Through my eyes...(to be continued)

di Blue_Lilian
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Salve a tutti. Ritorno dopo tanto tempo, ma spero di far contente le persone che mi avevano chiesto un sequel.
La storia in realtà la scrissi in buona parte poco dopo "Through my eyes", quindi ha ormai diversi anni...mi sono solo decisa a scrivere le ultime righe e a completarla.
Non sono del tutto soddisfatta come sempre, ma spero che vi piaccia.
Un grazie anticipato a chiunque voglia leggerla e commentarla.



 
Capitolo 1
 
L’attesa si stava facendo snervante…
Quanto tempo era passato da quando Elizabeth aveva messo piede nello studio di suo padre…?
Non ne aveva idea…
Ma il sole era gia abbastanza alto, e gli altri Bennet erano tutti desti…
Era lì, nel cortile, attendendo un qualche segno che la discussione tra i due fosse conclusa.
Non resisteva più a star seduto.
Era in ansia come mai lo era stato in vita sua.
Darcy era certo dei suoi sentimenti… come adesso lo era di quelli di Elizabeth.
Ma… suo padre avrebbe acconsentito?
Non poté fare a meno di richiamare alla mente i ricordi delle ultime ore.
Elizabeth l’aveva condotto da suo padre…
La mano di lei non aveva mai lasciato la sua… come se avvertisse la sua ansia… e volesse fargli capire che ora non c’era più da temere, perché erano insieme…
Sorrise per un attimo, quando gli venne alla mente l’immagine che gli si era presentata davanti agli occhi quando erano giunti alla porta dei Bennet.
Mrs. Bennet era sveglia, e quando Elizabeth spalancò l’uscio, lei andò verso sua figlia in fretta, chiedendole dove fosse stata, mentre tutti erano in pena per lei.
Ma tacque all’istante, quando si accorse che c’era anche lui.
Sopraggiunsero anche le altre sorelle, e tutte erano lì, con gli occhi puntati su quella che ai loro occhi era una scena quantomeno bizzarra…
La sorpresa che vi si poteva leggere possibilmente aumentò quando Elizabeth disse con tono tranquillo e naturale che lui era lì per parlare con Mr. Bennet.
Evidentemente in quel genere di cose sua madre aveva una maggiore prontezza di spirito e sembrò comprendere all’istante cosa stesse accadendo, perché la vide restare senza parole.
Non avrebbe mai immaginato di vedere zittita quella donna…almeno per pochi secondi.
Sorrise tra sé e sé.
E poi, dopo poco, apparve anche Mr. Bennet, con espressione certo sorpresa, ma estremamente seria.
Lo invitò a seguirlo nel suo studio…
Elizabeth lo accompagnò fino all’uscio, e lo incoraggiò con lo sguardo.
Era tutto ciò di cui aveva bisogno.
Quel che poi successe nello studio del signor Bennet sembrava avere una formale apparenza di normalità… ma si avvertiva che l’aria era più tesa di quanto le circostanze richiedessero.
Aveva avvertito perplessità, incredulità nel tono dell’uomo.
Più che comprensibile, in effetti, date le circostanze…
Quando uscì dalla porta, Elizabeth si precipitò all’interno, ma si voltò immediatamente verso di lui.
Darcy cercò un suo sguardo… e lei gli regalò uno dei suoi bellissimi sorrisi, come se comprendesse il suo stato d’animo e volesse rassicurarlo… rassicurarlo che niente li avrebbe più divisi.
Quando attraversò la cucina per uscire all’esterno, le donne Bennet gli fecero largo senza proferir parola. Gli venne quasi naturalmente alla mente la sera del ballo di Meryton, quando la folla si aprì per lasciar passare lui e i suoi amici in un misto di timore e rispetto…
Doveva essere più o meno quello, il sentimento che animava tutte loro al momento…
Quella visita e quel che era palese stesse accadendo tra lui ed Elizabeth era qualcosa di inaspettato per loro.
Ma in fondo, era stato inaspettato anche per Darcy.
Proprio quando credeva di dover seppellire il suo amore per lei, questo era stato ricambiato, e aveva acquistato una forza mai avuta prima.
Ed ora… eccolo, andare su e giù per il cortile, sotto lo sguardo sorpreso e divertito dei suoi, almeno sperava, futuri parenti.
Con la coda dell’occhio riusciva a vedere Jane e sua madre alla finestra che discutevano, e sorridevano…
E riusciva anche ad udire il vociare delle altre sorelle…
Doveva sembrare un folle…
Forse lo era.
Ma in fondo non gli importava.
Quel che contava adesso era sapere…
Sapere cosa si stessero dicendo nello studio.
Se Mr. Bennet avesse dato o meno il suo consenso alle nozze.
Perché ci mettevano tanto…?
Suo padre aveva forse sollevato obiezioni sulla loro unione?
Non ne sarebbe stato troppo sorpreso: ai suoi occhi egli doveva apparire come un nobiluomo spiacevole e altero…d’altro canto, riconosceva di aver spesso dato quella impressione in passato, e talvolta avesse quasi preferito che gli altri lo vedessero in una simile luce.
I suoi pensieri furono interrotti da un rumore di passi, rapidi, sui gradini, e poi sulla ghiaia…
Si voltò.
Elizabeth.
Se la trovò tra le braccia prima di riuscire a realizzare…
Si strinse forte a lui, e nascose il viso nel suo petto…
Darcy non capiva se questo fosse un buon segno o meno.
Poi lei sollevò il viso e vide il suo bellissimo sorriso bagnato da lacrime di gioia.
Suo padre aveva dato il suo consenso.
L’ansia sparì all’istante, e il vuoto che lasciò fu completamente colmato da euforia e gioia.
La strinse forte a sua volta, e le baciò la fronte.
Gli parve di sentire una lontana risatina della più giovane Bennet presente, ma non se ne curò.
Ad un folle d’amore certi peccati dovevano esser perdonati.
Restarono stretti in quell’abbraccio, lasciando fuori il resto del mondo…
 
Quando tornarono insieme in casa, era chiaro che la notizia doveva essere comunicata dinanzi a tutti.
Fu estremamente singolare e difficile star di fronte ai suoi futuri suoceri e cognate, in quel momento.
Jane sorrideva, lanciando fugaci occhiate a sua sorella; anche Kitty stentava a trattenere quella che, gli sembrava di aver capito, fosse la sua perenne risata…
Mary aveva il viso disteso e da esso non trapelava alcuna particolare emozione.
Mr. Bennet sembrava contento ma sua moglie invece era letteralmente sconvolta.
Sentì d’un tratto Elizabeth prendergli la mano, e le dita di lei intrecciarsi con le sue.
Lo guardò con la coda dell’occhio, e gli sorrise; lui ricambiò quel sorriso.
Alla fine fu proprio Mr. Bennet a parlare, ma in effetti, non ce n’era reale bisogno.
Sapevano gia.
Stavolta fu la Mrs. Bennet a prender parola, andando al suo cospetto…
Lui chinò il capo dinanzi alla sua futura suocera,  non sapendo cosa aspettarsi.
Di certo lei aveva grande simpatia per Bingley, a buona ragione…nessuno avrebbe potuto nutrire mai sentimenti malevoli per il suo buon amico, ma ancora una volta, era ben consapevole di non suscitare medesimi sentimenti nelle persone.
  • Mr. Darcy… - esordì lei. – la sua proposta ci ha certamente lasciato…senza parole. Non credevamo che voi nutriste alcuna simpatia per Elizabeth… e certamente non sospettavamo che Elizabeth ne nutrisse nei vostri riguardi… -
Lui sorrise nervoso, non ancora pienamente abituato a tale schiettezza.
  • Voglio che lei sappia, Mrs Bennet, che per quanto questa proposta possa sembrarle improvvisa e avventata, i miei sentimenti per sua figlia sono sinceri… e ho intenzione di onorarli facendo tutto quanto in mio potere per renderla felice… -
Darcy si sorprese della sua stessa inaspettata eloquenza.
E a quanto sembrava, lanciando un fugace sguardo a tutti i presenti, le sue parole avevano sorpreso anche loro. Persino Elizabeth, forse…
Sentì che lei gli stringeva la mano ancor più forte, e nel guardarla, vide ancora quel suo meraviglioso sorriso risplenderle negli occhi.
La donna sorrise appena e in modo nervoso, a quella risposta. Era davvero una situazione di stallo, nessuno osava parlare…
L’arrivo di una giovane domestica in quel momento sembrò provvidenziale; la giovane chiese se potesse servire la colazione, e tanto bastò a farli ridestare e tornare alla realtà.
A quel punto fu Jane, inaspettatamente, a parlare.
  • Mr. Darcy… vuole unirsi a noi…? –  con quel dolce sorriso che aveva rubato il cuore a Bingley.
Darcy fu grato del gesto ma declinò: aveva decisamente sconvolto fin troppo la giornata dei Bennet.
E in fondo, anche lui aveva bisogno di tornare a casa a riordinare le idee…
Troppe emozioni.
Bellissime…
Ma da togliere il respiro.
 
Elizabeth lo accompagnò all’esterno, entrambi erano in silenzio.
Si fermarono uno di fronte all’altra. Era difficile persino dirsi arrivederci…
La salutò con un cenno del capo…
Lei invece lo sorprese ancora una volta.
  • Quando potrò rivedervi…? – chiese.
Darcy la guardò sorpreso…ma sorrise appena nel vedere le sue guance imporporarsi, quasi si vergognasse della sua stessa audacia. Un qualcosa che non avrebbe mai immaginato di vedere accadere alla sua intrepida Elizabeth.
  • Quanto prima… il tempo di sistemare alcune questioni a Netherfield… - disse lui. – Forse domani mattina. Credo che fosse intenzione di Bingley far visita a vostra sorella…verrò con lui. –
La ragazza sorrise appena.
Lo salutò con un cenno del capo a sua volta, e infine si lasciarono andare…
 
La strada per Netherfield sembrò incredibilmente breve, rispetto a quella percorsa la notte prima. I ricordi più recenti lo accompagnarono fino alla vista del palazzo.
Stentava ancora a credere di non aver sognato ogni cosa.
Ma no, non aveva sognato… giurava di poter ancora sentire il calore della mano di Elizabeth che stringeva la sua…
Lo splendore dei suoi occhi…
Uno splendore che lui non avrebbe mai sperato di vedere indirizzato a lui.
 
