La piccola pazza Annie

di e_cate
(/viewuser.php?uid=185185)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I tributi del distretto 4 - primo capitolo ***
Capitolo 2: *** Verso Capitol City ***
Capitolo 3: *** L'inaugurazione ***



Capitolo 1
*** I tributi del distretto 4 - primo capitolo ***


Sono due notti che sognole sue braccia, quelle braccia secche e azzurrine che tendono verso di me. E il suo sorriso, il sorriso di chi ti sta per condurre alla morte. Ebbene, io, Annie Cresta, due giorni fa sono stata scelta dalla sorte per l'edizione dei 70° Hunger Games. Quando Salyssa Portrait ha annunciato il mio nome a stento mi sono retta sulle gambe e le urla di mia madre e delle mie sorelle hanno accompagnato la marcia verso il podio, dove mi attendevano le braccia dei mieiincubi.
"La piccola Annie" sentivo dire. "La dolce Annie, no!"
La piccola e dolce Annie ributtava in acqua i pesci che pescava per paura che avessero una famiglia e degli amici, come potrà mai uccidere dei suoi coetanei?
Subito dopo il mio nome Salyssa chiamò anche l'altro tributo. Miles Flagg, non ci conosciamo bene, gli sarà più facile uccidermi.
Alla fine della sentenza della nostra condanna io e Miles fummo portati sul treno che ci avrebbe condotto a Capitol City, dove ci avrebbero presentati come i tributi del distretto 4 dei 70° HUnger Games. Ed ora eccomi qui, sul treno, in una cabina più grande di molte case nel mio distretto.
Miles e Finnik Odair, il nostro mentore, sono nella cabina principale che discutono sulle tecniche di sopravvivenza; non mi piace quel ragazzo, ha vinto cinque anni fa quando era ancora un bambino impalando tutti gli avversari con il dono più prezioso che un paracadute avesse mai portato, un tridente. Nonostante il disprezzo entro e lui si volta verso di me sorridendo. I miei capelli arruffati e gli occhi spenti danno ancora più luce alla sua bellezza magnetica e piùlo guardo più capisco perchè Capitol City gli ha mandato in dono quel tridente: lo voleva vincitore, lo voleva nelle sue mani per vantarsene come se fosse una stoffa preziosa.
"Siediti al mio posto". Finnik si alza e mi cede la poltrona. "Stavo spiegando a Miles come ottenere l'appoggio del pubblico"
"Tu hai di sicuro una buona base" si intromette Salyssa entrando nella stanza con il suo passo fluttuante e uno strascico di piume azzurre e verdi che ricade dal suo vestito. "Dovremo sistemarti i capelli e vestirti, ma possiedi la bellezza particolare tipica del tuo distretto con i tuoi occhi che richiamano il mare"
Mi giro verso Finnik e lo vedo arrossire, chissà cosa pensava.
"Per Miles sarà più difficile" continua Salyssa "gli abitanti di Capitol City si aspettano sempre tributi affascinanti dal distretto 4 dopo la vittoria del vostro mentore, perciò ci occuperemo molto del tuo look"
"Non dovremo concentarci di più sulle tecniche di combattimento o cose simili?" chiede Miles
"Nell'arena gli sponsor sono importanti quanto un pugnale, ragazzo" interviene Finnik, e lui lo sa bene.
"Annie cara, allora tu cosa pensi di tutto ciò? Sei emozionata?" mi chiede Salyssa senza curarsi del fatto che sto per entare nell'arena e non ad un ricevimento di Capitol City.
"Io credo di non riuscire a pensare a niente in questo momento, scusate..."
Mi volto e l'unica cosa a cui penso sono gli occhi blu di Salyssa, blu come la sua pelle tatuata in onore del distretto 4 e come il mare, che non riuscirò a vedere mai più. Così comincio a vagare sul treno senza una meta finchè non mi ritrovo nella mia cabina stesa sul letto a soffocare nel cuscino le urla e i singhiozzi.
