissi alzandomi dal letto mettendomi i pantaloni “Laura tranquilla non stavamo mica facendo chissà che cosa ci stavamo solo abbracciando” disse Alessandro “tu non sai com'è, dai mettiti i pantaloni e andiamo giù” dissi lanciandoglieli “ok” rispose per poi metterseli, e venirmi vicino “che sonno” disse sbadigliando dai scemo andiamo giù che sicuramente Lucas gli starà dicendo tutto” dissi ridendo “che palle tuo fratello” disse sbuffando prendendomi per mano.
Scendemmo le scale e andammo in cucina dove stava mio padre “ciao Bill, Flavia” dissi secca “ciao ragazzi” disse mio padre.
Presi due bicchieri e li appoggiai sul tavolo “amore vuoi da bere il succo?” chiesi aprendo il frigo “si grazie tesoro” disse sedendosi e stiracchiandosi “ragazzi sono ancora qui” disse mio padre "lo sappiamo" dissi mettendo il succo sul tavolo "tieni" dissi mettendogli il succo nel bicchiere "Laura ti devo parlare in privato" disse mio padre "si. Ale vai in camera mia io arrivo tra qualche minuto" dissi facendolo alzare "oh si si mi raccomando se hai bisogno urla che scendo" disse.  Io annuii e chiusi la porta della cucina "dimmi" dissi appoggiandomi vicino al lavabo "siediti" disse indicandomi la sedia. Feci come mi disse "allora devo farti un paio di domande e poi devo dirti un paio di cose importante. Ma inizio dalle domande. Perché hai tirato uno schiaffo a tuo fratello?" Mi chiese "perché ti ha detto che c'è Alessandro e perché ha tentato di accendere la mia macchina e andare al centro" dissi "mh ok" dissi sedendosi "ora seconda domanda. Tu e Alessandro quante volte avete fatto ehm l'amore?" Mi chiese "Bill stai andando sul personale e poi cosa te ne frega fai gli affari tuoi" urlai "calmati. Ora ti devo dire una cosa importante, molto importante. Ehm quando tu avevi 3 anni una sera ti ho portato dalla nonna e tua mamma ecco era partita per l'Austria mi sembra non ricordo bene beh ecco io e la band siamo andati in discoteca e li ho conosciuto Flavia. Beh ecco quando sono tornato a casa ero con lei e ci siamo baciati. Però la cosa andava avanti perché poi lei doveva registrare con noi alcune canzoni e a volte io e lei ci incontravamo qui a casa, quando tu e tua madre non c'eravate io e lei andavamo a casa mia e facevamo l'amore nel letto mio e di tua madre. Ora però non ti arrabbiare" disse "uhm e così non dovrei arrabbiarmi secondo te. Beh sai che ti dico sei una merda sei sempre stato una vera e propria merda, mi fai ancora più schifo io ora urlo mi fai schifo e sai cosa? Ho tutte le ragioni, hai tradito la mamma, hai tradito me tu non sei mio padre. Mi vergogno di essere tua figlia mi vergogno di stare in questa casa con te io ti odio non devi più farti vedere da me" urlai alzandomi e sbattendo un bicchiere sul tavolo "cazzo Laura calmati" urlò mio padre alzandosi anche lui facendo cadere la sedia "no non mi calmo io…non so più chi sei da anni che non so più chi sei cazzo non sei mio padre tu sei uno sconosciuto" urlai uscendo dalla cucina per evitarlo "Laura datti una calmata cazzo" urlò seguendomi "non mi seguire" urlai correndo in camera mia iniziando a piangere. 
Corsi verso al letto da Alessandro abbracciandolo "Laura calmati e spiegami che è successo" disse staccandosi e tenendomi dalle spalle "ha tradito mia madre da quando avevo 3 anni per quella donna" urlai tra i singhiozzi "calmati piccola sono qui con te, per te" disse baciandomi. 

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Capitolo 22
*** Capitolo 21 discussione in ufficio ***


capitolo 21

Problemi al lavoro.



La giornata non era ancora finita purtroppo, dovevo andare al lavoro con mio padre, e sapevo che avrei urlato ancora anche se la mia voce stava andando a farsi benedire “Laura vuoi che tengo i bambini?” mi chiese Alessandro mentre mi mettevo un maglione di lana pesante “no, no li porto allo studio con me che li do allo zio e poi domani partiamo per tornare in Italia” dissi con la voce rauca “Laura vuoi davvero tornare con me in Italia?” mi chiese “si Ale io Laura Kaulitz voglio tornare in Italia o meglio voglio venire a vivere con te in Italia” dissi annuendo “ma io ti amo di più ancora tu sei la mia gioia e la mia felicità” disse stringendomi da dietro “amore calmati ti amo anche io e penso che con te vivrò più che bene” dissi baciandolo.

Presi i bambini e li portai con me al lavoro li lasciai dove mio zio suonava ogni giorno "Laura sei veramente tu?" Mi sentii dire dietro "ciao zio" dissi abbracciandolo "amore mio sei cambiata tantissimo" disse sedendosi "no zio sono rimasta sempre io. Ehm senti zio io i bambini da domani non te li posso più tenere" dissi lasciando le loro manine "perché?" Mi chiese con aria preoccupata "domani parto con Ale per l'Italia andremo a vivere li" dissi "mi raccomando fate i bravi ragazzi" disse sorridente "tranquillo zio se vuoi puoi venire a trovarci" dissi soffocando un risolino. 
Andai nel mio ufficio e mi sedetti alla scrivania "Laura" urlò mio padre -pace finita- pensai alzandomi "cazzo vuoi" dissi entrando nel suo ufficio "portami rispetto stronza" urlò "pretendi anche rispetto? Me ne fotto del tuo rispetto non me ne hai portato da quando lavoro qui e ora pretendi rispetto? Ma vai a farti fottere stronzo sai che ti dico mi licenzio" urlai in preda alla rabbia uscendo dal suo ufficio per andare a mettere il cappotto e prendere la borsa "addio" urlai uscendo dall'ufficio. 
Tornai a casa di fretta e andai in camera mia "sei già a casa?" Mi chiese Alessandro "si prepariamo le valigie e mettiamole subito in macchina" dissi "perché?" Mi chiese "voglio andare via oggi" dissi attaccandomi al suo collo per baciarlo "amore mio" disse prendendomi in braccio da sotto il sedere per poi baciarmi "amore prepariamo le valigie così partiamo subito" dissi "certo hai delle scatole per la tua roba così piccola mia andremo a vivere in una casa tutta e solo nostra" disse baciandomi "si non vedo l'ora ti amo Alessandro" dissi baciandolo "lo faccio solo per noi, per te, per me" disse prendendo due mie valigie. 

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Capitolo 23
*** A Verona con la febbre capitolo 22 ***


Capitolo 22.

 

A Verona con la febbre.

 

Mettemmo le valigie nella macchina di Alessandro e ci avviammo “non vedo l'ora di arrivare” dissi mettendomi la cintura, mentre lui avviava il motore “ti amo Laura e sai una cosa anche io non vedo di andare in Italia ma non vedo l'ora solo perché ci sei tu piccola mia” disse prendendomi la mano “aww ti amo.” dissi prendendogliela e baciandola.

Dopo qualche Kilometro iniziavo a stare male “Ale possiamo fermarci? Non sto affatto bene” dissi a bassa voce “amore ti do un sacchetto per vomitare almeno così non ci fermiamo” disse aprendo il cassetto del cruscotto per poi tirare fuori un sacchetto “ecco a te” disse dandomelo.

Vomitai la colazione e il pranzo, stavo malissimo, lo stomaco mi andava a fuoco e la testa mi esplodeva e il vomito saliva e a volte si placcava.

Dopo 3 ore mi addormentai anche se dormii solo per 5 minuti perché la suoneria del mio cellulare interruppe il mio sonno "porca puzzola chi è che rompe" brontolai. Appena lo tirai fuori dalla mia borsa e vidi che era mio padre risposi per sentire la sua reazione "dove cazzo stai Laura" urlò "Bill calmati me ne sono andata di casa con Alessandro stiamo andando in Italia a Verona" dissi in tedesco "si può sapere che cazzo ti è saltato in quella zucca vuota che hai?" Mi chiese alzando la voce "tu hai una zucca vuota stronzo" urlai per poi chiudere la chiamata "non so che vi siete detti ma giuro che mi è piaciuto il tuo tono" disse Alessandro "grazie amore dai quanto manca?" Chiesi "ancora parecchi km amore quindi puoi dormire tranquilla" disse prendendo la mia mano "oh ok" dissi appoggiando la testa al finestrino. Mi addormentai quasi subito anche se avevo mal di testa.

Passarono 4 ore e non mi ero ancora svegliata "Laura, amore svegliati siamo arrivati a casa" disse scuotendomi delicatamente "mh? Oh si Ale adesso scendo" dissi confusa ancora, prendendo la borsa “Laura aspetta che ti apro io la portiera” disse uscendo dalla macchina e venendo dalla mia parte per aprirla “grazie amore. Ho mal di testa e faccio fatica a reggermi in piedi” dissi uscendo dalla macchina “tranquilla adesso prendiamo le valigie e andiamo subito in casa” disse chiudendo la portiera.

Prese le valigie dal bagagliaio e le portò fuori dal box “Laura vieni?” mi chiese “si si arrivo” risposi iniziando a camminare.

Andammo in ascensore su in casa giusto per evitare di fare troppo rumore trascinandole sulle scale “sei bellissima” disse sorridendomi, ricambiai con un bacio buttandomi a peso morto su di lui.

Le porte dell'ascensore si aprirono e noi scendemmo andando verso la porta di casa sua "siamo a casa" urlò Alessandro "Zio" sentii urlare da un bambino che si presentò correndo verso Alessandro "ciao piccolino" disse prendendolo in braccio "Chi è lei?" Chiese il piccolo "la mia fidanzata, è tedesca ma parla bene l'italiano si chiama Laura" gli spiegò "piacere Laura io sono Chicco" disse "ciao tesoro piacere io sono Laura" dissi sorridendogli "Laura portiamo in camera mia la roba e poi andiamo dagli altri" disse Alessandro poggiando a terra il bambino "perfetto" dissi seguendolo.

