Notte.
Ovunque
si girasse, i suoi occhi non vedevano altro che notte.
“Stramaledettissima
vacca boia! Perché non riesco a dormire?”
Fuori
dalla
finestra un lampione illuminava gli alberi del giardino che un
po’ la
intimorivano. Sembravano così arcigni... quasi come braccia
pronte a portarla
via, senza un perché. Gli alberi di notte le mettevano paura
da quando era
piccola.
Sentì
l’amico girarsi sotto la coperta arancione
e sbuffare per il freddo.
-Bill,
sei
sveglio?- chiese piano rompendo la patina di silenzio che era calata
sui due da
qualche ora.
-Si...-rispose
il ragazzo voltandosi nel buio, come se potesse vedere in faccia la sua
interlocutrice.
-Possiamo
parlare un po’? Non riesco a dormire.-
-Ok...
di
che parliamo?- chiese lui di rimando. Sembrava sollevato, come se un
suo dubbio
fosse stato colmato.
-Si
può
accendere la luce? Mi da fastidio stare così al buio.- per
quanto Hayden
ostentasse sicurezza, le paure di bambina restavano, sempre,
costantemente.
-Meglio
di
no, se mia madre scopre che sei qui siamo morti. Al massimo si
può accendere
una candela.- spiego velocemente il ragazzo.
-Ok,
la
candela va benissimo...-
Il
moro si
alzò dall’improvvisato letto dirigendosi a tastoni
verso la scrivania. Aprì un
cassetto e ci infilò dentro una mano fino a quando non senti
qualcosa di tondo
e lungo vicino alla sua mano. Afferrò l’oggetto e
tendendolo in mano cercò
anche l’accendino abbandonato da qualche parte sulla
scrivania.
La
ragazza,
con gli occhi da gatto che si ritrovava, guardava la figura di Bill che
si
muoveva da una parte all’altra apparentemente a caso, poi
d’un tratto sentì uno
strano rumore e dall’accendino dell’amico
partì una piccola fiamma, che ben
presto avvolse lo stoppino infiammandolo, come la passione
può infiammare gli
animi di qualsiasi persona.
Bill,
ormai
supportato dalla luce della flebile fiamma della candela, prese una
bottiglia
con la parte superiore completamente coperta di cera sciolta di tutti i
tipi e
ci ficcò dentro la candela blu che teneva in mano per poi
ritornare a sdraiarsi
sul letto poggiando per terra la bottiglia.
-Ecco
fatto.
Allora, di che parliamo?-
-Non
lo
so... – guardò il ragazzo raggomitolarsi nella
coperta per il freddo – sei
sicuro di non voler fare a cambio?-
-No,
grazie... ho freddo io che sono vestito, pensa tu che sei mezza nuda!-
-Ah,
ma
vaffanculo! Devi sempre essere così altruista?- era quasi
irritata da questo
lato di Bill. A cosa serve soffrire per non far soffrire gli altri?
È una cosa
stupida!
-
Ancora! Lo
sai che io sono così, non ci puoi fare nulla...- si
passò una mano dietro al
collo, il giorno dopo avrebbe tolto la garza e avrebbe potuto
finalmente
sfoggiare il suo nuovissimo tatuaggio.
-Al
posto
che offrire tutto questo aiuto a me almeno potresti offrirlo a Isebil!
Hai idea
di come stia? Era distrutta...- a ogni parola il suo tono si faceva
più triste.
-Ma
almeno
suo padre si è risposato! Non è più
sola!- tentò di controbattere il ragazzo.
-Però
per
colpa di un cretino a caso ora sta male quanto prima! Almeno poteva
scappare da
suo padre, ma da Tom no! È inevitabile che lo riveda!- aveva
un tono
arrabbiato, ma non stava urlando. Si sapeva controllare, sapeva che se
Simone
li avesse scoperti sarebbe stata la fine del suo amico che si era
improvvisamente zittito.
-Come
vanno
le cose con la Universal? Cioè...l’anno prossimo
andate davvero a registrare il
video di Durch den monson?- chiese d’improvviso Hayden, dopo
qualche attimo di
silenzio. Alle orecchie di Bill sembrava quasi dispiaciuta di questo
fatto.
-Alla
Universal? Benissimo... oltre che registrare il video, stiamo scrivendo
la
parte musicale per i testi nuovi- sorrise alla flebile luce della
fiamma, quasi
euforico per l’ondata di novità che lo stava
investendo da relativamente poco
tempo fino a ora.