Sento dei passi vicino alla porta e vedo qualcuno entare, ma nel buio non riesco a distinguere bene la sua figura. Si siede accanto a me sul letto e mi sussurra: "Nessuno riesce a pensare..."

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Verso Capitol City ***


Nello stato di dormiveglia riesco a distinguere la voce soffice di Finnik che continua a parlarmi, ma come se le sue parole fossero musica mi addormento di nuovo.
La mattia successiva mi sveglio sentendo Miles bussare alla mia porta e non riesco a ricordare se quello che è successo stanotte era un sogno o meno. Insieme torniamo nella cabina principale, appena Finnik ci vede ci invita a sederci con lui e così riniziamo a parlare dei giochi.
"Ricordate, diffidate dei favoriti dei distretti 1 e 2, sono sempre i più forti, nell'arena potrete contare solo su voi stessi. Appena arriveremo a Capitol City una troupe vi sistemerà a sarete pronti per gli allenamenti. Prima dei Giochi vi sarà dato un voto dall'uno al dodici, più il vostro voto è alto più cercheranno di uccidervi subito"
"Per quanto riguarda il cibo?" chiede Miles.
"La cornucopia è fornita di armi e cibo,ma dovete stare attenti, metà dei tributi muore lì appena dopo l'inizio dei Giochi in quello che chiamano il "bagno di sangue". Molti muoiono per assideramento o sete, perciò cercate subito dell'acqua ma non accendete fuochi, sarà più facile trovarvi vedendo del fumo"
"Io non so usare armi!" lo interompo.
"Ma sai tessere delle reti sicuramente, potrai iniziare con quelle"
Miles ci guarda pensieroso e sia io che Finnik riusciamo a leggere la paura nei suoi occhi, la stessa che proviamo anche noi. Ogni minuto che passa penso se voglio davvero uscire viva dall'arena, se voglio vivere con il ricordo della morte, schiava di Capitol City come Finnik e gli altri mentori...
"Vado a parlare con Salyssa" Miles si alza dalla poltrona e si gira "voleva darmi alcuni consigli prima dell'arrivo a Capitol City"
Così io e Finnik rimaniamo seduti unodi fronte all'altra, in silenzio. Sono i suoi occhi a parlare e urlano rancore e paura e allungo la mano sul tavolo in cerca della sua. Lui mi sorride e capisce che ho bisogno di qualcuno con cui parlare e così mi dice:
"Perchè non mi parli un po' di te, dolcezza?"
La sua domanda scontata e sarcastica, come l'aria beffarda mi colgono alla sprovvista, mostrandomi il Finnik fascinoso e brillante che vedevo nelle interviste di Caesar Flickerman; nonostante questo dico:
"Mi chiamano la dolce Annie, sono una ragazza semplice, che ama la tranquillità, di certo non il tipo adatto agli Hunger Games"
"Nessuno lo è. Anche chi vedi più forte e spietato in realtà ha aura proprio come te"
"Ma io non ho paura di morire, piuttosto quella di vedere le persone a cui tengo andarsene, usccise, forse anche per mano mia!". Dicendo queste parole la mia voce si strozza e delle lacrime scendono involontarie dai miei occhi.
"Sono cinque anni che vedo i ragazzi a cui faccio da mentore morire, e ce ne sono stati altri prima di me, non è una passeggiata nemmeno per noi"
"Già posso capire... No in realtà non posso, o per lo meno non ancora"
"Sarà dura Annie, ma puoi contare sul mio appoggio"
"Ora raccontami tu qualcosa"
"Sono Finnik Odair, il bello degli Hunger Games! Ma sono anche Finnik il pescatore del distretto 4, un ragazzo semplice, come te, che nonostante tutto è riuscito a vincere i Giochi"
"La famosa storia del tridente, certo"
E così continuiamo a parlare di noi, gli racconto della mia famiglia, delle uscite in barca con mio padre e di cosa mi sarei aspettata dal futuro. Lui a sua volta mi parla dei suoi Hunger Games, di Mags, la sua mentore, e di tutto quello che gli passa per la testa finchè non si fa ora di pranzo e Salyssa entra nella stanza annunciando che è pronto a tavola.