Quando varcò la soglia del palazzo, si sentì strano…
Come se fosse uscito da un mondo di sogno… e fosse rientrato in quello reale.
C’erano tante cose da affrontare adesso…
Andò di sopra, per vestirsi adeguatamente prima di incontrare sua zia e il suo amico.
Bingley era nella sala da pranzo, faceva colazione.
Era solo.
A quanto disse lui in fretta, sua zia era ripartita per Rosings molto presto.
E, stando alle parole di Bingley, sembrava una tigre ferita...
Rabbiosa, sprezzante e altera.
Darcy se l’aspettava.
Non sperava di trovarla ancora lì, al suo ritorno.
Conosceva abbastanza sua zia Catherine da sapere che non avrebbe di certo accettato di buon grado quel suo colpo di testa.
Anzi, non lo avrebbe accettato affatto.
Bingley interruppe i suoi pensieri, chiedendogli dove fosse stato quella notte…
…da dove cominciare?
Prese posto a tavola.
L’amico pendeva evidentemente dalle sue labbra, e Darcy non volle tenerlo in sospeso oltre…
Semplicemente raccontò quanto accaduto, e a quel punto era inevitabile svelare da quanto nutrisse quei sentimenti per Elizabeth…
Incredibile quanto adesso fosse diventato infinitamente più semplice dare voce al suo cuore.
Il viso di Charles non sembrò meno sorpreso di quello dei Bennet… ma ad un tratto sorrise appena, abbassando lo sguardo.
Disse… che adesso comprendeva molte cose.
Non poteva sapere cosa intendesse esattamente con quelle parole, ma sembrava che anche lui avesse, come sua sorella, già intuito qualcosa prima di quella definitiva conferma.
Sua sorella.
Già.
Avrebbe dovuto darle la notizia.
Qualcosa gli diceva che ne sarebbe stata felice…

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2
 
Il pomeriggio successivo lui e Bingley si ritrovarono a cavalcare assieme verso Longbourn…
Come già era accaduto l’anno prima, quando Darcy vide le sorelle Bennet passeggiare assieme a Wickham…
Ma quante cose erano cambiate da allora.
Quanto era accaduto nel giro di una sola notte.
La sua vita era stata stravolta nel modo più straordinario e meraviglioso che potesse immaginare.
  • …sai a cosa stavo pensando, Darcy? – esordì ad un tratto Charles, sorridendo.
Darcy tacque, ma lo guardò facendogli capire che lo ascoltava.
  • Ci ho pensato la scorsa notte… e penso che sarebbe una cosa straordinaria! Sono sicuro che mi darai ragione, anche se sei sempre così critico verso le mie idee, amico mio… -
  • Non sempre a torto, ne converrai… - sorrise appena Darcy.
  • Ma non stavolta! Stavo pensando a Jane… al nostro matrimonio… e a te e miss Bennet e insomma… perché non sposarci lo stesso giorno? Un doppio matrimonio! –
Darcy lo guardò alzando un sopracciglio, e non poté fare a meno di farsi sfuggire una piccola risata.
  • Sarebbe una festa bellissima! Prova a pensarci… -
  • Non credi che sia un po’ prematuro discutere del nostro matrimonio…? Siamo ufficialmente fidanzati solo da un paio di giorni… - sorrise.
  • Certo, certo ma… potremmo iniziare a parlarne con le nostre fidanzate! Sono certo che Jane sarebbe felice di questa idea! –
Lui annuì appena all’entusiasmo del suo migliore amico…
A dire il vero… Darcy sentiva ancora il bisogno di abituarsi all’idea…
Gli sembrava ancora tutto talmente…
Non sapeva come definirlo.
Avrebbe rivisto Elizabeth di lì a poco…
Per la prima volta dopo quel mattino.
…era nervoso alla sola idea…
D’un tratto temeva di aver perso di nuovo tutto il suo coraggio…
 
Furono in vista della casa dei Bennet…
Oltrepassarono i cancelli…
Darcy intravide diverse figure muoversi attraverso i vetri delle finestre…
Ma ancor prima i suoi occhi riconobbero la figura che invece era seduta su una poltroncina, all’esterno, che concedeva tutta la sua attenzione ad un libro…
Il suo cuore mancò di un battito quando lei, probabilmente attratta dall’improvviso rumore di zoccoli, si voltò verso di loro…
Vide gli occhi di Elizabeth brillare… i suoi capelli sciolti le ricaddero sul viso, se li scostò in fretta con le dita…e il suo viso si accese di uno dei sorrisi che lo lasciavano irrimediabilmente privo di argomentazioni…
Come Bingley, smontò anche lui da cavallo, e insieme andarono verso di lei.
Gli stallieri di casa Bennet si affrettarono a prendersi cura dei loro due destrieri.
  • Mr. Bingley… - si inchinò lei.
  • Miss Elizabeth… è un piacere rivederla… - disse lui. – Jane è… -
  • …è in salotto, che ricama… - sorrise, Elizabeth. – in realtà… credo che stia preparando un dono per voi ma… non ditele che vi ho rivelato questo piccolo segreto… -
Il viso di Charles s’illuminò, e lo vide anche arrossire.
Semplicemente chiese congedo con un cenno del capo, ed entrò in casa…
Ora era solo dinanzi ad Elizabeth.
Non aveva ancora aperto bocca.
Lei alzò lo sguardo verso di lui, e gli sorrise, facendo un cenno del capo, a cui lui rispose.
  • Mr. Darcy… -
  • Miss Elizabeth… -
Nessuno dei due osava aggiungere altro… lui abbassò lo sguardo verso un punto imprecisato del suolo…
Ma alzò immediatamente gli occhi quando la sentì ridere…
La guardò perplesso… ma assolutamente rapito.
  • … sembra che abbiate perso di nuovo la vostra eloquenza, signore…- disse lei, con la sua usuale ironia…
Che stavolta però non era pungente… ma affettuosa…
Si sentì arrossire, e sorrise nervoso.
  • Vi chiedo perdono… credo sia per me ancora necessario far ulteriore pratica di conversazioni…soprattutto in determinate e… nuove circostanze… -
Lei sorrise ancora, stavolta abbassando lo sguardo…
  • Credo che d’ora in poi avrete tempo e opportunità, Mr. Darcy, per abituarvi a queste circostanze… -
Sorrise ancora una volta, Darcy.
  • Sono felice che siate venuto… vista l’ora, ho temuto che un impegno improvviso vi avesse trattenuto irrimediabilmente… - disse lei.
Quelle parole gli fecero un grande effetto…e ancor di più il tono in cui le disse, e lo sguardo che gli rivolse…
Gli scaldarono il cuore…
  • Purtroppo degli affari urgenti ci hanno impegnato per tutto il mattino ma nessun impegno, per quanto improrogabile, avrebbe potuto impedire che io assolvessi a quello che ho preso nei vostri riguardi, Miss Elizabeth… -
Lei abbassò lo sguardo, sorridendo.
Poi vide Jane e Charles uscire di casa sottobraccio.
  • Darcy! Miss Elizabeth! Vi unite a noi, vero? Miss Jane ha bisogno di comprare dei fermagli e dei nastri a Meryton… -
Elizabeth lo guardò senza dir nulla…
La domanda era implicita.
Lui sorrise appena… e le porse il braccio.
Darcy si sorprese della sua stessa audacia…
E quando vide un nuovo sorriso curvare le labbra della sua Elizabeth, e lei che accettava il suo braccio…
Credeva di non aver vissuto sensazione più straordinaria prima.
Mentre si incamminarono verso Meryton, poteva vedere Charles e la sua Jane passeggiare qualche metro avanti… sorridersi, e discorrere allegramente…
Poi…
Lanciò uno sguardo di sottecchi ad Elizabeth…
Sguardo che inaspettatamente lei ricambiò quasi all’istante… come se si fosse accorta degli occhi di lui che indugiavano sul suo viso…
Gli sorrise.
E in quel momento…
Darcy comprese.
Comprese appieno…
Finalmente…
Come sarebbe stata la sua vita da quel giorno in avanti…
Accanto a quella donna che si teneva al suo braccio, e gli sorrideva dolcemente…
Ricambiò quel sorriso.
Era talmente rapito da lei…
E come se Elizabeth avesse letto quest’ultimo suo pensiero, rivolse gli occhi verso il basso, sorridendo…
  • Devo quindi disperare che iniziate a conversare, Mr Darcy? – disse lei, sorridendogli.
  • Io…sarei perfettamente felice di conversare con voi, Miss Elizabeth… -
  • È il momento giusto per farlo, allora… -
  • …non saprei in quale argomento cimentarmi… -
  • Uhm… allora per questa volta vi agevolerò… - sorrise lei. – risponderete alle mie domande, signore…? –
  • Certo, Miss Elizabeth. Non avete che da chiedere, vi risponderò come posso con la massima sincerità e completezza… -
  • Anche su voi stesso? – chiese lei, guardandolo fisso.
  • Su di me…? –  si voltò lui di lato, in parte nervoso ma soprattutto curioso, ma non completamente sorpreso.
  • Si… ci sono degli interrogativi che vorrei sciogliere, con il vostro permesso… -
  • Permesso accordato… chiedete pure liberamente… -
Elizabeth sorrise.
Fece quello che a lui sembrava…fingere di riflettere.
Perché sorrideva in maniera tale che sicuramente aveva le idee ben chiare sulle domande da porgli; anche se lui non riusciva ancora a capire il tenore delle domande che la sua fidanzata aveva intenzione di fargli, capiva bene che non sarebbero state da poco…
  • La sera del ballo a Meryton… la ricordate? –
  • Perfettamente. – sorrise lui, al ricordo.
  • Fu lì che vi vidi la prima volta… e voi mi guardaste in maniera molto strana, quando attravestate la sala… -
  • È vero… - abbassò lo sguardo. – perché invece… io avevo già visto voi…prima di quella sera, intendo. -
L’espressione di Elizabeth si dipinse di sorpresa…
Le disse brevemente del suo arrivo a Netherfield, e della figura misteriosa che passeggiava per le campagne leggendo un libro, che lui aveva intravisto dalla carrozza…
  • Oh. Non… non l’avrei mai sospettato… non ne avete mai fatto cenno prima d’ora… – sorrise lei, senza parole. – ma adesso una domanda di gran lunga più importante… -
  • Di cosa si tratta? –
  • Voi… quella sera, pensavate davvero di me ciò che diceste a Mr. Bingley…? Che io fossi, cito testualmente, “appena passabile”? –
  • Allora voi ci avete udito! – scattò lui, in realtà solo relativamente sorpreso. Aveva sempre sospettato…ne era in realtà abbastanza sicuro, ma quella era la conferma.
Lei annuì, sorridendo… e spiegandogli che lei e Charlotte erano nascoste ai suoi occhi ma abbastanza vicine da aver udito entrambi, benché non intenzionalmente…
Cosa fare… svelarle quel piccolo segreto del suo cuore?
In fondo, adesso quel segreto non aveva più ragione di esistere…
  • Io… no, non lo pensavo. Ma ero adirato nei vostri riguardi, suppongo… - alzò lo sguardo dinanzi a sé.
Anche stavolta Elizabeth parve stupirsi.
  • Adirato? Non vedo come avessi potuto recarvi offesa… - disse lei, desiderosa di capire.
  • Mi avevate offeso nel più grave dei modi, invece… - sorrise. – rendendo i miei occhi incapaci di distogliere lo sguardo da voi…-
Anche stavolta lei tacque…
E arrossì leggermente.
  • Forse non possedete il dono dell’eloquenza, signore, ma di certo sapete bene scegliere le parole ... – lo guardò. – è una risposta soddisfacente… -
Lui fece un cenno del capo sorridendo, ringraziando per la grazia, e lei rise in maniera cristallina…
Erano giunti infine a Meryton.
Mentre incedevano verso il negozietto più frequentato dalla maggiore delle  sorelle Bennet, Darcy non poté non sentirsi osservato.
Tutti conoscevano le sorelle Bennet… e molti conoscevano sia lui che Bingley.
E conoscendo anche la signora Bennet, forse molti in paese avevano già saputo di quel duplice fidanzamento prima di riceverne conferma a quel modo.
Trovò che non gli importava, e che tutta la sua attenzione era per la fanciulla che teneva sottobraccio.
Jane prese a scegliere dei fermagli, chiedendo consiglio a Charles, che si riempiva gli occhi di lei; anche Elizabeth iniziò a osservare i nastri esposti, e lui restò immobile, seguendola con gli occhi.
Lei chiese d’un tratto se magari lui non si stesse annoiando, a stare in un negozio di nastri assecondando i loro capricci femminili.
Darcy sorrise, scorgendo forse una delle sue proverbiali frecciate dirette al suo contegno spesso troppo serioso.
Certo, non trovava i nastri personalmente molto attraenti, e per certi versi tutto questo gli sembrava alquanto frivolo ma… la sua attenzione era rivolta ad Elizabeth.
Scosse appena il capo, accennando ad un sorriso.
Lei sorrise di nuovo.
  • Posso osare chiedervi consiglio riguardo ad una materia così futile…? –
  • Se posso… - disse lui, incedendo con un sorriso.
Elizabeth gli sottopose una scelta tra due nastri…
Uno era di un rosa pallido… l’altro era color crema…
D’un tratto, sorrise di sé stesso.
Stava davvero parlando di nastri con una donna… non avrebbe mai creduto di potersi trovare un giorno in una conversazione di quel genere.
La scelta suggerita da lui ricadde sul secondo nastro.
Darcy chiese il permesso di fargliene dono e per quanto fosse cosa nuova per lei, glielo concesse.
Conclusi i loro acquisti, si incamminarono nuovamente verso Longbourn, mentre il sole si infiammava all’orizzonte.
 