Andammo in camera sua, e mettemmo via i vestiti e quello che mi ero portata "Laura stai bene?" Mi chiese "mi sento un po' male ho mal di testa e ho caldo" dissi poggiando la borsa sul letto "vieni con me un attimo" disse prendendomi per mano e portandomi in una stanza diversa "in che stanza siamo?" Chiesi "in salotto adesso aspettami qui che vado a chiedere a mia mamma dove sta il termometro" disse chiudendo l'armadio e uscendo dal salotto.

Dopo un paio di minuti lo vidi tornare con una giovane donna "buonasera, io sono Laura" dissi con aria timida "piacere cara io sono Lila. Ale ci ha parlato molto bene di te e ci ha anche detto dei tuoi problemi con tuo papà stai tranquilla tesoro qui ti troverai bene con noi soprattutto con Alessandro" disse sorridendomi "mamma dai tira fuori sto termometro che sta male sta povera ragazza" disse "oh si scusa" disse la donna.

Appena lo tirò fuori lo diede ad Alessandro che lo accese e me lo diede "parla troppo mia madre scusala" disse appena se ne andò.

Appena suonò lo guardai “ne ho 39.5” dissi “Laura vieni con me dai andiamo in camera che hai bisogno di dormire” disse Alessandro alzandosi e prendendomi dalle mani per alzarmi “amore non mi reggo in piedi” dissi cadendo a peso morto sul divano “ti porto io piccola tranquilla” disse prendendomi e portandomi in camera sua.


 

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Capitolo 24
*** Capitolo 23 Una chiacchierata con lo zio. ***


Capitolo 23

 

Una chiacchierata con lo zio.

 

@memy881: grazie del tuo aiuto tesoro ti voglio bene ♥ un bacio ♥
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Appena mi svegliai vidi vicino a me Alessandro con un viso angelico e con un sorriso molto dolce appena vidi che stava aprendo gli occhi sorrisi subito "buongiorno amore" disse baciandomi il naso "buongiorno a te amore" dissi abbracciandolo “Laura non devi fare nulla?” mi chiese ironico Alessandro “oh si devo provare la febbre” dissi alzandomi di scatto “ecco te lo vado a prendere” disse baciandomi la guancia, mentre attendevo l'arrivo di Alessandro, mi alzai e mi diressi al mio computer. Appena lo accesi trovai lo zio Tom in linea.

Attivai la video chatt , ci mise poco ad accettare la chiamata e me lo ritrovai davanti agli occhi , ma c'era qualcosa di strano in lui , come se fosse abbattuto .

"buongiorno zio" dissi felice. Attesi il suo saluto che non tardò.

"buongiorno splendore, va tutto bene li in Italia? vi siete sistemati tu e il tuo principe azzurro?” mi chiese mentre spegneva la sigaretta.

Io guardai un attimo il mio cellulare e poi tornai a guardare il computer “Laura” disse mio zio “si zio?” chiesi con un filo di tristezza “senti ti devo dire una cosa importantissima”disse mio zio.

Dietro di me apparve Alessandro improvvisamente che mi tocco con le sue mani fredde "oh cristo, Ale ma sei fuori mi hai fatto prendere un infarto" dissi per poi ridere "scusami amore tieni il termometro" disse mettendomelo tra le mani "Laura che cos'è quel coso li?" mi chiese mio zio "oh tranquillo è il termometro perché ho la febbre” dissi "stai male?" mi chiese mio zio era alquanto preoccupato.

"ma no zio, va tutto bene ho solo un po' di influenza, passerà vedrai. Piuttosto, hai qualcosa da dirmi?" chiesi incuriosita.

Intuivo che c'era qualcosa di strano sulla voce di mio zio, come se morisse dalla voglia di dirmi qualcosa, di parlare, di confidarsi. “Certo, ma aspetta devo fare prima una cosa" disse.

Richiamò i suoi figli e gli disse di andare a giocare al piano di sotto per rimanere più tranquilli.

Io intanto riaccesi il termometro per misurare la febbre "devo dirti di tua zia Lila" disse con tono rauco, come se le parole gli stessero morendo in bocca "la zia che non ho mai conosciuto di cui non mi hai mai più parlato?" dissi per avere una conferma "si esatto lei. Beh ecco 3 anni fa quando tu avevi 17 anni è deceduta di un tumore al cervello e io sono rimasto solo con Andrea e Mattia" disse ancora triste "oh mio dio zio perché non me lo hai detto?" chiesi "beh Laura sapevo che saresti stata ancora più male e non volevo farti ancor più male visto che ci pensava già tuo padre" disse ad alta voce "me lo dovevi dire zio non puoi mica sempre pensare che sono sensibile" urlai "Laura calmati" disse Alessandro "ma lo vedi in che famiglia so finita?" dissi in italiano "Laura calmati comunque, tuo padre vuole che ritorni a casa" disse "cosa? Oh no, no, no, io non torno lo odio non ci penso neanche se dovesse morire" dissi "eh Laura" disse come rimproverarmi "Scusa eh ma è così. Va beh va io vado" dissi chiudendo la video chiamata senza nemmeno dargli il tempo di rispondere.

 

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Capitolo 25
*** Capitolo 24 Shopping di Natale ***


capitolo 24

Shopping di Natale.

Io e Alessandro ci stavamo fissando negli occhi come se fosse una sfida “che vuoi?!” dissi per poi scoppiare a ridere “voglio te” disse avvicinandosi “tesoro ho appena fatto una cazzata” dissi "e che cazzata avresti fatto?" Mi chiese incrociando le braccia "ho spento il termometro senza farlo suonare ora devo misurare di nuovo" dissi guardandolo attentamente -voglio saltarti addosso e baciarti tutto il tempo- pensai fissando un punto non preciso "Laura ci sei?" Disse ridendo "eh, oh si scusa ma ero sovra pensiero" dissi “vedessi la faccia che hai fatto” disse ridendo “stronzo” dissi alzandomi e andandomene dalla stanza “hey dai Laura stavo scherzando. Dove vai?!” urlò “non te lo dico” urlai di risposta mentre ero già arrivata in cucina “buongiorno cara” disse Lila “buongiorno” dissi sedendomi “sto preparando la colazione. Alessandro è ancora in camera?” mi chiese “si il signorino è in camera” dissi per poi ridere “non più” disse Alessandro facendomi girare verso di lui “misurati la febbre Laura” disse mettendomi tra le mani il termometro.

 

3 ore dopo.

Mi ero vestita per andare al centro commerciale “non oserai uscire” disse Alessandro in piedi davanti a me “si Ale esco anche se è inverno. Però stai tranquillo vado al centro commerciale con Giada” dissi mettendomi i stivali con i tacchi “amore non voglio che ti ammali voglio che tu stia bene sempre” disse baciandomi “ti amo Ale e stai tranquillo per me" dissi baciandolo "divertiti mi raccomando" disse per poi baciarmi il naso "lo farò stanne certo" dissi per poi fare l'occhiolino "la tua amica è arrivata" disse dopo aver sentito il campanello suonare "ciao amore a stasera"

Dissi baciandolo per poi uscire e andare al centro commerciale con Giada "non posso crederci che sei qui a Verona" disse Giada abbracciandomi "nemmeno io ci posso credere. E poi pensa che lavoro farò qui in Italia?" Dissi sorridendo "che lavoro farai?" Mi chiese incuriosita "l'animatrice insieme ad Alessandro" dissi sorridendo "quindi ci vedremo ogni estate" disse con le lacrime agli occhi "si non vedo l'ora di incominciare" dissi "io non vedo l'ora di vederti lavorare" disse. 

Entrammo nel centro commerciale "che regalo farai ad Alessandro?" Mi chiese Giada mentre iniziammo a girovagare "non lo so che ne dici del cellulare uguale al mio?" Chiesi "mi sembra perfetto" disse sorridente "dai ehm che ne dici se ci mangiamo qualcosa?" Proposi "ottima idea non si può fare compre senza avere qualcosa nello stomaco" disse per poi ridere. 

Appena finimmo di mangiare andammo a guardare nei negozi cosa comprare per i regali di Natale "oppure gli prendo un tablet" dissi "Tablet è meglio" disse sorridendomi. 

Appena lo pagai lo feci impacchettare. 

Quando uscimmo dal negozio io avevo dei giramenti di testa "Giada, mi sento poco bene mi viene da svenire chiama Ale" dissi per poi accasciarmi a terra. 

Ripresi i sensi dopo due giorni e al mio risveglio mi trovai davanti Alessandro "hey amore" disse "Ale che è successo?" Chiesi iniziando ad alzarmi "sei svenuta al centro commerciale e Giada mi ha chiamato. E sei rimasta incosciente per 2 giorni" disse "che giorno è?" Chiesi "è Natale piccola e sono le 6:00 di sera. Tranquilla i regali li dobbiamo ancora aprire, però tu rimani qui che devo misurarti la febbre" disse accarezzandomi i capelli "ok" dissi semplicemente prendendo il cellulare dalle tasche per vedere se avevo messaggi e infatti mio padre mi aveva mandato 300 messaggi in 2 giorni -lo chiamo prima che mi rompe- pensai facendo il suo numero "Ciao Laura come va?" Mi chiese appena rispose "ciao Bill male ho la febbre te?" Dissi di colpo "lo so che sei svenuta Giada mi ha detto tutto" disse con acidità "sputa il rospo che vuoi da me?" Chiesi usando il suo stesso tono "volevo augurarti buon natale piccola" disse per poi abbassare il tono "che fai? Adesso mi chiami piccola? Non sono più la tua piccola sono la Piccola di Alessandro e dello zio e della famiglia di Alessandro ma non sono più la tua piccola" urlai fuori di me "ti comunico che domani stesso ti riporto in Germania" disse per poi riattaccare. 

Alessandro tornò in sala con il termometro in mano e un pacchetto regalo "amore buon natale" dissi alzandomi "grazie piccola anche a te dai misura la febbre e poi apriamo i regali" disse dandomelo. 

Appena suonò il termometro guardai la temperatura e sbarrai gli occhi "38,4" dissi per poi spegnerlo "mh ok è scesa. Andiamo intorno a Laura che così evitiamo che si alzi troppo in fretta" disse Alessandro. 

