Collezione di sentimenti - Ovvero tutti quei pianti e quei batticuori che un Angelo e un Demone hanno perso lungo il cammino.

di Sinead1370Kimaira
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il suono di una risata. ***
Capitolo 2: *** Come un Demone decise di sopportare la Pioggia... ***
Capitolo 3: *** Come frenare la lingua troppo lunga di un Demone... ***



Capitolo 1
*** Il suono di una risata. ***


  Tabella Happy – Risata.


 



Il suono di una risata...






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I demoni non ridono, al massimo per esprimere la loro sadica contentezza emettono suoni gutturali paragonabili ad un ringhio animale.


I demoni non sono abituati a sentire una risata, forse perché all’Inferno c’è ben poco per cui ridere.


Tra cadaveri, fiamme eterne, dannati e demoni impazziti non è esattamente il posto dove farsi una grassa risata.


Eppure ci sono demoni come Malvoleo che provano in tutti i modi a ridere, ritrovandosi a latrare di fronte alla figura del proprio Principe, nonché fratello maggiore.


E poi ci sono i Demoni come Shenyur che maledice suo padre per aver generato quell’essere immondo che ha osato rovesciargli addosso una latra di vernice verde.


Lui odia la sghignazzata sguaiata in cui si esibisce Malvoleo, ma quando sente una risata cristallina alle sue spalle non può fare altro che girarsi e vedere un Luryel che si copre appena la bocca e cerca di smettere di ridere. Chiede scusa, l’Angelo. Senza sapere che ha appena regalato uno dei più bei suoni al cuore freddo di un demone.




















Ok, lo so... non sono portata per le Flash e le Drabble... ma volevo provare!

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Capitolo 2
*** Come un Demone decise di sopportare la Pioggia... ***


                               

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 Come un Demone decise di sopportare la pioggia...
 


In Paradiso non pioveva mai.
Fatta eccezione per qualche piccola precipitazione dalla durata massima di una decina di minuti non si assisteva mai a grandi temporali. Lì sulla terra invece c’erano delle vere e proprio tempeste.
Luryel passava ore col viso appiccicato alla finestra della sua stanza a guardare l’acqua cadere al suolo.
Con le dita seguiva la scia delle goccioline d’acqua che s’infrangevano sui vetri e adorava bere una tazza di quella che aveva scoperto essere cioccolata calda.
 In paradiso non c’era nemmeno quella.
Shenyur si limitava a fissarlo da lontano, contemplando quel fisico da adolescente in bilico sulla sedia che stringeva una tazza fumante grande quasi quanto le sue mani. Egli odiava la pioggia.
In tutto l’Inferno, i temporali non era altro che un pianto violento di acqua calda e acida che non faceva altro che corrodere tutto quello su cui cadeva.
Dopo ogni temporale le rocce erano sciolte e modellate in assurde forme, il terreno esalava vapori nauseabondi e il cielo restava di un color purpureo per almeno un’altra giornata.
Perso nelle sue fantasie non si accorse che Luryel lo stava guardando.
L’Angelo gli sorrise e scendendo dalla sedia disse gli chiese: “ Usciamo? Mi piace l’odore della pioggia.”
L’altro sospirò e di controvoglia si tirò giù dalla sedia.
Stava quasi per dire all’Angelo di indossare una maglia più pesante di una T-shirt estiva, fin quando un pensiero malizioso gli saltò alla mente e richiuse la bocca, seguendo l’altro che scendeva le scale.
Trovò suo fratello Malvoleo che aveva appena spinto Berith nel fango con la scusa: Così impari a sporcarmi i capelli di melma!
Luryel si avvicinò ad un albero e rimase a fissare le foglie che risplendevano grazie alle gocce d’acqua che ne ricoprivano la superficie come mille diamanti.
Una stilla scivolò giù dalle fronde e gli finì dritta sul naso, scivolando con facilità sul volto bagnato.
L’Angelo rise e guardò i demoni dietro di lui che avevano preso a litigare.
Adocchiò una pozzanghera e un’idea malsana gli balenò in testa.
Con passo abbastanza veloce saltò in direzione dell’acquitrino di fango e quando atterrò degli schizzi di marroncini volarono in tutte le direzioni. Uno colpì Shenyur sul volto che si ripulì con un rapido gesto della mano.
Il suo odio per la pioggia non potè fare altro che aumentare.
Preferiva di gran lunga le giornate di sole cocente.

Ma quando quella notte Luryel si andò inconsciamente a rifugiare nelle sue braccia, terrorizzato dai frequenti tuoni, un sorriso si aprì sulle labbra del Demone.
Rise piano, accarezzando con delicatezza il capo dell’Angelo addormentato e infreddolito.
Luryel era uscito in pieno dicembre con una maglietta di cotone a maniche corte e la pioggia aveva avuto la meglio su di lui.
E ora il Principe dei Demoni si trovava a rivalutare le sue preferenze.
Se il prezzo da pagare per tenere Luryel stretto a sé era una giornata di pioggia lui l’avrebbe affrontata senza problemi. 

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Capitolo 3
*** Come frenare la lingua troppo lunga di un Demone... ***


Come frenare la lingua troppo lunga un demone...
 
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Suo fratello Malvoleo sapeva essere esasperante.
Era un concentrato di petulanza e di sarcasmo, condito con abbondanti dosi d’impertinenza e affogato nella malizia.
E lui sarebbe stato costretto a sopportarlo per tutta l’eternità.
Dopo quasi cinquecento anni si era abituato alla sua nefasta presenza e aveva addirittura escogitato dei piccoli stratagemmi per zittirlo. Non per questo Berith era considerato uno dei demoni più astuti.
Era riuscito a usare il celato timore di Malvoleo per Astaroth a suo favore.
Certo, aveva dovuto ingraziarsi il gran Demone con non poca fatica, ma alla fine poteva essere fiero di aver salvato la vita di suo fratello.
Perché se ormai lui ci aveva fatto l’abitudine a sopportare quello essere psicolabile, Shenyur non era dello stesso parere.
E soprattutto perché poteva essere divertente ridacchiare mentre i suoi fratelli si picchiavano oppure sghignazzare mentre Malvoleo si lamentava di quanto fossero antiestetici i lividi sulle braccia.
Erano secoli che si divertiva quando quei due litigavano, ma ultimamente da quando erano sulla terra toccava a lui occuparsi di medicare l’esasperante fratello. E questo non era per niente divertente.
Diciamo che in quel periodo il Demone amava ciarlare di quanto fosse “eccitante” avere un angelo tra loro e Shenyur si indispettiva parecchio non appena sentiva pronunciare il nome Luryel seguito dalla parola “stuzzicante”.
Il principe dei Demoni diventava letteralmente una vipera e per poter salvaguardare il buon ordine familiare e per cercare si sopravvivere alle estenuanti ore di cure che avrebbe dovuto prestare a Malvoleo, Berith aveva gentilmente chiesto ad Astaroth di occuparsi della lingua lunga di suo fratello.
Il risultato era stato stupefacente.
Due giorni di assoluto silenzio.
Una pace.
Il demone non aveva la più pallida idea di cosa avesse fatto il Gran Demone, ma di sicuro il lavoro era stato complicato visto l’alto compenso che aveva dovuto “pagare”.

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