Durante il tragitto, Bingley si avvicinò a loro, proponendo un ballo per celebrare il loro fidanzamento, idea che sia lui che Jane trovavano entusiasmante.
Elizabeth sorrise un po’e concordò con entrambi… per poi chiedere a Darcy cosa ne pensasse.
Lui… beh, non amava eccessivamente i balli e la vita mondana.
Ancora meno l’idea di tutte quelle persone che a malapena conosceva che fingessero di essere felici per loro, ma supponeva che certe piccole formalità andassero esplicate.
Darcy annuì all’entusiasmo dell’amico.
Per lui, quel ballo e quei festeggiamenti erano superflui…
La gioia e il vero festeggiamento erano nel suo cuore.
 
Al loro ritorno a casa, Mrs Bennet era sulla soglia.
Dopo le prime perplessità di quel secondo, inaspettato fidanzamento, la donna parve accettare con assoluta gioia il futuro genero nella sua famiglia.
Dopo aver salutato lui e Bingley, rammaricandosi per non essere stata presente al loro arrivo, li pregò di restare a cena. Per quanto a malincuore, anche stavolta l’invito venne molto cortesemente declinato.
Attendevano un amico dal Kent a Netherfield, quella sera, per un affare urgente; ad onor del vero, la signora non insistette oltre, invero quasi compiaciuta che loro avessero cose tanto importanti a cui dedicarsi.
Mr. Hills portò loro i cavalli.
Era il momento dei saluti.
Darcy salì sul suo cavallo, e si chinò verso di lei…
In qualche modo, per quanto sciocco potesse sembrare, aveva ancora pudore dei suoi sentimenti… e voleva che quelle parole fossero udite solo da lei.
Le disse che sarebbe tornato quanto prima a trovarla.
  • Non lasciate trascorrere troppo tempo, Mr Darcy… - lei sorrise.
Darcy sorrise…
  • …Fitzwilliam. - disse lui, rivolgendo poi lo sguardo al suolo. Guardò negli occhi Elizabeth, che sembrava non aver compreso. – Sarei davvero felice se voi voleste rivolgervi a me semplicemente con il mio…nome di battesimo, miss Elizabeth… -
Forse la sua richiesta era stata troppo audace.
In fondo, questo non rientrava strettamente nell’etichetta…
Ricordava che sua madre e suo padre usavano regolarmente chiamarsi ancora con i propri titoli quando lui era piccolo.
Ma il dubbio di aver ecceduto la misura si dileguò in un sorriso di lei…
  • Certo… a patto che voi abbiate la bontà di ripagarmi con la medesima cortesia… -
Superò in fretta la sorpresa…doveva aspettarselo, dalla sua Elizabeth.
  • È un patto che stringerò molto volentieri… -
Sorrise ancora una volta la fanciulla…
  • Arrivederci a presto, Fitzwilliam… -
… per un istante, Darcy quasi non se ne rese conto.
Gli fece uno strano effetto sentire quel nome dalla sue labbra… una sensazione di tepore gli pervase l’animo.
  • Arrivederci, Elizabeth… -
Esitò per un istante, ma poi prese la mano di lei nella sua e le posò un piccolo bacio.
 
  • Darcy… dobbiamo andare… -
La voce di Bingley fece ricomparire il luogo in cui si trovava… e le persone che gli stavano intorno.
Cercò di riguadagnare la sua compostezza, ignorando il sorriso di Bingley, e quello di Jane.
Salutò la sorella della sua promessa sposa e infine seguì Bingley verso casa…

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3
 
Passarono diversi giorni da allora…
Aveva avuto modo di incontrare spesso Elizabeth…
D’altronde, non riusciva a starle lontano per troppo tempo.
Aveva bisogno di lei come dell’aria che respirava…
 
A Netherfield era giunta una lettera.
Era di Georgiana, in risposta a quella che lui aveva inviato una settimana prima.
Non si aspettava una risposta tanto celere.
Georgiana, come aveva pensato, era entusiasta della bella notizia…
Sorrise nel leggere che lei se lo aspettasse.
Era inoltre ansiosa di rivedere lui ed Elizabeth al ballo di Netherfield.
Sarebbe giunta nel Hertfordshire il giorno prima del ballo e sarebbe rimasta per qualche settimana, assieme a mrs. Reynolds, che avrebbe lasciato Pemberley nelle mani di suo marito.
 
  • Notizie di vostra sorella, Darcy? – chiese Bingley, mentre i due cavalcavano per la tenuta.
  • Si… arriverà tra due giorni a Netherfield… -
  • Che splendida notizia! – disse lui. – Mi avete detto che lei ha già conosciuto miss Elizabeth, quando è stata Pemberley… -
  • Si infatti… e dalle sue ultime lettere sembrava piuttosto contenta del mio fidanzamento con lei… -
  • Almeno una delle nostre sorelle ne gioisce… - sorrise con un tono leggermente mesto Charles. – Caroline non mi ha più rivolto la parola da quando ha saputo del mio fidanzamento con Jane… -
  • Quindi… lei non verrà…? – chiese Darcy, corrucciandosi.
  • Oh… certo che verrà… immagino che non voglia perdere occasione per mostrare tutto il suo disappunto dinanzi a tutti… -
Darcy sorrise comprensivo all’amico.
In effetti, lui era in analoga situazione con sua zia, ma almeno nel suo caso sapeva che la zia Catherine era una persona fin troppo orgogliosa per presentarsi e dare quel genere di spettacolo di sé.
Non dopo che lui l’aveva affrontata tanto apertamente.
 
Georgiana arrivò al mattino della vigilia del ballo.
Era raggiante, si gettò tra le braccia di suo fratello non appena lo vide.
Fu lieta di vedere anche Charles, e gli porse le congratulazioni per il suo fidanzamento… per poi porgerle anche a Darcy, dicendosi ansiosa di vedere Elizabeth per fare anche a lei i suoi più sentiti auguri.
Mrs Reynold salutò il suo padrone, e si apprestò a portare il proprio bagaglio e quello di Georgiana nelle camere appena preparate.
Quel pomeriggio stesso, Darcy e Georgiana si recarono a Longbourn.
Lui porse gli omaggi di Bingley a Jane, dicendole che era rimasto a Netherfield per organizzare il ballo.
Jane sorrise e volle subito essere introdotta a Georgiana.
Elizabeth era in casa, ma sopraggiunse un istante dopo.
Darcy smontò da cavallo e dopo aver aiutato sua sorella a scendere dal suo, andò a salutare la sua fidanzata.
  • Miss Elizabeth… sono molto felice di rivedervi! Volevo farvi le mie congratulazioni prima della festa di domani… -
  • Oh…grazie, miss Georgiana… - sorrise lei.
  • Vi prego, chiamatemi solo Georgiana! Presto saremo quasi sorelle… -
Darcy arrossì all’idea delle implicazioni di quell’affermazione e anche Elizabeth parve un po’ in imbarazzo, ma lei certamente aveva il dono di riuscire a superare quei momenti con maggiore prontezza e semplicità.
Elizabeth presentò Jane a Georgiana, e ben presto sua sorella fu introdotta alla famiglia Bennet al completo… escludendo Lydia, ovviamente.
Che non sarebbe stata presente nemmeno alla festa dell’indomani.
Suo marito era stato trattenuto col suo reggimento a Newcastle…
Darcy non aveva osato sperare in tanta fortuna.
La presenza di Wickham al ballo lo avrebbe oltremodo disturbato…
E temeva che la cosa avrebbe colpito anche Georgiana.
Meglio così.
 