Vennero intorno a me e iniziammo a scambiarci i regali, infatti, i primi fummo io e Alessandro e poi i suoi genitori. Purtroppo il fratello maggiore di Alessandro non c'era, era rimasto a casa sua. 

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Capitolo 26
*** Capitolo 25 tra le buone notizie ***


Capitolo 25.

 

Tra le buone notizie.

 

I genitori di Alessandro uscirono e ci lasciarono la casa libera "Laura ho voglia di te" disse "anche io ho voglia di te amore" dissi alzandomi "sei verde in faccia non hai una bella cera sai piccola?" Disse rimanendo sdraiato a letto "scusa ma devo andare a vomitare" dissi per poi correre in bagno "Laura, ti ho preso questo" disse rimanendo sulla porta del bagno mostrandomi una specie di termometro "che cos'è?" Chiesi "un test di gravidanza" disse dandomelo "devo fare questo test?" Chiesi alzando il sopracciglio destro "si" rispose "ok aspetta fuori" dissi chiudendo la porta.

Lo feci e appena il risultato saltò fuori uscii dal bagno "allora?" Mi chiese Alessandro "è positivo" dissi "oh mio Dio diventeremo genitori ti rendi conto tesoro?" Disse prendendomi in braccio "sono felicissima" dissi baciandolo "Anche io amore non vedo l'ora che nasca" disse girando su se stesso "hai sentito?" Chiesi interrompendolo un attimo "si. Tranquilla sono i miei che sono tornati a casa" disse mettendomi a terra "lo diciamo?" Chiesi "si si lo dici tu però" disse prendendomi per mano e portandomi davanti alla porta di ingresso "ciao ragazzi" disse Lila "ciao" dissi con un sorriso a trentadue denti "dovete dirci qualcosa?" Ci chiese Paolo il padre di Alessandro "si ma per voi non so quanto sia positiva" dissi mettendomi la mano sinistra sulla pancia "diccela" disse Lila "beh ecco sono incinta e tranquilli il piccolo o la piccola è di Ale" dissi con la voce tremante "oh mio dio cara sono felice per voi da quanto sei incinta?" Mi chiese sorridente "una settimana" dissi sorridente "non ci posso credere sono felice per voi davvero molto" disse il padre di Alessandro "io devo anche dirvi una cosa importante" dissi abbassando lo sguardo "dicci" disse Alessandro "beh ecco mio padre mi ha chiamata prima e ecco mi ha fatto una sfuriata come il solito e stavolta verrà a prendermi per riportarmi in Germania adesso io voglio chiamare mio zio e dirgli di non fare venire mio padre" dissi tremante "chiamalo ora se ti ha detto che viene domani a prenderti" disse Alessandro "si adesso lo chiamo" dissi prendendo il cellulare.

composi il numero di mio zio e schiacciai il verde per avviare la chiamata "pronto" disse mio zio tutto felice e contento "ciao zio buon Natale!" dissi felice "ehi piccola grazie anche a te come va?" mi chiese "Benone e ho una buona notizia per te per me e per Ale ma non per papà anche perché mi vuole riportare in Germania" dissi con un filo di tristezza alla fine della frase "che buona notizia sarebbe?" mi chiese "sono incinta" dissi con felicità  "piccola sono felice per te" disse mio zio "io no troia devi tornare a casa" urlò mio padre "non torno a casa rimango qui in Italia e domani vado a fare un colloquio di lavoro per essere una animatrice "senti troietta se non torni a casa ti faccio tornare io sono stato chiaro?" Disse mio padre "Bill io non torno a casa e non insistere" dissi per poi riattaccare.

Io e Alessandro andammo in sala per guardare la televisione "ragazzi dovremmo parlarvi" disse Lila "si" dissi io "beh vorrei sapere una cosa com'è successo?" Mi chiese Paolo "beh eravamo in Germania e i Bambini erano usciti dai loro amichetti, beh io e Laura ci stavamo Baciando nel suo letto sotto le coperte eravamo solo senza maglietta ed ecco che abbiamo iniziato a mettere un po' più passione e quella volta mi ero dimenticato di mettere il preservativo e così è successo" disse Alessandro "già ma io sono felice che sia successo perché possiamo iniziare una vita tutta nostra con una nostra famiglia" dissi sorridendo "siamo davvero, davvero felici per voi potrete essere felici come volete" disse Lila "vero lo siamo molto" aggiunse Paolo.

 

Passarono 3 settimane l'anno nuovo lo avevamo iniziato bene era già quasi un mese che aspettavo il bambino "hey amore che fai?" Mi chiese Alessandro entrando in camera e buttandosi sul letto vicino a me "nulla di che sto controllando la mia mail e sto aggiornando il computer" dissi "bene. Stavo pensando che ne dici se andiamo al ristorante stasera?" Mi propose "no amore non ho voglia di uscire stasera ho male da tutte le parti" dissi mettendomi la mano sinistra sulla pancia "fammi sentire il nostro piccolo" disse Alessandro toccandomi la pancia "non ti fa male amore?" Mi chiese appena sentì un calcio da parte del Bambino "no" dissi sorridente “bene dai amore io esco con mio fratello a stasera se rimani sveglia” disse baciandomi.

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Capitolo 27
*** Capitolo 26 il compleanno del mio uomo ***


HhCapitolo 26. 

Il compleanno del mio uomo. 

Passarono tre giorni ed era arrivato il compleanno di Alessandro "hey piccola come va?" Disse baciandomi "bene grazie" risposi sorridente "amore io oggi sarò fuori tutta la giornata con mio fratello io e te stasera festeggiamo" disse accarezzando i miei capelli "ok" dissi baciandolo ancora. 
Non mi ero ancora alzata dal letto nonostante fossi sveglia da mezz'ora se non di più "amore tutto ok?" Mi chiese Alessandro "si vai pure con tuo fratello" dissi rimanendo a letto. 
Stavo pensando alla festa a sorpresa per Alessandro "Laura sei sveglia?" Sentii dire dall'altra parte della porta "si si entra pure stavo pensando a una cosa" dissi abbassando le gambe "permesso. Hey bella vieni in cucina?" Mi chiese Lila "si si arrivo” dissi alzandomi dal letto e raggiungendo Lila “ho i preparativi per la festa ora li attacchiamo e poi chiamiamo tutti i suoi amici” disse con un sorriso “si ci penso io a chiamare tutti” dissi sedendomi davanti a Lila “si certo tesoro. Allora adesso tiro fuori tutto e poi iniziamo con il mettere su le cose” disse tutta sorridente “voglio essere una madre come te Lila Alessandro è proprio fortunato” dissi con un sorriso “grazie amore, però non dire così se no tua mamma si offende se lo sente” disse prendendomi le mani “io non ho una mamma, ho una matrigna o meglio una troia che mi ha portato via mio padre” dissi sbuffando “mi dispiace tesoro. Dai prepariamo la festa e siamo positivi per questa sera” disse felice “si hai ragione vado a prendere il mio cellulare così se qualcuno mi chiama rispondo subito” dissi alzandomi certo cara io porto in sala le cose così prepariamo il tutto e poi abbiamo il tempo per noi” disse alzandosi anche lei. 
Appena entrai in camera il mio cellulare stava squillando e vidi che era mio padre “pronto” dissi secca "ehi amore io e la band siamo a Verona volevamo venirti a trovare" disse mio zio "ehi zio si ma papà no non voglio e poi lo so che è qui per controllarmi" dissi "ok piccola mi dici dove e quando?" Mi chiese "aspetta lo chiedo alla mamma di Alessandro" dissi andando in sala "Lila mio zio vorrebbe sapere se lui e la band mio padre no possono venire" dissi "si falli venire pure cara" disse sorridente "zio ha detto stasera vieni alle 19:00" dissi prendendo in mano per poi riattaccare e correre da Lila "tesoro se tuo zio e la band è qui vai con loro io faccio da sola con Paolo" disse scendendo dalla sedia "voglio aiutarvi" dissi "amore sei incinta ti faccio solo chiamare" disse felice "uffa ok dai vado a chiamare mio zio" dissi sbuffando. 
Lo chiamai e lo comunicai in fretta anche il luogo. 
Appena uscii di casa mi recai verso il centro e appena vidi mio zio lo abbracciai "piccola mia. Ma guardati sei in forma" disse abbracciandomi "lo dici tu" dissi aprendo il cappotto e mostrandogli la pancia "sei bellissima comunque dai andiamo ti porto in hotel dai ragazzi" disse portandomi con se. 
Arrivammo in hotel e vidi che erano tutti all'entrata mio padre incluso "ciao ragazzi e Bill" dissi aprendo la giacca "ehi piccola ci manchi in Germania sai?" Disse Georg "non ci metterò piede per un po' di mesi non più di 5 mesi e poi guarda" dissi allargando la giacca "oh mio dio da quanto?" Mi chiese Gustav "un mese è di Alessandro" dissi felice "la troia e il bastardo" disse mio padre "vaffanculo Bill" urlai in preda all'ira "calma piccola. Sono felice per voi amore" disse baciandomi la guancia "zio devo fare una cosa per il compleanno di Alessandro che stasera lo festeggiamo volete venire?" Chiesi felice "si piccola vogliamo venire Bill non credo che voglia" disse Georg "infatti non è il benvenuto dai andiamo così ci aiutate"dissi "ok"dissero felici. 
Andammo a casa di Alessandro e finirono di preparare io invece iniziai a chiamare tutta la lista che mi aveva dato Lila. Metà delle persone avevano accettato gli altri non potevano "Laura in quanti saranno?" Mi chiese Lila "10" dissi "bene dai abbiamo finito e tuo zio ha detto che hanno le prove" disse guardandomi "non è vero mio padre vuole che tornano in hotel" dissi per poi alzarmi "vuoi parlargli?" Chiese "mh no va beh lo lascio andare se no mi rompe mio padre" dissi andando in sala a salutarli "ciao Zio, ciao Gus, ciao nonno" dissi abbracciandoli uno ad uno per poi ridere di Georg "ciao amore torna presto in Germania" disse mio zio "si solo che avrò molta più pancia ciao ragazzi" dissi per poi chiudere la porta "la torta?" Chiesi "arriva" disse Lila. 
La sera era arrivata e gli amici di Alessandro inclusi, appena sentimmo la sua chiave entrare nella serratura così spensi tutte le luci e li feci nascondere. Appena aprì la porta accese le luci vide me per prima "sorpresa" urlammo insieme "mio dio grazie. Amore mio scommetto che è una tua idea" disse baciandomi e mettendomi le mani sui fianchi "no è stata del bambino e di tua mamma" dissi felice "come va ragazzi?" Chiese felice "amore io sto seduta che sono stanca dissi baciandolo "si amore anzi sto con te" disse baciandomi la guancia. 
Passammo tutta la serata seduti sul divano o meglio io la passai seduta sul divano lui ogni tanto ballava con i suoi amici. 