Per la prima volta da quando siamo partiti a tavola non parliamo dei giochi ma del più e del meno, ci raccontiamo storie divertenti sotto l'occhio attento di Salyssa che non perde una parola e nello stesso tempo controlla che usiamo il cucchiaio o la forchetta giusti pronta a rimproverarci e insegnarci le maniere di Capitol City. Finnik ride di tutto ciò, lui già ci è passato e solo adesso mi accorgo di quanto la sua risata sia travolgente. Nessuno pensa a cosa accadrà domani.
Il pomeriggio scorre tranquillo, Finnik si rilassa facendo nodi e reti e io e Miles veniamo presi in ostaggio da Salissa che ci spiega tutto su Capitol City, sulla moda e sul bon ton, tre cose che sembra conoscere molto bene.
Salto la cena e, stanca, vado nella mia stanza per stendermi sul letto e contrariamente a quello che pensavo riesco a prendere sonno subito. Ma non è un sonno tranquillo, sogno le troupe di truccatori, la risata di Finnik che diventa un urlo straziante, gli altri tributi inseguiti dagli ibridi, grosse bestie simili a leoni con una folta criniera di spine. Sogno mia madre, il mare in tempesta... Sembra che i miei incubi non finiscano mai e che la notte mi sommerga, trascinandomi nell'oscurità più totale. Mi sveglio einpreda all'agitazione e trovo Finnik sulla mia porta, rimane fermo lì e poi mi chiede sottovoce:
"Erano incubi, vero?"
"Si, nulla di preciso in realtà"
"Io sogno tutte le notti il sorriso sul volto del presidente Snow il giorno della mia incoronazione, sembra strano ma quella è stata la parte peggiore dei giochi, il momento in cui ti rendi conto che sei rimasto solo tu"
"Continueranno per molto tempo?"
"Puoi cercare di dimenticare, ma è difficile"
"Non credo che questa notte riuscirò a riprendere sonno"
"Vieni nella cabina principale con me, ci sono così tante cose da mangiare, e tu non hai nemmeno cenato"
Mi alzo dal letto per raggiungerlo e ci avviamo verso l'altra cabina. Finnik si siede sulla poltrona mentre io rimango a guardare fuori dalla finestra del treno la terra che scorre. All'improvviso me lo ritrovo dietro le spalle con una tazza di the in mano che mi chiede:
"Vuoi una o due zollette di zucchero?" una domanda che detta con il suo timbro di voce assume migliaia di sfumature differenti.
"Nessuna" rispondo, guardando il suo sorriso sfacciato e allo stesso tempo sincero.
Ci sediamo entrambi sul divano e beviamo il the in silenzio. Mi sono sempre detta che il silenzio spesso vale più di mille parole e infatti è così, quei minuti trascorsi senza parlare sono stati i più intensi di questo viaggio e senza nemmeno accorgermene mi addormento.

Un raggio di sole illumina il mio volto e mi sveglio. Mi rendo conto solo ora che ho dormito sulla spalla di Finnik, così mi scanso subito, scusandomi, ma lui dice che è tutto apposto. I suoi occhi però dicono il contrario e dalle urla di gioia di Salyssa capisco che siamo arrivati a Capitol City.
Miles entra di corsa nella cabina e si sporge alla finestra salutando tutte le persone ferme davanti ai binari che aspettavano il nostro arrivo, non so come riesca ad essere così contento, mentre io sono qui paralizzata. Poi si avvicina e mi fa alzare.
"Dai Annie vieni con me! Dobbiamo darci notare subito se vogliamo degli sponsor! Ricordi cosa ha detto Finnik? Gli sponsor valgono quanto le armi!"