La
ragazza
si alzò e prese il microfono dall’asta su cui
stava poggiato, poi ritornò al
letto e lo porse a Bill.
-Su,
cantami
qualcosa... anche la canzone dei puffi se ti va! Basta che canti...-
non sapeva
nemmeno lei perché lo facesse, ma voleva che Bill cantasse.
A suo parere, e
solo suo doveva rimanere, non l’avrebbe detto mai a nessuno,
quella voce era
come magica, sapeva mettere a posto tutto quello che a posto non voleva
starci.
Magari sarebbe riuscita a addormentarsi senza pensare a quelle
sottospecie di
uomini-albero fuori dalla finestra...
Seppure
dopo
un momento di scetticismo, Bill si mise a cantare, piano...
-Zum ersten Mal
alleine
In unserem Versteck.
Ich seh noch unseren Namen an der Wand
Und wisch sie wieder weg.
Ich wollt dir alles anvertrauen.
Warum bist du abgehauen?
Komm zurück
Nimm mich mit
Komm und rette mich,
Ich verbrenne innerlich.
Komm und rette mich
Ich schaff’s nicht ohne dich.
Komm und rette mich
Rette mich
Rette mich
Unsere Träume waren gelogen
Und keine Träne echt.
Sag das das nicht wahr ist,
Sag’s mir jetzt.
Vielleicht hörst du irgendwo…-
In quel punto, le parole cominciarono a sfocare
nella
sua mente, a perdere significato diventando solo armonia.
-Ma li scrivi davvero tu i testi?- chiese in un
soffio
la ragazza, ancora nel dormi-veglia.
Bill si bloccò un attimo
-Si, perché?- chiese quasi sorpreso
dalla domanda
abbastanza insolita, almeno per una sua amica.
-Perché sono bellissimi...- rispose lei
prima di
addormentarsi placidamente, con la fiamma del mozzicone di candela a
illuminarle e scaldarle il viso.
-Sveglia!-
Sguardo penetrante. Come un coltello in pieno
stomaco.
-Sveglia! Se arriva mia madre sai che succede?-
Un ammasso di biondi capelli arruffati si alza di
scatto, sbarrando gli occhi. Il ragazzo di fianco a lei ghigna, sapendo
di aver
trovato la soluzione alla precedente mezz’ora di strattoni e
sibili per non
svegliare mezza casa, che poi includeva solo suo fratello.
-Come?! ... che ore sono?- sibila la ragazza, con
un
tono che ricorda lievemente un palloncino che si sgonfia.
Il moro ride leggermente dandole le spalle e
risiedendosi sul suo non molto confortante materasso steso a terra.
Senza nemmeno ascoltare l’eventuale
risposta la
ragazza si fionda in bagno, uscendone praticamente subito
già pronta e
truccata.
Incredibile cosa riescono a fare le donne.
Bill la guarda spostarsi qua e la come una trottola
per praticamente tutto il tempo, immobile e sghignazzate come a volte
solo
Georg sa essere.
-Ehm... Hayden?!, guarda che oggi è
lunedì, mia madre
è al lavoro.-
Come folgorata, la ragazza si blocca.
L’avrebbe ucciso. L’avrebbe
ucciso a furia di
schiaffi.
Si gira lentamente verso Bill, guardandolo con aria
assassina, mentre quello continua a ridere.
Continua
a
guardarlo, poi all'improvviso gli si butta addosso tipo placcaggio di
rugby,
buttandolo giù sdraiato sul materasso.
-Io t'ammazzoooo!-
Nemmeno fa attenzione al volume della voce, nemmeno pensa che nella
stanza
accanto c'è Tom.
Tom
che
potrebbe svegliarsi, Tom che potrebbe sentirla.
No,
Tom non
esiste.
Bill
ride
ancora più forte, di più.
-Dai,
però è
stato divertente...!- la lascia fare, tanto piccola e fragile
com’è non
riuscirebbe a fargli davvero male, qualsiasi cosa faccia.
La
afferra
per i polsi, tenendoli delicatamente stretti, guardandola in volto.
-Era
l’unico
modo per svegliarti Hayden!-
In
quel
momento, sembra quasi che ci sia aria di contesa. Hayden ha la
tentazione di...
boh, tirare una testa a Bill, o sputargli in un occhio. Ma non lo
farebbe mai
davvero.