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Capitolo 28
*** Capitolo 27 discussione al cellulare ***


Capitolo 27.



Litigata al telefono.



Erano passate 3 settimane alla festa a sorpresa di Alessandro, e il giorno della mia visita dal ginecologo era arrivata “Laura sei pronta?” urlò Alessandro “si, si arrivo! Stai calmo però” urlai di tutta risposta.

Andammo dal dottore e vidi altre donne incinte, c'erano parecchie adolescenti e poche ragazze della mia età “preoccupata?” mi chiese Alessandro “troppo. Ho paura che non stia bene” dissi appoggiando la mia testa sulla sua spalla “Laura andrà tutto bene lui o lei starà bene anzi starà alla grande come te fidati” disse baciandomi una ragazza poco più piccola di me venne verso me e Alessandro e mi indicò “scusa ma tu sei Laura Kaulitz? Figlia di Bill Kaulitz?” mi chiese “si sono proprio io perché?” dissi “tuo padre ci ha parlato di te durante il concerto e ha detto che sei una troia che non gli porta rispetto” disse la ragazza “come, come, come? Non è vero è lui che non mi porta rispetto” dissi io nervosa “Laura calmati non urlare che ti stressi e non fa bene ne a te nemmeno al bambino” disse Alessandro “lo uccido cazzo lo ammazzo appena andrò in Germania” dissi appoggiandomi al muro in attesa della chiamata per entrare.

Ci chiamarono dopo mezz'ora “buongiorno” dissi sedendomi “buongiorno Laura come sta?” mi chiese cordiale la ginecologa “bene più o meno” dissi con un sorriso tirando fuori i documenti dell'ultima visita “il piccolo?” mi chiese “bene credo non ci vediamo da 3 settimane quindi non lo so” dissi “bene dai alza la maglietta e sdraiati sul lettino” disse per poi prendere in mano il gel e iniziare a spalmarmelo sulla pancia gonfia “è tutto ok il piccolo sta bene e tu anche e vedo che mangi normale e quindi devo farti i miei complimenti” disse sorridente “beh devo rimanere in forma dopo il parto e poi devo fare un bel lavoro” dissi felice “che lavoro?” mi chiese con curiosità “animatrice insieme al mio ragazzo inizierò quest'anno da aprile ho già comunicato tutto e mi hanno detto che non mi faranno fare un po' di cose anche perché sanno che non potrei farle” dissi mettendomi la giacca “bello. Ci vediamo fra 2 settimane ciao” disse alzandosi “si ok fra 2 settimane sempre di venerdì?” chiesi “si” disse mettendomi una mano sulla spalla “ok alla prossima arrivederci” dissi per poi uscire e andare fuori dal mio ragazzo.

Io e Alessandro tornammo a casa e ci rifugiammo in camera sua “che facciamo oggi?” mi chiese “io dormo che ho sonno tu fai quello che vuoi” dissi mettendomi la tuta di casa “stasera devi fare da baby sitter a Chicco io e mio fratello usciamo” disse rimanendo sul letto “ok va bene tanto adoro i bambini quindi credo che ci divertiremo” dissi girandomi “sei bellissima piccola” disse mentre stavo in piedi davanti a lui “grazie amore andiamo a mangiare che è mezzogiorno e mezzo?” proposi mettendomi a cavalcioni sul letto “ok” disse alzandosi.

Subito dopo aver mangiato andai a dormire fino a quando non sentii il mio cellulare a squillare “pronto” risposi con la voce ancora assonnata “Laura sono Bill” sentii dire dall'altra parte del telefono “che vuoi stavo dormendo” dissi alzandomi dal letto “stavi dormendo? Ma sono le 3 del pomeriggio tu non dormi mai il pomeriggio” disse “senti io mi sono svegliata alle 5 stamattina e ieri sono andata a letto a mezzanotte quindi ora lasciami dormire” urlai “calmati Laura comunque volevo chiarire” disse a bassa voce “no non mi accetti e non mi hai mai accettata e ora sono anche incinta e mi dai della troia pretendi anche rispetto da me ma sappi che non ne avrai mai più ora quando mi vedrai in Germania mi vedrai con la pancia più grossa mi urlerai contro e così sarà sempre” urlai per piangere “Laura lo so sono stato stronzo con te in questi sei anni ma perdonami ho anche Lucas e Flavia non ho solo te” disse con calma “no papà non mi hai più io non sono più tua ormai io non ti appartengo da sei anni, ormai e poi a 15 anni io mi tagliavo e tu? Tu vedevi i tagli ma non facevi nulla lo zio mi ha salvata mi ha salvata da quello schifo lui è come un padre che non ho più da quando avevo 14 anni” urlai “mi dispiace io ti voglio bene e te ne vorrò sempre” disse “mi dispiace ma non ti credo” dissi per poi riattaccare e iniziare a piangere “Laura tutto bene?” sentii dire dall'altra parte della porta da Alessandro “lasciami stare” urlai tra i singhiozzi.

Alessandro entrò in camera e appena vide che stavo piangendo si buttò sul letto vicino a me “ehi amore che hai?” mi chiese “mio padre mi ha chiamata e mi ha chiesto scusa e io gli ho detto no per poi rinfacciargli tutto" dissi sedendomi "amore non pensarci se ti ha fatto male non merita perdono te ne sta facendo ancora vedi piccola?!" Disse accarezzandomi la pancia "lo so. Comunque Alessandro vorrei partire per la Germania domani fino al prossimo lunedì beh sono 9 giorni che voglio farmi" dissi "si ok se vuoi ti accompagno in macchina" disse sorridendo "no no grazie mio zio ieri è venuto qui solo e torna domani in Germania e io vorrei andare con lui" dissi "si ok dai amore riposa. Ciao amore di papà io vado" disse baciandomi la pancia. 

Tornai a dormire e questa volta il mio risveglio era stato bellissimo mio zio era vicino a me "ciao zio" dissi sorridendo "allora amore vieni con me in Germania?" Mi chiese "si ma mi faccio 9 giorni" dissi alzandomi. 

Di sera feci la baby sitter ad Andrea il figlio del fratello di Alessandro. Io e Andrea ci addormentammo insieme abbracciati nel letto di Alessandro "Chicco svegliati" disse Alessandro  scuotendolo anche se aveva scosso pure me "Ale aspetta non svegliarlo prendilo in braccio e mettilo in macchina" dissi per poi riaddormentarmi. 

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Capitolo 29
*** capitolo 28 Germania ***


Capitolo 28


 

Germania.

Mi ero svegliata presto quel sabato e avevo fatto una piccola valigia per 9 giorni.

Avevo svegliato Alessandro per salutarlo e dargli un bacio "amore mi mancherai" dissi con gli occhi lucidi "amore anche tu mi mancherai di vediamo in video chat" disse per poi chiudere il portone.

Appena vidi mio zio in macchina mi trascinai dietro la valigia e appena aprii il baule della macchina mio zio scese e mi diede una mano a caricarla su "amore mio sono felice che torni con me in Germania" disse mio zio partendo "io torno ma mi devi lasciare sul retro di casa mia" dissi appoggiando la testa al finestrino "che hai? Non sei felice di tornare a casa?" Mi chiese "si ma starò 9 giorni" dissi poco convincente "Laura che è successo?" Mi chiese girando "ehm papà mi ha chiamata ed ecco lui mi ha detto che mi vuole bene e che vuole che io e lui ritorniamo più vicini" dissi "lo so me lo ha detto e credimi è sincero" disse "non lo so io non voglio per 6 anni mi ha uccisa dentro" dissi "lo so amore. Dai se vuoi dormi pure" disse dandomi una carezza sul viso.

Dormii per tutto il viaggio e così appena arrivammo mio padre bussò sul finestrino "ciao papà" dissi aprendo la portiera per poi scendere "amore mio" disse abbracciandomi "no ti prego voglio solo andare in camera mia" dissi staccandomi e prendendo la mia borsa "Laura" sentii urlare da Lucas "ciao Lucas" dissi salendo dalle scale in cucina "Laura perché hai la pancia gonfia e tonda?" Mi chiese Lucas seguendomi "sono incinta di 2 mesi" dissi entrando in camera mia buttando a terra la borsa per poi togliere le scarpe e andare a letto "amore che hai?" Mi chiese Lucas "non chiamarmi amore" dissi con la voce spezzata "Laura so che stai piangendo ma perché?" Mi chiese "Lucas vattene via" dissi stringendo un cuscino "Laura guardami. Io voglio risolvere so che sono stato una merda da quando sono nato ma ti prego risolviamo" disse sedendosi sul letto.

Avevo accettato solo perché era lui "e così sei incinta di 2 mesi com'è essere incinta?" Mi chiese sdraiandosi "bello mi sento più viva di prima e poi non vivo mica da sola" dissi con un sorriso.

“lo so. Laura perché te ne sei andata?” mi chiese con malinconia “ perché non ne potevo più di essere schiava di Bill” dissi sedendomi.