Georgiana era sempre stata una fanciulla semplice… generosa e cordiale…
Non si sorprese nel vederla accattivarsi subito le simpatie dei Bennet…
Conversò con Kitty allegramente, e suonò al piano assieme a Mary.
Si…
Lei aveva sempre posseduto quella naturale spontaneità e slancio verso il prossimo che a lui mancavano e che erano state qualità spiccate di sua madre.
Poteva udirla suonare e discorrere con Mary Bennet…
Si voltò verso Elizabeth, seduta su una poltroncina.
Lei lo fissava, con un piccolo sorriso…
Un sorriso che lo rimproverava dolcemente di esser rimasto assorto nei suoi pensieri per troppo tempo, e di averla lasciata fuori.
Lei gli disse che aveva l’aria stanca…
Darcy sorrise…
Quanta premura c’era nel tono della sua voce.
Non era stanco, no…
Solo sopraffatto dagli eventi degli ultimi giorni…
Ma se anche lo fosse stato, quegli occhi e quella voce sarebbero riusciti a risollevarlo con il loro potere.
Le disse di non preoccuparsi, senza scendere ulteriormente nel dettaglio.
Solo allora prestò attenzione a quello che lei stava facendo.
Stava ricamando…non riusciva a capire cosa, ma il suo sguardo insistente non sfuggì ad Elizabeth.
La ragazza gli sorrise, e gli disse che quello era in realtà un piccolo dono per lui…
Come sua sorella, stava cercando di ricamare un fazzoletto che, lei sperava, lui avrebbe potuto indossare l’indomani ma…
Lei abbassò lo sguardo, con un sorriso nervoso…
Ammise che cucire non era mai stata una delle sue doti più spiccate, al contrario di Jane…
Anche se l’aveva ormai finito e si era molto impegnata, il risultato non la soddisfaceva.
Darcy lesse una punta di mortificazione nel tono della sua fidanzata, per quanto lei stessa cercasse di mascherare il tutto con sorrisi e frecciatine autoironiche sulle sue scarse capacità in quella che sarebbe dovuta essere una dote femminile da possedere. Ma lui non importava affatto del risultato.
Il solo fatto che lei avesse ricamato per lui quel fazzoletto, sfidando la sua avversione e facendo del suo meglio…
Solo per lui…
Lo avrebbe reso la cosa più preziosa da lui posseduta.
Chiese gentilmente di poterlo vedere e per quanto Elizabeth sembrava incerta sul da farsi, ma alla fine glielo porse.
Quello che notò all’istante furono le sue dita.
Erano arrossate… come se si fosse punta con l’ago più di una volta…
Sorrise dentro di sé… e osservò il fazzoletto.
Certamente non era di eccelsa fattura…Elizabeth non stava peccando di modestia.
Sua madre gliene aveva fatti di molto belli… e anche Georgiana si era iniziata a dedicare da poco al ricamo e aveva evidentemente ereditato il tocco della madre anche in questo…
Ma quel fazzoletto era un dono di Elizabeth, fatto da lei.
Quella sola qualità lo rendeva inestimabile…
Lo estrasse delicatamente dal telaio…
Poi fissò Elizabeth, che lo guardava sorpresa, e le chiese il permesso di poterlo indossare.
Il suo viso nervoso si sciolse in un sorriso bellissimo…
Annuì, e lui se lo mise all’occhiello del suo taschino.
Le sorrise… e lei gli restituì il sorriso.
Georgiana entrò in salotto con Kitty, raccontando entusiasta che le avevano mostrato gli animali e il loro cane.
Darcy sorrise a sua sorella…
Anche quel giorno giunse il momento di congedarsi.
La lasciò con un sorriso, e già attendeva con ansia il giorno seguente.
 
Poco dopo cena, Darcy bussò alla porta della stanza di sua sorella…
Era gia in camicia da notte, Mrs Reynold le stava pettinando i capelli.
Era evidentemente molto stanca per il viaggio, e aveva deciso di andare a letto presto…
La donna si congedò, lasciandoli soli.
Georgiana iniziò a parlargli entusiasta… chiedendogli mille dettagli sul ballo dell’indomani…
Chiese di poter suonare qualche pezzo al pianoforte per loro…
Ma Darcy era venuto a farle una domanda ben precisa…
Non ci fu bisogno che lui parlasse…
Come se gli avesse letto nella mente, lei si affrettò a dirgli che si era ricordata di portare quel che lui le aveva chiesto…
Georgiana si alzò in fretta verso il suo baule, e ne estrasse un piccolo astuccio di velluto blu scuro.
Lo consegnò nelle mani di suo fratello, e lui lo osservò per un lungo istante, prima di alzare gli occhi verso sua sorella.
Da quanto tempo non vedeva quel piccolo astuccio…
I ricordi della sua infanzia si affacciarono prepotentemente nella sua mente, facendolo sorridere un po’.
  • Georgiana… sei certa che… non ti dispiaccia che io lo doni ad Elizabeth…? – chiese lui.
Era giusto che Georgiana fosse d’accordo…
In fondo… quell’oggetto era appartenuto alla loro madre…
Lei semplicemente gli sorrise, e gli disse che la mamma sarebbe stata immensamente felice di sapere che quell’oggetto sarebbe appartenuto alla donna che lui amava e che avrebbe condiviso la sua vita…
Darcy quasi si sorprese di quella risposta, così adulta per l’età di Georgiana…
Le sorrise, e le diede un bacio sulla fronte.
  • Grazie, sorellina… buonanotte… -
Lasciò la sua stanza, stringendo quel piccolo astuccio tra le mani…
L’indomani lo avrebbe consegnato ad Elizabeth…

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4
 
La carrozza che conduceva Elizabeth e Jane arrivò a Netherfield a metà pomeriggio…
I loro genitori e le sorelle sarebbero arrivati quella sera assieme agli altri ospiti.
Bingley andò ad accogliere la sua promessa sposa, e Darcy lo seguì poco dopo.
…era possibile stupirsi ancora della bellezza della sua Elizabeth…?
A quanto pareva, sì.
Non avrebbe mai smesso di sorprendersi, il suo cuore sarebbe sempre impazzito alla sua presenza…
L’aiutò a scendere dalla carrozza… esattamente come mesi prima l’aveva aiutata a salirci…
Ma stavolta, non c’era incredulità negli occhi di lei…
Solo una bellissima luce che… era solo sua.
Le fanciulle furono condotte dai due nel palazzo…
I domestici stavano dando il via agli ultimi preparativi, la casa ferveva…
Georgiana andò ad accogliere le due e le condusse nel salottino, ansiosa di far ascoltare loro quel che lei avrebbe desiderato suonare quella sera in loro onore…
Un brano che aveva imparato da poco ed era molto fiera di essere riuscita ad impararlo così in fretta.
Si era impegnata molto, Darcy conosceva bene sua sorella…
I domestici chiamarono lui e Bingley per chiedere loro alcune direttive riguardo agli ospiti e gli ultimissimi preparativi per accoglierli.
In realtà, era soprattutto Bingley a prestare attenzione alle loro parole…
Il piccolo cofanetto di velluto blu…
Lo teneva nella tasca della sua giacca…
Era ansioso di darlo ad Elizabeth ma… sembrava che non ne avrebbe avuto occasione, almeno per il momento.
Quella sera.
Si, sarebbe stato un suo piccolo dono di fidanzamento…
 
Arrivarono infine gli invitati…
La sala era gremita, riuscì a malapena a vedere arrivare i suoi futuri suoceri…
La presenza che di certo non passò inosservata era quella di Caroline…accompagnata da un misterioso nobiluomo che non conosceva… un alto ufficiale proveniente dal regno di Svezia, se aveva ben compreso le parole di Bingley…
Vide arrivare anche Mr Collins e Charlotte.
Elizabeth era felicissima di vederla e ritenne opportuno lasciare un po’ di tempo alle due…
Intanto molte persone, compresa Caroline e il misterioso accompagnatore, si avvicinarono per fargli le congratulazioni…
Lui ringraziò semplicemente…
Forse il nobiluomo svedese, che sorrideva con una certa spontaneità, era sincero nel suo augurio, almeno nel modo in cui può esserlo uno sconosciuto che in qualche modo gioisce della gioia altrui.
Caroline sembrava volerlo schernire con quel sorriso.
Ma lei era una ragazza molto cauta, se così si poteva definirla… non avrebbe osato ostentare dinanzi a lui la bassa opinione che aveva di Elizabeth, Jane e della loro famiglia… anche se chiaramente non era un mistero per nessuno.
Accolse con favore l’arrivo del colonnello Fitzwilliam, rimasto fino all’ultimo in forse per impegni burocratici a Londra.
Uno dei pochi visi sinceri che ci fossero in quella sala.
Aveva perso di vista sia Elizabeth che Bingley e Jane…
Vide sua sorella conversare con Mary e Kitty.
Poi vide Elizabeth e Charlotte…
Si guardavano intorno…
Evidentemente, anche loro lo stavano cercando, perché quando Elizabeth lo vide, condusse Charlotte al suo cospetto.
Darcy salutò con un cenno del capo, e altrettanto fece la signora Collins…
Ebbe anche da lei le sue congratulazioni.
Suo marito si era già avvicinato a lui qualche minuto prima, per profondersi in auguri ed elogi per aver scelto Elizabeth come sua compagna.
Una delle poche volte in cui le parole del prelato lo trovavano concorde.
Charlotte si congedò per raggiungere suo marito, lasciando che Elizabeth gli restasse finalmente accanto.
Disse qualcosa riguardo alla festa… ma lui era incantato dal viso radioso della sua futura sposa…
La invitò a danzare…
Sapeva che gli occhi dei presenti erano puntati su loro due e su Bingley e Jane…
Ma i suoi occhi vedevano solo lei.
Esattamente come quella volta, al ballo che precedette la loro partenza da Netherfield.
Adesso però non c’era nessun duello, nessuna schermaglia tra loro.
Lui si era arreso alla sua bellissima ninfa…
All’improvviso gli venne in mente il cofanetto.
Doveva ancora consegnarglielo.
Finito il ballo, la prese per mano, portandola al terrazzo.
Lei lo seguì senza opporre resistenza, ma un po’ sorpresa e divertita.
  • Posso chiedervi il perché di questo piccolo rapimento…? – sorrise lei.
  • Avevo…semplicemente bisogno di stare solo con voi… -
Elizabeth sorrise a quelle parole…
Lui poteva comprenderne il perché.
Non era da lui essere così diretto.
Ma una parte di lui era agitata…
Non capiva esattamente perché…
Forse semplicemente… perché stava per consegnare nelle sue mani qualcosa di prezioso, ancora una volta…
Qualcosa che era appartenuto a sua madre…
 