-Sarà
stato
divertente per te..!-
Lo
guarda
male, ma poi scoppia a sua volta a ridere, guardandolo.
Le
sembra
impossibile stare seria in quella situazione, così, faccia a
faccia.
-Beh,
almeno
ora sei sveglia...!-
Restano
un
po’ a fissarsi, ridendo leggermente, poi Bill distoglie lo
sguardo, mollandole
lentamente i polsi.
Già,
Bill si
imbarazza con niente, ma questa volta anche lei non è stata
da meno.
Da
quando si
creano situazioni imbarazzanti con i Kaulitz?
Quelle se le creano già fra loro, le situazioni imbarazzanti.
Hayden
si
alza, scuotendo leggermente la testa.
-Eh
già... e
tu ora mi offri la colazione, vero?- chiede con un sorriso leggero,
quasi a
voler sembrare un angioletto.
Bill
annuisce alzandosi in piedi, ancora in pigiama lui ovviamente.
-Mi sistemo velocemente e scendiamo
giù
a fare colazione, mh?- chiede sorridendo mentre si
avvicina velocemente
al proprio armadio.
Afferra una maglietta e un jeans, non può perdere tempo.
Veloce passandole accanto corre in bagno a sistemarsi.
La
ragazza lo
guarda prendere i vestiti ed uscire e si siede sul letto, togliendo il
cappotto
e poggiandocelo sopra.
Lei era proprio pronta per uscire.
Si guarda intorno, arricciando un po' le labbra, quasi ci giocasse.
Non pensa a niente di particolare, si guarda intorno e basta.
Ieri, al buio, non aveva notato alcuni particolari della camera che si,
sono
molto cambiati.
Bill
esce
dopo una decina di minuti. Pronto e sistemato, da vero uomo di
spettacolo,
quale è lui.
O
almeno lo
diventerà.
Ha preso la maglietta dei Green Day, la sua preferita, bene.
Nemmeno se n'era accorto.
Uscendo dal bagno, vestito, pettinato e truccato raggiunge l'amica.
-Prooonto, scendiamo??-
Sventola una mano davanti alla ragazza, quasi
assorta nel guardarsi intorno, facendola riscuotere.
-Sisi, eccomi!-
Si alza, raggiungendolo fuori dalla stanza e assaporando a pieni
polmoni il
profumo che c’è nell’aria.
Ha sempre pensato che quella casa abbia un aroma strano, tutto suo, un
misto
fra biscotti freschi, carta da parati e il classico odore di casa.
Si gira una ciocca di capelli fra le dita, scendendo velocemente le
scale, un
passo di distanza da Bill.
Quando
ci si
mette è impossibile stargli dietro, fa tutto velocemente e
alla spiccia.
Lo segue mentre tranquillamente
entra in cucina. Vuota. ;eglio, significa che Tom sta ancora dormendo.
-Allora...- apre vari
sportelli
e poi il frigo.
-Ehm.. latte e cereali? pane e nutella?
Brioche?- si volta verso la ragazza con un lieve sorriso.
Lei, dal canto suo, nemmeno ci
pensa.
-Latte e cereali andranno
benissimo...!-
***
Quando
si
dice dalle stelle alle stalle... i Tokio Hotel, il gruppetto
squinternato dei suoi
migliori amici, quelli su cui nessuno avrebbe mai puntato un solo
centesimo,
sono passati dal
suonare nel garage di
casa Listing al provare i pezzi da incidere nelle sale prova migliori
dei
dintorni, quelle presenti nel plesso di edifici della Universal Music
Germany.
Era
una
mezz’oretta abbondante che aspettava, fuori da quei cancelli
neri che anche se
aperti tanto la intimorivano, e dei quattro piccoli musicisti nemmeno
l’ombra.
Si
sa,
quando fai qualcosa che ti piace il tempo vola.
Sospira,
sedendosi sul marciapiede antistante la cinta nera e appuntita.
Aspetterà
ancora... alla fine, se non aspetta loro, non può fare altro.
E
altri due
minuti passano.
Tre.
Quattro.
Cinque.
Sente
delle
risate in lontananza, risate che riconoscerebbe su mille.
Si
gira
leggermente, in tempo per vedere Bill che fa un leggero segno con la
mano a Tom
prima di avvicinarsi a lei.
-Ehy,
Hayden...!-
-Ehilà!