Lucas mi guardò e poi mi sorrise come se riusciva a capirmi “eccoli qui i miei bambini” disse mio padre entrando in camera mia “non sono ne una bambina ne tua” dissi con acidità “calmati Laura” disse mio zio apparendo dietro a mio padre “minchia oh calmatevi voi io ho solo detto la verità. Comunque stasera invito qui Yvonne che non la vedo da molto” dissi alzandomi trascinando il sedere sul letto “ragazzi è pronto il pranzo” disse Flavia “arrivo dissi andando verso il bagno per lavarmi le mani “Laura Alessandro ti sta chiamando al cellulare” urlò Lucas “si adesso arrivo” urlai asciugandomi le mani per poi correre in camera e rispondere al cellulare “ciao amore mio” dissi felice “piccola mi manchi da morire torna ora ti prego” disse con la voce spezzata “amore vorrei tornare a casa ma non posso voglio rimanere qui per questi pochi giorni e poi torno da te promesso” dissi con le lacrime agli occhi per poi uscire da camera mia e andare in cucina “vengo io da te allora ma non voglio averti distante migliaia di chilometri” disse “amore no io a dire la verità sono qui perché mia nonna mi deve parlare molto anzi troppo seriamente e anche per risolvere con mio padre io vorrei tornare anche adesso ma non posso devo risolvere prima” dissi sedendomi vicino a mio zio “che fai piangi?” mi chiese “no ok si sto piangendo ma solo perché tu mi manchi e al momento non posso tornare a casa da te e la tua famiglia mi manca vedervi girare per casa ma mi manca di più uscire a fare delle passeggiate mattiniere con te amore mio ti amo. Stasera ti chiamo ora pranzo e poi vado da mia nonna un bacio amore” dissi mettendo in bocca una forchettata enorme di pasta “ok a stasera amore ti amo anche io” disse per poi chiudere la chiamata.

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Capitolo 30
*** capitolo 29 pace fatta ***


Capitolo 29.

 

Pace fatta.

 

Era pomeriggio e come il mio solito mi addormentai solo che mi svegliai appena 10 minuti dopo per il casino che c'era al piano di sotto erano risate di mio padre, mio zio, mia nonna e la mia matrigna così decisi di scendere per andare a salutare la nonna.

Scesi dalle scale che portano in sala così almeno avrei evitato di farli zittire di colpo, anche se appena entrai in cucina si zittirono lo stesso “ciao” dissi con la voce rauca “amore della nonna” disse alzandosi venendo verso di me “come va?” chiesi incrociando le braccia al petto “bene anzi benissimo. Sono 6 anni che non ci vediamo che mi dici?” disse mettendomi un braccio dietro sulla schiena “nulla di che. Sono fidanzata con un italiano, viviamo insieme, presto inizierò a lavorare come animatrice” dissi “ hai dimenticato di dire che sei anche zoccola” disse Flavia “se io sono zoccola te che sei? Ti sei fatta mio padre anche quando era sposato e aveva me” dissi per poi andarmene in camera mia sbattendo la porta.

Ero in camera mia a piangere per colpa di Flavia e nessuno era ancora venuto a consolarmi così decisi di chiamare Alessandro ma non rispose. Sentii bussare alla porta “chiunque tu sia vattene non ho voglia di parlare” urlai stringendo gli occhi “ehi Laura non vuoi nemmeno me?” chiese mia nonna “sinceramente no nonna mi hai abbandonata anche te” dissi mettendomi sotto le coperte “Laura spiegami che hai” disse sedendosi sul letto “che ho? Che ho? Sai nonna o meglio Simone mi hai abbandonata come papà 6 anni fa l'unico che c'era era lo zio Tom io non posso ne perdonare papà ne perdonare te. Io quando avevo bisogno di voi tu non c'eri e papà era troppo impegnato a scoparsi quella troia da 2 soldi. Ora io sono incinta di 2 mesi ho quasi 21 anni e quella troia mi da della zoccola?” urlai alzandomi di scatto per poi uscire dalla mia camera e andare in cucina dagli altri “tu mi hai dato della troia ti sei vista? E tu papà o meglio Bill mi hai abbandonata a 14 anni e poi a 16 quando ho fatto l'amore per la prima volta hai iniziato a darmi della zoccola e della puttana e poi la sera che sono tornata ubriaca te la ricordi? Io si alla perfezione mi hai lasciata fuori al freddo e il giorno dopo mi hai anche picchiata e mi sono dovuta mettere chili di trucco per nascondere i lividi dei tuoi pugni o delle tue 5 dita mi fate schifo dovete andarvene all'inferno entrambi cazzo” urlai indicandoli e sbattendo le mani sul tavolo “calmati cazzo” urlò mio zio “stanne fuori tu” urlai a tono “no non sto zitto devi portare rispetto” urlò “no Tom ha ragione Laura devo risolvere e preferisco rimanere solo con lei per parlare” disse.

Mio zio e Flavia se ne andarono in salotto lasciando me e papà a parlare per risolvere “lo so ti ho deluso mi dispiace” disse “non basta sai? Porto ancora le cicatrici dei tagli che mi facevo a 15 anni solo lo zio se n'è accorto e mi ha fatto smettere e tu che hai fatto quando mi avevi vista mi hai guardato semplicemente e poi hai sorriso tu non sei un padre eccellente mi fai schifo” dissi scandendo le ultime parole “lo so Laura io ti chiedo scusa ho capito adesso che io mi sono comportato malissimo con te io ti voglio bene e credimi che quando ho saputo che sei svenuta al centro commerciale in Italia sono stato male molto male tu sei la mia piccola, la mia bambina nonostante tu abbia già 21 anni quasi io ne ho solo 39 io non so come dirti che mi dispiace perché comunque io l'ho capito solo adesso come sei stata male quando ti ho abbandonata sentimentalmente” disse con le lacrime agli occhi “papà il problema è che tu sei il responsabile o almeno lo eri io ora ho 20 anni quasi 21 non sono più una bambina sono adulta e sono anche incinta tu mi hai dato della troia quando mi hai vista all'hotel a Verona io mi sono sentita uno schifo e ho pensato il peggio io ti voglio bene ma devi capire anche che ho bisogno di te anche quando arriverà il momento in cui io dovrò partorire io ti voglio vicino a me perché sarà doloroso io non posso stare senza di te pensa che di notte stavo malissimo perché pensavo che non mi volevi più come figlia e questo lo pensavo sempre anche quando è nato Lucas io sapevo che non ero più importante per te io ho sempre avuto bisogno di te e tu non lo hai mai capito. Lo zio Tom mi ha fatto da padre perché tu non ci sei mai stato io ti volevo bene ma mi sono ribellata perché mi trattavi uno schifo e adesso vedo che sei veramente pentito! Papà io ti amo di bene sei la mia vita e lo hai sempre saputo” dissi con le lacrime agli occhi “Laura ti amo di bene anche io, e sono stato un vero e proprio coglione lo so, però io ora sono veramente pentito ogni volta che penso a quello che ti ho fatto in questi anni, pensavo di averti persa, e invece no ora scopro che tu hai pianto per colpa mia, ti sei tagliata per colpa mia e quando stavi per essere stuprata io non ho fatto niente ora mi sento veramente un verme però so che mi stai perdonando in questo momento e questo per me è molto importante ti voglio bene e sei anche te la mia vita mi dispiace non avertelo dimostrato ma è così ti amo di bene anche perché sei la mia primogenita e ho capito che sei una brava ragazza e se ti ribellavi a me era perché ti ho trattata male in questi 6 anni. Laura non te l'ho mai detto lo so ma io ti adoro e sei la mia anima so che sarà indolore il parto ma io ci sarò per te sei la mia bambina nonostante tu sia già una donna e lo sai che io ora voglio fare pace con te e poi se vuoi vivere con Alessandro a Verona vai pure sei libera” disse alzandosi e venendo verso di me “papà io accetto di fare pace con te ma promettimi una cosa” dissi prendendogli la mano destra “dimmi” disse annuendo con la testa “promettimi che se Flavia mi da ancora della zoccola la fermi perché mi fa sentire malissimo io non lo sono e lo sai anche te” dissi “te lo prometto ti proteggerò piccola mia” disse dandomi un bacio sulla guancia.

 

La sera stessa.

 

Ero in linea su Facebook per video-chiamare il mio ragazzo così lo cercai tra i miei contatti in linea appena lo vidi lo contattai subito “amore mio” dissi con un sorriso “amore è successo qualcosa di positivo vedo” disse sorridendo con me “si io e papà abbiamo fatto pace e stavolta era dispiaciuto davvero” dissi continuando a sorridere.

La serata la passai in video-chiamata con lui per parlare un po' e anche per divertirmi solo con le sue barzellette epiche.

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Capitolo 31
*** capitolo 30 giornata padre figlia ***


Capitolo 30.

@Memy881: grazie mille tesoro mi hai aiutata molto alla fine di questo capitolo ti voglio bene ♥

Giornata padre e figlia.

Erano appena le 8.30 del mattino e io dormivo ancora come un ghiro anche se mi sentivo osservata “Laura” disse mio padre scuotendomi delicatamente “mh ancora 10 minuti papà” mugugnai “dai piccola voglio passare tutta la mia giornata con te” disse mettendosi in ginocchio sul mio letto “una giornata intera con me?” chiesi per avere una conferma precisa indicandomi “si solo con te piccola” disse baciandomi la guancia “ok ma dove andiamo?” chiesi sedendomi “andiamo a fare compre solo noi due e poi andiamo a mangiare fuori” disse “ok accetto mi vado a lavare e poi usciamo” dissi con ottimismo “bene la colazione la facciamo fuori” disse alzandosi per poi andare verso la porta “Laura sono felice di essere stato perdonato da te ti voglio bene” disse con un sorriso prima di uscire “sai papà sono felice di sapere che ti sei pentito e che mi vuoi bene come quando ero piccola, ti voglio bene anche io” dissi sorridendo.

 

Andai in bagno e mi feci una doccia calda “hai finito cazzo ci sei dentro da un'ora ho capito che devi uscire e fare la troia con tuo padre ma esci” urlò Flavia “non rompere il cazzo sono dentro da 10 minuti” urlai per poi uscire dalla doccia e mettere l'accappatoio.

 

Lasciai aperto l'accappatoio per vedere la mia pancia allo specchio “tra solo 7 mesi sarai con me e il tuo papà” dissi guardando la mia pancia “Laura hai finito?” urlò mio padre dall'altra parte della porta “si papà adesso esco dammi un attimo che metto l'intimo e prendo i trucchi e mi vado a vestire” urlai per poi mettermi il reggiseno e gli slip e prendere i miei trucchi e il fon per asciugare i capelli e andarmene in camera mia.