Vado alla finestra e cerco di sembrare contenta e affabile, salutando e sorridendo a tutte le persone a cui il treno scorre davanti finchè non si ferma. Salyssa ci da un'ultima ritoccatina e scendiamo. Non credevo che ci fosse così tanta gente ad attendere il nostro arrivo ed infatti solo dopo che mettiamo tutti piede fuori dalla finestra capisco: sono qui per Finnik. Uomini e donne che urlano e scalciano per vedere e toccare l'oggetto del desiderio di Capitol City. Anche Miles se ne accorge e così si avvicina a Finnik e i due si danno pacche sulle spalle e si abbracciano come se fossero grandi amici, o quanto meno per farlo credere ai loro spettatori. Un hovercraft arraiva dall'alto per portarci alla base degli Hunger Games dove verremo allenati prima dei Giochi.
Miles mi mette un braccio intorno alle spalle in un tentativo di abbraccio e dice:
"Annie mostrati più felice, anche per me è difficile, ma solo insieme sopravviveremo"
Lo capisco, siamo nella stessa situazione, entrambi non possiamo sapere cosa ci aspetta il futuro, non sappiamo se torneremo mai a casa, se riabbracceremo i nostri amici, i nostri genitori, una sola cosa sappiamo entrambi, ci sarà un solo vincitore, non potremo mai essere amici. Eppure è inevitabile, in questo momento so di poter contare su di lui più che su me stessa. Da sola non riuscirei mai a sopravvivere nell'arena. E così glielo chiedo:
"Ti va di essere mio amico, mio alleato?"
"Non aspettavo altro, avevo paura di chiedertelo, ma forse unendo le nostre forze uno di noi uno di noi riuscirà a tornare a casa"
E' quello che spero anche io, uno di noi tornerà a casa.






perdonate gli errori di battitura!!
e_cate

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** L'inaugurazione ***


L'hovercraft ci porta nel campo di addestramento e li veniamo assaliti dallo staff di preparatori di cui ci aveva tanto parlato Salyssa. Due donne corpulente e un ragazzo fin troppo magro mi portano via senza dire una parola e senza darmi il tempo di capire nulla.
Arrivati dentro una stanza enorme e piena di quelli che sembrano strumenti di tortura si presentano.
Quella che sembra la più anziana del gruppo dice:
“Il mio nome è Esione e sarò io a occuparmi della tua immagine personalmente. Loro sono i miei aiutanti, la fanciulla qui al mio fianco è Leda e lui invece è Ceneo, e si occuperanno dei capelli e del trucco. Ti lascio a loro dolcezza, quando avrai finito raggiungimi per la prova dell'abito.”
Dette queste parole Esione si smaterializza e Leda mi fa stendere su un lettino. Avrà pochi anni più di me ma truccata in modo così vistoso chesembra essere molto più grande.
“Ora ti laveremo e ti preparemo in modo che poi Esione possa farti indossare subito l'abito, sei fortunata ad avere lei come stilista” mi dice.
Finnick mi aveva detto che i preparativi sono una tortura psicologica, ma non credevo avesse così tanta ragione: essere truccata e pettinata per gente che riderà mandandoti al macello non è per niente piacevole e in più i due preparatori non tentanto nemmeno di rivolgermi la parola perchè immagino preferiscano non conoscere gli eroi per cui dovranno tifare e piangere quando muoiono, come recita la pubblicità degli Hunger Games.
E' Ceneo però a interrompere il silenzio, parlandomi degli altri tributi. Dice di aver visto i ragazzi del distretto 1 scendere dall'hovercraft e che avevano il fuoco negli occhi; grazie, se non ero fin troppo terrorizzata, ora lo sono senz'altro. Continua a spazzolarmi i capelli anche se ormai non ci sono più nodi, ma sembra che il gesto lo rilassi, e intanto Leda mi dipinge le unghie, rigorosamente finte, ritraendoci sopra il mare in tempesta. Più li guardo, più mi accorgo di che lavoro spettacolare stanno facendo: Leda ha truccato il mio volto in modo che sembri avere delle squame verde brillante sui lati del viso e sull'unghia dell'anulare sinistro ha perfino attaccato una piccola barca, mentre Ceneo ha messo tra i miei capelli delle vere stelle marine e centinaia di perle.