  • Io… desideravo donarvi questo oggetto, Elizabeth… - disse, prendendo il piccolo astuccio dalla sua tasca…
Si sentiva terribilmente impacciato…
Sentiva gli occhi di Elizabeth impazienti e interrogativi…
Le mise la piccola scatola tra le mani.
Lei la scrutò a lungo, e guardò lui negli occhi.
Sorrise… come se avesse compreso quanto già fosse teso lui, e non volesse gravarlo oltre…
Aprì lentamente la scatola…
Stupore sul suo viso, ecco cosa vide Darcy.
Lei non parlava… né alzava lo sguardo…
Non riusciva a capire cosa stesse pensando…
Così, si apprestò a spiegarle tutto.
Quella…
Era la spilla di perle di sua madre.
La sua spilla preferita.
Suo padre la portò in dono a sua madre al suo ritorno da un viaggio in Italia…
Lei la metteva spesso; Darcy ricordava come splendesse sotto la luce della candela sul suo comodino, quando sua madre andava a dargli la buona notte…
A lui piaceva tanto quella spilla…
Quando la vedeva, non poteva fare a meno di ricordare sua madre, e quel passato felice…
Adesso… voleva donarla ad Elizabeth.
Sentiva che… adesso fosse quello, il suo posto.
Nelle mani della donna che amava…come un tempo il suo posto fosse stato nelle mani della donna amata da suo padre.
Osservava le dita di Elizabeth, che tenevano saldamente l’astuccio finché lei alzò lo sguardo verso il suo viso.
Elizabeth… sorrideva…
Si portò una mano alla bocca…mentre i suoi occhi presero a brillare…
Brillare per le lacrime…
  • Fitzwilliam…è…bellissima… –
Darcy sorrise, sollevato…
Le era piaciuta…
  • Ma siete certo di volervene separare per farmene dono…? È un ricordo di vostra madre… -
  • … mia madre sarebbe stata felice di sapere che ora è vostra… - sorrise appena Darcy.
Elizabeth lo guardò intensamente, i suoi occhi brillavano come laghi in cui si rifletteva la luna…
  • Posso… indossarla? – chiese.
  • Certo che potete… -
  • …vorrei che me l’appuntaste voi stesso… -
Esitò…
Ma solo per un istante.
Prese il cofanetto dalle sue mani, e ne estrasse la spilla.
Gliel’appuntò...piano… come se consapevole che quel gesto significasse qualcosa di più di ciò che sembrava…
Ed era così, in effetti.
Elizabeth gli sorrise ancora una volta…
Lei aveva compreso.
Aveva compreso fino in fondo cosa è che Darcy le stesse donando.
Non una semplice spilla…
Ma ciò che essa rappresentava.
Le stava donando il suo passato…i suoi ricordi…
Quella parte così segreta, così intima del suo animo, che non aveva mai osato mostrare a nessuno, neanche a lei, prima di quel giorno…
Quella spilla, che era appartenuta a sua madre, era forse una delle cose che per lui avessero più valore…
E la stava donando a lei.
Le stava donando ogni piccola parte del suo cuore…
Le stava dicendo ancora una volta quanto l’amasse.
Elizabeth lo strinse forte…
Darcy ricambiò quella stretta.
La sentì che alzava piano la testa dal suo petto, e si sentì soggiogato ancora una volta da quegli occhi scuri e meravigliosi…
Lui le accarezzò una guancia, e le sorrise.
  • Vogliamo rientrare…? I nostri ospiti si saranno accorti della nostra scomparsa… -
  • Mi perdonerete la schiettezza… e la mancanza di rispetto per i nostri ospiti ma… - disse lei, controllando la voce rotta per l’emozione, e cercando di assumere di nuovo il suo tono ironico. -… ma al momento loro sono l’ultimo dei pensieri. –
A Darcy scappò una piccola risata, che coinvolse anche lei.
Si trovarono ad annegare l’uno nello sguardo dell’altra…
Lui le accarezzò il viso…sfiorando con la punta delle dita quel ricciolo che sfuggiva alla sua accurata acconciatura…
Poi di nuovo i suoi occhi… polle nere che inghiottivano ogni sua capacità di pensiero…
Le sue guance appena colorite…
Le sue labbra…come due petali di rosa…
Come avvenne in passato… se ne sentì irrimediabilmente attratto.
Ma stavolta…
Stavolta la sua mente non oppose alcuna resistenza.
Si avvicinò lentamente ad esse…
Guardò Elizabeth dritto negli occhi… con uno sguardo che sembrava chiedere il permesso di osare fare ciò che aveva da troppo tempo desiderato…
Non ci fu bisogno di parole…
Lei sorrise… e chiuse appena gli occhi…
Darcy sfiorò le labbra di lei con le sue…
Erano morbide…
E così vicino, poteva sentire un leggero profumo di lavanda che aveva imparato a conoscere… che era il suo profumo…
Ne era preso, ed intossicato…
Il cuore gli batteva forte, non riusciva più a pensare se non alla creatura che amava, e che aveva tra le braccia…
Una sensazione di tepore gli invase il petto…
Sentì le dita di Elizabeth posarsi leggere sulle sue guance…
E quando si separarono…
Lui poteva sentire ancora il respiro di lei sulle sue labbra…
Riaprì lentamente gli occhi… per affondare nuovamente nei suoi…
Era bellissima, con le guance imporporate, e un timido sorriso sulle labbra…ma che continuava a carezzargli appena le guance…
Poi lei distolse lo sguardo…
E affondò il viso nel suo petto…
Darcy la tenne tra le braccia… in un abbraccio protettivo…
Chiuse gli occhi per un istante, dubitando egli stesso della gioia che stava provando…e che il suo cuore potesse reggerla…
La sua bellissima, dolce Elizabeth… forte e fragile…splendente…meravigliosa…
  • …vi amo… - le sentì sussurrare.
Tacque. Aveva forse immaginato la voce di Elizabeth pronunciare quelle parole con un filo di voce…?
Abbassò lo sguardo verso di lei…che lo stava fissando con un sorriso…
Prima d’ora lui non aveva mai avuto bisogno di sentire quelle parole per sapere quali fossero i sentimenti di lei…
Se li confessavano tacitamente con gli occhi, ogni volta che si guardavano l’un l’altra…
Ma sentire quella voce vibrare… e pronunciare quelle parole…
Sorrise, Darcy…mentre il cuore gli scoppiava…
Le prese le mani…
Le baciò… e se le portò al petto…
  • Anche io vi amo…- disse, con un sussurro… - mia Elizabeth… -
Rumore di passi…
Darcy si voltò…
Era Jane.
Sembrò imbarazzata… chiese perdono per l’intrusione… ma Bingley li cercava… per fare un brindisi e ringraziare gli invitati della loro partecipazione…
Guardò Elizabeth negli occhi ancora una volta e, porgendole il braccio, la condusse di nuovo all’interno della sala.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5
 
Altri giorni erano passati da allora…
Georgiana era partita da tempo per tornare a Pemberley.
Lui era in carrozza, diretto a Londra…
Ma il suo cuore era rimasto a Longbourn.
Pensò agli ultimi giorni trascorsi nel Hertfordshire…
Bingley si era molto affezionato a Netherfield Hall.
Sarebbe andato a vivere lì per qualche mese, e forse l’avrebbe anche acquistata, dopo il matrimonio.
Già…
Il matrimonio.
Dopo continue valutazioni, discussioni e riflessioni, Bingley aveva ottenuto la sua piccola vittoria.
Un duplice matrimonio, da celebrare ai primi di dicembre.
A Pemberley.
Charles infatti aveva acquistato anche una tenuta a qualche miglio dalla sua, lasciando la dimora di famiglia a Caroline…
Sembrava sua intenzione, almeno a quel che lui gli aveva accennato, vivere tra la nuova tenuta e Netherfield.
Sarebbero stati quasi “vicini”…
Il pensiero andò a sua zia Catherine.
Le aveva scritto del fidanzamento e del matrimonio in programma.
Non aveva ottenuto che una risposta tanto controllata quanto fredda.
Quel tanto che bastava per mostrare il suo disappunto, e fargli pesare la strada che aveva deciso di intraprendere contro il suo volere.
Una parte di lui avrebbe voluto sua zia al matrimonio; era sua zia. Per quanti difetti potesse avere, era stata lei a crescerlo e a stargli accanto per tutti quegli anni. Ma era ben rassegnato all’idea che l’orgoglio di lei non glielo avrebbero mai permesso.
Ben altri motivi ma non slegati da sua zia, invece avrebbero tenuto lontani Mr Collins e Charlotte…
Non difficili da immaginare.
Mr Collins non avrebbe mai fatto nulla per causare dispiacere a Lady de Bourgh, teneva troppo al suo favore. Il solo fatto che lui avesse preso parte alla festa di fidanzamento lo aveva successivamente impensierito oltremodo.
E Charlotte era certamente la miglior moglie, nel non ribellarsi a quella condizione… benché questo le sarebbe costato lo star lontana da quella che un tempo era stata la sua migliore amica nel giorno più importante della sua vita.
La carrozza si fermò bruscamente, riportandolo al presente…
Era arrivato al suo appartamento in città, in cui progettava di rimanere per qualche giorno. Il tempo di sbrigare alcuni affari e porgere formale invito a qualche conoscente per il matrimonio.
Gli faceva uno strano effetto, il pensiero…
L’ultima volta che era stato a Londra…
Si, ricordava molto bene.
Era andato in cerca di Wickham e di Lydia.
Aveva passato notti insonni, nel timore di non trovarli mai più.
Notti insonni, pensando ad Elizabeth.
L’appartamento era esattamente come lo aveva lasciato…
Guardando alla finestra poteva osservare lo stesso panorama… forse appena incupito dall’autunno alle porte…
Ma tutto appariva così diverso ai suoi occhi adesso.
Forse perché il suo cuore era diverso…
Era… aperto. Il suo animo, disteso.
Si sedette alla scrivania…
Ma non riusciva a concentrarsi sui documenti lasciatigli dal suo amministratore.
Come poteva…?
Non riusciva a non pensare a lei…
Prese un foglio, deciso a scriverle…
Scriverle che era giunto a Londra, che non si sarebbe trattenuto a lungo, e se il buon Bingley gli avesse accordato ancora ospitalità, sarebbe tornato a Netherfield per restarvi ancora qualche tempo.
L’aveva lasciata da meno di un giorno e già non poteva fare a meno di lei.
Chiuse gli occhi, e la sua mente richiamò il suo viso…
Elizabeth…
Ancora un paio di mesi e sarebbe stata sua moglie…
Mrs Darcy…
Il cuore gli tremò nel petto al pensiero che presto Elizabeth sarebbe stata sua… per conto suo, lui le apparteneva già dal primo momento in cui lei aveva ricambiato il suo sguardo.
 