 

Appena attaccai il fon alla presa di corrente lo poggiai sul mio letto e andai a chiudere la porta. Tornai vicino al mio letto e presi in mano il fon e lo accesi per asciugare i miei lunghi capelli “Laura posso entrare?” urlò mio padre “si papà entra pure” urlai mentre mi pettinavo “ehi hai finito di asciugare i capelli?” mi chiese “no me li pettino prima che si annodino tutti” dissi continuando a pettinarli “ok ehm tesoro posso beh ecco accarezzarti la pancia?” mi chiese imbarazzato “si certo fai pure” dissi sorridendo “wow sono così felice per te amore” disse accarezzandola delicatamente “papà vorresti assistere al parto?” chiesi con un sorriso “si mi farebbe piacere” disse con un sorriso a 32 denti.

 

Finii di asciugare i miei lunghi capelli e di vestirmi e subito dopo aver finito mi truccai e presi la borsa con il portafogli e le chiavi della mia macchina e scesi “pronta” dissi mettendomi i miei stivali con il tacco “bene andiamo disse mio padre aprendomi la porta.

 

Tirai fuori dalla mia borsa le chiavi della mia macchina e le feci vedere a mio padre che intuì subito che avrei voluto uscire con la mia auto anziché con la sua “brava meno male che le hai prese io me le ero dimenticate” disse per poi ridere “quindi vuoi andare con la mia macchina?” chiesi conferma “si esatto” disse sorridendo.

 

Io e mio padre andammo al centro commerciale e iniziammo a curiosare un po' in giro “ma sono Bill e Laura Kaulitz” urlarono 5 fan “merda” dissi sbattendo un piede a terra “ehi ragazze calmatevi io e mia figlia vogliamo rimanere tutta la giornata insieme solo io e lei” disse mio padre calcando le ultime parole “ecco quindi per favore potete andare da un'altra parte io e lui oggi vogliamo rimanere soli soletti” dissi supplicando “ok, ok sarà la prossima” disse una ragazzina “grazie ragazze” disse mio padre sorridendo e prendendomi sotto braccio.

 

Girammo parecchi negozi riguardanti vestiti per adulti, ragazzini e bambini “uh papà guarda che bello” dissi indicando un vestitino per bambine “è bellissimo se fosse una femmina lo prenderesti?” mi chiese “certo che si se è femmina però” dissi sorridendo “beh si hai ragione” disse guardandomi.

 

“Papà è mezzogiorno e io inizio ad avere fame” dissi dopo essere usciti dal negozio “dai andiamo a mangiare un buon hamburger” disse portandomi con se.

 

Andammo a mangiare in un fast-food nel centro commerciale e mentre stavamo mangiando il mio cellulare iniziò a squillare “ciao amore ora non posso parlare ti richiamo dopo” dissi velocemente “ok scusa il disturbo a dopo” disse Alessandro per poi riattaccare.

 

Passammo tutto il pomeriggio al centro commerciale tra fare compre per me e per mio padre tornammo a casa alle 6:30 di sera esausti e quando entrai in casa mi buttai sul divano e chiusi gli occhi ma esattamente in quel momento entrò Flavia “Laura volevo parlarti è importante” disse con voce bassa “andiamo in cucina” dissi alzandomi e dirigendomi in cucina insieme a lei.

 

Ci sedemmo una di fronte all'altra e Flavia iniziò a parlare "so che noi due non ci siamo mai potute vedere, ne sopportare! Quando tua madre era ancora viva, io mi sentivo in competizione con lei, nonostante non sospettasse di me. Tuo padre è l'unico uomo della mia vita, l'unico che mi ha fatta sentire protetta, amata. Pensi che io non mi sia mai data della stupida incosciente, del fatto che io e te non abbiamo mai avuto modo di parlare e conversare insieme, come madre e figlia? Ti avrei tanto desiderata Laura ... volevo fare una promessa a tuo padre, quando fu sconvolto dalla morte di tua madre, volevo amarti ,proteggerti... volevo essere quella madre che ti mancava, ma vedendo il tuo profondo odio per me, lasciai perdere e iniziai ad odiarti a mia volta! sono stata io a mettere tuo padre contro di te, l'ho manipolato io, cosi come ho manipolato Lucas ...non so se mai potrai perdonarmi per tutto ciò che ho fatto nei tuoi riguardi" disse alzando la voce.

 

Mi guardai le mani un attimo e poi alzai lo sguardo "ascolta Flavia, per come la penso io, tu non ti meriteresti nemmeno di aver preso il posto di mia madre, di entrare nella nostra famiglia. Papà ti ama molto e non ha mai pensato di lasciarti, neanche per un solo istante. Lucas è il frutto del vostro amore e io ero felice quando lui era nato, se non altro potevo avere un fratellino, ma quando vidi che Lucas crescendo era diventato identico a te... le mie speranze furono infrante e mio padre cominciò ad avere atteggiamenti negativi nei miei confronti. Il fatto che ora tu sei qui a dialogare con me, mi sembra alquanto strano, irreale e non vero, perché tu non hai mai voluto intraprendere una conversazione cosi, mi hai sempre schivata, schifata e odiata, esattamente come ho fatto io da quando ti ho conosciuta! quindi se ora io ti dico che voglio prendermi del tempo per riflettere, non lo faccio per male, lo faccio per rivedere tutti battibecchi e le parole pesanti che ci siamo dette, puoi concedermi del tempo?” Dissi con tutta la calma di sto mondo “si certo ti lascio tutto il tempo che vuoi” disse annuendo “ora io sto pensando a un mucchio di cose come al bambino non so dirti quanto mi ci vuole ma dammi del tempo. Detto questo io vado in camera mia a chiamare il mio ragazzo” dissi alzandomi e andandomene al piano superiore per parlare con Alessandro.

 

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Capitolo 32
*** capitolo 31 lite tra papà e Flavia ***


Capitolo 31.

 

Lite fra papà e Flavia.

 

Appena finii di parlare con Alessandro, scesi per stare con la mia famiglia ma soprattutto con mio papà "ciao papino" dissi buttandomi a peso morto sul divano vicino a lui "topolina mia" disse abbracciandomi "ti voglio bene" dissi dandogli un bacio sulla guancia destra "anche io piccola. Però devo chiederti una cosa vieni in cucina con me" disse serio, troppo serio, così serio che mi preoccupava "si ma è successo qualcosa?" Chiesi preoccupata "non ti preoccupare tu vieni con me" disse alzandomi.

 

Appena andammo in cucina mi fece sedere e si mise in piedi davanti a me "che ti ha detto Flavia?" Mi chiese secco "no papà io non voglio farvi litigare per subire stress" dissi appoggiandomi allo schienale della sedia "Laura dimmelo ora, adesso in questo istante" disse sbattendo i palmi delle mani sul tavolo e per quel gesto di mio padre mi stavo spaventando davvero molto "ok te lo dico. Beh lei ha raggirato te e Lucas durante quei 6 anni vi ha messi contro di me e così tu l'hai anche aiutata mettendomi contro tutti i tuoi amici" dissi guardandomi la pancia "cosa?!" Urlò fuori di se "papà calmo" urlai con la speranza di farlo calmare "no Laura non sto calmo abbiamo litigato 6 anni per quella stronza e adesso mi sente" urlò uscendo dalla cucina "cazzo" dissi fra me e me.

 

Salii di corsa in camera mia sperando di non sentire nulla anche se non fu così perché si sentiva tutto "sei una stronza Flavia" urlò mio padre sbattendo qualcosa a terra "che c'è Bill che ti ho fatto?" Urlò Flavia "che mi hai fatto? Che mi hai fatto? Lo sai bene che mi hai fatto" urlò ancora più forte mio padre "Bill calmati cazzo dimmi che ti ho fatto" urlò Flavia "mi hai diviso da mia figlia mi ha odiato per 6 anni e ti sei divertita vedo" urlò per poi rompere qualcosa in vetro.

 

Io scesi dalle scale della sala per vedere la situazione e per evitare che a Lucas succedesse qualcosa "Lucas vieni qui andiamo a fare un giro in macchina" dissi prendendolo da sotto le ascelle "Laura" sentii urlare da Flavia "facciamo in fretta usciamo dal retro dissi correndo e prendendo le chiavi della mia macchina e il mio cellulare.

 

Salimmo in macchina e andammo da mio zio "zio apri siamo Lucas e Laura" urlai fuori dalla sua porta infreddolita senza giacca "arrivo" urlò dall'altra parte.

 

Appena aprì la porta di casa entrammo di corsa "che succede?" Mi chiese mio zio "papà e Flavia litigano" dissi con il fiatone "merda Laura andiamo insieme a casa tua e vediamo di chiarire" disse prendendomi dal braccio "no io non posso subire stress sono incinta metti in rischio me e il piccolo" dissi seguendolo fuori.

 

Fui costretta ad andare a casa con mio zio.

 

Entrammo in casa e vedemmo parecchi cocci di vetro a terra "papà" urlai "Laura" urlò venendo verso di me "io voglio tornare in Italia" dissi appena venne verso di me "cosa? Perché vuoi tornare in Italia?" Mi chiese con tristezza "non posso subire stress, e in questi giorni ne ho subito troppo e devo rimanere a riposo" dissi "ehi se ti prometto che non litighiamo rimani?" Mi chiese mio padre "non posso e poi so che litigherete ancora” dissi “no amore proveremo a non litigare ma ti prego non te ne andare adesso” disse abbracciandomi “facciamo così che rimango fino a questo mercoledì ma voi non dovete litigare fino a quel giorno” dissi staccandomi “te lo prometto piccola” disse prendendomi le mani “devi mantenere la promessa papà ricordatelo” dissi staccandomi

“me lo ricordo piccola io ci tengo a te” disse sorridendo “vado in camera mia” dissi salendo le scale ignorando totalmente quello che ha detto.

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Capitolo 33
*** capitolo 32 da casa al lavoro ***


Capitolo 32.
Il seguente capitolo non è molto lungo lo so ma l'ho fatto dal mio cellulare e poi l'ho trasportato qui sul mio computer quindi scusate lettori grazie per la vostra attenzione e buona lettura!
Da casa al lavoro.

