The only exception

di SaruhikoStalkerFushimi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I hate humans ***
Capitolo 2: *** Un incontro inaspettato ***



Capitolo 1
*** I hate humans ***


Era una fresca serata d'autunno e gli ultimi raggi di un sole ormai del tutto svanito all'orizzonte illuminavano i grattacieli di Tokyo.
I pendolari di ritorno dal lavoro si affannavano per raggiungere in fretta la metropolitana e poter finalmente tornare a casa, ignari degli occhi che li osservavano e giudicavano dall'alto di un grattacielo.
La figura di un giovane si stagliava contro la luce arancione, ormai quasi soffusa del tramonto. Dire che avesse un aspetto particolare sarebbe stato un eufemismo. Indossava una giacca dal pelo color rosso sangue, cucito attorno al cappuccio, alle maniche e in fondo ed essa, una maglietta nera con un profondo scollo a 'V' anch'esso tinto di un vivido rosso e dei pantaloni neri. Ai piedi, degli anfibi, anch'essi rigorosamente neri. Gli occhi erano scarlatti ma spenti, quasi privi di vita e risaltavano sul volto pallido ed incavato. I capelli corvini andavano a nascondergli quasi interamente l'occhio destro.
Tutto nel suo aspetto trasmetteva un senso di profonda angoscia.

Odio gli esseri umani, dal primo all'ultimo. Non sono altro che stolte creature che vivono nella loro stessa ipocrisia. A loro non importa nulla degli altri, sono degli egoisti che hanno a cuore solo i propri interessi personali e che per raggiungere i propri scopi sarebbero disposti a fare qualunque cosa. Sono avidi, enormemente avidi. Passano la vita alla ricerca della ricchezza e della fama convinti che esse portino la felicità, patetici. Non mi fanno provare altro se non un terribile senso di disgusto.

Una smorfia di disappunto si disegnò sul volto del ragazzo mentre, stando in equilibrio sul parapetto, scrutava quelle creature tanto odiate.
«Sapete miei per niente cari esseri umani? Da qui, non siete molto diversi dalle formiche. Non fate che correre da una parte all'altra della città e brulicate come quei piccoli esseri. Vi credete tanto grandi e potenti ma in realtà è questo che siete: degli schifosissimi insetti.» Un ghigno crudele si allargò sul viso pallido del ragazzo mentre pensava a quanto sarebbe stato divertente poterli schiacciare uno ad uno. I suoi occhi scarlatti abbandonarono la disgustosa vista di quegli insulsi insetti che correvano freneticamente per le strade di Tokyo, per posarsi sui tagli che gli segnavano il polso candido, che si intravedeva appena viste le lunghe maniche della giacca. Estrasse il suo coltello a serramanico e iniziò ad incidere quei sottili segni scavati nella pelle, osservando il liquido rossastro e denso fuoriuscire lentamente dalle ferite appena aperte. Aveva sempre amato il colore vermiglio del sangue, lo trovava perfetto.
«Tsk. I hate humans.»
Con quell'ultima frase di disgusto, abbassò la manica sul proprio braccio scendendo con un balzo dal parapetto e calandosi lungo la scala antincendio che percorreva il lato posteriore dell'edificio.

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Capitolo 2
*** Un incontro inaspettato ***



In un quartiere a dir poco malfamato della periferia di Tokyo, un biondino dall'aria smarrita si faceva strada in quel dedalo intricato di vicoli bui e stretti, guardandosi di tanto in tanto alle spalle come col timore d'esser seguito.
Non sapeva che l'indirizzo scritto sulla lettera che doveva consegnare fosse in una zona molto lontana da quella in cui si trovava, così come non sapeva che la sua corsa sfrenata l'avrebbe portato a fare la conoscenza di un alquanto eccentrico individuo.

Hachimenroppi era appena balzato giù dalla scala antincendio quando fu investito in pieno da un giovane che, preso dalla foga della corsa, non si era nemmeno accorto della sua presenza.
Il moro alzò lo sguardo verso il nuovo arrivato arcuando un sopracciglio con fare cinico, mentre l'altro iniziò a pronunciare una serie quasi infinita di "mi dispiace" e "sono spiacente" seguita da svariati inchini.
«Si si ti dispiace ho capito, ora falla finita.»
Rispose bruscamente rialzandosi da terra. 
Una volta in piedi si prese qualche attimo per osservare quel ragazzo sbucato dal nulla. 
Abiti da barista, occhiali da sole, una lunga sciarpa ad avvolgergli il collo ed infine una tracolla bianca straboccante di lettere.
Dei mossi capelli biondi incorniciavano un viso candido e dalle guance arrossate per l'imbarazzo, mentre attraverso gli occhiali si potevano scorgere due occhi rossi, forse del medesimo rosso che tingeva gli occhi di Hachimenroppi stesso.
Quest'ultimo rimase colpito dall'aspetto del postino, aveva qualcosa di diverso dagli umani che era solito detestare.
«S-Stai bene?» Chiese il biondino con aria allarmata nel notare il polso sanguinante dell'altro.
Hachimenroppi sbatté le palpebre un paio di volte per poi seguire lo sguardo del ragazzo.
«Ah—si, non è nulla.» 
Rispose freddamente e fece per abbassare a manica della propria giacca quando però, il giovane afferrò delicatamente il suo polso e, strappandosi un lembo della camicia, cominciò a fasciarglielo.
Il moro fissava incredulo i suoi gesti. Mai nessuno aveva fatto qualcosa per lui, e proprio per questo riteneva ogni essere umano un egoista disinteressato al prossimo.
Eppure questo sconosciuto comparso dal nulla lo stava aiutando. 
«Perché..?» Sussurrò mentre fissava la fasciatura sul polso. La domanda era posta più a sé stesso che al suo interlocutore. 
«P-Perché stavi sanguinando e mi è sembrato giusto darti una mano.»
Balbettò mentre teneva ancora stretta la mano dell'altro tra le proprie.
«I-Io mi chiamo Tsukishima m-ma puoi chiamarmi Tsuki.»
Continuò lasciandogli delicatamente il polso.
«Hachimenroppi.» 
Ribatté con freddezza.
«Comunque, tu che ci fai da queste parti? Si vede lontano un miglio che non sei una delle canaglie di questo quartiere.»
«A-Ah, giusto...i-io dovevo consegnare una lettera, però..mi sono perso..» Si affrettò subito a prendere una delle centinaia di lettere nella sua tracolla e gliela mostrò speranzoso.«S-Sai indicarmi l-la strada?»
Hachimenroppi prese la lettera dando un'occhiata all'indirizzo sul retro e cominciò a spiegargli che si trovava dalla parte opposta rispetto alla loro e la strada che occorreva fare per arrivare a quella casa. Non capiva perché lo stesse facendo, in fondo lui doveva odiare ogni essere umano, no? Allora perché stava aiutando quello sconosciuto che era comparso all'improvviso? 
Non trovava risposta a quegli interrogativi.
Una volta che gli spiegò la via e che gliela scrisse su un pezzo carta, ormai l'aveva capito che Tsukishima era facile perdersi, si mise le mani in tasca e cominciò ad allontanarsi lentamente.
«G-Grazie ancora R-Roppi-san! S-Spero che ci rincontreremo!»
Lo salutò un gioioso Tsukishima poco prima di imboccare una strada secondaria e sparire alla sua vista.
Hachimenroppi si voltò verso il punto in cui era sparito ed arcuò un sopracciglio. «Ah?Roppi-san..?»

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