I mesi trascorsero e, almeno per Darcy, sempre troppo lentamente…
Era stato trattenuto a Pemberley e poi a Londra e in Scozia per tanto di quel tempo. Erano settimane che non vedeva Elizabeth…
Per quanto le avesse scritto, e lei gli avesse risposto, non desiderava altro che rivederla…
Mancava così poco alle nozze ormai, erano gli ultimi giorni di novembre…
Pioveva…
Vento freddo…avrebbe nevicato? Chissà.
Passeggiava per le strade di Londra assieme ad alcuni amici di vecchia data…
Amici…forse era una parola grossa. Poco più che conoscenti, sarebbe più corretto dire.
Ma la buona etichetta, nonché la comune conoscenza di Bingley, faceva sì che sarebbero stati presenti al matrimonio.
Le sue orecchie erano abbastanza smaliziate da capire che nessuno dei loro complimenti era particolarmente sentito…
Sapevano che Elizabeth e Jane non erano di famiglia nobile… e tantomeno ricche.
Questo era tutto ciò che aveva attratto il loro interesse.
Sorridevano, quando lui in qualche sentito slancio elogiava le qualità di Elizabeth… ed elargiva complimenti per la sua futura cognata…
Come se avessero in qualche modo compassione per la pazzia sua e di Charles, che si erano fatti ingabbiare da fanciulle prive di fortuna.
Lui non ne era scandalizzato, né particolarmente toccato.
Del resto, non conoscevano Elizabeth, e forse non erano neanche in grado di comprendere la sua bellezza e la sua luce, quando l’avrebbero conosciuta.
Non tutti gli occhi sono in grado di vedere…
 
Il giorno seguente sarebbe partito per Netherfield.
Voleva vederla prima delle nozze…
Entrò nel suo appartamento di Londra…
Osservò ogni singolo oggetto…
Ogni mobile, ogni suppellettile…
Quasi consapevole che la prossima volta che lo avrebbe visto, ai suoi occhi non sarebbe parso lo stesso… perché la sua vita stava per cambiare per sempre.
Il mattino si chiuse la porta alle spalle con questa esatta consapevolezza…
 
Quando rivide Elizabeth, lei era sulle rive del lago nei pressi di casa sua.
Mrs. Bennet gli aveva detto che l’avrebbe probabilmente trovata lì.
Camminò a lunghi passi…
La intravide, seduta sulla riva…
Aveva un libro accanto a sé… e un foglio tra le mani che leggeva con estrema attenzione.
Esitò ad incedere…
Era bellissima, così concentrata…
Ma quando si mosse appena, lo scalpiccio dei suoi piedi sulle foglie ormai secche degli alberi aveva rivelato alla fanciulla la sua presenza…
La vide voltarsi di scatto, presa di sorpresa…e dopo il primo stupore, il suo viso si aprì ad un sorriso raggiante.
Si alzò in piedi, e corse verso di lui, stringendolo forte.
Darcy le accarezzo piano i capelli sciolti, che profumavano di erba e rugiada…
I suoi occhi brillavano di lacrime di gioia che stentava a trattenere.
La risata cristallina della sua amata gli scaldò il cuore.
  • Stavo rileggendo la vostra ultima lettera io…non vi attendevo prima della fine della settimana… - disse lei senza distogliere gli occhi dai suoi.
  • Infatti… ma ho anticipato la partenza di un paio di giorni… -
Le accarezzo delicatamente una guancia e lei si lasciò cullare da quel tocco gentile, ponendo la sua mano su quella di lui.
Con un lampo di consapevolezza, la vide prenderlo per mano e invitarlo a sedersi accanto a lei.
Era quasi il tramonto, lei disse… ed era uno spettacolo splendido da vedere in quel luogo.
Lui sorrise al suo entusiasmo…
Lei si girò verso di lui, continuando a sorridergli.
  • E’ da molto che non fate ritorno nel Hertfordshire…cominciavo a temere che i vostri propositi riguardo al nostro matrimonio fossero mutati… - sorrise lei.
  • Mai. Sono stato lontano… ma certamente non per mia volontà. D’altro canto, il mio cuore non ha lasciato mai questi luoghi… -
Elizabeth sorrise a quelle parole.
  • Mi risulta difficile credere alle vostre parole, signore. È vero, vi siete costantemente premurato di scrivermi ma… Londra è una città così piena di vita, e sono certa che la vostra presenza sia gradita nei salotti più prestigiosi… possibile che nessuna tra le bellissime dame presenti abbia catturato il vostro sguardo…? –
  • Nessuna potrebbe catturare quel che già appartiene indiscutibilmente a voi, Elizabeth… e mi conoscete abbastanza da poter assolutamente confidare nelle mie parole. –
Elizabeth sorrise ancora una volta, e rivolse il suo sguardo verso il lago.
Darcy non riusciva a capire se le parole della sua amata fossero l’ennesima presa in giro ai danni del suo carattere a suo dire fin troppo serioso, oppure fossero un modo per manifestargli un suo reale timore…
In fondo, quale migliore strumento dell’essere umano è l’ironia, per cercare di ridicolizzare le proprie paure, nel tentativo spesso vano di domarle e vincerle…?
Si avvicinò a lei con un piccolo sorriso, dicendole che invero era lui quello che avrebbe avuto più motivo di temere rivali…
Era per lui inconcepibile che nessuno si fosse mai reso conto di quanto meravigliosa lei fosse.
La vide arrossire a quelle parole, e guardarlo di sottecchi.
  • Temo che il mio pessimo carattere adombri ogni mia possibile virtù… - disse lei, con un piccolo sorriso rivolto all’orizzonte.
  • Non ai miei occhi. – sorrise Darcy. – anzi oserei dire che il vostro temperamento fiero e indomabile sia una delle cose che più amo di voi… -
  • Allora, tralasciando mio padre e il mio caro futuro cognato Bingley, siete forse l’unico uomo a guardare a questo mio aspetto con benevolenza… -
  • Suppongo quindi… che questo mi metta in posizione eccezionalmente favorevole ai vostri occhi, rispetto ad un qualsiasi altro possibile spasimante… -
Elizabeth gli sorrise, forse sorpresa di vederlo parlare in tono così arguto e leggero.
Egli stesso stava riscoprendo questo aspetto del suo carattere…
Quello che aveva tentato di far passare per un discorso brillante a Netherfield il pomeriggio che trascorse assieme a lei e ai Bingley era al confronto un pallido tentativo pateticamente non riuscito.
  • Siete alquanto sicuro di avere il mio favore, Mr Darcy… - rispose lei a tono.
Lui sorrise.
Si…
Era lei a dargli tutta la certezza di cui aveva bisogno a riguardo.
Esattamente come stava facendo in quel momento, guardandolo a quella maniera… e fu esattamente ciò che le disse.
La vide stupirsi a quelle parole.
Non era mai riuscito a parlare così apertamente ma avere di fronte lei, e sapere che sarebbe presto stata sua moglie… gli aveva acceso qualcosa dentro…
Forse… un qualcosa che per un attimo lasciò intravedere anche a lei…
Elizabeth abbassò lo sguardo, mormorando quanto fosse scandalosamente sleale da parte sua leggerle dentro a quella maniera.
Era sleale che lui la guardasse così…rendendola completamente indifesa.
Non riuscì a trattenersi dal farle una carezza, e sollevarle il viso affinché i suoi occhi incrociassero di nuovo quelli di lei, col solo desiderio di potervi annegare ancora una volta…
Avvicinò il suo viso al suo e le sfiorò appena le labbra.
Le sentì incresparsi in un sorriso, mentre allontanava le sue.
Il sole era calato del tutto, ma ancora riusciva a vedere perfettamente quanto gli occhi di lei, scuri e lucenti, brillassero soltanto per lui in quel momento.
Ipnotizzandolo.
Avrebbe dovuto ricondurla a casa…per quanto a malincuore.
Le porse la mano e insieme si incamminarono a passo lento verso casa Bennet…
Non dissero nulla…
Solo sguardi…
Sorrisi appena accennati…
Non c’era bisogno di parole, per parlare d’amore…
Si salutarono…
Consapevoli che la prossima volta che si sarebbero visti sarebbero diventati marito e moglie.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Eh...si, questo è anche l'ultimo capitolo. Non sono del tutto soddisfatta, ma non sono mai stata troppo brava a dare un finale ad una storia.
F0rse perché nella mia testa, una storia non ha, in teoria, mai fine, e darle un finale significa fare un "taglio", chiudere un libro e lasciare che i personaggi continuino la loro "vita" lontano dai nostri occhi.
Io ho pensato di chiudere il libro a questo punto. Spero di non aver deluso nessuno. Ancora una volta, ogni commento è più che gradito.