Tornai in Italia dal mio ragazzo per colpa delle troppe liti in casa “sono a casa” urlai portando dentro la valigia e chiudendo la porta di casa “amore mio” urlò Alessandro correndomi incontro “mi sei mancato molto amore mio” dissi abbracciandolo "anche tu mi sei mancata molto, di sera non uscivo mai" disse prendendo la mia valigia "io uscivo ogni giorno per colpa di Flavia e mio padre che litigano in continuo" dissi seguendolo "mi dispiace amore mio" disse entrando in camera "tranquillo ora sono dall'avvocato. Mio padre mi ha detto che ci sarebbero andati per divorziare" dissi buttandomi sul letto "mio dio amore mi dispiace molto per te si sistemerà tutto" disse "si lo spero però io e lui abbiamo chiarito tutto per me è questo l'importante e poi vorrei farlo venire qui a Verona quando dovrò partorire sempre che a te non dispiaccia" dissi girandomi dalla sua parte "ma certo che non mi dispiace è tuo padre" disse venendo vicino a me "quanto mi mancava stare con te sul letto" dissi sorridendo "anche a me" disse baciandomi. 

Passarono 3 mesi e la pancia era cresciuta parecchio "iniziamo a lavorare" dissi uscendo dall'appartamento "dai andiamo in spiaggia dai ragazzi" disse Alessandro abbracciandomi da dietro "se vuoi sentire il bambino ascoltalo da davanti con il tuo orecchio" dissi iniziando a camminare prendendo la mia borsa "ok andiamo" disse seguendomi "ecco sarà il caso" dissi girando. 

Appena arrivammo in spiaggia dagli altri animatori "Laura, Ale" dissero in coro vedendoci mano nella mano "ciao ragazzi" dissi sorridendo "beh vedo che non siete soli" disse Mattia "no infatti non siamo soli abbiamo qualcuno qui" disse Alessandro picchiettando sulla mia pancia "uccidi lui e me già che ci sei" dissi sarcastica "oggi è nervosa" disse Alessandro "per forza sono incinta di 5 mesi ed è il primo giorno di lavoro" dissi sedendomi "se lo dici tu. Comunque vedo che sono arrivati in molti oggi" disse Alessandro dietro di me "si è vero" disse Mattia. 

Passammo la mattinata all'entrata del campeggio per salutare in modo divertente tutti i nuovi arrivati "amo fare la scema" dissi toccandomi la pancia e girandomi verso Mattia "buon per te" dissero in coro. 

Appena finimmo di dare il benvenuto a tutti i nuovi ospiti io e Alessandro andammo a prendere un po' di cose "che dobbiamo fare?" chiesi prendendo in mano delle bandiere "nulla di che dai portiamo la roba in spiaggia dai ragazzi" disse aprendo la porta.

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Capitolo 34
*** capitolo 33 tutto si può riparare ***


Capitolo 33.

 

Tutto si può riparare

 

Mi svegliai prima di Alessandro giusto per preparare la colazione e portargliela a letto -cavolo che fame- pensai prendendo il vassoio tra le mani portandolo in camera mia “buongiorno amore mio” dissi poggiando il vassoio sul suo comodino “ehi buongiorno” disse girandosi verso di me “come hai dormito?” chiesi “bene molto bene” disse sedendosi “sono felice” dissi rimanendo in ginocchio davanti a lui “perché?” mi chiese Alessandro guardandomi “beh mancano ancora 4 mesi e poi oggi ho la visita e vorrei che venissi anche tu” dissi con un sorriso semplice “Laura devo coprire il tuo turno non posso mi dispiace piccola” disse prendendomi le mani “non ti preoccupare mi faccio accompagnare da mio padre” dissi alzandomi e andando a lavarmi.

 

Finii di lavarmi e vestirmi mandai un messaggino a mio padre per dirgli di venirmi a prendermi e portarmi dalla ginecologa.

 

Rimasi in camera per un'oretta per stare tranquilla, ma appena sentii la voce di Alessandro mi avvicinai alla porta e gli sentii dire cose strane come: amore mio tranquilla io ci sono per te ti amo “Alessandro” dissi andando in salone guardandolo scioccata “oh no Laura non è come sembra io non amo nessuno” disse balbettando appena vide le mie lacrime “sei una merda” urlai uscendo dirigendomi verso il bungalow di mio padre, che lo incontrai a metà strada “piccola che succede” mi chiese vedendomi

 

in lacrime “mi stava tradendo con un'altra papà” dissi abbracciandolo e nascondendo il mio viso sul suo petto “amore io ti accompagno alla visita poi gli parlo io al ragazzo e vediamo di risolvere” disse staccandosi e guardandomi negli occhi “no papà io non voglio risolvere voglio solo che se ne vada dalla mia vita” dissi facendolo girare per andare verso la sua macchina.

 

3 ore dopo.

 

La ginecologa mi guardò con aria negativa e si avvicinò a me “signorina Kaulitz in questo periodo sta subendo stress?” mi chiese “un po' perché?” dissi guardandola insospettita “perché si vede dalla sua faccia il piccolo sta bene per fortuna ma se deve subire stress torni a casa” disse secca “sono sollevata di sapere il piccolo o la piccola sta bene” dissi sorridendo “mancano solo 4 mesi quasi 3 devi essere rilassata comunque si è già messo in posizione” disse sorridendo “dottoressa potrei sapere il sesso?” chiesi con un pizzico di curiosità “certo! È un bellissimo maschietto”disse sorridendo “benone Alessandro voleva una femmina e io un maschietto credo proprio che il papà di questo monello si deve accontentare” dissi togliendo il gel dalla pancia e abbassandomi la maglietta “bene ci vediamo il mese prossimo e non faremo più due settimane alla volta” disse andando dietro alla scrivania “arrivederci e alla prossima” disse dandomi la mano.

 

Appena tornammo in campeggio io andai subito in spiaggia e andai dai ragazzi “ciao ragazzi e Alessandro” dissi secca alla fine “ehi com'è andata la visita?” mi chiese Lorena “molto bene ha detto che sono troppo stressata ma il bambino sta bene e mi ha detto anche il sesso” dissi sorridendo “bene è un maschietto o una femminuccia?” mi chiese Mattia “maschio proprio come volevo io” dissi felice “beh potevi dirmi che andavi dalla ginecologa” sbottò Alessandro “a dir la verità tu lo sapevi benissimo e hai rifiutato di venire e poi scommetto che dovevi vederti con la tua fidanzata” dissi tirandogli i rasta “che dici Laura, ascoltati quando parli e poi volevo saperlo anche io dalla ginecologa” disse alzandosi di scatto e venendo verso me “che dico? Dico la verità Alessandro, sei troppo impegnato da andare dalla tua troietta piuttosto che venire con me dalla dottoressa per vedere il piccolo” urlai per poi voltargli le spalle e allontanarmi da lui “eh no Laura tu non mi volti le spalle e non te ne vai” disse venendomi dietro “Alessandro hai capito male te, io me ne vado da mio padre” dissi andando verso le docce per bagnarmi un po' i capelli.

 

Andai all'ombrellone di mio padre per stare un po' tranquilla “ehi piccola come va?” mi chiese appena mi vide “papà sono stanca morta non ne posso più” dissi sbuffando "mi ricordi tua madre piccola mia sei proprio come lei all'inizio del sesto mese si stancava" disse facendomi mettere vicino a lui per abbracciarmi "papà la mamma quanti anni aveva quando mi aspettavate?" Chiesi appoggiando la mia testa sulla sua spalla "16 anni piccola i suoi genitori a momenti mi uccidevano ma appena sei nata mi sono preso cura di te" disse sorridendo.

 

Io mi rialzai e andai al bar "eccola" urlarono i ragazzi "vieni Laura su vieni qui con noi" urlò Alessandro "ma piantatela" urlai andando a un tavolo "che hai?" Disse Mattia venendo verso me "non ho nulla sono stanca" dissi chiudendo gli occhi "è successo qualcosa fra te e Ale?" Mi chiese sedendosi davanti a me "no no tranquillo" dissi balbettando "ehi so che stai mentendo! Ora dimmi che è successo perché vedo che tu e Alessandro oggi siete molto distaccati” disse guardandomi in faccia “non è successo nulla stai tranquillo anzi è successo qualcosa e lo sa lui” dissi guardandomi la pancia per non incrociare il suo sguardo “non vuoi parlarne?” mi chiese abbassandosi per incrociare il mio sguardo “no non voglio scusami ma non riesco se lo vuoi sapere vai a chiedere ad Alessandro” dissi alzandomi di scatto per poi allontanarmi “Laura” urlò mio padre “ehi dimmi” dissi girandomi “è arrivato Lucas con Flavia per fare le vacanze qui ti tengo lontana da Flavia non voglio che ti aggredisca” disse venendomi davanti “ok tranquillo io vado solo all'entrata per accogliere” dissi iniziando a camminare.

Andai verso l'entrata del campeggio per fare l'accoglienza e appena vidi Flavia mi girai subito per non farmi riconoscere “Laura” urlò Lucas correndo verso me “Lucas perché hai urlato?” dissi coprendomi gli occhi con le mani “ma Laura io credevo che volevi vederci” disse Lucas incrociando le braccia “volevo vedere te ma non tua madre ma va beh dai io ora vado in spiaggia vieni con me che ti porto da papà” dissi posando il mio braccio destro dietro il suo collo.

Andammo insieme in spiaggia “è bello essere animatori?” mi chiese “bellissimo” risposi sedendomi al bar “vorrei farlo anche io” disse guardandomi “amore mio fallo in Germania non qui perché non capiresti nulla dell'italiano” dissi ridendo “ovvio. Laura papà ti ha detto qualcosa?” mi chiese “no perché? È successo qualcosa?” chiesi strabuzzando gli occhi “si ho fumato una sigaretta l'altra sera e quando mi ha video chiamato l'avevo in bocca” disse guardando in basso “Lucas papà ti potrebbe ammazzare di botte per quello che hai fatto” dissi alzandomi allarmata “lo so voglio andare da lui per parlargli” disse guardandomi “vieni con me” dissi avvicinandomi a lui “Laura” urlò Mattia “ohi dimmi” dissi fermandomi “Alessandro ha detto che se non lo perdoni si suicida vieni con me fai in fretta” disse con il fiatone “merda no! Ok dai vengo” dissi chiudendo gli occhi “muoviamoci” disse prendendomi per mano iniziando a camminare velocemente “ehi calmati Mattia” urlai “sono preoccupato per lui ecco tutto” disse girando una volta entrati in campeggio.