Vi
siete sistemati bene a quanto vedo...-
Sorridente
indica con un cenno del capo la struttura al loro fianco, a cui il
ragazzo
lancia uno sguardo con la coda dell’occhio, fugace.
Non
è che il
grigiore delle pareti gli interessi molto.
Hayden
si calca
meglio il giubbino addosso, rannicchiata un po’ in se stessa.
-Questo
posto mi fa impressione da quant’è grande...-
Bill
sorride
leggermente, quasi orgoglioso, per poi spostare lo sguardo
sull’edificio.
-Già...
siamo stati così fortunati!-
Dopo
qualche
secondo entrambi staccano lo sguardo dall’edificio,
puntandolo l’uno
sull’altra, e lei sulle proprie mani.
-Allora...
che ci fai da queste parti?- una domanda semplice, fatta con la
dolcezza di
sempre.
Lei
alza le
spalle, infilando le mani rossicce dal freddo nelle tasche foderate del
giubbotto.
-Così...
diciamo che sono qui in visita. Volevo vedere come vanno le cose ai
piani alti.-
Sbuffa
una
risata, formando una nuvoletta di condensa che guarda per un
po’, per poi
guardare il ragazzo che ha davanti e gli altri, un po’
più distanti, con Tom.
Alla
fine è
la loro la posizione peggiore, non sanno mai con chi stare.
-Andiamo
a
bere qualcosa insieme? E... tranquillo, non ucciderò tuo
fratello.- sussurro
l’ultima parte per evitare la domanda che Bill le avrebbe di
certo fatto.
Mettere
in
chiaro le cose dall’inizio è sempre meglio...
però Bill quell’aria preoccupata
potrebbe togliersela dalla faccia.
Dopo
poco lo
fa... che legga nel pensiero?
-Daaaai,
che
così mi raccontate come vanno le cose!-
Sorride
e
annuisce più volte, dicendo un convinto –Ok, va
bene!-
Le
porge la
mano, per tirarsi su. Mano che lei prontamente afferra, alzandosi con
un
piccolo balzo.
Senza
preavviso il ragazzo parte verso gli altri, senza lasciarle la mano...
solo
quando arriva davanti a loro sembra ricordarsi di quello che ha fatto.
E
intanto
Hayden fissa le loro mani, guardandole con aria critica e un
sopracciglio
alzato.
Odia,
odia
quelle situazioni.
-Ragazzi,
andiamo a bere qualcosa?-
Sempre
entusiasti, Georg e Gustav accettano la proposta del moro.
C’era
da
aspettarselo, quando c’è da fare baldoria loro ci
sono sempre.
Tutti
si
voltano verso Tom, ora sta a lui.
-Tom?
Tu
vieni?-
Lui
li
guarda, fissa per qualche secondo Hayden.
Il
rimorso
dai giorni prima è ancora acceso, sa che finirebbe male.
-No...
io
torno a casa...-
Bill
sospira
leggermente, ma acconsente, lasciando andare il gemello. Sa che
è meglio lasciarlo
solo.
-C’era
da
immaginarselo...-
Sospira
di
nuovo, infilando le mani nelle tasche dei jeans. Non sembra possibile
che ci
possa stare qualcosa, e invece...!
-Potevi
far
venire anche Andreas...-
-Gliel’ho
chiesto, ma non voleva vedere Tom... e poi è meglio che ci
sia qualcuno che fa
compagnia a Isebil.-
Fa
una
smorfietta, la ragazza. Sa che non è carino quello che ha
appena detto, ma è la
verità e alla verità non si scappa.
Guarda
il
terreno e poi i tre.
-Allora..
dove andiamo? Siete voi gli intenditori della zona.-
Bill
sembra
illuminarsi, tutto allegro, come quando gli viene una buona idea.
-C'è un locale qui vicino, solitamente ci
vanno tutti di dirigenti dell'Universal e noi.. beh, beviamo gratis.
Conviene
no?-
Tutti
annuiscono, e il bassiste e il batterista della band partono, senza
nemmeno
dire una parola.
Si
mettono
allegramente a borbottare fra di loro, probabilmente cose che noi umani
non
possiamo nemmeno immaginare.
Quando
si
mettono a parlare di musica, è la fine.
La
ragazza
li guarda aggrottando le sopracciglia divertita, per poi ridacchiare.
Si
gira
leggermente e guarda Bill.