Capitolo 6
 
Era tarda serata, a Pemberley.
Una notte di luna piena.
Darcy era all’esterno, sul suo cavallo nero…
Aveva bisogno di respirare l’aria fresca della sera e realizzare che quel che era accaduto quel giorno non fosse stato un sogno.
Il matrimonio aveva avuto luogo nella chiesetta di Lambton.
Mai forse era stata così gremita.
Si era sentito molto nervoso mentre attendeva all’altare assieme a Bingley, suo compagno anche in questa circostanza.
Anche lui era molto impaziente…
Nella chiesa si udiva un leggero vociare di persone, indistinto, a cui non prestò particolare attenzione.
Vide la famiglia di Elizabeth in prima fila, la signora Bennet era visibilmente eccitata, e continuava a rivolgere occhiate verso l’entrata della chiesa, impaziente di vedere entrare le proprie figlie.
Intravide i coniugi Gardiner dietro di loro.
Vide Caroline… il suo viso era altero, come sempre, e non incrociava lo sguardo di nessuno. Accanto a lei, l’affascinante ufficiale svedese che aveva avuto modo di conoscere. Era ancora con lei.
Solo una volta la vide guardare verso il fratello e verso di lui.
In fondo, data la situazione, aveva saggiamente deciso di capitolare, col tempo, avrebbe accettato Jane con maggiore entusiasmo, almeno Bingley confidava in questo.
Tristemente, constatò che dei suoi familiari ci fosse soltanto il cugino Fitzwilliam ad attendere alla cerimonia.
Sua zia era stata di parola.
Avrebbe voluto almeno la presenza di Anne, alla quale era in fondo affezionata, ma la conosceva abbastanza da sapere che non avrebbe mai osato sfidare sua madre… non adesso che i rapporti tra loro erano ancora tanto tesi.
Georgiana non era al suo posto… ma solo per una ragione…
D’un tratto, la folla si voltò con mormorii di stupore.
Alzò lo sguardo… e vide lei.
Elizabeth, che teneva la mano a suo padre, che accompagnava le sue figlie maggiori all’altare.
Non avrebbe mai dimenticato quella visione per tutto il resto della sua vita.
Elizabeth aveva i capelli sciolti, adornati da una piccola ghirlanda di fiori bianchi di seta…l’abito bianco era semplice ma su di lei splendido.
La sua Elizabeth non aveva bisogno di ulteriori ornamenti per conquistare i suoi occhi e ricordargli ancora una volta quanto fosse immensamente felice e quanto si sentisse fortunato nell’essere amato da una creatura tanto speciale.
Dietro di loro c’erano Kitty e Georgiana, che facevano da damigelle rispettivamente a Jane e ad Elizabeth.
Sua sorella sorrideva, e così anche Kitty…
Quanto sembrava lunga quella navata…
La vedeva avvicinarsi lentamente…
Lei continuava a ricambiare il suo sguardo con un piccolo sorriso, che lui restituiva; un sorriso che tremò appena, quando vide che lei aveva indossato la spilla di perle che le aveva donato.
Quel semplice gesto, quasi in onore di sua madre, valeva per lui come una benedizione…
Quando il padre di Elizabeth mise la mano di lei nella sua, Darcy la tenne delicatamente, e la strinse appena…
Come quel giorno a Netherfield…
Ma questo gesto adesso aveva tutt’altro significato.
Elizabeth sarebbe di lì a poco diventata sua moglie…
La sua compagna di vita, con cui avrebbe condiviso l’esistenza fino al suo ultimo respiro.
La cerimonia ebbe inizio.
In realtà le parole del pastore gli giunsero come echi lontani… e come tali, risuonavano nella sua mente…
Con la coda dell’occhio vide le mani di Bingley tremare, e guardare nervosamente Jane che anche in quella circostanza sembrava la più serena tra loro…
Darcy rivolse lo sguardo a Elizabeth ancora una volta…
Combattuto tra il desiderio di guardare quella bellissima visione… e il timore che potesse in qualche modo svanire da un momento all’altro come se fosse illusione.
Il sorriso di lei bastò a fugare ogni paura, e così la mano di lei che intrecciò le dita con le sue, ancora una volta…
Quel che venne dopo era molto confuso nella sua mente.
L’uscita dalla chiesa…
La gente che si accalcava nei pressi della loro carrozza, che faceva loro gli auguri, gli applausi e le grida…
Il sole invernale che brillava riflesso su quel po’ di neve caduta solo la sera prima, e il bianco del vestito di Elizabeth confondersi con essa in un’unica visione di pura bellezza…
Poi la carrozza fino al suo palazzo, dove si tenne il ricevimento.
Il ricordo delle gote di Elizabeth arrossate dal vento freddo e la propria inaspettata audacia nel cingerle le spalle col braccio, per proteggerla dal vento, quando lei per prima aveva poggiato il capo sulla sua spalla…
Il sorriso che intravide, di Bingley e Jane…
Il ricevimento.
Fu un pranzo sontuoso.
Georgiana suonava per gli ospiti duettando con Mary, mentre Mrs Bennet applaudiva con orgoglio, come se anche Georgiana fosse stata figlia sua…
Le danze…
Molti chiesero l’onore di danzare con le novelle spose, e lui lanciava occhiate alla pista da ballo, sorridendo ogni volta che lo sguardo di sua moglie incrociava il suo.
Elizabeth.
Sua moglie.
Parlò con piacere con i Gardiner, e conobbe alcuni amici della famiglia Bennet, così come Elizabeth venne presentata alle sue conoscenze…
Sua moglie aveva conquistato tutti, anche coloro che più avevano mostrato scetticismo verso quell’unione…
I brindisi si susseguirono…
Poi una danza assieme.
  • Iniziavo a disperare di aver potuto avere l’onore di danzare con voi…  - disse lui con un filo d’ironia.
  • Vi ringrazio per non aver ceduto alla disperazione, allora… avete raggiunto il vostro scopo. – sorrise Elizabeth, gli occhi che le brillavano per la gioia.
  • Avete conquistato tutti i presenti… persino quegli sciocchi signori che avevano canzonato tanto me quanto Bingley per le nostre unioni… -
  • Non siate così severo con loro, Mr Darcy… in fondo eravate uno sciocco signore anche voi…ma ora non lo siete più. - disse lei alzando un sopracciglio.
  • Oh. Lo ero…? Mi lusingate… cosa è che ha mutato il vostro giudizio nei miei riguardi tal punto da farmi apparire saggio ai vostri occhi? –
  • Non ho mai detto che adesso voi mi appariate saggio. Anzi… Mr. Darcy, voi non siete più sciocco… bensì folle! Sposare una fanciulla di campagna senza altra dote fuorché il suo cuore innamorato non è esattamente un’azione considerata assennata… - sorrise.
  • Se la mettete in questi termini, non posso darvi torto. Ma… - disse lui, mentre la danza li fece avvicinare. - … non c’è niente di assennato nell’amore… e quanto voi offrite è tutto ciò che io desidero. –
  • State facendo pratica, signore… rispondete a tono e in maniera arguta… - sorrise Elizabeth, quasi fiera della sua prontezza di spirito.
  • Ho il piacere di avere al mio fianco la migliore delle insegnanti… -
I sorrisi che lei gli rivolgeva erano assolutamente radiosi.
 
Bingley e Jane lasciarono Pemberley… la loro tenuta era a poche miglia… l’avrebbero raggiunta a notte inoltrata. Gli ospiti andarono via; quanto ai Bennet, su insistenza di Bingley, che desiderava mostrar loro la dimora sua e di Jane, li seguirono alla sua tenuta e lì avrebbero passato la notte, prima di ripartire il mattino seguente.
La casa sembrava improvvisamente così vuota.
Georgiana salutava la carrozza di Charles allontanarsi, per poi correre in casa portando con sé Elizabeth, dicendole che aveva intenzione di farle un piccolo dono di nozze e che a lui, a quel che sembrava, era precluso vedere, per il momento.
Accettò di buon grado l’esclusione, ma non ebbe tempo di rimuginarvi troppo…
Mrs Reynolds si fece strada timidamente verso di lui, chiedendo se desiderava che per la notte fosse preparata la camera nuziale dei suoi genitori…
Un lampo di consapevolezza lo colpì all’improvviso.
Si sentì arrossire come un bambino, ma la domanda della donna attendeva ancora risposta.
 