Appena arrivammo all'appartamento entrai da sola e lo cercai “Ale dove sei?” urlai camminando all'indietro “Alessandro dove sei?” urlai tra i singhiozzi “sono qui” urlò dalla nostra camera.

Corsi per andare da lui e appena lo vidi a terra con del sangue vicino mi avvicinai “perché lo hai fatto Ale?” chiesi abbassandomi vicino a lui “perché ti amo Laura io ti amo non posso vivere senza di te sei la mia piccola” disse tra i singhiozzi “pure io ti amo ma mi hai tradita e mi ha fatto parecchio male” dissi abbassando lo sguardo “lo so piccola mi sento un verme vorrei farmi perdonare mi manchi topolina mia” disse abbracciandomi “mi manchi anche tu Ale” dissi chiudendo gli occhi “torniamo insieme ti prego se no io rischio di morire dentro” disse guardandomi “ok torniamo insieme” dissi sorridendo e annuendo “grazie piccola” disse stringendomi “dai ora dammi delle bende e il disinfettante che ti curo le ferite” dissi staccandomi “te le porto subito” disse alzandosi e andando in bagno.

Appena tornò con le cose che gli avevo chiesto si mise a terra vicino a me e allungò il polso che si era tagliato “amore la prossima volta parlamene subito io non voglio che ti tagli io e te stiamo per diventare genitori” dissi iniziando a disinfettargli i tagli “lo so” disse tirando verso se il braccio appena sentì che glielo toccai “scusa” dissi continuando a disinfettarglielo. Appena finii di disinfettarlo lo fasciai con le bende che mi aveva portato, quando finii ci alzammo e portammo le cose in bagno per non lasciarle in giro “grazie piccola” disse baciandomi “di nulla amore. Però adesso andiamo in spiaggia mio fratello sta per essere sbranato da mio padre” dissi tirandolo dietro di me “che ha combinato?” mi chiese “ha fumato una sigaretta l'altra sera e mio padre lo ha scoperto in una video chiamata” dissi in fretta.

Appena andammo in spiaggia presi da parte Lucas “ti porto io da papà ma stammi dietro prima che inizia” dissi “ok” disse annuendo.

Andammo da mio padre, ma conoscendo Lucas si è messo davanti e così si è preso un ceffone “Lucas io te lo avevo detto ora sono fatti tuoi” dissi andandomene.

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Capitolo 35
*** Capitolo 34 siamo genitori ***


Capitolo 34.   

ultimo capitolo della storia sono felicissima di sapere che è stata recensita molto da memy881 e le voglio dedicare quest'ultimo capitolo ti voglio tanto bene bellissima ❤

Siamo una famiglia.


Passarono tre mesi ed era arrivata l'ottavo mancavano poche settimane all'ultimo mese e non si poteva dire che eravamo tranquilli io e Alessandro stavamo anche lavorando come dei muli che durante le ore di pausa pranzo andavo a casa e mi addormentavo con la testa appoggiata sul tavolo "amore svegliati oggi abbiamo un'altra giornata dura" disse Alessandro "ancora? Non ne posso più Ale ho anche mal di schiena" mugugnai rimanendo con gli occhi chiusi "lo so amore ma dobbiamo e poi ricordati che noi dobbiamo tornare prima a casa" disse baciandomi l'orecchio "ok, ok mi alzo però vado prima io in bagno" dissi aprendo gli occhi e alzandomi dal letto dirigendomi verso il bagno "vai pure piccola io mi lavo dopo di te" urlò dalla camera. 

Appena finii mi misi il costume e i vestiti di sempre "Laura aspettami prima di uscire" disse dal bagno "amore stai tranquillo ti aspetto" dissi "allora che mi dici piccola?" Mi chiese Alessandro "nulla amore. Ahi" urlai per poi piegarmi "Laura che hai?" Urlò preoccupato "la prima contrazione" urlai "come di già? Cazzo non può essere che settimana è questa?" Mi chiese venendo in camera "la terza settimana dell'ottavo mese" dissi "Laura oggi non lavori anzi vieni con me" disse "ok Ale tanto non posso dirti di no perché insisti" dissi alzandomi "ecco" disse lui spingendomi dalle spalle.

Andammo dal nostro capo per parlare della contrazione che mi è venuta "ciao Andrea" dissi "ehi ragazzi come state?" Disse davanti a noi "ehm bene bene però oggi Laura ha avuto la sua prima contrazione e sono molto preoccupato per lei" disse Alessandro "ragazzi vi lascio tornare a casa non voglio che succeda qualcosa. Potete andare" disse Andrea "grazie molte sei molto gentile" dissi sorridendo "ehi sono comprensivo io e presto sarete genitori in bocca al lupo e buon meritato riposo ragazzi" disse stringendoci la mano "grazie mille" dissi felice.

Tornammo al nostro appartamento e preparammo le valige per ritornare a casa, quando le caricammo in macchina andammo in spiaggia per salutare gli altri animatori "ragazzi è arrivato il momento di salutarci dobbiamo tornare a Verona" dissi "cosa partite di già?" Chiese Lorena "si oggi ho avuto la prima contrazione" dissi "allora alla prossima" dissero tutti insieme "si alla prossima ma sarà presto" disse Alessandro "andiamo Ale che non riesco a stare più in piedi" dissi "ciao" dissero tutti insieme.

Tornammo in campeggio e andammo verso la macchina "che divertimento ragazzi" dissi salendo nell'auto "si hai ragione beh Laura che ne dici se vengono da noi dopo che è nato il piccolo?" Mi chiese una volta usciti "dico che possono venire tanto sono sempre i benvenuti" dissi sorridente "amore dormi che hai l'aria molto stanca io non voglio che ti stanchi troppo" disse guardandomi "amore tranquillo tu pensa a guidare io mi addormento di sicuro" dissi guardando il suo viso con uno stranissimo sorriso "sei felice?" Chiesi "certo che lo sono stiamo diventando genitori amore" disse guardando avanti "sono felice che tu sia felice" dissi con un sorriso a 32 denti.

Appena arrivammo a casa andammo in camera a sua a svuotare le valigie "che ci mangiamo?" Chiesi "non lo so vado a vedere intanto svuota le valigie" disse alzandosi “si si tranquillo qui ci penso io” dissi mettendomi a terra davanti alla valigia.

La svuotai tutta e misi negli armadi i vari vestiti “Laura c'è il risotto e della pasta” disse entrando in camera “ok tu cosa preferisci?” chiesi guardando l'armadio “la pasta però se tu vuoi il riso facciamo quello” disse buttandosi sul letto “no amore la pasta mi va più che bene se in bianco ancora meglio” dissi chiudendo l'armadio.

Mi buttai sul letto vicino a lui “andiamo a preparare il pranzo?” mi chiese girandosi verso di me per guardarmi “aspetta 5 minuti” dissi chiudendo gli occhi “dai Laura cucino io” disse alzandosi “ok mi alzo” dissi mettendomi seduta per poi alzarmi.

Passarono 4 giorni e le contrazioni aumentavano non erano più una volta al giorno ma due ogni 10 ore “Ale stasera devo uscire con mio padre” urlai dalla camera “amore non uscire se poi ti viene una contrazione? Voglio che rimani a casa con me” disse entrando “dai amore è da tanto che non esco con mio padre” dissi “invitiamolo qui” disse venendo sul letto vicino a me “Alessandro ti prego dimmi che scherzi” dissi guardandolo “no amore non scherzo” disse baciandomi la pancia.

Mi alzai dal letto per andare in bagno ma come mi alzai una contrazione mi fece risedere e piegare in due per il dolore “piccola” disse allarmato venendo verso di me “fa male Ale fa troppo male” dissi prendendo fiato “Laura tutto ok?” mi chiese “ok ora sto meglio” dissi tirando un sospiro.

La sera stessa mio padre venne con mio zio "ciao piccola" disse mio zio entrando per primo per poi abbracciarmi , quando entrò mio padre lo abbracciai e gli diedi un bacio sul mento "ciao topolina" disse stringendomi.

Li feci accomodare in sala e intanto preparavo la tavola e la cena "Laura vieni un attimo" urlò Alessandro da sotto la doccia "arrivo" urlai iniziando a camminare in fretta "eccomi che succede?" chiesi entrando in bagno "niente calma tuo papà è arrivato?" mi chiese "si con mio zio Ale preparati velocemente i rasta non asciugarli di la è quasi pronto dissi per poi uscire dal bagno e andare in cucina.
La serata la passammo tra le risate e gli scherzi fino a mezzanotte quando mio padre e mio zio se ne andarono a casa io e Alessandro sparecchiammo e mettemmo tutto in cucina per poi andare a dormire. 
Alle 2.30 mi svegliai e andai in sala per non disturbare Alessandro che dormiva tranquillo, avevo le contrazioni ogni 5 minuti a quella più forte urlai dal dolore "Laura" urlò Alessandro dalla camera correndo in sala da me "Ale" dissi tra un respiro e un altro "ehi che succede devi partorire?" Mi chiese in preda al panico "penso proprio di si provo un dolore allucinante al basso ventre" dissi continuando a respirare.
Eravamo andati in ospedale, io continuavo respirare profondamente ogni tanto davo qualche spinta per fare uscire il bambino. Appena mi portarono in sala parto mi fecero sdraiare per stare un po' più comoda, iniziai a spingere anche se non me lo avevano detto ancora "piccola prendi fiato e spingi" mi sussurrò Alessandro all'orecchio io annuii e feci come mi disse "brava ce la stai facendo si vede la testa" disse una dottoressa. 
Io stringevo la mano di Alessandro e intanto spingevo verso il basso per fare uscire Tomas. 
Spinsi un'ultima volta e quando non sentii più dolore capii che era nato "è nato?" Chiesi con il fiatone "si piccola è nato il nostro bambino" disse baciandomi "4 chilogrammi congratulazioni" disse la dottoressa che lo aveva in braccio. 
Passarono 3 giorni e uscii dall'ospedale con il mio bambino "adesso iniziamo una dieta seria" dissi sistemando il piccolo Tomas "amore spero che scherzi perché sei magra" disse Alessandro mettendo in moto "ma smettila è rimasta la pancia però sono felice del nostro bambino" dissi sorridente. 

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