Per la prima volta in vita mia mi sento bellissima, sento il mare scorrere dentro di me, come quando si sta troppo sott'acqua, mi manca il fiato e appena mi fanno vedere allo specchio scoppio in lacrime, non avevo mai visto niente del genere.
“Aspetta di vedere il vestito per i singhiozzi” mi dice Ceneo mettendomi una mano sulla spalla.
Leda e Ceneo mi accompagnano da Esione e mentre usciamo dalla stanza incrociamo altri due preparatori sotto braccio al tributo del distretto 5, Asteria, anche lei truccata divinamente, quasi da sembrare una scintilla elettrica. I nostri sguardi si incrociano e non posso fare a meno di notare che il terrore nei nostri occhi è lo stesso, celato da ombretti e brillantini. Nessuno di noi dice niente e continuiamo a camminare.
Arrivati ad una grande porta rossa entriamo e a differenza della stanza di prima questa è piena di meraviglie, tessuti stesi ovunque, tende di velluto, mobili in legno pieni di cristalli e porta abiti con un'infinità di vestiti appesi. I due collaboratori mi lasciano da sola, e poco dopo arriva Esione con il mio abito in mano.
“L'ho appena completato” mi dice.
Non riesco subito a capire come è fatto, sembra una distesa di seta blu e tulle ma appena lo indosso capisco, il vestito rappresenta il mare. E' una lunga tunica di seta blu con riflessi verde acqua e una cintura di perle sotto il seno. Dalla cintura parte del tulle bianco che scende sopra la seta in modo da sembrare la spuma delle onde e si conclude con una distesa di piccole perle sparse sulla stoffa. E' bellissimo e unito al fantastico lavoro di Leda e Ceneo sembra che io mi stia per sciogliere nel mare come qualcosa di effervescente, come una sirena quando si fa trasportare dalle onde. Come cammino i tessuti a contrasto si alzano e si abbassano, si trasformano e si fondono, come fanno l'acqua salata e la spuma.
“E pensare che non ho mai visto il mare dal vivo” dice Esione.
“E' fantastico non so veramente cosa dire, tutto è perfettamente fuso nell'insieme, le stelle marine fra i capelli, le perle alla fine dell'abito...”
Esione ha un altro mio vestito da finire così decido di andare a cercare Miles al Centro Immagine, il punto di ritrovo dei carri prima della cerimonia di inaugurazione. Scendo e lo vedo lì, sul carro, in tutta la luce che la sua pelle dorata può emanare. Gli hanno messo addosso solo un pareo blu e verde che richiama i colori del mio vestito e una collana di conchiglie che gli copre gran parte del torace, ma la parte migliore del suo vestito è senza dubbio la corona. In testa ha una corona fatta di reti e di conchiglie, come se volesse dire che lui sarà il successore di Finnick, che anche lui catturerà i suoi nemici nelle reti intricate del Distretto 4. Appena mi nota sorride meravigliato notando quando i nostri vestiti siano perfetti l'uno affianco all'altro e quanto noi sembriamo perfetti in quel momento.
Salgo sul carro e mi accorgo che sono quasi tutti li, i ragazzi del Distretto 1 con la furia negli occhi, gli spietati del 2, con una voglia di uccidere imapreggiabile. Tutti i Distretti dall'1 al 12 sono rappresentati dai loro giovani giovani tributi, dai ricchi dell'1 fino ai minatori del 12. Dietro di noi ci sono la ragazza di prima con il suo compagno Toni, e hanno dei vestiti belli quanto i nostri, luminescenti e sgargianti come delle scintille.