-Dai,
andiamo...!-
Comincia
a
camminare dietro ai due ragazzi, sentendo al proprio fianco Bill.
Stanno
in
silenzio, tutti e due, fino al bar.
Sentono
le
voci degli amici, ma non le ascoltano davvero... sarebbe anche inutile.
Giunti
al
locale entrano e... è tutto il contrario di quello che
Hayden s’aspettava.
Mobili
dal
design moderno-ultralussuoso, abbastanza minimale e tutto suoi toni del
grigio,
nelle sue varie sfumature, signori in giacca e cravatta che girano
ovunque, con
i loro cocktail colorati e superalcolici.
Guarda
gli
altri ragazzi ma loro sorridono raggianti, quasi come se fossero
abituati...
non come lei, che guarda tutto estasiata e al contempo intimorita.
Si
aggrappa
alla manica di Gustav, che oltre essere il più vicino
è il più saggio fra i
tre.
-Sicuro
che
siamo nel posto giusto...?-
Sente
Bill
ridere, probabilmente di lei.
Alza
lo
sguardo.
-Certo
Hayden! Questo è un posto da star e...- si indica con
entrambe le mani –Noi
stiamo per diventarlo!- sorride smagliante, come nemmeno le ragazze
nelle
pubblicità dei dentifrici.
Ci
si può
scommettere dieci a uno che se Bill non avesse sfondato nel campo della
musica
sarebbe diventato il nuovo volto di Mentadent&Co.
Sospira...
la situazione comincia a piacerle.
Sorride
guardandosi attorno.
-Vuoi
dire
che in questa strafigata di posto... noi non paghiamo?!-
Saltella,
tutta contenta. Si, a volte sembra ancora una bimba.
Gustav
ride
leggermente, per poi sospingerla da un lato.
-Dai,
andiamo a sederci...!-
Non
appena
tutti e quattro son seduti sulle sedie, arriva un tizio con i capelli
che
sembrano appena stati leccati da una mucca e un’aria
scocciata in volto.
Si
vede che
non sopporta i ragazzini, ma non appena Bill tira fuori il magico pass
della
Universal... diventa l’uomo con il sorriso più
fintamente amabile della terra.
Gli
lascia
la lista dei drink, per poi andarsene velocemente e con fare
indaffarato.
Hayden
afferra la lista, sfogliandola distrattamente.
“Ma
se
io...”
-Ma
se io
prendessi una semplice coca cola mi butterebbero fuori?!-
Guarda
un
attimo tutti in faccia... allora non è Bill, stavano
pensando tutti la stessa
cosa.
Sorride
leggermente, per poi pensare a come attaccar bottone.
-Allora,
che
si dice per il vostro debutto? Ci sono novità?-
-Oggi
abbiamo provato un bel po’ di pezzi, sembra che vada alla
grande... si!-
Bill
assume
un’aria sognante, come sempre. E’ nato per quel
lavoro, e Hayden s’è sempre
chiesta se sia un bene o un male.
–E’ un sogno
che si avvera.. davvero.. e tra due settimane andiamo in sud africa,
già
assicurato!-
Due
settimane.
Due
settimane.
La
ragazza
raggela, guarda Bill intontita.
-D..due settimane? Non dovevano essere mesi e
mesi?-
Ora,
o è lei
che non ha cognizione del tempo, o qualcosa decisamente non va.
Non vuole che se ne vadano così.
Sono alcuni dei suoi migliori amici, le persone che ama di
più al mondo.
Gli
altri
ragazzi si guardano... si vede che non ha retto il colpo.
-Hayden si.. loro.. loro hanno fretta di fare
uscire il singolo.. devono correre.. io sono un po’ confuso
sta... sta avvenendo
tutto in maniera così veloce.. nemmeno io ci capisco
più niente ma..- la
guarda e le sorride, rassicurante.
-Non devi preoccuparti.. noi
saremo sempre con voi...-
___________
Note d'autrice:
Allora,
come potete notare la storia comincia già a farsi strada...
ma questo non è ancora niente ragazzi
ù.ù
Dal prossimo capitolo tutto
cambierà.
E mi raccomando ragazze, tenete bene a
mente quell'ultima frase!
Ah, scusate il ritardo xD
Si ringraziano per i commenti:
Schrei
Erinlaith
claudy
Shiro Neko (<3<3)
Yaoista for life
Saretta94
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