La camera dei suoi genitori…
No, quella apparteneva solo a loro.
Ponderò in fretta ogni possibile alternativa e alla fine scelse una delle stanze al secondo piano.
Non una stanza a caso…
Difatti la donna comprese subito a quale camera lui si stesse riferendo, e non si sorprese della richiesta.
S’inchinò, e si avviò verso il palazzo…
Darcy sospirò vedendola sparire oltre l’entrata.
Sentiva una strana ansia dentro di sé…
Un misto tra timore e attesa…
E sapeva che in quei momenti, cavalcare per la tenuta di Pemberley l’avrebbe un po’ sollevato.
Sfrecciò tra gli alberi, lasciando che l’aria fredda e i ricordi lo sopraffacessero…
Quando fece ritorno verso il palazzo si sentiva più sollevato…
Ma notò subito una presenza, dinanzi all’entrata.
Una splendida figura in abito bianco, appena coperta da un cappotto…
Elizabeth.
Cavalcò lentamente verso di lei.
Per un attimo riuscirono solo a guardarsi negli occhi…
Tutto quel che riuscì a chiedere all’inizio, fu di Georgiana…
Lei rispose prontamente che sua sorella si era ritirata da un po’, e che aveva immaginato di poterlo trovare in giardino, per questo lo aveva atteso lì…
Lui annuì.
Lei tacque… e stavolta fu inaspettatamente Darcy a parlare, chiedendole se desiderasse accompagnarlo.
Desiderava mostrarle lo spettacolo del palazzo di Pemberley da lontano, illuminato dalle lanterne e dalla luna…
Lei sorrise inizialmente stranita ma gli occhi le si illuminarono all’idea.
E lui non poté che gioirne…
Le tese la mano e l’aiutò a salire, facendola sedere dinanzi a lui e lasciando che si tenesse stretta per ripararsi dal freddo…
Presero a galoppare intorno al giardino di Pemberley, e poi per la tenuta…
Mentre gli alberi correvano veloci attorno a loro, lui riusciva solo a percepire la presenza di sua moglie, tanto vicina da poter sentire il suo cuore battere assieme al suo…
E quando furono lontani abbastanza, Darcy tirò le redini del suo cavallo, facendolo fermare.
  • E’…meraviglioso… - disse lei, ammirando quello spettacolo di luci.
Lui non potè fare a meno di sentire quella nota di sincera gioia nella sua voce…
  • E’ vero… e d’ora in poi voi ne sarete padrona, Elizabeth… -
Darcy la vide abbassare lo sguardo all’improvviso.
Non capì perché, ma ebbe il timore di aver detto qualcosa di sconveniente, benché non riuscisse a capire cosa.
Lei si voltò verso di lui con il sorriso che gli aveva mostrato al mattino di alcuni mesi prima, quando lei lo rese più felice che mai, accettando e ricambiando i suoi sentimenti…
  • Pemberley è un luogo bellissimo… il vostro palazzo è sontuoso, e l’idea di dimorarvi mi riempie di gioia ma… spero che voi sappiate che non vi ho sposata perché ne ero allettata… -
Darcy credeva di non capire…
Capiva cosa lei gli avesse detto, ma non il senso o il perché di quel discorso in quel momento…
Come a comprendere il suo stupore, lei proseguì dicendo che probabilmente gli erano giunte, come erano giunte anche a lei, delle chiacchiere che diffondevano l’ipotesi che lei avesse sposato Darcy non per sincerità di sentimenti ma perché attratta dal suo patrimonio…
Si, quelle calunnie erano giunte anche al suo orecchio, ma lui non le aveva mai nemmeno prese in considerazione.
Conosceva abbastanza la sua Elizabeth da sapere che quelle voci non meritavano alcuna attenzione…
  • Però… - lei proseguì, con sguardo serio. – forse nel vostro animo si è fatto strada un altro tipo di timore… che forse io vi abbia accettato per… riconoscenza, per quanto avete fatto per le mie sorelle… -
Lo sguardo di Darcy era fisso…
  • Ma voglio che questi dubbi siano fugati all’istante! Non vi ho accettato per riconoscenza… non lo avrei mai fatto. Il rispetto che nutro per voi e per me stessa non mi avrebbe mai concesso di compiere un gesto simile, un gesto che avrebbe offeso entrambi…non mi avrebbe mai permesso di guardarvi negli occhi…come invece adesso sto facendo… -
Non c’era per lui bisogno che lei dicesse quelle parole…
Lui sapeva chi lei fosse.
  • Io… vi amo con tutto il cuore, Fitzwilliam… - disse con un soffio di voce, fissando il suo sguardo nel suo.
Elizabeth sollevò una mano per accarezzargli il viso con un leggerissimo tocco delle dita…
La vide sorridere, quando lui poggiò la propria mano sulla sua…
Evidentemente aveva già compreso quello che lui disse solo qualche istante dopo…
Le disse che non aveva mai dubitato dei suoi sentimenti…
Ne era stato incredulo, sì… ma non per le ipotesi che alcuni avevano ventilato…
Era piuttosto… quel genere di inevitabile incredulità che si prova quando qualcosa che avevi desiderato, sperato, agognato con tutto te stesso, e al quale ti preparavi a rinunciare per sempre, improvvisamente si avvera…
L’incredulità di vedere che il tuo più ardente desiderio e la realtà si sono fusi dando vita a qualcosa di infinitamente più perfetto…
Sorrise nervosa, lei… con gli occhi lucidi…e quello sguardo per lui era come quella carezza…
Gli riempiva il cuore.
Quella piccola mano fredda indugiava ancora sulla sua guancia…
E lui la stringeva appena…
Quasi fosse la cosa più naturale, si portò quella mano alle labbra… e sfiorò il palmo con un piccolo bacio.
Sentì la mano di lei tremare, e sollevò lo sguardo…
Leggeva qualcosa, in quegli occhi…
Sembrava timore ma…
Era forse più simile a quello che stava provando lui…
Timore… di una bramosia che stentava a controllare…che si stava impadronendo del suo animo…
Sensazioni che facevano vibrare il suo corpo, ad ogni suo sguardo, ad ogni suo tocco…
Lei si strinse a lui…
Guancia a guancia con lui…
Avvolse le braccia attorno al suo collo…
Come una silente richiesta…
Darcy chiuse gli occhi, al tremito che quel gesto e quella consapevolezza gli avevano provocato…
Strinse un braccio intorno alle sue spalle…
Spronò il cavallo, dirigendosi verso il palazzo.
Il suo cuore e quello di lei martellavano nel petto…
 
Fecero il loro ingresso nella dimora ormai buia e silenziosa.
Darcy accese una candela, e si voltò verso Elizabeth…porgendole la mano.
Lei la strinse, e insieme si diressero verso le scale…
Camminavano a passo lento, ma senza indugio.
Ad ogni scalino, Darcy sentiva il suo animo in una strana forma di tumulto…
Sembrava agitato e calmo allo stesso tempo…
Come ciò fosse possibile, non riusciva a concepirlo…
 
Giunsero infine alla porta della camera che aveva fatto preparare.
Si voltò brevemente verso Elizabeth, invitandola ad entrare.
Lei accennò ad un sorriso, e oltrepassò la soglia…
Mrs Reynolds aveva preparato ogni cosa…
Aveva dato disposizione che il caminetto venisse acceso, e aveva sistemato ogni piccolo dettaglio, compreso un mazzolino di fiori freschi bianchi che, lui sapeva, provenivano dai prati che costeggiavano il lago della sua tenuta, e che erano poggiati sul loro letto.
Elizabeth sembrò fissare la stanza con genuino stupore…
Vide il suo bouquet, in un piccolo vaso accanto alla specchiera…
Come lei poi disse, non aveva mai visto una stanza tanto sontuosa ma allo stesso tempo… così calda e accogliente.
Lui sorrise, mentre si toglieva la giacca e la poggiava su di una sedia.
E le raccontò la storia di quella stanza.
Quella era una delle sue stanze preferite…
C’era una luce bellissima al pomeriggio, e lui adorava passarvi le ore leggendo seduto alla finestra…
Era la stanza in cui suo padre gli aveva insegnato a giocare a scacchi, e dove talvolta si sfidavano…
La scacchiera era ancora appoggiata su in piccolo tavolo tondo in un angolo della stanza…
Era la stanza dove sua madre gli insegnò a danzare e suonare, per quanto per quest’ultima cosa non si scoprì mai particolarmente portato… c’era ancora il suo pianoforte…
La stanza in cui Georgiana amava nascondersi quando era triste, da bambina…proprio dietro a quelle tende di broccato…
Vide Elizabeth sorridere, nell’ascoltarlo…
Aveva preso il mazzolino di fiori bianchi e accarezzava leggermente i petali, senza distogliere mai lo sguardo da lui…
Quanti ricordi felici lo legavano a quel luogo…
Ma anche ricordi tristi…
Darcy sedette sul letto, abbassando lo sguardo verso le proprie mani, mentre richiamava alla mente quei ricordi…
Lì si rifugiava quando i suoi genitori vennero a mancare…
Fissò quella finestra tante volte, con Georgiana ancora piccolissima tra le braccia…come se si aspettasse di veder tornare i suoi genitori, prima o poi. Tutta la sua esistenza era passata attraverso quelle mura, e voleva che anche Elizabeth ne entrasse a far parte.
Elizabeth gli si avvicinò inaspettatamente, si sedette accanto a lui… lo guardò con un sorriso, come a mostrargli che aveva compreso ciò che provava e ogni sua parola.
Ed ella stessa disse che non avrebbe saputo scegliere stanza migliore…
Sorrise lui timidamente ma il sorriso ebbe vita breve sulle sue labbra
Rimase colpito ancora una volta…
La luce soffusa nella stanza giocava con il viso di Elizabeth avvolgendola in una luce arancio…
Le faceva risplendere gli occhi di lei, e disegnava dolcemente i contorni del suo viso…
Li seguì delicatamente con le dita…
Sfiorò le sue labbra appena curvate da un sorriso…
Le sfiorò il mento… ma non si arrestò…
Lentamente… carezzò il suo collo candido… indugiò per un istante, quando lei abbassò lo sguardo.
La sua mente non provava nemmeno ad elaborare cosa stesse accadendo.
Semplicemente… era sopraffatto dalle sensazioni che provava… e dal desiderio di lei…
Di averla per sé, e renderla sua, finalmente solo sua…
Forse inconsapevolmente… ma gli occhi di Elizabeth gli chiedevano esattamente la stessa cosa.
Le diede un bacio leggero sulle labbra… poi più profondo…e annegò nel suo profumo… talmente ottenebrato da non riuscire più ad agire volontariamente…
Le sfiorò il collo con le labbra…
Sentì la mano di lei toccargli il viso.
Quel gesto lo fermò.
Temeva di averla offesa con tanta audacia…ed egli stesso si sentì per un attimo incerto…
Il viso di Elizabeth era colorito da un leggero rossore che la rendeva ancora più bella ai suoi occhi… il respiro era sostenuto almeno quanto il suo…
Le sue piccole dita andarono al suo collo… intente a sciogliere il nodo del suo cravattino.
Quel gesto lo sorprese… e lo fece tremare…
Restò ipnotizzato dallo sguardo di Elizabeth…
Che non lo lasciava…
Che parlava direttamente al suo cuore, e ai suoi sensi…
Ancora un bacio, ancora e ancora…
Sentiva le mani di lei alla base del collo… giocare con i suoi capelli…
Il suo corpo vibrava…
Mai sazio delle donna che teneva tra le braccia…
La desiderava.
Desiderava baciarla… reclamare per sé ogni suo lembo di pelle… ogni sua fibra…
Annegare…
E scoprire di essere ancora vivo, e non più solo, in quel mare in tempesta…
Assecondò il suo desiderio… e lo riscoprì altrettanto forte negli occhi di Elizabeth…
L’accarezzò… e la sentì bruciare sotto il suo tocco…almeno quanto le carezze di lei incendiavano lui…
Le loro anime erano come accese da un fuoco…
Un fuoco puro e sacro.
La guardava…e se ne riempiva gli occhi…
Stringeva quel corpo esile… eppure lo cullava nel suo abbraccio, accarezzandolo con venerazione, proteggendolo… perché era quanto di più prezioso possedesse…
Perché adesso lei gli apparteneva completamente.
Aveva mai sperato che un giorno sarebbe potuto accadere…?
Che qualcuno avrebbe potuto mai ingabbiare la sua ninfa, la sua Elizabeth…?
Ma forse s’ingannava…
Era lui ad essere ingabbiato…
Era lui ad essere suo…
Si appartenevano, un solo corpo e un solo spirito...
E quando il sonno gli chiuse gli occhi, quella notte…
L’ultimo suo pensiero fu per lei…
E la gioia… e la sensazione di essere finalmente completo…
Che il suo pezzo mancante finalmente si fosse ricongiunto a lui e…
Che il giorno dopo… e quello dopo ancora…sarebbero stati assieme.
I primi raggi d’aurora filtravano attraverso le tende, e il sonno si stava impossessando delle sue membra, pesante sui suoi occhi.
Si sentiva felice, e completo, e…felice. Poteva chiudere gli occhi, stringendo tra le braccia la donna che amava, sapendo che nel riaprirli, lei sarebbe stata lì.
Lei sarebbe stata, d’ora in avanti, la prima cosa che i suoi occhi avrebbero visto ad ogni risveglio, e l’ultima prima di addormentarsi, e questa cosa lo riempiva di conforto e di pace, per la prima volta in tanti anni.
Mrs. Darcy…la sua Elizabeth.

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