I carri partono e più andiamo veloci più i veli del mio costume danno la sensazione di un tuffo nell'acqua. Le urla esplodono appena inizia la sfilata e sentiamo il tifo e l'eccitazione degli abitanti della capitale farsi sempre più forte, chi acclama i propri preferiti, chi i favoriti dei Distretti 1 e 2, chi augura buona fortuna a tutti. Io e Miles siamo pietrificati da tutto questo entusiasmo e mentre tutti gli altri tributi si agitano per ricevere attenzioni io e lui rimaniamo immobili, finché anche Miles non inizia a salutare e sorridere, come gli aveva mostrato Finnick. Il suo sorriso infatti ammalia migliaia di spettatori e sentiamo urlare cose come “un degno successore” e “la classica bellezza del Distretto 4” mentre gli altri tributi lo fulminano con lo sguardo. Io, dal mio canto, non muovo un muscolo, o meglio non ne sono in grado, cerco di ricordare quello che mi ha raccomandato Salyssa, ma l'unica cosa che mi viene in mente è abbassare la testa ed evadere da tutte quelle urla. Ho la sensazione che riceverò una bella sgridata da tutto il team del Distretto alla fine del corteo.
Quando arriviamo nell'anfiteatro parte l'inno nazionale e io mi giro a guardare i grandi occhi verdi di Miles, che mi rassicura sorridendo.
“Ci sono sempre per te, Annie” mi sussurra all'orecchio “tu stammi vicina”
”Benvenuti alla 70° edizione degli Hunger Games, e possa la fortuna sempre essere a vostro favore!” inizia il presidente Snow “come ogni anno, siamo qui oggi per ricordare tutti i caduti della rivoluzione che sconvolse Panem settanta anni fa, e rendere omaggio ai loro discendenti. Cosa ne pensate di questi abiti? Non sono meravigliosi? Ah, non ci sono stilisti migliori di quelli dei giochi in tutta Panem, tributi siete proprio dei ragazzi fortunati”
Io e il presidente a quanto pare abbiamo due concetti diversi di fortuna, perchè non mi ritengo affatto fortunata nell'andare incontro alla morte. Miles mi guarda e capisco che stiamo pensando la stessa cosa, e dai visi sconvolti degli altri tributi intuisco che siamo tutti impauriti allo stesso modo, Finnick aveva ragione. Snow non demorde e continua ad illustrare i vantaggi che riceverà il vincitore, denaro, alloggi, feste e tutti i lussi degni di Capitol City.
Appena Snow finisce il suo discorso le porte del centro di addestramento si chiudono alle nostre spalle e noi siamo liberi di scendere dal carro. Gli altri tributi cercano di scappare il prima possibile, mentre io rimango sul carro aspettando che la sala si svuoti in modo da non dover guardare nessuno degli altri tributi in faccia uscendo. Miles mi aspetta sotto il carro così ci avviamo verso gli ascensori che conducono agli alloggi e lì incrociamo i tributi del Distretto 11 vestiti da mucche, e i minatori del Distretto 12 con la solita tenuta da lavoro e sporchi di cenere e terra.
La ragazza dell'11 mi si avvicina e stringendomi la mano mi dice:
“Piacere Annie, io sono Jam e lui è il mio compagno Herk, siamo del Distretto 11”
“Ci avrei scommesso” risponde Miles al posto mio, ammiccando alla ragazza vestita da mucca. I tributi del 12 rimangono in silenzio e mi accorgo che sono solo due bambini, cosi mi stacco una stella dai capelli e la porgo alla ragazza.
“Ti piace? Sono vere stelle marine, provengono dal mio distretto”
Lei mi guarda e fa un sorriso smagliante.
“E' bellissima, posso tenerla?”
“Certo è un regalo”
Jam mi guarda incredula, negli Hunger Games non sono soliti atti del genere, e dopo un breve sguardo d'intesa tra lei ed Herk mi accorgo che mi hanno classificato come “non minacciosa”.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2126209